I'll look after you

di ireheydu
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** chapter 1. ***
Capitolo 2: *** chapter 2. ***
Capitolo 3: *** chapter 3. ***
Capitolo 4: *** chapter 4. ***
Capitolo 5: *** chapter 5. ***
Capitolo 6: *** chapter 6. ***
Capitolo 7: *** chapter 7. ***
Capitolo 8: *** chapter 8. ***
Capitolo 9: *** chapter 9. ***
Capitolo 10: *** chapter 10. ***
Capitolo 11: *** chapter 11. ***
Capitolo 12: *** chapter 12. ***
Capitolo 13: *** chapter 13. ***
Capitolo 14: *** chapter 14. ***
Capitolo 15: *** chapter 15. ***
Capitolo 16: *** chapter 16. ***
Capitolo 17: *** chapter 17. ***
Capitolo 18: *** chapter 18. ***
Capitolo 19: *** chapter 19. ***
Capitolo 20: *** chapter 20. ***
Capitolo 21: *** chapter 21. ***
Capitolo 22: *** chapter 22. ***
Capitolo 23: *** chapter 23. ***
Capitolo 24: *** chapter 24. ***
Capitolo 25: *** chapter 25. ***
Capitolo 26: *** chapter 26. ***
Capitolo 27: *** EPILOGO ***



Capitolo 1
*** chapter 1. ***


© IREHEYDU
Qualsiasi copia di questa fan fiction deve essere gentilmente segnalata all'autrice. Più volte mi è stata plagiata questa storia e gradirei che non si ripetesse più in nessun modo.
L'unica autrice di questa storia sono io e nessun altro.


Ennesima litigata con mio padre. La casa era piena delle nostre urla da almeno un paio d’ore, e adesso tutto si era concluso con il rumore della mia porta sbattuta contro lo stipite. Ero seduta sul letto, le guance rosse, e gli occhi gonfi, probabilmente stavo per esplodere.

Era una routine ormai litigare con lui. Aveva sempre quella sua testa dura che mi faceva innervosire troppo.

Che aveva fatto questa volta? Semplicemente aveva deciso di dare ospitalità ad un suo amico che sarebbe venuto da Doncaster, una città a chilometri di distanza da Londra, dove stavo io. Ogni volta c’era qualche novità: una nuova fidanzata, nuovi amici che odiavo maledettamente, nuova casa, nuovo tutto. Adesso invece aveva deciso di ospitare questo suo amico insieme al figlio, per un bel po’ di tempo, visto che si era indebitato fino al collo, e aveva perso la casa e tutto ciò che gli rimaneva. Un suo amico di liceo diceva che era, non sapevo nemmeno chi fosse, probabilmente un certo Bill.. non ne ero nemmeno così sicura che si chiamasse così.

In quel momento poco mi importava del nome di colui che sarebbe venuto fra una settimana. Mi distesi nel letto, e mi voltai immediatamente verso il comodino, dove giaceva un portafoto. Lei era lì, in quello stupido oggetto color argento, che mi osservava sempre con lo stesso sorriso, gli stessi occhi. Presi il portafoto, stringendolo nelle mani, e ne carezzai appena il vetro che ricopriva la fotografia. Una fotografia troppo speciale, fin troppo importante.

Mia madre era lì rinchiusa in quella fotografia da più di sette anni. Era il mio piccolo angelo custode, il mio portafortuna, ciò che mi aiutava ogni volta che stavo male, o che delle lacrime mi solcassero il viso. Era andata via così, all’improvviso, avevo solo dieci anni, e lei? Lei ne aveva forse quaranta se non ricordo male. Ma sapevo che vegliava su di me, anche se.. era andata via.

Sentii il rumore della porta di camera mia aprirsi lentamente e quasi sobbalzai, eppure non volevo voltarmi, perché sapevo già chi fosse.

-Sono passati quasi otto anni.- disse osservandomi.

Io non risposi, posai semplicemente la fotografia nel comodino, con lo sguardo perso tra le lenzuola mentre stavo a pancia in giù sul mio letto morbido. Non risposi, soprattutto non volevo rispondere.

-Sai..- continuò. –anche se lei non c’è più, continuerò ad amarla sempre.- sussurrò avvicinandosi a me, e sedendosi sul mio letto. Come sempre si era calmato adesso, dopo due ore ad urlarci contro.

-Cazzate.- fu l’unica cosa che io riuscii a dire sottovoce. –Non porteresti una donna diversa ogni settimana a casa.- continuai.

Mi voltai di nuovo verso di lui, con gli occhi che fiammeggiavano, e la mano chiusa a pugno, e lo fissai. Non aveva parole, non sapeva come rispondermi, ma subito dopo riuscì a parlare. -Arya, dovresti sapere che ormai è finita questa cosa. Ho una certa età, e ho deciso di smettere.- l’aveva ripetuto almeno un centinaio di volte mentre litigavamo, ma per me non cambiava niente, rimaneva sempre uno stronzo. Tutto ciò che volevo era che lui rimanesse con me ogni secondo, volevo un rapporto normale con lui, come quello che qualsiasi figlia ha con il padre, ma era tutto impossibile.

-E che dici del tizio che verrà per chissà quanto? Non hai mai tempo per stare con me, e ora ne avrai sempre di meno.- dissi, attorniando le mie gambe con le braccia, e diventai quasi un piccolo fagotto.

-Non dire così, sai che non è vero- ribatté.

Io scossi la testa semplicemente, spostando lo sguardo.

-Ho bisogno di stare un po’ da sola- sussurrai, e fu così che lo vidi andar via dalla mia stanza solo qualche secondo più in là.

 

Stavo lì a contare le margherite nel prato di casa mia. Mi divertiva farlo, era qualcosa di assolutamente divertente, e di rilassante probabilmente. L’erba fresca mi sfiorava la pelle. Era estate inoltrata, e faceva abbastanza caldo a Londra da poter stare in pantaloncini e maniche corte, e star seduta sul prato a prendersi il sole. I miei lunghi capelli castani, erano sistemati in una coda alta, che mi impediva di sentire troppo caldo, e tenevo degli occhiali da sole neri.

Un motorino si fermò davanti il mio cancello aperto, e da lì scese il mio migliore amico. Si chiamava Thomas. Era abitudine per lui venirmi a trovare praticamente sempre, lo conoscevo da quando avevo all’incirca tre anni.

-Hey!- urlai facendogli segno di avvicinarsi a me. Si sistemò sul prato stampandomi un bacio nella guancia.

-Sei sola a casa?- chiese.

-Sì, mio padre è andato a prendere mia sorella, torna dal viaggio con i suoi amici.- disse strappando una margherita, e mettendogliela tra i capelli. Portava dei capelli lunghi fino alle spalle, neri, con un ciuffo che quasi gli copriva gli occhi celesti. –Sembri quasi una ragazza così!- risi. Tolse la margherita dai suoi capelli, ridendo insieme a me.

-Ho letto il tuo sms ieri sera, successo altro con tuo padre?- domandò.

-Come sempre, lo sai perfettamente. Fra una settimana verranno qui ad abitare un suo amico con il figlio, per non so quanto tempo.- scossi la testa mettendomi gli occhiali in testa. -..e ieri abbiamo litigato ovviamente, e dice che ha smesso di portare una donna nuova a casa ogni settimana.- sghignazzai, e anche Thomas lo fece, perché conosceva perfettamente mio padre, e il suo modo di comportarsi.

-Però magari questa volta dice sul serio!- provò a consolarmi, ma ormai quella frase era troppo frequente per me. Mi distesi così completamente nel prato, lasciandomi cullare tra i lunghi fili d’erba e i raggi del sole. Lui sorrise, e si distese a pancia in giù accanto a me.

-Chi è questo amico di tuo padre?-

-Mah, un certo Bill credo, non ricordo.- risi.

Il rombo del motore della macchina di mio padre mi fece alzare di scatto. Era arrivata finalmente mia sorella. Aveva due anni in più di me, ed era tutta la mia vita. Corsi verso di lei appena la vidi scendere dalla macchina di mio padre, e quasi le saltai addosso abbracciandola più forte che potevo. Le stampai un bacio sulla guancia, sorridendole.

-Ti sei divertita?- le chiesi aiutandola con la valigia, e quasi mi ero dimenticata di Thomas, ma lui apparve vicino a me pronto anche lui a salutare mia sorella, Zoe.

-Tantissimo!- rispose. –La Spagna è un posto molto bello, ma soprattutto grande, e mi sono divertita tantissimo- entrò in casa, e io le venivo dietro aiutandola con i bagagli.

-E.. dove li metteremo i nuovi ospiti papà?- domandò Zoe, a mio padre che, stanco, stava sistemando una valigia davanti l’ingresso.

-Dobbiamo sistemare la camera degli ospiti.- rispose.

-Quello schifo dove i ragni camminano e fanno i party?- ironizzai abbracciando teneramente mia sorella.

-Non c’è altra alternativa- disse mio padre, facendo spallucce e allontanandosi verso la cucina.

-Andiamo in camera mia.- disse Zoe, e io feci segno a Thomas di seguirmi. Salimmo velocemente le scale, entrando nella camera di mia sorella, tappezzata di poster e fotografie. –Allora?- disse mentre si chiudeva la porta alle spalle. Io e Thomas ci sedemmo sul letto, e io la guardai torva senza capire dove volesse parare.

-Insomma, penso sia successo qualcosa tra te e papà, no? Conosco il tuo carattere, e sicuramente ti sarai alterata con lui.- era vero, mi conosceva fin troppo bene purtroppo, e mi capiva anche solo guardandomi  negli occhi per un momento.

-Sì insomma, abbiamo litigato come sempre- sbuffai.

-Non cambierete mai tutti e due.- scosse la testa avvicinandosi a me, e abbracciandomi forte. –Thomas, diglielo tu che se fa così peggiora solo la situazione.-

-E’ vero, glielo dico sempre ma non mi vuole ascoltare- la mano di Thomas si poggiò sul mio viso e ricevetti anche una sua carezza mentre ero cullata tra le braccia di mia sorella.

-Ti ho portato una cosa dalla Spagna!- estrasse fuori dalla borsa una busta, molto piccola, e io la aprii subito appena la ritrovai nelle mie mani, e solamente quando la carta sparì mi ritrovai un favoloso ciondolo che rappresentava due nacchere in argento.

-Ho pensato che non avevi niente da portare sempre e che ti potesse far pensare a me, e quindi, ecco qui!- disse con un sorriso a trentadue denti. Mi alzai di scatto, attaccandomi nuovamente al suo collo, e stringendola di nuovo. –E’ favolosa, giuro, non esiste niente di più carino! E.. ti ringrazio infinitamente.-

-Ahh, che esagerata, non devi ringraziarmi, sono cose che faccio con il cuore piccola!- mi carezzò il viso, anche lei, delicatamente.

-Thomas aiutami a metterla- dissi porgendogli la piccola collanina. Mentre me la mettevo osservavo mia sorella che tirava fuori i milioni di vestiti che aveva portato con sé, come sempre del resto.

-Ar, ti andrebbe domani di andare a fare shopping?- chiese ordinando tutte le sue magliette nell’apposito cassetto. Cominciai a guardare la mia collana, che giaceva dolcemente sul mio petto, poi mi voltai verso Zoe, per risponderle.

-Beh sì, ma sai com’è.. dobbiamo sistemare le cose per gli ospiti.- sbuffai facendo una faccia strana e stralunata, ma soprattutto nervosa, perché avrei voluto volentieri passare una giornata intera in compagnia di mia sorella, come facciamo quasi ogni mese, specialmente ora che era tornata dopo due settimane di vacanza. Anche lei sbuffò, lanciando un paio di jeans dentro il cassetto.

-Questa convivenza sarà molto stressante, ne sono già certa.- concluse.

 

 

Caro Diario,

è passata ormai una settimana da quel famoso litigio con mio padre, da quel giorno i nostri rapporti sono diventati più freddi del solito, e tutto ciò mi fa innervosire maledettamente, è una cosa che non sopporto, eppure và così. Vorrei solo che lui fosse un padre come tutti gli altri. Domani è il fatidico giorno.. domani arriveranno i nuovi ospiti. Da una parte sono curiosa di sapere chi sono, dall’altra? Vorrei solo che non venissero mai, mai e poi mai. Sai, oggi è venuto da me Thomas, e siamo stati fuori casa tutto il pomeriggio, in giro per il centro, e poi a bere un frappuccino allo starbucks. Ho comprato un vestitino nuovo, anche se secondo Tomi è ridicolo, a me piace tantissimo!

Adesso sono in ansia, ho lo stomaco che mi fa male, e tra poco andrò in camera di Zoe a parlare con lei, ne ho troppo bisogno. Anche se forse mia mamma sarebbe l’unica ad aiutarmi adesso. Non credi anche tu?

Beh, è tutto, ti tengo aggiornato, promesso.

Tua Arya.

 

 

Il campanello mi fece quasi sobbalzare mentre stavo guardando il televisore in salone, e improvvisamente vidi mio padre arrivare di corsa seguito da mia sorella Zoe.

-Che diamine succede? sembrate tutti agitati!- dissi, ma non ricevetti nessuna risposta, così mi sembrò opportuno spegnere la tv, e andare a vedere i nuovi ospiti che stavano per entrare. La porta si aprì e due persone mi spuntarono davanti.

Il primo era un uomo alto, magro, e portava un paio di baffi, quasi molto eleganti. Era vestito semplice, con un paio di jeans, e una polo bianca. Sembrava davvero una persona umile, e quasi cominciava a farmi simpatia. Alla sua destra vidi, poi, un ragazzo che poteva avere all’incirca diciannove anni, alto poco più di me. Aveva i capelli sul castano chiaro circa, non molto corti, con un ciuffo quasi a frangia. Sembrava un perfetto ragazzo inglese insomma. Occhi chiari, magro, e con l’aria da angioletto. Eppure.. mi sembrava veramente diverso da come appariva, ma non lo conoscevo ancora.

-Joseeeph!- l’uomo davanti la porta abbraccio mio padre, come se non si vedessero da una vita, ed evidentemente era così, eppure sembrava che si volessero un gran bene. –E’ una vita che non ci vediamo Bill, prego accomodati!- entrò dentro casa nostra, e i due si scambiavano pacche amichevoli.

-Allora, queste sono le tue figlie eh?- guardò prima Zoe, poi me, e si presentò ad entrambe stringendoci la mano. –Lui è il mio piccolo, Louis!- cinse la spalla del giovane al suo fianco, come per mostrarcelo. –Papà, sono abbastanza grande per essere trattato come un bambino.- sbuffò, e mi parse di vedere che le sue guance erano diventate appena rosee. Si liberò dalla stretta di suo padre, presentandosi prima a mia sorella, poi si rivolse a me. –Piacere, Louis.- disse, e mi strinse la mano.

-Io sono Arya.- non riuscivo a sorridere quasi, sembravo impassibile a tutto questo. Provai ad abbozzare un piccolo sorrisetto, ma era impossibile. Ed ecco che improvvisamente calò un silenzio quasi imbarazzante tra noi ragazzi, mentre i genitori continuavano a chiacchierare continuamente senza sosta.

-Bene!- mia sorella ruppe il silenzio. –Emh, dobbiamo accompagnarti nella tua stanza!- disse mentre faceva l’ospitale con il nuovo arrivato, e aiutandolo con le valigie.

-Lascia, posso fare benissimo da solo!- prese le sue valigie salendo le scale di casa, facendomi coda, mentre lo portavo nella sua stanza, ma qualcosa di tremendamente brutto mi portò solo disagio. Sotto la porta della prima camera degli ospiti dove avrebbe dormito Louis un piccolo fiume d’acqua scorreva lentamente. Aprii la porta, e.. una fottuta tubatura si era rotta.

-Papà, abbiamo un problema!-

Mio padre arrivò di corsa catapultandosi nella stanza e vedendo tutto il pavimento bagnato. –Ok.. emh, dovremmo dare una nuova sistemazione per Louis.- si fermò un momento a pensare, osservando il vuoto. Probabilmente stava riflettendo su dove posizionare il ragazzo per dormire. Le stanze degli ospiti erano troppo piccole, e non potevamo far dormire due persone insieme nella stessa stanza, sarebbe stato impossibile.

-Arya!- mi chiamò e io mi voltai di scatto.

-D..dimmi.- la voce mi tremava, perché evidentemente avevo capito perfettamente l’idea che aveva mio padre in mente, ma la mia mente cercava di ipotizzare qualcos’altro.

-Direi che possiamo fare che fino a quando non aggiustiamo le tubature, Louis potrebbe dormire in camera con te.- Zoe mi guardò, perché conosceva già la mia reazione, e cercava di farmi calmare solo osservandomi, ma mi sembrava inutile il suo sforzo.

-Che cosa?!- sbraitai, sbarrando la bocca.

-E’ l’unico modo.- rispose.

Il mio diaframma cominciò ad alzarsi e ad abbassarsi in modo quasi nervoso, ma non volevo dare a Louis e Bill l’idea di essere una pazza esaurita, che non riesce a mantenere il proprio controllo, così mi limitai semplicemente ad acconsentire in modo acido.

-Ai suoi ordini, maestà, andrò a far spazio in camera mia!- feci un inchino, come per prenderlo decisamente in giro, e poi mi diressi in camera mia, mentre aspettavo che il letto di Louis fosse trasferito lì.

 

-E con questo abbiamo finito.- disse il padre di Louis sistemando un comodino vicino al letto che avrebbe utilizzato suo figlio.

-Bene Arya, adesso aiuta Louis a sistemare le cose- mio padre parlava come se mi stesse dando ordini, e io lo guardai quasi torvo,aspettando che uscisse da camera mia. Appena fu fuori, mi buttai nel mio letto con uno dei tanti libri che stavo leggendo in mano.

-Beh? Non mi aiuti?- domandò il ragazzo in modo acido, mentre apriva una delle sue valigie.

-Perché dovrei? Non sono tua madre.- risposi, nello stesso suo identico tono. –Ma soprattutto, non sto agli ordini di mio padre.- sbuffai.

Lo intravidi mentre si voltava verso di me e alzava un sopracciglio.

A modo suo stava sistemando le cose in camera sua, eppure tutto quello che riuscivo a notare era che i suoi vestiti sembravano aver inondato la mia stanza. –Hey, ma che cazzo stai facendo?- dissi alzandomi dal letto, in modo brusco.

-Sistemo!- disse in modo molto tranquillo.

Gli occhi miei stavano diventando quasi rosso fuoco, e questo ragazzo non mi diceva niente di buono, se non stronzo cronico, con una faccia da schiaffi infinita.

-E’ camera mia cazzo.- dissi.

-E quindi? Hai sentito tuo padre, dovremo dividerla, fino a quando le tubature non si aggiusteranno!- sghignazzò, mettendo le lenzuola a caso nel suo letto e buttandosi a peso sul materasso. Mi sarei volentieri staccata la pelle dalle braccia in quel momento, sta di fatto che uscii velocemente da camera mia sbattendo la porta e raggiungendo camera di mia sorella, con tutta la foga esistente al mondo.

-Zoe.- dissi con un colpo secco, aprendo la porta.

-Oddio Ar, mi hai fatto spaventare!- era seduta davanti al computer, ad ascoltare musica, e chattare con delle sue amiche molto probabilmente.

-Che succede?- si voltò verso di me, mentre io mi sedetti nel suo letto con le mani ai capelli dal nervoso.

-Sono passati cinque minuti con quel Louis dei miei coglioni, e.. già non lo sopporto! Camera mia sembra un campo di battaglia!-

-Ahh, ma smettila. Come sempre sei esagerata, non sembra un ragazzo così odioso, e disordinato, anzi direi che è piuttosto carino- mia sorella ammiccò versò di me, come se volesse farmi capire qualcosa, ma io mi alzai di scatto, scuotendo la testa. –No! No! No! Zo, non se ne parla nemmeno, che flash ti stai facendo?- dissi con le mani nei fianchi.

-Io? Assolutamente niente, dico che come al solito stai esagerando!-

-Non esagero mai, lo sai, è lui che è un.. beota!- sbuffai. –Vado a passeggiare nel viale, starò meglio.- continuai, afferrando l’iPod prima di uscire di casa, e con le cuffie alle orecchie, cominciai a passeggiare per le vie di casa mia, come facevo ogni volta che ero nervosa.

A volte lì pensavo a mia madre, perché di solito mi portava sempre lì, e poi mi faceva sedere in una panchina, e lì cominciavo a parlarle dei problemi che una povera ragazzina di dieci anni poteva avere, insomma, piccole cose. E lei con i suoi consigli, mi aiutava, mi dava lezioni di vita, anche se mi veniva difficile comprendere ciò che mi spiegava.

Ma quelle frasi mi erano rimaste in mente, e solo con il passare del tempo riuscii a capire grazie a lei il significato delle cose, il perché di qualcosa, a scoprire chi ero veramente, e cosa volevo dalla vita.

La musica mi rimbombava nelle orecchie e come sempre mi portava indietro nel tempo. Tutto sembrava un quadro in bianco e nero in quel momento.

Mi sedetti nella prima panchina che incontrai, e osservai le persone. Alcune passeggiavano, altre andavano di corsa per qualche strano impegno, altri invece stavano in bicicletta, altri invece erano lì come me, seduti a contemplare il vuoto.

Mandai un sms a Thomas, chiedendogli di raggiungermi, già la solitudine mi stava uccidendo, e io odiavo la solitudine, era ciò che temevo di più in assoluto. Avevo bisogno di lui adesso.

 

Arrivò praticamente subito e dopo avermi abbracciata, si sedette accanto a me. Aveva già capito quale fosse il problema, e aveva anche capito che mi stavo trattenendo per non piangere dal nervoso. Di solito quando ero agitata le lacrime scendevano da sole, senza che io volessi, e forse stava per arrivare uno di quei momenti. –Ar..- sussurrò, prendendomi il viso con le mani e guardandomi dritto negli occhi.

-Non voglio vivere così.- dissi semplicemente. –Non sai cosa c’è a casa mia per ora.. è terribile, camera mia è tutta sottosopra, questo tizio.. Louis, è acido, terrificante, e tutto.. per colpa di mio padre.- mi morsi il labbro nervosamente, con la voce che tremava.

-Hey, perché stai facendo così?- domandò stringendomi tra le sue braccia.

-Hai affrontato problemi peggiori di questi, sei forte, sai com’è tuo padre.- sussurrò dolcemente. –Non sono più forte Tomi, lui mi ha resa debole con tutti i suoi problemi, con tutto, e.. non posso andare avanti così.- mi accorsi solo in quel momento che ormai erano le sei del pomeriggio e stava per calare il sole.

-Vuoi che vengo a casa tua?- mi chiese.

-Mio padre si incazzerebbe con me e forse anche con te, e non ho voglia che ti prendi un rimprovero da lui, sarebbe terribile poi.- la mia voce era fioca e debole. –Ti accompagno a casa.- mi prese la mano, facendomi alzare dalla panchina e facendo strada con me. Abitavamo nella stessa via, quindi per tutta fortuna, potevamo vederci sempre, ed era una cosa assolutamente positiva.

Arrivammo davanti casa mia.

-In bocca al lupo.- mi stampò un bacio in fronte come era solito fare.

-Crepi.- risposi dolcemente, stringendomi poi tra le sue braccia.

-Grazie, come sempre.- lo vidi andar via, mentre mi salutava con un dolce sorriso abbozzato sul viso.

Lui, Zoe, e mia madre erano tutta la mia vita.

 

 

Caro Diario,

è passato solo un giorno, eppure io sono di nuovo qui a scriverti. E’ un inferno qui. Dicevano che la vita che viviamo noi è il purgatorio, e perché a me sembra di vivere nell’inferno più cupo e triste? Sto trovando un attimo di respiro per poter scrivere. Louis, il nuovo arrivato, è tremendo. Ha soli diciannove anni eppure ne dimostra due! Ah, dimenticavo la cosa più importante. Nella camera degli ospiti si è rotta la tubatura, quindi.. dorme in camera con me. Pff, preferirei uccidermi per ora. Bene, sento un rumore nelle scale, passo e chiudo!

Tua Arya.

 

Chiusi immediatamente il diario e lo nascosi velocemente, sarebbe stato terribile se Louis l’avesse visto. Lì c’erano scritti tutti i miei più grandi segreti. Lo tenevo nell’ultimo cassetto del mio comodino, tra i pigiami. Presi un libro, ed ecco che cominciai a leggere, fino a quando la porta non si spalancò improvvisamente.

-Che stavi facendo?- domandò. Io mi voltai, e mi ritrovai davanti un Louis in mutande che girava per camera mia.

-Hey che diamine fai? Mettiti i vestiti dio santo!- mi coprii il viso con il libro per non guardarlo. Era orrida una cosa del genere, e la sua nonchalance mi dava troppo fastidio. Aveva avuto il coraggio di presentarsi in camera mia conciato in quel modo, come se niente fosse.

-Che c’è? Non hai mai visto un uomo in mutande?- rise.

Strinsi il libro tra le mani, più forte che potevo per scaricare l’ansia.

-Sì, ma non ci tengo a vedere te conciato così.- non osavo nemmeno girarmi di mezzo centimetro.

-Come vuoi, non sai che ti perdi.- ridacchiò ancora, uscendo dalla camera e chiudendo la porta. Roteai gli occhi, scuotendo la testa.

Quella sera non avevo voglia di leggere, così abbandonai il mio libro sul letto e mi buttai a capofitto sul computer, magari per chattare con le mie amiche. Come sempre quell’aggeggio era lento ad accendersi, così rimasi una buona manciata di minuti a fissare lo schermo in attesa che si accendesse. Adesso anche al computer la monotonia stava prendendo il sopravvento. Era tutto uguale.

In chat c’erano come sempre le solite persone.

Thomas, mia sorella Zoe, e qualche vecchio compagno di scuola con il quale mi sentivo, ma solo per caso, niente di particolare. Benchè odiassi maledettamente la solitudine, non ero per niente attorniata da amici, anzi tutt’altro. Non so cosa aveva la gente contro di me, ma sicuramente non andavo a genio a moltissime persone, chissà per quale strano e assurdo motivo. Mentre scorrevo le pagine di internet, mi alzai improvvisamente per aprire la finestra, faceva troppo caldo, e l’estate mi faceva pensare a molte cose, specialmente al fatto che l’anno prossimo mi sarei dovuta iscrivere ad un college, ma avevo deciso di prendermi una pausa. Ero abbastanza studiosa come persona, e dopo aver passato anni e anni sui libri, stare un po’ con la testa per aria mi avrebbe fatto bene. Anche se io ero sempre con la testa per aria!

Mio padre su questo fortunatamente non aveva fatto obbiezioni, visto che a casa portavo solo voti alti, e di questo lui ne era sempre stato soddisfatto. Anche mia madre lo sarebbe stata, molto probabilmente.

Finii per caso tra le foto che avevo salvate nel computer. Quelle con Thomas erano senza dubbio le più belle, e lentamente le sfogliai, andando un po’ indietro nel tempo. La porta si aprì di nuovo ma cercai di far finta di niente.

-Oh mio dio, chi è quel Gay in foto?- urlò guardando il mio computer e vedendo le foto del mio migliore amico. Stavo per girarmi e tirargli la tastiera del computer, ma continuai a reprimere la mia rabbia come se niente fosse.

-E’ il mio migliore amico.- dissi a denti stretti.

-E’ una donna.- rise.

Mi voltai e feci caso al fatto che sembrava pronto per uscire, ma non capivo dove potesse andare alle dieci di sera.

-Dove stai andando?- domandai lasciando perdere il discorso su Thomas che si era aperto.

-Vado in un locale con un mio vecchio amico che abita proprio qui, finalmente avremo l’opportunità di vederci!- mise un po’ di profumo, sistemando il colletto della polo nera che indossava.

-Meglio, almeno starai via, e io potrò rilassarmi per tutta la sera.- dissi voltandomi di nuovo verso il pc. Senza nemmeno aprir bocca uscì, e finalmente mi sembrò di sentire la pace in camera mia, ma solo quando guardai il pavimento mi accorsi che la mia stanza sembrava un campo di battaglia. I vestiti e le cose di Louis erano sparse ovunque.

-Impazzirò.- sibilai.

Spensi il computer, e andai in giardino a guardare le stelle che mi sorridevano.

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Capitolo 2
*** chapter 2. ***


Indossai un pigiama leggero adatto all’estate, e mi piaceva tanto perché era tutto leopardato, e ne andavo matta. Stavo proprio per mettermi a dormire, in modo che Morfeo potesse cullarmi tra le sue braccia, fino a quando un fottuto rumore mi disse che qualcuno era tornato a casa.

Ormai la mia porta era un apri e chiudi continuo.

Davanti a me apparsero due ragazzi. Il primo lo conoscevo maledettamente bene, o almeno lo conoscevo abbastanza da poterlo odiare pesantemente anche se solo dopo una giornata. Il secondo non lo conoscevo. Aveva la pelle un po’ scura, dei capelli neri rasati ai lati, e un orecchino che poteva riconoscersi da metri di distanza da quanto luccicava.

-Ciao Vento!- urlò Louis entrando in camera mia.

-Arya! ARYA, con la ipsilon!- sbraitai. –E poi.. che ci fa lui qui? E chi diamine è?- dissi indicando il ragazzo accanto a lui.

-Hey piccola calma, io sono Zayn!- mi porse la mano per presentarsi, ma io la rifiutai senza troppi riguardi, fulminandolo con lo sguardo, fino a quando non si allontanò da me. –Sarà meglio per voi due se andate da un’altra parte a giocare con le macchinine.-

-A diciannove anni io non gioco con le macchinine- ribattè Louis. –Tu? Dove le hai messe le barbie?- rise, dando una pacca amichevole a Zayn, che rideva insieme a lui.

-Uscite dalla mia stanza.- dissi.

-E’ anche la mia stanza!- si vantò Louis, sedendosi sul suo letto.

-Da solo un giorno? Oh sì, davvero simpatico!- in quel preciso istante irruppe nella stanza mia sorella, che sicuramente dalla stanza accanto aveva sentito le urla.

-Ar, che diamine succede?- chiese guardando prima me, e poi i due ragazzi dall’altro lato della stanza, chiedendosi evidentemente chi fosse il ragazzo accanto a Louis. –Solo vorrei dormire!- risposi.

-Mh, voi ragazzi non potreste andare giù?- mia sorella era una persona alquanto pacifica, odiava vedermi nervosa soprattutto, cercava sempre di mantenere la calma, e di non creare scompigli.

Zayn si avvicinò alla porta, vicino mia sorella, poggiando un braccio allo stipite. –Beh se me lo chiedi così dolcezza, potrei anche farlo.- disse con aria maliziosa.

Mia sorella roteò gli occhi.

-Evapora.- sussurrò avvicinandosi al suo orecchio. Chissà quale potere magico aveva Zoe, sicuramente qualcosa in più di me, perché improvvisamente vidi i ragazzi andar via dalla mia stanza.

-Quello ci prova con te- risi mettendomi nel letto.

-E’ più piccolo di me! Dio mio, e poi hai visto quell’orecchino? È terribile! Buona notte Ar.- chiuse la porta e con un gesto veloce la salutai con la mano. Quella giornata era finalmente finita e non mi sembrava vero, era tutto così assurdo.

 

Un raggio di luce fioca irruppe nella mia stanza attraverso la serranda, e precipitandosi ovviamente nel mio viso. Aprii gli occhi lentamente, e mi stiracchiai emettendo strani suoni con la bocca.

La sveglia nel comodino segnava le undici del mattino, e probabilmente ciò voleva dire che mi sarei dovuta alzare dal letto, altrimenti sarei potuta rimanere lì per almeno altre tre o quattro ore. Tolsi il lenzuolo, e mi ritrovai già in piedi. Con un elastico sistemai i capelli in modo disordinato, ma di prima mattina odiavo averli sul viso, mi dava troppo fastidio. Aprii la serranda, e la mia stanza improvvisamente diventò tutta illuminata, e mi accorsi subito che Louis non era in camera, quindi era sicuramente un buon risveglio. Dalla finestra di camera mia potevo vedere tanti alberi bellissimi, e tutto ciò mi rilassava. Erano passati due giorni da quando l’inferno si era trasferito a casa mia, e già sapevo che giornata avrei trascorso. Uscii dalla mia stanza, percorrendo le scale in ciliegio, che mi avrebbero portato in cucina e in salone, e stranamente la casa era vuota, e un silenzio davvero fastidioso la costellava.

All’improvviso sentii che qualcuno mi tocco i fianchi, pizzicandomeli, e cacciai un urlo, mettendomi subito dopo la mano nella bocca.

-Buongiorno Vento!- come previsto era Louis che mi aveva dato il suo fastidiosissimo ‘buongiorno’, e come al solito si ostinava a chiamarmi in quel modo terribile. –Vaffanculo Louis.- dissi con la voce impastata dal sonno.

Il ragazzo si avvicinò al frigo per prendere una confezione di latte, versandola nel suo bicchiere, mentre ridacchiava dopo che mi aveva fatto spaventare. Mi sedetti in uno degli sgabelli della mia cucina, poggiando il braccio sul bancone, ancora assonnata, e stanca. –Potresti darmi un po’ di latte?- chiesi acida.

-Puoi fare benissimo da sola.- ripose il cartone nel frigo, e si allontanò buttandosi nel divano della cucina, accendendo la televisione.

-Vaffanculo.- ripetei.

-Wow, due vaffanculo in cinque minuti! E’ un record- continuò a ridacchiare. Quella risata che mi stava facendo davvero saltare i nervi in una maniera inaudita. Probabilmente avere questo atteggiamento era per lui un hobby. A quel punto dovetti alzarmi per forza dallo sgabello per prendere il latte, versandolo nella mia tazza, e aggiungendoci dei cereali.

-Dove sono tutti?- chiesi.

-Boh, mio padre e tuo padre sono andati via, forse a prendere qualcosa per la stanza degli ospiti.- rispose.

-Sarebbe ora che aggiustassero quella maledetta camera.-

-Ma come? Non ti diverti in camera con me?- fece un broncio finto e stupido, come se volesse farmi pena, ma era tutto inutile.

-Preferirei spararmi un colpo in testa. Rende così il concetto?- riempii un’altra tazza di latte e mi allontanai salendo al piano di sopra, per portare la colazione a mia sorella, che sicuramente era ancora nel mondo dei sogni. Aprii la porta, poggiando l’oggetto in ceramica sul suo comodino e sussurrando il suo nome all’orecchio.

-Zoe, devi svegliarti.- dissi sedendomi vicino a lei sorseggiando il mio latte. Mugugnò qualcosa, soffocandosi la faccia con il cuscino, come era solita fare.

-Che ora è, mh?- chiese con un brontolio.

-Le undici e un quarto, e siamo a casa sole con Louis.- sbuffai. –E qui c’è la tua tazza di latte. Sarà meglio che ti alzi, perché se torna papà e ti trova ancora qui che dormi sai il casino che fa!- uscii dalla stanza e decisi di vestirmi, per poter fare un giro in bicicletta e andare a trovare Thomas, come ogni giorno praticamente.

Entrai in bagno, e mi guardai allo specchio, notando per prima cosa le occhiaie che costeggiavano il mio viso. La mia pelle sembrava più chiara del previsto, ma era risaputo che per me era impossibile abbronzarmi, evidentemente fungevo da specchio, perché tutte le persone vicino a me riescono ad abbronzarsi e io rimango bianca pallida, ma la mia carnagione non mi dispiace proprio. Presi lo spazzolino per lavarmi i denti, e giusto pochi minuti dopo uscii dal bagno, per dirigermi in camera mia.

Ed ecco che fu lì che trovai Louis, che con troppa tranquillità si stava divertendo a mettere uno dei miei reggiseni in testa.

-Louis! Dammi subito quei cosi!- si mise in piedi nel mio letto, facendo come sempre lo stupido, ma a me faceva ridere ben poco tutto ciò. Lo raggiunsi, e provai a togliergli di mano il mio reggiseno, ma invano, visto che faceva di tutto per non farmelo prendere. –Dai Louis!- urlai quasi fino a farmi sentire dai vicini.

Ne mise uno nel petto, facendomi quasi un’imitazione.

-Ciaaao, sono Arya, non sono bellissima?- con una vocina stridula che secondo la sua mentalità doveva essere simile alla mia, cominciò ad atteggiarsi nella mia stanza, e muovendo le mani.

-Louis, smettila.- scesi dal letto, dandogli uno scappellotto nel collo, ma non riusciva a reagire assolutamente, e la cosa mi stava piuttosto irritando. Le mie voci stavano raggiungendo l’altra parte del mondo, e lì mi chiesi come mai mia sorella non era ancora venuta a chiedere cosa stesse succedendo, ma in quel caso non l’avrei nemmeno vista, né ascoltata, perché la mia rabbia stava raggiungendo livelli troppo alti per poter mantenere il controllo.

Riuscii finalmente a togliergli di mano quell’affare, e lo rimisi nel cassetto. –Se non ti dispiace dovrei vestirmi!- sbraitai.

-Ohh, mi scusi madame, vado subito!- rise facendo un inchino, e lì chiusi la porta con tutta la violenza e la forza che avevo in corpo.

Mi vestii con rapidità, avevo paura che da un momento all’altro potesse entrare Louis, trovandomi in intimo, e lì sarei davvero uscita pazza.

Afferrai i miei trucchi, mettendo un filo di ombretto, e un po’ di matita sotto gli occhi, e abbandonai la mia stanza.

Non sentivo più la voce di Louis, e per un momento mi parve di avere la  pace. Scappai praticamente di casa, afferrando la mia bicicletta, e cominciai a pedalare verso casa di Thomas.

 

-Ahhh, oddio, no! Dai Tomi, smettila!- ero buttata sul letto di Thomas, con lui che continuava a solleticarmi, perché voleva vedermi sorridere una volta e per tutte, e ci era perfettamente riuscito. Urlavo come una matta mentre ero tra le sue braccia, ma lui non smetteva di farmi il solletico. –Ok, mi arrendo! Giuro mi arrendo!- risi.

-Quindi? Sorridi!- feci un sorriso davvero liberatorio, perché finalmente grazie a lui stavo decisamente meglio, e potevo rilassarmi. Improvvisamente Louis e mio padre erano un argomento a parte che parve non esistere più. Anche se sapevo che appena sarei tornata a casa non so cosa avrei trovato.

-Che ore sono?- domandai osservando l’orologio.

-Sono solo le quattro! Rimani ancora!- disse Thomas dandomi un dolce bacio nella guancia e stringendomi a sé. –Ma sono qui da mezzogiorno, poi disturbo.- risi, anche perché sapevo che quando dicevo a Thomas che creavo disturbo lui si arrabbiava sempre.

-La smetti?- mi guardò torvo, e io gli diedi un buffetto nella guancia.

Mi buttai nel suo letto mentre lui stava seduto davanti il suo computer. –Ho deciso che mi andrò a fare un piercing!- disse lui, e mi voltai di scatto. -Davvero?- lo guardai con gli occhi spalancati come se avesse detto chissà quale strana bestemmia, e lui rise.

-Sì, ho convinto i miei!- dichiarò entusiasta.

-Ma così poi sembri un emo- risi.

-O come dice Louis, sembrerò solo più donna- mi irrigidii subito sentendo quel nome, e quasi mi vennero i brividi.

-Rabbrividisco sentendo solo quel nome.- feci una smorfia.

-Ti è arrivato un sms!- disse Thomas, porgendomi il cellulare che stava sulla sua scrivania. Lo presi e aprii l’sms che evidentemente mi aveva mandato Zoe.

 

Hey piccola, sono qui a casa con Louis e quel suo amico lì. Mi hanno chiesto se ci andava stasera di andare ad una festa con loro. Fammi sapere xxx.

 

-COSA?!- sbraitai facendo uno scatto e ritrovandomi in piedi improvvisamente, quasi senza accorgermene, e diedi immediatamente il cellulare a Thomas per fargli leggere il messaggio.

-Io non ci vado!- dichiarai.

-Perché no? Ma dai Ar, dovresti andarci! Magari puoi scoprire un lato diverso di Louis!- Thomas mi conosceva benissimo, e sapeva anche che se era lui o mia sorella a parlare sarebbero riusciti a convincermi con poco. Avevano qualcosa di persuasivo nel miei confronti, e a volte era una cosa piuttosto fastidiosa, perché mi ritrovavo in situazioni davvero scomode.

-No.- dissi secca, ma la mia mente già stava valutando un’idea positiva.

-Devi andarci invece- alzò il sopracciglio osservandomi, e guardandomi.

-Che motivo ho di andarci?- mi misi le mani tra i capelli, facendo avanti e indietro nella stanza, ma non capivo quale fosse il problema della mia ansia e del mio nervosismo.

-Potrei passare la serata peggiore di tutta la mia vita!- ero la solita paranoica esagerata, e la cosa più fastidiosa era che non volevo ammetterlo.

-Arya.- mi voltai e vidi Thomas che teneva le braccia conserte, e mi guardava con uno sguardo assai convincente per me.

-Vaffanculo, ok, ci vado.- sbuffai sedendo a peso morto sul letto.

Afferrai di nuovo il cellulare, rispondendo a mia sorella.

 

Non so quale assurda forza del male mi abbia convinto a farlo, ma vengo anche io. Sarà bello passare la serata più brutta della mia vita! Fra un paio di ore torno, così vediamo insieme come vestirci. Baci xx.

 

Non ricordo come passò quel pomeriggio, ma credo che l’unica cosa che mi faceva compagnia insieme a Thomas era l’ansia e l’angoscia, per qualche motivo sconosciuto.  Sta di fatto che tutti erano convinti che Louis avesse un suo lato positivo. Ma io continuavo a dire che il lato positivo lui non l’avesse nemmeno nel lato B. Ne ero più che sicura!

 

 

Quelle fottute scarpe erano sparite. Ero certa di averle lasciate sotto il letto, eppure erano sparite. Stavo girando tutta la casa per trovarle, e ancora mi sarei dovuta sistemare i capelli, e il trucco. Optai per un altro paio di scarpe, perché non potevo permettermi di perdere ancora tempo, visto che si stava facendo molto tardi. –Zo, mi presti la tua trousse?- entrai in camera di mia sorella, e oggi la trovai più bella del solito. Indossava un vestitino corto fin sopra le ginocchia, nero, stretto, che le delineava il fisico perfetto. I capelli lunghi e neri le ricadevano dolci tra le sue spalle, e da lontano si poteva notare perfettamente il rossetto rosso. Non capitava quasi mai di vederla così.

-Prima di darmi la trousse, spiegami per chi ti sei vestita così.- risi guardandola mentre mi porgeva i suoi trucchi.

-Ma per nessuno, è ovvio! E’ tanto tempo che non metto questo vestito, dovrò pur usarlo- feci dietrofront, e andai verso il bagno per truccarmi. Odiavo il trucco pesante, così andai su qualcosa di leggero. Un ombretto blu mare, con un po’ di matita sotto. Misi il mascara, un lucidalabbra trasparente, e subito uscii dal bagno.

-Continuo a chiedermi per quale motivo sto decidendo di venire stasera.- borbottai camminando nel corridoio mentre ero intenta a pettinarmi i capelli.

-Oh, suvvia! Ci divertiremo!- Zoe pensava sempre in positivo, era un suo pregio, senza dubbio.

-Ma.. Louis e Zayn? Dove sono?- chiesi facendo diverse smorfie mentre la spazzola stava quasi per tirarmi pure la testa. Mi guardai allo specchio ancora una volta, cercando di stare in equilibrio con quei trampoli che indossavo. –Louis è a casa di Zayn, dovrebbero passarci a prendere tra poco.- disse Zoe.

-Ma Louis non potrebbe rimanere lì tutta la vita? Così lascia in pace me!- sbuffai portandomi i capelli dietro le spalle e mettendo un bel paio di orecchini. Ed ecco che suonò il campanello.

-Ar, saranno loro prendi la borsa e andiamo!- mia sorella corse velocemente al piano di sotto, come se avesse premura di fare qualcosa, e non capivo cosa sinceramente. Sbuffando un’altra volta, scesi anche io dopo aver preso la mia borsa, e davanti la porta mi trovai Louis e Zayn ben vestiti e sistemai.

-Ok, andiamo che già non vedo l’ora che questa serata finisca.- brontolai.

-Ohh, che succede? La piccola Arya non vuole usciiree?- Louis mi prese la guance tirandomele, come se fossi una bambina, e questa era una delle cose che più odiavo in assoluto. Gli tolsi le mani dal mio viso, guardandolo accigliata, e lo spinsi via. –E’ solo la tua compagnia che mi urta!- ribattei. Scuotendo la testa, ed entrando seguita da mia sorella nella macchina di Zayn.

-Wow Zayn, complimenti per la macchina!- disse Zoe.

-Grazie piccola, modestamente me ne posso vantare!- salirono anche i ragazzi in macchina. –Sì, ok, ora però non c’è motivo di vantarti.- rispose mia sorella, e io risi.

-Dove dovremmo andare?- chiesi.

-In un bel posto dove si balla, si beve!- disse Louis gasandosi già solo all’idea di una festa. –Andiamo!-

 

Quel locale era assolutamente pieno di gente, ma non so per quale strano motivo, avevamo un posto riservato. Sembravamo quasi dei vip, e la cosa non mi dispiaceva assolutamente. Mi sedetti in uno dei divanetti, e accanto a me mi ritrovai Louis. –Devi perseguitarmi per forza?- chiesi.

-Lo sai che è una cosa divertentissima per me!- si sistemò meglio, quasi attaccandosi a me. Zayn invece si sedette vicino a Zoe, e qualcosa mi diceva che lui ci provasse spudoratamente con mia sorella.

-Ti va di ballare?- chiese Zayn riferito a Zoe. Non passarono pochi secondi, che mi ritrovai sola con Louis, mentre gli altri due si divertivano a ballare sulla pista. Li osservai. Mia sorella non sembrava nemmeno lei, e mi faceva quasi ridere. E poi o ero diventata completamente cieca, o si stava davvero strusciando in una maniera alquanto ambigua contro Zayn.

-Zayn ha un debole per tua sorella.- disse Louis, che evidentemente li stava osservando insieme a me. –E io sono certa che anche a Zoe piace, si vede insomma- risi senza staccare gli occhi di dosso. Le mani di Zayn scorrevano delicatamente sui fianchi di Zoe, mentre i loro bacini si muovevano in perfetta sintonia l’uno con l’altro. Mi accorsi solo dopo che Zayn le stava delicatamente sfiorando una gamba, e stava quasi per insinuare una mano sotto il suo vestitino.

-Ok, non mi aspettavo che mia sorella si lasciasse andare così!- subito dopo mi ritrovai un drink nelle mani che mi aveva offerto Louis. Cominciai a bere, ma il mio scopo quella sera non era ubriacarmi, non ne avevo proprio voglia. –Vuoi ballare?- mi voltai verso Louis guardandolo stralunata. Non capivo. Perché mi aveva chiesto di ballare? Insomma, ci odiavamo fin dal primo secondo, perché chiedermi di ballare? –Per quale losco motivo dovresti ballare con me?- domandai.

-Perché mi annoio, e non c’è un cazzo da fare qui stasera.- sbuffò, prendendomi da un braccio, e provando a farmi alzare. –Vieni!- ma io rimasi lì seduta. Non sapevo ballare, e mi vergognavo ad ammetterlo, avevo paura di fare qualche brutta figura.

-No, non mi va.- dissi semplicemente.

-Che hai intenzione di fare, Vento?- rise, dopo avermi chiamata ancora una volta con quel nome che tanto mi faceva saltare i nervi.

-Beh, qualsiasi cosa, eccetto ballare.- feci spallucce.

-Dai vieni.- evidentemente Louis non si soffermava alla prima risposta, e in meno di due minuti, già ero lì a ballare. Eppure sembrava che qualche passo in più in confronto all’ultima volta lo sapevo fare, ma mi sentivo ugualmente a disagio.

-Hey, stai calma, sei troppo agitata!- disse Louis alzando il tono della voce per riuscire a parlare con me. Era vero, ero agitata, ma non so perché. Ballare davanti a così tanta gente mi faceva angosciare. Mi voltai per cercare lo sguardo confortante di mia sorella, ma tutto ciò che riuscii a vedere, era lei seduta sul divanetto che condivideva un alcolico con Zayn, mentre lui le sfiorava dolcemente i capelli.

-Emh, non me la sento di ballare.- ammisi, correndo verso i divanetti.

Sentii Louis sbuffare, e mi seguii mentre andavo a sedermi. –Cazzo, sei proprio noiosa, Arya.- si sedette vicino a me, sorseggiando un drink, mentre guardava Zayn. Ora si sarebbe divertito a stuzzicarlo. Prese un’oliva che si trovava tra gli stuzzichini, e gliene tirò una proprio in testa. Si mise a ridere, e anche io, mentre Zayn lo stava guardando in modo alquanto negativo, ma era questo che Louis voleva.

Osservai ancora per molto le liti tra i due amici, magari ridendo anche, mentre riuscivo a bere un drink dopo l’altro.

 

 

-Dio, non mi reggo più in piedi! Fottuti tacchi!- sbraitò Zoe, mentre rientravamo a casa. Si fermò un momento togliendo quel tacco dodici che stava per distruggerle il piede. –Shh, fate piano, nostro padre e Bill dormiranno ormai.- aprii casa lentamente, ed entrai cautamente seguita dagli altri due. Corsi verso la mia stanza, buttandomi nel letto, mentre sentivo quasi la musica che ancora mi rimbombava nelle orecchie. Tolsi le scarpe, rimanendo lì seduta fino a quando non entrò Louis con la camicia appena sbottonata e i capelli un po’ scombinati.

-Sei tutto in disordine- risi.

-Sì, sono troppo stanco, ho bisogno di dormire.- si stropicciò gli occhi, togliendo prima la giacca, e cominciando poi a sbottonarsi la camicia.

-Vado in bagno a cambiarmi- dissi, accorgendomi di essere appena sudata. Presi il mio pigiama e uscii dalla stanza. Tolsi i vestiti, sostituendoli con il mio solito pigiama, e feci una coda alta, togliendo poi il trucco, ormai sbavato. Ero stanca, avevo dovuto combattere tra milioni di ragazzi che mi chiedevano di ballare, e Louis e Zayn che avevano passato il loro tempo a stuzzicarsi tra di loro, mentre Zayn provava a baciare mia sorella, ma invano. Decisi così di andare a parlare a Zoe, per capire la situazione. Presi i miei vestiti da terra, e li lasciai lì, senza troppi problemi, correndo verso camera di mia sorella.

-Posso?- chiesi prima di entrare.

-Certo!- era lì che si stava massaggiando i piedi doloranti, del resto anche lei si era data alla pazza gioia. Era andata in pista non si sa quante volte, quando Zayn voleva scappare da Louis.

-Allora? Dimmi un po’.- mi sedetti vicino a lei, dondolando i piedi.

-Cosa?- faceva la vaga.

-E dai, non dire così. Zayn, le toccatine, mh? Non ci credo che non ti piace.- sorrisi, facendo cenni d'intesa e provando a farle ammettere l’evidente verità.

-Cosa? Oh, ma erano cavolate insomma, mica mi piace davvero! Sai com’è, lui va matto per me, e io voglio farlo divertire, mi faccio desiderare, ma niente di più- rise togliendo il vestito.

-Mh, come vuoi, ma secondo me anche a te piace!-

-A me? Non credo proprio. Lo sai che mi fa schifo, specialmente con quell’orecchino che si ritrova, che è terribile.- notavo una punta di bugia in quello che mi diceva, ma non volevo insistere, sarebbe stata lei a dirmi la verità ben presto, o i fatti avrebbero parlato da soli.

-Quindi.. tutto per gioco? Insomma, vuoi solo farlo divertire, e poi piantarlo in asso?- risi. Mia sorella annuì fiera.

-Va bene, allora andrò a dormire, buona notte!- le stampai un bacio in guancia, prima di andare di nuovo in camera mia. Appena entrai, Louis stava già nel letto a dormire, e il suo russare non era per niente grazioso. Mi misi sotto le coperte, addormentandomi dopo una lunga serata.

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Capitolo 3
*** chapter 3. ***


Ancora una volta casa mia si riempii di urla. Non mi importava cosa avrebbero pensato Louis e Bill, sicuramente non sarei stata tranquilla di fronte alla nuova compagna di mio padre. L’ennesima. L’avrei voluta volentieri prendere, e uccidere con tutta la forza possibile di quest’universo. Ero uscita fuori in giardino, a fare avanti e indietro nervosamente, mentre trattenevo le lacrime e il nervosismo che ormai mi stava davvero distruggendo. Ma cosa passava nella mente di mio padre? Perché non mi capiva? Era così difficile da afferrare quel cazzo di concetto? Arrivò all’improvviso mia sorella che, come tutte le persone presenti in quella casa, aveva ascoltato la discussione. Non proferì parola, semplicemente si avvicinò a me abbracciandomi più forte che poteva, ma nemmeno quello riuscii a calmarmi. Probabilmente perché mio padre era l’unica persona che mi faceva stare così male, che mi faceva innervosire così tanto. Aveva dei poteri magici e inauditi.

-Voglio andare via da qui.- sussurrai.

Era vero, volevo andare via, era il mio unico desiderio, l’unica cosa che veramente volevo. Fuggire, andar via da mio padre, non vederlo mai più. Provavo a convincermi del fatto che gli volevo bene, ma perché, se poi alla fine l’unica cosa che lui sapeva fare era farmi soffrire? Perché fingere ancora? Vidi apparire poi anche Louis, che aveva una faccia fortemente afflitta per quella discussione. Si avvicinò a noi.

-Devi stare tranquilla.- mi disse.

-Perché dovrei? A prescindere che non conosci la storia, non puoi dire nulla.- Zoe mi strinse più forte, per farmi calmare, prima che avessi aggredito anche lui. –Ho capito la storia, e posso comprenderti.- disse questo e poi si allontanò rientrando dentro casa.

Zoe mi guardò negli occhi. –Devo andare, Lara mi aspetta, stasera torno, tu va in camera, e non parlare con papà. Per favore Ar. Se succede qualcosa, mandami un sms.- mi diede un bacio sulla fronte e poi andò via.

Salii in camera mia. Volevo capire bene cosa intendeva Louis con quelle parole, e come previsto era in camera mia, che giocava con il telefonino buttato sul letto. Entrai, sedendomi ai suoi piedi.

-Cosa volevi dire?- domandai.

-So cosa si prova Arya.- poggiò il cellulare sul comodino.

-In che senso?-

-Mh.. non ti sei mai chiesta dov’è mia madre?- mi chiese alzando appena il busto, per poter parlare meglio con me. –A dire il vero sì.- risposi.

-Ecco.. lei è viva e vegeta purtroppo. Lei e mio padre divorziarono quando io ero piccolo. E la vedevo una volta ogni settimana, per il resto ero affidato a mio padre. Scoprii troppe cose su mia madre che detestavo. Fumo, canne, alcool. Cose terribili Arya, fidati di me, molto peggio di tutto questo. Si stava rovinando la vita e io.. non volevo vivere con una madre del genere, era qualcosa di terribile. E tutto andava avanti così, come va avanti tra te e tuo padre, litigi su litigi, fino a quando poi la mia custodia non passò completamente a mio padre, e infatti ora vivo con lui. Fino a quando mia madre non ci ha mandato in bancarotta, non so ancora come, non voglio saperlo. E ora siamo qui.- il silenzio calò in modo davvero molto imbarazzante tra di noi, e io mi ritrovai a guardare fisso il vuoto, e a mordicchiarmi il labbro.

-Non la sapevo questa storia.- dissi.

Lui annuì, e si alzò dal letto. –Sono cose che si superano in un modo o nell’altro, io non ce l’ho fatta, ma erano problemi molto più gravi, tu puoi farcela però.- lo vidi andar via dalla stanza, mentre mi lasciò lì da sola.

 

Caro Diario,

la vita è strana sai? Te l’ho mai detto? La mia soprattutto. L’altra sera sono stata fuori con Louis, Zayn e Zoe, e ho come l’impressione che a mia sorella piacesse Zayn. E’ assurdo, lei mente. Ma perché dovrebbe mentire a me..? mh, è tutto così strano qui, così assurdo, così triste forse. Oggi ho litigato nuovamente con mio padre. Che novità eh? Ma qui arriva il bello. Louis poi, vedendomi così, mi ha raccontato la storia di sua madre.. che donna terribile, davvero. Dice che ce la farò a superare questo periodo, ma io non ci credo. Ho troppa paura di perdere ancora.

Ma cos’altro ho da perdere adesso?..

Tua Arya.

 

Proprio mentre stavo per posare il diario Louis entrò in camera. –Cosa hai lì?- domandò osservandomi mentre stavo per chiudere il cassetto. Se fosse riuscito a leggere tutto quello che c’era lì, sarebbe stata la fine. Nessuno mai era riuscito a leggere le pagine di quel piccolo oggetto era troppo speciale. A quel punto non sapevo come rispondere.

-Emh.. niente, cose mie.- la voce mi tremeva.

-Cos’èèè? Un dildo gigante?- urlò.

-Smettila! Sono cose private, e poi non è quello che pensi tu, non ne ho bisogno almeno.- arrossii in maniera spropositata, questi discorsi mi facevano imbarazzare da morire, e la cosa mi dava parecchio fastidio. Odiavo arrossire, preferivo rimanere pallida così com’ero.

-Come vuoi, ma lo verrò a sapere che cosa nascondi.- sembrava quasi una minaccia, e sì, lo ammetto, mi faceva terribilmente paura.

-Come no Louis, non puoi.- risi. Si buttò sul letto, e per chissà quale motivo mi ritrovai un suo cuscino in testa, che mi aveva lanciato con “tanto amore”. –Ahi! Ma che ti prende?- sbraitai.

-Nulla, avevo solo voglia di tirarti un cuscino in testa!- rise ancora di più davanti alla mia solita reazione isterica. Sembrava quasi che mi conoscesse da una vita e capiva già le reazioni che avevo davanti diverse occasioni. –Vediamo che succede se ti tiro in testa un letto?- mi alzai di scatto, pronta a colpirlo con un cuscino fino a quando non irruppe in camera, mio padre.

-Sono passato solo per augurarvi la buona not… Arya che stai facendo?- mi guardò sconvolto per un momento, e non seppi che rispondere, mentre Louis sghignazzava sotto i baffi. –Nulla, stavo solo dando un cuscino a Louis.. cosa credi che stia facendo?- feci la vaga, come se niente fosse.

-Oh, bene, allora buona notte!-

-Notte.- pronunciammo in coro. Appena la porta si chiuse, mi ritrovai sopra Louis a prenderlo a cuscinate con tutta la violenza che potevo avere in corpo. –Guai a te se ti capita di nuovo di farlo.- ritornai nel mio letto, dandogli un’ultima cuscinata in testa, mentre lui continuava a ridere. –Adoro stuzzicarti, proprio come adoro quando ti incazzi così- roteai gli occhi, e mi accorsi che era troppo presto per me per andare a dormire. Erano solo le undici, così decisi di accendere il computer, e chattare con Thomas, mentre sentivo che Louis aveva cominciato a parlare al telefono con Zayn. Raccontai a Thomas tutto ciò che era successo nell’arco di una serata, e improvvisamente mi sentii un po’ meglio, era l’unica persona, dopo mia sorella, che sapeva tirarmi su di morale.

-Stai chattando con il gay?- chiese Louis.

-Hai rotto, non è gay!- gli tirai addosso un pezzo di carta che era poggiato sulla scrivania.

-No, parlando seriamente, Zayn chiede se potrebbe venire domani sera, passiamo una serata qui, io, te, lui, e Zoe!- domandò, mentre continuava a parlare al telefono con il suo amico.

-La cosa divertente è che noi due ci odiamo, eppure passiamo il 70% delle nostre giornate insieme, davvero divertente.- risi scuotendo la testa.

-Beh, comunque va bene, per quanto io sappia, mio padre e tuo padre dovrebbero essere fuori domani, non so perché.- continuai.

-Zayn! Domani sera sei da noi!- esultò.

Aprii la chat con mia sorella Zoe, benché fossimo a pochi metri di distanza, ma non mi andava nemmeno di alzarmi dalla sedia.

 

Bellezza, domani sera viene Zayn. Siamo noi quattro da soli (;

 

Risi dolcemente, dondolandomi nella sedia, proprio come ero solita fare. Misi un po’ di musica, sinceramente mi andava di ascoltarne, e decisi di mettere una canzone dei Doors, una delle mie band preferite in assoluto.

Probabilmente la voce di Jim Morrison aveva qualcosa di così favoloso da farmi perdere in ogni singola canzone.

Improvvisamente mi rispose mia sorella.

 

Figo, spero che non metteremo casa sottosopra.

 

-Mia sorella crede che domani distruggeremo la casa!- dissi verso Louis, ed entrambi ridemmo. –Al massimo sono loro due che tipo scoperanno in tutti i modi, boh.- sentii la voce di Zayn dall’altro capo del telefono, che urlava e sbraitava contro il suo amico per ciò che aveva detto.

 

..E Louis crede che tu e Zayn scoperete. HAHAHA!

 

Era troppo divertente chattare con mia sorella da una stanza all’altra, eravamo abituate a farlo. –Fammi capire, tua sorella è di là, e tu stai chattando con lei?- chiese Louis stralunato. –Ebbene sì- risi.

-Certo che sei proprio strana!- immediatamente dopo questa frase, il mio dito medio si alzò in automatico, seguito da un sorriso davvero fin troppo falso. –Ho sonno.- dissi subito dopo staccando il pc, dopo aver dato la buona notte a mia sorella. Era raro che a quell’ora mi veniva sonno, ma succedeva solo quando litigavo con mio padre, mi faceva stressare così tanto da star male poi tutto il tempo.

Mi buttai sul letto, sotto le lenzuola, e salutai con la mano Louis, che aveva appena chiuso al telefono con Zayn.

-Notte Vento!- spensi la luce, addormentandomi lentamente.

 

Il giorno dopo mi svegliai con molta tranquillità. Mi stiracchiai in maniera alquanto scomposta, e ci misi un po’ di tempo prima di alzarmi dal letto, benché sapevo che quella mattina sarei dovuta andare a fare shopping con Zoe, ma era certo che lei ancora stesse dormendo, o almeno credevo io. Non passarono poi così tanti minuti che la mia porta si spalancò e la voce di mia sorella mi trapanò delicatamente le orecchie.

-Aryaaa! Svegliaaati, dobbiamo usciiiree! Daii- improvvisamente la finestra di camera mia si spalancò e la luce del sole mi accecò completamente, e ne approfittai per nascondermi sotto il cuscino, fino a soffocarmi quasi.

-Alzati subito!- ripetè mia sorella. Mi prese da un braccio provando a tirarmi via, ma la mia forza era maggiore della sua. Cominciò a scuotermi, e a quel punto non avevo altra scelta, così mi alzai dal letto stropicciandomi gli occhi.

-Era ora!- rise.

-Ieri sera sono stata sveglia fino a tardi- misi le mie infradito, e scesi insieme a mia sorella giù in cucina per fare colazione, e lì trovai mio padre, Bill, e Louis. –Buon giorno!- dissi ancora morta di sonno.

-Buon giorno a te tesoro!- non capivo come mio padre riuscisse a farsi scivolare le litigate tra di noi così, come se niente fosse, e la cosa mi irritava parecchio, perché comunque sia ancora la rabbia non era passata, e forse non sarebbe passata mai. Eppure lui cominciava la giornata chiamandomi “tesoro”. Era parecchio strano. Ma non stetti molto a pensare a ciò che diceva mio padre, avevo intenzione solo di passare una bella giornata di puro relax.

Afferrai un cornetto che si trovava lì sul bancone, e prima di salire al piano di sopra qualcuno ostacolò il mio percorso. O meglio, Louis mi fece uno sgambetto, e per poco non stavo per rompermi la faccia.

-Come sei gentile e garbato anche solo di prima mattina!- mi voltai verso di lui scontrosa, e come al solito si stava lasciando andare in una delle sue risate.

-Volevo solo che mi passassi un cornetto- ammise.

-Te lo prendi da solo!- feci per andarmene ma la voce di Bill mi distrasse. –Dai ragazzi, smettetela di far così- disse. –Staremo ancora per molto qui, quindi sarebbe carino se aveste un minimo di rapporto.- continuò il suo discorso, ma tutto quello che ne uscì come risposta fu una risata da parte sia mia che di Louis.

-Oh, sì, dillo a tuo figlio! Vado a prepararmi.- scossi la testa e questa volta salii davvero le scale per andarmi a vestire. Penso che la pace tra me e Louis si sarebbe creata solo se quel benedettissimo tubo si fosse aggiustato. Ma da quanto avevo capito qualche giorno prima dai discorsi di mio padre e Bill, sarebbe passato molto tempo prima di vedere Louis fuori da camera mia, e la cosa non faceva altro che scoraggiarmi sempre di più.

In una manciata di minuti ero già pronta per uscire. I soliti pantaloncini di jeans, una canottiera nera, capelli sciolti sulle spalle, e occhiali da sole.

-Zoe? Sei pronta?- chiesi entrando in camera di mia sorella che stava preparando la sua borsa. Uscimmo di casa intorno alle dodici, visto che avremmo pranzato anche fuori. Era una nostra abitudine, andare fuori per fare shopping e rimanere in centro anche per pranzo. Lo facevamo molto spesso, era una cosa molto divertente. Mentre passeggiavamo ripresi in parte il discorso della sera prima.

-Mh, stasera saremo soli a casa.. dove andranno papà e Bill?- chiesi curiosa.

-Per quanto io ne possa sapere saranno ad una festa di un loro vecchio amico del liceo.- Zoe fece spallucce.

-Sì, le solite minchiate.- risi scuotendo la testa e passandomi la mano sulla fronte. Ormai che cosa me ne doveva importare? Probabilmente ero quasi abituata alle bugie di mio padre. Ma forse questa volta era la verità. Chi poteva saperlo, l’importante è che avrei passato una giornata serena e rilassante.

-Vabbè, non ho voglia di pensarci!- dissi secca.

-Dove vuoi andare?- chiese mia sorella, notando l’enorme varietà di negozi che costellavano il centro.

-Ovunque, basta che compro qualcosa, qualsiasi cosa, ne ho bisogno.- presi mia sorella a braccetto, e cominciammo a farci un giro tra i vari negozi. Come sempre passavamo minuti infiniti dentro ogni shop, a provare milioni di vestiti. Entrambe eravamo persone troppo difficili nei gusti, e qualsiasi cosa aveva un difetto, o non andava bene, e prima di trovare l’abito o la maglietta perfetta dovevamo stare ore e ore dentro un negozio, eravamo fatte così. Anche mia madre era così, ma lei riusciva ad essere sempre bella e impeccabile in qualsiasi occasione.

Ci trovammo dentro uno dei negozietti locali, e aspettavo che mia sorella uscisse dal camerino, dopo che aveva preso milioni di cose da provare.

-Come mi sta questo?- uscì fuori con un vestitino alquanto provocante.

-Ma tutti questi vestitini? Non me la racconti giusta!- risi, osservandola mentre si guardava allo specchio. –Comunque mi piace come ti sta!- continuai.

Lei proseguiva guardandosi ancora allo specchio, da qualsiasi posizione. –Sei sicura? A me sembra che mi faccia un po’ grossa!- fece una smorfia.

-Ma và, sei perfetta comunque!- mi sedetti in uno sgabello che c’era lì, mentre continuavo a guardarla e a convincerla che quel vestito le stava così bene. –Quindi?- domandò.

-Quindi prendilo!- risi.

Rise anche lei, e rientrò dentro il camerino per cambiarsi. –Sarei curiosa di sapere a cosa ti servono tutti questi vestitini che stai provando!- abbozzai un sorriso, mentre avevo puntato lo sguardo su un favoloso paio di tacchi, e li presi immediatamente per provarli.

-Beh, non c’è un motivo!- disse.

-Mh, ne sei sicura?- cercavo in tutti i modi di farle sputare il rospo riguardo Zayn, ma sembrava davvero impossibile, magari mi sbagliavo io.

-Sicurissima!- uscì dal camerino, trovandosi davanti me che provavo il mio paio di tacchi. Mi misi in piedi per vedere se riuscivo a stare in equilibrio. –Scherzavo, mi fanno schifo ‘sti tacchi.- li tolsi immediatamente, dopo che mi accorsi che non facevano proprio per me.

-Io vado a pagare.- Zoe si allontanò, lasciandomi lì, mentre ero intenta a togliere quel paio di scarpe.

Uscimmo pochi minuti dopo insieme dal negozio, e da lì partimmo spedite verso il Mc Donald. Avevamo troppe buste in mano, e nemmeno ce ne eravamo accorte.

Entrammo al Mc, e l’odore del cibo immediatamente mi fece star meglio. Ero una gran mangiona, e dovevo ammetterlo, ma fortunatamente il mio fisico non aveva subito modifiche, neppure se mangiavo quasi ogni settimana hamburger e patatine. Ordinammo i nostri menù, e in poco tempo ci ritrovammo già sedute a mangiare, una di fronte all’altra.

-Tornando al discorso di prima, credo che tu abbia un debole per Zayn.- continuai la conversazione, che per me era rimasta in sospeso prima davanti ai camerini del negozio.

-Oddio, ancora con sta storia?- mi guardò con gli occhi sbarrati, ridendo appena. –Te l’ho detto, non c’è nulla! Solo.. divertimento, ecco, ma mica mi piace.- continuò a mangiare, ma qualcosa ancora diceva nella mia testolina che mi stava mentendo, eppure non riuscivo a togliermi dalla mente quel pensiero fisso e continuo.

Io risi, e voltai il viso da un’altra parte, divorando il mio panino, e immediatamente mi accorsi di una cosa. –Beh, sappi che è proprio lì!- Zoe alzò di scatto la testa senza aver capito cosa volessi dire realmente.

-Cosa?- domandò ad occhi sbarrati. –Al massimo chi!- di seguito le indicai in il dito la persona messa in fila per prendere qualcosa da mangiare. Con quell’orecchino luccicante, l’avrei potuto riconoscere anche a chilometri di distanza, ed ero certa che era Zayn. Mia sorella per poco non si affogò, ma ovviamente inventò una scusa.

-Oddio, il cibo di traverso!- scoppiai a ridere, e poi vidi Zayn avvicinarsi al nostro tavolo, perché evidentemente si era proprio accorto che noi eravamo lì. Lo salutai con un sorriso, sventolando la mano.

-Ciao ragazze!- salutò entrambe, appena si avvicinò di più a noi. –Siete sole?- domandò.

-Si, siamo in giro per fare shopping.- dissi mangiando una patatina. Sicuramente Zayn appariva molto più simpatico di quella peste di Louis, anche se quell’orecchino lì, lo odiavo fortemente.

-Posso sedermi con voi? Sono solo, ero con dei miei amici, ma alla fine ci siamo divisi per vari motivi, e mi sono fiondato qui!- feci segno di accomodarsi, e come previsto si sedette proprio accanto Zoe, accostando il suo vassoio a quello di mia sorella. –Come va bellezza?- chiese voltandosi verso di lei, e ammiccando. Io quasi scoppiai a ridere, ma riuscii a trattenermi per evitare occhiatacce strane di mia sorella.

-Sto bene, grazie.- lei sorrise con le guance che quasi le stavano diventando rosso fuoco, davanti lo sguardo del ragazzo accanto a sé.

-Stasera quindi siamo da voi?- chiese Zayn con la bocca piena, mentre addentava il suo panino gigante.

-Esattamente!- dichiarò mia sorella con un sorriso.

-Cosa faremo?- chiesi.

-Potremo guardare un film, o insomma.. non so, cazzeggiare.- rispose il ragazzo ridendo, per la sua stessa risposta.

-E voi scoperete, come dice Louis.- dissi. Ero pronta a ricevere molto probabilmente una sgridata da mia sorella, o qualcosa del genere, ma sapeva che mi divertivo a stuzzicarla così, era ormai abituata a questo.

-Stai diventando come lui.- ammise Zayn con una risata.

-Oddio! Non sia mai!- lo guardai con gli occhi spalancati, sconvolta dalla frase che aveva appena detto. –Non esiste proprio, io sono io, e lui è.. lui purtroppo- scossi la testa.

-Forse devi ancora conoscerlo meglio, alla fine non è così male. E’ solo un burlone!- disse. –Sono d’accordo con te- ribattè mia sorella. –E’ quello che le dico sempre, ma non sta mai ad ascoltarmi.- entrambi risero e io li fulminai con lo sguardo. Cosa c’era in Louis che era okay? Proprio niente secondo il mio parere, era assurdo che potessero dire qualcosa di positivo su di lui. Ok, era un ragazzo che aveva avuto le sue sofferenze, su questo ne ero certa, ma io e lui non saremmo andati d’accordo né ora e né mai.

-Come no.- risposi semplicemente scuotendo la testa.

Guardai l’orologio, e mi accorsi che era l’ora di smontare le tende e fare il secondo turno di shopping insieme a mia sorella. –Piccola Zoe, dovremmo andare, il make up ci aspetta!- dissi, cominciando già a prendere la borsa. –E’ vero, devo comprare un casino di trucchi!- esultò alzandosi di scatto dalla sedia. Era fissata con il make up, e ogni volta perdevamo ore nei negozi di trucchi. –Ciao Zayn a stasera!- lo salutai con la mano, mentre mia sorella gli stampava un bacio nella guancia.

-A stasera!- disse anche lui, mentre noi ci allontanavamo da lì, per uscire. Avrei voluto dirle delle sue guance rosse ogni volta che Zayn la fissava, ma evitai perché avrebbe continuato a mentire sul fatto, così mi limitai a fare un sorrisino. Cominciammo a camminare, sazie, in giro per il quartiere, cercando il primo negozio di make up lì in zona.

-Voglio comprare degli ombretti nuovi, un kajal, delle matite colorate, un nuovo fondotinta, ah! E degli smalti!- cominciò a fare la lista delle cose da comprare, con tutta la foga possibile. Entrammo in un negozio, e improvvisamente le brillarono gli occhi.

Senza nemmeno accorgercene tra matite e ombretti passò un’ora precisa. Ammetto che anche io ero appassionata di queste cose, ma andavo sempre sui trucchi leggeri, invece Zoe tendeva ad appesantirsi, ma solo perché era una delle sue passioni, nient’altro.

-Zoe, hai intenzione di pagare, o vuoi svaligiare il negozio?- risi, mentre lei stava provando l’ennesimo fondotinta nella sua mano, per vedere se era la tonalità giusta per la sua pelle.

-Sì sì, ho finito, dai!- aveva la busta piena di trucchi, e cose che avrebbe dovuto comprare, come sempre dopotutto. Ci mise un bel po’ prima di pagare tutto, anche le mie cose, ma finalmente ci trovammo fuori dal negozio, nuovamente, dirette verso casa.

 

-Mi chiedo quanti soldi spendete ogni volta!- si lamentò mio padre vedendo i mille sacchetti che avevamo con noi appena entrate a casa. Noi invece, a differenza sua eravamo abbastanza soddisfatte e fiere dei nostri ultimi acquisti. Andai in camera mia esausta, e aprii la porta. La mia stanza sembra un campo di battaglia, anche più di prima. Ma dovevo riuscire a mantenere la calma, e stare tranquilla.

-Louis, cazzo, non pensi mai di sistemare la stanza?- domandai, mentre lui stava disteso nel letto a giocare con il suo blackberry, come sempre. Afferrai alcuni dei suoi vestiti da terra, lanciandoglieli addosso, e cercando di far spazio nel mio pavimento. –Dovrò lavare terra con la candeggina.- continuai a togliere i vestiti, mettendo prima le mie buste sul letto. Sembravo una casalinga in preda ad un esaurimento nervoso, e incazzata nera con i suoi figli che lasciavano i loro giocattoli ovunuqe. –Queste sono pure delle mutande! Che schifo!- gliele lanciai, colpendolo proprio in viso, mentre lui continuava a ridersela lì sul letto.

-Quando hai finito di ridere mi aiuti, cazzo.- mi buttai sul letto sfinita, e passandomi una mano sugli occhi. Ero stanca dopo la lunga camminata, non potevo tornare a casa e trovare tutto quel casino. Per non pensarci, tirai fuori gli abiti nuovi dai sacchetti, mettendoli nei cassetti e negli armadi.

-Dai, pensa che stasera ci divertiremo!- disse.

-Vai a fanculo.- sibilai acida come sempre nei suoi confronti. –A proposito, devi ordinare da mangiare per stasera, chiama la pizzeria, grazie.- dissi uscendo dalla stanza e sbattendo la porta. Al passaggio dalla camera di Zoe, che era ovviamente aperta, feci un mugugno.

-Avrei preferito stare fuori casa per il resto dei miei giorni!- lei rise, e mi fece entrare. –Guarda il lato positivo, hai preso tanti bei vestiti!- disse.

-Certo, sperando che non si infettino di Louis.- sbuffai.

-Vado a guardare un po’ di televisione, fra qualche ora sistemiamo casa per stasera.- scesi le scale, lasciando lì mia sorella, che era occupata a riordinare la sua camera.

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Capitolo 4
*** chapter 4. ***


Il campanello suonò, e subito mi alzai di scatto per andare ad aprire. Un uomo alto, e con uno strano cappellino mi aprì, consegnandomi le due pizze familiari che avevamo richiesto qualche ora prima. Diedi i soldi necessari, e poi rientrai dentro mente Zayn e Louis si sbattevano i cuscini del salone in faccia, come sempre.

-Bambiini, e pronta le ceeena!- urlai ridendo.

Zoe, Louis e Zayn, mi vennero dietro mentre portavo le pizze nel tavolino del salone, proprio davanti il televisore. Mi sedetti a terra, mentre aprivo gli scatoloni. –Sto morendo di fame.- disse Zayn afferrando immediatamente una fetta di pizza. Notai subito che era seduto accanto e Zoe. Eravamo insieme da almeno un’ora e i due non si erano staccati nemmeno un secondo. –Dopo guardiamo un film?- chiesi.

-Posso tirar fuori uno dei miei soliti film horror?- esultò Louis, che era un grande appassionato di quel genere. A me sinceramente non facevano né caldo né freddo, quindi non mi avrebbe dato fastidio vederlo.

-Ma io ho paura!- ammise Zoe.

-Mh, tranquilla, ci sono io.- sussurrò Zayn, voltandosi verso di lei, ma non si era accorto che io avevo perfettamente sentito ciò che le aveva detto, e scoppiai a ridere.

-Che c’è?- domandò Zayn voltandosi verso di me con un sopracciglio alzato. –Oh, niente, tutto ok!- mentii, mentre mia sorella da dietro, mi faceva cenno di smetterla, e io continuavo a ridere.

Mi sedetti a pancia in giù sul pavimento, mentre continuavo a mangiare la mia pizza, e osservavo Louis che metteva il dvd, per poterlo finalmente vedere. –Spegni le luci!- mi disse. Spensi la luce, in modo che l’unica cosa che potesse illuminare la stanza fosse il televisore con le sue scene cruente che cominciavano fin dalla prima parte del film.

La faccia di Louis davanti quelle scene era davvero fin troppo divertente, era un misto di gioia e divertimento, non si capiva bene, ma sicuramente faceva ridere. Improvvisamente però mi accorsi che calò il silenzio tra di noi, mentre eravamo tutti intenti a guardare lo schermo, perfino Zoe e Zayn, che pensavo volessero fare ben altro quella sera.

Ma insomma.. Zayn avrebbe protetto Zoe dagli assurdi zombie del film, e questo poteva bastare per farmi dedurre tante cose.

Afferrai il cellulare di Louis che per puro caso era lì vicino a me, e ne approfittai della sua distrazione per prenderlo. Non ero poi così interessata al film, così dovevo pur trovarmi qualcosa da fare. Mi spostai appena mentre lui era praticamente appiccicato al televisore, e cominciai a smanettare con il suo cellulare, e leggendo gli sms tra lui e Zayn, che mi facevano davvero ridere, del genere “Lou, stasera ci sarà da divertirsi con Zoe”. Guardai le foto, la maggior parte foto sue, personali, e mi accorsi che bene o male era abbastanza fotogenico. Mi voltai per controllare se Louis fosse distratto, ma il mio sguardo si posò improvvisamente su Zayn e Zoe. I due si erano lasciati andare in un bacio davvero passionale. Le loro lingue si intrecciavano delicatamente tra di loro, e le mani di lui, sfioravano i capelli delicati di Zoe, arrivando poi fino al collo. Quelle mani stavano percorrendo l’intero corpo di mia sorella, esplorando ogni singolo angolo della sua pelle quasi, fino a quando non notai che le sue dita si stavano insinuando delicatamente sotto la camicetta. Cercai di non guardarli per non farli sentire in imbarazzo, anche se sapevo che in quel momento si stavano preoccupando di tutto, ma non di me sicuramente. Così tornai a guardare il film.

Zoe sistemò una gamba su quelle di Zayn, avvicinandosi maggiormente a lui dopo aver messo entrambe le proprie mani sul suo viso, sfiorandoglielo delicatamente e strusciandosi appena contro di lui. Zayn percorse tutta la pancia di Zoe con le mani, carezzandogliela dolcemente, passando poi verso la schiena, e percorrendo tutta la sua spina dorsale con un dito, facendo appena rabbrividire mia sorella. Entrambi si trovavano in una certa sintonia tra di loro, e sembrava che i loro corpi aderissero perfettamente l’uno contro l’altro.

Louis accese la luce appena il film finì, ed entrambi ci ritrovammo a guardare Zayn e Zoe, che si staccarono appena imbarazzati, tutti e due si morsero le labbra.

-Vi è piaciuto il film?- chiese Louis ridendo e dando una pacca a Zayn.

-Da morire..- disse tremendamente imbarazzato, mentre ridacchiava appena e si passava una mano sul viso. –Tranquilli che non vi ha visto nessuno!- ironizzò Louis, sedendosi accanto a lui.

-Eravate all’incirca così.- cominciò a fare una loro imitazione muovendo le labbra in modo divertente, e facendo come al solito il buffone, e strusciandosi contro Zayn, toccandolo ovunque.

-Però.. dicevi di essere innamorato di me! Sei proprio uno stronzo!- urlò poi, facendo una voce alquanto femminile, mentre io ero ormai buttata a terra dalle risate, mentre mia sorella stava sprofondando nel divano, ma notavo che anche lei sorrideva davanti l’imitazione di Louis.

-Ma io ti amo ancora!- disse Zayn.

-Bugiardo, basta, è finita Zaynuccio.- tutti scoppiarono a ridere davanti quel soprannome davvero ridico, forse perfino più ridicolo di “Vento”.

-Daai, siete dei piccioncini adorabili però.- ammisi guardando mia sorella con sguardo complice. –Diciamo che mi ero accorta di voi fin dall’inizio del film, e sono contenta che mia sorella abbia superato la paura dei film horror.- sorrisi.

 

Mio padre era tornato prima del previsto, e ci ritrovammo tutti e quattro in camera mia, cercando di parlare a bassa voce. Zoe stava comodamente seduta tra le gambe di Zayn, e io ero buttata nel mio letto, mentre Louis smanettava con il suo telefonino, e stavamo chiacchierando del più e del meno. –Facciamo qualcosa!- borbottò Zayn.

-Inventati qualcosa.- dissi.

-Prendiamo Louis a cuscinate!- esultò divertito, ma si zittì subito dopo che Louis lo guardò con sguardo assassino. Io e Zoe ridemmo.

-Che ne pensate se conficchiamo l’orecchino di Zayn nei suoi bei occhietti? Sarebbe divertente!- Louis annuì convinto di ciò che stava dicendo, ridacchiando sotto i baffi. A cambiare il discorso fu mia sorella. -Qual è la vostra più grande paura?- domandò. Era una persona abbastanza curiosa, e le piaceva fare domande. Nessuno parlò, fino a quando mia sorella non si voltò verso di me, come se dovessi essere la prima a parlare. –Ma perché io? Pff.- sbuffai.

-Perché sei la più piccola!- dichiarò Zoe.

-Al posto tuo non la userei come scusa.- la guardai torva, mettendomi comoda sul letto. –Beh.. penso sia la solitudine.- ammisi.

-Ohhh, la piccolina ha paura di rimanere sola!- disse Louis facendo la sua solita faccia da buffone, ma soprattutto da schiaffi.

-Sentiamo, qual è la tua paura?- chiesi come per sfidarlo.

Sembrò pensarci un po’ su, e si preoccupò di fissare il vuoto prima di parlare. –Credo che sia la paura degli insetti, mi fanno davvero troppa paura, fin da quando ero bambino.- ammise, ridendo.

-Beh, allora posso metterti degli scarafaggi nel letto sta notte?- chiesi sbattendo le ciglia amorevolmente, ma ricevetti solo un dito medio da parte di Louis. –Qual è la tua, piccola?- chiese Zayn a Zoe.

-Mh.. ho paura dei fantasmi, è una paura terribile, infatti sto sempre angosciata quando dormo.- rispose.

-Ma c’è Zayn a proteggerti, è vero, piccipù?- Louis stava passando la sua serata a prendere in giro Zayn, in modo davvero divertente, e ammetto che faceva ridere anche me. –Qual è la paura di Zaynuccio?- chiese, poi.

-Oddio, non la dirò mai, è troppo imbarazzante.- ammise, e un coro di lamenti si levò lì nella stanza.

-Zayn, dai, l’abbiamo detto tutti!- brontolai.

-Mh, ok.- riuscimmo a convincerlo. –Beh, ho paura dell’acqua diciamo.- e tutti ovviamente scoppiammo a ridere.

-Come diamine fai a bere?!- domandò Louis sbalordito, mentre soffocava le parole tra le risate. –Non centra niente quello! E’ la paura di nuotare più che altro! Però mi piace il mare, ho solo paura dell’acqua alta.- sembrava esser diventato rosso così, all’improvviso e la cosa era ancora più divertente.

-Oh suvvia, non fare così!- disse Zoe.

-E’ imbarazzante.- ripetè, prima di nascondere il viso tra le sue mani.

Non so quante altre domande riuscì a fare mia sorella, ma era un modo divertente per conoscerci meglio, e mi accorsi quanto io e Louis eravamo tremendamente diversi. Come avremmo potuto avere una certa sintonia, come dicevano Zayn e Zoe? Era impossibile, continuavo ad ammetterlo.

-L’avete mai fatto?- mia sorella se ne uscì con una nuova domanda che quasi mi fece impallidire dalla vergogna. Ma quella volta non cominciai io a rispondere. Mi vergognavo molto di questa cosa, a quasi diciotto anni non ero mai andata a letto con nessuno, e spesso i miei vecchi compagni mi prendevano in giro per questa cazzata.

-Che domande! E’ ovvio!- rispose Louis.

-Beh, idem.- continuò Zayn.

Più sentivo quelle risposte, e più mi veniva un groppo in gola, per la paura di rispondere. Mi avrebbero preso per il culo a vita molto probabilmente, ma su queste cose ero molto ostacolata, visto che aveva dato il mio primo bacio a quindici anni, per chissà quale strano motivo.

-Tu Zoe?- domandò Louis. –Ebbene sì.- rispose annuendo. Sarebbe arrivato il mio turno adesso. –Arya?- si voltarono tutti verso di me, e le mie guance stavano per andare a fuoco. Ci pensai su ovviamente, ma non avevo voglia di dire bugie. –No- dissi secca sospirando.

-La piccola Arya!- disse Louis, ridendo nuovamente. Storsi le labbra, facendo poi un movimento strano. Lo facevo sempre quando ero imbarazzata, ma mia sorella mi sorrise in modo confortante.

-Ci pensa Louis!- urlò Zayn.

-Che cazzo dici?- Louis, prese il cuscino più vicino a lui, prendendo in piena faccia Zayn, con tutta la violenza che possedeva. –Nemmeno per un milione di dollari lo farei con lei.- continuò.

-Tranquillo, non c’è pericolo, io non lo farei nemmeno per tutto l’oro di questo mondo!- feci una faccia schifata guardandolo in modo negativo.

Dopo quelle risate, cominciammo a chiacchierare ancora, fino a quando tutti e quattro non ci addormentammo lì intorno alle tre di notte. Perfino Zayn non era tornato a casa ed era rimasto lì, con Zoe stretta tra le sue braccia. Tutti e quattro coccolati da Morfeo.

 

Erano all’incirca le due del pomeriggio del giorno dopo, avevo appena finito di sparecchiare, ed ero intenta a sistemare le posate nel cassetto, mentre canticchiavo qualcosa.

-Madonna quanto sei stonata!- urlò Louis.

-Vorrei sentire te guarda.- risposi mentre cominciavo ad andare in camera mia, e mi accorsi solo dopo che lui mi stava seguendo.

-Sono bravo io a cantare.- ammise sorridendo, e seguendomi.

-Mi immagino, come una cornacchia in calore forse!- risi.

-Non ci credi?-

-Assolutamente no.- dissi secca.

-Mh, non vuoi sentirmi cantare?- chiuse la porta della mia stanza alle sue spalle, mentre io stavo per prendere uno dei miei libri per cominciare a leggere. –Preferisco leggere, grazie.-

Lui storse le labbra, e si sedette sul suo letto.

-Ohh, oh, be my baaby, ohh, bee my baaaby.- improvvisamente lo sentii cantare, e mi voltai di scatto, perchè la sua voce mi aveva davvero lasciata senza parole. Se la cavava maledettamente bene.

-Ma..- lo guardai attonita per un momento.

-There noow, steaady love, so feew come aand don't goo!- continuò a cantare le parole di quella dolce canzone e io rimasi sempre più a bocca aperta davanti il suo strabiliante talento.

-Sei bravissimo.- ammisi. Era incredibile, ma sì, stavo facendo un complimento a Louis Tomlinson, non pensavo che mi sarebbe mai passato per la mente, eppure era così.

-Lo so!- disse lui, vantandosi.

-Vabbè, fanculo, non ti si può fare manco un complimento.- scossi la testa ritornando alla lettura del mio libro, in silenzio mentre lui ridacchiava con il suo solito telefonino tra le mani.

-Perciò sei ancora vergine, eh?- ora volevo seriamente capire per quale losco motivo avesse preso quel discorso che non centrava nulla con ciò di cui stavamo parlando qualche istante prima. Quasi mi irrigidii al suono di quelle parole, e strinsi forte le pagine del libro tra le mani.

-S..si.- sussurrai, e poi lo sentii ridacchiare.

-Sei piccola ancora.- disse.

Non credevo di essere poi così piccola, alla fine ero solo di due anni più piccola di lui, non così tanto direi. Eppure lui doveva per forza trovare una scusa per prendermi in giro, e in quel momento maledissi mia sorella e quella sua stupidissima domanda della sera prima.

-Non credo di essere piccola.- ammisi.

-Hai diciassette anni, no?-

-Sì.-

-Mh, sì, sei piccola.- rise.

-Perché, tu a quanti anni hai avuto la tua prima volta?- chiesi voltandomi verso di lui e lasciando stare la mia lettura.

-Forse sedici o quindici, non ricordo.- fece spallucce.

-Penso che per voi ragazzi è totalmente diverso.- mi sentii in imbarazzo per un momento, e diventai appena rossa, pensando che io alla sua età avevo dato solo il mio primo bacio, ma questo ovviamente non doveva saperlo, nemmeno per sbaglio, sennò sarebbe stata la mia rovina. In un certo senso mi vergognavo di Louis, avevo paura del suo giudizio, o solo avevo paura che potesse complicarmi le giornate con le sue solite frasi provocatorie di pessimo gusto.

-Forse sì, ma rimani comunque una povera verginella!- rise ancora una volta, e per poco non gli lanciai il mio libro in testa, ma riuscii a controllarmi.

-Vado da Zayn!- annunciò, e improvvisamente mi sentii libera.

-Ciao Vento.- mi salutò prima di uscire dalla stanza per poter andare via. A quel punto mi venne una voglia infinita di aggiornare il mio diario, era assolutamente necessario. Lo afferrai, e presi la penna sul mio comodino, facendo attenzione se mai Louis fosse ritornato per un motivo qualsiasi.

 

Caro Diario,

che giornate strane ultimamente, non credi? Piene di alti e bassi, ma rimane sempre quella tortura chiamata Louis Tomlinson. Mi chiedo ancora come mai non sono scappata di casa. Ieri sera è venuto qui da noi Zayn, e devo ammettere che alla fine è stato tutto abbastanza divertente. Abbiamo guardato un film, e io ho spiato tutto il tempo Zayn e Zoe che si baciavano appassionatamente sul nostro divano, fino a quando Louis non ha acceso la luce, e li ha presi in giro per tutto il tempo. Ci siamo poi chiusi in camera mia, e Zoe ha cominciato a fare mille domande alle quali dovevamo rispondere tutti. Non mi aspettavo che chiedesse chi di noi l’avesse già fatto o meno. Che tristezza, mi sono sentita profondamente in imbarazzo, stavo per svenire lì. Ero l’unica! Che figuraccia. E Louis non aspettava altro molto probabilmente, visto che comunque continuava a rinfacciarmelo fino a qualche secondo fa. Ora è uscito, e sono qui in pace, almeno fino alle cinque del pomeriggio, a meno che non si fermi di più con Zayn, pff. Ti tengo aggiornato.

Tua Arya.

 

Mi alzai dal letto, dopo aver deposto il mio diario dentro il cassetto accuratamente, e decisi di andare da mia sorella abbandonando la lettura, visto che avevo bisogno di parlare con lei. Bussai in camera sua, e la sua voce mi fece capire che potevo entrare.

-Salve Miss Malik!- sorrisi.

-Hey, non chiamarmi così, te l’ho detto che non c’è nulla tra me e Zayn.- era intenta a svolgere dei compiti estivi per il college, e io mi sedetti nella sedia accanto a lei osservandola mentre scriveva.

-Non ne sarei così sicura.- ammisi.

-Perché dici così?- chiese.

-Come se ieri non vi avessi visto mentre vi baciavate in quel modo!-

Zoe diventò improvvisamente rossa, e io le sorrisi dolcemente.

-Puoi dirmelo ormai.- dissi.

-Va bene, ok, sì, è vero, ho un debole per Zayn.- si coprì il viso con le mani, visto che era abbastanza timida.

-Ma va! Non si era capito!- risi abbracciandola forte e stampandole poi un dolce bacio nella guancia mentre lei sorrideva insieme a me.

-E.. quindi?- domandai.

-Cosa?-

-C’è qualcosa di più tra di voi?-

-Mh.. ancora non lo so, non ne ho idea sinceramente.- disse mordendosi il labbro. –Sta di fatto che.. stasera forse dovrei andare a casa sua.- continuò.

-Sento aria di cose hot e piccanti!- ammisi felice.

Mi diede una piccola spinta ridendo, tornando ai suoi esercizi, mentre io stavo ancora lì insieme a lei a chiacchierare riguardo Zayn.

-Io continuo a dire che succederà qualcosa tra te e Louis!- ammise.

-La finite tu e Zayn con sta storia? Non è vero nulla, io e Louis non abbiamo nulla in comune, niente che potrebbe farci accomunare insomma, e poi non mi piace per niente, voglio dire, non sa manco vestirsi.- sbuffai, roteando gli occhi dopo la frase di mia sorella. Non capivo cosa ci trovavano tutti in Louis, e perché pensavano che fosse una figura positiva, soprattutto per stare insieme a me, non c’era assolutamente motivo. Lo odiavo, e penso che l’avrei sempre fatto.

-Come dici tu.- rise.

 

Zoe si ritrovò in camera di Zayn. Sapevo quanto fosse felice di quella serata lì con lui, non aveva fatto altro che parlarne tutto il pomeriggio, facendosi complessi di quanto fosse nervosa e se stava vestita bene in un determinato modo, e io avevo passato il tempo con lei ad aiutarla, da brava sorella.

-Dammi la giacca.- disse Zayn, aiutandola a togliersi il giubbotto che poggiò subito dopo delicatamente sul letto. La fece sedere proprio lì, e lui si collocò proprio al suo fianco. Sfiorò piano il suo viso, massaggiandole una guancia. –Sei proprio bella, sai?- sussurrò avvicinandosi alle sue labbra. I loro visi si scontrarono, mentre si lasciarono andare in un tenero bacio. Le loro lingue cominciarono a giocare tra di loro quasi timidamente, mentre le mani di Zayn stavano ancora poggiate sul viso di Zoe. La fece avvicinare maggiormente a sé, sfiorandole i fianchi con cautela e sistemandola delicatamente sul proprio letto, mettendosi al suo fianco senza staccarsi dalle sue labbra, e continuando quel bacio così passionale.

Zoe sfiorò il lembo della maglietta di lui dolcemente, cominciando a insinuare le dita sotto il tessuto, carezzandogli la pelle fredda. Riuscì a sfiorare i suoi addominali ben scolpiti alzandogli un po’ di più la maglietta. Si ritrovò improvvisamente le mani di Zayn sul suo fondoschiena, e riuscì ad avvicinarla di più a sé, facendo scontrare i loro bacini, quasi sensualmente.

Zoe si mise a cavalcioni su di lui, staccandosi momentaneamente dalle sue labbra, e guardandolo con aria maliziosa mentre spostava i capelli dal viso e lo fissava dritto negli occhi. Entrambi sorrisero, come se ci fosse una certa intesa tra di loro, e subito dopo Zayn tolse gentilmente la maglietta a Zoe, lasciandola in reggiseno, e poggiò entrambe le mani sulla sua schiena fredda alzando appena il busto per poterla baciare meglio, e stringendola forte a sé, in quel caldo momento. Era un continuo scambio di baci, fino a quando non sparì anche la maglietta di Zayn dal suo petto scolpito. Lei cominciò poi a giocare con la cintura dei suoi jeans, mentre i loro baci si facevano più energici. In quel momento probabilmente l’unica cosa che desideravano era possedersi a vicenda.

Zoe, spinse appena il bacino contro quello di Zayn, che si limitò ad ansimare piano contro le sue labbra, e subito dopo lei poté percepire un rigonfiamento nei suoi pantaloni che premeva contro i propri jeans.

Il ragazzo cominciò a giocherellare con il gancio del reggiseno di Zoe, togliendoglielo dopo pochi secondi, e facendo in modo che i loro petti si potessero scontrare. Zoe, ansimando appena, cominciò a sbottonare i pantaloni di lui, mentre sentiva le sue calde labbra sul proprio collo,  quelle braccia che la cullavano delicatamente, sfiorandole il seno di tanto in tanto.

Entrambi si tolsero i jeans, rimanendo solo in slip, mentre mia sorella sentiva ancora quella pressione dai boxer di Zayn, che la faceva eccitare maledettamente. Cambiarono posizione e lui si ritrovò su Zoe, facendosi spazio tra le sue gambe e sfiorandole le cosce, mentre si occupava a baciarle il seno con gentilezza, prima di toglierle gli slip lentamente.

Zoe portò le mani verso i fianchi di Zayn, togliendo anche i suoi boxer.

Rimasero così per qualche secondo nudi, l’uno sull’altra, a sfiorarsi dolcemente la pelle, e a sentire i loro respiri caldi.

-Mh, aspetta.- sussurrò Zayn, abbassandosi per prendere i propri jeans, tirando fuori dalla tasca una piccola bustina blu. –Vuoi fare tu?- chiese porgendoglielo a Zoe. Lei sorrise maliziosamente. –Con piacere.- rispose, mettendo la dovuta protezione nell’intimità di Zayn. Il suo cuore batteva forte, e riuscì a sentire anche quello di lui.

-Hey, calmo.- sussurrò con un sorriso facendo scontrare i loro visi dolcemente. –Sarà che ho aspettato questo momento dalla prima volta in cui ti ho visto, Zoe.- sorrise timido, stampandole un bacio sulle labbra, prima di entrare dolcemente in lei e spingendo contro la sua femminilità. Dopo pochi minuti, la camera si riempì già dei loro gemiti, e dei loro ansimi. Zayn spinse di più dentro di lei, e sembrava che ormai tutto quello stesse diventando un bellissimo ballo, in cui loro due erano gli unici protagonisti, ed erano anche i coreografi di così tanta coordinazione. Si scambiavano baci, in diversi momenti, mentre i loro corpi andavano a ritmo dei loro gemiti. Zoe ansimava quasi più forte di prima, aggrappandosi alle spalle di lui e stringendosi forte al suo corpo, mentre lui si divertiva a baciarle il collo, succhiandole appena la pelle mentre si muoveva con un’abile sinuosità dentro di lei.

-Dio.. sto per v..venire.- sussurrò Zoe, pochi minuti più tardi, sentendo il respiro sempre più affannato. Vennero insieme nello stesso momento, e si strinsero ancora di più tra di loro, fino a quando Zayn non si accascio delicatamente sul corpo esile di Zoe, uscendo dalla sua intimità, e sfiorandole il viso, mentre cercava di far tornare il suo respiro regolare.

-Wow..- sussurrò semplicemente senza fiato.

-E’ stato bello.. ma davvero tanto.- ammise Zoe.

-Vuoi essere la mia ragazza?- chiese lui dolcemente, sorridendo a fior di labbra, guardandola dritto negli occhi.

-Sì.- rispose lei, prima di perdersi ancora una volta tra le labbra di lui.

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Capitolo 5
*** chapter 5. ***


Zoe era così, prima voleva tastare per bene il campo, poi avrebbe preso la sua scelta. Conosceva da poco Zayn, ma mi confidò che aveva completamente perso la testa per lui, e non c’era altra spiegazione al fatto che quella sera ritornò a casa completamente con la testa per aria, e con uno strano profumo addosso, somigliante parecchio a quello di Zayn, fu per quello che, mi catapultai direttamente in camera sua per farmi raccontare tutto nei minimi dettagli. Ero davvero felice per lei, anche se pensavo che avessero fatto entrambi una scelta forse.. affrettata? Sì, poteva definirsi così, ma io credevo anche nei colpi di fulmine, e probabilmente quello lo era.

Il giorno dopo ci svegliammo un po’ tutti di buon umore, e la cosa sembrava davvero strana, visto che c’era sempre qualcosa che ci faceva innervosire, ma quella mattina no, così capii che nel corso della giornata qualcosa sarebbe andato storto, era sempre così.

O forse no? Sta di fatto che stavo morendo dal sonno, e che i miei cereali si stavano per sciogliere nel latte da quanto ero lenta a mangiare. –Ohh, buon giornoo!- urlò Louis sventolandomi una mano davanti gli occhi per farmi svegliare.

-Eh? Ah.. sì, non ho dormito bene.- dissi stropicciandomi gli occhi e gustando il mio latte e cereali. Bevvi anche un po’ di caffè, sperando che facesse anche solo un po’ di effetto, e subito dopo mi stiracchiai emettendo strani suoni.

-Non so che fare oggi.- borbottai, guardando Louis.

-E perché guardi me?- domandò.

-Tu sei sempre quello dalle mille idee!-

-Beh, oggi non ne ho!- rispose secco, scorrendo con il telecomando i programmi mattutini, fin troppo noiosi per i miei gusti.

Non volevo passare un pomeriggio a casa a non far niente, mi sarei annoiata troppo, e la cosa non mi andava assolutamente. Ma Thomas mi aveva già avvisato con un sms che sarebbe stato fuori città per un paio di giorni insieme ai suoi genitori, e questo mi faceva rattristare parecchio, perché significava che avevo meno possibilità di far qualcosa.

-CHE COSA?!- urlò Louis fino a farmi sobbalzare, mentre guardava lo schermo del telefonino. Scoppiò subito dopo in una risata sonora, fino a perdere quasi il fiato, e sarebbe stato interessante scoprire cosa avesse.

-Non ci credo che Zayn e Zoe l’hanno fatto ieri sera!- giusto in quel momento scese le scale Zoe, che era sveglia solo da qualche minuto.

-Ebbene sì mio caro.- disse fiera di sé mia sorella, poggiando le braccia sul tavolo e stampandomi poi un bacio sulla guancia per darmi il buon giorno. –E se proprio vuoi saperlo, stiamo insieme.- ammise, ma ciò non fece altro che provocare altre risate da parte di Louis.

-E farete i piccioncini quindiii?- chiese, ma mia sorella lo congedò dolcemente alzandogli il dito medio.

-Lascialo perdere Zò, è solo stupido.- dissi io scuotendo la testa.

-Parliamo di cose serie.. ho bisogno di fare qualcosa oggi.- borbottai nuovamente, finendo quel poco di latte che era rimasto dentro la tazza.

-Io e Zayn pensavamo di farci un paio di orette in macchina, e andare in spiaggia, volete venire?- chiese Zoe.

-Ma sta distante la spiaggia da Londra!- dissi.

-Fregatene, faremo una “gita”- sorrise.

-Io vengo!- esultò Louis.

-Beh, vengo pure io, ovvio!- risposi infine.

-Bene, andatevi a preparare, Zayn sarà qui fra meno di un’ora.-

Misi in ordine il tavolo della cucina, e mi catapultai immediatamente verso la mia camera per potermi preparare prima che si facesse troppo tardi.

 

-Quale costume metto? Quello zebrato o quello tutto nero?- chiesi voltandomi verso di Louis mentre stavamo preparando i borsoni da doverci portare. Non speravo davvero in una sua risposta, ma mi sorprese.

-Quello Zebrato è più figo, metti quello!- rispose, mentre metteva una maglietta. Indossava già un costume che arrivava all’incirca alle ginocchia, ed era bianco e rosso.

-Ok, corro a metterlo, che si fa tardi!- corsi verso il bagno, chiudendomi lì per una manciata di secondi, e ne uscii fuori con un bel paio di pantaloncini neri, e una maglietta a maniche corte bianca, e cercai un paio di scarpe decenti da poterci abbinare ma, come sempre, optai per le mie converse. Le misi ed afferrai la borsa.

-Dice Zoe che sta per arrivare Zayn, veloce!- dissi, scendendo le scale e trovando mia sorella davanti la porta di casa già pronta per partire.

-Non vedo l’ora di vederlo!- ammise eccitata, benché non si vedessero dalla sera prima.

Un rombo di un motore, mi fece capire che Zayn era proprio davanti casa nostra, e immediatamente Zoe aprii la porta, proprio nel momento in cui arrivò Louis accanto a me, anch’egli pronto per poter uscire. Vidi mia sorella scattare fuori, correndo verso Zayn, e abbracciandolo più forte che poteva appena scese dall’auto. Il sorriso del ragazzo sembrava non finire più, e anche mia sorella era felice, e lo ero anche io senza dubbio. –Faranno così tutto il giorno?- chiese Louis osservando i due nuovi fidanzati. –Beh, c’è da aspettarselo.- ridemmo entrambi, afferrando i nostri borsoni, e chiudendoci la porta alle spalle.

-Buon giorno!- annunciò Zayn facendoci entrare tutti in macchina, dopo che lo salutammo anche io e Louis. Ci aspettavano ben due ore di viaggio, quindi mi sarei dovuta preparare psicologicamente. Odiavo stare in macchina, figuriamoci con Louis vicino a me. Quindi dovevo prepararmi psicologicamente a questa tortura.

 

-Vento! Vento svegliati!- la voce di Louis cominciò a trapanarmi le orecchie, e di questo non ero per niente contenta, specialmente in quel momento che stavo dormendo beata nel sedile della macchina di Zayn. Non mi ricordo nemmeno quando, ma dopo tante risate e relax, mi addormentai improvvisamente. Come al solito Louis non si era tolto il vizio di chiamarmi con quel soprannome così fastidioso.

Aprii gli occhi e me lo trovai davanti.

-Non è un bene svegliarsi con la tua faccia.- ammisi stropicciandomi gli occhi. –Beh, vedi di venire perché siamo arrivati!- mi alzai di scatto dalla posizione assurda in cui stavo messa, e uscii dalla macchina raggiungendo Zayn e Zoe che stavano scaricando le cose dalla macchina, e mi unii a loro per poterli aiutare.

-Ben svegliata!- disse Zayn guardandomi e facendomi un sorriso.

Presi alcuni dei borsoni che servivano, e dopo aver chiuso la macchina, ci dirigemmo verso la spiaggia che stava vicinissima al posteggio. Non andavo al mare da circa due anni. A mio padre non piaceva, e io e mia sorella non avevamo modo di andarci, così dovevamo stare ai suoi programmi. Appena misi il primo piede nella sabbia mi sentii così felice.

Adoravo il rumore del mare.

Sistemammo le nostre cose in un punto qualsiasi della spiaggia, anche perché tutti noi non vedevamo l’ora di lasciarci andare tra le onde del mare, anche se forse a Zayn non faceva così piacere. Sistemai il mio telo sulla sabbia, come stavano facendo tutti gli altri accanto a me.

Tolsi subito i vestiti, e insieme a me lo stava facendo anche Zoe, ansiosa di correre verso il mare. Louis e Zayn sarebbero rimasti ancora un po’ lì. –Vieni Zoe!- le dissi prendendola per mano. Corremmo verso l’acqua più veloce che mai, ridendo soprattutto, e con un tuffo, ci immergemmo sott’acqua bagnandoci completamente. Era solito per noi fare così.

-E’ ghiacciata!- urlai ridendo e uscendo la testa fuori dall’acqua.

Cominciai a farmi una nuotata, seguita da mia sorella, fino a quando non ci fermammo, rimanendo a mollo, nella quiete e nel silenzio che c’era lì.

-Non è favoloso? Erano anni che non venivamo qui.- ammise lei.

-E’ vero, dovremmo farlo più spesso.- quel favoloso silenzio fu interrotto dalle urla di Zayn e Louis che stavano venendo verso di noi, buttandosi a mare in maniera scomposta e confusionaria, ma questo ci fece solamente ridere. Ci raggiunsero anche loro, e la prima cosa che notai fu il bacio che scattò subito tra i due piccioncini.

-E se affogo?- disse Zayn, stampando un altro bacio sulle labbra di Zoe.

-..ti salvo io.- sorrisero entrambi.

-Si vabbè mica potete baciarvi ogni secondo!- protestò Louis. –Io voglio divertirmi, quindi, pronti ai miei schizzi?- ovviamente la sua prima vittima potevo solo essere io, e improvvisamente mi ritrovai tra i mille schizzi d’acqua di Louis, che, divertito, continuava a bagnarmi come se già non lo fossi abbastanza.

-Vuoi la guerra Tomlinson?- mi voltai cominciando a scagliare ondate d’acqua contro di lui, e passammo una buona manciata di minuti a far così, fino a quando non ci guardammo con sguardo di intesa, e in contemporanea, iniziammo a schizzare l’acqua verso Zayn e Zoe che erano troppo occupato a scambiarsi dei dolci baci.

-Non si può stare in pace con voi due!- protestò Zayn, ma si poteva perfettamente notare che stava ridendo.

-Guerra?- propose Louis.

-Guerra sia.- Zayn si caricò mia sorella sulle spalle, senza che lei potesse aspettarselo, e infatti per un momento urlò, chiedendogli cosa stesse facendo, ma capì subito dopo. E io capii che sarei dovuta salire sulle spalle di Louis, così mi aiutò, e subito mi ritrovai sulle sue spalle, faccia a faccia con mia sorella.

-Louis, mi raccomando, equilibrio!- ma improvvisamente mi ritrovai Zayn e Zoe contro di me, e non passò nemmeno un secondo che io e Louis eravamo già caduti in acqua dopo le loro spinte.

-Ma fai pena!- urlai ridendo, e passandomi una mano negli occhi.

-E’ colpa loro!- disse indicando i due fidanzati. Ci catapultammo su di loro che ancora stavano nella stessa posizione di prima, e concludemmo la nostra guerra con delle risate.

 

Pochi minuti dopo eravamo già sui nostri teli a prenderci il sole. Mi misi a pancia in giù, e poi mi voltai notando che accanto a me c’era Louis. –Ma.. sei una persecuzione o cosa?-

-Mhh, mi diverte stare vicino a te e romperti le palle!- ammise contento.

-Fossi in te la smetterei di essere così euforico.- borbottai, nascondendo il viso tra le braccia, per potermi abbronzare le spalle e risposare sotto il sole caldo di quella giornata di Luglio.

Zoe e Zayn stavano con i teli attaccati, entrambi a pancia in giù, mentre si guardavano dolcemente, scambiandosi teneri sguardi d’intesa.

-E’ stato bello ieri sera, sai?- sussurrò Zayn avvicinandosi alle labbra di mia sorella, con cautela. –Sei tu bello.- ammise lei, carezzandogli il viso con due dita. Zayn sorrise, stampandole un bacio sulle labbra, e cominciando subito dopo a massaggiarle i capelli bagnati, passando poi una mano sulla sua schiena, come per farle un massaggio.

-Zay, non possiamo farlo qui in spiaggia!- ironizzò Zoe, notando che lui si era messo a giocare con il laccio del suo costume. Zayn rise dolcemente, avvicinandosi maggiormente a lei e alle sue labbra. –Beh, magari non possiamo fare chissà cosa, ma mi permetti di farti delle tenere carezze, piccola?- chiese, sfiorandole i fianchi con una mano, e facendola distendere di fianco per sentirla ancora più vicina. La prese dalla vita, poggiando una mano sul suo fondoschiena, baciandola dolcemente, cominciando a divertirsi con un lembo del suo costume, proprio come stava facendo qualche minuto prima con quel laccio.

Poggiò le labbra sul collo di Zoe, lasciandole qualche bacio umido e casto. Lei passò una mano tra i suoi capelli, sfiorandogli poi con due dita gli addominali ben scolpiti, e guardandolo poco dopo negli occhi.

-Non li sopporto più.- la voce di Louis interruppe quel dolce momento, e lì Zayn e Zoe, si girarono verso di lui con aria minacciosa contro chi aveva parlato. –Louis, dai, non rompere!- dissi io, dandogli una pacca sul braccio per farlo smettere.

-Esatto, vorremmo stare in pace!- disse Zayn.

-Ohh, ma scusaaatemi!- rispose Louis alzando le mani in segno di colpevolezza, e tornando con la testa indietro per potersi prendere il sole.

 

Il sole continuava a carezzare i miei docili fianchi delicatamente, quando all’improvviso, dopo almeno un’ora che ero ferma lì ad abbronzarmi con gli auricolari nelle orecchie, sentii qualcuno prendermi in braccio di scatto, e non poteva essere nessun altro se non Louis, e di conseguenza cacciai un urlo. Mi prese mettendomi sulla sua spalla, come se fossi un sacco di patate, e corse verso il mare, tra le mie urla.

-Louis! Louis mettimi subito giù!- lo sentivo ridere, e benché gli colpissi la schiena con le mani, non reagiva assolutamente, anzi era sempre più convinto di volermi buttare in acqua. –Dai Louis! Smettila!- urlai ancora, ma invano, visto che ormai i suoi piedi erano bagnati. Arrivato ad un certo punto mi buttò giù in acqua, e andai a fondo, risalendo però subito a galla, altrimenti avrei rischiato di annegare. Boccheggiai per un momento, sentendo ancora le sue risate, e voltandomi verso Zoe e Zayn, mi accorsi che anche loro avevano seguito tutta la scena, e ridevano. Mi voltai verso Louis con aria minacciosa.

-Giuro, questa me la paghi davvero.- mi buttai su di lui cercando di mandarlo sott’acqua, mettendogli una mano sulla testa, e facendolo andare a fondo, e fortunatamente ci riuscii. Ridevo di gusto, fino a quando non tolsi la mano, e lo vidi arrivare di nuovo su. –Beh, è divertente!- ammisi io guardandolo mentre si passava una mano negli occhi.

-E’ stato più divertente prenderti un quel modo e buttarti in acqua!- rise facendo una mossa per sistemarsi i capelli, e scagliando tante goccioline verso di me. –Ma sei peggio di Pocahontas!- feci per ritornare verso la mia tovaglia, ma mentre mi trovavo già a riva, sentii le mani di Louis sui miei fianchi, che mi portarono violentemente di nuovo tra le onde del mare, e come sempre, tutto ciò fu seguito da un mio urlo, e dalle sue risate. –Louis!- urlai. Non so come, e non so nemmeno quando, ma improvvisamente mi ritrovai sulle spalle di Louis, evidentemente perché da sott’acqua era riuscito a prendermi.

-Mettimi giù!- dissi nuovamente. Mi reggeva dalle gambe, e io cercavo di levare le sue dalle mie cosce, ma risultava impossibile, visto che aveva una presa abbastanza ferrea.

-Se mi chiedi scusa per avermi affondato, ti metto giù.- disse.

-Cosa? Io non chiedo scusa a nessuno, piuttosto rimango qui tutta la vita.- misi le braccia conserte, dandogli uno scappellotto in testa, ma non reagì, anzi questo lo fece ridere ancora. Per un momento poi ci fu il silenzio, mentre guardavamo la spiaggia.

-Guarda quei due.- disse osservando Zayn e Zoe attaccati l’uno all’altra.

-Li vedo perfettamente.- ammisi.

-Che ne pensi di buttarci su di loro così, tutti bagnati?- mi mise giù, guardandomi con sguardo complice, e sinceramente poteva essere una cosa divertente vedere le reazioni dei due fidanzati, così lo assecondai, e con passo felpato ritornammo sulla sabbia, facendo in modo che non ci potessero vedere. Ci buttammo a capofitto su di loro, che sobbalzarono quasi dallo spavento, e Zayn si alzò di scatto, pronto ad inseguire Louis anche per tutta la spiaggia. Louis fece un urletto come per imitare quello di una ragazza, e scappava tenendo le braccia in aria.

-Aiiiuto, ora Zayn mi uccide!- urlava, scappando.

Osservai la scena da lontano, mentre stavo praticamente buttata su mia sorella. –Sei ancora su di me Ar!- io risi guardando l’assurda posizione in cui ci trovavamo, e lei rise con me.

-Vedete? Tu e Louis siete due deficienti, avete questo in comune!- ammise.

-Ma va!- dissi per tutta risposta. –Era tanto per divertirci, hai visto come ci stavamo uccidendo in acqua prima.- a questa affermazione le sfuggì un sorriso, pensando alle mie grida di qualche minuto prima.

Osservavamo i due ragazzi che si stavano esibendo in una “lotta” lì nella sabbia, e Louis stava evidentemente perdendo maledettamente contro Zayn. –Vieni, andiamo a farci un bagno.- presi mia sorella per mano, aiutandola ad alzarsi, e camminammo piano verso la riva.

-Tu e Zayn vi siete baciati tutto il tempo.- dissi, guardandola, ma lei non rispose, e si limitò a sorridere timidamente, con le guance che quasi le stavano diventando più rosse di un pomodoro, la strinsi a me, cingendole la vita.

Ci buttammo entrambe a mare, e tutti insieme, passammo forse più di un’ora lì a divertirci tra le onde marine, che ci accarezzavano.

 

-Si sta facendo tardi.- disse Zayn, notando che ormai a quell’ora il tramonto era quasi all’orizzonte. Avevamo passato un’intera giornata lì, e non ci dispiaceva affatto, e adesso osservare il tramonto era qualcosa di assolutamente rilassante. Erano circa le sette di sera, e saremmo dovuto tornare a casa assolutamente, anche se mi doleva abbandonare quel posto. –Prepariamoci, è ora di tornare a casa.- disse sbuffando mia sorella, che cominciava a prendere i suoi vestiti per poterli indossare.

Insieme a lei anche Zayn e Louis i stavano preparando, così decisi di farlo anche io, mettendo di nuovo i pantaloncini di jeans che indossavo. Avevamo passato le ore precedenti tra schizzi in acqua, risate, cibo, e c’era anche ci si era divertito a scambiarsi qualche bacio, come la nuova coppia che si era formata nel gruppo. Louis aveva passato l’intera giornata a torturarmi, come previsto dopotutto.

Sospirai, osservando ancora una volta i colori del mare, e del sole che calava lentamente. Afferrammo le nostre borse, e la nostra prima meta era la macchina, e poi saremmo andati a casa. Ero davvero dispiaciuta, in fin dei conti avevo passato una giornata davvero molto divertente e rilassante, senza la voce di mio padre che mi assillava continuamente.

-Beh, siamo pronti per andare.- annunciò Zayn chiudendo il portabagagli, e sospirando perché sapeva che doveva fare altre due ore piene di macchina, e la cosa non era per niente confortante.

Salimmo tutti in macchina. Il sole mi faceva venir sonno, e penso che, come per il viaggio dell’andata, avrei dormito tutto il tempo, almeno avrei fatto passare quelle ore in santa pace.

-Vi va di venire a casa mia? I miei genitori non sono in città, e potete rimanere a dormire.- disse Zayn prima di mettere in moto, e tutti acconsentimmo, io per prima. Non avevo voglia di tornare a casa mia, o meglio, di tornare alla realtà. Quella realtà così fastidiosa che viveva in casa mia.

-Louis, chiami tuo padre e dici che non torniamo?- lui annuì semplicemente, mandando con il cellulare un messaggio a Bill, per dirgli che saremmo rimasti fuori anche la notte. Senza volerlo ormai gli occhi mi si chiudevano da soli dalla stanchezza, e mi distesi su quasi tutto il sedile posteriore, poggiando la testa sulle gambe di Louis.

-Non.. ti dispiace, vero?- chiesi quasi timida.

-No no, tranquilla.- notai una punta di dolcezza quasi nelle sue parole, che raramente sentivo, nei miei confronti, però ero troppo stanca per riflettere.

 

Quando aprii gli occhi eravamo già quasi arrivati a casa, e mi ritrovai una mano di Louis poggiata sul fianco, probabilmente involontariamente, visto che anche lui stava dormendo. Notai poi che l’unica persona sveglia lì era Zayn che stava guidando. Alzai appena il busto stropicciandomi gli occhi. –Hey!- disse Zayn, guardandomi dallo specchietto retrovisore.

-Hey- sussurrai con la voce ancora impastata dal sonno, e gli feci un sorriso, guardando gli altri che ancora dormivano.

-Dove siamo?- domandai guardando fuori dal finestrino.

-Quasi arrivati, siamo entrati da poco a Londra.- disse, mantenendo il controllo del volante. Ci fu poi uno dei soliti momenti di silenzio.

-Sono felice per te e Zoe.- dissi avvicinandomi al suo sedile per potergli parlare a bassa voce, senza svegliare nessuno. –Anche io lo sono- ammise, con un sorriso. –Mi ha colpita fin da subito, e probabilmente all’inizio volevo fare un po’ il “figo” con lei, ma non ce l’ho fatta.. subito dopo ho capito che mi aveva colpito troppo.- sembrava tutto il contrario di Louis; romantico, dolce, aggraziato, a differenza di quell’essere che stava alla mia sinistra. –Beh, lei aspettava da tanto qualcuno che le facesse battere il cuore così.- dichiarai. –Inizialmente mentiva, dicendomi che a lei non piacevi, ma io la conosco, so quando mente e quando dice la verità.- continuai.

Lui abbozzò un sorriso, voltandosi poi verso Zoe, che stava lì a dormire. Improvvisamente sentii qualcuno muoversi alla mia sinistra ed era proprio Louis che si era appena svegliato.

-Buon giorno! Dove siamo?- domando stiracchiandosi in modo scomposto, e scuotendo i capelli per sistemarli, come faceva ogni volta che si svegliava. –Quasi arrivati Lou! Cinque minuti circa!- rispose Zayn all’amico.

Infatti, passarono una manciata di minuti e ci ritrovammo davanti casa Malik. Fece in modo che la macchina potesse entrare nel garage, e poi io e Louis scendemmo dalla macchina, mentre Zayn si preoccupava di svegliare Zoe.

Subito dopo entrammo dentro casa, e Louis si buttò sul primo divano che incontrò strada facendo, troppo stanco anche solo per pensare.

-Ragazzi, un po’ di vitalità!- disse Zayn ridendo.

-Ho bisogno di una doccia.- borbottai toccandomi i capelli, maledettamente sporchi di sale. –Puoi usare la doccia se vuoi! Non ci sono problemi!- Zayn mi sorrise, indicandomi con il dito la porta del bagno.

-Davvero?- chiesi.

-Certo!-

-Con il vostro permesso, mi accomodo sotto la doccia!- non ricevetti nessuna risposta, erano tutti troppo stanchi per proferire parola. L’unico fu Louis che mi urlò che subito dopo di me avrebbe utilizzato lui la doccia. Afferrai il mio telo da male, che avrei usato al posto dell’accappatoio.

Entrai dentro la doccia dopo aver tolto tutti i vestiti, e mi lasciai andare completamente sotto il getto freddo e rilassante. In estate era un vero toccasana farsi una bella doccia ghiacciata. Non so nemmeno quanti minuti stetti lì sotto il getto d’acqua ma sicuramente non poco, fino a quando qualcuno non bussò alla porta.

-Vento! Hai finito?- già dalla prima parola riuscii a capire chi fosse, e roteai gli occhi. –Due minuti, e poi la doccia è tutta tua!- borbottai.

Chiusi il getto, e uscii dalla doccia, mettendo immediatamente il telo intorno al corpo, coprendomi interamente.

Il bagno di casa di Zayn era enorme, quasi da perdersi. Mi soffermai davanti lo specchio, cosa che mi capitava di fare sempre, mi accorgevo sempre come cambiavo io. Legai i capelli con una pinza che avevo sempre con me, e uscii dal bagno così com’ero, ritrovandomi Louis davanti, con una mano poggiata allo stipite della porta. Lo guardai dal basso, visto che ero più piccola di lui.

-Posso?- domandò acido.

-Prego vai pure!- e così dicendo feci per andarmene.

Girovagai per casa, trovandomi poi Zoe, seduta sul divano del salone.

-Hey, dov’è Zayn?- chiesi sedendomi vicino a lei.

-E’ in camera sua a cambiarsi, e dopo dovrebbe preparare le camere degli ospiti.- rispose sorridendo.

-Andiamo ad aiutarlo?- proposi, e lei annuì semplicemente.

-Solo.. dammi il tempo di cambiarmi e mettere dei vestiti decenti.- risi, frugando nel mio borsone, ma non avevo niente da indossare. –Beh, vedi se Louis ha qualcosa!- disse lei indicandomi il borsone di Louis.

-Mh.. già, anche se poi dovrò farmi altre settanta docce per togliere la sua puzza.- aveva lì una maglietta extra-large che mi parve perfetta da indossare, e facendo attenzione che non arrivasse nessuno, e mi rivestii.

Notai che quella maglietta mi arrivava quasi alle ginocchia.

Andando verso la camera di Zayn, incontrai Louis, che probabilmente era uscito da poco dal bagno, e mi guardò sbalordito mentre indossavo la sua maglietta. –Che ci fai con quella?- domandò sbarrando gli occhi. –Non avevo niente da mettere.- risi.

Scosse la testa, dirigendosi da tutt’altra parte.

-Bisogno di una mano Zayn?- chiedemmo io e mia sorella, mentre era affaccendato in una delle camere degli ospiti.

-Si grazie! Metteresti queste lenzuola in questo letto?- io e Zoe, ci preoccupammo di aiutarlo, mentre lui sistemava il resto della camera.

-Tranquillo, è okay, non ho bisogno di dormire nel lusso.- dissi e tutti e tre ridemmo.

Probabilmente quella sera nessuno di noi riuscii a rimanere sveglio per molto ancora, troppo affaticati da quella giornata. Forse gli unici che rimasero svegli qualche ora in più furono Zayn e Zoe, e ciò lo si poteva dedurre dai rumori che venivano dalla stanza in cui dormivano loro, che era vicina alla mia. Sta di fatto che passammo una giornata davvero divertente in compagnia.

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Capitolo 6
*** chapter 6. ***


Come previsto il ritorno a casa fu veramente traumatico per me. Rivedere mio padre non mi faceva di certo tranquillizzare, anzi, tutto il contrario, e sapere che non si stava preoccupando nemmeno per sbaglio di togliere Louis dalla mia camera, quindi di aggiustare quella cavolo di tubatura, mi rendeva ancora più nervosa. Decisi che era assolutamente il caso di andare da Thomas, era tornato proprio quella mattina, e mi mancava maledettamente.

Presi la bicicletta vicino al mio cancello, e salendo su, andai verso casa del mio adorato migliore amico, che da come mi aveva scritto in un sms, aspettava solo me in quel momento. Evitando di farmi investire da circa due macchine, riuscii ad arrivare proprio davanti casa sua, e lui era lì nel suo giardino, e appena mi vide, mi corse incontro, stringendomi forte senza nemmeno darmi il tempo di scendere dalla bicicletta. –Piccola!- urlò abbracciandomi più forte che poteva, e stampandomi un bacio sulla guancia. –Tomi!- risposi di rimando.

Scesi dalla bici, mettendola nel suo giardino, in modo scomposto, ma in quel momento mi importava solo di lui.

-Allora? Ti va di fare una passeggiata?- domandò, prendendomi dalla vita, e portandomi fuori dal suo cancello nel viale di casa sua, dopo che io annuii alla sua proposta.

-Dove sei stata ieri?- chiese.

-Sono stata a mare con Zoe, Louis e Zayn!- dissi con un sorriso.

-Cosa mi dicevi per messaggio? Che Zoe e Zayn stanno insieme?-

-Ebbene sì, hai capito perfettamente!-

-Beh, se ha lo stesso carattere di Louis, allora.. povera Zoe!- ridemmo.

-No, è totalmente il suo contrario, dolce e romantico.-

-Oh, allora sono felice per lei!-

-Anche io lo sono, sai quanto è stata male per quel suo ex due anni fa, no? Si è ripresa da poco, e sono felice che adesso ci sia Zayn a renderla felice, ho solo paura che possa farla soffrire di nuovo.- Qualche anno prima Zoe aveva avuto una brutta storia d’amore con un ragazzo, un tipo che non mi piaceva assolutamente. Stettero insieme per quasi un anno, e poi lui, ubriaco, si ritrovò a baciarsi con l’ex migliore amica di Zoe, proprio davanti i suoi occhi, così lei oltre a perdere un’amica, perse anche un ragazzo, un ragazzo che per lei aveva significato molto.

-Non succederà vedrai.- sussurrò Thomas.

-Tu che hai fatto?- chiesi io.

-Sono stato con i miei in un posto noiosissimo.- sbuffò. –Mi hanno fatto girare circa cinque musei in un giorno, e non ce la facevo più, avevo bisogno di riposare! L’unica cosa positiva è stata che ho comprato un sacco di cose!- ammise contento. Lui come me era uno spendaccione, non sapeva limitarsi, e forse era anche uno dei motivi per cui eravamo migliori amici.

-Sei sempre il solito!- dissi con un sorriso, e subito dopo sentì le sue docili labbra stampate sulla mia fronte. Sapeva che era una cosa che mi piaceva da impazzire, e per questo lo faceva sempre.

-Non vorrei mai tornare a casa, sapere che c’è mio padre mi fa star male.- ammisi, beccando una panchina e sedendomi insieme a Thomas.

-Ancora storie?- chiese.

-Perché sono mai finite? Sono anni che va avanti così, e non la smetterà mai secondo me.- sussurrai poggiandomi sulla sua spalla dolcemente.

-Al massimo, ti trasferisci qui da me!- disse ridendo.

-Ma magari, lo preferirei.-

-Louis? Che dice?- domandò, con una risatina.

-Oh, al solito insomma. Ieri a mare si è divertito a buttarmi in acqua ogni secondo praticamente! Però ci sono quelle volte in cui forse penso che abbia un lato positivo, caratterialmente parlando.. ma dura solo per qualche secondo.- scossi la testa passandomi una mano tra i capelli.

-Tipo?-

-Mh, ieri in macchina mi sono addormentata sulle sue gambe, e non ha protestato.- ammisi facendo un sorriso.

-E’ un passo avanti!-

-Si, ma non sperate in nient’altro, perché non succederà mai niente tra me e Louis! Vi siete messi tutti cose strane in testa!- risi, e Thomas rise insieme a me. Rimanemmo qualche oretta lì, a chiacchierare, a ridere, a divertirci, come sapevamo fare solo noi. Qualsiasi cosa ci faceva ridere, e in tutto trovavamo qualcosa di divertente. Il nostro era un rapporto che non conosceva fine, sarebbe stato per l’eternità, ed era una promessa diceva lui. E lui le promesse le manteneva sempre.

Guardai l’orologio, ed era l’ora di tornare a casa, erano circa le sette di sera, e non potevo permettermi di essere in ritardo per la cena, ma lo facevo solo per evitare ulteriori litigate con mio padre.

-Devo andare..- brontolai, mettendo il broncio.

-No, rimani dai.- rispose Thomas.

-Vorrei ma.. sai com’è.-

-Già.. lo so purtroppo, allora ci sentiamo in chat stasera?- alla sua domanda, annuii subito e poi gli stampai un dolce bacio sulla guancia.

-Ciao Tomi!- lo salutai con la mano salendo nella mia bici pronta per ritornare verso casa mia. Pensai che dovevo aggiornare il mio diario, non scrivevo lì da troppo tempo, ma prima avrei voluto parlare con Zoe.

Entrata a casa mi accorsi che c’era un silenzio totale. L’unico rumore che si sentiva era quello della televisione. Mio padre e Bill erano attaccati allo schermo che stavano guardando una interessantissima partita di Football. Inizialmente mi piaceva molto di più, con il crescere persi quella passione. Salii le scale, dopo aver salutato i due, e mi diressi verso camera di mia sorella.

-Hey Zoe!- aprii la porta, e la ritrovai distesa nel letto con il cellulare in mano, mentre ascoltava un po’ di musica.

-Che stai facendo?- chiesi entrando.

-Sto massaggiando con Zayn, e ascolto un po’ di musica, tu sei arrivata adesso?-

-Sì, da qualche minuto, sono stata due ore fuori con Thomas!- dissi.

-L’avevo intuito!- rise.

-Non sento la presenza di Louis, dov’è?- domandai curiosa. Di solito quando Louis era in casa si notava subito, e mi stupiva il fatto che non sentivo la sua voce odiosa gironzolare per casa.

-E’ in camera, non ho idea di quello che stia facendo.- fece spallucce, fissando il cellulare continuamente.

-Vado in camera, così vedo anche che sta facendo!- le diedi un bacio sulla guancia, e uscii dalla stanza per andare in camera mia. Aprii la porta e la scena peggiore mi si parò proprio davanti agli occhi. Ciò di cui temevo, ciò di cui avevo paura dal primo secondo in cui Louis si presentò in camera mia. Era lì seduto sul mio letto con il mio maledettissimo diario tra le mani. Aveva già letto molte pagine, era quasi a metà, e io sarei scoppiata a piangere dai nervi proprio in quel momento. La rabbia mi stava quasi per uccidere, tanto da non riuscire a proferir parola. Si voltò verso di me, accorgendosi della mia presenza e sobbalzò all’improvviso.

-Che cazzo stai facendo Louis?!- mi avvicinai a lui strappandogli il diario di mano, e colpendolo alla spalla. –Ti ho detto un milione di volte di non frugare tra le mie cose, e tu lo hai fatto!- il tono della mia voce si alzava sempre di più, e stavo diventando sempre più nervosa.

-Io non volevo.. stavo solo cercando un paio di auricolari.- disse innocente, ma non serviva a niente, il danno l’aveva fatto e io adesso ero furiosa. Nessuno mai aveva letto il mio diario, e lui aveva osato aprirlo, e leggere ogni mio segreto più intimo, tutto su di lui soprattutto. C’erano tutti i pensieri su mia madre lì, tutte le poesie dedicate alle persone di cui ero innamorata. Tutta la mia vita era scritta lì. –Ti odio Louis, ti odio con tutto il mio cuore!- lo presi dal braccio facendolo alzare dal mio letto, mentre tenevo ancora il diario in mano. Le lacrime ormai stavano cedendo. Non mi sarei contenuta ancora per molto. –Da quando ci sei tu, tutto è peggiorato, tutto!- urlai ancora, sputando tutto ciò che tenevo dentro da troppo tempo, e adesso nessuno riusciva a controllarmi. Notai che anche Zoe era entrata in camera mia, e io continuavo senza sosta ad insultarlo, senza ricevere alcuna risposta da parte sua.

-E non guardarmi come se non avessi fatto niente, cazzo! Hai letto tutto, tutta la mia vita, e cosa sarà adesso? Una scusa per prendermi ancora in giro? E no, perché adesso mi sono veramente stufata di te. Pensavo di potercela fare, ma invece no Louis, vaffanculo!- strillai ancora per molto, fino a quando in camera mia non giunse anche mio padre, che provò a calmarmi ma senza successo. Mi strinse dalle spalle, e io con una mossa lo scansai immediatamente. Era l’ultima persona da cui volevo consolazione.

-Mi sono stufata di tutto! Perché fingere di star bene, quando ho un padre che non meriterebbe nemmeno che io viva con lui, e un coinquilino che ha solo peggiorato questa situazione?- non smettevo di piangere, e tutti mi guardavano attoniti. Stavo dicendo tutto ciò che pensavo, e che volevo dire da quando quello stupido ragazzo aveva messo piede in casa mia. Era tutta una sofferenza. -..Ora questo- continuai. –Ti avevo detto milioni di volte di non toccare le mie cose, e tu l’hai fatto, senza me a casa addirittura! Ma chi ti credi di essere?- ancora una volta mio padre provò a calmarmi con qualche parola, ma fu impossibile.

Ordinai subito dopo a tutti coloro che erano dentro la mia stanza di uscire, Louis compreso. Era andato via con una faccia da cane bastonato, ma giuro che l’avrei picchiato fino a farlo star male.

Lo odiavo, non c’era nient’altro da dire.

Mi buttai sul letto, completamente in lacrime, sentendo il dolore percorrere ogni singolo angolo della mia pelle in quel momento.

 

Caro diario,

non ho le forze nemmeno di scriverti probabilmente. Mi chiedo perché ultimamente scrivo solo cose terribili. Perché? E’ successa la cosa che più temevo. Tornando a casa ho ritrovato Louis che leggeva tutte queste pagine. E’ stato devastante. Vorrei andar via, mi sento cadere a pezzi, e tutto sembra oscurarsi ogni secondo di più.

Perché sono costretta a vivere in tutto questo casino?

Tua Arya.

 

Chissà quale maledetto piano aveva riservato per la mia vita il destino, e cosa aveva in mente in quel momento, cosa voleva fare della mia piccola anima dispersa tra la folla. Non riuscivo nemmeno a leggere una pagina del libri che di solito mi rilassavano, ero troppo nervosa pure per pensare. Leggevo le parole, ma passavano quasi inosservate, e non riuscivo a capire il senso di ciò che scorrevo con gli occhi, e odiavo questa maledetta sensazione.

Non so cosa sarebbe capitato ancora, adesso.

Non avrei più voluto vedere Louis per il resto della mia vita.

Non avrei più voluto vedere mio padre per il resto dei miei giorni.

Eppure ero costretta, no?

Mentre la mia mente si perdeva in discorsi contorti, qualcuno varcò la soglia della mia stanza, e io alzai solo lo sguardo, con gli occhi gonfi, e pieni di lacrime. Era Zoe, ma probabilmente non avevo voglia di parlare nemmeno con lei.

-Hey..- sussurrò mettendosi con me nel letto. Io non proferii parola, semplicemente mi limitai ad osservarla, mentre spostavo i capelli dal mio viso, e mi mordevo nervosamente il labbro.

-Non devi fare così.- disse, toccandomi una gamba.

Continuai a non risponderle, ma sta volta il mio sguardo era perso nel vuoto, e tutto il mio corpo era assolutamente disconnesso, ma poi riuscii a trovare le forze di dire qualcosa.

-Voglio solo andar via da qui.- sussurrai con un fil di voce.

-Andrà tutto bene.- provò a consolarmi. Si alzò così, all’improvviso, e andò via, lasciandomi lì da sola. Mi distesi meglio sul letto, cominciando a pensare a troppe cose, fino a quando non chiusi gli occhi lentamente.

 

Un rumore in camera mia mi fece sobbalzare all’improvviso, proprio mentre dormivo, e aprii gli occhi di scatto, trovandomi Louis nella stanza, che sistemava i suoi vestiti, forse per la prima volta da quando era in quella casa. Avevo dormito forse un quarto d’ora, e anche di meno, ma sembrava esser passata un’eternità, ma subito dopo tornai a preoccuparmi di Louis Tomlinson nella mia stanza. Si voltò accorgendosi del fatto che io mi ero svegliata, e si rigirò immediatamente, cercando di non far incontrare i nostri occhi.

-Mi dispiace.- sentii, ma per me la sua voce era come se non esistesse.

Mi girai dall’altro lato, dandogli le spalle, e mi sarei voluta riaddormentare molto volentieri in quel momento, poi svegliarmi, e non vederlo mai più.

-Non volevo.- continuava a parlare e io continuavo a non dargli corda.

Probabilmente in quel momento era girato verso di me, ma io non riuscivo a vederlo, e di certo non mi sarei voltata verso di lui per guardarlo. Ero già abbastanza stufa di tutto, specialmente di lui.

-..dico davvero.- la sua voce aveva un non so che cosa di dolce, ma non mi ero soffermata su quello, poco mi interessava. –L’avevo preso per sbaglio, e avendo letto così per caso il mio nome decisi di continuare a leggere, ma non l’avevo fatto solo perché poi ti avrei presa in giro ancora di più.- La sua voce era apparentemente sincera. Eppure, la mia mente continuava a dirmi che non avrei dovuto dargli corda, perché avrei dovuto alla fine? Non avevo una motivazione valida, e seria.

-Vorrei stare da sola.- borbottai.

-Ma..- Louis provò a parlare ma io lo interruppi subito. –Niente “ma” Louis, vai via per ora. Non voglio avere a che fare con te.- a quel punto, decisi di girarmi, e lui era proprio lì, in piedi davanti al mio letto, ma non aveva intenzione di andar via, e la cosa mi stressava e mi innervosiva sempre di più.

-Non voglio che tu sia arrabbiata con me.-

-Sei solo falso, Louis, nient’altro.- si sedette nel letto vicino a me, ma non volevo che mi stesse così vicino, e quasi provavo ad allontanarmi. Lo guardai fisso negli occhi. Ero stufa di tutto questo, e quel litigio stava peggiorando tutte le cose.

-Penso di aver capito che persona sei, dopo aver letto il tuo diario.-

-Ti prego, non ricordarmi che tu hai letto il mio diario.- dissi, mentre cercavo di trattenere le lacrime, stringendomi i capelli tra le dita, come se volessi scacciare ogni pensiero negativo in quel momento.

-E’ stato tutto uno sbaglio.- ammise.

-Non mi interessa! Sei un motivo in più per soffrire.- le mie parole diventavano sempre più cattive, ma non mi interessava più ormai.

-La mia vita va già abbastanza male, non trovi? Se hai letto bene le pagine del mio diario te ne sarai perfettamente accorto, perché di pagine in cui parlo di felicità, di star bene, e di allegria ne esistono ben poche, e tu.. non fai altro che peggiorare il tutto.- avevo cominciato a parlare a ruota libera, senza nemmeno fermarmi, fino a quando improvvisamente, mentre mi ritrovavo a parlare ancora, sentii le labbra di Louis premere contro le mie. Non so cosa stava succedendo, ma sembrava che tutto si fosse fermato per un momento, fino a quando non tornai alla realtà, e spinsi Louis lontano da me, guardandolo sconvolta.

-Perché cazzo l’hai fatto?- chiesi, passandomi una mano sulle labbra.

-Oddio non lo so.- disse sbarrando gli occhi. –Tu non mi piaci, non lo so perché l’ho fatto.- ammise guardandosi intorno imbarazzato.

-Nemmeno tu piaci a me!- dissi, ancora attonita. 

-Scusami, non dovevo.- continuava a scusarsi, e una cosa che mi infastidiva erano proprio le persone che continuavano a chiedere scusa continuamente per qualsiasi cosa, mi davano davvero fastidio.

-Basta dire scusa, Louis!- sbottai. –Cosa hai nel cervello? Prima leggi il mio diario, poi mi baci senza manco sapere perché. L’ho detto fin dal primo giorno in cui ti ho visto che sei uno stupido.- roteai gli occhi, scuotendo la testa. Lui teneva lo sguardo basso, come se fosse ancora in colpa, come se adesso i rimorsi gli stessero ribollendo nello stomaco, fino a farlo sentire male.

-Potresti anche uscire dalla mia stanza adesso.- borbottai, ma lui non si mosse nemmeno di un centimetro da quella posizione, allora decisi di andare io, almeno avrei preso un po’ d’aria in giardino, pensando al nulla. Sarebbe stato divertente. Fuori c’era un leggero venticello, che mi faceva rilassare, e così mi sedetti su una delle sedie che c’era sul prato del mio giardino.

Mi aveva baciata.

Quel pensiero continuava a raggirarsi nella mia testa, facendomi quasi impazzire. Poggiai le mani nelle tempie, perché l’unica cosa che volevo fare era non pensare a niente, ma avevo in mente solo quel fottutissimo bacio di.. mezzo secondo. Non capivo perché l’aveva fatto, per quale assurdo motivo, a me oscuro. Eppure.. l’aveva fatto.

Non me ne capacitavo, non mi sembrava possibile. Ma soprattutto aveva avuto il coraggio di farlo, proprio quando io ero maledettamente incazzata con lui. Aveva coraggio da vendere.

Vidi arrivare mia sorella Zoe, all’improvviso, che evidentemente cercava proprio me. –Ar, tutto bene? Ti ho vista andare via da camera tua con una foga assurda.- disse mettendosi vicino a me, evidentemente preoccupata per il mio stato d’animo, che ovviamente non era dei migliori.

-Louis.- risposi semplicemente, osservandola.

-Ancora?- chiese esterrefatta. 

-Zoe, mi ha baciata. Mentre gliene stavo dicendo di tutti i colori mi ha presa.. all’improvviso, e mi ha stampato un bacio sulle labbra, e l’ho scacciato via subito. Dice che non sa perché l’abbia fatto.- mi morsi il labbro nervosamente, continuando a guardare mia sorella, che rimaneva sempre più sconvolta dalle mie parole.

-Sapevo che c’era qualcosa!- ammise.

-Cosa?! Non c’è niente Zoe! Subito dopo ha ribadito che a lui non piaccio, e non sapeva per quale motivo l’aveva fatto, tutto qui. Nemmeno a me piace, e lo sai.- scossi la testa, lasciandomi andare nella sedia, come se stessi per affondare, quasi.

-Non ha senso tutto ciò.- rispose semplicemente.

-Niente ha senso per ora.- dissi per tutta risposta.

 

Qualche minuto dopo, ci ritrovammo tutti insieme a tavola, e io mi sentii profondamente a disagio, e lo si poteva capire perché osservavo incessantemente il piatto. La cosa più spiacevole era che mi sentivo osservata da tutti, quando probabilmente non era così.

Sia Bill che mio padre cercavano di rompere i silenzi agghiaccianti, oppure introducevano qualche discorso parlando tra di loro, ma per il resto, io, Louis e Zoe, eravamo molto silenziosi, io per prima, che ogni tanto mandavo occhiatacce a Louis, che stava proprio di fronte a me.

Non riuscii nemmeno a finire la cena e ad un certo punto quasi lanciai la forchetta dal nervoso. –Arya, che succede?- domandò mio padre guardandomi. Aveva la faccia tosta di chiedermi cosa avessi, o meglio cosa succedeva. Era ovvio, era scontato, era lampante. Aveva assistito qualche ora prima a quella lite, e poi, mi chiede cosa succede. Non risposi, mi limitai a guardarlo negativamente, e a fare una piccola risatina nervosa.

-E’ tutto ok, papà.- risposi, assumendo un aria da persona che stava cercando di non esplodere davanti una situazione alquanto scomoda per sé stessa. Scossi la testa, ridacchiando di nuovo, e sospirando subito dopo.

-Arya.- mi chiamò di nuovo catturando la mia attenzione, e io mi dovetti girare verso di lui.

-Cosa c’è?- chiesi, sentendo che ormai il mio esser acida stava uscendo con molta tranquillità. –Che hai?- domandò di nuovo.

-Mi sembri stupido a volte, ma tranquillo, non sei l’unico.- così dicendo, guardai Louis, e mi alzai dal mio posto per poter andare in camera mia.

Questa volta mi chiusi a chiave.

Ed era la prima volta che lo facevo da quando era arrivato Louis in casa, ma non volevo proprio vedere nessuno, specialmente lui.

Afferrai il cellulare, mandando subito un sms a Thomas, ancora ignaro della situazione in cui mi trovavo. Avrei voluto vederlo in quel momento, ma era tardi per poter uscire di casa. Così mi ritrovai lì, senza sapere che fare, da sola.

Da sola.

Quella piccola frase mi risuonava nel cervello, in maniera scomoda soprattutto. La solitudine si sapeva, era la mia più grande paura. Perché allora ero lì da sola?

Mi avvicinai alla finestra della mia stanza, e mi poggiai al davanzale, osservando il tramonto che era solito arrivare a quell’ora in estate, e decisi di guardarlo, senza muovermi, perdendomi nei suoi colori arancioni, rossi, e gialli, che mi piacevano tantissimo.

Il silenzio era rilassante in quel momento, e non mi dava fastidio, anzi mi piaceva, mi faceva star meglio. Sarei stata lì ferma tutto il tempo, se qualcuno non avesse bussato alla porta due minuti dopo, provando più volte poi ad aprirle. E mi alterai emettendo quasi un ruggito appena sentii quei rumori, e dovetti andare verso la porta.

-Sei Louis?- chiesi tenendo la mano nella maniglia.

-No, babbo natale.- disse il ragazzo dall’altro lato della porta. A quel punto era un motivo in più per non aprire la porta.

-Va bene, allora puoi rimanere lì- dissi, buttandomi sul letto, e mettendo gli auricolari alle orecchie per evitare di sentire, ma nemmeno il suono della musica riusciva a soffocare la voce di Louis, e il rumore della sua mano che sbatteva contro la mia porta.

-Arya, aprimi cazzo!- sbottò.

Mi alzai nervosa dal letto, e aprii la porta.

-Cosa vuoi?- chiesi guardandolo fisso negli occhi.

-Volevo solo entrare.- si fece spazio, scansandomi, ed entrò nella mia stanza, senza troppi riguardi. Chiusi la porta alle mie spalle, scuotendo la testa. Era impossibile liberarsi di Louis.

E chissà se mai un giorno me ne sarei davvero liberata, chissà se mai sarebbe sparito dalla mia vita per sempre.

Probabilmente il quel momento era l’unico mio desiderio, l’unica mia preghiera, ma forse era qualcosa di impossibile che non sarebbe capitato mai.

-So che mi odi Arya, ma volevo solo dirti che starò qui ancora per molto, mio padre mi ha detto che da noi sono successi troppi casini.- disse cominciando a maneggiare con il suo cellulare, probabilmente per fare qualche suo stupido gioco, o per parlare con Zayn.

-Fino a quando non andrai via da questa stanza, odierò te, e mio padre soprattutto, che ancora non si decide a sistemare quella maledettissima stanza!- dissi, ritornando ad ascoltare la mia musica.

Continuava a vagarmi solo un pensiero nella testa.

Era davvero impossibile liberarsi di Louis Tomlinson.

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Capitolo 7
*** chapter 7. ***


Chissà cosa mi stava succedendo in quei giorni, probabilmente sentivo uno strano influsso positivo e angoscioso allo stesso tempo che mi scorreva nelle vene, e sarebbe stato curioso sapere cosa fosse a farmi provare questa assurda sensazione. Ero confusa probabilmente, ma non conoscevo il reale motivo di tale disordine.

Però le giornate che seguirono quella fatidica cena, sembravano bene o male rilassanti, e serene, fino a quando qualcuno come Louis o mio padre, distruggeva quella pace, e quel relax, ma poco mi importava, perché avevo imparato a fregarmene, ormai.

Un mese quasi era passato da quando Bill e Louis fecero ingresso a casa mia, e la sua presenza stava diventando così monotona, tanto che quello che mi diceva, non mi importava nemmeno più, benché, dopo quella litigata e quel bacio, il nostro rapporto fosse tornato come prima, quindi ci divertivamo in un certo senso, ma ci torturavamo a vicenda, e soprattutto lui torturava me.

In quel momento, mi ero svegliata da circa cinque minuti, e avevo ancora la testa sotto il cuscino, perché non riuscivo ad alzarmi dal mio letto. Era così comodo.

Qualcosa però, o meglio dire qualcuno, mi fece quasi sobbalzare dal letto, con la sua voce squillante anche di prima mattina. Anche se non ero poi così sicura che fosse prima mattina.

-Ciao Ventooo! Alzati, è mezzogiorno!- urlò Louis, togliendomi il lenzuolo di dosso, e facendomi cacciare un mugugno, mentre mi soffocavo da sola il viso con il cuscino, sperando che quello fosse un sogno.

Ma purtroppo non lo era, e davvero la voce di Louis mi stava martellando il cervello già in quel momento, quando ero sveglia da soli cinque minuti.

-Louis, non rompere.- sbottai io, riprendendomi il lenzuolo, e nascondendomi sotto di esso, ma nuovamente mi fu tolto, e quasi non cacciai un urlo dal nervoso.

-Ma è ora di alzarsi!- disse in tutta risposta, buttandosi sul suo letto, facendo un rumore assurdo. Evidentemente non era possibile rimanere a dormire, così mi alzai, accorgendomi di aver praticamente tutto il pigiama in disordine, e mi riordinai velocemente.

-Non mi interessava vedere quasi le tue tette.- sbottò lui voltandosi di scatto. –Cazzi tuoi, succede questo se convivi con una ragazza.- mi alzai, sistemando i capelli in una coda, e subito dopo mi stropicciai gli occhi. –Voglio dormire.- borbottai, senza riuscire ancora ad alzarmi totalmente dal letto, quindi rimasi lì seduta ancora per un’altra manciata di minuti, con Louis che mi guardava.

-Perché mi guardi?- chiesi, alzando il sopracciglio.

Scosse la testa, come se volesse farmi capire che non lo stava facendo per un motivo ben preciso, e io feci spallucce, decidendo finalmente di mettermi in piedi. –Hai già fatto colazione?- domandai.

-Ancora no.- disse in tono tranquillo. –Sono sveglio da un quarto d’ora tipo, e non c’è nessuno a casa, sono usciti tutti.- continuò.

-E dove sono?- chiesi cercando di capire dove fosse andata mia sorella.

-Mio padre e tuo padre sono a pranzo fuori con dei loro amici, e staranno lì tutta la giornata, sono in montagna, e Zoe sarà fino a oggi pomeriggio con Zayn.- quasi rabbrividii al pensiero di dover rimanere quasi tutto il giorno sola con Louis, ma dovevo cercare di mantenere la calma, anche se già da come mi aveva svegliata, non riuscivo a prevedere niente di positivo. Decisi così di mandare un sms a Zoe.

 

Certo, tu vai a farti Zayn, e mi lasci sola con Louis ahah :D

 

-Andiamo a fare colazione.- dissi poi, uscendo dalla mia stanza, e andando al piano di sotto verso la cucina. Afferrai due tazze per il latte, e ne riscaldai un po’ in un pentolino.

-Dobbiamo pensare al pranzo.- dissi, sbuffando.

-Non ho idea di cosa fare.- rispose Louis, giocando con un cucchiaio, e sbattendolo sul tavolo noiosamente. Presi il pentolino, e versai il latte nelle tazze, porgendone una a Louis.

-Potremmo fare anche dei panini!- dissi.

Lui annuì, per acconsentire, e cominciammo entrambi a bere il nostro latte. Stavo pensando intanto a qualcosa da fare in quella giornata noiosa a casa. Non avevo intenzione di uscire, non mi andava assolutamente di vestirmi, preferivo passare tutta la giornata a oziare stando in pigiama, e probabilmente anche quello era il programma di Louis.

-Mi sembra di averti sognata sta notte.- disse lui, guardandomi.

-Davvero? E cosa hai sognato?- chiesi curiosa.

-Non ricordo, però c’era anche mia madre, e c’eri pure tu, ma non ricordo cosa succedeva, era strano, e mi sono svegliato un po’ strano infatti.-

-Ma tu sei sempre strano.- ironizzai.

Rise anche lui, alzandosi dalla sedia, subito dopo aver finito, e si buttò sul divano della cucina, cominciando a fare zapping in televisione.

-Cosa facciamo oggi?- chiese Louis.

-Non ne ho idea, voglio rimanere a casa ad oziare.-

-Sono d’accordo con te, quindi posso torturarti tutto il tempo?- domandò con un sorriso quasi maligno, e con la sua solita faccia da schiaffi che tanto detestavo.

-Din din din! Risposta sbagliata.- dissi.

-Vorrei guardare MTV anziché questi stupidi programmi che vedi tu.- mi avvicinai a lui, cercando di togliergli il telecomando dalle mani, ma invano. –Non c’è motivo!- disse nascondendo il telecomando sotto la sua schiena, facendo in modo che io non lo potessi prendere.

-Louis!- urlai, cercando di smuoverlo da quel divano, per poter cambiare canale. Lui rise, mentre io usavo tutte le mie forze, ma sembrava quasi impossibile recuperare quell’oggetto. Saltai addosso a lui, mettendomi a cavalcioni, e prendendo a solleticarlo, sapevo che gli dava maledettamente fastidio, e continuai così ancora per molto, fino a quando non riuscii a prendere il telecomando, e misi subito il canale che volevo io. –Questa me la paghi!- disse lui guardandomi con sguardo minaccioso. Da quello potei intuire che era il caso di scappare, e ridendo cominciai a correre, mentre Louis cercava di prendermi. Facemmo il giro del tavolo della cucina, mentre lui provava a farmi delle “finte” per prendermi, ma sembrava impossibile, e infatti riuscii tranquillamente a correre verso il salone, sempre con lui alle calcagna.

-Non mi prendi Tomlinson!- dissi uscendogli fuori la lingua. Sembravamo proprio dei bambini, ma era divertente fare queste cose anche a quell’età. Lo vidi buttarsi sul divano, per arrivare dall’altro lato in cui stavo io, e proprio mentre stava per prendermi dalla maglietta, sfuggii alla sua presa, e ancora una volta gli feci una smorfia.

-Non mi arrendo.- disse semplicemente, prima di scavalcare dal divano, e io non avevo altra scelta che correre verso il piano di sopra, sempre inseguita da lui. Arrivai in camera mia, ma purtroppo non avevo più altra possibilità per scappare, così mi fermai nel mezzo della stanza, guardandomi intorno. –Non hai scampo- rise lui guardandomi, poggiato allo stipite della porta. Mi prese quasi in braccio buttandomi sul suo letto, e mettendosi subito a cavalcioni su di me, bloccandomi le mani. Cacciai un urlo, ma sotto ridevo già, e subito dopo cominciò lui a farmi il solletico, e mi dimenai nel letto, cercando di scansare le sue mani, ma lui era evidentemente più forte di me in quel momento.

-Mi arrendo, giuro mi arrendo, ma basta!- urlai, respirando quasi a fatica da quanto avevo riso mentre mi faceva il solletico. Si bloccò per un momento, e poi mi guardò.

-Mh, e quindi dovrei lasciarti andare?- domandò.

-Decisamente, anche perché siamo in una posizione ambigua.- risi.

-Beh, ma è figo, almeno posso tenere il controllo su di te, e tu non puoi muoverti!- ammise tenendomi ancora le mani dai polsi, per evitare che io potessi scansarlo.

-Dai lasciami andare.- mi dimenai, mentre lui rideva.

-Va bene, solo per questa volta ti lascio andare.- disse, ma rimase ancora qualche secondo fermo ad osservarmi, prima di lasciarmi. Mi sembrava strano quel giorno Louis.

-Perché mi guardi sempre per ora?- risi, alzandomi dal letto.

-Ma non è vero!- disse per tutta risposta.

Io feci spallucce, e lasciai perdere la questione, scendendo al piano di sotto.

-Mi spieghi perché sei sempre così incazzata con tuo padre?- fece quella domanda di getto, e io quasi mi gelai. Non ero nemmeno certa che mi stesse seguendo mentre andavo al piano di sotto. Mi sedetti nel divano del salone, guardando un punto fisso, probabilmente riflettendo ad una risposta giusta da dare.

-Perché questa domanda?- pensai così che l’unica risposta da dare era rispondere con un’altra domanda. –Sono solo curioso.- si mise vicino a me, guardandomi.

-Mio padre non è mai stato un grande esempio per me. Fino a poco tempo prima che arrivaste voi pensavo di avere una speranza, che il rapporto con lui potesse migliorare, e provavo a convincermi che in realtà gli volevo bene.- ero maledettamente logorroica, e la cosa era parecchio fastidiosa, ma quando mi facevano queste domande, avevo bisogno di raccontare tutto fin dalle origini. –L’odio verso lui parte prima di tutto dalla sua falsità, infatti,  sei mesi dopo la morte di mia madre, lui, benché dicesse di amarla ancora e cose simili, cominciò a frequentare diverse donne, e questa cosa mi dava fastidio, spuntava ogni settimana con una nuova donna, e io non potevo convivere con questa storia, ero già abbastanza straziata per mia madre, era il mio enorme punto di riferimento, e penso lo sia tutt’ora.- continuai a parlare, senza mai guardare Louis, che però appariva interessato alla questione. Era strano come qualche minuto prima l’aria fosse divertente, e la casa fosse piena di risate, e adesso si sentiva solo l’odore della malinconia, e tutto per una stupida domanda, ma non volevo non rispondergli, era giusto che lui sapesse.

-Dopo aver fatto due anni così, passò tre anni in pace, e sembrava stesse andando tutto bene, fino a quando non ha ricominciato frequentando sempre persone diverse, e io non potevo sopportarlo. E ora siamo qui.- dissi semplicemente scuotendo la testa e prendendo a giocare con un lembo della mia canottiera. Poi mi soffermai a pensare una cosa.

-Perché mi stai facendo questa domanda se hai letto il mio diario?- domandai. –Volevo solo raccontata veramente la storia da te, e non da uno stupido diario su cui affidi tutta la tua vita.- fece una smorfia, come se fosse contrario.

-Beh, con chi devo parlare se non con un diario?- dissi.

-Non c’è motivo di affidare la propria vita ad un diario, Arya, sembri stupida se fai ‘ste cose.- si alzò dal divano andando verso la cucina, e prendendo un sorso d’acqua.

-Non credo di esser stupida.- risposi alla sua affermazione con sicurezza. –Hai la fortuna di avere una sorella, parla con lei, no?- disse.

-Con lei ci parlo, ma è diverso.- ammisi, raggiungendolo e sedendomi nel bancone della cucina, dondolando i piedi, mentre continuavo la conversazione con Louis. Mi aveva messo su una strana malinconia, e adesso non ero poi così pimpante come prima, però sarebbe passato da un momento all’altro, sicuramente.

-Non volevo renderti triste.- disse avvicinandosi a me per potermi guardare se ero realmente triste in viso. –Tranquillo, capita spesso, tra poco starò sicuramente meglio!- sforzai un sorriso, continuando a dondolarmi.

-Sai per caso a che ora ritorna Zoe?- domandai.

-No, ma penso intorno alle cinque del pomeriggio a quanto ho capito, e forse viene qui con Zayn!- ecco che poi mi soffermai a pensare a mia sorella. Ero così maledettamente felice per lei, avrei dato tutto pur di vederla sorridere. Per anni avevo sofferto io solo perché lei stava attraversando un periodo maledettamente difficile.

In quel momento mi risultò automatico toccarmi la collanina che lei mi aveva portato dalla Spagna. L’avevo sempre con me, non la toglievo mai.

Era un simbolo molto importante per me.

-Tu e Zayn da quanto vi conoscete?- chiesi.

-Da quando eravamo abbastanza piccoli, solo che io ero più grande di lui, infatti ci siamo conosciuti giocando a pallone per le vie di Doncaster!- disse facendo una risatina, mentre pensava a quei momenti.

-E come mai vive qui adesso?-

-Suo padre si è voluto trasferire, diceva che a Doncaster non c’era l’opportunità di fare nulla.- fece spallucce. –Lui era il mio migliore amico lì, e lo è tutt’ora comunque, ci vogliamo troppo bene.- io sorrisi, perché per un momento mi sembrava di vedere un lato positivo di Louis, anche se continuavo ad affermare che di positivo c’era ben poco in lui, quindi quella convinzione sparì molto presto.

-Per quanto riguarda me, non ho mai avuto una migliore amica, ed è strano dirlo.- ammisi sbuffando. –Cioè, sì, l’ho avuta, ma mi ha delusa profondamente, è stata una stronza, e da lì mi sono affidata totalmente a Thomas.. il mio migliore amico.-

-Da quanto vi conoscete?- chiese.

-Da quando eravamo molto molto piccoli!- sorrisi, perché ogni volta mi veniva in mente quanto tempo era passato dalla prima volta in cui vidi Thomas. –Non l’ho mai visto di presenza!- disse Louis.

-L’hai sfottuto vedendolo solo in foto, non so che potresti dire vedendolo di presenza.- lo guardai in modo negativo, perché detestavo chiunque potesse prendere in giro il mio migliore amico.

-Mh, è vero!- scoppiò a ridere.

-Sei proprio un coglione!- scossi la testa scendendo dal bancone su cui ero seduta. Cercavo di pensare a qualcosa da fare in quella giornata, fino a quando non squillò il telefono di casa e io corsi a rispondere.

-Pronto? Chi? Sì, è qui Louis.- evidentemente non conoscevo la persona dall’altro capo del telefono, così porsi il telefono a Louis che era il diretto interessato. –Pronto? Hey ciao! Sì, certo! Stasera? Va bene, ovvio. Posso portare un po’ di gente? Giusto un paio persone! Va bene, a stasera!- quella telefonata fu molto breve, e mi fece incuriosire. Lo guardai con un sopracciglio alzato, e lui subito capì che volevo sapere chi fosse stato ad averlo chiamato.

-Era un mio amico, stasera c’è una festa, volete venire pure tu e Zoe?- domandò mentre riponeva il telefono al proprio posto, e io feci una piccola risatina. –Sei strano. Ci odiamo a morte, eppure mi inviti ad ogni festa al quale sei ospite.- risi ancora.

-Beh, non faccio nessun sforzo a non invitarti, anzi, mi fai risparmiare fiato!- fece spallucce.

-Però voglio venire!- dissi. Non avevo nient’altro di meglio da fare, e forse una festa avrebbe fatto al caso mio, magari con qualche ragazzo carino da rimorchiare. Sì, sarei andata decisamente.

-Avvisa Zoe e Zayn allora!- disse lui.

 

-Zoe! Hai visto i miei pantaloncini?- quella sera decisi di passare ad un look più o meno sobrio, non avevo voglia di mettere un vestitino, o di vestirmi bene o male elegante.

-Tieni, sono qui! Lasci sempre le tue cose ovunque.- sbottò mia sorella lanciandomi i pantaloncini di jeans che avevo deciso di mettere. Misi anche una canottiera piuttosto lunga, che mi dava un tocco in più, e un paio di tacchi alti. Benchè cercavo di evitare di essere elegante, un paio di tacchi era sempre adatto. Mia sorella, a differenza mia, voleva essere un po’ più raffinata, sicuramente per far colpo su Zayn, anche se a mio parere non ce n’era bisogno, perché era perfetta così.

Dopo essermi vestita, dovevo assolutamente sistemare i miei lunghi capelli castani. Arrivavano fin sotto le scapole, ed erano mossi, e mi piaceva tenerli sempre in ordine, così con due mollette li sistemai accuratamente, guardandomi più volte allo specchio, assicurandomi che nel corso della serata non sarebbero diventati orribili. Mi preoccupai subito dopo del trucco, fino a quando non entrò improvvisamente in bagno Louis che evidentemente non sapeva che io ero lì dentro, infatti sobbalzammo entrambi. –Hey! Ci sono io!- dissi sbuffando, mentre passavo l’ombretto sulla mia palpebra.

-Eh, e io devo andare in bagno.- rispose, poggiandosi allo stipite della porta mentre mi osservava. –Puoi aspettare!- dissi in tutta risposta, continuando a pensare al mio make up per la serata. Mi accorsi poi che Louis era ancora lì.

-Beh?- chiesi.

-Ti sto aspettando!- disse.

-Non potresti aspettarmi fuori, mi sento un po’ a disagio.- lo guardai in attesa che lui uscisse dal bagno. Detestavo quando la gente mi osservava mentre mi truccavo, mi sentivo maledettamente in imbarazzo.

-Non mi va.- rispose, sbuffando.

-Sei una rottura di coglioni, Louis.- e così, benché lui fosse ancora lì, continuai a truccarmi, guardandolo di tanto in tanto con la coda dell’occhio. Misi ancora un po’ di mascara e lucidalabbra, e poi uscii dal bagno. –Tutto per te!- andai verso camera di Zoe che ancora si stava preparando.

-Sbrigati, vedi che Zayn sarà qui a momenti!- dissi.

-Lo so! E ancora devo farmi i capelli!- disse quasi isterica, mentre finiva di mettersi la matita negli occhi. –Ti aiuto io- risi, e presi la piastra, cominciando a lisciarle i lunghi capelli neri, mentre lei finiva di truccarsi davanti lo specchio della sua stanza.

-Stasera tu e Zayn avete intenzione di stuprarvi a vicenda sulla pista da ballo?- ironizzai. –Ma che dici?- mi guardò alzando il sopracciglio e accennando una risatina.

-Non vorrei ricordartelo, ma quando ancora non stavate insieme e siamo andati a quella festa, lui ti metteva le mani ovunque mentre ballavate.- lei fece una risatina timida, e mi accorsi che le sue guance erano diventate rosse. Si intimidiva facilmente, ed era dolcissima quando lo era. –Oh, suvvia, non è stato niente di che!- disse dopo.

-I suoi capelli sono pronti madame!- feci un inchino, e sorrisi.

-Ok, sono pronta, devo solo preparare la borsa.- mi fece venire in mente che dovevo prendere la mia nel mio letto. Avevo optato per una piccola tracolla nera, che adoravo, e che portavo spesso con me.

Vidi Louis spuntare in camera mia. Indossava un paio di jeans, una maglietta bianca, con una giacca nera più elegante sopra, e una sciarpa grigia. Per quanto ne potevo sapere adorava le sciarpe, ne aveva una diversa ogni giorno. E personalmente stava bene vestito in quel modo.

Era elegante ma non troppo.

-Wow, questi tacchi mi fanno più alta!- dissi camminando per la stanza.

-Vabbè, non vantarti, rimani sempre una nana.- rispose, e io per tutta replica uscii la lingua, prima di dirigermi di nuovo verso camera di Zoe, entrambe ormai pronte per uscire. Il campanello ci fece intuire che Zayn era arrivato per venirci a prendere come sempre, con la sua solita macchina. Scendemmo tutti e tre al piano di sotto, chi più lentamente come me e Zoe, che rischiavamo di cadere da un momento all’altro.

-Papà, noi usciamo!- avvisò Zoe, prima di uscire.

-Okay, non fate troppo tardi!- disse mentre mangiava delle noccioline davanti il televisore insieme a Bill.

-Non abbiamo più dodici anni.- sbottai io scuotendo la testa, prima di aprire la porta, ritrovandomi davanti Zayn. –Buona sera!- disse salutandomi con un bacio in guancia, salutando subito dopo Louis, e lasciando il saluto più importante alla fine. Prese Zoe per i fianchi, dandole un piccolo bacio sulle labbra mentre si chiudeva la porta alle spalle. –Non vi vedete da due ore, e già fate i piccioncini?!- sbottò Louis sconvolto, scuotendo la testa, prima di salire in macchina.

Ci ritrovammo tutti in macchina, come sempre.

-Ho voglia di ballare.- disse Zayn voltandosi verso Zoe, e strizzandole l’occhio in segno di intesa. –Zayn, eviteresti di fare il cascamorto adesso?- disse Louis avvicinandosi al sedile dell’amico, dandogli poi uno scappellotto nella testa.

-Hey, non picchiare il mio ragazzo!- disse Zoe, facendo come per proteggerlo, carezzandogli piano il capo.

-Ecco, diglielo piccola!- Zayn fece un finto broncio, che gli dava un’aria davvero tenera e dolce. –Va bene, ora andiamo!- sbottò Louis.

 

Qualche minuto dopo eravamo già arrivati a quella festa, ed eccetto Louis che conosceva il festeggiato, e qualche altra persona per il resto erano tutti sconosciuti, ma c’era davvero fin troppa gente, e il locale che era stato prenotato era veramente pieno di persone.

-Cerchiamo dei tavolini disponibili!- dissi ad alta voce, provando a sovrastare il rumore della musica. Vedemmo con la coda dell’occhio un tavolino attorniato da un divanetto a “ciambella” e decidemmo di andarci a sedere lì, prima di andarci a muovere un po’.

Nel tragitto che andava dall’entrata fino al nostro tavolo, notai perfettamente un ragazzo davvero carino, dall’aria molto intrigante. Aveva dei capelli abbastanza corti, e neri, e gli occhi azzurri si notavano fin da lontano, e quanto pare anche lui si era accorto di me in quel momento. Forse sarebbe stata la mia ‘preda’ quella sera, ma inizialmente gli diedi poca importanza, e mi sedetti con Zoe, Zayn e Louis, e cominciammo a chiacchierare su un paio di cose, fino a quando mia sorella e il suo ragazzo non si allontanarono per andare a ballare, come avevano fatto la volta prima, lasciando me e Louis da soli.

Non passarono molti minuti, che il ragazzo moro di prima si avvicinò verso di me. –Hey.- disse con fare misterioso e sexy. Gli feci un sorriso semplicemente, e lui contraccambiò. –Vuoi venire a ballare?- improvvisamente mi ricordai che io non sapevo ballare, o che comunque facevo schifo. Ma.. in quel momento poco mi importava e mi lasciai trascinare senza troppo indugio, provocando quasi uno shock a Louis, che era rimasto lì da solo. Il moro mi prese per mano, portandomi verso la pista. Non capitava mai che io mi davo da fare con degli sconosciuti, ma quella sera mi sentivo un tantino diversa.

-Come ti chiami?- chiese mentre ci eravamo ritrovati già in pista, e cominciavamo a muoverci tra la gente, entrambi molto vicini l’uno con l’altra. –Arya.- risposi io, sorridendo. –Tu?-

-Io sono Alex.- disse, molto vicino al mio orecchio, altrimenti non sarei riuscito a sentirlo con la musica così alta. Cominciammo a ballare entrambi, e io cercai di essere il più sciolta possibile, facendo passi semplici. Sentii le mani di Alex poggiarsi sui miei fianchi, mentre mi avvicinava maggiormente a sé, cercando di rendere la scena un po’ più intima, benché fossimo vicini a un bel po’ di persone. Sfiorò appena le mie labbra con le sue, improvvisamente, sentendo la sua lingua premere contro la mia fin da subito. Poggiò entrambe le mani sul mio fondoschiena, prima di prendermi da un braccio. –Vieni con me.- sussurrò, con un certo sorrisetto malizioso, e forse non ero più sicura di ciò che stavo facendo, ma mi lasciai trascinare via, senza troppo indugio.

Ci ritrovammo in un posto un po’ più appartato, vicino ai bagni, e mi poggiò contro il muro, continuando a baciarmi sulle labbra con foga, mentre mi toccava i fianchi. Le sue mani sfiorarono prima delicatamente, poi con foga i miei seni attraverso la maglietta, continuando a tenere incollate le nostre labbra. Sentii poi una certa pressione da parte delle sue mani sul bottone dei miei pantaloncini, e lì gli afferrai i polsi per fermarlo. –Che intenzioni hai?- chiesi io guardandolo torvo.

-Fidati di me, piccola.- sussurrò, ma ciò mi portò solo ad allontanarlo sempre di più da me, ma lui era irremovibile, e continuava a provocarmi, e a toccarmi. –Lasciami.- dissi tra i denti mentre sentivo le sue mani premere ancora contro i miei pantaloncini. Lo spinsi appena, ma lo ritrovai ancora addosso a me, impertinente, e quasi violento in quel momento. Quasi ansimavo dal nervoso, e cercavo di allontanarlo da me ogni secondo di più, ma senza successo. Si strusciò contro di me, e io mi morsi forte un labbro, sicuramente per disprezzo.

-Vai via.- dissi nuovamente, ma lui non mi ascoltava, fino a quando non sentii che lui si allontanò da me. Non l’avevo fatto di sua spontanea volontà, ma era stato qualcun altro a prenderlo dalla maglietta, e immediatamente notai Louis dietro di lui, che lo aveva allontanato da me, e lo aveva spinto dalla spalla. –Hey che cazzo vuoi?- disse Alex rivolto a Louis, che secondo lui ci aveva sicuramente interrotti.

-Non devi nemmeno osare toccarla.- disse Louis scontroso, mentre lo spingeva ancora per farlo allontanare. –Chi sei tu per dirlo?- i due si ritrovarono faccia a faccia. Louis lo spinse più forte facendolo quasi cadere a terra, e a quel punto mi intromisi io, cercando di risolvere la questione, mettendomi in mezzo a loro. –Basta voi due! Calmatevi.- dissi guardando prima l’uno e poi l’altro. Alex lanciò un’occhiataccia a Louis, prima di andare via, e si allontanò definitivamente.

-Stai bene?- domandò Louis.

-Sì.. grazie.- non pensavo che avrei mai ringraziato Louis per qualcosa, ma a quanto pare l’avevo appena fatto. –Devi stare solo più attenta, adesso andiamo, non voglio che succeda altro.- mi prese dal braccio, raggiungendo Zoe e Zayn.

-Andiamo.- disse semplicemente agli altri due, che ancora non sapevano nulla della storia, ma stettero agli ordini di un Louis molto severo. Io mi sentivo quasi in colpa, non volevo che succedesse una cosa del genere.

Uscimmo dal locale, e dovetti raccontare velocemente la storia a Zayn e Zoe. La serata si concluse così, e fummo costretti a tornare a casa tutti molto presto. Louis filò subito a letto, più nervoso che mai, ma non capivo assolutamente per quale motivo lo fosse.

Sicuramente avevo apprezzato il suo gesto, ma perché l’aveva fatto? Forse qualcosa stava mutando in Louis? non ne ero poi così convinta, anzi non lo ero proprio, pensavo solo che fosse un gesto spontaneo all’incirca. Ma non mi soffermai a pensare a questo, deviai totalmente il mio pensiero, e dopo aver passato un’altra ora sveglia, andai a dormire anche io, lasciandomi andare nel mondo dei sogni.

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Capitolo 8
*** chapter 8. ***


Quella mattina mi svegliai con un fottuto mal di testa, quasi da non riuscirmi ad alzare dal letto. Louis era già in piedi, e stava utilizzando il mio computer, per la prima volta da quando era arrivato.

-Hey, che stai facendo?- domandai con gli occhi socchiusi e la voce ancora assonnata. –Oh, scusami, volevo controllare una cosa su twitter.- disse, senza staccare gli occhi dallo schermo.

Ero troppo occupata a morire di sonno per dirgli che non doveva nemmeno toccare il mio computer, ma alla fine non era il caso farsi così tanti problemi in quel momento. Alzai il busto, e mi toccai la testa dolorante.

-Tutto ok?- domandò.

-Non lo so, mi fa malissimo la testa.- borbottai facendo una smorfia. Poi per un momento ricordai ciò che era successo la sera prima, e mi sembrò di sentire di nuovo le mani di quel ragazzo addosso, e la scena di Louis che per poco non lo uccideva mi passò davanti molto velocemente.

-E’ stato carino da parte tua aiutarmi ieri.- dissi timidamente. Lui fece solo un cenno con la testa, forse nemmeno aveva voglia di parlarne, ma non capivo il vero motivo. –Come sei riuscito a capire che stava succedendo qualcosa?- chiesi.

-Vi avevo seguiti con lo sguardo, e sinceramente non riuscivo a fidarmi di quel tipo.- ammise, spegnendo qualche minuto dopo il pc.

-Perché sei così.. strano? E’ da quando è successa questa cosa che sembri nervoso, che ti succede?- provai ad alzarmi dal letto, reggendomi quasi la testa da quanto facesse male in quel momento, ed era una cosa che odiavo. –Io? Oh nulla, sono solo un po’.. stanco.- disse, ma io non avevo voglia di capire se stesse dicendo sul serio oppure no, così mi limitai ad annuire e a crederci; beh in fondo poteva essere davvero così.

-Dio, non riesco nemmeno a muovermi.- dissi alzandomi dal letto con una fatica immensa. Andai verso il bagno, incontrando mia sorella lì che si era svegliata da pochissimo.

-Hey, buon giorno piccola, va tutto bene? Non hai una bella cera.- disse Zoe guardandomi e poggiandomi una mano sulla spalla prima di darmi un bacio sulla guancia. –Mi sta scoppiando la testa.- tenevo gli occhi socchiusi, e ancora mi veniva difficile focalizzare tutto.

-Vieni, ti do una pillola.- cinse le mie spalle con un braccio, accompagnandomi al piano di sotto in cui ci stavano Bill e mio padre che facevano colazione lì. –Buongiorno.. che succede?- mio padre mi vide e con voce quasi allarmata mi chiese cosa mi era successo. Troppe domande di prima mattina, non riuscivo a reggerle tutte, stavo veramente male.

-Niente papà, ho solo mal di testa.- dissi sedendomi sullo sgabello della cucina. Immediatamente arrivò un bicchiere colmo d’acqua con una strana medicina che si stava sciogliendo lentamente. La bevvi tutta in un sorso, e poi quasi mi buttai sul bancone. Avevo voglia di dormire almeno altre venti ore.

-Che avete fatto ieri sera?- di botto scattai in aria, e guardai mia sorella, facendole segno di non accennare nulla sull’accaduto, altrimenti mio padre non mi avrebbe più fatto muovere un passo fuori da casa mia.

-Siamo stati ad una festa.- disse subito Zoe.

-..e quando mi farai conoscere il tuo ragazzo?- domandò mio padre rivolto a Zoe. Mi accorsi subito che mia sorella diventò quasi viola di fronte a quella domanda. Era una persona molto timida, odiava queste cose.

-Non lo so, più in là magari.- rispose semplicemente, allontanandosi, e mettendosi vicino a me che le porsi un dolce sorriso.

Anche Louis ci raggiunse, e si sedette vicino a suo padre, azzannando una delle ciambelle che erano poggiate sul tavolo. Ne presi una anche io. Forse mangiare mi avrebbe fatto stare meglio. –Papà mi passeresti del caffè?- domandai aspettando la mia tazzina. Mi avrebbe svegliato molto probabilmente, visto che ancora ero un tutt’uno con il letto.

-Oggi che farete?- domandò mio padre passandomi la tazzina di caffè.

-Zayn proponeva di andare al luna park!- disse Louis voltandosi verso di noi per chiedere approvazione. Sarei voluta andare volentieri, ma ero uno straccio. –Beh, se sto meglio vengo pure io.- mi passai una mano negli occhi, e mi schiaffeggiai le guance.

-Se aspetti un’oretta, quella medicina fa sicuro effetto, fidati!- Zoe mi passò la mano sul capo. –Quindi possiamo andarci di pomeriggio.- propose poi. Io annuii, finendo la mia colazione.

-Ti senti già un po’ meglio?- chiese Zoe.

-Sì, un po’ sì.- mi alzai dallo sgabello, andandomi a buttare nel divano della cucina. Osservai l’orologio, e mi accorsi che erano soltanto le dieci del mattino, e avevo un bel po’ di ore prima di potermi riprendere, e conoscendomi ce l’avrei fatta senza dubbio. I miei dolori fisici duravano ben poco, quindi quel pomeriggio sarei sicuramente andata al Luna Park con i ragazzi, e mi sarei divertita senza dubbio.

-Voglio dormire altre trenta ore.- borbottai stiracchiandomi.

 

Le ore sembravano non passare mai, e forse da quando mi ero svegliata era passata circa un’ora, quando sembrava un’eternità. Ero distesa sul mio letto, mentre guardavo Louis giocare con il suo blackberry. Era seduto vicino a me, ed era una cosa che capitava di rado, ma c’erano quei momenti in cui riuscivamo a raggiungere un certo equilibrio l’uno con l’altro.

-Come stai giocando?- domandai guardandolo.

-Un gioco deficiente, devo uccidere delle scimmie.- rise, continuando però a cimentarsi in quello stupidissimo giochino.

-Oh! Potrei uccidere te! E’ la stessa cosa!- ammisi.

-Vaffanculo, Vento.- borbottò uscendomi fuori la lingua, e subito dopo tornò a giocare, con il blackberry quasi incollato agli occhi. Mi veniva da ridere a guardarlo in quelle circostanze.

Socchiusi appena gli occhi. Il mal di testa stava ormai passando, e ne ero assolutamente felice, era tutto più rilassante adesso, e penso che mi sarei goduta al meglio quella giornata con Louis, Zayn e Zoe. Alzai il busto, visto che ero distesa, e mi sedetti proprio vicino a Louis che stava lì, sul mio letto, con le gambe appena rannicchiate. Osservai il suo blackberry perché ero curiosa di vedere quel gioco.

-Solo tu puoi scaricarti questi giochi così cretini.- dissi con una nota di disprezzo scuotendo la testa. –Anche se.. sono adatti per il tuo livello intellettuale.- si voltò verso di me, guardandomi torvo.

Improvvisamente lanciò il cellulare nel mio letto, e si fiondò su di me, cominciando a farmi il solletico, e quasi ebbi uno strano deja vu.

-No Louiiiis!- urlai più forte che potevo cercando di fermargli le mani, tenendolo dai polsi, e per un momento ci riuscii, fino a liberarmi completamente della sua presa. –Sei un coglione!- dissi ridendo.

-Mi diverte farti il solletico!- ammise.

Mi sistemai i capelli che, muovendomi in quel modo scomposto, erano andati da mille lati diversi. Alzai subito dopo lo sguardo, e Louis stava lì a guardarmi. I nostri occhi si incrociarono per un momento, e mi accorsi subito che avevano un bel colore celeste. Mi piacevano.

Era l’unica cosa che mi piaceva di quel ragazzo, decisamente.

E poi, mentre ero lì che lo fissavo, accadde nuovamente. Le sue labbra si poggiarono di nuovo sulle mie. Non lo allontanai subito. Avevano un buon sapore quelle labbra carnose, ed erano molto morbide. Rimasi lì ancora un po’, fino a quando ad entrambi non venne automatico quasi staccarci. E ci guardammo negli occhi per un secondo, quasi preoccupati.

-Cazzo, devo smetterla!- sbottò lui alzandosi di botto dal letto. Tutto ciò mi faceva innervosire. A me lui non piaceva, e io non piacevo a lui; perché allora era la seconda maledetta volta in cui ci baciavamo senza nemmeno volerlo?! –Louis perché succede?- domandai con le mani sugli occhi. –E’ chiaro che entrambi non ci piacciamo!- ammisi.

-Hai perfettamente ragione ma.. non capisco, mi viene spontaneo a volte!- spontaneo? Che cosa significava? Ero più confusa che mai, e la testa stava cominciando di nuovo a farmi male, ma cercai di trattenere il dolore. –Ok, facciamo solo.. finta di niente.- dissi.

-Esattamente, come se niente fosse successo.- Lui era nervoso, e si notava, e faceva quasi avanti e indietro nella mia stanza.

-Hey, calmati Louis.-

-Sì, devo calmarmi, assolutamente.- si sedette sul suo letto, passandosi una mano tra i capelli castani. –Scusami, non volevo.- disse poi.

-Non deve succedere mai più, cazzo.- ripensando a tutto, mi accorsi che era qualcosa di assolutamente sbagliato, e mi stavo innervosendo. Era la seconda volta, e nessuno dei due sapeva dare una spiegazione a tutto quello che era accaduto, era terribilmente strano tutto ciò.

Lui annuì, e io poi mi alzai dal mio letto.

-Penso sia l’ora di andare a preparare il pranzo.- scesi al piano di sotto, cercando di dimenticare il tutto, ma mi veniva davvero difficile. Il nervosismo era subentrato dentro di me adesso, e non ne sarei uscita fuori facilmente in quel momento. Zoe se ne accorse subito e per questo cominciò a farmi domande a raffica.

-Che succede? Tutto bene? Qualcosa con Louis?- non avevo intenzione di dirglielo, sennò avrebbe continuato a dichiarare che c’è del tenero tra me e Louis, cosa assolutamente falsa, e stupida.

-E’ tutto okay, Zoe, perché dovrei avere qualcosa?- domandai.

-Non so, mi sembri nervosa.- ammise storcendo il labbro.

-No no, va tutto bene!- feci un sorriso, cominciando ad apparecchiare il tavolo in cui avremmo mangiato.

-Allora oggi andiamo al Luna Park?- chiesi cercando di cambiare argomento. –Sisi, e non vedo già l’ora!- ammise Zoe felice, battendo le mani velocemente, come era solita fare quando era allegra. Zayn la rendeva raggiante, ed era questa una delle cose assolutamente più importanti. Le feci un sorriso, andando verso di lei per abbracciarla forte. Mi piaceva abbracciarla, mi faceva stare bene.

-Cosa è questo affetto?- chiese sorridendo.

-Come se fosse la prima volta che ti abbraccio!- risi.

-Su, vieni, apparecchiamo- disse porgendomi i piatti da mettere sul tavolo. Sbuffai, e cominciai a sistemare la tavola.

-Papà è uscito?- domandai, non vedendolo in giro per casa.

-E’ in giardino con Bill, non so che stanno facendo.-

-Mi sa che ora andrò in giardino a dondolarmi nel dondolo.- risi, e dopo aver messo anche l’ultima posata, corsi fuori, notando che c’era una bellissima e fantastica giornata estiva, con il sole che batteva forte sul suolo. Mi distesi sul dondolo, lasciando che il sole carezzasse il mio viso, e cominciai a dondolarmi. Mi sentivo ancora strana e nervosa, ma sicuramente il mio umore era migliorato grazie a Zoe.

-Hey, che ci fai lì Arya?- domandò mio padre che stava dalla parte opposta del giardino. Strizzai un po’ gli occhi, per poterlo vedere senza che il sole mi desse fastidio. –Mi stavo solo prendendo un po’ di sole prima di pranzo!- risposi. Lui annuì, e poi tornò a parlare con Bill.

Afferrai il cellulare e mi ritrovai un sms di Thomas.

 

Buongiorno piccola Arya, sarà meglio per te se domani mattina vieni a casa mia, o potresti ritrovarti un pacco bomba a casa :’) haha! Ti voglio bene, xx.

 

Sorrisi, e subito dopo alzai lo sguardo, per ritrovarmi Louis in giardino che passeggiava, giusto da qualche secondo. Era una giornata troppo bella per rimanere barricati in casa.

 

 

-Arya! Veloce!- urlò Louis dal piano di sotto mentre io stavo mettendo le scarpe. Era già arrivato Zayn ed erano tutti pronti per andare al luna park, ma io stavo ancora lì a prepararmi, ma fortunatamente dovevo solo mettere le scarpe. Afferrai la borsa, e correndo, arrivai all’ingresso dove ci stavano Zayn, Louis e Zoe lì ad aspettarmi. –Eccomi!- dissi.

-Su, andiamo, non voglio che papà cominci a fare domande su Zayn!- disse Zoe scappando quasi di casa.

-Ragazzi voglio fare tutti i giochi possibili e immaginabili!- ammisi battendo le mani contenta, e salendo subito in macchina gasatissima.

-Oh, ma anche io.- disse Louis, accanto a me.

Partimmo, ed eravamo pronti per raggiungere la nostra meta.

Per un momento mi voltai a osservare Louis, e tutto mi ritornò in mente, ma subito dopo scossi la testa per rimuovere il ricordo delle sue labbra carnose sulle mie, e tornai alla realtà in pochi istanti. Lui si accorse che mi ero soffermata a guardarlo. –Che c’è?- chiese.

-Nulla nulla.- ammisi affondando quasi nel sedile posteriore.

Arrivammo lì in meno di mezz’ora, e stavo ancora un po’ con la testa in aria, ma la visione delle montagne russe, mi fece dimenticare tutto. Adoravo andare lì, mi faceva tornare indietro nel tempo, quasi fino a diventare di nuovo bambina. Scesi dalla macchina prendendo mia sorella a braccetto, ed entrambe ci fiondammo alla biglietteria.

-Partiamo con le montagne russe, ragazzi?- domandai, dopo essermi voltata verso Louis e Zayn che ci avevano appena raggiunte. Subito ebbi l’approvazione di entrambi e presi quattro biglietti. Eravamo tutti felicissimi, io per prima. –Andiamo dai!- disse Zayn, prendendo mia sorella per mano che era decisamente più spaventata di me. Non si fidava di quei così, e si poteva notare dal suo viso un po’ insicuro, ma alla fine si divertiva sempre. Zayn cinse le sue spalle con un braccio, e si avvicinò al suo orecchio. –Ci sono io piccola, stai tranquilla.- sussurrò dandole poi un dolce bacio sulle labbra, e subito notai Zoe un po’ più tranquilla e rilassata in confronto a prima.

-Dai, saliamo!- dissi, facendomi aiutare dall’assistente, e mi ritrovai nello stesso vagone con loro. Una campanella, ci fece intuire che già la giostra stava per partire, e lentamente sentii una certa pressione, e le ruote cominciavano a muoversi. Le urla di alcune ragazze dietro di noi già si potevano sentire, noi eravamo tutti abbastanza tranquilli, fino a quando una discesa quasi vertiginosa, non ci fece cacciare un urlo quasi in automatico, soffocato poi da un paio di risate. Notai la faccia di Louis che sembrava quasi preoccupato, e risi ancora di più mentre lo guardavo. Ci ritrovammo a testa in giù senza nemmeno accorgercene, e le urla di mia sorella si erano ormai moltiplicate, ma anche le mie, eppure mi divertivo un casino, era una cosa che amavo. Con la massima velocità, ritornammo normali, e sentii Zayn imprecare. –Cazzo, questa era brutta!- disse alzando la voce per farsi sentire.

La velocità delle discese improvvise, sembrava aumentare sempre di più, e quasi io sentii il mio stomaco arrivare fino alla mia gola. Quando la giostra si fermò, però feci quasi una faccia offesa.

-No dai, ancora!- Zayn scese di colpo, scuotendo la testa.

-No no, io passerei ad altro.- tutti ridemmo, guardandolo quasi spaventato e preoccupato. –Ok. Tagatà?-  propose Louis, vedendo una delle giostre più divertenti. Questa piattaforma girava velocemente, e cominciava a saltellare quasi, a piccoli balzi. Era davvero divertente, così ci fiondammo li, facendo all’incirca due o tre giri di fila, tra le risate e il divertimento.

 

Scesi dal tagatà con la testa che mi girava, e quasi non riuscivo più a reggermi in piedi, e così era per tutti gli altri. Ci buttammo su una delle panchine che stavano lì, ridacchiando un po’ tutti.

-Dio, quando Louis è caduto, ho riso come non mai.- disse Zayn scoppiando poi a ridere di nuovo. –Sei caduto anche tu!- protestò Louis.

-Sì, ma tu sei caduto in un modo davvero ridicolo.- rise.

-Beh, io e Arya ce la siamo cavata stringendoci forte alla ringhiera di ferro.- mia sorella assunse un’aria di superiorità nei confronti dei due ragazzi, snobbandoli, quasi per prenderli in giro.

-Io direi di andare a fare la ruota panoramica per rilassarci.- proposi.

La mia proposta fu accettata, e tutti insieme ritornammo nella fatidica biglietteria, per prendere dei gettoni, in modo che potessimo farci un paio di giri nella ruota panoramica. La nostra era la più grande in assoluto. Da lì potevi vedere tutta Londra.

-Non ci sono mai salito qui, è bella?- chiese Louis, mettendosi al mio fianco, come sempre ormai. –Ora vedrai.- dissi per tutta risposta con un sorriso, mentre osservavo Zoe poggiata sulla spalla di Zayn.

I due cominciarono a baciarsi dolcemente, escludendo me e Louis, come se in quel momento non esistessimo quasi più, ed entrambi ridacchiammo, ma ci preoccupammo di più del meraviglioso paesaggio che si poteva scorgere. Man mano che la ruota saliva, riuscivamo a vedere le meraviglie della nostra Londra. Zayn e Zoe intanto, facevano giocare le loro lingue tra di loro, tra toccatine fugaci, e piccoli gesti ambigui. –Mmmh, piccioncini, mmmmh.- li imitò Louis, atteggiandosi quasi, e facendoci ridere subito.

-Quanto sei scemo.- dissi dandogli una piccola spinta dalla spalla.

-Lasciali stare, sono così belli insieme.- continuai osservandoli.

-Sì ma c’è un bel paesaggio, che palle che siete.- borbottò Louis. Sentii Zoe e Zayn ridere a fior di labbra, e staccandosi subito dopo.

-Contento ora?- chiese Zayn con un sorriso.

-Ok, ora non mi viene più da vomitare!-

Vidi quasi Zayn fiondarsi su di lui, ma Zoe lo tenne stretto per la paura di cadere. –Noi due ci vediamo dopo.- disse poi lui, osservando Louis torvo, ma si capiva che aveva un tono alquanto scherzoso.

Si ritrovammo proprio in cima, e fu lì che riuscii a vedere Londra ai miei piedi. Sentivo il vento scagliarsi contro il mio viso, e quasi tutto ciò mi fece star bene. –Wow.- disse semplicemente Louis con un sorriso.

Ci fu in attimo di silenzio, poi fu rotto da Zayn.

-Sì, ma dopo andiamo a fare gli autoscontri, vero?- tutti ridemmo, voltandoci verso di lui. –Io ci sto! Così straccio Zayn!- disse Louis.

-Caso mai è il contrario.- rispose.

I due si divertivano sempre a stuzzicarsi, e io e Zoe, stavamo lì a guardarli ridendo. –Smettetela voi due!- disse Zoe, dando uno scappellotto a Zayn.

-Amore è lui che mi stuzzicaaa.- borbotto il ragazzo, voltandosi verso di lei, con un viso da cucciolo abbandonato che faceva sempre intenerire mia sorella, che non resisteva a non dargli un bacio. –Puàh!- disse Louis scuotendo la testa. –Perché, tu non li dai i baci?- disse mia sorella voltandosi verso di lui. Io rabbrividii quasi.

Detestavo quando mia sorella toccava tasti dolenti, e in quel momento anche Louis si ritrovò quasi congelato da quella frase, benché entrambi sapessimo che mia sorella era all’oscuro di tutto. Poi mi ricordai che lei sapeva del primo bacio, dopo la litigata per il mio diario, e quasi la fulminai con lo sguardo, cercando di non farmi vedere da Zayn. Lui non sapeva, e non doveva saperlo.

-Mi sembra ovvio!- rispose poi Louis, dopo qualche secondo.

-Ma non li darei mai a uno brutto come Zayn.- disse rompendo quella breve tensione che si era creata, e in questi casi ringraziavo il suo essere spiritoso, e il fatto che se ne usciva sempre con qualche battuta nuova.

Zoe rise, stringendo forte a sé il suo ragazzo, come per proteggerlo.

-Mi tratta maaale!- sbottò Zayn nascondendosi nel collo di mia sorella, e indicando Louis, proprio come se fosse un bimbo. Io risi, guardando la scena. –Dai su, che siamo arrivati e dobbiamo scendere.- disse Zoe, stampandogli un bacio sulla fronte, appena la ruota panoramica si fermò, pronta a farci scendere.

 

-Tutti su Louis!- urlai, subito dopo che la campanella segnò l’inizio del nostro autoscontro. Eravamo tutti e quattro in macchinine diverse, e subito dopo Louis si ritrovò circondato da noi, che cercavamo di non farlo muovere. –Vaffanculo!- disse Louis ridendo, e provando a smuoversi dalla posizione in cui era ma senza successo. Poi vidi Zoe allontanarsi per venirmi incontro, e quasi sobbalzai. Feci una manovra, per andare verso di lei, inseguendola quasi per tutta la pista, per potarla colpire, ma senza successo. Furono cinque minuti di puro divertimento, mentre ci inseguivamo da una parte all’altra, di quella piccola piattaforma, urlandoci quasi contro mentre cercavamo di colpirci con il dorso delle nostre “macchine”. Io decisi che dovevo assolutamente buttarmi contro Louis, così, dopo aver inseguito per un po’ mia sorella, mi scaraventai verso di lui, che cercava di sfuggirmi, ma senza successo. Ad aiutarmi c’era Zayn, che tentava di non farlo muovere.

Quando però il nostro turno finì, un mugugno di mal contento si levò, e con i visi afflitti, dovemmo abbandonare le nostre piccole auto.

-Giuro che la prossima volta la pagherete cara.- disse Louis in tono minaccioso, ma fece soltanto ridere me e Zayn.

-Ragazzi sono le sette, già, dobbiamo tornare a casa.- disse Zoe, e ci guardammo tutti insieme, dirigendoci qualche minuto dopo verso la macchina. Avevamo passato un pomeriggio diverso dai soliti, e avevamo tutti dei visi contenti e felici.

-Ho voglia di pizza.- borbottai poi con un broncio.

-E se la ordinassimo? Magari Zayn potrebbe rimanere a casa da noi- propose Louis. –Sono d’accordo!- disse subito Zoe, che avrebbe fatto di tutto pur di passare ancora un po’ di tempo con Zayn.

Acconsentì anche lui, e subito partimmo spediti verso casa nostra.

-Ma papà?- chiesi io improvvisamente, senza aver pensato che a casa ci sarebbe stato anche lui. –Oh cazzo.- sbottò Zoe.

-Ok, forse è arrivato il momento.- dissi io a mia sorella guardandola con sconforto. Lei sospirò passandosi una mano tra i capelli. Una cosa che detestava era quando nostro padre conosceva i suoi fidanzati: cominciava ad assillarla. –Va bene, posso farcela.- disse passandosi una mano sul viso.

-Perché tanti problemi?- domandò Louis.

-Solo che mio padre comincerà ad tormentarmi, chiedendomi ogni istante di lui, ma soprattutto se abbiamo fatto.. beh sì. Secondo mio padre io sono ancora vergine.- scoppiò a ridere improvvisamente.

-Sicuro!- disse Zayn, facendo l’aria di uno che la sapeva lunga, e in effetti, lui ne sapeva parecchio su questa storia, e risero entrambi.

-Beh amore, non vorrei dirtelo, ma siamo arrivati.- disse Zayn posteggiando la macchina proprio di fronte casa nostra, e mia sorella fece un lungo sospiro, prima di scendere per raggiungere la porta di casa.

Suonò il campanello, quando tutti scendemmo dalla macchina, e ci parammo davanti la porta, in attesa che mio padre ci aprisse. Si presentò davanti a noi, guardandoci a uno a uno.

-Buona sera, siamo qui per un sequestro di persona.- dissi scherzosamente, entrando dentro casa seguita dagli altri tre. Quasi Zoe stava per andare dritto verso camera sua senza dire niente, ma poi ci ripensò. –Papà..- disse avvicinandosi a lui, e prendendo Zayn da un braccio. –Emh.. lui è il mio ragazzo.- disse facendo quasi una smorfia.

-Oh! Piacere di conoscerti, anche se ti ho visto qui già un po’ di volte, quando venivi qui per stare con Louis!- disse, stringendogli la mano, e Zayn si limitò a fare un sorriso.

-Ok, ora saliamo su, noi ci ordiniamo delle pizze!- dissi.

-Fate bene, noi stiamo andando a prendere un aperitivo con degli amici.- disse mio padre, e subito mi accorsi che stava già mettendo il giubbotto, e io scossi la testa, prima di salire le scale.

-Louis, ordina le pizze, dai!- dissi, prima che entrassimo tutti in camera di Zoe, che era molto più grande della mia.

 

La serata passò molto tranquillamente. Ci divertimmo, come sempre dopotutto, e il tutto si concluse con una battaglia di cuscini, nella quale stracciai Louis, mettendolo K.O. dopo pochi secondi.

Solo quando ero migliore di lui in qualcosa mi faceva simpatia, per il resto, c’erano nove probabilità su dieci, che avessi vinto quella battaglia solo perché trovavo piacere a spaccargli un cuscino in faccia.

Andammo tutti a dormire intorno alle due e mezza, e io non ero dell’umore giusto purtroppo, benché mi fossi divertita.

Mio padre ancora non tornava, e la cosa era alquanto fastidiosa.

Aveva sicuro trovato un’altra persona con cui passare la sua meravigliosa serata, ma ormai perché ci pensavo così tanto? Alla fine, era come se avessimo due vite separate.

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Capitolo 9
*** chapter 9. ***


-Louis! Dove diamine hai messo il mio cellulare?- chiesi cercandolo per tutta la stanza. Nella scrivania, nel comodino, ovunque! Ma non c’era, eppure lo stava usando lui qualche minuto prima.

-Ce l’ho io, non scaldarti!- disse venendo verso la mia stanza, poggiandosi con una spalla allo stipite della porta. Quella mattina saremmo andati tutti al centro commerciale, o meglio, Zayn e Louis avrebbero accompagnato me e Zoe, perché come sempre, avevamo bisogno dei nostri soliti acquisti. Almeno questa volta avremmo avuto un consiglio esterno, anche se poco mi sarei fidata di un parere da parte di Louis, ma alla fine era come sempre un’occasione per poter stare insieme, e passare del tempo in giro.

Avrei fatto di tutto pur di non rimanere a casa sinceramente.

-Oh, meno male! Ma.. che stai facendo?- chiesi avvicinandomi a lui per guardare cosa stava combinando con il mio telefonino, e in realtà stava semplicemente navigando su internet. –Ma usa il tuo scemo!- dissi strappandoglielo di mano. –Ho finito il credito! E c’eri tu al computer!- sbraitò quando non si ritrovò più il cellulare tra le mani.

-Fatti tuoi.- gli feci la linguaccia, mettendo il cellulare in tasca.

-Vedi che sono tutti giù che aspettano te, come sempre.- apostrofò.

-Sono pronta io, eh.- dissi, avviandomi verso la porta principale della mia casa. –Buongiorno!- dissi salutando Zayn che stava vicino a mia sorella.

-Oggi andiamo a piedi.- annunciò Zoe.

-Tanto il centro commerciale sta qui vicino.- precisò Zayn.

Così tutti e quattro ci mettemmo in marcia verso il centro commerciale, cominciando a chiacchierare e scherzare su varie cose.

-Sinceramente mi chiedo perché ho accettato ad accompagnarvi.- disse Louis, sapendo che sicuramente io e Zoe ci saremmo fermate ad ogni singolo negozio, e avremmo provato qualsiasi cosa ci capitasse tra le mani.

-Puoi sempre tornare indietro!- dissi, proprio quando eravamo già arrivati lì, e lui si limitò a farmi una smorfia. Scossi la testa proprio mentre stavamo per entrare dentro l’enorme centro commerciale.

-Voglio comprare tutto.- disse Zoe, vedendo i milioni di negozi che le si erano presentati davanti, e quasi non le si illuminarono gli occhi.

Alcott fu il nostro primo obiettivo, e ci fiondammo lì dentro, cominciando a girare da i vari stand, mentre Zoe chiedeva consiglio a Zayn su qualche capo che le piaceva particolarmente.

Ci ritrovammo in pochi attimi, con milioni di vestiti da provare, e quasi mi sentii confusa, ma subito dopo, sia io che Zoe, eravamo nei camerini a provare ciò che avevamo scelto, mentre i ragazzi stavano fuori ad aspettare per darci dei consigli.

Il primo vestitino che indossai era nero, con una fascia intorno alla vita, e che andava allargandosi subito dopo, con un velo di pizzo sotto.

-Ok, sembro una balena.- dissi uscendo dal camerino, per guardarmi allo specchio, facendo avanti e indietro per vedere come mi stava.

Mi sentii un attimo fissata, e poi mi voltai per notare che sia Zayn che Louis mi stavano guardando. –Un parere sarebbe d’aiuto.- sbottai.

-Io non posso parlare, Zoe mi uccide!- disse Zayn alzando le mani in segno di colpevolezza. –Louis, sei la mia unica speranza.- dissi guardandolo. –Mh, ti sta bene.- ammise semplicemente.

-Ma mi sento una balena!- sbottai.

-Non lo sembri proprio.- disse Zoe, appena uscì dal camerino con un vestitino bianco a tubo, senza maniche, abbastanza semplice.

-Ti sta una meraviglia.- disse Zayn trasognante mentre la guardava con quel vestito. –Davvero?- chiese mia sorella guardandolo.

-Assolutamente.-

Come sempre Louis ebbe quasi un conato di vomito davanti le solite scene di Zayn e Zoe da perfetti innamorati, e questo provocò la mia risata, fino a quando non tornai a pensare al mio vestito. –Provo gli altri!- dissi rinchiudendomi di nuovo in camerino.

Non ricordo quanti vestiti, jeans, e magliette provai, ma sicuramente erano tante, fino a quando io e Zoe non sentimmo le lamentele dei due ragazzi che reclamavano cibo in quel momento, come se fossero due bambini. –Ma siamo solo nel primo negozio ancora!- disse Zoe, uscendo dal camerino, pronta a pagare ciò che aveva scelto di comprare, e io la seguii a ruota. –Almeno andiamo in altre due negozi, e poi nutriamo questi due bambini.- continuò, dando una piccola carezza a Zayn.

Uscimmo da lì più che soddisfatte, con le nostre buste in mano, più sorridenti che mai. –Dove andiamo?- chiesi.

-Mh, H&M?- propose Zoe, e io accettai senza troppi ripensamenti visto che adoravo quel negozio con tutta me stessa. Entrai, fiondandomi subito sugli accessori che adoravo particolarmente. Mi faceva impazzire quello stile molto “vintage” ma soprattutto adoravo le collane e tutti i vari accessori di questo tipo, per questo ne avrei comprati a miriadi.

Fortunatamente quel giorno i soldi non mi mancavano e potevo darmi alla pazza gioia, e questo mi rendeva energica e felice!

Eravamo tutti sparsi nei vari reparti, e adesso anche Louis e Zayn si erano soffermati a guardare delle felpe e delle magliette, che tanto adoravano. Riuscii a ritrovarmi in giro di pochi minuti con troppo cose in mano, come sempre d’altronde, e non sapevo mai quale prendere.

-Louis! Vieni qui!- dissi afferrandolo da un braccio. Almeno mi sarebbe servito a qualcosa in quel momento. Provai a una a una le varie collane, chiedendogli consiglio, e lui sembrava quasi collaborare, anche se con una faccia alquanto annoiata. –Dai, non far così!- dissi ridendo.

-Me ne pentirò a vita di esser venuto.- disse semplicemente allontanandosi di nuovo verso il reparto maschile che stava molto vicino a quello in cui mi trovavo io. Intanto osservavo Zayn e Zoe che stavamo guardando diversi capi, vicino a me.

-E se lo facessimo nel camerino?- sussurrò Zayn all’orecchio di mia sorella con un sorrisetto malizioso, e prima che Zoe potesse rispondere, mi intromisi io. –Vi ho sentito!- borbottai voltandomi verso di loro con una risata, e mi guardarono in modo negativo. –Non è colpa mia! E’ lui che parla ad alta voce!- dissi nascondendomi tra gli stand, altrimenti avrei ricevuto qualche pugno da mia sorella.

Come Louis, mi divertivo a stuzzicarli parecchio.

-Ragazzi, io ho finito, vado a pagare!- dissi dirigendomi verso la cassa e pagando ciò che avevo deciso di prendere. E poi, seguita da Louis, mi avvicinai verso l’uscita, in attesa di Zoe e Zayn che avrebbero perso qualche altro minuto.

-Spero solo che non si chiudano davvero in camerino a scopare.- disse Louis speranzoso, con un sospiro. –Altrimenti possiamo stare qui fino a domani mattina.- continuò, e io feci un sorriso, fino a quando i due fidanzati non apparvero davanti a noi, anch’essi con dei sacchetti in mano che avevano lo stampo del negozio.

-Ok, cambio di programma, sto morendo di fame, andiamo a mangiare.- disse Zoe, tenendo Zayn per mano. E così tutti e quattro ci dirigemmo verso uno dei mille fastfood che c’erano nel centro commerciale.

 

-Fammi assaggiare il tuo panino!- dissi allungando le mani verso l’enorme panino di Zoe. Eravamo lì seduti in un tavolo dopo almeno mezz’ora di fila, visto che il posto era pieno di gente. Diedi un morso al panino di mia sorella, che mi guardò torva.

-Dai su, non far così.- dissi con la bocca piena, senza riuscire a ridere. –Dove andiamo ora?- chiese Louis, che stava seduto proprio di fronte a me. –Non ne ho idea, penso che faremo un altro giro in qualche negozio di vestiti, e poi ci occupiamo del make up!- disse Zoe, bevendo un sorso della sua coca cola, mentre sentivo che giocava con le gambe di Zayn sotto il tavolo, ed entrambi si scambiavano frecciatine.

Sentii poi un calcio alla gamba da parte di Louis, che mi fece quasi gridare dal dolore. –Hey! Che cavolo hai in testa?!- dissi io furiosa.

-Scusami, volevo solo imitare Zayn e Zoe.- scoppiò a ridere e con lui pure gli altri due vicino a me, mentre io toccavo la mia gamba dolorante, ma immediatamente il mio piede scattò verso lo stinco di Louis, seguito da un sorrisetto malefico, quasi.

-Sarà meglio per te che la finisci, se non vuoi ritrovarti senza palle.- dissi semplicemente, ridendo, e tornando a mangiare.

-Oddio, e poi come scopo?- gridò allarmato.

Io scoppiai a ridere a crepapelle. –Ah perché, tu scopi?- chiesi.

-Ah ah ah, bella battuta, verginella.- disse cercando di provocarmi o comunque stuzzicarmi, e ci era riuscito perfettamente, ma evitai di lanciare il tavolo per rispetto del locale in cui ci trovavamo.

-Siamo in un luogo pubblico, non posso ucciderti.- dissi facendo spallucce. –Ma aspetta, che appena torniamo a casa ti distruggo!- continuai. Intanto Zayn e Zoe si stavano godendo la scena, come se fosse quasi la scena di un film, e accennavano ogni tanto qualche risata.

Dopo aver mangiato, ci alzammo tutti e quattro dal tavolo per poter continuare il nostro “giro turistico” dentro il centro commerciale.

Girammo all’incirca altri cinque o sei negozi, e perdemmo tempi incredibili dentro ognuno di essi, sempre per colpa mia o di Zoe, che avevamo le intenzioni di provare tutti i vestiti che erano presenti, fino a quando i ragazzi non reclamarono il bisogno di tornare a casa, e noi con loro, visto che comunque era davvero stancante tutto ciò.

Saremmo dovuti tornare a piedi, così ci incamminammo verso la strada di ritorno. Pensai che, subito dopo esser tornata a casa, avrei dovuto aggiornare il mio diario, era fin troppo tempo che non lo facevo, e aveva bisogno di sapere cosa era successo negli ultimi giorni, e poi avrei telefonato Thomas. A quanto avevo capito, qualche giorno dopo sarebbe dovuto partire, e andare in Francia con i suoi genitori, e la cosa mi rendeva abbastanza triste, visto che non era semplicissimo poterci sentire da una nazione all’altra.

Per quanto eravamo stanchi, quel tragitto parve non finire più, fino a quando non arrivammo fino a casa mia. –Ragazzi, io accompagno Zayn a casa.- disse Zoe, e feci caso al fatto che lui non aveva con sé la macchina. –Ok, stai attenta al ritorno.- le raccomandai, facendole l’occhiolino, prima di suonare al campanello per farmi aprire da mio padre. Dopo averlo salutato, corsi subito in camera mia, con le mie mille buste, che buttai sul letto senza troppo problemi. Notai che Louis aveva deciso di soffermarsi in salone con suo padre, così ne approfittai per barricarmi in camera mia, afferrando con un gesto veloce il mio diario.

 

Caro diario,

sono passati troppi giorni dall’ultima volta che ti ho scritto. A dire il vero sono stata troppo impegnata per poterlo fare, davvero, e mi dispiace parecchio. Sai, l’altro giorno è successo di nuovo, Louis.. mi ha baciata di nuovo. E’ stato qualcosa di.. strano. Sì, definiamolo così. Non riesco a capire se mi ha fatto schifo tutto ciò, oppure in un certo senso mi è piaciuto ed è stato gradevole sentire le sue labbra sulle mie. Mh, io personalmente conoscendo il rapporto che ho con lui, escluderei la seconda opzione. Pff, che assurdità. E nessuno dei due sa spiegare perché è successo ancora una volta. Sta di fatto che quel giorno poi siamo andati al luna park, e ci siamo divertiti un casino! E invece Thomas mi ha detto che partirà per un bel po’ di giorni, e andrà in Francia, sto già male al solo pensiero. Però oggi, con i ragazzi e Zoe, sono stata a fare shopping al centro commerciale! Ho svaligiato tutti i negozi ahah!

Ora dovrei telefonare Thomas, quindi mh.. prima che arriva Louis direi che tornerò presto a scrivere.

Tua Arya.

 

Misi nuovamente il diario nel cassetto, e scesi dal letto, cominciando a sistemare tutto ciò che avevo comprato, e mentre lo facevo, cominciai a comporre il numero di Thomas per poterlo chiamare. Squillò, fino a quando non rispose. –Pronto?- fece.

-Hey Tomi! Tutto bene?- chiesi mentre mettevo i vestiti nuovi nell’armadio, e le collane nei vari portagioie.

-Sì, tutto ok, sto preparando le valigie, fra tre giorni partiamo, mamma ha deciso tutto all’improvviso.- lo sentii sbuffare.

-Non voglio che tu parta.- dissi.

-Nemmeno io voglio andarmene, staremo lì per quasi due settimane!- borbottò quasi sconvolto.

-Ti connetterai con il cellulare a internet, no?- chiesi.

-Certo! Senza dubbio!-

-Meno male!-

-Ma.. tu hai pensato a quello che ti ho detto?- domandò, e io evidentemente ero certa di ciò di cui stesse parlando: qualche giorno prima quando gli raccontai dell’accaduto con Louis, lui stette lì a ripetermi che probabilmente erano i nostri istinti che lo volevano, e che evidentemente, se lo volevano, c’era una certa attrazione. Io come sempre diffidavo da quelle parole, benché fosse il mio migliore amico a dirle, ma era inutile che si inventavano certe storie.

-Sì, e continuo a dire che tu abbia torto.- risi.

-Vedremo!- disse semplicemente con una risatina.

Stemmo molte ore a parlare del più e del meno, fino a quando non entrò Louis in camera per dirmi qualcosa.

-Arya, dobbiamo apparecchiare.- disse, e subito guardai l’orologio, visto che non mi ero assolutamente accorta che ormai erano le sette e mezza passate, così salutai Thomas, per poi scendere in cucina e raggiungere gli altri. Zoe era arrivata da poco, e la salutai con la mano mentre stava parlando con papà.

Intanto io, aiutata da Louis, cominciai ad apparecchiare la tavola.

-Sei stata al telefono più di due ore.- disse Louis guardandomi.

-Lo so, avevo molto di cui parlare con Thomas!- ammisi.

-Il gay?- Alzai lo sguardo in modo minaccioso verso di lui, subito dopo quella sua domanda, e ringraziai il fatto che mio padre e suo padre erano lì presenti, altrimenti gli sarebbe finita molto male. Si limitò a ridere, e io continuai a fulminarlo con lo sguardo mentre sistemavo le posate nel tavolo. –Allora, che mangiamo?- domandò Zoe, sedendosi al suo posto, proprio alla mia sinistra.

-Bill ci ha preparato un meraviglioso pollo arrosto!- annunciò mio padre, quando tutti eravamo seduti a tavola, pronti a mangiare. In effetti eravamo tutti molto affamati in quel momento, per questo riuscimmo a finire un pollo intero, sazi e contenti alla fine di tutto.

-Ragazzi, fra circa una settimana o poco più, la camera di Louis dovrebbe essere pronta, salvo equivoci!- disse mio padre allegro.

-E conoscendo la mia fortuna, sicuramente gli equivoci ci saranno.- ammisi con una punta sia di ironia che di verità. Conoscendo mio padre, chissà quanto tempo sarebbe passato ancora, ma ormai mi ero rassegnata, ero abituata alla stressante voce di Louis nella mia stanza, e alla sua presenza. Louis ridacchiò guardandomi dopo la mia affermazione. –Sei sempre abbastanza negativa, eh Arya?- disse mio padre, con una punta di severità nella voce.

-Abbastanza!- sorrisi annuendo, e dopo aver bevuto un sorso d’acqua, mi alzai dal tavolo, rimanendo lì in cucina, ma spaparanzandomi sul divano lì vicino. –Hey, volevo mettermi io lì!- disse Louis.

-Mi dispiace, ci sono già io.- dissi occupando con le gambe tutto il sofà, rimanendo molto comoda, fino a quando non vidi Louis fiondarsi su di me per farmi alzare, ma io rimasi irremovibile, anche se comunque lui cercava di farmi il solletico come sempre, ma riuscii a frenarlo.

-Vai viiia!- urlai, cacciandolo da lì.

-Ragazzi smettetela, dai!- disse Bill mentre sparecchiava insieme a mio padre e a Zoe. –Bill, è tuo figlio che mi importuna!- ridacchiai.

-Louis, smettila di importunare Arya.- si corresse Bill.

Louis sbuffò, allontanandosi da me, e arrendendosi al cruda realtà. Dopo qualche minuto rimasi lì da sola con Zoe, che aveva aiutato mio padre e Bill a sparecchiare, me ognuno di loro si era allontanato nelle rispettive camere, o a guardare la televisione.

-Papà mi ha fatto un sacco di domande su Zayn.- disse facendo un sorriso sforzato, e mettendosi ai piedi del divano e guardandomi. –Lo sai com’è- dissi scuotendo la testa.

-Non resiste al fare milioni di domande.- si passò una mano sui capelli, e sembrava abbastanza nervosa, perché quel fatto le dava parecchio fastidio. –Tranquilla, sono solo i primi tempi, poi smette.- ammisi, ma non ero tanto sicura di quello che avevo detto.

-Bisogna solo mantenere la calma con lui.- Zoe sospirò alzandosi da lì, per raggiungere probabilmente camera sua, così di conseguenza mi alzai anche io, così mi sarei messa al computer.

Entrai in camera, e intanto c’era Louis che stava parlando al telefono, così cercai di fare massimo silenzio, perché la voglia di litigare quella sera era davvero poca, così mi limitai a sedermi davanti il mio computer, e lo accesi subito. Appena si caricò, cominciai a navigare un po’ su internet, e a parlare in chat con Thomas, insomma le solite cose che facevo, niente di più.

-Che fai?- domandò Louis, subito dopo aver chiuso al telefono.

-Niente, il solito.- dissi poggiando il viso sulla mano, in modo annoiato e scomposto. Ero parecchio stanca ma non volevo andare a dormire.

-Domani cosa facciamo?- chiese.

-Non ne ho idea sinceramente.- mi voltai verso di lui sbuffando.

-Mi sembra di aver capito che forse non ci sta nessuno a casa.- disse lui dondolando i piedi mentre stava seduto nel letto.

-Davvero?-

-Sì, Zoe va da Zayn, e poi forse i nostri padri vanno a comprare delle cose.- disse poi facendo spallucce.

-Mh, almeno non sentirò la voce di mio padre.- risi.

-Credi che aggiusteranno la mia camera?- chiese.

-Ne dubito fortemente, mio padre parla, ma non fa mai nulla in realtà.- spensi il computer e andai verso il mio letto, distendendomi, mentre continuavo a parlare con Louis.

-Sai già quando tornerete a Doncaster?- chiesi.

-No, e la cosa non può far altro che rendermi triste, mi mancano i miei amici.- ammise con voce triste e desolata.

Io sospirai, e per un momento pensai alla mia vita senza Londra, senza Thomas, senza niente di tutto ciò, penso che molto probabilmente sarebbe stato tutto diverso, decisamente. Alzai subito dopo lo sguardo, soffermandomi a guardare Louis, che stava ancora lì seduto sul letto, che fissava il pavimento con insistenza, come se il suo sguardo fosse perso nel vuoto. –Che succede?- domandai.

-No, niente, pensieri vari!- disse lui poi, scuotendo la testa.

Io annuii, non avevo voglia di farmi i fatti suoi in quel momento, eppure rimasi ancora lì a guardarlo, e mi accorsi nuovamente dei suoi occhi azzurri, che in quel momento vagavano in giro per la mia stanza. Poi osservai il pavimento di camera mia, pieno dei suoi vestiti, e smisi subito di pensare a quel celeste davvero bellissimo, proprio appena notai la presenza dei suoi abiti anche fino al mio letto.

-Domani non pensi sarebbe figo sistemare la stanza?- dissi, mettendomi a pancia in giù e allungando una mano per poter prendere una maglietta di Louis che si trovava lì. Aveva il simbolo di superman, ed era blu.

-E tu saresti superman?- risi.

-Certo, cosa credi? Sono il bellissimo superman!- si vantò, strappandomi dalle mani la maglietta subito dopo essersi alzato. Risi ancora, afferrando uno dei miei libri, e mettendomi pronta per leggere, fino a quando non arrivò Louis nel mio letto, quasi tuffandosi.

-Oddio! Che vuoi?!- dissi sbraitando e cercando di toglierlo a gomitate, ma sembrava irremovibile. –Volevo solo torturarti, e sapere cosa stai leggendo.- disse ridendo e mettendosi al mio fianco, e io non avevo altra scelta, così gli feci un po’ di spazio vicino a me, mentre cercavo di leggere.

-Una storia di due innamorati, che passano la loro vita ad amarsi segretamente, e poi solo quando si scopre che lui ha un tumore, coniano il loro amore.. ma lui presto morirà.- cominciai a raccontare la storia, e vidi Louis che mimava dei finti conati di vomito, e mi veniva da ridere. –Che libri squallidi.- disse scuotendo la testa.

-Tu manco li leggi, quindi, è inutile che parli.- risi.

-Chi te l’ha detto?-

-Si vede, non ti ho mai visto con un libro dopo più di un mese.- dissi. Lui annuì, e fu costretto ad ammettere la verità, riguardo al fatto che odiasse i libri. Non riuscii a continuare la mia lettura, ma rimasi lì per un bel po’ di ore a parlare con Louis, a ridere, a scherzare, e anche a prenderci in giro come sempre, ma faceva parte della nostra routine ormai, e quella sera quasi mi parve di andare d’accordo con Louis. Magari davvero forse un flusso positivo si stava lanciando verso di noi, oppure erano solo momenti in cui nessuno dei due aveva voglia di litigare e creare disordini. Non so come accadde, ma entrambi ci addormentammo all’improvviso, lì nel mio letto, ed era una sensazione strana, non mi era mai capitato niente di simile, specialmente con lui.

Odiavo dire che le persone avevano ragione, decisamente, e non avrei dato ragione a Zoe e Thomas sul discorso riguardo Louis, non mi interessava assolutamente, così dormii senza troppi problemi.

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Capitolo 10
*** chapter 10. ***


Mi svegliai quasi di scatto, in seguito ad un brutto sogno, che riuscii fortunatamente a rimuovere subito dalla mia mente, benché mi avesse fatto svegliare in modo negativo. Come sempre, Louis era già sveglio, infatti non c’era più nel letto con me, ma io decisi di poltrire ancora un po’ prima di scendere a fare colazione. In casa si sentiva parecchio silenzio, quindi intuii che eravamo soli, come previsto da Louis.

Non rimasi poi così tanto lì distesa, così mi alzai, dirigendomi verso la cucina, mentre mi stropicciavo gli occhi ancora impastati di sonno, proprio come la mia voce.

-‘Giorno.- dissi arrivando in cucina, e notando Louis che sorseggiava una tazza di latte caldo, seduto sul ripiano della cucina. –Buongiorno, Vento!- rispose, quasi gridando, e questo mi fece capire che era assolutamente di buon umore. Mi sedetti su uno degli sgabelli, poggiando la testa sul tavolo, come se fosse un letto. –Sonno.- dissi semplicemente, mentre continuavo a stropicciarmi gli occhi.

-Ieri sera ci siamo addormentati nello stesso letto.- notò Louis, con una risatina, mentre mi porgeva una tazza di caffè. –Me ne sono accorta.-

Lo guardai per un istante, e adesso non capivo che mi stava succedendo in quel momento. Louis mi sembrava davvero.. carino. No, avevo sicuramente preso una botta in testa, oppure quel sogno mi aveva fatta stonare. Ma guardandolo bene, indossava degli occhiali da vista che raramente metteva, e aveva i capelli un po’ scombinati, come se si fosse alzato dal letto da pochissimi minuti. Deglutii, cercando di concentrarmi sul mio caffè, ma senza risultati, il mio sguardo in automatico si spostava verso di lui. –Che c’è?- domandò, e io scossi la testa, facendo finta di niente. Ok, dovevo seriamente capire cosa mi stava succedendo.

-Vado.. a lavarmi il viso per svegliarmi.- dissi dopo aver bevuto il caffè, e mi allontanai verso il bagno, chiudendo la porta alle mie spalle, e facendo un lungo sospiro. Mi guardai allo specchio, facendo in modo poi che il mio ciuffo non cadesse sui miei occhi, così inforcai una molletta tra i capelli, cominciando a sciacquarmi il viso con l’acqua ghiacciata, che sicuramente avrebbe fatto effetto, e poi di nuovo tornai ad osservare la mia figura davanti lo specchio.

Davvero avevo pensato quella cosa di Louis? davvero credevo che fosse carino quella mattina? Mai avevo avuto pensieri positivi su Louis da quando era arrivato in quella casa, eppure adesso stava succedendo, l’impossibile era appena accaduto, e io mi rifiutavo assolutamente di crederci. Sentii la porta bussare, e quasi sobbalzai.

-Arya, mi serve il bagno.- disse Louis dall’altro lato, e io mi asciugai velocemente il viso, uscendo e ritrovandomi Louis a pochissimi centimetri da me. –Vai.- dissi facendolo entrare e scansandomi, e dirigendomi subito dopo verso la cucina, per continuare la mia colazione, così accesi il televisore, per guardare qualche programma musicale, mentre bevevo una tazza di latte, e mangiavo dei biscotti.

La mia mente era ancora da tutt’altra parte, e improvvisamente quel sogno cominciò a vagare tra i miei pensieri in maniera scomposta, e tutto ciò mi faceva innervosire. Ricordai però una cosa bella. Alla fine di questo sogno c’era mia madre, e mi diceva qualcosa, ma in quel momento mi sfuggii completamente, ma non stetti molto a pensarci, volevo scacciare quei pensieri immediatamente.

-Va tutto bene?- chiese Louis ritornando in cucina. Mi voltai di scatto per guardarlo. –Cosa? Emh, sì, tutto ok.- mentii annuendo.

-Sai, ti vedevo strana, sarà un’impressione mia.- fece spallucce, sedendosi in una sedia, e cominciando ad armeggiare con il suo cellulare come era solito fare anche di prima mattina.

-Non vivi senza quel telefonino, eh?- dissi guardandolo, con una risatina.

-Lo uso solo per parlare con Zayn e stare su twitter!- ammise.

-A proposito, Zoe è da lui?- domandai.

-Sì, stanno facendo una passeggiata da teneri piccioncini quali sono.- entrambi ridemmo, e poi tornai a concentrarmi su uno dei biscotti che avevo in mano.

-Hai intenzione di stare a casa tutto il giorno?- chiese.

-Decisamente, non ho voglia di muovermi.- dissi stiracchiandomi, e allungando la mano per poggiare a terra la tazza vuota, poiché non avevo abbastanza forze per alzarmi dal divano in quel momento.

-Io vorrei uscire, ma me ne starò a casa.- ammise.

-Solo perché non puoi stare lontano da me eh?- ironizzai, ammiccando.

Lui parve pensarci un po’ su, poi scoppio a ridere.

-Non dire sciocchezze.- così dicendo continuò a ridere, cominciandosi a muovere in giro per la cucina, mentre io continuavo a fissare il televisore con insistenza, quando improvvisamente il mio sguardo non si spostò completamente verso Louis, che stava poggiato contro il ripiano della cucina, con il suo telefonino in mano.

-Dovrei andarmi a fare una doccia.- sbuffai, passandomi una mano sul viso. –E vai!- disse semplicemente Louis. Così decisi di alzarmi dal divano, e preoccupandomi prima di tutto di sistemare la cucina, che già era in disordine.

Subito dopo andai verso il bagno, prendendo prima dalla mia stanza tutto ciò che mi sarebbe servito dopo esser uscita dalla doccia, e così, tolsi il pigiama, lasciandomi correre le goccioline d’acqua su tutto il corpo.

Pensieri e pensieri che navigavano per la testa, solo stupidi pensieri confusi, affannati, e dispersi nella mia mente. Quando facevo la doccia, era un momento per ripensare a tante cose, probabilmente perché mi sentivo in pace con me stessa.

Lasciai scorrere ancora per un bel po’ il getto d’acqua, cercando di non far bagnare i capelli, che non avevo bisogno di lavare in quel momento.

Chiusi il rubinetto dopo almeno una buona mezz’ora che stavo lì a bagnare il mio corpo, e a sentire i miei pensieri che si rimuginavano nella mia testa. Uscii dalla doccia, guardandomi allo specchio, dopo essermi avvolta un asciugamano attorno al corpo. Feci un sospiro, uscendo dal bagno, e chiusi la porta alle mie spalle, alzando subito dopo lo sguardo, e ritrovandomi Louis davanti, e sobbalzai improvvisamente.

-Oddio, mi hai fatto prendere un colpo.- dissi, senza accorgermi che avevo le mani poggiate sul suo petto, dopo il nostro scontro.

Mi ritrovai a guardare di nuovo quegli occhi azzurri, questa volta molto più da vicino, e quello mi sembrò un tremendo dejavù. Le sue labbra erano maledettamente vicine al mio viso, ancora una volta, ma adesso, sentivo le mie mani tremare, e i brividi in tutta la schiena. Non era come la prima volta dopo quella maledetta litigata. Non era come quando avevamo appena finito di farci il solletico nel mio letto.

Una mano di Louis si poggiò sul mio collo, avvicinando il mio capo verso il suo viso, e le nostre labbra si incontrarono, in un dolce bacio, timido e indifeso, che quella volta mi stava mandando in tilt completamente. Era incredibile, il giorno prima mi ritrovavo ad insultarlo, e adesso ero lì con le labbra incollate alle sue, con una voglia incredibile di rimanerci per sempre.

Rimanemmo così per una manciata di minuti, fino a quando non sentii la sua lingua premere contro le mie labbra, e senza troppi riguardi, dischiusi la bocca. La mia schiena poggiò improvvisamente contro la porta che stava dietro di me, e le mani di Louis premevano contro il mio collo, e si attorcigliavano tra i miei capelli, proprio come le nostre lingue che avevano cominciato a giocare tra di loro. Giocavano, si intrecciavano, e nient’altro sentivo se non l’umido delle sue labbra carnose contro le mie. Mi accorsi che io ero lì impalata in quel momento, così decisi di allungare le mani verso il suo viso, carezzando dolcemente le sue guance, e tenendolo stretto, in modo che non potesse staccarsi dalle mie labbra. Toccai i suoi capelli, e sentii che erano liscissimi come la seta, ed era un contatto bellissimo, mi piaceva.

Non so quanto tempo durò quel bacio meraviglioso, so solo che era una delle cose migliori che mi fosse mai capitata, e non credevo al fatto che fosse davvero capitato, e che io davvero stessi pensando a questo.

I nostri visi si staccarono appena, e i nostri respiri si scontrarono dolcemente, fino a quando non sentii Louis che sorrise a fior di labbra.

-Louis.- sussurrai, guardandolo dritto negli occhi.

-Arya.- disse lui in tutta risposta, passandomi una mano sul viso.

-Tu mi piaci.- mi precedette, e quelle sue parole quasi mi fecero tremare sotto il suo dolce tocco.

-..stranamente anche tu.- deglutii appena.

Mi fiondai di nuovo verso le sue labbra, come se ormai da quel momento non potessi più farne a meno, come se era l’unica cosa di cui avevo bisogno. Riuscii a dimenticare tutto in quel momento.

I litigi con lui.

Le sue battutine di cattivo gusto.

Ciò che mi aveva fatto in quelle settimane.

Il mio diario.

Tutto mi passò di mente, tutto era diventato superfluo davanti a quella situazione. Sembrava impossibile, ma era così, e adesso, benché mi dolesse, ero costretta a dire che mia sorella e il mio migliore amico, avevano fottutamente ragione. Eppure era successo tutto così all’improvviso, ma quella nottata passata a dormire con il suo fiato sul mio collo probabilmente cambiò qualcosa.

Mentre mi preoccupavo delle sue labbra, ricordai ciò che mi disse mia madre nel sogno della notte prima.

 

“C’è qualcosa in te che cambierà.”

 

Lei aveva sempre ragione, in qualsiasi momento, e ora ne aveva più che mai. Non riuscivo più a stare lontana dalle sue labbra, le volevo. Volevo sentire il suo sapore in quel momento.

-In realtà tu sei molto bella.- disse Louis, staccandosi nuovamente dalle mia labbra, e poggiando entrambe le mani sui miei fianchi. Probabilmente non lo sapeva, ma era una delle cose che più mi facevano impazzire. Sentii tutto un brivido percorrermi la schiena, fino ad ansimare quasi contro le sue labbra.

-In realtà.. non credo di odiarti così tanto.- ammisi ed entrambi ridacchiammo dolcemente a fior di labbra.

Un rumore però mi fece distrarre, e in automatico, mi fece allontanare da Louis, con un sospiro. Corsi verso camera mia, dopo aver sentito la voce di mio padre. Louis scese al piano di sotto, capendo tutto. Non volevo che mio padre sapesse nulla, se l’avesse saputo, sarebbero stati guai, senza dubbio. Mi chiusi in camera, sedendomi sul letto, e passandomi una mano tra i capelli, e facendo un sorriso. Era il caso di scrivere nel mio diario, benché ancora fossi con l’asciugamano intorno al corpo, ma era troppo urgente.

 

Caro diario,

sono fottutamente cotta. All’improvviso? Sì, all’improvviso. La persona è Louis, cazzo sì. E’ come se avessi dimenticato tutto nell’arco di cinque minuti, o forse sono stati quindici minuti..? non lo so, sto impazzendo. Uscivo dal bagno per andare in camera, e ci siamo scontrati e.. mi ha baciata di nuovo. Un bacio intenso, bellissimo, da brividi.

Non riesco a capacitarmene.

Ieri era in un modo, ora è in un altro. Tutto grazie a mia madre. L’ho sognata sta notte, mentre mi diceva che qualcosa in me cambierà.

Era questo, sicuramente. La amo, la amo maledettamente.

Mi sento bene.

Tua Arya.

 

Mi lasciai andare nel letto, chiudendo gli occhi per un secondo.

Poteva qualcosa cambiare così all’improvviso? Troppe domande, poche risposte. Troppi perché, ma niente mi importava.

 

 

A pranzo sembravo completamente disconnessa dal mondo, e fissavo incessantemente il piatto, con sguardo trasognante, e Louis che stava alla mia sinistra se ne era accorto, e ogni tanto accennava qualche risatina. –Arya che succede? Sei strana.- disse mio padre, e dopo aver sentito che richiamava la mia attenzione, sobbalzai all’improvviso.

-Eh? Cosa? No no, è tutto ok papà, va tutto bene.- risposi sorridendo.

-Va bene, se lo dici tu.- fece spallucce, tornando a mangiare. Anche mia sorella mi guardava con sguardo interrogativo. Ancora non sapeva nulla, ma con un cenno le feci capire che le avrei raccontato tutto subito dopo pranzo. Sentii poi il piede di Louis scontrarsi con il mio, e alzai lo sguardo per poterlo guardare, e ci sorridemmo, cercando di sfuggire alle occhiate dei nostri padri.

Volevo finire subito di mangiare, scappare in camera con Louis, e rimanere lì tutto il pomeriggio, davvero. Eppure quel pranzo parve durare un’eternità. –Ok ragazzi, ci pensate voi a sparecchiare?- tutti annuimmo, quando mio padre e Bill, si allontanarono per andare verso il salone. La partita di football sarebbe cominciata a breve. Io, Zoe e Louis ci preoccupammo di togliere tutti i piatti sporchi, e di sistemare la tavola, e dopo circa cinque minuti, mi ritrovai chiusa in camera con Zoe che aveva intenzione di farmi il terzo grado.

-Allora? Che è successo? Lo conosco quello sguardo, lo conosco benissimo! Chi è? chi è?- io scoppiai a ridere prima di sedermi nel suo letto.

-Louis.- dissi semplicemente con un sorriso.

-Oddio sono troppo feli.. Cosa?!- risi di nuovo. –Scherzi?- chiese guardandomi quasi sconvolta, e io feci di no con il capo, e quasi le si illuminarono gli occhi in quel momento.

-Avevo ragione io, cazzo!- urlò.

-Shh, abbassa la voce! Papà non deve sapere nulla, e poi non stiamo ancora insieme.- le presi la mano, facendola sedere vicino a me, in modo che potesse parlare più a bassa voce possibile.

-Ma secondo me hai bevuto.- disse lei ridendo, e risi anche io ancora.

-No è che.. insomma, ieri sera ci siamo messi a scherzare, e ci siamo addormentati nello stesso letto senza volerlo. Questa mattina, appena ho finito di fare la doccia, faccio per uscire dal bagno e mi si presenta davanti.. lo guardo per un momento negli occhi, e poi ci baciamo.- dissi, raccontandole la vicenda, e lei non poté fare a meno di lasciarsi sfuggire un piccolo gridolino, ma le tappai subito la bocca.

-Ricorda, papà non deve sapere niente.- lei annuii, dimostrando che aveva capito. –Mi ucciderebbe molto probabilmente.- ammisi malinconica.

-Beh, che ci fai ancora qui?- la guardai alzando un sopracciglio, perché probabilmente non avevo capito che cosa intendesse. –Insomma, vai da lui! Sarà sicuro in camera, approfittane ora che papà e Bill sono davanti il televisore, e ci rimarranno per le prossime due ore.- disse.

-Ma se magari è stato tutto uno sbaglio?- come al solito la mia testa pensava solo a farsi tante, forse troppe paranoie, ma non potevo farne a meno. Notai che Zoe mi stava guardando torva, così uscii dalla sua stanza con una risatina, pronta ad andare in camera mia. Aprii la porta, e come speravo lui era lì dentro, disteso nel letto.

-Hey.- dissi semplicemente, chiudendo la porta alle mie spalle. Lui mi salutò con un sorriso, e poi mi sedetti ai suoi piedi, poiché stava disteso nel letto. Alzò il busto, e mi ritrovai nuovamente con il suo viso a pochi centimetri del mio.

-Per poco a tavola mio padre non capiva qualcosa.- dissi con una risata.

-E’ vero, avevi uno sguardo assolutamente perso nel vuoto.- precisò, e io improvvisamente diventai rossa, e cercai di nascondere il mio viso tra i capelli castani che ricadevano sulle mie spalle.

-Sei carina quando diventi rossa.- ammise, spostandomi i capelli dal viso, e mettendomeli dietro un orecchio. Io scossi la testa, come se non fossi d’accordo con la sua affermazione.

Lui sorrise, prima di farmi sentire nuovamente le sue labbra contro le mie, e quasi rabbrividii di nuovo, appena sentii nuovamente quel contatto meraviglioso. Mi strinsi maggiormente a lui, chiedendo accesso alla sua bocca, e sentendo la sua lingua premere dolcemente contro la mia. Si staccò da me.

-Io.. non me lo sarei mai aspettato.- ammise.

-Nemmeno io, Louis.- sussurrai.

-Tu non mi piacevi, non eri il mio tipo, e ora.. non vorrei più smettere di baciarti.- mi strinse a sé, come per cullarmi quasi tra le sue braccia. –Io ti odiavo.- risi.

-Ora non mi odi più?- chiese guardandomi negli occhi.

-Non posso, non voglio.- ammisi lasciandogli un piccolo bacio a stampo.

-Mia sorella e Thomas dicevano che sarebbe successo qualcosa tra di noi, ma rimanevo impassibile, ma soprattutto non gli davo ragione.- dissi.

-Stessa cosa, Zayn me lo ripeteva sempre.- rise anche lui, cominciando a passarmi una mano tra i capelli, e improvvisamente mi sentii quasi in paradiso. –Quando.. hai cominciato a sentire qualcosa per me?- chiesi.

-Probabilmente la sera della festa, quando poi ho mandato via quell’Alex.- disse con una smorfia di disprezzo per aver nominato quell’individuo. –Mi sono ingelosito un po’, ma quasi senza volerlo.- ammise.

-Il Louis che conoscevo i primi giorni, non avrebbe mai fatto niente di simile per me.- sorrisi dolcemente, e lo fece anche lui.

-Allora è vero che dall’odio nasce l’amore!- disse con un tono di felicità. –Zayn.. lo sa?- domandai, e lui annuì.

-Anche Zoe.-

Rimasi lì tra le sue braccia ancora per molto, con la sua mano che massaggiava dolcemente i miei capelli. Mi venne quasi spontaneo socchiudere gli occhi sotto il suo dolce tocco, e infine stemmo lì molto tempo, a scambiarci dolci baci e carezze.

 

Non ricordo come trascorse il resto del pomeriggio, ricordo solo che dopo cena, mi ritrovai in giardino con Louis, alle undici di sera, quando tutti erano andati a dormire, e l’unica luce accesa era quella della stanza di mia sorella. Probabilmente lei era al telefono con Zayn, a scambiarsi dolci frasi d’amore. Io ero troppo occupata a dondolarmi nel dondolo con Louis, e a guardare la luna piena sopra le nostre teste.

-Rimarrei qui a vita.- sussurrò Louis, avvicinandosi al mio orecchio, e facendo per darmi un bacio sul collo. –Piccola..- disse dolcemente, e io mi voltai verso di lui, stampandogli un bacio sulle labbra.

-Mh, che facciamo qui alle undici di notte?- chiesi, cingendogli il collo con le braccia, e accorgendomi che ormai avevo le gambe totalmente sopra le sue. –Beh, potrei farti il solletico, come i vecchi tempi.- rise.

-Oh, già sono vecchi tempi? Eppure fino a ieri ci prendevamo per il culo!- dissi.

-Ciò non significa che adesso non posso chiamarti Vento.- ridacchiò di nuovo. –E ciò non significa che io non posso farti il solletico fino a farti sentire male.- dissi in tutta risposta, pizzicandogli il fianco, e lui sobbalzò in un modo quasi divertente, che mi fece ridere.

-Vuoi la guerra?!- chiese, e io annuii con sguardo di superiorità, fino a quando non mi ritrovai le sue mani sui miei fianchi, che cominciavano a solleticarmi, e io per sfuggirgli, scappai, correndo per tutto il giardino inseguita da lui.

-Non mi prendi!- dissi facendogli la linguaccia.

-Ah no?!- lo vidi scagliarsi contro di me, e mi afferrò da dietro, prendendomi per i fianchi, e avvicinandosi a me. –Dicevi?- io sbuffai, come se volessi arrendermi, ma qualche minuto dopo cercai di scappare ma non feci altro che cadere con Louis addosso a me. Scoppiammo a ridere entrambi, e ci guardammo fissi negli occhi.

-Arya, vuoi essere la mia ragazza?- smisi di ridere, e tornai seria, e rimasi attonita davanti quella domanda. Quasi non seppi che rispondere, anche se era scontato ciò che volevo dire.

Rabbrividii, e non sapevo se era per l’umidità che c’era spesso a quest’ora o per il contatto stretto con Louis mentre mi faceva quella domanda. –Io.. sì.- dissi dopo sorridendo.

Lui contraccambiò, sorridendo a trentadue denti.

-Ma devo chiederti un favore.- sussurrai mordendomi il labbro, e lui annuì. –Mio padre non deve venire a sapere nulla, okay? Promesso?- lui mi diede un bacio sulle labbra prima di fare un sorriso.

-Promesso.- ci fu un momento di silenzio, prima che Louis cominciò di nuovo a carezzarmi i capelli.

-Bene bellissima, ora che ne pensi di rialzarci e andare a dormire?- chiese prendendomi la mano, e aiutandomi ad alzarmi. Rientrammo dentro casa, e subito andammo verso camera mia, pronti per andare a dormire.

Chiusi la porta alle mie spalle, e mi buttai sul mio letto.

-Ho sonno.- borbottai stiracchiandomi, prima di voltarmi, per vedere Louis che si distendeva nel suo letto. –Tu non hai sonno?- chiesi.

-Un po’- rispose semplicemente, girandosi verso il mio letto per potermi sorridere. Decisi che alla fine non avevo poi così tanto sonno, e rimasi lì a fissare Louis, e lui fece lo stesso, fino a quando entrambi non cominciammo a ridacchiare.

-Io..non me ne capacito.- dissi semplicemente stropicciandomi gli occhi, come se credevo che tutto ciò che era accaduto, fosse stato solo un sogno, un sogno assurdo. –Di cosa?- domandò sorridendomi.

-Che.. insomma Louis, stiamo insieme!- mi fece segno di abbassare la voce, e subito mi tappai la bocca. Ora come ora, mio padre non avrebbe dovuto sapere nulla, per nessuna ragione al mondo.

-A volte.. sono cose che capitano così, all’improvviso senza che tu te ne accorga, a volta contro la tua volontà, ma sai che tu interiormente lo vuoi, ma non vuoi ammetterlo a te stesso.- sembrò quasi che mi stesse leggendo nella mente, perché in effetti, era proprio così la mia situazione.

Oh, ma al diavolo tutte quelle stupidaggini! Che mi importava adesso? Volevo quello, no? Ed ecco che il passato rimase solo un amaro ricordo, forse anche divertente, e stupido allo stesso tempo, ma probabilmente era arrivato il momento di pensare al presente senza indugiare verso il passato. –Vuoi dormire?- domandò poi.

Io annuii semplicemente, troppo stanca anche solo per pensare. Spense la luce, e mi mandò dal suo letto una dolce buona notte, e io gli feci un sorriso, voltandomi poi dall’altro lato del letto.

Non passarono molti minuti, che improvvisamente sentii come un vuoto.

Probabilmente mi mancava quel suo fiato sul collo, quel suo respiro dolce, il suo calore, così mi voltai di scatto.

-Louis.- sussurrai semplicemente, e lui sobbalzò.

-Vieni a dormire qui accanto a me?- chiesi, e lui non si fece ripetere quella domanda più di una volta, e subito corse verso il mio letto, mettendosi alla mia destra. Mi appoggiai alla sua spalla, mentre sentivo la sua mano che mi massaggiava la schiena dolcemente.

-Buona notte.- sussurrai alzando il capo per potergli stampare un bacio sulle labbra. –Buona notte Vento.- rise debolmente, prima che entrambi ci potessimo addormentare cullati tra le dolci braccia di Morfeo.

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Capitolo 11
*** chapter 11. ***


Quella mattina la voglia di alzarmi dal letto era davvero molto molto poca. I miei occhi non riuscivano nemmeno ad aprirsi, benché fossi cosciente e in parte sveglia. Presi tutto il cuscino tenendolo stretto a me, e abbracciandomelo, fino a quando non sentii una voce che mi fece sobbalzare. –Ahia!- la persona che parlava non era assolutamente nessuno di nuovo, infatti lo riconobbi subito. Aprii gli occhi di scatto, dopo che mi accorsi che gli avevo praticamente tolto con non curanza il cuscino da sotto la testa mentre dormiva ancora.

-Oddio.. perdonami.- dissi con la voce impastata dal sonno. Lui si toccava il capo, mentre provava ad aprire gli occhi. –T..tranquilla.- mugugnò. Gli porsi il cuscino, e tornammo a dividerlo come evidentemente avevamo fatto per tutta la notte. Chi per un motivo, chi per un altro, ormai eravamo entrambi svegli ed era inutile negarlo. Mi misi a pancia in giù, voltandomi verso Louis che si stava preoccupando di stropicciarsi gli occhi. –Buongiorno.- gli dissi poi con un sorriso.

-Buongiorno a te, anche se mi hai distrutto la testa.- rise appena, dandomi poi un bacio sulla fronte. –Hai russato tutta la notte!- ammise.

-Io non russo!- replicai spalancando gli occhi sconvolta.

-Ohh, invece sì.- ridacchiò. Scossi la testa sospirando e buttandomi su di lui, poggiando la testa sulla sua spalla per poter stare comoda e abbracciata a lui. –Vuoi andare a fare colazione?- domandò, mentre io avevo chiuso di nuovo gli occhi, però annuii debolmente, prima di sentire le sue mani che mi aiutavano ad alzarmi. Mi ritrovai già in piedi, un po’ anche contro la mia voglia, ma alla fine il sole che splendeva, mi dava una carica in più per potermi alzare dal letto.

Feci per andare verso la porta, fino a quando non sentii le mani di Louis prendermi per i fianchi, avvicinandomi a lui. Io risi, e poi voltai il viso per poterlo guardare, e mi ritrovai già di prima mattina le sue labbra sulle mie, ed era un contatto a dir poco meraviglioso.

-Ti conviene non avere questi atteggiamenti davanti a mio padre, altrimenti ti ritrovi a Doncaster in pochissimi minuti, e non specifico in che modo.- scoppiò a ridere e io insieme a lui, e prima di uscire dalla stanza, ci staccammo a malincuore l’uno dall’altra.

Strada facendo incontrai Zoe, che mi diede un bacio in guancia per augurarmi il buongiorno, e anche lei stava andando a fare colazione in quel momento. In cucina c’era mio padre che preparava del caffè, e Bill che leggeva il giornale del giorno.

-Buon giorno.- dissi io, sedendomi, prendendo una delle tazze che c’erano sul ripiano della cucina, in attesa che qualcuno prendesse il latte, visto che ero ancora troppo addormentata per muovermi mezzo metro più in là. Notai Louis che si toccava il capo con la mano, poiché evidentemente il modo in cui gli avevo tolto il cuscino non era stato per niente delicato, e mi scappò una risatina mentre mi lanciava occhiatacce.

-Volete latte?- domandò mio padre a tutti e tre, ed annuimmo insieme.

Ci porse la busta contenente il latte, e cominciammo a dividerlo nelle varie tazze, tutti e tre più assonnati che mai.

-Avete programmi per oggi?- chiese poi. Io mi voltai verso gli altri, per cercare una risposta da parte loro, ma in realtà loro due stavano facendo la stessa e identica cosa mia. –Emh..- intervenne Zoe che era sempre quella piena di idee. –Potremmo andare un po’ in giro, non saprei.- disse facendo spallucce, e sia io che Louis annuimmo alla sua proposta, perché avevamo bisogno di stare lontani da casa, ma soprattutto da mio padre per poterci scambiare anche solo un semplice bacio.

-Beh sì, è un’ottima idea!- dissi io, cominciando a consumare la mia colazione.  –Chiamerò Zayn!- concluse poi Zoe, e il silenzio calò nella cucina. Sentii Louis sfiorarmi il piede con il suo sotto il tavolo, e io sobbalzai, quasi affogandomi con il mio biscotto, e lui scoppio a ridere.

-Tutto ok Arya?- chiese mio padre.

-Sì, sì, mi stavo solo affogando.- guardai torva Louis, che frenò le sue risate immediatamente. –Bene, vado a telefonare Zayn, vi faccio sapere che si fa.- Zoe si alzò dal tavolo, dirigendosi verso camera sua.

Finii la mia colazione, e decisi così di tornare in camera mia, e mi buttai di nuovo sul letto. Quella mattina era davvero difficile stare svegli. Qualcuno entrò in camera e capii subito che si trattava di Zoe.

-Buongiorno.- disse lei di nuovo sedendosi vicino a me nel letto.

-Novità?- chiese, e io mi voltai verso di lei, alzando il busto, e mettendomi seduta. –Beh..- sorrisi imbarazzata.

-Cosa?- domandò sconvolta, perché evidentemente non ce la faceva più a stare sulle spine. –Ieri sera mi ha chiesto di metterci insieme.- ammisi.

Come previsto mia sorella fece urlò, saltandomi addosso per abbracciarmi, e io la strinsi forte, incitandola poi a non urlare. –Quante volte devo dirtelo? Fai piano- risi. –E’ più forte di me, scusami, sono troppo contenta!- ammise battendo le mani velocemente.

-E quindi, ora stiamo insieme.- le tappai la bocca prima che potesse proferire parola o qualcos’altro, visto che sentivo mio padre che gironzolava per il piano.

-A maggior ragione oggi dobbiamo uscire tutti e quattro! Zayn viene fra circa un’ora, preparati! Vado a dirlo a Louis!- disse dandomi un buffetto sulla gamba prima di scattare fuori dalla stanza, e io risi. In queste situazioni mia sorella si gasava più di me, decisamente. Mi alzai dal letto per l’ultima volta, e aprii l’armadio per decidere cosa dovevo mettere. Mi accorsi che faceva caldo, quindi dei pantaloncini bianchi sarebbero stati perfetti, abbinati ad una maglietta dello stesso colore.

Presi i vestiti e mi diressi verso il bagno per potermi vestire, e strada facendo mi scontrai verso Louis.

-In bagno c’è tuo padre che si sta facendo la doccia!- disse.

-Oh, fanculo.- borbottai ritornando verso camera mia, e mi preoccupai di vestirmi, poi mi accorsi che c’era Louis in camera. –Emh..- lo guardai per un momento mordendomi il labbro inferiore.

-Oh, emh, scusa, esco subito.- disse avendo capito subito ciò che volevo dirgli. Mi vestii velocemente, guardandomi poi allo specchio e cercando un paio di scarpe da poter abbinare. –Louis! Puoi entrare, mi servi!- urlai con una risata. Entrò in camera chiudendo la porta alle sue spalle.

-Non so che scarpe mettere.- borbottai.

-Metti quelle solite bianche che usi spesso!- disse.

-Mh, quelle che presi da H&M due mesi fa?- domandai cercandole.

-Non so quando le hai prese, ma sì quelle.- rise sedendosi nel letto e guardandomi. –Tu non ti vesti?- chiesi.

-Volevo un tuo aiuto per decidere cosa mettere.-

-Beh, sono qui, dimmi tutto!- risi.

-Pensavo di mettere i pantaloncini che arrivano fino al ginocchio, ma poi non so che maglietta mettere.- disse aprendo una delle sue valigie che erano rimaste lì, e mai svuotate. –Hai una polo bianca? Sono così belle addosso ai ragazzi!- ammisi.

-Mh, sì dovrei averla!- cercò tra i suoi mille vestiti, e ne tirò fuori una mostrandomela e io con un cenno acconsentii. –E poi metterò le tom’s!- continuò. Indossava sempre quelle scarpe così buffe, che a me non piacevano assolutamente, ma addosso a lui sembravano davvero diverse.

-Sei l’unico al mondo che indossa queste scarpe.- risi, e lui lo fece insieme a me. –Lo so, ma sono una figata assurda!- le indossò, stirandosi la maglietta con le mani. Qualche minuto prima mi accorsi di quanto era bello senza maglietta, ma cercai di sorvolare, e mi preoccupai di mettere le mie scarpe.

-Sembriamo vestiti allo stesso modo.- risi, guardandomi ancora una volta allo specchio, e lui mi affiancò prendendomi per i fianchi e stampandomi un bacio sulla guancia. –Bene, ora vado a lavarmi i denti, a truccarmi e a sistemarmi i capelli.- dissi lasciandolo lì in camera e dirigendomi verso il bagno che finalmente era libero.

Dopo essermi lavata il viso e tutto il resto, misi una linea leggera di matita sulla palpebra, decorando il tutto con un po’ di mascara e del fard sulle guance che in estate davano un tocco in più, assolutamente. Sciolsi i capelli, lasciandoli così liberi dopo averli spazzolati. Mi accorsi che stavano diventando sempre più lunghi, all’incirca cinque centimetri prima del mio bacino. Quando ero piccola ero abituata a tenere i capelli corti, e averli così lunghi per me era diventato un favoloso traguardo. Uscii dal bagno dopo aver messo una punta di profumo.

Anche se stavamo semplicemente andando a fare una passeggiata, mi piaceva essere sempre sistemata e in ordine. –Ragazzi, io sono pronta!- urlai catturando l’attenzione di Louis e Zoe che uscirono dalle loro stanze.

-Zayn dice che sta arrivando!- disse Zoe, raggiungendomi e toccandomi i capelli, come era solita fare quando avevo appena finito di pettinarli, e a me non dispiaceva, era una cosa rilassante. –Andiamo giù in giardino!- dissi, mettendo il telefonino in tasca e scendemmo tutti e tre giù, e io come sempre mi sedetti nel mio amato dondolo, godendomi il sole di luglio. –Dove andiamo allora?- chiesi.

-In un bel parco, ho voglia di andarci.- disse Zoe, con il telefonino in mano. Guardai Louis in piedi, poggiato allo stipite della porta, che osservava la strada di fronte a sé. Speravo che Zayn arrivasse il prima possibile, non volevo stare più così lontana da Louis, mi angosciava.

Ancora mi stupivo di questo accaduto.

Due giorni fa lo odiavo ancora a morte, e adesso? Adesso sentivo che non riuscivo più a staccarmi da lui. Sapevo che a volte l’odio scaturiva amore, ma non pensavo così, all’improvviso, come se niente fosse. Se prima desideravo che Louis tornasse subito a Doncaster, ora l’avrei voluto lì per tutta la mia vita molto probabilmente.

-Ragazzi, sono qui!- disse Zayn attraverso il cancello, che era arrivato a piedi da casa sua. –Amore!- urlò Zoe, facendo per aprirgli, e saltandogli addosso con un sorriso. Erano così carini insieme. Io e Louis ci avvicinammo, e ci allontanammo finalmente da casa dopo aver salutato Zayn. –Quindi? Abbiamo una nuova coppia tra noi!- disse Zayn, voltandosi verso me e Louis. Diventai improvvisamente rossa, e nascosi il viso tra i miei lunghi capelli. Sentii poi che la mano mia e quella di Louis si scontrarono e ci voltammo automaticamente, guardandoci dritti negli occhi prima di prenderci per mano. Louis sorrise, guardando poi Zayn, e sospirò. –A quanto pare sì.- disse poi.

-Beh, quindi potrò prenderti in giro tutto il tempo ora, no?- disse Zayn, ridendo, e cingendo la spalla di Zoe, avvicinandola a sé. –Provaci e tu uccido.- replicò Louis. Ridemmo tutti insieme e io quasi volontariamente, mi strinsi a Louis, sentendo la sua mano attorno al mio fianco, e poggiai la testa sulla sua spalla. Il parco non distava molto da dove eravamo noi, e in pochissimo tempo ci saremmo ritrovati lì. Stare così stretta a Louis improvvisamente mi fece sentire bene. –Hey piccola.- sussurrò Louis prendendomi il mio viso dal mento avvicinandolo a suo, stampandomi un dolce bacio sulle labbra. –Prima mi chiamavi “Vento” e adesso sono.. piccola?- risi. –Riformulo la frase.. Hey Vento.- disse baciandomi di nuovo. –Ora mi sento meglio!- mi strinsi di nuovo a lui abbracciandolo.

Arrivammo lì dopo pochi minuti, ed eravamo davvero belli da vedere tutti e quattro. –Ho voglia di sedermi.- dissi, e trascinai con me Louis nella prima panchina che mi si presentò davanti.

-Voi fate i piccioncini, noi andiamo a farci una passeggiata!- disse Zoe allontanandosi con Zayn mano nella mano, sicuramente stavano andando ad appartarsi da qualche parte.

Una mano di Louis si poggiò sul mio fianco avvicinandomi a sé, e mi ritrovai con le labbra incollate alle sue, come se adesso era l’unica cosa di cui avevo bisogno, e probabilmente era davvero così. Ero stata fino a qualche minuto prima con la paura che mio padre potesse scoprire qualcosa, ed era impossibile rimanere a baciarci o abbracciarci per più di mezzo secondo. Le sue mani stavano poggiate sui suoi fianchi, e mi veniva sempre più spontaneo avvicinarmi a lui ogni secondo di più, ritrovandomi ormai a cavalcioni sulle sue gambe, mentre ci baciavamo con tutta la passione che avevamo in corpo. Mi staccai un attimo da lui.

-Mi spieghi che potere hai?- chiesi.

-In che senso?-

-Mi hai fatto perdere la testa in due giorni. Non puoi, è illegale.- risi e gli carezzai dolcemente i capelli con una mano. –Non me ne capacito.- sussurrai portando appena la testa indietro ridendo.

-Beh dovresti, è la realtà, sai?- sorrise.

-Si, ed è meravigliosamente bella.- ammisi, fiondandomi di nuovo sulle sue labbra. Sentii le sue mani poggiarsi sul mio fondoschiena e risi divertita a fior di labbra, prima di passargli una mano sul collo.

-Siete due pervertiti!- le voci di Zayn e Zoe in coro mi fecero distrarre in quel preciso momento, e alzai lo sguardo, vedendoli che erano pochi metri più in là che ci fissavano. Louis mi poggiò di nuovo nella panchina, prima di scattare in piedi, cominciando ad inseguire Zayn per tutto il parco. Io risi di gusto, guardandomi la scena insieme a Zoe che era rimasta lì ancora a fissarli, fino a quando Zayn la raggiunse mettendosi dietro di lei. –Amore aiutami, mi vuole uccidere.- disse spaventato, mentre Zoe lo teneva stretto tra le sue braccia, come se fosse un cucciolo indifeso. Mi alzai raggiungendoli ora che era arrivato anche Louis. –Me la paghi Malik.- disse Louis guardandolo torvo, mentre mi prendeva da un fianco.

-Ah sì? E come?- rise Zayn continuando a prenderlo in giro.

-Sembrate due bambini.- dissi scuotendo la testa, e prendendo Louis per mano, mentre cominciavamo a passeggiare tutti e quattro insieme in giro per il parco.

Vidi poi Zayn stampare un bacio a Zoe con tutta la passione che aveva in corpo, prendendole il viso con una mano. –Hey, non me la consumare!- dissi io guardandoli, ma poi vidi che Louis fece la stessa cosa con me.

-Dì al tuo ragazzo che me ne deve lasciare un po’ di te eh, sennò a chi le faccio io le coccole?- disse Zoe riferendosi a me.

-Puoi farle a me.- si intromise Zayn.

-Tu ne hai già abbastanza, anche mia sorella deve averne.- ammise Zoe, vedendo poi che il ragazzo di fronte a sé, aveva messo il suo solito broncio, al quale mia sorella non riusciva proprio a resistere. Diceva che se ne innamorava sempre di più quando faceva queste cose.

-Mh, ma mi coccolerai stasera, no?- sussurrò, avvicinandosi all’orecchio di Zoe, dopo aver ricevuto il suo solito bacio. Io e Louis intanto camminavamo mano nella mano, qualche metro più distante da quei due, e ogni tanto ci scambiavamo qualche tenero bacio.

-Stasera ti va di metterci di nuovo in giardino?- mi chiese.

-Certo, ne ho tanta voglia.- ammisi con un sorriso mettendomi un attimo sulle punte per poter raggiungere le sue labbra. In confronto a lui non ero molto bassa, ma era necessario alzarmi appena per poterlo baciare, ma la cosa era molto divertente. –Ar, secondo te come la prenderà papà quando saprà che stasera sono a dormire da Zayn?- chiese Zoe, e io mi voltai, per poterla guardare. –Non è necessario che tu glielo dica!- risposi io.

-Ma diciamo che se ne accorge se non mi vede spuntare a casa.- disse.

-Oh beh, ma puoi anche andare a dormire da Lara.- le feci l’occhiolino, e lei intuii qual era la mia idea, e annuì compiaciuta. –Ottima idea, ci crederà sicuro.- ridacchiò. –Voi che farete?- domandò Zayn.

-Niente di particolare, appena tutti staranno dormendo ci metteremo in giardino.- risposi, stringendo la mano di Louis, e carezzandogli dolcemente il dorso con il pollice prima di ritrovarmi a guardarlo negli occhi. Rimanemmo così per qualche minuto, come se non volessimo più staccare gli occhi l’uno dall’altro. –Me lo dai un bacio?- chiesi timidamente. –Te ne darei un’infinità.- sussurrò prima di fermarsi, e prendere il mio viso con entrambe le mani, e stampandomi un dolce bacio sulle labbra, fermandosi su di esse per un lungo periodo di tempo, fino a quando non mi staccai. –Facciamo delle foto?- chiesi io euforica.

La fotografia era una cosa che mi affascinava tantissimo. I ricordi racchiusi in una semplice immagine. Era qualcosa di magnifico.

-Oh, vengo sempre uno schifo!- borbottò Zayn.

-Non mi interessa, foto foto!- urlai tirando fuori dalla mia piccola tasca una macchina fotografica sottilissima. –Ne voglio una con Zoe, non ne facciamo da troppo tempo.- dissi io porgendo l’oggetto a Louis, e afferrando mia sorella da un braccio per poter fare la foto.

-Fa vedere!- dissi dopo aver visto il flash.

-Oddio, sono venuta bene!- si esaltò Zoe, stampandomi un bacio nella guancia senza motivo. –Lou, fanne una a me e a Zayn!- continuò poi, attaccandosi al suo ragazzo, e facendo una foto mentre gli dava un bacio in guancia. Continuammo così per una serie di minuti, e le foto che uscirono fuori furono davvero meravigliose, tra cui una mia e di Louis, dove io stavo a cavalcioni sulle sue spalle. Il mio sorriso in quella fotografia sembrava davvero favoloso, non lo vedevo così splendente da troppo tempo. Mentre scorrevo le foto, sentii Louis prendermi per i fianchi da dietro e poggiando il mento sulla mia spalla. –Sono davvero belle.- sussurrai facendogliene vedere un paio nostre. Lui sorrise, baciandomi la guancia, prima di prendere di sua spontanea volontà la macchina fotografica e mettendola in alto, per fare una foto in quel momento. –Ecco, ora siamo a posto.- rise.

-Ragazzi, vi va un gelato?- propose Zayn, e io e Louis annuimmo, seguendo la coppia davanti a noi mentre ci dirigevamo verso la gelateria lì vicino.

 

-Fammi assaggiare il tuo gelato.- dissi voltandomi verso il gustoso gelato di Louis, e mangiandone una piccola parte. –oddio, ma che gusto è?- dissi io facendo una strana faccia.

-Pistacchio!- rispose lui con tanta naturalezza, prima che io potessi fare una smorfia di disgusto. –Ci devo pensare più volte prima di assaggiare il tuo gelato.- ridemmo entrambi, e poi mi diede un bacio sulla guancia.

-Tra poco dovremmo tornare a casa, Zayn rimane a pranzo da noi.- disse Louis poi. –Oh, un bel pranzo con papà!- esultai voltandomi verso Zoe che già si sentiva male al solo pensiero, ma cercò di non pensarci.

-Dovrò inventare poi a papà che Zayn mi dovrà accompagnare da Lara, sennò il piano fallisce visto che dovremmo andare via insieme.- disse poi gustandosi il suo gelato, mentre teneva la testa poggiata alla spalla di Zayn. –Fortunatamente io e Louis non abbiamo questi problemi.- risi.

-E’ vero, fate schifo!- borbottò Zoe con un broncio.

-Beh, a questo punto vorrei che non aggiustassero più la camera degli ospiti.- disse Louis.

-Ma non possiamo dirlo a papà, lui non deve sapere nulla.- replicai.

-Se solo sapesse..- disse Zoe facendo un segno che indicava che mio padre mi avrebbe uccisa nel vero senso della parola se avesse saputo chi era il mio attuale fidanzato. Eppure tutto ciò era molto divertente.

Mi faceva pensare ad uno dei tanti libri che avevo letto, ed era un po’ anche come Romeo e Giulietta, costretti ad amarsi di nascosto alle loro famiglie. Una meravigliosa storia d’amore quella.

-Beh, non c’è pericolo che lo venga a sapere, staremo attenti.- ammisi.

Se mio padre avesse saputo tutto ciò, Louis sarebbe stato costretto a ritornare a Doncaster insieme a suo padre, e io non volevo che lui andasse via. Non in quel momento che mi stava rendendo.. felice.

Mentre ero assorta nei miei pensieri sentii la voce di Louis che mi distrasse. –Dai, andiamo verso casa piccola.- disse, e notai che ci stavamo alzando dal tavolino in cui ci trovavamo, e stavamo per prendere la strada di casa, tutti e quattro insieme.

Ci mettemmo giusto mezz’ora per arrivare lì, e mio padre ci accolse quasi con entusiasmo, specialmente vedendo Zayn, sembrava proprio che gli andasse parecchio a genio quel ragazzo.

-Ti fermi a pranzo Zayn?- gli domandò poi.

-Oh, sì sì! Ne avevo già parlato con Louis e Zoe!- rispose.

-Ah papà, emh.. stasera vado a dormire da Lara!- disse Zoe, voltandosi poi verso di me, come per cercare una punta di conforto. –Ti accompagno io?- domandò poi. –No no, ci pensa.. Zayn.- sorrise subito dopo sentendo la mano del ragazzo che sfiorava la sua mentre parlava con nostro padre.

-Perfetto, adesso andate che devo apparecchiare la tavola!- salimmo al piano di sopra, e io mi diressi in camera mia, seguita dagli altri tre.

Sentii improvvisamente il cellulare vibrare, e un numero strano mi comparve nello schermo.

-Pronto?- risposi.

-Bonjour signorina, sono il caro Thomas!- quella voce mi rese ancora più felice di quanto già lo ero. –Tomi!- urlai, allontanandomi per un momento dalla stanza. –Allora? Come vanno lì le cose?- chiesi.

-Benissimo! La Francia è favolosa, per adesso sono in un paesino vicino Parigi, si chiama Nancy, ed è davvero carino. Ti sto chiamando da una cabina telefonica!- ridacchio appena.

-Oh, io ho una grande notizia da darti.- dissi arricciandomi una ciocca di capelli attorno al dito. Feci in modo che non ci fosse mio padre in giro nel piano, e poi sussurrai –Mi sono fidanzata.- ammisi.

-Cosa? E con chi?- disse sconvolto.

-Louis.- dissi secca, ridacchiando poi appena, sentendo che il mio migliore amico improvvisamente sembrava che avesse perso la voce, sconvolto da quella notizia. –Ti prometto che appena torni, ti racconto tutto tutto!- dissi.

-Sono sconvolto.- io risi appena sentendo la sua voce attonita.

-Nessuno se lo aspettava, nemmeno io.- dissi poi.

-Beh, sono felice che però tu stia bene, ora devo andare, mio padre vuole che andiamo a vedere dei negozietti qui vicino, mi farò sentire, ciao piccola, ti voglio bene!-

-Anche io te ne voglio, divertiti!- chiusi la telefonata, ritornando in camera mia insieme ai ragazzi. –Chi era?- domandò Louis.

-Oh, era Thomas.- risposi, mettendomi seduta sulle sue gambe dopo aver chiuso la porta. –Non c’è bisogno che io sia geloso, vero?- chiese.

-Ovvio che no! Io e Thomas ci conosciamo da quando eravamo nella culla, non c’è niente di cui preoccuparsi!- dissi tranquillizzandolo e stampandogli un bacio sulle labbra, mentre c’erano Zayn e Zoe seduti sul mio letto. –E poi voglio solo te per ora.- sussurrai a fior di labbra.

Non riuscivo a crederci che stavo davvero dicendo una cosa del genere.

-Hey, quello è il letto in cui dormiamo io e Arya, non contaminatelo!- disse Louis, voltandosi poi verso l’altra coppia. I due si stavano scambiando teneri baci lì, seduti praticamente uno in braccio all’altra, un po’ come me e Louis.

-Dormite insieme?- chiese Zoe con gli occhi quasi che le brillavano sentendo quelle cose. Io e Louis annuimmo, e guardandoci poi negli occhi con un sorriso. –Siete bellissimi.- sussurrò poi sempre mia sorella.

-Ragazzi è pronto il pranzo!- quella voce mi fece sobbalzare improvvisamente, ed era mio padre che dal piano di sotto ci chiamava perché era arrivato il momento di mangiare. Tutti insieme, scendemmo di nuovo al piano di sotto per gustare il pranzo che mio padre aveva preparato.

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Capitolo 12
*** chapter 12. ***


Zoe entrò dentro casa di Zayn, seguita da lui che chiuse la porta alle sue spalle. –Amo il fatto che i miei partano sempre.- i suoi genitori spesso per lavoro dovevano assentarsi uno o due giorni, visto che dovevano allontanarsi da Londra e raggiungere qualche paesino vicino. Eppure erano molto ricchi, e di certo loro non avevano problemi economici. –Mh, lo adoro anche io.- disse Zoe sorridendo al ragazzo.

Zayn le prese la mano avvicinandola poi a sé, e facendole scontrare la schiena con la porta d’entrata. –Che progetti hai?- chiese lei maliziosa. –Sapessi.- sussurrò Zayn, prima di fiondarsi sulle sue labbra. Entrambi si lasciarono andare in un bacio pieno di passione e di amore, in cui le loro lingue cominciarono a giocare, scontrandosi tra di loro.

I loro corpi erano molto vicini, e le mani di Zayn si ritrovarono improvvisamente a dover stringere i fianchi di Zoe, avvicinandola maggiormente a sé. Insinuò la mano sotto la sua camicetta, carezzandole il seno attraverso il reggiseno.

-Non vuoi aspettare più tardi?- chiese Zoe.

-Non ti immagini nemmeno quanta voglia io abbia di te, Piccola.- sussurrò Zayn a fior di labbra, prima di baciarla di nuovo. La prese per mano, continuando a baciarla di tanto in tanto, e voltandosi solo per vedere se stava prendendo la strada giusta.

-Andiamo in camera dei miei.- disse sorridendo, e aprendo la camera enorme, che sicuramente dava un’aria invitante.

-Uhuh, complimenti.- disse Zoe entrando e osservando la stanza, prima di sedersi sul letto. –Vieni qui.- sussurrò facendo cenno a Zayn di avvicinarsi a lei. Non se lo fece ripetere più di una volta, e si fiondò nel letto con lei sedendosi proprio al suo fianco. Zoe si ritrovò pochi minuti dopo a cavalcioni sulle sua gambe, mentre stavano ancora lì seduti. Zayn aveva già cominciato a sbottonare la sua camicetta, baciandole il collo e il petto ogni qualvolta toglieva un bottone.

-Mi piace il tuo profumo.- disse poi lasciandole un piccolo e casto bacio sul collo. Lei lo spinse verso il letto, togliendogli la maglietta, lasciandolo così a torso nudo. I loro bacini si scontrarono quasi violentemente, ed entrambi ansimarono a fior di labbra sentendo quel contatto. Le loro labbra sembravano due calamite, era impossibile poterle staccare. Zayn si preoccupò poi di toglierle completamente la camicia, giocando con il gancio del reggiseno, e mostrando poi il seno, che sfiorò dolcemente con le labbra. Poggiò le mani sulla schiena di Zoe, carezzandogliela lentamente. A quel punto lei si preoccupò di sfilargli i jeans quasi in un sol colpo, e sentendo la sua intimità pressare contro i boxer neri. Si chinò appena verso di lui prendendo a baciargli il petto delicatamente, mentre sentiva le sue mani che giocavano con i bottoni dei suoi jeans. Entrambi erano vogliosi l’uno dell’altro in quel momento, e niente poteva frenarli più.

Appena sparirono anche i boxer di Zayn e gli slip di Zoe, si ritrovarono lì, dopo aver cambiato posizione. Zayn si fece spazio tra le gambe di Zoe, entrando dolcemente in lei, dopo aver messo le dovute precauzioni.

Lei gemette immediatamente, sentendo quel contatto così caldo ed eccitante. Si strinse a lui, aggrappandosi alla sua schiena.

I loro corpi andavano perfettamente allo stesso passo con i loro gemiti, e il rumore dei loro baci si poteva perfettamente sentire. I loro respiri si scontravano quasi violentemente tra di loro, in quel momento di pura lussuria. Zoe riuscì a percepire una delle mani di Zayn sul suo seno che si muoveva sinuosamente. –A..amore.. ti.. voglio.- sussurrò Zoe contro le sue labbra, e le spinte di Zayn si fecero sempre più forti, e ormai la stanza in cui si trovavano era circondata dai loro ansimi di piacere.

Passò molto tempo, forse troppo, ma la lussuria li aveva completamente portati via con sé, avvolgendoli in quel tunnel di passione, fino a quando Zayn, con una ulteriore spinta, venne dentro di lei, gemendo di piacere. Si accasciò sul suo corpo, facendo un lungo respiro.

-Amore.- sussurrò poi, voltandosi verso di lei.

-Hey..- si poteva perfettamente vedere che il petto di Zoe faceva sali e scendi, in un movimento sinuoso che concordava con i suoi respiri.

-Non ho mai provato niente di così.. bello.- ammise, carezzandole il viso, con la voce ancora un po’ affannata. –Nemmeno io.- sussurrò lei, avvicinandosi nuovamente alle sue labbra per poterlo baciare.

 

Mi bloccai di scatto. –Aspetta Louis, aspetta.- le mie mani erano attorno al suo collo, e stavo lì, poggiata con le spalle contro la porta e scambiarmi baci con Louis. –Che succede?- domandò.

-Per un momento credevo che ci fosse mio padre.- sussurrai.

-Tranquilla, non metterti ansia per queste cose.- mi carezzò il viso dolcemente, massaggiandomi i capelli, come piaceva tanto a me, e in quel momento qualsiasi preoccupazione andò via. Tutto sparì improvvisamente, l’unica cosa che riuscivo a percepire erano le sue dita tra i miei capelli, e le sue labbra sulle mie. –Non esiste niente di meglio.- sorrisi. –Vieni, mettiamoci un po’ nel letto.- dissi distendendomi a pancia in giù, e lui si stese proprio al mio fianco, e ritornai a baciargli ripetutamente le labbra con tanti piccoli baci a stampo.

-Sei bellissima quando fai così.- sussurrò.

-Non sono bellissima.- replicai, sentendo le guance che stavano quasi andando a fuoco dall’imbarazzo. Odiavo quando mi facevano i complimenti, diventavo sempre rossa, ed era una cosa davvero fastidiosa.

Mi scostò i capelli dal viso con una mano, mettendomeli dietro l’orecchio. –Parlami un po’ di te.- disse semplicemente. Mi voltai di scatto, alzando il sopracciglio. –Cosa?- domandai con una risatina.

-Beh, non credi di conoscerti ancora a fondo.- rispose.

-Non so che dire, ci sono tante cose da dire su di me, forse troppe.- cominciai a parlare nel mio solito modo logorroico. –Beh, sono logorroica, e si vede. Adoro la musica, i libri, e la fotografia, ma questo lo sai già. E.. aspetta.- mi fermai di botto. –E’ strano che tu mi chieda queste cose dopo aver letto il mio diario!- continuai.

-Sentirle raccontare da te è tutta un’altra cosa. Sarà un pretesto in più per poterti guardare.- sorrisi, diventando ancora una volta rossa, ma quasi senza accorgermene. –Come puoi vedere ogni volta che mi fanno dei complimenti divento rossa, perciò si può notare quanto io sia schifosamente timida.- lui ridacchiò, e poggiò la testa sulla mano per potersi mettere comodo, e io continuai a parlare, mentre giocavo con qualche ciocca dei suoi capelli. -Non ho mai avuto molti amici, l’unico per ora è Thomas, e nessun altro poi, troppe persone mi hanno delusa. Sei il mio secondo fidanzato.. ho sempre odiato le storie fisse ma.. forse sei un’eccezione tu, non so.- sorrisi.

-Poi beh.. non so che dire.- scoppiai a ridere, nascondendo di nuovo il viso tra i capelli con entrambe le mani, e anche Louis rise davanti a quella scena. –Dimmi tu qualcosa su di te.- proposi.

-Mh, allora.. Sono Louis ho 19 anni e sono nato a Doncaster, va bene così?- disse facendo un sorriso a trentadue denti. Io scossi la testa ridacchiando sotto i baffi. –Adoro cantare, e quando stavo a Doncaster spesso mi esibivo nei locali la sera e cose del genere. Nel gruppo dei miei amici sono sempre stato il più divertente, o almeno così dicevano, perché ho sempre il senso dell’umorismo e la battuta sempre pronta.- io annuii, perché conoscevo quel lato di lui. Il lato spiritoso, simpatico, che mi piaceva tantissimo.

-Poi?- chiesi interessata.

-Poi.. poi sono fidanzato da ieri con una ragazza davvero bella, si chiama Arya, non so se la conosci.- feci un sorriso, passando la mano sul suo viso dolcemente. Ritornai a concentrarmi di nuovo sulle sue labbra, sentendo di nuovo quel dolce contatto tra di noi.

-L’avrò sentita nominare.- ridacchiai.

-Tra poco dovremmo andare a mangiare.- disse poi guardando l’orologio che stava nel mio comodino. Ma io non avevo intenzione di rispondergli, anzi rimasi lì ancora un po’ a fissarlo negli occhi, come piaceva a me.

I suoi occhi erano azzurri, di un azzurro chiaro e intenso, che mi faceva perdere la testa. Ricordai perfettamente che il giorno prima furono proprio quegli occhi che mi attirarono, che mi fecero avvicinare a lui per poterlo baciare, furono proprio loro.

-Piccola..- sentii la sua voce, e mi distrassi dai mille pensieri che mi stavano percorrendo la mente. –Mi dai un bacio?- domandò.

Non ci pensai due volte, e mi avvicinai al suo viso, baciandogli dolcemente le labbra e sentendo la sue mani scorrere sulla mia schiena. Ci stendemmo meglio sul letto, e lui si voltò completamente verso di me, stringendo ancora di più il contatto tra di noi.

Uniti per come eravamo, lì, distesi sul letto, avrei potuto lasciarmi andare, ma mi frenai come sempre a quel bacio che tanto mi faceva stare bene.

-Ragazzi! A mangiare!- la voce di mio padre parve così vicina alla mia stanza, e quasi spontaneamente mi allontanai da Louis, facendolo praticamente cadere dal letto, e scoppiai a ridere rumorosamente.

-Oddio, scusami, scusami, scusami!- dissi scendendo dal letto, e aiutandolo a rialzarsi. –E’ okay, ma.. stai attenta.- rise afferrando la mia mano e facendosi aiutare da me per rimettersi in piedi.

-Va tutto bene?- chiesi prendendogli il viso con le mani.

-Sisi, tranquilla.- mi stampò un bacio sulle labbra prima che uscissimo, dalla porta, e io per un momento ritornai a ridere ricordando la scena di qualche minuto prima.

-Ti ho fatto cadere in una maniera favolosa!- risi ancora.

 

-Louis, pss.- sussurrai facendogli segno di venire dal piano di sopra, dopo che controllai se tutti erano veramente andati a dormire. Ci divertivamo a fare così, sembravamo in “mission impossible”. Scese le scale il più lentamente possibile, prima di raggiungermi, e cercando di fare più silenzio possibile riuscimmo a uscire in giardino. Mi buttai sull’erba fresca, distendendomi al chiaro di luna.

-Ma mettiti sul dondolo!- disse Louis ridendo.

-Nah, è più bello qui.- ridacchiai, tirandogli appena i pantaloni per dirgli di abbassarsi e mettersi proprio vicino a me. Lo vidi distendersi al mio fianco, con la schiena poggiata sull’erba del mio piccolo giardino. Mi voltai per guardarlo, come sempre, negli occhi.

-Perché hai paura che tuo padre sappia..?- chiese prendendomi la mano e stringendomela mentre eravamo lì distesi. Io feci un sospiro.

-Perché è sempre così, ogni volta mio padre diventa troppo geloso, e succedono fatti spiacevoli.. conoscendolo, se sapesse che il mio nuovo ragazzo è il figlio di un suo carissimo amico.. vi manderebbe via pur di non farci vedere più.- scossi la testa avvicinandomi di più a lui, e stringendolo, come se avessi paura che potesse scappare quasi, o meglio.. scapparmi di mano.

-Io non me ne vado.- disse, portandomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio, e baciandomi dolcemente la fronte. –Davvero?- domandai.

-Ovvio, adesso.. non voglio andarmene.- ammise.

-E io non voglio che tu vada via.- abbassai appena lo sguardo. Era strano fare quelle predizioni, sapevamo entrambi che sarebbe passato molto tempo prima che lui sarebbe ritornato a Doncaster. Ma lui non doveva tornare lì.

-E’ buffo, fino all’altro ieri mi mandavi a fanculo in tutti i modi, e.. ora siamo qui, a stringerci la mano.- fece una risatina, prima di voltare la testa verso di me, e io feci lo stesso. –Beh, i giudizi cambiano.- ridacchiai. –E’ vero.- ammise.

-Questa volta però.. hanno avuto un cambiamento assolutamente radicale.- dissi, carezzandogli i capelli castani con una mano.

-Ricordo ancora quando sono venuto qui.- disse.

-Emh, sì, ti ho odiato dal primo momento in cui hai messo piede nella mia stanza.- scossi la testa passandomi una mano sul viso. Era proprio vero, i primi tempi non riuscivo nemmeno a sopportare il fatto che Louis respirasse, si muovesse, e vivesse in camera mia, era qualcosa di assolutamente fastidioso, eppure, era cambiato qualcosa. Erano cambiate molte moltissime cose dal giorno in cui lesse il mio diario.

Quello probabilmente fu il peggiore.

Il momento in cui pensai che la mia vita fosse davvero un inferno. Probabilmente ero certa che fosse stata mia madre e migliorare le cose, lo sapevo. Era sempre lei che poi mi faceva stare bene, e adesso era stato grazie a lei che io mi ritrovavo sotto le stelle a guardarmi fissa negli occhi con Louis. –A che pensi?- domandò vedendomi assolutamente sovrappensiero. –A mia mamma.- sorrisi appena.

-Oh.- disse semplicemente, come se si fosse ritrovato senza parole.

-Sai, penso che sia merito suo se è successo questo.- dissi.

-Questo, cosa?-

-Il fatto che stiamo insieme. Lei vuole sempre che la mia vita sia bella, perfetta probabilmente, e lei per farla diventare migliore, ha fatto accadere questo.- sorrisi guardandolo. -..e non potrei mai ringraziarla abbastanza.- ammisi.

Mi avvicinai a Louis, ritrovandomi di nuovo con le labbra incollate alle sue, mentre ci scambiavamo un bacio appassionato sotto la luce della luna, che illuminava i nostri corpi molto vicini l’uno con l’altro.

Sentii le sue mani poggiarsi sui miei fianchi, e in pochi secondi mi ritrovai quasi a cavalcioni su di lui, mentre continuavo a sentire la sua lingua muoversi sinuosamente con la mia. La sua mano si poggiò sul mio capo, mentre intrecciava le dita tra i capelli lunghi e scuri. Stringevo, intanto, l’altra sua mano, tenendola stretta alla mia, mentre con l’altra, gli carezzavo il viso dolcemente.

-Piccola, sei stupenda.- sussurrò staccandosi appena dalle mie labbra.

-Io? No, tu lo sei molto di più.- ammisi.

Quell’atmosfera notturna mi rilassava, specialmente se mi ritrovavo tra le braccia di Louis, e tutto poteva apparire quasi perfetto.

 

-Zayn, dai vieni qui.- disse Zoe con un sorrisino mentre si sedeva di nuovo sul letto in attesa che Zayn lo raggiungesse. Avevano finito di guardarsi un film da poco, e ora avevano deciso di ritornare a letto, probabilmente per scambiarsi qualche bacio, o.. chissà che altro.

-Arrivo arrivo!- disse il ragazzo entrando in boxer nella stanza dei suoi genitori, in cui avevano passato uno dei loro favolosi momenti qualche ora prima. Si buttò a capofitto sul letto, nascondendo la testa sotto il cuscino. –Non dirmi che hai già sonno! E’ solo mezzanotte!- protestò Zoe.

-Ma no, volevo solo nascondermi.- rise, ma subito dopo sentì la forte cuscinata che Zoe gli aveva appena dato. –Ahia!- borbottò.

-Mi andava di farlo.- rise lei.

-Oltre uccidermi, che ti va di fare?- chiese poi lui, mettendosi seduto.

-Non so.. riempirti di baci.- ridacchiò, fiondandosi su di lui, che prontamente riuscì ad accoglierla tra le sue braccia, stringendola forte e baciandole la tempia. –Che ne pensi di Arya e Louis?- chiese Zoe, stringendosi a lui. –Stanno bene insieme, io.. sapevo bene o male tutto.- ammise Zayn.

-Tutto cosa?- lei alzò il sopracciglio senza capire cosa intendesse.

-Beh, Louis ha una cotta per lei diciamo da quando è successo quel casino alla festa.- ammise giocherellando con una ciocca di capelli di mia sorella, girandola in un dito. –Davvero? Non me ne hai mai parlato.- disse, stringendosi maggiormente a lui, e cingendogli la vita con le gambe, mentre Zayn continuava dolcemente a toccarle i capelli soffici.

-Non voleva che lo dicessi a nessuno, Louis odia quando i suoi segreti vengono spifferati.- ammise facendo una faccia strana.

-Vabbè, l’importante è che ora stanno insieme e sono felici.- disse Zoe.

-Proprio come noi, no?- Zayn sorrise, facendo scontrare i loro nasi.

-Beh, sì, proprio come noi.- ripetè lei.

Si strinsero in un dolce bacio, facendo in modo che le loro mani potessero esplorarsi a vicenda, sfiorandosi delicatamente e fugacemente.

-Mh, perché finisce sempre che ci ritroviamo a toccarci e a baciarci?- disse Zoe con un sorriso, ma Zayn sembrò quasi non ascoltarla, si limitò semplicemente a sorriderle a fior di labbra, prima di ritornare a baciarla con passione, facendola poggiare con delicatezza sul letto, e mettendola su di sé, cominciando a passarle una mano tra i capelli e a massaggiarle il capo. Le sfiorò la schiena con una mano, percorrendole tutta la spina dorsale con un dito, sentendola quasi rabbrividire sopra di sé, emettendo quasi un gemito. –Dio, lo sai che mi piace quando fai così.- disse Zoe.

-Allora.. lo farò più spesso.- rise.

Tornò nuovamente a baciarla, sentendo poi Zoe che mosse il bacino contro il suo, ed entrambi emisero un piccolo ansimo, facendo scontrare i loro respiri, fino a quando non aprirono gli occhi per potersi guardare. Rimasero lì una manciata di secondi, mentre Zayn passava delicatamente una mano sulla guancia rosea di mia sorella, facendole un sorriso.

-Stiamo insieme da meno di un mese, eppure.. non posso più stare senza di te, lo sai questo?- ammise Zayn, guardandola fissa negli occhi.

-Ora lo so.- Zoe sorrise, baciandogli le labbra dolcemente.

-Beh, ti va di dormire? Sono stanco, piccola.- sussurrò lui.

-Si, anche io, dai, mettiamoci a dormire.- si sistemarono sotto le coperte, stringendosi tra di loro. Zoe poggiò dolcemente la testa sulla  spalla di Zayn, nascondendo quasi il viso nell’incavo del suo collo, e stampandogli un piccolo bacio proprio in quel punto subito dopo. Poggiò la mano sul suo petto, socchiudendo appena gli occhi.

Entrambi erano stanchi, ma sarebbero rimasti svegli solo per continuare a stare lì, sotto le coperte e scambiarsi dolci gesti d’amore in quella nottata estiva. –Allora.. buona notte piccola.- sussurrò lui, stampandole un bacio sulla fronte, ma subito dopo le prese il viso dal mento per poterle lasciare un umido bacio sulle labbra, regalandole poi un sorriso.

-Buona notte piccolo.- disse lei a fior di labbra. Entrambi chiusero gli occhi addormentandosi lì abbracciati, facendosi cullare dalle braccia docili di Morfeo, in quella silenziosa notte.

 

Le mie gambe erano intrecciate alla vita di Louis, e stavamo così seduti sul prato verde di casa mia, stretti l’uno con l’altra, mentre le nostre labbra si sfioravano dolcemente l’una con l’altra. Chissà quante ore erano passate da quando avevamo cominciato a baciarci. Forse una o forse due, precisamente non lo ricordo; ricordo solo le sue soffici labbra sulle mie, fino allo sfinimento quasi, eppure mi piaceva, non mi sarei mai voluta staccare da lui. Era una sensazione che mai avevo provato, e adesso sembrava tutto magnifico, tutto splendente tra le sue braccia.

Era l’una di notte circa, e noi eravamo lì, sotto la candida luna bianca a stringerci in un bacio passionale.

Mi stringeva forte i fianchi con le mani, avvicinandomi sempre di più a lui, mentre io intrecciavo le mie dita tra i suoi capelli. Erano morbidi, mi piacevano tantissimo, e gliel’avevo ripetuto fin troppe volte quella sera. Ci staccammo per un momento, forse per prendere un respiro, ma scoppiammo entrambi a ridere dopo esserci guardati negli occhi per un istante. –Che c’è?- chiese ancora con il sorriso sul viso.

-Niente, è tanto che ci baciamo!- risi.

-E ti dispiace?-

-Perché dovrebbe? Anzi, tutt’altro.- risposi con un tono di malizia nella voce, prima di ritrovarmi di nuovo a baciarlo dolcemente. Lo lasciai scivolare a terra, accorgendomi poi che ero praticamente a cavalcioni su di lui. Mi avvicinai al suo collo, lasciandogli due piccoli baci lì, che a lui piacevano tanto, poi alzai il viso per poterlo guardare.

-Sai che ore sono, vero?- chiesi.

-E’ l’una e mezza di notte.- rispose.

-Dovremmo andare a dormire!- dissi, vedendo che però lui continuava a tentarmi con dolci baci, facendomi anche ridere. –Dai non provocarmi!- risi. –Ma mi piace darti baci!- ammise Louis, alzando appena il busto, e alzandosi in piedi tenendomi praticamente in braccio.

-Quindi hai sonno?- chiese con un sorriso. Il più bello di tutto il mondo probabilmente, quello che mi aveva appena fatto venire le farfalle allo stomaco, che mi stava facendo battere il cuore in una maniera anormale.

-Un po’ sì, e poi.. voglio stare nel letto con te!- ammisi cingendogli il collo con le braccia, lui annuii, mettendomi giù, e cercammo di aprire la porta il più lentamente possibile per entrare dentro casa. Gli feci segno di fare silenzio, e salimmo le scale in totale tranquillità, senza farci sentire da nessuno, e ci fiondammo nella mia stanza, chiudendo la porta alle nostre spalle. –Ok, ce l’abbiamo fatta!- risi buttandomi sul letto.

-Devo ancora mettere il pigiama.- borbottai aprendo il cassetto e prendendo il mio solito pigiama estivo che indossavo spesso. Poi pensai un attimo al fatto che mi vergognavo a farmi vedere in intimo da Louis. Okay, era il mio ragazzo, ma solo da due giorni, e non mi veniva poi così spontaneo togliermi la maglietta davanti a lui come se niente fosse.

Benchè i primi tempi io pensassi che Louis fosse un gran pervertito, o cose del genere, al contrario non si era ancora spinto a mettermi nemmeno una mano sotto la maglietta, e la cosa mi sembrava anche strana, ma lo preferivo. Non avevo motivo di correre.

-Louis..- dissi con un sussurro quasi. Lui si voltò guardandomi.

-Emh.. dovrei cambiarmi.- le mie guance probabilmente diventarono rosse, e vidi lui che prima mi osservò perplesso, senza capire quale fosse il problema, poi ricollegò e fece un cenno con la testa. –Beh, allora esco fuori, ne approfitto per lavarmi i denti!- disse uscendo dalla stanza e gli mandai un bacio con la mano che lui ricambiò con un sorriso. Misi velocemente il pigiama, e poi diedi un po’ di ordine nella mia stanza. Anche se adesso stavo con Louis, il mio giudizio sul fatto che era estremamente disordinato non cambiava di sicuro, anzi, tutt’altro.

Rientrò in stanza qualche minuto dopo, e stava a torso nudo con la maglietta poggiata sulle spalle. Lo guardai mordendomi il labbro alla vista del suo fisico. Mi piaceva, decisamente. –Bene macho, andiamo a dormire ora!- tolse i pantaloni. Ormai per me era abitudine vederlo in boxer, lo faceva anche quando non stavamo insieme, e prima mi dava parecchio fastidio. Era una sua abitudine dormire così. Ora come ora.. non mi dispiaceva affatto!

Mi buttai sul letto, lasciando accesa solo la piccola luce del comodino, e vidi Louis che mi raggiunse qualche minuto dopo, distendendosi vicino a me. –Come siamo di fretta oggi!- ridacchiò dandomi un bacio nella fronte.

-Sono stanca morta!- ammisi nascondendo la testa sotto il cuscino.

-Mi prometti che domani eviterai di distruggermi la testa?- evidentemente si riferiva al fatto che quella mattina gli avevo praticamente tolto il cuscino dalla testa con tutta la violenza che avevo in corpo, fino a fargli male. Ridacchiai appena, e poi gli stampai un bacio sulle labbra.

-Buona notte, Lou.- sussurrai a fior di labbra, poggiando poi la testa sul cuscino, e lasciandomi attorniare la vita dalle sue mani. Misi la schiena contro il suo petto, e sentii la sua mani poggiata sulla mia pancia. –Buona notte piccola Arya.- sussurrò lui al mio orecchio, baciandomi la guancia, prima di spegnere la luce.

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Capitolo 13
*** chapter 13. ***


Agosto era ormai alle porte.

Luglio era finito da qualche giorno, ed erano passati almeno una decina di giorni da quel bacio. Sì, quel bacio che diede inizio alla storia mia e di Louis, eppure mi sembrava di stare con lui da un’eternità. Di recente avevamo deciso con Zoe e Zayn di fare una vacanza, si, solo noi quattro, in una piccola località dell’Inghilterra.

Bradford.

Distava un bel po’ da Londra, ma avevamo voglia di passare tre giorni in una nuova città, e a divertirci in giro per l’hotel. Avevamo prenotato un bellissimo hotel a quattro stelle, con tanto di piscina e divertimenti vari, ed eravamo certi che avremmo passato una bella vacanza, anche se saremmo stati lì pochissimo. Partimmo quella mattina, precisamente alle sette, e fu qualcosa di assolutamente straziante, ma erano tre ore di strada da Londra a Bradford, quindi eravamo costretti a svegliarci presto. Decidemmo di partire con un treno, non potendoci permettere il costo dell’aereo, e alle otto e mezza circa eravamo già lì alla stazione pronti a prendere il treno che, per colpa di Zayn e Zoe, stavamo per perdere, ma fortunatamente ci ritrovammo lì senza nessun problema.

-La prossima volta evitate di chiudervi in bagno, grazie!- disse Louis, poggiando la valigia nello scompartimento in alto, e ci sedemmo nei sedili. Erano quattro sedili. Due di fronte agli altri due, e io mi sedetti vicino a Louis, proprio come Zoe si sedette vicino a Zayn, e immediatamente poggiai la testa sulla spalla del mio ragazzo, reclamando una bella dormita, della quale avevo proprio bisogno. Probabilmente quelle tre ore passarono senza che nessuno di noi se ne accorgesse. La prima ora rimanemmo lì a parlare del più e del meno, come era nostro solito fare, a ridere e a scherzare, per il resto del viaggio tutti e quattro ci addormentammo, stremati dalla nottata precedente.

Tutti avevamo dormito pochissime ore, ed era il caso di riposare viste le circostanze.

Ci svegliammo proprio mezz’ora prima che il treno si fermasse indicandoci che eravamo arrivati a Bradford, la nostra tanto attesa destinazione. Mi sembrava davvero di aver dormire per giorni e giorni, eppure erano passate solo due ore. Ci alzammo tutti, e prendemmo le nostre valigie per scendere dal treno con una velocità impressionante. Già dalla stazione pensavamo che quella città era davvero diversa dalla nostra Londra.

-Ahh, finalmente!- appena scese, Louis, si stiracchiò emettendo uno strano rumore con la bocca, e lo zittii immediatamente. –Fai piano, mica stai a casa tua!- risi. Tutti insieme cominciammo a incamminarci verso quello che doveva essere il nostro hotel. Eravamo un tantino spaesati, ma comunque era qualcosa di estremamente divertente.

-Ce la faremo mai a trovare l’hotel?- chiese Zayn che teneva la mappa della città tra le mani e la girava e rigirava continuamente cercando di capire quale fosse la direzione giusta. –Idiota, è così.- disse Zoe girandogli dal lato giusto la mappa, e ridemmo tutti.

-Beh, sta di fatto che non ci capisco lo stesso nulla.- disse poi lui.

Louis gli strappò la mappa dalle mani, facendo roteare gli occhi.

-Lascia fare a me imbranato!- disse poi Louis guardando l’oggetto di carta davanti a sé. –Hey, avete finito con gli insulti?- sbraitò Zayn facendo il finto offeso.

-Te li meriti.- rispose Zoe sorridendo.

Io mi avvicinai a Louis per guardare la mappa, e alla fine l’hotel non distava poi così tanto da dove ci trovavamo noi, appunto per quello arrivammo lì una quindicina di minuti dopo. –Vedi? Sei imbranato, era semplicissimo arrivarci!- sentenziò Louis a Zayn.

-Vabbè, non ti vantare ora!- borbottò poi lui, dando uno spintone quasi a Louis. –Non ti picchio solo perché siamo in un hotel.- disse poi.

Uno dei fattorini ben vestiti dell’hotel ci consegnò le chiavi, e solo in quel momento mi accorsi di quanto fosse spettacolare il posto in cui ci trovavamo. Davvero lussuoso.

E lo erano anche le stanze in cui ci ritrovammo qualche minuto dopo con le valige depositate ai piedi del letto. Zoe e Zayn dormivano in una stanza, e io e Louis in un’altra così ognuno di noi poteva avere la propria privacy. –Ragazzi, vi va se cominciamo con un bel bagno nella piscina dell’hotel per rilassarci?- propose Zayn mentre cingeva le spalle di Zoe con il braccio. –Si, va bene!- risposi io.

-Ci vediamo nella Hall fra mezz’ora, non perdete tempo eh!- disse poi il ragazzo di fronte a me, che entrò poi nella sua stanza con mia sorella tra le braccia. Io e Louis entrammo nella nostra stanza, e subito mi buttai nel letto. –Ahhh, un letto!- dissi vedendo che poi lui si sedette proprio al mio fianco, carezzandomi i capelli.

-Mh, un bel bagno in piscina è proprio quello che ci vuole.- disse lui, chinandosi verso di me, e facendo scontrare i nostri nasi.

-Ma me lo dai un bacio?- chiesi. Mi sfiorò le labbra delicatamente prima di stringermi i fianchi. –Ok, ora possiamo mettere il costume!- risi, alzandomi di scatto dal letto e aprendo la mia valigia, e cominciando a svuotarla per cercare ciò di cui avevo bisogno, e lo stesso fece Louis.

Afferrai un costume, prima di correre verso il bagno per potermi cambiare, e ne uscii fuori qualche minuto più tardi con il mio costume bianco e nero, e subito mi guardai allo specchio.

-Mh, come mi sta?- chiesi voltandomi verso Louis che era rimasto a fissarmi, quasi attonito. –Non c’è motivo nemmeno di chiedermelo!- disse venendo dietro di me per afferrarmi dai fianchi. Anche lui aveva indossato il suo costume, e stava proprio a torso nudo in quel momento, così feci per voltarmi verso di lui, e mi ritrovai nuovamente a baciarlo, mentre facevamo scontrare i nostri nasi.

-Sei pronta per fare un bel bagno in piscina?- chiese.

-Decisamente, ne ho bisogno!- risposi poi.

-Sei bellissima così..- il rumore di qualcuno che bussò alla porta, ci fece sobbalzare, rompendo quel magnifico momento che si era creato.

-Voi due! Uscite fuori, che noi siamo pronti!- la voce di Zoe si riconosceva perfettamente. –Ma non eravamo rimasti che ci vedevamo tra mezz’ora in Hall?- chiese Louis aprendo poi la porta e ritrovandosi Zoe e Zayn proprio appoggiati allo stipite della porta.

-Ci andava di rompervi un po’- risero entrambi.

-Aspettate, metto dei pantaloncini, prendo la borsa, e andiamo!- feci tutto il pochissimi secondi, ritrovandomi poi pronta per scendere giù nella magnifica piscina dell’hotel. Scendemmo dall’ascensore, fino ad arrivare in quel giardinetto che ospitava la piscina e un’altra ventina di persone in quel momento. Trovammo quattro sdraio e lasciammo lì le nostre cose. –Ok, io mi butto subito!- disse Zayn, togliendosi immediatamente la maglietta senza nemmeno aspettare due secondi, e fu così che già lo ritrovai a mollo in acqua. Anche Zoe fece lo stesso, proprio per raggiungere il suo ragazzo, ma io e Louis rimanemmo lì ancora due minuti, mentre io sistemavo le nostre tovaglie. Il sole splendeva alto sopra le nostre teste, e sicuramente era il caso di mettere una crema protettiva. –Amore, vieni qui.- dissi chiamando Louis, facendolo venire verso di me. –Mettiamo la crema?- chiesi.
Sembravo quasi una mamma con il suo piccolo bambino.

-No mamma, non voglio!- disse Louis affermando la mia teoria.

-Va bene, se stasera poi ti ritrovi tutto rosso e nemmeno puoi muoverti, ne riparliamo!- rimisi tutto dentro la borsa, sedendomi in una sdraio, mettendo gli occhiali da sole. Louis stava in piedi a bordo piscina, osservando com’era la situazione.

Quel momento mi parve perfetto per poterlo spingere giù nella piscina, l’avrei vendicato per tutte quelle volte in cui mi faceva dispetti. Mi alzai così da dove ero seduta, avvicinandomi lentamente verso di lui.

Lo spinsi con tutte le forze che avevo in acqua vedendo Zayn che scoppiò a ridere dopo essersi visto tutta la scena. Risi anche io, vedendolo che boccheggiava. –Questa me la paghi!- disse.

-Davvero? E come?- chiesi mettendo le mani nei fianchi con aria di superiorità. Mi preoccupai appena lo vidi salire dalla scaletta della piscina, correndo verso di me. Non ebbi il tempo di scappare, e così mi ritrovai in braccio a Louis, quasi urlando, senza pensare alle persone che c’erano accanto a noi. Non passarono molto secondi che Lui mi buttò in acqua. Uscii fuori la testa quasi boccheggiando.

-Sei stronzo! Vieni qui subito!- dissi accorgendomi poi di avere ancora gli occhiali da sole. Mi raggiunse senza che io me ne accorgessi, e mi prese da dietro facendomi trasalire quasi, e mi voltai verso di lui.

-Stronzo!- dissi mettendo il broncio mentre lui rideva.

-Sei stata tu a cominciare!- rispose.

-Che significa? Era per vendicarmi del passato.- risi.

-Davvero? Ah, allora è finita.- disse cercando di fare il serio, allontanandosi così da me. Lo afferrai per un braccio, avvicinandolo di nuovo, e guardandolo fisso negli occhi. –Non dirlo nemmeno per scherzo, sai che non posso stare senza di te.- sussurrai con un sorriso.

-Allora rimango?- chiese, e io annuii semplicemente, prima di ritrovarmi totalmente travolta dagli schizzi di Zoe e Zayn in quel momento. Avevano un talento innato: sapevano perfettamente distruggere i momenti romantici. Io e Louis ci voltammo verso di loro con sguardi minacciosi, prima di ritrovarci praticamente su di loro, quasi per assalirli. Cominciò una sorta di guerra lì in acqua, fatta di schizzi e grida, ma come sempre sembrava che ci stessimo divertendo, e anche fin troppo probabilmente. –Ok, calma, pace!- disse Zayn ormai accecato dagli schizzi dell’acqua. –Vorrei avere ancora un fidanzato che ci vede!- rise Zoe, abbracciandolo. –Io rientro dentro, mi si sta raggrinzendo la pelle!- dissi guardando le mie mani, e dirigendomi verso la scaletta della piscina, fino a quando non sentii le mani di Louis prendermi, buttandomi di nuovo in acqua verso di lui. –Dove cerchi di andare, ah?- ridacchio, sussurrando al mio orecchio, prima di baciarmi il collo dolcemente.

-Volevo prendermi un po’ di sole- risi, voltandomi per stampargli un bacio sulle labbra. –Ok, allora ti autorizzo a farlo.- mi diede subito dopo una piccola pacca nel sedere che quasi mi fece sobbalzare.

-Hey! Piano con il mio culo!- risi, e lo fece anche lui.

Mi diressi verso la mia sdraio, distendendomi così, bagnata per com’ero, indossando gli occhiali da sole, e qualche minuto dopo notai che anche Zoe mi stava raggiungendo, e si mise proprio al mio fianco. –Ci voleva questa vacanza.- ammise con un sospiro.

-Più tardi abbiamo intenzione di fare un giro per la città!- dissi poi.

-Si, sono d’accordo, dovrò comprare qualcosa anche qui!- rise.

Chiusi gli occhi, lasciandomi cullare dai raggi del sole, che quel giorno ricoprivano la città di Bradford, quando fui interrotta dall’arrivo di Zayn e Louis, che si fiondarono sulle sdraio mie e di Zoe. Mi scostai per fare spazio a Louis. –Dovete sempre interrompere la pace!- disse mia sorella, facendo lo stesso con Zayn.

-Volevo prendermi il soleee.- borbottai.

-Ti do fastidio?- chiese Louis.

-Sisi, da morire!- ammisi con un sorriso.

-Anche se faccio così?- si avvicinò appena al mio collo, sfiorandomelo dolcemente con le labbra, facendomi quasi ansimare. –Via, non mi devi abbindolare così!- dissi allontanandolo da me.

-Mh, ma io voglio baciarti!- si avvicinò di nuovo poggiando le sue labbra sulle mie, premendo forte, come se non volesse più staccarsi, come se volesse rimanere così per sempre, e probabilmente non sarebbe stata una brutta idea. –Va bene, rimani qua.- risi, facendogli nuovamente spazio. Mi ritrovai le sue mani intorno alle spalle, e sentii che mi strinse forte a sé, mentre gli sfioravo il petto bagnato con le mani.

 

-Dai ragazzi, è ora di andare.- disse Zayn osservando l’orologio che teneva nel polso. Erano già passate due ore da quando eravamo arrivati in piscina, e dovevamo andare a pranzare. –Direi di fare prima una doccia, e poi ci ritroviamo nella Hall! Questa volta senza nessuno che bussi alla nostra porta!- precisò Louis, prima di prendermi per mano per potarmi con sé nella nostra stanza. –Ho bisogno di una doccia.- ammisi.

-Mh.. ti va di.. farla insieme?- chiese lui con aria timida dopo aver chiuso la porta alle sue spalle. Mi voltai, e forse fui titubante per un momento, ed ero quasi indecisa sulla risposta da dare. Forse era il caso di farmi avanti, non che avrei fatto chissà che cosa sotto la doccia, ma magari.. mi avrebbe aiutato ad avere un po’ di intimità con Louis.

Smisi di pensare. –Beh sì.- sorrisi e lui fece lo stesso, e ci dirigemmo entrambi verso il bagno. Tolsi i pantaloncini che indossavo, rimanendo in costume, e mi voltai qualche secondo dopo ritrovandomi Louis davanti che mi stringeva per i fianchi. Sentii poi le sue mani avvicinarsi al laccio del mio costume, e feci un sorriso. –Posso?- domandò, come se volesse chiedermi il permesso di toglierlo, e io annuii semplicemente, facendo in modo che lui potesse slacciarlo. Mi strinsi a lui, facendo scontrare i nostri petti, e mi ritrovai a baciarlo nuovamente. Entrammo sotto la doccia con solo gli slip dei nostri costumi, aprendo il getto d’acqua, ma ancora non ci eravamo staccati da quel bacio. Sfiorai il suo costume, facendolo scorrere delicatamente giù. Stavo prendendo l’iniziativa, e non era qualcosa che capitava spesso, ma adesso mi sentivo completamente coinvolta in ciò che stavamo facendo, mi stavo facendo trascinare da un po’ di lussuria, ma sapevo che non mi sarei spinta oltre.

Mi spinsi completamente contro di lui, sentendo la sua intimità scontrarsi contro di me, e quasi rabbrividii a quel contatto, e poco dopo anche i miei slip finirono dall’altra parte dell’enorme doccia in cui ci trovavamo. Mi staccai dalle sue labbra con un sorriso.

-Che c’è?- chiese carezzandomi i capelli ormai bagnati.

-Non so, mi sembra un po’.. strano. Non mi è mai successo niente di simile.- ammisi.

-C’è sempre una prima volta.- disse lui poi. Mi girai, poggiando la schiena contro il suo petto. Sentii le sue mani sfiorarmi le gambe dolcemente, e portai la testa indietro, lasciandomi andare sulla sua spalla. Le sue mani stavano cominciando a percorrere il mio interno coscia, e non esisteva niente di meglio, la cosa mi piaceva da morire. Il suo tocco era delicato, e le sue labbra che sfioravano il mio collo proprio in quel momento, davano assolutamente un senso di ebbrezza alla mia mente. Presi le sue mani accompagnandole sul mio corpo, come per dirgli dove muoversi e come, fino a quando di sua spontanea volontà non le porto verso la mia intimità, sfiorandola delicatamente con due dita.

Ansimai mordendomi forte il labbro, scontrandomi di più contro di lui, fino a quando non mi girai nuovamente per poterlo baciare, ma sentii subito la mia schiena andare contro il marmo della doccia. Le mani di Louis continuarono a sfiorarmi dolcemente, e le sue dita stavano vagando per esplorare ogni singola parte del mio corpo, fino a poggiarsi delicatamente sul mio seno. Dopo ciò, avvicinai le mie mani ai suoi fianchi, massaggiandogli poi l’inguine, in modo alquanto provocante, fino ad avvicinare la mano al suo membro, sfiorandolo piano con le unghie, e sentendolo gemere a fior di labbra, mentre si preoccupava di avvicinarmi a sé, stringendomi per la vita. Lo sfiorai nuovamente, questa volta con i polpastrelli, ed evidentemente era una cosa che gli piaceva da impazzire.

-Uh, mi fai diventare scemo così.- disse, sorridendo maliziosamente.

-Anche tu l’hai fatto prima con me.- risi.

Allontanai le mani, e lo fece anche lui, dopo avermi dato un semplice bacio sulle labbra. Sentii ancora le goccioline d’acqua riempire il mio corpo, e stare con Louis nella doccia era qualcosa che mi faceva stare davvero bene, e mi rilassava. –Però, non pensavo fosse così figo provocarti.- ridacchiai, poggiandogli le mani attorno al collo, facendo per avvicinare il suo viso al mio. –E non pensavo fosse così divertente provocare te!- disse lui in tutta risposta. Rimanemmo in doccia ancora una manciata di minuti, dandoci qualche toccatina fugace di tanto in tanto, seguita da qualche bacio.

-Dai, andiamo, sennò non riusciamo ad arrivare in tempo per il pranzo.- disse lui, aiutandomi ad uscire dalla doccia. Presi due asciugamani bianchi, e li mettemmo entrambi attorno al corpo, per poterci coprire. Legai i lunghi capelli castani con un elastico, in attesa di doverli asciugare. Mi guardai allo specchio, e notai Louis a torso nudo dietro di me. –Beh, non ti ho ancora fatto i complimenti per il fisico.- risi.

-Eppure stiamo insieme da più di dieci giorni, no?- disse baciandomi la guancia, prima di uscire dal bagno, dirigendosi verso la valigia per prendere il necessario. Sciolsi i capelli, per poterli asciugare.

-Io pure devo asciugarli.- disse Louis mettendo il broncio.

-Vuoi che lo faccio io?- ridacchiai.

-Si dai!- rispose contento. Risi nuovamente, prima di prendere il phon per potergli asciugare i capelli proprio come li voleva lui. Era molto più difficile di quanto pensassi, visto che aveva un taglio di capelli davvero strano. Passarono così almeno dieci minuti solo per poter sistemare i capelli di Louis, che però a toccarli erano lisci come la seta. –Ok, ora vai, che devo asciugare i miei!- dissi.

-Grazie piccola.- disse stampandomi poi ancora una volta un bacio in guancia prima di ritornare nella camera da letto. Asciugai i miei capelli, legandoli poi in una treccia, e lasciandola ricadere di lato sulla spalla. Raggiunsi Louis, lasciandomi scivolare via l’asciugamano, e indossando dell’intimo, e subito dopo dei jeans e una maglietta tanto per poter stare comoda almeno per il pranzo. Misi un paio di converse, e sistemai appena il trucco. –Okay, sono pronta.- dissi poi.

-Abbiamo ancora cinque minuti!- disse lui sedendosi sul letto, e il mio istinto mi disse proprio di raggiungerlo, e lo feci, avvicinandomi a lui con fare malizioso e sedendomi poi sulle sue gambe. –Pensavo ad una cosa.- mi disse carezzandomi il viso.

-Cosa?- domandai.

-Che sei bella.- ammise. Scoppiai a ridere, scuotendo la testa in segno di disaccordo. Non credevo per niente di essere bella, non lo pensavo proprio, eppure Louis continuava a ripetermelo incessantemente da quando stavamo insieme. –Smettila, è la verità.- disse lui con un sorriso, cominciando a solleticarmi la pancia. –Dai, non cominciare!- dissi tenendolo dai polsi. –Mh, volevo semplicemente sentire quanto sono belli i tuoi fianchi!- ridacchiò.

-Si, comincia a muoverti, che scendiamo giù a pranzo!- dissi alzandomi, e prendendogli la mano aiutandolo ad alzarsi da lì, mentre lo sentivo mugugnare e lamentarsi. –Smettila dai!- risi.

Uscimmo dalla porta della nostra stanza, in modo da poter raggiungere Zayn e Zoe che sicuramente erano già nella Hall dell’hotel ad aspettarci.

 

Quei tre giorni sembrarono volare così improvvisamente, come se niente fosse, e nessuno di noi aveva voglia di tornare a casa, per primi io e Louis. In quei giorni eravamo liberi di fare qualsiasi cosa, non avevamo alcun problema, e nessuno doveva nascondersi dagli sguardi di mio padre, ma adesso tutto sarebbe ritornato come prima. Era ormai agosto inoltrato, e lui presto sarebbe dovuto andare in ferie, e ciò mi rendeva ancora più nervosa, perché l’avrei avuto in casa ogni singolo momento della giornata, e questo preoccupava parecchio me e Louis. Era qualcosa di assolutamente negativo. Io e Louis eravamo svegli da circa dieci minuti, e stavamo nel letto nel tentativo di riuscire ad alzarci da lì, ma ogni sforzo era vano. –Oggi si torna a casa..- sussurrò lui con la voce impastata dal sonno. Io ansimai, quasi piagnucolando, e coprendomi la testa con il cuscino, come se non volessi sentire quelle parole davvero fastidiose. Casa. Già solo quello mi rendeva nervosa.

-Non si può rimanere qui per sempre?- chiesi facendo sbucare appena la testa per guardare Louis che stava disteso a pancia in su, con le mani dietro la testa. Pensai intanto che era tremendamente bello in quella posizione, specialmente a torso nudo.

-Fosse per me, potrei pure trasferirmi qui- ridacchiò, avvicinando il viso al mio, e lasciandomi una carezza.

Quei tre giorni erano trascorsi nel migliore dei modi.

Shopping, piscina, risate, e nient’altro. Insomma, le cose che più mi divertivano. Stavamo svegli fino a tarda notte a parlare nella stanza di Zayn e Zoe, e a fare gli scemi, proprio come sempre, e quasi tutto ciò mi fece pensare al periodo prima di stare con Louis. Da quando lui era arrivato, la mia vita aveva preso una svolta assolutamente decisiva, e quasi non mi sembrava vero. Da anni aspettavo che qualcosa mi facesse cambiare aria, e la persona che credevo stesse solo rovinando la mia vita, l’aveva cambiata improvvisamente.

-Ci alziamo?- chiese poi, dopo che io avevo socchiuso di nuovo gli occhi.

-Non ho voglia.- borbottai sorridendo, e ritrovandomi le labbra di Louis sulle mie. Tolsi il lenzuolo di dosso, stiracchiandomi in maniera scomposta. –A che ora è il treno?- chiesi.

-Alle due del pomeriggio, e sono le undici.- rispose alzando il busto, passandosi una mano sui capelli. Mi alzai pure io, aggrappandomi alla sua schiena, e poggiando la testa sulla sua spalla. Sentii le sue mani poggiarsi sulle mie, carezzandole dolcemente. –Susu piccola!- disse facendomi alzare. Mi alzai, con quelle poche forze che avevo in corpo, e la voglia di prepararmi era davvero pochissima, ma non avevo altra scelta quel giorno. Era già tardi, calcolando che all’una dovevamo già essere alla stazione, e dovevamo preparare ancora tutte le valigie.

Fu un’impresa abbastanza ardua, eppure riuscimmo a farcela. In meno di due ore eravamo già tutti svegli, con le valigie pronte, ma poco felici di ritornare a casa. Zoe e Zayn erano quelli che erano più assonnati di tutti, probabilmente perché la sera prima si erano dati alla pazza gioia, come avevano previsto di fare. La strada verso la stazione parve quasi infinita, e le mie gambe non riuscivano a reggere la strada.

In quei giorni avevo camminato fin troppo. Le strade di Bradford erano lunghe, e interessanti, e ti portavano quasi a non volerti fermare mai. Avevo la valigia che stava quasi esplodendo, avevo molto più cose di quanto ne avessi già all’andata, e così anche Zoe.

-Ho sonno.- sussurrò Zoe poggiandosi sulla mia spalla, proprio mentre ci eravamo seduti, in attesa del nostro treno. Piuttosto stupiti, ci accorgemmo di essere in perfetto orario, anzi, addirittura in anticipo.

-Mancano ancora tre quarti d’ora prima di salire sul treno.- sbuffò Zayn, dopo aver guardato il suo orologio.

Carezzai la testa di Zoe dolcemente, mentre socchiudeva gli occhi poggiata su di me, e mi avvicinai a lei. –Questo è perché vuoi divertirti sempre troppo.- ridacchiai.

-Non è vero!- mugugnò ancora con gli occhi chiusi, accennando un sorriso.

Vidi poi Louis mettersi vicino a me, stampandomi un bacio sulla guancia, e poggiandosi sulla mia spalla. –Anche tu? Suvvia, non sono un cuscino!- risi, facendoli alzare entrambi. Provammo a rimanere tutti svegli, anche se la voglia di tornare a casa era assolutamente contro i nostri sforzi.

Eppure quel lasso di tempo, passò piuttosto in fretta, e ci ritrovammo nel treno, pronti per tornare a Londra, pronti per ritornare alla normalità che avevamo probabilmente lasciato alle nostre spalle qualche giorno prima.

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Capitolo 14
*** chapter 14. ***


I giorni passavano veloci e fluidi, tra il caldo e le giornate passate con Louis. Una settimana circa era passata dalla nostra piccola vacanza estiva che avevamo avuto il piacere di goderci, e adesso il ritorno alla realtà mi faceva uno strano effetto, e Londra mi stava quasi stretta adesso. Probabilmente casa mia mi stava stretta.

Era tutto strano, specialmente quella sera. Sentivo parecchio caldo, e nemmeno il venticello che proveniva dalla mia finestra risolveva qualcosa, anzi, tutt’altro, benché fossi lì affacciata da un bel po’ di minuti. Louis stava al piano di sotto, probabilmente con suo padre. Da quando stavamo insieme parlavano sempre di meno, non so il motivo, ma non volevo che per colpa mia il loro rapporto si rovinasse, per questo cercavo di convincerlo a stare con lui. C’era un silenzio tombale in quel momento. Zoe non era nemmeno a casa, come sempre era da Zayn, e aveva trovato nuovamente una scusa per raggirare mio padre.

Ne approfittai di quel silenzio e di quella pace per poter aggiornare il diario. L’avevo abbandonato, scrivevo molto poco, e un’altra persona a cui pensavo in quel momento era proprio Thomas. Chissà cosa pensava di me adesso. Era ritornato da almeno sei giorni dalla sua vacanza, e ancora non eravamo riusciti a vederci. Mi mancava, e anche tanto, riuscivamo soltanto a parlare di rado al telefono, ma solo perché dovevo raccontargli tutto ciò che era successo con Louis negli ultimi giorni, e sapevo che a lui interessava tutto questo, e durante ogni singola telefonata ci promettevamo che ci saremmo visti presto, ma in realtà il tempo era sempre di meno. Non volevo però perderlo per Louis. Lui alla fine era sempre stato con me, e sicuramente avrebbe capito anche così.

Decisi poi di non perdere altro tempo a pensare e mi buttai sul letto, afferrando il mio diario, e la solita penna che usavo per scrivere lì.

 

 

Caro Diario,

spero tu stia bene. Io? Io sto anche fin troppo bene. La mia vita è cambiata, tutto è cambiato, tutto nuovo. Davvero è così? Non posso crederci. Ricordi quando a dicembre ti scrivevo che volevo qualcosa di nuovo? Qualcosa che mi avrebbe sconvolto totalmente! Ecco, è arrivato, è proprio Louis e forse non ti immagini nemmeno quanto sia bello stare con lui. Anzi, vorrei proprio che immaginassi. Sono passati circa una ventina di giorni da quando ci siamo fidanzati, sì, da quel fatidico bacio, e io mi sento sempre più felice con lui. Ma sai caro diario.. sento che in noi manchi qualcosa per completarci. Vorrei capire cosa.

Forse.. dovrei davvero farmi avanti.

E per farmi avanti sai perfettamente cosa intendo.

Non mi importa se è troppo presto. Sento che.. lui è quello giusto. Lo sento davvero! Non voglio sbagliarmi questa volta, non come ho fatto in passato, ma davvero, voglio buttarmi così a capofitto e tentare la fortuna. Andrà bene, o almeno voglio che vada bene.

Vorrei tanto che tu potessi parlare, sarebbe tutto diverso.

Adesso vado, tra poco ritornerà Louis, e voglio stare con lui, anche perché papà e Bill tra poco andranno a dormire, ed è uno dei pochi momenti disponibili che abbiamo per stare insieme.

A presto.

Tua, Arya.

 

 

Riposi il diario nel cassetto, chiudendolo per bene, e poi mi distesi nel letto cominciando a pensare, soprattutto a quello che avevo scritto.

Mi rigirai più volte una ciocca di capelli tra le dita, anche se volevo che fosse Louis a massaggiarmi dolcemente i capelli in quel momento, ma ancora non era ritornato su in camera. Sicuramente aspettava che tutti andassero a dormire. Quella sera sentivo una strana sensazione che mi pesava maledettamente sullo stomaco, fino a farmi sentire quasi male, ma non capivo cosa era. Louis non mi aveva mai chiesto nulla, ma adesso avevo cominciato a farmi mille problemi, per quale motivo?!

A farmi distrarre da qualsiasi pensiero, furono delle voci che mi avvisarono sul fatto che Bill e mio padre stessero andando a dormire e che evidentemente Louis era pronto ad entrare in camera, e fu così proprio qualche minuto dopo.

-Piccola.- sentii lui che sussurrava per non far rumore, e chiuse la porta lentamente prima di sedersi ai piedi del mio letto.

-Sono andati a dormire?- chiesi, e lui annuì.

-Quindi ora sei tutto mio!- dissi alzando il busto e fiondandomi su di lui, cingendogli il collo con le braccia, prima di lasciargli proprio lì un bacio. Prese il mio viso dal mento, baciandomi dolcemente sulle labbra, prima di avvicinarmi maggiormente a sé.

-Che facevi?- chiese.

-Nulla, ho scritto nel diario, e niente, stavo nel letto a pensare.- risposi, e lui alzò il sopracciglio.

-A cosa pensavi?-

-Un po’ a tutto.- dissi. –A quanto la mia vita sia cambiata, a te, e.. anche a Thomas, sai, mi manca, ma non abbiamo mai tempo per vederci.- continuai poi sbuffando, e poggiando la testa sulla sua spalla.

-Beh, quando me lo farai conoscere?- lo guardai stralunata.

-Ma.. tu non eri quello che diceva che era gay?- risi.

-Sì, ma si può sempre cambiare idea!- mi stampò un bacio sulla tempia, prima di farmi sedere proprio sulle sue gambe, e cominciando a giocare con i miei capelli. Sentii le sue mani cullarmi, ed era una sensazione a dir poco divina, un po’ come quando mi guardava negli occhi e io mi perdevo in quell’oceano blu che tanto mi piaceva.

I suoi occhi mi facevano sempre pensare al nostro primo vero bacio.

Era qualcosa che non riuscivo a dimenticare, e che continuava a balenarmi nella testa, perché era stato proprio grazie a quegli specchi celesti che il mio giudizio su di Louis era cambiato. Improvvisamente quando lo guardai negli occhi, il giudizio negativo che avevo su di lui, cambiò improvvisamente, e tutto si mutò anche quando sentii le sue labbra sulle mie, e le sue mani attorno ai miei fianchi, era una sensazione divina.

-Mi fai ridere quando sei trasognante!- disse ridendo carezzandomi il viso. –Stavo pensando ai tuoi occhi, non rompere.- rise.

Mi baciò di nuovo, e io poggiai una mano sul suo capo, baciandolo con più passione, sentendo le nostre labbra farsi sempre più umide sotto il tocco di quel bacio. Presi le sue mani intrecciandole poi con le mie, e stringendole forti.

-Hey piccola, non scappo.- disse ridendo a fior di labbra.

-Davvero?- chiesi.

-Certo.- sorrise appena, prima di carezzarmi dolcemente la mano con un dito, ma io continuavo a tenerlo.

-Non potrei mai.- disse poi avvicinandosi al mio orecchio, e baciandomi delicatamente il collo. Quel punto mi piaceva, così scostai appena il collo verso sinistra facendo spazio alle sua labbra, che percorrevano dolcemente la mia pelle, inumidendola appena.

Sorrisi, voltando il collo per poter incontrare il viso di Louis, baciandolo con trasporto, spingendolo appena contro il letto. Mi misi più comoda su di lui, sentendo le sue mani poggiarsi sui miei fianchi, insinuandosi sotto la maglietta del mio pigiama. Rabbrividii al contatto con la sua pelle calda. I suoi polpastrelli sfioravano la mia schiena, percorrendo tutta la spina dorsale, fino ad arrivare al mio fondoschiena. Mi spinsi appena contro il suo bacino, e notai subito che c’era un certo calore da quelle parti, e una pressione che spingeva contro i suoi pantaloni. Mi staccai appena dal suo viso, mordendomi il labbro.

-Ho voglia di te.- sussurrai.

Immediatamente poggiò le mani entrambe sul mio fondoschiena, spingendomi più forte contro di sé, e quasi ansimai appena, mordendogli il labbro inferiore, e poggiando le mani sul suo collo, prima di lasciargli un bacio. Senza parlare, lo spinsi con la schiena sul letto, facendolo poggiare per benino. Mi distesi completamente su di lui, baciandolo con passione e sentendo le nostre lingue che si toccavano e sfioravano con foga. Mi spinsi contro di lui ancora una volta, vedendolo che cambiò posizione subito dopo, mettendosi su di me. Aprii le gambe per fargli spazio, e subito sentii il suo bacino caldo scontrarsi contro il mio, e mi provocò ancora una volta un brivido meraviglioso.

Insinuai la mano sotto la sua maglietta, giocando appena con il lembo dei suoi pantaloni, prima di carezzargli il petto e alzandogli sempre di più la t-shirt, fino a quando non gliela tolsi completamente lasciandolo a torso nudo lì. Mi avvicinai al suo petto baciandolo appena, e percependo il calore della sua meravigliosa pelle.

Quelle poche parole che dissi qualche minuto prima fecero intendere a Louis ciò che volevo quella sera, e senza troppi termini ma semplicemente con uno sguardo intuii le mie intenzioni, forse non ancora troppo sicuro.

Mi tolse la maglietta subito dopo, e i nostri petti si scontrarono immediatamente, mentre le nostre labbra continuavano a toccarsi. I nostri respiri si scontrarono tra di loro, già affannati e tesi, fino a quando Louis non mi sorrise dolcemente.

-Piccola, sei sicura di volerlo.. davvero fare?- chiese. Quella domanda riecheggiò nella mia mente. Ero davvero sicura? Non mi era mai successo niente di simile, ma dovevo provare, e lui.. si volevo che la mia prima volta fosse con Louis. Dopo pochi secondi di riflessione, annuii, fiondandomi di nuovo sulle sue labbra. Le sue mani subito dopo cominciarono a giocare con il gancio del mio reggiseno, fino a quando non mi ritrovai a petto nudo. Le sue labbra cominciarono a scorrere sulla mia pelle, prima baciandomi il collo, fino ad arrivare al petto, e dopo aver preso con una mano il mio seno lo baciò delicatamente, facendomi salire un brivido in tutta la schiena, che mi fece inarcare, gemendo piano.

Pensai poi che non potevo gemere forte, altrimenti mio padre ci avrebbe scoperto, ma quello adesso era l’ultimo dei miei problemi.

Si abbassò di più verso di me, fino ad arrivare ai miei pantaloncini, che tolse senza troppi riguardi, lasciandomi in slip, e a quel punto pensai che era il caso di fare lo stesso. Feci scorrere la mano verso i suoi pantaloni, e li tolsi immediatamente, sentendo subito una pressione che si scontrava contro i suoi boxer, e ciò mi divertiva molto. Insinuai così una mano dentro i suoi slip, sfiorandogli il membro e sentendolo gemere appena contro le mie labbra. Sorrisi maliziosa, prima di riprendere a giocare con la sua intimità, e subito dopo lui contraccambiò togliendo i miei slip e passando una mano sulla mia femminilità, insinuando due dita facendomi gemere più forte di prima, ma cercai di soffocare i rumori con dei baci, evitando di poter quasi urlare.

Sentii le sue dita muoversi dentro di me e parve una sensazione a dir poco sublime.

Dopo una buona manciata di minuti che ci eravamo divertiti a stuzzicarci in modo divertente e rilassante sembrava esser arrivato il momento di passare al momento “clou” della situazione. –Louis.. la protezione.- gli ricordai. In quel momento mi sentivo assolutamente alle stelle eppure non avevamo nemmeno cominciato, anche se sapevo che avrebbe fatto piuttosto male all’inizio. Si alzò dal letto per raggiungere una delle sue borse, estraendo fuori una piccola bustina colorata.

-Ti porti i preservativi con te?- risi, vedendolo ritornare sul letto.

-Non si sa mai, è sempre meglio tenerli dietro, speravo di trovare qualche bella ragazza venendo a Londra.. e in effetti è stato così, no?- disse avvicinandosi a me e baciandomi dolcemente, dopo aver messo la protezione, e avvicinando il suo membro alla mia intimità.

-Ok, stai tranquilla.. se.. fa male dimmelo.- disse poi con un sussurro.

Io annuii semplicemente e deglutii subito dopo, e ammetto che in quel momento ero un po’ in ansia e nervosa. Una pressione spinse contro l’apertura della mia intimità, e inizialmente faceva forse fin troppo male, così mi aggrappai alla schiena di Louis, stringendomi forte mentre spingeva contro di me. Strinsi i denti, graffiando quasi la sua schiena con le unghie dal dolore, eppure era un dolore che si sarebbe trasformato in piacere, ne ero certa. Ansimai appena, cercando di trattenere i gemiti di dolore, altrimenti davvero quella volta mio padre ci avrebbe scoperto e io non volevo proprio. La velocità delle sue spinte aumentavano gradualmente, e il dolore diminuiva sempre di più trasformandosi in piacere e la cosa adesso stava cominciando a piacermi molto di più.

Spinse fino in fondo dentro di me, e inarcai la schiena gemendo, e fiondandomi sulle sue labbra per baciarlo con trasporto e facendo in modo di soffocare i miei ansimi, e soprattutto i suoi.

Era qualcosa di meraviglioso.

Qualcosa che mi faceva stare bene, e farlo con Louis probabilmente era una delle cose più belle che potesse mai esistere. Mi strinsi maggiormente a lui sentendolo più forte e più veloce mentre si muoveva dentro di me, e quel calore che sentivo era tremendamente bello. Il dolore ormai era quasi del tutto sparito, e sembrava di essere quasi in paradiso. Mi spinsi contro il suo membro quasi involontariamente, aprendo sempre di più le gambe. Poggiò le sue labbra contro il mio seno facendomi godere maggiormente, e sembrava quasi un gioco meschino che volesse farmi.

Sembrò durare tutto minuti infiniti, qualcosa che sembrava stesse rimanendo per sempre davvero, fino a quando entrambi non venimmo quasi nello stesso momento, lasciandoci andare in gemiti di piacere mentre le nostre labbra erano attaccate l’una con l’altra. I nostri respiri erano affannati, e dopo qualche altra spinta sentii Louis uscire da dentro di me, accasciandosi al mio fianco, ed entrambi cercammo di riprenderci, io per prima che in quel momento sentivo tutto bruciare, e lo stomaco scoppiarmi quasi. –Va tutto bene?- chiese.

-S..si.. è tutto ok, solo un po’ di dolori.- sussurrai voltandomi verso di lui. Ero sudata, e lo era anche lui.

-E’ stato magnifico.- sussurrai poi con un fil di voce.

Lui sorrise carezzandomi il viso prima di baciarmi di nuovo. Eravamo stanchi entrambi e ormai la mezzanotte era passata, così ancora con il fiatone decidemmo di addormentarci lì, abbracciati come sempre, lasciandoci andare sul mio materasso, dopo aver passato una delle serate più belle della nostra vita.

 

-COSA?!- le urla di mia sorella mi fecero tappare i timpani, e ormai avevano riempito un’intera stanza. Non sapevo se la sua reazione era positiva o negativa davanti alla mia notizia. Era doveroso doverle dire cosa era successo con Louis la notte prima, speravo che fosse davvero un’esclamazione positiva. –Io.. davvero?!- disse mettendosi le mani davanti la bocca fissandomi, e nascondendo un piccolo sorriso. Mi rassicurai, e abbozzai una piccola risatina anche io, voltandomi dall’altro lato dopo che ero diventata appena rossa.

-Beh sì.- sussurrai dopo nascondendomi tra i lunghi capelli castani.

-Non ci credo!- sbottò lei ancora sconvolta.

-Davvero Zoe! L’abbiamo.. fatto.- mi morsi il labbro. Ogni volta che lo dicevo sentivo le farfalle allo stomaco, e non era una bella sensazione, perché mi faceva sentire quasi nervosa, e non mi piaceva.

-La mia piccola!- urlò poi saltandomi al collo per potermi abbracciare.

-Dimmi come è stato?- chiese tutta interessata.

Le parole quasi mi tremavano, perché faceva assolutamente uno strano effetto raccontarle ciò che era successo con Louis. Era qualcosa che però mi aveva fatto stare divinamente bene.

-Beh.. è stato favoloso.- risposi semplicemente, assolutamente trasognante. Lei sorrise, prima di stamparmi un bacio sulla guancia.

-Bene, dopo ciò, vado a preparare la colazione!- disse allegra più che mai. A volte a Zoe cambiavano le giornate quelle notizie che magari con lei c’entravano ben poco, eppure la rendevano incredibilmente felice ed iperattiva! Uscii anche io dalla sua stanza, controllando se ci fosse qualcuno da quelle parti, ma a quanto pare sia Bill che mio padre non erano in casa quel giorno. Per quanto ne potevo sapere il papà di Louis stava cercando lavoro qui a Londra, e ciò mi rassicurava parecchio. A quel punto significava che sarebbero rimasti con noi ancora per molto tempo. E benché i primi tempi per me sarebbe stato un suicidio, adesso non desideravo altro.

Mentre ero assorta nei miei pensieri qualcuno mi prese per i fianchi e sobbalzai subito, saltando quasi in aria. Mi voltai, e non poteva essere nessun altro se non Louis che scoppiò a ridere davanti la mia reazione.

-Stupido! Lo sai che soffro il solletico nei fianchi!- borbottai mettendo il broncio offesa. Lui ridacchiò, prima di prendermi dalle spalle per darmi un bacio sulla fronte.

-Come posso farmi perdonare?- chiese, e io risposi facendo spallucce e mantenendo ancora quella faccia offesa. Mi passò una mano sul fianco dolcemente avvicinandomi a sé per baciarmi.

-Hai vinto.- dissi ridendo e tornando normale, ma rimasi ancora lì abbracciata a lui per qualche minuto. –Piaciuto ieri sera?- chiese, passandomi due dita sulla guancia e guardandomi negli occhi, dopo che io annuii alla sua domanda con un sorriso a trentadue denti.

-Mh, anche a me.- ammise baciandomi le labbra.

-Ora vuoi fare colazione, o rimaniamo qui a vita?- ridacchiai, e pochi minuti dopo ci ritrovammo già in cucina pronti a goderci la nostra colazione.

Fissavo continuamente la mia tazza senza sosta, con lo sguardo perso assolutamente nei miei pensieri, e probabilmente nei ricordi. Sorrisi appena, fino a quando non sentii Louis che mi chiamava. Alzai lo sguardo per guardarlo ed era proprio al mio fianco. –Tutto ok?- rise.

-Sisi, sto bene!- scoppiai a ridere pensando alla mia faccia qualche secondo prima, e subito dopo lui si avvicinò baciandomi la guancia prima di bere il suo caffè caldo preparato da Zoe. –E se oggi facessi venire Zayn?- chiese poi mia sorella dopo essersi seduta di fronte a me nel tavolo della cucina. –Non sarebbe una brutta idea sinceramente!- rispose Louis.

-Non metterti in testa cose strane, io non ne faccio orgie .- rispose Zoe guardando Louis, e sia io che lui scoppiammo a ridere.

-Ma va! Io voglio soltanto la mia piccola.- disse mettendosi poi dietro di me e baciandomi una tempia dolcemente. –Oh che tenero.- risposi voltandomi per potergli dare un bacio sulle labbra.

-Va bene, mentre voi fate i piccioncini, io vado a telefonare al mio ragazzo.- ridacchiò Zoe prima di scomparire nuovamente al piano di sopra.

Rimasi lì con Louis e dopo aver finito la mia colazione, mi buttai insieme a lui sul divano come era nostro solito fare la mattina quando eravamo soli a casa, senza mio padre e Bill.

-Non riesco a smettere di pensare a ieri sera.- risi.

-Davvero?- alla sua domanda annuii subito dopo, ritrovandomi poi con le labbra incollate alle sue, stringendogli dolcemente il viso.

-Non te ne andare mai.- sussurrai, mordendogli poi il labbro inferiore.

-Non voglio andarmene.- disse poi, mettendomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio, per potermi baciare una guancia. Sorrisi dolcemente, ma sobbalzai subito dopo sentendo la presenza di mia sorella nella cucina. –E poi eravamo noi che facevamo venire il diabete, eh Louis?- disse Zoe entrando, con le braccia conserte. Scoppiai a ridere diventando appena rossa, e ne approfittai per coprirmi il viso con un cuscino.

-Va bene, stasera c’è una festa.. volete venire oppure no?- chiese Zoe.

-Stasera? Beh sì, sarebbe divertente! Che ne pensi?- domandai voltandomi verso Louis mentre giocavo con una sua ciocca di capelli. Lui annuii, acconsentendo alla proposta di Zoe.

 

Quella sera il nervosismo mi aveva presa completamente.

Non riuscivo a trovare niente di decente da poter indossare, e detestavo quando era così. La mia camera era diventata un campo di battaglia e l’unica cosa che si vedeva erano tutti i miei vestiti buttati sul pavimento. Mi lasciai andare sul letto sbuffando. –Fanculo!- sbottai.

Qualche secondo dopo entrò Louis in camera rimanendo sconvolto alla visione di quella confusione che c’era in camera mia.

-E’ scoppiata una guerra, o cosa?- chiese ridendo.

-Non so che mettere, ed è già tardi!- dissi, cercando ancora un vestito carino da poter mettere, ma ancora niente faceva al caso mio.

-Metti questo!- Louis afferrò un vestitino bianco dai mille che erano buttati sul pavimento, e me lo porse.

-Non lo so, sembro una balena con questo.- risposi poggiandolo sul petto e voltandomi poi verso lo specchio. –Smettila di dire cazzate.- ribattè Louis. A quel punto sorrisi, e acconsentii indossando subito dopo il vestitino bianco che mi aveva consigliato, e stranamente non mi stava così male. Abbinai un paio di tacchi bianco, e mi guardi ancora una volta allo specchio, e notai il mio ragazzo seduto nel suo letto che continuava ad osservarmi con la camicia appena sbottonata.

-Che c’è?- chiesi ridendo.

-Nulla, sei solo splendida, e in questo momento ti riempirei di baci.- sussurrò alzandosi per venire da me.

-Te ne concedo solo uno!- dissi avvicinandomi a lui e poggiando le mani sul suo petto per poterlo baciare sulle labbra. Mi misi appena sulle punte, visto che ancora una volta i tacchi non davano molto effetto.

-Dai, finisci di prepararti, che tra poco passa Zayn.- disse dandomi un bacio poi sulla fronte.

In tempo record riuscii a truccarmi e a sistemarmi i capelli prima che Zayn potesse arrivare, e quella sera eravamo tutti abbastanza eleganti e belli, a partire da Louis che indossava dei pantaloni bianchi e una camicia nera, appena sbottonata, e mi piaceva da impazzire.

Ci ritrovammo in macchina, pronti a partire e ad andare a quella festa, con tutto l’entusiasmo che avevamo in corpo. Era da tanto che non ci divertivamo in una bella discoteca.

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Capitolo 15
*** chapter 15. ***


A quella festa c’era più confusione del solito, ed era facilissimo riuscirci a perdere, ma per pura fortuna riuscimmo a trovare dei divanetti liberi in cui poterci sedere. La gente spingeva, e probabilmente non era questo il divertimento che avevamo inteso quando parlavamo in macchina, ma cercammo lo stesso di spassarcela. Io e Louis rimanemmo lì nei nostri divanetti, a scambiarci qualche bacio per una buona manciata di minuti, forse era passata anche più di mezz’ora, anche perché lui sapeva perfettamente che io odiavo ballare e che non mi andava di buttarmi nella mischia, anche perché l’ultima volta che l’avevo fatto non era finita poi così bene. Zoe e Zayn come sempre si erano lasciati andare nella pista, ma li perdemmo di vista qualche secondo dopo, proprio mentre io e Louis eravamo occupati in un bacio passionale. Lo coinvolsi di più baciandolo con trasporto e poco mi importava se c’era molta gente vicino a noi, per me in quel momento non esisteva nessun altro se non lui, che stava tra le mie braccia.

Poggiai una gamba sulla sua, rimanendo incollata alle sue labbra, e ormai sembrava così bello che anche la musica pareva esser scomparsa, eppure martellava ancora con il solito ritmo, ma l’unica cosa che mi interessava adesso erano le labbra e gli occhi di Louis. –Mh, queste feste sono interessanti.- sussurrò lui staccandosi per un momento dalle mie labbra.

-Da morire, proprio come la tua bocca.- ridacchiai appena, prima di ritrovarmi le sue mani che sfioravano le mie gambe da sotto il vestitino, cominciando a giocare con i miei slip. Sapevo che non si sarebbe spinto oltre, era solo qualche giochino per divertirci.

-Stasera ti va se.. lo facciamo di nuovo appena torniamo a casa?- chiese con un tono di voce piuttosto malizioso, che mi piaceva davvero tanto. Non riuscivo a resistere a quelle parole, e cedetti subito alla tentazione annuendo immediatamente, anche perché ora che ci avevo preso la mano, la cosa mi divertiva parecchio.

-Bello il fatto che tutti ci stanno guardando.- ironizzò. Ma io non mi voltai, e rimasi a fissare i suoi occhi, altrimenti sarei diventata terribilmente rossa.

-Mh, ssh, torna a baciarmi così sembrerà che nessuno ci stia guardando.- dissi, ritrovandomi nuovamente a baciarlo con passione, intrecciando le mani tra i suoi capelli, e avvicinandomi maggiormente a lui, mentre le sue mani continuavano a sfiorare la mia pelle calda.

Passammo molto tempo così, non facendo caso più a nessuno, fino a quando lo voce di mia sorella non ci fece distrarre come sempre.

-Ragazzi!- disse lei scuotendomi la spalla, e mi voltai quasi con sguardo assassino verso di lei. –Non trovo Zayn! L’avete visto?!- chiese quasi allarmata.

-Era con te, non l’abbiamo visto!- risposi guardandola attonita.

-Ok, però si è allontanato un momento per prendere qualcosa da bere e non l’ho visto più tornare, non capisco dove possa essere! Mi aiutate a cercarlo?- domandò, mettendo le mani in segno quasi di supplica, ed essendo mia sorella non potevo fare altrimenti. Guardi Louis, e prima di alzarmi lo presi per mano accompagnando mia sorella e insieme a lui cominciammo a girare per il locale in cerca di Zayn che sembrava magicamente sparito nel nulla in quel momento.

Dopo qualche minuto di ricerca mi parve di vedere qualcuno che somigliava a Zayn, ma speravo solo non fosse lui. Non doveva essere lui. Mi avvicinai a Louis. –Non è quello Zayn, vero..?- cercai di non farmi sentire da mia sorella in modo che non potesse voltarsi anche lei, ma i miei tentativi furono assolutamente vani, e immediatamente ciò che non doveva vedere le si presentò davanti in pochissimi istanti.

Zayn completamente avvinghiato tra le braccia di una bionda ossigenata, dalle tette assolutamente rifatte, mentre si scambiavano un bacio piuttosto appassionato. Zoe non resistette alla tentazione e prese Zayn dal colletto della sua camicia, trascinandolo contro un muro, il più lontano possibile dalla musica, e io e Louis li seguimmo. Zoe sbatte Zayn contro il muro con tutta la violenza che aveva in corpo.

Era brutto vederla arrabbiata, dava sfogo al peggio di sè. E ciò che avevamo visto probabilmente l’aveva assolutamente fatta andare in bestia. Mi si strinse il cuore improvvisamente.

-Che cazzo ti è passato per la testa?!- urlò Zoe, spingendo ancora Zayn contro il muro che tentava di parlare, ma senza successo.

-Io..- sussurrò.

-Tu?! TU COSA?! Non hai nessun modo per giustificarti Zayn, mi fai solo maledettamente schifo, mi chiedo anche solo per un momento come ho potuto.. ho potuto credere che tu fossi diverso.- le lacrime scorsero lentamente nel viso di mia sorella solcandole la guancia. Sapevo che se in quel momento fossi andata ad abbracciarla, probabilmente si sarebbe arrabbiata pure con me, aveva solo bisogno di sfogarsi.

-Zoe davvero io..- Zayn le prese i polsi, cercando di calmarla, ma il suo risultato era totalmente vano, infatti lei cercò di staccarsi dalla sua presa. –Non voglio sentire una parola Zayn, ho visto tutto.- disse poi.

-Io non volevo..- sussurrò lui, afflitto.

-Non volevi? Non volevi cosa? Ficcare la lingua in bocca a quella troia?- sbottò lei. Era spesso una ragazza delicata, ma in quei momenti tutto era, ma non fine e delicata. Spinse ancora una volta Zayn, facendogli scontrare la schiena contro il muro.

-Io non merito tutto questo, e tu lo sai, stronzo!- urlò ancora una volta. Si mise una mano davanti il viso, cercando di coprire le lacrime, ma era tutto maledettamente inutile. Zayn si avvicinò a lei, cingendole le spalle. –Zoe io non..- lei lo scansò subito, spingendolo nuovamente.

-Non voglio più vederti Zayn.- sussurrò poi a denti stretti, facendo dietrofront, e chiamando me e Louis, facendoci così segno di seguirla.

Uscimmo fuori dal locale, e la vidi buttarsi immediatamente a terra tra l’asfalto, ed era una scena che mi sembrava già di aver visto, era uno strano dejavu, e la cosa non mi piaceva per niente. Mi misi accanto a lei, consigliando a Louis di rimanere un attimo lontano da lei.

Avevo bisogno di parlarle.

-Zoe..- sussurrai mettendomi al suo fianco.

Le lacrime le avevano ricoperto il viso, e il trucco nero che aveva preparato con cura ormai non c’era più, era colato completamente nelle sue guance. Sapevo che in quel momento non avrei potuto fare nulla, se non starle vicino, e darle il mio conforto. Era straziante vederla di nuovo così.. era una cosa che mi infastidiva, che mi faceva star male, più di quanto stesse lei probabilmente.

-Ci sono io al tuo fianco, piccola.- dissi baciandole una guancia, ma le provocai ancora più lacrime di quante già non ne avesse. Lei si era affezionata a Zayn.. e probabilmente quello che era successo, le aveva distrutto il cuore. Non esisteva niente di più doloroso per me.

Vidi poi Louis avvicinarsi.

-Torniamo a casa..- presi Zoe da un braccio aiutandola ad alzarsi. Saremmo dovuti tornare a casa a piedi da soli nel pieno della notte, ma non c’era altra scelta in quel momento, e quel tragitto fu davvero stancante, specialmente per me che continuavo a sentire i singhiozzi di mia sorella, mentre le stringevo forte la mano.

-Ho quella scena in testa.- continuava a ripetermi con un sussurrò passandosi le dita negli occhi, e proprio quando sembrava che stesse smettendo di piangere, tutto ritornava come prima, e le lacrime si impossessavano di nuovo dei suoi occhi. Quella sera fu davvero terribile, un po’ per tutti.

 

L’arrivo a casa fu altrettanto peggiore.

Mio padre era ancora sveglio, e cercava di capire cosa avesse Zoe, ma io continuavo ad allontanarlo, e ciò provocò come sempre una lite tra me e lui. –Che ti importa?! Lasciala stare una buona volta, non vedi come sta?!- le grida avevano riempito la stanza, fino a quando Louis non mi prese da un braccio per farmi salire in camera e staccarmi da lui.

Zoe si ritirò nella sua stanza, senza dire niente a nessuno, e dopo l’avrei sicuramente raggiunta per stare ancora un po’ con lei. Non avevo proprio intenzione di lasciarla da sola in un momento come quello.

Per un momento mi parse di vivere la questione in prima persona.

Quasi anche io stavo cominciando a detestare Zayn per ciò che aveva fatto. Entrai in camera mia con Louis, e mi sedetti nel letto.

L’unica cosa che regnava tra di noi, era il silenzio, e anche prima era così. Non riuscivamo a proferire parola, fin quando non fu lui a rompere il ghiaccio. –Zayn è un coglione.- sbottò semplicemente, e io annuii.

-Me ne sono accorta.. aveva già sofferto abbastanza mia sorella, e lui lo sapeva anche.. non so come ha potuto fare una cosa simile.- mi passai una mano sul viso, stropicciandomi gli occhi, e poi mi preoccupai di togliere i tacchi che mi facevano maledettamente male dopo quella lunga camminata.

-Andrai da Zoe ora?- chiese Louis.

-Si, almeno fino a quando non si addormenta..- dissi cominciando a togliere anche il vestito, sostituendolo con la mia solita tuta estiva che indossavo per dormire. Andai da Louis, stampandogli poi un bacio sulla fronte. –Mi sento.. stanca.- sussurrai, sedendomi sulle sue gambe e poggiando la testa sulla sua spalla. Sentii poi la sua mano che cominciava a carezzarmi delicatamente i capelli, stringendomi forte a sé.

-Tranquilla.. andrà tutto bene.- disse poi.

Dopo avergli stampato un bacio sulle labbra, gli augurai la buona notte e andai direttamente in camera di Zoe. Non era quella la serata giusta per farci trasportare dalle emozioni della lussuria. Entrai in camera di mia sorella, che stava già distesa nel letto con il suo pigiama, e guardava un punto fisso nel vuoto, ancora con gli occhi gonfi e le guance rosse.

-Sono qui.- sussurrai sedendomi al suo fianco, mettendole una ciocca di capelli dietro l’orecchio, e osservando i suoi occhi completamente persi nel vuoto, e chissà quale pensiero stava torturando la sua mente in quel momento. Le presi una mano stringendola forte.

-Io.. non me lo aspettavo.- disse poi con un fil di voce. –Avevamo in mente tante di quelle cose da fare..- sussurrò, e mi accorsi che di nuovo le lacrime le stavano solcando il viso.

-Ti prego non piangere ancora.. non merita tutte queste lacrime.- disse, togliendole via con un dito quella piccola lacrima.

-Non so come farei senza di te.- ammise prima di voltarsi verso di me. Me la ritrovai completamente addosso che mi stringeva forte, e l’unica cosa che potevo fare era abbracciarla di rimando, massaggiandole la schiena con segno di conforto.

-Passerà.. è durata solo un mese e mezzo.- dissi.

-Tra una settimana.. avremmo fatto due mesi.- quei pensieri non le facevano bene, le moltiplicavano solo le lacrime, e non era una bella cosa.

-Ora dovresti solo dormire, senza pensare a nessuno.- le dissi, aiutandola a distendersi nel letto, e subito dopo le diedi un bacio nella fronte prima di rimanere lì altri cinque minuti a massaggiarle i capelli come piaceva a lei. Non rimasi lì ancora per molto. Appena notai che i suoi occhi si erano chiusi, mi allontani da lì, raggiungendo di nuovo la mia stanza dopo aver fatto una piccola sosta al bagno.

Louis era ancora sveglio.

-Hey, perché sei ancora sveglio?- chiesi chiudendo la porta lentamente.

-Non ho sonno, e poi.. aspettavo te.- sussurrò. Mi misi vicino a lui nel suo letto. Era la prima volta che ero io a distendermi nel suo letto insieme a lui, mentre stavamo abbracciati. –Mi sento davvero male.- ammisi. Lui mi carezzò una guancia cercando di confortarmi, ma sembrava quasi inutile, avevo troppo nervosismo e rabbia accumulati dentro.

-Sai Louis.. mia sorella non merita niente di tutto ciò.- dissi. –Ha passato periodo infernali, e ora.. vederla di nuovo così, mi distrugge davvero, non posso farcela ancora.- mi passai una mano sul viso stropicciandomi gli occhi, e cercando di trattenere le lacrime. Non ero coinvolta direttamente, ma quando si trattava di mia sorella, sembrava che fossimo un’unica persona ormai. Louis mi strinse forte a sé.

-Cerca di non pensarci adesso, non ce la faccio a vederti così.- disse, baciandomi la fronte. Le sue parole sembravano piuttosto vane in quel momento, ma tentai di dargli ascolto, e socchiusi gli occhi poggiandomi sul suo petto. Mi massaggiava delicatamente i capelli, e automaticamente abbozzai un sorriso.

-Credi che si aggiusteranno le cose tra di loro?- chiesi alzando il viso.

-Spero di sì, non so darti certezze.. spero solo che Zayn non faccia ancora il coglione.- disse poi, e dopo quelle ultime parole calò il silenzio, e ci addormentammo beati nel letto.

 

Avevo dormito molto poco tutta la notte, ed ero certa che anche Zoe aveva riposato pochissimo, ma non avevo voglia di alzarmi dal letto, preferivo rimanere tra le braccia di Louis. Il giorno dopo, però, fui la prima ad alzarmi dal letto, ritrovandomi completamente sola in cucina nel silenzio a prepararmi un caffè caldo, come se già non fossi abbastanza sveglia, ma almeno cercava di calmarmi.

Quella situazione mi aveva torturata per due anni, adesso pensavo che mia sorella avesse incontrato qualcuno di maturo, ma mi sbagliavo, e quel pensiero mi stava martellando in testa dalla sera prima, come se fossi io la diretta interessata, ma in realtà era tutto il contrario. Ma come potevo stare bene se mia sorella era distrutta e afflitta per ciò che era successo? Non potevo nemmeno pensare di stare “bene” in quel momento. Mi poggiai meglio sul tavolo della cucina, assorta nei miei pensieri, mentre cercavo tante risposte a moltissimi perché in quel momento. A distrarmi fu l’arrivo di mio padre in cucina, che mi fece assolutamente sobbalzare.

-Papà..- dissi con un fil di voce, guardandolo.

-Che ci fai sveglia a quest’ora? Sono solo le sette.- disse mettendosi al mio fianco. Per un momento sentii che l’ultima cosa che volevo era proprio litigare con mio padre, così cercai di essere il più pacifica possibile con lui. –Non ho dormito bene.. sono nervosa.- sussurrai rigirando il cucchiaino più volte nella tazza del caffè.

-Che succede? Ancora per la questione di ieri sera?- domandò.

La sua mano si poggiò sul mio capo, carezzandolo delicatamente. Non succedeva una cosa del genere da troppo tempo, e adesso mi sembrava pure strano sentire le sue mani che sfioravano i miei capelli.

-Sì..- risposi poi facendo spallucce. –E’ tutto troppo complicato.- dissi.

-No, in realtà non è complicato.. è solo difficile accettare le situazioni.- mio padre probabilmente aveva intuito cosa fosse successo, specialmente dopo la litigata della sera prima, dove mi erano sfuggite un paio di cose proprio mentre urlavo dal nervoso.

-E’ vero.. vorrei che a volte molte cose andassero diversamente.- ammisi.

-Già, vedrai che tutto si aggiusterà.- disse poi con tono di conforto, finendo la sua tazza di caffè, e alzandosi da dove era seduto, quando ci raggiunse in cucina anche Bill, probabilmente appena sveglio.

-Buon giorno Arya, già sveglia?- chiese, ed io annuii semplicemente senza dare altre informazioni. –Bene, comincio a prepararmi.. così ti accompagno a quel colloquio!- disse mio padre al padre di Louis con tono amichevole.

-Colloquio?- chiesi.

-Sì, ho fatto un altro colloquio di lavoro, probabilmente mi hanno accettato!- mi rispose con un tono di felicità. Per me queste erano belle notizie in quel momento, perché significava solo che Louis sarebbe rimasto ancora con noi. –Quanto rimarrete ancora?- domandai poi interessata.

-Molto purtroppo.. mi dispiace creare disturbo, ma non abbiamo altra scelta. La mia ex-moglie è una pazza scatenata.- disse facendo spallucce.

-Sì.. ne ho parlato con Louis.- dissi. –Adesso torno in camera, magari riprendo sonno, boh. In bocca al lupo!- continuai, alzandomi poi dalla sedia, pronta a raggiungere la mia stanza, con gli occhi appena chiusi, ed entrai dentro, distendendomi nel mio letto, osservando quello spiraglio di luce che proveniva dalle serrande della mia stanza.

Louis dormiva ancora, ed era così bello mentre dormiva, mi piaceva da impazzire. Anche se lui adesso mi piaceva sempre, in qualsiasi momento o situazione. Era davvero presto per poter rimanere sveglia a gironzolare per casa, così rimasi lì a letto, seduta, con la schiena poggiata al muro mentre mille pensieri attraversavano la mia mente senza sosta.

In quel momento avrei tanto voluto smettere di pensare.

Presi il diario. Era il momento giusto per parlare con lui.

La luce che penetrava dalla finestra bastava per riuscire a vedere le pagine bianche di quel piccolo libricino. Lo aprii.

 

Caro diario,

ho la testa piena di pensieri, piena di tante cose, piena di nervosismo soprattutto. E’ tutto davvero strano ciò che è accaduto.

Tra Zayn e Zoe è finita. Nella maniera più brutta che possa esistere.

Eravamo ad una festa e.. lei l’ha beccato mentre si baciava con una tizia. Non posso farcela di nuovo, è tutto troppo triste, e mi sento molto debole. Non dovrei stare così.. ma è Zoe.

Sono solo le otto del mattino, e io sono già sveglia. Ho dormito pochissimo, e mi sento davvero a terra. Sembra tutto così buio adesso.

Aspetto che mio padre vada via per poter stare un po’ in giardino, sembra esserci una bella giornata.. magari il sole mi toglierà un po’ questo malumore, anche se la vedo difficile.

Vorrei solo che Louis fosse sveglio, ma è ancora nel mondo dei sogni.

Ed è bellissimo mentre dorme.

Ok, penso che proverò a chiudere gli occhi un altro po’ magari.

Tua, Arya.

 

Chiusi il diario, e lo lasciai lì sul comodino.

Mi lasciai andare nel letto, chiudendo nuovamente gli occhi, ma sembrava scientificamente impossibile riuscire ad addormentarsi ormai, specialmente dopo il caffè che avevo preso almeno una mezz’oretta prima.

I minuti soprattutto passavano lenti, e non riuscivo a sopportarlo, perché sembrava che adesso il tempo si fosse fermato, e tutto fosse fermo.

 

-Buongiorno..- vedere Zoe davanti a me mentre stavo preparando la colazione per Louis mi fece stare appena meglio, ma relativamente. Aveva gli occhi piuttosto gonfi, e il fatto che tirava imperterrita su con il naso, mi fece intendere che nemmeno lei aveva avuto una notte poi così rilassante. –Hey piccola.- dissi, lasciando perdere il pentolino sul fornello, e mi avvicinai a lei, carezzandole una spalla. Non le chiesi nemmeno come stava, sarebbe stata una domanda davvero troppo stupida e inutile in quelle circostanze, ma decisi di fare un’altra cosa.

-Ascoltami.. ti porto a fare shopping oggi, solo noi due, ti va?- chiesi.

Lei mi guardò dritta negli occhi e per un momento parve pensarci su, ma poi annuii provando ad abbozzare un sorriso, e io ricambiai facendo lo stesso, e poi la strinsi forte a me. –Adesso mangiati un pancake, e poi vai a prepararti così usciamo!- dissi porgendole il piatto. Tentava di essere un po’ più felice.. ma non era davvero facile e lo capivo perfettamente. Mangiò tutto velocemente, probabilmente perché voleva uscire per svagarsi, e infatti corse subito al piano di sopra e io la seguii. Decidemmo cosa mettere, e ci preparammo insieme, come era nostro solito fare, ma il suo sorriso non era quello di sempre, era abbastanza spento. In quel momento l’unica cosa che volevo fare era uccidere Zayn.. con tutto il mio cuore.

Uscimmo di casa poche ore dopo la nostra colazione, anche se mi dispiaceva lasciare Louis da solo, ma doveva perfettamente capire la situazione in quel momento. L’aria estiva mi piaceva in quella giornata, ed era davvero terribile avere quell’umore quel giorno.

-Ho bisogno di nuove magliette!- dissi cercando di parlare con Zoe.

-Già.. anche io.- la sua voce era fiacca, così non riuscii davvero a non prendere il discorso. –Zoe.. non riesco a vederti così.- sussurrai poggiandole una mano sulla spalla. –Capisco che è difficile, ma se vai avanti così, va a finire come l’ultima volta.- la mia sembrava quasi una minaccia, o più che altro un avvertimento. Lei sapeva cosa era successo “l’ultima volta”, per questo cercai di farla stare bene.

-Lo so ma.. Zayn.- seppe dire solo questo come risposta.

-Al diavolo Zayn, pensa ad altro adesso Zoe.- dissi prendendola per mano e facendola entrare nel primo negozio. Cercai di convincerla ad acquistare alcune cose, e sembrava divertita mentre usavo un fare molto esuberante per farla stare bene, e vederla sorridere ogni tanto era davvero quello che ci voleva. Le feci provare fin troppi vestiti, fino a quando non mi chiese una pausa esausta, ma notavo che sorrideva sotto i baffi. Forse non era la persona più felice del mondo, ma ora stava meglio. –Vogliamo andare a fare un giro nel negozio di trucchi qui accanto?- chiese lei prima di andare alla cassa seguita da me, ed io annuii alla sua proposta. Uscimmo dal negozio, come sempre abbastanza soddisfatte di ciò che avevamo comprato, e qualcosa di davvero spiacevole si presentò davanti a noi.

Zayn stava lì, nell’altro marciapiede della strada e io subito mi irrigidii, e notai Zoe al mio fianco che quasi tremava. Lui ancora non si era accorto di lui. –Arya andiamo via da qui.- disse prendendomi per un braccio e allontanandomi da dove eravamo, portandomi in un negozio per sfuggire allo sguardo di Zayn, ma ormai era davvero troppo tardi. Le labbra le tremavano, e le mordeva incessantemente.

-Era lui.. davvero?- chiese mentre cercava di trattenere le lacrime. Io riuscii solo ad annuire, ma lei sembrava ormai pietrificata. Questo non ci voleva davvero, e quasi avrei spaccato l’intero negozio dal nervoso, ma cercai di far finta di nulla.

-Non pensarci adesso, fai come se non l’avessi mai visto.- dissi. Il suo respiro era affannato, e mosse la testa annuendo nervosamente, cercando poi di pensare ad altro, ma probabilmente il suo pensiero era rivolto ancora a Zayn, che tranquillamente stava passeggiando tra le strade del centro di Londra. Qualcosa mi diceva che quella situazione non sarebbe stata una delle migliori, e mi spaventava tutto ciò.

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Capitolo 16
*** chapter 16. ***


Quella settimana trascorse nel peggiore dei modi, e la cosa mi procurava più ansia di quanto non ne avessi già. Zoe sembrava non riuscire a dimenticare Zayn, in nessun modo, essendo il migliore amico del mio ragazzo, ma lei era parecchio egoista, e aveva rifiutato molte sue telefonate e aveva rinunciato a rispondere agli sms che lui le mandava, sembrava quasi assurda come cosa, visto che, benché gli volesse ancora un gran bene e stesse così per lui, lo respingeva.

Tentavo di farla ragione, cercando di farle capire che quello era stato magari tutto uno sbaglio, ma lo dicevo solo perché non potevo vedere più mia sorella in quelle condizioni, non di certo perché difendevo Zayn.

L’aveva visto circa altre tre volte in giro per il nostro quartiere, ma tutte quelle volte aveva evitato il suo sguardo camminando dritto per la sua strada. Intanto io sentivo un enorme peso addosso, come se avessi mille responsabilità che non esistevano, e l’ansia mi stava quasi opprimendo. Se non fosse stato per Louis che mi faceva sfogare e ragionare, a quest’ora sarei probabilmente uscita pazza, o qualcosa del genere. In quel momento ero nel giardino di casa di Thomas, seduta sul prato verde con lui al mio fianco. Avevamo ripreso a vederci più spesso negli ultimi giorni, non potevo più resistere senza vederlo.

Gli avevo raccontato tutto ciò che era successo negli ultimi tempi, parlando in modo logorroico per almeno un’ora di fila, mentre lui mi stava ad ascoltare stranamente interessato.

-Non ce la faccio più Tomi..- sussurrai poi alla fine con un grosso respiro. –Tu e Louis siete le uniche due persone che mi fanno star bene per ora..- continuai. Lui mi strinse da una spalla, baciandomi la tempia, e sembrava davvero che facesse come Louis quando stavamo nel mio letto.

-Andrà tutto bene.. devi solo aspettare. Lo sai com’è tua sorella.. cederà ad un certo punto.- disse, ed era vero ciò che diceva, ma nemmeno quello riusciva a farmi stare meglio.

-Mi erano mancate le tue parole di consolazione!- ammisi poggiando la testa sulla sua spalla e stringendomi maggiormente a lui.

-A me eri mancata tu.- disse con un sorriso.

Alzai il viso sorridendo a mia volta, e lo abbracciai più forte che potevo, buttandolo quasi sul prato, e lui scoppiò a ridere.

-Piano, mi uccidi così!- protestò.

-Comunque siiaa!- dissi balzando in piedi.

-Dovresti vedere quanto siamo belli io e Louis! Lo devi conoscere! Lui vuole conoscere te!- annunciai contenta, prendendogli la mano per aiutarlo ad alzarsi. Mi guardò stralunato alzando il sopracciglio.

-Me? Vuole conoscere me?- chiese.

-Sì, gli parlo quasi sempre di te, è ovvio che vuole conoscerti!-

-Non è geloso?-

-No, sa che ci conosciamo da fin troppi anni, non ha motivo di essere geloso.- dissi poi facendo spallucce e muovendomi per il giardino pronta ad avvicinarmi verso il cancello d’uscita insieme a Thomas.

-Vuoi essere accompagnata a casa?- chiese, e io annuii subito alla sua richiesta, perché sarebbe stata una scusa in più per passare del tempo con lui, e recuperare quello perso.

-Non mi hai detto nulla riguardo te e tuo padre.- disse chiudendo il cancello alle sue spalle, e camminando affianco a me per la stradina.

-Io e mio padre? Pff, come sempre direi.- ammisi.

In effetti era così.

La mattina dopo che accadde quel casino tra Zoe e Zayn sembrava che lui si stesse addolcendo con me, ma in realtà non era cambiato proprio niente e i giorni che succedettero quella fatidica colazione, ne furono la prova, visto che come sempre la nostra casa si riempì di grida e litigi di ogni genere, proprio come sempre. Ormai era abituale.

Più che altro ero contenta perché Bill, grazie a mio padre, aveva finalmente trovato un lavoro, e adesso la permanenza di Louis era segnata per il prossimo anno come minimo, e per me non poteva esistere notizia migliore al momento. –Louis rimarrà ancora molto con me, però.- dissi poi, esponendo il mio pensiero ad alta voce.

-Davvero? Quanto?- chiese lui con un sorriso.

-Un anno! E.. sono felicissima di ciò.- ammisi con gli occhi trasognanti.

-Non ti vedevo così innamorata dai tempi dell’asilo forse!- scoppiammo a ridere entrambi, e gli diedi un piccolo buffetto sulla spalla.

-Smettila, non è vero!- borbottai con un broncio.

Scherzando e ridendo eravamo già arrivati a casa e nel mio giardino c’era proprio Louis, che stava calciando un pallone da solo, e mi fermai per un momento a guardarlo insieme e Thomas, senza che lui se ne accorgesse.

-Vieni, ne approfitto per presentartelo! Ma fai attenzione perché.. c’è mio padre a casa, non voglio ricevere spiacevoli sorprese.- dissi prendendolo da un braccio ed entrando dentro il cancello, andando verso Louis, salutandolo poi con un bacio fugace sulle labbra.

Ero quasi imbarazzata davanti a quella scena.

Il mio migliore amico e il mio ragazzo lì vicini.

-Beh.. Louis, lui è Thomas.- dissi indicandoglielo.

Si strinsero la mano, ed entrambi si sorrisero, e sembrava davvero che andassero d’accordo, e lo speravo con tutto il cuore sinceramente.

-Dimmi Thomas..- la mano di Louis finì immediatamente sulla spalla del mio migliore amico e io rimasi a guardarli quasi basita. –Come fai a sopportarla da tutti questi anni?- chiese riferendosi probabilmente alla sottoscritta. Lo fulminai con lo sguardo ed entrambi scoppiarono a ridere.

-Probabilmente è quello che mi chiedo ogni giorno!- rispose Thomas sorridendo. Li guardai attonita.

-Ah è così? Bene, Louis è finita!- dissi facendo dietrofront, cercando di andarmene, ma il suo braccio mi bloccò improvvisamente facendomi avvicinare a sé. Subito dopo ricevetti un suo bacio delicato sulle labbra. –Non protestare, non mi importa se c’è tuo padre.- rise, e io feci lo stesso mentre stavo tra le sue braccia.

-Ragazzi, scusate, è tardi.. coprifuoco.- disse Thomas facendo spallucce, dopo aver guardato l’enorme rolex che stava sul suo polso. Adorava gli orologi grandi. –Ok, ciao Tomi.- gli saltai al collo abbracciandolo forte, e poi i due ragazzi si salutarono, prima di vedere il mio migliore amico scomparire per la stradina che portava verso casa sua. A quel punto ritornai tra le braccia di Louis stringendomi forte a lui.

-Stavi giocando da solo?- chiesi ridendo.

-Sì, qualche tiro così, non fa mai male!- rispose.

-Oh, ma bravo il mio bambino!- gli presi una guancia stringendola tra due dita, e subito dopo lo baciai sulle labbra. Ma a quel punto mi sorse un pensiero.

-Zoe? Dov’è?- chiesi.

-Non c’è a casa, è uscita.- quella frase mi fece allarmare parecchio. Non avevo idea di dove potesse essere andata. –E.. dove è andata?-

-Non lo so, non me l’ha detto.. diceva solo che stava andando a farsi un giro.- rispose.

Deglutii appena, ma alla fine mi sento abbastanza sicura forse. Ma contemporaneamente avevo la solita ansia addosso che mi stava quasi distruggendo. Cercai di non pensarci, sicuramente Zoe si sarebbe vista con la sua amica, o con qualcun altro. O almeno speravo così.

-Comunque stasera quei due giovincelli escono!- disse Louis riferendosi probabilmente ai nostri padri, e improvvisamente nei nostri visi apparve un certo sorrisetto malizioso, che ci fece scoppiare a ridere sul momento. Sapevamo perfettamente cosa avremmo fatto con la casa libera.

-Sai com’è.. l’altro giorno ho comprato un completino nuovo.- sussurrai con un pizzico di malizia nella voce, mordendogli poi l’orecchio e lui rise, e subito lo feci anche io, abbracciandolo.

-Entro dentro, e vedo com’è la situazione, tra poco ceneremo sicuro!- dissi, aprendo la porta di casa per poter entrare.

 

Zoe stava al parco, totalmente sola a quell’ora della sera. Probabilmente però secondo lei non era poi così tardi. Erano le otto di sera, e ancora il sole non era tramontato del tutto. Alcuni bambini stavano giocando a football vicino a lei, e una coppia era intenta a scambiarsi teneri gesti d’amore proprio nella panchina vicino. Ma questo non la rendeva assolutamente felice, anzi quei due ragazzi riuscivano solo a riportarle alla mente i ricordi di lei e Zayn. Non c’era niente di peggio.

Decise così di alzarsi in piedi, allontanandosi dal posto in cui si trovava, passeggiando tra le foglie e i prati piuttosto puliti di quel parco. Era con la musica alle orecchie, e continuava a pensare.

Probabilmente pensare negli ultimi giorni le aveva procurato più nervosismo del previsto, e l’unica cosa che non riusciva a togliere dalla sua mente era proprio Zayn. Quel ragazzo che l’aveva fatta star bene.

Eppure proprio mentre stava pensando a lui, ed era partita con l’intento di ritornare a casa, si sentii improvvisamente seguita da qualcuno, e si voltò di scatto, ritrovandosi una persona a pochi metri da lei.

Chiuse gli occhi, e li riaprì subito dopo, perché sperava davvero di avere le allucinazioni, ma non che lì, ci fosse Zayn, ma evidentemente era ancora mentalmente sana, e la cosa la stupiva parecchio.

Il suo respiro si fece molto affannato alla vista del ragazzo.

Le sue gambe tremarono quasi, appunto per questo si fermò, ma quasi contro voglia. Lui si avvicinò, lentamente, proprio come se si stesse per avvicinare ad una delle tigri più pericolose del mondo e doveva muoversi con cautela. Ma probabilmente la mente e il cuore di Zoe erano troppo distrutti per avere l’atteggiamento di una tigre.

-Ciao Zoe..- sussurrò lui.

Lei fece semplicemente un cenno con la testa.

-Cercavo proprio te.- ammise, ma lei non rispose, lo ritrovò sempre più vicino a se, e quella vicinanza le facevano venire una gran voglia di.. non di baciarlo, ma di picchiarlo solo per quello che le aveva fatto, e per tutto il male che le stava provocando in quel periodo. Stette ancora zitta, e da quando era arrivato lui non aveva aperto bocca.

-Volevo chiederti scusa..- disse lui, e solo lì Zoe riuscì a parlare.

-Scusa? Hai il coraggio di farlo..? davvero? Pff.- sbuffò, facendo una strana smorfia, e facendo per andare via, quando sentii la mano di Zayn che le prese immediatamente il polso. Zoe la schivò immediatamente.

-Non devi assolutamente toccarmi.- borbottò, guardandolo fulmineo.

Zayn fece un lungo sospiro, quando vide Zoe che si stava allontanando sempre di più da lui, ma la bloccò nuovamente pronto a dirle ancora qualcosa. –Davvero, io non volevo farlo, io voglio te.- ammise cercando di farle capire quanto davvero tenesse a lei, ma evidentemente non bastava tutto ciò. –Vuoi me, Zayn? Allora non facevi quello che hai fatto l’altra sera! Mi fai solo schifo!- Zoe schivò nuovamente la sua mano, in modo quasi più violento, cercando di allontanarsi.

-Zoe perché non capisci che..- Zayn cercò di completare una frase, ma lei lo interruppe ancora con le sue mille prediche.

-Cosa devo capire?! Quello dell’altra sera mi è bastato per capire tutto!- borbottò alzando il tono della voce.

-Zoe, io ti amo, cazzo!- il silenzio calò improvvisamente, e l’unica cosa che riusciva a sentirsi era il rumore delle foglie degli alberi che si muoveva al ritmo del vento. Era la prima volta che Zayn lo diceva. Dopo quasi due mesi, lui ancora non le aveva mai detto di amarla, e quelle parole rieccheggiarono nella testa di Zoe imperterrite.

-Tu cosa..?- chiese lei, convinta di aver capito male ciò che avesse detto.

-Io Ti amo.. dico sul serio, ti prego credimi.- Zoe fece un lungo sospiro, ed ecco che si ritrovò a fissare gli occhi di Zayn. Quegli occhi di cui si era innamorata, e automaticamente si avvicinò a lui quasi senza volerlo, ma in realtà il suo corpo era consono del fatto che VOLEVA avvicinarsi. –Zayn.. non sai quanto sono stata male per te in questi giorni.- disse lei con voce stanca, e afflitta. Probabilmente stanca di urlargli contro, di dirgli che faceva schifo, e tutto quelle cose terribile che gli aveva detto.

-Lo so.. non voglio che tu soffra. Ti prego.. è stato tutto uno sbaglio. Quella ragazza.. mi ha preso da un braccio, così improvvisamente e mi ha baciato.- gli occhi di Zayn apparvero lucidi, proprio come quelli di Zoe, che non poteva più resistere senza di lui. Lasciarlo andare adesso sarebbe stata una delle sue più grandi follie in quel momento.

-Ti amo.- ripetè lui, poggiando la fronte contro quella di Zoe.

-Zayn.. ti amo anche io.- sussurrò, e una lacrime le solcò il viso prima di sentire le labbra del ragazzo poggiate sulle sue nuovamente, dopo una settimana che parve interminabile per lei senza quel profumo, senza quelle labbra morbide, e senza quei meravigliosi occhi castani che riuscivano ad esprimere ogni suo sentimento.

Rimasero così ancora per molto tempo, stringendosi forte l’uno con l’altro e inconsciamente si ritrovarono a baciarsi con passione, e lasciarsi andare con un pizzico di lussuria, che poterono concedersi dopo quell’infinita settimana in cui erano stati divisi.

-Ti prego.. non farlo mai più.- sussurrò lei a fior di labbra.

-Te lo prometto piccola, davvero.- disse lui, carezzandole il viso dolcemente, prima di abbracciarla. Rimasero lì ancora per molto, mentre la sera calava, ma avevano bisogno di concedersi qualche piccolo bacio in quel momento.

 

-Mh, non sai quanto mi fai impazzire.- quel sussurrò riecheggiò nella mia testa, proprio nel momento in cui Louis lo disse, dopo avermi tolto la maglietta. Prese a baciarmi il collo con passione infinita, sfiorandomi il seno attraverso il reggiseno nero, con un bordo di pizzo, che gli dava quel tocco sexy e invitante.

Già stavo in intimo, e non passarono molti minuti che gli tolsi completamente i pantaloni, mentre il mio letto cominciava già a cigolare, per le piccole spinte che mi dava facendo strusciare le nostre intimità con malizia. Ansimai sentendo il calore del suo membro, cingendogli il collo con le braccia, e dopo aver messo l’opportuna protezione, entrò piano dentro di me, mentre si reggeva alla testata del letto. Strinsi forte la sua spalla, quando già la mia stanza era piena dei nostri gemiti, che andavano all’unisono con le sue spinte, forti e decise, che mi facevano impazzire e gemere più che mai. –Louis.. dio..- ansimai vicino al suo orecchio, spingendo il bacino contro il suo membro con forza, prima di baciarlo di nuovo con trasporto, mentre gli passavo una mano tra i capelli, massaggiandoglieli dolcemente tra una spinta e l’altra. Ormai non faceva più tanto male, anzi, era tutto così fantastico, specialmente se in quel momento c’era lui sopra di me che mi stringeva forte.

Venimmo contemporaneamente, e subito dopo lui si accasciò su di me, ed entrambi avevamo ormai il respiro affannato ed eravamo sudati. Gemetti ancora una volta quando lo sentii uscire da dentro di me, ma qualcosa mi fece sobbalzare immediatamente. La porta di casa si era aperta, e dalla mia stanza si poteva perfettamente percepire il rumore. Io e Louis ci guardammo preoccupati, scattando subito in piedi pronti per rivestirci con velocità. –Cazzo Louis, cazzo.- dissi preoccupata mentre mi passavo una mano sulla fronte che era maledettamente sudata dopo quel momento.

-Datti una sistemata ai capelli! Sei tutto scombinato!- sbraitai, aggiustandolo. Il nostro piano era proprio quello di essere il più naturali possibili. Legai i capelli in una coda, sistemandomi alla meno peggio, e poi uscii dalla stanza, aprendo la porta. Una scena favolosa mi si presentò davanti.

Non erano mio padre e Bill, ma bensì Zoe e Zayn.

-Ma.. voi due..- dissi attonita.

-Siete voi due?! Ma fanculo!- disse Louis passandosi una mano sul viso, ma ancora non aveva ben riflettuto sulla scena che gli si era presentata.

-Ma.. siete voi due!- urlò poi togliendosi le mani da davanti gli occhi.

Entrambi li guardammo con un meraviglioso sorriso sulle labbra, e gli corremmo incontro abbracciandoli.

-Che diamine è successo?- chiese Louis, dando una pacca sulla spalla al suo amico, mentre io ero troppo preoccupata ad abbracciare Zoe, che stava sorridendo di nuovo, ed era un’occasione importante in quel momento.

-Beh.. non importa che è successo, l’importante è che adesso tutto sia tornato come prima.- i due si scambiarono un dolce bacio a stampo, e adesso tutto sembrava più leggero e normale.

 

-Davvero ha detto che ti ama?- dissi io con gli occhi che quasi luccicavano davanti a quello che mi aveva raccontato Zoe. Avevamo passato tutta la sera insieme a divertirci, proprio come prima, e ci sentivamo tutti meglio, mia sorella soprattutto. Stavamo facendo colazione, proprio mentre mi stava raccontando cosa era accaduto il giorno prima, e come mai avessero risolto così, come se niente fosse. Ma alla fine, era sicuramente meglio dimenticare e andare avanti, piuttosto che soffrire per qualcosa di.. inutile.

-Sì.. l’ha detto.. e io.. non ce l’ho fatta a non perdonarlo.- ammise dopo aver sorseggiato il suo caffè caldo, mentre aspettava che i pancakes fossero pronti. Le sorrisi, contenta di ciò che era successo.

-Te lo dicevo che tutto si sarebbe aggiustato.- ammisi.

Quel giorno inoltre, avevamo deciso di andare tutti e tre a casa di Zayn, che come al solito aveva casa libera e potevamo permetterci di stare lì a divertirci almeno per una giornata.

-A che ora andiamo da Zayn?- chiesi poi.

-Verso le undici, dobbiamo arrivarci a piedi.- sbuffò mia sorella.

Poche ore dopo, per l’appunto, eravamo già per strada io, Louis e Zoe, pronti per arrivare a casa di Zayn. Il tragitto non parve poi così lungo come sembrava, infatti arrivammo subito, e trovammo Zayn intento a sistemare il giardino. Zoe corse immediatamente verso di lui, buttandogli le mani al collo, quasi senza che lui se ne accorgesse, e sobbalzò prima di metterle un braccio intorno al fianco, stringendola a sé, dopo aver fatto incontrare le loro labbra in un dolce bacio.

-Mi erano mancate davvero queste labbra.- sussurrò lui, sorridendole a fior di labbra. Io e Louis salutammo poco dopo Zayn, che aveva già preparato tutto per poter mangiare, benché fosse ancora presto.

-Mi sono preoccupato di cucinare tutte cose!- sbuffò Zayn mandandogli occhiatacce, e noi scoppiammo tutti a ridere. –Beh, ti sei offerto tu!- si giustificò Louis indietreggiando, mentre teneva la mia mano.

-Alla fine l’importante è che mangiamo, no?- risi io.

-Oh, suvvia, lasciate stare il mio piccolo Zayn.- lo difese Zoe, stringendolo forte tra le sue braccia come per proteggerlo, e Louis fece una smorfia, ridendo subito dopo. –E’ da ieri sera che sembrano più sdolcinati del solito.- borbottò Louis, come se volesse dirlo soltanto a me, ma probabilmente gli altri due erano riusciti perfettamente a sentirlo.

-Avete portato i costumi?- chiese poi Zayn.

-Sì, ma non ho capito per quale motivo ce li hai fatti portare!- dissi.

-Venite a vedere.- ci accompagnò fino al retro della casa, dove era apparsa, probabilmente da qualche giorno una meravigliosa piscina, piuttosto enorme e rimanemmo tutti scioccati a guardarla, mentre lui annuiva fiero. –Beh, è una figata! Ho convinto io i miei a farla fare!- si vantò, anche con un pizzico di ironia, mentre stringeva Zoe.

-Che aspettate? Andate a mettervi i costumi!- disse fissandoci.

In pochi minuti eravamo già pronti per un bel bagno prima del pranzo, e probabilmente stavamo “battezzando” la nuova piscina di Zayn, che ci aveva lasciato tutti piuttosto sconvolti dalla sua bellezza e grandezza.

-Quando l’hai fatta fare?- chiese Louis.

-Oh, circa due settimane fa.. ne avevo bisogno! E’ figa eh?- disse, e tutti annuimmo. Io stavo a bordo piscina a bagnarmi i piedi lentamente, odiavo ritrovarmi subito in acqua. Louis poco dopo si avvicinò a me, mentre era già a mollo.

-Non vieni?- chiese.

-Dammi il tempo di abituarmi all’acqua!- sbottai con una risatina.

Improvvisamente, come previsto, le mani di Louis mi afferrarono immediatamente, facendo cacciare un urlo appena mi ritrovai immersa nella piscina, senza volerlo. –Louiiiis!- urlai, tirando poi la testa fuori, mentre lo guardavo che rideva, e fu il momento buono per cominciare a schizzarlo, contro la sua voglia.

Quella giornata passò così, e trascorse troppo velocemente secondo me.

Schizzi, scherzi, cibo in quantità, e divertimento riservato solo per noi, ed eravamo tutti abbastanza felici di passare il tempo insieme molto tranquillamente senza nessun imprevisto. Zoe dopo quella meravigliosa giornata decise di rimanere a dormire a casa di Zayn, così la strada di ritorno la percorsi da sola con Louis. Tornammo tardi a casa, erano circa le undici di sera, avevamo passato molto tempo a casa di Zayn, ma eravamo contenti. Così percorremmo la strada al chiaro di luna mentre ci tenevamo per mano.

-E’ stata una bellissima giornata!- ammise Louis con un sorriso.

-Sono d’accordo, ne avevo davvero bisogno.- annuii, poggiando la testa sulla sua spalla mentre camminavamo. Lui mi strinse a sé, baciandomi la fronte. –Ora stiamo un po’ insieme?- chiese lui.

-Siamo già insieme.- risi.

-Lo so, ma voglio stare un po’ in giardino con te.. come facevamo i primi tempi, è tanto che non lo facciamo.- ammise, e io annuii acconsentendo alla sua richiesta. Era un’idea che mi garbava parecchio.

Così con passo più veloce arrivammo fino a casa, per poter trascorrere la fine della nostra serata accompagnati dalla luna e dalle stelle, e dal soffice vento notturno che ci massaggiava i capelli lentamente.

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Capitolo 17
*** chapter 17. ***


Agosto era prossimo a finire, e la cosa non mi piaceva assolutamente, perché avrebbe segnato quasi la fine dell’estate. Benchè sapevo che non sarei tornata a scuola quell’anno, mi metteva angoscia sapere che adesso il caldo e il tempo del mare e della piscina andavano via. La cosa peggiore era che il mio compleanno si avvicinava, e io odiavo i compleanni, specialmente i miei. Non amavo festeggiarli.

Ripensandoci mancavano appena quattro giorni al mio compleanno.

Non sapevo nemmeno se lui ne era a conoscenza di tutto ciò, ma poco mi importava alla fine.

Quel giorno ero a casa da sola, ero usciti tutti, persino Louis, che era andato in giro con sui padre per passare del tempo insieme, e anche mio padre era andato con loro. Zoe era probabilmente da Zayn, e nessuno mi aveva chiesto di uscire, così rimasi sola a casa, anche se la cosa non mi dispiaceva così tanto. Mentre mi dondolavo nel dondolo del mio giardino e leggevo un bel libro, sentivo che i miei soliti pensieri mi attanagliavano la mente in maniera scomposta e in quel momento desiderai davvero di non avere un cervello per pensare. Qualche sera prima mio padre aveva trovato me e Louis in giardino che scherzavamo e ridevamo come mai lui ci aveva visti, e probabilmente aveva cominciato a nutrire sospetti, anche se Louis era stato molto persuasivo. Adesso io e lui dovevamo stare il più lontano possibile l’uno dall’altro e io non potevo farcela, specialmente ora che mio padre stava 24h su 24 a casa.

Tutto ciò mi metteva ansia e mi rendeva piuttosto nervosa, ma non potevo assolutamente dire a mio padre la verità, o sarebbe successo un putiferio. Chiusi il libro, mettendolo al mio fianco.

Con tutti quei pensieri per la testa, concentrarmi sulle parole del libro non mi veniva per niente semplice. Lasciai cadere la testa indietro socchiudendo gli occhi, e in quel preciso momento sentii il cancello aprirsi ed era Louis che stranamente era tornato da solo, e rimasi un momento stralunata.

-Hey, come mai solo?- chiesi guardandolo.

-Sono andati a fare delle cose sempre per il lavoro di mio padre, e allora ho chiesto di tornare a casa, e mi hanno accompagnato.- chiuse il cancello alle sue spalle. Vederlo mi rendeva assolutamente felice.

Mi guardai intorno, osservando il viale di casa mia accorgendomi che non c’era nessuno e fu quello il momento in cui mi catapultai sulle braccia di Louis per stampargli un bacio sulle labbra.

-Non ce la faccio più a starti lontano..- ammise lui carezzandomi i capelli.

-Nemmeno io.- ammisi baciandolo di nuovo e stringendolo forte.

-Qualcuno mi ha detto che tra poco è il tuo compleanno!- sbottò con una risatina. Io immediatamente scontrai il viso contro la sua spalla, come se fossi disperata. –Odio il mio compleanno, non lo festeggio mai!- borbottai facendo spallucce.

 -Magari quest’anno sarà diverso!- disse lui, ma io immediatamente scossi la testa, perché nessun anno era diverso, e non volevo che lo fosse.

Lui mi baciò immediatamente la fronte, facendo poi un sorriso.

-Quanto tempo abbiamo circa per rimanere soli..?- domandai.

Parve pensarci su per un momento. –Circa mezz’ora, poi torneranno mio padre e tuo padre.- disse con un senso di malinconia nella voce.

Così dicendo lo presi per mano, trascinandolo dentro casa e chiudendo subita lo porta alle mie spalle. Poggiai la schiena contro quest’ultima, ritrovandomi con le labbra di Louis sulle mie, mentre lo baciavo con trasporto. Erano giorni che non ci lasciavamo andare così, e ne avevo maledettamente bisogno.

Sentii le sue mani posarsi sui miei fianchi e subito dopo sul mio fondoschiena e automaticamente mi spinsi quasi su di lui, mentre le mie dita si intrecciavano tra i suoi capelli candidi e morbidi. Quel bacio sembrava pieno di passione e lussuria e quasi nessuno dei due voleva staccarsi dall’altro, ma era normale dopo tutti quei giorni che eravamo costretti a vigilare ogni secondo per evitare di esser scoperti.

Lo trascinai verso il divano, mettendolo a sedere, e mi adagiai mettendomi a cavalcioni sulle sue gambe, senza far staccare le nostre labbra. –Mi eri mancata..- ammise lui a fior di labbra. Sorrisi semplicemente prima di insinuare delicatamente una mano sotto la sua maglietta sentendo la sua pelle fredda scontrarsi con le mie dita calde e quel contatto era una cosa così meravigliosa.

Scontrai il bacino quasi involontariamente contro il suo, sentendo poi le nostre lingue che si intrecciavano tra di loro, giocando ad un gioco molto divertente per entrambi. –Mh..- mugugnai staccandomi da lui probabilmente per riuscire a respirare un momento. –Mh..- ripetè lui.

-Sembra quasi che non ci baciamo da una vita.- ridacchiai, carezzando la sua guancia con un dito prima di fissarlo negli occhi incessantemente.

-Sai a cosa pensavo l’altra sera?- dissi, giocando con una ciocca dei suoi capelli. –Una volta prima di fidanzarci avevi cantato una canzone, e.. ho adorato la tua voce. Poi non ti ho più sentito cantare.- ammisi con un tono di malinconia nella voce.

-Canto ogni giorno io!- ammise. –Però.. quando sono solo, me ne vergogno parecchio.- disse poi e notai subito che le sue guance si accesero di rosso. –Ma a me piace!- gli baciai le labbra dolcemente.

-Una volta papà mi disse di partecipare a xFactor, ma mi sono rifiutato, non riesco a stare davanti le telecamere, so che poi tremerei come una foglia!- non conoscevo ancora quel lato di Louis, ma probabilmente era qualcosa di incredibilmente dolce, ne ero più che certa. In realtà sapevo già da tempo che sotto il Louis spavaldo e figo si nascondeva un Louis timido e romantico, e già questo l’avevo testato da moltissimo tempo. E avevo scoperto che era una persona davvero divertente, mi faceva ridere sempre, in qualsiasi momento. Quando passai quella settimana infernale a causa di Zayn e Zoe, se non fosse stato per lui che riusciva bene o male a tirarmi su di morale, sarei caduta in depressione, forse anche più di mia sorella. Immediatamente il rumore di un mazzo di chiavi mi fece trasalire, e avemmo soltanto il tempo di guardarci e notare che entrambi avevamo appena la maglietta alzata. Io scattai subito, mettendomi il più lontana possibile da lui nel divano, e accendendo la televisione facendo come se nulla fosse appena i nostri genitori entrarono in casa.

Cominciai ad assumere un’aria annoiata mentre mi tenevo la testa con una mano, facendo zapping con il telecomando.

-Hey ragazzi!- disse mio padre euforico appena entrò a casa, e io e Louis salutammo in coro, mentre probabilmente ci veniva da ridere.

-Che facevate?- chiese. In quel momento avrei voluto ridere volentieri, ma mi fermai immediatamente, e feci spallucce. –Nulla di particolare, stavamo cercando qualche programma decente da guardare!- mentii.

Mio padre annuì semplicemente prima di dirigersi verso la cucina, per sistemare delle cose che aveva comprato, e subito dopo io e Louis ci guardammo negli occhi accennando una piccola risata.

-Ok, non c’è nessun programma decente!- spensi il televisore, lanciando quasi il telecomando e feci per alzarmi e andare verso la mia stanza. Poi la voce di mio padre mi fece distrarre.

-Arya!- urlò e io mi voltai. –Beh, ho comprato quasi tutto per riparare la stanza di Louis, fra una settimana circa sarà pronta!- annunciò come se per me quello fosse qualcosa di positivo, in realtà non lo era proprio. Così dopo aver fatto una faccia alquanto malinconica cercai di non dare troppo nell’occhio e annuii. –Oh bene! Almeno ritornerò ad avere i miei spazi!- mentii spudoratamente. Non mi interessava proprio avere i miei spazi, specialmente se a condividerli con me era Louis. Forse qualche mese prima pensavo totalmente il contrario e lo odiavo a morte, ma adesso non mi interessava più, lo volevo in camera mia. Almeno aveva detto che sarebbe stata pronta tra una settimana, così io mi sarei potuta godere il mio compleanno con lui, e non mi importava di nulla.

Dopo aver lanciato un’occhiata a Louis risalii in camera con un grosso sospiro, e subito accesi il computer che non controllavo da tantissimo tempo. La cartella delle e-mail era assolutamente piena, ma mi preoccupai di leggere quelle più recenti, anche se mi si chiudevano lentamente gli occhi a guardarle. Nulla di interessante come sempre, eccetto qualche e-mail dalle mie ex compagne del liceo, con le quali però non avevo avuto per niente un buon rapporto. Senza accorgermene rimasi lì almeno mezz’ora a leggere e a rispondere, benché la cosa mi annoiasse parecchio, e mentre ero intenta a scorrere con il mouse tra le pagine, Louis entrò nella mia stanza chiudendo la porta alle sue spalle. Il silenzio regnava in quel momento. Mi voltai solo per guardarlo, ma non proferii parola, e nemmeno lui lo fece e si limitò a sedersi nel suo letto.

Infine ruppe il ghiaccio.

-Insomma.. hai sentito la notizia?- chiese con voce fievole.

-Beh, sì.- mi voltai per poterlo guardare. Ci fissammo negli occhi e in quel momento sentivo che quando Louis avrebbe cambiato stanza saremmo stati fin troppo lontani e questo non lo volevo.

-Piccola..- sussurrò lui, e io in automatico mi alzai per poterlo abbracciare. –Sembra come se andassi via e non ti potessi vedere più.- ammisi stringendolo forte mentre giocavo con la sua maglietta. Lui annuii acconsentendo a ciò che avevo detto. Mi carezzò la schiena con dolcezza dandomi un bacio sulle labbra cercando di rassicurarmi.

-Faremo il possibile, stai tranquilla!- sorrise. –Verrò a trovarti la notte per raccontarti la barzelletta del fungo.- ridacchiò, e fece ridere anche me che in quel momento sembravo molto malinconica e triste, ma come sempre era riuscito a strapparmi un sorriso. Non volevo immaginare a come sarebbe stato diverso non avere Louis in camera con me dopo almeno tre mesi che era con noi.

-Su, ero venuta a chiamarti per il pranzo! Andiamo!- disse dandomi una pacca sul fondoschiena come era solito fare. –Ahia! Mi fai male!- protestai dandogli una piccola spinta scherzosa. Subito dopo entrambi ci fiondammo in cucina sentendo il silenzio più assoluto.

 

Quella mattina mi svegliai sentendo i miei capelli muoversi sotto il tocco di due dita che mi sembravano parecchio familiari. Sapevo a chi appartenevano ed ero certa di non sbagliarmi. Aprii gli occhi lentamente, mentre un raggio di luce fioca attraversò la serranda, posandosi proprio sul mio cuscino. Appena quella sensazione di opaco si tolse dai miei occhi, riuscii a focalizzare che vicino a me c’era Louis intento a massaggiarmi i capelli. Sembrava che fosse sveglio già da almeno un’ora a giudicare dai suoi occhi vispi, a differenza dei miei che erano ancora socchiusi. Si accorse che mi ero svegliata e passò una mano sulla mia guancia. –Hey, principessa..- non mi aveva mai chiamata così, e questo mi fece quasi scattare in piedi dalla gioia, soprattutto perché l’aveva pronunciato in un modo così dolce da farmi quasi sciogliere. -..buon compleanno.- disse poi fievolmente baciandomi la fronte. Diventai improvvisamente rossa, quasi senza accorgermene e affondai il viso contro il cuscino, sentendo Louis che rideva appena. –Grazie ma.. lo sai che mi imbarazzo quando me lo dicono.- ammisi uscendo appena fuori il viso per poterlo guardare. Lui sembrò far finta di niente e mi strinse di più a se per potermi dare un bacio.

-Cosa vuoi fare oggi?- mi chiese.

-Io? Nulla, voglio stare a casa a non far niente.- ridacchiai.

-Non essere stupida, dobbiamo fare qualcosa! E’ un bel giorno!- continuò con un tono alquanto euforico nella voce. Probabilmente io non ero per niente d’accordo con la sua idea, ma alla fine, dovevo pur far qualcosa almeno quell’anno.. non mi sarebbe dispiaciuto, o forse sì?

Prima di tutto pensai di alzarmi dal letto, così raccolsi tutte le mie forze scollandomi da quel materasso per potermi mettere in piedi. Louis fece lo stesso, ma notai subito che lui sembrava fresco a profumato già, a differenza mia.

-Andiamo a fare colazione?- chiesi, e lui subito annuii. –C’è mio padre?- domandai io stropicciandomi un occhio. –Purtroppo sì.- disse lui facendo un lungo sospiro, e ciò significava che anche quella mattina avremmo dovuto fare i “santi”. Scesi le scale lentamente ritrovandomi poi in cucina, e inizialmente nessuno si era accorto che ero arrivata silenziosamente, fino a quando non annunciai il mio solito “buongiorno” e fu in quel momento che mio padre si voltò fiondandosi addosso a me per potermi abbracciare. –Buon compleanno amore! Finalmente sono diciotto!- disse stringendomi forte e stampandomi un bacio sulla guancia.

Davvero erano diciotto? Non riuscivo a crederci probabilmente, avevo raggiunto la maggior’età senza nemmeno accorgermene, eppure ero arrivata fin lì, con tutte le mie forze. Ricambiai l’abbraccio di mio padre, stringendogli le braccia intorno al collo. Alla fine qualche momento di dolcezza potevamo concedercelo entrambi. Subito dopo fu Bill a farmi gli auguri e anche quest’ultimo mi abbracciò.

-Louis hai fatto gli auguri ad Arya?- chiese Bill.

-Sì, è stato il primo questa mattina!- ammisi voltandomi verso di lui con un sorriso. –Beh sono felice che tra di voi si sia aggiustato tutto, non riuscivo più a sentirvi urlare tutto il giorno!- quando mio padre proferì quelle parole, quasi io e Louis non scoppiammo a ridere, ma ci limitammo ad annuire, ritrovandoci poi due piatti enormi pieni di pancakes proprio davanti a noi e in quel momento mi sentii in paradiso.

-Hey perché lei ha più pancakes di me?- protestò Louis.

-Perché è il mio compleanno!- uscii fuori la lingua cominciando poi a mangiare ciò che c’era davanti a me.

 

-Perché mi stai costringendo ad uscire?- borbottai io con il broncio mentre io e Louis ormai eravamo nel vialetto di casa per una passeggiata. Gli avevo ripetuto più volte che volevo rimanere a casa, ma i miei tentativi di convincerlo erano stati del tutto vani. Così quel pomeriggio deciso di portarmi a fare una piccola passeggiata.

-Magari volevi passare tutto il giorno chiusa in casa?- senza troppi riguardi annuii alla sua domanda, e ridemmo entrambi.

-Dai, andiamo a fare una passeggiata al parco e poi torniamo, niente di particolare, piccola.- disse prendendomi per un fianco prima di stamparmi un bacio sulle labbra. Chissà perché pure le cose che non volevo fare, apparivano davvero interessanti con lui.

-Come hai convinto mio padre?- chiesi alzando il sopracciglio, curiosa.

-Gli ho detto che saremmo andati da Zayn, perché dovevo prendere una cosa, e.. non mi andava di andare solo, e lui non si è fatto nessuno scrupolo, anzi!- disse.

-E’ felice che noi.. abbiamo smesso di litigare!- ridacchiai, e lo fece pure lui. –Se solo sapesse che c’è sotto..- disse facendo finta di rabbrividire, e io lo abbracciai stringendolo forte. Arrivammo qualche minuto dopo al parco, e mi fiondai sul prato verde, distendendomi sull’erba. Era una cosa che amavo fare.

-Vieni.- dissi battendo la mano proprio al mio fianco in attesa che lui si sedesse vicino a me. Appena riuscii nuovamente a vedere i suoi occhi perfettamente allineati con i miei, mi avvicinai a lui per dargli un bacio mentre il sole di fine agosto picchiettava proprio nel punto in cui eravamo noi.

-E’ bello passare i miei diciotto anni.. con te.- dissi con un sussurro.

-E io passerò i miei venti con te.- ammise ridendo.

-Vent’anni.. ne dimostri sette, sai?- scoppiai a ridere e lui mi guardò in modo torvo e quasi cercai di sfuggire al suo sguardo mentre mi lasciavo andare nella mia risata. –Sei cattiva.- mise il broncio, e appena mi voltai mi ritrovai Louis con una faccia infinitamente dolce che mi faceva sempre impazzire, e da lì cominciammo a scambiarci dolci baci mentre stavamo distesi lì a prenderci il sole. Passammo lì almeno tre quarti d’ora, fino a quando non fu lui a dirmi di ritornare a casa subito dopo aver guardato il telefonino.

La strada per il ritorno sembrava sempre più lunga, ma quella volta non era così, sembrava quasi che stessimo correndo per arrivare lì, ma nessuno dei due se ne accorse realmente. Arrivammo a casa, e io aprii con le chiavi. Sembrava esserci un silenzio tombale in casa, e non riuscivo a comprenderne il motivo. Qualcosa però mi fece sobbalzare, fino a cadere quasi su Louis. Circa una ventina di persone urlarono la parola “SORPRESA” saltando fuori dal nulla, e io mi sentii improvvisamente felice. Mi misi subito le mani davanti alla bocca ritrovandomi fin troppe persone lì davanti a me, ed erano tutte persone che conoscevo. La prima a correre verso di me per potermi abbracciare era proprio Zoe, che mi fece nuovamente gli auguri, facendomi quasi soffocare. Notai che.. c’erano tutti. Tutti i miei parenti venuti anche dall’Irlanda, ed era assurdo che avevano fatto un viaggio lunghissimo solo per venire da me. Quasi mi veniva da piangere ad abbracciarli tutti e a sentirmi dire che ero diventata bellissima dall’ultima volta che mi avevano vista. Sembrava uno dei compleanno più belli del mondo.

-Di chi è stata l’idea?!- chiesi all’improvviso, quando mi ritrovai attorniata da tutti i miei parenti e amici.

-..di Louis.- disse mio padre indicandolo, e automaticamente mi voltai verso di lui. In quel momento gli sarei corsa incontro e l’avrei abbracciato così forte da farlo sentire male, e poi gli avrei dato un bacio di quelli mozzafiato, ma non potevo farlo, così mi limitai ad andargli incontro, abbracciandolo semplicemente per un momento.

-Grazie.. Louis.- dissi con un sorriso.

-Bene, ora possiamo cominciare con i regali..no?- disse subito una delle mie nonna, e improvvisamente mi ritrovai circa tre o quattro buste piene di soldi, e mi sentii davvero in paradiso. Dopo averli ringraziati tutti, fu il turno di Thomas che dopo avermi abbracciata mi porse il suo regalo. Era una scatoletta lunga, contenente un meraviglioso bracciale d’argento pieno di tante piccole decorazioni. Lo adoravo.

-Tomi ma.. è splendido!- dissi indossandolo immediatamente prima di saltargli al collo in un istante.

A quel punto fu il turno di Zoe e Zayn che si avvicinarono a me.

-Allora! Questo è il regalo mio e di Zayn!- mi porsero una busta piuttosto grande, ma sembrava non esser finita lì. –E poi questo qua te lo porta il.. nostro amico.- disse, e mi parve di vedere che di nascosto da mio padre mi stesse facendo l’occhiolino, e subito intuii di quale amico stessero parlando, e quasi mi venne da piangere. Aprii prima il loro regalo, e mostrai subito un bellissimo vestito lungo, bianco, che desideravo da tantissimo tempo ma non ero mai riuscita a comprare. Li ringraziai entrambi con un enorme bacio sulle guancia, quasi come se non mi volessi più staccare da loro. Infine, presi quello che era il regalo del “nostro amico” e lo aprii. Immediatamente vidi una collana, con un ciondolo a forma di cuore e un brillante proprio al centro. Sentii le gambe che mi tremavano. Nessuno aveva mai fatto tutto questo per me, e davvero non riuscivo più nemmeno a ricordare il mio nome.

-E’ bellissimo..- sussurrai e sperai che Louis mi avesse sentito.

Aprii tantissimi altri regali, tutti da parte di parenti e amici, e il sorriso che avevo sulle labbra sembrava non andare più via.

Verso metà festa, decisi di salire un attimo al piano di sopra mentre tutti erano intenti a mangiare e a parlare del più e del meno, e aspettai che Louis mi potesse seguire. Ci chiudemmo per un momento in camera mia, e in quel momento ruppi la voglia di saltargli addosso, e lo feci veramente, catapultandomi tra le sue braccia mentre tenevo in mano il suo regalo. Volevo davvero che me lo mettesse lui.

-Io.. non posso crederci. Stiamo insieme da meno di due mesi, e.. tu hai fatto tutto questo, solo per me.- sembrava quasi che stessi per scoppiare a piangere da un momento all’altro, poi lui afferrò la collana mettendomi di spalle. Mi scostò i capelli dal collo per poterla sistemare legando il gancetto.

Appena la mise, la osservai poggiata sul mio petto, e mi voltai immediatamente per potergli baciare le labbra, e quando i nostri nasi si scontrarono sorridemmo entrambi a fior di labbra.

-Ti amo.- quelle sue parole mi fecero quasi rabbrividire. Sembrava davvero che stessi tremando adesso, e mi sentivo svenire. Non riuscivo a crederci. L’aveva davvero detto. Aveva.. detto quelle due parole.

-..davvero Louis?- chiesi sentendo il cuore che quasi mi scoppiava in petto. Lui annuii con un sorriso, prima di passarmi una mano tra i lunghi capelli castani.

-Sì, ti amo Arya.- disse poi nuovamente.

-Ti amo anche io Louis.. grazie.. di tutto.- mi avvicinai di nuovo alle sue labbra stringendolo forte a me. In quel momento davvero sembrava di essere in paradiso.

-Dobbiamo andare, altrimenti ci potrebbero scoprire.- disse sorridendo.

Gli diedi un ultimo bacio, prima di uscire dalla porta e guardandomi intorno. Nessuno era da quelle parti, così riuscimmo a ritornare dagli altri senza troppi problemi. Il sorriso che avevo sulle labbra sembrava infinito. Probabilmente tutta questa felicità era dovuta.. a mia madre sì. Era lei che cercava sempre di rendermi felice, e ora ce l’aveva fatta perfettamente, e la voglia di abbracciarla sembrò invadermi, ma cercai di non pensarci.

-Venite ragazzi, c’è la torta!- disse Zayn come se la cosa più importante fosse potersi mangiare la squisita torta che avevano preparato per me.

Mi si presentò davanti quel dolce meraviglioso, con su scritto “buon compleanno Arya” e diciotto candeline sparse lì. Si alzò un coro in cui tutti i parenti cantavano la solita canzone di auguri, e quasi le mie guance non presero fuoco. Era sempre un momento fin troppo imbarazzante quello, specialmente per me che ero fin troppo timida.

Dopo quel momento, mi chinai appena verso la torta, pronta a spegnere tutte le candeline dei miei diciotto anni solo con un soffio. Questo fu seguito poi da un abbraccio collettivo, e improvvisamente mi accorsi che non c’era niente di meglio. Mi sentivo felice, ma già l’avevo ripetuto troppe volte nella mia testa.

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Capitolo 18
*** chapter 18. ***


-Okay, perfetto, questo mettilo qui!- mentre passeggiavo per il corridoio nervosamente, passai dalla nuova camera di Louis. Sì, quella maledetta settimana era trascorsa fin troppo velocemente, e quella mattina erano tutti intenti a sistemare le cose del mio ragazzo proprio dentro la sua nuova camera. Si voltò verso di me e ci guardammo con sguardi malinconici, ma immediatamente un sorriso apparve sulle nostre labbra, quasi involontariamente. Ero sveglia da almeno due ore, probabilmente perché tutto ciò mi faceva stare in ansia e mi innervosiva, anche se con la scusa che mio padre ormai ci credeva grandi amici saremmo stati capaci di stare insieme all’incirca in qualsiasi momento, anche se la notte non avremmo potuto dormire insieme quasi certamente.

Uscì dalla stanza per prendere le altre sue cose, e io gli andai dietro per aiutarlo.

-Come farò senza di te la notte?- lo guardai sorridendo e prendendo una delle sue valigie per poterla trasportare nella camera accanto. Le nostre camere erano praticamente attaccate l’una con l’altra quasi, solo il muro ci divideva, eppure ero certa che l’avrei sentito comunque fin troppo lontano. Lui mi sorrise dolcemente, ma notavo che anche dentro di lui c’era un pizzico di malinconia. Adesso senza le sue valigie e il letto che occupava la parete, la mia stanza sembrava davvero vuota.

Poi notai che mio padre si era voltato improvvisamente verso di noi.

-Ragazzi, devo chiedervi un favore.- disse poi e noi annuimmo guardandolo. –Potreste andare al supermercato? Mancano due cose, e noi dobbiamo finire di sistemare la stanza!- continuò, e quasi io non urlai dalla gioia. Subito acconsentì alla sua richiesta, lasciando le cose di Louis lì nella stanza, e lo afferrai da un braccio dopo che mio padre mi diede la lista delle cose che mancavano. Quasi non scappai di casa, ma pur di rimanere sola con Louis avrei fatto le peggiori follie in quel momento. Appena fummo fuori lui scoppiò a ridere guardandomi.

-Nemmeno mi hai fatto parlare!- disse.

-Non importa, avevo bisogno di rimanere con te.- ammisi sorridendo, e appena superai il viale di casa nostra, gli afferrai la mano stringendola alla mia. Lui si voltò verso di me, prima di prendermi il viso con l’altra mano avvicinandolo al suo per potermi baciare.

-Dovremmo andare al supermercato, non fare i piccioncini!- dissi poi quando mi accorsi che ci eravamo fermati proprio per baciarci, ed entrambi sorridemmo a fior di labbra.

-Allora andiamo.- rimasi comunque lì ferma, perché non volevo scollarmi dalle sue labbra, e mi strinsi maggiormente a lui per baciarlo di nuovo. Mi sentivo decisamente meglio, poi decidemmo davvero di avviarci verso il supermercato.

-Davvero, non voglio che cambi stanza.- ammisi triste.

-Prima lo volevi!- ridacchiò.

-Ora non più, perché ti amo, prima ti.. odiavo.- quella parola associata a Louis adesso mi faceva uno strano effetto, quasi fino a sconvolgermi, eppure era così. Il primo mese lo odiavo davvero, ma tutto l’avevo dimenticato quella meravigliosa mattina appena uscii dalla doccia.

-Poi sei rimasta incantata dalla mia bellezza!- disse vantandosi.

-Come no, probabilmente sono rimasta attratta dal tuo culo, non dalla tua bellezza, fidati di me!- scoppiai a ridere appena lui si voltò verso di me con sguardo torvo e mi nascosi tra i capelli evitando i suoi occhi.

-Davvero? Beh, almeno ha fatto un buon lavoro!- disse poi mettendosi le mani sul suo fondoschiena, e fu quello il momento in cui mi voltai nuovamente verso di lui facendo cadere l’occhio proprio su dove si erano poggiate le sue dita. –In effetti sì.. hai un bel culo.- risi ancora, saltandogli poi al collo, e sentendo che adesso mi aveva presa per i fianchi e che nuovamente ci eravamo fermati nel bel mezzo della strada per baciarci. Pensai che sarebbe stato difficile arrivare a casa prima di pranzo. Mi staccai poi da lui camminandogli davanti fino a quando non sentii nuovamente le sue mani sul mio bacino e mi trascinò verso di se, prendendomi a baciare il collo. –Louis, siamo per strada, contieniti.- dissi voltandomi verso di lui per stampargli un bacio sulla guancia.

-Ma se tu mi cammini davanti così, non posso.- rise. Subito dopo mi misi al passo con lui, e mi mise una mano intorno alla spalla, e riuscimmo tranquillamente a raggiungere la nostra meta senza tappe intermedie.

Riuscimmo a sbrigarci in circa dieci minuti, prendendo tutto il necessario di cui aveva bisogno mio padre. Quando fummo di nuovo per strada e stavo ridendo per una delle sue solite battute, mi accorsi davvero quanto stavo bene quando lui era vicino a me.

-Non ho ben capito cosa mi ha detto mio padre sta mattina comunque, ero ancora in dormiveglia. Probabilmente stasera non sono a casa!- disse poi Louis mentre con una mano teneva un sacchetto e con l’altra mi stringeva dal fianco avvicinandomi a sé. –Davvero?- chiesi con gli occhi che quasi mi brillavano. –Sì! Poi chiediamo meglio! In tal caso invitiamo anche Zayn o rimaniamo solo noi due?- domandò.

Ci pensai un po’ su e in effetti era davvero molto tempo che non passavamo una serata tutti in compagnia, e mi avrebbe fatto davvero piacere stare con gli altri come i vecchi tempi. –Se ti dico di stare tutti insieme te la prendi con me perché vuoi che rimaniamo soli?- sapevo che non bisognava rispondere con un’altra domanda, ma mi era venuto spontaneo chiederlo. Lui scosse la testa, e sapevo che l’avrebbe fatto. Gli faceva sempre piacere stare con Zayn, così decidemmo di informarci con i nostri genitori se quella sera sarebbero usciti.

 

Erano circa le sette di sera, e mentre facevo zapping in televisione completamente buttata a pancia in giù sul divano con l’aria parecchio annoiata, vidi mio padre e Bill vicini la porta d’ingresso che si trovava a pochi metri da dove stavo io. Feci finta di nulla e continuai a cambiare velocemente canale, fino a quando non spensi la televisione rimanendo lì impalata e annoiata.

-Arya, noi stiamo uscendo! A stasera!- disse poi mio padre, e lo salutai con la mano fino a quando non fu fuori casa. Mi stiracchiai in maniera scomposta, vedendo poi Louis che quatto quatto scendeva le scale.

-Sono andati via.- dissi con un sorriso, e lui mi raggiunse immediatamente, buttandosi nel divano mentre io stavo distesa, e lui si mise al mio fianco. –Zayn arriva tra un’ora.. che facciamo?- chiese.

-Mh, prima voglio bere!- dissi facendo per alzarmi e allontanandomi un momento verso la cucina e tornando pochi minuti più tardi. Stava in piedi proprio di fronte a me e ne approfittai per mettergli le braccia attorno al collo, per poterlo baciare.

-Vieni in braccio!- disse poi sorridendo, e inizialmente pensavo stesse scherzando e lo guardai quasi torvo. –Cosa?- ridacchiai. Poi fece da sé, prendendomi dal fondoschiena e facendo in modo che potessi mettermi in braccio a lui con le gambe attorno al suo bacino. –Tu sei pazzo!- risi.

-No, semplicemente mi andava di farlo.- disse poi sedendosi sul divano con me ancora tra le sue braccia e rimasi a cavalcioni poi sulle sue gambe, prima di cominciare a baciarlo dolcemente. Subito dopo sentii le sue labbra poggiarsi sul mio collo e quasi rabbrividii.

-Mh, mi fai venire i brividi! Lo sai che mi piace!- dissi.

-E’ appunto per questo che lo faccio!- ammise sorridendo, e prendendomi il viso con entrambe le mani per potermi baciare. Chiese accesso alla mia bocca, sentendo poi che le nostre lingue si stavano attorcigliando l’una con l’altra, e improvvisamente sentii il silenzio attorno a noi, come se nessun’altro esistesse. Probabilmente come se fossimo in una stanza piena di nulla. Mi ritrovai poi improvvisamente distesa su di lui tra le sue gambe, mente continuavamo a baciarci, fino a quando non mi staccai, poggiando la testa sul suo petto mentre lo massaggiavo con una mano dolcemente. Sentire il battito del suo cuore era davvero meraviglioso, e mi accorsi che andava perfettamente all’unisono con il mio.

-Sai piccola, batte per te.- sussurro appena si accorse che ero intenta ad ascoltare il rumore che proveniva dalla sua cassa toracica. Alzai lo sguardo dopo aver sentito quella frase che mi aveva lasciato totalmente a bocca aperta. A quel punto feci lo stesso, e gli presi una mano poggiandola sul mio petto, e avvicinandomi alle sue labbra.

-Lo senti? Batte per te.- dissi e lui sorrise a fior di labbra.

Ci baciammo di nuovo a stampo, sentendo che a quel punto i nostri battiti avevano cominciato ad accelerare, me pensai che era assolutamente normale.

-Mi spieghi come io.. mi sia innamorata di te?- chiesi, ma in realtà non era una vera e propria domanda. –E’ assurdo.. tu, mi hai fatto i peggiori dispetti.. e ora ti amo.- sussurrai mentre le sue braccia mi strinsero più forte a sé. –E’ il cambiamento più bello.. da odio a amore, non credi?- domandò mentre attorcigliava una ciocca di capelli attorno al suo dito dolcemente. Io annuii, mentre tenevo il viso alto per poterlo guardare. Qualcosa non mi fece accorgere che eravamo lì da parecchio tempo, ma solo il campanello che suonò mi fece intuire che davvero avevamo passato quasi un’ora a baciarci appassionatamente su quel divano. Proprio mentre Louis si stava per alzare, vidi mia sorella correre dalle scale. –Vado io! Vado io! Vado io!- urlò ripetutamente fiondandosi verso la porta e io e Louis scoppiammo a ridere mentre avevamo alzato lo sguardo per vedere Zayn che entrava e Zoe che gli saltava addosso proprio come sempre. Ogni volta sembrava che non si vedessero da una vita, e infatti proprio in quel momento mia sorella saltò al collo del ragazzo che stava proprio davanti lo stipite della porta. Ridemmo entrambi appena Zayn non urlò quasi un ‘oddio’ appena Zoe lo abbracciò. I due si baciarono dolcemente sulle labbra, e proprio in quel momento io e Louis decidemmo di alzarci dal divano ed entrambi salutammo Zayn, facendolo entrare poco dopo.

-L’ultima volta che abbiamo passato una serata insieme qui, tu e Louis ci avete beccati mentre ci baciavamo.- disse il moro, voltandosi verso Zoe che già aveva assunto una colorazione tendente al fuxia ricordando quella serata in cui io e Louis per un momento eravamo stati complici, quando ancora i nostri rapporti erano pessimi, davvero.

-Non ricordarlo!- disse Zoe, nascondendosi dietro la spalla del suo ragazzo per non far vedere che il colore del suo viso era cambiato e anche fin troppo. –Mi sono sentita morire per un momento.- rise.

-Vuoi vedere la mia nuova camera?- chiese Louis a Zayn con un tono piuttosto gasato, e dopo che lui annuì, salimmo immediatamente al piano di sopra per poter vedere la stanza di Louis. Aprì la porta e cominciò a gasarsi mentre la faceva vedere. Aveva già riempito i muri di poster e fotografie, che io ancora non mi ero soffermata a vedere, così ne approfittai per avvicinarmi lì e guardarle seguita da tutti gli altri. Notai immediatamente che c’era una foto con Zayn, probabilmente risaliva a quando erano più piccoli, circa dodici anni, ed erano davvero carini.

-Siete voi?- chiese Zoe avvicinandosi e guardandola.

-Oddio Louis, non ci credo che hai messo questa foto! Faccio schifo!- disse Zayn guardandola sconvolto e con gli occhi spalancati, mentre Louis era scoppiato a ridere davanti la sua reazione. –Ma dai, è meravigliosa! L’anno dopo sei partito per Londra, è un ricordo importante.- ammise lui prendendo l’amico per la spalla e stringendolo a sé. Io intanto continuai a guardare le fotografie. Ce n’era anche una nostra che avevamo fatto al parco quella famosa volta, ma eravamo semplicemente abbracciati, per evitare che i nostri genitori potessero sospettare. Sorrisi vedendola e Louis se ne accorse, e fece lo stesso prendendomi poi dai fianchi.

-Non potevo non mettere una nostra foto.- ammise baciandomi la guancia.

Aveva davvero fin troppe foto messe lì, tutte con persone che non conoscevo, probabilmente suoi amici di Doncaster, e tra quelle foto ce n’era anche una con sua madre molto probabilmente. Lo capii per l’incredibile somiglianza che c’era tra i due.

-E’ tua madre?- chiesi, e lui annuii.

-Sono identici, dovresti vederli di presenza.- disse Zayn mentre osservava il resto della stanza che era spaziosa e grande quasi quanto la mia. Da come era stata sistemata sembrava davvero che dovesse vivere qui per sempre, e credo che la cosa non mi sarebbe per niente dispiaciuta. D’altronde mio padre dopo la morte di mia madre sognava di poter avere un amico che vivesse con lui, e così è stato, adesso lui stava bene, e stavo anche io bene, non avevamo bisogno di altro probabilmente. Osservai per bene la stanza. –E i calendari porno? Dove sono?- chiese Zayn, ritrovandosi poi la mano di Zoe stampata sul collo dopo l’enorme ceffone che si era meritato con quella domanda. –Non credo che Louis ne abbia bisogno, o mi sbaglio?- mi voltai in tono minaccioso verso di lui tenendo le braccia conserte e lui ridacchiò, stringendomi forte. –Ovvio che no, mi basti tu!- ammise, ma ciò provocò la risata di Zayn, il quale ricevette un altro ceffone prima da me e poi da Zoe.

-Okay okay, fate male, piano!- protestò Zayn con viso afflitto.

-Va bene, basta non ti picchio più, piccolo.- disse mia sorella stringendolo a sé e baciandogli il capo dolcemente, come se fosse un piccolo bambino, e per stare al gioco Zayn cominciò a piagnucolare teneramente. –Andiamo di sotto, tra poco portano le pizze!- scendemmo giù per poter sistemare il tavolo della cucina, e sistemare in tempo prima che suonassero al campanello per portarci le pizze. Quando rientrai in cucina con i cartoni tra le mani mi accorsi che Zoe e Zayn erano intenti a baciarsi con trasporto poggiati sul frigorifero, e sia a me che a Louis venne spontaneo ridere. –Non so, volete farlo dentro il forno?- disse Louis ironicamente dando una smossa a Zayn, che sobbalzò proprio mentre era intento a baciare mia sorella.

-Quanto sei stupido?- disse voltandosi verso l’amico, e facendo per sedersi a tavola proprio accanto a Zoe, e ci preoccupammo così di mangiare le nostre pizze, lasciando i cartoni vuoti circa un’ora dopo, tra risate e scherzi vari. Sembravamo peggio dei bambini quando eravamo da soli insieme. Avevamo fatto anche delle fotografie, e molte di quelle sarebbero finite nel muro di Louis come aveva detto lui. Dopo aver mangiato eravamo già pronti a buttarci nel divano del salone per poterci vedere un bel film, anche se eravamo parecchio indecisi su cosa vedere.

-Niente di sdolcinato!- disse Zayn.

-Si esatto, sennò Zayn si mette a piangere.- confessò Louis voltandosi verso l’amico che lo fulminò immediatamente con lo sguardo.

-Smettila, è successo solo una volta a tredici anni! Era un film commovente!- protestò Zayn nascondendo il viso sotto le mani, mentre Louis rideva di gusto al ricordo di quel momento.

-Invece di fare gli scemi, decidete un film!- gli lanciai dei dvd, in modo che potessero decidere loro il film da vedere mentre io stavo seduta per terra chinata verso il lettore dvd, in attesa di una loro scelta.

-Metti Harry Potter!- disse Zayn lanciandomi il disco che inserii subito nel lettore, mettendo play. Raggiunsi gli altri, buttandomi sul divano accanto a Louis. Prima che cominciasse il film gli stampai un bacio sulle labbra dolcemente, poggiando la testa sulla sua spalla, e poi tutti e quattro fissammo gli occhi al televisore, sentendo ogni tanto qualche commento da parte di Zayn sull’attrice Emma Watson, seguiti dai rimproveri di Zoe e dalle risate mie e di Louis.

 

-Che fine hanno fatto quei due?- chiesi a Louis mentre stavo distesa sul divano, più precisamente con la testa poggiata sulle sue gambe. Zayn e Zoe si erano allontanati subito dopo il film, salendo al piano di sopra ma per un momento pensai che era inutile aspettarlo.

-E te lo chiedi anche?- ridacchio Louis carezzandomi i capelli.

-Allora facciamo anche noi i cattivi.- dissi io mordendomi il labbro e guardandolo fisso negli occhi. Quel divano in quella giornata ci aveva accompagnato con i nostri baci e le nostre carezze, e adesso nuovamente ci ritrovammo lì. Louis si mise su di me, tra le mie gambe e cominciò a giocare con il lembo della mia maglietta baciandomi il collo delicatamente e scendendo subito dopo verso il petto. Le sue labbra erano soffici e si scontravano perfettamente con la mia pelle calda, creando un dolce contatto che mi faceva rabbrividire. –Louis, facciamo attenzione.. se tornano i nostri genitori non possiamo farci trovare che facciamo l’amore.- sussurrai prendendogli il viso e avvicinandolo a me facendo poi scontrare le nostre labbra, come se adesso fosse l’unica cosa di cui avevo bisogno. Spinsi il bacino contro il suo, sentendo il suo membro già duro, e quasi non gemetti.

-Mh, perché mi fai sempre eccitare così..?- chiese lui mordendosi il labbro, mentre insinuava una mano dentro i miei jeans, e per un momento mi sentii quasi in paradiso. Inclinai la schiena portando la testa indietro appena riuscii a percepire le dita di Louis che erano entrate con delicatezza dentro di me, e ansimai, mordendogli poi il labbro inferiore. Passai una mano tra si puoi capelli, mentre con l’altra mi preoccupai di sfiorare il suo membro dentro gli slip, cominciando a giocarci. La stanza stava cominciando a riempirsi di gemiti quando un rumore non mi fece intuire che mio padre stava posteggiando la macchina in garage ed entrambi sobbalzammo, sistemandoci i jeans. Dovevamo avvertire Zayn e Zoe, che sicuramente si erano spinti oltre, così corsi al piano di sopra bussando velocemente alla porta.

-Ragazzi! Fermatevi subito! Sono arrivati papà e Bill!- dissi con un tono di voce piuttosto preoccupato mentre Louis stava al mio fianco. Sentii un gemito di sofferenza provenire dalla stanza, e pochi minuti dopo Zoe aprì la porta mentre si stava sistemando la camicetta e Zayn era intento ad abbottonarsi i jeans e ad alzarsi la cerniera.

-Questo potevate farlo mentre eravate dentro.- disse Louis coprendosi gli occhi.

-Ragazzi?- una voce dal piano di sotto, seguita da un rumore che indicava che la porta si era appena chiusa, mi fece intendere che i genitori miei e di Louis erano appena arrivati, così decidemmo tutti di scendere al piano di sotto. –Tutto bene?- chiese appena ci vide tutti e quattro.

-Sì, eravamo in camera mia a scherzare e a chiacchierare!- mentii.

-Oh bene! Avete visto un film?- chiese, e io annuii subito. Poi si preoccupò di salutare anche Zayn con una stretta di mano. Mio padre lo adorava, diceva che era un ragazzo davvero in gamba, e gli faceva piacere vederlo. Ormai sembrava che facesse parte della famiglia anche lui.

-Va bene, tornate in camera!- disse poi sorridendo, e tutti e quattro ci ritirammo in camera mia non avendo nessun altra scelta, visto che ormai non potevamo dividerci, né tanto meno poterci permettere di fare “confusione”. Chiusi la porta alle mie spalle, e io e Louis ci buttammo sul mio letto, mentre Zayn e Zoe si erano comodamente seduti sul pavimento. Zoe si mise tra le gambe del suo ragazzo poggiando la schiena contro il suo petto, mentre gli teneva entrambe le mani massaggiandole dolcemente. Mi accorsi così che erano davvero meravigliosi insieme. Io intanto stavo seduta sulle gambe di Louis che mi teneva dal bacino e mi faceva i grattini nella schiena, facendomi rabbrividire e contorcere subito. –Smettila dai!- risi, voltandomi per scompigliargli i capelli.

Cominciammo poi a chiacchierare tutti e quattro, e a ridere su più e il meno. Zayn e Louis cominciarono poi a parlare del loro periodo insieme a Doncaster, di quando erano piccoli, dei pomeriggi passati nel viale di casa loro a giocare, ed era davvero divertente sentire questi racconti.

 

Accompagnammo Zayn alla porta, che verso l’una aveva deciso di ritornare a casa, altrimenti i suoi genitori si sarebbero preoccupati troppo per lui. Zoe li aveva già conosciuti, e li aveva visti un bel po’ di volte, ed era molto affezionata alla madre. Appena la porta si chiuse mi stiracchiai, cadendo tra le braccia di Louis, e stringendolo forte a me.

-Andiamo a dormire?- chiesi, ma subito dopo il mio sorriso si spense. Ero convinta che Louis quella notte avrebbe dormito con me, ma in realtà non era così. Per un momento sentii la tristezza invadermi e i suoi occhi malinconici cominciarono a fissarmi.

-Beh.. se vuoi possiamo stare un po’ in giardino.. tanto gli altri dormono.- dissi sorridendo, e lui annuii immediatamente. Pur di stare con me, diceva che sarebbe rimasto sveglio anche fino alle tre di notte, e lo stesso valeva per me. Salii in camera, e ci dividemmo per un attimo. Mi misi il pigiama ed osservai la mia stanza che adesso senza il pavimento pieno delle cose di Louis mi sembrava davvero vuota, e appena mi sedetti sul letto cominciai a dondolarmi le gambe mentre pensavo. Indossai velocemente, poi, il pigiama, altrimenti si sarebbe fatto troppo tardi. Appena tolsi anche il trucco e legai i capelli con una treccia, scesi al piano di sotto, aprendo la porta di casa e ritrovandomi Louis già seduto sul dondolo, probabilmente da un po’ di tempo. Mi avvicinai a lui sedendomi al suo fianco, e guardandolo fisso.

-Tutto bene?- chiese carezzandogli il viso.

-Se non fosse per il fatto che non ce la faccio a dormire senza di te, ti direi di sì.- ammise voltandosi verso di me e poggiando la testa sulla mia spalla. Gli presi ad accarezzare i capelli con delicatezza, notando i suoi occhi che si socchiudevano piano.

-Hey, mica ti devi addormentare!- risi.

-No no, sono sveglio, mi sto solo rilassando sotto il tuo tocco.- ammise prendendo poi una delle mie mani, avvicinandola alle sue labbra. Baciò il dorso, intrecciando poi le mie dita tra le sue. Strinsi forte la sua mano, e poi mi guardai la collana che stava poggiata sul mio petto.

-Non sai quanto sono rimasta stupita al mio compleanno.- ammisi e lui fece un mezzo sorriso mentre con un dito carezzava il dorso della mia mano. –Avevo subito capito chi era questo amico, infatti mi sono voltata verso di te. E poi.. quando mi hai detto di amarmi.. stavo quasi per svenire, davvero.- continuai, mentre lo fissavo dritto negli occhi, sentendo il cuore che ormai non riusciva più a fermarsi dalle forti emozioni che si stavano scontrando dentro di me.

-Un po’ me quando ti ho visto con quel tipo in discoteca.- disse storcendo il viso come per fare una smorfia, e io risi appena.

-Se non ci fossi stato tu.. non so come avrei fatto.- sussurrai.

Ci fu un momento di silenzio poi improvvisamente sentii qualcosa che mi sconvolse completamente. Sentii Louis che aveva cominciato a cantare la sua solita canzone, che entrambi adoravamo.

-If I don't say this now I will surely break, as I'm leaving the one I want to take..- adoravo le parole di quella canzone, e lui a quanto pare me la stava proprio dedicando in quel momento. La sua voce mi faceva stare bene, e proprio mentre cantava, stringeva sempre di più la mia mano. -..and i look after you.- disse concludendo il ritornello della canzone e fermandosi.

-Te l’ho detto già che amo come canti.- ammisi.

-E.. questa canzone so che ti piace.- disse lui dandomi un bacio sulle labbra, e io sorrisi. –..e piace anche a me.- continuò poi.

Rimanemmo lì ancora per qualche minuto, fino a quando poi entrambi non decidemmo di andare a dormire, visto che ormai era notte più che inoltrata. Così, mentre salivo le scale, mi stavo già preparando psicologicamente ad una notte senza Louis al mio fianco.

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Capitolo 19
*** chapter 19. ***


Chissà quanto tempo era passato da quando Louis mi baciò per la prima volta, quando ancora non era convinto di volermi davvero, quando ancora io lo odiavo, quando tutto il nostro amore, non era nemmeno previsto. Settembre era cominciato e già da molto tempo, e la piaggia a Londra era già iniziata. Già un bel po’ di volte mi ero ritrovata a correre sotto le gocce di acqua con Louis per ritornare a casa. Ci divertivamo da impazzire però a farlo. Mio padre ormai aveva smesso di dubitare su una nostra ipotetica storia d’amore, pensava semplicemente che i nostri rapporti si erano aggiustati, e io e Louis ci sentivamo davvero sollevati. A dire il vero, avevamo anche trovato un modo per passare la notte insieme. Di solito ero io a sgattaiolare in camera sua non appena tutti andavano a dormire, e prima che mio padre o Bill si potessero svegliare, sentivo la mia sveglia suonare, che indicava che sarei dovuta ritornare in camera mia, come se nulla fosse. Era davvero divertente. Questi sotterfugi rendevano la nostra storia più intrigante e passionale di quanto già non lo era.

Sembrava che non sentissi più la mancanza della mia vita passata. Da quando c’era lui tutto era cambiato, inizialmente in peggio, adesso.. in meglio. E tutto sembrava andare bene stranamente, ne ero alquanto stupita. Erano passati quasi tre mesi dall’inizio di tutto, e mi sembrava davvero un sogno quello che stavo vivendo, se non probabilmente la più bella storia d’amore mai vissuta.

Quella mattina, sotto la pioggia autunnale di Londra, passeggiavo proprio con lui, mentre stavamo stretti sotto un ombrello. Avevamo già sostituito i pantaloncini con i pantaloni lunghi. Era sempre così da noi. Un giorno indossi i pantaloncini, e il giorno dopo devi tirar fuori i cappotti. Intanto quella giornata mi piaceva particolarmente, e mentre stavamo abbracciati sotto il nostro minuscolo ombrello, ridevo alle sue battute e di tanto in tanto ci scambiavamo qualche tenero bacio. Zayn e Zoe, che erano stati con noi fino a dieci minuti prima, ci avevano lasciati, rifugiandosi in un bar molto probabilmente, ma non ero certa di quello che fossero andati a fare, conoscendo le menti perverse di entrambi. La pioggia parve smettere per un momento e io trovai immediatamente un tavolino libero da Starbucks, e ne approfittai per prendere Louis per mano, e portarlo con me verso le due sedie disponibili che c’erano lì. Mi sarei goduta un Frappuccino alla vaniglia, senza dubbio. –Oggi fa freddo!- disse Louis strofinandosi le mani, e stringendo le spalle, prima di avvicinare la sua sedia alla mia per potermi guardare meglio. Poggiò i gomiti sul tavolo, mettendo la testa sul palmo della sua mano, voltandosi proprio verso di me. Mi veniva da ridere quando mi guardava così, quasi mi sentivo in imbarazzo.

-Volete ordinare?- chiese poi un cameriere che si avvicinò a noi per prendere le ordinazioni. Si allontanò qualche minuto dopo, per poi ritornare con ciò che avevamo chiesto.

-Amore, lo sai che sei bellissimo?- dissi mettendomi nella sua stessa posizione mentre gli aggiustavo i capelli delicatamente. Lui sorrise, e scosse la testa, come per dirmi che non avevo ragione. –Tu sei bellissima.- confessò carezzandomi il viso delicatamente.

Erano passati due giorni dal nostro secondo mesiversario, eppure già lo amavo, e dicevo di amarlo da moltissimo tempo. Lui mi rendeva felice, e poco mi importava se dopo un mese già gli avevo confessato che lo amavo con tutto il mio cuore. Alla fine.. era così. Vivevo di lui ormai.

-Ti amo.- sussurrò poi, prima di sorseggiare il suo Frappuccino.

Quasi senza accorgermene io ero arrossita violentemente, mentre lo guardavo fisso negli occhi, abbozzando un piccolo sorriso, intenta poi a bere la mia bevanda. Poggiai la mano sul tavolo, e qualche secondo dopo sulla mia c’era anche la mano di Louis, e la strinse forte.

-Siamo troppo romantici.- ridacchiai.

-Oh sì, sei tu che mi fai diventare così.- ammise avvicinandosi a me per potermi rubare un semplice bacio a stampo, quando non sentì il suo cellulare squillare. Era Zayn.

-Pronto?- fece lui alzando la cornetta. –Stiamo da Sturbucks, raggiungeteci!- disse, mentre io avvicinavo di più la sedia a lui, e gli stringevo la mano. Qualche minuto dopo ci raggiunsero Zayn e Zoe, che camminavano mano nella mano verso di noi, sedendosi poi nelle due sedie che stavano nel nostro tavolo. –Uh, c’è una pioggia fuori!- disse Zoe sistemando la borsa accanto a sé.

-Che avete fatto?- chiese Louis, anche se capì subito che era una domanda davvero inutile, infatti i due scoppiarono a ridere dopo essersi guardati con uno sguardo d’intesa. –Okay, non importa, prendete qualcosa?- Louis deviò il discorso rigirandosi il suo frappuccino nelle mani.

-No, siamo a posto, pensavamo di ritornare a casa tra un po’!- propose Zoe, e io acconsentii alla sua proposta. La pioggia mi piaceva, ma non quando ero in giro, non mi piaceva bagnarmi. Senza pensarci due volte, tutti e quattro ci alzammo dal tavolo dopo aver pagato, e uscimmo fuori aprendo subito i nostri ombrelli, cercando di raggiungere casa il più presto possibile a piedi, visto che Zayn aveva avuto la felice idea di lasciare la macchina a casa. Strinsi forte la mano a Louis mentre camminavamo sotto la pioggia.

 

Arrivammo a casa mia tutti zuppi, benché avessimo gli ombrelli, ma la pioggia quel giorno non ci aveva proprio risparmiati. Notai che mio padre e Bill corsero verso di noi velocemente come per darci una notizia e noi quattro li guardammo entrambi quasi sconvolti.

-Allora! Domani sera mi hanno invitato ad una festa.- disse Bill, e inizialmente quella non sembrava una notizia nuova. –Una festa per il lavoro insomma, e ci sono tantissime persone importanti, non parlo di VIP, ma insomma.. ricconi ecco!- ridemmo tutti guardandoci a vicenda.

-Ed ecco.. potete venire anche voi.- disse poi con un tono di euforia nella voce. Inizialmente rimasi lì a pensarci, poi pensai che una festa con persone super eleganti e piene di soldi poteva essere una cosa davvero divertente. –Beh, che ne pensate?- chiese Louis con un sorriso, e tutti quanti decidemmo così di andare a quella festa, e subito dopo anche noi eravamo super gasati. –Vieni, andiamo a decidere cosa mettere.- mia sorella mi prese dal polso trascinandomi subito al piano di sopra, e sia Louis che Zayn ci seguirono subito dopo mentre stavamo in camera mia, già pronte a decidere cosa mettere.

-Oddio, perché è sempre la prima cosa a cui pensate?- disse Zayn ridacchiando. Io e Zoe ci voltammo con aria minacciosa verso di lui.

-Beh, è importante fare bella figura!- risposi.

-Voi che metterete?- chiesi poi. I due si guardarono con uno sguardo un po’ perso e si morsero il labbro per nascondere una risata. Io e Zoe ci voltammo tornando a guardare i mille vestiti che avevamo, sentendoci sempre più indecise in quel momento, eppure prima di cena riuscimmo a trovare qualcosa di adatto, e ad aiutare i ragazzi a decidere uno smoking decente. A Louis stava parecchio bene, e non l’avevo mai visto così elegante, e anche Zayn non era niente male, ma per Zoe era molto di più di “niente male”. Eravamo pronti, anche se quella festa sarebbe stata il giorno dopo, eppure stavamo già così eccitati all’idea di passare una sera come se fossimo degli avvocati o chissà che cos’altro.

Ma benché fossimo tutti così felici, la sera un po’ di malinconia mi pervase, ed era l’ultima cosa che volevo. Mentre stavo con Louis come ogni sera in giardino a guardare il cielo, quella volta ricoperto dalle nubi, mi venne in mente che il giorno dopo non ci saremmo potuti nemmeno sfiorare a quella festa.

-Piccola, è tutto okay?- chiese notando il mio sguardo perso nel vuoto.

Io scossi la testa stringendomi a lui, visto che quella sera faceva più freddo del solito, e non capivo come lui riuscisse a stare tranquillamente vestito come se fosse quasi estate anche se era fine settembre. –Domani.. alla festa.. non potremo stare vicini insomma.- dissi storcendo il viso, e lui fece lo stesso facendo un lungo respiro.

-Non credi sia il caso di parlarne con tuo padre?- chiese, ma immediatamente io scattai in piedi, guardandolo attonita. Benchè fosse un’ottima idea per poter stare finalmente insieme, non era per niente l’idea giusta. Mio padre mi avrebbe staccato le gambe, era fin troppo geloso di me, solo perché in vita mia avevo avuto pochissimi fidanzati, a differenza di Zoe che a volte ne presentava uno diverso ogni mese, e con lei era abituata. Ma se sapeva che il mio ragazzo adesso era il figlio del suo migliore amico, non l’avrebbe mai accettato. E poi a me in un certo senso andava bene così la situazione, non volevo che mio padre sapesse. –Sei pazzo?! Non lo farò.- dissi scuotendo la testa.

-Hai intenzione di tenerlo nascosto a vita?- sentenziò lui.

-Beh, almeno fino a quando sarà possibile, vorrei evitare litigi riguardo quest’argomento.- ammisi facendo spallucce e ritonando a sedermi con le braccia conserte. –Scusa, non volevo farti arrabbiare.- disse mettendomi una mano intorno alla mia spalla, ma evidentemente mi aveva fraintesa perché non ero arrabbiata di certo con lui in quel momento.

-Oh amore, no.. non ce l’ho con te.- sussurrai, e lui sorrise con un sospiro di sollievo. Aveva sempre paura che io potessi arrabbiarmi con lui, era davvero strana questa cosa. –Andiamo a dormire?- propose, e io annuii, visto che ormai i miei occhi si chiudevano da soli mentre stavo poggiata alla spalla di Louis. In pochi minuti salimmo in camera sua. Spensi le luci e mi infilai sotto le sue coperte con lui vicino, aspettando che mi abbracciasse per evitare di sentire freddo.

-Ti sei puntata la sveglia?- chiese, e io annuii immediatamente stringendomi al suo petto caldo, mentre lui mi baciava la fronte dolcemente. Intrecciai le mie gambe con le sue, cominciando a baciargli il collo lentamente, come se adesso non avessi più sonno, come se volessi solo scambiarmi dolci gesti con lui. Era una sensazione davvero favolosa.

Strinsi una della sue mani, mentre lui con l’altra era intento a massaggiarmi i capelli, come piaceva a me, fino a quando non ci addormentammo praticamente uno incollato all’altro.

 

Mentre ero intenta a mettere i tacchi stando in piedi, vidi Louis entrare in camera nervoso che ancora doveva finirsi di vestire. –Hey, che succede?- chiesi proprio mentre ero in bilico, e caddi tra le sue braccia perdendo l’equilibro. –Stai attenta.- ridacchiò appena. –Comunque niente, c’era una macchia nella mia camicia, e sto aspettando che si asciughi un po’.- disse mordendosi il labbro nervosamente.

-Tranquillo dai, sarai comunque stupendo.- ammisi guardando verso la porta, e facendo in modo che nessuno stesse passando, e subito gli rubai un bacio a stampo, notando che in quel momento ero alta esattamente come lui. –Non posso pensare che starò tutta la sera senza baciare queste belle labbra.- dissi toccandogliele con un dito, e lui abbozzò un sorriso. –Beh, magari non tutta la sera.- fece l’occhiolino prima di allontanarsi dalla stanza, e io lo guardai mentre andava via, e subito dopo con una risatina ritornai a prepararmi. Ancora dovevo sistemare il vestito, truccarmi, e farmi i capelli, e un’ora dopo sarei dovuta essere già pronta per andar via. Anche Zayn era a casa nostra per prepararsi, anche se a quanto pare era già pronto, e aiutava Zoe in camera sua. Mentre continuavo a guardarmi allo specchio, notai Louis che continuava a fare avanti e indietro nel corridoio a torso nudo, e ridacchiai osservandolo e indossando un paio di orecchini che avevo comprato di recente. Avevo ancora i capelli legati in una coda, e dovevo decidere che acconciatura fare, e che trucco scegliere. Mi sentii così maledettamente confusa.

Quell’ora passò fin troppo velocemente, ma riuscii a esser pronta in tempo. –Ragazzi, noi siamo giù! Vi aspettiamo!- mio padre e Bill scesero al piano di sotto a prendere la macchina e Zayn e Zoe li seguirono a ruota. Afferrai la borsa, guardandomi per l’ultima volta allo specchio, prima di passare dalla stanza di Louis, notandolo sempre più nervoso.

-Oh, fanculo.- sbottò mentre cercava di mettersi la cravatta ma senza successo. Entrai in camera, poggiando la borsa sul letto e mi avvicinai a Louis che quasi non scoppiava a piangere. Ridacchiai facendolo voltare verso di me, e gli sistemai per bene la cravatta con un sorriso.

-Hai diciannove anni e nemmeno sai sistemarti una cravatta?- risi.

-Non mi piacciono, le odio.- mise il broncio e subito dopo, appena finii di sistemarlo gli stampai un bacio sulle labbra. –Ora sei perfetto.- ammisi con un sorriso prendendolo da un braccio e afferrando di nuovo la borsa. Arrivammo al piano di sotto e ritrovando tutti già in macchina che aspettavano solo noi, così di corsa entrammo nei sedili posteriori proprio accanto a Zayn e Zoe.

-Ci siamo tutti?- chiese mio padre, e in coro annunciammo un felice ed eccitato “si”, prima di sentire il rombo del motore scattare.

 

Quella gente sembrava davvero molto diversa da noi, eppure non mi dispiaceva proprio stare lì, mi dava un tocco di classe. Mio padre e Bill erano intenti a parlare con delle persone che non conoscevo assolutamente e che non avevo intenzione di conoscere, e intanto noi quattro stavamo seduti in un enorme divanetto reggendo dei drink in mano, mentre chiacchieravamo e parlavamo delle persone assurde che ci passavano vicine. Alcune donne avevano dei vestiti veramente strani, come se fossero pronte per un matrimonio importante, quando invece si trattava solo di una festa di lavoro. La gente inoltre ballava nella piccola pista di quel locale lussuosissimo a ritmo di una musica piuttosto vecchia, che sembrava quasi rock ‘n roll. Vidi Zoe e Zayn scattare da dove erano seduti per andare a ballare come sempre. Non sapevano stare fermi un attimo, così si allontanarono dallo sguardo di mio padre per potersi muovere anche loro. Io rimasi lì con Louis, ma non poterlo nemmeno sfiorare mi faceva parecchio innervosire.

-Poteva andarci peggio, dai.- ridacchiò, e risi pure io voltando il viso dall’altro lato e notando qualcosa di davvero spiacevole in fondo della sala. O meglio.. qualcuno. Mi voltai di nuovo, nascondendomi sotto i capelli, e continuando a sorseggiare il mio drink, cercando di non far capire a Louis che volevo nascondermi, ma era davvero inevitabile.

-Che succede?- chiese lui allarmato, e alzai improvvisamente il viso per fissarlo. –Cosa? Ah, no nulla.- mentii.

-Arya che succede?- disse serio.

-C’è.. c’è.. Alex da quella parte.- avevo appena rivisto il ragazzo che quella fatidica sera in discoteca si era quasi meritato un bel pugno da Louis. Cominciai a mordermi il labbro nervosamente, cercando di non farmi vedere dal ragazzo moro che stava parlando con una ragazza poggiato contro la ringhiera di una scala. Nemmeno Louis sembrava così tranquillo adesso, non lo era nessuno dei due. –Sta venendo da questa parte.- sussurrò a denti stretti il mio ragazzo, così lo afferrai dal braccio e mi alzai di scatto, muovendomi velocemente verso un balcone che si affacciava in una meravigliosa strada illuminata da tanti fari, e sembrò davvero così romantico, se non fosse che entrambi non eravamo assolutamente tranquilli. –Non possiamo scappare tutta la sera!- disse Louis cercando di vedere se qualcuno si avvicinava a noi, e soprattutto dov’era Alex. –Ti prego, non essere nervoso però.- dissi tenendogli le braccia e guardandolo negli occhi, e probabilmente era l’ennesima volta che lo facevo quella sera. Più lo facevo, più avevo voglia di baciarlo.

-Okay, ma solo se continui a guardarmi così.- sorrise, e io risi poggiando la testa sulla sua spalla appena notai che i nostri genitori erano piuttosto lontani da dove stavamo noi.

-Se provo a darti un piccolo bacio ci scoprono?- chiese, ma io scossi subito la testa, anche perché un semplice bacio non avrebbe fatto male a nessuno. Mi spinse appena di lato contro la ringhiera, in un punto in cui nessuno ci avrebbe visti in quel momento, e premette piano le labbra contro le mie, e pochi secondi dopo sentii la sua lingua spingere contro la mia e ci lasciamo andare in quel bacio pieno di lussuria. Due voci ci fecero staccare immediatamente, e poggiammo la braccia sulla ringhiera facendo come se stessimo affrontando una conversazione. Mi voltai per vedere chi fosse e proprio in quel momento il ragazzo moro che non aveva per niente un viso familiare si presentò proprio davanti a noi in compagnia di una tipa bionda. Cercai di non guardarlo, facendo finta di niente, e parlando con Louis molto tranquillamente, ma non riuscii a fare a meno di notare che lui si era accorto della mia presenza, e chissà mi aveva pure riconosciuta. –Ti va se andiamo a vedere che fanno i nostri genitori..?- chiesi a Louis, cercando una scusa per poterci allontanare da lì, e lui subito annuii, e ci allontanammo per raggiungere mio padre e suo padre intenti a parlare tra di loro.

-Hey.- dissi appena li vidi.

-Ecco, cercavamo proprio voi! Vi presentiamo il signor Jason, è il nostro capo.- disse Bill presentandoci un uomo alto e dagli occhi azzurri che poteva avere circa una cinquantina d’anni.

-E’ un piacere conoscervi!- disse l’uomo sorridendoci dopo averci stretto le mani. –A questo punto vi presento anche mio figlio.- si voltò cercando con lo sguardo la persona che cercava, mentre vedevo Zayn e Zoe ancora occupati a ballare e a scambiarsi qualche bacio di tanto in tanto.

-Eccolo lì! Alex, vieni un attimo!- quel nome mi risuonò nella testa, e io e Louis ci guardammo spalancando quasi gli occhi, e mi parve di tremare per un momento. –Loro sono Arya e Louis!- il signor Jason ci mostrò suo figlio, ma a quanto pare le presentazioni non servivano, anche se dovevamo far finta di nulla. Alex prese la mia mano con un sorriso beffardo in viso facendo una specie di mezzo inchino e baciandomi appena il dorso della mano. Sentii Louis fare quasi un gemito di disprezzo davanti quella scena, ma cercò di contenersi specialmente quando i due ragazzi incrociarono i loro sguardi per presentarsi. Louis non fece nemmeno un mezzo sorriso, proprio niente. –Alex porta i ragazzi a fare un giro!- disse poi il signor Jason e quasi volevo affogarlo in quel preciso istante. Fece nuovamente uno di quei soliti sorrisi beffardi, e ci allontanammo con lui, come se volessimo nasconderci da sguardi indiscreti. Quando ci ritrovammo in un posto in cui nessuno poteva vederci Louis non resistette un attimo. –Provala a sfiorare di nuovo e fai una brutta fine stasera.- sussurrò a denti stretti al ragazzo moro davanti a sé. –Ah ma davvero? E chi sei tu per dirlo?- disse avvicinandosi a me per carezzarmi il viso e Louis in modo violento gli schiaffò via la mano dalla mia pelle e mi prese stringendomi a tra le sue braccia. In quel momento mi sentii protetta.

-Non devi farlo e basta.- disse poi. Non gli importava cosa avesse detto il signor Jason, decise semplicemente di allontanarsi da lì, tenendomi da un braccio, e ci ritrovammo negli stessi divanetti di prima in cui c’erano anche Zayn e Zoe sudati e stanchi, che si baciavano.

-C’è Alex.- dissi mettendomi vicino a mia sorella e interrompendo il loro bacio. –Scherzi?- disse lei guardandomi attonita, e dovetti spiegarle tutto ciò che era successo mentre loro si divertivano in pista. Mentre parlavo notai Zoe che pian piano si distraeva, e mi accorsi che appunto Zayn era intento a massaggiarle una gamba delicatamente come per provocarla. –Ti dispiace?- risi poi, e lui fece lo stesso allontanando la mano e alzandosi per potersi mettere vicino a Louis, e io tornai alla mia chiacchierata con Zoe riguardo ad Alex.

-Andrà tutto bene, non penso che vi romperà ancora se state qui con noi.- disse lei stringendomi una mano notando che mi stavo un po’ in ansia.

-Il problema è che voi tra due minuti non starete qui con noi perché tornerete a ballare e a fare le.. vostre cose.- si intromise Louis ironizzando e Zayn e Zoe si guardarono con uno sguardo d’intesa ridendo a ciò che aveva detto.

 

-Sei sicuro che non ci vedrà nessuno qui?- disse Zoe, ritrovandosi in una specie di stanza privata insieme a Zayn. Il ragazzo chiuse la porta alle sue spalle. In quel momento non avevano proprio dato ascolto alle parole di Louis, o probabilmente l’avevano fatto in parte. Quella stanza era così piccola che dovettero accontentarsi del muro, ma a loro non dispiaceva affatto in quel momento. Zoe poggiò la schiena contro la parete cominciando già a maneggiare con la cinta dei pantaloni di Zayn e con i vari bottoni. Si baciarono con trasporto, quando poco dopo lui si staccò dalle sue labbra cominciando a passare la lingua sul collo, e sulla scollatura di mia sorella, abbassandole appena una bretella cercando di mostrare il seno. Sfiorò con le mani le sue cosce, mentre Zoe gli abbassò i pantaloni delicatamente, sentendo il suo membro duro e caldo e intanto gemette sentendo le labbra di Zayn che gli attraversavano la pelle. Qualche istante dopo si accorse di non avere più gli slip a causa di Zayn, e riuscì perfettamente a percepire le loro intimità che si erano scontrate dando quasi il via alle danze. Zoe mise una gamba intorno alla vita del moro, sentendo le sue spinte e cercando di non urlare, e soffocando i gemiti con dei baci per non farsi sentire da nessuno.

Quella meravigliosa sensazione parve durare una vita, e a mano a mano che le spinte divenivano più forti e fluide, i loro gemiti aumentavano. Zayn per stuzzicarla si occupò del suo seno, cominciando a baciarglielo delicatamente mentre dava forti spinte dentro di lei e i suoi gemiti si diffondevano in tutta la camera. Zoe si avvicinò al suo orecchio, mordendogli appena il lobo, e ansimando in modo quasi provocante, sapendo quanto lo eccitava questa cosa. –T.. ti amo..- sussurò piano mia sorella, sentendo un brivido percorrerle tutta la schiena, e qualche istante dopo vennero entrambi e si lasciarono andare a terra, con il respiro che diventò improvvisamente irregolare e con i battiti dei loro cuori che avevano cominciato ad accelerare. –Tutto okay?- chiese Zayn con un sussurro e Zoe annuì semplicemente aggrappandosi al suo collo, e baciandogli le labbra.

-Ti amo piccola.- sussurrò lui carezzandole i capelli e si sorrisero entrambi a fior di labbra. Subito dopo si rivestirono, poiché non potevano stare troppo tempo lontani dagli altri o li avrebbero scoperti. Zayn si sistemò accuratamente la camicia, rialzandosi appena il ciuffo dei capelli, e asciugandosi il sudore che gli colava dalla fronte. Zoe aggiustò il vestito bianco, facendo come se niente fosse successo, e con molta tranquillità uscirono dalla stanza guardandosi intorno e a quanto pare anche quella volta ce l’avevano fatta senza che nessuno li vedesse.

Incontrarono subito me, Louis e i nostri genitori che sembravamo pronti per andarcene.

-Hey dove eravate? Vi cercavamo!- disse mio padre guardando Zoe.

-Eravamo in balcone!- mentì Zoe.

-Bene, andiamo che torniamo a casa.- tutti e sei ci dirigemmo verso la macchina dopo che Bill e mio padre salutarono tutte quelle persone che avevano conosciuto quella sera. Appena arrivammo, mi accorsi che erano già le tre di notte, e io e Louis non ci potevamo permettere né di stare fuori in balcone, né di dormire insieme. Appena entrambi eravamo pronti per andare a dormire e tutti gli altri erano nelle loro stanze, ci incontrammo nel corridoio, per andare in bagno, entrambi per motivi diversi. Avevo già fatto la coda, e dovevo togliermi il trucco.

Chiusi la porta alle mie spalle facendo prima entrare Louis.

-Mi sono divertito comunque stasera.- ammise lui prendendo il suo spazzolino e lavandosi i denti mentre io ero intenta a struccarmi.

-E’ vero, tralasciando il problema Alex.- risi.

-Mi mancherai stanotte.- disse appena finì, prendendomi da dietro e baciandomi delicatamente il collo. –Anche tu.- mi voltai per poterlo baciare sulle labbra.

-Buona notte, piccolo.- sussurrai allontanandomi dal bagno per andare verso camera mia. Mi distesi nel letto, provando ad addormentarmi, ma la non presenza di Louis quella notte, non mi fece dormire un granché, poiché erano pochissime le volte in cui dormivamo separati. Solo un’ora dopo riuscii a prendere un po’ di sonno, lasciandomi cullare tra le braccia di Morfeo, mentre guardavo le stelle fuori dalla finestra.

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Capitolo 20
*** chapter 20. ***


Quella sera mi sentivo piuttosto rilassata, e contenta. Io e Louis un’ora dopo avremmo avuto casa libera, e io gli avevo promesso una sorpresa, che era riuscito a intuire immediatamente, ma poco mi importava. Bill e mio padre sarebbero andati da degli amici, e Zoe sarebbe uscita con Zayn. Per l’ultima volta sentii la porta di casa chiudersi, e proprio mentre stavo massaggiando con Thomas nel mio letto, tirai un sospiro di sollievo. Louis entrò in camera mia, poggiandosi allo stipite della porta, e mi voltai mettendomi a pancia in su e sollevando appena il busto per guardarlo. –Allora, questa sorpresa?- chiese con un sorriso malizioso.

Sembrava come se non vedesse davvero l’ora, e sinceramente anche io ero ansiosa di passare una serata da sola con lui, visto che da un po’ di tempo capitava raramente. Mi alzai dal letto, prendendolo dalla mano.

Avevo deciso di fare una pazzia, e di portarlo in camera di mio padre, almeno avremmo avuto il letto matrimoniale tutto per noi.

-Sei sicura?- chiese lui sorridendo.

-Sicurissima.- dissi aprendo la stanza di mio padre.

-Aspettami qua, torno subito io!- lo feci entrare e poi mi diressi verso il bagno. Avevo comprato un meraviglioso corpetto bianco e fucsia, e in qualche modo dovevo sfruttarlo. Mi cambiai velocemente, mentre mi guardai allo specchio. Adoravo essere così, ma non ne avevo mai avuto l’occasione, adesso che potevo mi sentivo quasi bene. Ridacchiai appena, dopo che indossai una vestaglia di seta, e prima di passare da Louis, lasciai tutti i miei vestiti in camera, e mi sciolsi i capelli lasciandoli cadere tutti da un lato.

-Hey.- dissi, entrando nella camera da letto di mio padre, trovando Louis già disteso nel letto. Rimase qualche momento ad osservarmi, poi riuscì a fare un commento. –Ma.. wow.- disse semplicemente mentre io mi avvicinavo al letto. Mi sedetti lì, vicino a lui, ritrovandomi poi tra le sue gambe, proprio mentre ci baciavamo con trasporto. Sentii le nostre lingue toccarsi voracemente, e qualche secondo dopo notai la mia vestaglia che era arrivata a terra, e Louis era intento a toccarmi i fianchi, mentre continuavamo a baciarci con passione.

-Mh.. è nuovo questo?- chiese staccandosi da me e osservando ciò che indossavo. Cominciò a toccare il tessuto, avvicinando le labbra al mio petto e sfiorandomi appena il collo, mentre una delle sue mani si poggiava delicatamente sul mio seno, ancora ricoperto dal corpetto bianco. Poggiai una mano sul suo petto, spingendolo contro il materasso, e gli sfilai delicatamente la maglietta, avvicinandomi al suo petto, e cominciando a baciarlo delicatamente, passando di tanto in tanto la lingua sulla sua pelle, e giocando con la cintura dei suoi jeans. Premetti appena il bacino contro il suo membro, e lo sentii ansimare a fior di labbra, mentre continuavamo a baciarci.

-Mi farai impazzire, piccola.- sussurrò lui con un sorriso e mettendomi la mano tra i capelli, e approfondendo sempre di più il nostro bacio. Subito dopo portò entrambi le mani verso la mia schiena, cercando di sbottonare le varie cinghiette del corpetto, che probabilmente erano anche fin troppe. Dopo qualche minuto riuscii a far scontrare i nostri petti nudi tra di loro, e tolsi lentamente i pantaloni di Louis, facendoli scivolare nel pavimento. Fece lo stesso con i miei slip, e immediatamente si posizionò sopra di me, cambiando posizione, e riuscii a percepire il suo membro caldo a contatto con la mia intimità, già attraverso i suoi boxer. Non riuscivamo a far staccare le nostre labbra, l’unica volta che lo faceva, era per occuparsi subito dopo del mio seno, sentendomi gemere proprio vicino al suo orecchio, come un sussurro.

Qualche istante dopo, gli tolsi i boxer, e gli porsi la protezione, che avevo proprio a portata di mano, e lui la indossò senza troppi riguardi. Cinsi il suo collo con entrambe le braccia, sentendolo poi spingere contro la mia apertura, e inizialmente faceva male, proprio come sempre, ma un secondo dopo mi sentii trascinata da quella sensazione di piacere e godimento. Poggiai le labbra sul suo collo, succhiandone appena una parte di pelle, e sapere che in quel momento avrei potuto gemere liberamente, mi faceva sentire meglio. Tremai appena, subito dopo aver sentito le mani di Louis percorrermi tutta la spina dorsale, e mi aggrappai di più a lui inarcando la schiena mentre portavo la testa indietro e i nostri petti si scontravano nuovamente. La stanza già sembrava inebriata dei nostri gemiti, e quella sensazione mi faceva impazzire. Poggiai le labbra contro le sue, continuando a baciarlo, mentre le sue spinte si facevano più forti e decise dentro di me. Cinsi il suo bacino con una gamba, facendolo avvicinare di più a me, come se non fossimo già abbastanza vicini. Poggiai la testa sulla sua spalla, stringendo le mani attorno alle sue spalle mentre lo sentivo deciso mentre muoveva il bacino verso di me. Gemetti forte appena riuscii a sentire che aveva sfiorato un punto davvero piacevole dentro di me, e premetti appena le unghie contro la sua pelle, con il rischio di fargli quasi male, ma i nostri gemiti erano solo gemiti di piacere in quel momento, nient’altro.

Sentivo che quelle sarebbero state le ultime spinte, e avevo proprio ragione. Qualche minuto dopo venimmo entrambi accasciandoci sul letto matrimoniale, abbastanza spazioso per entrambi. Si lasciò andare poggiandosi totalmente su di me, mentre ansimava ancora per riuscire a regolarizzare il suo respiro. I suoi capelli erano appena umidi, e mi voltai verso di lui passando una mano sulla sua fronte.

-Sei tutto sudato.- sorrisi, carezzandolo ancora, e spostandogli i capelli. –Ma è stato favoloso.- sussurrò avvicinandosi a me per potermi baciare di nuovo. Lo abbracciai, facendolo poggiare sul mio petto.

-E’ sempre meraviglioso.- poggiai le labbra sul suo capo, mentre mi divertivo a riempirlo di carezze e di baci come se fosse un bambino, il mio bambino. –Hey piccola.- alzò lo sguardo per potermi guardare.

-Dimmi.- sussurrai.

-Ti amo.- bisbigliò avvicinandosi di nuovo alle mie labbra per poterle baciare dolcemente. -..anche io, tantissimo.- ammisi, vedendolo poi sorridere. Quasi sentii un mancamento quando sfoggiò il suo meraviglioso sorriso, che era una delle cose che più mi piaceva di lui, dopo i suoi occhi ovviamente. Quelli erano favolosi, erano quelli che mi avevano fatto innamorare di lui quel fatidico giorno.

-Ti immagini se tornasse tuo padre in questo momento?- ridacchiò.

-No, non voglio immaginarlo!- risi facendo una smorfia e stringendolo di nuovo tra le mie braccia. –Anzi dovremmo allontanarci da qui.- dissi.

-Altri cinque minuti, dobbiamo goderci questo momento.- disse mentre si avvinghiava ai miei fianchi per stringersi di più a me. Rimanemmo così per almeno un’altra mezz’ora a parlare e a dirci probabilmente qualche frase romantica o cose del genere.

-Dai, alziamoci, almeno possiamo andare a guardare un film o non so che altro, a mangiare per esempio!- sorrisi, alzandomi dal lì con il lenzuolo attorno al corpo, che sostituii subito con una maglietta enorme che sembrava arrivare quasi fino alle ginocchia. Era di mio padre, spesso mi prestava le sue magliette per poi utilizzarle come pigiami, e mi piaceva parecchio, sentivo spesso il suo profumo lì. Aiutai Louis a sistemare il letto, che sembrava immacolato, quando invece era accaduto tutt’altro giusto qualche minuto prima. Presi le mie cose ed entrai in camera mia per poterle lasciare lì, e mettere un po’ di ordine.

-Sono felice che tra te e tuo padre vada meglio!- disse lui mentre entrava in camera. –Già, almeno si è aggiustato qualcosa, e probabilmente è successo tutto da quando io e te stiamo insieme.- ammisi voltandomi subito verso di lui per cingergli il collo con le braccia e stampargli un bacio. Sorrisi a fior di labbra, prima di poggiare le mani sul suo petto nudo, sfiorando appena gli addominali.

-Mh, abbiamo fatto palestra?- chiesi con un sorriso malizioso.

-Non credo.- ridacchiò.

-Film?- proposi.

-Film!- mi prese per mano, portandomi subito al piano di sotto.

 

La luna era chiara e luminosa sopra le loro teste, mentre Zayn e Zoe dopo una cenetta romantica passeggiavano lentamente tra le strade di Londra, preoccupandosi del riflesso della luna che si rifletteva perfettamente nelle rive del Tamigi. Camminavano abbracciati, e il braccio di Zayn stava perfettamente intorno alla spalla di Zoe, mentre la stringeva a sé per non farle sentire freddo.

-Bella serata, eh?- disse lui con un sorriso.

-Oh sì, ma.. è merito della tua presenza.- ammise Zoe fermandosi di botto, e mettendosi davanti a lui. Gli prese le mani stringendole con le proprie, e si accorse che ormai si trovavano nel ponte al di sopra dell’unico fiume che c’era a Londra. Si sorrisero entrambi prima di darsi un semplice bacio a stampo. –Vieni, sediamoci.- propose Zoe, battendo la mano sul corrimano del ponte che risultava piuttosto spesso. Zayn la prese dai fianchi per aiutarla a farla sedere lì, e subito dopo l’affiancò, cominciando a dondolare le gambe.

-E’ bello qui, vero?- disse poi voltandosi verso il fiume, e il ragazzo si limitò ad annuire semplicemente sfoggiando il suo solito sorriso, che faceva impazzire Zoe, che sorrise di rimando fissandolo negli occhi castani, e avvicinandosi a lui. Gli sfiorò i capelli neri corvini, come per carezzarlo e ancora una volta abbozzò un sorriso.

-Venivo qui sempre con Arya e mia madre.- disse poi stringendosi a lui e poggiando la testa sulla spalla del suo ragazzo mentre le loro dita si erano intrecciate l’una con l’altra. –Era bello sai? Ci divertivamo sempre! E poi, ci faceva fare un giro sulla ruota panoramica!- rise dolcemente, mordendosi il labbro.

-Non venivo qui da almeno.. dieci anni, o almeno non mi ci ero più fermata come prima.. e adesso sono qui con te.- sussurrò.

-C’è qualcosa che non va?- chiese Zayn, come se nella sua testa si stesse chiedendo il perché di quell’azione. –No, è tutto okay!- lo tranquillizzò Zoe immediatamente. –Volevo solo.. stare qui, con te.- sorrise.

-E’ il momento adatto per dirti quanto io ti amo, no?- disse lui. Zoe alzò il sopracciglio guardandolo. Sapeva quanto l’amava, e le sembrava strano che dicesse una cosa del genere. -..Zoe, io ti amo.- sussurrò facendo scontrare i loro nasi e subito dopo le loro fronti.

-Zayn, io ti amo.- rispose di rimando Zoe, abbracciandolo forte.

-Grazie di tutto.- sussurrò subito dopo al suo orecchio, mentre prendeva la sua mano scendendo dal corrimano dell’enorme ponte insieme al suo ragazzo, e ricominciando a camminare e a passeggiare al chiaro di luna.

-Cosa vuoi fare adesso?- chiese Zayn, stringendole forte la mano.

-Non saprei, se vuoi possiamo andare un po’ da te.- sorrise baciandolo nuovamente, sta volta soffermandosi e preoccupandosi di baciarlo con trasporto. Percepì le loro lingue che si scontravano e cominciavano ad avvolgere, mentre le mani di Zayn percorrevano i suoi fianchi delicatamente. Rimasero lì per qualche minuto, a baciarsi, sentendo il dolce fruscio delle onde che accompagnava quel momento, come se fosse la colonna sonora di quell’attimo. –Se continuiamo così.. rimarremo qui a vita.- disse Zayn ironizzando, ed entrambi risero riprendendo subito il loro cammino verso casa del ragazzo, arrivando lì qualche minuto più tardi. La casa era come sempre vuota. I genitori di Zayn ancora una volta erano andati via qualche giorno per lavoro e avevano casa libera. Senza dubbio Zoe si sarebbe fermata a dormire lì, così appena entrarono in casa e si chiusero la porta alle spalle, si lasciarono andare in una nottata di piaceri e divertimenti.

 

Il film era finito già da un po’ di tempo, ed ero intenta a litigarmi il telecomando con Louis, che per farmi ingelosire cambiava su canali porno e privati. –Dammi quel telecomando!- urlai ridendo, e buttandomi su di lui per poterlo prendere. Lui allungò il braccio tenendo il telecomando lontano dalla mia presa, e mi parve impossibile recuperarlo, essendo che Louis aveva le braccia molto più lunghe delle mie. –Togli sta robaccia!- dissi mentre cercavo di non guardare il televisore, quando finalmente riuscii e salire sopra di lui e afferrare il telecomando, spegnendo la tv, e tirai un sospiro di sollievo.

-Quanto sei stupido.- ridacchiai, poggiando il telecomando nel tavolino proprio di fronte al divano. Sentii subito poi le mani di Louis sui miei fianchi che cominciavano a solleticarmi e saltai quasi in aria dallo spavento, e mi allontanai da lui mettendomi nell’altra punta del divano.

-Non cominciare!- dissi soffocata dalle risate, mentre lui cercava in tutti i modi di continuare a  stuzzicarmi. Mi alzai dal divano, correndo via dal salone e raggiungendo la cucina. –Non mi prendi!- urlai.

-Sei proprio sicura?- disse lui come se fosse una domanda retorica.

Gli feci una smorfia, e scappai. Improvvisamente mi sentii catapultata indietro nel tempo, giusto a qualche mese prima, quando ancora per Louis provavo solo maledettissimo odio, quando ancora di lui non mi importava niente, quando ancora la mia vita si basava su tutt’altro. Feci per correre, ma le sue mani mi afferrarono subito dai fianchi e cacciai un urlo mentre ridevo e lui mi stringeva forte a sé.

-Non hai speranze contro di me, e lo sai!- ammise, scostandomi i capelli dal collo e cominciando a baciarmi delicatamente la pelle, e rabbrividii appena mentre ormai avevo smesso di dimenarmi tra le sue mani.

-Ti amo.- sussurrò poi al mio orecchio.

-Sì, ma non è finita qui!- risi voltandomi verso di lui ridendo. –Oh beh, se lo dici tu! Per me hai già perso!- rispose, mentre io allungavo le mani per solleticargli i fianchi, e anche lui si allontanò di scatto.

-Ehh, vuoi la guerra Tomlinson!- dissi, e lui corse subito via, cadendo subito dopo sul divano e mi buttai su di lui mettendomi a cavalcioni e continuando a fargli il solletico nei fianchi, e lui si dimenava quasi violentemente sotto di me. –Okay, okay! Hai vinto!- mi farmò i polsi e poi sorrise dandomi tregua, e mi sentii finalmente soddisfatta. Ma la chiave che girava nella porta mi fece distrarre, e subito scesi dalle gambe di Louis cadendo quasi a terra. Erano mio padre e Bill, e cominciai a sistemarmi, facendo in modo che nessuno potesse sospettare.

-Ciao ragazzi!- disse subito mio padre ritrovandoci lì seduti sul divano.

-Ciao papà!- risposi al saluto con un sorriso.

-Che facevate?- chiese.

-N..niente, abbiamo finito ora di guardare un film.- dissi alzandomi dal divano, come se volessi salire in camera mia. –Oh bene, Zoe?-

-Si fermava a dormire da un’amica.- risposi mentendo, mentre già ero nelle scale pronta per raggiungere da sola la mia stanza. Aspettai lì almeno un’ora mentre leggevo le e-mail nel mio computer, fino a quando non sentii che tutti erano andati a dormire e come sempre corsi in camera di Louis per poter dormire con lui.

 

Mi svegliai quella mattina con l’odore di pancakes che arrivava fin sopra la mia camera, mi stiracchiai rimanendo ancora qualche minuto lì, ma quel profumo mi chiamava. Mi alzai, sistemando i miei capelli con una treccia, e correndo subito al piano di sotto, e ritrovandomi tutti giù in cucina mentre Louis preparava i suoi soliti pancakes, che tanto adoravo.

-Oh, buon giorno!- dissi afferrando, un biscotto che stava sul tavolo, e sedendomi su una sedia, quando sentii subito dopo che mio padre, Bill e Louis mi avevano appena augurato il buon giorno. Louis mi porse un piatto con il mio splendido pancake ricoperto di miele, ed entrambi sfoggiamo un sorriso. –Che programmi avete?- chiese mio padre.

-Emh.. non so.- feci spallucce.

-Ti va di uscire?- chiese Louis rivolto a me, e io subito annuii senza troppi riguardi, mentre mangiavo il mio pancake, preparato dal mio ragazzo. –Bene, allora appena finisci di mangiare vai a prepararti così possiamo andare a fare un giro!- disse poi, mentre spegneva la fiamma del piano cottura.

-Vado a farmi una bella doccia adesso!- annunciò infine, allontanandosi dalla cucina, e io rimasi lì con mio padre e Bill, e con l’ultimo dei miei pancake. Bevvi anche una tazza di caffè prima di dare l’ultimo morso a ciò che c’era nel piatto. Feci un lungo sospiro, facendo intuire che ero del tutto sazia in quel momento. –Bene, vado a prepararmi.- e anche io andai via dalla cucina, diretta in camera mia, per decidere quello che avrei messo. Qualche minuto dopo apparve in camera mia Louis con un asciugamano messo in vita, mentre stava poggiato allo stipite della porta. –Mh, vuoi provocarmi così?- chiesi mentre reggevo una maglietta in mano e sorrisi. Lui fece lo stesso entrando, e facendo in modo che non ci fosse nessuno nel piano per potermi dare un bacio sulle labbra.

-Mettiti questa, ti sta bene!- disse porgendomi una maglietta a righe. Adorava quel tipo di magliette, ne aveva a centinaia molto probabilmente.

-Va bene! Grazie per il consiglio.. amore.- sussurrai prima che lui potesse andare via dalla mia stanza per finirsi di preparare. Dopo essermi vestita, decisi di lasciarmi i capelli legati con la treccia, e così mi dovetti preoccupare solo di aggiungere un po’ di trucco. Non avevo voglia di riempirmi di fard e ombretto, così optai per un po’ di matita sotto gli occhi e del mascara, che facevano risaltare i miei enormi occhi nocciola. Misi le mie converse bianche, e uscii dalla stanza guardandomi intorno, e notai subito la porta della camera di Louis aperta, ed entrai. –Sei pronto?- chiesi mentre stava mettendo le scarpe, e poi si alzò in piedi. –Ora sì!- ridacchiò e io afferrai la mia borsa dalla mia stanza, ed entrambi ci precipitammo al piano di sotto, pronti per uscire. –Ciao papà! Ciao Bill!- salutai prima di ritrovarmi già fuori casa con Louis. –Uh, un po’ di pace.- disse lui rivolgendomi un sorriso.

-Dove andiamo?- domandai.

-Non so, facciamo una passeggiata in centro, ti va?- annuii subito, e non appena svoltammo l’angolo afferrai la mano di Louis, facendo intrecciare le nostre dita tra di loro. Camminammo per un po’ di tempo, scherzando, parlando e ridendo, e come sempre con le sue solite battute riusciva sempre a strapparmi un sorriso in qualsiasi momento. –Quanto sei stupido.- sussurrai prima di prendergli il viso con una mano per poterlo baciare sulle labbra. Mi voltai successivamente vedendo il lontananza tre ragazzi, e uno di loro mi sembrava anche fin troppo conoscente.

-Louis.- dissi fermandomi di scatto. –Che succede?- mi guardò ed ero quasi pietrificata, mentre un senso di nervoso mi invadeva completamente.

-C’è.. Alex lì.- borbottai, rallentando il passo, ma a quanto pare già si era accorto che io ero lì con Louis. Feci un lungo sospiro, e sentii che la presa del mio ragazzo diventava sempre più stretta e ferrea. –Piano, o mi farai male.- dissi sfiorandogli la mano dura. Era nervoso e glielo leggevo negli occhi, e ogni attimo che passava ci avvicinavamo a Alex e i suoi amici che sorridevano in tono parecchio malizioso.

Eravamo ormai anche fin troppo vicini.

-Ciao zuccherino.- la voce di Alex, seguita dalle risatine dei suoi amici mi fece quasi rabbrividire, ma non riuscii a fermare Louis che stava diventando un fuoco dal nervoso. Si voltò di scatto, sferrando un pugno ad Alex, che quasi non cadde indietro. Afferrai Louis da un braccio per fermarlo. –Louis, calmati.- sussurrai, anche se sembrava davvero tutto vano. Louis e i tre ragazzi rimasero a fissarsi, mentre Alex si era appena accorto del suo labbro sanguinante.

-La prossima volta che ti avvicini a lei, ti rompo il setto nasale.- sbottò Louis, mentre continuavo a tenerlo dal braccio.

-Pff, tanto è pure inutile avere a che fare con gente del genere.- Alex scoppiò a ridere, toccandosi ancora una volta il labbro gonfio, che stranamente non gli aveva fatto grande effetto. –Andiamo ragazzi.- disse poi mantenendo lo sguardo fisso su Louis prima di andare via, voltandosi dall’altra parte. Per un momento mi sembrò che davvero Louis fosse riuscito a liberarsi di quel ragazzo. Rimanemmo immobili.

-Amore.. tranquillo.- sussurrai notando il suo petto che si alzava e abbassava nervosamente. Lo feci voltare verso di me.

-E’ tutto ok.- dissi.

-Non è tutto ok, quello ci stava provando con te.- sbraitò passandosi una mano tra i capelli nervosamente. Gli sfiorai il viso con le mani, come per costringerlo a darsi una calmata e a guardarmi negli occhi.

-Louis. E’ tutto okay.- dissi nuovamente stampandogli un bacio sulle labbra, e lui parve tranquillizzarsi immediatamente. Ci fu un momento di silenzio, mentre i nostri occhi si erano perfettamente incrociati, poi gli rivolsi un sorriso e lui scoppiò in una piccola risata.

-Sono stato un figo però!- risi anche io, notandolo che si era ripreso.

-Oh, da morire!- ammisi, stringendogli la mano e ritornando a passeggiare con Louis che adesso si era rasserenato.

 

Zoe dischiuse appena gli occhi mentre sentiva le mani di Zayn che le carezzavano delicatamente i capelli. Appena li aprì completamente si ritrovò davanti il suo ragazzo che sfoggiava un sorriso e le augurava il buongiorno. Avevano dormito in un letto singolo tutta la notte, chiedendosi come avessero fatto a non morire di caldo, ma probabilmente poco importava. Ciò che contava era che fossero stati insieme.

-Hey piccola..- sussurrò lui togliendole una ciocca di capelli da davanti il viso. Zoe sorrise, stringendosi ad una delle sue braccia nude. Stava senza maglietta lì vicino a lei e riuscì perfettamente a percepire il paradiso in quell’istante. –Hai voglia di fare colazione? Ho già preparato tutto.- disse lui, continuando a passare una mano tra i suoi capelli liscissimi. –Hai già preparato? Da quanto tempo sei sveglio?- chiese lei prendendogli la mano e portandola vicino la bocca per potergli baciare il dorso. –Circa un’ora, dai vieni, sennò si fredda tutto!- si alzò dal letto dandole prima un bacio sulla fronte, poi si allontanò dalla stanza, e ciò portò Zoe e seguirlo immediatamente. Si mise in piedi, dirigendosi verso la cucina che faceva un buon profumo di cibo.

Il tavolo era pieno di diverse pietanze, e quasi lei non riuscii a fare a meno di provare quasi tutto ciò che c’era lì.

-Sei un cuoco perfetto!- disse stampandogli un bacio sulle labbra, e cingendogli il collo con le braccia.

-Beh, quando si passa molto tempo a casa soli, si impara qualcosa.- ammise e sfoggiò il suo solito sorriso. Si passò poi una mano tra i capelli neri corvini, e guardò le punte. –Credi che dovrei tagliarli?- chiese riferendosi ai suoi capelli, mentre Zoe era già intenta a mangiare ciò che c’era sul tavolo. –Cosa? Mh, beh dovresti rasarli appena ai lati.- disse con la bocca piena osservandolo in tutta la sua bellezza.

-E dovrei anche togliermi questa barba che mi sta crescendo.- disse sfiorandosi appena il mento ricoperto da un piccolo pizzetto.

-Ti sta benissimo invece, lasciatela così corta!- disse lei. Improvvisamente la porta di casa si aprì, e apparvero i genitori di Zayn che stavano chiacchierando sul loro lavoro, e cose simili. Entrarono in cucina. –Oh Zoe, non pensavo fossi qui!- disse la madre del ragazzo con un sorriso, e si avvicinò a lei per darle un bacio sulla guancia.

-Salve signora Malik!- la salutò cordialmente.

-Quante volte ti ho detto che mi puoi chiamare Kirsten?- disse ridendo e dandole una carezza a mia sorella, prima di salutare Zayn.

-Il mio bimbo ha preparato tutto questo?- disse abbracciandolo e stringendogli le guance con le mani, ed era una cosa che lo faceva arrossire sempre, e infatti Zoe sorrise. –Bene Zoe- disse Zayn liberandosi dalla presa di sua madre. –Ti accompagno a casa?- chiese sorridendole, e lei annuì immediatamente dando l’ultimo morso al suo pancake. Si diresse verso la stanza di Zayn per potersi vestire, visto che indossava ancora una maglietta del suo ragazzo che le arrivava circa fino alle ginocchia. –Adoro questa maglietta.- disse dopo averla tolta.

-Puoi tenerla!- lui sorrise. –Davvero?- gli occhi di Zoe parvero illuminarsi davanti a ciò che le aveva detto. Zayn annuì, e lei gli saltò tra le braccia infilando subito la maglietta dentro la borsa, e finì di prepararsi subito dopo.

-Okay allora.. andiamo?- disse mettendo la borsa sulla spalla, e qualche minuto più tardi erano dentro la macchina diretti verso casa nostra, proprio nello stesso momento in cui stavamo ritornando io e Louis.

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Capitolo 21
*** chapter 21. ***


Come sempre i genitori di Zayn anche quel giorno non erano a casa, così ne approfittammo tutti e quattro per stare lì da lui. Aveva comprato un favoloso tavolo da biliardo, e avevamo deciso di divertirci e fare una partita tutti insieme. –Hey aspetta, io non so giocare.- dissi quasi allarmata mentre Zayn e Louis avevano già in mano le stecche per giocare.

Entrambi scoppiarono in una risatina dopo essersi guardati, e io alzai il sopracciglio. –Non è gioco per te, pupa!- Zayn rispose con un tono di arroganza, ma era sottointeso che stava scherzando, specialmente dopo la pacca sul collo che aveva ricevuto da Zoe dopo avermi dato quel soprannome, lasciando me e Louis ridere.

Mi avvicinai a lui tenendo il broncio.

-Non so giocare.- ripetei.

-Beh, posso insegnarti io, appena Zayn avrà preso le palle!- disse.

-Ma le ha già!- rispose Zoe, con un pizzico di ironia e di malizia nella voce, e subito dopo si voltò verso il suo ragazzo con sguardo complice.

-..e anche belle grandi.- precisò lui.

-Ah ah ah, fate poco gli spiritosi!- sentenziò Louis in seguito ad una finta risata. Zayn subito dopo afferrò una scatola contenente le palline per poter giocare, e le lasciò cadere nel tavolo, in modo che Louis potesse sistemarle. Era piuttosto bravo per quanto ne potevo sapere, ed era un gioco che lo divertiva parecchio.

-Bene, io e Zayn facciamo un giro di prova, poi insegneremo a voi come si gioca.- disse lui, allontanandosi da me con un sorriso, afferrando con un gesto veloce la stecca e mettendosi di fianco a Zayn. –Comincia tu.- disse lui riferendosi all’amico.

Dopo quelle parole, Zayn si poggiò al tavolo, tenendo l’oggetto di legno saldo tra le dita, e soffermando lo sguardo sulle palline perfettamente allineate. Quell’aria concentrata gli dava un’aria sexy e provocante, che evidentemente solo Zoe aveva notato, e rimase lì a fissarlo incessantemente, mentre lui con la stecca colpiva la pallina nera.

Tre palline di colore diverso caddero in buche diverse.

-Sono un dio.- disse vantandosi, fino a quando non ricevette uno spintone da Louis, che occupò il suo posto, puntando di nuovo “la nera”.

Anche lui con il suo sguardo concentrato e attento riuscì a colpire la pallina. -…io sono un dio.- precisò Louis allontanandosi dal tavolo e osservando il suo operato. Almeno quattro delle palline che erano rimaste sul tavolo, erano andate a finire grazie a lui nelle buche opportune.

-Okay, ora tocca alle ragazze.- disse Zayn sconfitto.

Mi avvicinai a Louis, strappandogli la stecca di mano e mi poggiai sul tavolo cercando di imitarlo mentre Zoe sistemava di nuovo le palline come Louis. Le mie mani erano totalmente storte, e l’asta non era sistemata in modo opportuno, e Louis scoppiò immediatamente a ridere correndo quasi in mio aiuto. Si sistemò dietro di me, poggiando il petto sulla mia schiena, e chinandosi leggermente in avanti, e io feci lo stesso. Le sue mani si poggiarono sulle mie, e mi aiutò a mettere le dita nel modo adatto.

-Allora..devi far così..- disse stringendomi forte e orientandomi. Quasi senza volerlo avvicinò le labbra vicino al mio collo, e io ridacchiai appena. –Questo è compreso nel gioco?- chiesi con un pizzico di malizia, e lui rise, baciandomi poi sulle labbra.

-Beh, è anche una posizione piuttosto provocante.- ammise, e alzai appena lo sguardo, notando che Zoe e Zayn erano poggiati sul bordo dell’enorme tavolo da biliardo a baciarsi con trasporto, e ne approfittai per spingere appena il bacino verso Louis.

-Ops.- ridacchiai, stringendo appena la sua mano.

-Smettila, potrei morire qui.- sussurrò, anche se comunque gli altri due non ci avrebbero sentiti, troppo intenti a baciarsi proprio di fronte a noi. Risi di rimando, voltandomi appena poi per poterlo baciare di nuovo sulle labbra, e lui staccò la sua mano dalla stecca per poterla poggiare sul mio fianco, stringendomi.

-Non credo sia una bella idea farlo davanti Zayn e Zoe.- risi.

I due ragazzi, sentendo i loro nomi si staccarono di botto quasi con un sobbalzo, allontanandosi con aria vaga. –Eh? Cosa? Chi?- disse Zoe.

-Oh nulla, continuate, sembravate così appassionati.- ridemmo tutti.

Senza farselo ripetere due volte, Zayn si fiondò di nuovo sulle labbra della sua ragazza, facendola poggiare lì sul tavolo.

-Io scherzavo, comunque.- disse Louis, rimanendo attaccato a me, ancora convinto che ciò che mi interessasse in quel momento fosse imparare a giocare a biliardo. –Tomlinson, zitto.- sussurrò Zayn staccandosi appena dalle labbra di Zoe. Louis rise, ritornando a preoccuparsi di me.

-Vuoi imparare a giocare oppure facciamo come loro?- mi morsi appena il labbro, senza dare una vera e propria risposta, e mi voltai di scatto, ed entrambi lasciammo andare la stecca sul tavolo, e subito afferrai il suo viso con le mani, portandolo vicino al mio per poterlo baciare sulle labbra. Lui poggiò delicatamente le mani sui miei fianchi, e mi sorrise, prima di baciarmi con trasporto. –Ragazzi, ma.. sembra un film porno.- sbottò Zayn dopo essersi accorto in che situazione eravamo. Mi voltai per poterlo guardare e tutti e quattro scoppiammo a ridere, e cercammo di ricomporci per un momento. –Okay, torniamo in noi.- dissi con un sorriso.

-Dovrei cucinare.- Zayn sbuffò, sedendosi poi nel divano di quel piccolo salotto, affiancato subito dopo da Zoe. –Ti aiuto io!- disse subito lei.

-..sicuro, se vuoi vedere la tua cucina che va a fuoco!- sentenziai io, prima di scoppiare in una piccola risata, dopo lo sguardo torvo che mi aveva rivolto mia sorella. Ma era la verità, era proprio una frana a cucinare. –Ah, Louis! Ho sentito Anthony l’altro giorno!- Louis alzò il viso, guardando Zayn che sembrava che gli stesse per dare una notizia.

-E mi ha detto che Hannah verrà qui per un paio di settimane!- concluse poi, e in quel momento venne spontaneo voltarmi verso il mio ragazzo.

-Hannah?- chiesi.

-Oh, una mia vecchia amica di Doncaster.- disse annuendo.

-Sì, sono stati insieme per un paio di anni.- lo interruppe Zayn, mentre era troppo occupato a ridere. –Erano migliori amici, poi due anni dopo che sono andato via, si sono fidanzati!- rabbrividì quasi sotto il suono di quelle parole. Louis mai mi aveva parlato delle sue ex, e sentire tutto ciò mi fece quasi innervosire. Rimasi a fissare Louis con insistenza, e il suo sguardo sembrava quasi quello di un cane bastonato. Calò un silenzio quasi imbarazzante in quel momento, e probabilmente si sentiva solo il rumore del mio respiro, e anche Zayn aveva smesso di ridere. –Bene, io vado in cucina, e comincio a preparare le cose!- disse Zoe cercando di rompere il ghiaccio, e io la seguii qualche secondo più tardi, lasciando i due ragazzi da soli.

-Potevi anche evitare.- sentenziò Louis a Zayn.

 

Quel giorno io e Louis non avevamo parlato poi così tanto, e il numero di baci e di sorrisi che ci scambiavamo era diminuito in modo davvero notevole. Appena arrivammo a casa, ci eravamo subito andati a rinchiudere ognuno nelle proprie stanze, e mi venne quasi spontaneo prendere il diario. Volevo piangere, ero nervosa, ma non sapevo minimamente quale fosse il motivo. Forse la gelosia, forse il fatto che Louis non me ne avesse mai parlato, quando lui di me sapeva quasi tutto.

 

Caro diario,

è passato molto tempo dall’ultima volta che ti ho scritto, non credi? Beh, oggi sembrava essere una bella giornata, ma a quanto pare non è così. Eravamo a casa di Zayn, quando lui se n’è uscito con un “Mi hanno detto che deve venire Hannah qui per due settimane!” chi è Hannah? Ammetto che fino a circa quattro ore fa non avevo la benché minima idea di chi fosse, fino a quando lo stesso Zayn non ha detto che è una ex di Louis. Sono stata nervosa tutto il giorno, e le mie risate sono state tutto il tempo sforzate. Che tristezza, davvero. Io e Louis ci siamo sempre detti tutto, eppure lui di questa Hannah non mi aveva mai parlato.

Durante il ritorno non ci siamo neppure scambiati una parola.

Adesso ho paura.

Paura.

Tanta.

Ti scriverò presto.

Tua, Arya.

 

Sentii qualcuno bussare alla porta, e subito scattai in piedi, chiudendo il diario nel cassetto. –Avanti!- dissi gironzolando per la stanza. Louis spuntò da dietro la porta, e io lo guardai torvo, sbuffando. –Sei tu.- dissi voltandomi verso la finestra, e sedendomi poi sul letto, senza guardarlo negli occhi, o meglio, senza guardarlo completamente.

-Che succede piccola..?- chiese.

-Perché non me ne hai mai parlato?- risposi con una domanda, e subito dopo lui si mise vicino a me nel letto, cercando di cingermi le spalle con un braccio, ma io mi allontanai. Non avevo voglia in quel momento di essere abbracciata o baciata da lui, ero piuttosto nervosa.

-Pensavo che ti avesse dato fastidio, non lo so.- ammise.

-Ma io ti ho sempre detto tutto, Louis.- mi morsi il labbro nervosamente, e cercai di non alzare il tono della voce come ero solita fare.

-Ad ogni modo non mi importa nulla di lei, io.. non voglio proprio avere a che fare con lei.- disse cercando di consolarmi, e sfiorandomi il capo con una mano, ma mi alzai immediatamente in piedi. –Ma lei verrà comunque qui! E magari vorrà pure vederti!- sbraitai passandomi una mano sul viso, cercando di frenare le lacrime. Mi indebolii improvvisamente, come se in quel momento non avessi più nemmeno le forze di urlargli contro. Le labbra mi tremavano dal nervoso, e cercai di non guardarlo, altrimenti sarei scoppiata a piangere lì davanti a lui, e non avevo voglia di sembrare una bambina. Louis rimase lì in silenzio, mentre io passavo due dita sulle mie tempie, stringendo le labbra per trattenere le lacrime.

-Non devi.. piangere.- sussurrò lui poi, e facendo per alzarsi per potermi abbracciare, ma io lo fermai, poggiandogli una mano sul petto.

-Scusami, non è il momento.- dissi scuotendo la testa. Mi guardò con sguardo malinconico, e uscì fuori dalla stanza qualche secondo più tardi.

Mi conosceva piuttosto bene, sapeva che in quei momenti volevo rimanere sola. Appunto per questo tutto ciò mi innervosiva.

Lui sapeva tutto su di me, mi conosceva fino a fondo, eppure chissà se davvero io lo conoscevo così bene, o magari aveva qualche altro segreto da nascondermi. Mille paranoie passarono per la mia mente, come sempre.

Mi poggiai alla finestra, osservando il tramonto proprio di fronte ai miei occhi, e cominciai a pensare, e pensare, e ancora pensare. Erano passati quasi quattro mesi da quando Louis era venuto ad abitare a casa mia, ed erano cambiate tantissime cose, a partire dalla mia vita, dalla mia routine. Era tutto cominciato con Zayn e Zoe, fino a finire poi a quel bacio mio e di Louis dopo che io uscii dalla doccia quel fatidico giorno. Mi vennero in mente le nostre idee geniali per sfuggire alla curiosità di mio padre, cercando di non farci scoprire. Pensai alla nostra prima volta, e tutto quello che avevamo fatto insieme.

Lo amavo, e anche tanto. Ma perché stavo pensando a tutto quello in quel momento? Probabilmente era la paura di perderlo, e probabilmente anche se lui non mi aveva mai parlato di quella Hannah, credo che non avrei mai perso la fiducia nei suoi confronti. Le mie paranoie, ogni volta mi portavano ad essere debole, e a ripensare a tantissime cose del mio passato. Un rumore mi distrasse, ed era proprio la porta che si era aperta di nuovo, e questa volta apparve una figura esile, che avevo immediatamente riconosciuto. Mi alzai in piedi, correndo verso Zoe, e abbracciandola forte. Scoppiai in lacrime, cosa che non avevo fatto negli ultimi venti minuti, ma avevo bisogno di farlo in quel momento.

-Stai tranquilla, davvero.- mi massaggiò la schiena con una mano. –Devi star tranquilla, vedrai che non succederà niente.- mi prese dalle spalle, guardandomi dritta negli occhi rossi e gonfi. Passò un dito su una lacrima che attraversava la mia guancia, e io sorrisi in automatico.

-Il vostro amore è più forte di qualsiasi altra cosa.- disse abbracciandomi di nuovo. Scoppiai di nuovo, bagnando la sua maglietta di lacrime, senza che lei se ne accorgesse. -..più forte della gelosia, dell’odio, di tutto, te lo giuro.- ammise, stringendomi ancora più forte.

-Ne..sei..sicura?- chiesi tirando su con il naso ad ogni parola, mentre i singhiozzi mi impedivano quasi di parlare. –Più che sicura.- sussurrò, baciandomi poi la guancia, e asciugandomi il resto delle lacrime.

Era la sorella che tutti desideravano.

Era quella che riusciva a tirarmi su di morale in qualsiasi istante, quella che c’era sempre stata in qualsiasi momento.

-G..grazie..- sussurrai con un fil di voce, sforzando un sorriso.

-Adesso asciugati queste lacrime che la cena è quasi pronta, e papà ci vuole di sotto!- disse baciandomi la fronte, prima di andar via. Rimasi lì ferma e immobile per qualche istante, poi feci un lungo sospiro, asciugandomi le ultime lacrime che mi erano rimaste, e poi rimasi ancora in camera, aspettando che il rossore potesse togliersi dagli occhi.

Qualche minuto più tardi, ero già seduta in cucina insieme Zoe, Louis, Bill e mio padre, a goderci la cena che ci aveva preparato. Io e Louis eravamo accanto come sempre, ma non ci calcolammo per tutto il tempo, se non per chiedergli di passarmi la coca cola.

Solo dopo cena, quando tutti andarono a dormire, troppo sfiniti per rimanere svegli, che mi presi di coraggio. Feci un lungo sospiro, prima di bussare alla sua porta, e subito dopo aprii, accorgendomi che con mia sorpresa lui era già sul letto, ma era ovvio che non stava dormendo.

-Arya..- sussurrò, e immediatamente chiusi la porta alle mie spalle.

-Hey ciao.- mi sedetti vicino a lui, e gli rivolsi un sorriso. Era quasi una giornata intera che non gli sorridevo, e adesso avevo bisogno di farlo. –Che.. ci fai qui?- chiese.

-Beh, mi sei.. mancato.- ammisi. Parlavo come se nelle ultime ore non fosse successo proprio nulla. Probabilmente la voglia di abbracciarlo, di baciarlo, e di stare con lui aveva parlato per me, dopo il discorso di Zoe in camera mia. –Qualcuno mi ha detto che.. alla fine il nostro amore può superare tutto.- dissi, e lui sorrise di rimando, tentando di avvicinare una mano al mio fianco e io glielo permisi, fiondandomi poi verso le sue labbra, e baciandolo a stampo.

-Scusa.. io.. non pensavo che sarebbe venuto a galla questo discorso.- disse lui piuttosto dispiaciuto. –Shh, non mi interessa adesso.- ammisi spingendolo verso il materasso, e continuando a baciarlo. La voglia di lui mi aveva fatto davvero dimenticare tutto, e adesso non avevo più voglia di sentire una parola su quel discorso. Passammo almeno un ora lì sul letto, a baciarci e a scambiarci teneri gesti, come se fosse tutto ricominciato da capo, come se niente fosse successo, fino a quando non ci addormentammo l’uno tra le braccia dell’altro.

 

Starbucks quella mattina sembrava davvero vuoto, ma era davvero bello essere già lì insieme a Louis alle nove del mattino a sorseggiare un frappuccino per fare colazione, mentre chiacchieravamo del più e del meno. Faceva piuttosto freddo quella mattina, ma la mia pelle era ormai abituata a quella temperatura, e mi bastava indossare una maglietta a maniche lunghe per star bene. La cosa che mi rendeva felice era che due mesi dopo sarebbe arrivata finalmente la neve che io tanto adoravo! Mentre bevevo l’ultimo sorso del mio frappuccino, cominciai a osservare Louis che armeggiava con il suo telefonino.

-Che fai?- chiesi avvicinandomi a lui.

-Oh, niente, è Zayn!- disse, poggiando poi il blackberry sul tavolo.

-Che faremo oggi pomeriggio?- domandai.

-Non lo so, se ti va possiamo andare a fare un giro al parco.- propose.

-Direi che è un’ottima idea!- ammisi, avvicinandomi a lui per prendergli il viso e baciarlo dolcemente sulle labbra.

-Louis!- una voce squillante e quasi fastidiosa però mi fece voltare di scatto e il mio sorriso sparì in un istante. Una bionda dagli occhi castani apparve vicino a noi, con un sorriso a trentadue denti. Aveva proprio la faccia da una che avesse come nome “Hannah”, chissà perché. La guardai torva, fino a quando Louis non si alzò dal tavolo per andarla a salutare, e quasi non staccai un pezzo del tavolo dal nervoso.

-Quanto tempo! Come stai?- chiese Louis alla bionda davanti a sé.

-Oh, sì, tutto bene, e tu? Vedo che te la passi bene.- disse squadrandomi dalla testa ai piedi, e io le feci quasi un finto sorriso. –Piacere, io sono Hannah!- disse porgendomi la sua mano, e mantenendo il mio solito sorriso le strinsi la mano. –Piacere, Arya.- dissi. Rivolsi il mio sguardo a Louis, dopo che la bionda tornò a parlargli, come se volesse sapere tutto quello che era successo negli ultimi mesi, eppure non vedevo l’ora che sparisse da lì.

-Vi dispiace se mi seggo qui con voi?- chiese poi, con una risatina che mi stava seriamente facendo saltare i nervi. Senza che nessuno dei due rispose, si sedette vicino a noi, cominciando a parlare con Louis del più e del meno, lasciandomi quasi in disparte. Mi interpellava solo per chiedermi cose stupide, ma fortunatamente qualche minuto più tardi, mentre la loro conversazione si faceva sempre più intensa, parvero arrivare Zayn e Zoe.

-Oh cazzo.- sbottò Zayn, fermandosi all’entrata.

-Chi è quella bionda, finta, ossigenata insieme a mia sorella e Louis?- chiese Zoe, che molto probabilmente aveva già intuito chi fosse.

-Hannah.- disse semplicemente, e i due si fiondarono verso il nostro tavolo. –Zayn!- urlò Hannah, andandogli incontro per poterlo salutare, ma lui non le diede quasi corda, la salutò semplicemente, presentandole Zoe subito dopo.

-Emh, devo.. andare in bagno! Ar, accompagnami!- disse mia sorella prendendomi dal braccio, e portandomi velocemente verso i bagni dello starbucks, in pochissimi secondi. Chiuse la porta alle nostre spalle, e io inizialmente parvi calma, fino a quando non strinsi forte il pugno tra le mani. -Mantieni la calma.- disse Zoe, ma sembrava davvero difficile.

Poggiai entrambe le mani nel lavello, osservandomi allo specchio.

-Dimmi che non c’è una bionda con le ciglia lunghe venti metri, ex di Louis che sta parlando con lui da almeno mezz’ora.- dissi scuotendo la testa e mordendomi il labbro nervosamente. Zoe non rispose, sapeva già che ci sarebbero state troppe discussioni quel giorno.

-Io giuro che vado lì e la uccido!- dissi, partendo spedita per uscire dai bagni, fino a quando mia sorella non mi fermò, stringendomi dalle braccia. –Arya! Calma!- disse. Feci un lungo sospiro, per cercare di non scoppiare a piangere, come sempre.

-Andiamo di là.- dissi secca, uscendo dal bagno, e ritornando al tavolo, mentre Louis e Hannah erano troppo occupati a ridere, in ricordo di alcune cose che avevano fatto insieme. –Perché, ti ricordi quando abbiamo fatto quello scherzo a tua sorella?- disse Louis continuando a ridere.

-Mi dispiace interrompere questo bel momento, ma credo sia arrivato il momento di tornare a casa.- dissi guardando Louis torvo, e rivolgendo poi un mezzo sorriso ad Hannah. Zoe andò verso Zayn che parve davvero annoiato da quella discussione, probabilmente perché stava dalla mia parte, e anche a lui la presenza di Hannah, lo infastidiva.

-Oh, sì, giusto.- disse Louis tornando alla realtà.

-Beh, se vi va possiamo rivederci in questi giorni!- propose la bionda, e Louis prima si voltò verso di me che continuavo ad avere sempre lo stesso sguardo, e poi rispose. –Non so, se posso.. sì.- disse con un sorriso.

-Bene, allora.. ciao!- salutò tutti e quattro, con una strana euforia, poi uscimmo dal locale, io quasi correvo e stavo davanti a tutti.

-Arya aspetta!- disse Louis, raggiungendomi e prendendomi dal braccio.

-Cosa c’è adesso?!- chiesi nervosa.

-Che ti prende?- domandò.

-Mi prende che.. sembrava come se io fossi sparita quando è arrivata lei! Come se tutti i nostri discorsi non fossero serviti a niente!- dissi ricominciando a camminare, più velocemente di prima.

-Fermati!- disse afferrandomi dal braccio e facendomi voltare verso di lui. –Davvero, non c’è niente, siamo semplici amici!- ammise.

-Ah sì? Bene, allora esci con lei, a quanto pare vi siete divertiti molto.- risposi, mollando la sua presa e allontanandomi pronta per tornare a casa. Mia sorella venne vicino a me, facendo capire a Zayn che era il caso che io e lei rimanessimo da sole.

-Andiamo a casa.- disse.

 

La casa era vuota, e non c’era nessuno, solo io e Zoe che eravamo arrivate da circa qualche secondo. Dopo aver chiuso la porta di casa, poggiai la schiena su di essa, lasciandomi andare e scoppiando in un pianto piuttosto rumoroso. La gelosia stava parlando per me, ed ero scoppiata ormai, avevo bisogno di buttar via quelle lacrime amare, e potermi finalmente sfogare, senza la voce assillante di Louis che mi diceva che andava tutto bene quando in realtà per me non era proprio così. Mi continuava a dire che non dovevo preoccuparmi, che erano solo amici, ma come potevo pensare così quando lei gli stava appiccicata e continuava a far di tutto per ricordare i loro tempi passati insieme? Sembrava impossibile star bene. Zoe si chinò verso di me, carezzandomi il viso e togliendo i capelli dalla mia faccia.

-Io.. non voglio perderlo, Zoe.- era questa la verità. La paura di perderlo mi portava a stare così male, la paura di perderlo. Negli ultimi mesi mi aveva resa felice, e immaginarlo tra le braccia di qualcun altro era davvero qualcosa che mi distruggeva. Suonò il campanello qualche minuto più tardi, e dovetti alzarmi da dove ero seduta, per fare in modo che Zoe potesse aprire la porta, lasciando entrare Zayn e Louis.

-Arya, ti prego..- disse lui prendendomi dalle spalle, per consolarmi, ma sembrava non servire a niente. –Smettila di dirlo.- risposi, allontanandomi da lui.

-Davvero, di lei non mi interessa niente! Io amo te!- disse convinto.

-A quest’ora avresti rinunciato a farla sedere al nostro tavolo, o le avresti impedito di stare così appiccicata a te!- risposi, alzando il tono della voce, mentre avevo ancora gli occhi gonfi di lacrime, e il cuore che mi batteva fin troppo velocemente in petto. –Non mi sarei mai permessa di fare così con un mio ex, davanti a te Louis!- continuai poi.

-Io.. non volevo farlo..- sembrava quasi che non avesse più nessun modo per rispondermi, così evitai di fargli sprecare troppo fiato. –Dite sempre così. Non volevo farlo, e cose simili, va bene così.- risposi poi, asciugandomi una lacrima, e facendo un lungo sospiro.

-Anzi no, non va bene.- dissi poi, partendo spedita verso la mia stanza, salendo le scale in fretta e furia, e sbattendo, con tutta la forza che avevo in corpo, la porta della mia camera, buttandomi sul letto e soffocando i miei pianto con il cuscino.

Era la prima volta che succedeva una cosa del genere con Louis, e adesso? Sentivo che avevo solo voglia di rimanere lì da sola, e basta.

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Capitolo 22
*** chapter 22. ***


Avevo passato almeno cinque ore chiusa nella mia stanza, senza parlare con nessuno e senza pranzare, semplicemente nel silenzio dei miei pensieri, e con l’amaro rumore delle mie lacrime. Percepii un brivido percorrermi tutta la schiena, e probabilmente era il freddo, oppure l’emozione, non ne avevo idea, sapevo solo che avevo voglia di rimanere lì chiusa a chiave per sempre. Solo dopo mi accorsi che forse sarei dovuta uscire da lì per la cena. Ma se fossi andata a cena, avrei visto Louis, e io non volevo.

Alla fine mi decisi, e uscii dalla stanza, e nessuno era nei paragi in quel momento, e subito mi accorsi che la camera di Louis era vuota. Feci un lungo sospiro, e poi scesi lentamente le scale.

-Ar, è tutto okay?- chiese mio padre, che non sapeva nulla della mia assenza, visto che a ora di pranzo era a lavoro. –Sì, va tutto bene!- dissi, sforzando un sorriso, e dirigendomi verso la cucina. C’erano Zoe, e Bill, ma a quanto pare non c’era Louis con noi. Da una parte la sua assenza mi fece sentire meglio, dall’altra no. –Hey!- mi salutò Zoe con un sorriso, e io ricambiai nello stesso modo. Mi prese per una mano e mi trascinò lontano da Bill, come se volesse dirmi una cosa importante.

-Louis è uscito stasera.- disse. Cominciai a tremare.

-E.. dove è.. andato?- chiesi quasi balbettando, e subito dopo Zoe fece spallucce, e io mi passai una mano tra i capelli. Ero nervosa, ora più di prima, e volevo solo sapere dove diamine fosse andato Louis, e se fosse con quella bionda ossigenata dalle ciglia finte. Strinsi forte la mano di Zoe, per trattenere ancora una volta le lacrime. –Zayn è con lui?- chiesi, ma lei scosse subito la testa. –Stasera cena con i suoi.- rispose.

-Ho paura, Zoe.- sussurrai.

-Andrà tutto bene, magari è solo uscito per.. prendere una “boccata d’aria”, per riprendersi dalla situazione.- disse facendo con le dita le virgolette. Feci un lungo respiro, cercando di calmarmi.

-Siamo pronti per mangiare?!- mio padre arrivò euforico, battendo le mani e quasi mi fece sobbalzare, ma subito mi fiondai a tavola, pronta per mangiare, cercando di mostrare agli altri che ero di buon umore anche se in realtà era tutto il contrario. Divorai tutto ciò che c’era nel piatto in pochi minuti, come se non mangiassi da giorni interi, ma probabilmente era il nervosismo che mi comandava come una marionetta in quella giornata. –Sei sicura che vada tutto bene, tesoro?- chiese mio padre notando che ero stata la prima a finire, cosa che succedeva molto raramente, specialmente nell’ultimo periodo.

-Cosa? Emh, sì, va tutto bene!- mentii.

Alzai lo sguardo per poter guardare Zoe, che nello stesso istante stava fissando me, dritta negli occhi, e rimasi lì ferma ancora per qualche istante, fino a quando non mi preoccupai di sparecchiare la tavola, e subito dopo salire in camera mia, e chiudermi di nuovo lì dentro.

 

Era mezzanotte, e ancora non mi ero decisa a prendere sonno, ma soprattutto non avevo sentito la porta della camera di Louis aprirsi o chiudersi, e ciò mi metteva davvero troppa ansia. Scesi al piano di sotto, decisa ad andare a vedere un po’ di televisione, così forse un po’ di sonno mi avrebbe fatta addormentare anche lì sul divano. Mi sedetti, e dopo aver afferrato il telecomando, cominciai a fare zapping, notando che non c’era niente di interessante a quell’ora se non stupidi film porno, o qualche telenovela spagnola che non mi entusiasmava per niente. Decisi di soffermarmi alla fine su un programma musicale, rimanendo lì seduta a fissare i video che passavano a ruota libera, magari di canzoni che nemmeno conoscevo, e che mi piacevano particolarmente, però. Non passò molto tempo, che sobbalzai immediatamente appena sentii la porta di casa aprirsi. Apparve Louis, con il suo solito giubbotto di pelle, poggiato sulla spalla. Inizialmente non si era assolutamente accorto della mia presenza proprio lì vicino, sul divano, ma poi si soffermò a guardarmi, e io feci lo stesso. –Dove sei stato..?- chiesi semplicemente spegnendo il televisore, e per un attimo non capii nemmeno perché gli stessi facendo quella domanda, ma sembrava che la mia bocca avesse parlato senza che io volessi.

-In.. giro.- disse lui guardandomi, e i nostri occhi parvero incontrarsi.

-Con Hannah immagino.- sentenziai, e lui rimase in silenzio, abbassando lo sguardo e dirigendosi verso il piano di sopra, e mi venne quasi spontaneo lanciare il telecomando sul divano, passandomi dopo una mano tra i capelli, come se in quel momento volessi strapparli o chissà che altro. Sentii gli occhi esplodermi, e le mie labbra cominciare a tremare, non appena riuscii a udire la porta della camera di Louis che si era chiusa, e mi lasciai andare lì, singhiozzando appena, nel silenzio e nel buio dell’enorme salone di casa mia. Non avevo voglia di salire al piano di sopra, volevo semplicemente rimanere lì, con me stessa.

Perché adesso? Perché l’arrivo di quella ragazza era riuscito a sconvolgere tutto ciò che avevo costruito in quasi tre mesi? Non riuscivo a capacitarmene, e volevo semplicemente che tutto tornasse come prima, ma dopo che il giorno prima Louis era andato così d’accordo con lei, e quella sera molto probabilmente erano usciti insieme, ebbi una paura tremenda di perderlo, così, all’improvviso dopo tutto quello che era successo. Avevo voglia di correre da lui, chiedergli scusa, e non so che altro, ma allo stesso tempo non volevo farlo, solo perché l’orgoglio mi stava maledettamente trascinando con sé. Mi ritirai in camera mia qualche secondo più tardi, ma non avevo ancora sonno, anzi, credo che non ne avrei avuto per tutta la notte. Mi sedetti sul letto e aprii il cassetto, tirando fuori un malloppo di foto, ed erano proprio quelle che avevo scattato con Louis. Erano tantissime, anche perché ad entrambi piaceva avere dei ricordi sempre con noi, così accesi la luce del comodino, e con estremo masochismo cominciai a sfogliarle a una a una.

La giornata al parco.

Il mio compleanno.

Io e lui in camera mia a ridere e scherzare.

Le foto davanti lo specchio mentre ci preparavamo per uscire.

Erano troppi i ricordi che trasmettevano quelle fotografie, e non capivo perché stavo già pensando al peggio, mentre era successo solo il minimo negli ultimi due giorni. Feci un sorriso vedendo una foto mia e sua in cui camminavamo per il parco vicino casa nostra mano nella mano, ripresi da dietro. Era splendida. Rimase ad osservarla per una manciata di secondi, e subito dopo, sentii la porta bussare e sobbalzai, ma appena dissi “avanti” nessuno aprii e si presentò. Feci per avvicinarmi e apparve da sotto la porta un foglio di carta, con una scritta enorme.

“Scusa amore”. Ecco cosa c’era scritto. Ancora una volta l’orgoglio mi pervase, e benché avessi voglia di uscire da quella stanza, e andare da Louis per poterlo abbracciare, qualcosa mi diceva che non dovevo farlo.

Il foglio rimase tra le mie mani ancora per molto, e lo osservai, e ormai quelle parole erano diventate quasi parte di me, e mi balenavano in testa già da qualche secondo. Non aspettai poi così tanto tempo, che mi ritrovai già fuori dalla mia camera, decisa e pronta ad entrare nella sua, anche se non volevo farlo, ma probabilmente non sarei andata lì per abbracciarlo o chissà che cosa, volevo semplicemente parlare.

Dischiusi la porta, facendo sbucare solo la testa, e notai lui che stava sul letto con il suo blackberry in mano, e muoveva le dita molto velocemente da quello che potevo notare. Entrai senza fare troppo rumore, chiudendo la porta alle mie spalle, e lui immediatamente alzò lo sguardo per potermi guardare. –Non pensavo che saresti venuta.- ammise.

-Pensavi male.- ammisi, senza sorridere, sedendomi ai piedi del suo letto, mettendomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.

-Hai gli occhi rossi.- disse osservandomi.

-Oh, che grande spirito di osservazione!- dissi, alzando la testa e fingendo quasi una risata.

-Perché sei venuta?- chiese.

-Volevo solo parlare.- dissi, mordendomi il labbro inferiore.

-Di cosa..?-

-Me lo chiedi anche?- feci una smorfia, scuotendo la testa, e abbassando di nuovo lo sguardo, contemplando le mie gambe, che non avevano proprio nulla di interessante in quel momento.

-Credi davvero che io sia uscito con lei stasera?- chiese, con una risatina. Io lo guardai, e immediatamente annuii.

-Cosa dovrei credere, scusa? Chi tace acconsente, e tu l’hai fatto prima.- ammisi.

-Non significa niente.- calò un silenzio tombale nella stanza, per qualche minuto, e nessuno dei due guardava l’altro, come se in quel momento stessimo riflettendo entrambi. Io lo stavo facendo. Stavo cercando di immaginare dove potesse essere andato, o che cosa avesse fatto quella sera, fino a quando non mi decisi a chiederglielo.

-E se non sei stato con lei, dove sei andato?- chiesi, voltandomi.

-Sono stato a zonzo da solo tutta la sera, a fare avanti e indietro, pur di non stare a casa.- ammise, passandosi una mano tra i capelli lisci.

-Se ti vedevo mi sentivo male, avevo bisogno di uscire, anche se da solo.- continuò poi, e lo vidi avvicinarsi appena a me.

-Io sono stata malissimo tutta la sera.- dissi, con una lacrima che mi solcava il viso. –Ho pensato al peggio, davvero, e per un momento ti ho creduto magari tra le braccia di quella.- strinsi forte il mio pugno, trattenendo quasi pure il respiro, pur di non piangere di nuovo, anche se pensai che le mie lacrime stavano quasi per finire probabilmente.

-Non dovevi farlo, tra me e Hannah è finita da moltissimo tempo.- disse.

-E come mai tra di voi c’era tutto quel feeling, e lei ti stava così appiccicata?- domandai, come se niente riusciva a farmi cambiare idea sull’argomento. –Stavamo solo ricordando un paio di cose di quando eravamo migliori amici, da piccoli.- disse, e mi ritrovai a guardarlo negli occhi, e sembrava avere uno sguardo malinconico, e anche il mio lo era.

-Voglio solo che accetti le mie scuse.- sussurrò con un fil di voce.

Il mio cuore sembrava non fermarsi più, andava fortissimo, fino a farmi quasi male, ma non mi importava in quel momento. Tutto sembrava come la prima volta, come il primo nostro vero bacio. Louis si avvicinò appena a me, e io feci lo stesso, ma sembrava davvero che quel lasso di tempo stesse durando un’eternità. Poggiò le labbra sulle mie, e rimanemmo così per qualche minuto, a baciarci semplicemente a stampo, ma nessuno dei due ancora poggiava le mani sull’altro, probabilmente sembravamo quasi spaventati, e ancora scossi da quello che era successo tra di noi nelle ultime 48 ore. Sentivo che dopo quel bacio, avevo accettato le sue scuse, e che davvero le mie idee su quello che erano successo erano cambiate del tutto. Sentii la sua mano avvicinarsi delicatamente alla mia gamba, sfiorandola delicatamente. –Ti amo.- sussurrò piano staccandosi dalle mie labbra per un momento, e qualche istante dopo ci ritrovammo con le labbra che ormai sembravano un tutt’uno.

-Non voglio perderti.- sussurrai io, stringendogli forte la mano.

-Non mi perderai, te lo prometto.- ammise poggiandomi delicatamente sul letto, e mettendosi al mio fianco, senza far staccare le nostre labbra.

-Ti amo, piccolo.- dissi, cambiando posizione e ritrovandomi subito dopo a cavalcioni su di lui, baciandolo con trasporto, mentre carezzavo i suoi capelli lisci, e morbidi che tanto adoravo.

-Hey.. non mi farai mai più star male così, vero?- dissi allontanandolo appena e guardandolo dritto negli occhi. Lui scosse la testa con un sorriso prima di baciarmi di nuovo sulle labbra. –Te lo prometto.- sussurrò, e qualche istante dopo le nostre labbra tornarono ad unirsi, giocando ancora tra di loro, mentre le nostre lingue si attorcigliavano l’una con l’altra con tanta passione. Mi sembrava di non toccare quelle labbra da mesi, e quel dolce sapore che emanavano mi era davvero mancato.

Si avvicinò a me, abbassando appena la bretella della mia canottiera, baciandomi delicatamente la spalla, e subito dopo il collo, quando non riuscì a percepire che quasi tremavo sotto il soffice tocco delle sue soffici labbra. –Lo sai che mi piace.- sussurrai con un espressione di piacere in viso. Strinsi le braccia attorno alle sue spalle, poggiandomi sul suo braccio quasi, come se volessi farmi cullare. Ultimamente aveva messo su un po’ di muscoli, e mi piacevano tantissimo.

-Per un momento ho avuto paura.- sussurrai al suo orecchio.

-Di.. cosa?- domandò.

-Di perderti, e lo dico veramente.- le nostre labbra erano vicinissime, e i nostri respiri si scontravano tra di loro, caldi e focosi. Lui sorrise appena, ridacchiando, fino a quando non sentii la sua mano carezzarmi i capelli delicatamente. –Non succederà mai una cosa del genere.- disse.

Mi venne spontaneo in quel momento abbracciarlo, e fu così che lo strinsi forte, a me, come se qualcuno stesse per portarmelo via in quel preciso istante. Poggiò le sue mani sulla mia schiena, stringendomi a sua volta, e in quel momento lo sentii davvero molto vicino a me. Mi allontanai, prima di stampargli di nuovo un bacio sulle labbra.

-E’ tardi!- dissi guardando la sveglia sul suo comodino.

-Vuoi dormire?- chiese.

-Mh, sì, sono stanca oggi.- sorrisi, e in pochi secondi eravamo già sotto le sue coperte, stretti e abbracciati. Mi addormentai qualche minuto più tardi con Louis che mi massaggiava i capelli, come piaceva a me.

 

Qualche giorno più tardi, probabilmente spinta da mio padre, o forse per mia volontà, decisi che forse era arrivato il momento di trovarmi un lavoro. Avevo detto che avrei passato un anno di riposo, ma mi accorsi che due mesi più tardi ci sarebbe stato il compleanno di Louis e non potevo fare a meno di fargli un meraviglioso regalo. Non sapevo ancora cosa, ma mi sarei inventata qualcosa. Ottobre ormai era arrivato, ed era precisamente il primo ottobre, e mi ritrovai in cucina a sfogliare un giornale che offriva solo posti di lavoro a Londra, e improvvisamente mi sentii confusa. C’erano così tante offerte che non sapevo davvero quale scegliere. A Londra era così.

Mentre sorseggiavo il mio caffè, vidi Louis arrivare in cucina, assonnato, con i soliti capelli scombinati, e indossava anche gli occhiali da vista, cosa che non accadeva molto spesso, ma a me piacevano davvero molto come gli stavano. –Hey buongiorno!- disse guardandomi e sorridendomi. –Siamo soli?- chiese.

-Sì, Zoe dorme, gli altri sono a lavoro!- dissi stampandogli un bacio sulle labbra appena si avvicinò a me.

-E.. tu che fai?- chiese.

-Sto cercando un lavoro part-time, ho bisogno di guadagnare qualcosa.- ammisi, storcendo le labbra e continuando a leggere le varie offerte che mi si presentavano davanti. Louis stranamente non parve molto contrario alla mia idea.

-Beh, mi sembra giusto!- sorrise, prendendo del caffè.

-Ne ho trovati tre, ora sono indecisa.- dissi cerchiando con una penna le offerte che mi sembravano più valide.

-Ti va.. più tardi di accompagnarmi per presentare il curriculum?- chiesi a Louis che era intento a cucinarsi del bacon. Si voltò di scatto, e annuì alla mia proposta, sfoggiando un meraviglioso sorriso.

-Bene, ora mh.. me lo dai un bacio e poi mi prepari uno dei tuoi soliti pancake?- chiesi stiracchiandomi, e poggiandomi poi sul bancone della cucina, sbattendo gli occhi per convincere Louis, ma non ci voleva davvero molto per persuaderlo, specialmente se ero io a chiederlo. Venne verso di me, stampandomi un bacio sulle labbra, ma io lo trattenni lì ancora qualche secondo, poggiando la mano sul suo viso, e facendo in modo che quel bacio potesse durare ancora di più. –E ora, i pancakes!- dissi dandogli una pacca sul sedere, e lui lanciò un gridolino.

-AHIA! Fa male!- ridacchiò.

-Mhh, come sei debole!- risi, poggiando la testa sulla mia mano, e soffermandomi a guardarlo mentre era intento a cucinare i suoi meravigliosi pancakes. –Quando sei appena sveglio, con i capelli scombinati e gli occhiali mi fai pensare a quel giorno in cui.. ci siamo baciati dopo che ho fatto la doccia.- dissi ridendo.

-Perché?- chiese con un sorriso.

-Perché eri proprio così, e quando sono scesa al piano di sotto ho pensato per la prima volta che.. eri bellissimo.- diventai improvvisamente rossa, e ne approfittai per coprirmi le guance con le mani, ma non feci in tempo che già Louis si era voltato, e aveva subito notato il rossore nella mia pelle. –E tu sei bellissima quando arrossisci!- ammise, e per un momento mi sembrò davvero di andare a fuoco. Ridacchiò di nuovo, prima di sistemare i pancakes cotti in un piatto, e li ricoprì interamente di miele, presentandomeli poi davanti.

Feci per allungare le mani, ma la colpì piano. –Aspetta! Devo mangiarli pure io!- disse, impedendomi di assaggiarli, anche se li avrei divorati in quel preciso istante. Si sedette vicino a me porgendomi una forchetta, e ci ritrovammo lì a mangiare pancakes, da soli.

Solo nel pomeriggio decidemmo di uscire di casa per andare nei posti nei quali avevo deciso di presentare il mio curriculum. Tutti e tre erano dei bar, anche perché ero impedita a fare qualsiasi cosa, eccetto servire ai tavoli e preparare caffè, visto che l’avevo fatto una volta un’estate.

Per un momento mi stavo decisamente scoraggiando visto che nei primi due locali mi avevano rifiutata perché non avevo abbastanza esperienza.

-Dai amore, andrà bene!- disse Louis non appena uscimmo, dopo il secondo rifiuto. Non mi arresi molto facilmente, e mi diressi mano nella mano con Louis verso il terzo bar, che era il più vicino a casa nostra. Entrai e l’aria mi sembrava piuttosto carina, e più che altro mi ricordava un bar americano. Entrai e mi avvicinai al bancone.

-Salve, ho letto sul giornale che cercate una cameriera part-time!- dissi con un sorriso smagliante, per cercare di essere piuttosto convincente. La signora che c’era lì dietro poteva avere circa una quarantina di anni, e mi guardò per un momento. –Oh benissimo! Hai il curriculum?- chiese, e glielo porsi davanti. Indossò un paio di occhiali per leggere meglio, e cominciò a scorrere le parole, mentre masticava una chewingum.

-Beh, direi che sei perfetta!- mi rivolse un sorriso e io contraccambiai immediatamente, voltandomi felice verso Louis che stava proprio al mio fianco, e lui mi strinse una mano. –Puoi.. cominciare già domani!- disse, e per un momento rimasi sconvolta, ma alla fine ero abbastanza felice.

-E comunque piacere, io sono Britney!- mi porse la mano e io gliela strinsi. –Arya!- risposi sempre più sorridente.

-Wow, bellissimo nome!- si complimentò e io la ringraziai.

-Allora, a domani?- disse. –A domani!- risposi, salutandola con la mano e uscendo dal bar, più soddisfatta che mai, ero davvero contenta di avercela fatta in meno di una giornata, e Louis era felicissimo per me.

-Brava amore!- disse appena fummo fuori, e mi prese in braccio stringendomi forte, e io adoravo quando lo faceva. Ci stampammo un bacio sulle labbra, e poi mi rimise giù. –Andiamo a casa! Non vedo l’ora di dirlo a mio padre, sarà sicuro contento!- ammisi, e subito percorremmo la strada per tornare a casa, e appena arrivammo trovammo mio padre e Bill intenti a guardare una partita di football. –Papà!- urlai per catturare la sua attenzione. –Che succede?!- chiese allarmato.

-Niente.- scoppiai a ridere e lui si tranquillizzò. –Solo, ho trovato lavoro! Al bar qui dietro, non è bellissimo?- continuai più elettrizzata che mai. –Oh, benissimo!- disse stampandomi poi un bacio sulla guancia.

Pensai che alla fine non doveva essere un lavoro molto pesante, specialmente se dovevo lavorare solo per mezza giornata, e poi il pomeriggio l’avrei potuto passare con Louis. Era davvero molto comodo.

-Andiamo di sopra?- chiesi a Louis sottovoce, mentre i due erano intenti a gridare quasi davanti il televisore. Scoppiammo a ridere, e poi corremmo al piano di sopra, chiudendoci nella mia stanza. La partita era appena cominciata, e sapevamo che, prima della fine, Bill e mio padre non si sarebbero scollati da quel televisore, così decidemmo di concederci un po’ di divertimento. Era da molto che non lo facevamo, e sentivamo che quello fosse il momento adatto per “festeggiare”. Lo presi dal colletto della maglia, dopo aver chiuso la porta a chiave, e lo trascinai verso il letto, facendolo poggiare su di me, e cominciammo a baciarci con trasporto. Gli tolsi la maglietta quasi in un colpo solo, e lui fece lo stesso, togliendomi subito dopo anche il reggiseno, facendo scontrare i nostri petti, e facendomi gemere a fior di labbra. Sentii un calore provenire dai suoi pantaloni, che mi piaceva particolarmente. Le sue mani cominciarono a percorrere ogni angolo della mia pelle quasi, e subito dopo le sue labbra si poggiarono prima sul mio collo, e dopo sul mio seno, facendomi poggiare completamente contro il materasso. Gemetti cogliendo l’umido delle sue labbra, e qualche minuto più tardi mi ritrovai a sbottonargli i pantaloni, togliendoglieli. Cominciai a giocare con il lembo dei suoi boxer, sentendo la sua intimità premere contro di essi. Ansimò contro le mie labbra mentre mi baciava con foga, e con l’altra mano gli cinsi il collo, scontrando successivamente il bacino contro il suo membro caldo e duro. Mi tolse lentamente i leggings, facendoli scorrere nelle mie gambe mentre con le mani toccava le mie cosce. Sfiorò con le labbra la mia pancia, avvicinandosi ai miei slip che morse in modo divertito, e io risi muovendo appena il bacino. Mi ritrovai ormai nuda sotto di lui, fino a quando non tolsi anche i suoi boxer, e dopo aver messo la protezione, si preoccupò di entrare dentro di me con delicatezza, mentre io mi reggevo con una mano alla sua spalla e con l’altra alla grata che c’era dietro di me nel letto. Il letto cigolava ad ogni nostra spinta, e tutto andava a ritmo con i nostri gemiti, e sembrava una sensazione quasi sublime in quel momento. Ci baciammo con passione, mentre le nostre lingue si divertivano a giocare tra di loro.

Gemetti forte non appena sentii che Louis era andato più a fondo, e una sensazione di piacere mi aveva avvolta in tutto il corpo. Un brivido mi percosse la schiena, e non sapevo se era l’eccitazione, o la presenza di Louis in quel momento. Mi strinsi maggiormente a lui, baciandogli il collo per soffocare i miei gemiti. Quel momento parve sembrare infinito, e la velocità delle spinte di Louis sembrava moltiplicarsi ogni secondo di più, fino a quando non venimmo entrambi, quasi nello stesso momento. Scontrai la fronte con la sua, e ci sorridemmo dolcemente. Subito dopo lui uscì da dentro di me, mettendosi al mio fianco, ed entrambi cominciammo a notare che i nostri respiri andavano all’unisono, e ridacchiammo dopo esserci guardati negli occhi. –Mh, quanto è bello.- dissi sorridendo, e fiondandomi su di lui, abbracciandolo forte e stampandogli un bacio sulle labbra. –Credo che tra poco la partita finirà amore!- dissi guardando l’orologio, e mi accorsi che il tempo era volato così in fretta che nessuno dei due se n’era accorto. Ci baciammo ancora una volta, e poco dopo eravamo di nuovo con i vestiti, e quasi sembravamo immacolati, ma non era realmente così. Mi avvicinai allo specchio per potermi legare i capelli, e Louis venne verso di me, prendendomi i fianchi da dietro e lasciandomi un bacio sul collo. –Non ricominciamo.- ridacchiai, e lui fece lo stesso. Appena finii di sistemare i miei capelli, gli diedi un bacio a stampo fugace, e scesi al piano di sotto seguito da lui, ed entrambi eravamo pronti per preparare la cena, dopo esserci concessi un po’ di lussuria e passione.

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Capitolo 23
*** chapter 23. ***


Era già da un paio di giorni che avevo cominciato a lavorare in quel bar, e sinceramente non mi dispiaceva per niente. Mi divertivo, e avevo conosciuti tutti i ragazzi e le ragazze che lavoravano con me. Tutti mi facevano una gran simpatia, ed ero felice di lavorare lì. Britney più volte mi aveva fatto i complimenti per la mia velocità, e devo ammettere che le mie vecchie esperienze mi servirono molto in quei giorni.

Quella mattina era venuto anche Louis, che era passato a salutarmi, prima di andare a fare shopping con suo padre, e di sfuggita ci stampammo un bacio sulle labbra, senza che nessuno ci riuscisse a vedere, e subito dopo tornai a servire ai tavoli, vedendo che i clienti richiedevano la mia presenza. Di solito non era molto affollato, ma mi stupii del fatto che quel giorno c’era davvero tantissima gente, ma ero piuttosto felice di questo. Cambiai il turno con la mia collega, e decisi di mettermi dietro il bancone a preparare caffè e cappuccini, anziché servire ai tavoli e una schiera di persone si presentò davanti a me. Non passarono molti minuti che già, mi sentivo stanca e sfinita, e proprio mentre stavo sciacquando una della ultime tazzine, alzai lo sguardo e vidi entrare tre persone.

Una di loro la conoscevo fin troppo bene. Quei capelli biondi non potevo dimenticarli, quella risata fastidiosa era impossibile da dimenticare, il suo nome era impresso nella mia testa, purtroppo. Hannah, seguita da due sue amiche, con le quali probabilmente era venuta da noi, entrò dentro il locale. Il nervosismo mi stava davvero facendo esaurire, e per sbaglio fui capace perfino di far cadere a terra una delle tazze che stavo pulendo, e la vidi frantumarsi in mille pezzi.

-Oddio!- dissi, abbassandomi per poter riprendere i pezzi.

-Oddio, Britney, mi dispiace.- dissi scusandomi con la proprietaria del locale, ma lei era molto permissiva, e stranamente non mi disse niente di particolare appena mi cadde la tazzina per terra. Recuperai tutti i pezzi, e li buttai, ma il mio sguardo non cessava di squadrare la bionda che si era appena seduta in un tavolo, in attesa di un’ordinazione. Improvvisamente decisi che volevo prendere io le sue ordinazioni, così feci di nuovo cambio con la mia collega, e afferrai il libretto su cui scrivevamo tutto. Mi avvicinai a quel tavolo, con un’aria parecchio nervosa. –Buongiorno.- dissi semplicemente, parandomi là davanti. Lei ancora non si era accorta della mia presenza, troppo occupata a guardare il menù, fino a quando per augurarmi il buongiorno non dovette alzare lo sguardo. Mi fissò per un momento, poi sorrise. –Ma tu sei.. quella lì.. Arc..- tentò di dire il mio nome ma ovviamente in modo sbagliato.

-Arya.- la corressi, in modo freddo, senza rivolgerle alcun sorriso.

-Giusto!- disse sorridendomi, e facendo una delle sue solite risatine.

-Ma dov’è Louis?- chiese poi, e già le stavo per lanciare la penna in pieno viso, cercando di colpirla proprio nell’occhio, ma era un po’ impossibile. –Non risponde ai miei sms!- mise quasi il broncio, e davanti quella sua faccia falsa e inutile mi venne quasi spontaneo stringere fortissimo la penna che stava in una delle mie mani.

-Non lo so.- risposi semplicemente. –Che ordinate?- chiesi poi cambiando argomento, ma a quanto pare, Hannah non parve molto d’accordo.

-Beh, da quanto state insieme tu e lui?- chiese, e le sue amiche si avvicinarono maggiormente al tavolo, come se fossero incuriosite su quello che dovevo dire, ma che non avrei mai detto. –Non credo sia il momento di parlarne, sto lavorando.- risposi, facendo roteare gli occhi, e picchiettando con le dita nel libretto delle ordinazioni.

-Vabbè, ti prendi una pausa di qualche minuto!- disse lei, continuando a sorridermi, e la voglia di darle un pugno e romperle tutti quei splendidi denti, aumentava ogni secondo di più.

-Non posso.- mi morsi nervosamente il labbro, e lei parve tornare seria.

-Bene, allora puoi portarci tre milkshake alla fragola?- chiese, guardandomi torva, e dopo aver appuntato tutto, mi diressi verso il bancone, lasciando il foglietto ad una delle ragazze che stava lì dietro. Continuai ad osservarla per un momento, poi tornai alla realtà e mi accorsi che ancora dovevo fare un paio di ordini, e consegnare dei frullati e dei caffè. Il mio vassoio quasi traboccava di cose da dover consegnare, fino a quando mentre ero di fretta, e camminavo tra i tavoli, il piede di qualcuno non si andò a scontrare proprio con le mie gambe, e per un momento desiderai ardentemente di scomparire. Ero caduta, con tutto il vassoio per terra, e l’unica cosa che sentivo erano le risate di quelle tre oche, che forse erano venute a Londra solo per infastidirmi, o per farmi passare i peggiori momenti.

Vidi Britney correre subito verso di me. Si chinò al mio fianco chiedendomi se andasse tutto bene, e io annuii. La testa mi faceva male, e mi accorsi di essere piena di frappè al cioccolato, e dopo essermi alzata con fatica, mi diressi in bagno accompagnata da una delle mie colleghe, Miranda. Una ragazza dai capelli neri, la pelle chiara e gli occhi azzurri. Sembrava quasi una vampira, ma era una splendida ragazza.

-La odio.- sussurrai a denti stretti, sperando che Miranda non mi avesse sentita. –Cosa? Chi?- eppure mi ero sbagliata, e me ne accorsi appena mi chiese a chi mi stessi riferendo. Mentre mi aiutava a lavare il grembiule, le dovetti raccontare tutta la storia con Louis, fin dal principio, ma cercai di essere il più riassuntiva possibile.

-..e quindi è questo, e ora lei è qui, forse per torturarmi.- dissi, sbuffando e passandomi una mano tra i capelli. –Beh, però posso fargliela pagare io.- disse la ragazza dagli occhi chiari lanciandomi un sorriso piuttosto malizioso, e questo mi faceva capire che aveva un piano, o qualcosa del genere. –Hanno ordinato tre milkshake alla fragola? Bene, glieli porterò io, e.. penso che saranno loro a fare quello che sto facendo io adesso.- fece una piccola risatina, e io l’assecondai, dopo che mi diede il grembiule. Lo indossai, sistemandolo per bene, e uscimmo da lì. Si procurò i milkshake delle tre oche, e la vidi partire spedita verso di loro, mentre io stavo lì a godermi la scena. Improvvisamente un urlo quasi mi trapanò le orecchie, ed era proprio la voce di Hannah, seguita da Miranda che in tono piuttosto falso le chiedeva scusa. Io scoppiai a ridere, cercando di non farmi vedere da nessuno, ma parve davvero impossibile, e in tono indignato lasciò il locale, seguita dalle sue due amiche, e appena furono fuori, io e Miranda ci lanciammo un’occhiata e adesso eravamo in due a ridere per quello che era successo.

Stranamente Britney, che era andata a sbrigare delle cose nell’altra stanza, non si era accorta di nulla, così ebbi il tempo di ripulire tutto, senza che lei se ne potesse accorgere. Quella ragazza era un genio, e sapevo che saremmo andate molto d’accordo.

La giornata parve non finire più, ma proprio mentre stavo tornando a casa, ero indecisa se raccontare tutto l’accaduto a Louis, non so cosa avrebbe pensato, ma alla fine se non l’avessi fatto, avrei rotto il nostro patto. Appena entrai, lo trovai seduto nel divano che leggeva una rivista. –Buongiorno!- dissi chiudendo la porta alle mie spalle.

-Buongiorno a te, piccola!- quando mi chiamava così, intuivo che nessuno era a casa, e potevamo fare le nostre cose da fidanzati senza problemi. Mi buttai tra le sue braccia, dopo aver lanciato la borsa nel divano, e come una bambina, mi feci quasi cullare da lui stringendolo forte. Sorrise e poi mi stampò un bacio sulle labbra.

-Successo niente di straordinario oggi a lavoro?- chiese. Io mi misi seduta, e mi portai i capelli dietro le orecchie, pronta a raccontargli ciò che era successo. –Beh, sì a dire il vero!- presi un respiro, e poi gli raccontai tutto l’accaduto. Appena finii di raccontare, lui rimase per un momento a bocca aperta, e pensai che si fosse arrabbiato con me, ma alla fine scoppiò in una grande risata, e io tirai un sospiro di sollievo, ridendo insieme a lui. –Ma dovevate fare un video!- disse, continuando a ridere, buttandosi sul divano.

-Fecero la stessa cosa dei miei amici, per stuzzicarla! Una cosa che detesta è proprio sporcarsi.- ammise e lui fece una faccia strana, quasi schifata, e io risi, pensando che avevo avuto in parte la mia vendetta, anche se per merito di Miranda. Mi alzai dal divano, diretta verso la cucina. –Andiamo bellezza, dobbiamo preparare il pranzo!- dissi sorridendo.

-Ascolta, ti va se.. stasera andiamo a mangiare una pizza?- chiese prendendomi dal braccio, e tirandomi verso di sè. I nostri visi si scontrarono, e sorrisi a fior di labbra prima di annuire alla sua proposta che sembrava molto invitante. –Solo io e te.- precisò, baciandomi poi dolcemente sulle labbra, stringendomi per i fianchi. Come sempre quel bacio si approfondì, fino a quando un finto colpo di tosse non ci fece staccare, quasi automaticamente. Mi voltai, e c’era mia sorella messa vicino le scale, che probabilmente era arrivata da qualche secondo. –Buongiorno!- disse poi, mentre io ero diventata rosso fuoco, mentre lei rideva. –Buongiorno a te!- mi morsi il labbro, avvicinandomi poi a lei per poterla salutare, e così le diedi un bacio sulla guancia. Prima di trascinarla in cucina, insieme a Louis, per poterle raccontare la mia meravigliosa giornata al bar.

 

Proprio mentre stavo sistemando i capelli vidi Louis entrare nella mia stanza. –Sei pronta?- chiese. Lui indossava un paio di pantaloni lunghi fin dopo il ginocchio, accompagnati dalle sue solite Toms, e una maglietta a righe bianca e blu. –Sì!- dissi afferrando la borsa.

-Ma aspetta.. che hai detto a mio padre?- chiesi sottovoce.

-Che andavamo da Zayn, visto che tua sorella è lì!- mi sembrava un piano maledettamente geniale, così entrambi andammo verso la porta, dopo aver salutato i nostri genitori. Indossavo dei pantaloni lunghi neri, delle converse bianche, e una maglietta dello stesso colore, che poteva sembrare quasi un vestitino, ma era molto sportiva. Avevamo deciso di passare una serata tranquilla, tra di noi, senza troppe formalità. Prese la mano, e camminammo così fino a quando non arrivammo al ristorante. Appena entrammo, uno dei camerieri ci offrì un tavolo libero, e ci sedemmo uno di fronte all’altro. Era probabilmente la prima volta che ci concedevamo una cena del genere in tre mesi che stavamo insieme. Dopo qualche minuto, uno dei camerieri si mise davanti a noi per poter chiedere le ordinazioni, fino a quando non ci ritrovammo soli, a guardarci negli occhi e a sorriderci. Il suo sguardo si spostò verso una delle cameriere, che aveva l’aria piuttosto sexy, e improvvisamente Louis si ritrovò un calcio dritto nelle gambe. –Ma che..- mi guardò.

-Dai, stavo solo pensando che era sexy!- lo calciai di nuovo, sorridendo a 32 denti. –Okay, sto zitto.- ridacchiò e lo feci pure io, prima di stringergli la mano, che stava sopra il tavolo. –Domani devi lavorare?- chiese.

-Eh sì, è sabato, ma almeno domenica potremmo stare insieme!- dissi con un sorriso, e lui contraccambiò facendo lo stesso.

-E’ da tanto che non usciamo in quattro.- notai.

-Sì, è vero, potremmo farlo anche domani sera, no?- propose, e io annuii convinta. Mi piaceva passare del tempo con Zoe e Zayn, specialmente la sera, e tutti e quattro ci divertivamo parecchio tutti insieme. Arrivò la pizza che avevamo ordinato, solo qualche mezz’ora più tardi. Cominciammo a mangiare, mentre ogni tanto assaggiavamo, l’uno la pizza dell’altro per provare nuovi gusti, e spesso ci capitava di farlo con altre pietanze, visto che avevamo gusti piuttosto differenti. –Piano! Piano! Scotta!- dissi mentre mi metteva la sua forchetta in bocca quasi con prepotenza, ma sentivo solo un bruciore, ed era il calore della pizza. Ridemmo entrambi per le facce strane che facevo per colpa sua.

-Questa me la paghi!- dissi ridendo, e bevendo un sorso d’acqua.

-Quante cose devo pagarti?- chiese ironico.

-Oh, fidati, tantissime, a partire dalla storia del diario.- risi, cominciando a mangiare la mia pizza. –Ci pensi ancora?- chiese.

-Ovvio, e un giorno avrò la mia vendetta!- risi, e lui fece lo stesso scuotendo la testa e facendo roteare gli occhi. Credeva sempre che fossi una pivellina in queste cose, e che non ci sarei mai riuscita, ma si sbagliava di grosso. Continuammo a mangiare, e finimmo solo un’ora dopo. Entrambi eravamo lentissimi, perché poi cominciavamo a chiacchierare e a ridere, e perdevamo tantissimo tempo, ma era davvero divertente. Appena andammo via, decidemmo di stare un po’ lì in giro, dopo aver lasciato i soldi alla cassa. Erano circa le undici di sera, e avevamo un po’ di tempo per fare una bella passeggiata al chiaro di luna.

Tutto parve andare bene, fino a quando per la seconda volta in una giornata, non si parò davanti a noi quella bionda lì. Stava con le sue amiche, a bere un drink fuori da un locale, e improvvisamente Louis si accorse che stavo stringendo la sua mano fino a fargli perdere quasi la circolazione, e ansimò dal dolore. -..perdonami.- sussurrai, mollando appena la presa. Quando provammo a far finta di nulla e andare avanti, lei venne proprio verso di noi, senza calcolare me, e la cosa parve alquanto ovvia. –Louis!- urlò saltando al collo del mio ragazzo, e lui automaticamente la spinse via, lanciandole quasi uno sguardo di disprezzo. –Ciao Hannah.- disse freddo.

-Dove andate?- chiese con il suo solito sorriso finto.

-Stavamo facendo una passeggiata, prima di tornare a casa.- rispose lui, cercando di mantenere la calma, davanti a lei. A quanto avevo capito, da quando avevamo litigato, la voglia di ricordare con lei i vecchi tempi da migliori amici, gli era passata, ed era tornato quell’odio e quel disprezzo che c’era stato dopo che la loro storia si era conclusa, a causa di un tradimento da parte di Hannah. Dopo il nostro litigio, mi feci raccontare da Louis tutta la storia, poiché volevo dei veri chiarimenti su ciò che era successo tra di loro, e cose del genere. Sta di fatto che in quel momento lei era di nuovo lì, davanti a noi, e la sua presenza mi dava parecchio fastidio. –Mh, come siete romantici.- disse lei come per prenderci in giro, ridendo insieme alle sue amichette, che le stavano sempre alle calcagna. –Sì, ora dobbiamo andare.- Louis fece per scansarla, ma lei le prese il viso, stampando un bacio sulle labbra del mio ragazzo. Lui l’allontanò immediatamente, e fù qualcosa di impercettibile quasi, ma non riuscii a trattenermi dal nervoso, e la presi dai capelli, allontanandola il più possibile da Louis.

-Non osare avvicinarti a lui un’altra volta.- dissi, guardandola in maniera scontrosa. Nessuno doveva toccare ciò che era di mia proprietà.

-Cazzo sì, ma lasciami i capelli!- urlò, e la lasciai andare, e subito dopo si allontanò, e mentre Louis mi prendeva da un braccio per allontanarmi da lei, sentii una delle sue amiche dirle qualcosa.

-E’ inutile Hannah, dovresti smetterla.- disse.

-E’ vero, è inutile perdere tempo con gente del genere, che non perdona nemmeno un tradimento.- quella voce parve penetrare nella testa di Louis, e in quel momento lo sentii tirare un sospiro, prima di voltarsi di nuovo verso di lei. –Sono passati tre anni, Hannah, e ancora tu.. tu pensi a tutto questo? Come ti avrei potuta mai perdonare? Mi hai tradita con il mio migliore amico.- non avevo mai visto Louis così arrabbiato con una ragazza, e mi fece uno strano effetto per un momento.

-Pensi che non ci sia stato male? Ti sbagli di grosso, adesso sto bene qui, senza di te, ti ho dimenticata ormai, adesso vai a fanculo, e lasciami solo con la mia ragazza.- Hannah ammutolì immediatamente, guardando Louis sconvolta per quello che aveva detto, e forse in quel momento capì veramente che non doveva più avere a che fare con Louis, anche perché parve avere una certa paura di me. –Andiamo, Arya.- mi prese per mano, e dopo averla fissata incessantemente, andammo verso casa, e quel viaggio fu lungo e silenzioso, fino a quando io non ruppi il ghiaccio. –Sei stato favoloso.- dissi con un sorriso.

-Ah sì?- sorrise anche lui di rimando, prima di circondare le mie spalle con un braccio, e baciandomi la tempia. –Dovevo farlo e poi.. mi ha baciato.- disse passandosi una mano sulla bocca, con aria schifata.

-Non ricordarmelo, o torno indietro a gonfiarla di botte, ti giuro!- dissi nervosa. Il pensiero che quelle labbra erano state sfiorate da quella viscida bionda, mi faceva venir voglia di prenderle la faccia, attaccarla al muro, e giocarci a freccette. Per tutto il tragitto, però, ero rimasta zitta, poiché il nervosismo continuava a ribollirmi in tutto il corpo.

-Dai piccola, tranquilla.- sussurrò Louis.

-Tranquilla? Cazzo ti ha baciata Louis!- sbraitai, con la voce strozzata come se volessi piangere da un momento all’altro.

-Ma sei stata fantastica dopo!- ammise fermandosi, e prendendomi dalle spalle per potermi guardare negli occhi, sorridendomi. Mi abbracciò.

-Come faccio a spiegarti che sei l’unica per me?- chiese.

-Louis.. scusami, è che mi ha dato parecchio fastidio.- mi poggiai con la testa sul suo petto, sentendo il cuore battergli, ed era un contatto davvero favoloso, mi piaceva.

Appena ci eravamo allontanati da Hannah diventai fiera del mio ragazzo, ma poi avevo ripensato meglio a ciò che era successo e mi ero innervosita nuovamente. Adesso dopo le parole di Louis non riuscii assolutamente a non sciogliermi, come se tutto fosse sparito.

L’unica cosa che mi consolava, era che adesso probabilmente non si sarebbe più rimessa tra di noi, anche perché qualche giorno dopo, sarebbe ritornata a Doncaster, lontana da noi, lontana dalla nostra splendida storia d’amore.

Così, sorridenti e fieri di noi, tornammo a casa, pronti ad andare a dormire, cercando di sfuggire agli occhi indiscreti di Bill e mio padre, che probabilmente a quell’ora già dormivano. Ci chiudemmo in camera di Louis, e ci addormentammo immediatamente, piuttosto stanchi dopo quella giornata, e le braccia di Morfeo ci cullarono dolcemente anche quella splendida notte di ottobre.

 

I giorni successivi parvero trascorrere con una velocità incredibile. Tra lavoro, Louis, e uscite serali, pensavo davvero di stare fin troppo bene, ed ero contenta del fatto che il lavoro non mi stressasse per niente. Avevo anche presentato Miranda a Louis, e lei era davvero felice di conoscerlo, visto che le parlavo spesso di lui. Avevamo legato parecchio negli ultimi giorni, e spesso lei mi raccontava qualcosa della sua vita, e io della mia. Eravamo ottime amiche, e avevo anche trovato il tempo per uscire un paio di volte con Thomas, e ogni tanto era lui che mi veniva a trovare al bar, e anche se dovevo lavorare, mi ritrovavo sempre a raccontargli qualche novità. Appena seppe la storia di Hannah, non riuscì a resistere dalle risate, anche perché mai avevo tirato i capelli ad una ragazza o cose simili, e lui era quasi sconvolto. Ammise che ero cambiata da quando Louis era con me, ma probabilmente in meglio, perché mi sentivo più forte e sicura di me, ciò che non ero mai riuscita ad essere negli ultimi anni, ed ero fiera di me. Il tempo passava davvero fin troppo in fretta, e io non me ne accorgevo. Non passarono molti giorni, che mi ritrovai a festeggiare il mio terzo mese di fidanzamento con Louis, ed erano successe tante di quelle cose in così poco tempo, che la mia vita sembrava aver preso una svolta, quello che cercavo da tempo alla fine.

Io e mio padre sembravamo davvero essere in buoni rapporti adesso, e benché pensassi che con l’arrivo di Bill e Louis tutto sarebbe cambiato, mi sbagliavo di grosso, perché probabilmente la presenza di un amico nella vita di mio padre, l’aveva fatto riflettere parecchio, e di questo ne ero felice. Ora mi trattava come avevo sempre desiderato, e sembrava un sogno tutto ciò, ma era la realtà, quella realtà che spesso mi aveva lasciata sconvolta, senza parole, amareggiata e cose del genere. Pensai a tutto questo proprio mentre stavo per andare al lavoro, pronta a cominciare una nuova giornata tra servizio ai tavoli, caffè, cappuccini, e frappè. E proprio quella mattina mi ritrovai sia Louis che Thomas lì da me, e sinceramente mi impedivano di lavorare, visto che mi facevano ridere ogni secondo, ma alla fine mi divertivo, specialmente quando Louis faceva lo scemo, e faceva ridere tutti i miei colleghi, compresa Britney. E trascorse così la giornata, tra risate, un milkshake di qua, un caffè di là, e tranquillità, nient’altro. Da quando Hannah era ritornata a Doncaster, la vita tra me e Louis sembrava esser tornata alla totale normalità, ed eravamo pronti ad andare avanti.

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Capitolo 24
*** chapter 24. ***


Non ricordo nemmeno come passarono quei mesi, come volarono, ma davvero mi sembrava che il tempo passasse via in una maniera incredibilmente veloce, e mi ritrovai con il freddo di dicembre, e il compleanno di Louis che si stava avvicinando insieme al Natale. Ero riuscita a guadagnare un bel po’ di soldi con il mio lavoro, tanti per potermi permettere di comprare bei regali per tutti, soprattutto per Louis e Zoe, che li meritavano davvero. Il problema però era sempre il solito, e improvvisamente mi accorsi che non avevo idea di cosa regalare a nessuno dei due, o almeno a Louis. Non gli avevo ancora fatto un regalo, e mi sentii così maledettamente in difficoltà. E dovevo trovare qualcosa di geniale da potergli regalare. Qualcosa che l’avrebbe lasciato a bocca aperta, qualcosa di splendido, che si meritava davvero per tutto quello che aveva fatto negli ultimi quattro mesi e mezzo. Erano davvero passati quasi cinque mesi? E davvero eravamo stati capaci di non farci scoprire da nessuno in quella casa? Mi stupivo di me stessa, ma sapevo che se desideravo una cosa, mi sarei impegnata in tutti i modi per ottenerla. E io non volevo che mio padre venisse a sapere tutto, e con Louis come complice ero riuscita perfettamente nel mio intento, ed ero davvero fiera di me.

Era soltanto il diciassette dicembre, e mancava una settimana al compleanno di Louis, che si sarebbe tenuto per la vigilia di Natale. Eppure a distanza di ben sette giorni, mi ponevo il problema sul regalo, anche se in realtà me lo ponevo già ad ottobre. Quel giorno presi un giorno libero a lavoro, e decisi così di uscire con Thomas, che mi avrebbe sicuramente aiutata a trovare il regalo giusto per lui. Era un ragazzo, e probabilmente mi avrebbe dato dei consigli perfetti, essendo anche il mio migliore amico. Appena uscì di casa, lo accolsi con un caloroso abbraccio, poiché erano passati molti giorni dall’ultima volta che l’avevo visto. I suoi capelli neri allungavano sempre di più, e sembrava il momento di darci un taglio, ma se gliel’avessi detto, non mi avrebbe parlato forse per tutta la vita. –Sei pronto ad aiutarmi per i regali?- dissi con un sorriso a trentadue denti. Lui si passò una mano sulla fronte, sapendo che sarei diventata super stressante e paranoica, visto che spesso a Natale ci ritrovavamo a fare i regali insieme.

-Okay, andiamo ad affrontare questa avventura!- disse facendosi coraggio internamente, e ridendo subito dopo. Feci lo stesso, prima di abbracciarlo. –Bene, andiamo al centro commerciale?- chiesi, e lui annuì e immediatamente ci ritrovammo nella strada per poter andare lì. Mentre camminavamo cominciammo a parlare del più e del meno, e di quello che ci era capitato negli ultimi giorni, e lui mi aveva raccontato che aveva conosciuto una ragazza davvero carina, che probabilmente desiderava di essere la sua fidanzata, e speravo che fosse la volta buona per lui, visto che spesso era stato molto sfortunato in amore, ma io andavo a braccetto con lui, visto che l’unica storia seria fu quella con Louis.

-Come si chiama? Dimmi tutto di lei!- dissi interessatissima sull’argomento, e subito dopo lui cominciò a parlarmi di lei con occhi trasognanti. Probabilmente uno sguardo che non vedevo da moltissimo tempo. –Spero davvero che vada bene tra di voi.- ammisi con un sorriso.

In circa venti minuti arrivammo al centro commerciale, e già si poteva perfettamente respirare quell’aria natalizia che tanto adoravo. Gente piena di buste e pacchi, alberi di Natale ovunque, e tutto ciò che era consono per un’atmosfera adatta a quel periodo dell’anno. L’unica cosa negativa, era che se pensavo ai regali da fare, già mi sentivo maledettamente confusa, e volevo scappare via urlando.

-Allora, direi di pensare prima di tutto ad un regalo per Zoe e mio padre, e anche quello per Bill.. e poi penserò a quello per Louis!- dissi, cominciando a girare diversi negozi che però non mi colpivano particolarmente, e mi trovai in difficoltà adesso anche per i regali che avrei dovuto fare a mio padre e a Bill. Fortunatamente risolsi il problema non appena un negozio di camicie e abiti eleganti si presentò davanti a me. A mio padre presi un set di tre camicie e due cravatte, che a lui piacevano particolarmente, a Bill una polo e una camicia, con la speranza che gli sarebbero piaciute, e ammetto che tirai ad indovinare la sua taglia, ma sembrava davvero adatta. Per un momento mi sentii davvero sollevata di aver già pensato a due regali, e adesso mancava il grosso, nonché quello di Zoe e di Louis. –Cosa potrei fare a Zoe?- chiesi.

-Dei vestiti?- propose Thomas.

-Vestiti? E’ piena! Voglio qualcosa di più.. simbolico.- dissi, cercando di pensare a qualcosa adatto a lei, ma mi sembrava impossibile.

-Una collana?- propose ancora.

-Una collana?- ripetei alzando il sopracciglio, ma ci pensai su per un momento. –Una collana con le nostre iniziali incise!- ammisi contenta con un sorriso, dopo la favolosa idea che mi era appena venuta fuori.

-Ah sì, e abbinata ad un anello con la nostra frase incisa dentro.- dissi infine, e mi sentii veramente soddisfatta per quello che avevo pensato. Un secondo dopo mi ritrovai a trascinare Thomas in una gioielleria che c’era proprio lì nel centro commerciale, che sembrava davvero conveniente. Informai la commessa del lavoro che dovevo fare.

-Bene, vuoi che la facciamo subito in laboratorio, o la vieni a prendere un altro giorno?- chiese lei, ma io optai per la lavorazione momentanea. Mi chiese poi di scegliere i modelli, e mi presentò diversi tipi di anelli e di collane, e mi ritrovai indecisa, ma improvvisamente trovai qualcosa di perfettamente adatto a lei. La ragazza dai capelli castani, mi chiese di scrivere in un foglio la frase che doveva essere incisa, e con la penna scrissi “It never ends” e le consegnai il piccolo pezzo di carta, dopo averle detto quali iniziali doveva incidere nella collana, e lei mi informò subito dopo che in una mezz’oretta tutto sarebbe stato pronto. –Abbiamo il tempo per pensare al regalo per Louis.- dissi poggiandomi allo stipite dell’enorme entrata del negozio.

-Oh, qui non posso aiutarti!- disse Thomas.

-Cosa?! Sei un ragazzo, suvvia!- mi passai una mano sul viso, come se fossi quasi disperata, non sapevo veramente cosa regalargli.

-Un profumo!- disse cercando di farsi venire qualche idea in mente.

-Deve essere qualcosa di speciale, Tomi.- misi il broncio, e la mia voce era tale e quale a quella di una persona che stava per impazzire.

-Una felpa!- ancora era davvero lontano dalla mia idea di regalo per Louis. –Non ci siamo.- scossi la testa mordendomi il labbro.

-Mh, penserei ad un iPod con tutte le vostre canzoni, e le vostre foto, e dei video se li avete, ma credo che sembri banale pure questo.- ammise, picchiettandosi il mento con il dito come se stesse pensando. Subito dopo le sue parole, sembrava essersi accesa una lampadina proprio sopra la mia testa. –Tomi! Sei un genio!- dissi, saltandogli al collo e abbracciandolo. –E’ un’idea geniale!- ammisi.

-Davvero?- mi guardò sconvolto, ma in realtà era davvero una splendida idea, soprattutto perché l’iPod di Louis ormai era piuttosto vecchio, ed era il caso di comprargliene uno nuovo. Quando sentii la voce della commessa che mi chiamava per consegnarmi i pacchetti pronti e sistemati, pagai il tutto, e corsi fuori, cercando con Thomas il primo negozio che vendeva iPod, o cose del genere, e non fu per niente difficile trovarlo. L’ultimo modello mi si presentò davanti, e optai immediatamente per quello, senza doverci pensare più di una volta, e mi sembrava perfetto per Louis. Ancora felicissima per l’idea geniale di Thomas, gli stampai un bacio sulla guancia prima di andare a pagare, e ritirare il nuovo iPod che avrei regalato a Louis. Così facendo, uscii dal negozio con un bel sorriso stampato in viso. Ci preoccupammo poi per il resto del pomeriggio ai regali per la famiglia di Thomas, che a quanto pare aveva già idea di quello che avrebbe regalato ai suoi genitori, ed era piuttosto fortunato in questo. Improvvisamente mi accorsi che avrei dovuto prendere qualcosa anche a lui, ma l’avrei fatto sicuramente nei giorni successivi, senza che lui fosse presente, e facevamo così ogni anno. Il nostro shopping natalizio si concluse solo due ore dopo che entrammo in quel centro commerciale, e partimmo spediti dritti verso le nostre case, con la neve che ricopriva la montagne all’orizzonte.

Appena arrivai a casa, corsi in camera mia per poter sistemare il regalo di Louis. Ne approfittai della sua assenza per poterlo fare, e accesi immediatamente il computer, cercando di capire come funzionava quell’affare, ma a quanto pare non era poi così complicato, e dopo aver collegato il cavo USB dall’iPod al computer, decisi di selezionare tutte le nostre canzoni, che erano tantissime e come prima misi Look After You, che era la canzone che mi aveva cantato tantissime volte, e un’altra decina di brani che ascoltavamo sempre insieme, i quali testi sembravano parlare proprio di noi, e della nostra storia. Passai almeno un’ora a sistemare tutto, e a lavoro concluso, impacchettai il regalo, mettendolo sotto l’albero che avevamo sistemato in salone, insieme agli altri regali che avevo fatto, fiera di me.

 

Gli ultimi sette giorni passarono lentamente, e non vedevo l’ora che arrivasse quel ventiquattro dicembre, per poter festeggiare il compleanno di Louis. In quei giorni mi procurai un regalo per Zayn, al quale non avevo assolutamente pensato, e un regalo per Thomas, e per quello mi ero fatta aiutare da Louis.

Per il suo compleanno intanto, avevamo organizzato una meravigliosa cena in famiglia, con Zayn presente, e a mezzanotte avremmo aperto i regali per il compleanno di Louis e quelli di Natale, per far combaciare perfettamente le cose. Quella mattina era mio compito svegliare Louis, e mentre Bill e mio padre erano fuori casa per l’ultima giornata di lavoro prima delle ferie natalizie, io preparai una deliziosa colazione a Louis, mentre ancora dormiva in camera sua. Con un vassoio in mano salì lentamente le scale, osservando la meravigliosa colazione che avevo preparato. Affiancata alla tazza di latte c’era un piccolo bigliettino con scritto “Buon compleanno, piccolo” e il mio nome alla fine. Aprii la porta della sua stanza con il gomito, per non far cadere tutto per terra, e poi poggiai il vassoio sul comodino. Mi avvicinai a lui, sedendomi sul letto, e osservandolo per un momento prima di passare una mano sui suoi soffici capelli castani, che tanto adoravo. Per un momento sembrava che non riuscisse a svegliarsi, ma appena sussurrai al suo orecchio, fece un sorriso, e dischiuse gli occhi. –Amore, svegliati, è il tuo compleanno.- dissi sottovoce, e sentii la sua mano che sfiorava delicatamente la mia che era finita proprio sulla sua guancia. Teneva ancora il suo solito sorriso, e adesso aveva del tutto aperto gli occhi.

-Buon compleanno.- dissi semplicemente, sorridendogli e gli baciai appena la fronte, prima di annunciargli che gli avevo portato la colazione, interamente preparata da me. Sembrava davvero felice di vedere una cosa del genere, e mi strinse forte, trascinandomi verso di lui sul letto, facendomi completamente distendere accanto a lui. –Amore mio, grazie, so già che sarà il compleanno più bello della mia vita.- sussurrò al mio orecchio, prima di baciarmi una tempia. –Ti amo.- dissi poi, e in quel momento decisi di baciarlo delicatamente sulle labbra, abbracciandolo più forte che potevo. Sembrava un giorno davvero troppo speciale.

-Ora mi godo la tua colazione!- disse, mettendo il vassoio sulle sue gambe, e vedendo che anche lì c’erano degli auguri da parte mia, scritti sul foglietto.

-Non vedo l’ora che arrivi stasera.- confessai contenta.

-Anche io! Sarà una serata splendida, dopo anni.- ammise sorseggiando il suo latte caldo, mentre io lo affiancavo, osservandolo.

-Come è stato per me quest’anno, grazie a te, no?- lui sorrise.

-Com’è nascere il giorno della vigilia?- chiesi con un sorriso, ma lui parve davvero sconfortato, e potevo immaginare perché. –Deprimente, perché ricevo un regalo che vale per entrambe le festività, che tristezza!- ammise mettendo il broncio, e io non riuscii a resistere alla tentazione, e gli stampai un bacio su quelle splendide labbra, appena macchiate di latte. –Hai un buon sapore di latte.- sussurrai a fior di labbra, e lui sorrise, baciandomi di nuovo.

-Oggi dovrò aiutare mio padre in cucina.- ammisi passandomi una mano sul viso, perché sapevo che sarebbe stato davvero molto stressante, e non potevo fare a meno di pensare che forse avrei optato per il suicidio. Probabilmente la voglia di vedere Louis davanti al mio regalo, mi diede la forza di andare avanti, e di pensare positivamente. Era ogni anno così, e quando io uscivo ed entravo cibo dal forno, Zoe sistemava il salone con meravigliose decorazioni. Sapevo che anche lei quel giorno sarebbe stata eccitata proprio per la presenza di Zayn con noi.

-Bene, vado a svegliare anche Zoe!- dissi mentre Louis finiva la sua colazione, e uscii dalla sua camera dopo avergli stampato un bacio sulla fronte, e andai direttamente verso camera di mia sorella. Aprii la porta, e stranamente era già sveglia, con il telefonino in mano, e sicuramente stava mandando il ‘buongiorno’ a Zayn. –Hey, sei già sveglia?- le dissi, entrando, lei fece un mugugno, voltandosi poi verso di me, e stiracchiandosi. –Da cinque minuti.- disse coprendosi con il piumone fin sopra la testa. –Su! Devi alzarti, dobbiamo preparare le cose per stasera!- dissi ridendo, e avvicinandomi al suo letto, e scuotendola un po’ ma tutto ciò non serviva. Alzai il piumone, infilandomi sotto le coperte insieme a lei. –Buongiorno!- dissi, coprendo entrambe.

-Oddio, mi fa pensare a quando eravamo piccole!- ammise, e ridemmo.

-Passavamo le serate così, a parlare di tutto.- sorrisi.

-Però ora non possiamo passare un’intera giornata qui, dobbiamo preparare le cose.- dopo quelle parole, Zoe, fece un altro mugugno, e si voltò come se fosse una disperata. –Ma poi Zayn vedrà la casa tutta in disordine!- dissi, cercando di convincerla, e quella volta sembrava aver funzionato.

-Okay, andiamo.- disse, e io risi, vedendola che era quasi saltata via dal letto. Mi alzai anche io, e da lì cominciò la nostra giornata all’insegna del lavoro.

 

Verso le sei di sera, due ore prima che arrivasse anche Zayn per cominciare a festeggiare, mi accorsi che io e mio padre avevamo preparato una cena per almeno venti persone, eppure eravamo soddisfatti del nostro lavoro, come lo era Zoe dopo che ebbe sistemato per bene il salone, che dava un’aria molto natalizia. Louis aveva passato la giornata a giocare con la sua Nintendo, aiutando me e mio padre ogni tanto, specialmente con i dolci, e poteva permetterselo di godersi un po’ di ozio essendo il suo compleanno. Mi accorsi poi che io ancora dovevo vestirmi, e anche Zoe doveva, e appena finii di cucinare, mi diressi verso il piano di sopra, ancora troppo indecisa su cosa dovevo mettere. Chiusi la porta alle mie spalle, e misi un po’ di musica dal computer. Direi che la musica di Bruno Mars mi avrebbe aiutata a rilassarmi, e a trovare il vestito adatto da indossare quella sera.

Dopo aver frugato nel mio armadio decisi di indossare dei pantaloni neri con un maglioncino bianco, e un bel paio di UGGs calde e comode. Non mi truccai moltissimo, anzi, mi limitai ad un po’ di matita e del mascara, colorandomi appena le guance di rosso, per ravvivare la mia pelle piuttosto chiara. Faceva molto freddo quel giorno, e mi piaceva tantissimo. Se mi affacciavo dalla finestra potevo perfettamente vedere la neve poggiata sui monti, ed era segno che presto anche in città avremmo avuto una splendida nevicata. Adoravo l’inverno. A distogliermi dai miei pensieri fu il campanello, e dalla mia finestra vidi che era arrivato Zayn, piuttosto in anticipo, e teneva in mano delle buste evidentemente con dei regali. Aprii la porta della mia stanza.

-Zoe! E’ arrivato Zayn!- dissi, e lei scattò fuori dalla sua stanza, per andare ad aprire la porta al suo ragazzo, e io scoppiai a ridere, fino a quando non vidi apparire anche Louis vicino a me poco prima di rientrare in camera mia. –Sei splendida.- disse e io feci un sorriso. Subito pensai che non avevo bisogno di usare fard in viso, perché con quei complimenti sarei diventata rossa subito. Si avvicinò furtivo verso di me, schioccandomi un bacio sulle labbra, e rientrando in camera sua, evidentemente per potersi preparare.

Un’ora dopo eravamo già tutti al piano di sotto, e io già non vedevo l’ora di aprire i regali, era la parte migliore della serata, dopo il meraviglioso pasto che ci aspettava qualche minuto più tardi. Mio padre aveva cominciato a scherzare con Zayn, e mia sorella parve sentirsi in crisi in quel momento, mentre io avevo passato una buona parte della serata nel divano a ridere e a scherzare con Louis, e per fortuna mio padre non aveva pensato niente di strano. Durante la cena, eravamo tutti piuttosto tranquilli e rilassati, e ci eravamo divertiti parecchio, e fortunatamente la cena per venti persone che avevamo preparato, parve finire magicamente. –Chi ha cucinato?- chiese Zayn dopo aver preso una fetta di pollo arrosto. –Io e mio padre!- dissi sorridente.

-E anche io!- si intromise Louis, che ricevette un buffetto sulla guancia da parte mia. –Per fare cosa? Mettere le fragoline nella torta?- dissi ridendo, e lui subito mise il suo solito broncio. Il quel momento veniva davvero difficile trattenersi, ma dovevo farlo, gli feci una smorfia, tornando poi a mangiare, dopo esserci scambiati uno sguardo d’intesa.

-Beh allora la torta non la mangerò Louis, visto che hai messo le fragole tu!- ribattè poi Zayn, e tutti scoppiarono a ridere, e Louis non rispose a quella provocazione solo perché c’era suo padre davanti, ma la cena andò avanti così per almeno un paio d’ore, a ridere e a scherzare. Ogni tanto da sotto il tavolo io e Louis ci toccavamo o le gambe o le mani, senza che nessuno se ne potesse accorgere. Era questo il bello di stare vicino a lui. Dopo aver finito di mangiare, notammo che erano già le undici, senza che noi ce ne fossimo accorti, e ci ritirammo in salone, sedendoci nei due divani.

-Aspettate! Devo dire una cosa!- Zoe si alzò in piedi prendendo un piccolo pacco. –Allora, visto che ormai Bill e Louis fanno parte della.. nostra famiglia, ho fatto delle calze con su scritti i loro nomi, da appendere vicino la porta. Ne abbiamo una ciascuna e queste sono per voi!- disse porgendo i pacchettini e i due rimasero stupidi dalla gentilezza di mia sorella, che evidentemente l’aveva fatto senza dire niente a nessuno, come se fosse una sorpresa, e in effetti lo era. Appese le due calze vicino la porta accanto a quelle con su scritti il mio nome, quello di mia sorella e quello di mio padre. Sorridemmo tutti felici, la prima Zoe. –Ora voglio cominciare a dare i regali per Louis!- mia sorella era così, per le festività, molto attiva, e sempre con il sorriso stampato sulle labbra, era lei che dirigeva tutto. Louis fece un versetto, come se si fosse intimidito improvvisamente. –Questo è il mio!- disse porgendogli un pacco, contenente un nuovo paio di Toms, e i suoi occhi si illuminarono appena le vide. –Sono splendide! Ma.. oddio, grazie Zoe!- si alzò in piedi, abbracciando mia sorella, e probabilmente era la prima volta che vedevo una scena del genere. Io intento mi ero sistemata proprio al suo fianco, anche perché quando avrebbe aperto il mio regalo, volevo vedere per bene la sua faccia. A quel punto si alzò Zayn in piedi, porgendogli il suo regalo. –E dopo un bel po’ di anni, sono felice di poterti fare di nuovo un regalo di compleanno.- Louis lo strinse forte, proprio come fanno due veri e propri migliori amici, sembrava una scena davvero commovente. Scartò il suo regalo, e apparve prima l’ultimo cd dei Take That, che Louis tanto adorava, e in seguito una splendida felpa.

-E’ bello sapere che mi conoscete piuttosto bene!- ammise abbracciando di nuovo l’amico. Subito dopo mio padre e Bill consegnarono i loro regali a Louis, mostrando da parte di suo padre un magnifico computer portatile, visto che ancora Louis non ne aveva uno da quando era arrivato. Mio padre invece gli aveva regalato ben tre magliette a righe, proprio come piacevano a lui. Sembrava davvero molto felice, e adesso l’unica cosa che mancava era proprio il mio regalo. –Ora tocca a me.- mi alzai con un sorriso, e da sotto l’albero presi un pacco, che all’apparenza sembrava piccolo ma dentro conteneva un grande regalo. –Ecco, questo è per te.- dissi porgendoglielo con un sorriso, e tornando a sedermi vicino a lui. Ricambiò il sorriso, scartandolo delicatamente. Appena vide la custodia, parve davvero fin troppo felice. –Tu.. cioè.. ma è un iPod!- disse guardandomi sconvolto e a bocca aperta. –Sì, e ho messo già un paio di canzoni!- ammisi, e immediatamente lui lo accese, mettendo una cuffia nell’orecchio. Lo vidi sorridere appena si accorse che tutte le canzoni che avevo messo erano le nostre. Vide anche che avevo messo le nostre foto. –Allora? Ti piace?- chiesi abbassando appena la testa per cercare il suo sguardo. –E’ splendido, davvero.- disse, e subito dopo mi abbracciò fortissimo, e io feci lo stesso, stringendolo più che potevo. Sentii un ‘ti amo’ detto come un bisbiglio, e nessuno era riuscito a sentirlo per fortuna, ma io sì, e la cosa mi faceva stare davvero bene.

-Okay, davvero.. grazie a tutti.- disse Louis contento.

-E.. adesso visto che sta arrivando la mezzanotte, voglio darvi i vostri regali.- si alzò dal divano, porgendo a ciascuno di noi un pacchetto diverso. Il mio era piccolo. Lo aprii immediatamente senza aspettare, e mi accorsi che lo sguardo di Louis era fisso su di me, e sorrisi quasi imbarazzata. C’era un anello dentro, e quasi non mi venne da piangere a vederlo, e sembrava un anello qualsiasi ma dentro c’era una scritta.

‘Thank you, my star.’ Ecco che cosa c’era scritto. Feci un sorriso.

-Beh, sai, ho scelto un anello perché so che ti piacciono!- disse cercando di non far capire niente a mio padre, che fortunatamente ancora era ignaro di tutto. Lo rimisi dentro la scatoletta, stampandogli un bacio sulla guancia. La voglia di urlare quanto lo amavo, e quanto mi aveva resa felice con quel regalo era davvero infinita, ma dovevo stare in silenzio e non dire nulla. Scartammo tutti gli altri regali, subito dopo. Zoe rimase colpita dal mio, le piacque parecchio, tanto da farmi quasi soffocare con un abbraccio, e mi aveva realmente riempita di baci. Sembrava una serata davvero perfetta, che durò fino a tardi, e probabilmente quello era uno dei Natali più bello di tutta la mia vita. Non riuscivo a capire se era la presenza di Louis, o chissà che altro. Mi chiesi se mai mio padre sarebbe venuto a sapere della nostra storia, ma decisi che gliel’avrei detto prima o poi, magari al momento opportuno. Tutto ciò che mi impediva di dirglielo era la paura di poter ricevere un rifiuto da parte sua. Non accettava mai nessuno dei miei ragazzi, non ho mai capito il perché, probabilmente gelosia, e se avesse saputo che Louis, il figlio del suo migliore amico, fosse il mio ragazzo da quasi cinque mesi, sarebbe andato su tutte le furie, e io non volevo perderlo per nessun motivo al mondo. Ero felice adesso, stavo passando mesi incredibili e meravigliosi, adesso mi sentivo bene, e non avevo bisogno di nient’altro. Forse lui sarebbe venuto a saperlo da solo prima o poi, o magari gliel’avremmo detto noi, ma per ora non mi importava davvero.

Il mio meraviglioso anello giaceva nella mia mano, e quella scritta all’interno mi piaceva tantissimo, era davvero splendida.

‘Thank you, my star’ era probabilmente la frase più bella che io avessi mai sentito.

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Capitolo 25
*** chapter 25. ***


Il giorno dopo Natale, io e Louis decidemmo di fare una splendida passeggiata al freddo. Aveva nevicato anche da noi, e adesso potevamo divertirci. Era tutto ricoperto di bianco, e faceva un gran freddo. Indossavo un cappotto lungo, nero, e un cappellino in testa per evitare di morire dal freddo, e lo stesso aveva fatto Louis. Camminavamo mano nella mano tra la neve che aveva ricoperto ogni angolo della città, ed era davvero favoloso. Mi piaceva l’inverno, e soprattutto adoravo il freddo. Però, una delle cose migliori dell’inverno era che mi ritiravo sempre da Starbucks o in qualsiasi altro bar per potermi bere una magnifica cioccolata calda per riscaldarmi. Arrivata ad un certo punto, mi sedetti sulla neve, affiancata da Louis. Le mie guance erano rosse per il vento, e continuavo a sfregarmi le mani per potermi riscaldare, ma niente era meglio delle braccia di Louis che mi tenevano strette a sé.

-Ci penso io a riscaldarti, freddolosa!- disse lui stampandomi un bacio sulla tempia, prima di stringermi forte.

-Ti va se tra poco andiamo a prendere una cioccolata?- chiesi sorridendo.

-Certo, ne ho tanta voglia.- sentii subito dopo le sue labbra poggiarsi sulle mie, e quel contatto era davvero meraviglioso. Il giorno prima non eravamo stati molto tempo insieme, visto che entrambi i nostri genitori erano a casa, ed essendo il giorno di Natale non eravamo usciti.

-Ancora penso al tuo splendido regalo.- ammise lui sorridendo.

-Il tuo è ancora più bello.- sussurrai, guardandomi la mano in cui giaceva il meraviglioso anello che avevo ricevuto da Louis per Natale. Lo tolsi dal mio anulare, leggendo la scritta all’interno. –Quindi sono la.. tua stella?- dissi alzando lo sguardo per poterlo guardare e sorrisi di nuovo. –E anche di più!- disse buttandomi praticamente sulla neve, e mettendosi quasi su di me, mentre cominciava a baciarmi con trasporto, stringendo una delle mie mani. Passò poi l’altra mano tra i miei capelli morbidi continuando a baciarmi, e appena si allontanò sorrise appena contro le mie labbra. –Sai che siamo buttati a terra sulla neve, vero?- dissi, e lui scoppiò a ridere, ma subito dopo tornò ad occuparsi delle mie labbra.

-Guarda chi si vede!- una voce piuttosto familiare mi fece ridere appena, e dopo essermi staccata da Louis, alzai lo sguardo riuscendo a vedere Zayn e Zoe che era poco distanti da noi e ci salutarono con la mano. Si avvicinarono a noi, sedendosi proprio al nostro fianco.

-Che facevate, piccioncini?- chiese Zoe.

-No niente, stavo contando quante ciglia avesse Arya!- rispose Louis ironico, e tutti e tre scoppiammo a ridere, e poi alzai di nuovo il busto per tornare seduta, poggiandomi sulla spalla del mio ragazzo. –Voi dove state andando?- domandai.

-In giro!- rispose Zayn.

-Vi va di venire da Starbucks a prendere una cioccolata con noi?- propose Louis che stringeva la mia mano, intrecciandola con la propria.

-Ci sto!- risposero insieme, e improvvisamente ci alzammo tutti e quattro, diretti verso il solito bar in cui andavamo sempre, per poter stare al calduccio con una tazza di cioccolata fumante proprio davanti a noi. Appena arrivammo prendemmo posto in uno dei tantissimi tavoli che c’erano lì. –C’è caldo qui!- ammisi togliendomi il cappotto, e appena il cameriere portò le nostre cioccolate, passammo l’ora dopo seduti lì a parlare. Da lì notammo che fuori aveva ripreso a nevicare, e fino a quando non avrebbe smesso, non saremmo potuti uscire di lì per tornare a casa, ma personalmente la cosa non mi dispiaceva, perché si stava così bene lì dentro che sarei potuta rimanere anche tutto il giorno.

-Zayn ho notato che mio padre ti ama!- dissi ridendo dopo aver sorseggiato un altro goccio di cioccolata, e lui quasi si passò una mano sulla fronte come per disperato. –Oddio, l’altra sera parlava solo con me!- ridemmo tutti insieme, sentendo la voce allarmata di Zayn.

-Se non ci fosse stata Zoe, penso che mi sarei ucciso!- continuò poi, stringendo la mano della sua ragazza, e guardandola negli occhi subito dopo. –Mio padre è fatto così.- ammise lei sospirando.

-Ma lo è solo con te! Se sapesse di Louis, penso che lo butterebbe fuori di casa in pochissimi secondi.- dissi sbuffando, e mettendo quasi il broncio.

-Lo sai che con te è iperprotettivo!- disse.

-Non ho mai capito il perché, ma okay.- ribattei.

-Ma ovvio, perché sei più piccola!- sentenziò, toccandomi la testa con una mano, scompigliandomi i capelli subito dopo. Le feci una smorfia, ma lei di rimando mi abbracciò stringendomi forte a sé.

-Ma allora hai intenzione di non dirglielo ancora?- chiese.

-Mh.. per adesso, sì.- risposi quasi con un fil di voce, e subito dopo ci fu un momento di silenzio, quando automaticamente ci voltammo tutti e quattro verso una delle finestre, e notammo subito che aveva smesso di nevicare, e potevamo tornare a casa. Ci alzammo da lì, sistemando le sedie, e lasciando i soldi al tavolo e uscendo dal locale. Lo sbalzo di temperatura si poteva perfettamente notare, e improvvisamente cominciai a sentire di nuovo freddo. Louis attorniò le mie spalle con un braccio, facendomi avvicinare maggiormente a lui.

-Non ho voglia di ritornare a casa.- dissi semplicemente.

-Nemmeno io, ma l’importante è sentire la tua presenza, no?- sussurrò, baciandomi poi teneramente le labbra mentre stavamo camminando per tornare verso casa, seguiti da Zoe e Zayn. Appena arrivammo lì, Zayn salutò semplicemente e ritornò verso casa sua, e noi entrammo dentro notando che con i riscaldamenti accesi si sentiva un bel caldo. Tolsi il cappotto lasciandolo sul divano del salone, e buttandomi proprio lì.

-Papà! Siamo a casa!- urlò Zoe, senza accorgersi che lui era proprio in cucina. –Beh, non credo di essere sordo, Zoe!- disse lui ridendo, e avvicinandosi verso di noi.

-Che avete fatto?- domandò, abbracciando mia sorella.

-Niente di nuovo, in giro, a bere poi una cioccolata.- risposi io che stavo completamente buttata sul divano a rilassarmi, e rimasi lì fino a quando non fu tutto pronto per il pranzo.

 

-Bene, io vado a farmi una bella partita con la mia Nintendo!- disse Louis, appena finì di mangiare tutto ciò che c’era sul piatto. Mi alzai in piedi anche io. –E io lo seguo, ho intenzione di batterlo oggi!- dissi, salendo al piano di sopra insieme a lui, e ormai qualsiasi scusa era buona per passare del tempo con lui. Entrammo nella mia stanza, buttandoci entrambi nel mio letto, con la Nintendo in mano.

-Comincio io!- disse lui afferrando la piccola console, per poter cominciare a giocare per primo. Avevamo deciso di giocare a Mario kart, ed ero sicura che lui fosse nettamente più bravo di me, ma avevo intenzione di batterlo. –Ma prima di vincere, mi dai un bacio?- chiesi avvicinandomi alle sue labbra, e lui ne approfittò proprio per poterle baciare, facendo uno strano rumore, che mi fece ridere parecchio, prima che lui cominciasse a giocare. Sembrava davvero bravo, e io in confronto ero una frana. Avevo giocato a quel gioco forse due volte negli ultimi cinque mesi, e Louis mi batteva costantemente.

-Ecco fatto! Sono arrivato secondo, ora tocca a te!- quasi mi tremavano le mani, e afferrai la console, cominciando a giocare. Muovevo i tasti quasi a cavolo in certi momenti, in altri invece cercavo di concentrarmi, ma Louis al mio fianco mi distraeva maledettamente facendomi il solletico, o stampandomi i baci sulle labbra o sulle guance. Ad un certo punto cominciò anche a massaggiarmi i capelli, sapendo che andavo in tilt appena lo faceva, eppure non smetteva. Solo quando, lo scansai con una mano si fermò, e lo lasciai lì ridere come uno scemo da solo.

-Che palle!- sbottai notando il risultato. –Sono arrivata terza!-

-Oh beh, è un record ormai!- disse avvicinandosi a me, e baciandomi ripetutamente il collo, dandomi poi anche un morso.

-Dai dai! Mi fai il solletico!- dissi ridendo e allontanandomi da lui.

-La tua Nintendo fa una brutta fine se non la smetti!- si arrestò immediatamente, tornando ad essere serio e composto, e risi notandolo in quella circostanza, che sembrava quasi un angioletto.

Mi avvicinai a lui, poggiando la Nintendo sul letto, e buttandomi quasi su di lui per poterlo baciare. Sentii la sua mano insinuarsi lentamente sotto la mia maglietta, e rabbrividii appena sotto le sue carezze. Ci baciammo ancora per un po’, la sua mano mi carezzava con delicatezza il fianco destro. –Mh, hai le mani fredde.- ammisi, tremando quasi.

-Potrei riscaldarle in un modo.- disse in tono malizioso, e io risi di rimando, perché conoscevo perfettamente le sue intenzioni. Ci guardammo ancora per qualche istante, e dopo sentii la sua mano premere contro il mio petto, e mi spinse delicatamente contro il materasso, facendomi distendere. Si mise al mio fianco, giocando con la cerniera dei miei pantaloni, e insinuando dentro la mano. Rabbrividii appena, ansimando quasi sottovoce. Con i nostri genitori a casa dovevamo fare tutto il più silenziosamente possibile. Le sue dita premettero appena contro la mia intimità, e ansimai a fior di labbra. In quel momento volevo urlare, ma ero capace di riuscire a trattenermi, anche se era una cosa meravigliosamente bella. Poggiai le labbra sul suo collo, mentre continuava a premere con due dita dentro di me. La sua pelle era fredda, e a contatto con la mia, faceva uno strano effetto, eppure era così rilassante. Notai il movimento del suo braccio, e io continuai a gemere sussurrando, mentre mi stringevo di più a lui e alle sue labbra.

-Dio.. Louis..- sussurrai, sentendo i nostri respiri che si scontravano.

Si fermò, uscendo fuori la sua mano, e automaticamente mi misi su di lui, alzandogli appena la maglietta. Poggiai le labbra sul suo petto, percorrendo la linea degli addominali con la lingua, sentendo ancora una volta la sua pelle calda. Sfiorai il suo bacino prima con le mani, e successivamente con le labbra, sbottonando il primo bottone dei jeans. Mi rialzai appena, spostando i capelli da un lato per poterlo baciare, e allungai la mano, facendola entrare dentro i suoi slip. Riuscii a toccare il suo membro caldo, e cominciai a muovere le dita attorno ad esso, e riuscii a sentire gli ansimi di Louis attraverso i nostri baci. Cominciai a giocare con la sua intimità, stringendo le mie labbra attorno alle sue, mentre le nostre lingue si incontravano tra di loro, per potersi intrecciare e giocare. Sentii improvvisamente la porta bussare, e scattai via da Louis, e afferrando immediatamente la console, allarmata.

-A..avanti.- dissi mentre Louis si abbottonava i pantaloni. Io cominciai a far finta di giocare, mentre Louis si sistemò al mio fianco come se niente fosse. –Oh, tutto bene?- chiese Bill apparendo dalla dietro la porta, e noi annuimmo con un sorriso.

-Louis, scusa, devo.. parlarti un secondo.- ci guardammo per un momento dritti negli occhi. La paura che Bill ci avesse scoperti era tanta, ma per un momento mi parve davvero impossibile, eppure con quello sguardo, entrambi avevamo avuto quel sospetto.

-Si.- disse lui secco, alzandosi dal letto, e lo vidi andare via, e subito dopo sentii la porta chiudersi alle sue spalle. Per un momento mille pensieri mi passarono per la testa. Pensavo davvero che Bill avesse capito tutto, e che sicuramente voleva parlare con Louis della questione.

Oppure magari io mi stavo facendo troppi flash, e voleva semplicemente parlargli di qualcos’altro che non centrava nulla. Rimasi col dubbio, e così spensi la console, lasciandola lì sul letto, e afferrai dal mio comodino il mio solito diario. Era nero, e sopra c’era scritto il mio nome a caratteri cubitali. L’avevo fatta io la copertina, quando avevo circa quindici anni, e rimasi ad osservarla per qualche secondo, prima di afferrare una penna e aprire una nuova pagina per poter scrivere.

 

Caro diario,

ammetto di essere preoccupata in questo momento, e davvero tanto. Qualche minuto fa, io e Louis ci siamo messi a giocare con la sua Nintendo, e dopo una partita ci siamo ritrovati a.. insomma, a toccarci, baciarci, ma siamo stati interrotti perché ha bussato Bill alla mia porta. Ha chiesto a Louis di raggiungerlo perché voleva parlargli, e adesso credo che ci abbia scoperti. Sto con l’ansia addosso, e mi rimarrà fino a quando non saprò di cosa dovevano parlare.

Sta di fatto che ho passato dei giorni favolosi, a partire dalla vigilia di Natale, il compleanno di Louis, che mi ha regalato uno splendido anello. Dentro c’è scritto ‘Thank you, my star’ e per adesso lo tengo sempre, senza toglierlo mai. Mi fa sentire sempre più vicina a lui, ed è favoloso poterlo indossare. Domani saranno finalmente cinque mesi, ed è una cosa davvero splendida! Penso ancora a come sia successo tutto, proprio per caso. L’altro giorno mi sono ritrovata a rileggere le pagine in cui scrivevo quanto lo odiavo, e cose del genere, e adesso? Adesso non posso più stare senza di lui. Strano il destino, davvero strano. Chissà cosa mi riserverà nelle prossime ore (: Per ora sto bene, davvero. Mi sento rilassata e tranquilla, e tra poco arriverà anche l’anno nuovo! Non ho buoni propositi, chiedo solo tanta felicità insieme al ragazzo che amo. Adesso ti saluto, troverò qualcosa da fare, a presto.

Tua, Arya.

 

Lasciai il diario lì sul letto, alzandomi e avvicinandomi al computer che non accendevo da tempo, magari avrei trovato Thomas in chat, per potergli parlare. Erano passati circa una decina di minuti da quando Louis si era allontanato, e ancora sentivo il batticuore. E pensare che ci avrebbe potuti perfettamente scoprire se non avesse bussato alla porta. A distogliermi da quel pensiero fu il computer che si era acceso piuttosto velocemente, e subito entrai in chat, notando Thomas connesso.

Lo contattai e rimanemmo lì a parlare per un po’, mentre avevo deciso di mettere un po’ di musica per potermi rilassare. Non sapevo quanto sarebbe durata quella conversazione, e così avevo bisogno di passare il tempo in qualche modo. Raccontai dell’accaduto a Thomas, che cercava di tranquillizzarmi, dicendomi che sarebbe andato tutto bene. Da una parte mi sentii parecchio rassicurata.

Il tempo passava, e io me ne accorgevo perfettamente, visto che mantenevo lo sguardo fisso sull’orologio del computer, ma decisi di spegnerlo dopo aver salutato Thomas, e proprio quando stavo per alzarmi da dove ero seduta, vidi la porta aprirsi ed entrò Louis. La sua faccia mi fece quasi tremare. Chiuse la porta, poggiando le spalle contro quest’ultima, e guardando un punto fisso nel vuoto.

-Louis.. che succede?- chiesi, sentendo il cuore che batteva così forte da farmi quasi male. Mi avvicinai a lui poggiando una mano sulla sua spalla. Non rispondeva e per un momento pensai al peggio, ma stetti in silenzio, in attesa di una sua risposta, che si stava facendo attendere.

-Arya, ti prego siediti.- disse.

-No, non ce la faccio, sono in ansia.- risposi, passandomi una mano tra i lunghi capelli castani. –Cazzo.- bisbigliò lui per un momento, staccandosi dalla porta. Avevo bisogno di sapere cosa era successo, ma non volevo fargli nessuna pressione, o si sarebbe incazzato.

-Ho parlato con mio padre..- cominciò, cercando di regolare il suo respiro, e smise di guardare il pavimento, e trasferì lo sguardo verso di me, cominciando a camminare per la stanza, io intanto rimasi lì ferma dov’ero. Sentivo le gambe che mi tremavano. -..ed è successo che con il suo nuovo lavoro, gli hanno trovato una sistemazione a Doncaster.- si fermò per deglutire, toccandosi il petto con una mano. I suoi occhi parlavano per lui, e per la prima volta notai che erano lucidi, come se stesse per mettersi a piangere da un momento all’altro. Ci fu ancora un attimo di silenzio. Speravo che non stesse per dire ciò che non volevo sentire. Per un momento il mio cervello era totalmente disconnesso, e le mie mani tremavano. –E quindi.. Il trenta dicembre abbiamo il volo per Doncaster.- disse poi concludendo il suo discorso, e la sua voce quasi tremava, e si fece piccola piccola. Si morse forte il labbro.

Per un momento credevo di non aver capito bene ciò che volesse intendere con quella frase. –Che vuol dire questo, Louis?- domandai allarmata.

-Si torna a Doncaster.- quelle quattro parole furono la chiave perfetta per sentire le mie gambe tremare, e le lacrime scoppiare, ma cercai di trattenermi. Mi avvicinai a lui. –Non è vero, dimmi che non è così.- dissi con la voce sussultante, e gli occhi ancora più lucidi dei suoi. Mi guardò per un momento, e caddi tra le sue braccia, stringendolo forte e immediatamente sentii la mia forza abbandonarmi, ma soprattutto non riuscii più a contenere le lacrime. Poggiai la testa contro la sua spalla mentre mi abbracciava, e cominciai a singhiozzare, bagnandogli appena la maglietta azzurra.

Volevo non credere a quelle parole.

Volevo solo che fosse tutto un incubo.

Volevo piangere, e non finire più.

-Ti prego, dimmi che è uno scherzo.- sussurrai tra le lacrime.

-No amore mio, è tutto vero purtroppo.- disse, e anche lui quasi non scoppiò a piangere, stringendomi forte a sé. Mai avevo sentito un suo abbraccio così forte, e mi sembrava davvero di sognare.

-Ma aspetta.. Il trenta è tra soli quattro giorni.- dissi io allontanandomi da lui, per poter guardare il calendario, ed evidentemente non mi sbagliavo proprio. Strinsi forte la sua mano, poggiando la testa contro il suo petto, senza riuscire più a frenare le lacrime. Volevo poterlo fermare, volevo poter dire a Bill che non doveva portarmi via Louis perché lo amavo.. lo amavo più della mia stessa vita, e senza di lui non ce l’avrei mai fatta. –Non lasciarmi.- sussurrai.

-Amore mio, giuro che non lo farei.- disse stringendomi più forte e massaggiandomi i capelli delicatamente. –Non doveva succedere, non credevo che sarebbe mai successo.- ammise lui, e lo sentii piangere, e tutto ciò mi faceva stringere il cuore.

-Ora.. scusami ma.. devo preparare già le valigie, me l’ha detto mio padre.- disse passandosi una mano sugli occhi, e baciandomi la fronte.

Si allontanò dalla mia stanza, e io quasi mi buttai a terra, facendo scontrare le ginocchia con il pavimento, osservando la porta che si chiudeva. Ero diventata improvvisamente bianca, e avevo perso del tutto la sensibilità delle mani, e un tremendo dolore si era impossessato del mio stomaco. Fra meno di quattro giorni, una parte fondamentale di me se ne sarebbe andata, e io.. io non potevo fare assolutamente niente per fermare tutto questo.

 

Nessuno aveva preso positivamente questa notizia, per primo Zayn che per un momento, proprio come me, sentì un mancamento davanti quella notizia. Avevamo deciso tutti di andare a casa sua il pomeriggio stesso per poterglielo dire, e non aveva preso per niente bene tutto ciò. Sembrava anche lui sull’orlo del pianto, e io ormai cercavo di farmene una ragione, ma sembrava davvero impossibile. Non potevo più immaginare una vita senza Louis, adesso.

-Io.. cazzo, vaffanculo!- urlò Zayn dando un calcio alla neve, e tantissimi pezzi di quella sostanza bianca, volarono in aria. Si buttò lì per terra nel suo giardino, anch’esso ricoperto di bianco. Zoe e Louis si sedettero vicino a lui, che abbracciò l’amico. –Io.. non ce la faccio Louis, sei il mio migliore amico.- sussurrò lui, che quasi singhiozzava.

-Mi sembra di avere un dejavu, Zay.- disse stringendolo forte.

Qualche anno prima avevano passato la stessa situazione. Zayn si sarebbe trasferito a Londra, e i due non si sarebbero più rivisti probabilmente. Ma avevano avuto questa splendida fortuna, e sembrava un sogno il fatto di poter stare di nuovo insieme, proprio come i bei vecchi tempi, ma adesso tutto si stava frantumando in mille pezzi.

-Io, senza di te mi sento perso, cazzo.- disse di nuovo. Sembrava davvero non resistere più, e agli occhi miei e di Zoe parve davvero molto nervoso. –Non ho amici qua..nessuno Lou.- continuava ad abbracciarlo, e notai perfettamente che una lacrima gli aveva solcato completamente la guancia destra. Louis si sentiva davvero distrutto.

-Piccolo, dai.- Zoe si avvicinò al suo ragazzo, sfiorandogli la spalla delicatamente, e lui si allontanò da Louis, passandosi una mano attorno agli occhi per asciugare quelle poche lacrime.

-Promettimi solo che.. tornerai.- gli disse.

-Lo prometto, però adesso.. dobbiamo goderci al meglio questi ultimi giorni.- disse Louis, passandosi una mano tra i capelli castani. Si avvicinò a me stringendomi forte, e baciandomi a stampo. Pensare che non avrei sfiorato più per molto tempo quelle labbra mi distruggeva.

-Cosa.. facciamo?- chiese Zoe, intenta a carezzare i capelli di Zayn, che si era poggiato proprio sulla sua spalla. –Non so, in questo momento mi sento.. debole.- ammise Zayn.

-No amore, non dire così.- mia sorella lo abbracciò, cercando di consolarlo, ma probabilmente non serviva a molto, il suo sguardo sembrava davvero perso nel vuoto.

-Zay, ti va se entriamo dentro a giocare un po’ con la tua playstation?- propose Louis con un sorriso sulle labbra, che fece illuminare il volto di Zayn non appena i due si guardarono. Automaticamente sorridemmo anche io e Zoe, e qualche minuto dopo eravamo già dentro con i joystick in mano, provando a star bene, senza pensare a quello che sarebbe successo quattro giorni dopo. Eravamo lì a farci forza a vicenda, ma io probabilmente ero quella più distrutta, ma alla fine tentammo di passare un pomeriggio tranquillo e spensierato.

 

-Ci pensi? Io..cazzo.- quella sera non riuscivo ad addormentarmi, benché fossi tra le braccia di Louis, come ogni notte, ma c’erano troppi pensieri che mi balenavano per la testa, e che continuavano a torturare la mia mente. –Amore, non pensarci ti prego.- disse lui, che stava con il petto poggiato sulla mia schiena, mentre mi massaggiava delicatamente i capelli. –E’ impossibile.. penso solo a questo.- ammisi.

-Ci vedremo, te lo prometto!- disse.

-Non sarà lo stesso.- i miei pensieri erano del tutto negativi, anche perché non trovavo assolutamente un lato positivo in quella situazione. Adesso mi parve tutto un po’ spento.

-E poi.. ci sarà anche Hannah lì a Doncaster.- sussurrai.

-Lei è l’ultimo dei miei pensieri.- ribattè Louis con una smorfia.

-Ma.. rimarremo insieme?- domandai.

-Non devi nemmeno chiederlo, è ovvio.- disse cominciando a baciarmi la guancia, e prendendo poco dopo il mio mento con due dita, facendomi voltare verso di lui per poterlo baciare.

-Mi avevi promesso che non ci saremmo mai lasciati.- dissi.

-Infatti non lo sto facendo.-

-..ma stai andando via.-

-Non me ne sto andando, io sarò sempre con te, qui.- disse poi toccandomi il petto, proprio nel lato in cui c’era il cuore. Prese la mia mano poggiandola poi sul suo petto. –E tu sarai sempre con me.- disse.

Mi sentivo in un film in quel momento.

Mi voltai verso di lui, poggiando la testa sul suo petto, e pochi minuti più tardi dopo avergli augurato la buona notte, mi addormentai come sempre tra le sue soffici braccia, inebriate del suo splendido profumo, che da cinque mesi ormai mi aveva incantata.

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Capitolo 26
*** chapter 26. ***


Avrei preferito che quei giorni non passassero mai. Mi sarei voluta fermare a quel ventisei dicembre, quel freddo ventisei dicembre, in cui la notizia che Louis sarebbe andato via, riecheggiava nelle menti di ognuno di noi. Erano già passati appena tre giorni, ed il mio umore era rimasto sempre lo stesso.

Il giorno prima della sua partenza.

Mi sembrava un incubo ancora, e non volevo crederci. Pensavo che probabilmente qualche minuto più tardi mi sarei svegliata, per scoprire che al mio fianco c’era Louis a rassicurarmi, a dirmi che in realtà era tutto un sogno, e che non dovevo preoccuparmi di niente. Ma probabilmente era la realtà, quella cruda realtà che spesso ti viene sbattuta in faccia con troppa violenza. Il giorno dopo avrei perso una persona fin troppo importante per me. Avrei perso un amico, un fratello, ma soprattutto, avrei perso il un fidanzato. Quello che mi faceva battere il cuore, che mi faceva sentire bene. Uno di quei fidanzati che incontri solo una volta nella vita, e che non vorresti perdere mai, e fu così che cominciai a pensare a come sarebbe stata la mia vita ora che Louis sarebbe stato a chilometri di distanza da me. Mi aveva cambiato la vita e questo non potevo negarlo, mi aveva aiutata in situazioni anche fin troppo difficili per me, ed era diventato più di un fidanzato, lui era davvero tutto. Perché adesso il destino aveva scelto di portarlo via da me? Aveva colmato tantissimi vuoti che c’erano dentro di me, e benché inizialmente avrei desiderato questo momento più di qualsiasi altra cosa, adesso.. speravo solo che potesse rimanere vicino a me. Per sempre.

Il destino non era abbastanza sazio? Aveva strappato via dalle mie mani la mia splendida mamma, e adesso stava facendo più o meno lo stesso gioco con il ragazzo che era riuscito ad aiutarmi ad andare avanti.

Pensavo a tutto questo adesso, mentre stavo distesa nel mio letto. Ero andata via da camera di Louis dopo aver dormito con lui, come facevo sempre, ma adesso non ero riuscita più a prendere sonno come le altre volte, ed erano solo le cinque e mezza del mattino. Sentivo freddo anche sotto le mie coperte, e non c’era modo per potermi riscaldare, ma l’unica cosa a cui pensai era che dovevo assolutamente scrivere nel mio diario. Negli ultimi giorni avevo abbandonato tutto. Accesi la luce del comodino, prendendo quel diario che raccontava della mia vita, e aprendo una nuova pagina decisi di scrivere lì.

 

Caro diario,

sono circa tre giorni che non scrivo, e ti chiedo scusa. Ma quello che è successo è davvero qualcosa di terribile. L’altro giorno Bill ha detto a Louis che sarebbero ritornati a Doncaster e..domani vanno via. Non posso crederci, sono distrutta e non smetto di piangere per ora. Louis sta forse peggio di me, e adesso vorrei solo che lui rimanesse qui con me per sempre, non voglio che se ne vada. Sto perdendo tutto, tutto.

La foto di mamma mi guarda in questo momento. Lei è lì ed è sorridente, e so che avrebbe fatto di tutto per non vedere queste lacrime sul mio volto, ricordo quanti sacrifici aveva fatto per me. Sono sicura che sia stata lei a mandarmi Louis, perché è lei il mio destino, la mia protettrice. E’ bella in quella foto, anzi di più. Però.. perché adesso ha deciso di portarmelo via? Forse mi sta solo mettendo alla prova.

E io mi sto facendo un casino di seghe mentali e sono solo le cinque e mezza del mattino. Vorrei solo tornare a letto da Louis, e stare tra le sue braccia, ma se ci beccano ora.. è la fine. Anche se ormai lui domani partirà e sarebbe tutto inutile, direi. Dovremo anche accompagnarlo in aeroporto domani, non posso farcela. Spero almeno oggi di passare una bella giornata con lui, per.. ricordarci per sempre.

Tua, Arya.

 

Dopo aver sistemato la penna sul comodino, mi accorsi che non ce l’avrei assolutamente fatta ad addormentarmi, così afferrai l’iPod, e misi le cuffie nelle orecchie, fosse il tempo sarebbe passato più in fretta.

La riproduzione casuale mi odiava sempre, e per questo apparve come prima canzone Angel, di Robbie Williams, una delle tante canzoni che mi aveva fatto ascoltare Louis. Era splendida, e le parole sembravano adatte alla mia situazione.

Non so come, ma la musica mi aiutava perfettamente a rilassarmi, e forse anche il bruciore agli occhi a causa delle lacrime, mi avevano aiutata a farmi riaddormentare improvvisamente, senza farmene accorgere.

 

Fui svegliata qualche ora più tardi da mia sorella. Sentivo le sue mani carezzarmi il viso, e ormai l’iPod si era scaricato, infatti non sentivo più la musica nelle mie orecchie. Automaticamente poggiai una mano su quella di mia sorella, sfoggiando un piccolo sorriso, e dischiudendo gli occhi, notai che anche lei l’aveva fatto. Stava seduta al mio fianco, e mi osservava. –Buongiorno dormigliona!- disse poi.

-‘Giorno..- dissi semplicemente, con la voce impastata dal sonno. Mi voltai per potermi stiracchiare, e feci un mugugno. –Dai, alzati, Louis ha preparato i suoi pancakes.- riuscivo perfettamente a sentire quel solito profumo provenire dalla cucina, e l’unica cosa che mi indeboliva era che forse non l’avrei sentito più. Non so grazie a quale forza io riuscii ad alzarmi dal letto, sapevo solo che avevo tantissimo freddo, e mi coprii con un cardigan, dopo aver fatto una coda ai miei capelli. Mi sentivo piena dello splendido profumo di Louis. Scesi le scale, entrando in cucina, ed erano tutti lì stranamente. –Buongiorno!- disse mio padre avvicinandosi a me e stampandomi un bacio sulla guancia, e io tentai di abbozzare un sorriso. Mi sedetti su uno degli sgabelli, ritrovandomi subito un piatto di pancakes davanti a me, e Louis proprio al mio fianco.

-Buongiorno!- disse rivolgendomi un sorriso. Feci lo stesso, abbracciandolo. –Mi mancheranno questi pancakes!- dissi, ma in realtà mi sarebbe mancato tutt’altro di Louis. –A proposito, Louis!- intervenne Bill, abbassando il giornale che stava leggendo. –Hai preparato tutto?- domandò. Louis scosse la testa, come se adesso il sorriso dal suo viso fosse completamente sparito dopo che suo padre aveva preso quell’argomento. Si rifiutava di preparare le valigie, ma negli ultimi giorni era stato costretto a farlo, ma ancora non aveva finito, e forse avrebbe dovuto passare la mattina a finire il suo compito. –Finisco dopo.- disse secco, spegnendo il gas dei fornelli e allontanandosi dalla cucina, per salire in camera sua. Lo vidi andare via proprio mentre stavo per mordere un pezzo del mio pancake, e mi si stringeva il cuore. Negli ultimi giorni Bill e Louis non avevano avuto nessun tipo di conversazione, se non cose del genere “prepara le tue cose” oppure “hai finito con le valigie?” e tutto questo rendeva Louis parecchio nervoso.

Finii di mangiare, e qualche minuto più tardi andai verso la stanza di Louis, e lo vidi lì intento a mettere tutti i suoi vestiti a casaccio dentro una delle valigie. Era nervoso, glielo leggevo negli occhi.

-Vieni qui, ti aiuto io.- dissi, notando che ormai non riusciva più nemmeno a piegare le magliette. Lo feci sedere sul letto, mentre cominciai a sistemargli la valigia.

-Mio padre non capisce.- sussurrò a denti stretti.

-Sai quante volte ho detto questa frase? Credo di aver perso il conto.- ammisi, mentre prendevo le magliette dal suo armadio per poterle piegare.

-Loro non ci capiranno mai.- dissi concludendo la mia frase. Lo vidi annuire, e notai che continuava a fissarmi. –Ti va oggi pomeriggio di fare la nostra.. ultima passeggiata?- chiesi abbassandomi appena per poterlo guardare negli occhi. Lui sorrise, e quel sorriso era maledettamente bello, e subito dopo annuii, per poi stamparmi un bacio sulle labbra, e insieme riuscimmo a finire le sue valigie in meno di un’ora, tutto sembrava pronto, ma io non lo ero ancora.

 

Aveva nevicato ancora quella notte, ma adesso le previsioni prevedevano giornate di bel tempo nei prossimi quattro giorni, quindi non avrebbero avuto problemi per partire. Speravo invece che una grossa nevicata potesse bloccare gli aeroporti. Passeggiare con Louis per le strade di Londra adesso mi faceva uno strano effetto, chissà perché.

-Aspetta un attimo.- disse lui fermandosi improvvisamente, e afferrandomi per la mano. Si chinò verso un mucchio di neve, togliendosi uno dei guanti che indossava. Fece una scritta, ed era meravigliosa.

“Arya and Louis” c’era scritto, e per un momento volevo che quella scritta rimanesse lì per sempre, ma sarebbe sparita ben presto. Rimasi lì a guardarla, mentre Louis aggiungeva un piccolo cuore proprio tra i nostri nomi, e abbozzai un sorriso, aspettando che lui si rialzasse. Lo vidi in piedi e si avvicinò a me per potermi baciare. Cinsi il suo collo con le braccia, e mi strinsi di più a lui, probabilmente per il freddo, o per la voglia di rimanere incollata alle sue labbra per sempre.

-Vorrei che domani non arrivasse mai.- sussurrai.

-Vorrei rimanere qui, per sempre.- disse lui abbracciandomi.

Avevamo passato un pomeriggio insieme davvero splendido, sembrava tutto come la prima volta, e avevamo fatto delle foto meravigliose in ricordo di quella giornata. Le nostre foto facevano sempre ridere, specialmente per le solite facce che metteva lui, ed erano davvero divertenti. Non avevo mai visto nessuno fotogenico quanto Louis, che era capace di venire bene in qualsiasi fotografia. Intanto però l’unica cosa brutta di quel pomeriggio fu che era passato anche fin troppo velocemente, e mi parve un sogno. Volevo davvero che lui rimanesse.

Andammo anche a trovare Zayn, che il giorno dopo sarebbe venuto in aeroporto con noi per salutare il suo splendido migliore amico, che sarebbe rimasto tale per tutta la vita, anche se erano divisi da mille chilometri. I loro abbracci mi facevano commuovere sempre, perché possedevano tutta la sincerità di questo mondo. –Non voglio vederti andar via domani.- aveva detto mentre stringeva forte Louis. Probabilmente, dopo di me, era la persona che stava maledicendo il ritorno a casa di Louis in tutti i modi, ed era l’unico che aveva tentato di convincere Bill a non partire, ma ormai sembra irremovibile, ed era fermamente convinto di ritornare a casa. Tutti i nostri sforzi per farlo rimanere con noi erano risultati vani, eppure ci avevamo tentato.

Non tornammo a casa molto tardi, in tempo per la cena, e per poter passare il resto della serata insieme. Erano andati tutti a dormire presto, eccetto Zoe che era rimasta al computer per poter chattare con Zayn, e probabilmente per potersi vedere in webcam su Skype, e invece io e Louis ci eravamo chiusi in camera mia, e stavamo seduti sul letto a parlare del più e del meno, a ricordare questi nostri cinque mesi insieme, e la felicità che eravamo riusciti a raggiungere in così poco tempo. –Forse non ti ho mai ringraziato abbastanza per quello che hai fatto.- ammisi, mentre gli carezzavo ripetutamente i capelli.

-Forse perché non ce n’è bisogno, non devi ringraziarmi.- disse.

-Hai fatto tanto per me, amore.- sussurrai, poggiando la testa sul cuscino, e sentendo una delle sue mani che mi carezzava delicatamente la schiena mentre continuavo a guardarlo. Quella sera non avremmo potuto dormire insieme, e già sapevo che non avrei chiuso occhio, ma volevamo evitare di farci beccare proprio l’ultimo giorno. Passammo almeno un paio d’ore in camera mia, fino a quando lui non dovette andare a dormire, e dopo avermi dato la buonanotte, scomparve dietro la mia porta, chiudendola alle sue spalle. Prevedevo una notte davvero dura.

 

Mi svegliai con gli occhi gonfi, e stanchi, reduce da una notte strana e insonne. Avevo dormito forse due ore, o anche di meno, e la mia mente continuava a vagare in pensieri e ricordi ai quali non avrei mai voluto pensare, e avevo davvero una voglia infinita di piangere e non smettere più. Pensai che ero debole, e lo ero parecchio, ma chiunque si sarebbe ritrovato nella mia situazione avrebbe reagito più o meno come me. Non volevo alzarmi dal letto, non quella mattina. Mi accorsi che erano solo le sei, e saremmo dovuti andare in aeroporto circa verso le nove, così mi coprii fino alla testa con il piumone per non sentire i vari rumori che provenivano dalla casa. Louis e Bill erano già svegli, riconoscevo le loro voci, e stavano probabilmente finendo di preparare le valigie. L’ultima volta che avevo sentito il rumore delle ruote della valigia di Louis, fu quando quella calda giornata di giugno lui era arrivato qua, aveva fatto irruzione nella mia vita, con quel suo sorrisino beffardo, e quegli occhi furbi e vispi. Pensai che se la mia mente si fosse persa ancora in certe cose, sarei scoppiata a piangere di nuovo, e in quel momento non mi andava assolutamente di farlo. Passai almeno un’altra ora sotto le coperte, cercando di deviare i miei pensieri, mentre però mi toccavo l’anello che giaceva nella mia mano, con quella scritta meravigliosa.

Sentii la mia porta aprirsi, e dei passi si avvicinarono verso di me, ma capii che non era Louis quello, perché non sentivo il suo profumo. Una mano di mio padre si poggiò sulla mia spalla, ricoperta dall’enorme piumone pesante. –Arya, svegliati, devi prepararti per andare.. in aeroporto.- probabilmente nemmeno la voce di mio padre sembrava così allegra mentre diceva quella frase. Probabilmente perché anche lui stava per perdere uno dei suoi migliori amici, che negli ultimi mesi l’aveva aiutato a cambiare vita, a focalizzarsi di più sul lavoro e sui figli, godendosi anche un po’ di divertimento. Tutte le nostre vite con l’arrivo di quelle due persone erano cambiate. Anche quella di Zoe, che non avrebbe mai conosciuto l’affascinante Zayn Malik se non fosse mai arrivato Louis a casa nostra. Però lei era fortunata, perché il suo ragazzo sarebbe rimasto con lei, e non sarebbe andato via, su questo ne era più che certa. Con la voce di mio padre che martellava ancora nella mia testa, mi alzai dal letto, per scendere in cucina e fare una colazione veloce, visto che per un momento mi parvero tutti troppo di fretta e troppo ansiosi, proprio come il giorno in cui arrivarono Bill e Louis da noi. Zoe si era alzata nel mio stesso momento, e adesso stavamo mescolando il nostro latte caldo con il rumore dei cucchiai che andavano all’unisono l’uno con l’altro.

-Che giornata di merda.- dissi lanciando quasi l’oggetto di metallo che tenevo stretto tra le mani. Finii in pochissimo tempo di fare la mia colazione, e ancora avevo visto Louis solo di sfuggita, che faceva avanti e indietro per caricare tutto nella macchina di mio padre, e proprio mentre salivo le scale mi scontrai con lui, che mi sorrise e poi con un bacio in guancia mi augurò un buongiorno. Salii subito in camera mia per potermi preparare, ma decisi di fare durare il tutto molto di più, e andai in doccia, per potermi rinfrescare un po’, magari sarei riuscita a rilassarmi, anche se in quelle circostanze mi sembrava davvero impossibile. Appena uscii dalla doccia, asciugai i miei capelli bagnati, mentre stavo coperta con un asciugamano. Decisi di lasciarli così sciolti, e naturali, e subito dopo andai in camera mia per potermi vestire. Un’ora dopo ero già seduta in macchina nel sedile posteriore, affiancata da Louis, Zayn e Zoe, in attesa che Bill e mio padre arrivassero per poter andare in aeroporto.

-E’ arrivato il grande giorno.- disse Zayn, e a quelle parole il mio cuore parve battere fin troppo velocemente, e le mie guance diventarono rosse per il nervosismo. Strinsi la mano di Louis, che stava seduto proprio vicino a me, ma il mio sguardo andava verso il finestrino, e continuavo a guardare fuori mentre il mio pensiero era fisso su una sola cosa. -..è arrivato il grande giorno.- ripetè Louis, carezzandomi il capo con una mano, e io mi voltai automaticamente per potergli rivolgere un sorriso, mentre le nostre mani rimanevano intrecciate l’una con l’altra, senza che nessuno potesse vederci. Entrarono i nostri genitori in macchina, e subito sentii un brivido percorrermi tutta la schiena. L’auto partii e improvvisamente ci ritrovammo già nella strada per raggiungere l’aeroporto, pronti per accompagnare Louis e Bill, che fra meno di due ore, avrebbero lasciato la città.

 

Odiavo l’aeroporto, era un posto così pieno di gente, e secondo me poteva essere anche come un pozzo dei ricordi, perché spesso le persone che andavano lì, prendevano un volo per andare lontani da Londra, e cambiare vita probabilmente, o solo per stare lontani dai loro parenti o cose simili. Oppure, come in questo caso, erano costretti ad andar via, lasciando tutto ciò che amavano, contro il loro volere. Il viaggio era durato davvero pochissimo, e mi sembrava molto assurdo. Avevamo circa un’ora di tempo da passare con loro prima di dargli un..addio, forse.

Noi ragazzi scendemmo dalla macchina, mentre Bill e mio padre si preoccuparono delle valigie. Decidemmo di farci un giro lì per l’aeroporto, solo noi quattro per parlare un po’.

-Okay, qualche mese fa speravo che questo momento arrivasse in fretta!- ammisi con una piccola risatina, ricordando i giorni in cui io detestavo Louis, i giorni in cui credevo che mi avesse rovinato ancora di più la vita. -..adesso vorrei tanto poter fermare il tempo.- sussurrai, mentre stavo molto vicina a Louis.

-Io mi ricordo ancora quando sono andato via da Doncaster.- disse Zayn, guardandosi intorno. –Quando arrivai in questo aeroporto, mi sentivo vuoto, come se mi mancasse qualcosa, e quella era proprio la mia casa, e il mio migliore amico soprattutto, e quando ho saputo che sarebbe venuto a Londra, pensavo che sarebbe rimasto per sempre adesso, e che mai ci saremmo più dovuti dividere, e invece.. il destino ha deciso che non dobbiamo concludere le nostre vite insieme.- disse poi, continuando il suo discorso, mentre il suo sguardo sembrava perso nel vuoto mentre parlava. Louis abbozzò un sorriso, e sembrava che l’avessimo fatto tutti per evitare di piangere o di rattristarci sicuramente.

-Vedrete che andrà tutto bene ragazzi, ve lo giuro.- disse Louis, dopo avermi preso per la vita, avvicinandomi maggiormente a sé, mentre noi continuavamo a camminare nei lunghi corridoi dell’aeroporto, tra gente che correva e persone che si occupavano del loro check-in.

-Mio padre ha anche detto che dovrei cominciare l’università.- ammise Louis sbuffando, e facendo una smorfia. Non era un tipo che amava la scuola, e più stava distante da essa meglio era, quindi ero sicura che l’università per lui sarebbe stata solo una tortura in più.

-Sono certo che non lo farai!- intervenne Zayn, e Louis scoppiò a ridere, perché evidentemente aveva proprio ragione. Tornammo indietro, poiché ci stavamo allontanando parecchio dall’entrata in cui si trovavano i nostri genitori. Io cercavo di sorridere in fondo, perché sapevo che alla fine sarebbe andata bene. Vidi da lontano Bill che si sbracciava, per dirci di avvicinarsi a noi, e automaticamente mi allontanai da Louis, che mi stringeva forte a sé. Ancora quella mattina non ero riuscita a sfiorare le sue labbra, e non sapevo se mai l’avrei più fatto, visto che eravamo sempre sotto lo sguardo indiscreto dei nostri genitori. Ci avvicinammo di più a loro, che si erano occupati del check-in, e già tutti i loro bagagli non c’erano più.

-Bene ragazzi, è.. arrivata l’ora di salutarci.- le parole di Bill riecheggiarono nella mia testa ripetutamente, martellandomi in maniera quasi dolorosa. Noi quattro quasi ci appartammo nuovamente, per poterci salutare come si deve. Il primo fu Zayn che abbracciò forte Louis, e ad entrambi cadde una lacrima dai loro occhi, come se fosse una cosa quasi spontanea. –Mi raccomando, fatti sentire.- gli disse Zayn passandogli una mano sulla schiena. –Ti voglio bene Lou.- sussurrò, stringendolo maggiormente, e appena si staccò fu il turno di Zoe, che senza troppi problemi lo abbracciò. –Grazie Louis, se non fosse stato per te.. a quest’ora non sarei così felice.- disse lei stampandogli un bacio sulla guancia, e Louis sembrava che rispondesse a sorrisi, e piccoli singhiozzi. Era arrivato il mio turno, e per la prima volta in vita mia, mi trovai senza parole.

-Allora.. ciao.- dissi mentre mi toccavo il braccio con una mano.

-Ciao Arya.- sussurrò lui, guardandomi negli occhi con un sorriso.

-Promettimi solo che..- non riuscii a completare la frase che sentii le sue braccia attorno al mio corpo, stringermi più forte che potevano, e delle lacrime mi solcarono il viso. -...che mi amerai, qualsiasi cosa succeda.- conclusi la mia frase tra le lacrime, abbracciandolo ancora.

-Te lo prometto, mia piccola stella.- sussurrò, allontanandomi appena per potermi baciare delicatamente sulle labbra. Nessuno ci avrebbe visto, se non Zayn e Zoe, e sfiorare quelle soffici e morbide labbra per l’ultima volta, mi faceva quasi tremare. Mi asciugai le lacrime.

-Ti amo, Louis.- sussurrai.

-Ti amo anche io.- mi carezzò i capelli, e fece un piccolo sorriso tra le lacrime, e mi si strinse improvvisamente il cuore. Asciugai le lacrime con le mani, e raggiungemmo mio padre e Bill.

Salutammo anche lui, e mi dispiaceva il fatto che non avrei più visto nemmeno lui. Le mie mani tremavano e nemmeno me ne accorgevo.

-Ciao ragazzi!- la voce di Bill sembrava farsi sempre più lontana, non appena li vidi allontanarsi da noi, salutandoci con le mani, mentre stavamo poggiati contro la macchina di mio padre. Avevo un groppo in gola, e gli occhi lucidi. Louis stava andando via, e io non potevo fermarlo. Appena non riuscii più a vederlo da quanto era distante, sentii come se il mio cuore si fosse fermato, come se non riuscissi più a provare nessun sentimento. Rimasi lì a fissare il vuoto, tanto che non mi accorsi che già Zayn e Zoe erano entrati in macchina.

-Andiamo, Arya.- disse mio padre sfiorandomi una spalla, prima di poter entrare in macchina. Mi misi accanto a lui nei sedili anteriori e cominciai a fissare la strada.

-Era davvero importante Louis per te, ormai, eh?- disse voltandosi verso di me con un sorriso. Io non risposi, mi voltai per un momento verso Zayn e Zoe, e loro mi guardarono con uno sguardo stralunato, non appena mio padre mise in moto.

–Papà, ferma questa cazzo di macchina.- dissi aprendo la portiera, e scattando fuori. –Arya! Dove stai andando?!- urlò lui, scendendo dalla macchina, come se volesse fermarmi. –Papà, vado da Louis, io.. non posso farcela senza di lui! Stiamo insieme da ormai cinque mesi, speravo che non lo venissi a sapere così ma.. si sta facendo tardi, non posso permettere che lui parta adesso!- cominciai a correre verso l’aeroporto dopo aver finalmente sputato in faccia a mio padre tutta la realtà. Correvo ormai, e quei corridoi mi sembravano fin troppo grandi, e i cartelli per le indicazioni mi facevano solo confondere, sembrava che stessi correndo senza una meta, mi appena vidi un cartello che indicava la scritta “partenze” con una freccia che portava verso destra, affrettai ancora di più il passo, andando verso quella direzione, pronta a fermare Louis in quel preciso istante. Corsi più veloce che potevo, e sentivo ormai il fiato che mi mancava, ero andata a sbattere più volte con delle persone che camminavano lì tranquillamente, e avevo rischiato di cadere almeno una decina di volte. Vidi Louis da lontano, finalmente, che stava per imbarcarsi.

-Louis!- urlai, correndo verso di lui. Il suo viso sembrava ancora afflitto e malinconico mentre guardava l’hostess davanti a lui, ed evidentemente ancora non mi aveva sentito. –Louis!- urlai di nuovo, e solo in quel momento si voltò di scatto, e mi venne incontro.

-Che cosa stai facendo, Arya?- chiese abbracciandomi. Per un momento non riuscii a rispondere, avevo il fiatone, e il mio petto si muoveva velocemente.

-Louis, Louis ti prego, Louis, rimani qui con me, vieni a vivere da me, ma.. voglio solo una cosa adesso.- mi fermai di scatto, per poter prendere fiato, sembrava davvero che non riuscissi quasi più a respirare, così feci un lungo sospiro, prima di poterlo baciare sulle labbra. Mi accorsi che Bill ci stava fissando, e probabilmente mezzo aeroporto era intento a guardarci, ma poco mi importava. Appena mi staccai da lui, notai che di corsa arrivarono anche Zayn, Zoe, e mio padre, che mi avevano inseguita probabilmente per tutto l’aeroporto.

-..Voglio solo che sia per sempre.-

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Capitolo 27
*** EPILOGO ***


Dieci anni.

Sì, erano passati dieci anni. Eravamo cresciuti tutti, eravamo diventati adulti, avevamo tutti un lavoro, una nostra casa, e una vita da gestire.

Quel trenta dicembre accadde l’impossibile probabilmente. All’ultimo minuto Louis decise di ritirare dietro i suoi bagagli, e..riuscimmo a convincere suo padre e mio padre a farlo vivere con noi, dopo avergli spiegato velocemente la situazione. Mio padre non sembrava molto d’accordo, e su questo ci avrei messo la mano sul fuoco, ma dopo pochi giorni era già abituato alla presenza di Louis in casa nostra come mio fidanzato. Sembrava un sogno, che adesso era divenuto realtà. Bill era ritornato a Doncaster per lavoro, e veniva da noi ogni due settimane per passarci a trovare, e la vita non sembrava poi così difficile. Louis aveva cominciato a lavorare con me al bar, e in quel modo avremmo passato il nostro tempo sempre insieme. Non potevo chiedere niente di meglio. Mi chiedo ancora come mio padre sia riuscito ad accettare la situazione, ma probabilmente vedendomi correre più veloce della luce tra i corridoi dell’aeroporto, e baciare Louis davanti decine e decine di persone, aveva capito che dopo cinque mesi, quello doveva essere vero amore. Ci fece tante di quelle domande che non sapevamo più come rispondere, ma soprattutto si chiedeva come fossimo riusciti a non farci scoprire per ben cinque mesi di fila. Eravamo stati bravi, non c’era da negarlo.

Adesso dopo dieci anni ci ritrovavamo spesso a ripensare al passato, ai nostri splendidi momenti, e adesso era passato così tanto tempo che non riuscivamo nemmeno a crederci. Avevamo deciso io, Louis, Zoe e Zayn di prendere una casa tutti insieme, e accumulando i soldi dei nostri quattro stipendi, eravamo riusciti a prendere una villa enorme proprio al centro di Londra, non molto distante da quella di mio padre. Non ci lamentavamo proprio, e la nostra vita insieme non ci dispiaceva per nulla.

Zayn era riuscito a trovarsi una sua attività, e aveva aperto un ristorante, insieme a Zoe, ed entrambi guadagnavano benissimo ed erano assolutamente fieri del loro lavoro. Quanto a me e a Louis, io avevo trovato lavoro da Starbucks, mentre Louis aveva coniato il sogno di una vita: lavorava in un negozio della Toms, e improvvisamente mi ritrovai la casa piena di quelle scarpe, eppure lui era felicissimo di lavorare lì. Fin da sempre mi diceva che era uno dei suoi sogni più grandi, e adesso diceva che la sua vita sembrava perfetta.

Zayn e Zoe, invece, si erano sposati l’anno prima. Sembrava davvero splendido, nessuno di noi poteva credere a quella splendida notizia, ed eravamo tutti felici di poter partecipare, i primi io e Louis che avevamo fatto da testimoni. Ricordo ancora quel giorno, in cui mia sorella sembrava non vederci più dall’emozione, e Zayn sudava freddo mentre stava davanti l’altare. Sembrava quasi una scena comica, eppure fu uno dei più bei matrimoni al quale io abbia mai preso parte.

 

-Amore! Dove sei?- sentii la voce di Louis provenire da dentro la casa, e mi voltai appena per poterlo guardare. –Sono in piscina amore!- stavo distesa su una delle sdraio che c’erano attorno alla piscina della nostra splendida casa, lo vidi arrivare di corsa quasi, sedendosi vicino a me.

-Tutto bene?- chiese. Tolsi gli occhiali mettendoli sulla testa, mostrando il mio viso. Da un po’ di anni tutti mi dicevano che ormai ero diventata identica a mia madre, e la cosa non mi dispiaceva per niente, avevo sempre desiderato di essere splendida come lei.

-Sì, stavo prendendo un po’ di sole!- dissi, sorridendo.

-Sicura che non faccia male alla piccola?- chiese Louis, poggiando una mano sulla mia pancia. Sì, probabilmente ho dimenticato di raccontare un piccolo grande dettaglio. Cinque mesi prima io e Louis avevamo deciso di.. volere un figlio. Io ero felicissima all’idea, e quando il ginecologo aveva annunciato che ero finalmente incinta, Louis parve scoppiare a piangere mentre mi abbracciava. Sembrava essere il momento più bello della mia vita, qualcosa che non si dimentica molto facilmente. Una settimana prima avevamo anche saputo che sarebbe stata una splendida femminuccia, e io non potevo desiderare altro.

-E’ tutto okay, tranquillo, nemmeno è nata e già fai il paranoico!- dissi ridendo, e sfiorandomi il pancione che cresceva sempre di più. Lui si avvicinò appena con le labbra alla mia pancia, sfiorandola dolcemente.

-Non vedo l’ora di poterla guardare negli occhi, non mi sarei mai aspettato che un giorno io, Louis Tomlinson, avrei avuto una bambina!- disse con gli occhi gonfi e felici, dalla gioia. Sorrisi, e poi lo vidi avvicinarsi a me per potermi baciare. Avevamo già deciso il nome che avrebbe avuto la nuova piccola Tomlinson, e Louis non aveva niente in contrario nel chiamarla come mia madre. Rose Tomlinson. Suonava così bene che ogni volta che lo pronunciavamo sembravamo così felici, ed evidentemente lo eravamo davvero. Vidi arrivare poi in lontananza Zayn e Zoe, pronti per fare un bel bagno in piscina in quella calda giornata di giugno. –Buongiorno bellezze!- disse Zoe, salutando prima me, e poi Louis, sfiorandomi poi la pancia. Ormai era diventato un gesto così automatico che avevo preso l’abitudine, e ogni volta mi veniva spontaneo poter sorridere. Dopo aver salutato anche Zayn, si buttarono entrambi in piscina. Negli ultimi anni avevo perfettamente percepito la sensibilità di Zayn, che inizialmente poteva apparire un ragazzo molto spaccone, ma in realtà era dolce e sensibile come pochi. Quasi si era messo a piangere pure lui quando avevamo avuto la splendida notizia di Rose. L’unica che era rimasto un attimino sconvolto era mio padre, ma probabilmente perché ancora mi considerava come la sua “piccola” ma evidentemente non si era accorto che adesso avevo ben ventotto anni.

Eravamo tutti così fieri delle nostre vite, che adesso non avevamo più bisogno di nulla, se non della nostra felicità, e del nostro star bene.

La mia storia agli occhi di chiunque potrebbe apparire un po’ complicata, eppure sembra la storia più bella e interessante che possa esistere, sembrava un incubo quando è cominciata quel fatidico giugno, ma si è conclusa trasformandosi nel sogno che ogni persona vorrebbe vivere, dopo ben dieci anni.

Ero felice così, non avevo bisogno di nient’altro adesso.

 

Fine.

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