Frammenti

di Portos
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1: Innuendo e Vodka ***
Capitolo 2: *** Bijou e i gatti ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1: Innuendo e Vodka ***


 

Capitolo 1: Innuendo e Vodka

 

Monaco. Montreux, sul finire dell'anno 1990, Autunno.

 

“Sogni? Tu dovevi fare il preveggente, mio caro”

Brian May, il chitarrista lesse il testo, per la seconda volta.

Freddie Mercury, il cantante seduto al bancone, sorrideva.

“No. Sono quasi vent'anni che faccio il chitarrista e mi sta bene”

A Freddie sfuggì una risata.

Il cantante posò gli occhi sul foglio, dove stava scritto il testo di “The show must go on”.

“Tu...ce la faresti a cantarla?” chiese Brian, sottovoce. Quasi temesse di doverglielo chiedere.

Entrambi lo sapevano, non occorrevano parole per dirlo.

Freddie alzò gli occhi e lo guardò per alcuni secondi.

“Certo” rispose Freddie tranquillamente.

“Mi dispiace, che i toni sia molto alti, ma non potevo fare altro...”
“Chi ti ha detto che è impossibile?” replicò Freddie interrompendolo.

“No...”

“Be' mi serve qualcosa di forte, prima di cantare”
“Capisco” fece Brian perplesso.

“E piantala di fare quella faccia!”
“Quale faccia?”
Freddie scosse la testa.

“Allora, dolcezza quali sono i versi?” chiese subito dopo il cantante.
Brian glieli lesse velocemente.

Prima di andare in studio, Freddie prese dal frigo bar, la sua vodka ghiacciata preferita.

“E questi dove li hai presi?” rise Brian.

“Mi serve qualcosa di forte prima di cantare. Non posso nemmeno farmi un po' di vodka in santa pace?”

Brian tenne la bocca chiusa. Continuando a guardarlo in maniera un po' preoccupata.

“Senti, non fare quell'espressione Brian. Ci pensano, già gli altri a preoccuparsi”

E come non si fa? Dimmelo, come non si fa?

Il chitarrista decise saggiamente di non dire altro.

 

Freddie si versò un po' di vodka nel bicchierino e lo bevve tutto d'un fiato.

“Nessuno problema, mio caro. Iniziamo?”

E sapete una cosa? Registrò la canzone in colpo solo!

 

 

Nota au:

A quanto è successo per davvero.

L'ho scovato andando in giro e quindi mi ha fatto molto piacere riscriverlo, visto che fra poco è il suo anniversario. Sono vent'anni passati e accidenti...

Mi spiace se è venuta così corta.

La vodka preferita di Freddie era la Stolichnaya. Vodka russa.


 

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Capitolo 2
*** Bijou e i gatti ***


 

Capitolo 2: Bijou (Jim Hutton)

Sarà per sempre l'amore della tua vita, il tuo amante per sempre.

Tu e io.

Non ci sarà nessun altro idiota, come lo aveva definito lui, a rovinare la loro relazione e finalmente lui aveva ammesso che con te si sentiva come a casa.

Certo lui, aveva tutti i difetti di questo mondo, ma lui ti amava alla follia.

Lo ha fatto a modo suo.

Un sorriso ti anima le labbra mentre guardi la foto: tu, Freddie e l'immancabile gatto in braccio.

Rappresentava quella tenerezza quotidiana, di tutti i giorni.

Ma questo è un segreto, non è vero Jim?

 

Capitolo 3: Gatti

“No, no ti dico che così amore. Miaooo

Roger scosse la testa incredulo: vedere Freddie Mercury cimentarsi in un miagoli e versi vari, non era di tutti i giorni.

Miaooo. Sii dolce, non come lo fai te, sembri un mangiafagioli” commentò Freddie con un ghigno.

Bah”
“Miauuu!” fece John, in modo alquanto stonato. Sembrava il verso il verso di un gatto ubriaco.

Gesù!” esclamarono in coro Freddie e Roger.

Brian si affacciò sulla soglia. Si guardò intorno con aria interrogativa.
“Qualcuno si è buttato dalla finestra di sotto?”
Roger e Freddie si misero a sghignazzare, John lanciava occhiate assassine al resto del gruppo.

Ma chi faceva dei versi così strazianti?”
“Deaky”
“Non è vero! Anche voi due stavate facendo quei versi!” protestò vivacemente John.

Ma cosa ne volete sapere voi? Io sto con sei gatti” disse Freddie, con aria da primadonna.
Brian, John e Roger alzarono lo sguardo, stupefatti.

“Sei gatti?”
“Come cavolo fai?”
“Ma voi che ne sapete?”

“Ah...ecco perché quella canzone, beccato!” disse John, con un ghigno.

“E tu volevi che noi verseggiassimo nel testo?”
Freddie divenne di tutti i colori. Ma per nulla al mondo avrebbe rinunciato alla sua canzone, sui gatti.

“Sono quelli che amo di più al mondo, contenti?” ammise Freddie imbarazzato.

“Beccato per la seconda volta!” esclamò Roger.

Freddie gli lanciò un'occhiata assassina.

“E tu quella volta che ti sei rinchiuso nell'armadio? Perché volevi mettere quella canzone sul tuo amore per le macchine”
Roger sbatté le mani sul tavolo.

“Avevi detti che non rivelato a nessuno!”

“Di che ti lagni?”
“Ma..!”

“Eddai, amore, non te la prendere”

“Piantala Melina”

“Non usare quel soprannome, amore!”

“Melina, Melina, Melina” recitò Roger, come se fosse un marmocchio di cinque anni.

“Maniaco delle auto!”
“Gattaro!”

“Cos..! Io ti strangolo e ti scarico giù nel Tamigi!”

John riuscì a dividere i due, con la sua solita proverbiale calma.

“Su, marmocchietti piantatela”
“Gatto suicida”

“Adesso basta! Allora ci dobbiamo davvero miagolare nella canzone?” intervenne Brian.

“See! Ad un certo punto fa miaooooo!”

Risatine di sottofondo.

“Cretini! Ma cosa ne sapete voi!” strillò Freddie, prossimo ad un attacco insterico.

“Cretino numero uno piantala di urlare, penseranno che ti stiano torturando!”

Brian si avvicinò.

“Allora sta canzone la facciamo o no?” chiese Brian, desideroso di mettersi al lavoro.
“Sarà meglio!” intervenne Freddie.

“Allora diamoci una stretta di mano e poi mettiamoci al lavoro”

I quattro s'alzarono. Si diedero una stretta di mano.

“Ok al lavoro” disse Brian.

“Nooo! Sei il solito guastafeste!”

“Vogliamo cazzeggiare tutto il giorno!”

“Dai! Sei proprio dolce, lo sai Freddie? Perché non ci mostri le foto dei tuoi gatti?” ghignò Roger.

Freddie indispettito gli tirò uno scappellotto sulla nuca.

“Ahio!”

“Piantala...”

Miaooouuu!”

“Oh mio un altro gatto! Ma che hanno la colite?” esclamò Mack, saltando fuori anche lui.

“No, Brian stava provando!” disse John. Freddie e Roger trattennero a stento una risata.

“Ah...”
Poi si finalmente si misero al lavoro. Tra fogli, prove di canto con miagolii insulsi e le incazzature di Freddie, perché stonavano apposta.

 

Nota au: non molto da aggiungere. Ho voluto solo fare così, per non renderlo troppo drammatico.

Buona lettura, spero non faccia troppo vomitare! No, scherzo. A presto, Portos.


 

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