Due Uomini E Un Cane - Amore Nella Cuccia!

di Alex Simon
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Biscotto ***
Capitolo 2: *** Il Nostro Segreto ***
Capitolo 3: *** Baffi ***



Capitolo 1
*** Biscotto ***


Era una soleggiata mattina di Luglio quando il diligente Colonnello Mustang stava controllando varie scartoffie sulla sua scrivania, aveva fatto persino gli straordinari per liberarsene e ora quelle malefiche cartacce erano notevolmente diminuite sotto i suoi occhi scuri immensamente soddisfatti.

Quando riuscì finalmente a rendere nuovamente visibile la superficie della sua scrivania, archiviando il lavoro una volta per tutte, notò che il suo ufficio era fin troppo... vuoto. Effettivamente mancava qualcosa o forse... qualcuno, esaminò i dintorni con lo sguardo cercando di capire che cosa gli mancasse: Fury armeggiava con la radio, Riza dava da mangiare a Black Hayate sollevata per il lavoro ben svolto e soprattutto per non aver messo mano alla calibro9, Havoc fumava beatamente vicino alla finestra mentre Breda e Fallman giocavano a scacchi. Ma c'era una scrivania rimasta vuota per quasi due giorni... quella del Fullmetal che era incaricato di fare avanti e indietro dal suo ufficio agli archivi per portare documenti, smistarli, archiviarli e riassumerglieli per rendere il lavoro più semplice... dove poteva essersi cacciato quel tappetto?

-Qualcuno ha visto Fullmetal...?- Chiese difatti ai suoi sottoposti, ma nessuno seppe dargli una risposta soddisfacente:
-Non era in missione?-;-No ma forse è andato a Resembool per la manutenzione degli automails-;-Ma che dite quella l'ha già fatta... forse è rimasto a letto-.

-Ho capito devo occuparmene personalmente- Sbottò irritato alzandosi per uscire dall'ufficio diretto agli alloggi militari dove era più probabile avere sue notizie.

Arrivato difronte la porta del suo alloggio bussò aspettando pazientemente una risposta, dall'interno sentiva rumori ovattati e indecifrabili, quando finalmente il biondino in questione si decise ad aprire la porta.

-Taisa... che ci fa qui?- Sembrava sorpreso, fin troppo...

Il maggiore sbuffò e senza farsi notare entrò chiudendosi la porta alle spalle -Non ti vedo a lavoro da giorni Fullmetal che vai combinando...?-

-Rilassati Al è fuori...- Disse scansando una ciocca di capelli dal viso con voce sussurrata e sexy.

-Mi fai impazzire quando fai così...- Il moro lo inchiodò con le spalle alla porta pendendo tra le mani quel delicato viso d'angelo, i capelli sciolti morbidi e lisci come la seta, i suoi grandi occhi dorati e quelle deliziose labbra color pesca, solo e soltanto sue.

-Pervertito di un Taisa...- Sussurrò a sua volta sulle labbra del maggiore sapendo di istigarlo ancora di più.

-Oh non farmi questo Ed lo sai che non resisto...- Avvicinò ancora le labbra a quelle del più giovane con desiderio mal celato, ormai la distanza che li divideva era nulla, solo un altro millimetro e avrebbe potuto appagare quella voglia di possederlo e farlo suo come ogni volta che riuscivano a ritagliare un po' di spazio per stare soli.

-Se rientrasse Al sarebbe un bel guaio...- Puntellò l'indice sul naso del moro sorridendo in modo malizioso mentre veniva issato più su e allacciava le gambe alla vita del proprio amante, che intanto faceva aderire ancora di più la sua schiena alla porta per tenerlo fermo e con le mani vagava sul suo petto fino a risalire sulla nuca per baciargli il collo e tenere le mani in quei bellissimi capelli biondi.

In breve tempo tutto si fece più appassionato, i baci sul collo divennero morsi, lappate morbide piene di seduzione, la testolina bionda si inarcava sempre di più per lasciargli spazio ma fu proprio il moro a riprenderla, avvicinarla per unire le labbra in un lotta infuocata senza vinti né sconfitti, un combattimento alla pari a cui entrambi ambivano.

-Woof!- Il Taisa alzò la testa guardando Edward confuso. -Hai abbaiato?-.

-Ma che stai dicendo?-

-Ho sentito un latrato...-

-Deve essere la vecchiaia che si fa sentire Roy... qui nessuno ha abbaiato!-

-Mi stai nascondendo qualcosa? Perché io sono certo di averlo sentito...- Lo mise giù tutto d'un tratto guardandosi intorno sospettoso.

-E dai Roy forse era Black Hayate no?- Gli si parò davanti con un sorrisetto furbo che non prometteva niente di buono.

-Black Hayate abbaia in modo più... adulto, sembrava il latrato stridulo di un cucciolo e veniva da qui- A questo punto il biondo posò le mani sul suo petto come per trattenerlo dall'andare oltre, stava usando i suoi poteri di persuasione... c'era sicuramente qualcosa che non quadrava!

-Ed... devi dirmi qualcosa...?-

-No... piuttosto tu sei sicuro di sentirti bene? Non è normale sentire strani latrati che non ci sono- Gli mise una mano sulle fronte delicatamente come per sentire se avesse la febbre, troppo frettoloso e agitato per i suoi gusti.

-Non le sai dire le bugie Ed... prima che venga a scoprirlo dimmi che sta succedendo-

Lui sbuffò facendo alzare di poco qualche ciocca di capelli in modo infantile, come se gli fosse stato fatto un dispetto -E va bene...- Si voltò e da una cesta nascosta tra il comodino e il letto prese tra le braccia un cucciolo.

-E lui chi sarebbe?- Indicò la bestiola con un sorriso rilassato e divertito: Un cucciolo nero, di taglia molto piccola, probabilmente un barboncino con due grandi occhioni e una linguetta penzolante lo guardava festoso.

-L'ho trovato in strada... e non potevo lasciarlo lì! Pioveva ed è così piccolo che da solo non ce l'avrebbe mai fatta! Non sei arrabbiato vero...?- Continuò con fare angelico.

-No... ma spiegami un attimo non dici sempre ad Al che non deve raccattare gatti per strada?- C'era del comico in tutta quella storia, di solito era Ed ad arrabbiarsi se suo fratello portava nell'alloggio del micetti e chissà che faccia aveva fatto il povero Alphonse alla vista di quel cucciolo raccattato invece dal fratello maggiore.

-Si però quelli sono gatti, è tutta un'altra storia... mi saltano addosso in continuazione e lasciano tutti quei dannati peli sui miei vestiti...! A me piacciono di più i cani... posso tenerlo vero?- Tra Ed e il cane non si sapeva chi stava facendo il faccino più dolce e abbindolatore... se l'uno e l'altro.

-No Ed mi dispiace ma lo sai che non è permesso tenere animali negli alloggi...-

-Con che cuore lo lasceresti di nuovo per strada?!- Li guardò di nuovo entrambi e fu una coltellata al petto... un cucciolo biondo che teneva tra le braccia un altro cucciolo dal musetto dolce e supplichevole.

-Hai ragione non si può lasciare questo piccolo da solo...- Sorrise sollevando il cane come fosse un bambino per guardare meglio quegli occhietti neri e luccicanti, la sua vena amante dei cani era venuta fuori!

-E allora che facciamo?-

-Potrei tenerlo nel mio appartamento... almeno non dovresti nasconderlo come un fuggitivo- Propose sorridente, ma si che guai potrebbe mai combinare quel tenero batuffolo?

-Davvero?- D'altro canto il minore era al settimo cielo, avrebbe anche avuto una scusa in più per defilarsi da Al per andare dal Taisa.

-Si... ma toglimi una curiosità... come l'hai chiamato?-

-Al mi ha dato dell'ipocrita e mi avrebbe fatto nascondere il cane qui a patto che fosse stato lui a scegliere il nome... l'ha chiamato Biscotto...-

-Credo che ti chiamerò Bis... o in qualche altro modo...-

E fu così che il dolce cagnolino trovò una casa e due amorevoli padroni! :3 

[Angolino Autrice]

:) eccomi qui gente! Spero vi sia piaciuta questa fic! Come ho detto nell'into non so se avrà altri capitoli, tutto dipende da voi, perché se vedo che non è seguita la lascio così -__- dunque se volete lasciatemi un commentino :D  

Kiss to All :3

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Capitolo 2
*** Il Nostro Segreto ***


Era una soleggiata mattina di luglio, Edward ancora mezzo addormentato tra le candide e fresche lenzuola iniziava ad aprire gli occhi alla luce del sole mentre qualcosa di umido e morbido gli bagnava la mano facendogli al contempo il solletico, sorrise sporgendosi lungo la sponda del letto per incontrare lo sguardo di un festoso cagnolino già vivace di prima mattina al contrario del padrone.

Così anche se un po' controvoglia si alzò e con la bestiola sempre al seguito entrò in cucina per versargli del latte in un piattino di carta, che sembrò apprezzare moltissimo viste le energiche lappate e lo scodinzolare frenetico.

Sorrise a quella visione anche se la bevanda non era proprio nella topten delle sue preferite, una volta ricordò di aver bevuto della birra con Roy, che lo guardava sghignazzante e ripeteva di non voler prendere nessun drink a sua volta, altrimenti chi lo avrebbe riportato a casa?

Ma quell'idiota si sbagliava, non aveva alzato troppo il gomito e a fine serata era riuscito a tornare a casa in santa pace, senza barcollare o appoggiarsi a qualche porta tremolante alle sua vista... chissà se Roy ci sperava, forse voleva prenderlo in braccio e portarlo a letto, peccato per lui ma sarebbe stato sempre un sogno irrealizzabile.

Ma parlando del suo presunto amante... dove si era cacciato? Dopo una notte d'amore si aspettava di trovarselo a fianco con quell'espressione beatamente soddisfatta -o da schiaffi a suo dire- e invece niente, lo aveva lasciato lì con indosso solo quella camicia bianca troppo larga per lui che usava come vestaglia.

-Roy...?- Provò a chiamarlo addentrandosi nel corridoio verso il suo studio, a piccoli passi delicati, i piedi scalzi e piccoli, i lunghi capelli biondi sciolti lungo la schiena ancora scompigliati ma lisci e splendidi come sempre, quando finalmente intravide la sua figura seduta davanti la scrivania: Firmava qualche documento abbandonato lì la scorsa sera, prima che la passione prendesse possesso di lui e della sua mente malata.

Sicuramente si era ricordato all'ultimo che dovevano essere consegnati in mattinata e ce la stava mettendo tutta per terminare il lavoro.

Ad un certo punto mentre lui stava poggiato sullo stipite della porta a guardarlo, non avendo il coraggio di interrompere quel momento epico, il moro si stiracchiò con un leggero mugolio e mise ogni foglio in una cartellina che aveva preparato per portarli in ufficio: Aveva finito.

Chissà quanto tempo aveva impiegato... doveva essere sveglio da molto.

-Toc Toc...?-

-Ed... sei sveglio- Si voltò e sorrise allargando le braccia per invitarlo a sedere sulle sue gambe e come su richiesta lui obbedì saltellando fino ad arrivare a destinazione, tra le sue forti e accoglienti braccia.

-Ti eri dimenticato del lavoro un altra volta...?- Chiese posando la testa sulla sua spalla mentre l'altro lo stringeva a sé possessivamente baciandogli la fronte.

-Si... colpa tua che mi tenti-

-Colpa mia un corno sei tu che sei un pessimo colonnello-

-Come osi io sono un ottimo Taisa, futuro comandante supremo per giunta quindi portami rispetto!-

-Bugiardo...-

-A proposito di bugie caro mio...- Gli sussurrò all'orecchio con un tono che non prometteva nulla di buono -Oggi niente stivali?-.

Era curiosa come cosa, Edward non scendeva mai dal letto senza mettere i suoi stivali... alche il Colonnello si era interrogato su questa faccenda, insomma era strano vederlo girare in camicia, ma con quegli stivali che stonavano in maniera impressionante.

Così quando un giorno la curiosità aveva iniziato a mangiargli l'anima, mentre Edward dormiva aveva preso le sue scarpe e le aveva fissate per interi minuti senza cavare un ragno dal buco... non poteva trattarsi di un legame affettivo erano solo scarpe... poi però guardando dentro notò un sottofondo... eh si, un sottofondo di almeno 5 o 6cm. E giunse a quella spassosa conclusione: Edward modificava le sue scarpe per sembrare almeno un po' più alto! E guardandole esternamente il trucco non si notava per niente...! Ma quando poi il biondino era corso a cercare i suoi amati stivali e quindi se l'era trovato davanti senza... aveva finalmente notato la differenza.

-Va al diavolo, tu e il tuo metro e ottanta!- Sibilò scendendo e lasciandolo senza coccole né baci né abbracci.

Doveva tenere la bocca chiusa... accidenti a lui e a quando tirava fuori quella storia.

-E dai Ed lo sai che io scherzo... dove vai?- Vedendolo uscire dalla stanza tutto altezzosamente arrabbiato lo seguì in fretta fino alla camera da letto dove il biondo si rivesti e rimise gli adorati stivali alzandosi un pochino da terra.

-Torno sui trampoli! Vecchio idiota!- Sputò velenosamente rimettendo la propria maglietta per uscire.

-Hai i capelli sciolti tesoro...- Ci scherzò su con un sorriso, mentre anche il cane li guardava interrogativo, continuando tuttavia a giocare con i rimasugli dell'elastico.

-Colpa tua brutto pervertito!! Mi hai strappato l'elastico a morsi!!- E detto ciò sbatté la porta alle sue spalle correndo verso gli alloggi militari, visto che suo fratello sarebbe andato a svegliarlo -in teoria- tra meno di venti minuti.





Quando entrò nel suo alloggio ancora leggermente arrabbiato, si affrettò a scoprire il letto per dare almeno l'illusione di essere stato lì quella notte, dopodiché si infilò in bagno per togliersi di dosso l'odore dell'acqua di colonia del Taisa che in questo momento detestava più che mai, controllò di non avere “segni sospetti” sul corpo e si vestì legando i capelli con l'elastico di riserva.

Quando Alphonse arrivò e lui era ancora nel bagno, mise una mano tra le lenzuola constatando la loro estrema freddezza... nessuno aveva dormito lì quella notte, tuttavia uscirono insieme senza dire nulla a riguardo.



Edward per tutta la mattina aveva ignorato ogni sguardo, ogni gesto ed ogni attenzione controllata del Colonnello, che non poteva esporsi più di tanto date le circostanze... ma era deciso a farsi perdonare dal suo scorbutico fagiolino, così all'ora di pranzo quando l'ufficio si era svuotato ed erano rimasti solo loro due si alzò dalla poltrona e a piccoli passi andò davanti alla scrivania dell'interessato sedendosi con disinvoltura sulla superficie dopodiché schiarendosi la gola per attirare la sua attenzione gli fece un sorriso pentito, alla “Cucciolo bastonato in cerca di coccole”.

-Mh... metti un labbro di fuori, inclina la testa e ci sei quasi...- Scherzò il biondo con un alzata di spalle.

-Non sei arrabbiato...?- Portò una mano alla sua chioma dorata prendendone una ciocca per girarsela tra le dita con un sorriso.

-No...- Sorrise a sua volta alzandosi dalla sedia improvvisamente per raggiungere le sue labbra in un bacio a stampo che diventò tutt'altro... ormai era a conoscenza che il suo caro Taisa trasformava sempre una piccola cosa in un'esagerazione, una battaglia per la precisione, un bacio passionale e senza limiti -se non di ossigeno-, il quale li vide costretti a separarsi.

-Mi piace fare la pace con te...- Sussurrò suadente, il fiato caldo sulle sue labbra ancora troppo vicine, i nasi che si sfioravano e gli occhi che si scrutavano con tutto l'amore che erano in grado di esprimere.

-Maniaco... vedi di trattenerti, la pausa pranzo è finita e presto questo ufficio tornerà pieno di gente...-

-Ma io ti voglio adesso...- Fece spostare le sue attenzioni -e le sue labbra bramose- verso il collo ma il biondino glielo impedì posando le mani sulle sue spalle per allontanarlo.

-Non ora...-

-Facciamo a casa dopo il turno...?-

-D'accordo conservati per dopo...- Aggiudicò dopo qualche sbuffo baciandolo un'ultima volta.

-Taisa noi andiamo...- Avvertì Havoc alla fine del turno, seguito dagli altri sottoposti, tutti impazienti di lasciare l'edificio per tornare a casa e riposare senza il pensiero delle scartoffie -Lei che fa?-.

-Finisco di vedere qualche documento e andrò via anche io...-

-D'accordo... buonanotte signore-

I soldati uscirono in fila indiana dall'ufficio lasciandolo ai suoi falsi documenti, messi sulla sua scrivania solo per dare l'illusione di avere ancora del lavoro da fare. In realtà pensando alla sua serata con Edward aveva già controllato ogni misera scartoffia e anche quelle che aveva davanti erano state firmate e corrette adeguatamente.

Usciti di scena i sottoposti, Mustang infatti -creatosi un alibi- se la svignò per i corridoi controllando di non essere seguito o osservato da nessuno, dopodiché entrò con disinvoltura nel bagno degli uomini.

-Era ora ma quanto ci hai messo?-

-Scusa se ne sono andati solo ora...- Roy si voltò per incrociare lo sguardo ambrato di un certo sottoposto del tutto desiderato, che attirò immediatamente tra le sue braccia per stampargli sulle labbra un bacio di cui non si sarebbe dimenticato facilmente.

Quando l'ossigeno veni a mancare ancora una volta Roy lo guardò con tutta la passione che era in grado di dimostrare e prendendolo per mano lo trascinò fuori impaziente di portarlo da qualche parte dove sarebbero stati solo loro due, senza paure né timori.

Ma imboccata la scalinata che li avrebbe condotti fuori dal QG si accorsero che nel parcheggio poco distante sostavano ancora Havoc e Hawkaye, lui fumava una sigaretta all'aria aperta e lei si lamentava del suo brutto vizio che l'avrebbe fatta rincasare troppo tardi visto che viaggiavano sulla stessa auto per questioni di comodità.

-E adesso...?-

-Se ci vedono è un casino...-

-Questo lo so anche io... ma che facciamo?-

-Non ne ho idea...-

-Fammi pensare... al tuo appartamento non si può andare perché non possiamo uscire da qui senza essere notati... però il mio alloggio è libero, Al è nella casa in città con Winry-

-Non dovevi passare la serata con loro?-

-Si ma ho finto un mal di pancia...-

-Allora andiamo...-

E così fecero dietro front molto lentamente e come due ladri in punta di piedi arrivarono davanti la porta dell'alloggio di Ed.

-Ma dobbiamo fare piano...- Avvertì questo a bassa voce.

-Per quale motivo? L'alloggio a fianco al tuo è vuoto e tu sei l'ultimo del corridoio... non ci sente nessuno-

-Ti sei rimbecillito...?- Sibilò lanciando un'occhiata all'alloggio davanti a loro, parallelo al suo.

-Di chi è?-

-Di Breda... e anche se ha il sonno pesante e russa come un trombone non ci tengo ad avere visite notturne a causa di rumori indiscreti-

-D'accordo sarò silenzioso come un topo...-

Detto ciò aprirono la porta e una volta chiusa Roy si lanciò nuovamente sulle sue labbra, mordendole, leccandole, baciandole freneticamente con la foga del momento, del pericolo, dell'adrenalina.

Mentre continuavano passo dopo passo si avvicinavano al letto e nel frattempo cadevano i vestiti ed ogni altra cosa: Guanti, orologi d'argento... ma quando fu il momento delle scarpe, gli stivali del Taisa caddero senza problemi ma quelli di Ed no.

-E dai Ed... ancora con questa storia?- Gli sorrise inginocchiandosi a terra per levargli gli stivali con eleganza.

-...- Senza rispondere voltò la testa di lato come se fosse stato insultato.

-Posso sfilarle la scarpetta?- Ci scherzò su il più grande ridendo.

-D'accordo brutto idiota...-

-La ringrazio- E levati gli stivali bugiardi via entrambi sotto le coperte che attutivano ogni rumore, ogni sospiro ed ogni gemito nascondendo loro e l'amore che si scambiavano.

La mattina seguente quando Edward aprì gli occhi si trovava ancora sul petto spazioso e caldo di Roy che dormiva come un bambino al suo fianco, se così si poteva dire... insomma il letto non era poi così spazioso e per questo motivo lui era stretto tra l'angolo e il corpo dell'altro.

Ma appena fece mente locale guardando fuori dalla finestra si ricordò di un minuscolo particolare...

... qualcuno stava bussando alla sua porta proprio in quel momento e fuori c'era il sole questo poteva significare solo una cosa: Era mattina e suo fratello era lì fuori come ogni giorno.

-Oh cazzo...- Sibilò e senza pensarci due volte mise una mano sulla bocca del moro per evitare che urlasse e poi gli tirò un ceffone che lo fece svegliare di soprassalto -e alquanto arrabbiato-.

-Shh... c'è Al fuori brutto imbecille! Non dovevi andartene questa mattina presto?!-

-Non mi sono svegliato!- Si lamentò mettendosi in piedi per riprendere i suoi vestiti il più in fretta possibile.

-Fratellone...?- La voce di Al gli mise ancora più fretta mentre i colpi alla porta aumentavano. -Posso entrare...? Sei sveglio?-.

-No!!- Gridò Ed in preda al panico -Non puoi entrare Al... perché... ho chiuso la porta dall'interno e devo aprirti io!-

-D'accordo... ma va tutto bene?-

-Mh... più o meno...- Roy in quel momento gli stava facendo segno di prendere tempo mentre si nascondeva in bagno: Doveva trovare il modo di farlo uscire da quell'alloggio senza che qualcuno lo notasse, ma come?

-Ti senti bene? Hai ancora mal di pancia?-

-Si... aspetta un secondo che ti apro...- Si alzò e mise in fretta i boxer e la maglia nera chiudendo la porta del bagno, si guardò un momento allo specchio, spettinò i capelli e strofinò gli occhi per renderli almeno un po' lucidi, infine aprì la porta.

-Ed... non hai una bella cera...- Disse subito Al posandogli una mano sulla fronte -Ma non sei caldo... deve averti steso quel mal di pancia-

-Grazie al cielo...-

-Come?-

-Cioè volevo dire, grazie al cielo che l'hai notato...-

-Oggi non ti muovi di qui, anzi verrai con me all'appartamento così potrò tenerti d'occhio e Winry farà lo stufato che ti piace tanto, in queste condizioni non puoi mangiare le schifezze che ingurgiti di solito!-

-Si si hai proprio ragione Al... mangio troppe schifezze... che ne dici se io mi do una sistemata e tu vai ad avvertire il Taisa che oggi non ce la faccio a lavorare?-

-D'accordo, torno tra cinque minuti-

Chiusa la porta si aprì quella del bagno e Roy lo guardò subito male.

-Come fa a dire al Taisa che sei malato se sono qui!?-

-Infatti adesso lo raggiungi imbecille! Ma intanto ti ho liberato la strada... non c'è di che-

E infatti quando riaprì la porta il corridoio era deserto, i militari erano già usciti per recarsi nei rispettivi uffici, stessa cosa che fece anche il Colonnello, entrando nel suo miracolosamente prima di Alphonse che forse si era fermato per strada per parlare con qualcuno.

E Edward... aveva un giorno di malattia per merito suo.

°*°{Angolino Autrice}°*°

Eccomi genteeeee ^__^ sono contenta che questa fic vi sia piaciuta!! E allora ho deciso di continuarla, con tanti cap come questo qui *-* hahaha mi sono divertita moltissimo a scriverlo e spero che anche voi vi siate divertiti leggendolo ^_^ Vi ringrazio per le recensioni, per me è molto importante sapere che quello che scrivo è apprezzato e contribuisce a strappare un sorriso ^^ ringrazio anche le persone che seguono, preferiscono o semplicemente ricordano ^^ 

Un bacio grandissimo a:

liena

Chiby Rie_chan

hachiko elric

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Capitolo 3
*** Baffi ***


Era una soleggiata mattina di fine agosto, ormai la calura delle precedenti settimane sembrava diminuire lasciando agli abitanti un po’ di respiro.

Tuttavia nell’appartamento del Flame Alchemist sembrava essere ancora estate: A terra su di un grande tappeto dormiva sornione un cucciolo nero, con la pancia in su e la lingua che penzolava bellamente dal lato della bocca, non molto differente dal padrone, un ragazzetto dai lunghi capelli biondi sparsi qua e là tra le lenzuola gettate per aria, dormiva anche lui: La bocca aperta e la pancia leggermente scoperta.

Nessuno dei due sembrava voler lasciare il mondo dei sogni ma qualcuno lo aveva già fatto, infatti all’appello mancava il Colonnello Roy Mustang che si era alzato alla buon ora quella mattina, forse più per abitudine che per altro e aveva deciso di restarsene al fresco in salotto mentre leggeva il giornale e gustava una bevanda fresca.

Portandosela alle labbra leggeva il titolo del quotidiano, senza averne reale voglia, si trattava sempre delle solite cose: Governo, politica, conflitti… e non aveva intenzione di pensare a queste cose nel suo giorno libero.

Appena posò il bicchiere di vetro sul tavolinetto vicino sentì nella stanza accanto un festoso sgambettare e l’inconfondibile rumore di zampe sul parchè, segno che almeno uno dei due “cuccioli” si era svegliato e come un fulmine era giunto sotto le sue gambe scodinzolando e guardandolo con quegli occhioni languidi alla ricerca di qualcosa da mettere sotto i denti o di una bevanda fresca per la gola assetata.

-Ho capito bì, è in arrivo una bella ciotola di latte e fette biscottate-

Si alzò ringraziando il cielo che Edward ancora non fosse sveglio, se l’avesse visto concedere al cane quella roba gli avrebbe dato dell’assassino, nel suo cervellino forse non c’era spazio per l’idea che a qualcuno potesse piacere il latte, anche se era estremamente intelligente.

Poi il cane era un caso più unico che raro, amava mangiare le fette biscottate e tutto ciò che mangiavano loro… provava un odio profondo per le crocchette, dormiva a fianco a loro sul tappeto e alle volte quando i due padroni non guardavano saltava sul divano, come un essere umano.

Quando finì la sua colazione cercò rapidamente di mettere in ordine e sedendosi a terra lanciò una pallina per il corridoio affinché il cane la rincorresse per giocare un po’.

-Buongiorno…-

Edward entrò nella stanza già vestito e con i capelli umidi segno che era appena uscito dal bagno e non li aveva asciugati completamente, si avvicinò al moro che gli sorrise cingendogli la vita amorevolmente.

-Ben svegliato… pensavo dormissi ancora-

-Il cane mi è saltato addosso prima di raggiungerti, così mi sono alzato anche io… ma… cos’è quello schifo sulla tua faccia?-

Lo vide stranirsi di colpo osservando qualcosa sotto il suo naso, tastò la zona con le dita e subito capì che si trattava dei suoi nuovi baffetti.

-Li sto facendo crescere non ti piace?-

-Prima ci sono passato sopra perché pensavo non avessi tempo di andare dal barbiere… ma cavolo Roy adesso che si notano di più sono orridi-

-Lo prendo per un no…-

Sorridendo cercò di avvicinarlo per stampargli un bacio sulle labbra ma venne scansato immediatamente negandogli la terra promessa.

-Non osare baciarmi con quei cosi!-

-Andiamo Ed… vuoi dire che non ti avvicinerai più a me?-

-Esattamente, o io o loro, questa città è troppo piccola per entrambi…-

-Cos’hai contro i miei baffi?-

-Non mi piace la barba in generale e nemmeno i baffi, sono… grezzi, non so forse mi ricordano mio padre ma li detesto ed è per questo che non li faccio crescere-

Non era un’ipotesi tanto maligna dopotutto, Van Hohenhaim aveva sia la barba che dei leggerissimi baffi e visto che Edward non lo sopportava poteva aver ricollegato la cosa inconsciamente.

Ma chi poteva capirlo? Era arrivato a prendere il cognome di sua madre rinnegando completamente suo padre… era tutto fuorché prevedibile.

-Vuoi dire che cresce qualcosa su questo visetto…?-

Prese il suo mento tra due dita insinuando con voce smielata –o da presa in giro- che non potesse crescere nulla sul suo viso ancora da ragazzino, figuriamoci della peluria.

-Stai dicendo che sono un NANO brutto…!!!-

-Anche se fosse…?- Sibilò malignamente.

-Bé CHI SAREBBE L’ESSERE TANTO PICCOLO CHE A CONFRONTO UNA PARTICELLA SUB ATOMICA RISULTA ESSERE IMMENSA?!-

-Questa me la segno sai…? Stavo pensando di scrivere un libro delle frasi più celebri che utilizzi-

-Fai pure lo spiritoso…- Ringhiò con la solita vena pulsante sulla fronte –Ma quel baffo sparirà!-

Detto ciò si voltò indispettito facendo svolazzare i capelli in aria per prendere la giacca lasciata da qualche parte la sera prima, per via della foga del momento e uscire sbattendo sonoramente la porta.

-Edward andiamo…!-

Impossibile quel ragazzo, troppo permaloso a volte!

Nel pomeriggio si recò a casa di suo fratello per svagarsi un po’ e liberare la mente, non aveva più sentito il Taisa e aveva ignorato volontariamente le sue chiamate: Doveva capire la lezione questa volta! Ovvero, mai sfidare Edward Elric! Oppure, non giocare con la sua autostima quando era davvero arrabbiato!

-Ehi Ed…-

Si sentì chiamare da un Alphonse piuttosto timoroso che stava entrando nella stanza, si torturava le mani, segno di nervosismo e mordeva il labbro inferiore… si chiese cosa lo turbasse a quella maniera.

-Si Al…?-

Era seduto sul divano mentre leggeva un buon libro, i capelli raccolti per via del caldo con un nastro nero e un leggero alone di sudore ad imperlargli la fronte.

-Se… avessi qualcosa da dirmi, me lo diresti vero?-

-Certo Al… cosa ti turba?-

Quasi gli prese un colpo, pensò davvero di essere stato scoperto, il mondo quasi gli crollò addosso e sulle spalle sentiva un’incudine, pronta a cadere.

-E’ che … ti sento distante di questi tempi, stai sempre sulle tue, non riusciamo più a stare un po’ insieme… quindi vorrei che ti sfogassi un po’ con me, se c’è qualcosa che non va- Si avvicinò sedendosi al suo fianco, guardando i suoi occhi in cerca di una risposta.

Non aveva certo tutti i torti, in fin dai conti erano tante le cose che non aveva il coraggio di dirgli e non erano mai venute fuori finché non era lui stesso a scoprirle.

-Ma no Al… è tutto a posto, ti prometto che staremo più tempo assieme d’ora in poi, è stato solo un periodo sfortunato e carico-

-Va bene Fratellone, sono contento di avertene parlato- Lo abbracciò tenendolo stretto, forse lui si sentiva più leggero ma la coscienza del più grande non si era certo alleggerita… anzi iniziava a sentirsi davvero in colpa.

Il discorso cadde lì e per tutto il pomeriggio accantonò lo studio per dedicarsi ad altro: Giocarono in giardino solo loro due fino al tramonto, ridendo e scherzando come i vecchi tempi, si allenarono temprando il corpo come facevano spesso, ma non seriamente… era un gioco in fin dai conti.

Verso sera rientrò nel suo alloggio trovandolo però occupato da un certo Colonnello guasta feste, che aveva cosparso il pavimento con petali di rose rosse e circondato la zona di candele.

-Roy… queste cazzate da Harmony non attaccano con me sai?-

Sbucò dalla porta del bagno con indosso solo un asciugamano, evidentemente la vena del donnaiolo casca morto non si era estinta in lui.

-Non si riesce proprio ad ammorbidirti…-

-Non riesco a prenderti sul serio coi baffi-

Quasi gli veniva da ridere, ma per delicatezza si trattenne.

Senza dire nulla lo vide avvicinarsi, prendergli delicatamente la mano e posare le calde labbra sulle sue, senza nessuna costrizione, soltanto un semplice e dolce contatto.

-Questo è efficace…?- Sussurrò sulle sue labbra ancora tremanti per la sorpresa, mentre fondevano gli sguardi in un'unica cosa.

-E’ strano coi baffi… ma si-

Si sentiva perfettamente in sintonia con l’uomo che gli stava di fronte, come se tutto ciò di cui avesse bisogno fosse a portata di mano, non aveva incertezze né paure… sapeva soltanto di sentirsi completo, in qualche modo a casa, l’amore e gli sguardi che si scambiavano contribuivano a fargli almeno in parte toccare il cielo con un dito… ma la vera magia stava nei loro sentimenti, nella certezza di appartenersi e possedere l’uno il cuore dell’altro.

Fece scivolare la mano dietro la nuca del più grande avvicinandolo nuovamente per baciarlo ancora, i baffi gli facevano solletico ma non era importante, ora come ora no… non erano al primo posto tra i suoi pensieri.

Separandosi le labbra schioccarono leggermente e ancora… ancora un altro bacio, sul lato della bocca, sulla guancia, sul collo, sullo sterno fino a che al limite della tolleranza Mustang se lo issò in braccio come una principessa –gli era venuto in mente solo quel paragone e se Edward l’avesse saputo lo avrebbe sicuramente picchiato- adagiandolo sul letto per poi sovrastarlo per continuare quella piccola vendetta, lo aveva lasciato quasi un giorno intero senza sesso e ora doveva pagare!

I sospiri dovuti al piacere riempivano la stanza, ma non era nulla di volgare, bensì delicato e dolcissimo, il loro era un amore tenue e sussurrato, non avevano bisogno di gridare per esprimere i loro sentimenti e pulsioni, non volevano alcun testimone della loro relazione, si amano in segreto e così sarebbe sempre stato.

La mattina dopo quando Roy Mustang si svegliò sentiva dentro qualcosa di diverso, insomma fare l’amore con Edward lo scombussolava sempre… era come raggiungere le porte del paradiso ma quella mattina tuttavia c’era qualcos’altro fuori posto.

Si mise lentamente a sedere nel piccolo letto, le candele della sera prima erano ormai spente e consumate, i petali appassiti ma il biondino al suo fianco era sveglio come lui e se la ghignava per qualche strano motivo.

-Che c’è…?- Chiese inarcando un sopracciglio.

-Oh niente…-

Rispose continuando a sghignazzare sotto sotto, finché non facendocela più scoppiò in una fragorosa risata piegandosi in due.

-Ma che ti prende…? Fai ridere anche me se c’è qualcosa di così divertente-

L’altro si alzò come per essere pronto a scappare da qualche pericolo, andò in bagno mettendosi l’accappatoio addosso e visto che c’era gli portò uno specchio per fargli ammirare il suo volto sbarbato con un bel ghigno.

-Edward…!-

Ringhiò fiondandosi in bagno per guardarsi meglio, mentre il caro biondo si vestì correndo fuori, lontano dalla furia del Colonnello.

Quella mattina quando i sottoposti del Taisa arrivarono al Quartier Generale, poterono ammirare come tanti altri prima di loro, la comica scenetta che aveva fatto il giro degli uffici: Mustang nero come non mai inseguiva per tutto il cortile il Fullmetal Alchemist come se fossero due bambini, gridando a squarcia gola.

-Fullmetal questa me la paghi!! Come hai potuto sbarbarmi!? Se ti prendo….!!!-

Mentre questo se la rideva di gusto insieme a chiunque li vedesse.

Altri gioiosi attimi di vita… <3

{Angolino Dell'Autrice .... <3}

Eccomi qui dopo una luuunga assenza u.u dovuta al mio pc sgangherato ** che ha smesso di funzionare .-.

Ma passando oltre XD Una fic sui baffetti di Mustang ce la dovevo proprio scrivere!!

Come abbiamo appreso ormai quasi tutti... alla fine di Brotherhood il Taisa si fa crescere quei cosi osceni, che per me sono stile Hitler °-° ovviamente la fic non è ambientata in Brotherhood ma segue il primo anime, altrimenti ci sarebbe un po' di confusione, ma i baffetti ce li volevo mettere XD 

Come forse alcuni non sapranno, perché mi capita sempre di incontrare alcune persone che avendo seguito solo il primo anime si confondono, il cognome di Hohenheim non è Elric... quello è il cognome di Trisha che i due fratelli hanno preso. Non credo che sarebbe stata la stessa cosa chiamarli i Fratelli Hohenheim -.- blé XD 

Nel manga il vero nome è Van... poi nel primo anime viene cambiato in Hohenheim della luce. Fatto sta che sono stupendi tutti quanti gli anime di FMA XD e se mi traducono il New Film sono più contenta u.u anzi me lo vedrei pure in Giapponese ma non si trova niente ç^ç 

Comunque.... tralasciando le mie solite follie di fine pagina ^_^ spero che questo capitolo vi sia piaciuto come tutti gli altri e che vi abbia almeno strappato un sorriso! ^^

Vorrei ringraziare infinitamente coloro che mi hanno recensita:

 liena 

 Fullmetal Hachiko

 Chiby Rie_chan

Red Robin

E ovviamente anche chi segue, preferisce, ricorda o solo legge ^_^
Per chi segue altre mie fic, aggiornerò a breve anche quelle <3 sto lavorando proprio ora al capitolo di Black Rose (intendiamoci, non si tratta di vampiri v.v come avevo già specificato non è quello l'argomento XD anche xke x me i vampiri sono quelli che bevono sangue, escono solo di notte e sono crudeli v.v non quelli che brillano .-. )

Detto ciò vi lascio :3 Bye and Kiss to all!!!

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