Sballati d'amore

di Shadow_chan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Amici o nemici? ***
Capitolo 2: *** Dubbi ***
Capitolo 3: *** Cavaliere ***
Capitolo 4: *** Fidanzatina ***
Capitolo 5: *** Gaspard ***



Capitolo 1
*** Amici o nemici? ***


Capitolo 1: Amici o nemici?
 
 
 
 
Sono passati anni da quel fatidico giorno. Ancora ti penso, non c'è verso di dimenticarti, mi è impossibile farlo. Ci conosciamo dai tempi dell'asilo e già da allora litigavamo come pazzi per ogni piccola cosa, ogni sciocchezza.
Crescendo non siamo cambiati, abbiamo continuato a litigare, anche se ci insultavamo in continuazione, sentivo che nulla ci avrebbe mai diviso. Non siamo mai stati amici eppure sentivo che tu mi fossi più amico di quelli che avevo intorno perché? Eri sempre lì al mio fianco, non ti sei mai mosso.
Quella sera, oddio che cosa abbiamo fatto? Mi sento così male, non capisco e mai potrò capire quello che ci è successo, ma non mi pento, è stato bellissimo!.
Il nostro primo e ultimo ballo scolastico, ci siamo ritrovati a ballare stretti e a ridere, non sapevo cosa provavo ma stavo bene tra le tue braccia nonostante fossimo così diversi.
Ricordo ancora i tuoi occhi cosi torbidi di passione ardente, non li avevo mai visti da così vicino, li trovai stupendi. Dopo quella notte di passione sei sparito ed io non ti ho più cercato.
Giusto qualche giorno fa mi hai mandato una lettera, non puoi capire come ero felice! Mi sono mancati i nostri litigi che in questo periodo continuano attraverso messaggi e chiamate. E' il nostro modo di rimanere uniti.
E' strano vero? Come l'odio e l'astio si trasformino in qualcosa di più dolce attraverso pochi gesti, non ci siamo ancora incontrati, ogni volta che telo chiedo tu, rifiuti gentilmente con qualche scusa banale, non mi aspetto che tu capisca la mia voglia di vederti, non mela spiego nemmeno io ma l'uomo che ho accanto è solo un giocattolo per distrarmi dagli eventi.
Mi manca la tua chioma bionda, i tratti spigolosi del tuo viso diafano e quegli occhi blu tempesta. Mi manca perfino il tuo modo di camminare e il tuo atteggiamento superiore, che hai sempre avuto da piccolo! Non sto messa bene vero? Non importa va bene così.
 
 
Shirley chiuse distrattamente il diario sul comodino, il telefono aveva cominciato a infastidirla con quel continuo drin- drin. Lo afferrò veloce buttandosi giù dal letto era Lucas, il suo attuale ragazzo
-Preparati viene a prenderti tra mezzora! Andiamo a pranzo fuori- Shirley sbuffò, non le piaceva quando prendeva decisioni al suo posto! E se avesse avuto da fare? Magari con Morgana o Danila?
-Ok a dopo- rispose incolore. Doveva mollarlo al più presto l'annoiava tremendamente quel ragazzo.
Si pose davanti allo specchio e prese a pettinarsi quel nido d’uccello che erano i suoi amati capelli neri, dopo diversi tentativi riuscì a renderli morbidi e mossi, come piacevano a lei. Si contornò gli occhi azzurri con un tocco di eyeliner e diede un tocco di luce alle labbra morbide con un semplice lucidalabbra.
Shirley amava la moda e grazie al lavoro di progettista riusciva a permettersi una vita abbastanza agiata, aprì l'ambio armadio in salice bianco rivelando ogni sora di vestiario di ogni colore e forma, finalmente si decise a prendere un abito blu senza spalline che le fascia il corpo esaltando il bel decolté e le gambe affusolate.
Decise di mettersi un giacchetto di pelle nera a 3/4 di manica e di lunghezza. ovviamente le scarpe erano nere, chiuse e categoricamente tacco 12. Dopotutto era alta un metro e sessanta a lei piaceva essere alta!
 
Lucas le citofonò poco dopo e la portò al solito ristorante chiacchierando sempre delle stesse cose. Shirley non era infastidita ne annoiata, semplicemente, lo trovava monotono, addirittura a pranzo si perse in uno dei suoi monologhi sulla legistratura.
Eh sì, Lucas era un avvocato divorzista affermato e in molti lo richiedevano, soprattutto donne, Shirley sosteneva che lo assoldavano giunto per la sua bellezza. Aveva capelli neri e sbarazzini e due occhi nocciola molto espressivi, era anche alto con un fisico asciutto ma che faceva la sua bella figura anche in giacca e cravatta.
Il pranzo non durò molto, la mora lo aveva interrotto quando aveva cominciato a parlare di matrimonio.
-Lucas io non intendo sposarmi, non ora al meno- fece una breve pausa osservando le espressioni del ragazzo

-Sono giovane ho un sacco di progetti da portare a temine!- Lucas l'interruppe bruscamente

-Puoi farlo anche da sposata, dimmi la verità, non ti vuoi sposare perché ti piace il tuo amico di penna!- Shirley sbuffo sonoramente e si trattenne dal ridergli in faccia

-è questo che pensi? che io ti tradisca con un altro?- il ragazzo non rispose ma nei suoi occhi vi lesse tristezza e amarezza

-Lucas, è inutile rimanere insieme! Tu non ti fidi di me, decidi sempre al posto mio e ora tené esci con la storia del matrimonio?- aveva cominciato ad alzare la voce per la rabbia -ma ti rendi conto che abbiamo 23 anni? Abbiamo tutta una vita davanti!- Lucas la guardò malissimo, certo che erano giovani ma lui ci teneva invece lei lo stava lasciando

-Ho capito- lasciò sul tavolo i soldi -Stammi bene Shirley- e sene andò lasciandola come una stupida.
 
***
 
Solita città, solita vita, solito posto, solita comitiva.
Non riuscivo a dare una svolta alla mia vita, non comprendevo come fossi giunto a quel punto, senza stimoli né felicità. Solo pura monotonia, questa era la mia vita fino al giorno del compleanno di Shirley, la ragazza che conoscevo da sempre e che da sempre la prendevo in giro, litigando per ogni stupidata.
Mi era tornata in mente così, come un flash improvviso, rivivendo per pochi istanti il ballo dell’ultimo anno. Era stata una serata strana ma divertente. Ero sparito per cinque anni senza mai cercarla, non ritenevo quella notte importante perché pensavo che a lei non fosse piaciuta e che forse inorridiva al ricordo di noi insieme su quel dannatissimo letto.
Le scrissi una lettera il giorno del suo compleanno, come se non fosse successo nulla,  le scrissi come se la vedessi tutti i giorni con le solite battutine lei mi aveva sorpreso era felice di risentirmi e di certo non mancarono i battibecchi anche attraverso le lettere tanto che lei mi diede il suo numero, e ora ci sentivamo ogni terzo giovedì del mese. La sua voce mi piaceva, chissà com’era cambiata in questi anni, mela ricordo un po’ grassottella con i capelli sempre scompigliati, ligia alle regole, orgogliosa e sempre con la divisa perfetta. Ora mela immagino un po’ più alta e più magra, spero che i capelli siano più ordinati del liceo, nonostante disiderassi incontrarla reclinavo tutti i suoi inviti, non volevo deluderla, non che fossi cambiato molto ma ero divento notevolmente più distante e spesso indossavo la perfetta maschera dell’indifferenza, lo facevo per lavoro certo ma spesso mi succedeva anche nella realtà quotidiana.
Ho una donna vicino che è gelosissima di lei, ma non comprendo da dove derivi, ci sentiamo una volta al mese e in casi eccezionali anche più volte al mese, eppure Katrin era gelosissima mi controllava il telefono di nascosto ma la cioccavo sempre. Era diventata così ossessiva che alla fine l’ho mollata.

 
 
-Signor Mich, c’è il signor Grey- la voce squillante della segretaria lo riportò alla realtà, chiuse il piccolo diario e lo infilò nella ventiquattro ore.
Premette un pulsante sul ricevitore –Fallo entrare, grazie Jessica- poco dopo sulla porta si ritrovò il suo capo, era un vecchio ansiano, era basso e mingherlino con una faccia simpatica, era un po’ stempiato ma non dimostrava di certo la sua effettiva età.
-Ah Amos! Che bello vederti!- il vecchietto gli stinse forte la mano mentre si accomodava sulla poltrona di fonte alla scrivania

–Gaspard sai che sei il mio prediletto? – il ragazzo annui –sai anche che non ho figli- Gaspard alzò elegantemente un sopracciglio, dove voleva arrivare? Amos intese il silenzio del ragazzo una sorta di invito a continuare –vorrei che prendessi in mano tu la società, io sono vecchio e ora di lasciare spazio ai giovani- sorrise beato facendogli l’occhiolino, il biondo scattò in piedi come se lo avessero punto all’improvviso

–Oddio Amos non so che dire- il vecchietto si alzò e prese la mano del ragazzo stringendogliela forte

–Di soltanto che accetti!- il ragazzo sorrise felice e annui con vigore –bene preparo le pratiche passa da me domani!- detto ciò usci dalla stanza lasciando Gaspard riprendersi dalla bella notizia.
Devo chiamarla! Di slancio prese il telefonino e la chiamò dopo pochi squilli lei rispose con voce incolore
-Gaspard?- il ragazzo ci restò un po’ male di solito era sferzante

–Che c’è, ti sei alzata con il piede sbagliato?- la ragazza dall’altra parte della cornetta di arrabbiò un po’

–Ooooh non rompere che vuoi?- ecco era tornata quella di sempre

–Ricordi che ti avevo detto che il mio capo voleva dare in pensione?- la ragazza si sistemo meglio sul divano

–Allora?- emozionato esultò

–Da domani, l’azienda farmaceutica I.C.E. enterprise sarà mia! Ci pensi???- Shirley aveva preso a saltare sui cuscini del divano tutta agitata

–Grande! È una notizia meravigliosa! Dobbiamo festeggiare!-

-Come?- chiese lui ridendo

-Che ne dici di una serata al “Pablo Neruda”? Dai così ci divertiamo!- di certo stavolta non poté rifiutare

–Ok ci vediamo lì giovedì alle 20.30?- Shirley aveva cominciato a ridere euforica correva da una parte all’altra dell’appartamento, preparandosi per la serata che aveva con le amiche

–Perfetto! Sono orgogliosa di te! Ora devo andare a giovedì!!- attaccò e usci di corsa per recarsi al “Geson Frog” dove l’aspettavano Morgana e Danila.



********

E' la mia prima storia originale! ditemi cosa ne pensate! cercherò di aggiornare ogni giovedì!! bacioni a tutti!! Aggiornamento 07/05/13

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Capitolo 2
*** Dubbi ***


Capitolo 2: Dubbi


Si rigirava tra le coperte per recuperare un po’ del sonno che insistente scemava via dal suo corpo.  Sentiva caldo, anche troppo e poi si sentiva qualcosa a dosso, era caldo quindi non poteva essere il cuscino!
Lentamente apri gli occhi. Gaspard sela dormiva beato stringendola un po’ come se avesse percepito la sua voglia di scappare al più presto da li.
Che diavolo ci faccio qui? Non si ricordava nulla della sera precedente così ispezionò il corpo del “reato”.

Lui aveva indosso solo un boxer e lei una camicia, sicuramente quella di lui, e le mutandine. Possibile che…? NO non era possibile, altrimenti melo ricorderei! Si districò dall’abbraccio del ragazzo e si alzo velocemente.

-Shirley?- La richiamò lui mettendosi seduto esponendo così il corpo scultorio. Lei lo guardava affascinata, ma poi si riprese quasi scottata

-Gaspard… cosa è successo ieri?- chiese timorosa,

-Eri ubriaca fradicia, così ti ho portato da me- fece una breve pausa scrutandola –tranquilla non abbiamo fatto sesso- lei fece un respiro sollevata.
Si preparò velocemente e lo salutò freddamente, liquidandolo dall’imbarazzo.
 
-Diavolo!- si ristese su letto osservando il tetto.

Lei non ricorda nulla! Prese il diario e cominciò a scrivere gli avvenimenti della notte precedente.
 
Ciao amico! Ti ricordi di Shirley? Ieri abbiamo festeggiato la mia promozione, ci siamo divertiti e abbiamo bevuto un po’ troppo.
L’ho portata a casa mia e mentre cercavo di metterla a letto misi è avventata contro!  Dio! E’ stato qualcosa d’incredibile!
Le sue labbra morbide sanno di vaniglia, la sua pelle e morbida e profuma di rose selvatiche, così calda e vogliosa che non sono riuscito a fermarmi!
L’ho fatta mia, lei ha gridato il mio nome e prima di addormentarsi sai che mi ha detto?  No che non lo sai! Io ancora non riesco a crederci!
“ti desideravo da così tanto. Gaspard è solo mio”
Oddio! Mi sono sentito al settimo cielo!

Ma questa mattina lei non si ricordava più nulla! Mi ha chiesto che cosa fosse successo ed io da bravo cretino sai che le ho detto? “tranquilla non abbiamo fatto sesso” e lei era sollevata quasi contenta!
Chiuse il libricino e si ributtò sul letto coprendosi gli occhi con il braccio.

-Idiota-
 
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Era arrivata a casa e tranquillamente si era buttata in doccia. Lavandosi si accorse di piccole macchie violacee sulle braccia e sul petto.  
Ecco l’aveva fatto! Eppure lui le aveva assicurato che non fosse successo nulla! Che idiota che sono!

Si vesti in fretta incurante degli accostamenti, doveva mangiare qualcosa al volo e poi correre al lavoro altrimenti avrebbe fatto tardi!
Mentre mordeva una fetta biscottata coperta di marmellata alle albicocche, un’immagine le torno in mente.
Ecco, ora ricordava tutto! Perfino quella piccola frase detta dopo quel rapporto ardente, passionale e.. Cazzo!

Mollò la colazione e si precipitò al lavoro, non doveva pensarci! 

“Ho fatto sesso con Gaspard, ho fatto sesso con Gaspard, ho fatto sesso con Gaspard!”

“testa smettila!”

“no!”

“perché mi fai questo?”

“perché ci è piaciuto e ne vogliamo ancora!”

-Sono uscita di senno- disse al alta voce

-perché?- Harry, il collega, era entrato per chiederle qualcosa,

-Niente. Che ti serviva?- sviò il discorso sul lavoro. Harry la guardava curioso ma alla fine decise di lasciar correre.

La giornata proseguì senza intoppi, furono così assorbiti dal lavoro che non pensarono alla notte trascorsa insieme fino a quando…

-Shirley?-

-Gaspard!-

Erano al Palace Hotel, lei per un convegno per la costruzione di una nuova sede per qualche grande azienda di cui non era dato sapere il nome.

-che ci fai qui?- chiese scoccandogli un bacio sulla guancia, la consapevolezza di quello che era successo la notte precedente le provocarono diversi brividi per tutto il corpo. Concentrati e comportati come se non fosse successo nulla! Questo pensarono e mostrarono l’uno al l’altro la loro grande recitazione.

-sono in conferenza con degli architetti-

Architetti? No! Non era possibile!

Eh invece si! Era la sua compagnia a occuparsi della nuova sede dell’I.C.E. enterprise.

Un po’ nervosi si sedettero hai loro posti e cercarono di comportarsi come due estranei ma il signor Grey, precedente capo di Gaspard, si era accorto della tensione tra i due così, non facendosi scrupoli li convocò per un incontro privato subito dopo la conferenza.

-Amos perché ci hai fatto venire qui?- chiese Gaspard, comportandosi come se fosse un suo vecchio amico. Shirley si sedette su una poltrona e attese che il vecchio Grey parlasse.

-oh figliolo è semplice!- rideva soddisfatto. Gaspard si sedette e attese, di tanto in tanto guardava la compagna apprensivo. Non si sapeva che cosa aspettarsi da quell’uomo, ogni volta tirava fuori qualche pazza idea, che si rivelava una mossa migliore ma pur sempre pericolosa.

-ho discusso con gli anziani dell’azienda e abbiamo deciso che se desideri davvero diventare il capo assoluto dell’I.C.E dovrai sposarti-

-Cosa?- saltò subito spaventato il giovane

-Cosa centro io in tutto questo?- intervenne la ragazza facendo sorridere ancora di più il vecchio,

-Abbiamo scelto lei! Ovviamente ci sarà prima un periodo di fidanzamento così che possiate conoscervi meglio e poi vedremo se sarà la moglie adatta al nostro Leader-.

-non potete farmi questo!- era intervenuto Gaspard spaventato, non che gli dispiacesse Shirley, la trovava stupenda, simpatica, accattivante e ok gli piaceva e anche molto ma da li al matrimonio! Era una cosa assurda!

-Accetto!- risoluta, fredda, determinata ed elegante sedeva dritta e orgogliosa davanti al vecchio e alla sua proposta stramba.

Il vecchio Grey dopo un attimo di contemplazione si aprì in un gran sorriso.

-alle mie condizioni però- l’amico osservava in silenzio la scena, Shirley stava trattando con il suo ex capo sul loro “matrimonio” senza nemmeno calcolarlo!

Lei emanava una grande forza e sicurezza così decise di lasciarla fare.

-Desidero essere l’architetto personale della compagnia e voglio essere libera di modificare a mio piacimento le eventuali stanze dell’azienda- l’uomo acconsentì e lei prosegui –Se ci sposeremo, lo faremo tra un anno esatto appratire da oggi- Risoluta la bambola penso Grey –Ultima cosa ma non meno importante, desidero essere la vice del signor Mich- Grey ci rifletté un po’, certo quella donna era intraprendente, sicura di se ed orgogliosa sarebbe stata di certo una buona moglie ma anche un ottima supporto per il suo pupillo.

-Acconsento- sorrise a Gaspard orgoglioso della scelta che aveva fatto –ma vivrete insieme in un appartamento da me scelto e siete obbligati ad avere un bambino entro e non oltre 3 mesi dopo il matrimonio-

 

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Capitolo 3
*** Cavaliere ***


Capitolo 3: Cavaliere




Non lo capisco!

Non mi capacito nemmeno come diavolo ho fatto a vivere con lui in questi ultimi mesi. Sono passati già tre mesi e ci siamo a malapena  incontrati a colazione!

Doveri sposare un tipo del genere??? Nemmeno si è rifiutato alla proposta dei Grey! Mi sono illusa di poter creare qualcosa dal nulla! Stupida io che mi sono infatuata del “nemico”!

Ma lasciamo perdere tanto lui dice che non gli servo, che sono inutile, che non sarei nemmeno una buona moglie per nessuno! Ma io ho reagito!

Gli ho dato uno schiaffo e gli ho scagliato contro tutto quello che mi veniva i mente e nonostante le urla i graffi e le parole pesanti, siamo finiti a far sesso sul divano!

Non ci posso credere che lo abbiamo fatto dopo aver litigato!

Sembra sia passato tutto, che dovevamo solo sfogarci per riavvicinarci!



Chiuse il piccolo diario e si coricò nel lettone. Non si accorse che alche Gaspard si stava infilando sotto le coperte e quando lui l’abbracciò saltò in aria

-Gaspard! Mi hai fatto prendere un colpo!- lui ghignò e si accoccolo, nascondendo il viso nel l’incavo del collo di lei.

-Gaspard?- lei lo richiamò piano

-Ti prego lasciami restare qui- lei sospirò pesantemente e lo abbracciò.

Da qualche giorno si ripeteva sempre la stessa scenetta, sembrava come se non riuscisse a darsi pace. Ogni notte, infatti si recava nel letto di Shirley come se fosse il porto sicuro dove nascondersi dal resto del mondo.
 
La mattina seguente Shirley si alzò di buon ora, doveva recarsi presto in ufficio ma Gaspard non voleva che lei lasciasse il letto.

-Gaspard! Ti stai comportando come un bambino!- lo riproverò lei

-Resta con me!- lui nascondeva il viso nel cucino e la ragazza si fece più comoda nel letto, posò una mano tra i capelli di lui e coccolandolo aspettò che lui dicesse qualcosa.

-Scusami per quello che ho detto ieri, non lo pensavo davvero- Shirley sorrise lievemente e cercò di alzare il viso del ragazzo che non si voleva mostrare.

-Guardami- sussurro dolcemente

Blu tempesta si scontrò con l’azzurrò cielo.

Un bacio, due baci, tre baci.

Carezze, corpo contro corpo, ancora tanti baci e ansimi di piacere.
 

***

 

 
-Finalmente l’avete fatto!-

-Morgana!- dissero incoro le due ragazze

-che c’è? Erano in astinenza, non si sono visti per mesi alla fine sono scoppiati!-

Shirley scosse la testa sconsolata. Morgana è una tipa diretta, dice sempre quel che pensa che ti piaccia o no.

-Stavolta hanno fatto l’amore non sesso!- esultò Danila.

Shirley non aveva ancora capito se fosse sesso o amore ma le piaceva farlo con lui. La faceva stare bene, ecco.

-Che dici? Ma se stanno insieme da 4 mesi?- rispose l’altra quasi spaventata all’idea

-Si ma si conoscono da quando portavano ancora il pannolino!-

Morgana fece una smorfia indignata. Danila le si rivolse con tono sognante

-Ti ricordi il ballo?-

-Quale?- l’aveva colta impreparata

-Quello che ha indetto tuo padre quando avevamo 8 anni!-

Ah, già! Un momento! Allora, il ballo delle superiori non era il primo! Ecco perché mi trovavo così bene a ballare con lui! Pensò un po’ agitata, ma poi si calmò e riprese il controllò di se.
 
(Inizio flash Back)


-Mamma non voglio indossarlo!-

-Smettila e comportati da signorina!-

La bambina mise il broncio ma la madre la costrinse a mettersi quel vestitino rosso fuoco che le ricadeva dolcemente sul corpo piaccicoso. Lei lo voleva viola ma la madre l’aveva costretta a mettere quel vestito e le scarpine, quelle scomode, come le definiva Shirley.

-Andiamo piccola- La bambina afferrò la mano della madre e si fece guidare tra gli inviati tra sorrisini e imbarazzo, finalmente la mamma le presento una coppietta che avevano un figlio della sua stessa età.

Gaspard si chiamava.

La invitò a ballare, se così si può dire, scatenandosi in giravolte, saltelli e risate.

Il bambino che la divertiva aveva i capelli biondi e gli occhi blu. Era poco più basso di lei e si divertiva a prenderlo in giro.

-sei piccolo come un nano da giardino!- rideva lei

-tu hai la faccia da maiale!- linguaccia di lui e lacrime di lei.

Lui, dispiaciuto le prese la manina e le diete un bacio sulla guancia.

-non è vero che hai la faccia da maiale. Sei molto carina- il biondino sorrise e le baciò delicatamente la mano, come un vero cavaliere! Pensò lei estasiata.

I genitori vedendo la scena sorrisero commossi e li obbligarono a ballare un lento così che potessero stare ancora più vicini.

La madre della mora li stava fotografando, mentre impacciati ciondolavano in pista.

Il padre del biondino li fece mettere vicini e obbligò il figlio a dare un bacino alla mora. Questo ubbidì e la donna scatto un ultima foto.

-Possiamo andare a giocare ora?- Shirley era stanca dello stano comportamento dei genitori, così afferrò la manina di Gaspard e lo trascinò all’esterno.
 
Davanti al laghetto lei gli sorrise felice e lui le diede un bacino sul naso

-vuoi essere la mia fidanzatina?-

 
(Fine flash back)

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Capitolo 4
*** Fidanzatina ***


Capitolo 4: Fidanzatina



 

Ciao amico mio,

E' un po' che non ti scrivevo, ti chiedo scusa, sono stato molto impegnato, sai il lavoro.....

Tutte cazzate! Ti riassumo quello che è successo:

1- Ti ricordi Grey? Bene, ha convinto Shirley a sposarmi! Io? Io non ho fatto nulla per fermarli!

Ero così affascinato da lei, sedeva su quella sedia orgogliosa come sempre e io non ho potuto far altro che fidarmi!

2- Viviamo insieme da quasi quattro mesi, altri otto mesi di fidanzamento e forse, dico FORSE, ci sposeremo! Ma dico io, come faccio? Mi dici che devo fare?

3- Regolarmente mi infilo nel suo letto, ma non perché voglio fare sesso, si anche quello, ma il suo profumo, la sua pelle morbida, le sue coccole gratuite mi fanno impazzire! Ogni giorno, ogni stramaledetto giorno la vorrei sempre al mio fianco, vorrei stringerla e possederla ad ogni pie sospiro.

 

Sto diventando pazzo vero? Ho bisogno di mia madre!

 

Lanciò il libricino nell'ultimo cassetto della scrivania e si fece una doccia veloce.

Aveva bisogno di riflettere e rimettere in ordine i suoi pensieri, ma se in quei pensieri cerano quegli occhi azzurri, quelle labbra rosee, quella pelle bianca e morbida Cazzo! Già mi tira il cavallo! Devo vedere mia madre! Subito! Si rimproverò, accelerando il passo.

 

-Gaspad!-

-Mamma!-

Baci sulle guance un abbraccio amorevole e si ritrovò catapultato nei profumi nostalgici della sua infanzia.

-Allora che ci fai qui?- lo fece accomodare in cucina ì, intanto metteva su la caffettiera, Gaspard si fermò un attimo a guardarla, i capelli ricci e biondi erano stretti in uno chignon laterale, il viso era solcato la lievi rughe, lineamenti del viso erano ancora morbidi, non dimostrava affatto l'età effettiva e di questo lei ne andava molto fiera, era anche magra con un bel seno che si intravedeva attraverso la maglia ampia che era solita usare, quando era immersa nei lavori domestici.

-Allora?-

Lui la guardò interrogativo -Perché sei qui, Gaspard? Non hai ancora spiccicato parola! Mi devo preoccupare?- Gli si sedette di pronte, dall'altra parte del piccolo tavolo.

-Ecco.. vedi.. non so da dove cominciare!- si passò una mano tra i capelli, frustato.

-Questo si che mi preoccupa!-

-Si tratta di Shirley- La madre fece un espressione sorpresa, era da un po' che non sentiva parlare di lei da Gaspard, più o meno dal giorno dell'incidente.

-Ecco, noi viviamo insieme- disse tutto d'un fiato, la tensione era palpabile, quanto la sorpresa della donna, la caffettiera fischiò e la donna si alzò per prendere il caffè.

Dall'ingresso un campanello suonava gioviale, Gaspard andò ad aprire e si trovò davanti la madre di Shirley,Mary, Merda! Perse un po' di colore ma la donna non ci fece caso, lo salutò con un abbraccio affettuoso, aveva tra le mani un contenitore per dolci.

-Mira!-

-Mary!-

Si salutarono contente, erano amiche fin da piccole e vederle ancora così affiatate gli riempì il cuore di gioia!

-Mary, Gaspard mi stava raccontando una cosa, sediamoci così ci spiegherà meglio-

Mary si girò verso di lui con fare interrogativo, ma quello che lo sconvolse è di ritrovarsi davanti la copia sputata di Shirley, più grande, ma ugualmente affascinate, anche le loro espressioni erano uguali, da prima quella curiosa che man mano passava a quella preoccupata, sorpresa e verde di rabbia mente il ragazzo raccontava gli eventi degli ultimi mesi.

 

 

***

 

-TU! COME HAI POTUTO!- una tazzina di frantumò sul muro, il ragazzo aveva fatto appena in tempo a spostarsi -COME CAVOLO TI E' VENUTO IN MENTE DI DIRE TUTTO HA MIA MADRE!- un piatto stavolta andò in frantumi -SPETTAVA A ME PARLAGLIENE! SEI SOLO UNO STUPIDO EGOISTA!- un vaso venne lanciato verso Gaspard che lo prese al volo e risentito riabbatte con rabbia.

-Ma sei scema? Questo vaso costa due mila euro!-

Lei schiumante di rabbia urlò tutta la sua frustrazione -Ti preoccupi più di quel fottutissimo vaso che di me!-

-Non è vero!-

-Si che è vero! Non mi stai nemmeno guardando! Sei troppo impegnato a mettere in un luogo sicuro quello stramaledettissimo vaso!-

-Questo stramaledettissimo vaso è stato creato dal uno dei più grandi..-

-Chissene Frega!- lo interruppe lei -Hai detto ha mia madre che viviamo insieme da quattro mesi, che praticamente facciamo sesso regolarmente, le hai detto che abbiamo stipulato un accordo con Grey e che il fidanzamento durerà un anno, poi FORSE ci sposeremo?- respirava affannosamente,la rabbia stava scemando, fluiva via dal cuore, dall'anima, fino a sparire completamente per essere sostituita dall'amarezza, dalla tristezza e dal dolore.

Calde lacrime le bagnarono il viso, oscurandole gli occhi di dolore -Come hai potuto? Credevo, anzi mi sono illusa che tra noi poteva funzionare, che il mio cuore, traditore, non mi stesse ingannando, invece per te non sono altro che un CONTRATTO!- Si asciugò gli occhi ma le lacrime non smettevano di scendere, lui impotente la guardava, paralizzato immobile e incapace anche solo di capire dove fosse il problema.

-Shirley io..-

-IO UN CAZZO!- a passo di marcia entrò nella sua stanza e vi si chiuse.

Ce cosa ho fatto? Penso il ragazzo che inerme cadeva al suolo, che con un tonfo tornò, con la mente, nel passato.

 

 

(Inizio flash back)

 

-No mamma non voglio andarci!-

-Ma è la festa della tua fidanzatina!-

-Mamma avevamo sei anni, siamo cresciuti, non siamo mica dei poppanti!-

-Ma se hai sedici anni! La vita ti ha solo sfiorato!-

-Ancora con questa storia? Basta! Non voglio andarci!-

il Signor Mich entrò nella camera del figlio, la moglie Mary aveva le braccia incrociate sotto il seno, incantevole nel suo abito blu scuro, ma gli occhi erano taglienti e diretti verso il figlio Gaspard, ancora mezzo vestito. Aveva soltanto i pantaloni e le scarpe.

-Che succede?-chiese tranquillo l'uomo,

-TUO figlio non vuole venire alla festa!-

-TUA moglie non vuole capire che ho di meglio da fare che stare appresso a quello stracciona!-

La sberla gli arrivo forte sulla guancia destra, Gregory Mich era conosciuto come un gra d'uomo, era buono, di animo calmo, solare e dannatamente furbo. Si sapeva poco invece di quanto possa essere cattivo nei confronti delle persone che facevano un torto alla sua persona o alla sua famiglia. Non vi era distinzioni quando succedeva.

-Non osare mia più parlare in questo modo a tua madre- disse in tono profondo e calmo, così calmo da gelare il sangue -Non azzardarti MAI più a giudicare i miei amici e la loro figlia- la moglie gli si era avvicinata e gli aveva poggiato una mano sul braccio, questo basto a calmarlo -Finisci di prepararti, hai tre minuti- e quando fu solo, Gaspard sfogò la sua rabbia contro ogni oggetto inanimato lungo il suo cammino.

 

La festa si svolgeva in un parco, essendo estate, gli alberi erano in fiore e riempivano l'area di profumi eccezionali e la vista di colori vivaci e sereni, su un lato del pprato c'era un laghetto, su cui un ponte di legno lavorato lo sovrastava,permettendo il passaggio romantico sul lago, dall'altra parte vi era una stradina che portava ad una fitta foresta, gli invitati erano stati caldamente invitati a non entrare nel fitto del bosco per la presenza di animali pericolosi.

-Signori Mich è un piacere avervi qui, grazie per essere venuti- sorrise la mora, non era male, indossava un abito nero l'ungo fino al ginocchio, era a fascia con un piccolo fiocco al centro, proprio sul seno. Come accessori indossava orecchini, collana e bracciale viola acceso per ricordare a tutti la sua passione per quel colore Oddio Anche le scarpe! Pensò disgustato Gaspard.

Si salutarono con un cenno della testa e la festeggiata si immerse nella folla d'invitati.

Il tempo trascorse in fretta non era male, tutto sommato il giovane Mich si divertì, aveva anche rimorchiato qualche ragazza ma subito Shirley le aveva messe al loro posto, indispettito le si era avvicinato e tirandola via dai suoi amici la condusse sull'imitare della foresta.

-che c'è?- chiese lei un po' arrabbiata

-Lo dovrei chiedere io! Che c'è sei gelosa?-

-Io? Gelosa di te?- sbuffo quella infastidendolo ancora di più

-Hai allontanato le ragazze da me, che c'è mi vuoi tutto per te?- si stava facendo avanti schiacciando Shirley al tronco dell'albero.

Shirley aveva la gola secca non sapeva che ribattere, non si era resa conto di aver allontanato delle ragazze da Gaspard, infondo lui non era niente per lei, Giusto?

-Allora non rispondi?- si era fatto sempre più vicino fino a far combaciare i loro corpi, la mora arrossì vistosamente e disse la prima cosa che le venne in mente

-Siamo fidanzati da quando avevamo sei anni- era stato solo un flebile sussurro, era troppo concentrata sul corpo di Gaspard per rendersi conto di ciò che aveva detto.

Lui la guardo negli occhi pensieroso, le sue labbra si aprirono in un ghigno perfido. Avvicinò il suo viso a quello di lei che chiuse gli occhi impaurita e lui la baciò, cerco anche di approfondire il bacio ma lei non si mosse e non diede segno di cedere, così per dispetto le accarezzò la gamba tirandole su il vestito, lei si districò e lo schiaffeggio, tremante di rabbia lo fissava bramosa di fargli davvero male ma tutto ciò che riusci a fare fu guardarlo male e impettita andarsene lasciandolo solo senza nemmeno una parola.

La mano sulla guancia offesa, irritato per l'insuccesso e ferito nell'orgoglio non si accorse dell'orso alla sue spalle.

 

 

-NO!-

-Papà! Papà!-

-Gaspard- una mano sulla sua spalla

-Lasciami!- si volse e vi trovo Shirley, in quel momento tutto il dolore prese forma e si trasformò in odio verso la giovane

-E' tutta colpa tua!-

-Gaspard non è vero!- ma lui non ascoltava la madre che insistente lo richiamava, l'odio si scontrava con il dolore

-Perchè CAZZO hai fatto qui la festa? Dovevi farlo al chiuso al sicuro, invece no! Tu hai dovuto darla qui dove c'è una Cazzo di foresta con degli orsi!-

-Gaspard, ti prego- la madre avvolse le sue spalle con un braccio ma lui si scanso e ancora, rivolse ad una Shirley piangente il suo odio -Mio padre e' MORTO! E TUTTO PER COLPA TUA! TI ODIO SHIRLEY, TI ODIO!- corse il più lontano possibile, tornò a casa soltanto due settimane dopo, cosa successe in quelle due settimane nessuno lo seppe mai.

 

(Fine flash back)


****


Dopo tutto questo tempo, ho ritrovato un pò di fantasia! Ecco a voi un altro capitolo, spero che vi sia piaciuto!

Vorrei ringraziare Danielle Petite (potete trovare qui ---> http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=178214) che, non ho capito ancora come, mi ha ispirato per questo capitolo! Grazie infinite <3

Infine, ma non meno importante, Ringazio tutti voi per essere giunti fin qui con me, non importa se leggi e recensisci o leggi in  silenzio, ti ringazio perchè ci sei comunque! Inoltre ringrazio chi ha inserito la storia tra le seguite! baci baci!

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Capitolo 5
*** Gaspard ***


Salve a tutti! allora il capitolo si chima Gaspard perchè verrà raccontata da lui la vicenda, qunidi quelle scritte in prima persona è sempre lui che parla! 
Grazie per l'attenzione e buona lettura!!








Capitolo 5: Gaspard

 






Mi risvegliati in un letto morbido e caldo, mi sentivo la testa pesante, alzai un braccio per massaggiarla ma una piccola mano mi fermò.
Lei era li.
La mia Shirley era lì accanto a me con gli occhi pieni di lacrime.
-Perché piangi?-
-Come ti senti?-
-Shirley, non sai che a una domanda non risponde con un'altra?-
Lei sorrise ed io mi sentii meglio.
-Mi hai spaventato sai?- mi disse accarezzandomi la testa. Aveva le mani fresche e il suo tocca delicato mi porto a chiudere gli occhi per bearmene al meglio.
-Sono ore che dormi, ti ho trovato a terra e per un po’ hai anche tremato- la sua voce si era incrinata, aveva abbassato il viso, le mani le tremavano un po’.
Riuscì ad alzarmi e afferrai la sua mano -Scusami-.
-Per cosa?-
-Per averti spaventato lei alzò il viso e mi sorrise, e non resistetti dalla voglia di baciarla, ma dopo un attimo lei si scansò
-Che c’è?- le chiesi preoccupato, mi sovvenne solo dopo che avevamo litigato –scusa hai ragione-
Lei si sedette al mio fianco e accarezzandomi il viso mi chiese –Ricordi il mio sedicesimo compleanno?- la guardai di traverso che centrava adesso? Le feci un cenno col capo –E’ stata una bella festa, perchè melo chiedi?- lei in silenzio mi guardava, un misto di paura, dolore, confusione e indecisione impregnava i suoi occhi.
-Ricordi che dopo la festa, andasti via?-
-Si certo, andai a trovare un mio amico perchè?-
-Raccontami di lui-
-Shirley, che c’è? Che mi nascondi?- lei titubante si mordicchiò il labbro inferiore.
-E’ solo che..- Abbassò lo sguardo e si stese al mio fianco, fece un gran respiro prima di parlare
-Dopo la festa, quando sei andato dal tuo amico, sei tornato a casa due settimane dopo. Mi sono sempre chiesta, dove fossi stato. La sua voce era tornata ferma, ma gli occhi si erano un po’ inumiditi, sintomo che non mi stava dicendo tutto, ma decisi di pensarci dopo, quindi le raccontai di quelle due settimane.
-Si chiama Josef, l’ho conosciuto a una festa pochi giorni prima del tuo compleanno.
Bastò davvero poco per entrare in confidenza era come se lo conoscessi da sempre.
Dopo il tuo sedicesimo compleanno andai da lui. Non era solo. C’era una ragazza con lui, non ricordo il suono nome o forse non mi è mai stato detto, m’invitarono a bere con loro una specie di the, non so che intruglio era ma mi sentii molto più leggero, tranquillo quasi felice.
Senza accorgermene volarono via uno, due, tre giorni. Avevo perso la condizione del tempo finche questa ragazza non mi mise in mano un libro.
“Farmaci, dal laboratorio al consumatore” mi affascinò così tanto che ne lessi altri dello stesso argomento.
Josef mi portava i libri che divoravo in poco tempo e Lei mi faceva bere il suo te.
Man mano molti ricordi furono sostituiti solo dalle informazioni e dalle nozioni apprese leggendo. Ricordo l’ultimo girono che passai li,Josef mi disse che erano trascorse due settimane e che tutti erano preoccupati per me e di come stessi.
Ancora non capisco di cosa stava parlando.
Lei ci guardava dalla soglia della porta, mi si era avvicinata e mi aveva spinto fuori di casa sussurrando “ICE enterprise”.
Così ho deciso di entrare in quell’azienda.-
Per tutto il tempo avevo fissato il soffitto, rimasi molto sorpreso, quando mi voltai verso di lei.
Stava tremando e piangeva! Spaventato la scrollai
-Shirley! Che hai? Stai male?- lei scosse la testa e con gli occhi rossi mi disse,
-Tu hai dimenticato! Come hai potuto dimenticarlo?-
Non capivo, che cosa avrei dimenticato?
-Hai dimenticato l’incidente? Hai dimenticato l’odio? Hai dimenticato tuo padre, Gaspard?-
 
 
***
 
 
Mira e Mary avevano parlato a lungo della faccenda Gaspard&Shirley.
-Non ne verrà nulla di buono-
-Lo so Mira, ma dobbiamo tentare di far ricordare a Gaspard ciò che è accaduto!-
-Mary, ho paura! Non voglio che mio figlio provi rancore verso Shirley per un incidente!- l’amica lo abbracciò mentre quella piangente si nascondeva tra le sue braccia.
Erano trascorsi cinque anni dalla morte del marito e non vi era stato giorno in cui la donna non avesse pianto.
Prima per il dolore della perdita dell’uomo amato, poi per la scomparsa del figlio e in fine, per non poter rivelare al figlio il reale motivo della morte del padre.
Lei gli aveva raccontato che era morto a causa di un incidente stradale, pochi giorni dopo la sua scomparsa. Gaspard aveva versato qualche lacrima ma nulla di più, nei giorni seguenti sembrava un automa, studiava e mangiava. Per farlo lavare lo doveva buttare nella vasca, spogliarlo e lavarlo lei stessa.
Le sembrava che il figlio fosse rimasto traumatizzato dalla morte del padre, quello che la preoccupava di più erano i suoi occhi, erano vuoti e persi chi sa dove. Lo trovava a notte inoltrata a studiare Farmacologia senza sosta.
Poi un giorno tornò a casa sorridente e pieno di vita, pianse anche quel giorno ma furono lacrime di gioia.
-Mira, alzati! Devi parlare con tuo figlio ed io con Shirley!- la voce ferma e dura di Mary la riportò alla realtà, si pulì il viso sporco di trucco, si alzò dalla sedia con occhi fiammeggianti di determinazione.
-Andiamo!- l’amica, le sorrise e partirono verso casa Mich.
 
 
***
 
 
Mia madre era alla porta di casa nostra con una strana espressione in viso.
Le invitai a entrare e Shirley offri loro una tazza di te.
Con la mora non ero riuscito a finire il discorso “Hai dimenticato” proprio perchè il campanello aveva suonato.
Ci sedemmo al tavolo della cucina e mia madre chiese gentilmente a Mary e Shirley di lasciarci soli, queste si alzarono e andarono nello studio della ragazza.
-Mamma io..- volevo scusarmi con lei, non sarei dovuto presentarmi da lei in quel modo e dirle tutte quelle cose senza prima prepararla alla notizia.
-No- mi interruppe subito –Ascoltami e non mi interrompere, è molto importante che tu sappia la verità-
-Che verità?- chiesi subito, molto curioso e stranito. Sentivo una specie di morsa allo stomaco che non riuscivo a spiegare. Mia madre fece un gran respiro prima di parlare.
-La verità sulla morte di tuo padre.- una calda lacrima le bagno il viso. E lei parlò. Non la interruppi mai, nemmeno quando mi disse che avevo riversato l’odio su Shirley, sulla disperazione provata quel giorno.
Mi racconto come aveva passato quelle due settimane, che mi aveva dato per disperso.
-Quando sei scappato e non sono riuscita a trovarti ho cominciato a temere il peggio, volevo suicidarmi, non sarei mai stata in grado di vivere senza te e tuo padre.
Sono state due settimane davvero buie, Mary mi è stata accanto fino alla fine e ci resterà sempre, si trasferì da me dopo che tentai di uccidermi nella vasca da bagno, lei mi ha salvato. Le devo molto.
-Il viso di mia madre pieno di lacrime mi uccise e distrusse il cuore. Anch’io piangevo, dalle mani poi gocciavo sangue per quanto le unghie, stringendo il pugno, si erano conficcane nella carne.
Nonostante cercassi di controllarmi, non potevo evitare di piangere con lei. Mi alzai e mi ci sedetti affianco, stingendola a me lei continuò a parlare.
-Nei giorni seguenti all’incidente, organizzai il funerale. Durante lo svolgimento della cerimonia incontrai il tuo amico Josef che mi disse che eri da lui e che avevi bisogno di un po’ di tempo per metabolizzare la cosa, mi lasciò anche il suo indirizzo di casa in caso avessi voluto controllarti. Ma non venni mai da te. So che tu hai un modo tutto tuo di metabolizzare le cose, non ho voluto intromettermi.
Mary, però, non era concorde e quindi veni da te. Mi disse che stavi studiando come un pazzo, ti ha visto mentre ridevi con i tuoi amici, ti ha visto rinato. Ho sperato fino alla fine che tu tornassi in fretta. Avevo bisogno di te, ma quando tornasti e mi chiesi, dove era papà, ti raccontai una bugia, avevi rimosso totalmente il ricordo e non volevo che tu in qualche modo ti vendicassi sulla figlia di Mary- La stinsi più forte che potei.
-Grazie mamma. Grazie per avermi detto la verità- lei mi sorrise e io con lei.
-Perché hai aspettato cinque anni per dirmi la verità?- su questo ero un po’ arrabbiato ma mia madre accarezzandomi il viso mi disse
-Non volevo deludere tuo padre-
-Cosa intendi?-
-Papà ti amava molto, ha sempre sperato per te un futuro rigoglioso e ricco di avventure e amore-
-Avventure e amore?-
-Si, Gaspard. Avventure e amore. La vita, figlio mio è un’avventura spettacolare che va vissuta appieno per non rimpiangere nulla. L’amore perchè guida il cuore e l’anima perso nuovi orizzonti e scoperte. Desiderava che tu vedessi il mondo in ogni sua sfaccettatura.-
Non capivo ancora, ma tutta la rabbia, l’angoscia e la tristezza stavano sfumando via. Mia madre aveva quel tocco delicato e quel sorriso pieno d’amore che ti riempiva l’anima di pace, ora capisco mio padre, ora comprendo perchè lei riusciva a calmarlo con un solo tocco, ora conosco l’amore di una madre verso il proprio figlio, conosco l’amore di una madre verso il marito, conosco l’amore che accoglie e consola le persone di questo mondo.
-Shirley- mia madre mi guarda interrogativa –la voglio solo per me. Come Moglie, come amica, come amante e come madre dei miei figli-
Sorride radiosa e mi abbraccia più stretto – Ma non era una stracciona?- non potevo credere che l’avesse detto in un momento come questo!
L’unica cosa che potei fare contro mia madre e le sue freddure fu ridere, ridere di cuore e in pace con il mondo e con me stesso.

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