Combatti, balla, ama.

di La figlia di Giotto
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** 1. Sei noiosa. ***
Capitolo 3: *** Il fascio di luce dopo la tempesta. ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


La strada.
La mia casa,si. Dopo posso essere libera, dove posso dare sfogo alla mia creazione inventando i passi più assurdi: giravolte,salti,onde... E chi può giudicarmi? Nessuno. L'asfalto, così freddo e insapore, mi riempe il cuore di mille emozione quando mi poso dolcemente su esso. Un'eruzione di sapori.

La danza.
Uno dei pilastri portanti della mia vita. E' fantastico arricchire ogni giorno il mio repertori di passi. Ogni giorno un mattoncino ci sovrappone all'altro e così via, giorno dopo giorno, e il muro cresce. La mia arte cresce, e con essa la mia autostima e la mia felicità.

Loro.
La mia crew, miei compagni. miei fratelli. Come definirli? Ci sono così tanti sostantivi per loro, ma quello più azzeccato è famiglia, perchè è questo quello che sono. Un rifugio dove nascondermi dai problemi, dove trovare conforto e dove raccogliere la forza necessaria per combattere. Loro mi hanno resa ciò che sono ora.

Mi chiamo Sakura Haruno e sto per vivere uno dei periodi più particolari della mia vita.


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Eccomi qui con questa nuova fiction ^^
Una precisazione: solo questo capitolo è in prima persona, tutti gli altri saranno in terza.
Dunque, spero di avervi incuriosito abbastanza e se volete che continui scrivetemi una recensione ^^
Spero di avervi fatto passare questi 5 minuti piacevolmente. Alla prossima!
La figlia di Giotto

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Capitolo 2
*** 1. Sei noiosa. ***


Capitolo song ;) Buona lettura! P.S.: mi scuso per eventuali errori, ma sono di fretta e non ho riletto il capitolo!



“Cavolo,avevi ragione!”
“Che ti avevo detto?!”
“Lo ammetto: è un passo stupendo! Ti devo una pizza!”
“Facciamo un ramen.”
“Cosa?! Di nuovo?! Sai che il ristorante cinese si sta arricchendo con te, vero?”
“Per la cronaca, siete voi che mi offrite il cibo grazie alle vostre scommesse perse!”
“Appunto! Perché proprio il ramen? Il cinese costa molto più di una pizza!”
“Questo perché il ramen è il cibo più sublime che esista!” Affermò il biondo, incrociando le mani e mostrando lo sguardo più dolce e ammaliato che potesse fare.
“Ok, mi arrendo!” Annunciò una Yamanaka ormai senza speranze di vittoria – e notevolmente stupita: chi l’avrebbe mai detto che quella testa quadra conoscesse la parola sublime!-“che ramen sia!” dichiarò infine, con in sottofondo le urla di gioia del ragazzino troppo cresciuto.
“Non ho ancora capito cosa ci trovi in lui, Hinata.” Disse sconsolata la bionda, incrociando le braccia al petto e raggiungendo la sua amica comodamente seduta su una cassa a bere della coca cola.
“E’ un ragazzo molto gentile ed affidabile, Ino-chan, e soprattutto molto dolce!” Confessò lei arrossendo, guardando timidamente in direzione del ragazzo.
“Hina, capisco le tue origini giapponesi, ma qui a New York non c’è bisogno del suffisso –chan!” Le fece notare la bionda, prendendo posto vicino all’amica.
“E’ un segno di rispetto, Ino-chan.” Disse la mora con fare innocente.
“Rispetto?” Ripeté Ino guardando di sbieco l’amica. “Scema, siamo sorelle! Ma che rispetto e rispetto!” Urlò strattonando la mora, per poi scoppiare a ridere all’unisono.
 
“Come fa ad avere tanta energia quella?”
“Ehm, ti ricordo che quella è la tua ragazza, Shikamaru.” Gli fece notare Kiba, intenti a prendersi  una pausa dalle prove. Osservarono le due ragazze ridere e gesticolare; beh, veramente solo Ino stava gesticolando, mentre Hinata la guardava sorridendo.
“Mh, non ricordarmelo.” Si voltò.
“Vuoi dire che non la ami?!” Domandò Kiba sconcertato rimanendo a bocca aperta.
“Cosa?” Chiese lui sbigottito. Sorrise dolcemente guardandola. “Oh no! E’ solo che non riesco a stare dietro a quel peperino.” Spiegò ridendo mentre Kiba tirava un sospiro di sollievo.
La loro attenzione venne attirata da una testolina rosa che urlava “Ragazzi scusate!”, mentre correva verso il gruppetto d’amici.
“Come mai in ritardo?” Chiese Shino con una nota di preoccupazione: mai che Sakura Haruno arrivasse tardi.
“Fino a pochi minuti fa, dell’autobus non ce n’era traccia! Scusate ancora, ho ritardato le prove!” Spiego frettolosamente lei, mentre posava la grande borsa rossa in un angolo e si legava velocemente i lunghi capelli rosa. Poi, guardandosi intornò, si fermò.
“Neji, Ten e Rock Lee non sono ancora arrivati?”
“Non potevano venire oggi Sakura-chan, avevano degli impegni.” Spiegò Hinata.
“Cosa?! Ma la prova di oggi era molto importante!” Protestò lei cominciando a infuriarsi.
 “Sakura-chan non preoccuparti. L’incontro non è imminente.” La rassicurò Hinata, mettendole una mano sulla spalla e mostrando uno dei suoi dolcissimi sorrisi. Sakura sorrise: davanti a quelli di Hinata anche il peggior malvivente sarebbe diventato una caramella al miele..
 “Fronte spaziosa non cambiare discorso! C’hai fatto perdere parecchio tempo!”Asserì Ino, portando le mani ai fianchi, con espressione arrogante. Poi fece l’occhiolino in direzione della rosa, sorridendo. Quest’ultima ghignò.
“Maialina, devo ricordarti che la scorsa prova sei arriva quando era praticamente già finita?!” Ribatté lei, accettando la sfida.
“Oh andiamo! Ti ho già spiegato come è andata! Quel top era stupendo! Era come se mi guardasse e mi dicesse Ehi bambola, con me addosso saresti una bomba sexy e sono entrata a comprarlo!” Spiegò gesticolando, mentre una risatina generale si alzò. Sakura scosse la testa divertita.
“Cos’ho fatto per avere una maialina come te per amica?” Inserì il disco nello stereo portatile.
“Ah! Per tua informazione, Fronte spaziosa, sono la ragazza più corteggiata della scuola!” Precisò, prima di ricordarsi che lì presente c’era anche il suo adorabile ragazzo, che, per l’appunto, la stava guardando davvero in malo modo.
“Cioè, lo ero prima che ci fidanzassimo, tesoro mio!” Spiegò avvicinandosi a Shikamaru, che la fissò con sguardo truce.
“Vogliamo muoverci?! Prima finiamo le prove, prima mangiamo!” Sorprendentemente, anche Choji faceva parte del gruppo, e se la cavava egregiamente… Ma che dico, era una forza della natura!
“ Voglio andare alla sala giochi!” Protestò Naruto mentre tutto il gruppo cominciò a prendere posizione. Sakura sceglieva la canzone.
50 Cent, bene.
“Ragazzi, conto otto e iniziamo la terza coreografia!” Prese posto velocemente. La canzone partì.
“Pronti!” Testa bassa, braccia lungo i fianchi, gambe divaricate.
“Five, six, seven, eight!”

You can find me in the club, bottle full of bub
Look mami I got the X if you into taking drugs
 

La magia era iniziata. Eccoli i passi, le onde.

I'm into having sex, I ain't into making love
So come give me a hug if you into to getting rubbed

 
Ed ecco Shikamaru con una serie di handjump.
 

You can find me in the club, bottle full of bub
Look mami I got the X if you into taking drugs
 

Arrivò Naruto con l’headspin.

I'm into having sex, I ain't into making love
So come give me a hug if you into to getting rubbed
 

Sakura sorrise, arrivarono i tra ragazzini che, ad ogni prova, assistevano e facevano i vari complimenti al gruppo. Il capetto si chiamava Konohamaru, se non errava.
 

When I pull out up front, you see the Benz on dubs
When I roll twenty deep, it's twenty knives in the club
*****s heard I **** with Dre, now they want to show me love
 

Volevano diventare come loro.

When you sell like Eminem, and the hoes they want to ****
But homie ain't nothing change hold down, G's up
I see Xzibit in the Cutt that ***** roll that weed up

 
Volevano formare una crew.

If you watch how I move you'll mistake me for a player or pimp
Been hit wit a few shells but I don't walk wit a limp
In the hood then the ladies saying "50 you hot"

 
Volevano diventare un vero gruppo di strada. Volevano ballare.

They like me, I want them to love me like they love 'Pac
But holla in New York them *****s'll tell ya I'm loco
And the plan is to put the rap game in a choke hold
 

Ma loro non capivano.

I'm feelin' focused man, my money on my mind
I got a mill out the deal and I'm still on the grind
Now shawty said she feeling my style, she feeling my flow
Her girlfriend want to get bi and they ready to go
 

Non capivano che la vita in strada non era tutta rosa e fiori.
 
 
In un altro vicolo di New York…
 
Una ragazza era seduta su un muretto. La testa sulle mani, la gamba dondolante. Affianco a lei un ragazzo alto, robusto, con capelli color arancione vivo. Sbuffò. Eccolo finalmente.
“Ciao stregaccia.” Ghignò Suigetsu, aggiudicandosi un’occhiataccia della rossa.
“Squaletto” Ribattè lei insieme a un ceno del capo. Gli occhi di Karin, così si chiamava la ragazza, parvero riprender vita quando, da dietro il corpo muscoloso di Suigetsu, apparve quello altrettanto muscoloso di un corvino.
“Ciao Sasuke!” Squittì lei arrossendo. Lui la guardò per un nano secondo: un cenno del capo fu la sua forma di saluto.
“Strega, dove sono tutti gli altri?” Chiese Suigetsu, posando la borsa a terra e tirando fuori uno stereo.
“Cosa vuoi che ne sappia io?” Rispose lei scontrosa, incrociando le braccia al petto. L’altro sbuffò.
“Ti dispiacerebbe essere un tantino più gentile?!” Chiese lui scocciato, spalancando le braccia.
Sorrisetto. “ Come si fa a essere gentile davanti questa faccia da coglione?” Chiese con fare innocente lei ghignando.
“Sei davvero una strega, non solo di nome ma anche di fatto.” Sospirò. Gli occhi ridotti a due fessure.
Karin sorrise, quasi soddisfatta. Intanto, da lontano, un gruppo di ragazzi si avvicinò. Era il resto della crew. Cominciarono a salutarsi con i restanti presenti con dei “Ehi fratello” e “Come va, bello?” stringendosi le mano.
Karin, intanto, teneva il muso e le braccia conserte vicino al petto.
“Ritardatari come sempre, tsè!” Brutta arrogante .
“Non rompere Karin, eravamo in sala giochi” Spiegò Deidara schietto.
“Ma insomma! Solo io tengo a queste prove?!” Urlò lei scocciata. Qualcuno le mise una mano sulla spalla, facendola zittire all’istante.
“No, Karin. E voi altri: si può sapere che avete in mente?” Li rimproverò Pain, il capo, si può dire, della crew: era lui che decideva dove andare, cosa fare e nessuno si azzardava a contraddirlo.  Alla sua vista, tutti si zittirono e assunsero un’espressione seria e attenta. Era un po' come il professore che comandava a bacchetta i suoi alunni. Alla sua destra la sua ragazza, Konan.
Alcuni sibilarono un “Ci dispiace”, altri rimasero zitti a fissarlo. C’era tensione, tanta da rendere l’aria in respirabile. Questo perché i suoi rimproveri riuscivano a far sentire chiunque, anche l’uomo più sicuro del mondo, una merda.
“Senza prove come faremo ad essere il miglior gruppo di New York?” Domandò lui, naturalmente in modo retorico. Era incredibile il modo in cui tutti gli portassero rispetto; chissà, forse i percing esercitavano una qualche specie di timore!
“Avanti, non perdiamo altro tempo.” Tagliò corto infine. Chi tirava sospiri di sollievo, chi era tornato a ridere e scherzare insieme ad un suo compagno, come se non fosse successo niente.
Sasuke, intanto, sceglieva la canzone adatta.
50 cent, bene.
La canzone partì.
Lui, con passo deciso, si posizionò e senza dir parola anche i suoi compagni. Questo perché era lui il coordinatore della crew. Era lui il cervello del gruppo, quello che inventava la coreografia. Non l’avrebbe mai ammesso ma sotto sotto, nei meandri più sperduti del suo cuore, lui ci teneva a loro.
“Cinque, sei, sette, otto!”
 
Le prove erano finite. FIno a lì c'era.
Poi? Ah già, tornava a casa. Fatto sta che ora Sakura non riesce a trovare una risposta al guaio in cui si è cacciata.
Vediamo: c'era un palo della luce ancora in piedi per miracolo, una macchina sfracellata appena sotto di esso, il suo i-pod a qualche metro da lei a terra e …
E si trova tra le braccia possenti di uno sconosciuto.
Ma che cazz…?
Sakura alzò leggermente lo sguardo verso il viso del ragazzo moro, ma se ne pentì: i suoi occhi neri la  scrutarono con un tono di rimprovero. Il meno di un secondo si sentì spiata dentro l’anima. Essendo un peso troppo grande da sopportare, riabbassò di scatto il capo, paonazza in volto. Cerca di dissimulare, voltando il viso a destra e a sinistra fingendo di cercare il suo i-pod. Con la coda dell’occhi notò che lui, a differenza sua, non si mosse minimamente e continuò a puntare i suoi occhi su di lei. La sua stretta era possente. Fingendo, sempre, di ritrovarlo, Sakura si fiondò sul suo aggeggio meccanico.
Ora ricorda: stava sentendo della musica quando, improvvisamente, una Bmv sfrecciò come un razzo, finendo in parte sul marciapiede dove si trovava. Lei, tutta tranquilla e spensierata, batteva il piede a tempo di hip hop. Se non fosse stato per quel ragazzo, che l’afferrò da dietro miracolosamente in tempo, ora non sarebbe più qui. La macchina finì la sua corsa sbattendo violentemente contro un palo. Lei, probabilmente, per la troppa emozione era svenuta.
Si girò di scatto, sfoggiando un tenero sorriso. Corse verso il ragazzo, che intanto si era alzato e aveva incrociato le braccia al petto. Lo guardò con occhi lucidi, quasi ammaliati.
“Grazie, davvero, grazie! Non so come ringraziarla!” Affermò, con anima innocente .
Lui la guardava impassibile. Le persone cominciarono ad avvicinarsi, incuriosite.
“Hn” Si girò, cominciando a camminare. Sakura sbarrò gli occhi.
“U-Un momento! Cosa posso fare per sdebitarmi?” Chiese lei, correndogli dietro.
“Chiama la polizia e fai mettere quel cretino in prigione.” Disse lui, tranquillamente, senza fermarsi.
Sakura si voltò: quell’uomo, sicuramente ubriaco marcio, aveva perso i sensi. Continuo a seguirlo.
“Cosa? Solo questo?” Chiese quasi dispiaciuta: voleva ringraziarlo come si deve. Dopotutto era il suo salvatore. Lui non le rispose.
“Ehi aspetti! Sto parlando con lei!” Disse irritata dalla scontrosità del ragazzo. Lo afferrò per una spalla fermandolo. Si girò di scatto.
“Sono un ragazzo della tua età, non lo vedi?! Finiscila di darmi del lei!” Disse, non lasciando trasparire il suo essere irritato. La ragazza rimase a bocca aperta.
“Voglio solo sapere come fare per ringraziarti! O ,come minimo, sapere il tuo nome!” Affermò.” Io sono Sakura Haruno.” Sorrise di nuovo.
“Sasuke Uchiha” Disse lui rassegrato.
“Ora, Sasuke, posso sapere come ringraziarti adeguatamente?” Insistette. Lui si girò di nuovo, sotto lo sguardo stupito di lei. Era un ragazzo forte, bello, ma scontroso come pochi.
“Sei noiosa.” Disse voltando l’angolo,scomparendo. Questa volta Sakura non lo seguì, si era stancata di andargli dietro: dopotutto anche lei aveva una dignità. Gonfiò le guance, irritata. Si voltò e s’incamminò verso la sua borsa, rimasta a terra.
Il suo cuore batteva a mille: di incidenti ne aveva sentito parlare fino alla nausea, ne aveva visti molti in tv, ma vissuti… Mai. Ne uscì solo con alcuni graffi, fortunatamente. Non ci credeva nemmeno.
Da piccola, sua madre le raccontava delle storie prima di dormire. Le solite storie dove la principessa veniva salvata dal bel principe e poi … vissero per sempre felici e contenti.
Forse non era quello il pensiero che doveva dominare la sua mente in quel momento, ma tutta quella vicenda gli sapeva molto di favola. Arrossì.
Afferrò la borsa e infilò una mano al suo interno, cercando il cellulare verde.
Una cosa era certa: Sakura non avrebbe mai dimenticato quegli occhi così indagatori , semplicemente speciali. Il cuore le batteva ancora forte, ma ora non più per l’incidente.
Cercò di formulare il numero della polizia.
Non fece in tempo, però, che già sentì il suono della volante arrivare. 


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Ciao a tutti! 
Questo capitolo fa schifo, non mi piace per niente! Accetto le critiche! 
Comunque la canzone si chiama In the club di 50 Cent! Bellissima! 
Scusatemi vado di fretta ^^ nel prossimo capitolo vi dirò in cosa consistono quei passi che sono nella storia! Un bacione!

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Capitolo 3
*** Il fascio di luce dopo la tempesta. ***


Dio che ritardo >_< spero che riusciate a perdonarmi! So che vi avevo promesso delle spiegazioni su i passi di danza del primo capitolo ma è già un miracolo che sono riuscita ad aggiornare , visto che domani ho diverse interrogazioni e verifiche... Spero che riusciate a perdonarmi! Nel prossimo capitolo lo farò, quanto è vero che la politica italiana fa schifo lo farò!
Ora, una piccola nota che non centra niente , ma nel dirlo mi sento soddisfatta: Cronache del Mondo Emerso, ho finito di leggere la trilogia e me ne sono letteralmente innamorata! ( Inutile dire che sono scoppiata a piangere alla fine). Va bè, mi sto dilungando troppo, vi lascio alla fic 
 
Naturalmente le critiche sono ben accette, ma senza offendere ;)

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Non mi sarei mai aspettata una disgrazia simile.

 

Combatti, balla, ama.
Secondo capitolo.
 

“Signorina Haruno” La richiamò il commissario, mentre lei aspettava tranquilla al di fuori dell’enorme edificio.
“L’uomo, oltre ad avere un alto tasso di alcool nel corpo, aveva anche fatto uso di stupefacenti.” Confermò. Lei abbassò il viso; quante volte aveva sentito parlare di gente morta per colpa di cretini  strafatti? E quel giorno sarebbe potuto succedere a lei. Quanto li odiava.
“E’ stata fortunata, signorina. Ha idea di quanta gente muore per uomini così idioti?” Strinse i pugni.“Dovrebbe essere felice” Si morse un labbro.
Ma Sakura non riesce ad essere felice: è quasi pentita. Non tutti sono stati graziati come lei. Lei si sente in colpa per non essere morta.
“Signorina, tenga.” Disse il commissario, porgendole un biglietto da visita.
“E’ brava.” Sakura lo guardò stranita, poi lesse meglio: era il biglietto da visita di una psicologa.
“Oh no, no, la ringrazio…” Lesse il nome dell’uomo sulla targhetta che portava “Commissario Kakashi, ma non ne ho bisogno.” Fece lei, restituendogli il biglietto. Lui non lo prese.
“Lo tenga lei, per ogni evenienza.” Con le mani in tasca, giro i tacchi e sparì dietro la porta.
La ragazza, invece, rimase a guardare il biglietto.
Ma andiamo! Non ho mica bisogno di una psicologa! Neanche mi fosse presto ‘sto gran trauma!
Archiviò completamente l’idea di una psicologa e infilò il biglietto nella tasca del giubbotto.
 
Fatto sta che quella sera, al ristorante cinese di Teuchi, Sakura non riuscì a sorridere. E non solo per l’incidente.
Sakura pensava a quel ragazzo così strano, misterioso, scontroso, assolutamente irresistibile e non ne capiva il motivo. Dopotutto era così maleducato, ma è pur vero che l’aveva salvata.
Come si sentiva in colpa: lui le aveva salvato la vita mettendo a rischio anche la sua e lei? Lei si è riscattata con uno schifoso grazie; certo, lui non l’aveva aiutata ma forse è solo uno molto modesto!
Ah, che mal di testa che ha Sakura ora.
Quando lo aveva raccontato agli altri loro ci rimasero così, spiazzati: alcuni non ci credevano mentre altri, vedendo con che faccia Sakura raccontava il tutto, non poterono far altro che accettare la realtà: quel giorno avrebbero potuto perdere una loro cara amica. Ora non ci penserai più! Sta sera ti faremo dimenticare tutto! le avevano assicurato.
Beh, loro si sono assicurati un bel mal di testa con tutta la vodka che si sono bevuti, appena fuori il ristorante cinese. Sakura, dopo esperienza che aveva vissuto, si accontentò di una coca cola.
Piantò la lattina mezza piena sul muretto davanti a lei, dove Ino si scolava l’ennesima bottiglia di birra. Tutti sorridenti, chi per l’effetto dell’alcool contenuto nella bevande, chi per l’aria festagliola.
Si infilò le mani tra i capelli rosa pastello, scuotendo la testa. Basta. Basta con questi pensieri. Basta con tutta ‘sta depressione, o finirai veramente in uno studio!
Domani stesso Sakura Haruno sarebbe andata alla ricerca del suddetto ragazzo!
 
A Sasuke faceva talmente male la testa che quella sera preferì non uscire.
Non c’era nessuno in casa, dato che Itachi, suo fratello, uscì.
Questo voleva dire solo una cosa: la preziosa birra di Itachi importata dall’Olanda era nelle sue mani.
Beh, non era proprio il rimedio perfetto per il mal di testa ma , ehi, le occasioni si colgono al balzo.
Molto meglio di quei dolcetti di cui era piena casa.
Per fortuna che Sasuke Uchiha non soffriva di solitudine, visto che quella sera non riusciva proprio a star con la gente. Nemmeno con la sua crew.
Tanto a fargli compagnia c’era la sua adorata Playstation, ma prima ancora di prendere in mano il joystick si rese conto di aver finito la birra. Andò in cucina e aprì il frigorifero.
Coca cola no, birra scadente no… Ehilà grappa alle ciliegie!
Afferrò la bottiglia color rosa pastello e si diresse verso l’enorme salone della villa.
 Si, una villa. La sua famiglia era molto ricca.
Il ragazzo era già un po’ brillo ma non abbastanza da farsi sopraffare dall’alcool. Ecco perché, quando i suoi occhi finirono per osservare il colore della bottiglia tenuta in mano, quest’ultima gli ricordò qualcosa di familiare.
Ma cosa?
Forse una ragazza?
 
 
Sakura non amava essere una ritardataria: è sempre stata una ragazza attenta e precisa.
Per questo, quando viene svegliata dai raggi del sole, non può far altro che accorgersi che non è proprio in orario per la scuola.
E corre, inciampa, impreca contro la sveglia che, quella mattina, non svolse il suo solito compito: tutto per essere pronta in meno di dieci minuti.
Pedala veloce, a per di fiato. La gonna verde smeraldo ricade ritmicamente sulla coscia, quest'ultima avvolta in delle pesanti calze di lana e, più su, una morbida camicia color panna fascia il busto minuto della ragazza, mettendo in risalto le moderate forme. Sopra, uno stretto maglione, anch’esso si lana. Dopotutto era appena arrivato l’inverno. Le ballerine color velluto le davano quel tocco di ragazzina. Quella cravatta oro e vermiglio che si nascondeva sotto il maglione, però, le donava eleganza. Dopotutto frequentava la Benjamin Hight School, nome dedicato al fondatore, una delle scuole più prestigiose di New York.
E sono le 8:30 quando Sakura raggiunge con la sua bici l’enorme edificio scolastico.
Ma , stranamente, non pensa alla matematica e alla storia quel giorno, ma pensa costantemente al viso freddo, distaccato, angelico di quel ragazzo, di quel Sasuke.
Anche mentre percorre, insieme a Ino, la strada che conduce alla casa dell’amica, Sakura non fa altro che tenere il capo chino.
- Non ti sopporto,sai?- Le disse Ino, aggrottando le sopracciglia. Sakura la guardò senza capire.
- Dovresti essere felice! Saresti potuta morire, Sakura, lo capisci?! – Si fermarono. La bionda la guardò con sguardo colpevole. Sakura non rispose. Dopotutto, cosa poteva dirle? Si sentiva in colpa di non essere morta?
- Cosa diavolo ti sta succedendo, Sakura?- Si arrese, sta volta lo sguardo di Ino era compassionevole e la guardava dritto negli occhi.
- Ino…- iniziò titubante Sakura. – non ti ho detto una cosa.-
- Cioè, cosa?- Rispose la bionda.
-In realtà, a salvarmi è stato un ragazzo.- Si fermò un attimo, cercando di riordinare le parole nella sua mente. – Sentivo della musica e lui si è buttato su di me, spingendomi in avanti. E’ un eroe, Ino: è stato così coraggioso! Ha messo in pericolo la sua vita per salvare me, un’estranea! Capisci?- Ino sorrise, facendo cenno di si. -Poi, quando mi sono alzata, l’ho visto in volto: non puoi nemmeno immaginare cosa ho provato quando i miei occhi hanno incontrato i suoi.- Terminò, sorridendo debolmente.
Rimasero in silenzio per alcuni secondi.
-Non sei arrabbiata, vero?- Disse preoccupata la ragazza. Ino, per tutta risposta, l’abbracciò forte, sorridendo.
 
 
- Di un po’- cominciò Ino, ingoiando del pop corn, - com’è questo… eroe?- Sakura, che si stava accomodando sul divano vicino all’amica con decine di schifezze in mano, la guardò strabuzzando gli occhi. Si innervosì di botto.
- Come vuoi che sia?! E’ carino, capelli neri, occhi neri… Niente di che.- Affondò il viso nel barattolo di cioccolata che teneva in mano. La bionda non si face ingannare, però.
-Certo, e dimmi: caratterialmente come’è?- Sakura cercò di essere il più credibile possibile.
-Un tale maleducato! Pensa che non voleva nemmeno essere ringraziato!- Ammise, diventando leggermente rossa in volto.
-E cosa ti ha fatto innamorare di lui?- Sakura sussultò, mentre Ino – vipera- scoppiò in un mare di risate.
-Che diavolo dici Ino-pig! Non mi sono innamorata di lui!- Urlò, cercando di riacquistare un po’ di dignità mentre la bionda non la smetteva di piegarsi in due.
-Mio Dio, che faccia hai fatto!- Sussurrò tra una risata e l’altra mentre si asciugava le lacrime.
-Cara Frontespaziosa,- Cominciò, posandole un dito sulla fronte.-ti conosco meglio di chiunque altro e credimi, non riuscirai mai a mentirmi.- La spinse lievemente e sorrisero.
Il giorno seguente anche il resto del gruppo sarebbe venuto a conoscenza del famoso Sasuke.
 
 
 
Che si sia innamorata veramente?
Quel pensiero l’accompagna costantemente, ora dopo ora, giorno dopo giorno e a nulla valsero i tentativi della ragazza di cercare il suo eroe.
Cominciò a frequentare, insieme alla sua crew, strade di periferia, nuovi bar, nuovi parchi… Niente, quel misterioso e attraente ragazzo era come sparito nel nulla.
Una sera, tornando a casa, Sakura, dopo aver varcato la soglia del suo appartamento, si buttò sul letto non curante della troppa imbottitura che aveva in dosso.
Sbuffava, sbuffava e ricordava: avrebbe dato di tutto per rivedere, anche se per poco tempo, quegli occhi.
Scattò in piedi, aveva bisogno di sgombrare la mente.
 
I rumori arrivavano ovattati, vista la lontananza da qualsiasi fonte di rumore. Solo i suoni confusi di clacson lontani. Un colpo di vento, sentì un brivido leggero percorrerle la schiena, le mani posate sulla grata fredda, lo sguardo in avanti, fermo su un punto lontano. Il cielo e il paesaggio non erano più definiti; si mischiavano tra loro, come inchiostro in acqua. L’orizzonte era solo un ricordo lontano. Si distinguevano solo le luci soffuse dei lampioni e della insegne colorare. Sakura veniva lì, sul punto più alto della città, quando voleva svuotare la mente. Fece un respiro profondo e alzò gli occhi al cielo. I polmoni si riempirono di aria pura, in gola il gelo, la mente sgombra da ogni pensiero.
Quando si sentì libera, si avviò verso casa.
Era avvolta in uno spesso abito color panna che le arrivava precisamente a metà coscia. Sotto, pesanti calze color cielo. Un look semplice ma che le stava d’incanto. Il tutto contornato da stivali, un pesante cappotto e, naturalmente, cappello di lana e sciarpa.
Una normale ragazza sarebbe sicuramente terrorizzata dall’idea di percorrere le buie strade di New York, ma non Sakura; lei era cresciuta lì, in quelle stradine. Sapeva che non doveva aver paura del suo luogo di nascita. Dopotutto, era famosa : molti, infatti, la conoscevano e la rispettavano. Non solo era una cosiddetta “ragazza con le palle”; tutti la conoscevano per il suo stile di danza, per l'entusiasmo che mostra mentre balla e ,soprattutto, per quel sorriso cristallino che le si dipingeva sul volto ogni volta che incominciava la musica e, di conseguenza, anche lei cominciava a muoversi.
Andava fiera della sua reputazione e ogni volta camminava a testa alta.
Arrivò a casa nel giro di un quarto d’ora; erano ormai le 00:30. Frugò nelle tasche del cappotto alla ricerca delle chiavi, che trovò quasi immediatamente.
Si sentì vibrare e capì che quelle vibrazioni provenivano dal suo telefono cellulare. Un messaggio.
 
-So che è tardi ma non ho resistito, dovevo dirtelo! Indovina quale crew si esibirà sabato sera alla discoteca in centro, dove siamo andati lo scorso venerdì?!-
-Naruto-

Sgranò gli occhi e sorrise estasiata. Mai, e dico mai, sono stati chiamati per qualche esibizione! L’idea di mostrare a tutti di che pasta erano fatti l’estasiava.
 
-Spero che non sia uno scherzo perché sto scoppiando dalla gioia!
Oh, dimenticavo, prove fissate per domani alle 15, dobbiamo farci riconoscere! Spargi la voce, notte testa quadra 

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