Intersecting Worlds

di Le Regine Malv
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


alla fine, leggere assolutamente le NOTE AUTRICI
 
 
 
 
 
 

Prologo
 
< Oh cacchio! Mi sta scivolando! >. Ad esclamare - con toni soavi - questa frase era stata Martina.
 
 La ragazza stava scendendo le innumerevoli scale del palazzo Rinascimentale, che ospitava il liceo artistico. Cinque studentesse trasportavano pesanti scatoloni pieni di materiale scolastico. < Ah ah, il mio è più leggero! > Anita,  - il pagliaccio, la pazza svitata, sfottitrice perenne -  stava in testa al gruppo < Fottiti Anita.  > Le rispose Lisa, riservandole anche uno sguardo agghiacciante.
 
< Uffi, ma perché dobbiamo portarli giù noi?! Con tutti i ragazzi che ci sono in classe … > disse Veronica appena prima di scivolare, e riuscire a rimanere in piedi reggendosi  al corrimano della scala. < Eh …  pota*! La profe ha chiesto a me e le ho detto di sì. > Di origine Bulgara, ma nel cuore estremamente bresciana, Valentina, piccola e carina d’aspetto ma un modo di esprimersi degno di uno scaricatore di porto ( Bresciano!).
 
Continuarono a scendere. Arrivate al piano terra, svoltarono a destra trovandosi di fronte alla biblioteca. Là affianco si trovava la penultima rampa che dovevano percorrere per arrivare ai “sotterranei”, il seminterrato usato come magazzino dalla scuola. Scesero anche quella per poi ritrovarsi davanti all’ultima.
< Mmmh, è molto buoi .. lì sotto > bisbigliò Martina, < Massì, scendiamo, l’interruttore sarà alla fine della scalinata.> Così, sotto incitamento di Lisa, scesero gli ultimi gradini, per poi fermarsi subito dopo di fronte all’oscurità più totale.
< Ok .. e adesso > Chiese Valentina guardandosi intorno. Veronica iniziò a tastare con una mano le due pareti del sotterraneo, senza trovare niente. < Qua non c’è, sarà più avanti. > < Oddio qua sotto è enorme. Dividiamoci > Un po’ incerte le ragazze decisero di prendere direzioni diverse, che le avrebbe portate, più di quanto immaginavano, distanti le une dalle altre.



 

 
 
 
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NOTE AUTRICI:

pota : esclamazione tipica bresciana.
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Ma bene, bene, bene. Salve a tutti!

Come già spiegato nell'introduzione, questa ff cross - over è nata e sta crescendo da cinque menti distinte, tre delle quali già fan - writers su EFP.
In questa nota vorrei solo spiegare un po' di cosette. Primo, come avrete capito, le protagoniste siamo noi. Sì, esattamente noi, in tutto e per tutto. Quindi chi si aspetta in un futuro prossimo Mary - Sue ( le apoteosi della perfezione) o comunque ragazze intelligentissime, bellissime, altissime e levissime ... si sbaglia di grosso!

Dopo aver precisato questo punto - che personalmente mi preme molto - vorrei spiegare i fatti narrati.

Questa è la storia di cinque ragazze (NORMALISSIME) che - per fatti ignoti - si ritrovano catapultate nei loro mondi ideali. Banale, direte, scontato, eppure vorrei incitarvi a leggere questa storia. Perché, mi direte. Esattamente perché speriamo, col tempo, di farvi divertire con questo nostro sfogo. 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1
 



... Lisa ...
 
< Ma perché era così difficile mettere un interruttore vicino alla scala!> Esclamai.
Sapevo che nessuno mi avrebbe sentito, o per lo meno speravo che non ci fossimo allontanate tanto le une dalle altre,  ma ebbi la prova che era così quando non arrivò nessuna risposta, neanche una irritante da parte di Anita.
 
Nel frattempo continuavo a camminare lungo questo corridoio, stranamente i miei occhi -  dopo dieci minuti che camminavo nel buio più totale - non si erano ancora abituati, e questo incominciava a spaventarmi. Non ero una fifona, di solito a emozioni come queste tendo a dare risposte logiche, come ad esempio in questo momento continuavo a ripetermi "Tranquilla, cosa vuoi che accada, il minimo che ti possa succedere è che inciampi o che vai a sbattere da qualche parte"  ma non ci credevo molto.
 
Incominciavo a sentire nell’aria un odore di piante, di fiori, di come quando in estate cala la sera.  Incominciai anche a chiedermi se non mi fossi per caso trovata nella serra segreta di qualche bidella, che ha avuto la brillante idea di nascondere qui la sua piantagione di Marijuana, ovviamente illegale; ma cambiai idea in fretta -  per lo meno sulla Maria -  nel caso invece ci sarebbe stata una luce accecante e perenne, e di certo non ci saremmo mai divise. Iniziavo a temere che si trattasse sul serio di una serra, quando improvvisamente qualcosa mi sfiorò il viso. La paura incominciò a dilagare, mi salirono i brividi lungo la schiena, così in preda al panico mi misi ad urlare
< Martina!!!! > < Anita! > < Qualcuno mi risponde?? > < Dove siete? >
 
Non ebbi nessuna risposta, un’altra volta. Sentì chiudersi lo stomaco e anche la gola, il battito aumentare come il respiro, non capivo più niente.
Decisi di abbandonare la scatola. Palpai ciò che mi aveva sfiorato. Al tatto aveva la superficie liscia e la parte inferiore ruvida. Mi sentivo circondata. Incomincia a cercare la parete, improvvisamente sentì
< Lisaaa!!!! >
Mi voltai di scatto urlando più forte che potevo
< Sono quaa!!!!!!!!!! >
 
Prima che finissi di urlare, sentì mancare la terra sotto i piedi …
< Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaahhhh >
 
Incomincia a sbattere e ruzzolare, improvvisamente riuscì ad aggrapparmi a qualcosa, ma dovetti lasciare la presa, quando sentì un dolore lancinante alla palmo della mano, così mi lascia cadere … Ma qualcosa o qualcuno attutì la mia caduta!
 
 

… Martina …
 
Quando mi staccai dalle ragazze la fifa prese il sopravvento. Continuavo a camminare lentamente, cercando di non pensare alla moltitudine di personaggi di film horror che avrebbero potuto aggredirmi in quel momento.

“Oddio, oddio, oddio “ continuavo a pensare. Poi c’era quella dannata scatola che mi bloccava le braccia, “ma che diavolo ci hanno messo dentro, pietre?! No, deve essere cemento; Sì, qualche pezzo di pavimento. Oppure un cadavere. No! No! No! Niente cadaveri! Né mostri, fantasmi … Bene. Ma che razza di idiota che sono. “ Ormai avevo così paura che avrei lanciato via la scatola, per poi darmela a gambe levate.

In quel momento sentii un rumore allucinante. Iniziai a gridare con tono leggermente isterico. Quando tornò il più completo silenzio, fui distratta da un’altra cosa. Grazie alla paura avevo accelerato il passo e quindi ero andata a sbattere di faccia contro una porta. < AHHHH! MA PORCO CAN- > L’apice del dolore lo raggiunsi quando anche la scatola casse rovinosamente a terra, passando prima sul mio piede.

Cercando di trattenere le lacrime - e le imprecazioni - mi piegai a raccogliere il “contenitore di cemento/cadaveri” e poi, con non poca difficoltà, abbassai la maniglia e, con un calcio, aprii la porta.

Quello che mi si parò davanti mi lasciò parecchio confusa. Il primo fattore di confusione fu la luce. 

Troppa luce. Il secondo fu la stanza. “Ma che diavolo …” Davanti ai miei occhi si trovavano: un modesto letto a baldacchino, una scrivania colma di libri e un armadio con mezza anta aperta.

Rimasi con la bocca aperta e l’espressione da ebete per qualche secondo.

Il terzo fattore mi fece spalancare gli occhi ancora di più. In piedi vicino dal letto - poco prima invisibile perché accucciato - c’era un ragazzo, con in mano uno strano libro peloso.

Il ragazzino mi guardò perplesso - probabilmente a causa della mia espressione sopracitata, o forse perché ero entrata calciando con poca grazia la porta, chi può dirlo?! - si sistemò gli occhiali dalla montatura rotonda bene sul naso, e poi mi chiese con voce incerta. < Ehm … Sei del servizio in camera? >
 
 

… Veronica …

Camminavo alla cieca, mentre cercavo di pensare dove poteva essere quel cavolo di interruttore. In più, lo scatolone pesava.

< Uffi, che seccatura. Perché devo portare questo scatolone! Pesa!! >mi ritrovai a mugugnare.

“pesa, pesa, pesa, …” continuavo a pensare, come se fosse una cantilena.

All’improvviso senti dei rumori, aumentai il passo, purtroppo lo scatolo mi impediva i movimenti, per questo non potei correre a perdifiato. Iniziai ad urlare < Vale!! Marty!! Lisa!! Dove siete?? Ohi!!! Dai, lo sapete che ho paura! Anita!!! >.

Ad un certo punto vidi di fronte a me uno spiraglio di luce. Probabilmente era di una porta leggermente aperta. < Lisa? Hai trovato l’interruttore?!  Sei una grande!! > Mi avvicinai, ormai sollevata, in cerca delle altre. Avvicinai l’occhio alla fessura, ma lo allontanai subito dopo infastidita. La luce era accecante. Feci qualche passo indietro per allontanarmi - o almeno ci provai -, sì perché dietro di me, a pochi centimetri, trovai un muro. Ci sbattei contro la schiena. “Ma .. prima non c’era! Da dove è uscito fuori!! Poi .. legno?!? Ma se i muri qui sono di cemento! “

Non feci in tempo a pensare ad altro, affianco a me sentii un respiro trattenuto di paura. Voltai lentamente la testa a sinistra. Di fronte a me c’era una sagoma, una sagoma con i capelli biondi.

Due urli squarciarono il silenzio.
 


… Valentina …
 
Intorno a me solo buio. Il buio era soffocante, avevo paura.

Dopo qualche secondo incominciai a chiamare le altre < Vero!! > Nessuna risposta.

In preda al panico tastai con la mano nella tasca dei jeans, alla ricerca del cellulare. Anche se la sotto non c’era sicuramente campo, almeno avrei potuto usare la luce del display per riuscire a vedere intorno a me. La mano continuava ad infilarsi nella tasca ma non trovava niente, provai con l’altra ma ci fu lo stesso risultato. “Cazzo!!! .. Il cellulare! Oddio e adesso? Torno indietro … Ma dove diavolo è il DIETRO?????“

Ormai ero nel panico più totale, provai di nuovo a chiamare. < Lisa?? > Improvvisamente lo spazio intorno a me diventava sempre più stretto. Sbattei la testa contro qualcosa di duro e freddo. “Ahu!!” Scoppiai a piangere, lasciai la scatola a terra e allungai le braccia in avanti cercando di capire contro cosa avevo sbattuto.
Era tutto viscido e bagnato, schifata allontanai subito la mano e - dopo aver ripreso la scatola - continuai a camminare, tenendo bassa la testa. Camminavo perché se no non sapevo che altro avrei potuto fare, intanto pensavo alle ragazze, la mia famiglia …

All’improvviso il soffitto era così basso che dovetti accucciarmi e strisciare per andare avanti, sempre spingendo davanti a me lo scatolo. Per un momento collegai la scena in cui mi trovavo con una di Alice nel Paese delle Meraviglie .. che cosa Bizzarra.

In lontananza sentii più volte gridare il mio nome, ma sicuramente erano allucinazioni provocate dalla paura.
Quando lo scatolo rimase incastrato ero allo stremo. Ero stanca, avevo pianto e - a quanto pareva - niente andava per il verso giusto. Sconsolata più che mai diedi un’ ultima forte spinta allo scatolo.

Rimasi un istante accecata. La scatola era entrata in una stanza molto illuminata. “ Oh mamma, sembra .. Sole?!” Era impossibile. A meno che quel passaggio non portasse fuori scuola. Tenendo gli occhi chiusi - ancora abituati all’oscurità - mi trascinai fuori dalla fessura. Appena fuori mi alzai e aprii gli occhi.
La prima stranezza che notai furono i colori TROPPO accesi.

Subito dopo realizzai di trovarmi su una stradina rocciosa. Sicuramente mi sbagliavo, ero ancora terrorizzata per gli attimi precedentemente vissuti. Feci per scotolarmi quando vidi le mie mani.

Non urlai perché il fiato mi si fermò in gola. Indietreggiai spaventata senza riuscire a distogliere gli occhi da quelle mani.
All’improvviso sentii un forte rumore di “zoccoli?” alla mia sinistra. Voltai velocemente la testa e quello che vidi furono due enormi cavalli bianchi fermarsi - dopo una lunga frenata - proprio a pochi centimetri da me.

 

… Anita …
 
Non capivo perché era così buio. Lo scatolone pesava, a differenza di quello che dissi alle altre prima di dividerci. Tutto per colpa di quella maledetta prof. che, logicamente, mi aveva dato la scatola più pesante …
 
Iniziavo veramente ad essere stufa e innervosita.
< Porca vacca, Valentina! > < Non poteva dirle di no!! > Imprecai.
 
Continuavo a camminare nel buio e nel silenzio più assoluto, sentendo solo il rumore dei miei passi, da sicuramente più di dieci minuti.
Improvvisamente sentii, come un lamento, mi fermai per sentire meglio – no, no, no, è qualcuno che piange- pensai. Provai a mettere a fuoco lo spazio intorno a me, ma non ci riuscii.
 
Adesso ero davvero impaurita, non riuscivo a muovermi
< c’è qualcuno? > Chiesi sussurrando, ma non arrivò risposta; così decisi di proseguire, stavolta più lentamente e tremando.
< Lisa? > < Vero?>
 
Deglutii, ma fu come inghiottire un sasso.
“Forse è meglio tornare indietro” Pensai.
< Si > Mi risposi, decisa!
 
Così girai i tacchi e con passo svelto – praticamente correndo– incominciai a ripercorrere il corridoio.
Correvo anche se avevo paura di inciampare. Ad un tratto inchiodai.
“Ma prima non c’era!!”
 
Mi avvicinai lentamente e silenziosamente, ma tremando più di prima, a quella macchia luminosa, ritrovandomi in un posto nuovo.
“Una palestra?”
Ma non una palestra qualunque, la riconobbi al primo sguardo, era quella del mio telefilm preferito! Glee!!
 
“ok, o ho fumato qualcosa, o mi hanno messo un trip nella coca cola”Pensai guardandomi attorno.
 
< Ehi TU!! > Sentii una voce famigliare, così mi girai di scatto verso il centro della palestra < Si, dico a te, abete! >, “Abete??” mi domandai, cercando di distinguere meglio chi fosse in realtà quella sagoma, avvicinandomi di pochi passi
< Io?? > chiesi spaventata.
< C’è qualcun altro? >




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NOTE AUTRICI:

Ma salve! 

Allora, in questo primo capitolo si inizia già a capire qualcosa .. Per esempio in quale storia capita ogniuna delle nostre protagoniste.

Visto che siamo ancora all'inizio non ho molto da dire, quindi qui vi lascio e ci si rivede al prossimo capitolo.

Revoir!

Marty/ _Eterea_





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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


... Martina …
 
Il mio cervello si scollegò per un secondo. Un lunghissimo secondo, durante la quale il ragazzo “non può essere lui!” sembrava sempre più preoccupato, probabilmente per la mia sanità mentale.
 
Dopo quell’interminabile secondo il mio sistema nervoso ricominciò a funzionare, più energicamente di quanto non avesse fatto in vita sua. Avanzai di un passo, per poi voltarmi di scatto verso la porta da cui ero entrata. Forse mi aspettavo di vedere il sotterraneo della scuola, invece oltre la porta c’era un normalissimo corridoio, fiocamente illuminato da torce appese alle pareti. Ritornai lentamente rivolta verso il ragazzo, e lì incominciarono le mie supposizioni mentale sull’accaduto (meglio dette: seghe mentali).
 
“Ok. Sono morta. E’ chiaro, sono caduta nei sotterranei, oppure è stata la facciata alla porta, e sono morta. Che schifo, l’ultimo posto che ho visto da viva è stata la scuola! Che sfiga. Sa tanto di Mirtilla Malcontenta. Però … non penso che il paradiso sia così. Magari non esiste, e da morti si arriva nel posto in cui si desidera andare. Anche se mi sembra assai difficile .. e poi .. ho ancora male alla faccia e al piede. Da morti non credo si senta ancora dolore, se no sarebbe davvero una schifezza. Quindi se escludiamo la morte … questo è un sogno. E’ OVVIO che è un sogno. Cosa diavolo altro potrebbe essere?! Oh mamma … sapevo che Harry Potter mi avrebbe fatto male un giorno .. Bene. Risolto il mistero. Questo è un sogno oppure un’allucinazione. Comunque non è reale. Mi sento sollevata”
 
Questo ragionamento durò qualche secondo. All’improvviso il presunto Harry capì di avere ancora l’uso della parola. < Non .. ti senti molto bene? Chi sei? > Decisi di stare al gioco < Ecco .. veramente io .. non so .. Dove siamo?! > < Questo è il paiolo magico, più precisamente ci troviamo nella mia stanza. >
 
Era seccato. “Senti ciccio, sei una mia fantasia, non puoi mica rivolgerti così a me! Un po’ di rispetto! Anche perché .. ma ti sei visto? Sei un nanerottolo di 13 anni ( se siamo al paiolo magico ..a forza) e io sono un tantino più grande di te.” < Io non .. ricordo da dove vengo .. > Sicuramente non potevo dirgli che tutto quello era un mio sogno. Ne sarebbe rimasto traumatizzato. No, no, meglio usare la tecnica della perdita di memoria .. sì decisamente “ spero di riuscire a mentire .. e soprattutto di non ridergli in faccia”.
 
< Oh .. ti ricordi almeno come ti chiami? > < Martina > Risposi prima di rendermene conto. “MA CHE RAZZA DI IDIOTA .. Lisa me l’ha sempre detto che non so dire bugie, in questo momento -“ “AAAAAAAAAAAAAAHHHHHH”.
 
Guardai istintivamente dietro di me. < Hai sentito?? > gli chiesi, sempre guardando la porta aperta. < Cosa? > < L’Urlo! Hanno appena urlato! > Mi guardava senza capire. “Allora è veramente stupido come sembra. Dannazione, come ha fatto a non sentirlo???” < Urlo ..? > < lascia stare, me lo sarò immaginato > “ stupido quattrocchi ..”
 
< Allora .. ti ricordi come ti chiami ma nient’altro? > Mi venne un’illuminazione  < No. Silente. Chiama Silente. > Se c’era qualcuno che in quella saga sapeva tutto era lui, quindi il mio Silente/allucinazione avrebbe saputo dirmi che diavolo era successo.
 
< Conosci Silente? > Adesso era sorpreso < Bé .. di fama. > Potter sembrò capire, prese una pergamena ed iniziò a scrivere. Intanto io mi diressi lentamente verso il letto, dove mi sedetti. Ero esausta, senza convinzione mi pizzicai il braccio, ma non mi svegliai. Di solito dei film funzionava.
Harry legò la busta alla zampetta di Edvige “ OMMIODIO CHE CARINA” e si sedette accanto a me.
< Comunque di una cosa possiamo essere certi. Sei una strega. > Subito dopo mi guardò la mano destra. Abbassai anche io lo sguardo, e rimasi scioccata. In mano avevo una bacchetta. L’avvicinai al viso guardandola bene era molto scura e semplicemente bellissima. < Chissà di che cos’è? > < scusa ma .. non ricordi niente della tua vita ma della magia sì?? > < A quanto pare .. > < Prova a fare una magia. > Lo guardai con un sopracciglio pericolosamente alto. < Stai cercando di liberarti di me?? Se non ho 17 anni verrà ad arrestarmi il ministero. > Ok. Sapevo esattamente di avere 17 anni .. volevo solo metterlo in difficoltà.
 
< Ma dai! E’ ovvio che hai più di 17 anni! > “Sta iniziando a diventare più simpatico” < Ok .. >
< … > “ Ehm” Realizzai solo qualche istante dopo di non esserne in grado. < Allora .. ehm .. vediamo .. > Era imbarazzante, cominciai a sudare freddo “ non farò la figura della babbana davanti a Potter!”
 
Provai l’unico di cui J.K. aveva descritto il movimento. < Wingardium Leviosa! > La piuma d’oca che si trovava sulla scrivania di fronte a me si sollevò di pochi centimetri da terra, per poi caderci pietosamente di nuovo sopra. “Che figura di merd - “ < Forse .. non ricordi più bene come si usa la magia .. > “ sì. Prova pure a consolarmi. Sniff .. Tanto lo so di essere una schiappa. “
 
Sospirai rassegnata. Quel sogno stava facendo quello che voleva lui .. miseriaccia!
 
 
Valentina …
 
< Ehi ragazzina! Potresti toglierti dalla strada?! > Rimasi con la bocca spalancata. La “persona” che mi aveva parlato era dentro quell’assurda carrozza a forma di .. cipolla. Mi avvicinai lentamente all’ apertura, spaventata ma troppo curiosa. Trattenni il respiro così a lungo che pensai di stare per svenire. Davanti ai miei occhi c’era Shrek. No, sul serio, mi sento stupida io a dirlo,figuriamoci voi, che non eravate là.
 
Era lui e mi guardava interrogativo e abbastanza irritato, di fianco a lui c’era Fiona “oh mamma cara” con, invece, un’espressione preoccupata .. mi ritrovai a pensare “materna”. Continuavo a fissarli senza dire niente < Ti sei persa, piccola? > “Va bene che sono bassetta eccetera, ma  .. piccola??” mi chiese Fiona sempre più preoccupata. < Io .. credo di essermi persa. > Non sapevo che altro dire. Mi ritrovavo improvvisamente in un cartone animato ( uno dei miei preferiti, per di più!) e non sapevo cosa dire.
 
< Noi stiamo andando a Molto Molto Lontano. Se vuoi ti diamo un passaggio, vero Shrek?!? > Disse il tutto in modo molto gentile, a parte il “Shrek” che uscì più come una minaccia che una richiesta. < Sì. Perfetto. Ci muoviamo almeno?!  Mi dispiace ma devi andare dietro, non credo tu ci sta qui. > Ancora abbastanza sotto shock mi diressi verso il posteriore della carrozza. Il mio cuore perse un battito. < Ehi!! Non lo prendi il cestino ???? > Non sentii nemmeno quello che stava dicendo. Era Ciuchino. Ciuchino. Ciuchino … ok, si è capito.
 
< Ehi?!?!? Mi senti??? > < Sì! Io .. cosa? > < Il cestino! Lo lasci lì?? > Guardai dietro di me con la fronte corrucciata. In effetti per terra , vicino al buco dove ero uscita, c’era un cestino, tipo quello di Cappuccetto Rosso. Lo raccolsi e poi salii sulla carrozza vicino a Ciuchino.
 
Quando partimmo il mulo continuava a guardare ossessivamente il cestino che avevo in grembo, dopo qualche minuto iniziò a farmi pena. Scostai il tovagliolo che aveva sopra e ci trovai dentro .. Biscotti! < Ehm … li vuoi ? > < Davvero, davvero? > < Sì, se vuoi- > Non feci in tempo a finire la frase e a passarglielo che ci aveva già affondato la testa dentro. Faceva morire da ridere. Quando abbassai lo sguardo e vidi come ero vestita mi venne un coccolone. < Augh!!!!!! > < che cosa c’è?? > Mi chiese Ciuchino con la bocca piena di biscotti mangiucchiati, che mi sputò pure un po’ addosso. < Niente, niente .. > “Una gonna?? Sto indossando una gonna????? Non può essere .. allora questo è un incubo non un sogno!! “Cercai di non guardare più il mio capo d’abbigliamento ed iniziai a parlare con Ciuchino. Continuavo a ridere, e lui mi prendeva in giro per la mia risata (vi assicuro che un motivo c’è), non mi ero mai divertita così prima.
 
Dopo qualche ora .. < Lo sapevo che avremmo dovuto lasciarla lì! > mugugnò Shrek stringendo pericolosamente i pugni . Nello stesso istante, dietro ..  < SPINGI QUA spingi là ... il bestiame avrai …  >
Ciuchino Infilò la testa nella carrozza < Shrek!! Mi piace questa ragazza!! >
 
... Lisa
 
Aprii gli occhi, tutto girava. Misi la testa tra le mani, come per dire “ Fermati! “
Nel frattempo sentivo qualcuno urlare, da quel che capii sembrava stesse parlando con me, ma non lo vedevo. Mi strizzai gli occhi, ma non lo vedevo lo stesso, vedevo tutto sfuocato, come quando non ho gli occhiali. “GLI OCCHIALI!!!!” “ Dove sono, dove sono, dove sono!” Misi a tastare tutto ciò che cera intorno a me.
Mentre ero presa nelle ricerche della cosa più importante ( o quasi ) oltre alla mia vita, sentii uno scoppio, sembrava quello di un palloncino, trovai gli occhiali, gli indossai, e ...
 
“DOVE SONO?”
 
Non capivo più niente. Mi ritrovai a correre, assieme ad un animale, ma in quel momento non riuscivo a capire che animale fosse.
Correvamo, io più veloce che potevo.
 
“E’ solo un sogno, è solo un sogno” Continuavo a ripetermi mentre schivavo rami, alberi, buche o radici che spuntavano dal terreno. Ogni tanto provavo a guardarmi alle spalle, per capire da chi stavamo scappando, ma non riuscivo a vedere, gli occhiali mi saltavano sul naso, dovevo stare attenta altrimenti  rischiavo di inciampare.
 
Ciò che ci stava rincorrendo ci stava raggiungendo. Inizia ad avere paura, tanta paura, saltammo da un dirupo, come ce la feci non lo riuscii a capire.
Improvvisamente, non lo vedevo, quell’animale strano che correva con me, non cera più!
Mi voltai ero ancora inseguita. 
Ad un tratto inciampai, << Aaagh…!!! >>
Rotolai per qualche metro e mi ritrovai dinanzi un precipizio, non si vedeva molto, non riuscivo a capire se era sera o era nuvoloso, ma tutto ciò mi sembrava alquanto strano.
 
<<  Aaaaaaaaaaagghhhhhhhhhhhhh >> Sentii alle mie spalle. Mi voltai, e ritrovai accanto quell’animale che scappava come me, da quegli esseri  che adesso, ci avevano circondati. Loro li riconoscevo., erano un branco di "pantere?", così incuriosita, mi voltai alla mia sinistra e vidi un “lama!!” pensai stranita.
 
<< Buoni micioni, buoni, buonini >> disse
“DISSE?”
Stavamo arretrando, e insomma, o rischiavamo di diventare la cena di quei  -  micioni – , o uova strapazzate per coccodrilli.
Mentre stavamo decidendo, si sentì una voce, presumibilmente, arrivare da destra; infatti si poté ben presto intravedere un uomo, avvinghiato ad una liana.
 
<<  Aaaoohhaaaaoooghhhhhhaaogggggggh >>
Tagliò,  il branco volando, e superandoci.
<<  Aaaaaaaaaghhhhhhhhhhh >>
 
 Fummo risvegliati da quella visione da un ruggito, pronti a diventar cibo … Quando mi sentii afferrare, ad un tratto volavamo anche noi, sorretti da quest’uomo, mentre vedevamo allontanarsi il branco di pantere.
 
<<  Tranquilli, vi tengo stretti, siete al sicuro! >> disse l’uomo.
 
Fu investita da una grande gioia, mi sentivo piena di adrenalina.
 
Ma questa bellissima sensazione durò ben poco. L’uomo misterioso non fece quasi in tempo a finire di parlare, che ci ritrovammo legati, da quella stessa liana, come dei salami ad un tronco di un albero.
 
Mi sembrava tutto alquanto strano, come se non fosse veramente reale. Non riuscivo a muovere un solo muscolo
 
<< Che bello … E adesso?? >> Esclamai, con tono abbastanza nevrotico.
<< Magari io non sono un esperto in sistemi di  salvataggio … Ma questo secondo me, potrebbe essere considerato un passo indietro … Non trovi?!! >>  
Non riuscivo a capire chi stesse parlando, non riuscivo a vedere, così mi sforzai, provando a sporgermi.
<< Nonononono … Va, va tutto bene … Ad … Adesso rilassatevi. Vedrete che riusciremo a cavarcela. >>Ribatté qualcun altro.
Riuscii a intravedere alla mia destra il lama “parlante”, quindi alla mia sinistra ci doveva essere l’uomo della liana.
In quel preciso istante si sentii il grande ramo spezzarsi …
<< Ti odio >> fece il lama.
 
<< Nooooaagggghhh >>
 
Iniziammo a rotolare  cadendo nel vuoto più totale, iniziavo a rimpiangere le pantere.
Sbattemmo contro una roccia, e contro un'altra ancora fino a rotolare in un corso d’acqua.
Era fredda, vedevo tutto nero e verdolino, iniziai ad annegare, mi mancava l’aria.  Ad un certo punto riuscimmo a risalire e a prendere fiato.
Continuavamo a essere trasportati dalla corrente e sbattevamo contro le pareti:
 
<< Aaagghhhh >>
 
Dopo una sorta di sbalzo trovammo un attimo di pace, il tronco girava in circolo trasportato dalla corrente e noi ancora legati. Tossivo tantissimo,  penso che l’ultima volta che bevvi così tanto, fu quando mio papa' mi insegnava a nuotare senza braccioli.
 
<< Non so voi smilzi … Ma io mi sto divertendo anche troppo >> Disse ironicamente il lama “parlante”
<< Ohoh … >> Fece l’uomo.
<< Non dirmelo, stiamo andando verso un altissima cascata … >> Continuò il lama.
Spalancai gli occhi incominciando a dimenarmi come una pazza …
<< Nonono >> Dissi più volte, sperando di svegliarmi improvvisamente.
<<  Già … >> Confermò l’uomo.
<< Con massi appuntiti?!! >>
<< E’ un classico! >>
<< E andiamo >>
 
<< Non voglio moriiiiirrreeeeeeee >> Urlai a squarcia gola!!!
 << Mammmaaahh.aaaahh… aaahhh… yyyuuuu…uhhh >>
 
 
... Anita ...
 
Quella fastidiosa voce l'avevo riconosciuta.
Era Sue Sylvester, allenatrice delle Cheerios del WMHS, seduta dietro un lungo tavolo con un cartellone che ricopriva tutta la parte frontale: "Audictions for Cheerios", audizioni per Cheerios.
< Vieni un pò avanti tu! Non riesco a vederti la faccia con quei capelli! > disse la strega bionda usando il megafono. Io avanzai spaventata, accorgendomi di avere  addosso la divisa delle Cheerios.
"ma che cazzo?!?"  < vedo che sei già pronta..> trillò ridendo sadicamente Sue.
Ma non ci feci tanto caso perchè mezzo a tutta quella confusione nella mia testa vidi lei.
Una ragazza seduta in parte alla Cotch, capelli scuri raccolti da una coda perfetta. Pelle leggermente scura, mulatta, braccia conserte, gambe accavallate e sguardo magnetico su di me.
Era senza dubbio lei..lei... Naya Rivera.
Naya Rivera. Naya Rivera...continuavo a ripetere il suo nome nella mia testa.
"calmati Anita, ricorda il motto. Keep Calm." ma era inutile. Iniziai a correre sbraitando il nome dell'attrice e mi ritrovai sopra di lei.
< Ehiehiehi! mi sono appena fatta le unghie! Levati! > disse Naya buttandomi a lato per poi alzarsi mettendosi a posto la gonnellina rossa.
< NAYA! NAYA RIVERA! ho sempresognatovedertitipregofaiunafotoconme! > esclamai tutto d'unfiato cercando la macchina fotografica che non avevo.
< Calmati riccia, io sono Santana Lopez! > si andò a sedere mettendosi nella stessa posizione e io le andai davanti mettendo le braccia sul tavolo mentre Sue si godeva la scena, con un grosso punto di domanda sulla faccia.
< ahahah! Naya, sei sempre così spiritosa! > iniziai a ridere < Tu eres Loca! Jo soy Santana Lopez!>
esclamò alzandosi di scatto come per sfida. Mi fissò negli occhi.
< mmm ok.."Miss Lesbica ma mia nonna non vuole" > imitai il suo modo di sparare sentenze
< Come tua nonna non vuole? > chiese stupita Sue che ormai sapeva già tutto ma Santana non voleva fare Coming Out con la scuola intera.
< Storia lunga cotch >
< Oddio quanto ho pianto in quella puntata!! > dissi disperandomi abbracciando "Santana" come per consolarla.
< Tu sei pazza!! ora basta! > mi spinse e io caddi per terra. Mi rialzai guardandola arrabbiata
< Scusami.. > abbassò lo sguardo, in fondo Santana era buona, la disegnavano cattiva, ma era buona.
< Tranquilla > sorrisi dolcemente, ero incantata dalla sua magnifica Bellezza ma a quanto avevo capito gli attori, anzi, i personaggi non sapevano di essere attori...mmmh era senza dubbio un Trip!
 
< vorrei far parte del Glee Club! > dissi a Santana
< Cosa?! No no siamo già in troppi, e poi non ci serve una come te. > mi rispose usando la sua lingua velenosa che non usava da diverse puntate.
Sue ci interruppe < Abete o come ti chiami.. >
< Anita. >
< Sì stesa cosa, inizia con la A. Sei dentro. Nelle Cheerios! > disse Sue sorridente, logicamente stava fingendo di sorridere, era nel suo dna non sorridere.
< Ma io..>
< Niente ma!!  sei dentro! Anche se avere un'altra spagnola nel gruppo non farà tanto bene >
< Io non sono Spagnola, Italiana NO Spagnola, Entiende? >
La misi sul ridere e Lopez sorrise quasi divertita
< Ok ora sparisci dalla mia vista ..Anita, Abete Italiano >
Santana si sedette e mi guardò. Io girai i tacchi e uscì canticchiando il ritornello di Valerie.
Sentivo gli occhi neri di Santana su di me e spalancai le grosse porte della palestra continuando a cantare.
 
Ok, tutto questo era strano, il mondo era strano, il destino era strano. Comunque..va be, dove sono rimasta? ah sì!
 
Uscì dalla palestra dopo lo strano incontro con Miss Santana Lopez "Sono Lesbica e mia nonna non vuole" e la malefica Sue e iniziai a girovagare per i corridoi della scuola: Ragazzi della squadra di football, okay, Cheerios! Le Cheerios! mi fermai di scatto a guardarle e loro si fermarono di scatto a guardare me, che avevo la divisa come la loro. Una ragazza, rossa, abbastanza altà si mise a ridere mentre le altre iniziarono a scambiarsi pareri a quanto pare sul mio conto.
Feci finta di niente e mi misi al mio "fantomatico" armadietto rosso con scritto Anita inciso con una texture molto raffinata...Stranamente sapevo la combinazione e la aprì. Dentro c'era già tutto, libri, cagate in giro per l'armadietto tipo cd, cartoline, foto che non so quando avevo fatto di me e le altre ragazze scomparse..Bah.
Mi girai verso l'interno dello sportello dell'armadietto e un foglietto bianco molto curato attaccato con dello scotch carta. Ero senza parole.
"Benvenuta a scuola sconosciuta!" c'era scritto sotto al disegno fatto, mi sa, da una bambina dell'asilo.
Una ragazza bionda con un gatto obeso in parte che fuma. 
Mi trattenni dalle risate, era senza dubbio il mio secondo personaggio preferito in questa assurda falsa realtà. Brittany!
<< Ehi ciao! >> Senti trillare dietro di me e feci un salto riconoscendo la voce della ragazza.
Alta, Occhi di ghiaccio da gattina, naso lungo e fine e capelli dorati raccolti da un elastico blu.
<< C..Ciao.. >> risposi quasi spaventata chiudendo di scatto l'armadietto. 
<< Ti starai chiedendo come ho fatto a mettere quel foglio dentro il tuo armadietto, facile..l'anno scorso era il mio! >> disse la ragazza-unicorno esaltata. Io ero troppo persa sulle sue gambe per ascoltarla.
<< Ehi ci sei? >> mi chiese, io alzai lo sguardo e li mi venne in mente Rory, il ragazzo scambiato per una strana creatura mitologica all'inizio della 3 stagione di Glee. Sorrisi beffardamente.
<< Certo. >> Lei mi chiese come mi chiamavo e io le risposi con molta non-chalance (non so se si scrive così) <>
<< OOOH Quanti Nomi! >> disse battendo le mani divertita io sorrisi dolcemente imitando le movenze di Santana. < > si esaltò.
<< okokok calmati Brittany. >> dissi facendola calmare agitando a mò di ipnosi le mani. I suoi occhi erano ipnotizzati dal movimento lento delle mie mani. Ok stavo per morire dal ridere.
 
 << Sei Reale? non ti ho mai vista a scuola >> chiese la dolce ragazza ingenua.
<< MMM...dipende, mi vuoi vedere reale? No perchè...io in verità..sarei... >> dovevo cercare assolutamente una scusa e mi guardai intorno. Vidi la pubblicità di un'Acqua Park con su una Sirena.
<< Una Sirena! Sì, una sirena! >> era come se mi stesse interrogando la mia prof di Storia Dell'arte, non sapevo che dire!
<< oooh...wow..ma perché hai le gambe Anita Maria Caterina? >>
<< Puoi chiamarmi solo Anita. >>
<< Ok Scusa. >>
<< Ho le gambe perché .. >> mi spostai la frangiona riccia da un lato cercando di fare la più sexy possibile, anche se arrivavo alle spalle di Brittany.
<< … Perché sulla terra sono umana, se tocco l'acqua divento una sirena >>
Ecco avevo detto la cazzata più cazzata che si possa immaginare.
Brittany mi annusò e mi guardò intensamente negli occhi.
<< Che brutta vita..da quanto tempo è che non ti fai la doccia? >>
 
 
... Veronica ...
 

Improvvisamente quel filo di luce sparì, le porte dietro le quali mi stavo riparando si aprirono.
 
<< Parlè! >> Disse la ragazza che poco fa mi spaventò.
<< cosa? >> Disse quasi bisbigliando un uomo calvo con in mano un fucile, mentre un altro uomo più alto teneva in mano una torcia, ma non una torcia elettrica, ma un bastone infuocato che teneva nella mano sinistra.“di sicuro non avranno buone intenzioni” Mi sembrava la scena di uno dei miei film preferiti!
<< Parlè! Invoco il diritto parlamentare. Secondo il codice della fratellanza istituito dai pirati Morgan e Burton dovete portarmi dal capitano. >> Concluse la ragazza quasi in un sol fiato. “ Si si, è proprio il mio film preferito!” Pensai.
<< Lo conosco il codice! >> Fece l’uomo calvo.
<< Se un avversario si appella al parlè, non è concesso torturarlo finché il parlè non è finito. >>
<< Bruci all’inferno il codice… >> Esclamò l’uomo con in mano la torcia.
<< Vuole essere portata dal capitano! E lo sarà, senza fiatare! Dobbiamo onorare il codice. >> Concluse l’uomo calvo, prima di girarsi dalla mia parte alzando il fucile.
<< Anche io invoco il parlè! >> Gridai tremando.
 
Fui strattonata da quella sorta di - armadio? - mi girai un attimo indietro, "il corridoio... Non c'è più! Mah...". Poco dopo eravamo fuori dall’edificio passando in mezzo a tutto quel casino, gente che si uccideva, fuochi appiccati da ogni parte, donne che scappavano coi figli, scavalcammo pure qualche cadavere, “è molto realistica la scena per essere un sogno”.
Mi sentivo un po’ impaurita ma ero convintissima del fatto che fosse solo e soltanto un sogno.
L’odore delle case degli edifici bruciati non mi permetteva di respirare, continuavo a tossire.
Poco dopo mi sentii strattonare il braccio, l’uomo che mi teneva era stato colpito, lo vidi a terra e, senza pensarci due volte decisi di darmela a gambe.
<< Will!! >> Sentii provenire alle mie spalle.
Mi girai di scatto e vidi che Elisabeth stava guardando verso sinistra un uomo, anzi Orlando Bloom, che la guardava. Decisi di muovermi prima che si accorgessero che eravamo rimasti indietro e per di più che mi vedessero libera.
 
Iniziai a correre verso Orlando ebbi il tempo persino in tutto quel casino di ammirare la sua bellezza "emh... Guarda com'èee.."
 
<< Aughh!! >> Caddi rovinosamente su una tavoletta “credo” di legno. Avevo le mani tutte infangate e non solo loro, notai che erano molto sporchi anche i miei vestiti... che non erano i miei "Ma io non avevo un vestaglia..."
<< Aaahhh >> Mi girai alla mia sinistra e vidi un uomo che correva nella mia direzione con in pugno una spada "Oh minchia..."
Cercai ti rialzarmi ma il fango mi faceva continuamente scivolare, mi impuntai col piede sulla tavoletta eh voilà ce la feci, inizia a correre convinta che l’uomo mi stesse ancora seguendo, ma non fu così, mi girai e notai che la spada si era conficcata nella tavoletta “ho una fortuna sfacciata" pensai mentre riprendevo a correre, fino a quando ai miei piedi vidi “Orlando Bloom” Fu come una visione, mi inginocchiai, avevo persino paura di sfiorarli il viso.
Sentii qualcuno dietro di me, mi voltai… Dietro di me un uomo con una barba assai folta, aveva appena finito di caricare la sua pistola e me la puntava contro “ti prego non adesso, non voglio svegliarmi adesso”
Un colpo fortissimo spezzò il filo dei miei pensieri, vidi buio per qualche secondo, “oddio sono morta”.
Sentivo ancora le urla, quando...
<< Forza alzati! Ti aiuto. >> Sentii una voce calda, avvolgente provenire dalle mie spalle
<< Presto!! >> Continuò
Mi alzai non ero morta, vidi un uomo con in mano ancora la pistola che fumava e ai suoi piedi un barbuto morto, quello di prima!
Mi si avvicinò, non riuscivo a parlare, questo personaggio non l’avevo mai visto.
<< Portiamolo in quel negozio! >> Mi fece. L’unica risposta che gli diedi fu un sì accennato con la testa.
<< Prendili i piedi. >> Obbedii all’istante.
 
Non sembrava così pensante a vederlo Orlando, feci una fatica a fare quei pochi metri che cerano al negozio.
La donna al suo interno porta ci aprì subito. << Presto venite >> e ci accompagnò nella stanza accanto, dove appoggiammo Orlando su un tavolo pieno di materiale da sartoria, che ovviamente ci spostò la signora.
 
L’uomo che mi aveva aiutata mi osservava. Mi voltai dalla sua parte, ora si vedeva meglio, aveva i capelli spettinati sembravano di un biondo cenere …
 
<< Quel’è il vostro nome? >> Mi domandò con tono coordiale,
<< Veronica >> Risposi timidamente.
<< E’ stato un piacere! >> Detto questo si inchinò a baciarmi la mano. Si rialzò con molta calma, mentre mi guardava negli occhi, fui rapita dai suoi occhi “che strano effetto mi fa quest’uomo”
<< Vi ringrazio! >> Mi sembrava il minimo, a quest’ora il sogno più bello che potessi fare sarebbe già finito se non ci fosse stato lui, e non avrei probabilmente mai potuto vedere Jack Sparrow, il che sarebbe stato tragico.
Subito dopo se ne andò, sentii la porta cigolare e la campanella del negozio suonare. Mi ero dimenticata dove fossi finchè quell’uomo a me sconosciuto non se ne andò.
 
<< Orlando!... Eh … Will >> Urlai voltandomi …


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NOTE AUTRICI:

Ecco il nuovo capitolo!! Se nel precendente c'era ancora quanche dubbio sulle destinazioni dele nostre "eroine", ora non ce ne sono più. Spero vi piaccia e ci scusiamo per l'immenso ritardo,  cercheremo di  aggiornare presto!! Un aabbraccio!

Martina/Eterea


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