Joe Jonas: Non toccare mia sorella!

di _Girella_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La notizia ***
Capitolo 2: *** Le cinque lettere più belle dell'universo ***
Capitolo 3: *** Vostra Sorella ***
Capitolo 4: *** Ai cani piacciono solo le belle persone ***
Capitolo 5: *** Sentimenti Confusi... ***
Capitolo 6: *** Primi Litigi ***
Capitolo 7: *** Invito a pranzo ***
Capitolo 8: *** Nicka ***
Capitolo 9: *** Kevin, combini sempre danni! ***
Capitolo 10: *** Solo una carezza... ***
Capitolo 11: *** Insopportabile e tanto,tanto carino ***
Capitolo 12: *** Ryan ***
Capitolo 13: *** Io so cosa vuol dire amare... ***
Capitolo 14: *** Quel ragazzo proprio non gli piaceva... ***
Capitolo 15: *** Chiedimi scusa... ***
Capitolo 16: *** La giornata perfetta per una gita in barca... ***



Capitolo 1
*** La notizia ***


Con gli occhiali da sole sulla testa, Joe Jonas fissava l’orizzonte dal balcone della sua camera. Adorava staccarsi da tutto, ogni tanto, e ritagliarsi pochi minuti per stare da solo con se stesso. Non era molto facile quando eri una rockstar di fama internazionale, in fondo.
   Quella mattina Joe era inevitabilmente, incondizionatamente felice. Perché? Perché finalmente intorno a lui aveva tutta la sua famiglia. Kevin e Danielle erano finalmente ritornati dal loro viaggio di nozze! Avevano avuto tante di quelle cose da raccontare che per una settimana buona erano stati i veri protagonisti, e Joe aveva cominciato a chiamare il fratello maggiore “il cantastorie”. In quanto a lui e a Nick, dopo i due album da solisti avevano deciso di tornare a casa, nonostante la musica dei Jonas Brothers fosse ancora in pausa.
   Eh si… Finalmente erano tutti insieme sotto lo stesso tetto. Quanto sarebbe durato, non lo sapeva, in quanto ogni componente della famiglia Jonas sembrava aver sviluppato una specie di “allergia da casa”: non potevano stare fermi nello stesso posto per più di una settimana, o impazzivano.
   E in più, quel giorno compiva anche ventitrè anni. Se non era felice lui…
   Il sole estivo gli illuminava il volto abbronzato, ma c’era anche un leggero venticello che gli scompigliava i capelli. Joe si soffiò  via dall’occhio un ciuffo arricciato, sorridendo: alla fine gli erano ricresciuti i capelli, e gli era tornato il ciuffo che lo aveva sempre caratterizzato.
  -Joe-.
   Distogliendo di malavoglia lo sguardo dall’orizzonte, il ragazzo si voltò verso la voce che lo chiamava. Suo fratello Nick gli veniva incontro, addosso una delle sue solite camicie che a lui stavano tanto bene.
   -Ma non hai caldo?- gli chiese Joe, alludendo a quest’ultimo particolare.
   -Resisto. Tu, piuttosto: non è da te isolarti, Danger, nemmeno il giorno del tuo compleanno”.
   -Stavo… pensando.
   -Tu pensi?-. Nick sembrava incredibilmente stupito.
   -Ahahah divertente. Comunque… Cosa dovrà dirci mamma di tanto importante?-
   Il giorno prima Denise li aveva sorpresi dicendo -Domani vi darò una notizia bellissima, ma per ora non voglio anticiparvi nulla. Aspetteremo che sia tutto sicuro-.
   Joe, Nick e Kevin si erano guardati stupiti, ma Kevin Sr. e Denise si erano scambiati un’occhiata complice, e avevano sorriso, rifiutandosi di aggiungere altro.
   -Non ne ho idea…- rispose il diciottenne che, in effetti, era dalla sera prima che si arrovellava il cervello per cercare di intuire cosa volesse dire Denise. Joe invece era ricorso alla sua tattica “spia”, ossia osservare i genitori in attesa di un movimento o una parola che li tradisse. Kevin invece aveva alzato le spalle -Lo scopriremo domani, no?-.
   Nick e Joe erano stati contenti che la luna di miele non avesse mutato il carattere del loro fratellone. Era sempre lo stesso romantico, dolce, imbranato Kevin di sempre. E Danielle era fantastica, semplice e gentile, un po’ impacciata quando i fratelli erano tutti insieme. Insomma, lei e Kevin erano un fantastica coppia, e Joe si chiedeva di già quando gli sarebbe arrivato un nipotino.
   -“Lo scopriremo domani?”- aveva risposto Joseph impaziente, guardando incredulo il fratello maggiore. -Io non posso aspettare domani, devo saperlo immediatamente-.
   Comunque, si era dovuto mettere l’anima in pace. Benchè Denise e Paul si fossero continuati a lanciare occhiatine eloquenti per tutto il giorno, ben consapevoli della curiosità del figlio mezzano, nessuno ne aveva più parlato e l’argomento era finito nel dimenticatoio almeno per i 5/7 della famiglia, esclusi Nick e Joe. Soprattutto Joe.
   -Bè, adesso esigo che mi venga rivelato tutto- esclamò Joseph al limite della pazienza.-E’ il mio compleanno!-.
   -Bè, rilassati. Ero giusto venuto a dirti che mamma e papà si sono finalmente decisi-.
   -Oh, finalmente- sbuffò Joe e precedette il fratello minore dentro casa.
   Si erano trasferiti a Los Angeles la settimana prima, e già la camera di Joe era disordinata fino all’assurdo. Niente era al proprio posto, ma alla fine mamma Denise si era arresa a cercare di domarlo e aveva preferito evitare di entrare in “quella camera”, come chiamava sempre la stanza del ventiduenne.
   Il resto della famiglia era già in cucina: Denise e Paul, seduti vicini; Frankie appollaiato sul tavolo come faceva sempre e Danielle, splendida nel suo abito azzurro. Mancava solo Kevin, che li raggiunse non appena Nick e Joe si furono seduti. Il maggiore afferrò una sedia accanto alla moglie, la rigirò e si sedette a cavalcioni come al solito. Un’abitudine che, secondo gli altri, non avrebbe mai perso.
   -Allora?- domandò Joe fissando i genitori come a rimproverarli di averlo fatto attendere tanto e battendo nervosamente un piede a terra.
   -Ragazzi, so che quello che vi diremo vi sembrerà assurdo…- iniziò Denise lanciando un’occhiata al marito che sorrise incoraggiante. –E vi chiederete il perché di questa decisione, che per alcuni di voi è del tutto inaspettata…-
   -In che senso alcuni?- chiese Nick passandosi una mano nei riccioli.
   -Bè, per voi tre, diciamo. A Frankie abbiamo preferito dirlo in privato- rispose Paul.
   Kevin si voltò verso Danielle a occhi sgranati –Tu lo sapevi?-.
   -Si- ammise la ragazza, e sorrideva. –Adesso che Denise non è più l’unica dona in famiglia, con qualcuno dovrà più parlare no?-.
   -E non mi hai detto niente!-.
   -Le ho chiesto io di non farlo- s’intromise Denise. –Volevamo essere noi di persona a dirvelo. Bhè, direi che è arrivato il momento… Ragazzi… avrete una sorella!-.
    Era una notizia del tutto inaspettata per i ragazzi, che si sarebbero aspettati di tutto tranne che quello. Automaticamente tutti e tre abbassarono lo sguardo sul ventre della madre, che però pareva immutato.
   -Avete capito male!-  precisò ridendo la madre accorgendosi dei loro sguardi. –Non sono incinta. Insomma, oramai non siamo più così giovani e dopo Frankie non era nostra intenzione avere figli-.
   -E poi, come avrete notato- aggiunse Paul. –Non che la cosa ci dispiaccia, ma non siamo molto fortunati con le femmine. Quattro figli tutti maschi credo sia una cosa che accade di rado…-.
   -E allora come…- chiese Joe.
   -C’è una ragazza che ha la tua età, Nick, diciotto anni e ha perso i genitori quando era molto piccola e da allora vive in un istituto. Non siamo i primi che chiedono di adottarla, ma in tutte le famiglie in cui è stata ha sempre avuto… ecco, dei problemi. E noi abbiamo pensato di darle un’oppurtunità-.
   -Ma è fantastico!- esclamò al settimo cielo Nicholas. –Una sorella… wow!-.
   -Si, bè, andremo all’istituto domani e si trasferirà qui, tanto abbiamo una camera per lei. Vorrei pregarvi di non essere invadenti e di lasciarle il tempo di abituarsi a noi. Dopo tutto quello che ha passato, per lei non dev’essere facile fidarsi di nuovo di qualcuno-.
   -Possiamo venire anche noi all’istituto mamma?- chiese Kevin, ma Denise scosse la testa. –Meglio di no. Quello dove vive è un istituto femminile e se vi vedesse circondati dalla solita folla di ragazze urlanti, penso che non avrebbe una buona impressione di voi. Ci aspetterete a casa-.
    -Va bene. Ah, come si chiama?-.
    -Noemi-.
   Fu così che ai Jonas fu data la notizia che i loro genitori avrebbero adottato una ragazza…

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Capitolo 2
*** Le cinque lettere più belle dell'universo ***


Sdraiata sul letto della sua squallida camera d’istituto, Noemi osservava la sua amica Joey svolazzare di qua e di là nella stanza.
   -Cioè, ma ti rendi conto! Verrai adottata dai Jonas! I JONAS! J-O-N…-.
   -Joey, hai intenzione di ripetere quelle cinque lettere all’infinito?- domandò Maggie annoiata.
   Joey non credeva alle sue orecchie -Quelle cinque lettere, amore mio, sono il nuovo cognome della nostra amica, e sono anche la composizione di lettere più bella che l’universo sia riuscito a creare-.
   -Per l’amore del cielo, Josephine, sono solo dei cantanti-.
   -“Solo dei cantanti”?-.
   Lo sguardo di Noemi però era vitreo, perché la ragazza stava solo all’apparenza ascoltando l’amica, che si era appena lanciata in un appassionato racconto di cosa quei “solo dei cantanti” significassero per lei.
   Secondo Noemi, la famiglia Jonas era una famiglia come le altre che l’avevano adottata, l’avevano illusa e poi, senza tante cerimonie, l’avevano rispedita in quel posto sempre uguale che odiava. Anzi forse peggio, visto che erano famosi e quella storia sarebbe stata presto sulla bocca di tutti, rendendola lo zimbello non solo dell’intero istituto, ma anche dell’intera Los Angeles e probabilmente anche oltre.
   Joey e Maggie erano state senza dubbio più fortunate: Joey era stata adottata due settimane prima da una famiglia che viveva poco lontano formata da tre persone: la madre, il padre, e suo fratello maggiore di ventidue anni che la ragazza descriveva come “fichissimo ma non si può perché è mio fratello” e da quello che Noemi aveva capito si trovava benissimo e tutti le volevano bene come se fosse veramente una di famiglia.
   Maggie invece già da tempo viveva con una coppia di giovani che non potevano avere figli e anche lei diceva che non avrebbe potuto trovare un posto migliore dove vivere.
    Quel giorno, però, alla notizia che sarebbe stata adottata dai Jonas, Joey si era nuovamente fiondata in istituto per attendere con l’amica l’arrivo dei suoi nuovi genitori.
   Una suoneria la riscosse dai suoi pensieri facendola sobbalzare e quasi cadere dal letto.
   I’m Hot… You’re cold…
   -Pronto?-disse Joey interrompendo per un istante il suo monologo su quanto fosse carino Nick Jonas.
   E’ mio fratello mimò con le labbra e Maggie arrossì violentemente, balzando accanto all’amica e poggiando l’orecchio al telefono per sentire cosa diceva.
   -Oh, ma dai Rich, non posso tornare a casa adesso! I nuovi genitori dei Noemi non sono ancora arrivati-.
   -E va bene, visto che ci tieni tanto… Ma tra un’ora mamma e papà ti vogliono a casa-.
   -Certo. A dopo-.
   Chiuse la chiamata e aprì di nuovo la bocca per ricominciare a tormentare le due amiche, ma prima che potesse emettere un fiato qualcuno bussò alla porta e pochi istanti dopo apparve la direttrice dell’istituto.
   Effettivamente, nessuno temeva la direttrice.
   Tutti ne avevano il terrore più puro.
   -I signori Jonas sono arrivati- disse con quella sua voce un po’ bassa che sembrava sempre carica di disgusto.
   Le tre amiche attesero che la porta si chiudesse nuovamente, poi Noemi afferrò zaino e borsone e iniziò a scendere le scale con le due amiche alle calcagna.
   Per quanto riluttante ad ammetterlo, Noemi era emozionata. Per lei, stava andando a incontrare i suoi potenziali nuovi genitori, e non i genitori di tre  grandi rockstar.
   Il volto di Joey era rosso nel tentativo di trattenere l’emozione e di non mettersi a gridare, mentre Maggie era più tranquilla: era sempre stata una persona responsabile, Margaret, al contrario di Joey che era più spontanea e allegra.
   Paul e Denise Jonas aspettavano nell’atrio vuoto. Tutte le altre ragazze erano nelle classi a fare lezione, perciò Noemi non doveva preoccuparsi di ciò che le altre avrebbero potuto pensare.
   Anche i signori Jonas sembravano emozionati e un po’ impacciati. Denise, si vedeva, era felicissima, ama anche un po’ preoccupata, mentre Paul guardava Noemi con aria paterna e simpatica.
   -Ciao, Noemi- salutò Denise in un tentativo di sembrare spontanea che gli riuscì piuttosto male.
   -Buongiorno- salutò compita la ragazza, forse per fare buona impressione, forse perché era davvero molto emozionata. Non lo sapeva nemmeno lei.
   -Questa è tutta la tua roba?- chiese Paul afferrandole il borsone.
   -Si… grazie…-.
   L’emozione era tale che si poteva quasi toccare, i genitori Jonas sembravano quasi trattenere il respiro.
   -Loro sono le tue amiche, Noemi?-  chiese Denise per rompere il ghiaccio.
   -Si. Loro sono Joey e Maggie-.
   -Non ti senti bene, cara?- chiese Paul a Joey che in effetti era tutta rossa e respirava affannosamente.
   -Si sente benissimo, tranquilli- disse Noemi. –E’ solo che è tutta la mattina che non fa altro che parlare dei vostri figli e adesso sta per collassare-.
   Fu sollevata quando Denise e Paul risero, e la guardarono con simpatia.
   -Bhè, magari avrà modo di conoscerli- constatò Denise e, se possibile, Joey divenne ancora più rossa. –Vengono anche loro con noi?-.
   -No, grazie signora Jonas- si intromise Maggie. –Noi due torniamo a casa almeno vi lasciamo il tempo di conoscervi. Magari vi verremo a trovare-.
   -Sarete sempre le benvenute. Andiamo?-.
   -Certo-.
   Noemi abbracciò le amiche raccomandandogli caldamente di chiamarla quella sera stessa, poi serrò le mani attorno alle cinghie del suo zaino e seguì Paul e Denise alla loro macchina.
 
 
Angolo Autrice:
Ringrazio nel frattempo quelli che hanno letto e recensito. So che per ora questa storia è penosa e questo capitolo lo è particolarmente, ma voleva scrivere dell’incontro tra Denise e Paul e Noemi ed è venuto fuori questo…
   Se qualcuno di voi volesse recensire, gliene sarei davvero moltissimo grata perché, come tutti gli scrittori sanno, ricevere una recensione fa sempre piacere.
   Ah, nel primo capitolo ho sbagliato, in quanto Joe compie ventidue anni e non ventitré. Scusatemi.
   A presto al prossimo capitolo dove le cose si faranno più emozionanti per tutti.
   Marty
 

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Capitolo 3
*** Vostra Sorella ***


Vostra Sorella
 
 
Essere finalmente fuori dall’istituto era bellissimo: fuorì c’era… vita. Persone che camminavano, parlavano, ridevano…
   Dentro l’stituto era sempre tutto uguale: sempre gli stessi volti, sempre gli stessi discorsi…
   Seduta sul sedile posteriore dell’auto nera, Noemi si mordicchiava nervosamente l’unghia dell’indice. Non era mai stata così emozionata prima di incontrare la sua nuova famiglia, forse perché Denise e Paul avevano l’aria tanto ingenua e simpatica da tranquillizzare chiunque.
   -Allora, Noemi…- iniziò Denise guardandola dallo specchietto retrovisore. –Parlaci un po’ di te…-.
   -Di…di me?-.
   -Bhè,si… Insomma, non sappiamo quasi niente l’una dell’altra e stiamo per vivere insieme… non è molto normale no?-.
   -No, in effetti- sorrise la ragazza, tranquillizzata. –Che dire… Mi chiamo Noemi, per gli amici Noè, e vivo in istituto da sempre, quindi non si può dire che io abbia interessi particolari. Sono brava a disegnare, questo si, ma di solito nessuno si interessa alla mia passione. Mi piace la musica- si sentì in dovere di aggiungere, in fondo parlava con i genitori di tre rockstar. –Ma in istituto non avevamo molto tempo per coltivare i nostri interessi quindi… Insomma non che sia così aggiornata sulle ultime tendenze…-.
   -Oh, se vuoi dire che non conosci i nostri ragazzi, non ci sono problemi- le disse Paul. –Anzi meglio, almeno ti troverai a tuo agio-.
   Da lì in poi il viaggio fu molto più piacevole. Parlarono molto, raccontandosi le loro passioni, le loro vite, le loro paure. Denise era incredibilmente affettuosa, Paul simpaticissimo e quando finalmente la macchina si fermò, Noemi era diventata persino ansiosa di conoscere la sua nuova famiglia.
   Se sono tutti così… pensava.
   Non appena sentì il motore spegnersi, afferrò saldamente lo zaino e aprì la portiera.
   La casa era bellissima, più che altro era una villa, e a lei sembrava immensa. Il giardino era molto curato, anche se qualche erbaccia spuntava sul vialetto principale e ogni stanza aveva un’enorme finestra. Aveva sempre sognato di vivere in un posto così, passeggiare in un giardino dove splendeva sempre il sole e osservare il mare dalla finestra lasciandosi trasportare dalle sue onde, ma non le era mai stato possibile.
   Si accorse che Denise e Paul l’avevano sorpassata e si affrettò a raggiungerli, correndo.
   -Fantastico…- mormorò a bassa voce, più a se stessa che a qualcuno in particolare.
   Per sua fortuna, il resto della famiglia non li attendeva sulla porta e così ebbe il tempo di abituarsi all’idea di vivere in quella casa da divi di Hollywood.
   Denise tenne aperta la porta e Paul, con in mano il borsone di Noemi e la ragazza entrarono nell’atrio.
   Noemi si bloccò sullo zerbino, senza fiato ancora di prima di entrare.
   Se l’esterno della casa le era sembrato bellissimo, l’interno sembrava quasi irreale. Era l’ambiente più luminoso che avesse mai visto e, almeno visto da lì, immenso. Doveva essere a due piani perché poco distante v’era un’elegante scala a chiocciola che conduceva al piano di sopra da cui provenivano alcuni accordi dolci di una chitarra classica.
   Paul e Denise la guardarono un po’ preoccupati –Cosa ne pensi?-.
    -Cosa ne penso?- chiese Noemi ritrovando la voce che per qualche istante le si era rifugiata in gola rifiutandosi di uscire. –Penso che è la casa più bella che abbia mai visto in tutta la mia vita! E’ così luminosa, così grande, così ben arredata… E’ perfetta!-.
   -Anche i ragazzi ne erano entusiasti quando ci siamo trasferiti- disse felice Denise. –Alla fine si sono abituati, specialmente Joe… Ma dove saranno finiti? Non ci hanno sentiti arrivare?-.
   -Kevin starà suonando- disse Paul. –Nick starà scrivendo, Joe si starà stirando i capelli-.
   Noemi fece qualche incerto passo in avanti, così che Denise potesse chiudere la porta.
   Quando la vedrà Joey… si ritrovò a pensare guardandosi intorno strabiliata e posando lo sguardo su ogni cosa le capitasse sott’occhio.  
   -Ragazzi! Siamo arrivati!- chiamò Denise.
   Il suono della chitarra si interruppe bruscamente e pochi istanti dopo sentirono i passi di qualcuno che scendeva per le scale.
   -Finalmente!- esclamò la voce di Nick. –Cominciavamo a pensare che vi foste persi-.
   Noemi era proprio alla fine delle scale e quindi vide una gran massa di capelli ricci correrle incontro, che poi si rivelarono essere Nick Jonas che si bloccò bruscamente quando la vide.
   -Ciao. Io sono Nick- disse il ricciolino tendendole la mano e abbracciandola non appena la strinse.
   -Io Noemi- disse lei sciogliendosi e osservando i nuovi arrivati: Kevin, quella che lei intuì essere Danielle e un bambino che riconobbe come Frankie.
   -Dov’è Joe?- chiese Denise, visto che all’appello mancava solamente lui.
   -Indovina! Si stira i capelli ovvio!- rispose Kevin dopo essersi presentato.
   -“Si stira i capelli”?Io quel ragazzo non lo capirò mai- disse Paul. –Arriva sua sorella e lui si stira i capelli-.
   Noemi abbassò lo sguardo, cercando di non far notare quanto l’essere definita “sorella” l’avesse fatta arrossire e soprattutto l’avesse resa estremamente felice.
   -Arrivo, arrivo- disse una voce all’inizio delle scale e poco dopo apparve il Jonas  mancante.
   Noemi ricordava perfettamente le parole di Joey: “Nick è il più piccolo ed è il più sensibile dei tre, Kevin è il più grande e il più dolce e romantico, Joe il mezzano, il più divertente”.
    Ma non aveva detto niente di quella sua aria di trionfale furbizia, di quei suoi occhi svegli e soprattutto di quell’aria da “figo” forse non voluta che a Noemi non piaceva per niente.
   -Era ora- fu il commento di Kevin, ma Joe aveva notato la ragazza e si era bloccato a metà delle scale come fulminato.
   Non sapeva perché ma non riusciva a staccare gli occhi da lei.  
 
Spazio Autrice
Capitolo assolutamente penoso, ma era una specie di passaggio e per questo non è molto interessante. Spero che più avanti le cose si facciano più divertenti.
   Grazie a tutti quelli che hanno recensito, mi hanno fatto un enorme piacere, e vi chiedo, come sempre di lasciarmi la vostra impressione su questo terzo capitolo.
Thanks
Marty

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Capitolo 4
*** Ai cani piacciono solo le belle persone ***


Ai cani piacciono solo le belle persone
 
 
 -Joe?JOE!-.
   Nick schioccò le dita davanti al naso del fratello maggiore, che si rianimò con un sussulto come se si fosse addormentato.
   -Cosa?Si… Si, ciao, io sono Joseph, per gli amici Joe, oppure Danger, fai tu- disse il mezzano tendendo la mano e fissando negli occhi Noemi, che arrossì quando gli occhi marroni di Joe si allacciarono a i suoi verdi.
    -Io Noemi…-.
   -Noemi…bel nome- commentò Joe passandosi una mano nei capelli stirati di fresco.
   -Bhè, adesso ci siamo tutti- disse allegra Denise. –Che ne dite di far vedere a Noemi la sua camera e poi di farle visitare il resto della casa?-.
    Nick iniziò a salire le scale, mentre Kevin afferrava la borsa di Noemi e lo seguiva. Joe e Noemi, contemporaneamente, fecero per iniziare a salire le scale e contemporaneamente si bloccarono.
    -Prego, prima tu- disse Joe facendola passare, tornando ai suoi modi giocosi e spontanei.
    Al piano superiore c’erano tutte le camere. Passarono davanti a quella dei genitori, o almeno Noemi intuì che fosse quella dei genitori dal letto matrimoniale, e un’altra che doveva essere di Kevin e Danielle. Subito accanto v’era una porta chiusa e poi una lievemente aperta. Nick entrò in quest’ultima.
    La reazione di Noemi fu la stessa di quando era entrata in casa: si bloccò davanti alla porta incapace di andare sia vanti che di tornare indietro e sbarrando l’accesso a Joe.
   Di case ne aveva girate tante, e così di camere, ma mai in vita sua ne aveva vista una così grande, così luminosa, così… così tutto. Il suo letto a una piazza e mezza era a ridosso di una parete, assieme a uno scaffale di legno chiaro che aspettava solo di essere riempito. Proprio davanti alla finestra, c’era una grande scrivania color celeste chiaro su cui era posata una lampada, un portapenne pieno di matite e qualche foglio bianco. Sul pavimento v’era un tappeto rosso che a Noemi ricordava tanto quelli dei castelli di cui aveva letto tante volte nei libri.
   Nell’angolo più lontano, in quello più vicino e accanto alla finestra v’erano due chitarre classiche, una di legno chiaro e una di legno scuro, e una elettrica rosso scuro. Accanto a quest’ultima era poggiato un vaso di una pianta che lei non conosceva.
   Era un piccolo paradiso, splendida come il resto della casa.
   -Ti piace?- chiese Nick interpretando male il suo silenzio. La verità era che non riusciva quasi a parlare.
   -Si…- rispose, anche se quella piccola parola non era capace di rispecchiare tutta la meraviglia che provava dentro.
   Fece qualche passo in avanti, dando la possibilità anche a Joe di entrare.
   -Prima non ci stava nessuno e ci avevo messo qualche chitarra, ma se ti danno fastidio posso spostarle- disse Kevin poggiando a terra il suo borsone.
   Noemi si avvicinò al letto dalla coperta blu leggera e ci poggiò con delicatezza lo zaino, quasi avesse paura di rovinare quell’atmosfera perfetta.
   -No- disse, ritrovando la voce. –Non preoccuparti. Anzi, rendono tutto ancora più.. perfetto-.
   In quel momento sentì un verso strano, come un raspare contro la porta e si voltò stupefatta, ma non ebbe il tempo di chiedere niente che un cane dal chiaro pelo dorato entrò scodinzolando, posò gli occhi su ogni persona nella stanza e poi andò a leccare la mano di Nick.
   -E lui chi è?- chiese divertita Noemi. Non sapeva che i Jonas avessero anche un cane.
   Nick fece le presentazioni -Noemi, ti presento Elvis. Elvis, Noemi. Adesso fa anche lei parte della famiglia- aggiunse inginocchiandosi accanto al cane e passandogli una mano tra le orecchie. –Quindi mi aspetto che tu la tratti bene-.
   Quasi in risposta a quelle parole, Elvis si avvicinò alla ragazza ballonzolando e iniziò a girarle intorno, per poi annusarle la mano e darle una vigorosa leccata.
   -Gli piaci- constatò Kevin ridendo. –Di solito Elvis non ha problemi a fraternizzare con le persone, ma non ti illudere di potergli dire cosa fare. Ubbidisce solo a Nick-.
   -Bhè, in fondo è il suo cane- disse Noemi, che solo in quel momento si era ricordata che Joey le aveva detto anche quello.
   -Non è il mio cane, è mio amico- precisò Nick. –Vero cucciolone?-.
   Elvis si disinteressò subito alla mano di Noemi e tornò allegro dal suo padroncino, strusciandosi a lui in un modo che ricordava più un gatto che un cane.
   -Che dolce…- mormorò Noemi, stupita da quella dimostrazione di fiducia: Elvis si doveva fidare proprio tanto di Nick, e gli doveva volere un gran bene, se riceveva quelle attenzioni. E di solito ai cani piacevano le belle persone.
   Oh mamma mia, sto diventando come Joey pensò Noemi scuotendo la testa e sorridendo.
   -Vuoi fare il giro della casa?- chiese Joe.
   -Oh, mi piacerebbe tanto- rispose lei, gli occhi ancora fissi su Elvis che uscì dalla porta della camera con un “bau” di saluto.
   -La porta ha anche la chiave- le disse Nick. –Ma è al piano di sotto, dopo se vuoi te la do-.
   -Non credo che avrò bisogno della chiave- rispose Noemi con un’alzata di spalle. –Non mi piace chiudermi nelle stanze-.
   -La vorrai dopo che Kevin ti avrà svegliata suonando alle otto del mattino- ribadì Joe, guadagnandosi un’occhiataccia da parte del fratello maggiore.
   -Tu minimo ti alzi alle dieci, come fa a sentirmi quando suono?- ribatté Kevin per poi uscire per ultimo dalla camera e chiudersi la porta alle spalle.
   Nel corridoio, lo sguardo di Noemi corse alla porta chiusa che aveva già notato.
   -E’ la mia stanza- disse Nick. –La chiudo perchè Joe ha l’abitudine di entrare di continuo per cercare cose smarrite in una vita precedente e che senza motivo gli servono in quel momento. Non è una bella esperienza svegliarti la mattina con lui che gira nell’oscurità come un fantasma sussurrando con fare mistico “Dov’è la mia sciarpa?”-.
   -E’ successo solo una volta- precisò Joseph indispettito dalle risate di Noemi e dei due fratelli.
   -Ripensandoci, ricordami di chiederti la chiave della mia stanza- disse Noemi ridacchiando, felice.
    -Oh mamma mia,e qui cosa ci vive?- chiese poi fermandosi davanti alla porta socchiusa e scrutandone il caos interno. –Cos’è, la stanza di Elvis?-.
    In fondo, pensava, ormai mi aspetto di tutto, perché Elvis non dovrebbe avere una sua camera?
   Con suo stupore Kevin e Nick scoppiarono a ridere fragorosamente e sembravano incapaci di trattenersi.
   -Elvis?- ansimò poi Kevin guardando tra le lacrime la faccia stupita di Noemi. –Oh, no, quella è la stanza di Joe-.
   -E’ la tua stanza?- domandò la ragazza con tono forse più scioccato di quello che avrebbe voluto. –E dire che ti facevo uno ordinato?-.
   -Bhè, in qualcosa è ordinato- disse Nick. –Per esempio il suo armadio, lì non troverai mai niente fuori posto.Per il resto… persino mamma si è arresa, il che è tutto dire-.
   -Ho capito, avete deciso di mettermi in cattiva luce oggi- s’intromise Joe, che però non pareva offeso dalle critiche e le risate dei fratelli. –Se non sapessi che avete ragione, mi arrabbierei-.
   Arrivati alle scale, scesero uno dopo l’altro:prima Kevin,i capelli ricci spettinatissimi; poi Nick, ancora le lacrime agli occhi per le risate, Joe, e infine Noemi, sempre più curiosa di visitare il resto della casa e sempre più stupita della stranezza di quella famiglia.
 
Spazio Autrice
Ed eccoci al quarto capitolo. Ok, stavolta non dirò che fa schifo- anche se un po’ lo penso ancora, e mi limiterò a ringraziare tutti quelli che hanno recensito. GRAZIEEE!!! Veramente, leggere i vostri giudizi mi rende felicissima, e quando mi collego e vedo che avete recensito il mio cuore si riempie di gioia. Penso che capiti anche a voi e che quindi mi possiate capire. Bhè, che dire… Grazie di tutto e spero che continuerete a recensire e a leggere, visto che io sto iniziando a divertirmi a scrivere questa storia un po’ pazza che all’inizio avevo paura non piacesse a nessuno.
   Ma come si dice? Se una storia piace anche a una sola persona allora vale la pena di scriverla, e quindi per ora continuerò a scriverla.
   BaciBaci a tutti =)
   Marty

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Capitolo 5
*** Sentimenti Confusi... ***


Sentimenti Confusi
 
 
Il giro della casa l’aveva lasciata sempre più senza parole: non credeva che nell’universo esistesse qualcosa di così… di così. Oramai aveva esaurito gli aggettivi per descriverla e si era rassegnata a cercare di tenere a mente l’ubicazione di tutte le stanze:pensava che avrebbe avuto bisogno al più presto di una mappa. Per esempio, la cucina era accanto al primo bagno o al secondo, quello più grande? E la sala d’incisione-davanti a cui la ragazza si era bloccata stupefatta- era vicino alla portafinestra per accedere al giardino o da tutta un’altra parte?
   Noemi non se lo ricordava, e pensava che non ci sarebbe mai riuscita. I tre fratelli Jonas sembravano divertiti dal suo stupore e le descrivevano ogni stanza nei minimi particolari. Ad essere sinceri, non appena erano giunti in cucina, Kevin si era separato da loro ed era andato a raggiungere Danielle, mentre Nick, Joe e Noemi continuavano il giro.
   Alla fine,Noemi  non sapeva assolutamente come, si ritrovarono di nuovo sotto le scale da cui si accedeva al piano di sopra.
   -Penso che tra un po’ mamma ci chiamerà per cenare- disse Nick consegnandole la chiave della camera che aveva recuperato da un cassetto in un comò di legno scuro. –Magari nel frattempo puoi sistemare le tue cose nella tua stanza o… bhè, fare quello che vuoi-.
   -Penso che accoglierò il tuo suggerimento- sorrise Noemi. –Se mi metto a vagare per casa, rischio di perdermi-.
   Non si era resa conto, presa com’era da tutte quelle novità, che il cielo piano piano aveva cominciato a diventare rosso e il sole era calato all’orizzonte, sul mare scuro. L’orologio appeso accanto alle scale segnava le 8.20. Era in quella casa già da quasi due ore!
   I tre salirono insieme, poi Nick e Joe entrarono nella stanza del primo e Noemi fu sola nel corridoio.
   Finalmente un po’ di tempo per pensare si disse. L’unico difetto che aveva quella casa era che era un po’ troppo affollata per lei, che amava la solitudine e il silenzio, ma pensò che forse ci si sarebbe abituata. In fondo, quella non era proprio la casa di persone amanti del silenzio!
   Infilò la chiave nella toppa e chiuse la porta, ma non girò. Come aveva già detto a Nick, odiava chiudersi nelle stanze. Forse era un principio di claustrofobia… Non le importava se qualcuno entrava in camera sua, tanto non aveva certo niente da nascondere. E poi non pensava che un qualsiasi componente della famiglia Jonas avrebbe frugato tra le sue cose senza permesso. Forse solo Joe sembrava un po’ più curioso degli altri.
   Già, Joe… Noemi non era sicura che quel ragazzo le piacesse. Insomma, era spontaneo, allegro, tutto il contrario di lei, e le pareva anche incredibilmente seccante. Forse per il suo sguardo indagatore, non lo sapeva. Sta di fatto che Joseph Jonas non le piaceva per niente.
   Noemi si avvicinò al letto accanto al quale Kevin aveva poggiato la sua borsa e fece scorrere la lampo rivelando quei pochi vestiti che si era portata. Prese in mano un paio di T-Shirt e si recò all’armadio bianco dell’altro lato della stanza per cercare  una gruccia.
   Non appena lo aprì, rimase senza parole per l’ennesima volta in quella giornata.
   Cosa si aspettavano, che l’avrebbe riempito tutto? Ci sarebbero entrate comodamente quattro persone, senza contare i tre cassetti bianchi. E poi l’interno era… non c’erano altri termini, wow! Era si bianco, ma di un colore più opaco, come un vetro attraverso cui però non si può vedere cosa c’è dietro.
   -Ma dove sono capitata, in casa del Presidente?- si chiese ad alta voce Noemi, per poi afferrare una delle numerose grucce nere che pendevano nell’armadio e sistemarci la prima maglietta blu.
   Per i successivi quindici minuti fu tutto un piegarsi nella borsa e appendere magliette, Jeans e vestiti alle grucce, per poi sistemare la biancheria in uno dei cassetti.
   Bene si disse osservando la borsa vuota e l’armadio pieno per un quarto scarso. Ci entrerebbe praticamente un intero negozio di abbigliamento, qua dentro, ma può andare.
   Chiuse le ante e tornò al letto, su cui aveva poggiato lo zaino. Dentro non v’era altro che il suo cellulare(un regalo di una delle famiglia in cui era stata), qualche libro e un album di fotografie. Si sedette sulla trapunta e lo sfogliò con delicatezza. Le prime foto erano tutte di lei da bambina, scattate dai suoi genitori prima che morissero. Arrivavano fino a quando aveva cinque anni:l’ultima era di lei con i capelli stretti in due codini ritti sopra la testa che rideva mettendo in mostra un dente mancante.
   Poi le foto della sua vita si interrompevano bruscamente: fino a quando aveva tredici anni, nell’istituto, non le avevano  mai fatto nemmeno una foto.
   Poi aveva conosciuto Maggie e Joey e gli scatti successivi erano tutte di loro tre: Joey con il suo nuovo fratello Rich, Noemi con la faccia annoiata alla fine di una lezione di storia, tutte e tre insieme che ridevano davanti alla torta di compleanno di Maggie con quindici candeline…
   Noemi scosse la testa per interrompere i ricordi e poggiò l’album dalla copertina patinata sulla scrivania, assieme ai due libri, poi si guardò intorno.
   La stanza era ordinata come prima, le uniche cose fuori posto erano la borsa lasciata vuota ai piedi dell’armadio che Noemi spinse sotto il letto e lo zaino sul letto.
   Non appena si sdraiò, la stanchezza della giornata le piombò addosso come un macigno. La testa le ronzava dopo tutte quelle chiacchiere, in fondo non ci era abituata. Chiuse gli occhi, mentre le immagini di tutto quello che aveva vissuto in quelle due ore le balzavano davanti agli occhi.
 
***
 
-Joe, si può sapere che ti prende?-. Nick stava tormentando il fratello maggiore. –Ti sei piantato come un amplificatore rotto non appena l’hai vista-.
   -Io non mi sono “piantato”-  ribattè Joe per l’ennesima volta. –Ero solo stupito, tutto qui-.
   No, non era vero che era tutto lì. Era rimasto folgorato non appena la aveva vista e non si riusciva a spiegare il perché. Eppure era una ragazza normalissima con un passato difficile alle spalle: perché sarebbe dovuta essere diversa?
   Joe non credeva nell’amore a prima vista: troppe volte era stato deluso o aveva deluso, per lui un rapporto andava costruito giorno dopo giorno, perciò escludeva “ l’ipotesi innamoramento”.
   Magari era solo rimasto sorpreso, tutto qui: insomma, da un giorno all’altro gli veniva data la notizia che avrebbe avuto una sorella e il giorno dopo questa era già in casa sua. Un po’ di confusione era più che logica.
   Si, dev’essere così si disse Joe auto-rassicurandosi. Niente di cui preoccuparsi.
   Nick era seduto sulla sedia della sua ordinatissima scrivania, con Elvis accucciato al fianco.
   -Comunque, che ne pensi?- domandò ancora Nick.
   -Di…di cosa?-.
   -Di quanto sono bello io!- sbottò esasperato Nicholas. –Secondo te? Di Noemi, no?-.
   -Si, certo…- si riprese Joe. –Sicura di sé, entusiasta della sua nuova famiglia, per niente emozionata del fatto di essere in casa dei Jonas Brothers. Non so se mi piace-.
   Effettivamente quest’ultima affermazione era vera. Avete presente quando vedete una persona e provate dei forti sentimenti, ma non sapete se siano buoni o cattivi, e siete più orientati verso i cattivi? Ecco, Joe per Noemi provava questo. E, anche se lui non lo sapeva, la cosa era reciproca.
   -A me invece si- disse Nick. –Nel senso di carattere-.
   -Oh, so che non è “in quel senso”- rispose Joe con l’aria di chi la sa lunga, mimando le virgolette con le mani. –Penso che rimarrai single per tutta la vita, fratello, se non impari a buttarti-.            
   Già, solo che per Nick non era così facile. Lui era sempre stato riservato e “buttarsi” non era nel suo carattere. Kevin lo capiva: ci aveva messo un secolo a chiedere a Danielle di sposarlo, ma alla fine ce l’aveva fatta. Insomma, come per dire “l’attesa ripaga”.
   E poi, pensava di stare benissimo anche senza una ragazza.
   -Ragazzi!- chiamò la voce di Denise dal piano di sotto, distogliendo Nicholas dai suoi pensieri.
   -Arriviamo!- risposero in coro i due Jonas.
   Joe scese dal letto del fratello su cui si era appollaiato e assieme a Nick uscì dalla stanza e si avviò al piano di sotto-.
 
***
 
Noemi era emozionata mentre scendeva le scale: la prima occasione in cui stava con la famiglia Jonas al completo. Come sarebbe andata?
 
Spazio Autrice
Una parola? Noia. E’ quella che descrive bene questo capitolo! Cioè, mi sono divertita a scriverlo ma… Vabbè, ci siamo capiti.
   Non fraintendetemi: non penso veramente ciò che pensa Noemi di Joe. E’ solo che volevo scrivere da subito una specie di odio-amore tra i due, che sarà più accentuato nei prossimi capitoli. Scusa Joe =)
   A voi dico: GRAZIE!!! Oramai lo dico sempre, ma non smetterò mai di ringraziarvi per le vostre recensioni(non sono tante ma per ora mi possono bastare) e in particolare ringrazio The White Soul e JB4ever (scusate ma non so come si fa a taggare) e ovviamente grazie anche a tutti gli altri, anche a tutti quelli che hanno letto e che non hanno recensito ( la prossima volta recensiteeeeee xD)
A presto con il seguito, si spera meno noioso
Marty_love Jonas

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Capitolo 6
*** Primi Litigi ***


Primi Litigi
 
 
Dopo essersi persa quattro volte ed essersi ritrovata magicamente nel giardino posteriore senza avere la più pallida idea di come fosse successo, Noemi incontrò Kevin e finalmente assieme a lui raggiunse la cucina dove gli altri componenti della famiglia Jonas erano seduti attorno al tavolo.
   -Noemi, finalmente- sorrise Denise andandole incontro e guidandola verso la propria sedia tra Nick e Joe, che stava a un capo del tavolo. –Iniziavamo a credere che ti fossi persa-.
   -E’ quello che è successo, infatti- disse Noemi facendo ridere mezza famiglia. –Poi per miracolo ho trovato Kevin-.
   Il ragazzo sorrise e si sedette tra Danelle e Frankie, il quale stava proprio di fronte a lei.
   Anche il set di piatti, bicchieri e posate rispecchiava perfettamente lo stile dei Jonas. I bicchieri erano alti e perfettamente lucidati, la tovaglia bianca senza una macchia tranne dal lato di Frankie e i piatti, uno sull’altro, in perfetto ordine.
   Non appena si sedette, Nick accanto a lei le versò da bere.
   -Grazie-.
   Oramai Noemi non era più in imbarazzo, sapeva che non ve n’era motivo, e stava riacquistando un po’ della sua proverbiale schiettezza. Al tavolo v’era un silenzio innaturale che la fece sentire un po’ a disagio, ma subito dopo Danielle le sorrise e lei si sentì un po’ meglio.
   Denise,evidentemente, aveva deciso di dare sfoggio alle sue abilità culinarie perché un delizioso profumo di pasta era diffuso nell’aria. Non appena ne assaggiò una forchettata, Noemi si chiese come facessero Nick, Joe e Kevin a mantenere la linea con le delizie che cucinava Denise.
   -Wow, è buonissima- disse dopo un po’ quando oramai il suo piatto era quasi vuoto.
   Denise sorrise e Noemi aggiunse –Quando ero in istituto, le cuoche non erano proprio il massimo. Anzi erano il minimo-.
   -E perché vivevi in istituto?- chiese Frankie con la bocca sporca di pomodoro.
   -Frankie, insomma, non è detto che Noemi abbia voglia di parlarcene…-s’intromise Paul guardandola come per scusarsi, ma la ragazza disse –Non è una storia particolarmente lunga o difficile. Semplicemente ho perso i genitori da piccola e non c’era altra soluzione-.
   -E nessuno ti ha adottata prima?-domandò dolcemente Danielle pulendosi la bocca con un fazzoletto bianco.
   -Bhè, si, qualcuno ci ha provato- confessò Noemi. –Ma non mi sono mai trovata bene e sono sempre dovuta tornare in istituto, per una ragione o l’altra-.
   -Tipo?- chiese ancora Frankie, guadagnandosi un’occhiataccia da parte dei genitori.
   -Bhè… l’ultima volta perché io e mio fratello adottivo ci siamo innamorati- disse Noemi e a quelle parole Joe sembrò quasi incupirsi. –E quindi sono tornata in istituto. Ma devo dire che mi hanno fatto solo un favore, almeno posso continuare a vederlo senza problemi-.
   Per tutto il resto della cena, che fu molto lunga, ognuno parlò del più e del meno. Noemi si godette le chiacchiere e l’atmosfera di famiglia che si percepiva nell’aria, senza quasi intervenire nella conversazione. Ogni tanto, quasi involontariamente, sbirciava di sott’occhio Joe  che partecipava attivamente alla conversazione continuando a spostarsi i capelli che gli cadevano davanti agli occhi.
   Il tavolo era grande, ma non erano pigiati per essere una grande famiglia. Dietro di lei, uno sgranocchiare le diceva che anche Elvis si stava godendo la sua cena in compagnia del resto della famiglia. Si accorse che Nick ogni tanto lo guardava dolcemente, come per assicurarsi che stesse bene.
   Non ho mai visto qualcuno così innamorato del proprio cane si ritrovò a pensare Noemi e prese mentalmente nota di dirlo a Joey quella sera.
   Quando finalmente si alzarono da tavola, Noemi ebbe l’impressione di rotolare.
   -Vuoi che ti aiuti a sparecchiare?- chiese a Denise mentre Paul e Kevin bevevano una tazzina di caffè.
   -Oh, no grazie cara- disse Denise. –Puoi andare a riposarti, sarai stanca-.
   -Bhè, abbastanza… Posso usare il telefono?-.
   Usci dalla cucina tenendo stretto il cordless e invece di tentare di tornare al piano di sopra da sola, seguì Nick e Joe, così almeno era sicura di arrivare dove voleva arrivare.
   -Devi telefonare al tuo ragazzo?- le chiese Joe senza guardarla.
   Noemi non si aspettava quella domanda –Se anche fosse?- chiese.
   -Era solo una domanda…- si difese Joe, anche se non ne era del tutto sicuro.
   -Bene, non ho voglia di risponderti. Ciao-.
   Fece un cenno di saluto a Nick e entrò nella sua stanza, chiudendo fuori la voce di Joe che chiedeva –Cosa ho detto?-.
   Cosa aveva detto? Si doveva fare gli affari suoi! Noemi era furibonda, e sapeva di non averne un vero motivo. Eppure l’indiscrezione di quel ragazzo le dava sui nervi. E le dava sui nervi anche il fatto che fosse così attraente, con quei suoi capelli scuri, quegli occhi profondi…
   Noemi scosse la testa per scacciare l’immagine di Joe che sorrideva furbo.
   No, non lo trovo attraente, per nulla! si disse. E’ solo un ragazzino viziato e non devo pensarci. E poi sono fidanzata!
   Decise che doveva distrarsi e poi aveva fatto attendere Joey abbastanza a lungo. Si sdraiò sul letto con la schiena poggiata alla spalliera e, il cellulare in una mano e il cordless nell’altra, chiamò Joey e Maggie per una telefonata a tre. Il cellulare con cui chiamava Joey lo tenne lievemente distanziato.
   -TU! Come hai potuto farmi aspettare così tanto??- fu infatti il grido di Joey al primo squillo.
   -Racconta- disse invece Maggie più calma.
   -Calma Joey non ho avuto un momento libero da quando…-
   -Loro come sono? Carini? Gentili? Com’è la loro casa?- sparò a raffica Joey che, evidentemente, si era già dimenticata di essere arrabbiata con Noemi e non ce la faceva più a trattenersi.
   -Bhè, se mi fai parlare te lo dico- sbottò Noemi che però poi scoppiò subito a ridere.
   Era bellissimo sentire di nuovo le loro voci, era come se la riportassero alla realtà e le ricordassero che c’era un mondo, la fuori.
   -Va bene, ti ascolto, ma PARLA!-.
   Noemi iniziò a raccontare del viaggio con Denise e Paul, di come fosse stata accolta, del giro della casa che aveva fatto e di cui ricordava pochissimo.
   -Vedessi Joey, è immensa! La camera di Joe, poi, non si può vedere, è quasi più disordinata della tua-.
   Era risaputo in tutta Los Angeles, infatti, che in camera di Joey entravi a tuo rischio e pericolo.
   -Non posso crederci- esclamò per l’ennesima volta quest’ultima, esaltata al massimo.
   -Poi ho conosciuto anche Elvis, il loro cane. Nick ci è molto affezionato, secondo me gli vuole più bene che ai suoi fratelli-.
   -Devo devo DEVO venire a trovarti!- disse Joey. –E anche Maggie-.
   -Certo che mi verrete a trovare! Domani mattina vi mando un messaggio a tutte e due e vi dico ora e posto okay?Adesso però sono stanca ragazze-.
   -Certo- disse Maggie. –Ti lasciamo riposare. Aspettiamo il tuo messaggio di domani ok?-.
   -Va bene. Ciao ragazze-.
   -Ciao Noemi-.
   -Ciao Joey-.
   -Ciao Maggie-.
   Noemi premette il tasto rosso su entrambi i telefoni e li poggiò sul comodino accanto a letto. E’ vero che era stanca, ma non sarebbe riuscita a dormire per un po’. Buttò indietro la testa bionda e chiuse gli occhi.
   -E così non telefonavi al tuo ragazzo-.
   Quella voce arrivò così inaspettata che Noemi fece quasi un salto sul letto, battendo la testa sulla spalliera e perdendo il filo della concentrazione per qualche secondo. Quando riuscì ad aprire gli occhi e la vista le si schiarì, vide davanti alla porta una figura alta dai capelli scuri e la faccia inspiegabilmente felice.
   -Joe!- esclamò mentre nella testa le risuonavano le parole del loro quasi litigio di pochi minuti prima. –Stavi origliando!-.
   -Non lo chiamerei origliare- precisò Joe. –Lo chiamerei passare di qua per caso e approfittarne per tenersi informati dei fatti-.
   -Bhè, io invece lo chiamerei proprio origliare, ed è una cosa che odio- saltò su lei scendendo dal letto. –Non sono affari tuoi con chi parlo, sia pure con il mio ragazzo,le mie amiche o Miley Cyrus in persona chiaro?-.
   -Anche perché se parlassi con Miley lo saprei- disse Joe sempre sorridendo.
   -Ahahah molto divertente! Che ti importa,poi, se parlo con il mio ragazzo?-.
   -Oh, nulla. Ma io devo sempre essere informato di tutto quello che accade in questa casa-.
   -Bhè, con me ti andrà male. Odio chi origlia. E ora ciao!-.
   -Ma…-.
   -Vattene!- esclamò e lo spinse fuori, sbattendogli quasi la porta in faccia.
   Sapeva di aver avuto una reazione un po’ esagerata, ma non sopportava l’arroganza di quel ragazzo e non sopportava chi non si faceva gli affari suoi. In conclusione, non sopportava Joe. E pensava che non lo avrebbe mai sopportato in tutta la sua vita.
 
Spazio Autrice:
Ed ecco il primo vero litigio tra Joe e Noemi. Quei due sono proprio come cane e gatto! Ma in effetti Joe l’ha combinata grossa. Scusami Joe <3
   Capitolo scritto molto velocemente… e perciò più penoso degli altri! Ma le idee si accavallano e se non le metto giù, poi mi dimentico!
   Anticipazione: il prossimo capitolo sarà sulla visita di Joey e Maggie alla casa dei Jonas. Non so se Joey reggerà l’emozione. Io personalmente non la reggerei.
   Graziegraziegrazie come sempre a chi legge e a chi recensisce (sempre un po’ pochini però) =) e sperò che continuerete,perché la vostra impressione è davvero molto importante per me <3
   Grazie come sempre alla mia omonima amica che è sempre velocissima a recensire, JB4ever <3 <3 <3
Baci Baci al prossimo capitolo
Marty_Love Jonas
    

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Capitolo 7
*** Invito a pranzo ***


Invito a pranzo
 
 
-Insomma perché si è arrabbiata così tanto? Cosa le ho fatto?-.
   Joe era entrato come un razzo in camera di Nick che, piegato sulla scrivania, aveva fatto un salto all’indietro tipo quelli che faceva sul palco e aveva perso dei buoni dieci anni di vita. Joe, comunque,  non se n’era preoccupato e aveva iniziato a raccontargli (a lui e a Kevin, che era andato a recuperare prima) il suo litigio con Noemi.
   -Oh, Joe…-. Nick scosse la testa. –E’ chiaro che si è arrabbiata! Hai origliato la sua telefonata e in più hai anche fatto lo sbruffone-.
   -Lei non ti conosce ancora, Joe- disse Kevin. –Sicuramente ti avrà preso per un bambino che non si fa mai gli affari tuoi-.
   Joe andava avanti e indietro nella stanza del fratello minore.
   -Che poi, Joe, perché hai origliato la sua telefonata?-.
   -Perché volevo sentire con chi parlava. Lo sapete, io sono fatto così-.
   Non era proprio vero: una volta capito che Noemi non era al telefono con il suo ragazzo, ma con le sue amiche, avrebbe potuto allontanarsi e nessuno avrebbe saputo niente, invece aveva voluto sentire tutto e in più farsi anche scoprire.
   Perché cavolo ho detto quelle cose? si chiedeva. Non potevo semplicemente andarmene?
   No, come al solito aveva dovuto fare il simpatico e quello era il risultato.
   Ma comunque Joe considerava la reazione di Noemi esagerata: insomma, poteva arrabbiarsi, okay, ma sbattergli addirittura la porta in faccia dopo appena tre ore che si conoscevano!
   -Ha esagerato- disse ad alta voce.
   -Non se l’aspettava, Joe- gli disse Kevin alzando gli occhi al cielo.  –Ha reagito d’istinto-.
   La verità era che il carattere forte di Noemi e quello ancora più forte di Joe andavano d’accordo come l’acqua e il fuoco ed era inevitabile che litigassero.
   -Troppo d’istinto- borbottò a mezza voce il mezzano, imbronciato. –Ho come il presentimento che io e Noemi non andremo molto d’accordo…-.
 
***
 
A dispetto di quello che credeva, Noemi passò una notte tranquilla. Si addormentò tardi come al solito, borbottando frasi sconnesse su Joe e su quanto le stesse antipatico, e la mattina i primi raggi di un pallido sole la svegliarono, filtrando attraverso le tendine rosa leggere e illuminandole in pieno il volto.
   -Buongiorno- disse Noemi stiracchiandosi e stropicciandosi gli occhi. Era suo solito, la mattina quando si svegliava, darsi il buongiorno da sola, forse perché all’istituto non c’era nessuno che lo faceva.
   Buttò le gambe giù dal letto scalciando via il lenzuolo di cui non aveva assolutamente avuto bisogno, era troppo caldo. La chiave infilata nella toppa attirò inspiegabilmente la sua attenzione: la sera prima aveva avuto la tentazione di girarla, ma poi non l’aveva fatto. Il suo odio per le stanze chiuse aveva sempre il sopravvento.
   Mmmh, chissà se in questa casa fanno colazione in pigiama? si chiese Noemi osservando la sua vestaglia bianca che le arrivava quasi a metà coscia. Bhè, io così non ci scendo.
   Sbadigliando nuovamente, scostò le tendine lasciandosi scaldare dalla luce, poi aprì l’armadio bianco e rimase indecisa. Era decisamente troppo caldo per i jeans, quindi ripiegò per una camicetta bianca a maniche corte e una minigonna azzurra. Si pettinò i lunghi capelli biondi sovrappensiero, guardando la propria immagine allo specchio appeso di fianco al guardaroba.
   Ti prego, ti prego fa che non trovi proprio Joe in corridoio si ritrovò a pregare non sapeva chi. Che sciocca. Cosa mi importa di incontrarlo? Lo ignorerò, punto.
   Rinfrancata, si mise le scarpe e, sospirando, aprì la porta che scivolò senza cigolare. Il corridoio era, se possibile, più illuminato del giorno precedente. La stanza di Paul e Denise era già vuota, il letto rifatto. Noemi arrivò alla fine del corridoio e si infilò in bagno.
   Si lavò il viso per svegliarsi del tutto: non aveva programmato di dormire così profondamente, pensava che avrebbe passato la notte in bianco come suo solito ogni volta che si trasferiva in una nuova casa. E invece… le sorprese non finivano!
   Non appena si fu asciugata scoprì che, nonostante la cena della sera precedente, era alquanto affamata, perciò uscì nuovamente in corridoio  decisa ad addentrarsi in quel labirinto di casa per cercare di raggiungere la cucina autonomamente.
   Non notò subito Joe perché si girò per chiudere la porta, ma non appena si voltò di nuovo rimase bloccata sulla soglia del bagno. Il ragazzo stava chiudendo la porta della sua camera senza far rumore. Era evidente che si era appena alzato: i capelli lisci spettinati fino all’assurdo gli ricadevano in ciocche davanti agli occhi, aveva la faccia assonnata e un po’ confusa e addosso solamente i boxer neri.
   Distogli lo sguardo si ordinò Noemi. Per fortuna non era di arrossire, la sua amica Joey probabilmente sarebbe già diventata rossa come un pomodoro. Non ti importa di lui. Passa oltre.
   Non era un problema, in fondo.   Drizzò la testa e gli passò accanto senza dirgli assolutamente niente, quasi senza respirare, nonostante Joe avesse aperto la bocca per dire qualcosa.
   Senza pensare alla strada che prendeva, Noemi scese la scala a chiocciola cercando di pensare a qualcosa che non fosse Joe, così antipatico, così arrogante, così tremendamente attraente.
 
 
***
 
In fondo era andata meglio di quello che credeva per quanto riguardava la strada: era giunta al piano terra e aveva incontrato Danielle, perciò avevano raggiunto la cucina assieme, chiacchierando del più e del meno per conoscersi meglio.
   Per Noemi, quelle chiacchiere furono un balsamo contro il miscuglio di emozioni che le aveva provocato la vista di Joe. Entrarono in cucina dove regnava la confusione. Nick e Frankie stavano apparecchiando la tavola, Denise era affaccendata attorno ai fornelli mentre Kevin e Paul cercavano di tenersi occupati come potevano.
   Non appena entrarono, Kevin balzò verso di loro per stringere Danielle e poggiarle un bacio a fior di labbra.
   -Buongiorno, Noemi- disse poi staccandosi.
   Noemi era sicura che Joe gli avesse raccontato del loro litigio, ma non era assolutamente intenzionata a parlarne e in fondo Kevin non aveva fatto nulla per introdurre l’argomento.
   -Buongiorno- sorrise.
   -Dormito bene, cara?- chiese Denise abbandonando per un attimo i fornelli.
   -Oh, si Denise, benissimo, grazie-.
   -Preferisci il tè o il latte?-le chiese Nick invitandola a sedersi mentre la madre portava in tavola due brocche.
   -Il tè, grazie. Non bevo mai il latte- gli rispose lei, sedendosi nel posto della sera precedente. L’unica differenza era la sedia di Joe, accanto alla sua, vuota.
   -Joe è in ritardo come al solito- commentò Paul come se le avesse letto nel pensiero.
   -Ci sono, ci sono…- rispose una voce strascicata da dietro la porta e poco dopo Joseph fece la sua comparsa. Alzarono tutti gli occhi, tranne ovviamente Noemi che tenne i suoi ostinatamente fissi sul piatto vuoto e che così si accorse della differenza solo quando Joe si sedette accanto a lei: si era messo i jeans e una maglietta nera, i capelli visibilmente non se li era pettinati ( come Nick e Kevin, tra l’altro) e l’espressione lievemente meno intontita di prima.
   E soprattutto non provò più a rivolgerle la parola. Cosa di cui, comunque, nessuno di accorse, visto che tutti parlavano con tutti e c’era ancora più allegria della sera prima.
   Noemi si rifiutava categoricamente di guardare Joe e teneva lo sguardo fisso su chiunque parlasse in quel momento, mentre il ragazzo fissava il piatto. Non si capiva bene se fosse perché non voleva guardare Noemi o semplicemente perché aveva troppo sonno.
   -Posso chiamare le mie amiche?- chiese Noemi a Denise mentre l’aiutava a sparecchiare e infilare i piatti nella lavastoviglie. –Sono ansiose di venirmi a trovare-.
   -Certo cara- annuì Denise. –Penso che la tua amica Joey non possa attendere più a lungo di così. Perché non le inviti a pranzo?-.
   -Ma siamo già tanti…- obbiettò Noemi stupita.
   -Nessun problema. Io, Paul, Frankie e Danielle dobbiamo uscire, perciò starete comodi-.
   -Bhè… grazie-.
   Una volta finito di raccogliere tutti i piatti, Noemi uscì dalla stanza e si poggiò con la schiena alla parete per inviare un messaggio alle sue amiche.
  
Notiziona bomba: Denise vi ha invitate a pranzo oggi, solo noi tre e i Jonas. Potete venire subito? L’indirizzo è…
 
Scrisse l’indirizzo e premette il tasto invio per Maggie e Joey.
   La risposta dell’ultima arrivò così velocemente che Noemi si chiese se l’amica avesse un cellulare a riposta automatica.
 
Cosa? Aaaaah!! Non posso crederci!! Ti amo, Noemi, ti amo!! Arrivo subito =) Sei la migliore
 
Noemi si trattenne dal ridere. Joey non si smentiva mai.
 
Va bene, sarò lì tra poco. Non vedo l’ora di conoscere questi famosi ragazzi era invece la risposta di Maggie.
   Noemi infilò il cellulare in tasca e alzò lo sguardo. Nick e Joe la guardavano. O meglio, Nick la guardava e Joe guardava la sua spalla.
   -No, non era il mio ragazzo- disse anticipando qualsiasi domanda di quest’ultimo, e la voce gli uscì forse più acida di quello che avrebbe voluto.
   -Le tue amiche?- domandò dopo un po’ Nick fissando prima Joe, poi Noemi, poi di nuovo Joe, come se seguisse una partita da tennis a rallentatore, deciso a togliere il fratello dall’imbarazzo.
   -Già. Verranno a trovarci tra poco. Devo avvertirvi: una di loro, che si chiama Joey, è strafissata con la vostra musica, perciò arriverà molto vicina all’infarto. Solo per avvertirvi…-.
   -Va bene, saremo preparati- sorrise Nick, che poi afferrò Joe per la mano e lo trascinò su per le scale.
   Ma perché so deve comportare in modo così strano? si domandò in modo disperato Noemi. Il giorno prima era un grande arrogante, ora sembrava il più dolce del mondo. Noemi non ci capiva più nulla. E poi, perche le interessava?
 
Spazio autrice:
perdonatemi, avevo detto che questo capitolo sarebbe stato sulla visita di Joey e Maggie e invece come al solito ho sbagliato: mi è venuto troppo lungo, perciò lo scriverò nel prossimo =)
   Bhè, devo dire che Joe e Noemi sono come cane e gatto… Non so se l’ho descritto bene… volevo descrivere la confusione di sentimenti che provano Noemi e Joe nei confronti l’uno dell’altra, forse ci sono riuscita, forse no… Il problema è che nemmeno loro sanno cosa provano =)
   Grazie come al solito a chi recensisce e chi legge e come al solito chiedo: non vi trattenete! Scrivetemi pure le vostre impressioni!!! Per favoreeee vi imploro!! =) Okay sto impazzendo.
   A presto al prossimo capitolo =)
   Marty_love Jonas
       

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Capitolo 8
*** Nicka ***


Nicka
 
Joey non credeva veramente di riuscire a calmarsi in tempo. Da quando le era arrivato il messaggio da Noemi, saltellava per la sua stanza senza riuscire a fermarsi, il cellulare stretto in mano, cantando a squarciagola qualsiasi canzone dei Jonas Brothers le venisse in mente.
   La verità era che ancora non si era resa per bene conto di quello che era accaduto e che stava per accadere. E aveva paura di svegliarsi da un momento all’altro.
   In casa v’era solo Richard, suo “fratello” maggiore, che bussò alla porta della sua stanza proprio mentre era immersa nel ritornello di World War III.
   Immaginatevi una testa di capelli biondi piuttosto lunghi e un paio di occhi celesti scuri e metteteli su un fisico alto e muscoloso che è tutto un programma e capirete perché Maggie ogni volta che sentiva il nome di Richard diventata rossa.
   -Che ti prende?- chiese Rich alla sorella. Joey scese dal letto su cui era salita in piedi e poggiò il cellulare sul comodino.
   -Sono felice- disse.
   -Questo lo hanno capito anche quelli del secondo piano. Cosa è successo?-.
   -E’ incredibile!! Rich, ho bisogno che mi accompagni in macchina in un posto-.
   -Dove?-.
   -A casa dei nuovi genitori della mia amica Noemi-.
   Richard strinse gli occhi come per cercare di ricordare qualcosa, poi disse –Noemi è la tua amica rossa?-.
   -No, quella è Margaret. Noemi è quella bionda-.
   Dopo averle promesso che l’avrebbe accompagnata dove voleva, Richard uscì dalla stanza di Joey che ricadde a sedere sul letto, il cuore che batteva a mille, rossa in volto.
    Come mi vesto? si chiese. Non era una di quelle ragazze che vivevano per la moda, ma era risaputo che i Jonas fossero probabilmente i più eleganti di Los Angeles e lei non voleva certo sfigurare.
   Tanto accanto a loro sfigurerei comunque si disse alla fine con un’alzata di spalle, dopo aver tirato fuori e provato almeno tre volte ogni capo presente nel suo armadio. Tanto vale che mi vesta come se andassi da un’amica e basta.
   Iniziò a ripiegare nuovamente T-Shirt e pantaloni, lasciando fuori solamente una maglia a maniche corte rosa e i pantaloncini di jeans. Decise, per precauzione, di togliersi la collana con sopra l’immagine dei Jonas che portava sempre: si sarebbe vergognata da matti se i tre l’avessero vista.
   Infilò il cellulare in una tasca, l’iPod nell’altra e si pettinò i lunghi capelli castani, poi chiuse la porta della sua stanza e andò a cercare Richard, impaziente di mettersi in viaggio.
   Non soffrì neanche il mal d’auto come invece le capitava di solito: seduta accanto al fratello, batteva ripetutamente il piede in terra e fissava il cielo azzurro fuori dal finestrino senza in realtà vederlo.
   Il viaggio era piuttosto lungo: lei abitava a due passi dall’istituto e l’indirizzo che le aveva dato Noemi era almeno a una ventina di chilometri da lì. Perciò ebbe tutto il tempo di farsi prendere un quasi infarto lungo la strada.
   Insomma, ti vuoi calmare? intimò al suo cuore che le batteva forte in petto minacciando di uscire e abbandonarla per sempre.
   E’ il primo segnale di follia, parlare al tuo cuore si disse. Non aveva nemmeno la forza di mettersi ad ascoltare la musica, dato che nel suo iPod ogni canzone le ricordava dove stava andando.
   -Non è Margaret quella laggiù?- chiese Richard ad un tratto e Joey alzò la testa: in effetti vedeva la folta capigliatura rossa di Maggie venirle incontro. In fondo rammentò Joey. Maggie vive qui vicino.
    Richard parcheggiò l’auto nera.
   -Ma qui è divieto di transito- gli fece notare Joey.
   -Tanto non scendo-.
   Joey aprì la portiera prendendo un profondo sospiro e scese di macchina, le gambe lievemente tremanti.
   -Ciao Joey- la salutò Maggie, ma la ragazza aveva la bocca secca e riuscì a rispondere solo  con un cenno della mano.
   Maggie le corse incontro, ma si bloccò quando vide Richard in macchina, che la salutò con una mano ammiccando e sparì dietro l’angolo. Se non fosse stata così scioccata, Joey avrebbe probabilmente preso in giro l’amica per il colore rossastro che aveva assunto, ma era troppo occupata a fissare a bocca aperta qualcosa in lontananza.
   -Joooeeyy- sussurrò con fare mistico Maggie, passando una mano davanti agli occhi dell’amica che però non reagì. –Che ti prende?-.
   -E’… è lì che abitano?- domandò invece Joey senza far caso Maggie.
   -Cosa…?- domandà quest’ultima seguendo il suo sguardo, e finalmente la vide: una villa enorme, proprio accanto a loro, circondata da un giardino meraviglioso e baciata dalla luce del sole.
   -Però- fu il commento di Margaret. –Ne hanno di soldini, eh?-.
   Ma no? pensò Joey, ma non aveva la forza di dirlo ad alta voce. Allora Maggie la prese per mano e la trascinò letteralmente verso la porta.
   -Non credo di averne la forza- commentò Joey arrossendo sempre di più, mentre il suo cuore aveva deciso di cambiare posto in cui battere e trasferirsi dal petto alla gola.
   -E dai, oramai sei qui- le sussurrò l’amica suonando il campanello che emise un suono attutito, ma sufficiente a far prendere un colpo a Joey, che aspettò col cuore in gola che la porta si aprisse.
 
***
 
   -Sbaglio o è suonato il campanello?-.
   -Si, devono essere le amiche di Noemi-.
   -Sono proprio loro!-.
   Nick era affacciato alla finestra e osservava dall’alto le due ragazze. Una era alta, dai capelli rossi e l’aria sicura. L’altra saltellava da un piede all’altro con fare nervoso.
   I coniugi Jonas, Frankie e Danielle erano usciti da appena cinque minuti. Nick uscì dalla propria stanza e assieme a Joe e Kevin scese le scale bianche che li separavano dalla porta d’ingresso.
   La porta si aprì con una lentezza che a Joey parve esasperante, e allo stesso tempo con una velocità che le parve quasi quella della luce. Non potè impedirsi di spalancare gli occhi come se avesse visto un fantasma in pantaloncini che ballava la break-dance, ma mordendosi il labbro riuscì a non urlare. Non si era preparata psicologicamente a questo: già i suoi nervi non avrebbero retto se avesse aperto Noemi e le avesse presentato uno per uno ogni componente della band, ma l’ipotesi che fossero proprio loro tre, al completo, ad aprirle, non l’aveva nemmeno considerata.
   -Ciao, ragazze- disse Joe con una voce che a Joey parve lontana qualche chilometro, come frutto di una strana eco.
   Riprenditi! Riprenditi! le urlava ogni fibra del suo corpo, ma non riusciva a togliersi di dosso quella che, ne era sicura, era un’espressione degna di un pesce lesso.
   Fu una fortuna che in quel momento arrivasse Noemi, che si fece largo tra Nick, Joe e Kevin e buttò le braccia al collo delle due amiche –Ragazze! Siete state velocissime!-.
    Si staccò da loro e fece le presentazioni.
   -Nick, Joseph e Kevin, lei è Maggie. Maggie, tu sai chi sono loro-.
   Nick e Joe (un po’imbronciato per il fatto che Noemi avesse usato il suo nome completo) le sorrisero e le strinsero la mano, ma quando fu il turno di Kevin accadde qualcosa di molto strano: il ragazzo fissava negli occhi Maggie come se non credesse ai suoi occhi, mentre lei sorrideva come chi si è appena reso conto di qualcosa.
   -Margaret!- esclamò Kevin abbracciandola.
   -Kevin?- domandò lei, sorpresa ma felice.
   -Vi conoscete?- domandarono in coro Nick, Joe e Noemi. Joey no, era troppo occupata a fissare con tanto d’occhi Nick. E se non fosse stata così emozionata,si sarebbe accorta che lui ricambiava lo sguardo con molta insistenza.
   -Accidenti come sei cresciuta, Maggie- disse Kevin sciogliendosi dall’abbraccio.
   -Io sono cresciuta? Accidenti Kev, non avrei mai immaginato che fossi tu…-.
   -Ehm ehm- si schiarì la voce Noemi. –Spiegazioni?-.
   -Vi ricordate quando avevo diciassette anni, al liceo, ragazzi?- domandò il maggiore dei Jonas ai fratelli, che erano sempre più stupiti.
   -E allora?- chiese Joe non trovando il nesso tra le due cose.
   -Non ricordi quando davo ripetizioni di matematica a una ragazza del primo anno-.
   -Si, ma… -. Joe si bloccò e si voltò verso Margaret. –Tu?- chiese.
   -Tu hai preso ripetizioni da Kevin Jonas?- domandò a quel punto Joey riavendosi di colpo.
   Era risaputo, infatti, che Margaret a scuola fosse bravissima, specialmente in tutto quello che riguardava numeri e calcoli, cose che Noemi e Joey non avevano mai potuto soffrire. Anche se, forse, non era questo il motivo dello stupore di Joey.
   -Bhè, allora non sapevo il suo cognome, quindi non ho fatto il collegamento- spiegò Maggie senza fiato, per poi rivolgersi direttamente a Kevin. –Accidenti ne hai fatta di strada eh Kev?-.
   La notizia aveva scosso un po’tutti, specialmente i diretti interessati che erano rimasti senza parole, stupiti dalla coincidenza.
   -Quindi tu sei Josephine- disse a quel punto Nick che non aveva staccato gli occhi da Joey da quando era arrivata. E viceversa, ovviamente.
   -Joey, si- disse lei stringendogli la mano.
   -Sei tu quella che ascolta sempre la nostra musica?- le chiese Joe stringendole la mano a sua volta e facendola arrossire ancora di più.
   -Delicato, Joseph- mormorò a denti stretti Noemi, guadagnandosi un’occhiataccia dal mezzano.
   -Ho solo chiesto- disse infatti Joe.
   -Si, sono io- si intromise Joey fiutando la tempesta tra i due e decisa a distrarli. –Grazie Noemi-.
   -Io ho detto solo la verità- si giustificò lei senza più degnare di uno sguardo Joe. Che fece lo stesso.
   -Ma perché stiamo qui sulla porta? Entriamo no?- esclamò Nick facendosi da parte e permettendo a Joe, Kevin e Maggie di rientrare. Joey invece esitò un secondo sulla soglia, guadagnandosi una leggera spintarella da Noemi, rimasta dietro di lei.
   -Andiamo, Nicka, entra!-.
   -Noemi!!- esclamò Joey imbarazzatissima, scoccando una mezza occhiata a Nick che chiuse la porta senza dire nulla.
   Peccato che Joey non sapesse quanto il cuore di Nick battesse forte dopo quelle parole. Avrebbe contribuito a farla stare sicuramente meglio.
 
Spazio autrice
Bhè, senza dubbio Joey non ne poteva più di aspettare, così li ho fatti incontrare alla fine!! =) L’inizio è molto molto molto noioso, lo so =(  Ma come al solito l’ho scritto di getto quando avevo l’ispirazione =) A proposito, Nicka è il soprannome che danno sempre a me, e ho pensato di far chiamare così Joey. Lo so, sono matta… =)
   Ogni parere, come al solito, è più che gradito, e come al solito ringrazio chi legge e chi recensisce( soprattutto) e un grazie particolare come sempre alla mia amica Martina =) Sempre puntuale eh!! =)
Un bacio, alla prossima =)
Marty_love Jonas

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Capitolo 9
*** Kevin, combini sempre danni! ***


Kevin, combini sempre danni!
 
   Il giro della casa aveva lasciato Joey e Maggie più senza fiato di quanto avesse lasciato Noemi. Avevano definito tutto “stupendo” e “wow”, senza sapere bene dove posare gli occhi.
   Bhè, in realtà Joey sapeva benissimo su cosa posare gli occhi, o meglio su chi, ossia su un certo ricciolino di nostra conoscenza che in quel momento stava decidendo assieme ai fratelli maggiori cosa fare nel pomeriggio.
   Avevano mangiato da poco, tutti insieme in cucina: Denise aveva fatto di tutto perché Nick, Joe e Kevin e i fornelli si vedessero solo da lontano, per non rischiare probabilmente una demolizione totale della cucina.
   Adesso, tutti riuniti nella stanza di Joe- che Noemi aveva gentilmente descritto come la parte peggiore della casa, non si capiva bene se per il disordine o per il proprietario- le ragazze e i tre fratelli stavano facendo programmi sul pomeriggio.
   -Di certo non ho voglia di stare tutto il giorno in casa- sbottò ad un certo punto Joe quando la sua ennesima proposta pazza fu bocciata.
   -Perché non andiamo al centro commerciale?- propose a quel punto Noemi stanca dei battibecchi dei tre Jonas.
   -Perché non ho voglia di venire inseguito per tutti i negozi dalle fan- sbuffò Joe acidamente lasciandosi cadere sul letto.
   –Però, se magari riuscissimo a travestirci bene…- commentò Nick dubbioso.
   E così decisero per il centro commerciale. Noemi, Joey e Maggie erano già pronte da un quarto d’ora, in attesa che i tre trovassero il travestimento adatto che non li avrebbe fatti sfigurare nel  caso in cui li avessero riconosciuti.
   Il centro commerciale piuttosto vicino alla casa dei tre fratelli e così decisero di andarci a piedi, anche perché in sei in macchina di Kevin non ci stavano. Fu un viaggio piuttosto strano: Kevin e Maggie stavano per conto loro ricordando i “bei tempi andati” e,siccome nessuno capiva niente dei loro discorsi, furono lasciati andare avanti da soli.
   Joe e Noemi camminavano accanto senza né guardarsi né rivolgersi la parola, girati ostinatamente dalla parte opposta rispetto all’altro; Nick e Joey si guardavano alternativamente e sorridevano imbarazzati se per caso incrociavano gli sguardi.
   L’insegna rossa del centro commerciale apparve in lontananza: era stato costruito da poco e inaugurato pochi mesi prima come il più grande centro commerciale di Los Angeles e dintorni. Ci potevi trovare veramente di tutto ed era sempre pieno di persone fino a scoppiare.
   Era un edificio bianco a tre piani, collegati l’uno all’altro da delle scale mobili. C’era un parcheggio sempre gremito di auto con dei cartelloni pubblicitari sparsi qua e là. Quel giorno però, per colpa del sole cocente,  nessuno aveva voglia di usare l’automobile e quasi tutti preferivano farsi una passeggiata a piedi.
   I sei ragazzi varcarono la porta principale e subito la temperatura scese di una decina di gradi facendoli quasi rabbrividire.
   -Odio l’aria condizionata- sbuffò Joey.
   -Bhè, senza farebbe veramente troppo caldo- disse Nick alzando le spalle.
    Se l’esterno era sensazionale, l’interno era veramente mozzafiato. Sul soffitto collocate a qualche centimetro di distanza l’una dal’altra v’erano delle piccole luci che in quel momento erano spente. Ai lati dell’entrata, si aprivano due corridoi che sembravano non finire mai e vari negozi.
   -Siamo nell’elemento di Joe- commentò Kevin mentre il mezzano correva verso il primo negozio di abbigliamento maschile e adocchiando una camicia decisamente più da Nick che da lui.
   I restanti cinque ragazzi lo seguirono mentre saltellava entusiasta da un lato all’altro del negozio, finchè Kevin non lo afferrò per il colletto della camicia e lo costrinse a fermarsi.
   -Ascolta, Joe, vorremmo evitare di dare nell’occhio, quindi, ti scoccia comportarti in modo normale-.
   -Oh, ma Kev! Nessuno ci riconosce, guarda: vedi qualcuno che ci fissa?-.
   Questo non era proprio completamente esatto. In effetti la combriccola attirava molti sguardi curiosi, forse per lo strano comportamento di Joe, forse perché anche travestiti i tre fratelli erano comunque molto carini, ma nessuno aveva l’aria di averli riconosciuti.
   -Sai che siete molto ridicoli con gli occhiali da soli dentro al negozio?- chiese Joey avvicinandosi a Nick, mentre Noemi fissava il fratello mezzano scuotendo la testa come se non potesse credere che un ventiduenne fosse così infantile.
   -Indispensabili- rispose Nicholas sorridendo.
   Quando finalmente finirono il corridoio di negozi, Joe era carico di buste colorate e gli altri avevano l’aria decisamente annoiata. Lo sguardo di Kevin, però, s’illuminò non appena vide con cosa chiudeva il corridoio: un negozio di Cd.
   -Dobbiamo andarci!- esclamò Nick correndo in avanti ed entrando per sbaglio dall’uscita facendo impazzire la sirena d’allarme e guadagnandosi un paio d’occhiatacce dagli addetti alla sicurezza.
   -Nick, a cuccia- gli sussurrò Kevin mentre le ragazze ridevano della sua espressione imbarazzata.
   Nessuno aveva più l’aria annoiata, anzi, iniziavano a divertirsi, confrontando i loro gusti musicali.
   Il negozio era pieno di persone, ma nessuno riconobbe i Jonas e per un po’ tutto andò liscio.
   Finchè non successe il fattaccio.
   Joe e Kevin erano davanti a uno scaffale fissando i cd, mentre Nick si era allontanato di qualche passo e le tre ragazze si erano fermate a parlare al telefono con Rich che aveva appena chiamato la sorella.
   Kevin scorse con tutti i cd, finchè il suo sguardi non fu attirato da uno in particolare.
   -Ehi, guarda Joe!- esclamò a voce un po’ troppo alta. –Il cd di Nick-.
   Bastarono quelle sette semplici parole: Joey si interrupe bruscamente a metà di un discorso e alzò la testa fissando Kevin a occhi spalancati; Nick e Joe fissarono il fratello che si stava appena rendendo conto della cavolata che aveva combinato, e che si ritrovò circondato da tre ragazze prima di poter dire qualsiasi cosa.
   -Oh, cavolo- fu il commento di Maggie mentre piano piano il corridoio si faceva sempre più preoccupatamente affollato.
   -Andiamo!- esclamò Nick afferrando per mano Kevin e tirandoselo dietro verso l’uscita, seguito a ruota da Joe e dalle tre ragazze.
   -Sono i Jonas!- si sentì gridare dietro non appena varcarono la porta d’uscita e l’intero centro commerciale si voltò verso i sei che correvano in tutta fretta verso l’ingresso.
   -Kevin, combini sempre danni- commentò ancora correndo Nick fissando il fratello maggiore come a volerlo azzannare.
   -Scusate, ma come facevo a sapere che ci stava ascoltando l’intero negozio?- si difese lui.
   -Si chiama effetto valanga- spiegò Joey non appena furono fuori e lontani dal pericolo. –Piuttosto, abbiamo fatto tardi. Io devo tornare a casa-.
   -Ti accompagno io!- si offrì istintivamente Nick. Calò un silenzio di tomba mentre tutti si voltavano verso il ricciolino che arrossì violentemente mentre si ricordava che la sua auto era ancora dal meccanico dopo che l’aveva prestata a Joe.
   -Ti presto la mia- lo tranquillizzò Kevin intuendo i suoi pensieri,  mentre Joey diventava di un’adorabile color pomodoro. –Tu, Maggie?-.
   -No, io torno a piedi, grazie-.
   -Sei sicura? Non vuoi che ti accompagni?-.
   -Bhè, se non hai altro da fare…-.
   E così Nick e Joey salirono sull’auto di Kevin, mentre quest’ultimo e Maggie si avviavano verso casa della rossa. Joe e Noemi si guardarono male –Torniamo a casa?- chiese Noemi rivolta a un punto dieci centimetri sopra la testa del ragazzo.
   -Okay-.
   E insieme, sempre senza guardarsi, tornarono verso la villa dei Jonas, senza rivolgersi la parola, visto l’alto rischio che partissero parole molto poche carine.
 
Spazio Autrice:
Stavolta non potete negarlo: il capitolo è noioso e scritto malissimo, ma è che mi mancava l’ispirazione e quando mi manca l’ispirazione scrivo orribile(e si è visto). Spero che i prossimi siano meglio, almeno per quelli so cosa scrivere!
Grazie a chi recensisce!! Vi amo tanto tanto tanto tanto tantooooo!!
E grazie anche a chi legge ma non recensisce. Perché non recensite?? >.<
Alla prossima
Marty_love Jonas
   

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Capitolo 10
*** Solo una carezza... ***


Solo una carezza
 
Joey si sedette accanto a Nick e allacciò la cintura di sicurezza.
   -Sei sicuro di saper guidare?-gli chiese dubbiosa.
   -Certo. Ho diciotto anni, ragazza-.
   Per Joey non era stata affatto una buona idea lasciare Noemi e Joe da soli, ma in quel momento non riusciva a preoccuparsene. Anzi, non riusciva a preoccuparsi di niente: era in auto da sola con Nick dei Jonas dopo aver passato l’intera giornata con i suoi idoli; chi, al posto suo, sarebbe riuscito a preoccuparsi di qualche piccolo-si fa per dire- litigio tra la sua migliore amica e suo fratello?
   -Nick, perché mi hai voluta accompagnare?- chiese dopo un po’ per rompere il silenzio imbarazzato che si era creato tra loro. –Rich sarebbe potuto venirmi a prendere-.
   -Richard è tuo fratello adottivo, vero?-domandò Nick senza distogliere lo sguardo dalla strada, sperando vivamente-anche se Joey non poteva saperlo- in una risposta positiva.
   E infatti quando la ragazza rispose –Si- sembrò quasi tirare un sospiro di sollievo.
   -Ma non sei bravo a cambiare argomento- aggiunse Joey storcendo il naso.
   -Non era mia intenzione- ribattè il ragazzo con voce innocente. –Volevo solo sapere…-.
   -Ancora non hai risposto alla mia domanda- lo interruppe Joey  e stesse a osservarlo con un’espressione che sembrava dire “finchè non rispondi non mollo”.
   Nick si prese abilmente un po’ di tempo: dette un’occhiata allo specchietto retrovisore e si passò una mano tra i capelli, poi quando scattò il verde al semaforo fu costretto a rispondere –Volevo solo essere gentile, non mi sembra un reato-.
   -No- sorrise Joey. –No, non lo è-.
   Sarebbe rimasta a osservare quel volto perfetto per ore, come le capitava solo in foto: le sue labbra rosa a cuoricino, la sua pelle chiara e morbida che ti faceva venir voglia di accarezzarlo continuamente, i suoi capelli ricci castani che avevano fatto innamorare migliaia di ragazze, i suoi occhi scuri che sembravano passarti ai raggi X ogni volta che ti vedevano…
   -Che c’è?- domandò Nick sentendosi osservato e distogliendo per la prima volta gli occhi dalla strada per posarli su Joey, che imbarazzata distolse i suoi fissando con estremo e finto interesse il ciglio della strada.
   -Mi sembrava che avessi un moscerino sul viso- improvvisò, e sapeva di non essere per niente convincente. Lo sguardo di Nick glielo confermava.
   -Bhè, si dev’essere posato qui, allora- disse tendendo una mano verso di lei e sfiorandole dolcemente la guancia in quella che sembrava in tutto e per tutto una carezza.
   Ogni cellula, anche la più nascosta, nel corpo di Joey iniziò a urlare a squarciagola, mentre il sangue sembrava aver deciso improvvisamente di salire alle guancie facendo compagnia al cuore, che era saltato da qualche parte e batteva all’impazzata.
   Sentiva forte il bisogno di guardare Nick, ma allo stesso tempo sapeva che se avesse incrociato il suo sguardo in quel momento, avrebbero dovuto prenotarle un letto in ospedale. Ma allo stesso tempo non sapeva dove guardare. Scelse un compromesso e fissò la mano di Nick.
   -Ecco, dovrebbe essersene andato- disse quest’ultimo riposando la mano sul volante e lasciando Joey in compagnia della sensazione di dolcezza che quel semplice tocco le aveva provocato.
   -Guarda dove vai- disse con voce che tradiva l’emozione, visto che Nick non aveva ancora distolto lo sguardo da lei.
    Erano arrivati sotto casa della ragazza. Joey si slacciò la cintura con la testa che girava ancora e le gambe tremanti e girò da dietro la macchina per raggiungere il portone che stava dal lato di Nick.
   -Bhè, allora grazie- disse girandosi verso di lui in un ultimo coraggioso tentativo di fare l’indifferente.
   -Prego- disse semplicemente lui, e Joey si era già voltata verso il portone quando si sentì afferrare il polso. Nick si era sporto dal finestrino (l’auto di Kevin era una di quelle con tettuccio apribile e in quel momento, infatti, era abbassato) e l’aveva afferrata dolcemente costringendola a girarsi. Di nuovo un miscuglio di emozioni cominciò a scorrere in lei al posto del sangue che si trasferì definitivamente sulle guance.
   -Joey, scusami per… prima- le disse, e la ragazza non si dovette chiedere a cosa si riferiva: la guancia ancora le formicolava dopo la sua carezza. –Non volevo metterti in imbarazzo-.
   -Non mi hai messa in imbarazzo- balbettò Joey con una voce che diceva tutto il contrario.
   -No… io…- iniziò imbarazzato Nick,ma Joey lo bloccò –Sul serio, Nick, va tutto bene. Scusa, devo andare mi… mi aspettano…-.
   Nick le lasciò il polso e lei andò verso il portone, camminando il più velocemente possibile senza dare l’impressione di correre, lasciando Nick dietro di lei con un’aria stupita che non aveva probabilmente mai avuto e con un colore rosso sulle guance di cui Joey si sarebbe sicuramente accorta se solo avesse avuto la forza di guardarlo in faccia.
   Non era vero, nessuno l’aspettava. Joey lasciò che il portone sbattesse combattendo l’impulso di girarsi indietro, ben sapendo che, nel caso, non sarebbe riuscita a distogliere lo sguardo, e non appena svoltato l’angolo in modo da sparire alla vista di Nick, si lasciò andare con la schiena contro il muro, la testa che le ronzava, passandosi la mano sulla guancia immaginando che fosse la mano di Nick ad accarezzarla e vergognandosi del pensiero subito dopo averlo formulato.
 
Spazio Autrice:
So che questo capitolo è cortissimo, più degli altri, ma volevo descrivere questo primo momento di dolcezza tra Joey e Nick e ho pensato di dedicargli un intero capitolo perché loro due mi piacciono troppo. Non so se a voi piacerà (anche se magari si, dopo lo schifo dello scorso capitolo) ma io devo ammettere che per una volta sono felice perché questo momento tra loro due mi piace proprio <3
Grazie come al solito (ma quanto sono ripetitiva??) a tutti quelli che recensiscono, io vi AMO e vi sposerei tutti!! Okay sto impazzendo. Colpa del momento mieloso tra Nick e Joey <3 <3 <3
Grazie anche a tutti quelli che leggono, ma siccome non mi dite cosa ne pensate,magari sto ringraziando persone a cui la mia storia fa schifo. Anche se forse, se vo facesse schifo completo, non sareste arrivati fin qui. O forse vi fa schifo e volete vedere come va avanti lo schifo. Okay basta o mi viene un altro capitolo =)
Grazie a tutti e un grazie speciale come sempre a Jb4ever e The White Soul per il loro sostegno =) Vi voglio bene <3
Un bacio a tutti (l’ho detto che sono mielosa, oggi)
Marty_love Jonas

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Capitolo 11
*** Insopportabile e tanto,tanto carino ***


Insopportabile e tanto,tanto carino…
 
 
Quando Nick finalmente rincasò, ormai era quasi buio. Aveva dovuto cercare di schiarirsi le idee perché proprio non riusciva a capire.
   Perché aveva sentito il bisogno di scusarsi con Joey per quella carezza rubata? Sapeva di piacerle, insomma come rockstar. Eppure con nessuna delle sue ex fidanzate aveva mai vissuto un momento di dolcezza così spontaneo, così inaspettato, così emozionante per entrambi.
   Prima o poi, comunque, tutti provano quello che Nick stava provando in quel momento: adesso era il suo turno. Quel sentirsi le farfalle nello stomaco solo a sentire nominare il nome dell’altro, quell’estremo bisogno di stargli vicino come se avesse bisogno della nostra protezione perenne… Era forse l’amore che sconvolgeva così i sentimenti di Nick?
   -Fratello, era ora- lo accolse Kevin sulla porta strappandolo ai suoi pensieri. –Cominciavamo a credere che ti fossi perso-.
   Nick gli lasciò cadere le chiavi della macchina in mano e poi, assieme a lui, salì silenziosamente nella sua camera.
   -Joe?- chiese.
   -In camera sua a borbottare frasi sconnesse contro Noemi-.
   -Hanno di nuovo litigato?-.
   -Sorpreso?-.
   Era stanco, incredibilmente stanco: fisicamente, ma soprattutto mentalmente, e aveva bisogno di parlare con qualcuno, qualcuno che in quelle cose di cuore avesse una certa esperienza.
   -Hai cupido qui accanto a te- gli disse Kevin ammiccando.
   Nick doveva avere un’espressione parecchio stupita, perché il fratello maggiore scoppiò a ridere –Oh, andiamo, Nick, non hai staccato gli occhi da Joey per tutto il giorno, l’hai accompagnata a casa in auto e sei tornato dopo due ore e mezza quando ipoteticamente ci vogliono quaranta minuti tra andare e tornare. Segno che ti sta succedendo qualcosa-.
   Ecco fatto: descritto in poche parole tutto il garbuglio che aveva dentro. Certe volte avere un fratello così semplice aiutava.
   -Hai ragione, Kev, non capisco cosa mi succede-.
   Gli raccontò tutto d’un fiato ciò che era successo, il viaggio, il finto moscerino, la carezza, le scuse, la quasi fuga di Joey. Alla fine fu stupito di vedere un sorriso disegnato sul volto del fratello maggiore.
   -Sei proprio sicuro di non sapere cosa ti sta succedendo?- gli chiese questi.
   -Me lo voglio sentir dire-.
   -Mi sa tanto che ti sei innamorato, fratellino-.
   Al contrario di Joe, Kevin credeva fermamente nell’amore a prima vista, che anzi riteneva il più puro e sincero, visto che la tua visione della persona non era influenzata da sciocchi pregiudizi.
   -Io non… non credo di essere pronto a un’altra storia d’amore- riconobbe Nick, dando voce al pensiero che lo assillava.
   Si era lasciato con Delta due mesi prima, senza rimpianti: non una lacrima, un addio. Alla fine aveva ascoltato i fratelli, soprattutto Kevin: Delta, oltre ad essere decisamente troppo grande, non era il suo tipo. E la storia non aveva potuto continuare.
   -Oh, è questo che ti assilla- esclamò Kevin quasi ridendo. –Nick, si è sempre pronti per una nuova storia d’amore anche se è difficile crederlo…-.
   -Tu credi?-.
   -Insomma che altro vuoi? E’ carina, è simpatica, ha la tua età- aggiunse con uno strano cipiglio, come a voler rimarcare quanto disapprovasse la storia del fratello minore con Delta. –E stravede per te, si vede da lontano un miglio, più di quanto straveda per me o Joe-.
   Detta così sembrava molto facile, ma Nick non era sicuro: lui non si buttava a capofitto nelle storie d’amore, perché ogni volta che veniva deluso ne soffriva.
   Quando lo disse a Kevin, quello alzò gli occhi al cielo senza nascondere un sorriso –Non ti sto chiedendo di saltarle addosso, Nicholas. Basta che impariate a conoscervi meglio, passiate un po’ di tempo insieme…-.
   -Okay. Ah Kev… Non dirlo per ora a Joe. Ha già i suoi problemi di cuore con Noemi-.
   -Certo, tranquillo. Invita Joey ad uscire, e vedrai che i tuoi saranno risolti-.
   Nick usciva sempre più leggero dalle conversazioni col fratello maggiore, come se lui fosse in grado di scavare nelle menti e nei sentimenti delle persone e tirarne fuori il meglio. Aveva solo un ultimo dubbio.
   -Credo che comunque non vorrà più vedermi dopo oggi-.
   Kevin si sollevò dal letto e fece per uscire dalla stanza. Sulla porta si bloccò e si voltò ammiccando.
   -Scommettiamo?- chiese lanciandogli il cellulare.
  
***
 
Dopo l’ennesima litigata col fratello per motivi che adesso le sembravano quasi stupidi, a Noemi sarebbe piaciuto dire di aver avuto profonde rivelazioni su Joe, di aver capito perché le sembrasse così infantile e tutto il resto.
   La verità? Il suo unico pensiero era “grrrrrr”.
   Inesorabilmente, incondizionatamente arrabbiata. Camminava da mezz’ora attraverso la sua stanza, guardando ora fuori dalla finestra, ora la porta chiedendosi se avesse dovuto uscire, e ricominciando a camminare senza sosta.
   “Grrr”continuava a pensare mentre l’immagine di Joe le ballava beffarda davanti agli occhi.
   -Te ne vuoi andare?- gridò quando rivide davanti agli occhi un Joe scarmigliato come lo aveva visto quella mattina. Insopportabile.  E tanto, tanto carino…
   Si tirò una botta in testa per tentare di schiacciarla, come se così facendo potesse fare del male anche all’immagine di Joe.
   -Ragazzi- chiamò la voce di Denise al piano di sotto.
   -Oh, no- fu il commento sussurrato di Noemi, non perché non volesse scendere a cena, ma perché
Cena=Famiglia al completo=Joseph Adam Jonas
   La persona che lei, in quel momento, avrebbe desiderato meno vedere.
 
***
 
Quando apparve sulla porta della cucina, come al solito Denise le sorrise e la guidò verso il suo posto.
   Lei-sapeva-chi era già lì, cupo come non mai, lo sguardo fisso sul piatto ancora vuoto, giocherellando con uno dei denti della forchetta.
   Odioso fu il suo primo pensiero
   Bellissimo fu il secondo.
   Cercando di non ascoltare i propri pensieri, si sedette accanto a Nick e se non fosse stata così presa da altro ( e nel suo caso “altro” voleva dire “Joe”) si sarebbe accorta di quanto anche Nick fosse imbronciato e poco incline alle chiacchiere.
   Per il resto era tutto come al solito, la solita allegria, le solite chiacchiere che, per un po’, servirono a distrarla, o almeno fino a quando una vibrazione l’avvertì di una chiamata in arrivo.
   -Scusate, devo rispondere- disse alzandosi fingendo di non accorgersi che Joe per la prima volta aveva alzato lo sguardo.
   -Fai pure, cara- le disse Denise.
   Noemi dette un’occhiata al cellulare e riconobbe subito il numero, poi lanciò un’occhiata a Joe e decise di fregarsene.
   -Ciao amore- rispose.
   Dovette allontanarsi dalla cucina per sentire cosa diceva il suo ragazzo: la sua risposta era stata coperta dai colpi di tosse di Joe che si era quasi soffocato con un pezzo di pane.
 
Spazio Autrice:
Se c’è qualche fan di Nelta, mi dispiace per quello che ho scritto, è solo che… Io adoravo Miley, adoravo Selena, adoravo Demi, adoro Danielle, eppure scusatemi ma Delta non la posso sopportare! E non è gelosia, ve lo giuro! Se fossi gelosa, lo dovrei essere anche di tutte le altre, invece niente! Ma Delta proprio…>.< Cioè, è troppo, troppo grande!! E’ anche più grande di Kevin!! Non si può!!
Vabbè lasciamo perdere va che è meglio!!
Grazie come al solito a voi sapete chi, ovvero i grandissimissimi che recensiscono e i grandissimi che leggono <3
Vi amo a tutti
Un bacione alla prossima
Marty_love Jonas

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Capitolo 12
*** Ryan ***


Ryan
 
Noemi chiuse la porta della cucina attutendo così i colpi di tosse di Joe mentre Kevin cercava di fargli bere un bicchiere d’acqua per evitare che soffocasse.
   -Noemi- disse la voce di Ryan al telefono.
   -Amore! Stavo per chiamarti!-.
   Non era affatto vero, era troppo occupata a litigare con Joe, ma non le sembrava carino dirlo.
   -Allora, com’è la nuova casa? Ti trovi bene?- domandò Ryan.
   -Certo, tutto benissimo-.O quasi. –La casa è veramente stupenda e tutti sono gentilissimi con me-.
   -Bene mi fa piacere-.
   -Senti, perché non vieni a trovarmi domani a pranzo? Credo che per Denise non sia un problema- esclamò Noemi colpita da un’improvvisa ispirazione. Forse, rivedendo Ryan e passando un po’ di tempo con lui, sarebbe riuscita a venire a capo del groviglio di sentimenti che provava.
    -Certo, amore, se ti fa piacere-.
    -Ho invitato il mio ragazzo Ryan a pranzo domani- disse Noemi intascando il cellulare e sedendosi nuovamente al suo posto. Joe era tutto rosso, ma il suo quasi soffocamento era stato sventato dal bicchiere d’acqua di Kevin. –Ho fatto male?-.
   -O, assolutamente no, sarà un piacere conoscerlo- le sorrise Denise.
   -Mmmh- fu il mugolio mal soffocato di Joe, ma Noemi finse di non accorgersene.
   Una volta finita la cena, Paul, Kevin e Joe corsero nel secondo salotto-quello più grande- a guardare alla televisione una partita che, si vedeva, dovevano aspettare da molto tempo. In cucina rimasero solo Noemi e Danielle, che portarono i piatti al lavandino e Denise, che iniziò a lavarli a mano, anche se avevano una lavastoviglie. Non appena aprì il sapone per piatti, un delizioso profumo di limone fresco coprì quello del caffè appena fatto.
   -Noemi, posso farti una domanda?- chiese Danielle dopo che lei e Noemi ebbero piegato la tovaglia e Danielle l’ebbe riposta in un cassetto.
   -Certo- rispose stupita lei.
   -Se vuoi puoi anche non rispondermi, ma… Va tutto bene tra te e Joe? Insomma…- aggiunse mentre Noemi si faceva un po’ rossa. –Non vi rivolgete praticamente la parola…-.
   E così alla fine qualcuno se n’era accorto… Ma Noemi non aveva voglia di risponderle, soprattutto perché non sapeva che cosa rispondere. Perciò se la cavò con un –Va tutto bene, grazie- e si defilò velocemente dalla cucina prima che qualcuno la fermasse, lasciando le due donne stupite e non tanto convinte.
   Noemi salì le scale assieme a Nick, passando accanto a Paul, Kevin e Joe che quasi non si girarono, presi com’erano a fissare il megaschermo davanti a loro.
   -Maschi…- fu il commento soffocato di Noemi, ma Nick non disse nulla. Era troppo, troppo preso da altro.
   -Allora… sai perché Joe si è quasi soffocato quando ho detto che ha chiamato il mio ragazzo?- chiese Noemi dopo aver schioccato le dita davanti al naso di Nick per farlo riprendere dalla sua trance apparente.
   -Credo sia perché i fratelli maggiori sono sempre un po’… protettivi, ecco- balbettò imbarazzato Nick cercando il termine adatto. In realtà, avrebbe potuto dire E’ innamorato cotto ma siccome questa era solo una sua intuizione e Joe si ostinava a sostenere il contrario… 
   -Bhè, spero che vada d’accordo con Ryan- commentò Noemi.
   -A proposito, com’è questo ragazzo?- le domandò Nick.
   Noemi lo guardò sospettosa –Non vorrai fare anche te il fratello protettivo! Uno basta e avanza!-.
   -Era solo per chiedere. Allora, com’è?-.
   -Bhè, Joe è veramente molto carin…-.
   Si bloccò a metà frase, accorgendosi dell’errore madornale che aveva commesso. Era troppo sperare che Nick non se ne fosse accorto, anche perché la guardava con espressione sbalordita e stranamente consapevole.
   -Ho detto Joe, vero?- chiese a bassa voce. Se avesse potuto, si sarebbe tirata un pugno,ma avrebbe fatto insospettire ancora di più Nick.
   -Si, l’hai fatto-. Nick cercava di impedirsi di ridere, ma non ci riusciva molto bene.
   -Facciamo finta che non l’abbia mai detto?-.
   Nick si infilò nella sua stanza e un istante prima di chiudere la porta le sorrise furbescamente.
   -Troppo tardi cara, l’hai detto-.
 
***
 
-E’ lui Ryan?- domandò Joe affacciato alla finestra della stanza di Nick in cui era appena entrato di colpo senza nemmeno salutare. Nick non si era preso un infarto solo perché ormai ci era abituato e si era avvicinato a lui per sbirciare attraverso le tende blu. Effettivamente sulla soglia della porta v’era un ragazzo più o meno dell’età di Joe che si guardava intorno e, alzando lo sguardo, per poco non li vide.
   O meglio, li avrebbe visti di sicuro se Nick non si fosse scansato e avesse trascinato Joe con sé.
   -Ehi, ragazzi, è arrivato- esclamò Kevin entrando sorridente. Nick si mise le mani sui fianchi.
   -Sbaglio o questa era la mia camera?-.
   -Ehi, guardate, è arrivata Noemi-.
   Alle parole del fratello maggiore Joe si era di nuovo avvicinato saltellando alla finestra sotto lo sguardo sorridente di Nick:non gli aveva detto niente della gaffe di Noemi quella sera prima e probabilmente non gliel’avrebbe mai detto. In fondo non erano affari suoi.
    Noemi aveva appena aperto la porta e aveva gettato le braccia al collo a Ryan in una stretta forse un po’ troppo vigorosa. Joe avrebbe dato di tutto per sapere cosa si stavano dicendo, ma non l’avrebbe mai ammesso. Così uscì in punta di piedi dalla stanza e, con forse troppa lentezza, iniziò a scendere le scale.
   -Wow, questa si che è una casa- stava dicendo Ryan mentre Noemi chiudeva la porta alle sue spalle.
    Sporgendosi in avanti, Joe quasi inciampò: non si era accorto di essere arrivato alla fine della scala e per poco non aveva mancato l’ultimo gradino, afferrandosi al corrimano.
   Da dov’era, riusciva a vedere Ryan: indossava un cappellino blu da baseball con la visiera di traverso da cui spuntavano ciocche di capelli neri, i suoi occhi erano di un marrone classico e espressivo ed era molto più alto di Noemi. A prima vista poteva sembrare un bravo ragazzo, ma dopo averlo squadrato con occhio esperto, Joe decise che non si fidava delle apparenze: qualcosa gli diceva che non era così “bravo”.
   Perché già lo odio?
 
Spazio Autrice:
Ma non è possibile!! Quattro giorni per scrivere ‘sta schifezza!! Oddio, mi vergogno!! Un’altra volta mi mancava l’ispirazione =( Che delusione questo capitolo… Mah…
   Come al solito grazie ai recensori =) Vi amo profondamente =) =) =)
   E scusatemi se questo capitolo fa proprio pena… =(
   Un bacio
   Marty_love Jonas

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Capitolo 13
*** Io so cosa vuol dire amare... ***


Io so cosa vuol dire amare…
 
-Oh Joe-.
   La voce di Noemi lo distolse bruscamente dai suoi pensieri. Joe scosse la testa come per riprendersi e guardò la coppia ancora sull’uscio della porta.
   -Ti presento Ryan. Il mio ragazzo-.
   Era un’impressione o aveva calcato sull’ultima parola?
   -Piacere-. Anche solo il suono della sua voce a Joe suonò patetico. Senza salutare si avvicinò e lo scrutò da capo a piedi senza preoccuparsi di farlo sembrare un gesto involontario, come se al posto degli occhi avesse i raggi X.
   -Tu mi sembri un bravo ragazzo- disse dopo un po’, pensieroso. –Perché già non ti sopporto?-.
   Noemi si morse le labbra cercando di fermare le parole che le erano salite di loro spontanea volontà alla bocca.
   -Bhè…-iniziò Ryan colto alla sprovvista cercando un modo di ribattere a quell’affermazione per niente amichevole, ma fu interrotto dall’occhiataccia che Noemi rivolse non a lui, ma al fratello maggiore che solo in quel momento si stava rendendo conto di aver dato voce a quello che,senza dubbio, doveva rimanere solo un pensiero.
   -Tu sei Ryan, giusto?- disse in quel momento la voce cristallina di Nick appena arrivato ai piedi delle scale e salvando inconsapevolmente il fratello maggiore da quella che era senza dubbio una spiacevole situazione per tutti.
   -Si- rispose Ryan guardandolo dal’alto in basso con un’aria di superiorità che a Joe non piacque per niente. –E tu sei…-.
   Il mezzano inarcò le sopracciglia sperando vivamente che quel ragazzo scherzasse. E che i suoi pensieri non rispecchiassero l’aria di disgusto che aveva assunto e che aveva lasciato senza parole Nick.
   -Mi sorprende che tu non lo sappia- mormorò a bassissima voce Joe così che lo sentì solo Noemi, la quale gli lanciò l’ennesima occhiata omicida della serie Non ti credere, dopo io e te ne parliamo
   -Sono Nicholas- aveva nel frattempo risposto Nick mentre Ryan gli stringeva la mano distrattamente.          –Jonas- aggiunse Nick tanto per essere chiaro.
   -E io Joseph- si intromise allora Joe stringendogli la mano solo per cercare di stritolargliela. –Piacere-.
   Per modo di dire…
   -Quindi tu sei Kevin- disse a quel punto Ryan guardando il maggiore appena arrivato. –Si, ho sentito parlare di voi, qualche volta-.
   Bhè, finalmente pensò Joe mentre chiudeva la porta forse un po’ troppo forte, dato che fece trasalire Ryan.
   Sarà un incubo dall’inizio alla fine pensò Nick scuotendo la testa e osservando Joe e Ryan che già si guardavano male appena oltre l’uscio.
  
***
 
   -Bhè, è simpatico no?-chiese Kevin salendo le scale assieme ai suoi fratelli. Joe era cupo come una nuvola grigia.
   -Simpatico?-ribatte Joe fissando il fratello maggiore come se temesse per la sua salute mentale. –Ci guadava come se fossimo escrementi di topo!-.
   -Non è che sei un po’ prevenuto,Joe?- chiese Nick che, effettivamente, aveva notato l’occhiata che Ryan gli aveva lanciato, ma aveva deciso di fingere di credere di non essersene accorto.
   E poi, era facile credere che Ryan fosse davvero un bravo ragazzo. Aveva trattato tutti con estrema gentilezza, si era educatamente presentato ai coniugi Jonas e al resto della famiglia e si era subito, a dispetto delle previsioni, guadagnato la simpatia di Denise che mai, con nessuna ragazza di Nick,Joe o Kevin, era mai stata così accomodante.
   Anche a Paul aveva fatto subito una buonissima impressione, mostrandosi interessato e partecipe ai suoi discorsi senza dare la più minima impressione di star fingendo, forse perché non lo faceva.
   Durante il pranzo,aveva riempito di complimenti Danielle e Denise, le due cuoche della famiglia,e si era mostrato comprensivo con loro per il fatto di essere le due uniche donne della casa,esclusa ovviamente Noemi, nonostante anche lui fosse un uomo.
   E aveva parlato un sacco anche con Nick,Kevin e Frankie,scoprendo di avere tanti interessi in comune e facendo sorridere Noemi mentre li guardava scherzare e discutere su sport o altre cose tipicamente “da maschi”.
   Solo Joe non aveva aperto bocca fino a quel momento, facendo finta di non ascoltarlo mentre parlava ma, in realtà, attentissimo ai suoi discorsi, cercando qualcosa che gli confermasse il suo sospetto che non fosse affatto il ragazzo perfetto che sembrava e che ormai tutti consideravano. Qualcosa che però non era arrivato.
   -In che senso prevenuto?- sbottò Joe fermandosi a metà delle scale e fissando il fratello minore rimasto indietro.
   -Nel senso che solo perché è il ragazzo di Noemi non vuol dire che sia un delinquente- disse a voce altrettanto alta Nick, iniziando a perdere la pazienza. –Lo hai visto,oggi, cosa ti ha fatto di male?-.
   -Non mi piace e non sono affatto prevenuto- gridò Joe come se,alzando la voce,avesse potuto coprire le parole di Nick che corrispondevano, e lui lo sapeva bene, alla più pura delle verità. –E’ chiaro che nemmeno noi gli piacciamo! E non si merita Noemi-.
   -Sarà che sei un po’ geloso Joe?-gli chiese a quel punto Kevin,stanco delle grida dei due fratelli e cominciando a sua volta a innervosirsi.
   Il motivo di tutto quel nervoso che volteggiava tra i tre fratelli, in realtà, non era solo la visita di Ryan. O meglio, per Joe lo era, ma Nick e Kevin erano abituati al suo comportamento e non avevano mai reagito così.
   La verità era che anche i restanti due terzi dei Jonas, benché Joe stentasse a crederlo, avevano i loro problemi sentimentali.
   Nick aveva passato l’intera serata camminando su e giù nella sua stanza tenendo stretto in mano il cellulare e componendo e cancellando ripetutamente il numero di Joey ottenuto con abilità da Noemi. E quando finalmente si era deciso a comporre quelle 10 cifre luminose sullo schermo e a premere il tasto di chiamata, e lei al terzo squillo aveva riposto, Nick aveva buttato giù il telefono, dandosi poi mentalmente del cretino .
   Per quanto riguardava Kevin, quando quella sera aveva raccontato a Danielle dell’incontro con Maggie e di come fosse stato felice di rivederla, lei si era girata nel letto dicendo con voce atona “Sono felice per te” e addormentandosi poco dopo senza il consueto –Buonanotte amore- che rasserenava il sonno di Kevin.
   Insomma, entrambi avevano i nervi a fior di pelle e in quel momento non avevano proprio voglia di ascoltare le lamentele di Joe che credeva di essere l’unico ad avere una vita sentimentale difficile.
   -Geloso?Oh, ma andiamo, Kevin, cosa ne sai tu della gelosia?-.
   -Ne so più di quanto credi,Joe,della gelosia. Non pensare che solo perché sei sessualmente frustrato noi abbiamo voglia di ascoltare le tue lagne tutto il giorno chiaro?-.
   -Ragazzi!-si intromise Nick,senza però essere ascoltato da nessuno.
   -Ma cosa ne volete sapere voi due di quello che si prova…-.
   -Nel caso non te ne fossi accorto io sono sposato- ululò Kevin. –Quindi so meglio di te cosa vuol dire essere innamorati-.
   -E poi sai,Joe,tutti hanno i loro problemi di cuore, non solo tu- s’intromise Nick stanco si essere ignorato.
   - Problemi di cuore?? Tu??Ma quando mai! Puoi avere ai tuoi piedi qualsiasi ragazza e ti è andata male con tutte, Miley,Selena,Delta, tutte! Sei solo un ragazzino! Non la più pallida idea di che cosa voglia dire amare!!-.
   Nick si bloccò a bocca aperta come se qualcuno avesse premuto il tasto “stop” a quella scena così sbagliata. Da qualche parte nel suo subconscio, Joe si accorse di aver detto una cosa assolutamente cattiva, ma lo stress e la rabbia accumulata in quei giorni lo spingeva a parlare senza riflettere.
   Nick lo guardò con occhi tremanti, facendolo sentire incredibilmente in colpa, stringendo i pugni fino a farsi male.
   -Non è vero- sussurrò pianissimo Nick, abbassando la testa, come se cercasse di trattenere le parole che invece premevano per uscire come un fiume in piena. –Io so che cosa vuol dire amare…-.
   -E allora fai quella benedetta telefonata, Nick!- lo interrupe a quel punto Kevin, esasperato. –Togliti il pensiero una volta per tutte!Dimostraci di essere cresciuto!-.
   -Grazie tante,Kevin, ma non abbiamo sempre bisogno dei tuoi consigli! Pensa piuttosto a salvaguardare il tuo matrimonio!-s’intromise Joe, perché gridare contro Kevin sembrava l’unica cosa che potesse fare per nascondere a se stesso il fatto di aver ferito Nick.
   -Io ci penso al mio matrimonio, ma è piuttosto difficile quando hai due fratelli che vengono continuamente da te visto che sono incapaci di tenersi una ragazza per più di un anno-.
   -Oh certo,Kevin Sono un Figo Jonas è troppo in alto per stare dietro a due come noi, scusaci tanto se in questi anni ti abbiamo disturbato- gridò con tutta la voce che aveva Joe.
   -La verità è che non avete il coraggio delle vostre azioni! Tutti e due vi nascondete e sapete anche di farlo! Mi avete scocciato!-.
   -Davvero?-ribattè allora Nick prendendo la via delle scale e proseguendo dritto fino a fermarsi davanti alla porta della sua stanza, cercando senza riuscirci di reprimere un singhiozzo che invece arrivò forte e chiaro alle orecchie dei fratelli. –Allora tanti saluti-.
   Si sentì distintamente il suono della chiave che girava.
   Kevin e Joe si guardarono imbarazzati, per poi distogliere subito lo sguardo l’uno dall’altro.
   -Tanti saluti- ripetè Kevin furibondo marciando accanto a Joe, superandolo senza guardarlo e chiudendosi nella sua stanza dopo aver lanciato un’occhiata torva e colpevole alla porta dietro la quale si era rifugiato Nick,  lasciando Joe solo sule scale ancora stordito e furente.
   Che brutta aria tirava in casa Jonas…
 
Spazio Autrice:
Scusate per il ritardo ma è ricominciata la scuola!
   Scusatemi ragazzi!!Non volevo farvi litigare!! Non posso crederci, mi verrebbe voglia di cancellare tutto solo per non farli litigare! E Joe, come hai osato dire quelle cose a Nick? Ma io ti spiumooo!!! (?) Scherzo =)
   Lo so, l’impressione che forse vi ho dato su Ryan è cambiata di botto, ma era necessario. Vedrete vedrete =)
   Grazie alle persone che recensiscono!! Vi erigerò un monumento!! Se volete essere inseriti nel monumento di ringraziamento ai recensori di Marty_Love Jonas, recensite questo e i prossimi capitoli!! Ahah sto impazzendo completamente!!
   E ora scusate, ma devo pensare a come far far (scusate il gioco di parole) pace ai tre fratelli =)
   Pace e Amore (?)
   Marty_love Jonas
 
   

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Capitolo 14
*** Quel ragazzo proprio non gli piaceva... ***


Quel ragazzo proprio non gli piaceva…
                                                                   
Dopo tutto quel trambusto, che di certo dal piano di sotto non potevano non aver sentito, il silenzio del corridoio illuminato era quasi assordante. Una mano di Joe andò a scompigliarli i capelli in un gesto che voleva essere noncurante, ma in realtà tradiva un grande nervosismo. Non gliene andava bene una:il litigio con i fratelli era la ciliegina in cima a una torta di sventure.
   Come faceva a spiegare a Nick e Kevin che non era per gelosia che parlava? Okay forse si, un briciolo, ma era vero che quel ragazzo non gli piaceva per niente. Non riusciva a spiegarlo nemmeno a se stesso e tutti quegli interrogativi lo mandavano in confusione, costringendolo a dire e fare cose che non pensava.
   Come poco prima con Nick. Sapeva di essere stato crudele a rinfacciargli ogni sua ex-ragazza, di averlo accusato di non essere capace di amare, e sapeva di essere stato assolutamente sciocco ad accusare Kevin di non sapere che cosa significasse essere innamorati. Kevin, la più romantica e dolce persona che lui avesse mai conosciuto.
   Sono un idiota si disse battendosi una mano in fronte. Era chiaro che Nick e Kev, alla fine, si erano scocciati dei suoi “Noemi di qua, Noemi di là”, come li chiamava scherzando Nick.
   Sferrò un pugno alla parete di fronte, tanto per aggiungere il dolore alla lista delle sensazioni deprimenti che provava.
   La sua rabbia verso i fratelli, che per un momento, un folle momento, aveva raggiunto limiti altissimi, scivolava lentamente scomparendo nel vento, come se si fosse resa conto di essere inutile e infantile.
   Eppure quel Ryan…
   Era però dispiaciuto che Nick e Kevin non lo avessero capito.
   Sentendosi straordinariamente stupido, bloccato sulle scale da solo come un idiota, Joe prese a camminare verso la sua stanza. Si fermò solo un secondo davanti alla porta di Nick dalla quale non proveniva alcun suono. Un terribile senso di colpa lo assalì all’improvviso facendolo quasi vacillare.
   Ogni passo era più faticoso del precedente, come se la rabbia e la vergogna crescessero ogni centimetro che percorreva, gravando sempre di più sulle sue spalle.
   Aveva senz’altro bisogno di schiarirsi le idee, perciò prese la via per la sua stanza a testa bassa.
   La stanza della porta di Noemi era aperta. Joe si ripromise di non voltarsi e proseguì per la sua strada. Ma non potè impedirsi di alzare lo sguardo solo un secondo quando fu proprio davanti all’apertura della porta. E quello che vide lo costrinse a fermarsi di botto senza curarsi di essere scoperto.
   Non era vuota. Dentro, seduti sul letto e troppo occupati a scambiarsi accese effusioni per accorgersi di lui, v’erano Ryan e Noemi. Lui le aveva passato una mano attorno alla testa e la cingeva come se non volesse lasciarla più andare.
   Una bomba esplose con un grido silenzioso dentro di lui, il suo cuore e i suoi polmoni iniziarono a ruotare ininterrottamente levandogli il respiro.
   Ordinò alle sue gambe di muoversi, ma quelle non lo ascoltarono, mentre gli occhi, ignorando i suoi ordini, non riuscivano a staccarsi da quell’immagine.
   Muovetevi! ordinò vigorosamente Joe e, con estrema lentezza, riuscì a oltrepassare la porta prima che i due si voltassero e si accorgessero della sua presenza.
   In una sorta di sordo incanto, si sentì trasportare in camera sua senza in realtà vederla.
   Cercava di ripetersi che non era successo niente di particolare. Noemi e il suo ragazzo(perché pensare a lui in questi termini lo faceva soffrire?) si stavano baciando, e lui in quella storia non centrava niente. E non ci sarebbe mai centrato.
    Eppure sentiva di aver bisogno di scambiare due parole con quel tizio.
 
***
 
Nick chiuse la porta con un gran botto, scaricandole contro tutta la frustrazione che provava e si buttò sul letto di schianto, affondando di qualche centimetro. Non poteva credere a quello che Joe gli aveva detto. Che lo considerasse solo un ragazzino incapace di amare. E nemmeno Kevin lo aveva protetto o difeso.
    Con rabbia, si tirò via una lacrima dal volto liscio, che però venne subito seguita da una terza e una quarta.
   Si sentiva in qualche modo attaccato. Tradito. Oltre che tanto, tanto triste…
   Le parole di Joe gli rimbombavano nelle orecchie, forti come se qualcuno le avesse urlate, ma anche piano, quasi sussurrate armoniosamente. Non sei capace di amare.
   Non è vero si disse sdraiandosi a pancia in giù e fissando la parete spoglia. Non è vero, so che cos’è l’amore!
   Che cos’è l’amore? Si chiese in quel momento. Esisteva una terminologia esatta per spiegarlo? Se cerchi sul vocabolario, senza dubbio trovi decine di definizioni diverse. Ma sono esatte?
   Amore, per alcuni, è essere un tutt’uno con l’altra persona, amare i suoi difetti a tal punto da farli diventare pregi, non poter vivere in pace senza sapere costantemente dove sia. Per altri, invece, è essere rassicurati dai suoi abbracci e dai suoi baci, è emozionarsi ogni volta che si sente il suo nome e non desiderare altro che stargli vicino.
   Eppure, per Nick, amore era semplicemente amore. E il fatto che ora si sentisse così confuso stava solo a significare quanto profondo fosse il significato nascosto dietro a questa parola, non più labile e concreto di quanto non lo fosse un ombra proiettata alla luce di una candela.
   Ma sapere che i tuoi fratelli lo consideravano un ragazzino incapace di provare veri sentimenti lo feriva.
   Si strofinò gli occhi e prese un profondo respiro per calmarsi, sperando che i suoi occhi non tradissero il fatto che aveva pianto. Alzandosi a fatica, si sedette sulla sedia della sua scrivania e afferrò la chitarra classica di legno scuro poggiata lì accanto.
   Cercando di svuotare la testa da ogni pensiero, suonò dolcemente qualche accordo. Quel semplice gesto, quel melodioso suono che gli penetrava fino al cuore aveva sempre avuto il potere di calmarlo e gli trasmetteva una sorta di pace. Anche adesso, nonostante tutto il resto del mondo gli apparisse grigio, cercava di concentrarsi solo sulla melodia che le sue dita sole producevano, ma era tanto difficile…
   Rivolse lo sguardo verso il sole pomeridiano che splendeva opaco attraverso il sottile strato di nubi bianche che rendeva ancor più perfetta quell’immagine che ogni pittore avrebbe voluto rappresentare.
   Un pittore è anche un po’ un poeta, che tramite i suoi quadri descrive ciò che qualcun altro racconterebbe con le parole, riuscendo a cogliere i significati più nascosti che in realtà sono davanti ai nostri occhi. Come avrebbe descritto un poeta quella scena? Un ragazzo dai capelli ricci e gli occhi lievemente arrossati, le guance solcate dai ricordi di quelle che erano state le più tristi delle lacrime, abbracciava la sua chitarra  perso nei suoi pensieri seduto davanti alla finestra, lo sguardo malinconico rivolto al sole che gli illuminava il volto e al mare che splendeva sotto il medesimo sole, solitamente portatore di allegria e felicità e adesso unico testimone di un grande dolore malamente nascosto dietro uno sguardo di ghiaccio.
   E una ragazza dietro di lui…
   Scuotendo la testa e distogliendo lo sguardo dall’orizzonte, Nick si accorse che qualcuno gli aveva poggiato una mano sulla spalla. Alzò gli occhi su Noemi che lo guardava preoccupata.
   Nick impose alla sua voce di sembrare normale.
   -Come sei entrata?-.
   Come non detto…
   Noemi tentò un sorriso –Con il doppio della chiave, è ovvio-.
   -La prossima volta mi ricorderò di prendere anche quello-.
   Ignorando lo strano sarcasmo, Noemi si sedette sul letto alle sue spalle costringendolo a voltare la sedia per poterla guardare negli occhi, nonostante in quel momento non ne avesse per niente voglia.
   -Cosa c’è?- le chiese cercando di non sembrare troppo sgarbato.
   -Vi ho sentiti gridare-.
   -Ryan dov’è?-.
   -Mi ha detto di passare a salutarti, torna a casa. Ma non cambiare argomento-.
   Visto che il ragazzo continuava a tacere e a fuggire al suo sguardo, continuò
   -Nick cos’è successo? Non ho sentito cosa vi dicevate ma… eravate arrabbiatissimi l’uno con l’altro, non sembravate nemmeno voi…-.
   -Noemi, è stato solo un momentaneo litigio, può succedere. Kevin probabilmente è preoccupato per qualcosa, io magari ho detto ho fatto qualcosa che gli ha dato fastidio, Joe…-.
   S’interruppe e per evitare che nuove lacrime gli spuntassero dagli occhi si voltò nuovamente verso l’orizzonte che non era più bello come prima.
   Noemi si alzò, gli occhi fissi sulle sue spalle, e gli si avvicinò lentamente.
   -Nick, che cosa ti ha fatto?-.
   -Chi?-.
   -Joe, e chi sennò?-.
   -Che ti fa pensare che mi abbia fatto qualcosa?- domandò Nick cercando di sembrare disinvolto ma sapendo benissimo di non averla convinta. In fondo, non convinceva nemmeno se stesso.
   -Potrei elencarti una sequela di cose che mi fanno pensare che ti abbia fatto o detto qualcosa, ma siccome non hai voglia di parlarne, non sarò certo io a costringerti a farlo-.
   Si allontanò da lui e si avvicinò alla porta, senza voltarsi, se non proprio all’ultimo
   -Sappi solo che ti vuole un bene indescrivibile, sia lui che Kevin, e nonostante il suo carattere, verrà a scusarsi-.
   Poi, senza dire altro, uscì.
   Nick non si voltò, evitando così che si accorgesse che aveva ricominciato a piangere, nonostante cercasse in tutte le maniere possibili e immaginabili di evitarselo.
   Speriamo…
 
***
 
Sentendo che Ryan salutava gli altri componenti della famiglia, Joe prese una decisione e si fiondò davanti alla porta per incettarlo dopo che aveva salutato Kevin.
   -Posso parlarti?-.
   Ryan lo seguì sospettoso nell’angolo più lontano dagli altri e si voltò di colpo, bloccando Joe spalle al muro.
   -Sta’ lontano da Noemi-.
 
Spazio Autrice:
wooo okay! Mi sono seduta davanti al computer sfidando il blocco dello scrittore e questo è il risultato… Mah… Comunque spero che vi sia piaciuto….Lo spero tantooo =( =) =D
   Pooovero Nick =’( Mi mette tanta tristezza!!!
   Basta, vi saluto =) Oltre ai soliti ringraziamenti per i recensori! Il concorso per il monumento è ancora aperto ahah…
   Ciao a tutti =)
   Marty_love Jonas

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Capitolo 15
*** Chiedimi scusa... ***


Chiedimi scusa…
 
 
-Sta’ lontano da Noemi-.
   Avevano parlato contemporaneamente, fissandosi negli occhi come se si volessero incenerire, e probabilmente era quello che avrebbero voluto fare.
   Joe spalancò gli occhi.
   -Che cosa?- chiese mentre il discorso che si era mentalmente preparato svaniva come sabbia in balia di un forte vento.
   Ryan lo fissò, sul viso scomparso ogni segno della gentilezza e la simpatia che aveva mostrato poco prima tra le altre persone. Sembrava quasi che si fosse tolto una maschera.
   -Mi hai sentito. Ho visto come la guardi, ho visto come rosichi ogni volta che io e lei parliamo-.
   -Ma non è affatto…-. La debole scusa di Joe si perse in un balbettio confuso mentre gli occhi di Ryan parvero scintillare dalla rabbia.
   -Ah no?-. Ryan avvicinò il suo volto a quello di Joe tanto che i loro nasi quasi si toccavano. –E allora perché tutta questa ostilità nei miei confronti? Ti avverto, non mettermi i bastoni tra le ruote o…-.
   -Lo so che lei sta con te- esclamò a quel punto Joe stanco delle minacce del ragazzo. –Ma fidati, non ci starà per molto. Era giusta la prima impressione che ho avuto su di te, tu non la ami,e le farai solo del male-.
   -Davvero? E come pensi di convincerla che stai dicendo la verità e che non sei solo geloso? A chi credi che daranno ragione i tuoi fratelli quando glielo racconterai?-.
   Joe sentì la sicurezza scivolare via. –A chi vuoi che credano? Sono la mia famiglia!-.
   -Ma a quanto pare mi sono conquistato la loro fiducia. Mentre tu… Pensi che non abbiamo sentito il vostro litigio? Dopo come ti sei comportato, Kevin non vorrà più vederti. In quanto a Nick, è già in camera sua a piangere come un bambino. Non mi sembra che tu possa contare molto sul nucleo familiare, no?-.
   Una sorta di cieca rabbia si impadronì di Joe, spingendolo a liberarsi dalla scomoda posizione in cui Ryan lo aveva bloccato e a fissarlo dritto negli occhi, nonostante fosse più alto di lui di qualche centimetro.  
   -Ti avvverto, non dire una parola su mio fratello o io…-.
   -O tu?-.
   -Non sfidarmi, Ryan, credimi, non ti conviene. Riuscirò a far capire agli altri come sei veramente, e se non è oggi sarà domani, o anche tra dieci anni, te lo giuro!-.
   Detto questo prese la via delle scale senza girarsi, lasciandolo solo in compagnia delle sue vuote minacce.
   Una parte di lui quasi esultava. Ve l’avevo detto che non è così perfetto come credete!
   Ma l’altra, si chiedeva cosa potesse avere in mente.
   Iniziò a salire le scale pensieroso mentre alle orecchie gli arrivava il suono della porta dell’ingresso chiusa e, poco dopo, il rombo di una macchina.
   Passando davanti alla porta ancora chiusa di Nick, Joe fu di nuovo, per un istante, assalito dal senso di colpa, frutto anche delle parole di Ryan.
   Basta, questo sciocco litigio è durato anche troppo si disse e alzò un pugno per bussare, ma fu interrotto da una voce alle sue spalle che lo prese di sorpresa. –Non so se vorrà farti entrare-.
   Kevin aveva appena risalito le scale e ora lo guardava di traverso poggiato con un palmo al corrimano.
   -Kev!- esclamò Joe stupito. –Io…-.
   Si bloccò un istante, mentre le parole dure che si erano rivolti meno di mezzora prima risuonavano nelle orecchie di entrambi, tessendo tra di loro un’invisibile ragnatela che gli rendeva impossibile raggiungersi l’un l’altro.
   -Kev…- disse ancora Joe, non sapendo bene cosa aggiungere al nome del fratello, ma non dovette rifletterci per molto.
   Kevin si avvicinò a lui e gli posò una mano sulla spalla –Scusami-  disse soltanto
   -Tu?-Ma cosa?...  –Dovrei dirlo io, non ti pare?-.
   -Hai ragione-.
   -Come “hai ragione?”-. Si sarebbe aspettato un no, non è vero, è colpa mia.
   -Hai ragione, dovresti scusarti-.
   Kevin lo fissò, in attesa. Mettendo da parte per un istante lo sconcerto, Joe mormorò –Scusami-.
   -Scuse accettate- rise Kevin, ma poi tornò serio mentre il suo sguardo volava da Joe alla porta chiusa della camera di Nick.
   -Pensi davvero che non mi farà entrare?-.
   -Io non lo farei-.
   -Ma smettila! Mi abbracceresti fino a stritolarmi! Non puoi vivere senza di me-.
   Kevin inarcò le sopracciglia, ma decise di lasciar perdere. Joe era fatto così…
   Si portò accanto a lui, di fronte alla soglia. –In fondo, anche io dovrei scusarmi- constatò poi. –Non sono stato per niente carino nei suoi confronti-.
   -Non lo siamo stati tutti e due- precisò Joe. –Ma io non penso veramente quello che ho detto. Anzi tutto il contrario-.
   -Diciamolo a lui, non tra di noi, ti pare?-.
   Joe alzò il pugno e bussò, perché sapeva che se si fosse fermato a riflettere un secondo di più non ne avrebbe avuto il coraggio né la forza.
 
***
 
Nella medesima posizione in cui lo aveva lasciato Noemi, seduto di fronte alla finestra abbracciando la chitarra, Nick aveva talmente tanto temuto e al tempo stesso sperato di sentire quel suono che quando purtroppo (o finalmente?) lo udì, per un istante credette e sperò di esserselo immaginato. Come si era illuso di essersi immaginato i sussurri davanti alla sua porta che assomigliavano tanto (troppo) alle voci dei fratelli..
   -Se il tuo nome inizia con la K o con la J, puoi anche stare fuori- disse senza distogliere lo sguardo dall’orizzonte. –Altrimenti avanti, vieni pure-.
   La persona fuori esitò un istante, poi la maniglia iniziò ad abbassarsi e la porta si dischiuse a poco a poco permettendo a chi bussava di entrare.
   Anche senza voltarsi, cosa che effettivamente non fece, Nick sapeva che era chi temeva che fosse. Anzi, fossero.
   -Voi due il concetto di alfabeto non lo avete del tutto capito, vero?- chiese, fingendo una sicurezza e una disinvoltura che non aveva e cercando di fermare il tremito della voce.
   Sulla soglia, Kevin e Joe si lanciarono un’occhiata colpevole e imbarazzata, prima di iniziare ad avanzare lentamente alle spalle del fratello minore.
   -Nick…- sussurrò Joe, così piano che Nick potè fingere di non averlo sentito. Anche se si tradì, smettendo proprio in quel momento di suonare.
   -Dimmi quello che mi devi dire e poi, gentilmente, esci. Quella è la porta-.
   -Non ho intenzione di uscire prima di averti guardato negli occhi. Non voglio parlare alla tua schiena. Ti volti per favore?-.
   Joe non era abituato a quell’astio da parte del fratello minore e non sapeva come gestire la situazione. Kevin, invece, avrebbe saputo esattamente quali parole dire, se però le emozioni della persona con cui si doveva scusare non fossero state così difficili da interpretare.
  Nick, dal canto suo, temeva il momento in cui gli sarebbe stata fatta quella richiesta. Non aveva occasione di guardarsi allo specchio, quindi poteva solo sperare che i suoi occhi non tradissero la quantità di lacrime che avevano versato.
   Kevin e Joe si accorsero subito che aveva pianto. Dopotutto era così difficile vedere qualche lacrima su quel volto liscio che oramai erano diventati abilissimi a distinguerne i resti. Il senso di colpa piombò su di loro come un pesante macigno, schiacciandogli per un momento i polmoni e bloccandogli il respiro per un istante.
   Schiarendosi nervosamente la voce, Joe lanciò un’occhiata a Kevin che lo annuì impercettibilmente e gli lanciò un’occhiata che parlava da sola.
   -Nick…- iniziò Joe non sapendo bene cosa avrebbe aggiunto al semplice nome del fratello. Forse avrebbe continuato a ripeterlo all’infinito finchè qualcuno non avesse risposto al suo richiamo. Capì però che stavolta non si sarebbe salvato con qualche parolina detta a caso. Stavolta sia Nick che Kevin si aspettavano da lui qualcosa di più serio.
   -Nicholas, scusami. Tu sai che non penso veramente quello che ti ho detto né di te né di Kevin. E’ che sono un po’ nervoso in questi giorni e… no, non ho intenzione di perdermi cercando scuse perchè so che non ce ne sono. Tu mi hai sempre aiutato e anche ora tu e Kev continuate a starmi vicini nonostante abbiate i vostri problemi. Non meritate proprio nessun’accusa da parte mia. Voi siete ciò a cui tengo di più, siete i miei unici confidenti, siete fantastici. E io sono un cretino perché ho rovinato tutto!- gridò alla fine senza concedersi nemmeno un istante per riprendere fiato, cosa a cui i polmoni si ribellarono furiosamente.
   Nick, che aveva ascoltato tutto in silenzio, fissò il volto rosso del fratello maggiore trattenendosi dal ridere e chiedendosi come, per un istante, fosse arrivato a provare contro di lui ciò che una persona non dovrebbe mai provare verso il proprio fratello.
   Non disse nulla;non era il momento per i giri di parole. Si alzò mollando a terra la chitarra e strinse Joe in un abbraccio trascinando con sé anche Kevin. Rimasero così, stretti l’uno all’altro, mentre l’astio e l’angoscia provate fino a poco prima scivolavano su di loro, ripromettendosi che una cosa del genere non sarebbe mai più successa.
   Nessuno dei tre lo meritava.
 
Spazio autrice:
Oh mio dio che cariniiiiiiiiiiiiiii (ßsclera) *________*
Scusatescusatescusate!!! Non ho più aggiornato e questo capitolo è 1000000000 volte peggio di tutti gli altri, lo so!! E’ colpa della scuola, non ho tempo nemmeno per vivere! Per me a scuola dovrebbero fare SOLAMENTE scrittura xDxDxD
Vabbè, a parte gli scherzi, grazie come al solito per le recensioni e le letture. Cercherò di impegnarmi per scrivere qualcosa meglio di questo (non che ci voglia molto) e anche di aggiornare più spesso =D
BaciBaciBaci alla prossima!
Marty_love Jonas (che vi ama a tutti (?))

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Capitolo 16
*** La giornata perfetta per una gita in barca... ***


La giornata perfetta per una gita in barca…
 
A due settimane dallo spiacevole litigio dei tre fratelli Jonas, la situazione non si era smossa granché.
   Noemi e Joe continuavano a malapena a salutarsi la mattina, continuando a cercare ogni pretesto per discutere e, nel frattempo, lanciandosi ogni tanto occhiate furtive sperando che nessuno li notasse. Una vana speranza, perché Kevin e Nick erano sempre pronti a cogliere un qualsiasi segnale di svolta nella relazione tra il fratello mezzano e Noemi.
   La ragazza si era inserita sempre di più nella famiglia iniziando ad abituarsi alle loro abitudini e alle loro usanze. Si faceva voler bene da tutti, nonostante il suo carattere ribelle e impulsivo certe volte mettesse in soggezione il resto della famiglia.
   Danielle non aveva più fatto scenate di gelosia al marito, anche perché Kevin si era astenuto dal raccontarle dei suoi recenti incontri con Maggie. Dopotutto, a suo parere, non c’era niente di male. Non erano mai stati da soli, ma sempre con gli altri e non avevano mai parlato di qualcosa di più personale che non fosse la loro vecchia scuola e i loro vecchi amici.
   Si può dire che in quei quindici giorni non ci furono grandi cambiamenti nella vita sentimentale di Joe e Kevin, che stavano iniziando a preoccuparsi,invece, per quella del loro fratello minore.
   Qualche messaggio di buongiorno, un paio di uscite assieme ai fratelli, Noemi e Maggie, decine di notti insonni passate a osservare il cielo scuro fuori dalla finestra… La storia tra Joey e Nick non si era smossa da questo punto, in quanto nessuno dei due si decidevano a fare il cosiddetto “primo passo”.
   Se solo Joey avesse saputo com’era felice Nick ogni volta che gli mandava un messaggio la mattina presto… se solo Nick avesse saputo quanto Joey bramava di prenderlo per mano quando camminavano accanto senza quasi parlarsi, come invece facevano spontaneamente Kevin e Maggie… se solo uno di loro si fosse deciso ad aprire gli occhi senza paura di restare deluso da ciò che avrebbe visto, avrebbe scoperto che ciò che gli faceva battere il cuore quasi fuori dal petto e che gli impediva di prendere sonno nonostante fosse allo stremo delle forze era lì, proprio a pochi passi da lui (o da lei).
   Sia Joe e Kevin che Noemi e Maggie non pressavano i due con frecciatine e domandine a trabocchetto, né cercavano di capire cosa veramente passava per la loro testa. A dire la verità, come una volta aveva detto Kevin, lui e Joe si erano arresi da tempo a cercare di capire che cosa passasse nella testa del fratello minore.
   Dal canto suo Nick lo sapeva bene: avrebbe dovuto osare un po’ di più rispetto allo smile sorridente che metteva alla fine di ogni messaggio e al saluto con la mano ogni volta che lei se ne andava. Voleva, per una volta, commettere una pazzia, ma ne aveva al tempo stesso paura.
   Ciò che non sapeva è che presto l’avrebbe compiuta una pazzia, e anche grossa.
 
***
 
Finalmente era domenica, quella tanto agognata domenica. Il sole splendeva alto nel cielo come quasi sempre faceva durante l’estate a Los Angeles e persino nel cortile dell’immensa villa dei Jonas non sempre si riusciva a fuggire dal caldo, così i ragazzi ogni giorno inventavano un espediente per tenersi occupati e non sciogliersi al sole.
   Quel giorno avevano deciso di passare la giornata in barca. Era stata un’altra delle folle idee di Joe che però, una volta tanto, era stata accolta con entusiasmo da quasi tutti, tranne Joey che non sapeva nuotare molto bene.
   -La barca non deve affondare per forza- le aveva detto Joe quando lei gli aveva espresso i suoi dubbi e poi era scoppiato a ridere vedendo la sua faccia e dandole un affettuoso buffetto sulla guancia, facendola, prevedibilmente, diventare ancora più rossa.
   -E poi al massimo, se proprio devi rischiare di affogare, può sempre salvarti Nick- s’intromise Kevin lanciando un’occhiata a Joe e scoppiando a ridere con lui:Nick non era proprio un amante dell’acqua, stava a malapena a galla. Il nuoto, infatti, era l’unico sport che odiava, a meno che non fosse visto alla televisione a distanza di sicurezza dal mare o da qualsiasi altra pozza d’acqua più larga di dieci metri.
   Nonostante ciò, anche se  la giornata non era particolarmente calda, avevano alla fine optato per la barca.
   I ragazzi attesero l’arrivo di Joey e Maggie, entrambe provviste di borsetta da mare e occhiali da sole e assieme ai tre Jonas e a Noemi salirono sulla macchina di Kevin (abbastanza grande da contenerli tutti) e partirono alla volta del mare. 
  
***
 
-Okay, devo ammettere che è fantastico- mormorò Joey riacquistando un po’ di colore sulle guancie che erano diventate mortalmente pallide non appena avevano iniziato ad allontanarsi dalla costa.
   Piano piano però, si era rilassata, ed aveva iniziato a godersi il panorama come facevano gli altri.
   La barca si lasciava dietro una bianca scia che senza dubbio disturbava non poco i pesci. All’orizzonte non si vedeva che il confine tra il cielo e il mare e non v’erano altre barche oltre alla loro, che scivolava leggera sul pelo dell’acqua.
   -Tutto bene Nick?- chiese petulante Joe avvicinandosi al minore che fissava l’acqua sotto di sé con un misto di preoccupazione e fascino.
   -Non dovrebbe?- rispose Nicholas con una voce che non rispecchiava tutta quella sicurezza.
   Joe, dal canto suo, di certo non era influenzato come Joey e Nick dalla profondità dell’oceano dove si trovavano. Con gli occhiali dal sole sul naso, si godeva appieno il caldo sole che gli faceva risplendere il volto e alcune ciocche di capelli che si erano schiarite a forza di stare sotto il sole.
   -Tanta roba, non trovi?- domandò Joey avvicinandosi a Noemi e seguendo il suo sguardo che, ovviamente, andava a posarsi su Joe.
   -Josephine!-esclamò scioccata e imbarazzata Noemi, che non si aspettava un commento così spiccio da parte dell’amica che, in ogni caso, rispecchiava appieno ciò che anche lei stava pensando, nonostante non lo avesse mai ammesso.
   -Chi è tanta roba?-domandò Kevin dietro di loro, a voce sufficientemente alta perché Joey e Noemi si prendessero un mezzo infarto e perché Nick e Joe si voltassero rendendosi finalmente conto di essere osservati. Perché, effettivamente, lo sguardo di Noemi non era rivolto esclusivamente a Joe.
   -Tu, fratellone!- esclamò vivacemente Noemi saltando al collo di Kevin e rotolando con lui sul ponte, tra le risate degli altri e salvando dall’imbarazzo una rossissima Joey che, in ogni caso, continuò ad essere guardata con sospetto da Nick.
   -Sbaglio o il tempo sta peggiorando?- chiese a quel punto Maggie levando lo sguardo all’orizzonte e osservando un paio di nuvole grigie che si avvicinavano a sorprendente velocità, mentre le onde sotto la barca, che prima erano appena accennate, si facevano sempre più pronunciate.
   -Sarà una nuvoletta di passaggio- obbiettò Joe non molto convinto, proprio mentre si alzava un leggero venticello che gli fece finire delle ciocche di capelli in bocca e tra gli occhi.
   -Ne sei sicuro?-domandò apprensiva Joey mentre la tranquillità che aveva provato fino a pochi momenti prima svaniva nel nulla.
   Nick le si avvicinò – al diavolo i dubbi!!- e le cinse la vita con una mano –Tranquilla Joey, che vuoi che sia? E poi, sinceramente, sappiamo governare abbastanza bene questa bagnarola-.
   -Abbastanza?-.
   -Volevo dire molto- si corresse Nick sorridendo per tranquillizzarla.
   A sua volta, però, non era molto tranquillo. La nuvola che aveva notato prima Maggie si era ingrandita arrivando ad oscurare il sole mentre il vento era così forte, sommato al fragore delle onde, che dovevano quasi gridare per farsi sentire.
   -Che ne dite se rientriamo?- propose Noemi.
   -Se deve piovere, lo farà prima che riusciamo ad arrivare alla costa- le gridò di rimando Joe sfilandosi gli occhiali da sole-oramai erano inutili- e reggendosi alla balaustra per evitare di cadere a causa delle alte onde mentre il vento gli faceva svolazzare la maglietta e i capelli.
   -Bhè, non vorrai rimanere qui!- gridò Nick avvicinandosi a lui camminando a scatti per controbilanciare la forza delle onde.
   -No di certo- esclamò Joe afferrando il minore mentre per poco non cadeva rovinosamente a terra, scivolato su una pozza d’acqua provocata dagli schizzi di un’onda particolarmente violenta. –E’ troppo pericoloso!-.
   Era incredibile come la tempesta avesse mutato il paesaggio in pochi minuti. Il cielo, che prima era azzurro e pulito, ora era coperto da un’unica nuvola di varie tonalità di grigio che si accavallavano l’una sull’altra. Oltre ad essere molto forte, il vento che si era alzato era anche molto freddo e provocava delle onde così alte che facevano sbandare la barca infrangendosi con fragore su di essa.
   -Pericoloso?- chiese Noemi. –Addirittura?-.
   -Reggetevi!- esclamò Kevin mentre un’onda particolarmente forte li faceva quasi cadere in acqua.
   -Forza!-esclamò Nick. –Cerchiamo di tornare indietro, forse riusciremo ad arrivare prima che si metta a…-.
   -JOEY!-.
   I grido di Noemi e Maggie interruppe Nick sovrastando anche la forza del vento  e spingendo tutti dal lato della barca dove si trovavano le due ragazze senza curarsi di scivolare o inciampare.
   Si era appena abbattuta un’onda proprio dal loro lato. E Joey era stata trascinata giù fino in acqua, senza che avesse la possibilità di reggersi a qualcosa.
 
Spazio Autrice:
IO-SONO-COMPLETAMENTE-PAZZA!!!
E il bello è che me lo dico da sola!! Mah… O.O
Comunque si, tanta roba Joe *__* xD
Spero che vi sia piaciuto… Vi pregovipregoviprego ditemi quello che ne pensate!
Vi voglio bene a tutti tutti!!!
Ciaoooo <3 <3 <3
Marty_love Jonas

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