Inevitabile

di groffgasm
(/viewuser.php?uid=138808)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una nuova vita ***
Capitolo 2: *** Nuove prospettive ***
Capitolo 3: *** Let's party (Parte 1) ***
Capitolo 4: *** Let's party (Parte 2) ***
Capitolo 5: *** Confessioni ***
Capitolo 6: *** Un inizio ***
Capitolo 7: *** Kate ***
Capitolo 8: *** Autumn in Central Park ***
Capitolo 9: *** 15 Candeline ***
Capitolo 10: *** TGIF ***
Capitolo 11: *** One in a million ***
Capitolo 12: *** Thanksgiving Day ***
Capitolo 13: *** Without You ***
Capitolo 14: *** The Story Of Us ***
Capitolo 15: *** I can't believe I said I'd lay our love on the ground ***
Capitolo 16: *** Miami ***
Capitolo 17: *** Let's be bad ***
Capitolo 18: *** I dreamed a dream ***
Capitolo 19: *** Il Debutto ***
Capitolo 20: *** Inevitabile ***



Capitolo 1
*** Una nuova vita ***


 

 

9:00

Don't tell me not to live,
Just sit and putter,
Life's candy and the sun's
A ball of butter.
Don't bring around a cloud
To rain on my parade.

 

Kurt si alzò di scatto. Rachel allungò la mano per disattivare la sveglia sul suo cellulare e poi guardò Kurt sorridendo.

“Don't rain on my parade come sveglia, Rachel? Davvero? Ma qualcosa di più lento, no eh? Per carità, lo sai che l'adoro ma questo non lo definirei proprio il più dolce dei risvegli. A momenti non avevo un infarto!”

“Rilassati, Kurt. È la canzone perfetta per svegliarsi al mattino. Ti da la giusta carica per cominciare una nuova giornata! Barbra ci sta sempre. E adesso alzati! Non c'è tempo da perdere... New York ci aspetta!”

 

New York ci aspetta. Ancora non riusciva a crederci. Era a New York. L'aveva da sempre sognato. I suoi papà le avevano raccontato che i suoi primi passi furono mossi proprio mentre ascoltavano New York, New York di Frank Sinatra. Era stato un segno. Era destinata a camminare per quelle strade, sotto quel cielo. Era inevitabile che un giorno avrebbe vissuto lì. Non avrebbe potuto immaginare la sua vita da nessun'altra parte. Certo, il suo ultimo anno di scuola aveva dubitato. La ragione: Finn Hudson. Tante volte avevano litigato a causa delle loro diverse prospettive future. Finn non voleva andare a New York con lei. Lui stava bene a Lima. Per un periodo aveva pensato che non ce l'avrebbe fatta senza di lui. Una relazione a distanza l'aveva esclusa, non credeva nelle relazioni a distanza. Prima o poi uno dei due avrebbe finito col stancarsi e avrebbe tradito l'altro e si sarebbero solamente fatti del male. Lui le aveva chiesto di non partire. Secondo lui avrebbero potuto avere una vita felice insieme a Lima. Ma questi non erano i piani di Rachel. Non poteva restare a Lima. Lasciare Finn era stata una decisione non facile, certamente. Erano stati insieme per tanto tempo ma dopo essersi diplomati era giunto il tempo di andare ognuno per la propria strada. Era stata la decisione giusta da prendere.

Mentre guardava la città dalla sua finestra si odiò per aver pensato anche solo per un istante di rinunciare a tutto ciò che New York le offriva per un ragazzo. Mai più avrebbe permesso a se stessa di mettere in dubbio il futuro che lei sognava da sempre. Mai più avrebbe permesso ad un ragazzo di mettersi tra lei e i suoi sogni.

 

“Kurt, sei pronto? Sei chiuso in bagno da un'ora! Ma quanto ci metti per prepararti?”

Kurt uscì dal bagno saltellando “Mi stanno divinamente questi pantaloni! Farò strage di cuori oggi in Central Park. Presto tutti sapranno il mio nome come sinonimo di eleganza e raffinatezza.”

Rachel scoppiò a ridere e abbracciò Kurt.

“Sei stupendo, te lo concedo. Ma devi lavorare sui tempi, tesoro.”

Poi gli prese la mano e lo trascinò alla finestra.

“Guarda, Kurt. Non è bellissimo?”

Gli occhi di Kurt brillarono alla vista di quel panorama.

“È stupendo.”

Rachel sapeva che non avrebbe potuto condividere questo nuovo capitolo della sua vita con una persona migliore. Kurt era il suo migliore amico. Ricordò il giorno in cui ricevettero la risposta alla loro domanda d'ammissione alla NYADA (New York Academy of Dramatic Arts). Aprirono insieme le loro lettere e dopo qualche secondo di tensione lanciarono un grido di gioia tale da allarmare tutto il vicinato. Erano stati presi entrambi. Ce l'avevano messa tutta nelle audizioni che avevano sostenuto. Giorni e notti passati a provare insieme. I loro genitori avevano lavorato duro per mettere da parte tutti i soldi necessari affinchè i due ragazzi potessero realizzare il loro sogno. Era stato un lavoro di squadra, insomma. E i loro sforzi erano stati ripagati. Quel giorno in cui lesse di essere stata ammessa ad una scuola di tale livello dove avevano studiato artisti del calibro di Robert Redford e Danny Devito era stato uno dei giorni più belli della sua vita. Era così felice e i suoi papà erano così soddisfatti di lei. Era un piccolo passo verso il successo. Un piccolo passo nel costruire il proprio futuro. Un piccolo passo verso Broadway. Un piccolo passo verso il lavoro dei suoi sogni. Verso la vita dei suoi sogni. Verso la felicità.

 

Era la prima mattinata che Rachel e Kurt spendevano nella grande mela. Erano arrivati in tarda serata del giorno prima ed erano praticamente crollati sul letto non appena arrivati nella loro stanza. I dormitori non erano niente male. I corridoi pieni di ragazzi e ragazze che provenivano da varie parti degli Stati Uniti. Le stanze molto accoglienti. Lei divideva la sua con Kurt. I corsi sarebbero cominciati la settimana successiva per cui avevano qualche giorno libero per godersi pienamente New York. Avevano deciso di passare la prima mattinata a passeggiare in Central Park e il pomeriggio tra i teatri di Broadway. Non era la prima volta che Rachel camminava tra quelle strade ammirando le insegne luminose dei teatri ma ogni volta era come la prima volta. Era una sensazione indescrivibile. Si sentiva a casa. Sentiva di appartenere lì. Si sentiva felice.

 

“Un giorno saremo le star di questi teatri, Kurt. Costi quel che costi. Ce la faremo. È inevitabile.

Kurt annuì e abbracciò la sua migliore amica.

 

Non sarebbe stato facile, Rachel lo sapeva bene. La strada era tutta in salita. Non era più una ragazzina ormai, era tempo di rimboccarsi le maniche se davvero voleva veder realizzati i suoi sogni. Nessuna interferenza. Nessuna distrazione. Doveva concentrasi solo su se stessa. Un nuovo capitolo della sua vita stava cominciando. E lei era pronta.

 


 

 

 

12:30

 

Risponde la segreteria telefonica di Jesse. Lasciate un messaggio dopo il bip.

 

“Jesse! È la decima volta che ti chiamo, non so nemmeno quanti messaggi ti ho lasciato in segreteria! Dovevamo vederci per l'aperitivo alle 12! Spero che il motivo della tua buca sia la biondina con cui hai lasciato la festa ieri! Ci hai dato dentro tutta la notte, eh?! Voglio i dettagli! In ogni caso, richiamami quando ti riprendi!”

 

 

13:00

 

“Cazzo! La mia testa!” Jesse aprì gli occhi quando il sole illuminava ormai tutto l'appartamento. Si alzò dal letto e guardò l'orologio. “Cazzo! È l'una!” Spalancò le finestre e andò verso il bagno. Si guardò allo specchio. Non era proprio il suo aspetto migliore. I suoi ricci erano tutti arruffati e quelle occhiaie non gli donavano per niente. Si passò le mani tra i capelli. “È ora di darsi una ripulita” disse a se stesso nello specchio. Si diresse verso la sua scrivania e accese il suo mac. Aprì Itunes e FutureSex/LoveSounds di Justin Timberlake partì. Alzò il volume e poi tornò in bagno. Si tolse la t-shirt e lasciò cadere i boxer per terra. Si buttò sotto la doccia. L'acqua fredda cominciò a scendere sul suo corpo nudo. Una doccia fredda lo aiutava sempre ad alleviare i postumi di una sbronza e di una nottata come quella che aveva passato. E quelle nottate erano molto frequenti nella vita di Jesse. Uscì dalla doccia dieci minuti dopo. Dopo essersi asciugato aprì il suo armadio. Scelse un paio di jeans e una camicia nera e si vestì con calma. “Ma dove diamine ho messo il cellulare?” pensò mentre perlustrava la camera. Finalmente quando infilò una mano nella giacca che indossava la sera prima lo trovò. Poi trovò un bigliettino “Ho passato una notte stupenda. Chiamami.” E una serie di numeri a seguire. “Sì, come no!” Pensò Jesse mentre strappava quel bigliettino e ne gettava i resti nel cestino. Poi si concentrò sul cellulare. 10 chiamate senza risposta e 3 messaggi in segreteria. Tutti di Matt.

“Buongiorno!”

“Cazzo, Jesse! Alla buon ora!”

“Amico, un metro di gambe, non se mi spiego.”

“Jesse, mi hai dato buca per l'aperitivo, non so se mi spiego!”

“Sì lo so Matt, mi dispiace. Sei ancora fuori? Pranziamo insieme? Hai detto che volevi i dettagli, no?”

“Sì sono ancora in giro, stronzo. Muoviti a raggiungermi. Ci vediamo tra mezz'ora al solito posto.”

“Perfetto. A dopo.”

Jesse mise un po' di ordine in giro prima di lasciare la camera. Non gli piaceva avere troppa confusione in giro. Prese il portafoglio, il cellulare e le chiavi e si specchiò per l'ultima volta prima di uscire. “Decisamente meglio”, pensò guardandosi allo specchio.

 

 

 

Jesse entrò nel ristorante e vide subito il suo amico Matt seduto ad un tavolo che lo aspettava. Matt era incredibile. Era stata la prima persona che aveva conosciuto a New York. Frequentavano lo stesso corso di recitazione. Lui era nato e cresciuto a Manhattan. Gli era sembrato un tipo in gamba da subito. Jesse ripensò a quante ne avevano combinate insieme. Tante, davvero tante. Con Matt non ci si annoiava mai. Lui l'aveva portato con sé alle prima feste, l'aveva introdotto nel suo giro e gli aveva mostrato le bellezze dell' Upper East Side e i divertimenti che poteva offrire. Il lato cattivo e quello buono. Matt parlava sempre così dell'elitè di Manhattan. E poi aggiungeva “Noi siamo nel mezzo, Jesse. Non siamo santi ma non siamo nemmeno i cattivi. E qui di gente cattiva ce n'è tanta. È importante che tu capisca subito come funziona. Tanti ragazzi spendono i soldi dei loro genitori in feste da sballo, champagne e droghe. A molta gente qui interessa solo del conto in banca. Ma non disperarti, oltre a gente manipolatrice e superficiale c'è anche gente onesta e gentile qui. Noi siamo nel mezzo: andiamo alle feste da sballo, ci ubriachiamo, scopiamo con le ragazze che vogliamo ma ci teniamo fuori dai guai. Niente droghe o cazzate del genere. Allora che ne dici, Jesse? Sei pronto per iniziare la tua nuova vita a New York?” Jesse era rimasto senza parole quando Matt gli aveva parlato così dopo appena dieci minuti che si erano presentati. Gli aveva sorriso e aveva annuito. Ripensò alle prime feste insieme. Jesse non era assolutamente abituato a uno sfarzo del genere. Certo non ci mise molto ad abituarsi. Ricordava ancora benissimo il discorso che ebbero dopo la seconda festa. “Matt, perchè fai tutto questo per me? Voglio dire... mi porti a queste feste, mi hai da subito messo in guardia sulla gente che avremmo incontrato...”

“Non sono gay, se è questo che stai pensando.” E sorrise. “Vedi, Jesse, a dir la verità mi ricordi me stesso un po' di tempo fa.”

“Perchè?”

“Perchè avevo il tuo stesso sguardo infelice. Non sono cosa ti sei lasciato alle spalle prima di trasferirti qui o cosa ti abbia ferito prima che ci conoscessimo, ma deve aver lasciato un segno su di te. Per tanto tempo ho cercato di essere ciò che mio padre voleva che io fossi. Ho rotto i rapporti con lui da un po' di tempo. Ho smesso di studiare ingegneria, di cui francamente non mi fregava nulla, e ho cominciato a prendere lezioni di batteria. Vedi Jesse, io sono sempre stato affascinato dal mondo della musica. Ho sempre ammirato i batteristi in particolare. Guardavo le esibizioni di John Bonham, Roger Taylor e Nicko McBrain e le mie orecchie avevano un orgasmo. Da poco mi sono affezionato anche al mondo del teatro. Del resto quando vivi in una città come questa è naturale. -Roba da gay- diceva mio padre. -Non ti pagherai il futuro con questa roba-. Ora oltre a prendere lezioni di batteria seguo questo corso di recitazione con te, e sono felice, molto felice. Finalmente faccio qualcosa che mi piace fare. Il punto è, Jesse, che fino a qualche mese fa ero triste e vedo la stessa tristezza nei tuoi occhi. L'ho notata subito. E quindi ho pensato di aiutarti. Insomma sei a New York, una delle città più belle del mondo. E hai 20 anni. Non puoi passare la tua gioventù a tenere il broncio. Per cui, sorridi Jesse St. James. Ci divertiremo.”

“Grazie.”, era stata l'unica cosa che era riuscito a dire a quel tempo. Matt ci aveva preso in pieno. Tristezza nei suoi occhi. Sapeva bene chi l'aveva causata. Rachel Berry si chiamava. Campionati Nazionali di canto coreografato 2011. Umiliato davanti a più di tre mila persone. Ripensò a quel bacio sul palcoscenico. Che schifo. Umiliato e tradito. Ecco come si era sentito. Lui le aveva confessato il suo amore e questo era quello che aveva ottenuto. Stupida ragazzina e stupido Jesse per aver creduto che quella potesse essere la sua anima gemella. Quel giorno stesso promise a se stesso di non permettere mai più a nessuna ragazza di farlo sentire in quel modo. Certo qualcosa di buono ne era uscito da tutto ciò, aveva deciso di restare a New York e studiare lì, dopo l'insuccesso a Los Angeles. New York certamente era il posto giusto per lui. Conobbe Matt in quel corso di recitazione che aveva cominciato a seguire. Una delle persone più brave e gentili che avesse mai conosciuto. Un grande amico. Sincero e senza secondi fini. Fu grazie a lui che dopo un po' di tempo cominciò a tornare ad essere il Jesse di sempre. Quello allegro e spensierato, l'anima della festa, non quello depresso per pene d'amore seduto ad un angolino.

Ora più di un anno dopo, tante cose erano cambiate. Lui e Matt erano come fratelli ormai. Si divertivano da matti insieme. Feste in continuazione, champagne e belle ragazze. Proprio così come gli aveva promesso Matt dal primo giorno. Ed oltre a belle, molte. Non voleva impegnarsi con nessuna. Voleva divertirsi e basta. Voleva stare bene. Così ogni volta che qualcuna gli chiedeva di richiamarla dopo una notte di sesso, non lo faceva. Con uno schiocco di dita, avrebbe avuto una nuova ragazza con cui divertirsi il giorno dopo.

 

"Che cosa vi porto, ragazzi?"

"Due bistecche con patate per me e il mio amico, grazie."

La cameriera annuì sorridendo e si allontanò da loro tavolo.

"Matt, quella ci sta, amico. Hai visto come ti ha guardato mentre ordinavi? Ti stava mangiando con gli occhi!"

"Nah, non è il mio tipo. E poi non cercare di spostare la conversazione altrove. Sto ancora aspettando di sapere cos'hai combinato ieri sera dopo aver lasciato la festa con la bionda dalle gambe chilometriche... Come si chiamava?"

"Natalie... No, Natasha... No... qualcosa con la N... o con la M...forse..."

"Che gran bastardo!"

Jesse rise. "Ho imparato dal migliore."

"Anche questo è vero". Matt non potè trattenere la risata e poi continuò. "Allora?"

"Allora... eravamo tutti presi a ballare e ad un certo punto mi infila la mano nei pantaloni e mi sussurra all'orecchio -Dovremmo spostare la festa nel mio appartamento a soli due isolati da qui-. A quel punto non me lo son fatto ripetere due volte."

"Jesse St. James sei un ragazzo fottutamente fortunato."

"Hey, che posso farci se le donne semplicemente cadono ai miei piedi. Non è mica colpa mia se sono così affascinante" E poi continuò. "Due bottiglie di champagne e dopo 10 minuti ci stavamo già dando dentro sulla sua scrivania, contro il muro, sul letto... Insomma per dirla breve, quando abbiamo finito il suo appartamento era più in disordine del tuo."

"Sei un coglione."

"Siamo in vena di complimenti stamattina."

Scoppiarono a ridere e poi Jesse continuò. "Sono tornato nel mio appartamento stamattina alle sei. Mi dispiace di averti dato buca per l'aperitivo.”

"Almeno hai avuto un buon motivo per darmi buca."

"Già" rispose Jesse sorridendo.

 

 

Si stava godendo la sua vita, Jesse St. James. Stava bene, molto bene. E soprattutto era arrivata da poco la grande notizia. Dopo una serie di provini era stato scelto per il remake di Hairspray nel ruolo di Link Larkin. Il suo debutto a Broadway. Avrebbe cominciato le prove la settimana successiva. Un sogno che diventava realtà. Sapeva che prima o poi ce l'avrebbe fatta. Aveva avuto i suoi dubbi quando Los Angeles si era rivelata un fallimento ma in cuor suo sapeva che non doveva mollare. Sapeva che esibirsi su un palcoscenico era quello per cui era nato. Era inevitabile.

 

 

 

Nota dell'autore:

Ciao a tutti! Questo è il mio primo tentativo di fanfiction. Sono emozionata XD È dedicata alla mia OTP: St. Berry. L'amore che provo per questa coppia è così grande che ho deciso di cominciare a scrivere una mia storia su di loro dato che gli scrittori di Glee non hanno saputo sfruttare il potenziale di questa magnifica coppia. Vorrei ringraziare tutti quelli che leggeranno questo primo capitolo e decideranno di seguire questa fanfiction. Spero che piaccia a qualcuno :) Questo primo capitolo è una sorta di introduzione alla storia. Ho dato un po' più spazio a Jesse, ma dal prossimo capitolo lo spazio sarà diviso meglio :) Fatemi sapere cosa ne pensate :)

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Nuove prospettive ***


“Grazie al cielo è venerdì!” disse Rachel buttandosi sul letto. “Sono esausta.”

“E' stata una settimana impegnativa.” rispose Kurt mentre si infilava il pigiama.

“Ne vale la pena però” le sorrise Rachel.

 

Era passata una settimana da quando erano cominciate le lezioni alla NYADA. Una settimana intensa. Le lezioni erano molto interessanti e Kurt e Rachel imparavano un sacco di cose nuove ogni giorno. Gli insegnanti stimolavano continuamente gli alunni a dare il 200%. Erano severi ma erano dei grandi professionisti. Gli altri ragazzi erano molto in gamba. Avevano tutti molto talento e Rachel non potette che sentirsi un po' minacciata da loro nei primissimi giorni. Ma Kurt l'aveva tranquillizzata proprio come quando un anno prima l'aveva tranquillizzata dopo che avevano assistito a quell'esibizione di Anything Goes e si era sentita tanto umiliata.

 

“Kurt, cosa credi che pensino gli altri di me? Cioè, mi sto comportando abbastanza bene, vero? O mi reputano già antipatica e fastidiosa?” Chiese Rachel mentre si spazzolava i capelli.

“Ma infatti sono io stesso sorpreso del fatto che tu non abbia cercato di mandare nessuno in un covo di drogati.”

“Ancora.” rispose Rachel ridendo. “Dai scherzo.”

“Stai semplicemente crescendo e stai cominciando ad abbandonare quei comportamenti da ragazzina che avevi sempre al Glee Club. Era ora! E poi non è che ora tu sia proprio una santa, ecco. Ti devo ricordare i commenti che hai fatto martedì sulla performance di Jessica?

“Non è colpa mia se non riesce a tenere un acuto per più di 8 secondi!”

“Ecco, appunto. Come volevasi dimostrare. Sei sempre la stessa Rachel. Per lo meno ora tieni i tuoi commenti per te.”

“Tecnicamente non li tengo proprio per me. Li dico a te.”

“Sempre meglio di dirli a tutti.”

“Sì, hai ragione. Sembra proprio che stia diventando una brava persona.”

“Ok ora esageri. E comunque nessuno ti trova fastidiosa... ancora. Quindi stai tranquilla.” le disse scherzosamente Kurt.

“Ok, sono tranquilla.”

“Sai, prima pensavo...”

“A cosa?”

“Al fatto che siamo qui da più di una settimana ormai e non abbiamo ancora passato una serata fuori.”

“Kurt, dobbiamo stare in piedi ogni giorno alle 7 e lo sai che devo dormire almeno 8 ore a notte altrimenti divento intrattabile il giorno dopo e non riesco a concentrarmi a lezione.”

“Sì lo so, non sto dicendo che dobbiamo uscire e fare pazzie tutte le notti però non è il massimo del divertimento andare a letto alle 10 ogni sera. E poi oggi è venerdì! Per quanto adori la tua idea del Venerdì Musical, preferirei fare qualcosa che preveda uscire da questa stanza. Avanti, siamo giovani e siamo a New York! Dobbiamo divertirci oltre a sgobbare tutto il giorno a lezione.”

Rachel stava per rispondere quando qualcuno bussò alla porta.

“Kurt, Rachel, ci siete? Sono Amy.”

 

Amy aveva una voce molto dolce, era stata la prima cosa che aveva pensato quando l'aveva sentita cantare per la prima volta a lezione. Era anche molto bella. Aveva una cascata di boccoli biondi e due occhi di un azzurro intenso. Insomma, la ragazza perfetta. Quella che ogni ragazzo avrebbe voluto. All'inizio le era sembrato che se la tirasse un po'. Stava sempre per conto suo. Ma poi si rese conto che era solo timida. E dopo averci pranzato insieme si rese conto che era anche divertente e gentile. E poi adorava il suo modo di vestire. “Un look semplice e romantico ma elegante” come diceva Kurt.

 

Kurt aprì la porta e si ritrovò davanti la loro amica e un'altra ragazza che non aveva mai visto prima d'ora. Era alta, bella, anzi molto bella. Capelli corvini con delle ciocche fucsia. Sembrava l'opposto di Amy. Aveva una minigonna cortissima, dei tacchi vertiginosi e una maglia che non lasciava molto all'immaginazione. Era molto appariscente. Di certo era una che non passava inosservata.

“Ciao ragazzi. Scusate il disturbo. Lei è mia cugina Vanessa.”

“Ciao, piacere di conoscervi.” disse sorridendo la nuova ragazza mentre stringeva la mano a Kurt e Rachel.

Kurt invitò le due ragazze ad entrare e ad accomodarsi.

“Allora ragazzi che fate?”chiese Amy mentre si attorcigliava le dita tra i capelli lentamente.

“Ci prepariamo per la nostra serata Venerdì Musical! E' una tradizione che abbiamo cominciato poco prima di trasferirci a New York. Ogni venerdì sera guardiamo un musical diverso. Cantiamo insieme tutte le canzoni e mangiamo popcorn.” rispose Rachel.

“Wow, quanta vita!”

“Scusami?” Rachel lanciò un'occhiataccia a Vanessa che le sorrise rispondendo “Nulla, scherzavo. Sono qui per informarvi della festa che ci sarà domani sera. Si tratta di una festa di benvenuto per i nuovi studenti. Viene fatta ogni anno. Ci partecipano anche quelli del secondo e del terzo anno. Ma non solo. Ci saranno studenti della Juilliard, spiranti attori, ballerini e cantanti delle più prestigiose scuole di New York. È l'evento mondano dell'anno. Non potete mancare.”

“Sembra molto interessante! Che ne dici Rachel?” disse Kurt guardando la nuova ragazza negli occhi e poi girandosi verso Rachel.

“Avanti ragazzi, vi divertirete un sacco. So bene come funziona all'inizio del primo anno. Io sono al terzo anno e quindi ci sono passata anch'io. È molto faticoso e stressante e almeno nei fine settimana dovete staccare la spina, uscire da queste stanze e divertirvi o finirete sull'orlo di una crisi di nervi. Ve l'assicuro.”

“Dai, Rachel ci divertiremo!” aggiunse Kurt

“Ok, ok, va bene. Ci saremo.” Rachel guardò Vanessa negli occhi e lei rispose con un cenno del capo e con un sorriso. “Perfetto! Ora devo scappare, ho un appuntamento con un figo incredibile, dovreste vederlo! Amy vi darà i dettagli della festa. E' stato un piacere conoscervi! A domani!” Salutò con un bacio sulla guancia Amy e uscì dalla porta.

“Wow tua cugina è una ragazza molto interessante!” fu la prima cosa che uscì dalla bocca di Kurt.

“Sì lo so. Siamo due opposti. La prima impressione che dà non è sempre la migliore. Ma non è cattiva. È solo molto... vivace, ecco. Va sempre a tante feste, ha un sacco di amici. A volte vorrei essere spigliata e sicura di sé proprio come lei.”

“Secondo me è un po' troppo sicura di sè, ecco.” rispose Rachel. “Forse dovrebbe abbassare un po' i toni.”

“Vedrai che se la conoscerai meglio cambierai idea.” le assicurò Amy.

“Io sono al settimo cielo per questa festa, ragazze! Proprio poco fa parlando con Rachel le stavo dicendo che avevo una voglia matta di uscire da questa stanza e fare qualcosa di divertente. Finalmente domani lo faremo! Oddio però, c'è un problema!”

“Quale problema?”

“Non ho nulla da mettere!”

“Stai scherzando? Hai più vestiti tu che Lady Gaga!”

“Per quanto sono onorato per il paragone, il problema è evidente e persiste! Non ho nulla di adatto a un' evento del genere. L'hai sentita Vanessa, no? E' un' evento importante e quindi c'è solo una cosa da fare! Domattina si va a fare shopping!”

Rachel scoppiò a ridere e poi annuì. “Va bene. Domattina si va a fare shopping. Amy vieni anche tu?”

“Sì mi piacerebbe molto.”

“Devo avvertirti che fare shopping con Kurt è decisamente estenuante!”

“Cara, devi ringraziarmi. Se non fosse per me il tuo guardaroba sarebbe un disastro!” poi si voltò verso Amy “Non ascoltare quella nonna, Amy! Ti divertirai! Non sono così cattivo come vuol far sembrare lei.” continuò Kurt facendole l'occhiolino.

Amy annuì sorridendo.

“Allora è deciso! Domattina shopping-no-stop finchè non troviamo degli abiti fantastici da indossare alla festa!”

 

 

 

 

 

“Ti prego dimmi che stai scherzando!”

“No, Kurt. Non sto scherzando! Cosa c'è che non va con questo vestito?”

“C'è che è orribile, ecco cosa! E' troppo lungo, non è adatto ad una festa del genere e poi quel colore fa tanto 2009!”

“Che palle, Kurt! È il quinto vestito che mi bocci!”

 

Rachel sapeva bene che andare a fare shopping con il suo migliore amico era estenuante ma quella mattina stava proprio perdendo la pazienza. Avrebbe tanto voluto comprare il primo vestito che le capitava tra le mani e andare a casa a rilassarsi. Erano bloccati a Zara da più di un'ora. Da un momento all'altro avrebbe lanciato un grido da far scappare tutti a gambe levate. E Kurt continuava a bocciare ogni vestito che lei sceglieva. Ma c'era anche qualcos'altro che stava rendendo Rachel nervosa. Amy era venuta con sua cugina, Vanessa e a Rachel lei non piaceva. Non piaceva per niente. Continuava a saltellare da un camerino all'altro uscendone sempre con qualche vestito tutto luccicante che a malapena le copriva il culo ed esclamava: “Questo mi sta da Dio, vero?”. E ora la situazione stava per peggiorare.

 

“Posso dire una cosa?” chiese a Rachel e Kurt mentre si toglieva l'ennesimo paio di scarpe che aveva provato.

Rachel sbuffò e poi le rispose con un “Se proprio devi.”

“Ok prima cosa, ti sei alzata col piede sbagliato stamattina?! Cioè, stiamo facendo shopping per cercare un vestito per la festa fighissima di stasera e tu sembri di stare ad un funerale, con tutto il rispetto. Shopping è divertimento! Sei una ragazza, sei carina, ha un bel corpo che potresti far risaltare con un bel vestito invece di quegli obbrobri che stai scegliendo tu. Lascia che ti aiuti a scegliere. Ho sicuramente più esperienza di te.”

Rachel perse la pazienza. “Senti Vanessa, prima cosa nessuno ti aveva invitata stamattina. Ti sei praticamente autoinvitata e pretendi pure di dare consigli a me. Ma chi ti credi di essere?”

“Ok ragazze. Ora basta. Calmatevi un po'. Come ha detto Vanessa, siamo qui per divertirci...”

“Ah quindi stai dalla sua parte!”

“Non c'è nessuna parte, Rachel! Non siamo in guerra.”

“Che nervoso! Sarei dovuta rimanere a casa! E dovrei restare a casa anche stasera!” Rachel sbuffò e si allontanò dai camerini. Amy la seguì.

“Rachel aspetta.” Le mise una mano sulla spalla. “Ok, lo so. Mia cugina è una tipa un po' complicata, mettiamola così. Ma credimi, non lo fa apposta a comportarsi così e...”

“Non mi piace, Amy. Mi sta antipatica. Punto.”

Kurt e Vanessa le raggiunsero e Vanessa si avvicinò a Rachel. “Ci lasciate un attimo da sole, per favore?” chiese a Kurt ed Amy.

“Certo.” risposero loro e si allontanarono.

“Senti, Rachel. Ti devo delle scuse. Hai ragione, non ti conosco e non posso importi di divertirti se tu non ti stai divertendo. Ho un caratteraccio, ne sono consapevole. Non sono affari miei quali vestiti scegli. Perdonami.”

Rachel guardava in basso e dopo qualche secondo di silenzio le rispose. “Scuse accettate. Neanche io sono stata gentilissima, ecco.”

“Ora prendo le mie cose e vado via, tranquilla, non intendo continuare a rovinarti la mattinata.”

“No, aspetta. Non è giusto che tu vada via così. Resta, devi ancora scegliere un vestito per stasera, giusto?”

“Sì, non ho deciso ancora quale prendere.”

“E inoltre... vorrei che... vorrei che mi aiutassi. Puoi aiutarmi a scegliere un bel vestito? Metto subito in chiaro che i vestiti così appariscenti come i tuoi non sono il mio genere. Però devo ammettere che tu e Kurt avevate ragione riguardo ai vestiti che ho provato finora.”

Vanessa le sorrise e annuì con la testa. “Certo. Ti aiuto molto volentieri.”

 

Rachel uscì dal camerino con un grande sorriso sul volto.

“Stupenda!”

“Sono molto colpito! Elegante e sensuale. Mi piace! Mi piace da impazzire!”

“Rachel, stai divinamente! Lo sapevo che questo ti sarebbe stato benissimo! Tu cosa ne pensi?”

“Ok devo ammettere che... Lo adoro! È questo! Ho trovato il vestito giusto!”

Rachel si avvicinò a Vanessa e le diede il cinque. “Grazie, Vanessa. Il vestito che hai scelto è perfetto. Sai forse, siamo partite col piede sbagliato noi due.”

“Sì, lo penso anch'io.” le sorrise Vanessa.

“Oh finalmente!” esclamò Kurt. “Vi stavo odiando prima!”

Scoppiarono tutti a ridere e poi Vanessa guardò Rachel negli occhi “Ok ora che siamo sulla stessa lunghezza d'onda posso mostrarti quanto può essere divertente fare shopping!”

 

Passarono l'ora successiva a provare qualsiasi cosa catturasse la loro attenzione. Giocavano a fare le modelle sfilando da una parte all'altra del corridoio in cui c'erano i camerini e avevano coinvolto anche le altre ragazze che erano sul loro piano. Di sottofondo un mix di successi di Britney Spears. Rachel e Amy erano un po' timide all'inizio ma poi si erano lasciate andare e si stavano scatenando. Kurt si stava divertendo da matti.

Quando lasciarono il negozio con le buste piene Kurt esclamò “Questa sì che è stata una mattinata spesa bene!”

“Kurt, adoro la giacca che hai comprato!”

“Grazie Vanessa. Io adoro il vestito che hai scelto alla fine. Sarai mozzafiato stasera.”

“Grazie. Sì, in effetti lo sarò.” Rispose lei facendo l'occhiolino. Poi guardò Rachel “Allora Rachel, ti sei divertita?”

“Tantissimo!”

“Bene. Perchè stasera ci divertiremo ancora di più.”

Rachel le sorrise e annuì. Sì, sarebbe stata una bella serata.

 

 


 

 

“Ho un dolore alle schiena che non puoi nemmeno immaginare, Matt”

“Ci credo. Alex non è proprio una piuma”

“Vabbè alla fine il personaggio di Tracy richiede una certa corporatura, non potevano mica prendere una taglia 42. E comunque non voglio lamentarmi di nulla. Certo, ho la schiena a pezzi e sono stanchissimo ma cazzo, Matt, questa settimana è stata la settimana più bella della mia vita.”

“I tuoi occhi non ti tradiscono.”

 

Jesse sorrise. Ripensò a lunedì. A quando era salito per la prima volta su quel palco. A quando aveva respirato quell'odore. L'odore del teatro. L'odore più bello che avesse mai sentito. Quel palco di legno, gli pareva che i suoi piedi non avessero mai toccato nulla di più bello. Certo si era già esibito tantissime volte su un palcoscenico ai tempi dei Vocal Adrenaline. Ma il confronto non poteva reggere. Non era più un ragazzino. E quello non era un semplice teatro in cui si svolgevano gare di canto coreografato. Era il Winter Garden Theatre, uno dei teatri più belli di Broadway. Grandissime star avevano calcato quel palco. Aveva alle spalle una storia grandiosa. West Side Story, Much Ado About Nothing. Funny Girl, Mamma Mia!, e soprattutto Cats. Per quasi vent'anni quel teatro aveva ospitato il musical Cats. Era un posto incantevole. Jesse si sentiva onorato di camminare su quel palco. Ti camminare tra quelle mura. Era nervoso, era eccitato, elettrizzato all'idea di passare mesi a lavorare in quel teatro e soprattutto di esibirsi davanti a un pubblico immenso ogni sera dopo mesi e mesi di lavoro che lo attendevano.

 

“Non mi hai ancora detto delle ragazze! Qualcuna carina?”

“Ne ho notate tre o quattro. Ma meglio che mi tengo alla larga. Mai mischiare il lavoro col sesso.”

“Ma guarda che io intendevo per me! Qualche ragazza carina da presentare a me!”

Jesse scoppiò a ridere. “Peggio ancora! Se ti presento una di loro, so bene come andrà a finire. Le spezzerai il cuoricino e lei poi non riuscirà a concentrarsi alle prove. Ragion per cui, sia io che tu staremo alla larga dalle ragazze del cast.”

“E va bene.” sbuffò Matt.

“Piuttosto, fammi un caffè. Ho solo 5 ore di sonno e sto per crollare. Questa storia della band mi sta facendo impazzire. Forse dovrei rinunciare e basta.”

“Ma scherzi? Che rinunciare? Ti manca solo il cantante!”

“La fai facile tu! Ieri sono stato in piedi fino alle 3 ad ascoltare demo e a riguardare le registrazioni. Nulla. Niente di niente. Nessuno riesce a colpirmi o a integrarsi bene con il suono della band.”

“Arriverà la persona giusta, Matt.”

 

Jesse lo pensava davvero, non lo diceva solo per rassicurare il suo amico. Matt era forte alla batteria. Diceva sempre che metter su una band era l'idea più bella che gli fosse mai venuta in mente. Era da mesi che ci stava lavorando. Non era andata male la ricerca degli altri componenti della band. Matt era più che soddisfatto. Il chitarrista e il bassista erano molto bravi. Ed erano anche dei ragazzi affidabili. Prendevano la band seriamente. Però mancava ancora un componente e Matt nelle ultime settimane stava impazzendo per trovarlo. Mancava un cantante. Ne aveva visti tantissimi finora ma nessuno gli piaceva abbastanza e la cosa lo stava mandando in paranoia. Aveva persino pregato Jesse di essere il loro cantante. “Matt, lo sai che mi piacerebbe. Sono il vostro fan numero 1 e lo sarò sempre perchè sai cosa penso di voi, ma non posso. Le prove per il musical occupano praticamente tutte le mie giornate. Non avrei proprio il tempo materiale.”, era la risposta che riceveva Matt ogni volta glielo chiedeva. Ogni tanto però a Jesse piaceva cantare con loro. Di solito la domenica pomeriggio si univa a loro nelle prove. Si divertivano un sacco.

 

“Oh, no!” esclamò Jesse guardando lo schermo del cellulare che aveva cominciato a squillare.

“Lasciami indovinare... Caroline?”

“Ma non si stanca mai?! E che cazzo!”

Matt scoppiò a ridere e Jesse lo colpì con un cuscino in testa.

“È tutta colpa tua! E non c'è niente da ridere! Mi sta assillando da mercoledì! Mi chiama mattina, pomeriggio e sera!”

“Jesse, che ne sapevo io che era così. Sembrava una ragazza normale quando le ho dato il tuo numero.”

“Sta zitto ora. Fammi rispondere.”

 

“Pronto?”

“Sì ciao, mi ricordo di te.”

“No, è solo che sono stato molto impegnato in questi giorni.”

“No, mi dispiace ma ho da fare stasera.”

“Una festa.”

“Ah, ma che coincidenza!”

“Sì ok, scusa ma ora devo proprio andare.”

“Sì, va bene. A stasera.”

 

Matt scoppiò di nuovo a ridere e gli costò un'altra cuscinata in testa.

“Non mi dire che viene anche lei alla festa?”

“A quanto pare sì! Che palle!”

“Vabbè dai con tutta la gente che ci sarà, potrai evitarla facilmente.”

“Sì, hai ragione.”

“Però è gnocca dai!”

“Sì ma è fastidiosissima, Matt. Poi quella voce, porca miseria! Le infilerei un calzino in bocca!”

 

Caroline l'aveva incontrata in un bar martedì sera. Gnocca sì. Decisamente. Lei aveva subito puntato gli occhi su Jesse ma parlarono solo per un paio di minuti perchè lui era stanco e andò via lasciandola sola con Matt e una tipa con cui lui stava flirtando. Ottenne il numero di Jesse da Matt e in cambio lo lasciò da solo mentre cercava di portarsi a letto la sua amica.

 

“Dai che ce la fai ad evitarla stasera! Ricordi quanta gente c'era l'anno scorso? A proposito, ma vengono anche i ragazzi del tuo cast?”

“Sì, quasi tutti. Matt, giù le mani dalle ragazze! So cosa stai pensando!”

“Lo giuro, Jesse! Non le tocco.”

A Jesse sembrava sincero quindi gli risparmiò l'ennesima cuscinata.

“Sarà meglio che vada a casa a riposare un po' ora. Ci vediamo stasera, ok?”

 

Jesse annuì a lo lasciò andar via. Poi decise di riposare un po' anche lui. Era stata una settimana faticosa. Si tolse i jeans e rimase in boxer e t-shirt e si buttò sul letto. Affondò la testa nel cuscino e prima di addormentarsi sorrise. Ricordava bene la stessa festa dell'anno precedente. Una delle prime feste a cui aveva partecipato e senz'altro una delle più belle. Musica live, tanta bella gente e roba da bere e da mangiare deliziosa. “Stasera ci si diverte” pensò e poi chiuse gli occhi.

 


 

 

Nota dell'autore:

Ciao a tutti! Innanzitutto vorrei ringraziare le persone che hanno cominciato a leggere questa storia. Mi rendete davvero tanto felice :) Questo è un capitolo “cuscinetto”. Vediamo come Rachel e Jesse si stanno abituando alla loro nuova vita (separatamente). Ma non disperate :D Nel prossimo capitolo i destini dei nostri due protagonisti si incroceranno ;) Comunque, questo è il vestito che indosserà Rachel  http://www.zara.com/webapp/wcs/stores/servlet/product/us/en/zara-us-W2011/122018/593515/DRESS%2BWITH%2BDOTTED%2BSWISS%2BNECKLINE e queste sono le scarpe: http://www.zara.com/webapp/wcs/stores/servlet/product/us/en/zara-us-W2011/130508/536540/HIGH%2BHEEL%2BPLATFORM%2BANKLE%2BBOOT che abbinerà con una giacca grigia. Io me la sono immaginata così  e ho pensato che facendovi vedere il vestito vero e proprio sarebbe stato più semplice immaginare Rachel “elegante e sensuale” :) Fatemi sapere cosa ne pensate!
 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Let's party (Parte 1) ***


“Alla vostra prima festa, alla nostra nuova amicizia e a New York!”

Rachel, Kurt, Amy e Vanessa buttarono giù il loro primo bicchiere di champagne.

“Vanessa, sei sicura che il tuo amico può riaccompagnarci a casa?”

“Certo Kurt, stai tranquillo. Puoi bere quanto vuoi!”

“Bene allora dato che non so per quanto tempo resterò sobrio ancora, vorrei dirvi che siete meravigliose stasera.”

“Oh Kurt, fatti abbracciare!” Rachel strinse forte il suo migliore amico e Vanessa continuò “Kurt, fossi un ragazzo gay avrei occhi solo per te stasera. Sei favoloso!”

“Grazie cara” e le fece un occhiolino.

“Io propongo un altro brindisi! A Vanessa! Per averci portato a questa splendida festa! Avevamo proprio bisogno di staccare un po' la spina. Grazie Vanessa.”

E il secondo bicchiere andò giù.

 

Rachel non era mai stata ad una festa così spettacolare. Appena entrata in quella sala immensa era stata sommersa da luci sfavillanti. Una band suonava dall'altro lato della sala e riusciva a malapena a vederla dato che la distanza tra un lato e l'altro della sala era lunghissima. Un bar grandissimo sul lato destro. Divanetti di pelle rossa a sinistra. Ragazzi e ragazze che ballavano, bevevano, ridevano. Tutti sembravano divertirsi da matti. Vestiti elegantissimi. Tutto sembrava luccicare quella sera. Un'atmosfera incantevole. A Rachel sembrava di essere stata catapultata in una puntata di Gossip Girl. “Beh, questa è la vita reale. È da qui che traggono ispirazione” le aveva risposto Vanessa a quel commento.

 

“Vanessa, eccoti qui!”

Un ragazzo altissimo mise un braccio intorno alla schiena di Vanessa e le diede un bacio sulla guancia.

“Ragazzi, lui è il mio amico Jeff. È lui che ci accompagnerà a casa stanotte.”

“Piacere di conoscervi. Tu devi essere Kurt e voi due dovete essere Amy e Rachel.”

“Io sono Rachel e lei è Amy.” indicò Rachel.

“Permettetemi di dirvelo ragazze, siete incantevoli.” rispose Jeff baciando le mani delle due ragazze che arrossirono.

 

Rachel si sentiva molto bella quella sera in effetti. Certo, c'erano tantissime ragazze stupende alla festa, con i loro vestiti costosissimi e i loro capelli perfetti. Ma Rachel non era da meno. Il vestito le stava divinamente e aveva coordinato scarpe e giacca. Kurt poi l'aveva aiutata a fare i boccoli ai capelli e a truccarla. Voleva divertirsi. Anzi non riusciva a capire perchè aveva tanto esitato quando la sera prima le avevano detto della festa. Si meritava un po' di svago. Kurt aveva pienamente ragione.

 

“Jeff è il chitarrista della band.”

“Davvero?” chiese Rachel sorridendo.

“Sì, davvero. Vi sta piacendo la musica?”

“Molto bella.” rispose Amy.

“Mi fa piacere. Ora devo andare a salutare dei miei amici. A dopo” diede un altro bacio sulla guancia a Vanessa, sorrise agli altri e si allontanò.

“Caspita se è figo!” esclamò Kurt non appena Jeff si allontanò.

Le ragazze risero e annuirono.

“Vanessa, ma siete solo amici o c'è qualcosa di più?” continuò Kurt.

“Solo amici. È molto dolce e gentile, ma non è il mio tipo. Ora seguitemi, voglio presentarvi degli altri amici che sono qui stasera.”

 


 

 

 

Oh my!

Feels just like I don't try

Looks so good I might die

All I know is Everybody Loves Me

 

La band alla festa stava suonando Everybody Loves Me degli OneRepublic quando Jesse arrivò. Sorrise quando si accorse della canzone. La adorava. Si fermò dopo essere entrato e si guardò attorno. Si sistemò il colletto della camicia e si passò una mano tra i capelli. Poi ricominciò a camminare. Sorrise di nuovo perchè si accorse di non passare inosservato. Jesse St. James sapeva come fare un'entrata. Diverse ragazze si erano girate a guardarlo e dai loro sguardi si poteva intuire cosa stessero pensando. Non erano pensieri proprio puri, ecco. Jesse fece un occhiolino a quelle più carine ma continuò a camminare avanti. Jesse St. James era sempre stato molto attraente e quella sera, con un completo grigio scuro e una camicia bianca da sotto, lo era particolarmente.

 

“Jesse, siamo qui!”

Jesse si sentì chiamare e si avvicinò al bar. Ad aspettarlo c'erano Matt e ad altri suoi amici.

“Buonasera.” Jesse salutò così i suoi amici.

“Ragazzi, è da un po' che non vi si vede in giro. Ormai solo cenette a nome di candela con le vostre fidanzatine, eh?”

Uno dei ragazzi disse “Non ne parliamo per favore! Jessica mi sta facendo impazzire! Abbiamo litigato per tutto il pomeriggio. Sono venuto da solo stasera.”

“Ma lasciala quella lagna di Jessica!”

“Ci sto facendo seriamente un pensierino. Mi son proprio rotto!”

“Sempre alla larga da una qualsiasi relazione stabile tu Jesse, eh?” li interruppe un secondo ragazzo.

“Sempre. Mi conosci.” rispose Jesse e gli diede una pacca sulla spalla.

“Fai bene, Jesse.”

“Finalmente una ragazza che ha capito tutta della vita. Ciao Ashley, come stai?” chiese Jesse alla sua vecchia amica.

“Benissimo, Jesse” rispose lei.

“Sei stupenda in viola. Quanti cuori hai già spezzato stasera?”

“Un paio. Ma sono ancora le 11.”

Jesse le sorrise e le tese una mano “Balliamo?”

“Certo.”

Si diressero verso il centro della pista da ballo.

Jesse adorava Ashley. Lei era una tosta. Sapeva il fatto suo. La Sua Rossa, la chiamava. Era così sexy quando scuoteva quella chioma rossa mentre ballava. Era una ballerina fantastica. Nonostante la trovasse una delle ragazze più sexy che avesse mai conosciuto, con lei non ci aveva mai provato. Ma alla fine dei conti, era meglio che non fossero mai finiti a letto insieme. Funzionavano perfettamente come amici.

Dopo una decina di minuti tornarono dai loro amici al bar. Jesse si avvicinò a Matt che era restato in silenzio fino ad allora.

“Forte la band, vero? Il cantante è bravissimo.” disse Matt.

“Oh Matt! Anche stasera no! Siamo qui per divertirci. Dimentica la band e la ricerca del cantante perfetto almeno per stasera. Adesso ti spiego io come andranno le cose: tu e io ora berremo un paio di drink, andremo a salutare un po' di gente che conosciamo, balleremo con le ragazze più fighe che ci sono e possibilmente ce le portiamo a letto. Sono stato chiaro?”

“Chiarissimo.” rispose Matt.

“Bene.”

Jesse ordinò 2 scotch con ghiaccio e ne porse uno a Matt. “Alla salute, amico!” e cominciò a bere quel primo bicchiere.

 

“Altri due per me e il mio amico, grazie.”

“Altri due, grazie.”

 

“Bene, ora si comincia a ragionare.” disse Jesse dopo aver finito il terzo bicchiere.

 

 


 

 

“Noi adesso saliremo su quel palco.”

Amy e Rachel guardarono Vanessa perplesse.

“Ho parlato con Jeff e mi ha detto che possiamo farlo!”

“Ma cosa?” chiese Amy.

“Possiamo esibirci con la band! Ora faranno l'annuncio al microfono. Ascoltate”

 

“Ragazzi e ragazze, ora tocca a voi! Chiunque volesse cantare con noi è il benvenuto! Abbiamo spartiti di ogni genere qui e siamo disposti ad accontentare tutte le vostre richieste. Questo palco aspetta solo voi! Coraggio!”

 

“Non esiste proprio!” rispose subito Amy a Vanessa.

“Vanessa, no! Mi vergogno troppo! E poi a maggior ragione in un ambiente del genere dove sono tutti pieni di talento. Non me la sento proprio.” continuò Rachel.

“Ragazze, la mia non era una richiesta, era un'affermazione. Noi adesso saliremo su quel palco!”

“No!” esclamarono all'unisono Amy e Rachel.

“Dai, ragazze! Non fatemi cantare da sola! Vi prego!” poi si voltò verso Rachel “Rachel, Amy mi ha detto che hai una voce pazzesca! E io voglio ascoltarla assolutamente! E scommetto che chiunque qui dentro vorrebbe. Dai, avevi detto che volevi divertirti stasera. Ho già pensato ad una canzone perfetta! Ma non voglio cantarla da sola. Insieme ci divertiremmo di più. Te lo chiedo per favore!”

Rachel fece un respiro profondo “Sento che me ne pentirò amaramente... ma per me è un sì...” e poi prese la mano di Amy “... ma solo se accetti anche tu.”

“Dai Amy, lo so che vuoi farlo! Non dire di no! Fallo per la tua cuginetta preferita!”

Dopo qualche secondo di silenzio Amy rispose “E va bene! Ti odio!”

“No, non è vero” rispose Vanessa abbracciandola forte.

“Evviva! Ora seguitemi! Raggiungiamo il palco.”

 

Salirono sul palco. Rachel sentiva le sue gambe tremare. Pensava che da un momento all'altro avrebbero ceduto e sarebbe finita per terra e tutti avrebbero cominciato a ridere e a prenderla in giro. Vanessa si avvicinò a Jeff e gli sussurrò qualcosa nell'orecchio. Poi mentre lui le annunciava al microfono loro si sistemarono sul palco e dopo qualche secondo la musica partì. Fu Vanessa a cominciare.

 

 

Clock strikes upon the hour
And the sun begins to fade
Still enough time to figure out
How to chase my blues away
I've done alright up till now
It's the light of day that shows me how
And when the night falls the loneliness calls

 

Rachel ed Amy si unirono a lei nel ritornello.


Oh I wanna dance with somebody
I wanna feel the heat with somebody
Yeah I wanna dance with somebody
With somebody who loves me
Oh I wanna dance with somebody
I wanna feel the heat with somebody
Yeah I wanna dance with somebody
With somebody who loves me

 

Vanessa era una bomba. Non solo aveva una voce bellissima ma si muoveva anche in modo molto sensuale e Rachel poteva assicurare che i ragazzi alla festa avevano già perso la testa per lei.

A questo punto tutti avevano riconosciuto la canzone e avevano cominciato a ballare a ritmo di musica. Ciò diede la confidenza giusta a Rachel che divenne meno rigida e cominciò a cantare da sola la seconda strofa.

I've been in love and lost my senses
Spinning through the town
Sooner or later the fever ends
And I wind up feeling down
I need a man who'll take a chance
On a love that burns hot enough to last
So when the night falls
My lonely heart calls


Cantarono insieme ancora una volta il ritornello. E poi fu la volta per Amy di cantare da sola mentre Rachel e Vanessa facevano da coriste.


Somebody who, somebody who
Somebody who loves me
Somebody who, somebody who
To hold me in his arms, oh
I need a man who'll take a chance
On a love that burns hot enough to last
So when the night falls
My lonely heart calls.

 

Cantarono insieme il resto della canzone. Ormai si erano sciolte e non solo stavano offrendo un'esibizione allegra e sexy, ma al tempo stesso si stavano divertendo da morire.

Oh I wanna dance with somebody
I wanna feel the heat with somebody
Yeah I wanna dance with somebody
With somebody who loves me
Oh I wanna dance with somebody
I wanna feel the heat with somebody
Yeah I wanna dance with somebody
With somebody who loves me

Ohhhh,ohhhh
Come on baby,
Yeah
Now get with this

Don't you wanna dance
with me baby?
Don't you wanna dance
with me boy?
Don't you wanna dance
with me baby?

With somebody who loves me.

Don't you wanna dance, say you wanna dance
Don't you wanna dance?
Don't you wanna dance, say you wanna dance
Don't you wanna dance?
Don't you wanna dance say you wanna dance?
With somebody who loves me.

 

Il pubblico era in visibilio. Le adorava. Le tre ragazze avevano conquistato tutti. Partirono degli applausi fortissimi e i ragazzi cominciarono a gridare ogni sorta di complimenti per loro. “Sposami!” aveva persino gridato un tipo guardando Vanessa negli occhi e lei era scoppiata a ridere.

 

“Wow, questa sì che era un'esibizione eccezionale! Complimenti ragazze!” disse Jeff al microfono. E anche gli altri membri della band annuirono e applaudirono.

 


 

“Non saprei chi scegliere tra tutte e tre!”

“Io me le farei tutte!”

“Sei il solito maiale, Adam. A te basta che respirino!”

Tutti risero alla battuta di Ashley.

“Quella con le ciocche fucsia è porca, già si vede!” proseguì Matt.

“La bionda è carina, sembra una bambolina.”

“Sì carina, ma non è il mio tipo.”

“La brunetta con la frangia...”

 

La frase fu interrotta da un Jesse St. James con un'espressione sconvolta in volto.

 

Che nessuno la tocchi. Lei è mia.”

 


 

 

 

Nota dell'autore:

Ciao a tutti! Vi prego non odiatemi per come ho fatto finire il capitolo LOL Un po' di suspense ci vuole, altrimenti non ci sarebbe gusto a leggere la storia. ;) La festa è divisa in due parti. Questa è la prima parte. Tra qualche giorno avrete la seconda parte e quindi il quarto capitolo. Il capitolo successivo è molto importante perchè è lì che viene messa in moto l'azione vera e propria. Ma già dalla frase finale di questo capitolo la storia comincia a farsi interessante, o almeno spero :) Le due canzoni che ho inserito sono Everybody Loves Me degli OneRepublic, una canzone perfetta per Jesse, e I Wanna Dance With Somebody di Whitney Houston è quella che cantano Rachel, Amy e Vanessa. Ringrazio tutti! Ogni volta che trovo una nuova recensione o un commento mi rendete davvero felicissima :)

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Let's party (Parte 2) ***


Nota: Questo capitolo è molto importante come vi avevo anticipato ed è un po' più lungo dei precedenti. Ci sono un paio di cosette di cui vorrei parlarvi per questo alla fine del capitolo troverete una seconda nota.

 


 

“Ho bisogno di prendere un po' d'aria.” disse Jesse e si allontanò dai suoi amici dirigendosi verso l'uscita.

Gli pareva che il cuore stesse per esplodergli dal petto. Le mani gli tremavano. Sentiva le gambe molli. All'improvviso aveva perso il controllo del suo corpo.

Uscì dalla sala, percorse velocemente il corridoio e arrivò sulla terrazza dove c'era solo poca gente. Si fermò ad ammirare il panorama di fronte a sé. Le luci dei grattacieli brillavano in quel cielo nero. Cercò di calmarsi. Cercò di respirare lentamente. Strinse le mani in due pugni. Cercò di riprendere il controllo del proprio corpo.

Sorpresa. Rabbia. Rimpianto. Nostalgia. Jesse St. James stava provando tutto ciò ed era sotto shock.

“Come era possibile? Come era possibile che lei si trovasse lì? Cosa diavolo ci faceva Rachel Berry a New York ad una festa del genere? E se ci fosse quel cretino del suo fidanzato con lei?”

La mente di Jesse era sopraffatta da tutte quelle domande. E lui non aveva la più pallida idea delle risposte. Odiava sentirsi così. Odiava non avere le cose sotto controllo. Sentirsi fragile. Non sapere cosa fare. Rachel Berry riusciva sempre a farlo sentire così. Vulnerabile. Mentre l'aveva guardata esibirsi con quelle due ragazze una serie di ricordi si erano fatti vivi nella sua mente. La prima volta che la vide esibirsi alle Provinciali in Don't Rain On My Parade. Il loro primo incontro nel negozio di musica. Il loro primo bacio. Il suo trasferimento al McKinley. Quando aveva capito di amarla davvero. Poi una scelta importante. Le uova. Quelle stupide uova. Le regionali. Poi il vuoto. Poi ancora lei. Il ballo. Quel momento perfetto in Auditorium quando le aveva confessato i suoi sentimenti. E poi le Nazionali. Quel bacio. Quel maledetto bacio. Il disgusto che provò nel vedere la sua Rachel baciare un altro davanti a tutta quella gente. Il dolore che seguì.

“Che cosa diavolo dovrei fare io ora?” Continuava a pensare Jesse su quel terrazzo. Rientrare in sala prima di tutto. Erano passati più di dieci minuti, i suoi amici avrebbero cominciato a sospettare qualcosa e lui non voleva che loro sapessero.

Poi un'idea improvvisamente lo fece sorridere e capì cosa doveva fare. Sistemò la sua showface e tornò dentro.

 

 

“Jesse, tutto ok? Sei andato via all'improvviso ed eri così pallido!” Ashley lo accolse così.

“Sì tesoro, tutto ok. È stato solo un brutto giramento di testa. Sto bene ora.” le rispose Jesse. Poi si girò verso Matt “Hai visto Caroline per caso?”

“Sì, è seduta lì” rispose Matt indicando la ragazza seduta a pochi metri da loro.

“Perfetto. Torno subito.” e si diresse verso di lei.

 

Dopo qualche minuto Jesse tornò dai suoi amici con Caroline e fece le presentazioni. “Caroline, resta qui con loro. Non ti muovere, ok?”

“Ok.” rispose lei.

Matt si avvicinò a Jesse. “Hey, ma che fai? Non avevi detto che volevi evitarla?”

“Sì, però è gnocca, no? E poi mi serve. Fa parte del piano.”

“Che piano?”

“Vedrai.”

Jesse si allontanò e si diresse verso la band. Salì sul palco e scambiò qualche parola con loro. Poi si girò verso il pubblico scrutandolo per bene.

“Perfetto”, pensò. “Sono entrambe dove dovrebbero essere. Sono vicinissime.” Sorrise e prese il microfono in mano. La band cominciò a suonare.

 

 

Hey Pretty Baby With The
High Heels On
You Give Me Fever
Like I've Never, Ever Known
You're Just A Product Of
Loveliness
I Like The Groove Of
Your Walk,
Your Talk, Your Dress
I Feel Your Fever
From Miles Around
I'll Pick You Up In My Car
And We'll Paint The Town
Just Kiss Me Baby
And Tell Me Twice
That You're The One For Me

 

 

Rachel per un pelo non fece cadere il bicchiere di vodka alla pesca che aveva in mano.

“Non ci posso credere!” gridò.

“Che c'è?” chiese Amy. “Lo conosci?”

“Oh mio Dio! Ma ti sta fissando! Lo conosci veramente?” continuò Vanessa.

“Sì, lo conosco.” fu l'unica cosa che Rachel riuscì a dire.

 

“Jesse St. James! Sì che lo conosco, Jesse St. James! Ma che diavolo ci fa Jesse St. James qui?” Rachel cominciò ad agitarsi. “Come lo affronto Jesse St. James io? Sono passati secoli dall'ultima volta che ci siamo visti. E di certo non ci siamo lasciati in buoni rapporti. Un momento... ma sta guardando davvero me! Oddio mi sta guardando! Oddio che faccio? Ora scappo! Sì, me la do a gambe! No, è troppo tardi! Non posso scappare! Mi sta sorridendo. Mi sta fissando mentre canta. Oddio, sta cantando per me. Non ci posso credere. Diamine, quanto è sexy però! Ma perchè lo sta facendo? Perchè sta cantando a me? Forse non è arrabbiato con me. Ma sì! Sicuramente ormai avrà dimenticato tutta la storia delle Nazionali e del bacio. Deve avermi vista esibire con Vanessa ed Amy e poi deve aver deciso di cantare per me! Dio, quanto è bravo! E come si muove! È diventato ancora più bravo di quanto già non fosse. Ma dove diavolo è Kurt quando ho bisogno di lui!”

 

 

The Way You Make Me Feel
(The Way You Make Me Feel)
You Really Turn Me On
(You Really Turn Me On)
You Knock Me Off Of My Feet
(You Knock Me Off Of
My Feet)
My Lonely Days Are Gone
(My Lonely Days Are Gone)

 

I Like The Feelin' You're
Givin' Me
Just Hold Me Baby And I'm
In Ecstasy
Oh I'll Be Workin' From Nine
To Five
To Buy You Things To Keep
You By My Side
I Never Felt So In Love Before
Just Promise Baby, You'll
Love Me Forever more
I Swear I'm Keepin' You
Satisfied
'Cause You're The One For Me

 

The Way You Make Me Feel

 

“Sì, sta decisamente cantando per te.” disse Amy.

“Cazzo, Rachel! È un figo assurdo!” commentò Vanessa.

Rachel sosteneva con gli occhi lo sguardo fisso di Jesse.

 

Jesse stava mandando le ragazze letteralmente fuori di testa. Ma non gli importava. In quel momento aveva ben altro in testa. E da come Rachel lo stava guardando, il suo piano stava funzionando.

 

Ain't Nobody's Business,
Ain't Nobody's Business
(The Way You Make Me Feel)
Ain't Nobody's Business,
Ain't Nobody's Business But
Mine And My Baby

 

Jesse si tolse la giacca lentamente e la lanciò all'indietro. Poi saltò giù dal palco.

 

“Oddio! Sta venendo verso di te” Amy strinse forte la mano di Rachel.

“Oddio, ora svengo” pensò Rachel. “Devo sembrare rilassata. Non posso farmi vedere così agitata da lui!”

 

Jesse si avvicinava sempre di più a passi di danza.

 

The Way You Make Me Feel
 

Rachel continuava a sostenere lo sguardo di Jesse. Sorrise maliziosamente perchè sapeva che tutte le ragazze la invidiavano in quel momento. Si sentiva agitata perchè non aveva la più pallida idea di cosa dire a Jesse quando la musica sarebbe finita ma per il momento si stava godendo quell'esibizione tutta per lei. Tutti gli occhi della gente alla festa erano puntati su di lui e su quella ragazza fortunata verso cui si stava avvicinando.

 

You Really Turn Me On

 

You Knock Me Off Of My Feet
 

 

Jesse St. James si trovava ormai di fronte a Rachel Berry. Gli occhi di tutti erano puntati su loro due. Erano vicinissimi. Rachel stava per gettare le sue braccia attorno al suo collo ma si bloccò quando vide quella sua espressione sul viso. La riconobbe subito. Era la stessa espressione che due anni prima aveva visto sul suo volto alla fine di Another One Bites The Dust. Jesse tese la sua mano destra come invito a ballare con lui. Ma quell'invito non era per lei. Jesse distolse lo sguardo da Rachel e guardò Caroline che era a circa un paio di metri dietro di lei con i suoi amici. La raggiunse con una scivolata mentre cantava l'ultimo verso della canzone.

 

My Lonely Days Are Gone

 

Poi si alzò in piedi e la baciò appassionatamente.

La musica era finita ed era calato il silenzio. Tutti erano rimasti a bocca aperta. Il finale a sorpresa li aveva spiazzati. Ma dopo qualche secondo il rumore degli applausi e delle grida fu assordante.

Jesse si staccò dalle labbra di Caroline.

 

“Wow! Complimenti a questo coraggioso ragazzo! Non avrebbe potuto scegliere un modo migliore per esprimere i propri sentimenti per una ragazza!” disse qualcuno al microfono. “Un altro applauso alla coppia felice!”

 

Gli applausi durarono parecchio ma dopo una nuova musica partì e tutti tornarono ai fatti propri. A bere, a mangiare, a ballare, a qualsiasi altra cosa stessero facendo prima dell'esibizione di Jesse. Ma qualche sguardo era ancora fermo su Rachel Berry. Quella che tutti credevano essere “la ragazza fortunata” prima che Jesse dimostrasse che in realtà mirava alla ragazza dietro di lei.

 

Rachel si sentiva pietrificata. In quel momento avrebbe potuto spaccare la faccia a qualcuno.

“Ehm, è stato un tantino imbarazzante... Non so esattamente che dire...” Vanessa interruppe il silenzio.

“Io so esattamente cosa dire invece!” rispose in tono incazzato Rachel e camminò verso “la coppia felice”.

 

“Che cosa diavolo era quello?” cominciò Rachel una volta arrivata di fronte a Jesse.

“Quello cosa?”

“Hai capito benissimo, Jesse! Mi hai appena messa in ridicolo davanti a tutti!”

“Rachel, non so di cosa tu stia parlando!”

“Lo sai, invece! E togliti quel sorriso egoista e arrogante dalla faccia immediatamente!” poi si fermò un momento. “Stavi fissando me, stavi avanzando verso di me, stavi cantando per me. Eri a pochi passi da me e poi mi ha fatto quel sorriso stupido e hai distolto lo sguardo da me e hai fatto quella scivolata verso di lei! E il bacio!” Rachel si fermò per un paio di secondi ancora e poi continuò. “Il bacio! Ma certo! È per questo che l'hai fatto! A distanza di tutto questo tempo hai pensato bene di vendicarti per quel bacio tra me e Finn alle Nazionali!”

“Stai dicendo un sacco di cazzate, Rachel. Non stavo cantando per te. E per favore smettila di gridare!”

“Sei un bugiardo!”

“Adesso basta! Vieni con me!”

Jesse prese Rachel per mano e la trascinò fuori dalla sala.

“Lasciami! Dove mi stai portando?”

“Dato che ti va così tanto di parlare, parliamo lontano da tutti, solo noi due, e lontano da quella musica assordante così magari la smetti di gridare!”

 

Arrivarono sul terrazzo dove Jesse era stato circa un quarto d'ora prima. Ora era deserta. Jesse lasciò andare la mano di Rachel e cercò di darsi una calmata. Non poteva perdere il controllo di nuovo.

Rimasero in silenzio per un po' di tempo guardandosi attorno ma mai negli occhi.

Rachel fu la prima a parlare, ma stavolta non gridò.

“Perchè l'hai fatto, Jesse?”

“Hai davvero creduto che stessi cantando per te?”

“Sì. Mi hai fissata per tutta la canzone. Se ne sono accorti tutti.”

“Sei una sciocca.”

“Perchè continui a mentire? Siamo soli ora.”

“Come ti sei sentita?”

“Umiliata.”

“Bene.”

“Jesse, mi guardi negli occhi, porca miseria?!” Rachel non riuscì più a mantenere la calma. Stava avvenendo tutto troppo in fretta.

Jesse tacque immobile.

“Jesse, parlami! Ho bisogno di spiegazioni! E guardami negli occhi, ho detto!” Rachel prese la mano di Jesse e la tirò forte facendo girare Jesse e ritrovandoselo faccia a faccia. Ciò che vide era un Jesse St. James che non aveva mai visto prima. Aveva gli occhi lucidi. La sua mano tremava.

 

Jesse si sentiva nudo. Nessuna showface. Le sue vere emozioni stavano venendo fuori ed erano così forti che non era riuscito a bloccarle. Ora le parole che aveva tenuto dentro per tanto tempo stavano per uscire come una valanga inarrestabile dalla sua bocca.

 

“Vuoi che parli? Va bene, parliamo! Ma sappi già che non ti piacerà cosa ho da dire.” Si prese un paio di secondi di pausa e poi continuò. “Era tutto un piano. Ti ho fatto credere che stessi cantando per te fino a pochi secondi prima della fine della canzone. E anche tutti gli altri alla festa ci hanno creduto. Poi sono andato da Caroline e l'ho baciata. Ho ottenuto esattamente ciò che volevo. Vendetta. Anche se la mia vendetta resta comunque nulla in confronto a ciò che mi hai fatto tu l'ultima volta che ci siamo visti.”

“Sai, per un attimo ho pensato di avere di fronte un Jesse St. James maturo e meno egocentrico. Quanto sono stupida! Davanti a me vedo solo il solito Jesse St. James, quello che a quanto pare non cambierà mai! Lo stesso Jesse che mi spaccò un uovo in testa e mi spezzò il cuore nello stesso istante!”

“Con che coraggio tu parli a me di cuori spezzati?!” Jesse alzò il tono della voce. Ormai non riusciva più a fermarsi. “Tu non hai la minima idea! Non hai la minima fottutissima idea!”

Rachel era un po' spaventata dalla rabbia che vedeva ora negli occhi di Jesse.

“Io ti amavo, Rachel! Io ti amavo! Te lo ricordi quel giorno in auditorium?! Ti avevo detto che avevo capito che tu m'importavi di più di quanto m'importasse il successo! E tu sai benissimo che peso ha provare una cosa del genere per uno come me! Io ti avrei dato tutto! E tu che cosa hai fatto, Rachel eh? Rispondimi!”

“Ti dissi che mi sentivo confusa e avevo bisogno di stare un po' da sola e di concentrarmi per le Nazionali.”

“Cosa che non mi pare tu abbia fatto. O mi sbaglio? Non so, ficcare la tua lingua nella bocca di Finn per te significava “stare da sola”? No, spiegamelo!”

“Non avevo previsto quel bacio, lo sai benissimo.”

“No, invece! Io non so un bel niente! E lo sai perchè? Perchè Jesse St. James a quanto pare non meritava nemmeno una cazzo di spiegazione come si deve dopo quel cazzo di bacio su quel cazzo di palco! Io avevo preso un aereo per farti una sorpresa. Per essere con te in quel momento importante. Per sostenerti. E che bel ringraziamento ho ottenuto! Non solo ho dovuto assistere a quel bacio ma dopo ho dovuto subirmi quel cretino del tuo fidanzato mentre mi sbatteva la vostra nuova relazione in faccia e godeva come un bambino del cazzo e soprattutto tu! Tu che non ti sei degnata nemmeno di mostrare un po' di gioia nel vedermi lì per te. Non meritavo nemmeno una spiegazione? Nemmeno cinque minuti da soli? Avevi così poca considerazione di me?”

Rachel si sentiva mortificata. Non sapeva cosa dire. Tutto si aspettava fuorché tutto ciò che stava ascoltando ora. “Jesse... non dire così... io...”

“Tu cosa? Ti dispiace? Se potessi tornare indietro ti comporteresti diversamente?”

“Sì.”

“Troppo tardi. Tu mi hai fatto male. I primi mesi qui sono stati un inferno. Mi hai provocato più dolore di quanto nessun' altro mi abbia mai provocato. Mi hai fatto smettere di credere nell'amore. Tu sei la ragione per cui vado ogni volta a letto con una ragazza diversa. La ragione per cui non voglio anzi non sono capace di legarmi a nessuna perchè sono terrorizzato all'idea che qualcuna possa ferirmi come mi hai ferita tu. E non voglio sentirmi mai più come mi hai fatto sentire tu!”

“Ti prego, Jesse. Ora basta.”

“Ti avevo avvisato che ciò che avevo da dirti non ti sarebbe piaciuto.”

Rachel deglutì. Non sapeva più cosa dire. Non sapeva più cosa pensare. In quel momento si sentiva solo terribilmente in colpa. Quelle parole l'avevano sorpresa e la stavano ferendo. Jesse aveva ragione.

“Mi dispiace, Jesse. Davvero. Mi dispiace per non averti dedicato del tempo dopo il bacio a cui hai dovuto assistere. Mi dispiace per averti ferito. Tu eri importante per me, davvero. Ti prego, credimi. Non avrei mai voluto farti del male.”

Jesse distolse lo sguardo da lei. Cercò di ricomporsi. “Suppongo abbiamo finito qui. Hai avuto le tue spiegazioni. Ora vai via. Addio, Rachel.”

Rachel avrebbe voluto dire altre cose. Avrebbe voluto dire come si era sentita quando l'aveva visto su quel palco quando pensava stesse cantando per lei. Quanto era stata felice di rivederlo dopo così tanto tempo. Avrebbe voluto chiedere scusa ancora una volta. Ma invece restò in silenzio. Si girò e cominciò a camminare mentre una lacrima le solcava il viso. Un minuto dopo era di nuovo alla festa. Nulla era cambiato lì.

 

 

“Rachel, oddio! Sei sconvolta! Vanessa e Amy mi hanno raccontato tutto! Ma c'è davvero Jesse St. James qui?”

Rachel annuì. “Dov'eri finito?”

“Ero fuori a parlare al telefono con mio padre. Mi ha tenuto al telefono per più di venti minuti. Tesoro mi dispiace non sai quanto! Devi raccontarmi tutto ora! Cosa ti ha fatto quello stronzo?”

“Nulla, Kurt. Nulla che non meritassi. Ora voglio solo andare via di qui. Ma dove sono Amy e Vanessa?”

“Lì, con quei ragazzi.” indicò Kurt.

Rachel e Kurt le raggiunsero.

“Ragazze, io e Kurt andiamo a casa. Ma voi non vi preoccupate, restate pure. Chiameremo un taxi.”

“Rachel, finalmente eccoti! Ma cos'è successo? Ti prego, non andartene.”

“Vi spiego tutto domani, ragazze. Ora ho solo voglia di buttarmi sul letto.”

Vanessa e Amy la abbracciarono. “Prenditi cura di lei” sussurrò Amy a Kurt nell'orecchio prima che lui e Rachel si allontanassero.

 

 

Jesse rientrò dopo dieci minuti che Rachel era andata via. Si diresse verso i suoi amici. Si avvicinò a Caroline.

“Sto andando via. Vieni via con me?”

“Sì.”

“Perfetto. Prendi le tue cose mentre io saluto i miei amici.”

 

“Bene ragazzi, vi saluto. Il piacere mi chiama.”

“Ma no, Jesse! Di già!”

“Sì, di già. Buon proseguimento a tutti.”

Mentre si girò, Matt e Ashley lo fermarono. “Per stasera passi, ma domani devi spiegarci che cosa diavolo hai combinato e soprattutto chi era quella ragazza!”

Jesse si liberò dalla presa di Matt e andò via.

 


 

 

“Lo sapevo che anche tu lo volevi.” sussurrò Caroline all'orecchio di Jesse dopo che le aveva sfilato il vestito e l'aveva appoggiata sulla sua scrivania. Anzi più che appoggiata, sbattuta. Ma a lei sembrava piacere. Con le mani avevano frettolosamente buttato la maggior parte delle cose sulla scrivania per terra.

“Credo di aver accidentalmente acceso il tuo Ipod.”

“Lascia stare.” rispose lui.

Jesse pensò che le avrebbe potuto fare qualsiasi cosa, non avrebbe detto di no a nulla. Pendeva dalla sua labbra. Le infilò la mano nelle mutandine. Era eccitatissima. Cominciò a muovere le sue dita velocemente e lei gemette dal piacere. “Oh Jesse”

Jesse adorava quando le ragazze pronunciavano il suo nome in quei momenti. Lo facevano sentire potente.

Caroline si alzò lentamente dalla scrivania e lo spinse a sedersi sul letto. Poi lei si inginocchiò e spostò i capelli all'indietro.

 

“Cazzo!”

“Qualcosa che non va?”

“No, continua ti prego!”

Caroline sorrise soddisfatta del piacere che stava dando a Jesse.

 

 

Can you see in the dark?
Can you see the look on your face?
The flashing white light's been turned off
You don't know who's in your bed

 

Quando Jesse sdraiò Caroline sul letto si soffermò e guardare il suo volto. Aveva il rossetto rosso sbavato. Strano, pensò Jesse. Prima di quell'istante non aveva nemmeno notato che aveva un rossetto rosso. E gli occhi. Aveva degli occhi celesti bellissimi. Non aveva notato neanche quelli. Quando cominciò a penetrarla si rese conto che non sapeva assolutamente nulla su quella ragazza che ora si stava scopando. Non che le altre volte sapesse vita, morte e miracoli su chi si portava a letto ma qualcosa in più del nome e del colore del rossetto la sapeva sempre. Anche perchè nessuna finora si era lasciata portare a letto senza che prima Jesse l'avesse lasciata parlare un po' di se stessa. E Jesse ascoltava o almeno faceva finta.

 

It takes more than fucking someone
You don't know to keep warm

Did you really think that a fuck at half speed
You'll find your love in a hole?

 

Mentre muoveva i suoi fianchi facendo godere quella ragazza sconosciuta all'improvviso una lacrima fuoriuscì dal suo occhio destro. Jesse la asciugò in fretta prima che Caroline potesse accorgersene. Questo non l'aveva previsto. In realtà non aveva previsto tutto quello che era successo quella sera.

Rachel” sussurrò Jesse muovendosi sempre più velocemente.

“Cosa? Cosa hai detto?”

“Nulla, non ho detto nulla.”

 

Jesse non riusciva a credere di aver appena detto il suo nome mentre si scopava un'altra ragazza. Per fortuna Caroline era troppo presa dal piacere per riuscire a capire.

“Girati.” disse Jesse.

Non voleva più guardare quella faccia sconosciuta. Quella faccia che non significava nulla per lui. Ma non voleva fermarsi. Jesse sapeva perchè lo stava facendo. Non voleva ammetterlo a se stesso ma chiaramente quella lacrima e poi il suo nome che era uscito dalla sua bocca l'avevano tradito.

Ripensò al loro dialogo sul terrazzo. Alla sua voce incazzata. Agli occhi di lei spaventati. Tante cose erano state dette ma alla fine Jesse non era nemmeno riuscito a scoprire come mai si trovasse a quella festa e come mai si trovasse a New York. Tante domande erano restate senza risposta. Troppe. Jesse scrollò la testa cercando di cacciare via tutti quei pensieri. Cercando di cacciare via il volto di Rachel Berry dalla sua testa. Ma un'altra lacrima gli solcò il viso. Per fortuna stavolta Caroline era di spalle.

 

And the room fills with steam
Oh, evaporates, disappears
My point of entry is the same way
That I leave

 

Aveva bevuto un sacco quando era tornato nel suo appartamento. Ma non era bastato. Stava scopando con un'altra ragazza. Una bellissima ragazza. Ma non bastava neanche quello. I pensieri e le emozioni che provava erano troppo forti per essere cacciati via così. Ma Jesse non si fermò. Continuò a combattere contro i suoi pensieri. Contro il volto di Rachel Berry. Contro i suoi morbidi capelli e il suo dolce profumo. Contro la vista del suo sorriso mentre lui aveva cantato The Way You Make Me Feel. Voleva dimenticare tutto. E in fretta. Tutti quei ricordi facevano troppo male.

 

Oh, you won't find love in a
Won't find love in a hole
It takes more than fucking someone
To keep yourself warm

 

Quando Jesse raggiunse l'orgasmo il gemito che uscì dalla bocca di Caroline dimostrò che anche lei era stata travolta da un'esplosione di piacere nello stesso momento. Jesse si alzò subito dopo e andò in bagno. Aprì l'acqua del lavandino e mise le sue mani sotto il getto d'acqua fredda. Se la gettò sul viso. Ripetette il gesto tre o quattro volte. Poi sentì bussare alla porta del bagno.

“Jesse, io sto andando via. Domattina devo svegliarmi presto. Ti chiamo domani pomeriggio. E grazie per la bella serata.”

“Va bene. Buonanotte.” rispose lui. Un paio di minuti dopo sentì la porta chiudersi.

 

Jesse si fece una doccia. Si mise qualcosa addosso velocemente e si rannicchiò sul letto. Pensò che forse ora i suoi pensieri l'avrebbero lasciato in pace e sarebbe riuscito a dormire. Ma non fu così.

 


 

Nota (2): Allora, cominciamo dalle “cose semplici”. Le canzoni in questo capitolo sono due. La prima è The Way You Make Me Feel di Michael Jackson. La seconda è meno conosciuta. Si chiama Keep Yourself Warm degli Frightened Rabbit. Quest'ultima è perfetta secondo me per descrivere la scena in cui l'ho inserita. Infatti io ho scritto quella scena proprio mentre ascoltavo quella canzone. La scena finale di sesso con Jesse e Caroline è un mezzo smut XD Abbiate pietà di me, è stata la prima volta che mi sono cimentata nello smut e questo è quello che ne è uscito fuori. Quindi scusate se è orribile. Detto questo, passiamo alle “cose complicate”. Io la penso così: lo sfogo di Jesse ci sta tutto. Vorrei riportare alla vostra memoria quel bacio alle Nazionali che ha fatto tanto disgustare noi fan St. Berry. Io sono stata depressa per settimane. E vi ricordo anche la scena dietro le quinte con Jesse che si comporta da gran signore e Finn che gongola come il cretino. Comunque quello che voglio farvi capire è che Jesse ha avuto tutto il diritto di reagire così soprattutto per com'è lui. Ora fatemi pensare cosa ne pensate voi invece :) Grazie.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Confessioni ***


“Non ne voglio parlare.”

“Jesse, io voglio aiutarti. Ma non posso farlo se tu non me lo permetti.”

“Non voglio il tuo aiuto, così come non voglio l'aiuto di Matt. Sto bene. Quante altre volte devo ripeterlo per fare in modo che mi lasciate in pace?”

 

Jesse versò due cucchiaini di zucchero nel caffè di Ashley, glielo passò e poi si affacciò alla finestra. Persino nei vetri di quest'ultima si notavano le sue occhiaie. Aveva dormito poco quella notte. Poco e male. I ricordi legati a quella festa l'avevano tormentato tutta la notte. Non era riuscito a liberare la sua mente da Rachel Berry. Quando alle 8 di mattina si era rassegnato e si era alzato dal letto per un momento aveva pensato fosse stato tutto solo un sogno. O un incubo. Non era riuscito a scegliere tra i due. Ma purtroppo le chiamate perse di Matt e Ashley gli avevano reso ben chiaro che i ricordi erano reali. Non si era immaginato tutto. Rachel Berry e Jesse St. James insieme ancora una volta. Era successo davvero. Era arrivato ad una conclusione però. Sapeva cosa avrebbe fatto. Sarebbe andato avanti con la sua vita. Avrebbe cercato di lasciarsi alle spalle quella dannata festa il più in fretta possibile. Avrebbe dimenticato Rachel Berry. Dopo tutto era stato solo un incontro casuale. Le probabilità di un altro incontro erano una su un milione. Insomma, sicuramente non l'avrebbe più rivista. Ma si sbagliava.

 

“Grazie per il caffè.”

“Se avessi saputo che eri qui per farmi il terzo grado non ti avrei aperto la porta. E prego.”

“Avrei sfondato la porta a calci. E sai che ne sono capace.”

Jesse non potette trattenere la risata perchè sapeva che Ashley l'avrebbe fatto davvero.

“Finalmente un sorriso!”

Egli prese in mano la sua tazza di caffè. Bevve un sorso e poi la appoggiò di nuovo sul tavolo. Prese coraggio.

“È una lunga storia.”

“Ho tutto il tempo che vuoi.”

“Parla di un Jesse St. James più giovane e innamorato.”

“Ok. Sputa il rospo. Subito! Jesse St. James innamorato non posso perdermelo per nulla al mondo! Ho bisogno di questa storia come ho bisogno dell'aria che respiro!”

Jesse rise di nuovo.

“So che c'è qualcosa che lega te e quella ragazza e so anche che è qualcosa di profondo. Ho visto il modo in cui la guardavi. Non ti ho mai visto guardare nessuna così.”

“C'era. C'era qualcosa di molto profondo.”

“Eccolo lì, il Drama Queen!”

Jesse si portò alla bocca la tazza di caffè e bevve l'ultimo sorso.

“È una storia triste. Scordati il lieto fine.”

“Che non si tratta di una barzelletta l'avevo capito da ieri sera. I tuoi occhi, Jesse. Dicono di più di quanto tu credi.” Ashley esitò qualche secondo. “Senti Jesse, io non voglio costringerti anche se si direbbe il contrario. Ma sono sicura che se riuscissi a parlarne con qualcuno potresti stare un po' meglio. Tenerti tutto dentro di certo non è la soluzione migliore. Sono tua amica e vederti così giù di morale rende triste anche me.”

“Sei la mia migliore amica.”

“Sì però non dirlo a Matt. Diventerebbe geloso.”

Ashley fece l'occhiolino a Jesse e lui annuì sorridendo.

 

Si fidava di Ashley così come si fidava di Matt.. Erano i suoi migliori amici. Non si era stupito del fatto che avevano notato che c'era qualcosa che non andava in lui la scorsa notte. Non si era stupito che lo avessero chiamato quella mattina. Si era stupido però per ciò che Ashley aveva appena detto.“So che c'è qualcosa che lega te e quella ragazza e so anche che è qualcosa di profondo. Ho visto il modo in cui la guardavi. Non ti ho mai visto guardare nessuna così.” Era così evidente quanto fosse importante Rachel Berry per lui? O meglio, quanto fosse stata importante. E lei? In che modo lo guardava lei? “Non che la cosa mi importi”, pensò Jesse. Poi sospirò e tirò fuori il cellulare dalla tasca della sua felpa.

 

“Matt, sono io. Vieni a casa per un caffè? Ashley è già qui. Vorrei parlarvi di ieri sera.”

 

 


 

“Wow. Mai sentita una storia d'amore tanto incasinata. E credimi, ho non poca esperienza alle spalle.”

“Vi presento Rachel Berry, Drama Queen.”, rispose Kurt al commento di Vanessa e tutti sorrisero.

 

Rachel Berry era seduta con le ginocchia incrociate sul letto e stringeva in mano il suo unicorno di peluche. Era stato un regalo che i suoi papà le avevano fatto il giorno in cui era partita per lasciare Lima. Si era chiesto se ormai non fosse troppo grande per quelle cose ma la verità è che non si è mai troppo grandi per avere un peluche tutto per sé da stringere tra le braccia quando se ne ha voglia. Guardò l'orologio. Erano quasi le cinque. Aveva parlato per più di mezz'ora. C'era stato bisogno di convincerla a parlare all'inizio ma poi le parole erano uscite dalla sua bocca naturalmente. Ripensò un attimo a tutto ciò che aveva detto. A partire da quando Shleby gli aveva chiesto di diventare suo amico fino a cosa si erano detti su quel terrazzo alla festa. Non aveva tralasciato nulla. Ora Amy e Vanessa sapevano tutto di lei e Jesse St. James. Anche Kurt aveva le idee più chiare.

 

“Per una volta devo dar ragione a Jesse.”

“Tu non eri quello che lo odiava e si divertiva a chiamarlo Jesse St. Sucks?”

“Non ho detto di considerarlo un bravo ragazzo ora. Semplicemente non ha avuto tutti i torti a fare ciò che ha fatto ieri. Se tu fossi stata nella sua posizione avresti probabilmente fatto qualcosa del genere. Ho sempre pensato che quel bacio alle Nazionali non fosse stato piacevole per lui ma ora mi rendo conto che è stato proprio un duro colpo. A quanto pare anche Jesse St. James ha un cuore.”

“Vabbè io direi che siete pari ora. Insomma, il video di Run Joey Run, le uova, il bacio alle Nazionali e la festa di ieri. Due pari. Palla al centro.”

Rachel scoppiò a ridere.

“Cercavo di sdrammatizzare la situazione”, spiegò Vanessa.

“Grazie, Vanessa. Lo apprezzo. In realtà ora che sapete tutto non c'è più comunque nulla da fare. Cioè, non credo di rivederlo mai più. Non so dove abita. Credo di aver capito che ormai abita qui ma non so nient'altro. Non ho più il suo numero. Non saprei come contattarlo. E soprattutto non credo che lui voglia essere contattato.”

“Ma ora metti un attimo da parte lui. Pensa a ciò che vuoi tu. Tu se potessi contattarlo, lo faresti?”

 

Rachel non sapeva cosa rispondere. Il problema era che anche se lei avesse voluto lui sicuramente non avrebbe voluto. Era stato abbastanza chiaro a tal proposito quando l'aveva praticamente cacciata. “Mi hai provocato più dolore di quanto nessun' altro mi abbia mai provocato. Mi hai fatto smettere di credere nell'amore.” Ripensò a quello che le aveva detto Jesse. Probabilmente essere presi sotto da una macchina le avrebbe fatto meno male che sentire quelle parole. Non aveva scherzato né esagerato nel pronunciarle. Era stato sincero. E in quel momento lo odiava per esserlo stato perchè l'aveva fatta sentire terribilmente in colpa. Ma aveva ragione. E per questo l'odiava anche di più. Aveva trovato il coraggio di affrontarla. Lei non c'era riuscita dopo quel bacio alle Nazionali. Cercò di concentrarsi su ciò che aveva detto Vanessa. “Pensa a ciò che vuoi tu”

 

“Io vorrei solo parlarci ancora. Spiegargli che mi dispiace davvero per averlo fatto soffrire. Ma lui non vuole sentir ragione.”

“Quindi se tu potessi, lo contatteresti. Se per esempio avessi il suo numero di telefono, lo contatteresti?”

“Sì.”

“Speravo in questa risposta. C'è una cosa che devo dirti.”

 


“Mi spieghi esattamente cos'è successo?”

“Dopo che Rachel è andata via e tu sei andato via con Caroline, lei e sua cugina si sono avvicinate verso di me. Avevano pensato che io sapessi qualcosa in più di loro ma io gli ho detto che anche io non avevo la più pallida idea di cosa stesse succedendo e che non avevo mai visto Rachel e né mai sentito parlare di lei in vita mia. Poi una cosa tira l'altra. Abbiamo cominciato a parlare di varie cose e...”

“E le hai chiesto di uscire?”

“Sì.”

“Matt, che cazzo però! Con tutte le ragazze che stavano alla festa, proprio con un'amica di Rachel dovevi flirtare?”

“Io non vedo il problema di questa storia sinceramente, Jesse.”

“Il problema è che vi ho detto che vorrei restare alla larga il più possibile da Rachel Berry. E Matt che fa? Ci prova con la sua amica!”

“Guarda che Vanessa e la tua ragazza...”

“Non è la mia ragazza!” lo interruppe bruscamente Jesse alzandosi e sbattendo la mano destra in un pugno sul tavolo.“Avrei fatto meglio a starmi zitto e non raccontarvi nulla di lei!”

“Jesse ti dai una calmata e torni a sederti, per favore?” Ashley si alzò e mise una mano sulla spalla di Jesse. “Perchè sei così incazzato? Hai detto di averle detto tutto ieri sera, no? Le hai detto quanto ti ha fatto male. Cos'altro c'è?”

“C'è che non doveva succedere tutto questo! C'è che l'avevo dimenticata! Non dovevamo rivederci mai più. Avevo superato la sua mancanza e tutto il dolore. E ora mi ritrovo punto e a capo. Come se fossi tornato un anno indietro. E stanotte non sono riuscito a chiudere occhio a causa sua. Per cui scusami tanto se non riesco a mantenere la calma!”

 

Le parole erano uscite senza che fosse riuscito a fermarle. Fissò il pavimento per qualche secondo e poi tornò a sedersi. Si versò dell'acqua nel suo bicchiere e bevve lentamente. Poi lo appoggiò sul tavolo. Ora era più calmo.

 

“Mi dispiace. Non volevo prendermela con voi.”

“Tranquillo, Jesse.” Ashley allungò il suo braccio sul tavolo e strinse la mano di Jesse nella sua.

“Avreste dovuto vedere il suo sguardo mentre le gridavo addosso. Era così indifesa. Voleva scusarsi alla fine ma non gliene ho dato nemmeno modo. L'ho praticamente cacciata.”

“Jesse da tutto quello che ci hai raccontato, se l'è praticamente cercata. Mettiamola così: nessuno dei due vincerebbe il premio “Fidanzato dell'anno” per come vi siete comportati a vicenda.”

Jesse le sorrise e stava per risponderle ma Ashley continuò. “Certo che non mi stupisce tutto ciò. Solo tu potevi far parte di una relazione così tanto incasinata. E tra l'altro è peggio ancora se ci soffermiamo a pensare che è l'unica relazione semiseria che hai avuto in vita tua.”

“Perchè tu invece sei un' esperta di relazioni stabili, vero?” era intervenuto Matt.

“Senti chi parla! E poi mettiamo le cose in chiaro. Io non voglio una relazione seria. Ciò non vuol dire che non sarei in grado di gestire una relazione stabile con un ragazzo.”

Matt e Jesse si guardarono e poi tornarono a fissare Ashley non convinti del suo tentativo di difendersi.

“Pensate quello che volete! Possiamo tornare alla questione principale ora? Vi ricordo che è Jesse il motivo per cui siamo qui, non io.”

“Sinceramente non so cos'altro dire. Vi ho raccontato tutto.” rispose Jesse.

“Quello che stavo dicendo io prima è che... Vanessa e Rachel si conoscono solo da un paio di giorni. Vanno alla NYADA insieme. Vanessa è al terzo anno, Rachel al primo. Stasera la porto a cena fuori.”

 

Jesse sorrise e provò un senso di soddisfazione quando sentì che Rachel frequentava la NYADA. Non ne era sorpreso affatto. Aveva sempre saputo che era destinata a grandi cose. Si sentì per un momento tanto orgoglioso di lei. Chissà se lei avrebbe provato lo stesso nel sapere che lui avrebbe debuttato a Broadway tra qualche mese. Forse sarebbe stata un po' gelosa nel sapere che lui avrebbe calcato quei palcoscenici prima di lei.

 

“NYADA!”, esclamò Ashley riportando Jesse alla realtà. “Wow, dev'essere una in gamba!”

“Sì, lo è. L'hai sentita cantare ieri sera. Anche se quello non è nulla rispetto a cosa è capace di fare davvero. Dovresti vederla recitare ogni battuta di Funny Girl alla perfezione, compresa l'esecuzione magnifica di tutte le canzoni. È tra le persone più talentuose che abbia mai conosciuto. Ed è molto determinata. Diventerà una star. È inevitabile.

 


 

“Allora?”

“Sei sicura che Matt accetterà?”

“Tentar non nuoce. L'importante è che ne sia convinta tu.”

“Fallo.”

“Ok.”

Vanessa e Amy si divisero l'ultimo biscotto che Kurt aveva offerto dalla sua scatola. Salutarono e andarono via.

“Kurt, cosa ne pensi tu?”

“Tesoro, è evidente che stai male per questa situazione. Se parlargli di nuovo e chiarire le questioni in sospeso può aiutarti a stare meglio e a lasciarti tutto alle spalle allora tanto vale provarci.”

“Grazie per aver capito.” disse Rachel e si gettò tra le sue braccia. “Ti voglio bene, Kurt.”

“Anch'io, Rachel. Allora cosa ti va di fare? Andiamo a fare una passeggiata e poi ci guardiamo un bel film? Una commedia divertente?”

Rachel annuì.

 

 

“Ci riusciresti mai tu?” chiese Kurt a Rachel quando Friends With Benefits era terminato.

“A far cosa?”

“Ad avere un amico con cui andare a letto ogni volta che vuoi fare sesso senza evitare di innamorarti di lui?”

“Non ci ho mai pensato in effetti. Ma non credo.”

“Il fisico di Justin Timberlake è stata la parte più bella del film.”

Rachel stava per rispondere quando il suo cellulare vibrò. Un messaggio ricevuto. Vanessa.

Non è stato difficile. Matt me l'ha dato tranquillamente. Usalo per bene. A domani” Seguivano una faccina che fa l'occhiolino e un numero di telefono.

“Kurt, è Vanessa!”

“Allora, ce l'ha fatta?”

“Sì! Ho il numero di Jesse!”

“Grande! Vuoi chiamarlo o gli mandi un messaggio?”

“Un messaggio è meglio. Vorrei evitare che mi chiudesse il telefono in faccia.”

 

Ciao. Il tuo amico ha gentilmente dato il tuo numero alla mia amica Vanessa perchè io lo volevo. Spero la cosa non ti crei problemi. Avrei bisogno di parlarti. Sto male per quello che è successo ieri. Possiamo vederci? Rachel.”

 

Rachel si ritrovò a dover aspettare tre giorni prima di vedere il nome di Jesse sul display del suo cellulare.

 

Domani pomeriggio alle 6 all'entrata del Winter Garden Theatre. Va bene per te?”

 

“Kurt, mi ha risposto! Jesse mi ha risposto! Credevo che non mi avrebbe risposto più!”

“Se l'è presa comoda il ragazzo. Che ti ha scritto?”

Rachel lesse ad alta voce il messaggio per Kurt e poi rispose a Jesse.

 

Sì, va benissimo. A domani.”

 

 


 

Nota: Ciao a tutti! Scusate se ci ho messo di più del solito ad aggiornare ma sono stata fuori città. Vi prometto che il prossimo capitolo lo pubblicherò in pochissimo tempo :) Ringrazio ancora una volta tutti voi che leggete la mia storia e spero continui a piacervi. A presto :)

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Un inizio ***


“Ok... questa o quella blu?” chiese Rachel a Kurt mentre teneva una camicetta con i fiorellini rosa nella mano destra e una blu nella mano sinistra.

“Rachel, ti rendi conto che ti stai preparando da un'ora? Fossi in te penserei più a cosa dirgli quando vi ritroverete faccia a faccia piuttosto che a come vestirti.” Kurt si soffermò un attimo a guardare i due capi d'abbigliamento che Rachel aveva in mano. “Metti quella, comunque” concluse poi indicando la camicetta con i fiorellini.

Rachel sorrise perchè sapeva che Kurt ne avrebbe scelta una delle due alla fine. Che fosse di cattivo umore o malato, nulla gli avrebbe impedito di dare consigli di moda.

“Ci ho pensato fin troppo a quello che vorrei dirgli. Avevo anche scritto dei post- it. Alla fine però penso che quando lo vedrò le parole giuste usciranno naturalmente... o almeno lo spero. Ho strappato i post- it.”

“Non voglio immaginare quando avrai un appuntamento con qualcuno. Non dormirai la notte per prepararti e pianificare tutto?”

“Il problema non si pone. Quante volte abbiamo fatto questo discorso? Non voglio appuntamenti con nessuno. Di amici posso averne anche milioni ma non voglio un fidanzato. Sono qui solo per concentrarmi sul mio futuro. Quando avrò vinto il mio primo Tony Award allora potrò pensare ad avere un uomo accanto che sia degno del mio talento. Per il momento sto bene così.”

“Come vuoi tu.”

“Ora scusami ma torno in bagno a truccarmi. Dieci minuti e ho finito. Davvero.”

 

Esattamente dieci minuti dopo Rachel uscì dal bagno. Indossava una gonna rosa a pieghe che le arrivava fin sopra il ginocchio e la camicetta per cui aveva optato Kurt, un cardigan grigio e delle ballerine grigie. Aveva messo un leggero lucidalabbra perlato sulle labbra. Al collo aveva la sua collanina preferita con la stella dorata. Prese la sua borsetta bianca dalla scrivania e la riempì con le sue cose. Mentre si avviava alla porta si fermò un momento e chiese a Kurt come stesse.

“Sei bellissima.” gli rispose lui. “Ma... Quest'odore?”

“Ho usato la tua crema per capelli al cocco. E tra l'altro è finita.”

“Ti odio.”

“No, non è vero.”

Rachel sorrise per l'ultima volta a Kurt e poi chiuse la porta dietro di sé. Prese un gran respiro e cominciò a camminare. “Andrà tutto bene” pensò mentre scendeva le scale per autoconvincersi che stavolta nessuno dei due avrebbe gridato addosso all'altro. Non riusciva nemmeno a spiegarsi tutta quell'agitazione che le stava salendo man mano che si avvicinava al Winter Garden Theatre. In fondo non ce n'era motivo. Se Jesse avesse voluto chiarire le cose l'avrebbero fatto altrimenti ciao, arrivederci e grazie. Era sopravvissuta benissimo senza di lui e poteva ancora farlo. “Curiosità”, pensò. “Ecco cos'è. È che sono curiosa. Chissà come se la passa a New York, se lavora o studia. Cosa fa, con chi esce, se è fidanzato... Fidanzato! Che stupida che sono, ma certo che è fidanzato.” Rachel ripensò al bacio tra Jesse e quella ragazza odiosamente bella, “La coppia felice”, e per un attimo provò gelosia. “Curiosità!” pensò di nuovo nel tentativo di cacciare quell'ultimo pensiero dalla testa.“Pura e semplice curiosità.”

 

Quando Rachel si ritrovò di fronte al Winter Garden Theatre, vide che Jesse era già lì che la aspettava. Il semaforo era rosso e dovette aspettare per attraversare e raggiungerlo. Mentre era ferma sul marciapiede si accorse che lui ancora non l'aveva vista. Ne approfittò per osservarlo con attenzione. Aveva un paio di jeans stretti e una t-shirt blu con delle stampe colorate. Quella maglietta gli metteva in evidenza i pettorali. Aveva le mani infilate nelle tasche e in quella posizione faceva risaltare ancora di più i muscoli delle braccia. Il battito del cuore di Rachel cominciò ad accelerare. Chiuse gli occhi per un istante. Fece un respiro profondo e li riaprì. Il semaforo ora era verde. Rachel attraversò con cautela l'ampia strada che la dividevano dal marciapiede opposto dove Jesse St. James la stava aspettando. Si fermò ad un metro di distanza da lui.

“Ciao.”, disse cercando di mascherare la tensione che sentiva su tutto il suo corpo.

“Ciao, Rachel.”, rispose Jesse con un tono un po' freddo.

Jesse tolse le mani dalle tasche. Rachel deglutì. Silenzio imbarazzante. Poi Rachel fece un passo avanti e avvicino il suo viso a quello di Jesse e dandogli un bacio su ognuna delle sue guance.

“C'è uno Starbucks tra un paio di isolati. Ti va di andarci?”

Rachel rispose che adorava Starbucks e così si incamminarono fianco a fianco. Restarono in silenzio durante quel breve tragitto. Quando entrarono nel bar Jesse fece strada a Rachel verso il tavolino più isolato rispetto agli altri. C'era molta gente ma per fortuna nessuno aveva un tono di voce troppo alto da infastidire gli altri. Jesse fece accomodare Rachel e poi le chiese cosa avrebbe voluto da bere.

“Un frappuccino fragola e panna.” rispose lei mentre estraeva il suo portafoglio dalla borsetta e prendeva una banconota.

“Non serve.” disse Jesse fermandola. “Offro io.” e si allontanò verso il bancone.

Tornò qualche minuto dopo con in mano il frappuccino per Rachel e un frappuccino al caffè per lui.

Li appoggiò sul tavolino e porse il primo a Rachel e avvicinò il secondo a sé.

“Grazie, Jesse.”, disse Rachel e poi avvicinò le labbra alla cannuccia immersa nella sua bevanda per berne un po'.

“Prego.” rispose lui.

Rachel non potette fare a meno di notare il suo tono freddo ancora una volta. Pensò che forse sarebbe stato meglio non contattarlo e lasciare le cose così come erano rimaste alla festa. Era evidente che lui non era contento di essere lì con lei. Probabilmente aveva accettato di incontrarla solo per non essere scortese nel rifiutare il suo invito, pensò Rachel. Probabilmente la considerava una palla al piede in quel momento e avrebbe voluto essere da tutt'altra parte. Rachel cominciò a demoralizzarsi. Jesse fu il primo a parlare e a mettere fine a quel silenzio che andava avanti da troppo ormai e che metteva a disagio entrambi.

“Allora... Ti ascolto. Hai detto che volevi parlarmi.”

Rachel si schiarì la voce. “Sì. Innanzitutto grazie per aver accettato di incontrarmi. Io... ci tenevo a rivederti perchè... sono molto dispiaciuta.”

Jesse incrociò le braccia al petto e fissò Rachel negli occhi mentre lei continuava a parlare.

“Mi sono comportata male con te. Ti ho fatto soffrire e non te lo meritavi. Voglio che tu capisca questo, Jesse. Voglio solo che tu sappia che sono sinceramente dispiaciuta. Non chiedo nient'altro. Il tuo amico Matt e la mia amica Vanessa a quanto pare fanno sul serio e quindi potrà accadere di rincontrarci. Non voglio che ci comportiamo come due estranei. Vorrei almeno poterti salutare.”

Jesse ripensò un istante alle parole di Matt della sera precedente. “Mi piace davvero Vanessa. È una ragazza incredibile. Voglio continuare a vederla.” e poi ripensò a come si era sentito sorpreso nell'ascoltare quelle parole uscire dalla bocca del suo migliore amico che come lui si teneva sempre alla larga dalle relazioni stabili. L'aveva preso in giro per un po' perchè a quanto pare proprio lui si era preso una bella cotta.

“Matt e Vanessa sono il principale motivo per cui ho accettato di incontrarci.” Jesse aveva preso la parola ora. “Hai ragione, stanno praticamente insieme quei due e quindi potrebbe capitare di rincontrarci anche non volendo. Non ti negherò il saluto quando capiterà.”

Rachel abbassò lo sguardo e e si sistemò la frangia con le dita. “Ecco perchè è qui”, pensò. “Se tra Matt e Vanessa la cosa non fosse continuata, se ne sarebbe fregato di lei. L'avrebbe dimenticata. Avrebbe lasciato facilmente il loro incontro alla festa alle spalle. Avrebbe ignorato il suo messaggio. Probabilmente non si sarebbero più rivisti.” Rachel si sentì ancora più demoralizzata. Aveva immaginato che non sarebbe stato facile ma pensare a come sarebbe andata e viverla erano due cose ben diverse. Jesse non stava gridando, non era agitato come lo era alla festa. Era tranquillo ma il modo in cui la stava guardando, la freddezza che avvertiva nella sua voce le stavano facendo male proprio come quelle grida sul terrazzo. Rachel sentì una fitta al cuore. “Oh no! Questo no!” pensò quando sentì gli occhi riempirsi di lacrime. Cercò di farsi coraggio. Deglutì. Rialzò lo sguardo ma parlò evitando di guardare Jesse dritto negli occhi.

“Quindi siamo d'accordo. Bene. Grazie. Forse è ora che vada. Ti ho fatto perdere fin troppo tempo. Suppongo che tu abbia di meglio da fare.” Rachel fece forza sulle gambe e si alzò dalla sedia. Prese la sua borsetta dal tavolo e fece un sorriso sforzato a Jesse. Fece un paio di passi verso l'uscita ma poi sentì che qualcosa le stava impedendo di continuare a camminare.

“Rachel, aspetta. Risiediti, per favore.”

La mano di Jesse aveva afferrato con forza la sua. Rachel si prese qualche secondo prima di rigirarsi. Ormai la prima lacrima era uscita. Non voleva farsi vedere mentre piangeva da lui. Per nessun motivo. Ma non voleva nemmeno andare via ora che Jesse le aveva chiesto di restare. Decise di girarsi perchè non voleva deludere Jesse St. James un'altra volta. Si risedette al suo posto e tirò un fazzoletto fuori dalla borsetta. Aveva la testa abbassata.

“Sono una stupida”, disse con voce tremolante mentre si asciugava le lacrime.

“Rachel, smettila. Sei tante cose, ma stupida non lo sei di certo.” Aspettò qualche secondo lasciando a Rachel il tempo di risistemarsi prima di continuare. “Accetto le tue scuse. Lo so che sei sinceramente dispiaciuta. Anche io ti devo delle scuse. Non avrei dovuto gridarti addosso su quel terrazzo. Avevo perso il controllo. Sia chiaro però che tutto quello che ho detto è vero e lo penso ancora. Non posso rimangiarmi le parole che ho usato.”

“Grazie, Jesse.”

“Il tuo frappuccino è quasi intatto.”

“Ora che sono un po' più tranquilla posso continuare a berlo.”

Mentre abbassava il suo sguardo per prendere la cannuccia in bocca notò quello che sembrava essere l'accenno di un sorriso sul volto di Jesse. Ma non era sicura. L'atmosfera era più distesa e meno imbarazzante di prima, di questo era sicura. Quando finì di bere tornò a guardare Jesse negli occhi.

“Allora, ti va di raccontarmi un po' di te? Da quanto tempo vivi a New York, cosa fai, come te la passi...”

Jesse annuì e cominciò a parlare. “Allora... vediamo... Vivo a New York praticamente dal nostro ultimo incontro, quello prima della festa intendo. Dalle tue Nazionali del 2011 insomma.”

Rachel notò la tristezza negli occhi di Jesse mentre pronunciava quell'ultima frase. Era evidente che gli faceva male parlarne.

“Immagino dovessi trovarmi a New York per capire che questa è la città che fa per me. Ho preso un monolocale in affitto e ci vivo da allora. Nulla di che. È piccolo ma l'ho reso accogliente. Ho seguito per quasi un anno un corso di recitazione. È lì che ho incontrato Matt. I miei mi hanno aiutato molto con i soldi e io ho lavorato un po' in un negozio di musica. Vivere qui è molto costoso. Ma vale la pensa fare dei sacrifici. E poi c'è la grande notizia. Questa è abbastanza nuova.” Jesse notò la grande curiosità negli occhi di Rachel. “Hai di fronte a te il Link Larkin del remake di Hairspray che debutterà al Winter Garden Theatre in primavera!”

“Jesse!!!” esclamò Rachel. “Ma è una notizia magnifica! Il tuo debutto a Broadway! Ecco perchè mi hai chiesto di vederci lì!”

Ora era più che sicura che Jesse stesse sorridendo.

“Già. Ce l'ho fatta a quanto pare. Ancora non me ne rendo conto io stesso. Abbiamo cominciato le prove da circa un paio di settimane. Il cast è formidabile. E il teatro... il teatro è stupendo, Rachel.”

“Ti credo! Wow Jesse, complimenti davvero!”

“Grazie.”

“La tua famiglia dev'essere molto orgogliosa di te... e anche la tua ragazza...”

Rachel non riuscì a credere di aver tirato fuori quell'argomento proprio ora che le acque si erano calmate.

“La mia ragazza?”

“La ragazza che era con te alla festa.”

Jesse scoppiò a ridere e Rachel lo guardo in modo perplesso. Era da tempo che non vedeva Jesse St. James ridere e questo la rendeva decisamente più serena ma non riusciva a capire cosa ci fosse di tanto divertente finchè Jesse non spiegò.

“Non è la mia ragazza! Caroline è.. solo...” non sapeva nemmeno come definirla. Amica non di certo. “... conoscente... in poche parole ci sono andato a letto e basta.”

“Ah, però!” Rispose Rachel un po' imbarazzata. “Quindi faceva parte anche lei del piano.”

“Sì, non esiste nessuna “coppia felice”.”

Rachel si sentì sollevata ma quella sensazione fu molto breve.

Mi hai fatto smettere di credere nell'amore. Tu sei la ragione per cui vado ogni volta a letto con una ragazza diversa. La ragione per cui non voglio anzi non sono capace di legarmi a nessuna perchè sono terrorizzato all'idea che qualcuna possa ferirmi come mi hai ferita tu.”

Jesse non aveva mentito. Su nulla. Era colpa sua se non c'era nessuna “coppia felice”. Aveva trasformato Jesse St. James in uno di quei ragazzi che spezzavano i cuori delle ragazze con poca autostima portandosele a letto e non richiamandole il giorno dopo. Aveva trasformato Jesse in un mostro che non era più in grado di amare. Un mostro senza sentimenti.

“Tu piuttosto... dov'è il tuo ragazzo? L'hai lasciato a Lima? Escludo a priori che lui sia stato accettato alla NYADA.”

“Io e Finn ci siamo lasciati a giugno. L'ho lasciato poco dopo il diploma.”

“Aspetta un attimo! Tu hai lasciato lui?”

“Sì.”

“Buono a sapersi. Non ti meritava.”

“Qualcun' altro che conosci è qui con me alla NYADA però... Kurt.”

“Mi fa piacere. Sono contento ce l'abbia fatta, è un bravo ragazzo e ha tanto talento. E sono contento ce l'abbia fatta tu. Ma su di te non ho mai avuto dubbi. Saresti potuta entrare in qualunque scuola avresti voluto.”

“Grazie.” Rachel sentì le sue guance che diventavano calde e capì di essere arrossita.

“Allora, da quanto tempo sei a New York? Ti trovi bene?”

“Da tre settimane più o meno. Ci siamo trasferiti insieme io e Kurt. Lui è il mio migliore amico, non avrei potuto condividere quest'esperienza con una persona migliore di lui. Se mi trovo bene, dici? Splendidamente. Ho sempre sognato New York, tu lo sai. E ora che vivo qui mi sento a casa e allo stesso tempo mi sento una persona diversa. Più matura.”

“Bene.” Jesse fissò per qualche secondo il bicchiere vuoto davanti a sé.

“Potremmo essere amici, sai.”

E questa da da dove diavolo le era venuta, pensò Rachel. Non ci aveva nemmeno pensato nei giorni precedenti. Un conto era ottenere il perdono da Jesse e salutarsi educatamente se si fossero incontrati, ma essere amici era tutt'altra cosa. E soprattutto non poteva avergli fatto una proposta del genere dopo che stavano parlando civilmente solo da una ventina di minuti. Avrebbe voluto ritirare quella frase all'istante, ma era troppo tardi. Ormai il guaio era stato fatto. Maledetta bocca che non si sta mai chiusa, pensò Rachel.

“Rachel, sarò onesto.” Jesse si passò una mano tra i quei ricci perfetti. “Non è facile per me. Non riesco a fidarmi ciecamente di te. Ti prego di non prendertela troppo. La ferita che mi hai lasciato era grossa, molto grossa. Non posso essere tuo amico, per ora. Ma forse potrò esserlo. Col tempo.”

“Io... ho pensato che non dobbiamo per forza rivederci quando le circostanze ce lo imporranno per via di Matt e Vanessa. Possiamo anche scegliere di vederci. Possiamo partire da qualcosa di piccolo. Sentirci ogni tanto. Prendere un caffè insieme. Tu puoi aggiornarmi su come procedono le prove, io posso parlarti delle lezioni alla NYADA, possiamo parlare delle canzoni che più ascoltiamo negli ultimi giorni... Mi piacerebbe dimostrarti che ti puoi fidare di me.”

“Lo apprezzo. E a me piacerebbe riuscire a farlo.”

“Ci porremmo dei limiti ovviamente. Ad esempio, non è necessario che tu mi racconti delle tue ultime conquiste sessuali. Anzi, decisamente non devi.”

Riuscì a far ridere Jesse e ne fu contenta. Gli piaceva vederlo ridere. Ed era sempre più rilassato. Ormai il tono freddo della sua voce era quasi sparito del tutto.

“Aspetta un attimo... tu sei ancora...”

“No! No... No.”

“Tre no, ok ricevuto... Aspetta... No! Oddio no!”

Jesse aveva appena usato il tono di qualcuno che ha appena realizzato qualcosa. Qualcosa di non bello.

“Cosa? Cosa c'è?”

“Con Finn? Ti prego dimmi che hai perso la verginità con qualcun' altro! Puck ad esempio! Chiunque ma non Finn!”

“E invece Finn.”

Questa volta Jesse si passò entrambe le mani tra i capelli.

“Dimmi che almeno eri ubriaca quella sera!”

“Più sobria che mai.”

“Ok, sai una cosa? Non dirò quanto questa cosa mi stia causando il voltastomaco in questo momento. Non commenterò la sua mascolinità. Non mi sentirò offeso dal fatto che tu non l'abbia fatto con me quando stavamo insieme ma abbia deciso di farlo con lui che, voglio dire, è quello che è... e né insinuerò che...”

“Ok, basta ora. Argomento off- limits. Abbiamo capito.”

Rachel si sentì a disagio nel parlare di certe cose con Jesse e le sue guance arrossirono di nuovo.

Jesse distolse lo sguardo da lei e guardò altrove per qualche istante. Quando i suoi occhi si posizionarono ancora su di lei disse: “Ci proverò, Rachel. Potremmo parlare ogni tanto. Potremmo bere qualcosa insieme. Ma non posso prometterti nulla.”

“Mi basta questo, Jesse. Mi va bene.” rispose Rachel pensando che era senz'altro un inizio. Jesse non le aveva chiuso la porta in faccia stavolta. L'aveva ascoltata. Aveva sorriso e persino riso un paio di volte. Ci avrebbe provato. E a lei questo bastava.

 


Nota: Avevo promesso di aggiornare presto e l'ho fatto :) Che dire... Entrambi si sono sciolti un po'... è un inizio, no? :) Fatemi sapere cosa ne pensate, mi fa sempre piacere leggere i vostri commenti. Senza di voi che la leggete, questa storia rimarrebbe sul mio pc come semplice sfogo di una mente fin troppo legata alla coppia St. Berry :) Perciò grazie a tutti! Grazie a chi mi lascia sempre dei commenti carinissimi, grazie a chi ha aggiunto questa storia tra le “storie seguite” o tra le “storie preferite” e grazie a chi magari legge e basta :) Grazie davvero. A presto con il nuovo capitolo!

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Kate ***


“Appoggia qui quel bagaglio.” Kate ubbidì e lasciò cadere sul quel letto perfettamente in ordine la sua valigia. “Tu dormirai nel mio letto, io sul pavimento.”

“Ma no, Jesse. Non voglio che tu dorma per terra. Non sarebbe giusto. Il letto è abbastanza grande, possiamo starci entrambi.”

“Sei sicura che per te va bene dormire con me?”

“Ma certo. Basta che non ti prendi tutto il lenzuolo e non mi tiri i calci mentre dormi.”

Jesse rise ricordando quando lei e sua sorella dormivano insieme durante i temporali quando erano ancora piccoli e puntualmente la mattina dopo al risveglio lei lo sgridava perchè si era agitato in continuazione nel sonno. Ma nonostante si lamentasse sempre, ogni volta che c'era un forte temporale e lei era spaventata correva nel letto del suo fratello maggiore. Jesse adorava sua sorella. Ma non l'aveva mai detto a lei. E i suoi genitori erano ancora meno presenti di Jesse. Trascorrevano quasi tutto l'inverno a Bali. Ben, il primogenito, era andato via di casa per cercare lavoro a Chicago quando Kate era ancora una bambina. Per fortuna i suoi zii erano molto presenti nella sua vita e cercavano di riempire quel vuoto con cui Kate doveva convivere ogni giorno. Ma per quanto si sforzassero, non potevano rimpiazzare del tutto le figure di un padre e di una madre e di due fratelli maggiori. E Kate aveva bisogno di loro. Aveva bisogno della sua famiglia. Era una ragazzina molto fragile. Non era forte e indipendente come era sempre stato Jesse. Non c'era da meravigliarsi che la piccola Kate fosse diventata bulimica a 13 anni. Solo così era riuscita ad attirare l'attenzione dei suoi genitori.

“Cercherò di controllarmi.” rispose Jesse e fece un' occhiolino a sua sorella. “Vedrai che ti piacerà New York! Da dove vuoi cominciare a visitarla?”

“Fifth Avenue!”

“Perfetto. Allora adesso sistemiamo un po' la tua roba e poi usciamo.”

Jesse pensò che quella era l'occasione per stabilire un vero rapporto con sua sorella. Era contento che lei fosse lì. Voleva farla rilassare e divertire. L'aria di New York le avrebbe fatto bene. Lo rattristava però pensare alle circostanze che avevano portato Kate a venire a stare da lui per quella settimana. E non potette fare a meno di incolpare se stesso e la sua famiglia per tutto ciò che aveva passato e che stava passando ora.

 


“Io semplicemente non capisco... cioè... era andato tutto bene, aveva detto che ci avrebbe provato. Ora sembra essere sparito nel nulla.”

“Rachel, è passata solo una settimana. Probabilmente sarà stato impegnato con le prove. Non c'è bisogno di farne una questione di stato.”

“E allora perchè non risponde ai miei messaggi e non si è connesso né su Facebook né su Twitter? E se gli fosse successo qualcosa di grave?”

“Ne dubito fortemente. Rachel, devi darti una calmata. Ti ricordo che lui non ti ha promesso nulla. Ha detto che ci avrebbe provato. Questo non vuol dire che da un giorno all'altro siete diventati migliori amici. Evidentemente gli serve del tempo per riflettere. Che fai ora? Chi stai chiamando?”

Rachel aveva preso il suo cellulare in mano, aveva digitato qualcosa e ora l'aveva portato al suo orecchio destro.

“Vanessa. Forse lei sa qualcosa a proposito.”

 

Hey ciao, Vanessa. Come stai?”

Ah, davvero? Potresti salire un attimo qui da noi. Avrei bisogno di chiederti una cosa.”

Ok, perfetto.”

 

“È al piano terra. È venuta a salutare Amy. Dopo verrà qui.” spiegò Rachel a Kurt.

Passò mezz'ora prima che Vanessa salisse nella loro camera. Dopo aver parlato del più e del meno Rachel le chiese se per caso avesse notizie di Jesse.

“Jesse è stato fuori città. Matt mi ha detto che è tornato a casa per dei problemi in famiglia. È tornato oggi pomeriggio, che io sappia.”

“Problemi in famiglia? Che genere di problemi?” Rachel sembrava molto preoccupata ora.

“Purtroppo non so nulla di più e anche Matt sapeva ben poco. A quanto pare non gli risponde nemmeno al cellulare.”

Rachel sospirò e ringraziò l'amica per la disponibilità. Vanessa cercò di tranquillizzarla e poi andò via.

“Perlomeno non sei l'unica a cui non risponde. Almeno ora sappiamo che non ce l'ha con te.” disse Kurt mettendo una mano sulla spalla della sua migliore amica.

“Sì, ma... hai sentito Vanessa... e se fosse qualcosa di grave?”

“Tesoro, purtroppo tu non puoi farci nulla per il momento. E poi Vanessa ha anche detto che oggi pomeriggio lui è tornato il che forse vuol dire che il problema è stato risolto.”

Ora Kurt stava accarezzando i capelli di Rachel che si era distesa sul letto. “Jesse è un duro, qualsiasi cosa sia successo sono sicuro che se la caverà. Ora, tesoro, devo andare a fare un po' di spesa prima che i negozi chiudano. Vuoi aggiungere qualcosa alla lista che abbiamo fatto stamattina?”

“Cioccolata. Tanta cioccolata.”

Kurt sorrise e diede a Rachel un bacio sulla guancia. “Vedi di non deprimenti troppo mentre sono via.”

 

Quando Rachel si ritrovò sola in camera provò a chiamare Jesse ma il suo cellulare era staccato. Si alzò per prendere il pc portatile e poi ritornò sul letto. Poggiò il computer sulle sue gambe e si connesse a Facebook. Digitò Jesse St. James nella barra di ricerca. Sulla sua bacheca non c'era nulla di nuovo. Sorrise guardando la sua foto profilo. Era lui sul palco del Winter Garden Theatre. Aveva un sorriso a 32 denti. Probabilmente qualcuno del cast gliel'aveva scattata. Scorse tutte le immagini profilo. Si soffermò su una in particolare. Risaliva ai campionati regionali di canto coreografato del 2010 quando i Vocal Adrenaline avevano battuto il suo gruppo con Bohemian Rhapsody. Jesse era tenuto su da tutti i suoi compagni di squadra mentre teneva in alto il trofeo. Sul suo viso la gioia della vittoria. Quando Rachel tornò sulla sua bacheca notò il pallino verde accanto al suo nome. Jesse St. James era online. Rachel esitò nella speranza che lui la contattasse ma poi decise di fare lei la prima mossa.

 

Rachel: Ciao, Jesse

Jesse: Ciao, Rachel

Rachel: Come stai? Hai ricevuto i miei messaggi?

Jesse: Sì, li ho visti. Scusami se non non ti ho risposto... ho avuto da fare in questi giorni.

Rachel: Vanessa mi ha accennato che sei andato via per qualche giorno per dei problemi di famiglia. Cos'è successo?

Jesse: Sì, è vero... è una lunga storia. Mia sorella non sta bene. Sta passando un brutto periodo. L'ho portata con me a New York nella speranza che possa farle bene.

Rachel: New York è magica. Sicuramente aiuterà :)

Jesse: Lo spero.

Rachel: Forse posso aiutarvi... cosa c'è che la tormenta?

Jesse: No, anche se volessi non potresti aiutarla.

Rachel: Ah, capisco...

Jesse: Mi dispiace ma è un argomento delicato, non mi va di parlarne con nessuno. Sono stato molto vago anche con Matt e Ashley, i miei due migliori amici. Senza offesa, ma se non sono riuscito a parlarne con loro, dubito di poterlo fare con te.

Rachel: Scusami, non volevo essere invadente.

Jesse: Ora devo andare. Lei ha bisogno di me. Ciao.

Jesse si disconnesse subito e Rachel non ebbe il tempo di rispondergli.

 


 

“Jesse, io ho finito.” Kate si stava ancora sistemando la maglia del pigiama quando uscì dal bagno.

Jesse le sorrise e poi camminò verso il bagno. Chiuse la porta dietro di sé a chiave e accese la luce. Sul suo viso si leggeva la stanchezza della giornata appena passata. Era in piedi dall'alba. Erano partiti presto da Lima. Quando erano arrivati a New York avevano perso un po' di tempo nel sistemare la roba di Kate e poi erano usciti di nuovo e Jesse aveva cominciato a mostrare le meraviglie che New York offriva. Giusto quel po' che si può mostrare in un pomeriggio. Avevano mangiato della pizza e poi erano tornati nel suo appartamento. Mentre Jesse entrava in doccia ripensò al pomeriggio passato con sua sorella. Era più di un anno che non passava un intero pomeriggio con lei. Era piuttosto sicuro che lei si fosse divertita. Sicuramente meglio delle giornate che stava passando nelle ultime settimane a Lima prima che lui la portasse via. “New York è magica. Sicuramente aiuterà.” Jesse ripensò alle parole di Rachel in chat. Portare sua sorella via da Lima era stata la decisione giusta. I suoi genitori non la stavano aiutando come avrebbero dovuto. La portavano da dottori e psicologi e la facevano riempire di farmaci. Certo, l'aiuto di specialisti in una situazione come quella di sua sorella era fondamentale. Nessuno riuscirebbe a superare la bulimia da solo. Ma secondo Jesse quello non bastava. Non bastava prendere due pillole al giorno, non bastavano due sedute a settimana. Quello di cui Kate aveva bisogno era conforto, era affetto. Aveva bisogno della sua famiglia, di qualcuno che le stesse vicino, che le rimboccasse le coperte prima di andare a letto. E Jesse voleva essere quel qualcuno.

Quando Jesse uscì dal bagno ciò che vide lo fece ricredere sul fatto che Kate si stesse divertendo a New York. Lei era seduta sul letto. Con le braccia abbracciava le gambe che erano piegate al petto. Aveva la testa sulle ginocchia. Dondolava avanti e dietro. I suoi occhi erano spenti, distanti. Jesse fu terrorizzato. Sentì il suo corpo ghiacciarsi nel vedere la sua sorellina in quello stato. Quando riuscì a riprendere il controllo del proprio corpo corse verso di lei. Si sedette sul letto accanto a lei.

“Kate! Kate! Va tutto bene! Hey, guardami negli occhi... Kate, guardami negli occhi.” Jesse prese il viso di sua sorella tra le sue mani e la guardò dritta negli occhi. “Kate, alza lo sguardo, guardami negli occhi. Avanti... puoi farcela...Ecco così brava!” Gli occhi di Kate ora guardavano Jesse e dopo pochi istanti lei si gettò tra le sue braccia. Jesse sentì la sua maglietta bagnarsi per le lacrime che ora uscivano dagli occhi di sua sorella. “Scusa, Jesse! Scusa!” disse mentre piangeva a singhiozzi.

“Kate, non devi scusarti! Di che ti scusi?! Va tutto bene. Ci sono qui io. Ci stendiamo sul letto, ok? Ti vuoi stendere sul letto?”

Kate si liberò dalle braccia di Jesse e annuì stendendosi sul letto. Jesse fece lo stesso. Erano sdraiati uno accanto all'altro a pancia in su. Rimasero in silenzio per qualche minuto. Kate aveva smesso di piangere ora.

“Mi dispiace, Kate.” disse Jesse fissando il soffitto.

“Per cosa?”

“Per tutto. Perchè quando eri in prima media e quelle ragazzine di terza ti rubavano le merendine in giardino, io facevo finta di non accorgermi di nulla. Perchè quando mamma e papà non c'erano, non sono stato capace di prendermi cura di te. Perchè al tuo quattordicesimo compleanno non ero con te e ti ho mandato solo un cortissimo messaggio. Perchè sono stato un fratello terribile. Mi dispiace, Kate. Mi dispiace da morire. È tutta colpa mia se ci sei ricaduta. Mi sento così terribilmente in colpa, Kate!”

“Jesse, no. Non dirlo neanche per scherzo. Non è colpa tua se sono ricaduta nella bulimia. E non dire nemmeno che sei un fratello terribile, perchè è una bugia. Oggi pomeriggio sono stata bene, davvero bene. Non lo ero da tempo. Ed è grazie a te. E poi... Quinta elementare. Venisti a prendermi da scuola il giorno di San Valentino. E avevi un mazzo di rose rosse in mano per me. 11 anni. Ruppi il vaso preferito della mamma e tu non facesti la spia ma dicesti che era stato il nostro gatto. 12 anni. Mi aiutasti nel progetto di scienze sulle stelle tutta la notte. Andammo a letto alle quattro di mattina. Potrei andare avanti all'infinito, Jesse. Non essere così duro con te stesso. Sei un buon fratello.”

“Non abbastanza.”

Kate si gettò tra le braccia di Jesse e lui la strinse forte.

“Kate, posso chiederti cosa è successo esattamente a scuola? Perchè non ti trovi bene?”

“Possiamo parlarne un'altra volta, per favore? Ho tanto sonno...”

“Certo. Riposati. Io devo prima fare delle cose al computer... ti raggiungo tra poco.” Jesse diede un bacio sulla fronte a Kate e si alzò dal letto per raggiungere la sua scrivania. Aprì Facebook e notò che Rachel Berry era ancora in linea.

 

Jesse: Scusami se sono andato via all'improvviso prima.

Rachel: Non devi scusarti. Sono stata io ad essere troppo invadente. Non sono affari miei. È solo che... volevo essere d'aiuto in qualche modo.

Jesse: A mia sorella è stata diagnosticata la bulimia un paio di anni fa. Aveva solo 13 anni. I miei hanno cominciato a sbatterla da un dottore ad un altro lasciando esclusivamente a loro il compito di occuparsene. Sai come sono i miei genitori, ne abbiamo parlato a volte quando... quando stavamo insieme. Assenti per tutto l'inverno. Egoisti e menefreghisti d'estate. Siamo praticamente stati cresciuti dai nostri zii. Io sono forte, lo sono sempre stato. Ma Kate non è come me. A lei pesava questa situazione. Lei avrebbe voluto dei genitori affianco. Io d'altra parte non sono stato il miglior fratello che si possa desiderare. Non le ho dedicato le attenzioni che avrei dovuto. Per non parlare di Ben. Mesi fa era cominciata a migliorare. Quest'estate non ha vomitato per niente, o almeno così hanno detto i miei. Anche il suo psicologo aveva notato dei grandi miglioramenti. Ma qualche settimana fa i sintomi si sono ripresentati. Mia madre la sentiva chiudersi in bagno e vomitare. I medici hanno detto che ci è ricascata. I miei mi hanno chiamato qualche giorno fa e mi hanno chiesto di andare a casa sperando potessi essere d'aiuto. A quanto pare mia sorella sta avendo dei problemi nella nuova scuola. Non riesce ad integrarsi. I suoi insegnanti dicono che sta sempre per conto suo. Il suo psicologo ha detto che un po' di giorni via le avrebbero fatto bene così ho deciso di portarla qui con me. Oggi pomeriggio è stata bene. Siamo andati un po' in giro per New York. Ma poco fa ha avuto un crollo. Era paralizzata, piangeva, fissava il vuoto. Ho sentito il cuore letteralmente spezzarsi in due quando l'ho vista così. Ho cercato di tranquillizzarla. Abbiamo parlato e si è calmata. Ora dorme nel mio letto. Non avevo realizzato quanto mi mancasse fino a stasera. Quando dorme è la cosa più tenera che abbia mai visto in vita mia. Dovresti vederla.

Rachel: Mi piacerebbe. Mi dispiace tanto per tutto ciò che sta passando. È solo una ragazzina. Senti Jesse, cosa fate domani? Avete programmi?

Jesse: Non lo so... perchè?

Rachel: Potremmo uscire noi tre insieme. Io ho passato dei brutti periodi al liceo, prima ancora che ci conoscessimo. Mi sentivo invisibile. Con la formazione del Glee Club è andata molto meglio, mi sono fatta tanti nuovi amici. Non ero più invisibile e non ero più sola ma tutte le granite in faccia, tutti gli insulti e le prese in giro da parte degli altri ragazzi della scuola facevano male. Fortunatamente il Glee Club mi ha insegnato a non lasciarmi condizionare da tutto ciò. Mi ha insegnato a rispettare me stessa e gli altri e a non abbandonare i miei sogni. Mi ha aiutata a diventare la persona che sono ora. Tua sorella è al primo anno di liceo, correggimi se sbaglio.

Jesse: Sì, ha cominciato il primo anno.

Rachel: Te la ricordi la sensazione delle prime settimane al liceo? Ti senti sperduta, confusa. Ammiri i gruppetti dei ragazzi più cool dall'esterno e faresti qualsiasi cosa per essere uno di loro. È un periodo molto particolare nella vita di un adolescente. Jesse, a me farebbe davvero piacere aiutare tua sorella. Magari parlandole della mia esperienza al liceo. Potremmo farlo insieme. Aiutarla a trovare la forza. Farle capire che andrà meglio col tempo.

Jesse: Secondo lo psicologo le è successo qualcosa a scuola in particolare. Cioè non è solo il fatto che si sente esclusa e sta sempre da sola. C'è qualcos'altro. Crede che ci sia qualcosa che sta nascondendo, qualcosa di cui non riesce nemmeno a parlare. Stasera ho provato a chiederle qualcosa a riguardo ma ha detto che era stanca e voleva andare a letto. Ha detto che me ne avrebbe parlato in un altro momento.

Rachel: Jesse, se vuoi il mio aiuto io sono più che felice di parlare con lei. Forse con una ragazza può essere più facile confidarsi. Fidati di me, Jesse. Lascia che mi rendi utile in qualche modo. Non è giusto che tu sia da solo a gestire tutta questa situazione.

Jesse: Forse hai ragione... potrebbe farle bene...

Rachel: Proviamoci perlomeno...

Jesse: Va bene. Proviamoci. Grazie Rachel, apprezzo le tue intenzioni.

Rachel: Io sono contenta che tu ti sia confidato con me.

Jesse: Sei l'unica a cui ho parlato di tutto ciò.

Rachel: Lo apprezzo tantissimo.

Jesse: Beh, avevo detto che ci avrei provato. Lo sto facendo.

Rachel: :)

Jesse: Allora, ti vengo a prendere domani mattina alle 10:30, va bene?

Rachel: Sì, perfetto.

Jesse: Ora scusami ma sono molto stanco, vado a letto.

Rachel: Buonanotte Jesse.

Jesse: Buonanotte Rachel.

 

Quando Jesse si infilò nel letto cercò di fare in modo più cauto possibile per non svegliare Kate ma lei non si era addormentata ancora.

“Jesse?”

“Sei ancora sveglia?”

“Sì, non riesco ad addormentarmi.”

“Kate, devo farti una proposta. Ti va se domani mattina una mia... una mia amica si unisce a noi?”

“Amica?”

“Sì, esatto. Si chiama Rachel. Sono sicuro che ti piacerà.”

Kate esitò qualche istante. “Va bene.” disse alla fine. Chiuse gli occhi. “Jesse?” sussurrò.

“Dimmi.”

“Canti per me, per favore?”

Jesse sorrise. “Cosa vuoi che canti?”

“Qualsiasi cosa.”

Jesse le accarezzò i capelli. Prese fiato.

 

When she was just a girl
She expected the world
But it flew away from her reach so
She ran away in her sleep
and dreamed of
Para-para-paradise, Para-para-paradise, Para-para-paradise
Every time she closed her eyes

When she was just a girl
She expected the world
But it flew away from her reach
and the bullets catch in her teeth
Life goes on, it gets so heavy
The wheel breaks the butterfly
Every tear a waterfall
In the night the stormy night she'll close her eyes
In the night the stormy night away she'd fly

and dreams of
Para-para-paradise
Para-para-paradise
Para-para-paradise

Oh oh oh oh oh oh oh oh
She'd dream of
Para-para-paradise
Para-para-paradise
Para-para-paradise
Oh oh oh oh oh oh oh oh oh

lalalalalalalalalalala
And so lying underneath those stormy skies
She'd say, "oh, oh oh oh oh I know the sun must set to rise"

This could be
Para-para-paradise
Para-para-paradise
Para-para-paradise
Oh oh oh oh oh oh oh oh
This could be
Para-para-paradise
Para-para-paradise
This could be
Para-para-paradise
Oh oh oh oh oh oh oh oh oh

 

Kate ora si era addormentata col dolce suono della voce di Jesse. Lui le baciò la fronte calda. “Sogni d'oro” le sussurrò e poi chiuse gli occhi.


 

Nota: Ciao a tutti! Volevo puntualizzare un paio di cose. La prima è la figura di Kate che ho introdotto in questo personaggio. Non so lo ricordate ma nella puntata 2x21 (Funeral) Jesse confessa al prof. Schuester di avere una sorella bulimica e anche un fratello. Will: “Devo essere sincero, Jesse. Più ne parliamo, più la cosa mi mette a disagio. È come se stessi dicendo ad uno dei miei figli che è il mio preferito.” Jesse: “Beh, questo è quello che i miei genitori hanno detto di me di fronte ai miei fratelli. Certo qualcuno potrebbe dire che questo abbia portato mio fratello alla dipendenza da whippet (una razza canina) e mia sorella alla bulimia, ma i miei genitori dovevano dir loro la verità.” Questo è un pezzettino della conversazione. Dato che in Glee non è mai stato trattato un tema come la bulimia o l'anoressia, ed è un peccato dato che di allusioni ce ne sono state spesso (soprattutto a Santana), ho deciso di trattarlo “lievemente” qui. Ma non ho introdotto il personaggio della sorella di Jesse solo per questo, ma soprattutto perchè sarà d'aiuto nel far riavvicinare i nostri due protagonisti. Un'altra cosa che volevo riportarvi alla memoria è il fatto che i genitori di Jesse passano l'inverno a Bali e quindi Jesse e sua sorella vivono con gli zii (puntata 1x15). La canzone finale è Paradise dei Coldplay. La adoro e penso sia perfetta per Kate. Ok, ho finito ora XD Scusate se vi ho annoiato con tutte queste precisazioni. Fatemi sapere cosa ne pensate di questo nuovo personaggio :) Ringrazio tutti per l'attenzione e soprattutto auguro a tutti voi BUON NATALE dato che non penso di aggiornare prima del 25. Dovrete avete un po' di pazienza fino al 27 :) Divertitevi! :)

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Autumn in Central Park ***


Rachel si aggiustò con le mani il vestitino blu che indossava e si infilò un lungo cardigan bianco da sopra. Aveva fatto bene a portarlo. Ormai il caldo estivo stava lasciando spazio all'aria piuttosto fresca dell'autunno. Rachel cominciò a scrutare tutti i taxi che passavano davanti a lei alla ricerca di quello in cui ci fossero Jesse e sua sorella. Sperava con tutto il cuore che il pomeriggio sarebbe andato bene e che sarebbe riuscita ad aiutare Kate e Jesse ma aveva paura di fallire. O addirittura di peggiorare le cose. Velocemente ripensò a tutti i compiti che il professor Schuester aveva assegnato alle New Directions negli anni. Avevano affrontato tanti argomenti insieme ma non avevano mai parlato dei disturbi alimentari come anoressia e bulimia nonostante fosse risaputo che alcune cheerleaders praticamente vomitavano l'anima per essere sempre magrissime e per non deludere la Sylvester. Però se c'era una cosa importante che aveva imparato al Glee Club era l'accettazione del proprio corpo. Rachel ripensò alla sua maglietta “Nose” e all'esibizione dei suoi compagni in Born This Way. Tutto ciò che doveva fare era aiutare Kate ad accettare sé stessa e il proprio corpo. All'improvviso un suono di un clacson vicinissimo a lei la fece sussultare. Il taxi con Jesse e Kate era arrivato. Era proprio di fronte a lei. Jesse la invitò ad entrare dal finestrino. Rachel aprì la portiera e si sedette accanto a lui. Alla sua destra era seduta sua sorella. Rachel rimase colpita dall'enorme somiglianza tra i due. Kate aveva gli stessi lineamenti del viso di Jesse. Gli stessi capelli ricci. E soprattutto lo stesso splendido sorriso. Indossava dei jeans e una felpa rosa col cappuccio.

Rachel tese la sua mano destra verso di lei. “Ciao, sono Rachel. Piacere di conoscerti.”

Ciao, io sono Kate.”

Poi Rachel sorrise a Jesse e lo salutò con due baci sulla guancia.

Sei consapevole del fatto che sei letteralmente saltata in aria quando hai sentito il clacson?”

Ero sovrappensiero!” si giustificò Rachel.

Jesse rise e fece l'imitazione di Rachel quando sul marciapiede era stata sorpresa dal suono del clacson. Rachel cercò di trattenere la risata per non dare soddisfazione a Jesse ma non ci riuscì. Era la prima volta da tanto tempo che scherzavano e ridevano insieme. Rachel sentì una sensazione di serenità dentro di sé. Sentiva che il rancore di Jesse nei suoi confronti si stava esaurendo. Sentiva che quel pomeriggio sarebbero stati bene insieme.

Mi piace molto il tuo vestito, Rachel.” le confessò Kate.

Grazie. Sei molto gentile. È tutto merito del mio migliore amico. L'ha scelto lui. Ultimamente mi ha fatto rivoluzionare il mio guardaroba.”

Scommetto che Kurt ti ha fatto buttar via i tuoi maglioni con gli animali.” disse Jesse.

No, fortunatamente sono riuscita ad impedirglielo.”

Io invece scommetto che staresti bene con qualsiasi cosa addosso. Sei molto bella. Non è molto bella, Jesse?”

Jesse si sentì un tantino in imbarazzo. Sua sorella non sapeva nulla del loro passato. Le aveva semplicemente detto che si erano conosciuti ai tempi del liceo e ora si erano rincontrati a New York. Non perchè volesse mentire a sua sorella ma semplicemente perchè non voleva annoiarla con la lunga storia che Rachel e lui avevano alle spalle.

Sì, lo è.” rispose Jesse sinceramente e guardò Rachel negli occhi. Lei arrossì e ringraziò entrambi. “Anche tu sei molto bella, Kate”

Non proprio.”

Rachel colse l'espressione sul suo volto e capì che Kate lo pensava davvero. Non stava solo facendo la modesta.

Ma certo che sei bella, non dire stupidaggini.” intervenne Jesse.

A quel punto la loro conversazione fu interrotta dal tassista che li avvertì di essere arrivati a destinazione: Central Park. Jesse pagò per tutti e tre. Quando uscirono Rachel gli si piazzò davanti. “Dì un po' sei diventato milionario all'improvviso? Alla prossima occasione offro io!” Poi sorrise. “E grazie.”

Prego.” replicò Jesse.

Kate, non sei mai stata qui?”

Kate scosse la testa.

Ne rimarrai incantata.”

Un'esplosione di colori. Un arcobaleno formato dal fogliame di maestosi alberi di ogni tipo. Le distese d'asfalto che attraversavano il parco erano caratterizzate dalle foglie secche che il vento autunnale portava via dagli alberi e che sembravano formare un tappeto di varie tonalità d'arancione e dorato. Il verde degli immensi prati era ancora il colore dominante però. Nell'acqua olivastra del lago si riflettevano i giganteschi grattacieli dell'Upper East Side. Il sole batteva forte quel sabato mattina. Passeggiando attraverso il parco si incontrava gente di tutti i tipi. Una madre dondolava un bimbo tra le braccia. Un gruppetto di ragazzine pattinava mano nella mano sulla pista. Un gruppo di ragazzi muscolosi giocava a basket. Una bambina era affascinata da alcuni uccellini che canticchiavano sui rami. Un'altra bambina lanciava del cibo in piccolissimi pezzi alle papere nel lago. Un ragazzo di colore si scatenava nella breakdance circondato da ammiratori. Un padre e una madre spingevano il loro bambino sull'altalena sempre più forte. Delle donne in tuta facevano jogging. Centinaia di persone diverse riempiva Central Park in quella tarda mattinata. Ognuno di loro rappresentava una storia diversa. Centinaia di storie che si intrecciavano nel “Polmone Verde” di Manhattan. Jesse, Rachel e Kate erano solo alcune di esse. Dopo aver camminato a lungo decisero di noleggiare delle biciclette. Attraversarono pedalando il resto del parco e indicarono ogni minuto qualcosa di interessante che puntualmente faceva luccicare gli occhi di Kate. Quando un'ora dopo dovettero restituire le biciclette, decisero che avrebbero mangiato qualcosa. Jesse propose di prendere quelli che secondo lui erano i migliori panini di Manhattan in una paninoteca lì vicino e Kate e Rachel approvarono l'idea.

Questa volta offro io.” disse Rachel prima di cominciare a camminare verso la paninoteca. Dopo pochi passi girò la testa verso di loro e sorrise. Poi continuò ad allontanarsi.

Mi piace Rachel.” commentò Kate appena lei fu lontana.

È una ragazza in gamba.” rispose Jesse.

Provi qualcosa per lei.”

Jesse rimase fortemente sorpreso da ciò che sua sorella aveva appena detto. Non gli aveva fatto una domanda. Non gli aveva chiesto se provasse dei sentimenti per Rachel. La sua era un'affermazione. Per lei Jesse provava qualcosa nei confronti di Rachel. E dal tono che aveva usato pareva anche molto sicura di ciò che aveva insinuato.

N-No.” rispose Jesse imbarazzato di parlare di un argomento tanto delicato come il suo rapporto con Rachel con sua sorella. “È solo un'amica.”

Secondo me tu vorresti che fosse qualcosa di più. Ho visto come la guardi, come ti si è illuminato il viso quando è entrata nel taxi, come ti fa sorridere. E lo vuole anche lei. L'ho capito da come è arrossita quando hai detto che la trovi bella. E certi sguardi che ti lancia, Jesse! Quando poco fa ti sei passato una mano tra i capelli, i suoi occhi brillavano!”

Jesse ora si sentì ancora più confuso. Non solo per sua sorella lui avrebbe voluto che Rachel fosse più di un'amica ma anche Rachel avrebbe voluto la stessa cosa. Aveva parlato di certi sguardi. Occhi che brillavano. Visi che si illuminavano.

Improbabile che lei lo voglia.”

Vedi! Non hai negato che tu lo vuoi invece!”

Jesse si era accorto troppo tardi della risposta avventata che aveva dato a Kate. Ora avrebbe voluto semplicemente mettere a tacere sua sorella e le sue insinuazioni.

Credimi, Kate. Io e Rachel non possiamo stare insieme. È complicato.”

Un ragazzo e una ragazza che si piacciono. Non c'è nulla di più semplice al mondo.”

E tu da quando sei diventata un'esperta di relazioni sentimentali?”

Da quando il soggetto in questione è mio fratello!”

La conversazione fu interrotta da Rachel che si stava avvicinando con un grosso sacchetto in mano. Jesse camminò verso di lei per aiutarla a reggerlo. Kate trovò una panchina libera e li chiamò. Jesse si sedette tra le due ragazze.

Allora... per me un panino con cotoletta vegetale e una bottiglietta d'acqua. Per voi due hot dogs e due lattine di coca cola.”

Vanno benissimo.” disse Jesse.

Dopo aver tirato il primo morso al suo panino Kate diede ragione a Jesse sul fatto che fosse il migliore hot dog che avesse mai mangiato. E anche Rachel era molto soddisfatta del suo panino.

Avevate dubbi?” disse col tono tipico di quando era sicuro di sé e di quello che diceva. E Jesse usava quel tono spesso.

Quando finirono di mangiare si alzarono dalla panchina per sdraiarsi sull'enorme distesa verde che era di fronte a loro. “Ho portato un asciugamano!” disse Kate tirandolo fuori dal suo zaino. Jesse l'aiutò a stenderlo sul prato. Rachel e Kate si distesero sul prato appoggiando solo la parte superiore del corpo sull'asciugamano. Jesse notò che Kate si era allontana da Rachel per lasciare spazio per lui in modo che si fosse seduto in mezzo a loro. Jesse lanciò un'occhiata a sua sorella che voleva dire fondamentalmente “Ho capito cosa stai cercando di fare. Smettila!”

Ma la sua occhiata non era poi tanto severa. Kate gli sorrise divertita nel vedere suo fratello in imbarazzo.

Allora Rachel, ce l'hai un ragazzo?” chiese Kate girando la sua testa verso di lei.

No. E tu?”

No, neanche io. Posso chiederti il perchè? Insomma sei tanto bella e divertente.”

Ehm... Al momento è una mia scelta, a dir la verità. Sono venuta qui a New York per studiare e realizzare i miei più grandi sogni. Voglio concentrarmi su me stessa e sulla mia carriera. Un ragazzo sarebbe una distrazione.”

Beh, un ragazzo qualunque sì. Il ragazzo giusto no. Cioè, se incontrassi un ragazzo e ti innamorassi di lui, se fosse quello giusto per te... cosa faresti?”

Ho già commesso l'errore di scegliere il ragazzo piuttosto che il mio successo. Non ho intenzione di ripetere lo stesso errore.”

Ma lui non era il ragazzo giusto.”

No, non lo era.”

E per questo sono d'accordo con te nel dire che è stato un errore. Ma se si trattasse del ragazzo giusto, della tua anima gemella, secondo me non ci sarebbe nemmeno bisogno di fare una scelta. Intendo dire che il ragazzo giusto sosterrebbe insieme a te i tuoi sogni, ti aiuterebbe a realizzarli, non sarebbe una distrazione da essi né un impedimento di alcun tipo. O sbaglio?”

Il ragazzo giusto sosterrebbe insieme a te i tuoi sogni, ti aiuterebbe a realizzarli”.

All'improvviso Rachel si sentì catapultata in un altro luogo e in un altro tempo. La sua mente tornò indietro nel tempo e la costrinse a ripensare esattamente a un momento della sua vita quando un ragazzo aveva sostenuto i suoi sogni e le aveva detto che l'avrebbe aiutata a realizzarli.

 

Cantare Don't Cry For Me Argentina in un teatro tutto esaurito non è una fantasia per te. È inevitabile.”

Sai perchè sono venuto qui? Per vincere di nuovo le Nazionali e per realizzare tutti i tuoi sogni. E sappi che finchè non si avvererà almeno questo, non mi fermerò.”

 

Poi la sua mente ritornò al presente. Rachel si sentì stordita per un istante. Pensare a lui era stata la prima reazione che le parole di Kate le avevano suscitato. Aveva appena collegato Jesse St. James alla descrizione del ragazzo giusto che Kate le aveva fornito. E la cosa che più la spaventò era che lei approvava quella descrizione. Non aveva mai pensato prima d'ora che una scelta non era necessaria se la persona che aveva accanto era quella giusta. Aveva sempre pensato di dover fare una scelta eventualmente. Come aveva fatto con Finn. Ma Finn non si era rivelato il ragazzo giusto. E Jesse St. James? Perchè la sua mente l'aveva riportata indietro a quando lui le aveva detto quelle cose? Certo erano stati dei momenti felici della sua vita quelli con Jesse al suo fianco, all'altezza del suo talento e dei suoi sogni, ma tutto quello che era successo dopo dimostrava che lei non era stata la ragazza giusta per lui perchè lui una scelta la fece. E non fu lei. È anche vero che poi se ne pentì e tornò da lei chiedendo perdono. Rachel ripensò a quando cercò di convincere il professor Schuester che lei sarebbe dovuta essere la stella della performance delle New Directions alle Nazionali. Rachel ripensò a tutto ciò prima di parlare.

Hai ragione, Kate. Pienamente. Sai, non ci avevo mai pensato fino ad ora.” Poi guardò Jesse. Il suo viso era molto vicino al suo su quell'asciugamano. Gli occhi di Rachel erano fissi sui suoi. “Il ragazzo giusto per me è qualcuno che sia ambizioso così come lo sono io, qualcuno che sia all'altezza del mio talento, che sia determinato. Voglio che sia sicuro di sé perchè io a volte non lo sono e ho bisogno di qualcuno che mi dia la forza per esserlo e che credi in me. Voglio qualcuno che sia romantico e divertente e passionale.” Quando Rachel finì si accorse che stava ancora fissando Jesse negli occhi come se avesse parlato per il tutto il tempo solo con lui. O di lui. Distolse subito lo sguardo dal viso di Jesse. Si preoccupò del fatto che a lui avrebbe potuto pesare il fatto che lo aveva guardato negli occhi mentre parlava del suo ragazzo ideale. Il silenzio imbarazzante che era crollato non la stava certo rassicurando.

Troverai quel ragazzo, Rachel. È lì fuori da qualche parte. Al momento giusto verrà da te.” Kate interruppe quel silenzio.

Grazie, Kate. Anche tu troverai la persona giusta un giorno, sta tranquilla.”

E soprattutto quando sarai molto più grande.” Jesse aveva marcato la sua voce sulla parola molto e la cose fece ridere Kate e Rachel.

Non ti facevo uno di quei fratelli gelosi per la propria sorella minore.”

Sono protettivo, è diverso.”

Kate scosse la testa in risposta e lei e Rachel risero ancora. Quando il silenzio calò di nuovo, nessuno cercò di interromperlo. Restarono in silenzio, distesi lì a guardare il cielo azzurro sopra di loro. Rachel si addormentò addirittura. Quando riaprì lentamente gli occhi notò che Jesse era sempre accanto a lei e alla sua sinistra c'era Kate. Lui aveva le braccia incrociate dietro la nuca e la sua testa era rivolta verso di lei. L'aveva guardata mentre dormiva.

Alla buonora.” sussurrò lui e poi le sorrise con quel sorriso sereno che gli donava tanto.

Oddio Jesse, scusami! Non volevo addormentarmi!”

Hey, tranquilla. Anche Kate si è addormentata. Sta ancora dormendo tra l'altro.”

Per quanto ho dormito?”

Nemmeno un'ora. Comunque sono le cinque, forse dovremmo andare.”

Sì, hai ragione.”

Jesse sollevò la schiena e si piegò verso Kate per svegliarla. Anche lei non aveva idea di essersi addormentata.

Tranquilla, mi sono addormentata anch'io.” la rassicurò Rachel.

Dopo aver raccolto le loro cose, andarono via.

 


Torno tra una ventina di minuti. Il ristorante è proprio qui di fronte.” Jesse salutò così Rachel e Kate prima di uscire dal suo appartamento per andare a prendere la cena. Rachel e Kate erano rimaste da sole nel suo appartamento. Rachel si guardò attorno. Tutto era in perfetto ordine. Persino Kurt sarebbe stato stupito dalla cura con cui Jesse teneva le sue cose, pensò Rachel.

Non sapevo Jesse suonasse anche la chitarra.” disse Rachel notando una chitarra classica appoggiata al muro.

Oh no, non è di Jesse, è mia.” la corresse Kate.

Suoni la chitarra? Che bello! Ho sempre voluto imparare a suonare uno strumento ma non ho mai avuto abbastanza tempo.”

Io ho cominciato a suonarla un anno fa più o meno. È stato un regalo di compleanno dei miei zii.”

Allora vuol dire che il tuo compleanno è in questo periodo.”

Esattamente tra quattro giorni. È mercoledì. Compio quindici anni.”

Allora festeggeremo insieme! Quindici sono importanti.”

Tu trovi?”

Bhè, sì. Il tuo primo anno di liceo, le prime esperienze... comincia il periodo delle prime volte, insomma. Si fanno tanti errori ma imparerai da essi. E le delusioni ti renderanno più forte.”

È come la canzone di Taylor Swift. Fifteen. La conosci?”

Sì! Esatto! Certo che la conosco, l'adoro!”

Anche io.”

Allora, parlami della tua scuola. Stai andando alla stessa scuola che frequentò Jesse, vero?”

Sì, la Carmel High. Ehm... s-sì... bene, mi trovo bene...” Lo sguardo di Kate si fece più triste all'improvviso. Le sue mani cominciarono a tremare.

Rachel capì che aveva toccato un tasto delicato.

Rachel... p-posso parlarti di una cosa? Perchè mi piaci, sei stata tanto gentile con me oggi... e la gente di solito non è così gentile con me...” ora la voce di Kate era tremolante.

Certo, Kate. Voglio che tu ora pensi a me come ad un'amica. Dimmi... cosa c'è?”

Presumo Jesse ti abbia detto già qualcosa.”

Mi ha detto che sei una ragazza molto fragile e insicura. E so della tua malattia. So che la bulimia è peggiorata nell'ultimo periodo. Proprio dopo aver cominciato la scuola. Jesse mi ha anche detto che il tuo psicologo pensa che sia successo qualcosa a scuola che ti abbia portata ad uno stato d'ansia e stress tale da causare questo peggioramento proprio quando invece mesi prima eri praticamente guarita.”

Non posso parlarne con lui. E non posso parlarne nemmeno con Jesse. Non è che non voglio. È che proprio non posso, non... non ci riesco. E poi se Jesse lo sapesse si incazzerebbe...” Ora gli occhi di Kate si erano fatti pieni di lacrime.

Kate, cosa stai nascondendo? Puoi fidarti di me, qualsiasi cosa sia manterrò il segreto se è questo che tu vuoi.”

C'era... c'era questo ragazzo... Justin... Justin si chiama.” Kate tirò su col naso prima di continuare. Era evidente che parlarne le stava causando dolore. “Ha i capelli ricci del colore del miele e gli occhi nocciola. Frequenta la mia scuola. È al penultimo anno. È nella squadra di football, uno dei ragazzi più popolari della scuola. Noi... noi siamo usciti insieme per un paio di settimane circa. Io mi sono presa una cotta fortissima per lui. E anche lui sembrava preso da me. Stavamo bene insieme. Io non riuscivo a capire cosa ci trovasse un ragazzo grande e figo come lui con una come me. Poi un giorno, eravamo in camera sua e ha provato a... ecco... ci stavamo baciando ma lui era più aggressivo del solito... e poi ha cominciato a dire quanto mi amasse, quanto mi trovasse bella e quanto volesse fare sesso con me... Io... Io non volevo però. Cioè mi piaceva tanto, pensavo di amarlo però non ero pronta a farlo. Sono ancora... vergine. Così gli ho detto che non volevo farlo e lui ha cominciato ad incazzarsi, insisteva ma io sono rimasta della mia opinione. Alla fine mi ha cacciata da casa sua. Io sono tornata a casa di sera da sola. Ho pianto tutta la notte. La mattina dopo è stata la parte peggiore però. Sentivo gli occhi di tutti i ragazzi puntati su di me. Ho scoperto all'ora di pranzo il perchè. Justin aveva detto a tutti che mi ero rifiutata di andare a letto con lui e della mia bulimia. A quanto pare essere bulimica e vergine non è un' accoppiata vincente quando hai quindici anni. Quasi quindici anni, anzi.”

La reazione istantanea che ebbe Rachel fu quella di abbracciare Kate. Quando lasciò andare la presa Kate era in lacrime.

I-Io non capisco... ho fatto qualcosa di sbagliato? Perchè è stato così cattivo con me? Io... io lo amavo...”

Oh tesoro! No, Kate. Tu non hai fatto nulla di sbagliato, non devi pensarlo neanche per un istante! Questo Justin è un grandissimo stronzo! Ecco qual è il problema. Tu ti sei solo innamorata della persona sbagliata, ma non è colpa tua. Non possiamo decidere di chi innamorarci e di chi no. Lui ha recitato la parte del bravo ragazzo solo per approfittarsi della tua gentilezza e della tua dolcezza e per portarti a letto. Purtroppo molti ragazzi a quell'età sono così. Credono di poter andare in giro a prendersi gioco delle ragazze più piccole e più carine. Tu sei molto bella, Kate...”

No, non lo sono invece.”

Kate, lo sei! Tu... tu davvero non te ne rendi conto?” Kate rimase in silenzio. “Un giorno te ne renderai conto, Kate. Ti renderai conto di quanto sei bella, ma non solo. Sei tanto dolce e gentile e sei intelligente. Sei una brava ragazza. Se fossi un ragazzo morirei dalla voglia di uscire con te. E sono sicura che alla tua scuola qualche ragazzo in gamba la pensa come me. Non sono tutti stronzi. Qualcuno di buono c'è. Un giorno, quando ripenserai a Justin, ti renderai conto di aver fatto la cosa giusta. Ti renderai conto che lui non ti meritava. E sorriderai.”

Rachel si alzò dal letto e prese un pacco di fazzolettini dalla scrivania di Jesse. Ne uscì uno e lo aprì. Delicatamente lo usò per asciugare le guance di Kate che erano state bagnate da una valanga di lacrime. “Grazie, Rachel. Ora capisci perchè non posso parlarne con Jesse.” disse Kate.

Capisco... mi fa piacere che tu sia riuscita a parlarne con me ma potresti provare anche a parlarne con il tuo psicologo. Lui può esserti più d'aiuto di me.”

Mi siete stati più d'aiuto tu e Jesse oggi che lo psicologo nelle scorse settimane. Sono stata tanto bene oggi.”

Anche io. Kate, la faresti qualcosa per me ora?”

Che cosa?”

Suoneresti per me?”

Sì, posso farlo.” Kate sorrise timidamente a Rachel e si alzò per prendere la sua chitarra. Poi tornò al suo posto sul letto. Appoggiò un cuscino contro il muro e ci appoggiò la schiena.

Cosa vuoi che suoni?”

Avanti, lo sai...”

Fifteen.”

Rachel le annuì e Kate cominciò a suonare. Dopo le prime note Rachel prese fiato e la seguì cantando.

 

You take a deep breath and you walk through the doors
It's the morning of your very first day
And you say hi to your friends you ain't seen in a while
Try and stay out of everybody's way

It's your freshman year and you're gonna be here
For the next four years in this town
Hoping one of those senior boys will wink at you and say
"You know, I haven't seen you around before"

'Cause when you're fifteen and somebody tells you they love you
You're gonna believe them
And when you're fifteen feeling like there's nothing to figure out
Well, count to ten, take it in
This is life before you know who you're gonna be
Fifteen

You sit in class next to a redhead named Abigail
And soon enough you're best friends
Laughing at the other girls who think they're so cool
We'll be outta here as soon as we can

And then you're on your very first date and he's got a car
And you're feeling like flying
And you're momma's waiting up and you're thinking he's the one
And you're dancing 'round your room when the night ends
When the night ends

'Cause when you're fifteen and somebody tells you they love you
You're gonna believe them
When you're fifteen and your first kiss
Makes your head spin 'round
But in your life you'll do things greater than
Dating the boy on the football team
But I didn't know it at fifteen

When all you wanted was to be wanted
Wish you could go back and tell yourself what you know now

Back then I swore I was gonna marry him someday
But I realized some bigger dreams of mine
And Abigail gave everything she had to a boy
Who changed his mind and we both cried

 

Kate cantò con Rachel l'ultimo ritornello della canzone.

'Cause when you're fifteen and somebody tells you they love you
You're gonna believe them
And when you're fifteen, don't forget to look before you fall
I've found time can heal most anything
And you just might find who you're supposed to be
I didn't know who I was supposed to be at fifteen

Your very first day
Take a deep breath girl
Take a deep breath as you walk through the doors

 

Rachel strinse la mano di Kate quando la canzone fu terminata.

Grazie ancora, Rachel. Grazie... davvero.”

Siamo amiche, no? È questo che fanno le amiche. Non devi ringraziarmi.”

Hai una voce bellissima! Sei incredibile! Cioè, cosa passa per la testa di Jesse! Fossi mio fratello ti avrei già chiesto di sposarmi!”

Rachel rise ma a quel punto si chiese cosa sapesse Kate su loro due. Si chiese se sapesse che erano stati insieme. Oppure Jesse aveva preferito parlare di lei come una semplice amica. Il che era vero. Erano solo amici. Anzi, in realtà non era nemmeno sicuro di quello. Erano ex- fidanzati, di quello era sicuro. Ex- fidanzati che cercavano di essere amici. Ecco cosa erano.

 


Jesse si trovava immobile davanti a quella porta da un paio di minuti. Giusto il tempo di sentire sua sorella e Rachel cantare insieme e quello che si erano dette quando la canzone era finita. Non era entrato subito per non interrompere la canzone e anche perchè, nonostante tutto quello che fosse successo, ascoltare Rachel cantare gli provocava sempre delle forti emozioni. Restava sempre affascinato dalla sua voce come la prima volta che l'aveva ascoltata. Sua sorella aveva ragione, Rachel era incredibile. Approfittò del silenzio che ora sentiva nella stanza per bussare alla porta. Si ritrovò Rachel di fronte quando questa fu aperta. Le sorrise ed entrò nel suo appartamento. Poggiò il grosso sacchetto che aveva in mano e cominciò ad uscire la roba da mangiare che aveva ritirato.

Quando finirono di cenare si erano fatte le nove di sera. Jesse doveva riaccompagnare Rachel a casa. “Kate, prendi una giacca, fa piuttosto freddo fuori stasera.”

Posso restare qui io? Rachel, a te non dispiace se ti accompagna solo Jesse, vero?”

No, va bene così.” le rispose Rachel. “Ma prima di andare posso avere un abbraccio?”

Certo!” Kate si avvicinò a Rachel che la stava aspettando a braccia aperte. “Grazie ancora per tutto, Rachel.” le sussurrò nell'orecchio.

Mi raccomando, su col morale.” le sussurrò Rachel prima di lasciarla andare. “Se hai bisogno di qualsiasi cosa, non esitare a chiamarmi. Jesse ha il mio numero.”

Kate annuì.

Kate, sei sicura che ti va bene restare qui da sola?”

Sì, Jesse. Sicura. Voi andate pure.”

Va bene. Non ci metterò molto comunque.”

 

 

Quando Rachel si ritrovò davanti alla macchina di Jesse la riconobbe subito. Era il SUV nero che Shelby aveva regalato a tutti i componenti dei Vocal Adrenaline prima delle Regionali. Quando entrarono in macchina Rachel tirò un sospiro di sollievo. Fuori faceva decisamente più freddo di quanto si aspettasse e lei non aveva nulla di pesante addosso.

Jesse si accorse che Rachel aveva tremato nel tragitto per arrivare alla macchina. “Tieni, metti questa.” Si tolse la sua giacca di pelle e la porse a Rachel.

Ma tu non avrai freddo senza?”

No, tranquilla. Sto bene. Uno di quei tuoi maglioni con gli animali ora sarebbe proprio perfetto.”

Hey, non sfottere i miei maglioni!”

Jesse rise prima di rispondere. “Non li sto sfottendo! Ti ho mai presa in giro quando li portavi?”

No...”

Appunto. Perchè dovrei farlo ora?”

Jesse St. James, stai forse dicendo che ti piacevano?”

Oddio... piacere è una parola grossa. Diciamo che riuscivo a tollerarli. Non mi bruciavano gli occhi quando li guardavo. Ecco, mettiamola così.”

Dobbiamo parlare della tua ossessione per il nero? Ti vestivi sempre come se dovessi andare ad un funerale!”

Continuarono a scherzare per tutto il tragitto a partire dalle loro vecchie abitudini in fatto di vestiti.

Quando arrivarono di fronte ai dormitori della NYADA, Jesse accostò la macchina e la spense.

Devo confessarti che vederti vestita così fa tutt'altro effetto. Kurt ha fatto un buon lavoro. Ricordami di ringraziarlo a nome di tutti i ragazzi di New York che grazie a lui ora hanno gli occhi sani e salvi.”

Rachel gli diede un colpetto sul braccio.

Oh avanti! Non era un'offesa!” Poi si fece serio. “E comunque... potresti indossare qualsiasi cosa... saresti bella lo stesso...”

Rachel fu colta impreparata da quel complimento. La mattina nel taxi era stato praticamente costretto a dirlo da sua sorella ma stavolta lo diceva di sua spontanea volontà. Rachel lo ringraziò e distolse lo sguardo da lui imbarazzata.

Rachel, posso chiederti cos'è successo con mia sorella mentre io ero via?”

Si è confessata con me. Si è sfogata un po'. Tua sorella è una ragazza davvero in gamba, Jesse. Il problema è che non se ne rende conto. Ha un'autostima molto bassa. Fa male vedere una ragazza così bella e intelligente come lei non rendersi conto di ciò quando in giro ci sono tante ragazzine stupide che invece credono di essere le migliori sulla faccia della Terra. Comunque... parlare con una ragazza le è servito molto. Non posso dirti cosa mi ha detto esattamente. Ti dico semplicemente che si era presa una cotta per uno dei ragazzi più popolari della scuola ma la cosa non è andata bene e lei ci è rimasta male.”

Oddio, che cosa le ha fatto?! Chi è? Come si chiama?”

Jesse, calmati. Non le ha fatto nulla. Ti prego di non toccare quest'argomento con lei. Le fa ancora male. È stata la sua prima cotta. Ma le passerà col tempo.”

Ti prego dimmi che non hanno...”

No, no, tranquillo. Tua sorella è vergine. Non è stupida. Certo che i panni del fratello geloso ti donano.”

Non sono geloso. È solo che... tengo molto a lei...”

Lo so. Me ne sono accorta. Sei un buon fratello, Jesse.”

Rachel, io... non so come ringraziarti... ho sentito attraverso la porta che hai cantato per lei e Kate è rimasta letteralmente incantata da te...”

Non devi ringraziarmi. È stato un piacere passare la giornata con Kate... e con te. Mi sono divertita tanto. Ah, mi ha detto che mercoledì è il suo compleanno. Dovremmo organizzarle una bella festa!”

Sì, ci stavo pensando anch'io.”

Benissimo! Posso aiutarti con i preparativi, se ti va...”

Certo... siamo amici, no?”

Sì, lo siamo.” Rachel era felice di ascoltare Jesse mentre diceva una cosa del genere. Erano amici ora. Era riuscita a conquistare la sua fiducia. “Ora è il caso che vada...” Rachel fece per togliersi la giacca di Jesse ma lui la fermò. “Tienila. Non vorrei che ti ammalassi nel tragitto da qui alla tua stanza.”

Ma è pochissima strada!”

Tienila.” Jesse insistette e usò un tono che non lasciala scampo.

Va bene.”

Rachel aprì la portiera della macchina ma prima di mettere la prima gamba fuori dall'auto si girò verso Jesse. Si avvicinò a lui e l'abbracciò. Un gesto naturale. Non l'aveva calcolato. Semplicemente aveva voglia di abbracciarlo perchè erano stati bene insieme quel giorno e lo fece senza riflettere su come avrebbe reagito Jesse. Forse era troppo presto per un abbraccio, forse no. Ormai era troppo tardi per tornare indietro.

Quando Jesse sentì le braccia di Rachel avvolgersi lentamente al suo collo e la sua testa appoggiarsi sulla sua spalla rimase immobile per qualche secondo. Non se l'aspettava. Fu sorpreso dal gesto di Rachel. Ma fu una bella sorpresa. Jesse chiuse i suoi occhi e lasciò che il calore nel corpo di Rachel lo avvolgesse. Strinse le sue forti braccia attorno alla sua schiena e le fece scivolare fino all'altezza dei suoi fianchi. Mentre fuori da quell'auto l'aria fredda avvolgeva New York, Rachel e Jesse erano tenuti al caldo l'uno dalle braccia dell'altro. Per un momento Jesse dimenticò tutto il male che lui e Rachel si erano fatti a vicenda. Dimenticò tutto quello che lo circondava. Esistevano solo lui e Rachel e il loro abbraccio. E sentì che era giusto. E la cosa lo spaventava. Lasciò andare le sue braccia e Rachel fece lo stesso.

A domani.” disse Rachel prima di uscire dall'auto. Quando la portiera fu chiusa Jesse restò ad aspettare per vedere Rachel entrare nel grande albergo.

Dopo essersi assicurato che lei fosse entrata, mise in moto la macchina ma non partì. Fissò il volante davanti a sè. Cosa era appena successo? La mente di Jesse era in preda alla confusione. Rachel l'aveva abbracciato e lui aveva ricambiato. E fin qua ci siamo. Il perchè di quel gesto non era difficile da intuire: avevano passato una bella giornata insieme, Kate grazie a lei sembrava più allegra e Jesse le aveva fatto capire che potevano essere amici. Un abbraccio per salutarsi ci stava. Ma quello che ora creava confusione in Jesse era la sensazione che quell'abbraccio aveva scaturito in lui. Gli era piaciuto. Ma non nello stesso modo in cui gli piaceva abbracciare Ashley o qualche altra sua amica. Era un piacere diverso. Una sensazione diversa. Non avrebbe dovuto sentirsi così bene tra le braccia di Rachel Berry. Che cosa significava ora quella sensazione di caldo, di serenità, di piacere che aveva sentito tra le sue braccia? Jesse era spaventato da ciò che aveva sentito. E lo era ancora di più al pensiero di cosa potesse significare. Schiacciò sull'acceleratore e cominciò a guidare. Tornò a casa senza una risposta. Forse troppo confuso dal provare a darne una.

 


Nota: Salve :) Spero abbiate passato un bel Natale! Da un po' di tempo ho notato che le persone che hanno inserito questa storia tra le “storie seguite” sono aumentate e siamo circa una dozzina ora :) Ne sono felicissima! Quando ho pubblicato il primo capitolo pensavo mi avrebbero letto in due, tre massimo XD Ma sapete cosa mi renderebbe ancora più contenta? Trovare delle recensioni! Perciò scrivetemi qualsiasi cosa... se la storia vi sta piacendo, se avreste sviluppato qualcosa in modo diverso, cosa credete succederà... qualsiasi cosa :) Questo capitolo è un po' più lungo del solito ma spero non vi sia dispiaciuta la cosa :) La canzone suonata da Kate e cantata da Rachel è Fifteen di Taylor Swift. Sono una grandissima fan di Taylor Swift quindi aspettatevi altre sue canzoni in futuro :D Aggiornerò sicuramente prima di Capodanno... quindi, a presto! :)

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** 15 Candeline ***


Rachel si stropicciò gli occhi e sollevò lentamente la testa dal cuscino. Allungò il braccio per raggiungere il suo cellulare sul comodino. Quando si accorse dell'ora spalancò gli occhi.

Buongiorno, dormigliona!”

Buongiorno.” Rachel si sgranchì le braccia.

Io sono tornato tardissimo ieri sera ma stamattina mi sono svegliato presto. Ne ho approfittato per fare i pancakes. Sono ancora caldi quindi se vuoi gustarteli alza il tuo bel sederino riposato e vieni di là.”

 

Mmm... Kurt, sono deliziosi! Allora, com'è andata la serata ieri? Vi siete divertiti tu e Amy con gli amici di Vanessa?”

Molto! Siamo andati in un locale strepitoso! La prossima volta devi venire anche tu!”

Rachel stava letteralmente divorando i pancakes di Kurt. Adorava la sua cucina in generale ma quando preparava dolci superava davvero se stesso. E ogni volta si assicurava di aver scelto gli ingredienti giusti in modo che anche Rachel potesse mangiarli. Ad esempio i pancakes li preparava sempre con latte di soia, così come la cucina vegana prevedeva.

Tu piuttosto, com'è andata ieri?”

Bene. Molto bene. Abbiamo passato tutta la giornata a Central Park e la sera abbiamo cenato nell'appartamento di Jesse. Sono riuscita contemporaneamente ad ottenere la fiducia di Jesse e ad aiutare sua sorella. Dovresti vederla, è identica a lui. Caratterialmente sono molto diversi però.”

Quindi, tu e Jesse ora sareste...?”

Amici. Siamo amici.”

Kurt aggrottò le sopracciglia e guardò Rachel mentre portava alla bocca l'ultimo boccone.

Cosa c'è?” chiese lei.

E quella giacca nera di pelle appesa lì?”

Me l'ha prestata perchè avevo freddo. È stato gentile. E soprattutto l'ha fatto in totale amicizia. Credimi, Kurt, provarci con me è senz'altro l'ultima cosa al mondo che Jesse vuole in questo momento.”

Non lo so, Rachel... Tu e Jesse amici... non mi convince molto.”

E perchè me lo dici solo ora?”

Quel giorno quando mi raccontasti che lui voleva provare a instaurare un rapporto eri così contenta e speranzosa che non volevo rovinarti il momento.”

Kurt, lo so che tu non sopporti Jesse...”

No, non è per questo. Non c'entra ciò che penso io di Jesse. Il fatto è che voi due siete molto simili e questa cosa è determinante nel vostro rapporto. Voi due amici... non so se ne sarete in grado... basandosi su quello che è successo tra voi due finora direi che non siete mai stati amici. Vi siete amati e odiati... siete stati una coppia e siete stati quasi nemici... ma mai amici...”

Non è vero... nel periodo in cui Jesse ci aiutava a prepararci per le Nazionali eravamo amici...”

Lui voleva di più. E per quanto ne so io, tu eri abbastanza confusa sui tuoi sentimenti per lui. Il punto, Rachel, è che ho paura che prima o poi uno dei due possa fare qualcosa di stupido per l'ennesima volta e qualcuno venga ferito per l'ennesima volta.”

Kurt, io e Jesse ne abbiamo passate tante, è vero. Ma ora siamo cresciuti, siamo più maturi. Siamo in grado di stabilire un rapporto civile e di essere amici. Vedrai, non c'è nulla di cui preoccuparsi.”

Se lo dici tu. Io voglio solo che tu sia felice. Se essere amica di Jesse ti rende felice allora non ho nulla in contrario.”

Grazie, Kurt. Lo so che quelle cose le hai dette per il mio bene. E grazie per i pancakes! Come farei senza di te?”

Saresti persa, cara. Persa.” Kurt marcò la sua voce su quell'ultima parola e poi fece un sorriso a Rachel.

 


Pronto?”

Hey Jesse, tutto bene?”

Ciao, Rachel. Sì, tutto bene. Tu?”

Sì. Io e Kurt stiamo andando a lezione. Senti, allora per la festa... novità?”

Sì, Matt ha offerto gentilmente casa sua. Mia sorella mi ha praticamente imposto di non fare le cose in grande quindi non voglio esagerare e soprattutto non voglio farla sentire in imbarazzo. Qualche festone per la casa, da bere, da mangiare, un po' di musica. Ci saremo noi, Matt e Ashley, sua cugina Amy, i ragazzi della band di Matt e un paio di altri miei amici. In più avevo pensato a Kurt. Pensi che verrebbe? Mi farebbe piacere se accettasse l'invito.”

Glielo chiedo subito.” Jesse sentì la voce di Rachel più lontana mentre spiegava della festa che stavano organizzando per Kate. “Sì, ha detto che ci sarà.”

Bene, ringrazialo da parte mia. Io sono già in giro con Ashley per comprare un po' di cose per la festa. Kate sta ancora dormendo.”

Ok. Ci sentiamo più tardi allora?”

Sì, va bene. A dopo, Rachel.”

Ciao, Jesse.”

 

 

Sono proprio curiosa di conoscerla questa Rachel.” disse Ashley dopo che Jesse aveva rimesso il cellulare in tasca.

L'hai vista alla festa.”

Lo so, ma non ci siamo nemmeno presentate. È stata una parte tanto importante nella tua vita. E lo è ancora...”

Non riesci proprio a passare sopra al fatto che l'abbia detto prima a lei, vero?”

Non sono gelosa se è questo che vuoi insinuare. È che pensavo ti fidassi di me più di chiunque altro.”

Ashley, mi fido di te. Non è per quello che non ti ho parlato di mia sorella da subito. È che è un argomento delicato, te l'ho spiegato dieci volte. Tu e Matt siete i miei migliori amici, lo sai. Non lo so neanche io perchè Rachel è stata la prima con cui ne ho parlato.”

Va bene, va bene. Non ce l'ho con te, tranquillo.”

Ti piacerà. Rachel, intendo.”

Se mi piacerà almeno un decimo di quanto piace a te allora sono sicura che mi piacerà moltissimo.”

Jesse avrebbe voluto replicare ma non sapeva esattamente come smentire ciò che Ashley aveva appena detto. In fondo sapeva di essere d'accordo con lei.

 


Buonasera.”

Rachel e Kurt salutarono all'unisono la ragazza dai capelli rossi che aprì con un sorriso smagliante la porta della casa di Matt. Non ci avevano messo molto a trovare la casa giusta. Jesse era stato molto preciso con le indicazioni. Erano le otto in punto. Rachel riconobbe subito quella ragazza. Ricordò che era nel gruppetto degli amici di Jesse quella sera del loro primo incontro. Doveva essere Ashley.

Benvenuti. Io sono Ashley.”

Io sono Rachel e lui è il mio amico Kurt.”

Ashley strinse la mano ad entrambi. “È un piacere conoscervi. Accomodatevi.”

Rachel e Kurt entrarono e Ashley chiuse la porta d'ingresso. “Seguitemi, da questa parte.” Rachel e Kurt ubbidirono. Si ritrovarono in un lungo corridoio che terminò in un enorme salotto. L'intera stanza era decorata da palloncini e appesa al soffitto c'era una piñata a forma di pesce rosso. C'era un grosso televisore a schermo piatto a cui era collegata la Wii. C'era un lungo tavolo con ogni sorta di cose da bere e da mangiare e una piramide altissima fatta con dei bicchieri di plastica rossi. Rachel continuò a guardarsi attorno ma si sentì un po' in imbarazzo perchè non conosceva nessuno di quei volti che erano lì presenti e sapeva che Jesse e Kate sarebbero arrivati non prima di mezz'ora. Sentì qualcuno alle sue spalle.

L'ho fatta io. Figa, vero?” disse il ragazzo indicando la piramide. “Mi chiamo Matt, sono il padrone di casa.”

È un piacere conoscerti, Matt. Vanessa parla in continuazione di te. A proposito, ma lei dov'è?”

È in cucina con Amy. Arriveranno tra qualche istante. Kurt, tutto bene?” Matt gli diede una pacca sulla spalla.

Sì, Matt. Complimenti per la casa!”

E l'avete addobbata benissimo per la festa. A Kate piacerà un sacco.” aggiunse Rachel.

Beh, si spera. Quello è l'intento.” Ashley si era avvicinata a loro ora. “Lasciate che vi presenti gli altri ragazzi laggiù.” aggiunse Matt.

Fortunatamente gli amici di Jesse erano molto alla mano e Rachel e Kurt si erano abbastanza ambientati quando lui e Kate arrivarono. Quando entrarono nel salotto Kate aveva gli occhi chiusi e coperti dalle mani di Jesse. Arrivarono al centro della stanza e tutti gli altri si posizionarono di fronte a loro. Jesse spostò le sue mani dalla visuale di Kate. “Puoi aprire gli occhi ora.” le disse poi.

Buon compleanno!” gridarono tutti quando Kate aprì gli occhi.

Kate apparve visibilmente sorpresa da tutto quello che era intorno a lei. Jesse le aveva detto chiaramente della festa, non si trattava di una festa a sorpresa ma comunque le aveva nascosto i dettagli.

Oh mio Dio! Grazie a tutti!” Kate era rossa in volto. Abbracciò forte suo fratello e poi salutò ad uno ad uno tutti gli altri. Salutò Rachel per ultima.

Rachel! Che bello che sei qui!” poi si avvicinò di più a lei e parlò con un tono di voce più basso. “Finalmente qualcuno che conosco. Ho conosciuto anche Matt e Ashley in realtà, però ci tenevo che ci fossi tu.”

Non sarei mancata per nulla al mondo!” Rachel fece le presentazioni tra lei e Kurt. Jesse li raggiunse poco dopo. Lui e Rachel si salutarono con due baci sulla guancia come sempre. Poi Jesse tese la mano destra verso Kurt. “Da quanto tempo. È un piacere rivederti.”

Kurt strinse la mano di Jesse. “Anche per me. Congratulazioni per il tuo ruolo a Broadway, Jesse. Rachel me ne ha parlato. Te lo meriti.”

Grazie, Kurt. Beh, è solo una questione di tempo prima che tu e Rachel mi raggiungiate.”

Speriamo!” commentò Kurt.

Rachel sorrise a Jesse e lui fece lo stesso in risposta. Sapeva che lui non l'aveva detto solo per gentilezza. Jesse l'aveva sempre guardata dritta negli occhi ogni volta che l'aveva elogiata perchè i suoi complimenti erano sempre stati sinceri. Se tra tutte le bugie e le cattiverie che avevano portato alla fine del loro rapporto c'era stato qualcosa di vero era sicuramente quello che Jesse pensava di Rachel come artista. Aveva sempre creduto in lei e nel suo talento e l'avrebbe sempre fatto. Incondizionatamente.

Quando tutti si avvicinarono al tavolo per prendere da mangiare e da bere da quel gran buffet Rachel restò seduta con Kate. Tirò fuori un pacchetto dalla sua borsa e lo porse a lei. “Aprilo, è il mio regalo per te.” Kate scartò delicatamente quel pacchetto che conteneva una scatoletta blu. Al suo interno c'era una collanina con un pendente a forma di stella. “Rachel, è bellissima! L'adoro! È proprio come la tua! Grazie mille!”

Sono contenta ti piaccia!”

Mi aiuti a metterla?”

Certo.”

Kate si girò dando le spalle a Rachel e con le mani sollevò i capelli. Rachel le infilò la collana e chiuse il gancio. “Fatto.”

Grazie ancora, Rachel. Mi mancherai quando tornerò a Lima. Oggi abbiamo prenotato il volo. Parto venerdì pomeriggio.”

Mi mancherai anche tu. Come ti senti all'idea di tornare a casa?”

Non voglio, ma devo. Fosse per me resterei qui per sempre. Ma purtroppo devo tornare a scuola, ho perso già troppi giorni.”

Puoi sempre tornare qui per le vacanze. Sono sicura che a Jesse farebbe piacere.”

Sì, me l'ha detto lui stesso questa mattina. Se ti raccontassi tutto quello che ha fatto oggi non ci crederesti! Allora, prima cosa mi ha portato la colazione a letto. Un vassoio con muffins al cioccolato, waffles con lo zucchero a velo e sciroppo al cioccolato, latte, caffè, succo di frutta, e c'era persino un bicchiere di vetro con un girasole dentro, il mio fiore preferito. A pranzo mi ha portata in un ristorante chic qui a Manhattan. Ma non è finita. Nel pomeriggio mi ha portata a fare shopping e mi ha comprato questo vestito bellissimo. Ha speso una fortuna.”

Wow! Tuo fratello ti vuole davvero un bene immenso, Kate.”

Anche io gliene voglio. Non potrei desiderare un fratello migliore. Mi è stato tanto vicino in questi giorni, ha fatto tante cose per me... è merito suo se sto meglio. Ovviamente quando torno a Lima dovrò continuare a vedere il mio psicologo e il mio nutrizionista. Ma ho più forza di volontà ora. Posso farcela. Ed è anche grazie a te, Rachel. Per tutto quello di cui abbiamo parlato l'altro giorno.”

Non sai quanto mi rende felice sentire queste cose. Ce la farai, Kate. Non ho mai avuto dubbi a riguardo.”

Hey, di che parlate sotto voce voi due?” Jesse e Kurt le avevano raggiunte e si erano sedute accanto a loro con dei piattini pieni di cose da mangiare. “Questo è per te, Rachel. Queste cose puoi mangiarle.” disse Kurt porgendo un piattino alla sua amica.

Grazie, Kurt.”

Parlavamo di cose di donne.” rispose Kate prendendo il piattino che le aveva portato Jesse.

Ah, quindi avete i segreti ora voi due?”

Kate mi stava giusto parlando di quanto sei bravo nel ruolo di fratello maggiore.”

Se solo fosse altrettanto bravo con le ragazze...”

Oh cara, Jesse ci sa fare eccome con le ragazze invece!” Ashley si era aggiunta alla loro conversazione. “Un sacco di ragazze morirebbero per stare con tuo fratello.”

Ma lui non farebbe altrettanto.”

Su questo siamo d'accordo.” aggiunse Ashley.

Vi ricordo che io sono qui!”

Le ragazze si guardarono negli occhi a vicenda e scoppiarono a ridere.

 

La festa procedeva a gonfie vele e Jesse era contento che Kate si stesse divertendo. Era tutta entusiasta all'idea di colpire la piñata. Ci vollero sei colpi col bastone affinchè Kate riuscisse ad aprirla e una valanga di coriandoli e caramelle varie uscissero dall'interno. Kate ne distribuì un po' per ciascuno. Si sfidarono a turno a vari giochi della Wii. Jesse vinse nella boxe. Matt nel bowling. Le ragazze si sfidarono in Just Dance e Ashley riuscì a battere tutte. Jesse si assentò per qualche minuto e quando ritornò portava in mano la torta di compleanno per Kate. La poggiò delicatamente sul tavolo e tutti vi si avvicinarono. Quindici candeline rosa erano accese e pronte per essere spente dalla festeggiata. Tutti cominciarono a cantare “Tanti auguri” intorno al tavolo mentre Kate sorrideva timidamente aspettando di poter spegnere quelle candeline. Ce la fece con due soffi. Poi ringraziò tutti e tagliò la torta a pezzi che Jesse e Matt distribuirono tra gli invitati. Quando ormai era passata la mezzanotte qualcuno andò via. Rimasero Kate, Jesse, Rachel, Kurt, Matt, Vanessa e Amy.

Matt, tu puoi accompagnare tutti? Kurt, Rachel e Amy stanno al New Yorker Hotel e Vanessa sai già dove abita. Io e Kate restiamo qui a pulire tutto così quando torni trovi tutto ordinato.”

Ma scherzi? Resto io a pulire. È casa mia.”

Matt, hai già fatto abbastanza offrendo la disponibilità della casa per la festa non posso lasciarti anche pulire adesso.”

Matt capì dal tono di voce di Jesse che non gliela avrebbe data vinta. Sapeva che quando Jesse si metteva una cosa in testa non c'era verso di togliergliela. “E va bene. E te la do vinta solo perchè non mi va di discutere a quest'ora. Ma non puoi pulire da solo e Kate è la festeggiata quindi non deve toccare nemmeno una briciola sul tavolo. Almeno un'altra persona deve restare ad aiutarti.”

Rachel alzò il suo braccio destro. “Resto io. Mi fa piacere restare ad aiutare Jesse. Sempre se per lui va bene...”

Per me non ci sono problemi. Ma tu sei sicura piuttosto di non voler andare a dormire?

Sicura. E poi in due faremo più in fretta. Non ci metteremo molto.”

Va bene. Allora Matt accompagna Vanessa, Amy e Kurt. Noi restiamo qui a dare una ripulita e poi accompagno io Rachel.”

Matt fece un cenno con la testa a Jesse e imboccò il lungo corridoio verso la porta d'ingresso seguito dagli altri. Quando la porta fu chiusa dietro di loro, Rachel, Jesse e Kate rimasero da soli. Kate stava per alzarsi dal divano quando Jesse la fermò. “Rimani dove sei. Io e Rachel ce la facciamo benissimo da soli.”

Uffa! Non voglio stare senza far niente!”

Trova qualcos'altro di più divertente da fare rispetto a pulire, no?”

Jesse si allontanò dal salotto e tornò poco dopo con un grande sacco di plastica nero in una mano e scopa e paletta nell'altra. Rachel gli si avvicinò e prese la scopa tra le sue mani e cominciò a spazzare dall'angolo destro della stanza.

Allora Kate, ti sei divertita?”

Tanto! Nessuno mi aveva mai organizzato una festa del genere.”

Jesse stava liberando il tavolo dai piatti e dai bicchieri di plastica buttando tutto nel grande sacco nero. Rachel lo guardò e notò il sorriso sulle sue labbra che dimostrava chiaramente quanto fosse contento del lavoro fatto per sua sorella. Kate nel frattempo accese il televisore col telecomando. Cambiò qualche canale prima di arrivare su MTV.

Mi ricordo questa canzone! L'adoravo!”

Piace anche a me! Lei ha una voce stupenda. E adoro il video.”

Kate alzò leggermente il volume. Avrebbe voluto metterlo al massimo ma così facendo avrebbe potuto svegliare i vicini di Matt che sicuramente dormivano a quell'ora.

 

Sentimental days
In a misty clouded haze
Of a memory that now feels untrue
I used to feel disguised
Now I leave the mask behind
Painting pictures that aren't so blue


The pages I've turned are the lessons I learned

 

Rachel canta con me!”

Rachel non se lo fece ripetere due volte e cominciò a cantare il ritornello con la scopa in mano come fosse un microfono.

 

Somebody bring up the lights I want you to see
(Don't You Feel Sorry For Me)
My life turned around
But I'm still living my dreams
Yes it's true that I've been
through it all
I've hit about a million walls
Welcome to my truth.. I still love
Welcome to my truth.. I still love

 

Kate si alzò dal divano e camminò verso Rachel. Lei allo stesso tempo le veniva incontro.

 

Tangled in a web
With a pain hard to forget
That was a time that I've now put to rest
Oh, the pages I've turned are the lessons I learned

 

Ora erano una accanto all'altra e reggevano entrambe il manico della scopa mentre cantavano a squarciagola.

 

Somebody bring up the lights I want you to see
(Don't You Feel Sorry For Me)
My life turned around
But I'm still living my dreams
Yes it's true that I've been
through it all
I've hit about a million walls
Welcome to my truth.. I still love
Welcome to my truth.. I still love

 

I still love... oh yeah, yeah, yeah

And you know that I still love... oh yeah, yeah, yeah

 

Quando si accorsero che Jesse si era fermato e le fissava con le braccia conserte, Rachel cominciò a muoversi verso di lui.

 

Sentimental days
In a mist of clouded haze
Of a memory that now feels untrue

 

Mentre Kate cantava gli ultimi versi prima del ritornello, Rachel si trovava di fronte a Jesse. “Che c'è St. James? Ora che stai per diventare una stella di Broadway, non puoi più cantare con noi gente comune?” chiese Rachel in tono provocatorio. Jesse alzò le sopracciglia e lasciò cadere le braccia sui fianchi. Abbassò la testa e sorrise mentre si passava la mano destra tra i capelli per domare quei ricci che stavano per coprirgli la fronte. Poi fece un passo avanti e alzò la testa. Con un scatto prese Rachel in braccio e cominciò a farla girare velocemente mentre cantava il ritornello della canzone.

 

Somebody bring up the lights I want you to see
(Don't You Feel Sorry For Me)
My life turned around
But I'm still living my dreams
Yes it's true that I've been
through it all
I've hit about a million walls
Welcome to my truth.. I still love

 

Quando Kate li raggiunse Jesse si fermò e lasciò andare Rachel facendole appoggiare per prima cosa i piedi per terra mentre lei con un braccio si reggeva ancora sulle spalle di lui. Quando si liberò del tutto dalla presa di Jesse gli diede un piccolo pugno sul braccio per rimproverarlo ma sorrise mentre lo fece e Jesse capì che a Rachel era piaciuto essere stata presa di sorpresa da lui nonostante non volesse ammetterlo. Jesse tese una mano a Kate e l'altra a Rachel ed entrambe l'afferrarono mentre cantavano insieme.
 

Oh Somebody bring up the lights I want you to see

(Don't You Feel Sorry For Me)
My life turned around
But I'm still living my dreams

Yes it's true that I've been

I still, I still love

Yes it's true that I've been

I still, I still... love.

 

Abbraccio di gruppo!” gridò Kate stringendo Rachel e Jesse a sé. I due si ritrovarono a pochi centimetri di distanza. Rachel voleva abbassare la testa per evitare di creare imbarazzo ma i suoi occhi furono catturati della bellezza degli occhi chiari di Jesse e allora lasciò la testa all'insù perdendosi in quegli occhi che sostenevano il suo sguardo. Guardò il suo pomo d'Adamo muoversi mentre lui deglutiva. Poi si soffermò sulle sue labbra. Quelle labbra socchiuse, rosee e lisce. Notò che un ciuffo di capelli gli era caduto sul lato destro della fronte. Andava rimesso a posto, pensò Rachel e allora sollevò il suo braccio e con la mano spostò delicatamente quel ciuffo dalla sua fronte. Poi continuò a muovere la mano lungo il profilo del suo viso fermandosi ad accarezzare la guancia. Jesse, perso nel piacere che il soffice tatto delle dita di Rachel gli stava provocando, inclinò la testa andando incontro alla mano di Rachel. Così facendo però si accorse che a guardarlo ora non era solo lei ma anche Kate. Quando Rachel realizzò la stessa cosa ritirò subito la sua mano dal suo viso e fece qualche passo all'indietro liberandosi dall'abbraccio in cui Kate li avevi costretti. Jesse si schiarì la voce prima di parlare. “Bene, ora è il caso che torniamo a pulire. Kate, tu spegni la tv. Abbiamo già fatto troppo casino.”

Rachel e Jesse fecero il resto dei servizi in silenzio mentre Kate era distesa sul divano. Quando Matt arrivò, avevano appena finito. Li ringraziò per aver ordinato tutto e diede loro la buona notte mentre andavano via. Il tragitto fino al New Yorker Hotel fu silenzioso. Kate si addormentò sul sedile posteriore dopo qualche minuto che erano in macchina. Jesse teneva gli occhi fissi sulla strada. Rachel aveva la testa appoggiata al finestrino e guardava al di là di esso. In poco tempo arrivarono a destinazione. Jesse accostò la macchina e spense il motore.

Jesse, m-mi dispiace per prima.” sussurrò Rachel per evitare di svegliare Kate.

Non hai nulla di cui scusarti.”

Sì, invece. Non volevo metterti a disagio. Non... non avrei dovuto...”

Rachel, è tutto ok. Tranquilla.” Jesse diede una rapida occhiata dietro di lui per controllare se Kate stesse ancora dormendo.

Prima mi chiedevo se... cioè... cosa sa di noi due? Insomma, del nostro passato...”

Nulla. Le ho raccontato solo che eravamo amici ai tempi del liceo e ci siamo ritrovati qui a New York. Semplicemente ho voluto evitare di annoiarla raccontandole tutti i casini che abbiamo combinato da quando ci conosciamo. E poi l'ho fatto anche perchè non vado fiero delle bugie su cui ho costruito il nostro rapporto all'inizio e della faccenda delle uova.”

Capisco. Beh, avrebbe da criticare anche me se sapesse.”

Mia sorella ti adora. Ti guarda come se fossi un modello da seguire.”

Sono convinta che non mi guarderebbe più nello stesso modo se sapesse del nostro passato. Non sono esattamente un modello da seguire.”

Hai fatto degli errori così come ne ho fatti io. Abbiamo i nostri difetti così come ce li hanno tutti. La differenza è che noi siamo Drama Queens. Aggiungiamo un tocco di drammaticità a tutto. Ogni cosa nel nostro rapporto era in grande stile, no? Persino le litigate. Persino il modo in cui ci siamo lasciati.”

Già. Chiunque viene a sapere della nostra storia fa fatica a crederci oppure pensa che siamo pazzi.”

Non m'importa ciò che pensano gli altri.” disse Jesse in modo secco. Quel tono che non lasciava modo di controbattere.

Ad ogni modo, tua sorella ti vuole bene e penso che sia fortunata ad avere un fratello che tiene a lei così come ci tieni tu.”

Non lo so... sento di non fare mai abbastanza per lei. Siamo stati lontani per troppo tempo. Non sono bravo nel ruolo di fratello maggiore.”

Jesse, tu sei bravo in qualsiasi ruolo. Che sia su un palcoscenico o nella vita reale.”

Ti ho già ringraziato per tutto quello che hai fatto per lei?”

Un milione di volte.”

Facciamo un milione e uno allora. Vieni qui.”

Jesse aprì le sue braccia per accogliere Rachel al suo interno. La sua testa affondò nel suo petto e Jesse cominciò ad accarezzarla. Fece scivolare le sue dita sui capelli lisci e morbidi di Rachel. Quella sensazione di piacere che aveva provato qualche giorno prima nell'abbracciarla stavolta era ancora più forte. Jesse sapeva che non era normale. Non era normale che provasse una cosa del genere abbracciando un'amica. E a maggior ragione non era normale sentirsi così bene quando abbracciava Rachel Berry, la ragazza che l'aveva fatto soffrire più di chiunque altro. Jesse non avrebbe dovuto e lo sapeva. Non avrebbe dovuto stringere Rachel a sé e non avrebbe dovuto accarezzarla. Non avrebbe dovuto lasciarla rientrare nella sua vita se non voleva che venisse stravolta ancora. Ma questo ancora non lo sapeva.

Grazie.” sussurrò al suo orecchio mentre la lasciava andare.

Jesse, c'è qualcosa che voglio dirti... Voglio che tu sappia che sono felice di essere qui con te, sono felice di far parte della tua vita e che tu faccia parte della mia. Ci tengo a te... molto... più di quanto ti abbia mai dimostrato. Sono felice che abbiamo una seconda possibilità.”

È la terza a dir la verità...”

Sì, hai ragione. Ma la terza è la volta buona. Me lo sento.” Rachel era sicura di sé mentre pronunciava quelle parole.

Lo penso anch'io. Sono felice che siamo amici. E sono felice che Kate abbia potuto passare del tempo con qualcuno come te. Hai avuto un'influenza positiva su di lei. E per questo te ne sarò sempre grato. Vuoi accompagnarla con me all'aeroporto sabato? Sono sicuro che a lei farà piacere.”

Ci sarò! Ora è meglio che vada o domattina mi addormenterò a lezione. Buonanotte, Jesse.”

Buonanotte.”

Quando Rachel fu ormai in lontananza, Jesse sentì un rumore provenire dai sedili posteriori.

Lo sapevo! Lo sapevo!”

Kate!”

E così siete stati insieme, eh? Perchè vi siete lasciati? Che cosa avete combinato? Lo sapevo che c'era qualcosa tra voi due!”

Hai fatto finta di dormire per origliare i fatti nostri?”

Sì! E ho fatto bene a quanto pare! Ora mi racconti tutto!”

Ora si va a letto e basta. Domattina ho le prove.”

Allora mi racconterai tutto domani dopo le prove. E pensare che l'altro giorno non facevi altro che negare quando avevo ragione io!”

Io e Rachel siamo solo amici. L'hai sentito tu stessa se hai origliato per bene. Abbiamo avuto un passato insieme ma è finita. E poi non capisco questa tua fissazione nel volerci insieme.”

Chiunque vi stia intorno può capire facilmente che c'è qualcosa di forte tra voi due. Più forte dell'amicizia. E quello che è successo prima alla festa dimostra che ve ne state accorgendo anche voi. Vi do un paio di settimane al massimo. ”

Non capisco a cosa ti riferisci.”

Jesse, non fare il finto tonto con me! L'abbraccio! Eravate così presi l'uno dall'altro che vi siete completamente dimenticati che c'ero anch'io e che vi stavo guardando. Il modo in cui vi stavate fissando negli occhi, il modo in cui Rachel ti stava accarezzando il viso... Se non ci fossi stata io vi sareste baciati.”

Kate, tra me e Rachel... è complicato... più di quanto tu possa immaginare. Ora che abbiamo trovato un equilibrio come amici, credimi, nessuno dei due vuole romperlo.”

Perchè nessuno dei due vuole rimanere ferito di nuovo. Nessuno dei due ha abbastanza coraggio. E allora vi accontentate di essere amici. Ma se tra voi due c'è qualcosa di più, e io dico di sì, allora non potrete fingere a lungo che non ci sia.”

Io e Rachel siamo amici e stiamo benissimo così. Punto.”

Perchè continui a ripetere che siete amici? Se stai cercando di convincere me allora ti avviso che è inutile. Ho la mia opinione su voi due e non la cambio. A me sembra che tu voglia convincere te stesso piuttosto.”

Jesse non rispose e continuò a tenere gli occhi fissi sulla strada. Sentirsi dire quelle cose da Kate era l'ultima cosa che voleva soprattutto dopo che ogni contatto fisico con Rachel bastava già a mandarlo in confusione.

Un paio di settimane. Vi do un paio di settimane al massimo.” ripetette Kate stendendosi di nuovo sui sedili posteriori dell'auto di suo fratello.

 


Nota: Vi avevo promesso di aggiornare prima di Capodanno e ho mantenuto la mia promessa :D Vi dico subito che sto già preparando il decimo capitolo e sono sicura che vi piacerà un sacco! Io mi sto divertendo tanto a scriverlo :D Comunque, tornando a questo... La canzone è Welcome to my truth di Anastacia. È una canzone di qualche anno fa e mi faceva impazzire. Il testo è molto bello. Qui potete vedere il video ufficiale della canzone: http://www.youtube.com/watch?v=eFi1DgovTSY

La scena in cui Jesse prende in braccio Rachel è ispirata ad una scena tagliata di Glee che potete vedere qui: http://www.youtube.com/watch?v=IMquXU9_UPQ (minuto 0:19)

Esiste anche un'altra scena St. Berry che è stata tagliata dall'episodio 1x15 ed è questa qui: http://www.youtube.com/watch?v=Yw8V7J1PcmM

Non capisco perchè le abbiano tagliate. Per non parlare del fatto che hanno registrato queste due canzoni ma non hanno fatto le esibizioni. La prima è questa e doveva essere cantata da Jesse e Rachel al loro primo appuntamento nella 1x14: http://www.youtube.com/watch?v=-lwBZ_mGe60

La seconda è questa e doveva essere presente nell'episodio 1x15: http://www.youtube.com/watch?v=GcPkGKOaE5I&feature=related Credo che la performance di questa canzone avrebbe causato orgasmi multipli a tutte noi XD Anzi, come dico... groffgasm per tutti! XD

I hate you, RIB! Comunque, vi dico queste cose solo perchè magari non tutti sapevano :)

Non mi resta che farvi gli auguri... BUON ANNO A TUTTI VOI! Questo sarà un buon anno per noi perchè Jesse ritornerà bello come sempre, causerà eargasms con la sua voce come sempre e dimostrerà ancora una volta di essere il ragazzo giusto per Rachel :) Grazie a tutti per l'attenzione, vi mando un bacione! :)

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** TGIF ***


L'aeroporto internazionale John F. Kennedy era affollatissimo quel venerdì pomeriggio. Rachel, Jesse e Kate avevano trovato un posticino a sedere nella sala d'attesa. Jesse aveva in mano una bustina di noccioline da cui attingevano entrambe le ragazze. Kate aveva in mano un foglio stropicciato. Era la lista che aveva scritto per assicurarsi di non dimenticare nulla.

Ho preso tutto.” disse dopo aver finito di rileggerla per l'ennesima volta.

Rachel le mise una mano sulla spalla. “Jesse, ci lasceresti qualche minuto da sole per favore?”

Certo.” le rispose lui. Si alzò e si allontanò da loro.

Allora, come ti senti?”

Bene... sto bene. Ho solo un po'... paura.”

Di cosa?”

Tornare in quella scuola prima di tutto. Ma soprattutto paura di affrontare tutto da sola.”

Ma tu non sei sola. Solo perchè sarai distante da qui non vuol dire che non saremo più amiche. Potrai sempre contare su di me, Kate. Ovunque ti troverai, a qualsiasi ora, se ti senti giù di morale o vuoi parlare di qualsiasi cosa, io ci sarò sempre. Possiamo comunicare tramite cellulari e video chiamate con Skype. Internet è dalla nostra parte e ci offre mille mezzi diversi per farlo.”

Kate annuì timidamente.

Promettimi questo. Tu lunedì attraverserai i corridoi di quella scuola a testa alta, fiera di ciò che sei, di tutti i progressi che hai fatto in così poco tempo. Non sei inferiore agli altri ragazzi e ragazze di quella scuola, Kate. E non permettere a nessuno di farti sentire tale. Devi essere forte. So che puoi farcela. Credo in te. E anche Jesse. Ma la cosa più importante è che tu devi credere in te stessa.”

Lo so. Ci proverò.”

Rachel si avvicinò di più a Kate e prese le sue mani tra le sue. “Voglio sentirti dire che ce la farai, non solo che ci proverai.”

Ce la farò!” disse Kate con tono alto e deciso. “Sono stanca di sentirmi sempre così dannatamente inadeguata, fuori luogo e fragile. Sono stanca di essere trattata come “quella strana”. Sono stanca di chiudermi nei bagni durante l'ora di pranzo e mangiare da sola. Sono stanca di sentire le risatine di quei cretini dei giocatori di football ogni volta che mi vedono. Sono stanca di subire le loro umiliazioni. Non sono un giocattolo! Ho anch'io dei sentimenti! Voglio essere libera di fare ciò che voglio! Non voglio più dovermi nascondere. Non voglio più aver paura. Camminerò col sorriso sulle labbra lunedì e dimostrerò che non m'importa nulla di quello che dicono alle mie spalle. Te lo prometto, Rachel. E lo prometto a me stessa prima di tutti.”

Così ti voglio! È esattamente ciò di cui stavo parlando! Fatti abbracciare ora!”

Rachel strinse forte Kate tra le sue braccia fiera di se stessa e fiera di lei. Vide che Jesse le stava raggiungendo. “Ora ti lascio con tuo fratello. Vado a farmi un giretto.” Rachel andò via lasciandoli soli.

Suppongo Rachel ti abbia già dato tutti i consigli migliori possibili...”

Tientela stretta, Jesse.”

È una in gamba, lo so.” rispose mentre guardava Rachel che si allontanava. Aveva sempre adorato il suo modo di camminare. Elegante e deciso. L'eleganza e il portamento erano doti naturali per lei. Non erano dovuti solo a tutti gli anni di danza. I suoi passi sembravano dire “Sono Rachel Berry. Diventerò una star e non m'importa di quello che pensate voi.”

Devo ringraziarti per tutto quello che hai fatto per me in questa settimana. Torno a casa decisamente più serena e più in forma. Sono pronta per tornare a scuola. Mi mancherai però. Ma non credere di sbarazzarti facilmente di me, eh. Il Giorno del Ringraziamento è tra una settimana e quindi è troppo presto per tornare. Anche perchè devo recuperare dei compiti. Ma le vacanze natalizie voglio passarle a New York.”

New York a Natale è uno spettacolo. Sarò più che felice di ospitarti di nuovo.”

Chissà, magari per Natale tu e Rachel...”

Dopo tutto quello che ti ho raccontato fai ancora il tifo per noi? Non vuoi proprio arrenderti, eh?”

No. Perchè voglio vederti felice.”

Sono felice, Kate.”

No, tu stai bene il che è diverso da essere felici.”

E secondo te stare con Rachel mi renderebbe felice?”

Sì.”

Jesse sorrise e scosse la testa. Non credeva a quello che sua sorella aveva appena detto. Lui stava più che bene da quando viveva a New York. Non aveva bisogno di una ragazza accanto. Tanti avrebbero voluto vivere la sua vita. Negli ultimi giorni era riuscito a dare un senso a quella confusione nella sua testa generata dai contatti fisici con Rachel. La verità è che lei avrebbe sempre avuto un forte impatto su di lui. Rachel era l'unica ragazza di cui era stato innamorato per cui era normale che tutt'ora provasse qualcosa nell'abbracciarla. Ma tutto finiva lì. Non c'era niente di più. Doveva essere così. Non poteva esserci altra spiegazione possibile. O forse sì. Un'alternativa c'era ma era troppo pericolosa. Jesse non voleva neanche prenderla in considerazione.

E alla tua felicità chi ci pensa?”

Starò bene, Jesse. Non preoccuparti per me.”

Mi preoccupo invece. Voglio sentirti ogni giorno. Voglio sapere come vanno le cose a scuola, come vanno le cose a casa, come stai tu. Voglio essere aggiornato su tutto. Sono stato chiaro?”

Ai suoi ordini comandante!” rispose Kate facendo il saluto militare.

Jesse gli abbassò la mano dalla fronte. “Sono serio, Kate. Ascoltami. Hai fatto tanti passi in avanti in pochi giorni e voglio che tu continui su questa strada. E se qualcuno vuole provare a intralciartela e darti fastidio in qualche modo, tu non permetterglielo. Stringi i denti e vai avanti. Non farti calpestare da nessuno. Lo so come funziona quella scuola. Non è facile. Soprattutto quando sei del primo anno. Ma io ce l'ho fatta. E puoi farcela anche tu.”

Ti ho sempre ammirato per questo, Jesse. Sei sempre stato forte. Sei sempre stato il numero uno. Mi ricordo come ti guardavano mamma e papà ogni volta che portavi a casa un trofeo nuovo. I loro visi si illuminavano. Erano così orgogliosi del loro Jesse. Non sai quanto ti invidiavo. Non hanno mai guardato me in quel modo. Perchè io non sono speciale come lo sei tu. Non emergo in nulla.” Kate aveva la testa bassa.

Tu non hai proprio nulla da invidiarmi!” Jesse era incredulo. “Tutti sono bravi in qualcosa. Bisogna solo scoprire in cosa. Col tempo scoprirai in cosa sei brava e a cosa vorrai dedicare la tua vita. Anzi, lo scopriremo insieme. Io ho fallito al college perchè quello non era il posto giusto per me. Ora qui a New York sono nel posto giusto. Non c'è nulla di sbagliato in te, Kate. Non tutti nascono già con le idee chiare su cosa vogliono fare della loro vita.”

Grazie, Jesse. Non so cos'altro dire. Grazie di tutto.”

Non aver paura di essere te stessa, Kate. Non importa quello che dicono o pensano gli altri. Tu sei fantastica così come sei. Non devi invidiare me o nessun altro. Sei mia sorella. Sei una St. James. E i St. James non si fanno mettere i piedi in testa da nessuno. I St. James non mollano. Noi lavoriamo sodo se vogliamo qualcosa. E alla fine la otteniamo. Siamo vincitori.”

Mi piace quest'idea.” Kate ora sorrideva. Appoggiò la testa sulla spalla di Jesse. Vide che Rachel in lontananza era rivolta verso di loro. Le fece segno di tornare da loro.

Quando arrivò, Jesse si alzò in piedi. “È ora di andare.”

Kate abbracciò Jesse. Poi si avvicinò a Rachel. “Prenditi cura di lui.” sussurrò al suo orecchio. Rachel non capì esattamente in che modo avrebbe dovuto prendersi cura di Jesse, un ragazzo grande e grosso com'era. Probabilmente era l'ultima persona sulla faccia della Terra che aveva bisogno di attenzioni e di cure, ma ciò nonostante sorrise ed annuì a Kate. “Lo farò.” le rispose. A quel punto Kate prese il suo bagaglio e si diresse verso il Gate del suo volo. Rachel e Jesse rimasero in piedi mentre la guardavano andar via.

Allora, che programmi hai per stasera?”

A dir la verità non ne ho...”

Perfetto. Esci con me allora.” Jesse si accorse che il suo invito poteva essere frainteso e quindi si corresse subito. “Con me e i miei amici intendo.”

Mi piacerebbe. Cosa fate voi il venerdì sera?”

Di solito lo passiamo in qualche locale nell'Upper East Side. Oggi però è una giornata speciale perchè Matt ha trovato il cantante per la sua band e vuole festeggiare stasera. Ha prenotato al Marquee. È uno dei nightclub più cool di tutta la città. Suo nonno è un amico d'infanzia del proprietario. Non ci farà problemi se aggiungiamo una persona alla prenotazione.”

Wow, sembra molto... importante. Cioè, io non sono mai stata in posti del genere.”

Beh, nulla a che vedere con i posti noiosi che ci sono a Lima senza dubbio. Allora, sei dei nostri?” Jesse vide che Rachel era titubante. Le si avvicinò e poggiò le sue mani sui suoi fianchi. “Avanti. Ci divertiremo.”

Rachel sentì le sue mani stringersi intorno alla sua vita e un brivido percorse la sua schiena. Jesse aveva la testa leggermente china verso di lei e i suoi occhi erano puntati sui suoi. Rachel fu catturata dalla tenerezza del suo sguardo, dal viso rilassato, dai capelli perfettamente in ordine. In quel momento Jesse St. James avrebbe potuto chiedere qualsiasi cosa a Rachel Berry e la risposta sarebbe stata sempre la stessa. Sì.

Un venerdì sera nella vita di Jesse St. James è una proposta molto allettante. Come potrei dire di no?”

Non puoi.” disse lui con voce calda, soddisfatto di essere riuscito a convincerla. Poi levò le sue mani dai fianchi di Rachel. “Allora è deciso.”

Rachel si bagnò le labbra. Poi con la mano destra cominciò a giocherellare con una ciocca di capelli.

T-ti va di fare qualcosa prima?”

Rachel incrociò le braccia al petto. “Tu cosa proponi?”

Potremmo cominciare la serata con un aperitivo... solo noi due. Mi piacerebbe portarti in uno dei miei bar preferiti... il PJ Clarke's.”

Ci sto.” rispose Rachel lasciando cadere quella ciocca di capelli sulla spalla.

 

Usciti dall'aeroporto, Jesse accompagnò Rachel a casa sua. Sarebbe tornato a riprenderla alle sette in punto. Le avrebbe fatto uno squillo e lei sarebbe scesa.

Quando Rachel entrò in macchina si sbottonò il cappotto nero e lo aprì. Poi con le mani spostò tutti i capelli all'indietro. “Come sto?” chiese.

Jesse era più che sicuro che il suo cuore avesse appena saltato un battito. Mentre i suoi occhi scendevano lungo il corpo di Rachel sentì la gola farsi secca. La colpa era di quell'abito rosso scollato che lei indossava alla perfezione. Jesse aveva di fronte a sé una Rachel Berry molto sexy. Era provocante. Decisamente provocante. Rachel e il rosso erano una combinazione vincente. L'aveva quasi dimenticato. Ma ora Rachel gli aveva appena rinfrescato la memoria.

Sei... stupenda.” riuscì a balbettare.

Sicuro? Non è troppo o troppo poco? Non sapevo come vestirmi per quel locale famoso dove andremo più tardi.”

Rachel, stai benissimo.” la rassicurò Jesse e mise in moto l'auto.

L'occhio, si sa, vuole la sua parte. Per cui non c'è da meravigliarsi se durante il tragitto, quando erano fermi nel traffico, Jesse si fosse girato più di una volta ad ammirare quella ragazza bellissima seduta accanto a lei. Quando parcheggiarono e scesero dall'auto Jesse fece strada a Rachel fino al bar. Appena entrati furono quasi aggrediti da un uomo alto e robusto.

Jesse carissimo!”

Ciao Mark!”

I due ragazzi si strinsero la mano. Poi l'omone che a quanto pare prendeva il nome di Mark lo invitò a seguirlo e a sedersi al bancone.

Allora, tutto bene?”

Tutto bene. Tu?”

Solita vita. E questa incantevole fanciulla è la tua ragazza?”

No, no. Lei è Rachel. È un'amica.”

Rachel sorrideva imbarazzata mentre stringeva la mano al barman. “Piacere di conoscerla.”

Piacere mio.” rispose lui. “Allora, cosa vi porto?”

Rachel, hai di fronte a te il barman migliore che abbia mai incontrato in vita mia. Puoi chiedergli qualunque cosa.”

Rachel esitò un istante. La prima nonché l'ultima volta che aveva bevuto alcolici era finita malissimo e da quella volta aveva deciso di stare alla larga dall'alcool. Ma Jesse l'aveva portata in questa sorta di “Mecca” dell'aperitivo e non poteva deluderlo. D'altronde si trattava di un solo cocktail. Sarebbe riuscita a reggerlo e a rimanere più che sobria.

Non lo so, Jesse. Qualcosa di non troppo forte però.”

Va bene... allora direi... un appletini. Dovrebbe piacerti. Per me il solito, Mark.”

Dopo un paio di minuti i due cocktail erano pronti sul bancone. Rachel prese in mano il suo e ne bevve un piccolissimo sorso. Jesse la guardava divertita. Sembrava di guardare una bambina che assaggia per la prima volta una minestra.

Mmm... è buono!” disse dopo aver allontanato il cocktail dalle sue labbra.

Mi fa piacere.” rispose Jesse e poi cominciò a bere il suo Manhattan.

Quando Rachel finì il suo drink nel suo bicchiere era rimasta solo una ciliegina. La prese in mano e la avvicinò lentamente alle labbra. La infilò in bocca e cominciò a mordicchiarla.

Jesse St. James per poco non sputava l'alcool che aveva il bocca. “Cazzo, è così sexy!” fu la prima frase di senso compiuto che la sua mente riuscì a formulare dopo essere rimasta annebbiata per qualche secondo a causa di quella scena. “Perchè dev'essere così dannatamente sexy? Perchè deve rendermi le cose così difficili? Il colmo è che lei non se ne rende neanche conto. Non sa che potere può avere sui ragazzi. Non sa il potere che ha su di me. Devo darmi una controllata!” Aveva bisogno che Rachel la smettesse. E anche subito.

Allora, Kurt sta meglio?”

Sì, la febbre è andata via ma si sente ancora debole. È rimasto a casa stasera.”

Jesse tirò un sospiro di sollievo. “Grazie al cielo ha smesso con quella ciliegina”, pensò.

Ti piace il posto?”

Molto! Presumo tu ci venga spesso.”

Più o meno ogni settimana. Di solito con Matt.”

Capisco... è uno di quei posti dove mieti le tue vittime...”

Le mie vittime?” ripetette Jesse divertito. “Non le chiamerei esattamente così. Io direi più... ragazze mature e consenzienti in cerca di divertimento.”

Mature non proprio se scelgono di darla via al primo che ci prova con loro.”

Non è facile resistermi... Tu dovresti saperlo.” Dall'espressione che Rachel aveva in volto era evidente che avesse fatto colpo. Jesse si sentì strano per un attimo pensando al fatto che stesse scherzando con Rachel su certe cose. Eppure non era a disagio. Anzi, era rilassato e divertito.

Provalo.”

Cosa?”

Prova che non riuscirei a resisterti.”

Jesse la guardò sbalordito.

Avanti, non guardarmi così! Facciamo finta che non mi conosci. Sono una di quelle ragazze che vedi da sole a sorseggiare un drink al bancone. Facciamo finta che mi hai puntato e che vuoi conquistarmi. Non dovrebbe essere difficile, no? L'hai detto tu stesso.”

Rachel, un conto è farlo con una sconosciuta, un altro è farlo con te.”

Quindi ti tiri indietro?”

Chi sei tu e cosa ne hai fatto di Rachel Berry?”

Rachel rise divertita. “Dai! Una piccola scommessa. Se vinco io e cioè tu non riesci a conquistarmi, i due cocktail che abbiamo bevuto li paghi tu. Prometto che sarò oggettiva e imparziale. Se mi piace come cerchi di conquistarmi allora sarò sincera e ammetterò la sconfitta. In quel caso offro io.”

Jesse continuava a guardare Rachel a metà tra l'incredulo e il divertito.

Sei stato tu a cominciare a vantarti. Ora stai al gioco se sei tanto sicuro di te stesso. E poi sono incuriosita da questi tuoi famosi modi a cui nessuna riesce a resistere.”

Ti ho già conquistata una volta... sai già come agisco.”

Questa volta non hai un pianoforte né uno spartito di Lionel Richie.”

Non ne ho bisogno.”

Lo scopriremo solo se accetti.”

Accetto.”

Bene. Ora andrò in bagno. Il gioco inizia quando torno.”

Jesse annuì. Lasciato da solo, bevve l'ultimo sorso di Manhattan rimasto nel suo bicchiere. Rachel era sempre stata piena di sorprese e piena di idee. Ma questa volta era diverso. Non avevano mai fatto nulla del genere insieme. “Rimorchiare per finta” Rachel Berry era una sfida difficile persino per lui. Ma Jesse era un ottimo attore. Poteva farcela. Gli piacevano le sfide e gli piaceva ancora di più vincerle.

Rachel in bagno si stava ritoccando il rossetto e nel frattempo cercava di far luce sul perchè avesse proposto una cosa del genere a Jesse. Avrebbe potuto metterlo in imbarazzo, avrebbe potuto distruggere quel rapporto che erano riusciti a costruire finora per via di un stupido gioco. Eppure Jesse non le era sembrato in imbarazzo né arrabbiato. Le era sembrato intrigato e divertito, esattamente come si sentiva lei. Ma quella strana sensazione non era nata quando avevano cominciato a parlare del fascino di Jesse. Era presente già da prima. Tutto era iniziato da come l'aveva guardata quando era entrata in macchina e gli aveva mostrato il vestito. Come aveva ordinato per lei. Come si era aggiustato il colletto della camicia dopo aver sorseggiato il suo cocktail. Come si era mordicchiato il labbro inferiore dopo aver detto che non era facile resistergli. E aveva ragione. Rachel si sentiva particolarmente attratta da lui quella sera. Ogni minimo gesto di lui le stava dando le palpitazioni. Forse perchè era la prima volta che uscivano da soli. Forse erano i suoi capelli perfetti o il suo sorriso perfetto. Ma le motivazioni dietro quella scommessa erano legate ad altro. Rachel non riusciva ad accettare di essere l'unica a sentirsi così. Era il suo patologico bisogno di essere popolare e la sua voglia di essere al centro dell'attenzione e del desiderio ad averla spinta a parlare. Voleva essere l'oggetto del desiderio di Jesse St. James. E quella scommessa era l'unica idea che le era venuta in mente. Jesse avrebbe fatto di tutto per vincerla e questo voleva dire ricoprirla di attenzioni e di complimenti. Ed era esattamente cosa Rachel voleva. Doveva riuscire a resistere alle sue avance però. Non gli avrebbe mai dato la soddisfazione di ammettere quanto fosse attraente né tanto meno avrebbe lasciato a lui la vittoria.

Rachel uscì dal bagno e camminò a testa alta fino al suo posto. Si sedette e accavallò le gambe appoggiando la sua mano destra su di esse. Poggiò la sinistra sul bancone.

Ciao.” Jesse si era girato verso di lei.

Ciao.” Rachel cercava di mantenere la calma.

È la prima volta che vieni qui? Non ti ho mai vista prima.”

Vuoi farmi credere che ricordi i visi di tutte le ragazze che frequentano questo bar?”

No, ma il tuo è impossibile dimenticarlo.”

Con quante ragazze hai già usato questa frase stasera?”

Tu sei la prima... e spero l'ultima.”

Jesse prese la mano di Rachel che era sulle sue gambe e la avvicinò alla sua bocca. La baciò delicatamente. Poi la lasciò andare. Durante tutto il tempo aveva mantenuto il contatto visivo con lei.

Mi chiamo Jesse St. James.”

I-io sono Rachel. Rachel Berry.”

Sei da sola, Rachel Berry?”

Sì.”

Ora non più.”

Dammi un buon motivo per cui dovrei desiderare la tua compagnia.”

Jesse si bagnò le labbra prima di cominciare a parlare. “È venerdì sera. Siamo giovani, siamo belli. Non voglio passare la notte da solo e nemmeno tu lo vuoi. Posso farti ridere, posso farti sentire desiderata. Tu devi solo dire di sì.”

Rachel era ipnotizzata dallo sguardo sensuale e penetrante di Jesse e prima che potesse accorgersene un “sì” uscì dalla sua bocca.

Jesse sorrise e le se avvicinò. “Parlami di te.”

Mi sono diplomata quest'anno a Lima. Mi sono trasferita qui da circa tre mesi. Sono una studentessa della New York Academy of Dramatic Arts.”

Sogni una carriera nel mondo dello spettacolo?”

Sarò una star di Broadway.”

Sembri molto determinata. Mi piace.”

Rachel abbassò la testa e sorrise.

Si dà il caso che io mi stia preparando per il mio debutto a Broadway nel ruolo di Link Larkin in Hairspray.”

Complimenti.”

Grazie. Chissà, magari un giorno reciteremo insieme. Sarei felice di dividere il palcoscenico con te.”

Quant'è bugiardo”, pensò Rachel. “Figuriamoci se uno come Jesse St. James sarebbe felice di dividere il palcoscenico con una che ha appena incontrato e che non sa nemmeno se è brava.”

Ho un piano.”

Sentiamo.”

Jesse si avvicinò di più. “Che ne dici se ora io e te usciamo da questo bar, ti lasci offrire la cena in un posticino raffinato che conosco io e poi...”

Il viso di Jesse era a pochi centimetri da quello di Rachel. Con una mano le mise una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Poi appoggiò la sua mano sopra le sue gambe accavallate esattamente dove Rachel aveva la sua. Incrociò lentamente le dita tra le sue fino a far combaciare i palmi delle loro mani.

Rachel deglutì. Stava perdendo il controllo della situazione. “... E poi?”

Jesse avvicinò la sua bocca all'orecchio e le sussurrò: “Possiamo fare irruzione nel Winter Garden Theatre. Conosco i sistemi di sicurezza. Immagina, Rachel. Io e te su quel palco. Potremmo fare qualsiasi cosa...”

A Rachel parve che il suo cuore stesse per esplodere. Non si era mai sentita così eccitata in vita sua. Questo era un colpo basso. Non solo Jesse si stava rendendo irresistibile con tutti quei sorrisi, quegli sguardi e quei complimenti. Ora faceva anche il misterioso lasciando quelle frasi, chiaramente allusive, sospese in quel modo. E poi il teatro. A molte altre ragazze non sarebbe importato nulla del teatro. Ma per Rachel una proposta del genere era incredibilmente allettante. Era come se Jesse avesse detto ad un'aspirante modella “Ti compro dieci paia di Louboutin.”. Jesse St. James aveva giocato bene le sue carte. Rachel era quasi fuori gioco. Non riusciva nemmeno a parlare. Poi arrivò il colpo di grazia. Jesse aveva lasciato andare la sua mano da quella di Rachel e ora stava risalendo lentamente l'esterno della sua coscia.

Lascia che mi prenda cura di te stasera...”, aveva sussurrato ancora al suo orecchio.

Rachel sospirò rumorosamente. Poi si alzò di scatto. Con le mani tremolanti aprì la cerniera della sua borsetta. Tirò fuori il portafoglio e estrasse due banconote da esso. Le sbattette sul bancone. “Hai vinto.”

Jesse distese le braccia in alto in segno di vittoria. Poco dopo le lasciò cadere prima sulle spalle di Rachel e poi le fece scivolare fino a suoi fianchi avvolgendola così tra le sue braccia. Rachel era rimasta ferma con la testa girata. Era chiaro che perdere non le aveva fatto piacere.

Me lo fai un sorriso?” disse Jesse cercando di attirare la sua attenzione. E ci riuscì.

Jesse, ho detto che hai vinto. Puoi smettere di recitare ora.”

Infatti non sto recitando. E metti via quelle banconote. Offro io.”

No.” rispose Rachel con tono secco. “Ho perso e quindi pago io. È giusto così. D'altronde l'ho lanciata io la scommessa.” Rachel cercava in tutti i modo di evitare il suo sguardo.

Ecco. E allora perchè mi stai tenendo il broncio ora?”

Non ti sto tenen... ok, hai ragione. Scusami, è solo che odio perdere. Tu sei stato bravo. Molto bravo. Meritavi la vittoria.”

Grazie. Ma me lo fai un sorriso ora?” Jesse sollevò delicatamente il mento di Rachel con le dita portandola a guardarlo dritta negli occhi. E Rachel sorrise. Un sorriso naturale. Non si stava sforzando. Sorrise perchè era tra le braccia di Jesse. Sorrise perchè lui era lì poco distante da lei ed era bello, bello come il sole. Bello come una di quelle statue greche che aveva visto al museo con Kurt. Bello come uno di quegli eroi delle fiabe che i suoi papà le avevano raccontato quand'era piccola. Bello come New York di sera. Bello come la vista dell'oceano. Bello come la prima volta che l'aveva visto in quel negozio di musica quando aveva abbassato il suo spartito.

Così ci siamo.” rispose Jesse al suo sorriso. La liberò dalla sua stretta e la prese per mano. “Ora dobbiamo andare. Saranno già tutti fuori al locale ad aspettarci.”

Salutarono Mark e uscirono dal bar mano nella mano.

 


Jesse! Questa canzone!” gridò Rachel girandosi verso Jesse e afferrando il suo braccio. Lui si girò di scatto. Si guardarono negli occhi e scoppiarono a ridere.

If I Had You di Adam Lambert.” disse Ashley dopo essersi scolata l'ennesimo bicchiere di vodka. “Cosa c'è di tanto divertente?”

Abbiamo un ricordo legato a questa canzone. Eravamo in camera sua, la casa era vuota quindi avevamo il volume dello stereo altissimo. Stavamo cantando a squarciagola e ballando...”

Ci stavamo scatenando...” aggiunse Rachel.

Insomma, a un certo punto Rachel è inciampata e stava per cadere sul pavimento...”

Jesse è riuscito a prendermi ma così siamo caduti per terra l'uno addosso all'altro.”

Rachel rise ancora una volta interrompendo il racconto. Allora Jesse continuò: “ Per fortuna non ci siamo fatti male. Anzi, siamo scoppiati a ridere e poi ci siamo rialzati e abbiamo continuato a cantare e a ballare come se non fosse successo nulla.”

The show must go on!” disse Rachel.

Ragazzi, basta parlare! Venite a ballare!” Vanessa e Matt si erano appena avvicinati al tavolo dove c'erano i loro amici. “Sanno che non possono reggere il confronto con noi, amore.” continuò Vanessa per punzecchiare Jesse e Rachel. Loro si guardarono negli occhi e sorrisero. “Che ne dici, Rachel? Mostriamo a questi due e a tutti gli altri come si balla?”

Assolutamente sì.” disse Rachel alzandosi in piedi. Jesse fece lo stesso ed entrambi seguirono Matt e Vanessa al centro della pista.

Come quella volta in camera mia.”

Come quella volta in camera tua. Magari evitando la caduta.”

 

There's a thin line between the dark side and the light side baby tonight
It's a struggle gotta rumble trying to find it

 

Era passato un po' di tempo dall'ultima volta che Jesse e Rachel avevano ballato insieme. Eppure nessuno l'avrebbe detto, mentre chiunque avrebbe potuto dire che erano nati per ballare insieme. I due ragazzi attirarono presto l'attenzione su di loro. La musica li stava travolgendo e i loro corpi saltavano, giravano, piroettavano scatenando l'invidia di tutti su quella pista da ballo. Piano piano la gente fece spazio attorno a loro e attorno a Vanessa e Matt creando una sorta di cerchio che racchiudeva le due coppie. Matt si sapeva muovere ma non era un ballerino. Vanessa faceva il grosso tra i due. Jesse e Rachel erano una coppia perfettamente bilanciata invece. Quando Jesse guidava Rachel, lei si affidava completamente alle sue mani. Ma Jesse stava sempre attento a lasciarle il suo spazio perchè Rachel era una stella che andava lasciata brillare. Quando Jesse e Rachel ballavano insieme erano una persona sola.

 

But if I had you, that would be the only thing I'd ever need
Yeah if I had you, then money, fame and fortune never could compete
If I had you, life would be a party it'd be ecstasy
Yeah, if I had you

 

Jesse aveva preso Rachel dai fianchi e lei si era data il giusto slancio per permettergli di sollevarla in aria. Ora lui la reggeva in alto dalle gambe e aveva la sua faccia contro la sua pancia ma il suo sguardo era fisso su di lei. Rachel aveva la schiena dritta e le braccia in alto. Da quella posizione poteva vedere tutti gli occhi dei ragazzi in pista fissi su di lei e sorrise mentre Jesse la faceva girare.

The flashing of the lights
It might feel so good
But I've got you stuck on my mind, yeah!
The fashion and the stage
It might get me high
But it don't mean a thing tonight...

 

La musica si era fatta più lenta. Jesse stava riportando Rachel per terra facendola scivolare giù piano tra le sue braccia. Quando i suoi piedi toccarono il pavimento, le braccia di lui rimasero strette intorno a lei mentre Rachel appoggiò le sue sulle spalle di Jesse. Catturati uno dallo sguardo dell'altro, cantarono quei versi insieme. Faccia a faccia.


That would be the only thing I'd ever need
Yeah, if I had you, the money, fame and fortune never could compete

 

Jesse sorprese Rachel con un caschè. Poi continuarono a ballare, ormai oggetti d'ammirazione per tutti quelli che si trovavano in quel locale. Erano il re e la regina della pista da ballo.
 

If I had you, life would be a party it'd be ecstasy
Yeah, if I had you

If I had you

 

Quando la musica finì, fecero un piccolo inchino godendosi un rumorosissimo applauso. Dopodiché tutti quelli che si erano fermati per guardarli e farli spazio tornarono a riempire la pista. Jesse mise un braccio intorno al collo di Rachel e insieme si avvicinarono a Matt e Vanessa. “Allora, Vanessa, dicevi?” esordì Jesse.

Vanessa rise e rispose: “Ok, ve lo concedo. Siete stati fantastici! Avete una chimica pazzesca!”

Rachel e Jesse si diedero il cinque. Poi Matt chiese a Jesse di accompagnarlo fuori e così si allontanarono verso l'uscita. Le due ragazze tornarono a sedersi al loro tavolo invece.

Fuori da locale Matt e Jesse erano appoggiati al muro. Matt si accese una sigaretta.

Quand'è che smetterai?”

Prima o poi.”

Ma Ashley che ha stasera? Sta acidissima.”

Matt alzò le spalle. “Non ne ho idea.” Fece un tiro alla sua sigaretta. “Tu piuttosto... che sta succedendo tra te e Rachel?”

Niente... siamo amici.” Jesse si era infilato le mani in tasca e guardava il marciapiede.

Non me la bevo. Vi ho osservati per tutta la sera. Siete stati appiccicati tutto il tempo, ti sei preoccupato che non bevesse troppo, vi scambiavate certi sguardi d'intesa, e poi sulla pista da ballo quando dopo la presa l'hai messa a terra, eravate a così pochi centimetri di distanza...”

Vuoi la verità, Matt? Non lo so che sta succedendo.” Jesse si portò la mano sinistra alla fronte. “Sono confuso. Un attimo prima penso che è bello essere amici, un attimo dopo l'abbraccio e sento i brividi lungo la schiena. Un attimo prima stiamo parlando del più e del meno, un attimo dopo le prendo la mano e non vorrei lasciarla mai più. Oggi mi sta facendo impazzire. A partire da quel cazzo di vestito rosso. Poi al bar si è inventata un gioco per vedere se riuscivo a sedurla o no. E anche lì abbiamo avuto un momento in cui eravamo vicinissimi. E non era il primo. Abbiamo avuto un altro momento del genere il giorno del compleanno di mia sorella.”

Vorresti baciarla?”

Forse...”

Che cazzo di risposta è? L'istinto che ti dice? Quando eri a pochi centimetri dalle sua labbra cosa hai pensato?”

Il desiderio è forte, Matt. Ma non posso. E non lo farò.”

Perchè?”

Conosci il nostro passato. Hai visto in prima persona come stavo dopo ciò che mi ha fatto lei. Non potrei sopportare un altro brutto colpo come quello. E poi Rachel è chiaramente felice di essermi solo amica.”

Guarda che lei lo vorrebbe più di quanto lo vuoi tu. Si vede lontano un miglio.”

Ti sbagli.”

No, invece.” Matt buttò la cicca della sigaretta per terra e la schiacciò col piede. “Senti, tra voi due c'è qualcosa. Questo è poco ma sicuro. Te ne sei accorto tu, se n'è accorta lei e quelli che vi stanno intorno. Sta a voi decidere ora. Non penso che questo qualcosa sparirà da un momento all'altro. Anzi, al massimo crescerà. E a quel punto non potrete più far finta di niente. Verrà fuori. Inevitabilmente.

Ma tu e mia sorella vi siete messi d'accordo per caso? Mi stai dicendo le stesse cose che mi ha detto lei!”

Matt scoppiò a ridere e poi scosse la testa. “Dì un po'... da quand'è che non vai a letto con una ragazza tu?”

Da Caroline.”

Dalla sera in cui hai rivisto Rachel, in pratica. Beh, questa la dice lunga, amico.”

Matt, ti preferivo prima che Vanessa ti trasformasse in un bravo ragazzo.” disse Jesse in tono sarcastico.

La amo. Mi rende felice. Non che non lo fossi prima. È solo che ora è meglio.”

Jesse diede un pacca sulla spalla al suo amico. “Rientriamo, che è meglio.”

Proprio non riesci a stare lontano da lei, eh?”

Ma smettila!”

 

Mentre raggiungevano il loro tavolo, Jesse si accorse che Rachel non era lì.

Dov'è Rachel?” chiese prima di sedersi.

Sta ballando.” rispose Vanessa.

E con chi?”

Con Nick, il cantante.”

Tu e Matt vi siete persi due giri di shots rum e pera.” li interruppe Ashley.

Io non posso bere. Devo guidare.”

Ad ogni modo, tranquillo... La tua amica ha bevuto al posto tuo.”

Rachel ha bevuto?”

Due shots. Le hanno fatto bene. Si è sciolta un po'. Guardala come si sta divertendo con Nick. Gran figo lui.”

Jesse strinse le mani in due pugni. Ashley la stava terribilmente irritando quella sera e non aveva idea del perchè si stesse comportando così. Ma quello era l'ultimo dei suoi pensieri al momento. Quel Nick stava ballando troppo stretto a Rachel e la cosa non gli piaceva affatto. Sembrava un bravo ragazzo per quel poco che ci aveva parlato ma non bastava a rassicurarlo né ad eliminare la gelosia che si era impossessato di lui.

Sono solo due shots, Jesse. Non le faranno male.” Vanessa cercò di tranquillizzarlo.

Due shots, più l'aperitivo prima di venire qui, più i due brindisi ad inizio serata. Rachel non è abituata a bere. Il che vuol dire che è già tanto per lei.”

Jesse avrebbe voluto alzarsi e andare a recuperare Rachel ma restò seduto e fermo. Rachel sembrava davvero divertirsi e non voleva impedirle di continuare a farlo nonostante si stesse divertendo con qualcun altro e non con lui. Per fortuna non dovette aspettare ancora molto prima che i due tornassero al tavolo.

Jesse, mi sei mancato!” Rachel si gettò su di lui e lo strinse forte.

Jesse rispose all'abbraccio un po' perplesso. “Sono stato via solo dieci minuti.”

Mi sono sembrati un'eternità!”

Rachel, ti senti bene?”

Benissimo! Perchè me lo chiedi?”

Non avresti dovuto bere.”

Sei peggio dei miei papà... Cosa vorresti fare ora? Sculacciarmi?”

Rachel!”

Sai una cosa, ora mi abbraccio Nick che sicuramente mi vuole più bene di te! Ecco!”

Tu non abbracci proprio nessuno. Ora ti siedi qua con me, Vanessa e Matt e ti dai una calmata.”

Perchè non mi vuoi bene, Jesse?” Rachel si rattristò.

Te ne voglio, Rachel. Non dire cavolate.”

Allora mi stringi forte?”

Jesse era innervosito dal fatto che Rachel avesse bevuto e che si stesse comportando così. Non era più lucida ed era strano vederla così dato che lei di solito aveva sempre il controllo della situazione. Jesse si era preoccupato per lei. Tuttavia non potette che provare tenerezza mentre lei lo fissava con quegli occhioni e con quell'espressione in cerca d'affetto. Jesse la tirò a sé e la strinse forte tra le sue braccia.

Va bene ora?”

Sì.”

 


Rachel passò il resto della serata appiccicata a Jesse. Non che a lui la cosa dispiacesse. Rachel non stesse male, non vomitò. Era solo disperatamente in cerca d'affetto. Era l'effetto che le faceva l'alcool e Jesse lo imparò quella sera. Verso le 3 del mattino lasciarono il locale. Rachel si addormentò in macchina. Quando arrivarono davanti al New Yorker Hotel, Jesse cercò di svegliarla delicatamente. Decise che l'avrebbe accompagnata fino in camera sua perchè aveva paura che potesse farsi male nel salire da sola. Quindi la fece scendere dalla macchina e la portò in braccio all'interno dell'hotel e in ascensore. Arrivò davanti alla sua camera.

Siamo arrivati.”

Entra con me.”

Sei impazzita, Rachel? Kurt sta dormendo! Lo sveglieremmo!”

No, non ti sente. Dai, Jesse, ti prego. Accompagnami fino al letto. Solo fino al letto. Poi ti lascio andare, te lo prometto.”

Questa è la prima e l'ultima volta che bevi se ci sono io. Non voglio mai più vederti in questo stato.”

Rachel prese la chiave della camera dalla sua borsa e aprì la porta. Jesse entrò e, cercando di fare meno rumore possibile, camminò fino al letto e ci poggiò Rachel sopra. Per fortuna Kurt aveva lasciato una lampada accesa. Rachel si ficcò sotto le coperte. Si coprì tutta e lasciò solo il viso scoperto.

Vai a dormire così? Non ti metti il pigiama?” sussurrò Jesse.

Non ne ho voglia.” Rachel sbadigliò. “Voglio solo dormire ora.”

Va bene. Me ne vado prima che Kurt si svegli.”

No, aspetta. Avvicinati un attimo. Devo dirti un segreto. È importante.”

Jesse si chinò verso di lei e avvicinò il suo orecchio alla sua bocca.

Il modo in cui abbiamo ballato insieme, con tutti che ci osservavano... mi è piaciuto. Quando abbiamo fatto quel gioco al bar... il modo in cui mi guardavi, in cui mi parlavi, il modo in cui mi stavi toccando... mi è piaciuto. E voglio che tu sappia che avrei fatto irruzione nel teatro con te. Avrei lasciato che tu ti prendessi cura di me.”

Jesse era immobile. Pietrificato e incredulo. Incapace persino di parlare.

Puoi andare ora.” sussurrò ancora Rachel. Gli diede un lungo bacio sulla guancia. “Buonanotte, Jesse. E grazie.”

Jesse tornò dritto con la schiena. Uscì dalla camera e chiuse la porta dietro di sé. Appoggiò la testa contro di essa. Chiuse gli occhi.

È piaciuto anche a me.” sussurrò prima di andar via.

 


Nota: Salve! Inizio col dire che questo è il mio capitolo preferito finora! Mi sono divertita un sacco a scriverlo! In particolare la scena della scommessa e quella in cui Rachel è ubriaca. Vi ricordate com'è Rachel ubriaca, vero? Almeno stavolta ha Jesse a cui aggrapparsi e non Finn :D La scena della 2x14 in cui i ragazzi si ubriacano è una tra le più divertenti in assoluto nella storia di Glee! La canzone della scena in cui ballano è If i had you di Adam Lambert. Mi piace il fatto che tutti si fermino a guardare Jesse e Rachel ballare come accade spesso nei film americani sulla danza ( tipo Save The Last Dance). Di solito non sono del tutto soddisfatta di quello che scrivo ma stavolta penso di aver fatto un buon lavoro :D Più che mai sono curiosa di sapere cosa ne pensate voi! Ora vi rubo ancora un paio di minuti perchè avevo pensato a una cosa carina da cominciare a fare: insieme ad ogni aggiornamento aggiungerò un fanvideo St. Berry. Ce ne sono alcuni veramente belli su YouTube e vorrei condividerli con voi :) Inizio oggi con questo qui che è il mio preferito in assoluto: http://www.youtube.com/watch?v=88kdWgJaQEg&feature=g-like&context=G2d8ecd1ALTwLT-gAOAA

Ancora una volta ringrazio tutti. A presto! :)

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** One in a million ***


Ecco qui.” disse Rachel appoggiando il vassoio con la colazione sul letto di Kurt. “Latte caldo e miele per te. Hai misurato la febbre?”

Sì. Ormai non ce l'ho più e mi sento decisamente meglio.” Kurt prese in mano la sua tazza e cominciò a bere lentamente. “Noto che ti sei data una sistemata finalmente. Mi spieghi perchè sei andata a dormire col vestito addosso?”

Sono tornata tardi e non avevo nemmeno la forza di mettermi il pigiama. Ero stanchissima e... ero un po' ubriaca...”

Scherzi? Hai bevuto?”

Già.”

E come ti è saltato in mente?”

Non lo so. Ho perso il controllo e basta.” Rachel cercò di difendersi così, mantenendosi sul vago. Lo sguardo fisso sul suo frullato mentre lo mescolava con la cannuccia. Qualcosa la stava tormentando.

Kurt, ho bisogno di parlarti... di Jesse.” Rachel alzò gli occhi.

Dall'espressione che hai in volto sembra essere qualcosa di serio. Spara.”

Io...” Rachel si bloccò e prese un respiro. “Sai, è difficile per me ammettere una cosa del genere ad alta voce. Già è stato difficile ammetterlo nella mia mente...”

Fammi indovinare. Ti sei innamorata di Jesse. Di nuovo.”

Non lo so. Sono molto confusa. Non lo so se sono innamorata di lui. Però provo qualcosa di forte nei suoi confronti. È da un po' di tempo che mi sento così. Ho cercato di non pensarci ma si è rivelato un tentativo invano. E dopo la serata che abbiamo passato ieri i miei sentimenti per lui si sono rafforzati.”

Cos'è successo ieri?”

Tutta la serata in generale... è stato un continuo di sguardi, di abbracci, di mani intrecciate... Abbiamo fatto un gioco stupido al bar in cui lui io facevo la parte di una ragazza sconosciuta e lui doveva cercare di sedurmi. E c'è riuscito. Mi ha sedotta... completamente. Kurt, non ero mai stata così eccitata in vita mia...”

E se fosse solo questo? Cioè, forse hai bisogno di... insomma...” Kurt cercava le parole giuste. Generalmente parlare di certe cose lo faceva sentire in imbarazzo, ma con Rachel riusciva sempre a parlare di tutto. “...Forse ti manca fare sesso ed essendo Jesse un ragazzo molto attraente, ti stimola strani pensieri nella testa mandandoti nel pallone.”

No, non è solo questo. Sono attratta da lui, molto attratta... ma c'è di più. Al locale abbiamo passato tutto il tempo a scherzare insieme, siamo stati mano nella mano... poi abbiamo ballato insieme ed è stato fantastico. Pensa che tutti ci hanno fatto spazio e si sono fermati per guardare noi due.”

E a quel punto eri già mezza ubriaca?”

No, no. Ero sobria. Gli ho detto che non volevo bere e lui si è assicurato che non bevessi nulla.”

Beh, ha fallito a quanto pare.”

C'è stato un momento... lui e Matt si erano allontanati. Ero seduta al tavolo con Vanessa, quelli della band e Ashley... te la ricordi Ashley?”

Sì.”

Ecco... è lì che ho cominciato a bere... È stata colpa sua!”

Di Ashley? Perchè?”

Ha cominciato a raccontarmi certe storie su Jesse... su quante ragazze gli vanno dietro, quanto non sia fatto per un rapporto serio, su quanto lei sia l'unica ragazza su cui possa fare sempre affidamento... mi ha fatto innervosire!”

Ti ha fatta ingelosire più che altro. E sembra anche fatto di proposito. Ma non era la migliore amica di Jesse?”

Che io sappia, sì.”

La cosa mi puzza. Comunque, andando avanti... ti sei ingelosita, ti sei innervosita e hai cominciato a bere.”

Esatto. E lo sai che mi succede quando bevo.”

Diventi la ragazza bisognosa d'affetto.”

Appunto. Peccato che da quel momento in poi i ricordi che ho sono molto sfocati. Ricordo di aver ballato con il cantante della band di Matt, Nick. Poi ricordo di essere stata appiccicata a Jesse per tutto il tempo. Ma non ricordo cosa ci siamo detti. Mi ha accompagnata fin qui. Mi ha portata in braccio fino al mio letto.”

Jesse è entrato qui ieri notte?”

Sì. L'ho praticamente scongiurato di non lasciarmi da sola.” Rachel si coprì il viso con le mani. “Che imbarazzo! Jesse sarà incazzatissimo con me! Voglio morire!”

Ma che dici? Non cominciare con i tuoi soliti drammi. Jesse capirà che eri sotto effetto dell'alcool e se ti ha portata fino qui vuol dire che voleva farlo.”

C'è qualcos'altro... gli ho detto qualcosa prima di lasciarlo andare ma non riesco a ricordare. Uffa! Odio non riuscire a ricordare!”

Spero che ciò che gli hai detto sia qualcosa del genere: Vattene prima che si svegli Kurt e picchi entrambi.” disse Kurt in tono sarcastico.

No. Non erano quelle le mie parole. Jesse ha detto qualcosa del genere però. Continuava a ripetere di fare attenzione a non svegliarti.”

Bene. Ha appena guadagnato dieci punti ai miei occhi. Ringrazialo da parte mia quando lo rivedi.”

Se mai vorrà rivedermi...”

Ma invece di crogiolarti in diecimila dubbi, perchè non lo chiami e non ti scusi? È quello che una persona normale farebbe.”

Hai ragione. Ora lo chiamo.” Rachel si alzò. Rimase ferma in piedi per qualche secondo. Poi si lasciò cadere di nuovo sul letto.

Kurt, che devo fare? Ti prego, aiutami.” disse prendendo la mano del suo migliore amico.

Lo chiami e ti scusi. Te l'ho appena detto.”

Intendo con i sentimenti che provo con Jesse. Come mi devo comportare?”

Vieni qui.” Kurt spostò il vassoio sul comodino e fece spazio a Rachel per farla sdraiare accanto a lui sul letto. “Tesoro, ti sarai accorta che non mi sono affatto sorpreso quando mi hai confessato i tuoi sentimenti per Jesse. O meglio, i tuoi confusi sentimenti per Jesse. Io lo sapevo che essere amici non avrebbe funzionato. Te l'avevo detto. Ma, mio sesto senso a parte, non posso esserti di grande aiuto. Solo tu puoi sapere esattamente come ti senti quando sei con Jesse e come ti senti quando lui non c'è. Sei confusa e lo capisco. Tu e Jesse avete avuto un passato a dir poco tormentato e turbolento. Lo sai che io e lui non siamo mai stati grandi amici. Tuttavia devo ammettere che quando tornò per te e si scusò per la faccenda delle uova, dimostrò di tenere a te. Così come lo dimostra la sua reazione a quel bacio alle Nazionali e tutto il resto. Alla festa di Kate abbiamo avuto modo di parlare e scherzare tranquillamente insieme. Non ho nulla contro di lui, voglio farti capire questo. Né avrei nulla in contrario se un giorno doveste tornare insieme. Pregherei entrambi di una cosa però. Di pensarci per bene prima. Di rifletterci con calma. Di prendervi del tempo. O finirete col combinare qualche guaio e col farvi del male. E ve ne siete fatti fin troppo.”

Hai ragione.”

Ma lui piuttosto... Come si sta comportando? Secondo te cosa prova?”

Non lo so. Cioè... è sempre così gentile e si preoccupa per me... ma può essere che lo faccia solo per amicizia. Anche se ci sono stati dei momenti in cui sembrava provare le stesse cose che provo io. Il modo in cui mi guarda... a volte mi sembra di rivedere nei suoi occhi quella stima e quell'amore che un tempo provava per me...” Rachel chiuse i suoi occhi immaginando quelli di Jesse. Quegli occhi chiari in cui non poteva fare a meno di perdersi se erano troppo vicini. Quegli occhi che non aveva visto per tanto tempo e che ora aveva la fortuna di rivedere ogni volta che voleva. “Rovinerò tutto!” esclamò poi alzando la schiena e battendo i pugni sulla coperta. “Stavamo funzionando come amici! Avevamo trovato un perfetto equilibrio! Non è così che doveva andare! E poi io sono venuta qui per concentrarmi sulla mia carriera!”

Rachel, non è colpa tua. Persino una come te non può controllare il suo cuore né mettere a tacere i suoi sentimenti.”

Non appena Kurt finì di parlare il cellulare di Rachel squillò. “È lui.” disse quando vide il nome di Jesse sul display. Prese un respiro e schiacciò il tasto per rispondere.

Pronto?”

Buongiorno, Rachel. Come ti senti?”

Ehm... bene... ho un po' di mal di testa e dei ricordi sfocati... però sto bene. Senti, Jesse... io... ti devo ringraziare per tutto quello che hai fatto ieri per me. Ricordo che mi hai accompagnata in braccio fin sopra in camera. Mi dispiace. Sono così imbarazzata. Non avrei dovuto bere.”

Sì, non avresti dovuto. Comunque, sta tranquilla. L'importante è che stai bene.”

Il fatto è che odio non riuscire a ricordare tutto!”

Beh, in quello posso esserti d'aiuto. Sto andando a fare un servizio ora, ma per l'una avrò finito. Pranziamo insieme?”

Sì.”

All'una sono da te.”

Ok. A dopo, allora.”

A dopo.”

 


Ciao, Jesse. Che piacere averti qui. Accomodati pure.”

Salve signora.” rispose lui stringendo la mano della madre di Ashley. Era una signora giovane e avvenente. Molto sveglia, proprio come sua figlia.

Ashley non mi aveva detto che saresti passato stamattina.”

No, infatti lei non sa che sono qui. Ero nelle vicinanze e ho deciso di passare a salutare.” Jesse mentì. Non passava di lì per caso. Era andato da Ashley con un scopo ben preciso.

Hai fatto bene.” rispose lei sorridendo. “Te la vado a chiamare. È in camera sua.”

Grazie, signora.”

Jesse si tolse la giacca e si accomodò sul grande divano in pelle del salotto. Notò che c'erano stati dei cambiamenti nell'arredamento dall'ultima volta che era stato a casa di Ashley.

Cosa c'è di così importante da non potermene parlare tramite telefono?” La ragazza era appena entrata in salotto.

Buongiorno anche a te.” rispose Jesse sarcasticamente.

Ashley si sedette sulla poltrona di fronte a lui. “Buongiorno.”

Noto che anche stamattina non sei di ottimo umore.”

Veramente sto benissimo.”

E allora perchè ti stai comportando da stronza?”

Wow. Siamo passati alle offese.”

Non ho detto che sei stronza, Ashley. E non lo direi mai. Ma ti stai comportando da tale.” Jesse vide Ashley alzare le sopracciglia. “Ho sentito Vanessa stamattina. A quanto pare ieri, mentre io non ero con Rachel, tu ti sei divertita a parlarle di me.”

Non ho detto nient'altro che la verità. Ho pensato che fosse giusto nei suoi confronti sapere che non sei più il ragazzino che lei conosceva un tempo.”

Tra me e Rachel non ci sono segreti. E comunque non era tuo compito aggiornarla sulla mia vita a New York. Non sei la mia segretaria. Ad ogni modo non si tratta solo di questo. Sei stata fredda e acida tutta la sera con noi. Buttavi frecciatine e occhiatacce. L'ha notato anche Matt.”

Strano che con tutte le coccole, i bacetti e le vostre rispettive vite di coppia, tu e Matt siate riusciti a notare le mie frecciatine e le mie occhiatacce. Anzi, sono persino sorpresa che vi siate accorti che c'ero anch'io ieri sera.” Ashley parlava con un tono secco e deciso.

Jesse capì dove voleva andare a parare. “Prima cosa io e Rachel non siamo un coppia...”

Vi comportate come tale.”

Su questo non aveva tutti i torti ma non era il momento di mettersi a discutere sul tipo di rapporto che avevano lui e Rachel. Né sulla piega che stava prendendo.

Quindi è questo il punto? Sei gelosa di Rachel?”

Io gelosa di quella lì?” disse lei in modo sprezzante. “Ma anche no.”

E allora qual è il punto? Me lo spieghi? Perchè non mi pare tu abbia nulla contro Vanessa. E non mi pare tu ce l'abbia con Matt. Quindi siamo io e Rachel il problema. Anzi, Rachel.”

Ashley accavallò le gambe e guardò altrove. “Non mi piace.”

Se almeno provassi a conoscerla...”

Ci parlai alla festa di tua sorella. E ci ho parlato ieri sera. Mi basta per valutare una persona. Non mi piace.”

In ogni caso non è una scusa per comportarti come ti sei comportata ieri.”

Se sei venuto qui per delle scuse ti dico subito che non ho alcuna intenzione di scusarmi.”

Bene.” Jesse si alzò e si rimise addosso la giacca. “Ero venuto qui per parlare, per discutere come persone mature. Ma a quanto pare è chiedere troppo e io non ho tempo da perdere.”

Fammi indovinare... hai un appuntamento con Rachel?” Ashley si alzò in piedi e incrocio le braccia al petto.

Non sono affari tuoi.”

Jesse si diresse verso la porta. Poggiò la mano sulla grossa maniglia per aprirla. “Chiamami solo quando avrai deciso di smetterla con questi atteggiamenti da ragazzina capricciosa e di crescere.” disse Jesse girandosi per guardare Ashley ancora una volta prima di uscire da casa sua.

 


Quando Rachel uscì dal New Yorker Hotel Jesse era lì di fronte ad aspettarla. Appoggiato con la schiena contro una macchina, le gambe incrociate e le mani in tasca fissava il marciapiede assorto nei suoi pensieri, a partire dalla litigata con Ashley. Non avrebbe voluto che andasse a finire così. Teneva molto a lei. Ma Ashley l'aveva praticamente messo di fronte ad una scelta. Lei o Rachel. E lui aveva fatto la sua scelta. Rachel Berry sarebbe sempre stata la sua scelta. Quando alzò lo sguardo e la vide attraversare la strada, tutti i suoi pensieri sparirono. Ora c'era solo lei. L'unica che era sempre emozionato all'idea di rivedere. L'unica in grado di fargli venire i brividi. L'unica ragazza che avesse mai amato. La sua scelta.

Ciao, Jesse.” disse Rachel prima di alzarsi in punta di piedi per salutarlo con due baci sulla guancia. “Senti Jesse, mi dispiace così tanto per ieri sera! Sono stata una stupida!”

Jesse la guardava divertito mentre Rachel continuava a scusarsi e a ringraziarlo.

Hey, Drama Queen...” disse ad un certo punto interrompendola. “Basta con le scuse, ok?”

Rachel gli sorrise e annuì.

C'è un ristorante molto carino qui vicino che mi piacerebbe farti provare. Possiamo arrivarci benissimo a piedi.”

Va bene.”

Mentre camminavano fianco a fianco Jesse le raccontò di quello che era successo quella mattina. Della chiamata di Vanessa. Del litigio con Ashley.

Non so cosa le sia preso. Lei non è così. È una mia carissima amica. Anzi, era. Alla fine le ho detto di farsi risentire solo quando capirà di aver sbagliato e avrà fatto chiarezza con se stessa.”

Mi dispiace che si sia dovuti arrivare a questo.”

Anche a me. Ma se l'è cercata lei. Immagino non sia stato bello per te dover ascoltare tutte quelle storie su di me...”

Jesse” lo fermò subito Rachel “io ti conosco da tanto tempo ormai. Credo di aver visto ogni lato di te. So che puoi essere il ragazzo più gentile e romantico del mondo così come so che, se lo vuoi, sai essere cattivo, molto cattivo. Non m'importa nulla di ciò che mi ha raccontato ieri Ashley. Anche perchè si sbagliava di grosso. Non ti conosce così bene come crede. Ad ogni modo, non m'importa cosa lei pensa di te. Io so chi sei.” Rachel si fermò e afferrò la mano di Jesse. Lui si girò verso di lei. “Tu sei Jesse St. James, il ragazzo più talentuoso che abbia mai conosciuto in vita mia. Il ragazzo che diventerà una star di Broadway. Ma sei molto più di questo. Sei affascinante, sei divertente, sei passionale, sei gentile. Dai sempre il cento per cento in ogni cosa tu faccia.” Rachel strinse leggermente la mano calda di Jesse nella sua. “Hai la mia completa stima. E nessuno... nessuno potrà mai farmi cambiare idea.”

Jesse era rimasto immobile e in silenzio mentre ascoltava Rachel. La sua voce era il suono più bello che avesse mai ascoltato. E sentire cosa Rachel pensasse di lui riempiva il suo cuore di gioia. Nessuno gli aveva mai parlato così. Nessuno l'aveva mai fatto sentire così.

Ti ho mai detto quanto sono fortunato ad averti nella mia vita?”


Quando Jesse e Rachel uscirono dal ristorante nel primo pomeriggio, decisero di andare a fare una passeggiata a Broadway. Stettero mano nella mano per tutto il tempo mentre ammiravano quei grandi teatri dall'esterno.

Ricordi quando sognavamo un futuro insieme a Broadway?”

La mente di Jesse cominciò a viaggiare all'indietro verso quei freddi pomeriggi spesi in camera di Rachel a farsi le coccole e bere cioccolata calda. Ricreavano i dialoghi e cantavano i duetti dei loro musical preferiti sognando il giorno in cui l'avrebbero fatto sui più grandi palcoscenici di Broadway, promettendosi di non abbandonare mai i loro sogni, anche se in futuro le loro strade si fossero separate. E così avevano fatto. Non erano più una coppia ma nessuno di loro aveva mai smesso di sognare.

Beh, le nostre previsioni si sono quasi del tutto avverate. Io ho avuto un importante ruolo e tu ne otterrai uno tra non molto.”

Già... non siamo insieme però.”

 

Non siamo insieme però.”

Questa faceva male. Molto male. Fu come un pugno nello stomaco per Jesse. Aveva avuto tutto quello che aveva sempre desiderato: una vita a New York e un ruolo importante a Broadway e tutto questo lo rendeva orgoglioso e fiero di sé. Ma non aveva ottenuto la ragazza dei suoi sogni.

Jesse guardò il marciapiede scorrere sotto i suoi piedi. “Siamo comunque insieme in un certo senso. Cioè... siamo insieme a New York. Se ci pensi un attimo, in una città grande come questa l'occasione di rincontrarsi era una su un milione. Ma noi ci siamo ritrovati.”

Rachel sorrise. “Siamo gli uno su un milione.”

Sì, lo siamo.”

Jesse sentì vibrare il cellulare in tasca. Aveva ricevuto un messaggio da Kate.

Ciao Jesse! Indovina? Gli zii mi portano a DisneyWorld il Giorno del Ringraziamento e restiamo lì fino a domenica! Ci ospitano dei loro amici. Sono così emozionata! Non vedo l'ora! P.S. Hai già chiesto a Rachel di passare il Giorno del Ringraziamento con te? Se non l'hai fatto, fallo subito! E salutamela se sei con lei ora.”

È mia sorella.” spiegò Jesse alzando lo sguardo verso Rachel. “Ti saluta.”

Come sta?”

È felice perchè i miei zii la portano a DisneyWorld la settimana prossima.”

Wow! Che bello!” esclamò Rachel. “Se lo merita.”

Già... a tal proposito, immagino tornerai a casa dalla tua famiglia per il Giorno del Ringraziamento...”

In realtà no. Quest'anno coincide con l'anniversario dei miei papà e per festeggiare partono per un week-end romantico a Chicago. Quindi resterò qui a New York.”

Il Giorno del Ringraziamento a New York è fantastico. Tu e Kurt ne resterete affascinati.”

No, Kurt torna a Lima. Parte mercoledì e torna domenica. Io resterò... da sola.”

Non puoi passare il Giorno del Ringraziamento da sola. Te lo proibisco.” disse Jesse con tono deciso strappando un sorriso a Rachel. “Possiamo passarlo insieme... se tu vuoi. Possiamo andare alla parata di Macy's, possiamo mangiare insieme, possiamo passeggiare tra le vetrine addobbate... Ci sono un sacco di cosa da fare... a te la scelta.”

Il sorriso di Rachel si fece più largo. “Non vedo l'ora.”

E non ti ho ancora detto la parte migliore...” Jesse vide la curiosità crescere sul volto di Rachel mentre la teneva sulle spine. “Sono un ottimo cuoco!”

Il largo sorriso di Rachel si trasformò in una risata. “Non ci credo!”

Stai forse dubitando di me?” Jesse le lasciò la mano fingendo di essersi offeso.

Sì.” rispose Rachel mettendosi le mani sui fianchi.

Rachel Berry, dopo aver assaggiato un solo boccone della mia cucina mi implorerai di dartene ancora e ancora e ancora finchè non sarai sazia a tal punto da non riuscire a fare un grand jetè.”

Rachel non riuscì a trattenere la sua risata.

Ti prendi gioco di me, eh?”

Dai, scherzavo!” si difese Rachel riprendendo Jesse per mano. “Non vedo l'ora di assaggiare i tuoi piatti, non vedo l'ora di assistere alla parata, non vedo l'ora di vedere le vetrine dei negozi addobbate... Non vedo l'ora di passare il Giorno del Ringraziamento a New York con te.”

Manca ancora qualcosa per fare in modo che sia una giornata memorabile...”

Cosa?”

Guardati intorno.”

Jesse, tenendo Rachel per mano, la guidò facendole fare lentamente un giro su se stessa. Rachel ammirò tutte le locandine e le insegne che li circondavano e una volta tornata di fronte a Jesse realizzò cos'altro avrebbe potuto rendere quel giorno perfetto.

Andiamo a vedere un musical assieme!” esclamò entusiasta per poi gettare le sue braccia al collo di Jesse.

Dobbiamo solo scegliere quale. Ce n'è qualcuno in particolare che vorresti vedere?”

Non lo so... ce ne sono così tanti!”

I due ragazzi cominciarono a fermarsi davanti a tutte le locandine di musical che si trovavano fuori dai teatri per sceglierne uno da andare a vedere insieme.

Wicked?”

Visto tre volte con Kurt. The Book Of Mormon?”

Visto quest'estate. Chicago?”

Lo so a memoria.”

Jesse tirò la mano di Rachel per mostrarle la locandina che aveva appena catturato la sua attenzione.

Questo...” disse Jesse.

... è perfetto.” continuò Rachel mentre fissava la locandina di Spider-Man, Turn Off The Dark. “Ne ho sentito così tanto parlare. Ho le musiche sul mio Ipod. Sono fantastiche!”

Allora Spider-Man, Turn Off The Dark sia!”

Questo sarà il Giorno del Ringraziamento più bello di sempre!”

 


Nota: Buongiorno e Buona domenica! :) Vi capisco se siete lì a chiedervi “Ma che aspetta a farli mettere insieme?” XD Avete ragione, ormai si comportano come una coppia. Ma sono Jesse e Rachel. E con Jesse e Rachel non è mai facile. Sono sempre caratterizzati da dubbi e drammi, altrimenti non sarebbero Drama Queens ;) Comunque vi anticipo che non manca molto... spero di non deludervi :) Per quando riguarda Ashley, questa non è la sua uscita di scena. Il personaggio tornerà più in là e scopriremo cosa le passa davvero per la testa. Per la mia tradizione di “Un Fanvideo St. Berry per ogni capitolo” oggi vi propongo: http://www.youtube.com/watch?v=y_by03KqOME&list=LL2A4bZQHLMjmHQcOzx7ifmg&index=18&feature=plpp_video Enjoy :) E un grazie di cuore a tutti voi :)

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Thanksgiving Day ***


Jesse e Rachel avevano pianificato alla perfezione la giornata. Lui sarebbe andata a prenderla alle 8:30 e si sarebbero incontrati con Matt e Vanessa per andare alla parata tutti insieme. Poi sarebbero andati nell'appartamento di Jesse per pranzo e lui avrebbe dimostrato come se la cavava splendidamente ai fornelli. Avrebbero passato il pomeriggio passeggiando sulle grandi strade newyorkesi per poi dirigersi allo spettacolo serale del musical Spider-Man, Turn Off The Dark. Nulla fu lasciato al caso. Nulla sarebbe andato storto quel giorno. Jesse aveva promesso un Giorno del Ringraziamento memorabile e fu proprio quello che Rachel ottenne.

Mentre i quattro ragazzi erano tra la folla a godersi la parata di Macy's, chiunque avrebbe potuto dire che i due ragazzi accanto a Matt e Vanessa erano una coppia. Gli occhi di Rachel brillavano davanti a tutti quei magnifici carri, quei festoni e quei giganteschi palloni aerostatici che raffiguravano animali, personaggi dei cartoni animati e dei fumetti ed esultava per tutto ciò che accadeva al di là delle transenne. Si sentiva avvolta da quell'atmosfera festiva e gioiosa che a New York regnava meglio di qualsiasi altra città al mondo quel giorno.

Questo è il Giorno del Ringraziamento più bello della mia vita!” esclamò quando la parata stava volgendo al termine.

E non hai ancora assaggiato ciò che ha cucinato Jesse per te!” replicò Matt.

Quindi tu lo sai! Lui sta facendo tutto il misterioso riguardo al pranzo. So solo che ha preparato tutto a base vegetale per me. Ha detto che si è svegliato prestissimo per preparare tutto.”

Guarda, ti dico solo che ho avuto il piacere di assaggiare diverse pietanze preparate da Jesse e credimi, il ragazzo ci sa fare.”

Jesse intervenne: “Ma ragazzi, quando si vive da soli è normale imparare a cucinare. Non puoi andare avanti a cibo d'asporto e surgelati.”

Ma Jesse, seriamente, c'è qualcosa che non sai fare?” continuò Vanessa.

No.” rispose il ragazzo seriamente e scuotendo la testa. Poi scoppiò a ridere. “Voi due piuttosto... le cose si fanno serie, eh? Vanessa, prima di conoscere te non gli sarebbe passato neanche lontanamente per la testa di passare il Giorno del Ringraziamento con la famiglia di una ragazza!”

Lo so! Che ci vuoi fare, Jesse... Il ragazzo ha perso proprio la testa per me. Del resto, come dargli torno. Insomma, mi hai vista, no?”

Jesse e Vanessa risero complici mentre Matt fissava la sua ragazza con le sopracciglia alzate mentre tratteneva visibilmente la sua risata.

Per ciò che ricordo io, eri tu quella a non volerti staccare dalle mie labbra durante il nostro primo appuntamento.”

Avevi appena suonato per me e io ho un debole per i batteristi!”

Matt, hai suonato per lei al vostro primo appuntamento? Che cosa romantica!” commentò Rachel.

Sì, sono un grande.” si vantò Matt.

Anche Jesse suonò per me... anche se quello non era il nostro primo appuntamento in realtà. Era il nostro primo incontro. È stato quando ci siamo conosciuti.”

Che dongiovanni che siamo!” disse Matt dando una pacca sulla spalla a Jesse.

Vieni qui, dongiovanni!” Vanessa lo tirò a sé e gli stampò un bacio sulle labbra.

Rachel e Jesse guardarono entrambi in una direzione diversa imbarazzati. Matt e Vanessa non erano una di quelle coppie che si scambiava effusioni in pubblico di continuo e la cosa piaceva molto a Jesse e Rachel soprattutto se erano solo loro quattro. Però quando i due si baciavano a lungo, loro non potevano fare a meno di sentirsi in imbarazzo. Per fortuna stavolta il bacio durò poco.

Ho bisogno di andare in bagno.” disse Vanessa dopo essersi staccata dalle labbra del suo ragazzo.

Lì c'è un bar. Sicuramente è provvisto di bagno. Rachel, mi accompagni?”

Rachel annuì e le due ragazze si allontanarono dai ragazzi.

 

Allora... l'appuntamento procede bene, no?” cominciò Vanessa prima di uscire un rossetto dalla borsa.

Appuntamento?”

Tu e Jesse... Di chi altro dovrei parlare? Il vostro appuntamento.”

Io e Jesse? Ma noi non... non siamo ad un appuntamento...”

Vanessa distolse lo sguardo dallo specchio e guardò Rachel. “Tesoro, passerete tutta la giornata assieme da soli. È in piedi da stamattina all'alba solo per preparare un pranzo speciale per te. E stasera ve ne andate a teatro a vedere un musical. Io questo lo chiamo un appuntamento. Non so tu.”

Rachel abbassò lo sguardo e pensò che la sua amica non aveva tutti i torti. Chiunque avrebbe definito il loro un appuntamento. Obiettivamente aveva tutte le ragioni per esserlo. Ma quando si trattava di Jesse e Rachel, il concetto di normalità assumeva un nuovo significato. Ciò che poteva essere definito “normale” per la maggior parte delle coppie, non lo era mai stato per Jesse e Rachel. E viceversa. Il loro era un rapporto speciale, che fossero solo amici o fossero una coppia. Non seguivano canoni, non seguivano regole. Non erano stereotipi. Erano semplicemente Jesse e Rachel.

Non lo so, Vanessa... è un casino...”

Cosa è un casino?”

Noi... Io e Jesse!” Rachel cominciò a fare avanti e dietro su quello stretto corridoio davanti ai bagni. “Tu non capisci... la situazione è delicata! Non posso buttare tutto all'aria! L'amicizia che siamo riusciti a costruire in questi due mesi potrebbe crollare se solo faccio un passo falso! Potrei perderlo! E non voglio... assolutamente! Ma dall'altro lato ho questi forti sentimenti nei suoi confronti che non riesco a mettere a tacere! Non ci riesco!”

Hey, ti calmi?” Vanessa prese le mani di Rachel impedendole di continuare a camminare da una parte all'altra freneticamente. “Ascolta, devo dirti una cosa. Avevo promesso a Matt di non parlartene perchè lui non vuole mettersi in mezzo, vuole che voi riusciate a esternare i vostri sentimenti da soli, però vederti in questo stato non mi piace. E lo faccio solo perchè voglio il vostro bene. Perchè penso che tu e Jesse siate perfetti l'uno per l'altra.” Vanessa tirò un respiro profondo prima di vuotare il sacco. “Jesse ha confessato a Matt di provare dei sentimenti per te.”

La frase che Vanessa aveva pronunciato fu del tutto inaspettata. Le gambe di Rachel tremarono al suono di quelle parole. Le sua mani cominciarono a sudare freddo. “C-che tipo di s-sentimenti?” riuscì a balbettare.

Lo stesso tipo di sentimenti che provi tu. Dai, Rachel non puoi essere stata così cieca per tutto questo tempo! È ovvio che Jesse è pazzo di te così come tu lo sei di lui! Siete solo entrambi spaventati perchè vi siete fatti del male a vicenda in passato e non volete più soffrire. E così siete fermi in questa posizione di stallo, definendovi “amici” quando in realtà quello che vorreste fare è saltarvi addosso!” Vanessa si avvicinò a Rachel e poggiò le sue mani sulle sue spalle fissandola negli occhi. “Devi fare il primo passo, Rachel.”

Rachel indietreggiò. “Il primo passo? Io? Perchè io?”

Perchè Jesse ha più paura di quanta ne abbia tu. Uno dei due deve essere più coraggioso, uno dei due deve rischiare. Chiediti, Rachel... “Voglio davvero continuare a tenermi tutto dentro? Voglio davvero continuare a fingere?”... Non credo che tu voglia questo.”

E se fallisco? Se rovino la nostra amicizia? Se lo perdo per sempre?”

Non succederà.”

Come fai a esserne sicura?”

Non lo sono. L'unica cosa di cui sono sicura è che se non ci provi lo rimpiangerai per il resto della tua vita.”

Rachel si staccò da Vanessa e si avvicinò a piccoli passi verso gli specchi. Si posizionò a piedi uniti e testa bassa davanti ad uno di essi. Rachel ripensò a tutti i momenti che aveva condiviso con Jesse da quando si erano ritrovati a quella festa a settembre. E si sentì felice perchè era così che Jesse la faceva sentire. Felice. Negli ultimi tempi era diventato la prima persona a cui pensava appena sveglia e l'ultima prima di addormentarsi la sera. Passavano del tempo insieme quasi ogni giorno. E non ne passava uno senza che si sentissero o parlassero tramite cellulare o computer. Quelle sere quando entrambi erano troppo stanchi per uscire le trascorrevano in videochat su Skype o semplicemente in chat su Facebook se Kurt dormiva. Parlavano della giornata trascorsa, di come procedevano le prove di Jesse e le lezioni di Rachel, commentavano le novità in fatto di musica, di cinema e teatro. E stare al caldo nel suo letto con il computer accesso a parlare con Jesse era la parte della giornata che Rachel preferiva. Jesse non era un amico. Era molto di più. E Rachel non poteva continuare a mentire a se stessa, agli altri e soprattutto a Jesse.

Farò il primo passo.” disse alzando il viso e guardandosi allo specchio. “Stasera.”

 


Alla tua destra puoi ammirare un Tofurkey, il sostituto perfetto del più tradizionale tacchino ripieno per un Ringraziamento vegetariano, cotto a puntino e contornato da patate dolci. Alla tua sinistra, salsa di mirtilli e il dessert... una piccola torta di zucca. Felice Ringraziamento, Rachel Berry. E sentiti pure in dovere di ammettere che è tutto fantastico.”

Jesse aveva appena finito di sistemare la tavola ed era ancora in piedi mentre illustrava a Rachel, seduta di fronte a lui, ciò che aveva preparato da solo e con tanta cura per pranzo.

Jesse! È tutto... fantastico!” esclamò Rachel dopo aver osservato tutta quella invitante roba da mangiare davanti a lei.

Lo so.” rispose lui sorridendo.

E hai preparato tutta questa roba per me?”

Beh, per noi. Non vorrai mica divorarti tutto da sola?”

Rachel scosse la testa. Non riusciva a smettere di sorridere. Aveva la stessa espressione che avrebbe avuto un bambino lasciato libero di comprare qualsiasi cosa in un negozio di caramelle. Jesse continuava a sorprenderla giorno dopo giorno, dai piccoli gesti a quelli più grandi. E soprattutto continuava a dimostrare di tenere a lei come nessun altro aveva mai fatto.

Rachel invitò Jesse a sedersi.

La tradizione vuole che prima di iniziare a mangiare si esprimi la nostra gratitudine verso le cose belle che ci sono capitate quest'anno. Io e la mia famiglia lo facciamo sempre.”

Jesse versò del vino rosso nel suo bicchiere. “Comincia tu.”

Sono grata ai miei vecchi amici del Glee Club per aver reso la mia esperienza al liceo bellissima. Sono grata ai miei papà per avermi sempre sostenuta e per avermi permesso di trasferirmi qui. Sono grata di far parte di un posto come la NYADA con il mio migliore amico Kurt.”

Jesse stava per tagliare la prima fettina di tofurkey quando Rachel lo fermò. “Hey! Non ho ancora finito!”

Scusami.” disse lui posando coltello e forchetta sul tavolo.

C'è qualcos'altro o meglio qualcun altro che non ho ancora ringraziato.” Rachel allungò il suo braccio per raggiungere e toccare la mano di Jesse. “Tu. Sono grata di aver ritrovato te. Sono grata di averti nella mia vita. Non sarebbe la stessa senza di te.”

Jesse si portò il bicchiere alla bocca e mandò giù quel po' di vino che conteneva. Poi appoggiò il bicchiere vuoto sul tavolo. “Io e la mia famiglia non abbiamo mai festeggiato in grande il Giorno del Ringraziamento. I miei in questo periodo dell'anno sono sempre a Bali per cui io e mia sorella l'abbiamo sempre passato con i nostri zii. Ad ogni modo... per cosa sono grato... Sono grato di far parte di un cast di ragazzi formidabili, sono grato di aver ottenuto un ruolo così importante... e sono grato di avere accanto persone fantastiche come te. Non potrei desiderare di più.”

Brindiamo.” Rachel alzò il suo bicchiere in alto. “A New York. A un Giorno del Ringraziamento memorabile. A noi.” E poi fece toccare il suo bicchiere con quello di Jesse.

 

Jesse e Rachel mangiarono con calma tutto quello che c'era sul tavolo. Alla fine Rachel si sentì soddisfatta e pienissima proprio come Jesse aveva previsto. Si sdraiarono su letto uno accanto all'altro ricordando i Giorni del Ringraziamento degli anni passati. Rachel raccontò del suo preferito. Aveva nove anni. Il lunedì precedente era arrivata terza ad una competizione di ballo e da allora aveva passato il resto dei giorni di cattivo umore. Ma quel giovedì dopo aver pranzato con tutti i suoi parenti, i suoi papà la portarono a vedere Lo Schiaccianoci. Non aveva mai assistito a un balletto del genere prima. Fu uno spettacolo incredibile agli occhi della piccola Rachel. Si commosse più di una volta nel vedere tutti quei ballerini che si muovevano leggeri come piume. Fu un'emozione grandissima. E fu proprio quello il giorno in cui capì che nella sua vita non avrebbe sempre vinto, non sarebbe sempre arrivata prima. Ma questo non voleva dire che doveva smettere di fare ciò che più al mondo amava fare. Capì che doveva continuare a studiare e a impegnarsi per arrivare in cima. E un giorno sarebbe stata lei la numero uno.

Ora tocca a te. Il più bel ricordo legato al Giorno del Ringraziamento.”

Jesse fisso il soffitto per qualche istante immerso nel suo passato. Sorrise. “Trovato.” Si girò verso Rachel e cominciò a raccontare la sua storia. “Avevo sedici anni. Era sera e stavo andando ad una festa di una mia amica. Stavo camminando quando ho incrociato lo sguardo di una bambina seduta all'angolo della strada. Accanto a lei c'era una donna. Erano trasandate, povere, senzatetto. La bambina stava cantando. Era una melodia sconosciuta ma rilassante. Sembrava una ninna nanna. E la sua voce era angelica. Oh, Rachel...” Jesse si sdraiò sul fianco destro. Si reggeva la testa con il braccio piegato. “... avresti dovuto sentir cantare quella bambina. Rimasi immobile. Come potevo continuare a camminare e andare a quella festa e lasciare quella bambina e quella donna al freddo in mezzo alla strada il Giorno del Ringraziamento? Mi sono fermato a parlare con loro. La donna era la madre della bambina. Suo marito aveva perso tutto. Era un alcolizzato. E loro erano rimaste sole. Le invitai a venire a casa mia. Le diedi qualcosa di caldo da mangiare e da bere. La bambina era affascinata dal mio pianoforte e mi chiese si suonare per lei. Così mi sedetti al pianoforte e cominciai a suonare. Lei cantava. Passammo ore a suonare e cantare e fu... bellissimo. Sentii il mio cuore riempirsi di gioia e mi sentii fiero di me stesso.”

Fu il tuo primo concerto improvvisato per i senzatetto?”

Esatto. Divenne un'abitudine da quel giorno. Ascoltavo le loro storie e suonavo per loro. Era bello rendersi utile in qualche modo. Nel mio piccolo li aiutavo.”

Hai mai più rivisto la bambina e la donna per cui suonasti la prima volta?”

Oh sì. Ora una casa ce l'hanno. Hanno trovato un uomo onesto che le ha aiutate e si prende cura di loro.”

Un lieto fine!”

Già... Un lieto fine.”

Rachel si alzò dal letto e prese l'ultimo pezzo di torta di zucca che era rimasto nel piatto. “Guarda, se non ti conoscessi bene potrei addirittura dire che sei davvero un bravo ragazzo.” disse con tono sarcastico.

Jesse sorrise e alzò la schiena dal cuscino. Si sedette all'angolo del letto. Rachel era di fronte a lui. “Se la gente vuole che io faccia il bravo ragazzo, allora dovrebbe smetterla di comportarsi male con me.”

Jesse fece un occhiolino a Rachel. Lei si avvicinò a lui e gli infilò il pezzo di torta che aveva in mano lentamente in bocca. Jesse ne staccò un morso.

Andiamo?” chiese Rachel quando Jesse finì di masticare.

Andiamo.”

 


Seduti in quinta fila, Jesse e Rachel aspettavano impazienti l'inizio del musical. Rachel non stava più nella pelle. Da quando si era trasferita a New York, andava a teatro con Kurt e altri compagni di classe della NYADA molto spesso. Assistere ad un musical era una delle cose che più amava fare al mondo.

Voglio essere in prima fila al tuo debutto.” confessò a Jesse.

Solo se io potrò essere in prima fila al tuo.”

Affare fatto.”

Le luci si abbassarono e il teatro diventò buio. Rachel si lasciò scappare un grido di gioia ed emozione e due signore sedute davanti a lei si girarono a guardarla. “Scusate.” sussurrò Rachel in sua difesa mentre Jesse rideva divertito dalla scena. Lei gli diede una gomitata. L'enorme tendone sul palco si aprì lentamente e una canzone in versione strumentale partì. Solo una chitarra elettrica all'inizio. Poi anche un basso. Poi si aggiunse la batteria. E ancora violini. Nel frattempo furono accese le luci. Fari di diversi colori illuminarono il palcoscenico creando dei giochi di luce incantevoli. Jesse si mise più comodo e spense il suo cellulare. Poi poggiò il suo gomito sul braccio che divideva la sua poltrona da quella di Rachel e girò la testa per guardarla. Sorrise nel vedere i suoi occhi che brillavano completamenti catturati dal palcoscenico. Mantenendo gli occhi fissi davanti a lei, Rachel appoggiò il suo braccio accanto a quello di Jesse e prese la sua mano come per dirgli “Sono felice di essere qui con te.”

 

Questa è la mia preferita!” disse a Jesse avvicinandosi al suo orecchio quando Jennifer Damiano cominciò a cantare If The World Should End. Era sola sul palco, illuminata da un occhio di bue.

 

Don’t think about tomorrow

We’ve only got today

There’s nothing that I want from you

Not a word you have to say

 

You are all I need

And all I can defend

All I need to hold on to

If the world should end

 

Rachel sapeva a memoria il testo della canzone e non potette fare a meno di cantare sottovoce. Cominciò a riflettere sul significato di quelle parole. Mary Jane si sarebbe aggrappata a Peter Parker se il mondo fosse finito. Ma a cosa si sarebbe aggrappata Rachel? Intrecciando lentamente le sue dita tra quelle di Jesse, trovò la risposta a quella domanda. Jesse era una certezza per Rachel. Quando lo abbracciava, si sentiva al sicuro fra le sue braccia. Sempre. Quando gli parlava, lui ascoltava. Sempre. Quando aveva bisogno d'aiuto, lui c'era. Sempre. E riusciva a farla sorridere. Sempre.

 

In my imagination

I could not have made this up

In a world stranger than fiction

Ours is no fictional love

 

I can see the you

Under your second skin

I can feel your heartbeat quicken

Quicken and then slow

 

There’s nothing else I need to know

And there’s nothing

You need to pretend

If the world should end

 

And the sky tonight is luminous

For all the wrong reasons

And every doorway is hiding something

And if this world should all come crashing down

I wouldn’t care at all

 

Era la storia di una ragazza innamorata. Una storia d'amore da fare invidia a tutti gli essere umani. Un amore totale. Un amore che non ha limiti né confini. L'amore vero, quello che ti stravolge la vita. Quello che è per sempre.

Una lacrima scese sulla guancia destra di Rachel. Ma lei non la asciugò.

 

And if there’s no tomorrow

I’ll have today again

There’s no time for sorrow

When there’s no such thing as time

 

And if the darkness will descend

Don’t need a saviour or a friend

I can say I’ve really loved

If the world should end

 

Se il mondo finisse, Mary Jane potrebbe dire di aver amato davvero. E Rachel? Probabilmente l'avrebbe scoperto quella sera.

 


Jesse sbuffò mentre guardava la pioggia che cadeva ininterrottamente da più di mezz'ora attraverso i finestrini della macchina. Rachel gli mise una mano sulla spalla destra.

Jesse, non ti lascio guidare fino a casa tua con questo temporale. Sali da me. Quando smetterà di piovere, andrai via.”

Jesse girò la testa e guardò Rachel. “Va bene.”

Ok, allora al mio tre usciamo dall'auto e corriamo subito in hotel.”

Io ci impiegherò qualche secondo in più perchè devo chiudere la macchina a chiave. Tu vai subito a ripararti però.”

Rachel annuì e poi cominciò a contare. “1...2...3!”

 

Sono un disastro.” disse Rachel guardandosi allo specchio nell'ascensore. “E tu sei ancora più bagnato di me.” disse poi riferendosi a Jesse.

Entrati in stanza, Rachel si tolse le scarpe e si infilò le sue calde pantofole rosa. Poi andò dritta in bagno. Tirò fuori due grandi asciugamani da un tiretto. Prese una spazzola e l'asciugacapelli e tornò da Jesse. Gli lanciò uno dei due asciugamani e il ragazzo lo utilizzò per asciugarsi il viso e per tamponare i suoi ricci.

Hai i capelli completamente bagnati. Devi asciugarli un po' o ti verrà l'influenza.” disse Rachel sedendosi sul suo letto e attaccando l'asciugacapelli alla presa accanto al comodino. Jesse si sedette accanto a lei e cercò di prendere l'asciugacapelli dalle mani di Rachel ma lei non glielo permise.

Faccio io.” disse. Rachel provò un leggero gusto nel vedere i capelli di Jesse scombussolati per una volta tanto. Passò le dita tra i suoi ricci indefiniti che si muovevano con l'aria calda che usciva dal fon. Dopo qualche minuto i capelli di Jesse erano già quasi asciutti. Il ragazzo prese il fon dalle mani di Rachel e la spazzola che era sul comodino.

Tocca a te ora.”

Rachel si girò di spalle e lasciò che Jesse pettinasse e asciugasse i suoi lunghi capelli. Sapeva che a lui piaceva accarezzare i suoi lunghi capelli lisci esattamente come a lei piaceva giocherellare con i suoi ricci. Quando stavano insieme avevano litigato un sacco di volte per questo motivo. Jesse si innervosiva quando lei scombussolava i suoi capelli perfetti e Rachel si innervosiva quando lui scombussolava i suoi. Non si erano mai detti però che entrambi adoravano sentire le dita dell'altro tra i propri capelli.

Quando furono entrambi più asciutti, Rachel preparò della cioccolata calda. Il temporale, nel frattempo, non accennava a smettere. Un rumore proveniente dal cellulare di Rachel interruppe il silenzio in camera.

Felice Giorno del Ringraziamento, Rachel! Spero vada tutto bene a New York e che tu abbia passato una bella giornata. A presto. Shelby.”

Chi è?” chiese Jesse guardando Rachel visibilmente sorpresa mentre guardava lo schermo del suo telefono.

Shelby.”

Oh.” Jesse non sapeva se chiedere di più o lasciare scorrere la cosa. Rachel gli aveva raccontato poco e niente di quando Shelby aveva insegnato alla sua scuola l'ultimo anno e non aveva idea del rapporto che ora avessero le due. E se Rachel non gliene aveva parlato era perchè forse era un argomento delicato per lei. Quindi Jesse decise di non fare altre domande. Ma Rachel cominciò a parlare come se in realtà qualche domanda fosse stata posta.

Ci sentiamo ogni tanto. Qualche messaggio, niente di più.”

Rachel, non devi sentirti obbligata a parlarmene.”

No, tranquillo. Te ne parlo perchè mi va.” Rachel bevve un sorso della sua cioccolata prima di parlare ancora. “Io sono andata avanti con la mia vita, lei con la sua. Ma siamo rimasti in buoni rapporti, tutto sommato. È mia madre e lo sarà sempre. Avrei voluto che le cose fossero andate diversamente? Sì. Ho sofferto tanto per tutta la faccenda. Ma anche se le cose tra lei e me non sono andate come speravo, va bene così.” Rachel si sforzò di sorridere ma Jesse notò che i suoi occhi si erano fatti tristi.

Non posso difenderla.” cominciò Jesse. “Era un'ottima insegnante. Ma non è stata altrettanto brava nel ruolo di madre con te. Ha fatto degli errori, ma non è una persona cattiva. Dopo tutto, è per merito suo se ci siamo conosciuti noi due, no?”

Rachel annuì con un sorriso meno forzato stavolta. “Eh, già.”

Ti ho mai raccontato come andarono esattamente i fatti prima del nostro incontro in quel negozio di musica?”

In effetti, no...”

Jesse sorrise e si mise seduto più comodo sul letto di Rachel. “Il giorno delle tue Provinciali Shelby portò me e i Vocal Adrenaline alla gara per vedere con chi avremmo avuto a che fare alle Regionali. Io ero seduta accanto a lei e alla fine della tua esibizione la vidi turbata. Durante il viaggio di ritorno mi raccontò tutto del suo passato e di te. Mentre parlavamo le venne in mente quest'idea secondo cui io avrei potuto avvicinarmi a te così da riuscire in seguito e in qualche modo a farti scoprire la verità su tua madre. Mi chiese di aiutarla e io accettai. Il bello è che lei mi chiese di diventare tuo amico. Sedurti fu una mia scelta.”

Non me l'avevi mai detto...” lo interruppe Rachel. “Ma perchè hai voluto sedurmi invece?”

Perchè mi piacevi. Rimasi colpito da te alle Provinciali. Quel giorno quando entrai in quel negozio di musica e ti vidi da lontano decisi di fare la mia prima mossa e di venire da te. E dopo il nostro duetto, non potevo non chiederti un appuntamento. La chimica tra noi due era innegabile.” Jesse si bagnò le labbra prima di concludere: “Il resto della storia lo conosci già.”

Rachel rimase sorpresa e lusingata dalle parole di Jesse. Avrebbe potuto scegliere di aiutare Shelby semplicemente diventando suo amico ma Jesse decise di fare ben altro. E lo fece perchè lei gli piaceva già. Perchè lui voleva un vero appuntamento con lei. Perchè essere suo amico non gli bastava. Voleva di più. E l'ironia della sorte volle che Rachel si sentisse esattamente nello stesso modo ora. Ma stavolta era diverso. Non si trattava di piacere. Non si trattava di volere. Si trattava di amare. Rachel si sentiva sicura dei suoi sentimenti per Jesse. E ciò che lui le aveva appena confessato in qualche modo la incoraggiava ad esternarli. E di coraggio ne aveva bisogno eccome perchè non era per niente facile ciò che Rachel intendeva fare. Ma quella mattina aveva promesso a stessa che avrebbe fatto la prima mossa e non voleva tirarsi indietro, né continuare a fingere.

Rachel si alzò in piedi e guardò pensierosa fuori dalla finestra mentre cercava le parole giuste da dire.

E pensare a quanta strada abbiamo fatto da quel giorno... Guardaci ora, guarda fin dove siamo arrivati. Niente male, vero?”

Siamo gli uno su un milione.”

Era vero e Rachel amava sentirglielo dire. Erano gli uno su milione che erano riusciti a lasciare la propria città natale per trasferirsi a New York. Gli uno su un milione che erano riusciti a realizzare i propri sogni. Gli uno su un milione che si erano rincontrati in una grandissima metropoli.

È stata una giornata meravigliosa grazie a te, Jesse. Ne ricorderò per sempre ogni singolo momento.”

Non avrei voluto passare il Giorno del Ringraziamento con nessun altro se non con te.” riuscì a confessare anche Jesse.

Rachel sentiva il battito del cuore farsi sempre più accelerato.

 

Ci siamo.” pensò. “È il momento. Devo fare il primo passo. Ora.”

 

Sei felice, Jesse? La vita che fai ti rende felice?”

Questa è la vita che ho sempre sognato. Ho avuto tante delusioni. Ho sofferto. Ho ricevuto porte in faccia. Ma ora sento di essere esattamente dove dovrei essere. Quindi... perchè non dovrei essere felice?”

Non hai risposto alla mia domanda.” gli fece notare Rachel. “Pensi di avere davvero tutto per poterti definire una persona felice? Quando la sera stai per addormentarti... non ti senti mai come se mancasse un pezzo del puzzle? Come se mancasse ancora qualcosa per raggiungere la felicità?”

Jesse tacque ma sapeva esattamente di cosa stava parlando Rachel. Sapeva esattamente il genere di sensazione che aveva descritto. Era la sensazione che lui provava ogni volta che non era con lei. Era quella sensazione di solitudine che provava nel suo letto la sera. Era un vuoto che solo lei sarebbe stata in grado di colmare. Ed era la sensazione contro cui combatteva ogni giorno.

La gola di Jesse si era fatta secca mentre guardava Rachel avvicinarsi e sedersi sul letto accanto a lui.

Tutte queste domande si sono fatte strada nella mia testa ultimamente. Ci ho pensato... ci ho pensato tanto, Jesse... non ho fatto che pensarci. E per quanto cercassi di ripetermi che non mi manca nulla, ho scoperto che stavo mentendo a me stessa...” Rachel aveva la completa attenzione di Jesse. Sollevò il braccio destro e con la mano accarezzò lentamente il suo viso liscio. “La verità è che ho bisogno di qualcos'altro per essere felice. Amo la mia vita ma la verità è che vorrei dividerla con qualcuno... qualcuno che mi ascolti, qualcuno che mi capisca, qualcuno che mi faccia sentire desiderata, qualcuno che tenga davvero a me...” Rachel avvicinò il suo viso a quello di Jesse e, quando solo pochi centimetri dividevano le loro labbra, sussurrò “Qualcuno come te.” prima di baciarlo.

Un bacio tanto a lungo sperato ed atteso. Un bacio cercato. Trattenuto per troppo tempo. Fu lento e delicato. Rachel appoggiò le sue labbra su quelle di Jesse e poi chiuse gli occhi. Jesse fece lo stesso. Le sue labbra erano esattamente come se le ricordava. Morbide e calde. Le loro labbra si ricongiunsero immediatamente dopo quel primo bacio. Quel primo assaggio non bastava a nessuno dei due. Le loro bocche continuarono a cercarsi affamate. Questa volta più velocemente. Rachel spostò la sua mano dalla guancia di Jesse alla sua nuca infilando le dita tra i suoi capelli e lo attirò più forte a sé. Le loro lingue si rincorrevano. Erano infuocate. Jesse lasciò scorrere lentamente la sua mano dal ginocchio fin sopra la coscia destra di Rachel facendosi strada sotto la sua gonna. Rachel sentì crescere la sua eccitazione. Lasciò cadere la sua schiena all'indietro e si sdraiò portando Jesse giù con lei. Mentre Jesse si posizionava sopra di lei, le loro bocche si separarono per qualche istante. Entrambi respirarono affannosamente. Quando le loro labbra stavano per toccarsi di nuovo, Jesse esitò. Non gli sembrava vero quello che stava succedendo proprio sotto i suoi occhi. Non aveva la più pallida idea delle conseguenze. Non sapeva a cosa avrebbe portato tutto ciò, se sarebbe stato l'inizio di qualcosa di nuovo. Era spaventato ma la voglia di continuare era troppo forte. Avrebbe potuto combatterla, ma avrebbe perso ugualmente. Era sicuro di ciò che voleva. Ed era Rachel Berry. Spostò una ciocca di capelli dietro il suo orecchio. I suoi occhi nocciola erano puntati su di lui. Rachel con le mani aggiustò i suoi ricci disordinati passando le sue dita tra di essi e spostando tutti i capelli all'indietro. Jesse cominciò a baciarla delicatamente partendo dalla zona subito sotto il suo orecchio. Sentì Rachel ansimare man mano che percorreva il suo collo con i suoi soffici baci. Quando però si staccò dal suo collo notò che Rachel stava guardando lontano verso la finestra. Allora anche Jesse guardò attraverso di essa. Aveva smesso di piovere.

Non piove più.” disse alzando la schiena. “Forse dovrei... forse dovrei andare.” disse Jesse con lo sguardo basso.

No!” Rachel lo trattenne per mano. “Resta.”

Rachel, non...”

Ti prego.” lo interruppe subito. “Non andartene.” disse sollevando il mento di Jesse e costringendolo a guardarla negli occhi. Si infilò frettolosamente sotto la coperta e si sistemò sul lato destro del suo letto lasciando molto spazio a disposizione sulla sinistra. Poggiò la sua mano su quel vuoto accanto a sé e guardò di nuovo Jesse. “Resta qui con me stanotte.”

Jesse si sentì alle strette. Lo sguardo di Rachel non lasciava scampo. Spense l'unica luce che illuminava la stanza, si tolse le scarpe e si infilò nel letto accanto a lei. Rachel si distese sul fianco destro e affondò la testa nel cuscino. Jesse fece lo stesso e poi l'accolse nelle sue braccia.

Buonanotte, Rachel.” le sussurrò.

Notte, Jesse.” rispose lei.

E si addormentarono così, a stretto contatto l'uno con l'altro. Per quella notte nessuno avrebbe sentito la mancanza dell'altro. Nessuno si sarebbe sentito solo. Per quella notte e quella notte soltanto, il puzzle della loro vita era completo.

 

Ma la mattina seguente, quando Rachel aprì gli occhi era sola di nuovo. Jesse non era accanto a lei. Al suo posto, qualcosa scritto a penna su un foglietto di carta.

Non posso. Mi dispiace.”

 


Nota: Ciao a tutti! Vi prego non odiatemi per il colpo di scena finale XD Jesse e Rachel dovranno affrontare ancora degli ostacoli prima di potersi amare completamente. Ma non manca molto. Almeno uno dei due si è lasciato andare in questo capitolo. Ora tocca a Jesse. Ci impiegherà un po' di più per capirlo, ma io ho fede il lui e nel fatto che è inevitabile che sono fatti per stare insieme. Per cui abbiate fede anche voi :D La canzone inserita in questo capitolo è If The World Should End del musical Spider-Man, Turn Off The Dark. Vorrei parlare di un'ultima cosa. Nel telefilm non è chiaro se Rachel sa del piano di Jesse e Shelby. È stata trattata proprio male la questione in Glee. Comunque io ho trattato così la cosa: ho dato per scontato che Jesse quando è tornato nella 2x20 abbia confessato a Rachel del piano di sua madre e di come la cassetta con la registrazione di I dreamed a dream l'ha infilata lui tra le sue cose. Quindi ho dato per scontato che Rachel sa che è stata sua madre a spingerlo da lei per aiutare madre e figlia a riunirsi. In questo modo sa dalla 2x20 che Jesse non si è avvicinata a lei per spezzarle il cuore in modo tale da renderla vulnerabile per le Regionali e ottenere lui la vittoria con i Vocal Adrenaline. O almeno così ho deciso di trattare io la cosa dato in Glee hanno lasciato in sospeso questa faccenda Jesse- Rachel- Shelby. Detto questo, vi lascio con un bel fanvideo e vi ringrazio per tutti i commenti carinissimi che mi lasciate :) Grazie di tutto. http://www.youtube.com/watch?v=DCweHlNbrfQ&feature=g-like&context=G2dda5caALTxMUngATAA

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Without You ***


Non posso. Mi dispiace.”

Rachel continuava a rileggere quelle parole. Ma più osservava quel foglietto di carta e più non riusciva a dare un senso a quello che c'era scritto e più si sentiva male. Perchè Jesse era andato via di nascosto? Cosa voleva dire quello stupido biglietto? Si era forse pentito di quello che era successo? Cosa gli aveva fatto cambiare idea? Rachel non riusciva a darsi pace. La sua prima reazione fu quella di accendere il suo cellulare e chiamare Jesse.

Risponde la segreteria telefonica di Jesse. Lasciate un messaggio dopo il bip.

Maledizione!” disse Rachel scaraventando il suo telefono sul letto. Si portò le mani ai capelli e cominciò a camminare avanti e indietro per la camera. Forse non avrebbe dovuto baciare Jesse. Non avrebbe dovuto invitarlo a restare con lei quella notte. Forse aveva esagerato e Jesse non era ancora pronto per aprire il suo cuore a lei. Proprio lei che tempo prima quel cuore glielo aveva spezzato. Eppure dal modo in cui aveva ricambiato i suoi baci e in cui si erano addormentati fianco a fianco, Jesse sembrava volere le stesse cose che voleva lei. Rachel si fermò dopo aver realizzato che come al solito stava pensando troppo e che soprattutto tutte quelle domande che la tormentavano non avrebbero trovato risposta in quella stanza. L'unico modo per capirci qualcosa in quella situazione era uscire di lì. Aveva bisogno di vedere Jesse. E aveva bisogno di vederlo il prima possibile. E questa volta sarebbe stato meglio per lui uscirsene con qualcosa di meglio di un “Non posso” e di un “Mi dispiace” perchè a Rachel non bastavano. Ora che era riuscita finalmente ad esternare i suoi sentimenti e che aveva assaporato le sue labbra più che mai era decisa a non perderlo.

 


Jesse beveva il suo caffè affacciato alla finestra. Era la terza tazza della giornata ed erano ancora le undici del mattino. E tutta quella caffeina era l'ultima cosa al mondo di cui aveva bisogno. Una tazza di tè gli avrebbe fatto bene invece. Perlomeno l'avrebbe aiutato a calmarsi. O meglio ancora, una bottiglia di vodka. Quella forse era proprio ciò che ci voleva per liberargli la mente da tutti i suoi pensieri. Peccato che bere alcolici a stomaco vuoto a quell'ora non fosse proprio il massimo.

Quando attraverso la finestra vide un ragazzo e una ragazza corrersi incontro per poi baciarsi appassionatamente sul marciapiede, mormorò “Fanculo” e si allontanò da essa. “Non ne ho bisogno.” pensò. “Non ho bisogno delle carezze e dei baci di nessuna. Sto benissimo da solo, libero di fare quello che voglio e senza dover dare conto a nessuno.” Quando si era trasferito a New York, Jesse si era ripromesso di non permettere più a nessuna ragazza di farlo soffrire come aveva sofferto in passato. Si era ripromesso di stare alla larga dalle relazioni stabili. Si era ripromesso lavoro, divertimento e sesso. Non voleva nient'altro. Quello che però Jesse non aveva previsto al tempo era ritrovarsi faccia a faccia con Rachel Berry e ritrovarsi a dover affrontare ancora una volta i suoi sentimenti per lei. Rachel non era una delle tante ragazze che erano entrate e uscite dalla sua vita. Non era una ragazza qualunque. Lei aveva lasciato un segno nel bene e nel male. Sin da quando l'aveva rivista a quella festa, i suoi sentimenti per lei erano riemersi e nel corso degli ultimi due mesi erano diventati sempre più forti. E la sera precedente aveva scoperto che non era l'unico a sentirsi così. Rachel gli aveva aperto il suo cuore. L'aveva baciato e lui aveva ricambiato i suoi baci. Gli aveva chiesto di restare con lei per quella notte e lui aveva accettato. E allora perchè quella mattina al risveglio era andato via lasciando Rachel da sola? Cosa era cambiato dalla sera alla mattina? Perchè Jesse stava voltando le spalle proprio all'unica ragazza che avesse mai amato? La risposta a quelle domande era sempre la stessa: perchè aveva paura. Quando aveva baciato Rachel aveva avuto la conferma di essersi innamorato di nuovo di lei. In realtà non aveva mai smesso di amarla. Baciare Rachel era stato magnifico. Era tutto ciò che si potesse desiderare in un bacio. Passione, tenerezza, amore era tutto ciò che aveva sempre provato ogniqualvolta le sue labbra toccavano quelle di Rachel. Fuochi d'artificio. Piacere allo stato puro. Ma nonostante quei baci fossero tutto ciò che aveva sempre desiderato e anche di più, appena si era soffermato a riflettere su ciò che sarebbe successo dopo, la paura aveva preso il sopravvento. Paura di soffrire, di star male. Paura di essere lasciato ancora una volta. Jesse era un ragazzo forte e sicuro di sé ma in amore non era altrettanto. Quando c'era Rachel Berry di mezzo tutte le sue insicurezze e i suoi timori riaffioravano e diventava vulnerabile. E a Jesse non piaceva sentirsi così. A Jesse piaceva dettare le proprie regole e avere tutto sotto controllo.

Quando Jesse sentì il campanello suonare due volte il suo battito cardiaco cominciò ad accelerare. Quando sbirciò dall'occhiolino della porta per vedere di chi si trattava il suo cuore correva ormai all'impazzata. Jesse non aveva alternativa. Prima o poi avrebbe dovuto affrontare la situazione e continuare a rimandare non sarebbe servito a nulla. Aveva preso la sua decisione. Tutto ciò che ora doveva fare era mantenere la calma e andare fino in fondo.

Ciao. Posso entrare?” chiese Rachel con voce tremolante non appena si aprì la porta davanti a lei.

Jesse annuì e poi richiuse la porta prima di girarsi e ritrovarsi faccia a faccia con Rachel.

Dobbiamo parlare.” esordì Rachel dopo essersi tolta cappello e guanti.

È stato scortese da parte mia lasciarti quel biglietto. Ma erano le sei quando sono andato via e non volevo svegliarti.”

Perchè sei andato via?”

Dovevo.”

Rachel fece un passo in avanti e afferrò le mani di Jesse. C'era qualcosa che non andava in lui. Era freddo e distaccato. Sembrava di avere di fronte il Jesse di pochi mesi prima.

Jesse, che cos'hai? Ti prego parlami.”

Lui abbassò la testa e liberò le sue mani dalla presa di Rachel. Fece un passo indietro. “Mi dispiace Rachel, ma... io non... non provo le stesse cose che provi tu.”

Stronzate!” commentò Rachel a voce alta prima di riavvicinarsi a Jesse. Prese il viso tra le sue mani e lo baciò. Ma questa volta le labbra di Jesse rimasero sigillate come a creare un barriera impenetrabile. I suoi occhi di ghiaccio non lasciavano trasparire nulla. Jesse aveva innalzato un muro tra lui e Rachel. Ed era intenzionato a mantenerlo.

Perchè mi stai facendo questo?” chiese Rachel con voce tremolante.

Rachel, ho detto che mi dispiace...”

Non so che farmene delle tue scuse!” La ragazza visibilmente sconvolta e ferita si coprì il volto con le mani e cercò di calmarsi respirando profondamente. Ma fu un tentativo invano. Quando spostò le mani dal suo viso i suoi occhi erano pieni di lacrime. Ma in quel momento non gli importava che Jesse la vedesse piangere.

Guardami negli occhi e dimmi che tutto quello che abbiamo passato insieme non significa nulla per te.”

Jesse deglutì e continuò a fissare il pavimento. “Ti ho sempre considerata solo un'amica...”

Bugiardo. Non ti credo.”

Jesse aggrottò le sopracciglia e questa volta si sforzò di guardarla dritta negli occhi. “Rachel, cosa vuoi da me esattamente?”

La verità.” disse lei prima di fare due passi in avanti. Con la mano destra accarezzò delicatamente la guancia di Jesse. “Hai difficoltà a guardarmi negli occhi e se ti conosco bene questo può voler dire solo una cosa: mi stai mentendo.” Gli occhi di Jesse incontrarono quelli di Rachel. “Sono stanca di tutte le nostre bugie. Sono stanca di continuare a fingere, Jesse. Per cui voglio dirti la verità e tu farai meglio ad ascoltarmi. Ti amo, Jesse. Ti amo. Sei sempre stato tu. Sempre e solo tu. Nessuno mi ha mai fatta sentire così apprezzata e desiderata in vita mia. Nessuno. Nessuno mi capisce come lo fai tu. Tu che mi hai sempre accettata per quella che sono, con tutti i miei difetti, i miei vizi e miei comportamenti strambi. Mi ci è voluto tempo per capirlo ma ora sarei pronta a fare qualsiasi cosa per dimostrarti quanto tu sia importante per me. Ti prego, Jesse... Io lo so che anche tu provi qualcosa per me. Non posso essermi immaginata tutto nella mia mente. Quello che c'è tra di noi è reale.” Rachel spostò la sua mano sul petto di Jesse all'altezza del cuore e riuscì a sentire il suo battito accelerato. “Sei spaventato. Ti capisco, lo sono anch'io. Ma possiamo farcela, Jesse. Io e te. Insieme.”

Non funzionerà.”

Sì invece.” Rachel avvicinò la sua fronte a quella di Jesse fino a farle toccare e fece risalire la mano fino alla sua nuca. “Fidati di me.” sussurrò. Poi sfiorò il naso di Jesse col suo.

Cosa non ti è chiaro della parola no, Rachel?” Jesse aveva preso la sua decisione e non intendeva fare marcia indietro. Si assicurò di scandire a voce alta ogni singola parola che stava per pronunciare. “Non voglio stare con te.” Si liberò dalla presa di Rachel e le voltò le spalle. Prese fiato prima di tornare faccia a faccia con lei.

 

Jesse:

Who do you think you are?

Barging in on me and my guitar

Little girl, hey

The door is that way

You better go, you know

The fire's out anyway

Take your powder, take your candle

Your sweet whisper

I just can't handle

Well take your hair in the moonlight

Your brown eyes

Goodbye, goodnight

 

I should tell you, I should tell you

I should tell you, I should...

No!

 

Another time, another place

Our temperature would climb

There'd be a long embrace

We'd do another dance

It'd be another play

Looking for romance?

Come back another day

Another day

 

Rachel:

The heart may freeze or it can burn

The pain will ease if I can learn

There is no future

There is no past

I live this moment as my last

There's only us

There's only this

Forget regret

Or life is yours to miss

No other road

No other way

No day but today

 

Jesse:

Excuse me if I'm off track

But if you're so wise

Then tell me, why do you need smack?

Take your needle

Take your fancy prayer

And don't forget

Get the moonlight out of your hair

Long ago you might've lit up my heart

But the fire's dead, ain't never ever gonna start

Another time, another place

The words would only rhyme

We'd be in outer space

It'd be another song

We'd sing another way

You wanna prove me wrong?

Come back another day

Another day

 

Rachel:

There's only yes

Only tonight

We must let go

To know what's right

No other course

No other way

No day but today

 

I can't control

My destiny

I trust my soul

My only goal is just

To be

 

There's only now

There's only here

Give in to love

Or live in fear

No other path

No other way

 

Jesse:

Control your temper

She doesn't see

Who says that there's a soul?

Just let me be...

 

Who do you think you are?

Barging in on me and my guitar

Little girl, hey

The door is that way

The fire's out anyway

 

Rachel:

No day but today

Jesse:

The fire's out anyway

Rachel:

No day but today

Jesse:

Take your powder, take your candle

Rachel:

No day but today

Jesse:

Take your brown eyes, your pretty smile, your silhouette

Rachel:

No day but today

Jesse:

Another time, another place

Another rhyme, a warm embrace

Rachel:

No day but today

Jesse:

Another dance, another way

Another chance, another day

Rachel:

No day but today

 

Jesse aprì la porta e rimase fermo in attesa che Rachel prendesse le sue cose e andasse via. Quando la ragazza oltrepassò la soglia si fermò. “Avremmo potuto avere tutto.” disse con gli occhi arrossati a causa delle lacrime versate.

È troppo tardi.” rispose Jesse prima di chiudere la porta. Una prima lacrima gli solcò il viso. Poi una seconda. Infine una terza. Ce l'aveva fatta. Aveva allontanato Rachel dalla sua vita. Ma era stata davvero la cosa giusta da fare?

 


Rachel fissava la pioggia attraverso la vetrata della finestra. Era seduta su una sedia con le gambe rannicchiate al petto avvolta da una coperta.

Mi spieghi cosa c'è di tanto interessante nella pioggia? Sei ferma qui a guardarla da più di un'ora.” Kurt si era avvicinato a lei.

Anche quel giorno pioveva.” ripose Rachel con lo sguardo fisso di fronte a sé.

Kurt sospirò mentre appoggiava le sue mali sulle spalle di Rachel. Cominciò a massaggiarle delicatamente. “Rachel, ne abbiamo già parlato. Sono passate più di due settimane. Non un solo messaggio né una chiamata. È ora di andare avanti.”

Non posso. Non ci riesco.”

Rachel, non puoi continuare così. Quand'è stata l'ultima volta che sei riuscita a dormire tranquillamente?”

Quando Jesse aveva dormito con lei. Quando si era addormentata tra le sue braccia. Quando tutto era esattamente come doveva essere e come aveva desiderato. Quando tutto era perfetto. Da quando Jesse non c'era più, le notti di Rachel erano tormentate. Spesso si addormentava piangendo o si svegliava diverse volte nel corso della notte. Kurt a volte veniva svegliato dai suoi pianti e cercava in tutti i modi di farla calmare. Si assicurava che lei si fosse riaddormentata prima di tornare nel suo letto. Durante il giorno la situazione non era granché migliore. Rachel sembrava aver perso la sua parlantina e la sua grinta. I suoi sorrisi erano forzati, le sue risate false. Tutto attorno a lei le ricordava Jesse. Tutto sapeva di lui. Il suo sorriso, le sue mani tra le sue, i suoi baci, i suoi capelli sempre incredibilmente perfetti era tutto ciò a cui pensava. Gli mancava tutto di lui. Gli mancava dannatamente. Così tanto che a volte si sentiva mancar l'aria. Così tanto da impazzire.

Dai, vieni a letto.”

Non ho sonno ora. Ti raggiungo tra un po'.”

Kurt diede un bacio sulla fronte della sua migliore amica e poi andò a letto lasciando una sola lampada accesa.

 


Jesse, ma che ci fai ancora sul palco? Non vieni via con noi?” chiese una ragazza bassina tra un gruppo di ragazzi.

No, ragazzi. Resto ancora un po' qui a provare.”

A quest'ora?”

Sì, mi hanno dato il permesso di rimanere massimo fino alle dieci.”

La ragazza si avvicinò a Jesse che era in piedi al centro del palco. “Jesse, mi dispiace per quello che ti ha detto prima il coreografo. È stato troppo duro con te...”

Aveva ragione invece. Ho fatto schifo oggi. Ho dimenticato quasi tutti i passi. Così come sempre ultimamente. Ecco perchè ho chiesto di restare anche dopo l'orario di prove. Forse riuscirò a concentrarmi meglio da solo. È che... ho la testa da un'altra parte...”

Ti va di parlarne?”

A dir la verità no. Ma tranquilla, mi passerà. Comunque, gli altri ti stanno aspettando. Raggiungili o andranno via senza di te.”

La ragazza gli sorrise. “Non stancarti troppo.” gli disse e poi raggiunse gli altri ragazzi che la aspettavano vicino all'uscita del teatro. Tutti insieme salutarono con la mano Jesse da lontano.

Jesse rimasto solo si avvicinò al pianoforte bianco sul lato destro del palco. Gli mancava il suo vecchio pianoforte. Quando andava ancora al liceo passava interi pomeriggi a suonare in salotto. Suonava da quando aveva dieci anni. Jesse si sedette al piano. Prese la testa tra le mani e socchiuse gli occhi per qualche secondo quasi per scrollare di dosso tutti i pensieri. Pensieri che convergevano tutti su un'unica persona, Rachel Berry. Le due settimane passate senza di lei erano state un inferno. Spesso si ritrovava a fissare il suo numero sul cellulare alla ricerca del coraggio per spingere un solo pulsante e chiamarla. Più di una volta si era fermato in macchina di fronte alla NYADA nella speranza di vederla anche solo uscire o entrare attraverso quelle porte. Voleva ascoltare la sua voce o vedere il suo volto ancora una volta. Ma non era mai stato fortunato. Del resto era stato lui ad allontanarla. Era stato lui a scegliere una vita senza Rachel Berry. E ora ne stava pagando le conseguenze: notti insonni, cattivo umore e scarsa concentrazione a lavoro. La sua vita stava andando a rotoli. Sofferenza e rimpianti erano le uniche cose che si era guadagnato con quella decisione. Jesse si odiava per essere stato un codardo e per non essere riuscito a dare a Rachel tutto l'amore che meritava. “Chissà cosa starà facendo lei in questo momento”, pensò. “Chissà se lei sta pensando a me. Chissà come procede la sua vita senza di me. A chi illumina le giornate con la sua voce e le sue risate? Spero che un giorno riesca a perdonarmi.”

Jesse si sedette al piano. Si strofinò le mani e ci soffiò sopra. Poi cominciò a suonare.

 

Jesse:

I can't win, I can't reign
I will never win this game
Without you, without you
I am lost, I am vain,
I will never be the same
Without you, without you

I won't run, I won't fly
I will never make it by
Without you, without you
I can't rest, I can't fight
All I need is you and I
Without you

Without you
Oh, oh, oh!
You! You! You!
Without
You! You! You!
Without you

 


Quando smise di piovere, Rachel uscì sul balcone della sua stanza avvolta nella sua calda coperta. Faceva freddissimo lì fuori ma a Rachel non importava. Alzò gli occhi al cielo. Era quasi interamente coperto dalle nuvole ma c'era una stella che brillava isolata dalle altre. Ed era la più luminosa.


Rachel:
I can't erase, so I'll take blame
But I can't accept that we're estranged
Without you, without you
I can't quit now, this can't be right
I can't take one more sleepless night
Without you, without you

I won't soar, I won't climb
If you're not here, I'm paralyzed
Without you, without you
I can't look, I'm so blind
I lost my heart, I lost my mind
Without you

Without you
Oh, oh, oh!
You! You! You!
Without
You! You! You!
Without you

 


Jesse e Rachel:
I am lost, I am vain,
I will never be the same
Without you, without you
Without you

 


Nota: Ciao a tutti :) Tempo di insicurezze e lacrime per Jesse e Rachel. Vi prego non odiate Jesse per aver preso una decisione del genere, al massimo odiate me XD Ma non disperate... abbiate fede in Jesse, nell'amore che prova per Rachel e soprattutto abbiate fede in me ;) Le due canzoni del capitolo sono: Another Day tratta dal musical Rent che ho trovato decisamente perfetta per la scena, e Without You, la stessa versione di Glee. Ho scelto questa canzone e l'ho trasformata in un duetto per un motivo preciso: non è mi piaciuto come nel telefilm ancora una volta Rachel abbia dimostrato quanto sia dipendente da Finn e quanto si crede una nullità senza di lui. Per questo ho deciso di trasformarla in un duetto, perchè entrambi (Jesse e Rachel) stanno male. È una situazione bilanciata. Entrambi si amano. Solo che Jesse non ha ancora il coraggio di ammetterlo. Detto questo, vi saluto con questo fanvideo: http://www.youtube.com/watch?v=62BgYmCo30g&feature=g-like&context=G2215856ALTyLDrAAIAA Grazie a tutti. A presto :)

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** The Story Of Us ***


Kurt bussò un paio di volte contro la porta del bagno.

Che c'è?” gridò Rachel dall'altro lato della porta.

Sei sotto la doccia da mezz'ora! C'è Vanessa qui! Muoviti!”

Ho quasi finito!”

Rachel uscì dal bagno dieci minuti dopo in accappatoio e con i capelli raccolti in un turbante da un asciugamano. “Ciao, Vanessa.” Le due ragazze si abbracciarono. “Che ci fai qui?” continuò Rachel.

Matt esce con dei suoi vecchi amici stasera e a me non andava di restare a casa.”spiegò Vanessa. “Che programmi avete voi?”

Sì! Ti prego! Usciamo!” rispose subito Kurt. Rachel lo guardò perplessa ma un attimo dopo realizzò perchè avesse risposto così. Da quando era tornato da Lima dopo il week-end del Ringraziamento Kurt aveva speso intere giornate a cercare di consolare Rachel. Era riuscito a convincerla ad uscire tre sere nell'arco di circa tre settimane. Sollevare il morale di Rachel era diventato il suo lavoro a tempo pieno. Non che la cosa gli disse fastidio, era il suo migliore amico. Ma Rachel non sembrava dare alcun segno di miglioramento. Non si stava neanche impegnando. Era continuamente assorta nei suoi pensieri e poco attenta a tutto ciò che la circondava. E a Kurt la cosa cominciava a pesare.

Vanessa sorrise a Kurt e poi si girò verso Rachel e la guardò in attesa di ricevere una risposta anche da lei.

N-Non lo so... non mi va molto di...”

No, signorina.” La interruppe subito Vanessa. “Vedi, quando vi ho chiesto dei programmi per stasera quello che intendevo dire era in realtà 'Usciamo' e non era una domanda, ma un'affermazione per cui tu ora ti asciughi, ti vesti e poi io, tu e Kurt usciamo. Prima di venire da voi sono passata da Amy e ho convinto ad uscire anche lei. Si sta vestendo in questo momento.”

Rachel, avanti.” continuò Kurt. “Possiamo passare una bella serata. È una buona occasione per riprendere il controllo della tua vita. Fallo per te stessa. Meriti un po' di divertimento.”

Vanessa nel frattempo si era avvicinata all'armadio di Rachel. Tornò davanti a loro con un vestitino di lana in mano e lo porse a Rachel. “Mettilo.”

Rachel esitò qualche istante prima di prendere il vestito dalle mani della sua amica. “E va bene.” disse abbozzando un sorriso.

 

Carino questo locale.” disse Kurt non appena si sedettero tutti al tavolo.

Ed è serata karaoke!” aggiunse entusiasta Vanessa.

Mentre Kurt e Amy erano intenti a sfogliare il Menù che un cameriere aveva appena portato, Vanessa si avvicinò di più a Rachel e cominciò a parlarle a bassa voce. “Come te la passi?”

Bene.” mentì Rachel.

Non c'è bisogno di fingere con me, Rachel.”

Non è facile...” ammise Rachel dopo qualche secondo di silenzio. “Fa male.”

Vanessa le mise una mano sulla spalla. “Ti manca?”

Costantemente.” confessò prima di chiedere alla sua amica ciò che stava morendo dalla voglia di chiederle da quando l'aveva rivista. “Hai sue notizie? L'hai visto recentemente?”

Era a casa di Matt ieri. Ma appena sono arrivata io, lui è andato via. Credo l'abbia fatto apposta.”

Hey, voi due avete smesso di bisbigliare? Vi ricordo che siamo qui per divertirci.” le interruppe Kurt.

Ed è esattamente ciò che faremo.” disse Vanessa battendo una mano sul tavolo per enfatizzare le sue parole. Infilò l'altra nella borsa, prese il suo cellulare e con discrezione inviò un messaggio.

 

Non ricordo neanche quand'è stata l'ultima volta che siamo usciti a farci una birra da soli, io e te.”

Te l'ho detto, Matt. Sono stato molto impegnato a teatro nell'ultimo periodo.” Quella scusa funzionava sempre. Jesse bevve un lungo sorso di birra. “Ma ti vuoi staccare da quel telefono? È da quando siamo arrivati che lo tieni in mano. Con chi stai messaggiando?”

N-Nessuno.” balbettò Matt. Non era mai stato bravo a dire bugie.

Scommetto che è Vanessa. Dammi qua, per favore.” Jesse allungò la mano cogliendo Matt di sorpresa e gli prese il cellulare dalle mani. Era sicuro di trovare un messaggio pieno di cuoricini o di “amore” e “tesoro”. Si aspettava qualcosa del genere. Ma quello che lesse fu ben altro.

Siamo qui. Non è stato difficile convincere Rachel ad uscire. Siamo seduti abbastanza distanti da voi. Qual è la prossima mossa?”

Cosa cazzo significa?” chiese Jesse confuso girando il cellulare verso Matt.

Ecco... hai presente quei casi in cui non è come sembra? Beh, questo non è uno di quelli. È esattamente tutto come sembra.”

Jesse fece scivolare con forza il cellulare sul tavolo e Matt lo riprese in mano. “Matt, sto cercando di mantenere la calma ma mi stai rendendo le cose difficili. Ora mi dai una risposta decente o mi alzo e me ne vado.” Jesse scandì ogni parola a voce alta. “Cosa cazzo significa quel messaggio?”

Io e Vanessa abbiamo portato te e Rachel qui per farvi incontrare. Rachel non sa nulla, esattamente come non sospettavi nulla tu fino a un paio di minuti fa.”

Perchè?”

Vanessa spera che tu possa cambiare idea.”

Riguardo cosa? Me e Rachel?”

Sì. Spera che possiate parlarne almeno.”

Jesse si infilò le mani tra i capelli incredulo della situazione in cui si trovava. “È un'idea ridicola. Ma come cazzo ti è venuto in mente di assecondare la tua ragazza?”

Vuoi la verità? La penso come lei. Jesse, sei intrattabile da quando tu e Rachel vi siete separati. Esci poco. Sei scontroso. Perchè ti ostini a negare l'evidenza? Hai commesso un errore a lasciarla andare e ora ci stai male.”

Jesse avvicinò la sua bottiglia di birra alla bocca e se la scolò velocemente. “Tu e Vanessa non avevate alcun diritto di immischiarvi.” disse dopo averla sbattuta sul tavolo. Cominciò a guardarsi attorno con la speranza di individuare Rachel tra tutte le ragazze presenti in quel locale.

Aspetta un attimo… C’è qualcosa di… di strano…” Matt fissò Jesse per qualche secondo prima di capire cosa non lo convinceva. “Ci sono! Tu non sei arrabbiato… non lo sei affatto! La vuoi vedere!”

Jesse cominciò a scuotere la testa in segno di negazione ma l’angolo destro e poi quello sinistro della sua bocca lo tradirono alzandosi lentamente e formando un piccolo sorriso sul suo viso.

Matt indicò il suo viso e lo mise di fronte all’evidenza. “E ora stai sorridendo pure! Dai, Jesse, ammettilo. Sei contento di rivedere Rachel!”

Smettila subito!”

Matt scoppiò a ridere. “Non la smetterò finchè non mi dirai la verità!”

Ok! Voglio rivederla! Sono elettrizzato al solo pensiero! Mi manca Rachel Berry! Mi manca da impazzire!” Era la prima volta che lo ammetteva a voce alta e in un certo senso si sentì sollevato. “Sei contento ora?”

Va meglio.” rispose Matt soddisfatto.

E il vostro geniale piano cosa prevedrebbe ora?”

In realtà abbiamo solo pensato a portarvi nello stesso locale, ma non abbiamo pensato al resto.”

Che piano brillante.” commentò sarcasticamente Jesse.

Per cominciare potresti alzarti e andare a parlarle.”

La fai facile tu.”

No, sei tu che la fai troppo difficile.”

Jesse riprese a scrutare il posto finchè non la vide. Riconobbe il suo profilo. Stava ridendo con Kurt. Con la mano destra si stava aggiustando la frangia. Era tanto bella da togliere il fiato. Jesse non potè fare a meno di continuare a guardarla. Per troppo tempo i suoi occhi non si erano posati su di lei e Jesse ora intendeva recuperare quel tempo perso e concedersi la vista più bella, quella della sua Rachel. Accadde tutto in fretta. Rachel si girò di scatto. Forse si era resa conto che qualcuno la stava fissando da lontano. I loro sguardi si incrociarono e i cuori di entrambi accelerarono fino quasi a scoppiare. Un solo sguardo bastò a riaccendere la passione, a far riemergere tutto quello che entrambi avevano cercato di dimenticare nelle settimane passate.

J-Jesse.” Rachel sussultò.

Kurt, Amy e Vanessa si girarono all’improvviso verso di lei per poi riconoscere il ragazzo in lontananza.

Ci mancava solo questa! Che diavolo ci fa Jesse qui?” disse Kurt sbalordito.

Ma è con Matt!” aggiunse Amy, anche lei all’oscuro del piano di sua cugina.

Sono stata io.” confessò Vanessa. Rachel la guardò incredula. “C-Cosa c’entri tu?”

Io e Matt abbiamo portato te e Jesse qui per farvi rivedere. Mi dispiace di averti portata qui con l’inganno ma l’ho fatto per il tuo bene. Per il vostro bene.” Vanessa cercò di afferrare il braccio di Rachel ma lei si scansò.

Avresti dovuto dirmelo! Come hai potuto agire alle mie spalle così?”

Rachel, mi sentivo terribilmente in colpa. Sono stata io in un certo senso a convincerti a confessare i tuoi sentimenti a Jesse e perciò è anche colpa mia se ora voi due non vi parlate nemmeno.”

Ma che stai dicendo?! Tu non c’entri nulla con quello che è successo tra me e Jesse. E tra l’altro pensavi davvero di poter rimediare in questo modo? Jesse ha messo in chiaro più di una volta che non mi ama. E fa male. Non potete neanche immaginare quanto. Ma lui ha preso la sua decisione e se non sono riuscita io a fargli cambiare idea quel giorno, come pretendi di riuscirci tu ora?”

Rachel, mi dispiace davvero… Io volevo solo essere d'aiuto...”

Rachel tornò a guardare Jesse. Si fissarono a lungo finchè Jesse non abbassò la testa. Non riusciva più a reggere il suo sguardo. Il senso di colpa per averla abbandonata era troppo.

Rachel si alzò all’improvviso e senza dire nulla ai suoi amici avanzò verso il palco. Scambiò qualche parola con i due tizi che si occupavano della scelta delle canzoni e poi si avvicinò al microfono.

Salva a tutti. Mi chiamo Rachel Berry e stasera vorrei raccontarvi una storia…” Rachel indirizzò il suo sguardo verso Jesse. “La nostra storia.” Poi fece segno ai due tizi dietro di lei di partire.

 

I used to think one day we'd tell the story of us
How we met and the sparks flew instantly
People would say “they're the lucky one”

I used to know my place was a spot was next to you
Now I'm searching the room for an empty seat
'Cause lately I don't even know what page you're on

Oh, a simple complication
Miscommunications lead to fallout
So many things that I wish you knew
So many walls up, I can't break through

Now I'm standing alone in a crowded room
And we're not speaking
And I'm dying to know, is it killing you
Like it's killing me

I don't know what to say since a twist of fate
When it all broke down
And the story of us looks a lot like a tragedy now

Next chapter

How'd we end up this way?
See me nervously pulling at my clothes and trying to look busy
And you're doing your best to avoid me

I'm starting to think one day I'll tell the story of us
How I was losing my mind when I saw you here
But you held your pride like you should have held me

Oh I'm scared to see the ending
Why are we pretending this is nothing?
I'd tell you I miss you, but I don't know how
I've never heard silence quite this loud

Now I'm standing alone in a crowded room
And we're not speaking
And I'm dying to know, is it killing you
Like it's killing me

I don't know what to say since a twist of fate
When it all broke down
And the story of us looks a lot like a tragedy now

This is looking like a contest
Of who can act like they care less
But I liked it better when you were on my side

The battle's in your hands now
But I would lay my armor down
If you'd say you'd rather love then fight

So many things that you wish I knew
But the story of us might be ending soon

Now I'm standing alone in a crowded room
And we're not speaking
And I'm dying to know, is it killing you
Like it's killing me

I don't know what to say since a twist of fate
When it all broke down
And the story of us looks a lot like a tragedy now
now, now

And we're not speaking
And I'm dying to know, is it killing you
Like it's killing me?

And I don't know what to say since a twist of fate
'Cause we're going down
And the story of us looks a lot like a tragedy now

The end

 

Rachel lasciò il palco tra gli applausi di tutti i ragazzi presenti nel locale. Arrivata al suo tavolo, prese in mano la sua giacca e la sua borsa. “Kurt, sto andando via. Tu che fai?”

Vengo con te.” Rispose Kurt alzandosi in piedi.

Non ce l’ho con te...” disse Rachel rivolgendosi a Vanessa ed avvicinandosi di più a lei. “Ma l'hai visto anche tu, no? Non si è avvinato a parlarmi, nessun cenno con la mano o con la testa né un sorriso...” Rachel trattenne a stento le lacrime.“Non... non mi vuole, Vanessa. Jesse non mi vuole nella sua vita.” La ragazza tirò sul col naso e cercò con tutte le forze di impedire ai suoi occhi di lacrimare. “E io non ce la faccio a restare. Fa troppo male. Ho bisogno di andare via da qui.” Vanessa mortificata strinse forte la sua amica e le chiese scusa ancora una volta. Poi lasciò che lei e Kurt andassero via.

Rimaste sole al tavolo, le due cugine furono raggiunte da Matt e Jesse.

Abbiamo fallito.” Vanessa accolse così il suo ragazzo e poi si gettò tra le sue braccia.

Non del tutto.” disse Jesse sedendosi al posto lasciato libero da Rachel.

Vanessa si staccò da Matt e guardò Jesse con aria perplessa in cerca di spiegazioni.

Il vostro piano era curato poco nei dettagli. Vi mancava l’organizzazione. Ma in qualcosa siete riusciti: mi avete fatto capire quando idiota sono stato a lasciarla uscire così dalla mia vita.” Jesse si mise più comodo e incrociò le braccia al petto. “Ho delle idee in mente, ma ho bisogno del vostro aiuto. Ho bisogno di voi per riconquistare Rachel.”

Ma perché non l’hai rincorsa mentre lei andava via?”

Non era il momento giusto. Ho commesso un bel casino l’ultima volta. Per rimediare e ottenere il suo perdono devo fare qualcosa in grande stile… o potrei perderla per sempre. È la mia ultima occasione. Non posso permettermi di bruciarla. Non posso permettermi di fare anche solo il più piccolo errore. Dovrà essere tutto perfetto. Per questo ho bisogno di una mano da parte di tutti voi.”

Ti ascolto.” disse Vanessa dopo essersi seduta accanto al suo ragazzo.

Prima di tutto ho bisogno di voi due.” Jesse indicò Amy e Vanessa. “Dovete portare Rachel al locale dove si esibisce la band di Matt mercoledì sera. Probabilmente vi ci vorrà un po’ per riuscire a convincerla dato ciò che è successo oggi, ma potete farcela. Quando vi chiederà se ci sarò anch’io, mentite. Vi prometto che se tutto va secondo i piani sarà l’ultima volta che dovrete mentirle.” Poi Jesse si voltò verso il suo migliore amico. “Matt, devi lasciarmi cantare una delle canzoni della vostra scaletta. E ho bisogno di cantarla a mezzanotte.”

Perché proprio a mezzanotte?”

Perché giovedì è il 18 dicembre, il compleanno di Rachel.” rispose Amy.

Brillante!” aggiunse Vanessa con entusiasmo.

Credo di riuscire a convincere le altre due band che si esibiscono a far cantare noi per ultimi. In tal caso saremmo sul palco intorno alla mezzanotte.”

Ok. Credi che Nick potrebbe non essere d’accordo a lasciar cantare una canzone a me?”

No, gli spiegherò la situazione e capirà.”

Perfetto. Ora immaginate: Rachel è con voi tra il pubblico. Cercate di mettervi abbastanza avanti. Esattamente a mezzanotte luci spente. Io e Nick ci diamo il cambio sul palco. Le luci illuminano di nuovo il palco e io sarò lì con la band. Un’altra luce, preferibilmente un occhio di bue, illuminerà Rachel tra la folla. A quel punto inizierò a cantare per lei. A fine esibizione scenderò dal palco e le dirò tutta la verità. Tutto ciò che non sono riuscito a dirle quel giorno. Nella speranza che lei possa perdonarmi per essermi comportato da vigliacco.”

Wow.”

È un ottimo piano.”

Puoi contare su di me.”

Grazie, ragazzi. Siete dei veri amici.”

Andrà tutto bene stavolta, me lo sento.” aggiunse Vanessa.

Jesse sorrise. “La amo. L’ho sempre amata. Ma lei non lo sa. E non è giusto nei suoi confronti. Le devo almeno quello. La verità. E io non posso continuare a vivere nel rimpianto. Devo confessarle cosa provo. Se lei vorrà ancora avermi nella sua vita, mi renderà il ragazzo più fortunato e felice del mondo. Se non vorrà, sarà dura. Non riesco nemmeno a immaginare di continuare a vivere così. Queste settimane senza di lei sono state terribili per me. Mi sembrava d’impazzire. Devo rischiare. Sono stanco di fingere e di lasciare che la paura di soffrire mi impedisca di amare.”

Sono sicura che Rachel capirà. Avrete il vostro lieto fine.”

Lo spero.”

 

 

Nota: Ciao a tutti! Allora... ci siamo, no? Nel prossimo capitolo o la va o la spacca ;) Voi cosa ne pensate? Ce la farà Jesse a riconquistare Rachel? :) La canzone che canta Rachel in questo capitolo è The Story Of Us di Taylor Swift. Trovo che sia perfetta per la situazione in cui si trovano Jesse e Rachel. Per scoprire cosa accadrà dovrete aspettare la settimana prossima, ma vi prometto che ne varrà la pena. Il prossimo è un capitolo col botto :D Come sempre vi ringrazio tutti e vi mando un bacio :) Vi lascio con un fanvideo molto carino: http://www.youtube.com/watch?v=N8keVEqddxU

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** I can't believe I said I'd lay our love on the ground ***


“Eccolo! È il mio ragazzo!” esclamò Vanessa non appena Matt salì sul palco. Quando tutti gli altri membri della band lo raggiunsero cominciò ad applaudire fortissimo. “Il batterista è il mio ragazzo!” continuava a ripetere a voce alta. Così si vantava di avere un fidanzato che fosse tanto figo da essere in una band e allo stesso tempo avvertita le altre ragazze vicino a lei che lui era non era disponibile. Rachel, Amy e Kurt la guardavano divertita. Quello che non sapevano era che Vanessa era particolarmente emozionata non solo perchè la band del suo ragazzo aveva appena cominciato ad esibirsi ma soprattutto perchè mancavano solo venti minuti alla mezzanotte. Era tutto pronto. Jesse aveva pensato a tutto. Nulla doveva andare storto. Aveva curato ogni minimo dettaglio di quello che sarebbe successo allo scattare della mezzanotte. Si era messo d'accordo con lo staff del locale ed era riuscito ad ottenere il via libera. Amy e Vanessa avevano completato perfettamente la loro parte. Avevano convinto Rachel ad uscire con loro. L'avevano aiutata con il make-up e il resto facendole credere che lo facevano esclusivamente perchè doveva essere perfetta dato che era il primo compleanno che festeggiava con loro a New York. Quando aveva chiesto se ci sarebbe stato anche Jesse, loro avevano mentito. Rachel sembrava serena quella sera. Era ignara delle sorprese che quel diciottesimo compleanno le avrebbe riservato. 
 
__________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
 
Jesse continuava a camminare avanti e indietro lungo il corridoio per cercare di calmarsi. Era molto teso. Non aveva mai avuto l'ansia di salire su un palcoscenico, nemmeno all'epoca dei Vocal Adrenaline. Era sempre salito sul palco sicuro di sé e aveva sempre dato il cento per cento. Ma stavolta era diverso. In ballo c'era ben altro che un trofeo di canto coreografato. Rachel Berry si trovava dall'altra parte del palcoscenico ed era lei che doveva conquistare. Jesse guardò il suo orologio. Mancavano pochi minuti ormai. La band aveva cominciato a suonare l'ultima canzone con Nick. Jesse appoggiò la schiena contro il muro. Inspirò profondamente e poi buttò fuori l'aria. Farsi prendere dal panico era l'ultima cosa che gli serviva in quel momento. Quando la musica si fermò sentì un fragoroso applauso che si prolungò finchè furono spente tutte le luci. Il caos determinato dalle grida e dagli applausi si affievolì trasformandosi in un leggero brusio. Jesse pensò che probabilmente tutti si stavano chiedendo cosa stesse succedendo. Ma non c'era più tempo di pensare. Nick lo raggiunse e le diede una pacca sulla spalla. “Tocca a te.” disse e Jesse annuì. Salì sul palco e si fermò al centro davanti al microfono. Matt si allontanò dalla sua posizione per raggiungerlo. “Sei pronto?”
 Jesse guardò davanti a sé. Era tutto buio. Probabilmente il pubblico da laggiù riusciva a identificare delle sagome su quel palco, ma nulla di più. Jesse chiuse gli occhi. Era il suo momento. Doveva dare il centodieci per cento questa volta. “Sono pronto.” disse quando riaprì gli occhi. 
Matt gli sorrise. “Va' a prendertela, amico.” disse prima di tornare al suo posto dietro la batteria. Diede tre colpetti ai dischi. Era il segnale di far tornare le luci. Quando tutto fu illuminato come prima la gente in un primo momento continuò a bisbigliare. Si chiedeva come mai le luci fossero andate via e chi fosse il nuovo ragazzo sul palco. Ma dopo pochi istanti riprese a gridare e ad applaudire come se non fosse successo nulla. Ma qualcuno tra la folla non fece lo stesso. Rachel Berry era pietrificata. Una serie di pensieri si fecero largo nella sua testa. Ma prima ancora che riuscisse ad aprir bocca, si ritrovò illuminata da un occhio di bue. Rachel fu ancora più confusa e sorpresa. Jesse la guardò negli occhi. Nessuna showface questa volta. Non ne aveva bisogno. Doveva solo essere se stesso. 
 
Just one more moment
That's all that's needed
Like wounded soldiers
In need of healing
 
Time to be honest
This time I'm pleading
Please don't dwell on it
Cause I didn't mean it
 
I can't believe I said
I'd lay our love on the ground
But it doesn't matter
Cause I made it up 
Forgive me now
 
Every day I spend away 
My soul's inside out
Gotta be someway that I can 
Make it up to you now 
Somehow
 
By now you'd know that
I'd come for you
No one but you
Yes I'd come for you
But only if you told me to
 
And I'd fight for you
I'd lie it's true
Give my life for you
You know I'd always come for you
 
I was blindfolded
But now I'm seeing
My mind was closing 
Now I'm believing
 
I finally know just what it means
To let someone in
Just see the side of me
That no one does or ever will
 
So if you're ever lost
And find yourself all alone
I'll search forever 
Just to bring you home
Here and now this I vow
 
By now you'd know that
I'd come for you
No one but you
Yes I'd come for you
But only if you told me to
 
And I'd fight for you
I'd lie it's true
Give my life for you
You know I'd always come for you
You know I'd always come for you
 
No matter what gets in my way
As long as there's still life in me
No matter what remember
You know I'd always come for you
 
Yes I'd come for you
No one but you
Yes I'd come for you
But only if you told me to
 
And I'd fight for you
I'd lie it's true
Give my life for you
You know I'd always come for you
 
No matter what gets in my way
As long as there's still life in me
No matter what remember
You know I'd always come for you
 
I'd crawl across this world for you
Do anything you want me to
No matter what remember 
You know I'd always come for you
You know I'd always come for you
 
Jesse saltò giù dal palco mentre la folla continuava ad applaudire e ad esultare per la sua performance. Non fu difficile raggiungere Rachel. Tutti lasciarono spazio per permettergli di avanzare verso la ragazza illuminata da un occhio di bue. Quando arrivò davanti a lei gli occhi di tutti erano puntati su di loro ed era calato il silenzio. Tutti erano curiosi di vedere cosa sarebbe successo tra i due.
Rachel non riusciva ancora a credere a tutto quello che stava accadendo. Sembrava tutto così surreale. Jesse, la luce puntata su di lei, la canzone. Le sembrava di essere in un sogno. Un sogno da cui non si sarebbe mai voluta risvegliare. 
Jesse tese la sua mano destra verso di lei. “Ciao. Voglio presentarti Jesse. Il ragazzo che è pazzo di te. Il ragazzo che non ti ferirebbe mai.”
Rachel avrebbe voluto sorridere al suono di quelle parole ma si trattenne. “Eppure è ciò che hai fatto l'ultima volta.”
“Lo so, e mi dispiace. Mi dispiace terribilmente.” Jesse ritirò la mano che poco prima aveva teso verso Rachel. “Ti ho mentito. Quella mattina, nel mio appartamento, ti ho mentito. La verità è che ero spaventato e mi sono comportato da codardo. Ma ora sono qui e non voglio più continuare a mentire... Ti amo, Rachel. Dal primo istante in cui ti vidi su quel palco alle Provinciali, ero completamente affascinato e catturato dalla tua bellezza e dal tuo talento. Dopo il nostro incontro nel negozio di musica ho avuto il piacere di scoprirti e di conoscerti ogni giorno di più. E mi sono innamorato di te. E non ho mai smesso da allora.” Jesse fece un passo avanti e prese la mano di Rachel. “Amo ogni cosa di te, persino quelle parti di te che tu vorresti cambiare. Ti amo perchè sei ambiziosa quanto me, sai cosa vuoi e non smetti di lottare finchè non l'ottieni. Ti amo perchè sei una star, perchè quando sei sul palco non posso fare a meno di guardarti in estasi. Ti amo perchè sei buffa... ma in modo adorabile. Ti amo perchè sei sexy, anche se probabilmente non te ne rendi neanche conto. E ciò ti rende ancora più incantevole ai miei occhi. Adoro la tua risata e il modo in cui ti aggiusti la frangetta con le dita quando sei in imbarazzo. Adoro il modo in cui ti muovi e il modo in cui mi guardi con quei bellissimi occhi nocciola.” Jesse prese anche l'altra mano di Rachel. “Se è vero che ogni persona su questo mondo ha la propria anima gemella, allora tu sei la mia. Io credo in noi e nella forza del nostro amore. Possiamo essere felici... insieme.”
“Proprio non potevi farne a meno, eh?” Rachel liberò le sue mani dalla presa di Jesse. “Non potevi semplicemente venire a casa mia e parlarne in privato o invitarmi a cena fuori... No... Mezzanotte, l'occhio di bue, la canzone. Dovevi proprio fare le cose in grande stile.”
“Mi conosci...”
“Già... ti conosco bene, Jesse St. James. Ti conosco da anni...” Rachel poggiò entrambe le mani sul suo petto e le fece risalire lentamente fino alle spalle. “Eppure mai... mai sono stata così sicura di amarti come lo sono ora.” Rachel si alzò in punta di piedi e posò le sue labbra su quelle di Jesse. Spostò le sue mani intorno al suo collo e si abbandonò al piacere che solo i baci di Jesse sapevano darle. La folla esultava per la romantica scena a cui aveva appena assistito. Lui la sollevò da terra e la baciò ancora più intensamente. Non avrebbe mai più voluto staccarsi da quelle labbra, ma quando qualcuno gridò “Prendetevi una stanza!” capì che era il caso di fermarsi. Staccò le sue labbra da quelle di Rachel e le avvicinò al suo orecchio. “Andiamo in un posto più privato.” le sussurrò, e posò la ragazza per terra. Prima di allontanarsi salutarono velocemente i loro amici. Vanessa e Amy erano quasi commosse. Kurt strinse la mano di Jesse. “Se fai un solo passo falso, ti spezzo una gamba.”, lo avvertì. Matt, che nel frattempo era riuscito a raggiungere i suoi amici, gli diede il cinque. “Ben fatto, amico!” Dopodiché Jesse prese per mano Rachel e le fece strada tra la folla. Dopo un paio di minuti riuscirono a raggiungere le scale. 
“Dove mi stai portando?” chiese curiosa Rachel.
“Sul terrazzo, così possiamo stare da soli.” Jesse si infilò una mano in tasca e ne tirò fuori una chiave. “Ho pensato a tutto.” disse mostrandola a Rachel.
La ragazza afferrò la chiave dalle sue mani e poi cominciò a salire le scale seguita dal suo ragazzo. Arrivata di fronte ad un'enorme porta nera, infilò la chiave e si ritrovò sull'enorme terrazzo del locale. Davanti a lei una vista mozzafiato sulla città.
“Wow!”
“Lo so... Spettacolare, vero?” Jesse abbracciò Rachel da dietro, stringendola all'altezza della vita e  appoggiò il suo mento sulla sua spalla.
“Sì... come tutta la serata.”
“Ti è piaciuta la sorpresa?”
“Scherzi?!” Rachel si girò per essere faccia a faccia con Jesse. “È stata la cosa più romantica che qualcuno abbia mai fatto per me! È stato tutto talmente fantastico che ancora fatico a credere che sia tutto reale!”
Jesse avvicinò la sua fronte contro la fronte di Rachel. Lasciò che i loro nasi si sfiorassero accrescendo la voglia di baciarsi. Questa volta nessuno gli avrebbe interrotti. La passione li travolse gradualmente. I loro baci divennero bollenti. “Ci credi ora?” le sussurrò Jesse prima di spostare le sue labbra sul collo di Rachel. Un brivido di piacere le percorse la schiena quando sentì le sue labbra percorrere il profilo del suo collo. “Sì.” disse prima di tirare a sé il viso di Jesse e riprendere a baciarlo sulla bocca. Le loro lingue tornarono a muoversi rapidamente.
“Ho un'altra sorpresa per te. Domani sera. Sarà tutto fastidiosamente romantico.
“Un'altra sorpresa? Jesse, sei già stato fastidiosamente romantico con la canzone, il tuo discorso, e il resto... non riesco a pensare a qualcosa di più romantico...”
“Io sì.” disse Jesse accarezzandole il viso.  “Vieni.” La prese per mano e si sedettero su un muretto fianco e fianco. 
“Posso avere almeno un indizio?”
“Ti basta sapere che ti piacerà moltissimo.”
“E come fai a saperlo?”
“Perchè ti conosco... ma soprattutto perchè me l'hai detto tu stessa una volta, anche se probabilmente non te lo ricordi.”
Rachel, in preda alla curiosità, tentò di indovinare cosa avesse in mente Jesse, ma si arrese dopo non molto. “Ok, ci rinuncio. Lascio tutto nelle tue mani. Sorprendimi, Jesse St. James.”
Jesse sorrise divertito. “Ci puoi scommettere che lo farò.” e poi le fece un occhiolino.
Rachel si stese sul muretto e piegò le gambe. Appoggiò la testa sulle gambe di Jesse e lasciò che lui l'accarezzasse mentre lei, col viso verso l'alto, ammirava il cielo stellato. C'era la luna piena quella sera e a Rachel sembrava che il cielo non fosse mai stato tanto luminoso in vita sua. Nelle notti passate senza Jesse le era sembrato spento, come se le stelle avessero perso la stessa vitalità che aveva perso lei. 
“A cosa pensi?” le chiese Jesse.
“A noi.” 
“Sei preoccupata?”
Rachel scosse la testa e strinse la mano di Jesse nella sua. “No. È assolutamente tutto come dovrebbe essere. È tutto perfetto.”
Jesse si chinò per darle un bacio sulla fronte. “Buon compleanno, Rachel.”
 
___________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
 
 Jesse arrivò davanti alla porta della camera di Rachel alle otto in punto. Si sistemò il colletto della camicia e poi bussò due volte. Quando Rachel aprì la porta spalancò la bocca e poi la coprì con la mano destra. “Oddio, Jesse!” esclamò subito dopo. Il ragazzo era di fronte a lei con un mazzo di tulipani rossi in mano. “Le rose rosse sono sopravvalutate, non trovi? Il tulipano rosso è il simbolo del vero amore. Nella tradizione persiana, questo fiore era donato dall'innamorato alla sua amata in seguito all'antica leggenda che lo riguarda. Si narra infatti che un giovane si suicidò dopo la falsa notizia della morte dell'amata e da ogni goccia del suo sangue che cadde a terra nacque un tulipano rosso.”
Rachel stava per fiondarsi addosso a lui e baciarlo ma si trattenne per non rovinare quei fiori bellissimi. Prese il mazzo in mano e lo poggiò sul letto. Dopodiché si gettò su Jesse e gli stampò un bacio sulle labbra. “Sono bellissimi!” disse quando si staccò da lui. “Grazie, Jesse.”
Il ragazzo le sorrise e le chiese se fosse pronta per andare. Rachel annuì. Si infilò il cappotto e prese la  sua borsa. Poi lasciarono la stanza. Entrambi erano vestiti molto eleganti. Erano diretti in un ristorante molto chic di Manhattan per l'occasione. Era la loro prima uscita ufficiale come coppia oltre che il compleanno di Rachel. E Jesse non aveva badato a spese. La cena fu squisita. All'uscita dal ristorante Rachel pensò che non avrebbe mai potuto desiderare un compleanno più bello e ringraziò Jesse per tutto quello che aveva organizzato. Ma le sorprese non erano ancora finite.
“Sono le undici. Il tuo compleanno non è finito ancora. Il meglio deve ancora arrivare.”
“Stai scherzando?” chiese incredula Rachel.
“Assolutamente no. Ti ho promesso una sorpresa ieri, te ne sei dimenticata?”
“Ma pensavo fosse questa! Cioè i fiori e questa cena...”
“No, c'è qualcos'altro che ti aspetta.” Jesse sorrise emozionato al pensiero della reazione di Rachel quando avrebbe scoperto quale fosse la vera sorpresa. Tornati in macchina, Jesse bendò Rachel. “Ma è proprio necessario bendarmi?” 
“Sì. Non puoi vedere dove stiamo andando. Te la toglierò solo quando saremo lì.”
Dopo aver parcheggiato e spento la macchina, Jesse uscì e aprì lo sportello per Rachel. La prese per mano e la guidò affinchè non inciampasse o si facesse del male in qualche modo. Qualche minuto dopo, quando Rachel chiese per l'ennesima volta se potesse togliersi la benda, Jesse rispose di sì. Con gli occhi finalmente liberi di vedere davanti a sé, Rachel fece lentamente un giro su se stessa per ammirare la bellezza che la circondava. “M-Me lo ricordo... la notte in cui ero ubriaca e mi hai portata su in camera mia... ti ho detto che mi sarebbe piaciuto davvero venire qui con te...” Rachel si strofinò gli occhi incredula mentre continuava a scrutare il posto in cui si trovava. “L'avevo dimenticato fino ad ora... ma ora... ora ricordo! Oh, Jesse!” Rachel cominciò a camminare nel corridoio centrale e a toccare le poltrone alla sua destra e alla sua sinistra quasi per avere conferma che non stesse immaginando tutto. 
“Non è esattamente la stessa situazione che ti promisi quel giorno. Cioè, non ci siamo intrufolati di nascosto perchè ho avuto le chiavi e ho il permesso di essere qui, anche se tecnicamente ho il permesso di starci da solo o al massimo con gli altri ragazzi del cast...” Jesse non fece in tempo a finire di parlare che Rachel gli corse incontro e lo baciò sulla bocca. Fu un bacio lungo e carico di passione.
“Wow. Di solito odio essere messo a tacere, ma essere zittiti in questo modo da te non mi dispiace affatto.”
Rachel rise e lo baciò di nuovo. “Jesse, tutto questo è... è... non so nemmeno come definirlo! Sono senza parole! Non riesco nemmeno ad esprimere come mi sento in questo momento e quanto ti sono grata!”
“Lasciare Rachel Berry senza parole è un risultato niente male.” disse Jesse soddisfatto. “Facciamo così, mentre tu pensi alle parole giuste da dire, puoi sederti qui e goderti lo spettacolo.” Jesse la invitò ad accomodarsi su una delle poltrone della prima fila. La ragazza si tolse il cappotto e obbedì. “Lo spettacolo? Quale spettacolo?” chiese poi confusa.
“Il mio.”
Jesse salì sul palco e dopo aver tirato fuori un sorta di telecomando dalla tasca della sua giacca fece partire la musica.
 
My gift is my song
And this one's for you
And you can tell everybody
That this is your song
It maybe quite simple
But now that it's done
Hope you don't mind
I hope you don't mind
That I put down in words
How wonderful life is now you're in the world
 
Sat on the roof
And I kicked off the moss
Well some of the verses well
They got me quite cross
But the sun's been kind
While I wrote this song
It's for people like you that
Keep it turned on
 
So excuse me for forgetting
But these things I do
You see I've forgotten
If they're green or they're blue
Anyway the thing is what I really mean
Yours are the sweetest eyes I've ever seen
 
Gli occhi di Rachel erano fissi su Jesse che cantava e ballava per lei. E come sempre Jesse stava dimostrando di essere nato per stare su un palcoscenico. Uno dei motivi per cui Rachel lo amava era perchè era una star. Perchè Jesse era il re del palcoscenico.
 
And you can tell everybody
This is your song
It may be quite simple
But now that it's done
I hope you don't mind
I hope you don't mind that I put down in words
How wonderful life is now you're in the world
 
Jesse era sceso dal palcoscenico e stava camminando verso Rachel. Si fermò davanti a lei e le porse una mano. Lei la prese e si alzò dalla poltrona.
 
I hope you don't mind
I hope you don't mind that I put down in words
 
Jesse prese Rachel in braccio e lei si strinse a lui con le braccia intorno al suo collo. Cominciò a farla girare mentre cantava a squarciagola l'ultimo verso.
 
How wonderful life is now you're in the world
 
Quando Jesse si fermò restarono a lungo in silenzio semplicemente guardandosi negli occhi. 
“Te la scordi la profondità emotiva di Ewan McGregor, ma hai talento.” 
Jesse scoppiò a ridere e Rachel fece lo stesso. Poi la fece tornare con i piedi per terra. “Andiamo,” le disse prendendole la mano “ti mostro il resto del teatro.”
Jesse la condusse in un piccolo tour all'interno del Winter Garden Theatre. La portò dietro le quinte, le mostrò il suo camerino, tutto ciò che sapeva che a Rachel sarebbe piaciuto vedere. Alla fine raggiunsero quel grande palcoscenico su cui si erano esibite alcune tra le più grandi leggende di Broadway. Si distesero accoccolati su una coperta che Jesse aveva preso tra i costumi di scena. Rachel era rannicchiata accanto a lui e aveva la testa appoggiata sul suo petto. 
“Questo non è solo stato il compleanno più bello di sempre, ma anche uno dei giorni più belli della mia vita. Non potrò mai ringraziarti abbastanza.”
“Rachel, ho un'altra sorpresa per te.”
“Scherzi, vero? Non ci posso credere!” disse Rachel alzando la testa e guardando Jesse negli occhi. Lui scoppiò a ridere. “No, scherzavo. Le sorprese sono finite.” disse spostando una ciocca di capelli dal viso di Rachel. La ragazza afferrò il polso di Jesse e controllò l'orario sul suo orologio. Poi tornò a guardare Jesse negli occhi. “Sono le undici e mezza. Sai cosa vuol dire? È ancora il mio compleanno. E io direi che c'è ancora tempo per un'ultima sorpresa.” Rachel si chinò verso Jesse e posò le sue labbra sulle sue. Quello che cominciò come un bacio delicato si trasformò presto in una serie di baci carichi di passione e desiderio. Le loro mani si muovevano lungo i loro corpi mossi dall'eccitazione. Rachel fece scivolare lentamente le sue mani dal petto di Jesse fino alla cintura dei suoi pantaloni. Quando cercò ci sfilargliela, Jesse la bloccò. “Sei sicura?” le sussurrò. Rachel annuì. “Sii fastidiosamente romantico.” Il ragazzo sorrise. Liberò la presa e lasciò che le mani di Rachel riprendessero a muoversi. La ragazza cominciò a sbottonargli la camicia dal bottone più alto e quello più in basso. Poi, con l'aiuto delle mani di Jesse, riuscì a sfilargliela di dosso. Jesse si tolse da solo la sua maglietta intima bianca e la gettò lontana. Rachel ammirò il suo petto nudo. La sua pelle era chiara e liscia al tatto. Lasciò che Jesse le abbassasse la cerniera posteriore del suo vestito e la spogliasse completamente.  Poi le mani di Jesse ripresero ad accarezzare il suo corpo. Rachel sentì la sua pelle bruciare ovunque si posavano le sue dita. Ogni singola cellula del suo corpo implorava di averne di più. La sensazione del corpo nudo di Jesse sul suo era un piacere travolgente. Jesse era stato a letto con decide di ragazze prima di Rachel ma le emozioni che aveva provato con tutte loro non erano minimamente paragonabili a  ciò che provò quando fece l'amore con Rachel. Non si trattava più semplicemente di attrazione fisica o di soddisfare un bisogno sessuale. Stavolta si trattava di desiderio, passione, tenerezza e soprattutto d'amore. 
Per cui, più tardi, quando Rachel chiese a Jesse se fosse felice, egli rispose di sì senza esitare. Per la prima volta nella sua vita, con Rachel accanto a lui, Jesse sentiva di avere tutto ciò che avrebbe mai potuto desiderare per se stesso, sentì che tutto era esattamente come doveva essere. Sì, Jesse St. James era felice.  
 
___________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
 
Nota: E ce l'abbiamo fatta!!! LOL Ciao a tutti :3 Avrei voluto pubblicare questo capitolo il giorno di San Valentino ma purtroppo ho avuto problemi al pc e quindi ho potuto aggiornare solo ora! Non immaginate quanto sono in ansia di sapere cosa ne pensate! Voglio assolutamente sapere non solo se vi è piaciuto questo capitolo ma cosa ne pensate di tutto il percorso che hanno fatto i nostri protagonisti dal primo capitolo ad ora. Li ho fatti rincontrare, li ho fatti soffrire, li ho fatti diventare amici... l'amicizia è cresciuta sempre di più fino a trasformarsi in un sentimento più profondo. Hanno avuto paura, hanno esitato... Ma ora Jesse e Rachel sono finalmente pronti ad amarsi :3 E il loro è un amore epico. Secondo me alla base c'è proprio il fatto che loro sono prima di tutto migliori amici: parlano di tutto, hanno interessi in comune, sognano le stesse cose, si fanno coraggio l'uno con l'altro, si rispettano e credono l'uno nell'altro. Io la loro storia me la immagino così: ricca di sorprese, ricca di momenti "in grande stile"... sono Drama Queens, no? ;) Vi faccio notare le frasi in corsivo perchè sono citazioni tratte dalla 1x14 e dalla 1x15... bei tempi, vero? :D Le due canzoni sono: I'd always come for you dei Nickelback e Your Song (la versione del musical Moulin Rouge). Con questo capitolo si chiude la prima parte dalla mia FF che ha visto Jesse e Rachel rincontrarsi dopo tanto tempo, confrontarsi con i loro sentimenti in sospeso fino a capire di amarsi. La seconda parte riguarderà Jesse e Rachel ufficialmente come coppia. Ho in mente 4, 5 capitoli. Credo che l'epilogo finale sarà il ventesimo capitolo. Purtroppo ultimamente ho poco tempo per scrivere perchè sto preparando un esame quindi vi chiedo un po' di pazienza. Di solito aggiorno una volta a settimana ma per il prossimo capitolo dovrete aspettare di più. Dovrete aspettare i primi di Marzo. Così credo di riuscire a concludere la FF per fine Marzo. Ancora una volta, grazie a tutti! Fanvideo coordinato oggi (stessa canzone e stesso titolo del capitolo LOL) : http://www.youtube.com/watch?v=kA-qC4l7aNQ&feature=g-like&context=G24af360ALTyLDrAATAA

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Miami ***


“Oh, ecco che arriva la coppia felice!”

Jesse e Rachel erano appena entrati nel PJ Clarke's mano nella mano e si guardavano attorno alla ricerca dei loro amici. Matt fece loro segno con la mano e due ragazzi lo raggiunsero.

“Ciao ragazzi!” li accolse Vanessa.

Jesse e Rachel si tolsero i loro cappotti e poi si accomodarono al tavolo con Matt e Vanessa. “Scusate il ritardo, siamo stati bloccati nel traffico per mezz'ora.”

“Questo freddo mi ha proprio stancato.”

“Non dirlo a me! Ho le mani congelate.”

“Se solo usassi i guanti con i gattini che ti ho regalato io...”

“Rachel”, la interruppe Jesse, “quei guanti sono piuttosto... inquietanti.”

“Ma no che non lo sono, sono molto teneri!”

“No, sono inquietanti.” ribatté Jesse. Poi si voltò verso i suoi amici. “L'altro giorno al centro commerciale credo di aver spaventato una dozzina di bambini con quei guanti addosso.”

Rachel lanciò un'occhiataccia al suo ragazzo e lui fece spallucce. Matt e Vanessa li guardavano divertiti.

“Andiamo a prendere da bere.” propose Matt dando una pacca sulla spalla al suo migliore amico. Mentre Jesse si allontanava, si girò un istante e fece la linguaccia a Rachel la quale sorrise e rispose allo stesso modo.

Le due ragazze rimasero sole al tavolo.

“Allora, com'è andata ieri sera? Com'è Arthur?” chiese curiosa Vanessa.

“Molto, molto carino, divertente e alla mano! Mi piace e piace anche a Jesse. Ho dato la mia approvazione a Kurt.”

“Deve assolutamente presentarmelo!”

“Vogliono andarci piano. Comunque, news da parte dei miei papà: stamattina hanno prenotato l'aereo.”

“Ah sì? E quando vengono?”

“Tra due settimane.”

“Gli presenterai Jesse?”

“Sì, organizzeremo un pranzo insieme o qualcosa del genere. In realtà loro lo conoscono già, cioè ci hanno scambiato qualche parola quando io e Jesse stavamo insieme ai tempi del liceo. Però stavolta è ben altra cosa, ecco. Dato che sanno che stiamo insieme da un mese e mi sentono sempre parlare di lui, pensano che sia arrivato il momento di conoscerlo meglio.”

“Capisco. E tu che ne pensi all'idea di farli incontrare?”

“Io sono sicura che adoreranno Jesse. Non sono affatto preoccupata.”

“Ma certo che mi adoreranno.” disse Jesse appena raggiunse insieme a Matt le due ragazze al tavolo. “Sono il fidanzato che ogni padre vorrebbe per la propria figlia.” concluse passando una coca cola a Rachel.

“Magari evita di dirlo davanti a loro se non vuoi fare la figura di un idiota, però.” commentò il suo amico.

“Ah, intendi come quella che hai fatto tu?”

Tutti risero tranne Matt. “Ok, possiamo buttarci alle spalle quella storia una volta per tutte?”

“No, è troppo divertente.” continuò a stuzzicarlo Jesse.

“Ridi pure. Vedremo cosa combinerai tu quando incontrerai i genitori di Rachel.”

“Solo perchè tu lo sappia, ero l'alunno preferito di sua madre biologica. I suoi papà si fideranno di me esattamente quanto lo faceva lei.”

“Ok, avete rotto.” li stroncò Vanessa. “Tesoro, non pensi sia arrivato il momento?” disse poi girandosi verso Matt. “Non ce la faccio più ad aspettare!”

Rachel e Jesse li guardarono perplessi. “Il momento per cosa?”

“Abbiamo una proposta da farvi.” chiarì Vanessa. “Dai, diglielo, Matt!”

Matt finì la sua birra prima di cominciare a parlare e soddisfare la curiosità dei suoi amici. “Mio zio mi ha invitato ad andarlo a trovare il prossimo week-end.”

“Aspetta un attimo, quello zio?” lo interruppe Jesse.

“Sì, zio Ryan. E mi ha anche detto che posso portare tutti gli amici che voglio...”

“Ti prego, dimmi che non stai scherzando!” lo interruppe di nuovo Jesse.

“Non vi seguo.” commentò invece Rachel ancora perplessa.

“Ryan è mio zio, Rachel.” cominciò a spiegare Matt. “Vive a Miami. Jesse lo conosce perchè abbiamo passato una settimana da lui quest'estate.”

“E chi se la dimentica quella settimana? Rachel, credimi, suo zio è un mito!”

“Insomma, mi ha invitato a Miami la prossima settimana e sono libero di portare chi voglio. Quindi la mia proposta è questa: noi quattro venerdì partiamo per Miami per un week-end all'insegna del relax e del divertimento... Ci state?”

“Puoi scommetterci, amico!” esclamò Jesse eccitato al solo pensiero di un week-end del genere.

“Wow... io non so nemmeno cosa dire...”

“Per favore dì di sì.” la pregò Jesse prendendo le mani di Rachel tra le sue.

“Dai, Rachel!” aggiunse Vanessa.

“È solo che non mi aspettavo una tale proposta... ci sarebbero tante cose da fare: dobbiamo organizzarci per bene, scegliere con cura i vestiti, fare un programma con tutte le cose da visitare...” Ma dopo aver lasciato i suoi amici sulle spine per un po' rispose:“Ma sapete una cosa? Ci sto!”

Vanessa lanciò un urlo in preda all'euforia. “Oddio, sono così eccitata! Non vedo l'ora!”

“Fantastico! Chiamo subito mio zio per avvisarlo.” disse Matt alzandosi dal tavolo.

Jesse, rimasto solo con le due ragazze cominciò a raccontare gli aneddoti più divertenti della piccola vacanza estiva a Miami. Raccontò di Ryan presentandolo come “lo zio che ogni ragazzo vorrebbe avere”, delle intere giornate passate in spiaggia, delle serate in discoteca. “Senza dubbio la vacanza più bella della mia vita.” concluse Jesse. “Ragazze, fidatevi di me, ci divertiremo un sacco!”

 


“È lui!” esclamò Matt indicando col dito un uomo sulla quarantina a bordo in una Cadillac decappottabile nera. L'automobile era parcheggiata di fronte all'uscita dell'aeroporto e la persona seduta al posto del guidatore corrispondeva al nome di Ryan Rivera. Nato e cresciuto a Miami, manager pubblicitario di successo, trentanovenne, era uno dei pochi componenti della famiglia di Matt con cui si sentisse quasi ogni giorno, nonché uno dei pochi con cui gli piaceva passare del tempo nonostante abitasse molto lontano. Forse perchè era giovane, forse perchè era uno degli uomini più divertenti che avesse mai conosciuto, forse perchè era l'esatto opposto di suo padre, fatto sta che Matt amava suo zio Ryan ed era felicissimo all'idea di passare un week-end con lui.

Ryan si tolse gli occhiali da sole e li gettò sul cruscotto quando vide avvicinarsi i quattro ragazzi che aspettava. Uscì dalla macchina e gli andò incontro. “Ecco i miei ragazzi!” Abbracciò per primo suo nipote. Poi strinse la mano a Jesse. “È bello rivederti, Jesse.”

“E loro devono essere le vostre incantevoli ragazze.” disse poi stringendo le mani di Vanessa e Rachel. “Io sono Ryan, è un piacere fare la vostra conoscenza. Lasciate che mi occupi io dei bagagli. Voi salite pure in macchina.”

Jesse e Matt insistettero nel dargli una mano, mentre le ragazze si sedettero sui sedili posteriori dell’auto. “Complimenti per l’auto, signor Rivera. Davvero molto bella.” disse Rachel.

“Sono un appassionato d’auto d’epoca. Questa è una Cadillac Sedan del ’58. Niente male, eh? L’ho lasciata guidare al tuo ragazzo un paio di volte l’estate scorsa e se l’è goduta parecchio, vero Jesse?”

“Assolutamente fantastica.” Rispose lui sedendosi accanto alle due ragazze.

“Ah, e... ragazze?” L’uomo mise in moto l’automobile. “Chiamatemi Ryan.”

Durante il tragitto Rachel lasciò che il vento le scompigliasse i capelli mentre i suoi occhi erano intenti a scrutare l'ambiente intorno a lei. Non aveva mai pensato di potersi ritrovare il un posto del genere in vita sua. Tanto meno con degli amici veri come Matt e Vanessa e con un fidanzato perfetto come lo era Jesse. Da quando erano tornati insieme la sua vita era cambiata radicalmente. È sorprendente l'impatto che una sola persona possa avere sulla vita di un'altra. Con il ritorno di Jesse nella vita di Rachel, ad esempio, le loro vite avevano preso una piega inaspettata ma entusiasmante. E questo era solo l'inizio.


“Non hai detto nulla sul mio costume.” disse Rachel prima di mordere il suo cono gelato.

“Mi piace...” rispose Jesse. Poi avvicinandosi al suo orecchio continuò sussurrando: “Ma senza staresti anche meglio.”

“Jesse!” lo rimproverò lei.

Il ragazzo la guardò divertito mentre le guance di Rachel prendevano colore a causa dell'imbarazzo.

“Sei inappropriato.”

“Il sorriso che ti si è formato in volto pochi secondi fa dimostrerebbe tutt'altro.” Jesse avvolse Rachel tra le sue braccia e le riempì il collo di baci. Poi cominciò a farle il solletico sulla pancia sapendo che Rachel non sarebbe riuscita a trattenere le risate. E aveva ragione.“Oddio, ti prego basta! Smettila!” continuava a ripetere mentre cercava di liberarsi dalla presa del suo ragazzo. “Interessante... di solito mi preghi di fare l'esatto contrario.” Jesse stampò un rapido bacio sulle labbra di Rachel prima di lasciare la presa. La prese per mano e ripresero a camminare in riva al mare. Matt e Vanessa erano pochi metri avanti a loro. Il tramonto stava dipingendo il cielo d'un arancio acceso contribuendo alla creazione di un panorama mozzafiato. Un leggero venticello rinfrescava l'aria e faceva ondeggiare lentamente le palme. Le acque del mare riflettevano la luce del sole e di una fila di grattacieli in lontananza. I quattro ragazzi avevano trascorso tutto il pomeriggio in spiaggia e ora stavano tornando in villa da Ryan.

“Perchè ti imbarazza sempre così tanto parlarne?”

“Non lo so... è solo che mi sento un po' a disagio. Credo che dipenda dal fatto che nessuno mi ha mai fatto sentire desiderata nel modo in cui lo fai tu. Cioè, a volte ho difficoltà a crederti quando mi dici che sono incredibilmente sexy con quel vestito o quando dici che ho un corpo favoloso...”

“Ma è la verità! Lo penso davvero, Rachel.”

“Lo so... Il problema è che non lo penso io... sono io a non sentirmi sexy. Non è colpa tua.”

Jesse lasciò andare la mano di Rachel e le mise un braccio intorno alla schiena avvicinandola di più a sé. Poi le baciò la fronte. “Non hai nulla di cui vergognarti. Ci lavoreremo su... insieme.”

 

“Bentornati.” li accolse così Ryan quando i ragazzi entrarono in villa. “Com'è andata?”

“Alla grande!” rispose entusiasta Rachel. “Qui è tutto magnifico: il mare, la sensazione del calore del sole sulla pelle, la sabbia sotto i piedi...” aggiunse Vanessa.

“Benvenute a Miami! Ora che avete toccato con mano cosa offre, non vorrete più lasciarla!”

I ragazzi si gettarono sui divanetti in salotto e Ryan li raggiunse poco dopo con una caraffa di limonata fresca. “Chi ne vuole un po'?”

“Allora, zio, che si fa stasera?” chiese Matt riempiendosi il bicchiere.

“Stasera si festeggia perchè primo, il mio nipote preferito è in città, secondo perchè poco fa ho concluso un grosso affare a cui lavoravo da settimane. Quindi lavatevi e mettete i vostri vestiti più eleganti perchè verrete con me ad una serata organizzata dal mio capo. La festa si terrà nella sua lussuosa villa a Coral Gables e per lussuosa intendo dotata di sei camere da letto, quattro bagni, un giardino che è praticamente un labirinto e una piscina enorme.”

“Wow!” commentò Vanessa.

“Aspetta di vederla dal vivo! Resterai a bocca asciutta! Allora, posso chiamare e confermare la vostra presenza?”

I ragazzi si scambiarono delle occhiate tra di loro e poi diedero via libera a Ryan.

 


“Ok, ora è ufficiale... Wow!”

“Sì, wow esprime esattamente i miei pensieri su questo posto!”

La descrizione di Ryan non rendeva giustizia alla bellezza della villa da sogno in cui i ragazzi erano appena entrati. Il giardino si estendeva per metri e metri ed era caratterizzato da vegetazione di vario genere. Vi erano una decina di tavoli lunghissimi per il buffet con piatti più o meno esotici. Tutti gli ospiti erano vestiti in modo decisamente poco sobrio. Erano tailleur e smoking a farla da padrona. Per fortuna Ryan aveva prestato due dei suoi abiti più eleganti a Jesse e Matt, mentre le ragazze indossavano due vestiti che le facevano sembrare due modelle di copertina. Qualcuno invece aveva preferito indossare bikini o boxer da mare e sorseggiare cocktail in piscina tra una nuotata e un'altra. Ryan presentò subito i ragazzi ad alcuni suoi colleghi e poi al padrone di casa, un simpatico tipetto dalla pelle mulatta. Ebbero modo di scambiare quattro chiacchiere prima che egli si allontanasse per salutare altri ospiti che continuavano ad arrivare.

“Ok, ragazzi, ho tre parole per voi: mangiate, bevete,divertitevi. Un'unica regola: non esagerate e non combinate casini. Ricordatevi che siete ospiti e che il padrone di casa è il mio capo. Ricevuto?” I ragazzi annuirono.

“Perfetto. Ora, se volete scusarmi, ho già adocchiato una bionda a bordo piscina niente male.” Ryan diede una pacca sulla spalla a Jesse e fece un occhiolino a suo nipote per poi allontanarsi dal gruppo.

“Non so nemmeno da dove cominciare.”

“Io comincerei da quel tavolo lì.”

“Matt, sempre a mangiare pensi!”

“Oh, ma con tutto sto ben di Dio, a che volete che pensi?”

“Non ha tutti i torti.”

I ragazzi si spostarono verso uno dei tanti buffet.

“Sei stupenda stasera.” disse Jesse a Rachel offrendole dello champagne.

La ragazza sorrise e lo ringraziò. “Ho pensato a quello di cui abbiamo parlato in spiaggia e potrei avere un'idea a riguardo...”

“Ti ascolto.”

“No, non ora... ma presto. La notte è giovane e lo siamo anche noi.” Rachel fece toccare il suo bicchiere con quello di Jesse e poi lo avvicinò alle sue labbra per bere. “A noi.”

 

La serata trascorreva tranquillamente già da un paio d'ore tra chiacchierate spensierate, drink elaborati e musica orecchiabile quando Rachel prese Jesse da parte per rivelargli il suo piano.

“Allora, ricordi la nostra piccola scommessa la sera che mi portasti al PJ Clarke's per la prima volta?”

“Certo, e ricordo anche la mia vittoria.” rispose Jesse con un sorriso che ricordò a Rachel esattamente uno di quelli che aveva usato quel giorno ovvero uno di quei sorrisi che l'avevano praticamente fatta sciogliere e l'avevano costretta alla resa.

“Ecco, voglio la rivincita. Questa volta però sarò io a cercare di sedurre te.”

Il sorriso di Jesse si trasformò in una risatina. “Sei sicura? Ti ricordo che non sono un bersaglio facile.”

“Sicurissima. È un modo per mettermi alla prova e lavorare sul mio lato sensuale.”

“Ok, ci sto.”

“Valgono le stesse regole dell'altra volta. Impersoniamo le stesse persone. Facciamo finta che ci siamo rincontrati qui per caso dopo il nostro primo incontro al PJ Clarke's.”

“Ok, ma come si sarebbe concluso quell'incontro ipoteticamente?”

“Ti sei beccato un due di picche.”

Jesse rise di nuovo. “Poco probabile, ma va bene lo stesso. Tuo il gioco, tue le regole.”

“Allora avvisa Matt e Vanessa che ci andiamo a fare un giretto da soli. Io comincio a camminare... Ti aspetto sotto quella palma lì. Non appena arrivi anche tu comincia il gioco.” disse Rachel indicandone una in lontananza.

“Perfetto.”

 

 

“Non posso credere ai miei occhi! Rachel Berry...”

“Ma guarda chi si vede... Jesse St. James... Pensavo di essermi liberata di te.”

I due ragazzi si scambiarono dei baci sulla guancia.

“Qual buon vento ti porta a Miami, Jesse?”

“Sono venuto a far visita a mio zio, sono suo ospite... tu, piuttosto?”

“Sono qui in vacanza con degli amici.”

“Wow. Sinceramente non credevo ti avrei mai più rivista e tanto meno non in una situazione del genere.”

“Già. Se credessi nel destino direi quasi che non è un caso che ci siamo rincontrati.”

“Tranquilla, non ho intenzione di rimorchiarti stavolta, Rachel. A dire il vero un paio di ragazze si sono già offerte di farmi compagnia questa notte...”

“Peccato... Questa serata è così noiosa... Sai, stavo giusto cercando qualcuno che potesse intrattenermi...” Rachel fece un passo in avanti accorciando la distanza che la separava da Jesse.

La ragazza era passata all'attacco. Jesse deglutì prima di parlare. “C-Che tipo di intrattenimento?”

“Quel tipo di intrattenimento per cui non servono i vestiti addosso.” disse Rachel poggiando una mano sul petto di Jesse e muovendola verso il basso. Jesse era sorpreso dal fatto che Rachel fosse andata subito al sodo. Ma era troppo presto per lui per gettare la spugna. Bloccò la sua mano prima che potesse arrivare al cavallo dei pantaloni.

“Come ti ho già detto, ho due ragazze che mi aspettano... sarebbe da maleducati tirarsi indietro con loro. A meno che... tu non abbia di meglio da offrire.” Jesse era passato al contrattacco.

“Lo sapevi che ci sono sei camere da letto all'interno della villa? Impressionante, vero? Immagina di essere beccati in una di queste in atteggiamenti non proprio... diciamo... consoni al tipo di gente raffinata che c'è qui stasera...” Rachel si massaggiò il collo con la mano destra per poi farla scendere lentamente seguendola con lo sguardo fino alla scollatura del suo vestito. I suoi polpastrelli continuarono a muoversi proprio dove partivano le curve del suo seno mentre i suoi occhi tornarono a guardare Jesse. Si accorse che il ragazzo avrebbe ceduto da un momento all'altro. “La possibilità di essere beccati... l'adrenalina... non ti fa sentire vivo?”

“Potremmo finire nei guai...”

“Oppure no...” Rachel si assicurò di mantenere il contatto visivo con Jesse. Sentiva di essere a un passo dalla vittoria. Avvicinò il suo viso a quello di Jesse in modo che tra le loro bocche ci fossero solo pochissimi centimetri di distanza. “Sei disposto a correre il rischio, St. James? O hai troppa paura?”

Ben fatto, pensò Jesse. Rachel aveva giocato bene le sue mosse. Era stata in grado di trasformare tutto in una sfida che uno come Jesse non avrebbe mai potuto rifiutare.

“Andiamo a dare una svolta a questa serata.” cedette Jesse.

Rachel lo prese per mano e senza dare nell'occhio entrarono nella villa. Salirono velocemente le scale e raggiunsero il piano con le camere da letto. Rachel aprì la porta della prima stanza a destra che si trovava su quel lungo corridoio assicurandosi che fosse vuota e trascinò Jesse con sé al suo interno. Chiuse la porta della stanza a chiave e poi spinse il ragazzo sul grande letto a baldacchino al centro della stanza. L'eccitazione di Jesse cresceva sempre di più. Vedere Rachel così disinibita lo stava facendo letteralmente impazzire. Aspettava impazientemente la sua prossima mossa. Prima che potesse rendersene conto, la ragazza aveva poggiato le sue mani sulle sue gambe e stava risalendo le cosce premendo sempre più forte. “Tutti questi vestiti... non servono.” La voce calda di Rachel e il suo sguardo provocante fecero venire i brividi a Jesse che giaceva pietrificato sul letto. La ragazza fece qualche passo indietro e spostò i suoi lunghi capelli sul lato destro. Poi cominciò ad abbassare la zip del suo vestito. Pochi secondi dopo il vestito era per terra e la ragazza indossava solo della lingerie di pizzo nero.


The mood is set,
So you already know what's next.
TV on blast,
Turn it down,
Turn it down.
Don't want it to clash,
With my body screaming out.
I know you hearin' it,
You got me moaning now.
I got a secret that I wanna show you, oh.
I got a secret imma drop em to the floor, oh.

No teasin,
You waited long enough.
Go deep,
Imma throw it at ya,
Can you catch it?
Don't hold back,
You know I like it rough.
Know I'm feelin ya, huh.
Know you liking it, huh.

So why you standing over there with ya clothes on?
Baby strip down for me,
Go on take em off.
Don't worry baby,
Imma meet you half way,
Cause I know you wanna see me.

 

L'attesa alimentata dai movimenti sensuali e dalle parole che stavano uscendo dalla bocca di Rachel stavano uccidendo Jesse. Non ricordava di essersi mai sentito così eccitato in vita sua. Avrebbe voluto alzarsi e fare sesso con la sua ragazza contro la porta seduta stante fino a star male, ma il gioco era gestito da Rachel. Era lei al comando e lui doveva attenersi alle sue regole. Perciò continuò a godersi lo spettacolo in silenzio.
 

Almost there,
So baby don't stop what you're doing.
softer than a mutha
Boy I know you wanna touch.
Breathing down my neck,
I can tell ya wanna...
And now you want it like,
Want you to feel it now.
I got a secret that I wanna show you,
I got a secret Imma drop em to the floor,

No teasin,
You waited long enough.
Go deep,
Imma throw it at ya,
Can you catch it?
Don't hold back,
You know I like it rough.
Know I'm feelin ya, huh.
Know you liking it, huh.

So why you standing over there with ya clothes on?
Baby strip down for me,
Go on take em off.
Don't worry baby,
Imma meet you half way,
Cause I know you wanna see me...

 

La ragazza prese la mano di Jesse e lo costrinse ad alzarsi in piedi davanti a lei. Cominciò a sbottonargli la camicia aderente e quando finì la lanciò contro la porta. Posò le labbra sul suo pomo d'adamo e poi scese sempre più in basso. Percorse tutto il petto nudo e gli addominali di Jesse con i suoi baci fino ad arrivare al di sotto dell'ombelico. Sbottonò e abbassò la cerniera dei pantaloni e con forza li tirò giù.

No heels,
No shirt,
No skirt,
All I'm in is just skin.
No jeans,
Take em off,
Wanna feel your skin.
You a beast, oh.
You know that I like that.
Come on baby,
All I wanna see you in is just skin.

 

Jesse lasciò che la ragazza rimuovesse anche i suoi boxer lasciandolo completamente nudo. Dopo fu il suo turno di rimuovere l'intimo che ancora indossava Rachel.

All in baby,
Don't hold nothing back.
Wanna take control,
Ain't nothing wrong with that.
Say you liking how I feel,
Ain't gotta tell me that.
Just put your skin baby on my skin.

No heels,
No shirt,
No skirt,
All I'm in is just skin.
No jeans,
Take em off,
Wanna feel your skin.
You a beast, oh.
You know that I like that.
Come on baby,
All I wanna see you in is just skin.

No heels,
No shirt,
No skirt,
All I'm in is just skin.
No jeans,
Take em off,
Wanna feel your skin.
You a beast, oh.
You know that I like that.
Come on baby,
All I wanna see you in is just skin.
All I wanna see you in is just skin.
All I wanna see you in is just skin.
All I wanna see you in
All I wanna see you in is your skin, oh.

 

Quando le parole finirono, Rachel premette il suo corpo contro quello di Jesse e lasciò finalmente soddisfare le loro bocche affamate. Il loro desiderio sessuale era alla stelle. Finirono a baciarsi contro il muro avvinghiati l'uno all'altro. Rachel fu sollevata da terra dalle braccia di Jesse e si resse a lui abbracciando i suoi fianchi con le sue gambe. Un gemito di piacere fuoriuscì dalle sue labbra quando il ragazzo cominciò a penetrarla. Le sue spinte erano forti e decise e acquistarono un ritmo sempre più veloce. “Ti prego, non fermarti.” sussurrò Rachel prima di tornare ad ansimare in preda al piacere. Sentì il fiato di Jesse sul collo prima che il viso del ragazzo scendesse fino a fermarsi e iniziare a baciarle i seni. La ragazza appoggiò il viso all'indietro contro il muro e si aggrappò forte alle spalle di Jesse. I loro corpi sudati reclamavano di più e sembrava che non sarebbero mai stati sazi abbastanza da smettere. Quando entrambi raggiunsero l'apice del piacere si accasciarono sfiniti sul pavimento freddo. “Direi che siamo pari ora, St. James.” disse Rachel non appena riprese fiato. “Comincio a pensare che dovremmo fare più spesso giochi del genere!”

Rachel sorrise e spostò un ciuffo di capelli dalla fronte di Jesse. “È stato fantastico!”

Tu sei stata fantastica! Il sesso più appagante della mia vita! E questo dovrebbe dirla lunga sul perchè non hai nulla da invidiare a nessuna ragazza in fatto di bellezza o sensualità! Cominci a crederci ora?”

“In effetti sì. Ho imparato la lezione: posso essere sexy e posso lasciare il mio ragazzo senza fiato ogni volta che voglio.”

“Esatto.” Jesse si chinò su di lei per baciarla. “Ti amo.” gli disse quando le loro labbra si staccarono.

“Ti amo anch'io.”

 


Il resto del week-end passò troppo velocemente considerando quanto i ragazzi si stavano divertendo tra falò in spiaggia, nuotate in piscina e passeggiate in riva al mare. La Rachel che tornava a New York era un po' diversa da quella che era partita tre giorni prima. E non si trattava solo dell'abbronzatura. Rachel si sentiva più forte e aveva scoperto un lato di sé che non credeva nemmeno di avere.

Jesse stava salendo le scale che conducevano al suo appartamento sovrappensiero. La sua testa era probabilmente ancora a Miami e perciò non si accorse che qualcuno lo stava aspettando davanti alla sua porta d'ingresso. Qualcuno che non sentiva né vedeva da molto tempo.

“Ciao, dolcezza. Ti sono mancata?”

“A-Ashley, cosa ci fai qui?”


Nota: Sono tornata! :) Vi avevo avvisati che ci avrei messo più del solito ad aggiornare e che avreste avuto un nuovo capitolo nei primi giorni di Marzo ed eccomi qui! :) Non chiedetemi come mi è venuto in mente di spostare l'ambientazione a Miami per questo capitolo perchè non lo so nemmeno io XD Ne ho approfittato tra l'altro per inserire una sorta di sequel al famoso gioco che fecero tempo fa Jesse e Rachel modificandone qualche aspetto. E un pizzico di smut non fa mai male :D La canzone cantata da Rachel è Skin di Rihanna. Passiamo al finale... mi piace concludere con un cliffhanger perchè penso che contribuisca a mantenere viva la vostra attenzione e il vostro interesse. Ebbene sì, Ashley è tornata... vedremo perchè nel prossimo capitolo. Vi informo inoltre che prevedo di scrivere all'incirca altri 4 capitoli per questa storia e che, considerando che d'ora in poi tornerò ad aggiornare una volta a settimana, si concluderà tra un mesetto. Come sempre commenti e recensioni sono molto graditi :) Vi lascio con questo fanvideo: http://www.youtube.com/watch?v=p1J6ZMgScP0&feature=g-like&context=G2177371ALTyLDrAAIAA

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Let's be bad ***


Ashley e Jesse erano seduti uno di fronte all'altro in silenzio. Strano come una persona che un tempo era una parte importante della tua vita possa diventare in poco tempo quasi un'estranea. Jesse ripensò a tutto quello che avevano combinato insieme da quando si erano conosciuti. Lui, Matt e Ashley erano stati un trio indivisibile per più di un anno. Sempre alla ricerca di nuove avventure, sempre a far baldoria. Erano inarrestabili. Si fidavano ciecamente l'uno dell'altro. Ora Jesse fissando il pavimento si chiese cosa fosse successo a quel trio. Tutto era cominciato a quella festa. Vanessa aveva conquistato Matt e con sorpresa di tutti il ragazzo si era impegnato in una relazione seria. Rachel era tornata nella sua vita come un fulmine a ciel sereno e dopo mesi di esitazione erano finalmente pronti a darsi un'altra chance. Le vite di Jesse e Matt erano cambiate quasi radicalmente in pochi mesi. E poi c'era lei. Lei era rimasta tale e quale. L'ultima volta che si erano visti non era andata a buon fine. Ashley si era comportata in modo immaturo secondo Jesse. Le aveva detto di farsi risentire solo quando fosse stata pronta ad ammettere le sue colpe. Ma Jesse non aveva ricevuto nessuna chiamata da parte sua. E dopo un po' aveva cominciato a credere che non avrebbe più risentito né visto la sua migliore amica. Fino ad ora. Jesse alzò gli occhi e incrociò lo sguardo della ragazza che ora era seduta di fronte a lui. Un tempo sapeva tutto di lei. Sapeva sempre dove rintracciarla, sapeva a che ora aveva lezione, sapeva cosa la divertiva, si capivano con un solo sguardo. Ora quella stessa ragazza era seduta lì davanti ai suoi occhi. Ma a Jesse sembrava di guardare un'altra persona.
“Hai tagliato i capelli.” In un modo o nell'altro dovevano pure cominciare a parlare dato che erano stati in silenzio da quando Jesse aveva accettato di farla entrare nel suo appartamento. 
“Sì, avevo voglia di un cambiamento.” disse Ashley passandosi le dita tra i capelli. La folta chioma rossa di capelli era scomparsa. Aveva preso il suo posto un caschetto lungo. “Cosa ne pensi?”
“Ti sta molto bene.”
“Com'è andato il week-end a Miami?”
Jesse esitò per qualche istante chiedendosi come lei potesse esserne al corrente.
“Ho visto le foto che ha postato Matt su Twitter.” continuò lei fornendo una spiegazione valida.
“Ci siamo divertiti molto.”
“Allora... tu e Rachel ora... state ufficialmente insieme?”
“Sì.” 
“Mi fa piacere.”
“Non la pensavi così l'ultima volta, cosa ti avrebbe fatto cambiare idea?”
“Ho capito di aver sbagliato. Sono qui per chiederti scusa. Sono stata stupida ed egoista. La verità è che volevo a tutti i costi impedire che tu e Matt vi allontanaste da me. Mi sentivo sola. Matt ha cominciato a spendere tanto tempo con la sua ragazza e tu... avevi occhi solo per Rachel. Ti prego, Jesse, cerca di capirmi. So che i miei modi erano sbagliati, ma mettiti per un attimo nei miei panni.”
“Avresti potuto spiegarmi come ti sentivi e ne avremmo parlato insieme. Avresti potuto dare almeno un'occasione a Rachel e sforzarti di conoscerla meglio...”
“Lo so, lo so. Ed è ciò che vorrei fare ora... dimmi che non è troppo tardi...” 
Jesse non era il tipo da seconde occasioni. Se qualcuno lo colpiva alle spalle o dimostrava di non essere qualcuno di cui poteva fidarsi, era automaticamente fuori dalla sua vita. In rare occasioni, però, questa regola poteva essere infranta. E questa fu una di quelle. Lui e Ashley ne avevano passate tante insieme, troppe da chiuderle la porta in faccia come se niente fosse. E il suo discorso l'aveva convinto del fatto che era sinceramente dispiaciuta. Perciò accettò le sue scuse e la accolse tra le sue braccia. 
“Vorrei scusarmi anche con Rachel di persona. Potremmo, non so, andarci a bere qualcosa insieme noi tre...”
“Lo apprezzerà molto. È un bel gesto da parte tua.”
“È il minimo che io possa fare. Del resto, lei è sempre stata corretta nei miei confronti. È ora di ricambiare.”
___________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
 
Jesse e Rachel avevano appuntamento con Ashley quel lunedì sera. Jesse aveva convinto la sua ragazza a dare una chance ad Ashley, la quale la sera prima si era presentata inaspettatamente a casa sua chiedendo scusa per il modo in cui si era comportata in passato. In fondo Jesse era parso parecchio felice di essersi riconciliato con la sua vecchia amica, ragion per cui Rachel aveva accettato l'invito di Ashley. Si trattava di bere qualcosa in compagnia e Jesse era con lei, quindi cosa mai sarebbe potuto andare storto?
“Ciao, ragazzi!”  Ashley gettò subito le braccia al collo di Jesse e lo strinse forte a sé. “Mi è mancato il tuo profumo.” disse annusando il suo collo. Poi passò a salutare Rachel. Si scambiarono due rapidi baci sulla guancia. Tra le due ragazze la tensione era palpabile. “Bene, vi lascio da sole dato che avete di cui parlare. Vado a prendere da bere nel frattempo.” Così Jesse si allontanò e lasciò le due ragazze da sole. Dato che Ashley ancora non aveva aperto bocca, Rachel decise di rompere il ghiaccio per prima.
“Ascolta, non devi sentirti in imbarazzo...”
Una smorfia si formò sul viso di Ashley. “Oh, non sono imbarazzata.”
“Ok, meglio. Sarà più facile per te...”
“Cosa?”
“Sarà più facile... scusarti...”
Ashley rise di gusto. “Oh, dolcezza. Non sono qui per scusarmi.”
“Oh... Jesse mi ha detto...”
“Ok, ragazzina, lascia che ti spieghi come stanno le cose.” la interruppe bruscamente Ashley. “Non mi piaci. Per niente. Jesse merita di meglio ed è solo questione di tempo prima che se ne accorga anche lui. Ed è qui che entro in gioco io. Con me di nuovo nei paraggi capirà di volere una donna al suo fianco, qualcuno alla sua altezza, qualcuno che può soddisfare tutti i suoi desideri e quel qualcuno sono io. Eravamo inseparabili prima del tuo arrivo. Aveva occhi solo per me. Tu hai distrutto il nostro rapporto quindi io ora distruggerò te. Semplice.”
Rachel restò immobile con gli occhi pieni di lacrime. Avrebbe voluto risponderle per le rime ed essere cattiva come lo era appena stata lei, ma non riuscì ad aprir bocca. Quella ragazza non era tornata per scusarsi o per esserle amica, ma per portarle via Jesse. E lui era ignaro di tutto ciò. 
“Allora, cosa mi sono perso?” Jesse era ritornato da loro.
“L'inizio di grande amicizia tra me e Rachel.” rispose Ashley con un falso sorriso.
Rachel avrebbe voluto smascherarla immediatamente davanti a Jesse e mettere fine all'incubo in cui si trovava bloccata ma alla fine decise di stare zitta e fingere che andasse tutto bene. Per quanto le costasse ammetterlo, Ashley era una minaccia reale. Non era il caso di fare nulla di avventato. Fare una scenata avrebbe potuto peggiorare la situazione. Perciò Rachel scelse quella che le sembrò la decisione più saggia e tacque. 
“Com'è bello vedere la mia ragazza e la mia migliore amica andare d'accordo. Mi rende davvero tanto contento.”
“Sì, è decisamente la decisione migliore.” pensò Rachel dopo aver ascoltato le parole di Jesse. Non era un buon momento per rivelargli le vere intenzioni di Ashley. 
“Devi raccontarmi tutto quello che ti è successo nelle settimane passate, Ash.”
“In effetti, qualcosa di grosso ce l'avrei da confessare...”
“Di che si tratta? Dai, non tenermi sulle spine!”
“Hai davanti a te una delle ballerine che faranno parte del tour estivo di Madonna!”
“Oh mio dio! Dici sul serio?” 
“Mai stata tanto seria in vita mia! È quel genere di opportunità che ti capitano una volta sola nella vita e io ho saputo afferrarla.”
“Wow... incredibile! Sono davvero felice per te. So quanto hai lavorato duro.”
“Già... Ricordi quando quest'estate venivi a prendermi dalla Juilliard dove restavo a provare fino alle nove di sera e poi raggiungevamo Matt e gli altri in spiaggia?”
“E io che mi chiedevo sempre come facessi ad essere più pimpante di tutti noi anche alle quattro di notte dopo aver passato tutta la giornata a ballare!”
“E la festa dopo il saggio invernale te la ricordi?”
“Credo di non aver mai bevuto così tanto in vita mia.”
“Perlomeno tu non vomitasti l'anima!”
Jesse e Ashley scoppiarono a ridere. Più Rachel li osservava e più la loro complicità la infastidiva. Si sentiva esclusa da quel viaggio nei ricordi che loro avevano intrapreso. Era evidente che Ashley aveva tirato fuori quelle storie per mostrarle quanto fossero legati così da intimidirla. Rachel doveva intervenire prima di finire sull'orlo di una crisi di nervi.
“Jesse, perchè non racconti ad Ashley cosa hai organizzato per il mio compleanno? Sono sicura che le farà piacere ascoltare come siamo tornati insieme.”
“Oh sì, racconta.” furono le parole che uscirono dalla bocca di Ashley mentre i suoi occhi sembravano dire “Spero che tu muoia di una morte lenta e dolorosa.”
Jesse cominciò a raccontare di come si era messo d'accordo con la band di Matt e con i proprietari del locale, della sua esibizione dedicata a Rachel e del discorso improvvisato davanti a tutti. Non tralasciò nulla. Gli piaceva sempre raccontare la storia di come aveva riconquistato Rachel perchè era stato un momento importante della sua vita in cui si era sentito orgoglioso di sé.
“Non è il ragazzo più romantico del mondo?” aggiunse Rachel quando Jesse finì di parlare.
“Sì, lo è. Jesse ha un sacco di qualità. Sei una ragazza molto fortunata, Rachel. Fossi in te me lo terrei ben stretto.” 
“È esattamente ciò che ho intenzione di fare.” Rachel tirò Jesse a sé e gli stampò sulle labbra un lungo bacio. “Ma grazie lo stesso per il consiglio.”
___________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
 
"È stata la serata più brutta della mia vita! Avresti dovuto vedere il modo in cui mi ha parlato! O come guardava Jesse! Lo mangiava con gli occhi! Ogni scusa era buona per mettergli le mani addosso! E poi non faceva altro che riportare alla memoria i vecchi tempi in cui se la spassavano insieme! È stato orribile! E il peggio è che io non potevo far altro che starmene con le mani in mano mentre dentro sentivo di impazzire!"
"Ok, Rachel, tesoro, ti dai una calmata?"
"No, Kurt, non me la do una calmata! E non me la darò finchè quella troia sarà ancora in giro a provarci con il mio ragazzo!"
Rachel continuò a fare avanti e indietro per la sua stanza mentre Kurt e il suo nuovo ragazzo, Arthur, la seguivano con gli occhi restando distesi sul letto. Dopo qualche minuto la ragazza si fermò davanti a loro. "Vi prego, ragazzi, aiutatemi."
"Secondo me dovresti dire la verità a Jesse e metterlo in guardia. Jesse è un ragazzo intelligente e ti ama, sono sicuro che ti crederà. Così Ashley perderà la sua fiducia e sarà fuori dalla sua vita per sempre. Problema risolto."
"Non così in fretta, Kurt." intervenne Arthur. "Io ritengo che Jesse debba essere lasciato fuori da questa questione per il momento. Come ha fatto notare Rachel, il legame con Ashley è molto forte. Spifferare tutto a Jesse è esattamente ciò che lei vuole che Rachel faccia. Vuole metterla in cattiva luce, farla sembrare gelosa e paranoica agli occhi di Jesse. Vuole che lui cominci a dubitare di lei. Ed è per questo che Rachel deve tenere Jesse all'oscuro di tutto. Dobbiamo trovare un modo per smascherare questa ragazza davanti a lui. Così vedrà con i propri occhi che razza di persona è. Ci serve un piano. Un buon piano. A lei piace giocare sporco? Bene, gioco sporco avrà."
Rachel annuì. "Hai ragione. Non ha idea di chi si è messa contro. Saremo più furbi e più intelligenti di lei. Le daremo una bella lezione."
Rachel e Arthur si diedero il cinque.
"Ok, mi dispiace rovinare l'atmosfera, ma se vogliamo fargliela pagare dobbiamo prima trovarlo un piano."
“Dobbiamo trovare il suo punto debole. Rachel, devi dirmi tutto ciò che sai di lei.”
“Poco e niente. So che frequenta la Juilliard da molti anni. Vive con i suoi. E poi c'è la storia del tour di Madonna...”
“Ecco, questa ad esempio è una faccenda che mi puzza... Cosa ha detto al riguardo?”
“Ha semplicemente detto che è stata presa ed è una delle ballerine del tour estivo che comincerà a giugno e finirà a settembre.”
“Non vi ha raccontato come ha ottenuto il ruolo o di tutti i provini che ha superato?”
“No, è stata abbastanza vaga.”
“Arthur, tesoro,” disse Kurt “non capisco cosa ci sia di strano nel fatto che sia stata scelta come ballerina per il tour di Madonna? Dopotutto ha studiato alla Juilliard per tanti anni...”
“C'è di strano che ha 20 anni ed è praticamente senza esperienza... non ci entri così nel cast di ballo per il tour della regina del pop. A meno che tu non sia figlia di Barack Obama. Una ragazza così giovane e alle prime armi è molto difficile che venga presa così senza troppi sforzi.”
“Pensi che sia stata raccomandata da qualcuno?”
“Non lo so, Kurt. Quello che so per certo è però che quello è un ambiente corrotto. La concorrenza è spietata.  E poi, scusate, ma se io fossi un ballerino e ottenessi un ruolo del genere, me ne vanterei in continuazione, racconterei per giorni e giorni di tutti i provini, di tutti i ballerini che ho battuto, ecc. E io studio legge, eh. Per non parlare di Madonna. Dovrà pur averla incontrata almeno una volta ai provini o incrociata nei corridoi. Mi sembra molto strano che abbia lasciato il casting interamente nelle mani degli altri o non si sia nemmeno presentata ai nuovi arrivati.”
“Ho visto un documentario di Britney Spears su MTV una volta. Lei era presente a tutti i provini e diceva la sua su ogni ballerino.”
“Quindi, a maggior ragione, non puoi incontrare Madonna e poi tacere a riguardo.”
“Io sarei morto. Poi sarei resuscitato. E poi sarei morto di nuovo.”
“Lo sappiamo, Kurt.” dissero Rachel e Arthur ridendo.
“E in vita avrei detto a tutti che ho incontrato Madonna. Ma proprio tutti. Anche gli sconosciuti. Avrei passato le mie giornate a camminare tra le strade di New York gridando Ho conosciuto Madonna!
Rachel e Arthur scoppiarono di nuovo a ridere. “Ok, possiamo tornare a concentrarsi su Ashley, ora?” disse poi Rachel tornando seria. “Arthur, per quanto le tue capacità analitiche siano brillanti, purtroppo non abbiamo prove per dimostrare che nasconde qualcosa, sempre se nasconde davvero qualcosa.”
“Si dia il caso che potrei avere i contatti giusti. Anzi, mio padre potrebbe averli. Fidatevi di me, andremo in fondo a questa faccenda.”
___________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
 
“Ti prego, dimmi che hai scoperto qualcosa. Sono passati due giorni.” Rachel accolse così Arthur nella sua camera dopo aver ricevuto un messaggio da parte sua in cui avvisava che sarebbe passato.
“Non hai idea.”
“Di cosa?”
“Siediti.”
“Oddio, Arthur, mi stai preoccupando.”
“Siediti, Rachel. Quello che ti sto per dire è roba forte. E ti può essere di grande aiuto. Sempre che tu non abbia cambiato idea.”
“Assolutamente no. Qualsiasi cosa accadrà, se l'è cercata.”
“Ok, ti dirò tutto quello che so. Come ben sai, mio padre è un avvocato molto affermato. Ha molte conoscenze e tanta gente gli deve grossi favori. Per nostra fortuna una di queste è un tecnico dello staff di produzione del tour di Madonna che conosce molto bene il direttore artistico che si occupa del casting del gruppo di ballo, il signor Miller. Non è stato difficile per mio padre combinare un incontro con questi due uomini. L'alcool ha aiutato a farlo sciogliere un po' e quando mio padre ha chiesto al signor Miller del suo lavoro, lui ha menzionato tra le tante cose i piaceri che il suo lavoro offre. Uno di questi è tradire la moglie con ragazze molto più giovani che farebbero qualsiasi cosa per diventare famose. L'ultima è stata, citando le sue parole, "una rossa tutto pepe di nome Ashley". A quanto pare la ragazza, scartata alle prime selezioni, ha poi ottenuto il suo ruolo dopo essersi presentata nel suo ufficio e aver sedotto ed essere andata a letto con il direttore artistico in questione, un uomo di quarant'anni e per di più sposato.”
Rachel restò in silenzio.
“Rachel, stai bene?”
“Sì, sì... è solo che... non mi aspettavo una cosa del genere.”
“In realtà non dovrebbe stupirci. Come ti avevo detto, il mondo dello spettacolo, soprattutto a certi livelli, è un mondo corrotto e spietato. Ashley non è né la prima, né l'ultima ad ottenere un ruolo in questo modo.”
“Cioè, io stessa sarei pronta a fare quasi qualsiasi cosa per arrivare in cima, ma c'è un limite a tutto. Io non riuscirei mai a fare una cosa del genere.”
“Cosa hai intenzione di fare ora?”
"Non lo so... sono grosse informazioni... ma il problema è che anche stavolta non abbiamo prove."
"Ma stavolta c'è di più in ballo. Non può permettersi di rischiare. Potremmo bluffare..."
"Bluffare? Come?"
"Fingi di avere le prove. Falle credere che qualcuno li ha visti in quell'ufficio."
Rachel tacque ancora un po' ragionando e considerando varie opzioni. "Ok. Ma voglio risolvere la questione faccia a faccia con lei. Da sole."
 
"PJ Clarke's alle 6. Vieni sola. Dobbiamo parlare."

___________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
 
Rachel tamburellava nervosamente con le dita sul tavolo. Continuava a chiedersi se il suo piano avrebbe funzionato e se fosse davvero la cosa giusta da fare. Finalmente vide Ashley entrare nel locale e avvicinarsi spavalda verso di lei.
"Spero che il motivo di questo incontro sia la tua resa. Hai capito una volta per tutte che Jesse non fa per te?"
"Mi dispiace deluderti, ma non è questo il motivo per cui ti ho chiesto di vederci. Accomodati pure."
La ragazza si sedette di fronte a Rachel.
"Sai, Ashley, sarò sincera con te. Per un attimo sei riuscita a farmi credere che potessi essere una reale minaccia per me e Jesse. Ma ora, dopo tutto quello che ho scoperto, ti guardo e vedo una ragazza insignificante, con una considerazione talmente bassa di se stessa..."
"Ma di che diavolo parli?"
"Immagina quando Jesse lo scoprirà... la sua migliore amica, che lui credeva tanto in gamba, è andata a letto con un uomo sposato e con il doppio dei suoi anni per ottenere un posto di lavoro..."
Rachel vide Ashley sbiancare in volto. "Non ho idea ti cosa tu stia parlando..."
"Oh, sì che ce l'hai invece. Ma torniamo a Jesse... immagina come ti guarderà con disprezzo... immagina l'enorme delusione..."
"Smettila!" Ashley alzò il tono della voce. "Non hai alcuna prova. Sarebbe la tua parola contro la mia."
"E ti sbagli anche qui. Prima di farti sbattere sulla scrivania del signor Miller avresti potuto almeno assicurarti che nessuno vi avrebbe visti perchè, indovina un po', qualcuno vi ha visti ed è dalla mia parte."
Ashley abbassò lo sguardo e rimase in silenzio per qualche secondo. "Tu non mi conosci. Non hai il diritto di giudicarmi in questo modo."
"Esattamente come non ce l'avevi tu il diritto di giudicare me o la mia relazione con Jesse. Non sai un bel niente di tutto quello che abbiamo passato, di quanto abbiamo sofferto e di quanto siamo felici ora insieme. Perchè sì, per quanto possa risultare incredibile, io lo rendo felice. Forse hai ragione a dire che non lo merito... Jesse è un ragazzo meraviglioso, pieno di talento... ma non credi che la decisione spetti a lui?"
"Anch'io potrei renderlo felice." Una lacrima scese dall'occhio destro di Ashley. La ragazza se la asciugò velocemente. "Qual è il vero motivo per cui siamo qui?"
"Non dirò nulla a Jesse ad una sola condizione: voglio che tu stia alla larga da me e da lui. Digli che hai dei nuovi amici con cui uscire, usa una scusa qualunque... ma esci dalla sua vita una volta per tutte."
Ashley tirò su col naso. "Però... in fondo non siamo poi così diverse noi due... sai essere cattiva quasi quanto me."
"Io non ho mai voluto che tutto ciò accadesse. Volevo esserti amica."
"Cosa non si fa per amore di Jesse St. James, eh?" Ashley si alzò in piedi e raccolse le sue cose. "La tua è una proposta ragionevole. Saluterò Jesse oggi stesso. Addio." La ragazza si girò e cominciò a camminare verso l'uscita. Poi scomparve tra la folla. Rachel si sentì turbata. Era soddisfatta per aver ottenuto ciò che voleva però non poteva fare a meno di provare un briciolo di compassione per quella ragazza. 
___________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
 
Jesse bussò alla porta della stanza di Rachel. Quando la ragazza la aprì, si ritrovò davanti un Jesse visibilmente scosso. “Non hai idea di ciò che mi è successo poco fa.” disse entrando e sedendosi sul letto della sua ragazza.  “Jesse, non ti aspettavo. Che ci fai qui a quest'ora? Cos'è successo?”
“Ashley è venuta a trovarmi nel mio appartamento un paio d'ore fa chiedendomi di uscire a bere qualcosa. Le ho detto che per me andava bene e siamo usciti. Ho notato qualcosa di strano in lei sin da subito ma non ci ho fatto caso più di tanto. È stato quando ha cominciato a bere come una spugna e ha cercato praticamente di farmi ubriacare che ho cominciato a pensare che ci fosse davvero qualcosa che non andava in lei. Mi sono offerto di riaccompagnarla a casa ma quando siamo arrivati sotto casa sua mi ha confessato una serie di cose. Mi ha detto che è sempre stata gelosa di te e del nostro rapporto, che da quando sei arrivata tu lei si è sentita messa da parte. Poi mi ha detto che vederci insieme le ha fatto capire di provare qualcosa di profondo nei miei confronti. Mi ha detto quanto le sono mancato in queste settimane, quanto tiene a me, quanto staremmo bene insieme...e poi... poi ha cercato di baciarmi...”
“Brutta stronza! Non erano questi i piani!” Rachel era furiosa. “E pensare che mi sono fatta mille problemi perchè pensavo di aver esagerato!”
“I piani? Quali piani, Rachel?”
“Devo raccontarti qualcosa. Ti prego, però, non ti arrabbiare con me.”
 
 
“Sei arrabbiato con me?”
“No, non lo sono. Ma avresti potuto affrontare la vicenda diversamente. Non mi piace che tu abbia agito alle mie spalle. Avresti dovuto dirmi la verità sin dall'inizio.”
“Mi dispiace. Il fatto è che avevo paura che tu non mi avresti creduta.”
“Io mi fido di te. Ed è per questo che ti avrei creduta. Poi sarei andato da Ashley e avrei messo subito in chiaro che sono affari miei chi scelgo di frequentare. E poi hai messo in mezzo un sacco di gente che non c'entrava nulla per scoprire cosa Ashley nascondesse. Non mi è piaciuto per niente. Ero l'unica persona a cui ti saresti dovuta rivolgere e invece ora mi ritrovo ad essere l'ultima persona a sapere di tutto ciò.”
“Jesse, mi dispiace davvero. Il fatto è che lei è stata tanto cattiva con me e volevo darle una lezione.” La sua voce fu spezzata dalle lacrime. “Ero gelosa... lei è così bella e attraente e il solo pensiero di perderti...”
Jesse la interruppe. “Hey, vieni qui...” disse aprendo le braccia e invitandola a buttarcisi dentro. “Ascoltami attentamente. Tu sei la mia scelta, Rachel. Le altre ragazze sono inesistenti per me. Non m'importa di tutte le ragazze che mi squadrano con gli occhi o di tutte quelle che si farebbero scopare volentieri... m'importa solo di te. Se dovessi scegliere tra Miss Universo e te, sceglierei te. Sceglierei sempre te. Tranne se dovessi scegliere tra te e Megan Hilty. In questo caso sceglierei Megan.” Jesse riuscì a strappare un sorriso a Rachel. “Quello che sto cercando di dirti è che devi fidarti di me. Non ti tradirei mai. E non voglio che ci siano segreti tra di noi, ok?”
“Sì. Hai ragione. Niente segreti. È per questo che ti dico... Justin Timberlake.”
“Justin Timberlake?” chiese Jesse sdraiandosi sul letto.
Rachel si mise a cavalcioni su di lui. “L'unico per cui sarei disposta a lasciare te.”
“Bene, allora puoi dire al tuo caro Justin Timberlake che se vuole averti deve prima fare i conti con me e che non permetterò che mi porti via la ragazza così facilmente.”
“Riferirò.” 
“Vuoi che vada ora? So che domani devi svegliarti presto.”
“No, resta almeno finchè non torna Kurt.”
“Ok... allora...  Sesso riappacificatore?”
“Come potrei dire no ad una proposta del genere?”
“Non puoi.”
“Jesse St. James, il rubacuori di Broadway.”
“Rachel Berry, la star che ha rubato il suo.”

_________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
 
Nota: Ciao a tutti! Uscita di scena definitiva per Ashley. Sono curiosa di sapere cosa avreste fatto voi al posto di Rachel. Avreste agito in modo simile al suo o avreste fatto ciò che avrebbe voluto Jesse? Fatemi sapere :) Come sempre grazie a tutti quelli che leggono e recensiscono la mia storia :) Fanvideo di questa settimana: http://www.youtube.com/watch?v=bQYDBAuqLIc&feature=g-like&context=G276c842ALT2C10AASAA 

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** I dreamed a dream ***


 

"Sì, Kate, sabato parte online la vendita dei biglietti per la Prima. No, tranquilla, li ho già avvisati io mamma e papà. Devo riattaccare ora o farò tardi per il pranzo con i papà di Rachel. Sì, te la saluto. Un bacione. Ci sentiamo domani. Ciao."

Jesse infilò il cellulare nella tasca destra della giacca e le chiavi della macchina in quella sinistra. Poi si diede un'ultima occhiata allo specchio prima di uscire di casa. Era in perfetto orario. Non ci avrebbe impiegato molto per raggiungere il ristorante dove si sarebbe incontrato con Rachel e i suoi papà. Hiram e Leroy erano arrivati in città il giorno prima e sarebbero rimasti a New York per qualche giorno per stare vicini alla loro figlia. Jesse era molto felice all'idea di rivederli. Era passato un bel po' di tempo dall'ultima volta e molte cose erano cambiate da allora. A partire da egli stesso. Ed era proprio ciò che più gli premeva dimostrare. Sapeva che i papà di Rachel non lo avrebbero accolto da subito in famiglia a braccia aperte e che doveva guadagnarsi la loro fiducia e la loro approvazione. Ma era certo di riuscirci col tempo.

Jesse fu il primo ad arrivare e dovette aspettare qualche minuto prima di scorgere in lontananza Rachel che gli veniva incontro accompagnata dai suoi genitori. La ragazza salutò il suo fidanzato con un delicato bacio sulle labbra e poi lasciò spazio ai suoi genitori.

"Ciao, Jesse." disse Hiram.

"Finalmente ci rivediamo." continuò Leroy.

"È un enorme piacere per me." rispose Jesse stringendo le mani ai signori Berry. "Sono molto felice che abbiate accettato il mio invito a pranzo fuori." Rachel prese Jesse per mano per mostrare il suo appoggio. "Jesse ha riservato un tavolo per noi quattro. Entriamo." Il ragazzo annuì e poi li invitò a seguirlo all'interno del ristorante e ad accomodarsi.

"Allora, Jesse..." disse Hiram dopo che il cameriere si era allontanato con le loro ordinazioni ed erano rimasti soli, "Rachel non ha fatto altro che parlarci del tuo imminente debutto a Broadway, per cui ora siamo curiosi di sentir parlare te a questo proposito."

"Non posso nascondere di essere molto emozionato. Ho sempre amato Hairspray e il personaggio che interpreto è uno dei miei preferiti in assoluto. Il 10 Marzo è la data della Prima. Manca solo un mese in pratica. Stiamo lavorando duro da settembre. Il cast è fantastico, non avrei potuto desiderare di meglio. Per me è assolutamente un sogno che diventa realtà. Esibirmi su un palcoscenico di Broadway è sempre stato il mio più grande desiderio. Ricordo ancora con quanta cura conservavo da piccolo le mie cassette con le registrazioni dei Tony Awards. Tutti i miei sforzi, le mie lezioni di pianoforte, di canto e di danza mi hanno portato fin qui e... sono molto felice di non aver mai mollato. Se c'è una cosa che ho imparato è che dedizione e impegno vengono premiati prima o poi."

"Congratulazioni, ragazzo. Io e Hiram siamo davvero contenti per te. Abbiamo sempre pensato che avessi le carte giuste per sfondare."

Hiram prese la parola. "Assolutamente. Hai molto talento, Jesse. Ti abbiamo visto esibirti con il tuo Glee Club in Bohemian Rhapsody alle tue ultime Regionali e ci hai fatto venire la pelle d'oca."

"Grazie. Significa davvero molto per me. E ci terrei tanto a vedervi tra il pubblico la sera della Prima. So che non è facile spostarsi da Lima a New York..."

"Jesse, fermati qui." lo interruppe Hiram. "Ci saremo. Vero, Leroy?"

"Ci puoi scommettere. Saremo in prima fila insieme a Rachel."

Jesse sorrise e li ringraziò ancora una volta.

"Sai, Jesse, devo ammettere che sembri in un certo senso diverso dall'ultima volta che ci siamo visti... come dire... più maturo. Spero che non sia uno di quei casi in cui l'apparenza inganna..."

"Beh, sono passati più di due anni... e posso assicurarvi che non è uno di quei casi."

"Saremo onesti con te. Quando Rachel ci ha detto di essere tornata insieme a te non eravamo molto felici di ciò."

"Papà!"

"Rachel, lascialo finire."

"Tesoro, noi vogliamo solo il tuo bene."

"Jesse mi fa stare bene."

"Perfetto, ma non puoi biasimarci per voler sapere qualcosa di più sul vostro rapporto."

"Capisco benissimo." intervenne Jesse. "Avete tutte le ragioni di questo mondo per dubitare di me." Jesse guardò la sua ragazza negli occhi e aggiunse: "La nostra storia è stata travagliata. Ma abbiamo deciso di buttarci il passato alle spalle e ricominciare perchè ci amiamo. Prima di incontrare Rachel ero egoista e non facevo altro che pensare al successo e alla fama. Ero disposto a raggiungerli a qualunque costo. Anche sfruttare e far soffrire altre persone." Poi Jesse si girò verso Hiram e Leroy. "Voi avete detto che vi sembro cambiato. Bene, lasciate che vi dica che se oggi sono quello che sono è soprattutto grazie a vostra figlia. Lei mi ha insegnato che c'è ben altro nella vita. Mi ha insegnato ad aprire il mio cuore e ad amare. E le sarò per sempre grato per questo. Amo vostra figlia con tutto me stesso e vi posso assicurare che la proteggerò e mi prenderò cura di lei finchè lei lo vorrà."

"Bel discorso. Ci piaci, Jesse. Non abbiamo nulla contro di te, voglio che sia chiaro questo. Speriamo solo che voi due non ripetiate gli stessi errori che avete commesso in passato e che nessuno soffra."

"Bene, ora che abbiamo affrontato quest'argomento, possiamo andare avanti e parlare d'altro..." Leroy diede una pacca sulla spalla di Jesse.

"Cosa ne pensate di New York?" chiese il ragazzo. "Rachel mi ha raccontato che questa è la seconda volta che visitate la città e che la prima volta eravate poco più che ventenni."

"Sì, è vero. Abbiamo fatto passare troppo tempo dall'ultima volta. Ma ora che Rachel vive qui, ci torneremo molto più spesso."

"New York è la nostra città preferita al mondo. È la città in cui i desideri diventano realtà, no? E non vediamo l'ora di assistere alla trasformazione del desiderio di nostra figlia in realtà. Mentiremmo se dicessimo che non ci manca tantissimo, ma questo è il suo posto e noi non potremmo essere più orgogliosi di lei."

"Oh, papà!" Rachel allungò il braccio sul tavolo e strinse le mani dei suoi papà tra le sue. "Anche voi mi mancate tantissimo. Senza il vostro supporto e senza il vostro aiuto a quest'ora sarei probabilmente a Lima ad esibirmi a qualche bar mitzvah."

"Ok, dato che stiamo parlando di sogni nel cassetto... Rachel, tesoro, ti abbiamo mai raccontato di quella fase della sua vita in cui Hiram voleva diventare una rockstar?"

"Oddio no! Davvero?" Rachel scoppiò a ridere. "Perchè vengo a sapere solo ora di certe cose?"

"Ok, prima cosa non c'è nulla da ridere." rispose Hiram rivolgendosi a Rachel. "Seconda cosa, sarei potuto essere una grande rockstar."

Rachel non riusciva a smettere di ridere. "Esigo i dettagli di questa storia."

"Erano molto giovane. Ero solito strimpellare la chitarra in camera mia dopo la scuola. L'estate dopo il diploma, io e alcuni miei amici mettemmo su una band. Eravamo molto motivati ed eravamo bravi, molto bravi. Ma da settembre in poi riuscivamo a stento a trovare del tempo per vederci e provare. Ognuno intraprese la propria strada... chi trovò un lavoro fisso, chi si trasferì fuori città per andare al college... alla fine la band si sciolse prima ancora di avere un ingaggio serio. Insomma la mia carriera da rockstar è morta sul nascere. Ma alla fine va bene così. Ho bellissimi ricordi legati a quelle giornate passate nei garage con la band. Ci divertivamo molto."

"E perchè non hai inseguito il tuo sogno se era tanto importante per te?" chiese Rachel quando suo padre terminò il racconto.

"Non lo so... ero solo un ragazzino... ero abbastanza confuso a quei tempi, a partire dal mio orientamento sessuale..."

"Quindi, se non ho capito male, non ha mai avuto la possibilità di esibirsi su un palco in veste di rockstar, signor Berry?" chiese invece Jesse mentre un'idea gli frullava per la testa.

"No, purtroppo no. Suonavamo per noi e per gruppi di massimo quaranta, cinquanta persone... per lo più ragazzi della nostra stessa scuola."

"Sai papà, non è mai troppo tardi per realizzare i propri sogni. Alcuni nostri amici hanno una band. Sono molto bravi. Finora si sono esibiti in molti locali in città. Stasera suonano..."

"Rachel, stai pensando la stessa cosa che sto pensando io?"

Rachel sorrise. "Credo di sì." disse avvicinandosi a Jesse per sussurrargli cosa stesse pensando all'orecchio. Avevano avuto la stessa idea. Si diedero il cinque eccitati al pensiero di cosa avevano in progetto di fare.

"Si può sapere che vi prende?" li interruppe Hiram.

"Signor Berry, trasformeremo il suo sogno in realtà." rispose Jesse tornando serio. "Stasera lei sarà una rockstar."
 


 

"Ragazzi, non ce la faccio."

"Ma sì che ce la fai invece, papà!"

"Coraggio, tesoro!"

Hiram diede l'ennesima sbirciatina da dietro le quinte. Il locale era strapieno. C'era più del triplo di gente per cui era stato solito esibirsi da giovane. Ancora non riusciva a credere come avesse potuto permettere a Jesse e Rachel di trascinarlo in una situazione del genere. E anche Leroy era dalla loro parte. Si allontanò da loro in silenzio e raggiunse il bagno. Si diede una sciacquata alla faccia e poi si guardò allo specchio. Matt gli aveva prestato una giacca di pelle nera con le borchie e una bandana da mettere in testa dello stesso colore. Era decisamente diverso dall'Hiram che fino a qualche ora prima indossava un maglioncino di cashmere e dei mocassini firmati. Per un attimo pensò di essere tornato indietro di quasi quarant'anni. Il diciottenne che era stato un tempo sarebbe stato orgoglioso di come si era conciato e di quello che stava per fare. E forse era proprio per questo che aveva accettato di cantare con la band di Matt quella sera. Jesse aveva convinto il suo migliore amico e gli altri ragazzi della band a farlo esibire in una canzone con loro. Per una sera, ed una sera soltanto, Hiram poteva essere la rockstar che aveva tanto desiderato essere da giovane. Poteva sentire il calore del pubblico, la musica dal vivo... Poteva vivere il suo sogno. Quello a cui aveva rinunciato tanto tempo fa. E se non fosse salito sul quel palco immediatamente, non se lo sarebbe mai perdonato. Si fece coraggio e uscì da quella stanza.

"Ok, ragazzi, è tempo di far sentire alla gente lì fuori cos'è la vera musica! È tempo di Rock'n'Roll!"

I got my first real six-string
Bought it at the five-and-dime
Played it till my fingers bled
Was the summer of '69

Me and some guys from school
Had a band and we tried real hard
Jimmy quit, Jody got married
Should've known, we'd never get far

Oh when I look back now
That summer seemed to last forever
And if I had the choice
Yeah, I'd always want to be there
Those were the best days of my life

Ain't no use in complainin'
When you got a job to do
Spent my evenings down at the drive-in
And that's when I met you

Standin' on your mama's porch
You told me that you'd wait forever
Oh and when you held my hand
I knew that it was now or never
Those were the best days of my life

Oh yeah
Back in the summer of '69
Ohhh

Man we were killin' time
We were young and restless
We needed to unwind
I guess nothing can last forever, forever, no

And now the times are changin'
Look at everything that's come and gone
Sometimes when I play that old six-string
Think about you wonder what went wrong

Standin' on your mama's porch
You told me it would last forever
Oh and when you held my hand
I knew that it was now or never
Those were the best days of my life

Oh yeah
Back in the summer of '69
Un-huh
It was the summer of '69, oh yeah
Me and my baby in '69, oh

 

"Avete sentito come gridavano? E avete visto quando mi sono lanciato su di loro e mi hanno preso al volo?"

"Abbiamo visto tutto, papà! Sei stato fantastico! Una vera rockstar!"

"Siamo fieri di te, Hiram."

Rachel coinvolse i suoi papà in un abbraccio di famiglia.

"È stato pazzesco!" aggiunse Jesse.

"Oh, vieni qui anche tu, ragazzo!" Hiram tirò Jesse per un braccio e così si ritrovò anche lui a far parte di quell'abbraccio. "Prima cosa devo ringraziarti e seconda cosa devo offrirti una birra."

"Ma no, signor Berry, non mi deve nulla."

"Sì, invece. Tu hai reso possibile tutto ciò. Per cinque minuti su quel palco mi sono sentito incredibilmente vivo. Grazie a te mi sono sentito di nuovo giovane. E grazie a te ora posso dire di aver realizzato il mio sogno."

"Signor Berry, è stato lei a salire su quel palco e a lasciare tutti senza parole. Io non ho fatto nulla."

Hiram diede una pacca sulla spalla al ragazzo. "Avanti, andiamoci a prendere questa birra. Leroy, guidi tu, vero?"

"Certo, va pure, tesoro. Io e Rachel vi aspettiamo qui."

 

"Sai, credo di aver capito perchè piaci così tanto a mia figlia. Ricci definiti a parte." Hiram fece scivolare un boccale di birra sul bancone e Jesse lo afferrò con le mani. "Sei pieno di energia, Jesse. Ti guardo e vedo in te giovinezza, talento e carisma... Ma credo che ciò che Rachel vede in te più di ogni altra cosa sia speranza. La speranza di veder realizzati tutti i suoi sogni. La speranza di costruire il futuro che ha sempre immaginato nella sua testa. Un futuro con qualcuno accanto. Qualcuno che credi in lei, qualcuno che la incoraggi ad andare avanti anche quando riceverà porte in faccia, qualcuno che le tiri su il morale dopo una giornata di prove andata male, qualcuno che non abbia paura di sognare in grande. E tu potresti essere quel qualcuno, Jesse. Anche se abbiamo passato solo una giornata insieme, ho notato il modo in cui la guardi, il modo in cui le sorridi e come la tratti. Ci tieni davvero a lei e si vede. E lei sembra così felice di stare con te. Per cui posso dire che quando tornerò a Lima sarò un po' più tranquillo di prima perchè saprò che mia figlia è in buone mani."

"La ringrazio per le splendide parole, signor Berry. Rachel è fortunata ad essere cresciuta con dei genitori come lei e Leroy. Io e i miei genitori non siamo mai stati molto uniti."

"Chi lo sa... forse un giorno saremo noi la tua famiglia. Un giorno molto ma molto lontano però, ecco. Siete ancora troppo giovani."

Jesse tirò un sospiro di sollievo. "Sono assolutamente d'accordo con lei su questo."

"Bene. Allora, brindiamo... Ai sogni... Che i tuoi e quelli di Rachel possano diventare realtà!"
 


 

Nota: Ciao a tutti. Perdonatemi per questo capitolo un po' più corto del solito, mi rifarò col prossimo, ve lo prometto. Detto questo, non so quanti di voi abbiano visto le ultime due puntate di Glee in cui sono apparsi i genitori di Rachel. Io le ho viste e trovo che Hiram e Leroy siano strepitosi! La scena in cui architettano di fermare il matrimonio Finchel è stata esilerante! E soprattutto penso che a loro piacerebbe tantissimo Jesse! Non trovate anche voi? Per questo ho deciso di dedicare loro un capitolo. Tra l'altro avevo già anticipato nel capitolo "Miami" che sarebbero andati a NY a trovare Rachel. La storia della rockstar non so da dove mi sia venuta ma mi è sembrata una cosa molto carina da scrivere e quindi l'ho fatto XD La canzone cantata da Hiram è Summer Of '69 di Bryan Adams. Il prossimo capitolo sarà un capitolo molto importante perchè sarà incentrato sul debutto di Jesse e sono tanto emozionata per lui! :') In più vi confermo che sarà anche il penultimo capitolo di questa storia. Vi saluto con questo fanvideo: http://www.youtube.com/watch?v=HMBsTG0K76E&feature=g-like&context=G2a0eb8fALT2C10AAUAA

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Il Debutto ***


5, 6, 7, 8
Dall'inizio!
Più in alto quella gamba, David!
Voi nella terza fila siete fuori tempo!
Luci!
Ragazzi, più energia, più grinta!
Forza, Jesse, puoi fare di meglio!
Sorridi, Katharine!
Il vibrato, Anjelica! Devi lavorare di più sul vibrato!
Ok, ragazzi, cinque minuti di pausa.



"Giornataccia?" chiese Rachel quando si ritrovò il suo ragazzo alla porta. Jesse entrò e si gettò sul letto a pancia in giù affondando la testa nel cuscino. "Voglio morire."
"Ah, capisco... Momento Drama Queen?" Rachel  si sedette affianco a Jesse e cominciò a passare le sue dita tra i suoi ricci.
"In questo momento non ho neanche la forza di innervosirmi perchè mi stai scompigliando i capelli, pensa un po' tu come sono ridotto. E devo assolutamente lavorare su due scene stasera."
"Se solo avessi una ragazza disposta a studiare le battute con te davanti a un piatto di spaghetti..."
Jesse alzò la faccia di scatto. "Hai cucinato gli spaghetti con la ricetta di Kurt?"
"Saranno pronti tra qualche minuto." Rachel si chinò per baciare Jesse sulle labbra e poi si alzò dal letto per tornare ai fornelli. Fece ritorno poco dopo con due piatti fumanti in mano e invitò Jesse ad accomodarsi a tavola. Il ragazzo ubbidì.
"Allora, vuoi raccontarmi cos'è successo?" chiese la ragazza prima di infilare la prima forchettata in bocca.
"Ho fatto schifo. Non mi stupirei se decidessero di rimpiazzarmi a dieci giorni dalla Prima."
"Esageri come sempre. Non puoi essere stato così terribile."
"Fossi stata presente alla prove la penseresti diversamente." Jesse buttò giù un po' di vino rosso. "Forse hanno sbagliato a scegliere me. In fondo la maggior parte del cast è gente con tanta esperienza alla spalle. E io sono solo..."
"E tu sei Jesse St. James, una delle persone più talentuose che io abbia mai conosciuto in vita mia. Sai recitare, cantare e ballare... E sei decisamente bravo, molto bravo."
"Forse non lo sono abbastanza..."
"Ok, basta così." Rachel posò la forchetta nel piatto e allungò le sue mani per raggiungere quelle di Jesse dall'altra parte del tavolo. "Il giorno in cui ti chiamarono per comunicarti che avevi ottenuto la parte, ricordi cosa ti dissero con esattezza? Perchè scelsero proprio te?"
Certo che se lo ricordava, Jesse. Come poteva dimenticare quelle parole che avevano reso quell'afoso pomeriggio di Luglio uno dei giorni più belli della sua vita? Aspettava quella chiamata da una settimana. Aveva passato quei giorni incollato al cellulare in stato d'ansia. Non se n'era staccato nemmeno per un secondo. Aveva superato quattro provini. Ora la chiamata che aspettava non significava più un luogo e un orario d'incontro per un altro provino ma un sì o un no. Sei dentro o sei fuori. Era al bar con Matt quando ricevette la tanto attesa chiamata. "Il regista mi disse che nell'istante in cui cominciai a cantare capì di aver trovato la persona giusta. Rimasero colpiti dalla mia grinta e dal mio talento. Abbiamo notato qualcosa di diverso in te. Una innata sicurezza e predisposizione a muoversi sul palcoscenico. Broadway ha bisogno di volti nuovi come il tuo. Congratulazioni, ragazzo, la parte è tua." Jesse si accorse che un sorriso si era formato tutto d'un tratto sul suo viso mentre raccontava a Rachel della telefonata che gli aveva cambiato la vita.
"Bene, in tal caso io darei retta a loro piuttosto che demoralizzarmi per una giornata andata male. Sono professionisti. Lascia giudicare a loro se sei bravo abbastanza. Non credi che lo sappiano meglio di te? Ti hanno scelto tanto tempo fa e lo rifarebbero anche ora. Perchè credono in te. E anch'io credo in te."
Jesse strinse la mano di Rachel più forte. "Ecco perchè ti amo. Sai sempre cosa dire e cosa fare per farmi stare meglio. Ma soprattutto perchè mi prepari gli spaghetti. Sì, prima di tutto per gli spaghetti."
I due ragazzi scoppiarono a ridere guardandosi negli occhi. Poi Rachel si alzò dalla sedia e si andò a sedere in braccio a Jesse. "Sei uno su un milione, ricordi? Capisco che sei agitato per la Prima, ma non puoi abbatterti così. Sarai fantastico. Il pubblico ti adorerà. Ben presto ti ritroverai lunghe file di ragazzine che ti aspetteranno all'uscita del teatro per avere il tuo autografo. E io sarò lì per te."
"Cioè sarai nella fila insieme alle ragazzine?"
"No, cretino." Rachel diede un colpetto sulla testa di Jesse. "Intendo che potrai sempre contare su di me. Anche se pensandoci meglio...  probabilmente sarebbe meglio se mi facessi trovare anch'io nella fila tra le ragazzine così da mettere subito in chiaro che non sei disponibile, che sei mio e che solo a me è permesso fare certe cose..."
"Tipo?"
"Tipo..." Rachel posò le labbra sul collo di Jesse e lo percorse tutto con i suoi teneri baci. "... questo...". Poi mentre le loro lingue erano incollate tra di loro portò le mani alla cerniera dei suoi jeans e la abbassò.  "... e questo."
"Interessante..." sussurrò Jesse.
"Scommetto che vuoi prima finire gli spaghetti..."
"È inutile... Come mi capisci tu non mi capisce nessuno."



"Kate, sono qui!" gridò Rachel quando individuò la sorella di Jesse tra la folla.
La ragazzina corse verso di lei lasciando indietro i suoi genitori e gli altri parenti che cercavano inutilmente di tenere il passo. "Ciao, Rachel!" disse buttandosi tra le sue braccia. Poi salutò con la mano Kurt, Matt, Vanessa e  tutti gli amici di Jesse.
"Ti trovo in ottima forma, Kate!"
"Ti piace il mio vestito?" chiese la ragazzina facendo una giravolta su se stessa.
"Tantissimo!"
"È nuovo. L'ho comprato per l'occasione. Dio, quanto sono elettrizzata!" confessò Kate facendosi aria con le mani. "Lui come sta? Quando l'hai sentito l'ultima volta?"
"Una decina di minuti fa mi ha mandato un messaggio. È agitatissimo. Voleva sapere come fosse la situazione qui fuori. Avrei voluto cercare di farlo stare meglio ma dicendogli che il teatro è già quasi tutto pieno credo di non aver fatto altro che peggiorare le cose."
"Non è colpa tua. Credo che in questo momento niente e nessuno sarebbe in grado di tranquillizzarlo."
"Sì, lo so, hai ragione. Se mi trovassi io ad un'ora dal mio debutto starei letteralmente impazzendo. Oh, quasi dimenticavo, loro sono i miei papà." disse indicando Hiram e Leroy, i quali avevano già preso posto.
"Piacere di conoscerti, signorina. È impressionante la somiglianza con Jesse, non è vero Leroy?"
"Sì, è incredibile."
Subito dopo vennero raggiunti dalla famiglia di Jesse. Il padre e la madre indossavano rispettivamente uno smoking nero e un tailleur rosso. A primo impatto, Rachel pensò che fossero molto sulle loro. Poi c'erano i suoi zii, quelli che praticamente l'avevano cresciuto. Elegantissimi anche loro e in più i loro volti sembravano molto più rassicuranti.  Il fratello maggiore di Jesse non era riuscito a liberarsi dagli impegni di lavoro e anche se Jesse non aveva voluto ammetterlo, un po' ne era rimasto deluso. E infine c'era una coppia di anziane signore. Devono essere le sue due nonne, entrambe vedove, pensò Rachel.

"La tua famiglia è appena arrivata. Tua madre mi ha squadrato dalla testa ai piedi ma tutto sommato credo di aver fatto una buona impressione. Tua zia è un tesoro, gentilissima. Le manchi tanto. Siamo tutti in trepida attesa. Come va dietro le quinte?"

"La tensione è alle stelle. Qui sono tutti impegnati nei loro rituali pre-esibizione. Chi prega, chi stringe il proprio portafortuna... e io me ne sto qui in disparte seduto per terra a far nulla. Ora il regista ci sta chiamando, dice che deve parlarci. Ci sentiamo dopo."

"Ok, ragazzi, vi ho convocati tutti qui per dirvi un paio di cose. Ormai ci siamo. È arrivato il vostro momento. Manca mezz'ora all'apertura del sipario. Per molti di voi tutto ciò non è una novità. Molti di voi sono abituati ad esibirsi in un teatro pieno di gente e questa è solo una delle tante serate in cui si esibirà per loro. C'è gente tra voi che è veterana di Broadway. Ma c'è anche chi non lo è. Per qualcuno di voi questa è la prima volta. Per qualcuno di voi questa non è solo una serata tra tante, ma la serata. Qualcuno di voi stasera farà il suo debutto, il suo ingresso ufficiale nel meraviglioso mondo di Broadway. Un mondo in cui per due ore ogni sera possiamo essere chiunque vogliamo essere. In un mondo in cui auto-tune e la musica commerciale venduta da ragazzini nel pieno della pubertà sembrano vincere il favore del pubblico, noi siamo quelli che abbiamo passato anni e anni di dura preparazione, che cantano, ballano e recitano dal vivo, con tutti i pro e i contro che ne derivano. Per qualcuno di voi salire su quel palco tra poco  significa realizzare un sogno. Significa dimostrare a sè stessi e a tutti gli altri di che pasta si è fatti, che tutti gli sforzi e i sacrifici sono valsi a qualcosa. Ora, che questa sia la vostra prima volta o la vostra ventesima volta, poco importa. Siamo un gruppo, un bel gruppo. Abbiamo fatto un percorso insieme. Abbiamo lavorato sodo per mesi e mesi. Non ci resta che raccogliere i frutti di ciò che abbiamo seminato per tutto questo tempo. Non ci resta che salire su quel palco e regalare a tutti quelli lì fuori uno spettacolo indimenticabile. E credetemi, ne siamo in grado. Ci sono le vostre famiglie e i vostri amici lì fuori, così come celebrità e alcuni dei giornalisti più importanti non solo di New York, ma di tutta la nazione. Voglio che per stasera dimentichino tutte le loro preoccupazioni e tutte le bollette da pagare. Sorprendeteli, entusiasmateli, emozionateli. Ognuno di voi è in grado di farlo. Ognuno di voi è degno di essere qui. Siete cresciuti e migliorati in questi mesi. E io vi ringrazio, vi ringrazio tutti perchè mi avete dato tanto. Siete un bellissimo cast. Mi avete emozionato e mi avete ricordato ogni giorno perchè amo il mio lavoro. Ok, ora, dato che ho già adocchiato qualche ragazza che si sta commuovendo e non ho intenzione di rovinarvi il make-up, dirò solo un'ultima cosa: salite su quel palco, fate il culo a tutti e soprattutto... divertitevi, perchè se non vi divertite a fare ciò che state per fare, se non vi rende felici, allora vuol dire che dovete cambiare mestiere."

"Michael, il regista, ci ha appena fatto un discorso d'incoraggiamento davvero toccante. Si è creata un'atmosfera bellissima qui dietro le quinte. Mi sento pronto e carico. Non vedo l'ora di cominciare!"
"Fantastico! Anch'io non vedo l'ora di vederti sul palco! Sono così fiera e contenta per te! Sarai fantastico, non ho dubbi a riguardo. Ti amo."

"Sappi che stasera su quel palco mi esibisco per due persone. Mi esibisco per me stesso, perchè ballare, cantare e recitare è ciò che mi rende felice, e mi esibisco per te, perchè tu sei la cosa più bella che mi sia mai capitata. Ti amo."

"3... 2... 1... Si va in scena, ragazzi!"

Il sipario si alzò alle 8:00 in punto, ma Jesse dovette aspettare altri cinque minuti prima di mettere piede sul palco. L'attrice che interpretava Tracy aveva dato ufficialmente inizio al musical con la sua performance in Good Morning Baltimore e poco dopo fu il turno di Jesse e di altri componenti del cast di portare avanti lo spettacolo con The Nicest Kids In Town.
Come ci si prepara ad affrontare il momento che si aspetta da tutta una vita? Ecco qualcosa che dovrebbero insegnare nelle scuole. Ma infondo non servirebbe poi a molto dato che la risposta è semplicissima: Non puoi. Non esiste alcun modo per prepararsi ad una cosa simile. E Jesse se ne rese conto quando si ritrovò su quel palcoscenico davanti a 1526 persone e con decine di luci puntate addosso per fare ciò che aveva sempre sognato di fare. "Il meraviglioso mondo di Broadway, un mondo in cui per due ore ogni sera possiamo essere chiunque vogliamo essere." Le parole di Michael si fecero strada nella mente di Jesse. Non era forse quella la cosa più bella di Broadway? Immergersi anima e corpo in un mondo fantastico e trascinarci dentro chiunque fosse seduto su quelle poltrone? Allora Jesse prese un respiro profondo, mise su la sua migliore showface e si trasformò in Link Larkin, la star del Corny Collins Show.
Quando Rachel vide il suo ragazzo sul palco non potette fare a meno di lanciare un grido di gioia e di stringere forte la mano di Kate, seduta accanto a lei, per l'emozione. Non sarebbe mai potuta essere più orgogliosa di lui. Era impossibile staccargli gli occhi di dosso. Era tutto ciò che si era immaginata e molto di più. Era carismatico, attraente, completamente a suo agio e sicuro di sè nei panni del suo personaggio, e dopo una rapida occhiata intorno, Rachel si rese conto che non era la sola a pensarla così.

Roll Call...
I'm Amber!
Brad!
Tammy!
Fender!
Brenda!
Sketch!
Shelley!
IQ!
Lou Ann!
Joey!
Mikey, Vicki, Becky, Bix, Jesse, Darla, Paulie!
Noreen!
Doreen!
And I'm... Link!


Il pubblico è impazzito. E non si trattava solo di ragazze ma anche di giornalisti, critici e donne di una certa età. Insomma, quel genere di persone da cui ti aspetteresti un comportamento composto e decoroso. Sono soprattutto loro a dimostrare il loro entusiasmo attraverso urla e applausi per il ragazzo con i capelli gelatinati e il completo blu scuro. Rachel non poteva esserne assolutamente certa, ma era abbastanza sicura che in quel momento Jesse avesse guardato lei con quel suo sorriso smagliante e che il suo occhiolino fosse indirizzato proprio a lei. Jesse St. James, il ragazzo che aveva conquistato il suo cuore dopo aver duettato con lei sulle note di Hello di Lionel Richie e che ora stava conquistando i cuori di tutti quelli presenti in sala. Il musical procedette alla grande e il cast continuò a dar prova di enorme bravura un numero dopo l'altro senza la benchè minima esitazione. Dai ballerini in ultima fila ai personaggi principali, erano tutti bravissimi. E il pubblico si godeva beatamente lo spettacolo. Fu con It Takes Two e Without Love che Jesse ebbe occasione di dimostrare a pieno di cosa fosse capace e Rachel potette sentire le ragazze letteralmente sciogliersi sulle loro poltrone. Jesse era perfetto. Era nato per stare su un palcoscenico. Si muoveva con una padronanza da professionista a soli 20 anni. Nessuno avrebbe potuto dire il contrario. Forse solo Jesse stesso avrebbe potuto. Probabilmente rivedendosi avrebbe detto qualcosa del tipo "Qui avrei potuto saltare più in alto" o "In questa scena non sono stato convincente abbastanza" perchè lui è sempre stato severo con se stesso e non solo riguardo a questo genere di cose. Rachel sorrise ripensando al loro primo incontro. "La tua interpretazione di Don't Rain On My Parade era imperfetta. Ti mancava totalmente la profondità emotiva di Barbra. Ma hai talento"."Si può fare sempre di meglio." soleva invece ripeterle quando provavano insieme ai tempi del Glee Club. Quanta strada aveva fatto da allora, Jesse. Era riuscito ad evadere da quella noiosa città di provincia e dopo tanti no, tante porte in faccia, ora stava finalmente vivendo il suo sogno. Jesse St. James, uno su un milione.

And you can't stop 
The motion of the ocean 
Or the rain from above
You can try to stop the paradise
We're dreaming of 
But you cannot stop the rhythm
Of two hearts in love to stay 
'Cause you can't stop the beat
You can't stop the beat!
You can't stop the beat!

Calò il sipario. Il pubblico era in visibilio. Forse era troppo presto per dirlo, ma Rachel era sicura che all'indomani le recensioni sul revival di Hairspray al Winter Garden Theatre sarebbero state tutte positive. Dopo un paio di minuti il sipario venne di nuovo innalzato e tutto il cast era sistemato ordinatamente sul palco per godersi i meritati applausi. Michael, il regista, fece un breve discorso di ringraziamento e poi presentò tutti quelli che avevano reso possibile la realizzazione del musical a partire da chi lavorava dietro le quinte fino ad arrivare al corpo di ballo e agli attori presentandoli uno per volta. La maggior parte di loro venne presentata così: personaggio che ha interpretato nel musical, precedenti lavori nel mondo di Broadway (se ce ne sono stati) e nome. Al che l'attore fa un passo avanti e fa un inchino mentre il pubblico lo applaude. Ma per Jesse e altri membri venne fatta un'eccezione. "Permettete una menzione speciale per questo giovane ragazzo che oggi ha debuttato ufficialmente nel mondo di Broadway nei panni di Link Larkin." Il pubblico esplose in un applauso ancor prima che Michael potesse finire. "Jesse St. James, signori e signore!". Jesse fece un passo avanti e lanciò qualche bacio volante al pubblico in segno di gratitudine. Riservò l'ultimo in direzione della sua famiglia e dei suoi amici che erano in piedi ad applaudire orgogliosi nelle prime file. Rachel e Kate versarono più di una lacrima. Matt sollevò il pollice in aria, un gesto che voleva dire "Ce l'hai fatta, amico. Ce l'hai fatta."

Jesse aveva dato indicazioni precise a Rachel. Le aveva detto di aspettare fuori dal teatro dopo lo spettacolo insieme al resto della comitiva e ai parenti. Le aveva promesso di lavarsi e cambiarsi più in fretta che poteva e di raggiungerli subito dopo. In seguito si sarebbero diretti insieme al party organizzato da Broadway.com.  Dopo quasi tre quarti d'ora dalla fine dello spettacolo, finalmente Jesse uscì dal retro. Rachel gli corse incontro e gli saltò addosso. Gli gettò le braccia al collo e lo strinse forte a sè. "Hey, non consumarlo tutto. Lasciane un po' anche a noi!" gridò Matt da lontano. "Taci, Matt!" rispose Rachel e in più gli fece la linguaccia. Poi tornò a dedicare tutte le sue attenzioni a Jesse. "Sei stato incredibile! Il pubblico era in estasi! Sono tutti pazzi di te!" Ormai Rachel era partita a raffica con i complimenti e ai suoi si aggiunsero poco dopo tutti quelli degli amici e della famiglia di Jesse. "Siamo così fieri di te." continuavano a ripetere i suoi genitori. "Ben fatto, giovanotto! Congratulazioni!" dissero invece Hiram e Leroy dando una pacca sulla spalla a Jesse.  Dopo qualche minuto di confusione, Jesse riportò l'ordine. "Stasera si è realizzato il mio più grande sogno e devo ringraziare tutti voi per questo. Ognuno di voi ha contribuito nel suo piccolo a farlo avverare. Molti di voi sono venuti da Lima per cui grazie davvero per essere venuti fin qui. Ha significato davvero tanto per me. E grazie di cuore a tutti per avermi sempre sostenuto e per aver creduto in me per tutto questo tempo."
"Soprattutto per averti sopportato per tutto questo tempo!" lo interruppe Matt scatenando l'ilarità di tutti.
Anche Jesse rise e annuì. "Sì, grazie anche per questo! Bene, ora sarei lieto se tutti voi possiate partecipare insieme a me a una festa speciale in onore della Prima. Seguite me con la macchina. Ci divertiremo."



Non appena mise piede alla festa, Jesse venne tartassato da domande da parte di critici e giornalisti newyorkesi. Tutti volevano assicurarsi un'intervista o una foto con la star emergente. Sicuramente non si può dire che non ricevette una calorosa accoglienza. Matt si divertiva a fare da manager al suo migliore amico ma il suo divertimento sarebbe durato poco dato che ben presto Jesse si sarebbe dovuto trovare un vero manager per aiutarlo a muovere i primi passi in questo nuovo ambiente. Non che ne avesse bisogno. Jesse si destreggiava benissimo tra un intervista e l'altra come se non facesse altro da tutta una vita. Stringeva mani, sorrideva e ringraziava tutti con naturalezza.
Dopo qualche ora, quando le acque si erano calmate, si ritrovò solo sull'attico con un bicchiere di champagne.
"Hey, ecco dove sei finito!" disse Rachel dopo aver speso gli ultimi dieci minuti a cercarlo. "Ti avevo perso di vista."
"Avevo voglia di una boccata d'aria."
"Giornata impegnativa, eh?"
Il ragazzo sorrise in modo genuino. Non era uno di quei sorrisi che aveva mostrato sul palco. "Già. Mi sembra tutto così surreale. Continuo a pensare che domattina mi sveglierò e scoprirò di aver sognato tutto... quella chiamata, tutti i mesi spesi a provare, persino il tuo arrivo e noi. Vieni qui..."
Rachel fece qualche passo in avanti e lasciò che Jesse prendesse il suo viso tra le sue mani. "Sei splendida stasera. Grazie per non aver mai smesso di credere in me."
"Sono la tua fan numero 1. Presto fonderò uno sito web, una pagina su Facebook, un blog su Tumblr e mi farò una maglietta con la scritta I LOVE JESSE ST. JAMES che indosserò ogni qualvolta verrò a vederti."
I due ragazzi scoppiarono a ridere insieme. "Dovrei farmene una anch'io per il tuo futuro debutto."
"Sai, forse questo futuro potrebbe essere più vicino di quanto pensi..."
Jesse la guardò incuriosito. "Mi stai nascondendo qualcosa?"
"Avrei voluto aspettare domani per dirtelo, dato che questa è la tua serata, ma non riesco a tenermelo dentro! Mentre tu eri impegnato a rilasciare interviste con il cast ho scambiato quattro chiacchiere con Jennifer Damiano, la ragazza che abbiamo visto in Spider-Man: Turn Off The Dark e mi ha rivelato che lascerà il musical tra un paio di mesi perchè ha ricevuto un'altra offerta di lavoro e che stanno cercando qualcuno per rimpiazzarla. La settimana prossima cominciano i provini. Le ho parlato di me e mi ha incoraggiata a presentarmi ai provini. Lo so che non è nulla di che, è solo un'audizione, però è la mia prima vera audizione per un ruolo a Broadway e sono tanto emozionata!"
"Rachel, è una notizia fantastica! Questa non è solo la mia serata, ma la nostra serata. È l'inizio di qualcosa di nuovo, di qualcosa di grande. E qualsiasi cosa sia, l'affronteremo insieme."
"Mi aiuterai a prepararmi per l'audizione?"
"Certo. Ma non credere che ci andrò piano con te solo perchè sei la mia ragazza. Sarò molto severo."
"Proprio quello che speravo."
I due ragazzi si scambiarono dei teneri baci sotto le stelle prima di rientrare mano nella mano pronti ad affrontare un nuovo capitolo della loro vita. Ma questa volta insieme.


Nota: Ciao a tutti! Sentitevi pure liberi di versare una lacrimuccia di gioia,eh. Io stavo quasi per farlo mentre scrivevo :D Avevo creato un po' di aspettative per questo capitolo anticipandovi che avrebbe riguardato il debutto di Jesse e spero di non avervi deluso. Ci ho messo davvero il cuore a scrivere questo capitolo perchè Jesse è il mio personaggio preferito in assoluto e mi sento abbastanza soddisfatta del risultato finale. Ma ora più che mai ho bisogno di sentire i vostri pareri per cui lasciatemi tante recensioni! :) Ora posso dire ufficialmente che ci siamo... manca un solo capitolo alla fine. Oddio ora mi commuovo davvero XD Avrete il vostro finale tra pochi giorni. Vi saluto con un fanvideo interamente dedicato a Jesse: http://www.youtube.com/watch?v=DCH3kT950iU&feature=g-like&context=G2cfe391ALT2C10AAaAA
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** Inevitabile ***


Rachel non ottenne quel ruolo. Il suo provino andò bene, ma non abbastanza da sbaragliare la concorrenza. Fu un brutto colpo per lei. Jesse cercò di starle accanto il più possibile. Ricordava bene cosa significasse fallire al primo tentativo. Cominci a chiederti se quella sia davvero la strada giusta per te e a mettere in dubbio le tue capacità. Ma Rachel era una tosta e capì che non poteva abbattersi alla prima occasione. Sarebbe arrivato il suo momento. Per cui continuò gli studi e dopo due anni si diplomò alla NYADA con il massimo dei voti insieme a Kurt. Jesse nel frattempo si era guadagnato la sua prima candidatura ai Tony Awards come Miglior Attore Non Protagonista In Un Musical per il suo ruolo in Hairspray, ma non fu lui a portare a casa la vittoria. Abbandonò i panni di Link Larkin nello stesso giorno in cui Rachel terminò gli studi per unirsi al cast di How to Succeed in Business Without Really Trying dove avrebbe interpretato il protagonista J. Pierrepont Finch. Anche stavolta Jesse non deluse e venne elogiato dalla critica. Dopo una serie di provini, Rachel ottenne finalmente il suo primo ruolo nel musical Sister Act dove interpretò Suor Maria Roberta. La sera della Prima Jesse fece in modo di riempire il suo camerino di tulipani rossi. Com'era prevedibile, la ragazza attirò l'attenzione su di lei e finì ben presto con l'essere considerata una delle maggiori star emergenti di Broadway. Dopo un anno e mezzo dalla Prima, Rachel lasciò Sister Act per prepararsi ad uno dei ruoli che aveva sempre sognato di interpretare: Éponine nel revival di Les Misérables. Insomma, le cose sembravano mettersi bene per la giovane coppia. Ma questo era solo l'inizio.

"Sono qui in diretta dal red carpet con Jesse St. James e Rachel Berry. Benvenuti alla 72esima edizione dei Tony Awards, ragazzi."
"Grazie. Siamo molto emozionati di essere qui."
"È sempre emozionante come la prima volta."

"Anche voi elegantissimi. Cosa indossate?"
"Io indosso un abito Marchesa."
"Il mio completo è firmato Armani."

"Siete incantevoli. Ditemi un po', come ci si sente ad essere i "Brangelina" di Broadway?"
"A me viene sempre da ridere quando si riferiscono a noi così."
"Siamo onorati del paragone, ovviamente, ma noi siamo ancora alle prime armi e abbiamo ancora tanto da imparare."

"Beh, siete nel giro già da qualche anno e  vi siete guadagnati più di una nomination ai Tony Awards. Niente male per qualcuno che è alle prime armi, no?"
"Beh, sì... E siamo davvero grati per la vita che facciamo. Stiamo vivendo un sogno."
"Assolutamente. Veniamo pagati per fare ciò che amiamo fare e che ci rende felici. Cosa ci può essere di meglio al mondo?"

"Sarò sincero con te, Jesse. Quando un anno fa è stato annunciato che avresti recitato nel ruolo di Drew in Rock Of Ages avevo dei dubbi a riguardo. Eravamo in molti a pensare che fossi troppo giovane per la parte. Ma dopo averti visto su quel palco, ci siamo tutti ricreduti. Ci sbagliavamo di grosso. Sei assolutamente degno degli attori che ti hanno preceduto. Complimenti davvero. Come ci si sente ad essere nominati nella categoria Miglior Attore Protagonista In Un Musical?"
"È un grandissimo onore davvero. Ho lavorato sodo per questo ruolo. Poi ho la fortuna di esibirmi ogni sera con uno dei nostri più cari amici, Kurt Hummel, anche lui nel cast nel ruolo di Franz."
"Digli di Constantine, Jesse."
"Sì... Constantine Maroulis era presente alla Prima e si è complimentato con me. Ha significato tantissimo per me dato che è un'artista che ho sempre apprezzato sin dai tempi di American Idol oltre al fatto che lui è stato il primo ad interpretare Drew nel 2008."

"Devi essere molto fiero di te."
"Sì, lo sono in effetti."

"Ma parliamo di te ora, Rachel. Al momento interpreti Belle nel musical Beauty And The Beast. Congratulazioni per la tua nomination come Miglior Attrice Protagonista In Un Musical."
"Grazie. Questa è la mia prima nomination ai Tony Awards ed essere nominata in una categoria del genere è davvero un sogno che diventa realtà."

"Devo chiedervelo, ragazzi... Il mondo di Broadway è un mondo in cui c'è molta concorrenza. Cosa mi dite di voi due? C'è un po' di competizione tra voi o riuscite a tenere separati lavoro e vita privata senza problemi?"
"Io e Jesse siamo praticamente cresciuti insieme. Ci conosciamo dai tempi del liceo, quando eravamo ancora due ragazzini. Per molto tempo il nostro rapporto è stato come le montagne russe... abbiamo avuto alti e bassi. Ormai siamo insieme da molti anni. Ma se c'è una cosa che non è mai mancata tra noi è la stima reciproca. Ho sempre reputato Jesse un ragazzo con un grandissimo talento e ho sempre saputo che avrebbe sfondato. E so che lui ha sempre pensato la stessa cosa di me."
"Io e Rachel siamo di natura due persone molto determinate e competitive per cui se dicessi che tra noi due non c'è mai stata neanche un po' di competizione mentirei. Ai tempi del liceo eravamo persino i capitani di due glee club avversari.  Ma col tempo abbiamo imparato a gestire al meglio questa nostra caratteristica. Io l'ho sempre aiutata a prepararsi per audizioni varie e lei ha sempre fatto lo stesso con me. È bello avere qualcuno accanto che ti sprona a fare sempre di più. Abbiamo fatto tanta strada insieme e non potremmo essere più orgogliosi l'uno dell'altro."

"Bene, ragazzi, non mi resta che augurarvi in bocca al lupo per le vostre candidature. Buon proseguimento di serata!"
"Crepi!"
"Grazie. Buona serata anche a te."

Quella sera Jesse e Rachel vinsero il loro primo Tony Award rispettivamente per Miglior Attore Protagonista In Un Musical e Miglior Attrice Protagonista In Un Musical. Fu una bellissima sorpresa per entrambi e vincere quei premi accrebbe la loro convinzione di essere sempre stati destinati a rincontrarsi e a calcare i palcoscenici di Broadway insieme. Il destino aveva sempre avuto un piano per Jesse e Rachel. Un piano più grande di loro stessi. Un piano che aveva sormontato tutto e tutti per fare in modo che si ritrovassero nella città in cui avevano sempre sognato di essere a fare ciò che avevano sempre sognato di fare. La vita aveva riservato loro tante sorprese, alcune meno piacevoli di altre. Li aveva messi di fronte a tante scelte, alcune più difficili di altre. Li aveva messi di fronte a tante difficoltà. Tante volte erano stati entrambi sul punto di mollare. Troppe volte il mondo aveva offerto loro una motivazione per gettare la spugna.  Ma la passione nei loro cuori era troppo forte. E così Jesse e Rachel hanno cominciato a lottare. Prima soli, poi insieme.

Non sei bella abbastanza, avevano detto.
Dovresti rifarti il naso.
Dove credi di andare? Credi davvero che la gente che lavora a Broadway possa prendere in considerazione una come te? Lima è il tuo posto. 
Se continui a sognare così in grande, resterai delusa.
 
È bello che ti piaccia esibirti, Jesse, ma non ti guadagnerai da vivere in questo modo.
Non  sei stato neanche capace di superare il primo semestre all'università. Che delusione.
Hai fallito, Jesse. È ora di cercarti un lavoro serio.

Ma Rachel e Jesse non avevano dato ascolto a tutte quelle cattiverie. Avevano lasciato Lima alle spalle e non si erano più guardati indietro. Avevano capito che non potevano permettere a nessuno di intralciare la loro strada verso il successo. E avevano ottenuto la loro rivincita. Avevano dimostrato prima a se stessi e poi agli altri di essere bravi, bravi abbastanza da conquistarsi un posto privilegiato nel mondo di Broadway.

Mentre Jesse sistemava i loro due Tony Awards nella bacheca di vetro del loro nuovo appartamento, Rachel mise su un po' di musica e poi trascinò Jesse in un duetto di Heaven di Bryan Adams. Ballando lentamente tra le sue braccia e con la testa appoggiata sul suo petto , Rachel avrebbe voluto fermare il tempo. La felicità che Jesse continuava a darle dopo tutti quegli anni era più di ciò che avrebbe mai potuto augurare a se stessa. La verità è che c'era sempre stato lui nel suo cuore. Sempre e solo lui. Jesse St. James, la star dei Vocal Adrenaline. Allora come ora. Perchè Jesse la capiva meglio di chiunque altra persona al mondo. Perchè l'aveva sempre accettata per quella che era. Perchè aveva sempre creduto in lei. Perchè ballava e cantava con lei in piena notte e non si vergognava ad improvvisare serenate sui marciapiedi in pieno giorno. E questo era ciò di cui Rachel aveva bisogno. Jesse era la sua anima gemella. E la loro era una storia d'amore epica.
Jesse aveva visto aprirsi davanti a sè un nuovo mondo quando aveva incontrato Rachel. Un mondo in cui poteva essere se stesso. Perchè Rachel amava la star che era in lui tanto quanto il ragazzo vulnerabile che si nascondeva dietro quella showface. Aveva abbassato le sue difese e aveva lasciato che Rachel entrasse nella sua vita fino a diventarne una parte fondamentale. Le aveva permesso di scoprire quel lato di lui di cui  nessun altro  sospettava l'esistenza. E aveva permesso a stesso di innamorarsi per la prima volta. E quella era stata la decisione migliore che avesse mai potuto prendere in vita sua.

Era inevitabile che Jesse e Rachel avrebbero lasciato Lima per andare a vivere a New York.
Era inevitabile che le loro strade si sarebbero incrociate ancora una volta.
Era inevitabile che avrebbero calcato i palcoscenici di Broadway realizzando il loro più grande sogno.
Era inevitabile che il loro debutto sarebbe stato un successo.
Era inevitabile che sarebbero diventate delle star.
Ma più di ogni altra cosa, era inevitabile che Jesse e Rachel ce l'avrebbero fatta insieme.


Oh, thinkin' about all our younger years
There was only you and me
We were young and wild and free
Now nothin' can take you away from me
We've been down that road before
But that's over now
You keep me comin' back for more

Baby you're all that I want
When you're lyin' here in my arms
I'm findin' it hard to believe
We're in heaven
And love is all that I need
And I found it there in your heart
It isn't too hard to see
We're in heaven

Oh, once in your life you find someone
Who will turn your world around
Bring you up when you're feelin' down
Yeah, nothin' could change what you mean to me
Oh, there's lots that I could say
But just hold me now
'Cause our love will light the way

Baby you're all that I want
When you're lyin' here in my arms
I'm findin' it hard to believe
We're in heaven
And love is all that I need
And I found it there in your heart
It isn't too hard to see
We're in heaven

I've been waitin' for so long
For somethin' to arrive
For love to come along
Now our dreams are comin' true
Through the good times and the bad
Yeah, I'll be standin' there by you
Baby you're all that I want
When you're lyin' here in my arms
I'm findin' it hard to believe
We're in heaven
And love is all that I need
And I found it there in your heart
It isn't too hard to see
We're in heaven




Nota:  The end :') Ce l'abbiamo fatta! Anzi, ce l'hanno fatta! ;) Avevate dubbi? Io no :) Spero vi sia piaciuto il mio finale. L'ho ambientato un po' di anni dopo i precedenti capitoli (circa 7-8 anni). È così che ho sempre immaginato la vita di Jesse e Rachel... alla conquista di Broadway insieme. Me li immagino cantare e ballare alle 2 di notte come pazzi solo perchè ne hanno voglia, me li immagino bisticciare per l'arredamento del loro nuovo appartamento, mi immagino Jesse improvvisare piccoli concerti nei negozi di musica appena trova un pianoforte libero o per strada senza chiedere nulla in cambio, me li immagino viaggiare in Europa con i loro amici... insomma, mi immagino una vita ricca di emozioni. E soprattutto li ho sempre immaginati insieme. Ho sempre amato questa coppia e sempre lo farò. Non m'importa di quello che accade in Glee. Ora passo ai ringraziamenti: grazie di cuore a tutti voi che avete letto la mia fan fiction, a chi di voi mi ha lasciato recensioni carinissime in tutto questo tempo, a chi ha inserito questa storia nelle "storie seguite", ecc. Grazie davvero.  Vi auguro di realizzare i vostri sogni. Io sono un po' un'inguaribile romantica e credo che lì fuori ci sia qualcuno per ognuno di noi. Credo che ci sia un'anima gemella per ognuno di noi, qualcuno con cui siamo destinati a passare il resto della nostra vita. Vi auguro di trovare l'amore e di vivere una storia d'amore epica come quella di Jesse e Rachel. Grazie ancora e arrivederci! Non dico addio perchè è molto probabile che prima o poi tornerò a scrivere un'altra fan fiction dato che mi sono divertita tanto a scrivere questa ;)

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=875919