Same mistakes

di OneThing
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ricordi.. ***
Capitolo 2: *** Finalmente a Londra ***
Capitolo 3: *** Sorpresa! ***
Capitolo 4: *** Che giornata! ***
Capitolo 5: *** Il risveglio ***
Capitolo 6: *** Sogni ***
Capitolo 7: *** La partenza ***
Capitolo 8: *** Sempre la stessa storia ***
Capitolo 9: *** Uscita ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***



Capitolo 1
*** Ricordi.. ***


Era strana la fiamma dell’accendino che Stefania teneva tra le mani. Era così strana, ma così normale da lasciarla con lo sguardo fisso su quel oro intenso che ne evaporava fuori lasciando nello spazio circostante un calore innaturale.
Non amava fumare, ma fu un’amara conseguenza di ciò che accadde mesi prima.
Sul balcone del suo appartamento fissava imperterrita la fiamma diventare sempre più lieve fino a scomparire del tutto in quel freddo Novembre inoltrato.
Pensava. Era un buon modo per scacciare gli ultimi ricordi così intensi e diversi.
Tutto incominciò 2 anni fa.
Lei allora aveva 17 anni, era una ragazza semplice e nonostante non fosse un angioletto si trovava bene ad essere se stessa.
Passava di festa in festa e così era anche per i ragazzi che lei considerava un po’ come una “moda passeggera” .
Allora portava i capelli ricci lunghi facendoli ricadere sulle spalle ampie e muscolose al punto giusto e due occhi azzurri che la caratterizzavano.
E’ inutile dire che adesso non è così.
E’ ovvio che le ragazze a quell’età farebbero di tutto per i propri idoli e così fece lei.
Adorava una cantante che aveva fatto la sua prima comparsa sul palcoscenico di X-Factor UK.
Lei abitando a Milano non poteva vederla dal vivo, ma ogni sera rimaneva ore davanti al computer per assistere alle sue performance.
Così quando X-Factor finì e iniziarono a fare dei concerti lei pregò sua madre di lasciarla andare.
La sua risposta era un palese NO tra i più orribili, ma lei non perse le speranze.
Ad X-Factor c’era anche un gruppo di ragazzi più o meno della sua età che avevano partecipato nella precedente edizione e che lei non poteva proprio vedere.
Non che avesse qualcosa contro di loro, semplicemente pensava che le cose che scrivessero non le pensassero veramente. Era arrivata ad un periodo della sua vita nel quale desiderava un ragazzo vero al suo fianco, ma QUESTO non si presentava mai e nonostante lei continuasse ad aspettare era davvero stanca di essere presa in giro.
Era dell’idea che un viaggio a Londra non le avrebbe fatto male così prese la sua migliore amica e con lei si avviò verso l’aeroporto per andare a Londra e farsi ospitare da suo zio.
Lei nelle settimane precedenti lo aveva avvisato, ma doveva ammettere che si vergognava un po’ perché erano molti anni che non si vedevano.
Decise che la cosa migliore da fare sarebbe stato avvisare sua madre solo al suo arrivo, per essere sicuri che non si sarebbe messa in messo alla pista di decollo per evitare che l’aereo prendesse quota.
Sapeva di sbagliare, ma chi a quell’età non lo faceva?
 

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Capitolo 2
*** Finalmente a Londra ***


 Ore 7.00 di un soleggiato mattino di Luglio.
Era stato davvero complicato mentire a sua madre per tutto quel tempo e ancora di più lo era stato quando quella mattina alle 5 era uscita di casa sapendo che al suo ritorno sua madre oltre ad essere arrabbiata non le avrebbe più dato la stessa fiducia, non che adesso gli e ne desse molta.. Ma era convinta che ne valesse la pena.
Ero seduta su quello scomodo sedile in seconda classe di un aereo economico, pensavo al discorso che mia madre stava facendo davanti alla lettera che con cura le avevo lasciato sul tavolo della cucina.  Le avevo scritto qualcosa di molto sbrigativo nonostante ci avessi messo ore per pensare a qualcosa di convincente.
“Mamma stai tranquilla, sono a Londra da tuo fratello.
Ti voglio bene, ci vediamo tra un mese..”
Non ero mai stata una sentimentale e per me quel biglietto era fin troppo.
Dovevo ammettere che non odiavo i miei genitori come la maggior parte degli adolescenti solo che a volte mi davano proprio sui nervi ed era inevitabile arrabbiarmi.
“Stefy, ma sei sveglia?” chiese la mia migliore amica sporgendosi verso di me per controllare se ero caduta nelle braccia di Morfeo.
“Certo” dissi di colpo entusiasta facendola sobbalzare sul sedile.
“Ste, ho paura, stiamo per partire e io non te l’ho detto ma ho paura di volare” disse torturandosi le mani imbarazzata.
Io sorrisi felice che ci fosse anche lei al mio fianco e stringendole la mano le dissi: “ Stai tranquilla io sono qui vicino a te”
Lei sorrise di nuovo e poi appoggiò la testa sulla poltrona così terribilmente scomoda.
Era un volo economico e dell’ultimo minuto, quindi ci accontentammo.
Dopo circa 2 ore arrivammo all’aeroporto di Londra.
Eccitate ci guardavamo da tutte le parti come delle turiste spaesate.
Un uomo grosso di muscolatura e alto si avvicinò sorridendo.
“Buongiorno ragazze, avete fatto un  buon viaggio?” parlava con un accento divertente e nonostante avessi una voglia pazzesca di ridergli in faccia mi trattenni dal farlo anche perché era proprio un bel uomo.
Era alto e muscoloso sui 30anni circa, aveva i capelli corti, ma non troppo, due occhi azzurri e una leggera striscia di barba.
Io sorrisi: “mamma dice che ho i tuoi occhi, ma io sono convinta che i tuoi siano mille volte meglio” e così dicendo lo abbracciai, anzi gli saltai addosso.
“Ero convinto che non  mi avresti riconosciuto” rispose ridendo “volevo spaventarti” continuò.
“Penso che tu ci sia riuscito, ma con Alessandra” dissi ridendo.
Entrambi ci girammo per guardare Alessandra che diventò rossa dalla vergogna.
“Lei deve essere la tua migliore amica..” disse mio zio porgendole la mano con delicatezza come se la stesse stringendo ad una bambola di porcellana.
“Piacere” disse ancora rossa in volto.
“Vabbe ragazze, andiamo?” disse lui un po’ imbarazzato.
“Certo, ma penso che dovrei avvisare mamma, almeno per avvertirla.. intanto voi incamminatevi, io vi seguo” dissi sorridendo.
Dovevo ammettere che pregavo che lei non rispondesse al telefono.
“Pronto?” disse una voce assonnata dall’altra parte del ricevitore.
“Ciao mamma” dissi preoccupata.
“Hey Stefania allora? Sei arrivata?” disse divertita.
“Sisi.. aspetta ma tu come fai a saperlo?” dissi stupita.
“Pensavi che tuo zio facesse tutto senza avvertirmi?” disse di tutta risposta.
Parlai un bel po’ con mia madre che, nonostante fosse terribilmente arrabbiata a causa del mio comportamento, non lo fece notare.
In meno di mezz’ora eravamo a casa di mio zio, ma ne io ne Alessandra ci aspettavamo di essere accolte da quella persona.
 
 

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Capitolo 3
*** Sorpresa! ***


Sulla soglia della casa di mio zio fissavo sbalordita la donna davanti a me.
Non la conoscevo, o così pensavo, ma quello che più mi stupiva era il semplice fatto che in casa di mio zio ci fosse una donna e anche bella!
Non che non ce ne fossero state, anzi, solo che con le sue stupide fissazioni scappavano tutte.
Mio zio lasciò le valigie pesanti sul lineum pulito e poi andò dalla donna che saggiamente si cimentava in cucina.
Lei sorrise e i suoi occhi si illuminarono di gioia, si avvicinarono e si diedero un tenero bacio sulle labbra.
Mio zio sorrise ancora alla bella dea che si trovava davanti e aggiunse: “ Queste sono le nostre ospiti” e ci indicò.
Lei fissò per un attimo sia me che Alessandra impassibile per poi far nascere uno splendido sorriso.
“Piacere di conoscervi” disse felice.
Adoravo il suo sorriso, anzi adoro tutte le persone con il suo sorriso. Uno di quelli che ti cambia la giornata, che non riesci a non ricambiare, un sorriso magico.
“Piacere di conoscerti” dissi riprendendo il discorso da dove l’avevamo lasciato e tendendogli la mano destra.
Lei si avvicinò e mi abbracciò felice.
E lo stesso fece con Alessandra che imbarazzata guardava la situazione.
Mio zio si avvicinò e le cinse con la mano i fianchi sottili.
“ Lei è la mia compagna, ragazze” sorrise e la guardò felice “vive con me e si chiama Anne” continuò.
Io gli sorrisi. Devo ammettere che mi sforzai di fare il mio sorriso migliore, anche se non sono sicura di esserci riuscita.
Ci sedemmo tutti al grande tavolo di quella splendida cucina  e così facendo passò 1 ora intera.
Anne oltre ad essere una bellissima donna era anche simpaticissima. Ci raccontò dei suoi figli: Gemma e Harry  e poi della sua Love Story con mio zio.
Era davvero bello sentirla parlare, sarei stata ore ad ascoltarla.
Adesso capivo perché mio zio si era innamorato di lei.
“Ragazze, come passa il tempo” disse lui fissando l’orologio da polso e alzandosi dalla sedia.
“Mi tocca andare a lavorare” disse appoggiando la sua mano sulla spalla sottile di Anne.
“OK” ripetemmo in coro.
Lui ci guardò e sorrise felice. Prima di uscire ci diede un bacio a tutte e tre e, quando la porta si richiuse dietro di lui, ci incamminammo nelle nostre camere.
Io e Alessandra condividevamo la stessa camera.
Ci sdraiammo un attimo sul letto tanto per rilassarci e alla fine cademmo in un sonno profondo.
Non so dire con precisione quante ore passarono, so solo che al mio risveglio il sole si stava nascondendo dietro alle fitte nuvole.
Andai alla finestra per osservare quel posto sconosciuto.
Londra è una città fantastica, ha un fascino e una bellezza da far invidia a molte città del mondo.
Dopo un po’ mi stancai di stare li ferma perciò, cercando di non svegliare Alessandra che dormiva ancora, andai in cucina.
Trovai Anne che come sempre preparava qualcosa.
Appena mi vide sorrise e con una voce dolce mi disse: “Buon pomeriggio !”
Io le sorrisi.
“Ciao! Cosa prepari di buono? Ho un certo languorino” le dissi avvicinandomi alle pentole sul fuoco.
“No!” disse di colpo “ Lo vedrai dopo! Non devi rovinarti la sorpresa” e ridendo chiuse la porta della cucina per evitare che entrassi.
Fissai la porta che Anne mi aveva appena chiuso in faccia e sorridendo pensai a quanto fosse strana quella donna.
Mi avviai in sala pronta a distendermi sul divano a godermi un po’ di buona TV Inglese.
Entrai e vidi 2 sconosciuti sul divano che beati fissavano lo schermo al plasma davanti a loro.
Io rimasi impietrita a guardarli incredula.
Poi improvvisamente come conigli ne saltarono fuori altri 3.
Uno da dietro il divano, l’altro da dietro la tenda e un altro ancora mi colse alle spalle, mi passò affianco e seguendo il mio sguardo spaesato si andò a sedere con gli altri e mi disse con poco interesse: “ Ti sei persa, piccola?”  e poi si girò nuovamente per guardare la TV.
C’erano 5 sconosciuti nel salotto di mio zio.
 

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Capitolo 4
*** Che giornata! ***


Ci misi un po’ a riprendermi dallo shock tremendo.
“No, non mi sono persa, piuttosto voi chi siete? E cosa ci fate in casa di mio zio?” dissi acida riacquistando la parola.
“Ah, ma allora parli e pensare che io ero pronto a giurare che fossi muta “ disse ridendo senza distogliere lo sguardo dal televisore.
“chi siete?” ripetei infastidita.
“Stefania, tesoro, mi sono dimenticata di dirti che..” disse Anne sorridendo e venendomi in contro.
“Ah, li hai già visti” continuò.
“Si” risposi io nervosa.
“Loro sono Harry, mio figlio, Liam, Louis, Niall, Zayn sono un gruppo, non so se lo conosci, si chiamano i One Direction” disse entusiasta trapelando una nota di fierezza.
Io rimasi a bocca aperta sperando che fosse un sogno.
I One Direction? Quel gruppo di ragazzi che non potevo proprio sopportare? Li guardai dall’alto in basso senza aggiungere una parola.
“Comunque io e tuo zio stiamo partendo per un viaggio romantico e dal momento che non avevano molto da fare si sono offerti di tenervi compagnia, per te va bene?” continuò lei felice.
“Cosa?” urlai. Tutti si girarono a guardarmi stupiti.
In quel preciso momento arrivò Alessandra ignara di tutto.
Indossava una canottiera e degli shorts, si stava stiracchiando gli occhi assonnati, ci metteva un po’ a carburare quando si svegliava, e quando li vide rimase immobile come se questo potesse limitare l’imbarazzo.
“Hey Ale” dissi nervosa.
Lei si avvicinò e mi sussurrò piano all’orecchio: “Chi sono queste 5 meraviglie?”
Io la fulminai con lo sguardo.
Loro sono i One Direction passeranno un po’ di tempo con noi” le risposi ad alta voce per evitare poi stressanti presentazioni.
“Ah, per me va benissimo!” disse avvicinandosi a loro per conoscerli meglio.
Anne sorrise felice e disse: “Sapevo che avreste capito!” e sorridendo tornò in cucina a svolgere le sue mansioni.
Io raggiunsi Alessandra che si era seduta sul divano tra i 4 bellimbusti e dal momento che non c’era più spazio mi sedetti per terra di fianco al figlio di Anne.
“Cosa non si farebbe per le madri” disse continuando a guardare la TV.
“come scusa?” chiesi.
“Si fa di tutto per la propria madre” ripeté.
“nessuno ti obbliga” risposi.
E il pomeriggio continuò così.
 
Conobbi gli altri 4 e già li adoravo. La loro pazzia era qualcosa di fantastico, ma non lo volevo ammettere, io e la mia brutta faccia tosta!
La sera fu molto più divertente.
Cenammo in sala davanti alla TV, Louis commentava ogni cosa che c’era ed era inevitabile morir dal ridere.
All’inizio ho cercato di essere arrabbiata, ma non ce l’ho fatta.
Ho avuto modo di conoscerli tutti e sono del parere che siano meravigliosi.
Se solo Harry non fosse stato così rompiscatole..
 
POV ALESSANDRA
La serata è stata fantastica, non poteva essere migliore, davvero.
Devo ammettere però che all’inizio è stato complicato; Stefania non voleva stare neppure con noi. Cercava di inventarsi scuse inutili per squagliarsela, ma non c’è riuscita.
Tra lei e Harry ci sono stati diversi battibecchi ai quali, penso, mi dovrò abituare.
Anche se devo proprio ammettere che non la capisco, Harry è così bello!
“Hey Ale, cosa ci fai ancora sveglia a quest’ora?” mi chiese uno dei cinque splendori che mi riportò nella realtà lasciano per un momento i miei pazzi pensieri.
“Hey Liam” dissi sorridendo per poi spostare lo sguardo sull’orologio appeso alla parete della cucina che segnava le 3 di notte “ potrei farti la stessa domanda” continuai.
Aprii il frigo e presi del latte, e dopo averlo versato in un  bicchiere, mi andai a sedere al tavolo di fianco a lui.
“ Non riuscivo a dormire” disse sovrappensiero “ così ho deciso di farmi uno spuntino, te?” continuò lui addentando un biscotto al cioccolato.
“Lo stesso” dissi amareggiata.
Ci fu un silenzio imbarazzante nel quale nessuno dei due osò dire una parola, fino a quando lui mi chiese se mi andava di vedere un po’ di TV.
Così ci incamminammo verso la sala; io appoggiai la testa sulla sua pancia e mi rannicchiai vicino a lui felice.
L’unica cosa che ricordo è che Liam stava parlando di qualcosa e mi accarezzava dolcemente i capelli, questo prima che mi addormentassi.
 
 

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Capitolo 5
*** Il risveglio ***


POV LIAM
Era così tenera quando dormiva, sembrava una bambola, avevo quasi paura di toccarla pensando che si potesse far male, ma continuai comunque ad accarezzarle i capelli.
Erano bellissimi: non erano ne lunghi ne corti, castani e lisci, anzi no, mossi.
All’inizio avevo provato a sfogarmi con lei, raccontandole ciò che tanto mi preoccupava, ma quando mi ero reso conto che si era addormentata avevo sorriso e mi ero soffermato a guardarla.
Mentre ci pensavo mi feci cogliere dalla stanchezza e mi lasciai cadere tra le braccia ampie, forti e accoglienti di Morfeo.
 
“Liam, Liam!” mi sussurrò piano all’orecchio qualcuno.
“Chi è?” chiesi ancora con gli occhi chiusi.
“Il formaggio formaggino… chi vuoi che sia?” disse continuando a sussurrare.
“Harry, ma che vuoi?” chiesi riconoscendo la voce misteriosa.
“Shh..fai piano, Alessandra dorme” disse piano.
Alessandra? Subito mi ricordai e aprii gli occhi di scatto.
“Oddio ci siamo addormentati sul divano” dissi.
“Ma dai non lo avevo notato” rispose Harry ironico.
“Ma che ore sono?” chiesi lasciando cadere l’argomento.
“Le cinque, io mi ero alzato per bere e quando sono passato di qua vi ho visti, così ho pensato di svegliarvi” rispose.
“Secondo te la dovremmo riportare nella sua stanza?” chiesi ad Harry per poi posare lo sguardo su di lei, lui fece lo stesso prima di rispondermi di si.
Io presi in braccio Alessandra che all’inizio fece qualche verso infastidita per poi ritornare beata come prima.
Harry mi precedeva e quando arrivammo davanti alla porta della sua stanza lui l’aprì con un gesto teatrale.
 
POV STEFANIA
Odio fare gli incubi.
Primo perché non mi ricordo mai quello che sogno e secondo perché mi fanno sobbalzare sul letto.
Quella sera era una di quelle.
Alle cinque del mattino mi ero svegliata preoccupata per il sogno appena vissuto che neanche ricordavo.
Posai lo sguardo sul letto vuoto di Alessandra e guardai nuovamente il telefono per vedere se avevo letto giusto.
Alzai nuovamente lo sguardo sul letto spoglio incuriosita fino a quando sentii delle voci dirigersi verso di me.
Così tornai sotto le coperte e feci finta di dormire.
La porta si aprì piano e Harry e Liam entrarono parlando.
“Fai piano”ripeté Harry a bassa voce.
Ci fu un minuto di silenzio nel quale si sentirono solo le coperte che avvolgevano delicate il fisico snello di Alessandra.
“Harry ai finito?” chiese Liam all’improvviso.
“Di far cosa?” chiese lui di tutta risposta.
“Di fissare Stefania” continuò.
Al suono di quelle parole sbiancai. Mi colsero di sorpresa, era qualcosa di davvero imbarazzante.
“Cosa? Ma cosa stai dicendo?” chiese Harry con una nota d’imbarazzo.
“Che c’è il piccolo Harry si vergogna?” chiese Liam ironico.
“Ma che dici?” disse ridendo mentre giocavano tra di loro.
“Solo che mi sorprende, mi ha colpito perché a differenza di tutte devo fare un po’ più di fatica per farmi notare!” continuò ridendo.
Uscirono un secondo dopo dalla stanza. Ci ripensai per quasi tutto il resto della serata ed ero convinta che sotto lo scherzo una nota di verità ci fosse ed ero sicura che anche Liam lo avesse notato.
Ero seduta sul letto sorpresa che pensavo. Pensavo un po’ a tutto
Ad esempio era così strano il fatto che mi reputassi una ragazza fuori dagli schemi, migliore, quando invece ero tale e quale a tutti gli altri e sebbene questo mi disturbava, non potevo proprio farci niente.
Avevo la mente in subbuglio e ogni volta che provavo a creare un pensiero razionale mi veniva un terribile emicrania.
Così mi alzai dal letto e nonostante fossero le 7.00 del mattino decisi di andare a fare un giro per le belle vie di Londra.
Mi lavai e mi vesti e alle 7.30 andai in cucina per mangiare qualcosa prima di uscire.
Ma mi trovai davanti Harry che addentava un muffin sovrappensiero.
Cercai subito di tornare nella mia stanza senza farmi notare, ma non ci riuscii.
“Hey, dove scappi?” chiese sorpreso notando la mia fuga.
“No, volevo solo uscire un po’, te che fai?” dissi colta in fragrante.
“Se vuoi vengo con te” rispose sorridendo.
 
 

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Capitolo 6
*** Sogni ***


“Cosa?” risposi confusa e stupita allo stesso tempo.
“Voglio dire, non conosci la città ed io sono una perfetta guida turistica.. che ne dici?” disse sistemando le cose.
“Be se la metti così..” dissi sorridendogli “andiamo” continuai.
Lui sorrise e si avvicinò a me.
“Mi piaci di più quando sei così e non quando sei super polemica” mi sussurrò all’orecchio.
“Guarda che con me non attacca” gli risposi secca.
Lui sorrise divertito.
Forse avevo detto una piccola bugia, mi c’era voluto tutto l’autocontrollo che avevo per evitare di diventare rossa o che so io, ma era meglio così.
Dal momento in cui sorpassammo la porta d’ingresso fu un vero incubo.
Ragazze urlanti che volevano foto e autografi ci interruppero per la maggior parte del tempo.
Ok, erano le 8 del mattino e non era strapieno di fan urlanti, ma ci furono delle ragazze, 5 o 6 più o meno, e mi dava fastidio anche perché erano mille volte meglio di me.
Camminavamo silenziosamente per delle vie interne nelle provincie di Londra.
“Qualcosa non va?” chiese Harry vedendomi pensierosa.
“Può darsi” dissi sospirando.
“Io so ascoltare, puoi dirmi ciò che ti preoccupa” disse Harry dolce “sempre se ti va”continuò riprendendo il suo ruolo da non me ne frega.
“Niente di che, solo che non sono abituata ad avere tanta gente attorno” risposi sincera.
“Be all’inizio fa un effetto strano, ma quando ti abitui è bello e forse anche divertente” disse con un sorriso compiaciuto.
“Già” risposi poco convinta
 
POV ALESSANDRA
Adoro dormire è così bello sognare cose che non accadranno mai.
Nel momento in cui apri gli occhi ogni cosa che vivevi ti rimane così impressa da stupirti che non fosse realtà.
Quella mattina alle 10.30 aprii gli occhi e rimasi delusa nel vedere che il mio sogno non era reale.
Avevo sognato Liam, non so perché, ma era stato davvero un bel sogno.
Mi alzai e mi domandai come cavolo facevo ad essere nel mio letto quando ricordavo di essermi addormentata sul divano con Liam.
Mi alzai e ancora un po’ delusa e scombussolata e mi diressi verso la cucina .
“Ciao bella” disse Zayn appena mi vide arrivare.
“Ciao” risposi sbadigliando.
“Dormito bene?” chiese mentre preparava la colazione.
“ Si, ma Anne dov’è?” risposi.
“Non ne ho la minima idea” rispose occupato.
Io mi andai a sedere sul tavolo della cucina sgranocchiando un biscotto quando entrò il resto della ciurma.
Louis, Niall e Liam si sedettero accanto a me.
“Hey Ale tutto bene?” chiese Louis.
“Certo voi?” risposi ancora assonnata.
“si” risposero a turno.
Zayn si avvicinò a me e mi diede un tenero bacio sulla guancia prima di posare davanti a me una tazza fumante di latte caldo.
“Grazie” dissi sorridendogli.
Liam si alzò e insieme al pacchetto di biscotti si incamminò verso la sala.
“Hey, e io cosa mangio?” urlai offesa.
Ma lui continuò a camminare senza badare a ciò che dicevo.
Mi alzai dalla sedia sbuffando e con il passo pesante gli andai incontro.
“Liam potevi evitare di ignorarmi” dissi offesa incrociando le braccia.
Ma lui continuò a mangiare i suoi biscotti.
“Liam, ma che hai?” chiesi infastidita.
Ma lui continuò a non rispondermi.
“Ok, l’hai voluto tu!” dissi buttandomi addosso a lui.
Lui rise divertito e iniziò a tenere il pacchetto sempre più in alto per evitare che io potessi raggiungerlo ed iniziò a farmi il solletico.
“Basta Liam, ti prego!” dissi tra una risata e l’altra, ma lui continuò imperterrito fino al punto in cui ci trovammo così vicini che io potevo sentire il suo respiro accarezzarmi le labbra e potevo vedere, nei suoi occhi, i miei riflessi.
“Hai degli occhi bellissimi” disse fissandomi.
“Anche i tuoi non son da meno” risposi imbambolata.
Lui mi sorrise prima di posare il suo sguardo sulle mie labbra, e io feci lo stesso.
 

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Capitolo 7
*** La partenza ***


“Ma quanto cavolo sei insopportabile da 1 a 10?” chiesi urlando una volta entrati in casa.
“Ah.. ora sono io quello insopportabile”rispose lui.
“Ragazzi, cos’è successo, vedete di finirla” disse Zayn sovrappensiero.
Io mi girai di colpo verso di lui.
“Forza Harry, racconta, cos’è successo?”
Harry sbuffò e poi iniziò a parlare: “Ma niente, ciò provato con una” rispose di malavoglia.
“Solo questo?” chiesi arrabbiata.
“Be, almeno era carina?” chiese Louis poco interessato.
“Certo, altrimenti non ci avrei provato..” rispose Harry sorridente.
“Quanto siete infantili” commentai.
Harry si avvicinò tanto che i nostri nasi si potevano quasi toccare.
“E dimmi Stefania, come mai a te rode tanto?” chiese malizioso.
Io rimasi un momento imbambolata a fissare i suoi occhi verdi così caldi e profondi; sarei rimasta ore a guardarlo e poi, sempre con quel suo sorrisetto malizioso si allontanò da me e facendo roteare una mela tra le mani disse: “Sei gelosa!”
Io ritornai in me e prendendogli la mela risposi: “ti piacerebbe Harry” e poi mi avviai verso la sala.
“E invece si” disse urlando Harry per farsi sentire.
“No” continuai sorridendo fino a che mi girai e vidi Liam e Alessandra MOLTO vicini.
 
POV ALESSANDRA
Sarei rimasta a fissare quegli occhi per ore intere, ma fu una fortuna che Stefania ci raggiunse in sala.
Guardai lei che sbalordita mi fissava, allora mi alzai e mi sedetti comodamente sul divano accanto a Liam che, come se non fosse successo niente, continuava a mangiare i suoi biscotti.
“Ti ho detto di si” disse Harry facendo capolino nella stanza e prendendo la mela che Stefania teneva debolmente tra le mani.
“Ok Harry” disse lei girandosi a guardarlo “per questa volta hai vinto, ma voglio una rivincita” continuò per poi tornare a fissarmi.
“Ale, che ne dici se facciamo due chiacchiere?” mi chiese lei ancora sovrappensiero.
Mi girai a fissare ancora per un attimo Liam che non proferì parola, perciò delusa mi alzai dal divano e raggiunsi Stefania.
Harry diede un morso alla mela e guardandomi disse: “certo che è strana” e sorridendogli annii debolmente.
Ero seduta sul letto della mia camera e davanti a me, sulla sedia della piccola scrivania, si trovava Stefania che aspettava che io iniziassi a parlare.
“Allora?” disse sorridente “cos’è successo?” continuò non ricevendo una mia risposta.
“A cosa ti riferisci? E poi ti potrei fare la stessa domanda, dove sei stata con Harry?” chiesi cercando di sviare l’argomento.
“Lasciamo perdere, racconta” insistette lei.
Annuii e le raccontai tutto ciò che era accaduto, senza tralasciare nemmeno un particolare.
“E ti piace?” eccola lì, la solita, sembrava che ogni volta mi leggesse nel pensiero.
“Proprio non saprei, non me lo aspettavo, tutto qui” risposi.
Devo ammettere che era davvero bello, tutto di lui mi attirava, ma lo avevo appena conosciuto, non mi andava di dire di si quando potevo, conoscendolo, cambiare idea.
“E te con Harry?” chiesi
Lei si fece immediatamente seria. “Stamattina si è offerto di accompagnarmi a visitare Londra, ma poi ci ha provato con una sua fan e per salutarla le ha detto che era la ragazza più bella che avesse mai visto e vabbe non continuo” disse.
“Ti piace” dissi sicura.
“No” Commentò lei.
“Guarda che la mia non era una domanda” dissi convinta.
“Be.. in tal caso ti sbagli” rispose prontamente.
 
POV STEFANIA
I giorni seguenti furono un susseguirsi di faccende, aiutavamo in casa perché Anne e mio zio sarebbero partiti.
Così dopo 4 giorni di tortura arrivò il tanto atteso giorno della partenza.
“mi raccomando fate di bravi” dissi ridendo.
“Quelli che dovrebbero fare i bravi siete voi” rispose mio zio “non deludeteci” continuò serio.
 Salutammo tutti e dopo aver richiuso la porta alle nostre spalle Harry disse: “a che ora la festa?”
Io lo fulminai con lo sguardo: “fai sul serio?”
“Non dirmi che non vuoi venire.. paura?” disse prendendomi in giro.
“per niente” dissi sicura “quindi a che ora?” continuai io.
“andatevi a preparare, tra 1 ora andiamo” disse Liam.
“Perfetto”dissi e prendendo a braccetto Alessandra ci dirigemmo verso la nostra camera.
 

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Capitolo 8
*** Sempre la stessa storia ***


“Siamo in ritardo ragazze, siete pronte?” chiesero in coro i 5 bellimbusti.
 “Siamo qua” disse Alessandra andando avanti per prima.
Io feci un respiro profondo e cercando di tirar giù il più possibile il vestito corto che indossavo mossi un passo incerto col tacco alto che portavo.
Passai davanti allo specchio e ne approfittai per guardarmi.
Indossavo un vestito di paillettes, uno di quelli che usavo di più per andare in discoteca, nero e oro che arrivava fino a metà coscia e scarpe col tacco nero; i capelli sciolti e mossi ricadevano delicati sulle spalle e un trucco leggero, anche perché odiavo truccarmi, mi copriva in viso.
“Allora ti muovi?” chiese Alessandra nervosa.
“certo” risposi facendo un sorriso convinto.
“ce l’hai fatta finalmente” dissero in coro i ragazzi per poi soffermarsi a fissarmi, io sorrisi imbarazzata e aggiunsi timidamente “Andiamo”.
 
POV IRENE
Ho sempre pensato che le feste fossero l’occasione per conoscere nuova gente, per istaurare “nuove amicizie”.
Proprio per questo, adesso, sono segregata dietro a un bancone di una discoteca intenta a pulire tutti i bicchieri prima dell’orario di apertura.
Odiavo questo lavoro, se non fosse stato per i bei ragazzi che incontravo ne avrei fatto volentieri a meno.
 
POV STEFANIA
Non avevo paura delle discoteche, proprio per niente, solo che sapevo come si evolvevano le cose.
Le volte in cui ero andata avevo fatto casini: mi ero ubriacata la maggior parte delle volte, drogata solo due volte e 1 avevo rischiato di rimanere in cinta.
Non mi sapevo controllare, quindi per evitare spiacevoli inconvenienti mi ero ripromessa di non bere, anche se non ero sicura di riuscirci.
 
POV IRENE
“Ciao bella, mi fai un altro giro?” mi disse un ragazzo di 20 anni circa che puzzava di alcool e fumo.
“non pensi i aver bevuto abbastanza?” risposi. Sapevo che il mio lavoro era dare da bere senza dire niente, ma a volte non riuscivo a stare zitta davanti a certi scempi.
“Che cazzo te ne frega?” disse infuriato mentre sbatteva il bicchiere sul bancone, ma nessuno se ne rese conto perché la musica pulsava nelle orecchie talmente forte che era impossibile capire.
Io con un gesto automatico gli feci un altro bicchiere e gli e lo porsi.
Erano le 23, avevo aperto da poco, ma già ero stanca di dare da bere a un gruppo d’ubriaconi.
Sbuffai irritata e una ragazza che sorseggiava della semplice coca-cola mi guardò per poi iniziare una conversazione: “lavoro impegnativo?”
“un po’ “ ammisi “te non sei abituata alle discoteche?” dissi fissando il bicchiere di coca-cola che le avevo dato poco prima.
“no, è questo il problema, se bevo divento euforica” ammise ridendo.
“comunque io sono Irene, piacere” dissi sorridendole e porgendole la mano destra.
“Stefania, piacere” rispose sorridente.
Rimase con me per 10 minuti circa, poi una ragazza si avvicinò.
“Ah, eccoti, non ti trovavo più!” disse.
“Meglio che sto qui, se mi avvicino ai ragazzi sai cosa succede” rispose infastidita.
“Dai, non fare l’adulta proprio ora, non ti preoccupare ti tengo d’occhio io.” Insistete la ragazza.
“Ok” rispose.
“Vado, ci vediamo dopo” disse rivolgendosi a me per poi scomparire tra la folla.
 
POV STEFANIA
“Hey bella dov’eri finita?” disse Harry porgendomi un bicchiere.
“Tu sei fuori” ammisi rifiutando la sua offerta.
“Eddai , non è niente di che” disse riporgendomelo.
Io lo presi e lo bevvi tutto d’un fiato e poi mi scatenai tra la folla.
Come mio solito avevo bevuto troppo e euforica mi scatenavo sulla pista da ballo.
Harry venne da me a ballare, eravamo praticamente attaccati perché la gente ci spingeva.
Lui mise una mano sul mio fianco e l’altra sulla mia guancia e poi si avvicinò piano.
“sei bellissima” disse guardandomi negli occhi.
Ero consapevole del fatto che lui fosse davvero tanto fatto, ma dal momento che lo ero anch’io posai lo sguardo sulle sue labbra carnose.
 
POV IRENE
Erano quasi le 3 di mattina e Stefania  era piegata sul water a vomitare. Io cercavo di rassicurarla, ma lei continuava a piangere e a ripetere: “Non dovevo, lo sapevo che finiva così” e io cercavo di dirle qualcosa, ma nonostante vedessi quella scena da molto, mi era impossibile.
“hai ragione non avresti dovuto” dissi rincarando la dose di dolore.
Lei smise per un attimo di piangere e si girò a fissarmi stupita.
 
 
 
 
 
 
 
 Salve bellissime/i,
 sono l’autrice di questa FF e volevo ringraziarvi davvero tanto per le visualizzazioni che ci sono, ma non riesco a capire se la storia vi piaccia o no.
Infatti ci sono molte visualizzazioni e poche recensioni.
Accetto anche critiche, perciò, se non chiedo troppo, mi farebbe piacere vedere qualche recensione in più.
Spero che vi piaccia il nuovo capitolo! :D
-One Thing

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Capitolo 9
*** Uscita ***


POV IRENE
Era passata quasi 1 settimana da quel giorno in discoteca, e più passava il tempo più mi sentivo cambiata.
Avevo modificato i miei orari di lavoro in modo tale da avere più tempo da dedicare a me stessa e alle cose che dovevo fare.
Sorrisi ripensando a tutto ciò che era successo e mi sedetti sul piccolo divano giallo dell’appartamento desolato in cui mi trovavo; come al solito i miei genitori erano al lavoro, ma io non sentivo la loro mancanza dal momento che di sera lavoravo per me era come vivere da sola, li vedevo raramente.
Rimasi un attimo a fissare la parete bianca davanti a me e mi ricordai che oggi avrei dovuto vedere Stefania e i suoi amici. A quel ricordo quasi urlai euforica; non li conoscevo, perciò non mi potevo considerare una fan, ma nell’ultima settimana avevo indagato su di loro e non erano niente male.
Mi alzai dal divano ancora con un sorriso splendente dipinto sul volto e andai a cercare qualcosa da mettere questo pomeriggio.
 
POV STEFANIA
7 giorni. Una settimana. 168 ore, e ancora niente, non una parola di ciò che era successo, niente di niente.
Io e Harry ci limitavamo a scambiarci occhiatine di tanto in tanto, ma io ricordavo ciò che era successo in discoteca.  Nel momento in cui ci stavamo per baciare erano arrivati gli altri e poco dopo, o così mi sembra, mi ero ritrovata davanti a un water a vomitare che era la cosa più terribile che potesse accadere dal momento che io odiavo farlo per il resto un fortissimo mal di testa mi aveva accompagnata per tutto il giorno seguente.
Ero in cucina che ripensavo a tutto sorseggiando dell’acqua frizzante, la mia preferita, quando arrivò lui.
“Hey” disse sorpreso.
Io sobbalzai leggermente alla sua vista, non l’avevo notato e mi aveva colta di sorpresa.
“Hey” risposi fredda.
“Allora a che ora andiamo dalla tua amica?” chiese per parlare un po’ .
“Tra poco” risposi indifferente.
“ Che hai?” mi chiese avvicinandosi a me.
Io feci un passo indietro in modo tale che la distanza fra noi rimanesse constante.
“Non mordo mica” disse maliziosamente lui.
Mi fermai di colpo quando toccai con la schiena il muro freddo.
“Harry sei insopportabile” sbottai.
Lui sorrise ancora e si avvicinò.
Appoggiò le mani al muro: una vicino al mio orecchio sinistro e l’altra a quello destro.
“Non pensare che non ripensi a ciò che è successo” disse malizioso.
“Eri completamente fatto, dubito che tu ricordi qualcosa o che le cose che hai fatto siano state il frutto di una lunga meditazione” dissi convinta.
Lui sorrise divertito; sapevo che non aveva sentito una parola di ciò che gli dicevo, ma non me ne importava più di tanto.
Girai la faccia verso una delle sue mani e dopo poco sentii le sue labbra calde appoggiarsi delicate sul mio collo.
“Harry, ma che fai?” chiesi sorpresa.
Lui continuò indifferente e io mi lasciai cullare dai suoi teneri baci, avevo gli occhi chiusi e li aprii di colpo sentendolo ridere.
“Ma non ero insopportabile?” chiese divertito.
Io imbarazzata mi incazzai e dissi: “ Sparati Harry!” e me ne andai velocemente.

POV ALESSANDRA
Mancava mezz’ora e avremmo incontrato Irene, l’amica di Stefania, che avevamo conosciuto in discoteca.
Ero sdraiata sul divano della sala e guardavo distrattamente un programma alla TV, sentii Stefania incazzata che sbatteva la porta della camera dietro di se, ma non avevo proprio voglia di alzarmi perciò rimasi seduta ancora un po’.
“Questa puntata l’ho già vista” disse Liam facendo capolino nella stanza.
“Interessante” dissi sorridendo.
Lui sorrise a sua volta prima di sedersi sulla spalliera del divano.
Non avevamo parlato molto o per lo meno non di ciò che era successo qualche settimana prima su questo stesso divano.
“Ale, un giorno dovremmo uscire io e te” disse guardandomi negli occhi.
“Sei serio?” dissi sorpresa.
“Si, insomma, sempre che a te vada” disse illuminandomi con un sorriso.
Io mi alzai dal divano e lo andai a guardare meglio negli occhi per capire se mi stava mentendo.
Lui mi guardò stranito per un minuto buono in attesa ch io facessi qualcosa, poi scoppiò a ridere.
“Cosa fai?” chiese ancora ridendo.
“Controllo se menti” sbottai io.
“Ah, si” disse lui maliziosamente “E dimmi ora mento?” chiese avvicinandosi a me.
“Non mi sembra” dissi io allontanandomi, lui fece per alzarsi e venirmi in contro, ma Stefania uscì dalla camera urlando che era ora di andare e dopo aver scambiato un’occhiatina complice con Liam seguii Stefania e lui fece lo stesso. 



*SPAZIO AUTRICE*
Buongiorno! :D 
Scusate se non ho più aggiunto capitoli, ma non ho proprio potuto. 
Spero che questo capitolo vi piaccia e che vi siate divertite durante le vacanze di Natale. 
Nel prossimo capitolo ci sarà una sorpesa quidi continuate a leggere, prometto che lo aggiungerò il prima possibile. 
Mi raccomando recensite! :D 

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Lo odiavo, non c’era aggettivo più adeguato per esprimere ciò che provavo.
Harry era insopportabile, se non fosse per il concerto al quale dovevo assistere avrei preso il primo aereo anche subito.
Aspettavo Irene e lui, come suo solito non perdeva tempo e si lamentava di continuo.
Sbuffai infastidita da quel suo tormentone e sbraitai “Vuoi smetterla?”
“Non capisco che fastidio ti do..” disse divertito.
Lasciai perdere tanto sapevo che avrebbe continuato solo per farmi innervosire così mi concentrai su altro.
Le belle giornate a Londra erano rare e questa non era una di quelle, mi soffermai un attimo a guardare le nuvole grigie farsi sempre più spazio nel cielo di un primo pomeriggio di Londra.
Fui interrotta dalla stressante suoneria del mio cellulare che mi obbligò a rispondere.
“Pronto?” dissi.
“Stefy, sono Irene” rispose.
“Ire, ciao! Dove sei?” chiesi impaziente di vederla.
“Sto arrivando, scusa per il ritardo” disse.
Fece appena a finire quella frase che la vidi sorpassare l’angolo e venirmi in contro.
 
POV IRENE
‘Adesso basta, devi stare calma’ continuavo a ripetermi questa frase cercando di farmi coraggio.
Vidi Stefania guardare distrattamente verso di me per poi concedersi un sorriso enorme e corrermi in contro.
Io mi fermai sorridendo aspettando che lei mi raggiungesse.
Mi abbracciò con tutta la tenerezza possibile e poi disse: “ Sono contenta di vederti, mi sei mancata!”
Era sorprendente come quella ragazza adorasse un po’ tutti anche senza conoscerli molto.
Io sorrisi felice e dissi: “ Sono contenta anch’io” e così dicendo ci avviammo dagli altri.
“Ok. Allora Alessandra la conosci già, questo è Niall, Zayn, Louis, Liam e Harry” disse entusiasta.
Loro mi sorrisero felici per poi rompere quell’imbarazzante silenzio.
“Che ne dite di fare un giro?” disse Niall.
Io annuii lievemente e mi incamminai con Stefania.
“Allora, novità?” fece appena in tempo a dire quelle parole che venne Harry e le rubò il cappello beige che indossava e che si abbinava perfettamente ai suoi capelli dorati e lei rincorrendolo a perdifiato disse qualcosa come: “ Sei morto Harry!” io sorrisi alla vista di quei due ragazzi che scherzavano insieme e sobbalzai leggermente sentendo: “ Irene, giusto?”
Mi girai per constatare di chi fosse quella voce vellutata che mi aveva cullata poco prima .
Era alto aveva occhi e capelli neri e profondi, sembrava essere perfetto e magari lo era.
Sorrisi togliendogli gli occhi di dosso: “ E tu Zayn, giusto?”
“Giusto” confermò lui sorridendomi.
“HARRY FINISCILA!” sentimmo urlare poco più in la e insieme scoppiammo a ridere.
Lui si avvicinò a me e posando una mano sul mio fianco avvicinò le sue labbra perfette al mio orecchio: “ti va di fare 2 passi?Io e te?” disse.
Io cercai di inalare tutto quello splendido profumo che proveniva dalla sua pelle e vedendolo allontanarsi mi ripresi e annuii sorridente.
Lui sorrise a sua volta e insieme continuammo a camminare senza dire niente a nessuno tanto probabilmente non se ne sarebbero nemmeno resi conto.
 
 
POV STEFANIA
“Styles, mi stai dando sui nervi” dissi rincorrendolo
“Meglio così, anche l’odio è un sentimento” disse fermandosi e sorridendo divertito.
“Felice di essere ricambiata?” continuò
Il mio sguardo era posato sulla sua figura che pian piano oscillava da tutte le parti cercando di farmi girare la testa , ma ottenendo scarsi risultati. “ Certo che si!” dissi convinta annuendo anche con la testa.
Lui sorrise: “ e io dovrei crederci?” disse ridendo.
“No, tu non dovresti, DEVI” dissi sorridendo.
“E chi mi obbliga?”
“Io”
“E nel caso io non lo faccia?” continuò trasformando il suo sorrisetto divertito in uno malizioso.
Io lo guardai e poi risposi: “Troverei il modo di vendicarmi”
“Oh, che paura!” disse tra una risata e l’altra.
“Vieni siamo rimasti indietro” disse divertito.
Io annuii e offesa pensai ad un piano diabolico da attuare.
 
POV ALESSANDRA
“Ok amico, a domani!” concluse Liam per poi posare il costoso cellulare nella tasca destra dei jeans.
Ok. Stavo origliando, ma era più forte di me, come si poteva resistere ad un tipo così?
Lo fissai intensamente e lui si girò verso di me e notandomi si avvicinò.
“Che fai origli?” disse ridendo.
“Può darsi” ammisi io posando lo sguardo verso Louis, Niall e gli altri che si allontanavano.
“Siamo rimasti indietro” dissi riannegando nei suoi occhi.
“Già” sorrise “ammettilo era un tuo piano” disse
Io scoppiai a ridere “Un piano per cosa scusa?”
Lui sembrò pensarci un po’ su, poi avvicinò le sue labbra vicino al mio orecchio e disse: “ per stare sola con me”
Io diventai rossa come un gambero e poi mi allontanai da lui dandogli uno schiaffo impercettibile sul braccio.
Lui tentò di nuovo di avvicinarsi, ma io cercai di evitarlo.
“Cazzo Ale, sono passate 2 settimane, cosa devo fare con te? Qualsiasi ragazza avrebbe ceduto.” disse a pochi centimetri dalle mie labbra provocandomi degli strani brividi che mi attraversarono la schiena.
“Io non sono una ragazza qualsiasi” e mi girai per raggiungere gli altri, ma lui mi afferrò per il polso costringendomi a girarmi: “Ne sei sicura?” disse sorridendo maliziosamente “lo so che lo vuoi anche tu” disse per poi posare lo sguardo sulle mie labbra e per un secondo io feci lo stesso.
“Non esserne così sicuro” dissi divertita appoggiando la sua fronte contro la mia.
“Non voglio una delusione, quindi accontentati” dissi staccando facilmente la presa.
“E chi ti dice che lo sarò?” chiese deluso.
“I giornali di gossip” dissi sorridendo e correndo dagli altri.
 



*SPAZIO AUTRICE*
Come promesso ecco il capitolo 10. 
Spero davvero che vi piaccia. 
Vi prego recensite qualcosa bello o brutto che sia mi aiuterà a capire come continuare e sopratutto a capire se vi piace perchè non mi sembra che sia così.. 
Datemi una vostra opinione insomma :) Grazie! 
 

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