Bruges; the stories of Amelie Imane Van Slecht.

di NoeBun
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Pioggia. ***
Capitolo 2: *** Go back to the past. ***



Capitolo 1
*** Pioggia. ***


Pioggia.

Ti sei sempre immedesimata in lei.

Scorre fluida, leggera e fresca, cadendo e toccando non solo la terra, ma ricongiungendosi all'acqua dei canali di casa tua.

 

E' un attimo: nessuno si accorge di una sola goccia, non fa rumore, non ti bagna abbastanza perché ci se ne debba preoccupare.

Nessuno se ne accorge finché non si unisce alle sue sorelle. Lì la gente è costretta ad aprire ombrelli, a ripararsi in casa per non prendersi una polmonite magari.

C'è chi odia questa condizione temporale, chi invece la ama e ne è affascinata. Amelie fa sicuramente parte del secondo gruppo.

Sarà perché le belle gocce cristalline che creano fruscii e strade umide in continuazione le ricordano la tua vita. Non una vita triste! Per te, Bruges, la pioggia non è mai stata fonte di depressione o angoscia, ma di cambiamento.

Il cielo dalle mille sfumature grigie, le nuvole che ricoprono la città quasi fossero una dolce e morbida coperta, e il sole che pur essendo nascosto sai che sbucherà prima o poi, per controllare cosa succede al mondo.

 

E' una rivoluzione.

La pioggia sono tutti quei stati d'animo che ti hanno accompagnata durante la vita. Fin dalla nascita, per seguirti quando hai cominciato a diventare importante per la tua nazione. Era ancora con te quando hai dovuto stare tutto il giorno a cucire merletti per colpa della crisi economica, e quando ti sei dovuta unire a sorelle e fratelli, anche quelli con cui non hai tuttora buoni rapporti, per combattere contro una delle persone che più stimi, e vincere.

Trionfare per essere uniti. Surclassare chiunque per diventare pioggia e creare un movimento che riesce a colpire chiunque, dovunque si trovi.

 

A te piace essere una goccia, a te piace diventare pioggia, e all'occorrenza temporale.

Non vuoi farti notare quando non ce ne è bisogno ma vuoi sentirti importante insieme a qualcuno. Non c'è niente di meglio che sentirsi forti e uniti, prendendo anche il posto della grande stella splendente per essere protagonisti, almeno una volta nella vita.


 

|Premesse|
La fic, come penso si sia capito, non è su un personaggio originale dell'opera, ma di un mio OC.
Si tratta di Bruges, che ho chiamato Amelie Imane Van Slecht, usata nel roleplay.
Amo Bruges, con tutta me stessa, e come tutti gli OC so che potrà essere sopravvalutata, o peggio copiata. Ma tengo tanto a lei e voglio fare il passo falso di mettere fic anche su di essa.
Se cercate su facebook il suo accaunt è Amelie I. Van Slecht. E se ve lo state chiedendo, si, è uguale alla protagonista dell'altra mia 'Silver Kingodm'. Ma c'è un perché, il personaggio è uguale, ma la storia diversa. Tutto qui.

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Capitolo 2
*** Go back to the past. ***


Go back to the past.


 

Lunghi capelli a ricoprirle la schiena, le ciocche frontali a incorniciarle il volto infantile, ma stranamente scarno e stanco, sofferente.

«E' da quando sei decaduta che ti trovi in questo stato.»

Glielo ripetevano tutti i giorni. Non la lasciavano libera un solo momento.

La bella città medioevale aveva perso il suo primato economico contro i suoi fratelli, quando? Nel XVI secolo da quanto si può ricordare.

Meglio non mentirsi, sa dire anche giorno e ora precisa. Per rimediare ha dovuto imparare un mestiere non suo: stoffe, fabbricarle e commerciarle qua e là, soprattutto verso i fratelli olandesi, che sembravano apprezzare questa sua nuova economia. Ha cucito così tanti merletti che ora le viene la nausea solo a sentirne il nome.

«Sto bene.»

No, non stava bene. Sapeva quanto poteva essere vicina la guerra, sapeva quanto avrebbero dovuto far soffrire i Paesi Bassi, più di quanto non abbiano dovuto fare nel rimanere con gli spagnoli.

Francesi. Si doveva davvero unire a loro? Avevano invaso casa sua con il pretesto di aiutarli tutti nella lotta per l'indipendenza. Li sentiva litigare tutti i giorni con le squadre inglesi lì di fianco. Ma loro erano simpatici, talmente gentleman che quasi le veniva da sorridere a vederli.

Quasi.

Non ci riusciva, era da un po' di tempo che le labbra rosate non annunciavano una minuscola curva, anche sottile. Troppi pensieri per la testa, contrastanti, confusionari, fastidiosi.

Perché doveva combattere proprio contro di loro?

Perché altrimenti non avrebbero avuto la loro libertà.

Perché era capitato ora che non aveva le forze nemmeno per guadagnarsi da vivere?

Perché le disgrazie ne chiamano sempre altre, si sa.

Perché non riusciva più ad andare avanti?

Si stava facendo troppe domande.

La gente si sta già preparando, le armi cariche e le case sbarrate. I danni che subiranno, i morti, i feriti. Tutti numeri da aggiungere, tutte sofferenze da dover ancora patire.

«Per Dio. Sono Bruges e devo lottare! Non è il momento di farsi domande stupide.»

Scattò come suo solito fare, volgendo la testa verso i comandanti nella sua stanza. Inglesi? Francesi? Belgi? Non li riconosce neppure, le sembravano tutti così dannatamente uguali. A pensarci nemmeno troppo, lo erano. Uniti dalla stessa causa, lo stesso passo deciso preso pure da Amelie, le stesse convinzioni, lo stesso sangue perso.

Ricordi lontani di quasi due secoli, non dimenticati ma superati. La guerra vinta, l'indipendenza presa, l'economicità ristabilita dopo almeno mezzo secolo, la sofferenza superata.

 

Allora perché le sembra di essere tornata a quel tempo? Di essersi fermata lì?

Perché le sembra ancora quel dannatissimo agosto 1830?

 

|Note dell'autrice|
Altra mini fic su Bruges, come promesso.
Fatta per un evento e trasformata in una mini storia. Si, il personaggio è originale. Nient'altro da dire~.

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