The end of all hope~

di _Trottola_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter 1- The letter. ***
Capitolo 2: *** Chapter 2- That small, white, honey. ***
Capitolo 3: *** Chapter 3- The last feat. ***



Capitolo 1
*** Chapter 1- The letter. ***


The end of all hope~

31 luglio
Luogo: ???


L'ultima cosa che riuscì a vedere prima di addormentarsi per sempre fu il bastone che cadeva violentemente sul torace di quel bastardo per la quarta volta.
Tutto il male, tutta la rabbia che aveva accumulato durante quello straziante mese svanì all'improvviso non appena fu assestato l'ultimo fatale colpo. Se si fosse fermata un attimo a pensare, qualche settimana prima, a quale sarebbe stata l'ultima cosa che avrebbe visto prima di morire di certo non le sarebbe venuta in mente qualcosa del genere; a dir poco orribile. Aveva desiderato con tutto il cuore, in quell'istante, di non assistere a quella raccapricciante scena.
Se solo quel giorno non avesse letto quella maledettissima lettera. Se solo non avesse accettato. Se solo non avesse mai ricevuto quel foglio. Se solo l'avesse cestinato senza farsi troppi problemi. Se avesse creduto che fosse uno scherzo! Forse le cose sarebbero andate diversamente..

27 Giugno
Luogo: Abitazione Kirkland, salotto.


«Caro ricevente,
ti ringrazio in anticipo per l'attenzione.
Se stai leggendo questa lettera vuol dire che se stato scelto. Scelto per passare un periodo di trenta giorni in una delle mie dimore.
Non posso rivelarti la mia identità, né la mia provenienza.
Ti scrivo per proporti una sfida, ti sfido a resistere per trenta giorni in un luogo di mia proprietà, su una piccola isola.
Non sarai da solo, tutto il mondo sarà presente, e se tu non verrai.. beh puoi considerarti un codardo.
Ti aspetto l'1 luglio lì. Puoi trovare le indicazioni per arrivare dietro questa lettera.
Non appena arrivato prima di poter accedere all'isolta ti sarà proposto un indovinello.
Conto sulla tua intelligenza e sono sicuro che riuscirai a capire la soluzione già da ora..
Prendilo come un test per valutare se sei all'altezza di questa sfida.
Ti consiglio di non portarti dietro il telefono-cellulare, visto che non c'è la minima tacca di campo lì.
Sembra isolato dall'intero globo...
Non avrai bisogno di nulla, lì ci sarà già tutto pronto per te. Qualsiasi bagaglio verrà requisito.
Spero di vederti presto.. potrai conoscere la mia vera identità solo al termine di questa sfida.
Se resisterai..
Addio.
Anonimo~ 


Indovinello: Cosa gira ogni giorno, ogni ora, ogni minuto, ogni secondo senza mai fermarsi e stancarsi?»


"Che idiozia." Sussurrò tra se e se l'inglese gettando poco accuratamente la lettera nel cestino.
Improvvisamente il telefono, posato sul tavolino, squillò. Si diresse verso il divano e sedendosi sopra allungò il braccio per afferrare l'oggetto.
Ponendo fine a quel fastidioso rumore metallico che emanava il cellulare rispose.
"Pronto?"
"Ehi EEEEHI!" Urlò qualcuno dall'altra parte del telefono.
"America? Che vuoi?" Rispose con tono scocciato l'inglese, era come se in quella giornata le noie non finissero mai, prima tutte quelle carte da firmare, poi quella stupida lettera, e infine un'idiota che lo importunava a telefono.
"Yeeeeees! L'eroico me ti ha chiamato per un semplice motivo! QUELLA FIGHISSIMA LETTER-"
Premendo il pulsante rosso l'esasperante voce di Alfred smise di infastidirlo, ma purtroppo un secondo dopo il telefono risquillò.
"Cosa vuoi ancora?"
"Eeeehi! Ti pare il modo in cui comportarsi?"
"È il 27 giugno Jones, e io ho decisamente altro da fare piuttosto che sentire le tue cazzate sparate a raffica, sono stanco. Cosa ti aspettavi?"
"Stai calmo inglesino, ti ho chiamato per decidere l'appuntamento."
"Di quale appuntamento stai parlando scusa?"
"Ovviamente, quello del 30 giugno. Di pomeriggio va bene?"
"Continuo a non capirti."
"La sfida Kirkland, la sfida! Non dirmi che sei così noioso da non venire, o forse hai paura?"
"Alle 5 va benissimo." e così spense il telefono.

Cosa diavolo ho appena fatto?


31 Luglio
Luogo: ???

E ora non poteva più tornare indietro, l'unica via d'uscita da quell'inferno era, purtroppo, la morte. In fin dei conti era l'unica alternativa rimasta. Cosa altro avrebbe potuto fare?
Emergendo dai suoi pensieri riprese a fissare la scena che le si presentava davanti. Con la vista annebbiata le fu difficile riconoscere per bene le due figure.
Uno era lui, quel cane. Ma l'altra persona, chi accidenti era? L'unica cosa che era riuscita a sentire era qualche imprecazione seguita da alcuni urli di dolore.
Tutto ciò era straziante.

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Saaalve a tutti! Vorrei ringraziare quei poveri mal capitati che hanno letto codesta cosa orribile >_< Ehm scusatemi se questo primo capitolo è un po' cortino, gli altri saranno più lunghi. Comunque proverò ad aggiornare al più presto, è abbastanza un casino questa storia, vi avviso, non è in ordine cronologico quindi.. boh non lo so ma se mi continuerete a seguire vi dico che sarà abbastanza difficile seguire per bene la storia. O forse sono io che sono troppo stupida e non ci riuscirei é_é
Cooomunque piccola legenda:

Corsivo: presente, narratore esterno.
Normale: Flashback.
Grassetto: Pensieri dei personaggi.

Beh sì, credo di aver finito.
Ancora grazie a quei pazzi che hanno letto!
Ciiiiao~

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Capitolo 2
*** Chapter 2- That small, white, honey. ***


The eiafsjkx
The end of all hope~


29 Giugno

Luogo: Abitazione Bonnefoy-Salotto

«Secondo te è uno scherzo Francis?»
Lo spagnolo rilesse velocemente la lettera un'altra volta e poi la lasciò cadere sul tavolino di fronte a se.
«Non saprei.. Gil?»
Gilbert alzò il capo verso i due amici e afferrò la lettera. La rilesse in silenzio, si grattò la testa e la rigettò sul tavolino. Accavallò le gambe e si raddrizzò un po' sul divano.
«Non lo è di certo.» Asserì astenendosi da altri commenti.
«E come puoi dirlo con tanta certezza?»
«Perché anche mio fratello ha ricevuto questa lettera, e anche Feliciano e  molti altri. Inutile dire che nessuno sarebbe così sciocco da inventarsi una palla del genere solo per diletto personale, verrebbe picchiato, semplice no?» Si portò le mani alla testa e le incrociò dietro il collo.
Ci furono diversi attimi di silenzio rotti solo dal respiro dei tre presenti. Lo spagnolo continuava ad osservare gli amici aspettando che dicessero qualcos'altro ma notò che nessuno dei due era intenzionato a farlo.
«E allora.. partecipiamo?» Domandò Antonio guardando ancora i due.
Francis annuì.
Gilbert aprì gli occhi, che qualche attimo prima aveva chiuso, posò una mano sul divano e si portò l'altra tra i capelli, per sistemarli.
«Lo sai che non rifiuto mai una sfida, Carriedo.»

26 Luglio

Luogo: Isola-Bosco

«K-Kiku..?»
«Perdonami..»
«Cosa stai facendo?»
L'asiatico voltò la testa verso l'amico e sorrise piano.
«Te l'ho mai detto che.. ti voglio bene?»
In quell'istante l'altro capì.
«Sai..» continuò senza volgere lo sguardo verso Giappone. «ci hanno detto di non portare nulla con noi, ma.. non potevo di certo lasciarlo da solo.» Accarezzò la testa al piccolo gattino bianco che teneva tra le gambe. «S-se.. sopravviverai.. prenditene cura, ti prego.»
Effettivamente poteva sembrare una semplice richiesta, ma Giappone comprese che era quasi una preghiera o forse.. un addio?
«Te lo prometto, Heracles..» si avvicinò lentamente all'altro e, una volta vicino, si chinò vers
o di lui.
«Grecia..»
«Sì?»
«Lo sai che.. i gatti non mi sono mai piaciuti?» Asserrì freddamente alzando il coltello per poi infilarlo rapidamente nel torace del greco.
Grecia sputò sangue e si accasciò al suolo. «L-lo sospettavo..» sussurrò.
E mentre il giapponese si allontanava, correndo, ancora incredulo per quello che aveva appena fatto, Heracles sentì qualcosa sulla guancia. Aprì gli occhi e vide affianco a lui qualcosa di bianco che lo leccava, sembrava che il suo gatto stesse soffrendo quanto lui. Alzò il braccio e con una delicatezza incredibile accarezzò piano la testa del micetto.
«Sii forte, Sadiq.»

9 Luglio
Luogo: Isola-Piazzale

Erano tuttti stanchi, fin troppo. Poco più di una settimana passata su quell'isola e già nessuno voleva continuare a rimanere in quel luogo.
Solo il respiro affannato di alcuni che risuonava più forte nell'aria poteva essere udito, tralasciando qualche piccola imprecazione.
Nessuno di loro riusciva, o voleva, pronunciare una qualunque frase che avesse, in quel momento, senso.
Finalmente dopo qualche minuto di piccole occhiate, sguardi indifferenti e leggero imbarazzo Mathias si tirò su e si allontanò dall'albero al quale era poggiato e ruppè il silenzio.
«Io credo che dovremmo riposarci tutti in un po', non vi pare?» Commentò guardandosi intorno.
«Mi sembra ovvio.. idiota.» rispose il norvegese aspramente.
«Volevo solo rompere un poco il ghiacchio.. sembrate tutti tesissimi.»
«Non siamo tesi, solo stanchi. Appreso il concetto?» replicò infine fissando Danimarca in modo tanto serio che l'altro non si azzardò ad aprire più bocca.
«Dovreste cercare di calmarvi.. voi due.» Disse improvvisamente Ludwig fissando entrambi i ragazzi. «Vediamo di non creare tensioni tra noi.»
«Nessuno ha mai avuto intenzione di farlo mangiapatate, se ascoltassi di più ti accorgeresti che la loro conversazione era già finita.» Continuò Lovino lanciando un'occhiataccia al tedesco, non lo sopportava.
«Ehi fratellone non c'è bisogno di parlare così a Lud veeh~»
Feliciano non si accorse che, intromettendosi, avrebbe dato inizio ad una discussione poco amichevole.
«Zitto idiota, non capisci quanto sia perfido?» sibilò incazzato. Con quelle parole il volto del fratellino si rattristì.
«Non dovresti parlare così.. fratellone.. Io mi fido di Lud!»
«Tsk, imbecille.»
«Ehi chico non credi che sia ora di smetterla e calmarsi?» Si intromise lo spagnolo afferrando lo snervato italiano per le spalle. «Non è ancora ora di dare spettacolo.»
Piano piano tutti i presenti iniziarono ad accusarsi a vicenda di faccende completamente esterne alla situazione precedente causando un trambusto non irrivelante. Sembrava di trovarsi in riunione, solo che solitamente quelle finivano a botte.

«Salve a tutti.»

Un saluto si udì ma nessuno sapeva da dove provenisse.
«Sarete molto stanchi vero? Non credo che sia ora di scannarsi a vicenda.
Non ancora..»
Cina lo sentiva, riusciva a percepire quel tono serio e inquietante che lo fece agitare. Era lo stesso del giorno precedente, di quella prova che tanto li aveva stancati.

«Dovrete scalare una montagna. Ovviamente non è molto alta, per un'isola del genere.. Va bene?»

Questo aveva domandato. Al momento nessuno aveva avuto nulla da obbiettare, insomma cosa sarebbe mai stato scalare una collinetta? Così tutti, senza grosse lamentele avevano accettato. Ma purtroppo si pentirono immediatamente.

«Ah mi sono dimenticato, per sbaglio, di dirvi un piccolo particolare. Dovrete scalarla a mani nude.. senza nessuno strumento né aiuti. Arrivederci, a domani»

Ecco cosa non lo rassicurava affatto di quel tono così.. maligno, era convinto che anche questa volta si sarebbe "dimenticato" di dire qualcosa.

«Ma..» continuò la voce esitanto per un attimo. «Se avete tutta questa voglia di sfogarvi tra di voi.. potreste, per esempio.. vediamo.. eliminare qualcuno.»
«E-eliminare?» Chiese Seychelles leggermente spaventata.
«Esatto, non fraintendetemi, eliminare.. cioè, mandare qualcuno via. Scegliete qualcuno di cui credete di non aver eccessivamente bisogno e mandatelo a casa. Domani mi riferirete la scelta.» Concluse la frase e non aprì più bocca.

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Haaaallo!

Ok, sì lo so che i pezzi singolarmente continuano ad essere abbastanza corti, ma per ora non posso fare altrimenti, andando avanti nella storia potrò dilungarmi di più. E mi sono anche accorta di aver fatto svolgere il tutto in maniera forse troppo veloce, cercherò di rimediare al più presto!
Coomunque beh non avrei niente da dire, ringrazio chi sta leggendo codesta "cosa" e direi basta :)
Oltre questo credo che dopo questi primi due capitoli di "introduzione" dal prossimo credo di poter iniziare a far capire qualcosa della storia. So bene che non ci state capendo nulla D:
Beh, grazie mille ancora, a presto! :)

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Capitolo 3
*** Chapter 3- The last feat. ***


The end of all hope~


15 luglio
Luogo: Isola

«Vediamo se sono all'altezza..»

« Ehi Roderich! » L'ungherese si avvicinò al ragazzo bruno mantenendo un sorriso allegro, ma stanco, sulle labbra.
 Per quanto fosse una donna forte era difficile anche per lei affrontare giornate del genere.
« Elizabeta, quale piacere.» Il ragazzo le prese dolcemente la mano lasciandoci su un candido bacio.
« Hai sentito? Pare che questa sera ci sarà proposta la sfida finale, o almeno spero che sia l'ultima.. La gente qui intorno sta cominciando a perdere il filo della ragione, alcuni stanno per cedere. »
L'austriaco abbassò il capo annuendo, non poteva fare altro che pensare a quella sgradevole situazione; probabilmente non era l'unico, ma credeva che quell'ultima prova sarebbe stata molto più difficile e distruggente delle altre.
Il perché lo credesse non era così difficile da capire, si ricordava bene cosa c'era scritto su quella lettera..
"ti sfido a resistere per trenta giorni in un luogo di mia proprietà, su una piccola isola."
Trenta giorni, non quindici.
Sentì la donna farfugliare un "Non vedo l'ora di tornare a casa e farmi una bella doccia.." o qualcosa del genere, ma non ci prestò troppa attenzione.
« C'è qualcosa che non va? » Aveva domandato infine Ungheria notando il disagio dell'altro.
« No niente, solo un brutto pensiero. » Scosse la testa scacciando via quei pensieri reputanto che, almeno fino a quella sera, non avrebbe potuto confermare alcuna teoria.

Spero solo che sia solo una sensazione e nulla di reale.

24 luglio

Luogo: Isola-Bosco

«Perché?» Domandò semplicemente Taiwan osservando con attenzione il fratello. Si era applicata, per davvero, a cercare di comprendere il motivo per il quale avesse deciso di fare così. Non riuscendo a giungere ad una conclusione allora aveva scelto di chiederglielo, senza fare troppi giri di parole. La sua domanda era un semplice "perché".
«Ci sono cose che ancora non puoi capire.. non prendertela, è la decisione migliore per tutti.» Rispose Hong Kong alzando tremante la mano.
«Non sono più una bambina! Parlami diavolo!» Urlò la ragazza presa da un momento di disperazione mentre qualche lacrima cominciava a bagnarle il volto.
«... io.. devo farlo. Non voglio che qualcuno si faccia male per causa mia, meglio ora che dopo aver arrecato danni.»
«Non puoi condannarti prima di aver fatto realmente qualcosa!» Continuò aggrappandosi al suo braccio lasciandosi completamente andare alle lacrime che le rigavano il viso sempre più volte, una dopo l'altra.
Non riusciva a capire.
Non capiva perché stesse succedendo tutto questo, perché a lei e alla sua famiglia; perché suo fratello fosse così convinto di poter far del male, lui non era così, non lo era mai stato. Nonostante si fosse accorta che da più o meno una settimana il suo atteggiamento fosse cambiato, che fosse diventato più distaccato, più violento più.. freddo.
Scosse il capo con forza, cosa diavolo stava pensando? Che Hong Kong avrebbe davvero potuto fare qualcosa di cattivo?
«Ti prego.. non andartene..» Sussurrò infine arresa, si gettò ai suoi piedi con la testa bassa continuando a piangere silenziosamente, pregarlo era davvero l'ultima opportunità che aveva?
« Scusami piccola, davvero.. » Le poggiò una mano sulla testa accarezzandola piano, cos'altro poteva fare? Non poteva sopportare tutto quello stress, in quei venti giorni se n'era decisamente accumulato troppo, troppo da poter reggere, troppo per poter fingere che andasse tutto bene; e i segni si vedevano, sopratutto sul braccio della ragazza, dove la pelle chiara si interrompeva improvvisamente lasciando posto ad una dal colore violaceo.
Era addirittura arrivato a farle del male, non poteva concepirlo.
Intanto la giovane aveva alzato la testa verso di lui cercando di farsi forza, gli aveva sorriso gentilmente, con il volto tutto bagnato, e gli aveva preso delicatamente la mano.
« Non è troppo tardi! N-noi possiamo.. ricominciare! Dobbiamo resistere solo un'altra decina di giorni, ce la faremo, noi due assie- »
« È già tardi. »
Di certo il venire interrotta così bruscamente non l'aiutò a riprendersi, ma desiderò che quella fosse l'unica cosa accaduta quando vide l'altro alzare la pistola verso la tempia.
« Fermati.. non è il modo giusto per risolvere questa situazione. » Allungò una mano verso il suo volto ma non riuscì a raggiungerlo, stando ancora a terra e troppo distante.
« Mi capirai, ne sono sicuro, datti del tempo.. » chiuse gli occhi e fece un profondo respiro, doveva farlo ora. Strinse l'impugnatura dell'arma e premette il grilletto.

Uno,

due,

tre,

quattro,

cinque..

« Fratellone! » urlò Taiwan non appena se lo sentì ricadere addosso. Lo scosse con violenza riprendendo a piangere disperata, senza però ricevere alcuna risposta. Lo richiamò più e più volte, tutto inutile. Gemette sommersa dai singhiozzi e lo strinse forte a se, mentre la sua veste si colorava completamente di rosso.

15 luglio
Luogo: Isola

« Gentili ospiti, spero che abbiate riposato a dovere poiché, come ben sapete, a breve vi annuncierò la prova finale.
Non vogliatemi male, so che le precedenti prove non sono state molto gradite; ma spero che questa vi.. risollevi. »
Passarono diversi istanti e nessuno ebbe la forza o la motivazione di aggiungere qualcosa, di commentare, di ridere, di tirare un sospiro di sollievo. Sembravano tutti inchiodati al loro posto come se fossero senza vita.
« Vedo che nessuno ha voglia di parlare stasera, siete piuttosto silenziosi.
Ho potuto notare in queste due settimane di come ognuno di voi si sia attrezzato o preparato per affrontare ogni singola prova, e sono rimasto colpito da molti di voi, vedrete quanta soddisfazione proverete.
Bene, detto questo credo di potervi subito rivelare di cosa sto parlando, sapete.. ho visto i vostri nervi saltare, dovreste tranquillizzarvi un po'!
E ora.. disperdetevi per l'intera isola e..
Uccidete la persona che vi sta più a cuore »




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Ehm.. saaalve!
Chiedo scusa per l'immenso ritardo e per la bassa qualità del capitolo, non accopatemi vi prego ç_ç
La scuola mi sta davvero stressando e non faccio altro che studiare, e poi mille altri impegni..
Beh.. insomma se vi va ditemi cosa ne pensate anche se so già di mio che non è un granché, insomma non mi piace proprio D: Ah, il grassetto finale è solo per dare più intensità alla frase, non sta solo pensando.
Vaaa beh, al più presto!

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