Love me. Leave me.

di Danda93
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologue ***
Capitolo 2: *** Back ***
Capitolo 3: *** Not Yet ***
Capitolo 4: *** Stay with Me ***
Capitolo 5: *** Promise ***
Capitolo 6: *** Mission ***
Capitolo 7: *** Letter - Save Me ***
Capitolo 8: *** Hope. Don't leave me ***



Capitolo 1
*** Prologue ***


“Hatake!”
“Sì, maestro?”
“Possibile che tu debba arrivare sempre in ritardo?”
“Mi dispiace! Non succederà più!”
“Vai a sederti, muoviti...”
 
***
 
Questa era la scena che ogni mattina si ripeteva a scuola. Il maestro Yondaime, a quei tempi anche Hokage del villaggio, mi sgridava perché arrivavo tardi e poi mi mandava a posto. Una mattina seduta accanto a me trovai una ragazza, aveva la mia età, era nuova di Konoha, stava a testa bassa, china su un quaderno pieno di disegni e scritte; ricordo che i capelli, di un castano rossiccio, sfioravano quasi il banco tanto erano lunghi, la salutai e lei ebbe una strana reazione: divenne rossa come un peperone. Non mi rispose. Alzai le spalle e mi sedetti.
 
***
 
“E-Ehm... S-Scusa...” Alzai la testa dal libro che stavo leggendo. Era lei. “Mi dispiace se oggi non ti ho salutato, ma ero agitata e non sapevo come comportarmi e...” Parlava a macchinetta. “Non importa... Mi chiamo Kakashi Hatake.” La interruppi e lei alzò la testa. “P-Piacere... Mi chiamo Yukiko Tsumeshi...”
In quel momento non sapevo che sarebbe stata la persona per cui avrebbe valso la pena vivere.
Mi sorrise.
 
***
 
“Buongiorno Take-kun!” Mi voltai ancora un po’ assonnato. Solo lei mi chiamava così. “Buongiorno Yuki-chan...” Erano passati quattro anni da quando l’avevo conosciuta, era cambiata molto... Ora era più matura, più alta, più... donna. Sorrise mentre ci avviavamo a lezione, l’Hokage diceva che mi aveva giovato conoscerla perché non facevo più tardi la mattina. Io me la prendevo con lui, ma sapevo che aveva ragione.
Tutte le mattine l’aspettavo al cancello, poi dopo le lezioni ci dirigevamo in un bosco per allenarci, e fu proprio lì che mi resi conto di ciò che lei era diventata per me.
 
***
 
“Maledizione!” Cadde a terra, ansimava stanca. “Inutile che ci provi... Non mi batterai mai Yuki-chan...” Mi fermai davanti a lei porgendole la mano. Mi sorrise. “Uffa... Non è giusto...” Si alzò e mi diede le spalle... “Arrenditi... È la verità...” Sospirò per poi scoppiare a ridere... “Va bene, va bene... Mi arrendo...” Ci sedemmo sull’erba, lei guardava il cielo e io presi a leggere il mio libro... Ad un tratto lo vidi sparire, la guardai e vidi che cercava di capire cosa fosse. “No!! Ferma!” “Perché? Non sarà mica qualcosa di sporco, ne Take-kun?” Mi avventai su di lei per riprendere il libro, ma, il fato volle che rotolassimo giù per un fossato lì accanto, così mi ritrovai sopra di lei, a pochi centimetri dal suo volto. “Allora... Era come pensavo... io... vero?” La sua voce si era abbassata notevolmente... Solo in quel momento notai quanto il suo viso fosse più bello, adulto quasi, i suoi lineamenti, tutto di lei mi attirava. Ed era così vicina. “Y-Yukiko...” La vidi arrossire quando pronunciai il suo nome... Avrei voluto sapere cosa stesse pensando. Poi però un rumore attirò la nostra attenzione e ci voltammo entrambi. Mi sollevai da terra e guardai verso il bosco. Vidi una lepre. Solo una dannatissima lepre. Quando tornai a guardarla, si era alzata e si stava avviando verso Konoha. Sbuffai irritato e la seguii in silenzio.
 
***
 
Ad un tratto sentimmo un’esplosione venire dal villaggio... Allarmati corremmo in quella direzione. “Stanno attaccando Konoha!” “Yuki-chan! Dove vai!?” Stava correndo dritta verso l’interno del villaggio “Devo salvare il villaggio!” “Fermati!” La seguii, ma venni intercettato da alcuni ninja che si contrapposero tra noi due. “Maledizione!” Fui costretto a combattere.
 
***
 
La battaglia durò solo un paio d’ore, poi il nemico si ritirò, ma io... Ero stato colpito. Avevo il braccio e la gamba destra rotti, in più avevo utilizzato troppo lo Sharingan... “Yukiko...” Avevo in mente solo lei... Dovevo trovarla, assolutamente. “Kakashi! Oddio stai bene?” Mi sentii sorreggere a sinistra e la vidi. “Y-Yuki...” Mi accasciai privo di forze. Era salva.
 
***
 
Aprii gli occhi controvoglia. Mi guardai attorno. L’ospedale. Ero salvo, non ero morto. Ma... “Yuki!” Mi alzai di scatto a sedere, o almeno ci provai... I tubi della flebo che avevo attaccati al braccio mi costrinsero a distendermi assieme ad una mano gentile e preoccupata che si posò sul mio torace. “Take-kun. Ero così preoccupata, sono giorni che dormi. Pensavo non ti saresti più svegliato.” La guardai... Mi misi seduto appoggiando la schiena contro il muro facendo attenzione ai tubi e al gesso. Mi si gettò con le braccia al collo. Piangeva, le lacrime calde scivolavano fin sulla mia spalla sinistra. “Stai bene vero?” Chiesi. “Sì, però... Io devo andare...” Mi diede le spalle, doveva andarsene? Dove? Perché? La guardai senza avere il coraggio di parlare. “Vedi, è stata colpa mia se hanno attaccato Konoha, loro cercavano me... Prima di venire qui io facevo parte di un gruppo di ninja traditori...” Mi sembrò che il cuore avesse smesso di battere... “Sono scappata... E sono arrivata qui, dove Yondaime-sama mi ha accolta seppur conoscesse la mia storia... Purtroppo loro sono tornati a cercarmi... Se rimango distruggeranno il villaggio e tutti i suoi abitanti e... io...” Singhiozzò e si voltò a guardarmi... “Non voglio che tu rischi la vita per causa mia!” Gridò prima di abbracciarmi di nuovo. Ero rimasto senza parole... Lei, un ninja traditore; lei, non voleva farmi rischiare la vita... Rimasi in silenzio... Finché Yukiko non si alzò dirigendosi verso la finestra aperta... “Take-kun... Non dire a nessuno ciò che ti ho rivelato... Non dire che me ne vado... Sarà il nostro segreto...“ Mi guardò sorridendo triste. “Voglio che tu mantenga questo segreto finché non avrò risolto questa questione...” Dopodiché saltò dalla finestra prima che potessi fermarla. 

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Capitolo 2
*** Back ***


“Maestro!” La voce di Naruto arrivò chiara alle mie orecchie. “Kakashi-sensei! È in ritardo!” Come al solito Sakura mi rimproverava. “Sì, sì, lo so.” Sakura, Naruto e Sai, i miei allievi. La prima una mocciosa bisbetica, il secondo un ragazzo capriccioso e presuntuoso e il terzo, il più silenzioso, tranquillo e ambiguo. Non sono mai riuscito a capire cosa stesse pensando. Come con... Ma perché penso a lei in questo momento? “Allora maestro cominciamo l’allenamento o no?” “Naruto se sei così impaziente inizia ad allenarti con gli shuriken.” Lo sentii sbuffare prima che un kunai mi sfrecciasse davanti. “Ragazzi attenti!” Un ninja si mostrò davanti a noi. “Maestro ma quel mantello!” “Un membro dell’Akatsuki! Tornate al villaggio! Ora!” Gridai e, come speravo, obbedirono. Ero solo. “Audace.” Una donna? Mi guardò da sotto il sugegasa di paglia. Intravidi gli occhi verdi osservarmi impazienti, poi spalancarsi di colpo. Si portò ad una velocità incredibile davanti a me. “Tu...” Sussurrò “Take-kun?” Il cuore mi si bloccò in petto. “Yuki-chan... Non è possibile...”

 

***

 

“Sei davvero tu?” Con la mano destra si tolse il sugegasa di paglia lasciandolo cadere a terra, i capelli castani striati di rosso svolazzarono al vento. Lei. Mi sorrise con gli occhi lucidi. Non feci in tempo a dire nulla che mi abbracciò al collo. “Mi sei mancato!” Piangeva. Ricambiai l’abbraccio e la strinsi più che potevo. “Anche tu...” Immersi il volto coperto dalla maschera tra i suoi capelli e ne respirai il profumo mentre lei passava le mani ansiose tra i miei... Si allontanò un po’ per guardarmi negli occhi. Guardò lo Sharingan e io abbassai istintivamente la palpebra, mi sorrise. Nessuno di noi due parlava. Non c’era bisogno di farlo per capire che il tempo in cui eravamo rimasti lontani era stato troppo duro per entrambi. Ci limitammo a sorriderci dolcemente. Niente di più.

 

***

 

“Maestro Kakashi!” Ci voltammo entrambi verso i tre ragazzi che ci correvano incontro.

“Maestra Yukiko!” Due ragazzi e una ragazza saltarono fuori dal bosco nello stesso momento in cui uscirono Naruto, Sakura e Sai. Yuki si allontanò di un passo da me e fece cenno con la mano di abbassare le armi ai tre dietro di lei “Shinji, Oba, Ruki.” La sua voce era ferma, decisa. “Sì, maestra...” I tre invece sembravano essere titubanti a quel comando. “Ragazzi mettete giù le armi, è tutto apposto.” Naruto e Sakura mi guardarono a dir poco sconcertati, mentre Sai si limitò ad eseguire. Poi guardai Yukiko. “Credo ci siano molte cose da raccontare...” Annuì e si avvicinò ai tre Genin “Deponete le armi” “Ma maestra-“ Aveva parlato una ragazzina minuta, bionda con gli occhi celesti “Ruki, ho detto di deporre le armi.” La voce autoritaria di Yuki mi colpì molto “S-Sì...” “Oba, Shinji. Anche voi.” “Sì, maestra!” Guardai i due: il primo alto, magro, con i capelli neri e gli occhi verdi; il secondo basso, robusto, con i capelli castani e gli occhi neri. Tutti e tre indietreggiarono di un passo. Io mi avvicinai ai miei allievi. “Naruto metti giù le armi. Sakura, Sai, cercate di tenerlo a bada. Non è una situazione pericolosa, non voglio che combini guai.” “S-Sì, maestro Kakashi.” Sakura si accostò a Naruto, mentre Sai si limitò a guardarlo. “No! Quella è un membro dell’Akatsuki! È un nemico!” “Naruto chiudi la bocca!” Avevo perso la pazienza, la mia voce aveva risuonato per tutto il bosco, quando mi voltai vidi Yuki guardarmi perplessa. Sospirai.

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Capitolo 3
*** Not Yet ***


Ce ne stavamo seduti sotto un albero, il mio team, accomodatosi poco distante, era in allerta, specie Naruto. Il team di Yuki invece sembrava conversare tranquillo dalla parte opposta “Come stai?” la voce della ragazza mi svegliò ed io la guardai, come se non l’avessi mai vista prima. Come se fosse la prima volta che vedevo quel volto candido, le labbra rosee dalla linea morbida, gli occhi verde smeraldo dal taglio affilato, i boccoli ramati che incorniciavano il tutto. “Sei cambiata...” Era vero, ai miei occhi era molto cambiata, non era più la giovane donna che se n’era andata, era diventata una donna adulta, una donna a tutti gli effetti. “Anche tu...” Sorrise dolce. “Perché te ne sei andata?” Il suo sorriso si spense e lo sguardo si abbassò “Dovevo...” “No, potevi restare... Ma hai deciso di non farlo...” Lei mi guardò allibita ed io non mi resi conto di ciò che le stavo dicendo “Potevi rimanere e diventare Jonin con me! Potevi vivere al Villaggio della Foglia serenamente! Si erano ritirati! Se n’erano andati! Non eri obbligata a seguirli!” Avevo pronunciato con rabbia tutte quelle parole trattenute dentro per anni, tutto il mio rimorso per non averla fermata si stava riversando su di lei, che mi fissava come fossi un mostro. Gli occhi verdi erano lucidi, ma non una lacrima scendeva a rigarle il volto, “Non ci credo...” Un sussurro, prima che la sua voce risuonasse impetuosa nel bosco “Allora proprio non capisci! Credi sia stato facile andarmene? Credi sia stato facile dirti addio? Lasciare Konoha? Non capisci che l’ho fatto per risparmiare vite innocenti?? Loro sarebbero tornati! Sarebbero stati più forti di prima e ci avrebbero distrutti! Konoha era anche casa mia! Credi sia stato semplice scegliere di sacrificare me stessa piuttosto che Yondaime-sama? Piuttosto che il villaggio? Piuttosto che te??” Si interruppe e la sua voce tornò ad essere solo un sussurro “Credi non sia stato doloroso per me lasciarti?” Non osai rispondere, né tantomeno cambiare argomento. Il mio team e il suo erano esterrefatti, inizialmente si erano allarmati, ma nessuno aveva osato muoversi. “Scusami, non dovevo urlarti contro Take-kun...” Si allontanò dandomi le spalle e facendo segno ai suoi allievi di non seguirla. Io rimasi per un attimo immobile, poi mi alzai a mia volta e le corsi dietro...

 

***

 

Si fermò tra gli alberi “Ti prego, lasciami sola...” “No.” Mi avvicinai a lei e le presi la mano, osservando le nostre dita che si intrecciavano “Perché non vuoi lasciarmi?” “Perché tu, invece, vuoi che ci separiamo ancora?” Rimase in silenzio per un attimo “Perché non voglio che tu soffra ancora a causa mia...” “Soffrirei lontano da te, lo so già... Stavolta dammi ascolto... Resta con me...” “No, non posso, non ancora... Loro-” “Non mi interessa! Ti difenderò! Non lascerò che ti portino via! Non una seconda volta! Non ti lascerò scappare di nuovo! Chiaro!?” Mi fissava spaventata, forse dal volume e dal tono della mia voce, o forse perché l’avevo afferrata saldamente per le spalle e le ero tremendamente vicino... “Take-kun... Grazie...” Sorrise dolcemente prima di posare delicatamente le labbra sopra le mie, coperte dalla maschera, poi avvertii un leggero torpore invadermi e lei si allontanò di un passo...

L’ultima cosa che vidi prima di accasciarmi al suolo e perdere i sensi fu il suo triste sorriso.

Ed eccoci giunti al terzo capitolo! :D E la storia prosegue...
Perchè Yuki non lo vuole accanto? Perchè il povero Take-kun soffrirebbe? E cosa nasconde la fanciulla dalla rossa chioma?
Beh, per scoprirlo dovrete continuare a leggere! Quanto sono cattiva! Mhuahahahah! :P

Baci e caramelle
Danda ♥

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Capitolo 4
*** Stay with Me ***


Lo guardai per un’ultima volta e sentii le lacrime pungermi gli occhi “Addio...” Dormiva, non si sarebbe svegliato almeno fino a sera, tanto era potente in sonnifero che gli avevo somministrato. Riposi la siringa ormai vuota nella scatoletta all’interno della mia bisaccia e mi voltai. Tornata all’accampamento improvvisato mi avvicinai al team di Kakashi “Il vostro maestro è a pochi metri da qui. Andate a riprenderlo, si sveglierà entro sera-” “Che hai fatto al Maestro?!?!” Quel mocciosetto dai capelli biondi iniziava ad irritarmi, sbraitava e mi agitava un kunai, nemmeno ben affilato, davanti al naso, rapida lo afferrai per il collo della felpa arancione che indossava, disarmandolo “Senti un po’, stronzetto. Bada a come parli e con chi. La prossima volta potrei arrabbiarmi sul serio. Chiaro?” Mi guardavano tutti, terrorizzati dalla mia reazione avventata. Quel moccioso mi fissava spaventato, anche se cercava di non darlo a vedere. Lo lasciai e gli diedi le spalle “Andate a riprenderlo e portatelo al sicuro. Noi ce ne andiamo.” “A-Aspetti...” La ragazzina coi capelli rosa mi guardava intimorita “Come mai siete qui al villaggio? Qual è il vostro scopo?” La fissai senza voltarmi completamente verso di lei “Non deve interessarvi. Non siamo un pericolo per voi.” Poi feci cenno al mio team di andare e svanii dalla vista dei tre allievi di Kakashi.

 

***

 

Kakashi. Take-kun. Il mio primo amico a Konoha. Il mio primo affetto. Il mio primo vero legame col villaggio. Il mio primo amore. E adesso? Dovevo morire per salvare Konoha, per salvare lui, la mia unica fonte di vita... La testa vagava così intensamente verso di lui che per poco non mi accorsi di qualcuno che ci stava seguendo da lontano. Mi fermai intimando ai miei allievi di fare lo stesso. “Vieni fuori.” La mia voce tagliente indirizzata verso gli alberi che avevamo appena passato. “Eh eh... Ma che brava che sei.” Riconobbi immediatamente quella voce e mi inginocchiai abbassando lo sguardo. I ragazzi fecero lo stesso mentre la sagoma scura di Zetsu emergeva dalla corteccia di un albero. “Zetsu-sama... Come mai qui?” Mi alzai sempre tenendo lo sguardo basso, ma non abbastanza da impedirmi di tener d’occhio l’uomo ormai semi-emerso dal tronco. “Pain vuole controllare come procede la missione. E ha mandato me.” Alzai lo sguardo e osservai Zetsu in volto. Mi aveva sempre ripugnato un po’ quella sua forma, però mi affascinava al tempo stesso. “Procede bene, ma dobbiamo agire con cautela, qui ci conoscono fin troppo.” “Porta a termine il lavoro. Non importa quante vittime. Ricordalo.” “Sì.” Accennai un inchino mentre Zetsu veniva riassorbito di nuovo all’interno della corteccia. Se n’era andato finalmente. “Tsk!” I miei allievi erano rimasti immobili ed in silenzio per tutto il tempo, in ginocchio. “Maestra Yukiko... Va tutto bene?” Ruki mi osservava intimorita. Annuii. “Cosa facciamo?” Esitai nel rispondere, sapevo che la decisione, che in cuor mio avevo già preso da tempo, era sbagliata. Per me. Per lui. Per tutti. “Ci accamperemo qui stanotte. Daremo inizio alla missione domani pomeriggio.” Scendemmo dagli alberi e sistemammo le nostre cose per la notte, era tardi, ma Kakashi non si sarebbe svegliato. Non ancora. Così decisi di lasciare il mantello dell’Akatsuki all’accampamento e di allontanarmi. “Per nessun motivo dovrete attirare l’attenzione su di voi, né parlare dell’associazione. Nascondete il mio mantello e i vostri copri fronte. Non dite chi siete, per nessuna ragione, chiaro?” Annuirono decisi ed io voltai loro le spalle.

 

***

 

Senza rendermene conto ero alle porte di Konoha, dovevo solo attraversarle e sarei stata più vicina a lui. A Kakashi. “Chi c’è?” No, diamine! Mi ero dimenticata di loro! Mi affrettai ad allontanarmi dalla visuale dei due guardiani che tornarono alle loro postazioni. Sospirai e mi feci coraggio scavalcando clandestinamente le mura. Silenziosa mi avviai verso casa di Kakashi, speravo l’avessero portato lì e non in ospedale, ma non c’avrei scommesso nemmeno un capello. Quando trovai la sua abitazione, con non poche difficoltà, raggiunsi il balcone e sbirciai all’interno. Con un po’ di sorpresa vidi Kakashi dormire nel suo letto, sereno, con la coperta a coprirgli la metà inferiore del volto. Non aveva la maschera quindi. Entrai sfruttando le mie conoscenze sulle serrature, non era la prima volta che entravo in un’abitazione illegalmente, e mi avvicinai piano al letto lasciando la finestra socchiusa. Dormiva. Ancora l’effetto del sonnifero non era svanito del tutto.

 

Però... Perché l’avevo drogato se poi ero lì a sperare che si svegliasse? Perché lo torturavo dicendogli di lasciami andare se poi ero io a correre da lui? Mi inginocchiai e gli scoprii dolcemente il volto. Sorrisi ammirando quelle labbra perfette, che non avevo mai visto prima. Quella maschera. Quel pomeriggio l’avevo odiata, anche se sapevo perché lui vi fosse tanto legato. Era l’unica cosa che aveva mantenuto separate le nostre labbra. Avrei voluto strappargliela dal volto e... No, no, ma che vado a pensare?? Sorrisi arrossendo, quando una voce debole mi fece sussultare. “Y-Yuki... Dove sei?” Mi stava chiamando. Stava cercando me! Anche dopo quello che gli avevo fatto! Lo guardai senza fiatare “Yuki... Mi manchi...” La voce era sempre meno debole mentre gli occhi del Jonin si aprivano lenti ed incrociavano i miei. Era sveglio... Cavolo! Era sveglio... Mi prese per il braccio e mi trascinò sul letto accanto a lui “Non ti lascerò scappare di nuovo.” La sua voce ferma, decisa, come lo scatto fulmineo che fece per salire sopra di me e bloccare ogni mio tentativo di fuga. “Ti prego, lasciami andare.” La bisaccia coi sonniferi era rimasta all’accampamento, maledizione! “Non mi allontanerò mai più da te. Dovessi rapirti o seguirti in capo al mondo.” Mi guardava con quell’unico occhio, scuro, profondo, come la parte della mia anima che stava sollecitando con quelle parole. “Non voglio lasciarti ancora. Non voglio stare lontana da te, Take-kun. Mai più...” Le sue braccia mi circondarono ed affondò il volto tra i miei capelli ramati. Mi abbracciò talmente forte che per un attimo ebbi paura di fondere il mio corpo col suo.

 

 

“Resta con me.”

 

Tre sole parole.

 

Un leggero sussurro.

 

Un’implorante preghiera.

 

Un bacio delicato.

 

Ti amo, Kakashi.

 

“Sì.”

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Capitolo 5
*** Promise ***


Me ne stavo abbracciata a lui, distesi entrambi sotto le coperte. Kakashi ormai dormiva profondamente. Avevamo passato la notte a parlare di tutto, o quasi, quello che avevamo vissuto in quegli anni. Era diventato Anbu, mi aveva detto delle missioni, anche pericolose, che aveva dovuto svolgere, poi della battaglia contro Orochimaru. Un brivido mi percorse la schiena al pensiero di quell’uomo, sapevo che era morto, ma non riuscivo ancora a capacitarmene; poi Kakashi mi aveva spiegato tutto, la battaglia contro Naruto, contro il Team 7 e contro di lui, la morte di quell’uomo così viscido, ma non del suo aiutante, Kabuto. Io gli avevo raccontato, tenendomi sul vago, della mia vita nell’Akatsuki, con Itachi, Kisame, Kakuzu e Hidan. Di come quest’ultimo ci provasse sempre con me, ma lo vidi rabbuiarsi alle mie parole, così affermai decisa che l’avevo sempre fregato, raccontando a Kakashi della volta in cui accettai un suo invito poco casto, ma mandai una mia copia e li spiai di nascosto assieme a Kakuzu, celando ai sensi del povero Hidan i nostri Chakra. Sorvolai sul perché fossi al villaggio, sulla visita di Zetsu di quel pomeriggio. Lui non mi chiese nulla.

***
 
Ora me ne stavo lì, accoccolata tra le sue braccia, a guardarlo dormire sereno. E mi maledivo perché sapevo che avevo fatto una sciocchezza dicendogli che sarei rimasta con lui, perché sapevo che avrei dovuto abbandonarlo di nuovo. E con lui avrei abbandonato la mia anima, la parte che ancora era rimasta viva dentro di me. Mugolò qualcosa nel sonno, ma non riuscii a capire bene, così mi misi in ascolto attentamente “Yuki...” Sussultai e rimasi a fissarlo stupita, davvero mi stava sognando? “Kakashi... Dimmi...” Magari era sveglio. Lui si girò su un fianco e mi strinse a sé, dormiva. “Non ti lascerò mai più... Te lo prometto...” Mi irrigidii, era più grave di quanto credessi. Lentamente sgusciai fuori dal suo abbraccio, in silenzio “Mi dispiace, Take-kun, per tutto. So che te l’avevo promesso, ma non è ancora il momento. Te lo giuro: tornerò da te e sarà per sempre.” Lui si mosse nel sonno e mugolò qualcosa di insensato ed ebbi timore di averlo svegliato. No, stava ancora dormendo.
 “Mi dispiace... Mi dispiace davvero, Take-kun...” Sgattaiolai fuori casa sua e mi diressi verso l’accampamento, senza alzare gli occhi da terra, mi sentivo una vera stronza. Avrebbe sofferto, mi avrebbe odiata, ma forse era meglio così. Almeno, se ci fossimo rivisti, si sarebbe tenuto a distanza da una come me. All’accampamento il mio team dormiva ancora, sebbene fosse mattina, ma decisi di non svegliarli. Mi distesi chiudendo gli occhi, nel vano tentativo di assopirmi. E forse ci riuscii perché persi la cognizione del tempo e mi destai solo quando sentii Shinji chiamarmi preoccupato “Maestra! Maestra! Arriva qualcuno da Konoha!” Mi alzai svelta e mi concentrai per riconoscere un chakra che purtroppo conoscevo fin troppo bene “No. Non lui.” Strinsi i denti mentre vidi farsi largo tra gli alberi l’uomo con una cicatrice sul volto. Strano, da giovane non l’aveva, chissà come se l’era procurata. Lo scrutai bene prima di far cenno ai miei di star tranquilli “Yukiko, allora è vero che sei tornata.” Un sorriso trattenuto sulle labbra del Jonin “Le notizie volano, a quanto vedo... Ciao Iruka...” Sorrisi avanzando di un passo, ma lui portò avanti la manca e mi sorrise dolce “Vedi, non vorrei sembrarti scortese, ma sono solo venuto a farti alcune domande e a chiederti un favore.” Inspirai prima di ridacchiare e annuire “Prego, allora, dimmi tutto.” “Vorrei sapere perché sei tornata, se ti tratterrai a lungo e se hai incontrato...Kakashi...” “Finite le domande?” Annuì “Bene, allora... Mi dispiace Iruka, ma non posso dirti il motivo per cui siamo qui, così come non posso rivelarti per quanto ci tratterremo, abbiamo una missione da compiere, dipende tutto dall’esito. Inoltre, sì, ho incontrato Kakashi...” Mi rabbuiai un istante, ma Iruka se ne accorse e mi si avvicinò. “Yuki... Sai quanto ha sofferto per te? Sai-” “Ti prego non dirlo! Ti prego Iruka, sii gentile... So di averlo fatto soffrire e, sappilo, soffrirà ancora... Non posso rimanere con lui, non adesso.” Mi appoggiò la mano sulla spalla. Ebbi l’impulso di gettarmi tra le sue braccia e piangere, come quando eravamo ancora dei giovani allievi, come quando eravamo piccoli, ma mi trattenni. Non dovevo mostrarmi troppo debole davanti ai miei allievi. Non potevo permetterlo. “Ora chiedimi il favore di cui mi hai accennato, Iruka.” Distolsi lo sguardo e lui ritirò la mano, guardando per terra, colpevole, “Vorrei che tu lo lasciassi in pace. Che te ne andassi per sempre, che sparissi dalla sua vita.” Alzai gli occhi in tempo per vedere la mia mano schiaffeggiarlo, talmente forte da farlo indietreggiare di mezzo passo. Non volevo farlo, o forse sì. Si rendeva conto di quello che aveva detto? Aveva idea di ciò che stavo passando? Di quanto mi avesse fatto male lasciare Kakashi? “Solo se dovessi morire.” Mi guardò sofferente, distinguevo le lacrime lottare agli angoli dei suoi occhi scuri per uscire. “Solo in quel caso non tornerei da Kakashi. E tu lo sai.” Poi sorrise e mi abbracciò “Lo so. Ma ho provato. Volevo farti capire che lui ha sofferto tantissimo da quando te ne sei andata. Non si è mai sposato, è sempre stato un donnaiolo, ma con nessuna è rimasto per più di due notti.” Sentii il mio cuore incrinarsi. Era stato con qualcuna, ma chi? Quante donne? Quando? “Non si è mai legato a nessuna dopo di te. Sono anni che lo incitiamo a sposarsi, ma lui niente. Non cede. Lui ha solo te in testa, lo capisci? Lui si vede solo con te in futuro, con nessun’altra. È disposto ad aspettarti in eterno se necessario.” “Iruka... Ora ti chiedo io un favore e ti sarei grata se accettasti: prenditi cura di lui finché non avrò risolto questa storia. Tornerò, ma non è ancora il momento. Ti prego, Iruka. Sai che mi fido di te.” Non disse nulla mentre scioglieva l’abbraccio e mi voltava le spalle “Porta a termine la tua missione, Yukiko. Per ora penserò io a lui. È una promessa.” Poi svanì tra gli alberi.

***
 
“Maestra... Va tutto bene?” Oba, che carino, si preoccupava sempre. “Sì, Oba, tranquillo. Non è niente. Dobbiamo portare a termine la missione che ci ha assegnato Pain, sapete cosa fare, giusto?” “Sì!” “Bene, andate allora. Shinji. Tu aspetta, devo parlarti.” “Sì, maestra.” Il ragazzo mi si avvicinò mentre i suoi compagni si dirigevano presso le postazioni prestabilite. “Maestra.” “Shinji... Voglio che tu mi faccia un favore. Sei libero di rifiutare, se vuoi.” “Accetto.” “No, aspetta ad accettare. Prima ascoltami.” “Accetterei comunque, maestra.” Sospirai “Al termine della missione dovrai consegnare questa a Kakashi dello Sharingan. Non aprirla, non farne parola con nessuno, nemmeno con Ruki ed Oba, solo Kakashi dovrà leggerne il contenuto. Una volta consegnata la lettera torna dai tuoi compagni e, se vorrai, solo allora potrai dir loro della missione che ti ho affidato. Sì, hai capito bene, è una missione. Sei sicuro di voler accettare?” “Mai stato più sicuro.” Guardai la lettera che tenevo tra le mani, l’avevo scritta appena saputo della missione assegnataci, sapevo già come sarebbe finita, sapevo già come e chi avrei rivisto, quindi gli avevo scritto quella lettera. La consegnai al mio allievo facendogli cenno di andare a posizionarsi. “Consegnala appena prima che Ruki ed Oba abbiamo preso la Scatola di Legno.” Annuì prima di allontanarsi.
 
La missione stava per iniziare. 

 

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Capitolo 6
*** Mission ***


Konniti wa! :) Ecco altri tre capitoli! Scusate se aggiorno poco spesso e soprattutto a gruppi di capitoli, ma alcuni li ho già scritti, così ne approfitto :3 Coooomunque... Buona lettura! E aspetto i vostri commenti per sapere cosa ne pensate!
Baci e caramelle
Danda♥


Mi posizionai al centro di una radura poco distante dal nostro accampamento e attesi che i ragazzi mi dicessero, tramite auricolare, che erano pronti. “Oba in posizione.” “Ruki in posizione.” “Shinji in posizione.” Poggiai a terra una scatola giapponese in legno, aperta. “Bene, iniziate a concentrare il Chakra, ricordate che dovete creare una gabbia. Concentratevi fino a trovare il mio Chakra e a collegarlo al vostro. Deve essere una gabbia forte, resistente, indistruttibile.” Concentrai poi il mio Chakra in un punto abbastanza in alto sopra di me e creai una sorta di colonna violacea, presi la scatola tra le mani e vi introdussi parte dell’energia che sprigionavo. “Maestra!” Le tre voci mi raggiunsero all’unisono mentre i loro Chakra si allacciavano al mio, “Sigillatemi! Ora!” Avvertii l’enorme flusso di Chakra che abbandonava di colpo il mio corpo e si riversava in quella scatoletta, poi sentii le gambe non reggermi più e caddi in ginocchio, tenendo l’oggetto tra le mani. Dovevo resistere ancora un po’, avevano quasi terminato. “Sigillate la Scatola!” Il cuore iniziò a battere frenetico, poi la vista mi si annebbiò sempre più. Buio. Ricordo solo che caddi in una sorta di coma, era tutto buio attorno a me, non v’erano suoni, rumori, voci, non v’era nulla se non il silenzio.

 

Ero sola.
 

“Yukiko.” La voce di Pain risuonò nella grotta “Sì, Maestro.” “Devo affidarti una missione importante, ma ad un prezzo molto alto.” La ragazza dai capelli rossi si inchinò annuendo “Accetto.” “Bene, dovrai portare i tuoi allievi con te a Konoha.” Un brivido le percorse la schiena. Konoha. Ricordava bene quel posto, i suoi abitanti, ma soprattutto... “Perlustrerete la zona e troverete un luogo adatto per sigillare quanto più Chakra possibile.” “Chi dobbiamo sigillare, Maestro?” “Il tuo Chakra.” La ninja impallidì annaspando in cerca d’aria. Non riusciva a capire. “P-Perché? Come mai-” “Il tuo Chakra è potente, mi servirà per potenziare l’Akatsuki, non devi sapere altro. Ricorda che hai accettato.” Le iridi smeraldo fisse a terra, davanti a lei. Non osò rispondere, ancora non riusciva a capacitarsi di ciò che sarebbe successo. “I tuoi allievi dovranno sigillare il tuo Chakra dentro questa Scatola, per poi portarmela.” “Ma, perché a Konoha?” “Tsk. Vai ora, ho detto che non ti serve sapere altro. Se fallirai sterminerò proprio il tuo amato villaggio.” Zetsu era apparso davanti a lei ed aveva bloccato con uno sguardo truce ogni tentativo di replica a parte della sottoposta. Doveva compiere la missione, anche se il prezzo sarebbe stato la sua stessa vita. Doveva salvare Konoha, doveva salvare gli abitanti, ma soprattutto... Doveva salvare Kakashi.
 

Buio. Tutto ciò che aveva attorno era il buio. Chissà se Shinji era già arrivato da Kakashi e se il ninja aveva letto la sua lettera d’aiuto.

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Capitolo 7
*** Letter - Save Me ***


Shinji correva a perdifiato, correva sperando di raggiungere in tempo Kakashi dello Sharingan perché aveva capito tutto. Aveva sentito il Chakra abbandonare la sua amata maestra, l’aveva vista di sfuggita cadere a terra mentre si dirigeva a Konoha. Era sempre stato intelligente, aveva capito subito che quella missione sarebbe stata l’ultima per la sua maestra, aveva capito subito che la lettera si trattava di una cosa seria. Della massima urgenza. Per questo, una volta arrivato alle mura aveva spiegato ai guardiani la situazione e si era fatto portare da Kakashi. Doveva avere proprio uno sguardo disperato perché i due non avevano fatto troppe domande e lo avevano accontentato quasi subito.

Ora si trovava davanti al temibile Kakashi dello Sharingan, che leggeva la lettera con quel suo unico occhio nero, profondo. E Shinji leggeva tutte le emozioni che passavano per il volto dell’uomo. Dolore, tristezza, amarezza, stupore, poi, ad un tratto, il Ninja della Foglia alzò lo sguardo dal foglio e lo piantò sugli occhi del ragazzo, che deglutì. “Portami dai tuoi compagni. Ora.” Quella frase e quello sguardo non ammettevano repliche, così uscirono e si diressero in fretta verso Ruki e Oba.

 

***

 

Erano inginocchiati accanto al corpo di Yukiko, la ragazzina piangeva e Oba le stringeva le spalle, lo sguardo vuoto. Mi avvicinai superando il ragazzo che mi aveva portato la lettera e fissai la scatoletta di legno deposta tra le mani di Yuki. Lei non si muoveva, le palpebre socchiuse erano vuote, il verde smeraldo dei suoi occhi aveva perso brillantezza, i capelli ramati cadevano scomposti sul volto pallido e sull’erba circostante. Una lacrima le rigava la guancia, solitaria, quasi asciugata dal sole. “Andatevene.” Mi chinai accanto al corpo esanime di Yukiko, senza aggiungere altro, mentre i tre si allontanavano. “Avevi promesso di non lasciarmi più.” La sollevai portandola sulle mie ginocchia e l’abbracciai immergendo il volto coperto dalla maschera tra i suoi capelli “L’avevi promesso.” Iniziai a piangere, mentre la stringevo spasmodicamente a me, poi però mi venne un’idea. Dovevo portarla da Tsunade. Lei avrebbe risolto tutto. Lei l’avrebbe salvata.

 

***

 

Ciao Take-kun,

non odiarmi per ciò che ti rivelerò in questa lettera, né se questa arriverà troppo tardi. Non è colpa di nessuno, se non mia. Sai, ho appena saputo che dovrò compiere una missione a Konoha, quindi forse ci rivedremo, anche se, non fraintendermi, spero il contrario.

Vedi, Pain mi ha comunicato che dovrò essere sigillata, il mio Chakra sarà rinchiuso dentro una scatola in legno, perché è tanto potente da poter potenziare l’Akatsuki, così i miei allievi saranno costretti a porre dei sigilli alla mia energia vitale, dovranno uccidermi. Se rinunciassi tutta Konoha sarebbe distrutta e sai che non posso permetterlo.

Non piangere Kakashi, ti prego. Sii forte per tutti e due, perché io non lo sono abbastanza e ho paura. Paura di lasciarti di nuovo. Paura di farti star male. Paura che rivedendoti io rinunci alla missione. Paura che il mio sacrificio sia vano. Paura che tu mi odi per questo. Paura che tu non accetti il mio amore.

Già, ti amo Take-kun. Ti amo con tutta me stessa, perché non posso fare altrimenti. Tu sei stato il mio primo amico, il mio primo legame con Konoha dopo Yondaime-sama. Tu sei stato sempre presente per me. Ricordi quando ti intimavo di non arrivare in ritardo a lezione e ti aspettavo al cancello? Ricordi il mio sorriso? Ho sempre atteso con impazienza il tuo arrivo a scuola, ogni mattina di ogni giorno fino al diploma. Perché ti amavo, così come ti amo adesso. Ricordi le litigate con Iruka? Quante risate. Eri geloso quando lo abbracciavo? Ogni volta facevi in modo che la mia attenzione fosse rivota a te e Iruka si arrabbiava. Così litigavate. Ricordo tutti i giorni che ho passato con te. La radura dove ci allenavamo te la ricordi, vero? Quando ti ho rubato il libro per vedere cos’era e tu, per impedirmelo, ci hai fatti rotolare entrambi giù nel fosso. Nel momento in cui ti ho guardato negli occhi ho visto il mio futuro. Ho visto te e me, sposati, con dei figli. Felici.

Dì la verità. Avevo ragione riguardo al libro che stavi leggendo, vero?

Mi sarebbe piaciuto tanto abbassarti la maschera e baciarti, ma quella stupida lepre ci ha interrotti.

Sai, ho sofferto tanto quando ti ho lasciato in ospedale, ferito, col cuore in pezzi, le lacrime agli occhi. Volevo veramente restare, mi credi? Non volevo abbandonarti, ma dovevo salvare tutti. Dovevo salvare te.

Ora, leggendo questa lettera, forse sarà troppo tardi per salvare un’unica persona.

 

Me.

 

Sto morendo, Take-kun. Non potremo sposarci, né avere dei bambini, né essere felici. Ma voglio che tu continui a vivere, che tu sia forte, anche per me. Non lasciarti morire per me. Non farlo mai. Questo devi promettermelo. Giuramelo.

Raggiungi i miei allievi, loro non sanno di avermi tolto la vita, quindi saranno ancora col mio corpo esanime. È strano da dire: il mio corpo esanime.

In ogni caso, prendi la scatola di legno tra le mie mani e portala all’Hokage, spiegale la situazione e lei saprà cosa fare. Non permettere che Pain o l’Akatsuki s’impadroniscano del mio Chakra. Ti prego.

 

Ti amo, Take-kun.

 

     Tua, per sempre

 

                                                         Yukiko

 

Corsi a più non posso con il suo corpo tra le braccia e la scatoletta nella tasca assieme alla lettera. Non poteva essere morta. Non doveva lasciarmi solo. Non un’altra volta. Non gliel’avrei permesso.



Sotto ho caricato il mio disegno di Yukiko, spero vi piaccia :)
Baci e caramelle
Danda♥


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Capitolo 8
*** Hope. Don't leave me ***


Entrai di corsa nell’ufficio di Tsunade e con un colpo liberai la scrivania “Salvatela! Per favore...” E dovetti sembrarle piuttosto sconvolto perché mi guardò e mi chiese cosa fosse successo, ascoltando con attenzione ogni mia parola, poi prese la scatoletta di legno che le porgevo disperato. “Kakashi, voglio che tu esca di qui. Ora.” La guardai allibito. No, non poteva pretendere che io lasciassi sola la mia unica fonte di vita. Non poteva pretendere che restassi ad aspettare fuori mentre la mia Yuki lottava contro la morte. “Io-” “Ti ho detto di uscire Kakashi! Immediatamente!” “Ma io-” “Vuoi che provi a salvarla? Non ho bisogno di distrazioni se voglio che l’operazione riesca. E tu sei una distrazione. Esci.” Shizune, attirata dalle urla di Tsunade, era entrata e aveva visto Yukiko, poi, dopo un cenno dell’Hokage, mi trascinò fuori. “State tranquillo, Kakashi-san. Tsunade-sama farà tutto il possibile per salvare la vostra amica...” Shizune cercava di confortarmi, inutilmente.
La mia testa era vuota, leggera, tutto ciò che vedevo era l’oscurità che divorava Yuki. Ed io non potevo fare nulla per aiutarla.
Mi sentii come quando Obito se n’era andato.
Mi sentii diverso, vuoto dentro, come se l’anima mi avesse lasciato.

 

Passarono tre ore e mezza da quando ero stato cacciato dall’ufficio di Tsunade, quando questa uscì. Aveva il fiato corto e la fronte imperlata di sudore.
Mi alzai di scatto per entrare nella stanza, ma lei mi fermò “Sta riposando. La faccio trasferire in ospedale, poi potrai vederla. Adesso dobbiamo parlare.” Vidi degli infermieri correre verso di noi dal corridoio mentre Tsunade mi portava in un’altra stanza, stavano andando a prendere Yukiko.

“Kakashi... C’è qualcos’altro che dovrei sapere su quella ragazza?” La osservai “Non è un ninja traditore... Lei è...” Non riuscivo a parlare troppo bene, non riuscivo a parlare di lei, faceva troppo male. “Se supererà la notte potrebbe voler dire che ci sono alte probabilità che sopravviva all’intervento, ma quello che le è successo è grave. Il Chakra ha abbandonato il suo corpo in un solo istante, è stata sigillata molto in fretta. Troppo in fretta. Kakashi, ho tentato di riportare in circolo gran parte del suo Chakra, ma non sono bastate tre ore per terminare l’intervento. Sarò costretta, se sopravvive alla notte, a sottoporla ad altri interventi e non so come potrebbe finire.” “Non voglio pensare al peggio. Lei è forte. Lei mi ha chiesto di essere forte per tutti e due, quindi lo sarò. Le starò accanto giorno e notte. Sopravvivrà. Non mi lascerà di nuovo da solo. L’ha promesso.” Tsunade mi accompagnò fino al portone del palazzo, poi si congedò lasciandomi da solo.

E adesso camminavo per le strade di Konoha diretto verso l’ospedale “L’hai promesso, Yukiko...” Più mi avvicinavo all’ospedale più sentivo di dover stare accanto a lei per sempre.

Mi feci indicare la sua camera e mi rinchiusi lì dentro, disteso accanto a lei, abbracciandola e passandole le dita tra i capelli rossi “Non puoi lasciarmi solo, l’hai promesso, te lo ricordi?” La osservai sperando che aprisse gli occhi, che mi dicesse che avevo ragione, che l’aveva promesso e che ora non se ne sarebbe più andata, ma i suoi occhi rimasero chiusi, le labbra serrate. “Mi senti, vero? Sì... Mi senti, lo so... Ho letto la lettera, l’ho letta attentamente...” Socchiusi le palpebre “Sarò forte per entrambi, resterò al tuo fianco finché lo vorrai... Iruka l’aveva capito subito, sai? Anche prima di me... Che ti amo, intendo.”

Sorrisi mentre mi sistemavo accanto a lei e le accarezzavo la testa

“L’aveva capito quando ancora eravamo in accademia, da come ti guardavo, da come ti parlavo o ti cercavo sempre, anche senza accorgermene. Tu, nella mia testa, c’eri sempre. Lo ammetto, ero geloso quando ridevi con Iruka, quando scherzavate come se foste stati compagni da una vita, quando sembravate due innamorati. Lo odiavo. In fondo avevi ragione. Ero proprio geloso. Anche quando mi hai raccontato di Hidan sono stato geloso, ma tu mi hai tranquillizzato subito. Tu riesci a capirmi, io con te no. Non riesco a capire cosa ti passa per la testa, ma forse, va bene così, non credi?” Attesi un’altra risposta che non sarebbe arrivata, poi chiusi gli occhi “Ti prego Yukiko, sopravvivi a questa notte, poi sarà tutto più semplice, poi saremo insieme per sempre. Poi saremo felici insieme.” Iniziai a piangere quasi senza rendermene conto... 

“Yuki-chan... Non mi abbandonare... Ti amo...”

Mi addormentai.


Lo so! Lo so! Sto aggiornando ad una lentezza allucinante, ma sono piena di impegni e, spesso, non riesco nemmeno a connettermi, in più ho avuto problemi esterni e quindi ho tralasciato le fict per un po'.
Ora, potrei dirvi che cercherò di essere più costante nell'aggiornare, ma so già che i miei buni propositi andrebbero a farsi friggere allegramente (causa impegni scolastici), quindi vi dirò solo che aggiornerò ogni volta che ne avrò la possibilità. :)

Baci e caramelle
Danda♥

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