Bloody Secrets

di IsEileen
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


BLOODY SECRETS
PROLOGO
Eileen camminava solitaria nella nebbia in un grigio pomeriggio di Dicembre, in mezzo agli alberi del parco. Non che le piacesse l’autunno, ma si sentiva in pace e libera di sfogarsi, lontana da tutto e da tutti. Camminando, la ghiaia sul sentiero scricchiolava piuttosto rumorosamente, ma la ragazza per una volta non se ne curava, chi le avrebbe detto qualcosa? Anche perché quel luogo veniva frequentato da poche persone, specie in quel periodo, per via della nebbia che rendeva il paesaggio tetro ed insicuro. Erano capitate anche sparizioni di persone, ritrovate morte qualche giorno dopo, motivo in più per lasciar perdere le passeggiate e magari rintanarsi in casa.
Ma Eileen non aveva paura. In effetti, a volte quasi sperava che qualche serial- killer saltasse fuori dai cespugli e, agevolato dalla nebbia, la portasse via. Almeno nessuno avrebbe più riso di lei, di lei e dei suoi poteri. Già, fin da piccola era stata strana: rideva poco, non faceva amicizie molto spesso, ma quello che più era strano, era che lei era capace di fare ciò che comunemente viene considerato magia o stranezza.
All’inizio erano soltanto delle sensazioni, che da bambina non riusciva a comprendere, ma con gli anni era stata capace di entrare in contatto con la mente di chiunque, uomo o animale, e sentirne le emozioni. La magia esisteva, questo lo sapevano tutti, ma non era mai stata vista di buon occhio a causa del suo collegamento con i…demoni.
La ragazza trasalì. Pestando un rametto questo si era spezzato producendo uno schiocco secco. Che stupida, spaventarsi per così poco…però, ogni volta che pensava ai demoni, sentiva una strana sensazione, un misto di paura e soggezione che la rendevano ansiosa e preoccupata.
Fin da quando era stata piccola così le era stato insegnato a riconoscere un “ladro di anime” come li chiamava sua madre: erano alti, a volte di aspetto eccentrico, di un pallore inumano e così belli da disperarsi. Sono cattivi, diceva la donna, non devi per nessun motivo avvicinarti a loro, perché ti portano via e ti succhiano via l’anima, uccidendoti. La ragazzina allora, affascinata, sgranava gli occhi e voleva saperne di più, ma la donna troncava l’argomento e le diceva di andare a giocare.
In quel momento il cellulare di Eileen vibrò per una chiamata: la ragazza guardò il numero e, controvoglia, rispose: << Sì, dimmi. >>
<< Dove sei? Vieni a casa a cena, sta diventando buio! >>, la ragazza sospirò: << D’accordo mamma, tra dieci minuti sono lì… >>
<< Non sarai da sola spero?? >>, un altro sospiro: << Stai tranquilla, sono un po’ in disparte. Ci vediamo a casa, ok? >>
*
Entrata nella sua stanza, Eileen accese il computer, decisa a saperne di più sulle creature che l’affascinavano tanto: digitò rapidamente “demoni” sul motore di ricerca e attese i risultati. Ovviamente erano centinaia di migliaia, ma lei scelse quello più completo a suo parere e iniziò a leggere: i demoni esistevano da tempi antichissimi, noti in ogni zona del mondo con nomi diversi, come ad esempio i Daimones Greci; a loro erano legate miti e leggende per tutti i gusti, inoltre erano divisi in due principali gruppi, a seconda del loro modo di nutrirsi: Bianchi, o benigni, se assorbivano parti corrotte o pensieri ed esperienze spiacevoli rimaste attaccate alle anime delle persone (queste si sarebbero poi risvegliate leggermente affaticate, senza alcuna memoria dell’accaduto); Neri, o maligni, se invece si divertivano a giocare con la vittima, per poi prosciugarla della propria anima e abbandonare il corpo senza curarsi di nasconderlo. Distinguerli? I Bianchi avevano una falce di luna bianca tatuata sul collo, i Neri l’avevano nera. Entrambe le fazioni  erano ugualmente pericolose, composte da abilissimi combattenti, che sceglievano un’arma da combinare con l’abilità acquisita in seguito alla trasformazione: c’era chi aveva il potere di manipolare l’acqua, chi le piante, ognuno aveva la propria specialità, e i più promettenti avevano già capacità soprannaturali nel loro stato umano.
Cosa? Pensò Eileen, ma allora se le cose stanno così, forse io potrei…..<< Signorina! Sei sorda? La cena si raffredda! >> la cena! Se ne era completamente dimenticata! La ragazza salvò in fretta la pagina, ripromettendosi di cercare più informazioni, poi spense il pc e si precipitò in cucina.
Sedendosi a tavola, guardò attentamente sua madre e, tra un piccolo boccone e l’altro, ripensò alla sua ricerca: lei poteva sentire gli stati d’animo delle persone e di certo non era una cosa che facevano tutti. Però qualcosa non quadrava, perché sua madre si era sempre mostrata alquanto vaga sull’argomento? Le sue amiche si erano fatte raccontare moltissime volte ciò che si sapeva sui demoni, e nessun genitore aveva fatto tante storie. Ma allora perché con lei niente? Decise di tentare:
<< Sai mamma, con tutto quello che sta succedendo in questi mesi, per curiosità ho fatto qualche ricerca sui….demoni. >> Il clangore della forchetta caduta nel piatto sembrò amplificarsi diventando un fragore assordante:
<< Che cosa hai detto? >> chiese con voce flebile la donna;
 << insomma mamma, tutte le mie amiche hanno chiesto ai genitori e loro non hanno fatto una piega,  perché tu non vuoi dirmi niente? >> Eileen cominciava a sospettare veramente qualcosa di grosso;
 << Ti ho già detto quanto basta, quegli individui sono pericolosi. E molto. Perciò non insistere e soprattutto non parlarmi in quel modo! >> ribattè la donna nervosamente cominciando a portare via i piatti, nonostante nessuna delle due avesse finito di mangiare.
<< Ah, si? Ascolta mamma, no ho quattro anni ne ho diciassette! E penso di essere abbastanza grande per saperne qualcosa in più su questi fantomatici esseri, che a tuo dire sembrano la più grande disgrazia di questo mondo. Io non ci trovo niente di male >>, disse alzandosi. Ora Eileen e sua madre si trovavano una di fronte all’altra: << So badare a me stessa. Per favore, dimmi perché sei così ostile! >>
 << Eileen Johnson! Non dire mai più una cosa del genere! Niente di male? Hah! Tu non sai, tu non hai la minima idea… >> la donna si tappò all’improvviso la bocca con le mani, sgranando gli occhi: si era tradita da sola.
 << Lo vedi? Allora sai veramente qualcosa! Basta mentire, che ti è successo? >>, la ragazza aveva le lacrime agli occhi e ormai stava gridando << Dimmelo! Oh, mamma sei così ipocrita! Ipocrita e codarda! Ma in fondo hai sempre fatto così, che diff… >>, lo schiaffo che arrivò fu fortissimo, ma non fu quello a far salire il cuore in gola ad Eileen: sua madre piangeva, piangeva e nient’altro, impietrita, guardando la figlia con un’espressione negli occhi che quest’ultima non aveva mai visto.
Due minuti passarono come se fossero stati ore, poi lentamente la ragazza mosse un passo, guardò la donna sperando in una qualsiasi parola, ma invano.
<< Ho capito >> sussurrò, avviandosi su per le scale. Tornata in camera chiuse la porta a chiave, si buttò sul letto e, premendosi un cuscino sulla testa, scoppiò in un pianto dirotto.
*
La svegliarono due deboli colpi alla porta. Titubante, Eileen aprì, lasciando entrare sua madre, che si sedette sul letto facendole cenno di fare lo stesso; la donna prese un respiro profondo poi, quando la ragazza si fu seduta, parlò:
<< Mi dispiace. Di aver reagito così e di averti mentito per anni. Ma io ho paura. Di perderti così come ho già perso una persona >>.
<< Ma mamma… >> provò a protestare Eileen
<< No tesoro, ascoltami. Non sai quanto mi sia sforzata di non parlare, è stato difficilissimo mentirti. Ma non è ancora il momento di dirti tutto. Il giorno in cui compirai diciotto anni, allora si. Ho fatto un patto quando nascesti: mi avrebbero lasciato crescerti libera fino alla maggiore età, dopodichè avresti dovuto sapere ogni cosa, ogni particolare su quello che ti ha da sempre affascinato. In fondo sapevo che eri speciale, e lo sapevano anche loro. >>
Eileen era sconvolta:<< Quindi io…ho vissuto diciassette anni costantemente minacciata da uno sconosciuto? >>
<< Esatto >>.
<< Dispiace anche a me, per prima. Non avevo idea del sacrificio che avessi fatto…ma ti prego, dimmi una cosa: quegli individui che stanno uccidendo in questi giorni sono demoni maligni? >>
<< Anche se ti dicessi una bugia lo percepiresti chiaramente nella tua testa….perciò si. >>
<< E hanno anche il tatuaggio nero? >>
<< Come…!? >>, la donna guardò il computer,<< Ah già, la ricerca >>.
<< Mamma, io ADORO i demoni, ma non devi prenderla male. E’ che, non lo so, come se sentissi un richiamo, non so se mi spiego >>.
La donna sospirò: ormai non si poteva tornare indietro.
<< Senti Eileen, fammi una promessa: il tuo compleanno è tra due settimane esatte, il 21 Dicembre. Quindi per favore, per favore, prima di questa data non cacciarti nei guai, non fare niente che dia nell’occhio, o capiranno che sai qualcosa… >>
<< Beh, dopotutto sei mia madre. Sono sotto la tua custodia…va bene, niente scherzi. >>. Sua madre si alzò, la baciò sulla fronte, poi fece per uscire. Guardò di nuovo la ragazza, che le fece l’occhiolino, poi si chiuse la porta alle spalle. Una sola lacrima scese sulla sua guancia.

Via libera alle recensioni! ^^ le aspetterò con ansia

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


BLOODY SECRETS
CAPITOLO 1
Dopo aver aspettato un paio di minuti, Eileen piano accese di nuovo il suo computer per continuare a cercare informazioni sui demoni: le ci vollero dieci minuti buoni ( la rete era pessima), ma alla fine riuscì ad accedere al motore di ricerca e a digitare la parola. Sarebbe stata incollata lì per ore, però erano già le nove di sera, la ragazza era stanchissima, anche se non aveva alcuna intenzione di coricarsi presto, non dopo il litigio di poco prima.
Sedendosi comoda, Eileen  cominciò a spulciare nuovamente le pagine, ma quando cliccò sui link, le finestre non si aprirono e al loro posto comparve la scritta “ERRORE DI CONNESSIONE”.
<< Diamine!>> esclamò << è arrivata al punto di bloccarmi la connessione a internet pur di tenermi al sicuro?>>.
 Sbuffando, la ragazza spense di nuovo il computer e si alzò: la sua stanza era di dimensioni modeste, con un letto a baldacchino a una piazza e mezza, un armadio, una cassettiera ed un comodino stile antico tutti coordinati. Solamente da pochi anni Eileen aveva messo anche una scrivania per fare i compiti insieme al pc, non appena sua madre l’aveva ritenuta abbastanza grande da non imbambolarsi con sciocchezze. I muri erano di un azzurro ormai sbiadito dal tempo, ma che appena dipinti erano stati di un bel color cielo; il pavimento di parquet invece era occupato da tre grandi tappeti bianchi, sui quali la ragazza amava sempre sdraiarsi per leggere, e da variopinti pouf.
Con calma Eileen si spogliò e si infilò il pigiama, spense la luce e, pensando alla mostruosa lunghezza di quattordici giorni, si addormentò.
*
<< Leen… >>
<< Mmmh…?>>
<< Dai alzati, devo ricominciare a chiamarti come quando eri bambina?>> disse la madre di Eileen mezza divertita
<< No, no scusami…però è strano, stanotte non ricordo che sogni ho fatto, e poi tu hai dovuto svegliarmi…che giorno è?>> mugugnò la ragazza.
<< E’ il 20 Dicembre, tesoro. Martedì.>>
<< Che cosa??? Come è possibile? L’altro giorno era appena il sette!>> esclamò Eileen saltando fuori dal letto e iniziando a vestirsi.
<< Lo so. Se penso che domani sarai maggiorenne…e non sarai più la mia bambina, non ci credo nemmeno io.>>
<< Ma dai mamma, pensi davvero che scoccata l’ora X di domani sparirò?>>
<< Dovresti intuire di che parlo.>>
<< Oh, già. E’ vero.>>, la ragazza si fece seria mentre finiva di allacciarsi le scarpe. Sua madre la guardò un attimo, poi disse:
<< Per favore, stai attenta oggi. Potrebbero già trovarsi in giro strani individui, cerca di stare sempre con qualcuno…>>
<< D’accordo, tanto sono sempre con Jackie ed Emily, sai bene che sembriamo trigemine separate alla nascita!>> rise Eileen, in cuor suo però sentiva che sarebbe comunque successo qualcosa. La ragazza corse in cucina e , afferrati due biscotti al volo, afferrò la borsa e uscì.
 
Arrivò a scuola appena in tempo. Ad aspettarla c’era Emily, sua migliore amica da sempre:
<< Ma dai, ti sembra l’ora? Stavo per chiamarti sai? Mi hai fatto preoccupare!>> sghignazzò.
<< Ha ha. Molto divertente. Mi sono solo dimenticata della sveglia, e ho dovuto prendere la corriera dopo quella solita.>>
<< Ma se sei sempre puntuale! Se è così, domani succederà l’Apocalisse!>>, Eileen sbarrò gli occhi.
<< Ehi, che ti prende? Guarda che scherzavo…>> fece l’amica.
<< No, scusa, è che quello che hai detto…non fa niente.>> concluse Eileen. Solo in quel momento la ragazza percepì una mente insolita interessata a lei: come aveva fatto a non accorgersene?
Si girò, come per controllare una delle cinghie della borsa, e vide dall’altro lato della strada un individuo alquanto strano che la fissava…o perlomeno così sembrava: indossava un impermeabile beige, un borsalino marrone, in più una sciarpa e un paio di occhiali scuri nascondevano quasi interamente il viso; l’unica cosa che si poteva ancora vedere erano i capelli: nerissimi, come una notte senza stelle.
L’individuo non fece alcun movimento, restò semplicemente a guardare Eileen, che invece venne riscossa dalla voce di Emily:
<< Ehi! Cosa stai guardando? Certo che oggi sei proprio strana!>> esclamò.
<< Oh, no! Scusa, ma oggi proprio non è giornata. E’ che quell’uomo mi stava fissando, penso.>> mormorò la ragazza.
<< Mi sa che hai le allucinazioni, perché qui non c’è proprio nessuno.>> ribatté l’amica.
<< Ma non è pos…>> disse l’altra girandosi a controllare, << entriamo, è meglio. Non ho proprio voglia di fare altre figuracce.>> concluse, incamminandosi. Emily la seguì poco più indietro, ma prima di entrare scrutò nervosamente la strada, poi, accertatasi che non ci fosse nessuno, raggiunse la sua migliore amica.
 
Le due non erano nemmeno entrate, quando le accolse una voce allegra:
<< Salve popolo!>> e da sotto il primo banco emerse una testa di capelli neri corti e parecchio arruffati, con i suoi rispettivi occhi, naso e bocca.
<< Ciao Jackie…>> commentarono in stereo Eileen ed Emily. Loro tre non potevano essere più diverse: Eileen era di altezza media, magra, con i capelli lisci color castano chiaro, scalati e lunghi fino a metà schiena, e aveva gli occhi di un verde smeraldo molto intenso. Emily era poco più bassa di Eileen, snella, con capelli biondo- castani mossi e molto lunghi, più occhi color del mare. Jackie infine era alta più o meno come Eileen, fisico anni ’50, che le era anche molto invidiato, capelli neri e corti con un taglio sbarazzino, e occhi color muschio.
Insieme le tre si erano soprannominate le” Trigemine”, poiché fin dalla prima superiore avevano stretto un profondo legame d’amicizia.
<< Beh? Cosa sono quelle facce?>> domandò Jackie, con il sorriso appena più lieve.
Eileen ed Emily si guardarono, poi guardarono l’altra a insieme scoppiarono a ridere:
<<  Niente, non preoccuparti. Uno stalker gironzola intorno alla nostra Leen, niente di grave…>> sparò Emily.
<< Ommioddio! Leen, confessa!>> sghignazzò Jackie.
<> azzardò la terza, spostandosi a distanza di sicurezza. Jackie diventò di mille colori:
<< NON CHIAMARMI JACQUELINE, RAZZA DI…>> cominciò.
<< Signorina Vance, se non le dispiace potremmo anche darci una calmata e iniziare la lezione.>> commentò il professore di fisica, entrando in classe. Jackie, furente e con gli occhi che ancora sprizzavano scintille, si sedette lentamente, mentre Eileen ed Emily  si accomodarono nei due posti in prima fila davanti a lei. Eileen rise tra sé: il meglio doveva ancora arrivare.
 
Finita la lezione, Eileen si accomodò come al solito sul banco di Jackie e disse:
<< In effetti c’era un uomo che guardava dalla parte mia e di Emy, ma non sono nemmeno sicura che fissasse noi, poteva benissimo essere immerso nei suoi pensieri…>>
<< Hai percepito qualcosa?>> la interruppe l’amica mora
<< Beh, in effetti…qualcosa si.>> fece Leen.
<< E perché non l’hai detto prima?>> scattò Emily
<< Perché pensavo che fosse un caso, un pensiero come tanti!
<< Testona, sei proprio ingenua.>>
<< Senti chi parla! Tu invece non ti sei nemmeno accorta che c’era qualcuno!>>
<< Si, invece, ma non volevo spaventarti!>>
<< Ah, beh, così hai preferito farmi fare la figura di quella che ha le allucinazioni…>>, Eileen guardò le due amiche a lungo, poi, sentendo la campanella e vedendo entrare l’insegnante dell’ora successiva, rimandò la conversazione a dopo le lezioni.
Finita la scuola, le tre si diressero alla fermata delle corriere, in attesa del mezzo, e Jackie ad un tratto disse:
<< Leen, guarda! E’ il tizio di stamattina quello?>>
<< Dove? Dove? >> esclamò ansiosa l’interpellata
<< Lì, vicino a quell’albero enorme! Non avevi detto che aveva un cappotto beige e l’aria stramba?>>
E in effetti qualcuno con un cappotto beige c’era, ma stavolta era a viso scoperto e Eileen vide un ragazzo dai capelli neri e corti, un po’ mossi e scalati, con una frangia obliqua e piuttosto disordinata; gli occhi erano nascosti dal cappello borsalino. L’insieme dava a quello strano individuo un che di misterioso, pericoloso ed affascinante al tempo stesso; Eileen si chiese chi fosse, non avendolo mai visto prima, poi una voce la riscosse:
<< Ehi, Bella Addormentata, perdiamo la corriera!>> disse Emily
<< Ops! Scusami, arrivo!>> esclamò l’altra voltandosi per l’ultima volta a guardare il ragazzo, ma con suo grande disappunto, era sparito di nuovo.
Sedutasi sul sedile accanto ad Emily, Eileen rimuginò sull’accaduto:
<< Mi sono rigirata ed il ragazzo non c’era più, uffa.>>
<< Beh, cosa pretendevi, che stesse lì tutto il giorno?>> replicò Jackie facendo capolino dal posto dietro.
<< Ma erano passati si e no due secondi dopo che Emily mi aveva chiamata e mi ero girata!>>
<< Si vede che lo guardavi in un modo che lo faceva arrossire, e così si è nascosto dietro l’albero!>> ridacchiò Emily.
<< Dovete ammettere però che era carino, anche se si vedeva ben poco di lui>> rifletté Jackie a voce alta  << E aveva anche un mezzo sorriso stampato in faccia…>>, ora il suo tono era quasi sognante.
<< Ho ho ho, qualcuno ha avuto un colpo di fulmine, eh?>> azzardò Leen, dando di gomito ad Emily.
<< Ma che dici! Nemmeno lo conosco, fulminati tu!>> la rimbeccò Jackie.
<< Dai Jackie, a noi lo puoi dire! Qualsiasi cosa tu dica, non uscirà dalle nostre bocche>> disse Emily con un lampo negli occhi che non prometteva nulla di buono.
<< Oh, ma state buone per una volta, sempre a spettegolare voi due…>> mugugnò la mora
<< Chi, noi? Neanche per idea!>> cinguettarono le altre due con una finta espressione scandalizzata.

Recensite, mi raccomando!! E non andateci piano ^^. Un saluto dalla vostra IsEileen

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