Second Chances di kiki4ever (/viewuser.php?uid=81922)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Nuovo mondo (parte 1) ***
Capitolo 3: *** Nuovo mondo (parte 2) ***
Capitolo 4: *** Home, my home ***
Capitolo 5: *** He can stay ***
Capitolo 6: *** Family ***
Capitolo 7: *** Friends ***
Capitolo 8: *** Hogsmeade ***
Capitolo 9: *** Fight ***
Capitolo 10: *** Return to Hogwarts ***
Capitolo 11: *** La Stanza delle Necessità ***
Capitolo 12: *** Half Truths (parte prima) ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
second chances
Buongiorno, o meglio dovrei dire buonasera dato che sono le 23.25.
Se siete qui vuol dire che quel piccolo riassuntino vi ha attirati, quindi vi invito a leggere il capitolo!
Questa fanfic è un'idea che mi è venuta poco tempo fa,
leggendo sul web vari trafiletti; l'idea di Harry che ha la
possibilità di avere una seconda chance (da qui il titolo) e di
poter riavere indietro tutti i cari persi nell battaglia contro
Voldemort, mi ha sempre ispirata, così ho deciso di mettere per
iscritto qualcosa di mio!
Spero che vi piaccia, a voi la lettura :)
PROLOGO
Harry Potter cadde sulle ginocchia, esausto, privo di quell'energia che fino a quel momento gli aveva permesso di andare avanti.
Aveva vinto.
Aveva sconfitto Voldemort, una volta per tutte; il suo più acerrimo nemico finalmente se ne era andato.
Il mondo Magico ed anche
quello Babbano ora potevano vivere in pace, senza più la
minaccia del mago ad incombere su di loro.
Tutti avevano vinto, tranne lui, Harry Potter.
Una lacrima salata si
formò all'angolo del suo occhio destro, poi, lentamente, come se
avesse aspettato secoli per poterlo fare, solcò la guancia del
giovane ragazzo, passando per l'angolo della sua bocca e fermandosi
infine sulla punta del suo mento, dove inesorabile andò ad
infrangersi al suolo.
Quella era la prima lacrima che il Ragazzo-che-è-sopravvissuto versava da molto tempo.
Non ne seguirono altre, solamente una, nel quale era racchiusa tutta la sua tristezza, tutto il suo dolore.
Harry Potter era solo, completamente solo.
Erano morti tutti, nessuno era stato risparmiato dalla furia dell'Oscuro Signore e dai suoi seguaci.
I suoi genitori.
Cedric.
Sirius.
Silente.
Piton.
Remus.
Ron.
Hermione.
Ginny.
Tutti...
Harry Potter per la prima volta nella sua vita desiderò morire.
Desiderò di raggiungere tutti coloro che aveva perso, di poterli ritrovare e di poter restare con loro per sempre.
Sapeva che era sbagliato
desiderare la morte, ma in quel momento gli sembrò l'unica
soluzione, l'unica via d'uscita all'immenso dolore che provava e che
sapeva avrebbe provato per sempre se fosse rimasto in vita.
Guardò la
bacchetta di Sambuco ancora nelle sue mani, l'arma con cui era riuscito
a sconfiggere il suo nemico, e pensò che, magari, era anche
l'arma che avrebbe potuto strapparlo da tutto quel dolore.
Le mani gli tremavano,
quasi non riusciva a reggere la bacchetta, la stanchezza era enorme e
sapeva che ben presto avrebbe perso conoscenza.
Stava ancora rimuginando
su quello che avrebbe potuto fare, quando una leggera brezza si
alzò nel cielo e gli scompigliò i capelli, lo
rinfrescò come una mano lenta che passava sulla sua testa.
La sensazione fu
bellissima, ed Harry sapeva che quello non era un semplice vento ma
qualcosa di più, solo non riusciva a spiegarsi cosa fosse.
' Harry James Potter '
Una voce dolce, melodiosa, quasi divina lo raggiunse.
Il giovane si
voltò, cercando la sua provenienza, voleva assolutamente sapere
a chi appartenesse quel suono così soave e bello.
' Harry, sono qui'
A pochi centimentri dal ragazzo, apparve una figura sfuocata, ma limpida allo stesso tempo.
Era una donna,
constatò Harry, era ricoperta da un telo completamente bianco,
che rendeva ancora più pallida e trasparente la pelle della
figura misteriosa; aveva lunghi capelli biondi, raccolti in una coda,
che discendeva al lato di una spalla oltre le curve dolci del suo seno;
il suo viso era angelico, i suoi occhi erano pacifici ed il suo sorriso
trasmetteva una sensazione di gioia e di pace che Harry avrebbe tanto
voluto provare per il resto della vita.
Sapeva di non stare
sognando, tutto era possibile, ed era anche consapevole che quella
figura era una divinità o qualcosa di simile.
La domanda sorse spontanea e venne formulata e pronunciata senza che lui potesse controllarsi.
" Chi sei? Sei bellissima! "
La donna misteriosa
sorrise ancora più apertamente, scoprendo una dentatura bianca e
perfetta e facendo arrossire non poco il giovane moro che si diede
dello stupido.
' Non
sei uno stupido Harry Potter, tu sei una persona davvero speciale ed io
sono qui per offrirti qualcosa che pochi hanno avuto '
Lo sguardo di Harry si
fece interrogativo, non riusciva a capire le parole della donna e
proprio non riusciva ad immaginare quello che gli avrebbe detto.
' Per rispondere alla tua domanda posta precedentemente, io sono una Healer....'
Healer? Che cosa significa? si chiese Harry.
' Sono quella che voi umani suolete chiamare angelo, o messaggero '
il suo sorriso sempre presente fece sentire in pace Harry, che per un
attimo dimenticò tutto il dolore provato e si concentrò
sulle sue parole, per riuscire davvero a capire che cosa stesse
succedendo.
" Sei un angelo? Quindi
sei venuta a prendermi per portarmi da loro non è vero? Sono
morto e sto per andare in paradiso? "
La risata cristallina della Healer risuonò come musica alle orecchie del ragazzo.
' No caro, non sei morto, ma posso fare una cosa per te...'
"Cosa? " Chiese
immediatamente Harry, ora logorato dalla curiosità di saperne di
più, su quella strana allucinazione che stava avendo.
' Hai
una seconda chance, una seconda possibilità Harry Potter; vedi
questo mondo non è il solo, esiste una catena infinita di mondi
paralleli a questo, che sono molto simili tra di loro ma mai uguali,
ognuno è unico nel suo genere; questi mondi sono collegati da un
unico filo conduttore, che li unisce, ma li separa allo stesso tempo '
Harry prese un profondo respiro e cercò di scacciare l'improvvisa stanchezza che pervase le sue membra.
' Oggi, io farò una proposta che pochi in tutta la storia dell'universo, hanno avuto la possibilità di avere '
" Che proposta? "
' Hai
la possibilità di cambiare mondo, di poter attraversare quel
varco che separa questo da quello immediatamente successivo; in questo
mondo alternativo tutti i tuoi cari, tutte le persone che hai perso in
questi anni, sono ancora vive, e tu, accettando la mia proposta potrai
vivere insieme a loro per il resto della tua vita! '
Harry non credette alle sue orecchie, cosa aveva appena detto la donna misteriosa?
Che lui aveva la
possibilità di cambiare mondo e di andare in uno nel quale i
suoi genitori, Sirius, Ron, Hermione e tutti gli altri erano ancora
vivi?
No, non poteva essere vero.
Eppure era così.
'
Ma stai bene attento Harry Potter, perchè in questa nuova
dimensione la minaccia del Signore Oscuro è ancora presente, lui
non è stato sconfitto, poichè tu in questo universo
parallelo non esisti...'
A quelle parole il giovane ebbe un attimo di esitazione.
Lui non era mai esistito?
La donna misteriosa rispose, senza che lui avesse formulato la domanda a voce, come se potesse sentire i suoi penrieri.
'
L'Harry James Potter di questo mondo in cui tu potrai andare è
morto il giorno della sua nascita, e i tuoi genitori non sono,
così, stati ricercati dal mago oscuro e quindi sono ancora in
vta...'
Ora Harry cominciava a
capire, ecco perchè erano ancora tutti vivi, perchè lui
non era mai esistito effettivamente.
'
Bada bene però che per quanto possa sembrare simile questo mondo
in cui tu potrai andare non è l'esatta copia del tuo, ci sono
cosa che non saranno uguali, cose che potrebbero essere difficili da
superare; ma so che tu giovane prescelto, sarai capace di sconfiggere
ancora una volta l'Oscuro che minaccia questa dimensione'
La donna tese dolcemente una mano a Harry, e gli accarezzò una guancia come una madre fa con il proprio figlio.
Harry si sentì completo.
' Sei
disposto ad affrontare nuovamente Lord Voldemort per riavere i tuoi
cari? Sei disposto ad affrontare tutte le difficoltà che ancora
una volta ti si presenteranno davanti, pur di poter abbracciare
nuovamente le persone che ami? '
Harry non se lo fece domandare di nuovo, fece un segno affermativo con il capo, vigorosamente.
" Si! "
La carezza sulla sua
giancia si fece più profonda ed Harry sentì come una
scarica di elettricità passare attraverso al suo corpo.
' Sei proprio sicuro, giovane prescelto? '
Harry non ebbe bisogno di
ripondere, la Healer sapeva già che cosa avrebbe detto, lui era
disposto anche a dare la sua vita.
'
Ricordati che le difficoltà da affrontare potrebbero essere
maggiori e soprattutto ricorda, che tutto è simile, ma non
identico all'originale...'
Con questa ultima frase
la figura angelica della donna scomparve ed al suo posto una luce
potentissima avvolse il corpo di Harry.
Il giovane si
sentì trasumanare, come lo stesso Dante disse nella Divina
commedia, ed una sensazione di pace e di completezza lo avvolse.
Si sentì come volare per quelli che parvero secoli, poi una superficie sotto di sè.
Sentì delle voci.
Delle mani sul suo corpo, poi la stanchezza ebbe la meglio.
ANGOLO AUTRICE
Spero che questo primo piccolo capitolo vi abbia un pò incuriosito!
Fatemi sapere che cosa ne pensate e soprattutto se l'idea per questa mia nuova fanfic vi piace!
Grazie a chi ha avuto la pazienza di leggere il capitolo!
Non vedo l'ora di sapere che cosa ne pensate!!!
Un grande bacio
Kiki4ever :)
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Capitolo 2 *** Nuovo mondo (parte 1) ***
second chances 2
Ok, ecco qui il secondo capitolo.
Vi lascio subito alla lettura, per chiarimenti e ringraziamenti, ci vediamo a fine pagina! :)
NUOVO
MONDO (parte 1)
Lentamente il mondo intorno a lui cominciò a riprendere forma.
Sentì
delle voci sommesse, come se provenissero da molto lontano, le percepiva come
dei sussurri remoti, non riusciva a comprendere quello che dicevano.
Tutto era
confuso.
La testa
gli faceva male, gli sembrava che qualcuno gli avesse dato una botta
incredibilmente forte, sentiva il cuore pulsare energicamente nelle vene ed un
rimbombo doloroso percorrergli le tempie.
In poche
parole si sentiva uno straccio, ma già il fatto di saperlo e percepirlo voleva
dire che si stava per svegliare del tutto.
Il dolore
lo rendeva consapevole di essere vivo.
Cercò di
aprire gli occhi, ma questi non ne volevano proprio sapere di seguire i comandi
che Harry cercava di dare loro.
Le
palpebre erano pensanti come dei macigni ed il solo pensare di sollevarle,
provocava nel ragazzo un estrema stanchezza e debolezza.
Voleva
sapere che cosa stava accadendo intorno a lui, a chi appartenessero quelle
voci, dove fosse e perchè.
Sapeva
solo di essere disteso su di un soffice materanno, calde e protettive coperte
lo facevano stare molto bene e per un attimo si sentì rinvigorito, come non gli
accadeva da molto tempo.
La sua
mente era un subbuglio e non riusciva a ricordare come fosse arrivato in quel
luogo.
“ Ma
siete sicuri che stia bene? “
Harry
sentì una voce, ora riusciva a capire distintamente le parole dette da essa.
Sembrava
appartenere ad un maschio, probabilmente un uomo data la bassezza e la
rochezza, ma era una voce che aveva già sentito, che conosceva già.
Non
riuscì però a capire a chi appartenesse, era ancora tutto troppo confuso e la
sua mente faceva ancora fatica a fare chiarezza circa quello che gli stava
capitando.
“ Madama
Chips ha detto che deve solo riposare, era all’estremo delle forze…”
Questa di
voce, invece, non la riconosceva proprio, apparteneva ad una donna, ne era
certo, poiché era soave e dolce, come quella di una madre, ma restava comunque
a lui sconosciuta.
Si chiese
perché mai c’erano delle persone accanto a lui, in fondo erano tutti morti, chi
mai avrebbe potuto soccorrerlo quando l’unica cosa che voleva era tornare dai
suoi cari?
“ Non
capisco come abbia fatto a ridursi in quello stato, insomma se non lo avessimo
aiutato sarebbe morto, era debilitato e debole e l’energia magica presente nel
suo corpo era quasi nulla e voi sapete che se essa termina, il mago in
questione muore…e poi è arrivato così all’improvviso… “
In quel
preciso istante,grazie a queste ultime parole ad Harry ritornò tutto alla
mente, come un film che gli scorreva davanti agli occhi.
Ricordò
la battaglia con Voldemort, la sua uccisione e l’immensa solitudine, ma ricordò
anche di quell’angelo.
Come
aveva detto di chiamarsi?
Era una
Healer?
Ricordava
perfettamente ora.
La sua
comparsa.
La
proposta.
Ricordava
di averla accettata.
Poi una
luce bianca e tanta, tanta pace.
Cercò di
riflettere attentamente su quello che poteva essere successo.
Quella
donna misteriosa, l’angelo, doveva averlo realmente trasportato nella
dimensione parallela, come gli aveva preannunciato, e probabilmente, lui era
svenuto a causa dell’energia persa nel combattimento contro il Signore Oscuro
del suo mondo ed era stato trasportato e salvato da qualcuno.
“ Lily,
non ti preoccupare, vedrai che il ragazzo starà bene, deve solo restare a
riposo, ci prenderemo noi cura di lui “
Esclamò
una terza voce, questa volta maschile, che Harry sapeva di conoscere, ma non
riusciva ad associare ad un volto.
“ Lo so,
James, ma sono ugualmente preoccupata, sembra così indifeso…”
Era
nuovamente la donna di prima ad aver parlato ed in quel momento Harry capì una
cosa molto importante.
Una cosa
che avrebbe cambiato il suo mondo per sempre, che lo avrebbe reso migliore, che
lo avrebbe reso orgoglioso di essere ancora vivo e di non aver mollato, di non
essersi lascianto andare.
Lily?
James?
No, non
poteva essere vero.
Non
poteva esser finito davvero sotto le cure dei suoi stessi genitori,
immediatamente dopo esser stato trasportato in quell’universo parallelo, era
troppo assurdo.
Sarebbe
stato davvero un sogno, ma non era possibile!
“ James
ha ragione, aspettiamo che si risvegli, poi parleremo con lui e gli
chiederemo…”
Remus!
Harry,
finalmente riconobbe la prima voce che aveva sentito quando si era risvegliato.
Oh mio
Dio, pensò Harry.
Lily,
James e Remus.
Che fosse
davvero…?
Harry si
alzò di scatto seduto, preso da un improvviso desiderio di sapere se quel sogno
fosse reale.
Ma non
aveva fatto i conti con le ripercussioni che quel gesto avrebbe provocato.
Prima
ancora di realizzare quello che aveva fatto, sentì un dolore fortissimo
percorrergli il corpo, ed un potente capogiro lo fece quasi cadere dal letto.
“Woah!”
Qualcuno
lo afferrò prima che potesse farsi ancora del male, forti braccia lo sostennero
e cercarono di rimetterlo disteso, ma Harry non voleva tornare a dormire,
nonostante la stanchezza, lui doveva sapere se tutto quello che pensava fosse
vero.
“ Ehi
ragazzo, non sforzarti troppo, non ti sei ancora ristabilito, hai bisogno di
riposo. “
Harry
trovò finalmente la forza per aprire gli occhi e osservare la persona che
ancora lo teneva tra le braccia, come se avesse paura che potesse cadere di
nuovo.
E fu in
quel momento che il verde smeraldo si incontrò con l’oro.
Padre e
figlio, senza nemmeno saperlo, si videro per la prima volta.
Harry,
stava davvero guardando il volto di suo padre.
Poco
importava se non era il suo vero padre, ma solo una copia di un'altra
dimensione, per lui era come se lo fosse.
Harry
avrebbe tanto voluto poter vedere anche sua madre, non desiderava altro.
Ma si
sentiva debole, e tutto intorno a lui si stava facendo nuovamente nero.
Non
voleva addormentarsi di nuovo.
Non
voleva smettere di guardare quegli occhi d’oro.
Non
voleva.
Ma non
poté fare altro se non rilassarsi e svenire tra le braccia forti di suo padre.
James
Potter sentì quel fragile corpo rilassarsi tra le sue braccia, e per un attimo si
spaventò, per poi tranquillizzarsi subito sentendo una mano sulla spalla, che
cercava di confortarlo.
Lily
Evans, sua moglie, lo guardò negli occhi, per poi posarli sul giovane ragazzo
ormai svenuto nella stretta del marito.
“
Lasciamolo riposare, così quando si risveglierà, starà meglio! “
James
annuì con la testa, stendendo il giovane sul letto con quanta più delicatezza
possibile.
“
Speriamo, Lily, perché non mi ero mai preso uno spavento del genere, insomma ha
rischiato davvero di morire… ed è… ed è così giovane! “
Il moro
era davvero scioccato da quello che era capitato poche ore prima.
Non era
certo cosa da tutti i giorni passeggiare per il bosco di fianco a casa tua e
trovare un ragazzo disteso, svenuto ed in procinto di morire.
Lily gli
andò a fianco, come fece lo stesso Remus, e prese una sedia, sedendosi di
fianco al marito, in prossimità del letto del ragazzo, così che potessero
tenerlo d’occhio qualora ci fossero stati problemi.
“ Chissà
che cosa gli è successo…” Si domandò la donna, prendendo la mano del marito e
stringendola forte.
La sua
stretta venne ricambiata.
“
Ragazzi, io vado dagli altri, voi rimanete qui, se succede qualcosa non tardate
ad avvisarmi “
Detto
questo Remus uscì dalla stanza, lasciando soli i due coniugi ed il ragazzo ora
addormentato.
Lily lo
osservò.
Era così
pallido, meno di quando lo avevano trovato, ma sempre troppo per i suoi gusti,
era molto magro, come se non avesse mangiato per giorni ed era anche pieno di
ferite che preannunciavano il fatto che avesse combattuto contro qualcuno.
Rilasciò
un sospiro preoccupato, per poi poggiare la sua testa sulla spalla del marito.
“ Vedrai
che starà bene Lily, secondo me è un ragazzo forte! “
Non ne
dubitava affatto, ma era ugualmente ansiosa di sapere che cosa mai avesse
potuto ridurre un ragazzo di diciassette anni in quello stato.
Suo
figlio avrebbe avuto la sua stessa età se non fosse morto ancora prima di
nascere.
Cercò di
non pensare a quel fatto che ancora le faceva provare un dolore infinito e si
concentrò sul presente, su suo marito e soprattutto sul giovane che era disteso
davanti a lei.
Si
abbassò lentamente a toccare la fronte scalfita da una cicatrice a forma di
saetta del ragazzo, e sentì che scottava un poco.
“ James,
penso gli sia venuta la febbre “
Il marito
la guardò preoccupato.
“ Vado a
chiamare Madama Chips, speriamo non si alzi, questo ragazzo ne ha già passate
troppe! “
Ed uscì
dalla stanza in fretta e furia.
Lily
guardò il volto pallido del diciassettenne.
Prese una
sua mano e la strinse.
“ ..non
te ne andare… “
Un
sussurrò provenne dalle labbra di quel giovane ancora senza nome.
Lily
rimase molto sorpresa e si avvicinò per verificare di aver sentito bene le sue
parole.
“…non
lasciarmi solo… “
Questa volta
capì perfettamente, una morsa stinse il suo cuore nel vedere quanto l’altro
avesse sofferto.
Strinse
la sua mano maggiormente.
“ Non ti
lascio, tranquillo, resterò qui di fianco a te “
Sul volto
di Harry si formò un piccolo sorriso, nel sentire, quelle dolci e rassicuranti
parole che lo avrebbero accompagnato nei suoi sogni.
ANGOLO AUTRICE
Eccomi qui con il primo vero capitolo di questa storia!
Harry ha incontrato i suoi genitori, o meglio per adesso ha visto solo
suo padre, ma presto incontrerà veramente anche Lily ed il loro
primo incontro sarà davvero molto importante ai fini della
storia!
Scusate se non è così lungo come avevo premesso, ma è stato diviso in due parti per ragioni di trama!
Allora, per prima cosa vorrei ringraziare infinitamente tutte le
persone che hanno commentato il primo capitolo, non pensavo sareste
state così tante!
Grazie infinite e fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo!!!
Ringrazio anche tutti coloro che hanno aggiunto la storia nelle
seguite, in quelle da ricordare e nelle preferite, grazie mille anche a
voi!
Commentate vi prego, sono sempre felice di sapere quale è il vostro parere riguardo la storia!
Prossimo aggiornamento presto!
Un grosso bacione a tutti,
la vostra kiki4ever :)
P.S. Vi piacerebbe qualche immagine ad inizio capitolo?
|
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Capitolo 3 *** Nuovo mondo (parte 2) ***
secondchances chp 3
Eccomi
ancora qui con il secondo capitolo di Second Chances! Spero che vi
piaccia! Per altre informazioni ci vediamo a fine pagina, ora vi lascio
alla lettura! Grazie in anticipo a chi leggerà questo capitolo!
;)
NUOVO MONDO (parte 2)
Quando Harry si
svegliò quella mattina, poche ore dopo esser svenuto tra le
braccia di suo padre, si sentì bene, come non accadeva ormai da
molto tempo; si sentiva riposato, sia nel corpo che nella mente,
finalmente guarito da tutte quelle ferite procuratosi nelle battaglie
che aveva dovuto affrontare negli ultimi mesi della sua vita.
La sua mente era lucida,
e poteva percepire il suo corpo finalmene rivigorito anche se ancora
debole, inoltre quel peso che gli opprimeva il petto, quel dolore
costante, come se non riuscisse a respirare giustamente, era svanito.
Si sentiva libero, rinato.
Sapeva che tutto
quell'improvviso benessere era dettato dal fatto che si trovava in un
nuovo mondo, in un luogo dove poteva ricominciare tutto da capo,
soprattutto con la sua vita; un luogo dove poteva essere se stesso
senza paura di poter essere giudicato o senza che nessuno si aspettasse
niente da lui.
In quel nuovo mondo aveva
la possibilità di essere un ragazzo normale, come aveva sempre
sognato, e non si sarebbe lasciato scappare questa possibilità
neanche per mille galeoni, come non si sarebbe lasciato sfuggire
l'occasione di riallacciare i rapporti con tutti coloro che aveva perso
in precedenza.
Inoltre, si sentiva in
pace con se stesso, come mai prima, infatti quella notte il suo sonno
non era stato popolato da incubi come gli era successo di recente, al
contrario, aveva sognato sua madre, Lily.
Nel sogno lei gli
accarezzava i capelli come solo una madre può fare, dolcemente,
lentamente, come una ninna nanna cantata con il movimento di quelle
dita, che lo avevano rilassato; era rimasta accanto a lui,
sussurrandogli parole rassicuranti e vegliando su di lui, facendolo
sentire come un figlio amato e desiderato.
Con questa splendida
immagine impressa nella mente, come se avesse paura che una volta
svegliatosi questa potesse sparire, rendendolo consapevole del fatto
che fosse stato solo un sogno, Harry si decise ad aprire gli occhi.
Osservò per un
tempo infinito il soffitto bianco sopra di lui, rimanendo affascinato
dalle piccole volte eleganti che lo caratterizzavano; quando si decise
finalmente a guardarsi intorno, scoprì di essere in una stanza
non molto grande ma accogliente, le pareti erano color panna, i mobili
erano antichi e lui era disteso su di un letto matrimoniale molto
comodo e bello, alto e in legno.
Su di un muro era appeso
un poster gigante raffigurante una squadra di quidditch, molto
probabilmente i Cannon di Cudley, ma Harry non ne era molto sicuro,
l'appassionato di sport non era lui, ma Ron.
Al solo pensare il nome del suo migliore amico, una fitta lo colpì al petto.
Scacciò via il
dolore, cercando di non pensarci, perchè ormai quel crudele
passato non poteva essere cambiato e l'unica cosa che il diciassettenne
potesse fare, era ricominciare.
Lui aveva una seconda possiblità!
Venne distolto dai suoi
pensieri da una fioca luce che traspariva da un piccolo spiraglio tra
le tende tirate, di un blu intenso e pacifico.
Harry si sentiva come se fosse a casa.
Questo pensiero scatenò in lui un'improvvisa ondata di panico.
Dove si trovava?
Aveva realmente visto suo padre oppure era stato tutto un sogno?
Intimorito poichè
non aveva la risposta a queste domande, Harry cercò di
sedersi ma scoprì, ben presto, di non poterlo fare.
Volse lo sguardo verso la
sua destra, dove sentiva un peso che non gli permetteva di muoversi
come avrebbe voluto, dal soffice letto in cui aveva riposato, e quello
che vide lo lasciò letteralmente senza fiato.
Mai avrebbe potuto
immaginare la scena che gli si presentava davantiu agli occhi in
quell'istante, l'aveva desiderata per troppo tempo nella sua vita per
poter anche solo pensare che, un giorno, sarebbe potuta avvenire una
cosa del genere.
Infatti, poggiata con le
braccia sulle ginocchia del giovane, con la testa sulle sue gambe,
voltata verso il suo viso, come a volerlo vegliare anche nel sonno
profondo in cui si trovava, con una mano stretta ancora fortemente
nella sua, c'era Lily Evans Potter.
Sua madre.
Sua madre era proprio lì.
Davanti a lui.
Harry si sentì
congelare, gli occhi puntati sulla figura dormiente di sua madre e sui
suoi splendidi capelli rosso fuoco, che contrastavano con il bianco
delle lenzuola.
Non sapeva che cosa fare, era letteralmente paralizzato dalla paura e dall'ansia.
Come avrebbe dovuto reagire?
Avrebbe dovuto svegliare
sua madre, oppure lasciarla riposare nonostante gli impedisse di
muoversi e di raccogliere infomazioni circa il luogo in cui si trovava?
Se si fosse svegliata, come avrebbe dovuto comportarsi?
Come ci si comporta con la propria madre che non sa che sei suo figlio?
E perchè Lily gli stava stringendo la mano?
Che il suo sogno non fosse stato tale, ma realtà?
Era talmente immerso nel
turbinio delle domande che gli invadevano la mente, che non si accorse
che la figura di cui si stava preoccupando tanto, si stava svegliando.
Lily Evans infatti,
sentendo qualcosa muoversi sotto di lei, si destò dal sonno
leggero in cui era caduta, esausta, poche ore prima, mentre vegliava
sul giovane ragazzo senza nome.
Fu in quel momento,
mentre pensava ancora a lui, che si accorse, ancora non del tutto
cosciente, che il ragazzo in questione si era finalmente svegliato ed
ora la guardava come se fosse scioccato.
Immediatamente Lily,
preoccupata che potesse sentire ancora dolore, si alzò in un
secondo, facendo fare un balzo ad Harry, che solo in quel momento
ritornò cosciente di quello che gli stava accadendo intorno.
Lily, preoccupata,
guardò il ragazzo negli occhi e stava per chiedergli se andasse
tutto bene, se lui si sentisse bene, ma non ci riuscì.
Harry stava per scusarsi
con sua madre, che non sapeva di esserlo, per il fatto che avesse
dovuto vegliare su di lui, un ragazzo che nemmeno conosceva, ma non ci
riuscì.
Non ci riuscirono, perchè nel momento in cui i loro occhi si incontrarono successe qualcosa di monto strano.
Non fu come quando Harry aveva incrociato quelli di suo padre, questa volta era diverso, era magico.
Intorno a loro il mondo
parve fermarsi per qualche secondo, che però a loro parve un
secolo, mentre lo smeraldo incontrava il suo gemello.
Un turbinio di sensazioni colpì i due, senza che potessero fare nulla per evitarlo.
Harry sentì una
forza immane entragli nel corpo, seguita da una di pace e di
tranquillità che lo fece sentire come se fosse in paradiso.
Lily sentì una
fitta al cuore, come se questo avesse ripreso a battere nel modo giusto
come non faceva daquando aveva perso la persona più importante
per lei insieme a James.
Nessuno dei due riusciva a distaccare lo sguardo dagli occhi dell'altro.
Erano come attratti da due calamite, due unità dello stesso essere che si riuniscono dopo esser state separate.
Un ricongiungimento.
Come se i due mondi da cui provenivano, si fossero fusi in uno solo.
C'erano solo loro due, nessun altro.
Solo Harry e Lily.
Avrebbero potuto
guardarsi all'infinito senza mai poter smettere, quando una voce giunse
a risvegliarli da quella specie di sogno ad occhi aperti.
"LILY!"
Urlò questa come spaventata.
E questo bastò a
spezzare quell'incantesimo che si era creato tra loro due, quella
specie di mondo che in quei pochi secondi avevano potuto vivere insieme.
Lily fece un balzo, seguita a ruota da Harry, e entrambi si guardarono intorno.
James Potter era di fianco a sua moglie e le scuoteva una spalla.
Dietro di lui Harry notò altre due persone.
E quando le vide il suo cuore perse un battito dalla gioia.
Sirius Black e Remus Lupin.
Erano ancora vivi.
La felicità
riempì il suo cuore e il moro cercò di contenersi per non
saltare loro al collo ed abbracciarli stretti.
"Ma che diavolo....? Ti ho chiamata almeno cinque volte ma non rispondevi!" disse James preoccupato e ansioso per la moglie.
Solo in quel momento Harry e Lily si accorsero di avere il fiatone, come se avessero corso.
Lily guardò confusa il marito, poi Harry, poi ancora il marito.
"James stavo solo controllando che stesse bene... ero immersa nei miei pensieri!"
Perchè sua madre non aveva detto niente riguardo quello che era appena accaduto loro?
Solo dopo le parole della
moglie, James e gli altri Malandrini si resero conto che il ragazzo
misterioso che avevano soccorso era sveglio e cosciente e sembrava
stare meglio.
E proprio come un malandrino avrebbe fatto in una situazione del genere...
Iniziarono tutti a raffica a sparare domande al povero Harry, che non capì una parola di quello che gli chiesero.
Solo l'intervento di Lily, lo salvò da un futuro mal di testa con i fiocchi.
" Ragazzi calmi, devo forse ricordarvi che si è appena svegliato da un sonno di quasi due giorni?"
I Malandrini si calmarono e presero ognuno una sedia per andare di fianco a lui.
Harry non sapeva, ancora una volta che cosa fare.
Cosa avrebbe dovuto rispondere alle loro domande?
L'agitazione
iniziò ad invadere il suo corpo, mista alla felicità nel
poter rivedere due delle persone più importanti della sua intera
vita, ancora vivi e vegeti e soprattutto accanto a lui.
" Scusaci, siamo molto
esuberanti a volte e ci dispiace averti spaventato così "
iniziò suo padre con tono gentile.
" Ti senti meglio? Ti fa
male qualcosa? " Chiese ancora ed Harry avrebbe voluto tanto tuffarsi
nel suo petto e dirgli tutto quello che non aveva potuto dirgli in
diciassette anni vissuti senza di lui, ma sapeva di non poterlo fare.
" Sto bene, grazie " rispose con voce bassa e un poco roca per le tante ore in cui era rimasto senza utilizzarla.
Tutti annuirono e
rilasciarono un sospiro di sollievo alla sua risposta, poichè
erano stati molto in pensiero per quel povero ragazzo che sembrava aver
affrontato le pene dell'inferno e che aveva rischiato di morire poche
ore prima.
" Bene, ne siamo contenti... " Disse Sirius con un sorriso che fece scaldare il suo cuore.
Era da anni che non
vedeva quel sorriso ed ora poteva gioire di nuovo insieme al suo
padrino, senza però fargli scoprire chi era veramente.
Harry sorrise a sua volta a quelle quattro persone che amava con tutto il suo cuore.
" Potremmo sapere per favore il tuo nome? Sai non abbiamo avuto modo di chiedertelo e..."
Il sorriso si spense sulle sua labbra, lasciando posto ad una smorfia spaventata.
Oh mio Dio.
Harry venne preso dal panico.
Chi sarebbe dovuto essere in quella dimensione?
Oh no, e adesso cosa mi invento? pensò il povero giovane che si trovava a corto di idee.
ANGOLO AUTRICE
Salve a tutti cari lettori!
Ho cercato di aggiornare il prima possibile! Scusate se ci sono errori di battitura, ma qualcuno mi sfugge sempre!
Allora che ne pensate del capitolo? Piaciuto? Ed il finale?
Scusate se l'ho lasciato così in sospeso, ma ci voleva :)
Ringrazio infinitamente tutti coloro che hanno aggiunto la storia nelle
seguite, nelle preferite e in quelle da ricordare e soprattutto
ringrazio con tutto il mio cuore i 6 angeli che hanno commentato lo
scorso capitolo, solo mi dispiace che siate diminuiti rispetto al primo!
Vi prego fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo :)
Il prossimo aggiornamento, se tutto va bene, sarà verso domenica!
Un bacione a tutti
Grazie infinite ancora per essere passati di qui :)
Kiki4ever :)
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Capitolo 4 *** Home, my home ***
Second Chances 4
DOVE ERAVAMO RIMASTI?
" Potremmo sapere per favore il tuo nome? Sai non abbiamo avuto modo di chiedertelo e..."
Il sorriso si spense sulle sua labbra, lasciando posto ad una smorfia spaventata.
Oh mio Dio.
Harry venne preso dal panico.
Chi sarebbe dovuto essere in quella dimensione?
Oh no, e adesso cosa mi invento? pensò il povero giovane che si trovava a corto di idee.
HOME, MY HOME
Un nome. Un nome, Un nome.
Panico. Panico. Panico.
Il-ragazzo-che-era-sopravvissuto aveva la mente completamente vuota, un black-out che non gli permetteva di pensare lucidamente.
Cavolo, doveva riuscire a trovare un nome fittizio per la sua nuova
identità, prima che il suo silenzio prolungato potesse destare
sospetti.
Ma non aveva idee, nemmeno una.
I Malandrini e sua madre lo stavano guardando, aspettando che un
qualche suono fuoriuscisse dalle sue labbra, ma il ragazzo non sapeva
davvero che cosa fare.
Era il salvatore del mondo magico, per Merlino, e non riusciva a pensare a niente di decente da dire!
La sua bocca si mosse prima che potesse controllarla e la parola che
fuoriuscì fu la più sbagliata che avesse potuto mai dire.
"Harry...."
Oh per la barba di Merlino, aveva davvero detto il suo vero nome?
E adesso?
E se lo avessero scoperto?
Stupido Harry, sei davvero uno stupido! pensò sconfortato,
cercando un modo per poter rimediare al gravissimo errore che aveva
appena commesso.
Poi, si rese conto di una cosa molto importante, che non avrebbe mai
dovuto dimenticarsi, che doveva ricordarsi, ma a cui, scioccamente, non
aveva pensato.
Infatti, dopo aver pronunciato il suo vero nome, vide gli occhi di sua
madre e di suo padre spalancarsi, sorpresi per poi divenire immensamente tristi.
Accidenti a lui, doveva solo
inventarsi un nome fasullo, perchè diavolo non ci era riuscito?
La Healer gli aveva detto che in quella dimensione lui era morto, ma
questo non significava che i suoi genitori non gli avessero dato un
nome!
Infatti i coniugi Potter, sentendo quella parola, sentirono il cuore sussultare.
Erano anni ormai che cercavano di non pensare al loro figlio perduto, ma ogni volta diventava sempre più difficile.
Lily cercò di rimanere impassibile, James chiuse gli occhi un
secondo, Sirius prese un profondo respiro e Remus guardò
preoccupato gli amici.
Si ripresero, però, in fretta e guardarono il ragazzo che ora sapevano chiamarsi con quel nome: 'Harry'.
Nel frattempo, il ragazzo-che-è-spravvissuto cercava
freneticamente un rimedio e un'idea gli venne in mente prima che tutto
fosse irreparabile.
"Harrison..."
Ok, Harry era il diminutivo di Harrison, poteva andare bene!
Aveva in parte risolto la mega gaffe che aveva appena fatto, ma ora c'era un altro grave ed importante problema.
Il cognome.
Evans...
Non poteva certo usarlo, era il cognome di sua madre.
Dursley...
Non se ne parlava nemmeno, e poi era quello dei suoi zii quindi...
Tutti quelli che gli venivano in mente erano troppo banali, oppure
appartenevano a qualcuno del suo mondo che però, sicuramente,
esisteva anche in questo, quindi doveva trovarne uno che non destasse
sospetti, che fosse nuovo.
Tutto quel pensare gli stava facendo venire un mal di testa incredibile, e lo stava facendo stancare maggiormente.
Guardò le persone che aveva davanti a sè, pensando che
non poteva farsi scoprire subito, avrebbe loro detto la verità,
ma non prima di aver sconfitto Voldemort anche lì!
Doveva solo
aspettare e farsi amare da loro per quello che era, non per aver detto
loro di essere Harry Potter.
Guardò il suo padrino e...
Sirius di congome faceva Black!
Ma Black non poteva utilizzarlo!
'Aspetta un secondo' pensò Harry 'Black, è un colore, ed il suo contrario è....'
Dopo quelli che parvero secoli, sia a lui che agli altri presenti nella stanza, finalmente il giovane parlò.
"White...mi chiamo Harrison White, ma tutti mi chiamano Harry"
Concluse il giovane rilasciando un sospiro di sollievo quando vide un
sorriso comparire sul volto dei tre Malandrini e di sua madre.
Aveva davvero rischiato di far saltare la sua copertura in pochissimo
tempo, in fondo assomigliava in modo impressionante a suo padre e non
poteva permettersi di commettere più un errore del genere in
futuro, altrimenti sarebbe stata la fine.
Lui non era più Harry Potter, non era più il ragazzo-che-ha-sconfitto-colui-che-non-deve-essere-nominato.
No, quel ragazzo era morto insieme a Voldemort e a tutte le persone a lui care.
In questo mondo sarebbe stato un semplice diciassettenne, un semplice
mago come tutti gli altri, che avrebbe combattuto insieme all'Ordine
della Fenice, per sconfiggere ancora una volta il Signore Oscuro, ma
non era più l'eroe di turno.
Anzi, non era mai stato un eroe.
Un eroe non avrebbe mai permesso la morte di tutte quelle persone.
" Allora Harrison, piacere di conoscerti!"
La voce del suo padrino lo distolse da quei pensieri tristi che ormai gli dilaniavano l'anima.
Harry alzò il viso ed incontrò l'espressione di Sirius.
Questa era la sua seconda possibilità, non poteva sprecarla.
Questa volta avrebbe fatto andare tutto per il verso giusto.
Avrebbe ucciso Voldemort e nessuno avrebbe perso la vita, questa volta avrebbe fatto le cose per bene!
****
I Malandrini erano ora seduti intorno al tavolo della cucina e stavano bevendo una tazza di caffe.
Era stanchi, per le notti quasi insonni che avevano dovuto passare per
stare accanto al nuovo arrivato ed ora non vedevano l'ora di potersi fare
una bella dormita.
"Ragazzi che stanchezza, per fortuna siamo in vacanza, il solo pensiero
di dover andare a lavorare mi avrebbe ucciso!" esclamò Sirius,
soprimendo uno sbadiglio.
" Già, mi sarei addormentato di sicuro sulla scrivania!" Disse
James imitando suo 'fratello' e sbadigliano a sua volta, mettendo una
mano davanti alla bocca e poi lasciandosi andare indietro, sullo
schienale della sedia.
" Come se non lo facessi già... " Commentò Remus con una
risata, seguito subito da Lily, che comparve in cucina in quel momento,
e dando un leggero bacio a suo marito sulle labbra.
James fece il finto offeso alla risata della moglie, ma sapeva
benissimo che i due avevano ragione, qualche volta, proprio come a
scuola, accadeva che James si addormentasse sul serio, ma nessuno gli
diceva mai niente, insomma lui era James Potter, uno dei più
grandi Auror del mondo!!!
" Il raga- cioè Harrison? Come sta? " Chiese Remus, con uno
sguardo preoccupato sul volto.
Quel ragazzo, non riusciva a capire
perchè, gli ispirava fiducia, era come se sentisse di doverlo
proteggere per qualche strano motivo.
" L'ho lasciato un attimo da solo, ha detto che ci avrebbe raggiunto
tra poco!" Rispose Lily, iniziando a preparare un buonissimo pancake
per i suoi Malandrini e per il giovane, che sicuramente avrebbe avuto
fame, dopo due giorni di digiuno.
" Sapete, non so se l'avete notato, ma Harrison assomiglia in modo strabiliante a James! Solo che non porta gli occhiali!"
Sirius aveva perfettamente ragione, se non fosse stato per l'assenza
degli occhiali, il ragazzo sarebbe stato la copia esatta di James
quando era giovane, ed aveva anche gli occhi di Lily!
Sarebbe potuto essere loro figlio!
Tutti avevano avuto quel pensiero, ma nessuno lo aveva espresso ad alta
volce, perchè sapevano quanto facesse ancora male ai coniugi
Potter pensare alla parola figlio!
" Eh dai, capita! Insomma ce ne sono di ragazzi in giro che ti
assomigliano!" Esclamò Sirius per cercare di allentare la
tensione che aveva iniziato a crearsi nella stanza.
" Ma che diavolo dici?!?!? Io sono unico, nessuno può nemmeno lontanamente avere il mio fascino!"
E i due migliori amici iniziarono ad azzuffarsi, proprio come quando
erano ragazzini, con Lily vicino ai fornelli che rideva di gusto, e nel
contempo pensava che il marito e Sirus fossero ancora dei bambini e con
Remus che cercava, come al solito di fermarli e di calmarli, azione che
gli era impossibile ovviamente.
Fu così che Harry li trovo, quando entrò nella cucina.
Una famiglia.
La sua famiglia.
Le persone che amava più di ogni altre erano lì a pochi passi da lui, ma lui non faceva parte realmente di loro.
Guardò la scena con un piccolo sorriso sul volto, ma con le lacrime nel cuore.
Chissà se avrebbe mai potuto far parte di quel quadretto un giorno.
Rimase sullo stipite della porta per quello che gli parve un giorno
intero, non si sarebbe mai annoiato a quardarli
così felici, così spensierati e soprattutto così vivi.
I quattro finalmente si accorsero di lui, cercando di ricomporsi e
arrossendo per essersi fatti beccare in una situazione così
bambinesca.
" Harrison... eccoti qui, vuoi mangiare qualcosa?" Chiese gentilmente Lily, mostrandogli un piatto pieno di leccornie.
Lo stomaco del moro brontolò e a quel suono, i Malandrini
scoppiarono in una fragorosa risata, prendedola come una risposta
affermativa.
Remus si alzò e aiutò Harry a sedersi, poichè il
giovane era ancora un poco instabile sulle gambe, che infatti gli
stavano tremando.
" Serviti pure! " Disse Sirius, allargando le braccia in un gesto di invito.
" Non me lo faccio ripetere!" Rispose però James.
" Ehi mica dicevo a te vecchio!"
E ripresero ad azzuffarsi, per poi mangiare tutti insieme.
Harry pensò che fosse magnifico mangiare per la prima volta nella sua vita, una colazione preparata
da sua madre, insieme alla sua vera famiglia.
ANGOLO AUTRICE
Bene, spero che il capitolo vi
sia piaciuto, scusate se non è bellissimo, ma non è
proprio uscito come mi aspettavo, però spero sia stato lo stesso
di vostro gradimento e soprattutto che qualcuno ancora segua questa
storia dopo così tanto tempo che non aggiornavo!
Vi prego lasciatemi un commento e fatemi sapere che cosa ne pensate!
Mi servono proprio i vistri pareri, mi spronano ad andare avanti!
Ringrazio infinitamente, oltre a
coloro che hanno commentato, anche coloro che hanno aggiunto la storia
nelle preferite, nelle storie da ricordare e nelle seguite!
Siete tantissimi e questo mi fa davvero piacere!
Il prossimo capitolo non so
quando arriverà, ma cercherò di fare il più in
fretta possibile e cercherò di farlo bello lungo, promesso!
Bene, detto questo vi ringrazio ancora di cuore per aver letto!
Alla prossima (che spero sarà presto)
Tantissimi baci
Kiki :)
P.S. Lo so, sono ripetitiva, ma volete un'immagine ad inizio capitolo? Vi piacerebbe?
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Capitolo 5 *** He can stay ***
chp5
Eccomi
qui....vi avviso è un capitolo mooooolto lungo e pieno di
avvenimenti importanti, ah solo una cosa, preparate i fazzoletti!
Ora vi lascio alla lettura ;P
HE CAN STAY
Harry stava camminando lentamente sotto i pallidi raggi del sole tipico
inglese, una settimana dopo il suo risveglio a casa Potter e,
finalmente, aveva riacquistato del tutto le forze.
Riusciva a restare sveglio quasi nomalmente, senza aver bisogno di
dormire per ore, sentendosi sempre stanco nonostante si riposasse
molto; riusciva a camminare ed a fare passeggiate tranquillamente,
senza che le gambe gli tremassero ed avesse bisogno di un sostegno, ora
avevano ripreso il loro tono muscolare ed anche fare respiri profondi
ora non gli costava nessuna fatica, riusciva infatti a respirare senza
che l'intera cassa toracica gli dolesse.
Ma, metaforicamente parlando, il solito peso che gli opprimeva il cuore,
che gli schiacciava e dilaniava l'anima, quello non se ne sarebbe
andato tanto presto, anzi, forse non sarebbe mai sparito, ma ad Harry
andava bene così.
Sentire il dolore gli faceva ricordare le magnifiche persone che si
erano sacrificate per un bene superiore, per il suo bene; sentire quel
dolore lo faceva sentire realmente vivo, ma soprattutto consapevole.
Consapevole del fatto che, nonostante si trovasse in un nuovo mondo ed
avesse la possibilità di ricominciare da capo tutta la sua vita,
non avrebbe mai potuto cancellare il ricordo di quelle persone che
aveva combattuto fino alla morte; Harry non poteva fingere che non
fosse successo.
Quelle memorie, per quanto dolorose fossero, rappresentavano una parte
fondamentale del suo passato, ed insieme a quelle piacevoli, erano
rinchiuse in una parte segreta del suo cuore, custodite come tesori e
mai rivelate.
Quelle memorie erano una
parte integrante di lui, il passato, in fondo, è parte
integrante di una persona, ti rende ciò che sei nel presente e
ti aiuta ad affontare il futuro.
Harry era quello che era,
proprio per il suo passato; ora poteva affrontare un nuovo avvenire,
poteva cambiare la sorte infelice che gli era spettata nel suo vecchio
mondo, poteva diventare realmente un salvatore, anche a costo di
perdere la vita una volta per tutte.
Non avrebbe potuto sopportare un'altra perdita, non questa volta.
Si riscosse da quei
pensieri tristi e malinconici quando una nuvola coprì quel poco
sole che gli riscaldava la pelle; Harry si guardò intorno e
capì che era rimasto fermo in quella posizione per un tempo
molto lungo, forse era meglio tornare a Potter Manor prima che i suoi
genitori, che strano effetto faceva pensare che erano proprio lì
con lui, e i suoi padrini si preoccupassero seriamente per lui.
Mentre tornava nella casa
in cui sarebbe dobuto crescere, rimuginò su tutte le belle
esperienze che aveva passato con la 'sua famiglia' nell'arco di quei
sette giorni.
Aveva parlato molto con
sua madre, ed aveva scoperto che era una donna fantastica e sempre
sorridente, nonostante il suo passato ombroso e pieno di sofferenza.
Harry riusciva a
sorridere veramente quando era insieme a lei, e quando i loro occhi si
incontravano sembrava semrpe riformarsi quella specie di energia
magica, come era successo la prima volta che si erano incontrati.
Aveva inoltre imparato
che sua madre era un'ottima cuoca e non riusciva a fare a meno che
guardarla mentre preparava qualcosa da mangiare, meravigliato dalla sua
bravura e dalla sicurezza delle sue movenze.
Era stato anche molto
tempo con Sirius e Remus, con il primo aveva parlato e discusso di
quidditch quasi tutto il tempo, ma era sempre piacevole sentire la voce
del suo padrino, senza doversi poi risvegliare e ricordare che era
morto, no, in quel mondo Sirius era vivo e vegeto.
Aveva scoperto che il suo
padrino era ancora single, proprio come nel vecchio mondo e che viveva
insieme ai Potter e a Remus, tutti insieme a Potter Manor.
Con Remus aveva costruito
proprio un bel rapporto, gli piaceva leggere e consigliava a Harry
sempre tantissimi libri, che lui apprezzava molto; Remus era sempre il
solito, anche se in qualche certo senso sembrava più sicuro di
quello che aveva conosciuto lui, più caparbio e fermo, gli
piaceva questo Lupin!
L'unica persona con cui ancora non aveva stretto un rapporto proprio saldo era il padre.
Non sapeva perchè
ma era come se James facesse di tutto per evitare di restare da solo
con lui ed iniziare una conversazione, era distante e Harry non ne
capiva il motivo, si sentiva quasi ferito.
Ma cosa poteva pretendere in fondo?
Loro non sapevano che lui
era Harry Potter, il loro figlio proveniente da un'altra dimensione,
quindi James, probabilmente lo considerava come una sorta di intruso in
casa sua.
Non poteva biasimarlo.
Ma faceva male.
"Harrison....Harrison..."
Si sentì chiamare
e scorse Sirius sulla soglia dell'entrata di casa Potter,
affrettò il passo nel sentire un gradevole profumino provenire
dall'interno di essa.
"E' pronto il pranzo,
sbrigati prima che Lily si arrabbi sul serio" disse il suo padrino con
un sorriso molto Malandrino sulle labbra.
Harry lo guardò dubbioso.
" Sai, Lily odia quando
le persone sono in ritardo per mangiare, pensa che lo facciamo
perchè non gradiamo le sue pietanze, quindi ti conviene entrare
subito prima di conoscere la sua vera ira" terminò la frase con
una piccola risata, che contagiò anche il giovane, che
sentì un braccio, quello di Sirius, intorno alle spalle mentre
lo faceva accomodare nel tavolo del salotto, insieme a tutti gli altri.
Durante il pranzo come al
solito parlarono del più e del meno, di come era andata la
giornata, di come si sentisse Harry ora che doveva essersi
completamente ristabilito, di cosa avrebbe voluto fare nei giorni
seguenti.
Tutti gli facevano
domande, contenti che finalmente quel ragazzo così misterioso,
con quello sguardo malinconico per chissà quale ragione, ma ora
acceso e sorridente come non era mai stato da quando era arrivato, si
fosse finalmente aperto con loro.
Tutti, tranne James.
Il moro malandrino,
infatti, se ne stava in silenzio, quasi non ascoltando quello che la
sua famiglia chiedeva al nuovo arrivato, come se non gli interessasse;
ovviamente riceveva sguardi indignati ed arrabbiati da sua moglie, ma
non sapeva esattamente come comportarsi con il ragazzo e poi,
nonostante la prima volta che si erano guardati in faccia ci fosse
stato una specie di contatto strano e al contempo stesso magico, James
non si fidava totalmente di lui, sapeva che c'era qualcosa che gli
nascondeva.
Harry era felice,
chiacchierava spensieratamente con le persone a lui ormai care, quando
James spezzò il silenzio per la prima volta in quella settimana,
parlando.
" Harrison, dove sono i tuoi genitori?"
Le posate caddero dalle
mani di Harry, tintinnado sul piatto appena lo colpirono, Lily
guardò scioccata il marito, Sirius per poco non si
ingozzò con il succo che stava bevendo e Remus per poco non
cadde dalla sedia.
Mai si sarebbero
aspettati che James facesse una domanda del genere, si erano accordati,
nei giorni precedenti che non avrebbero fatto domande di quel gerene al
ragazzo, non prima che quest'ultimo si sentisse pronto, ma James aveva
infranto quell'accordo.
"James, ma che cavo..."
"Sto parlando con
Harryson, Sirius, e gli ho fatto una domanda... dove sono i tuoi
genitori? Insomma ci hai detto che hai diciassette anni, sei
maggiorenne da poco, sei scomparso e stato attaccato da qualcuno, non
saranno preoccupati?"
Quello che sorprese e
ferì Harry, non fu tanto la domanda in sè, ma il tono in
cui suo padre la pronunciò, freddo, distaccato, come se non gli
importasse veramente della risposta, come se l'unica cosa che volesse
era che lui se ne andasse da casa sua.
Sentì gli occhi
farsi lucidi, ma ricacciò indietro le lacrime, non poteva
pretendere che fosse tutto perfetto, di avere tutti dalla sua parte.
" James, smettila avevamo
detto che non avremmo fatto..." iniziò Lily, davvero offesa dal
comportamento di James, quanso Harry la interruppe.
" Non fa niente signora Potter, sapevo che prima o poi mi avreste posto delle domande, quindi... "
Alzò lo sguardo e lo posò con freddezza su quello del padre.
" Non me la sento di dirvi ancora la mia storia, almeno non per intero"
Tutti gli sguardi ora erano posati su di lui, attenti alla sua risposta.
Harry continuò, imperterrito, coraggioso, proprio come si addiceva ad un Grifondoro.
" Vi basti solo sapere
che ho diciassette anni, i miei genitori sono morti quando ero piccolo
e me la sono sempre cavata da solo, non sono andato ad una scuola di
magia, ma ho ricevuto un insegnamento privato, sono venuto a Londra per
vendicarmi"
Appena finì quell'ultima frase gli sguardi degli altri divennero ancora più scioccati.
"Per vendicarti?"
Era stato James a
parlare, ora curioso di saperne di più, ma anche sentendosi un
pò in colpa per avergli fatto quella domanda; il ragazzo aveva
appena detto che i suoi geniori erano morti, quindi James sentì
di aver fatto proprio la domanda sbagliata, accidenti che stupido che
era!
" Per vendicare la morte
dei miei genitori, sono stati uccisi da Vol- " Harry si bloccò
appena in tempo, se avesse detto il suo nome con spavalderia avrebbe
destato sospetti " da Colui-che-non-deve-essere-nominato e allora io
ucciderò lui per quello che ha fatto!"
Accidenti, forse quelle ultime parole erano state un pò troppo, pensò Harry.
Infatti si scatenò il putiferio.
Domande a raffica gli
vennero fatte da tutti e quattro gli adulti, anche da James che ora
sembrava aver perso il suo tono e sguardo freddo, sostituito da uno di
preoccupazione.
"Tu vuoi uccidere Tu-sai-chi?"
"Ma sei impazzito?!??!"
"Verrai ammazzato, non possiamo permetterlo!"
"Tu non farai una cosa simile!!!!!"
Harry fece un piccolo sorriso, allora si preoccupavano davvero per lui!
Finita la baraonda, il ragazzo potè riprendere a parlare.
" Sentite, so che
può sembrare assurdo e insensato e una missione suicida, ma...
io devo avere vendetta, per questo sono venuto a Londra, sono venuto
per cercare qualcuno a cui potermi unire per poterlo sconfiggere una
volta per tutte!"
Nella sua voce c'era talmente tanta determinazione che fece zittire i quattro.
Quel ragazzo, nonostante
sembrasse così fragile, sull'orlo della rottura, era anche molto
forte e determinato, e lo aveva appena dimostrato.
Prima che ognuno di loro
potesse aggiungere altro, Harry si alzò da tavola, sperando di
non offendre Lily con quel suo gesto e cercando di non pensare a quel
peso nel petto che stava crescendo nel ricodare Voldemort, disse:
" Sentite, so che non vi
fidate ancora totalmente di me, ma se c'è una cosa di cui potete
essere certi è che io non sono e non sarò mai dalla parte
del Signore Oscuro! Io lo odio con tutto me stesso, perchè mi ha
portato via tutte le persone che per me contavano veramente...potrete
cercare di fermarmi, o di convincermi che la vendetta non è
giusta, ma so che anche voi la cercate, almeno tanto quanto me, e so
anche che voi siete Auror di successo e combattete quasi ogni giorno
contro di lui e i mangiamorte"
Prese un profondo respiro e cercò di continuare senza che la sua voce si spezzasse.
" Io voglio unirmi contro
la sua lotta e vorrei anche dimostrarvi quanto sono capace di
compattere, se vorrete....io posso aiutarvi...come voi potete aiutare
me"
Con queste parole Harry
lasciò la stanza, con le lacrime agli occhi ed una voglia
fremente di sfogarsi un volta rimasto solo.
Nella sala da pranzo,
quattro persone guardarono la sua figura scomparire tra gli alberi di
Potter Manor, completamente scioccati e increduli per quello che
avevano appena sentito da un ragazzo di soli diciassette anni.
___________________________________________________________________________________________________________________
Erano ormai passate
alcune ore dal pranzo, e James, Lily, Srius e Remus erano seduti sul
tavolo in cucina, dopo aver litigato furiosamente per quello che era
accaduto.
James si era quindi
scusato, con tutti loro, per quello che aveva fatto, per aver infranto
il loro accordo e si sarebbe scusato con il ragazzo per avergli fatto
una domanda così personale quando non era ancora pronto per
affrontare l'argomento.
Harry era sparito per un
paio d'ore, senza però uscire dal perimetri del Manor, per non
far preoccupare i suoi gentori ed era poi tornato nella casa per
prendere uno dei libri che Remus gli aveva consigliato, per poi
iniziare a leggerlo tranquillamente seduto all'ombra di un albero nel
giardino, dove i Malandrini avrebbero potuto vederlo dalla finestra.
C'era tensione nell'aria, nella cucina e nessuno sapeva che cosa dire.
James era ancora vergognato per quello che aveva fatto.
Sirius era ancora arrabbiato con il suo migliore amico.
Remus era preoccupato che il ragazzo potesse ora andarsene da quella casa tutto solo.
Lily invece si sentiva
strana, aveva una voglia matta, un desiderio di andare da quel ragazzo
ed abbracciarlo per farlo sentire al sicuro, per dirgli che non era
solo, che ora c'erano loro con lui.
Si sentiva stranamente
protettiva nei suoi confronti e non riusciva a capirne il reale motivo,
sapeva solo che voleva che Harrison restasse con loro.
" Può restare vero?" Chiese allora la donna agli amici che erano seduti davanti a lei.
" In che senso può restare? " chiese Sirius non capendo la sua domanda.
" Nel senso che...non
possiamo lasciarlo da solo, lui deve restare qui, avete sentito cosa ha
detto prima no? E' da solo, quindi vi sto chiedendo se può
restare qui, definitivamente"
Finalmente quelle parole le aveva dette, era ormai una settimana che se le teneva dentro, per paura di una risposta negativa.
A parare fu Remus, che prese coraggio e cercò di capire che cosa voleva dire l'amica.
" Lily, so che cosa intendi, ma il ragazzo non può restare per sempre con noi, cioè io credo che..."
Ma la rossa non lo fece
terminare, dentro di lei stava crescendo una rabbia che non aveva mai
provato prima, se non alla morte del figlio.
" No tu non sai che cosa
intendo Remus! Come non lo sai tu Sirius e come non lo sai tu James!
Non lo sapete perchè...perchè IO SONO UNA MAMMA CAPITO?"
Quelle parole colpirono nel profondo i tre uomini che scioccati, fissarono Lily.
Mai in diciassette anni aveva più detto quella parola, 'mamma'.
" Io sono una mamma,
anche se ho perso mio figlio, anche se non ho mai potuto dimostrare
quanto sarei stata brava e felice nell'esserlo, io sono e sarò
sempre una mamma...e quindi...chiamatelo come volete, istinto materno,
ma io so che quel ragazzo ha bisogno del nostro aiuto! Ha bisogno di
una famiglia, ha bisogno di persone che lo sostengano, di qualcuno che
gli stia accanto.
E' solo...e non è
giusto che un giovane sia solo al mondo, che debba provare quella
malinconia e quel dolore che gli leggo negli occhi, non è giusto!
Ragazzi lo capite che se lo lasciamo andare, se lo lasciamo uscire dalle nostre vite, Harry morirà?
Lo capite questo si o no?
Non possiamo lasciare che questo accada! IO non posso farlo uscire
dalla MIA vita, perchè, anche se lo conosciamo da poco, ormai fa
parte in un certo senso della nostra famiglia!
Credete che io non me ne
sia accorta di come vi siete divertiti con lui in questi giorni? Di
come vi abbia visto sorridere, di come IO abbia sorriso in questi
giorno solo perchè quel ragazzo ha portato aria fresca,
giovinezza e spensieratezza nelle nostre vite?!?!?"
Si fermò per un
attimo, cercando di riprendere il respiro per aver alzato la voce; si
alzò ed andò alla finestra, cercando con lo sguardo
Harry, che doveva aver cambiato luogo per leggere poichè non lo
vedeva, chiuse gli occhi e continuò a parlare, aprendo il
proprio cuore.
" Non sto cercando un
rimpiazzo se è questo che state pensando! Nessuno
riuscirà mai a prendere il posto di nostro figlio nel mio cuore,
ma vi rendete conto di quanto siano stati duri questi anni? Di come mi
sia sentita in colpa per la sua morte? Ed ora questo ragazzo spunta dal
cielo e porta di nuovo la felicità in questa casa e io non
riesco più a pensare a Potter Manor senza di lui...
So che anche voi la
pensate al mio stesso modo, so che tu Remus sei riuscito a trovare per
la prima volta un compagno di letture, e tu Sirius riesci a parlare di
quidditch con qualcuno che non sia James ed io... io quando l'ho
attorno, quando quella testolina mora e sbarazzina mi gironzola
intorno, mi sento di nuovo una mamma...
E so che se lui se ne andrà quella sensazione sparirà con lui ed io non voglio che sparisca.
Quindi, vi prego può restare?"
Chiese un'ultima volta, supplicante.
Guardò i volti dei suoi amici e di suo marito, speranzosa come mai prima.
A parlare per primo fu di nuovo Remus.
" Io voglio che resti...
Lily....Lily ha ragione ragazzi, Harrison ha riportato la
spensieratezza in questo luogo! Sapete quando qulache giorno fa mi ha
chiesto se potevo consigliargli qualche libro mi sono
sentito...speciale....
E quando ho cominciato a parlargli e a raccontargli la storia di Oliver Twist, lui ma ha ascoltato!
Sapete meglio di me che
il mio sogno è sempre stato quello di diventate un insegnate di
Hogwarts, ma a causa della mia..condizione... non ho mai potuto farlo!
Beh, quel ragazzo,
ascoltandomi e facendomi domande, mi ha fatto sentire come nei miei
sogni, come una persona che può aiutare gli altri ad imparare;
Harrison mi ha fatto sentire importante dopo tanto tempo, quindi
sì, io voglio che resti!"
Concluse il lupo con un sospiro e ricevendo un sorriso da Lily, che lo ringraziò mentalmente per averla supportata.
Sirius alzò lo
sguardo, e capì che toccava a lui esprimere un parere, anche se
non sapeva come far capire ai suoi amici il suo punto di vista.
Si scostò una ciocca di capelli neri dal viso e con i suoi grandi occhi azzurri fissò i propri amici.
" Ecco, vedete...io...non
so come dirlo, ma mi piacerebbe se lui volesse restare con noi, insomma
non ho mai trovato nessuno con cui parlare così
appassionatamente di quidditch in tutta la mia vita, nemmeno con te
James!
Quel ragazzo ha del
talento da vendere e non vedo l'ora di vederlo in sella ad una scopa,
perchè mi pare di aver capito che non è niente male a
volare!
Beh poi sì, avete
ragione, è stata una sorta di benedizione e nell'ultima
settimana sono stato davvero bene, come non succedeva dai tempi di
Hogwarts.
Quindi, sì...per
me Harrison può restare, perchè è un bravo ragazzo
e merita di più di quello che la vita gli ha riservato!"
Remus guardò
sconvolto il compagno, non poteva credere che Sirius potesse essere
così sentimentle, quasi gli venne da ridere.
Ora sapevano tutti che il
voto finale, quello di James, era decisivo; sapevano che se lui non
avesse voluto, il ragazzo se ne sarebbe dovuto andare.
Il moro guardò gli
amici, non sapeva davvero come esprimersi, si sentiva impacciato ed
aveva paura per qualche strana ragione.
Lui non aveva niente
contro Harrison, solo che quel ragazzo gli ricordava talmente tanto
quello che aveva perso, che non sapeva che cosa provare nei suoi
confronti.
Decise quindi di aprire il proprio cuore e dire tutto, tutto quello che si teneva dentro da anni ormai.
" Prima che nostro figlio
nascesse, quando avevamo la camera già pronta, avete presente
quel lettino in legno che io e Sirius avevamo costruito insieme, vi
ricordate?" Chiese.
Gli altri annirono,
capendo che questo era un momento molto delicato per James se stava
tirando in ballo il figlio, di cui non parlavano praticamente mai.
" Prima della nascita del
nostro piccolino qualche volta mi capitava di svegliarmi di notte,
mentre tu, Lily, dormivi profondamente sempre con una mano sul
pancione... Mi svegliavo ed andavo nella sua futura cameretta, e mi
soffermavo a guardare il lettino pensando che mancava poco e poi mio
figlio sarebbe stato li dentro.
Mi soffermavo a
immaginare per minuti alla sua piccola testolina poggiata sul cuscino,
ai suoi occhioni chiusi nel sonno e alle sue gambine che si muovevano,
e magari avrebbe anche avuto un orsacchiotto da stringere.
Lo immaginavo per minuti ed ero così fiero di star per diventare papà!"
James si asciugò
una piccola lacrima dall'angolo dell'occhio, cercando di mostrarsi
forte; guardò la moglie e vide che anche lei stava facendo la
stessa cosa, con una sguardo che lo incitò a continuare nel suo
racconto.
" Vedete, quando....quando lui è ...andato via" non riusciva a dire la parola 'morto', era troppo difficile.
" Quando lo abbiamo perso....mi sono sentito svuotato, come se avessero strappato una parte di me dal mio cuore!
Pensavo che con il tempo quella sensazione sarebbe sparita, ma non fu affatto così.
Capitava quasi ogni
notte.... mi svegliavo e andavo di nuovo a guardare la culla e pensavo
di nuovo a lui, lì dentro dormiente, cercando di non pensare al
fatto che non avrebbe mai potuto dormire in quella culla che avevo
costruito con così tanto amore per lui.
Vederla vuota, senza il mio piccino, faceva davvero male, ed avevo paura, paura che un giorno potesse succedere di nuovo.
Quando abbiamo trovato
Harrison, mi sono davvero spaventato, ed ho pensato che non potevo
permettere che un giovane come lui morisse...
In questi giorni non sono
stato molto con lui, perchè avevo così paura che se ne
potesse andare che ho pensato che se non mi fossi affezionato non avrei
dovuto soffrire.
Ma la realtà
è che invece provo un profondo affetto per quel giovane,
perchè...perchè è proprio come vorrei che fosse
mio figlio, e mi sono sentito come un padre con lui accanto!
Ieri notte per esempio,
mi sono svegliato come succedeva in passato, ma non sono andato nella
stanza del nostro piccolo, a fissare la culla...sono corso nella stanza
di Harrison per vedere se lui era ancora lì..."
Ormai James stava
piangendo e sentì l'abbraccio di Lily avvolgerlo nel suo calore
e farlo sentire al sicuro, affondò la testa nel suo petto.
Sapeva che anche gli
altri stavano piangendo, sapeva che per la prima volta dopo anni erano
riusciti a parlare seriamente della morte del loro piccolo Harry.
" Sssh amore, va tutto bene..." Cercò di consolarlo la moglie.
" Voglio che resti!" Disse infine James, sentendo le carezze sulla sua nuca calmarlo un poco.
" Sei sicuro amore?"
" Si, voglio che resti e che ci consideri come la sua famiglia!"
Si abbracciarono tutti e quattro, felici di essere giunti a questa conclusione
Quello che non sapevano
era che il ragazzo in questione era nascosto proprio dietro la porta
della cucina ed aveva sentito tutta la loro conversazione.
Harry si lasciò scivolare silenziosamente sul pavimento.
Quelle parole che aveva appena ascoltato lo avevano colpito nel profondo.
Una piccola lacrima solcò la sua guancia, ma questa volta non la pulì, la lasciò cadere.
Non si rimuovono le lacrime di gioia.
ANGOLO AUTRICE
Mamma mia questo capitolo è stato un parto, è lunghissimo, non ne avevo mai pubblicato uno così lungo!
Beh spero vi sia piaciuto e che vi abbia emozionato!
Io ho pianto scrivendolo!
Ringrazio sempre tutti coloro che mi seguono e i miei angeli che commentano!
Fatemi sapere che cosa ne pensate di questo capitolo con una recensione, mi raccomando :)
Ora devo andare, grazie ancora a tutti perchè mi seguite e mi fate stare bene!
Caioooooooo
Baci baci Kiki :)
|
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Capitolo 6 *** Family ***
chapter 5
Lo
so. Lo so! Sono mancata per altri quattro mesi e non ho scusanti, ma
davvero un mese fa ho finalmente terminato gli esami di maturità
e quindi sono andata in vacanza e mi sono fatta la bella vita senza
pensare a nient'altro se non mare, sole e vacanze! Scusate se ci ho
messo tanto ad aggiornare ma con questo capitolo spero che mi
perdoniate!
Buona lettura :)
Dove eravamo rimasti?
"Voglio che resti!" disse infine James, sentendo le carezze sulla sua nuca calmarlo un poco.
"Sei sicuro amore?"
"Sì, voglio che resti e che ci consideri come la sua famiglia!"
Si abbracciarono tutti e quattro, felici di essere giunti a quella conclusione.
Quello
che non sapevano era che il ragazzo in questione era nascosto proprio
dietro la porta della cunina ed aveva sentito tutta la loro
conversazione.
Harry si lasciò scivolare silenziosamente sul pavimento.
Quelle parole che aveva appena ascoltato lo avevano colpito nel profondo.
Una piccola lascima solcò la sua guancia, ma questa volta non la pulì, la lasciò cadere.
Non si rimuovono le lacrime di gioia.
FAMILY
Altre
due settimane erano passate da quella giornata, dal giorno in cui Harry
aveva sentito quella conversazione che gli aveva scaldato il cuore, che
aveva cambiato del tutto il suo modo di vedere le cose.
Come scordare, poi, quello che era successo giorni addietro?
Non pensava che sarebbe successo tutto così in fretta, ma era accaduto, come nei suoi sogni.
Alcuni
giorni prima, nonostante fosse poco tempo che Harry era con loro, i
suoi genitori, Sirius e Remus gli avevano finalmente chiesto di
rimanere a Potter Manor e gli avevano rivelato di aver fatto domanda al
Ministero per la sua custodia, dato che non aveva nessun parente in
vita ed in grado di prendersi cura di lui.
Harry
non avrebbe mai dimenticato quel momento, perchè era stato in
quell'esatto istante che si era sentito, per la prima volta, parte
integrante di qualcosa chiamato 'famiglia'.
FLASHBACK
"Harry,
caro, puoi sederti un momento sul divano, vorremmo parlare con te." Gli
aveva chiesto sua madre, con sguardo dolce e comprensivo,
accompagnandolo in salotto, mantenendo sempre una mano sulla schiand
del giovane, come per guidarlo e per tranquillizzarlo.
Quel tocco lo faceva sentire bene, perchè era sua madre.
James,
Sirius e Remus erano tutti lì, ad aspettarlo, in piedi davanti
ad un piccolo fuocherello acceso, che illuminava la stanza e dava ad
essa un'aria famigliare e calda.
Harry
per un momento, però, vedendo la scena, si fece prendere un poco
dal panico: il primo pensiero che gli saltò alla mente fu
che volevano fargli altre domande sul suo passato e lui,
inevitabilmente, avrebbe dovuto mentire loro; fortunatamente sui loro
volti traspariva che quello di cui volevano parlare era una cosa bella,
felice e non una brutta notizia.
Sempre
affiancato da Lily, si sedette con lei sul divano posto al centro della
stanza, mentre i tre uomini andarono a sedersi su quello di fronte,
senza mai perdere il contatto visivo con il giovane.
"Harrison...noi
volevamo chiederti una cosa importante" proruppe suo padre con voce
seria ma anche piena di aspettative e speranza.
Il
comportamento di James era infatti cambiato verso il ragazzo, ora
parlavano e ridevano insieme, proprio come faceva con gli altri; James
era diventato più amichevole e sembrava provare un affetto
enorme per il giovane moro che ora lo guardava con i suoi occhioni
verdi.
"Ditemi pure" rispose cortesemente Harry, non sapendo che cosa aspettarsi da quella sottospecie di colloquio.
Questa
volta fu Sirius a parlare, con voce un poco tremante, come se non
vedesse l'ora di dire le parole che stava per proninciare.
Si
mosse agitato sulla sedia, non riusciendo quasi a stare fermo, e si
beccò uno sguardo di rimprovero, come al solito, da Remus, che
si stava agitando anche lui per colpa dell'amico.
"Sir, smetti di agitarti, altrimenti parlo io!!!"
"Rem senti non è una cosa semplice da chiedere io..."
"Volete smetterla voi due?!?!? Così mi mettete ancora più in ansia...come se non lo fossi già di mio!!"
Tipica
scena Malandrina, pensò Harry che proruppe in una risata
fragorosa e fece zittire i tre che finalmente smisero di sinsigasi per
guardarlo.
"Scusatemi,
ma siete uno spasso quando litigate così!" Esclamò il
giovane ancora ridendo, ma cercando di soffocare il tutto con la mano
per non metterli troppo in imbarazzo.
Lily
rise a sua volta, poi tornò seria, come fecero i tre seduti
ancora sul divano di fronte a quello di Harry, lo guardarono
intensamente e il moro seppe che era arrivato il momento cruciale.
Sua
madre gli prese la mano tra le sue, con una delicatezza e gentilezza
che solo lei poteva avere, e guardando dritta negli occhi di Harry
disse con tono tranquillo e illuminato un poco dalle lacrime:
"Harry, noi ci stavamo chiedendo se..."
Prese un respiro profondo, come se avesse paura a dire quello che doveva; i Malandrini d'altro canto lo trattennero, il respiro.
"...se volevi rimanere con noi, intendiamo per sempre, di diventare una famiglia tutti insieme"
Quando
pronunciò quelle parole Lily si sentì come una morsa nel
petto, avendo paura di una riposta negativa da parte del ragazzo.
James
sembrava aver smesso di respirare talmente era ansioso, Sirius era
paonazzo e al contrario, Remus era pallido come un cencio.
Tutti stavano aspettando che lui dicesse qualcosa.
Ma che cosa poteva dire Harry?
Come potea esprimere la sua gioia?
Sapeva
che loro lo volevano nella famiglia, come aveva sentito dalla
conversazione di pochi giorni prima, ma sentirselo chiedere di persone
era una sensazione fantastica.
Era come rinascere.
Si buttò tra le braccia di Lily e strinse, come voleva fare da tutta la vita.
"Questo sarebbe un sì?" chiese la donna con un sorriso sulle labbra e le lacrime che stavano per sgorgare.
Non
avendo ancora la forza per proferire parola, Harry annuì contro
il petto di sua madre, facendo capire a lei e ai Malandrini che sarebbe
rimasto con loro, per sempre.
Sentì altre braccia circondarlo e abbracciarlo affettuosamente e si sentì bene.
Si sentì in pace, in paradiso.
Un paradiso formato da lui, sua madre, suo padre e i suoi due padrini.
Come aveva sempre sognato.
FINE FLASHBACK
Ora aveva una casa, una famiglia, delle persone che lo amavano.
La vita era bellissima e Harry non poteva desiderare di più.
Non gli importava se Voldemort fosse ancora in circolazione.
Non gli importava se avrebbe dovuto sconfiggerlo un'altra volta.
Sapeva solo che ora, grazie alla sua nuova famiglia, non sarebbe mai stato solo.
Si
diresse verso la sua camera, salutò la sua nuova famiglia,
ricevendo un bacio sulla guancia da Lily e si coricò nel letto.
Non aveva più paura, si sentiva al sicuro e più forte.
Si addormentò in pace, senza sapere però che i fantasmi del suo passato lo avrebbero perseguitato quella notte.
____________________________________________________________________________________________________________________
Era in un luogo buio, non sapeva dive si trovasse.
C'era solo la notte intorno a lui, niente di più, niente di meno.
Buio.
Scuro.
Il nulla.
Harry aveva paura.
Non gli piaeva quello che stava succedendo e non capiva se fosse reale o meno.
"C'è nessuno?" chiese come se qualcuno, nel nulla in cui era immerso, potesse sentirlo.
Si stava facendo prendere dal panico, perchè non capiva.
Harry non sapeva che cosa fare.
Cominciò a camminare, ma non c'erano strade o sentieri.
Vi era solo il niente più assoluto.
Ad un tratto una luce accompagnata dal un suono metallico, fece comparire una figura.
Poi un'altra.
Ed un'altra ancora.
Ron.
Hermione.
Ginny.
Erano lì, davanti a lui, come se li ricordava, sorridenti e vivi.
Fece per avvicinarsi ma le tre figure indietreggiarono.
Harry
corse, ma non c'era niente da fare, ogni volta che cercava di
avvicinarsi loro diventaano sempre più difficili da raggiungere.
"RON...HERMIONE...GINNY...ASPETTATE!" Urlò con quando più fiato aveva in gola.
Ad
un tratto, dopo un tempo che gli parve infinito, le figure finalmente
si fermarono, ma questa volta, sui loro volti non c'erano dei sorrisi
lucenti, ma degli sguardi di rabbia, che lo guardavano malignamente.
"E' colpa tua..." Proruppero all'unisono.
Harry non capiva.
Cosa era colpa sua?
Anche se un'idea ce l'aveva in mente, non volle dirlo ad alta voce.
"E' colpa tua se siamo morti...tutta colpa tua!"
Ad Harry si fermò il respiro in gola, come se vi fosse un groppo che non gli permetteva di respirare.
Quela groppo era, appunto, il senso di colpa, perchè sapeva che quello che le figure stavano dicendo era vero.
"E' COLPA TUA, SOLO COLPA TUA, SE NON FOSSI MAI NATO NOI SAREMMO VIVI!!!"
Piano piano altre figure apparvero accanto a quelle di Ron, Hermione e Ginny.
Cedric.
Seamus.
Dean.
Tonks.
Colin Canon.
Poi dal nulla apparvero loro.
James.
Lily.
Sirius.
Remus.
" Noi siamo morti a causa tua Harry e moriremo ancora se resterai nel nostro mondo!!"
Harry non poteva respirare, non riusciva a muoversi, era come immobilizzato.
La
paura e il panico lo stavano invadendo, mentre le figure non facevano
altro che ripetere come una litania che fosse solo colpa sua.
"No!"
Cercò di opporsi, ma non riusciva a fare altro se non sentire le loro accuse.
Era la pura verità.
Erano morti a causa sua, solo a causa sua.
"NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!"
___________________________________________________________________________________________________________________
Era
mezzanotte passata a Potter Manor, ma i quattro padroni di casa non
riuscivano a dormire, così si erano riuniti nel salotto a fare
cose diverse per tenersi occupati.
Lily
stava lavando i piatti a mano, senza l'uso della magia, perchè
era sempre stata abituata a farlo così da bambina e poi la magia
non doveva essere utilizzata per fare tutto, qualche volta si potevano
fare le cose anche senza di essa.
James
era seduto sul tavoo della cucina e leggere il giornale, anche se
qualche volta, furbo, alzava lo sguardo e si incantava a guardare la
bellezza dei movimenti della moglie, cercando di non essere beccato in
flagrante, ma senza riuscirsi, infatti più di una volta lei gli
aveva lanciato addosso lo straccio della cucina per farlo smettere.
Remus,
come era solito fare poco prima di andare a letto, stava leggendo un
libro, babbano ovviamente, per riuscire a prendere sonno, grato che la
luna piena fosse ancora ad una settimana di distanza.
Sirius stava giocando con le carte magiche, perdendo ogni volta, ed imprecando perchè non riusciva mai a vincere.
"Porco
Merlino, non sono capace! Ci rinuncio!" Urlò, lanciando le carte
per terra, queste si misero apposto da sole, per poi finire nel primo
cassetto del comodino.
James rise, poggiando il giornale sul tavolo.
"Era ora amico! Sono due ore che tenti di batterle ma non hai vinto una sola partita!"
Sirius guardò male il proprio migliore amico, cercando un'altra occupazione, poi gli venne un'idea.
"Lily
carissima moglie del mio migliore amico, posso aiutarti a lavare i
piatti?!?" chiese con finto fare gentile, con un ghigno sulle labbra.
"NO!!!!"
Gli urlò di rimando la donna, ricordandosi che l'ultima volta
che aveva fatto fare qualcosa a mano a Sirius, lui le aveva
letteralmente distrutto la cucina.
Remus e James risero alla risposta di Lily.
Era così la loro vita.
Stavano
insieme e ridevano, anche se c'era sempre un piccolo vuoto che era
stato lasciato dalla mancanza del piccolo figlio dei coniugi Potter.
Vuoto
che nelle ultime settimane era stato magicamente riempito dalla
presenza di Harry, che stranamente aveva proprio lo stesso nome del
figlio scomparso prematuramente.
Ora anche James lo aveva preso tra le sue grazie, campendo quanto fosse stata una benedizione la sua comparsa.
Amavano il ragazzo ed ormai lui era un parte integrante della famiglia.
Non sarebbero più stati gli stessi se anche Harrison gli fosse stato portato via.
La
custodia del ragazzo era molto vicina dall'essere loro, non vedevano
l'ora che potesse entrare ufficialmente a far parte della famiglia
Potter.
"Aaaaaah
credo che andrò a letto comincio ad essere stanco, non sono mica
come Harry io! Non vado a letto alle dieci di sera!" Prese in giro
amichevolmente Sirius, che sapeva che il ragazzo era sempre molto
stanco per via di quello che aveva passato poco tempo prima.
"Sir, lo sai che deve riposarsi ancora molto!" Rispose Remus, sempre pronto a rimproverare l'amico.
James
stava per entrare nel discorso appena iniziato quando un urlo
agghiacciante fece gelare a tutti e quattro il sangue nelle vene.
Lily guardò James, spaventata; Sirius volse lo sguardo verso le scale.
"Harrison!" Dissero tutti insieme.
Un altro urlo proruppe nella casa, facendoli spaventare ulteriormente.
Si
diressero sorrendo verso la camera del giovane, con le bacchette pronte
nel caso si fosse trattato di un attacco da parte dei Mangiamorte.
Il più velocemente possibile aprirono la porta e quello che videro li fece pietrificare per un momento.
Harry era nel letto, ma non sembrava aver un sonno tranquillo.
Era
sudato, sulla fronte e sul petto, si dimenava e le sue dita erano
strette forti al copriletto, mentre il lenzuolo era in terra,
probabilmente scacciato dai piedi di Harry che non faceva altro che
muoversi.
Il primo a reagire fu James, che capì che il più piccolo stava avendo un incubo spaventoso.
Si mosse agilmente e prese le spalle del ragazzo con una presa ferrea, per evitare che il giovane si facesse male.
Venne
presto raggiunto da Sirius che cercò di tenergli ferme le gambe
che si muovevano senza una destinazione, calci e pugni erano tirati da
Harry inconsapevolemnte.
"NOOOOOOOOOOOO"
Urlò il ragazzo, dimenandosi maggiormente.
Remus
cercò di aiutare gli amici, beccandosi quasi un pugno in piena
faccia, ma schivandolo, afferrò la mano di Harry e la strinse.
"NO...basta...mi dispiace..."
Ora il giovane stava singhiozzando rumorosament, e sembrava aver difficoltà a respirare.
Lily
si mosse verso la parte opposta del letto, cercando di raggiungere il
ragazzo, voleva prenderlo tra le braccia e cullarlo, fargli capire che
loro erano lì per lui.
"Harry...Harrison...svegliati..."
Disse con voce dolce al suo orecchio, mentre gli altri cercavano ancora
di tenerlo fermo, poichè il ragazzo sembrava non riuscire a fare
a meno che dimenarsi nel sonno.
"E' colpa mia....solo..colpa mia..."
"Ssssh no Harry, tu non hai nessuna colpa, ti prego svegliati!"
Il ragazzo a queste parole sembrò calmarsi un poco, così James, Sirius e Remus lo lasciarono.
Si
sedettero tutti e tre sul letto, di fianco a Lily, che, notando che il
ragazzo ora sembrava stare per svegliarsi dall'orribile incubo in cui
era immerso, lo prese tra le braccia, cullandolo proprio come aveva
pensato di fare pochi minuti prima.
"Svegliati
Harry, era solo un incubo, sei al sicuro qui con noi" Questa volta fu
James a parlare, accarezzando i capelli mori e sbarazzini, così
simili ai suoi, con mano ferma, ma gentile.
Lentamente,
il giovane si risvegliò, e sentendo l'immenso calore
accompagnato dalle parole rassicuranti della sua famiglia, finalmente,
dopo tanto tempo, si lasciò andare ad un pianto liberatorio.
Cullato
e amato pianse tutte le lacrime che non aveva potuto versare, strinse
forte la maglietta di Lily e lasciò che le lacrime cadessero,
senza fermarle.
I
quattro gli stettero accanto, mormorando parole di sostegno, ma con
molta preoccupazione nella voce a causa di quello che era appena
accaduto.
Ora Harry aveva bisogno di loro molto più di quanto loro avessero avuto bisogno di lui.
Gli sarebbero stati vicini, qualunque cosa fosse successa.
"Mi dispiace...io-non"
"Sssh Harry non ti preoccupare, va tutto bene, ci siamo noi!"
Il
moro si beò di quelle attenzioni e finalmente riprese a
respirare normalmente, l'aria ora gli entrava nei polmoni senza
difficoltà, tutto per merito della sua nuova famiglia che gli
era stata vicina.
James non tolse mai le mani dai capelli del figlio e gli sussurrò una frase che rese Harry molto felice:
"Riposa
piccolo, domani è una giornata importante, perchè
verrà a farci visita la famiglia Weasley, quindi devi essere in
forze!"
Sempre
cullato e accarezzato dai quattro, Harry potè tornare a dormire,
tranquillo e senza incubi, con la consapevolezza che il giono seguente
avrebbe rivisto uno dei suoi più grandi amici.
ANGOLO AUTRICE
Eccomi qui! Spero che il
capitolo sia stato di vostro gradimento e spero che vi abbia invogliato
a leggere il prossimo, dove finalmente la famiglia Weasley al completo
con qualche aggiunta, farà la sua comparsa!
Non perdetevi l'incontro tra Harry e Ron!
Scusatemi per eventuali errori di battitura!!
Bene, spero davvero che il capitolo vi sia piaciuto.
Ovviamente ringrazio tutti coloro che hanno inserito la storia tra le seguite, le preferite e quelle da ricordare.
Inoltre ringrazio gli otto bellissimi angeli che hanno recensito lo scorso capitolo!
Scusatemi se non ho risposto a tutte le recensioni, ma vi prometto che da oggi in poi non ne mancherò una!
Vi prego fatemi sapere che cosa
pensate del capitolo e della storia con un commento, sapete che quando
recensite mi fate la ragazza più felice del mondo!
Ancora tante grazie per chi
segue questa storia e non preoccupatevi il prossimo capitolo
verrà presto! Massimo una settimana di attesa!!
Grazie ancora,
baci baci
Kiki4ever
|
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Capitolo 7 *** Friends ***
second chances chp 6
*Kiki entra quatta quatta in EFP, fischiettando e cercando di non farsi
notare dai lettori che hanno dovuto aspettare altri quattro mesi per
questo nuovo capitolo*
Davvero
scusatemi immesamente per questo ennesimo ritardo, ma che ci posso fare
se la vita qualche volta mi gioca brutti scherzi?
Sono successe mille miliardi di cose in questi mesi e il tempo per scrivere era davvero minimo.
Prometto,
ma davvero questa volta, che d'ora in poi le cose cambieranno e che gli
aggionamenti arriveranno moooolto più in fretta.
Prevedo di aggiornare, da ora in poi, ogni domenica! (escudendo quella che sta per arrivare, ma a partire dalla prossima)
Bene, ecco qui il novo capitolo che, per i miei standart, è KILOMETRICO!
Spero vi piaccia.
Non c'è molta azione, ma poggia le basi per il futuro della storia!
Buona lettura, ci vediamo a fine pagina ;)
Dove eravamo rimasti?
Il
moro si beò di quelle attenzioni e finalmente riprese a
respirare normalmente, l'aria ora gli entrava nei polmoni senza
difficoltà, tutto per merito della sua nuova famiglia che gli
era stata vicina.
James non tolse mai le mani dai capelli del figlio e gli sussurrò una frase che rese Harry molto felice:
"Riposa
piccolo, domani è una giornata importante, perchè
verrà a farci visita la famiglia Weasley, quindi devi essere in
forze!"
Sempre
cullato e accarezzato dai quattro, Harry potè tornare a dormire,
tranquillo e senza incubi, con la consapevolezza che il giono seguente
avrebbe rivisto uno dei suoi più grandi amici.
FRIENDS
Un raggio di
sole penetrò dalla finestra, quella calda mattina di giugno, ed
andò a sfiorare dolcemente il viso di Harry.
Dapprima il ragazzo non riuscì a capire che cosa fosse quella
strana luce che gli colpiva le palpebre e che, prepotentemente, lo
aveva svegliato e non voleva lasciarlo ricadere nel dolce torpore in
cui si trovava poco prima.
Era così comodo, al caldo e al sicuro come non si sentiva da
tempo, stava bene ed aveva come la sensazione di essere protetto da
qualcosa o da qualcuno.
Dopo quelli che parvero secoli, finalmente il diciassettenne si decise ad aprire i suoi bellissimi occhi color smeraldo.
Gli ci volle un secondo di tempo per capire che il calore che aveva
sentito nei suoi sogni, in realtà erano delle braccia che lo
stavano avvolgendo nel sonno e che quella sensazione di sicurezza era
data da quacosa di ben più importante di quello che aveva
pensato.
Infatti, con sua immensa sorpresa, ma anche con grande felicità,
capì di trovarsi stretto nell'abbraccio di Lily, sua madre,
caldo e rassicurante come nessun abbraccio era mai stato.
Alla sua sinistra suo padre, che strano effetto faceva pensare quella
parola, senza occhiali, stava dormendo in una posizione decisamente
scomoda, che gli avrebbe dato un bel torcicollo, Harry ne era sicuro e
sorrise al pensiero di James mentre si lamentava facendo impazzire
tutti.
Ai piedi del letto invece, proprio come ci si aspettava da lui, vi era
Sirius che ronfava, anzi russava proprio, raggomitolato su se stesso,
come se fosse nella sua forma Animagus; Harry vide chiaramente un filo
di bava all'angolo della bocca, infatti per poco non si mise a ridere
rischiando di svegliare tutti.
Remus invece, sempre composto e pacato, era seduto su una poltrona
vicino al suo letto, gli occhi chiusi, le braccia incorciate e le gambe
accavallate.
Capendo che cosa era successo, al moro si strinse il cuore.
Erano tutti lì per lui, erano rimasti a dormirgli accanto dopo l'avvenimento della notte precedente.
Il sogno, o per meglio dire, l'incubo orribile che aveva avuto, era ancora vivido nella sua mente.
Poteva ancora sentire le voci delle persone che aveva ucciso nel suo mondo, accusarlo di quello che era successo.
In fondo non era forse lui la causa di tutto?
Era stata la sua nascita ad aver creato tutte quelle morti, la sua sola esistenza aveva causato un mondo peggiore.
Quale dimostrazione migliore se non il mondo nuovo in cui si trovava ora?
Lì lui non esisteva.
Non era mai nato, oppure era morto ancora prima di poterlo fare, questo ancora non lo sapeva.
Sapeva solo che, poichè lui non esisteva concretamente in
quell'universo parallelo, tutte le persone che amava erano ancora in
vita.
Lily, James, Sirius, Remus...
Erano ancora vivi e felici.
E probabilmente lo erano anche Hermione, Luna, Tonks, Ginny e Ron...
Fu in quel momento, mentre stava pensando e rimuginando sulle sue
colpe, che gli venne in mente quello che suo padre, anzi James, gli
aveva detto la notte prima.
La famiglia Weasley sarebbe venuta a visitarli quella mattina stessa.
Harry avrebbe rivisto Ron, il suo più grande amico.
Avrebbe potuto di nuovo scherzare con lui, o giocare a scacchi per
essere inevitabilmente battuto come accadeva da anni a quella parte.
Avrebbe potuto sentire nuovamente la voce melodiosa di Ginny.
Avrebbe potuto assaporare di nuovo i caldi e unici abbracci di Molly.
Avrebbe dovuto sorbirsi altre mille domande riguardanti il mondo dei Babbani da Arthur.
Avrebbe potuto assistere nuovamente ad una delle marachelle di Fred e George.
Non poteva crederci.
Gli avrebbe rivisti tutti quanti.
L'ultima volta che li aveva incontrati, i loro occhi erano vuoti, vitrei, morti.
Cercò di non pensare ai loro cadaveri, ammucchiati in un angolo,
alcuni coperti con discrezione, altri lasciati in disparte per il poco
tempo a disposizione durante la battaglia finale.
Cercò di non pensare a loro in quel modo, ma alla famiglia che
lo aveva accompagnato per sette lunghi anni, che lo aveva amato come se
fosse uno di loro, che gli avevano fatto il suo primo vero regalo di
natale e di compleanno.
Di loro doveva ricordare la felicità che gli donavano ogni volta
che si sedeva a tavola nella Tana, la gioia di poterli salutare ogni
volta che saliva e scendeva dal treno a King's Cross.
Doveva ricordarli nei loro momenti migliori, non in quello della morte.
"Tesoro, che cosa c'è?"
La voce di sua madre lo raggiunse come una mano che ti aiuta a salire in superficie quanto stai per affogare.
Si accorse che la donna lo stava osservando con apprensione, le sue
braccia strette sempre attorno ad Harry, come a volerlo proteggere da
mille pericoli.
Si rese conto, con dispiacere, che gli erano scappate alcune lacrime
mentre pensava ai Weasley e al brutto destino che avevano avuto nel suo
mondo; le asciugò, maledicendosi internamente per aver fatto
preoccupare nuovamente sua madre, e le sorrise.
Un sorriso sincero, che gli veniva dal cuore, perchè lei era
sempre pronta ad aiutarlo e sembrava sentire quello che lui provava,
come se ci fosse una sorta di connessione, come se fossero legati da
qualcosa di più profondo.
" Non è niente, solo un piccolo momento di sconforto" Disse il
giovane, nascondendo il volto nel petto di lei, sentendo il caldo amore
che solo una madre può donare al proprio figlio.
" Oh tesoro vedrai che andrà tutto bene, ci siamo noi qui ora!"
Quella frase lo fece stare subito meglio.
Lily aveva ragione.
Non era più solo, aveva una famiglia da più di un mese
ormai, da quando aveva deciso di accettare l'offerta che la Healer gli
aveva dato.
Sorrise, mentre si beava del bene che traspariva dalla voce e dai gesti di sua madre.
" Ehi giovanotto, non penserai mica di provarci con mia moglie"
James si era svegliato ed ora li stava guardando con uno sguardo
fintamente arrabbiato, cercando di nascondere un sorriso che,
inevitabilmente, si stava creando sulla sua bocca.
" Oh ma smettila scemo! Stavo solo coccolando il mio piccolo Harry!"
Disse inconsapevolmente Lily, mentre il più giovane si staccava
dal suo abbraccio sentendosi imbarazzato per essere stato visto
così da sua padre.
Alle parole di Lily però i coniugi Potter parvero pietrificarsi per qualche secondo.
Harry non seppe che cosa fosse accaduto, ma un'idea ce l'aveva in mente,
Insomma lui in quel mondo era morto, e per quanto avesse capito da
varie allusioni in quelle ultime settimane, il suo se stesso di quel
mondo, nonostante non fosse praticamente nato, aveva il suo stesso nome.
Quindi una frase del genere poteva sembrare equivoca.
Si preoccupò, non voleva far soffrire così i suoi
genitori, non voleva che ricordassero quello che avevano perso, ma che
avevano anche, senza saperlo, ritrovato.
La sua preoccupazione però scomparve in poco tempo, quando vide
i suoi genitori guardarsi ed un largo sorriso aprirsi sui loro volti.
James gli scompigliò i capelli, mentre Lily li guardava estasiata.
Era forse la prima volta in dicassette anni che erano riusciti a dire una frase del genere con così tanta scioltezza.
Lily sapeva che era tutto merito di Harrison.
Il giovane, nonostante non fosse suo figlio, era stata una sorta di
benedizione per quella casa, e qualcosa nel profondo le diceva che
c'era di più in quel magnifico ragazzo, che tra tutti loro c'era
un legame.
Ovviamente la donna sapeva che niente e nessuno avrebbe potuto
sostituire il suo di Harry, il piccolo che non aveva mai avuto la
possibilità di crescere, ma Harrison era davvero qualcuno di
speciale, che l'aveva fatta sentire una madre per la prima volta dopo
tanto tempo.
Gli stessi pensieri stavano attraversando la mente di James, che non
aveva potuto fare a meno se non affezzionarsi a quel ragazzo che era
piombato come un fulmine a ciel sereno nelle loro vite.
" Sentite....vorrei ringraziarvi...per quello che avete fatto ieri
sera....cioè non mi capitava da tempo di fare....ma io..."
L'imbarazzo non permetteva ad Harry di concludere la frase, non sapeva come esprimere i propri sentimenti.
James però, che aveva percepito che cosa stesse provando il più giovane, risolse la situazione.
" Non preoccuparti, è questo quello che fa una famiglia no?"
A quella frase Harry non seppe proprio che altro dire, era al settimo cielo.
Ad interrompere il quadretto famigliare però fu un suono
alquanto strano, che Harry pensò si trattasse di un campanello.
Lily si alzò dal letto, dopo aver dato un bacio a fior di labbra a James e disse:
"Ecco, lo sapevo, questi saranno i Weasley e noi ci siamo appena
svegliati! Mentre io li trattengo vedete di essere pronti in dieci
minuti al massimo!"
Poi fece un incantesimo di pulizia e di cambio vestiti su se stessa e
in un battito di ciglia era pronta, come se fosse sveglia da ore, ed
uscì dalla stanza.
James guardò Harry negli occhi.
"Lo sai vero che sarà un impresa svegliare Sirius?"
Harry rise, mentre un assonnato Remus li raggiunse ai piedi del letto,
dopo essersi alzato dalla poltrona che lo aveva ospitato per tutta la
notte.
"Oh lo svegli tu Jamie! L'ultima volta che ci ho provato io mi ha quasi
tirato un pugno....ma che ore sono?" Chiese, sfregandosi entrambi gli
occhi.
"Non ho idea di che ore siano Rem, so solo che i Weasley sono qui!"
"Cooooosa? Ma....oddio siamo in ritardo!"
Poi si precipitò su Sirius, come se si fosse dimenticato quello
che aveva detto nemmeno un minuto prima, e cominciò a scuoterlo
per le spalle.
"SIRIUS! SIRIUS SVEGLIATI E' TARDI!"
Il soggetto in questione non si mosse nemmeno di un millimetro.
"SIRIUS!!!"
"Mmmm mamma lasciami stare!"
"NON SONO TUA MADRE RAZZA DI DORMIGLIONE, SVEGLIATI!"
"Ancora cinque minuti, poi vengo a fare la vasca insieme al troll che mi hai comprato...."
James iniziò a ridere a crepapelle, rotolandosi sul letto.
Sirius era famoso per fare sempre queste scenate, e soprattutto per il
tempo infinito che ci metteva per connetersi con il mondo reale.
Anche Harry iniziò a ridere, seguendo a ruota suo padre.
Remus invece pareva molto arrabbiato, odiava quando l'amico faceva
così e l'unico modo per poterlo svegliare del tutto era solo uno.
Prese la sua bacchetta, che la sera prima aveva posato sul comodino di fianco alla poltrona e la puntò verso Sirius.
"Amico, non mi hai dato altra scelta...
...AGUAMENTI!"
James e Harry fecero appena in tempo a spostarsi, prima che un fiume di acqua investisse completamente il letto e Sirius.
Quest'ultimo si alzò di scatto, per poi cadere per terra come un sacco di patate.
"AAAAhhhhh Rem è fredda!!!"
"L'hai voluto tu!"
E tra battibecchi e scherzi i quattro finalmente si prepararono.
Harry stava per rivedere Ron.
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"Voi andate, io vi raggiungo tra poco!" Disse Harry dirigendosi in bagno,
pochi minuti dopo aver svegliato il suo padrino, mentre gli altri si
dirigevano al piano inferiore dove si sentivano già delle voci
concitate.
Il bambino-che-è-sopravvissuto era agitatissimo.
Il cuore gli batteva a mille ed aveva quasi il respiro affannoso, le mani erano sudate e non riuscita a stare fermo.
Il nervosismo lo stava divorando vivo.
Mancavano solo pochi minuti e poi gli avrebbe rivisti, tutti quanti.
Quasi non riusciva a crederci.
Sembrava di vivere in un sogno.
Ma quella era la realtà.
Prese un respiro profondo, sentendo per un attimo solo il battito del suo cuore
martellargli nella cassa toracica, poi si fece coraggio e si
incamminò.
Scese le scale e percorse il corridoio con una lentezza esasperante.
Una parte di lui non vedeva l'ora di poter rivedere tutti loro,
soprattutto Ron e Ginny, ma un'altra parte di lui era troppo agitata,
aveva paura di fare qulache figuraccia o magari di dire qualche frase
che lo avrebbe smascherato.
Mancavano pochi metri all'entrata del salotto ed Harry avrebbe voluto solo scappare.
Come sarebbe stato incontrare di nuovo Ron, quando l'ultima volta che lo aveva visto era morto?
Come sarebbe stato poter rivedere di nuovo gli occhi a mandorla di
Ginny, quando l'ultima volta che si erano baciati era stato poco prima
che lei morisse per mano di Voldemort?
E la signora Weasley?
"Oh eccoti qui Harrison..." Disse James, indicando il nuovo arrivato.
Harry sentì sette paia di occhi guardarlo e studiarlo.
Non sapeva nemmeno quando era entrato nella stanza, ed ora non riusciva quasi ad alzare lo sguardo.
Ma quando lo fece, capì di aver fatto la scelta giusta, quando
la Healer gli aveva offerto quella magnifica seconda possibilità.
Perchè quando il suo sguardò incontrò quello della
famiglia Weasley quasi al completo, Harry sentì come se una
parte di lui, quella che era sparita insieme alla vita dei suoi amici e
cari, fosse ritornata integra, come se fino ad allora non fosse stato
pieno, integro.
Ora invece, guardando quelle sette figure che gli sorridevano, non potè fare a meno che sentirsi veramente a casa.
Non solo gli era stato permesso di poter rivedere la sua vera famiglia,
cioè Lily, James, Sirius e Remus, ma anche coloro che lo avevano
accompagnato per sette lunghi anni e che lo avevano affiancato in tutte
le scelte che aveva preso, giuste e sbagliate.
Poco importava se erano i Weasley di un altro mondo, erano comunque loro.
Il suo cuore era pieno di gioia, e un sorriso comparve sul suo volto.
Un sorriso che illuminò la stanza.
"Buongiorno caro, io sono la signora Weasley, chiamami pure Molly
però, non voglio sembrare vecchia!" Disse la madre del suo
migliore amico avvicinandosi a lui e abbracciandolo.
Dapprima Harry rimase pietrificato da quel gesto, insomma non si
conoscevano in quel mondo, ma lui sapeva che Molly era fatta
così, le piaceva abbracciare tutti i ragazzi, per dimostrare
loro affetto.
"Oh scusami caro, è che hai un faccino così carino che
non ho potuto farne a meno" Poi si mise a ridere, cosa che
contagiò anche il giovane.
Molly poi lo lasciò andare, fermandosi proprio davanti a lui e guardandolo.
"Non so se nessuno te lo ha mai detto, ma hai lo stesso verde smeraldo
degli occhi di Lily...e assomigli pure a James! Che cosa bizzarra!"
Poi come se non avesse detto niente di rilevante, si voltò verso la sua famiglia.
"Lui è mio marito Arthur Weasley"
"Piacere signor Weasley" Disse Harry stringendo la mano all'uomo, sentendo una calda presa famigliare.
"Mi raccomando se sai qualcosa che riguarda il mondo babbano non
dirglielo, altrimenti ti assillerà fino alla morte!"
Esclamò Molly all'orecchio del moro, ma stando ben attenta a
farsi sentire da tutti, che infatti risero, mentre il signor Weasley
dava una piccola pacca sulla spalla della moglie.
" Lui è il primogenito della famiglia, Bill Weasley"
Bill gli sorrise, lui ricambiò.
Harry notò con piacere che in quel mondo non era stato ferito da
Fenrir, quindi nessuna cicatrice deturpava il suo volto, inoltre si
accorse che aveva la fede al dito e sperò vivamente che anche
lì Fleur fosse sua moglie.
"Loro sono le pecore nere della famiglia, i più casinisti
ragazzi che potrai mai conoscere in vita tua, le persone più
scherzose e meno serie..."
"Ok mamma..."
"...Harry ha capito..."
"...Oh va bene se ti chiamiamo così no?"
" In fondo Harrison fa un pò vecchio..."
"...Comunque noi siamo Fred..."
"...e George..."
" Piacere di conoscerti" Conclusero insieme i gemelli per poi scoparire
con un sonoro 'pop' e riapparire poco dopo facendo spaventare Harry.
Come se non fosse mai successo, si ritrovò a pensare il moro con un sorriso.
" Lei è la mia unica figlia femmina, l'ultima nata della famigla, Ginny!"
Quando quest'ultima gli porse la mano, Harry sentì come una stilettata nel petto.
Quanto amava quella ragazza e sapeva che avrebbe dovuto riconquistare il suo cuore, ma ce l'avrebbe fatta.
Erano destinati a stare insieme, qualunque fosse il loro mondo di appartenenza.
Strinse la sua mano piccola e accogliente e si sentì finalmente completo, il suo cuore era tornato a battere.
L'avrebbe protetta anche a costo della sua vita questa volta.
"Piacere, sono Harrison, ma gli amici mi chiamano Harry"
Che cosa stupida da dire, pensò.
Ma quando Ginny ricambiò la stretta con il suo sorriso dolce,
non si ricordò nemmeno più quello che aveva detto pochi
secondi prima.
Lei gli aveva sempre fatto quell'effetto.
Dall'altra parte della stanza Lily captò il piccolo colpo di
fulmine che aveva colto i due e diede una gomitata al fianco del marito
per fargli capire quello che era appena accaduto.
James sghignazzò.
Sirius lo guardò confuso, per poi comprendere anche lui.
Il giovane Harrison aveva già fatto conquiste e con la piccola Weasley per di più.
"Oh e questo è Ron, siete coetanei quindi penso che andrete d'accordo!"
Molly però indicò un punto vuoto della stanza ed Harry non si sentì confuso.
Pochi secondi prima Ron era proprio lì, dove era andato adesso?
Che non avesse nessun interesse a conoscerlo?
Harry si intristì a quel pensiero, ma alla fn fine non poteva pretendere che tutto andasse per il verso giusto.
Ma il solo pensiero che Ron non gli sarebbe stato accanto in quella realtà, lo faceva stare male.
Cercò di non darlo a vedere, provando a trattenere le lacrime
che gli si stavano formando agli angoli degli occhi, non poteva
mostrarsi debole, altrimenti avrebbe rischiato di destare sospetti.
"Ma dove è andato quel disgraziato....RON? ROOOOOOON?"
Proprio quando Harry stava per temere il peggio, la porta d'entrata di Potter Manor si aprì.
Le due figure che apparvero sulla soglia mano per la mano, erano la sorpresa migliore che Harry avrebbe mai potuto aspettarsi.
Perchè lì, proprio davanti a lui, come se fossero una coppietta felice, c'erano Ron ed Hermione.
"Scusa mamma, ma sono dovuto andare a prendere Hermione, sai volevo far conoscere anche a lei il fantomatico Harrison White"
Harry si sentì come rinato.
Non solo poteva rivedere e risentire la voce del suo migliore amico, ma
con grande sorpresa, aveva rivisto anche la sua migliore amica, l'unica
persona che avesse mai davvero compreso che cosa avesse significato
entrare a far parte di un mondo così diverso, l'unica ragazza
che lo avesse capito davvero fino in fondo e che lo aveva accompagnato
nel viaggio più lungo e difficile della sua vita, quello per
cercare e distruggere gli Horcrux.
Il giovane Potter osservò attentamente i suoi amici e i loro cambiamenti.
Ron era sempre la solita testa rossa, pieno di lentiggini e alto, proprio come se lo ricordava.
Hermione era sempre bellissima, capelli biondo cenere con qualche
boccolo aggraziato, occhi color cioccolato e il solito sorriso
amichevole.
Harry vide il suo migliore amico che lo osservava, proprio come aveva appena fatto lui, per poi avvicinarsi.
"Ehi ciao, scusa il ritardo, io sono Ronald Weasley, ma chiamami Ron,
non so che cosa stessero pensando i miei quando mi hanno dato questo
nome!" Disse con una mano premuta all'angolo della bocca come per non
farsi sentire dalla madre.
"Mantre lei è la mia ragazza..."
A quelle parole gli occhi del ragazzo-che-è-sopravvissuto si spalancarono e quasi non gli uscirono dalle orbite.
Stavano insieme?
Cioè...come poteva essere?
Beh anche nel suo mondo prima della battaglia finale aveva capito che i
due erano fidanzati, insomma Ron era sempre stato cotto di Hermione, e
la ragazza aveva palesemente iniziato a provare qualcosa per l'amico
dal terzo anno, ma non si aspettava che anche in quel mondo le cose
fossero andate per il verso giusto.
Harry era felicissimo.
"Oh Ronald so benissimo presentarmi da sola..." Disse la giovane, porgendo la propria mano a Harry.
"Io sono Hermione Granger, sono una nata babbana e sono molto felice di conoscerti Harrison"
"Harry...solo Harry"
Hermione gli sorrise.
"Ok, Harry sia"
Come poteva andare tutto così bene?
Come poteva essere che la sua vita era diventata magnifica in sole tre settimane?
Erano tutti vivi, ed Harry non poteva che sentirsi in paradiso.
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"Ehi amico sei forte, ma come hai fatto a fare Scacco matto così
velocemente?" Chiese Ron, dopo esser stato battuto a scacchi da Harry
per la quinta volta di seguito.
"Esperienza, un amico mi ha insegnato a giocare quando ho scoperto di
essere un mago" Rispose cercando di dire la verità senza dover
aggiungere qualche bugia.
"Miseriaccia, voglio conoscere questo ragazzo e battermi con lui!"
Esclamò il rosso, senza poter sapere che sarebbe stata una cosa
alquanto paradossale.
Sfideresti te stesso amico,
pensò tra sè e sè Harry, mentre cercava di non
scoppiare a ridere per l'assurdità della situazione.
Aveva passato tutta la mattinata ed il pomeriggio in compagnia della
famiglia Weasley, e gli sembrava di esser tornato indietro ai vecchi
tempi.
Sembrava tutto così uguale.
Aveva scoperto che la signora Weasley, diversamente dal suo mondo, non
era una casalinga, ma lavorava al Ministero come consulente.
Il signor Weasley invece aveva mantenuto il suo originario lavoro ed
Harry era anche certo che questo Arthur era ancora più strano
del suo.
Bill era sposato con Fleur e, con sua grande sorpresa, avevano anche un figlio di quasi un anno, Martin.
Charlie era sempre un addestratore di draghi, ma non lavorava in
Romania, ma bensì in Galles, proprio vicino ad Hogwarts, ed
insieme ad Hagrid insegnva Cura delle creature magiche.
Percy lavorava ancora per il Ministero, ma ad Harry parve che non fosse
molto in buoni rapporti con la famiglia, era bastato vedere la faccia
quasi disgustata di Ron al nominare il fratello.
Fred e George invece avevano aperto una catena di negozi ed era famosi in tutto il mondo, ma aveva anche terminato gli studi.
Ginny aveva appena finito il suo sesto anno ad Hogwarts e stava per
iniziare il settimo, era sempre la stessa Ginny, gentile e solare.
Per quanto riguardava Ron ed Hermione, Harry scoprì ben presto
che erano insieme da più di un anno, e poteva anche notare
quanto i due si amassero.
Insomma pareva che senza di lui i due avessero avuto modo di esplorare
maggiormente la loro relazione, in fondo non avevano dovuto affrontare
i mille guai che lui aveva causato nel suo mondo.
Ron era uscito da Hogwarts poche settimane prima con buoni voti ed una carriera da Auror davanti a sè.
Hermione invece si era diplomata con il massimo dei voti ed aveva
ottenuto una borsa di studio per lavorare come apprendista Medimaga al
San Mungo, suo sogno fin da quando aveva scoperto di appartenere al
mondo magico.
Insomma le cose in quella realtà alternativa erano un poco diverse, ma per il parere di Harry migliori.
Era felice per ognuno di loro.
Inoltre, era bastato sono un giorno insieme per farseli nuovamente amici.
Certo non erano di punto in bianco diventati inseparabili, ma Harry ci avrebbe lavorato.
Hermione era la solita persona cortese, senza peli sulla lingua anche se sempre gentile.
La Grifondoro aveva capito subito che quello strano ragazzo comparso
all'improvviso nelle vite dei Potter non poteva che portare a buone
cose.
Sembrava un ragazzo un poco turbato, come se avesse alle spalle un
passato oscuro, ma la giovane si era anche resa conto che aveva un gran
cuore, poichè lo dimostrava in tutto quello che faceva.
Le piaceva e già era diventata sua amica.
Ron invece, agli occhi di Harry, era sempre il solito ragazzo scherzoso
e gioviale, insomma il suo migliore amico in tutto e per tutto.
D'altro canto anche il rosso aveva percepito come se lui e quel nuovo ragazzo avessero molto in comune.
Gli sembrava di conoscerlo da sempre e pareva anche che l'altro provasse la stessa sensazione.
Non sapeva come spiegarlo, era una cosa alquanto strana, ma Ron si fidava del suo istinto.
E ora quello gli diceva che quel ragazzo era buono come il pane, una persona a cui potersi affidare completamente.
Pranzarono e cenarono tutti insieme.
Potter e Weasley uniti, con un Balck e un Lupin come piccoli intrusi, ma senza di loro non sarebbe stato lo stesso.
Harry si sentiva a venti metri dal cielo, per quanto era entusiasta.
Durante la cena, quella sera, parlarono molto, soprattutto di Quidditch.
"....e così siamo andati a vedere la coppa del mondo..."
"....è stata una cosa fantastica Harry, dovevi vedere Krum come giocava!"
Fred e George gli stavano raccontando per filo e per segno quello che era successo durante la partita di tre anni prima.
"Oh ti prego non parliamo di quell'inetto...non lo sopportavo proprio!"
esclamò Ron ed Harry avrebbe voluto ridere, certe cose non
cambiavano proprio.
"Smettila Ron, era il tuo idolo prima che ci provasse con me!"
Commentò Hermione, per poi di punto in bianco cambiare discorso,
voltandosi verso Harry con un sorriso benevolo sul volto.
"Harry, ci stavamo chiedendo....vorresti venire con noi ad Hogsmeade domani mattina?"
Gli occhi verdi del giovane si illuminarono a quella domanda.
Hogsmeade.
Nel suo mondo era stata completamente distrutta nella battaglia finale.
Non vedeva l'ora di poterla rivedere in compagnia dei suoi "nuovi" amici.
"Molto volentieri!" Rispose.
"Benissimo...andremo prima da Zonco, poi ovviamente dobbiamo farti provare una burrobirra e...."
Mentre Ron gli spiegava che cosa avrebbero fatto il giorno successivo,
Harry pensò che qello era probabilmente uno dei giorni
più belli della sua vita.
Nella parte opposta del tavolo quattro adulti stavano osservando la scena, sorpresi.
Vedere Harry così felice era un gioia per loro.
'Tutto andrà bene, me lo sento' Disse tra sè e sè James Potter, sicuro che finalmente la vita del giovane stesse andando per il verso giusto.
Ma non sapeva che, in realtà, sarebbe stato l'esatto opposto.
L'oscurità stava per scendere di nuovo in campo.
ANGOLO AUTRICE
Eccomi finalmente qui!
Spero con tutto il cuore che il
capitolo vi sia piaciuto, poichè era da tanto che non scrivevo
ed ho avuto un pò di difficoltà all'inizio, quindi mi
scuso per eventuali errori di battitura e altro.
Come potete vedere è lunghissimo, ma davvero, ho iniziato a scrivere e non riuscivo più a fermarmi.
Spero che non vi abbia annoiato e che vi abbia incuriosito!
Grazie alle 4 fantastiche persone che hanno commentato lo scorso capitolo!
E ovviamente anche a coloro che
hanno aggiunto la storia ai preferiti (22) alle storie da ricordare (8)
e alle seguite (77 wow, davvero wow) siete tantissimi e spero che
seguirete ancora la mia storia!
Per piacere fatemi sapere che cosa ne pensate del capitolo anche con una piccolissima recensione!
Il prossimo, come vi avevo anticipato, arriverà domenica 9 dicembre verso le sette di sera!!
Alla prossima e grazie ancora di tutto!
Baci baci
Kiki4ever :)
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Capitolo 8 *** Hogsmeade ***
second chances 7
Buongiorno a tutti!
Eccomi di nuovo qui, con il nuovo capitolo come vi avevo promesso.
Scusate
il giorno di ritardo, ma ieri ero a servire alle bancarelle del mio
paese e sono tornata a casa tardi, quindi ho deciso di porticipare ad
oggi l'aggionamento.
Spero che il capitolo vi piaccia e fatemi sapere che cosa ne pensate, mi raccomando.
Da questo capitolo in poi inizia la vera avventura di questa storia!
Perdonate eventuali errori di battitura.
Buona lettura ci vediamo a fondo pagina ;)
HOGSMEADE
Una mano
grande lo scosse con poca delicatezza, cercando di svegliare Harry,
mentre una voce che conosceva molto bene, lo chiamava con insistenza.
Il ragazzo riconobbe subito chi fosse quella persona, era abituato ad essere svegliato così la mattina: era Ron.
Aprì piano gli occhi, socchiudendoli a causa della luce che penetrava dalla finestra, e si
trovò davanti la faccia del suo migliore amico, o almeno quello
che in futuro lo sarebbe diventato anche in quel mondo.
" Ehi amico,
svegliati, è tardi, dobbiamo andare ad Hogsmeade! " Disse il
rosso con un sorrisone stampato sulle labbra, anche in quella
dimensione parallela l'entusiasmo del ragazzo ogni volta che doveva
andare ad Hogsmeade era sempre tanto.
" Ron, dai lascialo in pace, non c'è bisogno di andarci
così presto, abbiamo tutta la giornata! "
Hermione
entrò
nel suo campo visivo, con un'aria impettita ed un poco irritata, ma
appena Harry volse lo sguardo verso di lei, la vide sorridergli
amichevolmente.
Alle sue parole, però, Harry si voltò cercando di guardare fuori dalla finestra e, con suo
grande dispiacere, dato che erano solo due notti che riusciva a dormire
senza fare incubi orribili, constatò che era solo l'alba,
probabilmente le sette del mattino dato che era estate.
Poi osservò i suoi due compagni e per poco non scoppiò a ridere alla vista di Ron
Aveva addosso il pigiama più ridicolo che avesse mai visto in vita sua.
I pantaloncini sembravano un tripudio di colori: blu, verdi, gialli,
rossi, e chi più ne ha più ne metta; la maglietta senza
maniche invece aveva stampata proprio al centro del petto una grande R
circondata da orsacchiottini di tanti colori anch'essi.
I suoi capelli rossi come il fuoco erano sparati in tutte le direzioni
e sulla guancia vi erano ancora i segni del cuscino su cui aveva
dormito il ragazzo.
Harry non ce la
fece proprio, scoppiò a ridere sonoramente, tenendosi lo
stomaco, sperando di non offendere i due, ma non riuscendo proprio a
farne a meno, era una vista troppo divertente.
Ron lo guardò interrogativo, l'altro aveva preso a ridere come un pazzo e anche lui voleva sapere perchè!
Hermione, furba come al solito, aveva capito dove lo sguardo di Harry
si era posato, e vedendo che stava guardando divertito il pigiama di
Ron, anche lei non potè fare altro che scoppiare, sedendosi sul
letto in parte al ragazzo moro e ridendo insieme a lui.
Ron era confuso, insomma ma che avevano da sbellicarsi così quei due?
Per un attimo un piccolo moto di gelosia crebbe nel suo petto alla vista di quella scena.
La sua Hermione che rideva così con un altro ragazzo era una
cosa che non gli piaceva proprio, ma poi, osservando attentamente, una
strana consapevolezza lo colpì.
La consapevolezza del fatto che quel ragazzo comparso dal nulla, poco
più di un mese prima a casa Potter, non volesse affatto rubargli
la sua Hermione, o provarci con lei.
Era come se qualcuno gli stesse dicendo che lui non doveva sentirsene geloso.
Dentro di lui sapeva che Harry provava un genuino bene per lui e per la
ragazza e che non avrebbe mai provato a portargliela via.
Anche se si conoscevano da soltanto due giorni, Ron aveva come
l'impressione che il moro avesse sempre fatto parte della sua vita,
come se Harry fosse nato per essere amico suo e di Hermione.
Era una sensazione strana, che nemmeno lui riusciva a spiegarsi.
Già la prima volta che lo aveva visto, aveva capito che quel
ragazzo sarebbe diventato qualcuno importante nella sua vita, era stata come un'intuizione, come
se fosse stato scritto nel loro destino.
E lì, mentre lui era imbronciato perchè non capiva che
cosa stava succedendo e Harry ed Hermione erano stesi sul letto a
ridere, ebbe come la sensazione che una scena del genere fosse
già avvenuta.
Cercò di non pensare a quanto insolita sembrasse quella situazione.
Cercò di scacciare quel senso di deja-vù che continuava a ripresentarsi ogni volta che aveva il giovane davanti.
" Ma insomma, si può sapere perchè state ridendo di me? "
Chiese, incrociando le braccia al petto, fintamente offeso.
La prima a riprendersi fu Hermione, che rispose alla sua domanda.
" Ron, non stiamo ridendo di te, ma del tuo pigiama!" Poi, insieme a
Harry, prese qualche respiro profondo per calmare l'attacco di
ridarella che l'aveva colpita, fallendo miseramente.
Ron abbassò gli occhi, si accorse di cosa aveva indosso e
arrossì violentemente, diventando del colore di un pomodoro da
capo a piedi.
" Scusaci Ron,
non volevamo offenderti! " Cercò di dire Harry, tenendosi la
pancia e coprendosi la bocca con una mano, per soffocare le risatine
che lo scuotevano.
" Oh certo, ridete ridete, la prossima volta sarò io a ridere di
voi, e poi questo pigiama me lo ha regalato la mamma, quindi
è....veramente orrendo vado a cambiarmi! "
Disse per poi scappare in camera, lasciando la sua ragazza e Harry a riprendersi.
Hermione gli
diede una pacca amichevole sulla spalla, come per fargli capire che Ron
non si era offeso per quello che era successo.
Gli erano mancate davvero scene come quella.
Per un attimo gli era parso di essere tornato indietro nel tempo, nel suo mondo.
_______________________________________________________________________
Lily stava preparando la colazione, uova, bacon, un
pò di caffè, insomma una tipica colazione inglese.
Era felice e si
sentiva in pace ed ogni volta che lo era si ritrovava a canticchiare
mentre cucinava, proprio come quella mattina.
Era ancora ai fornelli, preparando un paio di uova in una padella,
quando sentì delle risate provenire dal piano superiore,
precisamente dalla camera in cui dormivano Harry e Ron, ma era sicura
che anche la dolce Hermione li avesse raggiunti.
Un sorriso si dipinse sul volto della donna.
Harrison era finalmente riuscito a farsi degli amici e Lily era al
settimo cielo, non solo perchè quei due ragazzi erano quasi come
dei nipoti per lei, in fondo conosceva Ron da quando era nato e da
sette anni Hermione, ma anche per il fatto che, in qualche modo, erano
riusciti a riportare definitivamente la felicità ad Harry.
In quei due giorni aveva capito che i ragazzi erano diventati amici a vista d'occhio.
Non sapeva come
fosse possibile, ma aveva avuto come l'impressione che i tre si
conoscessero già, come se non ci fosse stato davvero bisogno di
presentarli.
Stava ancora pensando a Harry e a quanto fosse contenta per lui, quando
due braccia le circondarono la vita ed un bacio venne posato teneramente sulla sua
guancia.
" Ciao amore!" Disse James, sopprimendo uno sbadiglio, data l'ora.
" Ciao amore!" Rispose lei, girandosi nel suo abbraccio così da trovarsi faccia a faccia e poterlo baciare come si deve.
Le loro labbra si sfiorarono dolcemente, il bacio che nacque era pieno
d'amore e di passione, ma non volgare, era una genuina passione, che
trasmetteva pace e tranquillità.
James strinse fortemente la vita della moglie, mentre le braccia di quest'ultima andarono a corcondargli il collo.
Il bacio si stava approfondendo, andando verso la strada per diventare qualcosa di più.
I due non avevano mai abbastanza dell'altro.
Si erano innamorati quando erano solamente dei diciassettenni, e anche
a distanza di anni si amavano ogni giorno di più e la passione
tra di loro, fortunatamente, non era mai calata.
" Ohi Jamie, ma si può sapere che cavolo ridono quei tre? Mi
hanno svegliato e sono solo le sette de mat.... OH CAVOLO SCUSATEMI!"
Sirius.
Come sempre interveniva nei momenti meno opportuni.
Era capitato altre volte, ma effettivamente era quasi impossibile evitarlo, vivevano tutti insieme, loro tre con Remus da anni.
I due coniugi si separarono, con Lily che rideva divertita e James che guardava male il suo migliore amico.
" Siri ci stavamo solo baciando, non ti scandalizzare tanto!" Disse sogghignando la donna, mentre tornava a preparare le uova.
James e Sirius si sedettero al tavolo della cucina, parlottando.
" Insomma, qualcuno mi può spiegare che cosa è questo
baccano? Mi sono svegliato alle sette del mattino di domenica in un giorno d'estate!"
Lily scosse la
testa a quest'affermazione, Sirius, proprio come suo marito, era quel
genere di persona che se nessuno l'avesse svegliata, avrebbe dormito
per ore interminabili senza nemmeno accorgersene, era il tipico pigrone
di casa.
" Sono Harry,
Ron ed Hermione che si stanno preparando per andare ad Hogsmeade!"
rispose James anch'egli felice per il fatto che Harrison si fosse fatto
degli amici della sua stessa età e che, finalmente dopo un mese
e mezzo nella tenuta dei Potter, sarebbe uscito nel mondo dei vivi.
Proprio in quel momento i tre nominati entrarono nella cucina, vestiti e pronti per una nuova giornata.
" Buongiorno a tutti!" Dissero in coro.
Ron si sedette di fianco a Sirius, Hermione vicino al suo ragazzo ed
Harry invece si diresse verso Lily, salutandola con affetto con un
bacio sulla guancia, come ormai faceva tutte le mattine.
"Buongiorno tesoro!" Esclamò Lily, abituata a quel genere di
affetto che Harry le donava sempre e che lei considerava davvero
prezioso.
Il giovane, poi, andò a sedersi di fianco a James, che gli diede una pacca sulla spalla.
Pochi minuti dopo li raggiunse anche Remus, un poco pallido per i gusti
di Harry, che però sapeva anche che la luna piena si stava
avvicinando.
La famiglia Weasley era partita molto presto quella mattina, con dispiacere
di Harry, mentre Ron ed Hermione erano rimasti a dormire più a lungo, pronti a
mostrare al loro nuovo amico uno dei luoghi più spettacolari del
Mondo Magico.
Ginny purtroppo non era potuta rimanere, poichè doveva comprare a
Diagon Alley alcune cose prima del suo ultimo anno a Hogwarts.
Harry,
nonostante da un lato fosse dispiaciuto della non presenza di Ginny,
d'altra parte ne era quasi felice, perchè così aveva la
possibilità di passare un'intera giornata con i suoi migliori
amici, e soprattutto poteva cercare di capire come diventare tale con
loro anche in quel mondo parallelo.
Mondo che ormai era anche il suo, doveva ancora farci l'abitudine.
Mangiarono, parlando di tutto e di più, ridendo e scherzando,
anche se fecero arrabbiare molto Lily ed Hermione quando Sirius
cercò di iniziare una battaglia con il cibo, che fu subito soppressa
dalle due donne.
" Uffa non
posso mai fare niente!" Era stato il commento dell'animagus, ma
fortunatamente non aveva aggiunto altro, spaventato dalle occhiatacce
di Lily.
Circa un'ora
dopo, alle otto del mattino, con gli stomaci pieni e uno zaino per
poter trasportare le cose che avrebbero comprato quel giorni, i tre
ragazzi si alzarono dal tavolo.
" Andiamo ad Hogsmeade!" Avvisò entusiasta Ron, non vedendo l'ora di fare da guida per Harry.
Pochi secondi
dopo lui ed Hermione erano già spariti dal camino di casa
Potter, lascindo dietro di loro un piccolo fumo verde.
Quando fu il turno di Harry però, la sua famiglia lo trattenne un poco.
" Stai attento mi raccomando!" Remus
" Vai da Zonco!" Sirius
" Ecco qui qualche soldo per poterti comprare qualcosa" James
" Appena scende il crepuscolo tornate a casa!" Lily.
Lo abbracciarono, manco fosse l'ultima volta che lo vedevano, e poi finalmente, riuscì ad entrare nel camino.
A volte potevano essere proprio protettivi nei suoi confronti, ma ad Harry la cosa faceva solo piacere.
Prese la metropolvere, sorrise loro, poi urlò:
" Hogsmeade!"
_______________________________________________________________________________
Quella era sicuramente stata la miglior giornata che aveva trascorso nell'ultimo anno.
Da quando aveva
iniziato la ricerca degli Horcrux nel suo mondo, non aveva più
avuto modo di divertirsi realmente con i suoi amici, quindi era da
più di un anno che non gironzolava spensierato, pensando solo a
ridere e scherzare con due delle persone più importanti della
sua vita.
Aveva passato
insieme a loro una giornata indimenticabile ed ora era certo di aver
conquistato a pieno la fiducia e l'amicizia di Ron ed Hermione, che
ormai lo trattavano come uno di loro.
La cosa
divertente e curiosa era il fatto che, nonostante i due fossero
fidanzati, lui non si sentiva il terzo incomodo e loro non lo
ritenevano come tale.
Era tutto perfetto.
Ron si era
autodichiarato guida personale di Harry per quella giornata e gli aveva
fatto visitare praticamente tutta Hogsmeade, senza tralasciare nemmeno
i quartieri più oscuri.
La mattina
erano andati prima da MondoMago, poi da Mielandia, dove Ron lo aveva
costretto a comprare una quantità immonda di dolci, tra Api
Frizzole a Gelatine Tutti i Gusti più uno, ovviamente il rosso
si era rifiutato di prendere anche i Pallini acidi, che come
spiegò ad Harry, che fece finta di non sapere niente a riguardo,
odiava in quanto, quando era piccolo i suoi fratelli gliene avevano
dato uno che poi gli aveva fatto un buco nella lingua.
Successivamente,
verso mezzogiorno, poco prima di mangiare, erano andati al Ghirigoro,
poichè Hermione doveva assolutamente comprare una nuova penna e
dell'inchiostro di prima qualità per prepararsi bene per il suo
futuro lavoro, anche se Ron non capiva come una penna potesse servirle
quando sarebbe diventata una Medimaga.
Erano poi andati a mangiare insieme.
Nel primo
pomeriggio Ron aveva insistito per portare Harry alla Testa di
Porco, dove Hermione si rifiutò di entrare, poichè lo
riteneva troppo oscuro e sudicio, Harry invece lo visitò
volentieri, volendo ricordare il meraviglioso momento in cui era stato
creato ufficialmente l'Esercito di Silente nel suo quinto anno.
Ovviamente non
era potuta mancare la visita ai Tiri vispi Weasley, dove ad aspettarli
trovarono Fred e George, con un sorrisone stampato sui loro volti, dove
proposero ad Harry i prodotti più disparati: dal Torrone
Sanguinolento alle Puffole Pigmee.
Avevano deciso di non andare da Madama Piediburro, per non mettere a disagio Harry, dato ch era un piccolo locale per coppiette.
Finalmente, nel tardo pomeriggio, lo avevano portato nel luogo per eccellenza di Hogameade: I tre manici di scopa.
Appena mise
piede lì dentro, Harry si sentì quasi a casa, ricordando
tutte le volte in cui vi era entrato nel suo mondo, le felici giornate
passate in compagnia dei suoi compagni.
Sorrise
pensando che magari avrebbe anche potuto incontrare qualche professore,
ma forse non sarebbe stata una buona idea, dato che lì nessuno
lo conosceva.
I tre ragazzi si sedettero ad un tavolo ed ordinarono tre Burrobirre.
" Devi assolutamente assaggiarla Harry, è la fine del mondo!" Esclamò Ron, dopo aver salutato Madama Rosmerta.
Non poteva sapere che il moro in realtà ne aveva già bevute molte e non vedeva l'ora di poterlo fare di nuovo.
Stettero nel locale per quelle che gli sembrarono ore.
Parlarono di molte cose, dal Quidditch alla scuola.
Con sua enorme
sorpresa, scoprì che la finale della Coppa del Mondo di
Quidditch, che da dove proveniva lui era stata vinta dall'Irlanda
nonostante la destrezza di Victor Krum che aveva afferrato il
boccino, lì l'aveva vinta la Bulgaria, per soli dieci punti.
Inoltre venne a
sapere che suo padre e sua madre aveva insegnato ad Hogwarts per due
anni, rispettivamente come insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure
il primo, e come assistente di Pozioni e supervisore la seconda.
Harry si chiede
se come assistente, Ron ed Hermione, intendessero che insieme a lei
magari insegnava anche Piton, ma non aveva avuto il coraggio di
chiederlo, sarebbe stato troppo strano.
Fu un pomeriggio indimenticabile.
Su tutti i fronti.
Uscirono da I Tre Manici di Scopa e camminarono tranquillamente, allontanandosi un poco dalla cittadina popolata.
Quando stava
per calare il sole, il moro però si accorse che alcuni locali
stavano per chiudere senza un motivo preciso e molte persone tornavano
a casa, nonostante fosse presto e fosse estate.
" Come mai se ne vanno tutti via al tramonto? Insomma, di solito di domenica rimane aperto fino a tarda sera qui!"
Ron ed Hermione lo guardarono come se fosse diventato pazzo, ed Harry si rese conto dell'errore appena fatto.
" O almeno è così che ho sentito dire!" Aggiunse.
Hermione sospirò, sconsolata, poi spiegò:
" C'è il
coprifuoco Harry, da quanto Tu-Sai-Chi ha attaccato Hogsmeade quasi
quattro anni fa, lo hanno dovuto mettere per evitare altre morti,
quindi tutto chiude alle sette di sera e gli Auror restano a
pattugliare per essere sicuri che tutto vada bene."
" E' un vero peccato, perchè era così bello passeggiare al chiaro di luna con le luci e tutto il resto, Lui
però deve sempre rovinare tutto! " Aggiunse Ron, abbassando le
spalle, dalla sua voce traspariva quanto fosse dispiaciuto per
quell'avvenimento.
Harry allora
comprese, Voldemort lì era ancora una minaccia, e non c'era
nessuno che lo avesse mai fermato, poichè lui non esisteva.
In fondo lo
sapeva, la Healer lo aveva mandato lì anche per sconfiggere
nuovamente la minaccia del Signore Oscuro, ma non avrebbe mai
immaginato che fosse così presente in quell'universo.
" Ci conviene
andare, siamo in ritardo ed il sole è già quasi calato
del tutto, dobbiamo tornare ai Tre Manici di Scopa e tornare a casa con
la metropolvere prima che chiuda!" Disse un poco ansiosa Hermione,
accorgendosi solo in quel momento che era davvero tardi.
Camminarono velocemente, quando videro le luci dei lampioni spegnersi.
Tornati nel centro del paese però, tutto era ormai chiuso e loro erano davvero nei guai.
" Miseriaccia ragazzi, ora sì che siamo nella merda!" Esclamò Ron.
Harry non riusciva a capire davvero quale fosse il problema.
" Scusate ma non possiamo semplicemente bussare e chiedere a qualcuno se ci fa usare il suo camino?"
" Harry non ci aprirebbe nessuno, hanno tutti paura che possa essere qualche Mangiamorte! "
" Beh allora smaterializziamoci!"
" Non ci si può smaterializzare ad Hogsmeade!"
Oddio questa gli era nuova, non sapeva che in quel mondo le cose andassero così.
" Accidenti sono stata una stupida! Dovevo stare più attenta!" Mormorò Hermione, davvero spaventata.
Ron le prese la mano, cercando di rassicurarla, ma anche lui era spaventato a morte.
" Prendete le
vostre bacchette, faremo la strada a piedi per andare ad Hogwarts ed
una volta lì chiederemo aiuto a Silente che sarà
sicuramente presente anche se è estate, ma dobbiamo stare
attenti perchè potrebbero esserci Mangiamorte, quindi bacchette
alla mano e all'erta!"
Hermione sfoderò la sua, seguita subito da Ron.
Fu in quel momento che la consapevolezza di non averne più una colpì Harry.
" Io non ce l'ho! "
Hermione gli si avvicinò incredula.
" Come non la hai? Non si dimentica mai la bacchetta a casa Harry, è la prima regola per un mago!"
" No, non l'ho
dimenticata, io non l'ho proprio, si è rotta prima che arrivassi
dai Potter!" Quello che aveva detto era una mezza verità.
Ma il problema era sempre quello, non aveva la sua bacchetta.
Sperò di
essere abbastanza in forze per poter praticare la magia senza di essa,
come gli era stato insegnato durante l'ultimo anno che aveva passato,
prima di sconfiggere Voldemort nel suo mondo.
" Me lo spiegerai dopo come cavolo fai a vivere senza, ma ora dobbiamo dirigerci verso Hogwarts!"
Iniziarono a correre, attorno a loro il deserto e il silenzio più assoluto.
Non un'anima viva tranne loro era ancora per le strade di Hogsmeade.
Anche Harry cominciava ad avere paura, ma non per sè stesso, per i suoi amici.
" Ma non dovrebbero esserci gli Auror? Voi prima avete detto..."
" Sì lo
so che cosa ho detto, ma non sono sempre nel posto giusto al momento
giusto! Se un Mangiamorte ci attaccasse loro potrebbero non arrivare in
tempo!"
Harry allora si chiese dove fossero in quel momento coloro che avrebbero dovuto proteggerli.
Corsero e sorpassarono l'entrata del paesino, davanti a loro solo una strada deserta, quando Harry captò qualcosa.
Una voce, in lontananza, stava chiedendo aiuto.
" Fermi aspettate! " Disse facendo fermare dubbiosi i due amici.
" Che cosa c'è Harry? Dobbiamo andarcene in fretta!"
Il moro
affinò l'udito e lo sentì di nuovo, qualcuno stava
chiedendo aiuto e riuscì a sentire anche un'altra voce,
maschile, probabilmente un Mangiamorte che stava attaccando un'innocente
" Qualcuno è stato attaccato, sento che sta chiedendo aiuto!"
I tre rimasero in silenzio, poi anche Ron ed Hermione poterono sentirlo.
Una voce di donna, probabilmente anziana.
" Vi prego aiutatemi!" Era flebile, ma la sentirono.
Harry si mosse verso la sorgente del suono, sapendo che non poteva starsene con le mani in mano.
Hermione però lo afferrò per un braccio, fermandolo.
" Che cosa vuoi fare? Noi non possiamo aiutarla! Ci penseranno gli Auror e poi non hai la bacchetta!"
Si vedeva che la ragazza era spaventata e che avrebbe voluto aiutare anche lei la persona in pericolo, ma non sapeva come!
Harry guardò prima lei, poi Ron.
" E se gli Auror non arrivassero in tempo? Se la uccidessero? Io non posso permettere che qualcuno muoia di nuovo!"
E senza potersi più trattenere, iniziò a correre, per soccorrere quella donna.
Hermione e Ron si guardarono, non sapevano che fare.
Poi, come
d'istinto, seguirono il moro, in fondo aveva ragione, non potevano
permettere che qualcuno morisse solo perchè loro erano stati dei
codardi.
Harry sorrise quando vide i due amici di fianco a lui.
Sembrava proprio di essere tornati ai vecchi tempi.
" Aiuto!"
Harry corse più veloce.
Ma dove diavolo erano gli Auror?
" Nessuno
potrà sentirti lurida Mezzosangue! Ho ucciso personalmente i due
addetti del ministero a proteggere Hogsmeade stasera, quindi nessuno
potrà salvarti! " Disse maligna una voce maschile.
Harry non riuscì a capire a chi appartenesse, ma era sicuramente un Mangiamorte.
Entrò
nel vicolo dalla quale provenivano le voci, si nascose dietro ad un
muro, facedno segno a Ron ed Hermione di non fiatare e di non attaccare
subito, dovevano aspettare il momento opportuno.
Sporgendosi un poco con la testa Harry potè vedere la scena.
Un Mangiamorte,
vestito di nero, ma senza l'usuale maschera, troneggiava su una donna
anziana in ginocchio davanti a lui, la bacchetta puntata alla sua
tempia.
Il Mangiamorte prese un respiro e alzò la bacchetta per pronunciare l'anatema che uccide.
Harry non
riuscì a trattenersi oltre, doveva fare qualcosa, non avrebbe
più permesso a qualcuno di morire davanti ai suoi occhi, si era
fatto questa promessa e l'avrebbe mantenuta.
Lasciando i due
amici indietro, per non metterli in pericolo, passò esattamente
dietro al Mangiamorte, senza farsi sentire, e si nascose nell'angolo
opposto a dove si trovava precedentemente, mentre Ron ed Hermione lo
guardarono a bocca spalancata, non capendo che cosa l'amico avesse
intenzione di fare.
" Ora morirai lurida Mezzosangue e nessuno si accorgerà di nulla!"
Era quello il momento giusto.
" Ne sei così sicuro? " Disse Harry ad alta voce.
L'uomo si voltò, non vedendo però nessuno dietri di lui.
'Si ricomincia' pensò il moro, prima di mettere in atto il suo piano.
ANGOLO AUTRICE
Eccomi qui!
Allora come state?
Piaciuto il capitolo?
Spero di sì, perchè ci ho messo tutta una notte e un
giorno per scriverlo ed è venuto anche abbastanza lungo!
Come al solito ringrazio i 6 angeli che hanno recensito lo scorso
capitolo, nella speranza che lo facciate ancora e che anche altre
persone si aggiungano a voi e mi dicano che cosa pensano della storia!
Ringrazio le persone che hanno messo la fic nelle seguite, nelle
preferite e nelle fic da ricordare, siete tantissimi e vi ringrazio per
questo!
Il prossimo capitolo sarà quello che entrerà veramente nell'avventura della storia.
L'aggiornamento sarà tra domenica e lunedì prossimo, quindi tra esattamente una settimana!
Mi scuso anche se non ho risposto a tutte le recensioni, ho avuto
poco tempo, ma questa settimana prometto che risponderò a tutti!
Volevo inoltre avvisarvi, per chi non avesse letto, che ho creato una
pagina facebook, dove parlerò di spoiler e degli aggiornamenti,
iscrivetevi se vi fa piacere :)
Mi renderete felicissima!
Questo è il link:
Grazie mille a tutti e alla prossima!
Baci baci Kiki :)
|
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Capitolo 9 *** Fight ***
second chances 8
Eccomi qui con il nuovo capitolo come promesso!
Per un momento ho pensato che l'aggiornamento dovesse saltare a
mercoledì, ma sono riuscita a finire il capitolo quasi per
miracolo.
Scusate eventuali errori di battitura, qualcuno scappa sempre.
Spero che il capitolo vi piaccia!
Ed ora diamo il via alla prima battaglia di questa stroria!
Ci vediamo a fondo pagina ;)
Dove eravamo rimasti?
" Ne sei così sicuro? " Disse Harry ad alta voce.
L'uomo si voltò, non vedendo però nessuno dietro di lui.
' Si ricomincia' Pensò il moro, prima di mettere in atto il suo piano.
FIGHT
" Chi ha parlato? " Urlò il Mangiamorte voltandosi e guardandosi
intorno, per capire da dove provenisse la voce che aveva appena sentito.
Fece una veloce
perlustrazione del vicolo in cui si trovava, bacchetta alla mano e
dimenticandosi per un attimo della povera signora anziana che pochi
secondi prima stava per uccidere, ma non trovò anima viva.
Harry si nascose
maggiormente, schiacciandosi verso il muro per non farsi vedere, quando
si accrose che in realtà Ron ed Hermione erano molto più
esposti di lui e che se il Mangiamorte avesse fatto anche un solo
incantesimo, probabilmente gli avrebbe scoperti in un men che non si
dica.
Non poteva certo permetterlo, doveva fare qualcosa.
" Allora, vuoi dirmi chi
sei? " Urlò nuovamente l'uomo dal mantello nero, che
nell'intento di capire da dove provenisse la voce, mostrò il suo
volto ad Harry.
Era Avery Junior.
L'ultima volta che lo aveva
visto era stato nella battaglia finale nel suo mondo, quando finalmente
era stato ucciso, probabilmente l'Avery di quel mondo non era molto
diverso dal suo, data la sua crudeltà ed il fatto che stesse per
uccidere una donna a sangue freddo.
" Non importa chi sono! " Rispose con voce ferma, sentendo l'adrenalina scorrergli nelle vene, in ricordo dei vecchi tempi.
Si sentì sicuro,
coraggioso e sapeva che anche senza bacchetta ce l'avrebbe fatta a
sconfiggere quella feccia, seguace di Voldemort.
In fondo aveva imparato
molti incantesimi senza bacchetta, in previsione del suo ultimo scontro
con il Mago Oscuro nella sua dimensione.
Molti Auror non sapevano
utilizzare quella tecnica, ma lui sì, anche se non così
efficacemente come avrebbe voluto.
Perfino Malfoy, reduce
dalla guerra e poco prima di scappare con la sua famiglia, gli aveva
detto che era bravo e che non si sarebbe mai aspettato una cosa del
genere da parte dello 'sfregiato'.
Fece un passo avanti,
cercando di distaccarsi dalla parete che lo aveva tenuto nascosto per
quell'arco di tempo e fece un segno veloce a Ron ed Hermione, indicando
loro che avrebbero dovuto, nel silenzio più assoluto, chiedere
aiuto.
Hermione parve la prima a capire che ne avrebbero avuto davvero bisogno.
Con un piccolo incantesimo
infatti, mandò un messaggio a Potter Manor e alla Tana, nella
speranza che qualcuno, in assenza degli Auror in carica quella notte,
che erano stati sfortunatamente uccisi, sarebbe arrivato a dare una
mano.
Avery puntò la
bacchetta nuovamente alla tempia della donna, dopo aver sentito la
risposta di Harry, e sul suo volto si dipinse un ghigno malefico.
" Beh, se non mi dici chi sei e non spunti fuori, io la uccido, la scelta è solo tua. "
Effettivamente aveva ragione.
Lo aveva incastrato.
' Accidenti, a volte sono proprio uno stupido'
pensò, capendo che se non avesse fatto qualcosa ed in fretta,
Avery avrebbe veramente ucciso quella povera donna indifesa ed
innocente.
Non aveva altra scelta.
Guardando verso i suoi
amici vide che stavano per intervenire, così fece un gesto
risoluto, mimando con le mani il fatto che ora era obbligato a
mostrarsi e che lo avrebbero dovuto andare in suo aiuto solo nel
momento opportuno.
Nonostante la paura, però, i due annuirono, pronti ad intevenire se il Mangiamorte lo avesse attaccato.
Harry fece un altro passo, dirigendosi sempre più verso l'uomo, che era in piedi, impetuoso, al centro del vicolo.
Sapeva che appena si
sarebbe fatto vedere, tempo due minuti Avery avrebbe sicuramente
cercato di ucciderlo, così, per pochi secondi, si
concentrò per incanalare le energie necessarie per praticare la
magia senza bacchetta che gli avrebbe permesso, se non di sconfiggerlo
o ucciderlo, di metterlo al tappeto.
Poi, finalmente, fece la sua entrata in scena.
Il ragazzo che Avery vide apparire davanti a sè, non era però Harrison White, ma Harry Potter.
In quel monento non doveva essere il ragazzo fragile, che era comparso ferito nel fisico e nell'orgoglio, no!
In quel momento doveva
essere Harry Potter, uno dei maghi più potenti del Mondo Magico,
colui che non solo era sopravvissuto una volta alla Maledizione senza
perdono, ma più volte.
In quel momento nei suoi occhi vi era risolutezza e coraggio.
Lui era un Grifondoro in fondo.
Quando finalmente fissò negli occhi del Mangiamorte, capì di aver fatto la cosa giusta.
Avery non avrebbe mai avuto
paura di un ragazzino come lui, lo avrebbe sicuramente sottovalutato, e
così Harry lo avrebbe potuto battere più facilmente.
Mai fermarsi solo alle apparenze.
" Ahahahahaha " Fu la sonora risata di Avery, che era caduto nella trappola di Harry.
" Un ragazzino! Tu, che
avrai al massimo sedici anni, vuoi sfidare me, un Mangiamorte dei
più temuti, solo per salvare questa stupida Mezzosangue?!?" E
rise di nuovo, facendo tremare la donna sotto di lui.
A quel commento Harry si arrabbiò molto.
Nessuno in quel mondo
sapeva di cosa era veramente capace, ma ora lo avrebbe mostrato per la
prima volta a quell'insulsa feccia umana.
Con voce calma, guardando dritto negli occhi Avery, disse:
" Per tua informazione io
ho diciassette anni e ne compirò diciotto molto presto, e
poi...non azzardarti mai più a chiamare Mezzosangue qualcuno!
Quella donna è molto meglio di tutti voi Mangiamorte messi
assieme!"
Forse sarebbe stato meglio
se avesse tenuto la bocca chiusa, soprattutto sull'ultima frase, ma
ovviamente, come suo solito, non aveva pensato prima di aprire bocca.
Prima che potesse finire, vide la faccia di Avery contorcersi per la rabbia, alzare la bacchetta e puntarla contro di lui.
" Avada Kedavra!"
La luce verde si avvicinò a lui.
Ma Harry era pronto e più furbo.
Poco prima che l'incantesimo lo colpisse il ragazzo si spostò di lato, evitando prontamente di essere ucciso.
Harry fece una capriola ed in un attimo si ritrovò di nuovo in piedi.
" Sai, mi chiedo come mai
voi Mangiamorte sappiate fare solo quell'incantesimo? E' ora di
allargare un poco il repertorio, non credi? "
Questo fece infuriare
ancora di più Avery che iniziò a scagliarli addosso gli
incantesimi più oscuri, che venivano però prontamente
evitati da moro.
Mentre Harry cercava di
distrarlo, vide che Ron ed Hermione avevano capito perfettamente quale
era il suo piano, quasi si stessero leggendo nella mente.
Infatti i due avevano
portato al sicuro la donna anziana e si erano riparati dietro ad un
altro muro, cercando di tranquillizzarla.
Harry, che iniziava a
stancarsi di evitare solamente le maledizioni, si concetrò il
più possibile, per poi scagliare il suo incantesimo preferito.
" Expelliarmus!"
Sentì la magia pura
fuoriuscire direttamente dal suo nucleo magico, per andar a colpire in
pieno petto Avery, che non solo perse la bacchetta, ma, a causa della
forza della magia di Harry, venne sbalzato all'indietro, proprio contro
un muro, per poi accasciarsi al suolo come una bambola rotta,
incosciente.
Il diciassettenne rimase un
poco sorpreso, non si aspettava che un solo incantesimo potesse bastare
per mettere al tappeto un Mangiamorte di fama internazionale come Avery.
Si avvicinò al corpo dell'uomo per controllare se fosse veramente senza conoscenza, solo per esserne sicuri.
Lo era.
" Harry!!!"
Ron ed Hermione gli corsero
a fianco in un battibaleno, con gli occhi fuori dalle orbite per
l'incredulità, causata da quello che avevano appena visto.
" Ma...come....tu....io....Hermione....hai visto? " Fu tutto quello che Ron riuscì a dire.
Harry quasi si mise a ridere nel vedere le loro facce.
Erano troppo buffi.
" Harry, hai fatto una magia senza bacchetta, per di più con enorme potenza, come diavolo hai fatto?"
Hermione almeno era riuscita ad articolare una frase di senso compiuto, a differenza di Ron.
Il moro si portò una
mano dietro la testa, imbarazzato, sapendo che di lì a poco
l'amica avrebbe cominciato a tempestarlo di domande.
" E' una storia lunga Herm,
che ne dici se ne riparliamo più tardi? " Le rispose, senza
nemmeno accorgersi di aver usato il nomignolo dell'amica, come era
solito chiamarla nel suo mondo.
La castana stava per aprire
di nuovo bocca, probabilmente per chiedergli qualcosa di più
rispetto a quello che aveva appena visto fargli, quando la donna
anziana, si gettò tra le braccia di Harry.
" Grazie ragazzo, grazie mi
hai salvato la vita, anzi mi avete tutte e tre salvato la vita, vi
sarò debitrice per sempre! "
La donna stava tremando e piangendo ed Harry cercò di confortarla.
" Dovere signora... "
Ron ed Hermione si misero a
ridere quando notarono l'imbarazzo di Harry, ma la loro felicità
non durò poi tanto a lungo.
Dei rumori che conoscevamo bene, li avvisarono che almeno due persone di erano materializzate in quel vicolo.
Harry sperò con
tutto il cuore che si trattasse degli Auror, oppure di James o Sirius,
che avendo ricevuto la lettera, si erano fiondati in loro aiuto, ma
sapeva che non poteva essere vero.
Infatti si trovarono
davanti due Mangiamorte e fecero appena in tempo a spostarsi, tutti in
direzioni diverse, prima che il suolo sotto di loro esplodesse in mille
pezzi a causa del 'Bombarda' lanciato da uno dei loro nemici.
Mentre l'inferno si
scatenava si ritrovò a pensare che i Mangiamorte si erano appena
Smaterializzati, cosa impossibile secondo quello che solo pochi minuti
prima gli aveva detto Hermione.
Se mai fosseri riusciti a tornare a casa, avrebbe chiesto una spiegazione all'amica.
I suoi pensieri però si interruppero quando si sentì lanciare all'indietro e colpì violentemente il muro.
Gli ci vollero un paio di secondi prima di riprendere coscienza di quello che gli stava accadendo intorno.
Quando finalmente i suoi occhi deciso di focalizzarsi di nuovo, quello che vide non gli piacque per niente.
Ron era disteso una decina di metri davanti a lui, confuso.
Hermione stava cercando di mettersi in piedi, reggendosi alla parete.
La signora anziana giaceva immobile in parte all'amica, Harry sperò con tutto il cuore che non fosse morta.
" Ma guardate un pò chi abbiamo qui! "
Harry riconobbe subito quella voce, era MacNair.
" Tre insignificanti ragazzini ed una vecchia, ma che bel bottino!"
La seconda voce,
però, fu quella che colpì maggiomente il moro,
perchè a parlare era stato nientemeno che Rodolphus Lestrange.
Alzò lo sguardo e lo vide.
Il marito di Bellatrix.
Un uomo spregevole per una donna spregevole.
Vide che si stava per avvicinare a Hermione, che era ancora piuttosto stordita, e senza pensare oltre, attaccò.
" IMPEDIMENTA " Urlò
con tutta la forza che aveva, sentendo la propria magia scivolare via
dal suo corpo come acqua in un mulino.
L'incantesimo colpì Lestrange e lo mandò gambe all'aria, ma era un osso duro.
Si rialzò e si
voltò verso Harry minaccioso, senza nemmeno notare che stava
combattendo contro un semplice ragazzo senza bacchetta, ora voleva solo
uccidere quell'insetto che aveva osato sfidarlo.
" Crucio!"
Harry riuscì a scivarlo per un soffio.
Rialzandosi, potè sentire Ron ed Hermione che stavano compattendo con MacNair, ed erano in difficoltà.
Sentì il Mangiamorte lanciare una Maledizione Imperius nella direzione di Ron.
" Protego!"
Riuscì ad espandere
lo scudo in direzione dell'amico, che venne prontamente protetto, ma
capì anche che l'incantesimo lo aveva lasciato privo di energia.
In fondo non era poi così abituato agli incantesimi senza la sua amata bacchetta.
Si accasciò al suolo, rendendosi vulnerabile.
L'incantesimo che lo
colpì un momento dopo, gli aprì letteralmente in due il
braccio destro, da cui sgorgò un fiotto di sangue.
Harry urlò dal dolore, ma non molllò.
" HARRY!" Sentì
urlare Hermione, che però, subito dopo dovette difendersi da
un'altra fattura lanciata dai due Mangiamorte.
Il ragazzo cercò di avvicinarsi il più possibile ai suoi amici, ma venne colpito nuovamente.
Questa volta però non era un semplice incantesimo di taglio.
Si trovò intrappolato, dolorante, sotto la maledizione Cruciatus.
Per un attimo si sentì come se fosse immerso nell'acqua.
I suoi sensi vennero come annullati.
Doveva resistere, doveva combattere.
Ancora sotto la
maledizione, si rialzò, sotto gli sguardi scioccati di tutti i
presenti, e cercando di non pensare al dolore immenso che stava
provando in tutto il corpo e al sangue che copioso scendeva dal suo
braccio, urlò:
" STUPEFICIUM!"
La sua magia, prepotente, non solo colpì Lastrange, ma anche MacNair, che finirono a terra, colpiti dalla luce rossa.
Harry stava respirando faticosamente, era in piedi per miracolo e si sentiva a pezzi, ma almeno era vivo.
" Harry stai bene? " gli chiese Ron accorrendo da lui, con al suo fianco Hermione.
Stava per dare loro una risposta, quando, improvvisamente, sentirono altri suoni di Smaterializzazione.
Ma questa volta non erano Mangiamorte.
Erano gli Auror.
Finalmente i soccorsi erano arrivati.
" Ci rivedremo ancora ragazzino!"
Harry, Ron ed Hermione si voltarono di scatto, aspettandosi una qualche maledizione.
Rosolphus Lestrange, con in
braccio Avery e MacNair, guardò Harry negli occhi, come per fare
una sorta di promessa, e poi scomparve con un sonoro 'crac', lasciando
il nulla intorno a sè.
" HARRY!"
" RON, HERMIONE!"
In pochi secondi nel vicolo arrivarono di corsa almeno una decina di persone.
James, Sirius, Remus, Lily e i Signori Weasley in prima fila.
Dietro di loro vi erano Moody e Shakelbolt, che Harry fu enormemente felice di rivedere.
James fu il primo che, affannato, li raggiunse.
Sembrava estremamente preoccupato.
" State bene? "
" Ma che diavolo vi è saltato in testa? "
" Siete impazziti? "
" Sfidare dei Mangiamorte, ma vi deve essere andato di volta il cervello!"
Tra tutte le accuse mosse
dagli adulti e le rassicurazioni, Hermione fu la prima ad intervenire e
fermare quell'ammaso di parole.
Harry le fu enormemente grato, in quel momento lui non aveva la forza nemmeno di aprire bocca.
" Fermi fermi fermi, non siamo stati degli incoscienti, abbiamo fatto quello che andava fatto! " Disse risoluta.
Poi, vedendo che stavano
per interromperla nuovamente, alzò una mano, come per farsi
ascoltare, senza ammissione di repliche.
Ron sghignazzò un poco alla scena.
" Prima di tutto,
laggiù c'è una signora insosciente ed adesso sarebbe
morta se non fosse stato per l'enorme coraggio di Harry, anzi saremmo
tutti morti se non fosse stato per lui, secondo non abbimao fatto
apposta ad essere rimasti qui, lo abbiamo fatto per un motivo: salvare
un'innocente! Voi che avreste fatto? "
Hermione era unica, anche a
soli diciassette anni riusciva a zittire una decina di persone adulte
come se fosse la cosa più facile del mondo.
" Ok ok, ne parleremo
più tardi quando tutto questo casino sarà finito, ora
ditemi chi erano i Mangiamorte che avete affrontato? " Chiese Moddy,
impaziente di sapere che cosa era successo.
Ron aprì la bocca, come per dire che non sapeva i nomi di tutti loro, ma Harry lo interruppe.
" Avery, MacNair e Rodolphus Lastrange signore!"
Moody lo squadrò la capo a piedi con il suo occhi magico, poi fece un segno di assenso e si allontanò da loro.
" Harry, ma sei ferito!"
L'urlo di Lily mise in allerta tutti quanti.
James, Sirius e Remus si
avvicinarono maggiormente a lui, ed Harry vide che anche i signori
Weasley sembravano parecchio preoccupati.
Lui però non sentiva molto dolore, forse era per l'adrenalina ancora in circolo.
" Oh non è niente,
solo un taglietto " Cercò di minimizzare, sperando di averlo
fatto nel modo giusto, ma non si accorse di quanto debole la sua voce
sembrasse.
Cosa di cui però si accorsero tutti gli altri.
" UN TAGLIETTO!?!?! Harry
hai il braccio squarciato a metà!" Urlò nel panico ancora
Lily, mentre ispezionava il braccio del moro.
" Oh mio dio quanto sangue! " Esclamò Sirius, mettendo in allarme la famiglia Potter.
Solo in quel momento Harry
si accorse che sotto di lui si era formata una pozza di sangue,
proveniente dal taglio, anzi dallo squarcio nel suo braccio.
Non pensava fosse così grave.
" E' stato anche colpito dalla Maledizione Cruciatus da Lestrange! " Disse Herimione, preoccuata per il suo nuovo amico.
" Cosa? " Chiesero tutti in coro, guardando la castana con stupore.
" Ed è riuscito anche a contrastarla! " Replicò Ron, non potendo nemmeno lui credre alle proprie parole.
" COSA?!?!?" Ripeterono più forte ancora in coro.
Harry cominciava a sentirsi troppo al centro dell'attenzione.
" Dobbiamo subito portarlo
al San Mungo!" Sentì qualcuno dire, ma lui non aveva
assolutamente voglia di tornare in ospedale, così provò a
protestare.
" Non c'è bisogno davvero, sto be..."
Ma per sua sfortuna non riuscì a terminare la frase.
Proprio in quel momento le sue forze decisero di abbandonarlo, l'adrenalina non lo teneva più in piedi.
Si sentì leggero come una piuma.
La testa gli pulsava e si sentiva svenire.
Prima che potesse aggiungere altro, le sue gambe cedettero e la sua vista si fece sfuocata.
"HARRY"
Fu tutto quello che riuscì a sentire prima che il suo mondo si fece del tutto nero.
__________________________________
"Harry, tesoro, ti prego apri gli occhi! "
La voce di sua madre.
" Presto chiamate un Medimago! "
Quello invece era suo padre.
" Cazzo, sta perdendo tantissimo sangue...."
Sirius.
" Ferula!"
Delle bende gli fasciarono il braccio, fermando un poco l'emmorragia.
' Grazie Remus' pensò il moro.
" Harrison, svegliati, ti prego..."
" Ma dove diavolo sono i soccorsi? "
Qualcuno gli stava schiaffeggiando la faccia.
' No, lasciatemi dormire, sono stanco!'
Lentamente aprì gli occhi, sentendo dolore in tutto il corpo.
" Oh mio dio è sveglio!"
Una boccetta venne poggiata sulle sue labbra delicatamente.
Cercò di spostare il volto, a causa dell'odore ripugnante che emanava.
Voleva solo dormire.
Perchè non lo lasciavano stare?
" Harry, piccolo, devi bene questa pozione! Lo so che sei stanco, ma bevi questa e poi potrai riposare!"
La preoccupazione dilagava dalla voce di sua madre e sentiva suo padre tenergli la mano.
" Mamma..."
Riuscì a dire, tra gemiti di dolore, senza accorgersi veramente della parola che aveva detto.
Sentì il corpo che lo stringeva tra le braccia sussultare un poco, per poi rilassarsi.
Bevve la pozione.
" Sssh tesoro, sei stato bravissimo, ora la mamma è qui con te, andrà tutto bene "
Poi finalmente potè riposare.
ANGOLO AUTRICE
Ciao angeli!
Tutti bene? Piaciuto il capitolo?
Spero di sì :)
Come al solito ringrazio le persone che hanno messo la storia nelle
preferite, nelle seguite e in quelle da ricordare, aumentate sempre di
più e la cosa mi rende estremamente felice.
Grazie alle 9 magnifiche persone che hanno commentato lo scorso capitolo!
Siete uniche!
Prossimo aggiornamento per la vigilia di Natale, così vi faccio anche il regalo eheheh.
Vi ricordo nuovamente la mia pagina su facebook:
Grazie ancora a tutti!
Alla prossima,
Baci Baci Kiki :)
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Capitolo 10 *** Return to Hogwarts ***
new chapter return to hogwarts
Buongiorno a tutti!
So che sono mancata per molto
tempo, ma come ho spiegato a chi mi segue sulla mia pagina facebook,
sono stati dei mesi un pò difficili per me.
Ma ora va tutto bene ed ho ripreso a scrivere!
Per questo capitolo ci ho messo l'anima e devo dire che sono anche abbastanza contenta di come sia venuto!
Vi consiglio di leggere bene la
parte finale, dove comparirà un personaggio molto amato dai
lettori di Harry Potter e dove vi saranno alcune rivelazioni per la
storia che si svolgerà nei prossimi capitoli.
Ci vediamo a fondo pagina, buona lettura ;)
RETURN TO HOGWARTS
Nel momento in cui Harry svenne, il panico dilagò tra i presenti.
James e Sirius si fiondarono accanto al ragazzo, appena in tempo per
afferrarlo e evitare che battesse la testa sul pavimento; gli misero le
braccia intorno alle spalle e alla schiena, sorreggendolo, per poi
poggiarlo dolcemente a terra, la testa di Harry sulle gambe di Lily.
Remus accorse immediatamente, Ron ed Hermione erano come pietrificati dietro di lui e guardavano il corpo immobile di Harry.
Il suo braccio era coperto di sangue, aveva un grosso taglio sulla
fronte e sembrava esausto, il suo petto si alzava e abbassava
velocemente, segno che non stava per niente bene.
" Ragazzi dobbiamo svegliarlo, dobbiamo essere sicuri che non sia in
pericolo di vita e dobbiamo curarlo il prima possibile" Fu tutto quello
che Remus riuscì a dire, confuso e spaventato dalla situazione.
James non riusciva a distogliere lo sguardo dalla figura sanguinante
del ragazzo che ormai considerava come un figlio, era terrorizzato;
prese una mano di Harry tra le sue, come se il contatto con la pelle
dell'altro lo aiutasse a capire che era ancora vivo e che dovevano
aiutarlo al più presto.
Sirius era pallido e cercava di non pensare al peggio, nella speranza
che i soccorsi sarebbero arrivati e avrebbero aiutato Harry a stare
meglio.
D'altro canto Lily era sopraffatta dalla paura, sentiva il cuore come
stretto in una morsa, quasi non riusciva a respirare, ma sapeva che non
doveva farsi sopraffarre dal panico, doveva mantenere la calma, era
l'unico modo in cui sarebbe riuscita ad aiutare veramente Harry.
Seguendo il consiglio di Remus, cercò di svegliare il giovane.
" Harry, tesoro, ti prego apri gli occhi! "
Si voltò verso il marito, guardandolo negli occhi; vide il suo stesso panico riflesso in lui.
Abbassarono lo sguardo nello stesso momento e videro il sangue di Harry sulle loro mani.
" Presto chiamate un Medimago! " Urlò James, non potendo resistere a quella vista.
Sirius sentì che stava per vomitare, tutto quel rosso gli dava la nausea.
" Cazzo sta perdendo tantissimo sangue... "
Erano talmente pietrificati che non sapevano che cosa fare, era come se
avessero la mente vuota, come se non conoscessero nessun incantesimo;
guardavano impotenti il ragazzo steso davanti a loro, ricoperto di
sangue e non sapevano cosa fare, come reagire.
Per fortuna Remus riuscì a riprendersi e si rese conto che, anche se non erano esperti di magia, potevano fare qualcosa.
Avvicinandosi, mosse la bacchetta a poca distanza dal braccio sanguinante di Harry.
" Ferula "
Delle bende bianche apparvero dal nulla e andarono a stringersi attorno
alla ferita, cercando di fermare il sangue che però continuava
imperterrito a sgorgare, tanto che le bende si tinsero subito di un
rosso cremisi, a sottolineare la gravità della situazione.
Lily, accarezzando i capelli del giovane, gli sussurrò nuovamente:
" Harry, svegliati, ti prego..."
Mentre in sottofondo la voce di Sirius, ancora nel panico, urlava alla folla:
" Ma dove diavolo sono i soccorsi? "
Vedendo però che Harry non reagiva, James prese in mano la situazione e diede delle piccole pacche sulla sua guancia.
Quasi come se le loro preghiere fossero state esaudite, il giovane aprì stancamente gli occhi.
Erano offuscati, stanchi, il verde di solito vivo, ora era opaco, ma
loro sapevano che non dovevano lasciarglieli chiudere, prima dovevano
dargli una pozione generale di guarigione, che gli era stata portata
gentilmente da un auror, che le aveva sempre con sè.
" Oh mio dio, è sveglio! "
James prese la boccetta che gli aveva portato il loro collega e
dolcemente la poggiò alle labbra di Harry, in modo che la
bevesse, sicuro che si sarebbe sentito subito meglio, dato che quelle
pozioni erano immediate.
Il diciassettenne però, troppo confuso e stanco per capire,
voltò il viso un poco, come a non voler ingerire quell'intruglio
giallognolo.
Ma doveva farlo, per il suo bene.
" Harry, piccolo, devi bere questa pozione! Lo so che sei stanco, ma bevi questa e poi potrai andare a riposare "
La voce di Lily sembrò calmarlo, ebevve senza più protestare.
James gli strinse la mano, non sapeva che cosa fare, mentre la moglie continuava ad accarezzare i capelli disordinati di Harry.
Tutti stavano pensando la stessa cosa, dove Merlino erano i soccorsi?
Ormai li stavano aspettando da troppo tempo per i loro gusti.
Poi, come un fulmine a ciel sereno, Harry disse una parola, sussurrata, quasi inudibile, ma loro la sentirono benissimo.
" Mamma "
Quella semplice parola ebbe il potere di sconvolgere i presenti, ma soprattutto Lily, che non potè evitare di sussultare.
Mai nessuno l'aveva chiamata così.
Sapeva che, probabilmente, Harry l'aveva detto senza pensare, che
magari non era nemmeno rivolta a lei, ma non potè fare a meno
che sentire le guance bagnarsi di lacrime, mentre si scambiava una
sguardo complice con James.
Continuò ad accarezzare il giovane, che era chiramente esausto e stava per svenire.
" Ssh tesoro, sei stato bravissimo, ora la mamma è qui con te, andrà tutto bene!"
Nell'osservare quella scena a James vennero le lacrime agli occhi; mai
avrebbe immaginato che Lily si sarebbe fatta chiamare in quel modo da
qualcuno che non fosse il 'loro' Harry, ma chiaramente le cose dovevano
andare diversamente.
Harrison era entrato nelle loro vite e le aveva scombussolare, le aveva
completamente rinnovate e vederlo in quello stato faceva del male a
tutti.
Sirius e Remus la pensavano al suo stesso modo, ne era certo e sapeva
anche che anche Ron ed Hermione, anche solo dopo due giorni, di erano
affezionati irrimediabilmente a quel giovane.
Era impossibile non volergli bene.
I suoi pensieri furono interrotti da un urlo di Sirius, seguito dal
pianto di sua moglie, che avevano reagito in quel modo, poichè
Harry era definitivamente svenuto.
" Sentite io non ce la faccio più, è passato troppo
tempo, lo porto al San mungo io! " Esclamò James, stanco di
aspettare soccorsi che chiaramente erano in ritardo e lo sarebbero
stati ancora.
" Aspetta James, non dovremmo- " Iniziò a protestare la rossa,
avendo paura che se avessero spostato il giovane, gli avrebbero
provocato maggiori danni.
Ma James non voleva ammettere ragioni, dovevano assolutamente portarlo in un ospedale e non avrebbe aspettato oltre.
" Amore, senti, i soccorsi sono troppo in ritardo e ha bisogno di cure
immediatamente, quindi ora mi smaterializzerò con lui al
San Mungo e voi verrete con me! "
Senza aspettare oltre poggiò un braccio sotto le ginocchia del
giovane e l'altro dietro alla schiena, stando attendo, per far
sì che non sentisse dolore, poi lo sollevò dolcemente, in
modo che la testa di Harry fosse poggiata sul suo petto e, senza dire
altro, dopo aver guardato tutti negli occhi, si smaterializzò
con un sonoro 'pop'.
Venne seguito immediatamente da altre cinque persone.
La sicurezza di Harry era davanti a tutto e a tutti.
____________________________
1 ora dopo
"Ma perchè ci mettono tanto? "
La voce di Sirius eccheggiò per tutta la sala d'attesa nella quale erano stati portati circa un'ora prima.
Sessanta minuti che erano sembrati un'enternità.
Sirius non faceva altro che camminare avanti ed indietro per tutta la
stanza, non aiutando certamente coloro che erano in sua compagnia a
diminuire l'ansia che provavano.
Remus aveva lo sguardo sul pavimento e sembrava come incantato, incapace di distoglierlo da quelle mattonelle bianche opache.
Hermione e Ron erano seduti nell'angolo più remoto, abbracciati
l'uno all'altra, cercando di non disturbare le altre quattro persone
che erano lì con loro.
Lily era seduta su una delle sedie poste su di un lato del muro e non
si era mossa da quando era stata portata lì quasi a forza dal
marito.
Ancora non poteva credere a quello che era successo; ma soprattutto non
riusciva a capacitarsi del fatto che Harry l'avesse chiamata 'mamma'.
Era stata una sensazione stranissima sentire quella semplice parola
fuoriuscire come un sussurro dalle labbra di quel ragazzo che ormai non
poteva fare a meno che amare con tutto il cuore; si era sentita come
rinata, perchè da quando era arrivato nelle loro vite, lei si
era sentita davvero una madre dopo tanto tempo.
Ed in quel momento, che non vedeva l'ora di poter parlare con lui per
capire perchè l'avesse detto, forse non ne avrebbe
potuto avere la possibilità.
Non sapeva quali erano le reali condizioni di Harry, ma sapeva che
aveva perso molto sangue, che era debilitato e questo poteva bastare
alla 'Morte' per poterglielo portare via, proprio come aveva fatto con
il suo primo figlio.
Erano ore che, dentro di sè, supplicava ogni Dio esistente di risparmiarlo, di lasciarlo vivere.
" Che schifo di situazione... "
La voce di James la ridestò dai suoi pensieri e si voltò
verso il marito, che era seduto a terra, poggiato alla parete, con la
testa rialzata come a voler guardare il cielo, gli occhi fissi sul
soffitto anch'esso bianco.
" Che schifo di situazione! "
Ripetè, questa volta con più veemenza nella voce, quasi volesse poter urlare, ma non ci riuscisse.
Lily allora si alzò dalla propria posizione statuaria e andò a sedersi di fianco al marito, abbracciandolo.
" Vedrai che andrà tutto bene, Harry è un ragazzo forte "
Quelle erano le prime parole che aveva detto da quando erano arrivati
al San Mungo e servirono a tranquillizzare un poco James, che si
rilassò tra le braccia della moglie, nel calore confortevole
che solo lei sapeva dargli.
" Felpato , ti prego la smetti di camminare avanti e indietro? Mi stai
facendo venire il mal di mare!" Disse Remus, alzando finalmente gli
occhi dal pavimento.
Sirius, come se si fosse accorto solo in quel momento di quello che
stava facendo, si fermò nel centro della stanza e rimase
immobile a fissare un punto indefinito, non sapendo che altro fare.
Dopo pochi secondi il silenzio venne interrotto da alcuni passi.
Si guardarono tutti, spaventati e incuriositi allo stesso tempo, quando videro entrare nella stanza una medimaga.
James e Lily furono in piedi in un attimo e vennero affiancati
immediatamente da Sirius e Remus, Ron ed Hermione aspettarono
impazienti, con il fiato in gola.
La medimaga, la
stessa che li aveva accolti e guidati quando avevano portato Harry
nell'ospedale, era una donna sulla cinquantina con capelli scuri e
qualche
chiazza bianca quà e là, li guardò con i suoi
grandi occhi castani.
" Posso fare qualcosa per voi? " Chiese, lasciando a bocca aperta i presenti, che non capirono la domnda.
James parlò a nome di tutti.
" Sì, ci avete fatto aspettare qui per più di un'ora
senza darci notizie, vorremmo sapere come sta nostro figlio! "
Quasi non si rese conto di quello che aveva detto, del significato che
quella frase aveva per tutti, ma non era quello il momento per pensarci.
La medimaga li guardò sorpresa, come se non si ricordasse che
era stata proprio lei a dire loro di aspettare in quella sala d'attesa.
" Il nome di vostro figlio è..? " Chiese un poco restia.
" Harrison White, lei ci ha detto di aspettare qui dentro quando ci siamo smaterializzati qui un'ora fa! "
Ancora sguardo confuso da parte della donna.
I malandrini proprio non capivano quale fosse il problema.
" Io non vi ho mai visti prima signori, mi spiace e comunque non c'è nessun Harrison White in cura qui al San Mungo "
Lily per poco non svenne, ma venne sorretta prontamente da James.
" COME SAREBBE A DIRE? LEI CI HA FATTI VENIRE QUI E ADESSO CI DICE CHE
NON LO AVETE IN CURA? MA CHE CAVOLO STATE DICENDO, SIETE FORSE
IMPAZZITI?"
Sirius era letteralmente balzato addosso alla donna nel sentire quello che la medimaga aveva detto.
La tensione che
aveva accumulato, che tutti quanti avevano accumulato, era troppa e
prima o poi uno di loro sarebbe dovuto esplodere.
" Sirius, ti prego calmati!"
Cercò di placarlo Remus, ma si vedeva lontanamente che anche lui era infuriato.
Cosa voleva dire quella donna con la frase: 'Non c'è nessun Harrison White?'
" Signore la prego, non so che cosa dirle, nei tabulati non c'è
il nome che mi avete detto e io non vi ho mai visti prima, quindi state
calmi altrimenti sarò costretta a chiamare la sicurezza! "
Detto questo, uscì dalla stanza impettita, non capendo il comportamento sgarbato di quelle persone.
Nella sala d'attesa invece si stava creando il panico, nessuno sapeva che cosa fare.
Erano entrati al San Mungo ed avevano chiesto immediatamente delle cure
per Harry, dicendo il suo nome e che cosa gli era successo, lo avevano
portato via ed erano stati costretti ad aspettare in quella stanza per
un'ora, ed ora gli veniva detto che Harrison non era lì.
" Che cosa diavolo aveva bevuto quella donna? Harry non può essere sparito! "
Un rumore li fece sobbalzare; un gufo si era appena poggiato
sulla finestra aperta della stanza e aveva allungato una zampa, sulla
quale era affisso un piccolissimo bigliettino.
Di corsa lo presero e Remus lesse ad alta voce quello che vi era scritto.
" James, Lily, Sirius, Remus, Ron ed Hermione,
Harrison White è stato trasportato all'infermeria di Hogwarts.
Il San Mungo è pieno di spie
del Signore Oscuro in questo momento e non era più un luogo
sicuro dove curare pazienti che sono stati attaccati da Mangiamorte.
La medimaga e tutti coloro che hanno
avuto a che fare con voi nell'ultima ora sono stati obliviati in modo
che non si ricordino gli eventi che vi hanno riguardato.
Trenta secondi dopo che avrete letto
questa lettera, essa si trasfigurerà in una Passaporta, che vi
porterà ai confini di Hogwarts.
Vi aspettiamo impazienti per parlare delle condizioni del signorino White.
Cordiali saluti,
Minerva McGranitt. "
Il silenzio riempì la stanza, rotto solo dal rumore prodotto dalla lettera che si stava trasfigurando in una Passaporta.
Sguardi di
sollievo, però, avevano riempito i volti dei presenti, che
finalmente avevano compreso la situazione e l'ansia che avevano sentito
fino a quel momento un poco si era calmata.
Harrison era in salvo ad Hogwarts.
Quando furono pronti, esattamente trenta secondi dopo, la Passaporta si
attivò e trasportò con sè i sei individui presenti
nella stanza, che scomparvero e fu come se non fossero mai stati
lì.
___________________________________
Corseso senza perdere tempo nel castello deserto, poichè era estate.
Dopo un tempo che parve loro infinito, stanchi e con il fiatone, arrivarono davanti alla porta dell'infermeria di Hogwarts.
Come se li avessero aspettati, due figure uscirono da essa e guardarono i nuovi ospiti.
Minerva McGranitt era sempre la solita Professoressa, con quel suo fare un poco felino e il cappello sempre in testa.
Di fianco a lei vi era Madama Chips, vestita nella sua tunica
bianca che in quel momento però era sporca di sangue, il che
fece non poco preoccupare i nuovi arrivati, che erano certi che quel
sangue appartenesse ad Harry.
" Buongiorno,
anche se dovrei dire buonanotte! " Li salutò cordialmente la
loro vecchia Professoressa, con un sorriso tirato, nel vano tentativo
di rassicurarli.
" Professoressa, Madama Chips, come sta Harry? " Chiese senza poter più aspettare James.
Per un attimo gli occhi delle due si oscurarono e i presenti temettero il peggio, poi finalmente l'infermiera parlò.
" Il signorino
White sta bene - sospiri felici da parte di tutti fecero eco nel
corridoio - ma dovrà rimanere a riposo per molto tempo. Come
avete potuto vedere voi stessi la ferita più grave era quella al
braccio, ci ho messo molto a richiuderla del tutto, quindi il ragazzo
ha perso molto sangue, ma potrà riprendere a muoverlo
correttamente in un giorno o due.
Gli ho dato
diverse pozioni per annullare gli effetti della Cruciatus a cui
è stato sottoposto, pare non ci siano danni fortunatamente.
La ferita alla
testa era superficiale, ma ha causato un lieve trauma cranico che gli
porterà qualche dolore questa notte, ma niente di serio.
La cosa che
invece mi ha preoccupata, però, è il livello della sua
magia, che è diminuito drasticamente, poichè deve essersi
sfrorzato molto durante il combattimento; poi il fatto che si sia
ripreso da poco non ha aiutato molto.
Comunque il
ragazzo nel complesso sta bene, dovrà riposare molto nei
prossimi giorni e non fare nessuno sforzo fisico almeno per una
settimana, ci siamo capiti? "
Terminò
Madama Chips questa volta sorridendo felice nel poter dare buone
notizie; quando il ragazzo era stato trasportato lì ad Hogwarts
si era spaventata per tutto il sangue che aveva visto, ma
fortunatamente tutto era andato per il meglio.
Solo non capiva
perchè paresse che al giovane capitassero sempre brutte
situazioni da affrontare, un mese prima lo avevano trovato disperso a
Potter Manor ed era stato molto male, ed ora questo.
" Grazie mille Madama, quando possiamo vederlo? "
La voce di Lily era ansiosa, ma anche sollevata nell'aver appreso la notizia che Harry stava bene.
" Il signorino
White al momento sta riposando e non si sveglierà presto,
pensò dormirà almeno per le prossime dodici ore;
solitamente, conoscendovi, non fi farei nemmeno entrare nella mia
infermeria, ma questa è una situazione speciale, quindi potete
entrare tutti, basta che non facciate rumore e che lasciate riposare il
mio paziente, intesi? "
Annuirono insieme, senza proferir parola per paura che la medimaga cambiasse idea.
Fecero per entrare nella stanza, quando la Professoressa McGranitt li chiamò.
" Appena il
ragazzo si sveglierà, mandate un messaggio al Professor Silente,
che sta aspettando di poterlo incontrare. " Detto questo li
salutò e si incamminò per il corridoio.
Senza indugiare oltre, i sei entrarono nell'infermeria.
L'unico letto occupato era quello sul quale vi era Harry.
Era disteso,
sembrava stesse dormendo pacificamente, ma potevano benissimo vedere
alcune smorfie di dolore apparire sul suo volto.
Aveva il braccio destro totalmente fasciato e un cerotto sulla fronte a coprire le ferite che si era prourato nello scontro.
La cosa che spaventò i presenti fu il fatto che era molto pallido, data la grossa perdita di sangue che aveva subito.
A rassicurarli imvece era il rumore del suo respiro, lento e pacifico.
James e Lily
andarono a sedersi ai lati del suo letto, prendendo ognuno una sua
mano; Remus si sedette come suo solito su una poltrona che aveva
trasfigurato; Sirius invece si raggomitolo ai piedi del letto, senza
però trasformarsi nella sua forma animagus; Ron ed Hermione
semplicemente si sedettero sul pavimento e si presero per mano.
Harry era circondato dalla sua famiglia, che apprensiva aspettava il suo risveglio.
Famiglia che,
molto stanca a causa degli eventi di quella serata, non potè
fare a meno che addormentarsi, mentre vegliavano su di lui.
__________________________
La prima cosa di cui Harry fu consapevole quando iniziò a riprendere conoscenza, fu il dolore.
Non sapeva perchè ne stava provando così tanto e non riusciva a pensare ad altro.
Il suo braccio
destro bruciava incredibilmente, non riusciva a muoverlo, era come se
pesasse cento chili; la testa gli doleva e si sentiva come
scombussolato ad ogni minimo movimento che accennava.
Il suo corpo era rigido e sentiva come delle stilettate nel petto ad ogni respiro.
" Harry....sveglio...Chips...-te presto..."
Sentiva delle
voci come se fossero in sottofondo, non riusciva a comprendere tutte le
parole che venivano dette, ma, dal rumore concitato di passi che poteva
sentire, capì che nella stanza nella quale si trovava c'erano
molte persone.
" Harry, tesoro sei sveglio? "
Una voce soave
e dolce gli giunse alle orecchie, sapeva che stava parlando, ne era
sicuro, ma in quel momento era tutto così confuso che non capiva
più cose fosse vero e cosa non.
" Beva questa pozione signorino White, l'aiuterà con il dolore che sta provando."
Una fiala venne
poggiata sulle sua labbra, mentre una mano gli alzava dolcemente la
testa; ingerì il liquido caldo senza protestare, troppo debole
per farlo.
La pozione
sapeva di vomito di Troll e di fragola, un accostamento che non era
proprio gradito al suo stomano, ma con sua somma sorpresa, al posto che
sentirsi male, iniziò a stare meglio.
I dolori erano come attenuati ed ora erano solo un poco fastidiosi.
Liberatosi da essi, finalmente iniziò a prendere realmente coscienza di quello che avveniva intorno a lui.
Qualcuno stava accarezzando il palmo delle sue mani, dolcemente, come se avessero paura di fargli del male.
" Va meglio ora? "
Questa volta era stata una voce maschile a parlare.
Faticava ancora a capire a chi appartenesse.
Le palpebre sembravano pesantissime, ma con grande sforzo riuscì ad aprire gli occhi.
Si
ritrovò davanti quattro volti sorridenti, che si persero nel
vedere nuovamente quegli occhi verdi che in quelle ore erano loro
mancati.
Finalmente Harry riuscì a riconoscere che lo circondava.
James, suo padre, era alla dua destra e sorrideva come un ebete, proprio come Sirius che era di fianco a lui.
Remus aveva un'espressione soddisfatta, mentre Lily aveva le lacrime agli occhi per la felicità.
Osservando poi il soffitto, si rese conto di essere in un'infermeria o in un ospedale.
" Do-dove sono? "
Aveva la voce roca, e le parole avevano faticato ad uscire.
" Vuoi un bicchiere d'acqua tesoro? "
Annuì, ancora troppo debole per fare qualsiasi altra cosa.
Dopo essersi dissetato, si sentì ancora meglio, almeno non gli sembrava più di avere della sabbia nella bocca.
" Che cosa è-successo? " Chiese, sentendosi più forte ogni momento che passava.
" Tesoro,
ricordi? Hogsmeade? I Mangiamorte? Dopo lo scontro sei svenuto e ti
abbiamo portato qui. Sei nell'infermeria di Hogwarts, la scuola per
maghi! "
Nel sentire il nome 'Hogwarts' per poco Harry non si ingozzò con la sua stessa saliva.
Per anni quel luogo era stato l'unica casa che avesse mai avuto veramente.
Ed ora era di nuovo lì.
Sembrava di
vivere in un sogno, dato che la sua di Hogwarts era andata quasi
completamente distrutta nello scontro finale con Voldemort.
I suoi pensieri
però vennero interrotti, quando prestò più
attenzione a quello che Lily gli aveva appena detto.
Attacco. Mangiamorte. Hogsmeade.
I quattro si
spaventarono a morte quando Harry, con uno scatto fulmineo,
dimenticandosi della condizione fisica nella quale si trovava,
balzò seduto sul letto ad una velocità spaventosa.
" Oh mio dio... Hog-Hogmeade! Ron...He-Hermione, la signora, come stanno? Stanno bene vero? "
Il panico era percepibile nel tono che aveva usato per dire quella frase.
James
poggiò una mano delicatamente sul suo petto, per farlo
distendere nuovamente, avendo paura che potesse svenire per l'azione
improvvisa, ma Harry non ne voleva sapere.
" Calmati, devi calmarti, stanno bene! " Rispose Sirius, preoccupato dalla reazione del ragazzo.
" Davvero? "
Chiese inifne Harry, non sapendo se stessero dicendo la verità,
oppure se stessero mentendo per non farlo stare peggio.
" Si, stanno
tutti bene, Ron ed Hermione sono usciti illesi dallo scontro ed ora
sono dovuti tornare alla Tana per rassicurare la signora Weasley,
mentre l'anziana che hai salvato è stata curata ed ora sta
benone, non preoccuparti! "
Remus sapeva sempre come farlo tranquillizzare, con la sua voce pacata e piena di fiducia.
" Ora
però devi stenderti, sei pallidissimo e noi non vogliamo far
arrabbiare Madama Chips vero? Stenditi e vedrai che tutto andrà
bene "
Harry fece proprio come Remus gli stava dicendo, anche perchè iniziava a sentirsi un poco stordito.
Quattro paia di mani lo accompagnarono sui cuscini e subitò sentì la nausea passare.
" LO SAPEVO CHE NON DOVEVO LASCIARVI QUI! AVETE STRESSATO IL MIO PAZIENTE!"
Inconfondibile, pensò Harry.
Madama Chips comparve nel suo campo visivo in un attimo ed Harry non era mai stato tanto felice di vederla.
L'avrebbe abbracciata se non si fosse sentito tanto debole e se il gesto non avesse causato sospetti nei presenti.
Insomma, alla fin fine, in quel mondo lui non la conosceva e abbracciare una sconosciuta sarebbe stato un gesto molto avventato.
Rise di gusto
nel veder la donna dare uno scalpellotto a Sirius, sgridando tutti per
averlo fatto agitare quando doveva restare a riposo.
" Ehi ma
perchè da una sberla solo a me? Non ci sono solo io nella
stanza, sa? " Si lamentò, toccandosi il retro della testa, per
poi dare una pacca sul collo, proprio come la medimaga aveva fatto con
lui, a James.
" Ahio, ma che sei impazzito? Perchè mi hai picchiato? "
" Beh perchè non era giusto che solo io ricevessi una sberla..."
E proprio come
si era abituato a vedere a Potter Manor, i due iniziarono a
battibeccare come due bambini, con Remus e Lily che cercavano di farli
ragionare come persone adulte, mentre Madama Chips ancora ripeteva tra
sè e sè che non avrebbe mai dovuto permettere loro di far
agitare il suo paziente.
Harry rise, una risata cristallina che ebbe il potere di far calmare tutti quanti nella stanza.
Era così
bello poter sentire di nuovo il moro ridere, così
rilassante ed era un'ulteriore prova, per i quattro che non avevano
fatto altro che preoccuparsi per tutte quelle ore, che lui stava bene.
" Grazie " Disse Harry, guardando a uno a uno la sua famiglia.
Questi ultimi scrutarono il volto del giovane, confusi.
Non era certo lui quello che doveva ringraziare loro, ma esattamente il contrario.
Era Harry che aveva riportato la serenità e la voglia di vivere in tutti loro.
Era Harry che aveva saputo fargli scoprire quale fosse il vero senso di una famiglia.
Era Harry, semplicemente Harry.
" Grazie a te piccolo, grazie per essere rimasto con noi. "
E con questa dolce frase, Harry cadde addormentato, felice di essere esattamente dove si trovava.
_______________________________
Harry si svegliò poche ore dopo essersi riaddormentato, esausto, ma felice.
Era, ovviamente, ancora in infermeria e il verso dei gufi che volavano era l'unico rumore che lo accompagnava in quel silenzio.
Silenzio.
Era molto
strano che non ci fosse nemmeno un minimo rumore nella stanza:
conoscendo la sua famiglia, se lo avessero visto sveglio avrebbero
iniziato a coccolarlo come avevano fatto poco prima.
Che stessero dormendo?
O che fossero tornati a casa per prendere le sue cose?
Sapeva che non
si doveva preoccupare, che non lo avrebbero mai lasciato solo, ma la
paura che tutto quello che aveva vissuto in quell'ultimo mese fosse un
sogno, lo tormentava.
Aveva paura di ritrovarsi nel suo mondo, solo e senza più nessuno.
" Ben svegliato Harry. "
Nel sentire quella voce, che tanto conosceva, il moro si alzò di scatto seduto.
Ok, o sono pazzo, o sto sognando, o sono morto, fu il pensiero che attraversò la sua mente.
Davanti a lui, seduto su una poltrona, vi era niente meno che Albus Silente.
Harry non sapeva che cosa dire, era letteralmente senza parole.
L'ultima volta che aveva visto l'uomo era senza vita, lo specchio della morte riflesso nei suoi occhi.
Ed ora era lì, davanti a lui, vivo e vegeto.
Mi sa che mi devo abituare a questo tipo di situazioni, disse tra sè e sè.
Che cosa poteva dire?
Non poteva certo esordire con: 'Salve Professore, che piacere rivederla!'
" Grazie, Signor...?"
Fece finta di
non sapere chi fosse, ma dentro di sè era sicuro che Silente
avesse già capito che in qualche modo lui lo conosceva
già, e non solo per fama.
" Oh, che
sgarbato da parte mia non presentarmi, io sono Albus Silente, il
preside di questa scuola, ma sono sicuro che ne eri già al
corrente ragazzo mio."
Come non detto, quell'uomo aveva sempre qualcosa di perfetto da dire al momento giusto.
" Beh la sua fama la precede, professore..."
" Oh niente
formalità Harry, posso chiamarti Harry vero? Comunque
riferisciti a me pure con Albus! E posso darti del tu se non ti
dispiace? "
Harry annui, ma
sapeva che dietro la maschera di gentilezza di Silente c'era anche
qualcos'altro, che però non riusciva a decifrare.
" Se te lo stai domanndo i tuoi 'famigliari' sono andati a mangiare in Sala Grande e hanno lasciato qui me a sorvegliarti."
Gli occhi azzurri del preside lo osservavano attenti, come se volessero leggergli nell'anima.
Sperò vivamente che non stesse cercando di leggergli nella mente, altrimenti tutta la sua copertura sarebbe saltata.
" Ho saputo
dell'impresa straordinaria che hai compiuto ieri sera ad Hogsmeade e
devo dire che sono molto impressionato dall tue doti magiche, Harry."
Ok, sa qualcosa sicuramente, devo stare attento a quello che dico, pensò il giovane.
" Grazie prof-Albus. "
L'uomo gli sorrise, come se stesse parlando con un amico che non vedeva da tempo.
" E devo dire
che non è da molti avere il coraggio di sfidare i Mangiamorte
solo per salvare una vita, non è cosa di questi tempi direi.
Soprattutto senza bacchetta."
Harry ormai era
certo che il Preside sapesse qualcosa, non tutto, ma qualcosa
sicuramente, quindi prese la palla al balzo e senza sprecare altro
tempo decise di smettere di fingere.
" Professore, vada dritto al punto la prego, so che ha dei dubbi su di me."
Silente lo scrutò attentamente, il verde ora allacciato all'azzurro, poi come suo solito, sorrise.
" Sei un ragazzo molto coraggioso, Harry, devo ammetterlo e se preferisci saltare i convenievoli allora ti accontenterò.
Vorrei farti qualche domanda, poi sarai tu a decidere se rispondermi con la verità o no. "
Era finalmente
arrivato il momento di dare qualche informazioni in più sul suo
conto, ma non avrebbe certo svelato tutto il suo segreto all'uomo.
Lo aveva
già usato una volta, non avrebbe più permesso che le sue
azioni anche in questo mondo venissero guidate da Silente, questa era
la sua seconda possibilità e avrebbe fatto a modo suo.
Questa volta non era il Preside ad averlo in pugno, ma era lui ad avere in pugno il Preside.
Perchè ora poteva scegliere, poteva decidere cosa rivelare e cosa no.
Aveva lui il coltello dalla parte del manico.
Annuì, facendo intendere all'uomo che era pronto.
" Allora ragazzo mio, direi che la prima domanda è alquanto lecita "
L'anziano prese un respiro profondo, come se stesse raccogliendo le forze.
" Chi sei tu? " Chiese, senza mai distogliere lo sguardo dal moro.
" Harrison White " Ripose prontamente Harry, in effetti in quel mondo lui era davvero Harrison White.
Silente alzò un sopracciglio impercettibilmente, come a voler mostrare che non credeva all'affermazione.
" So che
può sembrare un pò maleducato da parte mia, ma ho
controllato tutti i certificati di nascita del mondo degli ultimi venti
anni e non esiste mago che abbia il tuo nome, nè tantomeno una
bacchetta che corrisponda ad esso, oppure una coppia di genitori che
abbiamo un figlio come te...quindi mi pare giusto modificare la domanda
in: E' Harrison White il tuo vero nome? "
E' proprio furbo come me lo ricordavo, pensò Harry.
Questa risposta in fondo gliela doveva.
" No " Disse semplicemente il moro, con calma.
" Ma mi chiami lo stesso Harry. "
Uno scintillio negli occhi di Silente gli fece capire di aver fatto la cosa giusta.
" Come mi aspettavo. La prossima domanda è scontata ragazzo, ma credo che mi risponderai proprio come mi aspetto.
Sei dalla nostra parte o da quella di Voldemort? "
Harry si sorprese che anche in questo mondo il preside continuasse a chiamare il Signore Oscuro con il suo nome.
" Le posso
giurare Professore, che Voldemort - il preside fece un piccolo
movimento nel sentire che anche il ragazzo pronunciava il suo nome
senza nessuna paura - è l'ultima persona che seguirei al mondo.
Ha ucciso i miei genitori, i miei amici e io non sarò mai dalla
sua parte.
Io sono con voi
in questa battaglia, voglio che la minaccia di quel mostro venga
eliminata, tanto quanto lei signore e tanto quanto l'Ordine della
Fenice "
Harry non era
sicuro di quanto fosse stata giusta come mossa tirare in ballo
l'Ordine, ma sapeva che avrebbe attirato maggiormente l'attenzione del
Preside.
Cosa che infatti avvenne.
" Non ti chiedo
come fai a sapere dell'esistenza dell'Ordine, Harry, ne parleremo
più avanti, quando starai meglio. Sappi solo che ti credo, e
quello che hai fatto la scorsa notte dimostra che sei dalla nostra
parte. Ho solo un'ultima domanda per te, ed è la più
importante. "
Harry fece un segno di assenso, per far capire all'uomo che poteva procedere.
" Posso fidarmi di te? "
Il moro rimase un attimo confuso, non si aspettava una domanda del genere.
Senza esitare rispose:
" Si! "
Silente sorrise nuovamente, si alzò dalla poltrona sulla quale era seduto, la fece sparire e si diresse verso la porta.
" Grazie per essere stato sincero con me, so quanto ti possa essere costato.
Bene ora ti lascio al tuo meritato riposo. "
Stava per attraversare la porta dell'infermeria quando Harry lo chiamò.
" So che presto o tardi lei capirà la mia vera identità; se non lo ha già fatto ora."
Poi aggiunse:
" Una
volta un uomo che ammiro moltissimo mi ha detto: 'La fiducia è
una strada a doppio senso', quindi ora le farò io una domanda:
Posso fidarmi di lei? "
Il verde era così intenso negli occhi di Harry, che Silente ne rimase come incantato.
Quel ragazzo aveva tanto da dare ed era sicuro che sarebbe stato determinante per la sconfitta del Signore Oscuro.
Chiunque fosse era spaciale.
" Certamente
Harry, puoi fidarti di me. Non ti preoccupare il tuo segreto con me
è al sicuro. Non spetta certo a me rivelarlo, ma solo a te, e lo
farai quando sarai pronto per affontarne le conseguenze. A presto
ragazzo mio "
Con questa ultima frase se ne andò.
Harry sorrise.
Silente era dalla sua parte.
ANGOLO AUTRICE
Eccoci qui!
Spero che il capitolo vi sia piaciuto!
Nel prossimo succederanno alcune cose molto importanti, e mi piacerebbe sapere che cosa pensate che accadrà!
In questo capitolo molte cose sono successe e ho introdotto tre personaggi della saga.
Spero che la parte finale, con Silente, vi sia piaciuta, erano mesi che progettavo di scriverla!
Fatemi sapere con una recensione cosa ne pensate, se avete dubbi o anche critiche, accetto tutto.
Ringrazio i dodici angeli che hanno commentato lo scorso capitolo, siete splendidi!
Ringrazio tutti coloro che hanno
aggiunto la storia alle preferite, alle ricordate e alle seguite, siete
tantissimi e non fate altro che aumentare e rendermi immensamente
felice.
Il prossimo capitolo ci metterà mooooolto meno ad arrivare rispetto a questo.
Riprenderò ad aggiornare regolarmente, ogni giovedì nel pomeriggio!
Grazie di tutto :)
Al prossimo capitolo,
baci baci Kiki :)
P.S.
Vi ricordo la mia pagina facebook se qualcuno volesse seguirmi, la trovate nelle informazioni del mio account!
P.P.S.
Vorrei iniziare un sondaggio:
Chi volete che compaia dei personaggi della Rowling nei prossimi capitoli?
- Draco Malfoy
- Severus Piton
- Bellatrix Lestrange
- Altro Personaggio a scelta
Io ho già un'idea di chi far comparire, ma prima volevo sapere i vostri pareri :)
|
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Capitolo 11 *** La Stanza delle Necessità ***
Second Chances 11
Buongiorno a tutti.
Finalmente dopo più di sei mesi sono tornata a scrivere e sono riuscita ad aggiornare questa storia che amo tanto.
Il capitolo
non è molto lungo, ma ho dovuto interromperlo per non darvi
troppe informazioni in un unico aggiornamento, altrimenti vi avrei
confusi.
Beh che altro dire? Scusate per la lunga assenza e spero che il nuovo capitolo vi piaccia.
Buona lettura :)
LA STANZA DELLE NECESSITA'
" Madama
Chips, le ho detto che sto bene! " Protestò Harry, non potendo
più sopportare di rimanere chiuso in quelle quattro mura bianche.
Non vedeva
Hogwarts integra da talmente tanto tempo che ora voleva solamente
uscire dall'infermeria a fare una passeggiata in quei corridoi che
avevano segnato gran parte della sua vita.
Voleva
poter camminare nei verdi prati che circondavano il castello, dirigersi
al campo di Quidditch, poter lanciare un semplice sasso nel Lago Nero,
oppure avventurarsi nella Foresta Proibita che per lui non era tanto
proibita.
Voleva sentirsi libero come solo quel luogo lo faceva sentire.
" Lei non va proprio da nessuna parte e non sta bene! "
Madama Chips era proprio uguale alla donna che aveva conosciuto nel suo mondo; cocciuta e determinata come sempre.
Ma Harry questa volta non poteva più aspettare.
" Madama,
non sarò al cento per cento della forma, ma ormai sono qui da
tre giorni e non ne posso più, voglio tornare a casa e le
prometto che una volta lì mi riposerò ancora, fino a che
non mi sarò rimesso del tutto. "
La donna lo
guardò con fare severo per qualche secondo, poi con uno sguardo
di rassegnazione e la fronte corrucciata disse:
" Va bene
signorino White, ma mi deve promettere di stare a riposo. Ha passato
l'inferno in questi giorni, anzi in quest'ultimo mese e ha bisogno di
riprendersi. "
" Non si
preoccupi, farò il bravo! " Affermò il moro con un
sorriso, dato che di lì a poco avrebbe potuto andarsene.
Madama
Chips gli diede le pozioni che avrebbe dovuto prendere nei giorni
successivi e gli fece promettere ancora una volta di restare a riposo
fino a nuovo ordine.
"
Dovrà aspettare ancora un paio d'ore però, i suoi tutori
la verranno a prendere e poi potrà finalmente lasciare questo
posto che odia tanto. Mentre aspetta se vuole può fare un giro
all'interno del castello, siamo in estate e non ci sono studenti,
quindi può stare tranquillo che nessuno le farà domande."
Con queste parole e dopo avergli dato una pacca sulla spalla,
l'infermiera sparì dietro la porta del suo studio.
Il ragazzo
non se lo fece ripetere due volte; in meno di un paio di minuti era
vestito e pulito, scese dal letto, si mise le scarpe e finalmente
potè uscire da quella stanza in cui era stato quasi rinchiuso,
anche se era stato per la sua buona salute.
Conosceva
talmente bene il castello che le gambe sembravano camminare da sole,
Harry non sapeva nemmeno dove stesse andando, era troppo immerso nei
suoi pensieri.
Avrebbe
tanto voluto dire a Madama Chips che lui non odiava affatto Hogwarts,
anzi al contrario la amava, era stata la sua prima casa, come avrebbe
potuto non farlo?
Il problema
era che era talmente stufo di dover passare le giornate in un letto
all'interno di un'infermeria che aveva iniziato ad essere praticamente
insopportabile.
Inoltre era guarito del tutto, si sentiva in forze e il braccio e la testa non dolevano più.
Solo che a
volte si sentiva stanco, dato che aveva attinto a molte energie magiche
nello scontro avuto con i Mangiamorte; tutto perchè aveva usato
la magia senza l'uso della bacchetta, il che era una pratica molto
difficile e dispendiosa per quanto riguardava le riserve magiche della
persona.
Ma come fare a procurarsela?
Se fosse
andato da Olivander il fatto di trovare la bacchetta gemella a
quella di Voldemort avrebbe creato molti sospetti e sicuramente il
vecchio lo avrebbe detto al Ministero, ne era certo.
Con
Caramell ancora come Ministro in questo mondo, c'erano molti problemi
per Harry e, per il poco che era riuscito a scoprire dalla Gazzetta del
Profeta in quei tre giorni in cui aveva potuto leggerla, era molto
simile a quello del suo mondo.
Un vigliacco che non crede a nulla anche se ha le prove sotto al naso, ma che sospetta di tutti.
Un uomo che
si era ormai quasi arreso alla presenza del Signore Oscuro e che non
faceva più niente per contrastarlo e per cercare di sconfiggerlo.
Ad Harry serviva un bacchetta e non aveva idea di dove trovarla.
Non poteva
continuare ad usare la magia senza, sarebbe stato troppo rischioso per
lui, per la sua salute e anche per le persone che gli stavano intorno,
poichè non era ancora capace di controllarla del tutto.
Con l'aiuto
di una bacchetta invece sarebbe stato più facile, sarebbe stato
più forte e le sue energie non sarebbero andate sprecate in
così poco tempo.
Una bacchetta.
Ne aveva estremamente bisogno.
Era
talmente immerso nei propri pensieri che si spaventò, facendo un
balzo indietro, quando un rumore alla sua destra lo colse impreparato.
Di fianco a lui, sul muro, c'era una porta; ma Harry era sicuro che un secondo prima non ci fosse.
Poi, improvvisamnte, una lampadina si accese nella sua testa e capì.
Lui conosceva quella porta, come le sue tasche; davanti a lui c'era la Stanza delle Necessità.
Ma come
aveva fatto a non pensarci? Come aveva fatto ad essere così
stupido da non pensare che la soluzione era proprio lì, ad
Hogwarts? In uno dei luoghi in cui aveva passato maggiormente gli
ultimi tre anni?
Si
avvicinò ad essa, riconoscendo perfettamente il taglio del legno
e gli infissi come se l'ultima volta che l'aveva usata era stato poco
prima.
Abbassò
la maniglia e il rumore provocato, mentre sentiva il chiavistello
scattare, gli fece tornare alla mente un sacco di ricordi.
Le giornate
passate con l'ES, le esercitazioni, il suo primo bacio con Cho, le ore
passate insieme a Ginny, quando aveva salvato Malfoy dalle fiamme
mentre cercava gli Horcrux.
Entrò,
sapendo di non essere visto da nessuno e consapevole che lì
dentro avrebbe trovato tutto quello che cercava.
Non si aspettava però quello che la stanza gli propose.
Non si crearono specchi, o ammassi di oggetti, o tutto quello a cui era abituato quel luogo gli desse.
La stanza rimase completamente vuota, sobria, ma al centro vi era l'oggetto dei suoi desideri: la sua bacchetta.
Corse con
un sorriso soddisfatto sulle labbra e raggiunse il centro della stanza
in un battito di ciglia, prese in mano la bacchetta e subito
sentì un forte potere, una grande energia invadergli il corpo,
quella non era una bacchetta normale, ma era la sua, quella appartenente al suo mondo.
Non sapeva
come fosse possibile, come avesse potuto la Stanza portargli un oggetto
da un'altra dimensione, ma per questo la rigraziò mentalmente.
Ora aveva tutto quello di cui aveva bisogno.
Stava per
attraversale la porta e tornare in infermeria, dove sapeva che di
lì a poco sarebbero arrivati James, Lily, Sirius e Remus a
prenderlo, quando un altro oggetto attirò la sua attenzione.
La
bacchetta infatti non era l'unica cosa che la stanza gli aveva
generosamente fatto trovare, perchè lì, fluttuante come
sempre, vi era un boccino d'oro.
Harry lo
riconobbe immediatamente, era il boccino che gli aveva donato Silente
nel suo mondo, quello in cui vi era racchiusa la Pietra della
Resurrezione.
Prese tra
le dita quel piccolo amico, ma capì immediatamente che questa
volta era diverso da come lo ricordava; provò a sussurrare le
parole che l'ultima volta gli avevano permesso di trovare la Pietra, ma
non successe niente.
Il boccino non si aprì, non accadde assolutamente nulla.
Harry non
sapeva che cosa pensare, come mai la Stanza delle Necessità gli
aveva portato un altro oggetto che a lui non serviva? Come mai proprio
il boccino che sapeva essere vuoto?
Senza sapere che cosa pensare uscì dalla porta, con molte domande in testa e molta voglia di ricevere delle risposte.
____________________________________________________________________________
Prima di
tornare in infermeria, dato che gli rimaneva ancora un poco di tempo,
Harry si concese una passeggiata al di fuori del castello.
L'aria fredda tipica della Gran Bretagna lo raggiunse e lo rinvigorì.
Poter
essere di nuovo in piedi, sano e con la propria bacchetta lo faceva
sentire al sicuro, ora avrebbe potuto proteggere le persone a lui care
con più facilità e destrezza.
Passò
davanti al Lago Nero, pensando al suo quarto anno e alle strane e
pericolose avventure che aveva dovuto affrontare a causa del Torneo
Tremaghi; fece ovviamente tappa al campo da Quidditch della scuola,
dove riscoprì l'immenso bisogno di dover risalire su di una
scopa per potersi librare in aria e fare qualche acrobazia.
Capì
che appena ne avrebbe avuto l'occasione avrebbe chiesto a James o a
Sirius di accompagnarlo a fare qualche volo insieme.
Scorse in
lontananza la casetta di Hagrid e provò come una stretta al
cuore, ci sarebbe stato un momento in cui avrebbe rivisto il suo primo
vero amico del Mondo Magico, ma capì che non era quello, forse
più avanti quando le cose si sarebbero sistemate.
Si accrose che il sole stava calando e che era ora di tornare.
" Harry, ma dove diavolo eri finito?!?! "
Non aveva
fatto nemmeno in tempo a varcare la soglia dell'infermeria che quattro
figure che conosceva molto bene gli erano addosso.
Lily lo
stritolò in un abbraccio alla Molly Weasley, mentre i tre uomini
di casa lo guardavano ansiosi; James sembrava avesse corso per tutto il
castello, come Sirius che appariva affannato, mentre Remus era
piuttosto pallido e sulla fronte sembrava ci fossero stampate delle
piccole rughe di preoccupazione.
Harry
sorrise mentalmente, a quanto pareva avevano proprio preso le veci di
genitori e padrini in tutto e per tutto, era un pò una sorta di
soddisfazione sapere che si preoccupavano per lui e per la sua salute.
Harry si
sentiva amato e voluto, come era accaduto poche volte nella sua breve
vita; solo Ron ed Hermione e qualche volta la famiglia Weasley si erano
mostrati così nel suo vecchio mondo.
Quando accadevano queste cose il moro si sentiva davvero parte di qualcosa di nuovo, di una famiglia, si sentiva a casa.
Perchè casa era dove c'erano loro.
" Sono solo
andato a fare una passeggiata per il castello, sapete mi mancava
davvero tanto questo posto! " Disse con noncuranza, alzando le spalle e
non rendendosi conto di quello che aveva appena detto.
Vide i
quattro guardarlo in modo strano, come se non comprendessero, e si
accorse anche che Madama Chips, Ron ed Hermione erano appena entrati
nella stanza ed avevano sentito questa rivelazione che non avrebbe mai
dovuto lasciarsi scappare.
Harry si
maledisse per essersi distratto troppo, aveva lasciato troppo spazio
alla felicità e alla spensieratezza del momento che si era
dimenticato che in quel mondo lui non era un Potter, bensì un
White.
" Che
significa che ti è mancato questo posto? Hai detto di non
esserci mai stato! " La solita Hermione, coglieva tutto ed era la
prima a capire sempre le cose, ma questa volta sapeva che se non fosse
intervenuta lei sicuramente lo avrebbe fatto qualcun'altro.
Si trovava in una situazione spigolosa, non sapeva come uscirne, non aveva proprio idea di cosa inventarsi.
" Beh... "
Iniziò a dire, chiaramente in difficoltà. " I miei
genitori prima di morire, quando ero piccolo, mi parlavano sempre di
questo posto e mi hanno fatto vedere qualche loro memoria, così
oggi, quando ho avuto finalmente il piacere di poter visitare questo
bellissimo castello, beh è come se ci fossi già stato per
davvero, è stato come rivederlo. "
Fece una
finta faccia triste, per cercare di nascondere il panico che lo stava
sovrastando e la paura che capissero che in realtà lui non era
chi diceva di essere.
Gli occhi
dei presenti si addolcirono e Harry capì di aver fatto la mossa
giusta, qualche volta pensava che avrebbe dovuto intraprendere la
carriera d'attore date le sue doti nel mentire; ma una sola persona
capì di non aver convinto ed indovinate chi era?
Ma Hermione ovviamente.
Harry si accorse subito che l'amica non aveva abboccato all'amo, sperò solo che non dicesse nulla ai presenti.
" Oh
Harrison, ci dispiace tanto, sappiamo quanto ti faccia male parlare dei
tuoi genitori, ci dispiace. " Fu Remus a parlare e a salvarlo dalla
situazione, anche se lo sguardo della sua amica non lo lasciava un
istante.
Dopo questa
piccola gaff il gruppo decise che era tempo di tornare a casa, Harry in
fondo aveva ancora bisogno di riposare, come aveva 'gentilmente'
ricordato Madama Chips.
Si
avviarono al di fuori degli scudi anti materializzazione di Hogwarts e,
grazie ad una Passaporta, si ritrovarono a Potter Manor in meno di un
secondo.
Peccato che
Harry non aveva mai sopportato le Passaporte e non era ancora del tutto
guarito, quindi appena tornato a casa, sotto gli occhi di tutti, fece
appena in tempo a scusarsi ed iniziare a correre per arrivare al bagno
e vomitare quel poco cibo che aveva mangiato a pranzo.
Quando finì, tirò lo sciaquone e si lavò la faccia.
Odiava a morte le Passaporte.
Aprì la porta del bagno e si trovò davanti una massa di capelli biondi e un poco crespi.
Hermione lo guardava con fare sospetto, stava per dire qualcosa, quando la ragazza gli porse qualcosa.
Era la sua bacchetta.
" Ti
è caduta mentre correvi al bagno, meno male che l'ho raccolta
io, altrimenti l'avresti persa. " Disse con noncuranza.
Harry prese
l'oggetto, ringraziò e sorpassò l'amica, un
pò traballante sulle gambe e sentendosi molto stanco.
Hermione però, a quanto pare, non aveva ancora finito con lui.
" E'
strano, dato che l'altro giorno non l'avevi, e poi sei stato in
ospedale per tre giorni senza avere la possibilità di andare a
cercarla. Ma ora, in un momento del tutto inutile l'hai ritrovata e la
porti con te. "
Ok, la sua migliore amica sapeva sicuramente qualcosa, o almeno lo sospettava.
" Piuma di fenice, interessante come bacchetta Harry, davvero interessante. "
Ok, era certo, Hermione sapeva qualcosa.
Cercando di
non farsi prendere dal panico, il moro si diresse nel salone di Potter
Manor, dove la sua famiglia lo stava aspettando.
Disse loro di stare bene, che era stato solo un momento di debolezza ma che ora andava meglio.
Pochi minuti dopo Ron ed Hermione erano tornati alla Tana con della metropolvere e Harry venne costretto a mangiare qualcosa.
Dopodichè,
sentendosi davvero stanco per gli avvenimenti della giornata, bevve le
pozioni che Madama Chips gli aveva assegnato e salutò
garbatamente tutti, scusandosi per non essere riuscito ad essere di
molta compagnia quella sera.
Dopo un
bacio sulla guancia di sua madre, e abbracci e pacche sulle spalle da
parte degli altri, finalmente potè dirigersi nella stanza del
Manor che ormai considerava come sua.
Appoggiò
la testa sul cuscino e quasi subito si addormentò, con una
fastidiosa sensazione allo stomaco che gli diceva che avrebbe dovuto
fare molta attenzione o il suo segreto sarebbe stato rivelato presto.
___________________________________________________________________
Hermione
era distesa nel letto insieme a Ron, ormai viveva alla Tana e i Weasley
la lascivano dormire con il fidanzato da qualche settimana.
Non riusciva a dormire, aveva troppi pensieri nella testa.
Harrison White era uno di questi.
Non
risuciva a togliersi dalla mente tutti gli avvenimenti degli ultimi
giorni, c'era qualcosa che non quadrava, qualcosa che non la convinceva
di quel ragazzo.
Certo, era
una persona fantastica, era simpatico, gentile e sicuramente non era un
Mangiamorte, anzi era sicura che le persone che odiavano il Signore
Oscuro come il ragazzo erano davvero poche, ma c'era comunque qualcosa
che non le tornava.
Harry stava mentendo.
Il fatto di
essere apparso dal nulla, di non sapere le regole di Hogsmeade come se
non fosse stato al corrente degli avvenimenti degli ultimi anni, la
magia spontanea, poi quella frase detta quasi come se non stesse
pensando ed ora il fatto che la sua bacchetta appariva come da
nulla, quelli erano tutti dei segnali che la avvertivano sulla falsa
identità del suo nuovo amico.
Doveva
scoprire di più su quel ragazzo, doveva capire da dove veniva,
chi erano i suoi parenti, come aveva fatto a studiare così bene
magia senza andare in una scuola famosa per maghi.
Cercando di non svegliare Ron, scese dal letto.e iniziò le ricerche, proprio come faceva quando era ancora a scuola.
Doveva capire chi fosse veramente Harrison White.
ANGOLO AUTRICE
Che cosa ne dite?
Piaciuto il capitolo?
Lo
spero vivamente, dato che è stato un pò un parto
scriverlo; a dire il vero la mia idea di partenza era completamente
diversa, ma poi le mie dita hanno iniziato a scrivere e ne è
uscito questo.
Scusate eventuali errori, l'ho scritto di getto :)
Vorrei
sottolineare che Hermione non è cattiva in questa storia, ma
come ben sapete la nostra so-tutto-io capisce molto in fretta e anche
questa volta ha captato qualcosa nelle parole e nei gesti di Harry,
anche lei come Silente ha capito che non è chi dice di essere,
ma a differenza di Silente, Hermione vuole scoprirlo subito.
Non vi preoccupate però, vedrete presto che cosa combinerà la nostra combriccola.
Mi spiace
che in questi capitolo non ci sia molto la presenza dei Potter e di
Sirius e Remus, ma state calmi che buona parte del prossimo sarà
concentrata su di loro e verremo a sapere molte più cose su
quello che è accaduto loro nel passato.
Fatemi sapere che cosa pensate della storia e del capitolo con un commento, mi fareste molto felice :)
Il prossimo aggiornamento arriverà molto presto lo prometto, dato che sono piena di ispirazione in questo periodo :)
Grazie angeli miei, per seguirmi ancora dopo tutto questo tempo.
Baci baci Kiki :)
P.S. L'ultima volta ho fatto un piccolo sondaggio, riguardante un personaggio che volevate apparisse.
In teoria dovevo inserirlo in questo capitolo, ma poi Hermione si è intromessa e mi ha cambiato i piani.
Quindi vorrei riaprire il sondaggio e chiedervi di nuovo:
Quale personaggio vorreste vedere per la prima volta?
E se volete ditemi pure come vi piacerebbe che fosse, buono, cattivo, neutro....Ditemi voi!
P.P.S. Ricordo ancora la mia pagina Facebook dove metterò spoiler e informazioni di qualunque genere :)
Grazie un bacione :)
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Capitolo 12 *** Half Truths (parte prima) ***
secondchances
*Entrando quatta quatta in EFP*
Scusate, scusate, scusate...Ci ho
messo un'eternità lo so, ma sono successe talmente tante cose
nella mia vita che il tempo di scrivere è diminuito molto, senza
contare che ogni volta che scrivevo qualcosa non mi piaceva e
ricominciavo da capo!
A luglio vado in Australia per un
anno! Questa è la mia novità, ma non preoccupatevi,
continuerò a scrivere e speriamo di non fare errori grammaticali
per il troppo parlare inglese XP
Comunque, ora vi lascio al
capitolo che è lungo lungo, per questo l'ho diviso in due parti
che anche se prese singolarmente sono lunghe comunque!
Buona lettura e mi raccomando fatemi sapere se vi è piaciuto!
HALF TRUTHS
(parte prima)
Mezze Verità
La fastidiosa sensazione allo stomaco che lo aveva perseguitato nelle ultime ore se ne stava finalmente andando.
Harry era quasi sicuro che Hermione non avesse scoperto nulla sulla sua
vera identità; in tre giorni la castana non aveva fatto parola
dell'accaduto e non si era comportata in modo sospetto, anzi sembrava
che non nutrisse nessun tipo di dubbio su di lui.
Nonostante una vocina nella sua testa continuasse a dirgli che doveva
stare più attento e che Hermione era sempre più vicina
alla verità, lui non ci voleva credere; se fosse riuscita a
scoprire chi era vermanete sapeva che sarebbe stato in brutti guai,
perchè avrebbe messo Hermione in una spiacevole situazione e non
voleva affatto creare problemi all'amica.
Dopo la sua curiosa e spericolata avventura con i Mangiamorte, si era
ripreso totalmente già il giorno dopo esser tornato a Potter
Manor, anche se la sua famiglia tendeva ancora a trattarlo come se
fosse mortalmente malato.
Lily continuva a preparargli da mangiare, dicendo che doveva rimettersi
in forze; Remus lo costringeva in una poltrona a leggere, dicendo che
il riposo fisico e lo sforzo mentale lo avrebbero aiutato; Sirius e
James invece si comportavano come due mamme chiocce: non gli facevano
sollevare alcun tipo di peso, lo obbligavano ad andare a letto alle 9
di sera, ma soprattutto non lo volevano far volare.
Era da ormai qualche giorno che Harry desiderava prendere in mano una
scopa e potersi rilassare nel caldo cielo dell'estate, oppure
intraprendere qualche sfida con i suoi parenti, ma non c'era verso di
convincerli.
" Dai, vi prego, sono TOTALMENTE guarito, la testa ha ormai smesso di farmi male da giorni
e il braccio è da ieri mattina che riesco a muoverlo senza
nessun tipo di sforzo o dolore! " Cercò di spiegare Harry,
esasperato, esagerando il tutto con un movimento molto ampio dell'arto
precedentemente ferito, senza avvertire nessun problema.
Madama Chips lo aveva guarito totalmente, peccato che quegli zucconi di suo padre e del suo padrino non riuscissero a capirlo!
Si era aspettato un comportamento simile dalla madre, o al massimo da
Remus, che erano più propensi per quel tipo di ruolo, invece
si era sbagliato, James e Sirius erano proprio iperprotettivi sotto
quel punto di vista.
" NO! Non se ne parla, signorino. " James disse con voce risoluta, incrociando le braccia con fare deciso.
" Lo hai detto tu stesso proprio ora, sei guarito solo da un giorno,
non possiamo permetterci che tu ti faccia male un'altra volta! " Sirius
navigava proprio sulla stessa scia del migliore amico ed era
categorico, Harry non avrebbe volato almeno per qualche altro giorno.
Il moro cominciò veramente a spazientirsi, non voleva che
fossero così protettivi nei suoi confronti, non che non gli
facesse piacere sapere che si preoccupavano così per lui, ma
quando era troppo, era troppo.
Le parole che disse nell'istante successivo fecero rimanere di stucco i
due uomini, che lo guardarono con occhi sgranati ed increduli.
" Eh dai, voi siete Prongs e Padfoot, siete la parte divertente dei
Malandrini, dove è finita la vostra indole avventurosa?!?!
Neanche Moony è così responsabile come lo siete voi ora."
Dapprima Harry non si rese conto dell'enorme errore che aveva appena
commesso, ma appena vide le facce dei due, capì di essere
veramente nella merda, anzi letteralmente nella merda, poichè
avrebbe tanto voluto sprofondarvi!
" Ma come...? "
Sirius non riusciva nemmeno ad esprimere la propria sorpresa, quella frase lo aveva totalmente spiazzato.
" Harrison, che cosa hai appena detto? " Chiese James, che fu il primo
a riprendersi e a riuscire a dire una frase di senso compiuto.
Il fatto che avesse utilizzato per intero il falso nome del ragazzo,
faceva presagire qualcosa di veramente serio, di fatti erano ormai
abituati a chiamarlo solamente 'Harry'.
L'aria attorno a loro si fece pesante, un silenzio di tomba li avvolse,
gli unici rumori che potevano essere percepiti erano il cinguettio
degli uccelli e il rumore del vento.
Harry era mortificato, si era lasciato prendere dalla situazione e come
al solito non aveva contato fino a dieci prima di sparare una stupidata
che avrebbe potuto smascherarlo in neanche mezzo minuto.
Cercò invano di sistemare la situazione, o almeno di
migliorarla, dato che padre e padrino sembravano in procinto di
diventare statue di pietra.
" Che ho detto di male scusate? "
Sapeva benissimo che la voce ora gli stava uscendo insicura e un poco
tremante, non era riuscito a controllarla, una scarica di adrenalina e
paura lo stava attraversando da capo a piedi.
" Come che cosa hai detto di male? Padfoot, Prongs, Malandrini e...Moony..."
Suo padre aggiunse l'ultimo nome con voce strozzata, come se non riuscisse neanche a pronunciarlo se non in privato.
Harry avrebbe tanto voluto spezzare un ramo bello grosso da un albero
nel giardino e poi sbatterselo violentemente sulla testa, magari la
prossima volta sarebbe stato più attento a quello che la sua
maledetta boccaccia voleva dire.
" Come fai a sapere queste cose? Noi non...non lo abbiamo mai detto di
fronte a te." Sirius sembrava aver ripreso coscienza del suo corpo ed
era finalmente riuscito a spiccicare parola.
I due migliori amici non sapevano che fare, non sapevano che pensare.
" Ma come non ne avete mai parlato con me?!? "
Harry stava facendo il finto tonto, non che gli riuscisse
particolarmente bene, anzi stava fallendo miseramente, ma doveva pur
provare a rimediare al danno fatto.
" Certo che me ne avete parlato, e anche più di..."
Questa volta però non riuscì a finire la frase,
perchè venne interrotto da suo padre, che gli si
avvicinò, non con fare minaccioso, ma ad Harry fece quasi paura.
" Harrison, sono sicuro che non ne abbiamo mai parlato! Forse qualche
volta ci hai sentiti dire Prongs e Padfoot, ma mai, e dico mai, abbiamo
detto la parola Malandini e soprattutto..."
"...Moony" Terminò per lui Sirius, che lo aveva affiancato.
Il giovane ragazzo-che-era-sopravvissuto non seppe più che fare, il panico lo stava avvolgendo.
Perchè non riusciva mai a farne una giusta?
Che cosa poteva inventarsi ora?
Non voleva rovinare tutto, non voleva sprecare quello che era riuscito a costruire in quel mese!
Fece l'unica cosa che gli venne in mente in quel momento di panico.
Scappò.
E corse.
****
Hermione chiuse il grosso libro che stava sfogliando con un tonfo.
Per ore aveva cercato qualcosa che potesse rassicurarla riguardo l'identità del ragazzo dagli occhi color smeraldo.
Per giorni aveva sperato che quella sensazione strana, che le diceva
che Harry non era chi fingeva di essere, svanisse e che tutto venisse
smentito da un certificato di nascita, o un albero genealogico o un
semplice nome.
Nulla.
L'assoluto nulla.
Harrison White non esisteva.
Non vi era niente riguardo al giovane, sembrava come apparso all'improvviso senza nessuna spiegazione logica.
Poteva essere chiunque, ma ora era sicura che non fosse chi pretendeva di essere.
Quel ragazzo aveva mentito a tutti loro, a lei, a Ron, alla famiglia che lo aveva così amorevolmente accolto.
Hermione sapeva, nel profondo del proprio cuore, che il ragazzo non era
malvagio, che aveva una motivazione per essersi inventato una falsa
indentità, ma sapeva anche che mentire era sbagliato ed avrebbe
portato solo a molti problemi.
Non poteva permettere che Harrison ferisse la famiglia Potter, non poteva proprio farlo.
Avevano già sofferto così tanto, non era giusto che potesse succedere di nuovo.
Non ora che si erano tutti quanti affezionati così tanto a quello sconosciuto.
Doveva fare qualcosa, anche se non era sicura su come era più giusto procedere.
L'unica persona che avrebbe potuto schiarirle le idee era lui.
Doveva parlare con 'Harrison White'.
****
Corse senza voltarsi indietro.
Si stava inconsapevolmente dirigendo verso l'entrata del Manor, voleva prendere le sue cose ed andarsene.
Aveva già creato troppi problemi.
Doveva pensarci prima, lo sapeva che tutta quella situazione sarebbe stata troppo complicata da gestire!
Sentiva che in lontananza James e Sirius lo stavano chiamando, ma lui aveva troppa paura di fermarsi e di affrontarli.
Aprì la porta e...
....andò a sbattere contro qualcosa, o meglio qualcuno, facendo finire entrambi a gambe all'aria.
" Aahh, Harry ma che diavolo...? "
Remus, era proprio lui la persona che aveva stoppato per caso la fuga
del giovane; l'uomo si accorse subito che qualcosa non andava, a
giudicare dallo sguardo terrorizzato dipinto sul volto del ragazzo e
dal suo preoccupante pallore.
Harry non si mosse, rimase completamente immobile, il volto gelato in
un'espressione di puro terrore e tristezza, poi parve come rianimarsi,
si rialzò e prese nuovamente a correre, questa volta verso le
scale, peccato che il corridoio che portava a queste ultime era
occupato da...
...Sbam.
Per la seconda volta in pochi secondi era andato addosso a qualcuno,
questa volta Lily, e la sua corsa era stata nuovamente fermata.
" Ahi " Esclamò Lily, che era atterrata con il sedere a terra in modo piuttosto pesante.
Non si era certo aspettata che Harrison corresse così dentro casa e soprattutto che non guardasse dove andava.
Anche la rossa capì immediatamente che c'era qualcosa di
insolito nel comportamento del ragazzo, i suoi occi verdi, di solito
pieni di vita e di voglia di fare, erano ora cupi, tristi, ma
soprattutto colmi di terrore.
Che cosa lo avesse causato nè lei nè Remus ne avevano la minima idea.
Harry cercò di scappare, di correre via da quella casa, dai suoi
problemi e dalla maledizione che sembrava perseguitarlo anche in quel
mondo, ma Remus e Lily lo stopparono, prendendolo per le braccia,
attenti a non fargli del male, ma consapevoli che dovevano fare
qualcosa.
Dalla porta di ingresso entrarono trafelati James e Sirius, che subito
si precipitarono verso Harry, che come un uccellino impaurito non
sapeva più da che parte andare.
Tutte le sue vie di fuga erano bloccate, la porta da suo padre e dal padrino, le scale da Remus e sua madre.
Era in trappola.
" Harry ti prego calmati, non vogliamo farti niente! " Esclamò James avvicinandosi al ragazzo.
Mossa sbagliata, perchè questi indietreggiò in maniera
improvvisa, per poi andare a sbattere contro il muro; Harry sentiva le
gambe come se fossero state di gelatina e stava tremando da capo a piedi.
Quattro sguardi preoccupati si incontratono, non sapendo quale fosse la
mossa giusta da fare con il giovane, che sembrava sul punto di avere un
attacco di panico.
Di fatti Harry stava restirando affannosamente, l'adrenalina mista al
puro terrore gli scorrevano nelle vene, aveva la mente vuota e non
sapeva che cosa fare nè che dire.
Non poteva farsi scoprire, non poteva dire loro la verità, non l'avrebbero accettata.
Oppure avrebbero semplicemente pensato che fosse solo un bugiardo, o un
Mangiamorte e lo avrebbero cacciato dal Manor, o nella peggiore delle
ipotesi lo avrebbero consegnato al Ministero e sicuramente dopo ci
sarebbe stata Azkaban.
Non poteva permettere che questo succedesse.
James, Sirius, Remus e Lily lo avrebbero odiato.
Non avrebbe mai potuto sopportare una cosa simile, ne sarebbe rimasto definitivamente spezzato.
" Harry " Iniziò James, ricominciando a chiamare il ragazzo con
il diminutivo, per mostrargli che non era arrabbiato, ma voleva solo
sapere la verità.
" Harry, calmati, non è successo nulla di male, solo che io e
Sirius vogliamo capire come fai a sapere di noi, dei Malandrini..."
Le teste di Remus e Lily scattarono verso i due amici.
" Cosa? Ma si può sapere che diavolo sta succedendo?
Perchè Harry è così spaventato? " Chiese Lily
preoccupata, cercando di avvicinarsi al moro, che però non fece
altro che indietreggiare impaurito, nonostante dietro di sè avesse solo il
muro.
Sirius prese un profondo respiro, cercando di calmare il battito frenetico del suo cuore.
" Eravano in giardino, Harry ci stava dicendo che voleva volare, io e
James ovviamente non abbiamo acconsentito, poi lui ha detto una frase,
nominando i Malandrini, Padfoot, Prongs e....Moony. "
L'ultimo nome veniva sempre aggiunto con un carico di paura, difatti
Remus appena lo sentì, diventò veramente pallido.
" Sappiamo che qualche volta abbiamo detto i nostri soprannomi, ma mai..."
Sirius fece cadere la frase; osservarono tutti Remus e poi Harry.
' Guardate che ci sono anche io nella stanza' avrebbe tanto voluto dire il giovane quasi diciottenne, ma l'ansia non glielo permetteva.
Lily, risaputamente la più calma e logica persona tra i quattro,
prese in mano la situazione, nonostante sentisse una strana sensazione
dentro di sè, come se sapesse che qualcosa di importante stava
per accadere.
Si avvicinò cautamente al giovane, che ormai era nella parte
opposta della stanza; questa volta non venne respinta, anzi Harry la
guardò con occhi speranzosi e un poco meno spaventati.
" Tesoro, non c'è bisogno di essere spaventati, vorremmo solo
sapere come fai ad essere a conoscenza di questa parte della nostra
vita. Qualcuno te lo ha detto? Hai per caso visto qualcosa in casa? "
Disse tranquillamente, sperando che il tono calmo e pacato lo avrebbe
fatto rilassare.
Harry sapeva che ormai non poteva fingere che una cosa così
semplice fosse accaduta, doveva inventarsi una storia credibile che
avrebbe giustificato il suo essere così spaventato, ma non aveva la mianima idea di che cosa dire.
" Io..." Iniziò, ma la voce gli si spezzo e sentì le
lacrime farsi spazio; non poteva dire la verità, non poteva rovinare le loro vite anche in quella dimensione!
" Non devi avere paura, qualsiasi cosa ci dirai, noi l'accetteremo e
non cambierà niente tra di noi. " Questa volta era stato James a
parlare, si poteva avvertire l'ansia anche nella sua voce.
Harry avrebbe tanto voluto credere a quelle parole!
" I miei genitori " Iniziò, sperando che il tremolio nella sua
voce venisse attribuito all'emozione del parlare di loro e non al fatto
che stesse dicendo loro una bugia " loro vi conoscevano, eravate
compagni di scuola, mi hanno parlato tanto di voi, perchè vi
ammiravano. "
" Questo però non spiega come..." Disse Sirius per poi ricevere
una gomitata in pieno sterno da Lily, che lo avvertì con lo
sguardo di lasciar parlare Harry.
" Prima di morire mi hanno raccontato che a scuola eravate conosciuti
come i Malandrini, quindi io sapevo già della vostra
identità quando mi avete trovato " Respirò profondamente
per cercare le parole e la bugia giusta " Mentre ero ad Hogwarts ho,
per così dire, curiosato un pò in giro ed ho trovato una
mappa, si chiamava Mappa del Malandrino e su di essa c'erano dei nomi:
Padfoot, che ho subito collegato a Sirius, Prongs che è
sicuramente James, Wormtail che non so chi sia e Moony, che ho dedotto
fosse Remus."
Terminò il proprio racconto con il cuore che batteva a mille
nella cassa toracica, sperando che credessero alla sua farsa.
" Quindi i tuoi genitori ti hanno parlato dei Malandrini, tu poi hai
trovato la mappa e hai collegato i due fatti? " Chiese semplicemente
Sirius, sembrando sorpreso.
" Si. "
" Ma allora perchè ti sei spaventato così? Perchè
sei scappato? " Chiese allora James, cercando di collegare i tasselli
mancanti del puzzle.
Harry si trovò spiazzato, ora che avrebbe risposto?
Optò per una mezza verità.
" Perchè io so. " Disse con quanto più coraggio possibile.
Quattro paia d'occhi lo stavano osservando; Remus ora iniziava ad
essere veramente spaventato, sapeva che cosa stava per dire il ragazzo.
" So di Remus. "
Ecco, l'aveva detto, e probabilmente aveva rovinato tutto, dato il pallore quasi estremo della persona in questione.
Ora puntati su di lui vi erano sguardi scioccati, e allo stesso tempo sconcertati.
" In che senso sai di Remus? " Questa volta fu James a parlare.
" So che è un lupo mannaro...e prima che possiate ribattere, i
miei genitori non lo sapevano, sono io che ho fatto due più due
e negli ultimi giorni l'ho capito, insomma... " E si rivolse vero Remus,
cercando di fargli capire, a parole e anche con gli occhi, che per lui
non cambiava nulla, gli voleva bene lo stesso "sei sempre stanco nelle
parti del mese in cui arriva la luna, settimana scorsa sei scomparso
per un paio di giorni dicendo di avere un impegno, poi hai delle
cicatrici sul volto, molto piccole ma visibili, ho trovato della
Pozione Antilupo nella cantina e in più il tuo soprannome: Moony, mi ha
fatto pensare... "
Remus sembrava sul punto di svenire, infatti venne presto affiancato da
Lily, che gli mise una mano sul braccio, come pronta a sorreggerlo in
caso di bisogno.
James e Sirius guardavano Harry sbalorditi, per la seconda volta in
quella giornata iniziata così tranquillamente ed ora
turbolenta come solo altre poche giornate erano state.
Harry, vedendo che nessuno di loro aveva intenzione di parlare, si
convinse che dopo quella piccola, ma allo stesso enorme rivelazione,
non lo volessero più vedere, perchè si era intromesso nei
loro affari e aveva mentito.
Le lacrime che stava così forzatamente cercando di trattenere
ora fuoriuscivano a fiotti, bagnandogli le guance e finendo salate
sulle labbra; cercava di non pensare a come sarebbe stata ora la sua
vita, una volta che lo avrebbero cacciato fuori di casa, si diresse a
passo spedito verso le scale, sapendo questa volta che nessuno
l'avrebbe fermato.
Ma si sbagliava di grosso, appena viste le lacrime bagnare il
suo volto, i quattro adulti presenti si erano resi conto che forse
avevano sbagliato a premere così tanto per sapere la
verità.
Videro Harry correre verso le scale e James non si lasciò
scappare la situazione di mano, prima che il ragazzo potesse
raggiungere il primo gradino, lo afferrò per un braccio, con
forza per paura che quel moretto con una strana cicatrice a forma di
saetta sulla fronte pensasse che non era più ben accetto nella
loro famiglia.
Harry cercò di divincolarsi, con il risultato che, usando sia
lui che il padre molta forza, finirono sul pavimeto, James a fare da
cuscinetto a Harry.
La situazione sembrava proprio drammatica, il giovane se ne stava
spalmato sull'inconsapevole padre a piangere come un bambino; James
stava pensando ad un modo per farlo calmare, sentendosi agitato; Lily
era sul punto di scoppiare in lacrime per tutta la situazione creatasi
e Sirius sembrava essersi definitivamente trasformato in una statua di
pietra.
La cosa che sorprese tutti però, fu che dopo la caduta grottesca dei due, una risata risuonò nella stanza.
Era Remus.
Si voltarono tutti scioccati, compreso Harry che alzò il viso
dal petto di suo padre, e osservarono un poco sconcertati -il gentile,
timoroso e sempre pronto ad aiutare gli altri- Remus sghignazzare
tenendosi la pancia.
" Voi...ahahahaha....non avete....ahahaha...idea di quanto siete sembrati ridicoli mentre stavate cadendo ahahahah. "
La sua risata era talmente contagiosa che i restanti Malandrini non
poterono certo non esserne attratti, così iniziarono a ridere di
gusto, proprio come dei ragazzini al liceo, subito seguiti da Lily che
non seppe proprio resistere.
Le lacrime di Harry si bloccarono alla vista di quella scena, stavano
tutti quanti ridendo, quindi voleva dire che lo avevano perdonato?
Sentì le mani di James aiutarlo a mettersi in una posizione
seduta e si rese conto di essere attorniato da tutta la sua famiglia.
" Harry, tu hai scoperto il mio segreto e in questi giorni non mi hai
detto nulla, ti sei comportato normalmente, come se non ti desse
fastidio la cosa..."
Harry allora si rizzò completamente in piedi e ribattè:
" Per me non cambia niente! Io ti voglio bene lo stesso, tu sei sempre
il mio Remus, come potrei cambiare la mia opinione su di te solo
perchè sei stato morso?!?! Non sono così ipocrita! Ti
prego non odiarmi, ti prego! "
Calde braccia lo avvolsero e Harry si rese conto che Remus lo stava
abbracciando come aveva fatto davvero poche volte sia nel suo mondo che
in questo.
Ricambiò, sentendo il profumo di muschio e selvatico dell'uomo e
ricordando che era ancora vivo, lì con lui e che lo stava
perdonando; un sorriso allora si dipinse nuovamente sulle sue labbra.
Sentì altre braccia confortevoli aggiungersi a quell'abbraccio familiare.
" Harry noi non ti lasceremo mai, ora che ti abbiamo trovato! Non ci
importa se qualche volta ci menti " A quelle parole Harry ebbe un
tremito " Se lo fai hai una ragione. Sappiamo che non ci dirai il vero nome
dei tuoi genitori, come non ci hai detto come sei arrivato qui e
perchè eri ferito, noi non lo pretendiamo." Disse James per poi
essere interrotto da Sirius.
" Vogliamo solo che tu sappia che nel momento in cui ti sentirai pronto
per parlare di tutto quello che ci hai taciuto, noi saremo qui, come
allo stesso tempo se c'è qualcosa che vuoi sapere di noi, basta
chiedere! "
" Siamo una famiglia, ci fidiamo di te e vogliamo che tu ti fidi di noi! " Lily aggiunse in tono dolce e amorevole.
" Anche quando si scoprono i segreti più oscuri, la vera
famiglia resta sempre al tuo fianco. " Disse infine Remus, avendo
provato sulla sua pelle tutto quello che era appena stato detto.
Harry si sentì al sicuro, nell'abbraccio confortevole che la sua vera famiglia gli stava donando.
****
Era passata circa mezza giornata dall'avvenimento che li aveva sconvolti inizialmente e poi uniti ancora di più.
Harry era disteso sul letto, emotivamente esausto; stava pensando
initerrottamente a quello che gli avevano detto durante l'abbraccio.
' Se c'è qualcosa che vuoi sapere di noi, basta chiedere! ' Quelle erano state le esatte parole di Sirius e aveva visto gli altri tre annuire, quindi poteva sentirsi libero con loro.
Voleva ardentemente fare una domanda, che lo stava perseguitando da
tutta la sua permanenza in quel nuovo mondo, ma non era facile trovare
il coraggio per farla, perchè sapeva che sarebbe stato molto
duro per loro rispondere.
Ed Harry non voleva intristirli, ma non riusciva più ad aspettare.
Aveva deciso di non cercare in nessun libro o Gazzetta, perchè
voleva che la storia gli venisse raccontata per la prima volta
direttamente da loro.
Si sedette sul letto, un poco ansioso, ma sicuro che una volta avuta la
ripsposta avrebbe saputo molte più informazioni su quel mondo
così simile, ma allo stesso tempo così diverso dal suo.
Uscì dalla sua camera e si diresse in cucina, dove sapeva che tutti e quattro stavano preparando la cena.
Li vide tutti felici e sorridenti, nonostante fossero ancora un
poco scossi dall'avvenimento della mattinata; ad Harry dispiaceva dover
interrompere quel buon umore ritrovato.
"Lily" la chiamò Harry un poco titubante, non sapeva se chiederle una cosa del genere avrebbe giovato o meno, ma lui doveva sapere, voleva capire e desiderata tanto che fosse proprio lei a dirglielo.
"Dimmi tesoro." Rispose la rossa, di spalle, mentre stava cucinando,
non potendo neanche immaginare quello che sarebbe uscito dalla bocca
del giovane pochi secondi dopo.
"Posso farti una domanda?"
La donna sorrise: "Me l'hai appena fatta!"
I Malandrini a questa affermazione sghignazzarono un poco, ormai dopo tutti quegli anni, Lily era una di loro.
Poi, notando il silenzio tombale creatosi, capirono tutti che il
ragazzo era serio e voleva chiedere qualcosa di veramente importante.
"Ok, scusami, ho fatto il James della situazione, chiedi pure." Rispose lei, addocchiando il marito.
Harry prese un profondo respiro e seppe che la voce gli sarebbe tremata un poco.
" Cosa è successo a vostro figlio?"
Quella non era una semplice domanda per Lily.
Per nessuno di loro.
Quella era LA domanda.
Sapeva che prima o poi sarebbe successo, ma non pensava che avvenisse così presto.
Lasciò cadere il cucchiaio nella pentola e molto lentamente si voltò.
Due paia di occhi, dello stesso color smeraldo, si incontrarono e molte
emozioni diverse e contrastanti si potevano percepire in essi.
Era arrivato il momento di dire la verità riguardo suo figlio.
ANGOLO AUTRICE
Si, lo so, sono proprio una
b******a, nella pagina in facebook vi avevo messo proprio questo ultimo
pezzo come spoiler e poi termino il capitolo con un cliffhanger :)
Ma non vi preoccupate, nel
prossimo capitolo, che prometto che arriverà a breve anche
perchè è già scritto per metà, ci saranno
un bel pò di risposte per tutti voi!
Fatemi sapere che cosa ne pensate di questo capitolo, spero vi sia piaciuto!
Scusate eventuali errori di battitura, cerco sempre di controllare, ma qualcosa sfugge.
Grazie sempre agli angeli che
commentano e alle 200 (200!!!!!!!) persone che stanno seguendo la
storia o l'hanno messa tra le preferite, sono onorata.
Vi ricordo sempre che per spoiler o notizie sulle altre mie storie c'è la mia pagina facebook:
Grazie angeli miei per seguirmi sempre e comunque, la storia va avanti grazie a voi!
Baci Baci
Kiki :)
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