Phóbos

di YuukiOnna
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Acluofobia ***
Capitolo 2: *** Idrofobia ***
Capitolo 3: *** Cinofobia ***
Capitolo 4: *** Tanatofobia ***



Capitolo 1
*** Acluofobia ***


{Acluofobia}



-Corea, fammi uscire.
Hong Kong continuava a tenere le mani sulla porta e l’espressione quieta rimaneva sul suo volto. Eppure si trovava in una stanza buia e, per somma sfortuna, anche sprovvista d’interruttori.
-Corea, smettila di fare l’idiota e apri questa porta.
Il tono della voce era lo stesso, così come lo sguardo. Ma, lenta, la paura scivolava nella mente di quel ragazzo. Le dita lunghe e sottili erano ancora poggiate delicatamente alla porta ma si poteva notare un leggero tremore.
Hong Kong girò la testa verso l’interno di quella piccola stanza.
Buio. Solo questo ricopriva tutto ciò che c’era in quella stanza. E i suoi occhi non volevano abituarsi.
Non vedeva niente e l’orribile paura cominciò a prendere pieno possesso della sua mente.
Più rimaneva in quella stanza, più sprofondava nell’oscurità. Le lacrime gli sfocavano la vista e delle voci, provenienti da stanze lontane da quella in cui si trovava, arrivavano come spettrali sussurri.
E, in quel momento, non riusciva a costruire pensieri logici e tutto, dal più insignificante scricchiolio a quelle voci distanti, era motivo di paura.
Prese a graffiare la porta, mentre sentiva le schegge infilarsi nella carne e in sangue scivolare da sotto le unghie. Cercò di chiamare qualcuno, urlando finché la voce non gli si spezzò in gola. 











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Per chiunque abbia letto questo capitolo, lo ringrazio e chiedo di lasciare un commento.
Ora passiamo alla storia: mi frulla in testa da un po' di tempo e, inizialmente, era nata come racconto originale.
Ma alla fine il personaggi di Hetalia si sono trovati a far fronte con le loro peggiori paure (o quelle che IO penso siano).
Parlando di questo primo capitolo, mi ricordavo di aver letto che Hong Kong non amasse il buio /così come la sottoscritta/ e così è venuto fuori questo capito.
Ora mi dileguo. *Sparisce in una nuvola di fumo*

 

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Capitolo 2
*** Idrofobia ***


{Idrofobia}



Il giovane corsaro si avvicinò al bordo della barca, affacciandosi verso il mare.
-Non è bellissimo, l’oceano?- urlò, più a sé stesso che ad altri, continuando a guardare la meravigliosa distesa blu davanti ai suoi occhi.
Abbassò gli occhi per vedere le onde che s’infrangevano sullo scafo della sua barca e, per un momento, rivide l’inglese fare vittime tra il suo equipaggio. Chiuse gli occhi e cercò di dimenticare quell’immagine, ma quando li riaprì, vide qualcosa di scuro muoversi dentro l’acqua.
Con sguardo stupito, continuò a fissare la strana cosa che si espandeva in tutto l’oceano.
Il liquido, di un rosso scarlatto, prese il posto dell’acqua e, a quel punto, lo spagnolo si allontanò dal cornicione. Era sangue.
-Che sta succedendo?
In quel mare scarlatto, vide i corpi di uomini che urlavano per chiedere aiuto finché l’acqua non metteva a tacere le loro voci e vide anche se stesso, in balia delle onde e con le mani rivolte alla nave, per chiedere soccorso.
Si sedette al centro del ponte, per non vedere l’oceano in nessuna delle sue direzioni, mentre le lacrime cominciavano ad offuscargli la vista. 






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Secondo capitolo!
L'ho scritto, l'ho scritto!
Ok,allora: spero vi piaccia e chiedo di lasciare un commento.
Perché idrofobia? Perché mi andava °3° E, per chi non avesse capito, il corsaro è Spagna.
Ora, mi dileguo *Sparisce con la dissolvanza*

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Capitolo 3
*** Cinofobia ***


{Cinofobia}

 
Ormai tutte le altre Nazioni sapevano che Heracles, personificazione della Grecia, amava quei mammiferi sinuosi conosciuti col nome di gatti.
Ma sapeva che nessuno conosceva di quella strana e irrazionale avversione che il ragazzo provava nei confronti dell’animale tanto temuto dai suoi amati felini: il cane. Quando vedeva avvicinarsi uno cercava sempre di cambiare strada e, quando non gli era concesso, correva sempre nella direzione opposta a quella del mammifero.
Destino volle che un giorno il suo caro amico, il Giappone, lo invitasse a casa sua e Heracles non sapeva minimamente che l’asiatico possedesse un cane, seppur inoffensivo.
E quando il giapponese, a causa di forze maggiori, dovette lasciarlo da solo -o meglio, con il suo cane- in casa per circa mezz’ora o qualcosa di più, Heracles era ancora ignaro della presenza del canide.
Il piccolo Pochi si diresse in cucina per mangiare il suo cibo e fu allora che il greco lo vide, certamente non felice. Prese ad urlare e correre per la casa, il pensiero di chiudersi in una stanza non lo sfiorava nemmeno tanta era la paura.
Errore stupido visto che si ritrovò presto intrappolato sul piccolo tavolo al centro del soggiorno, seduto su di esso mentre il cane, incuriosito, lo fissava con i suoi occhietti scuri. E questo non faceva che aumentare la sua paura.
Poi il cagnolino prese ad avvicinarsi al tavolo, facendo retrocedere il ragazzo che cadde rovinosamente a terra. Strisciò fino alla parete dietro di lui mentre il cane cominciava ad abbaiare. E pregò, anche gli dei che sua madre gli aveva fatto conoscere. Pregò perché il giapponese tornasse presto e intanto l’abbaiare del cane si faceva sempre più vicino.
 
 
 
 
 
 
 
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La sottoscritta non è fiera di questo capitolo ma avevo già in mente di fare questa paura per Grecia e quindi
 ho fatto questo.
Sarà anche scontato ma non posso farci niente.
Bye bye *Uscita con disolvenza*

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Capitolo 4
*** Tanatofobia ***


{Tanatofobia}




Ad Italia cose come guerra e morte non erano mai piaciute. Le ricollegava a quello che vedeva di bambino, quando era ancora indifeso -più di quanto non fosse adesso-.
E con le Guerre Mondiali, atroci carneficine inumane che erano accompagnate dal sottofondo delle grida di soldati e civili, questa sua avversione si tramutò in una vera e propria paura irrazionale per tutto ciò che portava morte.
Tutto divenne pericolo e precipitava in un baratro nero come pece se si azzardava a mettere piede fuori dalla porta.
- Sei davvero un fifone! - sbuffava il fratello, incapace di comprendere quell’angoscia che lo costringeva a vivere nel terrore.
E totale fu la paura che lo catturò con le sue fredde mani quando, una notte, sentì -suggestioni o realtà?- scricchiolii lugubri che ricordavano vagamente rumori di passi.
E, come un bambino lasciato solo la notte, Italia si nascose sotto le proprie coperte, tremante e incapace di emettere suono.   













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Yo, son tornata (?)
Questa volta è davvero orribile, il capitolo.
Bhè, godetevelo comunque <3

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