Ciò che il cuore unisce la ragione spesso separa

di 4lb1c0cc4 Herondale
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** I ***
Capitolo 3: *** II ***
Capitolo 4: *** III ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


  Prologo

Non ho mai pensato che stare lontano dalla persona che si ama potesse fare così male. Tutto questo è una novità per me, abbiamo vissuto sempre insieme e ora che è lontano da me mi sento morire.
Aspetto con ansia una sua notizia, una lettera per sapere come sta o se mi pensa. Ma ogni volta che una lettera arriva una lama mi trafigge il cuore, non vi è un solo pensiero riservato a me.
Saperlo lontano mi provoca un dolore continuo, che mi prende il cuore e l’anima.
Lontano da lui mi sento morire … amore mio ti amo, ma tu non lo sai.

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Capitolo 2
*** I ***




                                                           Mi hanno detto di ragionare con il cuore, 
                                                                                                     ma il cuore, come la testa è un’inutile guida.
                                                                                                                         ( Dylan Thomas)

  
                                                   I

Sophia non avrebbe mai pensato di innamorarsi di William. Lo aveva sempre ammirato questo è vero, ma lui era suo fratello e tutto ciò era sbagliato.
A dar conferma ai suoi sospetti era stata la conversazione avvenuta quella stessa mattina con la governante Dolly, una donna sulla cinquantina un po’ paffutella a dall’aspetto gentile.
<< Dolly,come si fa a capire se si è innamorati? >>le chiese << Oh piccola cosa provi quando lo vedi? >>
Sophia non era molto brava a parlare di sentimenti ma ci provò lo stesso rendendo così Dolly partecipe << Il cuore mi batte fortissimo e ho come l'impressione che voglia uscirmi dal petto....mi sento mancare il fiato e proprio qui.....all'altezza dello stomaco è come se fosse chiuso in una morsa e tutto ciò accade ogni qualvolta il suo sguardo incrocia il mio >>
<< Si piccolo fiore ti sei innamorata,è una cosa bellissima >>. Durante il discorso Dolly aveva pensato che finalmente la sua bambina si era innamorata, ed era felice per questo.
<< E perché penso che sia così sbagliato >>
<< No piccola, amare non è mai sbagliato. Vedrai l'uomo che è riuscito a rubarti il cuore prova per te lo stesso sentimento....Oh tu e il signor Edwin starete così bene insieme. >> La mente di Dolly già stava lavorando febbrilmente immaginandosi il matrimonio e i bellissimi bambini che sarebbero nati dall’unione della signorina Sophia e del signor Edwin.Erano entrambi appartenenti a famiglie rispettabili e avevano una buona educazione. Edwin era tra l’altro anche un bell’uomo, dal portamento fiero e signorile. Il suo volto era incorniciato da una folta chioma biondo cenere, la mascella squadrata era coperta da un sottile strato di barba. Il suo sguardo penetrante e i suoi occhi scuri erano riusciti ad affascinare molte fanciulle. “Si sarebbero perfetti insieme” questo era ciò che riusciva a pensare Dolly.
Tutti infatti erano convinti che tra la giovane fanciulla e il gentiluomo ci fosse del tenero. Ad accentuare questa idea erano le continue attenzioni che Edwin rivolgeva a Sophia.
<< Dolly non è il signor Edwin,l'uomo di cui vi sto parlando >>
<< Mia cara ma allora chi è? >> Dolly davvero non riusciva a capire chi potesse essere il giovane di cui la sua Sophia parlava, negli ultimi tempi l’aveva vista solo in compagnia del signor Edwin, se si escludeva la famiglia e le amicizie femminili.
 << Dolly sto parlando di William >>
Dopo una simile notizia Dolly era rimasta senza parole. William e Sophia erano fratellastri e una loro possibile unione avrebbe senz’altro causato un grandissimo scandalo.
<< Oh bambina ma non si può … cosa penserà la gente? … No, no è sbagliato. Mi devi promettere di non rivelare a nessuno quanto mi hai appena detto >>.
Sophia annuì e la governante uscì dalla stanza ,dopo aver tirato un sospiro di sollievo.

Però ora Sophia si sentiva triste e sola. Perché se neppure Dolly, la donna che l’aveva cresciuta e che lei considerava come una seconda madre, appoggiava il suo amore probabilmente nessuno l’avrebbe mai fatto.
Sophia cercava di convincersi che non doveva provare amore per William, o perlomeno non un amore diverso da quello fraterno. Ma non ci riusciva, continuava a pensare a lui e al suo sguardo di ghiaccio, che le incendiava il cuore.
“Dolly ha detto che amare non è mai sbagliato … ma poi si è accanita contro i miei sentimenti. Cos’è giusto e cosa sbagliato? Io davvero non riesco a capirlo” pensava Sophia sempre più confusa “Cosa dovrei fare allora? Cercare di dimenticare ciò che provo? Soffrire? Magari sposare un uomo per il quale non provo nulla?”
Le domande si affollavano nella sua testa, ma non riusciva a trovare una soluzione, perché la mente le diceva di ascoltare i consigli di Dolly il cuore però non ne voleva sapere e continuava ad urlarle una sola e importantissima parola: William.

In un’altra stanza William era stato avvolto dallo sconforto e dal dolore. Passando davanti alla porta della camera di Sophia aveva ascoltato alcune parti del discorso tra le due donne ed erroneamente aveva anche lui creduto che l’uomo che la ragazza amava era il giovane Edwin. Ma oltre a struggersi per amore non poteva far nient’altro. Avrebbe voluto dichiararle ciò che provava, sfidare a duello quel damerino da strapazzo e fargli vedere che non era all’altezza della dolce Sophia. Ma lui non aveva nessun diritto di fare ciò, suo padre e il resto della famiglia apprezzavano molto quell’uomo, anzi lo veneravano quasi. William non riusciva a capire come potesse aver conquistato tutta quella stima. “Se io riuscissi a far cambiare opinione sul suo conto a mio padre, lui potrebbe impedire la loro unione. Ma poi la dolce Sophia sarebbe triste. Non credo che riuscirei a vedere il suo viso triste e deluso … voglio che lei sia felice. Ma la triste e dura realtà è che lei non lo sarà mai con me. L’unica cosa che mi resta da fare è andarmene … lontano e non vederli insieme.” 

William aveva fatto la sua scelta. Avrebbe lasciato la sua casa, I suoi cari, ma soprattutto avrebbe lasciato lei: Sophia la donna che amava, l’unica ragione di vita, la sua sorellastra. William stava meditando affacciato alla finestra della sua camera da letto, ormai aveva dato la sua parola d’onore e un uomo mantiene sempre la parola data. Di certo lei non avrebbe sentito la sua mancanza. E non sarebbe rimasta da sola, infondo era solo colpa di Edwin se William aveva meditato l’idea di arruolarsi in marina.
Ormai era stanco di vedere la sua Sophia ridere alle battute di quell’uomo, era stanco di vedere i sorrisi che gli rivolgeva e il suo cuore ormai era distrutto dal dolore e logorato dalla gelosia.
 
Aveva deciso di partire, arruolarsi nella flotta marina. Certo stare lontano dalla sua famiglia e da Sophia lo faceva star male, ma era poca cosa in confronto al dolore che avrebbe dovuto patire nel sapere  e vedere Sophia innamorata di un uomo che non fosse lui.

Quanto dolore poteva provocare un’incomprensione? E quali danni avrebbe portato nei giovani cuori di William e Sophia, loro ancora non potevano saperlo. Ma a volte il destino, il fato, la sfortuna,o come la si voglia chiamare, si accanisce contro l’uomo portandogli doni il più delle volte sgraditi. 





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Capitolo 3
*** II ***






                                                                  II 

          

 

Se la voce della ragione passa per il cuore
ne esce distorta.
Se quella del cuore passa per la ragione,
lì si ferma e muore. 



William si era imbarcato.

 Quasi regolarmente a casa Turner arrivava una lettera di William, in cui informava i suoi genitori delle sue condizioni e li rassicurava dicendogli che si trovava bene sulla nave. La cosa che rattristava di più Sophia era che William non accennava mai a lei nelle sue lettere. Non la salutava nemmeno. Ciò nonostante lei era sempre al settimo cielo ogni volta che una lettera arrivava, perché in questo modo sapeva che il suo amato stava bene.
In realtà William stava peggio di quanto volesse far credere. Il suo malessere non era fisico, ma sentimentale. Ogni volta che scriveva una lettera o ne riceveva una pensava ai suoi cari che aveva lasciato, ma soprattutto pensava a lei … Sophia. La immaginava tra le braccia di Edwin e credeva che presto o tardi in una delle lettere che i suoi genitori gli mandavano gli sarebbe stato annunciato il matrimonio dei due.
Non poteva di certo sapere che tra Edwin e Sophia c’era solo una genuina e pura amicizia.
Infatti anche il nobil uomo non nutriva nessun interesse di tipo “amoroso” nei confronti di Sophia, ma anzi era felicemente fidanzato con una fanciulla. E anche se per un breve periodo in molti avevano creduto nella possibilità di un matrimonio tra Sophiaed Edwin, quest’ultimo aveva chiarito che non era possibile una simile unione in quanto lui era già impegnato.
Inizialmente i genitori di Sophiaavevano accolto con sdegno la notizia e non volevano che Edwin mettesse più piede nelle loro tenute, perché aveva ferito le aspettative della loro amata figliola. Sophia però aveva aperto loro gli occhi e fatto capire che lei era affezionata ad Edwin come a un caro amico o addirittura come un cugino e per questo il gentiluomo non aveva in alcun modo ferito il suo giovane cuore o mirato al suo orgoglio.

Sophia passava le giornate in compagnia di Edwin, che era ormai diventato il suo confidente personale, facendo numerose passeggiate e godendosi l’aria e i bellissimi paesaggi che il Derby le offriva.
Tra i due era nata una bellissima amicizia e quando aveva scoperto che il bel gentiluomo era già impegnato Sophia aveva pensato di renderlo partecipe dei suoi segreti.
Sulle prime aveva parlato del suo amore in maniera velata, senza rivelargli chi fosse il fortunato che era riuscito a conquistarla. Ma alla fine anche quest’ultimo paletto era caduto.
Per tutte le ragazze era buona abitudine non esporre mai i loro sentimenti a occhi e orecchie indiscrete, per non provocare uno scandalo e non incorrere nella derisione delle persone ma Sophia era diversa. Aveva vissuto per i primi cinque anni della sua esistenza in un orfanotrofio, dove le buone maniere e ciò che è bene conoscere non facevano parte della quotidianità. Quando era stata adottata dai Turner aveva dovuto imparare molte di quelle cose che sanno le brave signorine.
Molte volte i suoi istitutori tentarono di placare le sua vivacità, ma con scarsi risultati.
Alla fine Sophia decise di dar retta ai suoi nuovi genitori e alle loro regole, e quindi iniziò a comportarsi civilmente ma solo perché l’aveva deciso lei. Era sempre stata testarda ed orgogliosa e questa parte di lei nessuno sarebbe mai riuscito a cambiare.
La sua improvvisa decisione però era dovuta in parte a suo fratello. William ogni volta che era in presenza di Sophia la trattava con freddezza. Sophia quindi aveva deciso di conquistare la fiducia e l’affetto del fratello diventando una brava signorina. Iniziò così a prendere lezioni di bon ton, studiò il francese, che era una delle lingue preferite di Liam, seguì lezioni di canto e di disegno. Ma ciò che le era sempre riuscito meglio e per il quale aveva una particolare inclinazione era il pianoforte.
La sera passava ore intere a intrattenere i suoi familiari con le musiche di Bach e Chopin. Aveva continuato a suonare sempre quegli autori poiché erano i preferiti di Liam.
Solo una volta era riuscita ad ottenere la piena attenzione di suo fratello suonando un brano di Bach e alla fine della esibizione le aveva anche regalato un leggero sorriso. Quello per Sophia era stato il giorno più bello della sua vita.
Dopo quella sera però William se ne andava sempre ogni qual volta Sophia suonava e questo non faceva che renderla triste.
Quando Edwin apprese la notizia dell’amore segreto di Sophia ne rimase meravigliato, mai avrebbe osato pensare una cosa simile.
All’inizio aveva avuto dirle che tutto ciò era sbagliato e che sicuramente ne sarebbe uscita sconfitta e ferita, considerando l’indifferenza del fratellastro nei suoi confronti. Ma poi quei grandi occhioni marroni e quello sguardo limpido e innocente l’aveva fatto desistere. Anche se era sbagliato avrebbe appoggiato qualsiasi sua decisione, aiutandola a sopportare l’assenza del fratellastro.
Del resto era l’unica persona sulla quale potesse fare affidamento visto che la sua governante, l’unica oltre a lui a saperlo, sembrava non aver gradito la notizia 

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Capitolo 4
*** III ***





III
 



Erano un paio di mesi che non arrivava più nessuna notizia di William e Sophia era molto agitata. I suoi genitori cercavano di tranquillizzarla facendole capire che probabilmente erano ancora in mare aperto e non poteva contattarli, ma tutto ciò non serviva a farla stare meglio.
A far aumentare la sua preoccupazione fu un sogno. Tutto ciò che Sophia riusciva a vedere era un blu profondo e limpido. Verso il basso si vedevano dei pezzi di legno
Sophia nel sogno si mise a nuotare anche se la corrente la spingeva nella parte opposta, alla fine riuscì a raggiungere quei pezzi di legno e si accorse appartenere ad una nave.
Si svegliò di soprassalto.
Il sogno era sicuramente causato dai cattivi pensieri che affollavano la sua mente, ma questo non poteva impedirle di pensare anche al peggio.
 
 
 
Non appena sentì il suono dei colpi alla porta Sophia si precipitò ad aprire, sperava che fossero i suoi genitori con notizie riguardanti William.
Le sue aspettative vennero in parte deluse, non erano I suoi genitori ma un ufficiale navale.
<< Salve >> Sophia era rimasta sorpresa nel vedere quell’uomo, non riusciva  a capire cosa mai potesse volere da lei o dalla sua famiglia. Poi però capì << Avete notizie di William …? >> Nei suoi occhi, nella sua voce ma soprattutto nel suo cuore c’era speranza. Questa però si spense man mano che osservava l’espressione dispiaciuta, che si era dipinta sul volto dell’ufficiale.
<< La prego mi dica qualcosa io … >>
<< Sono davvero spiacente signorina >> queste poche parole furono sufficienti a farle crollare il mondo addosso << devo darle una brutta notizia … la nave su cui il signor Turner era imbarcato è affondato nello stretto di Gibilterra … la nave era all’inseguimento di un’imbarcazione pirata … non ha resistito all’ennesimo colpo di cannone ed è colata a picco in mezzo al mare non lasciando nessuna traccia dell’equipaggio. Nonostante le ricerche effettuate nessun corpo è stato ritrovato. Mi dispiace profondamente per la vostra perdita.
Questa scatola fa parte degli effetti personali del sottufficiale e una delle poche cose che aveva lasciato nei suoi alloggi … >>
Dopo averle consegnato la scarola si congedò << Non appena troveremo il corpo sarete informati … arrivederci my lady >>.
Sophia aveva ascoltato ogni parola ma non riusciva a crederci, le sembrava di vivere in un incubo da cui si sarebbe presto svegliata.
Ma quello non era un incubo ma la dura e triste realtà.
Le sue mani, che tenevano stretta saldamente la scatola, tremavano.
Decise di aprire la scatola. Al suo interno vi erano l’orologio da taschino, quello in oro regalatogli dal nonno paterno, alcune foto tra cui quella di famiglia e una in cui c’erano ritratti lui e la piccola Sophia. E infine sul fondo della scatola c’era una lettera indirizzata a lei.
Sophia prese la lettera e la conservò tra le pagine del suo diario. Per quella giornata aveva avuto troppe emozioni, non ce l’avrebbe fatta a sopportare altro e poi temeva di leggere tra quelle riga l’odio di William per lei.
Quando I signori Turner tornarono a casa trovarono la loro figlia seduta nel salotto  vicino al tavolo, che reggeva una scatola di legno intagliata. La signora Turner  riconobbe subito appartenere a William. Le corse in contro con la speranza nel cuore, se la scatola si trovava lì voleva dire che William era tornado. Ma vedendo il volto della figlia rigato dalle lacrime si lasciò scivolare a terra sconfortata.
<< Sophia cosa succede? >> suo padre  aveva paura della risposta che sua figlia avrebbe potuto dargli ma non poteva restare nell’ignoranza.
Sophia li fece sedere e raccontò ai genitori dell’arrivo dell’ufficiale, di ciò che gli aveva detto e della scatola. Però non menzionò la lettere, non sapeva perché ma era una cosa che riguardava solo lei e William.
Sophia passò la notte insonne, ogni volta che chiudeva gli occhi vedeva la nave cadere sempre più giù negli abissi del mare e William che la seguiva nella sua discesa, senza che lei potesse fare niente.
Il mattino seguente si svegliò distrutta. La sua mente, il suo corpo ma soprattutto il suo cuore erano stati messi a dura prova dalla rivelazione del giorno precedente.
Non aveva voglia di mangiare e neppure di incontrare i suoi genitori per questo decise di leggere la lettera che Liam le aveva scritto.
 
Carissima Sophia,
Non credo avrò mai il coraggio di farti leggere questa lettera non vorrei mai turbare il tuo giovane e dolce cuore con le mie parole. Ma dovevo pur in qualche modo trovare una valvola di sfogo per il mio cuore altrimenti rischio di impazzire.
Tu mi hai sempre considerate solo come un fratello, ma per me la realtà è ben diversa.
Ti ho sempre amata, da quando ci incontrammo la prima volta ai giardini.
Mi piaceva la tua aria spensierata, l’allegria con cui affrontavi le cose e la tua disarmante sincerità.
Sicuramente non ti ricorderai di quel bambino dai modi un po’ affettati che era seduto da solo su una panchina al fianco della sua governante.
Nessun bambino voleva giocare con me, ma non tu.
Ti sei avvicinata e mi hai detto che sembravo strano per il mio modo di parlare. Come darti torto mi ero rivolto a te come avevo visto fare a mio padre tra i nobil uomini che frequentava. Hai riso per il mio inchino, ma ciò nonostante hai volute giocare con me.
Giocammo per tutto il giorno.
Ho passato la più bella giornata della mia vita con te ai giardini.
Eri la bambina più bella e più simpatica che avessi mai conosciuto e mi infatuai subito.
Quando poi i miei genitori decisero di adottarti e ti portarono a casa li odiai. Li odiai con tutto me stesso, perché eravamo diventati fratelli e non avremmo più potuto sposarci.
L’idea di sposarti era ormai un mio chiodo fisso.
Crescendo pensai che ciò che avevo provato per te da piccolo sarebbe passato, ma non fu così. Anzi il mio sentimento per te crebbe fino a trasformarsi in amore.
Ormai sei diventata indispensabile per me. Ma il mio è un amore impossibile.
Adoro la tua risata cristallina e i tuoi sorrisi, che riescono ad illuminare anche le giornate più buie.
Amo il modo in cui quando sei nervosa ti mordi il labbro inferiore e cerchi di dissimulare il tuo nervosismo.
Amo quando sei in imbarazzo e le tue gote si imporporano.
Odio vedere i tuoi occhi cercare qualcuno che non sono io.
Ti amo come i fiori amano la pioggia.
Ti amo come le labbra amano il sorriso.
Ti amo come il bacio ama le labbra e io amo le tue.
Nei miei silenzi c’era questo e le mie lacrime erano nascoste, le mie carezze troppo leggere perché tu le sentissi ma infinite.
Spero che tu, amore mio, riesca a coronare il tuo sogno d’amore con Edwin. Sono troppo codardo, sono scappato via da casa per non sopportare il dolore che la vostra unione mi avrebbe provocato.
Spero che con l’aiuto del tempo e della distanza riesca a dimenticarti ma so che nel mio cuore avrai sempre un ruolo troppo importante.


                                                                                             Per sempre tuo William



Finita di leggere la lettere Sophia era scossa da un turbinio di sentimenti.
Non riusciva a credere a ciò che aveva letto William l’amava, questo la faceva sentire al settimo cielo.
Ma allo stesso tempo era arrabbiata con lui, come poteva credere che lei provasse qualcosa per Edwin quando il suo cuore aveva come unico padrone lui?!? 

 

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