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di marrymezayn
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** chapter one ***
Capitolo 2: *** chapter two ***
Capitolo 3: *** chapter three ***
Capitolo 4: *** chapter four ***
Capitolo 5: *** chapter five ***
Capitolo 6: *** chapter six ***
Capitolo 7: *** chapter seven ***
Capitolo 8: *** Capitolo eight ***
Capitolo 9: *** chapter nine ***
Capitolo 10: *** chapter ten ***
Capitolo 11: *** chapter eleven ***
Capitolo 12: *** chapter twelve ***
Capitolo 13: *** chapter thirteen ***
Capitolo 14: *** chapter fourteen ***
Capitolo 15: *** chapter fifteen ***
Capitolo 16: *** chapter sixteen ***
Capitolo 17: *** chapter seventeen ***
Capitolo 18: *** chapter eighteen ***
Capitolo 19: *** chapter nineteen ***
Capitolo 20: *** chapter twenty ***
Capitolo 21: *** chapter twenty-one ***
Capitolo 22: *** chapter twenty two ***
Capitolo 23: *** Chapter twenty three - ultimo capitolo ***



Capitolo 1
*** chapter one ***


«Le opportunità appaiono molto spesso sottoforma di sfortuna o di sconfitta temporanea.»

Il sole pomeridiano, cosa già abbastanza strana di suo avere il sole a Londra, batteva incessante su una piccola casetta nella periferia di Londra. Una casa bianca, circondata da un giardino verde scuro ben curato. Una casa come tutte le altre. E proprio in quella casa, abitava una ragazza come le altre o così sembrava. In quel momento si tolse l’asciugamano che teneva i capelli insieme, lasciandoli liberi. Quando erano asciutti i suoi capelli erano di un caldo color cioccolato e lisci. Quando aveva tempo si permetteva di farci i boccoli. Si piaceva di più con i capelli mossi. Ma fin troppo spesso ci perdeva tempo, così li lasciava sciolti e la frangetta andava a sbattere contro il suo occhio destro.
Gli occhi della ragazza erano sempre di un color cioccolato, che spesso veniva scambiato per nero. No, erano castani e la gente ne rimaneva abbagliata perché erano grandi ma non troppo e avevano un qualcosa che riusciva a rapire la gente. E un sorriso che ti toglieva il fiato. Tante persone dicevano che quel sorriso era contagioso. Portava la gente a sorridere senza neanche volerlo. Sprizzava gioia da tutti i pori, anche se dentro sé stessa stava uno schifo. Per lei, la cosa più importante era il sorriso delle persone che le stavano intorno.
Aveva due guanciotte paffutelle, che facevano venir voglia alla gente di stringerle e tirarle. La cosa brutta era che succedeva, soprattutto quando vedeva i suoi parenti. Per ultimo, un nasino alla francese, all'insù e che le dava non so che da saputella, anche se poi era una ragazza normalissima. Il fisico era asciutto, molta gente credeva che fosse anoressica, ma semplicemente era di costituzione piccola e se anche mangiava come un bufalo, rimaneva secca come un chiodo.
Tutto questo, apparteneva a Keyra Mary Smith. Una normale Londinese di periferia, che viveva la sua vita nel migliore dei modi. Erano su per giù le due del pomeriggio, quando il cellulare della ragazza squillò.
«Pronto?» Sussurrò, massaggiandosi i capelli e sistemandoli sulle piccole spalle.
«Keyra?» Alzò gli occhi al cielo. Certo che a volte la sua amica se ne usciva con certe domande stupide.
«No, sono la Regina Elisabetta! Mi spieghi chi dovrebbe essere?» Chiese con un sorriso.
Mary, la sua migliore amica, dall'altra parte della chiamata, sbuffò sonoramente.
«Sei tu che fai domande sceme. Chi deve rispondere al mio cellulare se non io?» Un altro sbuffo, mentre Keyra si avviava all'armadio.
«Bando alle ciance. Allora, dove sei?» Alzò entrambe le sopracciglia, guardando l’orologio al suo polso chiedendosi perché la sua amica le aveva appena chiesto dove fosse. Stava per dire “a casa” ma si bloccò ricordando che le aveva mandato un messaggio per dirle di vedersi prima in quanto suo padre aveva paura di arrivare in ritardo all’aeroporto.
Merda. Era in ritardo.
«Ehm.. sto arrivando. Sono appena uscita!» Cazzata! Era ancora con l’asciugamano addosso. Mary era la sua migliore amica da quando avevano 11 anni. E la conosceva meglio di se stessa.
«si, muoviti cazzo! Guarda se non arriviamo in ritardo proprio oggi!» Keyra si era di nuovo avviata all’armadio, in cerca di qualcosa di decente da mettersi.
«Cinque minuti e sono lì!» Cazzata, per l’ennesima volta. Attaccò la chiamata imprecando tutti i santi del calendario. Quel giorno sarebbero arrivati i ragazzi dello scambio culturale, che avrebbero dormito da loro per un mese. Non sapeva perché ma la sua scuola aveva deciso di fare scambio culturale con delle scuole dell’Inghilterra del Nord. Se anche voi vi state chiedendo perché, smettetela di chiedervelo! Non lo riusciva a capire neanche lei, visto che per “scambio culturale” si intende di paesi diversi e di lingue diverse. Un campo scuola? Neanche, perché quella classe sarebbe rimasta per un mese. Da quanto i camposcuola duravano un mese? Fatto sta che avevano questo “scambio culturale” con questi dell’Inghilterra del Nord. E a metà dell’anno, lei e la sua classe sarebbero andati da loro per un altro mese. Bah. Da quando era arrivato il nuovo preside, si ritrovava sempre più spesso a pensare che quell’uomo si faceva un goccetto di whisky prima di entrare a scuola.
«E ora che cazzo mi metto? MAMMAAA!» Urlò, aprendo la porta. Merda, merda quella era la volta buona che l’ammazzava. Di solito arrivava sempre in anticipo ma c’erano dei casi in cui faceva tardi, tipo quel giorno. Sua madre si affacciò dalla cucina.
«Che c’è?» Keyra si stava infilando l’intimo.
«Dov’è il maglione nero? Ne ho un disperato bisogno, ora. Adesso, in questo preciso momento!» Sua madre sbuffò, salì le scale, la spostò e cercò nell’armadio.
Due secondi dopo, Keyra aveva in mano il suo maglione preferito nero, che arrivava a metà coscia.
«Posso dire di amarti, mamma?» Sua madre, Katy la guardò male.
«Leccaculo!» Sorrisero, Keyra si mise a vestirsi, indossando i Jeans stretti e stivali con la zeppa. Merda merda. Si sarebbe truccata dopo, in macchina. Mise gli occhiali da sole, e prese giacchetto e borsa al volo.
«Allora, dovrebbero arrivare fra un'oretta. Ci vediamo fra un'oretta e mezza. Speriamo che mi capiti la simpatica di turno!» Scherzò, infilandosi gli orecchini sulla porta della cucina. Sua madre sorrise.
«E se non ti capita, la bruciamo e la buttiamo in un fosso!» Ridacchiò, dandole un bacio e volando fuori. Non domandatemi come faceva a correre con quelle zeppe, ma in meno di dieci minuti fu davanti casa di Mary, che attendeva fuori sbattendo un piede per terra.
«Scusami!» Sussurrò, riprendendo fiato.
«Fa niente. Ti ho detto dieci minuti prima così saresti arrivata puntuale. Infatti siamo puntuali!» Ma.. ma..
«Non serve che me lo dici! Ti amo anche io, Keyra!» Nel suo cervello passavano le peggio madonne, mentre guardava male - molto male - la sua ormai ex - migliore amica.
«Approfittatrice! Io non ti faccio questi giochetti quando tu arrivi tardi.» Le fece notare, sedendosi sul muretto. La sentì ridere, mentre si guardava allo specchietto. Il padre di Mary, un uomo sulla cinquantina, arrivò poco dopo salutandola con un gran sorriso.
«Salve! Come sta?» Chiese gentile, anche se erano anni che si conoscevano, Keyra non riusciva a dargli del 'tu'.
«Bene. Ti ha fatto correre, vero?» Annuì, guardando male Mary e dirigendosi verso la macchina. Salirono e Keyra tirò fuori i trucchi. Di nuovo non domandatemi come riusciva a truccarsi su una macchina in corsa. Sappiate solamente che una donna riesce a fare qualsiasi cosa anche mentre ne sta facendo altre tremila.
«allora, agitate?» Keyra alzò gli occhi dallo specchietto, dove si stava mettendo il correttore.
«io no! Mi sono già messa d’accordo con mamma che se non è simpatica, la buttiamo in un fosso.» Scoppiarono a ridere, videndo il padre di Mary guardarla dallo specchietto retrovisore. Finito di truccarsi, si sistemò i capelli alla ben e meglio, anche se aveva un parrucchino in testa. Ruggì.
«guarda con che capelli mi hai fatto uscire. Ti odio, te l’ho già detto?» Guardò ancora male la sua migliore amica, poi si fece una coda alta e così rimediò velocemente al casino. Ok. Ora poteva rilassarsi. Su per giù, dopo mezz’ora furono all’aeroporto.
«vi aspetto in macchina. Prelevate le ragazze e poi tornate subito qui!» Annuirono e scesero, dirigendosi al punto di ritrovo con il resto della classe. Arrivate al ritrovo, c’erano già due o tre studenti. Li salutarono, per poi aspettare chiacchierando con gli altri. Alzò lo sguardo quando sentì la voce di Lucas a pochi centimetri da lei. Dovete sapere che Lucas era il suo ex ragazzo e che dopo un anno da quando si erano lasciati, neanche si parlavano più. Lui l’aveva usata e lei era ancora follemente innamorata di lui. Ma non lo dava a vedere. Sapeva però che Mary era al corrente che provava ancora qualcosa per Lucas. Arrivò anche il professore.
«allora, poche chiacchiere! Abbiamo un problema. Mark sta male, quindi non può ospitare nessuno. Qualcuno si subirà due persone. Chi può ospitare un’altra persona?» Una sua compagna alzò la mano, e il professore appuntò la cosa, cominciando a cambiare le cose.
«Ho parlato con i vostri genitori. Alcuni di voi, potrebbero avere un compagno del sesso opposto! Per i genitori non ci sono problemi!» Era sicura che se capitava a lei, e con la sfiga che si ritrovava le capitava la racchia di turno, la suora di clausura e magari che puzzava pure. Se invece le capitava il compagno, sarebbe stato viscido, brutto e magari anche con i brufoli. Alzò le spalle, quando Mary si girò a guardarla, incredula. Il professore cominciò a dire i nomi degli studenti della classe che avrebbero ospitato, affiancando il loro. Alzò lo sguardo quando sentì che era capitata con un maschio. Ecco. Brutto, brufoloso e viscido. Bene così.
Guardò Mary a cui capitò una ragazza. Il professore, dopo aver detto tutti i compagni, cominciò a distribuire dei cartelli da attaccare al collo. Keyra guardò il suo, leggendo il nome: Niall Horan. Alzò un sopracciglio, guardando il professore.
«ma scherziamo? Cioè io questo coso non me lo metto al collo!» Il prof non si girò neanche.
«Poche storie Smith. Fallo o sennò ti metto D nella mia materia.» Guardò malissimo la schiena del professore, poi si avvicinò a Mary che si era già messa il cartello al collo.
«Oh ti prego! Sembriamo degli sfigati!» Sbuffò, ma Mary era tutto tranne che infastidita. Sembrava quasi divertita. Il gruppo si spostò, quando l’altoparlante disse che il volo da chissà quale mondo era atterrato e si diressero al terminal degli arrivi. Attesero fin troppo tempo per la calma di Keyra, che già voleva tornare a casa e sperava che quelle quattro settimane sarebbero passate velocemente. Una donna, che sembrava più una racchia, uscì urlando al gruppo dietro di lei che aveva visto la classe che li avrebbe ospitati.
«oh che carini! Anche i cartelli!» Alzò gli occhi al cielo, imprecando.
«Keyra!» Si girò a guardare Mary, che aveva gli occhi sbarrati.
«cosa?» Domandò innervosita, alzando un sopracciglio e seguendo lo sguardo di Mary nella direzione della classe che si faceva avanti.  Appena si girò, il fiato le si bloccò in gola.
Panico!


Spazio dell'autrice: Vi ha incuriosito un po'? Se è così, lasciatemi un commento. Se non vi è piaciuto, mi piacerebbe comunque sapere come la pensate. Non so quando aggiornerò, spero di aver tempo di aggiornare il prima possibile. Io sto facendo una prova, a postare qui la mia fan fiction. Ditemi cosa pensate, dai! Per voi, Keyra con chi finirà? Perché ovviamente finirà con una dei cinque deficienti. Lo so, forse descrivo troppo e lascio poco spazio ai discorsi. Ma mi piace che la gente che legge quello che scrivo, riesca a vedere dal mio punto di vista. Di riuscire ad immaginare la situazione proprio come me. Vi lascio! Fatemi sapere se vi è piaciuta! un bacio.

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Capitolo 2
*** chapter two ***


"La felicità è avere una famiglia grande, amorevole, affettuosa e unita, ma in un'altra città."
 
«l’hai visto?» Chiese la sua migliore amica, nel panico più totale. Forse era più in ansia lei che Keyra. Mary si girò a guardare la sua amica, pensando seriamente che Keyra fosse entrata in uno stato di shock totale.
«L'hai visto Kè?» Domandò anche se le bastò vedere la sua faccia per capire che l'aveva visto. La scosse per un braccio e Keyra tornò nel mondo dei vivi dal suo momento di panico più totale. Oh no! Oh no!
«dimmi che sto avendo un bruttissimo sogno!» Pregò che fosse così, ma quando si girò si vide rispecchiata negli occhi di Mary. No, non stava avendo un brutto sogno.
«Merda! Ci mancava il sosia di Lucas! Che vita di merda.» C’era un ragazzo che assomigliava fin troppo al suo Lucas. Già era troppo per lei dover sopportare la presenza di Lucas, ma un sosia quasi spiccicato a lui, no! Le persone cominciarono ad andare dal proprio compagno, e lei non riusciva a staccare gli occhi dal moro.
«’zzo..» sussurrò, sentendo il fiato mancarle.
«Ciao!» mise a fuoco la persona bionda davanti a lei, e per un momento la guardò incredula. Poi si ricordò.
«Oh! Ciao scusami!» si passò la lingua sulle labbra, sentendo la gola secca. Porse la mano.
«Piacere Keyra!» Non era male. Biondo, due occhioni azzurri da farla sciogliere ed era carino forte.
«Piacere mio! Mi chiamo Niall.» Sorrise, e si tolse finalmente quella buffonata dal collo, buttandola al secchio più vicino. Guardò di nuovo in giro, cercando il moro che assomigliava a Lucas. Era finito con Tommy, un coglione della sua classe. Cercò Mary, e sorrise vedendola con la sua compagna.
«Vieni, andiamo!» Disse dirigendosi da Mary, che presentò la sua compagna a Keyra e Keyra presentò Niall alla sua migliore amica. La biondina si chiama Danielle.
«Se dovete salutare qualcuno fatelo, che abbiamo mio padre in doppia fila.» I due si dileguarono, mentre Keyra appoggiava la fronte sulla spalla di Mary, piagnucolando. No, nono era un ossessione.
«Il tuo compagno è anche suo amico!» Si alzò di volata, guardando la situazione. Niall si era avvicinato al tipo, insieme ad altri tre e si stavano salutando con pacche e abbracci.
«Doppia sfiga, cazzo!» Sbuffò, poi vide Niall indicare lei e la sua compagna. Quando incontrò lo sguardo del moro, il respiro le si mozzò in gola.
«Respira Keyra!» Non ci riusciva. Batté le ciglia, e perse il contatto visivo con il moro, lasciandolo per prima. Che vergogna. Niall tornò, sorridendo.
«Per me possiamo andare!» Tornò anche Danielle, che acconsentì come Niall di andare e anche loro salutarono i compagni e si misero d’accordo di incontrarsi in centro, verso le 8 per cenare tutti insieme. Camminarono fino a fuori l’aeroporto in silenzio, lei persa completamente nei suoi pensieri. Appena arrivate alla macchina, fecero le presentazioni e poi partirono. Keyra guardava fuori dal finestrino, troppo persa nei suoi pensieri. Sentì un calcio di Mary e gemette.
«Aio, cazzo!» La guardò male, tornando sul mondo dei vivi. La sua migliore amica le chiedeva aiuto, visto che non sapeva di cosa parlare. Sbuffò e si massaggiò la parte lesa.
«allora, com’è andato il viaggio?» Danielle raccontò tutto, che c’erano state delle turbolenze ma che in fondo era andato bene.
«Oh mio dio ma quello è un programma?» Chiese, indicando il foglio sulle gambe di Niall. Lui annuì.
«Si, la nostra professoressa è una maniaca! In quanto gireremo con voi, ha paura che ci dimentichiamo di vedere alcune cose. I professori resteranno fuori da questa storia. Ci hanno solo accompagnato e restano qui solo se succede qualcosa, ma per il resto siamo nelle vostre mani!» Keyra ghignò.
«Molto, molto male!» Scherzò, facendo ridacchiare Mary.
«Ma pensano seriamente che andiamo a guardare i musei? Dimmi che non vuoi andare a guardare i musei!» Si girò verso Niall, che rise.
«Ovviamente no!» Si sorrisero, e ringraziò Dio.
«Voi andrete ai musei, chiaro?» Si girò verso il padre di Mary.
«Certo signor Moser. Come può pensare che non andremo ai musei? Ce li portiamo subito, anzi! Neanche li facciamo riposare.» Scherzò, e tutti risero. Continuarono a chiacchierare finché non arrivarono a casa di Keyra. Aiutò a tirare fuori la valigia e salutò tutti, ricordando a Mary si incontrarsi alle 7.40 davanti casa sua per poi andare in centro insieme.
«Andiamo! E.. scusami.» Niall la guardò con la testa piegata di lato.
«Per cosa?» Non fece neanche tempo ad aprire la porta di casa che si vide passare davanti suo fratello che correva dietro all’altro fratello che calciava lo zaino. E dietro di loro sua sorella che urlava di stare zitti. «..Per questo!» Niall si affacciò, ridacchiando. Entrarono e tossì.
«FAMIGLIA! SIAMO ARRIVATI!» tutto si bloccò, e i due vennero accerchiati dall’intera famiglia.
«Loro sono Julian, Georgia, Stefan, mia madre Katy, e mio padre Kevin.» Disse indicandoli tutti con il dito.
«E lui è Niall, il ragazzo che dormirà qui per quattro settimane!» Julian, che era più grande di lei di 8 anni e mezzo, si fece avanti, strinse la mano a Niall e con un sorriso si presentò. Poi, perse il sorriso e a denti stretti parlò:
«Toccala, e tu torni al tuo paese senza gli attributi!» Gli diede un calcio sullo stinco, guardandolo male.
«Dai, cazzo! Questa stupida gelosia morbosa da fratello maggiore!» Lo ribeccò, sorridendo a Niall che era leggermente preoccupato.
«Stai tranquillo. Non lo farebbe mai!» Ma lo sguardo di Julian diceva precisamente il contrario. Dopo le varie presentazioni, Keyra portò su la valigia di Niall e poi tornò in sala da pranzo dove sua madre stava versando caffè e tea.
«Vuoi del caffè?» Niall era timido da far paura. Si sedette vicino a lui, impedendo a Julian di farlo.
«Togliti di mezzo, Julian. Ti stacco i gioielli di famiglia.» Lo guardò male, sapeva che Julian non lo faceva apposta di essere così geloso, ma lo era davvero. Provava un amore smisurato verso sua sorella.
«Preferisco del tea, signora Katy.» La donna sorrise.
«Dammi del tu! Sennò mi sento vecchia.» Anche il biondino sorrise, ricambiando il sorriso di sua madre.
«Ok, allora Niall dormirà con Stefan e Julian con Keyra!» Alzò di scatto la testa, guardando male suo padre.
«Non se ne parla proprio! Io con Julian che russa, non ci dormo.» Lo guardò male e lui ricambiò.
«Allora dormi con Stefan!» Keyra sospirò.
«Si, se voglio vomitare tutta la notte, ok!» Suo padre la guardò male, e lei sorrise angelica.
«Con tua sorella?» Chiese lui, sapendo già che avrebbe fatto storie anche per la sorella. Sorrise ancora.
«Papà.. Grazie della fiducia che riponi in me..» Il tono che stava usando Keyra era tutt'altro che serio. «Se la tua paura è quella che può succedere qualcosa tra me e Niall, hai paure inutili.» Il padre arrossì, sotto quella frase. «Se te lo stai domandando, sono vergine!» Ci mancasse poco che suo padre si metteva le mani sulle orecchie, per poi cominciare a fare versi pur di non sentire quelle due semplici parole. Era rosso come un gambero scottato, e spostava lo sguardo da una parte all'altra della stanza, in ansia.
«Non ho intenzione di fare sesso ne tanto meno farmi mettere incinta da Niall.» Il biondino guardava a bocca aperta la famiglia, passando lo sguardo da suo padre a Keyra, incredulo. «Possiamo dormire nella stessa stanza. Non dormiremo nello stesso letto. Quindi, mi spieghi perché mi devi rovinare quattro settimane di sonno?» Il padre non rispose subito. Naturalmente era la paura che potesse succedere qualcosa tra Niall e Keyra.
«Posso dire una cosa?» Keyra annuì. «Non credo nel sesso prima del matrimonio, Signor Kevin, può stare tranquillo.» L’uomo ricominciò a guardarlo con meno astio.
«Ok, allora dormirete insieme ma controllerò!» Disse con tono di avvertimento. La ragazza lo scrutò attentamente, facendosi un film mentale su cosa ronzava nella testa bacata di suo padre. Alzò gli occhi al cielo.
«Ora se ci scusate, io vorrei farmi una doccia per cancellare questa discussione, e Niall credo voglia disfare la valigia!» Lo vide annuire e ringraziò sua madre per il tè. Cominciò a salire le scale, e si girò a guardarlo.
«Scusami per la mia famiglia!» Lo sentì ridacchiare.
«Non ti preoccupare! Sono divertenti in un modo tutto loro.» Se lo diceva lui. Aprì la porta della stanza, e fece passare Niall per primo.
«Il tuo letto, il mio! La scrivania, la password del computer è keyra, se vuoi usare il computer fallo! Gli asciugamani sono sul letto, se te ne servono altri basta dirmelo. Qualsiasi cosa ti serve, fammi un fischio senza vergognarti. Per altro.. Fai come se stessi a casa tua!» Gli sorrise e lui ricambiò. Si guardò un po’ intorno, scrutando le foto.
«Conosci da tanto la tua amica?» Si girò a guardarlo visto che stava prendendo dei vestiti per la serata. Vide la foto che stava fissando e annuì.
«La conosco da quando ho 11 anni.» Spiegò, tornando a cercare un paio di Jeans.
«Lui..» si girò ancora, e rialzò lo sguardo sulle foto. Ghiacciò quando indicò una foto di lei e Lucas, nel momento più bello della loro storia.
«Si..» Lo vide girarsi, curioso.
«E' il tuo ragazzo?» Scosse la testa, sorridendo triste.
«Ex!» esclamò, tornando a guardare il cassetto dei Jeans.
«Capisco. Mi dispiace!» Alzò le spalle cercando di tagliare il discorso.
«Assomiglia ad un mio amico! E anche tanto.» ghiacciò ancora. Sorrise, scuotendo la testa come per dire “chi?” come se non l'avesse visto.
«E' nella mia classe. Non te ne sei accorta?» Scosse la testa.
«Non mi guardo molto intorno.» Cazzata! Lo vide annuire per poi tornare a guardare le mille foto che tappezzavano le pareti.
«Io vado a farmi la doccia! A fra poco.» Lo vide annuire, e uscì volando al bagno per poi entrare nella doccia nel minor tempo possibile. Lo sapeva che troppe docce al giorno facevano male alla pelle. Ma sentiva i muscoli delle spalle supertesi, e aveva bisogno del getto caldo per rilassarsi.

Spazio dell'autrice: Non avevo niente da fare quindi ho pensato di mettere il secondo capitolo! Mi sono resa conto che di quello che avevo scritto su world ho almeno 3 o 4 capitoli già pronti, ma che devono essere riletti! Spero di avere vostre notizie. baci

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Capitolo 3
*** chapter three ***


"Sono gli uomini che sbagliano o siamo noi donne nel giusto?"

Ci mise ben un'ora a rilassarsi e quando uscì dalla doccia, il vetro dello specchio era completamente appannato. Lo pulì mettendo la musica e accendendosi una sigaretta mentre si passava la crema corpo e si rivestiva. Alla fine aveva optato per un Leggins pesante e una maglietta larga sopra, con un maglione. Quando uscì, sentì il freddo invaderla e quando arrivò davanti alla porta bussò, sentendo Niall dirle che poteva entrare. Sorrise, quando lo vide in Jeans e in camicia.
«wow!» gli fece l’occhiolino e lui arrossì. Accese il computer entrando su twitter e scrivendo qualche cazzata. Appena vide che erano ormai le sette si girò verso Niall che leggeva sul letto.
«Che ne dici di uscire? Ci andiamo a prendere un caffè prima di andare a casa di Mary?» Niall alzò gli occhi azzurri dal libro, e annuì richiudendolo.
«buona idea!» prese la borsa, ci mise dentro quello che serviva, chiedendo a Niall se gli doveva tenere qualcosa. Le consegnò la guida ma lo guardò male.
«Fidati, non ti servirà!» Lo vide sorridere, poi andarono. Mentre camminavano per la strada, Keyra si fece raccontare un po’ della sua vita fuori Londra, al nord dell’Inghilterra. Aveva frequentato una scuola cattolica, in quanto suo padre era cattolico e poi si era fatto trasferire in quella scuola. Fu il momento di Keyra di raccontare qualcosa.
«Mah.. Vediamo!» ci pensò, rigirandosi il bicchiere di cioccolata calda tra le mani. Camminavano molto lentamente verso casa di Mary. Si chiacchierava da dio con Niall, era simpatico e dolcissimo. Non provava vergogna con lui.
«sono stata adottata, quando sono nata dalla famiglia Smith!» Niall si girò a guardarla, incredulo. Lei si girò, sorridendo.
«si, lo so cosa stai pensando! E’ così però.» Sorrise, tranquillizzandolo con un sorriso.
«Mi hanno abbandonato davanti ad un orfanotrofio, dove si sono presi cura di me, ma poi sono stata data alla famiglia Smith. Che naturalmente vedo come la mia famiglia vera, anche se mia madre è venuta a cercarmi ultimamente! Non le ho voluto parlare. Per me è la famiglia Smith la mia vera famiglia. Adoro quella famiglia, mi sento parte di loro. Ho preso il carattere della loro famiglia anche se non ho lo stesso dna.» Alzò le spalle, ma continuava a sorridere.
«Naturalmente loro mi lasciano fare come mi pare, anche se sono molto possessivi come avrai visto.» Risero, ricordando la scenetta mentre bevevano il tea.
«ma devo tutto a loro, quindi mi comporto bene! Sono molto grata alla famiglia Smith!» Pensò a qualcos’altro da dire, guardando dritta davanti a lei.
«conosco Mary da anni, mi ha raccolto da una brutta esperienza e mi ha aiutato ad andare avanti. Anche a lei devo molto! Nell’amore non sono molto fortunata, perché troppo amabile, la gente mi tratta a pesci in faccia! Ma sono sicura che prima o poi troverò il mio principe azzurro.» Niall sorrise.
«credi nel principe azzurro?» scoppiò a ridere.
«è come credere a Babbo Natale!» Il biondino sbiancò, poi sbarrò gli occhioni azzurri. «oddio..» sussurrò, pensando seriamente di aver appena svelato ad un bamboccio la verità. Lui scoppiò a ridere, e Keyra lo guardò male. «che stronzo! Pensavo seriamente che credevi ancora a babbo natale!» Niall si stava totalmente rotolando dalle risate e doveva ammetterlo aveva una risata stupenda e contagiosa.
«Comunque si e no.. So che da qualche parte c’è una persona che mi tratterà bene, lo devo solo trovare. Ma al tempo stesso so che non sarà un principe, e magari anche uno stronzetto che ha una lingua taglia e cuci!» Il biondo la guardò curioso.
«mi piacciono le battutine. Nel rapporto tra una coppia credo che ci serve sempre un pizzico di battutine, sennò sai che noia?» ridacchiò, appoggiandosi al muro, davanti casa di Mary. Niall le si mise al fianco.
«per il resto, non so che altro raccontarti.» disse, girandosi a guardarlo e finendo la sua cioccolata calda.
«Hai una vita interessante. Più della mia!» rise, scuotendo la testa.
«e tu? Ti ho visto salutare quel gruppo di amici all’aeroporto!» Disse sorridendo e lo vide annuire.
«li conosco da quattro anni. Siamo molto uniti. Poi stasera te li presento.» Sorrise, ma pensò che forse era meglio se non lo faceva. Mary uscì con Danielle poco dopo, e si diressero alla fermata dell’autobus per prendere la linea che portava fino al centro. In meno di mezz’ora, erano lì e si diressero allo Starbucks. C’erano già due degli amici di Niall e con loro c’erano Alec e Chris, i loro compagni. Si avvicinarono, e si fecero le presentazioni. Il ricciolino si chiamava Harry, quello invece con il caschetto Louis.
«Piacere!» Sorrisero Keyra e Mary, una poggiata all’altra. Niall si avvicinò agli amici, cominciando a parlare di cazzate varie. Da quello che poteva vedere Louis era il giullare di corte mentre Harry aveva un bel sorriso e due occhi che ti incatenavano a lui anche l’anima. Ci volle quasi un ora prima che arrivassero tutti e alla fine ci furono le diverse presentazioni. Niall si avvicinò con gli altri due restanti dei quattro che aveva visto salutarlo. Si sentì toccata una spalla, mentre giocava a “chi si prende il pollice prima” con Mary. Si girò e quasi non si sentì morire. Oh mamma. Oh mamma da vicino era ancora più simile. Con tutta la forza mentale obbligò i suoi occhi a spostarsi sull’altro viso non familiare, e sorrise.
«ciao. Voi dovreste essere gli amici di Niall!» Il biondino annuì.
«Piacere, Liam!» Sorrise, stringendo la mano che le porgeva.
«piacere mio Liam. Io sono Keyra!» Poi tornò a guardare il moro e sorrise. «e tu sei..?» Lo vide guardarla, poi sorridere. Oh mamma! Si poteva morire d’infarto per un semplice sorriso? Cazzo quanto gli assomigliava.
«Zayn, piacere!» Ricambiò il sorriso, pregando dio che non si erano colorate le sue guance, e se lo fossero pregò che non si vedesse.
«piacere mio Zayn! Keyra!» Si appoggiò a Mary appena lasciò andare la sua mano, e la sentì passare un braccio sui suoi fianchi.
«grazie!» le sussurrò in modo che solo lei potesse sentirla. Con la coda dell’occhio la vide sorridere. Cominciarono a chiacchierare, mentre cercavano in tutti i modi di mettere in mezzo Keyra e Mary.
«è un morto vivente cazzo!» la mora sorrise sotto i baffi.
«chi, il tuo compagno?» Vide Liam annuire.
«il moro con il piercing al sopracciglio! Come si chiama..? Per quanto chiacchiera già mi sono dimenticato il suo nome..» Lo vide pensarci e sorrise.
«Lucas! Beh si, è un po’ un morto che cammina.» Tutti risero, mentre Keyra e Mary si sorridevano. Niall le fece un occhiolino a cui lei regalò un sorriso.
«Amoreeeee!» Si girarono, trovandosi un’oca giuliva da far invidia a chiunque. E quella? La squadrò da capo a piedi, incredula. Ma come si era vestita? Si aggrappò al braccio di Zayn, che sorrise tirato per poi tornare a parlare con Louis. Presentarono la tipa a Keyra e a Mary, mentre questa non si staccava dal braccio del moro che faceva di tutto per non calcolarla. Keyra e Mary si girarono, dando le spalle alla tipa e scoppiarono a ridere, appoggiandosi una sull’altra per impedire a quella di vederle. Niall si avvicinò, godendosi la risata e si unì.
«E’ come pensate!» Sussurrò e loro se la risero ancora più forte, piegandosi addirittura in due. Quando Keyra e Mary ridevano, beh.. Si piegavano su se stesse se la risata era vera. Di solito si mettevano una davanti all’altra e quasi si scontravano mentre si piegavano. Lo facevano senza rendersene conto. Erano molto unite tanto che molto spesso le scambiavano per sorelle. Quando smisero, Laura la richiamò e lei si avvicinò per vedere cosa voleva.
«Allora, abbiamo prenotato per le 21. Non riuscivo a trovare un posto per tutti e ventitre.» Annuì.
«ok! Dove hai prenotato?» La sua amica la guardò poi si diede un cinquino come se si fosse dimenticata la cosa più importante.
«al Mondie ristorante.» Annuì ancora, sorridendo.
«ma si, facciamo bella figura e portiamoli in un posto chickoso! Domani tutti al mc.» urlò e tutti si misero a ridere. Il gruppo si mosse a gruppetti. Mary e Keyra se ne stavano da sole, a chiacchierare e a guardare le vetrine. Niall si avvicinò chiedendole il cellulare e lei lo prese dalla sua borsa, tirando fuori anche il suo ed entrando su twitter, per scrivere qualche cazzata.
«per quanto farai la gnorri?» alzò lo sguardo, e fissò la sua amica.
«su cosa?» chiese, divertita.
«sisi. Prendimi per stupida! Per il moro e l’oca.» Alzò un sopracciglio.
«eh.. Allora?» Mary la guardò malissimo.
«sai che ti odio quando fai così, vero?» sorrise angelica.
«Mary, sto bene! Dell’oca non me ne frega un cazzo! Il moro.. beh.. mi fa solo senso vedere quanto gli assomigli. E’ solo questo. Stai tranquilla.» La sua migliore amica la squadrò.
«si, come no! Comunque a certe labbra che ti viene voglia di morderle.» La guardò con il sopracciglio alzato, incredula.
«MARY!» la ragazza si girò a guardarla.
«che c’è?» domandò, non capendo.
«da quanto sei così pervertita?» Appena capì, le sue guance divennero rosse. Mary era una santa, ma davvero santa. Molto pudica, non faceva battutine maliziose ne tantomeno aveva mai avuto intenzione di far sesso.
«ma che c'entra? È la verità.» Keyra rise.
«si, comunque è vero!» Addirittura non diceva le parolacce. Una volta le era scoppiata la macchinetta del caffè, sporcando tutti i muri e bruciandosi. Se fosse stata Keyra avrebbe tirato giù tutti i santi del calendario, ma no.. lei se n’era uscita con un “porca paletta!”. Quindi capite che cosa doveva sopportare Keyra.
«Chissà se loro se ne sono accorti!» Sorrise, e annuì.
«Niall se n’è accorto. Ha visto una foto..» Mary si girò di scatto a guardarla
«hai una foto sua in camera?» Da quanto non entrava in camera sua, la sua migliore amica? Da poco, ma era tanto che l’aveva messa quella foto.
«..E’ l’unica foto che ho con Catherine!» Sbottò, sbuffando.
«vabbeh.. continua!» Lasciò correre, e Keyra la ringraziò mentalmente.
«insomma ha visto questa foto e mi ha detto che assomigliava a Zayn.» La sua migliore amica annuì. Keyra le passò un braccio sulle spalle, per poi toccarle il seno. Mary scoppiò a ridere e si piegò, cercando di togliersi dalla sua presa, ma Keyra non la lasciò andare. Era una cosa che faceva solamente con lei. E mary all’inizio si era arrabbiata, ma poi aveva capito che era solo un gioco e ci rideva. Scoppiò a ridere con lei, bloccandola con il braccio e facendole il solletico, mentre camminavano.
«Keyra si girò perché riconobbe la voce di un suo compagno di classe, guardando  poi David con un sopracciglio alzato.
«Neanche saluti?» Sorrise, e gli diede un bacio.
«Scusami, non ti avevo mica visto! Ciao Jess!» Salutò anche l’altra compagna, mentre lasciava andare Mary.
«Allora, chi vi è capitato?» Indicò il biondino poco distante da lei, e David annuì con un sorriso malizioso.
«Il ragazzotto eh! Bene bene! Molto sexy.» Lo guardò male.
«’Dio! Tutti convinti che ci finirò a letto!» Sbottò, frustata. Perché aveva dei compagni così stronzi? Insomma non era una puttanella. 
«Dimmi che non ti ha fatto sangue. Biondo e occhi azzurri! Tu ami i ragazzi biondi con gli occhi azzurri!» Lo guardò ancora male.
«Si, ma non vuol dire che mi porto a letto tutti i ragazzi biondi con occhi azzurri!» Sbuffò, contrariata. David le diede delle piccole gomitate con fare malizioso.
«Al diavolo! Mary..» Lei annuì. «Non se lo porterà a letto!! State pur certi che se le piaceva, non stavano qui!» Le diede uno schiaffo giocoso tra capo e collo.
«Al diavolo!! Ma che vi ho fatto di male per meritarmi questo?» Allungò il passo, dirigendosi da Niall.
«Mi posso unire a voi?» Chiese dopo che l’aveva richiamato, e lui si era girato.
«Certo cara! Sei la benvenuta!» Appena Niall le si mise a braccetto, partì una marcia nuziale dai suoi amici, e Keyra sorrise timida.
«Mi scusi un secondo?» Tornò indietro, diede un calcio a David, un cazzotto giocoso a Mary e un’occhiataccia a Jess! Tutto il gruppetto di Niall la guardavano.
«La finite, cazzo?! Dio mio!» Sbuffando se ne riandò, con dietro le risate di Mary e David. Si rimise al fianco di Niall che sorrise.
«Che succede?» Chiese curioso, e lei sorrise timida.
«Niente, si divertono a sfottermi!» Sbuffò, mentre Mary allungava il passo, avvicinandosi. Quando le fu abbastanza vicino, Keyra le passò il braccio intorno al collo ma non fece in tempo a bloccare le parole di Mary.
«A quando le nozze?» Scoppiò a ridere anche Keyra, che non riuscì a trattenersi mentre con il pugno sfregava sulla testa e lei gemeva.
«Sta zitta, per dio! Sennò giuro che ti faccio dimenticare perché ancora vivi la tua stupida vita!» Tutti scoppiarono a ridere e Keyra si girò verso Niall che continuava a non capire.
«Uff.. Sei una stronza, sai?» Disse, vedendo la faccia di Niall, che poverino non capiva.
«Si divertono a sfottermi! E visto che il mio prototipo di ragazzo è biondo con gli occhi azzurri, pensano che prima o poi ti violenterò!» Niall ci mise un po’ a far arrivare la frase al cervello, poi sorrise.
«Allora sto tranquillo! Non sai violentare!» Mary lì scoppiò a ridere, ma di cuore.
«Scherzi? E’ nel guinness dei primati per aver violentato un numero sproporzionato di ragazzi!» Keyra si vergognò come una ladra.
«Così mi fai sembrare una donna dalle facili vesti!» Mary la guardò stranita.
«Perché, non lo sei?» Si girò a guardarla a bocca aperta.
«Scappa, prima che tiri fuori il mio coltellino.» Lei si allontanò, ma non se ne andò. Si girò verso Niall.
«Hai creduto alla storia che sono vergine? Non ci ha creduto neanche mio padre!» Niall arrossì.
«Oh!» per gioco, gli diede una leggera spallata.
«Tranquillo. Sei biondo con gli occhi azzurri, ma fidati che a quanto pare i miei gusti sono cambiati!» Il biondo sorrise, e le fece un occhiolino.
«Un certo moro con gli occhi scuri!» altro calcio su uno stinco.
«Giuro che te la cucio prima o poi quella boccaccia!» si guardò intorno, sperando che Lucas non fosse nei paragi. Continuarono di quel passo, e fu divertente vedere come Louis andava dietro a Keyra, ronzandole intorno senza nemmeno accorgersene. Arrivati al ristorante, presero posto al loro tavolo. La serata passò tra chiacchiere per conoscersi meglio e scherzi qua e la. Ad un tratto, mentre camminavano per tornare verso il centro, due ragazzi fischiarono a Keyra e Mary, restate indietro per parlare di una cosa. Stavano mangiando delle ciliegie e quando sentirono il fischio dei due, Keyra alzò lo sguardo.
«A belleee!» Urlò uno dei due, mentre Mary li guardava male e Keyra invece si portava la mano alla bocca e gli mandava un bacio con tanto di scrocchio. Stava avendo un altro dei suoi momenti “Ma si facciamo cazzate”. Sapeva che quelli erano dei morti di fica, ma si divertiva così Keyra, anche se quelli si sarebbero fermati, la mora come minimo si sarebbe sotterrata. Ma conosceva i maschi abbastanza da sapere che non avrebbero mai fermato la macchina in corsa. Louis, che si era accorto della cosa, si era girato a guardarla e quando quelli passarono oltre a tutta velocità, si avvicinò alla mora e le strinse la mano.
«Io ti stimo!» Disse Louis, facendo sorridere Keyra che ancora non aveva capito il perché di quella stretta di mano.
«Per così poco?» Chiese Mary, incredula. «E devi vederla come si è presa gioco di due poliziotti! Faceva i cori da stadio contro di loro, e loro le hanno detto “se ti succede qualcosa chiama qualcun altro, non noi” e lei “non vi preoccupate” con quel tono da saputella e da stronzetta! Certe volte mi vergogno pure di essere sua amica.» La mora le diede una gomitata. Louis invece rise.
«Mi sa proprio che ho trovato la mia compagna di cazzate!» E la prese sotto braccio, facendola ridere allegramente. Si, lo credeva anche lei.


Spazio dell'autrice: Ecco il terzo capitolo. Questi tre capitoli sono un'anteprima su Keyra e sui cinque deficienti. Dal quarto cercherò di scrivere di meno, perché su word questi tre capitoli erano un solo capitolo.
Un solo commento! çWç fa tanto schifo, mhm? Mi va bene anche se lasciate un commento negativo eh! Che vi costa? (: Grazie comunque alla ragazza secsistyles_ per aver recensito! ♥ al prossimo capitolo!

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Capitolo 4
*** chapter four ***


Non sai quello che hai finché non lo perdi.

La sveglia sul comodino suonò e Keyra si girò nel letto per cercarla. La voglia di alzarsi diminuiva ogni giorno che passava. Già non vedeva l’ora di avere le vacanze di natale per dormire tremilatrecentosessantaventiquattromila ore senza dover sentire quel maledetto suono che la svegliava quasi sempre sul più bello dei sogni. Quando trovò la sveglia, la prese e la buttò per terra.
«sta zitta, cazzo!» Blaterò, girandosi nel lettone e affondando le mani sotto il cuscino. Stava per riaddormentarsi quando suonò la sveglia del cellulare. Che palle!
Si rigirò di nuovo, prendendo il cellulare dal comodino – ma quello non lo buttò per terra, anche perché costava più di un polmone – e la spense. Grugnì cercando di tornare a dormire, ma era ovvio che oramai fosse più che sveglia. Sapeva che doveva alzarsi e ormai il sogno era andato a farsi benedire.
Rimase nel letto per cinque minuti, a pensare a quel sogno. Continuava a sognarlo. Sognava che lui tornava sui suoi passi, ritornando con lei e dicendole che in realtà l’amava follemente. Che cazzo di sogni faceva! E quando faceva quei sogni, si svegliava sempre con il piede sbagliato. Si girò, prese l’ipod attaccato alle casse, abbassò leggermente il volume e azionò la musica. Mise una canzone di Katy Perry e si ributtò nel lettone.
«Buongiorno!» Saltò come un petardo, mettendosi a sedere.
«Ohmmioddio!» Ansimò portandosi una mano al cuore per poi girarsi verso Niall, che se ne stava seduto sul letto a grattarsi la cute, con un occhio aperto e uno chiuso. La guardò stranito. Le uscì una risatina nervosa, mentre lo guardava. Si, si era dimenticata della presenza di Niall nella sua stanza.
«Per te mi dovevo ricordare che eri qui?» Niall la scrutò, cercando di dare un senso a quella frase, visto che il cervello non aveva intenzione di svegliarsi quella mattina.
«Eh?» Keyra ridacchiò e mosse la mano come se ci fosse una mosca fastidiosa.
«Lascia perdere!» Ridacchiando si alzò e rabbrividendo dalla differenza di temperatura, si avviò all’armadio, muovendosi a ritmo della musica cercando di riscaldarsi. Niall, seduto sul letto si chiedeva chi gli era capitata come compagna. Qualcuno bussò alla porta e Keyra diede il permesso di entrare. Si affacciò dall’armadio a muro e vide sua madre con il caffè.
«Tu donna, sarai fatta santa da me!» esclamò, e sua madre dandole il buongiorno le consegnò la sua tazza di caffè.
«In quanto non sapevo se prendevi il caffè come quella caffeinomane di mia figlia, ti ho portato sia caffè che tea!» Lui sorrise, ancora seduto sul letto.
«La mattina prendo il caffè, ma è l’unico!» Sua madre annuì, sicuramente scrivendoselo mentalmente.
«Allora oggi cosa farete?» Chiese sedendosi sul letto di Niall che si riscaldava le mani sulla tazza di caffè caldo.
«Abbiamo l’incontro a scuola. Facciamo due ore di lezioni e poi ci fanno uscire per andare in giro.» La voce arrivava dai meandri dell’armadio.
«Hai intenzione di fare sega in quelle due ore?» Chiese sua madre, sorridendo a Niall che sorseggiava il suo caffè con tutta calma. Erano in vasto anticipo. Keyra metteva la sveglia un'ora prima del previsto perché sapeva che si riaddormentava la maggior parte delle volte.
«Posso?» Chiese la mora sbucando dall’armadio.
«Ovviamente no! Tu entrerai e porterai Niall all’incontro e poi a lezione!» La sentì mugugnare contrariata da quella cosa. Era risaputo quanto non piacesse la scuola a Keyra. Anche se aveva buoni voti odiava quelle quattro mura più di qualsiasi altra cosa al mondo.
«Ma che palle! Io non ho voglia di entrare!» Borbottò e uscì definitivamente dall’armadio con i vestiti che avrebbe indossato quel giorno.
«E tu invece lo farai!» Sentenziò la donna, facendo girare Keyra verso di lei mentre si guardavano con occhio critico.
«Dittatrice!» Detto questo, ma con un sorriso, si diresse al bagno facendo un paio di viaggi portando prima i vestiti, poi le sigarette e per finire le scarpe. Venti minuti e tante bestemmie dopo – le sue madonne si sentivano per tutta casa mentre si spogliava e indossava le cose fredde – ritornò in camera, lasciando così il bagno a Niall. Si mise in scrivania per truccarsi e quando tornò Niall si sorrisero.
«Per me possiamo andare!» Disse il biondino, visto che Keyra aveva finito di truccarsi. Annuì e prese la borsa insieme a due quaderni. Usciti di fuori, rabbrividì per il freddo che incombeva su Londra quella mattina. Il freddo le penetrava fin dentro le ossa anche se si era coperta per bene.
Quando arrivarono a scuola, si appoggiò al cancello e attesero sia Mary che gli altri quattro.
«Buongiorno raggio di sole» Salutò Mary, che arrivò strusciando i piedi. La sentì ringhiare e le uscì una risatina divertita.
«voglio morire!» Esclamò, appoggiandosi a lei per cercare di dormire altri due minuti. Pochi minuti dopo e tanti mugugno di Mary, arrivarono anche gli altri e si salutarono semplicemente con sorrisi timidi. Era ancora troppo presto per passare agli abbraccio.
Louis le si mise seduto al fianco, guardandola con un sorriso a cui lei rispose del tutto tranquilla.
«Scusa, hai una sigaretta?» Mentre parlava con Louis e decidevano qualche scherzo da fare agli altri, si sentì toccata sul braccio e così si girò a guardare chi le avesse rivolto parola. Guardò la mano del ragazzo, per poi fissarlo in faccia e scrutandolo ancora più male.
«Ho scritto tabaccaio in fronte?» Chiese, con tono gelido, e quello ritirò la mano. «Vesti firmato e non hai otto sterline per comprarti le sigarette? Sparisci!» Sbottò e quello, senza troppe cerimonie la mandò a fanculo. Mary dovette fermarla, buttandosi con tutto il peso su di lei, per impedire alla mora di andare a pestarlo di botte. Louis rise di cuore.
«Che caratterino!» esclamò mentre le passava un braccio sulle spalle.
«Non mi pare che ti ho dato il permesso di toccarmi!» Rispose lei, e Louis per l’ansia si ritrasse. Keyra scoppiò a ridere, lasciando scivolare la maschera di freddezza dal viso. L'espressione che si disegnò sul viso di Louis era impagabile, mentre lei se la continuava a ridere allegramente.
«La tua amica è una stronza!» disse in direzione di Mary, che gli sorrise.
«Disse l’uomo fatto santo!» Scoppiarono a ridere e alla conversazione si unì anche Lucas. Quando lo vide, lo fissò seria.
«ciao ragazzi! Ciao Keyra Disse un po’ vergognoso, sempre guardandola. Lui sapeva, sapeva che stava per scatenare l'ira di Keyra. Si girò verso Mary, che la guardava preoccupata per poi tornare a guardare il moro.
«Ahh! Allora la lingua ce l’hai! E pure delle corde vocali! Cazzo che scoperta! Ti pensavo muto da un anno a questa parte!» 
Frecciò con tono velenoso e Lucas la guardò serio.
«Visto che i nostri compagni sono amici, credo che dovremmo abbassare l’ascia di guerra, finché loro sono qui!» Silenzio. Crollò il totale silenzio in quel gruppetto. Anche chi non la conosceva avrebbe intuito che quel deficiente aveva appena messo in azione una bomba ad orologeria che non vedeva l'ora di scoppiare. E stava per succedere.. Mary fece una faccia preoccupata, vedendo Keyra fin troppo tranquilla.
«Ascia.. di guerra?» Mary le si mise al fianco, quando vide che si stava per alzare. Sentiva la rabbia salire in un vortice dentro al suo stomaco. Per fortuna arrivò la campanella a salvare la vita di Lucas in calcio d’angolo. Si alzò per prima sotto gli sguardi preoccupati di tutti. La sua migliore amica le si affiancò pronta a bloccarla in caso avesse deciso di uccidere Lucas. Gli passò al fianco e gli diede una spallata. Camminando a passo di carica, dimenticandosi di tutti, entrò in classe. Si buttò al suo tavolo, incazzata come una biscia. Sentiva il sapore del veleno in bocca.
«Per favore Keyra!» Lo sguardo che lanciò a Mary avrebbe ucciso chiunque.
«Per favore Keyra? E’ un anno che provo a parlarci e poi mi viene a dire di ricominciare a parlare come niente fosse. Col cazzo!» Sbottò, quasi urlando. Niall le si sedette dietro mentre Liam dalla parte opposta. Al suo fianco vi erano Harry, Louis e Zayn.
La riunione cominciò poco dopo e il discorso crollò, grazie al cielo. Muoveva nervosamente il piede, sperando che quelle due pallosissime ore finissero in fretta, perché aveva il bisogno di uscire da quella scuola e da quella prigione immaginaria.

Dove si porta un gruppo di ragazzi che non avevano mai visto Londra? Al London Eye, ovviamente. E qual’era la paura più grande di Keyra? Le altezze, ovviamente. Aveva addirittura paura di scendere uno scalino, già.
«Assolutamente no! Andate voi, divertitevi io vi aspetto comodamente qui con i miei piedi che toccano terra!» Stava puntando i piedi per terra, mettendo tutto il peso possibile e immaginabile sulle gambe per impedire a Niall di condurla a fare il biglietto. La rabbia era passata appena era uscita da scuola e quei cinque coglioni si erano messi a fare i deficienti pur di farle dimenticare cos’era successo due ore prima. Louis e Niall avevano cominciato a cazzeggiare e come si poteva dire di no al cazzeggio libero? Keyra non ci riusciva. Louis la prese in braccio e cominciò a camminare verso il botteghino per fare il biglietto.
«Forza! Non ti succederà nulla!» Keyra cominciò a scalciare, cominciando ad entrare nel panico più totale.
«Scherzi? Con la sfiga che mi ritrovo, si staccherà e finiremo nel fiume. Oppure si blocca!» scalciava, cercava di scendere ma quelle braccia erano possenti ed era impossibile togliersele da dosso.
«Allora Zayn ti farà compagnia nel panico!» Si girò a guardare il tipo e pregò con lo sguardo di aiutarla.
«Se porti sfiga davvero, io lì sopra con te non ci salgo!» Disse con tono impanicato guardandola e leggermente bianco, forse impaurito dall'attrazione principale di Londra, ma anche per quello che lei aveva appena detto. Aveva paura dell’acqua, se aveva capito bene.
«Bravo! Di ai tuoi stupidi amici che non devo salire.» Insieme, lei e Zayn, cercarono di convincere i tre, ma non ci fu modo. Mary, Danielle, Lucas e gli altri compagni li seguivano.
«No seriamente! Non fatemi salire, per favore.» Ma non servì a molto. Alla fine, si ritrovò in fila per entrare in quelle gabbie sospese. Guardò nel panico l’uomo che faceva entrare nelle gabbie e si guardò intorno cercando una via di uscita.
Anche se era di Londra lei sul London Eye non ci era mai stata. L'aveva sempre paralizzata anche semplicemente guardandolo da sotto. Era enorme e con la sfiga che si ritrovava come minimo lo faceva crollare.
«Cosa? Non si ferma quel coso? Dobbiamo salire sopra mentre si muove?» Nella sua voce c’era una nota di panico. Si fece indietro, scuotendo la testa, sbattendo contro Zayn. Si girò a guardarlo e stranamente si rispecchiò nella sua espressione. Entrambi erano impanicati.
«Voi volete la mia morte!» Mary ridacchiava divertita. Vatti a fidare delle amiche, tsk! 
«La state uccidendo davvero!» Ammise, guardando la faccia panicata di Keyra. Si girò a guardare Zayn, che fissava il fiume sotto le gabbiette nel panico più totale. «Siamo ancora in tempo per scappare!» Lui si girò a guardarla e per un nano secondo pensò di farlo davvero. Si guardarono così intensamente che crollò il silenzio tra loro due.
«Al mio tre?» Sorrise sentendo quelle parole uscire dalle labbra di Zayn. Annuì. «Uno..» Guardò i ragazzi che continuavano a chiacchierare. «Due..» Tese tutti i muscoli del corpo, pronta a usare tutta la sua forza per scappare ed impedire a quelli di riprenderla.
«Tre!» Cominciarono a correre, spostando quelli che le stavano dietro e quando i loro amici se ne accorsero, presero a ricorrerli. C’era poca gente a quell’ora. Di sera era molto più affollato e soprattutto con quel freddo la gente non andava a Londra. Preferiva i posti caldi. Quindi tutta la strada era abbastanza libera. Zayn e Keyra si girarono a guardare i loro assassini e alla mora uscì uno sbuffo misto alle risate.
«Corri corri! Ci stanno raggiungendo!» Scavalcò le transenne e riprese a correre. Louis fù quello che lo saltò senza problemi e allungò il passo per riprenderli. Quando le mani del ragazzo strinsero le magliette dei due, si bloccò.
«Dove pensate di andare?» Ridendo cercarono di togliersi dalla sua presa, ma con ben poco successo. Louis tornò indietro, rifacendo tutta la strada e chiedendo permesso alle persone che non conoscevano. Era arrivato il loro turno. Fu proprio Louis che li buttò di volata dentro la gabbia e quasi Keyra non imprecò. Tra la gabbia e il marciapiede c’erano come minimo dieci centimetri e sotto il fiume. Per la spinta i due finirono vicino ai sedili. Si misero seduti uno al fianco dell’altro e videro che gli altri non avevano fatto in tempo a salire nel loro.
«Ok, sto per entrare nel panico.» Ammise Keyra, bianca come un fantasma. Zayn si girò a guardarla e pure lei lo fece, mentre si guardavano nel panico più totale. Si, pure lui stava per entrare nel panico. Si girarono verso la gabbia dopo, e guardarono come gli altri se la ridevano per la loro faccia.
«Non fai le foto?» Chiese Keyra, cercando di non pensare che per più di mezz’ora sarebbe rimasta lì sopra. Lo vide scuotere la testa continuando a guardarsi intorno, con gesti nervosi e scatti della testa.
«Ok..» Ansimò, cercando aria da donare ai polmoni. Crollò il silenzio mentre ascoltavano quelle tre persone che erano entrati prima di loro e che non conoscevano.
«uhhh guarda come siamo in altoo!» Sentì dire uno dei tre, e si aggrappò più forte al sedile mentre sentiva il suo viso perdere ancora colorito nel sapere che stavano in alto. Si girò a guardare Mary, che rideva invece di guardare il panorama.
«Non lo farai cadere vero?» Se ne uscì Zayn, girandosi a guardarla nel panico più totale.
«Spero di no! Se succede andrò all’inferno per aver portato te con me!» Una risata nervosa uscì dalle labbra perfette del ragazzo, mentre lei si sdraiava sul sedile, tanto quegli altri tre non li stavano usando.
«Uhhh.. si vede tutta Londra!! Guardaa!» Si alzò di scatto e si girò a guardarli.
«La finite cazzo? Si, si vede tutta Londra!! E’ Londra, mica Gesù Cristo!» Sbottò al limite della pazienza. Erano venti minuti che stavano lì e in venti minuti non avevano fatto nient'altro che ripere 'quanto siamo alti, guarda lì, guarda la'. Zayn si girò a guardarla - proprio come quelle tre persone, solamente che lui scoppiò in una delle risate più belle che lei avesse mai sentito in tutta la sua vita terrena.
Si girò a guardarlo ammaliata. Oh mamma che risata fantastica che aveva. Le uscì una risatina, mista al panico che stava provando.
Zayn si guardò intorno, cercando di non pensare all’acqua. Keyra invece si girò a guardare Mary. La vide alitare sul vetro della gabbietta e disegnare un cuore. La guardò con gli occhi fuori dalle orbite. Dentro al cuore fece una K e una Z con tanto di freccia ai lati del cuore. Quando vide che Zayn si stava per girare, spostò la sua faccia dall’altra parte..
«Uhhh.. guardaa! Quello è il Big Ben!» Per quando si girò di nuovo verso i suoi amici, il cuore era scomparso.
«Che cazzo ha quello da guardare?» Sbottò Zayn con tono serio. Anche lei si girò a guardare di chi parlasse e vide Lucas fissarli. Rispose allo sguardo, freddamente e lui spostò lo sguardo per primo.
«Stronzo!» Borbottò a denti stretti, tornando a guardare altrove. Sentiva lo sguardo di Zayn addosso, ma fortunatamente non fece domande. Alla fine del giro, non si erano scambiati altre parole.


Note dell'autore: Ecco il quarto capitolo. (: Ringrazio le nuove persone che hanno commentato o semplicemente mi hanno detto cosa pensavano della mia storia o su twitter. Se non fosse stato per loro, credo che avrei lasciato la storia così, senza un continuo. I commenti mi aiutano a capire in cosa sto sbagliando, se interessa alla gente. Senza quelli, penso che alla gente non piace quindi mi passa la voglia di postare perché penso che non piace. Quindi perché tu che stai leggendo questo capitolo non mi lasci un piccolo commento per dirmi che ne pensi? Almeno mi regolo. Al prossimo capitolo.
Grazie! un bacione.

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Capitolo 5
*** chapter five ***


Il mio suggerimento o consiglio è molto semplice ed è quello di avere un cuore sincero.


«Ciao bella gente!» Keyra entrò salutando quelli vicino alla porta d’entrata. Non mancava mai ai festini o almeno cercava di non mancare. Selena aveva deciso di dare un festino con quelli dell’altra scuola e la loro classe.
Non era una di quelle che si ubriacava tutte le sere e a tutte le feste. Ma le piaceva far parte dei festini anche se beveva poco e niente. Erano passati due giorni dal giro sul London Eye e il rapporto tra tutti era migliorato, tranne ovviamente tra Keyra e Lucas. Dopo la scampagnata da soli, lei e Zayn avevano preso a parlare un po’ di più dei primi giorni, stretti da un’amicizia di salvezza reciproca. Sapevano entrambi che senza l’altro sarebbero morti dentro quella gabbietta se fossero stati da soli.
Lucas cercò di trovare un modo per riattaccare bottone con lei, ma non ci riusciva perché Keyra lo smerdava in tutte le situazioni. Era avvelenata con lui, strano che fosse l’unico che ancora non se n’era accorto.
Abbracciò i ragazzi poi andò a salutare il resto dei compagni. Louis la seguì e quando uscì fuori dal balcone trovò Lucas con una ragazza. Stavano abbracciati, molto abbracciati. Li guardò, e il cuore le si bloccò in gola. Cercò con tutte le forze di spostare lo sguardo e dopo tante lotte interiori ci riuscì. Non poteva fissarli. Louis vedendo la sua smorfia, le porse il suo bicchiere.
«Cos’è?» Chiese, scrutando dentro al bicchiere e odorando il contenuto.
«Non chiedere. Bevi!» Annuendo ne prese un goccio e fece una smorfia disgustata. Era un mixer di cose, ma era buono. Forte ma buono. Lo guardò come un eroe e continuò a sorseggiare quel miscuglio di cose.
«Ok, non so cosa sia successo tra te e il coglione ma stasera gli facciamo capire che è un coglione!» Non capì cosa voleva dire, ma annuì facendo un sorriso.
«Lui ha una ragazza, tra parentesi neanche carina! Tu hai cinque ragazzi a tua disposizione!» Arrossì vistosamente da quella frase. Ma cos'era pazzo per caso?
«Non oserei mai!» Ammise, rigirandosi il bicchiere tra le mani e rientrando in casa.
«Mica devi portarci a letto. Semplicemente gli facciamo pensare che piaci a tutti e cinque!» Si girò a guardarlo, divertita. Perché a volte era così ingenuo quel ragazzo? Sorrise, con una dolcezza allucinante.
«Saprebbe benissimo che è una finta. Cinque ragazzi, tutti amici che provano la stessa cosa per una sola ragazza!» Louis la guardò con un sorriso dolce.
«Vedo che hai molta autostima di te!» Fece un sorriso al ragazzo, ringraziandolo mentalmente. A volte basta il pensiero, no? Ma quel 'piano' non andava bene. Perché era davvero impensabile che su cinque ragazzi disponibili tutti e cinque erano innamorati di lei.
«Davvero, grazie per l’interessamento, ma non è proprio da me.. Fidati!» Sorrise e si avviò da Mary che chiacchierava con Danielle. Si intromise nel discorso, ma non lo seguì poi così tanto. Aveva una voglia matta di uscire in balcone e dirgliene quattro, ma non lo fece. Non era da lei uscire di testa in quel modo. I cinque si unirono al discorso mentre Niall si appoggiò a lei passandole un braccio sulle piccole spalle. Si girò a guardarlo, sorridendo.
«Hai una sigaretta, Keyra?» Si sporse in quanto la voce arrivava dalla parte opposta di Niall. Lo scrutò, poi tornò a guardare Mary.
«Keyra, hai una sigaretta?» Di nuovo, lo guardò scrutandolo attentamente, e tornò a guardare Mary.
«La sentite anche voi questa voce fastidiosa? O me la sto immaginando?» Chiese e tutti sorrisero.
«Ehi, io sono qui!» Si girò a guardarlo, facendo finta di vederlo solo in quel momento ma la sua espressione cambiò, tramutandosi in uno sguardo schifato.
«Facevo di tutto per ignorarti!» Niall scoppiò a ridere con quella risata fantastica e lo guardò dal basso.
«Sei proprio una ragazzina!» Sbottò. Forse per l’alcool in circolo nelle sue vene, forse per tutto quel tempo che si teneva le cose dentro.
«Io sarei la ragazzina? Io, Lucas Lo vide girarsi per guardarla. «Io ho fatto di tutto per parlare di quello che è successo. Ci ho provato, tu mi hai ignorato. E ora, vieni qui a dirmi che vuoi abbassare l’ascia di guerra, dopo un anno che fai di tutto per ignorare i miei tentativi di ricominciare da zero! Chi è, il ragazzino?» Chiese quasi urlando per la rabbia. Tutto intorno a loro si era bloccato. La gente, oltre ai suoi amici, guardava la scena. 
«Rimaniamo amici, mi dispiace e tante cazzate varie. Ma datti fuoco!!» Si girò di nuovo a guardare Mary, che la guardò tristemente.
«Sei tu che non ti sei fatta mai sentire.» Aprì la bocca come se fosse incredula, mentre guardava negli occhi Mary ed essa scosse la testa come per dire “non scoppiare”. Si girò così lentamente che quasi fece venire a tutti il latte alle ginocchia.
«Cosa? Cosa hanno udito le mie orecchie? Forse oggi me le sono pulite male, ma.. Se non è così un vaffanculo non te lo toglie nessuno.» Sapeva che aveva appena sbagliato frase, e di aver appena detto una cazzata. Lo sguardo che lanciò a Keyra era pieno di scuse.
«Ti ho provato a contattare in tutti i modi. Da face book, a msn! A scuola, ho provato a parlare. Una volta hai ricevuto una chiamata dal mio cellulare, naturalmente non da parte mia, e per il tuo comportamento da bambino hai fatto rispondere Christian! Io le possibilità di riattaccare bottone ce le hai avute, ad una certa mi sono rotta il cazzo!» Lo vide aprire bocca, ma non gli diede neanche il tempo di parlare. «no, qualsiasi cazzata stai per dire non dirla. Non voglio neanche più sentirla la tua voce. Se fosse per me ti toglierei le corde vocali. Anche una tua sillaba mi snerva! Sparisci e ti prego, fai come se io non ci fossi quando sei nei miei paraggi. Da oggi fammi il piacere di non sapere il mio nome! La prossima volta che mi parli, giuro su me stessa che ti castro! Mi sono spiegata?» Louis se ne uscì con un “ohhh” di stima, ma Harry gli diede una spallata come per dire di stare zitto.
«Ma..» Keyra si avvicinò.
«Hai tre secondi per andartene. Se al tre non sei uscito dal mio campo visivo, non sarò mai stata così contenta come finire in galera per averti massacrato di botte.» Sibilò a denti stretti. E se Keyra diceva che lo massacrava, l’avrebbe sicuramente fatto.
Era piccola di costituzione, ma suo fratello Julian le aveva dato delle lezioni di difesa. Non eccessive ma quel tanto da sapere per mandare qualcuno all’ospedale. Lo guardò andare via e le uscì uno sbuffo dalle labbra. Guardò il suo bicchiere come se lì dentro ci fossero le risposte alle sue mille domande per poi buttarlo giù in due sorsi. Appena lo finì lo posò sul tavolo e barcollando si diresse all’altro balcone della casa. Non seppe bene dopo quanto arrivò Mary, ma arrivò e le si mise al fianco.
«Come stai?» Alzò il pugno e cominciò a muoverlo come a tempo di musica, senza staccare lo sguardo vitreo dalla macchina su cui si era fissata.
«Bene. Molto bene! Mai stata meglio in vita mia!» L’alcool stava facendo il suo sano effetto. Sentiva le mani indolenzite.
«Non direi la stessa cosa.» Si girò a guardarla e sorrise in modo ebete. Quell'espressione che hai quando sei brilla e non te ne rendi conto. 
«Sisi. Mai stata meglio. Di notte sogno che Lucas torni da me, con la coda tra le gambe e di giorno gli dico che gli spacco la faccia! Oh si, sto da dio!» Ammise, portando tutta quella sincerità grazie all’alcool. Guardò Mary, dispiaciuta. La sua migliore amica l’abbracciò passandole un braccio sulla vita e Keyra si appoggiò a lei.
«Credo..» La sua migliore amica si girò a guardarla.
«Cosa?» 
«Credo di essere un po’ brilla. Un po’ tanto. Forse troppo La sentì ridere e sorrise anche lei, da demente.

«Oh porca!» Si mise a sedere, guardandosi intorno. Mary dormiva al suo fianco, Niall dall’altro. Erano in una stanza che non conosceva. Dove diavolo era?
«Porca.. Gira tutto!» Aveva un senso del vomito che continuava a darle fastidio alla bocca dello stomaco. Che cazzo era successo la sera prima? Cercò di fare mente locale, con ben poco successo. Quel mal di testa non aiutava Keyra a fare mente locale.
«Kè?» Si girò a guardare Mary, che stava ad occhi aperti sul letto.
«Non ne sono poi così sicura! Mi chiamo Keyra?» Rispose, strusciando fino alla fine del letto per uscire e barcollando si avvicinò alla finestra. Erano ancora a casa di Selena. «Che cazzo è successo?» chiese, deglutendo.
«Ti sei ubriacata! Credo la tua prima e vera ubriacatura. Non ti ho mai visto così euforica in tutta la nostra amicizia!» Annuì, poco interessata.
«Non ricordo un cazzo! Che situazione schifosa. Quante figure di merda ho fatto?» La vide fare delle smorfie. «Così tante? Devo preoccuparmi?» la guardò e la vide annuire.
«Ma Louis ti faceva compagnia, tranquilla! Avete animato la festa.. Ci hai provato con Niall, lo sapevo che l’avresti fatto, e hai cercato in tutti i modi di portartelo al piano di sopra!» La guardò, preoccupata.
«Dimmi che non è successo nulla!» Scosse la testa, poi guardò il biondino.
«merda! Ma perché mi hai permesso di bere?» Chiese, risedendosi sul letto.
«Non mi hai dato tempo di toglierti il bicchiere. Ma in fondo ti sei divertita! Ogni tanto ne hai bisogno anche te..» Se lo diceva lei.
Decisero di scendere a fare colazione. Poco dopo arrivò anche Niall e Keyra si avvicinò a lui, con sguardo da cane bastonato.
«mi ha raccontato! Scusami scusami scusami!» esclamò, mettendo le mani a mo di preghiera. Niall l’abbracciò dolcemente.
«Tranquilla, capisco che non eri te stessa!» Lo guardò dispiaciuta, e lui rise. «Stai tranquilla!» Annuì, continuandolo a guardare in modo dispiaciuto.
Prese un cornetto e fece il caffè. Si misero al tavolo e si fece raccontare la serata.
«Ho smesso di ricordare da quando siamo tornate dentro.» Ammise, mordendo il cornetto e sentendo il senso di vomito. Si obbligò a mangiare qualcosa.
«Si, da lì abbiamo trovato Louis nello stesso stato! Sono sicuro che l’ha fatto per tenerti compagnia! Solo lui sapeva cosa ci aveva messo in quel bicchiere, se l’è fatto pure lui e l’ha mandato giù. Quando vi siete incontrati, beh.. c’è stato un abbraccio affettuoso, con mezzi piantarelli mentre vi dicevate che avevate sentito la mancanza dell’altro.» E stavano solo all’inizio della serata. Li guardò a occhi sbarrati.
«Per ieri sera siete stati migliori amici. Attaccati come due cozze allo scoglio, non siamo riusciti ad allontanarvi. Avete messo la musica ad alto volume e avete cominciato a ballare come due criceti. Perché in effetti non si può definire ballo quello che avete fatto ieri. Poi avete cominciato a brindare a voi stessi e alle delusioni amorose con i bicchierini del caffè vuoti, sicuramente sicuri che dentro c’era un alcool infinito, perché non avete mai preso nessuna bottiglia per riempirli.» scoppiò a ridere.
Possibile che non si ricordasse un cazzo di tutto quello che era successo?
«Poi c’è stato il Free Hugs. Siete andati in giro per casa a dare abbracci a tutti. Quando siamo riusciti a ritrovarvi, lo definivate “Abbraccio a panda” non siamo riusciti a capire cosa intendevate ma vi abbiamo lasciato fare.» Ridacchiò, sorseggiando il caffè.
Entrarono anche Zayn e Harry subito seguiti da un Louis con la mano sulla fronte per il mal di testa. Quando vide Keyra, sorrise e l’abbracciò, facendole il famoso abbraccio a panda. Rise.
«Ciao oh mia paladina!» Rise con gusto dando degli schiaffetti sul braccio di Louis.
«Stavamo raccontando a Keyra cos’avete fatto ieri sera!! Non ricorda.» Louis ridacchiò e guardando il cornetto fece una smorfia. Si mise semplicemente seduto ad ascoltare. «Poi sei andata da Harry, dicendogli che aveva dei bellissimi occhi. Da lì vi siete messi a litigarvelo. Tu che volevi cavargli gli occhi» La cucina si riempi delle loro risate mentre Keyra scuoteva la testa, cercando di ricordare almeno una di quelle cose ma nel suo cervello c'era solo il vuoto più totale. «e Louis che ti prometteva che non ti avrebbe più fatto gli abbracci a panda se non lo lasciavi subito!» Strinse le labbra, cercando di non far uscire la risata che sentiva venir su.
«Qualcos'altro?» Chiese a mo' di scherzo e lo vide annuire.
«Poi ci hai provato con me.» Tutti risero, lei era l’unica che non rideva, preoccupata di aver rovinato tutto.
«oddio!» Scosse la testa, incredula di aver fatto tutto quello. «Che cosa ti ho detto?» Domandò ma lo vide scuotere la testa. Ergo: Era meglio non sapere. La cosa di certo non la rendeva contenta. Si portò una mano davanti alla bocca.
«Insomma ho fatto la figura della puttana.» Lo vide annuire e come di lì a dieci minuti tutti ridacchiarono. Era appena diventata il giullare di corte di quel gruppo. Doveva essere fiera di sé stessa. 
«No, si capiva che stavi ubriaca! Nessuno ti ha preso sul serio!» A quella frase lo guardò male. «Che vorresti dire? Oddio ci ho provato con qualcun'altro?» Niall la guardò da sotto le ciglia bionde e, con uno sguardo dispiaciuto misto a divertimento, annuì. 
«Con chi?» domandò con una nota di panico nella voce. Le era anche passata la fame, sinceramente. Niall disse che aveva provato a rimorchiarsi Philip, un suo compagno di classe.
E quello, un morto di fica era arrivato alle scale pronto a portarla al piano di sopra. Louis l’aveva salvata in tempo.
Si alzò e fù il suo momento di un abbraccio a panda. «Grazie oh mio salvatore.»
«Poi siamo riusciti a portarti a letto!» Sentenziò il biondo.
«Aleluja!» Alzò il pugno, in segno di vittoria facendo sogghignazzare tutti.
«Zayn è tornato dopo quasi un'ora!» Disse infine Harry, e si girò a guardare il moro che la scrutava in silenzio. Incredibile quante poche volte avesse sentito la sua voce in confronto agli altri. Era davvero una persona silenziosa.
«Sei stato te a portarmi a letto?» Zayn annuì, fissandola intensamente.
«Ci ho messo tanto perché non si voleva addormentare. Saltava sul letto e abbiamo fatto anche a cuscinate!» Arrossì leggermente in zona guance e si scambiò uno sguardo veloce con Mary, che passava lo sguardo da Zayn a Keyra.
«Si, lo fa sempre anche con me!! Ogni volta che vado a dormire da lei, facciamo a cuscinate! Le piace.» Salvata in calcio d’angolo.
Si girò di nuovo verso Zayn, sorridendo. Fu tranquilla finché non si accorse di nuovo dello sguardo di Zayn e quello di Mary addosso. Li guardò, cercando di capire che cazzo avevano da guardare mentre tutti chiacchieravano. Fortunatamente avevano finito di parlare di lei.
Quando Zayn si rese conto che anche Keyra lo guardava, spostò lo sguardo girandosi a parlare con Niall, seduto al suo fianco. Tornò a posare lo sguardo in quello di Mary e non so come ne perché, interpretò il suo sguardo.
Lei si era accorta di qualcosa, ma cosa? Che poteva esserci di tanto strano nell'accompagnare una ragazza ubriaca a dormire? E perché le era andata incontro così, salvandola dall’imbarazzo? Fissava il piatto sotto di lei e quando arrivò ad una conclusione sentì il bisogno di andare a vomitare.
Eccolo il dopo sbronza che tutti avevano. Fece strusciare la sedia e corse al bagno del piano terra, entrando e chiudendosi la porta alle spalle. Si vomitò anche l’anima. Quando terminò, si appoggiò sul braccio che abbracciava il water. Oh cazzo!
Sentì la porta aprirsi, si mosse ma non alzò la testa. Sapeva chi era.
«Dimmi che mi sono vomitata l’anima perché ho capito male!» Nessuna risposta.
Con forze che non credeva neanche di avere, si alzò e si sciacquò il viso. «Merda! Merda merda merda!» Ripeté sbattendo la mano sul lavandino.
«non sono sicura! Ci ha messo tanto a tornare, e la scusa delle cuscinate è davvero banale. Tu appena vedi un letto crolli! Ed è tornato con la maglietta all’incontrario!» Sbatté di nuovo la mano sul lavandino. Si asciugò il viso e la guardò tramite lo specchio.
«Magari sentiva caldo. Magari è arrivato con la maglietta all’incontrario.» la vide scuotere la testa. «no eh?!» Di nuovo vide lo scuotere della testa castana di Mary e per un secondo sperò che fosse il post-sbronza, ma non fu così.
«Quando gli hanno fatto notare che aveva la maglietta all’incontrario, se l'è risa tra sé!» Sbatté le lunghe ciglia, guardandola. «Non ti ricordi proprio niente?» Scosse la testa.
«Zero! Il vuoto totale. L’ultimo ricordo è quando stavamo in balcone!» Ammise con voce che arrivava dall'oltre tomba, nel panico.
«Allora devi parlarci!» La guardò, e annuì.
Si, sai che bella figuraccia andare da un quasi sconosciuto e dirgli “ehi, ma che per caso abbiamo fatto sesso?” così le scoppiava a ridere in faccia.
Ritornarono in cucina, Keyra con la depressione fino a sotto i piedi.
«Hai bisogno di un abbraccio a panda?» Annuì e aprì le braccia, appoggiandosi a lui con tutto il peso.
«Se la prossima volta mi vedete con un bicchiere di alcool in mano, siete pregati tutti quanti di togliermelo al volo!» Tutti acconsentirono con una bella risata, poi si rimise seduta. Dopo colazione decisero di tornare a casa per cambiarsi e per riposare un po’, si sarebbero visti per pranzo. Il viaggio in autobus fu in totale silenzio tra lei e Niall. Si stava agitando.
Si girò a guardarlo e lo vide guardare fuori. «Mi sento in imbarazzo.» Ammise, e lui si girò a guardarla con un sopracciglio alzato.
«per cosa?» Chiese il biondino, con dolcezza.
«per ieri sera! Ci sarà questo silenzio per le restanti tre settimane?» Domandò, leggermente rossa sulle guance. Niall le passò un braccio sulle spalle e l’attirò a sé.
«Sono solo stanco, Keyra. Ti assicuro che non sono in imbarazzo per quello che hai fatto ieri. Ho solo bisogno di dormire!» ammise lui, con un sorriso dolce sulle labbra. Però lei non gli credeva. Il biondino sbuffò.
«Ho dormito tre ore, neanche. E due sei stata a tirarmi calci sulle gambe. Quando hai smesso, hai cominciato a chiacchierare!» Sbiancò totalmente a quelle parole, impaurita da quello che aveva potuto dire durante il sonno.
«E che cosa ho detto?» Domandò, nel panico.
«Cose a vanvera! Hai detto tutti i nostri nomi, a Louis ai avvicinato il “voglio un abbraccio a panda” e poi hai riso. Stop!» lo guardò per assicurarsi che non mentiva, poi annuì.
«Ok.. Quindi tutto come prima di ieri sera?» Lo vide annuire e ridere.
«Te l’assicuro. Dopo un oretta di sonno sarò quello di ieri prima del fatto!» Annuì e prenotò la chiamata per scendere. Fu davvero così, anzi il loro rapporto migliorò moltissimo da quella sera. La notte rimanevano a chiacchierare fino a tardi, di cavolate varie o a mangiare biscotti con il tè caldo. Era sempre più divertente stare al suo fianco.

Note dell'autore: Ok. Ho capito che non vi va di recensire! Ok, va bene. (:
Ringrazio quelle persone che invece mi hanno fatto sapere cosa pensano della fan fiction o su twitter oppure su facebook.. Dipende dalle persone! (: Io comunque, se volete lasciare qualche commento, non vi mordo mica ehhhh! (: ♥ grazie comunque per leggere la mia storia.

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Capitolo 6
*** chapter six ***


A volte il vincitore è semplicemente chi non ha mai mollato

Sbatté la testa sul ripiano della cucina. Stava impazzendo. Erano quattro giorni che cercava in tutti i modi di ricordare qualsiasi cosa di quella serata, ma non si era ricordata nulla.
«Al diavolo» Sbottò sanendo in camera e bussando entrò poi in camera sua. Si sedette sul letto di Niall, muovendosi avanti e indietro, nervosamente.
«Keyra?» Il tono che usò fu quello di una persona preoccupata, alzando gli occhi dal computer portatile. Si girò a guardarlo, in ansia.
«Dobbiamo parlare!» Sussurrò, continuando a muoversi come una bambina piccola, con le mani sotto le gambe. Lo vide posare il computer sul letto per dedicarsi completamente a lei.
«Cosa succede?» Chiese, sedendosi al suo fianco.
«Io lo so che per te non sono nessuno, ma mi devi aiutare!» La guardò prima in modo freddo, poi annuì come a farle capire di continuare. «Sto impazzendo. Mi prometti che questo discorso non uscirà da queste mura?» Di nuovo annuì. Prese un profondo respiro.
«Hai parlato ultimamente con Zayn?» Lo vide pensarci, poi scosse la testa. «Non ti è arrivata voce di nessuna storia di sesso?» Per l’ennesima volta scosse la testa. «Sei sicuro? Al centouno per cento?» Non si mosse, fissandola.
«Oh mio dio!» Era incredulo, segno che aveva capito. «Siete stati a letto insieme?» Domandò a bocca aperta. Keyra lo guardò, ricominciando a muoversi nervosamente avanti e indietro.
«Non ne ho la più pallida idea. Non so se siamo andati a letto, Mary mi ha messo la pulce nell’orecchio!» E gli raccontò tutto, da quanto aveva visto Mary, cos'aveva notato la ragazza e Niall annuiva, concordando con lei.
«In effetti si, è tornato con la maglietta all’incontrario. Zayn si guarda sempre prima di uscire, per controllare che niente è fuori posto. Quindi non ci è arrivato da fuori.» Spiegò, girandosi a guardarla.
«Ma parlarci, no?» Lo guardò male.
«Si, sai che carina se vado da lui dopo quattro giorni e gli chiedo “Ehi, ma siamo per caso stati insieme a letto?” Così mi sputa in faccia. Stiamo parlando di Zayn, mica di Louis!» Si girò a guardare l’armadio come se su di esso ci fossero le risposte alle sue domande.
«A volte penso che era meglio se questo problema fosse capitato con te o con gli altri. Sarei stata meno in agitazione. Ma con lui..» Piagnucolò, in ansia.
«Posso provare a vedere se..»
«NO!» Urlò, con i nervi tesissimi. Si girò a guardarlo lentamente, con gli occhi sbarrati dall'ansia. «Non osare! Lo farò io, prima o poi. O forse mai! Al diavolo, magari mi sto facendo solo tante pippe mentali.» Esordì.
Niall la guardò, preoccupato. «ma perché sei tanto agitata?»
Ancora, si girò a guardarlo. «Innanzituutto perché non faccio sesso così, non è proprio da me. Non riesco a capire neanche perché dovrei averlo fatto un gesto tanto sconsiderato. E poi lui è fidanzato! Però lo stronzo mica mi dice nulla, non mi da segni per capire. E’ tutto normale, e lui sa benissimo che mi sto facendo tutte queste seghe mentali e sa bene che non ricordo un cazzo di quella notte» Il biondino ridacchiò.
«Non credo che Zayn è davvero così stronzo da non farti capire se c’è stato qualcosa. Non è uno stronzo, anzi.. Ci si comporta ma in fondo non lo è. E poi per rispondere alla tua domanda, penso che se hai fatto sesso con lui.. O ti piace oppure hai associato Zayn a Lucas e non ci hai pensato due volte.» Ecco. Si, in effetti ci aveva pensato pure lei a quelle due cose, ma non credeva alla prima. Certo, pensava che Zayn era molto carino, ma ogni volta che lo guardava da una parte aveva voglia di spaccargli la faccia perché era troppo simile a Lucas. E la seconda..
«Se ho davvero fatto una cosa del genere, sono davvero una merda!» Ammise, scuotendo la testa. «E lui è più merda di me se l’ha fatto sapendo che stavo vedendo Lucas e non lui!» Niall ridacchiò.
«Non è così stronzo, fidati! Parlaci e cerca di capire cos’è successo.» Guardò l’orologio. Dovevano uscire, perché avevano appuntamento dopo venti minuti al centro per andare chissà dove.
«Dobbiamo uscire. Andiamo!» Esclamò in modo spiccio, alzandosi dal letto, completamente persa nei suoi pensieri. Prese la borsa e uscì di casa.
«Mi prometti che ci parlerai?» Non promise, perché non sapeva se avrebbe mantenuto una promessa del genere.
 
 
Appena erano arrivati all’appuntamento, vide Lucas con la ragazza e Zayn affiancato dall’oca giuliva. Louis si buttò sopra di lei, dandole un abbraccio a panda.
«Ciao amica! Come stai?» Vedendo la sua faccia, Louis, ridacchiò.
«Bene, bene! Tu?» Chiese, ricambiando l’abbraccio e cominciando a camminare con lui, uno di fronte a l’altro, ancora abbracciati.
«E' difficile camminare così con te, ma non voglio lasciare andare questo abbraccio pandoso troppo dolce» ridacchiò.
«Mi stai stritolando. Louis, per favore allenta la presa!» giocò e lui la lasciò andare. Si mise dietro a Harry che parlava con Liam e gli diede una pizza fra capo e collo.
«Ciao ricciolo!!» Il moro si girò a guardarla, frustato.
«Dammi un’altra pizza e ti faccio dimenticare anche chi sei!» Keyra fece finta di tremare.
«Uhhh! Che paura!» Salutò con la mano Zayn e poi diede un bacio a Liam, che arrossì.
«Oh, Harry! Ma lo sai che hfjsopifhudb?» Harry la guardò.
«Cosa?» ridacchiò.
«Stocazzo!» Louis se la rise di gusto, ancora abbracciato con lei.
«Ma questi giochini stupidi li sai solo tu?» Chiese, infastidito il ricciolo.
«No, sto facendo un corso avanzato anche a Louis così quando tornate sarà lui a stressarti al mio posto!» Harry la guardò male, poi però le saltò addosso. Keyra, per assecondare il colpo strinse le braccia intorno alle sue spalle.
«Come farò senza le nostre litigate?» Rise con gusto a quelle parole. Lei e Harry stavano prendendo un bel rapporto. Erano tutte battutine ma quel ragazzo era la dolcezza.
«Dai, mi vuoi dire che non ti snervo neanche un po’?» Lo vide annuire.
«Ovvio! Ma è divertente!» Lo guardò male.
«Come un brufolo sul sedere!» La faccia che fece Harry, quasi sicuramente immaginandosi la cosa, la fece ridere.
«Oh, ma che schifo!» Fece un'altra smorfia e scosse la testa per cancellare l’immagine che aveva in mente. Cominciarono ad andare verso la meta di quel giorno, lei era abbracciata a Louis ma la lasciò quando Harry gli disse che lo stava tradendo con lei e che non lo amava più.
Rise, vedendo quei due e la loro indole da gay - non che avesse niente contro i gay, ma quei due facevano solo finta di esserlo -, scuotendo poi la testa.
Si mise paura quando qualcuno si avvicinò a lei. Si girò, trovandosi Malik.
«Oh, ti si è staccata da dosso! Complimenti, un bel passo avanti!» Scherzò e lui la guardò dall’alto, per poi girarsi a guardare Harry e Louis.
«Sei per caso gelosa?» A quello non aveva calcolato, stava solo scherzando e cominciò a boccheggiare. Si riprese in tempo, mentre lui si girava a guardarla.
«Ti piacerebbe!» sbottò, con tono sicuro, e lui sorrise. Crollò il silenzio.
"vai, puoi farcela Keyra" Disse a se stessa, mentalmente. No, non ce la poteva fare. "è semplice. 'siamo stati a letto insieme?' Non è difficile" La faceva facile la sua stupida coscienza che non doveva metterci anche la faccia in quella discussione.
«A cosa pensi?» si riscosse dai suoi film mentali, girandosi a guardarlo.
«A nulla!» mentì, e lui la guardò con quegli occhioni castani che le penetravano anche dentro l’anima. Si girò a guardare Louis e Harry, ridacchiando quando vide Louis saltare addosso al riccio, sbaciucchiandolo. Erano davvero stupendi insieme.
Poi vide Niall girarsi, la guardò attentamente e fece l’ok con la mano. Lo sguardo che gli lanciò fu di fuoco. Ma porca puttana.. Con la coda dell’occhio si rese conto che Zayn aveva alzato un sopracciglio. Ecco, aveva visto il gesto di Niall. Vaffanculo.
«Ti sei ripresa dall’altro giorno?» "Non arrossire. Non farti vedere nel panico, forza Keyra." Si girò a guardarlo, annuendo. Si fissarono attentamente. Si girò di nuovo guardando avanti e lo vide sorridere con la coda dell'occhio.
«Che cazzo hai da sorridere?» Chiese infastidita sbottando. Lo vide alzare le spalle, divertito.
«Mhm.. niente, pensavo!» Cominciava a sentire le mani prudere.
«A cosa?» chiese, infastidita ma con tono risoluto.
«A quando ti ho accompagnato a dormire.» Eccolo lì il momento. Glielo stava servendo su un piatto d'argento e Keyra prese la palla al balzo.
«Facevo tanto ridere?» Domandò cercando un modo per fargli dire qualcosa su quella sera.
«Per uno serio come me, beh si!» Dannazione! Qualcosa in più no, brutto bastardo?
«Ma che ho fatto di tanto strano? Cioè.. Ho fatto a cuscinate con te e saltavo sul letto! Queste cose le faccio anche da sobria!» Lui si girò a guardarla, con quel sorriso sexy che le fece perdere il filo del discorso.
«Ho tenuto le altre cose per me, era meglio non raccontarle a nessuno.» "Ohmmioddio!"
Lo guardò seria, inclinando la testa. «Ma adesso siamo noi due, quindi puoi dirmelo!» Lo vide tornare a guardare di fronte a sé.
«Mhm.. no! Mi sa tanto che non te lo dico!» "MA CHE STRONZO!" Urlò nel suo cervello, incazzata. In quel momento nel cervello di Keyra passava la sua coscienza, sotto forma di angioletto con un grande cartello con su scritto: “primo round – vinto da Zayn!”
«Perché non dovresti?» Lui sapeva! Lo stronzo sapeva che si stava facendo le seghe mentali su quello che era successo.
«Così, solo per farti stare sulle spine. Tu che pensi sia successo?» Chiese e percepì nel suo tono una punta di malizia. Stronzo al quadrato.
«Rimembri che non mi ricordo un cazzo di quella sera? Perché mi stai domandando cosa è essere successo? Tutto può essere successo.» Disse seria guardandolo di sbieco.
«Traducimi il tuo significato di “tutto”.» Strinse la mano dentro la tasca del giacchetto. Ora lo buttava nel fiume. Gli lanciò uno sguardo bruto, a cui lui rispose con un sorrisetto strafottente.
«Ma perché parlo ancora con te?» lo sentì ridacchiare a bassa voce.
«Forse perché hai una paura fottuta che è successo qualcosa tra di noi!» Si girò a guardarlo, cercando di non far trapelare l’ansia.
«Oh.. Ma dai mi conosci così bene da saper quello che mi passa per il cervello! Cazzo, non l’avrei mai detto!» Esordì con tono sarcastico mentre lui ghignò, e lo guardò seriamente incazzata. Stronzo stronzo e ancora fottutamente stronzo.
«C'è la possibilità che è successo qualcosa del genere? No, non ne vedo il motivo.» Ancora una risatina snervante da parte di Zayn.
«Tu ne sei così sicura?» Ancora lo guardò mentre salivano la scalinata per entrare al museo delle cere.
«E tu saresti davvero così stronzo da usare una ragazza ubriaca che non si ricorderà mai delle tue prestazioni?» Lo vide sorridere in quel modo enigmatico.
«E' inutile che ci provi. Non ti dirò mai se siamo stati o no a letto insieme!» Si era avvicinato, le aveva sussurrato quelle parole nell’orecchio. Tremò leggermente sentendo il suo fiato sul collo.
Ecco, quello era il punto debole di Keyra. Sfioravi il collo di Keyra, anche solo con il respiro e tremava come una foglia. Dopo averla immobilizzata, perché Keyra si era bloccata, lui ridacchiando salì gli scalini due a due.
«FOTTITI!» Strillò, imbufalita.
«Dai, forse stasera trovo un pochino di tempo anche per te!» Rispose lui, sorridendo. Strinse i pugni, mandando tutte le madonne che conosceva a quel decerebrato mentale di Zayn.
“secondo round – vinto da Zayn! Partita vinta!” Al diavolo, Malik.
 
«Il tuo ragazzo se la fa con altre mentre tu magari ti passi lo smalto!» Malik si girò a guardarla, serio in volto.
«Scusa?» chiese la gallina, mentre anche lei si girava a guardarla.
«Terra chiama Sophie. Parliamo la stessa lingua?» chiese, guardando Zayn, che la fissava di rimando. «Certo, per chi mi hai preso?» Ce l’aveva sulla punta della lingua la risposta, ma Keyra non era tipo che purtroppo aveva un filtro bocca – cervello. Diceva quel che pensava.
«Per una gallina, devo ammetterlo! E vedo che ho anche ragione!» Ammise, tornando a guardarla.
«Ma cosa vuoi?» "smerdare il tuo ragazzo" pensò ma si trattenne nel dirlo. Non doveva, sennò mandava a monte il suo piccolo piano malefico.
«Volevo solo avvisarti che il tuo ragazzo è un perfetto imbecille e che mentre tu fai altro, lui pensa a farsi le altre!» L’avvisò, con un sorrisetto. Lei alzò lo sguardo verso Malik e trovò lui a guardarla seriamente. Non aveva nessuna espressione particolare in viso, ma sapeva che in quel cervello stava succedendo la terza guerra mondiale. Dopo due secondi di blocco, lui parlò.
«Non crederle baby! Non lo farei mai!» Le uscì una risata.
«Oltre che puttaniere anche un bugiardo! Bell’affare che ti sei presa!» E ridendo se ne andò, come era venuta. Si mise a guardare diverse statue, ma senza vederle realmente. Attendeva, perché sapeva che sarebbe arrivato Malik, incazzato come una biscia.
«Mi vuoi per caso morto?» Si girò lentamente, per poi sorridere fintamente dolce quando si ritrovò faccia a faccia con lui.
«Chi io? No, non lo farei mai!» Disse con un tono soave, con una nota di sarcasmo, tanto da presa per il culo.
Lui indicò la sua ragazza, che gli dava le spalle. «E il pezzo di poco fa?» lei sbatté le ciglia, da cerbiatta.
«Se ti aspettavi che non giocavo pure io, ah.. Beh Malik, hai sbagliato proprio persona con cui fare i tuoi giochetti!» S fissarono. Lui perse l’espressione seria per farla diventare un ghigno.
«Ok, puoi fare quello che vuoi, tanto non mi lascerà mai!» Lo guardò con un sorriso strafottente.
«Vedremo!» Si erano appena fatti una sfida, lo sapevano entrambi. Peccato che quel ragazzo non sapeva chi si era messo contro.
«E comunque qualunque cosa tu faccia, io non ti dirò mai se siamo stati a letto insieme o no! Puoi anche chiamare il papa ma ti assicuro che niente uscirà dalle mie labbra.» La ragazza ghignò.
«Sei tu che pensi che mi interessi quella risposta!! Ok, pensalo ma io lo sto facendo solo per rovinarti la vita. È così divertente, non te lo puoi manco immaginare!» Si allontanò, con un ghigno sulle labbra.
Poco dopo fu raggiunta da Niall. «Alloraaa?» Chiese, curioso fino alla punta dei piedi.
«Non lo so! Lo stronzo non me lo dice. Siamo arrivati a farci la guerra..» Si girò a guardare il suo compagno. Aveva uno sguardo di rimprovero indirizzato a lei.
«Non dare la colpa a me, ma a lui! Sta giocando e io di conseguenza rispondo! E’ nella mia natura, Niall.» Risse con un sorriso amaro.
«Che hai in mente?» Keyra sfiorò una mano della statua di Beyoncè.
«Rovinargli la vita, ovviamente! In tutti i modi che conosco. E comincerò con lei.» E dicendolo alzò lo sguardo sulla gallina che si era di nuovo attaccata al braccio di Zayn.
«Non lo lascerà mai!» Keyra si girò.
«Questo è quello che dici tu! E' ancora tutto da vedere. Non sai quanto posso essere stronza, Niall!» La sentì ridacchiare, in modo molto maligno.
«Ok, fate come vi pare!» E scuotendo la testa il biondino la prese sotto braccio, continuando nel giro del museo.
 
Note dell'autrice: Ecco un altro capitolo. Non c'è modo di farvi dire se vi piace o no, vero? oggi ho sognato che entravo su efp e trovavo tanti commenti alla mia storia. ma quando mi sono svegliata sono venuta a controllare e c'erano sempre le due 2 uniche recensioni.ahahhaha.. Sto male, si! un bacione

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Capitolo 7
*** chapter seven ***


Non c’è deserto peggiore che una vita senza amici: l’amicizia moltiplica i beni e ripartisce i mali.

“Io sono da Starbucks a prendere un caffè con i cinque dementi e Mary, ti vuoi unire?” Stava mandando un messaggio su whatsapp ad Allyson. Non la vedeva da troppo tempo e doveva ammettere che le mancava. Per 'troppo tempo' lei intendeva una settimana.
Allyson era una delle sue migliori amiche, insieme a Mary. Con Mary aveva un rapporto di amicizia stupendo, che veniva invidiato da tutti e con Allyson invece aveva un rapporto di amore – presa in giro – facciamo cazzate allegramente. Un rapporto che non si poteva spiegare. Persa a pensare allo stupendo rapporto che aveva con Allyson, tornò sul mondo dei vivi quando percepì la vibrazione che annunciava la risposta di Ally. “Sto arrivando” Posò il cellulare, e tornò a sorseggiare la sua cioccolata calda. Si, aveva scritto caffè ma per quello aspettava Allyson.
«Ma scusa perché si chiama sale se scende, me lo spieghi?» Keyra alzò lo sguardo dalla sua cioccolata guardando Harry che, con la faccia più seria che Harry Styles poteva avere, aveva fatto quella domanda.
«Perché tu ti chiami Harry e non “sono un supermega galattico coglione”?» Scherzò e lui si girò a guardarla.
«Per una volta parlavo seriamente!» sorrise, angelica.
«Ma perché tu sei in grado anche di fare una frase di senso compiuto? Cazzo, giuro che ogni giorno che passa mi stupisci sempre di più.» Lui la guardò freddamente.
«Ma te l’hanno detto che sei una stronza patentata?» Fece una smorfia, facendo finta di pensarci seriamente. Dal suo sguardo pensieroso, Niall si fece una sana risata.
«Si, decisamente si! Ma grazie, lo prendo come un complimento!» Disse, con un sorriso angelico, a cui lui rispose con un dito medio alzato.
«Non voleva esserlo!» Ammise il riccio, guardandola seduto dalla parte opposta del tavolo. Sorrise di rimando. Fece per rispondere ma le squillò il cellulare.
«La canna, Keyra la canna!» Sbottò Zayn, riprendendo a sfotterla. Si girò a guardarlo, con un ghigno. «Riesci sempre in questi giochetti da bambino di due anni! Non è ne mia madre ne mio padre, imbecille patentato!» Disse e lui sorrise angelico in risposta. «Si, siamo allo starbucks vicino casa. Si! Ti aspetto!» Ripose il cellulare sul tavolo.
«Chi era?» Alzò lo sguardo su Liam, che la guardava curioso.
«Mhm.. una mia amica che ci sta raggiungendo!» Non fece in tempo a finire di parlare
«Carina?» Prese il coltello e lo strinse, in direzione di Harry.
«Toccala, e giuro su dio che ti taglio la caccola che hai tra le gambe.» Sbottò, gelosa marcia. Ecco, dovete sapere che Keyra su Allyson era gelosa da morire. Anche su Mary, ma era diverso. Mary aveva bisogno di attenzioni da parte dei ragazzi. Invece su Allyson era gelosia da “toccala e ti stacco le gambe a morsi”. Louis scoppiò a ridere, scuotendo la testa.
«E' un genio! Ma perché non sono io finito con lei?» Chiese a Niall, che lo scrutò male.
«E' mia!» Keyra ripose il coltello quando vide Harry alzare le mani.
«Ehi, io sono presente! E vi vorrei ricordare che non sono di nessuno!» Fece notare a Niall, che sorrise poi fece una smorfia contrariata.
«Ma è vero!» Scosse la testa. Neanche ci perdeva tempo a rispondergli.
«Aloha!» Si girò, e sorrise quando riconobbe la sua amica. Ovviamente aveva gli occhi tutti puntati su di lei.
«Ciao Smi. Prego, siediti pure!» E guardò male Harry, che la fissava in silenzio. Allyson era una bella ragazza. Bionda con due occhioni verdi da far sbavare chiunque. Un visetto dolce, così dolce che ti veniva voglia di baciarla per tutto il tempo. Pure a lei faceva quell’effetto se non fosse stato per l’espressione da stronza patentata che aveva disegnato in viso. La vide sedersi. Fece le presentazioni. «Allyson, ti presento: Niall, Liam, Harry, Louis e Zayn. Mary la conosci, no?» Scherzò. Si, la conosceva eccome. Salutò tutti, poi si mise di nuovo seduta vicino a lei.
«Un doppio espresso macchiato, giusto?» Disse Keyra, alzandosi per andare a prendere i caffè, prendendo il portafogli.
«Si, ma pago io!» E cominciò la solita lotta greco romana su chi doveva pagare quel giorno. Alla fine Keyra riuscì a non farsi stressare la vita per tre ore, e andò a prendere i loro caffè. Quando tornò, Zayn si era preso il suo posto.
«Alza quel culo peloso prima che ti do tanti di quei calci che ti faccio diventare biondo con gli occhi azzurri!» Ringhiò con in mano le due tazze. Zayn si girò a guardarla.
«Oh.. ma abbiamo il ciclo oggi?» Chiese strafottente, e lei spostò il peso da una gamba all’altra, impaziente.
«Io ho il ciclo perenne! Smamma dal mio posto, devo parlare con lei!» Il moro si accomodò meglio sulla sua sedia, facendo alzare gli occhi al cielo alla povera ragazza che prese un profondo respiro, posò le tazze e con estrema calma afferrò la pelle del collo nella parte dietro e la tirò.
«Levati» Digrignò i denti, e lui ridendo se ne andò, sussurrando un 'Acida' a cui Keyra rispose con un calcio sullo stinco. Si mise seduta e sospirò.
Quando alzò lo sguardo, vide che Allyson la fissava.
«Ho i pupazzetti in faccia che mi guardi così?» chiese, e la vide fissarla ancora più profondamente. Che nervi.
«Mi ha chiamato!» Non ci volle tantissimo per capire di chi parlava. Alzò lo sguardo dalla sua tazza di caffè, cambiando totalmente l’espressione che aveva in viso. Si scambiarono uno sguardo.
«Me lo riuscirò mai a togliere dalle palle, quel coglione?» Chiese, come se quel ragazzo dava fastidio a lei e non a Allyson. La vide ridere. Lei ci rideva sull’odio che provava Keyra verso quel deficiente patentato, ma Keyra era serissima. Se lo ribeccava come minimo gli tirava le peggio frecciatine. Era tre anni che faceva quel giochetto con Allyson, e a Keyra quello dava seriamente fastidio. C’era qualcosa tra di loro, ma Allyson era troppo timida, per modo di dire, per fargli capire che provava qualcosa.
Più che altro era un fatto di orgoglio, da parte di Allyson. Mentre da parte del coglione, non aveva semplicemente i connotati. Non si era mai visto un uomo con meno palle di lui. Continuava a cercarla, a fare il simpaticone per modo di dire, ma continuava a non portare a termine la cosa. Da vero decerebrato mentale.
E Allyson sapeva, sapeva quanto odiava quel ragazzo. «E che vi siete detti?!» Chiese, girando il suo doppio caffè.
«Non te lo dico!» Alzò lo sguardo dal suo bicchiere guardandola male, molto male, facendola ridere.
«Lo so che ti incazzeresti!» Spiegò, a mo' di spiegazione. Keyra si passò una mano nei capelli, innervosita. «Io mi incazzo comunque perché lui ancora ti ronza intorno. Non ha le palle, e che diamine!» La bionda rise ancora, divertita. «No, seriamente Ally! Sto parlando seriamente. Perché, perché continui a dargli spago?» Non rispose, era ovvio. Da una parte sapeva che Keyra aveva ragione. Dopo tre anni di tira e molla di battutine, uno si doveva stressare a andargli dietro. Lei no. La conosceva e sapeva che quello sguardo era pieno d’amore.
«Lo so!» Rispose sorridendo ma con tono triste, abbassando lo sguardo e tornando poi seria.
«Allora se lo sai, perché continui?» La vide alzare le spalle, pensierosa. Si appoggiò allo schienale, aspettando. «Allora che cazzo ti ha detto il coglione?» Chiese per rompere il silenzio, incuriosa.
«Non te lo dico!» Keyra le lanciò un altro sguardo bruto. Odiava non essere messa al corrente.
«E tu? Mi devi per caso dire qualcosa?» Alzò un sopracciglio.
«No, perché?» Chiese, non capendo. La vide indicare la fine del tavolo con il mento. Si girò, scrutò attentamente e poi tornò a guardarla. Sorrise.
«Non te lo dico!» Ghignò, rispondendo con le stesse parole, dette da lei poco prima.
«Sei una stronza!» Sbottò inviperita la bionda, guardandola di sbieco.
«Ho preso dalla migliore!» e la guardò, intendendo ovviamente lei.
«Tu raccontami cosa vi siete detti e soprattutto tu cosa gli hai detto, poi forse io ti racconto!» Si lasciò andare in un discorso su quel demente, mentre Keyra l’ascoltava attentamente. Il ragazzo si chiamava Greg, che tra parentesi era un nome di merda come l’uomo che era, e si sentì salire un’incazzatura micidiale mentre ascoltava. Quando terminò, si passò una mano sul viso.
«Quanto mi fa incazzare questo ragazzo! Non ci riesce nessun altro.» Ammise, facendola ridere. Lei ci rideva, mentre Keyra aveva voglia di piangere.
«E’ un coglione, te lo ripeto per la centesima volta. E tu ancora gli dai spago, quando in realtà è solo un perfetto imbecille che non ha le palle di dire come stanno le cose. “la ragazza deve essere a fare il primo passo” MA DICO!» E tutti si girarono a guardarle, da quell’urlo pieno di rabbia. «che perfetto imbecille sei, per meritarti una come te, me lo dici?» Lei la scrutò, sorseggiando il suo caffè. «Perché tu sai che non ti merita, è vero?» Chiese Keyra guardandola.
Ma non rispose. Sapeva che stava pensando alle sue parole, lo faceva sempre. Ma quando quel coglione si rifaceva sentire, lei si lasciava andare alla dolcezza. Era impossibile per lei, non cedere a quel ragazzo. «Ma io che parlo a fare se tanto so che tu non mi darai ascolto?» Si chiese, un po’ troppo seria. Si scambiarono un altro sguardo.
«E che dovrei fare?» Eccola la domanda che aspettava.
«Mandarlo a cagare! Magari capisce che pure tu hai una pazienza, e se hai tenuto questo rapporto per tre fottutissimi anni, dovresti essere fatta santa solo per averlo sopportato per tutto sto tempo!!» Neanche le diede il tempo di rispondere, perché Keyra continuò con tono risoluto.  «..Miseriaccia! Tre anni di giochetti e quel coglione non ha le palle di dirti che prova qualcosa per te, e lo sai che prova qualcosa. Lo sa pure lui, ma se ha preso la patente da rincoglionito è solo grazie ai punti del latte! Il cervello l’ha lasciato a due giorni di vita quando si è reso conto di che cristo di demente si era ritrovato! L’ha lasciato a piedi!» Allyson scoppiò a ridere, per quello sfogo.
Se la rideva! Sapeva che rideva solamente perché sapeva che aveva ragione.
«Ok, basta parlare di Greg!» Sussurrò Ally, mentre Keyra scuoteva la testa.
«Non ho ancora finito la mia scorta di bestemmie da tirare verso quel coglione!» Rise ancora, e questa volta pure Keyra finì a farsi una risata.
Si avvicinò Zayn, tirandole i capelli. Si girò a guardare chi avesse osato disturbarle ma ovviamente lo sapeva già. Infatti si ritrovò il viso di Zayn a pochi centimetri dal viso, che sorrideva.
«Che cosa cazzo vuoi? Non vedi che stiamo facendo un discorso serio?» Lui alzò un sopracciglio.
«In realtà ridevate!» Lo guardò dal basso mentre lui si rimetteva eretto con la schiena. Aveva ad una spanna dal suo viso il suo bacino. Bastava piegare il braccio e darglielo lì, sul suo bacino per toglierselo per sempre di torno.
«Sparisci! Che ne sai di come facciamo noi i discorsi seri? Che vuoiiii!!!!» Si stranì quando le tirò ancora i capelli.
«Voglio una sigaretta!» le chiese, il moro con un sorriso angelico.
«L’erba voglio non cresce neanche nel giardino del Re. Vattene!» Zayn le diede fastidio finché non tirò fuori quella benedetta sigaretta e poi a calci in culo lo mandò fuori.
«Appena sti cinque se ne vanno, io finirò dallo psicologo.» Ammise in direzione di Allyson, e lei la guardò.
«Allora?» Chiese, curiosa.
«Sessanta minuti!» rispose Keyra, con la sua solita demenza. Allyson non rise neanche, visto che la conosceva bene.
«Keyra!» Sbottò, e lei alzò gli occhi al cielo.
«Niente Ally! Niente da dire. No ma è bello vedere come tu cerchi di cambiare discorso. Insomma, una sera mi sono ubriacata e..» Continuò a raccontare cos’era successo da quel giorno. Quando terminò, Allyson la guardò male. «Si lo so di essere stata una cazzona! Ma..» Allyson non la fece neanche finire di parlare.
«Si, soprattutto perché ti sei ubriacata senza di me!» La guardò a bocca aperta, incredula.
«Cioè.. fammi capire.. io ti sto dicendo che forse sono finita a letto con un quasi sconosciuto, e tu tutto quello che sai dirmi è che dovevo ubriacarmi insieme a te?» La vide annuire, mentre Keyra la guardava in modo incredulo. «No vabbeh, ma io sono circondata da pazzi!» Sbottò, facendo ridere Allyson.
«Come potrei incazzarmi? Cioè.. era ora che le levavi quelle ragnatele!» Aprì la bocca per ribattere ma si bloccò.
«Ehi.. stiamo seriamente parlando delle mie ragnatele? E delle tue ne vogliamo parlare? Mhm..?» scoppiarono a ridere e sentì che qualcuno le dava una pizza dietro la testa. Neanche si girò, sapendo chi era.
«Senti, noi dobbiamo andare! Vieni con noi? Andiamo a vedere il cambio delle guardie.» La vide pensarci, per poi annuire. «Così faccio qualche foto.. E ti controllo!» La guardò male, sospirando per poi alzarsi, richiamando anche tutti gli altri che ancora stavano seduti.

Era da un’ora che se ne stavano seduti su quel monumento, attendendo che arrivasse il cambio della guardia. Si erano presi i posti migliori, ma le si stava congelando anche il fegato, seduta su quel muretto. I deficienti si erano messi a fare delle foto, con pose stupide oppure con scene indecenti con le statue lì al fianco. Si girò a guardarli, sbuffando.
Niall era rimasto seduto al suo fianco, Mary era andata insieme a Allyson a fare qualche foto. Per tutto il viaggio Allyson aveva rotto dicendole che poteva avvisarla di quella bella passeggiata, che si sarebbe portata la macchinetta fotografica. E chi glielo andava a dire che non sapeva che l’avrebbe chiamata e che solo dopo aver pensato “da quanto non vedo Allyson.. quasi quasi la chiamo”. Sbuffò e si stese sul muretto, appoggiando la testa sulle gambe di Niall che abbassò la testa per guardarla.
«Ti annoi?» Chiese il biondino, con un sorriso. Lei fece un unità di misura con le dita, come per dire “un pochino”.
«Non ho tutta questa pazienza, soprattutto con questo freddo.» Ammise, e lui ridacchiò. Si tolse il giacchetto e glielo mise sopra come coperta.
«Non rompere.. Io non sento freddo.» Disse quando la vide aprire la bocca per protestare. Si alzò e gli diede un bacio sulla mascella, a cui lui rispose con un rossore sulle guance.
«Che ne dici se domani ce ne andiamo al lunapark?» Chiese il biondino, e lei si girò a guardarlo visto che stava guardando la folla di fronte al cancello. «Bell’idea! Si, si può fare!» Tornando a guardare verso il palazzo si rese conto che una ragazza si stava guardando Niall. Sorrise e guardò il biondino, che a quanto pare non si era accorto di nulla.
«Ehi bell’addormentato! C’è una ragazza che ti guarda!» Gli fece notare e lui si girò, per guardarsi intorno.
«Dove?» Keyra scosse la testa.
«Vicino alla statua. Mora, occhi azzurri! Bel corpicino!» Lo vide arrossire, poi Niall abbassò la testa per guardarla. Prese a giocare con una ciocca dei capelli di Keyra.
«Se continui così non te la rimorchierai mai.. Perché non vai lì a parlarci?» Scoppiò di vergogna appena glielo propose. Madonna quant’era carino con tutta quella innocenza.
«LOUIS!» Urlò e lui sbarrò gli occhi, sapendo che aveva appena portato Keyra nella sua bastardaggine. Il ragazzo si avvicinò, e lei si girò a guardarlo. «C’è una ragazza che si sta guardando Niall. Ci mettiamo in atto?» Chiese, e al moro gli si illuminarono gli occhioni azzurri.
«Farò tutto quello che vuoi!» Ammise e lei saltò su, riconsegnando il giacchetto a Niall, che pregava mentalmente Keyra di non fargli fare una figuraccia. La mora si alzò, e si avvicinò al gruppo che guarda caso sedeva poco distante dalla ragazza.
«La ragazza è quella a cui sto per chiedere di farci una foto!» Disse al fianco di Louis, che si piegò per sentirla.
«Ok!» Si bloccò davanti ai tre seduti sul muretto. Harry era appoggiato alla statua, Zayn al fianco e Liam che chiudeva il gruppetto.
«Ok, io mi sono stufata di stare qui ad aspettare! Ci facciamo qualche foto?»
Gli altri si fomentarono, lei prese la macchinetta dalle mani di Zayn che la guardò male. Si guardò intorno, come per cercare qualcuno per farsi fare una foto. La vide guardare verso di loro.
«Ciao! Scusami, potresti farci una foto?» Quella annuì e si alzò, per mettersi davanti a loro. Louis si intrufolò tra le sue gambe e se la mise sulle spalle, facendola urlare. Si aggrappò ai suoi capelli, poi si strinse al suo collo. Fecero qualche foto stupida, altre serie e nel frattempo Allyson e Mary erano tornate. «Aloha!» Le salutò, e le vide mettersi sedute sul muretto. Scese dalle spalle di Louis e si avvicinò alla ragazza per prendere la macchinetta. Stava sorridendo.
«Grazie, sei stata gentilissima e..» si girò per guardare gli altri ma vide Allyson con il cellulare in mano. «Toglietele quel cazzo di cellulare dalle mani prima che glielo butto dentro alla fontana!» Lo sapeva che stava massaggiando con il coglione. Era sempre così dopo una telefonata. Zayn le prese il cellulare e se lo mise in tasca. Sorrise a Zayn, che la guardò di sbieco e lei rispose con un ghigno. Tornò a guardare la ragazza.
«..Scusami! Come mai qui tutta sola?» Chiese, e lei arrossì spiegando che era appena arrivata a Londra per erasmus e che si stava vedendo la città. «Loro vengono dal Burundi, non so se conosci! Io e la mora lì stiamo facendo fare un giro per la città ai cinque dementi. Se vuoi unirti a noi!» Quella divenne rossa. «Dai, io mi taglierei le vene a vedere la città da sola!» Le fece notare e alla fine accettò, dopo un po’ di storie.
«Piacere, mi chiamo Keyra!» La mora le porse la mano, guardando la ragazza con un debole sorriso sulle labbra.
«Phoebe» Strinse la sua mano, poi le fece segno di seguirla.
«Loro sono Harry-sono-un-coglione-patentato, Zayn-mi-sento-figo-ma-non-lo-sono, Liam il dolce, Niall l’altro dolciotto insieme a Liam e Louis-sono-il-giullare-di-corte! Mary, mia migliore amica e mi aiuta a non impazzire dietro a questi cinque, e Allyson un’infiltrata per oggi al giro turistico.» Si strinse la mano con tutti, e la guardò quando arrivò da Niall. Tutti e due ad occhi bassi, oh ma che carini. Mentre parlavano e si conoscevano, arrivò il momento del cambio della guardia. Si ributtarono sul muretto, a guardarlo, mentre Harry ballava a ritmo della musica che faceva la banda. Keyra ebbe l’istinto di buttarlo giù dal muretto, ma non lo fece.
Li studiò mentre guardavano e commentavano il cambio della guardia e fu davvero divertente. Zayn continuava a fare le foto, Allyson al suo fianco aveva ormai la forma della macchinetta stampata sul viso mentre Mary e Keyra chiacchieravano tra loro, ormai conoscendo quello spettacolo a memoria.
Quando terminò, tutti si girarono a guardarle a bocca aperta. «wowwww!» scoppiò a ridere. «Ok, andiamo! Il museo di nonna Betta ci aspetta!» esclamò, prendendo per la camicia Liam, che si lamentava che era stanco e che non gli andava di camminare ma soprattutto di non entrare dentro al museo.

Note dell'autrice: Ho dedicato una flash fiction ad una mia amica, ora dedico questo capitolo a (@_zaretta) la mia smi a cui voglio tanto bene anche se a volte è una stronza patentata! ♥ ti voglio tanto bene smignottas. Grazie! Grazie anche a voi, che mi dite cosa ne pensate della fan fiction su twitter, oppure semplicemente mettendo la mia storia tra le preferite. Vi ringrazio ♥

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Capitolo 8
*** Capitolo eight ***


You make me fall apart...
(Tu mi fai cadere a pezzi..)

Si girò nel letto, con un sorriso sulle labbra.
«si, anche io!» Sussurrò ma si svegliò ancora di più con quel sussurro, perché era in dormiveglia. Qualche rumore l’aveva fatta crollare dal mondo dei sogni, ma Keyra era tutt’altro che intenzionata ad aprire gli occhi. Sentì la porta aprirsi ma non diede molto peso alla cosa, continuando a dormicchiare. Era sicura che era o Niall che si era alzato, oppure sua madre che metteva qualche vestito stirato da qualche parte.
Ma poco dopo le sue sopracciglia si corrucciarono mentre tante voci tutte insieme cantavano “tanti auguri a te”.
Aprì un occhio e lo richiuse coprendosi fin sopra i capelli. A lei quelle cose non piacevano, le venivano gli occhi rossi perché voleva piangere visto che era al centro dell’attenzione. Odiava il suo compleanno, odiava essere la festeggiata. Mille volte aveva detto a tutti che non voleva quelle cose, ma che ne potevano sapere loro?
Louis prese la coperta, continuando a cantare e camminando la portò fino alla fine del letto, lasciando completamente scoperta Keyra che da quando aveva messo il piumone dormiva con dei pantaloncini e una canottiera. Raggelò, si piegò per prendere la coperta, e quando ci riuscì si ricoprì lasciando solo la testa di fuori. Li guardò tutti, uno ad uno. Era domenica quindi non si andava a scuola. Ma quando vide l’ora sulla sveglia, ringhiò.
«Avete finito? Vorrei tornare a dormire!» Ammise, e Harry la guardò male.
«Cioè.. Noi ci siamo svegliati alle otto, ci siamo vestiti siamo usciti da casa, siamo venuti qui, abbiamo cantato la canzoncina e tu tutto quello che riesci a dire è “voglio tornare a dormire”?» Lo guardò di sbieco da sotto le coperte. «Bella cosa. La prossima volta me ne resto a casa!» Ammise il riccio, mentre Louis si buttava sul letto matrimoniale con Keyra, coccolandola.
«Ma chi ve l’ha chiesto?» Domandò, ma dentro sé stessa stava facendo le fusa per quello che avevano fatto. «Ok.. ok.. che palle! Grazie ragazzi, siete stati dolcissimi! Ora uno ad uno aspettate il vostro turno, ripagherò questa cosa in natura!» Scoppiarono tutti a ridere.
Si mise seduta, massaggiandosi il viso con le mani. I suoi fratelli stavano appoggiati uno all’altro, con gli occhi chiusi. Le si buttarono tutti sul letto e venne stritolata a turno da quei cinque folgorati. Poi Niall si fece spazio e se la strinse addosso. Entrò poco dopo Allyson, con la sua torta di compleanno!
«Awww..» Miagolò tutta entusiasta, battendo le mani felice.
«Ah, per questo batti le mani! Per noi che cantiamo la canzoncina no! Bell’amica.» Ripeté Harry stizzito, mentre lei se lo coccolava tutto.
«Daiii! Lo sai che mi ha fatto piacere, ma tu come reagiresti se ti svegliassero in questo modo?» Harry ci pensò.
«Benissimo!! E’ una cosa carina!» Indicò Louis che saltava sul letto.
«Anche questa?» Domandò continuando a guardare Louis che saltellava sul suo letto tutto euforico, e si sorrisero.
Allyson, l’addetta alle torte di compleanno di Keyra, porse la torta e la guardò oltre le candele accese. «Esprimi un desiderio!» Oh ma dai! Sbuffando e facendo muovere le fiamme delle candeline, ci pensò su. Quando lo espresse, soffiò sulle sedici candeline. Prese una candelina, e la spezzò per poi consegnarla a Allyson. Sorrise e l’abbracciò guardando la stupenda torta che le aveva fatto.
Keyra sapeva che Allyson era l'addetta alle torte, ma ogni volta che le aveva chiesto quale fosse la sua, la sua amica non gliel'aveva mai rivelata, sapendo che Keyra era così curiosa. Una stronzetta, insomma.
«Scendiamo? Così la tagliamo e facciamo colazione!» Si alzò controvoglia e indossò una felpa con il pezzo sotto del pigiama pesante. Si nascose il viso dentro la felpa, scendendo con Niall visto che le aveva passato un braccio sulle spalle, protettivo. In cucina li aspettava tutta la famiglia Smith, insieme a Mary che naturalmente non aveva visto in stanza. Anche perché aveva un occhio aperto e uno chiuso, e poter vedere tutte le persone che avevano affollato la sua stanza era troppo per un cervello a cui non era stata somministrata la sua dose quotidiana di caffè. Abbracciò la sua amica Mary, e poi fu assalita da suo fratello Julian, che se la coccolò tutta.
Quando si avvicinò ad Allyson le porgeva il coltello.
«Nooo!» Sua madre le passò una tazza di caffè, Keyra la sorseggiò e li guardò uno ad uno. Si accorse dello sguardo di Malik addosso e lo fissò puntando il coltello che aveva in mano verso di lui.
«Che hai da guardare, Malik?» Chiese, incazzosa. Lui rise, e fece il segno “dopo” che le fece capire che non voleva sfotterla davanti a tutta la sua famiglia. Cazzone!
«Stai diventando vecchia. Come ci si sente?» Si portò una mano sulla schiena e fece un gemito finto.
«Normale, come mi devo sentire? E la smettete di guardarmi, per favore? E’ il mio compleanno, mica chissà che cosa!» Sbraitò ansiosa. Lei odiava stare al centro dell'attenzione. Se lo ripetè per la trecentesima volta nel cervello. Tutti, come se si erano letti nel pensiero, si avvicinarono e la scrutarono ancora peggio.
«Vi odio!» Tagliò la prima fetta, poi lasciò il lavoro pesante ad Allyson perché lei era davvero una sega anche a tagliare la fettina di torta. Si mise seduta, sorseggiando il suo caffè mattutino. Malik si avvicinò, appoggiandosi al muro. Si girò a guardarlo, scoglionata fino al midollo poi tornò a guardare gli altri.
«Lo sai di essere bellissima senza trucco e con i vestiti da casa?» Gli tirò una gomitata sul fianco che non se la sarebbe dimenticata neanche dopo anni. Lui gemette e se la rise.
«Sta zitto, coglione!» Peccato che lei seriamente pensava che la stesse sfottendo, ma lui in fondo - anche se non lo sapeva - glielo stava dicendo con il cuore.
«Sei così dolce quando..» Gli puntò il dito addosso, guardinga.
«..Non osare terminare quella frase perché giuro che ti faccio la doccia con il caffè!» Lui si fece una risata di cuore, e lei lo guardò a bocca aperta. Mamma.. Ma perché lui e Niall avevano quelle risate stupende? Julian le porse un pacchetto.
«Avevo detto niente regali, cazzo!» sbraitò, innervosita.
Ribadiva: odiava il suo compleanno. Scartò il regalo, trovandosi un pezzo di stoffa. Lo aprì e lo guardò a bocca aperta.
«Scherzi, vero?» Domandò in direzione di suo fratello mentre Malik rideva ancora capendo cos’era. «No, ovviamente no! Lo sai quanto ci ho messo per trovarlo? Qui sono impossibili da trovare.» Aprì la bocca e se lo rigirò tra le mani.
«Un burqa?! Tu mi hai regalato un Burqa, Julian?» Tutti scoppiarono a ridere, da quella scena. Lo accartocciò e guardò male suo fratello.
«Non lo indosserò mai, sappilo!» Prese di nuovo la sua tazza continuando a sorseggiare il suo caffè, lanciando di tanto in tanto qualche sguardo bruto in direzione di suo fratello. Quando vide il pezzo di torta, quasi non si sbaciucchiò Allyson.
«Tutta al cioccolato! Ma io ti amo!» Sussurrò deliziata, sbavando allegramente sulla sua fettina di torta. Allyson rise, mentre distribuiva le fettine a tutti.
«Discorso.. Discorso.. Discorso!» Nooo.. Li guardò male molto male tanto che se uno sguardo potesse uccidere, Keyra avrebbe sicuramente ucciso tutti. Divenne rossa in zona guancie.
«Oddio, ma perché?!» Se ne rimase seduta al suo posto, passandosi una mano sul viso timidamente. «Vi ringrazio tutti per essere qui! Cin cin!» Disse con la tazza del caffè e tutti scoppiarono a ridere. Suo padre si avvicinò a lei con una busta in mano. Keyra lo guardò inclinando la testa di lato ma poi alzò gli occhi in quelli dell'uomo. 
«No, papà!» Sussurrò con ansia e lo vide sorridere.
«Me lo stai chiedendo da tanto. Ecco il mio regalo per te. Il tuo tatuaggio!» Aprì la bocca e alzò gli occhi nei suoi, di nuovo!
«Ma sei serio? Posso davvero farmi il tatuaggio?» Annuì e Keyra gli saltò addosso, dandogli tutti baci sul viso. «Oh questo è il regalo più bello in assoluto.» ansimò tutta contenta e suo padre rise di gusto, felice di aver fatto contenta sua figlia.
La mattinata andò avanti così.
Keyra salì dopo un'ora per vestirsi e farsi una doccia. Quando tornò in camera in accappatoio per vestirsi, qualcuno entrò nel momento in cui si stava togliendo di dosso l'accappatoio.
«Bussare è un optional?» Chiese girandosi a guardare chi fosse ma non si stupì di trovarsi Zayn, e rialzando l’accappatoio visto che l’aveva legato in vita. Per fortuna già aveva indossato il reggiseno e gli dava le spalle quando entrò.
«Oh.. terra chiama Zayn, cosa vuoi?!» Lui sembrò cadere dalle nuvole e sbatté le palpebre tornando a guardarla in viso. «Che faccia da cazzo che hai!» lo sfotté, e lui si riprese tornando a ghignare. Non poteva dire “come se già non mi hai visto nuda”.
«Beh, devo ammetterlo che la tua schiena ha un certo fascino! La ricordavo bene!» Gli tirò l’asciugamano dei capelli.
«SPARISCI STRONZO!» lui uscì ridendo, e poco dopo risentì la porta aprirsi. «Ancora vivi? Ti ho detto di levarti da mezzo, Zayn!» Sbottò, ma quando si affacciò dall’armadio - si era tolta di nuovo l’accappatoio quindi stava in intimo - si ritrovò suo fratello Julian.
«Ma oggi è la giornata rimaniamo a bocca aperta? Ohhhh!» Julian alzò lo sguardo sul suo viso. «Da quando hai messo quelle tette? E quel sedere? Oh mamma. Sto avendo dei pensieri sconci su mia sorella!» Disse con tono schifato ma anche divertito. Keyra lo guardò male.
«Innanzitutto non abbiamo lo stesso sangue.. E poi la smetti di guardarmi?» Soffiò dandogli un calcio giocoso, timida del fatto che un uomo stesse facendo apprezzamenti su di lei. Certo, era suo fratello, ma era pur sempre un uomo.
«Che vuoi pure tu? Al diavolo!» sbottò incazzosa.
«Volevo parlare un po’ con te, ma ti prego copriti!» Sbuffando tornò a prendere i leggins pesanti, la minigonna, la maglietta a collo alto e il maglioncino. Lo fece girare e cominciò a vestirsi.
«Allora, cosa vuoi?!» Domandò, indossando i leggins.
«E' tanto che non parliamo!» Guardò la sua schiena stranita mentre si sistemava sulle gambe i leggins. «Che mi racconti? Come ti senti da sedicenne?» Inspirò l'aria dai polmoni, esausta di quella domanda. Ogni anno era sempre la stessa solfa.
«Uguale a ieri e uguale a come mi sentirò domani!» Recitò quella che era la stessa risposta che dava ogni anno, indossando la maglietta.
«E.. il ragazzetto l’hai trovato?» sbuffò ancora.
«No, Julian! Non ho il ragazzo, quindi la mia virtù è ancora intatta, per modo di dire!» Naturalmente Julian sapeva che non era più vergine ma sapeva anche che Keyra non era una che la dava così a gratis.
«Sei sicura? Niall? Vi vedo molto attaccati!» Un altro sbuffo uscì dalle sue labbra.
«Siamo amici, stop! Ci vogliamo bene!» Appena finì di vestirsi gli bussò sulla spalla e suo fratello si girò a guardarla.
«L’hai dimenticato?» Chiese, riferendosi sicuramente a Lucas.
«Ci sto provando!» Ammise, sedendosi al suo fianco. Lui l’abbracciò, e lei si girò a sorridergli.  «Tranquillo, prima o poi passerà! Sono forte, sai?» Lo vide sorridere, con quel sorriso che tanto amava.
«Lo so! A volte mi stupisco di quanto sei forte, pur essendo così piccola tieni tante cose dentro.» Il sorriso sulle sue labbra si accentuò ancora di più e gli diede una spallata giocosa.
«E dimmi.. ti piace qualcuno di quei ragazzi li sotto?» Alzò un sopracciglio divertita da quella domanda.
«No, tutti amici!» Ripeté, ma in fondo a se stessa si stava urlando “bugiarda!”. Suo fratello la guardò serio.
«ci sto credendo!» Rise di cuore da quelle parole dette con tono fintamente divertito. 
«Credici, davvero!» Si diedero un abbraccio e mentre Keyra entrava nel bagno, poco dopo, suo fratello le urlava che vestita così non sarebbe uscita.
 
 
Sbuffando allegramente si sistemò i capelli sulle spalle guardando attentamente la sua figura attraverso lo specchio a muro.
«Bbufferai per tutta la sera?» Annuì guardando Niall attraverso lo specchio. Lui era seduto sul letto, ad allacciarsi i bottoni della camicia.
«Non ho voglia di andare in discoteca, non mi piace ballare sono un tronco!» Ripeté per la milionesima volta.
«Allora farai compagnia a Zayn, è una sega a ballare!» Disse a mo' di spiegazione Niall, alzandosi e andandole dietro. Lei indossava Jeans molto molto stretti tanto che potevano essere passati per una seconda pelle, color marrone. Ai piedi portava delle decolté mai usate e sopra indossava una maglietta abbastanza scollata. A lei quelle cose non piacevano, perché dovevano fargliele fare? Sbuffando ancora si diresse verso il letto predendo la borsa e mettendoci dentro le cose essenziali. Chiavi, cellulare, sigarette e i trucchi.
«Andiamo, prima che cambio idea e decido di rimanermene a casa!» Indossò il giacchetto ed uscirono di casa dove la macchina del padre di Mary li aspettava. Salirono, per poi andare verso la discoteca. Aveva l’umore sotto le scarpe e guardò fuori per tutto il tempo. Quando arrivarono di fronte alla discoteca, si ritrovò tutti e quattro i dementi insieme ai loro compagni. Entrarono dopo i vari saluti, e quando entrò per poco non si sentiva male. Non era grandissima come discoteca, ma c’era tutta gente che urlava una delle canzoni che lei odiava di più. 
«Tanti auguriiii» Erano nindirizzati tutti a lei. Si girò a guardare Mary, che sorrideva felice di aver fregato la sua migliore amica.
«Posso ucciderti? Ti prego dimmi che posso!» Non ebbero tempo di discutere perché tutta gente le saltò addosso, abbracciandola e dandole gli auguri. Amici vecchi, amici nuovi, c’erano tutti. Non ne mancava uno, al diavolo. Quando terminò di fare il sorriso da ebete ringraziando quelle persone che quella sera neanche voleva vedere, si andò a sedere al primo divanetto che trovò. Si passò le mani sul viso, già esausta e al suo fianco si sedette Malik.
«Guarda non è momento per scherzare, mi rode così tanto il culo che oggi te le passerei tutte le tue cazzate» Lui sorrise e giocò con un ricciolo di Keyra, pensieroso. Lei neanche se ne accorse, troppo intenta a maledirsi.
«Direi che per oggi possiamo anche non litigare. Abbassiamo l’ascia di guerra..» Keyra fece una smorfia, ricordando che quelle parole erano state dette da Lucas.
«Scusami..» Disse Zayn, quando vide la sua faccia.
«Fa nulla! Tranquillo..» Cercò di sorridere ma le uscì un’espressione facciale da incazzata che lui, vedendola si fece una risata.
«Allora per oggi siamo amici, da domani si ricomincia!» Annuì e lei strinse la mano che le porgeva per congelare il patto.
«Keyra..» Alzò lo sguardo verso la sua ex-migliore amica, guardandola male.
«Cosa? Non dovresti neanche parlarmi visto che sai, che odio queste cose.. Sono davvero molto arrabbiata!» Saltò come un petardo quando partì la musica a cannone. Mary si dovette avvicinare per parlarle all'orecchio.
«Non puoi stare così!! Ti ho fatto comprare un vestito da Allyson, vattelo a mettere!» Il suo urlo lo udì anche la persona più lontana.
«CHE COSA? MA CHE PALLE!» Mary e Zayn, scoppiarono a ridere. Prendendo la busta che le porgeva, andò nella stanza che indicava Mary e sbuffando allegramente. Quando fu da sola, aprì la busta e tirò fuori il vestito.
«Scherziamo? Mi si vedono anche le tonsille!» Disse fra sé. Era un normale vestito con le spalline, a quadri bianchi e neri ma la gonna arrivava neanche a metà coscia. Questo voleva dire che bastava un piccolo piegamento che le si sarebbero viste anche le tonsille. Sbuffando lo indossò e rimise le decolté che già portava. Oh diamine! Ma per chi l’aveva presa Allyson? Si guardò nello specchio e le uscì un gemito. Oh mamma com’era scollato e corto. Sentì bussare sulla porta. Si andò a coprire dietro una tenda che nascondeva le bevande, e attese che la persona entrasse. Era Mary.
«Che cazzo ci fai lì dietro?» Domandò, dopo che si era guardata intorno per capire dove si trovava Keyra.
«Io non esco con questo vestito. Mi si vedono le tonsille, Mary!» Disse, e quella sbuffando si avvicinò e la tirò per un braccio. Dopo averla scrutata si lasciò andare ad un commento.
«Oh mamma che tette!» La guardò male, e Mary si lasciò andare in una risata.
«E’ una normale seconda, ma ti assicuro che questo vestito è davvero stretto!» ce l’avete presente quei vestiti del medioevo dove il corpetto stringeva così tanto il seno da formare due piccoli bozzetti? Ecco, era stretto così tanto da formare quei bozzetti. Che vergogna. Mary la tirò verso la porta.
«Esci, sennò vado a spiattellare a Zayn che sei innamorata pazza di lui!» la guardò con un sopracciglio alzato.
«Ma non è vero!» Disse, divertita.
«Si, e io sono mago merlino!» Scherzò e alla fine le indicò la porta. Sbuffando uscì, abbassando la testa per la vergogna. Quando alzò la testa, per controllare che nessuno la stava guardando, si sentì male. Oh mamma quanti cazzo di sguardi aveva addosso?
«Mi guardano tutti?» Si, lo stava chiedendo con il fiato mozzato. Cercare di dire quanto si stesse vergognando era impossibile. Odiava le sue amiche e i suoi genitori per aver permesso quella cosa. 
«Ovvio, sei una figa!» Le fece notare Mary, mentre Keyra si guardava intorno, nel panico più totale. Lei odiava stare al centro dell’attenzione, le veniva il panico da prestazione. Deglutì sentendo la gola secca per l'ansia. Quando posò lo sguardo sui cinque, si ritrovò a sorridere.
Liam, alla fine del gruppo aveva messo una mano davanti agli occhi di Harry, che ricambiava e con l’altra mano chiudeva gli occhi di Louis, che aveva chiuso gli occhi a Zayn, che al tempo stesso chiudeva quelli di Niall. Il tempo di riprendersi dal suo panico e Allyson si avvicinò.
«Sono un mito!» la guardò male, sbuffando. Prese il bicchiere che aveva in mano e Mary si allungò per toglierglielo.
«No, la regola che mi devi togliere l’alcool dalle mani è per tutti gli altri giorni, oggi no! HO BISOGNO DI ALCOOL NELLE MIE VENE!» Strillò e lei scosse la testa ridando il bicchiere ad Allyson.
«Così rifinisci a letto con Zayn!» Strinse le labbra, cercando di non far uscire quel “magari, potrebbe essere che stasera mi ricordo del fantastico fisico che ha!” ma non lo disse, ringraziando il cielo. Intanto, a qualche metro di distanza, i cinque la commentavano.
«Ma dove le ha nascoste le gambe in tutti questi giorni?» Chiese Louis, con una smorfia di stupore sul viso.
«Che figa megagalattica!» commentò Harry appoggiato a Louis, entrambi con gli occhi fuori dalle orbite. Niall sorrideva alla sua amica, mentre Liam e Zayn se ne stavano semplicemente in silenzio a guardarla. La videro spostarsi un po’ dalla porta, camminando lentamente e guardando bramosa il tavolo degli alcolici. Ma mary le tagliava la strada indirizzandola chissà dove. Poco dopo videro arrivare Julian, il fratello di Keyra che si mise a sbracciare.
«Porca puttana.. Mi sono girato e ho visto te da dietro ma non ti ho riconosciuto e ho detto “a chi appartengono quelle gambe chilometriche” e tu ti sei girata e ho sentito tipo un dolore alle parti basse.. Dolore!» Lo disse tutto d’un fiato, al suo orecchio. Rise, scuotendo la testa.
«Se devo prenderlo come un complimento, grazie!» disse, con un sorriso. Si abbracciarono e lei si appoggiò al muro, chiacchierando con le persone che si avvicinavano. La serata passò abbastanza velocemente, ringraziando il cielo. Keyra fu sempre impegnata a chiacchierare con qualcuno, non aveva tempo neanche per bersi una cosa al volo. In mano aveva sempre lo stesso bicchiere, ormai vuoto di coca-cola che aveva preso ad inizio serata. Fu Niall a portargliene uno nuovo, e lei lo guardò come il suo salvatore quando chiese ad un suo vecchio amico se poteva rubarsela per dieci minuti.
«grazie a dio, speravo che mi venissi a salvare!» disse nel suo orecchio, e lui scoppiò a ridere facendola come sempre rimanere bloccata da quella splendida risata. Non la strinse a sé perché si vergognava di avere una ragazza così carina al fianco.
«Sei bellissima stasera!» Lo guardò male.
«Almeno tu, risparmiami questa falsa!» Niall sorrise.
«Si, va bene!» Promise, ma in fondo lo pensava davvero. E lei era stupida a pensare che non era così. Rimasero a chiacchierare per un po’, Keyra finalmente fece scivolare il sorriso fintamente felice dal suo volto per dar spazio a quello vero. Poco dopo la raggiunsero anche gli altri, che le si sederono vicino, per chiacchierare. Quando il dj passò Party Rock Anthem, una delle sue canzoni preferite e che la fomentavano di più si mise a muoversi sul posto. Louis, vedendola si alzò e cominciò a ballare come il balletto nel video. Aprì la bocca, incredula che non fosse l’unica a sapere a memoria quel balletto che poi alla fine non era un vero balletto. Louis le fece segno di seguirlo, e lei scosse la testa, divertita. Ma quando la tirò su dal divanetto, non poté più ignorare la sfida a chi lo sapeva meglio. Si tolse le scarpe e cominciarono a ballare in due, come nel video. Tutti gli altri battevano le mani, a quella sfida! (NdA: dal minuto 3.40 al minuto 4.12 del video http://www.youtube.com/watch?v=KQ6zr6kCPj8) Immaginatevi Keyra e Louis che ballavano vicino, guardandosi uno con l’altra e facendosi una sfida su chi lo faceva meglio. Intanto cantavano, recitando perfettamente la canzone. Quando terminarono, Keyra scoppiò a ridere, rossa sia dalla vergogna sia per aver ballato, e Louis le diede un abbraccio a cui lei rispose. Quando si risedette, vicino a Niall la guardò a bocca aperta.
«E per fortuna che eri un tronco!» Scoppiò a ridere.
«ma questo non è ballare, nel ballo vero sono un tronco.» Disse, e Louis le strinse la mano per poi piegarsi facendo un inchino.
«Oh mia regina!» Scoppiò a ridere ancora più forte divertita. Louis e Keyra ballarono spesso insieme quella sera, su diverse canzoni. Così, per divertimento. Quando arrivò il momento del discorso beh, Keyra entrò nel panico.
«Vedo troppe poche persone a ballare, la cosa mi fa incazzare! Voglio tutti sulla pista, nessuno escluso! Divertitevi, bevete e fate tanti bambini che arrivano direttamente dalla festa di Keyra!» scoppiarono tutti a ridere, mentre lei faceva di tutto per non guardare la gente.
«Ehm, se avete fatto dei regali, potete anche andarvene perché io non li voglio! Ma vi ringrazio per il pensiero» altre risate da parte del 'pubblico'.
«Che dire? Beh, grazie a tutti per essere qui e.. anche se devo ammettere che avrei fatto un discorso molto più figo se nel mio corpo circolava dell’alcool, ma a quanto pare oggi devo rimanere sobria.» Incontrò lo sguardo di Mary e poi quello di Zayn che sorrideva.
«Si, forse è decisamente meglio che rimango sobria!! Divertitevi, forza!» e scese dal palco, aiutata da Niall che le porgeva la mano. Aveva il volto in fiamme dalla vergogna, e pregò Mary di prendere almeno un bicchiere di birra. Almeno quella. Glielo concesse e saltellando felice si diresse al bar. Si fece spazio, ma nessuno disse qualcosa, e guardò il suo salvatore.
«un bicchiere di birra, al volo!» il ragazzo rise, e quando glielo diede, fece per avvicinarlo alle labbra, bramosa di dimenticare almeno un po’ quella serata. Ma fu bloccata.
«che c’è ora!» sbottò, vedendo la mano che le stringeva il piccolo polso. Sbuffando alzò lo sguardo e si ritrovò Zayn.
«mi ha dato il permesso! E’ una birra, non un miscuglio di chissà che cosa. Lo reggo, sai?!» lui sorrise dolcemente e vedendo la sua faccia Keyra si perse a guardarlo come un'allocca, facendolo ridere sommensamente.
«Ok, va bene, ma prima che esci fuori di testa volevo farti vedere una cosa!» Inclinò la testa e annuì, seguendolo con il suo fidato bicchiere di birra ancora intatto. Quando si bloccò, si arretrò anche lei e lo vide prendere il suo bicchiere e bere quasi metà birra.
«MA CAZZO ZAYN!» Strillò e lui si pulì la bocca con la mano, ridendo. Lei aveva la bocca aperta, indignata. Odiava quando non era la prima a mangiare o bere le sue cose. Lo guardò male.
«Che cazzo vuoi? Mi stai rovinando la festa!» Disse, sentendo il sapore del veleno sulla lingua. Zayn si passò la lingua fra le labbra.
«Volevo darti il mio regalo!» Lo guardò ancora più male.
«Non voglio reg..» Non terminò di dire la frase perché.. O beh, perché due labbra che solo dio sapeva quanto erano sensuali le chiusero la bocca. Ghiacciò, sentendo i muscoli facciali e del corpo irrigidirsi. La mano strinse il bicchiere per metà vuoto, incondizionatamente. "ok. Forse hai bevuto troppo!" sentì la sua adorata coscienza tornare, riapparire nel suo cervello con un puff. "ma se non ho toccato ancora una sola goccia di alcool. Non me lo sto immaginando, vero?" chiese, mentalmente. "no, credo di no! O siamo ubriache anche senza alcool, oppure sei tu che hai immaginato che era Zayn a bere ma in realtà sei stata tu a scolarti la birra. E stai immaginando tutto." quando entrambe sentirono la punta della lingua sfiorare il labbro inferiore, rabbrividirono. "no, no.. no.. non stiamo sognando! QUESTO E’ UN BACIO VERO, PIU’ VERO DI QUESTO NON ESISTE!" strillò la sua coscienza, incredula e a bocca aperta. Keyra non aveva la facoltà mentale di formulare altre frasi. In tutto quello, era passato si e no qualche minuto. Aveva sbagliato una volta, si era scottata da sola perché aveva deciso di non dar spago alla sua testa che le diceva di non farlo. E ora stava ancora lì, a sbavare dietro Lucas. In quel momento la sua testa le diceva di non farlo, di tirarsi indietro, ma lei diede di nuovo ascolto al cuore. Al diavolo. Affondò la mano nei suoi capelli, e l’attirò di più verso se stessa, rispondendo a quella pazzia. Si, lo sapeva benissimo che ci sarebbe rimasta sotto, ma in quel momento poco le interessava. Sentì la lingua di Zayn cercare la sua, dopo essersi cercato un varco tra le labbra semi aperte, e quando la trovò cominciarono una lotta greco romana, che non avrebbe portato nessun vincitore. Fu un bacio di quelli che si sarebbe ricordata in eterno. I brividi che, doveva ammetterlo aveva provato solamente con una persona, si fecero di nuovo spazio nel suo corpo. Aveva la pelle d’oca, per un semplice bacio. Ok, forse non era un semplice bacio.. Sentire la lingua di Zayn che cercava di lottare con la sua le mandò scariche elettrice dalla testa fino alla punta dei piedi. La sua mano, quella mano che sapeva poteva farm male, era delicatamente appoggiata sulla sua schiena e la spingeva ogni tanto più verso di lui. Con quella presa ferrea su di lei, sembrava come se Zayn volesse far fondere i loro corpi, facendoli diventare uno solo. La manina di Keyra affondata nei capelli di lui. Se Zayn la spingeva il suo corpo di più verso il suo, lei spingeva la sua testa di più verso di lei. Sospirando, gli morse il labbro e si tirò indietro quando capì che forse non era stata una grandissima idea. Lo guardò stranita, scrutando il bicchiere tra le sue mani. No, quando si erano baciati lei aveva sentito il sapore della birra sulla lingua di Zayn. Quindi.. era lui che si era impazzito, non lei. Ma lei, cogliona, si era messa in gioco. Lo guardò stranita, troppo stranita e si allontanò da lui che aveva un sorrisetto divertito sulle labbra. Aveva le sopracciglia inarcate verso il basso, mentre ferma di fronte a lui, lo guardava infastidita ma soprattutto cercando di capire. Furono interrotti dalla ragazza di Zayn, di cui ovviamente neanche ricordava il nome, e le si attaccò al braccio come una cozza allo scoglio.
«Amore, ti ho cercato ovunque! Ho interrotto qualcosa?» Due secondi, sarebbero bastati per cucire la bocca di quella, ma non aveva la facoltà mentale di dire qualcosa.
«No, stavamo solo chiacchierando del suo discorso!» Spostò lo sguardo su di lui, visto che stava guardando la gallina in tralice. Che cazzo voleva dire?  «Ancora auguri!» disse Zayn, staccandosi dal muro su cui si era appoggiato, e uscendo dal posto isolato dove si trovavano. Fu il suo momento di appoggiarsi al muro, e tracannò la sua birra in mezzo secondo. Quando Mary l’andò a cercare, la trovò appoggiata con la testa al muro.
«Keyra?» domandò, e la mora si girò a guardarla senza staccare la testa dal muro.
«Si!» Mary alzò gli occhi al cielo.
«sei di nuovo ubriaca?» domandò, incredula. La vide scuotere la testa e si staccò dal muro, appoggiandosi ad esso con la schiena.
«mi ha baciata!» sussurrò, incredula.
«chi?»
«sto cazzo! Chi, Mary?»
sbottò, innervosita. Si guardarono e poi la vide puntare un dito verso la sala.
«Tu mi stai dicendo che Zayn ti ha baciata? Ok, sei ubriaca.» scosse di nuovo la testa.
«sto bene, te l’assicuro! Avrei preferito essere ubriaca. Ma mi ha baciato, non me lo sono immaginato!» Rimasero lì, mentre Keyra guardava il bicchiere vuoto ad occhi sbarrati, come incredula di quello che era successo. In effetti era incredula, ma.. poteva davvero succedere? Mary si fece raccontare tutto e andò pure a chiedere al barista se era vero che Keyra era stata portata via da un ragazzo. Dopo la conferma tornò da lei, e l’ascoltò mentre la mora le raccontava quel bacio fissando il bicchiere come se all’interno di esso vi fossero delle risposte alle milioni di domande che le affollavano il cervello. Ma non trovò risposte. No, non le avrebbe trovate per molto tempo!  
 
 
Note dell'autrice: Ecco un altro capitolo. Spero vi piaccia! Scusate gli errori, sicuramente ci sono! Come al solito. XD ♥ Se vi va, lasciate un commento, ma sono sicura che non troverò commenti :D

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Capitolo 9
*** chapter nine ***


«Se il pazzo persevererà nella sua follia diventerà saggio»

Quella mattina sarebbero dovuti rimanere a scuola tutta la mattinata, il che portava Keyra allo scazzo più totale. Non le andava di essere lì, soprattutto nella stessa stanza con Lucas e Zayn.
Piegata sul suo quaderno, a fare disegni su di esso ma persa completamente nel suo mondo, attendeva che il professore entrasse per fare lezione. Al suo fianco vi era Niall, visto che Mary era bloccata a casa con la febbre.
Quando il docente entrò, lei scese dal suo mondo fantastico, sbuffando sonoramente, pronta a seguire la lezione.
«Oggi vi dividerete in coppie, decisi da me ovviamente e farete l’esercitazione insieme, per poi farmi una relazione di almeno cinque pagine sullo sterminio degli ebrei.» Non finì neanche di sentirlo.
Lo stronzo, lo stronzo stava per dividere in gruppi? “per favore, fa che sia Niall il mio compagno, ti prego!” Pensò, pregando tutti i santi e sapendo che tanto non sarebbe stato lui il suo compagno, sfigata com’era.
«Niall Horan e..» Le si mozzò il fiato, mentre l’uomo si guardava intorno. Le venne in mente da alzarsi e sbracciare pur di farsi notare dal professore oppure far apparire sulla sua testa una freccia in sua direzione pur di farsi notare. «Mackenzie Joss» Al diavolo!
Sbuffando Niall si alzò e le sorrise, dirigendosi dalla sua compagna.
«Zayn Malik..» Sbiancò, e non alzò neanche lo sguardo dal quaderno. «Lindy Hydry» Le uscì uno sbuffo tra il sollevato e l’incredulità. Uno di meno! Pregò che finisse con Harry, Liam o Louis, ma non successe. Il professore poco dopo spiegò che stava cercando di unire le due classi. Al diavolo!
«Keyra Smith..» Tutti quelli che le interessavano già erano occupati, quindi guardò annoiata il professore. «Lucas Prince» Ma..
«Ma non ha appena detto che divideva le coppie con le due classi? Prof, io e Lucas siamo nella stessa classe da tre anni, (s)fortunatamente!» Il professore la guardò, sbuffando.
«Sempre a lamentarti, Smith! Tu e Lucas siete entrambi bravissimi nella mia materia, insieme mi aspetto molto di più degli altri!» Le uscì una bestemmia masticata mentre si guardava al fianco, dove Lucas si stava mettendo seduto.
«Almeno dieci centimetri di distanza tra me e te, chiaro?» L'avvisò.
Sentì Niall, seduto due tavoli dietro, ridere di cuore. Si girò a guardarlo e sorrise. La lezione cominciò e spostò un po’ più di lato la sedia, pur di stare a debita distanza da quel coglione. Zayn le era seduto due tavoli avanti, e si girava fin troppo spesso a guardare male sia lei, che Lucas.
«Che cazzo ha da guardare quel deficiente?» sbottò Lucas, innervosito. Alzò lo sguardo cercando di capire con chi ce l’aveva. Incontrò lo sguardo castano chiaro, quel giorno, di Zayn. Si scrutarono, molto attentamente poi a lei le uscì un ringhio.
«E' solo geloso!» Lo disse così alto tanto che Zayn la sentì. «E’ brutta la gelosia!» Ridacchiò bastarda, girandosi di nuovo a guardare il libro al suo fianco.
«Ma perché state insieme?» Si bloccò e rialzò lo sguardo dal libro, gelida.
«Non mi pare che ti ho dato il permesso di fare domande sentimentali! Fatti un pacchetto di cazzi tuoi!» Si guardarono in cagnesco, poi tornò a studiare. Sentiva lo sguardo di Lucas addosso.
Rimasero in silenzio, a fare il loro compito e quando dopo un'ora e mezza - mancava solamente mezz’ora alla fine della lezione - il professore diede una pausa, Keyra si stiracchiò languidamente. Si mise su twitter, poi quando il professore annunciò che era finita la pacchia, si rimise a lavorare.
«Allora oggi a che ora ci vediamo?» Si girò a guardare disorientata Lucas, che si era girato a guardarla quando la campanella aveva annunciato la fine della lezione.
«Come, prego?» Domandò, già innervosita che dovevano parlare per forza.
«Per la relazione... Dobbiamo incontrarci.» Gemette, quando ricordò.
«Ah si.. che palle!» Si sfiorò il viso, con una mano poi sospirò. «Alle quattro ci vediamo alla biblioteca qui vicino!» Lo vide annuire e lo guardò disgustata vedendo il sorrisetto che aveva. Godeva nel sapere che lei era obbligata a stare al suo fianco per tutto il pomeriggio. Bastardo maledetto! Quando le lezioni terminarono, Keyra tirò un sospiro di sollievo e si diresse in mensa per mangiare qualcosa, poi sarebbe andata in biblioteca.
 
Poco prima di uscire dalla scuola, il professore di storia l’aveva avvisata che l’avrebbe dovuta interrogare per chiudere in bellezza il voto. L’aveva guardato come se si era fatto un cannone di erba mischiato a oppio, per poi bestemmiare in aramaico antico dirigendosi in biblioteca anche prima del dovuto. Si era messa a studiare, per quell’interrogazione.
Solo dopo un rumore si accorse che qualcuno era seduto al suo tavolo, troppo impegnata a studiare.
«Oh finalmente! Pensavo che non ti saresti mai accorta di me.» Disse Zayn, passandosi una mano tra i capelli.
La mora alzò gli occhi dal suo libro. «Ti stupisci tanto che non sei al centro del mio mondo, Zayn?» Lo sentì ridacchiare e lei sospirò. «Non è il momento Malik!» Borbottò, prendendo l’evidenziatore dentro l’astuccio.
«E' sempre il momento giusto per darti un po’ fastidio!» Disse lui, con quel sorriso sexy che la faceva morire.
«Non hai nient’altro da fare che stressare me? Tipo andare in bagno e darti alla pazza gioia, oppure farti la tua ragazza? Devi stare qui per forza?» Lo vide annuire e sospirando tornò a studiare.
«Lo sai che sei bellissima mentre studi?» Ora lo ammazzava.
Si poteva ammazzare uno dei migliori amici del tuo migliore amico? No, non poteva.
«Smettila, mi stai irritando!» Sussurrò, rileggendo per la trentesima volta la stessa frase.
«E' un'ora che sto qui, e tu non ti sei accorta di niente! Eri così concentrata che..» Le uscì un gemito.
«Cazzo, te ne vai? Sto cercando di studiare e con te che sta lì come un gufo a tirarmela non ci riesco. Vattene, Malik!» Brontolò, a denti stretti.
«Non sai quanto mi piaci quando mi chiami per cognome. E’ così sensuale!» Gli lanciò l’evidenziatore, prendendolo sul petto.
«Vattene!» Ringhiò a denti stretti. Lo stronzo sapeva che non si poteva urlare in biblioteca. Stavano già chiacchierando troppo e disturbando la quiete della stanza. E lo faceva apposta a farla impazzire.
Lo sentì ridere.
«Mi eccito tutto quando mi chiami per cognome!» Continuò. Lo guardò in tralice, poi tornò ad appoggiare lo sguardo sul libro.
«Ok, farò finta che tu non ci sia!» Disse tra sé e lui si appoggiò ad una mano, fissandola.
Keyra fece di tutto per non pensare allo sguardo di Zayn addosso, anche se lo sentiva eccome quello sguardo penetrante. Se lo sentiva fino all’ultima fibra del suo corpo. Invece Zayn se la guardava con dolcezza, fissando le sue labbra in modo quasi da maniaco, mentre quelle si muovevano rileggendo le frasi e memorizzandole.
Dopo quasi mezz’ora, la vide passarsi una mano sul viso, snervata. Tornò a studiare, dopo avergli lanciato uno sguardo bruto.
«Hai finito?» Chiese, e alzò di nuovo lo sguardo su di lui.
«No, se tu continui a guardarmi non finirò mai!» Ammise, snervata.
«Mhm... Peccato, avevo un idea migliore per passare il tempo!» Zayn si gustò la sua faccia a quella frase. Si ritrovò a sorridere mentre lei stringeva le mani a pugno.
«Tipo darti un calcio dove non batte il sole e farti diventare donna? Lo farei volentieri, ma ti assicuro che ci sono cose più importanti di te...» Zayn nascose dietro la mano un sorriso.
«Ora non dirmi che ti è dispiaciuto l’altra sera!» La fissò, per vedere come reagiva. Pensava di conoscerla, ma non era così. Keyra lo guardò spaesata.
«Quando?» Domandò, interdetta.
Aprì la bocca e gli occhi si allargarono leggermente. «Al tuo compleanno, ricordi?» La vide pensarci, poi crollò di nuovo sul mondo dei vivi.
«Ahhh! Si, sisi ora ricordo!» Lui sorrise, soddisfatto ma al tempo stesso si stranì perché non se lo ricordava. La vide tornare a studiare.
«Beh?» Domandò, incredulo quando si rese conto che non era stata neanche sfiorata dall’ansia. Lei smise di sussurrare la sua frase, guardandolo smarrita.
«Beh fa la pecora! Che vuoi Zayn? Possiamo lasciar perdere almeno per oggi i nostri giochetti e ricominciare domani appena farò l’interrogazione?» Zayn la stava guardando a bocca aperta, non era poi un’espressione molto usata da lui.
«Non hai nient’altro da dire?» Chiese il moro, fissandola. Lei posò le mani sul tavolo, congiungendole e guardandolo.
«Vattene a fanculo, può bastare?!» Zayn la fissò, serio.
«Intendo sul bacio, Keyra, sul bacio!» Lei si lasciò andare di nuovo all’espressione curiosa.
«Oh dai Zayn, che palle! Volevi giocare, ci sono stata e basta, che altro ti devo dire? Sei stato strepitoso? Ecco, te lo dico: Sei stato strepitoso, baci da dio, mi hai fatto emozionare e cazzate varie! Adesso sparisci.» Zayn strinse la mascella, mentre lei tornava a studiare.
Qualcuno si schiarì la voce, ed entrambi si girarono.
«Ah, ciao! Sono già le quattro?» Chiese, guardando l’orologio sul braccio di Zayn. Sbuffò. Il moro, invece prese un libro di Keyra, lo aprì continuando a guardare Lucas che era ancora fermo alla fine del tavolo. «Forza, siediti che io poi devo anche studiare!! Ma tu ancora qui?» Chiese, guardando il moro seduto di fronte a lei.
«Devo studiare anche io! Non ti dispiace se rimango, vero?» Si guardarono in cagnesco, poi Zayn ghignò e Keyra sospirò. Lo faceva apposta lo stronzo per farla impazzire.
Doveva rimanere calma. «Da quando sei entrato nella mia vita, io ho bisogno di uno psicologo! Fa come cazzo ti pare!» Guardò Lucas sedersi, poi prese i fogli protocollo.
«Questi sono i miei appunti delle lezioni. In più ci sono dei commenti su alcuni libri che ho letto sullo sterminio degli ebrei. Lì ci sono dei libri molto interessanti che parlano di quel periodo. Io ho fatto una bozza prima di cominciare a studiare, leggila e fammi sapere.» Consegnò i fogli a Lucas, che la guardava a bocca aperta.
«Ok!» Sussurrò e si mise a leggere la sua tesina, mentre lei tornava a studiare.
Zayn le passò un foglio, che lei prese continuando a studiare ma accartocciandolo senza leggerlo.
«Ehi, ci avevo messo impegno a scriverlo!» Neanche gli diede ascolto, buttando la palla di carta dietro le sue spalle.
«Ci credo! Già è tanto che sai formare una frase di senso compiuto.» Lo sfotté e a Lucas gli uscì uno sbuffo a risata. Zayn si girò a guardarlo in cagnesco, poi tornò a guardare Keyra. Il moro continuò a darle foglietti e Keyra continuava ad accartocciarli senza nemmeno leggerli. Quando Lucas finì di leggere, annuì.
«Mi pare ottimo! C’è qualche cosa da rivedere, ma è perfetto.» Ammise e Zayn alzò la testa dal foglietto che stava riscrivendo per l’ennesima volta.
«Ovvio che è perfetto! E’ stato fatto da lei!» Keyra riprese i suoi fogli, facendo finta di non averlo sentito. I due si scambiarono uno sguardo.
«Bravo bambino! Ora che hai protetto il tuo divertimento, vattene!» Alzò un braccio e indicò la porta.
«No, devo studiare!» Keyra, con tutta la calma di cui era padrona, si appoggiò sul tavolo.
«Malik, ascoltami attentamente! Se tu entro due secondi non esci da questa stanza e non ci lasci studiare, io giuro su Niall che ti torturerò così tanto da farti invocare la morte urlando. Mi stai snervando, e tu sai come divento quando mi incazzo? Ok, ti sei divertito, hai fatto i tuoi sporchi giochetti, ma adesso noi dobbiamo studiare!»
La guardò stringendo la mascella.
«Non finché non parliamo di quella cosa!» Lo guardò male.
«Oddio, ancora! Oh porca miseria, che stress!» Si grattò la nuca, innervosita. «Cosa vuoi da me, Malik?» Chiese, cominciando a perdere seriamente la pazienza.
Lucas faceva finta di studiare, ma li stava ascoltando.
«Che cosa ti vuoi sentir dire? Non ho iniziato io a giocare, ricordatelo sempre! Sei tu che hai fatto iniziare tutto, ora solo perché non mi vedi emozionata perché ci siamo baciati allora mi devi stressare la vita per il resto dei miei giorni? Forse così ti rendi conto di come mi sento io!» Si guardarono, Zayn ghignò.
«Allora stai provando qualcosa!» Esclamò, orgoglioso di sé.
«Assolutamente nulla! Vuoi giocare? Io gioco dietro di te, non mi pesa molto! Ora però, vattene davvero!» Disse, guardandolo.
«Niente, zero? Non hai provato nulla?» Keyra ghignò.
«Certo come no!» Lui sorrise, un po' rancorato. «Le stesse cose che ho provato al festino! Ah.. Diamine.. E' vero! Non ricordo nulla di quella festa!» E rise sottovoce guardando la faccia di Malik.
«Sei una stronza!» Sussurrò, il moro sottovoce dopo essersi ripreso dalla brutta sensazione allo stomaco.
«Grazie tesoro, lo prendo come un complimento. Ma pure tu non scherzi!» Si sorrisero, fintamente angelici.
«Tanto non te lo dico!» Di nuovo pensava che le interessasse qualcosa di quella sera. Ok, era vero, ma non glielo dava a vedere.
«Va bene. Ora che hai capito che il tuo stupidissimo bacio non mi ha nemmeno sfiorato, te ne vai?» E quasi non urlò quando lo vide scuotere la testa. «Quanto mi stai sulle ovaie!» E se ne uscì con quella risata che la faceva sciogliere come un gelato sotto al sole. Lo guardò bruto, poi tornò a studiare. Dopo meno di venti minuti Lucas le si avvicinò per chiederle una cosa su quello che aveva scritto. Keyra rispose, ma rimanendo immobile.
«Benvenuti allo show "tutti prima o poi tornano insieme". Nella puntata di oggi abbiamo come ospiti Keyra, una ragazza stupenda che non vede l’ora di tornare con il suo ex, Lucas un coglione patentato. Riusciranno i nostri ragazzi a tornare finalmente insieme?» Alzò lo sguardo, guardandolo come se fosse del tutto impazzito. Si guardò con Lucas, che aveva più o meno lo stesso sguardo di Keyra.
Sospirando, si alzò e lo prese per la collottola e lo fece alzare.
«Vattene! Non ti sopporto più cazzo! Se ti resto vicino per altri cinque minuti il gruppo di dementi rimane senza un componente.» Lo trasportò fino alla porta, mentre lui rideva. «Bello comunque il giochino di ragazzo geloso. Ti si addice proprio con quella faccetta da cazzo! Vattene!» Ripeté e gli diede un calcio sul sedere, tornando indietro pronta a ritornare a studiare ma venne bloccata per un polso.
Cominciò a piagnucolare, pensando che l’ammazzava di lì a poco. «Sparisci cazzo!» Urlò e il bibliotecario dietro al bancone la ribeccò perché aveva urlato.
«Si, un secondo e me ne vado. Ti fai salutare?» Sbatté un piede per terra, innervosita.
«Tu sei la mia rovina, diamine! Forza, salutami e lasciami andare!» Borbottò, passandosi una mano sul viso, con i nervi a mille. Lui ridacchiando alla sua frase, si piegò a lasciarle un bacio sull’angolo delle labbra.
Lo guardò male, molto male e lui sorrise. «Pensavo che mentivi quando mi hai detto che non hai provato nulla! Ma a quanto pare è vero!»
Si, questo lo diceva lui. Quei stupidi giochetti non si sa come la facevano rimanere di merda.
«Visto?! Ciao malik!!» E se ne tornò al tavolo, appoggiando la testa sul bordo, stanca.
«Keyra?» Alzò una mano e contemporaneamente un indice.
«Dammi cinque minuti poi sarò di nuovo attiva! Mi toglie le forze quel ragazzo!» Ridacchiando Lucas tornò a studiare.
Si stava imbattendo in una cosa troppo grande per lei. Da una parte si divertiva, dall'altra ci stava una merda. Sapeva che Zayn stava giocando, che tutto quello che diceva era per giocare, e non diceva la verità. Ma al tempo stesso, anche se lei non poteva saperlo, l'immagine di Lucas disegnata nel suo cuore stava sparendo, e al suo posto si stava formando l'immagine di Zayn. E quando l'avrebbe scoperta, oh si!!! In quel momento si sarebbe uccisa.
 
 
Spazio dell'autrice: 
Si può dire: un capitolo di cacca? (: ci ho messo un po' per scriverlo perché.. perché si! Non avevo idee su come far parlare i due di quello che è successo, ma.. Alla fine ho optato che Keyra prendesse tutto alla leggera! Quindi un capitolo di cacca. (: spero di leggere prima o poi un vostro commento alla storia ♥ lo spero tanto! Anyway grazie a tutte quelle che hanno messo la storia tra i preferiti/da ricordare! *__* e grazie a tutte quelle che mi fanno sapere su twitter cosa ne pensano della storia. tanto amore per voi!

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Capitolo 10
*** chapter ten ***


L'amore il «grande amore»,
in fondo è qualcosa che dobbiamo scoprire,
non possiamo sapere a priori, con certezza, come e quando lo troveremo.


«Forza Niall. Dobbiamo andare!» Esclamò, sistemandosi la frangetta sullo specchio della camera. Niall entrò poco dopo, nel panico più totale.
«Eh! Sembra che stai per morire... Sta calmo Niall!» Disse dolcemente, vedendo come si mangiava le unghie dal nervoso. Quel giorno sarebbero andati al Luna Park e Niall aveva quella mezza specie di appuntamento con Phoebe. «Andrai alla grande!» Sussurrò con dolcezza e sorrise. Niall la guardò, e sospirò.
«Io odio i mezzi appuntamenti. Mi sento un perfetto imbecille!» Keyra si lasciò andare in una risata divertita.
«Ma cosaa! Sei perfetto, diamine! Se il mio prototipo di ragazzo non fosse cambiato, altro che Lucas.. Mi sarei buttata su di te!» Lo vide sorridere dolcemente. Sia lei, che lui, sapevano che non avrebbero mai visto l'altro in un modo diverso da quello. Per Keyra, stranamente, era un fratellino. Per Niall era la sua amichetta del cuore. Pochi giorni e già si erano avvicinati tantissimo.
«E io ne sarei stato davvero felice!» Ridacchiarono.
«A volte mi maledico perché mi devo sempre complicare la vita. Con te non me la sarei complicata per niente!!» Niall arrossì.
«Mi stai immaginando da ragazzo?» Annuì e lui arrossì ancora di più.
«Andrai alla grande, Niall! Sei bellissimo e se riesci a far ridere me, fidati che puoi riuscirci con chiunque! Vai e conquistala!» Non fu molto sicuro, ma uscirono poco dopo, dirigendosi all’appuntamento.
Arrivati davanti al luna park, trovarono tutti gli altri. Dopo i saluti, pagarono il biglietto ed entrarono. Cominciarono con la casa di paura.
Si aggrappò alla maglietta di Louis, che si girò a guardarla e scoppiò a ridere vedendo la sua faccia. «Hai paura?» scosse la testa, guardandosi intorno nel panico.
«No, assolutamente!» Le si avvicinò Harry, e si guardarono. Uno si vide specchiato negli occhi dell’altro. Avevano una paura fottuta tutti e due. Si strinsero uno all’altra, mentre urlavano appena sbucava qualcosa. Zayn, Louis e Liam appena uscirono si piegarono in due dalle risate, vedendo i due ragazzi con gli occhi sbarrati dalla paura. Avevano urlato come due femminucce, tralasciando le bestemmie che Keyra aveva tirato, appena uno usciva fuori da un angolo.
Invece di mettersi paura, si erano rotolati dalle risate vedendo Harry attaccato al braccio di Keyra e Keyra che bestemmiava in aramaico antico.
Continuarono per il tronco sull’acqua, uscendo da lì completamente bagnati da testa a piedi, e andarono a prendere la foto. Vedendola scoppiarono a ridere. A quanto pare tutti e sette sapevano della fotocamera e avevano fatto la faccia stupida. Decisero di prenderne solo una, poi l’avrebbero ristampata da soli anche perché non si sapeva quanti soldi toglievano quei fotografi. Andarono sul tagatà e pure sulle montagne russe. Keyra per la prima volta se le fece tutte - di solito faceva quelle dove non si vomitava - non si usciva impaurite oppure dove sarebbe morta di paura. Arrivò il momento delle bancarelle dove si sparava, si cercava di vincere pesciolini, e cose simili. Ogni tanto, senza farsi accorgere girava lo sguardo verso Niall e Phoebe.
Sembrava che andava alla grande, ed era contenta.
«Chi mi sfida alle corse?» Chiese tornando a guardare i quattro. Harry alzò la mano.
«Io!» Esclamò, convinto. Sorrise, e si diressero verso i simulatori di una corsa in macchina.
Si mise seduta in una delle due, mise il gettone e guardò al suo fianco.
«Buona fortuna bambino!» Scherzò, e lui sorrise angelico.
«Anche a te!» La gara cominciò, mentre gli altri tre guardavano incuriositi. Si diedero qualche botta, e il sedile tremò come se fossero in una macchina vera. Poco distante dal traguardo, Keyra gli diede una pista e arrivò prima.
«OHHHH!» Strillò Louis, fomentato. Keyra alzò le braccia, vittoriosa.
«Ma guidi come un uomo! Ma chi sei tu in realtà?» Domandò Harry, guardandola a bocca aperta. Scoppiò a ridere.
«Quanta strada devi fare prima di battermi, mio caro Styles!» Scherzò, passandogli un braccio sulle spalle. Lei sapeva fare quei giochi solamente perché aveva due fratelli che pur di battere qualcuno la invitavano a giocare. E lei pian piano si era fatta la sua esperienza.
«Dai, non te la prendere!» Giocò, coccolandolo. Lui le si coccolò addosso, facendo la sua faccina migliore per farla sciogliere. Madonna che occhi che aveva.
«Giro panoramico?» Sbiancò e si girò a guardare Liam, scuotendo la testa.
«Prima di venire qui, mi sono promessa che avrei fatto tutte le giostre, tranne quella!» Il castano rise. «Ok!» Così facile? Guardò Liam, con le palpebre tanto strette da sembrare quasi chiusi. A che gioco stava giocando? No perché neanche di Liam ci si poteva fidare.
Quei cinque erano il danno in persona. Mai fidarsi di cinque menti – anzi, cinque criceti mezzi drogati –.
«Ma almeno ci accompagni, giusto?» Annuì, continuando a guardare di sbieco Liam, che sorrideva.
Che aveva in mente quel pazzo? Arrivati sotto la giostra, li guardò male tutti e cinque, cercando di capire. Loro sorridevano. Phoebe pure, era al corrente di quello che avevano in mente quei cinque. Se pensavano di farla salire, beh si sbagliavano di grosso.
«Ok, il mio cammino finisce qui!» Sussurrò e loro ampliarono il sorriso. Louis si avvicinò, lei fece un passo indietro finendo tra le braccia aperte di Zayn.
«E' qui che ti volevo!» Si mosse, cercando di togliersi da quella presa e sbuffò.
«Tu sei uno stronzo!» Disse indicando Louis, che se la rideva allegramente.
«Scusateeee.. Scusateee! Bambina stupida in arrivo, per favore fateci passare!» Guardò Zayn a bocca aperta, e poi si girò a guardare la folla. Tutti li fissavano. Oh mamma che vergogna.
«Grazie signora! Dio sarà con lei, fra qualche giorno!» Aprì la bocca, incredula mentre Harry e Louis ringraziavano chi li faceva passare.
«Ma gli credete pure? Sono loro gli stupidi!» Niall se la rideva in fondo alla fila e si girò a guardarlo con pietà. «Almeno tu, aiutami Niall!» Lo vide scuotere la testa e sbuffò.
Diede un calcio a Zayn, che gemendo se la rise. Continuò a camminare e alla fine Louis porse i soldi per pagare i sette biglietti. Quando glieli strappò guardò l’uomo con gli occhioni da cerbiatta.
«Aiutami!» Tutti scoppiarono a ridere, mentre lei cercava di scendere. Louis, Harry e Liam si misero seduti, stringendosi un po’. Niall e Phoebe dietro, e sbuffò.
«Pure qui ti devo sopportare, che palle! Ma perché, perché? Che ho fatto di male!» Zayn diede i loro biglietti continuandola a tenere in braccio. «Giuro che se mi fai scendere, sarò tua schiava per sempre!» Avrebbe detto qualunque cosa pur di non salire lì.
«Mhm no.. troppo facile!» Piagnucolò mentre la faceva mettere seduta e l’uomo chiudeva la sicura. Keyra aveva uno sguardo ansioso, mentre si guardava intorno.
Appena Zayn le fu accanto, si girò a guardarlo, nel panico. Un conto era sulla ruota panoramica di Londra, che era chiusa e molto molto più sicura. Ma quella.. All’aperto e senza nessuna sicurezza, quasi la fece diventare bianca. Appena si mosse le uscì un urlo dalla fine della gola, che fece ridere Zayn. Si guardò intorno, nel panico più totale cercando un modo per non entrare veramente nel panico.
Ma quando si fermò la giostra per far salire quelli dopo, si irrigidì completamente. Si stava muovendo avanti e indietro quel sedile. Oh mamma, stava per avere un attacco di panico. Il fiato le si mozzò e poi cominciò a respirare male.
«Zayn..» Il moro si girò a guardarla, visto che si stava ridendo con Harry due sedili sopra.
«Mhm?» Quando la vide immobile, strinse le labbra per non scoppiare a ridere..
«Sto per vomitare!» Ammise, guardando nel vuoto. Il ragazzo le si avvicinò, per testare quanto stava dicendo. Non si mosse neanche quando le si avvicinò tanto da avere i visi a pochi centimetri uno dall'altro.
«Ma stai sudando?» Chiese, guardando la sua fronte.
«No, sto piangendo dalla fronte! Certo che sto sudando, coglione!» Ansimò, e quando quel coso ripartì le uscì un gemito. Si muoveva tutto quel cazzo di sedile.
«Ma hai davvero paura allora!» Se non fosse stata così nel panico, si sarebbe girata a guardarlo male.
«No, invento cazzate! Fallo fermare, oddioooo!» Sussurrò quando si bloccò di nuovo e quasi non morì. «Ma si deve fermare ogni cinque secondi? Oh mamma! Aiuto!» Zayn scoppiò a ridere, scuotendo la testa. «Sta calma!! Pensa a qualcos’altro!» Si, facile a dirsi.
«E a cosa?» Chiese, stringendo la barra davanti a sé tanto da far sbiancare le nocchie.
«Vediamo..» Lo vide pensarci, arricciando le labbra. Lui si mise così tanto comodo, pronto a quel giro, che le mise un braccio dietro la schiena, appoggiato allo schienale. «Una mucca entra in un bar e chiede al cameriere: "un caffè mucchiato!!"» Si girò a guardarlo, respirando sempre più male, tanto da avere un colore cianotico. Si girò anche lui, guardandola seriamente, poi sorrise.
Oh mamma quel sorriso che effetto che le faceva. «Mentalmente ho riso. La prossima!» Lo sentì ridacchiare.
«Sai qual è la parte del corpo preferita dai cannibali?» Scosse la testa, fissandolo. «La mano, perché è con-dita!»
Ci mise un po’ a capirla, poi scoppiò a ridere. «Ok, carina te la passo! La prossima.» La giostra si bloccò di nuovo, e si irrigidì sempre di più vedendo quanto stavano in alto. Zayn, percependo il suo corpo rigido, l’abbracciò e la tirò a sé.
«Adesso ti racconto una favola russa..» Annuì, curiosa e in attesa. «C’era una vodka!» Ci pensò ancora, poi scoppiò a ridere.
«Cazzata, vai!» Lui mise fuori il labbruccio.
«Ridi ma non ti piacciono.. Me le stai smontando tutte.» Ammise, offeso.
Ridacchiò, muovendo la mano per farlo continuare.
«Un figlio va dal padre: “Papà mi dai sette sterline per andare al cinema?” “Per andare a vedere..?” “La caduta di troia”. Il padre ci pensa. “Fai lo sgambetto a tua madre e risparmi queste sette sterline!”» Scoppiò a ridere, buttando indietro la testa.
«Carina!» Lui si mise seduto in modo da guardarla in faccia.
«In un prato ci sono due mucche. Una fa all’altra: “Non hai paura di diventare una mucca pazza?” e l’altra: “Ahah. No, io sono un cammello!”» Disse, fissandola. Keyra lo guardò, scuotendo la testa.
«Triste, davvero!» Ma ci stava riuscendo, senza saperlo. La stava distraendo dalla giostra.
«Un ragazzo esce di casa e va a giocare a poker. Dopo qualche ora ritorna, citofona e il padre risponde: “Papà.. Se ti capitasse un poker d’assi, che faresti?” E il padre risponde: “Mi giocherei la casa” “Ecco, allora scendi perché ho perso!”» Keyra scoppiò a ridere, scuotendo la testa. Il moro si mise seduto meglio, muovendo di più la giostra.
Keyra sbiancò. «Senti senti..» Annuì, ma guardò sotto. «Due amiche si incontrano: “Oggi ho incontrato tuo marito, ma non mi ha visto” “Si, me l’ha detto!”» Ridacchiò, tornando a guardarlo. Gli sorrise.
«Un uomo trova una lampada, la sfrega ed esce il genio: “Io sono il genio della lampada.. Esaudirò ogni tuo desiderio. Cosa vuoi?” chiede. “Voglio diventare bello e ricco!” “No forse non ci siamo capiti. Ho detto desideri, mica miracoli!”»
Keyra scoppiò a ridere, buttando indietro la testa e se ne uscì con quella sua risata che la caratterizzava quando si stava divertendo. Batté addirittura le mani, come faceva solitamente quando si stava divertendo. Niall, seduto sopra di loro, nel giro, si girò a guardarla e sorrise. Lei se la stava proprio ridendo di gusto.
«A mezzanotte due zombie escono dalla tomba e barcollando si avviano al cancello del cimitero. Improvvisamente uno torna indietro, prende la lapide e se la infila sotto il braccio. L’altro gli chiede: “che fai?” e lui: “Di questi tempi è meglio girare con i documenti”» Un'altra risata di quelle divertite e Zayn ridacchiò con lei. Erano a metà del giro, e a quanto pare si era calmata.
«Tu ne sai qualcuna?» Scosse la testa.
«Non le racconto perché scoppio a ridere prima!» Ammise e lui ridacchiò.
«Ok, continuo io! Un uomo entra in un negozio, chiedendo una camicia. “la taglia?” “No, la porto via intera!”» Scosse la testa, ma non riuscì a trattenersi dal ridere.
Si girò a guardarlo, lui ricambiò poi scosse la testa. «Chi l’avrebbe detto che sapevi le barzellette?» Si chiese, divertita.
«Tante cose non sai di me!» Era vero, aveva ragione. Le lanciò uno sguardo serio, tanto da penetrarla fin dentro le ossa.
«Ok, basta serietà. Continua!» Disse, arrossendo leggermente per quello sguardo. Alzando lo sguardo vide Niall avvicinarsi alla ragazza e istintivamente, per la felicità, strinse la mano di Zayn poco distante dalla sua. Indicò i sedili sopra e Zayn guardò, sorridendo.
«Speriamo bene!» sussurrò, preoccupato. Quasi gongolò dalla felicità quando li vide baciarsi.
«Vai così Horan! Slinguazzala tutta!» Sussurrò, e fece ridacchiare Zayn.
«Sei incredibile!» Si girò a guardarlo, alzando un sopracciglio.
«Perché?» Lo vide scuotere la testa.
«Niente, lasciamo stare!» E lei lo guardò male. Odiava quando prima aprivano bocca e dopo non continuavano a spiegare.
«No, ora mi dici!» Esclamò, curiosa e un po' infastidita. Lui si guardò un po’ intorno, cercando le parole.
«Vuoi gli altri felici, ma tu sei la prima che si butta nel dolore!» Alzò un sopracciglio, anzi, era già alzato ma lo inarcò ancora di più.
«Non capisco!» Ammise, guardando il suo profilo.
«Ti butti su quel coglione che non ti merita!» All'inizio non capì a cosa si stesse riferendo, poi però ghignò.
«Perché.. Gli altri mi meriterebbero? Tu mi meriteresti?» Chiese, curiosa e lo vide girarsi a guardarlo. il toro che dice cornuto all'asino. «Perché parli di lui come uno stronzo quando tu, per primo fai lo stronzo?» lo sguardo che le lanciò fu di fuoco.
«Spigliata la ragazza..» Keyra lo guardò male.
«Si, cambia discorso! Tu forse sei stato il primo a trattarmi da pezza da piedi, e poi hai il coraggio di dirmi che vado dietro ad un coglione.. Il toro che dice cornuto all’asino!» Zayn si morse il labbro inferiore, nervoso.
«E se non c’è stata nessuna scopata, c’è sempre stato il bacio! Io sarò anche stupida, ma tu sei un perfetto idiota!» Lui la guardò.
«No aspetta..» Provò ma lei alzò una mano.
«No, basta! Ok, vuoi giocare e io ci sto! Mi hai già snervato abbastanza, per oggi!» Tornò a guardare Niall, stringendo la mascella. Finalmente il giro finì e Keyra poté scendere, avviandosi a prendere una boccetta d’acqua per rinfrescarsi la gola, che era tremendamente secca. Ma perché, perché attirava tutti stronzi? Perché non poteva finalmente avere il suo principe azzurro che l’avrebbe amata qualsiasi cosa succedeva? Perché tutte potevano essere felici, e lei acchiappava solamente stronzi che non volevano altro che portarsela a letto? Possibile che era così puttana, mhm? Eppure era una santarellina in certe cose. Nel senso che non faceva sesso con nessuno, togliendo Zayn che era l’unico caso se c’era stato, senza sapere che anche nell’altra parte c’era attrazione. Ma no, no.. Le piaceva complicarsi la vita, come se non era già complicata di suo.

Note dell'autrice: 
Mi si è cancellato tutto mentre stavo per postare, e la cosa mi ha fatto bestemmiare anche in aramaico.. Grazie al cielo ci sono riuscita a postarlo. Anyway.. volevo ringraziare quelle persone che hanno commentato la storia! *--* mi avete reso davvero felice.. Si, basta poco per rendermi felice! (: Grazie grazie grazie. Spero che vi piaccia questo capitolo! Spero di vedere altri commenti alla storia. xoxo ♥

 

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Capitolo 11
*** chapter eleven ***


«Solo la luce che uno accende a se stesso, risplende in seguito anche per gli altri.»


Quel giorno i suoi erano fuori a cena e per tutta la notte in quanto era il loro anniversario. Questo voleva dire solo una cosa: pace assoluta.
Mandò a fanculo i suoi fratelli, che uscirono felicemente e dissero che non sarebbero tornati per la notte. E sua sorella la mandò a fanculo a casa del suo ragazzo, avendo così la casa libera. Appena chiuse la porta d’entrata dietro le spalle di sua sorella dopo un veloce «Sisi, ciao!» Salì le scale ed entrò in camera quasi slittando.
«Horan! Horan svegliati!» Gli si buttò addosso, sul suo letto svegliandolo. Si era messo un po’ a dormire, quel pomeriggio. Con Phoebe non era andata alla grande. Erano bastati due giorni, e quella puttana l’aveva lasciato perché diceva che non era il suo tipo.
E Niall stava uno straccio. L’aveva coccolato per tutta la notte, sapendo che Niall stava davvero male in quelle situazioni. Non lo dava a vedere, ma era così. Si era messa nel letto con lui, raccontando delle stronzate micidiali pur di farlo ridere. Erano stati tutta la notte svegli, a cazzeggiare in qualsiasi modo. Alla fine l’aveva pregata in ginocchio di mettersi a dormire, e dopo due ore si erano alzati per andare a scuola.
«Che c’è?» Borbottò, affondando la testa sotto il cuscino. Glielo tolse e gli scompigliò i capelli.
«Abbiamo casa libera. E sai che questo cosa vuole dire?» Lo vide scuotere la testa.
«Che posso dormire per il resto della serata? Fantastico, è quello che volevo proprio fare!» Biascicò, facendo ridacchiare Keyra e con tutta la forza di cui era padrona, si alzò e lo tirò per farlo alzare.
«Sei giovaneee! Forza alza quel bel culetto e chiama i tuoi stupidi amici.. Stasera si cena insieme e poi, boh! Vediamo!» Dopo quasi mezz’ora riuscì a farlo scendere e si mise a chiamare tutti gli altri, dicendo di andare a casa di Keyra e di muoversi pure. Spiegò la loro idea e dissero che ci avrebbero pensato loro.
Keyra si mise ai fornelli, cucinando per tremila persone. In fondo erano lei, Niall, gli altri tre, Mary che aveva obbligato a farla andare anche se stava in ripresa dalla febbre, e sperava nessun’altro. Ma era sicura che qualcun altro ci sarebbe stato. Tipo la gallina, ragazza di Zayn e quel decerebrato mentale di Lucas. Quando arrivarono, cominciarono a suonare la porta, facendola snervare.
«NIALL!» Urlò alzando gli occhi. Non rispose.
Sbuffando si asciugò le mani e andò ad aprire.
«Puoi entrare, puoi entrare.. Entra, entra.. No, tu resti fuori!» Disse mettendo una mano davanti al volto di Lucas, che la guardò male. «Gli stronzi restano fuori!! Malik, per stronzi intendo anche te!» Lo sentì ridacchiare dalla sala, dove era già seduto sul divano. «Forza entra.. Ma dovevi per forza portarlo, Liam? Un bel cianuro prima di venire no?» Risero, poi guardò male la cagna che entrava.
Salì le scale, andando di nuovo in camera e trovando Niall sul letto, steso.
«Ahhh! Che due palle, e forza.. Alzati!» Lo riprese per il polso e lo tirò.
«Non ne ho voglia!» Disse con il morale a terra. Si sedette sul letto, dolcemente.
«Niall, tesoro! Io ti voglio bene, e anche tanto. Ma starai così per tanto?» Chiese dolcemente con un tono di voce che di solito si usava con i bambini.
«No, ma oggi non mi va di fare baldoria» Gli sfiorò i capelli.
«Senti.. Se sono riuscita io a superare lo stronzo che sta di sotto, ci puoi riuscire anche tu! Non è l’unica ragazza su questo mondo, Niall.. E non sarà neanche l’ultima che ti farà queste cose..» Lui la guardò triste, con quegli occhioni da cucciolo abbandonato.
«Io quando mi sento giù, perché so che sono stata stupida, penso che al mondo ci sono cose davvero peggiori. Lo sai che io non sono credente, sai che non ci credo in Dio. Ma penso che chiunque ci sia lì su.. Ci mette delle prove nella vita, per vedere se davvero valiamo per vivere questa vita. Che vita sarebbe senza prove? Prove sotto forma di ostacoli. Ostacoli che tu devi superare e continuare ad andare avanti, perché sennò non sapresti mai cosa ti aspetta dopo!»
Lo vide pensarci su, a quelle parole.
«Si, ma perché tutte a me?» Sorrise con dolcezza.
«Non sei da solo, Niall! Guarda me.. Ho avuto un egoista di prima categoria come ragazzo, che gli interessava solo di se stesso. Ho avuto Lucas, che mi ha usato da pezza da piedi, ho avuto Daniel a cui non interessava nulla di me. Io mi spaccavo per andare da lui, pur di vederlo e lui stava davanti al televisore a guardare le moto.» Sorrise guardandolo fare una smorfia.
«E non solo in fatto di ragazzi, ma anche in fatto di amicizie. Ho avuto tante inculate anche lì che nessuno si può immaginare. E’ la vita, Niall! Prendila come un esame, come una prova. Come un’esperienza. Non prenderla come un fallimento, sennò non andrai mai avanti.» Il biondino la guardava con occhi tristi, poi si avvicinò a lei per abbracciarla.
Keyra ricambiò.
«Hai quattro amici stupendi, che davvero.. Io sono la ragazza più difficile su questa terra, non mi fido di nessuno. Ma voi.. Siete unici! Non vi dividerete mai, lo so!! Basa la tua vita su quelle quattro persone lì sotto, che anche se non lo danno a vedere, ti amano come un fratello!» Il biondino annuì.
«Ecco, ora per favore, torni giù con me e mi aiuti a cucinare? Cibo..» Sussurrò e lui si staccò facendole vedere i suoi occhi bramosi. Rise.
«Che mi cucini di buono?» Chiese mentre si alzavano, facendola ridere.
«Tu scendi, divertiti e lo saprai!» Quando tornarono di sotto, Niall era di nuovo sorridente. Si mise a giocare con gli altri, e Keyra tornò a cucinare. Neanche due minuti e le si mise dietro Liam, guardando incuriosito cosa cucinava.
«Ma ci possiamo fidare?»
«ehi, non ho mai mandato nessuno all’ospedale!»
Ammise, guardandolo di sbieco e facendolo ridacchiare.
«Come ci sei riuscita?» Alzò un sopracciglio, poi capì che parlava di Niall.
«I segreti di una psicologa non laureata! Non te lo posso dire!» Ridacchiò, e Liam sorrise.
«Beh, qualunque cosa tu gli abbia detto, ti ringrazio!»
«Non sei l’unico che vuole un gran bene a quel ragazzo. Può sembrare stupido, perché ci conosciamo da poco, ma gliene voglio anche io, te lo assicuro!»
Si sorrisero.
«Anche lui te ne vuole!» Arrossì, e tornò a cucinare. «Neanche noi ci eravamo riusciti a farlo tornare a sorridere, tu in dieci minuti ci sei riuscita! Dai, me lo dici che cosa gli hai detto?» Ridacchiando gli spiegò la sua teoria, e Liam si appoggiò al lavandino, ascoltandola incuriosito.
Quando terminò, aveva gli occhi curiosi.
«Bel modo di vedere. Ma come ci riesci?» Alzò le spalle.
«Non mi piace piangermi addosso, sapere che qualcuno sta male vedendomi così. Al mondo davvero ci sono cose peggiori. Non posso buttarmi giù per un ragazzo che mi ha lasciato o perché mi tratta male, oppure perché mi hanno adottata o perché l’unica cosa che mi è rimasta è mia sorella.» Liam la guardò curioso.
«Siete sorelle di sangue?» Domandò, mentre lei si stupiva che sapesse che era stata adottata. Poi ci pensò. Lui e Niall erano molto amici, quindi sicuramente gliel’aveva detto lui.
«Si, siamo state adottate insieme! Non volevano dividere due sorelle.» Spiegò con un sorriso dolce.
«Infatti notavo una certa somiglianza! Ma mai dire mai!» Sorrise, tornando a tagliare le carote.
«Dietro ai fallimenti, ci sono sempre cose belle. Una famiglia che mi ama, amici che mi vogliono bene, un tetto sulla testa e tante altre cose che mi permettono di farmi pensare che non sono poi così sfigata.» Liam la guardò con una dolcezza incredibile.
«Hai una forza d’animo davvero grande..» Tornò al discorso principale, e Keyra sorrise.
«E non sai quanto non sopporto le persone che si piangono addosso più del dovuto! Mi snervano!» Disse, con un altro sorriso.
«Non sai a me!» Rispose Liam, rubando metà carota, facendosi lanciare uno sguardo bruto da Keyra, che lo fece ridere. Il castano si mise eretto.
«Ok, ti lascio cucinare prima che decidi di tranciarmi una mano. Grazie ancora!» Sorrise dolcemente.
Si piegò a darle un bacio, arrossendo entrambi. «E' un piacere. Ora sparisci, mi stai occupando spazio!» Risero sotto voce e lo guardò ritornare dai suoi amici.
Dopo una cena con i fiocchi, si erano buttati in salone per guardarsi un film. Harry aveva portato diversi film, tra Horror e azione.
«Cosa? Ma che film sono? L’esorcista?» Sbiancò, pensando che quella notte non avrebbe dormito se lo avrebbero guardato. «Iron man?» Si buttò sul divano, in mezzo a Niall e Mary. Per terra c’era Louis, Harry e Lucas, gli altri sparsi in giro.
«Vediamoci l’esorcista!» Ecco, era proprio quello che non voleva vedere. Si discusse su quale film vedere, alla fine si andò ai voti e cinque su quattro decisero per l’esorcista.
Si stese, appoggiando la testa sulle gambe di Niall che prese a giocare con i suoi capelli, e le gambe su Mary circondata da fazzoletti per soffiarsi il naso. Il film cominciò, a lei salì un ansia tremenda, ma grazie a Louis quel film non le avrebbe mai più messo paura anche perché faceva la voce sopra quella della ragazzina, dicendo delle cazzate assurde.
Rise come mai in vita sua, ma si accorse che Zayn e la cagna stavano facendo un bambino sulla sedia.
«Oh!! Posso essere la madrina?» Chiese e quei due si staccarono.
«Cosa?» alzò le mani, incredula.
«Che ne so? Ci manca che girate un documentario su come si fa un figlio.. E se lo state per concepire, posso essere la sua madrina?» Louis ridacchiò.
Keyra alzò un braccio. «Le stanze da letto sono sopra, potete usarle tutte tranne la mia!» La biondina ridacchiò e si alzò tutta contenta che aveva dato il permesso per andare su. Li vide andare al piano di sopra e tornò a guardare il film, dando spago a Louis e divertendosi anche lei rifare la voce. Mary si era addormentata, Niall, Harry e Liam se la ridevano allegramente dal loro giochetto. Invece Lucas la guardava, cercando di capire perché era stata così tranquilla nel vedere Zayn e la ragazza salire in camera.
A metà del film si alzò e svegliò Mary.
«Forza, ti porto a dormire.» La prese sotto braccio e la condusse verso la sua stanza. Quando aprì la porta, trovò Zayn in piedi davanti alle milioni di foto.
«Che cazzo ci fai qui? Sparisci dalla mia stanza!» Sbottò, mettendo Mary nel suo letto matrimoniale e coprendola. «Ma non stavate concependo un bambino?» Scherzò, dopo aver coperto bene Mary, prese Zayn per la maglietta e lo condusse fuori.
«Ehi, io stavo guardando le foto!» lo guardò male, spingendolo verso le altre stanze.
«Torna dalla tua ragazza! E’ in calore, potrebbe scoparsi anche il comodino!» Zayn ridacchiò.
«Adoro quando fai la gelosa!» Sorrise anche lei.
«Adoro sapere che prima o poi ti darò un calcio nelle parti basse da toglierti anche le corde vocali.» E scese di nuovo, trovandosi quelli seduti per terra sul divano.
«Ehi.. Ma quello era il mio posto!» Disse, avvicinandosi al divano. Si mise seduta per terra, sbuffando. Si appoggiò alle gambe di Niall, che prese ad affondare la mano nei suoi capelli, tanto che il risultato fu una criniera come quella del leone.
Alla fine del film, tutti si stiracchiarono. Rimasero a chiacchierare sul film.
«Dai, si vedeva che quello era passato di verdure.. Ma quando mai il vomito è verde?» Guardò schifata Lucas.
«Con tante scene su cui discutere proprio di quella dobbiamo parlare?» Chiese, accoccolata a fianco di Niall.
«Allora parliamo della scena del crocifisso!» Ridacchiò, scuotendo la testa sentendo le parole di Louis.
«Come al solito voi uomini guardate solo quello!» Risero tutti insieme, e pure gli altri due scesero dalla camera, si unirono a commentare il film.
«No ma è interessante! Spiegami non farebbe un male cane quel coso..?» Lo guardò a bocca aperta.
«Beh si, te lo potrei anche dire, viste le tante volte che ho usato un crocifisso in quel modo!» Disse con una nota di sarcasmo nel tono e tutti risero. «Cazzo ne so! Chiedilo a lei, no?» Ridacchiò scuotendo la testa.
«Però bisogna dire che la bambina fa più paura da normale che da indemoniata!» Ammise lei, facendo ridere tutti. Rimasero a chiacchierare per un paio di ore, poi pian piano tutti si disposero nelle stanze per andare a dormire. Erano le quattro ormai, e non era ancora riuscita a prendere sonno. Si alzò, prendendo una felpa e scendendo giù grattandosi il volto nervosamente. Si era messa nel letto due ore prima, aveva cominciato a pensare e quando cominciava a pensare non riusciva più a dormire. Spesso le succedeva. Andò in salone, dove Harry dormiva sul divano insieme a Louis.
«Ehi, andate nel mio letto!» disse, scuotendoli. Li fece alzare e li spedì di sopra, tanto il letto era matrimoniale e grande, quindi ci sarebbero entrati tutti e tre. Appena li vide entrare, si diresse in cucina per farsi un tea. Il tea svegliava, mentre a lei rilassava. Attese che l’acqua bollisse, poi si mise al tavolo, con una mano sulla tazza e con l’altra si massaggiava il viso, stanca.
«Ciao!» Saltò come un petardo, mezz’ora dopo. Alzò la testa e si ritrovò Zayn davanti a sé, mezzo addormentato.
«E che diavolo! Mi fai sempre prendere i colpi!» Sbottò, innervosita. Lui la guardò mezzo rincoglionito.
«Perché non stai dormendo?»
«non ci riesco.. e tu?» Domandò Keyra, scrutandolo attentamente.
«Stessa storia! Mi ero addormentato ma mi sono svegliato perché ho fatto un brutto sogno!» ammise il moro, passandosi una mano sul viso.
«Capisco!» Si guardò intorno, persa completamente nei suoi pensieri. «vuoi del tea?» Chiese e lui annuì, così Keyra si alzò prese una tazza e versò dentro l’acqua per poi metterci l’infuso. Prese il latte dal frigo e mise tutto di fronte a Zayn, insieme allo zucchero.
«Grazie!» Forse per il sonno, forse per altro.. entrambi non avevano la forza di bisticciare come al loro solito. «Sai interpretare i sogni?» Domandò il ragazzo, ad un certo punto. Keyra alzò le sopracciglia.
«No!» ammise, girando il suo tè ma continuando a guardarlo.
«Mhm.. mi piacerebbe capire che diavolo significa!» La mora si alzò a prendere i biscotti al cioccolato, mettendoli in mezzo a loro.
«Proviamoci.. Racconta!» Propose, e lui prese un biscotto.
«Sto a casa.. Ad un certo punto mi accorgo che sono in pericolo, che una persona mi sta inseguendo. Comincio a camminare, esco di casa e continuo a camminare..» Keyra lo guardò alzando di nuovo le sopracciglia.
«Correre no?» Lo vide alzare una mano come per dire di aspettare.
«Ad un certo punto mi blocco, non riesco neanche più a camminare. Mi si bloccano le gambe, mi giro e vedo che quello/a mi sta raggiungendo. Capisco che sono ancora in pericolo, così mi butto per terra e comincio a strisciare.» La vide guardarlo, incredula.
«Che vorrà dire?»
«Che ti droghi troppo, prima di andare a letto!» Rise anche lui, scuotendo la testa.
«Tu fai sogni strani? Li ricordi?» Annuì.
«Purtroppo si.. Li ricordo! L’ultimo che ho fatto è..» Ci pensò su.
«Stavo in casa, non questa ma una casetta di tre piani, con un seminterrato che era la sala giochi. Stavo lì con un po’ di persone.. Ad un certo punto guardo la scala che portava al piano di sopra e vedo mia nonna, che è morta da anni ormai..» Ci pensò, e sorrise a quello strano sogno.
«Ad un tratto mi rendo conto che tutti stanno dormendo, tranne io. Cerco di svegliare mia sorella, mio fratello e cose così. Quando mi accorgo che non si svegliano, mi avvicino alla scala, ma non la salgo. Parlo a mia nonna, chiedendole come mai tutti dormono, perché Julian, Stefan e Georgia non possono vederla e salutarla. Lei mi risponde che loro non possono, ma solo lei poteva vederla. Poi compare anche mio nonno, morto da tre anni. Mi chiedono come sto, come me la cavo e io scoppio a piangere perché i miei fratelli non li possono vedere. Gli spiego che so che Julian vorrebbe vederli e parlare con lui, ma non gli è permesso.» Inarcò le sopracciglia. A raccontarlo era davvero ansioso come sogno. Chissà..
«Poi mi sono svegliata. Mi è presa un’angoscia pensando che avevo sognato i miei nonni.»
Lui la guardava incuriosito. «Hai pensato che magari volevano farti sapere che ti vogliono bene e che se anche non li vedi, sono lì a proteggerti?» Inclinò la testa.
«Credi a queste cose?» Domandò, incuriosa e lo vide annuire.
«Moltissimo!»  
«Si, ci ho pensato. Non è la prima cosa strana che mi capita.» Ammise e lui volle sapere le altre cose strane che le erano successe.. Gliele raccontò e dopo mezz’ora terminò.
I loro tea erano ormai finiti.
«Fico!» Sussurrò, incredulo. Ridacchiò.
«Se lo dici tu!» Ammise, prendendo le due tazze e mettendole nel lavabo e sciacquandole per non lasciarle lì.
«Ti sei accorta che siamo riusciti a fare un discorso senza battutine?» Chiese il moro, inclinando la testa mentre si guardava il sedere di Keyra che sistemava la roba nel lavabo.
«Si, me ne sono accorta! Ma possiamo tornare a bestemmiarci contro, se vuoi!» Lo sentì ridere, poi tornò verso il tavolo. Lo vide porgerle la mano e la guardò in modo curioso.
«Zayn Malik!» Le sopracciglia si abbassarono, in un’espressione corrucciata.
«Dai davvero?» Lo sfottè. Lui la guardò in malo modo.
«Ricominciamo!» Fu il momento di Keyra di guardarlo come se fosse impazzito.
«Tu, mi stai dicendo di ricominciare tutto?» Il moro annuì. Strinse la sua mano. «Keyra Mary Smith!» Se la strinsero, guardandosi in faccia.
«Questo vuol dire che non ci saranno più battutine?» Domandò, curiosa. Naturalmente lui scosse la testa.
«No, le battutine ci saranno sempre.. Ma lasciamo spazio anche ai momenti tranquilli!» Lo guardò stranita.
«Dimmi che non ti diverti a battibeccare con me..» Lo sentì ridacchiare, scuotendo la testa e mettendosi di nuovo seduta.
«Mi diverto è vero! Ma mi snervi..» Il moro fece un sorriso.
«Io mi diverto così tanto a snervarti.» Ammise e Keyra lo guardò male.
«Non capisco il perché, sinceramente!» il moro giocò con un pezzo del pacco dei biscotti, pensieroso.
«Lo fai così per fare qualcosa oppure non lo so..» 
«Lo faccio perché mi diverti. Perché sei così difficile come ragazza..»
Alzò un sopracciglio. «Puoi essere dolce ma al tempo stesso sei una stronza!» Alzò il pugno, come segno di vittoria.
«Mi incuriosisci.. riesci tranquillamente a non farti mettere i piedi in testa!» Continuò. Questo lo diceva lui. Ma sotto sotto ogni sguardo che le lanciava, con quegli occhioni castani riusciva a farla sciogliere come un gelato sotto il sole. «E' impossibile capire cosa ti passa per il cervello..» Ridacchiò e lui alzò gli occhi su di lei.
«Fortunatamente!» La guardò in modo curioso. «Lascia perdere!» Di solito tutti le dicevano che era come un libro aperto, che riuscivano a capire cosa pensasse solamente guardandola negli occhi. Ma a quanto pare lui non ci riusciva, meglio così.
«Hai avuto altri ragazzi oltre a Lucas?» Scese dal mondo dei sogni.
«Ahh.. Abbiamo cominciato la chiacchierata sentimentale. Ok, aspetta prendo altro tea con i pasticcini!» Lo vide ridere sotto voce. «Si, ne ho avuti altri. Tre o quattro..» Alzò le spalle.
«E come mai è finita?» Gli spiegò la situazione, mentre fu lei a giocare con l’angolo del tavolo pur di non guardarlo negli occhi.
«Insomma tutti stronzi!» Ridacchiò.
«A quanto pare sono una calamita per gli stronzi!» Sussurrò, ridacchiando.
«E tu? Da quanto prendi in giro quella povera gallina? Che per quanto mi sta sul cazzo è sempre una donna e non si può trattare così male?» Chiese incuriosa. Lui, un po' toccato dal fatto che stavano parlando di lui, prese a giocare con il laccio dei pantaloni tuta che indossava, pur di non guardarla in faccia. 
«Io non la prendo in giro. Le voglio bene!» Alzò le sopracciglia.
«Però intanto che stai con lei giochi da stronzo con un’altra!» - «non fai prima a lasciarla così da divertirti come vuoi?» Domandò. Lui si morse il labbro.
«Stiamo da tempo insieme.. Non voglio ferirla.» Keyra si incazzò un pochino a quella frase. Non lo faceva perché le interessava qualcosa di Malik, ma per principio.
«Perché così non la stai ferendo? Per snervare una, ci sei forse finito a letto questo lo sai solo tu, e l’hai baciata! Non voglio immaginare quante corna ha quella ragazza prima di me.» Sbottò, innervosendosi. Lui la guardò con un sopracciglio alzato, notando la sua irritazione. 
«E' pur sempre tradimento, Malik. Giocando o non, la stai tradendo sotto i suoi occhi!» Il moro la fissava.
«E se non avessi il coraggio di lasciarla, perché con lei ho passato davvero tante situazioni?» Oh, ma che cosa dolce.
«Stronzo, che gioca con i sentimenti della gente e pure codardo! Ah, Malik.. Sei davvero strano!» borbottò, facendolo sorridere a labbra strette.
Da una parte si chiese cosa passasse nel cervello del moro. Era così curiosa di scoprire cosa realmente pensava e che, ovviamente, nascondeva a tutti.
«Ma tu non la odiavi?»
«Si, ma ci sono passata anche io in una situazione del genere. Posso odiarla quanto voglio, ma non lo merita neanche una gallina come lei!» Scosse la testa, guardandola.
«Facciamo il gioco delle dieci domande?» Chiese lui, ad un tratto, divertito.
«Sarebbe?» si mise seduta meglio, incuriosita.
«Io ti faccio dieci domande, tu rispondi e poi appena finisco io, mi farai le tue dieci domande!» Annuì, guardandolo male.
«Ok, ma niente di sconcio!» Risero sotto voce per non svegliare casa. Lo vide pensarci su.
«Un bel panino oppure un insalata?» Inarcò un sopracciglio.
«Il panino ovviamente!»
«Ma se sei secca come un chiodo!» Le fece notare, sfottendola..
«Si, ma questo non vuol dire che non mangio. Ho il metabolismo veloce. Non me lo so spiegare neanche io!» Spiegò giocando con l'etichetta della bottiglia d'acqua e ridacchiando.
«Il tuo prototipo di uomo?» Ci pensò su. Bella domanda.
«Caratterialmente deve essere dolce al punto giusto, geloso al punto giusto, che non vuole che mi vesto come una suora, che sa fare battutine.. Insomma, un po’ di tutto. Fisicamente, non so dirtelo. Mi piacciono sia i biondi che i mori..» Ammise, giocando ora con le unghie.
«Per te l’età conta?» Ma che cazzo di domande erano?
«Dipende. Se si passano venti anni, si, ma se sono due o tre no!» Lo vide sorridere.
«Il tuo cantante preferito?» Oh, ma che domande stava facendo? Non avevano senso.
«Sento un po’ di tutto. La musica mi piace, mi rilassa. Per adesso è Katy Perry e Bruno Mars.» Il moro ghignò.
«Ahhh.. lo smielato!» Lo guardò male.
«Non osare toccare quel cantante, potrei ucciderti!» Scherzò, facendolo ridacchiare.
«Sei con il tuo ragazzo al cinema.. Vedi il film o fai altro?» E un ghigno divertito si dipinse sulla sua faccia.
«Dipende dal ragazzo e anche dal film!» Lo vide scuotere la testa da quella risposta.
«Il tuo ragazzo ti porta in un ristorante di lusso, ti da un anello e ti dice che sei la donna della sua vita, che ti ama.. Tu come rispondi?» Ci pensò.
« ‘bravo, pure io mi amerei!’ Butto di sotto l’anello e sputo nel piatto da ciquecento sterline.» Zayn si lasciò andare in una risata di cuore. Lo guardò attentamente, perdendosi in quella risata.
Ci mancava la bavetta alla bocca, il secchiello e dava la perfetta immagine di bambina innamorata.
«Non ci credo!» Ricadde nel mondo dei vivi e lo guardò male. Poi capì, da un momento all’altro. Le stava facendo quelle domande perché voleva conoscerla meglio. Sorrise scuotendo la testa.
«Certo, dentro me stessa ballerei la conga, ma non reagisco molto bene ad avere tutti gli sguardi su di me. Un gesto del genere incuriosirebbe chiunque, e si girerebbero a guardare la dichiarazione. Con il risultato che io sverrei all’istante.» Che occhi curiosi, guardatelo.
«Qual è il tuo colore preferito?» La vide pensarci su.
«Se mi stai chiedendo in generale qual è, è il blu.. Mi fa impazzire. Ma se è una cosa di vestiti, non ho un colore preferito. I colori cambiano da come mi sento quel giorno.» Ammise, dandosi fastidio alle unghie.
Crollò il silenzio, mentre Zayn pensava alla domanda dopo. Vedendolo troppo pensieroso, aprì bocca lei. In fondo che c'era di male a farsi conoscere un po' da quel ragazzo? Il fatto che si era spinto a chiederle di fare un gioco così idiota pur di scoprire qualcosa su di lei, l'aveva emozionata. Quindi..
«Mi piace leggere, preferisco di gran lunga un buon libro a qualche cagata di giornale che si leggono le ragazze. La televisione non mi piace, ce l’ho in camera ma non l’accendo mai. Mi piace viaggiare, vedere posti nuovi e scoprire altre nazioni. Sono stata adottata, ho origini italiane ma vivo dal mio secondo giorno di vita con la famiglia Smith. Mia sorella è mia sorella di sangue. Poi... Vediamo..» ci pensò su, e Zayn appena aveva cominciato a parlare aveva alzato lo sguardo, incuriosito.
«Quando sono emozionata mi blocco.. Non ho idoli, come li chiamano le fan, ma mi piace fangirlare sulle coppie del cinema. Potrei amare qualsiasi coppia. Johnny Depp con uno spazzolino e Leonardo di Caprio con una sedia. » Zayn la guardava con occhi divertiti, assorbendo tutto ciò che gli stava raccontando. E aveva uno sguardo così curioso che quasi le venne voglia di coccolarlo.
«Davanti ad un personaggio famoso mi blocco, non urlo e non strillo per attirare la sua attenzione. Odio quelle che urlano e odio quelle che piangono davanti ad una persona famosa. Non ne trovo il senso. Non sono un genio a scuola, studio il necessario.
Andare a scuola mi snerva, non mi applico come potrei. Ma se sono curiosa, stai pur certo che vado a studiare quella cosa. Anche se sembro un giullare di corte, questo non vuol dire che non so quanto fa due+due. Amo la matematica, mi diverte. Prima ero una sega in quella materia, poi mi sono applicata e l’ho amata.
Odio Hello Kitty, tutte le marche che piacciono alle ragazze normali. Non vesto firmato, se non quelle poche volte che ho qualche soldo messo da parte, e quella cosa mi piace tanto. Compro tutto nei negozi meno cari. Mi piace scrivere, fantasticare e mi immagino la mia vita come quella di un libro, che prima o poi arriverà il principe azzurro a salvarmi. Si, sono così!»

Disse vedendolo a bocca aperta.
«Al tempo stesso però rimango con i piedi per terra capendo che questo è un mondo di merda e non troverò mai un principe azzurro. Mettimi davanti ad un pc e mi hai reso una persona felice. Non amo uscire come il resto delle ragazze, andare a rimorchiare o cose del genere. Preferisco stare nel letto a guardarmi un film che andare in discoteca. Molto spesso la gente mi reputa stupida, ignorante, e io glielo faccio credere, così per divertimento. Ma ci sarà sicuramente il mio momento di gloria. Non mi piace litigare, se non a frecciatine ma quando si parla di litigare seriamente, preferisco cercare di parlare con tranquillità. Amo la mia famiglia, la metto al primo posto.» Lo fissò. Era stupito. Forse perché aveva messo la quarta nel dire tutto ciò che le passava per il cervello.
«Altre domande o hai saputo abbastanza per oggi?» Il moro se ne uscì con un sorriso mozzafiato.
«Nono, mi basta. Ti ho inquadrato.» Fu il momento di Keyra di fare le sue dieci domande.
«E ora a noi!» Se ne uscì con un ghigno che fece perdere il sorriso a Zayn. Rise, dalla sua faccia.
«Hai un secondo nome?» 
«Jawaad»
«Figlio unico?»
Lui scosse la testa.
«Ho tre sorelle!» Lo guardò interessata, lui ricambiava.
«Adesso si capisce tutta la tua vanità.» Zayn la guardò male, lei rise piegandosi in avanti per poi appoggiarsi al tavolo con i gomiti.
«Ok.. ho finito!» Lui fece mente locale, sicuramente ricontando le domande.
«Sono solo tre.» Le fece notare e lei sorrise.
«Sono una a cui piace scoprire una persona ogni giorno che passa! Ieri ho scoperto che sei uno stronzo, oggi che hai un secondo nome, tre sorelle. Ho scoperto pure troppo!» Lui la guardò a bocca aperta, poi scoppiò a ridere. Si alzò dirigendosi verso la sala.
«Buonanotte stronzo!» E gli diede un pugno sul braccio, in modo giocoso a cui lui rispose con un gemito. Si girò a guardarlo, ma vide che stava sorridendo e scosse la testa. Si andò a buttare sul divano, prendendo la coperta e coprendosi fino al mento. Lo sentì tornare su, dopo cinque minuti.


Note dell'autrice:
Ok. Lo so di aver scritto tanto ma questo è un capitolo di metà strada. Capirete poi il perché. Come sempre, se vi va di commentare mi renderete la ragazza più felice del mondo, ma se non commentate.. vabbeh! XD Ringrazio comunque quelle persone che hanno commentato la storia, che mi dicono cosa ne pensano!! ♥ tantiiiii baciii

 

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Capitolo 12
*** chapter twelve ***


Amore, affetto ed amicizia danno emozioni che ti scaldano il cuore.

Le uscì un sospiro, mentre seduta sul suo letto guardava il biondino che stava preparando la sua valigia. Il ritorno a casa era già arrivato, ed era depressa come non mai quel giorno. Stessa storia valeva per Niall.
Si erano parlati solo quella mattina, vedendo le loro facce. E si erano detti che erano troppo tristi anche per scherzare. Il biondino non aveva il solito sorriso che lo caratterizzava, lei anche. Era da quella mattina che nella sua mente le ripassavano i momenti passati insieme al ragazzo, e ogni volta che pensava “sta andando via” le veniva un nodo alla gola che le impediva di respirare.
Poi pensava “dai, ma lo rivedrai tra due mesi” ma questo non aiutava a farla tornare a sorridere. Le coccole nel lettone, la notte in cui Niall si era svegliato per un brutto sogno e le aveva chiesto di dormire con lei come i bambini piccoli. Il modo in cui giocava con i suoi capelli, il modo fraterno con cui l’abbracciava quando la sapeva incazzata. Le corse la mattina per prendere l’autobus, le volte che l’aveva sentito bisticciare con gli altri perché l’avevano toccata.
Il rumore della zip la fece crollare nel mondo dei vivi. Spostò lo sguardo triste dalla valigia a Niall, che si girò poco dopo.
«E' pronta!» La prima mezza frase da quella mattina. Niall le si sedé vicino, e si buttò di peso su di lei. «Già mi manchi!» No! Se cominciavano a fare così, poi piangeva eh!
«Dai, non cominciamo, sennò piango e poi bisogna chiamare i pompieri per togliere tutte le lacrime che hanno allagato casa!» Il biondino scoppiò a ridere, e lei girò a guardarlo.
Amava la risata di Niall. Era contagiosa, ogni volta che rideva lui, anche se le rodeva il culo, la faceva scoppiare a ridere di rimando. E il sorriso, Dio! Una dolcezza infinita quel ragazzo. Le braccia di Niall la strinsero e lei ricambiò.
«Mancherai anche a me..» Disse guardandolo e lui se ne uscì con uno di quei sorrisi che la facevano morire. Ricambiò.
«Ti chiamerò tutti i giorni!» Fece una smorfia.
«Ora non esageriamo Niall! Tutti i giorni mi sembra eccessivo..» Esclamò con tono serio e lui perse il sorriso.. «Come minimo mi devi chiamare a tutte le ore!» E come era scomparso quel sorriso, ritornò.
«Come farò due mesi senza di te? Senza la tua voce soave che la mattina mi fa alzare?» Rise di cuore scuotendo la testa castana.
«Mi vuoi dire che ti piace quando mi butto sul tuo letto e ti do fastidio?» Lui annuì, con il labbruccio di fuori.
«Gli abbracci tra te e Lou.. Le tue bestemmie dietro Zayn.. le frecciatine con Harry.. Le guance rosse di Liam quando gli dai un bacio!» Ridacchiò e lei lo seguì a ruota.
«Vivrai benissimo senza di me per due mesi, dai! Ti riprendi un po’ almeno!!» Risero ancora, mentre sua madre urlava che era ora di andare. Si guardarono ancora, tristi, poi si diedero un abbraccio stritolatore.
«Andiamo va! Aspetta, prendo i fazzoletti!» Niall rise, scuotendo la testa. Prese la borsa e il ragazzo non si fece aiutare per la valigia.
Appena arrivati di sotto, trovarono tutta la famiglia. Sua madre aveva un muso tanto. Adorava Niall in modo incredibile. Il biondino aveva fatto breccia nei loro cuori. Si era abituata a lui, e purtroppo sua madre era una che si affezionava velocemente.
Il biondino, con gli occhioni lucidi salutò tutti, ringraziandoli per il bel mese che aveva passato. Poi uscirono, dirigendosi verso la macchina. Lei, Niall, suo padre e sua madre.
«Sei contento di tornare a casa?» Chiese la donna, curiosa. Niall si sistemò sul sedile dietro, poi la guardò. «Da una parte si, ma lascio qualcosa qui!» E si girò a guardare Keyra, che lo guardò dolcemente.
«Mamma potete adottare anche lui?» Sua madre rise, suo padre le andò subito dietro.
«Abbiamo già dato, piccola!! Mi dispiace Niall!» Disse suo padre, mentre tutti e quattro ridevano debolmente. Il cielo fuori era cupo, forse rifletteva i sentimenti di Keyra. 
«Allora mi sa che sarò io quello che adotterà Keyra.» La mora lo guardò, ridacchiando.
«Si, come no!» Si guardarono, in cagnesco come per dire “vedremo”. Non ci credeva poi così tanto. Rimasero a chiacchierare per tutto il viaggio, sua madre si fece raccontare cosa gli era piaciuto di quel viaggio e quando arrivarono davanti all’aeroporto, suo padre lì lasciò di fronte all’entrata per poi cercare un posto. Dopo essere scesi, si avviarono all’appuntamento. Niall le si era accoccolato addosso, abbracciandola dolcemente.
Da lontano vide il gruppetto, e quasi si sentì male. Si era così abituata a loro che non poteva farcela per due mesi. Louis fu il primo a vederla, e corse da lei per abbracciarla in modo pandoso. Tutti gli altri si unirono poco dopo.
«Come faremo senza di te?» Strinse di più Louis, poi se ne uscì con un sorriso anche se aveva gli occhi lucidi.
«Ma io volevo snervarvi e tutto quello che ricevo è ancora più amore? Ma non l’avete capito che vi odio e che non vedo l’ora che ve ne andate?» Tutti scoppiarono a ridere, Niall scoppiò a piangere. Lo guardò, dispiaciuta. Dio, quanto faceva male vederlo così. 
«Ecco, no.. Non puoi farmi questo. Avevamo detto niente lacrime, Niall!» Lo abbracciò e lui si nascose sulla sua spalla, con il volto. Lo strinse forte, guardando gli altri. «Sembra che sto per morire!» Scherzò, e sentì Niall singhiozzare sulla sua spalla mentre gli altri ridevano.
Quando si riprese, si avviarono tutti insieme al gruppo, cercando di non pensare che stavano andando via. Solite cazzate, solite battutine, solita routine.
Venti minuti dopo, se ne stava seduta sulla statua dell'aeroporto, in mezzo a Louis e a Liam, continuando a chiacchierare tranquilli. «Appena arriviamo ti cerchiamo su Facebook!» Guardò Louis, e sbuffò.
«Oh mamma anche lì vi devo sopportare? Se proprio dovete!» Tutti risero. «Va bene, ma se vedete che non accetto fatevi delle domande!» Louis l’abbracciò.
Arrivarono tutti gli altri della classe mentre la professoressa della classe dei cinque coglioni dava i biglietti. «Prof, non ce n’è uno per la nostra nuova mascotte?» Chiese Liam, facendo sorridere la professoressa che guardò la ragazza abbracciata a Liam.
«Mi dispiace, dovevate dirmelo prima, ragazzi!» Liam si diede un cinquino sulla fronte, poi risero. Si guardò intorno, mentre la professoressa distribuiva i biglietti e pian piano tutti si muovevano per imbarcare le loro valigie. A turno, anche i ragazzi andarono a consegnare le loro valigie, non facendo mai rimanere Keyra da sola. Quando tornarono tutti da lei, li guardò uno ad uno con un sorriso. Si era affezionata a tutti e cinque, mannaggia a loro. Lei, che alla fine non aveva tutto questo gran rapporto con il sesso maschile, si ritrovava a voler un gran bene a tutti e cinque. Era proprio vero, la vita a volte ti riserva cose davvero strane. A lei erano capitati cinque coglioni, a cui voleva un gran bene solo dopo un mese.
La professoressa richiamò i ragazzi, pronti ad andare a fare il controllo. «Ok.. andiamo!» Parlò Harry, con un muso tanto.
«Eh no! Quei visi non li voglio vedere. Ragazzi ci rivediamo fra due mesi, su! Fatemi un sorriso!» Tutti sorrisero e lei sorrise dietro di loro.
«Ecco, ora va moltoooo meglio!» disse mentre Harry era il primo che si faceva avanti per darle un abbraccio e un bacio sulla guancia.
«Ciao stronza, ci si vede fra due mesi!» Rise, annuendo. La morsa nella gola andava ad aumentare. Dieci minuti e scoppiava a piangere. Doveva trattenersi. Liam fu il secondo!
«Ehi, occhi belli! Mi raccomando tienimi d’occhio Niall!» Liam rise, e annuì. L’abbracciò e quando gli diede un bacio sulla guancia, lui arrossì. Tutti scoppiarono a ridere da quel rossore. Quello dopo fu Zayn. Abbracciandolo, Zayn le mise una mano sul sedere.
«Togli quella mano dal mio sedere prima che ti castro!» Una risata generale invase l'aeroporto, poi Zayn si piegò a darle un bacio sulla guancia. Si impedì con tutta se stessa di arrossire, poi passò a Louis senza guardare negli occhi Zayn.
Abbraccio a panda che durò una vita. «Mi raccomando stressa Harry da parte mia!» Scherzò e lui annuì, lasciandole un bacio sulla guancia. L’ultimo fu Niall che la guardava come un cane bastonato. Sorrise, con dolcezza.
«Mi fai un sorriso?» Gli chiese e lui sorrise ma gli venne un sorriso triste. «Ci vediamo fra due mesi, biondino!» Si abbracciarono e poi lì guardò andare verso il controllo. Li vide consegnare i biglietti, poi cominciarono a spogliarsi di tutti i metalli per poi passare nel metal detector e salutarla prima di sparire. Sua madre le fu al fianco, passandole un braccio sulle spalle.
«Forza andiamo!» disse con dolcezza, ma Keyra si guardava indietro sperando di rivedere quei cinque uscire e le avrebbero detto che sarebbero rimasti con lei. Ma non successe. Poteva farcela, o no? Due mesi non erano poi così tanti, giusto? Si ripromise che non avrebbe stressato i cinque, perché sapeva che se le mancavano, li avrebbe stressati. Ma come facevano tutte quelle persone che avevano amici in altri paesi?
Dopo essere tornata a casa, verso le undici, si era messa subito a dormire. Non le andava di fare nulla, quindi si era buttata nel suo lettone, sentendosi tremendamente triste e sola. Si addormentò dopo mezz’ora ma venne svegliata da un messaggio.
«Siamo arrivati. Buonanotte, ci sentiamo domani!» Sorrise assonnata e spense il cellulare. Le era già venuta la voglia di fare il numero di quel biondino e stare lì a parlare tutta la notte. Ma non doveva, se l’era detto.
Si addormentò di nuovo, risvegliandosi la mattina alle sei e mezza, mezz’ora prima della sveglia. Rimase nel letto, a guardare il soffitto. Appena si era svegliata aveva pensato “è tutto un sogno” ma no, non lo era perché quando si girò a guardare il letto di Niall, quello era intatto. Sospirò e decise di mettersi al computer per quella mezz’ora. Lo accese, entrando su Facebook e trovando le cinque richieste d’amicizia. Ma anche trenta notifiche. Sbiancò e andò a vedere. Erano tutti messaggi di quei cinque, in bacheca. “Dove sei? Perché non rispondi? Perché hai spento il cellulare? Keyra, svegliati e fatti sentire.” L’avevano anche taggata in un post in bacheca di Niall, dove chiedevano al biondino se era riuscito a sentirla. Scuotendo la testa, rispose. “sto bene. Mi sono messa a dormire appena sono tornata. Ah, se ritrovo la mia bacheca piena di messaggi, io vi uccido la prossima volta che vi vedo”.
Dopo aver mandato il messaggio a tutti e cinque, taggandoli, si vestì e si preparò per andare a scuola. Fu tutto troppo tranquillo per i suoi gusti, addirittura arrivò in anticipo in fermata.
Tornare alla solita routine era già difficile di suo, ma immaginare la giornata scolastica senza le risate che si faceva con quei cinque la deprimeva. Ma che le succedeva? Insomma non era proprio da lei stare così, in quel modo per degli amici. Che poi, poteva prendere in giro chiunque ma dove si era visto che cinque ragazzi si filavano una ragazza così? Nel senso di amica, eh! Sicuramente una settimana e si sarebbero dimenticati di lei, ne era certa. Si mise seduta alla fermata, e prese il cellulare cercando delle frasi su internet che potessero rispecchiare il suo umore. “C'è bisogno di tempo, c'è bisogno di distacco, come quando fai una foto e ti sembra tutto normale, poi la riguardi dopo dieci anni e dici: come ero pettinato? Come ero vestito? È difficile capire le cose quando ci sei troppo dentro.” Era di un scrittore italiano e l’avevano tradotta in inglese. Aveva ragione, diamine se aveva ragione. Cliccò sul nome dello scrittore e le uscirono tutte le frasi dei suoi libri, più belle. Rimase su internet per tutto il tempo finché l’autobus non arrivò.

Spazio dell'autrice: Un capitolo un po' corto, vero! Ma è stato fatto apposta, tranquilli. E' un po' come Bella si sente appena Edoardo la lascia.. Se avete letto i libri, ma avete visto anche i film, avrete notato il momento in cui passano i mesi uno dietro l'altro, senza nessuna scena. Diciamo che è un po' così! Grazie per i commenti, grazie per chi legge ma non commenta. Grazie ♥

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Capitolo 13
*** chapter thirteen ***


Ricordati, la vita è una malattia mortale, per cui bisogna godersela.
Oggi stai bene? Approfittane!
 
La routine. Tutto in una vita di un essere umano è una routine.
Svegliarsi alla stessa ora ogni mattina, per abitudine anche se non si va ne a scuola ne a lavorare. Mangiare a casa, per poi uscire e fare una seconda colazione al bar. Vestirsi nello stesso modo di tutti i giorni anche se sei in ferie. Andare a dormire alla stessa ora anche quando sei di riposo il giorno dopo. La giornata è routine allo stato puro.
Una ragazza che dice di andare alla discoteca in periferia invece di andare a quella in centro, tornerà poi sui suoi passi dicendo che quella in centro è molto più bella, spaziosa e con musica migliore, dove conosce il buttafuori, il barman che le passa gli alcolici sotto banco. Un essere umano si trova bene nella routine di tutti i giorni. La stessa colazione ogni mattina, la stessa discoteca, lo stesso posto sull’autobus per andare a scuola. Si cerca di cambiare, ma alla fine tutto torna come prima in un modo o nell’altro.
Come un mese e mezzo prima, Keyra se ne stava seduta alla panchina del parco, insieme ad Allyson. Solita routine.
«Mi ha dato così fastidio, ti giuro! Io dico no.. Se ti dico una cosa, sta zitta e non raccontarla in giro! Perché devi andare a raccontare in giro una cosa che ho detto a te perché sei mia amica? Fatti un pacco di cazzi tuoi e cuciti quella boccaccia, no?» La vide annuire, concordando con lei.
Anche lei era tornata alla routine. Stare in quel parco con Allison, una seduta su un lato e l’altra su quell’altro era routine. A chiacchierare, a fumare. A ridere. Prima dell’arrivo dei ragazzi quella era la sua vita normale.
«Mi snervano queste cose. Ma tanto glielo dico! Eccome se glielo dico.» Si accese una sigaretta, con i nervi a mille.
«Dai, non pensarci. Che fai questa sera?» Posò l’accendino vicino al pacchetto di Chesterfield blu, tornando a guardarla.
«Esco con Aaron. Ma se vuoi gli do buca e ce ne andiamo a fare baldoria!» Esclamò, seria. La vide scuotere la testa.
«No, esci con il tuo neo fidanzatino, stai tranquilla!» Keyra aveva conosciuto Aaron, due settimane prima, grazie ad un’amica in comune. La mora era uscita con lei, e si erano uniti al suo gruppo ed aveva conosciuto questo Aaron. Biondo, occhi azzurri, molto carino – forse anche troppo per una come Keyra – ed erano usciti, per poi mettersi insieme.
Guardò Allyson e sorrise. «Aaron l’ho visto ieri sera! Gli do buca e usciamo!» Prese il cellulare, pronta a chiamarlo, ma Allyson la bloccò.
«No, esci con lui!» Sbuffò guardando male la sua amica. Lei cercava sempre di dividersi con tutti, ma ad esempio Allyson non glielo permetteva. Se sentiva che aveva già da fare, non le interessava nulla. Keyra non era quel tipo di persona che se si metteva insieme a qualcuno, lasciava perdere gli amici. O almeno ci provava.
Ripose il cellulare in borsa, continuando a fumare. «Dove andate stasera?» chiese curiosa Allyson, sicuramente parlando dell’uscita con Aaron.
«Boh! Non ne ho idea.» Ammise spegnendo la sigaretta con il tallone.
«Che hai?» tornò a guardarla, alzando un sopracciglio.
«Niente, perché?» Chiese con un sorriso a trentadue denti.
«Non ti vedo entusiasta!» Si bloccò, sentendo quelle parole. Strinse le labbra per impedire ai suoi pensieri di uscire. In quel momento voleva tutto, tranne che uscire con Aaron. Le piaceva, questo si.. Ma non aveva i capelli neri, ne due occhioni castano chiaro-scuro che cambiavano a seconda del tempo, un sorriso che le toglieva il fiato e una risata che le annullava la facoltà mentale.
«Beh, vedi sbagliato!» Se ne uscì, lasciando perdere quei pensieri. Doveva andare avanti. «E’ solo che mi snerva quando mi dice che decidiamo poi dove andare. Alla fine, finiamo sempre a casa sua a guardare un film!» Ammise, dando fastidio all’unghia dell’indice.
«E tu proponi qualcosa!» Propose lei, con un sorriso.
«Si, lo faccio ma lui sbuffa come chissà che ho detto. Una passeggiata “nooo.. camminare, con questo freddo?” Una birra “devo guidare” Un cinema “con tutta quella gente”! Che palle!» Allyson se ne uscì con una risata divertita. «Addirittura gli ho proposto di andare in discoteca, cosa che sai che a me non piace. “scherzi? Se qualcuno prova a sfiorarti mi salirebbero i miei cinque minuti” ho seriamente pensato di proporgli di andare ad Honolulu pur di farlo muovere.» Ally se la rideva allegramente, mentre lei aveva il morale a terra.
«Insomma vi siete incontrati!» Disse per prenderla in giro visto che lei molto spesso non si muoveva da casa.
«Ehi! Io sarò pure una sfaticata, ma rinchiudermi a casa con una bella giornata, ma quando mai?» Chiese, e Allyson annuì. «Posso pisciarlo e usciamo?» Si lagnò ma la vide scuotere la testa.
«No! Uscirai con lui e ti subirai il film in casa.» Che palle oh! Vedendo la sua faccia, Allyson scoppiò di nuovo a ridere.
 
Arrivata a casa di Aaron, suonò il campanello e attese. Già non le andava di rinchiudersi per l’ennesima volta in casa, ma lei non lo sapeva.. L’aspettava una sorpresa. Quando la porta si aprì, rivelando il ragazzo biondo solamente fasciato da un pantaloncino a tuta, si sorrisero.
«Ciao!» Lo salutò e lui si piegò a darle un bacio. La prese per mano, e la portò verso la sala da pranzo, mentre continuando a camminare lei poggiava la borsa sul tavolino vicino all’entrata.
Entrando nella sala da pranzo, si ritrovò un gruppo di maschi e una partita di calcio. Aaron le lasciò la mano, ributtandosi sul divano, riprendendo la sua birra. Keyra, a bocca aperta rimase a guardare la scena. Sentiva il sapore del veleno in bocca, e questo voleva dire solamente una cosa.. Catastrofe.
«Scusa..» Aaron si girò a guardarla e le indicò il bracciolo vicino a lui.
«Vieni un secondo in cucina?» Lo guardò, non si mosse.
«Ma c’è la partita!» Lo sguardo che gli lanciò fu di fuoco, e il ragazzo decise che forse era meglio andare. Sbuffando – e Keyra gli lanciò uno sguardo ancora più bruto – si alzò e la seguì in cucina.
«Cioè.. fammi capire!» Si appoggiò al tavolo, incrociando le braccia sotto al seno. «Mi hai fatto due coglioni tanti per uscire. Mi hai detto che non potevi venirmi a prendere e se potevo venire da sola, e l’ho fatto anche se fuori ci sono quasi meno 2 gradi. Arrivo qui, mi saluti senza neanche aprire bocca e ti trovo a guardare una partita di calcio con i tuoi amici?» Aaron la guardava a bocca aperta.
«Pensavo che ti facesse piacere!» Le sopracciglia di Keyra si abbassarono in un’espressione corrucciata.
«M-Mi facesse piacere? Ti sei drogato oggi?» Domandò e quello scosse la testa. «Mi hai mai sentito parlare di calcio? Mi hai mai visto guardare una partita?» Chiese, cominciando a perdere le staffe.
«Ma ci sono io!» E questo doveva farle piacere?
«Ok, sono felice di vederti.. Ma a me del calcio non me ne frega niente! E stare lì, da sola mentre voi ruttate e sparate bestemmie per un calcio di rigore.. No grazie!» Strinse i denti, al culmine della pazienza. «Ho detto di no a tre persone pur di uscire con te! Mi hai mandato a monti un’uscita con le mie amiche per venire qui a vedere una partita?» Si, si era letteralmente incazzata.
«Mi dispiace!» Non sapete a lei quanto le dispiaceva. Essersi vestita, truccata, uscita con il gelo ed essere diventata un ghiacciolo per ritrovarsi a vedere la partita.
«Tu continua a vedere la tua stupidissima partita, io esco con le mie amiche. Ah, e ti prego! Se la prossima volta che c’è una partita di calcio e ti passa per l’anticamera del cervello di chiamarmi, non farlo!» Gli passò vicino, con un diavolo per capello, riprendendo la sua borsa. «Ci sentiamo dopo! Quando il tuo cervello è tornato in modalità normale e non sulla modalità “divento un perfetto imbecille a guardare una partita di calcio”» Quale ragazza non si incazzava per un affronto del genere? Uscì di casa incazzata come una biscia, camminando avanti e indietro al portone come una pazza, pensando a cosa fare.
Tirò fuori il cellulare, di farsela a piedi non era il caso, per chiamare un taxi ma prima che potesse pensare a qualcosa, le arrivò una chiamata. Sorrise, vedendo la foto di Niall. Schiacciò la cornetta verde e portò il cellulare all’orecchio. Il frastuono dall’altra parte la portò a staccare il cellulare dall’orecchio.
«Mi sentiii?» Si, eccome se lo sentiva. Le aveva praticamente rotto un timpano.
«Nooo.. la linea è disturbata!» Lo sentì ridere. ‘Dio quanto le mancava quel ragazzo insieme alla sua risata.
«Se non mi senti, come hai fatto a sentire che ti chiedevo se mi sentivi?» Ecco una frase contorta molto tipica di Niall. Rise. Le era tornato il buonumore. «Come stai?» Le chiese il biondino.
«Fino a due minuti fa incazzata e con un timpano in più. Ora molto meglio ma il timpano è fuori uso! E tu?» Domandò, sedendosi sullo scalino del portone.
«Chi ti ha fatto incazzare? Quel coglione? Lo devo venire a pestare di botte?» Rise, scuotendo la testa.
«Allora come staiii?» chiese per fargli cambiare discorso.
 «Sto bene. Siamo ad una festa e Louis si è ricordato della festa che abbiamo passato insieme, gli è venuta nostalgia vuole un abbraccio pandoso, Zayn scassa le palle che vuole fare battutine con qualcuno, Harry non si diverte perché Louis non lo fa snervare come ci riesci tu, Liam non diventa rosso da quasi due mesi, io mi sento a metà.. Beh, diciamo bene!» scoppiò a ridere di gusto.
«Mi mancate anche voi, stupidi culi pelosi!» Tutti risero. Sentire tutte le risate le fece stringere il cuore. Sicuramente avevano il vivavoce, perché sennò non si spiegava come mai tutti avessero riso. «Una settimana eh! Manca poco, sei pronta?» Sorrise.
«Così poco? Ahh.. Speravo che c’era più tempo a dividerci!» disse con tono scherzoso, facendolo ridere.
«Abbiamo già fatto il programma! Visto che in questa cittadina non c’è praticamente nulla, abbiamo fatto un programma su tutto quello da fare ogni giorno! Ritornerai a Londra più stanca di prima..» Disse, tutto felice.
«Questo mi dovrebbe far sentire meglio?» Risero tutti e sei. «Che programma? Me lo dite?» Chiese curiosa.
«La prima sera ci prendiamo un’ubriacatura da far invidia a quel festino!!» Rise di cuore sentendo quella cosa.
«Dai? Può andare peggio di quel festino? Non ricordo un cazzo!» Scherzò, sentendo la risata di Zayn poco dopo. «Poi?» Si lasciò andare ad un racconto sul programma che durò quasi un’ora.
Qualcuno aprì la porta dov’era appoggiata facendola quasi cadere. Alzò lo sguardo, trovandosi Aaron.
«Mi pareva di aver sentito la tua risata. Come mai qui?» Lo guardò, spostando il cellulare.
«Mi hanno chiamato e mi sono fermata a chiacchierare! Non avevo voglia di chiudere la chiamata visto che ricevo questa chiamata solo ogni due settimane, e chiamare un taxi..» Aaron alzò un sopracciglio.
«Chi è?» Lo scrutò seriamente, domandandosi se c’era o ci faceva.
«Gesù cristo!» Sbottò innervosita.
«Chi è?» Ripeté e lei sospirò.
«E’ Niall con gli altri, chi può essere, Aaron?!» Lo vide perdere l’espressione accigliata per poi lasciarsi andare in un’espressione gelosa.
«Lo sai che non voglio che li senti!» Strinse la mascella. Niall, sentendo quella frase cominciò a urlargli contro le peggio bestemmie.
«Li sento quanto mi pare e piace, Aaron! Sono miei amici, fra una settimana starò con loro! Ti rompo tanto i coglioni perché tu hai amiche femmine? No, non mi pare!» E chiuse la porta in faccia ad Aaron, innervosita.
«Non vuole che ci sentiamo? Per questo non ci chiami quasi mai?» Domandò Niall, un po’ arrabbiato.
Sorrise debolmente a quella frase. Pensava seriamente che fosse per lui che non si faceva sentire praticamente quasi mai?
«No, non è per lui! Non vi chiamo mai perché ho paura di rompervi!» Ammise arrossendo leggermente in zona guance, tornando a sedersi.
«Tu non rompi mai!» sorrise con dolcezza. Rimasero a chiacchierare un altro po’, poi attaccarono e lei poté chiamare un taxi. Lo attese per ben poco, e quando lo vide arrivare dalla fine della strada scese in essa, alzando il braccio.
Quando fu a metà strada, il cellulare squillò ancora e guardò chi fosse.
«Pronto?» rispose, sapendo già chi era.
«Mi dispiace. Lo sai che sono geloso di quei cinque.» Sospirò affranta, posando la testa sul finestrino..
«Non mi piace litigare con te Aaron, ma a loro ti ci devi abituare! Sono miei amici.» Spiegò, spiccia. Senza mezzi termini.
Ma perché i ragazzi gelosi tutti a lei?
«Cercherò di abituarmi! Ma mi sembra davvero strano che quei cinque ti vedano solo come un’amica.» Lo sapeva per prima che era una cosa davvero strana il fatto che tutti e cinque la vedevano come una semplice amica. Ma stava succedendo, quindi perché romperle così l’anima? Fino a quel momento nessuno mai, oltre a Zayn – ma per gioco – non si era permesso neanche di sfiorarla con un dito.
«Siamo amici, Aaron.» Si risparmiò di dire che era successo qualcosa con Zayn, per l’ennesima volta. Non era il caso di litigare per una cosa che in fondo non aveva significato. Almeno per Zayn, per lei.. Sospirò.
«Dove sei?» chiese il biondino, curioso.
«Nel taxi. Sto tornando a casa, la mia serata è sfumata!» Ammise, appoggiando la testa sul sedile. «La partita è finita?» chiese, guardando fuori.
«Si, da mezz’ora più o meno! Sono qui tutto solo..» Disse lasciando la frase in sospeso.
«Potevi pensarci prima!» scherzò con un sorriso sentendo quel tono da cucciolo abbandonato.
«Ok.. va bene! Buonanotte Keyra!» Lo salutò e spense la chiamata. Guardò il cellulare, sbattendo le ciglia. Una settimana e li avrebbe rivisti. Come avrebbe reagito a rivedere Zayn? Si ricordò come si era arrabbiata con se stessa quando si era accorta che nel suo cuore non c’era più l’immagine di Lucas, ma quella di Zayn. Di come pensava fin troppo spesso a lui. A quel bacio, a quell’unico bacio che l’aveva fatta sentire bene come solo con Lucas si era sentita. Le mani di Zayn tra i capelli, quelle labbra che ti facevano sentir male solo a guardarle che giocavano con le sue. Le sensazioni che aveva provato. E poi tutto era svanito, quando si era ricordata che Zayn faceva quello per snervarla, per farla impazzire. Ci era riuscito. Ma neanche l’arrivo di Aaron era riuscito a far cancellare la faccia di Zayn dal suo cuore. Ma perché doveva essere sempre così complicato dimenticare qualcuno? Sapeva, ne era al corrente che appena avrebbe visto Zayn tutto quello che aveva sepolto sarebbe tornato a galla.
«Scusi?» L’uomo si girò a guardarla. «Può tornare indietro?» L’uomo annuì, e dopo aver fatto un’inversione di marcia a tre tempi, ritornò verso casa di Aaron. Appena fu di fronte la casa, pagò e scese salendo i tre scalini e suonando il campanello. Poco dopo la porta si aprì e Aaron la guardò in modo curioso.
Non gli diede tempo di parlare perché gli si buttò praticamente addosso, chiudendo la porta con un piede. Ora nella sua vita c’era Aaron, doveva accettarlo.


Spazio dell'autrice: Altro capitolo corto, ma quei cinque mi ispirano e senza di loro non riesco a scrivere decentemente. Anyway.. grazie a tutte quelle persone che hanno letto senza recensire (vi voglio bene comunque) e grazie invece a chi a recensito o qui o su twittaH. Dal prossimo capitolo torneranno anche loro, state tranquille. E manca poco al capitolo jdhsfjklsdofijhusbdvfbndsjk.. *O* sono emozionata pure io per quel capitolo.. ahahaha. La citazione però c'è.. Quella nun manca mai.
♥ Un bacio ai pupi, come si dice a Roma e come sopratutto dice mia sorella.

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Capitolo 14
*** chapter fourteen ***


Se vi mostrate dipendenti, si stanca. Ma se non vi può avere, allora conquistarvi diventa una sfida.

Vi siete mai resi conto che quando aspettate con ansia qualcosa, quel qualcosa arriva in modo lentissimo? Quando magari state aspettando il suono della campanella e guardate quelle che per voi sono ore intere e invece vi accorgete che è passato solamente un minuto?
Quella settimana era passata troppo lentamente per i suoi gusti. Tanto che pure il viaggio in aereo le sembrò infinito quando in realtà durava solamente un’oretta. Si ritrovava a guardare fuori dal finestrino, muovendo nervosamente la gamba. Mary le aveva telefonato la sera prima, dicendo che si era presa la varicella dai figli dei Jhonson e che non sarebbe andata, ovviamente. Aveva cominciato ad urlare perché gli stessi bambini le avevano attaccato la febbre due mesi prima.
«Ma un vaccino a quei bambini no?» Mary si era fatta una risata e per dieci minuti era stata a raccomandarla. «Mi raccomando non fare casino, non bere, ringrazia sempre. E cerca di dare meno spago a Zayn! Perché glielo darai, io lo so! Ora hai Aaron a cui pensare, ricordi?» Lei aveva alzato gli occhi al cielo.
«Si mamma. Farò come dici tu!! Guarderò anche a destra e a sinistra prima di attraversare, promesso! Tu cerca di riprenderti, ok?» La ragazza acconsentì poi attaccò il cellulare.
Ritornò sul mondo dei vivi quando finalmente sentì l’hostess annunciare che dovevano allacciarsi le cinture perché cominciava l’atterraggio. Per lei era tutto tragico il volo, ma si agitava come non mai al decollo e all’atterraggio. Perché era dell’idea che se ti ritrovavi sopra le nuvole oltre alle turbolenze non era un problema.. Ma all’atterraggio magari si poteva rompere il carrello, oppure al decollo si beccava uno stormo di uccelli. Appena sentì che le ruote toccarono per terra, le uscì uno sbuffo e la signora al suo fianco la guardò in modo curioso.
La professoressa era passata prima dell’atterraggio per dire di aspettare che tutti sarebbero scesi, in modo da muoversi più velocemente. Guardando fuori, vide l’edificio e sorrise.
La gente pian piano scese, dopo aver preso i bagagli e lei uscì rimettendosi il giacchetto a spolverino e tenendo la borsa ben salda. Aveva solo una valigia e l’aveva imbarcata per stare più libera. Scesero dall’aereo e camminarono verso l’edificio.
Non era un grandissimo aeroporto quindi non avevano bisogno della navetta. Attesero i loro bagagli, mentre lei sbatteva ansiosa il piede per terra, controllando il cellulare e i messaggi.
Ad un certo punto si ritrovò braccata e buttata per terra. Nel casino della caduta e del fatto che non si era accorta di nulla, cercò di capire che diavolo stava succedendo. Riattivò il cervello, pensando alla figura micidiale che aveva fatto e si guardò intorno.
«Che..» Non terminò perché vide un volto. Niall che si faceva spazio tra tutte quelle teste. Sorrise e scosse la testa. «Sto soffocando! Ahi, chi mi ha dato un calcio nello stinco?» Tutti ad urlare “E’ tornata! E’ lei… Keyraaa!” tutti contenti di quella cosa. Rise e quando gli animi si calmarono un pochino finalmente venne liberata dai cinque corpi che, fidatevi, non erano leggeri.
Aiutata da Niall si rialzò e si pulì i Leggins, poi con tutta la calma di cui era padrona cominciò a schiaffeggiarli per gioco.
«Ma siete stupidi? E se sbattevo la testa? E se mi veniva un trauma cerebrale?! Eh? Imbecilli patentati!» Tutti scoppiarono a ridere, allontanandosi o facendosi scudo con il corpo di un altro.
«La sua voce soave.. E’ lei!» Disse entusiasta Niall, guardando Liam che annuiva. Rise, e Niall le si buttò di nuovo addosso e lei lo strinse forte a sé.
«Ma come siete entrati?» Domandò, vedendo le porte che dividevano dalla parte dove si attendeva chi usciva.
«Sono usciti due, ti abbiamo visto e non abbiamo resistito e siamo strisciati dentro con una capriola e ti siamo venuti a fare festa!» Disse Liam, facendola ridere allegramente. Si permise di stare zitta un secondo, per rivedere finalmente quei cinque volti che tanto le erano mancati. Tutti sorridevano, forse felici di riaverla tra loro. Vide Louis avvicinarsi, lottando con Niall che le si era praticamente incollato addosso, per darle un abbraccio a panda.
Alzò lo sguardo, nello stesso momento che anche Liam e Harry si mettevano a lottare pur di avere un abbraccio da lei. E incontrò il suo sguardo, che in un secondo fece crollare tutte le barriere che si era fatta in quei due mesi. Due fottutissimi mesi per mettere su quelle barriere e un nano secondo per distruggerle. Le si mozzò il fiato, vedendo quel colore castano chiaro che la fissava incuriosito, con quel sorriso da sturbo su quelle labbra che solo dio aveva potuto creare così perfettamente. Si passò la lingua sulle labbra, sentendole tremendamente secche.
Al diavolo! Due mesi di lavoro mandati a fanculo da un semplice sguardo. Al diavolo! Al diavolo!
«Buoni, ce n’è per tutti!» Se ne uscì, sbattendo le ciglia e cadendo dal suo mondo fantastico. «Niall, da bravo! Io e te faremo sesso stanotte. Ma lasciami coccolare anche gli altri, su!» La risata fantastica di Niall la fece sorridere, come solo lui ci riusciva. Il primo che si guadagnò il suo abbracciò fu Louis, che le si buttò praticamente addosso tanto da farla indietreggiare.
Rise, e l’abbracciò di rimando, cominciando a camminare in tondo abbracciata a Louis, che se la stringeva in modo quasi morboso addosso.
«Le costole, Louis! Mi servono ancora, sai com’è!» Il ragazzo scoppiò a ridere.
«Scusa, hai ragione!» si staccò da lei, e Keyra sorrise sistemandosi i capelli.
«Io ho sempre ragione, razza di imbecille!» Louis scoppiò a ridere poi Keyra abbracciò Liam, che arrossì come al suo solito quando gli diede un bacio sulla guancia.
«Eccolo il colorito più bello della terra! Non voglio immaginare come ti comporti con una ragazza!» Tutti risero, mentre abbracciava anche Harry.
«Harry..» Disse, guardando il tabellone mentre lo abbracciava.
«Mhm..?» Sussurrò dolcemente, mentre la stringeva
«Lo sai che… Tu puzzi?» Si staccò da lui per farsi una di quelle risate di cuore, tanto che si piegò indietro e batté per una volta le mani, per poi continuare a ridere come una pazza vedendo la sua faccia.
Quando si riprese si avvicinò a Zayn, e lo bloccò prima di abbracciarsi. «Toccami il culo e tu non vedrai la luce del sole!» Il moro ridacchiò e alzò le mani come per dire che non avrebbe fatto nulla e si piegò ad abbracciarla.
Momento momento momento.Che cos’era quella sensazione allo stomaco? Da quando si sentiva bene tra quelle braccia? Quando erano andati via, non le aveva sentite quelle sensazioni. Ora perché si? E da quando Malik aveva un profumo così buono? Oh no.. Oh no!
L’allarme nel suo cervello cominciò a farsi sentire, in modo tanto tanto preoccupante. Si staccarono e si sorrisero, ma abbassò subito lo sguardo, stranita. Tutti si divisero per andare a salutare i loro compagni e finalmente le valige arrivarono. Keyra la prese e continuando a chiacchierare con Niall attesero che tutti gli altri prendessero la loro valigia. Quando le ebbero prese, si diressero fuori.
«Ma mary?» Chiese in modo curioso.
«E’ a casa con la varicella!» Forse per la faccia… Forse per altro ma Niall si fece una risata.
«Keyra..» Si bloccò e si girò a guardarlo, domandandosi perché l’avesse bloccata..
«Si?» Lo vide fissarla, un po’ preoccupato.
«Devo dirti una cosa!» Sbiancò leggermente, visto il tono usato da Niall.
«Ok..» Attese, in ansia.
«Lo so che ti arrabbierai!» La mora lo guardò male, calcolando nel suo cervello cosa avesse potuto fare quel biondino per sapere che si sarebbe arrabbiata.
«Hai fatto sesso e non me l’hai detto? Su questo mi incazzerei a morte, oppure hai fatto sesso senza usare precauzioni, o ancora peggio con un uomo. Non che ho qualcosa contro i rapporti tra due uomini, ma sei tanto carino, sei sprecato per un uomo..» Niall la guardava a bocca aperta, con gli occhioni azzurri fuori dalle orbite.
«Niente di tutto questo..» Il volto di Keyra si rilassò.
«Ah ok! Se non è niente di tutto questo posso stare tranquilla.. Cosa c’è?» Domandò ora curiosa.
«Non andremo subito a casa, ma direttamente a scuola!» No, aspettate.
Torniamo indietro di qualche secondo. Replay, lentamente. “non andremo subito a casa, ma direttamente a scuola!” Oh cazzo allora aveva sentito bene.
Lo guardò stranita, facendo mordicchiare il labbro inferiore al biondino. «Ma che mi stai dicendo? Dai, è uno scherzo!» La prese in modo giocoso, incredula. Nessuno sano di mente avrebbe permesso ad una classe appena arrivata di andare direttamente a scuola.
«No, sono serio!» Rimase ferma, a guardarlo per qualche secondo.
«Ma hai visto che faccia ho? Per quante occhiaie ho, fra poco si prendono a pizze e tu mi porti a scuola?» Il biondino scoppiò a ridere, scuotendo la testa.
«Non l’ho deciso io, ma la scuola! Vi vogliono dare il benvenuto nella nostra città..» Ammise.
«E chi gliel’ha chiesto?» Chiese un po’ stranita, mentre lui se la rideva. «Come si sono permessi di prendersi tutta questa confidenza?» Niall ormai era piegato in due su se stesso perché il tono di Keyra che stava usando era troppo divertente. Era tra lo sbalordito e l’incredula. Gesticolava come una pazza, parlando.
«Andiamo, forza!» Si lamentò per tutto il tragitto per arrivare al pullman a due piani che l’aspettava di fuori. Sbuffando salì dopo aver posato la valigia.
**
«Mi dovete stare intorno come delle guardie del corpo?» Domandò Keyra, guardando le sei persone intorno a lei. Naturalmente erano tutti al suo fianco, Lucas compreso.
«Non sai quanto possono essere stronzi in questa scuola. A pranzo ringrazia che esci solo con i fili di pasta tra i capelli!» Disse Niall, guardandosi intorno.
«Si, ma se voi continuate a tirare questi sguardi, la prossima a ricevere la pasta in faccia sono io! Buoni, su.. A cuccia!» Entrarono nell’Auditorium, e poco dopo il preside salì sul palco per parlare al microfono. Lo vide sbattere le mani contro il microfono usando la solita “uno, due tre prova” come nei film. Patetico.
Per un’ora interminabile restarono lì ad ascoltare tutte le boiate che stava dicendo, mentre lei si era appoggiata con i piedi al sedile davanti, tanto era mezzo illuminato e non la vedevano. Intanto si tirava le palline di carta con Harry, seduto alla fila vicino e divisi dagli scalini.
Al suo fianco c’era Niall, tutto interessato al discorso del preside mentre giocava con i suoi capelli, Zayn le stava seduto dietro insieme a Louis, Liam e quel rincoglionito patentato di Lucas. Era bello vedere come Harry, Louis e Zayn avevano mandato a fanculo i loro compagni di scambio, per stare con lei. Era successo lo stesso a Londra, ma vederli fare così anche lì, la stranì.
«Ma perché non si sono portati dietro i loro compagni?» Chiese curiosa a Niall che si girò a guardarla.
«Non ci si trovano. A Londra hanno capito presto che loro volevano stare con noi, e gli altri con i loro compagni. Poco gli interessava di quello che facevano. Si incontravano solo per andare a dormire. Stessa cosa faranno qui!» Spiegò e lei si girò a guardare Zayn e Louis, che giocavano con il cellulare.
«Liam non poteva mandare a fanculo il suo compagno? Mi snerva!» Ridacchiarono, poi lei prese il cellulare e cominciò a messaggiare con Aaron, che stava facendo una pallosissima lezione di chimica.
“Tu, ti stai annoiando? E io che ho un preside tozzo e basso che chiacchiera su quando è nata questa città.. A chi cazzo interessa? Metà dell’auditorium sta dormendo!” Lo inviò, vedendo che stava rispondendo. “Ahahah. Si, forse stai peggio te. Mi manchi, bambina!” Strinse la mascella. “Quante volte ti devo dire di non chiamarmi bambina? Mi snervi, Aaron!” Rialzò lo sguardo, fissando il preside che gesticolava blaterando chissà che cosa, poi tornò a guardare il cellulare appena lo sentì vibrare tra le sue mani. “Mi piace chiamarti bambina, è dolce! Io ti manco?” sorrise. Era così dolce, in fondo. “ma se ci siamo visti cinque ore fa…” Scherzò, scrivendo il messaggio con un sorriso.
«Parli con Aaron?» Si girò e perse il sorriso, annuendo. «Ti rende felice?» chiese, scrutandola.
«Non è neanche un mese che stiamo insieme, Niall. Non posso definirlo neanche l’uomo della mia vita. Non lo so ancora!» Ammise, stringendo la mascella.
«Ma ti fa sorridere? Stai bene con lui?» Annuì leggermente, scrutandolo. «Ma non è lui che vuoi, giusto?»
Che cazzo aveva detto? Lo guardò, incredula.
«E tu che ne sai?» Domandò a bocca semi aperta.
«Lucas, no?» Le sussurrò a pochi centimetri. Le uscì uno sbuffo quando capì.
«Ah.. sisi! Giusto!» Spostò lo sguardo, imbarazzata anche solo per aver pensato che Niall sapesse qualcosa su quello che stava provando per Zayn. Ma al biondino bastò vedere quel gesto per saltare su come un petardo.
«OH MIO DIO!» Saltò su pure lei, impaurita.
Tutto si bloccò, tutti si svegliarono e posarono lo sguardo su un Niall in piedi, che la guardava incredulo. Si guardò intorno, sorridendo timidamente.
«Scusatelo! Ha degli attacchi isterici..» Lo prese per mano e lo ributtò a sedere.
«Ma sei impazzito? Mi hai scivolare il cellulare!» Sussurrò Zayn che si era messo con la faccia tra di loro. Lo guardò e il fiato le si mozzò per la vicinanza. Oh no. Si cominciava male.
«Sparisci, dobbiamo parlare Malik!» Biascicò Niall. Lui passò lo sguardo da Niall a Keyra, bloccandosi qualche secondo in più su di lei. Istintivamente, neanche senza accorgersene Keyra si tirò indietro. Lo guardò, severa e alla fine snervata da quello sguardo, dopo essersi immersa completamente in quel color topazio chiaro, lo spinse con la mano sulla fronte e lo rimise a sedere per bene.
«Che ti è preso? Ma sei pazzo?» Chiese Keyra, avvicinandosi al biondino. Niall non si era perso neanche un battito di ciglia tra quei due.
«Non è Lucas, è Zayn!» Disse e lei aprì la bocca, per dire qualcosa, ma non le uscì nulla.
Non sapeva come potesse averlo capito, fatto sta che lo sapeva. E l’idea che non era più l’unica a sapere quel fatto, la infastidì. E non poco.
«Oh mio dio Keyra!» Sussurrò con gli occhi fuori dalle orbite.
«Shhh.. zitto Niall, ne possiamo parlare dopo da soli?» Chiese, in ansia. Con la coda dell’occhio si assicurò che Zayn non avesse sentito neanche una parola di quel discorso.
«Signorinella, io e te dobbiamo parlare a quattr’occhi. Non dopo, subito! Andiamo!» La prese per mano, la sorpassò e uscì dall’Auditorium andando fuori dalla scuola il più lontano possibile da Zayn.
«Ora mi racconti tutto, ok?» Fu un tantino preoccupata da quel cambio repentino di carattere. Si accese una sigaretta e spiegò tutto quello che le passava per il cervello da quei due mesi.
«Ma… Ma…» Non aveva parole, il suo amico.
Lo poteva immaginare, neanche lei si era trovata felice di quella cosa.
«Non lo so neanche io Niall il perché di questo cambio. Un giorno mi sono svegliata e invece di aver sognato Lucas mi sono ritrovata a sognare Zayn. E sai che significa quando io mi sogno una persona?» Lo vide annuire, rimanendo in silenzio. Perché era stupito, almeno quanto lo era stato lei quando si era accorta di quella cosa.
«Ma… Ma…» Scosse la testa, incredulo.
«però per favore, non dirgli nulla. Tanto anche se gli dici qualcosa, non servirà a nulla. Si è sempre divertito con me. E mi ha esplicitamente detto che non lascerà la cagna. Lui ha la cagna, io ormai ho Aaron! Zayn sparirà come Lucas è sparito.» Spiegò e il biondino la guardò a bocca aperta.
Entrambi sapevano che non sarebbe stato facile far passare quella cosa. Entrambi sapevano che Keyra aveva detto quelle cose così, per dirle. Non era vero, in effetti.
«Va bene.» Promise e l’abbracciò come per farle capire che andava tutto bene.
 
Ancora non erano arrivati a casa. Ancora non aveva visto la donna che aveva messo al mondo quell’angelo biondo che era il suo migliore amico. Dopo la scuola erano andati al centro commerciale per fare la spesa e poi si erano buttati a casa di Harry in quanto la madre era a lavoro fino a tardi, quel giorno. Lei con i cinque dementi e quel coglione di Lucas insieme a quella baldr.. dolcissima ragazza che era la fidanzata di Malik.
Dopo aver mangiato, avevano preso le birre che si erano sudati per comprarle. Vedendo che il ragazzo, già abbastanza scoglionato dal fatto che doveva lavorare di pomeriggio inoltrato, era stato inflessibile sul vendergli gli alcolici.
E Keyra aveva tirato fuori la sua parte predatrice pur di avere quelle birre. Gli altri la guardavano a bocca aperta, mentre lei in modo molto sottile ci stava provando con il cassiere. Una cosa aveva imparato. Potevi sentirti un cesso ambulante, ma se l’uomo vedeva che eri sicura di te, stai pur certo che in quel momento avrebbe visto tutt’altro che un cesso. Nel cervello degli uomini, con un solo sguardo da una ragazza si accendeva la lucetta “gnocca, gnocca, gnocca” che mandava in black out totale il cervello di un uomo.
E naturalmente gli ormoni a mille del cassiere avevano portato le due scatole di birra fuori da quel negozio.
«Hai capito Keyra!» Disse Louis abbracciandola e guardandola con gli occhioni increduli.
«Volevate la birra? Io ve l’ho procurata!» Disse, passando il braccio sui fianchi di Louis.
«E da quando sai come rimorchiarti un uomo?» Chiese Zayn, sfottendola.
Lo guardò molto molto male.
«Sai com’è.. Non mi abbasso a rimorchiare un uomo senza palle.. Preferisco che hanno gli attributi!» Se ne uscirono con un coro da stadio, mentre i due si guardavano in cagnesco.
E così si ritrovarono stesi sui divani di casa di Harry, a cazzeggiare allegramente. Niall aveva inforcato la chitarra e la stava suonando in un angolo. Lei era appoggiata con la testa sulle gambe di Niall che si tirava palline di carta con Louis.
«Che ne dite di un bagno?» Se ne uscì ad un tratto Harry, dopo che la lampadina nel suo cervello si era accesa. Tutti acconsentirono.
«Ma se fuori fanno meno cinque gradi, come vi va?» Domandò Keyra, rabbrividendo solamente all’idea di buttarsi nell’acqua gelata. «No grazie, io passo!» Esclamò, seguendo gli altri e mettendosi sul dondolo. Tutti si spogliarono e si buttarono in acqua. Quando vide che Harry si toglieva i boxer, scosse la testa divertita. Si mise lì a guardarli giocare.
Guardateli come si divertivano a schizzarsi come bambini deficienti. E guardate come si strusciava quella cagna su Zayn.
Le squillò il cellulare e vide che era Aaron.
«Ciao!» Rispose e si alzò dal dondolo allontanandosi un pochino.
«Ciao scricciolo, come stai?» Chiese il ragazzo.
«Bene. Un po’ stanca ma bene. Non siamo ancora andati a casa.. Siamo da Harry e loro sono in piscina!» Raccontò, mentre si girava a guardarli. Ovviamente i soliti commenti “la canna” e cose del genere non mancavano mai.
«Sei l’unica femmina?» Domandò e tornò a dare ascolto al ragazzo.
«No, c’è anche la ragazza di Zayn! E lei sta nella piscina con loro. Se devono scoparsi qualcuno penseranno a lei, tranquillo!» I due risero, mentre giocava con la foglia di un cespuglio.
Ad un tratto le passò di fianco Zayn, solo in boxer e quella visuale ebbe la facoltà mentale di bloccarle ogni pensiero, gesto e movimento.
«Non ti fai il bagno?» “su di te? Su-bi-to!” Seguì con lo sguardo una gocciolina che scendeva lentamente verso il bacino. “Bastarda! Pure io voglio accarezzare quel fisico! Ti sto odiando!”
Ma da quando aveva gli ormoni così a mille? Cioè, prima di quella volta non si ritrovava a fare tutti quei pensieri sconci. Ma non doveva essere il contrario? Quando non facevi sesso si avevano gli ormoni a mille, quando lo facevi gli ormoni si abbassavano. Ora perché a lei andava tutto all’incontrario? Faceva sesso, e aveva gli ormoni a mille vedendo solamente lui a pezzo nudo.
«Si certo! Così domani mi ritrovo con la febbre a quaranta! No grazie!» Zayn alzò le spalle, tornando in casa per chissà quale motivo.
«Chi era?» domandò Aaron, curioso.
«Zayn! Mi chiedeva come mai non facevo il bagno! Fanno meno trenta gradi qui..» Disse scherzando.
Ad un tratto si sentì presa in braccio. Si girò a guardare chi fosse e cominciò ad urlare. «Oh mio dio STYLES! Mettiti qualcosa addosso!» Tutti scoppiarono a ridere.
Louis uscì dietro Harry, prese il cellulare di Keyra. «La signorina Keyra in questo momento sta per essere buttata in piscina dai suoi amici. La preghiamo di richiamarla più in là. Cordiali saluti, gli amici di Keyra!» Intanto la ragazza si copriva con una mano.
«Cerca di tenermi in alto, non voglio manco sfiorarti!» Disse un po’ schifata mentre tutti se la ridevano.
«Come se non hai mai visto un uomo nudo!» Lo guardò male, sentendo le guance andare a fuoco.
«Si, ma tu sei mio amico e adesso mi hai appena bloccato la crescita!» Scherzò, mentre Harry si metteva sul bordo della piscina. «No ti prego no!»
Non fece neanche in tempo a dirlo che Harry si buttò con lei in acqua, e solo in quel momento capì che l’acqua era calda. Ah! Ecco i paraculi.
Riemerse e si buttò i capelli indietro. «Ti sto odiando. Ahhhh! NON TOCCARMIII!» Urlò quando Harry l’abbracciò da dietro e Niall si fece una risata che fece scoppiare a ridere tutti. Rise pure lei, indietreggiando.
«Oh mio dio ti si vede tutto pure in acqua!!» Piagnucolò e andò a sbattere contro Liam. Si girò a guardarlo, vedendo il fisico che si ritrovava ma non le fece lo stesso effetto di Zayn.
Perché?
Niall nuotò fino a lei, per poi dandosi una spinta sulle sue spalle la riemerse completamente. Ora, si sa che la maglietta bianca se bagnata diventa praticamente trasparente. Ora non era sua intenzione spogliarsi davanti a tutti, perché sai che vergogna? Un conto era la cagna che pur di farsi notare si sarebbe tolta tutto come Harry, un conto era lei. Ma avendo i Jeans, che con l’acqua diventavano pesantissimi, se li tolse e alla fine Harry riuscì – non prima che Keyra si fu messa una mano sugli occhi – e andò a portare la sua maglietta e i pantaloni vicino al fuoco del camino per farli asciugare. Aveva fatto la stessa cosa poco prima con i vestiti di Liam che aveva deciso di buttarsi in acqua completamente vestito. Restarono un’ora dentro a quella piscina, Keyra giocò con Liam per chi schizzava più acqua, ma praticamente la lavò ancora di più in quanto le mani di Liam producevano più ondate di acqua in confronto alle manine di Keyra.
Insomma cazzeggiarono più del dovuto, poi si fece una certa e dovevano mettersi a dormire in quanto il giorno dopo sarebbero andati a scuola.
Il biondino le aveva spiegato che molto spesso dormivano a casa di Harry, perché sua madre lavorava fino a tardi e lui si sentiva solo. E avrebbero dormito lì anche quella notte.
Niall uscì per primo andando a prendere gli asciugamani nella casa, per poi aprirne uno per Keyra che si issò sul bordo. Pensava che tutti stavano uscendo ma a quanto pare avevano deciso di rimanere un altro po’ in acqua.
E così diede una panoramica perfetta del suo fondoschiena anche se non l’avrebbe voluto. Louis e Harry fecero finta di ricadere in acqua, vedendo la scena.
«Chiamate un’ambulanza! Oh mio dio che culo da urlo!» Praticamente Louis lo urlò, ma solo quando Keyra ringraziò Niall e si avvolse l’asciugamano intorno al corpo bloccandolo sul seno, si rese conto di quello che aveva appena fatto. Arrossì come una scolaretta vergine, avvicinandosi al bordo dell’acqua e schizzando Harry e Louis che si guardavano negli occhi a bocca aperta.
Le passò vicino la cagna, e la guardò sgambettare fino dentro casa completamente bagnata e senza asciugamano. Poi tornò a guardare gli altri ancora in piscina. Harry e Louis si erano avvicinati e Zayn, stringendogli la mano.
«Se te la sei portata a letto, io ti stimo!» disse Louis, con tono davvero incredulo, facendo ridere Harry e pure Zayn. Prese tutti gli asciugamani e i vestiti dei tre, portandoli dentro casa.
Lasciò solamente i boxer a Harry, sperando che se li rimettesse. «Dove cazzo vai? KEYRA!» Urlò Zayn e lei ridendo fece ciao ciao con la manina, spingendo Niall verso casa. Uscirono dalla piscina e cominciò a correre, per chiuderli di fuori. Ci riuscì e rimase di fronte alla porta finestra, con un sorriso angelico.
«Apri subito questa porta, Keyra!» Scosse la testa, cercando di guardare negli occhi di Zayn e non più in basso.
«Aprila subito, sennò ti faccio pentire di essere nata!» Ancora scosse la testa, facendolo incazzare a morte.
«Merda si congela. Tesoro, mi si stanno ghiacciando anche i coglioni!» Mamma mia che finezza che aveva Louis a volte. Niall, al suo fianco se la rideva allegramente. Alla fine dopo quasi dieci minuti riaprì la porta e Zayn se la prese in spalla, seguito da Harry e da Louis che si erano messi a fargli i cori da stadio.
«Ora ti faccio vedere io, quanto è bello stare al freddo!» Cominciò a scalciare e con la posizione in cui l’aveva messa Zayn praticamente aveva il suo sedere in faccia. Senza pensarci tanto, diede un morso sul fianco del ragazzo che saltò come un petardo.
«Ma sei pazza? Che cazzo di denti hai?» Naturalmente però non si era fermato, lo stronzo. Andò su e aprì la porta del bagno, per poi metterla dentro la vasca e bloccandola con il braccio. Prese il braccio della doccia e lo puntò in faccia a Keyra e Louis, bastardo almeno quanto Zayn, aprì l’acqua fredda. L’urlo che tirò Keyra invase tutta casa, tanto che accorsero tutti a vedere cos’era successo.
La tenne bloccata mentre Louis le passava l’acqua fredda su tutto il corpo tanto che Keyra aveva la pelle d’oca. La lasciarono lì, a bestemmiare pure in aramaico antico e quando Niall entrò in bagno, preoccupato la trovò con le gambe piegate e le abbracciava.
«Tutto ok?» Chiese, prendendo un asciugamano.
«Io lo ammazzo, giuro che lo ammazzo. Gli rovino la vita a quel coglione!» Niall se ne uscì con una risata poi la coprì con l’asciugamano. Andò nella camera dove avrebbero dormito lei e Niall, insieme a Lucas e Liam e prese il cambio per la notte. Si andò a vestire e scese giù in salone, dove tutti si erano già rivestiti e si erano fatti una tazza di tea. Si mise seduta vicino a Lucas, l’unico posto libero e guardò male Harry, Louis e Zayn che se la sghignazzavano allegramente.

Spazio dell'autrice: Ecco il nuovo capitolo. I sei coglioni sono tornati tutti insieme, nella stessa città. Si cominciano a movimentare le cose, voi che dite? *sghignazza* bene gentaglia. Grazie per i commenti, grazie per chi legge senza commentare. Grazie ♥ vi adoro, ok? Ok! Byyyyyeeeee

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Capitolo 15
*** chapter fifteen ***


ATTENZIONE: Rating rosso. 
cosa vuol dire? Che in questo capitolo ci sono scene di sesso.
Se non volete leggerlo, passate direttamente al prossimo capitolo.
Uomo avvisato, mezzo salvato! Buona lettura. Enjoy! 

“Non c’è niente che unisca due persone come il disprezzarne con egual fervore una terza”
Questo lo diceva qualcuno, non so bene chi, ma l’avevano detto. A che punto può spingersi una persona pur di far soffrirne un’altra? Oppure, la domanda più ovvia sarebbe: Quanto si può spingere una persona pur di farla pagare ad un’altra?
Keyra si sarebbe venduta un rene per fargliela pagare a quello stronzo. E quel giorno, chiunque c’era lì su in cielo, aveva deciso di darle la possibilità di fargliela pagare a Zayn. Ma se avrebbe portato a termine la sua vendetta, non sapeva che danno porta con sé danno.
Quel pomeriggio avevano deciso di passarlo a casa di Harry, come al solito, visto che fuori stava piovendo a dirotto.
Niall era svaccato in poltrona a guardare un film e fare zapping tra una pubblicità e l’altra, Louis giocava con la nipote di Harry, Liam si scriveva con la sua ragazza e Zayn si era andato a mettere un po’ a dormire in quanto quella notte aveva dormito poco.
Lei era sdraiata al fianco di Niall, accoccolata sotto il suo braccio posato sulle sue spalle. Si alzò quando si stufò e si diresse verso la porta di ingresso per andarsi a fumare una sigaretta. Ma udì la voce della ragazza di Zayn. Ghignò.
Tornò indietro, e si fermò in sala.
«Voi non mi vedete da un’oretta, ok?» E salì le scale, correndo nella camera dove stava Zayn. Aprì la porta ed entrò, vedendolo dormire.
Mamma che bello che era quando dormiva. Quelle labbra l’attraevano tanto che si avvicinò fin troppo. Ma non lo baciò. Non era da lei, non poteva abbassarsi così tanto. Si mise allo specchio della stanza, e si passò un dito sulla lingua e cominciò a sbavarsi un po’ il trucco. Poi si mise la maglietta con la spalla che cadeva in giù e si slegò i capelli, rendendoli arruffati il più possibile.
Si mise in ascolto, attendendo l’arrivo di Sophie. Quando la sentì ridacchiare sulle scale, uscì e se la ritrovò davanti finendole quasi addosso.
«Ops..» Sussurrò a denti stretti disegnandosi sul volto un’espressione stupita. «Ciao! Fai piano si è appena addormentato!» E sorrise in modo divertito, dolce. Ma dietro a quel sorriso c’era un significato. Ma sapeva che la gallina era così stupida da non sapere che era una finta.
Scese le scale, e alzò lo sguardo per guardarla. La stava fissando a bocca aperta. Scese, e quando arrivò in camera da pranzo, sentì le urla di Sophie.
«Che diavolo succede?» Keyra si mise un dito di fronte alle labbra, e si ascoltò i due litigare. Si mise seduta sul bracciolo, vicino a Liam che si appoggiò a lei.
«Sei uno stronzo! L’ho sempre pensato che ti piaceva e non dirmi di no, Zayn!» Ahhh.. Che voce soave.
Harry si girò a guardarla, e lei sorrise angelica proprio verso di lui.
«Sei una stronza, lo sai?» Annuì, ridacchiando. Louis rise, scuotendo la testa.
«Io gliel’avevo detto di non mettersi contro a Keyra! Perché non mi ascolta mai, quell’uomo?» si chiese Louis, ridendo per la bastardata che Keyra gli aveva appena fatto.
«Te la sei portata a letto e lei me l’aveva anche detto. E hai continuato a scopartela! Che stupida!» Stavano scendendo le scale e Keyra si girò a guardare la televisione, apparentemente non interessata a quelle urla.
«No, ma amore.. Aspetta! Fammi spiegare!» Si girò, stampandosi in viso un espressione angelica e preoccupata.
«VAFFANCULO ZAYN! NON CERCARMI PIU’!» La guardò uscire e sbattere la porta tanto da farla tremare nei cardini.
Attese che Zayn si girasse e fece un altro sorriso angelico. «Che cazzo è successo?» Chiese, ancora non riuscendo a capire forse per il fatto che era mezzo addormentato. Tutti scoppiarono a ridere, lei saltò in piedi.
«Pagare prego!» Porse la mano e fece il giro dei ragazzi, per farsi dare i soldi della scommessa.
«Mi spiegate che cazzo sta succedendo?» Keyra si girò, contando i soldi e guardandolo mentre teneva il conto sussurrandolo con le labbra.
«Scusa non ricordo bene le parole che mi hai detto un po’ di tempo fa! Non.. Com’era amore? Non mi lascerà mai Zayn la guardò prima incredulo poi passò ad un’espressione di puro odio quando finalmente capì di cosa stesse parlando.
«Mai dire mai, tesoro! Mai dire mai..» Tutti scoppiarono a ridere, non riuscendo a trattenersi. Perché sì, era comica come cosa.
«Sei una stronza, lo sai?» La vide annuire.
«Me lo dicono spesso, ma grazie! Lo prendo come un complimento.» Rispose e ridacchiò, angelica. Si avvicinò a lui e posò una mano sulla sua spalla, mentre lui la guardò malissimo.
«Sei tu che hai voluto cominciare a giocare! Ora ti tocca subire la sconfitta. Ma sei sicuro che vuoi continuare a nascondermi se siamo stati o no a letto insieme? No, perché ti ricordo che sono appena riuscita a fare qualcosa che avevi..» Si girò verso Niall, angelica sbattendo le ciglia con fare da cucciola «..Come l’aveva definito?» E tornò a guardare Zayn di nuovo in un gesto teatrale.
«Ah si! Impossibile!» E rise, tanto da farlo incazzare ancora di più. Salì le scale, mandandola a fanculo. Lei si risedette tutta soddisfatta vicino a Niall.
«Tu sei la mia eroe, lo sai?!» Si girò verso Louis, sorridendo.
«No, non lo sapevo ma la storia non è ancora finita qui! Lo massacrerò finché non sentirò uscire la verità dalle sue labbra!» Promise con un sorriso bambinesco, prendendo una patatina dal tavolino.
Niall si avviò al piano di sopra, per consolare Zayn che sicuramente era incazzato come una biscia. Bussò alla porta e non ricevette risposta.
«Zayn, posso entrare?» Nessuna risposta, ancora. Tirò giù la maniglia per controllare se fosse aperta la porta. Lo era.
Entrò, richiudendosela alle spalle. Lo vide seduto sul letto, con le mani nei capelli. Gli venne da ridere, ma non lo fece per non morire giovane.
«Mi fa incazzare, diamine!» Niall si mise seduto alla fine del letto.
«In effetti ha ragione lei. Lo hai voluto tu Zayn!» Ammise il biondino, girandosi a guardarlo. Un po’ gli faceva pena, perché in fondo Keyra era stata una stronza. Ma sapeva anche che a Zayn non gli interessava niente di quella. Preferiva continuare a giocare con Keyra che stare con quella gallina di Sophie.
«Noi te l’abbiamo detto che eri entrato in un campo minato. Keyra sembra tanto dolce, ma non lo è affatto se viene messa nella situazione di essere una stronza patentata!» Spiegò, e lui si passò una mano sul viso tirato.
«Sto provando sulla mia stessa pelle che può essere stronza! Mi sta rovinando la vita.» Ridacchiò.
«Oh ma dillo che ti diverti a farla rimanere sulle spine.» Zayn si girò, a guardarlo con un sorriso.
«Non sai quanto! E’ un misto tra dolcezza e stronzaggine. Come riesce lei a farmi uscire di testa non ci riesce nessuno. Mi fa impazzire ma al tempo stesso mi piace che mi fa impazzire.» Ammise, il moro. Niall rise.
«Sa come farsi voler bene! Ma tu, ti ripeto, ti stai spingendo oltre con lei!» Zayn ridacchiò.
«Non ancora abbastanza! Non ancora, Niall.. Non ancora!» Negli occhi di Zayn passò una scintilla di una luce strana. Keyra si era appena fottuta il futuro, e il bello era che non lo sapeva ancora!
Il biondino scese di sotto, dopo aver capito che neanche con il gesto di Keyra la storia era finita. Anzi, aveva appena innescato una bomba ad orologeria.
«Meglio se lo lasciamo per un po’ da solo.» Keyra sentendo quelle parole, alzò la testa e ghignò.
«Allora mi sa che lo vado a trovare!» Louis se ne uscì con una risata.
«Non ti conviene, fidati!» esclamò Niall, bloccandola quando gli passò vicino.
«Tranquillo, so come difendermi. Destro sinistro calcio nelle palle e lo stendo!» tutti risero. Salì le scale e senza neanche bussare entrò, richiudendosi la porta alle spalle.
Fuori stava piovendo, era così scuro come giorno che sembrava quasi notte. E naturalmente Zayn non aveva acceso la luce.
«Come ci si sente da single? Per la tua smisurata vanità deve essere un brutto colpo!» Zayn alzò la testa e la guardò male.
«Non è il momento Keyra!» Sbottò, innervosito.
«Dai? È sempre il momento giusto per darti un po’ di fastidio!» Disse, usando le stesse parole che aveva usato lui una volta. Si appoggiò alla porta, con le mani dietro la schiena. «Allora, come ci si sente? Ti senti solo?» Domandò con tono fintamente preoccupato. Il moro si alzò.
«No, non così solo, devo ammetterlo!» Il tono di voce che usò in quel momento era troppo sensuale. Si avvicinò a lei, con quel sorrisetto beffardo che fece capire a Keyra che aveva fatto una cazzata abnorme. Zayn si faceva avanti come un predatore che puntava la sua preda. Keyra invece stava per diventare un tutt’uno con la porta.
«Per quanto ci vogliamo prendere in giro?» Fu il suo momento di alzare un sopracciglio.
«Su cosa?» Domandò, mentre lui si avvicinava sempre di più.
«Lo sappiamo che c’è attrazione fisica da entrambe le parti.» Disse con tono ovvio. Keyra si sentì andare a fuoco. Ops.. forse si era accorto di come l’aveva guardato.
«Da parte mia non c’è assolutamente nessuna attrazione fisica, ciccio!» Spiegò guardandolo. Alla fine se lo ritrovò davanti, e sentì il corpo irrigidirsi. Alzò gli occhi, e anche un po’ la testa perché lui era più alto di lei, e non ci voleva tantissimo.
«E allora spiegami perché hai fatto questo giochetto. Non dirmi che era solo per la scusa di sapere la verità. Possono crederti loro, ma non io!» Lo guardò in modo brusco. Poteva vedere solo poco, gli occhi ci stavano mettendo tanto ad abituarsi a quel buio.
«E’ così divertente darti tormento! E mi dispiace dirtelo l’ho fatto solamente per tormentarti. Se tu sei riuscito a ricamarci sopra su questa cosa, mi dispiace dirtelo ma sei tu quello che ha seri problemi mentali!! Forse una scopatina con qualcuna ti rimetterà su di tono! Ti vedo un po’ sciupato.» si lasciò andare in una risatina divertita, nascondendola dietro al pugno.
«Vuoi favorire?» Chiese, malizioso. “E me lo domandi?” «sei arrivato così in basso, tanto da chiedere ad una ragazza se vuole far sesso? No grazie.. Però se magari vai sulla strada principale di questa cittadina, qualcuno si ferma e ti fa un buon prezzo!» Rise ancora, si stava divertendo tremendamente. Zayn batté un pugno sulla porta, appoggiato ad essa mentre Keyra era tra lui e la porta.
«Adesso basta!» Il tono che usò la fece agitare un pochino. Era serio e duro. Lo sentì appoggiarsi sulla sua spalla con la testa. «Mi sono stufato di giocare..» Non sapeva lei quanto si era stufata. «Ti voglio..» E il fiato le si mozzò in gola, mentre sbarrava gli occhi guardando la parete di fronte a lei.
«Possiamo giocare quanto vogliamo, ma sappiamo entrambi che proviamo qualcosa per l’altro.. Che sia attrazione fisica o sia qualcos’altro..» I muscoli di Keyra si tesero ancora di più, se possibile. Perché rimaneva lì, a dargli spago?
«So come sono fatto. So che mi lascerei sfuggire ogni possibilità, per paura forse. Finché tu non riprenderai quel dannatissimo aereo.» Non sapeva cosa dire, anche se sapeva che non c’era molto da dire. Nel suo cervello già c’era una lotta greco-romana tra il diavoletto e l’angelo, che prendevano la parte del cuore e del cervello. Naturalmente stava vincendo il cuore, per la seconda volta in vita sua. Sapeva che se avrebbe dato ancora più spago a lui, ci sarebbe scottata. Di solito dava sempre ascolto al cervello, andandoci con i piedi di piombo. Una sola volta aveva dato spago al cuore, e ci era rimasta bruciata. Però doveva ammettere che era stato il mese più bello della sua vita, fino a quel momento. E se di nuovo si lasciava andare al cuore, sarebbe rimasta di nuovo scottata? Sicuramente, ma le interessava?
Zayn alzò la testa dalla sua spalla per guardarla negli occhi. Si mosse in sincrono con i suoi pensieri. Come se sapeva che stava per dire “no, stiamo facendo una cazzata” e si era alzato dalla sua spalla proprio per farla cedere. Come si poteva dire di no a quegli occhioni? Come?
Lo vide mordersi il labbro, gesto che lo caratterizzava quando era nervoso. Era nervoso?
«Sei al corrente che per quanto siamo orgogliosi non ci lasceremo mai andare, finché tu non riprenderai quell’aereo, vero?» Deglutì, ascoltando quelle parole. E la testa si mosse da sola, annuendo. “stai sbagliando di nuovo” disse la sua coscienza, mentre le labbra di Zayn si appoggiavano su quelle di lei. Si, lo sapeva. Era al corrente che stava sbagliando, ma in certi casi bisognava rischiare. Vivere una vita sempre dando ragione al cervello e mai al cuore, rischiando di tanto in tanto, non si poteva definire vita. E per lei, quello era il suo rischio. Sapeva di sbagliare, sapeva che quelle parole dette da Zayn non erano reali, sapeva che appena avrebbe preso quell’aereo tutto sarebbe tornato normale. Ma intanto stava vivendo l’attimo, no?
Le mani di Keyra si posarono sul petto di Zayn, salendo fino al collo e stringendo le braccia su di esso. Sembrava passata un’eternità dall’ultima volta che l’aveva baciato, e invece erano passati solo tre mesi. Ma le sensazioni che aveva sentito erano le stesse, se non più intense.
Lasciò scivolare la mano fino alla maniglia cercando la chiave e sperò vivamente che c’era. La trovò fortunatamente e la fece scattare. Nello stesso momento che il rumore della chiave che faceva una mandata si percepì nel silenzio, Zayn sorrise sulle sue labbra e lei ricambiò, spingendolo verso il letto.
Zayn non esitò facendosi condurre, finché le sue gambe non toccarono il letto. Keyra fece pressione sul petto, continuando a sorridere e lui si fece ricadere sul letto non prima di averla abbracciata in modo che mentre lui cadeva, Keyra gli andava dietro. Baci, carezze. Uno stronzo, che poi tanto stronzo non era perché faceva finta di essere stronzo per nascondere la sua dolcezza, poteva essere così paziente? Sospirò sulle sue labbra. Quella lingua l'avrebbe fatta andare al patibolo quella stessa sera. Si sedé sulle sue gambe, per stare più comoda. Zayn capì che a Keyra piaceva tenere il gioco, ma se lo pensava anche in quella situazione si sbagliava di grosso. Avrebbe lottato, anzi, avrebbero lottato anche in quella situazione. Ma era da loro, no? Insomma si stava parlando di Zayn e di Keyra, mica pizza e fichi!
Le grandi mani di Zayn si posarono sul bacino di Keyra, e con un gesto veloce la fecero stendere sul letto. Si staccò da lei, per guardarla. Aveva riaperto gli occhi, e gli lanciò uno sguardo bruto per quel cambio di posizioni. Il moro se ne uscì con un sorriso, mentre lei sbuffando si appoggiava al cuscino.
Odiava stare con le mani in mano.
E lui non fece altro che guardarla per perdersi un secondo in tanta bellezza. Poteva fargli quell’effetto? Perché, perché aveva la facoltà di mandargli il cervello in pappa? Come poteva riuscirci semplicemente stesa su un letto e con uno sguardo incazzato?
Lei che sentendosi osservata lo guardò e inarcò le sopracciglia verso il basso. Che diavolo aveva da guardare? Oh che ansia!
Lo prese per la maglietta e se lo mise praticamente addosso, per poi alzare la testa e far di nuovo combaciare le loro labbra. Oh! Almeno la smetteva di guardarla. Zayn tolse l’elastico che teneva i capelli legati di Keyra, affondando poi le mani dentro ad essi. Erano morbidi, come ricordava. Ed era sicuro che profumavano anche.
Come faceva una donna a profumare tanto? Se Keyra avesse sentito i suoi pensieri, sicuramente se ne sarebbe uscita con una battutina tipo: “le donne profumano, sennò si sarebbero chiamati uomini!” Gli uscì uno sbuffo pensando a quella cosa e lei riaprì gli occhi come a volergli domandare che diavolo c’era da ridere. Si staccò da lei, scuotendo la testa e scendendo sul collo per morderglielo. Profumava ovunque, la maledetta.
Quel profumo gli entrava nelle narici e inebriava il suo cervello mandandolo in blackout totale. La sentì irrigidirsi quando le baciò il collo con delicatezza.
La mano di Keyra cercò un appiglio qualunque. Lo stronzo aveva già trovato il punto debole, doveva cercare in tutti i modi di non fargli capire che era quello, sennò era la sua fine. Si aggrappò alla sua maglietta, e la strinse tanto da sentire comunque le unghie affondare nella sua stessa mano.
Non ci era riuscita.
Zayn si rialzò, con quel ghigno divertito disegnato su quelle labbra da sturbo. Lei lo guardò in modo freddo.
«Non entusiasmarti. Non hai trovato il punto G!» Disse del tutto tranquilla e lui scoppiò a ridere, buttando indietro la testa e lei se ne rimase lì a guardarlo con occhi divertiti. Una continua lotta, ma erano loro, si ripeté. Continuando a ridacchiare la baciò ancora, mentre lei si metteva in testa di dargli da fare.
Strinse le labbra e lo guardò, finché lui non riaprì gli occhi e le lanciò uno sguardo freddo. Si staccò, guardò le labbra di Keyra e inclinò la testa come per voler capire il modo migliore per oltrepassare la barriera. Tornò a combattere, e passò la lingua sul labbro inferiore, insinuando delicatamente la lingua tra le sue labbra. Dopo due minuti perse la pazienza pure lei e gli diede quel benedetto accesso, anche perché era da suicidio non baciare quelle labbra.
Le piccole mani di Keyra cercarono i bordi della maglietta di Zayn, ma il ragazzo si staccò e se la tolse da solo.
Pensate che Keyra si era persa anche un semplice respiro della scena?
No, ovviamente no! Non sapeva perché ma a lei piaceva come un uomo si toglieva la maglietta. Ci avete mai fatto caso che una donna la toglie dai fianchi, mentre un uomo la toglie prendendo la parte dietro della maglietta e sfilandola?
Trovava sexy quel gesto, e non sapeva bene il perché.
Mamma che fisico! Inclinando la testa sul cuscino, alzò la manina e la posò sul petto, seguendo la forma dei muscoli e accarezzando al tempo stesso la pelle. Zayn rimase fermo, a godersi quelle carezze mentre la guardava in faccia, cercando di capire che diavolo le stava passando per il cervello.
Ovviamente non stava pensando a niente, la ragazza. Anche perché in quei momenti il suo cervello andava in standby e addio razionalità. E ancora non erano entrati nel vivo della situazione, perché in quel caso le andava proprio in blackout. Non ci capiva più un cazzo, nel vero senso della parola.
Ora… Aveva fatto sesso abbastanza da saper distinguere quando le interessava una persona e quando no. C’era il momento che facevi sesso per accontentare il tuo lui, e c’era il momento in cui volevi prendere la persona e farla diventare bionda con gli occhi azzurri. Quello era il secondo caso.
Si, decisamente si! Anche perché dopo tutti quei giochetti alla fine Zayn avrebbe dovuto ringraziare il suo dio, se era credente, che non gli faceva dimenticare chi era. Una cosa dovete sapere degli scorpioni. A letto erano degli amanti passionali, e davano più di quanto chiedevano. A lei piaceva vedere l’uomo piegato ai suoi piedi. Ora, non perché era una brava a letto, era troppo poco inesperta per definirsi tale. Ma mai nessuno si era lamentato delle attenzioni che dava all’uomo. Ovviamente richiedeva la stessa cosa, ma la prima volta voleva dirigere lei il gioco, e sperava che anche Zayn glielo permettesse.
Si alzò dalla posizione stesa e si mise seduta, posando le labbra dove poco prima c’era passato il dito. Il moro, in tutto questo rimase inerme, guardando la testiera del letto con sguardo vacuo. Era possibile? Tutte quelle attenzioni lo stavano facendo impazzire. Ma perché non si comportava come una normale donna che voleva godere, invece di farlo impazzire così lentamente. Buttò indietro la testa quando sentì i denti di Keyra mordergli la spalla.
Le tolse la maglietta, buttandola chissà dove nella stanza ormai buia. Con due dita fece scattare il gancetto del reggiseno per poi farglielo togliere. Se fossero stati alla luce del sole Keyra sarebbe arrossita, lo sapeva. Ma ringraziando il cielo si vedeva veramente poco in quel momento. Quando le labbra di Zayn andarono a dar fastidio al capezzolo di Keyra, si impedì di gemere. Era troppo facile, così. Affondò semplicemente le unghie nella schiena di Zayn e fu lui a gemere. Un sorriso nacque sulle labbra di Keyra, ad occhi chiusi. Gli piacevano le unghie nella pelle, ahhh! Era un cattivone, Malik.
Continuarono a stuzzicarsi, per un lungo tempo. Alla fine quando si erano tolti entrambi i pantaloni, si erano portati al limite della pazienza. Entrambi eccitati al massimo. La schiena di Keyra si inarcò quando percepì per l’ennesima volta la lingua di Zayn sul suo corpo. Ok, la stava portando al patibolo, lo stronzo. Come diavolo ci stava riuscendo?! Le uscì un sospiro deliziato, mentre le mani del moro scendevano fino al perizoma e le sfioravano l’intimità. In quel momento finalmente Zayn poté dire di aver sentito Keyra gemere. La stuzzicò per bene, mentre si ributtava come un drogato di fronte alla sua dose quotidiana di cocaina, sulle labbra di Keyra e dandole un bacio che di casto aveva ben poco! Era al limite, ma le cose con calma a quanto pare la stavano facendo impazzire. Ed era quello che voleva. Peccato che anche Keyra pensava la stessa cosa. Farlo impazzire. Ricambiò le attenzioni, volendo sentire solamente un altro gemito uscire da quelle labbra perfette. Come se si erano letti nel pensiero entrambi spostarono l’unica barriera che era rimasta, e cominciarono a stuzzicare l’altro. Poco prima l’idea che di sotto ci fossero i ragazzi, che sicuramente si stavano domandando che diavolo di fine avevano fatto, l’aveva messa un secondo in ansia. Ma fidatevi quando vi dico che neanche due secondi dopo non si preoccupava più. Soffocò un gemito sulla spalla di Zayn mentre gliela stava mordicchiando, in quanto era particolarmente sensuale la sua spalla. Muscolosa al punto giusto. Alla fine persero la capacità mentale tutti e due. Zayn era appoggiato con la testa al fianco della sua, e il respiro affannato del ragazzo sfiorava il suo collo, facendola eccitare ancora di più se possibile.
Keyra bloccò tutto, incrociò le gambe al suo bacino con un ghigno disegnato sulle labbra. Zayn alzò la testa incredulo e poco dopo si ritrovò lui con la schiena appoggiata al letto. Inclinò la testa, incuriosito nel vedere che diavolo voleva fare.
Ma quanto poteva essere bella? Con la luce che filtrava in camera vedeva la sagoma di Keyra, e sul suo viso un sorriso birichino. Si abbassò a mordergli di nuovo la spalla, procurando un altro gemito da Zayn e nello stesso momento che sentiva la lingua disegnare un cerchio sulla sua pelle, il bacino della mora si appoggiò al suo. Al solo contatto, entrambi gemettero già con il livello di autocontrollo al minimo, ma quando cominciò a muoversi sul suo bacino, riuscì a fargli scollegare il cervello. Ma da dove cazzo arrivava quella ragazza?
Era la sua rovina!
Per un secondo si pentì di aver permesso di far succedere quella cosa. Insomma, lo stava portando al limite con delle semplici mosse. Ma un conto era stuzzicare una donna, che molto spesso era sempre quello che faceva. Un conto era essere stuzzicato da una donna. E lei ci stava riuscendo alla grande. Il movimento in avanti e in indietro che stava facendo lentamente sulla sua erezione, il fatto che aveva posato le mani su quel sedere da paura conducendo con lei quel gioco, lo eccitò ancora di più, se possibile.
Tanto che pochi secondi dopo perse la facoltà mentale, ricambiando di nuovo le posizioni e sfilando velocemente il perizoma alla ragazza che se la sorrideva felice. Era riuscita nel suo intento, decisamente. Negli occhi di Zayn passavano scariche di impazienza, e la cosa le piaceva particolarmente. Da eccitato era ancora più sexy, doveva ammetterlo.
Sfilò anche a lui i boxer neri, e poco dopo le uscì un gemito sentendolo scivolare dentro di lei. Le frasi dolci “sei sicura?” “possiamo fermarci qui, se vuoi!” se solo le avrebbe dette lo ammazzava di schiaffi. E lui sapeva benissimo che non doveva manco aprirla quella bocca… Se non per baciarla. Rimasero fermi, per qualche secondo a godersi quella cosa. Era sempre una sensazione strana pensare che qualcuno era dentro di te. Schizzinosa com’era quando ancora era vergine l’idea la faceva rabbrividire, ma da quando aveva scoperto quant’era bella quella sensazione, aveva smesso di storcere il naso.
Pian piano Zayn prese a muoversi, aumentando il ritmo della spinta si fece sempre più marcata. L’unico rumore che poteva sentirsi erano i loro corpi che strusciavano sulle coperte, i loro gemiti. Sembrava che il tempo fuori da quella stanza si fosse fermato.
Si ritrovò dopo quasi mezz’ora a soffocare un gemito sulla spalla di Zayn.
«O-Oddio!!» Era deliziosa anche in quei casi, dannatissima lei! Zayn capì che era arrivata all’apice del piacere, si lasciò andare anche lui, mettendosi a sedere – avevano cambiato posizione poco prima – per poi baciarla in modo quasi bruto. Se fossero stati da soli si sarebbero lasciati andare come chiunque, ma in quel caso dovevano soffocarsi uno con l’altro, in quanto di sotto c’erano ben cinque persone. Zayn si lasciò riandare con la schiena sul letto, portandosela dietro e continuando a baciarla, tenendola per la testa. Appena la sentì fermarsi, facendo scivolare pian piano il movimento sostenuto che aveva preso, la liberò anche dalle sue labbra. La sentì appoggiarsi sul cuscino dov’era appoggiato anche lui per riprendere fiato. Non voleva perdere quel contatto si ritrovò a pensare Keyra, ma se lo obbligò mentalmente e scivolò da sopra Zayn fino a stendersi al suo fianco. Il moro, trovando forza chissà dove, si alzò e prese la coperta al fondo del letto, per coprire entrambi. A lei uscì un sospiro, con gli occhi socchiusi mentre si riprendeva pian piano.
Rimasero in silenzio per un bel po’, tanto che Keyra quasi si stava addormentò. Avendo tutti i muscoli rilassati, chiunque si sarebbe addormentato.
«Non siamo andati a letto insieme!» Keyra non rispose subito. In fondo quel silenzio era semplice. Le dispiaceva pure rovinarlo.
«No… Infatti stai sognando!» Disse, pensando che stava parlando di quel pomeriggio.
«Non intendo oggi, ma a quel festino!» In quel momento aprì gli occhi e cercò la figura di Zayn al suo fianco nella penombra. Perché glielo stava dicendo?
«Dai? Lo sapevo!» Ammise, e lui si girò a guardarla incuriosito. «Non ti ci saresti accanito così tanto come hai fatto in questi mesi, se già avevi “provato”.» Spiegò il suo punto di vista, guardandolo negli occhi.
Lo vide sorridere. «Sei sveglia!» Ammise, e lei richiuse gli occhi stancamente. «Ti stupisci tanto? Stai parlando con me, mica con la gallina che prima popolava il tuo letto.. O il letto della mamma di Styles!» Ridacchiarono, e con una spinta si mise seduta, coprendosi come se dovesse nascondersi.
«Dove vai?!» Chiese lui, accigliato.
«A farmi una passeggiata.» Disse con tono sarcastico. «Dove posso andare? Si staranno chiedendo che fine abbiamo fatto!»
Cercò i suoi vestiti, e tirò la coperta ma Zayn bastardo se la tirò addosso, impedendole di prenderla. Sbuffando sonoramente si alzò, e gli tirò la coperta in faccia e lui rise di cuore. Si rivestì – sotto lo sguardo bramoso di Zayn - e se si ritrovava i vestiti di Malik tra le mani glieli lanciava addosso.
«Non si è mai visto che una ragazza non vuole le coccole dopo aver fatto sesso!» Keyra si girò a guardarlo, mentre lui si infilava la maglietta.
«Ripeto: Stai parlando di me, Zayn! Non della gallina che ti portavi a letto prima!» Lo sentì ridacchiare mentre lei si sistemava davanti allo specchio.
Appena Zayn si alzò, rifece il letto velocemente. Apri la porta, si ricontrollò un’ultima volta e ricontrollò anche Malik. Non si sa mai.
E poi la camera. Controllò che non ci fossero troppe pieghe sul letto, ma non sembrava tanto differente da prima. In più ricontrollò per terra.
Scendendo le scale Zayn le diede un schiaffetto sul sedere che la fece saltare.
«Che palle! Sei sulla strada di un bel calcio nelle palle, Zayn! Non toccarmi il sedere.» Sbottò, mentre lui se la ridacchiava, scendendo le scale dietro di lei.
«Mi chiama e mi dice “ehi, Zayn. Toccami!” E’ il tuo culo che mi attira a lui..» Gli diede un calcio sullo stinco mentre entrava nel salone, e tutti si girarono a guardarli.
«Pensavamo che vi stavate scannando! Lui ha pensato che vi eravate uccisi!» Keyra guardava ancora male Malik, poi si girò a guardare gli altri.
«Ha fatto il difficile! Si era offeso, e ha fatto il bambino!! Ha pure pianto!» Zayn si buttò sul divano e lei si mise sul bracciolo della poltrona di Niall.
«Ma non è vero!» Si lagnò. Keyra lo guardò con un sopracciglio alzato. «Gne gne.. Mi ha lasciato. Mi ha lasciato… Sono solooo!» Lo sfotté allegramente e lui la guardò male, per poi ridere insieme a tutti. Forse aveva fatto una cazzata e forse stava sbagliando. Ma in quel momento stava bene con se stessa. Lo sapeva che in fondo prima o poi si sarebbe pentita della cosa, ma in quel momento era felice di aver dato ascolto al cuore, e non al cervello. Si stava godendo la sua vita, in un modo o nell’altro.

Spazio dell'autrice: E ci sono riusciti ragazzi! ahahahaha.. finalmente è arrivato il momento della verità xD Spero che vi piaccia. Per me è sempre un dramma scrivere questi pezzi. Mi vergogno anche solo a scriverli, ma mi piace farlo! Me lo fate sapere cosa ne pensate di questo capitolo? Oppure mi fate sapere se vi aspettavate un altro tipo di "dichiarazione" o modo in cui dirsi che provano qualcosa tra loro? Eddai, fatemelo questo favore. su! *___* ♥ Grazie all'unica persona che ha commentato! *se la coccola* Ma grazie anche a chi non commenta e legge solamente. #tantoamore.
Ah volevo dirvi una cosa. Io sto anche su twitter. Se anche voi ci siete, cercatemi: (@_marrymezayn) un bacioneee! ♥

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Capitolo 16
*** chapter sixteen ***


Non voglio che la gioia venga distrutta da dubbi esistenziali.
Io voglio che i dubbi esistenziali vengano distrutti dalla gioia.
 
«Come ti senti?» Domandò con tono dolce, sedendosi sul letto divano dove si trovava Niall, posando la mano sulla sua fronte. Lo sentì brontolare, e poi tremare.
«Male!» Sorrise a labbra strette, piegandosi a dare un bacio al suo malaticcio preferito. Si era preso la febbre, ovviamente dopo aver fatto il bagno mezzo nudo e al freddo, a casa di Styles.
«Ci vediamo dopo, ok? Tu riposati!» Se n’erano accorti quella mattina quando si era alzato. Vedendo la faccia di Niall e come tremava, gli aveva appoggiato una mano sulla fronte e quando aveva sentito che aveva la febbre l’aveva rispedito a letto, all’istante. Si era vestita, truccata e fu pronta per andare a scuola. Il biondino aveva detto che se voleva rimanere a casa poteva farlo, avrebbe spiegato lui ai professori il motivo della sua assenza ma Keyra aveva detto che sarebbe andata.
Tanto Niall sarebbe crollato di lì a poco a dormire, e lei? A girarsi i pollici? No grazie. Tanto valeva girarsi i pollici in classe. Prese lo zaino, indossò il giacchetto e guardò di nuovo Niall che la scritava da sotto le coperte.
«Resta a farmi le coccole, dai!» Rise dal tono che usò, scuotendo la testa.
«Ci vediamo dopo Horan! Riprenditi!» Scese le scale e si diresse in cucina, trovando la donna che aveva messo al mondo il suo amico.
«Ok, Niall è nel letto e fra due minuti esatti si addormenterà. Io vado! Ci vediamo per pranzo!» Disse, e la donna annuì salutandola con un sorriso dolcissimo.
Si, Horan aveva preso tutto dalla mamma. Quando aprì la porta, si ritrovò Zayn ad attenderla appoggiato al muretto con una gamba appoggiata ad esso e la faccia nascosta dentro alla sciarpa..
«Ciao!» la salutò allegramente. e lei lo guardò male, nascondendosi come lui dentro la sciarpa.
Non poteva crederci, ma da quando erano stati a letto insieme Zayn sfoggiava uno di quei sorrisi a trentadue denti che raramente gli aveva visto.
«Che ci fai qui?» Domandò, cominciando a camminare e lui le andò dietro.
«Niall ci ha mandato un messaggio per dirci che stava male e di controllarti. Ha chiesto se potevamo venirti a prendere, per paura che non ti ricordavi la strada.» Si girò a guardarlo ma continuando a camminare.
«Proprio tu dovevi venirmi a prendere?» Chiese infastidita, già con il naso rosso per il gran freddo.
«Abito laggiù!» E indicò con la testa la fine della strada. Neanche si girò a guardare… Non le interessava. «Perché mi tratti sempre male?» Sbuffò il moro, con il labbro all’infuori. Keyra si girò a guardarlo.
«Perché è divertente! E poi non ho caffè nelle vene. Mi rode tanto il culo, ok? Posso sfogarmi con te?» Zayn ridacchiò, e lei non attese neanche risposta. «Fa freddo porca miseria! Ma perché ho deciso di venire a scuola? Mhm? A me la vostra scuola sta pure sulle palle. Tutte con quella faccia da “Hn. Sono una provincialotta da quattro soldi.. guardami, guardami! Apro le gambe a chiunque”» Zayn si piegò a ridere nascondendosi nella sciarpa, mentre lei continuava. Forse era una scena comica, pensò. Ma lei veramente era incazzata.
«I maschi.. uh, una quantità smisurata di sfigatelli brufolosi e stronzi patentati!! Chi è più stronzo vince. I professori mi sembrano tutti dei perfetti imbecilli, per non parlare del preside alto un cazzo e mezzo. E fa freddo in questa cittadina sperduta al polo nord. Dove cazzo siamo? Ma siete sulla cartina geografica almeno?» Terminò.
Passarono pochi secondi e Zayn si lasciò andare in un’altra risata fantastica.
«Vieni con me, rompipalle!» La prese per il braccio e la condusse chissà dove.
«Dove mi porti?» Chiese, con i nervi a fior di pelle. Quel contatto bruciava come se avesse messo la pelle sul fuoco.
«In una stradina e ti violento! Ti porto a prendere il caffè!» Lei si girò a guardarlo. Mamma quant’era bello. Sperava che magari dopo esserci andata a letto insieme e aver testato che era una schiappa – cosa ovviamente non vera – avrebbe smesso di provare quelle sensazioni in sua presenza. Ma no, no.. Ovviamente si era andata a complicare la vita, come se non bastasse tutto il resto.
Non lasciò il suo braccio, e lei non lo ritrasse mentre attraversavano la strada e davanti si ritrovarono uno Starbucks.
«Dai, avete anche Starbucks? Oh mio dio che novità! Addirittura al polo nord è arrivato!» Ridacchiò e Zayn la spinse dentro.
Appena la porta si chiuse alle loro spalle, entrambi sospirarono per il calduccio che c’era in quel posto. Keyra strusciò i piedi verso la cassa, le mani avanti desiderosa di caffè. Dietro di lei, Zayn scosse la testa, divertito. Si avviarono alla cassa, e Zayn parlò con la cassiera che a quanto pare conosceva.
«Ciao Lucy!» Salutò il moro verso la cassiera, tirando fuori il portafogli e anche Keyra lo cercò.
«Un caffè lungo e molto molto nero per la vipera che mi sta al fianco..» Una gomitata nelle costole da parte di Keyra, mentre quest’ultima continuava ancora a cercare nella borsa. «E una cioccolata calda per me. Con tanta panna!» Aggiunse mentre Keyra si attaccava tipo ventosa sul vetro dei dolciumi.
Zayn si girò a guardarla, e scoppiò a ridere. «Ma che cos’hai oggi?» chiese, divertito e stranito di vederla così… Non sapeva neanche come definirla. Era.. Strana?
«Brownieeesss» Sbavò apertamente sulla vetrina, senza neanche rispondere a Zayn.
«Ci dai anche due brownies?» La ragazza annuì, guardando curiosa la mora che si girava a guardare Zayn.
«E anche un pan de chocolate.» Aggiunse la ragazza, rimettendosi al fianco di Zayn.
«E mandiamo a fanculo tutte quelle povere ragazze che quei cosi neanche li possono guardare!» La prese in giro il ragazzo, girandosi a guardarla con sguardo divertito..
«Ecco… Loro! Io consumo calorie velocemente e ho bisogno di mangiare!» La tipa dietro la cassa li guardava in modo curioso, scrutandoli.
«Da portare via o al tavolo?» Keyra fece per dire “da portare via” ma Zayn disse il contrario. Tirò fuori il portafogli, ma venne guardata male dal ragazzo al suo fianco. Notando quello sguardo, Keyra si bloccò nei movimenti e…
«Cosa? Non sto tirando fuori una bomba a mano!» Ammise, guardinga.
«Cosa credi di fare?» Chiese il moro che la fissava in quel modo bruto.
«Uccidere tutti quelli che sono qui dentro. Portafogli…» E lo mise davanti al volto di Zayn per poi indicare la cassiera. «…Ordine. Ordine uguale soldi. Soldi uguale commercio. Commercio uguale portiamo avanti la nazione! Tu capire me Chiese, mentre lui si girava a guardare Lucy con sguardo dispiaciuto.
«Posso assicurarti che non è sempre così! A volte sembra pure intelligente Lucy rise, scuotendo la testa.
«Sette sterline e quarantotto centesimi.» Esclamò e Zayn diede uno schiaffo sulla mano di Keyra, che già aveva allungato quella manaccia per pagare.
«Vai a cercare un tavolo!» Esclamò, guardandola in cagnesco. Lei si girò a guardarlo, e lo abbracciò di slancio.
«Mi offre la colazione… Che dolce!»
Si, forse quella mattina il mondo si era capovolto.
Zayn guardò Lucy che se la stava ridacchiando. Keyra si avvicinò alla cassiera come se dovesse dirle un segreto di stato. «Ma tanto non mi avrà mai!» E saltellando allegramente si diresse a cercare un tavolo. Zayn si girò a guardarla un po’ preoccupato e poi scuotendo la testa pagò, chiedendosi che diavolo le era successo quel giorno per farla stare in quel modo. Keyra trovò un posto a metà tra la cassa e la porta d’uscita. Si mise seduta e cercò i soldi per ridarli a Malik quando sarebbe arrivato.
Quando arrivò posò la roba sul tavolo e guardò i soldi, per poi scivolare sul posto di fronte a lei. Keyra neanche alzò lo sguardo dal suo portafogli, prendendo di volata il caffè e continuando a contare i soldi.
«Tieni, pazzoide! Ma che hai oggi?» chiese, un po’ preoccupato e dandole il brownie e anche il pan de chocolate.
Keyra alzò gli occhi dal suo bicchierone, e alzò anche le spalle. «Cazzo brucia!» Sibilò quando sentì il caffè sulla lingua e Zayn rise. La guardò con dolcezza mentre si soffiava nelle mani come se volesse riscaldarle. Era strana forte.
«Allora, perché stai cosi?» Domandò ancora, curioso. Altra alzata di spalle da parte di Keyra.
«Ci sono giorni che vedo tutto rose e fiori.» Ammise, porgendo i soldi a Malik che li respinse di nuovo verso di lei.
Zayn alzò un sopracciglio a quella risposta. «Ma se fino a tre secondi fa bestemmiavi contro la scuola e questa città.» Le fece notare, e cominciò una lotta greco-romana con quei soldi.
 Alla fine Keyra pestò il piede di Zayn, che per il colpo fece scattare la gamba sbattendola contro il tavolino e facendolo tremare tutto. Keyra pensò ad aprire le mani per non far cadere nulla, mica si preoccupò di Zayn che si era fatto male.
«Cazzo che male!» Sussurrò piegandosi ad appoggiare la fronte sul tavolino mentre le mani erano sul ginocchio. «Mi avrai fatto venire un versamento!» Keyra rimise in piedi la zuccheriera sul tavolino.
«E tu portalo in banca!» Disse tutta seria senza neanche alzare lo sguardo dal suo operato.
Zayn scoppiò a ridere quando capì la battuta. Presero a fare colazione, chiacchierando tranquilli come mai da quando si conoscevano - se non quella volta in cucina a casa sua, anche se sapeva che  erano portati dal sonno a parlare tranquilli -.
«Quindi hai origini pakistane?» Chiese ad occhi sbarrati mentre si puliva la bocca.
Zayn annuì.
Ora capiva da dove arrivavano quei lineamenti così belli. Aveva sempre pensato che i lineamenti degli arabi erano belli.
«Si, per metà pakistano e per metà inglese. Mio padre è pakistano, mia madre Inglese.» Spiegò, del tutto tranquillo.
«E perché siete qui?» Chiese, curiosa. Zayn la guardò stranito. Aveva sempre riscontrato un certo tono schifato dalla gente che veniva a sapere che era di origini Arabe.
«Ehm..» si morse il labbro, nervoso. «Perché nelle altre due scuole ho fatto a botte con due ragazzi e mi hanno espulso.» Keyra lo guardò a occhi sbarrati.
«Dai? Sei un teppista!» Lui annuì ridendo, mentre giocava con la cannuccia della cioccolata. «E chi l’avrebbe detto. Allora non sono io che mi immagino la tua stronzaggine. C’è davvero Il moro annuì, ridacchiando.
«Che bello non essere pazza!» Lui la guardò con dolcezza, scuotendo poi la testa.
Sorseggiando il suo caffè si mise a leggere il giornale appoggiato sul divanetto, cercando di non sentire lo sguardo di Zayn addosso. Peccato che praticamente la stava fissando.
«Mi stai snervando, Malik! E il mio caldo caffè nero tra poco finirà sulla tua bella faccina.» Lo avvisò senza neanche alzare gli occhi dal giornale. Lo sentì ridere.
«Non sprecheresti mai il tuo adorato caffè!» Keyra alzò gli occhi, solamente gli occhi dal giornale.
«Farei di tutto per toglierti quel ghigno dal volto. Anche sprecare il mio carissimo caffè. Siamo in una caffetteria, se te ne sei accorto! Ci metto zero a ricomprarmelo!» Il moro scosse la testa mentre rideva. Tornò a leggere il giornale, Zayn si mise seduto meglio.
«Pure il giornale cittadino merdoso avete!» Se ne uscì dopo quasi venti minuti, richiudendo il giornale. Zayn alzò gli occhi dal libro che stava leggendo.
«Abbiamo capito che questa cittadina non ti piace! Ma ci sono io, questo dovrebbe bastare per fartela piacere!» Rise quando la vide alzare gli occhi al cielo.
«Ecco a voi “mister universo 2009”. Un applauso al nostro vincitore!» Sbottò, guardandolo male e girandogli il braccio per vedere che ore erano. «Porca miseria, è tardissimo! E’ già suonata la campanella! Andiamo!» Prese la volo il caffè ancora poco bevuto e la borsa, ma quando passò vicino a Zayn lui la bloccò.
«La cittadina che tu odi ha regole severe sulla scuola. Se la campanella suona, le porte si chiudono. Chi c’è, c’è. Non ti faranno entrare mai. Neanche se ti spogli e gli fai vedere quel corpicino da urlo, ti farà entrare, il bidello.» La tirò e la fece sedere di nuovo.
Lei era a bocca aperta. Per vari motivi:
1. Che cazzo di regole avevano lì?
2. Se l’era sognato o aveva appena detto che aveva un corpo da favola?
3. Se la toccava di nuovo, altro che santarellina.
Gli saltava addosso lì, seduta stante dentro a quel bar. Si girò a guardarlo a bocca aperta. Decise di parlare della regola sulla scuola, anche perché le altre due erano un attimino fuori luogo.
«Che cazzo di regole avete qui?» Naturalmente Zayn non perse tempo a farle notare che aveva sbagliato approccio.
«Ti ho appena detto che hai un fisico da paura e tu l’unica cosa che sai dirmi è la regola della scuola?» Chiese incredulo. Guardò quelle labbra, che se solo poteva – e non l’avrebbe fatto – ci si sarebbe attaccata con la colla super Attack.
«Ma lo so! Non serve che me lo dici tu che ho un corpo da favola, ciccio!» Zayn ridacchiò.
«Ah.. allora un po’ vanitosa sei!» Scherzò, guardandola.
«Eh! Come no! Sto tutto il giorno davanti allo specchio come qualcuno di mia conoscenza.» Lo sfotté facendosi riservare uno sguardo bruto da parte di Zayn. «Ma grazie per il complimento.»
Si girò a guardare il libro posato sul tavolino pur di non guardare Zayn negli occhi. In fondo le aveva appena detto che era bella. «E ora che facciamo?» Si chiese, arricciando le labbra.
«Io qualche idea ce l’ho!» Disse maliziosamente. Eccolo lì il tono malizioso che riuscì a farle passare un brivido per tutta la schiena.
Cercò qualcosa dentro la borsa, e quando la trovò gliela porse. Lui guardò il pacchetto di fazzoletti, mentre lei alzava il braccio e indicava il bagno.
«La sala divertimenti è lì, prego!!» Disse con tono serio, mentre lui la guardava a bocca aperta, incredulo. La fissò per qualche secondo poi scoppiò a ridere.
Zayn si ritrovò a pensare che non c’era volta che non lo stupisse. Aveva sempre qualcosa che lo faceva ridere come un pazzo e soprattutto quelle battutine o gesti, lo facevano morire. Non si annoiava mai con lei. E il bello è che lei era serissima mentre parlava.
Come diavolo faceva?
«Niente sala divertimenti?» Domandò quando si rese conto che lui non si stava alzando, spostando finalmente lo sguardo nel suo. Zayn la guardò con un sorriso, poi si piegò a sfiorarle le labbra.
«Mhm.. Ho scritto in faccia “sala divertimenti”? Non mi pare!» Disse ma arrossì leggermente e Zayn guardò quel colorito sulle sue guance con dolcezza.
«Sei meglio di una sala divertimenti!» Keyra alzò gli occhi al cielo, ma continuando ad essere rossa sulle guance.
«Adesso che siamo stati a letto insieme, sarai sempre così smielato?» Il moro rise.
«Forza alzati, andiamo!» Disse, tornando serio.
«Dove?» Però si alzò e lo seguì, prendendo di nuovo la borsa.
«Non ne ho idea. Dobbiamo passare insieme sei fottutissime ore. Io a casa mia non posso tornarci, e tu non puoi tornare a casa di Niall. Che vuoi fare?» Chiese mentre la spingeva fuori dal bar.
Appena misero piede fuori, lei si fece indietro sentendo il freddo.
«Tipo chiuderci dentro a questo bar per le restanti sei ore, ti fa schifo?» Domandò rabbrividendo, mentre entrambi affondavano la faccia dentro la sciarpa.
«E che facciamo tutto il tempo? Ci guardiamo negli occhi?» Domandò guardandosi intorno, cercando qualcosa da fare.
Lei immaginò la scena di loro due seduti di fronte a guardarsi negli occhi. E poi lei che si arrampicava sul tavolino, e gli saltava addosso.
«Forse.. Non è il caso!» Disse arrossendo visibilmente, anche con metà volto nascosto nella sciarpa. Zayn sentendo quelle parole si girò a guardarla, per capire perché avesse detto quella cosa. Quando vide il rossore sulle sue guance, il suo viso serio si tramutò in una faccia buffissima.
«Pervertita!» Keyra si lasciò andare ad una risata, ridendo anche per la sua faccia, stupendosi che avesse capito cosa le era passato per il cervello.
«E per fortuna che non riuscivi a “leggermi”.» Giocò e lui ridacchiando continuò a guardarsi intorno.
«Idee?» Cambiò discorso lui, cercando in tutti i modi qualcosa da fare.
«No, che cazzo c’è in questa cittadina che non ci fa congelare?» Domandò, muovendosi su se stessa cercando di riscaldarsi. Come minimo c’erano meno due gradi. «Zayn, ti appoggio tutto basta che ci muoviamo da questo incrocio. Mi si stanno congelando anche le tonsille!» Sbottò, innervosita.
«Anche un film porno?» Lei alzò gli occhi da terra, e lo fissò.
«Mi stupisco se avete un cinema a luci rosse. Ci manca poco che non avete neanche la sterlina.» E lo guardò ridere, stupendosi di tanta bellezza. Dentro di lei percepì le farfalle nello stomaco. «E comunque se tanto dobbiamo spendere otto sterline per un film porno, chiudiamoci in un bagno e diamoci alla pazza gioia!» Scherzò, del tutto tranquilla della cosa.
Zayn la guardò stranito.
Era sempre strano vedere una ragazza così tranquilla quando si parlava di sesso. Certo, alcune erano delle assatanate di sesso, ma lei non lo era. Era più una ragazza con una faccia tosta da dire le cose come stavano. Non si vergognava di quello che era successo tra di loro, e con quelle frasi non gli stava dicendo che era un’assatanata, ma semplicemente che il sesso che c’era stato tra di loro le era piaciuto e che riprovare non le sarebbe dispiaciuto.
Scoppiò a ridere, di nuovo. «Potrei prenderti per un’assatanata!» La prese in giro e lei si avvicinò a Zayn, con quegli occhioni castani che lo facevano smarrire, cominciando a strusciare il braccio sul suo.
«Se sei così sexy, non è mica colpa mia!» E rise al leggero imbarazzo che si disegnò sulla faccia di Zayn. «Oh mio dio sai essere pudico! Non ci credo!» Lui la guardò male, e si girò pur di non farle vedere che si era emozionato alle sue parole. Se la rise beatamente, piegandosi indietro e battendo le mani vedendo com’era pudico in certi casi. Era più pudico lui di lei, davvero!
Zayn la guardò ridere, con uno sguardo bruto mentre dentro se stesso però se la rideva allegramente. La prese per il braccio e la trascinò verso il centro della cittadina.
 
«Mi si sta congelando la lingua! Non la sento più! C’è ancora o l’ho persa per strada?» Chiese Keyra, con la lingua di fuori e praticamente era attaccata al volto di Zayn.
Nelle loro mani… Un gelato. Il moro si girò a guardarla, sorrise e annuì.
«E’ ancora lì!» Zayn,al suo fianco, faceva di tutto per finire il suo gelato.
Si erano sfidati, naturalmente. Vedendo una gelateria Keyra se n’era uscita con un: "mi manca il periodo del gelato! Odio l’inverno." E lui aveva preso la palla al balzo, portandola in gelateria e sfidandola. Davanti ai mille gusti, Keyra si girò a guardarlo, stranita.
Aveva lo stesso sguardo del ragazzo dietro al bancone. Un conto è essere obbligati a rimanere aperti anche d’inverno perché oltre ai gelati vendete anche le piadine, un conto era che due ragazzi entravano e chiedevano il gelato al posto della piadina. E così, prendendo tre gusti a testa in una coppetta, si ritrovavano a camminare nella strada principale della città, facendosi aria davanti alla bocca. «Zayn, la mia lingua!! Mi si è congelata!» Disse guardando stranita il suo gelato. Non ce la poteva fare.
«Pure a me.. Ma vincerò!» esclamò, prendendo un’altra cucchiaiata di gelato, mettendola in bocca e sentendo il freddo invaderlo. Certo che voleva vincere. Keyra aveva detto che se vinceva lei, lui doveva farle da schiavo per il resto del suo soggiorno. E lui aveva detto che se vinceva, invece, sarebbero andati a letto tante di quelle volte da farla tornare a Londra bionda con gli occhi azzurri.
«Cazzo! Sono congelato da testa a piedi!» Sbraitò con la coppetta praticamente a due centimetri dal viso. Non si era mosso da quella posizione da quando aveva mandato giù la prima cucchiaiata.
«Non ti farò da puttanella, chiaro?» Con un coraggio che non credeva neanche di avere, prese un’altra cucchiaiata e la portò alla bocca.
Rabbrividì, e la mandò giù, quasi piangendo per il freddo. Si girò verso Zayn, che vedendola girarsi a guardarlo, ricambiò lo sguardo.
«Io sto per morire congelato, non so te!» Per fortuna. Pensava che era immune al freddo. «Io lo butto, se prendo un’altra cucchiaiata penso di cominciare la surgelazione.» Esordì lui, e buttarono la coppetta al secchione più vicino.
«Ora stronzo, tu che hai iniziato la sfida, tu mi riscaldi!» Lui si girò maliziosamente a guardarla e lei lo riguardò indietro in modo bruto. «Vieni qui!» Si avvicinò a lui e lo prese per il giacchetto, sorridendo angelica.
Lui si piegò, pensando che voleva baciarlo. Posò le labbra su quelle congelate di lei, e lei ricambiò il bacio. Unire l’utile al dilettevole. Come fare? Semplice. Mentre almeno le loro lingue si riscaldavano, Keyra strinse le braccia al collo di Zayn e cercò di intrufolarsi tra il giacchetto e la sciarpa, affondando la mano direttamente sulla pelle.
Poco dopo tirò un urlo micidiale, e la ragazza cominciò a correre ridendo come una deficiente felice di essere riuscita nel suo intento. Praticamente la gente intorno a loro li guardava a bocca aperta, mentre i due correvano per la piazzetta girando in tondo. Keyra che rideva allegramente, lui che bestemmiava tutti i santi del calendario. Alla fine riuscì a prenderla, e senza molte cerimonie infilò le mani sotto il giacchetto di lei, posando le mani sui fianchi.
«Cristo!» Strinse i denti, ma continuava a ridere davvero divertita. «Merda sei ghiacciato!» Lui, in piedi davanti a lei – l’aveva stretta tra le braccia e aveva affondato le mani sui fianchi – sorrise angelico.
«Tesoro, ti assicuro che tu non eri calda!» Se continuavano così il giorno dopo sarebbero stati a letto entrambi con una febbre da cavallo.
Ce l’avete presente le coppiette che vedete in giro tutti felici e contenti, al primo mese della loro storia? Ecco, sembrano una coppietta di quelle, peccato che non stavano affatto insieme. Semplicemente ci si comportavano. Zayn si abbassò pronto a darle un altro bacio, a cui lei non si tirò indietro, ma non lo fece durare moltissimo. Si tirò indietro, guardandolo. Non andava mica bene tutta quella dolcezza.
«Ehi, io ti stavo baciando. Torna subito tra le mie braccia!» Disse un po’ adirato, facendo sorridere Keyra che scosse la testa. «Torna subito qui!» E indicò di fronte a lui, ma Keyra scosse ancora la testa, con quel ghigno stampato sulle labbra rosse.
«Sennò che fai, mhm?» gli domandò, divertita.
«Troverò qualcosa di bastardo da farti, torna qui ho detto!» Allungò il braccio, e lei si tirò indietro.
«Troppo smielato Malik. Rude sei più fico!» Lui la guardò incredulo, poi sorrise dolcemente.
«Ah ti piaccio rude!» Keyra lo guardò in modo curioso.
«Non ho detto che mi piaci, ho detto che sei solamente più sexy quando sei rude.» Lui scoppiò a ridere. Come sviava lei certi discorsi non ci riusciva nessuno.
«Ma perché pensavi che ero innamorata di te?» Chiese, sapendo benissimo che non lo pensava.
Lui annuì, ma sorrideva. Si stavano ampiamente prendendo per il culo. Anche perché entrambi sapevano che appena avrebbe ripreso quell’aereo, tutto sarebbe finito. Non c’era posto per amare una persona troppo lontana. Semplicemente, si stavano solo godendo l’attimo. Entrambi si conoscevano, entrambi sapevano che dopo quel mese, non si sarebbero più visti. Lei avrebbe magari rivisto Niall, ma tra loro non ci sarebbe più stato nulla.
«Brutta storia la vanità!» Sussurrò mentre tirava fuori il cellulare, vedendo che Aaron la stava chiamando. Tornò un attimo alla realtà.
Perché in quella giornata stava vivendo in una vita parallela, dove lei era felice a fare quella cosa con Zayn, si stava godendo l’attimo e intanto aveva un “amico di letto” con un fisico da paura. Perse il sorriso, vedendo la faccia di Aaron sulla foto che si apriva quando lui la chiamava. L’aveva tradito. Lo stava tradendo. Lei non aveva mai tradito nessuno. Si, ma..
Ripose il cellulare in tasca, tornando a guardare Malik di fronte a lei, che aveva fatto scivolare anche lui il suo bellissimo sorriso dal suo volto. Perché rovinare tutto quello, quando poteva goderselo solamente per un mese?
Perché doveva sempre pensare e rovinarsi il momento in ogni caso? Perché aveva quella facoltà mentale di rovinare tutto? Perché non riusciva a divertirsi come tante ragazze lasciando perdere il proprio cervello?! Dopo aver alzato lo sguardo in quello di Zayn, leggermente preoccupato, aveva sospirato.
«E’…» Scosse la testa prima che potesse terminare anche solo di dire quel nome. Si avvicinò a lui, ad occhi bassi e lui rimase immobile. «Non è da te, Keyra! Se ti conosco quel poco.. Non è da te! Tu non sei fatta per tradire. E se ti conosco tu in questo momento hai i rimorsi da fidanzata perfetta.» Scosse ancora la testa e sovrappensiero si mise a dar fastidio alla zip del giacchetto di Zayn.
«Mi sono stufata di essere sempre quella che pensa prima di agire.. Di far tutto quello che dice la mia testa, portandomi inevitabilmente all’infelicità. Di solito non faccio queste cose, ma..» Continuò a guardare il suo dito che dava fastidio alla zip, mentre Zayn la guardava dall’alto.
«..Non ho mai rischiato. Mai, in tutta la mia vita. Questa è la prima volta che vado contro corrente. Mi sono stufata di essere sempre la ragazza perfetta di turno, voglio divertirmi anche io! Per una volta voglio dare ascolto al cuore, e non al cervello!» Quando, dopo due minuti più tardi, lei alzò lo sguardo in quello di Zayn, lo vide serio e pensieroso, ma si lasciò andare in uno di quei sorrisi che le toglieva il fiato.
Zayn si piegò a darle un bacio sulla punta del naso e Keyra seguì con lo sguardo il movimento, tantoché quando le labbra da sturbo si posarono sulla punta del naso, aveva gli occhi storti. Il moro ridacchiò, e si mise eretto.
«..Quindi che stavamo dicendo?» Fece finta di pensarci, e lei dopo averlo guardato un secondo dal basso, si lasciò andare ad un sorriso. E al diavolo il cervello. Al diavolo i pianti che si sarebbe fatta un mese più tardi. In quel momento, solo in quel momento si sentiva una perfetta sedicenne che voleva provare qualcosa di intenso.

Note dell'autrice: Eccoci con un nuovo capitolo! YEAHHHH! Sono fomentatissima perché mi è appena arrivato il cd direttamente dall'Irlanda. Ho pregato mia sorella - che abita in Irlanda da 4 anni - di comprarmi il cd e spedirmelo! E' appena arrivato e sono tutta un fomento. Grazie grazie grazie a chi ha commentato il capitolo prima. ♥ tanto amore. Grazie anche a chi non ha commentato. :D Vi va di farmi sapere se questo vi piace? Ne sarei molto contenta! Anyway grazie ancoraaaa.. ♥ tanti baci.

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Capitolo 17
*** chapter seventeen ***


Mai nessuno è tradito dall’amore puro.

Che tempo di merda.
Il cielo era cupo, e con quel cielo Keyra si sentiva giù di tono. Non sapeva bene il perché, ma stava giù.. In quel momento quel tempo rispecchiava totalmente il suo stato d’animo. Non le piaceva stare così, doveva ammetterlo. La innervosiva anche se fuori non lo dava a vedere, ma stare così innervosiva anche se stessa. Molto spesso aveva qui crolli di umore da far invidia ad una donna incinta. Peccato che lei non era affatto incinta, ringraziando il cielo.
Tornò a guardare la matita che stava muovendo tra l’indice e il pollice, con sguardo perso nel vuoto. La guardava, ma non le stava dando spago, persa completamente nei suoi pensieri. Niall era ancora malato, quindi era rimasto a casa, anche quel giorno. E lei rinchiusa dentro a quelle quattro mura, ma per fortuna c’erano Harry, Liam e Louis. Zayn era praticamente invisibile quel giorno. Era arrivato a prenderla la mattina con una faccia da morto, e aveva continuato a soffiarsi il naso per tutto il viaggio, mugugnando cose incomprensibili, dicendo che stava male.
Non capiva bene perché, ma le sei ore scolastiche bisognava farle tutte. Quando erano venuti loro, due ore e poi le altre le passavano a farle in giro per conoscere la città. Lì, a parte che non c’era un cazzo se non un museo della storia di quella cittadina e due giostre in croce, ma non c’era niente da fare quindi le sei ore scolastiche se le doveva subire tutte. Aveva fatto notare la cosa alla professoressa e lei come risposta aveva detto: “almeno recuperiamo le ore perse quando ci sono stati loro”. Un par di palle, dovevano recuperare. Si erano fatti il culo il mese dopo il loro arrivo per recuperare le ore perse. Sbuffando sonoramente tornò a guardare il professore che scriveva alla lavagna, cose che lei già sapeva e ricordava. Era inutile prendere appunti.
Si girò a guardare Zayn, che quel giorno – in assenza di Niall – si era messo seduto al suo fianco, ma era praticamente addormentato. Si girò verso Louis, piegato con la testa di lato sicuramente cercando di capire quelle espressioni che il professore stava spiegando. Sorrise e lo sguardo si posò su Harry, tutto intento a fare disegni sul libro di Liam e Liam invece prendeva appunti su quello che diceva il professore. Quattro morti di sonno, se si toglieva Liam che seguiva. Finalmente la campanella suonò e le uscì un sospiro di sollievo. Era una tortura quel giorno.
Dovevano anche rimanere dopo scuola per un convegno su chissà che cosa. Non era obbligatorio, ma veniva vista di buon occhio la presenza. Se voleva poteva andarsene, ma non l’avrebbe fatto. Tanto annoiarsi a casa con Niall che mugugnava di stare male, o annoiarsi a scuola con quei quattro dementi era la stessa cosa. Diede una gomitata a Zayn, che si alzò di scatto e si guardò intorno.
«Cosa..?» Biascicò del tutto rincoglionito e quando si rese conto che era suonata la campanella e tutti si stavano dirigendo verso la mensa, si stiracchiò e tossì. Si appoggiò a lei e cominciò a mugugnare che voleva tornare a dormire, ma Keyra era tutt’altro che vogliosa di giocare. Neanche lo sentì.
Prese la borsa e attese gli altri, per poi camminare verso la mensa. Che cazzo aveva quel giorno? Lo sapeva cosa succedeva. In fondo a se stessa sapeva che stava per succedere qualcosa. Aveva un sesto senso per quelle cose. Se le sentiva, come quando si era sentita che suo fratello faceva l’incidente con la macchina, come si era sentita che anche lei, suo padre e sua sorella avrebbero fatto un incidente. Come aveva sognato che sua nonna stava per morire. E quando si sentiva che la stavano per lasciare? Sua madre era incuriosita da quel sesto senso, ma a lei dava tremendamente fastidio. All’inizio aveva pensato di portare sfiga, ma a quanto pare non era così. Quando c’erano stati i loro incidenti, aveva detto sia a suo padre che a suo fratello di stare attenti, molto attenti. Si ricordava ancora come suo padre, mentre lei era stesa sul lettino dell’ospedale, la guardava incredulo. “come facevi a sapere che avremmo fatto l’incidente?” le aveva chiesto. “me lo sono sentito”. Se non avrebbe messo pressione a suo padre di stare attento, lui non sarebbe stato attento mentre passavano su quella lastra di ghiaccio e sbandavano.
«Keyra?» Si girò e crollò dal mondo dei ricordi.
«Eh?» Domandò, sbattendo le ciglia.
«Finalmente. Eri entrata in coma? Sono tre volte che ti chiamo!» Sorrise debolmente, e scosse la testa per cancellare del tutto i suoi ricordi.
«No, niente! Stavo pensando!» spiegò a Liam, che la guardò dolcemente. Pagò il conto e si diressero verso il tavolo. Si perse di nuovo nel paesaggio fuori dalle finestrone, mentre i suoi amici cazzeggiavano come al loro solito. Che diavolo stava succedendo per sentirsi così in ansia?
Si girò di nuovo verso i suoi amici, vedendo che Zayn guardava schifato il suo vassoio.
«Mangia!» Lo ribeccò e lui alzò lo sguardo dal suo vassoio per guardare Keyra, che tirava fuori la medicina che aveva per lui. Perché se continuava a lamentarsi così, come minimo gli tirava qualcosa dietro. Quindi, due ore prima aveva cercato nella borsa qualcosa che potesse farlo azzittire e aveva trovato quello.
«Che ha?» Chiese Louis, con il boccone in bocca.
«Ha la febbre.» Lo guardò male, sapendo bene che gli era venuta dopo che erano andati in giro per sei ore al freddo, e si erano pure mangiati quel gelato.
«Perché tu non ce l’hai?» Chiese Zayn, usando un tono di voce da uomo che sta per essere ucciso.
«Perché io sono io! Se tu sei delicato come un fiore, non posso farci niente!» Esclamò, mentre Louis se la rideva.
«Ma che avete fatto per beccarti la febbre?» domandò, curioso. Gli altri sapevano che erano stati insieme quella mattina, ma non sapevano tutto.
«Sesso dentro al mare! Sesso violento, aggiungerei!» Keyra lo guardò male, molto male, sapendo che non era vero.
«Un gelato in pieno inverno fidati che è la cosa migliore per beccarsi la febbre!» Louis che, sentendo la frase di Zayn aveva sbarrato gli occhi, si rilassò quando Keyra disse quella frase.
«Gli piacerebbe fare sesso con te, eh?» Disse maliziosamente, mentre le dava delle gomitate leggere. Lei si girò a guardare Zayn, che ghignava.
«Non sai quanto!» Lei e Louis si sorrisero mentre Zayn annuiva, concordando con loro.
«Peccato che a me gli orientali poco mi piacciono. A me piacciono i mori, i biondi inglesi! Con due occhioni azzurri..» E guardò maliziosamente Louis, che rise.
«Mi dispiace babe, non oserei mai toccarti! Niall mi ucciderebbe!» Risero, mentre Harry si buttava nel discorso. Si indicava con la mano, mentre mandava giù il boccone velocemente. «io io.. sono castano con gli occhi azzurri. Eh? Eh? Ci stai?» Scoppiò a ridere, scuotendo la testa incredula. Era proprio vero che un pelo di… Forse era meglio stare zitta.
«Eh no eh! Tu no!» Si girò stranita verso Zayn, che aveva stretto le labbra dopo che quelle parole erano uscite da sole dalle sue labbra. Sbatté le ciglia, per poi sorridere in modo angelico.
«Sai com’è.. a me piacciono le sorprese. E già ti ho visto nudo!» Tutti scoppiarono a ridere, Liam pure che ascoltava in silenzio.
«Stacci Harry, non te la darà mai!» Esclamò Liam, mentre Keyra rideva e Harry faceva il dispiaciuto. Si girò verso Zayn, che aveva abbassato la testa, dopo quelle parole che forse non avrebbe dovuto dire.
«Mangia, forza Zayn! Qualche boccone per aprire lo stomaco!» Il moro sbuffando si prese un po’ di pasta, mangiando contro voglia. Keyra lo controllava, mentre gli altri chiacchieravano allegramente su quanto era stato stupido Zayn a prendersi la febbre. Appena lo vide divorare un altro boccone, versò la bustina di medicinale dentro il bicchiere e girò con il cucchiaino. Porse il bicchiere al ragazzo di fronte a lei, per poi guardarlo fare una smorfia mentre lo mandava giù.
«Sa di schifo!» si lagnò facendo smorfie e tremando.
«Ahh! Poche storie! Che rompipalle che sei..» Louis scoppiò a ridere sentendo il suo tono esasperato. Chissà come li vedevano le persone all’infuori.
 
Seduti sugli scalini della scuola i quattro stavano chiacchierando mentre lei si fumava la sigaretta “dopo pranzo”. Attendevano con ansia l’inizio del convegno o qualsiasi cosa era. Sarebbe durato un’ora, ma bastava a farli impazzire.
«Ha perso la verginità? LEI?» Chiese Harry, incredulo. Louis annuì.
«Che storia! Brr.. Mi vengono i brividi solo a pensarla nuda.» Lei li ascoltava, ma con il cervello da tutt’altra parte. Zayn piagnucolava appoggiato sulle sue gambe, ma non dava ascolto neanche a lui.
Sentì il cellulare squillare in borsa e quando vide che era Mary rispose con un sorriso.
«ciao Mary, come stai?» Chiese, con un sorriso felice perché finalmente la sentiva dopo giorni. «Sisi, tutto bene! Stiamo qui a scuola, aspettando un convegno. Lo senti Malik che fa il malaticcio? Sembra che sta morendo!» Esclamò felice, mentre lui alzava la testa.
«Maryyy! Sto maleee!» Piagnucolò tirando su con il naso.
«Avrà qualche linea di febbre e ne sta facendo un affare di stato come se sta per morire! Si, lascialo perdere.» Disse ridendo mentre lui le dava uno schiaffo sul braccio, in modo giocoso.
Lei rispose con una linguaccia. «Cosa?» Domandò, tornando a dare le attenzioni a Mary, dopo averla sentita dire “ti devo parlare”. «Si.. Ma dimmi cosa succede!» esclamò, in ansia. L’ascoltò, mentre la campanella suonava per far capire che le lezioni stavano ricominciando e per loro cominciava il convegno.
Ma non si alzò, mentre guardava per terra. «Keyra!» Si girò verso Zayn, ancora seduto.
«Andate voi! Io non vengo più.» Tutti annuirono e le diedero un bacio sulla guancia, entrando. Si guardò intorno, per vedere se conosceva qualcuno.
«Ho capito!» Disse, tornando a guardare per terra. «No, sto bene! Me lo sentivo che era successo qualcosa.» Ammise, e Mary sapeva del suo sesto senso davvero strano. «Nono, va tutto bene, grazie!» Mentì, disegnandosi sul volto un sorriso, pur di far capire alla sua amica che non era dispiaciuta per quella cosa.
Sentì l’avviso di chiamata e spostò il cellulare per vedere chi era. «Ehm… Mi sta chiamando! Ti richiamo dopo.» Attaccò la chiamata con Mary, e accese quella con Aaron.
«Pronto?» Domandò, dando fastidio ad un filo sul jeans. «No, non l’ho letto ma la notizia mi è arrivata.» Ammise, sbattendo le palpebre e sentendo gli occhi pizzicare. Ma perché stava così? Insomma, pure lei l’aveva tradito, e allora perché diavolo si sentiva così una merda a sapere che anche lui l’aveva tradita? Forse perché la tradiva praticamente da quando stavano insieme.
«Cosa?» Alzò la testa dal suo ginocchio. «Come sei qui?» Sbarrò gli occhioni, e tirò indietro la testa. «Perché sei venuto? Non voglio spiegazioni, cazzo!» Sbottò, innervosita. Sospirando socchiuse gli occhi. «Prendo un taxi e arrivo.» Chiuse la chiamata e si alzò, ma subito dopo si sentì riportata a sedere sullo scalino. Si girò a guardare chi fosse, trovandosi Zayn.
 «Oh ma che palle! Ma non mi ti scollo mai da dosso?» Chiese, con i nervi a fior di pelle. Il moro la guardò, serio in viso.
«Sono la tua rovina. Cos’è successo?» Tornò a guardare il cancello.
«Niente. Vai al convegno, Zayn!» Disse alzandosi e dirigendosi verso il cancello. Il moro le fu accanto poco dopo. «Dove stai andando?» Chiese lei, innervosita.
«Dove vai tu..» rispose, senza nemmeno girarsi a guardarla.
«ZAYN!» Praticamente lo urlò, con l’ansia fino alla punta dei capelli. Lui si fermò e si girò a guardarla in modo incredulo. «Per favore! Non ti ci mettere anche tu, oggi! Te lo chiedo in ginocchio!» La voce le tremava, aveva bisogno di stare da sola, per potersi sfogare. Ma prima di poter stare da sola ce ne voleva. Neanche davanti al conducente del taxi sarebbe riuscita a piangere, lo sapeva.
«Tu dimmi cos’è successo!» Scosse con forza la testa e guardò ovunque pur di non guardare nei suoi occhi. Poco dopo sentì le mani di Zayn appoggiarsi sul suo volto, e farla girare per farsi guardare negli occhi.
«Cos’è successo? Dove stai andando?» Chiese, serio in volto. Lei lo guardò e sospirò. Non poteva sapere che fu proprio grazie a quel tocco che Keyra decise di aprirsi a lui. Perché – e non l’avrebbe mai ammesso ne a se stessa ne a lui – si era sentita bene. Un piccolo tocco e lei si era sentita leggera come una farfalla. Per un attivo aveva dimenticato anche il perché era così in ansia. E solamente perché Zayn le aveva toccato il viso.
Un tocco e lei era come das tra le mani di Zayn.
«Sto andando all’aeroporto. Aaron ha preso un aereo per parlarmi di una cosa.» Non servì dire nient’altro. Capì da solo e lo sguardo serio si tramutò in un’incazzatura che mai aveva visto sul volto di Zayn. Neanche quando gli aveva fatto quella bastardata era così incazzato.
«Andiamo!» La prese per il braccio, e lei puntò i piedi per fermarlo.
«No Zayn, devo farlo da sola!» Lui si girò guardandola male.
«Tu fai sempre tutto da sola. E ti prendi il peso della cosa. Oggi io ti accompagno, chiaro?» Lo guardò. L’aria innervosita di Keyra si tramutò in dolcezza sentendo quelle parole. Il ghiacciolo Zayn si stava sciogliendo, facendole scorgere un punto di sentimenti. «Non puoi fare tutto da sola. Si deve sempre aver bisogno di un appoggio morale. Oggi sarò io il tuo appoggio morale, ok?» E lo vide sorridere. Con una dolcezza che le sciolse il cuore di pietra nel suo petto. Annuì, ringraziandolo con tutto il cuore. «Andiamo a prenderlo, forza!» Ripresero a camminare, mentre lei guardava per terra e Zayn alzava una mano per bloccare un taxi che passava lì in quel momento. Salirono e per tutto il tragitto Keyra guardò fuori dal finestrino, appoggiata sul palmo della mano con il mento. Zayn la stessa cosa, semplicemente stava con la testa appoggiata al sedile. Uno distante dall’altro.
Appena arrivarono, Keyra si spinse dentro l’aeroporto, andando verso gli arrivi sempre guardando per terra. Aveva paura che la gente intorno a lei capisse il suo stato d’animo. Continuava a chiedersi perché si sentisse così ferita, anche se pure lei lo aveva tradito. Ma non sapeva darsi una risposta. Quando entrò dentro agli arrivi, alzò lo sguardo e lo vide appoggiato alla colonna, con le mani in tasca. Il relax in persona, ma cambiò espressione appena la vide.
Si staccò dalla colonna e lei si bloccò, attendendo che arrivasse da lei.
«Keyra, fammi spiegare!» Alzò una mano, tornando a guardare per terra.
«Non qui, non in questo aeroporto ne di fronte a Zayn! Le presentazioni fatevele da soli.. Andiamo!» I due neanche si presentarono. Lei tornò indietro, e aprì la portiera del primo taxi e salendo, si mise seduta vicino al finestrino. Solo a metà strada si rese conto che Zayn si era messo seduto tra lei e Aaron. Si girò a guardarlo stranita e lui sorrise con quel sorriso che la faceva sciogliere come neve sotto al sole.
Quanta bellezza in un singolo ragazzo. Poteva piacere come non poteva piacere. A lei piaceva tutto. Ricambiò a labbra strette poi tornò a guardare fuori dal finestrino. Arrivati davanti casa di Harry, l’appoggio dove stavano tutti i pomeriggi ormai, il taxi si fermò e Keyra pagò dopo aver litigato con Zayn che voleva pagare lui. Scesi dalla macchina si diressero verso la porta, tutti e tre in silenzio.
Harry aprì poco dopo, e vedendoli sorrise.
«Ehi, ci stavamo domandando dove eravate!» Zayn posò la mano dietro la schiena di Keyra, spingendola in casa e passando subito dopo di lei.
«Sappiamo che la nostra mancanza si sente!» Esclamò, mentre Keyra sorrideva tirata a Harry, che la guardava con la testa piegata di lato.
«Ehm.. possiamo occupare una stanza?» Lui annuì e indicò la scala. «Grazie!» Vide Zayn scuotere la testa quando Harry si girò a guardarlo, mentre lei indicava ad Aaron la scala.
«Facciamo presto, promesso!» Salì dietro ad Aaron, e si andarono a mettere nella stanza della madre, che pochi giorni prima era stata partecipe di un’altra coppia. Accese la luce e non fece neanche tempo a chiudere la porta che Aaron attaccò a parlare.
«Mi dispiace! E’ il modo più schifoso per venire a sapere che si viene traditi, ma non volevo giuro!» Lei si girò a guardarlo, seria. Quando vide che non continuava a parlare, alzò un sopracciglio.
«Hai già finito? Tu ti sei fatto mezz’ora di aereo per dirmi queste cagate? Per telefono non potevi dirmele?» Chiese, seria.
«Non volevo tradirti, è successo senza volerlo!» Ridacchiò.
«certo, come no! La solita cazzata che si dice “è successo senza volerlo”. Ho tradito anche io, Aaron. So che non è vera questa cosa. Se tradisci, ne sei al corrente! Soprattutto se lo fai per un mese intero.» Disse, del tutto tranquilla. Il biondino si sedé sul letto.
«E’ che..» Annuì attendendo che continuasse, fintamente interessata. «..Sentivo la tua mancanza!» Mamma mia tutti uguali. Che fantasia che avevano.
«Si, sentivi la mia mancanza anche quando stavamo nella stessa città. Non sparare queste cazzate, Aaron!» Sbottò, alzando di qualche tacca il tono, cominciando a perdere la pazienza. «Volevi tradirmi, punto! Non serve che inventi queste cazzate. Ma ancora non ho capito che cazzo sei venuto a fare qui!» Gli fece notare, cominciando a innervosirsi.
«Volevo chiederti scusa!» Annuì, facendosi una risata.
«Certo, speri che tutto torni come prima!» Lo vide annuire. «Povero ingenuo. No, non tornerà tutto come prima. Non sono la solita bamboccia che ti perdona. No… Ora tu te ne vai, insieme al tuo stupidissimo rimorso e facciamo che non ci vediamo più, che ne dici?» Chiese con tono piatto.
«Ti prego Keyra, perdonami! Giuro che se mi dai una seconda possibilità, farò il bravo!» Rise, ancora e ancora. Tutti uguali, mamma mia.
«E me lo domandi pure?» Si avvicinò a lui, lo prese per la maglietta e lo fece alzare. «Stammi bene a sentire. Puoi anche imbambolare il resto delle tue ragazzette, ma con me non funziona così. Mi dispiace ma ti sei preso quella che se vuole ti manda a cagare in un nano secondo! Hai voluto tradirmi, non è stato l’alcool o cazzate varie. Quella ti ha aperto le gambe, e tu ci sei entrato! Semplice e conciso. Non venirmi a fare la storiella da ragazzo dispiaciuto perché con me non funziona! E ora sparisci.» Parlando, ogni frase che diceva la urlava sempre con tono più alto.
«Ma ora dove andrò?» Si fece una risata, mentre apriva la porta.
«Non ne ho idea. Non ti ho detto mica io di venire qui! Sei tu che hai fatto di testa tua. Prego! L’uscita è in fondo alle scale.» Esclamò, indicando fuori dalla porta.
«Mi dispiace, non ti meritavi un comportamento come il mio!» Sorrise, fintamente dolce.
«Grazie per la frase che mi hanno detto altre tremila persone! Davvero, ora mi sento meglio! Fuori!» Indicò la scala e lui si piegò, dopo un sospiro, per darle un bacio sulla guancia a cui lei si ritrasse.
«Ci vediamo quando torni!» Disse, serio.
«Sparisci ho detto, prima che ti butto fuori a calci in culo Aaron!» Appena la porta si fu chiusa dietro le spalle ampie di Aaron, Keyra si lasciò andare seduta sul letto.
Da una parte era amareggiata, perché alla fine quella era un’altra storia da mettere nel libro delle delusioni. Per la trecentesima volta, qualcuno l’aveva tradita. Però era anche vero che dall’altra non si sentiva toccata molto da quella cosa, visto che di sotto.. Al pian terreno, c’era un ragazzo che la faceva sentire bene con se stessa.
Solo al pensiero, il cuore perse un battito.
«E pure questa è da segnare nel libro nero!» Sussurrò a se stessa, muovendo le labbra arricciate per impedirsi di piangere. Mosse il collo, massaggiandoselo per la tensione che sentiva su di esso, per poi tornare a guardare le sue unghie. Perché continuava a sentire quel blocco alla gola? Perché?
 
Di sotto, invece si teneva una riunione tra dementi su quello che era successo. Erano andati a prendere anche Niall, dopo averlo bardato per farlo uscire di casa. Una riunione tra migliore amici.
«Insomma?» Chiese il biondino, sedendosi sul divano e levandosi la sciarpa, mentre Zayn camminava avanti e indietro, infuriato.
«L’ha tradita!» Spiegò, spiccio.
«Cosa? Ma come si fa a tradire una come Keyra?» Domandò Louis a bocca aperta.
«E non è l’unico, da quanto so.» disse Niall, togliendosi anche il cappotto e prendendo i fazzoletti. «O è stata tradita oppure usata!» Continuò il biondino, appoggiandosi allo schienale.
«Si, ma lo stronzo che cazzo ci fa qui?» Domandò Harry, indicando le scale.
«E’ venuto a spiegare, da quello che ho capito!» Disse Zayn, appoggiato al camino, in piedi.
«C’è poco da spiegare! Ma perché tutti la trattano come una bamboccia?» Chiese Liam, un po’ incazzato.
«Non lo è affatto. Sembra stupida, ma sa capire una cosa molto prima che le viene detta..» Sbottò Niall, soffiandosi il naso.
La discussione venne interrotta dalle urla di Keyra. Tutti rimasero in silenzio, a bocca aperta a sentirla urlare come mai l’avevano sentita strillare. Certo, al festino non era stata da meno, ma era come se ogni volta che veniva presa per il culo, la sua ira aumentasse.
«Che caratterino!» Disse entusiasta Louis, scuotendo la testa e amando sempre di più quella ragazza. Era un mixer di cose che lo faceva impazzire. Ovviamente in lato amichevole. Non aveva mai pensato a Keyra in modo malizioso e dubitava che mai succedesse.
«Shhh!» Lo azzittì Harry muovendo la mano e continuando a sentire le sue urla. Niall era del tutto tranquillo seduto al suo posto, Zayn stava appoggiato al camino, Liam guardava sul cellulare, solo Harry e Louis si ascoltavano la discussione a bocca aperta. Gli altri almeno facevano finta di non ascoltare, sapendo che Keyra si sarebbe incazzata a morte a sapere che loro si erano messi lì ad origliare le sue urla. Sentirono la porta sbattere, e saltarono tutti e cinque.
Contemporaneamente, come se fossero sincronizzati, si girarono a guardare verso la porta d’entrata trovandoci Aaron, che appena si girò a guardarli, sorrise e si avvicinò verso l’arco che divideva il saloncino d’entrata al salone dove si trovavano loro.
«Prego, se volete la puttanella ora è libera!» Li guardò tutti, uno ad uno. E tutti si alzarono dal divano mentre Zayn si fece avanti molto lentamente come un cacciatore con la sua preda. Quale malato mentale diceva una cosa del genere di fronte a cinque amici di una ragazza? Niall si mise di fronte a tutti, incazzato come una biscia.
«Scusa?» E non si tirava neanche indietro, lo stupido.
«Magari uno alla volta vi soddisfa tutti e quattro.. Anzi, cinque» Disse contando anche Niall, che prima neanche c’era. Zayn si spostò di lato, gli volò addosso e caricando il pugno glielo fece finire direttamente sul naso. Quello indietreggiò, mettendosi una mano sul naso e gemendo. Liam bloccò subito Zayn che si sapeva quanto fosse attacca brighe.
«Oh.. ho offeso la tua amichetta, che dispiacere!» Il moro lo guardò e poi spinse via Liam, che pur essendo un ex-pugile non era pieno di adrenalina come lo era Zayn.
«Dalle di nuovo puttana di fronte a me, e tu non ritorni a casa con le tue stesse gambe!» Naturalmente il coglione rise, poi diede di nuovo della puttana a Keyra, sussurrandolo come se in realtà avesse paura. E Zayn da bravo teppista gli volò addosso, volendo solamente la rissa.
Entrambi in realtà la volevano. Perché Zayn erano anni che aspettava quel momento. Il momento di potersi liberare della sua ira, quella che teneva nascosta da sempre. Perché Zayn era fatto così. Sembrava calmo e pacato, ma dentro covava un’ira indescrivibile. Bastava poco per far saltare la bomba e quel deficiente l’aveva appena fatta scattare.
La diretta interessata scese di sotto scendendo velocemente gli scalini quando udì dalla camera le urla e si avvicinò ai due, cercando di bloccare Zayn, seduto sul corpo di Aaron che si faceva pestare senza nessun problema.
«Che cazzo stai facendo?» Sbottò tirandolo, e Zayn finalmente si bloccò per paura di colpire lei, per sbaglio.
«Lo massacro di botte perché mi prudevano le mani!» Esclamò, rialzandosi. Keyra lo guardò stranita, per poi scoppiare a ridere. Sentendo la risata di Keyra, tutti si rilassarono un pochino. Zayn fu il primo a guardare la ragazza e per un secondo si stupì del fatto che fosse così calma.
Ma due minuti dopo si ritrovò a sorridere, pensando che lei era Keyra. E non era mai la normalità.
«Carino il tuo modo di grattarti!» Scherzò, del tutto tranquilla. Zayn fece un altro sorriso ma continuava a guardare male il ragazzo. Scostò lo sguardo solamente quando Keyra si arrampicò per parlargli all’orecchio.
Tutti erano in silenzio: Chi stupito per la reazione di Keyra chi per guardare male il biondino. Zayn si girò a guardarla, incredulo, per poi scoppiare a ridere.
«Che ti ha detto?» chiese Niall, trattenendosi pure lui di massacrare quel coglione.
«Niente.» Rispose Zayn, scuotendo la testa e continuando a ridacchiare. Keyra si mise di fronte a Zayn, dandogli le spalle.
«Tu ancora sei qui? Mi pare di averti liquidato tre minuti fa.» Esclamò in direzione di Aaron, che si puliva il naso sulla manica della felpa.
«Mi sono bloccato a parlare con i tuoi amichetti..» Lo guardò male. Forse per il tono che aveva usato per dire ‘amichetti’ o semplicemente perché le andava. «…Gli raccontavo come eri una brava ragazza!»
 «Dai? Grazie tesoro!! Gentilissimo da parte tua!»
Ma perché sempre sulle teste di cazzo andava a parare? Aveva il radar per attirare a sé gli stronzi?
«Ma ci credi?» Chiese Zayn, incazzato.
«Ti pare? Che pensi che non lo so che è venuto qui di sotto a dirvi che sono una puttanella?» Domandò e Zayn abbassò la testa guardandola, mentre lei continuava a guardare ormai il suo ex ragazzo.
Buttò indietro la testa, sfiorando quasi il petto di Zayn che ancora la guardava incredulo.
«Ti stupisci ancora con me?» Domandò divertita nel vedere la sua espressione accigliata. Lui sorrise, con quel sorriso bellissimo per poi tornare entrambi a guardare Aaron.
«Ti muovi ad uscire da questa casa oppure per il tuo microscopico cervello ti serve una cartina per trovare la strada?» Niall rise e si girò a guardarlo, e ridacchiò anche lei. Sospirò, quando vide che quel coglione non si muoveva. Così aprì la porta e lo spinse fuori.
«Questo paesino è già piccolo di suo, con te qui è ancora più stretto! Vaffanculo!» Esclamò spingendolo fuori.
«Comunque se vi siete stufati di andare di mano, lei vi aiuta sicuramente!» Zayn ripartì in quarta, ma Keyra lo bloccò sulla porta, per poi camminare fino al ciglio della strada, continuando a guardare Aaron.
«Hai ragione, grazie per avermi spianato la strada. Ora scusami ma sai com’è… Il tempo scarseggia e ho quattro clienti da soddisfare..» Aaron si bloccò, guardando il gruppetto che se ne stava fermo sulla porta. Li conto e poi tornò a guardare Keyra.
«Sono cinque!» Keyra alzò il braccio, per richiamare il taxi che si fermò di fronte ad Aaron.
«Quando ti ho detto che ho tradito anche io: Con chi pensi che io l’abbia fatto? Gli orientali sono assai migliori degli inglesi!» La risata di Zayn, insieme agli altri sulla porta la fece sorridere.
«E durano anche di più..» Lo guardò dispiaciuta alzando le spalle, poi si piegò a guardare il taxista. «All’aeroporto!»
Si avviò di nuovo verso casa, ed entrando si girò verso Aaron, che saliva sul taxi. Si chiuse la porta dietro le spalle, tirando un sospiro di sollievo, salì in camera chiedendo ai ragazzi di non essere disturbata per un po’.
 
Dopo quasi un’ora da quando si era chiusa in camera, finalmente scese di sotto, e trovò tutti stesi o per terra o sui divani.
«Avete un tatuatore in questo paesetto sperduto del polo nord?» Chiese, appoggiata sullo stipite dell’arco.
«Si, perché?» domandò Liam, alzando gli occhi dal tv dove stavano facendo a gara di macchine. Posò lo sguardo su Zayn, e lo trovò a guardarla. Non sapeva perché, ma quando lui la guardava lo sentiva sulla pelle. Era come se il punto dove lui la guardava bruciasse.. Come se metteva la mano sul fuoco e attendeva. Bruciava, si!
«E dove si trova?» Chiese, ancora più curiosa lasciando scivolare la domanda di Liam, troppo impegnata a pensare a quanto fossero fastidiose quelle sensazioni che sentiva ogni qualvolta Zayn la guardava.
«Ti vuoi tatuare?» Chiese Louis, girandosi a guardarla.
«Ovvio! “Mamma ti amo” sul bicipite!» Tutti scoppiarono a ridere, lei invece sorrise.
Niall entrò in quel momento, dopo essere andato ovviamente in cucina e l’abbracciò di slancio quando lui si mise a farle le fusa come un gattino.
«Ciao scricciolo!» Le disse con dolcezza e lei ricambiò le coccole.
«Ciao, ma tu che ci fai qui?» Chiese, guardandolo male. Stava ancora in fase di ripresa dalla febbre e non sarebbe dovuto uscire.
«C’è stata una riunione tra di noi! Non manco mai alle nostre riunioni!» Lo guardò stranita e lui scosse la testa come per dire “non pensarci”. Lo guardò mentre si andava a sedere sul divano vicino Harry.
«Allora, dov’è questo tatuatore?» chiese Niall ritornando al suo obbiettivo.
«Ma ci vuoi andare ora?» Annuì, con un sorriso.
«No te l’ho chiesto così.. Perché mi andava!» Rispose sarcasticamente, guardando il suo migliore amico e scuotendo la testa.
«Aspetta. Ti faccio una mappa!» Disse allora Liam, pronto ad alzarsi e prendere un foglio.
«No, l’accompagno io!» Si ritrovò poco dopo Zayn di fronte. Lo scrutò e si chiese perché quello slancio di gentilezza. In fondo le cose tra di loro non erano poi così cambiate, anche se erano stati a letto insieme. Salutati tutti i ragazzi con un bacio, uscirono nella fredda giornata di gennaio.
Presero a camminare in silenzio. Iniziò a fischiettare una canzone che aveva sentito all’mp3, facendo girare Zayn, incuriosito.
«Come fai?» Si girò anche lei, a guardarlo per cercare di capire di cosa parlasse.
«Che cosa?» Ricambiò la domanda, fissandolo.
«Ad essere così tranquilla. Ok, che l’hai tradito pure tu, ma.. Io sarei incazzato a morte!» Ammise il moro, tornando a guardare avanti a sé. Keyra alzò le spalle.
«C’è di peggio al mondo che essere traditi, Zayn! E poi l’hai detto anche tu che l’ho tradito. Quindi perché dovrei essere triste?» Ovviamente era triste, ma non lo dava a vedere.
«Non è la prima volta.. Non parlo solo di questa volta..» Sorrise sentendo quella frase. Niall aveva cantato, sicuramente. Non che le diede fastidio, assolutamente.
«Ripeto.. C’è molto peggio di essere traditi!» Rispose, con dolcezza.
«Sei tanto forte da dimenticare?» Scosse la testa tenendo ancora il sorriso sulle labbra. Non il solito sorriso, ma era pur sempre un sorriso.
«Ovviamente no, ma ci passo sopra!» Ammise, con le mani in tasca.
Zayn la guardò incuriosito, poi riprese a camminare in silenzio.
Nel cervello di Zayn passava solo un pensiero. Lui era libero, lei era libera. Ma non avrebbe detto assolutamente nulla. Sapeva che lei non avrebbe accettato tutta quella distanza, il dover prendere un aereo o un treno per vedersi. Se la conosceva bene avrebbe pensato sicuramente che se non riusciva a non farsi tradire da un ragazzo che abitava a due metri da lei, come poteva riuscirci con uno che abitava a chilometri di distanza?
Sorrise, pensando quella cosa.
«Che cosa pensi per avere quel sorriso da sturbo sulle labbra?» La sentì chiedere, e lui si girò a guardarla.
«A te..» Lei alzò un sopracciglio incredula.
«Ahhh! Sei troppo smielato! Rude, rude!» Ripeté e lui sorrise.
«Ah.. Ma come te ne esci?» Chiese riferendosi al “se non te la smetti di fare il cattivo ragazzo ti salto addosso di fronte a tutti” che gli aveva sussurrato qualche ora prima all’orecchio mentre stava pestando quello di botte. Lei si fece una risata di cuore, alzando poi le spalle.
«Eh! Te l’ho sempre detto che sei sexy quando fai il cattivo ragazzo!» Risero entrambi. Forse era meglio se non le diceva cosa gli passava per il cervello.
In quella cosa che non aveva nome tra di loro, sembrava che Keyra era serena. A lui interessava solo la sua serenità. Con troppe frasi magari, troppi vincoli, lei si sarebbe preoccupata. No, forse Keyra era più felice così, senza troppe dichiarazioni.
Arrivarono di fronte al negozio di tatuaggi e Zayn si fermò.
«Sei sicura?» Annuì, guardando l’insegna.
«Mai stata così sicura in vita mia!» Il moro sorrise e le aprì la porta facendola passare, stupita da tutta quella galanteria. Entrati, attesero dietro al bancone mentre Keyra si guardava intorno, curiosa.
«Ciao Stan. Come stai?» Chiese Zayn stringendo la mano ad un ragazzo che uscì da dietro un muro, che aveva neanche più di trent’anni, tutto tatuato. Anche lei strinse la mano all’uomo, con un sorriso.
«Ti presento Keyra, una mia amica!» Disse, mentre l’uomo sorrideva.
«Ciao Keyra, Stan! Cosa posso fare per voi, ragazzi?» Chiese, pulendosi le mani sporche d’inchiostro.
«Un caffè, grazie!» Se ne uscì la mora, scherzando e il tatuatore la guardò stranito, con Zayn che si lasciava andare ad una risata divertita, capendo la battuta.
«Sta scherzando! Ma pure tu con che domande te ne esci?» Zayn si appoggiò alla ragazza, che se la ridacchiava. «Voleva farsi un tatuaggio!» L’uomo che stava ancora ridacchiando alla scena di poco prima, annuì.
«Se aspetti una mezz’oretta sono tutto tuo!» Annuì, e si andò a sedere sul divanetto, attendendo. Intanto si guardava le foto attaccate alla parete.
«Che ti fai?» Si girò a guardare Zayn, poggiando il mento sul braccio, per guardarlo.
«Segreto!» Sussurrò con aria misteriosa, tornando a guardare le foto. Zayn si mise a giocare con il cellulare, lei pensava a chissà che cosa. Quando un ragazzo uscì dalla saletta, con la faccia bianca cadaverica, guardando Keyra come per dirle “non farlo” e la ragazza alzò entrambe le sopracciglia.
«E’ svenuto!» Stan chiuse la porta dietro alle spalle del ragazzo.
«Mi domando perché si vengono a fare i tatuaggi, se non reggono il rumore della macchinetta!» Si chiese, facendola ridere. «Bene, che cos’hai in mente?»
Keyra si alzò e porse il foglio che tirò fuori dalla tasca dietro dei Jeans.
«Ah… Semplice! Vieni!» Lo seguì in silenzio e fischiò a Malik che alzò gli occhi dal cellulare. Poi tornò a guardare Stan.
«Può entrare?» L’uomo annuì e Zayn si alzò, entrando nella saletta dietro a Keyra e cercando di vedere il tatuaggio che lei stessa si era disegnata.
«Non guardarlo!» Sbuffò dandogli una gomitata, così per giocare. «Lo sciupi!» Disse sedendosi sul lettino.
«Dove lo vuoi?» Indicò la parte sinistra del polso destro. (NdA: insomma dove ce l’ha Zayn, ma nell’altro braccio). «Ok! Incominciamo?» Annuì e guardò tutto il procedimento nel pulire la macchinetta, mentre chiacchieravano tranquilli. Quando incominciò Keyra saltò ma poi si rilassò, guardando con la testa inclinata il lavoro dell’uomo.
«Fa male?» Chiese Zayn e lei si girò scuotendo la testa. Il moro sorrise, vedendo il sorrisone che le si era disegnato in viso appena Stan aveva finito di tatuare la prima lettera.
Dopo quasi mezz’ora, per un tatuaggio così piccolo ci voleva veramente poco, Keyra guardava con occhi innamorati il suo primo tatuaggio.
«Dovrai metterci questa crema per un mese. Poi quando andrai al mare..» E alla faccia di Keyra rise. «..Dovrai metterti una protezione più alta, per il resto vai tranquilla!» Spiegò e Keyra annuì, prendendo la crema che le stava porgendo.
«Grazie!» Disse con tono emozionato scendendo dal lettino.
«Prego!» Rispose, di conseguenza.
«No, grazie davvero!» L’uomo la guardò incuriosito, e Keyra gli sorrise.
 Non sapeva quanto aveva fatto per lei, in quella mezz’ora.
Il tatuaggio era semplice: “Be strong” in una scrittura elegante e non troppo grosso. Per ogni lettera che tatuava, e fidatevi quando vi dico che Keyra aveva guardato tutto il procedimento, aveva sentito una forza invaderla per ogni lettera che scriveva. Ogni volta che avrebbe visto quel tatuaggio si sarebbe ricordata di essere sempre forte, davanti al mondo. Perché come diceva lei, non ci si poteva abbassare a rimpiangere il passato, ma bisognava andare avanti ed essere forti.

Spazio dell'autrice: Ok. Posto questo capitolo mentre le fan degli One Direction li smerdano perché hanno fatto vincere le Little Mix.. Poco mi interessa a me, perché, boh! Mi sono divertita solo a sfotterli perché sono dei morti di fica, ma naturalmente sto scherzando!! A me della tv poco mi interessa. 
Anyway.. 3 commenti qui, 1 su twitter.. Vi posso amare? Se a questo capitolo arrivo a 4 commenti, vi faccio una statua d'oro. Ahahaha. Mi fate sapere cosa ne pensate, mhm? Anche un piccolissimo commento, giuro che non vi mordo! :D ♥ Grazie a tutti quelli che hanno letto e recensito, e anche a quelli che hanno solo letto. ♥ #muchlove.

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Capitolo 18
*** chapter eighteen ***


Lui è il mio migliore amico.
Lui è il nastro dove io ho registrato i miei filmati migliori.
I più importanti. I più belli.
 
Venerdì mattina. Finalmente era arrivato il fine settimana, ringraziando il cielo.
Non poteva sopportare un’altra sveglia alle sei per andare a scuola. La sveglia che suonò sul comodino di Niall, fu l’ultima di quella settimana. Dopo essersi vestiti si misero a preparare il borsone per partire.
Liam aveva proposto di andare alla sua casa in campagna, per quel fine settimana e loro avevano accettato. Ci sarebbero stati loro cinque, lei, Lucas - che purtroppo per lei era inevitabile la sua presenza - e qualche ragazza invitata sicuramente da Harry e Louis. Ti pare che non si portavano delle ragazze appresso? Uscirono di casa e trovarono come al solito Zayn, ad attenderli.
«Buongiorno raggio di sole!» Lo sfotté Keyra, mentre lui la guardava in cagnesco, per poi uscirsene con un ringhio. «Ahhh! Abbiamo il ciclo quest’oggi, Malik?» Chiese angelicamente, mentre camminavano verso scuola. Si fermò come sempre a prendersi un caffè e fare la seconda colazione, per poi dirigersi a scuola. Era cominciata bene la giornata, l’idea di andare via per due giorni non le dispiaceva affatto, e anche stare insieme ai suoi amici. Entrando a scuola, dopo aver incontrato gli altri tre insieme a quel decerebrato mentale di Lucas, si diressero a lezione.
«Allora, pronti per il fine settimana da sfascio?» Si girarono tutti verso Louis che come sempre non vedeva l’ora di fare un po’ di casino.
«E con cosa ci sfasciamo?» Chiese, divertita.
«Ah non lo so.. All’alcool pensi te!» Lo guardò male mentre tutti ridevano.
Quelle quattro ore passarono lentamente, e ringraziò il cielo che c’erano quei cinque, sennò sai che palle?
Quel giorno era seduta in mezzo a Niall e Zayn. Niall scriveva sul suo diario, mentre Zayn direttamente sulla sua mano. Anzi.. Non scriveva, faceva disegni porno sulla sua mano. Si avvicinò per guardare il disegno, inclinando la testa di lato cercando di capire la posizione.
«La capisci?» Domandò tutto serio, anche lui inclinando la testa.
«No! Se disegni di merda non è colpa mia!» Scherzò, guardandolo.
«Non ti preoccupare. Nel mio cervello è ben studiata la posizione! Possiamo provarla stanotte, se vuoi!» Una gomitata nelle costole da parte di Keyra e uno sbuffo di risata da parte di Zayn la fece sorridere.
«Perché aspettare così tanto?» Il moro si girò a guardarla incredulo di quella frase per poi scoppiare a ridere tanto che il professore si girò per guardarlo male.
«Scusi prof!» Esclamò, e quando si girò di nuovo verso la lavagna, tornò a guardarla. «Tu la devi smettere di fare queste battutine!» Tornò a parlare sotto voce, guardandola.
«Ma perché tu pensi che sono battutine? Io dico la verità Zayn la guardò in modo curioso, cercando nei suoi occhi lo scherzo. C’era tutto tranne che lo scherzo in quegli occhioni castani.
Mamma mia, ma da dove era uscita quella ragazza? Era perfetta. Bella, simpatica, con una linguetta tagliente, e una voglia di fare sesso inverosimile. In realtà la voglia non era tanta, ma con uno come lui davanti, con quelle labbra, gli occhioni e il fisico – che era sicura non si era sognata – che si ritrovava si poteva permettere di chiederle qualsiasi cosa. Avrebbe accettato qualsiasi cosa proposta da Zayn.
«Sei reale?» Si fece uscire ad un tratto Zayn e lei alzò un sopracciglio.
«No, stai sognando Malik!» Scherzò, tornando a guardare la lavagna e lui tornò a disegnare sulla sua mano.
Quando la campanella suonò, Zayn fu il primo ad alzarsi per poi piegarsi a parlare all’orecchio di Keyra.
«Non so te, ma io avviserei Niall che stanotte non dormi con lui!» Alzò quel poco lo sguardo per poterlo guardare negli occhi, alzando anche un sopracciglio. Eh? Le sorrise, in quel modo troppo sensuale e bello, tanto che per un secondo non ricollegò quelle parole. Annuì solamente, persa completamente nei suoi occhi.
Mannaggia a Malik. Riusciva ad incantarla con quegli occhioni.
Lo vide uscire dalla classe velocemente, e lo seguì con lo sguardo, cercando di far tornare il battito cardiaco normale. Lei e Niall uscirono per dirigersi in palestra, per l’ora di fisica. Lei odiava educazione fisica. Perché non inventavano un qualcosa di più divertente?
«Di che parlavate prima tu e Zayn?» Chiese Niall, prendendola sotto braccio. Si girò a guardarlo, arrossendo visibilmente.
«Niente di che..» Borbottò e Niall guardò il suo colorito con un sopracciglio alzato.
«E’ un po’ di giorni che siete strani, voi due.. Che è successo?» Scosse la testa, diventando sempre più rossa. Quando alzò lo sguardo da terra, vide Zayn parlare con la sua ex ragazza. Lei appoggiata al muro, Zayn di fronte a lei, eretto. Guardatela come faceva la gallina la puttanella. Stava facendo la parte della ragazza gelosa? Aspettate.
Non stavano insieme, e allora perché aveva quella voglia incredibile di andare a massacrare di botte quella puttanella?
«Keyra?» Si girò a guardare Niall, ora nascosta dietro ad un viso totalmente incazzato. «Che cos’è quella faccia..? Che hai visto..?» Si guardò intorno per poi vedere Zayn e Sophie. «Gelosa?» Chiese, e lei scosse la testa. Di cosa doveva essere gelosa? Insomma, erano stati solo una volta a letto insieme, quindi perché doveva esserlo?
Ma non era quello a preoccuparla. Perché Niall aveva pensato che era gelosa? Era così evidente che fosse cotta a puntino per quel moro dagli occhi incantatori?
«Per me può pure andarsi a buttare dagli scogli. Se vuole al suo fianco una gallina senza cervello perché dovrei esserne incazzata?» Tutta la frase la disse praticamente a denti stretti, tutto il contrario della calma.
Niall ridacchiò. «Staranno parlando visto che viene con noi..» Si bloccò nel camminare e si girò a guardare il biondino.
«Dove quando e perché?» Il ragazzo si arretrò insieme a lei, e la guardò da testa a piedi.
«Oggi, viene con noi alla casa in campagna. Perché è amica di una delle ragazze che hanno invitato Harry e Louis.» NO! Porca paletta.
«Tutto bene?» Annuì ma strinse le labbra, e continuò a camminare verso la palestra, passando di fianco ai due. La tipa la guardò male, e lei ricambiò senza nessun problema.
Non aveva capito.. La zoccoletta! Se voleva riprendersi Zayn, come minimo prima si doveva scannare con lei. Mica glielo lasciava! Il sesso migliore della sua vita non lo lasciava andare via così facilmente.
Entrati in palestra si mise la tuta, e la maglietta a maniche corte per poi andare in campo. Sperava tanto che le andasse a tiro perché una bella pallonata sul faccino perfetto di quella non gliela toglieva nessuno. Rimase in panchina, attendo il suo turno. La tipa la stava guardando fin troppo male, per i suoi gusti. Pregò tutti i santi di farla cadere, spaccarsi un ginocchio o qualunque altra cosa che le impediva all’andare con loro quel giorno, ma non l’ascoltarono. Quando vide Zayn andare verso lo spogliatoio maschile, tornò a guardare la gatta morta.
Non poteva.. Non poteva riprenderselo. Era suo, dannazione! Si alzò, e controllandosi bene intorno si intrufolò dentro allo spogliatoio, trovando Zayn a fumarsi una sigaretta in finestra. Per un secondo si permise di studiarlo mentre lui non si era accorto di nulla.
Qui potete vedere un chiaro esemplare di..
La sua coscienza stava davvero facendo la telecronaca come nei documentari?
Scosse la testa come a voler far scivolare via quella stupida coscienza idiota che era parte di lei. E lo guardò. Lo studiò in un momento in cui lui si era liberato delle sue angosce, delle sue barriere. Poteva scorgere il pacato Zayn Malik, quello semplice, senza pensieri o quel cipiglio strafottente disegnato in faccia.
Semplicemente lì, appoggiato al finestrone a fumarsi una sigaretta nella pace del bagno.
E per quanto fosse fastidioso da ammettere, era bello. Bello come raramente aveva visto in un essere umano.
«Lo sai che fa il doppio del male fumare quando si ha i polmoni aperti?» Lui saltò come un petardo, e lei sorrise felice che per una volta fosse stata lei a farlo saltare dalla paura.
«Che ci fai qui?» Chiese lui, incredulo.
Lo sguardo che gli lanciò le fece scollegare il cervello.
«Non avevi una posizione da farmi capire?» Domandò angelica. Zayn si morse il labbro, già eccitato di suo, e buttò la sigaretta di sotto e scese dal finestrone. Si buttarono uno sull’altro, come un drogato si butta sulla sua dose di cocaina dopo tanti giorni di astinenza. Il moro affondò la mano dentro i suoi capelli – Keyra aveva capito presto che era un gesto che gli piaceva fare – e la spinse di più sulle sue labbra mentre lei, facendo un piccolo salto strinse le gambe al bacino di Zayn che camminò verso il bagno, non prima aver posato le mani su quei glutei da urlo.
«Mi rimangio le parole..» Keyra si staccò da lui, mentre Zayn senza perdere tempo si buttava come un assetato sul suo collo, per baciarglielo.
«Su cosa?» Chiese lei, socchiudendo gli occhi e buttando indietro la testa, deliziata.
«Non sono io la tua rovina, ma tu sei la mia!» Le uscì un gemito mentre lui le mordeva il collo, come un vampiro. No, come al suo solito Zayn sbagliava alla grande. Era lui la sua rovina, insieme a quelle mani a quelle labbra e tutto il resto. La faceva impazzire, dannato lui.
 
Quando uscirono dal bagno, se la ridacchiavano allegramente su un qualcosa che sapevano solo loro. Keyra si sistemò la maglietta, poi i capelli. Zayn, invece, era del tutto rilassato. Naturalmente Sophie si era accorta dell’assenza dei due, ma il professore non la toglieva dal campo e così non poteva andare a vedere che diavolo stavano facendo.
Ma un’idea ce l’aveva, e quello bastava a farla incazzare. Da quando era arrivata quella nella vita di Zayn tutto era andato a puttane. Lei aveva avuto Zayn per prima, e se lo sarebbe ripreso, in un modo o nell’altro. Poteva portarselo a letto quante volte voleva, ma in realtà Zayn la stava solamente usando.
Ovviamente quella piccola gallina dal cervello inesistente non aveva capito un emerito cazzo, ma era più divertente così.
«Smith, dov’eri?» Chiese il professore quando la vide ritornare.
«Ero al bagno prof. Mi scappava!» Zayn dietro di lei si mise seduto facendosi una risata.
«Entra, forza!» Si mise una mano sulla fronte, battendo i talloni come un militare.
«Sissignore!» Ridacchiando entrò, mettendosi alla battuta. In tre cose Keyra era brava: fare a frecciatine con le persone, fare la demente, e nello sport.
L’unico sport di cui non sapeva praticamente niente era il calcio, ma quello lo lasciava ai maschi, con molta felicità. Aveva giocato a pallavolo per due anni, per poi lasciarla per andare in piscina. Fece cinque battute, segnando tutti punti. Niall le volò addosso, perché aveva recuperato il punteggio.
«Li facciamo piangere, questi pivelli?» Chiese Keyra mentre Niall le faceva festa. Ghignando guardò verso Sophie, che si divorava le dita dalla rabbia. Le sorrise angelica. In una qualsiasi competizione si doveva puntare al bersaglio più debole. In quel momento Sophie era la più debole, accecata dalla rabbia.
«Prof, mi serve Malik!» Sbottò, continuando a guardarla in modo angelico. Il professore fece un cambio, facendo entrare Zayn che le si avvicinò.
Appena le fu accanto, si girò a guardarlo. E si, perché era una stronza, posò una mano dietro al collo di Zayn per farlo avvicinare alle sue labbra. L’altezza che li divideva era abbastanza che Zayn doveva sempre piegarsi per arrivare alle sue labbra.
Appena sentì che l’orecchio di Zayn fu a contatto con le sue labbra, fece scivolare la mano languidamente sul braccio. E poi alzò lo sguardo, guardando proprio dall’altra parte del campo, dove Sophie la fissava con odio.
«Respingi tutto, Zayn! Se vinciamo, giuro su Dio che questo sarà il miglior fine settimana della tua vita!» A quelle parole Zayn la guardò con occhi a cuoricino e annuendo si andò a mettere a muro.
Fece lei le disposizioni, mettendo Liam al centro e Lucas a destra. Un muro praticamente insuperabile. Tra Liam e Zayn non si sapeva chi aveva più muscoli sulle gambe e sulle braccia, e Lucas era abbastanza muscoloso per sostenere gli altri due. La partita ricominciò, e per altre due battute la palla fu loro. Alla fine per noia, più che altro, lasciò andare la battuta a loro. E Keyra si spostò al centro. Di fronte a lei Sophie.
Fu divertente vedere come non riusciva a prendere la palla perché praticamente tutte le palle che finivano in mano a Zayn gli urlava di passargliele. E come rosicava quando Zayn si avvicinava a lei per darle il cinque? A fine partita, ovviamente vincendola, tutti si strinsero a lei per farle festa, mentre il professore fischiava la fine della partita. Grondavano di sudore, ma non interessava a nessuno.
«E brava… Sai giocare a pallavolo, mi dicono!» Ridacchiò, abbracciando Niall.
«Si, qualcosa della pallavolo so!» Ammise, mentre camminava verso lo spogliatoio femminile.
Zayn le andò dietro e le diede uno schiaffo sul sedere, facendola saltare. Si guardarono negli occhi e le sue ovaie esplosero quando il moro le fece un occhiolino aggiungendo anche un sorriso da sturbo. Oh merda, ma si poteva essere così sensuali anche quando si faceva un occhiolino?
Entrò nello spogliatoio, cambiandosi mentre quelle dell’altra squadra si complimentavano con lei e le altre che avevano fatto parte della sua squadra. Solo Sophie se ne stava praticamente in silenzio. Quando suonò la campanella, esultò mentalmente. Finalmente il fine settimana.
 
 
Seduti sul treno, un po’ sparsi qua e là nei posti a quattro, attendevano di arrivare al paesello di Liam. Keyra sedeva di fianco a Niall, mentre giocavano a carte. Davanti a lei, Sophie e un’altra puttanella, che se la chiacchieravano sotto voce.
«Ma non è possibile cazzo!» Sbottò il biondino, mandando a monte la partita e facendo ridere Keyra, quando gli aveva aperto dopo soli due minuti.
«Stacci Horan! Ti batterò sempre!» Harry sbucò dai sedili dietro, dove se ne stava seduto con Louis a sentire la musica.
«Ti ha battuto di nuovo? Ma chi cazzo sei? Ma c’è qualcosa che non sai fare?» Ridacchiò arrossendo leggermente in zona guance.
«Almeno dimmi che a letto sei una sega!» Arrossì ancora di più alle parole di Harry, mentre Sophie smetteva di parlare per ascoltare il discorso.
«Ti assicuro che è brava pure a letto!» Si girò a guardare Zayn, appoggiato al treno mezzo addormentato, rispondendo senza neanche aprire gli occhi.
«E tu che ne sai?» chiese Horan, geloso marcio.
«Lo so, fidati!» Il biondino guardò Keyra che era rossa peperone mentre passava lo sguardo tra tutti.
«Io sono qui, se non ve ne siete accorti!»
«Fidati, ce ne siamo accorti.»
La prese in giro Harry, maliziosamente. Louis sbucò vicino a Harry.
«Ancora che fa battutine sul sesso? Ma che cosa gli hai fatto a Malik Key, che si immagina di andare a letto con te?» Domandò, curioso mentre lei sbuffando rimise a posto le carte.
«Bastaaa! Avete rotto!» Sbottò, rossa come un peperone. «Sempre a pensare al sesso, che palle!» Sbuffò, guardando la punta dei suoi piedi. Ridacchiando si misero a parlare di altro, mentre lei alzava lo sguardo e spostandolo su Malik che se ne stava lì appoggiato a dormicchiare.
Perché quella frase? Perché si era abbassato così tanto a dire una cosa del genere quando i suoi amici non sapevano che andavano a letto insieme? Perché vantarsi?
Quando vide il moro aprire gli occhi e girarsi a guardarla, arrossì come una scolaretta vergine e si girò di volata sperando che lui non se fosse accorto. Ovviamente era stato inutile. Zayn se n’era accorto eccome, e stava anche sorridendo divertito dall’averla beccata a fantasticare su di lui.
E alzando lo sguardo dalle sue scarpe guardò male Sophie che ricambiò e tornò a parlare di altro con la sua amichetta. Sospirando prese le cuffiette e le indossò, appoggiando la testa sul sedile e chiudendo gli occhi. Dopo venti minuti si senti tirata per la felpa e aprì gli occhi, trovandosi ad una spanna dal viso Zayn.
Le tolse una cuffietta, per parlarle all’orecchio. Sophie alzò lo sguardo dal suo cellulare, per guardare la scena. Mentre Keyra era persa completamente nel pensare “non saltargli addosso, non saltargli addosso” perché le stava praticamente sussurrando tutto all’orecchio ma il fiato arrivava anche sul suo collo, guardava di fronte a sé, dove naturalmente Sophie cercava di capire cosa le stava dicendo. Vide Keyra ascoltarlo, inarcando le sopracciglia
«Quale cosa?» Chiese, mentre li guardava attentamente. Quando Zayn le disse la cosa, lei divenne rossa e abbassò lo sguardo sul suo mp3.
«Oh!» Scrutò Keyra che si girava a guardare il suo ex, poi li fissò mentre si guardavano negli occhi con lui che sorrideva maliziosamente. In realtà non era un sorriso malizioso. Era un sorriso dolce, pieno di doppi sensi, ma pur sempre dolce. Ed era di Keyra, perché quel sorriso non l’aveva donato mai a nessun’altro.
A lei non aveva mai fatto un sorriso del genere. Perché a lei si? Non l'aveva mai neanche guardata in quel modo. Che diavolo le stava dicendo?
«Pensavi che giocavo? Io parlavo seriamente!» Disse il moro, riprendendo le parole dette da lei quella stessa mattina. «Se non glielo dici tu lo faccio io!» La vide scuotere la testa, poi guardò Niall, rossa come un peperone.
«Glielo dico io, dopo!» Sussurrò, e lui annuì.
Ci vollero quasi quaranta minuti per arrivare e quando il treno si fermò, Keyra vide una cosa che la fece innervosire. La neve. La stavano prendendo in giro, vero?
«Siete seri? Oh vi odio!» Disse buttandosi per terra, e cominciando a “colpire” la neve, urlando: «Io ti odio, neve! Perché tu mi fai questo?» Tutti ridevano o almeno i suoi amici. Le galline la guardavano stranite mentre faceva una scenetta teatrale da paura.
Uscirono dalla stazione dirigendosi verso la casa. Le strade erano abbastanza pulite, ringraziando il cielo. Zayn le passò al fianco, guardandola e indicando Niall.
«Non mettermi fretta, cazzo!» Sbottò con uno sbuffo. Richiamò Niall che si fece indietro e la guardò incuriosito.
«Cosa c’è?» Lo guardò, e si morse il labbro. Era stato più semplice dirlo a sua madre.
«Ehm.. Io non so che disposizione abbiamo stasera per dormire..» Ammise arrossendo e lui sorrise.
«Tranquilla, dormirai con me se vuoi!» Lei arrossì e lui inarcò le sopracciglia.
«No, ecco.. Se mi lasci finire di parlare!» Annuì, un po’ stranito. Si morse l’unghia, senza però romperla.
«Che succede?» chiese vedendola così agitata.
«Ecco.. non so come dirtelo!» Ammise, un po’ titubante mentre Zayn si girava a guardarli facendo il segno a Keyra come per dirle di muoversi. Keyra lo guardò male, mentre Niall si accorse della cosa, girandosi a guardare prima Zayn e poi Keyra.
«Dimmi che sto avendo un incubo!» Si girò a guardarlo e arrossì. «E da quando?» Domandò, capendo subito che cosa succedeva.
«Ecco.. Da un pochino!» Ammise vergognosa.
«Un pochino quanto?» chiese guardingo, guardandola allucinato.
«Da quando li ho fatti lasciare?» Niall perse l’incredulità per guardarla a bocca aperta.
«Ma..» Fece rapidamente dei calcoli, poi la guardò. «Raccontami tutto!» la prese sotto braccio, parlando con tono cospiratore e Keyra si mise lì a raccontare tutto quello che era successo.
«Se sei felice tu, io sono felice con te!» Sorrise con dolcezza. Niall si rivelava sempre il migliore.
«Sto bene, devo ammetterlo!» La guardò con dolcezza, per poi abbracciarla.
«Se ti fa soffrire dimmelo che lo meno io!» Ridacchiò scuotendo la testa. Vide la cagna attaccarsi al braccio di Zayn, che si girò a guardarla con un sopracciglio alzato. «Sta calma!» sussurrò Niall, sentendola irrigidirsi.
«Io le stacco le ovaie, non hai capito!» il biondino ridacchiò. Da una parte fu felice di averglielo detto, così da potersi sfogare con qualcuno. Perché veramente, quella cagna stava mettendo a dura prova la sua pazienza. E Keyra era conosciuta per la sua poca pazienza in certi casi. E quello, sinceramente, era uno di quelli.
«Da gelosa sei qualcosa di dolcissimo!» Si girò a guardarlo male.
«Io non sono gelosa! Semplicemente, non voglio che viene toccato perché in questo momento me lo sto portando io a letto!!» Sbottò adirata. Niall la guardò.
«Ma non state insieme?» Si girò a guardarlo, alzando le sopracciglia. Cosa?
Si impedì di ridere fragorosamente.
«Ti pare?» Tornò a guardare la schiena di Zayn. Le sarebbe piaciuto, e anche tanto stare con lui. Ma perché perdere tutto quello spettacolo, dietro a delle promesse che poi non sarebbero state mantenute? La lontananza a volte poteva essere una brutta bestia. E con uno come Zayn non c’era da fidarsi.
Non perché fosse uno stronzo, ma.. No ok.. la preoccupava a pensare che ci aveva messo zero a tradire la sua ragazza, pensa con se si metteva con lei che abitava a chilometri di distanza cosa poteva farle. No. Ma soprattutto perché sapeva, ne era sicura, che se si fossero messi insieme sarebbero diventati come quelle coppiette smielate da paura. Si sarebbe perso quel divertimento nello stuzzicarsi, nel fare battutine maliziose, i sorrisi e le liti. Non voleva perdere niente di tutto quello, le piaceva così come stavano. Ed era sicura che anche a Zayn non andava di perdere quelle cose. E poi come avrebbero fatto appena lei avrebbe preso quell’aereo?
«No, va bene così!» Rispose poco dopo girandosi di nuovo a guardare Niall, un po’ preoccupato.
La ragazza dalle facili vesti Sophie intanto si guardava Zayn dal basso, pronta ad entrare in azione. Keyra lasciò Niall e facendo due passi raggiunse i due.
«Ehi.. Una lumaca in confronto a te è niente.. Stai lasciando la bava per terra. Vuoi una bacinella?» Sophie si girò a guardarla, sempre attaccata stile ventosa al braccio di Zayn che si gustava la scena.
«Scusa?» Il moro si trattenne nel ridere quando vide la faccia di Keyra. Che sicuramente si stava chiedendo se Sophie avesse un cervello.
«Ma tu rispondi solo con “scusa?” “cosa?” “ma cosa vuoi?”? C’è qualche altra parola nel tuo vocabolario mentale?» Sophie batté le ciglia, stranita.
«Cosa?» Zayn se ne uscì con uno sbuffo di risata, vedendo Keyra sbarrare gli occhi.
«Ma dentro a quella scatola cranica, c’è materia grigia oppure ci passano le balle di fieno?» Il moro spostò lo sguardo su Sophie, tanto stranita da quelle parole.
«Ma cosa vuoi?» Keyra sospirò con fare teatrale.
«Mi abbasso pure a cercare di fare discorsi seri con te!» Sussurrò più a se stessa che a Sophie, per poi girarsi a guardarlo. E lui accolse il suo sguardo con un sorriso sulle labbra. «Ma che ti eri fumato quando ti ci sei messo insieme?» Chiese a Zayn mentre allungava il passo e li lasciava di nuovo da soli. Ridacchiò.
«Strana forte..» Si girò a guardare Sophie con un sopracciglio alzato.
«Si, è singolare!» Rispose mentre Sophie lo guardò dal basso.
«Ah.. Non state insieme?» Si bloccò, mentre camminavano.
Era seria? Che cosa cazzo centrava se stavano insieme con quello che aveva detto?
«Cosa?» Ditegli che non era come pensava, sennò come minimo andava da qualche parte a sbattere la testa.
«Eh.. Non state insieme?» Aveva la faccia seria, lei! Zayn invece era sempre più incredulo.
«Sai cosa vuol dire “singolare”?» Domandò, cominciando a capire come funzionava il cervello di quella ragazza.
«Che è single.» Ci mancava poco che gli cadeva la mascella per terra, e rotolava giù per la strada.
Mio dio! Un essere umano poteva essere davvero così stupido? E come diceva Keyra.. Che cosa cazzo si era fatto per mettersi insieme a lei?
«Sei seria? Singolare significa che è particolare, unica nel suo genere.» Rispose, con tono incredulo. Lei arrossì capendo di aver appena fatto una gaff e scoppiò a ridere.
«Ahhh.. Sisi! Certo, che stupida!» Porca puttana si! Stupida era poco. Tornò a guardare di fronte a se, dove ora c’erano Keyra e Louis che non si sa per quale oscuro motivo avevano cominciato a parlare a gesti. Inclinò la testa di lato, incuriosito.
«Ma non mi hai risposto. State insieme? Non sei così stupido da metterti con una come lei, vero?» La guardò ancora, lasciando perdere quei due che sembravano più due bradipi che due persone normali di testa.
«Perché non dovrei, sentiamo!» Le permise, con un sorriso che sembrava più un ghigno bastardo. Perché in fondo sapeva cosa avrebbe detto.
«Non ti sei accorto di come ci prova con tutti voi?» No vabbè, ma pure lui che ci provava a fare discorsi seri.
«Oh si, certo! Come ho fatto a non accorgermene.» Si chiese, con tono sarcastico e lei sorrise tutta felice che l’avesse illuminato.
Merda quanta stupidità umana al mondo. Si ritrovò a ringraziare Keyra per l’entrata nella sua vita. Se non fosse stato per lei, lui coglione ancora stava con una decerebrata mentale come Sophie. Si ritrovò a pensare che, in fondo doveva tanto a Keyra. Quella ragazza che appariva in un modo, ma in realtà era tutt’altro! Ma perché al mondo non c’erano più ragazze come lei? Insomma, in Keyra c’era tutto, era tutto compresso dentro quel corpicino. Simpatia, dolcezza, tenerezza, essere pudica, maliziosa, ma anche una vipera, intelligente.. C’era un po’ di tutto in quella ragazza. Ma come faceva, dannata lei?
«Grazie per avermi aperto un mondo!» Sophie si girò a guardarlo.
«Eh?» Si, grazie Keyra!
 
Arrivati alla stradina della casa, quando Keyra vide la salita e la neve naturalmente non spostata perché la casa era usata solo d’estate, le venne un colpo.
Camminando lentamente facendo passi piccoli, cercò di fare la salita, ma con ben poco successo. Fece una caduta epica, e quando sentirono le bestemmie di Keyra tutti si girarono a guardare cos’era successo. Trovandola lì, seduta sulla neve a dare pugni su di essa, quasi ci mancava che non si rotolassero nella neve dalle risate.
«Ridete, ridete! Magari cadete e vi fate male.» Sbottò, mentre Zayn scendeva di nuovo la salita per aiutarla, continuando a ridere. Le porse la mano, e si rialzò ma poco dopo ricadde, scivolando. Ma Zayn fortunatamente la teneva per il braccio. Altre risate dal resto del gruppo.
«Stupida goffaggine.» Borbottò. «Voi mi volete morta, cazzo!» Sbottò, arrampicandosi sul ragazzo per ritornare in piedi. Zayn praticamente se la rideva tanto da avere le lacrime agli occhi.
«Sali sulla schiena, rompipalle!» Non se lo fece dire due volte, e saltò sulla schiena di Malik che continuava a ridacchiare. Peccato che non era facile portare quarantacinque chili sulle spalle senza scivolare. Aggrappata al suo collo, se la sorrideva felice e fiduciosa di Zayn, ma quello mise il piede su una piccola lastra di ghiaccio e finirono per terra in un nano secondo.
«Come cavallo fai schifo al cazzo, Malik!» Disse togliendosi la neve dal giacchetto mentre gli altri ridevano. «Basta, io resto qui per i prossimi due giorni!!» Sbottò lei, innervosita.
«Ehi, mi serve ancora la mia trombamica!» Si girò a guardare Zayn seria e gli diede un pugno con forza sul braccio. Niall se ne uscì con la sua solita risata favolosa mentre Keyra già incazzata di suo - e con quell’uscita lo era ancora di più - prese un po’ di neve e la mise dentro la maglietta di Zayn, che urlò bestemmiando anche in aramaico antico.
«Brutta stronza!» Urlò con un sorriso mentre la schiacciava per terra e la riempiva di neve. Urlò come mai in vita sua, dicendo che avrebbe ucciso Zayn molto lentamente e fortunatamente Louis l’andò a salvare. La prese in braccio e dopo dieci minuti erano dentro casa. Keyra si passava le mani nei capelli, per togliere la neve mentre gli altri poggiavano i borsoni e Liam si avviava al camino per accenderlo.
«Questa me la paghi!» Alzò lo sguardo trovandosi Zayn.
Sorrise angelica.
«Metti tutto in conto per stasera!» Lui la guardò prima seriamente, poi con un sorriso malizioso. Si tolse il giacchetto, poggiandolo sulla panca e andandosi a sedere sul divano vicino a Liam.
«Che cosa pensavate di fare?» Chiese Catherine, una delle due galline che non conosceva oltre quella battona di Sophie.
«Innanzitutto andiamo a fare la spesa, e poi Keyra cucina!» Alzò lo sguardo dal suo cellulare.
«Perché proprio io, scusate?» chiese, guardandoli tutti.
«Perché in cucina sei sexy!» Scherzò Niall, facendola arrossire.
«Ma stai zitto!» Borbottò e si alzò, dirigendosi verso il camino. «Ok, allora andate a fare la spesa, ci penso io alla cena! Louis, per favore potresti prendere anche un po’ di cianuro?»
Il ragazzo si girò a guardarla.
«E perché?» Chiese curioso nel cercare di capire il perché di quella frase.
«Sai com’è... In un modo o nell’altro alcune cagne bisogna abbatterle!» E spostò lo sguardo su Sophie mentre Louis capendo si faceva una risata.
«Ma tu non ti vergogni mai?» Tornò a guardarlo e alzò le spalle, divertita.
«Dico la verità, o no?» Sussurrò, continuando a guardare Sophie, che se la ridacchiava sul divano.
Sisi, ridi poco!
Spostò lo sguardo su Zayn, che se ne stava svaccato sul divano, al fianco di Sophie a fissarla con uno sguardo indecifrabile.
Non percepì rumori o voci per i due minuti seguenti, ma solo il cuore battere come un pazzo dentro le orecchie. La faceva impazzire quando le donava quei sguardi così intensi. Agli occhi di tutti sembrava semplicemente serio, ma per lei quello era uno sguardo che diceva molte parole.
«Chi viene con me?» Harry, Liam, Niall e Catherine si alzarono. Mentre lei, Zayn, Lucas, Sophie e Danielle rimasero a casa. Lucas si mise a guardare la televisione. Lei si affiancò al camino, guardando Lucas fare Zapping, ma senza vedere realmente il televisore, mentre Sophie e la sua amichetta bestfriend andavano in cucina. Si sentiva una perfetta idiota quando sentiva quelle strane sensazioni dentro di lei quando Zayn la guardava. Ma non poteva farci niente, entrava in una bolla di sapone e sentiva tutto in modo ovattato.
C’era lei.. E le sue sensazioni.
«Zayn, puoi venire un secondo?» Alzò di scatto la testa quando sentì Sophie dire quelle parole. Fu davvero divertente vederla lottare.
“Puttana!”
Era divertente però vedere come lei ci provava ma senza molti risultati. Perché Zayn sbuffò sonoramente – tanto che lo senti lei che era più lontano – per poi vederlo alzare gli occhi nei suoi. Poteva anche conoscerlo da poco, ma certi sguardi non li riusciva proprio a decifrare. Era pur sempre un puzzle quel ragazzo e per capirlo bisognava mettersi lì a studiare i pezzi e vedere quali combaciassero.
Lui annuì e si alzò contro voglia, seguendola in cucina. Rimase lì, in ansia ma Zayn tornò quasi subito e le uscì un sospiro di sollievo. Sophie sorrideva, la puttana. Chissà che cazzo si erano detti. Lo vide prendere il cellulare, e Sophie lo guardava angelica.
«Liam.. Sophie voleva sapere quale stanza si poteva prendere..» Un altro sospiro. Attesero, poi lo videro annuire. «Ok. A dopo!» disse, e chiuse la chiamata. Si girò prima a guardare Sophie, ma questa era troppo impegnata a fargli gli occhi dolci. Così si girò verso di lei, poi guardò il televisore.
«La stanza più vicina alle scale è per voi femmine!» La vide annuire lentamente. E vedendo che non si muoveva Zayn sbuffò ancora. «Vabbè.. Ve la faccio vedere, così almeno porto su il borsone anche io!» Annuì, ridacchiando. Dio che oca giuliva.
Salirono tutti le scale, dopo che Zayn l’aveva richiamata a rapporto. Inclinò la testa, salendo le scale, guardando quel culo a cui mancava solo la parola. Madonna ma come poteva essere così sexy?
Zayn si girò a guardarla, e lei sorrise angelica anche se era stata beccata in flagrante.
«Mi stavi fissando il sedere?» Chiese, divertito.
«E’ lui che mi chiama e mi dice di farsi guardare! Mica è colpa mia!» Sfotté e lui ridacchiò, continuando a salire le scale e seguendo Sophie. Appena arrivati al pianerottolo, indicò la porta alla ragazza che entrò. Keyra si appoggiò alla porta, insieme a Zayn. Uno su un lato e lei sull’altro.
«Carina! E tu dove dormi?» Domandò fintamente curiosa Sophie con tono angelico. Strinse il pugno, desiderosa di farlo finire direttamente su quel naso da carlino che si ritrovava.
«In fondo al corridoio!» Il tono che usò le parse d’essere annoiato, e per un secondo dentro di lei gioì.
«La camera matrimoniale?» chiese Sophie, con un sorriso malizioso.
«E già.» Zayn spostò lo sguardo su Keyra che continuava a guardare la sua ex con quello sguardo pieno di odio, che lo fece divertire ancora di più.
Ma era per caso gelosa?
«Tu non posi il borsone?» domandò e si girò di nuovo a guardare Sophie, mentre questa le parlava con quel tono da finta amica.
«Dai, sai fare una frase di senso compiuto? Mi complimento. Comunque no, per me questa è solo una fermata di passaggio!» Zayn sorrise, vedendola così strafottente.
«In che senso?» La vide alzare gli occhi al cielo e gli uscì uno sbuffo di risata che nascose dietro alla mano. Lei lo guardò, incredula.
«Per l’appunto! Niente, lascia perdere. E’ troppo sofisticato come discorso per un cervello della tua portata!» Non capì neanche quello.
Zayn praticamente se la stava ridendo sommessamente a labbra strette.
«No davvero. Mi chiedo se parliamo la stessa lingua!» Keyra la guardò così male che Zayn scoppiò a ridere fragorosamente e si dovette appoggiare allo stipite della porta, per sorreggersi. Ma quelle due erano troppo impegnate nell’uccidersi con lo sguardo per rendersi conto della sua risata.
«Tu che mi chiedi se parliamo la stessa lingua? Arrivi dal Burundi, dovresti ringraziare la regina per considerare questo posto come “Inghilterra”!» Sbottò, stanca di quella cagna. Si staccò dallo stipite e cominciò a camminare.
«Dove vai? Hanno detto che noi ragazze dormiamo insieme!» Le fece notare Sophie mentre apriva la porta e accendeva la luce.
«Ma io non sono femmina!» La sfotté mentre Zayn praticamente se la rideva allegramente. Si staccò dallo stipite e si diresse verso la camera dove stava Keyra, per poi entrare e chiudere la porta.
Lei si era già buttata sul letto, mentre si grattava gli occhi stanca morta.
«Per dio! Esiste un genere umano come quella? Lo credevo possibile solo nella mia immaginazione!» Lui ridacchiò, posando il borsone sul letto e sedendosi subito dopo.
«Mi è parso di sentire gelosia nel tuo tono, un paio di volte!» Disse, guardandola. Lei, ad occhi chiusi sul letto, li riaprì e si girò a guardarlo.
«Non sono gelosa! Volevo solo farle capire con chi si è messa a giocare! Ma tanto per quanto è demente neanche l’avrà capito!» Ridacchiò divertita dallo stesso insulto che lei stessa aveva fatto.
«Sei gelosa!» ripeté, più convinto adesso. Si mise seduta e lo guardò.
«Ripeto. Non è un fatto di gelosia. La gelosia si prova in una coppia. Noi siamo una coppia? No, non mi pare! Volevo solo farle capire che non deve giocare con il fuoco.»
In realtà pensava tutt’altra cosa. Ma non le sembrava il caso di dire che non si doveva permettere di mettere le mani su di lui, perché era suo.
«Bugiarda!» la guardò, con quel ghigno che la fece incazzare. Solo in quel momento Keyra capì che Zayn voleva giocare. E così lo accontentò.
Solo l’idea che anche lui si divertisse quanto lei a stuzzicarla, a fare a frecciatine con lei, le riempì il cuore.
«Vuoi sentirti dire che sono gelosa di te?» Lo vide pensarci poi annuire con teatralità. Assunse l’aria da fidanzatina, portandosi le mani unite di fianco al volto, posandole sulla guancia e cominciò a sbattere le ciglia verso di lui. E Zayn in tutto questo cercava di rimanere serio, ma era troppo buffa per non sorridere.
«Oh Zayn! Sono così gelosa di te. Come può quella gallina  pensare solo di posare di nuovo le sue mani su di te? Non lo permetterei mai, tu sei mio.. mi appartieni, io ti appartengo! Ci apparteniamo Zayn! Sono gelosa, adesso vado di la e le tiro i capelli, difendendo il nostro amore! Ma per favore L’ultima frase la disse con tono schifato, mentre le prime frasi con un tono smielato e da gallina che praticamente aveva fatto piegare in due Zayn dalle risate. Si alzò, per dirigersi a prendere i vestiti “da casa” per cambiarsi quando sarebbero ritornati gli altri con la spesa.
«Mi domando come facevo prima di conoscere te..» Ammise, in un momento di dolcezza. Keyra si girò a guardarlo, piegata sul suo borsone.
«Me lo sono domandato anche io!» Altra risatina da parte di Zayn. «Infatti stavi con una perfetta imbecille che non capisce niente.» Sbottò già innervosita di suo.
«Però ammettilo; Avevi paura che cedessi di nuovo alle sue avance.» La sfotté e la vide tornare eretta per poi portare la tuta e la felpa sul letto.
«Come no! Stavo tremando dalla paura!» Giocò con una smorfia, togliendosi la felpa e la maglietta, rimanendo in reggiseno. Naturalmente Zayn non si perse lo spettacolo. Vedendolo lì appoggiato al letto con le braccia tese indietro e il peso tutto appoggiato su di esse, era qualcosa di incredibile.
«A cuccia!» Disse sia a lui che a se stessa, sentendo i suoi ormoni ballare la macarena. Ispirava sesso pure semplicemente appoggiato al letto, e con un semplice sguardo malizioso disegnato in viso. Dannato Malik.
«Non riesco a staccarti gli occhi da dosso!» Ammise con un sorriso. Lei gli lanciò la maglietta, coprendogli la faccia, ridacchiando.
«Siamo in due, allora!» Giocò e lui si tolse la maglietta dal volto per guardarla ancora e ancora. Non era pudica, non così tanto da vergognarsi anche a stare di fronte a lui in reggiseno. Se la conosceva, avrebbe risposto che non si doveva mica vergognare in quanto aveva già visto tutto, ma soprattutto già toccato.
La porta si aprì di colpo, e si ritrovarono Sophie che ci mancava poco sputasse fuoco dalle narici. Guardò la scena che le si parava davanti. Keyra in reggiseno, Zayn appoggiato con le mani sul letto, mezzo girato verso di lei.
«Puttana! Lui è mio!» Keyra piegò la testa, guardandola per poi mettersi la maglietta e con una calma quasi inverosimile pure la felpa. Sophie sputava odio da tutti i pori. 
«In realtà non c’è nessuna targhetta su Zayn che indica che è tuo. E fidati l’ho guardato molto bene..» La sfotté, mentre Sophie si faceva avanti.
«Da quando sei entrata nella sua vita, mi hai mandato tutto a puttane!! Gli hai fritto il cervello!» Sbottò Sophie, incazzata.
«In realtà gliel’ho rimesso in moto. Con te vicino era un perfetto imbecille.» Rispose con tono angelico.
Sophie, sentendosi dare di nuovo della demente, la spinse. Zayn si alzò di volata dal letto, mettendosi tra le due.
«Ehi! Restiamo calme, che ne dici?» La tipa lo guardò. Keyra praticamente si affacciava dal suo corpo.
«Malik, grazie tanto per la tua partecipazione, ma me la cavo da sola!! Se non vuoi assistere, scendi pure!» Esclamò, del tutto tranquilla Keyra. Si girò a guardarla e lei annuì, tutta tranquilla.
«Dicevamo?» Domandò appena Zayn si fu messo di lato, permettendo alle due di guardarsi in faccia. Keyra appoggiò le mani sui fianchi, in attesa.
«Che lo devi lasciare stare!» Non c’era cosa più bella che vedere due donne bestemmiarsi dietro per un ragazzo. E pensare che quel ragazzo se la stava godendo allegramente, a vedere quelle due.
«Sennò che fai, mi tiri i capelli?» Domandò stronza come al suo solito. Sophie si avvicinò, pronta a darle un altro spintone ma Keyra si impuntò con i piedi e le bloccò la mano.
Il viso di Keyra tramutò. Da annoiato, arrivò a toccare le alte vette dell’incazzatura.
«Sto cominciando a perdere la pazienza, se la tua lurida mano mi ritocca! Evapora Disse a denti stretti, guardandola male.
«Se non che fai, mi tiri i capelli?» Prendeva per il culo!
Si girò a guardare Malik, del tutto stranita e lui sorrise dispiaciuto.
«Specchio riflesso!» Si lagnò per sfotterla, facendo anche il gesto come quando si è bambine.
«E’ mio!» Ripeté incazzosa come a volerle mettere paura.
«Ok, va bene.» La guardò, annoiata. «Ora che hai detto le tue cavolate puoi uscire? Noi stavamo facendo un discorso serio che sicuramente sarebbe finito con del sano sesso. Ci hai disturbato.»
In realtà non era vero.. O forse si, ma chi lo sa? Perché quella demente doveva entrare proprio in quel momento? Uffa. Sophie si girò verso il moro, che contraccambiò.
«Zayn! Torna in te, ti prego! Eravamo così felici.. Io e te! Perché permetti a lei di dividerci? Come hai potuto permettere di farti imbambolare da lei? Le sue mani addosso a te..» Praticamente stava recitando le stesse cose che aveva detto Keyra quando si stava fingendo gelosa di lui. Entrambi strinsero le labbra, per impedirsi di ridere.
«E’ solo una puttanella di città.» Sophie posò una mano sul braccio di Zayn.
Se le aveva detto solamente puttana, ci poteva pure stare. Ma che lo toccava con le sue mani, no. Puttana e toccare il suo qualsiasi cosa era insieme, non andava per niente bene.
“Ok. Calma Keyra. Resta calma”
Un par di palle.
«Non… Toccarlo! Non si tocca!» Sbottò, perdendo il lume della ragione. «Hai rotto il cazzo, ok? Non te lo da! In questo momento sul suo bacino pretende il mio. Se non è lui a volere me, il suo ‘affare’ è me che vuole, te l’assicuro. Ma se tu posi di nuovo le mani su di lui, sarò io la prossima a posare le mani su di te, e ti spacco quella faccia da carlino che ti ritrovi, ok? Ok! E ora sparisci, gallina!» La spingeva ogni volta che finiva una frase, finché non la lasciò fuori dalla porta e le chiuse la porta in faccia, chiudendola a chiave.
Per poi appoggiarsi ad essa, continuando a respirare affannosamente.
«Wow.. Questa si che è una scenata di gelosia!» Sussurrò lui, estasiato. Altro che le altre scenette patetiche. Praticamente aveva detto che la usava, ma non era quello che l’aveva stupito. Era come, in un modo tutto suo, le aveva fatto capire che era suo in quel momento. Non per sempre, ma solo in quel momento. Come aveva messo il ‘se’ davanti al “non è lui a volere me!”. Come se non lo sapesse.
In effetti non si erano mai detti niente di altro, oltre al sesso e qualche battutina. Lui non le aveva mai fatto capire che la desiderava tutta, e non solo per il sesso. Di solito era tutto dovuto alle ragazze, si pensavano di poter dire che una persona era sua solamente andandoci per una volta a letto.
Lei no, lei aveva specificato che non era suo, non per sempre almeno. Che ci sarebbero state altre ragazze, che non sarebbe stata l’unica a volerlo. Lei aveva lasciato intendere che per lui non era nessuno, che non sarebbe stato nessuno dopo la sua partenza. Semplicemente in quel momento si stavano divertendo insieme.
Perché ragionava come un maschio quella ragazza? Perché dannata lei, riusciva a lasciarlo lì imbambolato a guardarla, dopo due frasi? Come riusciva a contorcergli così il cervello con delle semplici frasi?
La vide appoggiarsi alla porta, rossa come un peperone.
«Mi dispiace. Non volevo dire quelle cose.. Cioè.. Bloccarla così.. Magari.. Magari volevi tornare con lei e io ti ho praticamente rovinato tutto. Ma se vuoi tornare con lei io capisco, cioè.. Sono stata una deficiente! Come mi sono permessa di dire certe cose?» Stava parlando a vanvera, costatò lui mentre con un passo la raggiungeva e si piegava a baciarla con una foga davvero sempre più crescente. Lo faceva impazzire quella ragazza, gli mandava in pappa il cervello, e non sapeva neanche come diavolo ci riusciva.
Forse perché non si aspettava niente da lui, sapeva che appena avrebbe ripreso quell’aereo tutto sarebbe tornato normale, e si godeva il momento. Forse pensava che in fondo a Zayn interessasse solamente il sesso, ma non era così. Lo stupiva ogni santo giorno quella ragazza. Quando si staccò leggermente dalle sue labbra, apri gli occhi per guardarla.
«Pensi di filartela così facilmente? Mi devi ripagare di tante cose, ancora!» Scherzò, e lei aprì gli occhioni castani, guardandolo divertita. Ecco, perché in quel momento – perfetto per una frase dolce – se n’era uscito con quella cosa? Ci credeva che Keyra pensasse quelle cose di lui.
Cazzone!
«Non credo che hai tutta questa forza!» Giocò anche lei, sentendola sorridere sulle sue labbra che praticamente erano appoggiate a quelle di lei.
«Tu dici?» Velocemente se la strinse addosso, facendole notare quanto la desiderasse. «Non immagini neanche quanta ‘forza’ mi dai!» La sua risata soffusa lo fece sorridere a labbra strette.
«A cuccia Malik!» ridacchiarono, poi lei si alzò sulle punte per dargli un altro bacio che ebbe la forza di farlo eccitare ancora di più. Ma come diavolo ci riusciva a farlo eccitare solamente con un bacio?
«Non è mica colpa mia se sei sexy!» Riprese le sue parole, e lei rise di cuore.
«Ladro di battute! Questa è mia su di te, e non si può rubare. Al massimo voglio il copyright!» Risero, poi se la strinse al petto e lei rimase ad ascoltare quel cuore battere lentamente.
**
Fece scivolare le mani sulla pelle unta grazie all’olio, finendo sul collo.
«Come va?» Domandò, seduta sul sedere di Niall che era caduto dopo non aver visto una lastra per terra, finendo con il culo a terra e sbattendo così la schiena. Lo sentì mugugnare con la testa affondata nel divano. Stavano in sala tutti insieme a chiacchierare.
Harry e Danielle erano gli unici che non parlavano, troppo intenti a mangiarsi la faccia. Ah no, c’era pure la cagna seduta in un angolo a mangiarsi le mani.
Avevano mangiato e poi si erano buttati in salone a chiacchierare, cercando un film da vedere ma naturalmente erano lì da un ora a fare tutto, tranne che decidere un film.
«Ma chi te le ha fatte queste mani?» Chiese mugugnando Niall, riemergendo dal divano.
«Mia madre e mio padre.» Sussurrò facendolo ridacchiare e il biondino tornò ad affondare la faccia dentro al divano.
«Voglio morire sotto queste mani!» Disse in direzione di Liam, seduto di fianco a lui, facendolo ridere.
«E’ tanto brava?» Chiese il biondino e Niall annuì ancora con la faccia affondata nel divano.
«Pure io voglio un massaggio allora!» Esclamò Liam, curioso.
«Pure io!» e il ‘pure io’ si espanse a tutti i maschi.
«Ehi, ho scritto massaggiatrice in fronte? Non mi pare proprio! E poi mi si stancano le mani!» Disse, continuando nel suo lavoro.
«E’ tanto brava?» domando di nuovo Louis, seduto per terra di fronte al divano dove stava steso Niall con lei sopra.
«Non immagini quanto. Credo che non potrò alzarmi da questo divano per un po’.» Tutti scoppiarono a ridere, lei invece arrossì.
«Me lo fai pure a me?» Si girò a guardare Zayn, scuotendo la testa. «Ho la schiena a pezzi. Tra oggi in palestra e prima a portare il tuo peso, mi hai distrutto!» Lo guardò male.
«Ehi.. Non osare dire che sono pesante!» Sbottò, mentre gli altri ridacchiavano. Lo vide muovere la testa e gli lanciò un cuscino.
«Stai distraendo la mia massaggiatrice personale. E Malik ti conviene fartelo fare dopo in camera, tu che puoi!» Arrossì ancora. «Sto seriamente facendo pensieri sconci su di lei.» Ammise il biondino, giocando ovviamente. Keyra gli diede una pizza ridacchiando.
«No sto parlando seriamente!! Sto per bucare il divano!» Risero tutti, lei buttò indietro la testa divertita. Si tolse da sopra a Niall, e lui si girò a guardarla triste. «Già finito?» Annuì sempre sorridendo.
«E’ scattata l’ora. Ora paghi trenta sterline per un’ora.» Giocò, pulendosi le mani su un asciugamano che aveva preso in precedenza.
«Daiii me lo fai anche a me?» Chiese Louis, pregandola quasi in ginocchio.
«Ma che palle, non ho voglia. Mi fanno male le mani!» Alla fine però, si ritrovò seduta sul sedere di Louis, a fare il massaggio. Cominciò a fare versetti strani, godendosi il massaggio.
«E’ brava davvero! Con quelle manine.. Mhm.. Fammi stare zitto, va!» Keyra sbuffò contrariata da tutti quei lamenti.
«Sta zitto, stai disturbando la massaggiatrice. Se devi fare pensieri, fatteli nel cervello anche perché sei stato tu a dire che non mi volevi! E ora abbozzi!» Giocò, facendolo ridere.
«Eh lo so!! Mi sto seriamente pentendo della mia decisione di non ricevere le tue avance!» Risero tutti e due, naturalmente giocavano.
Rimase in silenzio a fare il massaggio, persa nei suoi stessi pensieri. Che diavolo le era preso prima? Come poteva aver davvero detto quelle cose? In un modo o nell’altro aveva detto che Malik era suo in quel periodo. Come si era permessa di dire una cosa del genere? Non era da lei, voler vantarsi di quella cosa. Alzò senza accorgersene lo sguardo su Zayn che giocava alla Xbox con Lucas. Però a quanto pare non era stato dispiaciuto o infastidito dalle sue parole.
Sentendosi osservato Zayn si girò a guardarla, sapendo bene che era lei a guardarlo. Le sorrise e lei dopo aver ricambiato abbassò di nuovo lo sguardo sulla schiena di Louis, rossa come un peperone.
«Mi vi passate come una puttana!» Borbottò pensando che poco prima stava seduta su un altro sedere. Niall si era messo a sedere, si teneva stretto il cuscino sulla pancia, la guardò stranito.
«Ehi, non ti vediamo come una puttana, ok?» Disse innervosito. Lei brontolò, un po’ incazzata. Louis riemerse con la faccia dal divano.
«Aspetta. Prima hai detto a Zayn che era meglio se sé lo faceva fare dopo.. In che senso?» Domandò a Niall, che si girò a guardarlo.
«Mi vuoi dire che a te non sta facendo lo stesso effetto?» Il ragazzo annuì, mentre Keyra diventava di un color porpora tenente al viola melanzana.
«Eh.. allora?» chiese stranito.
«Ma perché dopo..?» Non stava capendo il ragazzo. Keyra velocemente fece scorrere lo sguardo da Zayn che tranquillo giocava, a Niall fino ad arrivare a Louis, steso sotto di lei. E arrossì.
«Perché vanno a letto insieme?» Crollò il silenzio nella stanza, addirittura Harry si staccò dalla faccia di Danielle - ed era già un affare di stato – e si girò a guardarla. Keyra arrossì sempre di più, vergognosa. Tutti si girarono a guardarli, Zayn però continuava a giocare tutto tranquillo, lei invece si sentì quasi morire dalla vergogna. Si poteva morire di vergogna?
«Che cosaaaa?» Domandò Louis, appoggiandosi sui gomiti e guardando Zayn. Vedendo che praticamente non se lo stava inculando di striscio, gli tirò un cuscino per farlo girare. Il moro si girò a guardare - e continuò a masticare la sua gomma, in modo fin troppo sensuale - Louis.
«E quando ce l’avresti detto?» Domandò Louis, un po’ incazzato.
«Ah.. dovevo dirvelo?» Tutti annuirono, Liam ridacchiò.
«Lasciateli perdere. Guardate Keyra sta per avere un infarto!» Tutti si girarono verso di lei e lei tornò a guardare la schiena di Louis, vergognosa.
«Non li lascio perdere proprio per niente.. Non finché non mi hanno detto tutto!» Sbottò, il moro incazzato come una biscia.
«Kè..» Si girò a guardare Zayn, rossa come un pomodoro maturo. «Ma la storia di sesso c’è tra me e te oppure tra me, te e il resto del gruppo? Non ho ben capito!» Naturalmente li stava sfottendo, per fargli capire che si dovevano fare gli affaracci loro.
«Da quando? Perché? Dove? Eravamo presenti? Perché non ci avete chiamato?» Domandò Louis, curioso.
«Ma vi fate un anfiteatro di cazzi vostri?» sbraitò a quel punto Keyra, riemergendo dalla sua timidezza e facendo ridere Zayn come un pazzo.
«Disse la donna fine!» Scherzò Louis, girandosi a guardarla. Il ragazzo cercò di sapere qualcosa di più ma naturalmente i due non gli dissero niente. Già era tanto che sapevano. E che non lo sapeva che ora diventavano praticamente lo zimbello del gruppo? Gli stronzi, Louis e Harry si sarebbero divertiti come matti a sfotterli, lo sapeva.

Spazio dell'autrice: Visto che ci ho messo tanto ad aggiornare, il capitolo è super lungo. Avevo pure pensato di dividerlo in due parti, ma no.. L'ho messo tutto. Vi amo, posso dirvelo? :D ♥ grazie a tutti i commenti e anche ai complimenti, vi adoro. Vi va di farmi sapere cosa ne pensate? (: Inoltre per chi ha twitter, se vuoi li avviso se aggiorno. Boh, ditemelo voi! Io sono (@_marrymezayn) ripeto, fatemi sapere voi.. (:  ♥ grazie ancora a tutti.

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Capitolo 19
*** chapter nineteen ***


Sometimes the only way to hide the pain it's to smile
(A volte l'unico modo per nascondere il dolore è sorridere.)
 
Ore 10.30 di un mattino qualunque.
Molta gente sosteneva che capivi di amare una persona quando la guardavi per ore intere mentre dormiva al tuo fianco. Lei era un’ora lì, stesa sul letto a guardare Zayn dormire.
E si era lasciata andare a pensieri da bambina innamorata. Era un’ora che si domandava quanto fosse bello. Come una singola persona potesse essere così tanto. Si sentiva una perfetta imbecille lì a guardarlo, ma non riusciva a smettere. Era troppo, troppo bello per essere vero. Si ritrovò a pensare che la ragazza che avrebbe avuto il suo cuore sarebbe stata la ragazza più fortunata di quel pianeta.
Avrebbe avuto in mano uno dei tesori che tutte le ragazze volevano, in fondo a se stesse. Zayn poteva essere tutto, e per un secondo si ritrovò ad essere triste di non avere tutto per se quel ragazzo così dolce, stronzo e praticamente perfetto. Ma si ritrovò anche a pensare che in quel momento era suo, per altre due settimane poteva definire che era suo. Poi ci sarebbe stata un'altra ragazza, e ancora un’altra, e un’altra ancora. Finché non avrebbe incontrato quella giusta, che l’avrebbe amato per quello che era. E si sarebbe ritrovata con il suo cuore in mano, senza sapere che grande tesoro aveva. O forse lo avrebbe saputo.
Appoggiata con il gomito nel cuscino e la testa sulla mano, lo guardava dormire. Si piegò a sfiorargli le labbra, che nel sonno si facevano ancora più piene perché si rilassavano. Due labbra create appositamente per farla uscire pazza. Zayn si mosse, ma non si svegliò. Si piegò ancora a dargli un altro bacio con un sorriso dolce disegnato sulle labbra. Zayn di nuovo mosse le gambe, mugugnando qualcosa ma tornando a dormire. No ma era facile svegliarlo, eh!
Si piegò ancora, e ancora a baciare quelle labbra perfette, finché le palpebre non si aprirono, lasciandole vedere quegli occhioni castani che tanto le piacevano.
«Giorno!» Sussurrò lui, richiudendo gli occhi, e lei rispose con un altro bacio.
«Potrei abituarmi!» Scherzò mugugnando con tono assonnato e la sentì ridacchiare. Alla fine Keyra si stufò, e prese il volto di Zayn tra le mani, cominciando a baciarlo ovunque, facendolo così ridere come un bambino piccolo.
Beata la ragazza che avrebbe avuto quel ragazzo tutto per sé. Zayn le passò le braccia sulla vita, stringendosela addosso mentre lei continuava a riempirlo di baci, lasciandosi andare in un momento di dolcezza allo stato puro.
Quando fu sicura che si era svegliato del tutto, tornò ad accoccolarsi sotto le coperte, prendendo il cellulare sul comodino, visto che poco prima le era arrivato un messaggio. ‘buongiorno!’ Sante promozioni con i messaggi gratis. ‘Buongiorno al cazzo.’ Rispose Keyra, digitando velocemente le parole. Zayn si mosse e tornò a socchiudere gli occhi. ‘la tua finezza mi stupisce sempre! Che fai?’ Si girò a guardare Malik, che era ad occhi chiusi. Si sporse di nuovo a baciarlo e lui sorrise riaprendo gli occhi.
«Continuo finché non ti svegli!» Sussurrò e lui richiuse gli occhi come a farle capire che voleva altri baci. Ridacchiò e tornò a messaggiare con Mary. ‘niente, sto nel letto!’ Forse non era il caso di dirle che stava nel letto con Zayn. Le prendeva un infarto.
Sentì Zayn muoversi e si girò a guardarlo. Lo vide prendere anche lui il cellulare. Tornò a guardare il cellulare quando lo sentì vibrare segno che era arrivato un nuovo messaggio. ‘ma con Zayn? Mi devi raccontare qualcosa?’ Sorrise tristemente. ‘Non ora.. E’ qui nel letto con me!’ Sicuramente non le avrebbe creduto. ‘si, e io sono Megan Fox’ Rispose, sarcastica. Infatti. ‘Davvero.. è qui al mio fianco!’ Mary la mandò a fanculo papale, papale. Senza problemi.
Un nuovo messaggio, ma non da Mary. Uscì dalla schermata dei messaggi di Mary e vide il puntino all’inizio della schermata, vicino al nome di Zayn. Alzò un sopracciglio, aprendo il messaggio.
‘Sai di essere bellissima?’Ridacchiò. ‘Sai di essere troppo smielato?’ Rispose, e si girò a guardarlo. Lo vide sorridere. ‘non mi si addice, vero?’ Scosse la testa divertita. Stavano messaggiando anche essendo stesi nello stesso letto e con le gambe che si toccavano. ‘Na.. Decisamente no!’ Lo sentì ridacchiare. ‘Pure a te non ti si addice la dolcezza, ma oggi è stato uno dei miei risvegli più belli!’ Arrossì. ‘Si, come no! Vuoi fare sesso, eh? Speri che con la dolcezza mi allisci e ti inviti a farmi tua!’ Lo sentì ridacchiare. ‘Potrei fare sesso con te per ventiquattro ore su ventiquattro senza mai stufarmi. Ma dicevo seriamente!’ Si girò a guardarlo e si girò anche lui lasciandosi andare in un sorriso di quelli bellissimi. Lo guardò per un po’, facendo pensieri da bambina innamorata e poi tornò a guardare il cellulare
‘Ok, ora basta chiacchiere! Fammi tua!’Zayn scoppiò a ridere, scuotendo poi la testa. ‘Momenti dolci con te ci saranno mai?’ E si girò a guardarla, per vederla arricciare le labbra, pensierosa. ‘l’ultima volta che ho fatto la dolce con te, tu mi hai detto che è stato uno dei tuoi risvegli più belli! No, Malik, non ci saranno mai più!’ Lo sentì ridere.
«Cogliona!» Si girò a guardarlo e sorrise.
«Però la cogliona ti piace!» Scherzò e lui buttò il cellulare sul letto, perdendo tutto l’interesse.
«Potrebbe essere. E a te piaccio?» Chiese, guardandole le labbra.
«Beh.. Si! Non sei niente male..» Lui sorrise, dolcemente. «Certo c’è di meglio al mondo, ma a volte bisogna accontentarsi!» Zayn la guardò male, poi cominciò a farle il solletico.
Il solletico per Keyra era un suicidio. Cominciava a tirare calci ovunque, a ridere come una pazza e pregava la persona di smettere già da due secondi dopo che aveva cominciato. Quando terminò quella tortura, si appoggiò al cuscino mentre lei riprendeva fiato. Si piegò a lasciarle un altro bacio sulle labbra, poi tornò a guardarla. Rimasero lì, lui appoggiato al cuscino con il gomito a guardarla mentre lei se ne stava accoccolata cercando di nascondersi come meglio poteva da quello sguardo. Alla fine si riappoggiò anche lui, passando il braccio sul cuscino e sopra la sua testa, e con l’altro se la strinse addosso, avvicinando la testa a quella di lei. Stavano per riaddormentarsi entrambi quando udirono delle voci dietro la porta.
«E se magari stanno facendo..?» Zayn aprì gli occhi, trovando Keyra già ad occhi aperti.
«Ma ti pare? Zayn non si sveglia neanche con le cannonate!» Disse Harry.
«Ma perché pensate che Keyra si sveglia facilmente? Quelli staranno ancora dormendo.» I due si guardarono negli occhi.
«E se magari Malik se la sta facendo mentre lei dorme?» Silenzio mentre lui ridacchiava guardandola divertito e lei lo guardava incredula.
«Potrebbe essere. Chi apre la porta?» Altro silenzio dietro la porta.
«Ah si, lo sapete che vi si inculano a pecora, eh? Io mi tiro indietro!» Liam aveva capito tutto.
Alla fine la porta si aprì e quei quattro dementi si buttarono sul letto. Qualcuno le diede una gomitata nelle costole, facendola gemere.
«Ma a voi vi hanno dato la patente per essere così coglioni?» Tutti scoppiarono a ridere.
«Ma siete svegli, che palle!» Disse Niall, un po’ dispiaciuto di non averli fatti incazzare.
«Veramente cercavamo di dormire. Oh! Lo togli sto piede oppure te lo devo tagliare?» Chiese a Harry, che ridacchiò.
«Buongiorno splendore! Dormito bene?» Annuì alla domanda del riccio.
«E tu, bellezza?» Chiese poi a Zayn che lo guardava in tralice.
«Mai dormito meglio!» Crollò il silenzio, poi tutti e quattro scoppiarono a ridere.
Keyra e Zayn si guardarono, chiedendosi se erano davvero tanto stupidi.
«Ma perché ci volete far credere che avete dormito?» E giù di lì con altre risate. Se li guardarono straniti, domandandosi se erano normali oppure se avevano qualche rotella fuori posto. Come pensava Keyra, erano diventati lo zimbello del gruppo.
«Mi pare di aver sentito delle urla.» Disse Louis, continuando a ridere.
«Era il tuo cervello che chiedeva aiuto!!» Sbottò Keyra, accoccolata al fianco di Zayn, che continuava a tenerla dolcemente tra le braccia.
«E urlava il nome di Zayn?» Chiese Louis, guardandola maliziosamente.
«Guarda che non urlo, imbecille!» Disse, guardandolo in tralice.
«Zayn!» si girò a guardarlo come a chiedere conferma.
«Nono… Morde!» Tutti scoppiarono a ridere e lui la guardò divertito. Alla fine stufa di quel gruppo di dementi, si tolse Niall da sopra e fece per uscire.
«Aspettaaa!» Si girò verso Louis chiedendosi perché l’avesse fermata.
«Ma sei almeno vestita?» E lo mandò ampiamente a cagare, spostando le coperte mentre loro si facevano una risata. Che gruppo di dementi, cazzo!
E Zayn che gli andava pure dietro.
**
Seduti nella corriera che li avrebbe portati alle piste di scii, il gruppo di ragazzi era sparso qua e la a chiacchierare.
Lei sapeva sciare un pochino, ma l’unica volta che l’aveva fatto era quando aveva dodici anni, e non ricordava molto. Tutti entusiasti di quella cosa, di sciare un po’, di divertirsi non aspettavano altro che arrivare alle pisce da scii.
Fuori era una bella giornata, dovevano ammetterlo. C’era anche un bel sole che ti riscaldava e nessuna nuvola. Riprendeva completamente il suo umore.
«Tu scii?» Si girò a guardare Niall che si era affacciato ai sedili dove si era seduta da sola, per ascoltare un po’ di musica e pensare.
«Mi stai domandando se so sciare? Si, ma oggi non voglio sciare.» Ammise, e lui la guardò divertito.
«Non starai come Sophie e le altre ferma ad aspettarci al bar!» Scosse la testa. A parte che non sarebbe andata da nessuna parte con quella lì; Non intendeva quello.
«Voglio provare a fare snowboard.» A Niall gli si illuminarono gli occhi.
«Dai? Louis sa fare snowboard.» Si affacciò dai sedili, e guardò Louis che alzò lo sguardo su di lei.
«Lou.. tu sai fare snowboard?» Lo vide annuire debolmente. «Mi insegni?» Lo vide alzare un sopracciglio, divertito e un po’ incredulo.
«Tu sei sicura di essere una donna? Guarda che con lo snowboard ti puoi rompere le unghie.» Ridacchiarono.
«Ah non lo so! Magari sotto ho la sorpresina!» Giocarono e lui ridacchiò.
«Ok, ti insegno.» Lo ringraziò e meno di dieci minuti dopo si ritrovarono sotto le piste. Si diressero al noleggio degli scii, cominciando a prendere ognuno i suoi.
«Scii o snowboard?» Chiese l’uomo a Keyra.
«Il secondo che ha detto!» L’uomo sorrise e le prese pure i scarponi da neve. Le diede tutto, e uscì fuori per mettersi gli scarponi. Si sedé sulla neve, al fianco di Harry che faceva lo stesso. Louis dopo essersi messo gli scarponi cominciò a fare le foto al gruppo che si stava mettendo gli scarponi. Quando Keyra finì, cominciò a tirare palle di neve in giro, per divertimento. Prese Harry sulla faccia, Liam sul collo, Zayn sul sedere dopo che si era piegato a sistemarsi gli scarponi, Niall sulla faccia. Cominciò una lotta di palle di neve, tra le risate generali. Sentirono Danielle chiamare Harry, dal bar. Alzarono tutti la testa, e la videro salutare.
«Avete questa capacità di trovarvi tutte oche giulive. Che ci trovate di bello?» Chiese Keyra, facendo ridere tutti.
«Lo sai che hai smontato Sophie?» Chiese Liam tutto curioso.
«Chi io? Perché?» Lo guardò con la testa piegata.
«Mi ha detto Catherine che è stata tutta la notte a piangere.» Ridacchiò guardando Zayn, che sorrideva dolcemente
«Brutta bestia la gelosia!!» giocò e prese lo snowboard, girandosi a guardare Louis.
«Andiamo?» Il castano annuì, afferrando il suo snowboard e girandosi poi a guardare gli altri.
«Bene, gentaglia. Noi vi salutiamo! La scuola di snowboard sta per cominciare.. Ci si vede dopo!» Disse Louis, passando un braccio sulle spalle di Keyra.
«Ehi… Devi insegnarle lo snowboard quindi giù quelle zampacce!» Ringhiò Zayn, facendo ridere tutti.
«Ahhh.. Brutta bestia la gelosia.» Si diressero verso la pista più facile, e Louis si mise a spiegare come usare lo snowboard. Ovviamente all’inizio fece delle cadute epiche, ma non si mise mai a lamentarsi. Era curioso vedere una ragazza sullo snowboard. Di solito erano tutte “Oddio.. le mie unghie.. Oddio la neve” Lei era come se volesse imparare a fare un po’ di tutto. In effetti era così.
Le piaceva provare tutto, saper fare un po’ di tutto.
«Come va?» Chiese, fermandosi vicino a lei che aveva fatto un’altra caduta micidiale.
«A parte il culo che rimpiange che non ho preso gli scii.. Tutto bene, amo questo sport!» Esclamò e Louis si fece una risatina.
«Se riesci a saltare quella collinetta, giuro che ti offro un caffè!» Alla parola caffè le si illuminarono gli occhi e si fece aiutare per alzarsi. Ci provò quattro o cinque volte, alla fine riuscì a rimanere in piedi dopo aver saltato il masso.
«YEAHHH!» Urlò, alzando le braccia fomentata. «So usare lo snowboard!» Disse, mentre Louis arrivava da lei.
«Grandeee! Ora direi di fare una pausa. Chi arriva giù per primo, paga il caffè!» Partì ancora prima di aver finito la frase.
«Non vale stronzo!» Lo seguì, sentendolo ridere. Arrivati al bar, si tolsero lo snowboard ed entrarono, levandosi la neve da dosso perché quello stronzo aveva cominciato a tirarle la neve quando era arrivato per primo. Fermi al bancone, si tolsero i guanti.
«Allora, come stai?» Si girò a guardarlo, riscaldandosi le mani una sopra l’altra.
«Bene, perché?» Domandò, curiosa mentre sorrideva al cameriere.
«Così, per sapere.. Con Zayn tutto ok?» Lo vide nascondere una risata dietro la mano.
«Prenderai per il culo per tanto?» E il castano annuì con teatralità.
«Scusa ma che c’è di male?» Chiese, non riuscendo a capire. Louis la guardò.
«Non è da nessuno dei due essere amici di letto di qualcuno! Sicuro che non state insieme?» Domandò, curioso. Keyra sorrise.
«Stiamo insieme due settimane, e poi puff, sparisce tutto. A questo punto conviene rimanere amici di letto, dove nessuno si affeziona a nessuno e quando riparto tutto torna normale.» Louis la guardò con dolcezza.
«Mi vuoi dire che non ti dispiacerà lasciarlo?» Il cameriere si mise di fronte a loro, pronto a prendere le loro ordinazioni.
«Che cosa vi faccio?» Louis si girò a guardarlo, poi guardò Keyra.
«Due caffè. Ed ti conviene raggelare gli ormoni! Ha già un amico di letto.» Il ragazzo si guardò stranito Louis, poi arrossì mentre Keyra gli dava un pugno sul braccio. «Guarda che Zayn si incazza a morte! Non l’hai visto prima?»
Che coglione patentato.
Non si sapeva chi era più rosso di vergogna tra lei e il cameriere. Quello si girò e prese a fare due caffè.
«Allora, mi rispondi?» Domandò Louis, appoggiato al bancone.
«Certo che ci starò male, ma come starò male con voi!! Mi dispiacerà per quello, mica perché tolgo dalla mia vita il miglior sesso.»
«Certo come no!»

Presero il caffè in silenzio, poi Keyra fece per pagare ma Louis la bloccò e pagò lui per entrambi. Lo ringraziò e uscirono di nuovo, per tornare a sciare, e ci rimasero per quasi un’ora. Naturalmente non mancarono le cadute epiche. Alla fine videro gli altri e si cominciò con le sfide, come sei deficienti.
Erano quasi le tre del pomeriggio quando smisero di sciare. Stanchi morti si buttarono all’angolo della pista, vicino ad un albero.
«Merda, la mia chiappa destra manda a fanculo quella sinistra!» Sbottò a ridere guardando Harry.
«Povero culo! Anche il mio sta bestemmiando in aramaico!» Però si erano divertiti.
Si era divertita quando Liam per poco non aveva investito un bambino e aveva aperto le gambe, passando sopra al bambino che stava seduto per terra in mezzo alla pista – pazzo!! – e quando praticamente Harry le era finito addosso, e con lo scii l’aveva fatta cadere, ma Keyra prontamente se l’era portato appresso. E quando Zayn era caduto, si era avvicinato per aiutarlo ad alzarsi – che con gli scii è praticamente impossibile – e mentre lo aiutava ad alzarsi era scivolata quindi lei continuava a scendere, e lui per ridere non riusciva ad alzarsi. Quindi Keyra lo trasportava, mentre lui se la rideva allegramente.
«Torniamo a casa?» Chiese Liam, guardando l’orologio.
«Io ho fame..» Esclamò Niall.
«Che grande novità, eh?» Si girò a guardare Niall che sorrideva in quel modo da cucciolo che le veniva voglia di coccolarlo tutto.
«Ok, torniamo!» Disse Louis, rialzandosi.
«Mi porti sulle spalle?» Disse Keyra, con il labbruccio di fuori guardando Malik.
«E perché dovrei?» Lei ci pensò, mentre tutti si sistemavano o si alzavano.
«Perché sennò ti tolgo il sesso?» Louis praticamente quasi si strozzò con l’acqua che stava bevendo, mentre gli altri ridevano.
Zayn la guardò male. «Non oseresti!» Lo guardò in modo divertito, alzando un sopracciglio.
«Quante volte ti devo dire che non devi sfidarmi? Mi pare che l’ultima volta non è finita bene..» Zayn a malincuore si alzò e si prese Keyra sulle spalle, borbottando contrario a quella cosa. Keyra invece se ne stava tutta orgogliosa si guardava intorno.
«Prima o poi mi esce l’ernia!» Lo sentì borbottare e Keyra lo guardò, dandogli una pizza giocosa sul collo.
«Ehi, l’altra volta in bagno non hai fatto tutte queste storie e mi hai tenuto in braccio per un po’. Chiudi quella deliziosa bocca e cammina, Malik!» Tutti risero e lui si girò a guardarla male. Andarono a prendere quelle tre coglione che erano rimaste al bar tutto il tempo - chissà che due palle si erano fatte - e poi si diressero verso casa.
Louis cominciò a fare video, foto e cose varie, rompendo tanto i coglioni che voleva tanti ricordi di quella vacanza.
«Tu lo sai che dopo mi devi fare quel famoso massaggio vero?» Tornò a guardarlo, trovandolo girato verso di lei.
«Non te lo faccio Malik!» Sbottò, e lui spostò di poco la testa. Praticamente Keyra gli era appoggiata sulla spalla.
«Perché non me lo vuoi fare?» Chiese, e lei sorrise.
«Perché è un conto è farlo a quelli che non possono saltarmi addosso. Un conto a te. Se io ti faccio quel massaggio, tu mi fai tornare a Londra bionda con gli occhi azzurri.» Ammise con un sorriso, e Zayn la guardò con dolcezza.
«Ok, allora me lo fai!» La sentì sbuffare, mentre lei faceva finta di frustrarlo e continuarono così finché non arrivarono a casa. Tutti si buttarono sul divano, stanchi morti.
**
Stesa sul letto con Zayn mezzo addormentato e Niall, si stavano facendo una chiacchierata. Lei era in mezzo ai due, con Niall accoccolato addosso e lei stesa al fianco a Malik.
«Dai?» Chiese Niall, alla sua frase.
«Mi piacerebbe, ma non so se potrei farlo!» Il biondino ci pensò, poi sorrise.
«E’ un’esperienza. Vivresti in un’altra città. L’Italia è bella.» Annuì. Stavano parlando che a lei sarebbe piaciuto andare in Italia a fare una scuola di cucina. Come cucinavano gli Italiani le piaceva, e preferiva fare qualcosa che le piaceva invece che andare all’università.
«Ma al tempo stesso mi piacerebbe fare anche qualcosa che a che fare con i computer.» Spiegò anche, guardando il soffitto. Zayn giocava con i suoi capelli, e con quella cantilena si stava addormentando da solo. La sua voce lo calmava, lo rilassava.
«Mi dispiacerebbe solamente non vederti più» Si girò a guardare Niall, con un sorriso triste. Lei sapeva che appena avrebbe ripreso quell’aereo, non avrebbe più rivisto quei cinque coglioni. Sarebbe stata per loro solo un capitolo.
«Anche a me..» Quando tornò a guardare il soffitto, si accorse con la coda dell’occhio che Zayn la stava guardando.
Le squillò il cellulare e sbuffando si alzò per andarlo a prendere, sopra il camino. Vedendo il nome, sospirò.
«Pronto?» Attese. «Si, mi dispiace averla disturbata di domenica pomeriggio. Sto bene, grazie. Lei?» Attese di nuovo. «Si, mhm..»
Si girò a guardare quei due, entrambi con gli occhi chiusi. Al diavolo. Sicuramente ora sarebbe preso un enfisema ad entrambi. Ma poco le interessava.
«Ho un ritardo..» Tornò a guardare fuori dalla finestra. «Tre settimane..» Attese in silenzio. Mentre cucinava, appena tornati dalle piste si era accorta che aveva un ritardo di tre settimane.
Non era incinta, perché prendeva la pillola praticamente da quando le era venuto il ciclo. Quando era piccola appena aveva sviluppato, si era resa conto che i dolori erano troppo forti e quindi la madre l’aveva mandata dalla madre di Mary, che era ginecologa, per vedere come potevano fare. Ancora prima di fare sesso, prendeva già la pillola.
«Keyra?» Si girò a guardare Niall che guardava preoccupato Zayn. «Ha smesso di respirare..» Sorrise scuotendo la testa.
«Vedi come ritorna a respirare appena si rende conto che ha bisogno di respirare..» Giocò, del tutto tranquilla. «Zayn, respira!» Sbottò e lui spostò lo sguardo su di lei, che scosse la testa.
«Niall, ci lasci da soli?» Il biondino annuì, mentre di sotto lo chiamavano perché le crepes erano pronte. «Si, sono qui!» Disse sedendosi sul letto mentre il moro la guardava tra il preoccupato e l’ansioso.
«No, non ho un fax. Come possiamo fare?» Chiese, annuendo alle parole della donna.
«Va bene, la ringrazio!! Si, le può dire che la chiamo domani appena torniamo a casa? Grazie. E’ stata gentilissima. Arrivederci.» attaccò il cellulare. Zayn partì in quinta.
«Ma ti pare uno scherzo da fare?» Domandò con tono incazzato.
«Scherzo? E chi scherza?» Si girò a guardarlo, con un sorriso. Guardatelo come sudava freddo.
«Sei incinta?» Scoppiò a ridere fragorosamente a quella frase. Come aveva pensato, gli era preso un enfisema.
«Si, sono così stupida da farmi mettere incinta da te. Zayn, per favore!» Sbottò, già in ansia di suo.
«Rispondi, cazzo! Sei incinta?» Scosse la testa. Lo vide sospirare. «Allora perché diavolo hai un ritardo?» Sorrise, girandosi a guardarlo di nuovo. Si era messo seduto, ora del tutto sveglio.
«Succede eh! Soprattutto con me. Prendo la pillola da quando sono piccola, Zayn. Non prendo medicinali che potrebbero annullare il suo effetto, quindi è impossibile che sono incinta!» Il moro si stranì.
«Sei sicura? Cioè hai fatto un test?»
«Ti assicuro che non sono incinta, Zayn! Non diventerai papà molto presto, stai tranquillo!»
Ma al moro non sembrò piacere quella risposta e la guardò in ansia, ancora. «Fidati, cazzo!»
Lui la guardò. «Ma se fai un test per sicurezza? Che ti costa?» Un par di palle! Costavano l’ira di dio, quei cosi. Si lasciò andare in un sospiro.
«Ho un problema da quando ho il ciclo. Spesso quando sono nervosa o in ansia, il ciclo mi si blocca. E se mi si blocca come questa volta, di tre settimane significa che appena arriverà il mio ciclo, starò sul letto ad urlare come una pazza. E fidati che non è una bella esperienza.»
Zayn la guardò stranito. «In che senso?» Domandò, curioso.
«Io già soffro normalmente, e per questo prendo la pillola che attenua il dolore. Ma se mi si blocca, è tutto un cavolo!» Zayn la guardò.
«Ma che dolore sentite?» Ridacchiò. Com’era curioso.
«Un vostro calcio nelle parti basse raddoppiato per mille.. Prova ad immaginare!»
Lui lo fece e gli uscì una smorfia.
«Una persona normale sente piccole contrazioni sulle ovaie. Il dolore va di grado. Aumenta e si abbassa. E’ stressante. Io invece sento molto più dolore. Gli antidolorifici normali non mi fanno nulla. Le contrazioni sono maggiori. I miei primi cicli sono stati un inferno. Il dolore era peggiore di qualsiasi vostro calcio nelle parti basse.» Guardatelo come ascoltava incuriosito. Di solito gli uomini quando si parlava di ciclo facevano una smorfia e si schifavano.
«Quindi ho cominciato a prendere la pillola, da quando ho sviluppato. Ti assicuro che non sono incinta. Non è possibile, perché non ho mai preso medicine che annullano la pillola. E se fosse successo ti assicuro che non ero così tranquilla.» Ammise, con un sorriso. Lui la guardò e decise di fidarsi, rilassando finalmente le spalle.
«E allora perché ti ha chiamato?»
«Perché l’ho chiamata visto che ho questo ritardo. Se mi torna quando sono qui, ho bisogno di una medicina che ha bisogno della prescrizione e non saprei come fare. Ne ho bisogno Zayn! Sennò mi sentirai urlare fino a casa tua.»
Ridacchiò del tutto tranquilla. «E quindi mi ha detto che cercherà un ginecologo qui che mi farà la prescrizione, e potrò stare tranquilla in caso mi torna. Lezione terminata!» Sbottò, e lui sorrise, mentre Keyra si alzava.
Andò a posare il cellulare sul camino, l’unico posto dove prendeva e si mise a guardare fuori dalla finestra. Zayn si era rimesso steso, del tutto tranquillo ora.
«Che cosa pensi?» Si girò a guardarlo, sorridendo e scuotendo la testa.
«Niente di che..» Ammise, tornando a guardare fuori la neve che scendeva lentamente.
Aveva preso a nevicare da un paio di ore. Dovevano partire quel pomeriggio ma non sarebbero andati via, in quanto aveva cominciato a nevicare. E così sarebbero partiti domani mattina, prima di andare a scuola. Si andò a sedere davanti al camino acceso, e posò i piedi sul bordo.
«Posso farti una domanda?» Annuendo e crollando di nuovo sul mondo dei vivi lo fissò da sotto le ciglia, in attesa della sua domanda. «Perché prima hai fatto quella faccia quando Niall ti ha detto che gli dispiacerà che non ti vedrà più?» Pensò alla frase, poi sorrise.
Intanto Zayn si era alzato dal letto e si era messo all’altra seria di fronte al camino. Si avvicinò un po’ a Keyra e dopo averlo fatto mise i piedi sul bordo del camino come lei, per poi mettere la coperta su tutti e due.
«Perché anche se rimango in Inghilterra non lo vedrò più.» Disse guardando con dolcezza il ragazzo che premuroso si era messo lì a controllare che fosse coperta bene.
«Perché lo pensi?» Domandò con curiosità, appoggiandosi allo schienale per rilassarsi.
«Perché sarà così. Tornerà in Irlanda lui, no? La sua famiglia rimarrà qui solo fino alla fine della scuola, poi torneranno in Irlanda.» Gli ricordò.
«Non è detto. Magari decide di rimanere in Inghilterra!» Ci provò e lei scosse la testa.
«Ha tutto lì, non si staccherebbe dalla famiglia.. E’ ancora un mammone!» Scherzò, con un sorriso dolce. Zayn la guardò serio, per qualche minuto. Si lasciò studiare, perché in fondo sapeva che la stava studiando.
«Pensi che succederà con tutti. Non solo con Niall.» Non era una domanda. Era una costatazione.
La vide arrossire un pochino. «Ovviamente!» Ammise.
Oltre ad essere il suo amico di letto Zayn era anche il secondo migliore amico dopo Niall. Poteva dirgli tutto quello che le passava per il cervello, tutto quello che sapevano non poteva andare a dire a Niall, che magari si sarebbe offeso. Come in quella occasione. Si girò a guardarlo.
«Mi vuoi far credere che appena non riprenderò quell’aereo, tutti pian piano vi scorderete di me? Non prendiamoci in giro, Zayn!» Disse, tranquilla e cercando di non passare per ferita. In realtà non era ne ferita ne dispiaciuta. Sarebbero tutti tornati alla propria vita.
«Su questo sono sicuro. Nessuno di noi ti dimenticherà.» Lo guardò seria.
«Ti do tempo un mese dalla mia partenza e sono sicura, mi venderei un rene, che il mio cellulare non squillerà più sotto il vostro nome!» Disse, con un sorriso triste.
«Perché sei così fredda? Perché pensi queste cose?» Sorrise, tornando a guardare le fiamme.
«Perché è così Zayn! Sarà così ne sono certa. Tutti riprenderemo la nostra vecchia vita, solo con dei ricordi in più. Preferisco pensare che è così, e fidati che sarà così, invece che sperare e poi ritrovarmi a piangere sul letto come una bambina piccola perché i miei amici non mi cercano più.»
Il moro sorrise. «Insomma ti fasci la testa prima del dovuto!» Si girò a guardarlo, con un sorriso dolce.
Quel sorriso di Zayn nascondeva tante cose. Lo capì, ma era meglio far finta di non vederle per non rimanerci male.
«Ho solo sedici anni, ma ti assicuro che le esperienze che ho avuto mi hanno portato a fasciarmi la testa prima del dovuto. Odio stare male, Zayn! Mi snervo da sola quando divento lunatica. Preferisco così.» Lui la guardò, poi prese a giocare con le sue dita da sotto la coperta.
«Io non ci credo. Io non credo che ci dimenticheremo di te.» Ridacchiò a quelle parole. A differenza sua Zayn ci sperava ancora.
«Tu sarai il primo a non farti sentire.» Scherzò, ma sapeva che sarebbe stato davvero così.
«Cosa te lo fa pensare?» Domandò lui, che come lei era già sicuro che sarebbe stato il primo a non farsi sentire. E’ solo che i motivi che entrambi pensavano erano differenti. Lei credeva che la stava solo usando per farsi una storia di sesso. Lui invece pensava che non l’avrebbe chiamata perché senza saperlo si stava innamorando di lei. E un po’ di lontananza avrebbe fatto bene.
«Troppo orgoglioso.» Lui si girò a guardarla, poi sorrise. Si, sarebbe stato troppo mandarle mille messaggi per dirle che gli mancava più dell’aria. Ma come diavolo avrebbe fatto senza quella ragazza? Possibile che si era affezionato a lei in così poco tempo? In quei giorni aveva imparato ad amarla per quello che era. Incazzata, giocosa, annoiata, euforica. Quando si sentiva lui ansioso, bastava un suo sguardo e un sorriso di Keyra per fargli tornare la calma. Le loro chiacchierate, i loro baci rubati, le loro coccole. Avrebbe davvero lasciato perdere tutto? Aveva così tanta forza da permettere a lei di tornare a vivere normale? Era così tanto egocentrico da volerla tutta per sé e impedire agli altri di averla? Solo l’idea lo fece rabbrividire di gelosia. La voleva tutta per sé, ma quella ragazza non glielo permetteva. Doveva lasciarla andare, lasciarla tornare a vivere la sua vita. Ce la poteva fare? Keyra posò la testa sulla sua spalla, prendendo a giocare anche lei con le sue dita. No, non ci poteva riuscire, ma doveva. Si meritava di essere amata e a quanto pare lui non era adatto per amarla, se lei stessa aveva deciso che così doveva essere. Intanto per altre due settimane avrebbe potuto averla tutta per se. E doveva fare tesoro di quei sorrisi.

Note dell'autrice: Finalmente ce l'ho fatta.. yeahh!! Chiedo perdono ma in questi giorni c'ho avuto tanto da fare con il ritorno di mia sorella. Oggi è cominciato il tour delle cinque carote.. Cazzo sono orgogliosa di loro ♥ per il resto ringrazioooo tuttiiii quelli che hanno commentato la FF qui, oppure su Twitter. (: vi amo tutti.. ♥♥♥♥♥ tanti cuoricini per voi. Per chi vuole che lo avviso su twitter, che ho aggiunto un capitolo mi scriva su twitter e io lo avviserò appena aggiornerò. Per altro.. fatemi sapere se vi è piaciuto! ♥ ♥ ♥

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Capitolo 20
*** chapter twenty ***


Time is moving too fast
(il tempo sta scorrendo troppo in fretta)
 
Da quando erano tornati in quel paesino, si era quasi sentita male dal voltastomaco. C’erano festoni ovunque per San Valentino. Lei odiava quella festa. Più di qualsiasi cosa. Anche quando era insieme a qualcuno, odiava quella festa inutile che serviva solamente a vendere, far ingrassare di più. E le coppiette solo in quel giorno smettevano di litigare, per passare alla coppia perfetta per poi tornare il giorno dopo a sbraitarsi contro.
Uscita di casa, insieme a Niall, trovarono come sempre Zayn ad aspettarli e si diressero verso scuola.
«Sei emozionata per San Valentino?» Chiese Niall nascosto dentro la sciarpa.
«Come no.. Sono cosi emozionata che mi strapperei i capelli.» Rispose con tono schifato, che lo fece sorridere. Si fermarono come al solito allo Starbucks per fare la seconda colazione. Ordinarono tutti un Brownie, due caffè e una cioccolata calda.
«Da quando esco con te sarò ingrassato cinque chili, come minimo.» Disse Zayn, guardandola di sbieco, prendendo il suo Brownie. Lo guardò, incuriosita.
«Neanche a dire che non fai “attività fisica”. Li consumiamo tutte le calorie che prendiamo! Torno a Londra più secca di prima per colpa tua!»
Ma si, incolpiamoci a vicenda. Zayn ridacchiò, mordendo il suo Brownie.
«Due chili con questo morso! Tappa bagno?» Scoppiò a ridere, guardandolo divertita.
«Ti piacerebbe eh?» Annuì con foga, aspettando il loro caffè.
«Due caffè lunghi?» Chiese il barista e loro alzarono la mano. «Cioccolata calda?» Niall si avviò e la prese, ringraziando.
«Buon san valentino!» Keyra lo guardò così male che quello arrossì, mentre gli altri due se la ridevano allegramente.
Uscirono, visto che non avevano tempo di fermarsi e si diressero a scuola.
«Buon San Valentinoo..» Urlò Liam, tutto contento e abbracciandola. Lei rimase inerme a guardare di fronte a sé e chiedendosi sicuramente quale droga avesse preso Liam per essere così euforico.
«Cosa gli avete dato? Droga liquida?» Chiese ad Harry e Louis, felici come lui.
«No, è solo contento. Sai come funziona qui?» Scosse la testa poco interessata, in realtà.
«Nella nostra scuola c’è questa cosa che i maschi donano qualcosa alla ragazza che gli piace.» Annuì, ascoltando la spiegazione di Liam. «Le donne stanno lì a gareggiare su chi riceve più roba!»
E loro erano contenti per quello?
«Bella merda.. Le ragazze che si litigano i pacchetti di cioccolata che mai mangeranno. E i ragazzi che fanno queste figure di merda.» Si lagnò entrando in classe.
«Ma tu la mattina bevi latte e simpatia? Ma c’è qualcosa che ti piace? Sei almeno una ragazza con un cuore?» Domandò Zayn sfottendola, ovviamente.
Non rispose perché arrivata al suo banco trovò cinque rose e un bigliettino. Quattro rose erano rosa, e una era color pesca. A quest’ultima, c’era attaccato un bacio perugina. Sbatté le ciglia, sentendo gli occhi umidi. Tutti si erano andati a mettere al proprio posto. Si avvicinò al suo banco, che era tra Niall e Zayn, guardando deliziata le rose. In fondo a se stessa quelle cose la emozionavano. Poteva odiare la festa di san valentino, ma ricevere cinque rose di cui una di un altro colore, la emozionavano. Soprattutto a sapere che quella rosa era stata comprata di Zayn. Si mise seduta, guardando il foglietto.
‘Non ci piaci, tranquilla. O almeno non a tutti. Volevamo solo ricordati che ti vogliamo un gran bene. Sai cosa significa la rosa rosa? Amicizia, affetto. Ti adoriamo, scricciolo. I tuoi cinque dementi.’
Si ma cosa significava la rosa color pesca? Avrebbe cercato più in là. La lezione iniziò, ma lei fu persa nei suoi pensieri per tutto il tempo. Ogni tanto si girava a guardare Niall, che senza farsi vedere si mangiava già il panino della merenda, e ogni tanto Zayn. Su di lui si bloccava molto di più.
Era bello da far paura, mannaggia lui. Quando si accorgeva che lo stava guardando si girava, le sorrideva e tornava ad ascoltare. Prese il cioccolatino, se lo rigirò tra le mani e alla fine lo aprì. Lesse la frase dentro, e Zayn si avvicinò a leggerla curioso.
“Baci. Parole che non si possono scrivere” Si voltò a guardare Zayn che praticamente rideva dietro la sua mano.
«Che cagata. Potevi sceglierlo meglio il cioccolatino!» Scherzò guardandolo seria.
Prese il cioccolatino, lo morse e poi diede l’altra metà a Zayn che la guardò, con una dolcezza che la fece sciogliere come un gelato al sole, per poi prendere la parte sua e mangiarla. Quando sorrise, ed era sicura che l’aveva fatto apposta, aveva tutti i denti pieni di cioccolato. Scoppiò a ridere e si dovette nascondere nelle braccia posate sul banco. La lezione terminò e uscirono dalla classe per dirigersi all’Auditorium dove avrebbero visto un film con la classe. Portava fieramente le sue cinque rose tra le mani. Quando era suonata la campanella era saltata addosso a tutti e quattro – su Malik no perché poi chi la fermava? – e c’era stato un abbraccio di gruppo. Lei in mezzo e loro intorno a lei. Incredibile come quei cinque erano riusciti a farsi voler bene da una come lei, che in fondo non andava poi così d’accordo con i ragazzi. «Ciao ragazzi!» Si girarono a guardare chi fosse. Tutti lo salutarono, lei sorrise. Non lo conosceva. Era un ragazzo handicappato. La vide guardarla, poi arrossire. Le porse il pacchetto di cioccolatini. Era rosso come un peperone, e si ritrovò a sorridere.
«Volevo dirti che sei bellissima.» Fu pure lei ad arrossire. Quelle cose le mettevano ansia, soprattutto che le dicevano che era bellissima, quando non ci sentiva per niente.
«Ehm.. grazie!» sapeva come comportarsi con quelle persone. La sorella di Mary era come loro, e non li discriminava. Per lei erano persone normalissime, anzi.. Forse “i normali” erano quelli strani perché li trattavano come menomati. Il ragazzo le porse il pacchetto di cioccolatini.
«Come ti chiami?» Domandò, con un sorriso dolce.
«Manuel.» Che dolcezza.
«In questa scuola come si risponde ai regali?» Domandò ai cinque che li guardavano.
«Beh, tutte si emozionano poi scrivono il punto sulla cartellina!» Ammise Harry guardandola attentamente.
«Ok.. Posso darti un bacio sulla guancia?» A lei piaceva essere diversa dalle altre. La moda non era proprio per Keyra.
«E lui si arrabbia?» Si girò a guardare Zayn che fissava la scena sorridendo ma sempre con sguardo serio, per poi tornare a guardare Manuel.
«Scherzi? Se ci prova lo castro!» Scoppiarono tutti a ridere, mentre si piegava a dargli un bacio sulla guancia, facendolo diventare ancora più rosso. «Aspetta.» Aprì il pacchetto e porse un cioccolatino a Manuel.
«Buon san Valentino anche a te!» Disse, con dolcezza. Manuel le sorrise, poi si abbracciarono.
«Grazie!» lo sentì sussurrare. Si staccò e sorrise con dolcezza. Lo guardò andare via, poi ripresero a camminare.
«Il tuo gesto è stato carino!» Disse Louis, facendola girare.
«E’ una persona normalissima. Lo avrei fatto con chiunque.» Disse ma tutti sapevano che non era così. Con una persona “normale” si sarebbe incazzata. Non sarebbe stata così dolce. Zayn le passò un braccio sulle spalle, dandole un bacio nei capelli che la fece sorridere con una dolcezza impressionante.
«Qui a scuola lo trattano come un demente!» A quella cosa si incazzò ancora di più se possibile.
«Io odio i ragazzi, odio la generazione di adesso! Quanto mi stanno sulle palle! Li castrerei tutti.» Sbottò, mentre gli altri annuivano. «Siamo tra quei pochi che gli rivolgono la parola.» ammise Liam, guardandolo camminare verso chissà dove. Sorrise. Era fiera di loro, cazzo. Potevano essere dei dementi patentati, ma almeno si distinguevano da tutte quelle persone, facendole capire che avevano un cervello. Vide Sophie in fondo al corridoio che li guardava. Appena passarono vicino a lei, sentì:
«Puttana!» Si voltò di lato a guardare Sophie.
«Ancora tu? Porca troia ma tu sei peggio delle zecche. Non crepi mai!» Tutti i suoi amici si  trattennero nel ridere. Era geniale quando se ne usciva con quelle frasi. Entrarono nell’auditorium e si sedé tra Niall e Zayn. Appena le luci si spensero, si strinse dentro se stessa. Si girò a guardare Zayn, vedendolo illuminato per metà.
Era bello da togliere il fiato.
**
Zayn l’aveva rapita. Per tutto il pomeriggio.
Era arrivato a casa di Niall, tutto vestito bene – con la camicia, il maglioncino e i Jeans – chiedendole di uscire con un tono ansioso da farla preoccupare. Prima non aveva capito, ma quando si erano ritrovati dentro allo Starbucks, capì cosa l’aveva portato a chiederle di uscire. In quel momento si ritrovava di fronte ad un Zayn tutto tranquillo che leggeva il giornale.
Praticamente lo fissò, sbattendo le ciglia e cercando di capire.
Ora capiva tutto.
L’ansia di chiederle di uscire, l’appuntamento, il fatto che era vestito bene.. O si stava immaginando tutto? Zayn alzò per un nano secondo gli occhi dal giornale, poi li riabbassò ma li rialzò subito dopo accorgendosi che lo stava fissando.
«Ho i pupazzetti in faccia?» Chiese, prendendola in giro.
«Mi hai chiesto di uscire, per quale motivo?» Chiese, del tutto tranquilla. Sapeva che con Zayn non doveva vergognarsi, non doveva fare la ragazza timida. Oltre ad essere il ragazzo con cui andava a letto era uno dei suoi migliori amici.
«Perché è san Valentino, mi pare ovvio!» Ecco, allora non aveva immaginato tutto. «In realtà volevo stare con te, punto! Ho preso la palla al balzo.» Ammise il ragazzo, chiudendo il giornale e alzando di nuovo lo sguardo su di lei.
«Hai preso la palla al balzo tanto da farti innervosire nel chiedermi di uscire.» Gli fece notare, e lui sorrise.
«Touché. Ma con te non so mai come comportarmi! Sembra che sei immune a queste cose.»
Lo era.
Le feste come San Valentino per lei erano inutili, servivano solo a far vendere più cioccolatini, far uscire più brufoli e vendere pupazzetti smielati che alla fine venivano buttati appena si lasciavano. Era davvero inutile, anche perché la gente in quel giorno tornava ad essere la coppia felice che si è all’inizio delle storie, poi il giorno dopo tornano a scannarsi.
«Le trovo solo stupide.. Tu no?» Il moro arricciò le labbra.
«Non eccessivamente, se ami quella persona! E’ una cosa dolce, no?» Lei scosse la testa, spiegando poi la sua teoria. Zayn la guardò incredulo scuotendo la testa nera.
«Ma tu sai amare?»
Keyra ridacchiò. «Certo che si! So amare benissimo, ma la cosa brutta è che non mi fido di voi uomini. Fidati, so amare benissimo. Posso amare meglio di qualsiasi donna lì fuori. Ma devo sapere che dall’altra parte c’è interesse almeno quanto il mio. Se non c’è, rimango fredda e con i piedi per terra.»
Il moro la guardava incuriosito. Come diavolo faceva ad essere tanto enigmatica?
«Perché?» Sorrise, giocando con il pezzetto di cartone che circondava il bicchiere.
«Perché non sai quanto potete essere stronzi. Io sono una romantica, amo il romanticismo. In fondo a me stessa aspetto il principe azzurro, la storia da libro e tutto il resto. Ma mi rendo conto che non esiste quel tipo di ragazzo. Illudermi che quello sarà il ragazzo della mia vita, che mi amerà con tutto se stesso, e poi rimanere a bocca asciutta quando lo trovi a letto con un’altra. No, non ce la potrei fare, Zayn!» Il moro si appoggiò con i gomiti al tavolo.
«Mi permetti di essere il tuo principe azzurro per oggi?» Alzò lo sguardo dal tavolo, e lo guardò innamorata persa. Ma come diavolo faceva?
«E domani tutto torna come prima. No, grazie!» Lui sorrise, immaginando che avesse risposto.
«Se vuoi non lo facciamo tornare come prima. Posso essere un principe azzurro!»
Lo guardò, in quegli occhioni castani. In fondo al suo cuore, trovò la risposta alla sua domanda “dov’è il mio principe azzurro?” eccolo lì, di fronte a lei. Era lui, ne era certa. Era lui quello che le aveva rubato il cuore senza nemmeno accorgersene. Lo aveva fatto senza che neanche lei se ne accorgesse.
«Meglio di no!» Zayn la guardò stranito.
«Perché?» Chiese, guardandola con quegli occhioni che di solito usava quando voleva incantare. A parte che a lei la incantava sempre, in ogni caso, ma con quello sguardo davanti non riusciva a resistere. «Hai paura di innamorarti di me?» Chiese ancora con quel tono di voce dolce, che la fece sciogliere come un gelato sotto al sole. “lo sono già, Zayn!”
«No, non mi innamorerei mai di una persona che so che non rivedrò più.» Cazzata. Si guardarono per un bel po’ negli occhi, poi fu lei a lasciare andare quello scambio di sguardi. Si sentiva il cuore addirittura nelle orecchie, percepiva le farfalle nello stomaco, ed odiava sentirsi così. Quando uscirono dal bar, presero a camminare per le strade abbastanza vuote.
«Abbiamo una meta?» Domandò, rompendo quel silenzio straziante. Zayn si girò a guardarla.
«In realtà no. Dobbiamo trovare qualcosa da fare.. Fino a stasera. Sei a cena a casa mia.»
Momento, momento momento!
Quando, come e perché! Lo guardò sorridere, e si perse in quegli occhioni.
«Hai già pensato a tutto.» Constatò, e lui annuì.
«Ho chiamato un ristorante, e ci porteranno la cena alle otto. I miei nonni sono fuori. Anche loro festeggiano!»
Che cosa dolce! Pensò a quei due signori, mai visti ma se li immaginò a cena fuori e che si scambiavano smancerie come gli altri.
«Stai pensando a loro che festeggiano?» Annuì debolmente voltandosi a guardarlo. «Si amano come il primo giorno!» Sentendo quella cosa le vennero gli occhi a cuoricino. Ecco, era quello che voleva per la sua vita. Che anche dopo tanti anni di matrimonio, cosa a cui lei non credeva, l’amore ci sarebbe stato comunque.
«Davvero?» Lo vide annuire.
«Tubano peggio dei piccioni.» Si ritrovò a ridere, deliziata. Che cosa dolce, diamine. Perché lei non poteva avere tutto quello? Perché sapeva che non avrebbe mai avuto quel tipo di uomo?
«Come si sono conosciuti?»
«Si incontravano ogni mattina al bar. Mia nonna lavorava in quel bar, e mio nonno andava lì solo per vederla. Del caffè poco gli interessava. Ha ammesso che faceva anche un po’ schifo il caffè di quel bar. Ma quando entrava, lei gli sorrideva dandogli il buongiorno. Non si parlavano molto, lui amava tanto quel sorriso. Amava sedersi al tavolo e guardarla lavorare. Solo dopo un mese si è deciso a chiederle di uscire. Lui la guarda ancora con sguardo innamorato, lei lo stesso. Certo.. Litigano, bisticciano, ma in fondo si amano più di qualsiasi cosa.»

La guardò e la vide sognare ad occhi aperti. Si, come diceva lei, sotto a quella corazza da dura, c’era una principessa che aspettava il suo principe azzurro. Le uscì un mugugno di dolcezza.
«A volte mi sarebbe piaciuto nascere in epoche diverse. Era tutto più facile. Loro si amano per la vita. Nella nostra generazione è tutto dovuto. Tutto passeggero. Non è lo stesso amore dell’epoca dei nostri nonni.» Zayn annuì concordando con lei.
«Adesso dobbiamo ringraziare che un matrimonio duri un anno..» Continuò. Il moro la guardò con dolcezza mentre camminavano per le strade della cittadina. Era una normale sognatrice, e per quello era deliziosa.
«Lo troverai!» Sussurrò. In fondo sapeva che la gente non era così stupida da lasciarsi scivolare dalle mani un tesoro come lei. E lei, lo guardò con quegli occhioni speranzosi.
«Tu dici?» Annuì. Nel cervello di Keyra invece si sviluppava un discorso.
“Ma io l’ho già trovato. Perché non ti svegli, Malik? Perché non capisci che se vengo a letto con te c’è sotto qualcosa? Apri quegli occhioni”Ma non disse nulla. Troppo facile, troppo… Tutto. Come al solito si andava ad infatuare di un ragazzo che in realtà non la voleva.
«E quindi ci ritroviamo come una coppietta normale a festeggiare san Valentino. Ti sto odiando Malik!» Sbottò, per sdrammatizzare i suoi stessi pensieri.
Zayn ridacchiò.
«L’odio è un sentimento forte, passionale.. Mi piace!» Scherzò dandole un bacio a fior di labbra.
Si, diamine. Era lui.
**
Avevano mangiato come porci.
E ora stavano sul divano sotto una coperta pesante. Lui appoggiato al bracciolo del divano, lei tra le sue gambe appoggiata a lui. Stava da dio.
«No, senti. Titanic te lo vedi tu!» Esclamò Keyra, appoggiata con la testa sulla sua clavicola.
«Ma perché no? Cioè… Siamo a San Valentino e tu non vuoi vedere i film romantici?» Chiese, con la guancia appoggiata alla fronte di Keyra.
«Ma è troppo smielato. Esco da questa casa che ho il diabete galoppante!» Ripeté e lui si fece un’altra risata.
«Sei strana forte, Keyra Smith!» Si sorrisero debolmente.
«E allora cosa facciamo?» Domandò il moro, curioso visto che lei non voleva stare a guardare Titanic. Lei alzò un sopracciglio.
«Del sano sesso per bruciare quella cena?» Propose facendolo ridere per quello sguardo da cucciola abbandonata.
«Ma tu pensi solo al sesso? Perché fai quello che dovrei fare io?» Domandò curioso.
«Come se a te non ti è passato per quella caccola di cervello che hai!! Non farmi passare per pervertita. E poi sei troppo sexy, Malik! Non ce la faccio a tenere a bada gli ormoni!» Ammise, facendolo ridere ancora di più.
«Devo dirti una cosa..» Se ne uscì ad un tratto, tutto serio facendola preoccupare un pochino.
 Attese, in silenzio ancora appoggiata alla sua clavicola. Ma non parlò.
«Stai aspettando la rinascita di cristo per la seconda volta? Non succederà di nuovo, Zayn!» Il moro si fece una risata, scuotendo la testa ancora incredulo di quelle battutine che tirava fuori così dal nulla…
«Ma pensi a queste battute durante la notte oppure ti vengono così?» Domandò tra le risate.
«E’ il tuo faccino da cazzo che me le fa pensare. Mi ispira stronzate!» Ridacchiarono insieme. «Alloraaa? Ci sto diventando vecchia. Tra poco mi vengono le rughe!»
Il moro scosse la testa, mordendosi il labbro. La schermata della tv era tutta blu, come quando si finisce di vedere un film. Avevano visto “i passi dell’amore” un’altra smielata che le aveva fatto venire un diabete galoppante.
«Mi piaci da morire» La sentì smettere di respirare e diventare rossa come un cocomero, senza togliere i muscoli tesi. Era delizioso quel colorito sulle sue guance, che era tanto strano vederlo. Si girò a guardarlo e lui abbassò la testa, per sorriderle.
Diamine com’era bella. Poteva essere tanto bella? Perché? Perché non poteva averla tutta per lui? Perché mancava solo una settimana alla sua partenza? Perché non poteva dirle “resta con me?” perché sentiva di dover bloccare quel “ti amo” a fine gola per non farla scappare? La sentì sospirare.
«Da morire? Addirittura?» Eccola lì quella Keyra che non riusciva a lasciarsi andare alla dolcezza. Sdrammatizzava con le battute. Era più forte di lei credere che provava qualcosa per lei. Non ci riusciva, vero?
«Vado a chiamare l’agenzia funebre. Ti regalo una bara comoda, non voglio morti scomodi sulla coscienza!» Scosse la testa, divertito. Non si aspettava che gli rispondeva “piaci anche a me”.
«La voglio extralarge. Così mi porto dietro tutte le cose a me care!» Si sorrisero. E lei, rossa come un pomodoro si alzò un pochino per dargli un bacio. Non ce la faceva a dirgli “piaci anche a me, Malik! Più di quanto tu pensi!”
Sentirono la porta aprirsi e lei cercò di togliersi dalla sua presa ma Zayn le strinse le braccia ancora di più sulla vita, per farla rimanere lì. Poco dopo i due signori entrarono.
«Ciao nonno.. Ciao nonna!» li salutò Zayn e i due, sentendosi richiamati, si diressero in salone. Praticamente Keyra faceva un baffo ad un pomodoro.
«Oh.. Salve!» Disse l’uomo con una dolcezza indescrivibile. La nonna di Zayn, affiancata all’uomo sorrideva, contenta.
«Com’è andata?» Chiese, mentre Keyra si stava per sentire male. Non credeva che sarebbero tornati così presto.
«Bene.. Abbiamo mangiato benissimo! Grazie per avermi dato il nome del ristorante!» Disse l’uomo, posando la sciarpa sulla poltrona.
«Che vi siete regalati?» Chiese, del tutto a suo agio, a differenza di Keyra. Fu la prima volta che sentì parlare la donna.
«Cose inutili, visto che tuo nonno mi ha regalato il suo amore!» Keyra alzò lo sguardo dal tappeto, sentendo quelle parole.
Li guardò e vedendo quello sguardo adorante che si stavano scambiando, le vennero gli occhi lucidi. Era meglio di qualsiasi film smielato. Quella era la realtà. E quando Zayn le aveva detto che si amavano come il primo giorno, aveva ragione. Si poteva capire subito da come si guardavano. Zayn la guardò, e Keyra spostò lo sguardo su di lui. Per un nano secondo le parve di vedere che la stava guardando come il nonno guardava sua moglie, ma pensò subito che si stava sicuramente sbagliando. Tornò a guardare i due, deliziata.
«E voi?» Si informò la donna, tornando sul mondo dei vivi.
«Tutto bene. Abbiamo mangiato, poi ci siamo visti un film. Tra poco riaccompagno la principessina a casa!» E via con le sfumature di rosso sulle sue guance. La donna rise.
«Allora vi lasciamo. Noi ce ne andiamo a dormire. Tutte queste emozioni ci hanno distrutto!» ridacchiarono, poi diedero la buonanotte lasciando i due di nuovo da soli.
«Wow.. » Sussurrò incredula, guardando il ragazzo seduto dietro di lei.
«Hai visto? Era come ti dicevo!» Keyra lo fissò.
«Mio dio, se non fosse sposato con tua nonna me lo sposerei io!» Zayn ridacchiò.
«Allora, ce lo vediamo Titanic?» Chiese, guardandola con dolcezza.
Un attimo di suspance poi Keyra sbuffò.
«Prova di nuovo a chiedermelo e io ti stacco le ovaie.» Sbottò, ricambiando lo sguardo ma in modo bruto. Zayn assunse un’aria pensierosa.
«Ma io non ho le ovaie!» Le fece notare, con un ghigno.
«Perché mi vuoi far credere che hai le palle?» Entrambi risero.
Lui fu il primo a ridere, ma lei si unì quando lo sentì ridere in quel modo che le piaceva tanto. Perché a volte il tempo passava lentamente, quando volevi tanto una cosa, e quando pretendevi che il tempo rallentasse, tutto correva come se avevi messo il “veloce” sul registratore? In quel momento Keyra voleva andare a rallentatore, per godersi quell’unica settimana che rimaneva. Più il tempo passava, e più il suo cuore si sgretolava pensando che stava lasciando lì l’unico uomo che in tutta la sua corta vita l’aveva fatta sentire bene.

Note dell'autrice: No vabbeh, ma io vi amo nel profondo. Posso amarvi tutti e sposarvi tutte? cioè siete hjkfdlodhkldsjhsnm,lskhdf. Ok? Ok! Visto che ho aggiornato tardissimo in questa settimana, e il capitolo era praticamente pronto, ri-aggiorno di nuovo. Mi amate? si? Siete hdjfkfsdihudfsbndfsdso.

Recensioni 33, preferita da 10 persone, ricordata da 4 persone, e SEGUITA DA 22! E *rullo di tamburi* 1049 visualizzazioni del primo capitolo? Ok, è deciso. Vi amo!

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Capitolo 21
*** chapter twenty-one ***


And.. It's taken me this long,  but i figured you out.
(E mi ci è voluto molto tempo, ma ti ho capito)
 
Quel giorno le rodeva proprio il culo. Avete presente quando vi rode talmente il culo da odiare anche voi stesse? Era la tipica giornata ‘no’. Si trovavano davanti scuola, lei appoggiata al muretto guardando male tutte le persone che le passavano davanti.
«Ma cos’hai oggi?» Domandò Louis, preoccupato. Non l’aveva mai vista così tanto incazzata. Le uscì un ringhio, dalla gola.
«Non è giornata Louis!» Sussurrò, guardando male l’ennesima persona. Tutti e cinque si tenevano debita distanza, vedendo quella faccia incazzata.
Zayn non apriva bocca, sapendo che se lo sarebbe mangiato vivo. La campanella suonò ed entrarono, ma quando si ritrovò di fronte al portone della scuola, trovò una sorpresina. “Keyra Smith putana”. Le uscì un altro ringhio.
«Che c’è?» si girò verso Zayn, lasciando perdere la domanda di Niall.
«Posso permettermi di fare la ragazza gelosa per un tot di tempo?» Il moro sbatté le lunghe ciglia cercando di capire il perché di quella frase.
Ma quando vide la scritta - anzi quando la videro tutti - annuì.
«Prego!» esclamò, indicando la scuola. Partì a passo di carica. C’era una sola persona lì dentro che le diceva puttana. E quella persona rispondeva al nome di Sophie. La cercò in tutta la scuola, seguita a manetta dai suoi cinque amici.
«Keyra, devi stare calma!» Disse Niall, preoccupato. Tutti mentre lei passava, si spostavano perché mandava un’aura negativa da far deprimere chiunque.
«Io sono calma! Mai stata più calma di così!» Ringhiò e tutti risero, sapendo che non era calma proprio per niente. Appena trovò la puttanella, che le dava le spalle, le bussò sulla spalla facendola girare per poi stringerle il collo e sbatterla contro il muro. Strinse pollice e indice sulle vene principali del collo.
«Puttana si scrive “Bitch” con l’h e non senza, ignorante! Prima di fare i murales io ti consiglierei di andare a fare un corso d’inglese.» sbottò, mentre Sophie diventava di un colore cianotico.
«Secondo.. ne hai per molto, perché io sto arrivando al limite della pazienza. Cosa c’è, ti senti frustata perché Zayn ha scelto me, e non più te? Cosa ti fa rodere il culo tanto da stressare la mia vita più del dovuto? Cosa? Ti senti tirata via perché io sono più brava di te a letto? Perché preferisce sbattersi me che tornare con una decerebrata mentale come te? Non capisco, sinceramente quale cazzo è il tuo problema!» Zayn la guardava con occhi a cuoricino, sentendo il tono pacato che aveva, ma con un pizzico di cattiveria.
«Sei solo la sua puttanella!» Cercò di dire la bionda e lei inclinò la testa.
«Pensi di offendermi? No perché se è così sbagli di grosso. Se io sono la sua puttanella, lui è la mia. E’ un venderci all’altro allo stesso modo. Ma tu mi hai scartavetrato le ovaie, chiaro?» La tipa stava diventando viola.
«Keyra, sta per svenire!» Esclamò Niall preoccupato.
«E a me dovrebbe interessare qualcosa? Ringraziasse il cielo che non mi va di spaccarle quella faccia da carlino!» Sbottò, guardandola fissa. «Smettila di rompere i coglioni, chiaro? Se Zayn ha deciso che non vuole tornare con te, un motivo ci sarà. Magari smetti di essere così fottutamente gallina, e fatti un cervello!! Con tante persone dentro a questo paesino devi rompere i coglioni proprio a Zayn? E’ mio
Se non fosse stato per altro, Zayn si sarebbe messo a saltellare felice di quella frase.
«In questo momento sta venendo a letto con me. E se tu mi rovini l’ultima settimana della nostra storia di sesso perché sei depressa che il tuo ragazzo appena lo hai lasciato è venuto a letto con me, io non ci posso fare niente. Lascialo perdere, o giuro su dio che ti stacco le corde vocali, facendo così un piacere all’umanità. Ci siamo intesi?»
Non rispose, e per farla rispondere strinse di più la mano al suo piccolo collo.
«Ripeto: Ci siamo intese?» Quella annuì. «Prometti di non rompermi più i coglioni?» Altro gesto della testa.
«E smetterai di rompere i coglioni anche a Zayn? Perché anche se io me ne andrò, lui non tornerà da te! E se fosse così, giuro su dio che mi ci trasferisco a casa di Zayn pur di non farlo tornare il coglione che era prima quando stava con te.. Quindi..» Prese un respiro profondo. «Lo lascerai in pace?» Altro gesto della testa.
«Bene.. Ora andiamo!» La prese per la maglietta, trascinandola chissà dove.
«Dove la stai portando?» Domandò Niall, seguendola a manetta.
«Pensi che mi faccio sputtanare così facilmente? La porto a pulire quella cazzo di scritta. A me puttana non me lo dice nessuno!» Sbottò, guardando male un gruppetto di ragazze, che la guardavano.
«E come gliela fai pulire?» Non si girò neanche.
«Con qualsiasi cosa trovo sotto mano. Con la lingua, ecco!» Louis si guardò con i suoi amici, preoccupato. Quella ragazza era troppo bella per essere vera. Uscì dall’edificio e portò Sophie di fronte alla scritta.
«Ragazzi, ce ne vorrà di tempo prima di levare la scritta. Andate in classe, io rimango qui a controllare!» quelli neanche risposero. Sophie la guardò.
«Con che pulisco?» Chiese del tutto stranita.
«Ti sei lavata le orecchie oggi? Ho detto che qualsiasi cosa andava bene, ma entro un’ora io quella scritta non la voglio più vedere!!»
Sophie la guardò.
«Ma non ho niente con cui pulire!» Keyra assunse un’aria dolce.
«La lingua andrà benissimo!» Tutte le persone li intorno si azzittirono.
«Sei seria?» Sorrise, in modo maligno.
«Ti sembra che stia giocando?!» Domandò con gli occhi che di giocoso, avevano ben poco. I suoi cinque amici avevano un tantino la pelle d’oca, vedendola in quel modo. Vedendo che non si muoveva, mise la testa della ragazza ad un centimetro dal muro.
«Allora non ci siamo capite. La merda qui sei te, quindi ti conviene farlo, prima che ti schiaccio ancora di più la tua stupida faccia da carlino!» Non stava neanche dando il meglio di sé, sinceramente. Si stava anche contenendo, perché non era a casa sua. Sophie attese, pensando che stesse scherzando, ma vedendo che non demordeva, cominciò a piagnucolare. «eccole qui le lacrime da bambina!» sbottò Keyra, ridacchiando.
«Gnèèè.. Keyra è cattiva!» La sfotté allegramente, sentendo che Louis se la ridacchiava dietro di lei.
«Cosa sta succedendo qui?» Si voltò trovandosi il preside alto un cazzo e mezzo.
Aveva la borsa in mano, quindi significava che era arrivato in quel momento.
«Giustizia, signor Preside!» Lui la guardò dall’alto in basso, e lei ricambiò.
«Lei chi è?» Stava per rispondere ‘sto cazzo.’ ma non le sembrava proprio il caso.
«Keyra Smith!» Lui la guardò ancora, poi guardò la scritta.
«Ah..» Si vedeva lontano un miglio che voleva ridere, ma cercò di contenersi.
«E la signorina che stava per..» Si schiarì la voce pur non ridere. «..Per pulire con la lingua chi è?» Keyra si voltò a guardare la tipa, con la testa inclinata.
«Sophie qualcosa.. Non so il suo cognome, lo ammetto!» Ammise, angelica.
«Vada in classe, signorina. A lei ci penso io!» Si guardarono.
«Gliela farà levare?» L’uomo annuì in modo serio. «Ok, mi fido!» Si piegò su Sophie posando le labbra sul suo orecchio, in modo che solo quella cagna maledetta potesse sentirla.
«Salvata in calcio d’angolo. Ma la prossima volta non sarai così fortunata, ok? Ciao sfigatella!» Prese a camminare dopo aver salutato cordialmente il preside.
Louis e Harry corsero per andarle davanti.
«Tu, Keyra Smith, vuoi prendere noi Louis Tomlinson e Harry Styles come tuoi legittimi sposi?» Li guardò male. Zayn e Niall si fecero avanti, anche loro.
«ehi.. è mia!» Dissero insieme, per poi cominciarsi a dare gli schiaffi, in modo giocoso.
Liam la prese sotto braccio. «Sei diabolica, lo sai?» Ridacchiò.
«No… Sono stata anche troppo dolce per i miei gusti!» Ridacchiarono insieme, mentre gli altri quattro se la litigavano. Entrarono in ritardo, e la professoressa chiese come mai quel ritardo, tutti insieme. Si misero seduti, mentre lei crollava sul tavolo, appoggiando la testa su di esso.
**
«No, la festa di paese no, vi prego!» Piagnucolò, facendoli ridere.
Si stavano dirigendo alla festa del quartiere, tipo quelle di paese con la banda e cagate varie. E ovviamente c’era una cosa del genere che non desse del tutto fastidio alla nostra piccola Keyra? No, ovviamente no!
«Ma perché odi così tanto questa città?» Chiese Liam, tutto divertito.
«Ma perché è una città? Dai?!» Li sfotté, sotto braccio con Niall che se la stava coccolando il più possibile in quella settimana.
Tanto che molto spesso doveva dividerlo da Zayn, che pretendeva le sue coccole. E lei come una marionetta si doveva dividere tra quei due. Ad un certo punto Liam si bloccò, e tutti fecero lo stesso dietro di lui. Guardarono la situazione, e videro che l’attuale ragazza di Liam stava mano per mano con un altro, a baciarsi.
«Susan..» La tipa si staccò dal ragazzo, quando sentì il suo nome. «Vuoi spiegarmi?»
Povero Liam! Lei diceva che erano stronzi gli uomini, ma anche le donne non scherzavano.
«Posso spiegarti!» Tipica frase da persona che ha tradito. La guardò male, vedendo la faccia da cane bastonato di Liam. Le stava facendo pena, vederlo così. Lui alzò una mano, come per dire che non voleva sapere nulla e prese a camminare diretto chissà dove. Sospirarono tutti quanti, seguendolo.
«Certo che voi donne sapete essere davvero stronze!» Si girò verso Harry che aveva detto quella frase.
«Ehi, per favore!» Sbottò lei, guardandolo male. Quando Harry si accorse della cosa, di quale grande gaff aveva fatto – anche perché Keyra non si poteva definire una stronza, o almeno non in quello – si scusò.
«Posso..?» Dopo aver detto a Harry che lo scusava, si girò a guardare Niall dicendo quella cosa.
«Si, speravo che lo dicessi!» Sorrise e loro si bloccarono mentre lei camminava dietro a Liam.
Non si avvicinò subito, attese un pochino, per fargli schiarire le idee. Dopo mezz’ora, Liam si girò a guardarsi intorno, forse tornato sul mondo dei vivi, trovandosi solamente Keyra.
«Ehi..» Sussurrò con un sorriso triste.
«Ehi bellezza.. Me lo lasci il tuo numero?» Scherzò e lui sorrise aprendo il braccio – aveva la mano nella tasca del giacchetto – facendole capire di mettersi a braccetto con lui. Fece due passi lunghi, e incrociò le loro braccia.
«Guarda che se non me lo vuoi lasciare, almeno fammi palpare il tuo sedere. Non sai che bel sedere che hai!» Liam ridacchiò. Si guardarono mentre lei lo fissava con sguardo dolce.
«Non guardarmi in quel modo!» Keyra sorrise in modo più pronunciato
«In quale modo ti sto guardando?»
«Hai lo sguardo di una che prova pena per me.»
Scosse la testa.
«Sbagli! E lei che ci è andata a perdere il più bel sedere 2009.» Liam la guardò dolcemente, poi rise in modo delicato. Rimasero in silenzio, per alcuni minuti.
Semplicemente in silenzio mentre camminavano.
«Posso raccontarti una storia?» Chiese d’un tratto.
«Ha un lieto fine? No, perché non ho voglia di piangere per la morte di qualcuno!» Ridacchiò.
«Diciamo di si, dai!» Lo vide pensarci, poi annuire. Keyra rimase in silenzio per alcuni minuti, camminando solamente.
«Tanto tempo fa, c’era una ragazza di nome..» Liam capì che cercava un nome e sorrise.
«..Chiamiamola Genoveffa!» Si girò a guardarlo, sorridendo.
«Vada per Genoveffa. Genoveffa era una ragazza chiusa, che se ne stava nel suo angolo di vita, ignorata da tutti. Da una parte felice, dall’altra era triste perché nessuno si rendeva conto di lei.. Un giorno, due brutti ceffi si sono messi in testa di dar fastidio a qualcuno, e hanno adocchiato la piccola e povera Genoveffa, rinchiusa nel suo angolo di mondo, tutta sola. Hanno cominciato a prenderla in giro, dandole del gorilla, facendo giochetti stupidi, prendendola di mira ogni giorno che passava. Dopo quasi un mese, Genoveffa veniva seguita da questi due brutti ceffi, che si erano divertiti vedendo che lei non rispondeva ai loro giochi. Spinte, spallate, tirate di capelli, sassi addosso.»
Liam la guardava, curioso e in ascolto.
«Un giorno hanno deciso di far divertire tutta la scuola, usando Genoveffa come scusa. Quando è suonata la campanella, le hanno fatto lo sgambetto all’uscita di scuola, facendola cadere – anche grazie alla sua goffaggine – e lei si è fatta una piccola rampa di scale con la faccia, per poi finire sul brecciolino.» Si girò a guardarlo e sorrise per poi tornare a guardare di fronte a sé.
«Timida com’era, non aveva il coraggio di alzarsi, perché sentiva le risate della gente intorno a lei. Sarebbe rimasta volentieri lì, stesa su quel brecciolino, per il resto della sua vita. In quel momento si voleva sotterrare dalla vergogna, sentendo tutte quelle risate. Non aveva il coraggio di alzarsi, pulirsi e andare via a testa alta. Ma poco dopo arrivò la sua eroe..» Pensò ad un altro nome.
«Geltrude!» Le andò incontro Liam, salvandola in calcio d’angolo e lei ridacchiò.
«Geltrude, una compagna di classe di Genoveffa, le fu affianco e cercò di aiutarla ad alzarsi, ma Genoveffa non voleva alzarsi. Si vergognava troppo, voleva rimanere lì finché ogni singola persona non se ne fosse andata, per poi tornare a casa e seppellire per l’ennesima volta una presa in giro. Ma Geltrude fu irremovibile. Le fece alzare la testa e appena lo fece, la gente intorno a lei smise di ridere. Non sapeva bene perché, ma vide anche la faccia di Geltrude. Nei suoi occhi c’era l’odio più profondo. L’aiutò ad alzarsi, e la portò dentro la scuola, per chiamare sua madre. Appena il bidello vide Genoveffa, accorse da loro e l’aiutò a sedersi. Attesero l’arrivo della donna, e Genoveffa vedendo la faccia di sua madre pensò che era incazzata con lei, ma non lo era. Si scusò addirittura, perché credeva di aver sbagliato lei. La donna la portò a casa, e quando entrò dentro casa, all’ora di pranzo vide che la sua famiglia si era bloccata vedendola entrare. Suo fratello, Sebastian si alzò ma suo padre lo bloccò. Solo quando Genoveffa si guardò allo specchio capì perché di quella reazione. Aveva la faccia completamente sporca di sangue, brecciolino e ferite ovunque. Si guardò, si guardò e alla fine senza dar retta a nessuno si chiuse in bagno. Si lavò, si asciugò e si medicò, tutto da sola. Non voleva far vedere a nessuno quella cosa. Per i suoi gusti erano già troppe le persone che l’avevano vista. Quel giorno si sarebbe svolto anche il compleanno di Geltrude. E lei stessa decise che Genoveffa doveva essere alla sua festa. Venne attaccata in futuro per quella scelta, perché Genoveffa era la sfigata della classe e non si meritava di essere a quella festa. La chiamò, la richiamò finché disse a sua madre che se Genoveffa non rispondeva alle sue chiamate, la sarebbe andata a prendere di forza. Rispose, e Geltrude riuscì a convincere Genoveffa ad andare alla sua festa. Per tutto il tempo restò di fronte allo specchio a guardarsi, a togliersi le pellicine appena formate, facendo uscire altro sangue.»
Si girò a guardarlo, continuando a sorridere. Lui aveva una strana espressione in viso. Stanchezza, ma era anche pensieroso. 
«E com’è finita?» Chiese, incazzato.
«Genoveffa si è fatta una corazza intorno, ha imparato a rispondere, a risolvere le cose da sola. E’ cambiata grazie a quell’esperienza. Purtroppo le è rimasta la paura degli uomini. Quando cammina si guarda sempre intorno, se si trova su una strada da sola con un uomo comincia a sudare freddo. E lì è nata anche la sua paura di essere sotto lo sguardo di tutti, di essere giudicata e derisa. Ma cerca di essere forte, anche avendo queste paure.»
Liam tornò a guardare di fronte a sé. Rimasero in silenzio, per alcuni minuti.
«Non riesco a trovare il significato di questa storia, se te devo ammettere.» Sorrise dolcemente.
«Genoveffa ha imparato tanto dall’esperienza che le è capitata. Ha conosciuto il suo angelo custode, sceso dal cielo per proteggerla. Lo fa ancora, sai? Le vuole tanto bene, se non fosse stato per Geltrude, Genoveffa sarebbe ancora lì stesa su quel brecciolino, pregando dio di ucciderla.» Liam si girò a guardarla, preoccupato.
«E quei due?» Keyra si morse il labbro.
«La madre di Genoveffa andò dal preside, spiegando cos’era successo, ma non li sospese. Disse che erano cose da ragazzi e che avrebbero smesso prima o poi.. Una settimana, poi hanno ricominciato. Ma questa volta Genoveffa era più forte.» Era raro vedere Liam incazzato, ma soprattutto a dire parolacce.
«Che stronzo! E che stronzi!» rise. Continuarono a camminare, sentiva gli altri dietro di loro a poca distanza. Forse avevano sentito anche la sua storia, ma non le interessava.
«Sei tu Genoveffa, vero?» Di nuovo posò lo sguardo su di lui per poi annuendo.
«E Geltrude è Mary?» Altro gesto della testa.
Vide Liam stringere la mascella, forse incazzato.
«Che cosa mi vuoi far capire avendomi raccontato questa storia?» Chiese, in modo un po’ più dolce.
«Che dietro alle cose brutte c’è sempre qualcosa di bello ad aspettarti!»
Liam la guardò in modo dolcissimo, incredulo della mentalità di quella ragazza. Poteva avere sedici anni, ma in realtà era molto più matura.
«Forse hai ragione. C’è di peggio al mondo che essere lasciati dalla ragazza.» rise di cuore.
«Non era quello che volevo farti capire. Ma se tu intendi “c’è di peggio al mondo” la mia storia, bello mio stiamo messi male. Alla fine, ha portato tante paure ma anche tante cose belle. Per esempio la me di adesso. Mary, il fatto di avere una corazza addosso. Tutte cose positive.» Liam la scrutava attentamente.
«Come diavolo fai ad essere così forte?» Sorrise, dolcemente poi alzò le spalle.
«E’ tutta una corazza Liam. Ho imparato a non far vedere quello che provo, anche se dentro sto male.. Sono fatta così, dopo aver visto mio fratello che avrebbe fatto volentieri il suo primo omicidio, vedendomi quel giorno.» Si sentì stretta in un abbraccio e ridacchiò.
«Ma stai piangendo?» Chiese quando lo sentì singhiozzare. Oh ma riusciva a far piangere la gente così a buffo? Lo sentì annuire. «Liam, per favore!» Ricambiò l’abbraccio. Attese che terminasse, poi lo guardò con dolcezza.
«Sentivo di dover.. Piangere da quando l’ho vista. Volevo scappare, correre più lontano possibile. Io piango per una ragazza che mi ha tradito, tu non piangi neanche a pagare oro. Hai passato tante cose brutte, e io mi ritrovo qui a piagnucolare per una ragazza..» Ridacchiò.
«Non sai quanto vorrei piangere io, Liam! Mi farei un bel pianto liberatorio perché mi vado sempre a cercare le persone sbagliate, perché attiro gli uomini sbagliati come calamite. Ma non ce la faccio, è più forte di me. Ed è bello vedere che qualcuno riesce ad esprimere quello che prova. Io non ci riesco.. Voi avete mai pensato che vi amo più di qualsiasi cosa?» Liam la guardò incredulo, poi sorrise.
«No, pensavamo che ci volevi bene!» Sorrise tristemente.
«Ecco appunto! Vedi? Non riesco a farvi capire che vi adoro in modo smisurato, a tutti e cinque. Forse perché non piango, forse perché non sono come le altre ragazze.. Ma ho paura di espormi, perché ho paura di soffrire!» Ammise, e lui sorrise a trentadue denti. Madonna quei sorrisi quanto erano belli. Di tutti e cinque.
«Ti adoriamo anche noi! Se devo dirti la verità..» Ridacchiò, scuotendo la testa riccia. «Pensavo che ti stavo sul cavolo!» lo guardò, sotto shock.
«Scherzi? Come hai potuto pensarlo?» Domandò incredula poi però capì da sola. «Forse perché non sono molto attiva con te come lo sono con gli altri..»
Lui si grattò la base del collo, annuendo intimorito.
«No ecco.. è che sei una persona tranquilla. Ho sempre paura che mi prendi per decerebrata mentale!» Risero divertiti, guardandosi negli occhi. Castano contro castano scuro.
«Allora era tutto un equivoco!» Annuì, sorridendo a quel ragazzo che dolcemente aveva pensato in modo sbagliato.
«Voglio bene a te come lo voglio a tutti gli altri, Liam! Te lo posso assicurare.» Si abbracciarono, poi arrivò Niall a dividerli.
Sicuramente i ragazzi erano stati dietro di loro tutto il tempo. Forse avevano anche sentito tutto il loro discorso, ma sinceramente poco le interessava.
«Ehi.. è mia!» E subito dopo arrivò Zayn, che prese a litigare con Niall, su di chi era lei.
«BASTAAAAAAAA!» Urlò, bloccandoli quando cominciarono un litigio con i contro coglioni. Loro si fermarono, e la guardarono increduli. «Sono di tutti e cinque, ok? Finitevela di litigarmi.. Sono di tutti e cinque, quindi abbracciatemi dementi!»
Ci fu un abbraccio di gruppo, dove Niall ovviamente scoppiò a piangere vedendo tutti così uniti.
«Vi voglio bene, sfigati!» Tutti scoppiarono a ridere, sentendo le parole di Keyra. Quella era un’amicizia che con il tempo non sarebbe andata a fondo. In un modo o nell’altro, quelle sei persone ferme lì in mezzo alla strada ad abbracciarsi, si erano appena segnati la vita, senza neanche saperlo.


Note dell'autrice: Eccomi qui con un nuovo capitolo. Niente Keyra - Zayn, questa volta. :DDD ;i toccava fare un capitolo su Keyra e Liam, che praticamente è inesistente in questa storia. Povero Liam *se lo coccola* E coccolo anche voi, perché porca troia vi voglio sposare tutte. 4 recensioni e non si sa le recensioni su twitter. Vi amo, è deciso!! Una domanda: io non ho in mente un volto per Keyra, voi come la vedete? Avete qualche personaggio famoso, modello o cose del genere che vi fanno pensare a lei? Quando leggete, chi immaginate per Keyra? Me lo fate sapere nelle recensioni, che sono curiosaaa? :D vi amoo...

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Capitolo 22
*** chapter twenty two ***


A sad thing in life is when you meet someone who means a lot to you,
only to find out that in the end that it was never meant to be.
And you just have to let it go.
(Una cosa triste nella vita è quando incontri qualcuno che vale tanto per te,
solo per scoprire che poi alla fine non era destinato a esserlo.
E puoi solamente lasciarlo andare.)

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«Ehi! Hai rotto il cazzo, ok?!»
Sbottò staccandosi dalle labbra di Zayn, per girarsi a guardare male Louis che continuava a tirarle palline di carta. Stavano a casa di Zayn, visto che i nonni erano partiti e lui aveva casa libera. Fuori incombeva una tempesta con i fiocchi.
«Ma è divertente.» Lo guardò male.
«Vedi com’è divertente se ti stacco le tue palline e comincio a tirartele addosso.» Sicuramente si immaginò la scena, e fece una smorfia di dolore. Si mise la coperta fino a sotto il mento, guardando quei decerebrati mentali. Harry giocava al televisore, Niall suonava allegramente la sua chitarra, Liam guardava Harry giocare, Louis rompeva il cazzo a lei.
«La finisci?» Chiese appena le lanciò un’altra pallina.
«Ma è divertente!» Lo guardò molto male, facendo così ridere sia Zayn che lo stesso Louis.
«Ma una ragazza.. Una visitina al bagno no, invece di scartavetrare le ovaie a me?» Chiese, stranita. Louis sorrise maliziosamente.
«No, è più fico guardare voi che vi sbaciucchiate!» Naturalmente non lo stavano facendo. Il bacio di poco prima era uno dei pochi che si erano scambiati, ma tutti per far capire all’altro che stavano scherzando, niente di che.
«Io da quando vi conosco ho bisogno di uno psicologo, rendiamoci conto!» esclamò, innervosita.
«Perché ci ami!» Esclamò Harry, senza neanche staccare gli occhi dal videogioco.
«Tu ancora chiacchieri? Torna a friggerti il cervello con le macchine, va!» Lui si girò a guardarla, dopo aver messo pausa.
«Tu brucerai all’inferno, perché mi tratti così, lo sai vero?» Fece una faccia sconvolta.
«Oh mio dio!» E lo guardò male, facendo ridere tutti. «Sta zitto coglione! La tua voce mi snerva!» sbottò, con un sorriso divertito.
«Tu sei una racchia!»
«Tu un perfetto imbecille!»
Harry lasciò perdere il gioco, per girarsi verso di lei.
«Gallina!» Keyra fece il verso della gallina, facendo ridere tutti compreso lui e lo guardò, scuotendo la testa.
«Puzzi!» Il riccio la guardò, pensando a cosa rispondere.
«Tu vuoi fare sesso con me!» Scoppiò a ridere fragorosamente, appoggiando la testa sulla clavicola di Zayn che intanto aveva tirato un cuscino a Harry, in pieno volto, geloso come la morte.
«Certo che di cazzate ne spari eh! Quando io verrò a letto con te, nevicherà rosa!» Harry la guardò con il labbruccio di fuori. Louis saltò addosso a Keyra, così a buffo, schiacciando lei e Zayn sul divano.
«Cazzo, pesi!» Ansimò cercando di toglierselo di dosso.
«Come farò senza di te? Io ti amo!» Una pizza da Zayn, lei sbuffò cercando di spingerlo via.
«Potrei essere geloso!» Disse Harry, e lei lo guardò male.
«Stacci Styles. Il tuo ragazzo mi ama, preferisce me!» Louis ridacchiò, annuendo convinto.
«E da quanto preferisci la patata al carciofo?» La ragazza fece una smorfia, mentre in mente le tornava l’immagine di Harry tutto nudo e tremò. Sentendola tremare Zayn si fece una risata.
«Porca troia che schifo!» Sussurrò, con la sua solita finezza, mentre Zayn praticamente si rotolava dalle risate. Si girò a guardarlo, e sorrise. Quella risata le sarebbe mancata tantissimo.
«Un carciofo.. Non potevi raffigurarlo meglio il tuo affare!» tutti risero, lei compresa mentre continuava a guardare il moro.
Si sentì osservata, e guardò Niall che la guardava seduto sulla poltrona, a schitarrare. Gli sorrise e lui le rivolse un sorriso triste. Fece togliere Louis, con tanti calci, e aprì le braccia. Niall si alzò, e le si accoccolò addosso. Si mise a giocare con i suoi capelli, mentre cazzeggiavano allegramente. Tutti cercavano di non pensare che era l’ultimo giorno. Sentirono la porta aprirsi, e si girarono tutti. Era il compagno di Zayn che tornava a casa.
«Ciao!» Lo guardarono tutti in silenzio.
«Ciao!» Rispose Zayn, fissandolo. Keyra neanche rispose. Era risaputo che odiava metà della sua stupidissima classe. Erano dei ragazzini, viziati e che lei odiava più di qualsiasi cosa.
«Sei pronta per partire?» Tutti lo guardarono male, Niall si nascose nella maglietta di Keyra.
«Ma te ne vai? Porca miseria.. sono ore che cerco di non far pensare a nessuno che è l’ultimo giorno!! Sei arrivato te e hai rovinato tutto.. Va a dormire, va!» Sbottò, girandosi a guardare tutti quanti. Di nuovo quei sguardi tristi.
«oh, scusami!» Sai che ce ne faceva con le sue scuse? Si girò verso Zayn e sorrise, lui la guardò in modo triste ma ricambiò.
«Hai delle mousse?» Chiese, d’un tratto.
«Si, perché?» Le brillarono gli occhi.
«Mi servono tre mousse, un telo che possiamo sporcare e sei bende.» Il moro la guardò curioso, poi senza dire nulla si alzò per andare a prendere tutto. Lei pure si alzò, facendo alzare anche Niall.
«Tu e tu..» Indicò Harry e Louis. «Tu e tu..» E indicò Niall e Liam. «Mettetevi uno di fronte all’altro. Seduti.»
Lo fecero, e Keyra li sistemò in tempo per quando arrivò Zayn.
«Lo scopo del gioco è imboccare l’altro.» Disse, mentre stringeva la benda sugli occhi di Harry. «Naturalmente, non potete barare. Le mani di chi viene imboccato andranno dietro.» Zayn si mise a mettere la benda anche a Louis, per poi passare agli altri due.
«Quando dico stop, cambiate e passate la mousse all’altro, che imboccherà il suo compagno!» Tutti annuirono, cercando di capire l’utilità di quel gioco. Lo stava facendo per fargli dimenticare che la mattina dopo sarebbe partita.
«Ma è facile!» Disse Liam. Non aveva visto che avevano messo la benda pure al suo compagno.
«Tu dici? Proviamo e vediamo quanto è facile!» Disse, mettendosi seduta sul bracciolo. «Pronti?» Li vide annuire. «Via!» Naturalmente non era facile per niente, anche perché erano bendati tutti e quattro. Tutti e quattro, si sporcarono alla prima cucchiaiata. Per fortuna c’era il telo sulle loro gambe, e sporcarono quello.
Niall ovviamente era il più bravo, era come se sentiva l’odore del cioccolato e a fiuto riusciva a beccare subito il cucchiaino. Harry e Louis erano ricoperti di cioccolato, mentre gli altri due poco e niente.
«Cambiate!» Disse quando vide che erano arrivati a metà bicchiere. Zayn praticamente se la rideva allegramente, vedendo quei quattro bestemmiarsi contro, perché si stavano sporcando. Quando finirono, il telo era pieno di cioccolata, Harry e Louis pure, e Niall si leccava la faccia cercando di prendere il cioccolato che aveva sul volto.
«Ora voi due!» Guardò male Louis, poi Zayn. Si misero seduti uno di fronte all’altro, sotto il telo mentre Liam e Harry mettevano le bende.
«Vedi di prenderci, Malik!» Sbottò, e mise le mani dietro. La prima cucchiaiata la prese sul naso, e imprecò. Aprì la bocca, ma Zayn la imboccò vicino alla benda. Si mosse, in cerca del cucchiaino, ma Zayn si mosse dietro di lei e sentì il naso sporco di mousse. Gli altri ridevano.
«Hai una mira di merda, Zayn!» Lo sentì ridacchiare, e quando trovò il cucchiaino lo mangiò. «Vai!» Zayn ne prese un’altra po’, porgendo poi il cucchiaino ma muovendosi ancora e sentì la mousse sui capelli. Ringhiò. Lo stronzo lo faceva apposta. «Ci riuscirai a non sporcarmi? Mannaggia il clero, sta fermo!» Malik per ridere si piegò in avanti, e sentì la mousse sul collo.
«Mamma mia!» Scosse la testa, tenendo le mani dietro. Malik ne prese un’altra po’ e quella volta riuscirono senza troppo casino. Non fece in tempo a mandare giù la mousse che sentì di nuovo il cucchiaino in faccia.
«Cazzo aspetta!» disse ridendo, e gli altri se la stavano ridendo allegramente.
«STOP!» cercò il bicchiere con la Mousse, strappandola dalle mani di Zayn.
«Adesso ti faccio vedere io!» Prese la mousse da dentro il bicchiere, lo posò e gliela lanciò ovunque, bombardandolo.
«Che cazzo fai?» Chiese Malik, stringendosi dentro se stesso per nascondersi.
«Mi riprendo la rivincita, stronzo!» Louis ululava dalle risate, Harry sicuramente scuoteva la testa, sentiva la risata dolcissima di Niall e di Liam. Lo imboccò un paio di volte, poi sentì che stava toccando il fondo del bicchiere. La prese con le dita, e con l’altra mano cercò Zayn, poco distante da lei. Quando lo trovò, cercò la sua faccia e quando la trovò gli sporcò tutta la faccia con la mousse.
Zayn si levò la benda, e le saltò addosso. Keyra fece di tutto per togliersi la benda mentre rideva, e quando ci riuscì Zayn si stava completamente strusciando addosso a lei, sporcandola tutta. Rise ancora più forte quando si rese conto in che stato erano. Erano ricoperti di cioccolato.
«Ok, ok.. Tregua!» Esclamò, mettendo una mano sporca in faccia a Zayn e spingendolo via, mentre pure lui se la rideva allegramente. Si stese per terra, riprendendo fiato. «Direi che Liam e Niall hanno vinto!» esclamò, girandosi a guardare i due, un po’ sporchi sulla maglietta. Louis e Harry si erano puliti evidentemente con uno straccio perché non avevano cioccolato in faccia. I due alzarono le braccia, vincitori e scambiandosi il cinque.
«Che cosa abbiamo vinto?» Chiese Liam, curioso.
«Due schiaffi!!» Si sorrisero, e lo sclero continuò di quel passo finché non arrivarono le tre, e si andarono a mettere tutti nel lettone matrimoniale.
«E’ una cosa impossibile, ragazzi!!» Sbottò, dopo che tutti avevano detto che volevano dormire con lei. Si stava cercando una posizione comoda per tutti. In sei, dentro ad un letto matrimoniale era una cosa impossibile. Lei era stata messa al centro, tra Niall e Zayn. Ai loro lati c’erano Liam e Harry e alla fine per orizzontale c’era Louis.
«Zitta e dormi!» Borbottò Harry, e Keyra prese il cuscino dove aveva appoggiata la testa insieme a Zayn, per schiacciarlo in faccia ad Harry. Si spararono altre stronzate per un’oretta, poi pian piano si addormentarono tutti.
**
Non riusciva a dormire, e questo andava a suo discapito. Sarebbe stata uno zombie la mattina dopo, ma non riusciva a prendere sonno.
Si girò a guardare Zayn dormire. Era qualcosa di meraviglioso quando dormiva. Sarebbe stata ore lì a guardarlo, senza mai stufarsi. Keyra era bloccata nel letto. Zayn aveva intrecciato le gambe con lei, i piedi, le braccia, qualsiasi cosa che si poteva intrecciare. Praticamente gli era attaccata addosso come un Koala con il proprio albero. Cercando di fare il più piano possibile, si tolse Malik da dosso, e cercò di uscire da quell’intreccio di gambe e braccia, e persone. Ad un tratto quando stava per scavalcare Niall (tolto anche lui da dosso, perché si era attaccato a lei tipo koala) sentì Zayn parlare nel sonno.
«Love..» Si girò a guardarlo, stranita. Una volta aveva detto a Malik che a lei i soprannomi tra ragazzi non le piacevano. Che l’infastidivano tutti quei cuccioli, patatini, amorino mio etc.. Ma lui non ci aveva creduto. E lei gli disse che l’unico che accettava era “love”, non perché significava amore ma perché era dolce la parola “love” in generale.
«Non te ne andare.. non partire!» Per un secondo pensò che era sveglio, ma poi capì che stava dormendo. Ci rimase una merda, sentendo quelle parole. No, non poteva farle quello. Non la notte prima di partire. Si rimise seduta, guardandolo.
«Perché mi fai questo, Zayn?» Sussurrò, ma nessuno rispose. Erano tutti addormentati.
Sospirando e grattandosi il volto, si piegò a sfiorare le labbra di Zayn che se la stava dormendo beatamente. Si alzò e scavalcando tutti quei colpi finalmente riuscì a scendere in cucina. Ci mise un ora prima di riuscire a trovare tutte le cose per farsi il the, ma alla fine ci riuscì e si mise seduta sulla finestra a guardare fuori, con una coperta sulle gambe. Per tutto il tempo rimase lì a pregare chiunque fosse lì sopra, per farla tornare indietro. Indietro nel tempo, oppure di cancellarle la memoria. Si, preferiva perdere la memoria, perché sapeva cosa l’attendeva. Sentì qualcuno scendere le scale, nel silenzio della casa e si girò a guardare il saloncino d’entrata, vedendo poco dopo Zayn, a petto nudo. Lo guardò, e lui sorrise quando dopo essersi guardato intorno, la vide lì sulla finestra.
«Ciao!» si sorrisero assonnati. «Vieni qui, starai crepando di freddo!» Il moro annuì, passandosi una mano sul viso e nei capelli, e Keyra si staccò dal muro per fargli spazio. Zayn le si mise dietro, e lei si appoggiò a lui.
«Non riesci a dormire, eh?» Scosse la testa a quella domanda di Zayn, tornando a guardare fuori, dopo avergli bloccato la coperta dietro la schiena. «Mi sono svegliato quando stavi scendendo dal letto. Pensavo che eri andata al bagno ma ho sentito che stavi facendo qualcosa in cucina. Ho atteso, e poi sono sceso!» Buttò indietro la testa, appoggiandosi alla sua spalla e lo guardò dal basso.
Sapeva che aveva bisogno di stare un po’ da sola, e aveva atteso. Che carino. Gli baciò la mascella, e lui affondò la mano nei suoi capelli. Lo vide appoggiarsi al muro, e chiudere gli occhi.
«Stai morendo di sonno, torna su e mettiti a dormire.» Disse con dolcezza, guardandolo. Lui scosse la testa.
«No, voglio stare qui con te!» Gli occhi gli bruciavano. A tutti e due. Volevano piangere, ma non avevano il coraggio di lasciarsi andare alla disperazione.
«Almeno spostiamoci sul divano. Qui c’è l’aria che entra dalla finestra, tu domani stai con la febbre a quaranta.» Zayn annuì, depresso e si alzarono, spostandosi sul divano.
Lo guardò stendersi, poi gli mise la coperta sopra e andò a prenderne una seconda, per stare più caldi. Gli si accoccolò addosso, e lo sentì prendere ad accarezzare i capelli, per poi spostarsi sulla schiena. Non avevano il coraggio di parlare, rimanendo così nel silenzio della stanza, oltre i loro respiri. Keyra stava pensando a tutti i modi possibili ed immaginabili per rimanere con loro, per rimanere con lui. Ma il destino era stato crudele. Le aveva regalato quei cinque ragazzi, lui, ma.. poi glieli avrebbe portati via. Si poteva cambiare il destino? Per Keyra, che credeva a quelle cose, no. Non poteva cambiare, perché era già stato scritto e rilegato. A lei, il destino aveva riservato cinque maschi, che poi si sarebbero dimenticati di lei. Le vennero gli occhi lucidi e pur di non farsi vedere da Zayn affondò la faccia nel suo petto. Le uscì un sospiro. Non doveva piangere, sennò mandava a monte tutto quanto.
«Che stai pensando?» Domandò Zayn, rompendo il silenzio.
«A niente!» Aveva la voce da morto, che rispecchiava i suoi pensieri.
«Quando sospiri stai pensando a qualcosa.» Riaffiorò dal suo petto, per guardarlo.
Era curioso come, in pochi mesi, avesse imparato così tanto su di lei. In fondo, conosceva di lei anche le minime cose.
Mio dio quanto era bello. Non era quel tipo di ragazzo bello che faceva impazzire tutte, ma era bello. Per lei, era semplicemente unico. Tutto il contrario del suo standard, ma per lei era perfetto. Chissà come sarebbe diventato da grande. Se quella mascella che tanto le piaceva, sarebbe diventata ancora più dura. Se quegli occhioni che cambiano a seconda del tempo diventavano ancora più belli, e se quelle labbra sarebbero diventate ancora più piene. Chissà quale taglio di capelli avrebbe avuto in futuro. Chissà se sarebbe diventato ancora più vanitoso, di come era già. Perché doveva lasciarlo lì? Perché non poteva avere per una volta in vita suo ciò che desiderava? Perché doveva lasciarlo?
«Allora a cosa stai pensando?» Crollò nel mondo dei vivi, accorgendosi che l’aveva fissato negli occhi per tutto il tempo.
«A niente Zayn!» Sussurrò ancora e lo vide sorridere.
«Vuoi sapere cosa sto pensando io?» Scosse la testa, poi però annuì facendolo ridacchiare. Era curiosa. «Non te lo dico!» E lo guardò male, facendolo ridere divertito.
«Allora sei stronzo!» ridacchiarono in due, mentre lei si nascondeva di nuovo nel suo petto. Rimasero ancora in silenzio, per un tot di tempo.
«Posso farti una domanda?» Annuì, sentendo la sua voce. «Che cos’hai pensato la prima volta che mi hai visto?»
La sentì ridacchiare, forse ricordando i suoi pensieri la prima volta che si erano visti all’aeroporto..
«Ti ho odiato, perché assomigliavi a Lucas. E dentro di me, ti ho odiato finché non ho capito che eravate molto diversi.» Lui le diede un bacio tra i capelli.
«Quindi non sei venuta a letto con me solo perché assomiglio a quel cesso, vero?» Ridacchiarono, e lei scosse la testa.
«Sono venuta a letto con te perché volevo, perché mi piacevi!» Lui rimase stupito di quelle parole. Sapeva che Keyra provava qualcosa per lui, ma non gliel’aveva mai detto. Lei alzò la testa, e sorrise vedendo quegli occhioni increduli.
«Dai, sei incredulo? Pensavi che venivo a letto con te solo per fare sesso?» Lo vide scuotere la testa, divertito.
«No, ma sentirtelo dire è tutta un’altra cosa.» Si sorrisero tristemente.
«Sai che parli nel sonno?» Il moro la guardò stranito.
«Io non parlo nel sonno!».
«Si invece..»
Continuò, divertita.
«E cos’ho detto?» Si preoccupò.
Keyra lo guardò e sorrise.
«Che sei un emerito imbecille. Per fortuna che te lo dici da solo!»
Non era il caso di dirgli la verità. Sarebbe stato ancora più difficile parlare di quello.
«Mi sfotti?» Annuì ridacchiando. E senza aspettare oltre, le chiese una delle cose più pesanti del mondo. «L’altro giorno a Sophie hai detto che se tornavo con lei ti ci trasferivi a casa mia pur di non farmi ritornare un coglione.. Lo faresti davvero?»
Lo guardò scuotendo la testa. Ma non perché non sarebbe rimasta, ma perché si preoccupava di ritornare un coglione. Lei invece sapeva che Zayn oramai aveva messo la testa a posto e che di lì in poi sarebbe stato un bravo ragazzo, che non avrebbe preso in giro nessuno.
«Spero per te che non hai bisogno di me, per non tornare con quella..» Lui scosse la testa.
«Sai che non è lei che voglio!» Lo guardò attentamente e sentì di nuovo il magone alla gola. La guardò con quegli occhioni castani chiari, che la facevano perdere. «Sono tre giorni che penso ad ogni modo per rimanerti vicino. Sono addirittura arrivato a pensare di trasferirmi nella tua scuola, pur di non lasciarti andare.» Le si mozzò il fiato in gola.
«E’ un po’ tardi, non trovi?» Ridacchiò lei, ma pur sempre con tono depresso e lui rimase serio.
«Non credo di essere così forte, sai? Non credo di riuscire a lasciarti andare, di farti tornare a vivere.» No vabbè, ma lei lo stuprava quel ragazzo.
«Zayn, per favore..» Lo pregò e lui scosse la testa contrariato.
«Tra i due tu sei quella più forte. Io ho bisogno di dirti queste cose, le sto provando tutte pur di farti capire che non devi prendere quell’aereo.» Scosse la testa, e affondò di nuovo la faccia nel suo petto.
Non ce la poteva fare. Poteva essere forte per gli altri, ma per lui proprio no. Soprattutto con quelle parole. E lui di rimando affondò la faccia nei suoi capelli.
«Perché devi farmi questo? Perché vuoi che sto ancora più male di quanto non ci starò domani senza queste parole?» Chiese, in un momento di debolezza.
«Io sono egoista, Keyra. Se voglio una cosa faccio di tutto per averla. Non me la prendo, perché sono troppo orgoglioso, ma in un modo o nell’altro la cosa che voglio verrà da me. L’avrò prima o poi.. Ma con te non è stato così! Sei riuscita a resistere, fino all’ultimo. Non sai come ti odio per questo, ma al tempo stesso mi piace..»
Quanto peso portavano quelle parole. Se le sentiva tutte sulle spalle. E così si ritrovava ad aggiungere quelle parole al bagaglio che portava sulle spalle da tutta la vita. Perché Keyra era fatta così. Si faceva carico delle parole di tutti, se le metteva da una parte e ogni tanto le andava a visitare, cercando ogni sfacciatura di significato dietro ad esse.
«Non credo di farcela a lasciarti andare.. Ti prego resta!» Scosse ancora la testa.
«No..» Rispose solamente. Lo sentì respirare pesantemente. «No perché se rimango sarà la mia fine. Tu sarai orgoglioso, ma io lo sono più di te, Zayn! Il cuore è andato, se rimango va anche il cervello! E’ inutile prendersi in giro. Siamo stati bene finché è durato. Ma tu credi davvero che se resto cambi qualcosa? No, Zayn, non è proprio il caso!» Il moro sospirò ancora guardandola. Quello sguardo faceva male più di cento coltelli conficcati nei fianchi.
«Quindi finisce qui?» Socchiuse gli occhi e annuì, dispiaciuta. Anche lui, dal suo tono lo era.
«Si, è meglio per entrambi.»
O era meglio solo per lei. Stava facendo la cosa giusta. O forse no, ma non sapeva immaginare una vita con quel ragazzo. O forse si. Ma, l’idea di rimanere, di far combaciare tutto in modo che loro sarebbero rimasti insieme, le faceva credere che tutto sarebbe andato di male in peggio. Così erano loro. Sicuramente neanche si piacevano, semplicemente avevano passato dei bei momenti insieme. Ma far in modo che tutto finisse con un lieto fine, le faceva pensare che non era da loro. Sarebbero diventati la coppia smielata, per poi odiarsi e alla fine lasciarsi. Come succedeva sempre. Non potevano dire che era amore, perché si conoscevano solo da quattro mesi. Avevano ancora una vita davanti, tante persone ancora da conoscere. In futuro, forse si sarebbero ritrovati a pensare a quel periodo, e avrebbero pensato che in fondo non era niente di che. Solo una cotta “estiva”.
«Non mi dimenticherò di te.» Le uscì una lacrima, sentendo quelle parole. Si, si sarebbe dimenticato di lei, di tutto.
«Non dire queste cose solamente perché devi dirle, Zayn!» Lui si incazzò un pochino a quella frase e lo sentì irrigidirsi leggermente.
«Guarda che se dico queste cose, le dico perché lo penso, Keyra! Smettila di pensare che ti sto prendendo in giro.» Sbottò innervosito.
Lei alzò la faccia dal suo petto, stranita.
«Ti chiamerò, ti ricorderò.. No, non sono vere queste cose, Zayn! Abbiamo sedici anni, non due. Non prendiamoci in giro. Dimenticheremo, e penseremo che eravamo dei ragazzini quando pensavamo queste cose. Tu non prenderai mai l’aereo per venirmi a trovare, io lo stesso. E con il passare del tempo ci dimenticheremo uno dell’altro.» Lui passò lo sguardo da un occhio all’altro, ansioso.
«Allora ti vorrò per sempre bene!» Lo guardò con un sorriso triste.
«E’ il “per sempre” che ci frega, Zayn!» Lui si ritrovò a sorridere a quelle parole. Mio dio, che cosa era quel ragazzo.
«Non riesci proprio a comportarti da ragazza con la cotta passeggera, vero?» Scosse la testa e nello stesso momento gli passò una mano nei capelli neri.
«No..» Quella non era una cotta, non era una cotta passeggera.
Avrebbe amato quegli occhi anche dopo cent’anni, ne era certa. Lui si abbassò a darle un bacio, con una dolcezza che riuscì a farla sciogliere.
«Keyra!» Annuì, come per fargli capire che lo stava ascoltando. «Vuoi fare l’amore con me?»
Le si mozzò il fiato, a sentire quella parola. Alzò gli occhi nei suoi, incredula.
Amore.. non sesso. Come si faceva l’amore? Lei aveva sempre fatto sesso, mai l’amore. Si diceva che quando fai l’amore ti perdevi nella persona, sentivi i due corpi fondersi. Ogni bacio, era una bruciatura. Ogni carezza, una ferita. I due corpi che si fondevano tra loro, in un corpo solo. Lei quelle sensazioni non le aveva mai provate, con nessuno! Non era sicura che in quello era buona, non aveva mai provato quelle sensazioni, neanche con il primo ragazzo con cui era stata. Perché le doveva fare quello? Perché, perché la consapevolezza di partire e lasciare qualcosa di unico in quel posto, si faceva sempre più forte in lei?
Sfiorò le labbra di Zayn, in risposta. Si, voleva fare l’amore con lui. Per la prima volta, e anche l’ultima. Il moro non sapeva che grande concessione che gli stava dando, o forse si. Sapeva che non era facile per lei lasciarsi andare tanto da concedere ad un uomo di averla anche nell’anima. Un ultimo sbaglio, si disse. Poi il giorno dopo sarebbe tornata a vivere e dar retta al cervello. Ma per la seconda volta in vita sua, anzi, la terza seguì il cuore che le diceva di lasciarsi andare, che stava facendo la cosa giusta.
Fu come aveva letto in tanti libri, qualcosa di unico. Percepì tutte le carezze, tutti i baci rubati, tutte le spinte come una ferita che sarebbe rimasta nel cuore. Non ci fu fretta in quella notte di un febbraio qualunque. Tutti dormivano, non solo in quella casa, ma in metà mondo. Tutti sognavano la persona amata, le coccole della persona amata. Loro, le vivevano. Vivevano quell’unico momento, tutto loro. Si stavano amando, per la prima o forse per l’ultima volta nella loro vita. Sarebbero riusciti ad amare qualcun altro in quel modo? Si sarebbe mai sentita più così? Con la sensazione di bruciare fin dentro le ossa, e di essere scaldata semplicemente da un corpo? Ora capiva cosa ci trovava di bello la gente nell’amore. Lei, solo in quella notte capì cosa si stava perdendo, a non amare. Ma dentro se stessa si sentiva fiera di amare per la prima volta, in quella notte. Poteva essere uno stronzo, una testa dura, ma dare il suo amore a Zayn era stata la cosa migliore che aveva mai fatto in vita sua. Poteva pentirsene, ma.. aveva fatto la cosa giusta!

Note dell'autrice: E ci siamo ragazze.. Penultimo capitolo!! :D Vi ringrazio per le recensioni! E' sempre un piacere vedere che la storia piace, e Keyra pure!!! Se ci state rimanendo male perché sta per finire, sorridete. Quando posterò l'ultimo capitolo, posterò l'inizio della prossima storia, che è il futuro di questa. Non vi dico nulla, ovviamente. Mi piace lasciarvi sulle spine! (: Spero che il vostro capitolo sia vi vostro piacimento. Fatemi sapere, se vi va, con una recensione se vi è piaciuto!! vi amo tutte, dalla prima all'ultima. ò_ò 
 

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Capitolo 23
*** Chapter twenty three - ultimo capitolo ***


Era lì.. Piccola e infelice..

Gli innamoramenti lampo. Curiosa come cosa, non trovate?
Tu sei seduto dentro un autobus, a pensare agli affari tuoi e poi ti giri, per non si sa quale oscuro motivo. I tuoi occhi si fermano su una persona, e ti accorgi che quella persona è proprio carina. La guardi, la fissi, magari ti ci scambi sguardi maliziosi, ma tutto si ferma lì. Uno dei due scende, e tu ti giri a guardare l’altro, fermo sul marciapiede, che segue con lo sguardo l’autobus che si allontana. Un ultimo sguardo, un’ultima occhiata maliziosa, e poi via.. Come era arrivato se ne andava. Ma tu, stai pur certa che per tutta la giornata riuscirai a pensare solamente a quel paio di occhi azzurri, castani o neri quale siano. Hai un pensiero fisso, e quel pensiero sono quel paio di occhi, che ti hanno guardato per un nano secondo della tua giornata. Non lo incontrerai più, ma è curioso come ogni tanto ti torna in mente di pensare agli innamoramenti lampo che hai avuto nella tua vita. Ma perché si chiamano innamoramenti lampo? Perché lampo? Perché ti dimenticherai presto di quella persona? Oppure perché è una cosa veloce, indolore? Non sapeva bene il perché di quel modo di dire, ma veniva fin troppo usato. Allora anche la sua “storia” doveva essere calcolata come innamoramento lampo. Era passeggero, no? Non era indolore, perché quello proprio no! Ma in fondo avevano passato insieme meno di due mesi. Quindi.. si, era calcolato come innamoramento lampo. Se non dalla gente comune, da lei stessa!
Non era riuscita a dormire. Aveva sonno, ovvio, ma aveva preferito rimanere sveglia anche dopo che avevano finito di fare.. quello, e Zayn si era addormentato. Come si poteva perdere quattro ore, le ultime quattro, a dormire quando vicino a te era addormentato un angelo travestito da diavolo? Come si poteva perdere tanto tempo a sognare quando al fianco c’era già un sogno? Uno spettacolo migliore di un sogno. Era reale, quello spettacolo. Non qualcosa che desiderava il suo inconscio, ma semplicemente lei. Lo desiderava, lo pretendeva. Ma non poteva, non poteva averlo. Il destino era stato proprio uno stronzo, a donargli quel ragazzo e poi così, quando lei finalmente aveva stretto le mani su di lui sicura che fosse suo per sempre, il destino glielo strappava dalle mani, portandolo lontano. Perché era quello.
Con un sospiro si abbassò di nuovo a sfiorare, per la centesima volta le sue labbra. Lo faceva da quando si era addormentato, e lui senza accorgersene ricambiava, spingendo le labbra sulle sue.
Guardò l’orologio al suo polso. Ormai erano le sette. Doveva muoversi. Si mise seduta sul divano, si rivestì e dopo essersi alzata controllò che Zayn fosse coperto bene. Prima di svegliarlo, decise di fargli una foto. Una foto che sarebbe rimasta solamente sua, ed era sicura, sarebbe rimasta nascosta nel profondo delle sue foto. E come una ladra sarebbe andata a guardarla di tanto in tanto, di nascosto. Prese il cellulare e gli scattò una foto, rimanendo a guardarla per alcuni secondi.
C’era la perfezione in quella foto. Dannato lui! Come diavolo faceva ad essere così dannatamente bello anche mentre dormiva?
Si diresse in cucina, per preparare il caffè a tutti. Il primo che svegliò fu Zayn, anche perché non le sembrava il caso di andare a svegliare gli altri quando di sotto c’era uno Zayn totalmente nudo, coperto solo con una coperta. Non voleva far sapere a nessuno che si erano amati fino all’ultimo. Voleva che rimaneva solamente una cosa sua e di Zayn.
Lo scosse.
«Zayn..» Sussurrò e lui mugugnò qualcosa, girandosi e tornando a dormire. «Zayn, svegliati!» lo scosse ancora, dandogli un bacio e lui tornò ad avere il viso verso di lei. Aprì gli occhioni castani più belli del mondo, e le sorrise.
Sarebbe morta di quel sorriso, ne era certa. Si poteva morire per un semplice sorriso?
«Non hai dormito, vero?» Chiese scrutandola attentamente, mentre lei gli porgeva la tazza e scuoteva la testa.
«E come facevo? Tu russi la notte!» Disse seria guardandolo, per poi sorridere. Non era vero, non russava. Semplicemente era troppo bello per essere vero, e non era riuscita a chiudere gli occhi. Zayn si appoggiò sul gomito, per poi prendere la sua tazza di caffè.
«Un vampiro è più carino di te di prima mattina!» Sentendo quelle parole, Keyra lo guardò male.
«Grazie tesoro, ti voglio bene anche io nel profondo!» Ridacchiarono, scuotendo la testa.
Zayn portò una mano dietro la sua testa, e la spinse sulle sue labbra.
«Tu la devi smettere di svegliarmi in modo così dolce!» Si persero uno negli occhi dell’altro per qualche secondo. Il cuore perse un battito vedendo quello sguardo.
Perché era consapevole di quale giorno fosse, di cosa avessero fatto la notte prima. E ancora riusciva a guardarla con quello sguardo pieno d’amore. E a lei le uscì un sospiro.
«Giuro che non lo farò più..» Sorrisero amari entrambi, poi Zayn le diede un altro bacio.
«L’hai promesso, eh!» Annuì, guardando quegli occhioni. Si stava facendo il pieno dei suoi sguardi, volendo fare la scorta per i prossimi cento anni. «Mi mancheranno i tuoi risvegli.» Ammise il moro e lei alzò gli occhi al cielo.
«Forza vestiti che devo andare a svegliare anche gli altri. Il coglione del tuo compagno però lo svegli te, chiaro?»
Zayn sorrise, per poi affondare la faccia nella sua tazza di caffè. Lo stupiva sempre. In un modo o nell’altro, non si aspettava mai la vera risposta di Keyra. Tornò in cucina, per prendere le altre tazze di caffè e poi si diresse in camera. Quando entrò trovò il panico. Li guardò ad occhi sbarrati. Louis era scivolato per verticale quando si era reso conto che Keyra e Zayn non c’erano. Liam era per terra a dormire. Harry si era appisolato su una sedia. Ridacchiò e scuotendo la testa entrò, ringraziando il cielo che Harry era in mutande. Almeno quelle.
«Ragazzi?» Posò il vassoio sul comodino e scosse tutti. «Giorno!» Sussurrò appena vide Niall aprire i suoi grandi e stupendi occhioni azzurri.
«Ciao scricciolo! Già sveglia?» Ridacchiò.
«Io non mi sono proprio addormentata!» Ammise, affondando la mano nei capelli di Niall, con dolcezza. Il biondino la guardò tristemente.
«Potevi chiamarmi!» Disse, con il viso triste.
«Si.. Svegliare te alle due di notte è come cercare di far mettere le mutande ad Harry! Una cosa impossibile.»
Louis, che ancora dormicchiava, scoppiò in una delle sue migliori risate sentendola parlare. Si guardarono, sorridendo e Louis vedendola sorridere, scoppiò a ridere di nuovo sicuramente ripensando alla frase.
«Forza, vestitevi! Che bisogna andare!» Esclamò, con tono da mamma apprensiva. Lei si diresse al bagno, per vestirsi e bussò sapendo che c’era Zayn. «Muoviti, cazzo!» Sbottò e tornò giù per farsi un’altra tazza di caffè.
Anche i maschi avevano bisogno del loro tempo in bagno, ma decisamente Zayn ci stava mettendo troppo. Poteva essere vanitoso quanto voleva, ma da troppo li dentro.
Quando tornò su, bussò di nuovo. «Ti muovi? Ci sono altre sei persone che devono lavarsi. Ah no..» Si girò quando vide Harry passare. «Scusami, cinque.. Harry non lo calcolo neanche!»
Lo sentì ridere da dentro il bagno mentre lei si guardava male con Harry, in mutande che le passava vicino.
Lottò di fronte alla porta del bagno per tipo mezz’ora e quando le aprì, lo trovò già vestito e seduto sul wc. «Ma porca troia! Da quanto sei vestito?» Chiese, stranita.
«Da dieci minuti buoni, ma volevo sentirti impazzire per l’ultima volta!»
La palpebra sotto dell’occhio destro di Keyra cominciò a vibrare pericolosamente.
«Esci subito da questo bagno, coglione patentato!» E dopo tanti calci al culo riuscì a farlo uscire, e si preparò. Non si truccò neanche, perché tanto sapeva che sull’aereo avrebbe pianto. Che si truccava a fare?
Dopo essersi preparati, aver preso ognuno il proprio compagno a casa – almeno a farsi vedere dalla professoressa tutti uniti e coccolosi – si diressero all’aeroporto tra le chiacchiere varie nel bus preso per portarli all’aeroporto. Lei era seduta al fianco di Niall, e dalla parte opposta c’era Sophie – che poi aveva scoperto era stata felicemente sospesa per vandalismo (quanto aveva goduto, nel saperlo) la guardava male, ma con un sorrisetto felice come per dirle “tanto appena parti lui torna da me!”. Peccato che, senza ascoltare i richiami dei professori Zayn si alzava, le andava vicino e come sempre rompendo il cazzo le faceva qualche coccola. Quando erano in attesa di scendere, tutti in piedi si era messa dietro a Sophie.
«Speraci, ma ci scommetto cento sterline che non rivedrai il suo affare neanche con il binocolo da lontano!! L’ho fatto mio, Sophie. Zayn è innamorato di me!»
Non sapeva se era davvero così, non voleva crederci. Ma vantarsi un pochino prima di partire, per far crollare tutti i castelli in aria che si era fatta, era sempre una goduria.
**
«Niall vieni un secondo?» Il biondino scosse la testa, attaccato tipo cozza allo scoglio a Keyra, che lo abbracciava dolcemente. Era seduta tra Niall e Zayn, in silenzio, mentre gli altri – con una faccia da morti – cercavano di fare altro. Louis lo guardò male.
«Vieni un secondo?» Esclamò Liam a denti stretti, guardandolo male. Niall si girò a guardarla, e lei sorrise.
«Non scappo. Quando torni sarò qui, promesso!» Disse, con dolcezza e lui l’abbracciò, come se dovesse dirle addio.
Lo guardò andare via, poi finalmente si lasciò scivolare il sorriso tranquillo per lasciarsi andare ad un’espressione disperata. Zayn fissava il pavimento, torturandosi le mani. Le uscì un sospiro, guardandosi intorno. Guardò la gente che camminava frenetica nel piccolo aeroporto, pur di non guardare Zayn. Si sentì tirata e finì tra le braccia di Zayn. Quando si girò a guardarlo, vide che aveva quello sguardo da cane bastonato, che in realtà le faceva capire quanto stava male. No, Zayn. Non abbandonare anche tu il sorriso, crollerò così.
«Vedrò un tuo sorriso prima di partire?» Chiese lei, e Zayn si girò a guardarla.
«Non ho voglia di sorridere.» Ammise, depresso.
«Non era una richiesta, era un ordine Malik!» Ed eccolo lì il suo bellissimo sorriso.
Ricambiò, perdendosi dentro a quegli occhioni castani che pian piano aveva imparato ad amare, conoscere e leggerci dentro. Non c’era niente da fare. Solo lei riusciva a farlo tornare a sorridere quando dentro si sentiva a pezzi. E non sapeva come ci riusciva, ma bastava un suo sorriso, una sua frase, che il sorriso tornava sempre sulle sue labbra. Si accoccolò meglio tra le sue braccia. Prese a torturarsi la pellicina sul labbro, come quando era nervosa. Era nervosa, niente di più. Non voleva lasciarlo, non voleva lasciare tutti quanti. Sentiva il solito magone alla gola che preannunciava che stava per piangere.
«Mi serve il tuo sorriso per almeno un’altra ora. Sennò crollo, Zayn! Non ce la posso fare se vedo anche te in questo stato.» Ammise, lanciandogli una richiesta di aiuto. Lui la guardò.
«Non credo di riuscirci!» Ammise il moro, guardandola.
Era lui che doveva stare male, non gli altri. Era lui che da due giorni – quando si era reso conto che stava per partire – continuava a vedere tutto quello che era successo con Keyra nel suo cervello. Era lui quello che voleva piangere, era lui quello che voleva dirle di rimanere, e di non andarsene. Di rimanere al suo fianco, per renderlo felice. Di farlo continuare a ridere come solo lei ci riusciva, a farlo esasperare, a farlo divertire. Di rimanere per farlo sentire come un ragazzo normale, innamorato di una ragazza normale.
«Potrò chiamarti?» Chiese lui ad un tratto e Keyra si girò a guardarlo.
«Non mi chiamerai Zayn!» Gli fece notare, con un sorriso amaro.
«Si, ma se mi passa per l’anticamera del cervello, posso chiamarti?» Le chiese con tono incazzato, e annuì, guardandolo con dispiacere.
Aveva annuito solo per rispondere, ma Zayn non si sarebbe fatto sentire. Lo sapeva, e lo sapeva anche lui. Niall tornò, attaccandosi di nuovo a lei come una cozza.
«Posso venirti a trovare quando voglio?» Si girò a guardare Niall.
«Tu puoi fare tutto quello che vuoi.» Disse, e lui sorrise ma tornò subito lo sguardo triste.
«Come farò quando pioverà e tu non sarai lì pronta ad aprirmi le coperte e farmi dormire con te?» Sorrise dolcemente.
«Ce la farai!» Esclamò, con un sorriso. Tornarono anche gli altri.
«Ce la fate coccolare un po’ anche a noi?» Chiese Liam, con la faccia dispiaciuta. I due scossero la testa.
«E’ mia!» Risposero insieme, e poi presero a guardarsi male.
«No, Malik è mia! Tu sei arrivato dopo!» Il moro scosse la testa, dando una spinta a Niall, giocosa.
«Io ci andavo a letto insieme..» Disse, e Niall rispose alla spinta.
«Io sono il suo migliore amico.»
«E io il suo trombamico.»
Keyra scosse la testa.
«La finite, cazzo?» Sbraitò la mora, guardando prima uno e poi l’altro. «Merda, riuscite a farmi venire il mal di testa pure l’ultimo giorno.»
La guardarono tutti con quello sguardo da cane bastonati che, lo doveva ammettere, le faceva male più di qualsiasi altra cosa.
«Oddio ragazzi per favore.. Non fate quelle facce, lo sapete che ci rivedremo!» Tutti annuirono, mentre lei mentiva.
Si, stava mentendo perché non avrebbe rivisto nessuno di quei cinque ragazzi.
«E allora su, smettetela di guardarmi come se sto andando a morire. Fatemi sorridere!» Harry si buttò su di lei, piangendo. Rimase incredula per alcuni minuti, poi l’abbraccio.
«Sta piangendo?» Chiese lei incredula, indicando la sua schiena. Louis annuì.
«Guarda che stiamo tutti giù di morale. Lui è quello, dopo Niall che fa vedere meglio cosa prova. Se vuole piangere, lo fa!» Lo guardò, poi strinse ancora di più l’abbraccio con Harry, con dolcezza.
«Dai cucciolo di foca. Ci rivediamo presto!» Disse con dolcezza. Lui singhiozzava sulla sua spalla.
«Chi mi farà sentire una merda? Solo tu ci riesci!» Rise di cuore, sentendo la gola ardere per il pianto che si sarebbe voluta fare.
«Louis ha imparato bene, è stato il mio alunno modello! Lui basterà e avanzerà, ne sono sicura!» Louis le sfiorò il volto con una carezza.
«Keyra..» Si girò quando vide Lucas. «Dobbiamo andare!» Annuì, e tutti si misero in piedi.
«Ok, mi raccomando, non fate bordello. Cercate di non rimorchiarvi delle galline, e comportatevi sempre bene, ok?» Tutti annuirono.
«Si, mamma!» Ridacchiò, abbracciando Harry. «Tu lavati qualche volta.. Sennò la tua puzza arriverà fino a Londra.» Rise e lo vide annuire.
Abbracciò anche Louis, che si commosse, ma si tirò subito dietro, per farle abbracciare Liam.
«Tu dovevi darmi il tuo numero, però alla fine mica me l’hai dato!» Disse, triste facendolo ridere. «Il tuo sedere è rimasto impresso nel mio cuore!» Liam si fece un’altra risata vedendola portarsi una mano al cuore in un gesto teatrale.
«Stacci bene, ok?» Annuì. Liam la trattava da bambina piccola, la faceva sentire una neonata con tanto di ciuccio. Le parlava come un papà parlava al suo bambino. Non le dava fastidio. Di solito quando le davano della bambina si innervosiva, ma con Liam era tutto ok! Si sentiva protetta. Lo abbracciò, poi guardò Niall, nascosto con mezzo volto nel maglioncino.
«Oh ti prego Niall!» E appena parlò lui le si buttò addosso. Accarezzò i suoi capelli, con dolcezza. Quanto male le faceva vederlo così. Se lo sarebbe davvero riportato a Londra, sapendolo così dispiaciuto della sua partenza.
«Mi mancherai!» sussurrò al suo orecchio, dandogli dei piccoli bacini sulla guancia paffutella e rossa e lui rispose con un singhiozzo. «Ma vorrei vedere il tuo sorriso e sentire la tua risata prima di partire. E poi perché piangi? Ci vedremo presto, dai!»
Si, brava, continua a mentire. Sentì una mano accarezzarle la schiena. Era sicura che fosse Zayn. Lui sapeva che non l’avrebbe rivisto Niall. Affondò la faccia nella sua spalla, stringendolo forte.
«Niall.. Ti prego!» Lo pregò, sentendo il magone alla gola farsi sempre più grosso.
«Scusa, ma non ci riesco..» Esclamò, tra il pianto. Mio dio! Con un po’ di forza Niall si staccò e le sorrise.
«Ecco il sorriso più bello del mondo!» E lui ridacchiò. «Ci sentiamo appena scendo dall’aereo, ok?» il biondino annuì.
Si girò verso Zayn, e le si mozzò il fiato in gola. Lo abbracciò, senza guardarlo negli occhi.
«E tu per favore non tornare con quella gallina!» Tutti si girarono per lasciargli un momento tutto loro. L’ultimo momento. «Promesso!» Sussurrò, affondando di nuovo la faccia tra i suoi capelli, per sentire per l’ultima volta il suo profumo. Si riempì i polmoni di quel profumo, maledicendo i suoi polmoni per essere così piccoli e non potersi riempire di altro profumo.
Si staccò e gli sorrise, ricevendo uno di quei sorrisi stupendi che tanto le piacevano.
«Ciao Zayn!» Un po’ straniti gli altri si guardarono, cercando di capire come mai non si stavano piangendo addosso, oppure non si erano dati neanche uno di quei baci che si vedono in televisione.
Prese la sua valigia a mano e Lucas le fu affianco.
«La strada la so anche da sola. Non mi serve l’appoggio morale, sai?» Sbottò, guardandolo male e sentendo la risata di Louis dietro di lei.
Si girò a sorridere a tutti, poi prese a camminare. Un passo, due passi, tre passi.. Lo vedeva il metal detector che l’avrebbe divisa da tutti. Da Niall, da Lui.
«Puoi farcela. Non è difficile. Un passo dopo l’altro.»
Parlava da sola, solamente come una pazza può fare. Si mise in fila, per arrivare al metal detector. Quasi quando si trovò di fronte al tizio che controllava il biglietto, sentì un casino intorno a lei. Si girò a guardare che cosa succedeva.
«Signora non sto superando. Devo solo dire una cosa ad una persona. Guardi, non ho neanche il biglietto.» Sbottò Zayn.
«Zayn!» urlò stranita e facendolo così girare verso di lei. «Che cosa cazzo stai facendo?!» Pure la signora con cui si stava facendo una litigata si girò, per poi lasciare perdere la signora e si fece spazio tra la gente, finendo di fronte a lei.
«Tu sei sicura, vero? Tu sei sicura di prendere quel cazzo di aereo e chiudere i ponti con me, con Niall?»
Le voleva male. Molto male. Lo guardò dal basso. Non gli rispose neanche, sapendo che si sarebbe messa a piangere.
«Sei ancora in tempo!» Lo guardò ancora seria da sotto le ciglia. Lui ricambiò lo sguardo e quando capì che non avrebbe risposto, sospirò depresso. «Forte fino alla fine! E’ questo che mi piace di te!» Lo vide sorridere in modo amaro, poi le passò una mano dietro la testa e la baciò.
Non l’aveva mai baciata così, ma sentì benissimo che in quel bacio c’era un addio lungo una vita. Era un addio, che non riusciva a dirle a voce. Strinse la mascella quando lo guardò andare via, a spalle basse.
«Ma tu sei sicura di voler lasciare qui quel ragazzo?» Da dove cazzo era spuntata la signora di poco prima?
«Signora, ci si mette anche lei? E che cazzo!» Sbottò già con i nervi a fior di pelle, tornando a camminare anche lei.
«Pensaci ragazza.. Quel ragazzo è cotto di te!» Al diavolo la signora impicciona.
Ma porca miseria, non bastava la sua coscienza a farla sentire una merda. No! Serviva pure la nonnina impicciona. Porse il biglietto, socchiudendo gli occhi. Aveva così tanta voglia di tornare indietro, di prenderlo e baciarlo come mai aveva fatto in vita sua. Ma sentì il tipo schiarirsi la voce, segno che aveva controllato il biglietto. Lo guardò, guardò il biglietto e sospirò.
“Puoi farcela, dai! Sei al traguardo. Quel metal detector è la tua salvezza.” Pensò e annuì, riprendendo il suo biglietto. Posò la valigia, si tolse il giacchetto e tolse tutti i metalli. Prima di passare si girò a guardare il punto dove aveva lasciato i cinque.
Deglutì quando vide Niall appoggiato a Liam, piangendo e Zayn a testa bassa che si guardava i piedi, muovendosi avanti e indietro sui talloni. Alzò lo sguardo nello stesso momento che lei si girava, riprendendo a camminare. Non le era mai sembrato così difficile camminare. Sembrava peggio di un film. Lei indecisa se tornare indietro o no, lui che addirittura si faceva tutta la fila di persone che aspettavano per passare il metal detector solo per fermarla. Peccato che non era un film, che non ci sarebbe stato nessun “e vissero felici e contenti”, non ci sarebbe stato nessun lieto fine con un matrimonio. No, non era una favola, era la realtà. La realtà che sapeva poteva sembrare perfetta in quel momento, ma con il passare del tempo sarebbe andata a sfociare. Nell’odio. Invece in quel modo era tutto più semplice. Avevano solo bei ricordi, e non litigate, gelosie o cose del genere che ti facevano pensare “Ho sbagliato a mettermi con lui”. Avevano bei ricordi, solo quelli che in futuro le avrebbero fatto pensare “cazzo ho fatto bene a godermi il momento!”.
Si, quanto era bello crederci. Peccato che lo sapeva, lo sapeva nel profondo, che appena scesa da quell’aereo si sarebbe fatta un pianto infinito.
Passò il metal detector, senza che quello suonasse. Aveva sempre suonato, prima di quella volta. Magari per un bottone, per la cinta, per qualsiasi cosa. Quella volta sembrava volerla aiutare, pur di non farla tornare indietro, dalla parte dove poteva scappare di nuovo tra le braccia di quel ragazzo che l’aveva rapita. Un altro sospiro, e prese la valigia, indossando di nuovo tutti i metalli e attendendo insieme alla sua classe che tutti passarono.
Solo quando si ritrovò seduta sull’aereo, pronta a partire si rese conto – cercando l’ipod nella tasca – che c’era una sorpresina. Una lettera. Sbarrò gli occhi, incredula per poi guardare il portellone dell’aereo chiudersi.
Sbam! Entrambi chiusi. Era chiusa ermeticamente dentro a quell’aereo.
Aprì il tavolino, posando su di esso la lettera e guardando la scrittura tremolante di Zayn.
Che stronzo. Che stronzo! Doveva menarla mentalmente fino all’ultimo.
Si decise ad aprire quella lettera solamente quando furono in quota. Aveva pensato seriamente di non aprirla.
Mai.
Ma la curiosità è una brutta bestia. E quando ti ritrovi a piangere lacrime amare su una lettera, come nei migliori film, pensò di essersi fottuta per sempre la vita. Perché si, era rimasta fottuta grazie a quelle parole. E aggiungendole alle sensazioni che provava insieme a Zayn, si era ritrovata stesa metaforicamente parlando su un pavimento. E strisciava invece di camminare. Strisciava con i gomiti, andando avanti solo per abitudine.
Stronzo, fino alla fine. La voleva far sentire una merda, e ci stava anche riuscendo. Ma forse aveva ragione lui. Non si sarebbe fermata neanche se quelle parole gliel’avesse dette in faccia, e avrebbe sicuramente risposto con il sarcasmo.
Quando arrivò a Londra, ad attenderla c’era Mary. La vide saltare felice per farsi vedere ma vedendo gli occhi di Keyra gonfiarsi di lacrime, capì che non era il caso di essere felice. E, da brava migliore amica, prese il malumore di Keyra con se, sentendosi una merda anche lei. In macchina pianse con lei, vedendola così disperata. Capì che Keyra aveva appena lasciato metà del suo cuore in mano a quei ragazzi, che non si sa per quale oscuro motivo erano riusciti a farsela amica. Non pianse mai così tanto, come in quella settimana. Pianse fino a sentirsi male, liberandosi di tutta la frustrazione che tratteneva da mesi. Quella notte Mary la fece dormire da lei, e la sentì piangere anche durante la notte. Solo in quel momento Mary capì una cosa. Keyra si era innamorata, per la prima volta in vita sua. Non l’aveva mai vista così male neanche per Lucas. Finalmente aveva capito cosa si provava ad amare, ad essere amati con tutto se stesso. E per un nano secondo pregò di non innamorarsi mai, vedendo in che stato stava la sua migliore amica.

Il “cara Keyra” è antico, non trovi?
Comincio la mia lettera così senza il “cara Keyra” ne niente. Sai cos’ho pensato quando ti ho visto la prima volta? Me lo ricordo bene, eravamo all’aeroporto, e ad un tratto mi sono sentito osservato. Ho alzato lo sguardo, ho cercato di capire chi mi guardava e alla fine mi sono ritrovato te, con una di quelle espressioni incredule disegnate sul volto. Mi sono domandato “Che cosa cazzo si guarda questa?” o come dici tu “Ma ho i pupazzetti in faccia?”
Mi hai dato un fastidio quando, rendendoti conto che ti stavo guardando, hai cambiato espressione e mi hai guardato malissimo. Mentalmente ti ho odiato. Poi, ti ho conosciuto. Ho scoperto che dietro a quei sguardi cattivi c’era una simpaticissima ragazza. Il London Eye. Non credo di aver riso così tanto in tutta la mia vita, la nostra prima chiacchierata. Si, me la ricordo bene. Poi ho deciso di giocare con te, vedendo che ti eri innervosita a sapere che eravamo rimasti in camera da soli e tu ubriaca. Sapevo che assomigliavo a quel tuo ex, quindi ho deciso di giocare. E tu ci sei caduta. Non è successo nulla. Certo, mi sei praticamente saltata addosso, ma.. (e sono serio) non sono quel tipo di ragazzo che usa una donna ubriaca. Mi sono rimesso la maglietta, ti ho bloccato a letto, tu hai piagnucolato perché pensavi che non ti volevo neanche io. Stavi associando Lucas a me. E mi hai fatto rodere il culo! Perché se dovevi venire a letto con me dovevi pensare a me, non a quel cesso. L’idea che se mi lasciavo andare tu mi avresti usato, mi ha fatto incazzare così ho deciso di farti pensare che eravamo finiti a letto insieme. Saggia decisione. I migliori 2 mesi della mia vita. Grazie a te, sono rinato. Ho capito che non ho bisogno di una deficiente vicino per essere un fico. Lo sono di mio! Starai ridendo, forse per queste parole, ma è vero, sai?
Grazie, davvero. Tu non sai quante cose mi hai fatto capire, in questi due mesi. Non mi metto qui a scrivere, perché so che spenderei troppo tempo e tu sei fuori dalla porta a sbraitare come un ossessa che devo lasciare il bagno. Mi devo muovere. Insomma, alla fine ci siamo finiti davvero a letto insieme. Ho fatto tante cazzate nella mia vita, ma credo che l’unica che non ho fatto è quella di starti dietro. Di giocare con te, e di imparare a conoscerti giorno per giorno. E mi ritrovo adesso, oggi che è l’ultimo giorno, a pensare che io, vaffanculo, non so stare senza di te. Ieri abbiamo fatto l’amore. Si! Mi hai concesso di amarti, di farti amare come - sono sicuro - nessuno ti ha amata. E’ stato qualcosa che non so spiegarti, e spero che lo è stato anche per te, ma se stai leggendo questa lettera significa che tu sei sempre più forte di me. Che avrò fatto pur di bloccarti? Ti ho rincorso, sicuro. Perché se tu sei forte, e hai la forza di andare avanti, io mi fermo nel benessere. Con te stavo bene, e sono sicuro che avrò fatto di tutto per bloccarti. Ma tu sei una donna con i contro coglioni, lasciamelo dire, e te ne sarai andata. Puoi pensare quello che vuoi, che sono un coglione e pure troppo smielato. Ma mi mancherai, non ti dimenticherò e potrebbe anche essere che ti chiamerò. Sono certo che non ce la farò a non chiamarti. Non credo che riuscirò a trovare nessuna come te.
Ancora non ho finito di conoscerti. So che dietro a quella corazza c’è tanto altro da conoscere. Perché non mi hai permesso di conoscerti, di amarti come sai, che sono capace di fare? Perché? Perché mi hai lasciato, Ké? La paura di diventare una coppia smielata come il resto del mondo? La paura di litigare ogni santo giorno? Cosa, cosa ti passa per quel cervello bacato? Diamine Keyra. Voglio dirti una cosa. Possiamo sembrare “normali” da soli, ma insieme siamo tutto tranne che normali. Siamo noi. Sono sicuro che anche tu lo pensi. Sono sicuro che anche tu, trovi che siamo perfetti per stare insieme, ma testarda come solo tu sai essere, non ci hai dato questa possibilità.
E so cosa starai pensando adesso “si, guarda lo stronzo mi da tutte le colpe a me.. Mi dice queste cose per lettera, e non di persona!” è vero. Sono uno stronzo. Ma spero sempre che tu leggerai questa lettera quando ancora sei in aeroporto, e non in aereo. Che lasci tutti e corri di nuovo da me, ma.. si, mi sto lasciando andare ai film mentali. Bello sognare. Ho cominciato a sognare da quando ti conosco, sai? Si, ti sto dicendo queste cose tramite lettera perché quando mi guardi, non ho il coraggio di lasciarmi andare. Perché so, che tu mi risponderai con il sarcasmo pur di non scoppiare a piangere. Sempre più forte di me. Quando ti guardo, mi blocco. Mi fai sentire un perfetto imbecille con tutte queste cose smielate. Da una parte vorrei dirti tutto quello che mi passa per il cervello, dall’altra no. Perché so che tu mi smerderesti fino alla fine. Solo tu non ti emozioni sentendoti dire “mi piaci”. No, sei fuori dagli schemi. E forse era per questo che ti ho cominciato a girare intorno, desideroso delle tue attenzioni. Eri una sfida all’inizio, poi sei diventata il centro del mio mondo. Volevo che tu mi dessi le tue stupidissime attenzioni, che mi guardavi diversamente da come guardi tutti gli altri. Credo di esserci riuscito, no? E se sei salita su quell’aereo, beh.. sono sicuro che un pezzetto del tuo cuore è rimasto con me. Puoi fare sarcasmo quanto vuoi, ma io so. So quello che ti passa per il cervello. Tu non sei rimasta con me, solamente per paura. La paura di diventare come tutte le altre, di innamorarti, di sentirti dire che sei il mio centro del mondo. Il perfetto punto per l’equilibrio. Eri il mio equilibrio Keyra! Quindi ecco tutto quello che volevo dirti. Nessuno mi ha mai preso come te. Non ho mai trovato nessuno che mi facesse ridere come te. Sei l'unica persona con cui posso vedermi felice. La definizione dell'amore per me sei tu.
Devo andare anche perché penso che se resto altri due minuti in questo bagno tu sfondi la porta e mi massacri di botte.
Ti voglio bene, ok?
Tuo, Zayn.
 
Note dell'autrice: Ci siamo ragazze. Ecco l'ultimo capitolo! Ho gli occhi lucidi, devo ammetterlo. (: Volevo ringraziare tutte quelle persone che hanno seguito la storia, messo tra i preferiti la storia, quelle che l'hanno commentata, facendomi sapere tutto quello che hanno provato o no capitolo per capitolo. Chi, come me si è innamorato di Keyra con il passare del tempo. E' stata un'esperienza wowww.. non credevo di avere un successo così grandioso, con questa storia. Ma non è finita, state tranquille. Posterò a breve la nuova storia, che come ho già anticipato è il futuro di questa. Non vi lascio tranquille, vi amo troppo!! E questo non è un vero addio, state tranquille. Keyra e Zayn torneranno? Ah, questo non ve lo so dire, sapete? :DDD ♥ spero di non aver deluso nessuna di voi. O forse si.. tutte speravate in un lieto fine. Ma a me i lieto fine poco mi piacciono!! ♥ Ieri mi avete mandato tante recensioni. Chi su twitter (@_marrymezayn per chi vuole cercarmi o aggiungermi) chi qui su efp. Vi amo tutte, posso dirvelo? vi adoro, vi adoro vi adoro.. Grazie mille per avermi seguito.

 

INOLTRE: Questo è il link della SECONDA storia, seguito di questa.  

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=902892&i=1


 
 Ringraziamenti:
 
Tutti i miei ringraziamenti vanno alle ragazze che hanno letto questa fan fiction, fidandosi di me e permettendo così l’andare avanti della storia. Senza di loro non avrei scritto, non avrei continuato. Quindi grazie.
E anche a Ludovico Einaudi. Che mi ha accompagnato nello scrivere questa storia, forse senza neanche saperlo.
E’ grazie a lui se io ho potuto spegnere il cervello e aver potuto scrivere questa storia.
 
 
© Keyra è un personaggio originale e come tale ne detengo i diritti. 

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