I'll look after you di ireheydu (/viewuser.php?uid=81861)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** chapter 1. ***
Capitolo 2: *** chapter 2. ***
Capitolo 3: *** chapter 3. ***
Capitolo 4: *** chapter 4. ***
Capitolo 5: *** chapter 5. ***
Capitolo 6: *** chapter 6. ***
Capitolo 7: *** chapter 7. ***
Capitolo 8: *** chapter 8. ***
Capitolo 9: *** chapter 9. ***
Capitolo 10: *** chapter 10. ***
Capitolo 11: *** chapter 11. ***
Capitolo 12: *** chapter 12. ***
Capitolo 13: *** chapter 13. ***
Capitolo 14: *** chapter 14. ***
Capitolo 15: *** chapter 15. ***
Capitolo 16: *** chapter 16. ***
Capitolo 17: *** chapter 17. ***
Capitolo 18: *** chapter 18. ***
Capitolo 19: *** chapter 19. ***
Capitolo 20: *** chapter 20. ***
Capitolo 21: *** chapter 21. ***
Capitolo 22: *** chapter 22. ***
Capitolo 23: *** chapter 23. ***
Capitolo 24: *** chapter 24. ***
Capitolo 25: *** chapter 25. ***
Capitolo 26: *** chapter 26. ***
Capitolo 27: *** EPILOGO ***
Capitolo 1 *** chapter 1. ***
© IREHEYDU
Qualsiasi copia di questa fan fiction deve essere gentilmente segnalata all'autrice. Più volte mi è stata plagiata questa storia e gradirei che non si ripetesse più in nessun modo.
L'unica autrice di questa storia sono io e nessun altro.
Ennesima
litigata con mio padre. La casa era piena delle nostre urla da almeno
un paio
d’ore, e adesso tutto si era concluso con il rumore della mia
porta sbattuta
contro lo stipite. Ero seduta sul letto, le guance rosse, e gli occhi
gonfi, probabilmente
stavo per esplodere.
Era
una routine ormai litigare con lui. Aveva sempre quella sua testa dura
che mi
faceva innervosire troppo.
Che
aveva fatto questa volta? Semplicemente aveva deciso di dare
ospitalità ad un
suo amico che sarebbe venuto da Doncaster, una città a
chilometri di distanza
da Londra, dove stavo io. Ogni volta c’era qualche
novità: una nuova fidanzata,
nuovi amici che odiavo maledettamente, nuova casa, nuovo tutto. Adesso
invece aveva
deciso di ospitare questo suo amico insieme al figlio, per un bel
po’ di tempo,
visto che si era indebitato fino al collo, e aveva perso la casa e
tutto ciò
che gli rimaneva. Un suo amico di liceo diceva che era, non sapevo
nemmeno chi
fosse, probabilmente un certo Bill.. non ne ero nemmeno così
sicura che si
chiamasse così.
In
quel momento poco mi importava del nome di colui che sarebbe venuto fra
una
settimana. Mi distesi nel letto, e mi voltai immediatamente verso il
comodino,
dove giaceva un portafoto. Lei era lì, in quello stupido
oggetto color argento,
che mi osservava sempre con lo stesso sorriso, gli stessi occhi. Presi
il
portafoto, stringendolo nelle mani, e ne carezzai appena il vetro che
ricopriva
la fotografia. Una fotografia troppo speciale, fin troppo importante.
Mia
madre era lì rinchiusa in quella fotografia da
più di sette anni. Era il mio
piccolo angelo custode, il mio portafortuna, ciò che mi
aiutava ogni volta che
stavo male, o che delle lacrime mi solcassero il viso. Era andata via
così, all’improvviso,
avevo solo dieci anni, e lei? Lei ne aveva forse quaranta se non
ricordo male.
Ma sapevo che vegliava su di me, anche se.. era andata via.
Sentii
il rumore della porta di camera mia aprirsi lentamente e quasi
sobbalzai,
eppure non volevo voltarmi, perché sapevo già chi
fosse.
-Sono
passati quasi otto anni.- disse osservandomi.
Io
non risposi, posai semplicemente la fotografia nel comodino, con lo
sguardo
perso tra le lenzuola mentre stavo a pancia in giù sul mio
letto morbido. Non
risposi, soprattutto non volevo rispondere.
-Sai..-
continuò. –anche se lei non
c’è più, continuerò ad
amarla sempre.- sussurrò
avvicinandosi a me, e sedendosi sul mio letto. Come sempre si era
calmato
adesso, dopo due ore ad urlarci contro.
-Cazzate.-
fu l’unica cosa che io riuscii a dire sottovoce.
–Non porteresti una donna
diversa ogni settimana a casa.- continuai.
Mi
voltai di nuovo verso di lui, con gli occhi che fiammeggiavano, e la
mano
chiusa a pugno, e lo fissai. Non aveva parole, non sapeva come
rispondermi, ma
subito dopo riuscì a parlare. -Arya, dovresti sapere che
ormai è finita questa
cosa. Ho una certa età, e ho deciso di smettere.-
l’aveva ripetuto almeno un
centinaio di volte mentre litigavamo, ma per me non cambiava niente,
rimaneva
sempre uno stronzo. Tutto ciò che volevo era che lui
rimanesse con me ogni
secondo, volevo un rapporto normale con lui, come quello che qualsiasi
figlia
ha con il padre, ma era tutto impossibile.
-E
che dici del tizio che verrà per chissà quanto?
Non hai mai tempo per stare con
me, e ora ne avrai sempre di meno.- dissi, attorniando le mie gambe con
le
braccia, e diventai quasi un piccolo fagotto.
-Non
dire così, sai che non è vero-
ribatté.
Io
scossi la testa semplicemente, spostando lo sguardo.
-Ho
bisogno di stare un po’ da sola- sussurrai, e fu
così che lo vidi andar via
dalla mia stanza solo qualche secondo più in là.
Stavo
lì a contare le margherite nel prato di casa mia. Mi
divertiva farlo, era
qualcosa di assolutamente divertente, e di rilassante probabilmente.
L’erba
fresca mi sfiorava la pelle. Era estate inoltrata, e faceva abbastanza
caldo a
Londra da poter stare in pantaloncini e maniche corte, e star seduta
sul prato
a prendersi il sole. I miei lunghi capelli castani, erano sistemati in
una coda
alta, che mi impediva di sentire troppo caldo, e tenevo degli occhiali
da sole
neri.
Un
motorino si fermò davanti il mio cancello aperto, e da
lì scese il mio migliore
amico. Si chiamava Thomas. Era abitudine per lui venirmi a trovare
praticamente
sempre, lo conoscevo da quando avevo all’incirca tre anni.
-Hey!-
urlai facendogli segno di avvicinarsi a me. Si sistemò sul
prato stampandomi un
bacio nella guancia.
-Sei
sola a casa?- chiese.
-Sì,
mio padre è andato a prendere mia sorella, torna dal viaggio
con i suoi amici.-
disse strappando una margherita, e mettendogliela tra i capelli.
Portava dei
capelli lunghi fino alle spalle, neri, con un ciuffo che quasi gli
copriva gli
occhi celesti. –Sembri quasi una ragazza così!-
risi. Tolse la margherita dai
suoi capelli, ridendo insieme a me.
-Ho
letto il tuo sms ieri sera, successo altro con tuo padre?-
domandò.
-Come
sempre, lo sai perfettamente. Fra una settimana verranno qui ad abitare
un suo
amico con il figlio, per non so quanto tempo.- scossi la testa
mettendomi gli
occhiali in testa. -..e ieri abbiamo litigato ovviamente, e dice che ha
smesso
di portare una donna nuova a casa ogni settimana.- sghignazzai, e anche
Thomas
lo fece, perché conosceva perfettamente mio padre, e il suo
modo di
comportarsi.
-Però
magari questa volta dice sul serio!- provò a consolarmi, ma
ormai quella frase
era troppo frequente per me. Mi distesi così completamente
nel prato,
lasciandomi cullare tra i lunghi fili d’erba e i raggi del
sole. Lui sorrise, e
si distese a pancia in giù accanto a me.
-Chi
è questo amico di tuo padre?-
-Mah,
un certo Bill credo, non ricordo.- risi.
Il
rombo del motore della macchina di mio padre mi fece alzare di scatto.
Era
arrivata finalmente mia sorella. Aveva due anni in più di
me, ed era tutta la
mia vita. Corsi verso di lei appena la vidi scendere dalla macchina di
mio
padre, e quasi le saltai addosso abbracciandola più forte
che potevo. Le
stampai un bacio sulla guancia, sorridendole.
-Ti
sei divertita?- le chiesi aiutandola con la valigia, e quasi mi ero
dimenticata
di Thomas, ma lui apparve vicino a me pronto anche lui a salutare mia
sorella,
Zoe.
-Tantissimo!-
rispose. –La Spagna
è un posto molto bello, ma soprattutto grande, e mi sono
divertita tantissimo-
entrò in casa, e io le venivo dietro aiutandola con i
bagagli.
-E..
dove li metteremo i nuovi ospiti papà?- domandò
Zoe, a mio padre che, stanco,
stava sistemando una valigia davanti l’ingresso.
-Dobbiamo
sistemare la camera degli ospiti.- rispose.
-Quello
schifo dove i ragni camminano e fanno i party?- ironizzai abbracciando
teneramente mia sorella.
-Non
c’è altra alternativa- disse mio padre, facendo
spallucce e allontanandosi
verso la cucina.
-Andiamo
in camera mia.- disse Zoe, e io feci segno a Thomas di seguirmi.
Salimmo
velocemente le scale, entrando nella camera di mia sorella, tappezzata
di
poster e fotografie. –Allora?- disse mentre si chiudeva la
porta alle spalle.
Io e Thomas ci sedemmo sul letto, e io la guardai torva senza capire
dove
volesse parare.
-Insomma,
penso sia successo qualcosa tra te e papà, no? Conosco il
tuo carattere, e
sicuramente ti sarai alterata con lui.- era vero, mi conosceva fin
troppo bene
purtroppo, e mi capiva anche solo guardandomi
negli occhi per un momento.
-Sì
insomma, abbiamo litigato come sempre- sbuffai.
-Non
cambierete mai tutti e due.- scosse la testa avvicinandosi a me, e
abbracciandomi forte. –Thomas, diglielo tu che se fa
così peggiora solo la
situazione.-
-E’
vero, glielo dico sempre ma non mi vuole ascoltare- la mano di Thomas
si poggiò
sul mio viso e ricevetti anche una sua carezza mentre ero cullata tra
le
braccia di mia sorella.
-Ti
ho portato una cosa dalla Spagna!- estrasse fuori dalla borsa una
busta, molto
piccola, e io la aprii subito appena la ritrovai nelle mie mani, e
solamente
quando la carta sparì mi ritrovai un favoloso ciondolo che
rappresentava due
nacchere in argento.
-Ho
pensato che non avevi niente da portare sempre e che ti potesse far
pensare a
me, e quindi, ecco qui!- disse con un sorriso a trentadue denti. Mi
alzai di
scatto, attaccandomi nuovamente al suo collo, e stringendola di nuovo.
–E’
favolosa, giuro, non esiste niente di più carino! E.. ti
ringrazio
infinitamente.-
-Ahh,
che esagerata, non devi ringraziarmi, sono cose che faccio con il cuore
piccola!- mi carezzò il viso, anche lei, delicatamente.
-Thomas
aiutami a metterla- dissi porgendogli la piccola collanina. Mentre me
la
mettevo osservavo mia sorella che tirava fuori i milioni di vestiti che
aveva
portato con sé, come sempre del resto.
-Ar,
ti andrebbe domani di andare a fare shopping?- chiese ordinando tutte
le sue
magliette nell’apposito cassetto. Cominciai a guardare la mia
collana, che
giaceva dolcemente sul mio petto, poi mi voltai verso Zoe, per
risponderle.
-Beh
sì, ma sai com’è.. dobbiamo sistemare
le cose per gli ospiti.- sbuffai facendo
una faccia strana e stralunata, ma soprattutto nervosa,
perché avrei voluto
volentieri passare una giornata intera in compagnia di mia sorella,
come
facciamo quasi ogni mese, specialmente ora che era tornata dopo due
settimane
di vacanza. Anche lei sbuffò, lanciando un paio di jeans
dentro il cassetto.
-Questa
convivenza sarà molto stressante, ne sono già
certa.- concluse.
Caro
Diario,
è
passata ormai una
settimana da quel famoso litigio con mio padre, da quel giorno i nostri
rapporti sono diventati più freddi del solito, e tutto
ciò mi fa innervosire
maledettamente, è una cosa che non sopporto, eppure
và così. Vorrei solo che
lui fosse un padre come tutti gli altri. Domani è il
fatidico giorno.. domani
arriveranno i nuovi ospiti. Da una parte sono curiosa di sapere chi
sono,
dall’altra? Vorrei solo che non venissero mai, mai e poi mai.
Sai, oggi è
venuto da me Thomas, e siamo stati fuori casa tutto il pomeriggio, in
giro per
il centro, e poi a bere un frappuccino allo starbucks. Ho comprato un
vestitino
nuovo, anche se secondo Tomi è ridicolo, a me piace
tantissimo!
Adesso
sono in ansia, ho lo
stomaco che mi fa male, e tra poco andrò in camera di Zoe a
parlare con lei, ne
ho troppo bisogno. Anche se forse mia mamma sarebbe l’unica
ad aiutarmi adesso.
Non credi anche tu?
Beh,
è tutto, ti tengo
aggiornato, promesso.
Tua
Arya.
Il
campanello mi fece quasi sobbalzare mentre stavo guardando il
televisore in
salone, e improvvisamente vidi mio padre arrivare di corsa seguito da
mia
sorella Zoe.
-Che
diamine succede? sembrate tutti agitati!- dissi, ma non ricevetti
nessuna
risposta, così mi sembrò opportuno spegnere la
tv, e andare a vedere i nuovi
ospiti che stavano per entrare. La porta si aprì e due
persone mi spuntarono
davanti.
Il
primo era un uomo alto, magro, e portava un paio di baffi, quasi molto
eleganti.
Era vestito semplice, con un paio di jeans, e una polo bianca. Sembrava
davvero
una persona umile, e quasi cominciava a farmi simpatia. Alla sua destra
vidi,
poi, un ragazzo che poteva avere all’incirca diciannove anni,
alto poco più di
me. Aveva i capelli sul castano chiaro circa, non molto corti, con un
ciuffo
quasi a frangia. Sembrava un perfetto ragazzo inglese insomma. Occhi
chiari,
magro, e con l’aria da angioletto. Eppure.. mi sembrava
veramente diverso da
come appariva, ma non lo conoscevo ancora.
-Joseeeph!-
l’uomo davanti la porta abbraccio mio padre, come se non si
vedessero da una
vita, ed evidentemente era così, eppure sembrava che si
volessero un gran bene.
–E’ una vita che non ci vediamo Bill, prego
accomodati!- entrò dentro casa
nostra, e i due si scambiavano pacche amichevoli.
-Allora,
queste sono le tue figlie eh?- guardò prima Zoe, poi me, e
si presentò ad
entrambe stringendoci la mano. –Lui è il mio
piccolo, Louis!- cinse la spalla
del giovane al suo fianco, come per mostrarcelo.
–Papà, sono abbastanza grande
per essere trattato come un bambino.- sbuffò, e mi parse di
vedere che le sue
guance erano diventate appena rosee. Si liberò dalla stretta
di suo padre,
presentandosi prima a mia sorella, poi si rivolse a me.
–Piacere, Louis.-
disse, e mi strinse la mano.
-Io
sono Arya.- non riuscivo a sorridere quasi, sembravo impassibile a
tutto
questo. Provai ad abbozzare un piccolo sorrisetto, ma era impossibile.
Ed ecco
che improvvisamente calò un silenzio quasi imbarazzante tra
noi ragazzi, mentre
i genitori continuavano a chiacchierare continuamente senza sosta.
-Bene!-
mia sorella ruppe il silenzio. –Emh, dobbiamo accompagnarti
nella tua stanza!-
disse mentre faceva l’ospitale con il nuovo arrivato, e
aiutandolo con le
valigie.
-Lascia,
posso fare benissimo da solo!- prese le sue valigie salendo le scale di
casa,
facendomi coda, mentre lo portavo nella sua stanza, ma qualcosa di
tremendamente brutto mi portò solo disagio. Sotto la porta
della prima camera
degli ospiti dove avrebbe dormito Louis un piccolo fiume
d’acqua scorreva
lentamente. Aprii la porta, e.. una fottuta tubatura si era rotta.
-Papà,
abbiamo un problema!-
Mio
padre arrivò di corsa catapultandosi nella stanza e vedendo
tutto il pavimento
bagnato. –Ok.. emh, dovremmo dare una nuova sistemazione per
Louis.- si fermò
un momento a pensare, osservando il vuoto. Probabilmente stava
riflettendo su
dove posizionare il ragazzo per dormire. Le stanze degli ospiti erano
troppo
piccole, e non potevamo far dormire due persone insieme nella stessa
stanza,
sarebbe stato impossibile.
-Arya!-
mi chiamò e io mi voltai di scatto.
-D..dimmi.-
la voce mi tremava, perché evidentemente avevo capito
perfettamente l’idea che
aveva mio padre in mente, ma la mia mente cercava di ipotizzare
qualcos’altro.
-Direi
che possiamo fare che fino a quando non aggiustiamo le tubature, Louis
potrebbe
dormire in camera con te.- Zoe mi guardò, perché
conosceva già la mia reazione,
e cercava di farmi calmare solo osservandomi, ma mi sembrava inutile il
suo
sforzo.
-Che
cosa?!- sbraitai, sbarrando la bocca.
-E’
l’unico modo.- rispose.
Il
mio diaframma cominciò ad alzarsi e ad abbassarsi in modo
quasi nervoso, ma non
volevo dare a Louis e Bill l’idea di essere una pazza
esaurita, che non riesce
a mantenere il proprio controllo, così mi limitai
semplicemente ad acconsentire
in modo acido.
-Ai
suoi ordini, maestà, andrò a far spazio in camera
mia!- feci un inchino, come
per prenderlo decisamente in giro, e poi mi diressi in camera mia,
mentre
aspettavo che il letto di Louis fosse trasferito lì.
-E
con questo abbiamo finito.- disse il padre di Louis sistemando un
comodino
vicino al letto che avrebbe utilizzato suo figlio.
-Bene
Arya, adesso aiuta Louis a sistemare le cose- mio padre parlava come se
mi
stesse dando ordini, e io lo guardai quasi torvo,aspettando che uscisse
da
camera mia. Appena fu fuori, mi buttai nel mio letto con uno dei tanti
libri
che stavo leggendo in mano.
-Beh?
Non mi aiuti?- domandò il ragazzo in modo acido, mentre
apriva una delle sue
valigie.
-Perché
dovrei? Non sono tua madre.- risposi, nello stesso suo identico tono.
–Ma
soprattutto, non sto agli ordini di mio padre.- sbuffai.
Lo
intravidi mentre si voltava verso di me e alzava un sopracciglio.
A
modo suo stava sistemando le cose in camera sua, eppure tutto quello
che
riuscivo a notare era che i suoi vestiti sembravano aver inondato la
mia
stanza. –Hey, ma che cazzo stai facendo?- dissi alzandomi dal
letto, in modo
brusco.
-Sistemo!-
disse in modo molto tranquillo.
Gli
occhi miei stavano diventando quasi rosso fuoco, e questo ragazzo non
mi diceva
niente di buono, se non stronzo cronico, con una faccia da schiaffi
infinita.
-E’
camera mia cazzo.- dissi.
-E
quindi? Hai sentito tuo padre, dovremo dividerla, fino a quando le
tubature non
si aggiusteranno!- sghignazzò, mettendo le lenzuola a caso
nel suo letto e
buttandosi a peso sul materasso. Mi sarei volentieri staccata la pelle
dalle
braccia in quel momento, sta di fatto che uscii velocemente da camera
mia
sbattendo la porta e raggiungendo camera di mia sorella, con tutta la
foga
esistente al mondo.
-Zoe.-
dissi con un colpo secco, aprendo la porta.
-Oddio
Ar, mi hai fatto spaventare!- era seduta davanti al computer, ad
ascoltare
musica, e chattare con delle sue amiche molto probabilmente.
-Che
succede?- si voltò verso di me, mentre io mi sedetti nel suo
letto con le mani
ai capelli dal nervoso.
-Sono
passati cinque minuti con quel Louis dei miei coglioni, e..
già non lo
sopporto! Camera mia sembra un campo di battaglia!-
-Ahh,
ma smettila. Come sempre sei esagerata, non sembra un ragazzo
così odioso, e
disordinato, anzi direi che è piuttosto carino- mia sorella
ammiccò versò di
me, come se volesse farmi capire qualcosa, ma io mi alzai di scatto,
scuotendo
la testa. –No! No! No! Zo, non se ne parla nemmeno, che flash
ti stai facendo?-
dissi con le mani nei fianchi.
-Io?
Assolutamente niente, dico che come al solito stai esagerando!-
-Non
esagero mai, lo sai, è lui che è un.. beota!-
sbuffai. –Vado a passeggiare nel
viale, starò meglio.- continuai, afferrando l’iPod
prima di uscire di casa, e
con le cuffie alle orecchie, cominciai a passeggiare per le vie di casa
mia,
come facevo ogni volta che ero nervosa.
A
volte lì pensavo a mia madre, perché di solito mi
portava sempre lì, e poi mi
faceva sedere in una panchina, e lì cominciavo a parlarle
dei problemi che una
povera ragazzina di dieci anni poteva avere, insomma, piccole cose. E
lei con i
suoi consigli, mi aiutava, mi dava lezioni di vita, anche se mi veniva
difficile
comprendere ciò che mi spiegava.
Ma
quelle frasi mi erano rimaste in mente, e solo con il passare del tempo
riuscii
a capire grazie a lei il significato delle cose, il perché
di qualcosa, a
scoprire chi ero veramente, e cosa volevo dalla vita.
La
musica mi rimbombava nelle orecchie e come sempre mi portava indietro
nel
tempo. Tutto sembrava un quadro in bianco e nero in quel momento.
Mi
sedetti nella prima panchina che incontrai, e osservai le persone.
Alcune
passeggiavano, altre andavano di corsa per qualche strano impegno,
altri invece
stavano in bicicletta, altri invece erano lì come me, seduti
a contemplare il
vuoto.
Mandai
un sms a Thomas, chiedendogli di raggiungermi, già la
solitudine mi stava
uccidendo, e io odiavo la solitudine, era ciò che temevo di
più in assoluto.
Avevo bisogno di lui adesso.
Arrivò
praticamente subito e dopo avermi abbracciata, si sedette accanto a me.
Aveva
già capito quale fosse il problema, e aveva anche capito che
mi stavo
trattenendo per non piangere dal nervoso. Di solito quando ero agitata
le
lacrime scendevano da sole, senza che io volessi, e forse stava per
arrivare
uno di quei momenti. –Ar..- sussurrò, prendendomi
il viso con le mani e
guardandomi dritto negli occhi.
-Non
voglio vivere così.- dissi semplicemente. –Non sai
cosa c’è a casa mia per
ora.. è terribile, camera mia è tutta sottosopra,
questo tizio.. Louis, è
acido, terrificante, e tutto.. per colpa di mio padre.- mi morsi il
labbro
nervosamente, con la voce che tremava.
-Hey,
perché stai facendo così?- domandò
stringendomi tra le sue braccia.
-Hai
affrontato problemi peggiori di questi, sei forte, sai
com’è tuo padre.-
sussurrò dolcemente. –Non sono più
forte Tomi, lui mi ha resa debole con tutti
i suoi problemi, con tutto, e.. non posso andare avanti
così.- mi accorsi solo
in quel momento che ormai erano le sei del pomeriggio e stava per
calare il
sole.
-Vuoi
che vengo a casa tua?- mi chiese.
-Mio
padre si incazzerebbe con me e forse anche con te, e non ho voglia che
ti
prendi un rimprovero da lui, sarebbe terribile poi.- la mia voce era
fioca e
debole. –Ti accompagno a casa.- mi prese la mano, facendomi
alzare dalla
panchina e facendo strada con me. Abitavamo nella stessa via, quindi
per tutta
fortuna, potevamo vederci sempre, ed era una cosa assolutamente
positiva.
Arrivammo
davanti casa mia.
-In
bocca al lupo.- mi stampò un bacio in fronte come era solito
fare.
-Crepi.-
risposi dolcemente, stringendomi poi tra le sue braccia.
-Grazie,
come sempre.- lo vidi andar via, mentre mi salutava con un dolce
sorriso abbozzato
sul viso.
Lui,
Zoe, e mia madre erano tutta la mia vita.
Caro
Diario,
è
passato solo un giorno,
eppure io sono di nuovo qui a scriverti. E’ un inferno qui.
Dicevano che la
vita che viviamo noi è il purgatorio, e perché a
me sembra di vivere nell’inferno
più cupo e triste? Sto trovando un attimo di respiro per
poter scrivere. Louis,
il nuovo arrivato, è tremendo. Ha soli diciannove anni
eppure ne dimostra due!
Ah, dimenticavo la cosa più importante. Nella camera degli
ospiti si è rotta la
tubatura, quindi.. dorme in camera con me. Pff, preferirei uccidermi
per ora.
Bene, sento un rumore nelle scale, passo e chiudo!
Tua
Arya.
Chiusi
immediatamente il diario e lo nascosi velocemente, sarebbe stato
terribile se
Louis l’avesse visto. Lì c’erano scritti
tutti i miei più grandi segreti. Lo
tenevo nell’ultimo cassetto del mio comodino, tra i pigiami.
Presi un libro, ed
ecco che cominciai a leggere, fino a quando la porta non si
spalancò
improvvisamente.
-Che
stavi facendo?- domandò. Io mi voltai, e mi ritrovai davanti
un Louis in
mutande che girava per camera mia.
-Hey
che diamine fai? Mettiti i vestiti dio santo!- mi coprii il viso con il
libro
per non guardarlo. Era orrida una cosa del genere, e la sua nonchalance
mi dava
troppo fastidio. Aveva avuto il coraggio di presentarsi in camera mia
conciato
in quel modo, come se niente fosse.
-Che
c’è? Non hai mai visto un uomo in mutande?- rise.
Strinsi
il libro tra le mani, più forte che potevo per scaricare
l’ansia.
-Sì,
ma non ci tengo a vedere te conciato così.- non osavo
nemmeno girarmi di mezzo
centimetro.
-Come
vuoi, non sai che ti perdi.- ridacchiò ancora, uscendo dalla
camera e chiudendo
la porta. Roteai gli occhi, scuotendo la testa.
Quella
sera non avevo voglia di leggere, così abbandonai il mio
libro sul letto e mi
buttai a capofitto sul computer, magari per chattare con le mie amiche.
Come
sempre quell’aggeggio era lento ad accendersi,
così rimasi una buona manciata
di minuti a fissare lo schermo in attesa che si accendesse. Adesso
anche al
computer la monotonia stava prendendo il sopravvento. Era tutto uguale.
In
chat c’erano come sempre le solite persone.
Thomas,
mia sorella Zoe, e qualche vecchio compagno di scuola con il quale mi
sentivo,
ma solo per caso, niente di particolare. Benchè odiassi
maledettamente la
solitudine, non ero per niente attorniata da amici, anzi
tutt’altro. Non so
cosa aveva la gente contro di me, ma sicuramente non andavo a genio a
moltissime persone, chissà per quale strano e assurdo
motivo. Mentre scorrevo
le pagine di internet, mi alzai improvvisamente per aprire la finestra,
faceva
troppo caldo, e l’estate mi faceva pensare a molte cose,
specialmente al fatto
che l’anno prossimo mi sarei dovuta iscrivere ad un college,
ma avevo deciso di
prendermi una pausa. Ero abbastanza studiosa come persona, e dopo aver
passato
anni e anni sui libri, stare un po’ con la testa per aria mi
avrebbe fatto
bene. Anche se io ero sempre con la testa per aria!
Mio
padre su questo fortunatamente non aveva fatto obbiezioni, visto che a
casa portavo
solo voti alti, e di questo lui ne era sempre stato soddisfatto. Anche
mia
madre lo sarebbe stata, molto probabilmente.
Finii
per caso tra le foto che avevo salvate nel computer. Quelle con Thomas
erano
senza dubbio le più belle, e lentamente le sfogliai, andando
un po’ indietro
nel tempo. La porta si aprì di nuovo ma cercai di far finta
di niente.
-Oh
mio dio, chi è quel Gay in foto?- urlò guardando
il mio computer e vedendo le
foto del mio migliore amico. Stavo per girarmi e tirargli la tastiera
del
computer, ma continuai a reprimere la mia rabbia come se niente fosse.
-E’
il mio migliore amico.- dissi a denti stretti.
-E’
una donna.- rise.
Mi
voltai e feci caso al fatto che sembrava pronto per uscire, ma non
capivo dove
potesse andare alle dieci di sera.
-Dove
stai andando?- domandai lasciando perdere il discorso su Thomas che si
era
aperto.
-Vado
in un locale con un mio vecchio amico che abita proprio qui, finalmente
avremo
l’opportunità di vederci!- mise un po’
di profumo, sistemando il colletto della
polo nera che indossava.
-Meglio,
almeno starai via, e io potrò rilassarmi per tutta la sera.-
dissi voltandomi
di nuovo verso il pc. Senza nemmeno aprir bocca uscì, e
finalmente mi sembrò di
sentire la pace in camera mia, ma solo quando guardai il pavimento mi
accorsi
che la mia stanza sembrava un campo di battaglia. I vestiti e le cose
di Louis
erano sparse ovunque.
-Impazzirò.-
sibilai.
Spensi
il computer, e andai in giardino a guardare le stelle che mi
sorridevano.
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Capitolo 2 *** chapter 2. ***
Indossai
un pigiama leggero adatto all’estate, e mi piaceva tanto
perché era tutto
leopardato, e ne andavo matta. Stavo proprio per mettermi a dormire, in
modo
che Morfeo potesse cullarmi tra le sue braccia, fino a quando un
fottuto rumore
mi disse che qualcuno era tornato a casa.
Ormai
la mia porta era un apri e chiudi continuo.
Davanti
a me apparsero due ragazzi. Il primo lo conoscevo maledettamente bene,
o almeno
lo conoscevo abbastanza da poterlo odiare pesantemente anche se solo
dopo una
giornata. Il secondo non lo conoscevo. Aveva la pelle un po’
scura, dei capelli
neri rasati ai lati, e un orecchino che poteva riconoscersi da metri di
distanza da quanto luccicava.
-Ciao
Vento!- urlò Louis entrando in camera mia.
-Arya!
ARYA, con la ipsilon!- sbraitai. –E poi.. che ci fa lui qui?
E chi diamine è?-
dissi indicando il ragazzo accanto a lui.
-Hey
piccola calma, io sono Zayn!- mi porse la mano per presentarsi, ma io
la
rifiutai senza troppi riguardi, fulminandolo con lo sguardo, fino a
quando non
si allontanò da me. –Sarà meglio per
voi due se andate da un’altra parte a giocare
con le macchinine.-
-A
diciannove anni io non gioco con le macchinine- ribattè
Louis. –Tu? Dove le hai
messe le barbie?- rise, dando una pacca amichevole a Zayn, che rideva
insieme a
lui.
-Uscite
dalla mia stanza.- dissi.
-E’
anche la mia stanza!- si vantò Louis, sedendosi sul suo
letto.
-Da
solo un giorno? Oh sì, davvero simpatico!- in quel preciso
istante irruppe
nella stanza mia sorella, che sicuramente dalla stanza accanto aveva
sentito le
urla.
-Ar,
che diamine succede?- chiese guardando prima me, e poi i due ragazzi
dall’altro
lato della stanza, chiedendosi evidentemente chi fosse il ragazzo
accanto a
Louis. –Solo vorrei dormire!- risposi.
-Mh,
voi ragazzi non potreste andare giù?- mia sorella era una
persona alquanto
pacifica, odiava vedermi nervosa soprattutto, cercava sempre di
mantenere la
calma, e di non creare scompigli.
Zayn
si avvicinò alla porta, vicino mia sorella, poggiando un
braccio allo stipite.
–Beh se me lo chiedi così dolcezza, potrei anche
farlo.- disse con aria
maliziosa.
Mia
sorella roteò gli occhi.
-Evapora.-
sussurrò avvicinandosi al suo orecchio. Chissà
quale potere magico aveva Zoe,
sicuramente qualcosa in più di me, perché
improvvisamente vidi i ragazzi andar
via dalla mia stanza.
-Quello
ci prova con te- risi mettendomi nel letto.
-E’
più piccolo di me! Dio mio, e poi hai visto
quell’orecchino? È terribile! Buona
notte Ar.- chiuse la porta e con un gesto veloce la salutai con la
mano. Quella
giornata era finalmente finita e non mi sembrava vero, era tutto
così assurdo.
Un
raggio di luce fioca irruppe nella mia stanza attraverso la serranda, e
precipitandosi ovviamente nel mio viso. Aprii gli occhi lentamente, e
mi
stiracchiai emettendo strani suoni con la bocca.
La
sveglia nel comodino segnava le undici del mattino, e probabilmente
ciò voleva
dire che mi sarei dovuta alzare dal letto, altrimenti sarei potuta
rimanere lì
per almeno altre tre o quattro ore. Tolsi il lenzuolo, e mi ritrovai
già in
piedi. Con un elastico sistemai i capelli in modo disordinato, ma di
prima
mattina odiavo averli sul viso, mi dava troppo fastidio. Aprii la
serranda, e
la mia stanza improvvisamente diventò tutta illuminata, e mi
accorsi subito che
Louis non era in camera, quindi era sicuramente un buon risveglio.
Dalla
finestra di camera mia potevo vedere tanti alberi bellissimi, e tutto
ciò mi
rilassava. Erano passati due giorni da quando l’inferno si
era trasferito a
casa mia, e già sapevo che giornata avrei trascorso. Uscii
dalla mia stanza,
percorrendo le scale in ciliegio, che mi avrebbero portato in cucina e
in
salone, e stranamente la casa era vuota, e un silenzio davvero
fastidioso la
costellava.
All’improvviso
sentii che qualcuno mi tocco i fianchi, pizzicandomeli, e cacciai un
urlo,
mettendomi subito dopo la mano nella bocca.
-Buongiorno
Vento!- come previsto era Louis che mi aveva dato il suo
fastidiosissimo
‘buongiorno’, e come al solito si ostinava a
chiamarmi in quel modo terribile.
–Vaffanculo Louis.- dissi con la voce impastata dal sonno.
Il
ragazzo si avvicinò al frigo per prendere una confezione di
latte, versandola
nel suo bicchiere, mentre ridacchiava dopo che mi aveva fatto
spaventare. Mi
sedetti in uno degli sgabelli della mia cucina, poggiando il braccio
sul
bancone, ancora assonnata, e stanca. –Potresti darmi un
po’ di latte?- chiesi
acida.
-Puoi
fare benissimo da sola.- ripose il cartone nel frigo, e si
allontanò buttandosi
nel divano della cucina, accendendo la televisione.
-Vaffanculo.-
ripetei.
-Wow,
due vaffanculo in cinque minuti! E’ un record-
continuò a ridacchiare. Quella
risata che mi stava facendo davvero saltare i nervi in una maniera
inaudita.
Probabilmente avere questo atteggiamento era per lui un hobby. A quel
punto
dovetti alzarmi per forza dallo sgabello per prendere il latte,
versandolo
nella mia tazza, e aggiungendoci dei cereali.
-Dove
sono tutti?- chiesi.
-Boh,
mio padre e tuo padre sono andati via, forse a prendere qualcosa per la
stanza
degli ospiti.- rispose.
-Sarebbe
ora che aggiustassero quella maledetta camera.-
-Ma
come? Non ti diverti in camera con me?- fece un broncio finto e
stupido, come
se volesse farmi pena, ma era tutto inutile.
-Preferirei
spararmi un colpo in testa. Rende così il concetto?- riempii
un’altra tazza di
latte e mi allontanai salendo al piano di sopra, per portare la
colazione a mia
sorella, che sicuramente era ancora nel mondo dei sogni. Aprii la
porta,
poggiando l’oggetto in ceramica sul suo comodino e
sussurrando il suo nome
all’orecchio.
-Zoe,
devi svegliarti.- dissi sedendomi vicino a lei sorseggiando il mio
latte.
Mugugnò qualcosa, soffocandosi la faccia con il cuscino,
come era solita fare.
-Che
ora è, mh?- chiese con un brontolio.
-Le
undici e un quarto, e siamo a casa sole con Louis.- sbuffai.
–E qui c’è la tua
tazza di latte. Sarà meglio che ti alzi, perché
se torna papà e ti trova ancora
qui che dormi sai il casino che fa!- uscii dalla stanza e decisi di
vestirmi,
per poter fare un giro in bicicletta e andare a trovare Thomas, come
ogni
giorno praticamente.
Entrai
in bagno, e mi guardai allo specchio, notando per prima cosa le
occhiaie che
costeggiavano il mio viso. La mia pelle sembrava più chiara
del previsto, ma
era risaputo che per me era impossibile abbronzarmi, evidentemente
fungevo da
specchio, perché tutte le persone vicino a me riescono ad
abbronzarsi e io
rimango bianca pallida, ma la mia carnagione non mi dispiace proprio.
Presi lo
spazzolino per lavarmi i denti, e giusto pochi minuti dopo uscii dal
bagno, per
dirigermi in camera mia.
Ed
ecco che fu lì che trovai Louis, che con troppa
tranquillità si stava
divertendo a mettere uno dei miei reggiseni in testa.
-Louis!
Dammi subito quei cosi!- si mise in piedi nel mio letto, facendo come
sempre lo
stupido, ma a me faceva ridere ben poco tutto ciò. Lo
raggiunsi, e provai a
togliergli di mano il mio reggiseno, ma invano, visto che faceva di
tutto per
non farmelo prendere. –Dai Louis!- urlai quasi fino a farmi
sentire dai vicini.
Ne
mise uno nel petto, facendomi quasi un’imitazione.
-Ciaaao,
sono Arya, non sono bellissima?- con una vocina stridula che secondo la
sua
mentalità doveva essere simile alla mia, cominciò
ad atteggiarsi nella mia
stanza, e muovendo le mani.
-Louis,
smettila.- scesi dal letto, dandogli uno scappellotto nel collo, ma non
riusciva a reagire assolutamente, e la cosa mi stava piuttosto
irritando. Le
mie voci stavano raggiungendo l’altra parte del mondo, e
lì mi chiesi come mai
mia sorella non era ancora venuta a chiedere cosa stesse succedendo, ma
in quel
caso non l’avrei nemmeno vista, né ascoltata,
perché la mia rabbia stava
raggiungendo livelli troppo alti per poter mantenere il controllo.
Riuscii
finalmente a togliergli di mano quell’affare, e lo rimisi nel
cassetto. –Se non
ti dispiace dovrei vestirmi!- sbraitai.
-Ohh,
mi scusi madame, vado subito!- rise facendo un inchino, e lì
chiusi la porta
con tutta la violenza e la forza che avevo in corpo.
Mi
vestii con rapidità, avevo paura che da un momento
all’altro potesse entrare
Louis, trovandomi in intimo, e lì sarei davvero uscita pazza.
Afferrai
i miei trucchi, mettendo un filo di ombretto, e un po’ di
matita sotto gli
occhi, e abbandonai la mia stanza.
Non
sentivo più la voce di Louis, e per un momento mi parve di
avere la pace.
Scappai praticamente di casa,
afferrando la mia bicicletta, e cominciai a pedalare verso casa di
Thomas.
-Ahhh,
oddio, no! Dai Tomi, smettila!- ero buttata sul letto di Thomas, con
lui che
continuava a solleticarmi, perché voleva vedermi sorridere
una volta e per
tutte, e ci era perfettamente riuscito. Urlavo come una matta mentre
ero tra le
sue braccia, ma lui non smetteva di farmi il solletico. –Ok,
mi arrendo! Giuro
mi arrendo!- risi.
-Quindi?
Sorridi!- feci un sorriso davvero liberatorio, perché
finalmente grazie a lui
stavo decisamente meglio, e potevo rilassarmi. Improvvisamente Louis e
mio
padre erano un argomento a parte che parve non esistere più.
Anche se sapevo
che appena sarei tornata a casa non so cosa avrei trovato.
-Che
ore sono?- domandai osservando l’orologio.
-Sono
solo le quattro! Rimani ancora!- disse Thomas dandomi un dolce bacio
nella
guancia e stringendomi a sé. –Ma sono qui da
mezzogiorno, poi disturbo.- risi,
anche perché sapevo che quando dicevo a Thomas che creavo
disturbo lui si
arrabbiava sempre.
-La
smetti?- mi guardò torvo, e io gli diedi un buffetto nella
guancia.
Mi
buttai nel suo letto mentre lui stava seduto davanti il suo computer.
–Ho
deciso che mi andrò a fare un piercing!- disse lui, e mi
voltai di scatto.
-Davvero?- lo guardai con gli occhi spalancati come se avesse detto
chissà
quale strana bestemmia, e lui rise.
-Sì,
ho convinto i miei!- dichiarò entusiasta.
-Ma
così poi sembri un emo- risi.
-O
come dice Louis, sembrerò solo più donna- mi
irrigidii subito sentendo quel
nome, e quasi mi vennero i brividi.
-Rabbrividisco
sentendo solo quel nome.- feci una smorfia.
-Ti
è arrivato un sms!- disse Thomas, porgendomi il cellulare
che stava sulla sua
scrivania. Lo presi e aprii l’sms che evidentemente mi aveva
mandato Zoe.
Hey
piccola, sono qui a casa
con Louis e quel suo amico lì. Mi hanno chiesto se ci andava
stasera di andare
ad una festa con loro. Fammi sapere xxx.
-COSA?!-
sbraitai facendo uno scatto e ritrovandomi in piedi improvvisamente,
quasi
senza accorgermene, e diedi immediatamente il cellulare a Thomas per
fargli
leggere il messaggio.
-Io
non ci vado!- dichiarai.
-Perché
no? Ma dai Ar, dovresti andarci! Magari puoi scoprire un lato diverso
di
Louis!- Thomas mi conosceva benissimo, e sapeva anche che se era lui o
mia
sorella a parlare sarebbero riusciti a convincermi con poco. Avevano
qualcosa
di persuasivo nel miei confronti, e a volte era una cosa piuttosto
fastidiosa,
perché mi ritrovavo in situazioni davvero scomode.
-No.-
dissi secca, ma la mia mente già stava valutando
un’idea positiva.
-Devi
andarci invece- alzò il sopracciglio osservandomi, e
guardandomi.
-Che
motivo ho di andarci?- mi misi le mani tra i capelli, facendo avanti e
indietro
nella stanza, ma non capivo quale fosse il problema della mia ansia e
del mio
nervosismo.
-Potrei
passare la serata peggiore di tutta la mia vita!- ero la solita
paranoica
esagerata, e la cosa più fastidiosa era che non volevo
ammetterlo.
-Arya.-
mi voltai e vidi Thomas che teneva le braccia conserte, e mi guardava
con uno
sguardo assai convincente per me.
-Vaffanculo,
ok, ci vado.- sbuffai sedendo a peso morto sul letto.
Afferrai
di nuovo il cellulare, rispondendo a mia sorella.
Non so
quale assurda forza
del male mi abbia convinto a farlo, ma vengo anche io. Sarà
bello passare la
serata più brutta della mia vita! Fra un paio di ore torno,
così vediamo
insieme come vestirci. Baci xx.
Non
ricordo come passò quel pomeriggio, ma credo che
l’unica cosa che mi faceva
compagnia insieme a Thomas era l’ansia e
l’angoscia, per qualche motivo
sconosciuto. Sta di
fatto che tutti
erano convinti che Louis avesse un suo lato positivo. Ma io continuavo
a dire
che il lato positivo lui non l’avesse nemmeno nel lato B. Ne
ero più che
sicura!
Quelle
fottute scarpe erano sparite. Ero certa di averle lasciate sotto il
letto,
eppure erano sparite. Stavo girando tutta la casa per trovarle, e
ancora mi
sarei dovuta sistemare i capelli, e il trucco. Optai per un altro paio
di
scarpe, perché non potevo permettermi di perdere ancora
tempo, visto che si
stava facendo molto tardi. –Zo, mi presti la tua trousse?-
entrai in camera di
mia sorella, e oggi la trovai più bella del solito.
Indossava un vestitino
corto fin sopra le ginocchia, nero, stretto, che le delineava il fisico
perfetto. I capelli lunghi e neri le ricadevano dolci tra le sue
spalle, e da
lontano si poteva notare perfettamente il rossetto rosso. Non capitava
quasi
mai di vederla così.
-Prima
di darmi la trousse, spiegami per chi ti sei vestita così.-
risi guardandola
mentre mi porgeva i suoi trucchi.
-Ma
per nessuno, è ovvio! E’ tanto tempo che non metto
questo vestito, dovrò pur
usarlo- feci dietrofront, e andai verso il bagno per truccarmi. Odiavo
il
trucco pesante, così andai su qualcosa di leggero. Un
ombretto blu mare, con un
po’ di matita sotto. Misi il mascara, un lucidalabbra
trasparente, e subito uscii
dal bagno.
-Continuo
a chiedermi per quale motivo sto decidendo di venire stasera.-
borbottai
camminando nel corridoio mentre ero intenta a pettinarmi i capelli.
-Oh,
suvvia! Ci divertiremo!- Zoe pensava sempre in positivo, era un suo
pregio,
senza dubbio.
-Ma..
Louis e Zayn? Dove sono?- chiesi facendo diverse smorfie mentre la
spazzola
stava quasi per tirarmi pure la testa. Mi guardai allo specchio ancora
una
volta, cercando di stare in equilibrio con quei trampoli che indossavo.
–Louis
è a casa di Zayn, dovrebbero passarci a prendere tra poco.-
disse Zoe.
-Ma
Louis non potrebbe rimanere lì tutta la vita?
Così lascia in pace me!- sbuffai
portandomi i capelli dietro le spalle e mettendo un bel paio di
orecchini. Ed
ecco che suonò il campanello.
-Ar,
saranno loro prendi la borsa e andiamo!- mia sorella corse velocemente
al piano
di sotto, come se avesse premura di fare qualcosa, e non capivo cosa
sinceramente. Sbuffando un’altra volta, scesi anche io dopo
aver preso la mia
borsa, e davanti la porta mi trovai Louis e Zayn ben vestiti e sistemai.
-Ok,
andiamo che già non vedo l’ora che questa serata
finisca.- brontolai.
-Ohh,
che succede? La piccola Arya non vuole usciiree?- Louis mi prese la
guance
tirandomele, come se fossi una bambina, e questa era una delle cose che
più
odiavo in assoluto. Gli tolsi le mani dal mio viso, guardandolo
accigliata, e
lo spinsi via. –E’ solo la tua compagnia che mi
urta!- ribattei. Scuotendo la
testa, ed entrando seguita da mia sorella nella macchina di Zayn.
-Wow
Zayn, complimenti per la macchina!- disse Zoe.
-Grazie
piccola, modestamente me ne posso vantare!- salirono anche i ragazzi in
macchina. –Sì, ok, ora però non
c’è motivo di vantarti.- rispose mia sorella, e
io risi.
-Dove
dovremmo andare?- chiesi.
-In
un bel posto dove si balla, si beve!- disse Louis gasandosi
già solo all’idea
di una festa. –Andiamo!-
Quel
locale era assolutamente pieno di gente, ma non so per quale strano
motivo,
avevamo un posto riservato. Sembravamo quasi dei vip, e la cosa non mi
dispiaceva assolutamente. Mi sedetti in uno dei divanetti, e accanto a
me mi
ritrovai Louis. –Devi perseguitarmi per forza?- chiesi.
-Lo
sai che è una cosa divertentissima per me!- si
sistemò meglio, quasi
attaccandosi a me. Zayn invece si sedette vicino a Zoe, e qualcosa mi
diceva
che lui ci provasse spudoratamente con mia sorella.
-Ti
va di ballare?- chiese Zayn riferito a Zoe. Non passarono pochi
secondi, che mi
ritrovai sola con Louis, mentre gli altri due si divertivano a ballare
sulla
pista. Li osservai. Mia sorella non sembrava nemmeno lei, e mi faceva
quasi
ridere. E poi o ero diventata completamente cieca, o si stava davvero
strusciando in una maniera alquanto ambigua contro Zayn.
-Zayn
ha un debole per tua sorella.- disse Louis, che evidentemente li stava
osservando
insieme a me. –E io sono certa che anche a Zoe piace, si vede
insomma- risi
senza staccare gli occhi di dosso. Le mani di Zayn scorrevano
delicatamente sui
fianchi di Zoe, mentre i loro bacini si muovevano in perfetta sintonia
l’uno
con l’altro. Mi accorsi solo dopo che Zayn le stava
delicatamente sfiorando una
gamba, e stava quasi per insinuare una mano sotto il suo vestitino.
-Ok,
non mi aspettavo che mia sorella si lasciasse andare così!-
subito dopo mi
ritrovai un drink nelle mani che mi aveva offerto Louis. Cominciai a
bere, ma
il mio scopo quella sera non era ubriacarmi, non ne avevo proprio
voglia. –Vuoi
ballare?- mi voltai verso Louis guardandolo stralunata. Non capivo.
Perché mi
aveva chiesto di ballare? Insomma, ci odiavamo fin dal primo secondo,
perché
chiedermi di ballare? –Per quale losco motivo dovresti
ballare con me?-
domandai.
-Perché
mi annoio, e non c’è un cazzo da fare qui
stasera.- sbuffò, prendendomi da un
braccio, e provando a farmi alzare. –Vieni!- ma io rimasi
lì seduta. Non sapevo
ballare, e mi vergognavo ad ammetterlo, avevo paura di fare qualche
brutta
figura.
-No,
non mi va.- dissi semplicemente.
-Che
hai intenzione di fare, Vento?- rise, dopo avermi chiamata ancora una
volta con
quel nome che tanto mi faceva saltare i nervi.
-Beh,
qualsiasi cosa, eccetto ballare.- feci spallucce.
-Dai
vieni.- evidentemente Louis non si soffermava alla prima risposta, e in
meno di
due minuti, già ero lì a ballare. Eppure sembrava
che qualche passo in più in
confronto all’ultima volta lo sapevo fare, ma mi sentivo
ugualmente a disagio.
-Hey,
stai calma, sei troppo agitata!- disse Louis alzando il tono della voce
per
riuscire a parlare con me. Era vero, ero agitata, ma non so
perché. Ballare
davanti a così tanta gente mi faceva angosciare. Mi voltai
per cercare lo
sguardo confortante di mia sorella, ma tutto ciò che riuscii
a vedere, era lei
seduta sul divanetto che condivideva un alcolico con Zayn, mentre lui
le
sfiorava dolcemente i capelli.
-Emh,
non me la sento di ballare.- ammisi, correndo verso i divanetti.
Sentii
Louis sbuffare, e mi seguii mentre andavo a sedermi. –Cazzo,
sei proprio
noiosa, Arya.- si sedette vicino a me, sorseggiando un drink, mentre
guardava
Zayn. Ora si sarebbe divertito a stuzzicarlo. Prese un’oliva
che si trovava tra
gli stuzzichini, e gliene tirò una proprio in testa. Si mise
a ridere, e anche
io, mentre Zayn lo stava guardando in modo alquanto negativo, ma era
questo che
Louis voleva.
Osservai
ancora per molto le liti tra i due amici, magari ridendo anche, mentre
riuscivo
a bere un drink dopo l’altro.
-Dio,
non mi reggo più in piedi! Fottuti tacchi!-
sbraitò Zoe, mentre rientravamo a
casa. Si fermò un momento togliendo quel tacco dodici che
stava per
distruggerle il piede. –Shh, fate piano, nostro padre e Bill
dormiranno ormai.-
aprii casa lentamente, ed entrai cautamente seguita dagli altri due.
Corsi
verso la mia stanza, buttandomi nel letto, mentre sentivo quasi la
musica che
ancora mi rimbombava nelle orecchie. Tolsi le scarpe, rimanendo
lì seduta fino
a quando non entrò Louis con la camicia appena sbottonata e
i capelli un po’
scombinati.
-Sei
tutto in disordine- risi.
-Sì,
sono troppo stanco, ho bisogno di dormire.- si stropicciò
gli occhi, togliendo
prima la giacca, e cominciando poi a sbottonarsi la camicia.
-Vado
in bagno a cambiarmi- dissi, accorgendomi di essere appena sudata.
Presi il mio
pigiama e uscii dalla stanza. Tolsi i vestiti, sostituendoli con il mio
solito
pigiama, e feci una coda alta, togliendo poi il trucco, ormai sbavato.
Ero
stanca, avevo dovuto combattere tra milioni di ragazzi che mi
chiedevano di
ballare, e Louis e Zayn che avevano passato il loro tempo a stuzzicarsi
tra di
loro, mentre Zayn provava a baciare mia sorella, ma invano. Decisi
così di
andare a parlare a Zoe, per capire la situazione. Presi i miei vestiti
da
terra, e li lasciai lì, senza troppi problemi, correndo
verso camera di mia
sorella.
-Posso?-
chiesi prima di entrare.
-Certo!-
era lì che si stava massaggiando i piedi doloranti, del
resto anche lei si era
data alla pazza gioia. Era andata in pista non si sa quante volte,
quando Zayn
voleva scappare da Louis.
-Allora?
Dimmi un po’.- mi sedetti vicino a lei, dondolando i piedi.
-Cosa?-
faceva la vaga.
-E
dai, non dire così. Zayn, le toccatine, mh? Non ci credo che
non ti piace.-
sorrisi, facendo cenni d'intesa e provando a farle ammettere
l’evidente verità.
-Cosa?
Oh, ma erano cavolate insomma, mica mi piace davvero! Sai
com’è, lui va matto
per me, e io voglio farlo divertire, mi faccio desiderare, ma niente di
più-
rise togliendo il vestito.
-Mh,
come vuoi, ma secondo me anche a te piace!-
-A
me? Non credo proprio. Lo sai che mi fa schifo, specialmente con
quell’orecchino che si ritrova, che è terribile.-
notavo una punta di bugia in
quello che mi diceva, ma non volevo insistere, sarebbe stata lei a
dirmi la
verità ben presto, o i fatti avrebbero parlato da soli.
-Quindi..
tutto per gioco? Insomma, vuoi solo farlo divertire, e poi piantarlo in
asso?-
risi. Mia sorella annuì fiera.
-Va
bene, allora andrò a dormire, buona notte!- le stampai un
bacio in
guancia, prima di andare di nuovo in camera mia. Appena entrai, Louis
stava già
nel letto a dormire, e il suo russare non era per niente grazioso. Mi
misi
sotto le coperte, addormentandomi dopo una lunga serata.
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Capitolo 3 *** chapter 3. ***
Ancora
una volta casa mia si riempii di urla. Non mi importava cosa avrebbero
pensato
Louis e Bill, sicuramente non sarei stata tranquilla di fronte alla
nuova
compagna di mio padre. L’ennesima. L’avrei voluta
volentieri prendere, e
uccidere con tutta la forza possibile di quest’universo. Ero
uscita fuori in
giardino, a fare avanti e indietro nervosamente, mentre trattenevo le
lacrime e
il nervosismo che ormai mi stava davvero distruggendo. Ma cosa passava
nella
mente di mio padre? Perché non mi capiva? Era
così difficile da afferrare quel
cazzo di concetto? Arrivò all’improvviso mia
sorella che, come tutte le persone
presenti in quella casa, aveva ascoltato la discussione. Non
proferì parola,
semplicemente si avvicinò a me abbracciandomi più
forte che poteva, ma nemmeno
quello riuscii a calmarmi. Probabilmente perché mio padre
era l’unica persona
che mi faceva stare così male, che mi faceva innervosire
così tanto. Aveva dei
poteri magici e inauditi.
-Voglio
andare via da qui.- sussurrai.
Era
vero, volevo andare via, era il mio unico desiderio, l’unica
cosa che veramente
volevo. Fuggire, andar via da mio padre, non vederlo mai
più. Provavo a
convincermi del fatto che gli volevo bene, ma perché, se poi
alla fine l’unica
cosa che lui sapeva fare era farmi soffrire? Perché fingere
ancora? Vidi
apparire poi anche Louis, che aveva una faccia fortemente afflitta per
quella
discussione. Si avvicinò a noi.
-Devi
stare tranquilla.- mi disse.
-Perché
dovrei? A prescindere che non conosci la storia, non puoi dire nulla.-
Zoe mi
strinse più forte, per farmi calmare, prima che avessi
aggredito anche lui. –Ho
capito la storia, e posso comprenderti.- disse questo e poi si
allontanò
rientrando dentro casa.
Zoe
mi guardò negli occhi. –Devo andare, Lara mi
aspetta, stasera torno, tu va in
camera, e non parlare con papà. Per favore Ar. Se succede
qualcosa, mandami un
sms.- mi diede un bacio sulla fronte e poi andò via.
Salii
in camera mia. Volevo capire bene cosa intendeva Louis con quelle
parole, e
come previsto era in camera mia, che giocava con il telefonino buttato
sul
letto. Entrai, sedendomi ai suoi piedi.
-Cosa
volevi dire?- domandai.
-So
cosa si prova Arya.- poggiò il cellulare sul comodino.
-In
che senso?-
-Mh..
non ti sei mai chiesta dov’è mia madre?- mi chiese
alzando appena il busto, per
poter parlare meglio con me. –A dire il vero sì.-
risposi.
-Ecco..
lei è viva e vegeta purtroppo. Lei e mio padre divorziarono
quando io ero
piccolo. E la vedevo una volta ogni settimana, per il resto ero
affidato a mio
padre. Scoprii troppe cose su mia madre che detestavo. Fumo, canne,
alcool.
Cose terribili Arya, fidati di me, molto peggio di tutto questo. Si
stava
rovinando la vita e io.. non volevo vivere con una madre del genere,
era
qualcosa di terribile. E tutto andava avanti così, come va
avanti tra te e tuo
padre, litigi su litigi, fino a quando poi la mia custodia non
passò
completamente a mio padre, e infatti ora vivo con lui. Fino a quando
mia madre
non ci ha mandato in bancarotta, non so ancora come, non voglio
saperlo. E ora
siamo qui.- il silenzio calò in modo davvero molto
imbarazzante tra di noi, e
io mi ritrovai a guardare fisso il vuoto, e a mordicchiarmi il labbro.
-Non
la sapevo questa storia.- dissi.
Lui
annuì, e si alzò dal letto. –Sono cose
che si superano in un modo o nell’altro,
io non ce l’ho fatta, ma erano problemi molto più
gravi, tu puoi farcela però.-
lo vidi andar via dalla stanza, mentre mi lasciò
lì da sola.
Caro
Diario,
la vita
è strana sai? Te
l’ho mai detto? La mia soprattutto. L’altra sera
sono stata fuori con Louis,
Zayn e Zoe, e ho come l’impressione che a mia sorella
piacesse Zayn. E’
assurdo, lei mente. Ma perché dovrebbe mentire a me..? mh,
è tutto così strano
qui, così assurdo, così triste forse. Oggi ho
litigato nuovamente con mio
padre. Che novità eh? Ma qui arriva il bello. Louis poi,
vedendomi così, mi ha
raccontato la storia di sua madre.. che donna terribile, davvero. Dice
che ce
la farò a superare questo periodo, ma io non ci credo. Ho
troppa paura di
perdere ancora.
Ma
cos’altro ho da perdere
adesso?..
Tua
Arya.
Proprio
mentre stavo per posare il diario Louis entrò in camera.
–Cosa hai lì?- domandò
osservandomi mentre stavo per chiudere il cassetto. Se fosse riuscito a
leggere
tutto quello che c’era lì, sarebbe stata la fine.
Nessuno mai era riuscito a
leggere le pagine di quel piccolo oggetto era troppo speciale. A quel
punto non
sapevo come rispondere.
-Emh..
niente, cose mie.- la voce mi tremeva.
-Cos’èèè?
Un dildo gigante?- urlò.
-Smettila!
Sono cose private, e poi non è quello che pensi tu, non ne
ho bisogno almeno.-
arrossii in maniera spropositata, questi discorsi mi facevano
imbarazzare da
morire, e la cosa mi dava parecchio fastidio. Odiavo arrossire,
preferivo
rimanere pallida così com’ero.
-Come
vuoi, ma lo verrò a sapere che cosa nascondi.- sembrava
quasi una minaccia, e
sì, lo ammetto, mi faceva terribilmente paura.
-Come
no Louis, non puoi.- risi. Si buttò sul letto, e per
chissà quale motivo mi
ritrovai un suo cuscino in testa, che mi aveva lanciato con
“tanto amore”. –Ahi!
Ma che ti prende?- sbraitai.
-Nulla,
avevo solo voglia di tirarti un cuscino in testa!- rise ancora di
più davanti
alla mia solita reazione isterica. Sembrava quasi che mi conoscesse da
una vita
e capiva già le reazioni che avevo davanti diverse
occasioni. –Vediamo che
succede se ti tiro in testa un letto?- mi alzai di scatto, pronta a
colpirlo
con un cuscino fino a quando non irruppe in camera, mio padre.
-Sono
passato solo per augurarvi la buona not… Arya che stai
facendo?- mi guardò
sconvolto per un momento, e non seppi che rispondere, mentre Louis
sghignazzava
sotto i baffi. –Nulla, stavo solo dando un cuscino a Louis..
cosa credi che
stia facendo?- feci la vaga, come se niente fosse.
-Oh,
bene, allora buona notte!-
-Notte.-
pronunciammo in coro. Appena la porta si chiuse, mi ritrovai sopra
Louis a
prenderlo a cuscinate con tutta la violenza che potevo avere in corpo.
–Guai a
te se ti capita di nuovo di farlo.- ritornai nel mio letto, dandogli
un’ultima
cuscinata in testa, mentre lui continuava a ridere. –Adoro
stuzzicarti, proprio
come adoro quando ti incazzi così- roteai gli occhi, e mi
accorsi che era
troppo presto per me per andare a dormire. Erano solo le undici,
così decisi di
accendere il computer, e chattare con Thomas, mentre sentivo che Louis
aveva
cominciato a parlare al telefono con Zayn. Raccontai a Thomas tutto
ciò che era
successo nell’arco di una serata, e improvvisamente mi sentii
un po’ meglio,
era l’unica persona, dopo mia sorella, che sapeva tirarmi su
di morale.
-Stai
chattando con il gay?- chiese Louis.
-Hai
rotto, non è gay!- gli tirai addosso un pezzo di carta che
era poggiato sulla
scrivania.
-No,
parlando seriamente, Zayn chiede se potrebbe venire domani sera,
passiamo una
serata qui, io, te, lui, e Zoe!- domandò, mentre continuava
a parlare al
telefono con il suo amico.
-La
cosa divertente è che noi due ci odiamo, eppure passiamo il
70% delle nostre
giornate insieme, davvero divertente.- risi scuotendo la testa.
-Beh,
comunque va bene, per quanto io sappia, mio padre e tuo padre
dovrebbero essere
fuori domani, non so perché.- continuai.
-Zayn!
Domani sera sei da noi!- esultò.
Aprii
la chat con mia sorella Zoe, benché fossimo a pochi metri di
distanza, ma non
mi andava nemmeno di alzarmi dalla sedia.
Bellezza,
domani sera viene
Zayn. Siamo noi quattro da soli (;
Risi
dolcemente, dondolandomi nella sedia, proprio come ero solita fare.
Misi un po’
di musica, sinceramente mi andava di ascoltarne, e decisi di mettere
una
canzone dei Doors, una delle mie band preferite in assoluto.
Probabilmente
la voce di Jim Morrison aveva qualcosa di così favoloso da
farmi perdere in
ogni singola canzone.
Improvvisamente
mi rispose mia sorella.
Figo,
spero che non
metteremo casa sottosopra.
-Mia
sorella crede che domani distruggeremo la casa!- dissi verso Louis, ed
entrambi
ridemmo. –Al massimo sono loro due che tipo scoperanno in
tutti i modi, boh.-
sentii la voce di Zayn dall’altro capo del telefono, che
urlava e sbraitava
contro il suo amico per ciò che aveva detto.
..E
Louis crede che tu e
Zayn scoperete. HAHAHA!
Era
troppo divertente chattare con mia sorella da una stanza
all’altra, eravamo
abituate a farlo. –Fammi capire, tua sorella è di
là, e tu stai chattando con
lei?- chiese Louis stralunato. –Ebbene sì- risi.
-Certo
che sei proprio strana!- immediatamente dopo questa frase, il mio dito
medio si
alzò in automatico, seguito da un sorriso davvero fin troppo
falso. –Ho sonno.-
dissi subito dopo staccando il pc, dopo aver dato la buona notte a mia
sorella.
Era raro che a quell’ora mi veniva sonno, ma succedeva solo
quando litigavo con
mio padre, mi faceva stressare così tanto da star male poi
tutto il tempo.
Mi
buttai sul letto, sotto le lenzuola, e salutai con la mano Louis, che
aveva
appena chiuso al telefono con Zayn.
-Notte
Vento!- spensi la luce, addormentandomi lentamente.
Il
giorno dopo mi svegliai con molta tranquillità. Mi
stiracchiai in maniera
alquanto scomposta, e ci misi un po’ di tempo prima di
alzarmi dal letto,
benché sapevo che quella mattina sarei dovuta andare a fare
shopping con Zoe,
ma era certo che lei ancora stesse dormendo, o almeno credevo io. Non
passarono
poi così tanti minuti che la mia porta si
spalancò e la voce di mia sorella mi
trapanò delicatamente le orecchie.
-Aryaaa!
Svegliaaati, dobbiamo usciiiree! Daii- improvvisamente la finestra di
camera
mia si spalancò e la luce del sole mi accecò
completamente, e ne approfittai
per nascondermi sotto il cuscino, fino a soffocarmi quasi.
-Alzati
subito!- ripetè mia sorella. Mi prese da un braccio provando
a tirarmi via, ma
la mia forza era maggiore della sua. Cominciò a scuotermi, e
a quel punto non
avevo altra scelta, così mi alzai dal letto stropicciandomi
gli occhi.
-Era
ora!- rise.
-Ieri
sera sono stata sveglia fino a tardi- misi le mie infradito, e scesi
insieme a
mia sorella giù in cucina per fare colazione, e
lì trovai mio padre, Bill, e
Louis. –Buon giorno!- dissi ancora morta di sonno.
-Buon
giorno a te tesoro!- non capivo come mio padre riuscisse a farsi
scivolare le
litigate tra di noi così, come se niente fosse, e la cosa mi
irritava
parecchio, perché comunque sia ancora la rabbia non era
passata, e forse non
sarebbe passata mai. Eppure lui cominciava la giornata chiamandomi
“tesoro”.
Era parecchio strano. Ma non stetti molto a pensare a ciò
che diceva mio padre,
avevo intenzione solo di passare una bella giornata di puro relax.
Afferrai
un cornetto che si trovava lì sul bancone, e prima di salire
al piano di sopra
qualcuno ostacolò il mio percorso. O meglio, Louis mi fece
uno sgambetto, e per
poco non stavo per rompermi la faccia.
-Come
sei gentile e garbato anche solo di prima mattina!- mi voltai verso di
lui
scontrosa, e come al solito si stava lasciando andare in una delle sue
risate.
-Volevo
solo che mi passassi un cornetto- ammise.
-Te
lo prendi da solo!- feci per andarmene ma la voce di Bill mi distrasse.
–Dai
ragazzi, smettetela di far così- disse. –Staremo
ancora per molto qui, quindi
sarebbe carino se aveste un minimo di rapporto.- continuò il
suo discorso, ma
tutto quello che ne uscì come risposta fu una risata da
parte sia mia che di
Louis.
-Oh,
sì, dillo a tuo figlio! Vado a prepararmi.- scossi la testa
e questa volta
salii davvero le scale per andarmi a vestire. Penso che la pace tra me
e Louis
si sarebbe creata solo se quel benedettissimo tubo si fosse aggiustato.
Ma da
quanto avevo capito qualche giorno prima dai discorsi di mio padre e
Bill,
sarebbe passato molto tempo prima di vedere Louis fuori da camera mia,
e la
cosa non faceva altro che scoraggiarmi sempre di più.
In
una manciata di minuti ero già pronta per uscire. I soliti
pantaloncini di
jeans, una canottiera nera, capelli sciolti sulle spalle, e occhiali da
sole.
-Zoe?
Sei pronta?- chiesi entrando in camera di mia sorella che stava
preparando la
sua borsa. Uscimmo di casa intorno alle dodici, visto che avremmo
pranzato
anche fuori. Era una nostra abitudine, andare fuori per fare shopping e
rimanere in centro anche per pranzo. Lo facevamo molto spesso, era una
cosa
molto divertente. Mentre passeggiavamo ripresi in parte il discorso
della sera
prima.
-Mh,
stasera saremo soli a casa.. dove andranno papà e Bill?-
chiesi curiosa.
-Per
quanto io ne possa sapere saranno ad una festa di un loro vecchio amico
del
liceo.- Zoe fece spallucce.
-Sì,
le solite minchiate.- risi scuotendo la testa e passandomi la mano
sulla
fronte. Ormai che cosa me ne doveva importare? Probabilmente ero quasi
abituata
alle bugie di mio padre. Ma forse questa volta era la
verità. Chi poteva
saperlo, l’importante è che avrei passato una
giornata serena e rilassante.
-Vabbè,
non ho voglia di pensarci!- dissi secca.
-Dove
vuoi andare?- chiese mia sorella, notando l’enorme
varietà di negozi che
costellavano il centro.
-Ovunque,
basta che compro qualcosa, qualsiasi cosa, ne ho bisogno.- presi mia
sorella a
braccetto, e cominciammo a farci un giro tra i vari negozi. Come sempre
passavamo minuti infiniti dentro ogni shop, a provare milioni di
vestiti.
Entrambe eravamo persone troppo difficili nei gusti, e qualsiasi cosa
aveva un
difetto, o non andava bene, e prima di trovare l’abito o la
maglietta perfetta
dovevamo stare ore e ore dentro un negozio, eravamo fatte
così. Anche mia madre
era così, ma lei riusciva ad essere sempre bella e
impeccabile in qualsiasi
occasione.
Ci
trovammo dentro uno dei negozietti locali, e aspettavo che mia sorella
uscisse
dal camerino, dopo che aveva preso milioni di cose da provare.
-Come
mi sta questo?- uscì fuori con un vestitino alquanto
provocante.
-Ma
tutti questi vestitini? Non me la racconti giusta!- risi, osservandola
mentre
si guardava allo specchio. –Comunque mi piace come ti sta!-
continuai.
Lei
proseguiva guardandosi ancora allo specchio, da qualsiasi posizione.
–Sei
sicura? A me sembra che mi faccia un po’ grossa!- fece una
smorfia.
-Ma
và, sei perfetta comunque!- mi sedetti in uno sgabello che
c’era lì, mentre
continuavo a guardarla e a convincerla che quel vestito le stava
così bene.
–Quindi?- domandò.
-Quindi
prendilo!- risi.
Rise
anche lei, e rientrò dentro il camerino per cambiarsi.
–Sarei curiosa di sapere
a cosa ti servono tutti questi vestitini che stai provando!- abbozzai
un
sorriso, mentre avevo puntato lo sguardo su un favoloso paio di tacchi,
e li
presi immediatamente per provarli.
-Beh,
non c’è un motivo!- disse.
-Mh,
ne sei sicura?- cercavo in tutti i modi di farle sputare il rospo
riguardo
Zayn, ma sembrava davvero impossibile, magari mi sbagliavo io.
-Sicurissima!-
uscì dal camerino, trovandosi davanti me che provavo il mio
paio di tacchi. Mi
misi in piedi per vedere se riuscivo a stare in equilibrio.
–Scherzavo, mi
fanno schifo ‘sti tacchi.- li tolsi immediatamente, dopo che
mi accorsi che non
facevano proprio per me.
-Io
vado a pagare.- Zoe si allontanò, lasciandomi lì,
mentre ero intenta a togliere
quel paio di scarpe.
Uscimmo
pochi minuti dopo insieme dal negozio, e da lì partimmo
spedite verso il Mc
Donald. Avevamo troppe buste in mano, e nemmeno ce ne eravamo accorte.
Entrammo
al Mc, e l’odore del cibo immediatamente mi fece star meglio.
Ero una gran
mangiona, e dovevo ammetterlo, ma fortunatamente il mio fisico non
aveva subito
modifiche, neppure se mangiavo quasi ogni settimana hamburger e
patatine.
Ordinammo i nostri menù, e in poco tempo ci ritrovammo
già sedute a mangiare,
una di fronte all’altra.
-Tornando
al discorso di prima, credo che tu abbia un debole per Zayn.- continuai
la
conversazione, che per me era rimasta in sospeso prima davanti ai
camerini del
negozio.
-Oddio,
ancora con sta storia?- mi guardò con gli occhi sbarrati,
ridendo appena. –Te
l’ho detto, non c’è nulla! Solo..
divertimento, ecco, ma mica mi piace.-
continuò a mangiare, ma qualcosa ancora diceva nella mia
testolina che mi stava
mentendo, eppure non riuscivo a togliermi dalla mente quel pensiero
fisso e
continuo.
Io
risi, e voltai il viso da un’altra parte, divorando il mio
panino, e immediatamente
mi accorsi di una cosa. –Beh, sappi che è proprio
lì!- Zoe alzò di scatto la
testa senza aver capito cosa volessi dire realmente.
-Cosa?-
domandò ad occhi sbarrati. –Al massimo chi!- di
seguito le indicai in il dito
la persona messa in fila per prendere qualcosa da mangiare. Con
quell’orecchino
luccicante, l’avrei potuto riconoscere anche a chilometri di
distanza, ed ero
certa che era Zayn. Mia sorella per poco non si affogò, ma
ovviamente inventò
una scusa.
-Oddio,
il cibo di traverso!- scoppiai a ridere, e poi vidi Zayn avvicinarsi al
nostro
tavolo, perché evidentemente si era proprio accorto che noi
eravamo lì. Lo
salutai con un sorriso, sventolando la mano.
-Ciao
ragazze!- salutò entrambe, appena si avvicinò di
più a noi. –Siete sole?-
domandò.
-Si,
siamo in giro per fare shopping.- dissi mangiando una patatina.
Sicuramente
Zayn appariva molto più simpatico di quella peste di Louis,
anche se
quell’orecchino lì, lo odiavo fortemente.
-Posso
sedermi con voi? Sono solo, ero con dei miei amici, ma alla fine ci
siamo
divisi per vari motivi, e mi sono fiondato qui!- feci segno di
accomodarsi, e
come previsto si sedette proprio accanto Zoe, accostando il suo vassoio
a
quello di mia sorella. –Come va bellezza?- chiese voltandosi
verso di lei, e
ammiccando. Io quasi scoppiai a ridere, ma riuscii a trattenermi per
evitare
occhiatacce strane di mia sorella.
-Sto
bene, grazie.- lei sorrise con le guance che quasi le stavano
diventando rosso
fuoco, davanti lo sguardo del ragazzo accanto a sé.
-Stasera
quindi siamo da voi?- chiese Zayn con la bocca piena, mentre addentava
il suo
panino gigante.
-Esattamente!-
dichiarò mia sorella con un sorriso.
-Cosa
faremo?- chiesi.
-Potremo
guardare un film, o insomma.. non so, cazzeggiare.- rispose il ragazzo
ridendo,
per la sua stessa risposta.
-E
voi scoperete, come dice Louis.- dissi. Ero pronta a ricevere molto
probabilmente una sgridata da mia sorella, o qualcosa del genere, ma
sapeva che
mi divertivo a stuzzicarla così, era ormai abituata a questo.
-Stai
diventando come lui.- ammise Zayn con una risata.
-Oddio!
Non sia mai!- lo guardai con gli occhi spalancati, sconvolta dalla
frase che
aveva appena detto. –Non esiste proprio, io sono io, e lui
è.. lui purtroppo-
scossi la testa.
-Forse
devi ancora conoscerlo meglio, alla fine non è
così male. E’ solo un burlone!-
disse. –Sono d’accordo con te- ribattè
mia sorella. –E’ quello che le dico
sempre, ma non sta mai ad ascoltarmi.- entrambi risero e io li fulminai
con lo
sguardo. Cosa c’era in Louis che era okay? Proprio niente
secondo il mio
parere, era assurdo che potessero dire qualcosa di positivo su di lui.
Ok, era
un ragazzo che aveva avuto le sue sofferenze, su questo ne ero certa,
ma io e
lui non saremmo andati d’accordo né ora e
né mai.
-Come
no.- risposi semplicemente scuotendo la testa.
Guardai
l’orologio, e mi accorsi che era l’ora di smontare
le tende e fare il secondo
turno di shopping insieme a mia sorella. –Piccola Zoe,
dovremmo andare, il make
up ci aspetta!- dissi, cominciando già a prendere la borsa.
–E’ vero, devo
comprare un casino di trucchi!- esultò alzandosi di scatto
dalla sedia. Era
fissata con il make up, e ogni volta perdevamo ore nei negozi di
trucchi. –Ciao
Zayn a stasera!- lo salutai con la mano, mentre mia sorella gli
stampava un
bacio nella guancia.
-A
stasera!- disse anche lui, mentre noi ci allontanavamo da
lì, per uscire. Avrei
voluto dirle delle sue guance rosse ogni volta che Zayn la fissava, ma
evitai
perché avrebbe continuato a mentire sul fatto,
così mi limitai a fare un
sorrisino. Cominciammo a camminare, sazie, in giro per il quartiere,
cercando
il primo negozio di make up lì in zona.
-Voglio
comprare degli ombretti nuovi, un kajal, delle matite colorate, un
nuovo
fondotinta, ah! E degli smalti!- cominciò a fare la lista
delle cose da comprare,
con tutta la foga possibile. Entrammo in un negozio, e improvvisamente
le
brillarono gli occhi.
Senza
nemmeno accorgercene tra matite e ombretti passò
un’ora precisa. Ammetto che
anche io ero appassionata di queste cose, ma andavo sempre sui trucchi
leggeri,
invece Zoe tendeva ad appesantirsi, ma solo perché era una
delle sue passioni,
nient’altro.
-Zoe,
hai intenzione di pagare, o vuoi svaligiare il negozio?- risi, mentre
lei stava
provando l’ennesimo fondotinta nella sua mano, per vedere se
era la tonalità
giusta per la sua pelle.
-Sì
sì, ho finito, dai!- aveva la busta piena di trucchi, e cose
che avrebbe dovuto
comprare, come sempre dopotutto. Ci mise un bel po’ prima di
pagare tutto,
anche le mie cose, ma finalmente ci trovammo fuori dal negozio,
nuovamente,
dirette verso casa.
-Mi
chiedo quanti soldi spendete ogni volta!- si lamentò mio
padre vedendo i mille
sacchetti che avevamo con noi appena entrate a casa. Noi invece, a
differenza
sua eravamo abbastanza soddisfatte e fiere dei nostri ultimi acquisti.
Andai in
camera mia esausta, e aprii la porta. La mia stanza sembra un campo di
battaglia, anche più di prima. Ma dovevo riuscire a
mantenere la calma, e stare
tranquilla.
-Louis,
cazzo, non pensi mai di sistemare la stanza?- domandai, mentre lui
stava
disteso nel letto a giocare con il suo blackberry, come sempre.
Afferrai alcuni
dei suoi vestiti da terra, lanciandoglieli addosso, e cercando di far
spazio
nel mio pavimento. –Dovrò lavare terra con la
candeggina.- continuai a togliere
i vestiti, mettendo prima le mie buste sul letto. Sembravo una
casalinga in
preda ad un esaurimento nervoso, e incazzata nera con i suoi figli che
lasciavano i loro giocattoli ovunuqe. –Queste sono pure delle
mutande! Che
schifo!- gliele lanciai, colpendolo proprio in viso, mentre lui
continuava a
ridersela lì sul letto.
-Quando
hai finito di ridere mi aiuti, cazzo.- mi buttai sul letto sfinita, e
passandomi una mano sugli occhi. Ero stanca dopo la lunga camminata,
non potevo
tornare a casa e trovare tutto quel casino. Per non pensarci, tirai
fuori gli
abiti nuovi dai sacchetti, mettendoli nei cassetti e negli armadi.
-Dai,
pensa che stasera ci divertiremo!- disse.
-Vai
a fanculo.- sibilai acida come sempre nei suoi confronti. –A
proposito, devi
ordinare da mangiare per stasera, chiama la pizzeria, grazie.- dissi
uscendo
dalla stanza e sbattendo la porta. Al passaggio dalla camera di Zoe,
che era
ovviamente aperta, feci un mugugno.
-Avrei
preferito stare fuori casa per il resto dei miei giorni!- lei rise, e
mi fece entrare.
–Guarda il lato positivo, hai preso tanti bei vestiti!- disse.
-Certo,
sperando che non si infettino di Louis.- sbuffai.
-Vado
a guardare un po’ di televisione, fra qualche ora sistemiamo
casa
per stasera.- scesi le scale, lasciando lì mia sorella, che
era occupata a
riordinare la sua camera.
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Capitolo 4 *** chapter 4. ***
Il
campanello suonò, e subito mi alzai di scatto per andare ad
aprire. Un uomo
alto, e con uno strano cappellino mi aprì, consegnandomi le
due pizze familiari
che avevamo richiesto qualche ora prima. Diedi i soldi necessari, e poi
rientrai dentro mente Zayn e Louis si sbattevano i cuscini del salone
in
faccia, come sempre.
-Bambiini,
e pronta le ceeena!- urlai ridendo.
Zoe,
Louis e Zayn, mi vennero dietro mentre portavo le pizze nel tavolino
del salone,
proprio davanti il televisore. Mi sedetti a terra, mentre aprivo gli
scatoloni.
–Sto morendo di fame.- disse Zayn afferrando immediatamente
una fetta di pizza.
Notai subito che era seduto accanto e Zoe. Eravamo insieme da almeno
un’ora e i
due non si erano staccati nemmeno un secondo. –Dopo guardiamo
un film?- chiesi.
-Posso
tirar fuori uno dei miei soliti film horror?- esultò Louis,
che era un grande
appassionato di quel genere. A me sinceramente non facevano
né caldo né freddo,
quindi non mi avrebbe dato fastidio vederlo.
-Ma
io ho paura!- ammise Zoe.
-Mh,
tranquilla, ci sono io.- sussurrò Zayn, voltandosi verso di
lei, ma non si era
accorto che io avevo perfettamente sentito ciò che le aveva
detto, e scoppiai a
ridere.
-Che
c’è?- domandò Zayn voltandosi verso di
me con un sopracciglio alzato. –Oh,
niente, tutto ok!- mentii, mentre mia sorella da dietro, mi faceva
cenno di
smetterla, e io continuavo a ridere.
Mi
sedetti a pancia in giù sul pavimento, mentre continuavo a
mangiare la mia
pizza, e osservavo Louis che metteva il dvd, per poterlo finalmente
vedere.
–Spegni le luci!- mi disse. Spensi la luce, in modo che
l’unica cosa che
potesse illuminare la stanza fosse il televisore con le sue scene
cruente che
cominciavano fin dalla prima parte del film.
La
faccia di Louis davanti quelle scene era davvero fin troppo divertente,
era un
misto di gioia e divertimento, non si capiva bene, ma sicuramente
faceva
ridere. Improvvisamente però mi accorsi che calò
il silenzio tra di noi, mentre
eravamo tutti intenti a guardare lo schermo, perfino Zoe e Zayn, che
pensavo
volessero fare ben altro quella sera.
Ma
insomma.. Zayn avrebbe protetto Zoe dagli assurdi zombie del film, e
questo
poteva bastare per farmi dedurre tante cose.
Afferrai
il cellulare di Louis che per puro caso era lì vicino a me,
e ne approfittai
della sua distrazione per prenderlo. Non ero poi così
interessata al film, così
dovevo pur trovarmi qualcosa da fare. Mi spostai appena mentre lui era
praticamente appiccicato al televisore, e cominciai a smanettare con il
suo
cellulare, e leggendo gli sms tra lui e Zayn, che mi facevano davvero
ridere,
del genere “Lou, stasera ci sarà da divertirsi con
Zoe”. Guardai le foto, la
maggior parte foto sue, personali, e mi accorsi che bene o male era
abbastanza
fotogenico. Mi voltai per controllare se Louis fosse distratto, ma il
mio
sguardo si posò improvvisamente su Zayn e Zoe. I due si
erano lasciati andare
in un bacio davvero passionale. Le loro lingue si intrecciavano
delicatamente
tra di loro, e le mani di lui, sfioravano i capelli delicati di Zoe,
arrivando
poi fino al collo. Quelle mani stavano percorrendo l’intero
corpo di mia
sorella, esplorando ogni singolo angolo della sua pelle quasi, fino a
quando
non notai che le sue dita si stavano insinuando delicatamente sotto la
camicetta. Cercai di non guardarli per non farli sentire in imbarazzo,
anche se
sapevo che in quel momento si stavano preoccupando di tutto, ma non di
me
sicuramente. Così tornai a guardare il film.
Zoe
sistemò una gamba su quelle di Zayn, avvicinandosi
maggiormente a lui dopo aver
messo entrambe le proprie mani sul suo viso, sfiorandoglielo
delicatamente e
strusciandosi appena contro di lui. Zayn percorse tutta la pancia di
Zoe con le
mani, carezzandogliela dolcemente, passando poi verso la schiena, e
percorrendo
tutta la sua spina dorsale con un dito, facendo appena rabbrividire mia
sorella. Entrambi si trovavano in una certa sintonia tra di loro, e
sembrava
che i loro corpi aderissero perfettamente l’uno contro
l’altro.
Louis
accese la luce appena il film finì, ed entrambi ci
ritrovammo a guardare Zayn e
Zoe, che si staccarono appena imbarazzati, tutti e due si morsero le
labbra.
-Vi
è piaciuto il film?- chiese Louis ridendo e dando una pacca
a Zayn.
-Da
morire..- disse tremendamente imbarazzato, mentre ridacchiava appena e
si
passava una mano sul viso. –Tranquilli che non vi ha visto
nessuno!- ironizzò
Louis, sedendosi accanto a lui.
-Eravate
all’incirca così.- cominciò a fare una
loro imitazione muovendo le labbra in
modo divertente, e facendo come al solito il buffone, e strusciandosi
contro
Zayn, toccandolo ovunque.
-Però..
dicevi di essere innamorato di me! Sei proprio uno stronzo!-
urlò poi, facendo
una voce alquanto femminile, mentre io ero ormai buttata a terra dalle
risate,
mentre mia sorella stava sprofondando nel divano, ma notavo che anche
lei
sorrideva davanti l’imitazione di Louis.
-Ma
io ti amo ancora!- disse Zayn.
-Bugiardo,
basta, è finita Zaynuccio.- tutti scoppiarono a ridere
davanti quel soprannome
davvero ridico, forse perfino più ridicolo di
“Vento”.
-Daai,
siete dei piccioncini adorabili però.- ammisi guardando mia
sorella con sguardo
complice. –Diciamo che mi ero accorta di voi fin
dall’inizio del film, e sono
contenta che mia sorella abbia superato la paura dei film horror.-
sorrisi.
Mio
padre era tornato prima del previsto, e ci ritrovammo tutti e quattro
in camera
mia, cercando di parlare a bassa voce. Zoe stava comodamente seduta tra
le
gambe di Zayn, e io ero buttata nel mio letto, mentre Louis smanettava
con il
suo telefonino, e stavamo chiacchierando del più e del meno.
–Facciamo
qualcosa!- borbottò Zayn.
-Inventati
qualcosa.- dissi.
-Prendiamo
Louis a cuscinate!- esultò divertito, ma si zittì
subito dopo che Louis lo
guardò con sguardo assassino. Io e Zoe ridemmo.
-Che
ne pensate se conficchiamo l’orecchino di Zayn nei suoi bei
occhietti? Sarebbe
divertente!- Louis annuì convinto di ciò che
stava dicendo, ridacchiando sotto
i baffi. A cambiare il discorso fu mia sorella. -Qual è la
vostra più grande
paura?- domandò. Era una persona abbastanza curiosa, e le
piaceva fare domande.
Nessuno parlò, fino a quando mia sorella non si
voltò verso di me, come se
dovessi essere la prima a parlare. –Ma perché io?
Pff.- sbuffai.
-Perché
sei la più piccola!- dichiarò Zoe.
-Al
posto tuo non la userei come scusa.- la guardai torva, mettendomi
comoda sul
letto. –Beh.. penso sia la solitudine.- ammisi.
-Ohhh,
la piccolina ha paura di rimanere sola!- disse Louis facendo la sua
solita
faccia da buffone, ma soprattutto da schiaffi.
-Sentiamo,
qual è la tua paura?- chiesi come per sfidarlo.
Sembrò
pensarci un po’ su, e si preoccupò di fissare il
vuoto prima di parlare. –Credo
che sia la paura degli insetti, mi fanno davvero troppa paura, fin da
quando
ero bambino.- ammise, ridendo.
-Beh,
allora posso metterti degli scarafaggi nel letto sta notte?- chiesi
sbattendo
le ciglia amorevolmente, ma ricevetti solo un dito medio da parte di
Louis.
–Qual è la tua, piccola?- chiese Zayn a Zoe.
-Mh..
ho paura dei fantasmi, è una paura terribile, infatti sto
sempre angosciata
quando dormo.- rispose.
-Ma
c’è Zayn a proteggerti, è vero,
piccipù?- Louis stava passando la sua serata a
prendere in giro Zayn, in modo davvero divertente, e ammetto che faceva
ridere
anche me. –Qual è la paura di Zaynuccio?- chiese,
poi.
-Oddio,
non la dirò mai, è troppo imbarazzante.- ammise,
e un coro di lamenti si levò
lì nella stanza.
-Zayn,
dai, l’abbiamo detto tutti!- brontolai.
-Mh,
ok.- riuscimmo a convincerlo. –Beh, ho paura
dell’acqua diciamo.- e tutti
ovviamente scoppiammo a ridere.
-Come
diamine fai a bere?!- domandò Louis sbalordito, mentre
soffocava le parole tra
le risate. –Non centra niente quello! E’ la paura
di nuotare più che altro!
Però mi piace il mare, ho solo paura dell’acqua
alta.- sembrava esser diventato
rosso così, all’improvviso e la cosa era ancora
più divertente.
-Oh
suvvia, non fare così!- disse Zoe.
-E’
imbarazzante.- ripetè, prima di nascondere il viso tra le
sue mani.
Non
so quante altre domande riuscì a fare mia sorella, ma era un
modo divertente
per conoscerci meglio, e mi accorsi quanto io e Louis eravamo
tremendamente
diversi. Come avremmo potuto avere una certa sintonia, come dicevano
Zayn e
Zoe? Era impossibile, continuavo ad ammetterlo.
-L’avete
mai fatto?- mia sorella se ne uscì con una nuova domanda che
quasi mi fece
impallidire dalla vergogna. Ma quella volta non cominciai io a
rispondere. Mi
vergognavo molto di questa cosa, a quasi diciotto anni non ero mai
andata a
letto con nessuno, e spesso i miei vecchi compagni mi prendevano in
giro per
questa cazzata.
-Che
domande! E’ ovvio!- rispose Louis.
-Beh,
idem.- continuò Zayn.
Più
sentivo quelle risposte, e più mi veniva un groppo in gola,
per la paura di
rispondere. Mi avrebbero preso per il culo a vita molto probabilmente,
ma su
queste cose ero molto ostacolata, visto che aveva dato il mio primo
bacio a
quindici anni, per chissà quale strano motivo.
-Tu
Zoe?- domandò Louis. –Ebbene sì.-
rispose annuendo. Sarebbe arrivato il mio
turno adesso. –Arya?- si voltarono tutti verso di me, e le
mie guance stavano
per andare a fuoco. Ci pensai su ovviamente, ma non avevo voglia di
dire bugie.
–No- dissi secca sospirando.
-La
piccola Arya!- disse Louis, ridendo nuovamente. Storsi le labbra,
facendo poi
un movimento strano. Lo facevo sempre quando ero imbarazzata, ma mia
sorella mi
sorrise in modo confortante.
-Ci
pensa Louis!- urlò Zayn.
-Che
cazzo dici?- Louis, prese il cuscino più vicino a lui,
prendendo in piena
faccia Zayn, con tutta la violenza che possedeva. –Nemmeno
per un milione di
dollari lo farei con lei.- continuò.
-Tranquillo,
non c’è pericolo, io non lo farei nemmeno per
tutto l’oro di questo mondo!-
feci una faccia schifata guardandolo in modo negativo.
Dopo
quelle risate, cominciammo a chiacchierare ancora, fino a quando tutti
e quattro
non ci addormentammo lì intorno alle tre di notte. Perfino
Zayn non era tornato
a casa ed era rimasto lì, con Zoe stretta tra le sue
braccia. Tutti e quattro
coccolati da Morfeo.
Erano
all’incirca le due del pomeriggio del giorno dopo, avevo
appena finito di
sparecchiare, ed ero intenta a sistemare le posate nel cassetto, mentre
canticchiavo qualcosa.
-Madonna
quanto sei stonata!- urlò Louis.
-Vorrei
sentire te guarda.- risposi mentre cominciavo ad andare in camera mia,
e mi
accorsi solo dopo che lui mi stava seguendo.
-Sono
bravo io a cantare.- ammise sorridendo, e seguendomi.
-Mi
immagino, come una cornacchia in calore forse!- risi.
-Non
ci credi?-
-Assolutamente
no.- dissi secca.
-Mh,
non vuoi sentirmi cantare?- chiuse la porta della mia stanza alle sue
spalle,
mentre io stavo per prendere uno dei miei libri per cominciare a
leggere.
–Preferisco leggere, grazie.-
Lui
storse le labbra, e si sedette sul suo letto.
-Ohh,
oh, be my baaby, ohh, bee my baaaby.- improvvisamente lo sentii
cantare, e mi
voltai di scatto, perchè la sua voce mi aveva davvero
lasciata senza parole. Se
la cavava maledettamente bene.
-Ma..-
lo guardai attonita per un momento.
-There
noow, steaady love, so feew come aand don't goo!- continuò a
cantare le parole
di quella dolce canzone e io rimasi sempre più a bocca
aperta davanti il suo
strabiliante talento.
-Sei
bravissimo.- ammisi. Era incredibile, ma sì, stavo facendo
un complimento a
Louis Tomlinson, non pensavo che mi sarebbe mai passato per la mente,
eppure
era così.
-Lo
so!- disse lui, vantandosi.
-Vabbè,
fanculo, non ti si può fare manco un complimento.- scossi la
testa ritornando
alla lettura del mio libro, in silenzio mentre lui ridacchiava con il
suo
solito telefonino tra le mani.
-Perciò
sei ancora vergine, eh?- ora volevo seriamente capire per quale losco
motivo
avesse preso quel discorso che non centrava nulla con ciò di
cui stavamo
parlando qualche istante prima. Quasi mi irrigidii al suono di quelle
parole, e
strinsi forte le pagine del libro tra le mani.
-S..si.-
sussurrai, e poi lo sentii ridacchiare.
-Sei
piccola ancora.- disse.
Non
credevo di essere poi così piccola, alla fine ero solo di
due anni più piccola
di lui, non così tanto direi. Eppure lui doveva per forza
trovare una scusa per
prendermi in giro, e in quel momento maledissi mia sorella e quella sua
stupidissima domanda della sera prima.
-Non
credo di essere piccola.- ammisi.
-Hai
diciassette anni, no?-
-Sì.-
-Mh,
sì, sei piccola.- rise.
-Perché,
tu a quanti anni hai avuto la tua prima volta?- chiesi voltandomi verso
di lui
e lasciando stare la mia lettura.
-Forse
sedici o quindici, non ricordo.- fece spallucce.
-Penso
che per voi ragazzi è totalmente diverso.- mi sentii in
imbarazzo per un
momento, e diventai appena rossa, pensando che io alla sua
età avevo dato solo
il mio primo bacio, ma questo ovviamente non doveva saperlo, nemmeno
per
sbaglio, sennò sarebbe stata la mia rovina. In un certo
senso mi vergognavo di
Louis, avevo paura del suo giudizio, o solo avevo paura che potesse
complicarmi
le giornate con le sue solite frasi provocatorie di pessimo gusto.
-Forse
sì, ma rimani comunque una povera verginella!- rise ancora
una volta, e per
poco non gli lanciai il mio libro in testa, ma riuscii a controllarmi.
-Vado
da Zayn!- annunciò, e improvvisamente mi sentii libera.
-Ciao
Vento.- mi salutò prima di uscire dalla stanza per poter
andare via. A quel
punto mi venne una voglia infinita di aggiornare il mio diario, era
assolutamente necessario. Lo afferrai, e presi la penna sul mio
comodino,
facendo attenzione se mai Louis
fosse ritornato per un motivo qualsiasi.
Caro
Diario,
che
giornate strane
ultimamente, non credi? Piene di alti e bassi, ma rimane sempre quella
tortura
chiamata Louis Tomlinson. Mi chiedo ancora come mai non sono scappata
di casa.
Ieri sera è venuto qui da noi Zayn, e devo ammettere che
alla fine è stato
tutto abbastanza divertente. Abbiamo guardato un film, e io ho spiato
tutto il
tempo Zayn e Zoe che si baciavano appassionatamente sul nostro divano,
fino a
quando Louis non ha acceso la luce, e li ha presi in giro per tutto il
tempo.
Ci siamo poi chiusi in camera mia, e Zoe ha cominciato a fare mille
domande
alle quali dovevamo rispondere tutti. Non mi aspettavo che chiedesse
chi di noi
l’avesse già fatto o meno. Che tristezza, mi sono
sentita profondamente in
imbarazzo, stavo per svenire lì. Ero l’unica! Che
figuraccia. E Louis non
aspettava altro molto probabilmente, visto che comunque continuava a
rinfacciarmelo fino a qualche secondo fa. Ora è uscito, e
sono qui in pace,
almeno fino alle cinque del pomeriggio, a meno che non si fermi di
più con
Zayn, pff. Ti tengo aggiornato.
Tua
Arya.
Mi
alzai dal letto, dopo aver deposto il mio diario dentro il cassetto
accuratamente, e decisi di andare da mia sorella abbandonando la
lettura, visto
che avevo bisogno di parlare con lei. Bussai in camera sua, e la sua
voce mi
fece capire che potevo entrare.
-Salve
Miss Malik!- sorrisi.
-Hey,
non chiamarmi così, te l’ho detto che non
c’è nulla tra me e Zayn.- era intenta
a svolgere dei compiti estivi per il college, e io mi sedetti nella
sedia
accanto a lei osservandola mentre scriveva.
-Non
ne sarei così sicura.- ammisi.
-Perché
dici così?- chiese.
-Come
se ieri non vi avessi visto mentre vi baciavate in quel modo!-
Zoe
diventò improvvisamente rossa, e io le sorrisi dolcemente.
-Puoi
dirmelo ormai.- dissi.
-Va
bene, ok, sì, è vero, ho un debole per Zayn.- si
coprì il viso con le mani,
visto che era abbastanza timida.
-Ma
va! Non si era capito!- risi abbracciandola forte e stampandole poi un
dolce
bacio nella guancia mentre lei sorrideva insieme a me.
-E..
quindi?- domandai.
-Cosa?-
-C’è
qualcosa di più tra di voi?-
-Mh..
ancora non lo so, non ne ho idea sinceramente.- disse mordendosi il
labbro.
–Sta di fatto che.. stasera forse dovrei andare a casa sua.-
continuò.
-Sento
aria di cose hot e piccanti!- ammisi felice.
Mi
diede una piccola spinta ridendo, tornando ai suoi esercizi, mentre io
stavo
ancora lì insieme a lei a chiacchierare riguardo Zayn.
-Io
continuo a dire che succederà qualcosa tra te e Louis!-
ammise.
-La
finite tu e Zayn con sta storia? Non è vero nulla, io e
Louis non abbiamo nulla
in comune, niente che potrebbe farci accomunare insomma, e poi non mi
piace per
niente, voglio dire, non sa manco vestirsi.- sbuffai, roteando gli
occhi dopo
la frase di mia sorella. Non capivo cosa ci trovavano tutti in Louis, e
perché
pensavano che fosse una figura positiva, soprattutto per stare insieme
a me,
non c’era assolutamente motivo. Lo odiavo, e penso che
l’avrei sempre fatto.
-Come
dici tu.- rise.
Zoe
si ritrovò in camera di Zayn. Sapevo quanto fosse felice di
quella serata lì
con lui, non aveva fatto altro che parlarne tutto il pomeriggio,
facendosi
complessi di quanto fosse nervosa e se stava vestita bene in un
determinato modo,
e io avevo passato il tempo con lei ad aiutarla, da brava sorella.
-Dammi
la giacca.- disse Zayn, aiutandola a togliersi il giubbotto che
poggiò subito
dopo delicatamente sul letto. La fece sedere proprio lì, e
lui si collocò
proprio al suo fianco. Sfiorò piano il suo viso,
massaggiandole una guancia.
–Sei proprio bella, sai?- sussurrò avvicinandosi
alle sue labbra. I loro visi
si scontrarono, mentre si lasciarono andare in un tenero bacio. Le loro
lingue
cominciarono a giocare tra di loro quasi timidamente, mentre le mani di
Zayn
stavano ancora poggiate sul viso di Zoe. La fece avvicinare
maggiormente a sé,
sfiorandole i fianchi con cautela e sistemandola delicatamente sul
proprio
letto, mettendosi al suo fianco senza staccarsi dalle sue labbra, e
continuando
quel bacio così passionale.
Zoe
sfiorò il lembo della maglietta di lui dolcemente,
cominciando a insinuare le
dita sotto il tessuto, carezzandogli la pelle fredda. Riuscì
a sfiorare i suoi
addominali ben scolpiti alzandogli un po’ di più
la maglietta. Si ritrovò
improvvisamente le mani di Zayn sul suo fondoschiena, e
riuscì ad avvicinarla
di più a sé, facendo scontrare i loro bacini,
quasi sensualmente.
Zoe
si mise a cavalcioni su di lui, staccandosi momentaneamente dalle sue
labbra, e
guardandolo con aria maliziosa mentre spostava i capelli dal viso e lo
fissava
dritto negli occhi. Entrambi sorrisero, come se ci fosse una certa
intesa tra
di loro, e subito dopo Zayn tolse gentilmente la maglietta a Zoe,
lasciandola
in reggiseno, e poggiò entrambe le mani sulla sua schiena
fredda alzando appena
il busto per poterla baciare meglio, e stringendola forte a
sé, in quel caldo
momento. Era un continuo scambio di baci, fino a quando non
sparì anche la
maglietta di Zayn dal suo petto scolpito. Lei cominciò poi a
giocare con la
cintura dei suoi jeans, mentre i loro baci si facevano più
energici. In quel
momento probabilmente l’unica cosa che desideravano era
possedersi a vicenda.
Zoe,
spinse appena il bacino contro quello di Zayn, che si limitò
ad ansimare piano
contro le sue labbra, e subito dopo lei poté percepire un
rigonfiamento nei
suoi pantaloni che premeva contro i propri jeans.
Il
ragazzo cominciò a giocherellare con il gancio del reggiseno
di Zoe,
togliendoglielo dopo pochi secondi, e facendo in modo che i loro petti
si
potessero scontrare. Zoe, ansimando appena, cominciò a
sbottonare i pantaloni
di lui, mentre sentiva le sue calde labbra sul proprio collo, quelle braccia che la
cullavano delicatamente,
sfiorandole il seno di tanto in tanto.
Entrambi
si tolsero i jeans, rimanendo solo in slip, mentre mia sorella sentiva
ancora
quella pressione dai boxer di Zayn, che la faceva eccitare
maledettamente.
Cambiarono posizione e lui si ritrovò su Zoe, facendosi
spazio tra le sue gambe
e sfiorandole le cosce, mentre si occupava a baciarle il seno con
gentilezza,
prima di toglierle gli slip lentamente.
Zoe
portò le mani verso i fianchi di Zayn, togliendo anche i
suoi boxer.
Rimasero
così per qualche secondo nudi, l’uno
sull’altra, a sfiorarsi dolcemente la
pelle, e a sentire i loro respiri caldi.
-Mh,
aspetta.- sussurrò Zayn, abbassandosi per prendere i propri
jeans, tirando
fuori dalla tasca una piccola bustina blu. –Vuoi fare tu?-
chiese
porgendoglielo a Zoe. Lei sorrise maliziosamente. –Con
piacere.- rispose,
mettendo la dovuta protezione nell’intimità di
Zayn. Il suo cuore batteva
forte, e riuscì a sentire anche quello di lui.
-Hey,
calmo.- sussurrò con un sorriso facendo scontrare i loro
visi dolcemente. –Sarà
che ho aspettato questo momento dalla prima volta in cui ti ho visto,
Zoe.-
sorrise timido, stampandole un bacio sulle labbra, prima di entrare
dolcemente
in lei e spingendo contro la sua femminilità. Dopo pochi
minuti, la camera si
riempì già dei loro gemiti, e dei loro ansimi.
Zayn spinse di più dentro di
lei, e sembrava che ormai tutto quello stesse diventando un bellissimo
ballo,
in cui loro due erano gli unici protagonisti, ed erano anche i
coreografi di
così tanta coordinazione. Si scambiavano baci, in diversi
momenti, mentre i
loro corpi andavano a ritmo dei loro gemiti. Zoe ansimava quasi
più forte di
prima, aggrappandosi alle spalle di lui e stringendosi forte al suo
corpo,
mentre lui si divertiva a baciarle il collo, succhiandole appena la
pelle
mentre si muoveva con un’abile sinuosità dentro di
lei.
-Dio..
sto per v..venire.- sussurrò Zoe, pochi minuti
più tardi, sentendo il respiro
sempre più affannato. Vennero insieme nello stesso momento,
e si strinsero
ancora di più tra di loro, fino a quando Zayn non si
accascio delicatamente sul
corpo esile di Zoe, uscendo dalla sua intimità, e
sfiorandole il viso, mentre
cercava di far tornare il suo respiro regolare.
-Wow..-
sussurrò semplicemente senza fiato.
-E’
stato bello.. ma davvero tanto.- ammise Zoe.
-Vuoi
essere la mia ragazza?- chiese lui dolcemente, sorridendo a fior di
labbra,
guardandola dritto negli occhi.
-Sì.-
rispose lei, prima di perdersi ancora una volta tra le labbra di
lui.
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Capitolo 5 *** chapter 5. ***
Zoe
era così, prima voleva tastare per bene il campo, poi
avrebbe preso la sua
scelta. Conosceva da poco Zayn, ma mi confidò che aveva
completamente perso la
testa per lui, e non c’era altra spiegazione al fatto che
quella sera ritornò a
casa completamente con la testa per aria, e con uno strano profumo
addosso,
somigliante parecchio a quello di Zayn, fu per quello che, mi
catapultai
direttamente in camera sua per farmi raccontare tutto nei minimi
dettagli. Ero
davvero felice per lei, anche se pensavo che avessero fatto entrambi
una scelta
forse.. affrettata? Sì, poteva definirsi così, ma
io credevo anche nei colpi di
fulmine, e probabilmente quello lo era.
Il
giorno dopo ci svegliammo un po’ tutti di buon umore, e la
cosa sembrava
davvero strana, visto che c’era sempre qualcosa che ci faceva
innervosire, ma
quella mattina no, così capii che nel corso della giornata
qualcosa sarebbe
andato storto, era sempre così.
O
forse no? Sta di fatto che stavo morendo dal sonno, e che i miei
cereali si
stavano per sciogliere nel latte da quanto ero lenta a mangiare.
–Ohh, buon
giornoo!- urlò Louis sventolandomi una mano davanti gli
occhi per farmi
svegliare.
-Eh?
Ah.. sì, non ho dormito bene.- dissi stropicciandomi gli
occhi e gustando il
mio latte e cereali. Bevvi anche un po’ di caffè,
sperando che facesse anche
solo un po’ di effetto, e subito dopo mi stiracchiai
emettendo strani suoni.
-Non
so che fare oggi.- borbottai, guardando Louis.
-E
perché guardi me?- domandò.
-Tu
sei sempre quello dalle mille idee!-
-Beh,
oggi non ne ho!- rispose secco, scorrendo con il telecomando i
programmi
mattutini, fin troppo noiosi per i miei gusti.
Non
volevo passare un pomeriggio a casa a non far niente, mi sarei annoiata
troppo,
e la cosa non mi andava assolutamente. Ma Thomas mi aveva
già avvisato con un
sms che sarebbe stato fuori città per un paio di giorni
insieme ai suoi
genitori, e questo mi faceva rattristare parecchio, perché
significava che
avevo meno possibilità di far qualcosa.
-CHE
COSA?!- urlò Louis fino a farmi sobbalzare, mentre guardava
lo schermo del
telefonino. Scoppiò subito dopo in una risata sonora, fino a
perdere quasi il
fiato, e sarebbe stato interessante scoprire cosa avesse.
-Non
ci credo che Zayn e Zoe l’hanno fatto ieri sera!- giusto in
quel momento scese
le scale Zoe, che era sveglia solo da qualche minuto.
-Ebbene
sì mio caro.- disse fiera di sé mia sorella,
poggiando le braccia sul tavolo e
stampandomi poi un bacio sulla guancia per darmi il buon giorno.
–E se proprio
vuoi saperlo, stiamo insieme.- ammise, ma ciò non fece altro
che provocare
altre risate da parte di Louis.
-E
farete i piccioncini quindiii?- chiese, ma mia sorella lo
congedò dolcemente
alzandogli il dito medio.
-Lascialo
perdere Zò, è solo stupido.- dissi io scuotendo
la testa.
-Parliamo
di cose serie.. ho bisogno di fare qualcosa oggi.- borbottai
nuovamente,
finendo quel poco di latte che era rimasto dentro la tazza.
-Io
e Zayn pensavamo di farci un paio di orette in macchina, e andare in
spiaggia,
volete venire?- chiese Zoe.
-Ma
sta distante la spiaggia da Londra!- dissi.
-Fregatene,
faremo una “gita”- sorrise.
-Io
vengo!- esultò Louis.
-Beh,
vengo pure io, ovvio!- risposi infine.
-Bene,
andatevi a preparare, Zayn sarà qui fra meno di
un’ora.-
Misi
in ordine il tavolo della cucina, e mi catapultai immediatamente verso
la mia
camera per potermi preparare prima che si facesse troppo tardi.
-Quale
costume metto? Quello zebrato o quello tutto nero?- chiesi voltandomi
verso di
Louis mentre stavamo preparando i borsoni da doverci portare. Non
speravo
davvero in una sua risposta, ma mi sorprese.
-Quello
Zebrato è più figo, metti quello!- rispose,
mentre metteva una maglietta.
Indossava già un costume che arrivava all’incirca
alle ginocchia, ed era bianco
e rosso.
-Ok,
corro a metterlo, che si fa tardi!- corsi verso il bagno, chiudendomi
lì per
una manciata di secondi, e ne uscii fuori con un bel paio di
pantaloncini neri,
e una maglietta a maniche corte bianca, e cercai un paio di scarpe
decenti da
poterci abbinare ma, come sempre, optai per le mie converse. Le misi ed
afferrai la borsa.
-Dice
Zoe che sta per arrivare Zayn, veloce!- dissi, scendendo le scale e
trovando
mia sorella davanti la porta di casa già pronta per partire.
-Non
vedo l’ora di vederlo!- ammise eccitata, benché
non si vedessero dalla sera
prima.
Un
rombo di un motore, mi fece capire che Zayn era proprio davanti casa
nostra, e
immediatamente Zoe aprii la porta, proprio nel momento in cui
arrivò Louis
accanto a me, anch’egli pronto per poter uscire. Vidi mia
sorella scattare
fuori, correndo verso Zayn, e abbracciandolo più forte che
poteva appena scese
dall’auto. Il sorriso del ragazzo sembrava non finire
più, e anche mia sorella
era felice, e lo ero anche io senza dubbio. –Faranno
così tutto il giorno?-
chiese Louis osservando i due nuovi fidanzati. –Beh,
c’è da aspettarselo.-
ridemmo entrambi, afferrando i nostri borsoni, e chiudendoci la porta
alle
spalle.
-Buon
giorno!- annunciò Zayn facendoci entrare tutti in macchina,
dopo che lo
salutammo anche io e Louis. Ci aspettavano ben due ore di viaggio,
quindi mi
sarei dovuta preparare psicologicamente. Odiavo stare in macchina,
figuriamoci con
Louis vicino a me. Quindi dovevo prepararmi psicologicamente a questa
tortura.
-Vento!
Vento svegliati!- la voce di Louis cominciò a trapanarmi le
orecchie, e di
questo non ero per niente contenta, specialmente in quel momento che
stavo
dormendo beata nel sedile della macchina di Zayn. Non mi ricordo
nemmeno
quando, ma dopo tante risate e relax, mi addormentai improvvisamente.
Come al
solito Louis non si era tolto il vizio di chiamarmi con quel soprannome
così
fastidioso.
Aprii
gli occhi e me lo trovai davanti.
-Non
è un bene svegliarsi con la tua faccia.- ammisi
stropicciandomi gli occhi.
–Beh, vedi di venire perché siamo arrivati!- mi
alzai di scatto dalla posizione
assurda in cui stavo messa, e uscii dalla macchina raggiungendo Zayn e
Zoe che
stavano scaricando le cose dalla macchina, e mi unii a loro per poterli
aiutare.
-Ben
svegliata!- disse Zayn guardandomi e facendomi un sorriso.
Presi
alcuni dei borsoni che servivano, e dopo aver chiuso la macchina, ci
dirigemmo
verso la spiaggia che stava vicinissima al posteggio. Non andavo al
mare da
circa due anni. A mio padre non piaceva, e io e mia sorella non avevamo
modo di
andarci, così dovevamo stare ai suoi programmi. Appena misi
il primo piede
nella sabbia mi sentii così felice.
Adoravo
il rumore del mare.
Sistemammo
le nostre cose in un punto qualsiasi della spiaggia, anche
perché tutti noi non
vedevamo l’ora di lasciarci andare tra le onde del mare,
anche se forse a Zayn
non faceva così piacere. Sistemai il mio telo sulla sabbia,
come stavano facendo
tutti gli altri accanto a me.
Tolsi
subito i vestiti, e insieme a me lo stava facendo anche Zoe, ansiosa di
correre
verso il mare. Louis e Zayn sarebbero rimasti ancora un po’
lì. –Vieni Zoe!- le
dissi prendendola per mano. Corremmo verso l’acqua
più veloce che mai, ridendo
soprattutto, e con un tuffo, ci immergemmo sott’acqua
bagnandoci completamente.
Era solito per noi fare così.
-E’
ghiacciata!- urlai ridendo e uscendo la testa fuori
dall’acqua.
Cominciai
a farmi una nuotata, seguita da mia sorella, fino a quando non ci
fermammo,
rimanendo a mollo, nella quiete e nel silenzio che c’era
lì.
-Non
è favoloso? Erano anni che non venivamo qui.- ammise lei.
-E’
vero, dovremmo farlo più spesso.- quel favoloso silenzio fu
interrotto dalle
urla di Zayn e Louis che stavano venendo verso di noi, buttandosi a
mare in
maniera scomposta e confusionaria, ma questo ci fece solamente ridere.
Ci
raggiunsero anche loro, e la prima cosa che notai fu il bacio che
scattò subito
tra i due piccioncini.
-E
se affogo?- disse Zayn, stampando un altro bacio sulle labbra di Zoe.
-..ti
salvo io.- sorrisero entrambi.
-Si
vabbè mica potete baciarvi ogni secondo!-
protestò Louis. –Io voglio
divertirmi, quindi, pronti ai miei schizzi?- ovviamente la sua prima
vittima
potevo solo essere io, e improvvisamente mi ritrovai tra i mille
schizzi
d’acqua di Louis, che, divertito, continuava a bagnarmi come
se già non lo
fossi abbastanza.
-Vuoi
la guerra Tomlinson?- mi voltai cominciando a scagliare ondate
d’acqua contro
di lui, e passammo una buona manciata di minuti a far così,
fino a quando non
ci guardammo con sguardo di intesa, e in contemporanea, iniziammo a
schizzare
l’acqua verso Zayn e Zoe che erano troppo occupato a
scambiarsi dei dolci baci.
-Non
si può stare in pace con voi due!- protestò Zayn,
ma si poteva perfettamente
notare che stava ridendo.
-Guerra?-
propose Louis.
-Guerra
sia.- Zayn si caricò mia sorella sulle spalle, senza che lei
potesse
aspettarselo, e infatti per un momento urlò, chiedendogli
cosa stesse facendo,
ma capì subito dopo. E io capii che sarei dovuta salire
sulle spalle di Louis,
così mi aiutò, e subito mi ritrovai sulle sue
spalle, faccia a faccia con mia
sorella.
-Louis,
mi raccomando, equilibrio!- ma improvvisamente mi ritrovai Zayn e Zoe
contro di
me, e non passò nemmeno un secondo che io e Louis eravamo
già caduti in acqua
dopo le loro spinte.
-Ma
fai pena!- urlai ridendo, e passandomi una mano negli occhi.
-E’
colpa loro!- disse indicando i due fidanzati. Ci catapultammo su di
loro che
ancora stavano nella stessa posizione di prima, e concludemmo la nostra
guerra
con delle risate.
Pochi
minuti dopo eravamo già sui nostri teli a prenderci il sole.
Mi misi a pancia
in giù, e poi mi voltai notando che accanto a me
c’era Louis. –Ma.. sei una
persecuzione o cosa?-
-Mhh,
mi diverte stare vicino a te e romperti le palle!- ammise contento.
-Fossi
in te la smetterei di essere così euforico.- borbottai,
nascondendo il viso tra
le braccia, per potermi abbronzare le spalle e risposare sotto il sole
caldo di
quella giornata di Luglio.
Zoe
e Zayn stavano con i teli attaccati, entrambi a pancia in
giù, mentre si
guardavano dolcemente, scambiandosi teneri sguardi d’intesa.
-E’
stato bello ieri sera, sai?- sussurrò Zayn avvicinandosi
alle labbra di mia
sorella, con cautela. –Sei tu bello.- ammise lei,
carezzandogli il viso con due
dita. Zayn sorrise, stampandole un bacio sulle labbra, e cominciando
subito
dopo a massaggiarle i capelli bagnati, passando poi una mano sulla sua
schiena,
come per farle un massaggio.
-Zay,
non possiamo farlo qui in spiaggia!- ironizzò Zoe, notando
che lui si era messo
a giocare con il laccio del suo costume. Zayn rise dolcemente,
avvicinandosi
maggiormente a lei e alle sue labbra. –Beh, magari non
possiamo fare chissà
cosa, ma mi permetti di farti delle tenere carezze, piccola?- chiese,
sfiorandole i fianchi con una mano, e facendola distendere di fianco
per
sentirla ancora più vicina. La prese dalla vita, poggiando
una mano sul suo
fondoschiena, baciandola dolcemente, cominciando a divertirsi con un
lembo del
suo costume, proprio come stava facendo qualche minuto prima con quel
laccio.
Poggiò
le labbra sul collo di Zoe, lasciandole qualche bacio umido e casto.
Lei passò
una mano tra i suoi capelli, sfiorandogli poi con due dita gli
addominali ben
scolpiti, e guardandolo poco dopo negli occhi.
-Non
li sopporto più.- la voce di Louis interruppe quel dolce
momento, e lì Zayn e
Zoe, si girarono verso di lui con aria minacciosa contro chi aveva
parlato.
–Louis, dai, non rompere!- dissi io, dandogli una pacca sul
braccio per farlo
smettere.
-Esatto,
vorremmo stare in pace!- disse Zayn.
-Ohh,
ma scusaaatemi!- rispose Louis alzando le mani in segno di
colpevolezza, e
tornando con la testa indietro per potersi prendere il sole.
Il
sole continuava a carezzare i miei docili fianchi delicatamente, quando
all’improvviso, dopo almeno un’ora che ero ferma
lì ad abbronzarmi con gli
auricolari nelle orecchie, sentii qualcuno prendermi in braccio di
scatto, e
non poteva essere nessun altro se non Louis, e di conseguenza cacciai
un urlo.
Mi prese mettendomi sulla sua spalla, come se fossi un sacco di patate,
e corse
verso il mare, tra le mie urla.
-Louis!
Louis mettimi subito giù!- lo sentivo ridere, e
benché gli colpissi la schiena
con le mani, non reagiva assolutamente, anzi era sempre più
convinto di volermi
buttare in acqua. –Dai Louis! Smettila!- urlai ancora, ma
invano, visto che
ormai i suoi piedi erano bagnati. Arrivato ad un certo punto mi
buttò giù in
acqua, e andai a fondo, risalendo però subito a galla,
altrimenti avrei
rischiato di annegare. Boccheggiai per un momento, sentendo ancora le
sue
risate, e voltandomi verso Zoe e Zayn, mi accorsi che anche loro
avevano
seguito tutta la scena, e ridevano. Mi voltai verso Louis con aria
minacciosa.
-Giuro,
questa me la paghi davvero.- mi buttai su di lui cercando di mandarlo
sott’acqua, mettendogli una mano sulla testa, e facendolo
andare a fondo, e
fortunatamente ci riuscii. Ridevo di gusto, fino a quando non tolsi la
mano, e
lo vidi arrivare di nuovo su. –Beh, è divertente!-
ammisi io guardandolo mentre
si passava una mano negli occhi.
-E’
stato più divertente prenderti un quel modo e buttarti in
acqua!- rise facendo
una mossa per sistemarsi i capelli, e scagliando tante goccioline verso
di me.
–Ma sei peggio di Pocahontas!- feci per ritornare verso la
mia tovaglia, ma
mentre mi trovavo già a riva, sentii le mani di Louis sui
miei fianchi, che mi
portarono violentemente di nuovo tra le onde del mare, e come sempre,
tutto ciò
fu seguito da un mio urlo, e dalle sue risate. –Louis!-
urlai. Non so come, e
non so nemmeno quando, ma improvvisamente mi ritrovai sulle spalle di
Louis,
evidentemente perché da sott’acqua era riuscito a
prendermi.
-Mettimi
giù!- dissi nuovamente. Mi reggeva dalle gambe, e io cercavo
di levare le sue
dalle mie cosce, ma risultava impossibile, visto che aveva una presa
abbastanza
ferrea.
-Se
mi chiedi scusa per avermi affondato, ti metto giù.- disse.
-Cosa?
Io non chiedo scusa a nessuno, piuttosto rimango qui tutta la vita.-
misi le
braccia conserte, dandogli uno scappellotto in testa, ma non
reagì, anzi questo
lo fece ridere ancora. Per un momento poi ci fu il silenzio, mentre
guardavamo
la spiaggia.
-Guarda
quei due.- disse osservando Zayn e Zoe attaccati l’uno
all’altra.
-Li
vedo perfettamente.- ammisi.
-Che
ne pensi di buttarci su di loro così, tutti bagnati?- mi
mise giù, guardandomi
con sguardo complice, e sinceramente poteva essere una cosa divertente
vedere
le reazioni dei due fidanzati, così lo assecondai, e con
passo felpato
ritornammo sulla sabbia, facendo in modo che non ci potessero vedere.
Ci
buttammo a capofitto su di loro, che sobbalzarono quasi dallo spavento,
e Zayn
si alzò di scatto, pronto ad inseguire Louis anche per tutta
la spiaggia. Louis
fece un urletto come per imitare quello di una ragazza, e scappava
tenendo le
braccia in aria.
-Aiiiuto,
ora Zayn mi uccide!- urlava, scappando.
Osservai
la scena da lontano, mentre stavo praticamente buttata su mia sorella.
–Sei
ancora su di me Ar!- io risi guardando l’assurda posizione in
cui ci trovavamo,
e lei rise con me.
-Vedete?
Tu e Louis siete due deficienti, avete questo in comune!- ammise.
-Ma
va!- dissi per tutta risposta. –Era tanto per divertirci, hai
visto come ci
stavamo uccidendo in acqua prima.- a questa affermazione le
sfuggì un sorriso,
pensando alle mie grida di qualche minuto prima.
Osservavamo
i due ragazzi che si stavano esibendo in una
“lotta” lì nella sabbia, e Louis
stava evidentemente perdendo maledettamente contro Zayn.
–Vieni, andiamo a
farci un bagno.- presi mia sorella per mano, aiutandola ad alzarsi, e
camminammo piano verso la riva.
-Tu
e Zayn vi siete baciati tutto il tempo.- dissi, guardandola, ma lei non
rispose, e si limitò a sorridere timidamente, con le guance
che quasi le
stavano diventando più rosse di un pomodoro, la strinsi a
me, cingendole la
vita.
Ci
buttammo entrambe a mare, e tutti insieme, passammo forse
più di un’ora lì a
divertirci tra le onde marine, che ci accarezzavano.
-Si
sta facendo tardi.- disse Zayn, notando che ormai a quell’ora
il tramonto era
quasi all’orizzonte. Avevamo passato un’intera
giornata lì, e non ci dispiaceva
affatto, e adesso osservare il tramonto era qualcosa di assolutamente
rilassante. Erano circa le sette di sera, e saremmo dovuto tornare a
casa
assolutamente, anche se mi doleva abbandonare quel posto.
–Prepariamoci, è ora
di tornare a casa.- disse sbuffando mia sorella, che cominciava a
prendere i
suoi vestiti per poterli indossare.
Insieme
a lei anche Zayn e Louis i stavano preparando, così decisi
di farlo anche io, mettendo
di nuovo i pantaloncini di jeans che indossavo. Avevamo passato le ore
precedenti tra schizzi in acqua, risate, cibo, e c’era anche
ci si era
divertito a scambiarsi qualche bacio, come la nuova coppia che si era
formata
nel gruppo. Louis aveva passato l’intera giornata a
torturarmi, come previsto
dopotutto.
Sospirai,
osservando ancora una volta i colori del mare, e del sole che calava
lentamente. Afferrammo le nostre borse, e la nostra prima meta era la
macchina,
e poi saremmo andati a casa. Ero davvero dispiaciuta, in fin dei conti
avevo
passato una giornata davvero molto divertente e rilassante, senza la
voce di
mio padre che mi assillava continuamente.
-Beh,
siamo pronti per andare.- annunciò Zayn chiudendo il
portabagagli, e sospirando
perché sapeva che doveva fare altre due ore piene di
macchina, e la cosa non
era per niente confortante.
Salimmo
tutti in macchina. Il sole mi faceva venir sonno, e penso che, come per
il
viaggio dell’andata, avrei dormito tutto il tempo, almeno
avrei fatto passare
quelle ore in santa pace.
-Vi
va di venire a casa mia? I miei genitori non sono in città,
e potete rimanere a
dormire.- disse Zayn prima di mettere in moto, e tutti acconsentimmo,
io per
prima. Non avevo voglia di tornare a casa mia, o meglio, di tornare
alla
realtà. Quella realtà così fastidiosa
che viveva in casa mia.
-Louis,
chiami tuo padre e dici che non torniamo?- lui annuì
semplicemente, mandando
con il cellulare un messaggio a Bill, per dirgli che saremmo rimasti
fuori
anche la notte. Senza volerlo ormai gli occhi mi si chiudevano da soli
dalla
stanchezza, e mi distesi su quasi tutto il sedile posteriore, poggiando
la
testa sulle gambe di Louis.
-Non..
ti dispiace, vero?- chiesi quasi timida.
-No
no, tranquilla.- notai una punta di dolcezza quasi nelle sue parole,
che
raramente sentivo, nei miei confronti, però ero troppo
stanca per riflettere.
Quando
aprii gli occhi eravamo già quasi arrivati a casa, e mi
ritrovai una mano di
Louis poggiata sul fianco, probabilmente involontariamente, visto che
anche lui
stava dormendo. Notai poi che l’unica persona sveglia
lì era Zayn che stava
guidando. Alzai appena il busto stropicciandomi gli occhi.
–Hey!- disse Zayn,
guardandomi dallo specchietto retrovisore.
-Hey-
sussurrai con la voce ancora impastata dal sonno, e gli feci un
sorriso,
guardando gli altri che ancora dormivano.
-Dove
siamo?- domandai guardando fuori dal finestrino.
-Quasi
arrivati, siamo entrati da poco a Londra.- disse, mantenendo il
controllo del
volante. Ci fu poi uno dei soliti momenti di silenzio.
-Sono
felice per te e Zoe.- dissi avvicinandomi al suo sedile per potergli
parlare a
bassa voce, senza svegliare nessuno. –Anche io lo sono-
ammise, con un sorriso.
–Mi ha colpita fin da subito, e probabilmente
all’inizio volevo fare un po’ il
“figo” con lei, ma non ce l’ho fatta..
subito dopo ho capito che mi aveva
colpito troppo.- sembrava tutto il contrario di Louis; romantico,
dolce,
aggraziato, a differenza di quell’essere che stava alla mia
sinistra. –Beh, lei
aspettava da tanto qualcuno che le facesse battere il cuore
così.- dichiarai.
–Inizialmente mentiva, dicendomi che a lei non piacevi, ma io
la conosco, so
quando mente e quando dice la verità.- continuai.
Lui
abbozzò un sorriso, voltandosi poi verso Zoe, che stava
lì a dormire. Improvvisamente
sentii qualcuno muoversi alla mia sinistra ed era proprio Louis che si
era
appena svegliato.
-Buon
giorno! Dove siamo?- domando stiracchiandosi in modo scomposto, e
scuotendo i
capelli per sistemarli, come faceva ogni volta che si svegliava.
–Quasi
arrivati Lou! Cinque minuti circa!- rispose Zayn all’amico.
Infatti,
passarono una manciata di minuti e ci ritrovammo davanti casa Malik.
Fece in
modo che la macchina potesse entrare nel garage, e poi io e Louis
scendemmo
dalla macchina, mentre Zayn si preoccupava di svegliare Zoe.
Subito
dopo entrammo dentro casa, e Louis si buttò sul primo divano
che incontrò
strada facendo, troppo stanco anche solo per pensare.
-Ragazzi,
un po’ di vitalità!- disse Zayn ridendo.
-Ho
bisogno di una doccia.- borbottai toccandomi i capelli, maledettamente
sporchi
di sale. –Puoi usare la doccia se vuoi! Non ci sono
problemi!- Zayn mi sorrise,
indicandomi con il dito la porta del bagno.
-Davvero?-
chiesi.
-Certo!-
-Con
il vostro permesso, mi accomodo sotto la doccia!- non ricevetti nessuna
risposta, erano tutti troppo stanchi per proferire parola.
L’unico fu Louis che
mi urlò che subito dopo di me avrebbe utilizzato lui la
doccia. Afferrai il mio
telo da male, che avrei usato al posto dell’accappatoio.
Entrai
dentro la doccia dopo aver tolto tutti i vestiti, e mi lasciai andare
completamente sotto il getto freddo e rilassante. In estate era un vero
toccasana farsi una bella doccia ghiacciata. Non so nemmeno quanti
minuti
stetti lì sotto il getto d’acqua ma sicuramente
non poco, fino a quando
qualcuno non bussò alla porta.
-Vento!
Hai finito?- già dalla prima parola riuscii a capire chi
fosse, e roteai gli
occhi. –Due minuti, e poi la doccia è tutta tua!-
borbottai.
Chiusi
il getto, e uscii dalla doccia, mettendo immediatamente il telo intorno
al
corpo, coprendomi interamente.
Il
bagno di casa di Zayn era enorme, quasi da perdersi. Mi soffermai
davanti lo
specchio, cosa che mi capitava di fare sempre, mi accorgevo sempre come
cambiavo io. Legai i capelli con una pinza che avevo sempre con me, e
uscii dal
bagno così com’ero, ritrovandomi Louis davanti,
con una mano poggiata allo
stipite della porta. Lo guardai dal basso, visto che ero più
piccola di lui.
-Posso?-
domandò acido.
-Prego
vai pure!- e così dicendo feci per andarmene.
Girovagai
per casa, trovandomi poi Zoe, seduta sul divano del salone.
-Hey,
dov’è Zayn?- chiesi sedendomi vicino a lei.
-E’
in camera sua a cambiarsi, e dopo dovrebbe preparare le camere degli
ospiti.-
rispose sorridendo.
-Andiamo
ad aiutarlo?- proposi, e lei annuì semplicemente.
-Solo..
dammi il tempo di cambiarmi e mettere dei vestiti decenti.- risi,
frugando nel
mio borsone, ma non avevo niente da indossare. –Beh, vedi se
Louis ha
qualcosa!- disse lei indicandomi il borsone di Louis.
-Mh..
già, anche se poi dovrò farmi altre settanta
docce per togliere la sua puzza.-
aveva lì una maglietta extra-large che mi parve perfetta da
indossare, e
facendo attenzione che non arrivasse nessuno, e mi rivestii.
Notai
che quella maglietta mi arrivava quasi alle ginocchia.
Andando
verso la camera di Zayn, incontrai Louis, che probabilmente era uscito
da poco
dal bagno, e mi guardò sbalordito mentre indossavo la sua
maglietta. –Che ci
fai con quella?- domandò sbarrando gli occhi. –Non
avevo niente da mettere.-
risi.
Scosse
la testa, dirigendosi da tutt’altra parte.
-Bisogno
di una mano Zayn?- chiedemmo io e mia sorella, mentre era affaccendato
in una
delle camere degli ospiti.
-Si
grazie! Metteresti queste lenzuola in questo letto?- io e Zoe, ci
preoccupammo
di aiutarlo, mentre lui sistemava il resto della camera.
-Tranquillo,
è okay, non ho bisogno di dormire nel lusso.- dissi e tutti
e tre ridemmo.
Probabilmente
quella sera nessuno di noi riuscii a rimanere sveglio per molto ancora,
troppo
affaticati da quella giornata. Forse gli unici che rimasero svegli
qualche ora
in più furono Zayn e Zoe, e ciò lo si poteva
dedurre dai rumori che venivano
dalla stanza in cui dormivano loro, che era vicina alla mia. Sta di
fatto che
passammo una giornata davvero divertente in compagnia.
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Capitolo 6 *** chapter 6. ***
Come
previsto il ritorno a casa fu veramente traumatico per me. Rivedere mio
padre
non mi faceva di certo tranquillizzare, anzi, tutto il contrario, e
sapere che
non si stava preoccupando nemmeno per sbaglio di togliere Louis dalla
mia
camera, quindi di aggiustare quella cavolo di tubatura, mi rendeva
ancora più
nervosa. Decisi che era assolutamente il caso di andare da Thomas, era
tornato
proprio quella mattina, e mi mancava maledettamente.
Presi
la bicicletta vicino al mio cancello, e salendo su, andai verso casa
del mio
adorato migliore amico, che da come mi aveva scritto in un sms,
aspettava solo
me in quel momento. Evitando di farmi investire da circa due macchine,
riuscii
ad arrivare proprio davanti casa sua, e lui era lì nel suo
giardino, e appena
mi vide, mi corse incontro, stringendomi forte senza nemmeno darmi il
tempo di
scendere dalla bicicletta. –Piccola!- urlò
abbracciandomi più forte che poteva,
e stampandomi un bacio sulla guancia. –Tomi!- risposi di
rimando.
Scesi
dalla bici, mettendola nel suo giardino, in modo scomposto, ma in quel
momento
mi importava solo di lui.
-Allora?
Ti va di fare una passeggiata?- domandò, prendendomi dalla
vita, e portandomi
fuori dal suo cancello nel viale di casa sua, dopo che io annuii alla
sua
proposta.
-Dove
sei stata ieri?- chiese.
-Sono
stata a mare con Zoe, Louis e Zayn!- dissi con un sorriso.
-Cosa
mi dicevi per messaggio? Che Zoe e Zayn stanno insieme?-
-Ebbene
sì, hai capito perfettamente!-
-Beh,
se ha lo stesso carattere di Louis, allora.. povera Zoe!- ridemmo.
-No,
è totalmente il suo contrario, dolce e romantico.-
-Oh,
allora sono felice per lei!-
-Anche
io lo sono, sai quanto è stata male per quel suo ex due anni
fa, no? Si è
ripresa da poco, e sono felice che adesso ci sia Zayn a renderla
felice, ho
solo paura che possa farla soffrire di nuovo.- Qualche anno prima Zoe
aveva
avuto una brutta storia d’amore con un ragazzo, un tipo che
non mi piaceva
assolutamente. Stettero insieme per quasi un anno, e poi lui, ubriaco,
si
ritrovò a baciarsi con l’ex migliore amica di Zoe,
proprio davanti i suoi
occhi, così lei oltre a perdere un’amica, perse
anche un ragazzo, un ragazzo
che per lei aveva significato molto.
-Non
succederà vedrai.- sussurrò Thomas.
-Tu
che hai fatto?- chiesi io.
-Sono
stato con i miei in un posto noiosissimo.- sbuffò.
–Mi hanno fatto girare circa
cinque musei in un giorno, e non ce la facevo più, avevo
bisogno di riposare!
L’unica cosa positiva è stata che ho comprato un
sacco di cose!- ammise
contento. Lui come me era uno spendaccione, non sapeva limitarsi, e
forse era
anche uno dei motivi per cui eravamo migliori amici.
-Sei
sempre il solito!- dissi con un sorriso, e subito dopo sentì
le sue docili
labbra stampate sulla mia fronte. Sapeva che era una cosa che mi
piaceva da
impazzire, e per questo lo faceva sempre.
-Non
vorrei mai tornare a casa, sapere che c’è mio
padre mi fa star male.- ammisi,
beccando una panchina e sedendomi insieme a Thomas.
-Ancora
storie?- chiese.
-Perché
sono mai finite? Sono anni che va avanti così, e non la
smetterà mai secondo
me.- sussurrai poggiandomi sulla sua spalla dolcemente.
-Al
massimo, ti trasferisci qui da me!- disse ridendo.
-Ma
magari, lo preferirei.-
-Louis?
Che dice?- domandò, con una risatina.
-Oh,
al solito insomma. Ieri a mare si è divertito a buttarmi in
acqua ogni secondo
praticamente! Però ci sono quelle volte in cui forse penso
che abbia un lato
positivo, caratterialmente parlando.. ma dura solo per qualche
secondo.- scossi
la testa passandomi una mano tra i capelli.
-Tipo?-
-Mh,
ieri in macchina mi sono addormentata sulle sue gambe, e non ha
protestato.-
ammisi facendo un sorriso.
-E’
un passo avanti!-
-Si,
ma non sperate in nient’altro, perché non
succederà mai niente tra me e Louis!
Vi siete messi tutti cose strane in testa!- risi, e Thomas rise insieme
a me.
Rimanemmo qualche oretta lì, a chiacchierare, a ridere, a
divertirci, come
sapevamo fare solo noi. Qualsiasi cosa ci faceva ridere, e in tutto
trovavamo
qualcosa di divertente. Il nostro era un rapporto che non conosceva
fine,
sarebbe stato per l’eternità, ed era una promessa
diceva lui. E lui le promesse
le manteneva sempre.
Guardai
l’orologio, ed era l’ora di tornare a casa, erano
circa le sette di sera, e non
potevo permettermi di essere in ritardo per la cena, ma lo facevo solo
per
evitare ulteriori litigate con mio padre.
-Devo
andare..- brontolai, mettendo il broncio.
-No,
rimani dai.- rispose Thomas.
-Vorrei
ma.. sai com’è.-
-Già..
lo so purtroppo, allora ci sentiamo in chat stasera?- alla sua domanda,
annuii
subito e poi gli stampai un dolce bacio sulla guancia.
-Ciao
Tomi!- lo salutai con la mano salendo nella mia bici pronta per
ritornare verso
casa mia. Pensai che dovevo aggiornare il mio diario, non scrivevo
lì da troppo
tempo, ma prima avrei voluto parlare con Zoe.
Entrata
a casa mi accorsi che c’era un silenzio totale.
L’unico rumore che si sentiva
era quello della televisione. Mio padre e Bill erano attaccati allo
schermo che
stavano guardando una interessantissima partita di Football.
Inizialmente mi piaceva
molto di più, con il crescere persi quella passione. Salii
le scale, dopo aver
salutato i due, e mi diressi verso camera di mia sorella.
-Hey
Zoe!- aprii la porta, e la ritrovai distesa nel letto con il cellulare
in mano,
mentre ascoltava un po’ di musica.
-Che
stai facendo?- chiesi entrando.
-Sto
massaggiando con Zayn, e ascolto un po’ di musica, tu sei
arrivata adesso?-
-Sì,
da qualche minuto, sono stata due ore fuori con Thomas!- dissi.
-L’avevo
intuito!- rise.
-Non
sento la presenza di Louis, dov’è?- domandai
curiosa. Di solito quando Louis
era in casa si notava subito, e mi stupiva il fatto che non sentivo la
sua voce
odiosa gironzolare per casa.
-E’
in camera, non ho idea di quello che stia facendo.- fece spallucce,
fissando il
cellulare continuamente.
-Vado
in camera, così vedo anche che sta facendo!- le diedi un
bacio sulla guancia, e
uscii dalla stanza per andare in camera mia. Aprii la porta e la scena
peggiore
mi si parò proprio davanti agli occhi. Ciò di cui
temevo, ciò di cui avevo
paura dal primo secondo in cui Louis si presentò in camera
mia. Era lì seduto
sul mio letto con il mio maledettissimo diario tra le mani. Aveva
già letto
molte pagine, era quasi a metà, e io sarei scoppiata a
piangere dai nervi
proprio in quel momento. La rabbia mi stava quasi per uccidere, tanto
da non
riuscire a proferir parola. Si voltò verso di me,
accorgendosi della mia
presenza e sobbalzò all’improvviso.
-Che
cazzo stai facendo Louis?!- mi avvicinai a lui strappandogli il diario
di mano,
e colpendolo alla spalla. –Ti ho detto un milione di volte di
non frugare tra
le mie cose, e tu lo hai fatto!- il tono della mia voce si alzava
sempre di
più, e stavo diventando sempre più nervosa.
-Io
non volevo.. stavo solo cercando un paio di auricolari.- disse
innocente, ma
non serviva a niente, il danno l’aveva fatto e io adesso ero
furiosa. Nessuno
mai aveva letto il mio diario, e lui aveva osato aprirlo, e leggere
ogni mio
segreto più intimo, tutto su di lui soprattutto.
C’erano tutti i pensieri su
mia madre lì, tutte le poesie dedicate alle persone di cui
ero innamorata.
Tutta la mia vita era scritta lì. –Ti odio Louis,
ti odio con tutto il mio
cuore!- lo presi dal braccio facendolo alzare dal mio letto, mentre
tenevo
ancora il diario in mano. Le lacrime ormai stavano cedendo. Non mi
sarei
contenuta ancora per molto. –Da quando ci sei tu, tutto
è peggiorato, tutto!-
urlai ancora, sputando tutto ciò che tenevo dentro da troppo
tempo, e adesso
nessuno riusciva a controllarmi. Notai che anche Zoe era entrata in
camera mia,
e io continuavo senza sosta ad insultarlo, senza ricevere alcuna
risposta da
parte sua.
-E
non guardarmi come se non avessi fatto niente, cazzo! Hai letto tutto,
tutta la
mia vita, e cosa sarà adesso? Una scusa per prendermi ancora
in giro? E no,
perché adesso mi sono veramente stufata di te. Pensavo di
potercela fare, ma
invece no Louis, vaffanculo!- strillai ancora per molto, fino a quando
in
camera mia non giunse anche mio padre, che provò a calmarmi
ma senza successo.
Mi strinse dalle spalle, e io con una mossa lo scansai immediatamente.
Era
l’ultima persona da cui volevo consolazione.
-Mi
sono stufata di tutto! Perché fingere di star bene, quando
ho un padre che non
meriterebbe nemmeno che io viva con lui, e un coinquilino che ha solo
peggiorato questa situazione?- non smettevo di piangere, e tutti mi
guardavano
attoniti. Stavo dicendo tutto ciò che pensavo, e che volevo
dire da quando
quello stupido ragazzo aveva messo piede in casa mia. Era tutta una
sofferenza.
-..Ora questo- continuai. –Ti avevo detto milioni di volte di
non toccare le
mie cose, e tu l’hai fatto, senza me a casa addirittura! Ma
chi ti credi di
essere?- ancora una volta mio padre provò a calmarmi con
qualche parola, ma fu
impossibile.
Ordinai
subito dopo a tutti coloro che erano dentro la mia stanza di uscire,
Louis
compreso. Era andato via con una faccia da cane bastonato, ma giuro che
l’avrei
picchiato fino a farlo star male.
Lo
odiavo, non c’era nient’altro da dire.
Mi
buttai sul letto, completamente in lacrime, sentendo il dolore
percorrere ogni
singolo angolo della mia pelle in quel momento.
Caro
diario,
non ho
le forze nemmeno di
scriverti probabilmente. Mi chiedo perché ultimamente scrivo
solo cose
terribili. Perché? E’ successa la cosa che
più temevo. Tornando a casa ho ritrovato
Louis che leggeva tutte queste pagine. E’ stato devastante.
Vorrei andar via,
mi sento cadere a pezzi, e tutto sembra oscurarsi ogni secondo di
più.
Perché
sono costretta a
vivere in tutto questo casino?
Tua
Arya.
Chissà
quale maledetto piano aveva riservato per la mia vita il destino, e
cosa aveva
in mente in quel momento, cosa voleva fare della mia piccola anima
dispersa tra
la folla. Non riuscivo nemmeno a leggere una pagina del libri che di
solito mi
rilassavano, ero troppo nervosa pure per pensare. Leggevo le parole, ma
passavano quasi inosservate, e non riuscivo a capire il senso di
ciò che
scorrevo con gli occhi, e odiavo questa maledetta sensazione.
Non
so cosa sarebbe capitato ancora, adesso.
Non
avrei più voluto vedere Louis per il resto della mia vita.
Non
avrei più voluto vedere mio padre per il resto dei miei
giorni.
Eppure
ero costretta, no?
Mentre
la mia mente si perdeva in discorsi contorti, qualcuno varcò
la soglia della
mia stanza, e io alzai solo lo sguardo, con gli occhi gonfi, e pieni di
lacrime. Era Zoe, ma probabilmente non avevo voglia di parlare nemmeno
con lei.
-Hey..-
sussurrò mettendosi con me nel letto. Io non proferii
parola, semplicemente mi
limitai ad osservarla, mentre spostavo i capelli dal mio viso, e mi
mordevo
nervosamente il labbro.
-Non
devi fare così.- disse, toccandomi una gamba.
Continuai
a non risponderle, ma sta volta il mio sguardo era perso nel vuoto, e
tutto il
mio corpo era assolutamente disconnesso, ma poi riuscii a trovare le
forze di
dire qualcosa.
-Voglio
solo andar via da qui.- sussurrai con un fil di voce.
-Andrà
tutto bene.- provò a consolarmi. Si alzò
così, all’improvviso, e andò via,
lasciandomi lì da sola. Mi distesi meglio sul letto,
cominciando a pensare a
troppe cose, fino a quando non chiusi gli occhi lentamente.
Un
rumore in camera mia mi fece sobbalzare all’improvviso,
proprio mentre dormivo,
e aprii gli occhi di scatto, trovandomi Louis nella stanza, che
sistemava i
suoi vestiti, forse per la prima volta da quando era in quella casa.
Avevo
dormito forse un quarto d’ora, e anche di meno, ma sembrava
esser passata
un’eternità, ma subito dopo tornai a preoccuparmi
di Louis Tomlinson nella mia
stanza. Si voltò accorgendosi del fatto che io mi ero
svegliata, e si rigirò
immediatamente, cercando di non far incontrare i nostri occhi.
-Mi
dispiace.- sentii, ma per me la sua voce era come se non esistesse.
Mi
girai dall’altro lato, dandogli le spalle, e mi sarei voluta
riaddormentare
molto volentieri in quel momento, poi svegliarmi, e non vederlo mai
più.
-Non
volevo.- continuava a parlare e io continuavo a non dargli corda.
Probabilmente
in quel momento era girato verso di me, ma io non riuscivo a vederlo, e
di
certo non mi sarei voltata verso di lui per guardarlo. Ero
già abbastanza stufa
di tutto, specialmente di lui.
-..dico
davvero.- la sua voce aveva un non so che cosa di dolce, ma non mi ero
soffermata su quello, poco mi interessava. –L’avevo
preso per sbaglio, e avendo
letto così per caso il mio nome decisi di continuare a
leggere, ma non l’avevo
fatto solo perché poi ti avrei presa in giro ancora di
più.- La sua voce era
apparentemente sincera. Eppure, la mia mente continuava a dirmi che non
avrei
dovuto dargli corda, perché avrei dovuto alla fine? Non
avevo una motivazione
valida, e seria.
-Vorrei
stare da sola.- borbottai.
-Ma..-
Louis provò a parlare ma io lo interruppi subito.
–Niente “ma” Louis, vai via
per ora. Non voglio avere a che fare con te.- a quel punto, decisi di
girarmi,
e lui era proprio lì, in piedi davanti al mio letto, ma non
aveva intenzione di
andar via, e la cosa mi stressava e mi innervosiva sempre di
più.
-Non
voglio che tu sia arrabbiata con me.-
-Sei
solo falso, Louis, nient’altro.- si sedette nel letto vicino
a me, ma non
volevo che mi stesse così vicino, e quasi provavo ad
allontanarmi. Lo guardai
fisso negli occhi. Ero stufa di tutto questo, e quel litigio stava
peggiorando
tutte le cose.
-Penso
di aver capito che persona sei, dopo aver letto il tuo diario.-
-Ti
prego, non ricordarmi che tu hai letto il mio diario.- dissi, mentre
cercavo di
trattenere le lacrime, stringendomi i capelli tra le dita, come se
volessi
scacciare ogni pensiero negativo in quel momento.
-E’
stato tutto uno sbaglio.- ammise.
-Non
mi interessa! Sei un motivo in più per soffrire.- le mie
parole diventavano
sempre più cattive, ma non mi interessava più
ormai.
-La
mia vita va già abbastanza male, non trovi? Se hai letto
bene le pagine del mio
diario te ne sarai perfettamente accorto, perché di pagine
in cui parlo di
felicità, di star bene, e di allegria ne esistono ben poche,
e tu.. non fai
altro che peggiorare il tutto.- avevo cominciato a parlare a ruota
libera,
senza nemmeno fermarmi, fino a quando improvvisamente, mentre mi
ritrovavo a
parlare ancora, sentii le labbra di Louis premere contro le mie. Non so
cosa
stava succedendo, ma sembrava che tutto si fosse fermato per un
momento, fino a
quando non tornai alla realtà, e spinsi Louis lontano da me,
guardandolo
sconvolta.
-Perché
cazzo l’hai fatto?- chiesi, passandomi una mano sulle labbra.
-Oddio
non lo so.- disse sbarrando gli occhi. –Tu non mi piaci, non
lo so perché l’ho
fatto.- ammise guardandosi intorno imbarazzato.
-Nemmeno
tu piaci a me!- dissi, ancora attonita.
-Scusami,
non dovevo.- continuava a scusarsi, e una cosa che mi infastidiva erano
proprio
le persone che continuavano a chiedere scusa continuamente per
qualsiasi cosa,
mi davano davvero fastidio.
-Basta
dire scusa, Louis!- sbottai. –Cosa hai nel cervello? Prima
leggi il mio diario,
poi mi baci senza manco sapere perché. L’ho detto
fin dal primo giorno in cui
ti ho visto che sei uno stupido.- roteai gli occhi, scuotendo la testa.
Lui
teneva lo sguardo basso, come se fosse ancora in colpa, come se adesso
i
rimorsi gli stessero ribollendo nello stomaco, fino a farlo sentire
male.
-Potresti
anche uscire dalla mia stanza adesso.- borbottai, ma lui non si mosse
nemmeno
di un centimetro da quella posizione, allora decisi di andare io,
almeno avrei
preso un po’ d’aria in giardino, pensando al nulla.
Sarebbe stato divertente. Fuori
c’era un leggero venticello, che mi faceva rilassare, e
così mi sedetti su una
delle sedie che c’era sul prato del mio giardino.
Mi
aveva baciata.
Quel
pensiero continuava a raggirarsi nella mia testa, facendomi quasi
impazzire.
Poggiai le mani nelle tempie, perché l’unica cosa
che volevo fare era non
pensare a niente, ma avevo in mente solo quel fottutissimo bacio di..
mezzo
secondo. Non capivo perché l’aveva fatto, per
quale assurdo motivo, a me
oscuro. Eppure.. l’aveva fatto.
Non
me ne capacitavo, non mi sembrava possibile. Ma soprattutto aveva avuto
il
coraggio di farlo, proprio quando io ero maledettamente incazzata con
lui.
Aveva coraggio da vendere.
Vidi
arrivare mia sorella Zoe, all’improvviso, che evidentemente
cercava proprio me.
–Ar, tutto bene? Ti ho vista andare via da camera tua con una
foga assurda.-
disse mettendosi vicino a me, evidentemente preoccupata per il mio
stato
d’animo, che ovviamente non era dei migliori.
-Louis.-
risposi semplicemente, osservandola.
-Ancora?-
chiese esterrefatta.
-Zoe,
mi ha baciata. Mentre gliene stavo dicendo di tutti i colori mi ha
presa..
all’improvviso, e mi ha stampato un bacio sulle labbra, e
l’ho scacciato via
subito. Dice che non sa perché l’abbia fatto.- mi
morsi il labbro nervosamente,
continuando a guardare mia sorella, che rimaneva sempre più
sconvolta dalle mie
parole.
-Sapevo
che c’era qualcosa!- ammise.
-Cosa?!
Non c’è niente Zoe! Subito dopo ha ribadito che a
lui non piaccio, e non sapeva
per quale motivo l’aveva fatto, tutto qui. Nemmeno a me
piace, e lo sai.-
scossi la testa, lasciandomi andare nella sedia, come se stessi per
affondare,
quasi.
-Non
ha senso tutto ciò.- rispose semplicemente.
-Niente
ha senso per ora.- dissi per tutta risposta.
Qualche
minuto dopo, ci ritrovammo tutti insieme a tavola, e io mi sentii
profondamente
a disagio, e lo si poteva capire perché osservavo
incessantemente il piatto. La
cosa più spiacevole era che mi sentivo osservata da tutti,
quando probabilmente
non era così.
Sia
Bill che mio padre cercavano di rompere i silenzi agghiaccianti, oppure
introducevano qualche discorso parlando tra di loro, ma per il resto,
io, Louis
e Zoe, eravamo molto silenziosi, io per prima, che ogni tanto mandavo
occhiatacce a Louis, che stava proprio di fronte a me.
Non
riuscii nemmeno a finire la cena e ad un certo punto quasi lanciai la
forchetta
dal nervoso. –Arya, che succede?- domandò mio
padre guardandomi. Aveva la
faccia tosta di chiedermi cosa avessi, o meglio cosa succedeva. Era
ovvio, era
scontato, era lampante. Aveva assistito qualche ora prima a quella
lite, e poi,
mi chiede cosa succede. Non risposi, mi limitai a guardarlo
negativamente, e a
fare una piccola risatina nervosa.
-E’
tutto ok, papà.- risposi, assumendo un aria da persona che
stava cercando di
non esplodere davanti una situazione alquanto scomoda per sé
stessa. Scossi la
testa, ridacchiando di nuovo, e sospirando subito dopo.
-Arya.-
mi chiamò di nuovo catturando la mia attenzione, e io mi
dovetti girare verso
di lui.
-Cosa
c’è?- chiesi, sentendo che ormai il mio esser
acida stava uscendo con molta
tranquillità. –Che hai?- domandò di
nuovo.
-Mi
sembri stupido a volte, ma tranquillo, non sei l’unico.-
così dicendo, guardai
Louis, e mi alzai dal mio posto per poter andare in camera mia.
Questa
volta mi chiusi a chiave.
Ed
era la prima volta che lo facevo da quando era arrivato Louis in casa,
ma non
volevo proprio vedere nessuno, specialmente lui.
Afferrai
il cellulare, mandando subito un sms a Thomas, ancora ignaro della
situazione
in cui mi trovavo. Avrei voluto vederlo in quel momento, ma era tardi
per poter
uscire di casa. Così mi ritrovai lì, senza sapere
che fare, da sola.
Da
sola.
Quella
piccola frase mi risuonava nel cervello, in maniera scomoda
soprattutto. La
solitudine si sapeva, era la mia più grande paura.
Perché allora ero lì da
sola?
Mi
avvicinai alla finestra della mia stanza, e mi poggiai al davanzale,
osservando
il tramonto che era solito arrivare a quell’ora in estate, e
decisi di
guardarlo, senza muovermi, perdendomi nei suoi colori arancioni, rossi,
e gialli,
che mi piacevano tantissimo.
Il
silenzio era rilassante in quel momento, e non mi dava fastidio, anzi
mi
piaceva, mi faceva star meglio. Sarei stata lì ferma tutto
il tempo, se
qualcuno non avesse bussato alla porta due minuti dopo, provando
più volte poi
ad aprirle. E mi alterai emettendo quasi un ruggito appena sentii quei
rumori,
e dovetti andare verso la porta.
-Sei
Louis?- chiesi tenendo la mano nella maniglia.
-No,
babbo natale.- disse il ragazzo dall’altro lato della porta.
A quel punto era un
motivo in più per non aprire la porta.
-Va
bene, allora puoi rimanere lì- dissi, buttandomi sul letto,
e mettendo gli
auricolari alle orecchie per evitare di sentire, ma nemmeno il suono
della
musica riusciva a soffocare la voce di Louis, e il rumore della sua
mano che
sbatteva contro la mia porta.
-Arya,
aprimi cazzo!- sbottò.
Mi
alzai nervosa dal letto, e aprii la porta.
-Cosa
vuoi?- chiesi guardandolo fisso negli occhi.
-Volevo
solo entrare.- si fece spazio, scansandomi, ed entrò nella
mia stanza, senza
troppi riguardi. Chiusi la porta alle mie spalle, scuotendo la testa.
Era
impossibile liberarsi di Louis.
E
chissà se mai un giorno me ne sarei davvero liberata,
chissà se mai sarebbe
sparito dalla mia vita per sempre.
Probabilmente
il quel momento era l’unico mio desiderio, l’unica
mia preghiera, ma forse era
qualcosa di impossibile che non sarebbe capitato mai.
-So
che mi odi Arya, ma volevo solo dirti che starò qui ancora
per molto, mio padre
mi ha detto che da noi sono successi troppi casini.- disse cominciando
a
maneggiare con il suo cellulare, probabilmente per fare qualche suo
stupido
gioco, o per parlare con Zayn.
-Fino
a quando non andrai via da questa stanza, odierò te, e mio
padre soprattutto,
che ancora non si decide a sistemare quella maledettissima stanza!-
dissi,
ritornando ad ascoltare la mia musica.
Continuava
a vagarmi solo un pensiero nella testa.
Era
davvero impossibile liberarsi di Louis Tomlinson.
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Capitolo 7 *** chapter 7. ***
Chissà
cosa mi stava succedendo in quei giorni, probabilmente sentivo uno
strano
influsso positivo e angoscioso allo stesso tempo che mi scorreva nelle
vene, e
sarebbe stato curioso sapere cosa fosse a farmi provare questa assurda
sensazione. Ero confusa probabilmente, ma non conoscevo il reale motivo
di tale
disordine.
Però
le giornate che seguirono quella fatidica cena, sembravano bene o male
rilassanti, e serene, fino a quando qualcuno come Louis o mio padre,
distruggeva quella pace, e quel relax, ma poco mi importava,
perché avevo
imparato a fregarmene, ormai.
Un
mese quasi era passato da quando Bill e Louis fecero ingresso a casa
mia, e la
sua presenza stava diventando così monotona, tanto che
quello che mi diceva,
non mi importava nemmeno più, benché, dopo quella
litigata e quel bacio, il
nostro rapporto fosse tornato come prima, quindi ci divertivamo in un
certo
senso, ma ci torturavamo a vicenda, e soprattutto lui torturava me.
In
quel momento, mi ero svegliata da circa cinque minuti, e avevo ancora
la testa
sotto il cuscino, perché non riuscivo ad alzarmi dal mio
letto. Era così
comodo.
Qualcosa
però, o meglio dire qualcuno, mi fece quasi sobbalzare dal
letto, con la sua
voce squillante anche di prima mattina. Anche se non ero poi
così sicura che
fosse prima mattina.
-Ciao
Ventooo! Alzati, è mezzogiorno!- urlò Louis,
togliendomi il lenzuolo di dosso,
e facendomi cacciare un mugugno, mentre mi soffocavo da sola il viso
con il
cuscino, sperando che quello fosse un sogno.
Ma
purtroppo non lo era, e davvero la voce di Louis mi stava martellando
il
cervello già in quel momento, quando ero sveglia da soli
cinque minuti.
-Louis,
non rompere.- sbottai io, riprendendomi il lenzuolo, e nascondendomi
sotto di
esso, ma nuovamente mi fu tolto, e quasi non cacciai un urlo dal
nervoso.
-Ma
è ora di alzarsi!- disse in tutta risposta, buttandosi sul
suo letto, facendo
un rumore assurdo. Evidentemente non era possibile rimanere a dormire,
così mi
alzai, accorgendomi di aver praticamente tutto il pigiama in disordine,
e mi
riordinai velocemente.
-Non
mi interessava vedere quasi le tue tette.- sbottò lui
voltandosi di scatto.
–Cazzi tuoi, succede questo se convivi con una ragazza.- mi
alzai, sistemando i
capelli in una coda, e subito dopo mi stropicciai gli occhi.
–Voglio dormire.-
borbottai, senza riuscire ancora ad alzarmi totalmente dal letto,
quindi rimasi
lì seduta ancora per un’altra manciata di minuti,
con Louis che mi guardava.
-Perché
mi guardi?- chiesi, alzando il sopracciglio.
Scosse
la testa, come se volesse farmi capire che non lo stava facendo per un
motivo
ben preciso, e io feci spallucce, decidendo finalmente di mettermi in
piedi.
–Hai già fatto colazione?- domandai.
-Ancora
no.- disse in tono tranquillo. –Sono sveglio da un quarto
d’ora tipo, e non c’è
nessuno a casa, sono usciti tutti.- continuò.
-E
dove sono?- chiesi cercando di capire dove fosse andata mia sorella.
-Mio
padre e tuo padre sono a pranzo fuori con dei loro amici, e staranno
lì tutta
la giornata, sono in montagna, e Zoe sarà fino a oggi
pomeriggio con Zayn.-
quasi rabbrividii al pensiero di dover rimanere quasi tutto il giorno
sola con
Louis, ma dovevo cercare di mantenere la calma, anche se già
da come mi aveva
svegliata, non riuscivo a prevedere niente di positivo. Decisi
così di mandare
un sms a Zoe.
Certo,
tu vai a farti Zayn,
e mi lasci sola con Louis ahah :D
-Andiamo
a fare colazione.- dissi poi, uscendo dalla mia stanza, e andando al
piano di
sotto verso la cucina. Afferrai due tazze per il latte, e ne riscaldai
un po’
in un pentolino.
-Dobbiamo
pensare al pranzo.- dissi, sbuffando.
-Non
ho idea di cosa fare.- rispose Louis, giocando con un cucchiaio, e
sbattendolo
sul tavolo noiosamente. Presi il pentolino, e versai il latte nelle
tazze,
porgendone una a Louis.
-Potremmo
fare anche dei panini!- dissi.
Lui
annuì, per acconsentire, e cominciammo entrambi a bere il
nostro latte. Stavo
pensando intanto a qualcosa da fare in quella giornata noiosa a casa.
Non avevo
intenzione di uscire, non mi andava assolutamente di vestirmi,
preferivo
passare tutta la giornata a oziare stando in pigiama, e probabilmente
anche
quello era il programma di Louis.
-Mi
sembra di averti sognata sta notte.- disse lui, guardandomi.
-Davvero?
E cosa hai sognato?- chiesi curiosa.
-Non
ricordo, però c’era anche mia madre, e
c’eri pure tu, ma non ricordo cosa
succedeva, era strano, e mi sono svegliato un po’ strano
infatti.-
-Ma
tu sei sempre strano.- ironizzai.
Rise
anche lui, alzandosi dalla sedia, subito dopo aver finito, e si
buttò sul
divano della cucina, cominciando a fare zapping in televisione.
-Cosa
facciamo oggi?- chiese Louis.
-Non
ne ho idea, voglio rimanere a casa ad oziare.-
-Sono
d’accordo con te, quindi posso torturarti tutto il tempo?-
domandò con un
sorriso quasi maligno, e con la sua solita faccia da schiaffi che tanto
detestavo.
-Din
din din! Risposta sbagliata.- dissi.
-Vorrei
guardare MTV anziché questi stupidi programmi che vedi tu.-
mi avvicinai a lui,
cercando di togliergli il telecomando dalle mani, ma invano.
–Non c’è motivo!-
disse nascondendo il telecomando sotto la sua schiena, facendo in modo
che io
non lo potessi prendere.
-Louis!-
urlai, cercando di smuoverlo da quel divano, per poter cambiare canale.
Lui
rise, mentre io usavo tutte le mie forze, ma sembrava quasi impossibile
recuperare quell’oggetto. Saltai addosso a lui, mettendomi a
cavalcioni, e
prendendo a solleticarlo, sapevo che gli dava maledettamente fastidio,
e
continuai così ancora per molto, fino a quando non riuscii a
prendere il
telecomando, e misi subito il canale che volevo io. –Questa
me la paghi!- disse
lui guardandomi con sguardo minaccioso. Da quello potei intuire che era
il caso
di scappare, e ridendo cominciai a correre, mentre Louis cercava di
prendermi.
Facemmo il giro del tavolo della cucina, mentre lui provava a farmi
delle
“finte” per prendermi, ma sembrava impossibile, e
infatti riuscii
tranquillamente a correre verso il salone, sempre con lui alle
calcagna.
-Non
mi prendi Tomlinson!- dissi uscendogli fuori la lingua. Sembravamo
proprio dei
bambini, ma era divertente fare queste cose anche a
quell’età. Lo vidi buttarsi
sul divano, per arrivare dall’altro lato in cui stavo io, e
proprio mentre
stava per prendermi dalla maglietta, sfuggii alla sua presa, e ancora
una volta
gli feci una smorfia.
-Non
mi arrendo.- disse semplicemente, prima di scavalcare dal divano, e io
non
avevo altra scelta che correre verso il piano di sopra, sempre
inseguita da
lui. Arrivai in camera mia, ma purtroppo non avevo più altra
possibilità per
scappare, così mi fermai nel mezzo della stanza, guardandomi
intorno. –Non hai
scampo- rise lui guardandomi, poggiato allo stipite della porta. Mi
prese quasi
in braccio buttandomi sul suo letto, e mettendosi subito a cavalcioni
su di me,
bloccandomi le mani. Cacciai un urlo, ma sotto ridevo già, e
subito dopo
cominciò lui a farmi il solletico, e mi dimenai nel letto,
cercando di scansare
le sue mani, ma lui era evidentemente più forte di me in
quel momento.
-Mi
arrendo, giuro mi arrendo, ma basta!- urlai, respirando quasi a fatica
da
quanto avevo riso mentre mi faceva il solletico. Si bloccò
per un momento, e
poi mi guardò.
-Mh,
e quindi dovrei lasciarti andare?- domandò.
-Decisamente,
anche perché siamo in una posizione ambigua.- risi.
-Beh,
ma è figo, almeno posso tenere il controllo su di te, e tu
non puoi muoverti!-
ammise tenendomi ancora le mani dai polsi, per evitare che io potessi
scansarlo.
-Dai
lasciami andare.- mi dimenai, mentre lui rideva.
-Va
bene, solo per questa volta ti lascio andare.- disse, ma rimase ancora
qualche
secondo fermo ad osservarmi, prima di lasciarmi. Mi sembrava strano
quel giorno
Louis.
-Perché
mi guardi sempre per ora?- risi, alzandomi dal letto.
-Ma
non è vero!- disse per tutta risposta.
Io
feci spallucce, e lasciai perdere la questione, scendendo al piano di
sotto.
-Mi
spieghi perché sei sempre così incazzata con tuo
padre?- fece quella domanda di
getto, e io quasi mi gelai. Non ero nemmeno certa che mi stesse
seguendo mentre
andavo al piano di sotto. Mi sedetti nel divano del salone, guardando
un punto
fisso, probabilmente riflettendo ad una risposta giusta da dare.
-Perché
questa domanda?- pensai così che l’unica risposta
da dare era rispondere con
un’altra domanda. –Sono solo curioso.- si mise
vicino a me, guardandomi.
-Mio
padre non è mai stato un grande esempio per me. Fino a poco
tempo prima che
arrivaste voi pensavo di avere una speranza, che il rapporto con lui
potesse
migliorare, e provavo a convincermi che in realtà gli volevo
bene.- ero
maledettamente logorroica, e la cosa era parecchio fastidiosa, ma
quando mi
facevano queste domande, avevo bisogno di raccontare tutto fin dalle
origini.
–L’odio verso lui parte prima di tutto dalla sua
falsità, infatti, sei
mesi dopo la morte di mia madre, lui,
benché dicesse di amarla ancora e cose simili,
cominciò a frequentare diverse
donne, e questa cosa mi dava fastidio, spuntava ogni settimana con una
nuova
donna, e io non potevo convivere con questa storia, ero già
abbastanza
straziata per mia madre, era il mio enorme punto di riferimento, e
penso lo sia
tutt’ora.- continuai a parlare, senza mai guardare Louis, che
però appariva interessato
alla questione. Era strano come qualche minuto prima l’aria
fosse divertente, e
la casa fosse piena di risate, e adesso si sentiva solo
l’odore della
malinconia, e tutto per una stupida domanda, ma non volevo non
rispondergli,
era giusto che lui sapesse.
-Dopo
aver fatto due anni così, passò tre anni in pace,
e sembrava stesse andando
tutto bene, fino a quando non ha ricominciato frequentando sempre
persone
diverse, e io non potevo sopportarlo. E ora siamo qui.- dissi
semplicemente
scuotendo la testa e prendendo a giocare con un lembo della mia
canottiera. Poi
mi soffermai a pensare una cosa.
-Perché
mi stai facendo questa domanda se hai letto il mio diario?- domandai.
–Volevo
solo raccontata veramente la storia da te, e non da uno stupido diario
su cui
affidi tutta la tua vita.- fece una smorfia, come se fosse contrario.
-Beh,
con chi devo parlare se non con un diario?- dissi.
-Non
c’è motivo di affidare la propria vita ad un
diario, Arya, sembri stupida se
fai ‘ste cose.- si alzò dal divano andando verso
la cucina, e prendendo un
sorso d’acqua.
-Non
credo di esser stupida.- risposi alla sua affermazione con sicurezza.
–Hai la
fortuna di avere una sorella, parla con lei, no?- disse.
-Con
lei ci parlo, ma è diverso.- ammisi, raggiungendolo e
sedendomi nel bancone
della cucina, dondolando i piedi, mentre continuavo la conversazione
con Louis.
Mi aveva messo su una strana malinconia, e adesso non ero poi
così pimpante
come prima, però sarebbe passato da un momento
all’altro, sicuramente.
-Non
volevo renderti triste.- disse avvicinandosi a me per potermi guardare
se ero
realmente triste in viso. –Tranquillo, capita spesso, tra
poco starò
sicuramente meglio!- sforzai un sorriso, continuando a dondolarmi.
-Sai
per caso a che ora ritorna Zoe?- domandai.
-No,
ma penso intorno alle cinque del pomeriggio a quanto ho capito, e forse
viene
qui con Zayn!- ecco che poi mi soffermai a pensare a mia sorella. Ero
così
maledettamente felice per lei, avrei dato tutto pur di vederla
sorridere. Per
anni avevo sofferto io solo perché lei stava attraversando
un periodo
maledettamente difficile.
In
quel momento mi risultò automatico toccarmi la collanina che
lei mi aveva
portato dalla Spagna. L’avevo sempre con me, non la toglievo
mai.
Era
un simbolo molto importante per me.
-Tu
e Zayn da quanto vi conoscete?- chiesi.
-Da
quando eravamo abbastanza piccoli, solo che io ero più
grande di lui, infatti
ci siamo conosciuti giocando a pallone per le vie di Doncaster!- disse
facendo
una risatina, mentre pensava a quei momenti.
-E
come mai vive qui adesso?-
-Suo
padre si è voluto trasferire, diceva che a Doncaster non
c’era l’opportunità di
fare nulla.- fece spallucce. –Lui era il mio migliore amico
lì, e lo è tutt’ora
comunque, ci vogliamo troppo bene.- io sorrisi, perché per
un momento mi
sembrava di vedere un lato positivo di Louis, anche se continuavo ad
affermare
che di positivo c’era ben poco in lui, quindi quella
convinzione sparì molto
presto.
-Per
quanto riguarda me, non ho mai avuto una migliore amica, ed
è strano dirlo.- ammisi
sbuffando. –Cioè, sì, l’ho
avuta, ma mi ha delusa profondamente, è stata una
stronza, e da lì mi sono affidata totalmente a Thomas.. il
mio migliore amico.-
-Da
quanto vi conoscete?- chiese.
-Da
quando eravamo molto molto piccoli!- sorrisi, perché ogni
volta mi veniva in
mente quanto tempo era passato dalla prima volta in cui vidi Thomas.
–Non l’ho
mai visto di presenza!- disse Louis.
-L’hai
sfottuto vedendolo solo in foto, non so che potresti dire vedendolo di
presenza.- lo guardai in modo negativo, perché detestavo
chiunque potesse
prendere in giro il mio migliore amico.
-Mh,
è vero!- scoppiò a ridere.
-Sei
proprio un coglione!- scossi la testa scendendo dal bancone su cui ero
seduta.
Cercavo di pensare a qualcosa da fare in quella giornata, fino a quando
non
squillò il telefono di casa e io corsi a rispondere.
-Pronto?
Chi? Sì, è qui Louis.- evidentemente non
conoscevo la persona dall’altro capo
del telefono, così porsi il telefono a Louis che era il
diretto interessato.
–Pronto? Hey ciao! Sì, certo! Stasera? Va bene,
ovvio. Posso portare un po’ di
gente? Giusto un paio persone! Va bene, a stasera!- quella telefonata
fu molto
breve, e mi fece incuriosire. Lo guardai con un sopracciglio alzato, e
lui
subito capì che volevo sapere chi fosse stato ad averlo
chiamato.
-Era
un mio amico, stasera c’è una festa, volete venire
pure tu e Zoe?- domandò
mentre riponeva il telefono al proprio posto, e io feci una piccola
risatina.
–Sei strano. Ci odiamo a morte, eppure mi inviti ad ogni
festa al quale sei
ospite.- risi ancora.
-Beh,
non faccio nessun sforzo a non invitarti, anzi, mi fai risparmiare
fiato!- fece
spallucce.
-Però
voglio venire!- dissi. Non avevo nient’altro di meglio da
fare, e forse una
festa avrebbe fatto al caso mio, magari con qualche ragazzo carino da
rimorchiare. Sì, sarei andata decisamente.
-Avvisa
Zoe e Zayn allora!- disse lui.
-Zoe!
Hai visto i miei pantaloncini?- quella sera decisi di passare ad un
look più o
meno sobrio, non avevo voglia di mettere un vestitino, o di vestirmi
bene o
male elegante.
-Tieni,
sono qui! Lasci sempre le tue cose ovunque.- sbottò mia
sorella lanciandomi i
pantaloncini di jeans che avevo deciso di mettere. Misi anche una
canottiera
piuttosto lunga, che mi dava un tocco in più, e un paio di
tacchi alti. Benchè
cercavo di evitare di essere elegante, un paio di tacchi era sempre
adatto. Mia
sorella, a differenza mia, voleva essere un po’
più raffinata, sicuramente per
far colpo su Zayn, anche se a mio parere non ce n’era
bisogno, perché era
perfetta così.
Dopo
essermi vestita, dovevo assolutamente sistemare i miei lunghi capelli
castani.
Arrivavano fin sotto le scapole, ed erano mossi, e mi piaceva tenerli
sempre in
ordine, così con due mollette li sistemai accuratamente,
guardandomi più volte
allo specchio, assicurandomi che nel corso della serata non sarebbero
diventati
orribili. Mi preoccupai subito dopo del trucco, fino a quando non
entrò
improvvisamente in bagno Louis che evidentemente non sapeva che io ero
lì
dentro, infatti sobbalzammo entrambi. –Hey! Ci sono io!-
dissi sbuffando,
mentre passavo l’ombretto sulla mia palpebra.
-Eh,
e io devo andare in bagno.- rispose, poggiandosi allo stipite della
porta
mentre mi osservava. –Puoi aspettare!- dissi in tutta
risposta, continuando a
pensare al mio make up per la serata. Mi accorsi poi che Louis era
ancora lì.
-Beh?-
chiesi.
-Ti
sto aspettando!- disse.
-Non
potresti aspettarmi fuori, mi sento un po’ a disagio.- lo
guardai in attesa che
lui uscisse dal bagno. Detestavo quando la gente mi osservava mentre mi
truccavo, mi sentivo maledettamente in imbarazzo.
-Non
mi va.- rispose, sbuffando.
-Sei
una rottura di coglioni, Louis.- e così, benché
lui fosse ancora lì, continuai
a truccarmi, guardandolo di tanto in tanto con la coda
dell’occhio. Misi ancora
un po’ di mascara e lucidalabbra, e poi uscii dal bagno.
–Tutto per te!- andai
verso camera di Zoe che ancora si stava preparando.
-Sbrigati,
vedi che Zayn sarà qui a momenti!- dissi.
-Lo
so! E ancora devo farmi i capelli!- disse quasi isterica, mentre finiva
di
mettersi la matita negli occhi. –Ti aiuto io- risi, e presi
la piastra,
cominciando a lisciarle i lunghi capelli neri, mentre lei finiva di
truccarsi
davanti lo specchio della sua stanza.
-Stasera
tu e Zayn avete intenzione di stuprarvi a vicenda sulla pista da
ballo?-
ironizzai. –Ma che dici?- mi guardò alzando il
sopracciglio e accennando una
risatina.
-Non
vorrei ricordartelo, ma quando ancora non stavate insieme e siamo
andati a
quella festa, lui ti metteva le mani ovunque mentre ballavate.- lei
fece una
risatina timida, e mi accorsi che le sue guance erano diventate rosse.
Si
intimidiva facilmente, ed era dolcissima quando lo era. –Oh,
suvvia, non è
stato niente di che!- disse dopo.
-I
suoi capelli sono pronti madame!- feci un inchino, e sorrisi.
-Ok,
sono pronta, devo solo preparare la borsa.- mi fece venire in mente che
dovevo
prendere la mia nel mio letto. Avevo optato per una piccola tracolla
nera, che
adoravo, e che portavo spesso con me.
Vidi
Louis spuntare in camera mia. Indossava un paio di jeans, una maglietta
bianca,
con una giacca nera più elegante sopra, e una sciarpa
grigia. Per quanto ne
potevo sapere adorava le sciarpe, ne aveva una diversa ogni giorno. E
personalmente stava bene vestito in quel modo.
Era
elegante ma non troppo.
-Wow,
questi tacchi mi fanno più alta!- dissi camminando per la
stanza.
-Vabbè,
non vantarti, rimani sempre una nana.- rispose, e io per tutta replica
uscii la
lingua, prima di dirigermi di nuovo verso camera di Zoe, entrambe ormai
pronte
per uscire. Il campanello ci fece intuire che Zayn era arrivato per
venirci a
prendere come sempre, con la sua solita macchina. Scendemmo tutti e tre
al
piano di sotto, chi più lentamente come me e Zoe, che
rischiavamo di cadere da
un momento all’altro.
-Papà,
noi usciamo!- avvisò Zoe, prima di uscire.
-Okay,
non fate troppo tardi!- disse mentre mangiava delle noccioline davanti
il
televisore insieme a Bill.
-Non
abbiamo più dodici anni.- sbottai io scuotendo la testa,
prima di aprire la
porta, ritrovandomi davanti Zayn. –Buona sera!- disse
salutandomi con un bacio
in guancia, salutando subito dopo Louis, e lasciando il saluto
più importante
alla fine. Prese Zoe per i fianchi, dandole un piccolo bacio sulle
labbra
mentre si chiudeva la porta alle spalle. –Non vi vedete da
due ore, e già fate
i piccioncini?!- sbottò Louis sconvolto, scuotendo la testa,
prima di salire in
macchina.
Ci
ritrovammo tutti in macchina, come sempre.
-Ho
voglia di ballare.- disse Zayn voltandosi verso Zoe, e strizzandole
l’occhio in
segno di intesa. –Zayn, eviteresti di fare il cascamorto
adesso?- disse Louis
avvicinandosi al sedile dell’amico, dandogli poi uno
scappellotto nella testa.
-Hey,
non picchiare il mio ragazzo!- disse Zoe, facendo come per proteggerlo,
carezzandogli piano il capo.
-Ecco,
diglielo piccola!- Zayn fece un finto broncio, che gli dava
un’aria davvero
tenera e dolce. –Va bene, ora andiamo!- sbottò
Louis.
Qualche
minuto dopo eravamo già arrivati a quella festa, ed eccetto
Louis che conosceva
il festeggiato, e qualche altra persona per il resto erano tutti
sconosciuti,
ma c’era davvero fin troppa gente, e il locale che era stato
prenotato era
veramente pieno di persone.
-Cerchiamo
dei tavolini disponibili!- dissi ad alta voce, provando a sovrastare il
rumore
della musica. Vedemmo con la coda dell’occhio un tavolino
attorniato da un
divanetto a “ciambella” e decidemmo di andarci a
sedere lì, prima di andarci a
muovere un po’.
Nel
tragitto che andava dall’entrata fino al nostro tavolo, notai
perfettamente un
ragazzo davvero carino, dall’aria molto intrigante. Aveva dei
capelli
abbastanza corti, e neri, e gli occhi azzurri si notavano fin da
lontano, e
quanto pare anche lui si era accorto di me in quel momento. Forse
sarebbe stata
la mia ‘preda’ quella sera, ma inizialmente gli
diedi poca importanza, e mi
sedetti con Zoe, Zayn e Louis, e cominciammo a chiacchierare su un paio
di
cose, fino a quando mia sorella e il suo ragazzo non si allontanarono
per
andare a ballare, come avevano fatto la volta prima, lasciando me e
Louis da
soli.
Non
passarono molti minuti, che il ragazzo moro di prima si
avvicinò verso di me.
–Hey.- disse con fare misterioso e sexy. Gli feci un sorriso
semplicemente, e
lui contraccambiò. –Vuoi venire a ballare?-
improvvisamente mi ricordai che io
non sapevo ballare, o che comunque facevo schifo. Ma.. in quel momento
poco mi
importava e mi lasciai trascinare senza troppo indugio, provocando
quasi uno
shock a Louis, che era rimasto lì da solo. Il moro mi prese
per mano,
portandomi verso la pista. Non capitava mai che io mi davo da fare con
degli
sconosciuti, ma quella sera mi sentivo un tantino diversa.
-Come
ti chiami?- chiese mentre ci eravamo ritrovati già in pista,
e cominciavamo a
muoverci tra la gente, entrambi molto vicini l’uno con
l’altra. –Arya.- risposi
io, sorridendo. –Tu?-
-Io
sono Alex.- disse, molto vicino al mio orecchio, altrimenti non sarei
riuscito
a sentirlo con la musica così alta. Cominciammo a ballare
entrambi, e io cercai
di essere il più sciolta possibile, facendo passi semplici.
Sentii le mani di
Alex poggiarsi sui miei fianchi, mentre mi avvicinava maggiormente a
sé,
cercando di rendere la scena un po’ più intima,
benché fossimo vicini a un bel
po’ di persone. Sfiorò appena le mie labbra con le
sue, improvvisamente,
sentendo la sua lingua premere contro la mia fin da subito.
Poggiò entrambe le
mani sul mio fondoschiena, prima di prendermi da un braccio.
–Vieni con me.-
sussurrò, con un certo sorrisetto malizioso, e forse non ero
più sicura di ciò
che stavo facendo, ma mi lasciai trascinare via, senza troppo indugio.
Ci
ritrovammo in un posto un po’ più appartato,
vicino ai bagni, e mi poggiò
contro il muro, continuando a baciarmi sulle labbra con foga, mentre mi
toccava
i fianchi. Le sue mani sfiorarono prima delicatamente, poi con foga i
miei seni
attraverso la maglietta, continuando a tenere incollate le nostre
labbra.
Sentii poi una certa pressione da parte delle sue mani sul bottone dei
miei
pantaloncini, e lì gli afferrai i polsi per fermarlo.
–Che intenzioni hai?-
chiesi io guardandolo torvo.
-Fidati
di me, piccola.- sussurrò, ma ciò mi
portò solo ad allontanarlo sempre di più
da me, ma lui era irremovibile, e continuava a provocarmi, e a
toccarmi.
–Lasciami.- dissi tra i denti mentre sentivo le sue mani
premere ancora contro
i miei pantaloncini. Lo spinsi appena, ma lo ritrovai ancora addosso a
me,
impertinente, e quasi violento in quel momento. Quasi ansimavo dal
nervoso, e
cercavo di allontanarlo da me ogni secondo di più, ma senza
successo. Si
strusciò contro di me, e io mi morsi forte un labbro,
sicuramente per
disprezzo.
-Vai
via.- dissi nuovamente, ma lui non mi ascoltava, fino a quando non
sentii che
lui si allontanò da me. Non l’avevo fatto di sua
spontanea volontà, ma era
stato qualcun altro a prenderlo dalla maglietta, e immediatamente notai
Louis
dietro di lui, che lo aveva allontanato da me, e lo aveva spinto dalla
spalla.
–Hey che cazzo vuoi?- disse Alex rivolto a Louis, che secondo
lui ci aveva
sicuramente interrotti.
-Non
devi nemmeno osare toccarla.- disse Louis scontroso, mentre lo spingeva
ancora
per farlo allontanare. –Chi sei tu per dirlo?- i due si
ritrovarono faccia a
faccia. Louis lo spinse più forte facendolo quasi cadere a
terra, e a quel
punto mi intromisi io, cercando di risolvere la questione, mettendomi
in mezzo
a loro. –Basta voi due! Calmatevi.- dissi guardando prima
l’uno e poi l’altro.
Alex lanciò un’occhiataccia a Louis, prima di
andare via, e si allontanò
definitivamente.
-Stai
bene?- domandò Louis.
-Sì..
grazie.- non pensavo che avrei mai ringraziato Louis per qualcosa, ma a
quanto
pare l’avevo appena fatto. –Devi stare solo
più attenta, adesso andiamo, non
voglio che succeda altro.- mi prese dal braccio, raggiungendo Zoe e
Zayn.
-Andiamo.-
disse semplicemente agli altri due, che ancora non sapevano nulla della
storia,
ma stettero agli ordini di un Louis molto severo. Io mi sentivo quasi
in colpa,
non volevo che succedesse una cosa del genere.
Uscimmo
dal locale, e dovetti raccontare velocemente la storia a Zayn e Zoe. La
serata
si concluse così, e fummo costretti a tornare a casa tutti
molto presto. Louis
filò subito a letto, più nervoso che mai, ma non
capivo assolutamente per quale
motivo lo fosse.
Sicuramente
avevo apprezzato il suo gesto, ma perché l’aveva
fatto?
Forse qualcosa stava mutando in Louis? non ne ero poi così
convinta, anzi non
lo ero proprio, pensavo solo che fosse un gesto spontaneo
all’incirca. Ma non
mi soffermai a pensare a questo, deviai totalmente il mio pensiero, e
dopo aver
passato un’altra ora sveglia, andai a dormire anche io,
lasciandomi andare nel
mondo dei sogni.
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Capitolo 8 *** chapter 8. ***
Quella
mattina mi svegliai con un fottuto mal di testa, quasi da non riuscirmi
ad
alzare dal letto. Louis era già in piedi, e stava
utilizzando il mio computer,
per la prima volta da quando era arrivato.
-Hey,
che stai facendo?- domandai con gli occhi socchiusi e la voce ancora
assonnata.
–Oh, scusami, volevo controllare una cosa su twitter.- disse,
senza staccare
gli occhi dallo schermo.
Ero
troppo occupata a morire di sonno per dirgli che non doveva nemmeno
toccare il
mio computer, ma alla fine non era il caso farsi così tanti
problemi in quel
momento. Alzai il busto, e mi toccai la testa dolorante.
-Tutto
ok?- domandò.
-Non
lo so, mi fa malissimo la testa.- borbottai facendo una smorfia. Poi
per un
momento ricordai ciò che era successo la sera prima, e mi
sembrò di sentire di
nuovo le mani di quel ragazzo addosso, e la scena di Louis che per poco
non lo
uccideva mi passò davanti molto velocemente.
-E’
stato carino da parte tua aiutarmi ieri.- dissi timidamente. Lui fece
solo un cenno
con la testa, forse nemmeno aveva voglia di parlarne, ma non capivo il
vero
motivo. –Come sei riuscito a capire che stava succedendo
qualcosa?- chiesi.
-Vi
avevo seguiti con lo sguardo, e sinceramente non riuscivo a fidarmi di
quel
tipo.- ammise, spegnendo qualche minuto dopo il pc.
-Perché
sei così.. strano? E’ da quando è
successa questa cosa che sembri nervoso, che
ti succede?- provai ad alzarmi dal letto, reggendomi quasi la testa da
quanto
facesse male in quel momento, ed era una cosa che odiavo.
–Io? Oh nulla, sono
solo un po’.. stanco.- disse, ma io non avevo voglia di
capire se stesse
dicendo sul serio oppure no, così mi limitai ad annuire e a
crederci; beh in
fondo poteva essere davvero così.
-Dio,
non riesco nemmeno a muovermi.- dissi alzandomi dal letto con una
fatica
immensa. Andai verso il bagno, incontrando mia sorella lì
che si era svegliata
da pochissimo.
-Hey,
buon giorno piccola, va tutto bene? Non hai una bella cera.- disse Zoe
guardandomi e poggiandomi una mano sulla spalla prima di darmi un bacio
sulla
guancia. –Mi sta scoppiando la testa.- tenevo gli occhi
socchiusi, e ancora mi
veniva difficile focalizzare tutto.
-Vieni,
ti do una pillola.- cinse le mie spalle con un braccio, accompagnandomi
al
piano di sotto in cui ci stavano Bill e mio padre che facevano
colazione lì.
–Buongiorno.. che succede?- mio padre mi vide e con voce
quasi allarmata mi
chiese cosa mi era successo. Troppe domande di prima mattina, non
riuscivo a
reggerle tutte, stavo veramente male.
-Niente
papà, ho solo mal di testa.- dissi sedendomi sullo sgabello
della cucina.
Immediatamente arrivò un bicchiere colmo d’acqua
con una strana medicina che si
stava sciogliendo lentamente. La bevvi tutta in un sorso, e poi quasi
mi buttai
sul bancone. Avevo voglia di dormire almeno altre venti ore.
-Che
avete fatto ieri sera?- di botto scattai in aria, e guardai mia
sorella,
facendole segno di non accennare nulla sull’accaduto,
altrimenti mio padre non
mi avrebbe più fatto muovere un passo fuori da casa mia.
-Siamo
stati ad una festa.- disse subito Zoe.
-..e
quando mi farai conoscere il tuo ragazzo?- domandò mio padre
rivolto a Zoe. Mi
accorsi subito che mia sorella diventò quasi viola di fronte
a quella domanda.
Era una persona molto timida, odiava queste cose.
-Non
lo so, più in là magari.- rispose semplicemente,
allontanandosi, e mettendosi
vicino a me che le porsi un dolce sorriso.
Anche
Louis ci raggiunse, e si sedette vicino a suo padre, azzannando una
delle
ciambelle che erano poggiate sul tavolo. Ne presi una anche io. Forse
mangiare
mi avrebbe fatto stare meglio. –Papà mi passeresti
del caffè?- domandai
aspettando la mia tazzina. Mi avrebbe svegliato molto probabilmente,
visto che
ancora ero un tutt’uno con il letto.
-Oggi
che farete?- domandò mio padre passandomi la tazzina di
caffè.
-Zayn
proponeva di andare al luna park!- disse Louis voltandosi verso di noi
per
chiedere approvazione. Sarei voluta andare volentieri, ma ero uno
straccio.
–Beh, se sto meglio vengo pure io.- mi passai una mano negli
occhi, e mi
schiaffeggiai le guance.
-Se
aspetti un’oretta, quella medicina fa sicuro effetto,
fidati!- Zoe mi passò la
mano sul capo. –Quindi possiamo andarci di pomeriggio.-
propose poi. Io annuii,
finendo la mia colazione.
-Ti
senti già un po’ meglio?- chiese Zoe.
-Sì,
un po’ sì.- mi alzai dallo sgabello, andandomi a
buttare nel divano della
cucina. Osservai l’orologio, e mi accorsi che erano soltanto
le dieci del
mattino, e avevo un bel po’ di ore prima di potermi
riprendere, e conoscendomi
ce l’avrei fatta senza dubbio. I miei dolori fisici duravano
ben poco, quindi
quel pomeriggio sarei sicuramente andata al Luna Park con i ragazzi, e
mi sarei
divertita senza dubbio.
-Voglio
dormire altre trenta ore.- borbottai stiracchiandomi.
Le
ore sembravano non passare mai, e forse da quando mi ero svegliata era
passata
circa un’ora, quando sembrava
un’eternità. Ero distesa sul mio letto, mentre
guardavo Louis giocare con il suo blackberry. Era seduto vicino a me,
ed era
una cosa che capitava di rado, ma c’erano quei momenti in cui
riuscivamo a
raggiungere un certo equilibrio l’uno con l’altro.
-Come
stai giocando?- domandai guardandolo.
-Un
gioco deficiente, devo uccidere delle scimmie.- rise, continuando
però a
cimentarsi in quello stupidissimo giochino.
-Oh!
Potrei uccidere te! E’ la stessa cosa!- ammisi.
-Vaffanculo,
Vento.- borbottò uscendomi fuori la lingua, e subito dopo
tornò a giocare, con
il blackberry quasi incollato agli occhi. Mi veniva da ridere a
guardarlo in
quelle circostanze.
Socchiusi
appena gli occhi. Il mal di testa stava ormai passando, e ne ero
assolutamente
felice, era tutto più rilassante adesso, e penso che mi
sarei goduta al meglio
quella giornata con Louis, Zayn e Zoe. Alzai il busto, visto che ero
distesa, e
mi sedetti proprio vicino a Louis che stava lì, sul mio
letto, con le gambe
appena rannicchiate. Osservai il suo blackberry perché ero
curiosa di vedere
quel gioco.
-Solo
tu puoi scaricarti questi giochi così cretini.- dissi con
una nota di disprezzo
scuotendo la testa. –Anche se.. sono adatti per il tuo
livello intellettuale.-
si voltò verso di me, guardandomi torvo.
Improvvisamente
lanciò il cellulare nel mio letto, e si fiondò su
di me, cominciando a farmi il
solletico, e quasi ebbi uno strano deja vu.
-No
Louiiiis!- urlai più forte che potevo cercando di fermargli
le mani, tenendolo
dai polsi, e per un momento ci riuscii, fino a liberarmi completamente
della
sua presa. –Sei un coglione!- dissi ridendo.
-Mi
diverte farti il solletico!- ammise.
Mi
sistemai i capelli che, muovendomi in quel modo scomposto, erano andati
da
mille lati diversi. Alzai subito dopo lo sguardo, e Louis stava
lì a guardarmi.
I nostri occhi si incrociarono per un momento, e mi accorsi subito che
avevano
un bel colore celeste. Mi piacevano.
Era
l’unica cosa che mi piaceva di quel ragazzo, decisamente.
E
poi, mentre ero lì che lo fissavo, accadde nuovamente. Le
sue labbra si
poggiarono di nuovo sulle mie. Non lo allontanai subito. Avevano un
buon sapore
quelle labbra carnose, ed erano molto morbide. Rimasi lì
ancora un po’, fino a
quando ad entrambi non venne automatico quasi staccarci. E ci guardammo
negli
occhi per un secondo, quasi preoccupati.
-Cazzo,
devo smetterla!- sbottò lui alzandosi di botto dal letto.
Tutto ciò mi faceva
innervosire. A me lui non piaceva, e io non piacevo a lui;
perché allora era la
seconda maledetta volta in cui ci baciavamo senza nemmeno volerlo?!
–Louis
perché succede?- domandai con le mani sugli occhi.
–E’ chiaro che entrambi non
ci piacciamo!- ammisi.
-Hai
perfettamente ragione ma.. non capisco, mi viene spontaneo a volte!-
spontaneo?
Che cosa significava? Ero più confusa che mai, e la testa
stava cominciando di
nuovo a farmi male, ma cercai di trattenere il dolore. –Ok,
facciamo solo..
finta di niente.- dissi.
-Esattamente,
come se niente fosse successo.- Lui era nervoso, e si notava, e faceva
quasi
avanti e indietro nella mia stanza.
-Hey,
calmati Louis.-
-Sì,
devo calmarmi, assolutamente.- si sedette sul suo letto, passandosi una
mano
tra i capelli castani. –Scusami, non volevo.- disse poi.
-Non
deve succedere mai più, cazzo.- ripensando a tutto, mi
accorsi che era qualcosa
di assolutamente sbagliato, e mi stavo innervosendo. Era la seconda
volta, e
nessuno dei due sapeva dare una spiegazione a tutto quello che era
accaduto,
era terribilmente strano tutto ciò.
Lui
annuì, e io poi mi alzai dal mio letto.
-Penso
sia l’ora di andare a preparare il pranzo.- scesi al piano di
sotto, cercando
di dimenticare il tutto, ma mi veniva davvero difficile. Il nervosismo
era
subentrato dentro di me adesso, e non ne sarei uscita fuori facilmente
in quel
momento. Zoe se ne accorse subito e per questo cominciò a
farmi domande a
raffica.
-Che
succede? Tutto bene? Qualcosa con Louis?- non avevo intenzione di
dirglielo,
sennò avrebbe continuato a dichiarare che
c’è del tenero tra me e Louis, cosa
assolutamente falsa, e stupida.
-E’
tutto okay, Zoe, perché dovrei avere qualcosa?- domandai.
-Non
so, mi sembri nervosa.- ammise storcendo il labbro.
-No
no, va tutto bene!- feci un sorriso, cominciando ad apparecchiare il
tavolo in
cui avremmo mangiato.
-Allora
oggi andiamo al Luna Park?- chiesi cercando di cambiare argomento.
–Sisi, e non
vedo già l’ora!- ammise Zoe felice, battendo le
mani velocemente, come era
solita fare quando era allegra. Zayn la rendeva raggiante, ed era
questa una
delle cose assolutamente più importanti. Le feci un sorriso,
andando verso di
lei per abbracciarla forte. Mi piaceva abbracciarla, mi faceva stare
bene.
-Cosa
è questo affetto?- chiese sorridendo.
-Come
se fosse la prima volta che ti abbraccio!- risi.
-Su,
vieni, apparecchiamo- disse porgendomi i piatti da mettere sul tavolo.
Sbuffai,
e cominciai a sistemare la tavola.
-Papà
è uscito?- domandai, non vedendolo in giro per casa.
-E’
in giardino con Bill, non so che stanno facendo.-
-Mi
sa che ora andrò in giardino a dondolarmi nel dondolo.-
risi, e dopo aver messo
anche l’ultima posata, corsi fuori, notando che
c’era una bellissima e
fantastica giornata estiva, con il sole che batteva forte sul suolo. Mi
distesi
sul dondolo, lasciando che il sole carezzasse il mio viso, e cominciai
a
dondolarmi. Mi sentivo ancora strana e nervosa, ma sicuramente il mio
umore era
migliorato grazie a Zoe.
-Hey,
che ci fai lì Arya?- domandò mio padre che stava
dalla parte opposta del
giardino. Strizzai un po’ gli occhi, per poterlo vedere senza
che il sole mi
desse fastidio. –Mi stavo solo prendendo un po’ di
sole prima di pranzo!-
risposi. Lui annuì, e poi tornò a parlare con
Bill.
Afferrai
il cellulare e mi ritrovai un sms di Thomas.
Buongiorno
piccola Arya,
sarà meglio per te se domani mattina vieni a casa mia, o
potresti ritrovarti un
pacco bomba a casa :’) haha! Ti voglio bene, xx.
Sorrisi,
e subito dopo alzai lo sguardo, per ritrovarmi Louis in giardino che
passeggiava, giusto da qualche secondo. Era una giornata troppo bella
per
rimanere barricati in casa.
-Arya!
Veloce!- urlò Louis dal piano di sotto mentre io stavo
mettendo le scarpe. Era
già arrivato Zayn ed erano tutti pronti per andare al luna
park, ma io stavo
ancora lì a prepararmi, ma fortunatamente dovevo solo
mettere le scarpe.
Afferrai la borsa, e correndo, arrivai all’ingresso dove ci
stavano Zayn, Louis
e Zoe lì ad aspettarmi. –Eccomi!- dissi.
-Su,
andiamo, non voglio che papà cominci a fare domande su
Zayn!- disse Zoe
scappando quasi di casa.
-Ragazzi
voglio fare tutti i giochi possibili e immaginabili!- ammisi battendo
le mani
contenta, e salendo subito in macchina gasatissima.
-Oh,
ma anche io.- disse Louis, accanto a me.
Partimmo,
ed eravamo pronti per raggiungere la nostra meta.
Per
un momento mi voltai a osservare Louis, e tutto mi ritornò
in mente, ma subito
dopo scossi la testa per rimuovere il ricordo delle sue labbra carnose
sulle
mie, e tornai alla realtà in pochi istanti. Lui si accorse
che mi ero
soffermata a guardarlo. –Che c’è?-
chiese.
-Nulla
nulla.- ammisi affondando quasi nel sedile posteriore.
Arrivammo
lì in meno di mezz’ora, e stavo ancora un
po’ con la testa in aria, ma la
visione delle montagne russe, mi fece dimenticare tutto. Adoravo andare
lì, mi
faceva tornare indietro nel tempo, quasi fino a diventare di nuovo
bambina.
Scesi dalla macchina prendendo mia sorella a braccetto, ed entrambe ci
fiondammo alla biglietteria.
-Partiamo
con le montagne russe, ragazzi?- domandai, dopo essermi voltata verso
Louis e
Zayn che ci avevano appena raggiunte. Subito ebbi
l’approvazione di entrambi e
presi quattro biglietti. Eravamo tutti felicissimi, io per prima.
–Andiamo
dai!- disse Zayn, prendendo mia sorella per mano che era decisamente
più
spaventata di me. Non si fidava di quei così, e si poteva
notare dal suo viso
un po’ insicuro, ma alla fine si divertiva sempre. Zayn cinse
le sue spalle con
un braccio, e si avvicinò al suo orecchio. –Ci
sono io piccola, stai
tranquilla.- sussurrò dandole poi un dolce bacio sulle
labbra, e subito notai Zoe
un po’ più tranquilla e rilassata in confronto a
prima.
-Dai,
saliamo!- dissi, facendomi aiutare dall’assistente, e mi
ritrovai nello stesso
vagone con loro. Una campanella, ci fece intuire che già la
giostra stava per
partire, e lentamente sentii una certa pressione, e le ruote
cominciavano a
muoversi. Le urla di alcune ragazze dietro di noi già si
potevano sentire, noi
eravamo tutti abbastanza tranquilli, fino a quando una discesa quasi
vertiginosa, non ci fece cacciare un urlo quasi in automatico,
soffocato poi da
un paio di risate. Notai la faccia di Louis che sembrava quasi
preoccupato, e
risi ancora di più mentre lo guardavo. Ci ritrovammo a testa
in giù senza
nemmeno accorgercene, e le urla di mia sorella si erano ormai
moltiplicate, ma
anche le mie, eppure mi divertivo un casino, era una cosa che amavo.
Con la
massima velocità, ritornammo normali, e sentii Zayn
imprecare. –Cazzo, questa
era brutta!- disse alzando la voce per farsi sentire.
La
velocità delle discese improvvise, sembrava aumentare sempre
di più, e quasi io
sentii il mio stomaco arrivare fino alla mia gola. Quando la giostra si
fermò,
però feci quasi una faccia offesa.
-No
dai, ancora!- Zayn scese di colpo, scuotendo la testa.
-No
no, io passerei ad altro.- tutti ridemmo, guardandolo quasi spaventato
e
preoccupato. –Ok. Tagatà?-
propose
Louis, vedendo una delle giostre più divertenti. Questa
piattaforma girava
velocemente, e cominciava a saltellare quasi, a piccoli balzi. Era
davvero
divertente, così ci fiondammo li, facendo
all’incirca due o tre giri di fila,
tra le risate e il divertimento.
Scesi
dal tagatà con la testa che mi girava, e quasi non riuscivo
più a reggermi in
piedi, e così era per tutti gli altri. Ci buttammo su una
delle panchine che
stavano lì, ridacchiando un po’ tutti.
-Dio,
quando Louis è caduto, ho riso come non mai.- disse Zayn
scoppiando poi a
ridere di nuovo. –Sei caduto anche tu!- protestò
Louis.
-Sì,
ma tu sei caduto in un modo davvero ridicolo.- rise.
-Beh,
io e Arya ce la siamo cavata stringendoci forte alla ringhiera di
ferro.- mia
sorella assunse un’aria di superiorità nei
confronti dei due ragazzi,
snobbandoli, quasi per prenderli in giro.
-Io
direi di andare a fare la ruota panoramica per rilassarci.- proposi.
La
mia proposta fu accettata, e tutti insieme ritornammo nella fatidica
biglietteria, per prendere dei gettoni, in modo che potessimo farci un
paio di
giri nella ruota panoramica. La nostra era la più grande in
assoluto. Da lì
potevi vedere tutta Londra.
-Non
ci sono mai salito qui, è bella?- chiese Louis, mettendosi
al mio fianco, come
sempre ormai. –Ora vedrai.- dissi per tutta risposta con un
sorriso, mentre
osservavo Zoe poggiata sulla spalla di Zayn.
I
due cominciarono a baciarsi dolcemente, escludendo me e Louis, come se
in quel
momento non esistessimo quasi più, ed entrambi ridacchiammo,
ma ci preoccupammo
di più del meraviglioso paesaggio che si poteva scorgere.
Man mano che la ruota
saliva, riuscivamo a vedere le meraviglie della nostra Londra. Zayn e
Zoe
intanto, facevano giocare le loro lingue tra di loro, tra toccatine
fugaci, e
piccoli gesti ambigui. –Mmmh, piccioncini, mmmmh.- li
imitò Louis,
atteggiandosi quasi, e facendoci ridere subito.
-Quanto
sei scemo.- dissi dandogli una piccola spinta dalla spalla.
-Lasciali
stare, sono così belli insieme.- continuai osservandoli.
-Sì
ma c’è un bel paesaggio, che palle che siete.-
borbottò Louis. Sentii Zoe e
Zayn ridere a fior di labbra, e staccandosi subito dopo.
-Contento
ora?- chiese Zayn con un sorriso.
-Ok,
ora non mi viene più da vomitare!-
Vidi
quasi Zayn fiondarsi su di lui, ma Zoe lo tenne stretto per la paura di
cadere.
–Noi due ci vediamo dopo.- disse poi lui, osservando Louis
torvo, ma si capiva
che aveva un tono alquanto scherzoso.
Si
ritrovammo proprio in cima, e fu lì che riuscii a vedere
Londra ai miei piedi.
Sentivo il vento scagliarsi contro il mio viso, e quasi tutto
ciò mi fece star
bene. –Wow.- disse semplicemente Louis con un sorriso.
Ci
fu in attimo di silenzio, poi fu rotto da Zayn.
-Sì,
ma dopo andiamo a fare gli autoscontri, vero?- tutti ridemmo,
voltandoci verso
di lui. –Io ci sto! Così straccio Zayn!- disse
Louis.
-Caso
mai è il contrario.- rispose.
I
due si divertivano sempre a stuzzicarsi, e io e Zoe, stavamo
lì a guardarli
ridendo. –Smettetela voi due!- disse Zoe, dando uno
scappellotto a Zayn.
-Amore
è lui che mi stuzzicaaa.- borbotto il ragazzo, voltandosi
verso di lei, con un
viso da cucciolo abbandonato che faceva sempre intenerire mia sorella,
che non
resisteva a non dargli un bacio. –Puàh!- disse
Louis scuotendo la testa.
–Perché, tu non li dai i baci?- disse mia sorella
voltandosi verso di lui. Io
rabbrividii quasi.
Detestavo
quando mia sorella toccava tasti dolenti, e in quel momento anche Louis
si
ritrovò quasi congelato da quella frase, benché
entrambi sapessimo che mia
sorella era all’oscuro di tutto. Poi mi ricordai che lei
sapeva del primo
bacio, dopo la litigata per il mio diario, e quasi la fulminai con lo
sguardo,
cercando di non farmi vedere da Zayn. Lui non sapeva, e non doveva
saperlo.
-Mi
sembra ovvio!- rispose poi Louis, dopo qualche secondo.
-Ma
non li darei mai a uno brutto come Zayn.- disse rompendo quella breve
tensione
che si era creata, e in questi casi ringraziavo il suo essere
spiritoso, e il
fatto che se ne usciva sempre con qualche battuta nuova.
Zoe
rise, stringendo forte a sé il suo ragazzo, come per
proteggerlo.
-Mi
tratta maaale!- sbottò Zayn nascondendosi nel collo di mia
sorella, e indicando
Louis, proprio come se fosse un bimbo. Io risi, guardando la scena.
–Dai su,
che siamo arrivati e dobbiamo scendere.- disse Zoe, stampandogli un
bacio sulla
fronte, appena la ruota panoramica si fermò, pronta a farci
scendere.
-Tutti
su Louis!- urlai, subito dopo che la campanella segnò
l’inizio del nostro
autoscontro. Eravamo tutti e quattro in macchinine diverse, e subito
dopo Louis
si ritrovò circondato da noi, che cercavamo di non farlo
muovere. –Vaffanculo!-
disse Louis ridendo, e provando a smuoversi dalla posizione in cui era
ma senza
successo. Poi vidi Zoe allontanarsi per venirmi incontro, e quasi
sobbalzai.
Feci una manovra, per andare verso di lei, inseguendola quasi per tutta
la
pista, per potarla colpire, ma senza successo. Furono cinque minuti di
puro
divertimento, mentre ci inseguivamo da una parte all’altra,
di quella piccola piattaforma,
urlandoci quasi contro mentre cercavamo di colpirci con il dorso delle
nostre
“macchine”. Io decisi che dovevo assolutamente
buttarmi contro Louis, così,
dopo aver inseguito per un po’ mia sorella, mi scaraventai
verso di lui, che
cercava di sfuggirmi, ma senza successo. Ad aiutarmi c’era
Zayn, che tentava di
non farlo muovere.
Quando
però il nostro turno finì, un mugugno di mal
contento si levò, e con i visi
afflitti, dovemmo abbandonare le nostre piccole auto.
-Giuro
che la prossima volta la pagherete cara.- disse Louis in tono
minaccioso, ma
fece soltanto ridere me e Zayn.
-Ragazzi
sono le sette, già, dobbiamo tornare a casa.- disse Zoe, e
ci guardammo tutti
insieme, dirigendoci qualche minuto dopo verso la macchina. Avevamo
passato un
pomeriggio diverso dai soliti, e avevamo tutti dei visi contenti e
felici.
-Ho
voglia di pizza.- borbottai poi con un broncio.
-E
se la ordinassimo? Magari Zayn potrebbe rimanere a casa da noi- propose
Louis.
–Sono d’accordo!- disse subito Zoe, che avrebbe
fatto di tutto pur di passare
ancora un po’ di tempo con Zayn.
Acconsentì
anche lui, e subito partimmo spediti verso casa nostra.
-Ma
papà?- chiesi io improvvisamente, senza aver pensato che a
casa ci sarebbe
stato anche lui. –Oh cazzo.- sbottò Zoe.
-Ok,
forse è arrivato il momento.- dissi io a mia sorella
guardandola con sconforto.
Lei sospirò passandosi una mano tra i capelli. Una cosa che
detestava era
quando nostro padre conosceva i suoi fidanzati: cominciava ad
assillarla. –Va
bene, posso farcela.- disse passandosi una mano sul viso.
-Perché
tanti problemi?- domandò Louis.
-Solo
che mio padre comincerà ad tormentarmi, chiedendomi ogni
istante di lui, ma
soprattutto se abbiamo fatto.. beh sì. Secondo mio padre io
sono ancora
vergine.- scoppiò a ridere improvvisamente.
-Sicuro!-
disse Zayn, facendo l’aria di uno che la sapeva lunga, e in
effetti, lui ne
sapeva parecchio su questa storia, e risero entrambi.
-Beh
amore, non vorrei dirtelo, ma siamo arrivati.- disse Zayn posteggiando
la
macchina proprio di fronte casa nostra, e mia sorella fece un lungo
sospiro,
prima di scendere per raggiungere la porta di casa.
Suonò
il campanello, quando tutti scendemmo dalla macchina, e ci parammo
davanti la
porta, in attesa che mio padre ci aprisse. Si presentò
davanti a noi, guardandoci
a uno a uno.
-Buona
sera, siamo qui per un sequestro di persona.- dissi scherzosamente,
entrando
dentro casa seguita dagli altri tre. Quasi Zoe stava per andare dritto
verso
camera sua senza dire niente, ma poi ci ripensò.
–Papà..- disse avvicinandosi a
lui, e prendendo Zayn da un braccio. –Emh.. lui è
il mio ragazzo.- disse
facendo quasi una smorfia.
-Oh!
Piacere di conoscerti, anche se ti ho visto qui già un
po’ di volte, quando
venivi qui per stare con Louis!- disse, stringendogli la mano, e Zayn
si limitò
a fare un sorriso.
-Ok,
ora saliamo su, noi ci ordiniamo delle pizze!- dissi.
-Fate
bene, noi stiamo andando a prendere un aperitivo con degli amici.-
disse mio
padre, e subito mi accorsi che stava già mettendo il
giubbotto, e io scossi la
testa, prima di salire le scale.
-Louis,
ordina le pizze, dai!- dissi, prima che entrassimo tutti in camera di
Zoe, che
era molto più grande della mia.
La
serata passò molto tranquillamente. Ci divertimmo, come
sempre dopotutto, e il
tutto si concluse con una battaglia di cuscini, nella quale stracciai
Louis,
mettendolo K.O. dopo pochi secondi.
Solo
quando ero migliore di lui in qualcosa mi faceva simpatia, per il
resto,
c’erano nove probabilità su dieci, che avessi
vinto quella battaglia solo
perché trovavo piacere a spaccargli un cuscino in faccia.
Andammo
tutti a dormire intorno alle due e mezza, e io non ero
dell’umore giusto
purtroppo, benché mi fossi divertita.
Mio
padre ancora non tornava, e la cosa era alquanto fastidiosa.
Aveva
sicuro trovato un’altra persona con cui passare la sua
meravigliosa serata, ma ormai perché ci pensavo
così tanto? Alla fine, era come
se avessimo due vite separate.
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Capitolo 9 *** chapter 9. ***
-Louis!
Dove diamine hai messo il mio cellulare?- chiesi cercandolo per tutta
la
stanza. Nella scrivania, nel comodino, ovunque! Ma non c’era,
eppure lo stava
usando lui qualche minuto prima.
-Ce
l’ho io, non scaldarti!- disse venendo verso la mia stanza,
poggiandosi con una
spalla allo stipite della porta. Quella mattina saremmo andati tutti al
centro
commerciale, o meglio, Zayn e Louis avrebbero accompagnato me e Zoe,
perché
come sempre, avevamo bisogno dei nostri soliti acquisti. Almeno questa
volta
avremmo avuto un consiglio esterno, anche se poco mi sarei fidata di un
parere
da parte di Louis, ma alla fine era come sempre un’occasione
per poter stare
insieme, e passare del tempo in giro.
Avrei
fatto di tutto pur di non rimanere a casa sinceramente.
-Oh,
meno male! Ma.. che stai facendo?- chiesi avvicinandomi a lui per
guardare cosa
stava combinando con il mio telefonino, e in realtà stava
semplicemente
navigando su internet. –Ma usa il tuo scemo!- dissi
strappandoglielo di mano.
–Ho finito il credito! E c’eri tu al computer!-
sbraitò quando non si ritrovò
più il cellulare tra le mani.
-Fatti
tuoi.- gli feci la linguaccia, mettendo il cellulare in tasca.
-Vedi
che sono tutti giù che aspettano te, come sempre.-
apostrofò.
-Sono
pronta io, eh.- dissi, avviandomi verso la porta principale della mia
casa.
–Buongiorno!- dissi salutando Zayn che stava vicino a mia
sorella.
-Oggi
andiamo a piedi.- annunciò Zoe.
-Tanto
il centro commerciale sta qui vicino.- precisò Zayn.
Così
tutti e quattro ci mettemmo in marcia verso il centro commerciale,
cominciando
a chiacchierare e scherzare su varie cose.
-Sinceramente
mi chiedo perché ho accettato ad accompagnarvi.- disse
Louis, sapendo che
sicuramente io e Zoe ci saremmo fermate ad ogni singolo negozio, e
avremmo
provato qualsiasi cosa ci capitasse tra le mani.
-Puoi
sempre tornare indietro!- dissi, proprio quando eravamo già
arrivati lì, e lui
si limitò a farmi una smorfia. Scossi la testa proprio
mentre stavamo per
entrare dentro l’enorme centro commerciale.
-Voglio
comprare tutto.- disse Zoe, vedendo i milioni di negozi che le si erano
presentati davanti, e quasi non le si illuminarono gli occhi.
Alcott
fu il nostro primo obiettivo, e ci fiondammo lì dentro,
cominciando a girare da
i vari stand, mentre Zoe chiedeva consiglio a Zayn su qualche capo che
le
piaceva particolarmente.
Ci
ritrovammo in pochi attimi, con milioni di vestiti da provare, e quasi
mi
sentii confusa, ma subito dopo, sia io che Zoe, eravamo nei camerini a
provare
ciò che avevamo scelto, mentre i ragazzi stavano fuori ad
aspettare per darci
dei consigli.
Il
primo vestitino che indossai era nero, con una fascia intorno alla
vita, e che
andava allargandosi subito dopo, con un velo di pizzo sotto.
-Ok,
sembro una balena.- dissi uscendo dal camerino, per guardarmi allo
specchio,
facendo avanti e indietro per vedere come mi stava.
Mi
sentii un attimo fissata, e poi mi voltai per notare che sia Zayn che
Louis mi
stavano guardando. –Un parere sarebbe d’aiuto.-
sbottai.
-Io
non posso parlare, Zoe mi uccide!- disse Zayn alzando le mani in segno
di
colpevolezza. –Louis, sei la mia unica speranza.- dissi
guardandolo. –Mh, ti
sta bene.- ammise semplicemente.
-Ma
mi sento una balena!- sbottai.
-Non
lo sembri proprio.- disse Zoe, appena uscì dal camerino con
un vestitino bianco
a tubo, senza maniche, abbastanza semplice.
-Ti
sta una meraviglia.- disse Zayn trasognante mentre la guardava con quel
vestito. –Davvero?- chiese mia sorella guardandolo.
-Assolutamente.-
Come
sempre Louis ebbe quasi un conato di vomito davanti le solite scene di
Zayn e
Zoe da perfetti innamorati, e questo provocò la mia risata,
fino a quando non
tornai a pensare al mio vestito. –Provo gli altri!- dissi
rinchiudendomi di
nuovo in camerino.
Non
ricordo quanti vestiti, jeans, e magliette provai, ma sicuramente erano
tante,
fino a quando io e Zoe non sentimmo le lamentele dei due ragazzi che
reclamavano cibo in quel momento, come se fossero due bambini.
–Ma siamo solo
nel primo negozio ancora!- disse Zoe, uscendo dal camerino, pronta a
pagare ciò
che aveva scelto di comprare, e io la seguii a ruota. –Almeno
andiamo in altre
due negozi, e poi nutriamo questi due bambini.- continuò,
dando una piccola
carezza a Zayn.
Uscimmo
da lì più che soddisfatte, con le nostre buste in
mano, più sorridenti che mai.
–Dove andiamo?- chiesi.
-Mh,
H&M?- propose Zoe, e io accettai senza troppi ripensamenti
visto che
adoravo quel negozio con tutta me stessa. Entrai, fiondandomi subito
sugli
accessori che adoravo particolarmente. Mi faceva impazzire quello stile
molto
“vintage” ma soprattutto adoravo le collane e tutti
i vari accessori di questo
tipo, per questo ne avrei comprati a miriadi.
Fortunatamente
quel giorno i soldi non mi mancavano e potevo darmi alla pazza gioia, e
questo
mi rendeva energica e felice!
Eravamo
tutti sparsi nei vari reparti, e adesso anche Louis e Zayn si erano
soffermati
a guardare delle felpe e delle magliette, che tanto adoravano. Riuscii
a
ritrovarmi in giro di pochi minuti con troppo cose in mano, come sempre
d’altronde, e non sapevo mai quale prendere.
-Louis!
Vieni qui!- dissi afferrandolo da un braccio. Almeno mi sarebbe servito
a
qualcosa in quel momento. Provai a una a una le varie collane,
chiedendogli
consiglio, e lui sembrava quasi collaborare, anche se con una faccia
alquanto
annoiata. –Dai, non far così!- dissi ridendo.
-Me
ne pentirò a vita di esser venuto.- disse semplicemente
allontanandosi di nuovo
verso il reparto maschile che stava molto vicino a quello in cui mi
trovavo io.
Intanto osservavo Zayn e Zoe che stavamo guardando diversi capi, vicino
a me.
-E
se lo facessimo nel camerino?- sussurrò Zayn
all’orecchio di mia sorella con un
sorrisetto malizioso, e prima che Zoe potesse rispondere, mi intromisi
io. –Vi
ho sentito!- borbottai voltandomi verso di loro con una risata, e mi
guardarono
in modo negativo. –Non è colpa mia! E’
lui che parla ad alta voce!- dissi nascondendomi
tra gli stand, altrimenti avrei ricevuto qualche pugno da mia sorella.
Come
Louis, mi divertivo a stuzzicarli parecchio.
-Ragazzi,
io ho finito, vado a pagare!- dissi dirigendomi verso la cassa e
pagando ciò
che avevo deciso di prendere. E poi, seguita da Louis, mi avvicinai
verso
l’uscita, in attesa di Zoe e Zayn che avrebbero perso qualche
altro minuto.
-Spero
solo che non si chiudano davvero in camerino a scopare.- disse Louis
speranzoso, con un sospiro. –Altrimenti possiamo stare qui
fino a domani
mattina.- continuò, e io feci un sorriso, fino a quando i
due fidanzati non
apparvero davanti a noi, anch’essi con dei sacchetti in mano
che avevano lo
stampo del negozio.
-Ok,
cambio di programma, sto morendo di fame, andiamo a mangiare.- disse
Zoe,
tenendo Zayn per mano. E così tutti e quattro ci dirigemmo
verso uno dei mille
fastfood che c’erano nel centro commerciale.
-Fammi
assaggiare il tuo panino!- dissi allungando le mani verso
l’enorme panino di
Zoe. Eravamo lì seduti in un tavolo dopo almeno
mezz’ora di fila, visto che il
posto era pieno di gente. Diedi un morso al panino di mia sorella, che
mi
guardò torva.
-Dai
su, non far così.- dissi con la bocca piena, senza riuscire
a ridere. –Dove
andiamo ora?- chiese Louis, che stava seduto proprio di fronte a me.
–Non ne ho
idea, penso che faremo un altro giro in qualche negozio di vestiti, e
poi ci
occupiamo del make up!- disse Zoe, bevendo un sorso della sua coca
cola, mentre
sentivo che giocava con le gambe di Zayn sotto il tavolo, ed entrambi
si
scambiavano frecciatine.
Sentii
poi un calcio alla gamba da parte di Louis, che mi fece quasi gridare
dal
dolore. –Hey! Che cavolo hai in testa?!- dissi io furiosa.
-Scusami,
volevo solo imitare Zayn e Zoe.- scoppiò a ridere e con lui
pure gli altri due
vicino a me, mentre io toccavo la mia gamba dolorante, ma
immediatamente il mio
piede scattò verso lo stinco di Louis, seguito da un
sorrisetto malefico,
quasi.
-Sarà
meglio per te che la finisci, se non vuoi ritrovarti senza palle.-
dissi
semplicemente, ridendo, e tornando a mangiare.
-Oddio,
e poi come scopo?- gridò allarmato.
Io
scoppiai a ridere a crepapelle. –Ah perché, tu
scopi?- chiesi.
-Ah
ah ah, bella battuta, verginella.- disse cercando di provocarmi o
comunque
stuzzicarmi, e ci era riuscito perfettamente, ma evitai di lanciare il
tavolo
per rispetto del locale in cui ci trovavamo.
-Siamo
in un luogo pubblico, non posso ucciderti.- dissi facendo spallucce.
–Ma
aspetta, che appena torniamo a casa ti distruggo!- continuai. Intanto
Zayn e
Zoe si stavano godendo la scena, come se fosse quasi la scena di un
film, e
accennavano ogni tanto qualche risata.
Dopo
aver mangiato, ci alzammo tutti e quattro dal tavolo per poter
continuare il
nostro “giro turistico” dentro il centro
commerciale.
Girammo
all’incirca altri cinque o sei negozi, e perdemmo tempi
incredibili dentro
ognuno di essi, sempre per colpa mia o di Zoe, che avevamo le
intenzioni di
provare tutti i vestiti che erano presenti, fino a quando i ragazzi non
reclamarono il bisogno di tornare a casa, e noi con loro, visto che
comunque
era davvero stancante tutto ciò.
Saremmo
dovuti tornare a piedi, così ci incamminammo verso la strada
di ritorno. Pensai
che, subito dopo esser tornata a casa, avrei dovuto aggiornare il mio
diario,
era fin troppo tempo che non lo facevo, e aveva bisogno di sapere cosa
era
successo negli ultimi giorni, e poi avrei telefonato Thomas. A quanto
avevo
capito, qualche giorno dopo sarebbe dovuto partire, e andare in Francia
con i
suoi genitori, e la cosa mi rendeva abbastanza triste, visto che non
era
semplicissimo poterci sentire da una nazione all’altra.
Per
quanto eravamo stanchi, quel tragitto parve non finire più,
fino a quando non
arrivammo fino a casa mia. –Ragazzi, io accompagno Zayn a
casa.- disse Zoe, e
feci caso al fatto che lui non aveva con sé la macchina.
–Ok, stai attenta al
ritorno.- le raccomandai, facendole l’occhiolino, prima di
suonare al
campanello per farmi aprire da mio padre. Dopo averlo salutato, corsi
subito in
camera mia, con le mie mille buste, che buttai sul letto senza troppo
problemi.
Notai che Louis aveva deciso di soffermarsi in salone con suo padre,
così ne
approfittai per barricarmi in camera mia, afferrando con un gesto
veloce il mio
diario.
Caro
diario,
sono
passati troppi giorni
dall’ultima volta che ti ho scritto. A dire il vero sono
stata troppo impegnata
per poterlo fare, davvero, e mi dispiace parecchio. Sai,
l’altro giorno è
successo di nuovo, Louis.. mi ha baciata di nuovo. E’ stato
qualcosa di..
strano. Sì, definiamolo così. Non riesco a capire
se mi ha fatto schifo tutto
ciò, oppure in un certo senso mi è piaciuto ed
è stato gradevole sentire le sue
labbra sulle mie. Mh, io personalmente conoscendo il rapporto che ho
con lui,
escluderei la seconda opzione. Pff, che assurdità. E nessuno
dei due sa
spiegare perché è successo ancora una volta. Sta
di fatto che quel giorno poi
siamo andati al luna park, e ci siamo divertiti un casino! E invece
Thomas mi
ha detto che partirà per un bel po’ di giorni, e
andrà in Francia, sto già male
al solo pensiero. Però oggi, con i ragazzi e Zoe, sono stata
a fare shopping al
centro commerciale! Ho svaligiato tutti i negozi ahah!
Ora
dovrei telefonare
Thomas, quindi mh.. prima che arriva Louis direi che tornerò
presto a scrivere.
Tua
Arya.
Misi
nuovamente il diario nel cassetto, e scesi dal letto, cominciando a
sistemare
tutto ciò che avevo comprato, e mentre lo facevo, cominciai
a comporre il
numero di Thomas per poterlo chiamare. Squillò, fino a
quando non rispose.
–Pronto?- fece.
-Hey
Tomi! Tutto bene?- chiesi mentre mettevo i vestiti nuovi
nell’armadio, e le
collane nei vari portagioie.
-Sì,
tutto ok, sto preparando le valigie, fra tre giorni partiamo, mamma ha
deciso
tutto all’improvviso.- lo sentii sbuffare.
-Non
voglio che tu parta.- dissi.
-Nemmeno
io voglio andarmene, staremo lì per quasi due settimane!-
borbottò quasi
sconvolto.
-Ti
connetterai con il cellulare a internet, no?- chiesi.
-Certo!
Senza dubbio!-
-Meno
male!-
-Ma..
tu hai pensato a quello che ti ho detto?- domandò, e io
evidentemente ero certa
di ciò di cui stesse parlando: qualche giorno prima quando
gli raccontai
dell’accaduto con Louis, lui stette lì a ripetermi
che probabilmente erano i
nostri istinti che lo volevano, e che evidentemente, se lo volevano,
c’era una
certa attrazione. Io come sempre diffidavo da quelle parole,
benché fosse il
mio migliore amico a dirle, ma era inutile che si inventavano certe
storie.
-Sì,
e continuo a dire che tu abbia torto.- risi.
-Vedremo!-
disse semplicemente con una risatina.
Stemmo
molte ore a parlare del più e del meno, fino a quando non
entrò Louis in camera
per dirmi qualcosa.
-Arya,
dobbiamo apparecchiare.- disse, e subito guardai l’orologio,
visto che non mi
ero assolutamente accorta che ormai erano le sette e mezza passate,
così
salutai Thomas, per poi scendere in cucina e raggiungere gli altri. Zoe
era
arrivata da poco, e la salutai con la mano mentre stava parlando con
papà.
Intanto
io, aiutata da Louis, cominciai ad apparecchiare la tavola.
-Sei
stata al telefono più di due ore.- disse Louis guardandomi.
-Lo
so, avevo molto di cui parlare con Thomas!- ammisi.
-Il
gay?- Alzai lo sguardo in modo minaccioso verso di lui, subito dopo
quella sua
domanda, e ringraziai il fatto che mio padre e suo padre erano
lì presenti,
altrimenti gli sarebbe finita molto male. Si limitò a
ridere, e io continuai a
fulminarlo con lo sguardo mentre sistemavo le posate nel tavolo.
–Allora, che
mangiamo?- domandò Zoe, sedendosi al suo posto, proprio alla
mia sinistra.
-Bill
ci ha preparato un meraviglioso pollo arrosto!- annunciò mio
padre, quando
tutti eravamo seduti a tavola, pronti a mangiare. In effetti eravamo
tutti
molto affamati in quel momento, per questo riuscimmo a finire un pollo
intero,
sazi e contenti alla fine di tutto.
-Ragazzi,
fra circa una settimana o poco più, la camera di Louis
dovrebbe essere pronta,
salvo equivoci!- disse mio padre allegro.
-E
conoscendo la mia fortuna, sicuramente gli equivoci ci saranno.- ammisi
con una
punta sia di ironia che di verità. Conoscendo mio padre,
chissà quanto tempo
sarebbe passato ancora, ma ormai mi ero rassegnata, ero abituata alla
stressante voce di Louis nella mia stanza, e alla sua presenza. Louis
ridacchiò
guardandomi dopo la mia affermazione. –Sei sempre abbastanza
negativa, eh
Arya?- disse mio padre, con una punta di severità nella
voce.
-Abbastanza!-
sorrisi annuendo, e dopo aver bevuto un sorso d’acqua, mi
alzai dal tavolo,
rimanendo lì in cucina, ma spaparanzandomi sul divano
lì vicino. –Hey, volevo
mettermi io lì!- disse Louis.
-Mi
dispiace, ci sono già io.- dissi occupando con le gambe
tutto il sofà,
rimanendo molto comoda, fino a quando non vidi Louis fiondarsi su di me
per
farmi alzare, ma io rimasi irremovibile, anche se comunque lui cercava
di farmi
il solletico come sempre, ma riuscii a frenarlo.
-Vai
viiia!- urlai, cacciandolo da lì.
-Ragazzi
smettetela, dai!- disse Bill mentre sparecchiava insieme a mio padre e
a Zoe.
–Bill, è tuo figlio che mi importuna!- ridacchiai.
-Louis,
smettila di importunare Arya.- si corresse Bill.
Louis
sbuffò, allontanandosi da me, e arrendendosi al cruda
realtà. Dopo qualche
minuto rimasi lì da sola con Zoe, che aveva aiutato mio
padre e Bill a
sparecchiare, me ognuno di loro si era allontanato nelle rispettive
camere, o a
guardare la televisione.
-Papà
mi ha fatto un sacco di domande su Zayn.- disse facendo un sorriso
sforzato, e
mettendosi ai piedi del divano e guardandomi. –Lo sai
com’è- dissi scuotendo la
testa.
-Non
resiste al fare milioni di domande.- si passò una mano sui
capelli, e sembrava
abbastanza nervosa, perché quel fatto le dava parecchio
fastidio. –Tranquilla,
sono solo i primi tempi, poi smette.- ammisi, ma non ero tanto sicura
di quello
che avevo detto.
-Bisogna
solo mantenere la calma con lui.- Zoe sospirò alzandosi da
lì, per raggiungere
probabilmente camera sua, così di conseguenza mi alzai anche
io, così mi sarei
messa al computer.
Entrai
in camera, e intanto c’era Louis che stava parlando al
telefono, così cercai di
fare massimo silenzio, perché la voglia di litigare quella
sera era davvero
poca, così mi limitai a sedermi davanti il mio computer, e
lo accesi subito.
Appena si caricò, cominciai a navigare un po’ su
internet, e a parlare in chat
con Thomas, insomma le solite cose che facevo, niente di
più.
-Che
fai?- domandò Louis, subito dopo aver chiuso al telefono.
-Niente,
il solito.- dissi poggiando il viso sulla mano, in modo annoiato e
scomposto.
Ero parecchio stanca ma non volevo andare a dormire.
-Domani
cosa facciamo?- chiese.
-Non
ne ho idea sinceramente.- mi voltai verso di lui sbuffando.
-Mi
sembra di aver capito che forse non ci sta nessuno a casa.- disse lui
dondolando i piedi mentre stava seduto nel letto.
-Davvero?-
-Sì,
Zoe va da Zayn, e poi forse i nostri padri vanno a comprare delle
cose.- disse
poi facendo spallucce.
-Mh,
almeno non sentirò la voce di mio padre.- risi.
-Credi
che aggiusteranno la mia camera?- chiese.
-Ne
dubito fortemente, mio padre parla, ma non fa mai nulla in
realtà.- spensi il
computer e andai verso il mio letto, distendendomi, mentre continuavo a
parlare
con Louis.
-Sai
già quando tornerete a Doncaster?- chiesi.
-No,
e la cosa non può far altro che rendermi triste, mi mancano
i miei amici.-
ammise con voce triste e desolata.
Io
sospirai, e per un momento pensai alla mia vita senza Londra, senza
Thomas,
senza niente di tutto ciò, penso che molto probabilmente
sarebbe stato tutto
diverso, decisamente. Alzai subito dopo lo sguardo, soffermandomi a
guardare
Louis, che stava ancora lì seduto sul letto, che fissava il
pavimento con
insistenza, come se il suo sguardo fosse perso nel vuoto.
–Che succede?-
domandai.
-No,
niente, pensieri vari!- disse lui poi, scuotendo la testa.
Io
annuii, non avevo voglia di farmi i fatti suoi in quel momento, eppure
rimasi
ancora lì a guardarlo, e mi accorsi nuovamente dei suoi
occhi azzurri, che in
quel momento vagavano in giro per la mia stanza. Poi osservai il
pavimento di
camera mia, pieno dei suoi vestiti, e smisi subito di pensare a quel
celeste
davvero bellissimo, proprio appena notai la presenza dei suoi abiti
anche fino
al mio letto.
-Domani
non pensi sarebbe figo sistemare la stanza?- dissi, mettendomi a pancia
in giù
e allungando una mano per poter prendere una maglietta di Louis che si
trovava
lì. Aveva il simbolo di superman, ed era blu.
-E
tu saresti superman?- risi.
-Certo,
cosa credi? Sono il bellissimo superman!- si vantò,
strappandomi dalle mani la
maglietta subito dopo essersi alzato. Risi ancora, afferrando uno dei
miei
libri, e mettendomi pronta per leggere, fino a quando non
arrivò Louis nel mio
letto, quasi tuffandosi.
-Oddio!
Che vuoi?!- dissi sbraitando e cercando di toglierlo a gomitate, ma
sembrava
irremovibile. –Volevo solo torturarti, e sapere cosa stai
leggendo.- disse
ridendo e mettendosi al mio fianco, e io non avevo altra scelta,
così gli feci
un po’ di spazio vicino a me, mentre cercavo di leggere.
-Una
storia di due innamorati, che passano la loro vita ad amarsi
segretamente, e
poi solo quando si scopre che lui ha un tumore, coniano il loro amore..
ma lui
presto morirà.- cominciai a raccontare la storia, e vidi
Louis che mimava dei
finti conati di vomito, e mi veniva da ridere. –Che libri
squallidi.- disse
scuotendo la testa.
-Tu
manco li leggi, quindi, è inutile che parli.- risi.
-Chi
te l’ha detto?-
-Si
vede, non ti ho mai visto con un libro dopo più di un mese.-
dissi. Lui annuì,
e fu costretto ad ammettere la verità, riguardo al fatto che
odiasse i libri.
Non riuscii a continuare la mia lettura, ma rimasi lì per un
bel po’ di ore a
parlare con Louis, a ridere, a scherzare, e anche a prenderci in giro
come
sempre, ma faceva parte della nostra routine ormai, e quella sera quasi
mi
parve di andare d’accordo con Louis. Magari davvero forse un
flusso positivo si
stava lanciando verso di noi, oppure erano solo momenti in cui nessuno
dei due
aveva voglia di litigare e creare disordini. Non so come accadde, ma
entrambi
ci addormentammo all’improvviso, lì nel mio letto,
ed era una sensazione
strana, non mi era mai capitato niente di simile, specialmente con lui.
Odiavo
dire che le persone avevano ragione, decisamente, e non avrei
dato ragione a Zoe e Thomas sul discorso riguardo Louis, non mi
interessava
assolutamente, così dormii senza troppi problemi.
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Capitolo 10 *** chapter 10. ***
Mi
svegliai quasi di scatto, in seguito ad un brutto sogno, che riuscii
fortunatamente a rimuovere subito dalla mia mente, benché mi
avesse fatto
svegliare in modo negativo. Come sempre, Louis era già
sveglio, infatti non
c’era più nel letto con me, ma io decisi di
poltrire ancora un po’ prima di
scendere a fare colazione. In casa si sentiva parecchio silenzio,
quindi intuii
che eravamo soli, come previsto da Louis.
Non
rimasi poi così tanto lì distesa, così
mi alzai, dirigendomi verso la cucina,
mentre mi stropicciavo gli occhi ancora impastati di sonno, proprio
come la mia
voce.
-‘Giorno.-
dissi arrivando in cucina, e notando Louis che sorseggiava una tazza di
latte
caldo, seduto sul ripiano della cucina. –Buongiorno, Vento!-
rispose, quasi
gridando, e questo mi fece capire che era assolutamente di buon umore.
Mi
sedetti su uno degli sgabelli, poggiando la testa sul tavolo, come se
fosse un
letto. –Sonno.- dissi semplicemente, mentre continuavo a
stropicciarmi gli
occhi.
-Ieri
sera ci siamo addormentati nello stesso letto.- notò Louis,
con una risatina,
mentre mi porgeva una tazza di caffè. –Me ne sono
accorta.-
Lo
guardai per un istante, e adesso non capivo che mi stava succedendo in
quel
momento. Louis mi sembrava davvero.. carino. No, avevo sicuramente
preso una
botta in testa, oppure quel sogno mi aveva fatta stonare. Ma
guardandolo bene,
indossava degli occhiali da vista che raramente metteva, e aveva i
capelli un
po’ scombinati, come se si fosse alzato dal letto da
pochissimi minuti.
Deglutii, cercando di concentrarmi sul mio caffè, ma senza
risultati, il mio
sguardo in automatico si spostava verso di lui. –Che
c’è?- domandò, e io scossi
la testa, facendo finta di niente. Ok, dovevo seriamente capire cosa mi
stava
succedendo.
-Vado..
a lavarmi il viso per svegliarmi.- dissi dopo aver bevuto il
caffè, e mi
allontanai verso il bagno, chiudendo la porta alle mie spalle, e
facendo un
lungo sospiro. Mi guardai allo specchio, facendo in modo poi che il mio
ciuffo
non cadesse sui miei occhi, così inforcai una molletta tra i
capelli,
cominciando a sciacquarmi il viso con l’acqua ghiacciata, che
sicuramente
avrebbe fatto effetto, e poi di nuovo tornai ad osservare la mia figura
davanti
lo specchio.
Davvero
avevo pensato quella cosa di Louis? davvero credevo che fosse carino
quella
mattina? Mai avevo avuto pensieri positivi su Louis da quando era
arrivato in
quella casa, eppure adesso stava succedendo, l’impossibile
era appena accaduto,
e io mi rifiutavo assolutamente di crederci. Sentii la porta bussare, e
quasi
sobbalzai.
-Arya,
mi serve il bagno.- disse Louis dall’altro lato, e io mi
asciugai velocemente
il viso, uscendo e ritrovandomi Louis a pochissimi centimetri da me.
–Vai.-
dissi facendolo entrare e scansandomi, e dirigendomi subito dopo verso
la
cucina, per continuare la mia colazione, così accesi il
televisore, per
guardare qualche programma musicale, mentre bevevo una tazza di latte,
e
mangiavo dei biscotti.
La
mia mente era ancora da tutt’altra parte, e improvvisamente
quel sogno cominciò
a vagare tra i miei pensieri in maniera scomposta, e tutto
ciò mi faceva
innervosire. Ricordai però una cosa bella. Alla fine di
questo sogno c’era mia
madre, e mi diceva qualcosa, ma in quel momento mi sfuggii
completamente, ma
non stetti molto a pensarci, volevo scacciare quei pensieri
immediatamente.
-Va
tutto bene?- chiese Louis ritornando in cucina. Mi voltai di scatto per
guardarlo. –Cosa? Emh, sì, tutto ok.- mentii
annuendo.
-Sai,
ti vedevo strana, sarà un’impressione mia.- fece
spallucce, sedendosi in una
sedia, e cominciando ad armeggiare con il suo cellulare come era solito
fare
anche di prima mattina.
-Non
vivi senza quel telefonino, eh?- dissi guardandolo, con una risatina.
-Lo
uso solo per parlare con Zayn e stare su twitter!- ammise.
-A
proposito, Zoe è da lui?- domandai.
-Sì,
stanno facendo una passeggiata da teneri piccioncini quali sono.-
entrambi
ridemmo, e poi tornai a concentrarmi su uno dei biscotti che avevo in
mano.
-Hai
intenzione di stare a casa tutto il giorno?- chiese.
-Decisamente,
non ho voglia di muovermi.- dissi stiracchiandomi, e allungando la mano
per
poggiare a terra la tazza vuota, poiché non avevo abbastanza
forze per alzarmi
dal divano in quel momento.
-Io
vorrei uscire, ma me ne starò a casa.- ammise.
-Solo
perché non puoi stare lontano da me eh?- ironizzai,
ammiccando.
Lui
parve pensarci un po’ su, poi scoppio a ridere.
-Non
dire sciocchezze.- così dicendo continuò a
ridere, cominciandosi a muovere in
giro per la cucina, mentre io continuavo a fissare il televisore con
insistenza, quando improvvisamente il mio sguardo non si
spostò completamente
verso Louis, che stava poggiato contro il ripiano della cucina, con il
suo
telefonino in mano.
-Dovrei
andarmi a fare una doccia.- sbuffai, passandomi una mano sul viso.
–E vai!-
disse semplicemente Louis. Così decisi di alzarmi dal
divano, e preoccupandomi
prima di tutto di sistemare la cucina, che già era in
disordine.
Subito
dopo andai verso il bagno, prendendo prima dalla mia stanza tutto
ciò che mi
sarebbe servito dopo esser uscita dalla doccia, e così,
tolsi il pigiama,
lasciandomi correre le goccioline d’acqua su tutto il corpo.
Pensieri
e pensieri che navigavano per la testa, solo stupidi pensieri confusi,
affannati, e dispersi nella mia mente. Quando facevo la doccia, era un
momento
per ripensare a tante cose, probabilmente perché mi sentivo
in pace con me
stessa.
Lasciai
scorrere ancora per un bel po’ il getto d’acqua,
cercando di non far bagnare i
capelli, che non avevo bisogno di lavare in quel momento.
Chiusi
il rubinetto dopo almeno una buona mezz’ora che stavo
lì a bagnare il mio
corpo, e a sentire i miei pensieri che si rimuginavano nella mia testa.
Uscii
dalla doccia, guardandomi allo specchio, dopo essermi avvolta un
asciugamano
attorno al corpo. Feci un sospiro, uscendo dal bagno, e chiusi la porta
alle
mie spalle, alzando subito dopo lo sguardo, e ritrovandomi Louis
davanti, e
sobbalzai improvvisamente.
-Oddio,
mi hai fatto prendere un colpo.- dissi, senza accorgermi che avevo le
mani
poggiate sul suo petto, dopo il nostro scontro.
Mi
ritrovai a guardare di nuovo quegli occhi azzurri, questa volta molto
più da
vicino, e quello mi sembrò un tremendo dejavù. Le
sue labbra erano
maledettamente vicine al mio viso, ancora una volta, ma adesso, sentivo
le mie
mani tremare, e i brividi in tutta la schiena. Non era come la prima
volta dopo
quella maledetta litigata. Non era come quando avevamo appena finito di
farci
il solletico nel mio letto.
Una
mano di Louis si poggiò sul mio collo, avvicinando il mio
capo verso il suo
viso, e le nostre labbra si incontrarono, in un dolce bacio, timido e
indifeso,
che quella volta mi stava mandando in tilt completamente. Era
incredibile, il
giorno prima mi ritrovavo ad insultarlo, e adesso ero lì con
le labbra
incollate alle sue, con una voglia incredibile di rimanerci per sempre.
Rimanemmo
così per una manciata di minuti, fino a quando non sentii la
sua lingua premere
contro le mie labbra, e senza troppi riguardi, dischiusi la bocca. La
mia
schiena poggiò improvvisamente contro la porta che stava
dietro di me, e le
mani di Louis premevano contro il mio collo, e si attorcigliavano tra i
miei
capelli, proprio come le nostre lingue che avevano cominciato a giocare
tra di
loro. Giocavano, si intrecciavano, e nient’altro sentivo se
non l’umido delle
sue labbra carnose contro le mie. Mi accorsi che io ero lì
impalata in quel
momento, così decisi di allungare le mani verso il suo viso,
carezzando
dolcemente le sue guance, e tenendolo stretto, in modo che non potesse
staccarsi dalle mie labbra. Toccai i suoi capelli, e sentii che erano
liscissimi come la seta, ed era un contatto bellissimo, mi piaceva.
Non
so quanto tempo durò quel bacio meraviglioso, so solo che
era una delle cose
migliori che mi fosse mai capitata, e non credevo al fatto che fosse
davvero
capitato, e che io davvero stessi pensando a questo.
I
nostri visi si staccarono appena, e i nostri respiri si scontrarono
dolcemente,
fino a quando non sentii Louis che sorrise a fior di labbra.
-Louis.-
sussurrai, guardandolo dritto negli occhi.
-Arya.-
disse lui in tutta risposta, passandomi una mano sul viso.
-Tu
mi piaci.- mi precedette, e quelle sue parole quasi mi fecero tremare
sotto il
suo dolce tocco.
-..stranamente
anche tu.- deglutii appena.
Mi
fiondai di nuovo verso le sue labbra, come se ormai da quel momento non
potessi
più farne a meno, come se era l’unica cosa di cui
avevo bisogno. Riuscii a
dimenticare tutto in quel momento.
I
litigi con lui.
Le
sue battutine di cattivo gusto.
Ciò
che mi aveva fatto in quelle settimane.
Il
mio diario.
Tutto
mi passò di mente, tutto era diventato superfluo davanti a
quella situazione.
Sembrava impossibile, ma era così, e adesso,
benché mi dolesse, ero costretta a
dire che mia sorella e il mio migliore amico, avevano fottutamente
ragione.
Eppure era successo tutto così all’improvviso, ma
quella nottata passata a
dormire con il suo fiato sul mio collo probabilmente cambiò
qualcosa.
Mentre
mi preoccupavo delle sue labbra, ricordai ciò che mi disse
mia madre nel sogno
della notte prima.
“C’è
qualcosa in te che
cambierà.”
Lei
aveva sempre ragione, in qualsiasi momento, e ora ne aveva
più che mai. Non
riuscivo più a stare lontana dalle sue labbra, le volevo.
Volevo sentire il suo
sapore in quel momento.
-In
realtà tu sei molto bella.- disse Louis, staccandosi
nuovamente dalle mia
labbra, e poggiando entrambe le mani sui miei fianchi. Probabilmente
non lo
sapeva, ma era una delle cose che più mi facevano impazzire.
Sentii tutto un
brivido percorrermi la schiena, fino ad ansimare quasi contro le sue
labbra.
-In
realtà.. non credo di odiarti così tanto.- ammisi
ed entrambi ridacchiammo
dolcemente a fior di labbra.
Un
rumore però mi fece distrarre, e in automatico, mi fece
allontanare da Louis,
con un sospiro. Corsi verso camera mia, dopo aver sentito la voce di
mio padre.
Louis scese al piano di sotto, capendo tutto. Non volevo che mio padre
sapesse
nulla, se l’avesse saputo, sarebbero stati guai, senza
dubbio. Mi chiusi in
camera, sedendomi sul letto, e passandomi una mano tra i capelli, e
facendo un
sorriso. Era il caso di scrivere nel mio diario, benché
ancora fossi con
l’asciugamano intorno al corpo, ma era troppo urgente.
Caro
diario,
sono
fottutamente cotta.
All’improvviso? Sì, all’improvviso. La
persona è Louis, cazzo sì. E’ come se
avessi dimenticato tutto nell’arco di cinque minuti, o forse
sono stati
quindici minuti..? non lo so, sto impazzendo. Uscivo dal bagno per
andare in
camera, e ci siamo scontrati e.. mi ha baciata di nuovo. Un bacio
intenso,
bellissimo, da brividi.
Non
riesco a capacitarmene.
Ieri
era in un modo, ora è
in un altro. Tutto grazie a mia madre. L’ho sognata sta
notte, mentre mi diceva
che qualcosa in me cambierà.
Era
questo, sicuramente. La
amo, la amo maledettamente.
Mi
sento bene.
Tua
Arya.
Mi
lasciai andare nel letto, chiudendo gli occhi per un secondo.
Poteva
qualcosa cambiare così all’improvviso? Troppe
domande, poche risposte. Troppi
perché, ma niente mi importava.
A
pranzo sembravo completamente disconnessa dal mondo, e fissavo
incessantemente
il piatto, con sguardo trasognante, e Louis che stava alla mia sinistra
se ne
era accorto, e ogni tanto accennava qualche risatina. –Arya
che succede? Sei
strana.- disse mio padre, e dopo aver sentito che richiamava la mia
attenzione,
sobbalzai all’improvviso.
-Eh?
Cosa? No no, è tutto ok papà, va tutto bene.-
risposi sorridendo.
-Va
bene, se lo dici tu.- fece spallucce, tornando a mangiare. Anche mia
sorella mi
guardava con sguardo interrogativo. Ancora non sapeva nulla, ma con un
cenno le
feci capire che le avrei raccontato tutto subito dopo pranzo. Sentii
poi il
piede di Louis scontrarsi con il mio, e alzai lo sguardo per poterlo
guardare,
e ci sorridemmo, cercando di sfuggire alle occhiate dei nostri padri.
Volevo
finire subito di mangiare, scappare in camera con Louis, e rimanere
lì tutto il
pomeriggio, davvero. Eppure quel pranzo parve durare
un’eternità. –Ok ragazzi, ci
pensate voi a sparecchiare?- tutti annuimmo, quando mio padre e Bill,
si
allontanarono per andare verso il salone. La partita di football
sarebbe
cominciata a breve. Io, Zoe e Louis ci preoccupammo di togliere tutti i
piatti
sporchi, e di sistemare la tavola, e dopo circa cinque minuti, mi
ritrovai
chiusa in camera con Zoe che aveva intenzione di farmi il terzo grado.
-Allora?
Che è successo? Lo conosco quello sguardo, lo conosco
benissimo! Chi è? chi è?-
io scoppiai a ridere prima di sedermi nel suo letto.
-Louis.-
dissi semplicemente con un sorriso.
-Oddio
sono troppo feli.. Cosa?!- risi di nuovo. –Scherzi?- chiese
guardandomi quasi
sconvolta, e io feci di no con il capo, e quasi le si illuminarono gli
occhi in
quel momento.
-Avevo
ragione io, cazzo!- urlò.
-Shh,
abbassa la voce! Papà non deve sapere nulla, e poi non
stiamo ancora insieme.-
le presi la mano, facendola sedere vicino a me, in modo che potesse
parlare più
a bassa voce possibile.
-Ma
secondo me hai bevuto.- disse lei ridendo, e risi anche io ancora.
-No
è che.. insomma, ieri sera ci siamo messi a scherzare, e ci
siamo addormentati
nello stesso letto senza volerlo. Questa mattina, appena ho finito di
fare la
doccia, faccio per uscire dal bagno e mi si presenta davanti.. lo
guardo per un
momento negli occhi, e poi ci baciamo.- dissi, raccontandole la
vicenda, e lei
non poté fare a meno di lasciarsi sfuggire un piccolo
gridolino, ma le tappai
subito la bocca.
-Ricorda,
papà non deve sapere niente.- lei annuii, dimostrando che
aveva capito. –Mi ucciderebbe
molto probabilmente.- ammisi malinconica.
-Beh,
che ci fai ancora qui?- la guardai alzando un sopracciglio,
perché
probabilmente non avevo capito che cosa intendesse. –Insomma,
vai da lui! Sarà
sicuro in camera, approfittane ora che papà e Bill sono
davanti il televisore,
e ci rimarranno per le prossime due ore.- disse.
-Ma
se magari è stato tutto uno sbaglio?- come al solito la mia
testa pensava solo
a farsi tante, forse troppe paranoie, ma non potevo farne a meno. Notai
che Zoe
mi stava guardando torva, così uscii dalla sua stanza con
una risatina, pronta
ad andare in camera mia. Aprii la porta, e come speravo lui era
lì dentro,
disteso nel letto.
-Hey.-
dissi semplicemente, chiudendo la porta alle mie spalle. Lui mi
salutò con un
sorriso, e poi mi sedetti ai suoi piedi, poiché stava
disteso nel letto. Alzò
il busto, e mi ritrovai nuovamente con il suo viso a pochi centimetri
del mio.
-Per
poco a tavola mio padre non capiva qualcosa.- dissi con una risata.
-E’
vero, avevi uno sguardo assolutamente perso nel vuoto.-
precisò, e io
improvvisamente diventai rossa, e cercai di nascondere il mio viso tra
i
capelli castani che ricadevano sulle mie spalle.
-Sei
carina quando diventi rossa.- ammise, spostandomi i capelli dal viso, e
mettendomeli dietro un orecchio. Io scossi la testa, come se non fossi
d’accordo con la sua affermazione.
Lui
sorrise, prima di farmi sentire nuovamente le sue labbra contro le mie,
e quasi
rabbrividii di nuovo, appena sentii nuovamente quel contatto
meraviglioso. Mi
strinsi maggiormente a lui, chiedendo accesso alla sua bocca, e
sentendo la sua
lingua premere dolcemente contro la mia. Si staccò da me.
-Io..
non me lo sarei mai aspettato.- ammise.
-Nemmeno
io, Louis.- sussurrai.
-Tu
non mi piacevi, non eri il mio tipo, e ora.. non vorrei più
smettere di
baciarti.- mi strinse a sé, come per cullarmi quasi tra le
sue braccia. –Io ti
odiavo.- risi.
-Ora
non mi odi più?- chiese guardandomi negli occhi.
-Non
posso, non voglio.- ammisi lasciandogli un piccolo bacio a stampo.
-Mia
sorella e Thomas dicevano che sarebbe successo qualcosa tra di noi, ma
rimanevo
impassibile, ma soprattutto non gli davo ragione.- dissi.
-Stessa
cosa, Zayn me lo ripeteva sempre.- rise anche lui, cominciando a
passarmi una
mano tra i capelli, e improvvisamente mi sentii quasi in paradiso.
–Quando..
hai cominciato a sentire qualcosa per me?- chiesi.
-Probabilmente
la sera della festa, quando poi ho mandato via quell’Alex.-
disse con una
smorfia di disprezzo per aver nominato quell’individuo.
–Mi sono ingelosito un
po’, ma quasi senza volerlo.- ammise.
-Il
Louis che conoscevo i primi giorni, non avrebbe mai fatto niente di
simile per
me.- sorrisi dolcemente, e lo fece anche lui.
-Allora
è vero che dall’odio nasce l’amore!-
disse con un tono di felicità. –Zayn.. lo
sa?- domandai, e lui annuì.
-Anche
Zoe.-
Rimasi
lì tra le sue braccia ancora per molto, con la sua mano che
massaggiava
dolcemente i miei capelli. Mi venne quasi spontaneo socchiudere gli
occhi sotto
il suo dolce tocco, e infine stemmo lì molto tempo, a
scambiarci dolci baci e
carezze.
Non
ricordo come trascorse il resto del pomeriggio, ricordo solo che dopo
cena, mi
ritrovai in giardino con Louis, alle undici di sera, quando tutti erano
andati
a dormire, e l’unica luce accesa era quella della stanza di
mia sorella.
Probabilmente lei era al telefono con Zayn, a scambiarsi dolci frasi
d’amore.
Io ero troppo occupata a dondolarmi nel dondolo con Louis, e a guardare
la luna
piena sopra le nostre teste.
-Rimarrei
qui a vita.- sussurrò Louis, avvicinandosi al mio orecchio,
e facendo per darmi
un bacio sul collo. –Piccola..- disse dolcemente, e io mi
voltai verso di lui,
stampandogli un bacio sulle labbra.
-Mh,
che facciamo qui alle undici di notte?- chiesi, cingendogli il collo
con le
braccia, e accorgendomi che ormai avevo le gambe totalmente sopra le
sue. –Beh,
potrei farti il solletico, come i vecchi tempi.- rise.
-Oh,
già sono vecchi tempi? Eppure fino a ieri ci prendevamo per
il culo!- dissi.
-Ciò
non significa che adesso non posso chiamarti Vento.-
ridacchiò di nuovo. –E ciò
non significa che io non posso farti il solletico fino a farti sentire
male.-
dissi in tutta risposta, pizzicandogli il fianco, e lui
sobbalzò in un modo
quasi divertente, che mi fece ridere.
-Vuoi
la guerra?!- chiese, e io annuii con sguardo di superiorità,
fino a quando non
mi ritrovai le sue mani sui miei fianchi, che cominciavano a
solleticarmi, e io
per sfuggirgli, scappai, correndo per tutto il giardino inseguita da
lui.
-Non
mi prendi!- dissi facendogli la linguaccia.
-Ah
no?!- lo vidi scagliarsi contro di me, e mi afferrò da
dietro, prendendomi per
i fianchi, e avvicinandosi a me. –Dicevi?- io sbuffai, come
se volessi
arrendermi, ma qualche minuto dopo cercai di scappare ma non feci altro
che
cadere con Louis addosso a me. Scoppiammo a ridere entrambi, e ci
guardammo
fissi negli occhi.
-Arya,
vuoi essere la mia ragazza?- smisi di ridere, e tornai seria, e rimasi
attonita
davanti quella domanda. Quasi non seppi che rispondere, anche se era
scontato
ciò che volevo dire.
Rabbrividii,
e non sapevo se era per l’umidità che
c’era spesso a quest’ora o per il
contatto stretto con Louis mentre mi faceva quella domanda.
–Io.. sì.- dissi
dopo sorridendo.
Lui
contraccambiò, sorridendo a trentadue denti.
-Ma
devo chiederti un favore.- sussurrai mordendomi il labbro, e lui
annuì. –Mio
padre non deve venire a sapere nulla, okay? Promesso?- lui mi diede un
bacio
sulle labbra prima di fare un sorriso.
-Promesso.-
ci fu un momento di silenzio, prima che Louis cominciò di
nuovo a carezzarmi i
capelli.
-Bene
bellissima, ora che ne pensi di rialzarci e andare a dormire?- chiese
prendendomi la mano, e aiutandomi ad alzarmi. Rientrammo dentro casa, e
subito
andammo verso camera mia, pronti per andare a dormire.
Chiusi
la porta alle mie spalle, e mi buttai sul mio letto.
-Ho
sonno.- borbottai stiracchiandomi, prima di voltarmi, per vedere Louis
che si
distendeva nel suo letto. –Tu non hai sonno?- chiesi.
-Un
po’- rispose semplicemente, girandosi verso il mio letto per
potermi sorridere.
Decisi che alla fine non avevo poi così tanto sonno, e
rimasi lì a fissare
Louis, e lui fece lo stesso, fino a quando entrambi non cominciammo a
ridacchiare.
-Io..non
me ne capacito.- dissi semplicemente stropicciandomi gli occhi, come se
credevo
che tutto ciò che era accaduto, fosse stato solo un sogno,
un sogno assurdo.
–Di cosa?- domandò sorridendomi.
-Che..
insomma Louis, stiamo insieme!- mi fece segno di abbassare la voce, e
subito mi
tappai la bocca. Ora come ora, mio padre non avrebbe dovuto sapere
nulla, per
nessuna ragione al mondo.
-A
volte.. sono cose che capitano così,
all’improvviso senza che tu te ne accorga,
a volta contro la tua volontà, ma sai che tu interiormente
lo vuoi, ma non vuoi
ammetterlo a te stesso.- sembrò quasi che mi stesse leggendo
nella mente,
perché in effetti, era proprio così la mia
situazione.
Oh,
ma al diavolo tutte quelle stupidaggini! Che mi importava adesso?
Volevo
quello, no? Ed ecco che il passato rimase solo un amaro ricordo, forse
anche
divertente, e stupido allo stesso tempo, ma probabilmente era arrivato
il
momento di pensare al presente senza indugiare verso il passato.
–Vuoi
dormire?- domandò poi.
Io
annuii semplicemente, troppo stanca anche solo per pensare. Spense la
luce, e
mi mandò dal suo letto una dolce buona notte, e io gli feci
un sorriso,
voltandomi poi dall’altro lato del letto.
Non
passarono molti minuti, che improvvisamente sentii come un vuoto.
Probabilmente
mi mancava quel suo fiato sul collo, quel suo respiro dolce, il suo
calore,
così mi voltai di scatto.
-Louis.-
sussurrai semplicemente, e lui sobbalzò.
-Vieni
a dormire qui accanto a me?- chiesi, e lui non si fece ripetere quella
domanda
più di una volta, e subito corse verso il mio letto,
mettendosi alla mia
destra. Mi appoggiai alla sua spalla, mentre sentivo la sua mano che mi
massaggiava la schiena dolcemente.
-Buona
notte.- sussurrai alzando il capo per potergli stampare un bacio sulle
labbra.
–Buona notte Vento.- rise debolmente, prima che entrambi ci
potessimo
addormentare cullati tra le dolci braccia di Morfeo.
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Capitolo 11 *** chapter 11. ***
Quella
mattina la voglia di alzarmi dal letto era davvero molto molto poca. I
miei
occhi non riuscivano nemmeno ad aprirsi, benché fossi
cosciente e in parte
sveglia. Presi tutto il cuscino tenendolo stretto a me, e
abbracciandomelo, fino
a quando non sentii una voce che mi fece sobbalzare. –Ahia!-
la persona che
parlava non era assolutamente nessuno di nuovo, infatti lo riconobbi
subito.
Aprii gli occhi di scatto, dopo che mi accorsi che gli avevo
praticamente tolto
con non curanza il cuscino da sotto la testa mentre dormiva ancora.
-Oddio..
perdonami.- dissi con la voce impastata dal sonno. Lui si toccava il
capo,
mentre provava ad aprire gli occhi. –T..tranquilla.-
mugugnò. Gli porsi il
cuscino, e tornammo a dividerlo come evidentemente avevamo fatto per
tutta la
notte. Chi per un motivo, chi per un altro, ormai eravamo entrambi
svegli ed
era inutile negarlo. Mi misi a pancia in giù, voltandomi
verso Louis che si
stava preoccupando di stropicciarsi gli occhi. –Buongiorno.-
gli dissi poi con
un sorriso.
-Buongiorno
a te, anche se mi hai distrutto la testa.- rise appena, dandomi poi un
bacio
sulla fronte. –Hai russato tutta la notte!- ammise.
-Io
non russo!- replicai spalancando gli occhi sconvolta.
-Ohh,
invece sì.- ridacchiò. Scossi la testa sospirando
e buttandomi su di lui,
poggiando la testa sulla sua spalla per poter stare comoda e
abbracciata a lui.
–Vuoi andare a fare colazione?- domandò, mentre io
avevo chiuso di nuovo gli
occhi, però annuii debolmente, prima di sentire le sue mani
che mi aiutavano ad
alzarmi. Mi ritrovai già in piedi, un po’ anche
contro la mia voglia, ma alla
fine il sole che splendeva, mi dava una carica in più per
potermi alzare dal
letto.
Feci
per andare verso la porta, fino a quando non sentii le mani di Louis
prendermi
per i fianchi, avvicinandomi a lui. Io risi, e poi voltai il viso per
poterlo
guardare, e mi ritrovai già di prima mattina le sue labbra
sulle mie, ed era un
contatto a dir poco meraviglioso.
-Ti
conviene non avere questi atteggiamenti davanti a mio padre, altrimenti
ti
ritrovi a Doncaster in pochissimi minuti, e non specifico in che modo.-
scoppiò
a ridere e io insieme a lui, e prima di uscire dalla stanza, ci
staccammo a
malincuore l’uno dall’altra.
Strada
facendo incontrai Zoe, che mi diede un bacio in guancia per augurarmi
il
buongiorno, e anche lei stava andando a fare colazione in quel momento.
In
cucina c’era mio padre che preparava del caffè, e
Bill che leggeva il giornale
del giorno.
-Buon
giorno.- dissi io, sedendomi, prendendo una delle tazze che
c’erano sul ripiano
della cucina, in attesa che qualcuno prendesse il latte, visto che ero
ancora
troppo addormentata per muovermi mezzo metro più in
là. Notai Louis che si
toccava il capo con la mano, poiché evidentemente il modo in
cui gli avevo
tolto il cuscino non era stato per niente delicato, e mi
scappò una risatina
mentre mi lanciava occhiatacce.
-Volete
latte?- domandò mio padre a tutti e tre, ed annuimmo
insieme.
Ci
porse la busta contenente il latte, e cominciammo a dividerlo nelle
varie
tazze, tutti e tre più assonnati che mai.
-Avete
programmi per oggi?- chiese poi. Io mi voltai verso gli altri, per
cercare una
risposta da parte loro, ma in realtà loro due stavano
facendo la stessa e
identica cosa mia. –Emh..- intervenne Zoe che era sempre
quella piena di idee.
–Potremmo andare un po’ in giro, non saprei.- disse
facendo spallucce, e sia io
che Louis annuimmo alla sua proposta, perché avevamo bisogno
di stare lontani
da casa, ma soprattutto da mio padre per poterci scambiare anche solo
un
semplice bacio.
-Beh
sì, è un’ottima idea!- dissi io,
cominciando a consumare la mia colazione. –Chiamerò
Zayn!- concluse poi Zoe, e il
silenzio calò nella cucina. Sentii Louis sfiorarmi il piede
con il suo sotto il
tavolo, e io sobbalzai, quasi affogandomi con il mio biscotto, e lui
scoppio a
ridere.
-Tutto
ok Arya?- chiese mio padre.
-Sì,
sì, mi stavo solo affogando.- guardai torva Louis, che
frenò le sue risate
immediatamente. –Bene, vado a telefonare Zayn, vi faccio
sapere che si fa.- Zoe
si alzò dal tavolo, dirigendosi verso camera sua.
Finii
la mia colazione, e decisi così di tornare in camera mia, e
mi buttai di nuovo
sul letto. Quella mattina era davvero difficile stare svegli. Qualcuno
entrò in
camera e capii subito che si trattava di Zoe.
-Buongiorno.-
disse lei di nuovo sedendosi vicino a me nel letto.
-Novità?-
chiese, e io mi voltai verso di lei, alzando il busto, e mettendomi
seduta.
–Beh..- sorrisi imbarazzata.
-Cosa?-
domandò sconvolta, perché evidentemente non ce la
faceva più a stare sulle
spine. –Ieri sera mi ha chiesto di metterci insieme.- ammisi.
Come
previsto mia sorella fece urlò, saltandomi addosso per
abbracciarmi, e io la
strinsi forte, incitandola poi a non urlare. –Quante volte
devo dirtelo? Fai
piano- risi. –E’ più forte di me,
scusami, sono troppo contenta!- ammise
battendo le mani velocemente.
-E
quindi, ora stiamo insieme.- le tappai la bocca prima che potesse
proferire
parola o qualcos’altro, visto che sentivo mio padre che
gironzolava per il
piano.
-A
maggior ragione oggi dobbiamo uscire tutti e quattro! Zayn viene fra
circa
un’ora, preparati! Vado a dirlo a Louis!- disse dandomi un
buffetto sulla gamba
prima di scattare fuori dalla stanza, e io risi. In queste situazioni
mia
sorella si gasava più di me, decisamente. Mi alzai dal letto
per l’ultima
volta, e aprii l’armadio per decidere cosa dovevo mettere. Mi
accorsi che
faceva caldo, quindi dei pantaloncini bianchi sarebbero stati perfetti,
abbinati ad una maglietta dello stesso colore.
Presi
i vestiti e mi diressi verso il bagno per potermi vestire, e strada
facendo mi
scontrai verso Louis.
-In
bagno c’è tuo padre che si sta facendo la doccia!-
disse.
-Oh,
fanculo.- borbottai ritornando verso camera mia, e mi preoccupai di
vestirmi,
poi mi accorsi che c’era Louis in camera. –Emh..-
lo guardai per un momento
mordendomi il labbro inferiore.
-Oh,
emh, scusa, esco subito.- disse avendo capito subito ciò che
volevo dirgli. Mi
vestii velocemente, guardandomi poi allo specchio e cercando un paio di
scarpe
da poter abbinare. –Louis! Puoi entrare, mi servi!- urlai con
una risata. Entrò
in camera chiudendo la porta alle sue spalle.
-Non
so che scarpe mettere.- borbottai.
-Metti
quelle solite bianche che usi spesso!- disse.
-Mh,
quelle che presi da H&M due mesi fa?- domandai cercandole.
-Non
so quando le hai prese, ma sì quelle.- rise sedendosi nel
letto e guardandomi.
–Tu non ti vesti?- chiesi.
-Volevo
un tuo aiuto per decidere cosa mettere.-
-Beh,
sono qui, dimmi tutto!- risi.
-Pensavo
di mettere i pantaloncini che arrivano fino al ginocchio, ma poi non so
che
maglietta mettere.- disse aprendo una delle sue valigie che erano
rimaste lì, e
mai svuotate. –Hai una polo bianca? Sono così
belle addosso ai ragazzi!-
ammisi.
-Mh,
sì dovrei averla!- cercò tra i suoi mille
vestiti, e ne tirò fuori una
mostrandomela e io con un cenno acconsentii. –E poi
metterò le tom’s!-
continuò. Indossava sempre quelle scarpe così
buffe, che a me non piacevano
assolutamente, ma addosso a lui sembravano davvero diverse.
-Sei
l’unico al mondo che indossa queste scarpe.- risi, e lui lo
fece insieme a me.
–Lo so, ma sono una figata assurda!- le indossò,
stirandosi la maglietta con le
mani. Qualche minuto prima mi accorsi di quanto era bello senza
maglietta, ma
cercai di sorvolare, e mi preoccupai di mettere le mie scarpe.
-Sembriamo
vestiti allo stesso modo.- risi, guardandomi ancora una volta allo
specchio, e
lui mi affiancò prendendomi per i fianchi e stampandomi un
bacio sulla guancia.
–Bene, ora vado a lavarmi i denti, a truccarmi e a sistemarmi
i capelli.- dissi
lasciandolo lì in camera e dirigendomi verso il bagno che
finalmente era
libero.
Dopo
essermi lavata il viso e tutto il resto, misi una linea leggera di
matita sulla
palpebra, decorando il tutto con un po’ di mascara e del fard
sulle guance che
in estate davano un tocco in più, assolutamente. Sciolsi i
capelli, lasciandoli
così liberi dopo averli spazzolati. Mi accorsi che stavano
diventando sempre
più lunghi, all’incirca cinque centimetri prima
del mio bacino. Quando ero
piccola ero abituata a tenere i capelli corti, e averli così
lunghi per me era
diventato un favoloso traguardo. Uscii dal bagno dopo aver messo una
punta di
profumo.
Anche
se stavamo semplicemente andando a fare una passeggiata, mi piaceva
essere
sempre sistemata e in ordine. –Ragazzi, io sono pronta!-
urlai catturando
l’attenzione di Louis e Zoe che uscirono dalle loro stanze.
-Zayn
dice che sta arrivando!- disse Zoe, raggiungendomi e toccandomi i
capelli, come
era solita fare quando avevo appena finito di pettinarli, e a me non
dispiaceva, era una cosa rilassante. –Andiamo giù
in giardino!- dissi, mettendo
il telefonino in tasca e scendemmo tutti e tre giù, e io
come sempre mi sedetti
nel mio amato dondolo, godendomi il sole di luglio. –Dove
andiamo allora?-
chiesi.
-In
un bel parco, ho voglia di andarci.- disse Zoe, con il telefonino in
mano.
Guardai Louis in piedi, poggiato allo stipite della porta, che
osservava la
strada di fronte a sé. Speravo che Zayn arrivasse il prima
possibile, non
volevo stare più così lontana da Louis, mi
angosciava.
Ancora
mi stupivo di questo accaduto.
Due
giorni fa lo odiavo ancora a morte, e adesso? Adesso sentivo che non
riuscivo
più a staccarmi da lui. Sapevo che a volte l’odio
scaturiva amore, ma non
pensavo così, all’improvviso, come se niente
fosse. Se prima desideravo che
Louis tornasse subito a Doncaster, ora l’avrei voluto
lì per tutta la mia vita
molto probabilmente.
-Ragazzi,
sono qui!- disse Zayn attraverso il cancello, che era arrivato a piedi
da casa
sua. –Amore!- urlò Zoe, facendo per aprirgli, e
saltandogli addosso con un
sorriso. Erano così carini insieme. Io e Louis ci
avvicinammo, e ci
allontanammo finalmente da casa dopo aver salutato Zayn.
–Quindi? Abbiamo una
nuova coppia tra noi!- disse Zayn, voltandosi verso me e Louis.
Diventai
improvvisamente rossa, e nascosi il viso tra i miei lunghi capelli.
Sentii poi
che la mano mia e quella di Louis si scontrarono e ci voltammo
automaticamente,
guardandoci dritti negli occhi prima di prenderci per mano. Louis
sorrise,
guardando poi Zayn, e sospirò. –A quanto pare
sì.- disse poi.
-Beh,
quindi potrò prenderti in giro tutto il tempo ora, no?-
disse Zayn, ridendo, e
cingendo la spalla di Zoe, avvicinandola a sé.
–Provaci e tu uccido.- replicò
Louis. Ridemmo tutti insieme e io quasi volontariamente, mi strinsi a
Louis,
sentendo la sua mano attorno al mio fianco, e poggiai la testa sulla
sua
spalla. Il parco non distava molto da dove eravamo noi, e in pochissimo
tempo
ci saremmo ritrovati lì. Stare così stretta a
Louis improvvisamente mi fece
sentire bene. –Hey piccola.- sussurrò Louis
prendendomi il mio viso dal mento
avvicinandolo a suo, stampandomi un dolce bacio sulle labbra.
–Prima mi
chiamavi “Vento” e adesso sono.. piccola?- risi.
–Riformulo la frase.. Hey
Vento.- disse baciandomi di nuovo. –Ora mi sento meglio!- mi
strinsi di nuovo a
lui abbracciandolo.
Arrivammo
lì dopo pochi minuti, ed eravamo davvero belli da vedere
tutti e quattro. –Ho
voglia di sedermi.- dissi, e trascinai con me Louis nella prima
panchina che mi
si presentò davanti.
-Voi
fate i piccioncini, noi andiamo a farci una passeggiata!- disse Zoe
allontanandosi con Zayn mano nella mano, sicuramente stavano andando ad
appartarsi da qualche parte.
Una
mano di Louis si poggiò sul mio fianco avvicinandomi a
sé, e mi ritrovai con le
labbra incollate alle sue, come se adesso era l’unica cosa di
cui avevo
bisogno, e probabilmente era davvero così. Ero stata fino a
qualche minuto
prima con la paura che mio padre potesse scoprire qualcosa, ed era
impossibile rimanere
a baciarci o abbracciarci per più di mezzo secondo. Le sue
mani stavano
poggiate sui suoi fianchi, e mi veniva sempre più spontaneo
avvicinarmi a lui
ogni secondo di più, ritrovandomi ormai a cavalcioni sulle
sue gambe, mentre ci
baciavamo con tutta la passione che avevamo in corpo. Mi staccai un
attimo da
lui.
-Mi
spieghi che potere hai?- chiesi.
-In
che senso?-
-Mi
hai fatto perdere la testa in due giorni. Non puoi, è
illegale.- risi e gli
carezzai dolcemente i capelli con una mano. –Non me ne
capacito.- sussurrai portando
appena la testa indietro ridendo.
-Beh
dovresti, è la realtà, sai?- sorrise.
-Si,
ed è meravigliosamente bella.- ammisi, fiondandomi di nuovo
sulle sue labbra.
Sentii le sue mani poggiarsi sul mio fondoschiena e risi divertita a
fior di
labbra, prima di passargli una mano sul collo.
-Siete
due pervertiti!- le voci di Zayn e Zoe in coro mi fecero distrarre in
quel
preciso momento, e alzai lo sguardo, vedendoli che erano pochi metri
più in là
che ci fissavano. Louis mi poggiò di nuovo nella panchina,
prima di scattare in
piedi, cominciando ad inseguire Zayn per tutto il parco. Io risi di
gusto,
guardandomi la scena insieme a Zoe che era rimasta lì ancora
a fissarli, fino a
quando Zayn la raggiunse mettendosi dietro di lei. –Amore
aiutami, mi vuole uccidere.-
disse spaventato, mentre Zoe lo teneva stretto tra le sue braccia, come
se
fosse un cucciolo indifeso. Mi alzai raggiungendoli ora che era
arrivato anche
Louis. –Me la paghi Malik.- disse Louis guardandolo torvo,
mentre mi prendeva
da un fianco.
-Ah
sì? E come?- rise Zayn continuando a prenderlo in giro.
-Sembrate
due bambini.- dissi scuotendo la testa, e prendendo Louis per mano,
mentre
cominciavamo a passeggiare tutti e quattro insieme in giro per il
parco.
Vidi
poi Zayn stampare un bacio a Zoe con tutta la passione che aveva in
corpo,
prendendole il viso con una mano. –Hey, non me la consumare!-
dissi io
guardandoli, ma poi vidi che Louis fece la stessa cosa con me.
-Dì
al tuo ragazzo che me ne deve lasciare un po’ di te eh,
sennò a chi le faccio
io le coccole?- disse Zoe riferendosi a me.
-Puoi
farle a me.- si intromise Zayn.
-Tu
ne hai già abbastanza, anche mia sorella deve averne.-
ammise Zoe, vedendo poi
che il ragazzo di fronte a sé, aveva messo il suo solito
broncio, al quale mia
sorella non riusciva proprio a resistere. Diceva che se ne innamorava
sempre di
più quando faceva queste cose.
-Mh,
ma mi coccolerai stasera, no?- sussurrò, avvicinandosi
all’orecchio di Zoe,
dopo aver ricevuto il suo solito bacio. Io e Louis intanto camminavamo
mano
nella mano, qualche metro più distante da quei due, e ogni
tanto ci scambiavamo
qualche tenero bacio.
-Stasera
ti va di metterci di nuovo in giardino?- mi chiese.
-Certo,
ne ho tanta voglia.- ammisi con un sorriso mettendomi un attimo sulle
punte per
poter raggiungere le sue labbra. In confronto a lui non ero molto
bassa, ma era
necessario alzarmi appena per poterlo baciare, ma la cosa era molto
divertente.
–Ar, secondo te come la prenderà papà
quando saprà che stasera sono a dormire
da Zayn?- chiese Zoe, e io mi voltai, per poterla guardare.
–Non è necessario
che tu glielo dica!- risposi io.
-Ma
diciamo che se ne accorge se non mi vede spuntare a casa.- disse.
-Oh
beh, ma puoi anche andare a dormire da Lara.- le feci
l’occhiolino, e lei
intuii qual era la mia idea, e annuì compiaciuta.
–Ottima idea, ci crederà
sicuro.- ridacchiò. –Voi che farete?-
domandò Zayn.
-Niente
di particolare, appena tutti staranno dormendo ci metteremo in
giardino.-
risposi, stringendo la mano di Louis, e carezzandogli dolcemente il
dorso con
il pollice prima di ritrovarmi a guardarlo negli occhi. Rimanemmo
così per
qualche minuto, come se non volessimo più staccare gli occhi
l’uno dall’altro.
–Me lo dai un bacio?- chiesi timidamente. –Te ne
darei un’infinità.- sussurrò
prima di fermarsi, e prendere il mio viso con entrambe le mani, e
stampandomi
un dolce bacio sulle labbra, fermandosi su di esse per un lungo periodo
di
tempo, fino a quando non mi staccai. –Facciamo delle foto?-
chiesi io euforica.
La
fotografia era una cosa che mi affascinava tantissimo. I ricordi
racchiusi in
una semplice immagine. Era qualcosa di magnifico.
-Oh,
vengo sempre uno schifo!- borbottò Zayn.
-Non
mi interessa, foto foto!- urlai tirando fuori dalla mia piccola tasca
una
macchina fotografica sottilissima. –Ne voglio una con Zoe,
non ne facciamo da
troppo tempo.- dissi io porgendo l’oggetto a Louis, e
afferrando mia sorella da
un braccio per poter fare la foto.
-Fa
vedere!- dissi dopo aver visto il flash.
-Oddio,
sono venuta bene!- si esaltò Zoe, stampandomi un bacio nella
guancia senza
motivo. –Lou, fanne una a me e a Zayn!- continuò
poi, attaccandosi al suo
ragazzo, e facendo una foto mentre gli dava un bacio in guancia.
Continuammo
così per una serie di minuti, e le foto che uscirono fuori
furono davvero
meravigliose, tra cui una mia e di Louis, dove io stavo a cavalcioni
sulle sue
spalle. Il mio sorriso in quella fotografia sembrava davvero favoloso,
non lo
vedevo così splendente da troppo tempo. Mentre scorrevo le
foto, sentii Louis
prendermi per i fianchi da dietro e poggiando il mento sulla mia
spalla. –Sono
davvero belle.- sussurrai facendogliene vedere un paio nostre. Lui
sorrise,
baciandomi la guancia, prima di prendere di sua spontanea
volontà la macchina
fotografica e mettendola in alto, per fare una foto in quel momento.
–Ecco, ora
siamo a posto.- rise.
-Ragazzi,
vi va un gelato?- propose Zayn, e io e Louis annuimmo, seguendo la
coppia
davanti a noi mentre ci dirigevamo verso la gelateria lì
vicino.
-Fammi
assaggiare il tuo gelato.- dissi voltandomi verso il gustoso gelato di
Louis, e
mangiandone una piccola parte. –oddio, ma che gusto
è?- dissi io facendo una
strana faccia.
-Pistacchio!-
rispose lui con tanta naturalezza, prima che io potessi fare una
smorfia di
disgusto. –Ci devo pensare più volte prima di
assaggiare il tuo gelato.-
ridemmo entrambi, e poi mi diede un bacio sulla guancia.
-Tra
poco dovremmo tornare a casa, Zayn rimane a pranzo da noi.- disse Louis
poi.
–Oh, un bel pranzo con papà!- esultai voltandomi
verso Zoe che già si sentiva
male al solo pensiero, ma cercò di non pensarci.
-Dovrò
inventare poi a papà che Zayn mi dovrà
accompagnare da Lara, sennò il piano
fallisce visto che dovremmo andare via insieme.- disse poi gustandosi
il suo
gelato, mentre teneva la testa poggiata alla spalla di Zayn.
–Fortunatamente io
e Louis non abbiamo questi problemi.- risi.
-E’
vero, fate schifo!- borbottò Zoe con un broncio.
-Beh,
a questo punto vorrei che non aggiustassero più la camera
degli ospiti.- disse
Louis.
-Ma
non possiamo dirlo a papà, lui non deve sapere nulla.-
replicai.
-Se
solo sapesse..- disse Zoe facendo un segno che indicava che mio padre
mi
avrebbe uccisa nel vero senso della parola se avesse saputo chi era il
mio
attuale fidanzato. Eppure tutto ciò era molto divertente.
Mi
faceva pensare ad uno dei tanti libri che avevo
letto, ed era un po’ anche come Romeo e Giulietta, costretti
ad amarsi di
nascosto alle loro famiglie. Una meravigliosa storia d’amore
quella.
-Beh,
non c’è pericolo che lo venga a sapere,
staremo attenti.- ammisi.
Se mio
padre avesse saputo tutto ciò, Louis sarebbe
stato costretto a ritornare a Doncaster insieme a suo padre, e io non
volevo
che lui andasse via. Non in quel momento che mi stava rendendo.. felice.
Mentre
ero assorta nei miei pensieri sentii la voce
di Louis che mi distrasse. –Dai, andiamo verso casa piccola.-
disse, e notai
che ci stavamo alzando dal tavolino in cui ci trovavamo, e stavamo per
prendere
la strada di casa, tutti e quattro insieme.
Ci
mettemmo giusto mezz’ora per arrivare lì, e mio
padre ci accolse quasi con entusiasmo, specialmente vedendo Zayn,
sembrava
proprio che gli andasse parecchio a genio quel ragazzo.
-Ti
fermi a pranzo Zayn?- gli domandò poi.
-Oh,
sì sì! Ne avevo già parlato con Louis
e Zoe!-
rispose.
-Ah
papà, emh.. stasera vado a dormire da Lara!-
disse Zoe, voltandosi poi verso di me, come per cercare una punta di
conforto.
–Ti accompagno io?- domandò poi. –No no,
ci pensa.. Zayn.- sorrise subito dopo
sentendo la mano del ragazzo che sfiorava la sua mentre parlava con
nostro
padre.
-Perfetto,
adesso andate che devo apparecchiare la
tavola!- salimmo al piano di sopra, e io mi diressi in camera mia,
seguita
dagli altri tre.
Sentii
improvvisamente il cellulare vibrare, e un
numero strano mi comparve nello schermo.
-Pronto?-
risposi.
-Bonjour
signorina, sono il caro Thomas!- quella
voce mi rese ancora più felice di quanto già lo
ero. –Tomi!- urlai,
allontanandomi per un momento dalla stanza. –Allora? Come
vanno lì le cose?-
chiesi.
-Benissimo!
La
Francia è favolosa, per adesso sono
in un paesino
vicino Parigi, si chiama Nancy, ed è davvero carino. Ti sto
chiamando da una
cabina telefonica!- ridacchio appena.
-Oh, io
ho una grande notizia da darti.- dissi
arricciandomi una ciocca di capelli attorno al dito. Feci in modo che
non ci
fosse mio padre in giro nel piano, e poi sussurrai –Mi sono
fidanzata.- ammisi.
-Cosa?
E con chi?- disse sconvolto.
-Louis.-
dissi secca, ridacchiando poi appena,
sentendo che il mio migliore amico improvvisamente sembrava che avesse
perso la
voce, sconvolto da quella notizia. –Ti prometto che appena
torni, ti racconto
tutto tutto!- dissi.
-Sono
sconvolto.- io risi appena sentendo la sua
voce attonita.
-Nessuno
se lo aspettava, nemmeno io.- dissi poi.
-Beh,
sono felice che però tu stia bene, ora devo andare,
mio padre vuole che andiamo a vedere dei negozietti qui vicino, mi
farò
sentire, ciao piccola, ti voglio bene!-
-Anche
io te ne voglio, divertiti!- chiusi la
telefonata, ritornando in camera mia insieme ai ragazzi. –Chi
era?- domandò
Louis.
-Oh,
era Thomas.- risposi, mettendomi seduta sulle
sue gambe dopo aver chiuso la porta. –Non
c’è bisogno che io sia geloso, vero?-
chiese.
-Ovvio
che no! Io e Thomas ci conosciamo da quando
eravamo nella culla, non c’è niente di cui
preoccuparsi!- dissi tranquillizzandolo
e stampandogli un bacio sulle labbra, mentre c’erano Zayn e
Zoe seduti sul mio
letto. –E poi voglio solo te per ora.- sussurrai a fior di
labbra.
Non
riuscivo a crederci che stavo davvero dicendo
una cosa del genere.
-Hey,
quello è il letto in cui dormiamo io e Arya,
non contaminatelo!- disse Louis, voltandosi poi verso l’altra
coppia. I due si
stavano scambiando teneri baci lì, seduti praticamente uno
in braccio
all’altra, un po’ come me e Louis.
-Dormite
insieme?- chiese Zoe con gli occhi quasi che
le brillavano sentendo quelle cose. Io e Louis annuimmo, e guardandoci
poi
negli occhi con un sorriso. –Siete bellissimi.-
sussurrò poi sempre mia
sorella.
-Ragazzi
è pronto il pranzo!- quella voce mi fece
sobbalzare improvvisamente, ed era mio padre che dal piano di sotto ci
chiamava
perché era arrivato il momento di mangiare. Tutti insieme,
scendemmo di nuovo
al piano di sotto per gustare il pranzo che mio padre aveva preparato.
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Capitolo 12 *** chapter 12. ***
Zoe
entrò dentro casa di Zayn, seguita da lui che
chiuse la porta alle sue spalle. –Amo il fatto che i miei
partano sempre.- i
suoi genitori spesso per lavoro dovevano assentarsi uno o due giorni,
visto che
dovevano allontanarsi da Londra e raggiungere qualche paesino vicino.
Eppure
erano molto ricchi, e di certo loro non avevano problemi economici.
–Mh, lo
adoro anche io.- disse Zoe sorridendo al ragazzo.
Zayn le
prese la mano avvicinandola poi a sé, e
facendole scontrare la schiena con la porta d’entrata.
–Che progetti hai?-
chiese lei maliziosa. –Sapessi.- sussurrò Zayn,
prima di fiondarsi sulle sue
labbra. Entrambi si lasciarono andare in un bacio pieno di passione e
di amore,
in cui le loro lingue cominciarono a giocare, scontrandosi tra di loro.
I loro
corpi erano molto vicini, e le mani di Zayn
si ritrovarono improvvisamente a dover stringere i fianchi di Zoe,
avvicinandola maggiormente a sé. Insinuò la mano
sotto la sua camicetta,
carezzandole il seno attraverso il reggiseno.
-Non
vuoi aspettare più tardi?- chiese Zoe.
-Non ti
immagini nemmeno quanta voglia io abbia di
te, Piccola.- sussurrò Zayn a fior di labbra, prima di
baciarla di nuovo. La
prese per mano, continuando a baciarla di tanto in tanto, e voltandosi
solo per
vedere se stava prendendo la strada giusta.
-Andiamo
in camera dei miei.- disse sorridendo, e
aprendo la camera enorme, che sicuramente dava un’aria
invitante.
-Uhuh,
complimenti.- disse Zoe entrando e osservando
la stanza, prima di sedersi sul letto. –Vieni qui.-
sussurrò facendo cenno a
Zayn di avvicinarsi a lei. Non se lo fece ripetere più di
una volta, e si
fiondò nel letto con lei sedendosi proprio al suo fianco.
Zoe si ritrovò pochi
minuti dopo a cavalcioni sulle sua gambe, mentre stavano ancora
lì seduti. Zayn
aveva già cominciato a sbottonare la sua camicetta,
baciandole il collo e il
petto ogni qualvolta toglieva un bottone.
-Mi
piace il tuo profumo.- disse poi lasciandole un
piccolo e casto bacio sul collo. Lei lo spinse verso il letto,
togliendogli la
maglietta, lasciandolo così a torso nudo. I loro bacini si
scontrarono quasi violentemente,
ed entrambi ansimarono a fior di labbra sentendo quel contatto. Le loro
labbra
sembravano due calamite, era impossibile poterle staccare. Zayn si
preoccupò
poi di toglierle completamente la camicia, giocando con il gancio del
reggiseno, e mostrando poi il seno, che sfiorò dolcemente
con le labbra. Poggiò
le mani sulla schiena di Zoe, carezzandogliela lentamente. A quel punto
lei si
preoccupò di sfilargli i jeans quasi in un sol colpo, e
sentendo la sua
intimità pressare contro i boxer neri. Si chinò
appena verso di lui prendendo a
baciargli il petto delicatamente, mentre sentiva le sue mani che
giocavano con
i bottoni dei suoi jeans. Entrambi erano vogliosi l’uno
dell’altro in quel
momento, e niente poteva frenarli più.
Appena
sparirono anche i boxer di Zayn e gli slip di
Zoe, si ritrovarono lì, dopo aver cambiato posizione. Zayn
si fece spazio tra
le gambe di Zoe, entrando dolcemente in lei, dopo aver messo le dovute
precauzioni.
Lei
gemette immediatamente, sentendo quel contatto
così caldo ed eccitante. Si strinse a lui, aggrappandosi
alla sua schiena.
I loro
corpi andavano perfettamente allo stesso
passo con i loro gemiti, e il rumore dei loro baci si poteva
perfettamente
sentire. I loro respiri si scontravano quasi violentemente tra di loro,
in quel
momento di pura lussuria. Zoe riuscì a percepire una delle
mani di Zayn sul suo
seno che si muoveva sinuosamente. –A..amore.. ti.. voglio.-
sussurrò Zoe contro
le sue labbra, e le spinte di Zayn si fecero sempre più
forti, e ormai la
stanza in cui si trovavano era circondata dai loro ansimi di piacere.
Passò
molto tempo, forse troppo, ma la lussuria li
aveva completamente portati via con sé, avvolgendoli in quel
tunnel di
passione, fino a quando Zayn, con una ulteriore spinta, venne dentro di
lei,
gemendo di piacere. Si accasciò sul suo corpo, facendo un
lungo respiro.
-Amore.-
sussurrò poi, voltandosi verso di lei.
-Hey..-
si poteva perfettamente vedere che il petto
di Zoe faceva sali e scendi, in un movimento sinuoso che concordava con
i suoi respiri.
-Non ho
mai provato niente di così.. bello.- ammise,
carezzandole il viso, con la voce ancora un po’ affannata.
–Nemmeno io.-
sussurrò lei, avvicinandosi nuovamente alle sue labbra per
poterlo baciare.
Mi
bloccai di scatto. –Aspetta Louis, aspetta.- le
mie mani erano attorno al suo collo, e stavo lì, poggiata
con le spalle contro
la porta e scambiarmi baci con Louis. –Che succede?-
domandò.
-Per un
momento credevo che ci fosse mio padre.-
sussurrai.
-Tranquilla,
non metterti ansia per queste cose.- mi
carezzò il viso dolcemente, massaggiandomi i capelli, come
piaceva tanto a me,
e in quel momento qualsiasi preoccupazione andò via. Tutto
sparì
improvvisamente, l’unica cosa che riuscivo a percepire erano
le sue dita tra i
miei capelli, e le sue labbra sulle mie. –Non esiste niente
di meglio.-
sorrisi. –Vieni, mettiamoci un po’ nel letto.-
dissi distendendomi a pancia in
giù, e lui si stese proprio al mio fianco, e ritornai a
baciargli ripetutamente
le labbra con tanti piccoli baci a stampo.
-Sei
bellissima quando fai così.- sussurrò.
-Non
sono bellissima.- replicai, sentendo le guance
che stavano quasi andando a fuoco dall’imbarazzo. Odiavo
quando mi facevano i
complimenti, diventavo sempre rossa, ed era una cosa davvero fastidiosa.
Mi
scostò i capelli dal viso con una mano,
mettendomeli dietro l’orecchio. –Parlami un
po’ di te.- disse semplicemente. Mi
voltai di scatto, alzando il sopracciglio. –Cosa?- domandai
con una risatina.
-Beh,
non credi di conoscerti ancora a fondo.-
rispose.
-Non so
che dire, ci sono tante cose da dire su di
me, forse troppe.- cominciai a parlare nel mio solito modo logorroico.
–Beh,
sono logorroica, e si vede. Adoro la musica, i libri, e la fotografia,
ma
questo lo sai già. E.. aspetta.- mi fermai di botto.
–E’ strano che tu mi
chieda queste cose dopo aver letto il mio diario!- continuai.
-Sentirle
raccontare da te è tutta un’altra cosa.
Sarà un pretesto in più per poterti guardare.-
sorrisi, diventando ancora una
volta rossa, ma quasi senza accorgermene. –Come puoi vedere
ogni volta che mi
fanno dei complimenti divento rossa, perciò si
può notare quanto io sia
schifosamente timida.- lui ridacchiò, e poggiò la
testa sulla mano per potersi
mettere comodo, e io continuai a parlare, mentre giocavo con qualche
ciocca dei
suoi capelli. -Non ho mai avuto molti amici, l’unico per ora
è Thomas, e nessun
altro poi, troppe persone mi hanno delusa. Sei il mio secondo
fidanzato.. ho
sempre odiato le storie fisse ma.. forse sei un’eccezione tu,
non so.- sorrisi.
-Poi
beh.. non so che dire.- scoppiai a ridere,
nascondendo di nuovo il viso tra i capelli con entrambe le mani, e
anche Louis
rise davanti a quella scena. –Dimmi tu qualcosa su di te.-
proposi.
-Mh,
allora.. Sono Louis ho 19 anni e sono nato a
Doncaster, va bene così?- disse facendo un sorriso a
trentadue denti. Io scossi
la testa ridacchiando sotto i baffi. –Adoro cantare, e quando
stavo a Doncaster
spesso mi esibivo nei locali la sera e cose del genere. Nel gruppo dei
miei
amici sono sempre stato il più divertente, o almeno
così dicevano, perché ho
sempre il senso dell’umorismo e la battuta sempre pronta.- io
annuii, perché
conoscevo quel lato di lui. Il lato spiritoso, simpatico, che mi
piaceva
tantissimo.
-Poi?-
chiesi interessata.
-Poi..
poi sono fidanzato da ieri con una ragazza
davvero bella, si chiama Arya, non so se la conosci.- feci un sorriso,
passando
la mano sul suo viso dolcemente. Ritornai a concentrarmi di nuovo sulle
sue
labbra, sentendo di nuovo quel dolce contatto tra di noi.
-L’avrò
sentita nominare.- ridacchiai.
-Tra
poco dovremmo andare a mangiare.- disse poi
guardando l’orologio che stava nel mio comodino. Ma io non
avevo intenzione di
rispondergli, anzi rimasi lì ancora un po’ a
fissarlo negli occhi, come piaceva
a me.
I suoi
occhi erano azzurri, di un azzurro chiaro e
intenso, che mi faceva perdere la testa. Ricordai perfettamente che il
giorno
prima furono proprio quegli occhi che mi attirarono, che mi fecero
avvicinare a
lui per poterlo baciare, furono proprio loro.
-Piccola..-
sentii la sua voce, e mi distrassi dai
mille pensieri che mi stavano percorrendo la mente. –Mi dai
un bacio?- domandò.
Non ci
pensai due volte, e mi avvicinai al suo viso,
baciandogli dolcemente le labbra e sentendo la sue mani scorrere sulla
mia
schiena. Ci stendemmo meglio sul letto, e lui si voltò
completamente verso di
me, stringendo ancora di più il contatto tra di noi.
Uniti
per come eravamo, lì, distesi sul letto, avrei
potuto lasciarmi andare, ma mi frenai come sempre a quel bacio che
tanto mi
faceva stare bene.
-Ragazzi!
A mangiare!- la voce di mio padre parve
così vicina alla mia stanza, e quasi spontaneamente mi
allontanai da Louis,
facendolo praticamente cadere dal letto, e scoppiai a ridere
rumorosamente.
-Oddio,
scusami, scusami, scusami!- dissi scendendo
dal letto, e aiutandolo a rialzarsi. –E’ okay, ma..
stai attenta.- rise
afferrando la mia mano e facendosi aiutare da me per rimettersi in
piedi.
-Va
tutto bene?- chiesi prendendogli il viso con le
mani.
-Sisi,
tranquilla.- mi stampò un bacio sulle labbra
prima che uscissimo, dalla porta, e io per un momento ritornai a ridere
ricordando la scena di qualche minuto prima.
-Ti ho
fatto cadere in una maniera favolosa!- risi
ancora.
-Louis, pss.-
sussurrai facendogli
segno di venire dal piano di sopra, dopo che controllai se tutti erano
veramente andati a dormire. Ci divertivamo a fare così,
sembravamo in “mission impossible”.
Scese le scale il più lentamente possibile, prima di
raggiungermi, e cercando
di fare più silenzio possibile riuscimmo a uscire in
giardino. Mi buttai sull’erba
fresca, distendendomi al chiaro di luna.
-Ma
mettiti sul dondolo!- disse Louis ridendo.
-Nah,
è più bello qui.- ridacchiai, tirandogli
appena i pantaloni per dirgli di abbassarsi e mettersi proprio vicino a
me. Lo
vidi distendersi al mio fianco, con la schiena poggiata
sull’erba del mio
piccolo giardino. Mi voltai per guardarlo, come sempre, negli occhi.
-Perché
hai paura che tuo padre sappia..?- chiese
prendendomi la mano e stringendomela mentre eravamo lì
distesi. Io feci un
sospiro.
-Perché
è sempre così, ogni volta mio padre diventa
troppo geloso, e succedono fatti spiacevoli.. conoscendolo, se sapesse
che il
mio nuovo ragazzo è il figlio di un suo carissimo amico.. vi
manderebbe via pur
di non farci vedere più.- scossi la testa avvicinandomi di
più a lui, e
stringendolo, come se avessi paura che potesse scappare quasi, o
meglio..
scapparmi di mano.
-Io non
me ne vado.- disse, portandomi una ciocca di
capelli dietro l’orecchio, e baciandomi dolcemente la fronte.
–Davvero?-
domandai.
-Ovvio,
adesso.. non voglio andarmene.- ammise.
-E io
non voglio che tu vada via.- abbassai appena
lo sguardo. Era strano fare quelle predizioni, sapevamo entrambi che
sarebbe
passato molto tempo prima che lui sarebbe ritornato a Doncaster. Ma lui
non
doveva tornare lì.
-E’
buffo, fino all’altro ieri mi mandavi a fanculo
in tutti i modi, e.. ora siamo qui, a stringerci la mano.- fece una
risatina,
prima di voltare la testa verso di me, e io feci lo stesso.
–Beh, i giudizi
cambiano.- ridacchiai. –E’ vero.- ammise.
-Questa
volta però.. hanno avuto un cambiamento
assolutamente radicale.- dissi, carezzandogli i capelli castani con una
mano.
-Ricordo
ancora quando sono venuto qui.- disse.
-Emh,
sì, ti ho odiato dal primo momento in cui hai
messo piede nella mia stanza.- scossi la testa passandomi una mano sul
viso.
Era proprio vero, i primi tempi non riuscivo nemmeno a sopportare il
fatto che
Louis respirasse, si muovesse, e vivesse in camera mia, era qualcosa di
assolutamente fastidioso, eppure, era cambiato qualcosa. Erano cambiate
molte
moltissime cose dal giorno in cui lesse il mio diario.
Quello
probabilmente fu il peggiore.
Il
momento in cui pensai che la mia vita fosse
davvero un inferno. Probabilmente ero certa che fosse stata mia madre e
migliorare le cose, lo sapevo. Era sempre lei che poi mi faceva stare
bene, e
adesso era stato grazie a lei che io mi ritrovavo sotto le stelle a
guardarmi
fissa negli occhi con Louis. –A che pensi?-
domandò vedendomi assolutamente
sovrappensiero. –A mia mamma.- sorrisi appena.
-Oh.-
disse semplicemente, come se si fosse
ritrovato senza parole.
-Sai,
penso che sia merito suo se è successo
questo.- dissi.
-Questo,
cosa?-
-Il
fatto che stiamo insieme. Lei vuole sempre che
la mia vita sia bella, perfetta probabilmente, e lei per farla
diventare
migliore, ha fatto accadere questo.- sorrisi guardandolo. -..e non
potrei mai
ringraziarla abbastanza.- ammisi.
Mi
avvicinai a Louis, ritrovandomi di nuovo con le
labbra incollate alle sue, mentre ci scambiavamo un bacio appassionato
sotto la
luce della luna, che illuminava i nostri corpi molto vicini
l’uno con l’altro.
Sentii
le sue mani poggiarsi sui miei fianchi, e in
pochi secondi mi ritrovai quasi a cavalcioni su di lui, mentre
continuavo a
sentire la sua lingua muoversi sinuosamente con la mia. La sua mano si
poggiò
sul mio capo, mentre intrecciava le dita tra i capelli lunghi e scuri.
Stringevo, intanto, l’altra sua mano, tenendola stretta alla
mia, mentre con
l’altra, gli carezzavo il viso dolcemente.
-Piccola,
sei stupenda.- sussurrò staccandosi appena
dalle mie labbra.
-Io?
No, tu lo sei molto di più.- ammisi.
Quell’atmosfera
notturna mi rilassava, specialmente
se mi ritrovavo tra le braccia di Louis, e tutto poteva apparire quasi
perfetto.
-Zayn,
dai vieni qui.- disse Zoe con un sorrisino
mentre si sedeva di nuovo sul letto in attesa che Zayn lo raggiungesse.
Avevano
finito di guardarsi un film da poco, e ora avevano deciso di ritornare
a letto,
probabilmente per scambiarsi qualche bacio, o.. chissà che
altro.
-Arrivo
arrivo!- disse il ragazzo entrando in boxer
nella stanza dei suoi genitori, in cui avevano passato uno dei loro
favolosi
momenti qualche ora prima. Si buttò a capofitto sul letto,
nascondendo la testa
sotto il cuscino. –Non dirmi che hai già sonno!
E’ solo mezzanotte!- protestò
Zoe.
-Ma no,
volevo solo nascondermi.- rise, ma subito
dopo sentì la forte cuscinata che Zoe gli aveva appena dato.
–Ahia!- borbottò.
-Mi
andava di farlo.- rise lei.
-Oltre
uccidermi, che ti va di fare?- chiese poi
lui, mettendosi seduto.
-Non
so.. riempirti di baci.- ridacchiò, fiondandosi
su di lui, che prontamente riuscì ad accoglierla tra le sue
braccia,
stringendola forte e baciandole la tempia. –Che ne pensi di
Arya e Louis?-
chiese Zoe, stringendosi a lui. –Stanno bene insieme, io..
sapevo bene o male
tutto.- ammise Zayn.
-Tutto
cosa?- lei alzò il sopracciglio senza capire
cosa intendesse.
-Beh,
Louis ha una cotta per lei diciamo da quando è
successo quel casino alla festa.- ammise giocherellando con una ciocca
di
capelli di mia sorella, girandola in un dito. –Davvero? Non
me ne hai mai
parlato.- disse, stringendosi maggiormente a lui, e cingendogli la vita
con le
gambe, mentre Zayn continuava dolcemente a toccarle i capelli soffici.
-Non
voleva che lo dicessi a nessuno, Louis odia
quando i suoi segreti vengono spifferati.- ammise facendo una faccia
strana.
-Vabbè,
l’importante è che ora stanno insieme e sono
felici.- disse Zoe.
-Proprio
come noi, no?- Zayn sorrise, facendo
scontrare i loro nasi.
-Beh,
sì, proprio come noi.- ripetè lei.
Si
strinsero in un dolce bacio, facendo in modo che
le loro mani potessero esplorarsi a vicenda, sfiorandosi delicatamente
e
fugacemente.
-Mh,
perché finisce sempre che ci ritroviamo a
toccarci e a baciarci?- disse Zoe con un sorriso, ma Zayn
sembrò quasi non
ascoltarla, si limitò semplicemente a sorriderle a fior di
labbra, prima di
ritornare a baciarla con passione, facendola poggiare con delicatezza
sul
letto, e mettendola su di sé, cominciando a passarle una
mano tra i capelli e a
massaggiarle il capo. Le sfiorò la schiena con una mano,
percorrendole tutta la
spina dorsale con un dito, sentendola quasi rabbrividire sopra di
sé, emettendo
quasi un gemito. –Dio, lo sai che mi piace quando fai
così.- disse Zoe.
-Allora..
lo farò più spesso.- rise.
Tornò
nuovamente a baciarla, sentendo poi Zoe che
mosse il bacino contro il suo, ed entrambi emisero un piccolo ansimo,
facendo
scontrare i loro respiri, fino a quando non aprirono gli occhi per
potersi
guardare. Rimasero lì una manciata di secondi, mentre Zayn
passava delicatamente
una mano sulla guancia rosea di mia sorella, facendole un sorriso.
-Stiamo
insieme da meno di un mese, eppure.. non
posso più stare senza di te, lo sai questo?- ammise Zayn,
guardandola fissa
negli occhi.
-Ora lo
so.- Zoe sorrise, baciandogli le labbra
dolcemente.
-Beh,
ti va di dormire? Sono stanco, piccola.-
sussurrò lui.
-Si,
anche io, dai, mettiamoci a dormire.- si
sistemarono sotto le coperte, stringendosi tra di loro. Zoe
poggiò dolcemente
la testa sulla spalla
di Zayn,
nascondendo quasi il viso nell’incavo del suo collo, e
stampandogli un piccolo
bacio proprio in quel punto subito dopo. Poggiò la mano sul
suo petto,
socchiudendo appena gli occhi.
Entrambi
erano stanchi, ma sarebbero rimasti svegli
solo per continuare a stare lì, sotto le coperte e
scambiarsi dolci gesti
d’amore in quella nottata estiva. –Allora.. buona
notte piccola.- sussurrò lui,
stampandole un bacio sulla fronte, ma subito dopo le prese il viso dal
mento
per poterle lasciare un umido bacio sulle labbra, regalandole poi un
sorriso.
-Buona
notte piccolo.- disse lei a fior di labbra.
Entrambi chiusero gli occhi addormentandosi lì abbracciati,
facendosi cullare
dalle braccia docili di Morfeo, in quella silenziosa notte.
Le mie
gambe erano intrecciate alla vita di Louis, e
stavamo così seduti sul prato verde di casa mia, stretti
l’uno con l’altra,
mentre le nostre labbra si sfioravano dolcemente l’una con
l’altra. Chissà
quante ore erano passate da quando avevamo cominciato a baciarci. Forse
una o
forse due, precisamente non lo ricordo; ricordo solo le sue soffici
labbra
sulle mie, fino allo sfinimento quasi, eppure mi piaceva, non mi sarei
mai
voluta staccare da lui. Era una sensazione che mai avevo provato, e
adesso
sembrava tutto magnifico, tutto splendente tra le sue braccia.
Era
l’una di notte circa, e noi eravamo lì, sotto la
candida luna bianca a stringerci in un bacio passionale.
Mi
stringeva forte i fianchi con le mani,
avvicinandomi sempre di più a lui, mentre io intrecciavo le
mie dita tra i suoi
capelli. Erano morbidi, mi piacevano tantissimo, e
gliel’avevo ripetuto fin
troppe volte quella sera. Ci staccammo per un momento, forse per
prendere un
respiro, ma scoppiammo entrambi a ridere dopo esserci guardati negli
occhi per
un istante. –Che c’è?- chiese ancora con
il sorriso sul viso.
-Niente,
è tanto che ci baciamo!- risi.
-E ti
dispiace?-
-Perché
dovrebbe? Anzi, tutt’altro.- risposi con un
tono di malizia nella voce, prima di ritrovarmi di nuovo a baciarlo
dolcemente.
Lo lasciai scivolare a terra, accorgendomi poi che ero praticamente a
cavalcioni su di lui. Mi avvicinai al suo collo, lasciandogli due
piccoli baci
lì, che a lui piacevano tanto, poi alzai il viso per poterlo
guardare.
-Sai
che ore sono, vero?- chiesi.
-E’
l’una e mezza di notte.- rispose.
-Dovremmo
andare a dormire!- dissi, vedendo che però
lui continuava a tentarmi con dolci baci, facendomi anche ridere.
–Dai non
provocarmi!- risi. –Ma mi piace darti baci!- ammise Louis,
alzando appena il
busto, e alzandosi in piedi tenendomi praticamente in braccio.
-Quindi
hai sonno?- chiese con un sorriso. Il più
bello di tutto il mondo probabilmente, quello che mi aveva appena fatto
venire
le farfalle allo stomaco, che mi stava facendo battere il cuore in una
maniera
anormale.
-Un
po’ sì, e poi.. voglio stare nel letto con te!-
ammisi cingendogli il collo con le braccia, lui annuii, mettendomi
giù, e
cercammo di aprire la porta il più lentamente possibile per
entrare dentro
casa. Gli feci segno di fare silenzio, e salimmo le scale in totale
tranquillità, senza farci sentire da nessuno, e ci fiondammo
nella mia stanza,
chiudendo la porta alle nostre spalle. –Ok, ce
l’abbiamo fatta!- risi
buttandomi sul letto.
-Devo
ancora mettere il pigiama.- borbottai aprendo
il cassetto e prendendo il mio solito pigiama estivo che indossavo
spesso. Poi
pensai un attimo al fatto che mi vergognavo a farmi vedere in intimo da
Louis.
Okay, era il mio ragazzo, ma solo da due giorni, e non mi veniva poi
così
spontaneo togliermi la maglietta davanti a lui come se niente fosse.
Benchè
i primi tempi io pensassi che Louis fosse un
gran pervertito, o cose del genere, al contrario non si era ancora
spinto a
mettermi nemmeno una mano sotto la maglietta, e la cosa mi sembrava
anche
strana, ma lo preferivo. Non avevo motivo di correre.
-Louis..-
dissi con un sussurro quasi. Lui si voltò
guardandomi.
-Emh..
dovrei cambiarmi.- le mie guance
probabilmente diventarono rosse, e vidi lui che prima mi
osservò perplesso,
senza capire quale fosse il problema, poi ricollegò e fece
un cenno con la
testa. –Beh, allora esco fuori, ne approfitto per lavarmi i
denti!- disse
uscendo dalla stanza e gli mandai un bacio con la mano che lui
ricambiò con un
sorriso. Misi velocemente il pigiama, e poi diedi un po’ di
ordine nella mia
stanza. Anche se adesso stavo con Louis, il mio giudizio sul fatto che
era
estremamente disordinato non cambiava di sicuro, anzi,
tutt’altro.
Rientrò
in stanza qualche minuto dopo, e stava a
torso nudo con la maglietta poggiata sulle spalle. Lo guardai
mordendomi il
labbro alla vista del suo fisico. Mi piaceva, decisamente.
–Bene macho, andiamo
a dormire ora!- tolse i pantaloni. Ormai per me era abitudine vederlo
in boxer,
lo faceva anche quando non stavamo insieme, e prima mi dava parecchio
fastidio.
Era una sua abitudine dormire così. Ora come ora.. non mi
dispiaceva affatto!
Mi
buttai sul letto, lasciando accesa solo la
piccola luce del comodino, e vidi Louis che mi raggiunse qualche minuto
dopo,
distendendosi vicino a me. –Come siamo di fretta oggi!-
ridacchiò dandomi un
bacio nella fronte.
-Sono
stanca morta!- ammisi nascondendo la testa
sotto il cuscino.
-Mi
prometti che domani eviterai di distruggermi la
testa?- evidentemente si riferiva al fatto che quella mattina gli avevo
praticamente tolto il cuscino dalla testa con tutta la violenza che
avevo in
corpo, fino a fargli male. Ridacchiai appena, e poi gli stampai un
bacio sulle
labbra.
-Buona
notte, Lou.- sussurrai a fior di labbra, poggiando poi la testa
sul cuscino, e lasciandomi attorniare la vita dalle sue mani. Misi la
schiena
contro il suo petto, e sentii la sua mani poggiata sulla mia pancia.
–Buona
notte piccola Arya.- sussurrò lui al mio orecchio,
baciandomi la guancia, prima
di spegnere la luce.
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Capitolo 13 *** chapter 13. ***
Agosto
era ormai alle porte.
Luglio
era finito da qualche giorno, ed erano
passati almeno una decina di giorni da quel bacio. Sì, quel
bacio che diede
inizio alla storia mia e di Louis, eppure mi sembrava di stare con lui
da
un’eternità. Di recente avevamo deciso con Zoe e
Zayn di fare una vacanza, si,
solo noi quattro, in una piccola località
dell’Inghilterra.
Bradford.
Distava
un bel po’ da Londra, ma avevamo voglia di
passare tre giorni in una nuova città, e a divertirci in
giro per l’hotel.
Avevamo prenotato un bellissimo hotel a quattro stelle, con tanto di
piscina e divertimenti
vari, ed eravamo certi che avremmo passato una bella vacanza, anche se
saremmo
stati lì pochissimo. Partimmo quella mattina, precisamente
alle sette, e fu
qualcosa di assolutamente straziante, ma erano tre ore di strada da
Londra a
Bradford, quindi eravamo costretti a svegliarci presto. Decidemmo di
partire
con un treno, non potendoci permettere il costo dell’aereo, e
alle otto e mezza
circa eravamo già lì alla stazione pronti a
prendere il treno che, per colpa di
Zayn e Zoe, stavamo per perdere, ma fortunatamente ci ritrovammo
lì senza
nessun problema.
-La
prossima volta evitate di chiudervi in bagno,
grazie!- disse Louis, poggiando la valigia nello scompartimento in
alto, e ci
sedemmo nei sedili. Erano quattro sedili. Due di fronte agli altri due,
e io mi
sedetti vicino a Louis, proprio come Zoe si sedette vicino a Zayn, e
immediatamente poggiai la testa sulla spalla del mio ragazzo,
reclamando una
bella dormita, della quale avevo proprio bisogno. Probabilmente quelle
tre ore
passarono senza che nessuno di noi se ne accorgesse. La prima ora
rimanemmo lì
a parlare del più e del meno, come era nostro solito fare, a
ridere e a
scherzare, per il resto del viaggio tutti e quattro ci addormentammo,
stremati
dalla nottata precedente.
Tutti
avevamo dormito pochissime ore, ed era il caso
di riposare viste le circostanze.
Ci
svegliammo proprio mezz’ora prima che il treno si
fermasse indicandoci che eravamo arrivati a Bradford, la nostra tanto
attesa
destinazione. Mi sembrava davvero di aver dormire per giorni e giorni,
eppure
erano passate solo due ore. Ci alzammo tutti, e prendemmo le nostre
valigie per
scendere dal treno con una velocità impressionante.
Già dalla stazione
pensavamo che quella città era davvero diversa dalla nostra
Londra.
-Ahh,
finalmente!- appena scese, Louis, si
stiracchiò emettendo uno strano rumore con la bocca, e lo
zittii
immediatamente. –Fai piano, mica stai a casa tua!- risi.
Tutti insieme
cominciammo a incamminarci verso quello che doveva essere il nostro
hotel.
Eravamo un tantino spaesati, ma comunque era qualcosa di estremamente
divertente.
-Ce la
faremo mai a trovare l’hotel?- chiese Zayn
che teneva la mappa della città tra le mani e la girava e
rigirava
continuamente cercando di capire quale fosse la direzione giusta.
–Idiota, è
così.- disse Zoe girandogli dal lato giusto la mappa, e
ridemmo tutti.
-Beh,
sta di fatto che non ci capisco lo stesso
nulla.- disse poi lui.
Louis
gli strappò la mappa dalle mani, facendo
roteare gli occhi.
-Lascia
fare a me imbranato!- disse poi Louis
guardando l’oggetto di carta davanti a sé.
–Hey, avete finito con gli insulti?-
sbraitò Zayn facendo il finto offeso.
-Te li
meriti.- rispose Zoe sorridendo.
Io mi
avvicinai a Louis per guardare la mappa, e
alla fine l’hotel non distava poi così tanto da
dove ci trovavamo noi, appunto
per quello arrivammo lì una quindicina di minuti dopo.
–Vedi? Sei imbranato,
era semplicissimo arrivarci!- sentenziò Louis a Zayn.
-Vabbè,
non ti vantare ora!- borbottò poi lui, dando
uno spintone quasi a Louis. –Non ti picchio solo
perché siamo in un hotel.-
disse poi.
Uno dei
fattorini ben vestiti dell’hotel ci consegnò
le chiavi, e solo in quel momento mi accorsi di quanto fosse
spettacolare il
posto in cui ci trovavamo. Davvero lussuoso.
E lo
erano anche le stanze in cui ci ritrovammo
qualche minuto dopo con le valige depositate ai piedi del letto. Zoe e
Zayn
dormivano in una stanza, e io e Louis in un’altra
così ognuno di noi poteva
avere la propria privacy. –Ragazzi, vi va se cominciamo con
un bel bagno nella
piscina dell’hotel per rilassarci?- propose Zayn mentre
cingeva le spalle di
Zoe con il braccio. –Si, va bene!- risposi io.
-Ci
vediamo nella Hall fra mezz’ora, non perdete
tempo eh!- disse poi il ragazzo di fronte a me, che entrò
poi nella sua stanza
con mia sorella tra le braccia. Io e Louis entrammo nella nostra
stanza, e
subito mi buttai nel letto. –Ahhh, un letto!- dissi vedendo
che poi lui si
sedette proprio al mio fianco, carezzandomi i capelli.
-Mh, un
bel bagno in piscina è proprio quello che ci
vuole.- disse lui, chinandosi verso di me, e facendo scontrare i nostri
nasi.
-Ma me
lo dai un bacio?- chiesi. Mi sfiorò le labbra
delicatamente prima di stringermi i fianchi. –Ok, ora
possiamo mettere il
costume!- risi, alzandomi di scatto dal letto e aprendo la mia valigia,
e
cominciando a svuotarla per cercare ciò di cui avevo
bisogno, e lo stesso fece
Louis.
Afferrai
un costume, prima di correre verso il bagno
per potermi cambiare, e ne uscii fuori qualche minuto più
tardi con il mio
costume bianco e nero, e subito mi guardai allo specchio.
-Mh,
come mi sta?- chiesi voltandomi verso Louis che
era rimasto a fissarmi, quasi attonito. –Non
c’è motivo nemmeno di
chiedermelo!- disse venendo dietro di me per afferrarmi dai fianchi.
Anche lui
aveva indossato il suo costume, e stava proprio a torso nudo in quel
momento,
così feci per voltarmi verso di lui, e mi ritrovai
nuovamente a baciarlo,
mentre facevamo scontrare i nostri nasi.
-Sei
pronta per fare un bel bagno in piscina?-
chiese.
-Decisamente,
ne ho bisogno!- risposi poi.
-Sei
bellissima così..- il rumore di qualcuno che
bussò alla porta, ci fece sobbalzare, rompendo quel
magnifico momento che si
era creato.
-Voi
due! Uscite fuori, che noi siamo pronti!- la
voce di Zoe si riconosceva perfettamente. –Ma non eravamo
rimasti che ci
vedevamo tra mezz’ora in Hall?- chiese Louis aprendo poi la
porta e
ritrovandosi Zoe e Zayn proprio appoggiati allo stipite della porta.
-Ci
andava di rompervi un po’- risero entrambi.
-Aspettate,
metto dei pantaloncini, prendo la borsa,
e andiamo!- feci tutto il pochissimi secondi, ritrovandomi poi pronta
per
scendere giù nella magnifica piscina dell’hotel.
Scendemmo dall’ascensore, fino
ad arrivare in quel giardinetto che ospitava la piscina e
un’altra ventina di
persone in quel momento. Trovammo quattro sdraio e lasciammo
lì le nostre cose.
–Ok, io mi butto subito!- disse Zayn, togliendosi
immediatamente la maglietta
senza nemmeno aspettare due secondi, e fu così che
già lo ritrovai a mollo in
acqua. Anche Zoe fece lo stesso, proprio per raggiungere il suo
ragazzo, ma io
e Louis rimanemmo lì ancora due minuti, mentre io sistemavo
le nostre tovaglie.
Il sole splendeva alto sopra le nostre teste, e sicuramente era il caso
di
mettere una crema protettiva. –Amore, vieni qui.- dissi
chiamando Louis,
facendolo venire verso di me. –Mettiamo la crema?- chiesi.
Sembravo quasi una mamma con il suo piccolo bambino.
-No
mamma, non voglio!- disse Louis affermando la
mia teoria.
-Va
bene, se stasera poi ti ritrovi tutto rosso e
nemmeno puoi muoverti, ne riparliamo!- rimisi tutto dentro la borsa,
sedendomi
in una sdraio, mettendo gli occhiali da sole. Louis stava in piedi a
bordo
piscina, osservando com’era la situazione.
Quel
momento mi parve perfetto per poterlo spingere
giù nella piscina, l’avrei vendicato per tutte
quelle volte in cui mi faceva
dispetti. Mi alzai così da dove ero seduta, avvicinandomi
lentamente verso di
lui.
Lo
spinsi con tutte le forze che avevo in acqua
vedendo Zayn che scoppiò a ridere dopo essersi visto tutta
la scena. Risi anche
io, vedendolo che boccheggiava. –Questa me la paghi!- disse.
-Davvero?
E come?- chiesi mettendo le mani nei
fianchi con aria di superiorità. Mi preoccupai appena lo
vidi salire dalla
scaletta della piscina, correndo verso di me. Non ebbi il tempo di
scappare, e
così mi ritrovai in braccio a Louis, quasi urlando, senza
pensare alle persone
che c’erano accanto a noi. Non passarono molto secondi che
Lui mi buttò in
acqua. Uscii fuori la testa quasi boccheggiando.
-Sei
stronzo! Vieni qui subito!- dissi accorgendomi
poi di avere ancora gli occhiali da sole. Mi raggiunse senza che io me
ne
accorgessi, e mi prese da dietro facendomi trasalire quasi, e mi voltai
verso
di lui.
-Stronzo!-
dissi mettendo il broncio mentre lui
rideva.
-Sei
stata tu a cominciare!- rispose.
-Che
significa? Era per vendicarmi del passato.-
risi.
-Davvero?
Ah, allora è finita.- disse cercando di
fare il serio, allontanandosi così da me. Lo afferrai per un
braccio,
avvicinandolo di nuovo, e guardandolo fisso negli occhi. –Non
dirlo nemmeno per
scherzo, sai che non posso stare senza di te.- sussurrai con un sorriso.
-Allora
rimango?- chiese, e io annuii semplicemente,
prima di ritrovarmi totalmente travolta dagli schizzi di Zoe e Zayn in
quel
momento. Avevano un talento innato: sapevano perfettamente distruggere
i
momenti romantici. Io e Louis ci voltammo verso di loro con sguardi
minacciosi,
prima di ritrovarci praticamente su di loro, quasi per assalirli.
Cominciò una
sorta di guerra lì in acqua, fatta di schizzi e grida, ma
come sempre sembrava che
ci stessimo divertendo, e anche fin troppo probabilmente.
–Ok, calma, pace!-
disse Zayn ormai accecato dagli schizzi dell’acqua.
–Vorrei avere ancora un
fidanzato che ci vede!- rise Zoe, abbracciandolo. –Io rientro
dentro, mi si sta
raggrinzendo la pelle!- dissi guardando le mie mani, e dirigendomi
verso la
scaletta della piscina, fino a quando non sentii le mani di Louis
prendermi,
buttandomi di nuovo in acqua verso di lui. –Dove cerchi di
andare, ah?-
ridacchio, sussurrando al mio orecchio, prima di baciarmi il collo
dolcemente.
-Volevo
prendermi un po’ di sole- risi, voltandomi
per stampargli un bacio sulle labbra. –Ok, allora ti
autorizzo a farlo.- mi
diede subito dopo una piccola pacca nel sedere che quasi mi fece
sobbalzare.
-Hey!
Piano con il mio culo!- risi, e lo fece anche
lui.
Mi
diressi verso la mia sdraio, distendendomi così,
bagnata per com’ero, indossando gli occhiali da sole, e
qualche minuto dopo
notai che anche Zoe mi stava raggiungendo, e si mise proprio al mio
fianco. –Ci
voleva questa vacanza.- ammise con un sospiro.
-Più
tardi abbiamo intenzione di fare un giro per la
città!- dissi poi.
-Si,
sono d’accordo, dovrò comprare qualcosa anche
qui!- rise.
Chiusi
gli occhi, lasciandomi cullare dai raggi del
sole, che quel giorno ricoprivano la città di Bradford,
quando fui interrotta
dall’arrivo di Zayn e Louis, che si fiondarono sulle sdraio
mie e di Zoe. Mi
scostai per fare spazio a Louis. –Dovete sempre interrompere
la pace!- disse
mia sorella, facendo lo stesso con Zayn.
-Volevo
prendermi il soleee.- borbottai.
-Ti do
fastidio?- chiese Louis.
-Sisi,
da morire!- ammisi con un sorriso.
-Anche
se faccio così?- si avvicinò appena al mio
collo, sfiorandomelo dolcemente con le labbra, facendomi quasi
ansimare. –Via,
non mi devi abbindolare così!- dissi allontanandolo da me.
-Mh, ma
io voglio baciarti!- si avvicinò di nuovo
poggiando le sue labbra sulle mie, premendo forte, come se non volesse
più
staccarsi, come se volesse rimanere così per sempre, e
probabilmente non
sarebbe stata una brutta idea. –Va bene, rimani qua.- risi,
facendogli
nuovamente spazio. Mi ritrovai le sue mani intorno alle spalle, e
sentii che mi
strinse forte a sé, mentre gli sfioravo il petto bagnato con
le mani.
-Dai
ragazzi, è ora di andare.- disse Zayn
osservando l’orologio che teneva nel polso. Erano
già passate due ore da quando
eravamo arrivati in piscina, e dovevamo andare a pranzare.
–Direi di fare prima
una doccia, e poi ci ritroviamo nella Hall! Questa volta senza nessuno
che
bussi alla nostra porta!- precisò Louis, prima di prendermi
per mano per
potarmi con sé nella nostra stanza. –Ho bisogno di
una doccia.- ammisi.
-Mh..
ti va di.. farla insieme?- chiese lui con aria
timida dopo aver chiuso la porta alle sue spalle. Mi voltai, e forse
fui
titubante per un momento, ed ero quasi indecisa sulla risposta da dare.
Forse
era il caso di farmi avanti, non che avrei fatto chissà che
cosa sotto la
doccia, ma magari.. mi avrebbe aiutato ad avere un po’ di
intimità con Louis.
Smisi
di pensare. –Beh sì.- sorrisi e lui fece lo
stesso, e ci dirigemmo entrambi verso il bagno. Tolsi i pantaloncini
che
indossavo, rimanendo in costume, e mi voltai qualche secondo dopo
ritrovandomi
Louis davanti che mi stringeva per i fianchi. Sentii poi le sue mani
avvicinarsi al laccio del mio costume, e feci un sorriso.
–Posso?- domandò,
come se volesse chiedermi il permesso di toglierlo, e io annuii
semplicemente,
facendo in modo che lui potesse slacciarlo. Mi strinsi a lui, facendo
scontrare
i nostri petti, e mi ritrovai a baciarlo nuovamente. Entrammo sotto la
doccia
con solo gli slip dei nostri costumi, aprendo il getto
d’acqua, ma ancora non
ci eravamo staccati da quel bacio. Sfiorai il suo costume, facendolo
scorrere
delicatamente giù. Stavo prendendo l’iniziativa, e
non era qualcosa che capitava
spesso, ma adesso mi sentivo completamente coinvolta in ciò
che stavamo
facendo, mi stavo facendo trascinare da un po’ di lussuria,
ma sapevo che non
mi sarei spinta oltre.
Mi
spinsi completamente contro di lui, sentendo la
sua intimità scontrarsi contro di me, e quasi rabbrividii a
quel contatto, e
poco dopo anche i miei slip finirono dall’altra parte
dell’enorme doccia in cui
ci trovavamo. Mi staccai dalle sue labbra con un sorriso.
-Che
c’è?- chiese carezzandomi i capelli ormai
bagnati.
-Non
so, mi sembra un po’.. strano. Non mi è mai
successo niente di simile.- ammisi.
-C’è
sempre una prima volta.- disse lui poi. Mi
girai, poggiando la schiena contro il suo petto. Sentii le sue mani
sfiorarmi
le gambe dolcemente, e portai la testa indietro, lasciandomi andare
sulla sua
spalla. Le sue mani stavano cominciando a percorrere il mio interno
coscia, e
non esisteva niente di meglio, la cosa mi piaceva da morire. Il suo
tocco era
delicato, e le sue labbra che sfioravano il mio collo proprio in quel
momento,
davano assolutamente un senso di ebbrezza alla mia mente. Presi le sue
mani
accompagnandole sul mio corpo, come per dirgli dove muoversi e come,
fino a
quando di sua spontanea volontà non le porto verso la mia
intimità, sfiorandola
delicatamente con due dita.
Ansimai
mordendomi forte il labbro, scontrandomi di
più contro di lui, fino a quando non mi girai nuovamente per
poterlo baciare,
ma sentii subito la mia schiena andare contro il marmo della doccia. Le
mani di
Louis continuarono a sfiorarmi dolcemente, e le sue dita stavano
vagando per
esplorare ogni singola parte del mio corpo, fino a poggiarsi
delicatamente sul
mio seno. Dopo ciò, avvicinai le mie mani ai suoi fianchi,
massaggiandogli poi
l’inguine, in modo alquanto provocante, fino ad avvicinare la
mano al suo
membro, sfiorandolo piano con le unghie, e sentendolo gemere a fior di
labbra,
mentre si preoccupava di avvicinarmi a sé, stringendomi per
la vita. Lo sfiorai
nuovamente, questa volta con i polpastrelli, ed evidentemente era una
cosa che
gli piaceva da impazzire.
-Uh, mi
fai diventare scemo così.- disse, sorridendo
maliziosamente.
-Anche
tu l’hai fatto prima con me.- risi.
Allontanai
le mani, e lo fece anche lui, dopo avermi
dato un semplice bacio sulle labbra. Sentii ancora le goccioline
d’acqua
riempire il mio corpo, e stare con Louis nella doccia era qualcosa che
mi
faceva stare davvero bene, e mi rilassava. –Però,
non pensavo fosse così figo
provocarti.- ridacchiai, poggiandogli le mani attorno al collo, facendo
per
avvicinare il suo viso al mio. –E non pensavo fosse
così divertente provocare
te!- disse lui in tutta risposta. Rimanemmo in doccia ancora una
manciata di
minuti, dandoci qualche toccatina fugace di tanto in tanto, seguita da
qualche
bacio.
-Dai,
andiamo, sennò non riusciamo ad arrivare in
tempo per il pranzo.- disse lui, aiutandomi ad uscire dalla doccia.
Presi due
asciugamani bianchi, e li mettemmo entrambi attorno al corpo, per
poterci
coprire. Legai i lunghi capelli castani con un elastico, in attesa di
doverli
asciugare. Mi guardai allo specchio, e notai Louis a torso nudo dietro
di me.
–Beh, non ti ho ancora fatto i complimenti per il fisico.-
risi.
-Eppure
stiamo insieme da più di dieci giorni, no?-
disse baciandomi la guancia, prima di uscire dal bagno, dirigendosi
verso la
valigia per prendere il necessario. Sciolsi i capelli, per poterli
asciugare.
-Io
pure devo asciugarli.- disse Louis mettendo il
broncio.
-Vuoi
che lo faccio io?- ridacchiai.
-Si
dai!- rispose contento. Risi nuovamente, prima
di prendere il phon per potergli asciugare i capelli proprio come li
voleva
lui. Era molto più difficile di quanto pensassi, visto che
aveva un taglio di
capelli davvero strano. Passarono così almeno dieci minuti
solo per poter
sistemare i capelli di Louis, che però a toccarli erano
lisci come la seta.
–Ok, ora vai, che devo asciugare i miei!- dissi.
-Grazie
piccola.- disse stampandomi poi ancora una
volta un bacio in guancia prima di ritornare nella camera da letto.
Asciugai i
miei capelli, legandoli poi in una treccia, e lasciandola ricadere di
lato
sulla spalla. Raggiunsi Louis, lasciandomi scivolare via
l’asciugamano, e
indossando dell’intimo, e subito dopo dei jeans e una
maglietta tanto per poter
stare comoda almeno per il pranzo. Misi un paio di converse, e sistemai
appena il
trucco. –Okay, sono pronta.- dissi poi.
-Abbiamo
ancora cinque minuti!- disse lui sedendosi
sul letto, e il mio istinto mi disse proprio di raggiungerlo, e lo
feci,
avvicinandomi a lui con fare malizioso e sedendomi poi sulle sue gambe.
–Pensavo ad una cosa.- mi disse carezzandomi il viso.
-Cosa?-
domandai.
-Che
sei bella.- ammise. Scoppiai a ridere,
scuotendo la testa in segno di disaccordo. Non credevo per niente di
essere
bella, non lo pensavo proprio, eppure Louis continuava a ripetermelo
incessantemente da quando stavamo insieme. –Smettila,
è la verità.- disse lui
con un sorriso, cominciando a solleticarmi la pancia. –Dai,
non cominciare!-
dissi tenendolo dai polsi. –Mh, volevo semplicemente sentire
quanto sono belli
i tuoi fianchi!- ridacchiò.
-Si,
comincia a muoverti, che scendiamo giù a
pranzo!- dissi alzandomi, e prendendogli la mano aiutandolo ad alzarsi
da lì,
mentre lo sentivo mugugnare e lamentarsi. –Smettila dai!-
risi.
Uscimmo
dalla porta della nostra stanza, in modo da
poter raggiungere Zayn e Zoe che sicuramente erano già nella
Hall dell’hotel ad
aspettarci.
Quei
tre giorni sembrarono volare così
improvvisamente, come se niente fosse, e nessuno di noi aveva voglia di
tornare
a casa, per primi io e Louis. In quei giorni eravamo liberi di fare
qualsiasi
cosa, non avevamo alcun problema, e nessuno doveva nascondersi dagli
sguardi di
mio padre, ma adesso tutto sarebbe ritornato come prima. Era ormai
agosto
inoltrato, e lui presto sarebbe dovuto andare in ferie, e
ciò mi rendeva ancora
più nervosa, perché l’avrei avuto in
casa ogni singolo momento della giornata,
e questo preoccupava parecchio me e Louis. Era qualcosa di
assolutamente
negativo. Io e Louis eravamo svegli da circa dieci minuti, e stavamo
nel letto
nel tentativo di riuscire ad alzarci da lì, ma ogni sforzo
era vano. –Oggi si
torna a casa..- sussurrò lui con la voce impastata dal
sonno. Io ansimai, quasi
piagnucolando, e coprendomi la testa con il cuscino, come se non
volessi
sentire quelle parole davvero fastidiose. Casa. Già solo
quello mi rendeva
nervosa.
-Non si
può rimanere qui per sempre?- chiesi facendo
sbucare appena la testa per guardare Louis che stava disteso a pancia
in su,
con le mani dietro la testa. Pensai intanto che era tremendamente bello
in
quella posizione, specialmente a torso nudo.
-Fosse
per me, potrei pure trasferirmi qui-
ridacchiò, avvicinando il viso al mio, e lasciandomi una
carezza.
Quei
tre giorni erano trascorsi nel migliore dei
modi.
Shopping,
piscina, risate, e nient’altro. Insomma,
le cose che più mi divertivano. Stavamo svegli fino a tarda
notte a parlare
nella stanza di Zayn e Zoe, e a fare gli scemi, proprio come sempre, e
quasi
tutto ciò mi fece pensare al periodo prima di stare con
Louis. Da quando lui
era arrivato, la mia vita aveva preso una svolta assolutamente
decisiva, e
quasi non mi sembrava vero. Da anni aspettavo che qualcosa mi facesse
cambiare
aria, e la persona che credevo stesse solo rovinando la mia vita,
l’aveva
cambiata improvvisamente.
-Ci
alziamo?- chiese poi, dopo che io avevo socchiuso
di nuovo gli occhi.
-Non ho
voglia.- borbottai sorridendo, e
ritrovandomi le labbra di Louis sulle mie. Tolsi il lenzuolo di dosso,
stiracchiandomi in maniera scomposta. –A che ora è
il treno?- chiesi.
-Alle
due del pomeriggio, e sono le undici.- rispose
alzando il busto, passandosi una mano sui capelli. Mi alzai pure io,
aggrappandomi alla sua schiena, e poggiando la testa sulla sua spalla.
Sentii
le sue mani poggiarsi sulle mie, carezzandole dolcemente.
–Susu piccola!- disse
facendomi alzare. Mi alzai, con quelle poche forze che avevo in corpo,
e la
voglia di prepararmi era davvero pochissima, ma non avevo altra scelta
quel
giorno. Era già tardi, calcolando che all’una
dovevamo già essere alla
stazione, e dovevamo preparare ancora tutte le valigie.
Fu
un’impresa abbastanza ardua, eppure riuscimmo a
farcela. In meno di due ore eravamo già tutti svegli, con le
valigie pronte, ma
poco felici di ritornare a casa. Zoe e Zayn erano quelli che erano
più
assonnati di tutti, probabilmente perché la sera prima si
erano dati alla pazza
gioia, come avevano previsto di fare. La strada verso la stazione parve
quasi
infinita, e le mie gambe non riuscivano a reggere la strada.
In quei
giorni avevo camminato fin troppo. Le strade
di Bradford erano lunghe, e interessanti, e ti portavano quasi a non
volerti
fermare mai. Avevo la valigia che stava quasi esplodendo, avevo molto
più cose
di quanto ne avessi già all’andata, e
così anche Zoe.
-Ho
sonno.- sussurrò Zoe poggiandosi sulla mia
spalla, proprio mentre ci eravamo seduti, in attesa del nostro treno.
Piuttosto
stupiti, ci accorgemmo di essere in perfetto orario, anzi, addirittura
in
anticipo.
-Mancano
ancora tre quarti d’ora prima di salire sul
treno.- sbuffò Zayn, dopo aver guardato il suo orologio.
Carezzai
la testa di Zoe dolcemente, mentre
socchiudeva gli occhi poggiata su di me, e mi avvicinai a lei.
–Questo è perché
vuoi divertirti sempre troppo.- ridacchiai.
-Non
è vero!- mugugnò ancora con gli occhi chiusi,
accennando un sorriso.
Vidi
poi Louis mettersi vicino a me, stampandomi un
bacio sulla guancia, e poggiandosi sulla mia spalla. –Anche
tu? Suvvia, non
sono un cuscino!- risi, facendoli alzare entrambi. Provammo a rimanere
tutti
svegli, anche se la voglia di tornare a casa era assolutamente contro i
nostri sforzi.
Eppure
quel lasso di tempo, passò piuttosto in fretta, e ci
ritrovammo
nel treno, pronti per tornare a Londra, pronti per ritornare alla
normalità che
avevamo probabilmente lasciato alle nostre spalle qualche giorno prima.
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Capitolo 14 *** chapter 14. ***
I
giorni passavano veloci e fluidi, tra il caldo e
le giornate passate con Louis. Una settimana circa era passata dalla
nostra
piccola vacanza estiva che avevamo avuto il piacere di goderci, e
adesso il
ritorno alla realtà mi faceva uno strano effetto, e Londra
mi stava quasi
stretta adesso. Probabilmente casa mia mi stava stretta.
Era
tutto strano, specialmente quella sera. Sentivo
parecchio caldo, e nemmeno il venticello che proveniva dalla mia
finestra
risolveva qualcosa, anzi, tutt’altro, benché fossi
lì affacciata da un bel po’
di minuti. Louis stava al piano di sotto, probabilmente con suo padre.
Da
quando stavamo insieme parlavano sempre di meno, non so il motivo, ma
non
volevo che per colpa mia il loro rapporto si rovinasse, per questo
cercavo di
convincerlo a stare con lui. C’era un silenzio tombale in
quel momento. Zoe non
era nemmeno a casa, come sempre era da Zayn, e aveva trovato nuovamente
una
scusa per raggirare mio padre.
Ne
approfittai di quel silenzio e di quella pace per
poter aggiornare il diario. L’avevo abbandonato, scrivevo
molto poco, e
un’altra persona a cui pensavo in quel momento era proprio
Thomas. Chissà cosa
pensava di me adesso. Era ritornato da almeno sei giorni dalla sua
vacanza, e
ancora non eravamo riusciti a vederci. Mi mancava, e anche tanto,
riuscivamo
soltanto a parlare di rado al telefono, ma solo perché
dovevo raccontargli
tutto ciò che era successo con Louis negli ultimi giorni, e
sapevo che a lui
interessava tutto questo, e durante ogni singola telefonata ci
promettevamo che
ci saremmo visti presto, ma in realtà il tempo era sempre di
meno. Non volevo
però perderlo per Louis. Lui alla fine era sempre stato con
me, e sicuramente
avrebbe capito anche così.
Decisi
poi di non perdere altro tempo a pensare e mi
buttai sul letto, afferrando il mio diario, e la solita penna che usavo
per
scrivere lì.
Caro
Diario,
spero
tu stia
bene. Io? Io sto anche fin troppo bene. La mia vita è
cambiata, tutto è
cambiato, tutto nuovo. Davvero è così? Non posso
crederci. Ricordi quando a
dicembre ti scrivevo che volevo qualcosa di nuovo? Qualcosa che mi
avrebbe
sconvolto totalmente! Ecco, è arrivato, è proprio
Louis e forse non ti immagini
nemmeno quanto sia bello stare con lui. Anzi, vorrei proprio che
immaginassi.
Sono passati circa una ventina di giorni da quando ci siamo fidanzati,
sì, da
quel fatidico bacio, e io mi sento sempre più felice con
lui. Ma sai caro
diario.. sento che in noi manchi qualcosa per completarci. Vorrei
capire cosa.
Forse..
dovrei
davvero farmi avanti.
E per
farmi
avanti sai perfettamente cosa intendo.
Non mi
importa
se è troppo presto. Sento che.. lui è quello
giusto. Lo sento davvero! Non
voglio sbagliarmi questa volta, non come ho fatto in passato, ma
davvero,
voglio buttarmi così a capofitto e tentare la fortuna.
Andrà bene, o almeno
voglio che vada bene.
Vorrei
tanto
che tu potessi parlare, sarebbe tutto diverso.
Adesso
vado,
tra poco ritornerà Louis, e voglio stare con lui, anche
perché papà e Bill tra
poco andranno a dormire, ed è uno dei pochi momenti
disponibili che abbiamo per
stare insieme.
A
presto.
Tua,
Arya.
Riposi
il diario nel cassetto, chiudendolo per bene,
e poi mi distesi nel letto cominciando a pensare, soprattutto a quello
che
avevo scritto.
Mi
rigirai più volte una ciocca di capelli tra le
dita, anche se volevo che fosse Louis a massaggiarmi dolcemente i
capelli in
quel momento, ma ancora non era ritornato su in camera. Sicuramente
aspettava
che tutti andassero a dormire. Quella sera sentivo una strana
sensazione che mi
pesava maledettamente sullo stomaco, fino a farmi sentire quasi male,
ma non
capivo cosa era. Louis non mi aveva mai chiesto nulla, ma adesso avevo
cominciato a farmi mille problemi, per quale motivo?!
A farmi
distrarre da qualsiasi pensiero, furono
delle voci che mi avvisarono sul fatto che Bill e mio padre stessero
andando a
dormire e che evidentemente Louis era pronto ad entrare in camera, e fu
così
proprio qualche minuto dopo.
-Piccola.-
sentii lui che sussurrava per non far
rumore, e chiuse la porta lentamente prima di sedersi ai piedi del mio
letto.
-Sono
andati a dormire?- chiesi, e lui annuì.
-Quindi
ora sei tutto mio!- dissi alzando il busto e
fiondandomi su di lui, cingendogli il collo con le braccia, prima di
lasciargli
proprio lì un bacio. Prese il mio viso dal mento, baciandomi
dolcemente sulle
labbra, prima di avvicinarmi maggiormente a sé.
-Che
facevi?- chiese.
-Nulla,
ho scritto nel diario, e niente, stavo nel
letto a pensare.- risposi, e lui alzò il sopracciglio.
-A cosa
pensavi?-
-Un
po’ a tutto.- dissi. –A quanto la mia vita sia
cambiata, a te, e.. anche a Thomas, sai, mi manca, ma non abbiamo mai
tempo per
vederci.- continuai poi sbuffando, e poggiando la testa sulla sua
spalla.
-Beh,
quando me lo farai conoscere?- lo guardai
stralunata.
-Ma..
tu non eri quello che diceva che era gay?- risi.
-Sì,
ma si può sempre cambiare idea!- mi stampò un
bacio sulla tempia, prima di farmi sedere proprio sulle sue gambe, e
cominciando a giocare con i miei capelli. Sentii le sue mani cullarmi,
ed era
una sensazione a dir poco divina, un po’ come quando mi
guardava negli occhi e
io mi perdevo in quell’oceano blu che tanto mi piaceva.
I suoi
occhi mi facevano sempre pensare al nostro
primo vero bacio.
Era
qualcosa che non riuscivo a dimenticare, e che
continuava a balenarmi nella testa, perché era stato proprio
grazie a quegli
specchi celesti che il mio giudizio su di Louis era cambiato.
Improvvisamente
quando lo guardai negli occhi, il giudizio negativo che avevo su di
lui, cambiò
improvvisamente, e tutto si mutò anche quando sentii le sue
labbra sulle mie, e
le sue mani attorno ai miei fianchi, era una sensazione divina.
-Mi fai
ridere quando sei trasognante!- disse
ridendo carezzandomi il viso. –Stavo pensando ai tuoi occhi,
non rompere.-
rise.
Mi
baciò di nuovo, e io poggiai una mano sul suo
capo, baciandolo con più passione, sentendo le nostre labbra
farsi sempre più
umide sotto il tocco di quel bacio. Presi le sue mani intrecciandole
poi con le
mie, e stringendole forti.
-Hey
piccola, non scappo.- disse ridendo a fior di
labbra.
-Davvero?-
chiesi.
-Certo.-
sorrise appena, prima di carezzarmi
dolcemente la mano con un dito, ma io continuavo a tenerlo.
-Non
potrei mai.- disse poi avvicinandosi al mio
orecchio, e baciandomi delicatamente il collo. Quel punto mi piaceva,
così
scostai appena il collo verso sinistra facendo spazio alle sua labbra,
che
percorrevano dolcemente la mia pelle, inumidendola appena.
Sorrisi,
voltando il collo per poter incontrare il
viso di Louis, baciandolo con trasporto, spingendolo appena contro il
letto. Mi
misi più comoda su di lui, sentendo le sue mani poggiarsi
sui miei fianchi,
insinuandosi sotto la maglietta del mio pigiama. Rabbrividii al
contatto con la
sua pelle calda. I suoi polpastrelli sfioravano la mia schiena,
percorrendo
tutta la spina dorsale, fino ad arrivare al mio fondoschiena. Mi spinsi
appena
contro il suo bacino, e notai subito che c’era un certo
calore da quelle parti,
e una pressione che spingeva contro i suoi pantaloni. Mi staccai appena
dal suo
viso, mordendomi il labbro.
-Ho
voglia di te.- sussurrai.
Immediatamente
poggiò le mani entrambe sul mio
fondoschiena, spingendomi più forte contro di sé,
e quasi ansimai appena,
mordendogli il labbro inferiore, e poggiando le mani sul suo collo,
prima di
lasciargli un bacio. Senza parlare, lo spinsi con la schiena sul letto,
facendolo poggiare per benino. Mi distesi completamente su di lui,
baciandolo
con passione e sentendo le nostre lingue che si toccavano e sfioravano
con
foga. Mi spinsi contro di lui ancora una volta, vedendolo che
cambiò posizione
subito dopo, mettendosi su di me. Aprii le gambe per fargli spazio, e
subito
sentii il suo bacino caldo scontrarsi contro il mio, e mi
provocò ancora una
volta un brivido meraviglioso.
Insinuai
la mano sotto la sua maglietta, giocando
appena con il lembo dei suoi pantaloni, prima di carezzargli il petto e
alzandogli sempre di più la t-shirt, fino a quando non
gliela tolsi
completamente lasciandolo a torso nudo lì. Mi avvicinai al
suo petto baciandolo
appena, e percependo il calore della sua meravigliosa pelle.
Quelle
poche parole che dissi qualche minuto prima
fecero intendere a Louis ciò che volevo quella sera, e senza
troppi termini ma
semplicemente con uno sguardo intuii le mie intenzioni, forse non
ancora troppo
sicuro.
Mi
tolse la maglietta subito dopo, e i nostri petti
si scontrarono immediatamente, mentre le nostre labbra continuavano a
toccarsi.
I nostri respiri si scontrarono tra di loro, già affannati e
tesi, fino a
quando Louis non mi sorrise dolcemente.
-Piccola,
sei sicura di volerlo.. davvero fare?-
chiese. Quella domanda riecheggiò nella mia mente. Ero
davvero sicura? Non mi
era mai successo niente di simile, ma dovevo provare, e lui.. si volevo
che la
mia prima volta fosse con Louis. Dopo pochi secondi di riflessione,
annuii,
fiondandomi di nuovo sulle sue labbra. Le sue mani subito dopo
cominciarono a
giocare con il gancio del mio reggiseno, fino a quando non mi ritrovai
a petto
nudo. Le sue labbra cominciarono a scorrere sulla mia pelle, prima
baciandomi
il collo, fino ad arrivare al petto, e dopo aver preso con una mano il
mio seno
lo baciò delicatamente, facendomi salire un brivido in tutta
la schiena, che mi
fece inarcare, gemendo piano.
Pensai
poi che non potevo gemere forte, altrimenti
mio padre ci avrebbe scoperto, ma quello adesso era l’ultimo
dei miei problemi.
Si
abbassò di più verso di me, fino ad arrivare ai
miei pantaloncini, che tolse senza troppi riguardi, lasciandomi in
slip, e a
quel punto pensai che era il caso di fare lo stesso. Feci scorrere la
mano
verso i suoi pantaloni, e li tolsi immediatamente, sentendo subito una
pressione che si scontrava contro i suoi boxer, e ciò mi
divertiva molto.
Insinuai così una mano dentro i suoi slip, sfiorandogli il
membro e sentendolo
gemere appena contro le mie labbra. Sorrisi maliziosa, prima di
riprendere a
giocare con la sua intimità, e subito dopo lui
contraccambiò togliendo i miei
slip e passando una mano sulla mia femminilità, insinuando
due dita facendomi
gemere più forte di prima, ma cercai di soffocare i rumori
con dei baci, evitando
di poter quasi urlare.
Sentii
le sue dita muoversi dentro di me e parve una
sensazione a dir poco sublime.
Dopo
una buona manciata di minuti che ci eravamo
divertiti a stuzzicarci in modo divertente e rilassante sembrava esser
arrivato
il momento di passare al momento “clou” della
situazione. –Louis.. la
protezione.- gli ricordai. In quel momento mi sentivo assolutamente
alle stelle
eppure non avevamo nemmeno cominciato, anche se sapevo che avrebbe
fatto
piuttosto male all’inizio. Si alzò dal letto per
raggiungere una delle sue
borse, estraendo fuori una piccola bustina colorata.
-Ti
porti i preservativi con te?- risi, vedendolo
ritornare sul letto.
-Non si
sa mai, è sempre meglio tenerli dietro,
speravo di trovare qualche bella ragazza venendo a Londra.. e in
effetti è
stato così, no?- disse avvicinandosi a me e baciandomi
dolcemente, dopo aver
messo la protezione, e avvicinando il suo membro alla mia
intimità.
-Ok,
stai tranquilla.. se.. fa male dimmelo.- disse
poi con un sussurro.
Io
annuii semplicemente e deglutii subito dopo, e
ammetto che in quel momento ero un po’ in ansia e nervosa.
Una pressione spinse
contro l’apertura della mia intimità, e
inizialmente faceva forse fin troppo
male, così mi aggrappai alla schiena di Louis, stringendomi
forte mentre
spingeva contro di me. Strinsi i denti, graffiando quasi la sua schiena
con le
unghie dal dolore, eppure era un dolore che si sarebbe trasformato in
piacere,
ne ero certa. Ansimai appena, cercando di trattenere i gemiti di
dolore,
altrimenti davvero quella volta mio padre ci avrebbe scoperto e io non
volevo
proprio. La velocità delle sue spinte aumentavano
gradualmente, e il dolore
diminuiva sempre di più trasformandosi in piacere e la cosa
adesso stava
cominciando a piacermi molto di più.
Spinse
fino in fondo dentro di me, e inarcai la
schiena gemendo, e fiondandomi sulle sue labbra per baciarlo con
trasporto e
facendo in modo di soffocare i miei ansimi, e soprattutto i suoi.
Era
qualcosa di meraviglioso.
Qualcosa
che mi faceva stare bene, e farlo con Louis
probabilmente era una delle cose più belle che potesse mai
esistere. Mi strinsi
maggiormente a lui sentendolo più forte e più
veloce mentre si muoveva dentro
di me, e quel calore che sentivo era tremendamente bello. Il dolore
ormai era
quasi del tutto sparito, e sembrava di essere quasi in paradiso. Mi
spinsi
contro il suo membro quasi involontariamente, aprendo sempre di
più le gambe.
Poggiò le sue labbra contro il mio seno facendomi godere
maggiormente, e
sembrava quasi un gioco meschino che volesse farmi.
Sembrò
durare tutto minuti infiniti, qualcosa che
sembrava stesse rimanendo per sempre davvero, fino a quando entrambi
non
venimmo quasi nello stesso momento, lasciandoci andare in gemiti di
piacere
mentre le nostre labbra erano attaccate l’una con
l’altra. I nostri respiri
erano affannati, e dopo qualche altra spinta sentii Louis uscire da
dentro di
me, accasciandosi al mio fianco, ed entrambi cercammo di riprenderci,
io per
prima che in quel momento sentivo tutto bruciare, e lo stomaco
scoppiarmi
quasi. –Va tutto bene?- chiese.
-S..si..
è tutto ok, solo un po’ di dolori.-
sussurrai voltandomi verso di lui. Ero sudata, e lo era anche lui.
-E’
stato magnifico.- sussurrai poi con un fil di
voce.
Lui
sorrise carezzandomi il viso prima di baciarmi di
nuovo. Eravamo stanchi entrambi e ormai la mezzanotte era passata,
così ancora
con il fiatone decidemmo di addormentarci lì, abbracciati
come sempre,
lasciandoci andare sul mio materasso, dopo aver passato una delle
serate più
belle della nostra vita.
-COSA?!-
le urla di mia sorella mi fecero tappare i
timpani, e ormai avevano riempito un’intera stanza. Non
sapevo se la sua
reazione era positiva o negativa davanti alla mia notizia. Era doveroso
doverle
dire cosa era successo con Louis la notte prima, speravo che fosse
davvero
un’esclamazione positiva. –Io.. davvero?!- disse
mettendosi le mani davanti la
bocca fissandomi, e nascondendo un piccolo sorriso. Mi rassicurai, e
abbozzai
una piccola risatina anche io, voltandomi dall’altro lato
dopo che ero diventata
appena rossa.
-Beh
sì.- sussurrai dopo nascondendomi tra i lunghi
capelli castani.
-Non ci
credo!- sbottò lei ancora sconvolta.
-Davvero
Zoe! L’abbiamo.. fatto.- mi morsi il
labbro. Ogni volta che lo dicevo sentivo le farfalle allo stomaco, e
non era
una bella sensazione, perché mi faceva sentire quasi
nervosa, e non mi piaceva.
-La mia
piccola!- urlò poi saltandomi al collo per
potermi abbracciare.
-Dimmi
come è stato?- chiese tutta interessata.
Le
parole quasi mi tremavano, perché faceva
assolutamente uno strano effetto raccontarle ciò che era
successo con Louis.
Era qualcosa che però mi aveva fatto stare divinamente bene.
-Beh..
è stato favoloso.- risposi semplicemente,
assolutamente trasognante. Lei sorrise, prima di stamparmi un bacio
sulla guancia.
-Bene,
dopo ciò, vado a preparare la colazione!-
disse allegra più che mai. A volte a Zoe cambiavano le
giornate quelle notizie
che magari con lei c’entravano ben poco, eppure la rendevano
incredibilmente
felice ed iperattiva! Uscii anche io dalla sua stanza, controllando se
ci fosse
qualcuno da quelle parti, ma a quanto pare sia Bill che mio padre non
erano in
casa quel giorno. Per quanto ne potevo sapere il papà di
Louis stava cercando
lavoro qui a Londra, e ciò mi rassicurava parecchio. A quel
punto significava
che sarebbero rimasti con noi ancora per molto tempo. E
benché i primi tempi
per me sarebbe stato un suicidio, adesso non desideravo altro.
Mentre
ero assorta nei miei pensieri qualcuno mi
prese per i fianchi e sobbalzai subito, saltando quasi in aria. Mi
voltai, e
non poteva essere nessun altro se non Louis che scoppiò a
ridere davanti la mia
reazione.
-Stupido!
Lo sai che soffro il solletico nei
fianchi!- borbottai mettendo il broncio offesa. Lui
ridacchiò, prima di
prendermi dalle spalle per darmi un bacio sulla fronte.
-Come
posso farmi perdonare?- chiese, e io risposi
facendo spallucce e mantenendo ancora quella faccia offesa. Mi
passò una mano
sul fianco dolcemente avvicinandomi a sé per baciarmi.
-Hai
vinto.- dissi ridendo e tornando normale, ma
rimasi ancora lì abbracciata a lui per qualche minuto.
–Piaciuto ieri sera?-
chiese, passandomi due dita sulla guancia e guardandomi negli occhi,
dopo che
io annuii alla sua domanda con un sorriso a trentadue denti.
-Mh,
anche a me.- ammise baciandomi le labbra.
-Ora
vuoi fare colazione, o rimaniamo qui a vita?-
ridacchiai, e pochi minuti dopo ci ritrovammo già in cucina
pronti a goderci la
nostra colazione.
Fissavo
continuamente la mia tazza senza sosta, con
lo sguardo perso assolutamente nei miei pensieri, e probabilmente nei
ricordi.
Sorrisi appena, fino a quando non sentii Louis che mi chiamava. Alzai
lo
sguardo per guardarlo ed era proprio al mio fianco. –Tutto
ok?- rise.
-Sisi,
sto bene!- scoppiai a ridere pensando alla
mia faccia qualche secondo prima, e subito dopo lui si
avvicinò baciandomi la
guancia prima di bere il suo caffè caldo preparato da Zoe.
–E se oggi facessi
venire Zayn?- chiese poi mia sorella dopo essersi seduta di fronte a me
nel
tavolo della cucina. –Non sarebbe una brutta idea
sinceramente!- rispose Louis.
-Non
metterti in testa cose strane, io non ne faccio
orgie .- rispose Zoe guardando Louis, e sia io che lui scoppiammo a
ridere.
-Ma va!
Io voglio soltanto la mia piccola.- disse
mettendosi poi dietro di me e baciandomi una tempia dolcemente.
–Oh che
tenero.- risposi voltandomi per potergli dare un bacio sulle labbra.
-Va
bene, mentre voi fate i piccioncini, io vado a
telefonare al mio ragazzo.- ridacchiò Zoe prima di
scomparire nuovamente al
piano di sopra.
Rimasi
lì con Louis e dopo aver finito la mia
colazione, mi buttai insieme a lui sul divano come era nostro solito
fare la
mattina quando eravamo soli a casa, senza mio padre e Bill.
-Non
riesco a smettere di pensare a ieri sera.-
risi.
-Davvero?-
alla sua domanda annuii subito dopo,
ritrovandomi poi con le labbra incollate alle sue, stringendogli
dolcemente il
viso.
-Non te
ne andare mai.- sussurrai, mordendogli poi
il labbro inferiore.
-Non
voglio andarmene.- disse poi, mettendomi una
ciocca di capelli dietro l’orecchio, per potermi baciare una
guancia. Sorrisi
dolcemente, ma sobbalzai subito dopo sentendo la presenza di mia
sorella nella
cucina. –E poi eravamo noi che facevamo venire il diabete, eh
Louis?- disse Zoe
entrando, con le braccia conserte. Scoppiai a ridere diventando appena
rossa, e
ne approfittai per coprirmi il viso con un cuscino.
-Va
bene, stasera c’è una festa.. volete venire
oppure no?- chiese Zoe.
-Stasera?
Beh sì, sarebbe divertente! Che ne pensi?-
domandai voltandomi verso Louis mentre giocavo con una sua ciocca di
capelli.
Lui annuii, acconsentendo alla proposta di Zoe.
Quella
sera il nervosismo mi aveva presa
completamente.
Non
riuscivo a trovare niente di decente da poter
indossare, e detestavo quando era così. La mia camera era
diventata un campo di
battaglia e l’unica cosa che si vedeva erano tutti i miei
vestiti buttati sul
pavimento. Mi lasciai andare sul letto sbuffando. –Fanculo!-
sbottai.
Qualche
secondo dopo entrò Louis in camera rimanendo
sconvolto alla visione di quella confusione che c’era in
camera mia.
-E’
scoppiata una guerra, o cosa?- chiese ridendo.
-Non so
che mettere, ed è già tardi!- dissi,
cercando ancora un vestito carino da poter mettere, ma ancora niente
faceva al
caso mio.
-Metti
questo!- Louis afferrò un vestitino bianco
dai mille che erano buttati sul pavimento, e me lo porse.
-Non lo
so, sembro una balena con questo.- risposi
poggiandolo sul petto e voltandomi poi verso lo specchio.
–Smettila di dire
cazzate.- ribattè Louis. A quel punto sorrisi, e acconsentii
indossando subito
dopo il vestitino bianco che mi aveva consigliato, e stranamente non mi
stava
così male. Abbinai un paio di tacchi bianco, e mi guardi
ancora una volta allo
specchio, e notai il mio ragazzo seduto nel suo letto che continuava ad
osservarmi con la camicia appena sbottonata.
-Che
c’è?- chiesi ridendo.
-Nulla,
sei solo splendida, e in questo momento ti
riempirei di baci.- sussurrò alzandosi per venire da me.
-Te ne
concedo solo uno!- dissi avvicinandomi a lui
e poggiando le mani sul suo petto per poterlo baciare sulle labbra. Mi
misi
appena sulle punte, visto che ancora una volta i tacchi non davano
molto
effetto.
-Dai,
finisci di prepararti, che tra poco passa
Zayn.- disse dandomi un bacio poi sulla fronte.
In
tempo record riuscii a truccarmi e a sistemarmi i
capelli prima che Zayn potesse arrivare, e quella sera eravamo tutti
abbastanza
eleganti e belli, a partire da Louis che indossava dei pantaloni
bianchi e una
camicia nera, appena sbottonata, e mi piaceva da impazzire.
Ci
ritrovammo in macchina, pronti a partire e ad andare a quella festa,
con tutto l’entusiasmo che avevamo in corpo. Era da tanto che
non ci
divertivamo in una bella discoteca.
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Capitolo 15 *** chapter 15. ***
A
quella festa c’era più confusione del solito, ed
era facilissimo riuscirci a perdere, ma per pura fortuna riuscimmo a
trovare
dei divanetti liberi in cui poterci sedere. La gente spingeva, e
probabilmente
non era questo il divertimento che avevamo inteso quando parlavamo in
macchina,
ma cercammo lo stesso di spassarcela. Io e Louis rimanemmo
lì nei nostri
divanetti, a scambiarci qualche bacio per una buona manciata di minuti,
forse
era passata anche più di mezz’ora, anche
perché lui sapeva perfettamente che io
odiavo ballare e che non mi andava di buttarmi nella mischia, anche
perché
l’ultima volta che l’avevo fatto non era finita poi
così bene. Zoe e Zayn come
sempre si erano lasciati andare nella pista, ma li perdemmo di vista
qualche
secondo dopo, proprio mentre io e Louis eravamo occupati in un bacio
passionale. Lo coinvolsi di più baciandolo con trasporto e
poco mi importava se
c’era molta gente vicino a noi, per me in quel momento non
esisteva nessun
altro se non lui, che stava tra le mie braccia.
Poggiai
una gamba sulla sua, rimanendo incollata
alle sue labbra, e ormai sembrava così bello che anche la
musica pareva esser
scomparsa, eppure martellava ancora con il solito ritmo, ma
l’unica cosa che mi
interessava adesso erano le labbra e gli occhi di Louis. –Mh,
queste feste sono
interessanti.- sussurrò lui staccandosi per un momento dalle
mie labbra.
-Da
morire, proprio come la tua bocca.- ridacchiai
appena, prima di ritrovarmi le sue mani che sfioravano le mie gambe da
sotto il
vestitino, cominciando a giocare con i miei slip. Sapevo che non si
sarebbe
spinto oltre, era solo qualche giochino per divertirci.
-Stasera
ti va se.. lo facciamo di nuovo appena
torniamo a casa?- chiese con un tono di voce piuttosto malizioso, che
mi
piaceva davvero tanto. Non riuscivo a resistere a quelle parole, e
cedetti
subito alla tentazione annuendo immediatamente, anche perché
ora che ci avevo
preso la mano, la cosa mi divertiva parecchio.
-Bello
il fatto che tutti ci stanno guardando.-
ironizzò. Ma io non mi voltai, e rimasi a fissare i suoi
occhi, altrimenti
sarei diventata terribilmente rossa.
-Mh,
ssh, torna a baciarmi così sembrerà che nessuno
ci stia guardando.- dissi, ritrovandomi nuovamente a baciarlo con
passione,
intrecciando le mani tra i suoi capelli, e avvicinandomi maggiormente a
lui,
mentre le sue mani continuavano a sfiorare la mia pelle calda.
Passammo
molto tempo così, non facendo caso più a
nessuno, fino a quando lo voce di mia sorella non ci fece distrarre
come
sempre.
-Ragazzi!-
disse lei scuotendomi la spalla, e mi
voltai quasi con sguardo assassino verso di lei. –Non trovo
Zayn! L’avete
visto?!- chiese quasi allarmata.
-Era
con te, non l’abbiamo visto!- risposi
guardandola attonita.
-Ok,
però si è allontanato un momento per prendere
qualcosa da bere e non l’ho visto più tornare, non
capisco dove possa essere!
Mi aiutate a cercarlo?- domandò, mettendo le mani in segno
quasi di supplica,
ed essendo mia sorella non potevo fare altrimenti. Guardi Louis, e
prima di
alzarmi lo presi per mano accompagnando mia sorella e insieme a lui
cominciammo
a girare per il locale in cerca di Zayn che sembrava magicamente
sparito nel
nulla in quel momento.
Dopo
qualche minuto di ricerca mi parve di vedere
qualcuno che somigliava a Zayn, ma speravo solo non fosse lui. Non
doveva
essere lui. Mi avvicinai a Louis. –Non è quello
Zayn, vero..?- cercai di non
farmi sentire da mia sorella in modo che non potesse voltarsi anche
lei, ma i
miei tentativi furono assolutamente vani, e immediatamente
ciò che non doveva
vedere le si presentò davanti in pochissimi istanti.
Zayn
completamente avvinghiato tra le braccia di una
bionda ossigenata, dalle tette assolutamente rifatte, mentre si
scambiavano un
bacio piuttosto appassionato. Zoe non resistette alla tentazione e
prese Zayn
dal colletto della sua camicia, trascinandolo contro un muro, il
più lontano
possibile dalla musica, e io e Louis li seguimmo. Zoe sbatte Zayn
contro il
muro con tutta la violenza che aveva in corpo.
Era
brutto vederla arrabbiata, dava sfogo al peggio
di sè. E ciò che avevamo visto probabilmente
l’aveva assolutamente fatta andare
in bestia. Mi si strinse il cuore improvvisamente.
-Che
cazzo ti è passato per la testa?!- urlò Zoe,
spingendo ancora Zayn contro il muro che tentava di parlare, ma senza
successo.
-Io..-
sussurrò.
-Tu?!
TU COSA?! Non hai nessun modo per
giustificarti Zayn, mi fai solo maledettamente schifo, mi chiedo anche
solo per
un momento come ho potuto.. ho potuto credere che tu fossi diverso.- le
lacrime
scorsero lentamente nel viso di mia sorella solcandole la guancia.
Sapevo che
se in quel momento fossi andata ad abbracciarla, probabilmente si
sarebbe
arrabbiata pure con me, aveva solo bisogno di sfogarsi.
-Zoe
davvero io..- Zayn le prese i polsi, cercando
di calmarla, ma il suo risultato era totalmente vano, infatti lei
cercò di
staccarsi dalla sua presa. –Non voglio sentire una parola
Zayn, ho visto
tutto.- disse poi.
-Io non
volevo..- sussurrò lui, afflitto.
-Non
volevi? Non volevi cosa? Ficcare la lingua in
bocca a quella troia?- sbottò lei. Era spesso una ragazza
delicata, ma in quei
momenti tutto era, ma non fine e delicata. Spinse ancora una volta
Zayn,
facendogli scontrare la schiena contro il muro.
-Io non
merito tutto questo, e tu lo sai, stronzo!-
urlò ancora una volta. Si mise una mano davanti il viso,
cercando di coprire le
lacrime, ma era tutto maledettamente inutile. Zayn si
avvicinò a lei,
cingendole le spalle. –Zoe io non..- lei lo scansò
subito, spingendolo
nuovamente.
-Non
voglio più vederti Zayn.- sussurrò poi a denti
stretti, facendo dietrofront, e chiamando me e Louis, facendoci
così segno di
seguirla.
Uscimmo
fuori dal locale, e la vidi buttarsi
immediatamente a terra tra l’asfalto, ed era una scena che mi
sembrava già di
aver visto, era uno strano dejavu, e la cosa non mi piaceva per niente.
Mi misi
accanto a lei, consigliando a Louis di rimanere un attimo lontano da
lei.
Avevo
bisogno di parlarle.
-Zoe..-
sussurrai mettendomi al suo fianco.
Le
lacrime le avevano ricoperto il viso, e il trucco
nero che aveva preparato con cura ormai non c’era
più, era colato completamente
nelle sue guance. Sapevo che in quel momento non avrei potuto fare
nulla, se
non starle vicino, e darle il mio conforto. Era straziante vederla di
nuovo
così.. era una cosa che mi infastidiva, che mi faceva star
male, più di quanto
stesse lei probabilmente.
-Ci
sono io al tuo fianco, piccola.- dissi
baciandole una guancia, ma le provocai ancora più lacrime di
quante già non ne
avesse. Lei si era affezionata a Zayn.. e probabilmente quello che era
successo, le aveva distrutto il cuore. Non esisteva niente di
più doloroso per
me.
Vidi
poi Louis avvicinarsi.
-Torniamo
a casa..- presi Zoe da un braccio
aiutandola ad alzarsi. Saremmo dovuti tornare a casa a piedi da soli
nel pieno
della notte, ma non c’era altra scelta in quel momento, e
quel tragitto fu
davvero stancante, specialmente per me che continuavo a sentire i
singhiozzi di
mia sorella, mentre le stringevo forte la mano.
-Ho
quella scena in testa.- continuava a ripetermi
con un sussurrò passandosi le dita negli occhi, e proprio
quando sembrava che
stesse smettendo di piangere, tutto ritornava come prima, e le lacrime
si
impossessavano di nuovo dei suoi occhi. Quella sera fu davvero
terribile, un
po’ per tutti.
L’arrivo
a casa fu altrettanto peggiore.
Mio
padre era ancora sveglio, e cercava di capire
cosa avesse Zoe, ma io continuavo ad allontanarlo, e ciò
provocò come sempre
una lite tra me e lui. –Che ti importa?! Lasciala stare una
buona volta, non
vedi come sta?!- le grida avevano riempito la stanza, fino a quando
Louis non
mi prese da un braccio per farmi salire in camera e staccarmi da lui.
Zoe si
ritirò nella sua stanza, senza dire niente a
nessuno, e dopo l’avrei sicuramente raggiunta per stare
ancora un po’ con lei.
Non avevo proprio intenzione di lasciarla da sola in un momento come
quello.
Per un
momento mi parse di vivere la questione in
prima persona.
Quasi
anche io stavo cominciando a detestare Zayn
per ciò che aveva fatto. Entrai in camera mia con Louis, e
mi sedetti nel
letto.
L’unica
cosa che regnava tra di noi, era il
silenzio, e anche prima era così. Non riuscivamo a proferire
parola, fin quando
non fu lui a rompere il ghiaccio. –Zayn è un
coglione.- sbottò semplicemente, e
io annuii.
-Me ne
sono accorta.. aveva già sofferto abbastanza
mia sorella, e lui lo sapeva anche.. non so come ha potuto fare una
cosa
simile.- mi passai una mano sul viso, stropicciandomi gli occhi, e poi
mi
preoccupai di togliere i tacchi che mi facevano maledettamente male
dopo quella
lunga camminata.
-Andrai
da Zoe ora?- chiese Louis.
-Si,
almeno fino a quando non si addormenta..- dissi
cominciando a togliere anche il vestito, sostituendolo con la mia
solita tuta
estiva che indossavo per dormire. Andai da Louis, stampandogli poi un
bacio
sulla fronte. –Mi sento.. stanca.- sussurrai, sedendomi sulle
sue gambe e
poggiando la testa sulla sua spalla. Sentii poi la sua mano che
cominciava a
carezzarmi delicatamente i capelli, stringendomi forte a sé.
-Tranquilla..
andrà tutto bene.- disse poi.
Dopo
avergli stampato un bacio sulle labbra, gli
augurai la buona notte e andai direttamente in camera di Zoe. Non era
quella la
serata giusta per farci trasportare dalle emozioni della lussuria.
Entrai in
camera di mia sorella, che stava già distesa nel letto con
il suo pigiama, e
guardava un punto fisso nel vuoto, ancora con gli occhi gonfi e le
guance
rosse.
-Sono
qui.- sussurrai sedendomi al suo fianco,
mettendole una ciocca di capelli dietro l’orecchio, e
osservando i suoi occhi
completamente persi nel vuoto, e chissà quale pensiero stava
torturando la sua
mente in quel momento. Le presi una mano stringendola forte.
-Io..
non me lo aspettavo.- disse poi con un fil di
voce. –Avevamo in mente tante di quelle cose da fare..-
sussurrò, e mi accorsi
che di nuovo le lacrime le stavano solcando il viso.
-Ti
prego non piangere ancora.. non merita tutte
queste lacrime.- disse, togliendole via con un dito quella piccola
lacrima.
-Non so
come farei senza di te.- ammise prima di
voltarsi verso di me. Me la ritrovai completamente addosso che mi
stringeva
forte, e l’unica cosa che potevo fare era abbracciarla di
rimando,
massaggiandole la schiena con segno di conforto.
-Passerà..
è durata solo un mese e mezzo.- dissi.
-Tra
una settimana.. avremmo fatto due mesi.- quei
pensieri non le facevano bene, le moltiplicavano solo le lacrime, e non
era una
bella cosa.
-Ora
dovresti solo dormire, senza pensare a
nessuno.- le dissi, aiutandola a distendersi nel letto, e subito dopo
le diedi
un bacio nella fronte prima di rimanere lì altri cinque
minuti a massaggiarle i
capelli come piaceva a lei. Non rimasi lì ancora per molto.
Appena notai che i
suoi occhi si erano chiusi, mi allontani da lì, raggiungendo
di nuovo la mia
stanza dopo aver fatto una piccola sosta al bagno.
Louis
era ancora sveglio.
-Hey,
perché sei ancora sveglio?- chiesi chiudendo
la porta lentamente.
-Non ho
sonno, e poi.. aspettavo te.- sussurrò. Mi
misi vicino a lui nel suo letto. Era la prima volta che ero io a
distendermi
nel suo letto insieme a lui, mentre stavamo abbracciati. –Mi
sento davvero
male.- ammisi. Lui mi carezzò una guancia cercando di
confortarmi, ma sembrava
quasi inutile, avevo troppo nervosismo e rabbia accumulati dentro.
-Sai
Louis.. mia sorella non merita niente di tutto
ciò.- dissi. –Ha passato periodo infernali, e
ora.. vederla di nuovo così, mi
distrugge davvero, non posso farcela ancora.- mi passai una mano sul
viso
stropicciandomi gli occhi, e cercando di trattenere le lacrime. Non ero
coinvolta direttamente, ma quando si trattava di mia sorella, sembrava
che
fossimo un’unica persona ormai. Louis mi strinse forte a
sé.
-Cerca
di non pensarci adesso, non ce la faccio a
vederti così.- disse, baciandomi la fronte. Le sue parole
sembravano piuttosto
vane in quel momento, ma tentai di dargli ascolto, e socchiusi gli
occhi
poggiandomi sul suo petto. Mi massaggiava delicatamente i capelli, e
automaticamente abbozzai un sorriso.
-Credi
che si aggiusteranno le cose tra di loro?-
chiesi alzando il viso.
-Spero
di sì, non so darti certezze.. spero solo che
Zayn non faccia ancora il coglione.- disse poi, e dopo quelle ultime
parole
calò il silenzio, e ci addormentammo beati nel letto.
Avevo
dormito molto poco tutta la notte, ed ero
certa che anche Zoe aveva riposato pochissimo, ma non avevo voglia di
alzarmi
dal letto, preferivo rimanere tra le braccia di Louis. Il giorno dopo,
però,
fui la prima ad alzarmi dal letto, ritrovandomi completamente sola in
cucina
nel silenzio a prepararmi un caffè caldo, come se
già non fossi abbastanza
sveglia, ma almeno cercava di calmarmi.
Quella
situazione mi aveva torturata per due anni,
adesso pensavo che mia sorella avesse incontrato qualcuno di maturo, ma
mi
sbagliavo, e quel pensiero mi stava martellando in testa dalla sera
prima, come
se fossi io la diretta interessata, ma in realtà era tutto
il contrario. Ma
come potevo stare bene se mia sorella era distrutta e afflitta per
ciò che era
successo? Non potevo nemmeno pensare di stare
“bene” in quel momento. Mi
poggiai meglio sul tavolo della cucina, assorta nei miei pensieri,
mentre
cercavo tante risposte a moltissimi perché in quel momento.
A distrarmi fu
l’arrivo di mio padre in cucina, che mi fece assolutamente
sobbalzare.
-Papà..-
dissi con un fil di voce, guardandolo.
-Che ci
fai sveglia a quest’ora? Sono solo le
sette.- disse mettendosi al mio fianco. Per un momento sentii che
l’ultima cosa
che volevo era proprio litigare con mio padre, così cercai
di essere il più
pacifica possibile con lui. –Non ho dormito bene.. sono
nervosa.- sussurrai
rigirando il cucchiaino più volte nella tazza del
caffè.
-Che
succede? Ancora per la questione di ieri sera?-
domandò.
La sua
mano si poggiò sul mio capo, carezzandolo
delicatamente. Non succedeva una cosa del genere da troppo tempo, e
adesso mi
sembrava pure strano sentire le sue mani che sfioravano i miei capelli.
-Sì..-
risposi poi facendo spallucce. –E’ tutto
troppo complicato.- dissi.
-No, in
realtà non è complicato.. è solo
difficile
accettare le situazioni.- mio padre probabilmente aveva intuito cosa
fosse
successo, specialmente dopo la litigata della sera prima, dove mi erano
sfuggite un paio di cose proprio mentre urlavo dal nervoso.
-E’
vero.. vorrei che a volte molte cose andassero
diversamente.- ammisi.
-Già,
vedrai che tutto si aggiusterà.- disse poi con
tono di conforto, finendo la sua tazza di caffè, e alzandosi
da dove era
seduto, quando ci raggiunse in cucina anche Bill, probabilmente appena
sveglio.
-Buon
giorno Arya, già sveglia?- chiese, ed io
annuii semplicemente senza dare altre informazioni. –Bene,
comincio a
prepararmi.. così ti accompagno a quel colloquio!- disse mio
padre al padre di
Louis con tono amichevole.
-Colloquio?-
chiesi.
-Sì,
ho fatto un altro colloquio di lavoro,
probabilmente mi hanno accettato!- mi rispose con un tono di
felicità. Per me
queste erano belle notizie in quel momento, perché
significava solo che Louis
sarebbe rimasto ancora con noi. –Quanto rimarrete ancora?-
domandai poi
interessata.
-Molto
purtroppo.. mi dispiace creare disturbo, ma
non abbiamo altra scelta. La mia ex-moglie è una pazza
scatenata.- disse
facendo spallucce.
-Sì..
ne ho parlato con Louis.- dissi. –Adesso torno
in camera, magari riprendo sonno, boh. In bocca al lupo!- continuai,
alzandomi
poi dalla sedia, pronta a raggiungere la mia stanza, con gli occhi
appena
chiusi, ed entrai dentro, distendendomi nel mio letto, osservando
quello
spiraglio di luce che proveniva dalle serrande della mia stanza.
Louis
dormiva ancora, ed era così bello mentre
dormiva, mi piaceva da impazzire. Anche se lui adesso mi piaceva
sempre, in
qualsiasi momento o situazione. Era davvero presto per poter rimanere
sveglia a
gironzolare per casa, così rimasi lì a letto,
seduta, con la schiena poggiata
al muro mentre mille pensieri attraversavano la mia mente senza sosta.
In quel
momento avrei tanto voluto smettere di
pensare.
Presi
il diario. Era il momento giusto per parlare
con lui.
La luce
che penetrava dalla finestra bastava per
riuscire a vedere le pagine bianche di quel piccolo libricino. Lo aprii.
Caro
diario,
ho la
testa
piena di pensieri, piena di tante cose, piena di nervosismo
soprattutto. E’
tutto davvero strano ciò che è accaduto.
Tra
Zayn e Zoe
è finita. Nella maniera più brutta che possa
esistere.
Eravamo
ad una
festa e.. lei l’ha beccato mentre si baciava con una tizia.
Non posso farcela
di nuovo, è tutto troppo triste, e mi sento molto debole.
Non dovrei stare
così.. ma è Zoe.
Sono
solo le
otto del mattino, e io sono già sveglia. Ho dormito
pochissimo, e mi sento
davvero a terra. Sembra tutto così buio adesso.
Aspetto
che
mio padre vada via per poter stare un po’ in giardino, sembra
esserci una bella
giornata.. magari il sole mi toglierà un po’
questo malumore, anche se la vedo
difficile.
Vorrei
solo
che Louis fosse sveglio, ma è ancora nel mondo dei sogni.
Ed
è
bellissimo mentre dorme.
Ok,
penso che
proverò a chiudere gli occhi un altro po’ magari.
Tua,
Arya.
Chiusi
il diario, e lo lasciai lì sul comodino.
Mi
lasciai andare nel letto, chiudendo nuovamente
gli occhi, ma sembrava scientificamente impossibile riuscire ad
addormentarsi
ormai, specialmente dopo il caffè che avevo preso almeno una
mezz’oretta prima.
I
minuti soprattutto passavano lenti, e non riuscivo
a sopportarlo, perché sembrava che adesso il tempo si fosse
fermato, e tutto
fosse fermo.
-Buongiorno..-
vedere Zoe davanti a me mentre stavo
preparando la colazione per Louis mi fece stare appena meglio, ma
relativamente. Aveva gli occhi piuttosto gonfi, e il fatto che tirava
imperterrita su con il naso, mi fece intendere che nemmeno lei aveva
avuto una
notte poi così rilassante. –Hey piccola.- dissi,
lasciando perdere il pentolino
sul fornello, e mi avvicinai a lei, carezzandole una spalla. Non le
chiesi
nemmeno come stava, sarebbe stata una domanda davvero troppo stupida e
inutile
in quelle circostanze, ma decisi di fare un’altra cosa.
-Ascoltami..
ti porto a fare shopping oggi, solo noi
due, ti va?- chiesi.
Lei mi
guardò dritta negli occhi e per un momento
parve pensarci su, ma poi annuii provando ad abbozzare un sorriso, e io
ricambiai facendo lo stesso, e poi la strinsi forte a me.
–Adesso mangiati un
pancake, e poi vai a prepararti così usciamo!- dissi
porgendole il piatto.
Tentava di essere un po’ più felice.. ma non era
davvero facile e lo capivo
perfettamente. Mangiò tutto velocemente, probabilmente
perché voleva uscire per
svagarsi, e infatti corse subito al piano di sopra e io la seguii.
Decidemmo
cosa mettere, e ci preparammo insieme, come era nostro solito fare, ma
il suo
sorriso non era quello di sempre, era abbastanza spento. In quel
momento
l’unica cosa che volevo fare era uccidere Zayn.. con tutto il
mio cuore.
Uscimmo
di casa poche ore dopo la nostra colazione,
anche se mi dispiaceva lasciare Louis da solo, ma doveva perfettamente
capire
la situazione in quel momento. L’aria estiva mi piaceva in
quella giornata, ed
era davvero terribile avere quell’umore quel giorno.
-Ho
bisogno di nuove magliette!- dissi cercando di
parlare con Zoe.
-Già..
anche io.- la sua voce era fiacca, così non
riuscii davvero a non prendere il discorso. –Zoe.. non riesco
a vederti così.-
sussurrai poggiandole una mano sulla spalla. –Capisco che
è difficile, ma se
vai avanti così, va a finire come l’ultima volta.-
la mia sembrava quasi una
minaccia, o più che altro un avvertimento. Lei sapeva cosa
era successo
“l’ultima volta”, per questo cercai di
farla stare bene.
-Lo so
ma.. Zayn.- seppe dire solo questo come
risposta.
-Al
diavolo Zayn, pensa ad altro adesso Zoe.- dissi
prendendola per mano e facendola entrare nel primo negozio. Cercai di
convincerla ad acquistare alcune cose, e sembrava divertita mentre
usavo un
fare molto esuberante per farla stare bene, e vederla sorridere ogni
tanto era
davvero quello che ci voleva. Le feci provare fin troppi vestiti, fino
a quando
non mi chiese una pausa esausta, ma notavo che sorrideva sotto i baffi.
Forse
non era la persona più felice del mondo, ma ora stava
meglio. –Vogliamo andare
a fare un giro nel negozio di trucchi qui accanto?- chiese lei prima di
andare
alla cassa seguita da me, ed io annuii alla sua proposta. Uscimmo dal
negozio,
come sempre abbastanza soddisfatte di ciò che avevamo
comprato, e qualcosa di
davvero spiacevole si presentò davanti a noi.
Zayn
stava lì, nell’altro marciapiede della strada e
io subito mi irrigidii, e notai Zoe al mio fianco che quasi tremava.
Lui ancora
non si era accorto di lui. –Arya andiamo via da qui.- disse
prendendomi per un
braccio e allontanandomi da dove eravamo, portandomi in un negozio per
sfuggire
allo sguardo di Zayn, ma ormai era davvero troppo tardi. Le labbra le
tremavano, e le mordeva incessantemente.
-Era
lui.. davvero?- chiese mentre cercava di
trattenere le lacrime. Io riuscii solo ad annuire, ma lei sembrava
ormai
pietrificata. Questo non ci voleva davvero, e quasi avrei spaccato
l’intero
negozio dal nervoso, ma cercai di far finta di nulla.
-Non
pensarci adesso, fai come se non l’avessi mai visto.- dissi.
Il suo
respiro era affannato, e mosse la testa annuendo nervosamente, cercando
poi di
pensare ad altro, ma probabilmente il suo pensiero era rivolto ancora a
Zayn,
che tranquillamente stava passeggiando tra le strade del centro di
Londra.
Qualcosa mi diceva che quella situazione non sarebbe stata una delle
migliori,
e mi spaventava tutto ciò.
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Capitolo 16 *** chapter 16. ***
Quella
settimana trascorse nel peggiore dei modi, e
la cosa mi procurava più ansia di quanto non ne avessi
già. Zoe sembrava non
riuscire a dimenticare Zayn, in nessun modo, essendo il migliore amico
del mio
ragazzo, ma lei era parecchio egoista, e aveva rifiutato molte sue
telefonate e
aveva rinunciato a rispondere agli sms che lui le mandava, sembrava
quasi
assurda come cosa, visto che, benché gli volesse ancora un
gran bene e stesse
così per lui, lo respingeva.
Tentavo
di farla ragione, cercando di farle capire
che quello era stato magari tutto uno sbaglio, ma lo dicevo solo
perché non
potevo vedere più mia sorella in quelle condizioni, non di
certo perché
difendevo Zayn.
L’aveva
visto circa altre tre volte in giro per il
nostro quartiere, ma tutte quelle volte aveva evitato il suo sguardo
camminando
dritto per la sua strada. Intanto io sentivo un enorme peso addosso,
come se
avessi mille responsabilità che non esistevano, e
l’ansia mi stava quasi opprimendo.
Se non fosse stato per Louis che mi faceva sfogare e ragionare, a
quest’ora
sarei probabilmente uscita pazza, o qualcosa del genere. In quel
momento ero
nel giardino di casa di Thomas, seduta sul prato verde con lui al mio
fianco.
Avevamo ripreso a vederci più spesso negli ultimi giorni,
non potevo più
resistere senza vederlo.
Gli
avevo raccontato tutto ciò che era successo
negli ultimi tempi, parlando in modo logorroico per almeno
un’ora di fila,
mentre lui mi stava ad ascoltare stranamente interessato.
-Non ce
la faccio più Tomi..- sussurrai poi alla
fine con un grosso respiro. –Tu e Louis siete le uniche due
persone che mi
fanno star bene per ora..- continuai. Lui mi strinse da una spalla,
baciandomi
la tempia, e sembrava davvero che facesse come Louis quando stavamo nel
mio
letto.
-Andrà
tutto bene.. devi solo aspettare. Lo sai
com’è tua sorella.. cederà ad un certo
punto.- disse, ed era vero ciò che
diceva, ma nemmeno quello riusciva a farmi stare meglio.
-Mi
erano mancate le tue parole di consolazione!-
ammisi poggiando la testa sulla sua spalla e stringendomi maggiormente
a lui.
-A me
eri mancata tu.- disse con un sorriso.
Alzai
il viso sorridendo a mia volta, e lo
abbracciai più forte che potevo, buttandolo quasi sul prato,
e lui scoppiò a ridere.
-Piano,
mi uccidi così!- protestò.
-Comunque
siiaa!- dissi balzando in piedi.
-Dovresti
vedere quanto siamo belli io e Louis! Lo
devi conoscere! Lui vuole conoscere te!- annunciai contenta,
prendendogli la
mano per aiutarlo ad alzarsi. Mi guardò stralunato alzando
il sopracciglio.
-Me?
Vuole conoscere me?- chiese.
-Sì,
gli parlo quasi sempre di te, è ovvio che vuole
conoscerti!-
-Non
è geloso?-
-No, sa
che ci conosciamo da fin troppi anni, non ha
motivo di essere geloso.- dissi poi facendo spallucce e muovendomi per
il
giardino pronta ad avvicinarmi verso il cancello d’uscita
insieme a Thomas.
-Vuoi
essere accompagnata a casa?- chiese, e io
annuii subito alla sua richiesta, perché sarebbe stata una
scusa in più per
passare del tempo con lui, e recuperare quello perso.
-Non mi
hai detto nulla riguardo te e tuo padre.-
disse chiudendo il cancello alle sue spalle, e camminando affianco a me
per la
stradina.
-Io e
mio padre? Pff, come sempre direi.- ammisi.
In
effetti era così.
La
mattina dopo che accadde quel casino tra Zoe e
Zayn sembrava che lui si stesse addolcendo con me, ma in
realtà non era
cambiato proprio niente e i giorni che succedettero quella fatidica
colazione,
ne furono la prova, visto che come sempre la nostra casa si
riempì di grida e
litigi di ogni genere, proprio come sempre. Ormai era abituale.
Più
che altro ero contenta perché Bill, grazie a mio
padre, aveva finalmente trovato un lavoro, e adesso la permanenza di
Louis era
segnata per il prossimo anno come minimo, e per me non poteva esistere
notizia
migliore al momento. –Louis rimarrà ancora molto
con me, però.- dissi poi,
esponendo il mio pensiero ad alta voce.
-Davvero?
Quanto?- chiese lui con un sorriso.
-Un
anno! E.. sono felicissima di ciò.- ammisi con
gli occhi trasognanti.
-Non ti
vedevo così innamorata dai tempi dell’asilo
forse!- scoppiammo a ridere entrambi, e gli diedi un piccolo buffetto
sulla
spalla.
-Smettila,
non è vero!- borbottai con un broncio.
Scherzando
e ridendo eravamo già arrivati a casa e
nel mio giardino c’era proprio Louis, che stava calciando un
pallone da solo, e
mi fermai per un momento a guardarlo insieme e Thomas, senza che lui se
ne
accorgesse.
-Vieni,
ne approfitto per presentartelo! Ma fai
attenzione perché.. c’è mio padre a
casa, non voglio ricevere spiacevoli
sorprese.- dissi prendendolo da un braccio ed entrando dentro il
cancello,
andando verso Louis, salutandolo poi con un bacio fugace sulle labbra.
Ero
quasi imbarazzata davanti a quella scena.
Il mio
migliore amico e il mio ragazzo lì vicini.
-Beh..
Louis, lui è Thomas.- dissi indicandoglielo.
Si
strinsero la mano, ed entrambi si sorrisero, e
sembrava davvero che andassero d’accordo, e lo speravo con
tutto il cuore
sinceramente.
-Dimmi
Thomas..- la mano di Louis finì
immediatamente sulla spalla del mio migliore amico e io rimasi a
guardarli
quasi basita. –Come fai a sopportarla da tutti questi anni?-
chiese riferendosi
probabilmente alla sottoscritta. Lo fulminai con lo sguardo ed entrambi
scoppiarono a ridere.
-Probabilmente
è quello che mi chiedo ogni giorno!-
rispose Thomas sorridendo. Li guardai attonita.
-Ah
è così? Bene, Louis è finita!- dissi
facendo
dietrofront, cercando di andarmene, ma il suo braccio mi
bloccò improvvisamente
facendomi avvicinare a sé. Subito dopo ricevetti un suo
bacio delicato sulle
labbra. –Non protestare, non mi importa se
c’è tuo padre.- rise, e io feci lo
stesso mentre stavo tra le sue braccia.
-Ragazzi,
scusate, è tardi.. coprifuoco.- disse
Thomas facendo spallucce, dopo aver guardato l’enorme rolex
che stava sul suo polso.
Adorava gli orologi grandi. –Ok, ciao Tomi.- gli saltai al
collo abbracciandolo
forte, e poi i due ragazzi si salutarono, prima di vedere il mio
migliore amico
scomparire per la stradina che portava verso casa sua. A quel punto
ritornai
tra le braccia di Louis stringendomi forte a lui.
-Stavi
giocando da solo?- chiesi ridendo.
-Sì,
qualche tiro così, non fa mai male!- rispose.
-Oh, ma
bravo il mio bambino!- gli presi una guancia
stringendola tra due dita, e subito dopo lo baciai sulle labbra. Ma a
quel
punto mi sorse un pensiero.
-Zoe?
Dov’è?- chiesi.
-Non
c’è a casa, è uscita.- quella frase mi
fece
allarmare parecchio. Non avevo idea di dove potesse essere andata.
–E.. dove è
andata?-
-Non lo
so, non me l’ha detto.. diceva solo che
stava andando a farsi un giro.- rispose.
Deglutii
appena, ma alla fine mi sento abbastanza
sicura forse. Ma contemporaneamente avevo la solita ansia addosso che
mi stava
quasi distruggendo. Cercai di non pensarci, sicuramente Zoe si sarebbe
vista
con la sua amica, o con qualcun altro. O almeno speravo
così.
-Comunque
stasera quei due giovincelli escono!-
disse Louis riferendosi probabilmente ai nostri padri, e
improvvisamente nei
nostri visi apparve un certo sorrisetto malizioso, che ci fece
scoppiare a
ridere sul momento. Sapevamo perfettamente cosa avremmo fatto con la
casa
libera.
-Sai
com’è.. l’altro giorno ho comprato un
completino nuovo.- sussurrai con un pizzico di malizia nella voce,
mordendogli
poi l’orecchio e lui rise, e subito lo feci anche io,
abbracciandolo.
-Entro
dentro, e vedo com’è la situazione, tra poco
ceneremo sicuro!- dissi, aprendo la porta di casa per poter entrare.
Zoe
stava al parco, totalmente sola a quell’ora
della sera. Probabilmente però secondo lei non era poi
così tardi. Erano le
otto di sera, e ancora il sole non era tramontato del tutto. Alcuni
bambini
stavano giocando a football vicino a lei, e una coppia era intenta a
scambiarsi
teneri gesti d’amore proprio nella panchina vicino. Ma questo
non la rendeva
assolutamente felice, anzi quei due ragazzi riuscivano solo a
riportarle alla
mente i ricordi di lei e Zayn. Non c’era niente di peggio.
Decise
così di alzarsi in piedi, allontanandosi dal
posto in cui si trovava, passeggiando tra le foglie e i prati piuttosto
puliti
di quel parco. Era con la musica alle orecchie, e continuava a pensare.
Probabilmente
pensare negli ultimi giorni le aveva
procurato più nervosismo del previsto, e l’unica
cosa che non riusciva a
togliere dalla sua mente era proprio Zayn. Quel ragazzo che
l’aveva fatta star
bene.
Eppure
proprio mentre stava pensando a lui, ed era
partita con l’intento di ritornare a casa, si sentii
improvvisamente seguita da
qualcuno, e si voltò di scatto, ritrovandosi una persona a
pochi metri da lei.
Chiuse
gli occhi, e li riaprì subito dopo, perché
sperava davvero di avere le allucinazioni, ma non che lì, ci
fosse Zayn, ma
evidentemente era ancora mentalmente sana, e la cosa la stupiva
parecchio.
Il suo
respiro si fece molto affannato alla vista
del ragazzo.
Le sue
gambe tremarono quasi, appunto per questo si
fermò, ma quasi contro voglia. Lui si avvicinò,
lentamente, proprio come se si
stesse per avvicinare ad una delle tigri più pericolose del
mondo e doveva
muoversi con cautela. Ma probabilmente la mente e il cuore di Zoe erano
troppo
distrutti per avere l’atteggiamento di una tigre.
-Ciao
Zoe..- sussurrò lui.
Lei
fece semplicemente un cenno con la testa.
-Cercavo
proprio te.- ammise, ma lei non rispose, lo
ritrovò sempre più vicino a se, e quella
vicinanza le facevano venire una gran
voglia di.. non di baciarlo, ma di picchiarlo solo per quello che le
aveva
fatto, e per tutto il male che le stava provocando in quel periodo.
Stette
ancora zitta, e da quando era arrivato lui non aveva aperto bocca.
-Volevo
chiederti scusa..- disse lui, e solo lì Zoe
riuscì a parlare.
-Scusa?
Hai il coraggio di farlo..? davvero? Pff.-
sbuffò, facendo una strana smorfia, e facendo per andare
via, quando sentii la
mano di Zayn che le prese immediatamente il polso. Zoe la
schivò
immediatamente.
-Non
devi assolutamente toccarmi.- borbottò,
guardandolo fulmineo.
Zayn
fece un lungo sospiro, quando vide Zoe che si
stava allontanando sempre di più da lui, ma la
bloccò nuovamente pronto a dirle
ancora qualcosa. –Davvero, io non volevo farlo, io voglio
te.- ammise cercando
di farle capire quanto davvero tenesse a lei, ma evidentemente non
bastava
tutto ciò. –Vuoi me, Zayn? Allora non facevi
quello che hai fatto l’altra sera!
Mi fai solo schifo!- Zoe schivò nuovamente la sua mano, in
modo quasi più
violento, cercando di allontanarsi.
-Zoe
perché non capisci che..- Zayn cercò di
completare una frase, ma lei lo interruppe ancora con le sue mille
prediche.
-Cosa
devo capire?! Quello dell’altra sera mi è
bastato per capire tutto!- borbottò alzando il tono della
voce.
-Zoe,
io ti amo, cazzo!- il silenzio calò
improvvisamente, e l’unica cosa che riusciva a sentirsi era
il rumore delle
foglie degli alberi che si muoveva al ritmo del vento. Era la prima
volta che
Zayn lo diceva. Dopo quasi due mesi, lui ancora non le aveva mai detto
di
amarla, e quelle parole rieccheggiarono nella testa di Zoe
imperterrite.
-Tu
cosa..?- chiese lei, convinta di aver capito
male ciò che avesse detto.
-Io Ti
amo.. dico sul serio, ti prego credimi.- Zoe
fece un lungo sospiro, ed ecco che si ritrovò a fissare gli
occhi di Zayn.
Quegli occhi di cui si era innamorata, e automaticamente si
avvicinò a lui
quasi senza volerlo, ma in realtà il suo corpo era consono
del fatto che VOLEVA
avvicinarsi. –Zayn.. non sai quanto sono stata male per te in
questi giorni.- disse
lei con voce stanca, e afflitta. Probabilmente stanca di urlargli
contro, di
dirgli che faceva schifo, e tutto quelle cose terribile che gli aveva
detto.
-Lo
so.. non voglio che tu soffra. Ti prego.. è
stato tutto uno sbaglio. Quella ragazza.. mi ha preso da un braccio,
così
improvvisamente e mi ha baciato.- gli occhi di Zayn apparvero lucidi,
proprio
come quelli di Zoe, che non poteva più resistere senza di
lui. Lasciarlo andare
adesso sarebbe stata una delle sue più grandi follie in quel
momento.
-Ti
amo.- ripetè lui, poggiando la fronte contro
quella di Zoe.
-Zayn..
ti amo anche io.- sussurrò, e una lacrime le
solcò il viso prima di sentire le labbra del ragazzo
poggiate sulle sue
nuovamente, dopo una settimana che parve interminabile per lei senza
quel
profumo, senza quelle labbra morbide, e senza quei meravigliosi occhi
castani
che riuscivano ad esprimere ogni suo sentimento.
Rimasero
così ancora per molto tempo, stringendosi
forte l’uno con l’altro e inconsciamente si
ritrovarono a baciarsi con passione,
e lasciarsi andare con un pizzico di lussuria, che poterono concedersi
dopo
quell’infinita settimana in cui erano stati divisi.
-Ti
prego.. non farlo mai più.- sussurrò lei a fior
di labbra.
-Te lo
prometto piccola, davvero.- disse lui,
carezzandole il viso dolcemente, prima di abbracciarla. Rimasero
lì ancora per
molto, mentre la sera calava, ma avevano bisogno di concedersi qualche
piccolo
bacio in quel momento.
-Mh,
non sai quanto mi fai impazzire.- quel sussurrò
riecheggiò nella mia testa, proprio nel momento in cui Louis
lo disse, dopo
avermi tolto la maglietta. Prese a baciarmi il collo con passione
infinita,
sfiorandomi il seno attraverso il reggiseno nero, con un bordo di
pizzo, che
gli dava quel tocco sexy e invitante.
Già
stavo in intimo, e non passarono molti minuti
che gli tolsi completamente i pantaloni, mentre il mio letto cominciava
già a
cigolare, per le piccole spinte che mi dava facendo strusciare le
nostre
intimità con malizia. Ansimai sentendo il calore del suo
membro, cingendogli il
collo con le braccia, e dopo aver messo l’opportuna
protezione, entrò piano
dentro di me, mentre si reggeva alla testata del letto. Strinsi forte
la sua
spalla, quando già la mia stanza era piena dei nostri
gemiti, che andavano
all’unisono con le sue spinte, forti e decise, che mi
facevano impazzire e
gemere più che mai. –Louis.. dio..- ansimai vicino
al suo orecchio, spingendo
il bacino contro il suo membro con forza, prima di baciarlo di nuovo
con
trasporto, mentre gli passavo una mano tra i capelli,
massaggiandoglieli
dolcemente tra una spinta e l’altra. Ormai non faceva
più tanto male, anzi, era
tutto così fantastico, specialmente se in quel momento
c’era lui sopra di me
che mi stringeva forte.
Venimmo
contemporaneamente, e subito dopo lui si
accasciò su di me, ed entrambi avevamo ormai il respiro
affannato ed eravamo
sudati. Gemetti ancora una volta quando lo sentii uscire da dentro di
me, ma
qualcosa mi fece sobbalzare immediatamente. La porta di casa si era
aperta, e
dalla mia stanza si poteva perfettamente percepire il rumore. Io e
Louis ci
guardammo preoccupati, scattando subito in piedi pronti per rivestirci
con
velocità. –Cazzo Louis, cazzo.- dissi preoccupata
mentre mi passavo una mano
sulla fronte che era maledettamente sudata dopo quel momento.
-Datti
una sistemata ai capelli! Sei tutto
scombinato!- sbraitai, aggiustandolo. Il nostro piano era proprio
quello di
essere il più naturali possibili. Legai i capelli in una
coda, sistemandomi
alla meno peggio, e poi uscii dalla stanza, aprendo la porta. Una scena
favolosa mi si presentò davanti.
Non
erano mio padre e Bill, ma bensì Zoe e Zayn.
-Ma..
voi due..- dissi attonita.
-Siete
voi due?! Ma fanculo!- disse Louis passandosi
una mano sul viso, ma ancora non aveva ben riflettuto sulla scena che
gli si
era presentata.
-Ma..
siete voi due!- urlò poi togliendosi le mani
da davanti gli occhi.
Entrambi
li guardammo con un meraviglioso sorriso
sulle labbra, e gli corremmo incontro abbracciandoli.
-Che
diamine è successo?- chiese Louis, dando una
pacca sulla spalla al suo amico, mentre io ero troppo preoccupata ad
abbracciare Zoe, che stava sorridendo di nuovo, ed era
un’occasione importante
in quel momento.
-Beh..
non importa che è successo, l’importante
è
che adesso tutto sia tornato come prima.- i due si scambiarono un dolce
bacio a
stampo, e adesso tutto sembrava più leggero e normale.
-Davvero
ha detto che ti ama?- dissi io con gli
occhi che quasi luccicavano davanti a quello che mi aveva raccontato
Zoe.
Avevamo passato tutta la sera insieme a divertirci, proprio come prima,
e ci
sentivamo tutti meglio, mia sorella soprattutto. Stavamo facendo
colazione,
proprio mentre mi stava raccontando cosa era accaduto il giorno prima,
e come
mai avessero risolto così, come se niente fosse. Ma alla
fine, era sicuramente
meglio dimenticare e andare avanti, piuttosto che soffrire per qualcosa
di..
inutile.
-Sì..
l’ha detto.. e io.. non ce l’ho fatta a non
perdonarlo.- ammise dopo aver sorseggiato il suo caffè
caldo, mentre aspettava
che i pancakes fossero pronti. Le sorrisi, contenta di ciò
che era successo.
-Te lo
dicevo che tutto si sarebbe aggiustato.-
ammisi.
Quel
giorno inoltre, avevamo deciso di andare tutti
e tre a casa di Zayn, che come al solito aveva casa libera e potevamo
permetterci di stare lì a divertirci almeno per una
giornata.
-A che
ora andiamo da Zayn?- chiesi poi.
-Verso
le undici, dobbiamo arrivarci a piedi.-
sbuffò mia sorella.
Poche
ore dopo, per l’appunto, eravamo già per
strada io, Louis e Zoe, pronti per arrivare a casa di Zayn. Il tragitto
non
parve poi così lungo come sembrava, infatti arrivammo
subito, e trovammo Zayn
intento a sistemare il giardino. Zoe corse immediatamente verso di lui,
buttandogli le mani al collo, quasi senza che lui se ne accorgesse, e
sobbalzò
prima di metterle un braccio intorno al fianco, stringendola a
sé, dopo aver
fatto incontrare le loro labbra in un dolce bacio.
-Mi
erano mancate davvero queste labbra.- sussurrò
lui, sorridendole a fior di labbra. Io e Louis salutammo poco dopo
Zayn, che
aveva già preparato tutto per poter mangiare,
benché fosse ancora presto.
-Mi
sono preoccupato di cucinare tutte cose!- sbuffò
Zayn mandandogli occhiatacce, e noi scoppiammo tutti a ridere.
–Beh, ti sei
offerto tu!- si giustificò Louis indietreggiando, mentre
teneva la mia mano.
-Alla
fine l’importante è che mangiamo, no?- risi
io.
-Oh,
suvvia, lasciate stare il mio piccolo Zayn.- lo
difese Zoe, stringendolo forte tra le sue braccia come per proteggerlo,
e Louis
fece una smorfia, ridendo subito dopo. –E’ da ieri
sera che sembrano più
sdolcinati del solito.- borbottò Louis, come se volesse
dirlo soltanto a me, ma
probabilmente gli altri due erano riusciti perfettamente a sentirlo.
-Avete
portato i costumi?- chiese poi Zayn.
-Sì,
ma non ho capito per quale motivo ce li hai
fatti portare!- dissi.
-Venite
a vedere.- ci accompagnò fino al retro della
casa, dove era apparsa, probabilmente da qualche giorno una
meravigliosa
piscina, piuttosto enorme e rimanemmo tutti scioccati a guardarla,
mentre lui
annuiva fiero. –Beh, è una figata! Ho convinto io
i miei a farla fare!- si
vantò, anche con un pizzico di ironia, mentre stringeva Zoe.
-Che
aspettate? Andate a mettervi i costumi!- disse
fissandoci.
In
pochi minuti eravamo già pronti per un bel bagno
prima del pranzo, e probabilmente stavamo
“battezzando” la nuova piscina di
Zayn, che ci aveva lasciato tutti piuttosto sconvolti dalla sua
bellezza e
grandezza.
-Quando
l’hai fatta fare?- chiese Louis.
-Oh,
circa due settimane fa.. ne avevo bisogno! E’
figa eh?- disse, e tutti annuimmo. Io stavo a bordo piscina a bagnarmi
i piedi
lentamente, odiavo ritrovarmi subito in acqua. Louis poco dopo si
avvicinò a
me, mentre era già a mollo.
-Non
vieni?- chiese.
-Dammi
il tempo di abituarmi all’acqua!- sbottai con
una risatina.
Improvvisamente,
come previsto, le mani di Louis mi
afferrarono immediatamente, facendo cacciare un urlo appena mi ritrovai
immersa
nella piscina, senza volerlo. –Louiiiis!- urlai, tirando poi
la testa fuori,
mentre lo guardavo che rideva, e fu il momento buono per cominciare a
schizzarlo,
contro la sua voglia.
Quella
giornata passò così, e trascorse troppo
velocemente secondo me.
Schizzi,
scherzi, cibo in quantità, e divertimento
riservato solo per noi, ed eravamo tutti abbastanza felici di passare
il tempo
insieme molto tranquillamente senza nessun imprevisto. Zoe dopo quella
meravigliosa giornata decise di rimanere a dormire a casa di Zayn,
così la
strada di ritorno la percorsi da sola con Louis. Tornammo tardi a casa,
erano
circa le undici di sera, avevamo passato molto tempo a casa di Zayn, ma
eravamo
contenti. Così percorremmo la strada al chiaro di luna
mentre ci tenevamo per
mano.
-E’
stata una bellissima giornata!- ammise Louis con
un sorriso.
-Sono
d’accordo, ne avevo davvero bisogno.- annuii,
poggiando la testa sulla sua spalla mentre camminavamo. Lui mi strinse
a sé,
baciandomi la fronte. –Ora stiamo un po’ insieme?-
chiese lui.
-Siamo
già insieme.- risi.
-Lo so,
ma voglio stare un po’ in giardino con te..
come facevamo i primi tempi, è tanto che non lo facciamo.-
ammise, e io annuii
acconsentendo alla sua richiesta. Era un’idea che mi garbava
parecchio.
Così
con passo più veloce arrivammo fino a casa, per
poter trascorrere la fine della nostra serata accompagnati dalla luna e
dalle
stelle, e dal soffice vento notturno che ci massaggiava i capelli
lentamente.
|
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Capitolo 17 *** chapter 17. ***
Agosto
era prossimo a finire, e la cosa non mi
piaceva assolutamente, perché avrebbe segnato quasi la fine
dell’estate. Benchè
sapevo che non sarei tornata a scuola quell’anno, mi metteva
angoscia sapere
che adesso il caldo e il tempo del mare e della piscina andavano via.
La cosa
peggiore era che il mio compleanno si avvicinava, e io odiavo i
compleanni,
specialmente i miei. Non amavo festeggiarli.
Ripensandoci
mancavano appena quattro giorni al mio
compleanno.
Non
sapevo nemmeno se lui ne era a conoscenza di
tutto ciò, ma poco mi importava alla fine.
Quel
giorno ero a casa da sola, ero usciti tutti,
persino Louis, che era andato in giro con sui padre per passare del
tempo
insieme, e anche mio padre era andato con loro. Zoe era probabilmente
da Zayn,
e nessuno mi aveva chiesto di uscire, così rimasi sola a
casa, anche se la cosa
non mi dispiaceva così tanto. Mentre mi dondolavo nel
dondolo del mio giardino
e leggevo un bel libro, sentivo che i miei soliti pensieri mi
attanagliavano la
mente in maniera scomposta e in quel momento desiderai davvero di non
avere un
cervello per pensare. Qualche sera prima mio padre aveva trovato me e
Louis in
giardino che scherzavamo e ridevamo come mai lui ci aveva visti, e
probabilmente
aveva cominciato a nutrire sospetti, anche se Louis era stato molto
persuasivo.
Adesso io e lui dovevamo stare il più lontano possibile
l’uno dall’altro e io
non potevo farcela, specialmente ora che mio padre stava 24h su 24 a
casa.
Tutto
ciò mi metteva ansia e mi rendeva piuttosto
nervosa, ma non potevo assolutamente dire a mio padre la
verità, o sarebbe
successo un putiferio. Chiusi il libro, mettendolo al mio fianco.
Con
tutti quei pensieri per la testa, concentrarmi
sulle parole del libro non mi veniva per niente semplice. Lasciai
cadere la
testa indietro socchiudendo gli occhi, e in quel preciso momento sentii
il
cancello aprirsi ed era Louis che stranamente era tornato da solo, e
rimasi un
momento stralunata.
-Hey,
come mai solo?- chiesi guardandolo.
-Sono
andati a fare delle cose sempre per il lavoro
di mio padre, e allora ho chiesto di tornare a casa, e mi hanno
accompagnato.-
chiuse il cancello alle sue spalle. Vederlo mi rendeva assolutamente
felice.
Mi
guardai intorno, osservando il viale di casa mia
accorgendomi che non c’era nessuno e fu quello il momento in
cui mi catapultai
sulle braccia di Louis per stampargli un bacio sulle labbra.
-Non ce
la faccio più a starti lontano..- ammise lui
carezzandomi i capelli.
-Nemmeno
io.- ammisi baciandolo di nuovo e
stringendolo forte.
-Qualcuno
mi ha detto che tra poco è il tuo
compleanno!- sbottò con una risatina. Io immediatamente
scontrai il viso contro
la sua spalla, come se fossi disperata. –Odio il mio
compleanno, non lo
festeggio mai!- borbottai facendo spallucce.
-Magari
quest’anno sarà diverso!- disse lui, ma io
immediatamente scossi la testa,
perché nessun anno era diverso, e non volevo che lo fosse.
Lui mi
baciò immediatamente la fronte, facendo poi
un sorriso.
-Quanto
tempo abbiamo circa per rimanere soli..?-
domandai.
Parve
pensarci su per un momento. –Circa mezz’ora,
poi torneranno mio padre e tuo padre.- disse con un senso di malinconia
nella
voce.
Così
dicendo lo presi per mano, trascinandolo dentro
casa e chiudendo subita lo porta alle mie spalle. Poggiai la schiena
contro
quest’ultima, ritrovandomi con le labbra di Louis sulle mie,
mentre lo baciavo
con trasporto. Erano giorni che non ci lasciavamo andare
così, e ne avevo
maledettamente bisogno.
Sentii
le sue mani posarsi sui miei fianchi e subito
dopo sul mio fondoschiena e automaticamente mi spinsi quasi su di lui,
mentre
le mie dita si intrecciavano tra i suoi capelli candidi e morbidi. Quel
bacio
sembrava pieno di passione e lussuria e quasi nessuno dei due voleva
staccarsi
dall’altro, ma era normale dopo tutti quei giorni che eravamo
costretti a
vigilare ogni secondo per evitare di esser scoperti.
Lo
trascinai verso il divano, mettendolo a sedere, e
mi adagiai mettendomi a cavalcioni sulle sue gambe, senza far staccare
le nostre
labbra. –Mi eri mancata..- ammise lui a fior di labbra.
Sorrisi semplicemente
prima di insinuare delicatamente una mano sotto la sua maglietta
sentendo la
sua pelle fredda scontrarsi con le mie dita calde e quel contatto era
una cosa
così meravigliosa.
Scontrai
il bacino quasi involontariamente contro il
suo, sentendo poi le nostre lingue che si intrecciavano tra di loro,
giocando
ad un gioco molto divertente per entrambi. –Mh..- mugugnai
staccandomi da lui
probabilmente per riuscire a respirare un momento. –Mh..-
ripetè lui.
-Sembra
quasi che non ci baciamo da una vita.-
ridacchiai, carezzando la sua guancia con un dito prima di fissarlo
negli occhi
incessantemente.
-Sai a
cosa pensavo l’altra sera?- dissi, giocando
con una ciocca dei suoi capelli. –Una volta prima di
fidanzarci avevi cantato
una canzone, e.. ho adorato la tua voce. Poi non ti ho più
sentito cantare.-
ammisi con un tono di malinconia nella voce.
-Canto
ogni giorno io!- ammise. –Però.. quando sono
solo, me ne vergogno parecchio.- disse poi e notai subito che le sue
guance si
accesero di rosso. –Ma a me piace!- gli baciai le labbra
dolcemente.
-Una
volta papà mi disse di partecipare a xFactor,
ma mi sono rifiutato, non riesco a stare davanti le telecamere, so che
poi
tremerei come una foglia!- non conoscevo ancora quel lato di Louis, ma
probabilmente era qualcosa di incredibilmente dolce, ne ero
più che certa. In
realtà sapevo già da tempo che sotto il Louis
spavaldo e figo si nascondeva un
Louis timido e romantico, e già questo l’avevo
testato da moltissimo tempo. E
avevo scoperto che era una persona davvero divertente, mi faceva ridere
sempre,
in qualsiasi momento. Quando passai quella settimana infernale a causa
di Zayn
e Zoe, se non fosse stato per lui che riusciva bene o male a tirarmi su
di
morale, sarei caduta in depressione, forse anche più di mia
sorella.
Immediatamente il rumore di un mazzo di chiavi mi fece trasalire, e
avemmo
soltanto il tempo di guardarci e notare che entrambi avevamo appena la
maglietta alzata. Io scattai subito, mettendomi il più
lontana possibile da lui
nel divano, e accendendo la televisione facendo come se nulla fosse
appena i
nostri genitori entrarono in casa.
Cominciai
ad assumere un’aria annoiata mentre mi
tenevo la testa con una mano, facendo zapping con il telecomando.
-Hey
ragazzi!- disse mio padre euforico appena entrò
a casa, e io e Louis salutammo in coro, mentre probabilmente ci veniva
da
ridere.
-Che
facevate?- chiese. In quel momento avrei voluto
ridere volentieri, ma mi fermai immediatamente, e feci spallucce.
–Nulla di
particolare, stavamo cercando qualche programma decente da guardare!-
mentii.
Mio
padre annuì semplicemente prima di dirigersi
verso la cucina, per sistemare delle cose che aveva comprato, e subito
dopo io
e Louis ci guardammo negli occhi accennando una piccola risata.
-Ok,
non c’è nessun programma decente!- spensi il
televisore, lanciando quasi il telecomando e feci per alzarmi e andare
verso la
mia stanza. Poi la voce di mio padre mi fece distrarre.
-Arya!-
urlò e io mi voltai. –Beh, ho comprato quasi
tutto per riparare la stanza di Louis, fra una settimana circa
sarà pronta!-
annunciò come se per me quello fosse qualcosa di positivo,
in realtà non lo era
proprio. Così dopo aver fatto una faccia alquanto
malinconica cercai di non
dare troppo nell’occhio e annuii. –Oh bene! Almeno
ritornerò ad avere i miei
spazi!- mentii spudoratamente. Non mi interessava proprio avere i miei
spazi,
specialmente se a condividerli con me era Louis. Forse qualche mese
prima
pensavo totalmente il contrario e lo odiavo a morte, ma adesso non mi
interessava più, lo volevo in camera mia. Almeno aveva detto
che sarebbe stata
pronta tra una settimana, così io mi sarei potuta godere il
mio compleanno con
lui, e non mi importava di nulla.
Dopo
aver lanciato un’occhiata a Louis risalii in
camera con un grosso sospiro, e subito accesi il computer che non
controllavo
da tantissimo tempo. La cartella delle e-mail era assolutamente piena,
ma mi
preoccupai di leggere quelle più recenti, anche se mi si
chiudevano lentamente
gli occhi a guardarle. Nulla di interessante come sempre, eccetto
qualche
e-mail dalle mie ex compagne del liceo, con le quali però
non avevo avuto per
niente un buon rapporto. Senza accorgermene rimasi lì almeno
mezz’ora a leggere
e a rispondere, benché la cosa mi annoiasse parecchio, e
mentre ero intenta a
scorrere con il mouse tra le pagine, Louis entrò nella mia
stanza chiudendo la
porta alle sue spalle. Il silenzio regnava in quel momento. Mi voltai
solo per
guardarlo, ma non proferii parola, e nemmeno lui lo fece e si
limitò a sedersi
nel suo letto.
Infine
ruppe il ghiaccio.
-Insomma..
hai sentito la notizia?- chiese con voce
fievole.
-Beh,
sì.- mi voltai per poterlo guardare. Ci
fissammo negli occhi e in quel momento sentivo che quando Louis avrebbe
cambiato stanza saremmo stati fin troppo lontani e questo non lo
volevo.
-Piccola..-
sussurrò lui, e io in automatico mi
alzai per poterlo abbracciare. –Sembra come se andassi via e
non ti potessi
vedere più.- ammisi stringendolo forte mentre giocavo con la
sua maglietta. Lui
annuii acconsentendo a ciò che avevo detto. Mi
carezzò la schiena con dolcezza
dandomi un bacio sulle labbra cercando di rassicurarmi.
-Faremo
il possibile, stai tranquilla!- sorrise.
–Verrò a trovarti la notte per raccontarti la
barzelletta del fungo.-
ridacchiò, e fece ridere anche me che in quel momento
sembravo molto
malinconica e triste, ma come sempre era riuscito a strapparmi un
sorriso. Non
volevo immaginare a come sarebbe stato diverso non avere Louis in
camera con me
dopo almeno tre mesi che era con noi.
-Su,
ero venuta a chiamarti per il pranzo! Andiamo!-
disse dandomi una pacca sul fondoschiena come era solito fare.
–Ahia! Mi fai
male!- protestai dandogli una piccola spinta scherzosa. Subito dopo
entrambi ci
fiondammo in cucina sentendo il silenzio più assoluto.
Quella
mattina mi svegliai sentendo i miei capelli
muoversi sotto il tocco di due dita che mi sembravano parecchio
familiari.
Sapevo a chi appartenevano ed ero certa di non sbagliarmi. Aprii gli
occhi
lentamente, mentre un raggio di luce fioca attraversò la
serranda, posandosi
proprio sul mio cuscino. Appena quella sensazione di opaco si tolse dai
miei
occhi, riuscii a focalizzare che vicino a me c’era Louis
intento a massaggiarmi
i capelli. Sembrava che fosse sveglio già da almeno
un’ora a giudicare dai suoi
occhi vispi, a differenza dei miei che erano ancora socchiusi. Si
accorse che
mi ero svegliata e passò una mano sulla mia guancia.
–Hey, principessa..- non
mi aveva mai chiamata così, e questo mi fece quasi scattare
in piedi dalla
gioia, soprattutto perché l’aveva pronunciato in
un modo così dolce da farmi
quasi sciogliere. -..buon compleanno.- disse poi fievolmente baciandomi
la
fronte. Diventai improvvisamente rossa, quasi senza accorgermene e
affondai il viso
contro il cuscino, sentendo Louis che rideva appena. –Grazie
ma.. lo sai che mi
imbarazzo quando me lo dicono.- ammisi uscendo appena fuori il viso per
poterlo
guardare. Lui sembrò far finta di niente e mi strinse di
più a se per potermi
dare un bacio.
-Cosa
vuoi fare oggi?- mi chiese.
-Io?
Nulla, voglio stare a casa a non far niente.-
ridacchiai.
-Non
essere stupida, dobbiamo fare qualcosa! E’ un
bel giorno!- continuò con un tono alquanto euforico nella
voce. Probabilmente
io non ero per niente d’accordo con la sua idea, ma alla
fine, dovevo pur far
qualcosa almeno quell’anno.. non mi sarebbe dispiaciuto, o
forse sì?
Prima
di tutto pensai di alzarmi dal letto, così
raccolsi tutte le mie forze scollandomi da quel materasso per potermi
mettere
in piedi. Louis fece lo stesso, ma notai subito che lui sembrava fresco
a
profumato già, a differenza mia.
-Andiamo
a fare colazione?- chiesi, e lui subito
annuii. –C’è mio padre?- domandai io
stropicciandomi un occhio. –Purtroppo sì.-
disse lui facendo un lungo sospiro, e ciò significava che
anche quella mattina
avremmo dovuto fare i “santi”. Scesi le scale
lentamente ritrovandomi poi in
cucina, e inizialmente nessuno si era accorto che ero arrivata
silenziosamente,
fino a quando non annunciai il mio solito
“buongiorno” e fu in quel momento che
mio padre si voltò fiondandosi addosso a me per potermi
abbracciare. –Buon
compleanno amore! Finalmente sono diciotto!- disse stringendomi forte e
stampandomi un bacio sulla guancia.
Davvero
erano diciotto? Non riuscivo a crederci
probabilmente, avevo raggiunto la maggior’età
senza nemmeno accorgermene,
eppure ero arrivata fin lì, con tutte le mie forze.
Ricambiai l’abbraccio di
mio padre, stringendogli le braccia intorno al collo. Alla fine qualche
momento
di dolcezza potevamo concedercelo entrambi. Subito dopo fu Bill a farmi
gli
auguri e anche quest’ultimo mi abbracciò.
-Louis
hai fatto gli auguri ad Arya?- chiese Bill.
-Sì,
è stato il primo questa mattina!- ammisi
voltandomi verso di lui con un sorriso. –Beh sono felice che
tra di voi si sia
aggiustato tutto, non riuscivo più a sentirvi urlare tutto
il giorno!- quando
mio padre proferì quelle parole, quasi io e Louis non
scoppiammo a ridere, ma
ci limitammo ad annuire, ritrovandoci poi due piatti enormi pieni di
pancakes proprio
davanti a noi e in quel momento mi sentii in paradiso.
-Hey
perché lei ha più pancakes di me?-
protestò
Louis.
-Perché
è il mio compleanno!- uscii fuori la lingua
cominciando poi a mangiare ciò che c’era davanti a
me.
-Perché
mi stai costringendo ad uscire?- borbottai
io con il broncio mentre io e Louis ormai eravamo nel vialetto di casa
per una
passeggiata. Gli avevo ripetuto più volte che volevo
rimanere a casa, ma i miei
tentativi di convincerlo erano stati del tutto vani. Così
quel pomeriggio deciso
di portarmi a fare una piccola passeggiata.
-Magari
volevi passare tutto il giorno chiusa in
casa?- senza troppi riguardi annuii alla sua domanda, e ridemmo
entrambi.
-Dai,
andiamo a fare una passeggiata al parco e poi
torniamo, niente di particolare, piccola.- disse prendendomi per un
fianco
prima di stamparmi un bacio sulle labbra. Chissà
perché pure le cose che non
volevo fare, apparivano davvero interessanti con lui.
-Come
hai convinto mio padre?- chiesi alzando il
sopracciglio, curiosa.
-Gli ho
detto che saremmo andati da Zayn, perché
dovevo prendere una cosa, e.. non mi andava di andare solo, e lui non
si è
fatto nessuno scrupolo, anzi!- disse.
-E’
felice che noi.. abbiamo smesso di litigare!-
ridacchiai, e lo fece pure lui. –Se solo sapesse che
c’è sotto..- disse facendo
finta di rabbrividire, e io lo abbracciai stringendolo forte. Arrivammo
qualche
minuto dopo al parco, e mi fiondai sul prato verde, distendendomi
sull’erba.
Era una cosa che amavo fare.
-Vieni.-
dissi battendo la mano proprio al mio
fianco in attesa che lui si sedesse vicino a me. Appena riuscii
nuovamente a
vedere i suoi occhi perfettamente allineati con i miei, mi avvicinai a
lui per
dargli un bacio mentre il sole di fine agosto picchiettava proprio nel
punto in
cui eravamo noi.
-E’
bello passare i miei diciotto anni.. con te.-
dissi con un sussurro.
-E io
passerò i miei venti con te.- ammise ridendo.
-Vent’anni..
ne dimostri sette, sai?- scoppiai a
ridere e lui mi guardò in modo torvo e quasi cercai di
sfuggire al suo sguardo
mentre mi lasciavo andare nella mia risata. –Sei cattiva.-
mise il broncio, e
appena mi voltai mi ritrovai Louis con una faccia infinitamente dolce
che mi
faceva sempre impazzire, e da lì cominciammo a scambiarci
dolci baci mentre
stavamo distesi lì a prenderci il sole. Passammo
lì almeno tre quarti d’ora,
fino a quando non fu lui a dirmi di ritornare a casa subito dopo aver
guardato
il telefonino.
La
strada per il ritorno sembrava sempre più lunga,
ma quella volta non era così, sembrava quasi che stessimo
correndo per arrivare
lì, ma nessuno dei due se ne accorse realmente. Arrivammo a
casa, e io aprii
con le chiavi. Sembrava esserci un silenzio tombale in casa, e non
riuscivo a
comprenderne il motivo. Qualcosa però mi fece sobbalzare,
fino a cadere quasi
su Louis. Circa una ventina di persone urlarono la parola
“SORPRESA” saltando
fuori dal nulla, e io mi sentii improvvisamente felice. Mi misi subito
le mani
davanti alla bocca ritrovandomi fin troppe persone lì
davanti a me, ed erano
tutte persone che conoscevo. La prima a correre verso di me per potermi
abbracciare era proprio Zoe, che mi fece nuovamente gli auguri,
facendomi quasi
soffocare. Notai che.. c’erano tutti. Tutti i miei parenti
venuti anche
dall’Irlanda, ed era assurdo che avevano fatto un viaggio
lunghissimo solo per
venire da me. Quasi mi veniva da piangere ad abbracciarli tutti e a
sentirmi
dire che ero diventata bellissima dall’ultima volta che mi
avevano vista.
Sembrava uno dei compleanno più belli del mondo.
-Di chi
è stata l’idea?!- chiesi all’improvviso,
quando mi ritrovai attorniata da tutti i miei parenti e amici.
-..di
Louis.- disse mio padre indicandolo, e
automaticamente mi voltai verso di lui. In quel momento gli sarei corsa
incontro e l’avrei abbracciato così forte da farlo
sentire male, e poi gli
avrei dato un bacio di quelli mozzafiato, ma non potevo farlo,
così mi limitai
ad andargli incontro, abbracciandolo semplicemente per un momento.
-Grazie..
Louis.- dissi con un sorriso.
-Bene,
ora possiamo cominciare con i regali..no?-
disse subito una delle mie nonna, e improvvisamente mi ritrovai circa
tre o
quattro buste piene di soldi, e mi sentii davvero in paradiso. Dopo
averli
ringraziati tutti, fu il turno di Thomas che dopo avermi abbracciata mi
porse
il suo regalo. Era una scatoletta lunga, contenente un meraviglioso
bracciale
d’argento pieno di tante piccole decorazioni. Lo adoravo.
-Tomi
ma.. è splendido!- dissi indossandolo
immediatamente prima di saltargli al collo in un istante.
A quel
punto fu il turno di Zoe e Zayn che si
avvicinarono a me.
-Allora!
Questo è il regalo mio e di Zayn!- mi
porsero una busta piuttosto grande, ma sembrava non esser finita
lì. –E poi
questo qua te lo porta il.. nostro amico.- disse, e mi parve di vedere
che di
nascosto da mio padre mi stesse facendo l’occhiolino, e
subito intuii di quale
amico stessero parlando, e quasi mi venne da piangere. Aprii prima il
loro
regalo, e mostrai subito un bellissimo vestito lungo, bianco, che
desideravo da
tantissimo tempo ma non ero mai riuscita a comprare. Li ringraziai
entrambi con
un enorme bacio sulle guancia, quasi come se non mi volessi
più staccare da
loro. Infine, presi quello che era il regalo del “nostro
amico” e lo aprii.
Immediatamente vidi una collana, con un ciondolo a forma di cuore e un
brillante
proprio al centro. Sentii le gambe che mi tremavano. Nessuno aveva mai
fatto
tutto questo per me, e davvero non riuscivo più nemmeno a
ricordare il mio
nome.
-E’
bellissimo..- sussurrai e sperai che Louis mi
avesse sentito.
Aprii
tantissimi altri regali, tutti da parte di
parenti e amici, e il sorriso che avevo sulle labbra sembrava non
andare più
via.
Verso
metà festa, decisi di salire un attimo al
piano di sopra mentre tutti erano intenti a mangiare e a parlare del
più e del
meno, e aspettai che Louis mi potesse seguire. Ci chiudemmo per un
momento in
camera mia, e in quel momento ruppi la voglia di saltargli addosso, e
lo feci
veramente, catapultandomi tra le sue braccia mentre tenevo in mano il
suo
regalo. Volevo davvero che me lo mettesse lui.
-Io..
non posso crederci. Stiamo insieme da meno di
due mesi, e.. tu hai fatto tutto questo, solo per me.- sembrava quasi
che
stessi per scoppiare a piangere da un momento all’altro, poi
lui afferrò la
collana mettendomi di spalle. Mi scostò i capelli dal collo
per poterla
sistemare legando il gancetto.
Appena
la mise, la osservai poggiata sul mio petto,
e mi voltai immediatamente per potergli baciare le labbra, e quando i
nostri
nasi si scontrarono sorridemmo entrambi a fior di labbra.
-Ti
amo.- quelle sue parole mi fecero quasi
rabbrividire. Sembrava davvero che stessi tremando adesso, e mi sentivo
svenire. Non riuscivo a crederci. L’aveva davvero detto.
Aveva.. detto quelle
due parole.
-..davvero
Louis?- chiesi sentendo il cuore che
quasi mi scoppiava in petto. Lui annuii con un sorriso, prima di
passarmi una
mano tra i lunghi capelli castani.
-Sì,
ti amo Arya.- disse poi nuovamente.
-Ti amo
anche io Louis.. grazie.. di tutto.- mi
avvicinai di nuovo alle sue labbra stringendolo forte a me. In quel
momento
davvero sembrava di essere in paradiso.
-Dobbiamo
andare, altrimenti ci potrebbero
scoprire.- disse sorridendo.
Gli
diedi un ultimo bacio, prima di uscire dalla
porta e guardandomi intorno. Nessuno era da quelle parti,
così riuscimmo a
ritornare dagli altri senza troppi problemi. Il sorriso che avevo sulle
labbra
sembrava infinito. Probabilmente tutta questa felicità era
dovuta.. a mia madre
sì. Era lei che cercava sempre di rendermi felice, e ora ce
l’aveva fatta
perfettamente, e la voglia di abbracciarla sembrò invadermi,
ma cercai di non
pensarci.
-Venite
ragazzi, c’è la torta!- disse Zayn come se
la cosa più importante fosse potersi mangiare la squisita
torta che avevano
preparato per me.
Mi si
presentò davanti quel dolce meraviglioso, con
su scritto “buon compleanno Arya” e diciotto
candeline sparse lì. Si alzò un
coro in cui tutti i parenti cantavano la solita canzone di auguri, e
quasi le
mie guance non presero fuoco. Era sempre un momento fin troppo
imbarazzante
quello, specialmente per me che ero fin troppo timida.
Dopo
quel momento, mi chinai appena verso la torta, pronta a spegnere
tutte le candeline dei miei diciotto anni solo con un soffio. Questo fu
seguito
poi da un abbraccio collettivo, e improvvisamente mi accorsi che non
c’era
niente di meglio. Mi sentivo felice, ma già
l’avevo ripetuto troppe volte nella
mia testa.
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Capitolo 18 *** chapter 18. ***
-Okay,
perfetto, questo mettilo qui!- mentre
passeggiavo per il corridoio nervosamente, passai dalla nuova camera di
Louis.
Sì, quella maledetta settimana era trascorsa fin troppo
velocemente, e quella
mattina erano tutti intenti a sistemare le cose del mio ragazzo proprio
dentro
la sua nuova camera. Si voltò verso di me e ci guardammo con
sguardi
malinconici, ma immediatamente un sorriso apparve sulle nostre labbra,
quasi
involontariamente. Ero sveglia da almeno due ore, probabilmente
perché tutto
ciò mi faceva stare in ansia e mi innervosiva, anche se con
la scusa che mio
padre ormai ci credeva grandi amici saremmo stati capaci di stare
insieme
all’incirca in qualsiasi momento, anche se la notte non
avremmo potuto dormire
insieme quasi certamente.
Uscì
dalla stanza per prendere le altre sue cose, e
io gli andai dietro per aiutarlo.
-Come
farò senza di te la notte?- lo guardai
sorridendo e prendendo una delle sue valigie per poterla trasportare
nella
camera accanto. Le nostre camere erano praticamente attaccate
l’una con l’altra
quasi, solo il muro ci divideva, eppure ero certa che l’avrei
sentito comunque
fin troppo lontano. Lui mi sorrise dolcemente, ma notavo che anche
dentro di
lui c’era un pizzico di malinconia. Adesso senza le sue
valigie e il letto che
occupava la parete, la mia stanza sembrava davvero vuota.
Poi
notai che mio padre si era voltato
improvvisamente verso di noi.
-Ragazzi,
devo chiedervi un favore.- disse poi e noi
annuimmo guardandolo. –Potreste andare al supermercato?
Mancano due cose, e noi
dobbiamo finire di sistemare la stanza!- continuò, e quasi
io non urlai dalla
gioia. Subito acconsentì alla sua richiesta, lasciando le
cose di Louis lì
nella stanza, e lo afferrai da un braccio dopo che mio padre mi diede
la lista
delle cose che mancavano. Quasi non scappai di casa, ma pur di rimanere
sola
con Louis avrei fatto le peggiori follie in quel momento. Appena fummo
fuori
lui scoppiò a ridere guardandomi.
-Nemmeno
mi hai fatto parlare!- disse.
-Non
importa, avevo bisogno di rimanere con te.-
ammisi sorridendo, e appena superai il viale di casa nostra, gli
afferrai la
mano stringendola alla mia. Lui si voltò verso di me, prima
di prendermi il
viso con l’altra mano avvicinandolo al suo per potermi
baciare.
-Dovremmo
andare al supermercato, non fare i
piccioncini!- dissi poi quando mi accorsi che ci eravamo fermati
proprio per
baciarci, ed entrambi sorridemmo a fior di labbra.
-Allora
andiamo.- rimasi comunque lì ferma, perché
non volevo scollarmi dalle sue labbra, e mi strinsi maggiormente a lui
per
baciarlo di nuovo. Mi sentivo decisamente meglio, poi decidemmo davvero
di
avviarci verso il supermercato.
-Davvero,
non voglio che cambi stanza.- ammisi
triste.
-Prima
lo volevi!- ridacchiò.
-Ora
non più, perché ti amo, prima ti.. odiavo.-
quella parola associata a Louis adesso mi faceva uno strano effetto,
quasi fino
a sconvolgermi, eppure era così. Il primo mese lo odiavo
davvero, ma tutto
l’avevo dimenticato quella meravigliosa mattina appena uscii
dalla doccia.
-Poi
sei rimasta incantata dalla mia bellezza!-
disse vantandosi.
-Come
no, probabilmente sono rimasta attratta dal
tuo culo, non dalla tua bellezza, fidati di me!- scoppiai a ridere
appena lui
si voltò verso di me con sguardo torvo e mi nascosi tra i
capelli evitando i
suoi occhi.
-Davvero?
Beh, almeno ha fatto un buon lavoro!-
disse poi mettendosi le mani sul suo fondoschiena, e fu quello il
momento in
cui mi voltai nuovamente verso di lui facendo cadere l’occhio
proprio su dove
si erano poggiate le sue dita. –In effetti sì..
hai un bel culo.- risi ancora,
saltandogli poi al collo, e sentendo che adesso mi aveva presa per i
fianchi e
che nuovamente ci eravamo fermati nel bel mezzo della strada per
baciarci.
Pensai che sarebbe stato difficile arrivare a casa prima di pranzo. Mi
staccai
poi da lui camminandogli davanti fino a quando non sentii nuovamente le
sue
mani sul mio bacino e mi trascinò verso di se, prendendomi a
baciare il collo.
–Louis, siamo per strada, contieniti.- dissi voltandomi verso
di lui per
stampargli un bacio sulla guancia.
-Ma se
tu mi cammini davanti così, non posso.- rise.
Subito dopo mi misi al passo con lui, e mi mise una mano intorno alla
spalla, e
riuscimmo tranquillamente a raggiungere la nostra meta senza tappe
intermedie.
Riuscimmo
a sbrigarci in circa dieci minuti,
prendendo tutto il necessario di cui aveva bisogno mio padre. Quando
fummo di
nuovo per strada e stavo ridendo per una delle sue solite battute, mi
accorsi
davvero quanto stavo bene quando lui era vicino a me.
-Non ho
ben capito cosa mi ha detto mio padre sta
mattina comunque, ero ancora in dormiveglia. Probabilmente stasera non
sono a
casa!- disse poi Louis mentre con una mano teneva un sacchetto e con
l’altra mi
stringeva dal fianco avvicinandomi a sé.
–Davvero?- chiesi con gli occhi che
quasi mi brillavano. –Sì! Poi chiediamo meglio! In
tal caso invitiamo anche
Zayn o rimaniamo solo noi due?- domandò.
Ci
pensai un po’ su e in effetti era davvero molto
tempo che non passavamo una serata tutti in compagnia, e mi avrebbe
fatto
davvero piacere stare con gli altri come i vecchi tempi. –Se
ti dico di stare
tutti insieme te la prendi con me perché vuoi che rimaniamo
soli?- sapevo che
non bisognava rispondere con un’altra domanda, ma mi era
venuto spontaneo
chiederlo. Lui scosse la testa, e sapevo che l’avrebbe fatto.
Gli faceva sempre
piacere stare con Zayn, così decidemmo di informarci con i
nostri genitori se
quella sera sarebbero usciti.
Erano
circa le sette di sera, e mentre facevo
zapping in televisione completamente buttata a pancia in giù
sul divano con
l’aria parecchio annoiata, vidi mio padre e Bill vicini la
porta d’ingresso che
si trovava a pochi metri da dove stavo io. Feci finta di nulla e
continuai a
cambiare velocemente canale, fino a quando non spensi la televisione
rimanendo
lì impalata e annoiata.
-Arya,
noi stiamo uscendo! A stasera!- disse poi mio
padre, e lo salutai con la mano fino a quando non fu fuori casa. Mi
stiracchiai
in maniera scomposta, vedendo poi Louis che quatto quatto scendeva le
scale.
-Sono
andati via.- dissi con un sorriso, e lui mi
raggiunse immediatamente, buttandosi nel divano mentre io stavo
distesa, e lui
si mise al mio fianco. –Zayn arriva tra un’ora..
che facciamo?- chiese.
-Mh,
prima voglio bere!- dissi facendo per alzarmi e
allontanandomi un momento verso la cucina e tornando pochi minuti
più tardi.
Stava in piedi proprio di fronte a me e ne approfittai per mettergli le
braccia
attorno al collo, per poterlo baciare.
-Vieni
in braccio!- disse poi sorridendo, e
inizialmente pensavo stesse scherzando e lo guardai quasi torvo.
–Cosa?-
ridacchiai. Poi fece da sé, prendendomi dal fondoschiena e
facendo in modo che
potessi mettermi in braccio a lui con le gambe attorno al suo bacino.
–Tu sei
pazzo!- risi.
-No,
semplicemente mi andava di farlo.- disse poi
sedendosi sul divano con me ancora tra le sue braccia e rimasi a
cavalcioni poi
sulle sue gambe, prima di cominciare a baciarlo dolcemente. Subito dopo
sentii
le sue labbra poggiarsi sul mio collo e quasi rabbrividii.
-Mh, mi
fai venire i brividi! Lo sai che mi piace!-
dissi.
-E’
appunto per questo che lo faccio!- ammise
sorridendo, e prendendomi il viso con entrambe le mani per potermi
baciare.
Chiese accesso alla mia bocca, sentendo poi che le nostre lingue si
stavano
attorcigliando l’una con l’altra, e improvvisamente
sentii il silenzio attorno
a noi, come se nessun’altro esistesse. Probabilmente come se
fossimo in una
stanza piena di nulla. Mi ritrovai poi improvvisamente distesa su di
lui tra le
sue gambe, mente continuavamo a baciarci, fino a quando non mi staccai,
poggiando la testa sul suo petto mentre lo massaggiavo con una mano
dolcemente.
Sentire il battito del suo cuore era davvero meraviglioso, e mi accorsi
che
andava perfettamente all’unisono con il mio.
-Sai
piccola, batte per te.- sussurro appena si
accorse che ero intenta ad ascoltare il rumore che proveniva dalla sua
cassa
toracica. Alzai lo sguardo dopo aver sentito quella frase che mi aveva
lasciato
totalmente a bocca aperta. A quel punto feci lo stesso, e gli presi una
mano
poggiandola sul mio petto, e avvicinandomi alle sue labbra.
-Lo
senti? Batte per te.- dissi e lui sorrise a fior
di labbra.
Ci
baciammo di nuovo a stampo, sentendo che a quel
punto i nostri battiti avevano cominciato ad accelerare, me pensai che
era
assolutamente normale.
-Mi
spieghi come io.. mi sia innamorata di te?-
chiesi, ma in realtà non era una vera e propria domanda.
–E’ assurdo.. tu, mi
hai fatto i peggiori dispetti.. e ora ti amo.- sussurrai mentre le sue
braccia
mi strinsero più forte a sé.
–E’ il cambiamento più bello.. da odio a
amore,
non credi?- domandò mentre attorcigliava una ciocca di
capelli attorno al suo
dito dolcemente. Io annuii, mentre tenevo il viso alto per poterlo
guardare. Qualcosa
non mi fece accorgere che eravamo lì da parecchio tempo, ma
solo il campanello
che suonò mi fece intuire che davvero avevamo passato quasi
un’ora a baciarci
appassionatamente su quel divano. Proprio mentre Louis si stava per
alzare,
vidi mia sorella correre dalle scale. –Vado io! Vado io! Vado
io!- urlò
ripetutamente fiondandosi verso la porta e io e Louis scoppiammo a
ridere
mentre avevamo alzato lo sguardo per vedere Zayn che entrava e Zoe che
gli
saltava addosso proprio come sempre. Ogni volta sembrava che non si
vedessero
da una vita, e infatti proprio in quel momento mia sorella
saltò al collo del
ragazzo che stava proprio davanti lo stipite della porta. Ridemmo
entrambi
appena Zayn non urlò quasi un ‘oddio’
appena Zoe lo abbracciò. I due si baciarono
dolcemente sulle labbra, e proprio in quel momento io e Louis decidemmo
di
alzarci dal divano ed entrambi salutammo Zayn, facendolo entrare poco
dopo.
-L’ultima
volta che abbiamo passato una serata
insieme qui, tu e Louis ci avete beccati mentre ci baciavamo.- disse il
moro,
voltandosi verso Zoe che già aveva assunto una colorazione
tendente al fuxia
ricordando quella serata in cui io e Louis per un momento eravamo stati
complici, quando ancora i nostri rapporti erano pessimi, davvero.
-Non
ricordarlo!- disse Zoe, nascondendosi dietro la
spalla del suo ragazzo per non far vedere che il colore del suo viso
era
cambiato e anche fin troppo. –Mi sono sentita morire per un
momento.- rise.
-Vuoi
vedere la mia nuova camera?- chiese Louis a
Zayn con un tono piuttosto gasato, e dopo che lui annuì,
salimmo immediatamente
al piano di sopra per poter vedere la stanza di Louis. Aprì
la porta e cominciò
a gasarsi mentre la faceva vedere. Aveva già riempito i muri
di poster e
fotografie, che io ancora non mi ero soffermata a vedere,
così ne approfittai
per avvicinarmi lì e guardarle seguita da tutti gli altri.
Notai immediatamente
che c’era una foto con Zayn, probabilmente risaliva a quando
erano più piccoli,
circa dodici anni, ed erano davvero carini.
-Siete
voi?- chiese Zoe avvicinandosi e guardandola.
-Oddio
Louis, non ci credo che hai messo questa
foto! Faccio schifo!- disse Zayn guardandola sconvolto e con gli occhi
spalancati, mentre Louis era scoppiato a ridere davanti la sua
reazione. –Ma
dai, è meravigliosa! L’anno dopo sei partito per
Londra, è un ricordo
importante.- ammise lui prendendo l’amico per la spalla e
stringendolo a sé. Io
intanto continuai a guardare le fotografie. Ce n’era anche
una nostra che
avevamo fatto al parco quella famosa volta, ma eravamo semplicemente
abbracciati, per evitare che i nostri genitori potessero sospettare.
Sorrisi
vedendola e Louis se ne accorse, e fece lo stesso prendendomi poi dai
fianchi.
-Non
potevo non mettere una nostra foto.- ammise
baciandomi la guancia.
Aveva
davvero fin troppe foto messe lì, tutte con
persone che non conoscevo, probabilmente suoi amici di Doncaster, e tra
quelle
foto ce n’era anche una con sua madre molto probabilmente. Lo
capii per
l’incredibile somiglianza che c’era tra i due.
-E’
tua madre?- chiesi, e lui annuii.
-Sono
identici, dovresti vederli di presenza.- disse
Zayn mentre osservava il resto della stanza che era spaziosa e grande
quasi
quanto la mia. Da come era stata sistemata sembrava davvero che dovesse
vivere
qui per sempre, e credo che la cosa non mi sarebbe per niente
dispiaciuta.
D’altronde mio padre dopo la morte di mia madre sognava di
poter avere un amico
che vivesse con lui, e così è stato, adesso lui
stava bene, e stavo anche io
bene, non avevamo bisogno di altro probabilmente. Osservai per bene la
stanza.
–E i calendari porno? Dove sono?- chiese Zayn, ritrovandosi
poi la mano di Zoe
stampata sul collo dopo l’enorme ceffone che si era meritato
con quella
domanda. –Non credo che Louis ne abbia bisogno, o mi
sbaglio?- mi voltai in tono
minaccioso verso di lui tenendo le braccia conserte e lui
ridacchiò,
stringendomi forte. –Ovvio che no, mi basti tu!- ammise, ma
ciò provocò la
risata di Zayn, il quale ricevette un altro ceffone prima da me e poi
da Zoe.
-Okay
okay, fate male, piano!- protestò Zayn con
viso afflitto.
-Va
bene, basta non ti picchio più, piccolo.- disse
mia sorella stringendolo a sé e baciandogli il capo
dolcemente, come se fosse
un piccolo bambino, e per stare al gioco Zayn cominciò a
piagnucolare
teneramente. –Andiamo di sotto, tra poco portano le pizze!-
scendemmo giù per
poter sistemare il tavolo della cucina, e sistemare in tempo prima che
suonassero al campanello per portarci le pizze. Quando rientrai in
cucina con i
cartoni tra le mani mi accorsi che Zoe e Zayn erano intenti a baciarsi
con
trasporto poggiati sul frigorifero, e sia a me che a Louis venne
spontaneo
ridere. –Non so, volete farlo dentro il forno?- disse Louis
ironicamente dando
una smossa a Zayn, che sobbalzò proprio mentre era intento a
baciare mia sorella.
-Quanto
sei stupido?- disse voltandosi verso
l’amico, e facendo per sedersi a tavola proprio accanto a
Zoe, e ci
preoccupammo così di mangiare le nostre pizze, lasciando i
cartoni vuoti circa
un’ora dopo, tra risate e scherzi vari. Sembravamo peggio dei
bambini quando
eravamo da soli insieme. Avevamo fatto anche delle fotografie, e molte
di
quelle sarebbero finite nel muro di Louis come aveva detto lui. Dopo
aver
mangiato eravamo già pronti a buttarci nel divano del salone
per poterci vedere
un bel film, anche se eravamo parecchio indecisi su cosa vedere.
-Niente
di sdolcinato!- disse Zayn.
-Si
esatto, sennò Zayn si mette a piangere.-
confessò Louis voltandosi verso l’amico che lo
fulminò immediatamente con lo
sguardo.
-Smettila,
è successo solo una volta a tredici anni!
Era un film commovente!- protestò Zayn nascondendo il viso
sotto le mani,
mentre Louis rideva di gusto al ricordo di quel momento.
-Invece
di fare gli scemi, decidete un film!- gli
lanciai dei dvd, in modo che potessero decidere loro il film da vedere
mentre
io stavo seduta per terra chinata verso il lettore dvd, in attesa di
una loro
scelta.
-Metti
Harry Potter!- disse Zayn lanciandomi il
disco che inserii subito nel lettore, mettendo play. Raggiunsi gli
altri,
buttandomi sul divano accanto a Louis. Prima che cominciasse il film
gli
stampai un bacio sulle labbra dolcemente, poggiando la testa sulla sua
spalla,
e poi tutti e quattro fissammo gli occhi al televisore, sentendo ogni
tanto
qualche commento da parte di Zayn sull’attrice Emma Watson,
seguiti dai
rimproveri di Zoe e dalle risate mie e di Louis.
-Che
fine hanno fatto quei due?- chiesi a Louis
mentre stavo distesa sul divano, più precisamente con la
testa poggiata sulle
sue gambe. Zayn e Zoe si erano allontanati subito dopo il film, salendo
al
piano di sopra ma per un momento pensai che era inutile aspettarlo.
-E te
lo chiedi anche?- ridacchio Louis carezzandomi
i capelli.
-Allora
facciamo anche noi i cattivi.- dissi io
mordendomi il labbro e guardandolo fisso negli occhi. Quel divano in
quella
giornata ci aveva accompagnato con i nostri baci e le nostre carezze, e
adesso
nuovamente ci ritrovammo lì. Louis si mise su di me, tra le
mie gambe e
cominciò a giocare con il lembo della mia maglietta
baciandomi il collo
delicatamente e scendendo subito dopo verso il petto. Le sue labbra
erano
soffici e si scontravano perfettamente con la mia pelle calda, creando
un dolce
contatto che mi faceva rabbrividire. –Louis, facciamo
attenzione.. se tornano i
nostri genitori non possiamo farci trovare che facciamo
l’amore.- sussurrai
prendendogli il viso e avvicinandolo a me facendo poi scontrare le
nostre
labbra, come se adesso fosse l’unica cosa di cui avevo
bisogno. Spinsi il
bacino contro il suo, sentendo il suo membro già duro, e
quasi non gemetti.
-Mh,
perché mi fai sempre eccitare così..?- chiese
lui mordendosi il labbro, mentre insinuava una mano dentro i miei
jeans, e per
un momento mi sentii quasi in paradiso. Inclinai la schiena portando la
testa
indietro appena riuscii a percepire le dita di Louis che erano entrate
con
delicatezza dentro di me, e ansimai, mordendogli poi il labbro
inferiore.
Passai una mano tra si puoi capelli, mentre con l’altra mi
preoccupai di
sfiorare il suo membro dentro gli slip, cominciando a giocarci. La
stanza stava
cominciando a riempirsi di gemiti quando un rumore non mi fece intuire
che mio
padre stava posteggiando la macchina in garage ed entrambi sobbalzammo,
sistemandoci i jeans. Dovevamo avvertire Zayn e Zoe, che sicuramente si
erano
spinti oltre, così corsi al piano di sopra bussando
velocemente alla porta.
-Ragazzi!
Fermatevi subito! Sono arrivati papà e
Bill!- dissi con un tono di voce piuttosto preoccupato mentre Louis
stava al
mio fianco. Sentii un gemito di sofferenza provenire dalla stanza, e
pochi minuti
dopo Zoe aprì la porta mentre si stava sistemando la
camicetta e Zayn era
intento ad abbottonarsi i jeans e ad alzarsi la cerniera.
-Questo
potevate farlo mentre eravate dentro.- disse
Louis coprendosi gli occhi.
-Ragazzi?-
una voce dal piano di sotto, seguita da
un rumore che indicava che la porta si era appena chiusa, mi fece
intendere che
i genitori miei e di Louis erano appena arrivati, così
decidemmo tutti di
scendere al piano di sotto. –Tutto bene?- chiese appena ci
vide tutti e
quattro.
-Sì,
eravamo in camera mia a scherzare e a
chiacchierare!- mentii.
-Oh
bene! Avete visto un film?- chiese, e io annuii
subito. Poi si preoccupò di salutare anche Zayn con una
stretta di mano. Mio
padre lo adorava, diceva che era un ragazzo davvero in gamba, e gli
faceva
piacere vederlo. Ormai sembrava che facesse parte della famiglia anche
lui.
-Va
bene, tornate in camera!- disse poi sorridendo,
e tutti e quattro ci ritirammo in camera mia non avendo nessun altra
scelta,
visto che ormai non potevamo dividerci, né tanto meno
poterci permettere di
fare “confusione”. Chiusi la porta alle mie spalle,
e io e Louis ci buttammo
sul mio letto, mentre Zayn e Zoe si erano comodamente seduti sul
pavimento. Zoe
si mise tra le gambe del suo ragazzo poggiando la schiena contro il suo
petto,
mentre gli teneva entrambe le mani massaggiandole dolcemente. Mi
accorsi così
che erano davvero meravigliosi insieme. Io intanto stavo seduta sulle
gambe di
Louis che mi teneva dal bacino e mi faceva i grattini nella schiena,
facendomi
rabbrividire e contorcere subito. –Smettila dai!- risi,
voltandomi per
scompigliargli i capelli.
Cominciammo
poi a chiacchierare tutti e quattro, e a
ridere su più e il meno. Zayn e Louis cominciarono poi a
parlare del loro
periodo insieme a Doncaster, di quando erano piccoli, dei pomeriggi
passati nel
viale di casa loro a giocare, ed era davvero divertente sentire questi
racconti.
Accompagnammo
Zayn alla porta, che verso l’una aveva
deciso di ritornare a casa, altrimenti i suoi genitori si sarebbero
preoccupati
troppo per lui. Zoe li aveva già conosciuti, e li aveva
visti un bel po’ di
volte, ed era molto affezionata alla madre. Appena la porta si chiuse
mi
stiracchiai, cadendo tra le braccia di Louis, e stringendolo forte a me.
-Andiamo
a dormire?- chiesi, ma subito dopo il mio
sorriso si spense. Ero convinta che Louis quella notte avrebbe dormito
con me,
ma in realtà non era così. Per un momento sentii
la tristezza invadermi e i
suoi occhi malinconici cominciarono a fissarmi.
-Beh..
se vuoi possiamo stare un po’ in giardino..
tanto gli altri dormono.- dissi sorridendo, e lui annuii
immediatamente. Pur di
stare con me, diceva che sarebbe rimasto sveglio anche fino alle tre di
notte,
e lo stesso valeva per me. Salii in camera, e ci dividemmo per un
attimo. Mi misi
il pigiama ed osservai la mia stanza che adesso senza il pavimento
pieno delle
cose di Louis mi sembrava davvero vuota, e appena mi sedetti sul letto
cominciai a dondolarmi le gambe mentre pensavo. Indossai velocemente,
poi, il
pigiama, altrimenti si sarebbe fatto troppo tardi. Appena tolsi anche
il trucco
e legai i capelli con una treccia, scesi al piano di sotto, aprendo la
porta di
casa e ritrovandomi Louis già seduto sul dondolo,
probabilmente da un po’ di
tempo. Mi avvicinai a lui sedendomi al suo fianco, e guardandolo fisso.
-Tutto
bene?- chiese carezzandogli il viso.
-Se non
fosse per il fatto che non ce la faccio a
dormire senza di te, ti direi di sì.- ammise voltandosi
verso di me e poggiando
la testa sulla mia spalla. Gli presi ad accarezzare i capelli con
delicatezza,
notando i suoi occhi che si socchiudevano piano.
-Hey,
mica ti devi addormentare!- risi.
-No no,
sono sveglio, mi sto solo rilassando sotto
il tuo tocco.- ammise prendendo poi una delle mie mani, avvicinandola
alle sue
labbra. Baciò il dorso, intrecciando poi le mie dita tra le
sue. Strinsi forte
la sua mano, e poi mi guardai la collana che stava poggiata sul mio
petto.
-Non
sai quanto sono rimasta stupita al mio
compleanno.- ammisi e lui fece un mezzo sorriso mentre con un dito
carezzava il
dorso della mia mano. –Avevo subito capito chi era questo
amico, infatti mi
sono voltata verso di te. E poi.. quando mi hai detto di amarmi.. stavo
quasi
per svenire, davvero.- continuai, mentre lo fissavo dritto negli occhi,
sentendo il cuore che ormai non riusciva più a fermarsi
dalle forti emozioni
che si stavano scontrando dentro di me.
-Un
po’ me quando ti ho visto con quel tipo in
discoteca.- disse storcendo il viso come per fare una smorfia, e io
risi
appena.
-Se non
ci fossi stato tu.. non so come avrei
fatto.- sussurrai.
Ci fu
un momento di silenzio
poi improvvisamente sentii qualcosa che mi sconvolse completamente.
Sentii
Louis che aveva cominciato a cantare la sua solita canzone, che
entrambi
adoravamo.
-If
I don't say this now I will surely break, as I'm leaving the one I want
to take..-
adoravo
le
parole di quella canzone, e lui a quanto pare me la stava proprio
dedicando in
quel momento. La sua voce mi faceva stare bene, e proprio mentre
cantava,
stringeva sempre di più la mia mano. -..and i look after
you.- disse
concludendo il ritornello della canzone e fermandosi.
-Te
l’ho detto già che amo come canti.- ammisi.
-E..
questa canzone so che ti piace.- disse lui
dandomi un bacio sulle labbra, e io sorrisi. –..e piace anche
a me.- continuò
poi.
Rimanemmo
lì ancora per qualche minuto, fino a quando poi entrambi non
decidemmo di andare a dormire, visto che ormai era notte più
che inoltrata.
Così, mentre salivo le scale, mi stavo già
preparando psicologicamente ad una
notte senza Louis al mio fianco.
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Capitolo 19 *** chapter 19. ***
Chissà
quanto tempo era passato da quando Louis mi
baciò per la prima volta, quando ancora non era convinto di
volermi davvero,
quando ancora io lo odiavo, quando tutto il nostro amore, non era
nemmeno
previsto. Settembre era cominciato e già da molto tempo, e
la piaggia a Londra
era già iniziata. Già un bel po’ di
volte mi ero ritrovata a correre sotto le
gocce di acqua con Louis per ritornare a casa. Ci divertivamo da
impazzire però
a farlo. Mio padre ormai aveva smesso di dubitare su una nostra
ipotetica
storia d’amore, pensava semplicemente che i nostri rapporti
si erano
aggiustati, e io e Louis ci sentivamo davvero sollevati. A dire il
vero,
avevamo anche trovato un modo per passare la notte insieme. Di solito
ero io a
sgattaiolare in camera sua non appena tutti andavano a dormire, e prima
che mio
padre o Bill si potessero svegliare, sentivo la mia sveglia suonare,
che
indicava che sarei dovuta ritornare in camera mia, come se nulla fosse.
Era
davvero divertente. Questi sotterfugi rendevano la nostra storia
più intrigante
e passionale di quanto già non lo era.
Sembrava
che non sentissi più la mancanza della mia
vita passata. Da quando c’era lui tutto era cambiato,
inizialmente in peggio,
adesso.. in meglio. E tutto sembrava andare bene stranamente, ne ero
alquanto
stupita. Erano passati quasi tre mesi dall’inizio di tutto, e
mi sembrava
davvero un sogno quello che stavo vivendo, se non probabilmente la
più bella
storia d’amore mai vissuta.
Quella
mattina, sotto la pioggia autunnale di
Londra, passeggiavo proprio con lui, mentre stavamo stretti sotto un
ombrello.
Avevamo già sostituito i pantaloncini con i pantaloni
lunghi. Era sempre così
da noi. Un giorno indossi i pantaloncini, e il giorno dopo devi tirar
fuori i
cappotti. Intanto quella giornata mi piaceva particolarmente, e mentre
stavamo
abbracciati sotto il nostro minuscolo ombrello, ridevo alle sue battute
e di
tanto in tanto ci scambiavamo qualche tenero bacio. Zayn e Zoe, che
erano stati
con noi fino a dieci minuti prima, ci avevano lasciati, rifugiandosi in
un bar
molto probabilmente, ma non ero certa di quello che fossero andati a
fare,
conoscendo le menti perverse di entrambi. La pioggia parve smettere per
un
momento e io trovai immediatamente un tavolino libero da Starbucks, e
ne
approfittai per prendere Louis per mano, e portarlo con me verso le due
sedie
disponibili che c’erano lì. Mi sarei goduta un
Frappuccino alla vaniglia, senza
dubbio. –Oggi fa freddo!- disse Louis strofinandosi le mani,
e stringendo le
spalle, prima di avvicinare la sua sedia alla mia per potermi guardare
meglio.
Poggiò i gomiti sul tavolo, mettendo la testa sul palmo
della sua mano,
voltandosi proprio verso di me. Mi veniva da ridere quando mi guardava
così,
quasi mi sentivo in imbarazzo.
-Volete
ordinare?- chiese poi un cameriere che si
avvicinò a noi per prendere le ordinazioni. Si
allontanò qualche minuto dopo,
per poi ritornare con ciò che avevamo chiesto.
-Amore,
lo sai che sei bellissimo?- dissi mettendomi
nella sua stessa posizione mentre gli aggiustavo i capelli
delicatamente. Lui
sorrise, e scosse la testa, come per dirmi che non avevo ragione.
–Tu sei
bellissima.- confessò carezzandomi il viso delicatamente.
Erano
passati due giorni dal nostro secondo
mesiversario, eppure già lo amavo, e dicevo di amarlo da
moltissimo tempo. Lui
mi rendeva felice, e poco mi importava se dopo un mese già
gli avevo confessato
che lo amavo con tutto il mio cuore. Alla fine.. era così.
Vivevo di lui ormai.
-Ti
amo.- sussurrò poi, prima di sorseggiare il suo Frappuccino.
Quasi
senza accorgermene io ero arrossita
violentemente, mentre lo guardavo fisso negli occhi, abbozzando un
piccolo
sorriso, intenta poi a bere la mia bevanda. Poggiai la mano sul tavolo,
e
qualche secondo dopo sulla mia c’era anche la mano di Louis,
e la strinse
forte.
-Siamo
troppo romantici.- ridacchiai.
-Oh
sì, sei tu che mi fai diventare così.- ammise
avvicinandosi a me per potermi rubare un semplice bacio a stampo,
quando non
sentì il suo cellulare squillare. Era Zayn.
-Pronto?-
fece lui alzando la cornetta. –Stiamo da
Sturbucks, raggiungeteci!- disse, mentre io avvicinavo di
più la sedia a lui, e
gli stringevo la mano. Qualche minuto dopo ci raggiunsero Zayn e Zoe,
che
camminavano mano nella mano verso di noi, sedendosi poi nelle due sedie
che
stavano nel nostro tavolo. –Uh, c’è una
pioggia fuori!- disse Zoe sistemando la
borsa accanto a sé.
-Che
avete fatto?- chiese Louis, anche se capì
subito che era una domanda davvero inutile, infatti i due scoppiarono a
ridere
dopo essersi guardati con uno sguardo d’intesa.
–Okay, non importa, prendete
qualcosa?- Louis deviò il discorso rigirandosi il suo
frappuccino nelle mani.
-No,
siamo a posto, pensavamo di ritornare a casa
tra un po’!- propose Zoe, e io acconsentii alla sua proposta.
La pioggia mi
piaceva, ma non quando ero in giro, non mi piaceva bagnarmi. Senza
pensarci due
volte, tutti e quattro ci alzammo dal tavolo dopo aver pagato, e
uscimmo fuori
aprendo subito i nostri ombrelli, cercando di raggiungere casa il
più presto
possibile a piedi, visto che Zayn aveva avuto la felice idea di
lasciare la
macchina a casa. Strinsi forte la mano a Louis mentre camminavamo sotto
la
pioggia.
Arrivammo
a casa mia tutti zuppi, benché avessimo
gli ombrelli, ma la pioggia quel giorno non ci aveva proprio
risparmiati. Notai
che mio padre e Bill corsero verso di noi velocemente come per darci
una
notizia e noi quattro li guardammo entrambi quasi sconvolti.
-Allora!
Domani sera mi hanno invitato ad una
festa.- disse Bill, e inizialmente quella non sembrava una notizia
nuova. –Una
festa per il lavoro insomma, e ci sono tantissime persone importanti,
non parlo
di VIP, ma insomma.. ricconi ecco!- ridemmo tutti guardandoci a vicenda.
-Ed
ecco.. potete venire anche voi.- disse poi con
un tono di euforia nella voce. Inizialmente rimasi lì a
pensarci, poi pensai
che una festa con persone super eleganti e piene di soldi poteva essere
una
cosa davvero divertente. –Beh, che ne pensate?- chiese Louis
con un sorriso, e
tutti quanti decidemmo così di andare a quella festa, e
subito dopo anche noi
eravamo super gasati. –Vieni, andiamo a decidere cosa
mettere.- mia sorella mi
prese dal polso trascinandomi subito al piano di sopra, e sia Louis che
Zayn ci
seguirono subito dopo mentre stavamo in camera mia, già
pronte a decidere cosa
mettere.
-Oddio,
perché è sempre la prima cosa a cui
pensate?- disse Zayn ridacchiando. Io e Zoe ci voltammo con aria
minacciosa
verso di lui.
-Beh,
è importante fare bella figura!- risposi.
-Voi
che metterete?- chiesi poi. I due si guardarono
con uno sguardo un po’ perso e si morsero il labbro per
nascondere una risata.
Io e Zoe ci voltammo tornando a guardare i mille vestiti che avevamo,
sentendoci sempre più indecise in quel momento, eppure prima
di cena riuscimmo
a trovare qualcosa di adatto, e ad aiutare i ragazzi a decidere uno
smoking decente.
A Louis stava parecchio bene, e non l’avevo mai visto
così elegante, e anche
Zayn non era niente male, ma per Zoe era molto di più di
“niente male”. Eravamo
pronti, anche se quella festa sarebbe stata il giorno dopo, eppure
stavamo già
così eccitati all’idea di passare una sera come se
fossimo degli avvocati o
chissà che cos’altro.
Ma
benché fossimo tutti così felici, la sera un
po’
di malinconia mi pervase, ed era l’ultima cosa che volevo.
Mentre stavo con
Louis come ogni sera in giardino a guardare il cielo, quella volta
ricoperto
dalle nubi, mi venne in mente che il giorno dopo non ci saremmo potuti
nemmeno
sfiorare a quella festa.
-Piccola,
è tutto okay?- chiese notando il mio
sguardo perso nel vuoto.
Io
scossi la testa stringendomi a lui, visto che
quella sera faceva più freddo del solito, e non capivo come
lui riuscisse a
stare tranquillamente vestito come se fosse quasi estate anche se era
fine
settembre. –Domani.. alla festa.. non potremo stare vicini
insomma.- dissi
storcendo il viso, e lui fece lo stesso facendo un lungo respiro.
-Non
credi sia il caso di parlarne con tuo padre?-
chiese, ma immediatamente io scattai in piedi, guardandolo attonita.
Benchè
fosse un’ottima idea per poter stare finalmente insieme, non
era per niente
l’idea giusta. Mio padre mi avrebbe staccato le gambe, era
fin troppo geloso di
me, solo perché in vita mia avevo avuto pochissimi
fidanzati, a differenza di
Zoe che a volte ne presentava uno diverso ogni mese, e con lei era
abituata. Ma
se sapeva che il mio ragazzo adesso era il figlio del suo migliore
amico, non
l’avrebbe mai accettato. E poi a me in un certo senso andava
bene così la
situazione, non volevo che mio padre sapesse. –Sei pazzo?!
Non lo farò.- dissi
scuotendo la testa.
-Hai
intenzione di tenerlo nascosto a vita?-
sentenziò lui.
-Beh,
almeno fino a quando sarà possibile, vorrei
evitare litigi riguardo quest’argomento.- ammisi facendo
spallucce e ritonando
a sedermi con le braccia conserte. –Scusa, non volevo farti
arrabbiare.- disse
mettendomi una mano intorno alla mia spalla, ma evidentemente mi aveva
fraintesa perché non ero arrabbiata di certo con lui in quel
momento.
-Oh
amore, no.. non ce l’ho con te.- sussurrai, e
lui sorrise con un sospiro di sollievo. Aveva sempre paura che io
potessi
arrabbiarmi con lui, era davvero strana questa cosa. –Andiamo
a dormire?-
propose, e io annuii, visto che ormai i miei occhi si chiudevano da
soli mentre
stavo poggiata alla spalla di Louis. In pochi minuti salimmo in camera
sua.
Spensi le luci e mi infilai sotto le sue coperte con lui vicino,
aspettando che
mi abbracciasse per evitare di sentire freddo.
-Ti sei
puntata la sveglia?- chiese, e io annuii
immediatamente stringendomi al suo petto caldo, mentre lui mi baciava
la fronte
dolcemente. Intrecciai le mie gambe con le sue, cominciando a baciargli
il
collo lentamente, come se adesso non avessi più sonno, come
se volessi solo
scambiarmi dolci gesti con lui. Era una sensazione davvero favolosa.
Strinsi
una della sue mani, mentre lui con l’altra
era intento a massaggiarmi i capelli, come piaceva a me, fino a quando
non ci
addormentammo praticamente uno incollato all’altro.
Mentre
ero intenta a mettere i tacchi stando in
piedi, vidi Louis entrare in camera nervoso che ancora doveva finirsi
di
vestire. –Hey, che succede?- chiesi proprio mentre ero in
bilico, e caddi tra
le sue braccia perdendo l’equilibro. –Stai
attenta.- ridacchiò appena.
–Comunque niente, c’era una macchia nella mia
camicia, e sto aspettando che si
asciughi un po’.- disse mordendosi il labbro nervosamente.
-Tranquillo
dai, sarai comunque stupendo.- ammisi
guardando verso la porta, e facendo in modo che nessuno stesse
passando, e
subito gli rubai un bacio a stampo, notando che in quel momento ero
alta
esattamente come lui. –Non posso pensare che starò
tutta la sera senza baciare
queste belle labbra.- dissi toccandogliele con un dito, e lui
abbozzò un
sorriso. –Beh, magari non tutta la sera.- fece
l’occhiolino prima di
allontanarsi dalla stanza, e io lo guardai mentre andava via, e subito
dopo con
una risatina ritornai a prepararmi. Ancora dovevo sistemare il vestito,
truccarmi, e farmi i capelli, e un’ora dopo sarei dovuta
essere già pronta per
andar via. Anche Zayn era a casa nostra per prepararsi, anche se a
quanto pare
era già pronto, e aiutava Zoe in camera sua. Mentre
continuavo a guardarmi allo
specchio, notai Louis che continuava a fare avanti e indietro nel
corridoio a
torso nudo, e ridacchiai osservandolo e indossando un paio di orecchini
che
avevo comprato di recente. Avevo ancora i capelli legati in una coda, e
dovevo
decidere che acconciatura fare, e che trucco scegliere. Mi sentii
così
maledettamente confusa.
Quell’ora
passò fin troppo velocemente, ma riuscii a
esser pronta in tempo. –Ragazzi, noi siamo giù! Vi
aspettiamo!- mio padre e
Bill scesero al piano di sotto a prendere la macchina e Zayn e Zoe li
seguirono
a ruota. Afferrai la borsa, guardandomi per l’ultima volta
allo specchio, prima
di passare dalla stanza di Louis, notandolo sempre più
nervoso.
-Oh,
fanculo.- sbottò mentre cercava di mettersi la
cravatta ma senza successo. Entrai in camera, poggiando la borsa sul
letto e mi
avvicinai a Louis che quasi non scoppiava a piangere. Ridacchiai
facendolo
voltare verso di me, e gli sistemai per bene la cravatta con un sorriso.
-Hai
diciannove anni e nemmeno sai sistemarti una
cravatta?- risi.
-Non mi
piacciono, le odio.- mise il broncio e
subito dopo, appena finii di sistemarlo gli stampai un bacio sulle
labbra. –Ora
sei perfetto.- ammisi con un sorriso prendendolo da un braccio e
afferrando di
nuovo la borsa. Arrivammo al piano di sotto e ritrovando tutti
già in macchina
che aspettavano solo noi, così di corsa entrammo nei sedili
posteriori proprio
accanto a Zayn e Zoe.
-Ci
siamo tutti?- chiese mio padre, e in coro
annunciammo un felice ed eccitato “si”, prima di
sentire il rombo del motore
scattare.
Quella
gente sembrava davvero molto diversa da noi,
eppure non mi dispiaceva proprio stare lì, mi dava un tocco
di classe. Mio
padre e Bill erano intenti a parlare con delle persone che non
conoscevo
assolutamente e che non avevo intenzione di conoscere, e intanto noi
quattro
stavamo seduti in un enorme divanetto reggendo dei drink in mano,
mentre
chiacchieravamo e parlavamo delle persone assurde che ci passavano
vicine.
Alcune donne avevano dei vestiti veramente strani, come se fossero
pronte per
un matrimonio importante, quando invece si trattava solo di una festa
di
lavoro. La gente inoltre ballava nella piccola pista di quel locale
lussuosissimo a ritmo di una musica piuttosto vecchia, che sembrava
quasi rock
‘n roll. Vidi Zoe e Zayn scattare da dove erano seduti per
andare a ballare
come sempre. Non sapevano stare fermi un attimo, così si
allontanarono dallo
sguardo di mio padre per potersi muovere anche loro. Io rimasi
lì con Louis, ma
non poterlo nemmeno sfiorare mi faceva parecchio innervosire.
-Poteva
andarci peggio, dai.- ridacchiò, e risi pure
io voltando il viso dall’altro lato e notando qualcosa di
davvero spiacevole in
fondo della sala. O meglio.. qualcuno. Mi voltai di nuovo,
nascondendomi sotto
i capelli, e continuando a sorseggiare il mio drink, cercando di non
far capire
a Louis che volevo nascondermi, ma era davvero inevitabile.
-Che
succede?- chiese lui allarmato, e alzai
improvvisamente il viso per fissarlo. –Cosa? Ah, no nulla.-
mentii.
-Arya
che succede?- disse serio.
-C’è..
c’è.. Alex da quella parte.- avevo appena
rivisto il ragazzo che quella fatidica sera in discoteca si era quasi
meritato
un bel pugno da Louis. Cominciai a mordermi il labbro nervosamente,
cercando di
non farmi vedere dal ragazzo moro che stava parlando con una ragazza
poggiato
contro la ringhiera di una scala. Nemmeno Louis sembrava
così tranquillo
adesso, non lo era nessuno dei due. –Sta venendo da questa
parte.- sussurrò a
denti stretti il mio ragazzo, così lo afferrai dal braccio e
mi alzai di
scatto, muovendomi velocemente verso un balcone che si affacciava in
una
meravigliosa strada illuminata da tanti fari, e sembrò
davvero così romantico,
se non fosse che entrambi non eravamo assolutamente tranquilli.
–Non possiamo
scappare tutta la sera!- disse Louis cercando di vedere se qualcuno si
avvicinava a noi, e soprattutto dov’era Alex. –Ti
prego, non essere nervoso
però.- dissi tenendogli le braccia e guardandolo negli
occhi, e probabilmente
era l’ennesima volta che lo facevo quella sera.
Più lo facevo, più avevo voglia
di baciarlo.
-Okay,
ma solo se continui a guardarmi così.-
sorrise, e io risi poggiando la testa sulla sua spalla appena notai che
i
nostri genitori erano piuttosto lontani da dove stavamo noi.
-Se
provo a darti un piccolo bacio ci scoprono?-
chiese, ma io scossi subito la testa, anche perché un
semplice bacio non
avrebbe fatto male a nessuno. Mi spinse appena di lato contro la
ringhiera, in
un punto in cui nessuno ci avrebbe visti in quel momento, e premette
piano le
labbra contro le mie, e pochi secondi dopo sentii la sua lingua
spingere contro
la mia e ci lasciamo andare in quel bacio pieno di lussuria. Due voci
ci fecero
staccare immediatamente, e poggiammo la braccia sulla ringhiera facendo
come se
stessimo affrontando una conversazione. Mi voltai per vedere chi fosse
e
proprio in quel momento il ragazzo moro che non aveva per niente un
viso
familiare si presentò proprio davanti a noi in compagnia di
una tipa bionda.
Cercai di non guardarlo, facendo finta di niente, e parlando con Louis
molto
tranquillamente, ma non riuscii a fare a meno di notare che lui si era
accorto
della mia presenza, e chissà mi aveva pure riconosciuta.
–Ti va se andiamo a
vedere che fanno i nostri genitori..?- chiesi a Louis, cercando una
scusa per
poterci allontanare da lì, e lui subito annuii, e ci
allontanammo per
raggiungere mio padre e suo padre intenti a parlare tra di loro.
-Hey.-
dissi appena li vidi.
-Ecco,
cercavamo proprio voi! Vi presentiamo il
signor Jason, è il nostro capo.- disse Bill presentandoci un
uomo alto e dagli
occhi azzurri che poteva avere circa una cinquantina d’anni.
-E’
un piacere conoscervi!- disse l’uomo
sorridendoci dopo averci stretto le mani. –A questo punto vi
presento anche mio
figlio.- si voltò cercando con lo sguardo la persona che
cercava, mentre vedevo
Zayn e Zoe ancora occupati a ballare e a scambiarsi qualche bacio di
tanto in
tanto.
-Eccolo
lì! Alex, vieni un attimo!- quel nome mi
risuonò nella testa, e io e Louis ci guardammo spalancando
quasi gli occhi, e
mi parve di tremare per un momento. –Loro sono Arya e Louis!-
il signor Jason
ci mostrò suo figlio, ma a quanto pare le presentazioni non
servivano, anche se
dovevamo far finta di nulla. Alex prese la mia mano con un sorriso
beffardo in
viso facendo una specie di mezzo inchino e baciandomi appena il dorso
della
mano. Sentii Louis fare quasi un gemito di disprezzo davanti quella
scena, ma
cercò di contenersi specialmente quando i due ragazzi
incrociarono i loro
sguardi per presentarsi. Louis non fece nemmeno un mezzo sorriso,
proprio
niente. –Alex porta i ragazzi a fare un giro!- disse poi il
signor Jason e
quasi volevo affogarlo in quel preciso istante. Fece nuovamente uno di
quei
soliti sorrisi beffardi, e ci allontanammo con lui, come se volessimo
nasconderci da sguardi indiscreti. Quando ci ritrovammo in un posto in
cui
nessuno poteva vederci Louis non resistette un attimo.
–Provala a sfiorare di
nuovo e fai una brutta fine stasera.- sussurrò a denti
stretti al ragazzo moro
davanti a sé. –Ah ma davvero? E chi sei tu per
dirlo?- disse avvicinandosi a me
per carezzarmi il viso e Louis in modo violento gli schiaffò
via la mano dalla
mia pelle e mi prese stringendomi a tra le sue braccia. In quel momento
mi
sentii protetta.
-Non
devi farlo e basta.- disse poi. Non gli
importava cosa avesse detto il signor Jason, decise semplicemente di
allontanarsi da lì, tenendomi da un braccio, e ci ritrovammo
negli stessi
divanetti di prima in cui c’erano anche Zayn e Zoe sudati e
stanchi, che si
baciavano.
-C’è
Alex.- dissi mettendomi vicino a mia sorella e
interrompendo il loro bacio. –Scherzi?- disse lei guardandomi
attonita, e
dovetti spiegarle tutto ciò che era successo mentre loro si
divertivano in pista.
Mentre parlavo notai Zoe che pian piano si distraeva, e mi accorsi che
appunto
Zayn era intento a massaggiarle una gamba delicatamente come per
provocarla.
–Ti dispiace?- risi poi, e lui fece lo stesso allontanando la
mano e alzandosi
per potersi mettere vicino a Louis, e io tornai alla mia chiacchierata
con Zoe
riguardo ad Alex.
-Andrà
tutto bene, non penso che vi romperà ancora
se state qui con noi.- disse lei stringendomi una mano notando che mi
stavo un
po’ in ansia.
-Il
problema è che voi tra due minuti non starete
qui con noi perché tornerete a ballare e a fare le.. vostre
cose.- si intromise
Louis ironizzando e Zayn e Zoe si guardarono con uno sguardo
d’intesa ridendo a
ciò che aveva detto.
-Sei
sicuro che non ci vedrà nessuno qui?- disse
Zoe, ritrovandosi in una specie di stanza privata insieme a Zayn. Il
ragazzo
chiuse la porta alle sue spalle. In quel momento non avevano proprio
dato
ascolto alle parole di Louis, o probabilmente l’avevano fatto
in parte. Quella
stanza era così piccola che dovettero accontentarsi del
muro, ma a loro non
dispiaceva affatto in quel momento. Zoe poggiò la schiena
contro la parete
cominciando già a maneggiare con la cinta dei pantaloni di
Zayn e con i vari
bottoni. Si baciarono con trasporto, quando poco dopo lui si
staccò dalle sue
labbra cominciando a passare la lingua sul collo, e sulla scollatura di
mia
sorella, abbassandole appena una bretella cercando di mostrare il seno.
Sfiorò
con le mani le sue cosce, mentre Zoe gli abbassò i pantaloni
delicatamente,
sentendo il suo membro duro e caldo e intanto gemette sentendo le
labbra di
Zayn che gli attraversavano la pelle. Qualche istante dopo si accorse
di non
avere più gli slip a causa di Zayn, e riuscì
perfettamente a percepire le loro
intimità che si erano scontrate dando quasi il via alle
danze. Zoe mise una
gamba intorno alla vita del moro, sentendo le sue spinte e cercando di
non
urlare, e soffocando i gemiti con dei baci per non farsi sentire da
nessuno.
Quella
meravigliosa sensazione parve durare una
vita, e a mano a mano che le spinte divenivano più forti e
fluide, i loro
gemiti aumentavano. Zayn per stuzzicarla si occupò del suo
seno, cominciando a
baciarglielo delicatamente mentre dava forti spinte dentro di lei e i
suoi
gemiti si diffondevano in tutta la camera. Zoe si avvicinò
al suo orecchio,
mordendogli appena il lobo, e ansimando in modo quasi provocante,
sapendo
quanto lo eccitava questa cosa. –T.. ti amo..-
sussurò piano mia sorella,
sentendo un brivido percorrerle tutta la schiena, e qualche istante
dopo
vennero entrambi e si lasciarono andare a terra, con il respiro che
diventò
improvvisamente irregolare e con i battiti dei loro cuori che avevano
cominciato ad accelerare. –Tutto okay?- chiese Zayn con un
sussurro e Zoe annuì
semplicemente aggrappandosi al suo collo, e baciandogli le labbra.
-Ti amo
piccola.- sussurrò lui carezzandole i
capelli e si sorrisero entrambi a fior di labbra. Subito dopo si
rivestirono,
poiché non potevano stare troppo tempo lontani dagli altri o
li avrebbero
scoperti. Zayn si sistemò accuratamente la camicia,
rialzandosi appena il
ciuffo dei capelli, e asciugandosi il sudore che gli colava dalla
fronte. Zoe
aggiustò il vestito bianco, facendo come se niente fosse
successo, e con molta
tranquillità uscirono dalla stanza guardandosi intorno e a
quanto pare anche
quella volta ce l’avevano fatta senza che nessuno li vedesse.
Incontrarono
subito me, Louis e i nostri genitori
che sembravamo pronti per andarcene.
-Hey
dove eravate? Vi cercavamo!- disse mio padre
guardando Zoe.
-Eravamo
in balcone!- mentì Zoe.
-Bene,
andiamo che torniamo a casa.- tutti e sei ci
dirigemmo verso la macchina dopo che Bill e mio padre salutarono tutte
quelle
persone che avevano conosciuto quella sera. Appena arrivammo, mi
accorsi che
erano già le tre di notte, e io e Louis non ci potevamo
permettere né di stare
fuori in balcone, né di dormire insieme. Appena entrambi
eravamo pronti per
andare a dormire e tutti gli altri erano nelle loro stanze, ci
incontrammo nel
corridoio, per andare in bagno, entrambi per motivi diversi. Avevo
già fatto la
coda, e dovevo togliermi il trucco.
Chiusi
la porta alle mie spalle facendo prima
entrare Louis.
-Mi
sono divertito comunque stasera.- ammise lui
prendendo il suo spazzolino e lavandosi i denti mentre io ero intenta a
struccarmi.
-E’
vero, tralasciando il problema Alex.- risi.
-Mi
mancherai stanotte.- disse appena finì,
prendendomi da dietro e baciandomi delicatamente il collo.
–Anche tu.- mi
voltai per poterlo baciare sulle labbra.
-Buona
notte, piccolo.- sussurrai allontanandomi dal
bagno per andare verso camera mia. Mi distesi nel letto, provando ad
addormentarmi, ma la non presenza di Louis quella notte, non mi fece
dormire un
granché, poiché erano pochissime le volte in cui
dormivamo separati. Solo
un’ora dopo riuscii a prendere un po’ di sonno,
lasciandomi cullare tra le
braccia di Morfeo, mentre guardavo le stelle fuori dalla finestra.
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Capitolo 20 *** chapter 20. ***
Quella
sera mi sentivo piuttosto rilassata, e
contenta. Io e Louis un’ora dopo avremmo avuto casa libera, e
io gli avevo
promesso una sorpresa, che era riuscito a intuire immediatamente, ma
poco mi
importava. Bill e mio padre sarebbero andati da degli amici, e Zoe
sarebbe
uscita con Zayn. Per l’ultima volta sentii la porta di casa
chiudersi, e
proprio mentre stavo massaggiando con Thomas nel mio letto, tirai un
sospiro di
sollievo. Louis entrò in camera mia, poggiandosi allo
stipite della porta, e mi
voltai mettendomi a pancia in su e sollevando appena il busto per
guardarlo.
–Allora, questa sorpresa?- chiese con un sorriso malizioso.
Sembrava
come se non vedesse davvero l’ora, e
sinceramente anche io ero ansiosa di passare una serata da sola con
lui, visto
che da un po’ di tempo capitava raramente. Mi alzai dal
letto, prendendolo
dalla mano.
Avevo
deciso di fare una pazzia, e di portarlo in
camera di mio padre, almeno avremmo avuto il letto matrimoniale tutto
per noi.
-Sei
sicura?- chiese lui sorridendo.
-Sicurissima.-
dissi aprendo la stanza di mio padre.
-Aspettami
qua, torno subito io!- lo feci entrare e
poi mi diressi verso il bagno. Avevo comprato un meraviglioso corpetto
bianco e
fucsia, e in qualche modo dovevo sfruttarlo. Mi cambiai velocemente,
mentre mi
guardai allo specchio. Adoravo essere così, ma non ne avevo
mai avuto
l’occasione, adesso che potevo mi sentivo quasi bene.
Ridacchiai appena, dopo
che indossai una vestaglia di seta, e prima di passare da Louis,
lasciai tutti
i miei vestiti in camera, e mi sciolsi i capelli lasciandoli cadere
tutti da un
lato.
-Hey.-
dissi, entrando nella camera da letto di mio
padre, trovando Louis già disteso nel letto. Rimase qualche
momento ad
osservarmi, poi riuscì a fare un commento. –Ma..
wow.- disse semplicemente
mentre io mi avvicinavo al letto. Mi sedetti lì, vicino a
lui, ritrovandomi poi
tra le sue gambe, proprio mentre ci baciavamo con trasporto. Sentii le
nostre
lingue toccarsi voracemente, e qualche secondo dopo notai la mia
vestaglia che
era arrivata a terra, e Louis era intento a toccarmi i fianchi, mentre
continuavamo a baciarci con passione.
-Mh..
è nuovo questo?- chiese staccandosi da me e
osservando ciò che indossavo. Cominciò a toccare
il tessuto, avvicinando le
labbra al mio petto e sfiorandomi appena il collo, mentre una delle sue
mani si
poggiava delicatamente sul mio seno, ancora ricoperto dal corpetto
bianco.
Poggiai una mano sul suo petto, spingendolo contro il materasso, e gli
sfilai
delicatamente la maglietta, avvicinandomi al suo petto, e cominciando a
baciarlo delicatamente, passando di tanto in tanto la lingua sulla sua
pelle, e
giocando con la cintura dei suoi jeans. Premetti appena il bacino
contro il suo
membro, e lo sentii ansimare a fior di labbra, mentre continuavamo a
baciarci.
-Mi
farai impazzire, piccola.- sussurrò lui con un
sorriso e mettendomi la mano tra i capelli, e approfondendo sempre di
più il
nostro bacio. Subito dopo portò entrambi le mani verso la
mia schiena, cercando
di sbottonare le varie cinghiette del corpetto, che probabilmente erano
anche
fin troppe. Dopo qualche minuto riuscii a far scontrare i nostri petti
nudi tra
di loro, e tolsi lentamente i pantaloni di Louis, facendoli scivolare
nel
pavimento. Fece lo stesso con i miei slip, e immediatamente si
posizionò sopra
di me, cambiando posizione, e riuscii a percepire il suo membro caldo a
contatto con la mia intimità, già attraverso i
suoi boxer. Non riuscivamo a far
staccare le nostre labbra, l’unica volta che lo faceva, era
per occuparsi
subito dopo del mio seno, sentendomi gemere proprio vicino al suo
orecchio,
come un sussurro.
Qualche
istante dopo, gli tolsi i boxer, e gli porsi
la protezione, che avevo proprio a portata di mano, e lui la
indossò senza
troppi riguardi. Cinsi il suo collo con entrambe le braccia, sentendolo
poi
spingere contro la mia apertura, e inizialmente faceva male, proprio
come
sempre, ma un secondo dopo mi sentii trascinata da quella sensazione di
piacere
e godimento. Poggiai le labbra sul suo collo, succhiandone appena una
parte di
pelle, e sapere che in quel momento avrei potuto gemere liberamente, mi
faceva
sentire meglio. Tremai appena, subito dopo aver sentito le mani di
Louis
percorrermi tutta la spina dorsale, e mi aggrappai di più a
lui inarcando la
schiena mentre portavo la testa indietro e i nostri petti si
scontravano
nuovamente. La stanza già sembrava inebriata dei nostri
gemiti, e quella sensazione
mi faceva impazzire. Poggiai le labbra contro le sue, continuando a
baciarlo,
mentre le sue spinte si facevano più forti e decise dentro
di me. Cinsi il suo
bacino con una gamba, facendolo avvicinare di più a me, come
se non fossimo già
abbastanza vicini. Poggiai la testa sulla sua spalla, stringendo le
mani
attorno alle sue spalle mentre lo sentivo deciso mentre muoveva il
bacino verso
di me. Gemetti forte appena riuscii a sentire che aveva sfiorato un
punto
davvero piacevole dentro di me, e premetti appena le unghie contro la
sua
pelle, con il rischio di fargli quasi male, ma i nostri gemiti erano
solo
gemiti di piacere in quel momento, nient’altro.
Sentivo
che quelle sarebbero state le ultime spinte,
e avevo proprio ragione. Qualche minuto dopo venimmo entrambi
accasciandoci sul
letto matrimoniale, abbastanza spazioso per entrambi. Si
lasciò andare
poggiandosi totalmente su di me, mentre ansimava ancora per riuscire a
regolarizzare il suo respiro. I suoi capelli erano appena umidi, e mi
voltai
verso di lui passando una mano sulla sua fronte.
-Sei
tutto sudato.- sorrisi, carezzandolo ancora, e
spostandogli i capelli. –Ma è stato favoloso.-
sussurrò avvicinandosi a me per
potermi baciare di nuovo. Lo abbracciai, facendolo poggiare sul mio
petto.
-E’
sempre meraviglioso.- poggiai le labbra sul suo
capo, mentre mi divertivo a riempirlo di carezze e di baci come se
fosse un
bambino, il mio bambino. –Hey piccola.- alzò lo
sguardo per potermi guardare.
-Dimmi.-
sussurrai.
-Ti
amo.- bisbigliò avvicinandosi di nuovo alle mie
labbra per poterle baciare dolcemente. -..anche io, tantissimo.-
ammisi,
vedendolo poi sorridere. Quasi sentii un mancamento quando
sfoggiò il suo
meraviglioso sorriso, che era una delle cose che più mi
piaceva di lui, dopo i
suoi occhi ovviamente. Quelli erano favolosi, erano quelli che mi
avevano fatto
innamorare di lui quel fatidico giorno.
-Ti
immagini se tornasse tuo padre in questo
momento?- ridacchiò.
-No,
non voglio immaginarlo!- risi facendo una
smorfia e stringendolo di nuovo tra le mie braccia. –Anzi
dovremmo allontanarci
da qui.- dissi.
-Altri
cinque minuti, dobbiamo goderci questo
momento.- disse mentre si avvinghiava ai miei fianchi per stringersi di
più a
me. Rimanemmo così per almeno un’altra
mezz’ora a parlare e a dirci probabilmente
qualche frase romantica o cose del genere.
-Dai,
alziamoci, almeno possiamo andare a guardare
un film o non so che altro, a mangiare per esempio!- sorrisi, alzandomi
dal lì
con il lenzuolo attorno al corpo, che sostituii subito con una
maglietta enorme
che sembrava arrivare quasi fino alle ginocchia. Era di mio padre,
spesso mi
prestava le sue magliette per poi utilizzarle come pigiami, e mi
piaceva
parecchio, sentivo spesso il suo profumo lì. Aiutai Louis a
sistemare il letto,
che sembrava immacolato, quando invece era accaduto
tutt’altro giusto qualche
minuto prima. Presi le mie cose ed entrai in camera mia per poterle
lasciare
lì, e mettere un po’ di ordine.
-Sono
felice che tra te e tuo padre vada meglio!-
disse lui mentre entrava in camera. –Già, almeno
si è aggiustato qualcosa, e
probabilmente è successo tutto da quando io e te stiamo
insieme.- ammisi
voltandomi subito verso di lui per cingergli il collo con le braccia e
stampargli un bacio. Sorrisi a fior di labbra, prima di poggiare le
mani sul
suo petto nudo, sfiorando appena gli addominali.
-Mh,
abbiamo fatto palestra?- chiesi con un sorriso
malizioso.
-Non
credo.- ridacchiò.
-Film?-
proposi.
-Film!-
mi prese per mano, portandomi subito al
piano di sotto.
La luna
era chiara e luminosa sopra le loro teste,
mentre Zayn e Zoe dopo una cenetta romantica passeggiavano lentamente
tra le
strade di Londra, preoccupandosi del riflesso della luna che si
rifletteva
perfettamente nelle rive del Tamigi. Camminavano abbracciati, e il
braccio di
Zayn stava perfettamente intorno alla spalla di Zoe, mentre la
stringeva a sé
per non farle sentire freddo.
-Bella
serata, eh?- disse lui con un sorriso.
-Oh
sì, ma.. è merito della tua presenza.- ammise
Zoe fermandosi di botto, e mettendosi davanti a lui. Gli prese le mani
stringendole con le proprie, e si accorse che ormai si trovavano nel
ponte al
di sopra dell’unico fiume che c’era a Londra. Si
sorrisero entrambi prima di
darsi un semplice bacio a stampo. –Vieni, sediamoci.- propose
Zoe, battendo la
mano sul corrimano del ponte che risultava piuttosto spesso. Zayn la
prese dai
fianchi per aiutarla a farla sedere lì, e subito dopo
l’affiancò, cominciando a
dondolare le gambe.
-E’
bello qui, vero?- disse poi voltandosi verso il
fiume, e il ragazzo si limitò ad annuire semplicemente
sfoggiando il suo solito
sorriso, che faceva impazzire Zoe, che sorrise di rimando fissandolo
negli
occhi castani, e avvicinandosi a lui. Gli sfiorò i capelli
neri corvini, come
per carezzarlo e ancora una volta abbozzò un sorriso.
-Venivo
qui sempre con Arya e mia madre.- disse poi
stringendosi a lui e poggiando la testa sulla spalla del suo ragazzo
mentre le
loro dita si erano intrecciate l’una con l’altra.
–Era bello sai? Ci
divertivamo sempre! E poi, ci faceva fare un giro sulla ruota
panoramica!- rise
dolcemente, mordendosi il labbro.
-Non
venivo qui da almeno.. dieci anni, o almeno non
mi ci ero più fermata come prima.. e adesso sono qui con
te.- sussurrò.
-C’è
qualcosa che non va?- chiese Zayn, come se
nella sua testa si stesse chiedendo il perché di
quell’azione. –No, è tutto
okay!- lo tranquillizzò Zoe immediatamente.
–Volevo solo.. stare qui, con te.-
sorrise.
-E’
il momento adatto per dirti quanto io ti amo,
no?- disse lui. Zoe alzò il sopracciglio guardandolo. Sapeva
quanto l’amava, e
le sembrava strano che dicesse una cosa del genere. -..Zoe, io ti amo.-
sussurrò facendo scontrare i loro nasi e subito dopo le loro
fronti.
-Zayn,
io ti amo.- rispose di rimando Zoe,
abbracciandolo forte.
-Grazie
di tutto.- sussurrò subito dopo al suo
orecchio, mentre prendeva la sua mano scendendo dal corrimano
dell’enorme ponte
insieme al suo ragazzo, e ricominciando a camminare e a passeggiare al
chiaro
di luna.
-Cosa
vuoi fare adesso?- chiese Zayn, stringendole
forte la mano.
-Non
saprei, se vuoi possiamo andare un po’ da te.-
sorrise baciandolo nuovamente, sta volta soffermandosi e preoccupandosi
di
baciarlo con trasporto. Percepì le loro lingue che si
scontravano e
cominciavano ad avvolgere, mentre le mani di Zayn percorrevano i suoi
fianchi
delicatamente. Rimasero lì per qualche minuto, a baciarsi,
sentendo il dolce
fruscio delle onde che accompagnava quel momento, come se fosse la
colonna
sonora di quell’attimo. –Se continuiamo
così.. rimarremo qui a vita.- disse
Zayn ironizzando, ed entrambi risero riprendendo subito il loro cammino
verso
casa del ragazzo, arrivando lì qualche minuto più
tardi. La casa era come
sempre vuota. I genitori di Zayn ancora una volta erano andati via
qualche
giorno per lavoro e avevano casa libera. Senza dubbio Zoe si sarebbe
fermata a
dormire lì, così appena entrarono in casa e si
chiusero la porta alle spalle,
si lasciarono andare in una nottata di piaceri e divertimenti.
Il film
era finito già da un po’ di tempo, ed ero
intenta a litigarmi il telecomando con Louis, che per farmi ingelosire
cambiava
su canali porno e privati. –Dammi quel telecomando!- urlai
ridendo, e
buttandomi su di lui per poterlo prendere. Lui allungò il
braccio tenendo il
telecomando lontano dalla mia presa, e mi parve impossibile
recuperarlo,
essendo che Louis aveva le braccia molto più lunghe delle
mie. –Togli sta
robaccia!- dissi mentre cercavo di non guardare il televisore, quando
finalmente riuscii e salire sopra di lui e afferrare il telecomando,
spegnendo
la tv, e tirai un sospiro di sollievo.
-Quanto
sei stupido.- ridacchiai, poggiando il
telecomando nel tavolino proprio di fronte al divano. Sentii subito poi
le mani
di Louis sui miei fianchi che cominciavano a solleticarmi e saltai
quasi in
aria dallo spavento, e mi allontanai da lui mettendomi
nell’altra punta del
divano.
-Non
cominciare!- dissi soffocata dalle risate,
mentre lui cercava in tutti i modi di continuare a stuzzicarmi.
Mi alzai dal divano, correndo via
dal salone e raggiungendo la cucina. –Non mi prendi!- urlai.
-Sei
proprio sicura?- disse lui come se fosse una
domanda retorica.
Gli
feci una smorfia, e scappai. Improvvisamente mi
sentii catapultata indietro nel tempo, giusto a qualche mese prima,
quando
ancora per Louis provavo solo maledettissimo odio, quando ancora di lui
non mi
importava niente, quando ancora la mia vita si basava su
tutt’altro. Feci per
correre, ma le sue mani mi afferrarono subito dai fianchi e cacciai un
urlo
mentre ridevo e lui mi stringeva forte a sé.
-Non
hai speranze contro di me, e lo sai!- ammise,
scostandomi i capelli dal collo e cominciando a baciarmi delicatamente
la
pelle, e rabbrividii appena mentre ormai avevo smesso di dimenarmi tra
le sue
mani.
-Ti
amo.- sussurrò poi al mio orecchio.
-Sì,
ma non è finita qui!- risi voltandomi verso di lui
ridendo. –Oh beh, se lo dici tu! Per me hai già
perso!- rispose, mentre io
allungavo le mani per solleticargli i fianchi, e anche lui si
allontanò di
scatto.
-Ehh,
vuoi la guerra Tomlinson!- dissi, e lui corse
subito via, cadendo subito dopo sul divano e mi buttai su di lui
mettendomi a
cavalcioni e continuando a fargli il solletico nei fianchi, e lui si
dimenava
quasi violentemente sotto di me. –Okay, okay! Hai vinto!- mi
farmò i polsi e
poi sorrise dandomi tregua, e mi sentii finalmente soddisfatta. Ma la
chiave
che girava nella porta mi fece distrarre, e subito scesi dalle gambe di
Louis
cadendo quasi a terra. Erano mio padre e Bill, e cominciai a
sistemarmi,
facendo in modo che nessuno potesse sospettare.
-Ciao
ragazzi!- disse subito mio padre ritrovandoci
lì seduti sul divano.
-Ciao
papà!- risposi al saluto con un sorriso.
-Che
facevate?- chiese.
-N..niente,
abbiamo finito ora di guardare un film.-
dissi alzandomi dal divano, come se volessi salire in camera mia.
–Oh bene,
Zoe?-
-Si
fermava a dormire da un’amica.- risposi
mentendo, mentre già ero nelle scale pronta per raggiungere
da sola la mia
stanza. Aspettai lì almeno un’ora mentre leggevo
le e-mail nel mio computer,
fino a quando non sentii che tutti erano andati a dormire e come sempre
corsi in
camera di Louis per poter dormire con lui.
Mi
svegliai quella mattina con l’odore di pancakes
che arrivava fin sopra la mia camera, mi stiracchiai rimanendo ancora
qualche
minuto lì, ma quel profumo mi chiamava. Mi alzai, sistemando
i miei capelli con
una treccia, e correndo subito al piano di sotto, e ritrovandomi tutti
giù in
cucina mentre Louis preparava i suoi soliti pancakes, che tanto adoravo.
-Oh,
buon giorno!- dissi afferrando, un biscotto che
stava sul tavolo, e sedendomi su una sedia, quando sentii subito dopo
che mio
padre, Bill e Louis mi avevano appena augurato il buon giorno. Louis mi
porse
un piatto con il mio splendido pancake ricoperto di miele, ed entrambi
sfoggiamo un sorriso. –Che programmi avete?- chiese mio padre.
-Emh..
non so.- feci spallucce.
-Ti va
di uscire?- chiese Louis rivolto a me, e io
subito annuii senza troppi riguardi, mentre mangiavo il mio pancake,
preparato
dal mio ragazzo. –Bene, allora appena finisci di mangiare vai
a prepararti così
possiamo andare a fare un giro!- disse poi, mentre spegneva la fiamma
del piano
cottura.
-Vado a
farmi una bella doccia adesso!- annunciò
infine, allontanandosi dalla cucina, e io rimasi lì con mio
padre e Bill, e con
l’ultimo dei miei pancake. Bevvi anche una tazza di
caffè prima di dare
l’ultimo morso a ciò che c’era nel
piatto. Feci un lungo sospiro, facendo
intuire che ero del tutto sazia in quel momento. –Bene, vado
a prepararmi.- e
anche io andai via dalla cucina, diretta in camera mia, per decidere
quello che
avrei messo. Qualche minuto dopo apparve in camera mia Louis con un
asciugamano
messo in vita, mentre stava poggiato allo stipite della porta.
–Mh, vuoi
provocarmi così?- chiesi mentre reggevo una maglietta in
mano e sorrisi. Lui
fece lo stesso entrando, e facendo in modo che non ci fosse nessuno nel
piano
per potermi dare un bacio sulle labbra.
-Mettiti
questa, ti sta bene!- disse porgendomi una
maglietta a righe. Adorava quel tipo di magliette, ne aveva a centinaia
molto
probabilmente.
-Va
bene! Grazie per il consiglio.. amore.-
sussurrai prima che lui potesse andare via dalla mia stanza per finirsi
di
preparare. Dopo essermi vestita, decisi di lasciarmi i capelli legati
con la
treccia, e così mi dovetti preoccupare solo di aggiungere un
po’ di trucco. Non
avevo voglia di riempirmi di fard e ombretto, così optai per
un po’ di matita
sotto gli occhi e del mascara, che facevano risaltare i miei enormi
occhi
nocciola. Misi le mie converse bianche, e uscii dalla stanza
guardandomi
intorno, e notai subito la porta della camera di Louis aperta, ed
entrai. –Sei
pronto?- chiesi mentre stava mettendo le scarpe, e poi si
alzò in piedi. –Ora
sì!- ridacchiò e io afferrai la mia borsa dalla
mia stanza, ed entrambi ci
precipitammo al piano di sotto, pronti per uscire. –Ciao
papà! Ciao Bill!- salutai
prima di ritrovarmi già fuori casa con Louis. –Uh,
un po’ di pace.- disse lui
rivolgendomi un sorriso.
-Dove
andiamo?- domandai.
-Non
so, facciamo una passeggiata in centro, ti va?-
annuii subito, e non appena svoltammo l’angolo afferrai la
mano di Louis,
facendo intrecciare le nostre dita tra di loro. Camminammo per un
po’ di tempo,
scherzando, parlando e ridendo, e come sempre con le sue solite battute
riusciva sempre a strapparmi un sorriso in qualsiasi momento.
–Quanto sei
stupido.- sussurrai prima di prendergli il viso con una mano per
poterlo
baciare sulle labbra. Mi voltai successivamente vedendo il lontananza
tre
ragazzi, e uno di loro mi sembrava anche fin troppo conoscente.
-Louis.-
dissi fermandomi di scatto. –Che succede?-
mi guardò ed ero quasi pietrificata, mentre un senso di
nervoso mi invadeva
completamente.
-C’è..
Alex lì.- borbottai, rallentando il passo, ma
a quanto pare già si era accorto che io ero lì
con Louis. Feci un lungo
sospiro, e sentii che la presa del mio ragazzo diventava sempre
più stretta e
ferrea. –Piano, o mi farai male.- dissi sfiorandogli la mano
dura. Era nervoso
e glielo leggevo negli occhi, e ogni attimo che passava ci avvicinavamo
a Alex
e i suoi amici che sorridevano in tono parecchio malizioso.
Eravamo
ormai anche fin troppo vicini.
-Ciao
zuccherino.- la voce di Alex, seguita dalle
risatine dei suoi amici mi fece quasi rabbrividire, ma non riuscii a
fermare
Louis che stava diventando un fuoco dal nervoso. Si voltò di
scatto, sferrando
un pugno ad Alex, che quasi non cadde indietro. Afferrai Louis da un
braccio
per fermarlo. –Louis, calmati.- sussurrai, anche se sembrava
davvero tutto
vano. Louis e i tre ragazzi rimasero a fissarsi, mentre Alex si era
appena
accorto del suo labbro sanguinante.
-La
prossima volta che ti avvicini a lei, ti rompo
il setto nasale.- sbottò Louis, mentre continuavo a tenerlo
dal braccio.
-Pff,
tanto è pure inutile avere a che fare con
gente del genere.- Alex scoppiò a ridere, toccandosi ancora
una volta il labbro
gonfio, che stranamente non gli aveva fatto grande effetto.
–Andiamo ragazzi.-
disse poi mantenendo lo sguardo fisso su Louis prima di andare via,
voltandosi
dall’altra parte. Per un momento mi sembrò che
davvero Louis fosse riuscito a
liberarsi di quel ragazzo. Rimanemmo immobili.
-Amore..
tranquillo.- sussurrai notando il suo petto
che si alzava e abbassava nervosamente. Lo feci voltare verso di me.
-E’
tutto ok.- dissi.
-Non
è tutto ok, quello ci stava provando con te.-
sbraitò passandosi una mano tra i capelli nervosamente. Gli
sfiorai il viso con
le mani, come per costringerlo a darsi una calmata e a guardarmi negli
occhi.
-Louis.
E’ tutto okay.- dissi nuovamente
stampandogli un bacio sulle labbra, e lui parve tranquillizzarsi
immediatamente. Ci fu un momento di silenzio, mentre i nostri occhi si
erano
perfettamente incrociati, poi gli rivolsi un sorriso e lui
scoppiò in una
piccola risata.
-Sono
stato un figo però!- risi anche io, notandolo
che si era ripreso.
-Oh, da
morire!- ammisi, stringendogli la mano e
ritornando a passeggiare con Louis che adesso si era rasserenato.
Zoe
dischiuse appena gli occhi mentre sentiva le
mani di Zayn che le carezzavano delicatamente i capelli. Appena li
aprì
completamente si ritrovò davanti il suo ragazzo che
sfoggiava un sorriso e le
augurava il buongiorno. Avevano dormito in un letto singolo tutta la
notte,
chiedendosi come avessero fatto a non morire di caldo, ma probabilmente
poco
importava. Ciò che contava era che fossero stati insieme.
-Hey
piccola..- sussurrò lui togliendole una ciocca
di capelli da davanti il viso. Zoe sorrise, stringendosi ad una delle
sue
braccia nude. Stava senza maglietta lì vicino a lei e
riuscì perfettamente a
percepire il paradiso in quell’istante. –Hai voglia
di fare colazione? Ho già
preparato tutto.- disse lui, continuando a passare una mano tra i suoi
capelli
liscissimi. –Hai già preparato? Da quanto tempo
sei sveglio?- chiese lei
prendendogli la mano e portandola vicino la bocca per potergli baciare
il
dorso. –Circa un’ora, dai vieni, sennò
si fredda tutto!- si alzò dal letto
dandole prima un bacio sulla fronte, poi si allontanò dalla
stanza, e ciò portò
Zoe e seguirlo immediatamente. Si mise in piedi, dirigendosi verso la
cucina
che faceva un buon profumo di cibo.
Il
tavolo era pieno di diverse pietanze, e quasi lei
non riuscii a fare a meno di provare quasi tutto ciò che
c’era lì.
-Sei un
cuoco perfetto!- disse stampandogli un bacio
sulle labbra, e cingendogli il collo con le braccia.
-Beh,
quando si passa molto tempo a casa soli, si
impara qualcosa.- ammise e sfoggiò il suo solito sorriso. Si
passò poi una mano
tra i capelli neri corvini, e guardò le punte.
–Credi che dovrei tagliarli?-
chiese riferendosi ai suoi capelli, mentre Zoe era già
intenta a mangiare ciò
che c’era sul tavolo. –Cosa? Mh, beh dovresti
rasarli appena ai lati.- disse
con la bocca piena osservandolo in tutta la sua bellezza.
-E
dovrei anche togliermi questa barba che mi sta
crescendo.- disse sfiorandosi appena il mento ricoperto da un piccolo
pizzetto.
-Ti sta
benissimo invece, lasciatela così corta!-
disse lei. Improvvisamente la porta di casa si aprì, e
apparvero i genitori di
Zayn che stavano chiacchierando sul loro lavoro, e cose simili.
Entrarono in
cucina. –Oh Zoe, non pensavo fossi qui!- disse la madre del
ragazzo con un
sorriso, e si avvicinò a lei per darle un bacio sulla
guancia.
-Salve
signora Malik!- la salutò cordialmente.
-Quante
volte ti ho detto che mi puoi chiamare
Kirsten?- disse ridendo e dandole una carezza a mia sorella, prima di
salutare
Zayn.
-Il mio
bimbo ha preparato tutto questo?- disse
abbracciandolo e stringendogli le guance con le mani, ed era una cosa
che lo
faceva arrossire sempre, e infatti Zoe sorrise. –Bene Zoe-
disse Zayn
liberandosi dalla presa di sua madre. –Ti accompagno a casa?-
chiese
sorridendole, e lei annuì immediatamente dando
l’ultimo morso al suo pancake.
Si diresse verso la stanza di Zayn per potersi vestire, visto che
indossava
ancora una maglietta del suo ragazzo che le arrivava circa fino alle
ginocchia.
–Adoro questa maglietta.- disse dopo averla tolta.
-Puoi
tenerla!- lui sorrise. –Davvero?- gli occhi di
Zoe parvero illuminarsi davanti a ciò che le aveva detto.
Zayn annuì, e lei gli
saltò tra le braccia infilando subito la maglietta dentro la
borsa, e finì di
prepararsi subito dopo.
-Okay
allora.. andiamo?- disse mettendo la borsa sulla spalla, e qualche
minuto più tardi erano dentro la macchina diretti verso casa
nostra, proprio
nello stesso momento in cui stavamo ritornando io e Louis.
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Capitolo 21 *** chapter 21. ***
Come
sempre i genitori di Zayn anche quel giorno non
erano a casa, così ne approfittammo tutti e quattro per
stare lì da lui. Aveva
comprato un favoloso tavolo da biliardo, e avevamo deciso di divertirci
e fare
una partita tutti insieme. –Hey aspetta, io non so giocare.-
dissi quasi
allarmata mentre Zayn e Louis avevano già in mano le stecche
per giocare.
Entrambi
scoppiarono in una risatina dopo essersi
guardati, e io alzai il sopracciglio. –Non è gioco
per te, pupa!- Zayn rispose
con un tono di arroganza, ma era sottointeso che stava scherzando,
specialmente
dopo la pacca sul collo che aveva ricevuto da Zoe dopo avermi dato quel
soprannome, lasciando me e Louis ridere.
Mi
avvicinai a lui tenendo il broncio.
-Non so
giocare.- ripetei.
-Beh,
posso insegnarti io, appena Zayn avrà preso le
palle!- disse.
-Ma le
ha già!- rispose Zoe, con un pizzico di
ironia e di malizia nella voce, e subito dopo si voltò verso
il suo ragazzo con
sguardo complice.
-..e
anche belle grandi.- precisò lui.
-Ah ah
ah, fate poco gli spiritosi!- sentenziò Louis
in seguito ad una finta risata. Zayn subito dopo afferrò una
scatola contenente
le palline per poter giocare, e le lasciò cadere nel tavolo,
in modo che Louis
potesse sistemarle. Era piuttosto bravo per quanto ne potevo sapere, ed
era un
gioco che lo divertiva parecchio.
-Bene,
io e Zayn facciamo un giro di prova, poi
insegneremo a voi come si gioca.- disse lui, allontanandosi da me con
un
sorriso, afferrando con un gesto veloce la stecca e mettendosi di
fianco a
Zayn. –Comincia tu.- disse lui riferendosi
all’amico.
Dopo
quelle parole, Zayn si poggiò al tavolo,
tenendo l’oggetto di legno saldo tra le dita, e soffermando
lo sguardo sulle
palline perfettamente allineate. Quell’aria concentrata gli
dava un’aria sexy e
provocante, che evidentemente solo Zoe aveva notato, e rimase
lì a fissarlo
incessantemente, mentre lui con la stecca colpiva la pallina nera.
Tre
palline di colore diverso caddero in buche
diverse.
-Sono
un dio.- disse vantandosi, fino a quando non
ricevette uno spintone da Louis, che occupò il suo posto,
puntando di nuovo “la
nera”.
Anche
lui con il suo sguardo concentrato e attento
riuscì a colpire la pallina. -…io sono un dio.-
precisò Louis allontanandosi
dal tavolo e osservando il suo operato. Almeno quattro delle palline
che erano
rimaste sul tavolo, erano andate a finire grazie a lui nelle buche
opportune.
-Okay,
ora tocca alle ragazze.- disse Zayn
sconfitto.
Mi
avvicinai a Louis, strappandogli la stecca di
mano e mi poggiai sul tavolo cercando di imitarlo mentre Zoe sistemava
di nuovo
le palline come Louis. Le mie mani erano totalmente storte, e
l’asta non era
sistemata in modo opportuno, e Louis scoppiò immediatamente
a ridere correndo
quasi in mio aiuto. Si sistemò dietro di me, poggiando il
petto sulla mia
schiena, e chinandosi leggermente in avanti, e io feci lo stesso. Le
sue mani
si poggiarono sulle mie, e mi aiutò a mettere le dita nel
modo adatto.
-Allora..devi
far così..- disse stringendomi forte e
orientandomi. Quasi senza volerlo avvicinò le labbra vicino
al mio collo, e io
ridacchiai appena. –Questo è compreso nel gioco?-
chiesi con un pizzico di
malizia, e lui rise, baciandomi poi sulle labbra.
-Beh,
è anche una posizione piuttosto provocante.-
ammise, e alzai appena lo sguardo, notando che Zoe e Zayn erano
poggiati sul
bordo dell’enorme tavolo da biliardo a baciarsi con
trasporto, e ne approfittai
per spingere appena il bacino verso Louis.
-Ops.-
ridacchiai, stringendo appena la sua mano.
-Smettila,
potrei morire qui.- sussurrò, anche se
comunque gli altri due non ci avrebbero sentiti, troppo intenti a
baciarsi
proprio di fronte a noi. Risi di rimando, voltandomi appena poi per
poterlo
baciare di nuovo sulle labbra, e lui staccò la sua mano
dalla stecca per
poterla poggiare sul mio fianco, stringendomi.
-Non
credo sia una bella idea farlo davanti Zayn e
Zoe.- risi.
I due
ragazzi, sentendo i loro nomi si staccarono di
botto quasi con un sobbalzo, allontanandosi con aria vaga.
–Eh? Cosa? Chi?-
disse Zoe.
-Oh
nulla, continuate, sembravate così
appassionati.- ridemmo tutti.
Senza
farselo ripetere due volte, Zayn si fiondò di
nuovo sulle labbra della sua ragazza, facendola poggiare lì
sul tavolo.
-Io
scherzavo, comunque.- disse Louis, rimanendo
attaccato a me, ancora convinto che ciò che mi interessasse
in quel momento
fosse imparare a giocare a biliardo. –Tomlinson, zitto.-
sussurrò Zayn
staccandosi appena dalle labbra di Zoe. Louis rise, ritornando a
preoccuparsi
di me.
-Vuoi
imparare a giocare oppure facciamo come loro?-
mi morsi appena il labbro, senza dare una vera e propria risposta, e mi
voltai
di scatto, ed entrambi lasciammo andare la stecca sul tavolo, e subito
afferrai
il suo viso con le mani, portandolo vicino al mio per poterlo baciare
sulle
labbra. Lui poggiò delicatamente le mani sui miei fianchi, e
mi sorrise, prima
di baciarmi con trasporto. –Ragazzi, ma.. sembra un film
porno.- sbottò Zayn
dopo essersi accorto in che situazione eravamo. Mi voltai per poterlo
guardare
e tutti e quattro scoppiammo a ridere, e cercammo di ricomporci per un
momento.
–Okay, torniamo in noi.- dissi con un sorriso.
-Dovrei
cucinare.- Zayn sbuffò, sedendosi poi nel
divano di quel piccolo salotto, affiancato subito dopo da Zoe.
–Ti aiuto io!-
disse subito lei.
-..sicuro,
se vuoi vedere la tua cucina che va a
fuoco!- sentenziai io, prima di scoppiare in una piccola risata, dopo
lo
sguardo torvo che mi aveva rivolto mia sorella. Ma era la
verità, era proprio
una frana a cucinare. –Ah, Louis! Ho sentito Anthony
l’altro giorno!- Louis
alzò il viso, guardando Zayn che sembrava che gli stesse per
dare una notizia.
-E mi
ha detto che Hannah verrà qui per un paio di
settimane!- concluse poi, e in quel momento venne spontaneo voltarmi
verso il
mio ragazzo.
-Hannah?-
chiesi.
-Oh,
una mia vecchia amica di Doncaster.- disse
annuendo.
-Sì,
sono stati insieme per un paio di anni.- lo
interruppe Zayn, mentre era troppo occupato a ridere. –Erano
migliori amici,
poi due anni dopo che sono andato via, si sono fidanzati!-
rabbrividì quasi
sotto il suono di quelle parole. Louis mai mi aveva parlato delle sue
ex, e
sentire tutto ciò mi fece quasi innervosire. Rimasi a
fissare Louis con
insistenza, e il suo sguardo sembrava quasi quello di un cane
bastonato. Calò
un silenzio quasi imbarazzante in quel momento, e probabilmente si
sentiva solo
il rumore del mio respiro, e anche Zayn aveva smesso di ridere.
–Bene, io vado
in cucina, e comincio a preparare le cose!- disse Zoe cercando di
rompere il
ghiaccio, e io la seguii qualche secondo più tardi,
lasciando i due ragazzi da
soli.
-Potevi
anche evitare.- sentenziò Louis a Zayn.
Quel
giorno io e Louis non avevamo parlato poi così
tanto, e il numero di baci e di sorrisi che ci scambiavamo era
diminuito in
modo davvero notevole. Appena arrivammo a casa, ci eravamo subito
andati a
rinchiudere ognuno nelle proprie stanze, e mi venne quasi spontaneo
prendere il
diario. Volevo piangere, ero nervosa, ma non sapevo minimamente quale
fosse il
motivo. Forse la gelosia, forse il fatto che Louis non me ne avesse mai
parlato, quando lui di me sapeva quasi tutto.
Caro
diario,
è
passato
molto tempo dall’ultima volta che ti ho scritto, non credi?
Beh, oggi sembrava
essere una bella giornata, ma a quanto pare non è
così. Eravamo a casa di Zayn,
quando lui se n’è uscito con un “Mi
hanno detto che deve venire Hannah qui per
due settimane!” chi è Hannah? Ammetto che fino a
circa quattro ore fa non avevo
la benché minima idea di chi fosse, fino a quando lo stesso
Zayn non ha detto
che è una ex di Louis. Sono stata nervosa tutto il giorno, e
le mie risate sono
state tutto il tempo sforzate. Che tristezza, davvero. Io e Louis ci
siamo
sempre detti tutto, eppure lui di questa Hannah non mi aveva mai
parlato.
Durante
il
ritorno non ci siamo neppure scambiati una parola.
Adesso
ho
paura.
Paura.
Tanta.
Ti
scriverò
presto.
Tua,
Arya.
Sentii
qualcuno bussare alla porta, e subito scattai
in piedi, chiudendo il diario nel cassetto. –Avanti!- dissi
gironzolando per la
stanza. Louis spuntò da dietro la porta, e io lo guardai
torvo, sbuffando. –Sei
tu.- dissi voltandomi verso la finestra, e sedendomi poi sul letto,
senza
guardarlo negli occhi, o meglio, senza guardarlo completamente.
-Che
succede piccola..?- chiese.
-Perché
non me ne hai mai parlato?- risposi con una
domanda, e subito dopo lui si mise vicino a me nel letto, cercando di
cingermi
le spalle con un braccio, ma io mi allontanai. Non avevo voglia in quel
momento
di essere abbracciata o baciata da lui, ero piuttosto nervosa.
-Pensavo
che ti avesse dato fastidio, non lo so.-
ammise.
-Ma io
ti ho sempre detto tutto, Louis.- mi morsi il
labbro nervosamente, e cercai di non alzare il tono della voce come ero
solita
fare.
-Ad
ogni modo non mi importa nulla di lei, io.. non
voglio proprio avere a che fare con lei.- disse cercando di consolarmi,
e
sfiorandomi il capo con una mano, ma mi alzai immediatamente in piedi.
–Ma lei
verrà comunque qui! E magari vorrà pure vederti!-
sbraitai passandomi una mano
sul viso, cercando di frenare le lacrime. Mi indebolii improvvisamente,
come se
in quel momento non avessi più nemmeno le forze di urlargli
contro. Le labbra
mi tremavano dal nervoso, e cercai di non guardarlo, altrimenti sarei
scoppiata
a piangere lì davanti a lui, e non avevo voglia di sembrare
una bambina. Louis
rimase lì in silenzio, mentre io passavo due dita sulle mie
tempie, stringendo
le labbra per trattenere le lacrime.
-Non
devi.. piangere.- sussurrò lui poi, e facendo
per alzarsi per potermi abbracciare, ma io lo fermai, poggiandogli una
mano sul
petto.
-Scusami,
non è il momento.- dissi scuotendo la
testa. Mi guardò con sguardo malinconico, e uscì
fuori dalla stanza qualche
secondo più tardi.
Mi
conosceva piuttosto bene, sapeva che in quei
momenti volevo rimanere sola. Appunto per questo tutto ciò
mi innervosiva.
Lui
sapeva tutto su di me, mi conosceva fino a
fondo, eppure chissà se davvero io lo conoscevo
così bene, o magari aveva
qualche altro segreto da nascondermi. Mille paranoie passarono per la
mia
mente, come sempre.
Mi
poggiai alla finestra, osservando il tramonto
proprio di fronte ai miei occhi, e cominciai a pensare, e pensare, e
ancora
pensare. Erano passati quasi quattro mesi da quando Louis era venuto ad
abitare
a casa mia, ed erano cambiate tantissime cose, a partire dalla mia
vita, dalla
mia routine. Era tutto cominciato con Zayn e Zoe, fino a finire poi a
quel
bacio mio e di Louis dopo che io uscii dalla doccia quel fatidico
giorno. Mi
vennero in mente le nostre idee geniali per sfuggire alla
curiosità di mio
padre, cercando di non farci scoprire. Pensai alla nostra prima volta,
e tutto
quello che avevamo fatto insieme.
Lo
amavo, e anche tanto. Ma perché stavo pensando a
tutto quello in quel momento? Probabilmente era la paura di perderlo, e
probabilmente anche se lui non mi aveva mai parlato di quella Hannah,
credo che
non avrei mai perso la fiducia nei suoi confronti. Le mie paranoie,
ogni volta
mi portavano ad essere debole, e a ripensare a tantissime cose del mio
passato.
Un rumore mi distrasse, ed era proprio la porta che si era aperta di
nuovo, e
questa volta apparve una figura esile, che avevo immediatamente
riconosciuto.
Mi alzai in piedi, correndo verso Zoe, e abbracciandola forte. Scoppiai
in
lacrime, cosa che non avevo fatto negli ultimi venti minuti, ma avevo
bisogno
di farlo in quel momento.
-Stai
tranquilla, davvero.- mi massaggiò la schiena
con una mano. –Devi star tranquilla, vedrai che non
succederà niente.- mi prese
dalle spalle, guardandomi dritta negli occhi rossi e gonfi.
Passò un dito su
una lacrima che attraversava la mia guancia, e io sorrisi in automatico.
-Il
vostro amore è più forte di qualsiasi altra
cosa.- disse abbracciandomi di nuovo. Scoppiai di nuovo, bagnando la
sua
maglietta di lacrime, senza che lei se ne accorgesse. -..più
forte della
gelosia, dell’odio, di tutto, te lo giuro.- ammise,
stringendomi ancora più
forte.
-Ne..sei..sicura?-
chiesi tirando su con il naso ad
ogni parola, mentre i singhiozzi mi impedivano quasi di parlare.
–Più che
sicura.- sussurrò, baciandomi poi la guancia, e asciugandomi
il resto delle
lacrime.
Era la
sorella che tutti desideravano.
Era
quella che riusciva a tirarmi su di morale in
qualsiasi istante, quella che c’era sempre stata in qualsiasi
momento.
-G..grazie..-
sussurrai con un fil di voce,
sforzando un sorriso.
-Adesso
asciugati queste lacrime che la cena è quasi
pronta, e papà ci vuole di sotto!- disse baciandomi la
fronte, prima di andar
via. Rimasi lì ferma e immobile per qualche istante, poi
feci un lungo sospiro,
asciugandomi le ultime lacrime che mi erano rimaste, e poi rimasi
ancora in
camera, aspettando che il rossore potesse togliersi dagli occhi.
Qualche
minuto più tardi, ero già seduta in cucina
insieme Zoe, Louis, Bill e mio padre, a goderci la cena che ci aveva
preparato.
Io e Louis eravamo accanto come sempre, ma non ci calcolammo per tutto
il
tempo, se non per chiedergli di passarmi la coca cola.
Solo
dopo cena, quando tutti andarono a dormire,
troppo sfiniti per rimanere svegli, che mi presi di coraggio. Feci un
lungo
sospiro, prima di bussare alla sua porta, e subito dopo aprii,
accorgendomi che
con mia sorpresa lui era già sul letto, ma era ovvio che non
stava dormendo.
-Arya..-
sussurrò, e immediatamente chiusi la porta
alle mie spalle.
-Hey
ciao.- mi sedetti vicino a lui, e gli rivolsi
un sorriso. Era quasi una giornata intera che non gli sorridevo, e
adesso avevo
bisogno di farlo. –Che.. ci fai qui?- chiese.
-Beh,
mi sei.. mancato.- ammisi. Parlavo come se
nelle ultime ore non fosse successo proprio nulla. Probabilmente la
voglia di
abbracciarlo, di baciarlo, e di stare con lui aveva parlato per me,
dopo il
discorso di Zoe in camera mia. –Qualcuno mi ha detto che..
alla fine il nostro
amore può superare tutto.- dissi, e lui sorrise di rimando,
tentando di
avvicinare una mano al mio fianco e io glielo permisi, fiondandomi poi
verso le
sue labbra, e baciandolo a stampo.
-Scusa..
io.. non pensavo che sarebbe venuto a galla
questo discorso.- disse lui piuttosto dispiaciuto. –Shh, non
mi interessa
adesso.- ammisi spingendolo verso il materasso, e continuando a
baciarlo. La
voglia di lui mi aveva fatto davvero dimenticare tutto, e adesso non
avevo più
voglia di sentire una parola su quel discorso. Passammo almeno un ora
lì sul
letto, a baciarci e a scambiarci teneri gesti, come se fosse tutto
ricominciato
da capo, come se niente fosse successo, fino a quando non ci
addormentammo
l’uno tra le braccia dell’altro.
Starbucks
quella mattina sembrava davvero vuoto, ma
era davvero bello essere già lì insieme a Louis
alle nove del mattino a
sorseggiare un frappuccino per fare colazione, mentre chiacchieravamo
del più e
del meno. Faceva piuttosto freddo quella mattina, ma la mia pelle era
ormai
abituata a quella temperatura, e mi bastava indossare una maglietta a
maniche
lunghe per star bene. La cosa che mi rendeva felice era che due mesi
dopo
sarebbe arrivata finalmente la neve che io tanto adoravo! Mentre bevevo
l’ultimo sorso del mio frappuccino, cominciai a osservare
Louis che armeggiava
con il suo telefonino.
-Che
fai?- chiesi avvicinandomi a lui.
-Oh,
niente, è Zayn!- disse, poggiando poi il
blackberry sul tavolo.
-Che
faremo oggi pomeriggio?- domandai.
-Non lo
so, se ti va possiamo andare a fare un giro
al parco.- propose.
-Direi
che è un’ottima idea!- ammisi, avvicinandomi
a lui per prendergli il viso e baciarlo dolcemente sulle labbra.
-Louis!-
una voce squillante e quasi fastidiosa però
mi fece voltare di scatto e il mio sorriso sparì in un
istante. Una bionda dagli
occhi castani apparve vicino a noi, con un sorriso a trentadue denti.
Aveva
proprio la faccia da una che avesse come nome
“Hannah”, chissà perché. La
guardai torva, fino a quando Louis non si alzò dal tavolo
per andarla a
salutare, e quasi non staccai un pezzo del tavolo dal nervoso.
-Quanto
tempo! Come stai?- chiese Louis alla bionda
davanti a sé.
-Oh,
sì, tutto bene, e tu? Vedo che te la passi
bene.- disse squadrandomi dalla testa ai piedi, e io le feci quasi un
finto
sorriso. –Piacere, io sono Hannah!- disse porgendomi la sua
mano, e mantenendo
il mio solito sorriso le strinsi la mano. –Piacere, Arya.-
dissi. Rivolsi il
mio sguardo a Louis, dopo che la bionda tornò a parlargli,
come se volesse
sapere tutto quello che era successo negli ultimi mesi, eppure non
vedevo l’ora
che sparisse da lì.
-Vi
dispiace se mi seggo qui con voi?- chiese poi,
con una risatina che mi stava seriamente facendo saltare i nervi. Senza
che
nessuno dei due rispose, si sedette vicino a noi, cominciando a parlare
con
Louis del più e del meno, lasciandomi quasi in disparte. Mi
interpellava solo
per chiedermi cose stupide, ma fortunatamente qualche minuto
più tardi, mentre
la loro conversazione si faceva sempre più intensa, parvero
arrivare Zayn e
Zoe.
-Oh
cazzo.- sbottò Zayn, fermandosi all’entrata.
-Chi
è quella bionda, finta, ossigenata insieme a
mia sorella e Louis?- chiese Zoe, che molto probabilmente aveva
già intuito chi
fosse.
-Hannah.-
disse semplicemente, e i due si fiondarono
verso il nostro tavolo. –Zayn!- urlò Hannah,
andandogli incontro per poterlo
salutare, ma lui non le diede quasi corda, la salutò
semplicemente,
presentandole Zoe subito dopo.
-Emh,
devo.. andare in bagno! Ar, accompagnami!-
disse mia sorella prendendomi dal braccio, e portandomi velocemente
verso i
bagni dello starbucks, in pochissimi secondi. Chiuse la porta alle
nostre
spalle, e io inizialmente parvi calma, fino a quando non strinsi forte
il pugno
tra le mani. -Mantieni la calma.- disse Zoe, ma sembrava davvero
difficile.
Poggiai
entrambe le mani nel lavello, osservandomi
allo specchio.
-Dimmi
che non c’è una bionda con le ciglia lunghe
venti metri, ex di Louis che sta parlando con lui da almeno
mezz’ora.- dissi
scuotendo la testa e mordendomi il labbro nervosamente. Zoe non
rispose, sapeva
già che ci sarebbero state troppe discussioni quel giorno.
-Io
giuro che vado lì e la uccido!- dissi, partendo
spedita per uscire dai bagni, fino a quando mia sorella non mi
fermò,
stringendomi dalle braccia. –Arya! Calma!- disse. Feci un
lungo sospiro, per
cercare di non scoppiare a piangere, come sempre.
-Andiamo
di là.- dissi secca, uscendo dal bagno, e
ritornando al tavolo, mentre Louis e Hannah erano troppo occupati a
ridere, in
ricordo di alcune cose che avevano fatto insieme.
–Perché, ti ricordi quando
abbiamo fatto quello scherzo a tua sorella?- disse Louis continuando a
ridere.
-Mi
dispiace interrompere questo bel momento, ma
credo sia arrivato il momento di tornare a casa.- dissi guardando Louis
torvo,
e rivolgendo poi un mezzo sorriso ad Hannah. Zoe andò verso
Zayn che parve
davvero annoiato da quella discussione, probabilmente perché
stava dalla mia
parte, e anche a lui la presenza di Hannah, lo infastidiva.
-Oh,
sì, giusto.- disse Louis tornando alla realtà.
-Beh,
se vi va possiamo rivederci in questi giorni!-
propose la bionda, e Louis prima si voltò verso di me che
continuavo ad avere
sempre lo stesso sguardo, e poi rispose. –Non so, se posso..
sì.- disse con un
sorriso.
-Bene,
allora.. ciao!- salutò tutti e quattro, con
una strana euforia, poi uscimmo dal locale, io quasi correvo e stavo
davanti a
tutti.
-Arya
aspetta!- disse Louis, raggiungendomi e
prendendomi dal braccio.
-Cosa
c’è adesso?!- chiesi nervosa.
-Che ti
prende?- domandò.
-Mi
prende che.. sembrava come se io fossi sparita
quando è arrivata lei! Come se tutti i nostri discorsi non
fossero serviti a
niente!- dissi ricominciando a camminare, più velocemente di
prima.
-Fermati!-
disse afferrandomi dal braccio e
facendomi voltare verso di lui. –Davvero, non
c’è niente, siamo semplici
amici!- ammise.
-Ah
sì? Bene, allora esci con lei, a quanto pare vi
siete divertiti molto.- risposi, mollando la sua presa e allontanandomi
pronta
per tornare a casa. Mia sorella venne vicino a me, facendo capire a
Zayn che
era il caso che io e lei rimanessimo da sole.
-Andiamo
a casa.- disse.
La casa
era vuota, e non c’era nessuno, solo io e
Zoe che eravamo arrivate da circa qualche secondo. Dopo aver chiuso la
porta di
casa, poggiai la schiena su di essa, lasciandomi andare e scoppiando in
un
pianto piuttosto rumoroso. La gelosia stava parlando per me, ed ero
scoppiata
ormai, avevo bisogno di buttar via quelle lacrime amare, e potermi
finalmente
sfogare, senza la voce assillante di Louis che mi diceva che andava
tutto bene
quando in realtà per me non era proprio così. Mi
continuava a dire che non
dovevo preoccuparmi, che erano solo amici, ma come potevo pensare
così quando
lei gli stava appiccicata e continuava a far di tutto per ricordare i
loro
tempi passati insieme? Sembrava impossibile star bene. Zoe si
chinò verso di
me, carezzandomi il viso e togliendo i capelli dalla mia faccia.
-Io..
non voglio perderlo, Zoe.- era questa la
verità. La paura di perderlo mi portava a stare
così male, la paura di
perderlo. Negli ultimi mesi mi aveva resa felice, e immaginarlo tra le
braccia
di qualcun altro era davvero qualcosa che mi distruggeva.
Suonò il campanello
qualche minuto più tardi, e dovetti alzarmi da dove ero
seduta, per fare in
modo che Zoe potesse aprire la porta, lasciando entrare Zayn e Louis.
-Arya,
ti prego..- disse lui prendendomi dalle
spalle, per consolarmi, ma sembrava non servire a niente.
–Smettila di dirlo.-
risposi, allontanandomi da lui.
-Davvero,
di lei non mi interessa niente! Io amo
te!- disse convinto.
-A
quest’ora avresti rinunciato a farla sedere al
nostro tavolo, o le avresti impedito di stare così
appiccicata a te!- risposi,
alzando il tono della voce, mentre avevo ancora gli occhi gonfi di
lacrime, e
il cuore che mi batteva fin troppo velocemente in petto. –Non
mi sarei mai
permessa di fare così con un mio ex, davanti a te Louis!-
continuai poi.
-Io..
non volevo farlo..- sembrava quasi che non
avesse più nessun modo per rispondermi, così
evitai di fargli sprecare troppo
fiato. –Dite sempre così. Non volevo farlo, e cose
simili, va bene così.-
risposi poi, asciugandomi una lacrima, e facendo un lungo sospiro.
-Anzi
no, non va bene.- dissi poi, partendo spedita
verso la mia stanza, salendo le scale in fretta e furia, e sbattendo,
con tutta
la forza che avevo in corpo, la porta della mia camera, buttandomi sul
letto e
soffocando i miei pianto con il cuscino.
Era la
prima volta che succedeva una cosa del genere
con Louis, e adesso? Sentivo che avevo solo voglia di rimanere
lì da sola, e
basta.
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Capitolo 22 *** chapter 22. ***
Avevo
passato almeno cinque ore chiusa nella mia
stanza, senza parlare con nessuno e senza pranzare, semplicemente nel
silenzio
dei miei pensieri, e con l’amaro rumore delle mie lacrime.
Percepii un brivido
percorrermi tutta la schiena, e probabilmente era il freddo, oppure
l’emozione,
non ne avevo idea, sapevo solo che avevo voglia di rimanere
lì chiusa a chiave
per sempre. Solo dopo mi accorsi che forse sarei dovuta uscire da
lì per la
cena. Ma se fossi andata a cena, avrei visto Louis, e io non volevo.
Alla
fine mi decisi, e uscii dalla stanza, e nessuno
era nei paragi in quel momento, e subito mi accorsi che la camera di
Louis era
vuota. Feci un lungo sospiro, e poi scesi lentamente le scale.
-Ar,
è tutto okay?- chiese mio padre, che non sapeva
nulla della mia assenza, visto che a ora di pranzo era a lavoro.
–Sì, va tutto
bene!- dissi, sforzando un sorriso, e dirigendomi verso la cucina.
C’erano Zoe,
e Bill, ma a quanto pare non c’era Louis con noi. Da una
parte la sua assenza
mi fece sentire meglio, dall’altra no. –Hey!- mi
salutò Zoe con un sorriso, e
io ricambiai nello stesso modo. Mi prese per una mano e mi
trascinò lontano da
Bill, come se volesse dirmi una cosa importante.
-Louis
è uscito stasera.- disse. Cominciai a
tremare.
-E..
dove è.. andato?- chiesi quasi balbettando, e
subito dopo Zoe fece spallucce, e io mi passai una mano tra i capelli.
Ero
nervosa, ora più di prima, e volevo solo sapere dove diamine
fosse andato
Louis, e se fosse con quella bionda ossigenata dalle ciglia finte.
Strinsi
forte la mano di Zoe, per trattenere ancora una volta le lacrime.
–Zayn è con
lui?- chiesi, ma lei scosse subito la testa. –Stasera cena
con i suoi.-
rispose.
-Ho
paura, Zoe.- sussurrai.
-Andrà
tutto bene, magari è solo uscito per..
prendere una “boccata d’aria”, per
riprendersi dalla situazione.- disse facendo
con le dita le virgolette. Feci un lungo respiro, cercando di calmarmi.
-Siamo
pronti per mangiare?!- mio padre arrivò
euforico, battendo le mani e quasi mi fece sobbalzare, ma subito mi
fiondai a
tavola, pronta per mangiare, cercando di mostrare agli altri che ero di
buon
umore anche se in realtà era tutto il contrario. Divorai
tutto ciò che c’era
nel piatto in pochi minuti, come se non mangiassi da giorni interi, ma
probabilmente era il nervosismo che mi comandava come una marionetta in
quella
giornata. –Sei sicura che vada tutto bene, tesoro?- chiese
mio padre notando
che ero stata la prima a finire, cosa che succedeva molto raramente,
specialmente nell’ultimo periodo.
-Cosa?
Emh, sì, va tutto bene!- mentii.
Alzai
lo sguardo per poter guardare Zoe, che nello
stesso istante stava fissando me, dritta negli occhi, e rimasi
lì ferma ancora
per qualche istante, fino a quando non mi preoccupai di sparecchiare la
tavola,
e subito dopo salire in camera mia, e chiudermi di nuovo lì
dentro.
Era
mezzanotte, e ancora non mi ero decisa a
prendere sonno, ma soprattutto non avevo sentito la porta della camera
di Louis
aprirsi o chiudersi, e ciò mi metteva davvero troppa ansia.
Scesi al piano di
sotto, decisa ad andare a vedere un po’ di televisione,
così forse un po’ di
sonno mi avrebbe fatta addormentare anche lì sul divano. Mi
sedetti, e dopo
aver afferrato il telecomando, cominciai a fare zapping, notando che
non c’era
niente di interessante a quell’ora se non stupidi film porno,
o qualche
telenovela spagnola che non mi entusiasmava per niente. Decisi di
soffermarmi
alla fine su un programma musicale, rimanendo lì seduta a
fissare i video che
passavano a ruota libera, magari di canzoni che nemmeno conoscevo, e
che mi
piacevano particolarmente, però. Non passò molto
tempo, che sobbalzai
immediatamente appena sentii la porta di casa aprirsi. Apparve Louis,
con il
suo solito giubbotto di pelle, poggiato sulla spalla. Inizialmente non
si era
assolutamente accorto della mia presenza proprio lì vicino,
sul divano, ma poi
si soffermò a guardarmi, e io feci lo stesso.
–Dove sei stato..?- chiesi
semplicemente spegnendo il televisore, e per un attimo non capii
nemmeno perché
gli stessi facendo quella domanda, ma sembrava che la mia bocca avesse
parlato
senza che io volessi.
-In..
giro.- disse lui guardandomi, e i nostri occhi
parvero incontrarsi.
-Con
Hannah immagino.- sentenziai, e lui rimase in
silenzio, abbassando lo sguardo e dirigendosi verso il piano di sopra,
e mi
venne quasi spontaneo lanciare il telecomando sul divano, passandomi
dopo una
mano tra i capelli, come se in quel momento volessi strapparli o
chissà che
altro. Sentii gli occhi esplodermi, e le mie labbra cominciare a
tremare, non
appena riuscii a udire la porta della camera di Louis che si era
chiusa, e mi
lasciai andare lì, singhiozzando appena, nel silenzio e nel
buio dell’enorme
salone di casa mia. Non avevo voglia di salire al piano di sopra,
volevo
semplicemente rimanere lì, con me stessa.
Perché
adesso? Perché l’arrivo di quella ragazza era
riuscito a sconvolgere tutto ciò che avevo costruito in
quasi tre mesi? Non
riuscivo a capacitarmene, e volevo semplicemente che tutto tornasse
come prima,
ma dopo che il giorno prima Louis era andato così
d’accordo con lei, e quella
sera molto probabilmente erano usciti insieme, ebbi una paura tremenda
di
perderlo, così, all’improvviso dopo tutto quello
che era successo. Avevo voglia
di correre da lui, chiedergli scusa, e non so che altro, ma allo stesso
tempo
non volevo farlo, solo perché l’orgoglio mi stava
maledettamente trascinando
con sé. Mi ritirai in camera mia qualche secondo
più tardi, ma non avevo ancora
sonno, anzi, credo che non ne avrei avuto per tutta la notte. Mi
sedetti sul
letto e aprii il cassetto, tirando fuori un malloppo di foto, ed erano
proprio
quelle che avevo scattato con Louis. Erano tantissime, anche
perché ad entrambi
piaceva avere dei ricordi sempre con noi, così accesi la
luce del comodino, e
con estremo masochismo cominciai a sfogliarle a una a una.
La
giornata al parco.
Il mio
compleanno.
Io e
lui in camera mia a ridere e scherzare.
Le foto
davanti lo specchio mentre ci preparavamo
per uscire.
Erano
troppi i ricordi che trasmettevano quelle
fotografie, e non capivo perché stavo già
pensando al peggio, mentre era
successo solo il minimo negli ultimi due giorni. Feci un sorriso
vedendo una
foto mia e sua in cui camminavamo per il parco vicino casa nostra mano
nella
mano, ripresi da dietro. Era splendida. Rimase ad osservarla per una
manciata
di secondi, e subito dopo, sentii la porta bussare e sobbalzai, ma
appena dissi
“avanti” nessuno aprii e si presentò.
Feci per avvicinarmi e apparve da sotto
la porta un foglio di carta, con una scritta enorme.
“Scusa
amore”. Ecco cosa c’era scritto. Ancora una
volta l’orgoglio mi pervase, e benché avessi
voglia di uscire da quella stanza,
e andare da Louis per poterlo abbracciare, qualcosa mi diceva che non
dovevo
farlo.
Il
foglio rimase tra le mie mani ancora per molto, e
lo osservai, e ormai quelle parole erano diventate quasi parte di me, e
mi
balenavano in testa già da qualche secondo. Non aspettai poi
così tanto tempo,
che mi ritrovai già fuori dalla mia camera, decisa e pronta
ad entrare nella
sua, anche se non volevo farlo, ma probabilmente non sarei andata
lì per
abbracciarlo o chissà che cosa, volevo semplicemente parlare.
Dischiusi
la porta, facendo sbucare solo la testa, e
notai lui che stava sul letto con il suo blackberry in mano, e muoveva
le dita
molto velocemente da quello che potevo notare. Entrai senza fare troppo
rumore,
chiudendo la porta alle mie spalle, e lui immediatamente
alzò lo sguardo per
potermi guardare. –Non pensavo che saresti venuta.- ammise.
-Pensavi
male.- ammisi, senza sorridere, sedendomi
ai piedi del suo letto, mettendomi una ciocca di capelli dietro
l’orecchio.
-Hai
gli occhi rossi.- disse osservandomi.
-Oh,
che grande spirito di osservazione!- dissi,
alzando la testa e fingendo quasi una risata.
-Perché
sei venuta?- chiese.
-Volevo
solo parlare.- dissi, mordendomi il labbro
inferiore.
-Di
cosa..?-
-Me lo
chiedi anche?- feci una smorfia, scuotendo la
testa, e abbassando di nuovo lo sguardo, contemplando le mie gambe, che
non
avevano proprio nulla di interessante in quel momento.
-Credi
davvero che io sia uscito con lei stasera?-
chiese, con una risatina. Io lo guardai, e immediatamente annuii.
-Cosa
dovrei credere, scusa? Chi tace acconsente, e
tu l’hai fatto prima.- ammisi.
-Non
significa niente.- calò un silenzio tombale
nella stanza, per qualche minuto, e nessuno dei due guardava
l’altro, come se
in quel momento stessimo riflettendo entrambi. Io lo stavo facendo.
Stavo
cercando di immaginare dove potesse essere andato, o che cosa avesse
fatto
quella sera, fino a quando non mi decisi a chiederglielo.
-E se
non sei stato con lei, dove sei andato?-
chiesi, voltandomi.
-Sono
stato a zonzo da solo tutta la sera, a fare
avanti e indietro, pur di non stare a casa.- ammise, passandosi una
mano tra i
capelli lisci.
-Se ti
vedevo mi sentivo male, avevo bisogno di
uscire, anche se da solo.- continuò poi, e lo vidi
avvicinarsi appena a me.
-Io
sono stata malissimo tutta la sera.- dissi, con
una lacrima che mi solcava il viso. –Ho pensato al peggio,
davvero, e per un
momento ti ho creduto magari tra le braccia di quella.- strinsi forte
il mio
pugno, trattenendo quasi pure il respiro, pur di non piangere di nuovo,
anche
se pensai che le mie lacrime stavano quasi per finire probabilmente.
-Non
dovevi farlo, tra me e Hannah è finita da
moltissimo tempo.- disse.
-E come
mai tra di voi c’era tutto quel feeling, e
lei ti stava così appiccicata?- domandai, come se niente
riusciva a farmi
cambiare idea sull’argomento. –Stavamo solo
ricordando un paio di cose di
quando eravamo migliori amici, da piccoli.- disse, e mi ritrovai a
guardarlo
negli occhi, e sembrava avere uno sguardo malinconico, e anche il mio
lo era.
-Voglio
solo che accetti le mie scuse.- sussurrò con
un fil di voce.
Il mio
cuore sembrava non fermarsi più, andava
fortissimo, fino a farmi quasi male, ma non mi importava in quel
momento. Tutto
sembrava come la prima volta, come il primo nostro vero bacio. Louis si
avvicinò appena a me, e io feci lo stesso, ma sembrava
davvero che quel lasso
di tempo stesse durando un’eternità.
Poggiò le labbra sulle mie, e rimanemmo
così per qualche minuto, a baciarci semplicemente a stampo,
ma nessuno dei due
ancora poggiava le mani sull’altro, probabilmente sembravamo
quasi spaventati,
e ancora scossi da quello che era successo tra di noi nelle ultime 48
ore.
Sentivo che dopo quel bacio, avevo accettato le sue scuse, e che
davvero le mie
idee su quello che erano successo erano cambiate del tutto. Sentii la
sua mano
avvicinarsi delicatamente alla mia gamba, sfiorandola delicatamente.
–Ti amo.-
sussurrò piano staccandosi dalle mie labbra per un momento,
e qualche istante
dopo ci ritrovammo con le labbra che ormai sembravano un
tutt’uno.
-Non
voglio perderti.- sussurrai io, stringendogli
forte la mano.
-Non mi
perderai, te lo prometto.- ammise
poggiandomi delicatamente sul letto, e mettendosi al mio fianco, senza
far
staccare le nostre labbra.
-Ti
amo, piccolo.- dissi, cambiando posizione e
ritrovandomi subito dopo a cavalcioni su di lui, baciandolo con
trasporto,
mentre carezzavo i suoi capelli lisci, e morbidi che tanto adoravo.
-Hey..
non mi farai mai più star male così, vero?-
dissi allontanandolo appena e guardandolo dritto negli occhi. Lui
scosse la
testa con un sorriso prima di baciarmi di nuovo sulle labbra.
–Te lo prometto.-
sussurrò, e qualche istante dopo le nostre labbra tornarono
ad unirsi, giocando
ancora tra di loro, mentre le nostre lingue si attorcigliavano
l’una con
l’altra con tanta passione. Mi sembrava di non toccare quelle
labbra da mesi, e
quel dolce sapore che emanavano mi era davvero mancato.
Si
avvicinò a me, abbassando appena la bretella della
mia canottiera, baciandomi delicatamente la spalla, e subito dopo il
collo,
quando non riuscì a percepire che quasi tremavo sotto il
soffice tocco delle
sue soffici labbra. –Lo sai che mi piace.- sussurrai con un
espressione di
piacere in viso. Strinsi le braccia attorno alle sue spalle,
poggiandomi sul
suo braccio quasi, come se volessi farmi cullare. Ultimamente aveva
messo su un
po’ di muscoli, e mi piacevano tantissimo.
-Per un
momento ho avuto paura.- sussurrai al suo
orecchio.
-Di..
cosa?- domandò.
-Di
perderti, e lo dico veramente.- le nostre labbra
erano vicinissime, e i nostri respiri si scontravano tra di loro, caldi
e
focosi. Lui sorrise appena, ridacchiando, fino a quando non sentii la
sua mano
carezzarmi i capelli delicatamente. –Non succederà
mai una cosa del genere.-
disse.
Mi
venne spontaneo in quel momento abbracciarlo, e
fu così che lo strinsi forte, a me, come se qualcuno stesse
per portarmelo via
in quel preciso istante. Poggiò le sue mani sulla mia
schiena, stringendomi a
sua volta, e in quel momento lo sentii davvero molto vicino a me. Mi
allontanai, prima di stampargli di nuovo un bacio sulle labbra.
-E’
tardi!- dissi guardando la sveglia sul suo
comodino.
-Vuoi
dormire?- chiese.
-Mh,
sì, sono stanca oggi.- sorrisi, e in pochi secondi
eravamo già sotto le sue coperte, stretti e abbracciati. Mi
addormentai qualche
minuto più tardi con Louis che mi massaggiava i capelli,
come piaceva a me.
Qualche
giorno più tardi, probabilmente spinta da
mio padre, o forse per mia volontà, decisi che forse era
arrivato il momento di
trovarmi un lavoro. Avevo detto che avrei passato un anno di riposo, ma
mi
accorsi che due mesi più tardi ci sarebbe stato il
compleanno di Louis e non
potevo fare a meno di fargli un meraviglioso regalo. Non sapevo ancora
cosa, ma
mi sarei inventata qualcosa. Ottobre ormai era arrivato, ed era
precisamente il
primo ottobre, e mi ritrovai in cucina a sfogliare un giornale che
offriva solo
posti di lavoro a Londra, e improvvisamente mi sentii confusa.
C’erano così
tante offerte che non sapevo davvero quale scegliere. A Londra era
così.
Mentre
sorseggiavo il mio caffè, vidi Louis arrivare
in cucina, assonnato, con i soliti capelli scombinati, e indossava
anche gli
occhiali da vista, cosa che non accadeva molto spesso, ma a me
piacevano
davvero molto come gli stavano. –Hey buongiorno!- disse
guardandomi e
sorridendomi. –Siamo soli?- chiese.
-Sì,
Zoe dorme, gli altri sono a lavoro!- dissi
stampandogli un bacio sulle labbra appena si avvicinò a me.
-E.. tu
che fai?- chiese.
-Sto
cercando un lavoro part-time, ho bisogno di
guadagnare qualcosa.- ammisi, storcendo le labbra e continuando a
leggere le
varie offerte che mi si presentavano davanti. Louis stranamente non
parve molto
contrario alla mia idea.
-Beh,
mi sembra giusto!- sorrise, prendendo del
caffè.
-Ne ho
trovati tre, ora sono indecisa.- dissi
cerchiando con una penna le offerte che mi sembravano più
valide.
-Ti
va.. più tardi di accompagnarmi per presentare
il curriculum?- chiesi a Louis che era intento a cucinarsi del bacon.
Si voltò
di scatto, e annuì alla mia proposta, sfoggiando un
meraviglioso sorriso.
-Bene,
ora mh.. me lo dai un bacio e poi mi prepari
uno dei tuoi soliti pancake?- chiesi stiracchiandomi, e poggiandomi poi
sul
bancone della cucina, sbattendo gli occhi per convincere Louis, ma non
ci
voleva davvero molto per persuaderlo, specialmente se ero io a
chiederlo. Venne
verso di me, stampandomi un bacio sulle labbra, ma io lo trattenni
lì ancora
qualche secondo, poggiando la mano sul suo viso, e facendo in modo che
quel
bacio potesse durare ancora di più. –E ora, i
pancakes!- dissi dandogli una
pacca sul sedere, e lui lanciò un gridolino.
-AHIA!
Fa male!- ridacchiò.
-Mhh,
come sei debole!- risi, poggiando la testa
sulla mia mano, e soffermandomi a guardarlo mentre era intento a
cucinare i
suoi meravigliosi pancakes. –Quando sei appena sveglio, con i
capelli
scombinati e gli occhiali mi fai pensare a quel giorno in cui.. ci
siamo
baciati dopo che ho fatto la doccia.- dissi ridendo.
-Perché?-
chiese con un sorriso.
-Perché
eri proprio così, e quando sono scesa al
piano di sotto ho pensato per la prima volta che.. eri bellissimo.-
diventai
improvvisamente rossa, e ne approfittai per coprirmi le guance con le
mani, ma
non feci in tempo che già Louis si era voltato, e aveva
subito notato il
rossore nella mia pelle. –E tu sei bellissima quando
arrossisci!- ammise, e per
un momento mi sembrò davvero di andare a fuoco.
Ridacchiò di nuovo, prima di
sistemare i pancakes cotti in un piatto, e li ricoprì
interamente di miele,
presentandomeli poi davanti.
Feci
per allungare le mani, ma la colpì piano.
–Aspetta! Devo mangiarli pure io!- disse, impedendomi di
assaggiarli, anche se
li avrei divorati in quel preciso istante. Si sedette vicino a me
porgendomi
una forchetta, e ci ritrovammo lì a mangiare pancakes, da
soli.
Solo
nel pomeriggio decidemmo di uscire di casa per
andare nei posti nei quali avevo deciso di presentare il mio
curriculum. Tutti
e tre erano dei bar, anche perché ero impedita a fare
qualsiasi cosa, eccetto
servire ai tavoli e preparare caffè, visto che
l’avevo fatto una volta
un’estate.
Per un
momento mi stavo decisamente scoraggiando
visto che nei primi due locali mi avevano rifiutata perché
non avevo abbastanza
esperienza.
-Dai
amore, andrà bene!- disse Louis non appena
uscimmo, dopo il secondo rifiuto. Non mi arresi molto facilmente, e mi
diressi
mano nella mano con Louis verso il terzo bar, che era il più
vicino a casa
nostra. Entrai e l’aria mi sembrava piuttosto carina, e
più che altro mi
ricordava un bar americano. Entrai e mi avvicinai al bancone.
-Salve,
ho letto sul giornale che cercate una
cameriera part-time!- dissi con un sorriso smagliante, per cercare di
essere
piuttosto convincente. La signora che c’era lì
dietro poteva avere circa una
quarantina di anni, e mi guardò per un momento.
–Oh benissimo! Hai il
curriculum?- chiese, e glielo porsi davanti. Indossò un paio
di occhiali per
leggere meglio, e cominciò a scorrere le parole, mentre
masticava una
chewingum.
-Beh,
direi che sei perfetta!- mi rivolse un sorriso
e io contraccambiai immediatamente, voltandomi felice verso Louis che
stava
proprio al mio fianco, e lui mi strinse una mano. –Puoi..
cominciare già
domani!- disse, e per un momento rimasi sconvolta, ma alla fine ero
abbastanza
felice.
-E
comunque piacere, io sono Britney!- mi porse la
mano e io gliela strinsi. –Arya!- risposi sempre
più sorridente.
-Wow,
bellissimo nome!- si complimentò e io la
ringraziai.
-Allora,
a domani?- disse. –A domani!- risposi,
salutandola con la mano e uscendo dal bar, più soddisfatta
che mai, ero davvero
contenta di avercela fatta in meno di una giornata, e Louis era
felicissimo per
me.
-Brava
amore!- disse appena fummo fuori, e mi prese
in braccio stringendomi forte, e io adoravo quando lo faceva. Ci
stampammo un bacio
sulle labbra, e poi mi rimise giù. –Andiamo a
casa! Non vedo l’ora di dirlo a
mio padre, sarà sicuro contento!- ammisi, e subito
percorremmo la strada per
tornare a casa, e appena arrivammo trovammo mio padre e Bill intenti a
guardare
una partita di football. –Papà!- urlai per
catturare la sua attenzione. –Che
succede?!- chiese allarmato.
-Niente.-
scoppiai a ridere e lui si tranquillizzò.
–Solo, ho trovato lavoro! Al bar qui dietro, non è
bellissimo?- continuai più
elettrizzata che mai. –Oh, benissimo!- disse stampandomi poi
un bacio sulla
guancia.
Pensai
che alla fine non doveva essere un lavoro
molto pesante, specialmente se dovevo lavorare solo per mezza giornata,
e poi
il pomeriggio l’avrei potuto passare con Louis. Era davvero
molto comodo.
-Andiamo
di sopra?- chiesi a Louis sottovoce, mentre
i due erano intenti a gridare quasi davanti il televisore. Scoppiammo a
ridere,
e poi corremmo al piano di sopra, chiudendoci nella mia stanza. La
partita era
appena cominciata, e sapevamo che, prima della fine, Bill e mio padre
non si
sarebbero scollati da quel televisore, così decidemmo di
concederci un po’ di
divertimento. Era da molto che non lo facevamo, e sentivamo che quello
fosse il
momento adatto per “festeggiare”. Lo presi dal
colletto della maglia, dopo aver
chiuso la porta a chiave, e lo trascinai verso il letto, facendolo
poggiare su
di me, e cominciammo a baciarci con trasporto. Gli tolsi la maglietta
quasi in
un colpo solo, e lui fece lo stesso, togliendomi subito dopo anche il
reggiseno, facendo scontrare i nostri petti, e facendomi gemere a fior
di
labbra. Sentii un calore provenire dai suoi pantaloni, che mi piaceva
particolarmente. Le sue mani cominciarono a percorrere ogni angolo
della mia
pelle quasi, e subito dopo le sue labbra si poggiarono prima sul mio
collo, e
dopo sul mio seno, facendomi poggiare completamente contro il
materasso.
Gemetti cogliendo l’umido delle sue labbra, e qualche minuto
più tardi mi
ritrovai a sbottonargli i pantaloni, togliendoglieli. Cominciai a
giocare con il
lembo dei suoi boxer, sentendo la sua intimità premere
contro di essi. Ansimò
contro le mie labbra mentre mi baciava con foga, e con
l’altra mano gli cinsi
il collo, scontrando successivamente il bacino contro il suo membro
caldo e
duro. Mi tolse lentamente i leggings, facendoli scorrere nelle mie
gambe mentre
con le mani toccava le mie cosce. Sfiorò con le labbra la
mia pancia,
avvicinandosi ai miei slip che morse in modo divertito, e io risi
muovendo
appena il bacino. Mi ritrovai ormai nuda sotto di lui, fino a quando
non tolsi
anche i suoi boxer, e dopo aver messo la protezione, si
preoccupò di entrare
dentro di me con delicatezza, mentre io mi reggevo con una mano alla
sua spalla
e con l’altra alla grata che c’era dietro di me nel
letto. Il letto cigolava ad
ogni nostra spinta, e tutto andava a ritmo con i nostri gemiti, e
sembrava una
sensazione quasi sublime in quel momento. Ci baciammo con passione,
mentre le
nostre lingue si divertivano a giocare tra di loro.
Gemetti
forte non appena sentii che Louis era andato più a fondo, e
una
sensazione di piacere mi aveva avvolta in tutto il corpo. Un brivido mi
percosse la schiena, e non sapevo se era l’eccitazione, o la
presenza di Louis
in quel momento. Mi strinsi maggiormente a lui, baciandogli il collo
per soffocare
i miei gemiti. Quel momento parve sembrare infinito, e la
velocità delle spinte
di Louis sembrava moltiplicarsi ogni secondo di più, fino a
quando non venimmo
entrambi, quasi nello stesso momento. Scontrai la fronte con la sua, e
ci
sorridemmo dolcemente. Subito dopo lui uscì da dentro di me,
mettendosi al mio
fianco, ed entrambi cominciammo a notare che i nostri respiri andavano
all’unisono, e ridacchiammo dopo esserci guardati negli
occhi. –Mh, quanto è
bello.- dissi sorridendo, e fiondandomi su di lui, abbracciandolo forte
e
stampandogli un bacio sulle labbra. –Credo che tra poco la
partita finirà
amore!- dissi guardando l’orologio, e mi accorsi che il tempo
era volato così
in fretta che nessuno dei due se n’era accorto. Ci baciammo
ancora una volta, e
poco dopo eravamo di nuovo con i vestiti, e quasi sembravamo
immacolati, ma non
era realmente così. Mi avvicinai allo specchio per potermi
legare i capelli, e
Louis venne verso di me, prendendomi i fianchi da dietro e lasciandomi
un bacio
sul collo. –Non ricominciamo.- ridacchiai, e lui fece lo
stesso. Appena finii
di sistemare i miei capelli, gli diedi un bacio a stampo fugace, e
scesi al
piano di sotto seguito da lui, ed entrambi eravamo pronti per preparare
la
cena, dopo esserci concessi un po’ di lussuria e passione.
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Capitolo 23 *** chapter 23. ***
Era
già da un paio di giorni che avevo cominciato a
lavorare in quel bar, e sinceramente non mi dispiaceva per niente. Mi
divertivo, e avevo conosciuti tutti i ragazzi e le ragazze che
lavoravano con
me. Tutti mi facevano una gran simpatia, ed ero felice di lavorare
lì. Britney
più volte mi aveva fatto i complimenti per la mia
velocità, e devo ammettere
che le mie vecchie esperienze mi servirono molto in quei giorni.
Quella
mattina era venuto anche Louis, che era
passato a salutarmi, prima di andare a fare shopping con suo padre, e
di
sfuggita ci stampammo un bacio sulle labbra, senza che nessuno ci
riuscisse a
vedere, e subito dopo tornai a servire ai tavoli, vedendo che i clienti
richiedevano la mia presenza. Di solito non era molto affollato, ma mi
stupii
del fatto che quel giorno c’era davvero tantissima gente, ma
ero piuttosto
felice di questo. Cambiai il turno con la mia collega, e decisi di
mettermi
dietro il bancone a preparare caffè e cappuccini,
anziché servire ai tavoli e
una schiera di persone si presentò davanti a me. Non
passarono molti minuti che
già, mi sentivo stanca e sfinita, e proprio mentre stavo
sciacquando una della
ultime tazzine, alzai lo sguardo e vidi entrare tre persone.
Una di
loro la conoscevo fin troppo bene. Quei
capelli biondi non potevo dimenticarli, quella risata fastidiosa era
impossibile da dimenticare, il suo nome era impresso nella mia testa,
purtroppo. Hannah, seguita da due sue amiche, con le quali
probabilmente era
venuta da noi, entrò dentro il locale. Il nervosismo mi
stava davvero facendo
esaurire, e per sbaglio fui capace perfino di far cadere a terra una
delle
tazze che stavo pulendo, e la vidi frantumarsi in mille pezzi.
-Oddio!-
dissi, abbassandomi per poter riprendere i
pezzi.
-Oddio,
Britney, mi dispiace.- dissi scusandomi con
la proprietaria del locale, ma lei era molto permissiva, e stranamente
non mi
disse niente di particolare appena mi cadde la tazzina per terra.
Recuperai
tutti i pezzi, e li buttai, ma il mio sguardo non cessava di squadrare
la
bionda che si era appena seduta in un tavolo, in attesa di
un’ordinazione.
Improvvisamente decisi che volevo prendere io le sue ordinazioni,
così feci di
nuovo cambio con la mia collega, e afferrai il libretto su cui
scrivevamo tutto.
Mi avvicinai a quel tavolo, con un’aria parecchio nervosa.
–Buongiorno.- dissi
semplicemente, parandomi là davanti. Lei ancora non si era
accorta della mia
presenza, troppo occupata a guardare il menù, fino a quando
per augurarmi il
buongiorno non dovette alzare lo sguardo. Mi fissò per un
momento, poi sorrise.
–Ma tu sei.. quella lì.. Arc..- tentò
di dire il mio nome ma ovviamente in modo
sbagliato.
-Arya.-
la corressi, in modo freddo, senza
rivolgerle alcun sorriso.
-Giusto!-
disse sorridendomi, e facendo una delle
sue solite risatine.
-Ma
dov’è Louis?- chiese poi, e già le
stavo per
lanciare la penna in pieno viso, cercando di colpirla proprio
nell’occhio, ma
era un po’ impossibile. –Non risponde ai miei sms!-
mise quasi il broncio, e
davanti quella sua faccia falsa e inutile mi venne quasi spontaneo
stringere
fortissimo la penna che stava in una delle mie mani.
-Non lo
so.- risposi semplicemente. –Che ordinate?-
chiesi poi cambiando argomento, ma a quanto pare, Hannah non parve
molto
d’accordo.
-Beh,
da quanto state insieme tu e lui?- chiese, e
le sue amiche si avvicinarono maggiormente al tavolo, come se fossero
incuriosite su quello che dovevo dire, ma che non avrei mai detto.
–Non credo
sia il momento di parlarne, sto lavorando.- risposi, facendo roteare
gli occhi,
e picchiettando con le dita nel libretto delle ordinazioni.
-Vabbè,
ti prendi una pausa di qualche minuto!-
disse lei, continuando a sorridermi, e la voglia di darle un pugno e
romperle
tutti quei splendidi denti, aumentava ogni secondo di più.
-Non
posso.- mi morsi nervosamente il labbro, e lei
parve tornare seria.
-Bene,
allora puoi portarci tre milkshake alla
fragola?- chiese, guardandomi torva, e dopo aver appuntato tutto, mi
diressi
verso il bancone, lasciando il foglietto ad una delle ragazze che stava
lì
dietro. Continuai ad osservarla per un momento, poi tornai alla
realtà e mi
accorsi che ancora dovevo fare un paio di ordini, e consegnare dei
frullati e
dei caffè. Il mio vassoio quasi traboccava di cose da dover
consegnare, fino a
quando mentre ero di fretta, e camminavo tra i tavoli, il piede di
qualcuno non
si andò a scontrare proprio con le mie gambe, e per un
momento desiderai
ardentemente di scomparire. Ero caduta, con tutto il vassoio per terra,
e
l’unica cosa che sentivo erano le risate di quelle tre oche,
che forse erano
venute a Londra solo per infastidirmi, o per farmi passare i peggiori
momenti.
Vidi
Britney correre subito verso di me. Si chinò al
mio fianco chiedendomi se andasse tutto bene, e io annuii. La testa mi
faceva
male, e mi accorsi di essere piena di frappè al cioccolato,
e dopo essermi
alzata con fatica, mi diressi in bagno accompagnata da una delle mie
colleghe,
Miranda. Una ragazza dai capelli neri, la pelle chiara e gli occhi
azzurri.
Sembrava quasi una vampira, ma era una splendida ragazza.
-La
odio.- sussurrai a denti stretti, sperando che
Miranda non mi avesse sentita. –Cosa? Chi?- eppure mi ero
sbagliata, e me ne
accorsi appena mi chiese a chi mi stessi riferendo. Mentre mi aiutava a
lavare
il grembiule, le dovetti raccontare tutta la storia con Louis, fin dal
principio, ma cercai di essere il più riassuntiva possibile.
-..e
quindi è questo, e ora lei è qui, forse per
torturarmi.- dissi, sbuffando e passandomi una mano tra i capelli.
–Beh, però
posso fargliela pagare io.- disse la ragazza dagli occhi chiari
lanciandomi un
sorriso piuttosto malizioso, e questo mi faceva capire che aveva un
piano, o
qualcosa del genere. –Hanno ordinato tre milkshake alla
fragola? Bene, glieli
porterò io, e.. penso che saranno loro a fare quello che sto
facendo io
adesso.- fece una piccola risatina, e io l’assecondai, dopo
che mi diede il
grembiule. Lo indossai, sistemandolo per bene, e uscimmo da
lì. Si procurò i
milkshake delle tre oche, e la vidi partire spedita verso di loro,
mentre io
stavo lì a godermi la scena. Improvvisamente un urlo quasi
mi trapanò le
orecchie, ed era proprio la voce di Hannah, seguita da Miranda che in
tono
piuttosto falso le chiedeva scusa. Io scoppiai a ridere, cercando di
non farmi
vedere da nessuno, ma parve davvero impossibile, e in tono indignato
lasciò il
locale, seguita dalle sue due amiche, e appena furono fuori, io e
Miranda ci
lanciammo un’occhiata e adesso eravamo in due a ridere per
quello che era
successo.
Stranamente
Britney, che era andata a sbrigare delle
cose nell’altra stanza, non si era accorta di nulla,
così ebbi il tempo di
ripulire tutto, senza che lei se ne potesse accorgere. Quella ragazza
era un
genio, e sapevo che saremmo andate molto d’accordo.
La
giornata parve non finire più, ma proprio mentre
stavo tornando a casa, ero indecisa se raccontare tutto
l’accaduto a Louis, non
so cosa avrebbe pensato, ma alla fine se non l’avessi fatto,
avrei rotto il
nostro patto. Appena entrai, lo trovai seduto nel divano che leggeva
una
rivista. –Buongiorno!- dissi chiudendo la porta alle mie
spalle.
-Buongiorno
a te, piccola!- quando mi chiamava così,
intuivo che nessuno era a casa, e potevamo fare le nostre cose da
fidanzati
senza problemi. Mi buttai tra le sue braccia, dopo aver lanciato la
borsa nel
divano, e come una bambina, mi feci quasi cullare da lui stringendolo
forte.
Sorrise e poi mi stampò un bacio sulle labbra.
-Successo
niente di straordinario oggi a lavoro?-
chiese. Io mi misi seduta, e mi portai i capelli dietro le orecchie,
pronta a
raccontargli ciò che era successo. –Beh,
sì a dire il vero!- presi un respiro,
e poi gli raccontai tutto l’accaduto. Appena finii di
raccontare, lui rimase
per un momento a bocca aperta, e pensai che si fosse arrabbiato con me,
ma alla
fine scoppiò in una grande risata, e io tirai un sospiro di
sollievo, ridendo
insieme a lui. –Ma dovevate fare un video!- disse,
continuando a ridere,
buttandosi sul divano.
-Fecero
la stessa cosa dei miei amici, per
stuzzicarla! Una cosa che detesta è proprio sporcarsi.-
ammise e lui fece una
faccia strana, quasi schifata, e io risi, pensando che avevo avuto in
parte la
mia vendetta, anche se per merito di Miranda. Mi alzai dal divano,
diretta
verso la cucina. –Andiamo bellezza, dobbiamo preparare il
pranzo!- dissi sorridendo.
-Ascolta,
ti va se.. stasera andiamo a mangiare una
pizza?- chiese prendendomi dal braccio, e tirandomi verso di
sè. I nostri visi
si scontrarono, e sorrisi a fior di labbra prima di annuire alla sua
proposta
che sembrava molto invitante. –Solo io e te.-
precisò, baciandomi poi
dolcemente sulle labbra, stringendomi per i fianchi. Come sempre quel
bacio si
approfondì, fino a quando un finto colpo di tosse non ci
fece staccare, quasi
automaticamente. Mi voltai, e c’era mia sorella messa vicino
le scale, che
probabilmente era arrivata da qualche secondo. –Buongiorno!-
disse poi, mentre
io ero diventata rosso fuoco, mentre lei rideva. –Buongiorno
a te!- mi morsi il
labbro, avvicinandomi poi a lei per poterla salutare, e così
le diedi un bacio
sulla guancia. Prima di trascinarla in cucina, insieme a Louis, per
poterle
raccontare la mia meravigliosa giornata al bar.
Proprio
mentre stavo sistemando i capelli vidi Louis
entrare nella mia stanza. –Sei pronta?- chiese. Lui indossava
un paio di
pantaloni lunghi fin dopo il ginocchio, accompagnati dalle sue solite
Toms, e
una maglietta a righe bianca e blu. –Sì!- dissi
afferrando la borsa.
-Ma
aspetta.. che hai detto a mio padre?- chiesi
sottovoce.
-Che
andavamo da Zayn, visto che tua sorella è lì!-
mi sembrava un piano maledettamente geniale, così entrambi
andammo verso la
porta, dopo aver salutato i nostri genitori. Indossavo dei pantaloni
lunghi
neri, delle converse bianche, e una maglietta dello stesso colore, che
poteva
sembrare quasi un vestitino, ma era molto sportiva. Avevamo deciso di
passare
una serata tranquilla, tra di noi, senza troppe formalità.
Prese la mano, e
camminammo così fino a quando non arrivammo al ristorante.
Appena entrammo, uno
dei camerieri ci offrì un tavolo libero, e ci sedemmo uno di
fronte all’altro.
Era probabilmente la prima volta che ci concedevamo una cena del genere
in tre
mesi che stavamo insieme. Dopo qualche minuto, uno dei camerieri si
mise
davanti a noi per poter chiedere le ordinazioni, fino a quando non ci
ritrovammo soli, a guardarci negli occhi e a sorriderci. Il suo sguardo
si
spostò verso una delle cameriere, che aveva l’aria
piuttosto sexy, e
improvvisamente Louis si ritrovò un calcio dritto nelle
gambe. –Ma che..- mi
guardò.
-Dai,
stavo solo pensando che era sexy!- lo calciai
di nuovo, sorridendo a 32 denti. –Okay, sto zitto.-
ridacchiò e lo feci pure
io, prima di stringergli la mano, che stava sopra il tavolo.
–Domani devi
lavorare?- chiese.
-Eh
sì, è sabato, ma almeno domenica potremmo stare
insieme!- dissi con un sorriso, e lui contraccambiò facendo
lo stesso.
-E’
da tanto che non usciamo in quattro.- notai.
-Sì,
è vero, potremmo farlo anche domani sera, no?-
propose, e io annuii convinta. Mi piaceva passare del tempo con Zoe e
Zayn,
specialmente la sera, e tutti e quattro ci divertivamo parecchio tutti
insieme.
Arrivò la pizza che avevamo ordinato, solo qualche
mezz’ora più tardi.
Cominciammo a mangiare, mentre ogni tanto assaggiavamo, l’uno
la pizza
dell’altro per provare nuovi gusti, e spesso ci capitava di
farlo con altre
pietanze, visto che avevamo gusti piuttosto differenti.
–Piano! Piano! Scotta!-
dissi mentre mi metteva la sua forchetta in bocca quasi con prepotenza,
ma
sentivo solo un bruciore, ed era il calore della pizza. Ridemmo
entrambi per le
facce strane che facevo per colpa sua.
-Questa
me la paghi!- dissi ridendo, e bevendo un
sorso d’acqua.
-Quante
cose devo pagarti?- chiese ironico.
-Oh,
fidati, tantissime, a partire dalla storia del
diario.- risi, cominciando a mangiare la mia pizza. –Ci pensi
ancora?- chiese.
-Ovvio,
e un giorno avrò la mia vendetta!- risi, e
lui fece lo stesso scuotendo la testa e facendo roteare gli occhi.
Credeva
sempre che fossi una pivellina in queste cose, e che non ci sarei mai
riuscita,
ma si sbagliava di grosso. Continuammo a mangiare, e finimmo solo
un’ora dopo.
Entrambi eravamo lentissimi, perché poi cominciavamo a
chiacchierare e a
ridere, e perdevamo tantissimo tempo, ma era davvero divertente. Appena
andammo
via, decidemmo di stare un po’ lì in giro, dopo
aver lasciato i soldi alla
cassa. Erano circa le undici di sera, e avevamo un po’ di
tempo per fare una
bella passeggiata al chiaro di luna.
Tutto
parve andare bene, fino a quando per la
seconda volta in una giornata, non si parò davanti a noi
quella bionda lì.
Stava con le sue amiche, a bere un drink fuori da un locale, e
improvvisamente
Louis si accorse che stavo stringendo la sua mano fino a fargli perdere
quasi
la circolazione, e ansimò dal dolore. -..perdonami.-
sussurrai, mollando appena
la presa. Quando provammo a far finta di nulla e andare avanti, lei
venne
proprio verso di noi, senza calcolare me, e la cosa parve alquanto
ovvia.
–Louis!- urlò saltando al collo del mio ragazzo, e
lui automaticamente la
spinse via, lanciandole quasi uno sguardo di disprezzo. –Ciao
Hannah.- disse
freddo.
-Dove
andate?- chiese con il suo solito sorriso
finto.
-Stavamo
facendo una passeggiata, prima di tornare a
casa.- rispose lui, cercando di mantenere la calma, davanti a lei. A
quanto
avevo capito, da quando avevamo litigato, la voglia di ricordare con
lei i
vecchi tempi da migliori amici, gli era passata, ed era tornato
quell’odio e
quel disprezzo che c’era stato dopo che la loro storia si era
conclusa, a causa
di un tradimento da parte di Hannah. Dopo il nostro litigio, mi feci
raccontare
da Louis tutta la storia, poiché volevo dei veri chiarimenti
su ciò che era
successo tra di loro, e cose del genere. Sta di fatto che in quel
momento lei
era di nuovo lì, davanti a noi, e la sua presenza mi dava
parecchio fastidio.
–Mh, come siete romantici.- disse lei come per prenderci in
giro, ridendo
insieme alle sue amichette, che le stavano sempre alle calcagna.
–Sì, ora
dobbiamo andare.- Louis fece per scansarla, ma lei le prese il viso,
stampando
un bacio sulle labbra del mio ragazzo. Lui
l’allontanò immediatamente, e fù
qualcosa di impercettibile quasi, ma non riuscii a trattenermi dal
nervoso, e
la presi dai capelli, allontanandola il più possibile da
Louis.
-Non
osare avvicinarti a lui un’altra volta.- dissi,
guardandola in maniera scontrosa. Nessuno doveva toccare ciò
che era di mia
proprietà.
-Cazzo
sì, ma lasciami i capelli!- urlò, e la
lasciai andare, e subito dopo si allontanò, e mentre Louis
mi prendeva da un
braccio per allontanarmi da lei, sentii una delle sue amiche dirle
qualcosa.
-E’
inutile Hannah, dovresti smetterla.- disse.
-E’
vero, è inutile perdere tempo con gente del
genere, che non perdona nemmeno un tradimento.- quella voce parve
penetrare
nella testa di Louis, e in quel momento lo sentii tirare un sospiro,
prima di
voltarsi di nuovo verso di lei. –Sono passati tre anni,
Hannah, e ancora tu..
tu pensi a tutto questo? Come ti avrei potuta mai perdonare? Mi hai
tradita con
il mio migliore amico.- non avevo mai visto Louis così
arrabbiato con una
ragazza, e mi fece uno strano effetto per un momento.
-Pensi
che non ci sia stato male? Ti sbagli di
grosso, adesso sto bene qui, senza di te, ti ho dimenticata ormai,
adesso vai a
fanculo, e lasciami solo con la mia ragazza.- Hannah
ammutolì immediatamente,
guardando Louis sconvolta per quello che aveva detto, e forse in quel
momento
capì veramente che non doveva più avere a che
fare con Louis, anche perché
parve avere una certa paura di me. –Andiamo, Arya.- mi prese
per mano, e dopo
averla fissata incessantemente, andammo verso casa, e quel viaggio fu
lungo e
silenzioso, fino a quando io non ruppi il ghiaccio. –Sei
stato favoloso.- dissi
con un sorriso.
-Ah
sì?- sorrise anche lui di rimando, prima di
circondare le mie spalle con un braccio, e baciandomi la tempia.
–Dovevo farlo
e poi.. mi ha baciato.- disse passandosi una mano sulla bocca, con aria
schifata.
-Non
ricordarmelo, o torno indietro a gonfiarla di
botte, ti giuro!- dissi nervosa. Il pensiero che quelle labbra erano
state
sfiorate da quella viscida bionda, mi faceva venir voglia di prenderle
la
faccia, attaccarla al muro, e giocarci a freccette. Per tutto il
tragitto,
però, ero rimasta zitta, poiché il nervosismo
continuava a ribollirmi in tutto
il corpo.
-Dai
piccola, tranquilla.- sussurrò Louis.
-Tranquilla?
Cazzo ti ha baciata Louis!- sbraitai,
con la voce strozzata come se volessi piangere da un momento
all’altro.
-Ma sei
stata fantastica dopo!- ammise fermandosi, e
prendendomi dalle spalle per potermi guardare negli occhi,
sorridendomi. Mi
abbracciò.
-Come
faccio a spiegarti che sei l’unica per me?-
chiese.
-Louis..
scusami, è che mi ha dato parecchio
fastidio.- mi poggiai con la testa sul suo petto, sentendo il cuore
battergli,
ed era un contatto davvero favoloso, mi piaceva.
Appena
ci eravamo allontanati da Hannah diventai
fiera del mio ragazzo, ma poi avevo ripensato meglio a ciò
che era successo e
mi ero innervosita nuovamente. Adesso dopo le parole di Louis non
riuscii
assolutamente a non sciogliermi, come se tutto fosse sparito.
L’unica
cosa che mi consolava, era che adesso
probabilmente non si sarebbe più rimessa tra di noi, anche
perché qualche
giorno dopo, sarebbe ritornata a Doncaster, lontana da noi, lontana
dalla
nostra splendida storia d’amore.
Così,
sorridenti e fieri di noi, tornammo a casa, pronti
ad andare a dormire, cercando di sfuggire agli occhi indiscreti di Bill
e mio
padre, che probabilmente a quell’ora già
dormivano. Ci chiudemmo in camera di
Louis, e ci addormentammo immediatamente, piuttosto stanchi dopo quella
giornata, e le braccia di Morfeo ci cullarono dolcemente anche quella
splendida
notte di ottobre.
I
giorni successivi parvero trascorrere con una
velocità incredibile. Tra lavoro, Louis, e uscite serali,
pensavo davvero di
stare fin troppo bene, ed ero contenta del fatto che il lavoro non mi
stressasse per niente. Avevo anche presentato Miranda a Louis, e lei
era
davvero felice di conoscerlo, visto che le parlavo spesso di lui.
Avevamo
legato parecchio negli ultimi giorni, e spesso lei mi raccontava
qualcosa della
sua vita, e io della mia. Eravamo ottime amiche, e avevo anche trovato
il tempo
per uscire un paio di volte con Thomas, e ogni tanto era lui che mi
veniva a
trovare al bar, e anche se dovevo lavorare, mi ritrovavo sempre a
raccontargli
qualche novità. Appena seppe la storia di Hannah, non
riuscì a resistere dalle
risate, anche perché mai avevo tirato i capelli ad una
ragazza o cose simili, e
lui era quasi sconvolto. Ammise che ero cambiata da quando Louis era
con me, ma
probabilmente in meglio, perché mi sentivo più
forte e sicura di me, ciò che
non ero mai riuscita ad essere negli ultimi anni, ed ero fiera di me.
Il tempo
passava davvero fin troppo in fretta, e io non me ne accorgevo. Non
passarono
molti giorni, che mi ritrovai a festeggiare il mio terzo mese di
fidanzamento
con Louis, ed erano successe tante di quelle cose in così
poco tempo, che la
mia vita sembrava aver preso una svolta, quello che cercavo da tempo
alla fine.
Io e
mio padre sembravamo davvero essere in buoni
rapporti adesso, e benché pensassi che con
l’arrivo di Bill e Louis tutto
sarebbe cambiato, mi sbagliavo di grosso, perché
probabilmente la presenza di
un amico nella vita di mio padre, l’aveva fatto riflettere
parecchio, e di
questo ne ero felice. Ora mi trattava come avevo sempre desiderato, e
sembrava
un sogno tutto ciò, ma era la realtà, quella
realtà che spesso mi aveva
lasciata sconvolta, senza parole, amareggiata e cose del genere. Pensai
a tutto
questo proprio mentre stavo per andare al lavoro, pronta a cominciare
una nuova
giornata tra servizio ai tavoli, caffè, cappuccini, e
frappè. E proprio quella
mattina mi ritrovai sia Louis che Thomas lì da me, e
sinceramente mi impedivano
di lavorare, visto che mi facevano ridere ogni secondo, ma alla fine mi
divertivo, specialmente quando Louis faceva lo scemo, e faceva ridere
tutti i
miei colleghi, compresa Britney. E trascorse così la
giornata, tra risate, un
milkshake di qua, un caffè di là, e
tranquillità, nient’altro. Da quando Hannah
era ritornata a Doncaster, la vita tra me e Louis sembrava esser
tornata alla
totale normalità, ed eravamo pronti ad andare avanti.
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Capitolo 24 *** chapter 24. ***
Non
ricordo nemmeno come passarono quei mesi, come
volarono, ma davvero mi sembrava che il tempo passasse via in una
maniera
incredibilmente veloce, e mi ritrovai con il freddo di dicembre, e il
compleanno di Louis che si stava avvicinando insieme al Natale. Ero
riuscita a
guadagnare un bel po’ di soldi con il mio lavoro, tanti per
potermi permettere
di comprare bei regali per tutti, soprattutto per Louis e Zoe, che li
meritavano davvero. Il problema però era sempre il solito, e
improvvisamente mi
accorsi che non avevo idea di cosa regalare a nessuno dei due, o almeno
a
Louis. Non gli avevo ancora fatto un regalo, e mi sentii
così maledettamente in
difficoltà. E dovevo trovare qualcosa di geniale da potergli
regalare. Qualcosa
che l’avrebbe lasciato a bocca aperta, qualcosa di splendido,
che si meritava
davvero per tutto quello che aveva fatto negli ultimi quattro mesi e
mezzo.
Erano davvero passati quasi cinque mesi? E davvero eravamo stati capaci
di non
farci scoprire da nessuno in quella casa? Mi stupivo di me stessa, ma
sapevo
che se desideravo una cosa, mi sarei impegnata in tutti i modi per
ottenerla. E
io non volevo che mio padre venisse a sapere tutto, e con Louis come
complice
ero riuscita perfettamente nel mio intento, ed ero davvero fiera di me.
Era
soltanto il diciassette dicembre, e mancava una
settimana al compleanno di Louis, che si sarebbe tenuto per la vigilia
di
Natale. Eppure a distanza di ben sette giorni, mi ponevo il problema
sul
regalo, anche se in realtà me lo ponevo già ad
ottobre. Quel giorno presi un
giorno libero a lavoro, e decisi così di uscire con Thomas,
che mi avrebbe
sicuramente aiutata a trovare il regalo giusto per lui. Era un ragazzo,
e
probabilmente mi avrebbe dato dei consigli perfetti, essendo anche il
mio
migliore amico. Appena uscì di casa, lo accolsi con un
caloroso abbraccio,
poiché erano passati molti giorni dall’ultima
volta che l’avevo visto. I suoi
capelli neri allungavano sempre di più, e sembrava il
momento di darci un
taglio, ma se gliel’avessi detto, non mi avrebbe parlato
forse per tutta la
vita. –Sei pronto ad aiutarmi per i regali?- dissi con un
sorriso a trentadue
denti. Lui si passò una mano sulla fronte, sapendo che sarei
diventata super
stressante e paranoica, visto che spesso a Natale ci ritrovavamo a fare
i
regali insieme.
-Okay,
andiamo ad affrontare questa avventura!-
disse facendosi coraggio internamente, e ridendo subito dopo. Feci lo
stesso,
prima di abbracciarlo. –Bene, andiamo al centro commerciale?-
chiesi, e lui
annuì e immediatamente ci ritrovammo nella strada per poter
andare lì. Mentre
camminavamo cominciammo a parlare del più e del meno, e di
quello che ci era
capitato negli ultimi giorni, e lui mi aveva raccontato che aveva
conosciuto
una ragazza davvero carina, che probabilmente desiderava di essere la
sua
fidanzata, e speravo che fosse la volta buona per lui, visto che spesso
era
stato molto sfortunato in amore, ma io andavo a braccetto con lui,
visto che
l’unica storia seria fu quella con Louis.
-Come
si chiama? Dimmi tutto di lei!- dissi
interessatissima sull’argomento, e subito dopo lui
cominciò a parlarmi di lei
con occhi trasognanti. Probabilmente uno sguardo che non vedevo da
moltissimo
tempo. –Spero davvero che vada bene tra di voi.- ammisi con
un sorriso.
In
circa venti minuti arrivammo al centro
commerciale, e già si poteva perfettamente respirare
quell’aria natalizia che
tanto adoravo. Gente piena di buste e pacchi, alberi di Natale ovunque,
e tutto
ciò che era consono per un’atmosfera adatta a quel
periodo dell’anno. L’unica
cosa negativa, era che se pensavo ai regali da fare, già mi
sentivo
maledettamente confusa, e volevo scappare via urlando.
-Allora,
direi di pensare prima di tutto ad un
regalo per Zoe e mio padre, e anche quello per Bill.. e poi
penserò a quello
per Louis!- dissi, cominciando a girare diversi negozi che
però non mi
colpivano particolarmente, e mi trovai in difficoltà adesso
anche per i regali
che avrei dovuto fare a mio padre e a Bill. Fortunatamente risolsi il
problema
non appena un negozio di camicie e abiti eleganti si
presentò davanti a me. A
mio padre presi un set di tre camicie e due cravatte, che a lui
piacevano
particolarmente, a Bill una polo e una camicia, con la speranza che gli
sarebbero
piaciute, e ammetto che tirai ad indovinare la sua taglia, ma sembrava
davvero
adatta. Per un momento mi sentii davvero sollevata di aver
già pensato a due
regali, e adesso mancava il grosso, nonché quello di Zoe e
di Louis. –Cosa
potrei fare a Zoe?- chiesi.
-Dei
vestiti?- propose Thomas.
-Vestiti?
E’ piena! Voglio qualcosa di più..
simbolico.- dissi, cercando di pensare a qualcosa adatto a lei, ma mi
sembrava
impossibile.
-Una
collana?- propose ancora.
-Una
collana?- ripetei alzando il sopracciglio, ma
ci pensai su per un momento. –Una collana con le nostre
iniziali incise!-
ammisi contenta con un sorriso, dopo la favolosa idea che mi era appena
venuta
fuori.
-Ah
sì, e abbinata ad un anello con la nostra frase
incisa dentro.- dissi infine, e mi sentii veramente soddisfatta per
quello che
avevo pensato. Un secondo dopo mi ritrovai a trascinare Thomas in una
gioielleria che c’era proprio lì nel centro
commerciale, che sembrava davvero
conveniente. Informai la commessa del lavoro che dovevo fare.
-Bene,
vuoi che la facciamo subito in laboratorio, o
la vieni a prendere un altro giorno?- chiese lei, ma io optai per la
lavorazione momentanea. Mi chiese poi di scegliere i modelli, e mi
presentò
diversi tipi di anelli e di collane, e mi ritrovai indecisa, ma
improvvisamente
trovai qualcosa di perfettamente adatto a lei. La ragazza dai capelli
castani,
mi chiese di scrivere in un foglio la frase che doveva essere incisa, e
con la
penna scrissi “It never ends” e le consegnai il
piccolo pezzo di carta, dopo averle
detto quali iniziali doveva incidere nella collana, e lei mi
informò subito
dopo che in una mezz’oretta tutto sarebbe stato pronto.
–Abbiamo il tempo per
pensare al regalo per Louis.- dissi poggiandomi allo stipite
dell’enorme
entrata del negozio.
-Oh,
qui non posso aiutarti!- disse Thomas.
-Cosa?!
Sei un ragazzo, suvvia!- mi passai una mano
sul viso, come se fossi quasi disperata, non sapevo veramente cosa
regalargli.
-Un
profumo!- disse cercando di farsi venire qualche
idea in mente.
-Deve
essere qualcosa di speciale, Tomi.- misi il
broncio, e la mia voce era tale e quale a quella di una persona che
stava per
impazzire.
-Una
felpa!- ancora era davvero lontano dalla mia
idea di regalo per Louis. –Non ci siamo.- scossi la testa
mordendomi il labbro.
-Mh,
penserei ad un iPod con tutte le vostre
canzoni, e le vostre foto, e dei video se li avete, ma credo che sembri
banale
pure questo.- ammise, picchiettandosi il mento con il dito come se
stesse
pensando. Subito dopo le sue parole, sembrava essersi accesa una
lampadina
proprio sopra la mia testa. –Tomi! Sei un genio!- dissi,
saltandogli al collo e
abbracciandolo. –E’ un’idea geniale!-
ammisi.
-Davvero?-
mi guardò sconvolto, ma in realtà era
davvero una splendida idea, soprattutto perché
l’iPod di Louis ormai era
piuttosto vecchio, ed era il caso di comprargliene uno nuovo. Quando
sentii la
voce della commessa che mi chiamava per consegnarmi i pacchetti pronti
e
sistemati, pagai il tutto, e corsi fuori, cercando con Thomas il primo
negozio
che vendeva iPod, o cose del genere, e non fu per niente difficile
trovarlo. L’ultimo
modello mi si presentò davanti, e optai immediatamente per
quello, senza
doverci pensare più di una volta, e mi sembrava perfetto per
Louis. Ancora
felicissima per l’idea geniale di Thomas, gli stampai un
bacio sulla guancia
prima di andare a pagare, e ritirare il nuovo iPod che avrei regalato a
Louis.
Così facendo, uscii dal negozio con un bel sorriso stampato
in viso. Ci
preoccupammo poi per il resto del pomeriggio ai regali per la famiglia
di
Thomas, che a quanto pare aveva già idea di quello che
avrebbe regalato ai suoi
genitori, ed era piuttosto fortunato in questo. Improvvisamente mi
accorsi che
avrei dovuto prendere qualcosa anche a lui, ma l’avrei fatto
sicuramente nei
giorni successivi, senza che lui fosse presente, e facevamo
così ogni anno. Il
nostro shopping natalizio si concluse solo due ore dopo che entrammo in
quel
centro commerciale, e partimmo spediti dritti verso le nostre case, con
la neve
che ricopriva la montagne all’orizzonte.
Appena
arrivai a casa, corsi in camera mia per poter
sistemare il regalo di Louis. Ne approfittai della sua assenza per
poterlo
fare, e accesi immediatamente il computer, cercando di capire come
funzionava
quell’affare, ma a quanto pare non era poi così
complicato, e dopo aver
collegato il cavo USB dall’iPod al computer, decisi di
selezionare tutte le
nostre canzoni, che erano tantissime e come prima misi Look After You,
che era
la canzone che mi aveva cantato tantissime volte, e un’altra
decina di brani
che ascoltavamo sempre insieme, i quali testi sembravano parlare
proprio di
noi, e della nostra storia. Passai almeno un’ora a sistemare
tutto, e a lavoro
concluso, impacchettai il regalo, mettendolo sotto l’albero
che avevamo
sistemato in salone, insieme agli altri regali che avevo fatto, fiera
di me.
Gli
ultimi sette giorni passarono lentamente, e non
vedevo l’ora che arrivasse quel ventiquattro dicembre, per
poter festeggiare il
compleanno di Louis. In quei giorni mi procurai un regalo per Zayn, al
quale
non avevo assolutamente pensato, e un regalo per Thomas, e per quello
mi ero
fatta aiutare da Louis.
Per il
suo compleanno intanto, avevamo organizzato
una meravigliosa cena in famiglia, con Zayn presente, e a mezzanotte
avremmo
aperto i regali per il compleanno di Louis e quelli di Natale, per far
combaciare perfettamente le cose. Quella mattina era mio compito
svegliare
Louis, e mentre Bill e mio padre erano fuori casa per
l’ultima giornata di
lavoro prima delle ferie natalizie, io preparai una deliziosa colazione
a
Louis, mentre ancora dormiva in camera sua. Con un vassoio in mano
salì
lentamente le scale, osservando la meravigliosa colazione che avevo
preparato.
Affiancata alla tazza di latte c’era un piccolo bigliettino
con scritto “Buon
compleanno, piccolo” e il mio nome alla fine. Aprii la porta
della sua stanza
con il gomito, per non far cadere tutto per terra, e poi poggiai il
vassoio sul
comodino. Mi avvicinai a lui, sedendomi sul letto, e osservandolo per
un
momento prima di passare una mano sui suoi soffici capelli castani, che
tanto
adoravo. Per un momento sembrava che non riuscisse a svegliarsi, ma
appena
sussurrai al suo orecchio, fece un sorriso, e dischiuse gli occhi.
–Amore,
svegliati, è il tuo compleanno.- dissi sottovoce, e sentii
la sua mano che
sfiorava delicatamente la mia che era finita proprio sulla sua guancia.
Teneva
ancora il suo solito sorriso, e adesso aveva del tutto aperto gli
occhi.
-Buon
compleanno.- dissi semplicemente,
sorridendogli e gli baciai appena la fronte, prima di annunciargli che
gli
avevo portato la colazione, interamente preparata da me. Sembrava
davvero
felice di vedere una cosa del genere, e mi strinse forte, trascinandomi
verso
di lui sul letto, facendomi completamente distendere accanto a lui.
–Amore mio,
grazie, so già che sarà il compleanno
più bello della mia vita.- sussurrò al
mio orecchio, prima di baciarmi una tempia. –Ti amo.- dissi
poi, e in quel
momento decisi di baciarlo delicatamente sulle labbra, abbracciandolo
più forte
che potevo. Sembrava un giorno davvero troppo speciale.
-Ora mi
godo la tua colazione!- disse, mettendo il
vassoio sulle sue gambe, e vedendo che anche lì
c’erano degli auguri da parte
mia, scritti sul foglietto.
-Non
vedo l’ora che arrivi stasera.- confessai
contenta.
-Anche
io! Sarà una serata splendida, dopo anni.-
ammise sorseggiando il suo latte caldo, mentre io lo affiancavo,
osservandolo.
-Come
è stato per me quest’anno, grazie a te, no?-
lui sorrise.
-Com’è
nascere il giorno della vigilia?- chiesi con
un sorriso, ma lui parve davvero sconfortato, e potevo immaginare
perché.
–Deprimente, perché ricevo un regalo che vale per
entrambe le festività, che
tristezza!- ammise mettendo il broncio, e io non riuscii a resistere
alla
tentazione, e gli stampai un bacio su quelle splendide labbra, appena
macchiate
di latte. –Hai un buon sapore di latte.- sussurrai a fior di
labbra, e lui
sorrise, baciandomi di nuovo.
-Oggi
dovrò aiutare mio padre in cucina.- ammisi
passandomi una mano sul viso, perché sapevo che sarebbe
stato davvero molto
stressante, e non potevo fare a meno di pensare che forse avrei optato
per il
suicidio. Probabilmente la voglia di vedere Louis davanti al mio
regalo, mi
diede la forza di andare avanti, e di pensare positivamente. Era ogni
anno
così, e quando io uscivo ed entravo cibo dal forno, Zoe
sistemava il salone con
meravigliose decorazioni. Sapevo che anche lei quel giorno sarebbe
stata
eccitata proprio per la presenza di Zayn con noi.
-Bene,
vado a svegliare anche Zoe!- dissi mentre
Louis finiva la sua colazione, e uscii dalla sua camera dopo avergli
stampato
un bacio sulla fronte, e andai direttamente verso camera di mia
sorella. Aprii
la porta, e stranamente era già sveglia, con il telefonino
in mano, e
sicuramente stava mandando il ‘buongiorno’ a Zayn.
–Hey, sei già sveglia?- le
dissi, entrando, lei fece un mugugno, voltandosi poi verso di me, e
stiracchiandosi. –Da cinque minuti.- disse coprendosi con il
piumone fin sopra
la testa. –Su! Devi alzarti, dobbiamo preparare le cose per
stasera!- dissi
ridendo, e avvicinandomi al suo letto, e scuotendola un po’
ma tutto ciò non
serviva. Alzai il piumone, infilandomi sotto le coperte insieme a lei.
–Buongiorno!- dissi, coprendo entrambe.
-Oddio,
mi fa pensare a quando eravamo piccole!-
ammise, e ridemmo.
-Passavamo
le serate così, a parlare di tutto.-
sorrisi.
-Però
ora non possiamo passare un’intera giornata
qui, dobbiamo preparare le cose.- dopo quelle parole, Zoe, fece un
altro
mugugno, e si voltò come se fosse una disperata.
–Ma poi Zayn vedrà la casa
tutta in disordine!- dissi, cercando di convincerla, e quella volta
sembrava
aver funzionato.
-Okay,
andiamo.- disse, e io risi, vedendola che era
quasi saltata via dal letto. Mi alzai anche io, e da lì
cominciò la nostra
giornata all’insegna del lavoro.
Verso
le sei di sera, due ore prima che arrivasse
anche Zayn per cominciare a festeggiare, mi accorsi che io e mio padre
avevamo
preparato una cena per almeno venti persone, eppure eravamo soddisfatti
del
nostro lavoro, come lo era Zoe dopo che ebbe sistemato per bene il
salone, che
dava un’aria molto natalizia. Louis aveva passato la giornata
a giocare con la
sua Nintendo, aiutando me e mio padre ogni tanto, specialmente con i
dolci, e
poteva permetterselo di godersi un po’ di ozio essendo il suo
compleanno. Mi accorsi
poi che io ancora dovevo vestirmi, e anche Zoe doveva, e appena finii
di
cucinare, mi diressi verso il piano di sopra, ancora troppo indecisa su
cosa
dovevo mettere. Chiusi la porta alle mie spalle, e misi un
po’ di musica dal
computer. Direi che la musica di Bruno Mars mi avrebbe aiutata a
rilassarmi, e
a trovare il vestito adatto da indossare quella sera.
Dopo
aver frugato nel mio armadio decisi di
indossare dei pantaloni neri con un maglioncino bianco, e un bel paio
di UGGs
calde e comode. Non mi truccai moltissimo, anzi, mi limitai ad un
po’ di matita
e del mascara, colorandomi appena le guance di rosso, per ravvivare la
mia
pelle piuttosto chiara. Faceva molto freddo quel giorno, e mi piaceva
tantissimo. Se mi affacciavo dalla finestra potevo perfettamente vedere
la neve
poggiata sui monti, ed era segno che presto anche in città
avremmo avuto una
splendida nevicata. Adoravo l’inverno. A distogliermi dai
miei pensieri fu il
campanello, e dalla mia finestra vidi che era arrivato Zayn, piuttosto
in anticipo,
e teneva in mano delle buste evidentemente con dei regali. Aprii la
porta della
mia stanza.
-Zoe!
E’ arrivato Zayn!- dissi, e lei scattò fuori
dalla sua stanza, per andare ad aprire la porta al suo ragazzo, e io
scoppiai a
ridere, fino a quando non vidi apparire anche Louis vicino a me poco
prima di
rientrare in camera mia. –Sei splendida.- disse e io feci un
sorriso. Subito
pensai che non avevo bisogno di usare fard in viso, perché
con quei complimenti
sarei diventata rossa subito. Si avvicinò furtivo verso di
me, schioccandomi un
bacio sulle labbra, e rientrando in camera sua, evidentemente per
potersi
preparare.
Un’ora
dopo eravamo già tutti al piano di sotto, e
io già non vedevo l’ora di aprire i regali, era la
parte migliore della serata,
dopo il meraviglioso pasto che ci aspettava qualche minuto
più tardi. Mio padre
aveva cominciato a scherzare con Zayn, e mia sorella parve sentirsi in
crisi in
quel momento, mentre io avevo passato una buona parte della serata nel
divano a
ridere e a scherzare con Louis, e per fortuna mio padre non aveva
pensato
niente di strano. Durante la cena, eravamo tutti piuttosto tranquilli e
rilassati, e ci eravamo divertiti parecchio, e fortunatamente la cena
per venti
persone che avevamo preparato, parve finire magicamente. –Chi
ha cucinato?-
chiese Zayn dopo aver preso una fetta di pollo arrosto. –Io e
mio padre!- dissi
sorridente.
-E
anche io!- si intromise Louis, che ricevette un
buffetto sulla guancia da parte mia. –Per fare cosa? Mettere
le fragoline nella
torta?- dissi ridendo, e lui subito mise il suo solito broncio. Il quel
momento
veniva davvero difficile trattenersi, ma dovevo farlo, gli feci una
smorfia,
tornando poi a mangiare, dopo esserci scambiati uno sguardo
d’intesa.
-Beh
allora la torta non la mangerò Louis, visto che
hai messo le fragole tu!- ribattè poi Zayn, e tutti
scoppiarono a ridere, e
Louis non rispose a quella provocazione solo perché
c’era suo padre davanti, ma
la cena andò avanti così per almeno un paio
d’ore, a ridere e a scherzare. Ogni
tanto da sotto il tavolo io e Louis ci toccavamo o le gambe o le mani,
senza
che nessuno se ne potesse accorgere. Era questo il bello di stare
vicino a lui.
Dopo aver finito di mangiare, notammo che erano già le
undici, senza che noi ce
ne fossimo accorti, e ci ritirammo in salone, sedendoci nei due divani.
-Aspettate!
Devo dire una cosa!- Zoe si alzò in
piedi prendendo un piccolo pacco. –Allora, visto che ormai
Bill e Louis fanno
parte della.. nostra famiglia, ho fatto delle calze con su scritti i
loro nomi,
da appendere vicino la porta. Ne abbiamo una ciascuna e queste sono per
voi!-
disse porgendo i pacchettini e i due rimasero stupidi dalla gentilezza
di mia
sorella, che evidentemente l’aveva fatto senza dire niente a
nessuno, come se
fosse una sorpresa, e in effetti lo era. Appese le due calze vicino la
porta
accanto a quelle con su scritti il mio nome, quello di mia sorella e
quello di
mio padre. Sorridemmo tutti felici, la prima Zoe. –Ora voglio
cominciare a dare
i regali per Louis!- mia sorella era così, per le
festività, molto attiva, e
sempre con il sorriso stampato sulle labbra, era lei che dirigeva
tutto. Louis
fece un versetto, come se si fosse intimidito improvvisamente.
–Questo è il
mio!- disse porgendogli un pacco, contenente un nuovo paio di Toms, e i
suoi
occhi si illuminarono appena le vide. –Sono splendide! Ma..
oddio, grazie Zoe!-
si alzò in piedi, abbracciando mia sorella, e probabilmente
era la prima volta
che vedevo una scena del genere. Io intento mi ero sistemata proprio al
suo
fianco, anche perché quando avrebbe aperto il mio regalo,
volevo vedere per
bene la sua faccia. A quel punto si alzò Zayn in piedi,
porgendogli il suo
regalo. –E dopo un bel po’ di anni, sono felice di
poterti fare di nuovo un
regalo di compleanno.- Louis lo strinse forte, proprio come fanno due
veri e
propri migliori amici, sembrava una scena davvero commovente.
Scartò il suo
regalo, e apparve prima l’ultimo cd dei Take That, che Louis
tanto adorava, e
in seguito una splendida felpa.
-E’
bello sapere che mi conoscete piuttosto bene!-
ammise abbracciando di nuovo l’amico. Subito dopo mio padre e
Bill consegnarono
i loro regali a Louis, mostrando da parte di suo padre un magnifico
computer
portatile, visto che ancora Louis non ne aveva uno da quando era
arrivato. Mio
padre invece gli aveva regalato ben tre magliette a righe, proprio come
piacevano a lui. Sembrava davvero molto felice, e adesso
l’unica cosa che
mancava era proprio il mio regalo. –Ora tocca a me.- mi alzai
con un sorriso, e
da sotto l’albero presi un pacco, che all’apparenza
sembrava piccolo ma dentro
conteneva un grande regalo. –Ecco, questo è per
te.- dissi porgendoglielo con
un sorriso, e tornando a sedermi vicino a lui. Ricambiò il
sorriso, scartandolo
delicatamente. Appena vide la custodia, parve davvero fin troppo
felice. –Tu..
cioè.. ma è un iPod!- disse guardandomi sconvolto
e a bocca aperta. –Sì, e ho
messo già un paio di canzoni!- ammisi, e immediatamente lui
lo accese, mettendo
una cuffia nell’orecchio. Lo vidi sorridere appena si accorse
che tutte le
canzoni che avevo messo erano le nostre. Vide anche che avevo messo le
nostre
foto. –Allora? Ti piace?- chiesi abbassando appena la testa
per cercare il suo
sguardo. –E’ splendido, davvero.- disse, e subito
dopo mi abbracciò fortissimo,
e io feci lo stesso, stringendolo più che potevo. Sentii un
‘ti amo’ detto come
un bisbiglio, e nessuno era riuscito a sentirlo per fortuna, ma io
sì, e la
cosa mi faceva stare davvero bene.
-Okay,
davvero.. grazie a tutti.- disse Louis
contento.
-E..
adesso visto che sta arrivando la mezzanotte,
voglio darvi i vostri regali.- si alzò dal divano, porgendo
a ciascuno di noi
un pacchetto diverso. Il mio era piccolo. Lo aprii immediatamente senza
aspettare, e mi accorsi che lo sguardo di Louis era fisso su di me, e
sorrisi
quasi imbarazzata. C’era un anello dentro, e quasi non mi
venne da piangere a
vederlo, e sembrava un anello qualsiasi ma dentro c’era una
scritta.
‘Thank
you, my star.’ Ecco che cosa c’era scritto.
Feci un sorriso.
-Beh,
sai, ho scelto un anello perché so che ti
piacciono!- disse cercando di non far capire niente a mio padre, che
fortunatamente ancora era ignaro di tutto. Lo rimisi dentro la
scatoletta,
stampandogli un bacio sulla guancia. La voglia di urlare quanto lo
amavo, e
quanto mi aveva resa felice con quel regalo era davvero infinita, ma
dovevo
stare in silenzio e non dire nulla. Scartammo tutti gli altri regali,
subito
dopo. Zoe rimase colpita dal mio, le piacque parecchio, tanto da farmi
quasi
soffocare con un abbraccio, e mi aveva realmente riempita di baci.
Sembrava una
serata davvero perfetta, che durò fino a tardi, e
probabilmente quello era uno
dei Natali più bello di tutta la mia vita. Non riuscivo a
capire se era la
presenza di Louis, o chissà che altro. Mi chiesi se mai mio
padre sarebbe
venuto a sapere della nostra storia, ma decisi che
gliel’avrei detto prima o
poi, magari al momento opportuno. Tutto ciò che mi impediva
di dirglielo era la
paura di poter ricevere un rifiuto da parte sua. Non accettava mai
nessuno dei
miei ragazzi, non ho mai capito il perché, probabilmente
gelosia, e se avesse
saputo che Louis, il figlio del suo migliore amico, fosse il mio
ragazzo da
quasi cinque mesi, sarebbe andato su tutte le furie, e io non volevo
perderlo
per nessun motivo al mondo. Ero felice adesso, stavo passando mesi
incredibili
e meravigliosi, adesso mi sentivo bene, e non avevo bisogno di
nient’altro.
Forse lui sarebbe venuto a saperlo da solo prima o poi, o magari
gliel’avremmo
detto noi, ma per ora non mi importava davvero.
Il mio
meraviglioso anello giaceva nella mia mano, e
quella scritta all’interno mi piaceva tantissimo, era davvero
splendida.
‘Thank
you, my star’ era probabilmente la frase più bella
che io avessi
mai sentito.
|
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Capitolo 25 *** chapter 25. ***
Il
giorno dopo Natale, io e Louis decidemmo di fare
una splendida passeggiata al freddo. Aveva nevicato anche da noi, e
adesso
potevamo divertirci. Era tutto ricoperto di bianco, e faceva un gran
freddo.
Indossavo un cappotto lungo, nero, e un cappellino in testa per evitare
di
morire dal freddo, e lo stesso aveva fatto Louis. Camminavamo mano
nella mano
tra la neve che aveva ricoperto ogni angolo della città, ed
era davvero
favoloso. Mi piaceva l’inverno, e soprattutto adoravo il
freddo. Però, una
delle cose migliori dell’inverno era che mi ritiravo sempre
da Starbucks o in
qualsiasi altro bar per potermi bere una magnifica cioccolata calda per
riscaldarmi. Arrivata ad un certo punto, mi sedetti sulla neve,
affiancata da
Louis. Le mie guance erano rosse per il vento, e continuavo a sfregarmi
le mani
per potermi riscaldare, ma niente era meglio delle braccia di Louis che
mi
tenevano strette a sé.
-Ci
penso io a riscaldarti, freddolosa!- disse lui
stampandomi un bacio sulla tempia, prima di stringermi forte.
-Ti va
se tra poco andiamo a prendere una
cioccolata?- chiesi sorridendo.
-Certo,
ne ho tanta voglia.- sentii subito dopo le
sue labbra poggiarsi sulle mie, e quel contatto era davvero
meraviglioso. Il
giorno prima non eravamo stati molto tempo insieme, visto che entrambi
i nostri
genitori erano a casa, ed essendo il giorno di Natale non eravamo
usciti.
-Ancora
penso al tuo splendido regalo.- ammise lui
sorridendo.
-Il tuo
è ancora più bello.- sussurrai, guardandomi
la mano in cui giaceva il meraviglioso anello che avevo ricevuto da
Louis per
Natale. Lo tolsi dal mio anulare, leggendo la scritta
all’interno. –Quindi sono
la.. tua stella?- dissi alzando lo sguardo per poterlo guardare e
sorrisi di
nuovo. –E anche di più!- disse buttandomi
praticamente sulla neve, e mettendosi
quasi su di me, mentre cominciava a baciarmi con trasporto, stringendo
una
delle mie mani. Passò poi l’altra mano tra i miei
capelli morbidi continuando a
baciarmi, e appena si allontanò sorrise appena contro le mie
labbra. –Sai che
siamo buttati a terra sulla neve, vero?- dissi, e lui
scoppiò a ridere, ma
subito dopo tornò ad occuparsi delle mie labbra.
-Guarda
chi si vede!- una voce piuttosto familiare
mi fece ridere appena, e dopo essermi staccata da Louis, alzai lo
sguardo
riuscendo a vedere Zayn e Zoe che era poco distanti da noi e ci
salutarono con
la mano. Si avvicinarono a noi, sedendosi proprio al nostro fianco.
-Che
facevate, piccioncini?- chiese Zoe.
-No
niente, stavo contando quante ciglia avesse
Arya!- rispose Louis ironico, e tutti e tre scoppiammo a ridere, e poi
alzai di
nuovo il busto per tornare seduta, poggiandomi sulla spalla del mio
ragazzo.
–Voi dove state andando?- domandai.
-In
giro!- rispose Zayn.
-Vi va
di venire da Starbucks a prendere una
cioccolata con noi?- propose Louis che stringeva la mia mano,
intrecciandola
con la propria.
-Ci
sto!- risposero insieme, e improvvisamente ci
alzammo tutti e quattro, diretti verso il solito bar in cui andavamo
sempre,
per poter stare al calduccio con una tazza di cioccolata fumante
proprio
davanti a noi. Appena arrivammo prendemmo posto in uno dei tantissimi
tavoli
che c’erano lì.
–C’è caldo qui!- ammisi togliendomi il
cappotto, e appena il
cameriere portò le nostre cioccolate, passammo
l’ora dopo seduti lì a parlare.
Da lì notammo che fuori aveva ripreso a nevicare, e fino a
quando non avrebbe
smesso, non saremmo potuti uscire di lì per tornare a casa,
ma personalmente la
cosa non mi dispiaceva, perché si stava così bene
lì dentro che sarei potuta
rimanere anche tutto il giorno.
-Zayn
ho notato che mio padre ti ama!- dissi ridendo
dopo aver sorseggiato un altro goccio di cioccolata, e lui quasi si
passò una
mano sulla fronte come per disperato. –Oddio,
l’altra sera parlava solo con
me!- ridemmo tutti insieme, sentendo la voce allarmata di Zayn.
-Se non
ci fosse stata Zoe, penso che mi sarei
ucciso!- continuò poi, stringendo la mano della sua ragazza,
e guardandola
negli occhi subito dopo. –Mio padre è fatto
così.- ammise lei sospirando.
-Ma lo
è solo con te! Se sapesse di Louis, penso che
lo butterebbe fuori di casa in pochissimi secondi.- dissi sbuffando, e
mettendo
quasi il broncio.
-Lo sai
che con te è iperprotettivo!- disse.
-Non ho
mai capito il perché, ma okay.- ribattei.
-Ma
ovvio, perché sei più piccola!-
sentenziò,
toccandomi la testa con una mano, scompigliandomi i capelli subito
dopo. Le
feci una smorfia, ma lei di rimando mi abbracciò
stringendomi forte a sé.
-Ma
allora hai intenzione di non dirglielo ancora?-
chiese.
-Mh..
per adesso, sì.- risposi quasi con un fil di
voce, e subito dopo ci fu un momento di silenzio, quando
automaticamente ci
voltammo tutti e quattro verso una delle finestre, e notammo subito che
aveva
smesso di nevicare, e potevamo tornare a casa. Ci alzammo da
lì, sistemando le
sedie, e lasciando i soldi al tavolo e uscendo dal locale. Lo sbalzo di
temperatura si poteva perfettamente notare, e improvvisamente cominciai
a
sentire di nuovo freddo. Louis attorniò le mie spalle con un
braccio, facendomi
avvicinare maggiormente a lui.
-Non ho
voglia di ritornare a casa.- dissi
semplicemente.
-Nemmeno
io, ma l’importante è sentire la tua
presenza, no?- sussurrò, baciandomi poi teneramente le
labbra mentre stavamo
camminando per tornare verso casa, seguiti da Zoe e Zayn. Appena
arrivammo lì,
Zayn salutò semplicemente e ritornò verso casa
sua, e noi entrammo dentro
notando che con i riscaldamenti accesi si sentiva un bel caldo. Tolsi
il
cappotto lasciandolo sul divano del salone, e buttandomi proprio
lì.
-Papà!
Siamo a casa!- urlò Zoe, senza accorgersi che
lui era proprio in cucina. –Beh, non credo di essere sordo,
Zoe!- disse lui
ridendo, e avvicinandosi verso di noi.
-Che
avete fatto?- domandò, abbracciando mia
sorella.
-Niente
di nuovo, in giro, a bere poi una
cioccolata.- risposi io che stavo completamente buttata sul divano a
rilassarmi,
e rimasi lì fino a quando non fu tutto pronto per il pranzo.
-Bene,
io vado a farmi una bella partita con la mia
Nintendo!- disse Louis, appena finì di mangiare tutto
ciò che c’era sul piatto.
Mi alzai in piedi anche io. –E io lo seguo, ho intenzione di
batterlo oggi!-
dissi, salendo al piano di sopra insieme a lui, e ormai qualsiasi scusa
era
buona per passare del tempo con lui. Entrammo nella mia stanza,
buttandoci
entrambi nel mio letto, con la Nintendo in mano.
-Comincio
io!- disse lui afferrando la piccola console,
per poter cominciare a giocare per primo. Avevamo deciso di giocare a
Mario
kart, ed ero sicura che lui fosse nettamente più bravo di
me, ma avevo
intenzione di batterlo. –Ma prima di vincere, mi dai un
bacio?- chiesi
avvicinandomi alle sue labbra, e lui ne approfittò proprio
per poterle baciare,
facendo uno strano rumore, che mi fece ridere parecchio, prima che lui
cominciasse a giocare. Sembrava davvero bravo, e io in confronto ero
una frana.
Avevo giocato a quel gioco forse due volte negli ultimi cinque mesi, e
Louis mi
batteva costantemente.
-Ecco
fatto! Sono arrivato secondo, ora tocca a te!-
quasi mi tremavano le mani, e afferrai la console, cominciando a
giocare.
Muovevo i tasti quasi a cavolo in certi momenti, in altri invece
cercavo di
concentrarmi, ma Louis al mio fianco mi distraeva maledettamente
facendomi il
solletico, o stampandomi i baci sulle labbra o sulle guance. Ad un
certo punto
cominciò anche a massaggiarmi i capelli, sapendo che andavo
in tilt appena lo
faceva, eppure non smetteva. Solo quando, lo scansai con una mano si
fermò, e
lo lasciai lì ridere come uno scemo da solo.
-Che
palle!- sbottai notando il risultato. –Sono
arrivata terza!-
-Oh
beh, è un record ormai!- disse avvicinandosi a
me, e baciandomi ripetutamente il collo, dandomi poi anche un morso.
-Dai
dai! Mi fai il solletico!- dissi ridendo e
allontanandomi da lui.
-La tua
Nintendo fa una brutta fine se non la
smetti!- si arrestò immediatamente, tornando ad essere serio
e composto, e risi
notandolo in quella circostanza, che sembrava quasi un angioletto.
Mi
avvicinai a lui, poggiando la Nintendo sul letto, e
buttandomi quasi su di lui per poterlo baciare. Sentii la sua mano
insinuarsi
lentamente sotto la mia maglietta, e rabbrividii appena sotto le sue
carezze.
Ci baciammo ancora per un po’, la sua mano mi carezzava con
delicatezza il
fianco destro. –Mh, hai le mani fredde.- ammisi, tremando
quasi.
-Potrei
riscaldarle in un modo.- disse in tono
malizioso, e io risi di rimando, perché conoscevo
perfettamente le sue intenzioni.
Ci guardammo ancora per qualche istante, e dopo sentii la sua mano
premere
contro il mio petto, e mi spinse delicatamente contro il materasso,
facendomi
distendere. Si mise al mio fianco, giocando con la cerniera dei miei
pantaloni,
e insinuando dentro la mano. Rabbrividii appena, ansimando quasi
sottovoce. Con
i nostri genitori a casa dovevamo fare tutto il più
silenziosamente possibile.
Le sue dita premettero appena contro la mia intimità, e
ansimai a fior di
labbra. In quel momento volevo urlare, ma ero capace di riuscire a
trattenermi,
anche se era una cosa meravigliosamente bella. Poggiai le labbra sul
suo collo,
mentre continuava a premere con due dita dentro di me. La sua pelle era
fredda,
e a contatto con la mia, faceva uno strano effetto, eppure era
così rilassante.
Notai il movimento del suo braccio, e io continuai a gemere
sussurrando, mentre
mi stringevo di più a lui e alle sue labbra.
-Dio..
Louis..- sussurrai, sentendo i nostri respiri
che si scontravano.
Si
fermò, uscendo fuori la sua mano, e
automaticamente mi misi su di lui, alzandogli appena la maglietta.
Poggiai le
labbra sul suo petto, percorrendo la linea degli addominali con la
lingua,
sentendo ancora una volta la sua pelle calda. Sfiorai il suo bacino
prima con
le mani, e successivamente con le labbra, sbottonando il primo bottone
dei
jeans. Mi rialzai appena, spostando i capelli da un lato per poterlo
baciare, e
allungai la mano, facendola entrare dentro i suoi slip. Riuscii a
toccare il
suo membro caldo, e cominciai a muovere le dita attorno ad esso, e
riuscii a
sentire gli ansimi di Louis attraverso i nostri baci. Cominciai a
giocare con
la sua intimità, stringendo le mie labbra attorno alle sue,
mentre le nostre
lingue si incontravano tra di loro, per potersi intrecciare e giocare.
Sentii
improvvisamente la porta bussare, e scattai via da Louis, e afferrando
immediatamente la console, allarmata.
-A..avanti.-
dissi mentre Louis si abbottonava i
pantaloni. Io cominciai a far finta di giocare, mentre Louis si
sistemò al mio
fianco come se niente fosse. –Oh, tutto bene?- chiese Bill
apparendo dalla
dietro la porta, e noi annuimmo con un sorriso.
-Louis,
scusa, devo.. parlarti un secondo.- ci
guardammo per un momento dritti negli occhi. La paura che Bill ci
avesse
scoperti era tanta, ma per un momento mi parve davvero impossibile,
eppure con
quello sguardo, entrambi avevamo avuto quel sospetto.
-Si.-
disse lui secco, alzandosi dal letto, e lo
vidi andare via, e subito dopo sentii la porta chiudersi alle sue
spalle. Per
un momento mille pensieri mi passarono per la testa. Pensavo davvero
che Bill
avesse capito tutto, e che sicuramente voleva parlare con Louis della
questione.
Oppure
magari io mi stavo facendo troppi flash, e
voleva semplicemente parlargli di qualcos’altro che non
centrava nulla. Rimasi
col dubbio, e così spensi la console, lasciandola
lì sul letto, e afferrai dal
mio comodino il mio solito diario. Era nero, e sopra c’era
scritto il mio nome
a caratteri cubitali. L’avevo fatta io la copertina, quando
avevo circa quindici
anni, e rimasi ad osservarla per qualche secondo, prima di afferrare
una penna
e aprire una nuova pagina per poter scrivere.
Caro
diario,
ammetto
di
essere preoccupata in questo momento, e davvero tanto. Qualche minuto
fa, io e
Louis ci siamo messi a giocare con la sua Nintendo, e dopo una partita
ci siamo
ritrovati a.. insomma, a toccarci, baciarci, ma siamo stati interrotti
perché
ha bussato Bill alla mia porta. Ha chiesto a Louis di raggiungerlo
perché
voleva parlargli, e adesso credo che ci abbia scoperti. Sto con
l’ansia
addosso, e mi rimarrà fino a quando non saprò di
cosa dovevano parlare.
Sta di
fatto
che ho passato dei giorni favolosi, a partire dalla vigilia di Natale,
il
compleanno di Louis, che mi ha regalato uno splendido anello. Dentro
c’è scritto
‘Thank you, my star’ e per adesso lo tengo sempre,
senza toglierlo mai. Mi fa
sentire sempre più vicina a lui, ed è favoloso
poterlo indossare. Domani
saranno finalmente cinque mesi, ed è una cosa davvero
splendida! Penso ancora a
come sia successo tutto, proprio per caso. L’altro giorno mi
sono ritrovata a
rileggere le pagine in cui scrivevo quanto lo odiavo, e cose del
genere, e
adesso? Adesso non posso più stare senza di lui. Strano il
destino, davvero
strano. Chissà cosa mi riserverà nelle prossime
ore (: Per ora sto bene,
davvero. Mi sento rilassata e tranquilla, e tra poco
arriverà anche l’anno
nuovo! Non ho buoni propositi, chiedo solo tanta felicità
insieme al ragazzo
che amo. Adesso ti saluto, troverò qualcosa da fare, a
presto.
Tua,
Arya.
Lasciai
il diario lì sul letto, alzandomi e
avvicinandomi al computer che non accendevo da tempo, magari avrei
trovato
Thomas in chat, per potergli parlare. Erano passati circa una decina di
minuti
da quando Louis si era allontanato, e ancora sentivo il batticuore. E
pensare
che ci avrebbe potuti perfettamente scoprire se non avesse bussato alla
porta.
A distogliermi da quel pensiero fu il computer che si era acceso
piuttosto
velocemente, e subito entrai in chat, notando Thomas connesso.
Lo
contattai e rimanemmo lì a parlare per un po’,
mentre avevo deciso di mettere un po’ di musica per potermi
rilassare. Non
sapevo quanto sarebbe durata quella conversazione, e così
avevo bisogno di
passare il tempo in qualche modo. Raccontai dell’accaduto a
Thomas, che cercava
di tranquillizzarmi, dicendomi che sarebbe andato tutto bene. Da una
parte mi
sentii parecchio rassicurata.
Il
tempo passava, e io me ne accorgevo
perfettamente, visto che mantenevo lo sguardo fisso
sull’orologio del computer,
ma decisi di spegnerlo dopo aver salutato Thomas, e proprio quando
stavo per
alzarmi da dove ero seduta, vidi la porta aprirsi ed entrò
Louis. La sua faccia
mi fece quasi tremare. Chiuse la porta, poggiando le spalle contro
quest’ultima, e guardando un punto fisso nel vuoto.
-Louis..
che succede?- chiesi, sentendo il cuore che
batteva così forte da farmi quasi male. Mi avvicinai a lui
poggiando una mano
sulla sua spalla. Non rispondeva e per un momento pensai al peggio, ma
stetti
in silenzio, in attesa di una sua risposta, che si stava facendo
attendere.
-Arya,
ti prego siediti.- disse.
-No,
non ce la faccio, sono in ansia.- risposi,
passandomi una mano tra i lunghi capelli castani. –Cazzo.-
bisbigliò lui per un
momento, staccandosi dalla porta. Avevo bisogno di sapere cosa era
successo, ma
non volevo fargli nessuna pressione, o si sarebbe incazzato.
-Ho
parlato con mio padre..- cominciò, cercando di
regolare il suo respiro, e smise di guardare il pavimento, e
trasferì lo
sguardo verso di me, cominciando a camminare per la stanza, io intanto
rimasi
lì ferma dov’ero. Sentivo le gambe che mi
tremavano. -..ed è successo che con
il suo nuovo lavoro, gli hanno trovato una sistemazione a Doncaster.-
si fermò
per deglutire, toccandosi il petto con una mano. I suoi occhi parlavano
per
lui, e per la prima volta notai che erano lucidi, come se stesse per
mettersi a
piangere da un momento all’altro. Ci fu ancora un attimo di
silenzio. Speravo
che non stesse per dire ciò che non volevo sentire. Per un
momento il mio
cervello era totalmente disconnesso, e le mie mani tremavano.
–E quindi.. Il
trenta dicembre abbiamo il volo per Doncaster.- disse poi concludendo
il suo
discorso, e la sua voce quasi tremava, e si fece piccola piccola. Si
morse
forte il labbro.
Per un
momento credevo di non aver capito bene ciò
che volesse intendere con quella frase. –Che vuol dire
questo, Louis?- domandai
allarmata.
-Si
torna a Doncaster.- quelle quattro parole furono
la chiave perfetta per sentire le mie gambe tremare, e le lacrime
scoppiare, ma
cercai di trattenermi. Mi avvicinai a lui. –Non è
vero, dimmi che non è così.-
dissi con la voce sussultante, e gli occhi ancora più lucidi
dei suoi. Mi
guardò per un momento, e caddi tra le sue braccia,
stringendolo forte e
immediatamente sentii la mia forza abbandonarmi, ma soprattutto non
riuscii più
a contenere le lacrime. Poggiai la testa contro la sua spalla mentre mi
abbracciava, e cominciai a singhiozzare, bagnandogli appena la
maglietta
azzurra.
Volevo
non credere a quelle parole.
Volevo
solo che fosse tutto un incubo.
Volevo
piangere, e non finire più.
-Ti
prego, dimmi che è uno scherzo.- sussurrai tra
le lacrime.
-No
amore mio, è tutto vero purtroppo.- disse, e
anche lui quasi non scoppiò a piangere, stringendomi forte a
sé. Mai avevo
sentito un suo abbraccio così forte, e mi sembrava davvero
di sognare.
-Ma
aspetta.. Il trenta è tra soli quattro giorni.-
dissi io allontanandomi da lui, per poter guardare il calendario, ed
evidentemente non mi sbagliavo proprio. Strinsi forte la sua mano,
poggiando la
testa contro il suo petto, senza riuscire più a frenare le
lacrime. Volevo
poterlo fermare, volevo poter dire a Bill che non doveva portarmi via
Louis
perché lo amavo.. lo amavo più della mia stessa
vita, e senza di lui non ce
l’avrei mai fatta. –Non lasciarmi.- sussurrai.
-Amore
mio, giuro che non lo farei.- disse
stringendomi più forte e massaggiandomi i capelli
delicatamente. –Non doveva
succedere, non credevo che sarebbe mai successo.- ammise lui, e lo
sentii
piangere, e tutto ciò mi faceva stringere il cuore.
-Ora..
scusami ma.. devo preparare già le valigie,
me l’ha detto mio padre.- disse passandosi una mano sugli
occhi, e baciandomi
la fronte.
Si
allontanò dalla mia stanza, e io quasi mi buttai
a terra, facendo scontrare le ginocchia con il pavimento, osservando la
porta
che si chiudeva. Ero diventata improvvisamente bianca, e avevo perso
del tutto
la sensibilità delle mani, e un tremendo dolore si era
impossessato del mio
stomaco. Fra meno di quattro giorni, una parte fondamentale di me se ne
sarebbe
andata, e io.. io non potevo fare assolutamente niente per fermare
tutto
questo.
Nessuno
aveva preso positivamente questa notizia,
per primo Zayn che per un momento, proprio come me, sentì un
mancamento davanti
quella notizia. Avevamo deciso tutti di andare a casa sua il pomeriggio
stesso
per poterglielo dire, e non aveva preso per niente bene tutto
ciò. Sembrava
anche lui sull’orlo del pianto, e io ormai cercavo di farmene
una ragione, ma
sembrava davvero impossibile. Non potevo più immaginare una
vita senza Louis, adesso.
-Io..
cazzo, vaffanculo!- urlò Zayn dando un calcio
alla neve, e tantissimi pezzi di quella sostanza bianca, volarono in
aria. Si
buttò lì per terra nel suo giardino,
anch’esso ricoperto di bianco. Zoe e Louis
si sedettero vicino a lui, che abbracciò l’amico.
–Io.. non ce la faccio Louis,
sei il mio migliore amico.- sussurrò lui, che quasi
singhiozzava.
-Mi
sembra di avere un dejavu, Zay.- disse
stringendolo forte.
Qualche
anno prima avevano passato la stessa
situazione. Zayn si sarebbe trasferito a Londra, e i due non si
sarebbero più
rivisti probabilmente. Ma avevano avuto questa splendida fortuna, e
sembrava un
sogno il fatto di poter stare di nuovo insieme, proprio come i bei
vecchi
tempi, ma adesso tutto si stava frantumando in mille pezzi.
-Io,
senza di te mi sento perso, cazzo.- disse di
nuovo. Sembrava davvero non resistere più, e agli occhi miei
e di Zoe parve
davvero molto nervoso. –Non ho amici qua..nessuno Lou.-
continuava ad
abbracciarlo, e notai perfettamente che una lacrima gli aveva solcato
completamente la guancia destra. Louis si sentiva davvero distrutto.
-Piccolo,
dai.- Zoe si avvicinò al suo ragazzo,
sfiorandogli la spalla delicatamente, e lui si allontanò da
Louis, passandosi
una mano attorno agli occhi per asciugare quelle poche lacrime.
-Promettimi
solo che.. tornerai.- gli disse.
-Lo
prometto, però adesso.. dobbiamo goderci al
meglio questi ultimi giorni.- disse Louis, passandosi una mano tra i
capelli
castani. Si avvicinò a me stringendomi forte, e baciandomi a
stampo. Pensare
che non avrei sfiorato più per molto tempo quelle labbra mi
distruggeva.
-Cosa..
facciamo?- chiese Zoe, intenta a carezzare i
capelli di Zayn, che si era poggiato proprio sulla sua spalla.
–Non so, in
questo momento mi sento.. debole.- ammise Zayn.
-No
amore, non dire così.- mia sorella lo abbracciò,
cercando di consolarlo, ma probabilmente non serviva a molto, il suo
sguardo
sembrava davvero perso nel vuoto.
-Zay,
ti va se entriamo dentro a giocare un po’ con
la tua playstation?- propose Louis con un sorriso sulle labbra, che
fece
illuminare il volto di Zayn non appena i due si guardarono.
Automaticamente
sorridemmo anche io e Zoe, e qualche minuto dopo eravamo già
dentro con i
joystick in mano, provando a star bene, senza pensare a quello che
sarebbe successo
quattro giorni dopo. Eravamo lì a farci forza a vicenda, ma
io probabilmente
ero quella più distrutta, ma alla fine tentammo di passare
un pomeriggio
tranquillo e spensierato.
-Ci
pensi? Io..cazzo.- quella sera non riuscivo ad
addormentarmi, benché fossi tra le braccia di Louis, come
ogni notte, ma
c’erano troppi pensieri che mi balenavano per la testa, e che
continuavano a
torturare la mia mente. –Amore, non pensarci ti prego.- disse
lui, che stava
con il petto poggiato sulla mia schiena, mentre mi massaggiava
delicatamente i
capelli. –E’ impossibile.. penso solo a questo.-
ammisi.
-Ci
vedremo, te lo prometto!- disse.
-Non
sarà lo stesso.- i miei pensieri erano del
tutto negativi, anche perché non trovavo assolutamente un
lato positivo in
quella situazione. Adesso mi parve tutto un po’ spento.
-E
poi.. ci sarà anche Hannah lì a Doncaster.-
sussurrai.
-Lei
è l’ultimo dei miei pensieri.- ribattè
Louis
con una smorfia.
-Ma..
rimarremo insieme?- domandai.
-Non
devi nemmeno chiederlo, è ovvio.- disse cominciando
a baciarmi la guancia, e prendendo poco dopo il mio mento con due dita,
facendomi voltare verso di lui per poterlo baciare.
-Mi
avevi promesso che non ci saremmo mai lasciati.-
dissi.
-Infatti
non lo sto facendo.-
-..ma
stai andando via.-
-Non me
ne sto andando, io sarò sempre con te, qui.-
disse poi toccandomi il petto, proprio nel lato in cui c’era
il cuore. Prese la
mia mano poggiandola poi sul suo petto. –E tu sarai sempre
con me.- disse.
Mi
sentivo in un film in quel momento.
Mi
voltai verso di lui, poggiando la testa sul suo petto, e pochi minuti
più tardi dopo avergli augurato la buona notte, mi
addormentai come sempre tra
le sue soffici braccia, inebriate del suo splendido profumo, che da
cinque mesi
ormai mi aveva incantata.
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Capitolo 26 *** chapter 26. ***
Avrei
preferito che quei giorni non passassero mai.
Mi sarei voluta fermare a quel ventisei dicembre, quel freddo ventisei
dicembre, in cui la notizia che Louis sarebbe andato via, riecheggiava
nelle
menti di ognuno di noi. Erano già passati appena tre giorni,
ed il mio umore
era rimasto sempre lo stesso.
Il
giorno prima della sua partenza.
Mi
sembrava un incubo ancora, e non volevo crederci.
Pensavo che probabilmente qualche minuto più tardi mi sarei
svegliata, per
scoprire che al mio fianco c’era Louis a rassicurarmi, a
dirmi che in realtà
era tutto un sogno, e che non dovevo preoccuparmi di niente. Ma
probabilmente
era la realtà, quella cruda realtà che spesso ti
viene sbattuta in faccia con
troppa violenza. Il giorno dopo avrei perso una persona fin troppo
importante
per me. Avrei perso un amico, un fratello, ma soprattutto, avrei perso
il un
fidanzato. Quello che mi faceva battere il cuore, che mi faceva sentire
bene.
Uno di quei fidanzati che incontri solo una volta nella vita, e che non
vorresti perdere mai, e fu così che cominciai a pensare a
come sarebbe stata la
mia vita ora che Louis sarebbe stato a chilometri di distanza da me. Mi
aveva
cambiato la vita e questo non potevo negarlo, mi aveva aiutata in
situazioni
anche fin troppo difficili per me, ed era diventato più di
un fidanzato, lui
era davvero tutto. Perché adesso il destino aveva scelto di
portarlo via da me?
Aveva colmato tantissimi vuoti che c’erano dentro di me, e
benché inizialmente
avrei desiderato questo momento più di qualsiasi altra cosa,
adesso.. speravo
solo che potesse rimanere vicino a me. Per sempre.
Il
destino non era abbastanza sazio? Aveva strappato
via dalle mie mani la mia splendida mamma, e adesso stava facendo
più o meno lo
stesso gioco con il ragazzo che era riuscito ad aiutarmi ad andare
avanti.
Pensavo
a tutto questo adesso, mentre stavo distesa
nel mio letto. Ero andata via da camera di Louis dopo aver dormito con
lui,
come facevo sempre, ma adesso non ero riuscita più a
prendere sonno come le
altre volte, ed erano solo le cinque e mezza del mattino. Sentivo
freddo anche
sotto le mie coperte, e non c’era modo per potermi
riscaldare, ma l’unica cosa
a cui pensai era che dovevo assolutamente scrivere nel mio diario.
Negli ultimi
giorni avevo abbandonato tutto. Accesi la luce del comodino, prendendo
quel
diario che raccontava della mia vita, e aprendo una nuova pagina decisi
di
scrivere lì.
Caro
diario,
sono
circa tre
giorni che non scrivo, e ti chiedo scusa. Ma quello che è
successo è davvero
qualcosa di terribile. L’altro giorno Bill ha detto a Louis
che sarebbero
ritornati a Doncaster e..domani vanno via. Non posso crederci, sono
distrutta e
non smetto di piangere per ora. Louis sta forse peggio di me, e adesso
vorrei
solo che lui rimanesse qui con me per sempre, non voglio che se ne
vada. Sto
perdendo tutto, tutto.
La foto
di
mamma mi guarda in questo momento. Lei è lì ed
è sorridente, e so che avrebbe
fatto di tutto per non vedere queste lacrime sul mio volto, ricordo
quanti
sacrifici aveva fatto per me. Sono sicura che sia stata lei a mandarmi
Louis,
perché è lei il mio destino, la mia protettrice.
E’ bella in quella foto, anzi
di più. Però.. perché adesso ha deciso
di portarmelo via? Forse mi sta solo
mettendo alla prova.
E io mi
sto
facendo un casino di seghe mentali e sono solo le cinque e mezza del
mattino.
Vorrei solo tornare a letto da Louis, e stare tra le sue braccia, ma se
ci
beccano ora.. è la fine. Anche se ormai lui domani
partirà e sarebbe tutto
inutile, direi. Dovremo anche accompagnarlo in aeroporto domani, non
posso
farcela. Spero almeno oggi di passare una bella giornata con lui, per..
ricordarci per sempre.
Tua,
Arya.
Dopo
aver sistemato la penna sul comodino, mi
accorsi che non ce l’avrei assolutamente fatta ad
addormentarmi, così afferrai
l’iPod, e misi le cuffie nelle orecchie, fosse il tempo
sarebbe passato più in
fretta.
La
riproduzione casuale mi odiava sempre, e per
questo apparve come prima canzone Angel, di Robbie Williams, una delle
tante
canzoni che mi aveva fatto ascoltare Louis. Era splendida, e le parole
sembravano adatte alla mia situazione.
Non so
come, ma la musica mi aiutava perfettamente a
rilassarmi, e forse anche il bruciore agli occhi a causa delle lacrime,
mi
avevano aiutata a farmi riaddormentare improvvisamente, senza farmene
accorgere.
Fui
svegliata qualche ora più tardi da mia sorella.
Sentivo le sue mani carezzarmi il viso, e ormai l’iPod si era
scaricato,
infatti non sentivo più la musica nelle mie orecchie.
Automaticamente poggiai
una mano su quella di mia sorella, sfoggiando un piccolo sorriso, e
dischiudendo gli occhi, notai che anche lei l’aveva fatto.
Stava seduta al mio
fianco, e mi osservava. –Buongiorno dormigliona!- disse poi.
-‘Giorno..-
dissi semplicemente, con la voce
impastata dal sonno. Mi voltai per potermi stiracchiare, e feci un
mugugno.
–Dai, alzati, Louis ha preparato i suoi pancakes.- riuscivo
perfettamente a
sentire quel solito profumo provenire dalla cucina, e l’unica
cosa che mi
indeboliva era che forse non l’avrei sentito più.
Non so grazie a quale forza
io riuscii ad alzarmi dal letto, sapevo solo che avevo tantissimo
freddo, e mi
coprii con un cardigan, dopo aver fatto una coda ai miei capelli. Mi
sentivo
piena dello splendido profumo di Louis. Scesi le scale, entrando in
cucina, ed
erano tutti lì stranamente. –Buongiorno!- disse
mio padre avvicinandosi a me e
stampandomi un bacio sulla guancia, e io tentai di abbozzare un
sorriso. Mi
sedetti su uno degli sgabelli, ritrovandomi subito un piatto di
pancakes
davanti a me, e Louis proprio al mio fianco.
-Buongiorno!-
disse rivolgendomi un sorriso. Feci lo
stesso, abbracciandolo. –Mi mancheranno questi pancakes!-
dissi, ma in realtà
mi sarebbe mancato tutt’altro di Louis. –A
proposito, Louis!- intervenne Bill,
abbassando il giornale che stava leggendo. –Hai preparato
tutto?- domandò.
Louis scosse la testa, come se adesso il sorriso dal suo viso fosse
completamente sparito dopo che suo padre aveva preso
quell’argomento. Si
rifiutava di preparare le valigie, ma negli ultimi giorni era stato
costretto a
farlo, ma ancora non aveva finito, e forse avrebbe dovuto passare la
mattina a
finire il suo compito. –Finisco dopo.- disse secco, spegnendo
il gas dei
fornelli e allontanandosi dalla cucina, per salire in camera sua. Lo
vidi
andare via proprio mentre stavo per mordere un pezzo del mio pancake, e
mi si
stringeva il cuore. Negli ultimi giorni Bill e Louis non avevano avuto
nessun
tipo di conversazione, se non cose del genere “prepara le tue
cose” oppure “hai
finito con le valigie?” e tutto questo rendeva Louis
parecchio nervoso.
Finii
di mangiare, e qualche minuto più tardi andai
verso la stanza di Louis, e lo vidi lì intento a mettere
tutti i suoi vestiti a
casaccio dentro una delle valigie. Era nervoso, glielo leggevo negli
occhi.
-Vieni
qui, ti aiuto io.- dissi, notando che ormai
non riusciva più nemmeno a piegare le magliette. Lo feci
sedere sul letto,
mentre cominciai a sistemargli la valigia.
-Mio
padre non capisce.- sussurrò a denti stretti.
-Sai
quante volte ho detto questa frase? Credo di
aver perso il conto.- ammisi, mentre prendevo le magliette dal suo
armadio per
poterle piegare.
-Loro
non ci capiranno mai.- dissi concludendo la
mia frase. Lo vidi annuire, e notai che continuava a fissarmi.
–Ti va oggi
pomeriggio di fare la nostra.. ultima passeggiata?- chiesi abbassandomi
appena
per poterlo guardare negli occhi. Lui sorrise, e quel sorriso era
maledettamente bello, e subito dopo annuii, per poi stamparmi un bacio
sulle
labbra, e insieme riuscimmo a finire le sue valigie in meno di
un’ora, tutto
sembrava pronto, ma io non lo ero ancora.
Aveva
nevicato ancora quella notte, ma adesso le
previsioni prevedevano giornate di bel tempo nei prossimi quattro
giorni,
quindi non avrebbero avuto problemi per partire. Speravo invece che una
grossa
nevicata potesse bloccare gli aeroporti. Passeggiare con Louis per le
strade di
Londra adesso mi faceva uno strano effetto, chissà
perché.
-Aspetta
un attimo.- disse lui fermandosi
improvvisamente, e afferrandomi per la mano. Si chinò verso
un mucchio di neve,
togliendosi uno dei guanti che indossava. Fece una scritta, ed era
meravigliosa.
“Arya
and Louis” c’era scritto, e per un momento
volevo che quella scritta rimanesse lì per sempre, ma
sarebbe sparita ben
presto. Rimasi lì a guardarla, mentre Louis aggiungeva un
piccolo cuore proprio
tra i nostri nomi, e abbozzai un sorriso, aspettando che lui si
rialzasse. Lo
vidi in piedi e si avvicinò a me per potermi baciare. Cinsi
il suo collo con le
braccia, e mi strinsi di più a lui, probabilmente per il
freddo, o per la
voglia di rimanere incollata alle sue labbra per sempre.
-Vorrei
che domani non arrivasse mai.- sussurrai.
-Vorrei
rimanere qui, per sempre.- disse lui
abbracciandomi.
Avevamo
passato un pomeriggio insieme davvero
splendido, sembrava tutto come la prima volta, e avevamo fatto delle
foto
meravigliose in ricordo di quella giornata. Le nostre foto facevano
sempre
ridere, specialmente per le solite facce che metteva lui, ed erano
davvero
divertenti. Non avevo mai visto nessuno fotogenico quanto Louis, che
era capace
di venire bene in qualsiasi fotografia. Intanto però
l’unica cosa brutta di
quel pomeriggio fu che era passato anche fin troppo velocemente, e mi
parve un
sogno. Volevo davvero che lui rimanesse.
Andammo
anche a trovare Zayn, che il giorno dopo
sarebbe venuto in aeroporto con noi per salutare il suo splendido
migliore
amico, che sarebbe rimasto tale per tutta la vita, anche se erano
divisi da
mille chilometri. I loro abbracci mi facevano commuovere sempre,
perché
possedevano tutta la sincerità di questo mondo.
–Non voglio vederti andar via
domani.- aveva detto mentre stringeva forte Louis. Probabilmente, dopo
di me,
era la persona che stava maledicendo il ritorno a casa di Louis in
tutti i
modi, ed era l’unico che aveva tentato di convincere Bill a
non partire, ma
ormai sembra irremovibile, ed era fermamente convinto di ritornare a
casa.
Tutti i nostri sforzi per farlo rimanere con noi erano risultati vani,
eppure
ci avevamo tentato.
Non
tornammo a casa molto tardi, in tempo per la
cena, e per poter passare il resto della serata insieme. Erano andati
tutti a
dormire presto, eccetto Zoe che era rimasta al computer per poter
chattare con
Zayn, e probabilmente per potersi vedere in webcam su Skype, e invece
io e
Louis ci eravamo chiusi in camera mia, e stavamo seduti sul letto a
parlare del
più e del meno, a ricordare questi nostri cinque mesi
insieme, e la felicità
che eravamo riusciti a raggiungere in così poco tempo.
–Forse non ti ho mai
ringraziato abbastanza per quello che hai fatto.- ammisi, mentre gli
carezzavo
ripetutamente i capelli.
-Forse
perché non ce n’è bisogno, non devi
ringraziarmi.- disse.
-Hai
fatto tanto per me, amore.- sussurrai,
poggiando la testa sul cuscino, e sentendo una delle sue mani che mi
carezzava
delicatamente la schiena mentre continuavo a guardarlo. Quella sera non
avremmo
potuto dormire insieme, e già sapevo che non avrei chiuso
occhio, ma volevamo
evitare di farci beccare proprio l’ultimo giorno. Passammo
almeno un paio d’ore
in camera mia, fino a quando lui non dovette andare a dormire, e dopo
avermi
dato la buonanotte, scomparve dietro la mia porta, chiudendola alle sue
spalle.
Prevedevo una notte davvero dura.
Mi
svegliai con gli occhi gonfi, e stanchi, reduce
da una notte strana e insonne. Avevo dormito forse due ore, o anche di
meno, e
la mia mente continuava a vagare in pensieri e ricordi ai quali non
avrei mai
voluto pensare, e avevo davvero una voglia infinita di piangere e non
smettere
più. Pensai che ero debole, e lo ero parecchio, ma chiunque
si sarebbe
ritrovato nella mia situazione avrebbe reagito più o meno
come me. Non volevo
alzarmi dal letto, non quella mattina. Mi accorsi che erano solo le
sei, e
saremmo dovuti andare in aeroporto circa verso le nove, così
mi coprii fino
alla testa con il piumone per non sentire i vari rumori che provenivano
dalla
casa. Louis e Bill erano già svegli, riconoscevo le loro
voci, e stavano
probabilmente finendo di preparare le valigie. L’ultima volta
che avevo sentito
il rumore delle ruote della valigia di Louis, fu quando quella calda
giornata
di giugno lui era arrivato qua, aveva fatto irruzione nella mia vita,
con quel
suo sorrisino beffardo, e quegli occhi furbi e vispi. Pensai che se la
mia
mente si fosse persa ancora in certe cose, sarei scoppiata a piangere
di nuovo,
e in quel momento non mi andava assolutamente di farlo. Passai almeno
un’altra
ora sotto le coperte, cercando di deviare i miei pensieri, mentre
però mi
toccavo l’anello che giaceva nella mia mano, con quella
scritta meravigliosa.
Sentii
la mia porta aprirsi, e dei passi si
avvicinarono verso di me, ma capii che non era Louis quello,
perché non sentivo
il suo profumo. Una mano di mio padre si poggiò sulla mia
spalla, ricoperta
dall’enorme piumone pesante. –Arya, svegliati, devi
prepararti per andare.. in
aeroporto.- probabilmente nemmeno la voce di mio padre sembrava
così allegra
mentre diceva quella frase. Probabilmente perché anche lui
stava per perdere
uno dei suoi migliori amici, che negli ultimi mesi l’aveva
aiutato a cambiare
vita, a focalizzarsi di più sul lavoro e sui figli,
godendosi anche un po’ di
divertimento. Tutte le nostre vite con l’arrivo di quelle due
persone erano
cambiate. Anche quella di Zoe, che non avrebbe mai conosciuto
l’affascinante
Zayn Malik se non fosse mai arrivato Louis a casa nostra.
Però lei era
fortunata, perché il suo ragazzo sarebbe rimasto con lei, e
non sarebbe andato
via, su questo ne era più che certa. Con la voce di mio
padre che martellava
ancora nella mia testa, mi alzai dal letto, per scendere in cucina e
fare una
colazione veloce, visto che per un momento mi parvero tutti troppo di
fretta e
troppo ansiosi, proprio come il giorno in cui arrivarono Bill e Louis
da noi.
Zoe si era alzata nel mio stesso momento, e adesso stavamo mescolando
il nostro
latte caldo con il rumore dei cucchiai che andavano
all’unisono l’uno con
l’altro.
-Che
giornata di merda.- dissi lanciando quasi
l’oggetto di metallo che tenevo stretto tra le mani. Finii in
pochissimo tempo
di fare la mia colazione, e ancora avevo visto Louis solo di sfuggita,
che
faceva avanti e indietro per caricare tutto nella macchina di mio
padre, e
proprio mentre salivo le scale mi scontrai con lui, che mi sorrise e
poi con un
bacio in guancia mi augurò un buongiorno. Salii subito in
camera mia per
potermi preparare, ma decisi di fare durare il tutto molto di
più, e andai in
doccia, per potermi rinfrescare un po’, magari sarei riuscita
a rilassarmi,
anche se in quelle circostanze mi sembrava davvero impossibile. Appena
uscii
dalla doccia, asciugai i miei capelli bagnati, mentre stavo coperta con
un
asciugamano. Decisi di lasciarli così sciolti, e naturali, e
subito dopo andai
in camera mia per potermi vestire. Un’ora dopo ero
già seduta in macchina nel
sedile posteriore, affiancata da Louis, Zayn e Zoe, in attesa che Bill
e mio
padre arrivassero per poter andare in aeroporto.
-E’
arrivato il grande giorno.- disse Zayn, e a
quelle parole il mio cuore parve battere fin troppo velocemente, e le
mie
guance diventarono rosse per il nervosismo. Strinsi la mano di Louis,
che stava
seduto proprio vicino a me, ma il mio sguardo andava verso il
finestrino, e
continuavo a guardare fuori mentre il mio pensiero era fisso su una
sola cosa.
-..è arrivato il grande giorno.- ripetè Louis,
carezzandomi il capo con una
mano, e io mi voltai automaticamente per potergli rivolgere un sorriso,
mentre
le nostre mani rimanevano intrecciate l’una con
l’altra, senza che nessuno
potesse vederci. Entrarono i nostri genitori in macchina, e subito
sentii un
brivido percorrermi tutta la schiena. L’auto partii e
improvvisamente ci
ritrovammo già nella strada per raggiungere
l’aeroporto, pronti per
accompagnare Louis e Bill, che fra meno di due ore, avrebbero lasciato
la
città.
Odiavo
l’aeroporto, era un posto così pieno di
gente, e secondo me poteva essere anche come un pozzo dei ricordi,
perché
spesso le persone che andavano lì, prendevano un volo per
andare lontani da
Londra, e cambiare vita probabilmente, o solo per stare lontani dai
loro
parenti o cose simili. Oppure, come in questo caso, erano costretti ad
andar via,
lasciando tutto ciò che amavano, contro il loro volere. Il
viaggio era durato
davvero pochissimo, e mi sembrava molto assurdo. Avevamo circa
un’ora di tempo
da passare con loro prima di dargli un..addio, forse.
Noi
ragazzi scendemmo dalla macchina, mentre Bill e
mio padre si preoccuparono delle valigie. Decidemmo di farci un giro
lì per
l’aeroporto, solo noi quattro per parlare un po’.
-Okay,
qualche mese fa speravo che questo momento
arrivasse in fretta!- ammisi con una piccola risatina, ricordando i
giorni in
cui io detestavo Louis, i giorni in cui credevo che mi avesse rovinato
ancora
di più la vita. -..adesso vorrei tanto poter fermare il
tempo.- sussurrai,
mentre stavo molto vicina a Louis.
-Io mi
ricordo ancora quando sono andato via da
Doncaster.- disse Zayn, guardandosi intorno. –Quando arrivai
in questo
aeroporto, mi sentivo vuoto, come se mi mancasse qualcosa, e quella era
proprio
la mia casa, e il mio migliore amico soprattutto, e quando ho saputo
che
sarebbe venuto a Londra, pensavo che sarebbe rimasto per sempre adesso,
e che
mai ci saremmo più dovuti dividere, e invece.. il destino ha
deciso che non
dobbiamo concludere le nostre vite insieme.- disse poi, continuando il
suo
discorso, mentre il suo sguardo sembrava perso nel vuoto mentre
parlava. Louis
abbozzò un sorriso, e sembrava che l’avessimo
fatto tutti per evitare di
piangere o di rattristarci sicuramente.
-Vedrete
che andrà tutto bene ragazzi, ve lo giuro.-
disse Louis, dopo avermi preso per la vita, avvicinandomi maggiormente
a sé,
mentre noi continuavamo a camminare nei lunghi corridoi
dell’aeroporto, tra
gente che correva e persone che si occupavano del loro check-in.
-Mio
padre ha anche detto che dovrei cominciare
l’università.- ammise Louis sbuffando, e facendo
una smorfia. Non era un tipo
che amava la scuola, e più stava distante da essa meglio
era, quindi ero sicura
che l’università per lui sarebbe stata solo una
tortura in più.
-Sono
certo che non lo farai!- intervenne Zayn, e
Louis scoppiò a ridere, perché evidentemente
aveva proprio ragione. Tornammo
indietro, poiché ci stavamo allontanando parecchio
dall’entrata in cui si
trovavano i nostri genitori. Io cercavo di sorridere in fondo,
perché sapevo
che alla fine sarebbe andata bene. Vidi da lontano Bill che si
sbracciava, per
dirci di avvicinarsi a noi, e automaticamente mi allontanai da Louis,
che mi
stringeva forte a sé. Ancora quella mattina non ero riuscita
a sfiorare le sue
labbra, e non sapevo se mai l’avrei più fatto,
visto che eravamo sempre sotto
lo sguardo indiscreto dei nostri genitori. Ci avvicinammo di
più a loro, che si
erano occupati del check-in, e già tutti i loro bagagli non
c’erano più.
-Bene
ragazzi, è.. arrivata l’ora di salutarci.- le
parole di Bill riecheggiarono nella mia testa ripetutamente,
martellandomi in
maniera quasi dolorosa. Noi quattro quasi ci appartammo nuovamente, per
poterci
salutare come si deve. Il primo fu Zayn che abbracciò forte
Louis, e ad
entrambi cadde una lacrima dai loro occhi, come se fosse una cosa quasi
spontanea. –Mi raccomando, fatti sentire.- gli disse Zayn
passandogli una mano
sulla schiena. –Ti voglio bene Lou.- sussurrò,
stringendolo maggiormente, e
appena si staccò fu il turno di Zoe, che senza troppi
problemi lo abbracciò.
–Grazie Louis, se non fosse stato per te.. a
quest’ora non sarei così felice.-
disse lei stampandogli un bacio sulla guancia, e Louis sembrava che
rispondesse
a sorrisi, e piccoli singhiozzi. Era arrivato il mio turno, e per la
prima
volta in vita mia, mi trovai senza parole.
-Allora..
ciao.- dissi mentre mi toccavo il braccio
con una mano.
-Ciao
Arya.- sussurrò lui, guardandomi negli occhi
con un sorriso.
-Promettimi
solo che..- non riuscii a completare la
frase che sentii le sue braccia attorno al mio corpo, stringermi
più forte che
potevano, e delle lacrime mi solcarono il viso. -...che mi amerai,
qualsiasi
cosa succeda.- conclusi la mia frase tra le lacrime, abbracciandolo
ancora.
-Te lo
prometto, mia piccola stella.- sussurrò,
allontanandomi appena per potermi baciare delicatamente sulle labbra.
Nessuno ci
avrebbe visto, se non Zayn e Zoe, e sfiorare quelle soffici e morbide
labbra
per l’ultima volta, mi faceva quasi tremare. Mi asciugai le
lacrime.
-Ti
amo, Louis.- sussurrai.
-Ti amo
anche io.- mi carezzò i capelli, e fece un
piccolo sorriso tra le lacrime, e mi si strinse improvvisamente il
cuore.
Asciugai le lacrime con le mani, e raggiungemmo mio padre e Bill.
Salutammo
anche lui, e mi dispiaceva il fatto che
non avrei più visto nemmeno lui. Le mie mani tremavano e
nemmeno me ne
accorgevo.
-Ciao
ragazzi!- la voce di Bill sembrava farsi
sempre più lontana, non appena li vidi allontanarsi da noi,
salutandoci con le
mani, mentre stavamo poggiati contro la macchina di mio padre. Avevo un
groppo
in gola, e gli occhi lucidi. Louis stava andando via, e io non potevo
fermarlo.
Appena non riuscii più a vederlo da quanto era distante,
sentii come se il mio
cuore si fosse fermato, come se non riuscissi più a provare
nessun sentimento. Rimasi
lì a fissare il vuoto, tanto che non mi accorsi che
già Zayn e Zoe erano entrati
in macchina.
-Andiamo,
Arya.- disse mio padre sfiorandomi una
spalla, prima di poter entrare in macchina. Mi misi accanto a lui nei
sedili
anteriori e cominciai a fissare la strada.
-Era
davvero importante Louis per te, ormai, eh?-
disse voltandosi verso di me con un sorriso. Io non risposi, mi voltai
per un
momento verso Zayn e Zoe, e loro mi guardarono con uno sguardo
stralunato, non
appena mio padre mise in moto.
–Papà,
ferma questa cazzo di macchina.- dissi
aprendo la portiera, e scattando fuori. –Arya! Dove stai
andando?!- urlò lui,
scendendo dalla macchina, come se volesse fermarmi.
–Papà, vado da Louis, io..
non posso farcela senza di lui! Stiamo insieme da ormai cinque mesi,
speravo
che non lo venissi a sapere così ma.. si sta facendo tardi,
non posso
permettere che lui parta adesso!- cominciai a correre verso
l’aeroporto dopo
aver finalmente sputato in faccia a mio padre tutta la
realtà. Correvo ormai, e
quei corridoi mi sembravano fin troppo grandi, e i cartelli per le
indicazioni
mi facevano solo confondere, sembrava che stessi correndo senza una
meta, mi
appena vidi un cartello che indicava la scritta
“partenze” con una freccia che
portava verso destra, affrettai ancora di più il passo,
andando verso quella
direzione, pronta a fermare Louis in quel preciso istante. Corsi
più veloce che
potevo, e sentivo ormai il fiato che mi mancava, ero andata a sbattere
più
volte con delle persone che camminavano lì tranquillamente,
e avevo rischiato
di cadere almeno una decina di volte. Vidi Louis da lontano,
finalmente, che
stava per imbarcarsi.
-Louis!-
urlai, correndo verso di lui. Il suo viso
sembrava ancora afflitto e malinconico mentre guardava
l’hostess davanti a lui,
ed evidentemente ancora non mi aveva sentito. –Louis!- urlai
di nuovo, e solo
in quel momento si voltò di scatto, e mi venne incontro.
-Che
cosa stai facendo, Arya?- chiese
abbracciandomi. Per un momento non riuscii a rispondere, avevo il
fiatone, e il
mio petto si muoveva velocemente.
-Louis,
Louis ti prego, Louis, rimani qui con me,
vieni a vivere da me, ma.. voglio solo una cosa adesso.- mi fermai di
scatto,
per poter prendere fiato, sembrava davvero che non riuscissi quasi
più a
respirare, così feci un lungo sospiro, prima di poterlo
baciare sulle labbra.
Mi accorsi che Bill ci stava fissando, e probabilmente mezzo aeroporto
era
intento a guardarci, ma poco mi importava. Appena mi staccai da lui,
notai che
di corsa arrivarono anche Zayn, Zoe, e mio padre, che mi avevano
inseguita
probabilmente per tutto l’aeroporto.
-..Voglio
solo
che sia per sempre.-
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Capitolo 27 *** EPILOGO ***
Dieci
anni.
Sì,
erano passati dieci anni. Eravamo cresciuti
tutti, eravamo diventati adulti, avevamo tutti un lavoro, una nostra
casa, e
una vita da gestire.
Quel
trenta dicembre accadde l’impossibile
probabilmente. All’ultimo minuto Louis decise di ritirare
dietro i suoi
bagagli, e..riuscimmo a convincere suo padre e mio padre a farlo vivere
con
noi, dopo avergli spiegato velocemente la situazione. Mio padre non
sembrava
molto d’accordo, e su questo ci avrei messo la mano sul
fuoco, ma dopo pochi
giorni era già abituato alla presenza di Louis in casa
nostra come mio
fidanzato. Sembrava un sogno, che adesso era divenuto
realtà. Bill era
ritornato a Doncaster per lavoro, e veniva da noi ogni due settimane
per
passarci a trovare, e la vita non sembrava poi così
difficile. Louis aveva
cominciato a lavorare con me al bar, e in quel modo avremmo passato il
nostro
tempo sempre insieme. Non potevo chiedere niente di meglio. Mi chiedo
ancora
come mio padre sia riuscito ad accettare la situazione, ma
probabilmente
vedendomi correre più veloce della luce tra i corridoi
dell’aeroporto, e
baciare Louis davanti decine e decine di persone, aveva capito che dopo
cinque
mesi, quello doveva essere vero amore. Ci fece tante di quelle domande
che non
sapevamo più come rispondere, ma soprattutto si chiedeva
come fossimo riusciti
a non farci scoprire per ben cinque mesi di fila. Eravamo stati bravi,
non
c’era da negarlo.
Adesso
dopo dieci anni ci ritrovavamo spesso a
ripensare al passato, ai nostri splendidi momenti, e adesso era passato
così
tanto tempo che non riuscivamo nemmeno a crederci. Avevamo deciso io,
Louis,
Zoe e Zayn di prendere una casa tutti insieme, e accumulando i soldi
dei nostri
quattro stipendi, eravamo riusciti a prendere una villa enorme proprio
al
centro di Londra, non molto distante da quella di mio padre. Non ci
lamentavamo
proprio, e la nostra vita insieme non ci dispiaceva per nulla.
Zayn
era riuscito a trovarsi una sua attività, e
aveva aperto un ristorante, insieme a Zoe, ed entrambi guadagnavano
benissimo
ed erano assolutamente fieri del loro lavoro. Quanto a me e a Louis, io
avevo
trovato lavoro da Starbucks, mentre Louis aveva coniato il sogno di una
vita:
lavorava in un negozio della Toms, e improvvisamente mi ritrovai la
casa piena
di quelle scarpe, eppure lui era felicissimo di lavorare lì.
Fin da sempre mi
diceva che era uno dei suoi sogni più grandi, e adesso
diceva che la sua vita
sembrava perfetta.
Zayn e
Zoe, invece, si erano sposati l’anno prima.
Sembrava davvero splendido, nessuno di noi poteva credere a quella
splendida
notizia, ed eravamo tutti felici di poter partecipare, i primi io e
Louis che
avevamo fatto da testimoni. Ricordo ancora quel giorno, in cui mia
sorella
sembrava non vederci più dall’emozione, e Zayn
sudava freddo mentre stava
davanti l’altare. Sembrava quasi una scena comica, eppure fu
uno dei più bei
matrimoni al quale io abbia mai preso parte.
-Amore!
Dove sei?- sentii la voce di Louis provenire
da dentro la casa, e mi voltai appena per poterlo guardare.
–Sono in piscina
amore!- stavo distesa su una delle sdraio che c’erano attorno
alla piscina
della nostra splendida casa, lo vidi arrivare di corsa quasi, sedendosi
vicino
a me.
-Tutto
bene?- chiese. Tolsi gli occhiali mettendoli
sulla testa, mostrando il mio viso. Da un po’ di anni tutti
mi dicevano che
ormai ero diventata identica a mia madre, e la cosa non mi dispiaceva
per
niente, avevo sempre desiderato di essere splendida come lei.
-Sì,
stavo prendendo un po’ di sole!- dissi,
sorridendo.
-Sicura
che non faccia male alla piccola?- chiese
Louis, poggiando una mano sulla mia pancia. Sì,
probabilmente ho dimenticato di
raccontare un piccolo grande dettaglio. Cinque mesi prima io e Louis
avevamo
deciso di.. volere un figlio. Io ero felicissima all’idea, e
quando il
ginecologo aveva annunciato che ero finalmente incinta, Louis parve
scoppiare a
piangere mentre mi abbracciava. Sembrava essere il momento
più bello della mia
vita, qualcosa che non si dimentica molto facilmente. Una settimana
prima avevamo
anche saputo che sarebbe stata una splendida femminuccia, e io non
potevo
desiderare altro.
-E’
tutto okay, tranquillo, nemmeno è nata e già fai
il paranoico!- dissi ridendo, e sfiorandomi il pancione che cresceva
sempre di
più. Lui si avvicinò appena con le labbra alla
mia pancia, sfiorandola
dolcemente.
-Non
vedo l’ora di poterla guardare negli occhi, non
mi sarei mai aspettato che un giorno io, Louis Tomlinson, avrei avuto
una
bambina!- disse con gli occhi gonfi e felici, dalla gioia. Sorrisi, e
poi lo
vidi avvicinarsi a me per potermi baciare. Avevamo già
deciso il nome che
avrebbe avuto la nuova piccola Tomlinson, e Louis non aveva niente in
contrario
nel chiamarla come mia madre. Rose Tomlinson. Suonava così
bene che ogni volta
che lo pronunciavamo sembravamo così felici, ed
evidentemente lo eravamo
davvero. Vidi arrivare poi in lontananza Zayn e Zoe, pronti per fare un
bel
bagno in piscina in quella calda giornata di giugno.
–Buongiorno bellezze!-
disse Zoe, salutando prima me, e poi Louis, sfiorandomi poi la pancia.
Ormai
era diventato un gesto così automatico che avevo preso
l’abitudine, e ogni
volta mi veniva spontaneo poter sorridere. Dopo aver salutato anche
Zayn, si
buttarono entrambi in piscina. Negli ultimi anni avevo perfettamente
percepito
la sensibilità di Zayn, che inizialmente poteva apparire un
ragazzo molto
spaccone, ma in realtà era dolce e sensibile come pochi.
Quasi si era messo a
piangere pure lui quando avevamo avuto la splendida notizia di Rose.
L’unica
che era rimasto un attimino sconvolto era mio padre, ma probabilmente
perché
ancora mi considerava come la sua “piccola” ma
evidentemente non si era accorto
che adesso avevo ben ventotto anni.
Eravamo
tutti così fieri delle nostre vite, che
adesso non avevamo più bisogno di nulla, se non della nostra
felicità, e del
nostro star bene.
La mia
storia agli occhi di chiunque potrebbe
apparire un po’ complicata, eppure sembra la storia
più bella e interessante
che possa esistere, sembrava un incubo quando è cominciata
quel fatidico giugno,
ma si è conclusa trasformandosi nel sogno che ogni persona
vorrebbe vivere,
dopo ben dieci anni.
Ero
felice così, non avevo bisogno di nient’altro
adesso.
Fine.
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