Chariot

di Simy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Perchè mi sento diverso? ***
Capitolo 2: *** Devo scoprire chi è! ***
Capitolo 3: *** Scusa... ***



Capitolo 1
*** Perchè mi sento diverso? ***


1

1

Perché mi sento diverso?


Quel giorno Draco Malfoy si svegliò di cattivo umore.

Forse perché erano le sei di mattina, sua madre lo aveva appena scosso con le mani più

gelide del solito, la voce più squillante che mai e con il classico lamento: – Draco, non hai finito di preparare il baule! –. La giornata, di conseguenza, non si prospettava per niente piacevole.

– DRACO! – la voce stridula di Narcissa Malfoy lo ridestò dal torpore nel quale era pronto a scivolare di nuovo.

– Cavolo, mamma, mi alzo – borbottò sconsolato il biondo, scoprendo il fisico asciutto coperto da una semplice maglietta bianca e dai boxer e alzandosi.

La sua stanza non era molto ordinata, erano le sei di mattina, tra meno di cinque ore sarebbe partito per Hogwarts, per iniziare il suo quinto anno, e il baule non era pronto.

Draco sbuffò: – Che palle! –.

– Come hai detto, prego? – la voce fintamente mielosa di sua madre lo raggiunse, mentre la signora Malfoy si affacciava sull’uscio della sua camera.

– Niente, madre – sorrise falsamente Draco – non trovo il calderone, e mi sono lasciato andare ad un linguaggio degno dei Weasley. –

– D’accordo, Draco – ricambiò la madre – sbrigati, però, dobbiamo partire per le otto, è abbastanza tardi, Gis sta preparando la colazione, ti piacciono i muesli al cioccolato, tesoro? –

– Sì, madre, li adoro, adesso posso vestirmi? – il biondo, scocciato, la fissò con poca simpatia.

– C… certo, caro, ora ti puoi vestire in tutta tranquillità – disse Narcissa, sparendo e avviandosi verso il salotto.

Draco sbuffò, infastidito, prese dei jeans e una maglietta e si apprestò a raggiungere il bagno, per darsi una lavata veloce e sciacquarsi il viso insonnolito.

Dieci minuti dopo era seduto al tavolo del salone, con la madre e il padre che facevano colazione e discutevano della situazione del torneo Tremaghi di soli pochi mesi prima, quando la madre disse: – Dopotutto… chi lo sa… Cedric Diggory è morto… Potter continua a dare fastidio, però –.

– Tranquilla, il Ministro è dalla nostra parte – sbottò Lucius, poi si rivolse a Draco:

– Presto, figlio mio, dovrai cominciare a prestare i tuoi servigi all’Oscuro Signore… parlerò con Severus e vedremo come puoi cominciare – e sorrise, ghignando.

– Certo, padre – mormorò Draco, per niente convinto delle parole pronunciate da Lucius.

– Hai finito di fare il baule? – si intromise la madre, finendo di bere il caffè dalla pregiata tazzina in porcellana.

– No – mentì Draco, e, come previsto, fu spedito in camera.

Appena entrò nella stanza, si sedette sul letto ancora sfatto, riflettendo.

Ad un tratto una terribile certezza lo colpì: ‘Io non voglio diventare un Mangiamorte! Non voglio essere come mio padre! Cielo, sto pensando come Potter… ma è così’, pensò, improvvisamente scoraggiato.

– Come farò? – si chiese ad alta voce. E si rese conto di essere solo.

Immensamente solo.

Solo contro il mondo.

– Non voglio! – esclamò.

Devi.

Certo Draco non sapeva che sarebbe riuscito nel suo intento…

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Capitolo 2
*** Devo scoprire chi è! ***


2

2

Devo scoprire chi è!


Draco era salito sull’Espresso per Hogwarts da alcune ore.

Il paesaggio, via via che il treno scorreva velocemente, si incupiva e si infittiva sempre di più, si prospettava una bella pioggia.


Dato che il ragazzo si annoiava da morire in compagnia dei suoi amici Serpeverde, cosa che lo spaventava non poco, decise di andare a sfottere un po’ lo Sfregiato e Lenticchia, così, tanto per distrarsi.


– Chiedo scusa – borbottò, scavalcando le lunghe gambe scoperte di Pansy Parkinson, e avviandosi verso la porta dello scompartimento.


Pansy lo fissò. – Dove vai, Draco? – chiese, curiosamente irritata, visto che non l’aveva degnata di uno sguardo.


– Non sono affari tuoi – ribattè il ragazzo gelidamente, affacciandosi sul corridoio semideserto, pronto ad uscire.


– Oh, senti Draco, vaffanculo – esclamò la Parkinson, con voce stridula, afferrando una rivista là vicino e cominciando a leggerla, rossa in viso, ancora fremente di rabbia.


Draco non la guardò neppure, ed uscì dallo scompartimento.

Pansy non gli interessava minimamente, lui non aveva più voglia di semplici baci pieni di qualcosa che non era affetto, voleva un rapporto sereno.

Una ragazza che gli desse fiducia.


Eppure lui era Draco Malfoy, il più disprezzato di tutti, il cattivo, come poteva amare qualcuno?

‘È tutta colpa di papà se sono così’ pensò, fissando le lievissime gocce di pioggia che colpivano il vetro del finestrino. Si riprese immediatamente, pensando: ‘Santo cielo, Draco, ma cosa diavolo vai a pensare? Tu sei felice, felice di essere al servizio dell’Oscuro Signore!’


‘No, invece’ la voce della sua anima, la più pura, più innocente, stava parlando.

Ed era la voce della verità.

– Io non voglio, non voglio… – sussurrò, smarrito.


Ma come poteva calpestare il padre?

‘Non lo so, non mi importa. Non ci voglio pensare. Vedremo. Forse’ furono i suoi ultimi pensieri, mentre si avviava verso lo scompartimento di Potter e company.



– Ooh, c’è una nuova entrata nel gruppetto degli Sfigati, noto. – fece sarcasticamente Draco, entrando nello scompartimento come se niente fosse.

La ragazza in questione si alzò, fissandolo male. – Buongiorno – salutò, gelidamente. – Non ti hanno insegnato le buone maniere, conticino? –.


– Lascia stare… – Draco sentì mormorare la Granger, prendendo per il polso la giovane, che si liberò dalla stretta senza scomporsi.


Draco fissò con aria di superiorità Hermione e la castana che lo guardava male, decisamente male.


Per un attimo provò un fremito, sentendo quegli occhi scuri attraversare i suoi come lame.

Per un attimo ebbe paura che quella ragazza, capace di ribattere a lui, Draco Malfoy, riuscisse anche a scrutare nella sua anima, a vedere tutti i segreti e tutta la rabbia accumulata sul fondo.


Draco Malfoy, di fronte a quello sguardo, ebbe paura.


Si ricompose e disse: – La Mezzosangue secchiona è arrivata per portare pace e giustizia nel mondo magico! Ooh, che cosa strabiliante! –.


– Adesso basta, Malfoy! Tornatene da dove sei venuto, tanto tutte le stupidaggini che hai detto pronunciate da te sono un vero e proprio complimento! – esclamò Harry, alzandosi, mentre Ron sfoderava la bacchetta, nero di rabbia in volto.


– Niente Tiger e Goyle, quest’anno, eh, Malfoy? Come mai, i due gorilla sono fuggiti per tornare nella giungla, il loro habitat naturale? – disse Hermione sarcastica, fissandolo scura in volto.


– Ma andate all’inferno, branco di cretini – borbottò Draco, uscendo dallo scompartimento, e appoggiandosi alla parete lì accanto.


Ripensava a quello sguardo, quegli occhi bruni di fuoco, così intensi ed incredibilmente belli.


Quegli occhi che l’avevano attraversato.


Fatto rabbrividire.



Quella sera, al Banchetto di Inizio Anno, Draco notò con sorpresa che la ragazza con la quale si era insultato in treno non era seduta al tavolo di Grifondoro, bensì a quello di Corvonero.


Si ritrovò distratto per tutta la sera, non toccò quasi cibo, facendo preoccupare la maggior parte dei presenti.


Aveva il cuore altrove, così come la mente, e, mentre scendeva diretto verso i sotterranei, venne fermato dal professor Piton.


– Draco, caro, va tutto bene? – chiese il professore, scrutandolo in viso, leggermente preoccupato.


– Sì, professore, va tutto bene. Sono solo un po’ pensoso, riflettevo. –


– Bene, Draco. Ascoltami, ho parlato con tuo padre – e qui il tono di Piton si fece più basso – e mi ha detto che tra due settimane dovrai presentarti al cospetto dell’Oscuro Signore, per essere marchiato e sancire un patto indissolubile. Pensi di essere all’altezza? – .


– S… sì – balbettò Draco, confuso ed intontito.

Un’enorme voragine si era aperta nel suo stomaco, cominciò a sudare freddo ed era sicuro di essere impallidito.


Il suo cuore batteva talmente forte che, per un attimo, Draco si preoccupò del fatto che il professore potesse sentire la voce dentro di lui che urlava: – NON VOGLIO! NON VOGLIO! – .


Come se l’avesse sentita, Piton disse: – Draco, è il tuo destino. Non puoi sottrarti. Buonanotte. –

– Buonanotte, professor Piton – sussurrò Draco, osservando il manto nero frusciante dell’uomo che si allontanava.


Si accinse ad andare in dormitorio, mentre il cuore gli batteva fortissimo e un’enorme agitazione si era impadronita di lui.


Schivò tutte le domande che gli rivolsero, e corse nel dormitorio maschile.

Si spogliò, si infilò il pigiama e si mise a letto.


Prima di sprofondare nel sonno, ripensò ancora a quegli occhi bruni che l’avevano fissato con tanta ira, ripensò alla ragazza dai lineamenti fini e dai capelli castani che l’aveva catturato.


Bastò poco per addormentarsi e sprofondare in un sonno sereno e senza sogni.

Nei suoi occhi, ancora quello sguardo.




Spero vi piaccia questo cappy, così come spero di soddisfare l’andamento della storia! Grazie mille a chi ha recensito, chi recensirà e chi ha letto senza recensire!

Grazie mille, vi voglio bene!

Simona

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Capitolo 3
*** Scusa... ***


3

3

Scusa…


I giorni volarono molto velocemente, Draco fu abbastanza preso dallo studio, perché i professori sbraitavano: – Avete i G.U.F.O! – e quindi, di conseguenza, li caricavano di compiti.


Spesso ripensava allo sguardo di quella ragazza di Corvonero, che vide ai pasti e a qualche lezione con quelli del suo anno, ma, ogni volta, restava incantato dalla sua bellezza e preferiva non guardarla per non fare brutte figure.


Aveva il terribile sospetto di essersene innamorato.


Ma non poteva, non lui, Draco Malfoy.


Era un sereno pomeriggio, il sole stava tramontando, e Draco stava avanzando verso la biblioteca, con una pila di libri tra le mani, per far finta di studiare.


Pansy lo stava tormentando dall’inizio della giornata, e lui voleva stare un po’ da solo per riflettere.

Entrato in biblioteca, notò un tavolo vuoto e, tutto contento, gli si avvicinò per appoggiare i libri e fare un po’ i compiti.


Ad un tratto, si ricordò che l’indomani avrebbe dovuto consegnare il tema di Trasfigurazione, non voleva fare brutte figure, perciò si alzò, titubante, e si avvicinò a uno scaffale lì vicino per cercare il libro che gli serviva.


Quello che non notò era la ragazza dai capelli castani che era proprio di fronte a lui.

Quella si girò di scatto e per poco non lo travolse, facendolo cadere a terra.


Draco imprecò sonoramente, non solo gli era capitata la ragazza secchiona, ma pure la ragazza disattenta e sfigata.


Alzò lo sguardo, e il cuore gli si fermò.

Lei.


E quegli occhi neri pieni di sgomento e imbarazzo.


Appena i loro sguardi si incrociarono arrossì, tentando disperatamente di assumere un’espressione facciale spavalda.


– Buonasera – salutò lui sarcastico – vedo che la Sfigata numero quattro ha lasciato il segno –.

Lei lo fissò. – Devi sempre essere così odioso, Malfoy? –.


– Certo, devo pur dare fastidio a te – ribattè lui, alzandosi, e guardandola, cercando di essere sprezzante.

– Ahahah. Molto spiritoso, Malfoy. Ora mi lasceresti passare? –.

Lui la fissò.


– No. – mormorò.

– Come dici, scusa? – chiese lei, sorpresa, abbassando lo sguardo verso i libri sparsi lì accanto.


Il ragazzo le chiese: – Come ti chiami? –.

Lei alzò i suoi occhi neri come la notte, e, con aria spavalda, rispose: – Chariot. Ti interessa tanto? –.

Lui scoppiò a ridere. Ma l’ammirazione, e, qualcosa di più, ebbe la meglio. – Bel nome. –


Chariot arrossì violentemente. – Da quando in qua ti complimenti… ehm… –

– Draco – la interruppe lui, raccogliendo i suoi libri e porgendoglieli.


– G… grazie… – mormorò confusamente Chariot, fissandolo come se fosse un alieno.


– Prego, Chariot. Anzi… scusami. Scusami per tutto. –

Boccheggiò. Le aveva chiesto scusa.


Lei lo guardò come se provenisse da un altro pianeta. – C… come dici, scusa? – chiese, intontita.

– S… scusa, Chariot. –

Ecco. L’aveva fatto. Si era scusato con quella strana tipa, che si chiamava Chariot ed era bellissima.


E lui se n’era innamorato.

Lei lo fissò, stranita. Come se lui non dicesse sul serio.


– Io… Draco, beh… non importa… ma cerca di comportarti meglio la prossima volta. –

– Senz’altro, Chariot – sorrise lui.

Lei ricambiò.


Draco cominciò a tremare.

– Ciao, allora, ci vediamo in questi giorni – lei gli sorrise, sorpassandolo e uscendo dalla biblioteca.


Draco tornò al tavolo, tentando di sembrare impassibile.

Come poteva, ora che si era innamorato?

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