A Quiet Murmuration (by cathedral carver)

di Holvs
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Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1/8 ***
Capitolo 2: *** 2/8 ***
Capitolo 3: *** 3/8 ***
Capitolo 4: *** 4/8 ***
Capitolo 5: *** 5/8 ***
Capitolo 6: *** 6/8 ***
Capitolo 7: *** 7/8 ***
Capitolo 8: *** 8/8 ***



Capitolo 1
*** 1/8 ***


Capitolo: 1/ 8
DISCLAIMER: Purtroppo questi personaggi non appartengono né a me, né all'autrice, ma alla BBC.
NdT: Tutto quello che state per leggere l'ha sfornato cathedral carver,  QUI potete trovare la versione originale della storia!  Tutti i vostri commenti saranno tradotti personalmente all'autrice, che ne sarà molto molto felice! 


A Quiet Murmuration


John era di malumore. Bhè, non proprio di malumore, ma era arrabbiato. Oddio, no, non proprio arrabbiato... John era qualcosa, comunque, e Sherlock non riusciva a capire esattamente cosa. Distante. Schivo. Silenzioso. Si. Era sicuramente silenzioso. Giorni ormai, giorni e giorni di silenzio e Sherlock a guardare ed aspettare, aspettare che John facesse... qualcosa. Almeno che smettesse di essere silenzioso. E non era un silenzio pensierioso, riflessivo, ma un silenzio molto ci-sono-cose-che-potrei-dire-ma-non-lo-faccio-perché-se-lo-facessi-sarebbe-la-fine.

Giorno dopo giorno tutto ciò stava diventando sempre più fastidioso e John continuava a stare zitto. Fastidioso e preoccupante. Sherlock aveva provato di tutto, dal fare il tè e abbandonare i suoi strani esperimenti, al non suonare il violino dopo l'1 di notte, o raccogliere i vestiti sporchi dal pavimento del salotto e comprare il latte. La cosa peggiore era che aveva anche tentato di instaurare una piccola conversazione: Bello il tempo oggi! Non è troppo caldo, ma nemmeno troppo freddo. È perfetto, in effetti. Pasta per cena? Con qualche tipo di... salsa? Hai sentito di quella celebrità? Si, quella che è rimasta incinta della sua... uh...

Ancora niente.

Occorreva prendere misure drastiche. Decise di provare a colazione, quando John sarebbe stato più aperto, condiscendente e intontito.

"John" disse, raddrizzando le spalle e facendosi più vicino al tavolo. John alzò lo sguardo. Bene. Ottimo. "Mi... dispiace."

Fece uno sforzo enorme per non terminare la frase con un punto interrogativo.

John inclinò la testa. Le dita piegate attorno alla tazza. "Okay..." ed aspettò. Sherlock aspettò che lui smettesse di aspettare. "Per cosa, esattamente?"

Sherlock sospirò. "Bhè... lo sai."

John aspettò ancora. Sorrise. "Si bhè, io lo so. Ma mi piacerebbe sentirlo dire da te, solo per capire se stiamo parlando della stessa cosa."

Sherlock sbuffò sonoramente. "Mi... dispiace, ho mentito."

John annuì. Addentò un angolino del suo toast. Masticò. Inghiottì. Aspettò. 

"E...?"

Sherlock spinse la sedia indietro. "Mi dispiace di averti lasciato indietro"

John masticò ancora un po'. In effetti si stava impegnando molto a masticare. Il suo apparato digestivo lo avrebbe ringraziato per questo. Finalmente inghiottì. "E...?"

Ecco. Quella era, per svariate ragioni, la parte più impegnativa. "Sono... davvero dispiaciuto di averti quasi ucciso."

John aspettò. Il suo sguardo era estremamente... blu e fermo, ma non freddo. Sembrava che stesse decidendo qualcosa. Silenzio. Sherlock sentì una goccia di sudore formarglisi sulla fronte.

 "E...?"

Sherlock andò nel panico. E cosa? Cos'altro poteva esserci? Si umettò le labbra.

"Mi dispiace di... aver comprato la marca di latte sbagliata? Aver fatto esplodere il bollitore l'altro giorno? Aver bruciato un pezzo di tappeto?"

John decise di concedergli una pausa.

"Spero tu abbia notato che stavi per ammazzarti da solo. Cioè, si, ovviamente non mi piace venire imbottito d'esplosivo, ma non era me che voleva, quindi non è tutto incentrato su di me, come sembra tu stia pensando." Prese un altro morso del tost. "Anche tu saresti potuto morire." L'aveva detto con tono casuale, ma le sue mani stavano tremando lievemente. Mise giù il toast e raccolse le mani in grembo.

Le nocche di Sherlock erano bianche adesso. Annuì debolmente.

"È stato..." Chiuse un attimo gli occhi. "davvero sconsiderato da parte mia"

"Più che sconsiderato, vorrai dire. Del solito intendo."

Sherlock annuì. Aspettò un minuto intero. "Bene. Quindi.. Siamo apposto?"

John scosse la testa. "No. Non proprio. Mi devi ancora qualcosa, credo."

"Qualcosa.."

"Si" John bevve un po' di tè, poi fece una smorfia, come se scottasse, ma non poteva scottare, quindi stava facendo una smorfia per qualcos'altro, forse era riferita a quello che stava per dire. Sherlock aspettò, preoccupato. "Devi ripagarmi. Per tutto il dolore gratuito che hai causato."

"Ti dovrei-"

"Si"

Sherlock si tastò le tasche, chiedendosi dove avesse lasciato il portafoglio. "bhè, ho qualche soldo-"

"No, no." John riprese il tost. "Non con i soldi."

"No."

"No."

"Allora... come?"

John prese un piccolo morso dal toast. "Sto pensando."

Sherlock deglutì. Cosa? Lavanderia per un mese? Tre mesi? Fare la spesa? Cucinare? Televisione spazzatura? Dio Santissimo. E se John gli avesse chiesto di lasciare il suo lavoro? Doveva fare qualcosa. Subito.

"Potrei baciarti" mormorò.

La testa di John scattò su di lui dicendo un "Cosa?" che suonò come se il taost gli si fosse bloccato in gola.

"Niente."

"No, non era niente. Che hai detto?"

"Se proprio vuoi saperlo, ho detto che potrei ripagarti con dei baci."

"Di cosa stai parlando?" Le mani di John tremavano così tanto che dovette rimettere giù il toast.

"Niente, dimenticalo." Disse Sherlock. "Dimenticalo. Potrei... cosa? Cosa vuoi che faccia? Se non vuoi i soldi potrei disinfettare il gabinetto, sterilizzare il frigo-"

"Accetto." mormorò John.

"Cosa... il frigo?" Sherlock si rilassò sollevato. Ci sarebbe voluta più di un'ora, due al massimo se avesse usato quei contenitori di butanolo* sotto il suo letto-

"No. Non questo. L'altra cosa. Quella che hai detto prima. Prima di tutto. Anche se una pulizia del frigo sarebbe comunque utile."

Sherlock ponderò la risposta. "Un bacio."

"Si. Quello. Ma più di uno."

Sherlock incrociò le braccia. "Bene, allora quanti?"

John ci pensò. "Mille baci e non ci pensiamo più."

Sherlock spalancò impercettibilmente gli occhi.

"Mille baci."

John annuì deciso. "Si, sarà questo il tuo pagamento." Pausa. "la tua Resituzione."

Sherlock iniziò a sentire molto, molto caldo sotto la maglietta. Sentì un principio di replica arricciarglisi sulla lingua, ma lo morse indietro, forte.

"A meno che tu non stessi scherzando."

"No." Disse velocemente Sherlock, perché realizzò in quel momento che non lo stava facendo, non stava scherzando.

"Fantastico."

"Penso sia giusto."

"Si. Sono d'accordo. Bene."

"Bene." John riprese il toast dal tavolo, avvolgendo l'altra mano attorno alla tazza. Sherlock realizzò improvvisamente a cosa aveva acconsentito e qualcosa iniziò a strisciargli nello stomaco. Doveva essere panico o eccitazione, decise. Probabilmente una combinazione dei due.

"Quindi," disse Sherlock, cercando di sembrare professionale. "Come vorresti fare?"

"Non lo so." Disse John masticando il toast. "L'idea è tua." Anche se suonò disinteressato i suoi occhi stavano scintillando.

"Ok allora." Sherlock batté le mani, un colpo secco. "Stavo pensando che se ti dessi cinque baci al giorno, tutta questa situazione avrebbe fine in 200 giorni, prendere o lasciare."

"Prendere o lasciare."

"Si."

"Fino a debito pagato. Completamente."

"Si."

John continuò a masticare e annuì. "Può andare. E terremo il conto... come?"

Sherlock ci pensò un momento. Prese una penna dal tavolo. "Così," disse, segnandolo sul calendario attaccato al muro. Le sue gambe erano instabili. Le braccia pesanti. Fece un singolo puntino nello spazio bianco accanto alla data. Il puntino era scuro e inquietante. Stava aspettando. Era in trepidazione. Sherlock mise giù la penna. Poi guardò John. "Vedi?"

John annuì. Inghiottì con qualche difficoltà. "Vedo."

"Bene. Allora.. iniziamo?"

John annuì ancora. "Certo. Quando sei pronto."

"Sono pronto adesso."

"Anche io."

"Bene."

Sherlock aggirò il tavolo e pigiò le labbra sui caldi, morbidi capelli di John.

Uno.

E così, iniziò.



Continua...

 

*Butyl cellosolve: non sono un'esperta in chimica e composti vari quindi ho tradotto un po' alla meglio, se qualcuno mi sa indicare una traduzione più esatta sarò felice di correggermi :)


Sono sicura che ognuno di voi abbia un'opinione diversa su questa storia, che ne dite di condividerla con me in un commento? :D

Commentate figlioli, commentate! 

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Capitolo 2
*** 2/8 ***


NdT: Salve a tutti, volevo dirvi che ho intenzione di aggiornare 2 volte a settimana, di lunedì e venerdì. Volevo anche dirvi che mi è dispiaciuto molto vedere che non sia piaciuta la storia, comunque finirò di pubblicarla. Non so se il problema è la storia o la traduttrice. Rendetemi partecipe della vostra opinione, d'altronde che vi costa scrivere due parole? Mi fareste felice.

A Quiet Murmuration

 


Giorno 2:

Essendosi ripreso da quell'unico bacio il giorno precedente, Sherlock era pronto per fare completa ammenda il secondo giorno. Iniziò con un altro bacio sui capelli a colazione, seguito da un bacio a metà mattina dietro la spalla sinistra, un bacio pre-pranzo sulla fronte, un bacio a pranzo sulla tempia, un bacio all'ora del tè, un bacio pre e post cena sulla guancia e, per concludere, un bacio post spuntino della mezzanotte. Dato nuovamente sulla guancia, ma questa volta vicino all'orecchio destro.

John accolse tutti i baci con un lungo, incerto battito di ciglia ogni volta Sherlock che spuntava da qualche parte per piantargli un bacio in una qualsiasi parte del corpo. Semplicemente si fermava, sorrideva e annuiva guardando Sherlock che si sbrigava a segnare sul calendario un altro puntino.

"Nove," annunciò Sherlock con gioia alla fine del secondo giorno. "Quasi in linea col programma."

"Fantastico" disse John, sbadigliando e stiracchiandosi. "Allora andrò a letto."

"Aspetta!" Lo chiamò Sherlock. Prese John per le spalle e lo baciò. Sulla punta del naso. "Buona notte."

John sbatté le palpebre. "Giusto. Notte."

10

x

 

Giorno 11:

Iniziava a diventare una specie d'abitudine, la cosa del baci. Uno prima di colazione, appena Sherlock lo vedeva. Casto, asciutto, un soffio d'aria mattutina, di solito sulla guancia. I rimanenti quattro arrivavano in momenti diversi dalla giornata, dipendeva dai rispettivi orari e, a volte, stati d'animo. Un annoiato ed imbronciato Sherlock raramente si sentiva dell'umore di baciarlo e a volte aspettava fino alla fine della giornata per restituirglieli tutti e cinque in una volta. Quando succedeva, John se ne stava silenzioso e paziente, contando dentro di se ogni volta che le labbra di Sherlock sfioravano la sua guancia, uno, due, tre, quattro, cinque.

Sherlock poi si tirava indietro e sospirava, gli occhi a mezz'asta, con lo sguardo da qualche parte sul pavimento, in prossimità dei piedi di John.

"Notte." John diceva, e Sherlock annuiva, tornando a sparire nell'ombra. Una di quelle notti fu John a mettere il puntino e la lunga, scura matita macchiò il bianco.

54, 55, 56.

E così continuò.

x

Giorno 17:

I cadaveri ispiravano Sherlock come se fosse stata fatta una spudorata lode alla sua persona. John ricevette un sacco di baci sulla scena del crimine.

Sherlock ballava intorno al corpo, la voce e le mani si alzavano in estasi, i capelli svolazzavano al vento, il cappotto turbinava, i piedi si muovevano, il cervello rivelava l'incomprensibile, il pensiero spiegava l'inesplicabile. John guardò e ascoltò, cercando di comprendere e a volte ce la fece, ma per la maggior parte del tempo si limitò a guardare. Era lo spettacolo più bello della città, sul serio!

"Davvero?" Disse John.

"Ovviamente" disse Sherlock.

"Fantastico." disse John.

"Davvero?" chiese Sherlock sottovoce. Tutto quello che John poté fare fu annuire. Si sentì a disagio per la sua scarsa loquacità, ma questo gli fece guadagnare almeno due bacetti veloci.

"Non chiedere" Disse John a Lestrade, che alzò le braccia al cielo.

"Ma che diavolo?" Disse Sally quando Sherlock si allontanò. La sua espressione era a metà fra un ghigno e uno starnuto, il labbro superiore arricciato e gli occhi leggermente strizzati. John la guardò.

"Si?"

"Lo strano ha... ti ha appena baciato." Si fermò. "Due volte."

John sospirò, rassegnato. "Si, si l'ha fatto."

Sally annaspò per trovare le parole. Cercò varie volte di aprire bocca e iniziare a dire qualcosa di sensato. Alla fine disse: "Perché?"

Anche John stentò a trovare le parole. Parole che funzionassero. Anche lui provò varie volte a iniziare una frase di senso compiuto che riuscisse a spiegare... niente. Finalmente disse:

"Perché si." Per il momento avrebbe dovuto farlo.

Sally fece una risata corta e affilata.

"Ottantacinque, John, Ottantacinque" Canticchiò Sherlock dall'altra stanza. John sorrise. Sally ghignò.

85.

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Capitolo 3
*** 3/8 ***


 

 

NdT: ringrazio tutti coloro che hanno commentato/messo fra le storie preferite/seguite/ricordate e anche chi ha anche solo letto :) Finalmente ho trovato qualcuno disposto a betarmi la storia! xD Ringraziamo tutti Fry93! :D
Se volete rendermi felice basta che spendiate anche solo un minuto per commentare! :)




A Quiet Murmuration

 
Giorno 21:

Sherlock scivolò dentro l'appartamento. John e il suo ospite alzarono lo sguardo. Sherlock impallidì, stringendo le labbra.
"Mycroft." Uscì dalla sua bocca come un insulto.

"Ah, Sherlock. È adorabile averti qui con noi. Stavo appunto dicendo a John del mio caso più urgente-"

"Allora me ne vado" Annunciò Sherlock, cercando qualcosa da prendere dal tavolo, qualsiasi cosa, un pezzo di carta, il confetto di un proiettile, qualunque cosa, e girò i tacchi. Mycroft tskò*.

"Sherlock, davvero-"

"John è perfettamente in grado di fornirti tutte le informazioni pertinenti, Mycroft." Disse Sherlock. "Vado a prendere il latte." aggiunse, abbassandosi per dare a John un bacio sulla testa. John annuì. Mycroft tentò di nascondere il proprio sbalordimento. Non ci riuscì.

"Centoquattro" Affermò Sherlock scendendo le scale.

John e Mycroft rimasero seduti in silenzio per altri 37 secondi. John bevve il suo tè.

"Centoquattro?" Chiese gentilmente Mycroft.

x

 

Giorno 45:

John giaceva a terra in un vicolo. John si stava stringendo lo stomaco. John era ferito. I passi veloci e frenetici di Sherlock risuonarono forte nelle sue orecchie. In un balzo gli era accanto, le mani gli si muovevano sbrigative sul corpo dolorante di John. Quando le rialzò erano pulite, niente sangue. Grazie a Dio, Grazie a Dio, Grazie a Dio-

"Sherlock-" tossicchiò John.

Sherlock lo stava inondando di baci, coprendo tutta la pelle che la sua bocca riuscisse a raggiungere.

"Sherlock-"

Sherlock continuò a baciarlo. Non poteva farci niente.

"Sto bene-"

Più baci.

"Mi ha solo tolto il respiro-"

Sherlock smise di muoversi, le labbra vicino alla tempia di John.

"John?"

"Sto bene." Disse John. Il suo respiro si era calmato. Sherlock, tuttavia, era ancora affannato.

"Davvero?"

"Abbastanza, si." Disse John. Si tastò lo stomaco. Si toccò la faccia e poi guardò Sherlock. "Tu stai bene?"

Sherlock annuì.

"Aiutami ad alzarmi, ok?"

Sherlock lo aiutò.

Più tardi si trovava davanti al calendario, meditabondo.

"John."

John alzò la testa dal giornale. Era disteso sul divano. Lo stomaco faceva ancora male.

"Ho un dilemma."

"Cosa?"

"Non sono sicuro di quanti baci ti ho dato oggi... Nel vicolo."

"Oh."

"Hai per caso... tenuto il conto?"

"Scusa? Oh... no. Mi sono perso dopo i primi otto o giù di lì."

"Hmm." Sherlock studiò il calendario. "Bene allora ne segnerò 20 per oggi."

"Va bene."

"Solo per sicurezza."

"Okay."

"A te va bene?"

John lo guardò. "Si, Sherlock. Mi va bene."

"In qualche modo sconvolge il programma, ma nell'interesse dell'accuratezza scriverò 20."

"Ho la sensazione che siano stati più di 20"

"Davvero?"

John annuì, la faccia in fiamme. "Si, almeno credo. Ma scrivici quello che vuoi."

"Solo non vorrei imbrogliare."

"Non lo farai."

"Va bene."

"Non ti bacerò fino a domani."

"Oh. Bhè, Okay."

"A meno che tu non voglia che lo faccia" Disse Sherlock. John alzò lo sguardo su di lui e realizzò che lo stava solo provocando. "Oppure, a meno che tu non ti ferisca di nuovo, ovviamente."

"Cercherò di evitarlo." Disse John, poi distolse in fretta lo sguardo per nascondere un sorriso.

x

Giorno 46:

Sherlock stava studiando il numero dei puntini.

Le cose stavano procedendo molto più velocemente di quanto si fosse aspettato. Male, molto male. Continuò a stare davanti al calendario. Picchiettò un dito su una casellina. Bianca, incorniciata di nero. Distaccato, innocuo. Troppo veloce, stava procedendo troppo velocemente. Forse aveva bisogno di un altro calcolo e quindi, slittare da cinque baci al giorno, a uno, due al massimo.

Dopo tutto non c'era alcun bisogno di affrettare le cose.




* derivato dall'espressione "tsk"

 

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Capitolo 4
*** 4/8 ***


NdT: Salve a tutti, ringrazio nuovamente chi continua a commentare, non avete idea di quanto mi stiate rendendo felici, ringrazio anche: Bads, kae, KAZ 2Y5 e mary_for che l'hanno messa fra le preferite; nevermore72 che l'ha aggiunta alle ricordate e Lady Arcanine e Ciajka che l'hanno aggiunta alle seguite, grazie! :)
Buona lettura! 

A Quiet Murmuration


Giorno 58:

Sherlock era a letto. Sherlock era malato, e triste e accaldato e infreddolito e nauseato e letargico e nervoso e malato. John gli portò un tè (che non bevve), e un toast (che non mangiò) e del paracetamolo (ingerito controvoglia, con acqua), e gli rimboccò le coperte e gli tamponò la fronte con una salvietta ed ascoltò le sue lamentele e alla fine gli ordinò di dormire.

"Non voglio," disse Sherlock. "Sto troppo male."

"Ti sentirai meglio se dormi."

"Non è vero."

"Benissimo. Io mi sentirò meglio se dormi."

Sherlock grugnì e si mise a pancia in giù. Desiderò che il buio oltre le sue palpebre smettesse di lampeggiare e roteare. Desiderò solo di poter rimettere e finirla con tutta quella storia. John spense la luce. Sherlock spinse la sua faccia più a fondo nel cuscino.

"Dormi." Disse John. Sherlock sentì qualcosa premere dietro la testa, fra la confusione dei suoi riccioli, un soffice, caldo, dolce peso. Sherlock alzò la testa mentre John stava già andando via.

"Mi hai baciato."

John si fermò. "Si."

"Tu hai baciato me" Sherlock chiuse gli occhi per concentrarsi su cosa era appena accaduto. Pessima scelta. Nero. Vorticante. Aprì gli occhi e deglutì, pesantemente. Continuò a guardare John.

John sorrise. "Va bene. Vorrà dire che mi devi un bacio in più!"

Poi chiuse la porta dietro di se.

x

Giorno 61:

Un martedì, John ricevette un bacio in più.

"Questo era il sesto." disse John mentre posava la sua tazza nel lavandino.

Sherlock si accigliò. "Lo era?"

John annuì.

"Non pensavo tenessi il conto."

"Qualche giorno lo faccio. Questo era indubbiamente il sesto."

"Oh." considerò Sherlock. "Bhè, te ne dovevo uno. Da quando ero malato. Ricordi?"

"Oh. Si." Guardò Sherlock andare via. "Aspetta! Non lo segni sul calendario?"

Sherlock si fermò. "No, facciamo che questo era gratis."

John guardò in un'altra direzione per nascondere un sorriso.

x

Giorno 70:

"Sei ancora... d'accordo con tutto questo?" Chiese Sherlock.

"Con..."

"Questo... Questo metodo di... restituzione."

"Oh si. Sono a posto. È a posto." John si schiarì la gola. "Perché? Tu sei ancora d'accordo?"

Sherlock annuì secco. "Si."

"Bene."

"Allora la cosa continua."

"Certo."

Sherlock lo baciò sull'orecchio.

422.

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Capitolo 5
*** 5/8 ***


NdT: Aggiorno oggi perché domani non avrò tempo... Un GRAZIE enorme a Fry93 che come sempre continua nel suo efficiente lavoro di beta di questa storia! Grazie anche a chi ha commentato e alle persone che hanno aggiunto questa storia alle preferite/seguite/ricordate! :) Continuate così!
Questo capitolo è un po' più corto, ma, come vedrete, abbastanza ricco di avvenimenti... ;)
 

A Quiet Murmuration



Giorno 77:
 

C'era stato vino da bere per cena. Abbastanza vino, più di quanto fossero abituati a bere e per di più Sherlock era di cattivo umore e non l'aveva baciato per tutto il giorno.
 

"Lascia i piatti." Disse John, tardi. Non aveva voglia di muoversi dalla sedia. Non aveva voglia di muoversi affatto. Sherlock era stravaccato sul divano, per metà era sopra e per metà fuori. Le sue labbra si muovevano, ma non veniva fuori nessuna parola. O, come minimo, nessuna che John riuscisse sentire. Stette lì per un po', guardando le labbra di Sherlock... Erano magnifiche. Si chiese come sarebbero state contro le sue. Quattrocentocinquantanove fottutissimi baci e nemmeno uno sulla fottutissima bocca. Che cosa divertente.
 

"Bene." Disse John alla fine. Articolare le parole stava diventando difficile. "Vado a letto."
 

Sherlock valutò. La sua bocca smise di muoversi. Triste. John cercò di stare in piedi. Ci riuscì, più o meno.
 

"Tu dormi qui stanotte?" disse. Sherlock scrollò le spalle con un gesto plateale, ubriaco, ma non era minimamente ubriaco quanto John, perché quando John cercò di passare, Sherlock saltò in piedi e bloccò l'entrata al pianerottolo delle scale.
 
John sbatté le palpebre, sorpreso. Sherlock si abbassò e lo baciò, sulla bocca. Era una sensazione sorprendente, labbra su labbra, morbide e gentili e non si stavano nemmeno muovendo. Solo lì, una leggera, soffice pressione e un leggero, soffice respiro sulle loro guance. John non aveva nemmeno chiuso gli occhi. Sherlock si, notò con interesse. Stettero in quella posizione per 20 secondi buoni, prima che Sherlock si tirasse indietro, abbastanza per parlare.

 

"Buona notte."
 

"Siamo ubriachi." Disse John.
 

"Un po' "
 

"Io sono ubriaco."
 

"Quindi stai dicendo che questo non conta?" Disse Sherlock, tirandosi ancora un po' indietro.
 

John annuì. "No. Si. Conta." Sembrava leggermente sorpreso. O nauseato. Sherlock non era sicuro.
 

460.
 

x
 

Giorno 78:
 

Cinque baci molto casti, molto veloci e con il minimo contatto visivo.
 

465.
 

x
 

Giorno 86:
 

Sherlock era davanti al calendario. 516 baci. Erano a più di metà. Non era possibile.
 

Si accigliò. Le sue dita picchiettarono sulla casellina.
 

Pic pic pic pic pic.
 

Come era possibile? Non era possibile.
 

Pic pic pic pic pic.
 

Non voleva che fosse possibile.
 

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Capitolo 6
*** 6/8 ***


 

NdT: scusate per il ritardo comunque meglio tardi che mai! Ecco a voi il sesto capitolo! Per il settimo ci vediamo il prossimo venerdì! Dai dai, che se tutto va bene lunedì prossimo dovrei postare l'ottavo e ultimo capitolo! :) Ringrazio tutte e 5 le persone che hanno commentato lo scorso capitolo e che hanno aggiunto la storia fra le preferite/seguite/ricordate! Un grazie speciale al fantastico Fry93! Godetevi il capitolo!

A Quiet Murmuration

 



Giorno 93:

"Grazie Sherlock" Disse John. "Sono... ehm.. adorabili." Questa era la parola più gentile per descrivere i particolari regali che Sherlock gli aveva fatto: una custodia per il suo cellulare a forma di orecchio umano ("è... finto, vero?" "Purtroppo si.") e un pacco pieno di vermi croccanti e saporiti fatti al barbecue* ("Ho sentito che sono deliziosi." "Sentito? Vuoi dire che non li hai provati?" "No, ma qui ce ne sono molti. Puoi condividerli, no?" "Assolutamente si.").

"Di nulla."

Sherlock si piegò su John e gli diede un bacio sulla guancia.

"Quest'anno non ho bisogno del vischio." Disse Sherlock.

"Vero. Buon Natale, Sherlock."

"Anche a te, John."

Bacio. Bacio.

550, 551, 552.

x


Giorno 105:

Il terreno sulla riva del fiume era gelato e freddo. Camminavano veloci, ma insicuri, nuvolette di condensa avvolgevano le loro facce. Corpo. Corpo. Dov'era il Corpo? Ci doveva essere un corpo lì da qualche parte.

"John... John! Guarda!" Sherlock stava indicando un punto con il dito guantato. Non un corpo, ma qualcosa di molto meglio.

In lontananza, un turbinio nero di movimento, vicino al terreno, ma che stava salendo sempre più su, fino sopra il fiume, sopra gli alberi, stava volando e si stava muovendo, su e giù, una nuvola nera di sincronizzata bellezza.

"Che cos'è?" Chiese John. Fece un passo in avanti. Il ghiaccio sul terreno si spezzò come vetro sotto il suo piede. Non aveva mai visto niente del genere. Era... ipnotizzante.

"Storni." Disse Sherlock. Sembrava senza fiato. "Centinaia di Storni che volano insieme, cercando un posto dove ripararsi per la notte."

"È..."

"Si."

Continuarono a guardarli finché non fu troppo buio per vedere. Nessuno dei due parlò. Poi Sherlock si girò e lo baciò. Tre volte, forte.

Due sulla mascella e una sul collo. Poi mise le braccia intorno a John e lo abbracciò stretto.

"E questo... per che cos'era?" Sogghignò John. Non ne poté fare a meno.

"Niente. Sono solo..."

"Cosa?"

Sherlock valutò se parlare o meno. "Penso di essere... felice."

629, 630, 631.

x

Giorni da 106 a 112:

Nessun bacio. Nemmeno uno. Neanche un accenno.

Al settimo giorno John si alzò per andare a letto, poi si fermò. Sperò che la sua faccia non fosse tanto rossa quanto la sentiva.

"Ehm..."

Sherlock lo guardò da sopra il libro. "Si?"

"Io vado a dormire."

"Bene. Buona notte."

Fece un passo. Si fermò. "Non stai per..."

Sherlock lo guardò di nuovo. Sembrava metà curioso, metà annoiato. "Cosa?"

"Lo sai."

"John. Per favore. Dimmelo subito. Sto cercando di leggere."

John si ficcò le mani nelle tasche. "Baciarmi." disse. La parola venne fuori come un singulto strozzato.

Sherlock sospirò. Piazzò un dito sul margine del libro. "Bhè, no. Voglio dire.. Non c'è nessun bisogno di affrettare le cose, giusto? Cioè, avevamo calcolato 200 giorni e siamo parecchio avanti col programma, quindi.." Fece una pausa. Adesso la sua faccia stava diventando rossa. "A meno che, naturalmente, tu non voglia che lasci perdere."

"No, no. No. Non ero.. Non era questo che intendevo. Solo.. Stavo solo controllando. Che tutto fosse..." Si fermò. "In pari col programma."

"Lo è."

"Bene." John annuì. "Va bene." Deglutì rumorosamente. "Buona notte."

"Dormi bene, John."

Fermi ancora a 631.







* BBQ flavored worms crisps. Esistono davvero! Io non so cosa s'inventerà ancora la gente... Pensavo che si fossi arrivati al culmine con tutte le catene di fast food e i vari snack super calorici finché non ho letto ciò: http://www.lazyboneuk.com/products/BBQ-Flavoured-Worm-Crisps.html

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Capitolo 7
*** 7/8 ***


NdT: Scusate il ritardo ma c'è stato un piccolo disguido con il beta! xD Niente di preoccupante.. fra l'altro già che si parla di Fry93 intoniamo tutti un bel "Grazie" per la sua pazienza! Grazie anche a tutte quelle che hanno commentato! Scusate ma in questa settimana non ho avuto tempo di rispondere a una per una quindi dico un grazie generale adesso a: Lady Arcanine, Anonyma, KAZ 2Y5, CowgirlSara! Grazie mille continuate a commentare! Adesso vi lascio alla lettura.


A Quiet Murmuration



Giorno 116: molto, molto presto.

"Cosa c'è?" Disse John, mettendosi a sedere, strofinandosi la faccia. Buttò un'occhiata all'orologio. L'1: 33 di notte. "È successo qualcosa?"

"No, niente. Va tutto bene," Disse Sherlock, che si era arrampicato su un lato del letto di John, la sua faccia era sia angelica che diabolica, le sue dita vagavano sulle lenzuola. Stava sussurrando.

"È che, ho deciso di... darti il bacio della buona notte."

"Oh. Bene. Bhè, okay. Non sei obbligato. È davvero tardi e non è più il bacio della buona notte ormai." La lingua di John era lenta e impastata nei movimenti. Poteva a mala pena vedere. Si chiese se per caso stesse solo sognando. "Ho chiesto solo perché pensavo ci fosse qualcosa che non andasse, oppure non volevi più-"

Sherlock si piegò su di lui e spinse le sue calde, asciutte labbra su quelle di John. Era simile al bacio da ubriachi, ma allo stesso tempo differente, perché questa volta le labbra di Sherlock si stavano muovendo. Si stavano definitivamente muovendo contro quelle di John, e John era così stordito che non poteva fare altro ad eccezione di catalogare la sensazione in qualche area del suo cervello alla quale non credeva di aver mai avuto accesso. Sherlock lo stava baciando. Lo stava veramente baciando.

E... cazzo!

La bocca di Sherlock si muoveva contro quella di John, soffice ma insistente, non lasciando spazio al dubbio. Nessuno spazio. E adesso c'era anche un po' di lingua, solo un po', che sfrecciava dentro e fuori, timida, toccando le labbra di John e tornando indietro. Il respiro di Sherlock usciva in ansiti caldi contro la faccia di John e poi c'era di nuovo quella lingua e John si stava decisamente svegliando nei pantaloni del pagiama e che fottutissimo cazzo.

La mano sinistra di Sherlock abbandonò le lenzuola per posizionarsi sulla guancia di John, tenendolo fermo. Sherlock gli stava incorniciando il mento con le sue lunghe, affusolate dita mentre cambiava l'inclinazione della testa e continuò a baciarlo, baciarlo, baciarlo.

John chiuse gli occhi e fece l'unica cosa che gli era rimasta da fare. Rispose al bacio.

Questo. Questo era. Questo era un bacio differente. Questo bacio era tenero e caldo e insistente e intenzionale e fottutamente, maledettamente sensuale.

Questo bacio non aveva niente a che fare con la restituzione.

Jhon non era sicuro cosa diavolo avesse a che fare quel bacio in generale.

x

Giorno 116: Più tardi

John stava picchiettando il piede a terra. Sherlock stava trafficando con qualcosa che aveva a che fare con malsani esperimenti chimici.

"Sherlock."

Silenzio.

"Sherlock."

"Mmm."

"Hai intenzione di spiegarmi?"

"Hmm?"

Silenzio.

"Per che cos'era?"

"Per che cos'era, cosa?"

"Sai maledettamente bene cosa! Quel... lo sai. Nel bel mezzo della notte. Per che cos'era?" John stava balbettando.

Sherlock non alzò nemmeno lo sguardo. "Davvero, John. Era un bacio. Ti sei già scordato di questi ultimi mesi?"

"Sherlock, quel bacio era... era. Bhè, era differente dagli... altri...baci." concluse con voce smorzata. Si rese immediatamente conto di quanto quell'intera conversazione fosse ridicola, di come potesse sembrare ridicola ad un osservatore esterno.

Si strinse l'attaccatura del naso e resistette alla fortissima urgenza di toccarsi le labbra. "Che cos'era?" chiese sommessamente. 

Sherlock sospirò e finalmente lo guardò. I suoi occhi erano scuri e illeggibili.

"Se proprio lo vuoi sapere, era il 632esimo."

x

Giorno 117:

Cinque baci, molto casti, veloci e con minimo contatto visivo.

x

Giorno 118:

"Sherlock."

"Hmm?"

"Penso che dovremmo parlarne?"

Sherlock gli baciò la guancia di sfuggita.

"Parlare di cosa?" 

John gli lanciò uno sguardo truce.

"Seicentoquaranta, John!"


 

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Capitolo 8
*** 8/8 ***


NdT: E così siamo giunti alla fine, ringrazio tutti coloro che hanno commentato dall'inizio della storia ovvero: Anonyma, KAZ 2Y5, Cowgirlsara, Lady Arcanine, Ciajka, antote e Mione14! Un grazie di cuore per avere seguito tutta la storia fino alla fine!! Ringrazio anche chi l'ha messa fra le preferite: BadschaskakaeKAZ 2Y5, mary_forPepperP. Chi fra le ricordate: nevermore72 e LittleAshes. Chi fra le seguite: alucard51, CiajkaCowgirlSaraElibìF13Felpata90Lady Arcanineperlaneravale 87. Ringraziamo tutte l'autrice per averci donato questi momenti di spensierata lettura e ringraziamo anche il povero Fry93 che ha avuto problemi con il computer e mi ha inviato le correzioni tramite l'Iphone! xD Via giù, grazie a tutti! Commentate almeno questo ultimo capitolo, tanto per far sapere la vostra, tanto lo so che ognuno di voi ha una propria opinione sulla storia, ognuna diversa e mi piacerebbe saperle tutte! :)
BUONA LETTURA!


 

A Quiet Murmuration



Giorno 119:
 

Sherlock stava osservando il calendario.
 

Pik pik pik pik pik.
 

Si chiese quanti altri giorni sarebbe potuto durare.
 

Pik pik pik pik pik.
 

Si chiese se John si sarebbe accorto se avesse semplicemente continuato a farlo.
 

x
 

Giorno 143:
 

"Odio il giorno di San Valentino."
 

"Davvero? Perché?"
 

" È una festa prefissata, creata per manipolarci e farci comportare in maniere prestabiliti. Osceno."
 

"Ah."
 

"Dopo tutto, non è che io abbia bisogno di una ragione per baciarti, no?"
 

John deglutì. "No, suppongo di no."
 

"Giusto. Quindi, almeno per oggi, io non ti bacerò. Come atto di protesta."
 

"Va bene." John tentò di sorridere. "Se ti sembra così importante."
 

"Lo è."
 

John decise che anche lui odiava il giorno di San Valentino.
 

x
 

Giorno 157:
 

"John."
 

"Hmm."
 

"Avrei... un annuncio, nel caso fossi interessato."
 

"Cosa?"
 

"Era questo."
 

"Era questo cosa?"
 

"Il millesimo bacio. Questo qua. Era questo." Sherlock si fermò e deglutì. "Abbiamo.. finito."
 

"Di già?" John sembrava onestamente sorpreso, il che sorprese Sherlock a sua volta, e tremò piano. "Wow. È stato..."
 

"Veloce?" Sherlock picchiettò il calendario.

"Bhè, devo ammettere che abbiamo finito abbastanza in anticipo rispetto al programma. Sfociando in qualche extra qui e là, se ti ricordi."

 

"Si. Ricordo."
 

Silenzio.
 

John lo guardava. Sherlock guardava il calendario.
 

"Quindi." John si schiarì la voce. "Debito saldato."
 

Sherlock annuì. "Del tutto."
 

"Bhè.." John passò le mani sulla superficie del tavolo. Il suo sorriso assomigliava molto a una smorfia. "Ci siamo, quindi. Grazie. Per tutto... questo." Si mosse per alzarsi, ma urtò il tavolo della cucina, facendo cadere tre provette di Sherlock sul pavimento, dove si frantumarono. Un denso, acceso e colorato liquido schizzò in ogni direzione. Sherlock lo raggiunse ed entrambi stettero a guardare il pavimento.
 

"Oh Dio. Scusa. Spero non siano stati-"
 

"Hem-"
 

"Tossici-"
 

"Bhè. Hmm. Non penso?" Sherlock si fermò. "Erano, comunque, estremamente vitali per il mio ultimo caso."
 

"La clinica animale? E che cosa diamine ci dovrebbero avere a che fare?"
 

Sherlock fece un gesto con la mano. "Troppo complicato da spiegare adesso."
 

"Okay." John sospirò. "Mi dispiace davvero, io... pulirò tutto." John prese la scopa e iniziò a spazzare. Sherlock lo guardò per un momento. Poi lo raggiunse e lo prese per il gomito.
 

"Ho un'idea migliore."
 

"Si?"
 

"Tu potresti... ripagarmi."
 

John si arrestò. E forse sorrise un po'. "Davvero."
 

"Si, davvero. Per la tua inerente... goffaggine."
 

"Ignorerò quest'ultima frase. Ripagarti... come? Rimescolando un mucchio di cose come queste?"
 

"Certo che no! Come diavolo ti è venuto in-"
 

"Sherlock. Stavo scherzando."
 

"Oh."
 

John si appoggiò al manico della scopa. "Quindi, che cos'hai in mente?"
 

Sherlock scrollò le spalle. "Sono sicuro che possiamo arrivare ad una specie di accordo."
 

"Un accordo."
 

"Si. Sai... per ripagarmi."
 

"Ah. Tu intendi una restituzione."
 

Sherlock annuì. Si. Era esattamente quello che intendeva. Bella parola, quella. Era conscio del fatto che stesse trattenendo il respiro. Non sapeva quale delle mille cose che gli stavano rimbalzando nella mente lo stesse permettendo:

Non voglio che sia finita. Io adoro baciarti. A te piace baciarmi? Lo spero. Lo spero veramente. Baciami. Baciami adesso, dannazione.

 

Gli occhi di John si scurirono. Si morse il labbro, inclinò la testa. Sorrise. Fece un piccolo passo in avanti. I vetri scricchiolarono sotto i suoi piedi.

"Si. Possiamo farlo, ne sono sicuro."


 

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