No Pads, No Helmets.. Just Balls.

di xMurderScenex
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1


Guardo la città sotto di me. E’ bellissima Montrèal d’estate. Sono sul punto più alto di tutta la città e sto per sfrecciare con il mio skate nero per una grossa via in discesa. I miei amici erano sul ciglio della strada con lo skate sotto il braccio che aspettavano andassi giù. Li guardai uno per uno.
Pierre. Uno dei miei migliori amici. Quello di cui mi fidavo un casino. Aveva i capelli neri un po’ sparati e una faccia abbastanza tenera. Seb. Con quegli occhini azzurri avrebbe sedotto ogni ragazza sulla faccia della terra. Jeff. Aveva un po’ di capelli ma era uno dei chitarristi più bravi che io conosca. Chuck. Era il più intelligente del gruppo ed era un buonissimo amico. Poi Pat che aveva una telecamera per fidanzata ed era sempre lì che ci filmava. E poi io. David. Il biondino e forse il più stupido del gruppo. Siamo sei ragazzi in cerca di qualcuno che non corrisponda a delle ragazze oche super tirate che ci userebbero solo. Ma qualcuna di vera. Qualcuna a cui potrei sussurrare delle parole dolci all’orecchio e chiamarla veramente Tesoro.
-Hey Dave entro domani ce la faremo mai?- mi chiese Pierre con un’aria scocciata.
-Si si..- dissi mettendomi il casco e mettendo un piede sulla tavola.
-Ed ecco Desrosiers che si prepara per una discesa mozzafiato!- commentò Pat dalla sua telecamera.
-Pat spegni quella dannata roba..-
-Eddai così la offendi.. Non ti preoccupare piccola non ascoltarlo..- Guardai il mio amico parlare con la telecamera e sorrisi ironicamente scuotendo la testa.
-Pat tu devi essere matto..- mi diedi una piccola spinta con lo skate e cominciai ad aumentare velocità.
-Desrosiers acquista velocità.. sempre di più sempre di più e…. Bom fra poco non investe una!!- Fermai di botto il mio skate scendendo barcollando. Avevo di fronte a me una ragazza che mi guardava colpita. Gli altri scoppiarono a ridere.
-Ed è una della MaryLand!- continuò Pat chiudendo la telecamera. Guardai la sua divisa. La gonna a pieghe perfetta e pulita, La camicia e il cravattino nero. Però le All Star nere con i lacci rossi la cambiavano. Le sue unghie erano dipinte di nero e una mano teneva in mano un frullato. Si, era della MaryLand.
-Scusa non l’ho fatto apposta..- dissi mettendomi una mano sulla fronte per guardarla meglio, dato che avevo la luce negli occhi.
-Ah beh avrei voluto vedere se l’avessi fatto apposta..- Sbuffai. E guardai i miei amici. Pierre era impegnato a guardarle il culo mentre gli altri ci guardavano divertiti. Bevve un sorso del frappè squadrandomi dall’alto al basso alzando un sopracciglio. -Beh che sono un mostro?-
-mm più o meno..-
-ah ah ah –
Mi fulminò con lo sguardo e poi guardò verso sinistra. Sbuffò.
-Beh che c’è?- dissi mettendomi le mani in tasca.
-Niente. Devo andare a casa. Ciao sfigatelli- Agitò la mano molto da pigliata per il culo massima e poi se ne andò. La vidi sparire dentro una grandissima villa. No. Non poteva essere lei.

***

-Sono a casa!- dissi entrando nel grande salone di casa mia. Non sentii nessuna risposta umana ma solo il rumore delle scarpe prodotto da James. Il maggiordomo.
-Salve Miss-
-Ciao James.. mia madre?- dissi buttando la giacca della divisa su una sedia di velluto. Lui la raccolse e se la portò sul petto e mi sorrise.
-Beh sua madre è al Club e suo padre al lavoro.. –
-Ah.. come immaginavo..- dissi delusa. Andai di corsa nella mia camera e mi buttai sul letto. Odio questa vita. Pensai fortemente. Era da un bel po’ di tempo che avevo questa fissa in testa. Odiavo essere così. Essere giudicata solo dal lavoro che faceva mio padre. Okey sono ricca. Ma che importa alla gente? Mi alzai e aprii il mio “armadio”. Presi una maglietta rosa con un teschio davanti dei “The Rancid” e dei jeans con una cintura con le borchie. Mi pettinai un po’ i capelli e misi un po’ di eyeliner sugli occhi. Mi guardai allo specchio e sorrisi. Così va molto meglio. Quell’aria da snob mi dava sui nervi.
-Cazzo Dave muoviti!- Scostai un po’ le tende e aprii le finestre dell’immensa terrazza. Era veramente carino quel ragazzo. Ma era off limits per me. I tipi come lui, non stavano con le tipe come me. Sentii la mia tasca vibrare e presi il mio cellulare in mano.
-Hey Bubu!-
-Ciau Emy!- Emy aka Emily era una delle mie migliori amiche insieme a Caro. Andavamo tutte e tre nella stessa scuola ovvero la MaryLand. Una scuola privata piena di “fighette e fighetti”.
-Senti ti va’ di vederci al centro commerciale? La Caro è là che ci aspetta..-
-Va bene ci vediamo là.. ciao..- Chiusi il telefono e scesi di corsa le scale sbattendo contro la grassa Cuoca.
-Dannazzione a te Virginie! Quante volte ti ho detto di guardare dove vai?- sbottò lei. Aprii la porta di casa e sorrisi. –Troppe Antoniette..- e uscii scendendo velocemente le scale. Ri-passai davanti a quei ragazzi. Quello di prima sfreccio davanti a me e mi sorrise.
-Peccato, avrei dovuto ucciderti.. Ma non ci sono riuscito..-
-E perché?-
-Boh costeresti cara poi..- Sentii ridere da dietro le sue spalle. I suoi amici ridevano per la sua battuta. La sua cazzo di battuta.
Feci uno sguardo abbastanza triste e deluso. –Siete tutti uguali..- dissi con un grande espressione di rabbia e poi me ne andai.

- La seguii con lo sguardo. Cazzo l’avevo proprio offesa. I miei amici proseguirono a ridere come degli scemi, mentre io ero lì impalato a guardarla allontanarsi. Perché rovino sempre tutto? Per una volta che potevo avere un legame con una della MaryLand, l’ho spezzato. Il fatto è che tutti vogliono fare parte della MaryLand. E’ una delle scuola più belle di tutta Montrèal e pare che ci siano le ragazze più fighe.. Ma lei? Lei, la figlia del più importante Produttore Discografico della città, che aveva di così importante da farmi pentire di averla presa in giro?
Come si chiamava? Cazzo. Non lo so.
-Ragazzi andiamo al Centro commerciale a cazzeggiare?- disse Seb passando i piedi sulla ghiaia in modo alquanto fastidioso. Non ottenne risposta. Frack Frack Frac continuava con la ghiaia. Le vene del collo pulsavano in modo abbastanza esagerato.
-Cazzo Seb smettila! Andiamo va bene!- esclamai urlando. Lui sorrise e poi cominciò ad andare avanti.
-Ottengo sempre quello che voglio..-
Prendemmo gli skate e cominciammo a sfrecciare verso il grandissimo Centro Commerciale. Eccoci arrivati davanti alla grande porta di vetro scorrevole. Le porte si aprirono. Quando ero piccolo, mi soffermavo per osservare le porte che si aprivano quasi come per magia. Adoravo e odiavo allo stesso tempo pensare alla mia infanzia. Mi faceva deprimere alcune volte.
-Su david ti muovi?- disse scocciato Pierre con lo skate sotto il braccio. Bofonchiai un si e poi entrai. Era pieno di ragazzi e ragazze della nostra età. Soprattutto tipe della MaryLand. Vedevo i miei amici che le seguivano con lo sguardo e poi pulirsi quasi la bava da quanto erano carine.
-Cazzo ma è il paradiso qua..- esclamò Jeff che aveva gli occhi che assomigliavano vagamente a delle palline di tennis. Sogghignai e mi sedetti sul bordo delle grande rotonda fontana al centro del centro. Misi una mano dentro l’acqua e cominciai a pacioccare un po’.. Sentii delle voci femminili che parlavano un po’ distanti da me. Loro non mi vedevano e io neanche, ma le sentivo.
-Ma Virgy di che ti preoccupi? Sono tutti così quei ragazzacci di strada..- disse una voce dall’aria un po’ troppo saputella.
-Si ma non ne posso più di essere trattata così..- La sua voce. Era lei. Così sapevo che si chiamava sicuramente Virginie. Uau. Quindi era dispiaciuta per quello che avevo detto!. -Su andiamo a..-
-David attento!- Non feci in tempo a sentire che Pierre mi aveva buttato con il busto in acqua. Bravo coglione, così non avevo sentito il discorso.
-Cazzo Pierre!- Lui si stava rotolando dalle risate, sbuffai e poi mi dirigetti verso il grande negozio di vestiti. Stavo rovistando da una pila di maglie in un cesto. Vidi una maglietta nera con un teschio. L’afferrai ma mi accorsi che la mia mano non era l’unica a tenerla. Alzai lo sguardo e lo incontrai con quello di Virgy. MI guardava severamente.
-E’ mia.- pronunciò duramente.
-No.-
-Si invece..-
-No mi dispiace cara ma l’ho vista prima io..-
-Non è vero!- Ribattè lei urlando. Ecco cosa odiavo delle ragazze, urlno per ogni occasione.
-Senti facciamo una cosa.. La paghiamo a metà e poi facciamo a turno..- Cavolo non pensavo di essere così furbo. Lei ci pensò un po’ su. La sua fronte si addolcì di poco e mi fece un mezzo sorriso.
-Okey.. però comincio io..- Disse dirigendosi velocemente alla cassa con la maglietta in mano. La rincorsi e mi misi di fianco a lei. La commessa ci guardò da dietro il bancone un po’ incuriosita e poi sorrise.
-Volete altro?-
-No grazie- disse lei con voce mielosa.
-Sono venti dollari..- Presi dalla tasca i miei soldi, erano 20 dollari, tanto mi avrebbe dato il resto. La commessa mise il sacchetto sul bancone e lei lo prese velocemente e se ne andò.
-Te l’h fatta!- esclamò correndo via.
-cazzo..- sussurrai.
-Signore? Qualcosa non va?-
-No .. anzi si, forse la ragazza di prima..- Lei sorrise e poi io me ne andai. Gliel’avrei fatta pagare.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2


Hey ragazze guardate!- dissi correndo verso le mie amiche che erano sedute comodamente al bar. Ma loro non mi ascoltavano. Non erano sole. Stavano ridendo con quelli di quella scuola così stupida. Quella in cui andava lui. E quelli erano i suoi amici. Stavano infrangendo una delle regole più importanti delle Costituzione della Guerra Fra Scuole
Mai avere contatti o rapporti con ragazzi o ragazze delle scuole avversarie.. Come potevano averla dimenticata? Caro si girò e mi sorrise con un frappè in mano.
-Ciao tesoro.. dicevi?-
Avevo tutti gli occhi puntati su di me. Sorrisi un po’ triste e poi strinsi forte il sacchetto che avevo in mano.
-Niente.. volevo dirvi.. che ritorno a casa..- Mi avrebbero di sicuro raggiunto. Quello era sicuro.
-Ah va bene.. ti chiamiamo più tardi..- disse Emy sorridendo e bevendo un sorso del Milkshake. Cosa??? Mi voltai rabbiosa e cominciai a correre come un fulmine. Perché lo avevano fatto? Non erano state loro a dire che non dovevo parlare con quelli? Dio, quanto li odiavo tutti. Mi trovai davanti al cancello di casa mia. Entrai subito e di fretta, prima che i miei genitori mi vedessero. Salii in camera mia e chiusi la porta chiave. Poi mi buttai sul letto. Il mio cuore batteva a mille. Rabbia e confusione stavano prendendo posto nella mia testa. Perché sono così diversa dagli altri?
Toc Toc.
-Avanti!- dissi aggiustandomi un po’ i capelli. Entrò mia madre. Una donna di colore che aveva fatto tipo quaranta operazioni chirurgiche su tutto il corpo.
-Ciao tesoro..- disse con voce mielosa.
-Ciao ma’..- dissi con voce alquanto depressa. Il suo sorriso non sparì dalla faccia come tutte le mamme quando sentivano la voce preoccupata della figlia, no sembrava che le piacesse vedermi soffrire.
-Senti, stasera ci sarà una bellissima cena qua.. Devi essere molto gentile con tutti e voglio che tu non parli di quei ragazzacci che suonano quella robaccia.. Ah per ultimo- disse prima di uscire dalla porta- Attenta a quei meschini con quella tavola con le ruote.. Grazie tesoro.. ciao.- Chiuse la porta delicatamente e poi se ne andò. Sentivo il mio respiro accelerare dalla rabbia. La odiavo.
Mi guardai allo specchio. Indossavo una felpa con sotto la maglietta con il teschio e i jeans. Sentii la musica e il chiacchierio della gente al piano di sotto. Non volevo essere di quel gruppo. Odiavo essere così. Anzi io non sono così.
Aprii le finestre e calai quella specie di fune che avevo “ costruito” legando le lenzuola. Strinsi l’estremità al “palo” del letto e mi calai giù. Per fortuna scesi viva e vegeta ma purtroppo mi graffiai con un ramo. Sentii la mia guancia bruciare.
-Su Virginie resisti- dissi fra me e me. Scesi e mi toccai la guancia. Vidi che sanguinava un po’. Sentii dei passi avvicinarsi e uscii di fretta dal cancello ma..



-Cazzo ma guardi dove vai qualche volta?- esclamò lei incazzata.
-Oh scusa se il mio skate non si fermava..-
-Ma tu c’eri sopra coglione!-
Ci fu un silenzio imbarazzante quando notai del sangue sulla sue guancia.
-Hey ma sanguini..- dissi avvicinandomi a lei.
-No lascia perdere..- borbottò. Ma io toccai la ferita.
-Hey ti ho detto lascia stare!- Ma non era accusa. Era quasi non so.. più dolce.
-Senti quella roba lì prende infezione vieni andiamo a casa mia..-
Sapevo che avrebbe protestato. Ma invece non fece niente. Mi sarei dovuto vergognare per quello che stavo per fare. Stavo per andare a casa mia con una della MaryLand. Posai lo skate per terra e presi la bici.
-Siediti..-
-Dove?-
Sbuffai e poi le indicai la sbarra davanti al sellino. Lei si sedette di lato e guardò lo skate.
-E quello?-
-Beh non è neanche mio..- dissi ridendo mentre partivo. Ad un certo punto della discesa, eravamo a tutta velocità, lei appoggiò la mano sul manubrio incontrando la mia.
Sentii come una nuvola di farfalle volarmi nello stomaco. Sembrò imbarazzata e poi la tolse. Frenai davanti a casa mia.
-Eccoci qua..- dissi scendendo dalla bici. Lei si alzò e guardò casa mia. Era uno schifo. Le luci erano accese e vedevo le figure dei miei genitori muoversi e gesticolare. -Ehm è casa tua?-
-Si. Niente commenti grazie.- dissi dirigendomi verso la porta di casa. Mi voltai. Mi guardava offesa.
-Hey scherzavo..-
-Tu scherzi troppo..- ribattè lei. Poi aprii la serratura e mi vergognai di averla fatta venire lì. Subito sentii le urla disperate di mia madre e quelle di mio padre ubriaco. Julie era da un’amica per fortuna. Chiusi la porta. Mi voltai verso di lei che stava guardando attentamente un album. Era il mio album. Non lo stava sfogliando, ma semplicemente osservando dal di fuori. Mio padre come una furia arrivò sulla soglia.
-Beh ciao Coglione! Stai via tutto il giorno eh?- Lo superai ed andai al bagno per prendere la cassetta del Pronto Soccorso. Mio padre era sulla soglia.
-Rispondi cazzo!-
-Jack lascialo in pace!- urlava mia madre tra le lacrime. Non lo degnai di uno sguardo e lo superai. Virgy era sulla porta che mi aspettava con l’album in mano.
-Non ti permettere mai più hai capito? Noi sgobbiamo per te tutto il giorno e tu mi porti a casa puttanelle!!- Era fin troppo. Il suo alito mi dava la nausea.
-stai zitto te! Tu non fai un cazzo dalla mattina alla sera e io e mamma lavoriamo! Ti odio! Mi hai rovinato la vita!- Mi diressi verso Virgy e la presi per mano andandomene via. Presi la bicicletta.
-David..-
-No .. andiamo da qualche altra parte perché non ne posso più..- Lei annuì un po’ preoccupata e prese l’album e i cerotti con dentro il disinfettante. Poi partimmo. Io e lei in verità, non eravamo proprio sconosciuti. Ci conoscevamo da un bel po’ solo che litigavamo sempre. Mi vergognavo di avere una famiglia così brutta. Arrivammo in un posto che era vicino a casa sua. Un laghetto bellissimo con un pontile.. Io adoravo quel posto di notte. Mi faceva riflettere.
-Eccoci.. – dissi buttando la bici per terra e mi sedetti sul pontile. Mi tolsi le scarpe e le buttai vicino a me. Lei si sedette delicatamente e si tolse le Vans uguali alle mie. Le appoggiò vicino con lo stesso modo in cui lo avevo fatto io. In fondo non eravamo così diversi. Calò un grosso silenzio interrotto solo dall’acqua che andava contro i pali del pontile. Immerse le punte nell’acqua e poi andò lasciare tutto il piede.
-Come fai a fare la punta così?- chiesi.
-Beh mia madre mi ha obbligato a fare danza classica e lì ho imparato molte cose..-
-Ah..- Ri-calò quel silenzio fastidioso.
-Su dai disinfettiamo sta cosa prima che si espandi..- -okey..- Mi passò il disinfettante e dopo cinque minuti non c’era altro che un minuscolo graffietto. La rendeva ribelle e carina allo stesso tempo.
-Virgi..- Alzò lo sguardo. –Beh mi dispiace che ti abbia chiamata in quel modo..-
-Oh non importa non ti preoccupare..- Prese l’album e accarezzò la copertina.
-Posso vederlo?-
-Beh ormai lo hai preso no?- dissi ridendo portando le gambe al petto. Sfogliò le pagine lentamente.. Accarezzava le foto quasi come se volesse portarle in vita..
-Sono bellissime.- disse con un luccichio negli occhi..
-Già erano dei tempi in cui… -sentii i miei occhi bruciare. –in cui.. non c’erano problemi..- Sentii una piccola bastarda goccia di lacrima bagnarmi la guancia. Lei mi guardò preoccupata.
-Senti, non dovrei farlo.. Ma solo perché sei tu faccio un’eccezione..- Non capii. Un momento dopo avevo le sue braccia che mi stringevano contro di sé. Il solo perché sei te, mi rimbombò nella mente. Si staccò e poi si alzò sorridendomi.
-Beh io devo andare..ah senti tieni questa..Aspe’ tienimi tirata la felpa.- presi i bordi della felpa e li tesi. Si tolse la maglietta che aveva addosso e me la diede. Sorrisi.
-Ah ma ..- -Te l’ho fatta pagare.. mi sembra giusto.. io vado.. ciao Piagnone..- mi arruffò i capelli e poi se ne andò. Lo aveva detto non in un modo offensivo, ma buffo e affettuoso. Quando vidi ormai la sua sagoma sparire, mi sfilai la maglietta e misi quella con il teschio. Era calda e ogni cellula del mio corpo era piena di lei. Sentivo il suo profumo dolce e frizzante.
Forse avevo proprio sbagliato a pensare così in quel modo di lei.
Ma non potevo tradire i miei amici. Cazzo però, anche loro lo avevano fatto. Feci per sdraiarmi, ma sentii qualcosa farmi male alla schiena. Mi alzai a vidi un cellulare. Doveva averlo dimenticato lì.. Era tipo un motorola, di quello apribili e aveva l’aria che costasse un bel pacco di soldi.
Lo tenni in mano per un po’ pensando se avrei dovuto o no leggere qualcosa.. Ma si tanto non lo avrebbe mai scoperto.. Andai su Menù e su messaggi. Ce ne era uno di un certo Logan.

HEY TESORO, COME VA? QUANDO USCIAMO? CI VEDIAMO STASERA PER LA CENA DAI TUOI.. DV ANDARE AL CIRCOLO DI GOLF.. UN BACIO.. TIAMOTANTO
Cosa? Era fidanzata? David stai calmo, insomma che te ne frega? Guardai gli altri sempre di quel Logan ed erano tutti pieni di smancerie. Cazzo, perché non me lo aveva detto subito? Beh in effetti non avevo fatto niente quindi.. Continuai a leggerli con angoscia.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3
Spinsi il cancello di ferro ed entrai in casa. Mia madre arrivò subito con un’aria incazzata reggendo in mano un bicchiere di champagne. Gli invitati erano tutti che mi guardavano in giardino.
-Diavolo Virginie! Dove sei stata??-
-Mamma non rompere..- dissi affrettandomi ad andare in camera mia. Sentivo le urla di mia madre e i bisbigli degli invitati mentre passavo velocemente per raggiungere la porta. Quando, ecco lui che mi sbarrava la strada. Logan.
-Ciao dolcezza- Aveva uno smoking e un bicchiere come quello di mia madre in mano. I capelli biondi perfettissimi e il sorriso tirato.
-Logan fammi passare..- Dissi scostandolo ed entrando in casa. Non so perché lui continuasse a starmi attaccato come una piattola. Era fastidioso e antipatico, mi buttai sul letto. Pensai a lui. I suoi capelli biondi [tinti], il suo modo di vestire da skater e tutto. Perché stavo tradendo così la mia scuola? Logan entrò in camera.
-Cucciola ma che hai?-
-Logan non è il momento per favore..-
-Okey come vuoi tu.. ma io sabato non ci vengo alla festa con te.- Alzai lo sguardo furiosa. La festa era nella nostra scuola, era la solita festa di fine anno…Dovevo andare con lui, perché se no i miei genitori non me lo avrebbero permesso. Io ci tenevo a quel ballo, perché avrei potuto vincere il premio di Reginetta del Ballo. Lo so che posso sembrare stupida, o magari probabilmente lo sono, ma io ci tengo ad andare a quel ballo.
-Vaffanculo Logan..-
Oh merda. Che diavolo ho fatto? Non dovevo!! Lui mi guardò incazzato e poi aprì la porta della camera e se ne andò.
-Al diavolo lui e i suoi amici snob..- dissi prendendo un Cosmopolitan dalla cesta delle riviste. Sentii un ticchettio dalla mia finestra. Guardai velocemente, ma non c’era niente. Ritornai a leggere l’oroscopo, ma di nuovo il ticchettio. Solo allora mi accorsi che qualcuno lanciava dei sassolini dall’albero davanti alla terrazza. Andai subito alla finestra ed ebbi un tuffo al cuore. Distinsi i suoi capelli biondi e il sorriso che brillava nella notte. Aprii il balcone ed andai sulla terrazza.
-Hey..-
-Hey.. Mi aiuti?- Era sopra un grosso ramo che non distava tanto dalla terrazza e mi osservava divertito.
Gli porsi il braccio sogghignando e lui in un secondo atterrò sulla terrazza.
-Et Voilà.. Sono un mini Spiderman..-
-Si però Tobey McGuire è più figo..-
-E Kristen Dunst anche..-
Lo guardai negli occhi come una sfida e lui sorrise ironicamente.
-Beh non male come posto..- disse guardandosi attorno..
-Già.. Mi trovo piuttosto bene qua..- Lui rise e poi entrò in camera mia. Si guardava intorno stupito di tutto quel posto immenso. Chiusi le finestre e chiusi le tende.
-Beh che vuoi fare?- disse lui con un tono malizioso. Gli tirai un pupazzo a forma di orsacchiotto in testa. Lui scoppiò a ridere e si sdraiò sul letto.
Sorrisi e mi sedetti di fianco a lui. Non so perché, ma mi batteva forte il cuore sentire il suo profumo di vaniglia lì. Sentire il suo respiro. Mi stavo innamorando? No per favore, un’altra volta no. E poi con lui era inaudito.
-Senti Stronzilla, ma non ti senti male in questa casa?-
-Stronzilla?-
-Si Stronzilla.-
-Mpf- Dissi incrociando le braccia sul petto. Lui scoppiò a ridere e si alzò con il busto.
-Ti sei offesa di nuovo?-
-Stronzillo.-
-Stronzilla.-
Sorridemmo entrambi e poi lui guardò il mio grandissimo Mac sulla scrivania. -Santo Castoro ma è tuo?-
-Santo Castoro?- dissi scoppiando a ridere.
-Si vabbè lascia perdere e rispondi..-
-Ah si è mio.. Guarda pure se vuoi..- Senza perdere tempo, si sedette a maneggiare con il pici.
-Uau ma hai anche il Garage Band? Posso usarlo?-
-Si fai come se fossi a casa tua- dissi annoiata. In verità non volevo far vedere che in fondo un po’ mi piaceva. Tutte quelle giornate passate a litigare senza nemmeno conoscerci a fondo, sembravano svanite.
-Magari fosse casa mia..- disse a bassa voce finendo con un triste sospiro. Mi appoggiai alla scrivania.
-Tu non sai che vuol dire abitare qua..-
-Immagino che figata..-
-Se come no..- Guardai il soffitto bianco e pensai. Chissà come si sarebbe sentito nei miei panni e io nei suoi. Mamma non lo avrebbe mai accettato. Non era abbastanza ricco e perfetto per lei.
Aprì iTunes e clikkò su “Sk8 Boy” di Avril Lavigne. Era [Okey non ci azzecca molto come tempo ma chissene no? XD]. Non simpatizzavo molto per quella ragazzina, ma quella canzone la adoravo. Il primo pezzo era simile alla nostra situazione. Solo che io non piacevo lontanamente a lui e io invece forse ne ero cotta.
He was a boy, she was a girl
Can I make it anymore obvious?
He was a punk,she did ballet
What more can I say?
He wanted her, she'd never tell
secretly she wanted him as well


< -Fica sta canzone..- disse David voltandosi.
-Dillo che ti piace solo perché la canta la Lavigne..-
-Mi piace solo perché la canta Avril- disse sottolineando quasi la parola Avril. Maschi, tutti uguali. Non uno diverso. Sogghignai e poi tolsi la canzone. Diciamo che stava seguendo troppo la nostra situazione. Gli ultimi versi no, ma il resto della canzone.. Sembrava che fosse stata scritta apposta per noi. Partì un’altra song. I’m With You.
Cercai di afferrare il mouse per cambiare, ma lui mi bloccò il polso. Lo guardai negli occhi. Le sue labbra si incurvarono in un sorriso… -No Stronzilla.. Questa la lasci..-
-No perché dovrei?- Quella era la canzone di me e di Katy. Era stata la mia migliore amica, finchè si trasferì nella California e non la vidi più. Era andata con sua cugina Babette, per gli amici Babette. Volevano andare lì per divertirsi. Mi mancavano da morire. Evitavo di sentire quella canzone perché mi faceva soffrire pensare che non le avrei mai più riviste. -Ti prego David.. Toglila- Lui capì e mise una canzone più allegra “Light My Fire” dei Doors. Si alzò dalla sedia e mi sorrise.
-Tieni lo avevi dimenticato al lago..- disse posando il mio cellulare. Lo buttai sul letto e lo ringraziai. Ci fu un silenzio di tomba interrotto solo dai “ Camon Baby Light My Fire..” della canzone.. Lui canticchiava a bassa voce quasi impercettibile. Mi sorrise e poi mi scompigliò i capelli.
-Vabbè Stronzilla, mi dispiace ma non potrai accendere il mio fuoco perché devo andare.. -E che ti fa pensare che io voglia accendere il tuo fuoco?-
-Oh perché sono un genio..-
-Se se come no.. Genio.. –
-Nessuna mi restiste..-
-Ad ascoltarti Stronzillo?-
Scoppiò a ridere e uscì sulla terrazza. “Ciao stronza…” disse agitando la mano.. -Ciao ciao Stronzo..- E se ne andò. Dovevo solo fare una cosa. Tenere il gioco della Miss-iTi-odio-un-casino-david. E tutto sarebbe filato liscio. A parte il ballo ops.
In effetti il problema stava nel ballo perché la MaryLand e la Beaubois School erano affiliate per il ballo. Merda. Boh ci penserò.



****************
Ed eccomi qua! Questo capitolo è un po' noiosino lo so.. XD comunque questa fan fiction l'avevo postata su un forum dei SP quindi non è che l'ho copiata ^^.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4



Driiin Driin. Posai una mano sulla sveglia per spegnerla, ma mi cadde.
-Cazzo..- Non ero proprio il Principe Azzurro che tutte le ragazze che si aspettavano. Educatissimo e super stra gentile. Mi alzai ancora in boxer e mi lavai. Dopo un’ora di Operazione Cresta Da StraFigo, uscii dal bagno vestito come al solito. Presi il mio zaino e lo skate e mi fiondai fuori da casa. Un piede sulla tavola e via come il vento verso la mia schifosa scuola. Chissà che faceva ora. Me la immaginavo a mangiare cornflakes nel suo gigantesco letto mentre ripassava la lezione del mattino.. Come mai continuavo a pensarci? Insomma per me era inaudito. Mi fermai all’angolo di un marciapiede. Una macchina scura si fermò sulla strada. Il semaforo era rosso, guardai bene la macchina.
Dietro il finestrino c’era lei. Mi sorrideva in modo naturale e simpatico. Aveva una macchina guidata da un autista, che figata. Si chinò per fare qualcosa e poi attacco un foglio al vetro. Socchiusi un po’ gli occhi per mettere a fuoco.
Buon Giorno Stronzillo.. Divertiti a cazzeggiare Lessi.. Lei stava ridendo come una matta da dietro il vetro, io sogghignai e alzai delicatamente il mio dito medio. Lei rispose ugualmente, poi il verde scattò. Le gomme andarono avanti e io misi un piede sulla tavola. Le nostre strade si divisero. Lei andò a destra dove l’attendevano quartieri nobili e Principi Azzurri, io andai a sinistra verso la mia vecchia e sporca scuola piena di puttane, ma dove mi aspettavano i miei amici

Arrivai davanti ad un sontuoso palazzo di nome MaryLand schhol. La mia scuola. Milioni di ragazzi e ragazze in divisa figli di papà parlavano allegramente con una punta di snobbismo nella voce.. Scesi dalla macchina e cominciai a pensare a lui. Già solo di averlo visto appena sveglia mi stava rallegrando la giornata. Possibile che con anni e anni di conflitto fra noi due, per un giorno passato con lui, mi stavo innamorando?
-Ciao Virgyy!- dissero in coro Emy e Caro sorridendo. Che cavolo sorridevano? Guardai alle loro spalle un ragazzo con i capelli neri e gli occhi scuri e un ragazzo castano con gli occhi verdi che portavano uno skate sotto il braccio.
-E loro chi sono?- dissi senza salutare. Insomma stavano superando il limite! Ora uscivano anche con gli amici dello Stronzillo? Non erano state loro ad accusarmi di avere tradito la costituzione?
-Beh non essere così maleducata.. Loro sono Pierre e Chuck..- Pierre mi fece l’occhiolino, mentre l’altro ovvero Chuck mi sorrise semplicemente.
-Ragazze ma dannazione la Costituzione dove la mettete? –esclamai tutto di un colpo. Loro mi guardarono sogghignando.
-Su Virgy.. abbiamo smesso con sta cazzata..- disse Emy sorridendo.
-Ah fottetevi- esclamai mentre la campanella suonò. Mi incamminai verso l’entrata della scuola piena di rabbia, mentre loro salutavano i loro nuovi amichetti che stavano già sfrecciando per le strade con i loro skate.
I corridoi erano affollati tanto che non si riusciva a passare. Arrivai al mio armadietto su cui c’era appiccicato un biglietto a forma di cuore. Lo presi aprendo delicatamente.
“Perdonami. Logan. Tiamo.” Oh ma che belle parole, quasi quasi mi scioglievo. Scossi la testa scocciata e buttai il biglietto per terra. La tasca del mio giubbotto vibrò.. Presi il cellulare e una bustina era apparsa sul display.
Aprii il nuovo messaggio.
“ Noi vinceremo la guerra fra le scuole.. Cara Stronzilla ti sfido a Baseball questo pomeriggio.. Vinceremo Vinceremo! By Davey”. Sorrisi.
No caro Stronzillo. Vinceremo noi.
“ Sei un coglione. Vincerò IO. Ci sarò di sicuro. “ Dovevo mettere i baci alla fine del messaggio? Era troppo appiccicoso? Vabbè chissene frega. Schiacciai InVIA e quando comparì “Messaggio Inviato”, me ne andai in classe.
Adoravo il mio posto. Ero in fondo della classe di fianco alla finestra. Nessun professore riusciva a vedere che facevo e soprattutto, potevo osservare tutto dalla finestra. Ogni singola cosa fuori da quella scuola sembrava muoversi magicamente, mi sembrava di stare rinchiusa in una prigione a volte..
Davanti a me c’era Percy, un ragazzo piuttosto obeso figlio di un importante stilista. La maggior parte dei miei compagni di classe apparteneva all’alta borghesia, e tutti, a parte Emy e Caro, erano degli snobbisti schifosi.
Emy e Caro entrarono allegramente sedendosi nei posti dietro di me. Le sentivo bisbigliare, guardai fuori dalla finestra per distrarmi.
-Non si può incazzare per quello eh che cazzo..- esclamò a bassa voce Caro mentre tirava fuori i libri d’inglese.
-Ragazzi buongiorno..- disse la professoressa entrando e sedendosi sulla vecchia cattedra. Aprì il registro e cominciò a segnare le assenze.
-Dunque, ora interrogherò..- merda. Ieri non ho studiato. Oh chissene frega, un po’ di menefreghismo mi fa bene ogni tanto. Il suo vecchio dito passò sull’indice della classe e si fermò alla C. Lo sapevo perché io osservo ogni cosa..
-Uhm.. Clearmont.. Venga pure qua..- Eccomi. Solita sfigata. Non avevo studiato niente e non avevo nessuno che mi suggerisse. Per alzarmi incontrai lo sguardo con le due..
-Buona fortuna Candy Girl..- mi disse Emy. Non so perché mi chiamavano così.. Sorrisi ed andai alla cattedra. La professoressa aveva degli occhiali a fondo di bottiglia e delle sopracciglia molto cespugliose. Dio, che schifo pensai quando la vidi da vicino.
-Allora Cleaurmont ha studiato?- mi disse attraversando la mia mente da dietro quegli occhiali così sporchi e spessi. Non valeva mentire con una professoressa, loro sanno tutto quello a cui pensi, ti perforano la mente e poi ci leggono dentro.
Alzò un sopracciglio. –No.. – dissi un po’ mortificata.
Fece un sorriso maligno e poi aprì il registro. –Bene, un bel 3 ..-
-Cosa?- La classe si levò di proteste che seguivano la mia.
-Non può permettersi di non studiare. Siamo alla fine dell’anno e ci sono gli esami.. lo capirà questo no?-
-Certamente che lo so!! MA lei.. lei .. ah non sto neanche qua a sprecare le parole va’..- dissi andandomene a posto e sedendomi violentemente sulla sedia. La prof mi guardò ancora per un po’ e poi passò di nuovo l’indice sulla lista.
Odiavo quella scuola. Quella città e quella vita. Quanto avrei voluto essere in classe con lui. Mi avrebbe fatta ridere e tirare su di morale in qualsiasi situazione. Cavolo. Cavolo. Cavolo. Cavolo. Cavolo. Un bigliettino arrivò sul mio banco.
“ Non ascoltare la Racchia. Su Candy Girl non essere arrabbiata con noi ti pregooo ç__ç Sono da sbavo quelli.. Sono veramente speciali..Risp” Presi una penna dal mio astuccio e cominciai a scrivere, ma una voce fin troppo calma mi attirò l’attenzione.
-Cleaurmont che sta scrivendo?-
Alzai lo sguardo. –Niente.-
-Ah si? Allora porti qua a vedere ..- Mi alzai e strascinando i piedi per terra, posai la strisciolina di carta sulla cattedra. La prese e la lesse.
-Chi è che lo ha scritto?- Silenzio. Mi voltai per guardare Emy e Caro. Non potevano rovinarsi la loro media, sarebbe stato ingiusto.
-Nessuno.. lo stavo per mandare..- dissi abbassando lo sguardo.
Driiiin –Uhm salvata dalla campanella eh.. ci vediamo all’ultima ora..-
Non mi parlarono per tutta la mattinata e io non avevo voglia di rivolgere loro la parola. Stavo assumendo un comportamento al dir poco infantile. Odiavo essere così, ma non ci potevo fare niente. Alla fine della scuola, la classe era quasi andata tutta fuori; misi lo zaino su una spalla e feci per andare ma la prof mi trattenne.
-Virginie.. Che cosa ti succede?- La guardai in quei freddi occhi azzurri.
-Niente Professoressa se non le dispiace ora vado..- dissi con tono indifferente.
-Virginie se hai bisogno di parlare io sono qua va bene..- Annuì e poi uscii dall’aula. Le mie amiche erano fuori dalla scuola che parlavano con dei tipi.
-Ahahah oddio davvero lo avete fatto? – rideva Emy come una matta.
-Si e il prof non ci ha detto niente!!- disse Chuck. Mi voltai e vidi lei. Stava scendendo le scale con aria imbronciata. Adoravo quando aveva quel viso da bambinetta imbrociata. Guardai i miei amici scherzare con Caro ed Emy. Ma perché tutto si era sciolto? La Costituzione ed altro? Cazzo.. Si stava avvicinando.
-Ciao Virgy!- disse Caro salutandola.. Lei fece metà sorriso e poi prese un palmare dallo zaino. Clikkò con la penna sopra il display e ci riguardò.
-Vabbè ciao io devo andare..-
-E non mi dici niente Stronzilla?- dissi ridendo.. Gli altri sorrisero. Mi aspettavo che lei mi sorridesse o altro, ma il suo viso rimase severo.
-Non è il momento David.. mi dispiace..- Si voltò come per andare.
-Senti Virginie non puoi fare così sempre.. Che te ne frega di quella legge no? Siamo cresciute no? E che palle ti devi sempre incazzare..- disse Emy.. Lei si voltò, i capelli lisci si spettinarono per la violenza e la rabbia..
-Cazzo Emy almeno stai zitta no? Ho preso 3 e una nota solo per voi due..-
-Potevi benissimo non incazzarti solo perché noi non usciamo solo con degli snob..-
-Che vorresti insinuare?-
-Sembra che a te facciano schifo loro.. Disprezzi tanto gli snob, ma l’unica qua lo sei te..-
-Già vai dai tuoi genitori.. almeno loro ti capiranno..-
-Su ragazze..- dissi cercando di calmarle. Ma troppo tardi.
Ci fu un silenzio di tomba. Virgy tremava e una lacrima percosse il suo viso.
-Grazie mille.. ora ho capito quanto mi volete e mi avete voluto bene.. Grazie di tutto.- e se ne corse via. Guardai Emy e Caro che erano sconvolte da quello che avevano detto. -Virgi!- urlò Caro come per andare a rincorrerla, ma la fermai.
-Ci penso io.. So che vuol dire.- Sorrisi e lei si convinse. Sapevo dove l’avrei trovata. Nel mio posto segreto, che ormai era diventato il NOSTRO.
Scostai i rami degli alberi che circondavano il laghetto azzurro. Lei era sul pontile con le gambe incrociate le mani sul viso. Mi avvicinai a lei e mi sedetti vicino.
-Hei..- Lei alzò il viso e fece per alzarsi come andarsene, ma la presi per il braccio.
-Su sfogati.. – Le guance si riempirono di lacrime…
-Io.. IO non ne posso più di essere considerata così..le pensavo mie amiche..invece..- Presi il fazzoletto. Lo chiamavo Il Fazzoletto perché era importante..
-Tieni David.. questo non lo devi mai perdere capito.. e quando io ti mancherò tu stringi questo fazzoletto e io sarò con te..-
-Davvero?-
-Beh più o meno. Però sentirai la tua mamma in quel fazzoletto..-
Presi il Fazzoletto e il suo viso in una mano. Le asciugai le lacrime e poi glielo diedi.
-Senti Virgi.. lo so che siamo stati nemici per tanto tempo.. però diamoci un taglio con sta storia okey?-
Annuì. –Se hai bisogno di un “amico” tu tieni il fazzoletto e anche se sarò lontano da te da chilometri e chilometri, tu vedendo questo fazzoletto, penserai a me. – Lei annuiva come una bambina che riceve ordini. Era bellissima.. Mi stavo prendendo una bella cotta per lei.. -Vuoi un abbraccio?-
-Uhm forse si..- Sorrisi e poi la feci alzare.. Mi avvicinai a lei e l’abbracciai. Stringendola contro di me. Non forte, ma in modo che capisse che da quel giorno non ci sarebbe stata solo un’amicizia;ma forse, qualcosa di più.
-Passato?- dissi staccandomi un po’ da lei.
Annuì e sorrise. –Dai che ci aspetta una partita sensazionale..- dissi ridendo. Lei scoppiò a ridere e prese il suo zaino mettendoselo in spalla.
-Certo, perché vincerò io..- mi fece l’occhiolino e poi se ne andò. Rimasi con le mani in tasca ad osservarla mentre i suoi capelli svolazzavano quasi come andassero a ritmo..
*** La mia mente era completamente andata a farsi fottere. Stavo solo cercando di stare calma e a non pensare a quello che mi fosse appena successo. Mi annusai i capelli per poter sentire ancora il suo profumo. Per tutto il tragitto fino a casa, mi dimenticai del casino tra me, Emy e Caro; finchè me le trovai davanti al cancello.
Avevano il volto triste e preoccupato.. Ci guardammo tutte e tre negli occhi. Sembrava interminabile quel momento..
-Ho caldo..- dissi sbuffando. Loro scoppiarono a ridere e a piangere contemporaneamente. -Su dai pace?- dissi sorridendo.. Loro annuirono e ci abbracciammo forte, come ai tempi delle elementari in cui la nostra unica occupazione era danzare.
-Ragazze scusatemi per il mio comportamento..-
-No Virgy abbiamo sbagliato noi.. –
-Sentite andiamo su, così mangiamo qualcosa, vi racconto una cosa e poi andiamo alla partita..-
-Partita?-
-Di Baseball?-
-E quando? Con chi? Dove?- chiese Emy con una faccia abbastanza confusa.
-Hey Poliziotta, calmati.. praticamente abbiamo una partita contro i tipi della B..- dissi ridendo. Loro annuirono sorridendo e poi entrammo tutte in casa. Portammo in camera mia tutte le schifezze immaginabili da mangiare e ci sedemmo sul tappeto a parlare..
Raccontai loro del fatto di David e dell’abbraccio.
-Virgy..-
-Si?- dissi alzando lo sguardo verso Emy.
-Ti piace vero?-
Caspio. Mi piace? Si, ammettilo ti piace un casino. Ma sai che non potrà essere una cosa ricambiata, lui non sta con le tipe come te.
Annuii con un po’ di vergogna e loro risero.. –Su Candy Girl lo sappiamo che ti piace.. Anche e noi piacciono Pierre e Chuck.. però.. sai com’è.. Loro non stanno con le tipe come noi..- disse Caro un po’ tristemente..
-Già.. – Guardai l’orologio e vidi che era passato fin troppo tempo.
-Cazzo è tardi!- nel giro di dieci secondi, eravamo tutte e tre vestite da skater e pronte per la partita. Incontrai nel soggiorno mia madre con delle sue amiche uguali a lei. -Oh Virginie vieni!- disse reggendo una tazza piena di the.. Nascosi dietro la schiena la mazza da baseball e sorrisi.
-Ragazze questa è mia figlia Virginie..- Guardai le sue amiche. Beh tanto “ragazze” non lo erano. Sotto tutti quei litri di Botulino e liposuzione erano delle vecchiacce. Mi sorrisero e cominciarono a fare come ogni donna sulla terra quando vede il figlio dell’amica. “Oh ma come è bella! Come è grande!” uscì dalla bocca di quelle racchie. Mia madre era subito pronta a sorridere annuendo mostrandomi come un trofeo.
-Beh, ora che mi hai mostrato a tutti posso andare oppure devo esibirmi in qualche cosa?- dissi con aria stra sfottente. La bocca di mia madre si aprì e si chiuse.
-Bene .. io vado..- dissi portandomi dietro Emy e Caro che sghignazzavano. Avrei voluto avere gli occhi dietro la testa, per poter osservare il volto di mia madre.
Dopo un quarto d’ora, arrivammo al campo da baseball. Eravamo in una zona abbastanza malfamata della città. Mi guardai attorno e sentii qualcuno venirmi addosso. Caro e Emy erano andate a salutare gli altri.
-Buh!- Mi voltai. Aveva un capellino con la visiera portata all’indietro, i capelli biondi spuntavano da sotto; mi sorrideva in modo naturale e simpatico con un braccio sulle mie spalle e l’altro che penzolava fuori.
-Beh?-
-Non ti ho spaventata?-
-No per niente.. Cavolo sto posto mette i brividi..- Lui si guardò intorno e mi sorrise. Non so perché ma mi sembrava così strano vedere lui sorridere tutto contento, mentre eravamo in una parte della città che avrebbe reso triste chiunque. Mentre lui era sempre così allegro e solare da far illuminare tutto.
-Beh per me no.. Brrrrrrr- disse dandomi pizzicotti sulla pancia.
-Ahia!- dissi ridendo e dandogli dei colpi in testa. Lui si proteggeva con le mani e rideva. -Piccioncini! Dobbiamo giocare!- urlò Pierre da fondo campo. Io mi staccai da lui e presi la mazza mi posizionai come battitore e la partita ebbe inizio.
-Siii- dissi buttandomi su Emy e Caro che saltavano come delle fuori di testa.. Avevamo stracciato quelle mezze calzette che avevano dei grandissimi musi lunghi..
David venne da me con un broncetto così bello che gli sarei saltata addosso all’istante.
-Beh bella partita..-
-Eddai Stronzillo, non puoi essertela presa per così poco.. Su, ti offro un gelato..-
-A patto che ci siamo io e te.. – Uau.
-Okey quando?-
-Stasera.. Ti porto in centro..-
-Beeello. Okey ci sto..Qua il mignolo..- Strinse il mio mignolo e mi sorrise.
-Bene.. Allora a stasera.- disse correndo verso i suoi amici.
Non ci posso credere. Uscirò con lui. David.
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Eccomi qua con il nuovo cap! Scusate se vi ho fatto aspettare. Per The Princesse, beh sul forum avevo postato solo il primo capitolo XD mi dispiace! Aggiornerò più spesso comunque ^^

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5


Mi guardai allo specchio un’altra volta. L’immagine di un ragazzo biondo e magro, con jeans e una maglietta rossa con su scritto “Slut!” mi guardava. Caspita. Stavo per uscire con lei. Con quella per cui mi stavo prendendo una grande sbandata. Mi sedetti sul letto e presi la chitarra. Cominciai a cantare qualcosina pensando a lei. Stavo imparando a suonare benissimo anche il basso, ma quando dovevo cantare qualcosa, mi veniva spontaneo di farlo con la chitarra. Il mio sogno più grande era di far parte di una band. Insomma, volevo avere qualcosa di soddisfacente nella vita. Gurdai l’orologio. Era ora di andarla a prendere finalmente. Arrivai con la bici fino al cancello bianco e le feci uno squillo sul cellulare. Si affaccio fuori dalla terrazza e calò una specie di lenzuolo dal balcone. Scese ecorse verso di me, sentii la sua mano afferrare la mia e trascinarmi via da quella Reggia.
-Ciao!-
-Shh!-disse mettendomi la mano sulla bocca sorridendomi. Sempre per mano, cominciò a correre finchè ci lasciammo alle spalle la grande villa.
-Beh?- dissi io con il fiatone..
-Hey ma sei proprio fuori allenamento! –disse ridendo e dandomi una specie di ditata sugli addominali.
-Ahi!- Mi fece la linguaccia e solo quando cominciò a camminare avanti, mi accorsi di quanto fosse carina. Era vestita come una normalissima ragazza, però aveva qualcosa che la rendeva speciale. Ormai era sera e passeggiavamo per le vie del centro. Eravamo in una delle strade più care e famose di tutta Montrèal.. Ci fermammo davanti alla vetrina di Gucci, Prada e robe varie.
-Cazzo.. – dissi guardando il cartellino di una camicia. Lei mi prese per un braccio [a braccetto] e mi portò via dalla vetrina.
-Perché lo hai fatto?-
-Cosa?-
-Perché mi hai scollato dalla vetrina? Ti faccio pena perché non mi posso permettere quelle cose? Beh non me ne frega! E che cazzo io ora me ne ritorno a guardarle!! –
Lei mi guardava con un’aria tra lo stupito e il triste. Che cavolo avevo fatto?
-Dio, Virginie mi dispiace veramente tanto.. E’ solo che vedi..-
-No non importa.. Non ti preoccupare.. capita anche a me..- Mi diede un leggero bacio sulla guancia e poi entrò nella grandissima gelateria.
Sentivo ancora il tocco delle sue labbra posarsi sulle mia guancia. Era stato veloce, ma per me significativo. Era stata tenera e gentile ad avermi sopportato e capito e poi avermi consolato con un bacio. Vidi la sue tasta che spuntò allegra dall’entrata della Gelateria.
-Hey Stronzillo, vieni si o no?- Annuii sorridendo ed entrai in quella mega gelateria. Io non amo tantissimo il gelato, ma quando vidi quei tremila gusti dentro quelle grosse vasche d’acciaio, cambiai idea.
-Virgi sto entrando in panico..- le dissi guardando tutti quei colori..
-Povero ciccino – disse pigliandomi per il culo. Due ragazzine sedute sulla panchina fuori a guardarmi con la bava che fra poco avrebbe inondato tutta la città. Adoravo pigliare per il culo le ragazzine dopo avere preso il mio grandissimo gelato..
-Virgy ti piace pigliare per il culo quelle più piccole?- Lei annuì entusiasta.
-Bene, fai finta di essere la mia ragazza..- Annuì e poi ci sedemmo nella panchina davanti a loro.
-Senti dirò molte porcate quindi insomma..-
-Ho capito scemo..- rispose lei ridendo.. Tutto questo lo stavamo sussurrando. Diedi un’occhiata alle due ragazzine. Strizzai l’occhio alla più carina. Quella mi guardò tutta entusiasta pensando chissà a che cosa..
-Hey Amore che fai? Flirti con le tredicenni?- disse lei facendo la faccia imbronciata.
-Ma va Cucciola che vai a pensare? Amo solo te..- dissi sorridendo e baciandole il collo.
-Sai che mi sono stufata di farlo sempre nello stesso posto?? Cambiamo un po’ no?- Trattenni una risata –Scemo non ridere..- sussurrò lei sorridendo.
-Uhm si in effetti è vero.. Mi fa male un po’.. insomma tu sai di che parlo..- dissi con tono malizioso. Diedi un’occhiata alle ragazzine: avevano le guance rossissime e ci guardavano con la bocca spalancata.
-Che ne dici sul tavolo?-
-No in bagno..-
-No anzi in un negozio!-
-Anzi, perché non qua..- disse lei roteando gli occhi in modo sexy.
-Qua?-
-Certo hai capito benissimo.-
-Va bene.. La cosa già mi eccita..- dissi alzandomi di un po’ e aprendomi di un po’ la cintura. Le ragazze appena videro che stavo veramente per farlo, se ne andarono di corsa. Mi richiusi i pantaloni e scppiai a ridere. Anche lei mi seguì.. Non la finivamo più..
-Questo è il bello di essere maggiorenni.. Puoi fare tutto ciò che ti pare..- disse lei ridendo e mangiandosi il gelato. Cazzo però, io mi stavo eccitando veramente. Quando mi aveva baciato il collo, mi girava la testa e vedevo male. Sembrava come se mi avessero impasticcato.. Mi sorrise e poi guardò il cielo.
-Cavolo che palle..-
-Che c’è? Ti annoi?-
-Sei sempre paranoico te!- disse lei ridendo..-No è che mi piacerebbe andarmene di qua..Cambiare tutto.. Sono un po’ stufa..- Lo diceva mentre giocava con il gelato dentro la coppetta. Le svolazzavano un po’ i capelli e sorrideva un po’ tristemente.
-Anche a me piacerebbe andarmene.. Sai mi piacerebbe avere una famiglia come la tua..-
-Cosa? Spero che tu stia scherzando!-
-No, sono serissimo..-
-David, i miei sono le persone più schifose del pianeta. Mia madre mi espone come un trofeo e mio padre non sa neanche che esisto.. –
-Si ma non litigano 24 ore su 24..-
-Ma tua madre ti vuole bene! David oltre a Emy e Caro nessuno mi vuole bene.. Tutte mi odiano e i ragazzi vorrebbero solo scoparmi.. Nessuno mi vuole bene.. – lo disse in modo così triste che non so perché ma pensai che forse ero veramente io quello fortunato.
Misi un braccio sulle sue spalle e l’avvicinai a me.
-Lo so che ti sembrerà strano, ma anche io ti voglio bene.. Tanto.. Abbiamo litigato un casino, ma ora che ti conosco meglio penso di volerti tanto bene.. – Lei alzò lo sguardo e sorrise.
-Grazie.-
-Sa’ andiamo perché mi sto sciogliendo!-
Scoppiò a ridere rumorosamente –Ma se io muoio di freddo..- guardai le sue braccia con la pelle d’oca; mi tolsi il giubbotto e glielo misi sulle spalle.. Mi sorrise e poi ritornammo a casa. Eravamo davanti al cancello.
-Beh grazie per il gelato..-
-Di nulla.. Grazie per la bella serata.. – Ci fu un silenzio imbarazzante.
-Vabbè io vado.. Buonanotte Dave..- Mi diede quel magico bacio sulla guancia e mi salutò con la manina. XD E sparì nella sua villa. Come Cenerentola.. Sorrisi e me ne ritornai a casa.
* * * * * Entrai dalla porta di servizio con ancora un’aria decisamente troppo sognante. Non era un sogno, ma la realtà.. Cinque minuti prima, David mi aveva detto che mi voleva molto bene. Non ci potevo credere… Mi sembrava che tutto quello fosse un sogno, e che forse magari avevo una piccola speranza con lui. Andai subito a dormire, mi infilai le cuffie dell’ iPod nelle orecchie e cominciai a pensare a lui, mentre le note di Light My Fire mi accompagnavano nel Mondo dei Sogni.

Non volevo per niente tornare a casa.. Vedere per la millesima volta i miei genitori litigare, mi avrebbe solo fatto innervosire e rovinare quella specie di film che avevo in testa. Come potevo avere rischiato di dichiararmi? Dovevo tenere il gioco ancora per un po’.. Solo fino al ballo. Mentre camminavo per la strada vidi che Pierre era sulla tavola e aveva un’aria sognante.
-Hei Dave..-
-Ciao Pierre.. come mai quella faccia?- Ci sedemmo sul ciglio della strada..
-Senti chi parla.. Hai la mia stessa faccia..-
-Uhm.. Pierre che ci sta succedendo?- Rimase un po’ in silenzio e poi cominciò a grattarsi il mento e poi mi sorrise.
-David.. A te piace vero?-
-Virgy?-
-Si.. e chi altro?- Sorrisi e poi ci pensai. Si certo che mi piace.. Adoro ogni piccola cosa che riguardi lei. E’ stupenda, la adoro.
-Si fin troppo..-
-Bene.. io mi sono innamorato di Caro.. Non so come sia successo, ma so che è così e che non potrò cambiare le cose.. Sai, la cosa che mi rattristà è che loro non possono mettersi con noi.. Siamo troppo dei bassifondi per delle ragazze come loro.. Non le vedi? Sono delle dee, mentre noi siamo solo dell’immondizia.. Odio essere nato qua.. –
-Già.. ma come facciamo per conquistarle?-
-Uhm il ballo.. Si, il ballo è la cosa giusta.. Solo con quello possiamo salvarci il culo..-
-Si è giusto.. ma dai, hai visto quelli della MeryLand?-
-Si lo so. Ma David, siamo noi quelli che loro vogliono. Noi gli skater, i punkettari quelli che cazzo vuoi.. Ma siamo noi che dobbiamo conquistarle..-
Ero indeciso se fare o no questa cosa, ma poi pensai che forse in fondo aveva ragione. Noi valevamo molto di più dei soldi. E speravo solo che lei ci sarebbe stata con me.. perché erano quelle le mie intenzioni.
Mettermici insieme.
****************
Dunque, prima di tutto voglio dire ad Emy scusa se non te l'ho mai fatta leggere ma mi sembrava una schifezza LOL. XD infatti lo è. XD Spero che vi piaccia il new chap ^^

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