Will words ever be enough?

di chocoallie
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter One ***
Capitolo 2: *** Chapter Two ***
Capitolo 3: *** Chapter Three ***
Capitolo 4: *** Chapter Four ***
Capitolo 5: *** Chapter Five ***
Capitolo 6: *** Chapter Six ***
Capitolo 7: *** Chapter Seven ***



Capitolo 1
*** Chapter One ***


Aly è una ragazza bella, dolce, spensierata, forse un po’ impulsiva e, soprattutto, riservata. La notano in tanti all’interno della scuola, peccato che lei col suo irrimediabile modo di fare non abbia mai osato far avvicinare nessun ragazzo, dopo di lui. E così restava un mistero, quella Alison dal viso dolce, due grandi e seducenti occhi verde smeraldo, lunghi capelli scuri ondulati e dal corpo poco meno che perfetto era un mistero per tutti tranne che per la sua migliore amica Maddie. Maddie era di fatto l’unica a conoscerla veramente, l’unica a sapere quanto Aly fosse speciale. In apparenza staccata dal mondo reale, riservata, sempre per i fatti suoi, era in realtà una persona forte, determinata e dolcissima.
“Aly? Dov’è la spazzola?” chiese Maddie all’amica che era sdraiata sul suo letto a pochi metri dallo specchio nel quale si stava riflettendo. Come di tradizione, Maddie aveva passato la notte a casa dell’amica. Da sei anni a quella parte, infatti, tutti i giorni prima del rientro a scuola dopo un qualunque tipo di vacanza, le due si trovavano a casa di Aly e passavano la notte a raccontarsi di cosa si erano perse l’una dell’altra durante le proprie vacanze.
“Prova a guardare nel cassetto della scrivania..” rispose senza alzare gli occhi dal libro che stava leggendo.
Maddie roteò gli occhi e, infastidita dalla copertina di quel libro che ormai era solo in grado di associare alla ragazza per tutte le volte che glielo aveva visto in mano, prese la rincorsa e saltò sul letto mancandola di un centimetro, facendo saltare Alison, e finalmente il libro cadde per terra. Sorrise, soddisfatta.
“Maddiee! Mi hai fatto perdere il segno!” urlò piano dallo spavento, leggermente delusa.
“Oh andiamo miss Granger ormai quel libro lo sai a memoria.. non capisco perché ti ostini a rileggerlo così tante volte” le puntò un dito contro come per rimproverarla, ma sorridendo.
“Perché mi piace” alzò le spalle e le fece la linguaccia.
“Be’ ora preparati che se no arriviamo in ritardo.. anche oggi”.
Si scambiarono un’occhiata ricca d’intesa per poi scoppiare inevitabilmente a ridere. Guardarono l’orologio appeso al muro della stanza e poi sbuffarono in sincrono, alzandosi entrambe dal letto tra risa, spintarelle e sbuffi.
E così stava per ricominciare la scuola dopo le vacanze di Natale che avevano passato in montagna tra neve, bei ragazzi e discoteche, e nessuna delle due aveva veramente voglia di tornarci. Tutti quelli sguardi pieni di interesse da parte dei ragazzi nei corridoi.. tutti gli sguardi di disprezzo da parte delle ragazze della scuola.. non facevano proprio per loro. Ad Aly, soprattutto, stavano veramente sui nervi. Era del parere che ‘se dovete dirmi qualcosa, ditemelo in faccia’. Non riusciva a capire che cosa ci trovassero in lei i ragazzi, e che cosa volessero da lei le ragazze. Lei comunque se ne infischiava e continuava a vivere la sua vita, consapevole che nessuno le sarebbe mai venuto a dire qualcosa. Non faceva parte delle ragazze più popolari della scuola, anzi, si teneva volutamente alla larga da gruppi di cheerleader senza cervello e gruppi sportivi da cui era meglio stare lontana, poiché era totalmente negata in quasi tutti gli sport. Aly era però vicepresidente del comitato studentesco, per il quale il suo professore preferito l’aveva convinta a far parte, dato i suoi ottimi voti, e per questo era conosciuta.

Driiin. La prima lezione era appena finita, ma Aly non ne poteva già più. Sospirò guardando la pioggia che cadeva leggera fuori dalla finestra, poi si alzò per seguire Maddie fuori dall’aula ma andò a sbattere contro la schiena di qualcuno che immediatamente si girò.
“Oh, scusami” disse Aly impassibile di fronte al riccio che si trovò davanti. Si perse per un secondo negli occhi del ragazzo e poi, dato che lui non diceva niente, lo superò e continuò ad andare per la sua strada.
“Di niente, tranquilla” sussurrò lui con un sorriso quando ormai se n’era già andata, rimanendo ancora per un instante a fissare il vuoto davanti a sé. Scosse la testa e uscì in corridoio atteggiandosi come se niente fosse successo.

“Harry? Harry, che hai?” chiese Louis per l’ennesima volta, aspettando una risposta che sembrava non arrivare.
“Oh niente” alzò le spalle, dopo che sembrò essersi risvegliato dall’estraniazione in cui era caduto e tornando fra il fastidioso rumore di voci, bisbigli e forchette che tintinnavano a contatto con il piatto che era la mensa.
“Andiamo amico, ti conosco. Cosa c’è che non va?”. Il ragazzo alzò la testa pensieroso, facendo con lo sguardo un giro di ricognizione per tutta la sala fino a quando non la trovò.
“Vedi quella?” chiese indicandogliela con lo sguardo. Louis annuì. “Sai chi è?”.
Louis scoppiò a ridere. “Non dirmi che t’interessa! Si chiama Alison, fa parte del consiglio studentesco.. ma la sai una cosa? Come soprannome fa suora! Non la dà a nessuno, bello, scordatela” disse continuando a guardare l’amico con espressione divertita.
“E chi te l’ha detto?” rispose il ricciolo alzando un sopracciglio a mo’ di sfida. Un sorriso malizioso sulle labbra.
“Oh-oh. Styles in agguato, attenzione gente!” disse l’altro alzando la voce, sempre più divertito.
“Shh” rise tappandogli la bocca con la mano per poi immergersi in una fitta conversazione con gli altri suoi compagni di squadra.




NOTE: Okay allora, premettendo che questa è la prima storia che pubblico -e non so neanche perché la stia pubblicando-, spero che piaccia almeno un pochino. :3
Ho preso ispirazione da un sogno senza senso (strano) e beh, è venuto fuori questo capitolo, che a dir la verità è più un'introduzione che un vero e proprio capitolo, infatti gli altri saranno più lunghi. Comunque qui presento due delle protagoniste principali, mentre dei ragazzi ci saranno solo Harry e Louis, ma non preoccupatevi, pian piano spunteranno fuori come funghi (?) anche gli altri! :)

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Capitolo 2
*** Chapter Two ***


I giorni sono tutti uguali, si susseguono in una maledetta routine costretta a ripetersi giorno dopo giorno, aspettando il momento in cui qualcuno deciderà finalmente di romperla. In cui anche solo qualcosa cambierà. Il momento in cui quella maledizione sarà finalmente svanita, quando tutto comincerà ad avere un vero significato. Quando si comincerà a vedere il mondo sotto un aspetto diverso. E allora, i giorni saranno tutti accumunati dalla loro insolita, splendida, diversità.

Harry si sette allo stesso banco del giorno di prima, impaziente di rivederla. Si stirò le gambe da sotto al banco e aspettò l’arrivo del professore e l’entrata di quella ragazza. L’immagine di lei, del suo corpo, del suo viso che oscurava i suoi pensieri dalla scorsa mattina e che vedeva ogni santa volta che chiudeva gli occhi. Non ce la faceva più.
“Andiamo Maddie, non puoi seriamente avermelo chiesto! Non lo farò mai” disse Aly con tono deciso. Le due ragazze entrarono insieme nell’aula, chiacchierando animatamente. Harry dal suo posto s’irrigidì, sistemandosi meglio sulla sedia.
“Dai Aly fallo per me, per favore” la pregò Maddie facendo gli occhioni dolci, consapevole di possedere quelli come ultima arma vincente.
“Ti odio quando fai così, sappilo” la fulminò l’altra. “E comunque non sai cosa mi stai chiedendo, cioè, lo sai che non sono brava a fare quelle cose” cercò di spiegare a Maddie, iniziando a gesticolare come faceva solo lei quando era nervosa o quando qualcosa la turbava.
“Ma taci che tu sei brava a fare tutto” la interruppe guardandola di sbieco.
Qualcuno dietro di loro si schiarì la voce. Aly si voltò e vide il ragazzo contro cui era andata a sbattere farle un cenno, alzò gli occhi infastidita e fece segno all’amica di abbassare il tono di voce.
“Cosa c’è?” chiese lei.
“Vedi quello seduto esattamente dietro di me? Vuole che facciamo silenzio” bisbigliò per non farsi sentire. “Che idiota”.
“Carino, che idiota carino” la corresse, ed entrambe scoppiarono a ridere. Aly le tirò un leggero pugno sulla spalla appena prima che il professore arrivasse in classe e iniziasse una nuova noiosissima lezione di chimica.
Quando la campanella suonò Aly prese un grosso respiro, e, ripensando a quello che l’ aveva pregata di fare l’amica, uscì dalla classe.
“Ciao” la salutò Harry con un sorriso enorme stampato sul volto.
Maddie guardò l’amica al suo fianco con aria interrogativa. “Vai, ti raggiungo subito” le sussurrò l’altra, poi sorrise per rassicurarla dato che aveva un’aria indecifrabile. Dopo qualche altro secondo annuì e si diresse senza dire parola verso l’aula 5B, dove avevano la prossima lezione.
“Cosa c’è?” ricambiò Aly, accennando ad una sottospecie di sorriso più per educazione che per altro.
“Volevo chiederti.. Ho pensato che.. Sì, beh, non è che avresti tempo per darmi ripetizioni di chimica? Scommetto che vai benissimo in quella materia, come in tutte le altre, del resto” le chiese quasi supplicandola. ‘Ma che diavolo? Oggi vogliono tutti favori da me?’ pensò Aly scocciata.
“Perché dovrei? Non ti conosco nemmeno”.
“Harry, piacere” sorrise porgendogli la mano, credendosi furbo.
“Alison” gli strinse la mano alzando gli occhi al cielo. “Comunque per le lezioni non lo so, ci devo pensare, okay?” disse pensierosa. Non che avesse voglia di dare ripetizioni a l’ennesimo imbecille, soprattutto perché quel semestre aveva bisogno di concentrarsi più su se stessa che su altri, però le faceva piacere aiutare i ragazzi in difficoltà con lo studio, era una delle poche cose in cui riusciva bene e in un certo senso era un’attività gratificante.
“Certo, tranquilla. Grazie mille” si affrettò a dire il riccio. “E’ solo che devo cercare di salvare questo primo quadrimestre, dato che se no i miei mi fucilano..” “..letteralmente” disse dopo una breve pausa guardandosi attorno come per controllare che i suoi genitori non fossero nei paraggi, poi rise facendola ridere a sua volta.
“Non so come fare” concluse con un’aria da perfetto ragazzo innocente.
“E va bene, d’accordo. Mi hai convinto” sospirò.
“Un’ora ogni giorno dopo la scuola, ritrovo in biblioteca” disse e poi senza neanche aspettare la sua risposta sparì nell’aula di matematica lì affianco. Harry rise.


“Mi devi cento sterline” esordì il riccio.
“Perché?” spalancò gli occhi il suo migliore amico.
“Io ed Aly abbiamo un appuntamento, beh, non proprio, ma per me vale come un appuntamento”.
Louis scoppiò in una fragorosa risata. “Non ci credo!” si complimentò battendogli il cinque.
“Dici che riuscirò a portarmela a letto?”
“Non so Harry, chiedi in giro.. nessuno ci è mai riuscito finora” rispose pensieroso. “Però nessuno era Harry Styles” sorrise. “Prova a fare lo stronzo, tutte le ragazze amano gli stronzi! Prova a..”
“Tutto chiaro, papà” rise interrompendolo prima che potesse andare avanti ancora per molto, come era solito fare. “So cosa devo fare” borbottò.
“Lei non ti piace davvero giusto?”
“Nah, voglio solo portarmela a letto. Dico, l’hai vista?” alzò le spalle sotto lo guardo di Louis, che scosse la testa sorridendo: “Sei sempre il solito, Harry”.

“Cosa cosa cosa?” le chiese Maddie con la bocca spalancata dallo stupore.
“Sì, Maddie, gli darò qualche ripetizione, niente di più” ripeté per l’ennesima volta, incominciando ad essere spazientita.
“Okay, scusa, è che.. Harry Styles? Un calciatore Alison?” era incredula.
“Già. Che c’è che non va?”.
“No, niente. È che quelli sono tutti uguali, vogliono solo il.. sesso. Non voglio che poi tu ci stia male un’altra volta”.
“Maddie gli devo solo dare ripetizioni!” rise alzando gli occhi al cielo. “Stai tranquilla” la abbracciò. Sapeva che voleva solo il suo bene, ma a volte era seriamente esagerata. Parlava lei poi che voleva che entrambe entrassero a far parte del gruppo delle cheerleader della scuola solo perché potesse star più vicina a Niall, il ragazzo per cui aveva una cotta da un’infinità ormai, capitano della squadra di calcio e amico di Harry, ora che ci pensava. All’asilo erano migliori amici, poi chissà che cosa successe e fatto sta che Niall, il ragazzo biondo dalle origini irlandesi, non le rivolse mai più la parola. Lei però non se l’era dimenticato, anzi, tutt’altro. Incominciava a pensare che dopo tutto quello che Madison aveva fatto per lei, entrare in una stupida squadra di cheerleader che mirava a sostenere ragazzi uno più stupido dell’altro le sarebbe stato più che dovuto.
“Madison..per quanto riguarda le cheerleader.. quando iniziamo?” chiese così, tranquillamente. La sua migliore amica tirò un urlo e ridendo l’abbracciò fino a farla quasi soffocare, continuando a ripeterle grazie. “Ti voglio bene” disse infine.
Non sapeva cosa aspettarsi, ma era consapevole che di lì a poco la sua vita sarebbe in qualche modo cambiata. “Ti voglio bene anch’io, Madison” sorrise.




NOTE: waa già due recensioni? Siete fantastiche ♥ Poi in tre l'avete già messa tra le seguite e la Cami addirittura tra le preferite! ** Dato che ho già i primi tre capitoli pronti non vi farò attendere molto, ma sappiate che poi sarò abbastanza lenta ahah. Beh, spero vi piaccia :3

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Capitolo 3
*** Chapter Three ***


“No non posso farlo” disse la mora fermandosi appena prima di passare le porte che segnavano l’ingresso della palestra.
“Sì che lo puoi fare Aly, me l’hai promesso” sbuffò Madison trascinandola dentro alla palestra tra i lamenti dell’altra. Cheerleader e coach si girarono contemporaneamente verso di loro con aria superiore; Alison avrebbe voluto sotterrarsi.
“Avete bisogno?” chiese la coach sbattendo gli occhi leggermente perplessa per l’improvviso silenzio che si era creato.
“Ehm siamo ancora in tempo per i provini?” chiese Maddie leggermente imbarazzata dato che Aly non diceva niente. A quel punto anche le poche ragazze che non si erano girate a guardarle lo fecero, per poi scoppiare in unisono a ridere e a bisbigliare tra di loro. ‘Iniziamo bene’ pensò la mora alzando gli occhi al cielo stizzita.
La coach Thompson le zittì con un gesto della mano dopodiché si rivolse a loro “Beh vediamo che sapete fare” fece un mezzo sorriso e le invitò ad andare al centro della pista, o meglio, della palestra.
Alison guardò l’amica come per dirle ‘Possiamo ancora darcela a gambe levate, lo sai’ ma per tutta risposta lei la fulminò ed andò a mettere su allo stereo Genie In A Bottle di Christina Aguilera. Avevano gli occhi di tutte puntati addosso, mancava solo mascotte a completare quel bellissimo quadretto che avrebbe preceduto la loro più totale umiliazione. ‘Dai, Aly, ce la puoi fare. Sono solo due passi e una banalissima ruota’ si disse non appena le prime note della canzone rimbombarono nella palestra, ringraziando sua madre per averle fatto frequentare corsi di ginnastica artistica quando era più piccola. Maddie sembrava tranquilla, ma d’altra parte a lei era sempre piaciuta la danza, ed era anche piuttosto brava. Presero fiato quando la coach le interruppe per non perdere altro tempo, oppure perché avevano fatto talmente pena che non aveva più voglia di stare a vederle. Maddie si guardò attorno e vide che ora c’era anche Brooke, la capo-cheerleader, che prima le era sembrato di non averla vista. Distolse lo sguardo e tornò a guardare la coach, che prese parola dopo aver tirato un grosso respiro. “E va bene, siete dentro. Ma sappiate che dovrete lavorare parecchio” concluse con un mezzo sorriso alquanto spietato.
“Sul serio? Grazie davvero coach, le giuro che ci impegneremo!” esultò Maddie cercando di battere il cinque all’amica, che invece si portò la testa tra le mani. Dove avrebbe trovato il tempo per fare anche la cheerleader non lo sapeva.

Niall era agitato. Suo padre, l’allenatore della squadra di calcio della scuola, gli stava mettendo un’ansia assurda in quegli ultimi giorni precedenti la seconda partita più importante della sua vita. Ci sarebbero stati rappresentanti di varie squadre di college prestigiosi, e suo padre lo voleva vedere a tutti i costi in una di quelle. “Niall, il talento ce l’hai, se ti impegni ce la puoi fare” continuava a ripetergli, quasi come se giocare nel Manchester fosse il sogno della sua vita da sempre. La sua squadra preferita non era neppure il Manchester, figuriamoci. Comunque, non avrebbe neanche voluto avere un futuro nel Derby. Il calcio gli piaceva sì, ma non abbastanza da desiderare di passare il resto della sua vita a rincorrere per un campo d’erba un pallone.
Camminava distrattamente per i corridoi della scuola perso nei suoi pensieri quando passò di fianco alla palestra. Si avvicinò all’entrata lentamente, quasi come se tutta quell’ansia e l’agitazione che aveva addosso sarebbero potute passare se camminava più lentamente, quasi come se il tempo sarebbe potuto rallentare al ritmo dei suoi passi. Voleva stare da solo, voleva riflettere, pensare alla sua vita, a cosa fare. Al suo futuro. E voleva farlo in palestra. Da quando aveva messo per la prima volta piede in quella scuola la palestra lo aveva sempre accompagnato in tutto, il calcio era da allora diventato la sua vita, che lo avesse voluto o meno. Fece per aprire la porta ma poi guardando dall’oblò vide che le cheerleader si stavano allenando. Anzi, stavano guardando due ragazze eseguire una strana coreografia che trovava estremamente buffa, anche se doveva ammettere che la ragazza bionda si sapeva muovere particolarmente bene. Quando questa si voltò leggermente verso la sua direzione, lui la riconobbe immediatamente. Maddie. Un groppo gli salì alla gola e senza passare secondo in più a guardarla, si voltò e riprese a camminare nella direzione opposta.

“Sono a casa!” urlò Louis.
“Louuu!” urlò Brooke saltandogli al collo con ancora il mestolo che stava usando per cucinare la pasta in mano.
“Ehi, ehi, ehi. Metti giù quel coso, brucia” la strinse a sé ridendo.
“Scusa” si stacco da luì e tornò in cucina per appoggiarlo sul bancone. “Come ti è andata oggi fratellone?” sorrise tornando a guardarlo.
“Bene. Harry è fissato con una nuova tipa ora, lo sapevi? È assurdo quel ragazzo” commentò senza badare più di troppo alla domanda della sorella.
“Louis ti ho chiesto di te, non di Harry. Come stai?” lo squadrò la sorella seria, ora.
“Brooke sto bene, davvero” scandì lentamente fissando il pavimento.
“Vieni qui” sospirò andandogli incontro, per poi stringerlo ricacciando indietro le lacrime che stavano per strabordare dai suoi occhi di un colore indefinito tra l’azzurro e il grigio cielo, proprio come quelli del fratello. Odiava vederlo in quel modo, odiava dover fare la sorella maggiore quando invece non era altro che la sorella più piccola. Odiava che non ci fossero i suoi genitori a sostenerla, a dirle che Louis sarebbe stato meglio col passare del tempo, a dirle che tutto si sarebbe risolto.
Odiava essere sola, anche quando in realtà aveva tutto ciò che una ragazza avrebbe mai potuto desiderare. Era la capo-cheerleader, era la sorella minore di un ragazzo fantastico che amava più di sé stessa ed aveva un ragazzo magnifico, Zayn, uno dei migliori amici di Louis. Chissà come tutto quello non le bastava, ma sapeva che sarebbe andato tutto meglio per lei quando le cose sarebbero andate meglio anche per Louis. Serviva solo del tempo.
Lou dopo essere rimasto impassibile per qualche minuto scoppiò a piangere per la millesima volta in quegli ultimi cinque mesi, e lei rimase lì a consolarlo, a sussurrargli che sarebbe stato meglio, che tutto sarebbe andato bene. O almeno era quello che voleva fargli credere.
Da quando Hannah se n’era andata, Louis stava malissimo. Ovviamente, fuori era sempre lo stesso ragazzo allegro e solare, ma quand’era a casa.. allora era diverso. Si chiudeva in sé stesso, mangiava poco, dormiva a malapena e stava ore ed ore sotto la doccia, tanto che Brooke a volte doveva andare a controllare che non fosse svenuto o chissà cosa poiché non lo vedeva più uscire. La cosa che le dava più fastidio, però, era non sentirlo più canticchiare durante tutto quello che faceva, solo lei sapeva che a amava farlo e solo lei conosceva la situazione che stava passando. Hannah era la sua ragazza da circa una vita, era quella che c’era sempre stata e quella che ci sarebbe sempre stata. Era come una sorella persino per lei. Quando i suoi genitori l’avevano obbligata a partire, a mollare l’Inghilterra, il suo ragazzo e tutta la sua intera vita per andare a vivere negli Stati Uniti, dove il padre aveva ottenuto un ottimo lavoro, le crollò il mondo addosso. Aveva dovuto lasciare tutto, e dico tutto, in quella maledetta Londra. Tutto ciò che aveva era lì, mentre lei era da qualche parte in Albuquerque. All’inizio lei e Louis si erano continuati a sentire, a parlarsi al telefono, per chat oppure fare videochiamate attraverso quell’inutile schermo di latta che ora odiava con tutto sé stesso, ma poi la cosa era stata troncata da lei, dicendo che così le loro vite non sarebbero mai andate avanti, che avevano entrambi bisogno di voltare pagina perché abitavano in due continenti diversi, con fusi orari diversi, e avevano ormai vite diverse. A Louis gli si era letteralmente spezzato il cuore, e di conseguenza anche a Brooke, vedendolo così. Inoltre sentiva la mancanza di Hannah, l’unica che l’aveva sempre aiutata al momento del bisogno.
“Chi è la nuova fiamma di Harry?” chiese Brooke abbracciata al fratello sul divano, dopo che ebbe pianto tutte le sue lacrime.
“Alison Scott” sorrise divertito.
“Quella del consiglio studentesco? Oddio non ci credo!” scoppiò a ridere divertita come non mai, felice che cambiare argomento fosse stata la scelta giusta.
“A chi lo dici!” rise.
“No Louis, tu non sai l’ultima! Sai chi si sono presentate ai provini per le cheerleader di oggi? Alison Scott e Madison Parke” rise ancora più forte.
“Scherzi? Loro due cheerleader?! La coach che ha detto?”
“Sono dentro” non ce la faceva più, le faceva male la pancia in un modo assurdo. Non che quelle due le stessero antipatiche, però, ecco, non godevano esattamente di un’ottima fama alla West High, considerando che zittella e secchiona non erano aggettivi proprio positivi a quei tempi.
“Oh mio dio” scandì Louis. “Questa devo dirla ad Harry!” esultò. “Le zittelle stanno diventando sexy bombs, il mondo cadrà a pezzi!” disse correndo su per le scale alla ricerca del suo cellulare, facendo ridere Brooke ancora più forte. “Louis a volte mi chiedo se tu sia normale!” urlò da giù.


“Invitale” ordinò Harry.
“Ma Harry non..” cercò di dire in protesta Kimberly che aveva una cotta per lui da circa un anno. Dire che non digeriva il presunto interesse del ragazzo per Alison Scott era poco.
“Invitatele, Kimberly, non m’interessa. Le voglio alla festa okay? Dite che è una specie di ‘benvenute nelle cheerleader yuhuu’” ripetè. Brooke alzò gli occhi al cielo.
“Va bene, le inviterò io. Oh eccole, passano di qua” disse sbracciandosi per farsi notare.
“Aly? Maddie? Stasera c’è una festa a casa mia, siete invitate. Vedete di esserci, si festeggia la vostra entrata in squadra quindi non potete mancare” sorrise Brooke fermandole con un braccio. Louis, Niall, Liam, Zayn, Kimberly e Sophie la guardarono scioccati, mentre Harry sorrideva soddisfatto.
“Ehm veramente..” iniziò a dire Aly sotto lo sguardo severo di Harry lì vicino.
“Ci saremo” concluse Maddie, mentre Alison la fulminò.
“Bene! Sarà divertente!” esultò poco convinta Brooke.
“Certo! A stasera” le fece verso Alison con un sorriso più finto di quello di una bambola, poi si allontanò facendo sì che Maddie la seguisse e si sedette al primo tavolo vuoto che incontrò nella mensa ormai affollatissima.
“Che ti prende Maddie? Questo non faceva parte dei piani”.
“Dai Aly un po’ di vita ci farà bene! Non vedi che ci prendono tutti in giro?”.
Aly storse la bocca. Odiava quella stramaledetta scuola piena di pregiudizi, pettegolezzi e quant’altro. Nessuno lì dentro la conosceva, nessuno aveva il diritto di giudicarla. Nessuno.
“Vedi?” sorrise Maddie. “Rilassati Aly, sarà divertente, su” le schioccò un bacio sulla guancia e addentò l’hamburger che era sul suo vassoio. Era più che sicura che anche i ragazzi ci sarebbero stati.


“Ce l’hai fatta” sorrise Harry vedendo entrare Aly in biblioteca con circa una quindicina di minuti di ritardo, che si era completamente dimenticata di dovergli dare lezioni, agitata com’era per la festa di quella sera a cui era stata obbligata ad andare.
“Scusa” si sedette al tavolo di fronte al ragazzo.
“Problemi dell’ultimo minuto” mentì. “Allora, cosa non ti è chiaro?” chiese. Le disse che non aveva capito l’argomento che il prof aveva spiegato qualche settimana addietro e così lei iniziò a spiegarglielo. In realtà, quell’argomento lo sapeva a memoria, ma non gli importava. Continuava a fissare il modo in cui le labbra rosee della ragazza di muovevano, a come i suoi capelli scuri oscillavano quando inclinava leggermente la testa per chiedergli se aveva capito e continuava a perdersi in quei meravigliosi occhi verdi che si ritrovava. Non stava ascoltando una parola di quello che la ragazza diceva, ma continuava ad annuire e sorriderle. Era convinto che fosse soltanto attrazione fisica, di questo era sicurissimo, come lo era del fatto che se avesse potuto, l'avrebbe sbattuta all'istante su quello stesso tavolo. ‘Come sei fine Harry, davvero’ pensò ridacchiando tra sé. Quando Aly alzò gli occhi per controllare se il ragazzo la stesse seguendo, lui agì d’istinto, e premette le labbra sulle sue. Voleva farla sua, lo voleva con tutto sé stesso.




NOTE: Siccome questo capitolo non mi fa schifo come gli altri, spero davvero che vi piaccia! ahah No seriamente, qui incomincio a spiegare qualcosa in più quindi spero ci capirete di più anche voi, e notizia notizia.. nel prossimo capitolo scriverò su tutti! *balla la conga* ahah. Grazie a tutte quelle che hanno messo la storia tra i preferiti, tra le seguite ecc, vi adoro. ♥

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Capitolo 4
*** Chapter Four ***


Era distratta, era confusa e non aveva la minima intenzione di andare a quella stramaledetta festa organizzata solo per la sua infelicità. Dopo che Harry aveva posato le labbra sulle sue, le ci era voluto un secondo di troppo per capire che cosa stesse effettivamente succedendo, ma poi l’aveva respinto e fulminato con uno sguardo indecifrabile ed era uscita con la sua roba dalla biblioteca, per poi essersi sentita urlare dietro “Aspetta! Scusami, Aly, davvero”, ma ormai se n’era già andata. Forse aveva ragione miss-io-so-sempre-tutto Madison a dire che lo scopo di quello lì era solo di portarsela a letto. Ormai non se ne sarebbe dovuta sorprendere. Tutti i ragazzi con cui era stata avevano sempre voluto solo quello, e poi se n’erano andati, così, spariti del nulla e mai più rifattosi vivi. E lei era stata lì a soffrire come una cogliona per ognuno di loro, potendo contare solo sulle spalle di Maddie. Non voleva che succedesse un’altra volta, non lo avrebbe potuto sopportare. Ne aveva abbastanza di quei coglioni che andavano con lei solo perché era una bella ragazza e per vantarsene con gli amici, per poi non richiamarla mai più. No, a loro era sempre bastato solo quello, e poi ciao. Alcuni la richiamavano qualche settimana dopo, mentre nel frattempo si erano fatti all’incirca un’altra ventina di ragazze, ma lei ovviamente li ignorava, non degnandoli neanche di una risposta. Era tra le ragazze più popolari della scuola, ma ciò non stava a significare che fosse felice, anzi, tutt’altro. Un anno prima aveva cambiato scuola insieme a Maddie, per cambiare reputazione, anche se sotto un certo punto di vista era stato molto peggio, infatti, mentre prima aveva centinaia di amici, ora si ritrovava a poter contare solamente sulla sua migliore amica. Era passata praticamente dall’essere più popolare della scuola al nulla. Molti la vedevano solamente come una secchiona, anche se davvero bella, altri come una ‘suora’ poiché da allora non pochi ragazzi ci avevano provato con lei, ma era risaputo che erano sempre stati tutti rifiutati. Quelle persone però non conoscevano la sua storia, non potevano sapere come si sentisse lei dentro, non riuscivano a capire che non era pronta a soffrire ancora un’altra volta, che non ne poteva più. Come non ne poteva più nemmeno di passare per la nullità di turno. Era stanca, stanca di tutto. Maddie avrebbe dovuto passarla a prendere di lì a poco, e lei doveva ancora prepararsi. La sua voglia era pari a zero, ma voleva farla contenta, e poi voleva raccontarle di Styles. Dopo aver scaravoltato l'armadio in cerca di qualcosa di decente trovò un tubino nero a maniche lunghe di merletto che non aveva praticamente mai usato, ma che le piaceva tantissimo. Lo indossò, si mise un filo di matita, il mascara, un paio di decolté nere e uscì nel vialetto di casa sua, dove Madison la stava aspettando.
"Oh ma sei poca roba eh Scott!" le corse incontro con un sorriso enorme stampato sulle labbra.
"Uhm anche lei non è da meno Parke" rispose squadrandola da capo a piedi, notando che portava il suo vestito blu preferito senza spalline che le era sempre stato da dio.

Alison conosceva Skins, ma non avrebbe mai potuto credere che al mondo esistessero davvero feste che facevano invidia nondimeno a quelle del famoso telefilm. Non appena misero piede nel giardino di villa Tomlinson, l’alcool era già stato rovesciato ovunque. Per terra, sul muro, sui tavoli.. dappertutto. La scena era rivoltante, soprattutto perché era relativamente presto. C’era gente che mancava poco a che non scopassero direttamente per terra, e la piscina era stracolma di gente che non aveva mai visto in giro per la scuola. Altro che con vestiti e tacchi, qua avrebbero fatto prima a venirci nude che si sarebbero già di più confuse nella massa, dato i bikini che portavano le ragazze, che più che bikini sembravano striminziti pezzi di stoffa che facevano tutto tranne che coprire.
"Aly.." iniziò a dire Maddie, ma venne interrotta da Brooke, che era una delle poche ancora vestite, per così dire.
"Ciao ragazze! Sono contenta che siate venute!" sorrise, e le altre due si sforzarono a ricambiare. "Beh, divertitevi!" disse dopo un po' per poi tornare dal gruppo dei suoi amici e appiccicarsi a Zayn.
"Bene, ci sarà da divertirsi" sospirò sarcasticamente Aly.
“Entriamo?" chiese Maddie indicando la villa. "Vediamo se almeno lì è rimasto qualcosa da bere" storse il naso. Aly rise scuotendo la testa.
"Sei un'idiota, ma andiamo".
La musica era orrenda, i bassi che le rimbombavano fin nel cervello erano uno schifo e la mora voleva andarsene via di lì, sensazione che accrebbe quando notò Harry dall'altra parte della stanza che ballava con un'altra tipa di almeno cinque anni più grande di lui. “Fantastico” mormorò senza che nessuno la sentisse. Si girò per chiedere a Maddie di uscire, ma non la trovò. Cercò di guardarsi attorno, ma c'era troppa gente. La porta non era lontana, forse era uscita, ipotizzò, ma nel frattempo tutta la gente si era spostata da quella parte e non ci vedeva niente. Era circondata da persone che non conosceva, con le orecchie che le dolevano a causa della terribile musica che rimbombava a palla dalle casse e stava per soffocare. Un tipo incominciò a strusciarsi contro di lei da dietro, così lei cercò di liberarsene facendo qualche passo avanti, ma era bloccata; allora gli pestò un piede con il tacco e questo si allontanò, poi riuscì a spostarsi di lato e a farsi largo fino a superare la massa intenta ad osservare qualsiasi cosa stesse succedendo in giardino. Tirò un sospiro di sollievo, ma poi si ricordò che aveva perso Madison. Vide il banco degli alcolici, si avvicinò e ne buttò giù uno di un colore rossastro. "Bleah" commentò. Era sicura che avesse preso il più forte che esistesse sulla terra, altro che vodka. Qualcuno le circondò le spalle da dietro. Si girò. "H-Harry".
"Ciao bambola" sorrise stringendola a sé, e lei si perse per la seconda volta in quegli occhi verdi, che brillavano talmente tanto da farla star male. Distolse lo sguardo. “Me lo dai un bacio?” chiese avvicinandosi a lei. Era ubriaco marcio.
“No” rispose semplicemente, lo sorpassò e riuscì finalmente ad andare fuori, visto che la gente si era sparsa. Voleva andarsene da lì. Brooke le venne incontro offrendole un altro drink, sull'arancione stavolta. Lo prese e lo buttò giù senza pensarci due volte, quello era buono. Pignacolada, forse. Brooke sorrise.
"Ti diverti?" chiese.
"Sì" mentì. "Hai visto Maddie?".

Era già da una mezz’ora buona che aveva perso Alison. Era lì da sola a sorseggiare un drink, a meno di due metri di distanza c’era il gruppo di Niall e compagnia bella, mancava solo lui. Sospirò e fece un giro nella speranza di trovare Aly. Vide che c’era anche una dependance in cui ballavano, che prima non aveva notato, così decise di entrare a farci un salto per vedere se fosse lì. C’era meno gente che dall’altra parte. Prese un sorso dal bicchiere che aveva ancora in mano e si fece spazio tra la folla in cerca di qualche faccia familiare. Niente. Fece per tornare indietro ma vide una chioma bionda che avrebbe riconosciuto tra milioni. Proprio in quel momento si girò, catturando i suoi occhi, mentre lui come per risposta sbarrò i suoi, quasi come se fosse sorpreso di vederla lì, quando era sicura che Harry o qualcun altro del gruppo l'avesse avvisato. Si rigirò con un’aria strana in viso e riprese a ballare con la ragazza che aveva di fronte. Sarà stato per i troppi drink, per la musica o per reazione a Niall, ma Madison iniziò a ballare con un tipo lì vicino che la stava fissando da un po'.
"Ciao angelo" disse lui. Lei abbozzò un sorriso forzato.
"Balliamo e taci" ordinò svelta.
Il ragazzo alzò le mani in segno di resa divertito. Era davvero bello quando rideva, prima non ci aveva fatto caso, ed era sicura che avesse come minimo diciannove anni, probabilmente andava al college. Sapeva che avrebbe dovuto smetterla di pensare a quella testa di cazzo bionda che non si degnava neanche più di salutarla, tanto a lui di lei non gliene era mai fregato nulla, era palese; eppure non ci riusciva. Neppure quando era con altri ragazzi, quando chiudeva gli occhi vedeva solo l’azzurro intenso di quelli del ragazzo. Era un’ossessione, e non ne poteva più. Avrebbe solamente voluto voltare pagina, smetterla di pensare a lui, smettere di pensare che prima o poi sarebbe tornato da lei. Di credere che la loro amicizia non fosse stata buttata nel cesso, smetterla di chiedersi cos’aveva fatto di male. Alzò lo sguardo e incontrò per la seconda volta quella sera quelle iridi azzurre come il ghiaccio che la stavano inchiodando dall'altra parte della sala. Maddie fece finta di niente e tornò a sorridere al ragazzo che stava ballando con lei. Nella stanza risuonarono le prime note di una canzone lenta e senza neanche pensarci gli mise le braccia attorno al collo, mentre lui appoggiò la fronte alla sua, avvicinando le labbra alle sue fino a trovarsi a pochi centimetri di distanza. Non sapeva bene se stesse per fare la cosa giusta, ma non si tirò indietro. Nell’esatto istante in cui le loro bocche si sfiorarono, qualcuno le prese con forza il braccio e la strattonò fino a trascinarla via da lui.
"Ehi!" urlò quello di prima infastidito ma ormai erano già troppo lontani.
Il ragazzo finalmente si girò e si tolse il cappuccio della felpa. Madison s'irrigidì. Erano finiti in un corridoio deserto, la musica alta lì si sentiva appena.
"Cosa vuoi Niall?" esclamò irritata.
"Quello ti stava per stuprare e tu invece che ringraziarmi mi chiedi cosa voglio?" sbottò a tono.
"Quello mi stava per baciare e basta, e se non l'avessi voluto allora me ne sarei andata prima, non credi?" alzò la voce.
"Ah è così? Adesso sei una troia che si fa il primo che capita?!"
"Ma chi cazzo di credi di essere per giudicarmi, eh Niall? Che cazzo vuoi dalla mia vita ancora, quando proprio tu ne sei voluto uscire? Cosa cazzo vuoi da me? Con che faccia tosta vieni da me a dire che sono una troia!?” gli urlò addosso puntandogli un dito contro. Era arrabbiata, furiosa, pazza. Non ci poteva credere, avrebbe voluto ucciderlo all’istante. Il biondo prese il suo viso tra le mani e la baciò. Inizialmente lei protestò, cercò di spintonarlo, di divincolarsi.. ma era tutto inutile, era troppo forte, così abbandonò le braccia lungo i fianchi in segno di resa. Niall non la mollava, lo stomaco di Madison fece una capriola all'indietro quando quello le infilò la lingua in bocca. Le loro labbra combaciavano alla perfezione, muovendosi in sincronia, le lingue danzavano. Da ardente di rabbia diventò un bacio dolce, per poi terminare con piccoli baci a fior di labbra. Maddie non riusciva a respirare, Niall aveva il respiro affannato e gli occhi lucidi. Era felice.
"Perché?" riuscì a chiedergli.
"Era da tanto che volevo farlo" le sussurrò all'orecchio stringendola a sé, una serie di brividi le attraversarono la schiena. "Mi sei mancata Madison" continuò sussurrando. Maddie sospirò.
"Anche tu" affondò la testa nell'incavo della sua spalla per ricacciare indietro le lacrime.

"Giù, giù, giù!" continuava a gridarle la gente. Non capiva più niente, cosa doveva fare? Andare giù? Ah no, bere. Ahh le era mancato bere, era una sensazione così bella! Peccato che non riuscisse neanche a ricordarsi perché fosse lì.. Il cervello le stava per esplodere mentre quella che doveva essere Kimberly le porse un altro cicchetto. "Giù, giù!" continuavano a urlare. Aly si guardo un attimo intorno ma non riusciva più a distinguere una sola figura, aveva la vista annebbiata, vedeva luci di colori che non era nemmeno sicura che esistessero, luccichii qua e là e bagliori improvvisi. Soffocò quel primo attacco di nausea.
"Basta ragazzi, basta! Non vedete che sta male? Non voglio nessun morto a casa mia!” gridò Louis sopraggiungendo nel luogo.
La folla dopo un po’ di esitazione si lagnò dispiaciuta che fosse arrivato il capo, dopodiché si disperse.
Dire che era sorpreso di vedere Alison Scott ridotta così era poco.
"Come stai?" chiese.
"Bene". Si sentiva la fronte imperlata di sudore, le ginocchia che stavano per cederle.
"Non credo" rise.
Un conato la fece rovesciare in avanti e poco dopo stava vomitando.
“Come non detto” sbuffò il ragazzo che le evitò prontamente di sbattere la faccia per terra afferrandola per la vita. La fece inginocchiare a terra e le tenne indietro i capelli.
"Meglio?" chiese quando ebbe finto.
Le girava parecchio la testa, ma almeno non si sentiva più la nausea. "Sì".
"Vieni" disse Louis prima di prenderla per un braccio, aiutandola a sorreggersi in piedi, e portarla sino ad un'amaca sul retro della villa. C’era relativamente silenzio lì dietro, il ché era se non altro un sollievo. La aiutò a stendersi su di essa e lui si sedette su una vecchia poltrona lì vicino. Nel frattempo Aly stava cominciando a riprendere lentamente il controllo della vista.
“Siediti se ti sembra di stare peggio” le consigliò il ragazzo fissando un punto non ben definito della casa.
“No, sto meglio.. grazie” rispose chiudendo gli occhi, sperando di provare un’ulteriore sollievo. Dopodiché cadde in un sonno profondo.

“No Louis, spiegami che cazzo di fai qua da solo con lei!” le sembrò di sentire sbraitare qualcuno quando riacquistò un minimo di udito.
“Ma credi davvero che ci abbia fatto davvero qualcosa? Tu sei fuori!” alzò la voce l’altro.
“Sì certo.. vaffanculo, eh!”.
Quando anche la vista riprese a seguire i suoi comandi, vide che Harry e Louis erano a pochi passi da lei che litigavano, spintonandosi a vicenda. Si alzò leggermente, l’amaca scricchiolò. Immediatamente i due si girarono verso Aly.
“Che c’è?” chiese.
“Hai pensato di svegliarti, Scott?” sogghignò Louis. Harry lo fulminò.
“Sì e ora se non vi dispiace me ne torno di là a cercare quella cretina di Madison perché voglio andarmene da qui” scandì lentamente per effetto della sbornia. Si mise in piedi con calma per non cadere, ma al primo passo barcollò sotto gli sguardi divertiti dei due. “Che cazzo ridete?” li incenerì con lo sguardo, e i due tentarono invano di stare seri.
Dall’altra parte della villa la gente era ancora in pieno delirio, e man mano che si avvicinava di più voleva tornare indietro. Non si ricordava nulla di quello che avesse fatto prima, e nulla di quello che era successo quella sera, sapeva solo che stava male.
“Ma tu guarda chi si rivede! Vedo che non hai mancato di ubriacarti anche stasera!” esclamò una che le passò accanto. Danielle. No, perché proprio lei diamine? Quella festa stava diventando un incubo.
“E io vedo che tu non hai smesso di fare la troia..” disse facendole intuire che con quel vestito sarebbe anche potuta andare direttamente a prostituirsi.
“Allora, come sta Dean? Ah no, scusa, tu non lo senti più perché ti ha tradito con la sottoscritta”. Voleva farla incazzare? Bene, ci era riuscita. “Danielle levati dalle palle o ti meno, non sono dell’umore giusto”.
“Che paura!” spalancò teatralmente le pupille ridendo. “Liam vieni qui che penso di aver bisogno di aiuto!” lo richiamò sghignazzando come solo lei sapeva fare. Liam Payne, suo ragazzo, non ci poteva credere. Più che altro non poteva credere di non averla già vista nei dintorni prima di allora.
“Cosa succede?” chiese lui con aria da cucciolo, arrivando di corsa.
“Niente, me ne stavo andando” lo interruppe Alison.

“Niall basta” urlò Madison quasi piangendo dal ridere.
“Ovvio che no. Era da un secolo che aspettavo di torturarti di nuovo!” sorrise continuando imperterrito a farle il solletico. Erano su un divano in casa di Louis, che da bravo idiota aveva lasciato la porta di casa aperta senza accorgersene, e così Niall l’aveva portata lì.
“Aspetta, torno subito! Devo scappare in bagno” esordì il biondo alzandosi dal divano ridendo.
“Va bene” sorrise Maddie riprendendo fiato.
Niall conosceva bene casa di Louis, essendo uno dei suoi migliori amici, quindi non fece fatica a trovare la porta del bagno. Quando però l’aprì avrebbe voluto vedere tutto tranne quello che vide: Zayn e Brooke erano sdraiati per terra, impegnati a fare tutt’altro che pulire il pavimento.
“Aaah ma che schifo!” esclamò coprendosi gli occhi con la mano disgustato. I sue sussultarono per lo spavento, cercando di coprirsi con le prime cose che capitavano sottomano.
“Siete squallidi, proprio il bagno dovevate occupare?!” continuò.
“Horan!” lo ammonì Brooke.
“Ti hanno mai insegnato a bussare Niall?” chiese Zayn irritato.
“Vi hanno mai insegnato a chiudere la porta a chiave?”
“Sì dai ora lasciaci in pace” sbuffò.
“Sai com’è, il bagno mi servirebbe”.
“Che palle Horan! Usa quello in camera di Louis!” saltò su la ragazza. “Esci. Di. Qui” scandì.




NOTE: Esatto, non sono morta! ahahah no davvero, perdonatemi se ci ho messo un secolo ad aggiornare, ma ho avuto delle settimane davvero impegnative, e, come se non bastasse, non riuscivo a trovare l'ispirazione per scrivere.. infatti si vede. Questo capitolo è orrendo, ma non credo avrei potuto fare di meglio in questi giorni e non volevo farvi aspettare di più.. quindi, sì, spero che non vi faccia proprio schifo. D: Come al solito, ringrazio tutte quelle che hanno recensito, che hanno messo tra le seguite e preferite la storia e boh, vi amo. ♥

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Capitolo 5
*** Chapter Five ***


"Alison" disse piano. Una pausa. "Alison ti svegli porca puttana?" richiese la stessa voce, questa volta alzando il tono. Un suono roco riecheggiò lontano nel cervello della ragazza. Uno spiraglio di luce, la mente assonnata. Mugugnò qualcosa d'incomprensibile, non trovando la forza per parlare.
"Oh, ma allora ci sei" sbuffò sempre la stessa voce, una voce che le risultava sicuramente più familiare di quello che avrebbe dovuto esserle. Styles.
"Dove sono?" riuscì a chiedere infine, ritrovando la voce. Gli occhi ancora chiusi.
"A casa di Louis, non potevi tornare a casa in quelle condizioni ieri sera. E la tua amica non voleva andarsene...” lasciò cadere la frase, interrotto dal suono più acuto di almeno un’ottava della solita voce della ragazza.
"Cosa?! È passata una notte?! Non è possibile, io..io devo tornare subito a casa!" iniziò a dire presa dal panico, alzandosi di scatto dal letto in cui era sdraiata. Letto? Come diavolo ci era finita in un letto? Scosse la testa come per reprimere la domanda, una cosa alla volta.
"Calmati Aly, vado a cercare la tua amica così andate a casa" disse divertito Harry.
"Okay" sospirò. Solo ora notava che il ragazzo era a torso nudo, un pensiero le balenò nella mente. "Styles. - lo richiamò quasi con disprezzo mentre stava per uscire dalla stanza - Noi..noi non abbiamo fatto niente vero?" abbassò lo sguardo.
"Ecco appunto.. in realtà mi aspettavo di più da te, insomma.." iniziò con fare malizioso. Alison sbarrò gli occhi e inchiodò Harry con lo sguardo. I mille insulti che avrebbe voluto lanciargli bloccati in gola. Deglutì a fatica.
"Scherzavo, - disse scoppiando a ridere per la sua espressione- non mi hai neanche voluto dare un bacio" disse avvicinandosi con un'aria da cucciolo.
"Vaffanculo, vai via, sei uno stronzo. Sparisci dalla mi vista ora immediatamente" sbottò Alison, rimettendosi sdraiata e coprendosi il viso con il lenzuolo, riprendendo quindi il suo colorito naturale.

Madison era stata alzata tutta la notte, non aveva voluto sprecarne neanche un istante, era da troppo che non vedeva Niall e doveva recuperare tutto quel tempo perso. Poche ore prima si erano accovacciati sul divano, dopo aver messo su un dvd a caso che avevano trovato sulla mensola sopra alla televisione.
"Perché te n'eri andato? Perché avevi detto che non potevi più vedermi?" aveva chiesto tutto ad un tratto Maddie cercando di mantenere il controllo della sua voce, spostando lo sguardo dal film agli occhi di ghiaccio del biondo, limpidi come il cielo estivo. Niall aveva fatto lo stesso, sorprendendosi di quanto fossero belli quelli della ragazza, di un verde intenso. Non se li ricordava così splendenti, era come se brillassero di una luce propria. Aveva sorriso nel vederla lì, tra le sue braccia. Era bellissima. “È una storia lunga" aveva premesso alzando gli occhi al cielo. “Ti ricordi che mio padre allena una squadra di calcio in serie C, vero?” aveva aspettato che la ragazza annuisse, per poi continuare “E’ sempre stato fissato con il calcio, e ha sempre voluto a tutti i costi che lo fossi anche io. – aveva borbottato più a sé stesso che a lei – In quel periodo continuava a ripetermi che cosa si aspettasse dal mio futuro, da me, dal suo unico figlio.. non ce la facevo più. Mi diceva che dovevo concentrarmi di più sul gioco perché mi prendessero in qualche squadra importante, cosa che già stavo facendo, ma lui non riusciva a capirlo. Un giorno saltò su dicendo che ci aveva visti insieme, un pomeriggio. Eravamo al parco, non so se ti ricordi, era quel giorno in cui tu stavi male perché tuo fratello era appena ripartito per Los Angeles” si era bloccato un attimo, lasciando che le immagini di quel pomeriggio gli scorressero nella mente, un’ombra di tristezza sul suo viso.
“Come potrei dimenticarlo, tu eri l’unico che mi aveva consolato, quel pomeriggio. L’unico che c’era stato per me” aveva sussurrato la bionda appoggiando la testa al suo petto, stringendogli più forte la mano che teneva stretta. Niall le aveva sorriso dolcemente, lieto che se lo ricordasse.
“Pensava che ci fosse qualcosa tra noi due, qualcosa più di una semplice amicizia. In effetti eravamo sempre insieme. – rise – Comunque, la sera mi fece un discorso che ricorderò per il resto della mia vita, credo, dal quanto l’ho odiato. Ha detto che non potevo più vederti, perché era convinto che in quel modo ‘la mia carriera da calciatore non sarebbe mai potuta sbocciare’, testuali parole. Non sai quanto io l’abbia odiato quella sera, ma ero stupido, ero un ragazzino e non sapevo cosa fare e…”
“Shh” lo aveva fermato lei, portando un dito sulle sue labbra. “Va bene così, ora siamo qui, no?”.
“Già” rise sollevato il biondo, per poi cambiare totalmente conversazione.
Ora erano ancora lì e stavano chiacchierando tranquillamente, quando Harry fece ingresso nell'ampio salotto. Madison sapeva che prima era stato in camera di Aly, e non aveva la minima idea di cosa fosse successo tra loro due dato che la ragazza non le aveva ancora raccontato niente, e non appena si fosse svegliata le avrebbe fatto una bella ramanzina, viste anche le condizioni in cui l'aveva trovata la sera precedente.
"Aly è sveglia, se volete andare a casa" disse rivolgendosi a lei, dopo aver fatto un cenno a Niall con la testa.
"Okay, grazie" annuì lei incerta. Il ragazzo scoccò un’occhiata piena di curiosità al suo amico e poi se ne tornò di là.

"Zayn, è tardi" sussurrò Brooke tra le sue braccia. Lui non si mosse.
"Zayn, te ne devi andare, lo sai che poi i tuoi s'incazzano se arrivi troppo tardi" sbuffò.
"Che ore sono?" mugugnò ancora addormentato.
"Le otto".
"Merda, alle nove ho la colazione con tutta la famiglia, se mi beccano fuori mi uccidono" sbraitò, alzandosi e iniziandosi ad infilare la maglia che la notte prima Brooke aveva buttato ai piedi del letto dopo che dal bagno erano passati alla sua camera.
"Lo so" sospirò.
"Dove sono i miei jeans?"
"Guarda sotto al letto". Zayn ridacchiò, trovandoli. Come fossero finiti sotto al letto non lo sapeva. Brooke alzò gli occhi al cielo, corrucciandosi.
"Zayn, quando la finiremo con questa storia? Mi sono rotta di non poter restare mai con te alla mattina, e molte volte scappi direttamente subito dopo aver fatto l’amore.. non so più che pensare".
"Brooke lo sai come sono i miei.." sbuffò mentre era chinato sul pavimento ad allacciarsi le sue amate Nike blu.
"Sì ma potresti provare a dirglielo che stai con me no? Magari se sanno con chi sei non ti farebbero tutti questi problemi”
"Non capirebbero”
“Non lo puoi sapere”
"Fidati, è così" tagliò corto, leggermente spazientito. Brooke ci rimase male e Zayn lo notò.
"Amore vedrai che andrà meglio, okay? Ti amo" disse prendendole il viso tra le mani, le lasciò un bacio a stampo e se ne andò.
"Sì, come no" sospirò.


"Per quanto tempo mi vorrai ancora tenere il muso, idiota? Lo sai che non ci ho fatto niente" sbuffò Louis bloccandogli il passaggio alla cucina.
"Lo so" rispose l'altro alzando le spalle.
"Ma sei cretino? E tutta questa messinscena a cosa la devo allora?" ribadì l'altro con aria confusa.
"Boh, no cioè non è colpa tua. Sono solo giù"
"Perché?" Già, perché Harry?
Era frustato, deluso e iniziava a credere che lei non fosse davvero interessata. Quando lo guardava aveva addirittura un'aria disgustata, e la cosa lo feriva. Insomma, non aveva mai sentito di non essere abbastanza per una ragazza, di non piacerle. Le aveva tutte ai suoi piedi, diamine, come riusciva lei a resistergli, a non provare niente? Era diversa dalle altre, su questo non c'erano dubbi. Sospirò rassegnato.
"E’ per Alison?" riprovò a formulare la domanda Lou. Lui annuì.
"Harry Edward Styles che sta male per una ragazza – sospirò divertito – pensavo che non avrei mai avuto l’onore di conoscerlo” continuò deridendolo.
"Ma non è che sto male, è solo che non capisco..."
"Non capisci come non sia ancora venuta a letto con te" concluse.
"Esatto" sussurrò abbassando lo sguardo.
"Chi l'ha fatta ubriacare poi ieri sera? Non è che stesse proprio bene" rise al ricordo, dando una pacca sulla spalla all’amico e cambiando totalmente discorso. Non voleva infierire.
"Kimberly, credo.."
"Dovresti dirle qualcosa"
"Cosa?"
"Qualcosa del tipo che non ti interessa e che deve smetterla di farsi gli affari tuoi?"
"Penso che l'abbia già capito. Deve solo smetterla di fare la gelosa, se continua così rovinerà la vita ad Alison o a qualsiasi altra ragazza io abbia in testa. Non la sopporto"
"Già, nessuno di noi la sopporta".

Liam era sdraiato sul suo letto con a fianco Danielle che dormiva, quella ragazza era più pigra di lui. Pochi minuti prima aveva notato Buzz The Lightyear in piedi come un vero comandante spaziale sopra la mensola di fronte al suo letto. Aveva sorriso, e poi lo era andato a prendere per poi riposarsi sul letto. A volte dimenticava quanto quel giocattolo fosse stato importante per lui. A volte aveva paura di lasciarlo andare, di lasciarsi andare tutta la sua infanzia alle spalle, aveva paura di crescere, di affrontare il mondo degli adulti, pieno di responsabilità. Quelle stesse responsabilità che lo preoccupavano talmente tanto da farlo star male. Sorrise amaro. Nessuno sapeva di questo suo lato, tranne Buzz, ovviamente. Lui era da sempre stato il suo migliore amico, anche quando non c’era stato nessun altro per lui.
"Cosa stai facendo?" chiese Danielle aprendo gli occhi, per poi scoppiare a ridere.
"Eh? Ah" farfugliò Liam ricordandosi di avere in mano il suo giocattolo preferito e cercando di nasconderlo malamente sotto alle coperte.
"Tanto ormai l'ho già visto, eh" rise lei alzando gli occhi al cielo.
"Be' che c'è? Buzz è figo" ridacchiò imbarazzato.
"Ovvio. E poi ti devo confessare un segreto.. - iniziò Danielle sorridendo - anche io amo Toy Story".
"Davvero?" chiese il ragazzo strabuzzando gli occhi e stringendola in un caloroso abbraccio. "Sei perfetta" disse.
"Lo so" rise.
"Anzi, ora che ti guardo non mi sembra più" rispose staccandosi da lei studiandola, mente che arricciava il naso. I suoi capelli ricci sembravano quelli di uno spaventapasseri, neri come la pece. Indossava una maglietta bucherellata come pigiama e la sinuosa forma delle sue lunghe gambe nude s'intravedeva da sotto le coperte. Aveva una faccia buffa, perplessa, constatò sogghignando Liam. Era bellissima anche appena svegliata, anche se i suoi capelli non avevano una forma ben definita, anche se portava stracci come vestiti.
"Scherzavo, scema" disse lasciandole un bacio sulla punta del naso. Il cellulare di Liam vibrò da sopra il comodino. "Colazione da me tra un'ora" diceva Louis. Tradizione. Dopo una festa si faceva sempre colazione a casa di Louis. Era l'unico che aveva casa sempre libera.
"Chi è?" chiese Danielle.
"Louis, tra un'ora a casa sua" sorrise.
"Tipico" gli sorrise di rimando. Si alzò e si fiondò in bagno, fingendo di non sentirsi osservata.

"Buongiorno gente!" urlò Liam entrando in casa. "Louis non so se hai notato, ma ci sono zombie nel tuo giardino" gridò riferendosi alle persone che erano rimaste lì tutta la notte e che ora dormivano sui materassini in piscina, sui tavoli e sotto ai cespugli.
"Sì, infatti dovrei cacciarli da casa mia" rise spuntando fuori dalla cucina, abbracciò Liam e diede un bacio sulla guancia a Danielle.
"Dove sono gli altri? - chiese lei guardandosi intorno - C'è troppo silenzio" constatò.
"Harry è su in camera mia con Alison, Niall e Maddie dovrebbero essere di là in sala, Brooke è in camera sua e Zayn se n'è andato. Tra poco dovrebbe arrivare anche Haley" spiegò.
"Aspetta, Maddie quella Maddie dici?" chiese Liam sorpreso. Lou annuì. "Ce l'ha fatta finalmente!" rise aprendosi in un sorriso a trentadue denti.
Danielle li guardò spaesata, non sapeva niente.
"Avete finito di parlare di me alle mie spalle?" arrivò Niall ridendo.
"No" rispose Lou facendogli la linguaccia. Quel ragazzo non sarebbe mai cresciuto.
"Niall dove..?" iniziò Maddie entrando nell'atrio, fermandosi poi notando tutta la gente che c'era e soffermandosi su Danielle per fulminarla.
"Sì?" chiese prendendola per mano.
"Dov'è Aly? Dovremmo andare.."
"Non rimanete anche voi due a colazione?" chiese dispiaciuto Louis. Niall la guardò speranzoso.
"Oh, okay" farfugliò cedendo. Aly non sarebbe stata molto contenta di rivedere Danielle, ma okay.
"Sì!" esultò Niall. "Ora però adiamo a mangiare che ho fame?" chiese serio, scatenando le risate degli altri presenti.
"Strano" alzò gli occhi al cielo Danielle che fino a quel momento non aveva parlato. Quindi era quella Maddie, che bello.




NOTE:ccciao belle! inizio col dire che midispiacemidispiacemidispiace di avervi fatto aspettare due settimane. faccio schifo, lo so, perdonatemi çç
questo capitolo è un po' da diabete però spero vi piaccia lo stesso ahah! vi ringrazio infinitamente per i messaggi/recesioni, per aver messo la storia tra le preferite, seguite e ricordate. vi amo, grazie ♥
ah, e se qualcuna volesse seguirmi su twitter o chiedermi di avvisarle quando posterò i prossimi capitoli sono @chocoallie :3

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Capitolo 6
*** Chapter Six ***


“Mi passi un pancake Liam?” chiese Danielle attirando su di lei lo sguardo adirato di Aly, che era stata obbligata a sedersi vicino ad Harry da lui stesso. La riccia fece finta di niente. “Grazie” disse sorridendo dopo che Liam gliene posò allegramente uno sul piatto.
“Allora.. piaciuta la festa?” chiese Louis rivolto a Maddie ed Aly per rompere il silenzio che si era creato nella stanza, disturbato solo dal tintinnio delle posate contro i piatti. Haley, altra cheerleader che a mensa sedeva sempre al loro tavolo, spostò lo sguardo sulle nuove arrivate.
Aly si schiarì la gola guardandolo accigliata. “Mi prendi per il culo?” chiese. Louis scoppiò a ridere.
“Beh, a me è piaciuta” rispose Maddie lanciando un’occhiata eloquente a Niall, per poi tornare a guardare i due divertita.
“Non sai quanto mi faccia piacere” rispose Aly lanciandole un sorriso tirato, che la fece scoppiare a ridere. Niall si trattenne.
“Facciamo qualcosa oggi?” chiese Harry riportando a loro il trio che ormai non la finiva di ridere.
“Io esco con Zayn” ripose Brooke alzando le spalle.
“Io con Danielle” rispose Liam sorridente, mentre la ragazza gli stringeva la mano da sotto al tavolo.
“Io con Maddie, credo” disse Niall con tono interrogativo guardando poi Madison, che annuì dandogliene la conferma.
“Io con Ben – affermò Haley – sai quello dell’ultimo anno? Lui” bisbigliò a Brooke cercando senza successo di non farsi sentire dagli altri. Brooke le batté il pugno facendole l’occhiolino.
“Io devo studiare, domani ho il compito di biologia” rispose Aly distrattamente continuando a mangiare il suo pancake, poi si bloccò realizzando che Harry era in classe con lei, e anche lui avrebbe avuto il compito l’indomani.
“Caro Harry, rimaniamo sempre e solo noi…” iniziò Louis.
“Che compito di biologia? Aiutami ti prego, me n’ero completamente dimenticato” lo interruppe Harry sbarrando gli occhi.
“Non se ne parla” lo smontò schietta lei.
“Ti prego” ripeté fissando i suoi occhi in quelli della ragazza.
“No” ribadì. "Guarda che ho visto il tuo voto dell'ultimo test: A. Non mi sembra che tu abbia bisogno di ripetizioni". Harry spalancò gli occhi. Come aveva fatto a saperlo?
"I-io..." balbettò colto in fallo, non sapendo bene come uscirne.
"Ragazzi che ne dite di andare a fare un la partita a FIFA?" saltò su Louis. Gli sembrava opportuno lasciare i due da soli. Gli altri annuirono e si alzarono trascinando le sedie per terra.
"Io cosa?" chiese nuovamente Alyson, una volta che tutti ebbero lasciato la stanza.
"Mi dispiace - sussurrò imbarazzato - volevo solo passare del tempo con te" affermò più deciso, alzando lo sguardo e incastrando i suoi occhi nelle iridi verdi smeraldo della ragazza.
"Perché?" chiese lei senza distogliere lo sguardo. In realtà lo sapeva benissimo, ma voleva sentire la sua versione. Lui sbuffò, quasi come gli scocciasse ammetterlo.
"Mi interessi okay? Hai qualcosa di.. particolare che mi attrae" rivelò facendo un mezzo giro su s'è stesso gesticolando.
"Fisicamente, vero?".
"Sì" sospirò lui guardandosi le scarpe.
"Lo sapevo" concluse Aly voltandogli le spalle, fece per andarsene quando Harry le prese una mano facendola girare verso di lui. Il suo viso era a pochi centimetri dal suo, il ché rendeva difficile il controllo del respiro di entrambi.
"Dimmi che non provi lo stesso e io ti lascerò andare, te lo giuro". 'Non provo lo stesso' non erano quattro parole difficili da pronunciare, ma la sua mente, il suo cuore, tutto di lei, gridavano il contrario. Non riusciva a mantenere il contatto visivo con il riccio e la sua lotta interiore era ai massimi livelli. Solo quattro parole e lui l'avrebbe lasciata in pace. Non era quello che voleva? Indugiò forse troppo, o per lo meno quel tanto che bastò a far capire ad Harry che sì, lei provava lo stesso. Il riccio sorrise, di certo la vicinanza non la stava aiutando. "Lo sapevo" sussurrò imitandola, prima di posarle l'indice sulle sue labbra, facendole schiudere, e poi rimpiazzarlo con le sue labbra.
Quel bacio sembrò durare un'infinità. Harry sentiva di averla in trappola, ma non appena lei rispose al bacio con più veemenza di quanta se ne aspettasse, la cosa si pareggiò. Le schiuse le labbra leccandole il labbro inferiore, lei reagì schiudendo le proprie e lasciando che le punte delle loro lingue si sfiorassero. Intrecciò la sua lingua alla sua, intraprendendo una danza tutta loro. Harry posò le mani dietro alla sua schiena, per poi salire verso le scapole e arrivare ai capelli ondulati, li accarezzò. Tornò giù fino a raggiungere le sue mani. Ne prese una e la posò dietro al suo collo, Aly lo anticipò portando anche l'altra alla stessa altezza. Lui sorrise nel bacio. Ormai faceva fatica a respirare. Harry scese giù a baciarle il collo e una serie di brividi le percorsero la schiena. Lui se ne accorse, sorrise compiaciuto. Tornò verso la sua bocca, in cerca di un altro bacio, ma lei lo anticipò ancora una volta dandogli un bacio a stampo per poi allontanarsi da lui con aria contrariata, trattenendosi dal sorridere per ciò che era appena successo. Le era piaciuto, eccome se le era piaciuto.
"Mi stai facendo impazzire, cretino. Renditene conto, cazzo" disse prima di uscire dalla stanza lasciando Harry da solo, impalato. Ci era cascata.
"Maddie mi dai le chiavi della tua macchina? Vado a casa" irruppe in sala, facendo sobbalzare tutti i presenti concentrati nel duello tra le squadre di Liam e Niall.
"Vengo anch'io" si affrettò a rispondere Madison, preoccupata dell'aria infuriata che aveva. "Ci vediamo dopo" salutò Niall lasciandogli un bacio a stampo e fece un cenno a tutti gli altri a mo’ di saluto.
"Ciao" biascicò Alyson rivolta a loro.
"A presto" sorrise Louis.
'A presto sto paio di palle' pensò Aly varcando la porta d'ingresso. Poco dopo stava già sbraitando in macchina, e per sua fortuna e quella di tutti gli altri abitanti di Wolverhampton non era lei alla guida.
"Non è possibile che dopo un cazzo di anno passato a promettermi e ripromettermi che non sarei più cascata in questi giochetti di merda io sia di nuovo al punto di partenza!" tirò un pugno sul cruscotto dell'auto.
"Preferirei che tu non mi sfondassi la macchina" rise Maddie, facendola realizzare che aveva davvero appena preso a pugni una macchina. Okay, la scena era comica. Lei che prendeva a pugni un’auto. Rise.
"Ma l'hai visto come ti guarda?" chiese poi Maddie faticando a restare seria a causa dell’aria stralunata che apparve sul volto di Aly.
"Secondo me gli piaci" concluse.
"Certo, infatti non mi ha appena detto che lo attraggo solo fisicamente, no" la fulminò.
"Aly, non ci capirò nulla ma fidati, tu gli piaci. E qua non parliamo solo di sesso o di quanto tu sia brava a scopare!".
"Ma smettila!" scoppiò a ridere Alyson. "Perché ho un'amica così cretina?" chiese rivolta al cielo facendo ridere Madison.
"Ma poi, lui ti piace davvero?" chiese spostando per un secondo lo sguardo su di lei, tornandosi poi a concentrare sulla strada.
"Non direi, insomma, non lo conosco" sospirò tornando improvvisamente seria.
"E allora non vedo quale sia il problema! Fino ad allora amica mia, farete gli amici di letto, no?" sbottò divertita. Aly rise.
"Certo, come se alla fine non ne rimanessi presa. Lo sai che non riesco a non mettere in mezzo i sentimenti. Magari non li avessi!" sospirò.
"E che ne sai? Magari a letto fa schifo, non puoi rimanere presa da uno che a letto fa schifo" disse cercando di rimanere seria.
“Tu sei tutta scema” disse Alyson tirandole uno schiaffo sul braccio, scuotendo la testa divertita.

Zayn entrò in casa, appoggiò le chiavi sul mobile bianco presente all'ingresso e cercò di passare inosservato fino in camera sua. I suoi non dovevano vederlo, o gli avrebbero fatto la predica per l'ennesima volta, cosa che lui non aveva la minima voglia di sorbirsi. Sentì un rumore di cianfrusaglie provenire da fuori in giardino, segno che qualcuno stava già apparecchiando per il bruch. Male. Odiava questi stramaledetti bruch con la famiglia allargata. Nonni, cugini, parenti con cui non aveva mai scambiato una parola dai tempi della scuola materna erano presenti. Nessuno prestava attenzione a lui, ma i suoi genitori continuavano ad obbligarlo ad andarci. I suoi genitori poi, che si sarebbero separati tra poco. Non ne avevano ancora parlato ai figli, ma Zayn lo immaginava. Quei due non erano mai andati d'accordo.
"Zayn?" lo richiamò sua madre entrando dalla porta finestra. Si bloccò sul terzo scalino che lo avrebbe portato in camera sua. Maledizione. Calcolò le probabilità di fuga: dannatamente basse.
"Dove sei stato fino ad ora?" lo rimproverò la madre, avvicinandosi a lui con fare minaccioso.
"Da Louis" rispose incerto.
"Da Louis - ripeté lei - con Brooke" aggiunse guardandolo sospettosa.
"E quindi?" chiese con fare strafottente.
"Quindi quante volte te lo dobbiamo ripetere che quella ragazza non ci piace? Ti sta solo portando sulla cattiva strada, non vedi?! Ti sta cambiando! Non sei più tu! Non ha neanche i genitori, non sa quello che fa!" sbraitò. I suoi occhi stretti a due fessure, quasi invisibili.
"Patricia tu non puoi capire, non lo puoi sapere!" le urlò contro.
"Non urlarmi in faccia" ringhiò, mentre Zayn sbuffava.
"Mamma? Zayn?" sussurrò una vocina flebile da sopra alle scale. Sua sorella minore aveva gli occhi lucidi.
"Sì tesoro, non è successo nulla" si calmò la madre per poi passare accanto a Zayn senza degnarlo di uno sguardo e andare ad abbracciare Safaa.
"Sì, non è successo nulla" ripeté facendo un mezzo sorriso alla sorella minore e uscendo dalla pota di casa, esattamente come ci era appena entrato. La sbattè alle sue spalle e frugò freneticamente nella tasca dei suoi jeans slavati in cerca dell'ennesimo pacchetto di sigarette. Tirò un sospiro di sollievo quando lo trovò. Ne accese una portandosela alla bocca, inspirò forte e prese a camminare. Non sapeva bene dove stesse andando, voleva solo andare via, lontano da lì, lontano dalla sua famiglia, da sua madre. Finì in un parco semi deserto, una coltre di foglie umide ricopriva il suolo, nascondendolo quasi come fosse una coperta. Sospirò sedendosi su una panchina, continuando a consumare la terza o quarta sigaretta. Dopo poco qualcuno gli si sedette accanto.
"Tutto bene?" domandò Haley cauta.
"No" sorrise stanco. Non ne aveva voglia di parlarne. Haley annuì, abbassando lo sguardo sulle foglie.
"Non dovevi uscire con Ben, tu?" chiese.
"Mi ha dato buca" rispose tranquillamente alzando le spalle. Abbassò lo sguardo.
"Mi dispiace" disse alzandole la testa per guardarla negli occhi e abbracciarla. Lei si strinse a lui. Era fortunata ad averlo come amico, era un bravo ragazzo. "Si vede che è troppo idiota per non capire quanto tu sia bella" disse strappandole un sorriso.
"Grazie" sussurrò arrossendo leggermente, staccandosi di poco per riuscire a guardarlo negli occhi. Zayn sorrise e le diede un bacio a stampo. Haley ci rimase di sasso.
"Scusa. - farfugliò lui - Non avrei dovuto".
"No, non avresti dovuto. Rifallo".
Zayn rise, per poi ritornare alle sue labbra, questa volta schiudendole. Non sapeva cosa stesse facendo, ma sentiva di volerlo. Lo voleva fare e basta. "Questo non cambia niente" disse tra un bacio e l'altro.
Haley annuì.




NOTE: eccomi qui con un altro capitolo dopo solo, e sottolinerei solo, una settimana! ahah mi dispiace ma l'ispirazione manca in questi giorni ùwù
a dir la verità oggi non ho molto da dirvi, se non che la parte su Harry e Aly sarebbe dovuta essere molto più bella, chiedo scusa çç
avrei voluto farvi gli auguri di buon Natale la volta scorsa, ma me ne sono dimenticata, quindi ora vi faccio solo di auguri di un felice anno nuovo! mi raccomando, divertetivi! have fun fun fun.. sì okay, la smetto. spero che il 2012 sia un bellissimo anno per tutte voi. :)
come sempre le recensioni sono ben accette e vi ringrazio per l'ennesima volta per seguire questa storia, non sapete quanto mi faccia piacere. tanto amore ♥

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Capitolo 7
*** Chapter Seven ***


“Alza quel culo, Scott! Parke la gamba, piega di più la gamba!” urlò la coach dalle gradinate mentre la musica aleggiava in palestra. Alison sbuffò. Un allenamento e ne aveva già abbastanza, non sopportava farsi dare ordini e ricevere rimproveri a manetta.
“Oh, poveri noi!” esclamò ancora. Madison la guardò irritata. Brooke, al contrario, le guardava divertita, poi decise d’intervenire.
“Coach, le dia degli esercizi da fare a casa, no? Non stanno andando così male” propose.
“Sì, buona idea Tomlinson. Ora le vostre compagne vi mostreranno di nuovo la coreografia che dobbiamo eseguire alla prossima partita, dovete saperla eseguire alla perfezione entro sabato” esclamò.
“Ma mancano solo cinque giorni!” ribatté Alison.
“Esatto, signorina Scott. Ora di nuovo” ordinò, prima di far partire la canzone da capo, e farle ricominciare quella stupida coreografia composta da una successione di infinite mosse e posizioni altamente inutili.

“L’ho baciata” sussurrò Styles passando dietro a Tomlinson con un sorriso che andava da un orecchio all’altro, togliendosi la maglietta sudata che aveva appena usato a giocare a calcio.
“Chi?” chiese lui cadendo totalmente dalle nuvole.
“Come chi? Alison idiota!” disse ridendo.
“Alison? Alison Scott? Complimenti amico, sono felice per te!” esclamò stringendolo in un abbraccio.
“Grazie bello, – sorrise staccandosi – gli altri dove sono?”
“Niall è in palestra da Maddie, Zayn anche – si fermò notando Liam sulla soglia della porta dello spogliatoio – Ehi Liam, dove vai?”
“Esco con Danielle, è qui fuori” sorrise.
“Ahh un altro caso perso, ormai sono solo io quello sano qua dentro!” sospirò Louis.
“A domani Liam” rispose Harry ridendo, mettendosi le scarpe dopo essersi cambiato. Era sempre l’ultimo, ci stava sempre delle ore sotto la doccia.
“A domani ragazzi” ribatté Liam divertito.
“Che ne dici, andiamo di là?” propose Harry con sguardo sognante.
“Ma ti vedi? Smettila di immaginarti Alison nuda” rise, scuotendo la testa. Harry alzò gli occhi al cielo.
“Dai, va bene, per questa volta ti accompagno” accettò Lou, prendendo il borsone e dirigendosi in palestra con Harry al suo fianco.
“Stanno andando” disse Louis non appena ebbero varcato le porte. Maddie aveva appena raggiunto di corsa Niall sulle gradinate, che la guardava sorridendo, e si erano messi a chiacchierare sotto lo sguardo adirato della coach. Brooke era andata da Zayn, e ora stavano uscendo dalla porta della palestra che dava direttamente sul piazzale della scuola. Alison stava andando a cambiarsi e non appena la vide si voltò per dirlo ad Harry, che però era già intento a seguirla correndo. Troppo tardi, poiché vide la ragazza sbattergli la porta in faccia. Il riccio però conosceva un’altra porta d’entrata, nello spogliatoio femminile, che gli era stata mostrata tempo fa da un certa cheerleader di cui ora non ricordava nemmeno il nome. Gli era stata molto utile in quegli ultimi anni. Entrò e vide Aly sistemare le sue cose nel borsone, peccato si fosse già cambiata, era tremendamente sexy con la divisa.
Senza far rumore la circondò da dietro, facendo sobbalzare la mora.
“Cosa ci fai qui? – chiese lei sgranando gli occhi – Non potresti entrare” lo rimproverò guardandosi attorno per vedere se ci fosse qualcun’altra ragazza oltre a lei, ma sfortunatamente avevano già tutte finito ed ora erano fuori. Solo Maddie era ancora in palestra con Niall, ma temeva ci avrebbe messo un po’ prima di venire a prendere la sua roba ed andare a casa.
“Te l’ha mai detto nessuno che io non seguo le regole?” sorrise, malizioso.
“Chissà perché, ma lo immaginavo” sospirò voltandosi per chiudere la zip del borsone, trattenendo un sorriso.
“Guardami” disse il riccio. Lei non si mosse. “Guardami” ripeté.
“Cosa c’è?” sbuffò girandosi.
“Non so da dove venga tutto l’odio che hai nei miei confronti, ma mi dispiace, non capisco cosa ti ho fatto” disse sincero. Okay, quel ragazzo poteva avere tutti i difetti del mondo, ma non si poteva dire di non essere sincero. Lo si vedeva nei suoi occhi.
“Tu niente” farfugliò abbassando lo sguardo lasciando trasparire un velo di tristezza, sperando che lui non l’avesse sentita.
“E allora cosa c’è? Perché cerchi sempre di evitarmi?” chiese alzandole il mento con due dita, in modo da poterla guardare negli occhi. Sentì una fitta allo stomaco: quegli occhi gli facevano sempre un brutto effetto. Alison alzò le spalle.
“Va bene, non vuoi rispondermi” sbuffò. “Tanto lo so che ti piaccio” sorrise, prima di spostarle una ciocca che le ricadeva sul viso dietro l’orecchio e attirarla a sé, intrappolandola con un lungo bacio. Questa volta non provò neanche a spostarsi, sapeva che non sarebbe riuscita a sfuggirgli. Chiuse gli occhi, lasciandosi andare a quel momento, lasciandosi trasportare dal suo sapore e dal suo gioco. Non riusciva comunque a capire una cosa, perché ce l’aveva con lei? C’erano tante ragazze con cui avrebbe potuto limonare, scopare o qualunque cosa avesse voluto fare, perché proprio lei? Non riusciva a spiegarselo. Aveva iniziato a tormentare proprio l’unica che avrebbe fatto volentieri a meno di vederlo.
Riprese fiato quando lui spostò le labbra vicino al suo orecchio.
“Vedi? Ti piaccio” le sussurrò dolcemente.
“Non è vero. Mi piace come baci” disse tranquilla, trasportata dalle sensazioni. Si portò le mani alla bocca non appena si accorse di ciò che aveva appena detto. Harry rise.
“Non hai ancora visto niente” disse con tono seducente a due centimetri dalla sua bocca, spostandole le mani per poterla baciare nuovamente. Prese a baciarla con talmente tanta foga che Aly ci mise due secondi per rispondere al bacio come dovuto. La attirò a s’è, conducendola poi nel primo bagno vicino, in modo che se entrasse qualcuno non li potesse vedere, se non per i piedi lasciati scoperti dalla porta troppo alta. Si ci stava stretti, ma così l’avrebbe solo avuta più vicina. Fece scattare la serratura e si sedette sul gabinetto, facendola sedere su di sé. Passò a baciarle il collo, e vide lei buttare la testa leggermente all’indietro, presa dall’emozione. Passò le mani sulla sua schiena, sotto la maglietta, mentre che lei gli accarezzava il profilo delle spalle, per poi passare alle scapole e giù lungo la spina dorsale. Un brivido di piacere gli percorse la schiena. Prese a sfilarle la maglietta e lei con sua sorpresa lo lasciò fare, lasciandola in reggiseno. Posò le mani sui suoi seni, erano belli e sodi, proprio come se li era immaginati.
Qualcuno si schiarì la voce al di là della porta. Sobbalzarono contemporaneamente. Il respiro di Aly si bloccò, per poi riprendere a ritmo ancora più veloce. “Uscite subito” tuonò la voce della coach, per poi andarsene a passo svelto. Aveva già sentito abbastanza.
Si guardarono e scoppiarono a ridere, prima di rimettersi in piedi.
“Passami la maglietta” disse Alison ridendo, indicandogli un punto alle sue spalle.
“Ti devi proprio rivestire?” sbuffò Harry dispiaciuto, ma divertito allo stesso tempo.
“Sì, Harry” disse alzando gli occhi al cielo. Si infilò la maglietta che il riccio le stava porgendo e uscì dal bagno seguita da lui. Prese la borsa e si diresse fuori dalla scuola. Non aveva la minima idea di dove avesse trovato il coraggio per fare quello che aveva appena fatto, ma era stanca di dover stare lì a soffrire, stanca di pensare ancora a Dean, perché sì, lei ci pensava ancora a quello stronzo di Dean. L’aveva fatto e basta, e per quel poco tempo che era stato con Harry, almeno se l’era dimenticato. Poi era sicura che con Harry non ci fosse niente. Forse aveva ragione lui, era solamente attrazione fisica quella che li legava. Quella non avrebbe ferito nessuno, no? Forse valeva la pena di provarci.
Harry accelerò il passo fino ad arrivare al suo fianco. Aveva l’aria leggermente delusa ma non lo faceva vedere. “La smetti di comportarti come se non fosse successo niente, Alison?” domandò con una smorfia.
“Come vuoi che mi comporti, Styles? Tanto alla fine per te non significa niente, no?” chiese infastidita.
“Non giudicarmi” ringhiò lui. “Cosa ne sai tu?” continuò, ma la domanda era un’altra: cosa ne sapeva lui? Perché stava agendo così? In una situazione normale la cosa non lo avrebbe turbato affatto, anzi, magari tutte le ragazze con cui fosse stato se ne fossero andate così facilmente. Alcune lo perseguitavano per giorni, erano insopportabili. Eppure quella volta gli bruciava, lo infastidiva che Aly facesse finta di nulla, come se per lei non fosse contato niente, zero. Insomma, nessuna si era mai comportata così con lui.
Lei aprì le porte della scuola tinte di un giallo vivace e si ritrovarono nel piazzale; di fronte a loro Liam, Danielle, Louis, Niall e Maddie li guardavano curiosi. Avevano sentito qualcosa? Nah, quei portoni attutivano qualsiasi suono proveniente dall’interno, erano a prova di concerto. Ma cosa ci facevano ancora lì?
“Ohh ce l’avete fatta ad uscire!” esclamò Louis per sdrammatizzare, come suo solito. Probabilmente li stavano aspettando.
“Doveva recuperare tutti gli anni passati senza Dean” sogghignò Danielle. In quel momento Alison non ci vide più.
“Che cazzo vuoi sfigata? – sbottò, facendo irrigidire Harry al suo fianco che la guardava spaesato mentre si avvicinava alla riccia – Devi andare avanti ancora per molto a vantarti di esserti fatta Dean quando io e lui stavamo insieme da due anni?! Due cazzutissimi anni! – le gridò ad ormai un palmo dal suo naso – Ti senti furba? No perché secondo me sei solo una troia" concluse tra i denti serrati. Madison, dapprima imperterrita, le prese le braccia e tentò di farla girare verso di lei per portarla a casa, ma questa continuava a liberarsi. Prima o poi si aspettava un momento del genere. Aly era la classica ragazza che si teneva sempre dentro tutto e quando scoppiava ne faceva una catastrofe.
“Non è colpa mia se ti sei illusa che Dean fosse quel tipo di ragazzo, non è colpa mia se hai buttato due anni al vento credendo ingenuamente che lui non ti stesse tradendo con nessuna. Se proprio vuoi saperlo, io ci sono stata solo una notte con lui, e neanche sapevo che steste ancora insieme. Mi aveva detto che vi eravate appena lasciati” sentì dirle Danielle pacatamente.
I ragazzi avevano gli occhi sbarrati, nessuno si sarebbe mai immaginato una scena del genere.
Alison si sentì salire le lacrime agli occhi, e prima che qualcuno potesse vederla piangere, prima che qualcuno potesse anche solo dire una parola, iniziò a correre lontano. In mente aveva un posto ben preciso, e ci sarebbe andata. Non poteva credere di aver sprecato così due fottutissimi anni della sua vita con quello stronzo. Era così che erano andate le cose, Danielle aveva ragione, solo che Aly non ci aveva mai voluto credere fino ad allora. Era troppo testarda, troppo orgogliosa per accorgersi che quello l’aveva presa in giro fin da subito, e fin che dava la colpa a Danielle andava bene, ma ora non poteva più farlo. Sapeva che lei non c’entrava nulla. Era colpa sua, solamente sua.
Arrivò al parco con le guance rigate da lacrime miste a mascara, non c’era nessuno, ma di fatto in pochi sapevano dell’esistenza di quel minuscolo parco, probabilmente di proprietà privata, perché circondato da un vecchio recinto di ferro arrugginito. Un quadrato perfetto dominato da un grande salice piangente al centro che contrastava la misura di quel terreno sempre verde. Si accasciò contro il tronco, a piangere quelle lacrime che non aveva mai pianto così prima di allora, e chiuse gli occhi. Quando li riaprì, si aspettava tutto tranne quello che vide. Harry era lì, seduto al suo fianco, che la guardava in silenzio. Non appena la vide accorgersi di lui, l’attirò a sé con un abbracciò e aspettò che tutte quelle lacrime salate la smettessero di scendere.




NOTE: buonasera belle! per prima cosa volevo scusarmi per il ritardo, avrei voluto scrivere durante le vacanze ma sono andata a Barcellona - città stupenda, tra l'altro - e mi è mancato proprio il tempo materiale. sto anche avendo una specie di blocco perchè ho poche idee su come continuare questa ff, comunque, se va tutto bene, ho fatto un paio di calcoli e in tutto dovrebbero essere una quindicina di capitoli. poi dopo non mi avrete più tra le palle ahah :3
niente, vi ringrazio perchè tra le preferite, seguite e ricordate siete in tutto quaranta! ** grazie ♥ e recensite/commentate che mi fa sempre piacere :)

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