2
2
Devo scoprire chi è!
Draco era salito
sull’Espresso per Hogwarts da alcune ore.
Il paesaggio, via
via che il treno scorreva velocemente, si incupiva e si infittiva sempre di più,
si prospettava una bella pioggia.
Dato che il
ragazzo si annoiava da morire in compagnia dei suoi amici Serpeverde, cosa che
lo spaventava non poco, decise di andare a sfottere un po’ lo Sfregiato e
Lenticchia, così, tanto per distrarsi.
– Chiedo scusa –
borbottò, scavalcando le lunghe gambe scoperte di Pansy Parkinson, e avviandosi
verso la porta dello scompartimento.
Pansy lo fissò. – Dove vai, Draco? – chiese,
curiosamente irritata, visto che non l’aveva degnata di uno sguardo.
– Non sono
affari tuoi – ribattè il ragazzo gelidamente, affacciandosi sul corridoio
semideserto, pronto ad uscire.
– Oh, senti
Draco, vaffanculo – esclamò la Parkinson, con voce stridula, afferrando una
rivista là vicino e cominciando a leggerla, rossa in viso, ancora fremente di
rabbia.
Draco non la
guardò neppure, ed uscì dallo scompartimento.
Pansy non gli
interessava minimamente, lui non aveva più voglia di semplici baci pieni di
qualcosa che non era affetto, voleva un rapporto sereno.
Una ragazza che gli
desse fiducia.
Eppure lui era
Draco Malfoy, il più disprezzato di tutti, il cattivo, come poteva amare
qualcuno?
‘È tutta colpa di
papà se sono così’ pensò, fissando le lievissime gocce di pioggia che colpivano
il vetro del finestrino. Si riprese immediatamente, pensando: ‘Santo cielo,
Draco, ma cosa diavolo vai a pensare? Tu sei felice, felice di essere al
servizio dell’Oscuro Signore!’
‘No, invece’ la
voce della sua anima, la più pura, più innocente, stava parlando.
Ed era la voce della
verità.
– Io non voglio, non
voglio… – sussurrò, smarrito.
Ma come poteva calpestare il padre?
‘Non lo so, non mi importa. Non ci voglio pensare.
Vedremo. Forse’ furono i suoi ultimi pensieri, mentre si avviava verso lo
scompartimento di Potter e company.
– Ooh, c’è una nuova entrata nel gruppetto degli
Sfigati, noto. – fece sarcasticamente Draco, entrando nello scompartimento come
se niente fosse.
La ragazza in questione si alzò, fissandolo male. –
Buongiorno – salutò, gelidamente. – Non ti hanno insegnato le buone maniere,
conticino? –.
– Lascia stare… – Draco sentì mormorare la Granger,
prendendo per il polso la giovane, che si liberò dalla stretta senza scomporsi.
Draco fissò con aria di superiorità Hermione e la
castana che lo guardava male, decisamente male.
Per un attimo provò un fremito, sentendo quegli occhi
scuri attraversare i suoi come lame.
Per un attimo ebbe paura che quella ragazza, capace di
ribattere a lui, Draco Malfoy, riuscisse anche a scrutare nella sua anima, a
vedere tutti i segreti e tutta la rabbia accumulata sul fondo.
Draco Malfoy, di fronte a quello sguardo, ebbe paura.
Si ricompose e disse: – La Mezzosangue secchiona è
arrivata per portare pace e giustizia nel mondo magico! Ooh, che cosa
strabiliante! –.
– Adesso basta, Malfoy! Tornatene da dove sei venuto,
tanto tutte le stupidaggini che hai detto pronunciate da te sono un vero e
proprio complimento! – esclamò Harry, alzandosi, mentre Ron sfoderava la
bacchetta, nero di rabbia in volto.
– Niente Tiger e Goyle, quest’anno, eh, Malfoy? Come
mai, i due gorilla sono fuggiti per tornare nella giungla, il loro habitat
naturale? – disse Hermione sarcastica, fissandolo scura in volto.
– Ma andate all’inferno, branco di cretini – borbottò
Draco, uscendo dallo scompartimento, e appoggiandosi alla parete lì accanto.
Ripensava a quello sguardo, quegli occhi bruni di
fuoco, così intensi ed incredibilmente belli.
Quegli occhi che l’avevano attraversato.
Fatto rabbrividire.
Quella sera, al Banchetto di Inizio Anno, Draco
notò con sorpresa che la ragazza con la quale si era insultato in treno non era
seduta al tavolo di Grifondoro, bensì a quello di Corvonero.
Si ritrovò distratto per tutta la sera, non toccò
quasi cibo, facendo preoccupare la maggior parte dei presenti.
Aveva il cuore altrove, così come la mente, e, mentre
scendeva diretto verso i sotterranei, venne fermato dal professor Piton.
– Draco, caro, va tutto bene? – chiese il professore,
scrutandolo in viso, leggermente preoccupato.
– Sì, professore, va tutto bene. Sono solo un po’
pensoso, riflettevo. –
– Bene, Draco. Ascoltami, ho parlato con tuo padre
– e qui il tono di Piton si fece più basso – e mi ha detto che tra due
settimane dovrai presentarti al cospetto dell’Oscuro Signore, per essere
marchiato e sancire un patto indissolubile. Pensi di essere all’altezza? – .
– S… sì – balbettò Draco, confuso ed intontito.
Un’enorme voragine si era aperta nel suo stomaco,
cominciò a sudare freddo ed era sicuro di essere impallidito.
Il suo cuore batteva talmente forte che, per un
attimo, Draco si preoccupò del fatto che il professore potesse sentire la voce
dentro di lui che urlava: – NON VOGLIO! NON VOGLIO! – .
Come se l’avesse sentita, Piton disse: – Draco, è il
tuo destino. Non puoi sottrarti. Buonanotte. –
– Buonanotte, professor Piton – sussurrò Draco,
osservando il manto nero frusciante dell’uomo che si allontanava.
Si accinse ad andare in dormitorio, mentre il cuore
gli batteva fortissimo e un’enorme agitazione si era impadronita di lui.
Schivò tutte le domande che gli rivolsero, e corse
nel dormitorio maschile.
Si spogliò, si infilò il pigiama e si mise a letto.
Prima di sprofondare nel sonno, ripensò ancora a
quegli occhi bruni che l’avevano fissato con tanta ira, ripensò alla ragazza dai
lineamenti fini e dai capelli castani che l’aveva catturato.
Bastò poco per addormentarsi e sprofondare in un
sonno sereno e senza sogni.
Nei suoi occhi, ancora quello sguardo.
Spero vi piaccia questo cappy, così come
spero di soddisfare l’andamento della storia! Grazie mille a chi ha recensito,
chi recensirà e chi ha letto senza recensire!
Grazie mille, vi voglio bene!
Simona
|