Tranquillo, George, riuscirò a farti sorridere di nuovo.

di LunaGorgosprizza
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La Foresta Proibita. ***
Capitolo 2: *** La torre di Grifondoro ***
Capitolo 3: *** Forse dovrei... ***
Capitolo 4: *** Tiri Vispi Weasley ***
Capitolo 5: *** Salvami Luna! Da che cosa? Non lo so. Tutto. ***



Capitolo 1
*** La Foresta Proibita. ***


1. La foresta


Doveva farlo: George Weasley doveva tornare a Hogwarts. Sì, era difficile dopo quello che era successo, ma doveva.

Chi lo sa, magari suo fratello era ancora là come fantasma... Perché no?

Il problema era uno solo: da dove iniziare? 

Di certo non poteva fare tutto da solo.
 

Si fece forza. Si concentrò e dopo pochi secondi si ritrovò nel cortile di Hogwarts. Dopo la battaglia, l’incantesimo che non permetteva la smaterializzazione era svanito.

George fece un respiro profondo e di guardò intorno, indeciso: “Avanti Georgie, tanto prima o poi dovrai controllare tutta l’area del castello... Un posto vale l’altro.”

Si voltò: la Foresta Proibita era la sua meta.

Attraversò velocemente la distesa d’erba che lo separava dalla foresta e si ritrovò lì davanti.

Entrò. Si guardò intorno cercando qualche segnale, ma, non ricevendo nulla, scelse un sentiero a caso.

Lo percorse fino a trovarsi in una piccola piazzola.

Il ragazzo si guardò intorno e rimase stupito da quello che vide: una ragazza con lunghissimi capelli biondi. Era Luna.

Portava dei pantaloni un po’ polverosi, con un piccolo strappo sul ginocchio, ed una maglietta di un viola spento. Luna non si accorse subito di George.

Ma la cosa che lo aveva colpito non era Luna, bensì quello che la circondava.

Infatti Luna era circondata da almeno una decina di strane creature, simili a cavalli neri, con  grandi ali scheletriche.

Si avvicinò lentamente alla ragazza. Aprì la bocca per chiederle di che cosa si trattasse, ma Luna, senza voltarsi, lo precedette: “Vuoi sapere cosa sono, vero?”

George balbettò qualcosa, sorpreso: “Io.. Sì, io.. Come..”

”Ti ho sentito arrivare. Beh per quanto riguarda loro.. Sono Thestral, m credo che tu abbia già sentito parlare di loro, no?” Chiese Luna.

George la guardò, cercando di ricordare: “Beh sì ma.. Io non..”

Luna non lo lasciò finire: “Vuoi sapere perché non li avevi mai visti prima, vero?”.

George si limitò ad annuire e Luna si affrettò a dare spiegazioni: “Possono essere visti solo da chi ha visto la morte, George...”

La cosa non gli sembrò nuova, ma il pensiero della morte di Fred gli si presentò di nuovo. Non voleva piangere davanti a Luna: avrebbe fatto una brutta figura. Si nascose il viso, cercando di asciugarsi agli occhi. Sfortunatamente, Luna se ne accorse: “Non devi vergognarti, George. Ho pianto tanto anche io, sai? E’ difficile, lo so bene...”

George si avvicinò ad un Thestral.

”Sono proprio belli... Sai, Fred avrebbe tanto voluto vederne uno. Beh adesso io ne ho l’occasione, ma non glielo consiglierei per nulla al mondo..”

Abbassò la testa.

Aveva pensato di nuovo a Fred, non poteva farci nulla. Una lacrima gli scivolò su una guancia.

Luna si avvicinò a lui e si affrettò ad asciugargli la lacrima con la manica della sua maglietta.

”Sai, molte persone vorrebbero vederli, ma preferiscono non farlo: il sacrificio è grande...Molto grande”

George alzò la testa, per guardare Luna. Non era molto sicuro, ma quello che vide non era lo stesso delle volte precedenti. 

Non sapeva come, ma Luna gli sembrava diversa.
 

Diversa? E come? Era sempre la solita!
 

Ma george ne era convinto. Aveva qualcosa... Qualcosa che la faceva sembrare speciale.

George non era del tutto sicuro.

No, non è possibile. Sarà stata solo una sua impressione.. 

Distolse lo sguardo da Luna, ancora confuso.

Lei lo guardò, con aria comprensiva.

”Perché sei qua, George?”

”Io... Beh sembrerà stupido, ma sono tornato qua per mio fratello. Devo trovare mio fratello. Se ne è andato, lo so, ma io non l’ho perso. Deve esserci un modo per vederlo di nuovo, DEVE!”

Luna accennò ad un piccolo sorriso.

“Ti aiuterò io”

George la fissò stupito.

”Cosa?”

”Sì, ti aiuterò io. Non so quanto riuscirò a fare, ma prometto che ce la metterò tutta. So come ci si sente, farò si tutto per farti stare meglio”

Continuando a fissarlo, Luna portò la sua mano vicino a quella di George e gli accarezzò delicatamente il dorso della mano.

George arrossì. 
 

Perché Luna gli faceva quell’effetto? Perché adesso? Non era mai successo prima, come si spiegava?
 

“Gr-Grazie, Luna..” 

”Non si è mai visto un gemello Weasley triste... E non credo che debba più vedersi, no? Bene. Io ti farò sorridere di nuovo, George Weasley!”

Il tono di Luna non era il solito: non aveva quell’aria sognante. Aveva qualcosa di strano, qualcosa che piacque a George.

Luna gli sorrise e poi, con una mossa veloce, gli prese la mano.

George posò lo sguardo prima sulle loro mani, poi su Luna.

”Vieni con me”

”Dove?”

”Da tuo fratello, George”

George non esitò. Luna era davvero disposta ad aiutarlo e lui non le avrebbe di certo detto di no.

Detto questo, Luna saltellò in avanti, trascinandosi dietro George, che adesso aveva la testa piena zeppa di idee confuse.

Confuse, ma piacevoli.

«Angolo dell'autore»
Ok, questa è la mia prima FF a capitoli.. Che ne pensate come inizio? Uhm..
Beh i prossimi capitoli arriveranno molto presto, perché le idee non mancano. Spero che seguiate la mia storia e che, proseguendo, vi piaccia...
Non mi resta altro da dire, quindi..
Un saluto dalla Gorgosprizza :3

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Capitolo 2
*** La torre di Grifondoro ***


La torre di Grifondoro
 

George era stanco morto: Luna lo aveva trascinato di corsa dentro al castello.

Rallentò e si fermò per riprendere fiato, appoggiandosi al muro.

”Luna, ma... Dove... Stiamo...Andando?” Le chiese ancora con il fiatone.

Al contrario, Luna non sembrava affatto stanca.

”Dai fantasmi, naturalmente!” 

”Dai fantasmi?” George aggrottò le sopracciglia, ma poi capì. “Dai fantasmi! Ma certo, come ho fatto a non pensarci? Luna, sei un genio!” E senza pensarci troppo su, la avvolse in un grandissimo abbraccio.

Luna rimase sopresa da quel gesto inaspettato, ma visto che George non la mollava, gli portò le mani attorno alla schiena e lo abbracciò anche lei.

”Ehm... Grazie George” Disse con un sorrisetto in faccia.

George, che aveva realizzato, si staccò da lei cercando di scusarsi: “Oh, ecco io.. Beh io.. Ehm.. Scusa, Luna.. Beh..” 

Continuò a balbettare, non riuscendo a formulare un discorso di senso compiuto, ma Luna lo zittì: “Non preoccuparti, George... E’ piacevole essere abbracciati, grazie” 

George la guardò e sorrise a sua volta.

”Allora, ti sei ripreso?” Chiese Luna con una risatina.

George si staccò dal muro e fece un respiro profondo.

”D’accordo, ci sono... Dov’è che andiamo di preciso adesso?”

Luna non gli rispose, ma afferrò la sua mano e riprese a correre, fino ad arrivare alla torre dei Grifondoro. Entrambi si guardarono intorno, cercando, tra le macerie, una figura familiare.

Luna puntò un dito contro qualcosa che sembrava il vestito di Sir. Nicholas.

”Eccolo! Puoi chiedere a lui” Gli diede una leggera spintarella per incoraggiarlo.

George tossicchiò e si tolse un po’ di polvere di dosso. Fece un passo avanti, poi si voltò verso Luna, assumendo un’espressione daChe faccio?

”Digli quello che vuoi, vai dritto al punto, non esitare. Io sono qui” Gli rivolse un sorriso di incoraggiamento.

George annuì, poi si rivolse timidamente al fantasta: “Ehm... Sir. Nicholas? Posso.. Posso chiederle una cosa?”

Sir. Nicholas, che si stava tranquillamente riposando, sussulto, ma sorrise vedendo di nuovo un volto familiare.

”Oh, ma chi abbiamo qui! Guarda guarda, che cosa combini qui, Weasley?”

George deglutì.

”Ecco, io dovevo chiederle... Una cosa” Abbassò lo sguardo.

”Beh ti ascolto. Cosa volevi chiedermi?”

”Volevo sapere...” Il tono di voce di George cambiò. “La prego, mi dica che posso rivedere mio fratello. Mi dica che adesso anche lui è qui sottoforma di fantasma, mi dica che posso parlare di nuovo con lui, la prego!”

I suoi occhi diventarono lucidi.

”Mi dispiace deluderti, George, ma solo chi teme la morte può tornare come fantasma... E tuo fratello non la temeva di certo”

George cercò di trattenersi, si limitò ad annuire con la testa, poi se ne tornò da Luna, che lo portò via.

Quando furono lontani da Sir. Nicholas, George scoppiò in un pianto continuamente interrotto da singhiozzi.

”Lo sapevo, LO SAPEVO! E’ finita, Luna... Non lo rivedrò più, lo sapevo!”

Luna detestava vederlo così. George e Fred erano quelli che riuscivano a farla sorridere sempre: se qualcuno la prendeva in giro, loro due la facevano sorridere, se prendeva un brutto volo, loro due la facevano sorridere. 
 

Era strano: toccava a lei stavolta. A lei.
 

Si avvicinò a George e gli appoggiò una mano su una spalla.

”Non è vero, George”

George alzò la testa, conil viso bagnato di lacrime, e la guardò confuso.

”Come può non essere vero, Luna? Non c’è più. Mio fratello non c’è più, e io l’ho perso...”

”Non è vero, George. Sono sicura, troveremo un modo” Gli sorrise e gli asciugò una guancia.

”Una promessa è una promessa, no?” SI alzò in punta di piedi e gli diede un bacio sulla guancia, che lo fece arrossire.

George si portò una mano sulla guancia.

”Perché mi...”

”E’ la mia promessa”

”La tua promessa?”

”Sì, la mia promessa. Te l’ho promesso, George. Io mantengo sempre le mie promesse” Gli disse sorridendo.

Un sorriso comparve sulla bocca di George. Per la testa gli passarono tante idee. Avrebbe voluto dire mille cose insieme. Aprì la bocca per parlare: non sapeva cosa dire. Doveva scegliere tra un migliaio di cose...

”Luna, tu...” Si bloccò.

”Io?” Luna lo guardò con un’aria che sembrava speranzosa.

”Grazie, grazie davvero”

”Oh... Questo è il minimo per te.”

George arrossì leggermente. 

”Ehm... E’ tardi, devo tornare a casa o mia madre inizierà a preoccuparsi..”

”Oh..” Luna parve dispiaciuta. “Sai dove trovarmi, George. Spero di rivederti presto” 

”Lo spero anche io, Luna...” 

George si guardò intorno, poi fece per andarsene, ma prima di iniziare a scendere le scale si abbassò leggermente verso Luna e le baciò la guancia.

”Grazie...”

E se ne andò, lasciando Luna imbambolata sulla scala, con un gran sorriso stampato sulla faccia.

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Capitolo 3
*** Forse dovrei... ***


Luna...

Sì, ok, non ho la minima idea di cosa scrivere e non so neanche perché io lo stia facendo, ma mi sento in dovere... Dopo tutto quello che hai fatto per me...
Diciamo che sono sono molto bravo con i discorsi, quindi non aspettarti un capolavoro..
Beh, come ho già detto, volevo semplicemente ringraziarti... La tua compagnia è stata davvero di grande aiuto, sono riuscito a sorridere di nuovo quando eri lì con me.
Tu conosci bene mia madre, immaginati cosa mi ha detto...
Sì, mi ha detto di chiederti se avevi voglia di venire un po' alla tana quest'estate, o anche prima.
Farebbe a tutti molto piacere, anche a me... Molto.
Sai, in questi giorni ho pensato molto ad una cosa.
Ho chiesto a tutti e ho ricevuto troppe risposte differenti, ma adesso ho deciso.
Tornerò ai Tiri Vispi Weasley.
Pensi che sia una scelta troppo affrettata?
E' per questo che ero indeciso. Io e Freddie, i Tiri Vispi li abbiamo inventati noi, tutto quello che è lì dentro lo abbiamo inventato noi.
Sono quasi sicuro che mi metterò a piangere quando entrerò là.
Troppi ricordi mi piomberanno addosso e mi pentirò della mia scelta.
Ma sono sicuro... Se vuoi ti farò sapere come è andata.
Bene, non so proprio cos'altro dirti, Luna.
Continuerei a ripeterti "Grazie" un milione di volte.
Grazie, grazie, grazie, grazie..
Spero di rivederti presto!

Con affetto,
George.

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Capitolo 4
*** Tiri Vispi Weasley ***


Tiri Vispi Weasley

Era giunto il momento: aveva aspettato, adesso era pronto.. O quasi.

Un attimo e si trovava a Diagon Alley, di fronte ad un negozio con un'enorme statua sulla facciata. Alzò la testa per osservare meglio. Un piccolo sorriso si creò sulle sue labbra. Una miriade di ricordi gli tornò in mente: tute le Pasticche Vomitose che avevano venduto, tutte le diavolerie che avevano inventato, tutto quello che avevano fatto insieme. 

Adesso era lì, ma era da solo e questo lo faceva sentire tremendamente triste.

Ogni giorno che passava sentiva sempre di più la mancanza di suo fratello, non riusciva a superarlo.
Preso un bel respiro, si diresse verso l'entrata e si frugò in una tasca dei pantaloni per prendere le chiavi, ma non riuscì a trovarle.
Eppure le teneva sempre in tasca, non le toglieva mai! Dove erano finite?
Lanciando un'occhiata più attenta alla porta, vide che era socchiusa. 

Perché? Era l'unico ad avere le chiavi di quel negozio.. Beh, almeno adesso lo era.

Aprì lentamente la porta ed entrò, piano. Si guardò intorno: era tutto come se lo ricordava. Gli scaffali erano identici a come li aveva lasciati l'ultima volta, forse un po' più polverosi. Si fece avanti, posando una mano su uno scaffale e chiudendo gli occhi. Era impossibile non far riaffiorare nella sua mente i ricordi più belli. Riusciva a sentirsi felice, per un momento, ma poi un vuoto si prendeva nuovamente possesso di lui. Un rumore gli fece aprire gli occhi: non era solo, ovvio.
Perplesso si guardò intorno, procedendo di stanza in stanza. Salì le scale per arrivare al piano superiore e ciò che vide lo lasciò di sasso per la sorpresa, come se fosse appena stato pietrificato.

Riconobbe all'istante quell'inconfondibile chioma bionda: era Luna! 

Luna? Cosa ci faceva qua? E soprattutto, come era riuscita ad entrare?

Gli ci volle un po' per riprendersi dalla sorpresa. Era così stupito che non riuscì a spiccicare parola, solo qualche parola.
«L..Lu.. Luna?»
La ragazza si voltò di scatto, sentendo la voce di George. Scese da un piccolo sgabello su cui era salita per togliere un po' di polvere dagli scaffali e si diresse ad uno scaffale più vicino a George. 
«Oh, ciao George. Ci hai messo un po' per tornare, eh?» disse ricominciando a pulire.
«Come?» disse George confuso.
«La lettera. La tua lettera, l'ho ricevuta.»
La lettera, adesso si ricordava. 
George, che non si era mosso di un centimetro, provò di nuovo a parlare.
«Ma tu.. Cosa ci fai qui? Intendo.. Come hai fatto?»
Era una domanda giusta, no? In fondo solo lui e Fred avevano le chiavi.
«Oh, ho pensato che sarebbe stato carino farti trovare il negozio più pulito, per quando saresti tornato» disse con il suo solito tono spensierato, mentre cercava di lucidare delle boccette. «Come ho fatto? L'ho detto a tua madre. Lei ha pensato che fosse un'ottima idea, quindi ha preso delle chiavi dai tuoi pantaloni e le ha date a me. Ti dispiace?»
George era ancora più confuso. 
«Dispiacermi? No, tutt'altro!» riuscì finalmente a dire. «Sono felicissimo che tu sia qua, dico davvero!»
Si infilò una mano in tasca e solo dopo capì ce fine avessero fatto le sue chiavi.
«Beh, George, vuoi stare lì fermo per tutta la giornata? Questo negozio ha sentito fin troppo la tua mancanza.»
George sospirò e andò a sedersi su un gradino. Sì, era da tanto che non entrava in quel negozio, forse da troppo. Ma la verità era che non voleva farlo senza Fred. Aveva preso coraggio, era tornato, ma non sapeva se riprendere a lavorarci sarebbe stata una buona idea. 
Luna si accorse che George era soprappensiero, era evidente. Lasciò perdere lo straccio con cui stava lucidando e andò a sedersi accanto a George. In un primo momento non disse niente, e si limitò a prendergli una mano. Poi alzò la testa verso di lui.
«Lo so che è difficile. So cosa provi. Fred manca a tutti, tantissimo, posso immaginare quanto manchi a te. Ma lui non vorrebbe che il vostro negozio andasse dimenticato, non credi? Lui vorrebbe che tu continuassi, vorrebbe che tu portassi avanti quello che voi due avevate cominciato insieme. E credo che sarebbe fiero di te.»
George, che aveva abbassato la testa ascoltando le parole di Luna, posò lo sguardo sulle loro mani, e poi alzò la testa.
Aveva gli occhi lucidi. Pensare a Fred gli faceva male, molto male, ma forse Luna aveva ragione.
Fred non avrebbe voluto che tutto quello che avevano cominciato finisse così presto.
«Lo credi davvero?»
Luna annuì con la testa, sfoderando un piccolo sorriso di incoraggiamento.
George accennò ad un sorriso: in qualche modo, riusciva a sentirsi meglio.

Era strano l'effetto che quella ragazza aveva su di lui, ma era positivo. Molto positivo.


Rincuorato, George si alzò, aiutando anche Luna ad alzarsi.
«Beh, allora cosa aspettiamo? E' giunto il momento di riaprire i Tiri Vispi Weasley!»
Si avvicinò allo scaffale dove si trovava prima Luna e, preso uno straccio, cominciò a pulire. Lune era rimasta per poco a guardarlo, con un sorriso soddisfatto sul viso.
«Sarebbe fiero di te, George»
George si voltò, guardando Luna con uno sguardo pieno di gratitudine.
«Di noi, Luna. Sarebbe fiero di noi»

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Capitolo 5
*** Salvami Luna! Da che cosa? Non lo so. Tutto. ***


Dopo l'incoraggiamento e l'aiuto di Luna, i Tiri Vispi Weasley avevano ripreso a funzionare. Certo, non come prima, ma sembrava che non fosse mai cambiato nulla.
Al negozio George era aiutato da Ron: lui diceva che George aveva bisogno di una mano per gestire il negozio, perché non ce l'avrebbe fatta da solo, ma in realtà era solo preoccupato che facesse qualcosa di stupido, voleva tenerlo d'occhio.
Dopo varie settimane che il negozio aveva aperto di nuovo, George aveva deciso di invitare Luna alla Tana. Dopotutto, era il minimo che potesse fare, per tutto l'aiuto che lei gli aveva dato, così le inviò un gufo il prima possibile e la risposta non tardò ad arrivare.
Quella domenica, la ragazza si presentò puntualmente alla Tana e bussò alla porta. Ad aprire fu la signora Weasley, che la accolse calorosamente in casa.
Luna entrò immediatamente, si guardò un po' intorno con il suo solito sguardo sognante, poi si chinò verso la borsa e ne tirò fuori una bottiglia con uno strano infuso violaceo all'interno.
-E' infuso di Radigorda. Mio padre ed io l'abbiamo preparato per voi- Disse sorridendo la ragazza, porgendo la bottiglia alla signora Weasley, che la prese in mano e le lanciò una rapida occhiata.
-Oh, grazie cara, non dovevi- Le rispose cordialmente Molly, che andò a riporre la bottiglia su uno scaffale della cucina. -E' bello che tu sia qua, George ha insistito così tanto perché tu venissi- Ridacchiò.
Luna si lasciò sfuggira un lieve "Ah sì?", senza accorgersi che le sue guance si erano tinte di un rosa più acceso.
La sognora Weasley annuì e si affrettò ad invitare la ragazza a sederti: -Su, accomodati pure, non vorrai stare in piedi tutto il giorno!-
La ragazza si sfilò la borsa e si sedette sul divano, poggiandola accanto a sé. Era tentata di chiedere dove si trovasse George, ma non le parve il caso, così riprese a guardarsi un po' intorno, soffermandosi sull'orologio. Si alzò per avvicinarvisi ed osservarlo da più vicino: -Oh, che orologio interessante!-
La signora Weasley stava per rispondere, ma fu interrotta da un rumore improvviso, proveniente dal piano superiore.
Un rumore di vetri che si rompono, poi un grido.
Luna si voltò di soprassalto e si precipitò su per le scale.
La porta della camera di George era semichiusa, così entrò preoccupata: -George che cos'è succ..- Ma non finì la frase. George era in terra, in ginocchio davanto ad uno specchio ormai in frantumi.
I piccoli pezzi caduti a terra brillavano alla luce del sole, la mano di George era coperta di tagli.
-George!- Si precipitò da lui, inginochiandoglisi davanti. -George, cos'è successo?!- Il tono della sua voce era cambiato: adesso si sentiva la preoccupazione nella sua voce.
Il ragazzo non rispose. Aveva le guance rigate di lacrime, gli occhi gonfi.
Luna abbassò lo sguardo verso la mano ferita: -George, sei pieno di sangue! Vieni, devi medicarti!-
Cercò ti ritarlo su, ma George non si muoveva da lì.
Finalmente si decise a parlare, tra un singhiozzo ed un altro: -E' lì, Luna. Fred. Ogni volta che mi guardo allo specchio. Vedo lui, non vedo me. E' sempre lì che mi guarda, ma io non posso toccarlo, non posso più abbracciarlo.-
E via, le lacrime ricominciarono a scendere.
Luna rimase in silenzio, ad ascoltare le sue parole.
Ad un tratto gli posò una mano sulla guancia, voltandogli la testa verso di lei: -Guardami, George. Ricordi cosa ti ho detto ai Tiri Vispi Weasley?-
George scosse la testa, guardandola con gli occhi rossi per le lacrime.
-Non fa niente. Mia mamma mi diceva sempre che le cose che perdiamo trovano sempre il modo di tornare da noi alla fine, anche se non ce lo aspettiamo. E sarà così anche questa volta-
-Ma come? Lui è morto, Luna, è morto- Quelle parole parvero risuonare nella sua testa all'infinito.
-Tu fidati di me- Lo guardò dritto negli occhi: uno sguardo di incoraggiamento. Quello sguardo, in qualche modo, riuscì a far sentire George un po' meglio.
-Adesso alzati, quella sembra una brutta ferita- disse indicando la mano di George.
Il ragazzo si alzò lentamente, aiutato da Luna.
-Adesso siediti sul letto, io torno subito, d'accordo?- E detto questo la ragazza uscì dalla stanza e scese le scale per andare a chiedere alla signora Weasley dove trovare qualcosa per medicarlo. Fortunatamente la tròvò a metà strada.
Le spiegò quel che era successo, e Molly scosse la testa. Aveva uno strano sguardo perso.
-Aspetta qui.. Ti porto ciò che ti serve..- Disse, e un po' intontita scese le scale per andare a cercare qualcosa per medicare George.
Luna lanciava continuamente occhiate verso la camera di George. Teneva le mani incrociate tra loro, si mordicchiava un labbro per il nervosismo.
Finalmente Molly arrivò con tutto l'occorrente e fece per porgerlo a Luna.
-Stai bene, cara?- Le chiese notando la sua aria un po' strana.
-Eh? Oh, sì, sì, sto benissimo- Si affrettò a rispondere, poi prese ciò che le aveva portato Molly, e dopo averla ringraziata tornò velocemente in camera di George, chiudendosi la porta alle sue spalle.
-Eccomi qua- Disse con un piccolo sorriso sulle labbra. Si sedette accanto a George, poi prese un fazzoletto ed un po' di dinisfettante.
-Adesso dammi la mano-
George allungò la mano ferita e Luna cominciò a disinfettarla.
-Brucerà un po', ti avverto- Gli disse continuando a medicarlo.
Quando ebbe finito di disinfettarrlo gli fasciò la mano.
-Ecco qua, finito-
-Grazie..- Rispose debolmenete George, accennando ad un sorriso. -Mi dispiace, speravo di passare una giornata tranquilla quando saresti venuta qua..-
-E da quando tu passi giornate tranquille? Non preoccuparti-
George non aveva ancora ritirato la mano. Rimase fermo lì, per un po', quando alla fine mosse appena la sua mano, prendendo quella di Luna, che abbassò lo sguardo verso le loro mani.
-Salvami, Luna.- George alzò la testa verso di lei, la guardò con uno sguardo quasi supplicevole.
-Da cosa?- Chiese la ragazza, sorpresa.
-Non lo so. Tutto.- Rispose il ragazzo.
Luna, che fino ad ora era rimasta ferma, accarezzò lievemente la mano di George.
-Lo farò, George. Ricordati cosa ti ho promesso: riuscirò a farti sorridere di nuovo.-

Ed ogni volta che Luna glielo ricordava, si sentiva improvvisamente meglio.. Ma forse era proprio Luna che riusciva a farlo star meglio.

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