La Bella e la Bestia

di WhoLocki_Martell
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una maledizione ereditaria ***
Capitolo 2: *** Due notti dopo - Vent'anni dopo ***
Capitolo 3: *** L'imprinting ***
Capitolo 4: *** La crisi del giorno dopo ***
Capitolo 5: *** Una parte della verità ***
Capitolo 6: *** Sviluppi imprevisti ***
Capitolo 7: *** Incubo e tradimento ***
Capitolo 8: *** Consigli fraterni e visioni terrificanti ***
Capitolo 9: *** La fine di un'amicizia ***
Capitolo 10: *** Tre Dicembre 2010 - il giorno dell'amore ***
Capitolo 11: *** Undicesimo capitolo - parte 1 + sinossi ***
Capitolo 12: *** Il risveglio - capitolo 11 completo ***
Capitolo 13: *** Guerra e solitudine ***
Capitolo 14: *** Sono l'alfa&mi riprenderò ***
Capitolo 15: *** Telefonate ***



Capitolo 1
*** Una maledizione ereditaria ***


Una maledizione ereditaria

La sua festa dei diciott'anni era davvero uno sballo.
Tutta Forks era alla sua festa, e aveva rimorchiato una ragazza bellissima (che neanche conosceva) per la notte.
Da fuori proveniva un chiasso che definire "schiamazzi notturni" era riduttivo, e lo stereo gigantesco vicino alla piscina non ne era la causa principale.
- << Jacob ... >> - miagolò la ragazza, Jade o Jane, nella sua stanza.
- << Un attimo solo, tesoro. >> - rispose lui, dal bagno attiguo alla sua stanza.

- << Ti stai divertendo? >> - chiese una voce decisa.
Jacob si voltò immediatamente, spaventato, e vide una ragazza dai lunghi capelli neri, la carnagione bianchissima e le labbra rosse.
- << E tu chi diavolo sei? >> - chiese Jacob tra l'ammiccante e il seducente (o almeno provandoci, tanto era fatto).
- << Tuo padre non ti ha detto niente della notte del tuo diciottesimo compleanno? >> - chiese la ragazza.
- << Sì, mi ha detto di usare il preservativo o mi sarei trovato delle troiette per una notte attaccate ai miei conti correnti come zanzare ad una vena. >> -
- << Tale e quale a tuo padre... Mi stavo quasi convincendo che fosse un'ingiustizia punire te per qualcosa che ha fatto tuo padre, ma visto che parli così... Non mi pare ci sia provvedimento più giusto per te >> - concluse la strega, cacciando dalla tasca una piccola bacchetta, più alla Harry Potter che alla Fata Turchina.
- << Senti, squilibrata mentale >> - strillò Jacob, innervosito dall'aria minacciosa della ragazza e dalla bacchetta, che non sembrava essere finta - << mio padre ed io non dobbiamo rendere conto a te di quel che facciamo, ok? >> -
- << Quindi, torniamo al punto di partenza: tuo padre non ti ha detto nulla. >> -
- << Nulla di cosa? >> - strillò Jacob, facendo scappare la sua Jade, o Jane, dalla camera da letto - << di questo scherzetto da due soldi? >> -
- << No, del fatto che stanotte saresti diventato un licantropo >> -
Jacob non rispose. Cominciava ad avere qualche dubbio. E, conoscendo il rapporto che aveva con suo padre, era proprio da lui abbandonarlo ad una cosa del genere.
- << Non mi credi? >> - chiese la ragazza - << fortuna delle fortune, stanotte c'è la luna piena. Appena farò l'incantesimo, tu ti trasformerai. >> -
- << Aspetta >> - la interruppe Jacob - << perchè punisci me? Ok, non sono un santo, ma non ti ho fatto nulla >> - concluse, quasi piagnucolando.
- << Poi capirai >> disse la strega, alzando la bacchetta e puntandola contro Jacob.
Un filo di fumo, uscito dalla bacchetta, rimase nella stanza, a testimonianza di quello che era successo.
La strega sparì.
Un trasformarsi di denti in zanne, un ingiallirsi di occhi, una crescita rapida di peli e unghie e Jacob era un lupo.
Dentro sè sentiva due anime: la sua e quela della bestia, che lo stava controllando.
Uscendo dal bagno, passò dinanzi allo specchio, e sia la bestia che Jacob urlarono, formando un ululato agghiacciante. La bestia urlò, soddisfatta del suo aspettò, Jacob invece urlò perchè ne era orripilato.

- << Uuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuu >> -
Un ululare continuato proveniente dalla grande casa dei Black interruppe la festa. Tutti si chiesero cosa fosse, ma nessuno ebbe il tempo di darsi una risposta. Qualcosa di peloso stava volando, anzi cadendo, dalla finestra della camera di Jacob.
- << Aaaagggghhhh !!!! >> . urlarono tutti, poi scapparono.
Ma non tutti riuscirono a scappare. Una ragazza rimase immobile dal terrore.
E fu sbranata dalla bestia, mentre Jacob assisteva impotente nella sua mente.
Poi, sia la bestia che Jacob sentirono le sirene di polizia, ambulanza e pompieri.
Di corsa, la fusione di anime e creature che era diventato Jacob scappò, senza guardarsi indietro.
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Angolino autrice
Il primo capitolo mi è uscito così, di getto. Fatemi sapere se vale la pena continuare a scrivere questa storia, e se volete potete suggerirmi anche possibili spunti per la trama futura. Grazie.
Recensite, criticate e/o apprezzate.
Vostra, halfbloodvampire.

 

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Capitolo 2
*** Due notti dopo - Vent'anni dopo ***


Due notti dopo

Due notti dopo la festa in piscina di Jacob Black conclusasi in tragedia, tutti cercavano ancora la bestia che aveva sbranato quella povera ragazza, la stessa Jade con cui Jacob aveva intenzione di trattenersi la notte.
Ma ormai era inutile. La luna piena era passata, e Jacob era semplicemente Jacob, non più un lupo mannaro.
Nessuno cercava Jacob. Molti sospettavano che Jacob e il lupo fossero la stessa cosa-persona-animale, e tutti ne avevano paura.
E Billy Black non faceva nulla affinchè la polizia cercasse suo figlio.
Le case vicino alla villa dei Black erano state abbandonate, la villa era l'unica casa abitata nel raggio di chilometri.
"Meglio" pensò Jacob, che osservava la villa illuminata.
"Nessuno ti sentirà morire" pensò ancora Jacob, osservando il pugnale che aveva in mano.
Era colpa di suo padre se ora lui era un lupo mannaro. 
Era colpa di suo padre se la strega l'aveva trasformato.
Era colpa di suo padre se la piccola figlia della strega era...

Con grazia animale, Jacob entrò in casa.
- << Jacob!!! >> - esclamò suo padre, nascondendo la paura sotto la sorpresa.
- << Buonasera, Billy >> - disse Jacob, poi un urlo che sentirono solo gli animali della vicina foresta.
Billy non era più.

 

Vent'anni dopo


Jacob, vent'anni dopo, era nella sua vecchia villa.
Dopo vent'anni, aveva ancora l'aspetto di un diciottenne.
Non era più tornato alla sua vecchia vita.
Ah, sì, e ovviamente era ancora un lupo mannaro.

- << Alice, se vuoi entrare in quella vecchia casa stregata entraci. IO NON ENTRO!!! >> - strillò una ragazzina coi capelli rossi, che Jacob vedeva dalla sua finestra.

La sua villa era diventata di proprietà demaniale, visto che suo padre era morto e di Jacob non c'erano tracce.
Si era tentato di abbattere la villa, ma capitavano incidenti così strani agli operai e ai macchinari impegnati nel lavoro che si pensava che quella villa fosse posseduta dagli spiriti, di Billy o di Jacob, ovvio.
Così, ogni Halloween, fino a dieci anni prima, tutti i ragazzini si avventuravano a vedere se in quella casa ci fossero gli spiriti, e a Jacob bastava spostare qualche sedia al piano di sopra per far scappare tutti gli sventurati.
Ma quello accadeva dieci anni prima. Tutti si erano scordati di Jacob Black.
Chi erano perciò quella ragazza bionda con quella ragazzina rossa?

Alice ignorò Nessie ("non chiamarmi così!!!" avrebbe strepitato) e la trascinò in quella villa.
Secondo lei, che aveva delle percezioni extra, proprio come Nessie, quella casa non era posseduta, ma c'era qualcosa. Qualcosa che non doveva esserci. E il fatto che la spericolata Nessie si rifiutasse di entrare lo andava solo a confermare.

Jacob era intenzionato a spaventare quelle due sprovvedute, che puzzavano di ricchezza.
"La stessa puzza che avevi tu" disse una voce dentro Jacob.

Scese al piano di sotto, poi guardò la rossa e non capì più nulla.
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Angolino dell'autrice
Ragazzi e ragazze, sono a scula, e invece di seguire Tecnica ho deciso di continuare questa storia.
Lasciatemi i vostri commenti, suggerimenti su titoli (dei capitoli e della storia), accetto tutto.
Spero vi sia piaciuto.
Recensite, criticate e /o apprezzate.
Vostra, halfbloodvampire :*

 

 

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Capitolo 3
*** L'imprinting ***


 L’imprinting

- << Dai, Alice, per favore, andiamo via… >> - disse Nessie, ma lei la ignorò.

Come tutti gli spiriti liberi di questo mondo, Alice era curiosa, e si era prefissata l’obiettivo di scoprire il mistero di quella vecchia casa.
Quella casa non era né posseduta, né infestata, le sue percezioni extra glielo confermavano.
Ma il loro aiuto si fermava qui. Infatti, col suo “sesto senso”, come ad Alice piaceva chiamarlo per non sentirsi diversa dagli altri, non riusciva a determinare se la presenza che avvertiva fosse buona o maligna.
Ed evidentemente, nemmeno il sesto senso di Nessie funzionava. Il fatto che volesse andar via, invece di voler esplorare, com’era suo solito, non faceva che confermare i suoi sospetti.
 
Purtroppo per alice, però, non era per questo motivo che Nessie voleva andar via.
Cioè, non solo per questo, ma anche per un altro irrazionale motivo.
Renesmee, infatti, sentiva una strana sensazione.
Le sembrava quasi che la presenza che avvertiva stesse aspettando lei.
E non era una sensazione molto piacevole. A Renesmee, infatti, serviva solo ad acuire la nostalgia di camera sua, delle battute sconce che si sarebbero fatte a vicenda lei ed Alice se fossero state in camera loro, dei loro cuscini buttati per aria e di tutte le divertenti sciocchezze che fanno due sorelle con cinque anni di differenza che condividono la stessa camera.
Scocciata dalla totale indifferenza di Alice, Nessie si sottrasse alla sua presa e cominciò a scappare, cosciente del fatto che Alice l’avrebbe sicuramente seguita.
Improvvisamente, sentì un fruscio. Curiosa, si voltò, e i suoi sospetti furono confermati.
 
Jacob scese piano le scale. Dopo vent’anni passati a nascondersi, era capace di non fare nessun rumore quando camminava.
Chissà come avrebbero reagito le due stupide alla sua improvvisa apparizione.
Giunto ai piedi delle scale, guardò il salone della sua vecchia casa, che ancora abitava. Tutto l’arredo era ancora lì, con un solo difetto: era tutto rotto e rovinato. Non solo per il tempo ch’era passato, ma anche per colpa della bestia che diventava una notte al mese, la bestia che cercava di controllarlo anche quando era in forma umana.
Poi guardò le due ragazze, una decisa (ma non più di tanto) a proseguire, ed infine si concentrò sulla più piccola.
Era girata di spalle, stava tentando di scappare, e Jacob, grazie alla sua vista, superiore a quella umana, vide i suoi capelli rossi.
Ma contemporaneamente avvertì l’intensificarsi della strana sensazione che stava provando da una decina di minuti, da quando, cioè, erano entrate quelle due ragazze.
Gli sembrava, infatti, che la più piccola stesse cercando proprio lui.
Inavvertitamente, il suo piede strusciò contro uno straccio ai piedi delle scale.
La ragazza che stava scappando si girò.
Lo guardò negli occhi.
 
Improvvisamente, tutto scomparve.
Nessie si sentì trasportata in un Universo parallelo, dove lei era Lei, e lui era Lui.
Per Jacob scomparvero i suoi disperati vent’anni da lupo e i suoi vuoti diciott’anni da umano.
Sentì che lei era tutta per lui e solo per lui.
Poi la luna piena uscì da dietro le nuvole.
 
Alice non ci capiva più nulla.
Prima quella testarda di sua sorella voleva scappare. Poi, senza nessun motivo razionale, si era girata verso le scale.
E adesso stava guardando qualcosa, o qualcuno, con lo sguardo che avrebbe avuto un Templare che avesse trovato il Sacro Graal.
Poi la luce lunare investì la stanza.
 
Jacob vide la luna.
Vide la sua maledizione arrivare.
- << Nessie, dobbiamo scappare!!! >> - disse le bionda, ed afferrò per il braccio la ragazza ch’era stata per pochi intensissimi secondi fonte di gioia per Jacob, e la trascinò con se.
 
Nessie vide Lui cambiare, diventare un mostro. Ma vide benissimo i suoi occhi, in cui qualcosa dell’umano ch’era stato solo due attimi prima albergava ancora.
Si fece trascinare da Alice, ma con gli occhi fece capire a Lui che sarebbe tornato, e forse lui capì.
 
Qualche minuto dopo, un ululato spezzò il silenzio. L’ululato di un lupo disperato di aver toccato la felicità e poi esser rimasto di nuovo solo.
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Angolino dell’autrice
Ecco il nuovo capitolo di questa storia, che mi sta appassionando tantissimo.
Ho voluto scrivere dell’imprinting perché mi sembra una magia così bella, che non ho voluto spezzarla.
Fatemi sapere che ne pensate.
Recensite, criticate e/o apprezzate.
Vostra, halfbloodvampire :*


 

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Capitolo 4
*** La crisi del giorno dopo ***


Crisi del giorno dopo


- << Ragazze, vi conviene scendere subito a colazione. Vostra madre è arrabbiata. Le dovete delle spiegazioni e anche a ME. >> - disse Edward dietro la porta della camera che condividevano Alice e Nessie.

La notte prima si erano ritirate molto tardi, avevano farfugliato qualcosa su un branco di cani ed erano andate a dormire senza aver prima cenato.
Dovevano assolutamente spiegare quel che avevano combinato la sera prima.
 
Dopo due minuti, Alice e Nessie scesero a fare colazione. Erano impeccabili, l’una per andare a scuola, l’altra all’università.
Tutti e quattro mangiarono in fretta poi Alice ruppe il silenzio che regnava in cucina chiedendo a sua sorella se voleva un passaggio per andare a scuola.
- << Un momento >> - intervenne Bella, assumendo il tono formale di quando era arrabbiata - << mi piacerebbe sapere dove siete state ieri sera. >> -
- << Bella, stanno per fare tardi >> - intervenne a sua volta Edward, temendo un prossimo litigio, ma sua moglie non gli rispose nemmeno.
- << Mamma, io e Nessie ieri sera abbiamo fatto una passeggiata >> -
Con un’occhiata a Renesmee, era stata Alice a prendere la parola, vedendo chiaramente che sua sorella era immersa in un mondo tutto suo di fantasticherie su lei e quell’ombra ch’era diventata un lupo, Alice avrebbe potuto scommetterci l’anima.
- << È lecito sapere dove? >> - chiese ancora Bella, ma stavolta con un tono freddo e calmo che nascondeva la furia.
- << Vicino alla vecchia casa dei Black >> - disse Alice esitante, sapendo che non era proprio una zona raccomandabile per le passeggiate.
- << Per la vecchia casa dei Black intendete quella del vecchio Jacob Black? >> - chiese Bella, mostrando tutta la sua preoccupazione materna e anche una sorta d’inquietudine che la fece sbiancare.
- << Sì, esatto, ma siamo scappate subito perché c’erano un sacco di cani randagi >> - disse Alice, cercando di far virare l’attenzione dalla villa ai cani, ma non vi riuscì.
- << Ragazze, come vi è saltato in mente di andare vicino a quella vecchia villa? >> - chiese Edward, anche lui molto inquieto, anticipando sua moglie.
- << Papà, abbiamo sbagliato. Io e Nessie vi promettiamo che non andremo più vicine di mille miglia a quella villa >> - promise Alice assumendo un tono solenne ma sincero.
- << Sì. Sicuro. Non ci andremo più. >> - disse Nessie risvegliandosi dal letargo, accorgendosi che i suoi genitori si sarebbero insospettiti se a questo punto lei non avesse detto ancora nulla.
Edward e Bella si guardarono negli occhi, preoccupati. Poi Edward disse semplicemente << Ce lo auguriamo >> , ed Alice e Nessie furono finalmente libere di andare via.
 
- << Alice, puoi lasciarmi qui >> disse Nessie rompendo il silenzio che regnava nella Porche 911 Turbo color giallo canarino di Alice, regalo (di cui lei andava molto fiera) del suo ragazzo storico, Jasper Withlock Hale.
- << Ma Nessie, manca ancora quasi un chilometro da scuola >> - disse Alice, ma poi capì perché sua sorella voleva scendere dall’auto.
Aveva riconosciuto un Nahuel sorridente che, fermo sul marciapiedi, stava aspettando Renesmee, perciò frenò.
- << Alice >> - cominciò Nessie - << per quanto riguarda quel che è successo ieri… >> -
- << Non preoccuparti >> - disse Alice - << non ho capito molto bene cosa volesse significare quello sguardo – carico di significati e intenso, oserei dire -  fra te e il lupo, ma se vuoi archiviare tutta la faccenda fai pure. Sono con te. >> -
- << Grazie, sorellona >> - rispose riconoscente Renesmee, poi le stampò un bacio con lo “smack” sulla guancia e corse da Nahuel.
 
- << Ti vedo preoccupata e pensierosa >> - disse semplicemente Nahuel dopo cinque minuti d’interminabile silenzio.
Tra Nahuel e Nessie c’era sempre stato un feeling particolare, sin da quando, entrambi dodicenni, si erano conosciuti a scuola.
Entrambi stavano seduti mentre gli altri e le altre si scalmanavano dietro “un oggetto sferico di nome palla”, come diceva Nahuel.
Questa lunga conoscenza permetteva quindi a loro due di capire gli stati d’animo dell’altro – o dell’altra.
- << Devi scusarmi, Nahuel. Problemi con mia sorella, tutto qui >> - rispose Nessie, ed in effetti era vero.
Il problema di Nessie non era più la sgridata dei suoi genitori che solo la sera prima temeva, ma era la sorella, che per la prima volta non aveva capito quel lei provava davvero.
Nessie non voleva scordare tutto della sera prima.
Nessie voleva SAPERE tutto della sera prima.
- << Sai che puoi parlarmene, se vuoi >> - disse Nahuel, che sotto quella spiegazione, da persona sensibile e perspicace, subodorava dell’altro.
- << No, Nahuel, sono problemi da nulla >> - disse Renesmee - << parliamo di te. Come va la ricerca dei tuoi veri genitori? >> -
- << Nulla di nuovo >> - disse Nahuel, lasciandosi consapevolmente distrarre.
Due mesi prima aveva deciso di cercare i suoi veri genitori, essendo stato adottato molto piccolo, quando aveva solo un anno.
Nonostante ciò, però, aveva dei ricordi di sua madre, molto molto remoti e che riusciva a ritrovare solo in sogno.
Non aveva però, nessun ricordo del padre.
- << Se preferisci, parliamo d’altro >> disse Nessie, conoscendo il suo amico e sapendo quanto soffrisse di ciò.
- << Sì, sì, meglio così. Oggi vieni tu a casa mia a studiare o passo io da casa tua? >> - chiese Nahuel, contento di cambiare argomento.
 
La mattina presto, subito dopo esser tornato umano, Jacob aveva afferrato un po’ di denaro dalla vecchia strafornita cassaforte di papà, si era recato ad un centro commerciale ed aveva rinnovato il suo guardaroba vecchio di vent’anni.
Da come reagivano le femmine umane quando lo guardavano, sapeva di essere attraente, soprattutto grazie alla sua estesa massa muscolare situata sui pettorali.
Vestito elegantemente, Jacob era calmo e stava poggiato ad una albero del parco della sua vecchia scuola superiore.
- << Passo io da casa tua, Nahuel. A casa si respira una brutta aria >> -
La rossa aveva un ragazzo.
La rossa sarebbe andata a casa del suo ragazzo.
Immediatamente, si mosse per andar via, e nel farlo le passò accanto, così vicino che le urtò la spalla.
Avvertì la stessa sensazione che aveva avvertito la sera prima.
E gli occhi di lei fissi nei suoi gli comunicarono che lei sentiva la stessa cosa.
 
- << Che maniere! >> - esclamò Nessie, mentre un ragazzo le urtava la spalla.
Il ragazzo sentì, e la guardò negli occhi.
E Nessie provò la stessa sensazione che aveva provato la sera prima guardando gli occhi del lupo.
“Non farti suggestionare” disse una voce nella sua testa “è solo un fighetto montato.”
La sua mente sottolineò la parola FIGHETTO. Alto e abbronzato, ma non troppo, coi pettorali molto ben sviluppati, capelli castani, occhi marroni, vestito elegantemente… Il tipico ragazzo mediterraneo, solo che a Forks non c’erano molti mediterranei, e gli sguardi ammirati delle ragazze lo enfatizzavano.
Ma il suo aspetto esteriore, pur trattandosi di un involucro interessante, non spiegava nulla di quel ragazzo e ancor meno di quel che significasse per Nessie, che passò tutte le ore scolastiche a cercare di ricordare di che colore erano gli occhi del lupo.
 
Dopo aver accompagnato sua sorella, Alice decise di passare dalla sua vecchia scuola superiore, la stessa che adesso frequentava Nessie.
Le mancava un mondo.
Scese dall’auto che parcheggiò in un posto riservato agli studenti, e si recò verso un albero speciale per lei e Jasper: era l’albero su cui lui le aveva dichiarato il suo amore. Infatti, ancora adesso, si possono vedere incise sulla corteccia di quell’albero le lettere J + A, incorniciate da un cuore un po’ tremolante, ma che ad Alice apparve allora ed ancora adesso il più bello del mondo.
Vide sua sorella arrivare con Nahuel, e li sentì anche chiacchierare, ma poi vide qualcosa di strano: un ragazzo davvero interessante (anche per Alice, seppur più grande e fidanzatissima) scontrò la sua spalla contro quella di Nessie.
Fin qui nulla di strano, ma poi avvertì qualcosa di speciale tra quei due mentre si guardavano negli occhi, poi ricordò come Nessie aveva guardato il lupo, ovvero alla stessa maniera, e la paura per sua sorella le attanagliò il cuore.
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Angolino dell’autrice
Ragazzi e ragazze, ecco a voi il quarto capitolo di questa storia, che ho avuto tempo di scrivere solo durante le lezioni scolastiche poco interessanti.
Lo so, mi sono dilungata in maniera assurda, però se avete tempo o voglia fatemi sapere che ne pensate.
Recensite, criticate e / o apprezzate.
Vostra, halfbloodvampire :*

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Capitolo 5
*** Una parte della verità ***


Una parte della verità 
 

- << Nahuel, non crederai a questa robaccia! >> - esclamò Nessie quasi piagnucolando.
- << Certo che sì >> - rispose Nahuel - << ci sono altre forze, bianche e oscure, oltre Dio, che si reincarnano in neonati che nascono sotto stelle particolari, in giorni magici… >> -
- << Nahuel, questa è roba da ciarlatani!!! >> - urlò Nessie, indicando il vecchio libro polveroso che Nahuel teneva in grembo.
Forse Renesmee strillò troppo forte, visto che i ragni appesi al soffitto si arrampicarono velocemente su per i loro fili.
- << E questa come la spieghi? >> - chiese Nahuel, senza farsi prendere dalla voglia di strillare, mostrando alla sua incredula amica la lettera che aveva trovato sopra il libro.
Nessie non seppe che rispondere, perciò si risedette a malincuore sul pavimento polveroso della soffitta, e dovette farlo tacendo, visto ch’era stata una sua idea salire lì su.
Ma forse è meglio riavvolgere il nastro e tornare indietro.
 
Alle sette, come avevano stabilito la mattina, Nessie si era recata a casa di Nahuel, teoricamente per studiare, in realtà per cercare informazioni sui genitori reali del suo amico.
- << Ma i tuoi genitori adottivi ti hanno mai detto chi sono i tuoi genitori biologici? >> - aveva chiesto Renesmee, calandosi nel ruolo d’ispettrice.
- << Beh, io ho saputo ch’ero stato adottato solo a dieci anni. Quando poi, a sedici anni, cioè l’anno scorso, ho avuto il coraggio di chiedere chi fossero i miei genitori reali, loro mi hanno detto che… Cioè, non mi hanno detto nulla. >> - aveva concluso Nahuel, forse imbarazzato di non sapere ancora, a diciassette anni, chi fossero i suoi veri genitori, coloro che lo avevano messo al mondo.
- << Quindi ti stanno nascondendo qualcosa >> - aveva concluso Nessie, pratica.
Nahuel l’aveva pregata di archiviare la faccenda, e adesso stavano salendo le scale per andare in camera sua.
Poi Nessie aveva guardato l’ultima rampa di scale, quella che portava alla soffitta, e una folle idea le aveva attraversato la mente.
- << E se ci fosse qualcosa dei tuoi veri genitori lassù? >> - aveva chiesto.
- << Nessie, siamo nella vita reale, a Forks, non in un film >> - aveva risposto Nahuel, timoroso di nutrire speranze che poi sarebbero state deluse.
- << Proviamoci >> - aveva detto Nessie - << se non c’è niente d’interessante, ti faccio copiare trigonometria per tutto l’ultimo trimestre. >> -
Nahuel, felice di avere una scusa, aveva condotto Renesmee in soffitta.
Qui vi avevano trovato tante scatole e scatoloni, che Nessie e Nahuel avevano setacciato uno per uno, fino a diventare pieni di polvere, persino sui capelli.
Nessuno dei due nascondeva ch’erano molto delusi dall’esito negativo della faccenda, mentre stavano uscendo dalla soffitta.
Poi Nahuel guardò la finestra rotonda, per capire perché l’ombra di essa fosse a semicerchio, e non a cerchio come doveva essere, e vi vide un pacco incastrato.
Curioso, era andato a prenderlo. Era l’unico che non avevano setacciato, e inspiegabilmente la speranza si era riaccesa.
In ferro placcato di rosso c’era scritto NAHUEL con caratteri eleganti.
Non era una vera e propria scatola, si trattava di uno scrigno di legno. Nahuel lo aprì, e dentro vi trovò una lettera, chiusa in una busta, che portava la data 23 Luglio 1995, e un libro antico.
Nahuel agì con razionalità, ed aprì prima la lettera, intuendo che quella gli avrebbe spiegato tutto del libro.
Cominciò a leggere.
“ Caro Nahuel,
se stai leggendo questa lettera, vuol dire che finalmente coloro che ti hanno adottato ti hanno ritenuto pronto a sapere la verità sulle tue origini.
O forse non vogliono dirti niente, e hai trovato da solo il luogo dove nascondevano l’unico regalo di tua madre.
O forse stavano aspettando il momento giusto per farlo, e tu hai solo anticipato quel momento.
Ad ogni modo, Nahuel, io non posso saperlo, e nemmeno tu.
Come avrai capito, o forse no, io sono tua madre.
Colei che con dolore ti partorì.
Colei che con amore ti allattò.
Colei che, soffrendo, si separò da te.
Perché io, Nahuel, mi sono dovuta separare da te?
È la cosa che mi chiedo ogni giorno, ed ogni giorno mi dico che è stato meglio per te, affinché la tua vita diventasse più sicura, più tranquilla, ma so che tranquilla non sarà, perché ben presto comincerai a chiederti come sono fatta, se ti ho amato, se ti ho abbandonato.
Nahuel, ti giuro che non ti ho abbandonato.
Non posso dirti tutto per iscritto, anche perché, probabilmente, non avrai diciott’anni quando leggerai questa lettera. Ti basti sapere che tua madre è una strega, con dei nemici potenti, e che quindi ha dovuto cautelare la tua incolumità, affidandoti ad una coppia di gente non magica, normale.
Forse ti starai chiedendo se anche tu sei uno stregone.
Ed io ti rispondo: certo che lo sei. Il sangue umano che ti scorre nelle vene (per parte di padre) non ha intaccato il patrimonio magico che decisi di trasmetterti alla tua nascita.
Sei nato il ventuno giugno, il solstizio d’estate, giorno in cui la magia bianca si reincarna, ed il 21 Giugno 2011, quando compirai diciott’anni, la magia si manifesterà in te.
Ti prometto che quando li avrai verrò da te.
Nel frattempo, mi auguro che la tua vita sia migliore senza di me, nonostante tutto.
Con affetto,
                                                                                                                    tua madre
                                                                                                                    Pire.”
 
Senza una parola, Nahuel aveva dato la lettera a Nessie, che l’aveva letta in silenzio.
Poi avevano aperto il libro, e Renesmee gli aveva detto chiaramente che non credeva a nulla di tutto ciò.
- << Ad ogni modo, tu che ne sai di questa roba? >> - aveva chiesto Nessie.
- << Beh, io ho sempre creduto nella magia, un po’ ne capisco. >>  - le aveva risposto Nahuel.
- << Vuoi credere a tutto questo? >> -
- << Che alternative ho, Nessie? Nella peggiore delle occasioni, non conoscerò una madre che non ho mai conosciuto. >> - disse Nahuel, lasciando scivolare una lacrima sul suo viso.
- << Oh, Nahuel, scusami, scusami, sono stata una stupida >> - disse Renesmee, rendendosi conto dello stato d’animo di Nahuel, abbracciandolo.
Poi sentirono la macchina dei genitori – adottivi – di Nahuel nel vialetto della loro villetta familiare.
Nessie e Nahuel si guardarono negli occhi, poi scapparono in camera, ma prima Nahuel prese scrigno, lettera e libro e, una volta in camera, li nascose sotto il materasso.
 
Presero a casaccio qualche libro di scuola di Nahuel e lo sparpagliarono sulla scrivania.
- << Ma no, Nahuel, non è questo il procedimento! >> - finse Nessie.
Intanto Emma salì al piano di sopra.
- << Buonasera >> - disse - << oh, ciao anche a te, Renesmee, state ancora studiando? >> -
Nahuel avrebbe voluto urlare che stavano ancora studiando e che doveva lasciarli in pace, per poi piangere sulla spalla della sua migliore amica, ma Nessie prese il controllo della situazione e disse:
- << No, signora Newton, abbiamo quasi finito, solo che la conclusione di questi esercizi è davvero difficile >> -
- << Oh, capisco >> - rispose Emma - << vuoi rimanere a cena da noi? >> - chiese poi, contenta che Nahuel avesse un’amica sincera.
- << La ringrazio, signora Newton, ma mamma e papà mi aspettano a casa per cena >> - rispose Nessie imbarazzata.
- << Oh, capisco >> - ripeté di nuovo - << beh, buono studio >> e detto questo con un sorriso, scese da suo marito, Mike, che l’aspettava per mettere un po’ in ordine la spesa.
- << Finalmente >> - disse Nahuel a bassa voce, felice che Emma si fosse decisa ad uscire dalla sua camera.
Abbandonò la scrivania ed i finti compiti e si gettò sul letto, per poi levare il freno alle lacrima che stava trattenendo da un po’.
- << Nahuel >> - sussurrò Nessie, che si precipitò a consolarlo. Gli prese le mani fra le sue, per impedirgli di nascondere il viso.
- << Tirati su >> - gli disse dolcemente, vedendo il suo migliore amico, che amava come un fratello, soffrire così.
Nahuel si alzò, e per non farsi vedere debole tirò via di scatto le sue mani da quelle di Renesmee.
- << Non fare il duro con me, tanto ormai ho visto chiaramente quanto stai soffrendo. Lasciati aiutare >> - gli disse, per nulla offesa dal brusco atteggiamento del suo amico.
Nahuel le voleva rispondere male, poi le guardò ilo volto e vide ch’era sinceramente preoccupata per lui.
“ Qui c’è bisogno di un bell’abbraccio” si disse Nessie, perciò si sedette di fianco a Nahuel e tese le braccia attorno a lui.
E Nahuel, come un bambino impaurito, si rifugiò tra le sue braccia, e desiderò non uscire mai più da quel senso di protezione che sentiva.
Ovviamente, tra le braccia di Nessie pianse, pianse come non faceva da quando era piccolo. Pianse per il trauma e la felicità di aver scoperto di avere una mamma, per il trauma di essere uno stregone, per la paura che Emma e Mike, i suoi genitori adottivi, nonché le persone che amava di più, lo stessero ingannando, pianse anche per la felicità di avere una spalla amica su cui poterlo fare.
Piangendo, sentì l’odore di Nessie, che sapeva di vaniglia e zucchero, e il suo inconscio lo registrò come il profumo più bello che avesse mai sentito.
 
- << Per quanto ancora pensi che potremo nascondergli la verità? >> - chiese Emma a suo marito, una volta scesa in cucina.
- << Quale verità? >> - disse Mike a sua moglie, rispondendole con una domanda retorica, per prendere tempo.
- << Non fare finta. Sai quel che voglio dire >> - gli rispose Emma, continuando a conservare la pasta nella dispensa.
- << Non crederai mica a quella psicopatica >> - disse allibito Mike, fermandosi come se si fosse immobilizzato, basito da fatto che fosse arrivato un giorno del genere.
- << E tu non ci credi? >> - gli chiese Emma sfidandolo, guardandolo negli occhi.
- << Non esiste quella robaccia. La magia >> - disse Mike, contenendo la sua ira, evitando di gridare ma stritolando un pacchetto di wafer.
- << Preferisci non credere, eh? Ma non vedi che nostro figlio sospetta qualcosa? Dobbiamo dirgli la verità, prima che la scopra da solo >> - disse Emma, mettendo fuori tutta la sua rabbia.
- << Non scoprirà niente di quella che tu chiami “verità”. E adesso cambiamo argomento, per favore >> - disse Mike, stampandosi in faccia un falso sorriso.
 
Il respiro di sua moglie si era fatto lieve.
Bene.
Significava che si era addormentata.
Silenziosamente, Mike si alzò dal letto e, senza infilarsi le pantofole, passò dinanzi alla camera di Nahuel.
Da sotto la porta filtrava una luce.
Mike avrebbe volentieri aperto la porta della camera per dire a suo figlio che doveva dormire, ma era in incognito.
Salì le scale e si ritrovò in soffitta.
La stanza era ancora più disordinata e polverosa dell’ultima volta che vi era salito, cioè quindici anni fa, per nascondere uno scrigno, lo stesso che stava cercando adesso.
Guardò la finestra.
Ma sulla finestra non c’era niente.
- << EMMA >> - sussurrò, e ridiscese in camera sua con una paura ed una rabbia indicibili.
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Angolino dell’autrice
Finalmente sono riuscita a pubblicare il quinto capitolo. Mi scuso per l’attese, ma ho davvero tanto da fare, tra la scuola, la famiglia ed i preparativi per Natale.
Spero vi sia piaciuto.
Recensite, criticate e/o apprezzate.
Vostra, halfbloodvampire :*

 

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Capitolo 6
*** Sviluppi imprevisti ***


Sviluppi imprevisti

 - << Non avresti dovuto farlo! >> - urlò Mike.
- << A cosa ti riferisci ? >> - gli chiese Emma, che non comprendeva perché suo marito le stesse urlando contro.
- << S’era detto che la verità gliel’avremmo detta insieme ! >> - continuò Mike, ancora strillando, come se non avesse sentito sua moglie.
- << Stai parlando di Nahuel ? >> - chiese Emma, che forse cominciava a capire il perché dello strillare di Mike.
- << Certo che stiamo parlando di Nahuel. Non c’è nessun altro a cui nascondiamo qualcosa >> - rispose Mike, calmandosi un po’.
La porta cigolò e Nahuel, tra le lacrime, si maledisse per aver fatto rumore, ma per fortuna i suoi genitori erano troppo impegnati a strillarsi contro per udirlo.
- << Ascolta, Mike, per quanto io non sia d’accordo con la decisione di nascondergli la verità, io non gli ho detto nulla >> - si giustificò lei.
- << Certo che non glielo hai detto! Però hai pensato bene di appropriarti dello scrigno di sua madre per agire liberamente, no ? >> - disse Mike, riprendendo ad urlare.
Emma avrebbe voluto rispondergli che tutta la storia stava sfiorando l’assurdo e che lei non ne sapeva nulla di questo scrigno, ma fu interrotta dall’aprirsi della porta e dalla successiva entrata in cucina di Nahuel.
O di quel che Nahuel era diventato.
Aveva il viso ricoperto di lacrime, ma nonostante questo non era più il ragazzino diciassettenne che Mike ed Emma conoscevano. Piuttosto, era l’anticipo del più potente stregone che sarebbe diventato tra qualche anno.
- << Non l’ha preso lei. Lo scrigno >> - disse Nahuel con voce ferma, poi gettò senza cura (dopo aver tolto il libro e la lettera) lo scrigno sul tavolo.
- << Mi avete deluso. Siete dei buoni cittadini, una buona coppia, ma coma genitori non valete niente >> -
Poi afferrò lo zaino ed andò via.
 
Dopo scuola, Nessie decise di passare da casa di Nahuel.
A scuola si era assentato, e lei sapeva benissimo il perché, anche se ai professori aveva detto di non averlo visto il pomeriggio precedente.
Camminando sul vialetto privato, vide la signora Newton affacciata alla finestra, che corse subito ad aprirle la porta.
- << Sta bene Nahuel? È venuto a scuola? >> - chiese Emma a Nessie andandole incontro.
- << Perché Nahuel doveva venire a scuola >> - disse Renesmee con tono piatto, avvertendo uno strano presentimento.
- << Renesmee, oh, Renesmee >> - disse Emma, poi scoppiò a piangere e buttò le braccia al collo di Nessie. Lei, però, si divincolò.
- << Dov’è Nahuel ? >> - urlò impaurita.
In quel momento le squillò il cellulare. Sperando che fosse il suo migliore amico, lo prese, ma sbuffò delusa. Era Alice.
- << Che c’è ? >> - rispose sbrigativa.
- << Nessie… Ho appena avuto una visione >> - disse Alice con un tono strano.
- << In che senso una visione? Alice, fai presto, ho problemi seri da risolvere ! >> -
- << E per caso ne hai anche uno del tipo : dov’è Nahuel ? >> - chiese Alice, stizzita dalle maniere brusche di sua sorella.
In un millisecondo, Nessie decise che per i rimproveri ci sarebbe stato tempo.
- << Cos’hai visto ? >> - chiese semplicemente.
 
- << Signora Newton, forse so dov’è suo figlio >> - disse Nessie subito dopo aver chiuso la conversazione con sua sorella.
- << Dov’è ? Dimmelo, dov’è ? >> - chiese Emma, armai quasi isterica.
- << Dobbiamo andarci con la macchina… Nahuel è alla villa abbandonata di un certo Jacob Black >> - disse Nessie con evidente fatica.
- << Alla villa di Jacob ? Oddio ! >> - e detto questo, Emma corse in casa a prendere le chiavi della macchina, poi percorsero a velocità notevole la strada necessaria a raggiungere la villa.
 
- << Ehi, ma non vale ! >> - disse Alice in tono piagnucoloso, lanciando contro lo schermo una confezione vuota accartocciata di M&M’S.
Stava guardando la sua serie tv preferita in assoluto, Gossip Girl, e si stava lagnando per la messa in onda della pubblicità proprio adesso ch’era finalmente apparso il suo idolo preferito in assoluto, Chace Crawford.
Si guardò attorno, annoiata dalla pubblicità, e poiché vide che il salotto era tutto in ordine, decise di alzarsi dal divano su cui era comodamente stravaccata per raccogliere da terra la carta che aveva lanciato.
Ma al televisore non arrivò mai.
Era a metà strada, quando la sua mente cominciò a vedere altro, e di conseguenza si immobilizzò.
Aveva l’impressione di riconoscere quel luogo buio e quel ragazzo che piangeva, ma quando aveva le visioni perdeva il controllo della sua mente.
Poi, sempre in quel luogo buio, avvertì una presenza che si avvicinava, e ne fu spaventata così tanto da tornare alla sua realtà quotidiana.
Per un momento si disse ch’era preoccupata per quel ragazzo e che avrebbe voluto aiutarlo, poi ripensò ai suoi tratti familiari e il cuore le saltò un battito.
- << Nessie… Ho appena avuto una visione >> - disse Alice con tono spaventato a sua sorella, tramite telefono.
 
Appena furono arrivate, Nessie ed Emma scesero dall’auto e corsero incontro ad Edward, Bella ed Alice ch’erano arrivati contemporaneamente a loro.
- << È qui ? >> - sussurrò Nessie, non sapendo nemmeno lei se si riferiva a Nahuel o al lupo, avvicinandosi ad Alice.
- << Sì  >> - rispose semplicemente lei, avvertendo un’indecisione che non sapeva spiegarsi da parte di sua sorella.
- << Emma, non ti preoccupare, Nahuel sta bene >> - disse Bella abbracciando la sua vecchia amica.
Ben presto entrarono tutti nella villa.
Edward cominciò a dare delle direttive su come dividersi per ottimizzare i tempi, ma Nessie preferì seguire il suo istinto per vedere dove la portava.
Senza nemmeno degnarle di un’occhiata, attraversò stanze rovinate ma immense.
Ad un certo punto, un senso di panico la prese e cominciò a correre, avvertendo un gran pericolo per Nahuel.
 
Un piano più sopra, Nahuel si sentiva davvero in pericolo.
Si sentiva osservato. Spiato.
Chiuse gli occhi e sospirò, sereno. Dalla finestra della stanza in cui si trovava aveva appena visto Nessie arrivare.
Lei l’avrebbe sicuramente trovato.
 
- << Nahuel >> - sussurrò Nessie. Aveva trovato Nahuel, seguendo il suo istinto, un piano più sopra.
Era sdraiato a terra, svenuto, aveva gli occhi gonfi di pianto e, nonostante tutto, la bocca atteggiata a sorriso.
Appena lei lo sfiorò, lui si svegliò.
- << Nessie >> - sussurrò Nahuel con voce roca appena si svegliò.
- << Nahuel >> - ripeté lei ad alta voce - << ti ho… trovato >> - poi la sua voce si spezzò e cominciò a piangere.
- << Nessie, non piangere, sto bene >> - disse Nahuel, tirandosi su e prendendola tra le braccia.
Nessie appoggiò la testa sul suo petto, mentre Nahuel affondò il viso nei suoi capelli per sentire di nuovo il suo meraviglioso profumo.
Nessie mise una mano alla base del collo di Nahuel per poter rialzare meglio il viso, ma così facendo il viso di Nahuel le era davvero vicinissimo quando rialzò il suo.
Lei guardò imbarazzata nei suoi occhi, ma li vide puntati sulle sue labbra, e lei di riflesso guardò le labbra di Nahuel. Lui, d’altro canto, avvertì il cambio di direzione dello sguardo di Nessie, e si avvicinò ancor di più a lei.
Nessie pensò all’ombra che si era trasformata in lupo e al bellissimo ragazzo che l’aveva urtata.
Nahuel pensò agli inganni di Emma e Mike e alla mamma che non aveva mai conosciuto.
Entrambi diedero un calcio ai loro pensieri e si baciarono.
Quando si staccarono, Nessie pensò che aveva fatto male a vedere Nahuel come un semplice amico.
Nahuel aveva assaporato piano le sue labbra, centimetro per centimetro, con pazienza, la stessa che aveva da quando, a dodici anni, si era innamorato a prima vista delle sua migliore amica.
Quando sentì Nessie farsi impaziente, finalmente la sua lingua penetrò la sua bocca, e ne gustò ogni centimetro, come successivamente lei fece con lui.
Dopo essersi baciati, si presero per mano e scesero al piano di sotto.
- << Non farlo mai più >> - sussurrò Nessie, e Nahuel capì benissimo che si riferiva alla sua fuga e non al bacio.
 
- << Nahuel !!! >> - strillò Emma, e corse ad abbracciarlo.
Lui si fece abbracciare, ma non ricambiò.
Tutti lo notarono, ma tutti tacquero e si avviarono verso l’esterno per andare ognuno alla propria auto.
- << No, Nessie, non andare via. Vieni con me >> - disse Nahuel prendendole le mani per bloccarla.
Nessie guardò i suoi genitori, che annuirono in silenzio.
- << Ti porto il pigiama da casa >> - disse Alice.
 
- << Meno male che hai avuto la visione al momento giusto >> - disse Edward ad Alice.
- << A volte mi ritengo proprio fortunata ad essere strana >> - rispose lei.
- << Tesoro, tu non sei strana, sei speciale >> - intervenne Bella, consolando sua figlia.
- << Per gli altri è la stessa cosa >> - ribattè Alice sconsolata.
 
Se Alice era sconsolata, Jacob era disperato quando invocò la strega che vent’anni prima l’aveva trasformato.
- << Lei non ti vuole, eh ? >> - chiese Pire, nascondendo la compassione sotto il sarcasmo.
- << Lei l’ha baciato. Qui, dove ci siamo visti per la prima volta >> - disse Jacob tra le lacrime.
- << Dalle il tempo di capire cosa vuole davvero >> - rispose Pire dopo una pausa.
- << E nel frattempo quanti altri ragazzi dovrà baciare ? >> - disse Jacob, irato.
- << Ehi, ma per chi l’hai presa ? >> - gli disse Pire.
- << E che ne so? Nemmeno la conosco ! >> - rispose Jacob.
- << Prova ad avvicinarti a lei >> - gli suggerì Pire - << ad esempio, potresti… >> -
 
- << Come puoi aver abitato per tutta la tua vita in una casa per poi sentirla estranea? >> - si chiese Nahuel ad alta voce, sdraiato sul divano.
- << È quello che senti tu adesso? >> - gli chiese Nessie dal divano di fronte.
Nessie aveva deciso di rimanere a dormire da Nahuel, anche per essere sicura che non scappasse più. La situazione era ovviamente imbarazzante, ma avevano ovviato l’imbarazzo decidendo di dormire separati sui divani in pelle del salotto, ed Emma eccezionalmente diede il suo permesso (tutto per suo figlio).
- << Sì, è quel che sento. Non riesco a fidarmi di nessuno. Tranne te, ovviamente >> - rispose Nahuel, guardando il soffitto per non far notare il suo rossore.
- << Stavo pensando… Domani vieni a scuola ? >> - chiese Nessie con tono malizioso.
- << E tu mi vuoi a scuola ? >> - chiese lui.
- << Beh… Se non vieni, io potrei passare un po’ da te per darti i compiti… E magari ci sarà qualche argomento difficile che non capirai… >> - continuò lei, sempre maliziosa.
- << Ok, allora buona notte. Avrai molto da fare domani >> - e detto questo, Nahuel le mandò un bacio sulla punta delle dita.
- << Buona notte >> - rispose Nessie ad alta voce, poi continuò, sussurrando tra sé e sé per non farsi sentire - << Dormi bene, tesoro >> -
Poi si rigirò sul divano, imbarazzata, e si addormentò immediatamente.
Anche Nahuel si addormentò quasi subito, ma con quel “tesoro mio” sussurrato da Nessie che le risuonava ancora nelle orecchie.
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Angolino dell’autrice
Scusate davvero per il ritardo, ma ho avuto tanti di quei problemi, che non avete idea, ho dovuto persino affrontare mia madre che non vuole più che scrivo.
Non ho nulla da dirvi, se non che spero davvero che mi facciate sapere cosa ne pensate di questo nuovo capitolo, visto che mi è costato molto.
Dimenticavo: un ringraziamento speciale a mia cugina Vale, che mi ha fatto conoscere la sua serie preferita, Gossip Girl, che anche se non la seguo mi da molto materiale da ammirare.
Un bacio, Vale. Ti voglio bene.
Recensite, criticate e /o apprezzate.
Vostra, halfbloodvampire :*

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Capitolo 7
*** Incubo e tradimento ***


 Incubo e tradimento

 
 - << Mi concede l’onore di questo ballo? >> -
- << Con piacere, signore >> -
Nessie era ad un ballo d’alta società del ‘700. l’orchestra, composta principalmente di violini, aveva appena cominciato a suonare il valzer, un ballo molto audace per l’epoca, visto che i due ballerini dovevano danzare praticamente appiccicati.
Nessie si voltò per cercare il suo chaperon, Alice, ma non la trovò e decise di rischiare.
Una parte di lei si chiedeva come fosse arrivata lì, l’altra parte era totalmente ammaliata dagli occhi marroni del suo cavaliere.
Lei aveva un vestito giallo, con bordature e riporti di un colore appena più scuro, mentre lui aveva un pantalone blu a lunghezza di pinocchietto con una giacca dello stesso colore e qualcosa di bianco sotto ad essa, molto simile ad una camicia.
Erano vestiti praticamente come la Bella e la Bestia nell’omonimo film a cartone animato della Disney, che lei adorava (era il suo preferito e l’aveva riguardato solo due settimane prima).
- << Lei, signorina… Vorrebbe vivere una storia d’amore? >> - chiese lui.
Come prima, Nessie si sentì divisa in due. Una parte, quella razionale e pudica, voleva rispondergli che quelli non erano affari suoi, ma poi prese il sopravvento la parte maliziosa di lei, che le fece dire:
- << Ma io sto già vivendo una storia d’amore. Col mio ragazzo >> - e nella sua mente si formò l’immagine di Nahuel, anche se le apparve molto confusa, e in tutta sincerità non riusciva a ricordarsi quando lei e Nahuel si fossero messi insieme.
- << Sa, signorina >> - rispose lui, facendo aderire ancor di più la sua calda mano sulla pelle di Nessie lasciata scoperta dalla scollatura sulla schiena e avvicinandosi a lei ancor di più - << certe cose non si decide con chi viverle >> -
E detto questo, la baciò, ignorando il fatto ch’erano in una pista da ballo piena di ladies and gentlemen che ballavano il valzer pronti a criticarli.
Nessie dapprima rimase sconcertata, e cercò di respingerlo, ma la dolcezza di quella lingua e di quelle labbra la travolse.
Quel bacio fu di una dolcezza e di una passionalità tali che sapeva di non aver mai provato, ma fu qualcosa di più di questo, fu qualcosa di più strano, di più inquietante.
Ben presto, infatti, Nessie non si trovò più nella sala da ballo, ma su un alto dirupo, vicina ad un lupo che ululava contro la luna piena.
Poi il lupo la guardò, e lei riconobbe i suoi occhi marroni, che ormai le erano familiari.
Spaventata, ritornò alla realtà del ballo, e con un violento strattone allontanò quello che ormai era diventato molto di più di un semplice compagno per un ballo.
- << Aspetti ! >> - disse, mentre Nessie cominciava a scappare e lui a rincorrerla.
Nessie, vedendosi inseguita, urlò, sperando di attirare l’attenzione di qualcuno in sala, ma nessuno sembrava essersi accorto di nulla, nemmeno di essersi persi una ghiotta occasione per spettegolare.
- << Molto velocemente, lui la raggiunse e la bloccò contro un muro.
Terrorizzata, urlò molto più forte di prima, e la forza dell’urlo la riportò alla vera, unica, rassicurante realtà del salotto di Nahuel.
Nahuel era chino su di lei.
- << Tutto bene ? >> - le chiese.
- << Sì, sì, va tutto bene, è stato solo un incubo >> - disse Nessie, cercando di convincere se stessa che anche quel bacio fosse stato un incubo.
- << Se devi andare a scuola, conviene che ti alzi >> - gli disse lui, cercando di baciarla, ma lei gli sfuggì.
- << Vado >> - disse lei, e mezz’ora dopo era pronta per andare.
Tornò in salotto, e si sforzò di baciare Nahuel sulla guancia.
Appena Nessie potè uscire dalla villetta dei Newton, tirò un sospiro di sollievo.
Quel sogno (no, non ce la faceva a chiamarlo totalmente incubo) le aveva portato un scacco di domande.
Doveva scordare o no quella sensazione che aveva provato nella villa abbandonata quando aveva visto il lupo?
E quel bellissimo ragazzo con cui si era scontrata a scuola e che aveva appena sognato?
E Nahuel? Era possibile che il grandissimo affetto che provava per il suo migliore amico si fosse improvvisamente trasformato in amore?
Queste tormentate riflessioni furono interrotte da una familiare porche gialla che le veniva incontro.
- << Alice >> - disse sorridendo quando l’auto accostò per farla salire.
- << Hai fatto colazione ? >> chiese con un tono nervoso a Nessie quando sua sorella fu salita.
- << Ehm, no, non ne ho avuto tempo, ma perché sei nervosa ? >> - chiese Nessie preoccupata.
- << Nulla, ho solo litigato con Jasper. Comunque, chissà come avevo previsto il tuo digiuno. Dietro c’è un cornetto caldo al cioccolato >> -
Nessie prese il cornetto e cominciò a mangiare in silenzio, meravigliata che sua sorella la facesse mangiare in auto.
In quel silenzio, entrambe tornarono ai loro turbinosi pensieri.
Quelli di Renesmee erano abbastanza impegnativi, ma quelli di Alice lo erano ancora di più.
Aveva fatto lite con Jasper perché…
 
- << Alice ! Hai dimenticato la colazione di tua sorella ! >> - la richiamò Bella dalla soglia della loro villetta, con un pacchetto caldo in mano.
Sbuffando, Alice tornò alla porta di casa sua, poi si diresse di nuovo al garage, mentre sua madre chiudeva la porta.
- << Psst ! Ehi, biondina ! >> - sussurrò qualcuno da dietro i cespugli vicino il garage.
Alice si voltò, curiosa, aspettandosi qualche scherzo da parte di Jasper, ma poi vide un ragazzo bruno uscire da dietro i cespugli.
- << Che vuoi ? >> - chiese, indispettita dal fatto che non fosse Jasper e soprattutto dal fatto che, beh, quel ragazzino che la stava chiamando (lo stesso che aveva visto urtare sua sorella) fosse molto attraente.
- << Mi chiamo Jacob >> - disse lui, non perdendo per nulla il suo sorriso - << e mi piace molto tua sorella. Potresti presentarmela? >> -
Alice, in quel momento, divenne quasi invidiosa di Renesmee, e s’indispettì ancora di più perché non le piaceva l’idea di essere invidiosa di sua sorella.
Ma, quando parlò, l’invidia ebbe la meglio sui suoi nobili sentimenti.
- << No >> - disse - << non posso presentartela perché è fidanzata >> -
- << Ma io non pretendo nulla. Mi basta essergli amico >> - rispose Jacob molto umilmente.
- << No >> - ripeté lei, sentendosi proprio una stronza - << e adesso scusami, ma ho da fare >> - concluse con tono irritato.
- << Grazie per l’aiuto >> replicò lui, sarcastico, andando via.
“Che cazzo ho fatto?” si disse Alice salendo in macchina.
Allungò il braccio per chiudere lo sportello, ma una mano le afferrò il gomito.
Alice alzò gli occhi e incontrò lo sguardo incredulo del suo ragazzo.
- << Che cosa ti costava presentare Renesmee a quel ragazzino? >> - chiese Jasper con tono freddo.
- << Renesmee non è qui >> - rispose Alice.
- << Forse pensi che tua sorella debba essere sempre la piccola di casa >> - continuò Jasper, non dando nemmeno segno di averla sentita.
- << Ma se è da Nahuel e non le ho rimproverato nulla ! >> - rispose Alice sul punto di piangere.
- << O forse >> - continuò lui, dando sfogo alla sua ira - << quel ragazzino interessa a te >> -
- << Cosa ? Ma sei impazzito ? >> - rispose Alice strillando, stupita che Jasper avesse intuito tutto.
- << È così. Me lo dicono i tuoi occhi >> - rispose Jasper calmo, voltandosi per andare via.
- << Ragazzi, cosa c’è ? >> - chiese Bella ad alta voce, affacciandosi ad una delle finestre del secondo piano.
- << Nulla >> - rispose Alice, visto che il suo ragazzo era andato via con la sua moto - << Jasper si è bevuto il cervello >> - disse, andando via anche lei.
 
- << Grazie per il passaggio, Alice, puoi lasciarmi qui >> - disse Nessie quando arrivarono dinanzi al cancello della Forks High School.
- << Come vuoi >> - rispose lei, sforzandosi di sorridere.
Appena Nessie scese dall’auto, le venne incontro un ragazzo stupendo, lo stesso che aveva urtato la sua spalla.
Si guardarono negli occhi, e istintivamente si riconobbero.
Nessie capì che quel ragazzo era il lupo della villa, ma non ne ebbe paura. Sapeva che non le avrebbe fatto nulla. Era buono.
E poi, l’amava. Si vedeva da come la guardava.
- << Ti stavo aspettando >> - disse lui, tendendo una mano verso Nessie e parlando con un tono sognante.
- << Anch’io >> - disse Nessie, prendendo la sua mano e scordandosi di tutti, Nahuel compreso.
- << Allora non sei fidanzata >> - disse Jacob con tono rassicurato.
- << In realtà non lo so >> - rispose Nessie sussurrando.
- << Tua sorella … >> - cominciò Jacob, ma fu interrotto dalla suddetta sorella, che scese dall’auto e strillò:
- << Ti avevo detto di starle lontano ! >> -
Anche questa volta Jacob voleva dire qualcosa, ma anche questa volta fu interrotto, ora da Nessie, però.
- << Gli hai detto di starmi lontano ? Quando e con quale autorità ? >> -
Alice si bloccò, consapevole di aver fatto una gaffe che le sarebbe costata molto cara.
Nessie, dal canto suo, guardò sua sorella negli occhi e disse :
- << Mi hai così deluso che ho molta paura a fidarmi ancora di te >> -
E detto questo, strinse a se i suoi libri di scuola, strinse più forte la mano di Jacob ed insieme andarono via, voltando le spalle all’edificio scolastico.
 
- << Non sei andato a scuola con Nessie ? >> - chiese Emma in salotto, temendo di infastidire Nahuel.
- << No, no >> - rispose lui - << oggi è meglio lasciarla sola >> -
- << Nahuel, io … >> - cominciò Emma, ma fu interrotta da Nahuel.
- << No, ma … Emma. Domani >> -
In silenzio, Emma andò via, ancora traumatizzata per quel “mamma” interrotto dal suo nome.
Una volta ogni tanto, anche Nahuel aveva bisogno di stare da solo.
In realtà, non aveva nulla da pensare.
Sapeva già da tempo che tra lui e Nessie non ci sarebbe mai stato nulla e, sebbene lui l’amasse, non poteva pretendere da lei un amore che non c’era.
Incapace di stare altri soli due minuti immobile, si alzò dal divano.
- << Emma >> - disse entrando in cucina - << ho bisogno che tu mi giustifichi… Entro alla seconda ora a scuola >> -
-------------
Angolino dell’autrice
Finalmente sono riuscita a pubblicare questo settimo capitolo.
Un grazie particolare a chi segue la mia storia, a chi ha recensito e a chi semplicemente legge in silenzio. Spero di conoscere anche il vostro parere un giorno.
Buon 2012 a tutti !!! =)
Recensite, criticate e/o apprezzate.
Vostra, halfbloodvampire :*

 

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Capitolo 8
*** Consigli fraterni e visioni terrificanti ***


Consigli fraterni e visioni terrificanti

Per scoprire il futuro,

 bisogna capire il passato.

 - << Allora, ascoltami un po’ >> - disse Emmett, strattonando suo fratello - << stiamo giocando a GTA. Ripeto, stiamo giocando a GTA, e tu non ti fai mai sconfiggere mai da me. E oggi che ti succede? << - concluse, indicando lo schermo, che mostrava una notevole differenza nel punteggio dei fratelli.
- << Non ti sfugge niente, eh? >> - chiese a sua volta Jasper, cercando di tergiversare.
- << No, non mi sfugge nulla >> - rispose Emmett sbrigativo, deviando il tentativo di suo fratello - << e adesso dimmi cosa c’è >> -
- << Beh >> - disse Jasper, non vedendo via d’uscita dalla trappola che gli aveva inconsapevolmente teso Emmett, suo fratello, nonché suo migliore amico e unica persona di cui si fidasse - << ho fatto lite con Alice >> -
- << Oh, questo si era capito >> - rispose Emmett con un’aria saggia che stonava sul suo viso - << ma è possibile sapere il perché ? >> -
- << Un ragazzino gli ha chiesto di presentargli sua sorella, Nessie, e lei gli ha detto un no categorico perché … >> -
- << Perché … >> - disse Emmett, spronando Jasper, che si era interrotto, a continuare.
- << … perché quel ragazzino interessa a lei >> - concluse Jasper, rendendosi conto che la cosa, detta ad alta voce, suonava molto ridicola.
- << E scommetto la vita che tu sei andato da lei, le hai urlato contro che in pratica è una pedofila e sei andato via senza neanche darle il tempo di spiegarsi >> - disse Emmett tutto d’un fiato.
Jasper cercò dentro di sé qualcosa che lo aiutasse a difendersi, poi abbassò gli occhi, pieni di rimorso, e rimase in silenzio, ammettendo la sua colpa.
- << Ecco, lo sapevo. Dio, quando imparerai ad ascoltare? Jasper, hai ventitre anni, e non dai alla donna che vuoi sposare l’occasione di difendersi da una ridicola bugia ! >> -
- << Ridicola! >> - esplose Jasper, che seppur pieno di rimorso, divenne anche indispettito - << non hai pensato che se ho mosso un’accusa del genere contro la mia ragazza è perché la conosco, e quindi so quando devo preoccuparmi ? >> -
- << Jasper >> - disse Emmett, abbassando il tono di voce - << ho pensato a tutto. Ma resta comunque il fatto che tu non hai dato alla tua ragazza la possibilità di difenderti. Chiamala e scusati >> - concluse, porgendogli il cordless della loro stanza.
- << Sì >> - disse Jasper dopo un millisecondo di indecisione - << è la cosa giusta da fare >> -
 
- << Alice >> - trillò Bella, entrando in camera delle ragazze, dove sua figlia si era rintanata a piangere - << c’è Jasper al telefono ! >> -
- << Jasper >> - sussurrò Alice, e tese le mani al telefono come un assetato farebbe vedendo l’acqua.
- << Jasper, sono stata una stupida >> - disse Alice.
- << Alice, sono stato uno stupido >> - disse Jasper contemporaneamente.
- << No, devo scusarmi prima io, Jasper >> - disse Alice.
- << No, devo scusarmi prima io, Alice >> - disse Jasper di nuovo contemporaneamente.
- << OK >> - dissero entrambi, ed aprirono la bocca per farlo, poi entrambi la richiusero nel sentire l’altro aprirla.
Alla fine scoppiarono a ridere.
- << Passo a prenderti e parleremo con calma, ok ? >> - disse Jasper.
- << Mi piacerebbe, Jasper, ma non mi sento molto bene… Vieni a casa e ne parleremo qui >> - propose Alice.
- << E i tuoi genitori ? Potrebbero fraintendere, capisci… >> -
- << Oh, Jasper, non preoccuparti, si sono presi una serata tutta per loro, torneranno più tardi, stanno uscendo proprio ora >> -
- << OK, tra mezzora sono da te. A dopo >> - e detto questo, Jasper chiuse la conversazione.
- << Mamma !!! >> - strillò Alice, andando in cucina.
- << Perché urli, tesoro ? >> - chiese Bella che, seppur con i timpani storditi, era felice che sua figlia fosse tornata a vivere.
- << Dovete assolutamente andare via >> - sussurrò Alice - << sta arrivando Jasper >> -
- << Sono io che devo sbrigarmi, tuo padre mi sta aspettando fuori, non farmi perdere tempo >> - concluse Bella sbrigativa.
- << OK >> - disse Alice, e si avviò verso il frigo per bere un po’ d’acqua e calmarsi un po’.
Nel farlo, passò di fianco al tavolo. Il giornale, aperto su di esso, palava di un caso irrisolto da vent’anni.
Ad Alice non interessava il quotidiano, contrariamente ad Edward, che voleva essere informato ogni giorno, ma qualcosa la spinse a leggere un po’ dell’articolo in questione.
E quel qualcosa era precisamente la foto del ragazzo di Nessie (per chiamarlo in qualche maniera”.
Lo scorse velocemente.

CASO BLACK
Gli inquirenti: dov’è suo figlio?
 
Dopo vent’anni di infruttuosa indagine sul caso più sanguinario di tutta Forks, gli inquirenti si chiedono se il figlio, Jacob Black, oggi trentottenne nel caso in cui viva ancora, non sia il responsabile dell’omicidio del padre, Billy Black, allora cinquantaduenne.
Il corpo di Billy Black fu trovato integro vent’anni fa nella villetta di famiglia, con un'unica coltellata al cuore.
Il figlio era già scomparso due giorni prima, il giorno del suo diciottesimo compleanno, in circostanze del tutto anomale – testimoni oculari parlano di una bestia feroce che uscì dalla finestra della camera di Jacob e sbranò una diciottenne … ”

 
Alice avrebbe volentieri continuato a leggere l’articolo, ma sentì il suo corpo immobilizzarsi.
E la sua mente non fu più a casa Cullen.
 
- << Buona sera, Billy >> -
- << Jacob… Sei vivo >> - rispose Billy, nervoso per la presenza di suo figlio e per il pugnale che ostentava.
- << Sì … Però in questi giorni mi sento un po’ strano… Puoi spiegarmi tu perché ? >> - chiese Jacob sarcastico.
- << Pire >> - sussurrò Billy.
- << Oh, sì, il motivo è quello, ma deve esserci una spiegazione >> -
- << A cosa ti serve la mia spiegazione ? Sicuramente ti avrà riempito la testa di falsità e bugie >> - disse Billy, seccato.
- <> - disse Jacob, che a stento controllava la sua furia.
- << Mi avrebbe ricattato… >> - cominciò Billy, ma fu interrotto da Jacob, che strillò :
- << No, non ti avrebbe ricattato, avrebbe solo preteso un po’ più d’amore da te. E poi, a cos’è servito uccidere? >> -
- << A salvarmi la pelle >> - disse Billy.
- << No, a rovinarmi la vita… Ma la pagherai, oh, se la pagherai ! >> - e detto questo, Jacob corse dalla finestra, a cui era affacciato per guardare la luna, alla scrivania vicino alla quale era seduto suo padre.
Con la trasformazione era diventato velocissimo, così in due secondi si era già spostato.
Billy, ovviamente, ebbe solo il tempo di urlare quando, immediatamente, Jacob lo colpì al cuore col pugnale.
Un fiotto di sangue sgorgò dal petto di Billy.
Jacob scoppiò a piangere.
Qualcosa nella testa di Alice cominciò a strillare, e quell’urlo immaginario ebbe la forza di riportarla a casa Cullen, dove si accorse che l’urlo era prodotto da lei, e non era assolutamente frutto della sua immaginazione.
- << Alice ! Alice ! Cos’hai visto ? >> - chiese Bella, che cercava di far riprendere sua figlia da un po’ .
- << Nessie ! è in pericolo ! >> - disse solamente, poi prese il cellulare e le chiavi dell’auto e, mentre correva per cercarla, la chiamava col cellulare.
Il tragitto in macchina le sembrò lunghissimi, ed ebbe tutto il tempo di rivivere la sensazione di sbagliato che aveva avvertito quando era entrata nella villa, l’apprensione che aveva provato quando aveva visto quel… Jacob scontrare sua sorella, e quell’inquietudine sepolta da attrazione fisica quando le aveva parlato.
 
Mezzora dopo, Nessie continuava a rifiutare le sue chiamate e non si trovava da nessuna parte.
Prese il cellulare.
- << Oh, meno male che hai risposto. Allora, Jasper, e successo un caos con mia sorella, vieni al 117 di Star Street… Da Nahuel Newton… No, è un amico di Nessie… Ok, ti aspetto lì >> -
Intanto, Alice provò a pensare quanto dolore potesse sopportare Nahuel: prima quel casino coi suoi genitori (di cui non aveva capito nulla) e ora Nessie.
“Mia sorella va aiutata” pensò, e mettendo i sensi di colpa da parte, bussò al villino dei Newton.
---------------

Angolino dell’autrice
Buonsalve a tutti!
Ecco a voi l’ottavo capitolo di questa storia. Spero abbiate gradito i punti di vista alternativi su cui ho deciso di focalizzarmi, e soprattutto il flash-back su Jacob.
Recensite, criticate e/o apprezzate.
Vostra, halfbloodvampire :*

 

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Capitolo 9
*** La fine di un'amicizia ***


La fine di un'amicizia 

- << Vado io >> - disse Nahuel ad alta voce per farsi sentire, e corse ad aprire la porta. Si ritrovò dinanzi Alice, la sorella di Nessie.
L’aveva vista sempre come una stupenda ragazza, ma stavolta gli diede una sensazione diversa. Gli sembrava di avere dinanzi una sorella.
- << Nahuel >> - disse lei agitandosi - << Nessie. Nessie è in pericolo. Devi aiutarmi >> -
Nahuel, senza batter ciglio, invitò Alice con un solo gesto ad entrare, rassegnandosi al ruolo del ragazzo che ama non corrisposto.
La condusse in camera sua, e corse subito a nascondere il libro di sua madre.
- << Aspetta >> - sussurrò Alice, mettendogli le mani sui polsi per fermarlo, poi prese il libro e lo guardò, interessata.
- << Non vorrei essere indiscreta >> - cominciò lei indecisa - << ma posso chiederti come l’hai trovato ? >> - concluse.
- << è l’unica eredità di mia madre >> - disse lui semplicemente.
- << Ed era una strega >> - disse Alice, come se fosse stata la cosa più normale del mondo, e infatti Nahuel glielo fece notare.
- << Non sembri scettica. Sembri crederci >> - disse Nahuel, sempre più incuriosito dalla sorella della sua migliore amica.
- << Beh… Non lo sono del tutto… Ma anch’io sono una strega >> - spiegò Alice senza imbarazzo.
- << Eh ? >> - chiese Nahuel, sentendosi confuso e stordito.
- << Te lo racconterò poi. Ora mi aiuti con Nessie ? >> - chiese Alice, ricordandosi finalmente il suo dovere di sorella.
 
Jacob e Nessie ignoravano di essere nei pensieri di Alice e Nahuel. In realtà, ignoravano ogni cosa che non fosse loro stessi.
Erano seduti su una panchina naturale, formata da un tronco d’albero caduto ricoperto di muschio verde. In lontananza, si scorgeva la villa dove si erano visti per la prima volta.
Stavano semplicemente parlando, cioè, Nessie parlava e Jacob ascoltava. Quest’ultimo era molto riservato, e non parlava molto di sé stesso. Preferiva piuttosto ascoltare la voce di Nessie per poter godere della sua compagnia.
- << E sai, poi adoro tutta la letteratura fantasy >> - stava dicendo in quel momento Nessie - << Harry Potter e Eragon sono quelli che preferisco in assoluto. Mi hanno suggerito il Signore degli Anelli e le Cronache di Narnia, ma non so ancora se li leggerò. E tu ? >> - concluse finalmente.
- << Io adoro la letteratura horror. Stephen King è in assoluto il mio preferito. Adoro specialmente Carrie >> -
- << Jacob >> - disse Nessie dopo un po’, pensierosa - << ma tu vivi in quella villa ? >> -
- << Sì, e ci vivo da solo >> - rispose Jacob dopo un attimo di esitazione.
- << Non hai famiglia ? >> -
- << Nessie, hai visto quel che sono. Sono maledetto e per di più immortale. Che famigli posso mai avere ? >> - chiese Jacob, ben sapendo che Nessie non avrebbe potuto rispondergli.
- << Immortale ? E allora perché è successa quella … cosa … fra noi ? >> - chiese Nessie perplessa.
- << Imprinting. Si chiama imprinting. E non chiedermi il perché. Non lo so nemmeno io. prima ero una creatura dei libri horror che tanto mi piacciono, ora … >> - si bloccò, senza sapere cosa dire.
In quel momento il cellulare di Nessie suonò ancora. Nessie lo prese dalla tasca con l’intenzione di scagliarlo contro un albero, pur di non vedere ancora una volta il nome di Alice sullo schermo, ma quando lo prese vide che a chiamarla era Nahuel.
- << Pronto >> - rispose subito, interrompendo le note di “Welcome to St. Tropez”.
- << Nessie. Dove sei? Stai bene? >> - chiese concitato Nahuel.
- << Sì, sto… >> tento di spiegare Nessie, ma fu subito interrotta.
- << Vieni subito a casa. Anzi, dimmi dove sei e vengo a prenderti >> - disse Nahuel, molto più rilassato dopo aver sentito la voce di Nessie.
- << Vieni davanti all’atelier della Fix Design >> - disse, poi chiuse il telefono e sussurrò a Jacob :
- << La vita mi chiama >> -
- << Forse è meglio che non ti accompagni >> - disse Jacob, semplicemente rassegnato.
- << Sì >> - disse soltanto Nessie, poi lo baciò su una guancia e andò via.
 
Un quarto d’ora dopo, Nahuel era nella Porche con Alice e Jasper dinanzi all’atelier.
Nessie arrivò subito. Quando vide la macchina di sua sorella storse il naso, e vi salì senza una parola.
- << Allora >> - disse Alice rivolta a Nahuel - << accompagno te e Nessie a casa tua, poi io e Jasper andremo a casa >> -
- << Grazie, Alice >> - disse Nahuel con un tono che sorprese sia Nessie che Jasper, che si guardarono allibiti. Cosa aveva portato quei due a tanta confidenza?
 
Il sole era ormai tramontato da un po’ quando arrivarono alla villetta dei Newton.
Nessie si rese conto di essere affamata solo in quel momento. Il croissant di Alice sembrava averlo mangiato in una vita precedente.
Quando entrarono, Nessie e Nahuel andarono in salotto. A Nessie sembrò insostenibile dover ricordare quel che per una sera aveva pensato di provare per il suo migliore amico.
Dopo essersi accertati che Mike e Emma fossero realmente fuori, ordinarono due pizze.
- << Nessie, senti, è stata Alice a costringermi, ma io non volevo avere questo confronto >> - disse Nahuel con tono freddo e offeso.
- << Nahuel, io so di averti ferito… >> -
- << Davvero ? Lo sai davvero ? >> - le chiese Nahuel sarcastico.
Nessie tacque, e le spuntarono le lacrime agli occhi.
- << Io lo sapevo, e benissimo anche, che tu non mi amavi. Ma avresti dovuto dirmelo prima che stavi con un altro >> - sputò Nahuel tutt’insieme, come se dirlo velocemente facesse meno male.
- << Te l’ha detto Alice, vero ? >> - chiese Nessie.
- << Non ha importanza >> - disse Nahuel.
- << è stata lei, vero? E magari ti ha anche detto cos’ha fatto lei a quel ragazzo ? >> -
- << Visto che ci tieni tanto, non me l’ha detto Alice. Oggi a scuola non si parlava di altro se non di te e della tua fuga amorosa >> - disse Nahuel, tirando su col naso.
- << Oh >> - disse Nessie, avvicinandosi per accarezzarlo - << l’hai saputo in maniera così orribile ? >> -
- << Non mi toccare >> - disse Nahuel disgustato - << vai via >> -
- << Cosa ? >> - chiese Nessie, choccata come se Nahuel l’avesse schiaffeggiata in pieno viso.
- << Vai via >> - ripeté - << e non farti più vedere. Da ora non possiamo più essere amici >> -
Nessie si guardò attorno, annaspando come se le mancasse l’aria. Poi guardò il viso di Nahuel, sofferente ma risoluto, e capì che non c’era più nulla che la trattenesse in quella casa.
Corse via, ma quando chiuse la porta d’ingresso scoppiò a piangere e si accasciò su sé stessa ai piedi della porta.
 
Intanto, Alice e Jasper erano a casa Cullen a discutere in toni molto più pacati.
- << Jasper, ti ripeto, puoi anche non credermi, ma quel ragazzo è un licantropo >> - disse Alice.
- << Chi, Newton ? >> - chiese Jasper incredulo. Non era totalmente sorpreso da queste cose, visto il sesto senso di Alice, ma Newton un licantropo…
- << No, il ragazzo di Nessie >> - disse Alice paziente.
- << E non è Newton ? >> - chiese Jasper più confuso.
- << No, quello che mi ha chiesto di presentargliela >> - disse Alice, imbarazzata per quel che aveva provato quando l’aveva visto.
- << A proposito, Alice, devi scusarmi per quel che ti ho detto >> - disse Jasper, anche lui imbarazzato.
- << No, Jasper, è vero, lui mi piaceva. Non voglio trovare giustificazioni, ma quello che sentivo per lui mi sembra proprio … strano. Insomma, i ragazzi balestrati e mori come lui non mi piacciono. Com’è possibile che in quel momento mi piacesse ? >> -
- << Beh, io ne so meno di te dei tuoi gusti e del soprannaturale, però potrebbe essere che … la tua, per così dire, attrazione, dipenda dal fatto che lui è un licantropo >> - disse Jasper, mettendo ordine nella confusione nella sua testa.
- << Forse Nahuel sa qualcosa >> - concluse Alice, che trovava molto probabile quella spiegazione.
- << Nahuel ? >> - chiese Jasper.
- << Sì, dice di essere uno stregone >> - disse Alice, divertita dalla faccia che fece Jasper.
- << Tu mi fai perdere la testa >> - disse lui ridacchiando.
Anche Alice ridacchiò, poi la baciò e chiese :
- << Pace ? >> -
- << Pace >> - sussurrò Jasper, poi la baciò tenendola stretta.
---------------
Angolino dell’autrice
Come vi avevo anticipato nella presentazione, la storia comincia a distaccarsi dalla trama di Beastly.
Cosa sarà, o meglio, quale sarà la spiegazione dell’attrazione inspiegabile di Alice nei confronti di Jacob? #halfbloodvampire cerca di incuriosirvi XD #
Se vi va, recensite, criticate e/o apprezzate.
Vostra, halfbloodvampire :*

 

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Capitolo 10
*** Tre Dicembre 2010 - il giorno dell'amore ***


Tre Dicembre 2010 – il giorno dell’amore

 

Alice si svegliò. Il sole, o meglio i suoi raggi, entravano da una fessura tra le tende delle vetrine, e la colpivano in pieno viso.
Ripensò alla sera precedente. Jasper aveva passato tutta la sera da lei. Si erano perdonati a vicenda, e lei ne era felicissima.
Ma…
La sua felicità non era completa.
Intorno alle dici, Nessie era tornata a casa. Era distrutta, sia per il prolungato digiuno, sia per la lite ch’era avvenuta tra lei e Nahuel.
Alice sapeva benissimo che Nahuel aveva ragione, ma le faceva male vedere sua sorella così. Aveva cercato di confortarla, ma lei l’aveva allontanata in malo modo.
Guardò l’orologio della sveglia, che non era suonata. Erano le sette e trenta. Decise di alzarsi. Aveva da fare qualcos’altro, quest’oggi, oltre che andare all’università.
 
Alle sette e trenta si svegliò anche Jasper. Guardò la sveglia, che mezzora prima aveva ignorato. TRE DICEMBRE 2010.
Si alzò immediatamente. Era una data molto speciale.
 
Alle otto meno un quarto, Nahuel decise di aver dormito abbastanza e si alzò. Non aveva molta voglia di fare nient’altro che non fosse sbadigliare,  ma riuscì comunque a costringersi a fare colazione e a trascinarsi fino alla doccia.
Lo sforzo non fu facile, visto che doveva contemporaneamente scacciare l’immagine di Nessie dalla mente.
Quando, alle otto e trenta, fu pronto per uscire, qualcuno suonò al campanello. Andò ad aprire Emma, che poco dopo disse ad alta voce:
- <<  Nahuel! Hai una visita!  >> -
Temendo fosse Nessie, Nahuel scese di corsa le scale per dire in malo modo “Vattene!”, ma la minaccia gli morì in gola quando vide Alice.
 
Jasper arrivò a La Push alle otto e cinquanta. La casa vicina al mare, quella abbandonata su cui si raccontavano storie magiche inerenti all’amore, era vuota, ma chiusa.
- << Ehi >> - disse Jasper ad un ragazzino del posto che passava di lì - << di chi è quella casa? >> -
- << Di tutti. E di nessuno. Può entrare chi vuole >> - rispose quello.
- << E perché è chiusa allora ? >> - chiese Jasper infastidito.
- << Oh, la casa è sempre aperta, ma in questo momento non c’è ingresso per te >> - e dette queste parole dal sapore di antica saggezza popolare, il ragazzino andò via, lasciando Jasper a chiedersi dove altro poteva andare.
 
- << Ecco ! Lo sapevo ! Quando Jasper lo saprà, sarà finalmente sereno ! >> -
- << Ehm, Alice, calma >> - disse Nahuel, ancora sconcertato dal poterla chiamare per nome.
- << Nahuel, grazie >> - rispose lei ignorandolo - << ora vado. Ciao! >> - e con un bacio sulla guancia di Nahuel si congedò.
 
- << Pronto, Alice ? >> - rispose Jasper al suo cellulare.
- << Ehi Jasper >> - disse Alice parlando a voce bassa - << so che oggi è il nostro anniversario, ma non mi sento davvero molto bene e non mi va di uscire >> -
- << Oook >> - disse Jasper, palesemente deluso.
- << Oh, non preoccuparti >> - disse Alice con tono malizioso - << saprò farmi perdonare. Baci !!! >> - e chiuse la chiamata.
“Ma prima di quanto pensi” disse Alice fra sé e sé.
 
Nessie chiuse gli occhi ed assaporò l’aria salmastra di La Push. Aveva percorso qualcosa come circa tre km, ma il camminare l’aveva aiutata.
A non pensare.
I suoi genitori pensavano che lei fosse a scuola. Ma Nessie, anche volendo, non ci sarebbe andata. Come avrebbe fatto ad affrontare il disgustato sguardo di Nahuel? E il falsamente amichevole tono delle sue compagne?
Si schiarì la mente, cercando di continuare, come mentre camminava, a non pensare, ma non ci riuscì.
Si sedette sulla sabbia asciutta più vicina alla riva, e cominciò a giocare con la mani coi granelli di sabbia.
Ricordò quando, entrambe piccole, lei ed Alice andavano lì con Edward e Bella. E ricordò quella vecchia casa in cui lei ed Alice avevano sempre tentato di entrare, quando erano lontane dai loro genitori, sempre fallendo.
E ricordò quando lei e Nahuel saltavano la scuola e venivano qui a parlare, parlare per infinite e brevissime ore. E tutti i tentativi che aveva fatto anche con Nahuel per entrare in quella casa, fallendo tutte le volte.
“Basta pensare” si disse Nessie infelice. Si alzò per smettere di rimuginare su quanto fosse triste, e i piedi, quasi dotati di volontà propria, la portarono sul retro della casa sul mare, dove colse di sfuggita Jasper allontanarsi.
Più per abitudine che per altro, provò ad entrare, tentando di aprire la porta.
E la porta si aprì.
 
- << Pronto ? >> - disse Emmett rispondendo al telefono.
- << Ciao Emmett >> - disse la voce di Alice esitante - << mi rendo conto che potrei disturbarti, ma vorrei chiederti un favore >> -
- << Spara >> - disse Emmett con tono rassicurante.
- << Beh… potresti passare la sera fuori? E magari convincere i tuoi genitori a fare lo stesso? >> -
 
La sua Nessie non stava bene. Lo sapeva.
“Adesso sì che vorrei trasformarmi in lupo. Con quel nasone, riuscirei sicuramente a fiutarla” si disse Jacob.
Uscì dalla sua semidistrutta villa e si guardò attorno. Da dove cominciare a cercarla?
 
- << Ovviamente, sai cosa vuol dire tutto ciò, vero? >> - disse Huilen, accarezzando i capelli della sorella.
- << Certo che lo so. Vuol dire che la vita di Nahuel ben presto cambierà, e probabilmente saremo costrette a sfoderare le bacchette per finire la nostra guerra più vecchia una volta per tutte >> - rispose Pire, con lo sguardo fisso sullo specchio, che le restituiva la sua immagine.
- << Sei disposta a tutto per Nahuel, vero? >> - chiese Huilen affettuosa.
- << Certo che sì! >> - esclamò Pire.
- << Allora… Che gli dei siano con noi >> - concluse Huilen rassegnata.
 
- << Aiuto >> - strillò Nessie per l’ennesima volta.
Dopo esser riuscita ad entrare nella casa sul mare, non era più riuscita ad uscirne.
La casa era adatta a tutte le esigenze umane, e provvedeva ad esse in maniera più che sufficiente. La cucina era dotata di un frigorifero fornitissimo; la sala da pranzo sembrava una sala banchetti; il salotto e i bagni erano principeschi; l’unica camera da letto era… beh, confermava la reputazione di casa degli innamorati. Dentro la stanza da letto, infatti, non c’erano nient’altro che due comodini dello stesso legno del letto e un letto a baldacchino con tende, lenzuola, federe e cuscini vari blu. Non era certo come se fosse stato tutto rosa, o rosso, ma nell’aria Nessie coglieva un certo romanticismo e anche una buona dose di erotismo.
Persa in fantasie tutte sue, Nessie sussultò quando sentì la porta d’ingresso aprirsi, e corse a vedere chi fosse.
 
- << Pronto? >> - disse una calda voce femminile.
- << Rosalie? Rosalie, sono Emmett >> - rispose lui, accingendosi ad un compito difficile.
- << Tesoro, dimmi >> -
- << Rosalie >> - disse Emmett tutto d’un fiato - << possiamo cenare con mamma e papà oggi? >> -
- << Perché? >> - chiese Rosalie, cominciando a scocciarsi.
- << Ehm… A Jasper serve la casa libera >> - disse, cercando di convincerla con la verità.
- << Alice e Jasper ci devono un favore >> - disse Rosalie dopo qualche attimo di esitazione, poi chiuse la conversazione.
Emmett ignorò i suoi modi e pensò “MISSIONE COMPLETATA!”
 
Nahuel sedette da solo al tavolo della mensa che di solito occupava con Nessie.
La gente mormorava, lo guardava con occhi maligni, sembravano quasi essere contenti che quell’amicizia da cui erano stati esclusi fosse finita.
“I just don’t care” pensò (non me ne può fregare di meno), e prese a ripassare per le lezioni del pomeriggio.
- << È occupato qui? >> - chiese una voce esile.
Nahuel alzò lo sguardo e vide una ragazzina del primo anno. Era alta, aveva i capelli rossi, gli occhi verdi e le efelidi sulla bianca carnagione. Nahuel non riuscì a capire se fosse timida o no, visto che era diventata tutta rossa sul viso mentre gli parlava.
- << Certo >> - rispose - << questo posto è libero >> -
- << Mi chiamo Jess >> - disse la rossa, sedendosi e porgendogli la mano.
- << Nahuel >> - rispose lui, stringendo l’esile mano e chiudendo il libro con l’altra.
- << Oh, non c’è bisogno che tu interrompa quello che stai facendo >> - disse Jess guardando il libro - << sono loquace solo con chi me lo permette >> -
- << Io oggi ho finito di studiare. Dimostrami quanto sei loquace >> - disse Nahuel sorridendo.
 
- << Avete visto passare una ragazzina? >> - chiese Jacob a dei vecchietti seduti ad un bar.
- << Sì >> - dissero - << è in quella casa, ma… >> -
Senza nemmeno farla finire, Jacob corse verso la casa. Poiché aveva l’aria abbandonata, aprì la porta ed entrò.
 
- << Oh, Jacob, sei tu >> - disse Nessie con sollievo - << usciamo >> - e provò a riaprire la porta che Jacob aveva richiuso.
Niente da fare.
Provarono tutte le porte e tutte le finestre, ma nessuna si apriva.
La trappola amorosa ebbe inizio.
 
- << Jasper, puoi venire a casa? >> - disse Esme al telefono quando suo figlio rispose.
Dopo aver chiuso, disse ad Emmett, Rosalie e Carlisle:
- << Possiamo andare >> - e uscirono, lasciando la casa in mano ad Alice.
 
Alice, nel quarto d’ora che restava fino all’arrivo di Jasper, accese candele basse e profumate e le distribuì in un percorso che portava fino alla sua camera. Lì le dispose tutt’intorno al letto, per creare un’atmosfera romantica.
Adesso toccava a lei prepararsi.
Prese la borsa che aveva con sé e cacciò il completino che aveva portato. Non avevano mai avuto rapporti, tranne che all’inizio, quando la loro storia non era ancora seria. Ora che i tempi erano maturi, si poteva tentare.
 
Jasper inserì la chiave nella fessura della porta principale.
- << Mamma ? >> - chiese Jasper perplesso.
Gli occhi, abituati alle luci esterne, non si accorsero subito delle candele. Fu il naso che, appena entrato, gli disse che c’era un buon odore. Sapeva di patchouli e ginger, molto forte, molto carico, molto… sensuale.
- << Chi c’è? >> - chiese, non sapendo cosa pensare.
Comunque, seguì il percorso luminoso e olfattivo tracciato dalle candele, cominciando a pensare cosa potesse essere quella … roba.
Forse una festa di consolazione da parte dei suoi genitori?
Arrivò alla porta della sua camera. Su di essa c’era un cartellino rosso, e con grafia elegante, in nero, vi era scritto “Privato”.
Jasper aprì senza esitare.
Il letto era circondato di candele basse e rotonde e petali di rose rosse.
Le coperte e le lenzuola erano state sostituite da un unico paio di lenzuola rosse.
E, avvolta in quell’unico lenzuolo, c’era Alice, sdraiata con una posa a tre quarti.
- << Alice >> - disse Jasper con la gola improvvisamente secca. Per lui, la sua ragazza era sempre bellissima, ma così, nel suo letto, era ancora più sexy.
- << Non sei malata >> - disse poi.
Alice, invece di rispondergli, spostò il lenzuolo per far vedere il suo completino da baby-doll e disse con voce maliziosa:
- << Buon anniversario >> -
Jasper gettò senza cura la borsa e la giacca a terra, e si sedette vicino ad Alice.
Le mise la mano tra l’orecchio e il collo, e la baciò. Poi si staccò, e sussurrò:
- << Buon anniversario >> - e cominciò a sbottonarsi la camicia.
- << Fermo >> - sussurrò lei - << il regalo è bello solo se scartato >> - e lo tirò a sé dalla camicia per farlo sdraiare su di lei.
 
- << Oddio, Jacob, che ore sono ? >> - chiese Nessie preoccupata, guardando il buio fuori la casa.
- << Ormai è fatta. Un minuto di più, uno di meno… >> - disse Jacob noncurante, tentando di baciarla.
- << Non capisci ? >> - disse Nessie, tentando di liberarsi - << devo andare ! >> -
- << Stai ancora un po’ con me… >> - sussurrò Jacob, spostandosi per farla alzare.
- << Non posso >> - sussurrò lei - << devo andare >> -
Lo baciò sulle labbra, poi si mise il giubbotto e andò via.
- << Ok >> - sussurrò lui, risdraiandosi sul divano per addormentarsi respirando il suo odore.
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Angolino dell’autrice
Decimo capitolo? MA IO SONO DIO!!!
Ahahah ! Nulla da dirvi #lettori gioiscono#
Recensite, criticate e/o apprezzate.
Vostra, halfbloodvampire :*

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Capitolo 11
*** Undicesimo capitolo - parte 1 + sinossi ***


Sinossi
Dal primo al decimo capitolo
A cura di Anna, una cara amica.
 
A Forks nulla è tutto tranquillo come appare: molti anni addietro Jacob, ragazzo bellissimo, ricco, egoista, aveva tutto, finché una strega , per una vendetta trasversale, non gli lanciò una maledizione: durante le notti di luna piena sarebbe diventato un ferocissimo licantropo.
Jacob così si ritrova solo, dopo aver ucciso anche suo padre in uno dei suoi momenti di collera (giustificata?) , ma non per molto, poiché anche i licantropi hanno un punto debole, e cioè l’imprinting; nel momento in cui avrebbe posato gli occhi sulla compagna che il destino gli avrebbe riservato sarebbe stato per sempre.
Lui è deciso a rimanere solo.
Peccato che il destino non voglia così!
Lui evita l’amore, ma è l’amore che lo va a trovare, sottoforma di una bellissima ragazza che si intrufola con sua sorella nella sua dimora, spinte dalla curiosità delle leggende che circolano a Forks su chi viveva lì.
Renesmee rimane paralizzata quando incontra gli occhi di Jake, e lui capisce.
Ma Nessie non è una ragazza che si può definire normale, con un migliore amico, Nahuel, con una misteriosa storia alle spalle e con una sorella stramba, Alice, che ha visioni su passato, presente e futuro, più volte utili, come quando riesce a vedere dov’è scappato Nahuel dopo una litigata con i suoi genitori adottivi. Essa stessa ha un “sesto senso” particolare, anche se non molto sviluppato, che le consente di avvertire i cambiamenti che avvengono attorno a sé causati da forze e fenomeni paranormali.
È proprio con Nahuel che Nessie si lega sentimentalmente, dopo aver scoperto che lui è uno stregone e che la sua vera madre è una strega (la stessa che ha trasformato Jake, anche se Nessie e nahuel non lo sanno).
Ma lei non può dimenticare quegli occhi che in un attimo le hanno sconvolto l’esistenza.
Per Jake è lo stesso, che la cerca, e Nessie non può fare a meno di capire che ha davanti a sé la sua anima gemella.
Ma allora Nahuel?
Alice continua a mettere Nessie in guardia da Jake, e adesso che ha scoperto che c’è qualcuno che è uno stregone come lei, come deve fare a convincere Nessie se non legando con Nahuel?
E Jasper, eterno ragazzo di Alice, non si sentirà “messo da parte”, e non solo da Nahuel?
Strane forze stanno per scatenarsi a Forks, qualcosa di più grande dei piccoli intrighi di Nessie, Nahuel, Alice, Jasper e Jess, nuova amica di Nahuel.
Non vi resta che leggere per vedere come andrà a finire.

 

Silenziosamente, Nessie inserì la chiave nella toppa della porta principale di casa sua. Non accese la luce, per non far svegliare nessuno, ma non servì.
Quando arrivò in salotto, infatti, trovò suo padre e sua madre seduti sul divano con le braccia incrociate ad aspettarla.
- << Ben tornata >> - disse sarcastica Bella.
Nessie, imbarazzata, non rispose nulla, anzi, rimase immobile in attesa che la tempesta si scatenasse e poi passasse.
- << Allora >> - disse Edward col tono di chi vuole cominciare un resoconto - << hai passato tutta la giornata di ieri fuori, saltando la scuola, e noi non ti abbiamo detto niente sperando che tu migliorassi il tuo atteggiamento. E invece cosa fai ? >> - chiese Edward alzando il tono - << salti di nuovo la scuola e passi tutta la giornata fuori ! >> - concluse poi strillando.
- << Papà, io … >> - cominciò Nessie con l’intenzione di scusarsi, ma fu interrotta da sua madre, che disse strillando:
- << E tutto questo senza nemmeno dirci nulla !!! >> -
- << Mamma, papà >> - disse Nessie con tono calmo ma deciso per non farsi interrompere - << so che ho sbagliato, e vi prometto che non capiterà più >> -
- << Il tuo gesto è molto responsabile >> - disse suo padre, quasi facendole una concessione - << ma non possiamo crederti >> - concluse quasi addolorato.
- << E non pensare di cavartela con delle scuse >> - disse Bella a voce alta, ma più calma - << io voglio sapere dove sei stata >> -
- << Ehm… >> - il pensiero di Nessie corse a Nahuel, che spesso la copriva, ma…
Le si riempirono gli occhi di lacrime al pensiero di quel che era successo fra loro due.
- << Non posso dirvelo >> - disse dopo un po’ a bassa voce.
- << Se non puoi dircelo >> - disse Edward con tono più ferito che duro - << da oggi sei in punizione. Andrai solo a scuola, poi qui senza nessuna deviazione >> -
- << E ti accompagneremo noi >> - infierì Bella.
- << bene >> - disse Nessie, e uscì a testa alta dal salotto, per non farsi vedere in un certo senso colpita dalla prima punizione della sua vita.
In camera sua, si svestì meccanicamente, quasi senza pensare, e a malapena notò l’assenza di Alice. Una volta sdraiata, non pianse, ma con la mente corse a Jacob, l’unico rifugio sicuro che le rimaneva, e si addormentò pensando ai baci appassionati che si erano scambiati.
 
Beep. Beep. Bee…
La mano di Jasper, veloce, corse a spegnere la sveglia, poi ritornò sulla schiena di Alice.
Erano svegli da un po’, e Alice era sdraiata su di lui, con la testa sul suo petto.
A nessuno dei due andava giù l’idea di abbandonare quel letto, ma dopo qualche minuto decisero di farlo. Prima, però, Alice baciò Jasper un’ultima volta; poi si alzarono.
Alice si disse che probabilmente quello che avrebbe dovuto provare in quel momento avrebbe dovuto essere l’imbarazzo, ma non riusciva a provarlo.
Riusciva solo a pensare alla notte appena passata.
Solo poi considerò che Esme e Carlisle, i genitori di Jasper e Emmett, l’avrebbero guardata male a colazione, così fece una doccia veloce, ma completa, si vestì e andò via.
Passò da casa sua per le otto e trenta circa. Non era necessario per lei fermarsi a casa sua, in quanto avrebbe potuto anche fare colazione al bar dell’Università, ma si sentiva in dovere di dire a sua sorella della visione.
- << Alice !!! >> - disse Bella vedendola entrare.
- << Buongiorno mamma >> - rispose Alice sorridendo.
- << Com’è andata la serata ? >> - chiese Bella ad Alice, forzando il sorriso.
- << Benissimo >> - rispose lei chiedendosi se sua madre sapesse del contenuto della sua borsa.
- << OK >> - disse Bella chiedendosi quanto bene fosse andata la nottata.
- << Ehm… è uscita Nessie ? >> - chiese Alice superando l’imbarazzo del momento.
- << È ancora in camera >> - alice salì di corsa le scale e andò nella camera che condividevano. Proprio in quel momento, Nessie stava prendendo la borsa coi libri per andare via.
- << Nessie >> - disse Alice - << hai un momento ? >> -
- << Per te mai >> - rispose la sorella fredda.
- << E perché mai ? >> - chiese Alice, infuriata dal fatto che il loro rapporto fosse svanito nel nulla.
- << Lo sai benissimo perché >> - replicò Nessie, ancora fredda.
- << Ah, capisco >> - disse Alice con tono sarcastico - << è perché ti ho impedito di uscire con un licantropo assassino >> -
- << Il fatto che sia un licantropo non lo rende assassino >> - rispose infuriata Nessie, premendole l’indice della mano destra sul petto.
- << No, infatti >> - rispose Alice - << però rimane il fatto che è un assassino, indipendentemente del fatto che una volta al mese diventa un lupo >> -
Nessie non seppe cosa ribattere.
- << Assassino in che senso ? >> - chiese dopo un po’, abbassando la mano.
- << Ha ucciso. Due persone. Una ragazza di diciott’anni. E suo padre >> - disse Alice, confidando il terribile segreto che non sarebbe riuscita a custodire un secondo di più.
- << Perché dovrei crederti ? >> - chiese Nessie a bassa voce, incredula.
- << Puoi anche non credermi >> - sussurrò Alice cercando qualcosa nella borsa - << ma questo parla chiaro >> - concluse porgendole il foglio di giornale di due giorni prima.
Nessie lo prese e lo aprì. Lo scorse velocemente.
- << N-n-n-no-n-non ha-ha-ha-n-n-n-n-hanno p-p-p-ro-p-pro-p-prove >> - balbettò poi sull’orlo di uno svenimento.
- << Sì… Però,vedi… Quando ho letto l’articolo… Ho avuto una visione >> -
- << Che … visione >> - chiese dopo un po’ Nessie, ma non prima di aver fatto una serie di respiri per calmarsi.
- << Ho visto… Jacob… Pugnalare al cuore suo padre. Mi dispiace Nessie >> - sussurrò Alice, e poi corse ad abbracciare sua sorella. Nessie non rifiutò il contatto con Alice, ma non pianse. Dentro di sé sentiva solo un senso di vuoto, di perdita…
I suoi pensieri erano confusi, ma vertevano tutti in una direzione.
“Sono innamorata di un assassino”.
Sono innamorata di un assassino
“SONO INNAMORATA DI UN ASSASSINO!!!”
Era molto difficile per lei capacitarsene.
Comunque, si fece forza.
- << Alice, io devo andare a scuola. Ti va di accompagnarmi ? >> - chiese Nessie.
- << Sì, sì, volentieri >> - disse Alice sforzandosi di sorridere.
Nessie afferrò la borsa che in un momento indefinito dopo l’ingresso di Alice aveva fatto cadere, sua sorella afferrò le chiavi della sua Porche e scesero le scale.
- << Noi andiamo >> - disse, e uscì subito per evitare a Nessie per evitare di mostrare lo stato in cui era, ignorando le proteste di sua madre.
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Angolino autrice
Brevemente, questo è l'ultimo capitolo che pubbblico.
Poi, temporanea sospensione.

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Capitolo 12
*** Il risveglio - capitolo 11 completo ***


Finalmente sono riuscita a riprendere a scrivere!!! Non vi prometto aggiornamenti assidui come i precedenti, ma ci proverò.
Scusatemi se non aggiorno il precedente, ma ho preferito pubblicare un nuovo capitolo per non modificare il precedente.
A Nessi97: sappi che se ho ricominciato a scrivere è stato solo merito (o colpa) tuo. XD
 

Sinossi
Dal primo al decimo capitolo
A cura di Anna, una cara amica.
 
A Forks nulla è tutto tranquillo come appare: molti anni addietro Jacob, ragazzo bellissimo, ricco, egoista, aveva tutto, finché una strega , per una vendetta trasversale, non gli lanciò una maledizione: durante le notti di luna piena sarebbe diventato un ferocissimo licantropo.
Jacob così si ritrova solo, dopo aver ucciso anche suo padre in uno dei suoi momenti di collera (giustificata?) , ma non per molto, poiché anche i licantropi hanno un punto debole, e cioè l’imprinting; nel momento in cui avrebbe posato gli occhi sulla compagna che il destino gli avrebbe riservato sarebbe stato per sempre.
Lui è deciso a rimanere solo.
Peccato che il destino non voglia così!
Lui evita l’amore, ma è l’amore che lo va a trovare, sottoforma di una bellissima ragazza che si intrufola con sua sorella nella sua dimora, spinte dalla curiosità delle leggende che circolano a Forks su chi viveva lì.
Renesmee rimane paralizzata quando incontra gli occhi di Jake, e lui capisce.
Ma Nessie non è una ragazza che si può definire normale, con un migliore amico, Nahuel, con una misteriosa storia alle spalle e con una sorella stramba, Alice, che ha visioni su passato, presente e futuro, più volte utili, come quando riesce a vedere dov’è scappato Nahuel dopo una litigata con i suoi genitori adottivi. Essa stessa ha un “sesto senso” particolare, anche se non molto sviluppato, che le consente di avvertire i cambiamenti che avvengono attorno a sé causati da forze e fenomeni paranormali.
È proprio con Nahuel che Nessie si lega sentimentalmente, dopo aver scoperto che lui è uno stregone e che la sua vera madre è una strega (la stessa che ha trasformato Jake, anche se Nessie e nahuel non lo sanno).
Ma lei non può dimenticare quegli occhi che in un attimo le hanno sconvolto l’esistenza.
Per Jake è lo stesso, che la cerca, e Nessie non può fare a meno di capire che ha davanti a sé la sua anima gemella.
Ma allora Nahuel?
Alice continua a mettere Nessie in guardia da Jake, e adesso che ha scoperto che c’è qualcuno che è uno stregone come lei, come deve fare a convincere Nessie se non legando con Nahuel?
E Jasper, eterno ragazzo di Alice, non si sentirà “messo da parte”, e non solo da Nahuel?
Strane forze stanno per scatenarsi a Forks, qualcosa di più grande dei piccoli intrighi di Nessie, Nahuel, Alice, Jasper e Jess, nuova amica di Nahuel.
Non vi resta che leggere per vedere come andrà a finire.

 

Il risveglio

 

Silenziosamente, Nessie inserì la chiave nella toppa della porta principale di casa sua. Non accese la luce, per non far svegliare nessuno, ma non servì.
Quando arrivò in salotto, infatti, trovò suo padre e sua madre seduti sul divano con le braccia incrociate ad aspettarla.
- << Ben tornata >> - disse sarcastica Bella.
Nessie, imbarazzata, non rispose nulla, anzi, rimase immobile in attesa che la tempesta si scatenasse e poi passasse.
- << Allora >> - disse Edward col tono di chi vuole cominciare un resoconto - << hai passato tutta la giornata di ieri fuori, saltando la scuola, e noi non ti abbiamo detto niente sperando che tu migliorassi il tuo atteggiamento. E invece cosa fai ? >> - chiese Edward alzando il tono - << salti di nuovo la scuola e passi tutta la giornata fuori ! >> - concluse poi strillando.
- << Papà, io … >> - cominciò Nessie con l’intenzione di scusarsi, ma fu interrotta da sua madre, che disse strillando:
- << E tutto questo senza nemmeno dirci nulla !!! >> -
- << Mamma, papà >> - disse Nessie con tono calmo ma deciso per non farsi interrompere - << so che ho sbagliato, e vi prometto che non capiterà più >> -
- << Il tuo gesto è molto responsabile >> - disse suo padre, quasi facendole una concessione - << ma non possiamo crederti >> - concluse quasi addolorato.
- << E non pensare di cavartela con delle scuse >> - disse Bella a voce alta, ma più calma - << io voglio sapere dove sei stata >> -
- << Ehm… >> - il pensiero di Nessie corse a Nahuel, che spesso la copriva, ma…
Le si riempirono gli occhi di lacrime al pensiero di quel che era successo fra loro due.
- << Non posso dirvelo >> - disse dopo un po’ a bassa voce.
- << Se non puoi dircelo >> - disse Edward con tono più ferito che duro - << da oggi sei in punizione. Andrai solo a scuola, poi qui senza nessuna deviazione >> -
- << E ti accompagneremo noi >> - infierì Bella.
- << bene >> - disse Nessie, e uscì a testa alta dal salotto, per non farsi vedere in un certo senso colpita dalla prima punizione della sua vita.
In camera sua, si svestì meccanicamente, quasi senza pensare, e a malapena notò l’assenza di Alice. Una volta sdraiata, non pianse, ma con la mente corse a Jacob, l’unico rifugio sicuro che le rimaneva, e si addormentò pensando ai baci appassionati che si erano scambiati.
 
Beep. Beep. Bee…
La mano di Jasper, veloce, corse a spegnere la sveglia, poi ritornò sulla schiena di Alice.
Erano svegli da un po’, e Alice era sdraiata su di lui, con la testa sul suo petto.
A nessuno dei due andava giù l’idea di abbandonare quel letto, ma dopo qualche minuto decisero di farlo. Prima, però, Alice baciò Jasper un’ultima volta; poi si alzarono.
Alice si disse che probabilmente quello che avrebbe dovuto provare in quel momento avrebbe dovuto essere l’imbarazzo, ma non riusciva a provarlo.
Riusciva solo a pensare alla notte appena passata.
Solo poi considerò che Esme e Carlisle, i genitori di Jasper e Emmett, l’avrebbero guardata male a colazione, così fece una doccia veloce, ma completa, si vestì e andò via.
Passò da casa sua per le otto e trenta circa. Non era necessario per lei fermarsi a casa sua, in quanto avrebbe potuto anche fare colazione al bar dell’Università, ma si sentiva in dovere di dire a sua sorella della visione.
- << Alice !!! >> - disse Bella vedendola entrare.
- << Buongiorno mamma >> - rispose Alice sorridendo.
- << Com’è andata la serata ? >> - chiese Bella ad Alice, forzando il sorriso.
- << Benissimo >> - rispose lei chiedendosi se sua madre sapesse del contenuto della sua borsa.
- << OK >> - disse Bella chiedendosi quanto bene fosse andata la nottata.
- << Ehm… è uscita Nessie ? >> - chiese Alice superando l’imbarazzo del momento.
- << È ancora in camera >> - alice salì di corsa le scale e andò nella camera che condividevano. Proprio in quel momento, Nessie stava prendendo la borsa coi libri per andare via.
- << Nessie >> - disse Alice - << hai un momento ? >> -
- << Per te mai >> - rispose la sorella fredda.
- << E perché mai ? >> - chiese Alice, infuriata dal fatto che il loro rapporto fosse svanito nel nulla.
- << Lo sai benissimo perché >> - replicò Nessie, ancora fredda.
- << Ah, capisco >> - disse Alice con tono sarcastico - << è perché ti ho impedito di uscire con un licantropo assassino >> -
- << Il fatto che sia un licantropo non lo rende assassino >> - rispose infuriata Nessie, premendole l’indice della mano destra sul petto.
- << No, infatti >> - rispose Alice - << però rimane il fatto che è un assassino, indipendentemente del fatto che una volta al mese diventa un lupo >> -
Nessie non seppe cosa ribattere.
- << Assassino in che senso ? >> - chiese dopo un po’, abbassando la mano.
- << Ha ucciso. Due persone. Una ragazza di diciott’anni. E suo padre >> - disse Alice, confidando il terribile segreto che non sarebbe riuscita a custodire un secondo di più.
- << Perché dovrei crederti ? >> - chiese Nessie a bassa voce, incredula.
- << Puoi anche non credermi >> - sussurrò Alice cercando qualcosa nella borsa - << ma questo parla chiaro >> - concluse porgendole il foglio di giornale di due giorni prima.
Nessie lo prese e lo aprì. Lo scorse velocemente.
- << N-n-n-no-n-non ha-ha-ha-n-n-n-n-hanno p-p-p-ro-p-pro-p-prove >> - balbettò poi sull’orlo di uno svenimento.
- << Sì… Però,vedi… Quando ho letto l’articolo… Ho avuto una visione >> -
- << Che … visione >> - chiese dopo un po’ Nessie, ma non prima di aver fatto una serie di respiri per calmarsi.
- << Ho visto… Jacob… Pugnalare al cuore suo padre. Mi dispiace Nessie >> - sussurrò Alice, e poi corse ad abbracciare sua sorella. Nessie non rifiutò il contatto con Alice, ma non pianse. Dentro di sé sentiva solo un senso di vuoto, di perdita…
I suoi pensieri erano confusi, ma vertevano tutti in una direzione.
“Sono innamorata di un assassino”.
Sono innamorata di un assassino
“SONO INNAMORATA DI UN ASSASSINO!!!”
Era molto difficile per lei capacitarsene.
Comunque, si fece forza.
- << Alice, io devo andare a scuola. Ti va di accompagnarmi ? >> - chiese Nessie.
- << Sì, sì, volentieri >> - disse Alice sforzandosi di sorridere.
Nessie afferrò la borsa che in un momento indefinito dopo l’ingresso di Alice aveva fatto cadere, sua sorella afferrò le chiavi della sua Porche e scesero le scale.
- << Noi andiamo >> - disse, e uscì subito per evitare a Nessie per evitare di mostrare lo stato in cui era, ignorando le proteste di sua madre.
Nahuel uscì di casa, chiudendo la porta. Si era preparato con calma, e aveva pensato molto a Jess.
La trovava davvero molto interessante, caratterialmente parlando.
Sotto altri aspetti, non si pose nemmeno il problema di esaminarla. Perché avrebbe dovuto farlo?
Accelerò comunque il passo. Sperava di rivederla molto presto.
- << Psst ! >> - fece qualcuno dietro di lui. Di solito non si girava, ma questa volta lo fece.
Vide Jess che quasi correva per raggiungerlo.
- << Jess ! >> - disse Nahuel praticamente felice.
- << Buongiorno >> - disse Jess baciandolo sulle guance.
- << Abiti qui vicina ? >> - chiese lui, indicando la direzione da cui era appena venuta.
- << Sì, mi sono appena trasferita >> - rispose lei.
- << OK >> - replicò Nahuel, che non sapeva cosa dire.
- << È così difficile come dicono il quarto anno ? >> - chiese Jess, per metà curiosa e per metà desiderosa di avviare una conversazione.
- << Beh, dipende dai punti di vista >> - rispose lui, felice di avere qualcosa da dire - << io, per esempio… >> -
Chiacchierando chiacchierando, arrivarono a scuola.
Nahuel vide il ragazzo di Nessie su una moto nera nuova fiammante, e per un momento strinse i pugni.
Poi pensò alla ragazza che aveva accanto e sorrise.
In quel momento, una Porche gialla arrivò davanti a scuola. Tutti, nessuno escluso, si voltarono a guardarla, anche quelli che non sapevano nemmeno distinguere tra una marca d’auto e un’altra.
Ovviamente, sorridendo, si girò anche Jacob.
Nessie scese dall’auto, e ignorò del tutto il suo ragazzo.
- << Nessie ! >> - sentì Jacob chiamarla. A malincuore, si girò. Non poteva mica fare scenate dinanzi a tutti.
- << Hai da fare ? >> - chiese lui sorridendo.
- << Guarda tu >> - rispose Nessie, acida e sarcastica contemporaneamente - << sto andando a scuola >> -
- << È successo qualcosa ? >> - chiese lui, avvicinandosi a lei e abbassando la voce, visto che la moto e la Porche erano un’attrazione per tutti.
- << Voglio andare a scuola ! Lo capisci ? >> - replicò Nessie con le lacrime agli occhi.
Alice, stanca di tutto ciò, scese dall’auto (tra i fischi d’ammirazione dei ragazzi), si avvicinò a Jacob e a Nessie silenziosamente, e a bassa voce chiese: - << C’è qualche problema ? >> -
- << Ma certo ! Adesso è tutto chiaro ! >> - esclamò Jacob sarcastico - << è la tua sorellina a darti problemi ? >> -
- << Non osare mai, mai più parlarle così >> - disse Alice con un tono così duro che avrebbe eguagliato il tono di comando dei generali in battaglia.
- << È stata lei, vero ? >> - chiese Jacob a Nessie, ignorando Alice come fosse una qualunque delle ragazzine che, poco distante, lo stavano ammirando da capo a piedi.
- << Sì, è stata lei a farmi avere questo ! Vai via, Alice, che abbiamo di meglio da fare che starcene qui ! >> - disse Nessie, porgendo di malagrazia a Jacob il foglio di giornale sgualcito, che per tutto il tragitto in macchina aveva guardato e riguardato, senza avere voglia di rileggerlo.
Jacob guardò il foglio per due secondi, poi guardò Alice allontanarsi in macchina e Nessie entrare a scuola senza guardarlo nemmeno.
 Gettò il foglio a terra, con un interesse pari a zero nei confronti di quel che sarebbe potuto succedere se qualcuno l’avesse letto, poi risalì sulla moto e andò via a folle velocità.
 
Nahuel, che aveva assistito a tutta la scena, si scansò per far passare la moto.
Il vento provocato dal passaggio della moto portò il foglio ai piedi di Nahuel, che lo raccolse e, senza leggerlo, lo mise in tasca.
Jess lo guardò con sguardo interrogativo.
- << Conosco N… Cullen >> - disse Nahuel, rendendosi conto di quanto era strano chiamare Nessie per cognome - << appena la vedo glielo restituisco >> -
- << Senza spiare ? >> - chiese sorridendo Jess.
- << Ovvio >> - disse lui. Il pensiero di spiare non l’aveva nemmeno sfiorato. Almeno, non fino ad allora.
- << Che gentiluomo >> - replicò lei.
- << Beh, io vado >> - disse Nahuel appena la campanella suonò - << ci vediamo all’uscita >> - e le diede un bacio sulla guancia, per poi andare via.
“Volentieri” pensò lei.
 
La prima, la seconda e la terza ora (rispettivamente letteratura, biologia e trigonometria) passarono senza che Nessie e Nahuel avessero il coraggio di sedersi vicini o di parlarsi.
Ad un certo punto, Nessie chiese all’insegnante di uscire momentaneamente dall’aula, e Nahuel ne approfittò per aprire il famigerato foglio.
“Colpa di Jess” pensò sorridendo “che mi mette strane idee in testa.”
In pochi minuti, lo lesse tutto d’un fiato.
Il sorriso ci mise un istante a sparire.
“Oh mio Dio!” pensò spaventato “in che orrore si è cacciata?”
 
Dopo un viaggio di migliaia di km, il branco di licantropi, capeggiato da Sam, arrivò alla periferia di Forks, in prossimità di villa Black.
Si fermarono nel folto del bosco, mentre Seth e Leah Clearwater andarono in ricognizione.
Dopo una ventina di minuti, tornarono dagli altri.
- << Allora ? >> - chiese Sam, senza nemmeno dar tempo ai due di riprender fiato (non che ne avessero bisogno).
- << È qui >> - disse Seth, che sapeva che la notizia non aveva bisogno di molte parole.
- << Andiamo. Leah, facci strada >> - disse Sam.
Tutti si disposero alle sue spalle, in rispetto del suo titolo di alfa, e si diressero verso villa Black.
 
“Oggi c’è qualcosa che non va” pensò Alice, infastidita.
Era all’Università e non riusciva a concentrarsi.
E tutto ciò era dovuto a… Beh, questo era il problema. Non riusciva a capirlo.
“FUCK!!!” pensò quando le cadde l’iPhone di mano e tutti nel giro di tre file si girarono a guardarla.
Cos’era che la rendeva così irritata?
 
- << Oggi c’è qualcosa che non va >> - sussurrò Pire, preoccupata.
- << L’hai notato anche tu? >> - chiese Huilen a sua sorella.
- << Hai per caso provato a lanciare qualche incantesimo ? >> - rispose Pire a sua volta con una domanda.
- << Sì, e non lo farò più finché non vorrò bruciare la terra >> - rispose Huilen rabbrividendo.
- << Beh, almeno abbiamo pensato la stessa cosa >> - disse Pire.
- << Io veramente avevo pensato anche a un’altra cosa >> - disse Huilen a bassa voce, quasi temendo di offendere sua sorella.
- << Cosa ? >> - rispose ella a sua volta.
- << All’ultima volta che abbiamo avvertito un’atmosfera simile >> - rispose Huilen dopo qualche momento d’esitazione.
- << Non ti starai riferendo … >> - cominciò Pire timorosa.
- << … all’ultima guerra coi licantropi? Sì, proprio a quella >> - concluse Huilen, improvvisamente coraggiosa.
- << E questo cosa vorrà dire? >> - chiese retoricamente Pire.
- << Che le nostre previsioni si sono avverate >> - disse Huilen col tono di una profetessa di sventure.
 
“Nessie, non mi sento molto bene. Non vengo a prenderti dopo. Avverto io mamma.”
Questo l’sms che Alice spedì a Nessie all’uscita dall’Università.
“Non preoccuparti. Non mi sento bene nemmeno io. Sto andando a casa.”
Questa la risposta di Nessie.
Appena spedì l’sms, Nessie si chiese cosa potesse avere Alice. Lei si sentiva strana. Non stava propriamente male, ma comunque sapeva che la causa di ciò era qualcosa di esterno a sé stessa.
In ogni caso, se il suo flebile sesto senso(non certo forte come quello di Alice) funzionava ancora bene, era meglio arrivare subito, prima che poteva, a casa sua.
 
- << Benvenuto >> - disse una voce maschile.
- << Benvenuto? Chi è che mi da il benvenuto in casa mia? >> - chiese Jacob.
- << Amici >> - disse Sam, bissando sul fatto che ci voleva coraggio a chiamare quella devastazione “casa”.
- << Cosa posso fare per voi, amici? >> - disse Jacob con inflessione sarcastica sull’ultima parola.
- << Solo offrirci la tua amicizia >> - rispose ancora Sam, mentre gli altri uscivano dall’ombra.
In contemporanea, Pire e Huilen avvertirono un mal di testa lancinante e si guardarono impaurite.
Alice sentì lo stesso, e dovette fare un grosso sforzo per continuare a guidare, senza abbandonare il volante e la guida.
Anche Nessie, che non si accasciò a terra per strada(stava tornando a casa) per non essere guardata come una malata di mente.
Lo stesso Nahuel, che fece un grande sforzo fingendo di continuare a seguire la lezione.
E lo stesso un’altra ventina di persone, tredici ragazze e sette ragazzi abitanti a Roma.
---------------------
Angolino dell’autrice
Ragazze, sono tornate a rompervi l’anima.
Sapete cosa vi dico?
Che oltre a ringraziare una certa ragazza che ha recensito il capitolo precedente (e che mi ha fatto tornare la voglia di scrivere grazie alle sua parole dolcissime), non ho nulla da dirvi.
Alla prossima, gente.
Halfblood_vampire :*

 

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Capitolo 13
*** Guerra e solitudine ***


DEVO dedicare questo capitoloa Nessi97, che c'è sempre.
E a Te, che non hai capito cosa volevo che facessi prima che andassi via.

   Guerra e solitudine

   

- << Ma che tipo di scontro dovremmo avere con loro ? >> - chiese Jacob, ancora scettico rispetto a quel che gli era stato appena raccontato.
- << Uno scontro fisico, ovvio >> - rispose Sam - << anche se loro ci attaccheranno anche mentalmente. E puoi esser certo che moriremmo se lo facessero >> -
- << Ma… mentalmente in che senso ? >> - chiese Jacob sempre più incredulo.
- << Allora, Black, ascolta >> - disse Sam scocciato - << noi siamo licantropi, ed è nostra prerogativa uccidere con l’ausilio di artigli e zanne. Loro invece sono maghi e streghe, e la magia è la loro prerogativa. Quindi è ovvio che noi cercheremo di ucciderli, mentre loro cercheranno prima di tutto di privarci dell’uso della nostra mente >> -
- << Ma perché? Cioè, dico, perché questa lotta ? >> - chiese Jacob, desideroso di sapere quale guerra era chiamato a combattere.
- << Stai scherzando >> - disse Sam incredulo, mentre gli altri, anch’essi increduli e sbigottiti, cominciavano a mormorare fra loro - << tutti sanno perché! >> -
- << Ed io no >> - esclamò Jacob, scocciato da tutta quella superiorità che ostentavano.
- << Black, tuo padre è la causa della guerra >> - intervenne Leah Clearwater.
Jacob guardò Leah in faccia, poi guardò tutti gli altri, sparsi nel salone della sua villa, ed infine Sam.
Infine, riuscì a capacitarsi del fatto che non stessero scherzando.
- << M… Mio padre ? >> - riuscì a balbettare alla fine.
 
Alice e Nessie erano sdraiate l’una accanto all’altra, sul letto di Nessie. Lei dormiva, mentre Alice la accarezzava, cosciente che se entrambe stavano male a causa del loro “potere”, sua sorella stava ancora più male grazie a quel… Jacob.
Ma era quel malessere condiviso che la preoccupava, la rendeva inquieta.
Improvvisamente, ebbe un’idea.
Si alzò piano, senza far svegliare sua sorella, e si rivestì.
Qualcuno che poteva spiegarle cosa stava succedendo c’era, e nemmeno tanto lontano.
 
- << Pire, è inutile fingere >> - strillò Huilen contro sua sorella.
- << Cosa, Huilen, cosa è inutile fingere !? >> - strillò lei per risposta.
- << Fingere di non capire, ecco cosa !!! >> -
- << E cosa dovrei fare, secondo te ? Prendere il telefono e dire “Ciao, Nahuel, sono tua madre, Pire. Ah, a proposito, siamo in guerra e potresti morire” >> - disse sarcastica.
- << Divertente, davvero molto divertente >> - disse Huilen, anche lei adottando lo stesso tono della sorella.
- << È quello che mi hai detto di fare tu >> - disse Pire calma, lasciando ogni traccia della furia precedente.
- << Ma perché, Pire, ti ostini in questo tuo atteggiamento ? >> -
- << Perché Nahuel non ha ancora diciotto anni, quindi non può fare incantesimi >> -
- << Sì, però può imparare a difendersi >> -
Pire non seppe cosa ribattere ad un commento così razionale.
- << Ci penserò >> - capitolò infine.
Huilen non rispose, ma semplicemente le strinse la mano, per farle capire che comprendeva quanto difficile fosse per lei.
 
- << Ehi, ma il tuo ragazzo non è geloso ? >> - chiese Nahuel quando andò ad aprire la porta.
- << Non è necessario che lo sappia >> - rispose Alice entrando.
- << Se è per Nessie, ho chiuso con lei >> - tagliò corto Nahuel.
Anche se, ricordando il foglio di giornale che aveva letto quel mattino a scuola, pensò che forse qualcosina per lei l’avrebbe ancora fatta, se necessario.
- << No, non è per mia sorella. Mi serve quel libro >> - disse Alice sbrigativa.
- << Lo stavo consultando ora >> - disse Nahuel conducendola su per le scale - << credo che tu stia cercando la risposta alla mia stessa domanda.
Entrarono in camera di Nahuel.
Il libro, aperto su una delle pagine centrali, giaceva sul letto.
Alice posò le chiavi dell’auto e l’iPhone sulla scrivania e corse a prendere il libro.
“Per quanto riguarda i LICANTROPI, sono anch’esse creature non raccomandabili. Si trasformano grazie ad un demone che vive nei loro corpi, dominante quando sono lupi, e latente, ma sempre presente e a volte addirittura dominante, quando sono umani.
Inoltre, alle giovani streghe e ai giovani maghi, con poteri anche non molto sviluppati, è consigliato non guardare e non stare troppo vicino e troppo a lungo ad un licantropo, in quanto è famigerata la loro capacità di ammaliare e sedurre con il loro fascino innaturale e diabolico”
Alice, che si era seduta sul letto di fianco a Nahuel per leggere insieme, lo guardò orripilata.
- << Oddio >> - sussurrò.
Alice e Nahuel, presi dall’orrore del significato di quel che avevano appena letto in relazione a Nessie, non lessero il passo precedente del famigerato libro.
“Creature che i maghi e le streghe senza esperienza farebbero bene ad evitare sono i VAMPIRI, creature poco raccomandabili, che da sempre complottano per la completa distruzione di maghi, streghe e licantropi [vedi passo seguente]. Hanno forma umana, e umani erano. Ma ormai sono creature immortali, immortali e dannate.”
 
Sam guardò Jacob incredulo. Quel ragazzino non sapeva nemmeno com’era morto suo padre, e lui avrebbe dovuto cedergli il posto di alfa nel branco?
Decise di non rivelargli nulla, per il momento, della sua posizione.
- << Forse non lo sai >> - intervenne Leah con tono sensibile e delicato - << ma tuo padre è stato ucciso… da una strega >> -
Jacob ascoltò attento, ma quando sentì l’ultima parola strillò: - << Cosa !? >> -
- << Tuo padre si innamorò di una strega >> - rispose Leah con lo stesso tono, fraintendendo il tono sbigottito di Jacob - << e questa strega rimase incinta. Questo le fece pensare che tuo padre non l’avrebbe mai lasciata, ma qualche giorno dopo la nascita della bambina lui la lasciò. E lei, per vendetta, uccise sua figlia e suo padre >> - concluse infine.
Jacob si guardò attorno.
Poi rise, e tutti lo guardarono come fosse impazzito.
- << Scusate >> - disse smettendo di ridere una risata isterica - << scusate >> - ripeté con voce più ferma.
- << No, cioè >> - intervenne Seth, guardandolo ad occhi spalancati, come tutti gli altri -<< la morte di tuo padre e della tua sorellastra ti fa ridere ? >> -
- << Forse non è questo che mi fa ridere >> - disse Jacob con un tono capace di attirare l’attenzione di tutti su di sé (non che non l’avesse già fatto) - << forse a farmi ridere è il fatto che non sapete la verità >> -
Tutti pendevano dalle sue labbra, le labbra di un ragazzino che era capace di ridere dell’unico branco di licantropi esistente sulla terra; le labbra del ragazzino che rivelava, col tono di comando che inconsciamente aveva, di essere un’alfa.
- << Pire. La strega >> - cominciò Jacob - << innamorata di mio padre, Billy Black, il bastardo che voi volete difendere >> - disse, infondendo violenza nell’epiteto riferito a suo padre - << la sfruttò fino all’ultimo, e quando lei partorì, fu lui a uccidere sua figlia, Susan, per paura di subire un ricatto. Pire, per vendetta, trasformò me in licantropo, e mi raccontò tutto, anche di Susan. E io >> - si accinse a concludere con gli occhi lucidi - << io mi vendicai. Per me. Per Pire. Per Susan. E lo uccisi >> - finì.
- << Non è possibile >> - sussurrò Sam, l’unico ancora col coraggio di guardare Jacob negli occhi.
- << Certo che è possibile >> - ribatté Jacob, infuriato dall’atteggiamento di tutti - << ha ucciso una bambina, e mi ha reso un essere semi-demoniaco >> -
- << Beh, messa così sembra la cosa ch’era giusta da fare >> - disse Leah in difesa di Jacob.
- << Quindi, ora non dobbiamo più lottare contro i maghi e le streghe >> - disse Jacob, pensando a Nessie.
- << Forse non è così semplice, Black >> - disse Sam, preoccupandosi al pensiero di quel che l’aspettava.
 
Din don.
Qualcuno suonò alla porta principale, e Nessie si svegliò. Si alzò per aprire, ma la precedette sua madre.
- << Oh, Jasper >> - Nessie sentì Bella dire - << Alice è uscita una mezzoretta fa… Non è da te? >> -
- << No >> - disse Jasper preso alla sprovvista.
- << Posso farla chiamare da Nessie >> - si offrì Bella.
- << No, grazie >> - rispose lui - << la chiamo io >> - e detto ciò, salutò e andò via.
Nessie prese comunque il telefono.
- << Tesoro >> - rispose Alice.
- << Dove sei ? >> - chiese Nessie.
- << Da Jasper, ti serve qualcosa ? >> - chiese Alice con tono calmo.
- << Da Jasper >> - ripeté Nessie con fredda.
- << Perché quel tono ? >> - chiese Alice, non tradendo per nulla agitazione.
- << No, niente >> - rispose Nessie fingendosi calma - << ah, dimenticavo : Jasper è appena venuto a casa, ti cercava >> - e detto questo chiuse la chiamata e si risdraiò sul letto.
 
Alice guardò il cellulare quasi shoccata. Nessie non le aveva dato il tempo di spiegare il perché della sua bugia.
- << Ho combinato un casino >> - disse Alice, rispondendo allo sguardo interrogativo di Nahuel.
- << Non le hai detto che sei qui >> - disse lui traendo le conclusioni più logiche.
- << No >> - disse Alice precipitosa - << lei non avrebbe capito. E il peggio è che ho detto che sono da Jasper, ma Jasper era a casa e mi cercava >> -
- << Ehm … >> - cominciò Nahuel indeciso, rendendosi conto di quanto fosse diventata equivoca la loro posizione agli occhi degli altri - << forse è meglio che vai >> -
- << Sì, forse è meglio >> - disse Alice, con un tono meccanico e coi pensieri già rivolti a quel che l’aspettava a casa - << grazie per essere stato ancora una volta a mia disposizione >> -
- << Non è nulla >> - rispose lui, arrossendo d’imbarazzo - << in un certo senso siamo obbligati ad essere compagni >> -
- << Forse sì >> - disse Alice, tornando presente per qualche istante - << ma sono sicura che sei un ottimo amico, e mi dispiace che Nessie ti abbia perso >> -
- << Beh … >> - disse lui sussurrando - << io ci sarò sempre per lei, purché si ricordi di cercarmi >> -
- << Come volevasi dimostrare >> - disse lei sorridendo - << ora vado. Ciao ! >> - gli diede un bacio schioccante sulla guancia e andò via.
 
Jasper era pensieroso. Dove poteva essersi cacciata quella folletta pazza della sua ragazza?
In quel momento, il telefono prese a squillare.
- << Alice ! >> - esclamò felice rispondendo.
- << Jasper ! >> - disse Alice, che aveva elaborato una scusa accettabile - << dove sei ? >> -
- << Sono appena uscito da casa tua >> - rispose Jasper.
- << Aspettami lì, sto venendo >> - disse Alice chiudendo la chiamata.
 
Pochi minuti dopo, Alice arrivò a casa sua.
Scese di corsa dall’auto e corse ad abbracciare Jasper.
- << Ciao >> - disse lui, sorpreso dalla foga della sua ragazza.
- << Jasper … Nahuel mi ha appena detto una cosa bellissima ! >> - disse Alice poco dopo, staccandosi dal suo ragazzo.
- << Cosa ? >> - chiese Jasper, facendo trapelare un po’ di gelosia.
- << Mi ha detto >> - disse bisbigliando - << che avevi ragione tu. I licantropi riescono ad esercitare un fascino innaturale e non sincero sulle streghe >> -
- << E la cosa dovrebbe tranquillizzarmi ? >> - la stuzzicò Jasper.
- << Certo >> - ribatté pronta Alice.
Alzò la testa e guardò la finestra, da cui sua sorella la stava osservando.
- << Andiamo ? >> - le chiese Jasper.
Alice non rispose, ma si fece trascinare dal suo ragazzo.
 
Nessie guardò Alice andar via.
Sola.
Renesmee Carlie Cullen era sola.
Corse in bagno e si guardò allo specchio, ammirando affascinata le lacrime che scorrevano.
Poi afferrò, sul bordo della vasca, una lametta che come al solito Edward si era scordato di buttare.
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Angolino dell'autrice
Beh, ragazze, stavolta non ho nulla da dirvi. Vi chiedo solo una piccola, breve recensione.
Grazie.
Vostra, halfblood_vampire.

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Capitolo 14
*** Sono l'alfa&mi riprenderò ***


Sono l'alfa&mi riprenderò


Bella versò la cioccolata calda che aveva appena preparato in due tazze, poi mise le tazze su un vassoio e salì al piano di sopra.
Nel corso delle giornata si era resa conto che, forse, aveva sbagliato con Nessie.
Si era resa conto che sua figlia era in un momento “strano”, e in quel momento la sua figura doveva essere quella di mamma-amica.
Appena salite le scale, passò dinanzi alla porta del bagno, stranamente socchiusa.
Lo strano era che Alice la lasciava sempre aperta e Nessie sempre chiusa.
Bella si avvicinò alla porta per spalancarla, aiutandosi col vassoio e un po’ col piede.
Avvicinandosi, la colpì uno strano odore, acre e ferroso.
Temeva di averlo riconosciuto, così spinse la porta con un calcio.
Urlò, e il vassoio le cadde di mano dallo choc.
Il liquido marrone, quasi volesse mostrarsi rispettoso nei confronti di Nessie, non si avvicinò al suo sangue, che macchiava buona parte del pavimento.
 
- << Ti rendi conto di quel che stai dicendo, Black? >> - chiese Sam con tono solenne.
- << Sì, e mi rendo conto del fatto che avrei dovuto cacciarvi da qui da quando siete arrivati >> - rispose Jacob con tono furioso.
- << Ne sei sicuro? >> - chiese ancora Sam.
- << Sì, dannazione! >> - disse Jacob urlando - << non credo a nessuna parola di quelle che mi hai detto. ANDATE VIA!!! >> -
Sam guardò Jacob, come a promettergli che si sarebbero ancora rivisti, poi, a testa alta, uscì, e tutti lo seguirono.
- << Vampiri. Tsè >> - disse Jacob dopo qualche minuto.
- << Quindi non credi alla loro esistenza >> - disse una voce femminile.
Jacob si voltò di scatto, spaventato.
Che ci faceva Leah Clearwater ancora lì?
- << Assolutamente no >> - rispose lui, riprendendosi in pochi secondi dallo spavento.
- << Nemmeno io ci credevo, sai >> - cominciò Leah con un tono accondiscendente - << in famiglia eravamo tutti licantropi… I miei genitori mi parlavano di quei terrificanti vampiri italiani, i Volturi, ma io non li ho mai creduti… Finché due membri del loro clan non sono venuti a bussare alla nostra porta, con quella storia, assurda col senno di poi, sul conto di tuo padre… >> -
Jacob non sapeva cosa risponderle. Quella ragazza era sincera, e lui personalmente la voleva come amica al suo fianco.
- << Come ben sai >> - continuò Leah, rispettando il silenzio di Jacob - << i ragazzi se ne fregano altamente della psicologia delle persone… Noi ti volevamo come alleato in questa guerra contro i maghi, che adesso comunque si combatterà contro i vampiri, perché sei… forte >> - improvvisamente, Leah si interruppe, come rendendosi conto di aver detto troppo.
- << E voi come sapete che sono forte? >> - chiese Jacob, rendendosi conto dello strano tono di Leah.
- << Non chiedermi altro, per favore >> - supplicò lei.
- << No, io devo sapere quel che voi sapete su di me, dannazione ! >> -
- << Sam mi ucciderà, ne sei cosciente? >> - chiese Leah rassegnata.
- << Ed io ucciderò lui >> - ribatté Jacob pronto.
- << E va bene >> - disse Leah, sorridendo al fatto che fosse in pratica uno sconosciuto quello che gli offriva quasi affetto dopo tantissimo tempo - << tu… tu sei il nostro alfa >> -
- << Eh!? Cos’è l’alfa? >> -
- << Il nostro capo >> -
- << Sì, e magari c’è anche un beta >> - disse Jacob sarcastico.
- << Sì, è Sam, solo che manca l’alfa e per ora comanda lui >> -
- << Ah >> - disse incredulo.
Che fine aveva fatto il suo terribile, demoniaco ma rassicurante mondo?
 
Dopo due soli minuti di attesa (che a Bella sembrarono tre ore) arrivò l’ambulanza a casa Cullen.
Nell’attesa, aveva velocemente ripulito il pavimento dal cioccolato e dai cocci delle tazze, ma non dal sangue, e non aveva mosso la sua Nessie, quella che adesso le sembrava una bambina senza protezione e non un’adolescente ribelle (tale soltanto ai suoi occhi).
Quando medici e paramedici bussarono alla porta, Bella corse ad aprire.
Fece fare tutto a loro, non fece la mamma ansiosa che fa mille domande, semplicemente si mise in un angolino del bagno e rimase a guardare.
Disinfettarono il taglio sul polso di Nessie, a loro dire davvero profondo, poi le misero del cicatrizzante e delle bende.
Poi uno di loro la prese in braccio.
- << Dove posso farla sdraiare? >> - chiese il paramedico che la teneva in braccio.
- << Seguimi >> - disse semplicemente Bella.
Condusse il ragazzo in camera di Nessie, che la posò con molta delicatezza sul letto.
- << Sua figlia non ha perso molto sangue, per fortuna >> - disse il ragazzo con voce dolce, guardando comprensivo prima Bella e poi Nessie - << ma quello che è a terra è comunque un bel po’. Io le suggerisco di far mangiare molti dolci in questi giorni a sua figlia. E soprattutto >> - disse uscendo, posando una mano sulla spalla di Bella - << le stia molto vicina >> - concluse andando via.
Bella condusse fuori i medici.
- << Non so come ringraziarvi >> - disse con le lacrime agli occhi.
- << Ci basta la sua gratitudine >> - disse risalendo sull’ambulanza il paramedico di prima.
Lei aspettò che fossero partiti, poi corse in camera di Nessie e le si sedette di fianco, cercando di non strattonarla troppo.
Ma Nessie si risvegliò comunque.
- << Cos… >> - disse, tentando di alzarsi.
- << Shh, tu non ti muovi di qui >> - disse Bella dolce ma autoritaria.
Nessie si guardò il polso.
- << Ah, allora alla fine l’ho fatto >> - disse con un sorriso di autocommiserazione.
- << Perché? >> - le chiese sua madre.
Non c’era bisogno che le spiegasse il significato di quella semplice parola. Nessie aveva capito. Perché l’aveva fatto? Com’era arrivata a quel punto?
- << Oh, mamma… >> -
- << Sì, hai ragione, è il momento meno adatto per chiedertelo… Un’altra volta me lo dirai… Se ne avrai voglia >> -
Nessie non rispose.
Semplicemente la abbracciò.
Come aveva potuto pensare, anche per un solo, singolo istante, che sua madre non la volesse più bene?
 
Verso le 23:30, Alice si ritirò a casa sua.
In casa c’era un silenzio surreale.
In silenzio, si avviò per le scale, ma sua madre la bloccò.
- << Alice >> - sussurrò - << vieni un attimo in cucina >> -
Alice la seguì senza parlare, senza fare domande. Magari le avrebbe spiegato cos’era quell’atmosfera strana che aleggiava in casa.
- << Com’è che dite voi? >> - disse Bella quando furono in cucina.
- << Si è tagliata le vene >> - suggerì Edward sul divano.
- << Nessie si è tagliata le vene >> - disse Bella.
- << NO >> - disse Alice ad occhi sbarrati.
- << Per questo dobbiamo chiederti >> - cominciò Bella con tono interrogatorio - << sai i probabili motivi? >> -
Ad Alice ne passarono un sacco in testa.
Il suo migliore amico non era più il suo migliore amico, e si faceva vedere in giro con una ragazzina del primo anno.
Il suo ragazzo era un licantropo assassino.
I suoi genitori l’avevano messa in punizione.
Lei stessa le aveva mentito più volte.
- << No, non ne ho idea >> - rispose alla fine.
- << Solo una cosa ti chiediamo Alice: stalle vicina anche tu con noi >> - disse Edward.
- << Lo farò >> - rispose Alice a suo padre.
“Se me lo consentirà” aggiunse entrando nella loro stanza.

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Capitolo 15
*** Telefonate ***


 

Telefonate

- << Nahuel Newton >> - disse Nahuel scocciato, rispondendo al cellulare. Perché lo stavano chiamando con l’anonimo?

- << Nahuel >> - sussurrò dolcemente una voce femminile, che lui non aveva mai sentito.

- << Chi sei? >> - chiese lui un po’ sorpreso.

- << Io… ehm… possiamo incontrarci? >> - disse alla fina quella voce, indecisa e quasi terrorizzata.

- << N… non so nemmeno chi sei! >> - esclamò Nahuel. Era assurdo. Cos’era, uno scherzo?

- << Nahuel, sono un’amica. Ti prego, incontriamoci. Puoi portare qualcuno se non ti fidi >> - disse la voce femminile.

- << Io… dove? >> - sussurrò infine lui.

- << Dove vuoi tu >> - rispose lei, cercando di ispirare un po’ più di fiducia con quella frase.

- << Vediamoci… tra un’ora da Doe>> - disse infine lui.

- << Ci sarò >> - rispose l’altra voce infine, riattaccando.

Riattaccando, Nahuel si chiese cosa avesse combinato.

Aveva accettato l’invito di una sconosciuta.

Scorse la rubrica, cercando qualcuno/a da invitare.

Da solo non ci sarebbe andato per nessun motivo. I diciotto anni erano vicini, dopotutto.

E se qualche nemico di sua madre avesse…

“Balle” pensò.

In ogni caso, premette il tasto della cornetta verde.

Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio.

 

- << Jess Done >> - rispose Jess al cellulare.

- << Jess, menomale! Oddio, mi prenderai per pazzo, ma…

 

- << Pire, lo sai che ci sarò in ogni caso, sempre >> - sussurrò Huilen.

- << Lo so, ma forse ho sbagliato, forse… >> - rispose Pire, divorata dai dubbi.

- << Pire >> -

Huilen le si sedette accanto sul letto. Le afferrò delicatamente i capelli e glieli raccolse per guardarla negli occhi.

- << Huilen, non siamo ancora pronti, ho sbagliato… >> -

- << Pire >> - la interruppe ancora Huilen - << nel mondo devono esserci ancora… diciamo venti streghe o maghi. Un egregio esercito. Non saremo pochi ad affrontare i licantropi >> -

- << Ma non siamo pronti! E poi dove sono, scusa? >> - chiese Pire, ancora sfiduciata.

- << Non preoccuparti, Pire, li troverò >> - disse Huilen col tono di una promessa.

- << Grazie >> - disse semplicemente Pire, grata a sua sorella.

 

- << Tutto sta andando come avevi previsto, fratello >> - disse il biondo.

- << Mi sottovaluti sempre, Aro >> - sussurrò di rimando Marcus.

Caius li ascoltava attento.

Per la prima volta erano tutti e tre interessati alla stessa cosa.

- << Quando interverremo? >> - chiese Aro, rivelando un’impazienza che solo i suoi fratelli conoscevano.

- << Oh no, noi non interverremo >> - disse Caius, parlando per la prima volta - << saranno loro a venire da noi >> -

Aro sollevò uno dei tre calici pieni di prelibato liquido rosso che una stupida servile – Joanna? Jona? No, Gianna – stava porgendo loro.

Odiava bere sangue dai calici, ma era molto decorativo.

Anche i vampiri millenari erano vittima dell’immagine.

- << Perdonami, Marcus, ma questo brindisi non sarà a te >> - disse ironico.

- << Certo che no! >> - esclamò Caius.

- << Concordo, fratelli. Questo sarà per… >> - Marcus si interruppe e guardò suo fratello negli occhi.

- << A quel buonuomo di Billy Black >> - concluse sarcastico.

Avvicinarono tra loro i calici con scherno.

Poi li portarono alle labbra.

Bravo, Billy Black.

 

- << Io dovrei raggiungere gli altri >> - disse Leah, alzandosi da terra.

Jacob l’aveva portata dove un giorno di una vita precedente aveva portato Nessie.

Non avrebbe dovuto farlo, però Leah…

Jacob le voleva già bene.

- << Non vuoi rimanere ancora un po’? >> - chiese lui.

Doveva trattenerla.

Un contatto umano, dopotutto, non gli faceva male.

- << Ma … veramente io … >> -

Leah titubava.

Nemmeno lei voleva andar via.

- << Andiamo a bere qualcosa. Andiamo… andiamo da Doe! >> - disse Jacob.

- << Doe? >> - disse Leah, assaporando un nome che non aveva mai sentito.

La sua posizione era ormai compromessa agli occhi di tutto il branco.

Magari Jacob l’avrebbe anche protetta.

- << Vende birre? >> - chiese.

 

- << Il fatto che abitiamo nella stessa casa e che condividiamo la camera non significa che tra noi sarà tutto come prima >> -

Che freddezza, pensò Alice. Perdere una sorella non ti fa niente, Nessie?

- << Hai bisogno di me, Nessie >> -

Cosa stava dicendo? Si volevano bene, ok, ma erano entrambe molto indipendenti.

- << Non ho bisogno di te, Alice >> - disse Nessie sussurrando.

Poi la voce le si spezzò, e tacque.

Si asciugò gli occhi col polso e voltò gli occhi verso il balcone della loro camera.

Chi è solo non ha bisogno di nessuno.

- << Non ti mentirò mai più >> - disse Alice, sussurrando anche lei.

Perché? si chiese Nessie. Perché si continua a voler bene ad una sorella che ti ha deluso.

Lasciò scorrere le lacrime, stavolta.

Non le bloccò.

- << Promesso >> - sussurrò ancora Alice, abbracciando sua sorella delicatamente.

Chi è solo crede di non aver bisogno di nessuno.

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Angolino dell’autrice.

Ehilà! Vi è piaciuto questo capitolo?

E la storia?

Recensite, per favore, poiché ho intenzione di chiudere questa storia ed aprirne un’altra che sarà il sequel.

Avvertirò tutti voi che avete recensito, aggiunto tra i preferiti, tra le ricordate e le seguite quando comincerò l’altra.

Bacio :* dalla vostra (ex halfblood_vampire) Malandrina1995.

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