come ho fatto a non accorgermi di te?

di anonimaG
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1° capitolo ***
Capitolo 2: *** 2°capitolo ***
Capitolo 3: *** 3°capitolo ***
Capitolo 4: *** 4° capitolo ***
Capitolo 5: *** 5°capitolo ***
Capitolo 6: *** 6°capitolo ***
Capitolo 7: *** 7°capitolo ***
Capitolo 8: *** 8°capitolo ***
Capitolo 9: *** 9°capitolo ***
Capitolo 10: *** 10° capitolo ***
Capitolo 11: *** 11°capitolo ***
Capitolo 12: *** 12°capitolo ***
Capitolo 13: *** 13°capitolo ***
Capitolo 14: *** 14°capitolo ***
Capitolo 15: *** 15°capitolo ***
Capitolo 16: *** 16°capitolo ***
Capitolo 17: *** 17° capitolo ***
Capitolo 18: *** 18°capitolo ***
Capitolo 19: *** 19° capitolo ***
Capitolo 20: *** 20°capitolo ***
Capitolo 21: *** 21°capitolo ***
Capitolo 22: *** 22°capitolo ***
Capitolo 23: *** 23°capitolo ***
Capitolo 24: *** ringraziamenti ***



Capitolo 1
*** 1° capitolo ***


1° CAPITOLO
 
 

 

 

 -Deficiente! Muori!!!
-Deficiente! Muori!!!-. Imitai con la voce.
-Perché ti ho scelto come coinquilino? Ma cosa mi saltava per la testa?
-A te niente! Io perché ti ho accettata come coinquilina? Ah si! Si da il caso che la signorina qui presente una sera abbia suonato a “casa mia” come un disperata a chiedermelo!
-AAH! Giovanni Evans, Io ti odio da quando avevo tre anni! Ti odio-. Urlò prolungando la “o” e sbattendo la porta della sua stanza con molta foga.
   Ed eccola lì, in tutta la sua educazione, la mia coinquilina scassa palle.
Marta Alessandrini ragazza alta rossa e riccia con le lentiggini e gli occhi verdi.
La conosco da quando avevo tre anni, ci odiamo a morte da sedici anni ormai, non l’ho deciso io ma l’ha deciso lei da quando ci siamo conosciuti, ricordo benissimo il giorno di quando ero bambino e per sbaglio inciampai e mi cadde la pittura sul suo bellissimo disegnino, iniziò a piangere, a chiamare la maestra che mi mise in punizione e poi lei, tutta soddisfatta, da lontano mi fece la linguaccia.
Antipatica, smorfiosa, odiosa, insignificante, deficiente, oca.
Le mie parole per descriverla sono queste.
Abbiamo passato tutta la nostra vita insieme, purtroppo, stessa scuola, stessi compagni, stessi compiti, stessi amici, stessa università e, adesso sfortunatamente, stessa casa.
Avevamo deciso inconsapevolmente di fare la stessa università.
E quando ci siamo ritrovati faccia a faccia il primo giorno di università lei si è messa a sbraitare ed urlare qualcosa di indefinito ed io ad imprecare Dio e sperare di aver sbagliato corso.
   Scusate, mi presento: Sono Giovanni Evans, di padre americano e madre abruzzese ma ho sempre vissuto nelle Marche, in un paesino sconosciuto, per studiare sto ad Urbino.
Ho diciannove anni quasi venti, ho appena iniziato l’università di medicina, sono un ragazzo di bell’aspetto: alto, moro, occhi, castani e che fa impazzire le ragazze ma che non se ne approfitta.
Non ho mai voluto litigare con una ragazza e ho sempre evitato ma con Marta è praticamente impossibile, quando si sta con lei vengono degli istinti assassini verso lei, purtroppo però sono l’unica persona sulla faccia della terra a pensarla così visto che con gli altri è carina, dolce e simpatica.
Falsa.
Falsa con tutti, tranne che con me.
-Marta Alessandrini ti odio pure io!!!-. Urlai come risposta sbattendo la porta della stanza.
  La casa che avevamo non era molto grande: all’entrata c’era un salotto attaccato alla cucina e un porta che portava ad un corridoio rettangolare e piccolo dove, a destra, c’era la mia stanza e, a sinistra, la stanza di Marta mentre di fronte alla porta che dava sul corridoio, precisamente alla fine del corridoio, c’era il bagno.
    Mia madre chiamò poco dopo.
-Tesoro! Come stai?
-Bene ma’.
-Hai mangiato?
-Certo che si, ormai sono le dieci.
-E gli studi?
-Ho appena iniziato, per ora va tutto bene.
-Sono felice per te.
-Anche io.
-Ma dimmi un po’; nella casa che hai in affitto sei solo?
-No ma’, c’è anche Marta.
-Marta fa medicina?
-Si…
-E non mi dire che voi due…
-No ma’, non stiamo insieme, ci odiamo, è da quando ho quindici anni che ti ripeto che non stiamo insieme.
-Ma è una ragazza così carina, dolce e simpatica-. Eccoci alla solita storia…
-Si mamma, è dolce, simpatica, carina ma a me non piace.
   Dopo mezz’ora di discussioni al telefono decisi di andare a dormire.
   Ma cos’è? Che ore sono? Mi svegliai di botto dalla musica e guardai l’orario; mezza notte.
Marta aveva acceso la musica a tutto volume e non riuscivo a dormire così spalancai la porta della sua stanza e la vidi mentre leggeva tranquillamente con lo stereo acceso.
-Spegni questa musica!!!-. Urlai a squarcia gola.
-Non ti sento!-. Presi il cd dallo stereo e glielo spezzai in due.
-Il mio cd!!!
-Sai che cosa me ne frega del tuo cd? Sto cercando di dormire io!!!
-Antipatico.
-E pensare che mia madre diceva che tu sei una ragazza dolce.
-Muori!!!-. Urlò un ultima volta prima che chiusi la porta della mia stanza.
 

 

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Capitolo 2
*** 2°capitolo ***


2° CAPITOLO

 
 
 
 

Driiiin!
Suonano alla porta alle otto di mattina, ma chi è?
Mi alzo ancora mezzo addormentato e apro la porta.
-Ciao amore!-. Entra e mi da un bacio in bocca.
  Veronica la mia ragazza, una modella alta magra, bionda e con gli occhi azzurri, una bomba.
È una modella molto famosa, sto con lei da un anno.
Perché sto con lei? Sinceramente non lo so, come ho detto non sono uno che se ne approfitta però con tutte le ragazze che ho avuto non ho mai provato la parola “amore”, forse neanche esiste.
-Giovanni ma chi è?!-. Si alza Marta molto disturbata .
-Ah quindi adesso convivi con lei eh? E quando avevi intenzione di avvertirmi?
-Non lo so, quando ci saremmo visti ma tu sei sempre impegnata!!!
-Ok, amore per sta volta ti perdono-. Non sapevo neanche che avevamo iniziato a litigare:- Ciao Marta…-. Saluto molto sgarbatamente.
-Ciao Veronica-. Rispose ancora nel mondo dei sogni.
-Scusa Marta dovrei parlare con Giovanni, però dobbiamo stare SOLI!
-Ok me ne vado.
   Marta prese il caffè e se ne andò nella sua stanza.
Veronica iniziò a girare per la stanza fino a sedermi accanto a me nel divano.
-Senti non ti voglio mettere fretta ma…-. Di cosa vorrà parlarmi?
-Mi vuoi lasciare per caso?
-Ma io sto benissimo con te… Il fatto è che… Hai mai pensato al futuro?-. Perché me lo chiede?
-Si… Alcune volte…-. NO.
-E mi ci hai mai visto in un futuro con te?-. Oddio non lo so.
-Ehm… Si…-. Credo proprio di NO.
-Che stiamo in una bellissima casa come nei film e abbiamo una famiglia…
-Mm… Certe volte…-. MAI.
-Arriviamo al dunque: Quando finirai gli studi io vorrei che-. Non lo dire, non lo dire, non lo dire:- Ci sposassimo.
-E tu ci pensi ora?
-Beh si, sai com’è…-. No com’è?
   Mamma mia… Sposarmi? A questo non ci avevo mai pensato, io sposarmi e fare una famiglia? Come nei film? Ma la vita reale non è sempre come quella dei film, però la vedo così felice nel chiedermelo… Non lo so veramente, non voglio deluderla… Infondo guardala che occhi dolci, Perché? Perché tutte a me? E ora che faccio? Una famiglia? Una moglie?
-Giovanni vuoi sposarmi?
   Mi morsi il labbro.
-Si Veronica.
   Ma cosa ho fatto? Io non volevo dire questo? Che cazzata gigantesca! È successo tutto troppo in fretta…

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Capitolo 3
*** 3°capitolo ***


3° CAPITOLO

 
 
 
 
   -E tu le hai detto si?
-Si-. Dissi tra la disperazione e la confusione.
-Ah, amico l’hai combinata grossa-. Finì la frase Giuseppe.
-Ma grazie dell’incoraggiamento-. Risposi alzandomi dal bar e avviandomi verso casa mia.
   Giuseppe era il mio migliore amico dalla prima superiore nonché ex ragazzo di Marta.
Mi aiutava sempre ed era la persona con cui combinavo scherzi e prendevo le sospensioni, era una specie di fratello e non mi arrabbiavo mai con lui, oppure, come in questo caso che lo lasciavo in asso al bar, era semplicemente un offesa che durava poco.
   Aprii la porta di casa e c’era Marta che usciva fuori dai suoi scatoloni gli abiti invernali.
-Brufolo vieni qua!-. Brufolo? Non mi chiamava così da quando avevo sedici anni, cos’è nostalgia d’infanzia?
-Si Lenticchia?-. Risposi, anche io non la chiamavo così da quando aveva sedici anni.
-Sta mattina ho aperto gli scatoloni per vedere ciò che dovevo buttare ed ho trovato una tua sciarpa…
-Ma questa è di tre anni fa!
-Si ricordo che l’avevi dimenticata al mio compleanno.
-Il tuo compleanno…
   Dimenticavo, io e Marta ci odiavamo così tanto ma i nostri genitori erano molto amici così a ogni compleanno ero invitato da lei per forza e lei era invitata da me per forza.
   Ogni nostro compleanno, a partire da tre anni, era stato un incubo vivente, ogni volta che c’erano i sui compleanni io li sabotavo in qualche modo e viceversa.
Il suo compleanno dei sedici anni era stato il più divertente di tutta la mia vita anche se lei non la pensava così da quello che le avevo combinato: al taglio della torta gliela buttai in faccia e le feci fare una figuraccia davanti ai nostri compagni, ah ah ah che forza!
-Si, il mio compleanno, stavo pensando di buttare la sciarpa.
-Ma no dai! Dammela!
-Non ci penso proprio! Devo pensare se tagliarla, buttarla semplicemente o dargli fuoco ma penso che farò tutte e tre le cose.
-No la mia cara sciarpetta!!
-Ma se te ne eri dimenticato ormai da tre anni!
-Adesso mi ci sono affezionato di nuovo! Dammela!
   Iniziò a sventolarmi la sciarpa davanti agli occhi ed a correre per tutta la casa, io la rincorrevo divertito cercando di prendere la sciarpa.
Quando la presi mi ritrovai faccia a faccia con lei ed eravamo vicinissimi.
-Perché non facevamo queste cose quando eravamo più piccoli?
-Perché sei un deficiente!
-Io sono un deficiente? Tu hai deciso di odiarmi, ricordi?
-Ehy, avevi rovinato il mio bellissimo disegno!
-Era un animale di non so quale origine che per di più era deformato!
-Ma era carino!
-Si, se ti piaceva l’astrattismo!
-E mi piace tutt’ora!-. Scoppiammo a ridere.
Non avevamo mai riso così e per di più non avevamo mai riso insieme.
  Mi accorsi che ci stavamo avvicinando di più così mi allontanai.
-Lenticchia, io ho fame! Ti va la pasta col pomodoro?
-Si-. Ma che cazzo stavo facendo? Stavo cucinando per la mia peggior nemica? Giovanni svegliati!!!

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Capitolo 4
*** 4° capitolo ***


4° CAPITOLO

 
 
 
 

   Stavo rientrando in casa da una passeggiata quando…
-Ciaooo!
-Ciao-. Risposi schietto:- Che ci fai tu qua?
-Sono venuta a trovare la mia migliore amica-. Rispose sgarbatamente e facendomi una linguaccia.
   Stefania.
La migliore amica di Marta, è una brutta copia di Arisa ed è la persona che odio più di tutti, anche più di Marta.
Sembra uscita da un telefilm in cui la migliore amica di una ragazza critica sempre o giudica il suo fidanzato, ma una piccola eccezione: non sono il fidanzato di Marta.
   Aprii la porta di casa con le chiavi e, purtroppo, la feci entrare.
-Giovanni chi… Steeeefy!!!-. Urlò Marta.
-Martaaa!-. Urlò Stefania.
-Rincoglioniteeee!-. Urlai io entrando nella mia stanza.
   Ok, forse ero stato troppo sgarbato ma so come andava a finire; io stavo zitto e buono di là, Marta e Stefania iniziavano a parlare tra di loro ed a prendermi per il culo ed io mi sarei incazzato così iniziando a fare bile inutile.
   Chiusa la porta della stanza mi distesi nel letto e presi il libro di medicina per studiare un po’, ma fu tutto inutile perché mi chiamarono al cellulare.
-Amore!!!
-Ciao MartVeronica!-. Risposi parlando tutto d’un fiato per non far capire che avevo sbagliato a chiamarla in quel modo.
-Che stavi facendo?
-Ma niente di ché…-. Stavo studiando e mi hai disturbato cazzo!
-Volevo chiederti se… Domani sei libero?
-Si, si.
-Bene, volevo presentarti i miei genitori.
-Benissimo-. Oh cazzo!!!
-Andiamo a pranzo da loro e poi magari di sera stiamo solo noi due soli soletti e… Hai capito no?
-Si certo che ho capito.
-Allora domani va bene?
-Si va benissimo-. No cazzo no! Non voglio conoscere i tuoi genitori! Merda, merda, merda!!
-Ok amore, ora devo fare un servizio fotografico, ciao!
-Ciao.
   Sono intrappola e ora come faccio a mollarla? Le dico “sai non ti voglio sposare perché siamo troppo giovani e mi fai anche paura come ragazza…” No, non posso e poi ogni volta che provo a lasciarla lei mi ipnotizza in qualche modo e mi blocca, sono nella merda totale.
   Mentre mi alzavo, per sbaglio, feci cadere la lampada.
-E’ successo qualcosa Giovanni?-. Mi chiese Marta da dietro la porta.
-No sto una meraviglia! Cosa vuoi che sia una lampada quando la mia vita è rovinata!!!-. Sembravo una ragazzina adolescente che si lamentava della sua vita da schifo perché un ragazzo l’aveva lasciata, ero ridicolo.
-Senti un po’, non so cosa tu abbia oggi con questo tuo caratteraccio ma sappi che se devi continuare così non ti darò più retta!!
-E quando mai me ne hai data? Chi ti ha chiesto niente?-. Marta mi ignorò e tornò a parlare con Arisa due.
    Chiamai Giuseppe per un consiglio dei suoi, aveva deciso di laurearsi in psicologia ed ero convinto di essergli più che utile con tutti i miei problemi.
Dopo mezz’ora ci ritrovammo al bar dell’altro ieri.
-Che ha fatto sta volta?-. Mi chiese senza neanche salutarmi.
-Vuole farmi conoscere i suoi genitori!
-Oddio mio! Senti amico mantieni la calma.
-Come faccio? Scommetto che già sta preparando le bomboniere!
-Le hai fatto il discorso?
-Non ce la faccio! Ti giuro che ogni volta che ci provo mi blocco!
-La tipica ragazza seduttrice eh?
-Si.
-Non è che per caso Marta ti…
-Dio no! Ci manca solo lei!
-Mm… Lascia stare era solo un dubbio.
-E tu dimmi, non è che Marta ti…
-No! Da quando ci siamo lasciati non mi interessa più… Più che altro la sua amica…
-Arisa due! Amico ma te ne rendi conto? Quella è una ragazza ancora peggio di Marta!
-Si ma mi piace sai, quei suoi occhi castani…
-Anche io ho gli occhi castani!
-Che c’è fai il geloso?-. Iniziammo a scherzare come quando eravamo alle superiori.
-Guarda ho gli occhi castani! Sposami!-. Iniziammo a ridere come due pazzi.
-Ma tu… Non mi tradirai vero?
-No, ti giuro di no! Ti amo-. Tutti quelli del bar ci stavano guardando così quando uscimmo iniziammo a ridere senza fermarci.
   Dopo tutto i migliori amici servono a qualcosa no?

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Capitolo 5
*** 5°capitolo ***


5° CAPITOLO

 
 
 
 

   Era mattina ed ero nel letto a pensare all’incontro con i genitori di Veronica di ieri.
   Erano dei tipi apposto per carità, due persone gentili ed educate, ma non volevo stare con Veronica e ne ero ogni giorno più convinto.
Il problema era lasciarla.
   Mi alzai dal letto e preparai il caffè.
-Buongiorno-. Sentii una vocina assonnata provenire dal salone, era Marta.
   Era in pantaloncini e aveva una maglietta larga che le scendeva per le spalle, apriva a malapena gli occhi, che carina…
-Vuoi del caffè?-. Cosa? Lo stavo facendo veramente? Le stavo offrendo qualcosa? Ma da quando in qua?
-No grazie, ora mi preparo il latte caldo.
-Ok.
   Mi sedetti nel divano.
Un secondo in che situazione mi trovo io? Penso che è carina? Le cucino qualcosa? Le offro qualcosa? Confondo il suo nome con quello della mia ragazza! Giovanni svegliati!!!
   Decisi di prepararmi e fare una passeggiata come ero solito fare la mattina.
  Fuori di casa mi richiamò la mia ragazza:
-Amore!
-Ciao!
-Come va?
-Bene.
-Ti sei divertito ieri e soprattutto ieri sera…?
-Ehm… Si-. È il momento giusto per mollarla… Ma no! Al telefono no!
-Che cos’hai?
-Io niente…
-Va bene tesoro, scusa mi devono chiamare per un altro servizio fotografico, mi preparo ed esco.
-Ciao.
   Chiusi il cellulare e continuai a camminare.
-Oh cazzo, Arisa due-. Pensai ad alta voce quando la vidi venire incontro a me.
-Ciao Giovanni.
-Cosa vuoi?
-Voglio parlarti un attimo di Marta.
-E cosa me ne frega a me di lei?
-Sei il suo coinquilino!
-Ok dai dimmi.
-E’ da un po’ di tempo che la vedo strana…
-La vedi strana?
-Si, certe volte è per i fatti suoi e non mi ascolta.
-E chi ti ascolterebbe mai?
-Lei!
-E io cosa dovrei fare?
-Non so, fai qualcosa però!
   Salutai Stefania incamminandomi verso casa.
Quando aprii la porta trovai Marta nel tavolo della cucina con il libro in mano che studiava e decisi di andare in stanza per non disturbarla.
-Brufolo!!!-. Mi chiamò dalla cucina.
-Si?-. Chiesi tornando indietro.
-Mi puoi aiutare a studiare?
-Da quand’è che vuoi che ti aiuti?
-Veramente non voglio che tu mi aiuti però sono forzata a chiederlo.
-Dimmi-. Le chiesi prendendo una sedia e mettendomi accanto a lei.
-Non riesco a capire pagina quindici.
-Ma è semplice… Tu hai sbagliato qua!-. Indicai le prime righe del libro:- Hai sottolineato questo argomento, ma è solo una specie di introduzione, all’inizio anche io mi ero confuso, devi studiare bene questo concetto invece e tutto sembrerà più chiaro!
-Tu dici?-. Le presi l’evidenziatore giallo e le sottolineai delle righe del libro.
-Su, provaci-. Risposi dolcemente:- Io intanto vado in stanza che devo fare un paio di chiamate ok?
-Ok-. Mi rispose con un sorriso che non era ne falso e ne ironico, era un sorriso che mi diceva “grazie”.
  Caspita quanto era bella falsa!

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Capitolo 6
*** 6°capitolo ***


6° CAPITOLO

 
 

 
 
  Oggi pomeriggio a casa mia c’era la mia ragazza, il ché mi sorprendeva perché lei aveva sempre impegni.
   Eravamo tutti e tre nel salone, Marta offriva tè, biscotti ecc...
-No grazie Marta, sei molto gentile e sei anche simpatica ma non voglio niente, non voglio ingrassare.
-Ok, comunque io lascio qua le cose-. Posò tutto e si sedette nel divano a leggere un libro.
-Amore…
-Si Veronica?
-Quando mi presenti i tuoi genitori?-. Marta si girò a guardare la scenetta.
-Presto…-. Mai! Ti voglio mollare se non l’hai capito!
-E… Già gli hai parlato di me?
-Si, si-. No, non sanno neanche che ho una ragazza.
-Ti amo amore mio!
-Anche io-. Non so neanche cosa sia l’amore.
-Staremo sempre insieme.
-Si…-. Ancora non hai capito che ho intenzione di lasciarti?
   Marta iniziò a ridere ma non voleva darlo a vedere così si mise una mano davanti alla bocca, che cosa aveva da ridere?
-Amore, scusa devo andare, mi aspettano.
-Ok ciao-. Mi diede un bacio a stampo in tutta fretta e uscì dalla porta in men che non si dica.
-Come fai?
-A fare cosa?-. Chiesi a Marta.
-Sei così… Così falso!
-Io non sono falso-. Replicai.
-Si invece, si capiva benissimo che mentivi quando le dicevi che l’amavi e volevi dire bene altro, il tuo sguardo non mente, ma solo io lo posso capire e forse anche il tuo migliore amico.
-Il mio sguardo non mente-. Imitai la sua voce:- Che intendi dire con questo? E poi tu come fai a capire il mio sguardo?
-Io e te ci odiamo da sedici anni ma ti sei anche scordato che io e te ci conosciamo da sedici anni e abbiamo passato la vita sempre insieme.
-Stai dicendo che io sono falso quindi?
-Si, non lo dico ma lo affermo.
-Ma senti chi parla!! La signorina gentile, carina e simpatica che quando è con me è un inferno!
-Vorresti dire che anche io sono falsa?
-Certo che sei falsa, sei falsa con tutti tranne che non me! Perfino i tuoi genitori non ti conoscono!-. Marta non rispose e tornò in stanza arrabbiata sbattendo la porta e accendendo la musica a tutto volume.
   Possibile che si sia arrabbiata così perché le avevo dato della falsa?
Ora mi faceva sentire anche in colpa, cosa che non era mai successa in sedici anni.

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Capitolo 7
*** 7°capitolo ***


7° CAPITOLO

 
 
 

 
   Il giorno dopo quella grande litigata decisi di andare a fare una delle mie solite passeggiate e rincontrai, per mia grande sfortuna, Stefania.
-Ehy ma che è successo ieri?
-Perché me lo chiedi?-. Risposi.
-Sai è da ieri pomeriggio che cerco di contattarla e non ci riesco.
-Stai parlando di Marta?
-E di chi se no?
-Non so, ieri abbiamo litigato e mi è sembrata anche troppo offesa per i miei gusti quella ragazza.
-Magari non si è offesa per la lite ma per qualcosa che le hai detto?
-Mm… Ora che ci penso… Le ho detto che neanche i suoi genitori la conoscevano.
-Mm…
-Di solito non si offende per questo tipo di risposte…
-Sei un deficiente! Solo tu sei in grado di farla arrabbiare così!
-Dovrei sentirmi lusingato?
   Parlai un po’ con Arisa due, anche se cercavo di evitarla più che altro, e poi tornai a casa.
Mentre camminavo per il salone la sentivo piangere, cercai di ignorarla ma i sensi di colpa mi assalivano e non potevo stare tranquillo, ok è vero la odiavo però non ero un mostro che se ne fregava dei sentimenti degli altri.
-Marta apri la porta!!-. Urlavo bussando.
-Vattene!-. Rispondeva lei continuando a piangere.
-Marta apri questa maledettissima porta!
   Dopo qualche minuto mi aprì, era in uno stato pietoso e continuava a piangere, non potevo sopportare tutto questo!
-Che cosa è successo? Per caso sono stato io che ti ho offeso?
-No, ma che dici…-. Disse tornando a sedersi nel letto.
-Lo sai che ti posso forzare a dirmelo… Ho fatto karatè!
-Si lo so benissimo che hai fatto karatè, mi hai continuato a minacciare per due anni interi con la storia del karatè ma se non sbaglio alla fine avevi deciso di mollare.

-Era stato solo un malinteso con il professore, gli ho sfondato PER SBAGLIO un pezzo di muro e lui mi ha cacciato.
-Un malinteso eh?
-Si un malinteso-. Risposi sedendomi accanto a lei, stava continuando a piangere.
-Sai che ti posso far confessare tutto anche con la magia del mio solletico.
-Tu non mi hai mai fatto il solletico e poi non credo che ci riuscirai ma… Ah ah ah ah ah!-. iniziai a farle il solletico e lei iniziava a ridere.
-Basta! Basta! Ok confesso basta!-. Mi fermai e ritornammo alla posizione di prima.
-Allora? Parla! O vuoi che ricominci con il solletico?
-Ok, ok… Ecco vedi il fatto è che… ho scoperto da qualche mese, ovvero mi hanno detto i miei genitori, che io sono… Sono stata adottata-. Rimasi di sasso, ora capivo il perché dell’offesa quando le avevo detto quella frase, ero una vera merda.
   Ma che stavo facendo? Senza rendermene conto di quello che facevo l’abbracciai e lei si pietrificò di colpo.
-Giovanni Evans!-. Mi ordinò asciugandosi le lacrime:- Staccati subito da me!-. Ma che cazzo facevo? L’avevo abbracciata! Avevo abbracciato il mio peggior nemico!
Senza accorgermene mi scappò anche un’altra frase.
-I veri genitori sono quelli che ti vogliono bene… Non devi piangere per delle persone che non ti hanno voluto.
   Mi abbracciò lei sta volta e mi scappò anche un’altra frase:- Ti voglio bene.
Ti voglio bene? TI VOGLIO BENE? Da quando in qua? Giovanni ogni giorno che passa ti rincoglionisci di più o cosa? Svegliati! Svegliati! Sei abbracciato con il nemico e per di più cedi a una cosa del genere e le dici TI VOGLIO BENE? 

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Capitolo 8
*** 8°capitolo ***


8° CAPITOLO

 
 

 
 
  Eravamo ancora abbracciati nel suo letto, lei non rispondeva sembrava dovesse pensare se dire anch’io o ti odio e io avevo paura di quest’ultima.
Aspetta perché avevo paura di quest’ultima? Io e lei ci odiamo da una vita, Giovanni prova pensare a quello che vi siete fatti in tutti questi anni in dimostrazione del vostro odio.
Quando al tuo quinto compleanno lei ti ha rotto il modellino di superman che tanto adoravi, quando a diciassette anni lei è entrata nello spogliatoio mentre facevi la doccia e ti ha fregato i vestiti così che dopo sei dovuto uscire con un asciugamano attaccato in vita e tornare a casa mentre tutti ti guardavano.
   Io non posso iniziare a provare sentimenti per lei.
Lei non può pia… Merda no!
  Mi suonò il cellulare, era da parte di Giuseppe: “Stasera esco con Stefania, Yeah!”.
-Oh cazzo!-. Pensai ad alta voce.
-Che cosa è successo?-. Mi chiese Marta, almeno Giuseppe aveva distolto l’attenzione da quella che poteva essere una risposta di Marta al mio ti voglio bene.
-Giuseppe esce con…-. Suonò il cellulare anche a Marta, era un messaggio.
-Con Stefania.
-E tu come…? Il messaggio vero?
-Si.
-Sai almeno se le piace Giuseppe.
-Certo che si!
-Ma bene abbiamo la nuova coppietta!
-Eh già-. Rispose Marta un po’ malinconica, lei era l’unica a non avere un ragazzo, almeno credevo.
-Senti la mia ragazza mi ha invitato a una sua sfilata che dovrebbe essere tra mezz’ora, non mi va di andarci da solo, sai che noia tutti quei vestiti e moda, ti va di venire con me?
-Alla tua ragazza non darà fastidio?
-No, poco importa-. Poco importa? Marta che esce con me? Questa poi…
   Ci preparammo ed arrivammo alla sfilata anche in ritardo.
   Alla fine della sfilata andai a trovare la mia ragazza nel camerino.
-Chi è?
-Giovan…
-Entra amore!-. Entrai e lei mi diede un bacio.
-Allora come sono stata.
-Magnifica!-. Manco t’avevo guardata però…
-Amore senti, io devo festeggiare il compleanno di una mia amica sempre modella e abbiamo deciso di farlo qua, ora non posso rimanere ok?
-Ok-. Uscii dal camerino e voltandomi trovai Marta appoggiata al muro che parlava con un modello.
   Un modello! Io la invito ad una sfilata e lei si ferma a parlare con un modello? Che rabbia!
   Mi incamminai verso Marta e bussai alle spalle del biondo poco più alto di me.
-Scusa amico, ma sai… Io e Marta ora dovremmo andare!-. Presi Marta per mano e mi incamminai verso la macchina mentre lei con l’altra mano salutava il biondo.
   In macchina c’era silenzio finché non lo interruppi.
-Un modello?
-Si un modello! Problemi?
-No, anzi si! Io ti invito e tu come ringraziamento ti metti a parlare con un modello!?!
-Ma io posso parlare con chi voglio se non ti dispiace.
Aveva ragione, ma cosa mi era preso? Ero geloso? Ero geloso per la mia peggior nemica ed ero geloso della ragazza che non era la mia ragazza? Forse si…

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Capitolo 9
*** 9°capitolo ***


9° CAPITOLO

 
 

 
 
   La mattina del giorno dopo mi alzai ancora arrabbiato con Marta.
Ero un vero deficiente perché ero arrabbiato nonostante già sapevo che aveva ragione lei ma il mio orgoglio era più forte.
   Alzato non feci colazione e presi subito il libro per iniziare a studiare.
-Buon giorno!-. Salutò Marta.
Non risposi e continuai a leggere.
  Lei si appoggiò al divano, posò la mano sulla mia spalla e con l’altra mi alzò la testa verso di lei.
-E dai mi perdoni?-. Mi chiese con gli occhi dolci.
Ma come era carina! Mi faceva passare la rabbia così in fretta… Aspetta ma da quand’è che aveva iniziato a chiedermi scusa?
-Ok-. Risposi abbassando subito la testa, ero imbarazzato.
-Vuoi del caffè?
-Si grazie-. E ora mi offriva anche un caffè?
   Minuti dopo arrivò con la tazzina di caffè in mano.
-Ancora stai studiando?
-Si.
-Ma è da ieri pomeriggio che studi.
-Lo so.
-Ed è la prima volta che ti vedo studiare seriamente.
-Sai ora stiamo discutendo del nostro ehm cioè del mio futuro-. Avevo detto del nostro? Ma mi era andato in fumo il cervello?
-Si hai ragione-. Rispose tornando in stanza.
   Ok, magari stava iniziando a piacermi un pochinoino.
Mi squillò il cellulare, era Giuseppe che chiedeva di vedermi.
   Dopo una mezz’ora ci rincontrammo nel solito bar, il barista sta volta ci guardava stranamente dalla figura dell’altra volta, forse ci aveva preso veramente per gay.
-Giovy!
-Giovy? Da quando dai soprannomi? Non mi dire che tu e…-. Rabbrividii all’idea.
-Si! Io e Stefania!
-Avete formato un noi? Non mi stai prendendo per il culo? Oddio dimmi che siamo su candid camera!
-No! No! Stiamo veramente insieme.
  Ero rimasto di stucco, stanno insieme!?! E ora non solo dovrò sopportare tutti e tre ma magari dovrò anche sopportarmi le sdolcinatezze di Giuseppe! Lui è un ragazzo troppo romantico che mi fa venire il vomito solo a vederlo corteggiare una ragazza.
  Stavo per svenire.
-Come avete passato la serata?
-Eh eh!-. Sapevo benissimo cosa significava quel “Eh eh!” mi veniva di nuovo da vomitare a pensare a quel “Eh eh!”.
-Ok basta, basta!
-E a te come va con la tua ragazza?
-Non riesco ancora a mollarla.
-Mi dispiace e con Marta?
-Cosa vorresti insinuare? A me non piace Marta! E in questi ultimi tempi non mi ha iniziato ad interessare di più! Ma vedi quello che devi andare a pensare!-. Mi ero tradito da solo, quando facevo così dicevo solo la verità, me ne ero accorto io figuriamoci il mio migliore amico.
-Ti piace eh?
-Da morire!-. Mi volevo auto picchiare.
-Ma non è la tua peggior nemica e la odi da sedici anni e tutto il resto?
-E’ questo il punto! Mi piace, ma fidati, forse è solo una cotta o attrazione fisica, poi passerà-. Dissi poco convinto.
   Tornai a casa ancora stranito da ciò che avevo ammesso e sulle scale mi suonò di nuovo il cellulare.
-Mamma?
-Si figliolo, non sai quello che è successo!!!-. Mia madre era in preda all’agitazione e alla disperazione.
-Tuo padre… Ha avuto un arresto cardiaco e…-. Scoppiò a piangere:- E’ morto!

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Capitolo 10
*** 10° capitolo ***


10° CAPITOLO

 
 
 

 
   Ero nel paesino dove ero cresciuto, a Fano, per il funerale di mio padre ed ero con Marta.
Che tristezza, non volevo che mio padre morisse così e tento meno che morisse a quarant’anni.
Eh si i miei genitori mi avevano dato alla luce a ventuno anni.
   Volevo dire a mio padre che gli volevo bene, cosa che non avevo mai fatto in tutta la mia vita, e volevo fargli vedere e conoscere i suoi nipoti e mia moglie, e avrei voluto che lui mi vedesse alla mia laurea e… E… Mi scesero le lacrime in viso, non potevo più fermare il mio pianto e la mia tristezza.
   Mi misi una mano in volto per cercare di coprire il mio pianto ma Marta l’aveva capito, lei capiva maledettamente tutto di me.
Mi abbracciò.
-Il pianto serve pur a qualcosa no? Sfogati su…-. Mi disse dandomi una pacca sulla spalla.
   Arrivammo davanti casa di mia madre e io mi asciugai le lacrime per non farle vedere il dolore e per non farla soffrire più di così.
   Corse ad abbracciarmi e poi ad abbracciare Marta, lei la considerava come una sua figlia da sedici anni ormai.
Anche a Marta scese una lacrima a vedere mio padre nella tomba, ero tutto maledettamente triste! Perché la vita doveva andare così?
   Posai le mie valigie in stanza, dovevamo rimanere là per tre giorni e già mi sentivo male all’idea di dover stare davanti al corpo morto di mio padre per tre giorni.
-Tu e Marta dovete dormire insieme-. No! No! No!
-Perché insieme?
-Si fermano ospiti per stare qua con tuo padre, parenti americani, non abbiamo spazio quindi…
-No!!-. Urlammo in coro io e Marta.
-Giovanni non discutiamo di questo durante la morte di tuo padre.
   Cazzo no!
Andammo a posare le valigie e poi tornammo davanti alla salma di mio padre.
   Che tristezza…
La notte io e Marta eravamo distesi dalle parti opposte del letto come se uno dei due fosse infettato e non volesse essere toccato.
    Marta si girò e mi chiamò sottovoce.
-Ehy Giò! Dormi?
-Secondo te è normale vegliarmi e poi chiedermi se dormo?
-Ehm no…
-Dai non ho chiuso occhio tutta la notte, non te la prendere.
-Andiamo a fare una passeggiata?
-In pigiama?
-Si, tanto non ci vede nessuno.
-Ok.
   Ci alzammo dal letto, prendemmo la giacca e uscimmo.
-Sei ancora triste?-. Mi chiese.
-Un po’…
-Lo so che è dura, almeno tu hai conosciuto tuo padre-. Cercò di sollevarmi un po’ malinconica.
-Si.
-Scusa se l’altra volta non ti ho risposto.
-Di che parli?-. Mi girai verso di lei.
   Marta mi abbracciò:- Anche io ti voglio bene.

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Capitolo 11
*** 11°capitolo ***


11° CAPITOLO

 
 
 
 

   Ero tornato dal funerale di mio padre da almeno una settimana, decisi di non portare più tristezza in me ma di conservarla nel mio cuore.
Se io ero triste non c’era motivo per influenzare gli altri con la mia tristezza.
   La mattina scesi al bar come faccio di solito con Giuseppe a parlare.
-Mi dispiace molto amico per tuo padre.
-Anche a me e non sai quanto, ma non parliamo di questo perché se no mi vedresti decollare in uno stato pietoso e inizierei a piangere quindi lasciamo stare ok?
-Ok amico.
-Tu e Stefania?
-Oh tra di noi va benissimo, abbiamo deciso di andare a convivere.
-Andare a convivere?
-Si, si!
-Ma… Ma è troppo presto!
-Lo so ma noi ci amiamo!
-Stai dicendo sul serio?
-Si, si dico sul serio!
-Guardami negli occhi!
-Mai stato più serio di così!
    Parlai ancora un po’ con Giuseppe e poi uscii dal bar lasciandolo al cellulare con Arisa due.
   Camminai per un bel pezzo di strada quando incontrai sotto casa quel fottutissimo modello che si stava sbaciucchiando con Marta.
   Corsi verso di loro in tutta fretta, non ragionavo più e li staccai.
-Da quand’è che state insieme?
-Giovanni!-. Mi rimproverò Marta:- A te cosa importa?
-Senti amico.
-Non mi chiamare amico tu! Chi ti conosce? Chi ti ha dato tutta questa confidenza?
-Giovanni ti vuoi calmare?
-No! Non mi calmo, quel tipo nella mia casa non ci entra!
-E tu chi sei per dare ordini ora!
-Quello che ti ha trovato dove andare ad abitare.
   Iniziai a salire le scale in fretta aprendo la porta di casa, Marta mi seguiva e aveva lasciato da solo quel modello sotto casa nostra.
-Senti a me non importa! Ho pagato la mia parte d’affitto e qui in casa posso farci salire chi mi pare e piace!
-No!
-Allora io non voglio che in casa venga la tua ragazza!-. Credimi anche io.
-Ma io e lei stiamo insieme da un anno e voi state insieme da…?
-Due giorni!
-Perfetto! Due giorni e non mi dici niente!
-Ma chi sei tu? Mio padre per caso?
-No, ma se lo sarei stato non ti avrei rivolto nemmeno più la parola dal tuo modo di fare con i ragazzi e il tuo carattere di merda!
-Ora io ho un carattere di merda? E tu invece sei una persona con un bel carattere eh?
-Si al contrario di te si!
-Perfetto! Ciao!-. Chiuse la discussione chiudendo la porta della sua stanza a chiave.
   Non ci vedevo più dalla rabbia.
Però ora che ci pensavo aveva lasciato il modello fuori di casa e la cosa mi faceva anche ridere.
Ok lo ammetto: sono geloso.

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Capitolo 12
*** 12°capitolo ***


12° CAPITOLO

 
 
 
 

   Oggi era il mio compleanno, non ero molto eccitato all’idea del mio compleanno.
Almeno non lo ero da quando conoscevo Marta.
Avevamo deciso di festeggiare il mio compleanno in un pub ed eravamo io, Giuseppe, Marta, Arisa due e la mia ragazza Veronica.
   Era sera, io e Marta ci stavamo preparando.
Marta uscì dopo un ora dal bagno.
Era bellissima: era truccata benissimo, i capelli erano lunghi e ricci e le stavano benissimo con il suo colore rosso, aveva una maglietta aderente che faceva vedere le sue forme e un paio di jeans neri.
   Era fantastica.
Mentre lei si muoveva io ero incantato a guardarla tanto che ogni tanto si fermava dal suo fare avanti e indietro dalla stanza e mi fissava con aria interrogativa.
-Tua madre oggi ha inviato questo e ci ha detto di aprirlo insieme-. Disse prendendo lo scatolone e sedendosi vicino a me nel divano.
   Aprimmo lo scatolone e dentro c’erano un mare di foto e un bigliettino di auguri da parte di mia madre.
   Iniziammo a sfogliare le foto, erano le foto di noi due da quando ero piccolo.
   Dei miei e i suoi compleanni sabotati, quando al suo sesto compleanno le scoppiavo i palloncini davanti agli occhi e lei piangeva, quando alla nostra comunione avevamo iniziato a romperci i regali a vicenda, quando al mio quindicesimo compleanno mi mise la colla nella sedia e avevo i pantaloni strappati e tutti mi vedevano le mutande.
   Iniziammo a ridere, eravamo così buffi e carini quando eravamo più piccoli.
-Guarda in questa foto ci sei tu con la torta al cioccolato in faccia!
-Ah! Ah! Ah! E qua ci sei tu con il festone modificato dietro: Giovanni è un deficiente!
-Ehy c’ero rimasto male io!
   Continuavo a guardare le foto, anche se erano compleanni e feste sabotati erano ricordi bellissimi passati insieme.
-Come ho fatto a non accorgermi di te?
-Cosa?-. Chiese lei quasi incredula girandosi verso di me.
-Voglio dire ci siamo odiati così a lungo e… E… Lo sai perché ti ho odiato tutto questo tempo?
-Perché?
-Perché non ho mai preso in considerazione il fatto che tu mi amassi.
   Iniziai a baciarla stringendola a me, lei ricambiava eccome.
Ad un certo punto si staccò da me a poca distanza dalla mia bocca.
-E chi ti dice che io ti amo?
-Mi ami?
   Mi prese e iniziò a baciarmi, immagino voleva dire un si.
   Ci baciammo e pian piano iniziammo a distenderci nel divano.
   Il primo compleanno dopo sedici anni che non era stato sabotato.

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Capitolo 13
*** 13°capitolo ***


13° CAPITOLO

 
 
 
 
   Era mattina, Marta era distesa sopra di me e mi abbracciava, dormiva, che carina!
Ero sveglio già da un pezzo e la stavo guardando.
Si svegliò anche lei alzando la testa e guardandomi negli occhi.
   Ci demmo un bacio come saluto continuando a guardarci.
Presi il cellulare da terra e guardai che ore erano.
-Oh no il cellulare se n’è andato!
-Che riposi in pace quel cellulare-. Commentò lei ridendo.
   In un attimo sentimmo aprire la porta.
-Amore, ma dove sei? Ti ho cercato tutto questo tempo e alla festa non sei venuto, ti ho chiamato ma…
La vista di me e Marta nudi ma coperti e le foto sparse a terra le diede alla testa.
-TESTA DI CAZZO!-. Urlò Veronica sbattendo la porta.
   In un attimo mi vestii per seguirla.
Ero dietro di lei che scendevo le scale.
-Ora cosa vuoi dirmi? Che puoi spiegarmi tutto? Che è un malinteso? Va a quel paese Giovanni.
-No cazzo, questo no!-. La bloccai per un braccio e la portai fuori casa.
-Io e Marta ci conosciamo da quando avevamo tre anni! Sedici anni insieme li hai presente? L’ho sempre amata e non me ne sono mai accorto! E ora so che tutto questo ti sembrerà da romanzi rosa e da film d’amore ma è così. Non posso spiegarti niente perché è così e basta! E tu mi fai solo paura cioè: il matrimonio, mi fai conoscere i tuoi genitori, facevi la ragazza dolce quando te ne accorgevi benissimo che ti volevo lasciare da almeno due mesi e mi bloccavi! Non sapevo cosa fare! Ieri invece ho provato l’amore. SAI COS’E’ L’AMORE? Non lo sapevo neanche io fino a ieri e ora l’ho capito! Tu non puoi dirmi “va a quel paese” così ok? Ho sbagliato dovevo lasciarti ma l’hai visto come facevi? Ti sei vista! Scusa se non te l’ho detto prima, scusa se ti ho tradito in questo modo, scusa se ho mandato all’aria il futuro che TU avevi pianificato, scusa se ieri ho provato la parola amore per la prima volta!-. Rientrai in casa aprendo il portone e lasciandola piangere.
   Tornai in casa e c’era Marta che stava preparando il caffè con un vestaglia addosso.
-Vuoi un po’?
-Si grazie.
   Dopo un po’ Marta me lo verso in una tazzina e si sedette di fronte a me.
-Che hai intenzione di fare?
   Le presi la mano e gliela strinsi forte.
-Di stare con te.
-Sei sicuro?
-Mai stato più sicuro!
-Vado a fare la doccia.
-Aspetta Marta...-. Si girò verso di me.
-Mi ami?
   Marta si avvicinò a me e mi baciò
-Certo che ti amo!

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Capitolo 14
*** 14°capitolo ***


14° CAPITOLO

 
 
 
 
   Secondo giorno che sto con Marta.
Lei è diventata un ossessione per me e credo che mi abbia fatto diventare pazzo d’amore.
Una prova è che sta mattina ho comprato un cucciolo di cane.
E un beagle e ha tre mesi, è un amore.
Sarà il nostro cucciolo!
   Entrai a casa con il cane dietro la schiena.
-Amore sei tornato! Perché ci hai messo tanto?
-Voglio un bacio!-. Mi Avvicinai da lei per darle un bacio, lei chiuse gli occhi e preparò la bocca e io presi il cane e glielo misi davanti, il cane le leccò la faccia.
-AAAH!-. Urlò aprendo gli occhi.
-Non pensavo odiassi i cani.
-Oh Giovanni che carino!!!-. Disse abbracciandomi.
   Prese il cane in braccio e si sedette nel divano con me.
Il cucciolo le stava odorando la faccia e gliela leccava.
-Com’è carino!
-E’ una femminuccia.
-Ma quanto sei bello? Sei un amore tu!-. Iniziò a parlare con il cane.
-Ehy, io sono geloso!
-Scusa amore-. Mi diede un bacio.
-Come la chiamiamo?
-Mmm…
-Ti piace Venere?
-Molto bello, la Dea della bellezza e dell’amore…
-Si il nostro amore.
-Il nostro cucciolo…
-Amore…-. Disse lei appoggiandosi sulla mia spalla.
-Si?
-Non siamo un po’ troppo sdolcinati?
-Si, mi faccio paura lo ammetto, non sono mai stato un romanticone.
-Anche io.
-Non importa.
-Già!
-Marta…-. Dissi scoppiando a ridere. 
-Si?
-Il cane ha fatto la pipì sul divano…-. Scoppiò a ridere pure lei.
   Marta lo prese in braccio e prese un giornale mettendolo a terra.
-Non si fa la pipì nel divano! Si fa qua!-. Ordinò posando il cane sul giornale.
    Era dolce e… Non era mai stata dolce con me!
 

 
 
 
Anonima G: questo capitolo l’ho fatto più corto del solito perché oggi ho da fare e non ho tanto tempo… Spero vi sia bastato :) Recensite eh!

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Capitolo 15
*** 15°capitolo ***


15° CAPITOLO

 
 
 
 

   Io e Marta eravamo nelle nostre stanze e stavamo studiando, dovevamo dare il primo esame.
Era il nostro PRIMO esame ed eravamo molto emozionati, volevamo diventare dottori ed era molto importante… Un secondo sto parlando con il noi?
Ragazzi ero innamorato perso!
Era il mio primo amore, anzi il mio primo e unico vero amore.
   Il tempo a ripassare passò in fretta così io e Marta ci ritrovammo nel salone a parlare.
-Allora… Emozionata?
-Tanto! E tu?
-Anche io, non sai quanto!
-Andrà benissimo ci scommetto!

-Si, se ho al mio fianco te pure se non passerò l’esame andrà benissimo-. Mi sfuggì questa frase.
-Sto impazzendo d’amore per te!-. Wow! In tutta la mia vita non avrei mai immaginato sentir dire questo a me da parte di Marta.
Rimasi colpito, era quello che provavo anche io!
-Ti va di vedere un film?
-Basta che non sia sdolcinato.
-Vediamo un thriller?
-Mm… OK!
  Marta guardò tra i cd che non avevamo mai visto e caricò su un film.
  
   Il giorno dopo ci svegliammo verso le sette e mezza e corremmo all’università per dare l’esame.
Caspita era difficile ma visto che avevo studiato le cose si semplificarono.
   Finito l’esame complicato decidemmo di andare a fare colazione con Giuseppe.
Al bar vidi entrare Arisa Due…
-Cazzo Arisa due! Ma non stava a casa lei?-. Marta mi diede una gomitata scoppiando a ridere.
-Da quand’è che la chiami Arisa due?
-Da sempre!
-Non te l’ho mai sentito dire.
-Perché solo Giuseppe sa che la chiamo così, mi è capitato molte volte di dirglielo anche davanti ai tuoi occhi ma voi non fate mai caso a me.
-Ah ah ah! È vero!
-Ciao a tutti! Com’è andato l’esame?-. Chiese Stefania.
-Mah… Niente male!-. Rispose lei guardandomi.
-Voi due state insieme è vero?-. Chiese Giuseppe, il diploma in psicologia dovevano darlo subito a quel ragazzo! Notava sempre tutto.
-Da cosa l’hai capito?
-Beh da tante cose come… Lo sguardo che ti ha fatto, come parlavate prima, come ridevate, il fatto che prima che entrassimo vi tenevate la mano, che Marta è felice, che tu hai la faccia da fesso innamorato e infine dal fatto che oggi non mi hai chiamato disperato per l’esame sapendo di avere accanto a Marta.
   Cazzo è un genio il mio amico!
-Ok, ok! Tutto coincide tranne la faccia del fesso innamorato!-. Commentai.
-Beh quella da fesso l’hai sempre avuta, abbiamo aggiunto solo la parola innamorato-. Scoppiammo a ridere alla battuta di Stefania e ci sedemmo al tavolo.
-Ora che siete una coppia e lo siamo anche noi potremmo uscire insieme qualche volta! Sai un uscita a quattro.

-No!-. Urlai senza pensare, Giuseppe mi faceva ancora venire il voltastomaco con tutto il suo romanticismo e preferivo non uscirci certe volte, lo dicevo per esperienza personale.
-No! Voleva dire che non può perché in questo periodo dobbiamo studiare molto…-. Marta si girò verso di me e mi fece l’occhiolino.
-Capisco…
   Usciti dal bar io e Marta ci battemmo il cinque.
-Come ho fatto a non accorgermi di te?-. Mi disse.
   Le stesse mie parole… Mi colpì di nuovo.
-Perché siamo stati due idioti-. Risposi baciandola.

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Capitolo 16
*** 16°capitolo ***


16° CAPITOLO

 
 
 
 
 

Erano passate due settimane e in quel giorno avevamo avuto il risultato per il primo esame.
-Ho preso venticinque!-. Urlai.
-E io ventotto!-. Urlò Marta.
-Non vale mi hai superato! Non è che hai copiato da qualcuno?

-Io! Come potrei! Ah ah ah! Ti rode eh?
-Ehy non è vero, non parlarmi così, porta rispetto per i grandi!
-Sei più grande di me di tre mesi!
-Sono sempre più grande!
-Vecchiacciooo!
-Uffa!-. Ci demmo un bacio:- Nel prossimo esame ti supererò!
-Questo lo vedremo!
-Facciamo così; chi viene superato offre la cena, sta sera si esce, offro io!
-Che bello usciamo!
   La sera Eravamo in un ristorante, avevo trovato un tavolino per due in un ristorante molto costoso.
Eravamo seduti e ci tenevamo le mani guardandoci negli occhi.
-Sono ancora incredula: stiamo insieme te ne rendi conto?
-Si Marta, è una cosa fantastica.
-E pensare che io ti odiavo.
-Anche io!
-Veramente quando eravamo piccoli io non ero arrabbiata con te, mi stavi solo antipatico così avevo deciso di farti mettere in punizione.
-Ma che bei criteri eh!
-Tu credi nel destino?
-Io, non lo so… Non credevo neanche all’amore io!
-Beh anche io…
-Mia mamma aveva ragione!
-Come?
-Mi diceva sempre che io e te dovevamo stare insieme e, fidati, non ti invitava alle feste solo perché i nostri genitori erano amici!
-Figurati che mio padre continuava a ripetermi che eri un bravo ragazzo e ti trovava tutti i pregi possibili e immaginari mentre io ribattevo con i difetti.
   Iniziammo a ridere.
-Come siamo finiti qua?-. Chiesi io.
-Ricordo che è iniziato tutto con “come ho fatto a non accorgermi di te?”
-Adoro quella frase…
-Anche io…
   Ci demmo un altro bacio.
Avevamo finito di mangiare e stavamo facendo un passeggiata a mare.
-Come farei senza di te?-. Mi chiese.
-Non lo so.
-Anche se io ti odiassi e tu non ci saresti io non potrei arrabbiarmi con nessuno, e ora che ti amo è la stessa cosa perché non potrei amare nessuno.
-Sono senza parole-. Commentai.
-Giurami che non ci lasceremo mai!
-Mai! E che arriveremo ad essere vecchi e staremo ancora insieme e poi ci lamenteremo insieme di quei maledettissimi ragazzini che ogni volta rompono le piantine davanti a casa nostra! E di tutto quello che ci passa davanti!-. Iniziammo a ridere di nuovo.
-Dio quanto ti amo!
-Non sai quanto ti amo io.

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Capitolo 17
*** 17° capitolo ***


17° CAPITOLO

 
 
 
 
   Mi svegliai la mattina, Marta non c’era.
Decisi di portare fuori Venere che a forza di convincermi stava graffiando la porta.
   Tornato dalla passeggiata iniziai a cucinare visto che si era già fatta l’una.
Marta ancora non arrivava.
   Erano le tre del pomeriggio.
Finalmente si aprì la porta.
Marta era arrivata.
-Dove sei stata?-. Gli chiesi.
    Non mi rispose e corse a chiudersi in camera sua dove iniziò a piangere.
-Marta apri! Cazzo Marta!-. Iniziai a sbattere le mani sulla porta in modo che aprisse.
   Marta aprì asciugandosi le lacrime.
Cercai di abbracciarla ma si staccò da me.
-Che cos’hai?
-Che cos’ho?-. Iniziò ad urlare, girando per la casa.
-Non lo so, cos’hai!!?!!
-Oggi mi sono incontrata con Veronica perché mi voleva chiedere scusa… E sai cos’ho capito?
-Cosa?
-Che siamo noi a chiedere scusa e soprattutto tu che sei uno stronzo!!-. Urlò rompendo un vaso.
   Non riuscivo a capirla e continuavo a seguirla chiedendole il perché e lei rompeva tutto ciò che incontrava davanti a se.
-Quando avevi intenzione di dirmelo che vi eravate già promessi sposi???
-I-i-io…-. Oh cazzo!
-E nonostante tutto hai deciso di tradirla! Ma la stupida qua sono io! Che sono cascata nelle tue braccia come  se tu fossi il mio principe azzurro e invece sei una merda!!! Ti odioooooooo! Come hai potuto!!! Ti dovevi sposare con lei! Dovevate sposarvi!!! Dimmi: fai così con tutte le ragazze?
-Marta aspetta!!! Io posso spieg…-. Chiuse di nuovo la porta a chiave e scoppiò a piangere un'altra volta.
Mi buttai sul divano.
   Perché a me? Quando avevo capito di voler stare per sempre con Marta, che lei era la donna della mia vita, che non avrei mai voluta lasciarla, che mi faceva sentire felice… Mi succede questo! Maledetta Veronica!

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Capitolo 18
*** 18°capitolo ***


18° CAPITOLO

 
 
 
   Marta.
La donna della mia vita.
Andata via.
Non sapevo più che farmene di una vita senza lei.
Magari ero esagerato ma ci avevo passato sedici anni e solo in quel momento mi accorgevo di amarla.
Perché la vita mia deve fare questo scherzo?
“-Me ne vado via!
-Dove?
-Che te ne frega!” l’unica persona che mi aveva ferito così tanto aveva deciso di andarsene, che merda che ero! Avevo accettato di sposare Veronica perché non sapevo cosa rispondere, ero insicuro, eppure con lei è durata fin quando ho voluto io, in un finto star bene.
Mentre con Marta stavo veramente bene e adesso che l’avevo capito lei aveva deciso di andarsene e la vedevo solo all’università.
La casa vuota.
C’eravamo solo io e Venere, lei distesa nella cuccia.
-Anche tu depressa eh?
   Il cane sbuffò come se stesse facendo uno starnuto salendo sul divano e distendendosi vicino a me.
Che tristezza quella casa senza più Marta, non volevo perderla, avrei anche accettato di ritornare rivale con lei pur di averla con me in quella casa.
   Mi chiamò Giuseppe ma non risposi.
Spensi il cellulare e mi addormentai nel divano continuando a pensare a lei.
 
   Il giorno dopo mi recai all’università per le lezioni e con la speranza che lei fosse lì.
La trovai, non era molto felice… Del resto non lo ero anche io.
   Finite le lezioni uscii dalla stanza senza nemmeno provare a parlarle.
Non ci riuscivo.
Avrei scommesso la mia vita che anche se avrei provato a parlarle lei mi avrebbe contrariato e avrebbe insisto perché la lasciassi in pace.
E poi mi veniva da piangere.
   Le passai davanti con aria deperita e lei mi guardò andare via con tutta la mia tristezza.
Volevo morire, avrei preferito così.
Mi stavo comportando e stavo pensando uguale a una ragazzina adolescente.
Mi suonò di nuovo il cellulare, era Giuseppe di nuovo.
Lo spensi un'altra volta ignorandolo del tutto.

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Capitolo 19
*** 19° capitolo ***


19° CAPITOLO

 
 
 
 

   Basta.
Non potevo sopportare più quella situazione.
Odiavo non parlare con Marta.
Decisi così di andare a parlarle quando ci sarebbe stata lezione.
Il giorno arrivò.
Mi sedetti e mi assorbii tutta la lezione e fuori dall’università l’aspettai.
-Marta! Dobbiamo parlare.
-Non voglio parlare con te.
-Marta, sto malissimo! Ascoltami almeno cinque minuti, questi sono stati i mesi più confusionari della mia vita! Ho provato amore e tristezza tutto insieme e non puoi trattarmi così! Concedimi solo cinque minuti! Solo quindici!
   Avevo gli occhi lucidi ma lei si era bloccata davanti a me e annuì con la testa per dirmi “solo cinque minuti!”.
-Io non l’amavo veramente a Veronica.
-Ma ti sei preso gioco di lei e di me.
-No! Non mi sono presa gioco di te! Ti giuro che non l’ho mai fatto!
-Non giurare… Non ti conviene.
-Ma ti sto dicendo la verità, credimi!
-Scommetto che quando sei andata a chiedere la mano a Veronica le avevi detto cose del genere.
-Chiedere io? Aspetta… Un secondo… Cosa ti ha detto Veronica?
-Mi ha detto che un giorno tu sei andato a chiederle la mano e lei era felicissima e che quando ci ha visto là nel div… AH! Ma che sto a spiegare a te! Tu già saprai tutto, eccome…
-Io a Veronica non ho detto e fatto niente di tutto ciò! Non capisci che ti sta mentendo!?! Che lo fa apposta? La conosci benissimo la mia ex dopo un anno no? Perché non vuoi credermi?
-Giovanni! Era davanti a me e piangeva mentre mi parlava! Era disperata! Era una scena pietosa! E tu le hai spezzato il cuore così…
-Io non ho fatto niente! Quante volte te lo devo ripetere eh?
Ci stavano guardando tutti in piazza.
-I cinque minuti sono passati!-. Urlò.
Qualche secondo dopo arrivò un ragazzo con la moto a prenderla.
-E lui chi sarebbe ora?
-Cosa te ne frega?
-Dimmi ci stai insieme?
-Non sono affari tuoi.
-E io sarei il bastardo? Ti sei scordata subito di me vedo!
-Ma che ne sai tu di chi è lui? Stai zitto che fai pure bella figura!!! E’ venuto a darmi un passaggio!
-Si ma ci stai insieme!!!
-NO!
-Mi scusi ragazzo-. Si intromise il palestrato.
-Che cosa vuoi? Non ti ho rivolto la parola! Anzi lascia in pace Marta hai capito?
-Ehm… Non voglio che si scaldi tanto però io sono…
-Lo so benissimo che state insieme!
-No! Giovanni!-. Urlava ancora Marta.
Non ci stavo facendo una bella figura, ma poco importava.
-Sono il cugino di Marta!!!!-. Scoppiò il ragazzo.
   Tutti mi stavano guardando, ora si che m’importava.
-Ciao Giovanni!-. Salutò Marta salendo in moto e andandosene.

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Capitolo 20
*** 20°capitolo ***


20° CAPITOLO

 
 
 
 

  Merda! Marta non vuole parlarmi.
Mi suonò il cellulare, era Giuseppe.
Risposi e lui sembrava molto arrabbiato.
-Non ti sento da un mese ma te ne rendi conto?
-Si è che…
-Non dire niente! Tra dieci minuti al bar!!!
-Ok-. Quando il mio amico faceva così non mi conveniva oppormi, era buono, caro, romanticone, simpatico, gentile ma quando s’incazzava nulla di tutto ciò lo descriveva.
   Dopo dieci minuti precisi ero al bar, seduto nel tavolo a parlare con Giuseppe.
-Dai sfogati.
-Mi sono lasciato con Marta.
-Eh no! Questo no ora!-. Sembrava già saperlo perché non sembrava molto stupito dalla sua faccia.
-Già lo sapevi?
-Io… No, no non ne sapevo niente.
-Ok…
-Si…
-A parte questo sono disperatooo!!!
-Perché?
-Come perché? Tu come sei stato quando hai lasciato Marta?
-Niente, l’ho lasciata io se non ricordi.
-Come hai potuto? Lo sai chi ti eri fatto scappare?
-Veramente io non provavo niente per lei e tu stai provando qualcosa.
-Non sto provando qualcosa, io la amo! E ti giuro che farei di tutto per ritornare al momento in cui Veronica mi ha chiesto di sposarla e io le avevo detto si, lo sai che ha detto a Marta quella stronza?
-No.
-Che io ho chiesto a Veronica di sposarmi.
-Questo non me lo aveva detto però…
-Non te lo aveva detto? Cosa? Vi siete visti? Lei dove sta? Con chi sta? Dimmi tutto!
-Ecco… Io non… Non so niente.
-Si che lo sai! Non sto studiando psicologia ma il tuo sguardo me lo dice!!!
-Ok, ok lo so-. Ammise lui:- Però Stefania è dalla sua parte e mi ha fatto giurare di non dire nient…
-Parla!!!
-Ok, ma lo faccio solo perché sei il mio migliore amico e sei disperato…
-Muoviti!
-Lei è venuta a stare per un po’ a casa mia con Stefania e…
-COOOSA?
-Si…
-Non mi hai mai detto niente!
-Non mi rispondevi mai al cellulare.
   Mi alzai dal tavolo.
-Cosa vuoi fare?
-Vado da lei.
   Uscii.
Giuseppe mi seguii fuori.
-Non puoi farlo!
-Perché?

-L’ho promesso a Stefania!
-Marta è la donna più importante della mia vita non posso perderla, Giuseppe per favore cerca di capirmi! La mia vita non ha più un senso senza lei…
-Amico…
-Dimmi-. Dissi esasperato.
-Vai pure! Marta ti aspetta.
   Presi la macchina e corsi a casa di a casa di Giuseppe.

 
 
 
 
Il continuo nel prossimo capitolo :D
Recensite :)

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Capitolo 21
*** 21°capitolo ***


21° CAPITOLO

 
 
 
 
   Corsi a casa di Giuseppe.
Suonai il campanello.
Nessuna risposta.
Risuonai.
Nessuno risposta.
Riprovai.
Marta aprì al porta.
La stava richiudendo, la fermai.
-Ascoltami… Per favore.
-No! Non voglio parlare con te-. Entrai in casa e la presi per l’avambraccio buttandola sul divano.
-Mi devi ascoltare, Veronica è una persona falsa che pensa solo ai suoi scopi personali! Si è inventata tutto, lo vuoi sapere com’è andata veramente?
Lei una bella mattina viene da me, tu c’eri e ti ha chiesto di andarsene e poi ha iniziato a farmi la storiella del matrimonio da film… Non sapevo che fare, non riuscivo a dirle di no, mi bloccavo, non sapevo neanche cos’era l’amore figurati se sapevo cosa significava legarsi a lei per la vita, ad un certo punto è diventata assillante e l’ho voluta lasciare ma non ci riuscivo e poi… E poi ci sei tu! Si proprio tu, che mi confondevi sempre, non capivo cosa provavo per te, certe volte avrei voluto strozzarti e a volte avrei voluto abbracciarti e farti sentire bene, riuscivi a farmi passare la rabbia come se niente fosse eri dolcissima certe volte, quando ho visto quel modello ero geloso-. Sorrise divertita :-Si ero geloso, quel bellissimo ragazzo che non aveva niente a che fare con me, cioè si, sono carino ma non avrei mai potuto competere con lui e tu sotto casa nostra ti ci sbaciucchiavi e mi facevi salire la rabbia, non capivo i miei sentimenti, non capivo più niente ma il mio compleanno mi ha chiarito tutti. Nel giro di un mese sei diventata il centro della mia vita, senza di te io non posso vivere, non so come fare, sono diventato una specie di emo depresso che non risponde al cellulare del suo migliore amico… E ora sono qua per chiarire tutto.
   Mi sedetti vicino a lei e la baciai, non diceva niente.
Si faceva baciare e basta.
Mi accorsi che dietro la porta c’era Stefania che stava piangendo emozionata come non l’avrei mai vista ma feci finta di non notarla.
-Ehy! Ehy! Un secondo…
-Tu credi a me o a Veronica?
-Io… Io… Non lo so ci devo pensare…
-Ok, ti do tutto il tempo del mondo ma ricordati che io ti amo alla follia…
Me ne andai pensando.
Ero felice.
Quando diceva così significava che mi faceva restare in suspense ma che alla fine avrebbe detto si, lo faceva da quando eravamo piccoli.
Ero felice, felicissimo.
   Il giorno dopo mi arrivò un bigliettino:

Devo assolutamente parlarti, ho una bella notizia per te!Ci vediamo domani al solito bar!
Marta.

Marta? Non poteva essere Marta.
Lei non mi lasciava in suspense solo per poco, lei come minimo mi faceva aspettare tre giorni.
C’era qualcosa che non mi convinceva in quel bigliettino ma decisi comunque che il giorno dopo mi sarei presentato al bar.

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Capitolo 22
*** 22°capitolo ***


22° CAPITOLO

 
 
 

 
   Il giorno dopo ero felicissimo di incontrare Marta.
Mi preparai ben bene e preparai anche un discorsetto da farle in caso lei non volesse perdonarmi.
Ero per strada e camminavo canticchiando.
Cazzo l’amore mi fa sentire un tale idiota.
Arrivato al bar, mi sedetti in una sedia e iniziai a pensare il perché del bigliettino e non della chiamata.
Dopo qualche minuto i miei sospetti furono svelati.
Davanti a me c’era Veronica.
L’avrei voluta picchiare con le mie stesse mani.
-C-ciao-. Mi salutò.
-Cosa vuoi?
-I-io volevo chiederti scusa per quello che avevo fatto e…-. Mi baciò.
No questo no!
Mi girai e vidi Marta di nuovo con le lacrime al viso che mi guardava delusa.
La inseguii fuori dal locale.
-Tu cosa ci fai qua?
-Mi hai mandato un bigliettino-. Mi rispose Marta.
-Io… Io non ti ho mandato niente! Tu l’hai mandato a me.
-Non importa perché con te ho chiuso.
-C-c-come?
-Ti ci sei pure baciato!
-Ma mi ha baciato lei!!!
-Perché devi sempre dare la colpa a lei quando sei tu?
-Non sono io, dimmi: cosa ci ricaverei da una come lei?
-Non lo so ma con me hai chiuso-. Detto questo se ne andò lasciandomi in piedi come uno stoccafisso.
Quanto odio l’amore!

 
 
 
Anonima G: Scusate ragazzi se questo capitolo l’ho fatto corto ma il fatto è che l’ispirazione per questa storia se ne sta andando lentamente così ho deciso che il prossimo capitolo sarà il finale della storia :’(. Mi scuso in anticipo se l’ho fatta corta…

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Capitolo 23
*** 23°capitolo ***


23° CAPITOLO

 
 

 
Basta.
Non avrei mai voluto perderla così.
Se dovevo perderla doveva essere solamente per la mia morte, dopo sedici anni non potevo lasciarmela scappare.
    Il giorno dopo decisi di tornare di nuovo a casa di Giuseppe.
Suonai al campanello.
Mi aprì e io la portai fuori chiudendo la porta.
-Cretino! Non ho le chiavi e Giuseppe dorme con Stefania!
-Non importa, ascoltami bene.
-E adesso cosa vuoi? Mi devi dire che era un malinteso quel bacio?
-Si… Cioè no, si volevo dire! Aspetta sono confuso… Fammi rimettere le idee al posto.
-Guarda posso aspettare tanto sono chiusa fuori.
-Ok, io sono andato là perché nel bigliettino c’era scritto che tu mi volevi parlare.
-Anche nel mio.
-Poi ho trovato Veronica al posto tuo.
-E l’hai baciata no? È così che si fa vero?
-No, lei ha baciato me e poi… Va beh credi quello che vuoi-. Mi sentii il cuore in gola quando lei si girò per andarsene.
-No aspetta!-. Le urlai rimangiandomi ciò che le avevo detto prima.
-Ancora?
-Si, senti… So che siamo ancora giovani, che tu non mi credi e che magari mi dirai di no.
   Mi guardò incuriosita e io mi inginocchiai davanti a lei.
-Solo dopo sedici anni ho scoperto che ti amo e se lo avessi scoperto prima te lo avrei detto subito e questo non sarebbe accaduto… Ti amo e non posso lasciarti scappare così…-. Tirai fuori un anello dalla tasca della giacca:-Marta Alessandrini vuoi sposarmi.
   Marta continuò a guardarmi meravigliata.
-Giovanni Evans!-. Mi disse mentre cercava di farmi rialzare:- Certo che lo voglio!-. Mi rispose abbracciandomi e baciandomi.
-Senti un po’: vuoi stare ancora qua con Giuseppe e Arisa due o vuoi venire da me.
-Da te! Almeno evito anche di suonare per disturbarli, più tardi passo a prendere i miei vestiti.
-Aspetta qua, vado a prendere la macchina-. Le dissi in fretta spiccicandole un bacio.
   Che bello stavo con Marta! Me la ero ripresa! Così in fretta ma me la ero ripresa.
Ero felice.
Ero talmente felice che attraversando non vidi la macchina.
La mia felicità fu la mia rovina.
Giovanni Evans morto a vent’anni travolto da una macchina.
Non ricordavo più niente, solo Marta che mi abbracciava e continuava a piangere.
Le sue labbra.
Le sue labbra toccarono le mie per l’ultima volta.
L’ultima parola che sentii: Ti amo.

La mia felicità = la mia rovina.
Ma nessuno mi aveva detto che non potevo morire felice.
Si infondo
ero morto felice, avevo sentito le sue labbra e le due parole che dette da lei mi facevano stare bene.
“Se dovevo perderla doveva essere solamente per la mia morte, dopo sedici anni non potevo lasciarmela scappare”.
La mia morte…
-Ti amo anche io Marta-. Le mie ultime parole che speravo la facessero sentire meglio.
Si, dopo tutto ti amo anche io…
Ti ho sempre amata…
In sedici anni:
Come ho fatto a non accorgermi di te?

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Capitolo 24
*** ringraziamenti ***


Ok mi sto autopicchiando per aver fatto questo finale.
Mi dispiace per Giovanni anche se avevo programmato tutto fin dall'inizio u.u
Odio i brutti finali ma sta volta sentivo il bisogno di farlo... 
Ma passando ai ringraziamenti ^.^
Ringrazio di cuore i miei recensitori: Princemanu93, _lele_, FuckyouXD, Jennifer_Jareau, Skyscraper, PATATINAFRITTA, Mar_Smile, Funhouse,  HPGinnyHP e Emma_Chan Uchiha!! Poi tutti i miei lettori, le persone che mi hanno messo la storia tra le preferite, ricordate, seguite e come al mio solito tutti quelli che mi vogliono bene *.*
Grazie a tutti per aver letto!
Baci

Anonima G

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