one shot The Basses
CIAO
A TUTTI :D
SCUSATE
SE NON HO PUBBLICATO UN CAPITOLO DELL'ALTRA MIA FF MA AVEVO VOGLIA DI
INCOMINCIARE UNA RACCOLTA DI ONE-SHOT! L'ALTRA CONTINUERà
SICURAMENTE... MA PER ADESSO GODETEVI QUESTA QUì :D
NOTE:
- Bart non è morto ed è felicemente sposato con Lily, il giorno che
Chuck si è diplomato li ha ceduto l'azienda ma lui continua ancora a
svolgere la funzione amministrativa.
- Non si conoscono il secondo e il terzo nome di Louis, quindi ho inventato.
****
“Blair
Cornelia Waldorf, vuoi tu sposare il suddetto principe Louis Antoine
Joseph Grimaldi?” chiese il celebrante alla sposa.
Blair
restò in silenzio per alcuni minuti, non sapeva cosa rispondere, lei
voleva Chuck, voleva sposarlo e lo voleva al suo fianco per la vita.
Ma
perchè non aveva impedito che questo matrimonio potesse avvenire?
Perchè
non si era presentato al matrimonio?
Questi
pensieri non facevano altro che ripetersi nella mente di Blair quando
ad un certo punto sentì dell'acqua scendere lungo le sue ginocchia,
strinse la pancia in segno di protezione, guardò verso il basso e
vide che quel liquido non era acqua ma sangue.
Strabuzzò
gli occhi quando Louis le disse: “Tesoro, ma cos'è successo?”
Blair
non rispose e cadde per terra.
“Chiamate
un ambulanza, presto!” furono le ultime parole che sentì.
Si
risvegliò non appena arrivarono all'ospedale, la rinchiusero in una
camera, le avevano dato la più bella visto che lì sarebbe nato
l'erede al trono. Si trovava su di un letto di legno, indossando una
camicia da notte ospedaliera bianca con pois blu, si sentiva sudata e
stanca.
Si
svegliò lentamente quando vide Serena davanti a lei.
“Tesoro,
ti sei svegliata?” le disse Louis.
“Chuck...
Dove sei, Chuck?” urlava Blair in preda al dolore.
“Chuck!?
Blair sono Louis, Blair! Sono io!” gridava Louis.
“Chuck!”
piangeva Blair.
“Blair,
calmati... stà per nascere il nostro bambino.” disse lentamente.
“Chiama
Chuck.” disse lei.
“Vogliate
scusarmi, ma non è possibile contattare questo Chuck?” chiese
l'infermiera.
“Lei
non s'immischi.” disse Louis acidamente.
“Allora
Serena... mia madre, qualcuno... ti prego Louis.” disse Blair.
“Ok,
andrò a chiamarle.” disse Louis.
Uscì
e andò a chiamare le due donne.
Dopo
poco arrivò Serena: “B, mio Dio, ma cosa ti è successo?” disse
Serena avvicinandosi all'amica.
“S,
per favore, chiama Chuck... per favore... non farò nascere mio
figlio finchè lui non sarà qui, per favore.” diceva Blair tra le
lacrime.
“Chuck?
Blair ma che dici? C'è Louis qui, il tuo promesso sposo.” disse
Serena.
Eleanor
guardava la scena nascosta dietro a Serena, spaventata.
“Per
favore, fate venire qui Chuck o io... prometto di.... scappare da
qui! Sì, scappare!” disse Blair.
“Signorina,
ma dove pensa di andare? E' al sesto mese di gravidanza, il suo
bambino potrebbe non farcela... adesso se non ci sono altri
inconvenienti, vi pregherei di uscire, Blair dev'essere anestetizzata
o la bambina e lei non c'è la faranno.” disse l'infermiera.
“Blair,
non fare la bambina! Fa nascere tua figlia, Charles ti ha fatta
soffrire! Non sarà lui l'uomo che ti farà felice!” disse Eleanor.
“Ho
detto FATE VENIRE qui CHUUUCK!” gridò Blair con tutta la forza che
poteva.
“Va
bene, va bene... lo chiamerò.” disse Serena uscendo dalla camera.
In
tutto questo nell'angolo della stanza c'era un afflitto Louis che
guardava Blair con disprezzo.
BLAIR'S
POV.
“Blair
mi hai proprio deluso! Hai giocato con i miei sentimenti, provo un
simile disprezzo per te che potrei urlarlo al mondo.” disse Louis
avvicinandosi a me.
“Louis
non mi sembra il momento di darle contro... se non vuoi partecipare
potresti benissimo aspettare fuori.” disse mia madre.
“Bene!”
disse Louis buttando il camice azzurro per terra.
Furono
queste le ultime parole che udii prima che l'infermiera mi
addormentasse.
Una
bellissima bambina con i boccoli color cioccolato, gli occhi a mò di
asiatico e quel ghigno bastardo sempre sulle labbra.
Era
questo quello che desideravo.
Chuck's
POV.
Ero
nel letto a dormire quando il mio cellulare squillò.
Squillò
ininterrottamente per cinque minuti, finchè decisi di rispondere:
“Chi é?” risposi seccato.
“Chuck,
sono io... Serena, so bene che tu e Blair non state più insieme e
che lei stamattina si stava anche per sposare con un'altra persona...
però lei è in condizioni pessime, durante la cerimonia si è
ritrovata in un lago di sangue... e..”
Mi
cadde il mondo addosso.
La
donna che amavo in un lago di sangue, cosa stava succedendo.
“S-serena...
io..”
“Chuck!
Devi venire qui subito! E' in sala operatoria ma vuole te... Per
favore Chuck – Serena incominciò a piangere – io sono distrutta,
ho paura che non c'è la possa fare... c'era tutto quel sangue.”
“Mi
precipito lì. Lennox Hill, giusto?”
“Sì.”
disse Serena tra le lacrime.
Decisi
di vestirmi, le prime cose che mi capitavano davanti... strano per
Chuck Bass, ma dovevo andare da lei: la donna che amavo.
Durante
il viaggio in macchina non facevo altro che pensare a quanto fossi
stato stupido non andando al matrimonio, lei la sera prima mi aveva
chiesto espressamente di andarci, forse era come un avviso.
FLASHBACK.
Ero
seduto sulla poltrona accarezzando Monkey quando udii l'ascensore.
Pensavo fosse Nate o Dan, invece era lei.
Lì
con tutti il suo splendore, la pancia era ben visibile ma non aveva
rinunciato al suo tacco 12. Restai in silenzio e poi guardai verso il
basso: “Vai via, Blair.” le dissi appena la vidi.
“No,
Chuck... abbiamo bisogno di parlare.”
“Credo
che tutto quello che ci dovevamo dire c'è lo siamo già detti.”
“Chuck...io...
insomma... Serena mi ha detto che domani non verrai, io ti voglio lì
domani, con me in quella chiesa.”
“No,
Blair, non verrò... adesso se vuoi scusarmi, ho sonno... desidererei
dormire.”
“Chuck!
Ti prego fallo per me! So che desideravi un destino diverso! Io e te
insieme... però tu sei stato e sarai una parte fondamentale della
mia vita, mi sentirò incompleta senza di te.” qualche lacrime
cadde sul suo liscio viso, diventato un po' tondo per la gravidanza.
“Blair
ma come te lo devo dire? Io non ci sarò domani... non voglio
umiliarmi e stare male! Domani significherà che ti avrò persa per
sempre, no Blair... mi dispiace!” alzai la voce, lei guardò verso
il basso.
“Bene...
Ma Chuck ricorda... se ci troviamo in questa situazione è solo
perchè TU hai dato la TUA benedizione a me e a Louis. Addio, Chuck.”
“Addio,
Blair.” dissi.
Sentivo
i suoi singhiozzi allontanarsi. L'avevo fatta stare di nuovo male.
FINE
FLASHBACK.
Ero
preoccupato, non solo per lei ma anche per suo figlio. Ma continuavo
a chiedermi perchè fossi preoccupato?
Non
era mio figlio, purtroppo, era di quel pagliaccio, travestito da
principe.
Arrivai
all'ospedale e trovai tutti lì: c'erano Serena e Dan che si tenevano
la mano, Eleanor che aveva tutto il trucco sbavato, Harold, Cyrus,
Lily e mio padre... erano tutti lì.
Serena
mi vide e corse ad abbracciarmi: “Oh, Chuck!” diceva piangendo.
“Serena,
hanno dato nuove notizie?” chiesi.
“No,
ancora no, Charles. Certo, la mia futura moglie preferisce te a me,
questo è evidente ma vorrei ricordarti che stava per sposare me,
perchè sei venuto? Non voglio che mio figlio alla nascita si trovi
davanti un tipo del genere.” sentii una voce provenire da dietro,
all'inizio non la riconobbi poi mi voltai e lo trovai lì: Louis, con
uno smoking che lo faceva sembrare uno di quei pinguini di 'Chi ha
incastrato Roger Rabbit?' solo più brutto.
“Louis,
l'ho chiamato io! Blair chiedeva di lui quando è entrata in sala
parto!” disse Serena.
“Io
sono venuto per Blair, sai benissimo i sentimenti che provo per lei e
comunque non potrai neanche cacciarmi, metà di quest'ospedale è
mio, l'anno scorso ho donato una grossa somma all'ala maternità.”
dissi io sbattendo le palpebre e sogghignando.
Louis
senza dire niente camminò e si sedette accanto ad Eleanor.
3
ore.
Quelle
dannatissime 3 ore sembravano non finire mai.
Eravamo
tutti in silenzio, si sentiva solo Dorota pregare e Serena tirare su
col naso. Guardavo costantemente la porta che si trovava davanti a
me, non perdendo la speranza di veder uscire un dottore da lì, per
darci notizie.
Si
avvicinò mio padre, mise una mano sulla mia spalla e disse: “Chuck,
ti và un caffè?”
“Sì,
grazie.” risposi.
Camminammo
verso la macchinetta, guardavo indietro per vedere se il dottore
usciva ma niente.
Ci
ritrovammo davanti alla macchinetta: “Chuck, ma perchè ti fai così
del male?” mi disse mio padre.
“Non
lo so, papà... Io come sai avevo deciso anche di non venire al
matrimonio ma poi Serena mi ha chiamato mi ha detto che c'era del
sangue... allora sono corso qui.”
Lui
sospirò, certo il rapporto che si era creato tra di noi dal giorno
del mio diploma era migliore. Da quando mi aveva donato l'azienda
come regalo per il diploma era diverso, un padre migliore, ma non mi
sarei mai aspettato che mi potesse dare dei consigli in ambito
d'amore.
“Chuck,
hai fatto bene se credi che questo sia giusto... ma il bambino che
porta nel suo grembo non è tuo!” mi disse guardando verso il
basso.
“Lo
so, papà! Ma cosa avrei dovuto fare? Mi sono preoccupato? E se
morisse di parto come la mamma? E se non potessi rivederla? Voglio
essere qui per lei.”
“Fai
come vuoi Charles, ma secondo me comportandoti così rischi solo di
farti del male.”
“Ok,
se non ti dispiace... Torno nella sala d'attesa.” dissi prendendo
il mio caffè.
Ritornai
nella sala d'attesa e mi sedetti.
Dopo
3 ore la porta si aprì, venne fuori un dottore: “Potrei parlare
col padre del bambino?” chiese.
“Sì,
sono io.” disse Louis avvicinandosi.
“Oh,
bene... lei è il signor Bass?” chiese il dottore sorridendo.
Ancora
oggi che ci penso mi vien da ridere, la faccia da pesce lesso di
Louis era simile a quella di una mummia.
“Cosa?
Bass?” chiese Louis.
“Chuck,
vai!” disse Lily che era seduta alla mia destra.
Guardai
davanti e vidi mio padre sorpreso, con gli occhi fissi su di me.
Mi
alzai e dissi: “Sono io il signor Bass. Chuck Bass.”
“Oh
bene... mi segua.” disse il dottore.
Mi
girai verso Lily e mio padre, Lily sorrideva ed era sorpresa, Bart mi
fissava con disapprovazione. Vidi anche Eleanor che urlava: “Charles!
Ma come Charles?” decisi di ignorarla e camminai dietro al dottore.
Entrammo
in una stanza, era fredda e le pareti erano colorati di verde. C'era
un lettino e al muro erano appese delle gigantografie di donne
incinte.
“Prego
si accomodi.” mi disse.
Mi
sedetti.
“Allora...
lei e la signorina Waldorf siete diventati genitori di una bellissima
bambina.” mi disse stringendomi la mano.
“Cosa?”
“Una
bellissima bambina... voleva un maschietto?!” mi disse.
“No,
cioè...”
Non
poteva succedere davvero, era nata mia figlia, Blair mi aveva
mentito... era mia figlia!
Nostra
= Mia e di Blair.
Non
di Louis.
Risi
e dissi: “Stanno bene?”
Il
dottore guardò verso il basso e sospirò.
“Ecco,
signor Bass volevo parlare proprio di questo. La bambina risulta
essere molto sottopeso e in più è affetta da una sindrome da
distress respiratorio, per quanto riguarda la sua fidanzata stà
benissimo, adesso è ancora sotto anestetici, ma in meno di un'ora
potrà essere di nuovo cosciente.”
“Distress...
cosa? Cosa succederà adesso? Ho molti soldi se questo ospedale non
andrà bene potrò portarla in giro per gli Stati Uniti, per il
mondo.. in cerca di cure...”
“In
poche parole, la bambina tende a respirare tenendo la bocca chiusa...
questo perchè le cavità orofaringee risultano otturate... noi
dovremmo ripulire queste cavità con un'aspirazione molto delicata,
dovremmo usare la ventilazione assistita che aiuterà la bambina a
respirare rendendo il lavoro meno difficoltoso. Quando tutto questo
sarà finito la bambina sarà in grado di respirare senza problemi e
potrete portarla a casa.”
“Ma
quindi non ci sarà bisogno di portarla in giro per ospedali?”
“No,
non c'è ne sarà bisogno... possiamo dire però che questa patologia
risulta essere niente in confronto a quello che vanno incontro
bambini nati al sesto mese di gravidanza.”
“Ma
quando potremo portarla a casa? Quando sarà in grado di rimettersi?”
chiesi con gli occhi lucidi.
“Questo,
sarà solo il tempo a dircelo. Quando la bambina potrà respirare da
sola , potrà andare a casa. Adesso... intanto che la sua fidanzata
si svegli... Vuole vedere sua figlia?” mi chiese il dottore
sorridendo.
“Io...
veramente....”
“Coraggio!
Mi sembra grande e grosso da poter affrontare una bambina nata da
meno di un'ora.” disse il dottore facendo l'occhiolino.
“Va
bene.” dissi sorridendo.
Le
infermiere mi fecero indossare un camice blu e una mascherina, ero
agitato. Sembrava come se stessi sognando.
“Allora...
Waldorf... Waldorf... Ecco, è lei!” mi disse l'infermiera puntando
una incubatrice.
Mi
avvicinai intimorito, avevo paura che quel piccolo essere, che
neanche riusciva a respirare da solo, potesse farmi qualcosa.
“Ecco
qui la sua bambina.” mi disse l'infermiera.
Era
lì, minuscola.
Con
dei capelli tendenti al castano, un nasino piccolissimo da cui
fuoriuscivano dei tubicini, un piccolo torace che si restringeva e si
allargava per la respirazione e una boccuccia a forma di cuoricino,
rossa e carnosa.
Sorrisi,
era così che m'è l'ero immaginata, quando sognavo che fosse figlia
mia.
“Purtroppo
non potrà prenderla in braccio, per ora... ma chissà tra 3 o forse
5 giorni potrà coccolarla tra le sue braccia.” disse l'infermiera.
“P-posso
toccarle la manina?” chiesi timidamente.
“Certo,
anche il visino se vuole.”
L'infermiera
si allontanò e io mi avvicinai di più al mio piccolo scricciolo.
“Ciao.”
le sussurrai.
“Sai,
io sono tuo padre – sentii i miei occhi pieni di lacrime – sì
sembra strano, ma io sono il tuo papà, principessa. Sai che mi
somigli tantissimo? Ma somigli anche alla tua mamma, Sono sicuro che
è ansiosa di conoscerti.” dicevo carezzandole la morbida e
minuscola manina.
Poi
mi spostai verso il piedino.
“Mi
dispiace che hai questa strana sindrome dovuta alla respirazione, ma
non temere, nulla ti porterà lontana da me, farò di tutto per farti
vivere serenamente, anche la tua mamma lo farà. Ne sono convinto.
Hai delle mani così piccole, guarda... sono un terzo del mio indice.
Sei così bella e sono sicuro che quando potremo portarti a casa ti
sentirai meglio, non ti lascerò mai sola, mai, nella vita e in
questo lungo percorso che faremo insieme.”
Le
mie parole furono interrotte dal ginecologo che aveva fatto nascere
il mio scricciolo.
“Signor
Bass... la sua fidanzata si è svegliata.” mi disse.
“Oh..
va bene... sarò da lei tra poco.” dissi sorridendo.
“Principessa...
io devo correre dalla tua mamma, voglio accertarmi del suo stato di
salute, tu resta qui, chi lo sa... forse dopo potrai vedere anche la
tua mamma, che dici? Eh? Devo scappare, ciao principessa.” dissi
alla mia bambina alzandomi e baciandole la manina.
La
sua pelle profumava di rosa mista ad albicocca ed era morbida, Dio se
era morbida.
Camminai
nel corridoio ed entrai nella camera di Blair.
Aprii
la porta e vidi che era stesa, piangeva e si spazzava le lacrime dal
viso, aveva il trucco sbavato e non appena mi vide chiuse gli occhi.
“Blair...”
incominciai.
“Chuck,
dimmi solo una cosa... Come stà?”
“Ha
un difetto alla respirazione ma è bellissima, ha le tue labbra e i
miei occhi, il dottore ha detto che non appena potrà respirare da
sola riusciremo a portarla a casa... poi ha detto che le dovranno
aspirare per bene una sostanza dai polmoni e questa è un'operazione
molto delicata, ma fatta con cura andrà benone.”
Vidi
Blair che singhiozzava.
“Blair,
dai... il dottore ha detto che starà bene.” mi avvinai a lei e la
tirai in un abbraccio, lei buttò la testa contro il mio petto.
“No,
Chuck. Non starà bene! Nella mia vita và tutto male perchè questa
dovrebbe andare bene? Non ho avuto un padre normale come tutte le
altre adolescenti, non avevo una madre che mi chiedeva perchè mi
ritirassi tardi la notte, non avevo nessuno con me, ero sola. Mi
andrà male anche questa.... Io non la voglio una bambina che non è
capace neanche a respirare da sola. Voglio la mia bambina, quella
perfetta che si vedeva in tutte le ecografie, dov'è andata a finite
Chuck? Dov'è?” ripeteva piangendo.
“Blair,
forse quella bambina non c'è mai stata e comunque chi ti ha detto
che non sarà perfetta? Non è affetta dalla sindrome di down o altre
malattie di questo tipo e comunque non avrei nulla contro di lei se
fosse così, ha solo una patologia ai polmoni... le passerà tutto!
Dobbiamo solo aspettare.” le dissi dolcemente.
“Aspettare
cosa? Che muoia? Mi dispiace ma io non voglio questo Chuck!” urlava
piangendo.
“Neanche
io lo voglio.” dissi piangendo.
Aveva
la testa immersa nel mio petto e io le carezzavo i capelli, rimanemmo
così per qualche minuto finchè lei parlò: “Scusami, Chuck. Scusa
per non averti confessato che era tua figlia, scusa per averti
trattato male, perdonami ti prego.”
“Blair,
io sono qui per voi, per favore non toccare questi argomenti che mi
fanno perdere la voglia di essere qui.”
Entrò
Eleanor.
“Blair,
Charles!”
“Signora
Rose.”
“Ciao,
mamma.”
“Blair,
ci hai fatto prendere un enorme spavento... Come stai, come stà la
bambina?” chiese Eleanor.
“E'
andato Chuck a vederla.” rispose Blair
“Chuck?”
“Sì,
mamma... è lui il padre della bambina.”
“Lui
cosa?” disse Louis da dietro a Eleanor.
“Hai
capito bene...” dissi io.
“Così
mi hai preso in giro eh? Complimenti Blair, credo che sarai una madre
fantastica, sai?” disse Louis con sarcasmo.
“Hai
avuto quello che volevi, soldi e fama, un grande applauso.”
“Louis,
basta.” disse Eleanor.
“Già,
fuori Louis!” dissi alzandosi dal letto di Blair.
“Louis
mi dispiace, io volevo davvero stare con te perchè davvero ti
amavo, ma il nostro amore non è mai stato alla pari di quello che
provo per Chuck, io e te siamo... così diversi! Non sai niente di
me... in confronto a quel che conosce Chuck! Comunque i test dicevano
che era figlia tua... non so come ci possa essere stato questo
errore!”
“Questo
perchè gli ho scambiati.” entrò Dan nella stanza.
“Tu
cosa?” ripetei.
“Gli
ho scambiati! Volevo che Blair fosse felice, quindi ho fatto quello
che tutti desideravano.”
“Quello
che tutti desideravano tranne me!” aggiunsi.
“Dan
ma come hai potuto?” disse Blair con disprezzo.
“Levo
il disturbo, questa grande presa in giro può anche finire. Godetevi
la vostra bambina, con due genitori così sarà sicuramente un grande
orgoglio.” disse Louis sarcastico.
“Louis,
và fuori o chiamerò la sicurezza!” dissi a denti stretti.
“Vado,
vado... Addio, Blair!” disse Louis chiudendosi la porta alle
spalle.
NESSUN
POV.
Entrò
anche Serena, Lily e Bart, Cyrus e Harold e ormai arrivata mezzanotte
Chuck e Blair si ritrovarono di nuovo da soli, erano entrambi stesi
sul letto, Blair aveva attaccate alcune flebo al braccio destro, ma
non si sentiva poi così male, era solo stanca.
“E'
stata una giornata pesante, và a casa Chuck.” disse Blair.
“Nò,
Blair... voglio rimanere qui... se qualcosa dovesse andare storto, se
la bambina avesse bisogno di qualcuno o se tu non dovessi sentirti
bene...io voglio esserci.” disse Chuck.
“Sì,
ma io sono sua madre e sono qui, non preoccuparti. Poi per quanto
riguarda me... ci sono gli infermieri, appena ne ho bisogno basta che
premo questo bottone.” continuò Blair.
“No,
Blair... penso che rimarrò qui.” disse.
“Va
bene... come vuoi... Però nel caso dovessero chiamarti, per favore
non esitare a svegliarmi.” disse Blair.
“Buonanotte
Blair.”
“Notte
Chuck.” disse lei dandomi un tenero bacio sulle labbra, io non mi
allontanai e le sorrisi.
Passarono
alcuni minuti.
“Però
sai... mi sento così male per non averla vista, cavolo è mia
figlia. Quanto mi piacerebbe stringerla tra le mie braccia, dirle che
la amo più di qualsiasi altra cosa al mondo... saremo sempre noi
due, insieme.” disse Blair.
“Anche
io vorrei farlo...”
Entrò
un'infermiera: “Salve, sono Matilda, scusate per l'ora... mi sono
accorta che vostra figlia, la cinesina, come la chiamiamo al RTI, non
ha un nome e neanche un cognome... vi dispiacerebbe compilare questo
modulo? Grazie.. Tornerò tra pochi minuti.” disse uscendo dalla
stanza e lasciando la cartella nelle mani di Chuck che intanto si era
seduto.
“Grace
Stephanie Waldorf, segna Chuck.” disse Blair.
“Bass.”
disse Chuck.
“Grace
Stephanie Waldorf Bass.”
“Blair
odio il nome Grace, per non parlare del nome Stephanie!”
“E
sentiamo come la vorresti chiamare?”
“Ho
sempre amato il nome Chloe.” disse Chuck sorridendo.
“Chloe?
E' per caso una delle tue 'ragazze'?” chiese Blair.
“Certo
che no! Non so come mai... ma è un nome che mi è sempre andato a
genio. Poi avrei mia figlia con le stesse mie iniziali. ”
“Vada
per Chloe, piace anche a me. E come secondo nome?”
“Sceglilo
tu.” disse Chuck.
“Tua
madre si chiamava Evelyn giusto?” chiese Blair.
“Sì,
Evelyn Misty.”
“Ok,
allora vada per Evelyn.” disse Blair sorridendo.
“Vuoi
davvero chiamare nostra figlia come mia madre?”
“Gli
e lo devo... in un certo senso c'entra anche lei se la nostra bambina
è qui.”
“Ok,
allora Chloe Evelyn Bass Waldorf.” disse Chuck cantilenando.
“Meglio
Waldorf Bass!” disse Blair.
“Blair!”
“Va
bene... Chloe Evelyn Bass Waldorf.”
“Benissimo.”
“Ti
rendi conto che abbiamo una figlia?” disse Blair.
“Sì...
e per di più porta come secondo nome quello di mia madre, cosa posso
desiderare di più?” disse Chuck.
“Io...
te.” disse Blair.
Chuck
le sorrise e le diede un grande bacio.
Chuck
continuò a scrivere tutte le informazioni sulla bambina e lasciò il
modulo sul comodino.
Si
diedero la buonanotte e dormirono.
BLAIR'S
POV.
“Mamma....
Mammina... Mamma, svegliati!” Chuck scuoteva il mio braccio.
Aprii
gli occhi d'assalto e trovai davanti a me lui con la piccola Chloe
tra le braccia.
“Oh
mio Dio non ci posso credere!” gridai.
“Chloe
saluta la tua mamma.” disse Chuck.
“Chuck,
ma come hai fatto a portarla qui?”
“Blair
non ci crederai... è successo un miracolo... Chloe durante la notte
ha quasi imparato a respirare da sola, hanno fatto alcune prove e per
circa due ore riesce a mantenere da sola il respiro senza bisogno del
tutore!” disse Chuck sorridendo.
“Dammela,
per favore... non l'ho mai tenuta in braccio.”
Chuck
la ripose delicatamente tra le mie braccia.
“Ciao
Chloe! Sai chi sono io? So che non mi conosci per niente... di sicuro
conoscerai più il tuo papà, ma io sono la tua mamma. Lo sai questo
Chloe?” dissi con la voce da bambina.
“Sei
carina, con lei.” mi disse Chuck sorridendo.
“Grazie...
In fin dei conti è la mia piccola bambina.”
“Blair,
l'infermiera ha detto che dovrebbe mangiare.” disse Chuck.
“Sì...
aspetterà qui mentre ci porteranno il biberon?”
“Biberon?
L'infermiera mi ha detto che l'avresti allattata.”
“Cosa?
Ma io non l'ho mai fatto.... non so come si fa...” dissi
spaventata.
“Non
hai figli, è certo che tu non l'abbia mai fatto!” disse Chuck.
In
quel momento ritornò Matilda.
“Ben
sveglia, Blair!”. Sorrisi.
“Allora
vogliamo far mangiare questa cinesina?” chiese dolcemente Matilda.
“Sì....
ma non vedo il biberon.” dissi sorpresa.
“Oh,
ma quale biberon? Coraggio, mamma via la maglietta... ti farò vedere
la prima volta e per le prossime lo farai tu da sola.” disse
Matilda.
“Cosa?”
“Come
allattare, sciocchina.” mi disse lei.
Chuck
sogghignava.
“Non
posso porgerle solo il seno?” chiesi.
“Nò!
La prima volta è importante un vero contatto fisico con la mamma,
quindi coraggio... abbiamo visto tutti le sue tette qui, vero papà?”
“Oh...
certo!” aggiunse Chuck.
“Devo
farlo veramente?”
“Sì!”
disse Matilda.
“Va
bene...” dissi.
Presi
coraggio e mi levai la veste.
Diedi
una veloce occhiata a Chuck, era diventato tutto rosso e sembrava
imbarazzato.
Chuck
Bass imbarazzato?!
“Adesso...
senza disturbare la bambina, l'avvicini al seno sinistro.”
“In
questo modo?” chiesi.
“Sì,
bravissima.” disse Matilda.
Chloe
sembrava affamata, succhiava con velocità e faceva degli strani
rumori con la bocca.
“Ha
fame...” aggiunsi io.
“Eh,
sì... Coraggio papà, si aggiunga.” disse Matilda girandosi verso
Chuck, che era rimasto seduto, leggendo una rivista.
“No,
la ringrazio.”
“Venga
a vedere il primo pasto di sua figlia!”
“Nò...
io.... credo...che dovrei andare in bagno...” disse Chuck.
“Ma
quale bagno?” Matilda lo prese per il braccio e lo portò davanti a
noi.
Spalancò
gli occhi nel vedere la scena, per fortuna avevo coperto l'altro seno
con un lenzuolo, così da non lasciar intravedere niente.
“Le
piace?” domandò Matilda a Chuck.
“Sì,
è la bambina più bella e... affamata che abbia mai visto.” disse
sorridendo.
Stranamente
non mi dava fastidio il fatto che mi vedesse, non aveva quella sua
tipica occhiata da maiale bastardo. Aveva lo sguardo da: 'Amo mia
figlia', decisamente migliore.
Il
primo pasto di Chloe durò la bellezza di 45 minuti, ma dopo averci
fatto l'abitudine furono i 45 minuti più belli della mia vita.
Quelle
due ore con la nostra Chloe andarono via in un batter d'occhio,
poteva rimanere con noi solo per poco tempo perchè dovevano
riattaccarla alla macchina.
Così
i giorni all'ospedale passarono velocemente, aspettammo la bellezza
di due settimane per portarla a casa, ma ne valse la pena.
****
CHE NE PENSATE?
BASTA LASCIARE UN PICCOLO COMMENTINO :D
UN BACIONE, RAGAZZI :)
XOXO.
D.
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