Due gemelli.Due uragani. di Valerie (/viewuser.php?uid=10576)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** E loro chi sono? ***
Capitolo 2: *** Una camera per tre ***
Capitolo 3: *** Un 'dopo-doccia' inaspettato ***
Capitolo 4: *** Lui schizofrenico?Naaaa... ***
Capitolo 5: *** Adesso mi credi? ***
Capitolo 6: *** Ciao Val!Noi siamo i signori Weasley!! ***
Capitolo 7: *** "Sono abbastanza confusa" ***
Capitolo 8: *** La nostra storia ***
Capitolo 9: *** Sully in arrivo ***
Capitolo 10: *** Si Parte! ***
Capitolo 11: *** Scacco matto ***
Capitolo 12: *** Diagon Alley ***
Capitolo 13: *** La tua vita è la magia ***
Capitolo 14: *** Hogwarts ***
Capitolo 15: *** Lo smistamento ***
Capitolo 16: *** Solo cinque minuti ***
Capitolo 17: *** Dichiarazioni ***
Capitolo 18: *** Indecisioni ***
Capitolo 19: *** Tristi scoperte ***
Capitolo 20: *** La lettera ***
Capitolo 21: *** Partenze e chiarimenti ***
Capitolo 22: *** Bagno, Lupo, Casa. ***
Capitolo 23: *** Funzione e ritorno ad Hogwarts ***
Capitolo 24: *** Babbo Natale esiste ***
Capitolo 25: *** Scacco...? ***
Capitolo 26: *** Fuoco fatuo ***
Capitolo 27: *** Come un angelo all'inferno ***
Capitolo 28: *** Verità nascoste ***
Capitolo 1 *** E loro chi sono? ***
-Per la miseria Val, è tardi!- Una madre abbastanza isterica imprecava contro la figlia di alzarsi.
-Mmh… ho sonno mamma, lasciami dormire ancora un po’…-
-Che cosa? Ma sei matta? Devi alzarti immediatamente! Fra un po’ arrivano gli zii dall’Inghilterra, e tu devi essere pronta per quando suoneranno al campanello di casa, dunque vedi di sbrigarti!-
-Ma mam…- aveva cercato di ribattere la ragazza.
-Niente ma! Alzati e non fare storie, forza!- l’aveva interrotta sua madre facendole segno di non replicare.
-E va bene adesso mi alzo…mammina…- aveva risposto allora lei guardandola di sottecchi.
Così si alzò, si stiracchiò e diede un’occhiata alla sua stanza:il caos più totale regnava lì dentro.
-Penso che dovrò mettere un po’ a posto- disse, piegandosi a raccogliere le scarpe che la sera prima aveva lasciato, o meglio lanciato nel bel mezzo della stanza.
-Ancora non ti sei lavata?- sentì la voce della madre arrivare dalla stanza accanto, e colta da disperazione, prese i panni puliti dall’armadio e si diresse verso il bagno.
Con innaturale lentezza si portò davanti allo specchio.
-Buongiorno mostriciattola- si disse, guardando il suo riflesso: aveva i capelli letteralmente sparati all’aria, quello che era rimasto della matita nera sugli occhi era rovinosamente calato disegnandogli delle orripilanti occhiaie e, per finire, un orribile foruncolo dispettoso era uscito fuori, posizionandosi esattamente tra le due sopracciglia.
-Che cosa orribile sono questa mattina- si ripeté ancora una voltae così,staccandosi più che volentieri dallo specchio,si tolse il pigiama e si infilò sotto la doccia.
Aprì l’acqua tiepida, con quel caldo era difficile potersi fare una doccia con dell’acqua calda; era la terza settimana di Luglio e faceva un caldo da far invidia ai cammelli che vivono nel Sahara.
Uscì venti minuti dopo dalla doccia, si asciugò, cercò di dare una forma decente a sui boccoli passandoci un po’ di spuma e si vestì.
Non fece neanche in tempo ad infilarsi i Jeans che sentì in campanello suonare.
-Val vai ad aprire per favore?- sentì sua madre gridare chissà da quale parte della casa.
-Si mamma, vado io!- rispose lei cercando disperatamente di riuscire ad infilare la cinta nella fettuccia del pantalone.
Arrivò davanti al citofono correndo, e quasi non scivolò per via dei piedi ancora un po’ bagnati, aprì il cancello e corse nuovamente per andare ad aprire la porta.
Abbassò la maniglia e di scatto aprì il portone:due teste rosse spuntarono da dietro lo scuro legno della porta.
-Ciao!- dissero in coro quelli che si rivelarono poi essere due ragazzi.
Valérie dal canto suo era rimasta con la bocca aperta e con la cinta, non ancora del tutto infilata, in mano.
-C-ciao…-rispose lei guardando un po’ confusa i due giovanotti che si trovava davanti
Erano due ragazzi alti, dei capelli rossi tendenti al rame, gli incorniciavano il viso ben delineato, decorato da un paio di occhi castano scuro.
‘Diamine sono uguali’ pensò la ragazza guardandoli meglio.
-P-prego entrate- gli disse poi, rendendosi conto di averli lasciati sull’uscio della porta.
-Grazie- risposero all’unisono i rossi.
-Ciao ragazzi, come state?- La mamma di Val uscì dalla cucina con uno stranissimo grembiule legato in vita, tant’è che quando la ragazza la vide strabuzzò gli occhi, storcendo il naso in segno di disapprovazione.
-Val ti presento Fred e George, figli di Molly e Arthur Weasley. Ragazzi, questa è mia figlia, Valérie-
-Piacere, Fred-
-Piacere, George-dissero questa volta prima l’uno e poi l’altro allungando la mano verso la ragazza.
-Piacere Valérie…- disse allora lei stringendo a turno le mani dei due.
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Capitolo 2 *** Una camera per tre ***
Nuova pagina 1
Salveeeee!!Eccomi di nuovo!!
Vorrei
innanzi tutto ringraziare coloro che hanno commentato
DaphneBlack:Ciau
Bea!! Sono contenta che anche tu abbia commentato!!Spero ti piaccia anche questo
nuovo chap!!Un bacio!!
Aeris90:Ciao!!sono
contenta che piaccia anche a te questa ff…anche se a dire la verità non so
neanche io cosa scrivere esattamente…però,magari,man mano che vado avanti mi si
schiariranno le idee…J
Corvonero 19:Non
preoccuparti per la recensione!!L’importante è che ti piaccia!!Divertiti in
vacanza!!Un bacio anche a te!!
Ancora un
po’ perplessa Valérie era rimasta lì a guardare i due,cercando di capire da dove
potessero essere spuntati fuori…
‘Cugini??Questi due sono miei cugini??’ aveva pensato,quando sua madre gli aveva
detto chi fossero i due
‘E da dove
sono usciti,di grazia?’ pensò poi,ma fu bruscamente interrotta da uno dei due
che le chiese
-A cosa
pensi?-
-Eh?scusa
ero soprappensiero…- disse lei a mo’ di scusa
-Appunto
per questo ti ho chiesto a cosa stessi pensando…-ripeté lui sorridendole
-Scusa…non
avevo capito…comunque non pensavo a nulla di speciale…pensavo a…a quanto possa
fare caldo oggi!!- mentì spudoratamente,ma non poteva mica dirgli che in realtà
stava cercando di capire chi fossero loro due!!
-Pensieri
profondi…-aggiunse il ragazzo guardandola con un’espressione di chi la sa lunga
-Beh,che
c’è?Non mi credi?- gli domandò allora lei un po’ infastidita
-Chi io??-
rispose lui con un tono di voce da bambino innocente –Assolutamente!!Ti pare…-
A quel
punto intervenne quello che in teoria doveva essere Fred (come si fa a
distinguerli??Sono uguali!!O.O NdA)
-Ehi George,che
fai?Subito ad importunare le ragazze tu eh?- (wow c’ho azzeccato!! NdA)
-Simpatico!- lo addizionò il fratello –E poi guarda che sei tu quello che
importuna mica io…-concluse
-Io?E chi
starei importunando,scusa?- chiese allora l’altro
-…me…-
disse semplicemente George con un sorriso beffardo stampato sulle labbra.
Valérie si
mise a ridere.
Erano
proprio simpatici quei due.Già a guardarli avevano la faccia simpatica, ma ora
le avevano dato la conferma.
-Val,senti
perché non porti i ragazzi in camera tua,tanto sappiamo che Arthur e Molly non
arriveranno prima di dopodomani per via di quell’imprevisto,dunque…Falli
accomodare lì…-disse la madre della ragazza.
Val
strabuzzò per la seconda volta gli occhi nel giro di una mezzora…
‘In camera
mia?????’ pensò ‘No dico nella mia camera?Io dovrei convivere con loro due per
tre mesi??Oddio mi sento male…’si disse,abbandonando ogni prospettiva di avere
per quel periodo un po’ di privacy…sarebbe stato un’impresa!!
-V-va bene
mamma...-rispose infine,cercando di apparire il più tranquilla possibile,poi sua
madre aggiunse
-Guarda
Val,ho già sistemato loro i letti e gli ho fatto un po’ di spazio nel tuo
armadio per mettere i loro vestiti,dunque è già tutto pronto,non devi
preoccuparti di nulla-
‘No…no…e
chi si preoccupa…’ pensò poi disse rivolta ai due
-Venite,vi
faccio vedere la camera- e si diresse verso la sua stanza.
Era una
camera abbastanza spaziosa,all’interno era arredata con un ampio bancone ,su cui
erano stati posti un televisore,uno stereo e un computer…il tutto costellato,da
cd sparsi dappertutto,un telefono senza fili e un paio di libri messi uno sopra
l’altro.
Dalla parte
opposta al bancone c’era un armadio a doppia anta color panna,decorato con delle
strisce verdi chiare ai lati,mentre ai lati restanti della stanza erano
posizionati due letti singoli e uno invece era stato messo perpendicolare al
bancone per cercare di fare un po’ di spazio…
-Bene,questa è la mia camera…- proclamò in tono solenne Valérie
-Wow…-disse
Fred seguito a ruota dal gemello che invece fece un fischio di approvazione
-Noi una
stanza così ce la sogniamo- disse poi
-Eh già…se
dovessimo avere una stanza così per ognuno di noi,avremmo una reggia intera -
aggiunse poi Fred poggiando le proprie valigie vicino allo stipite della
porta,dove poco prima il fratello aveva poggiato le proprie…
-Perché
quanti siete in famiglia?- chiese allora incuriosita la ragazza
-Oh beh…non
contando Bill,Charlie e Percy,tre nostri fratelli che omrai non vivono più con
noi,siamo in sei…- rispose Fred
-Già,siamo
io,Fred mio fratello Ron,mia sorella Ginny,mia madre e mio padre- concluse
George
-Cioè in
tutto voi sareste in nove?Wow che famiglia numerosa la vostra…-
-Vero!-
rispose sorridendole Fred
-Beh sarete
stanchi,o magari vorrete sistemare le vostre cose…allora io vi lascio da
soli…fate quello che volete,come se foste a casa vostra,io intanto vado ad
aiutare mia madre…- e detto questo uscì dalla stanza chiudendo la porta alle
proprie spalle.
Intanto in
camera:
-Ehi Fred!!-
lo chiamò il fratello
-Si lo so
George…trovi terribilmente interessante la nostra cuginetta eh?- lo precedette
Fred
-Scusa ma…-
cercò di replicare allora l’altro…
-Niente
ma…diamine siamo gemelli ti conosco come le mie tasche!-
-E va bene
hai ragione…beh dai è simpatica,non bellissima ma…- continuò poi George
gettandosi sul letto posizionato sotto la finestra seguito a ruota dal fratello
-Fratellino…allora ci dobbiamo dare da fare!!- Esclamò Fred,dopodiché si voltò a
guardare il fratello,ed entrambi sorrisero…di un sorriso malizioso...
Finish!!!!
Wow ce l’ho
fatta!!Pensavo di non farcela più…ho un sonno…Spero non sia venuto male…ora vi
lascio…vado a lettuccio…
Bacio a
tutti^-^
Notte!
-Val-
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Capitolo 3 *** Un 'dopo-doccia' inaspettato ***
Nuova pagina 1
Ringrazio vivamente Aeris90!Che continua a seguire la mia ff!!Ma
anche le due new entry ;) che sono
Jessire,
e Gea_Kristh...
Per
Gea:comunque per quanto riguarda il fatto di essere cugini…dovrai aspettare il
continuo della storia ;)
Un
bacione a tutti!!
Il
pomeriggio passo più veloce del previsto…
I
gemelli e Val rimasero a casa,mentre Michelle era uscita con la nonna della
ragazza a fa re due passi.
La sera
cenarono e poi,dopo aver visto un po’ di tv,i tre si prepararono per andare a
letto,anche se in realtà nessuno di loro aveva intenzione di mettersi a dormire.
Val
stava prendendo i suoi panni dall’armadio,quando sentì i due ragazzi entrare
nella stanza
-Guarda
che ho ragione io!!- sentì dire da Fred
-No…ho
ragione io!!- sosteneva invece l’altro
-Non
credo proprio George…- continuava il gemello sostenendo chissà quale tesi
-E io
invece ti dico di no!!- concluse l’altro rosso cercando di chiudere il discorso
-Scusate se mi intrometto,ma perché litigate?- chiese allora Valérie
-Non
stiamo litigando…- rispose George accorgendosi in quel momento della presenza
della ragazza
-E
invece si!!- disse Fred,che poi continuò –Mio fratello sostiene che non si può
mangiare una dama con una pedina qualsiasi!!-
-Ma
infatti non si può!!- disse allora George
-Beh
effettivamente la dama non può essere mangiata da una pedina qualsiasi…- disse
Val ostentando sicurezza,magari per paura che il gemello potesse offendersi…
-E va
bene…lasciamo perdere…mi arrendo…- concluse Fred lasciandosi cadere sul letto.
Val
sorrise,con loro due tra i piedi era impossibile annoiarsi o essere giù di
morale…erano troppo simpatici!!
A quel
punto anche George si andò a sedere sullo stesso letto,su cui poco prima,si era
seduto il fratello,e fu solo allora che Val si accorse che i due erano vestiti
nello stesso identico modo: portavano indosso una canotta senza maniche bianca,e
sotto un paio di pantaloni leggeri di un verde militare…
-Adesso
scusatemi,ma io vado a farmi la doccia…torno fra una ventina di minuti…- disse
poi la ragazza rompendo il silenzio che si era venuto a creare,dopodiché prese i
panni dal letto e uscì dalla stanza…
Dopo
dieci minuti in camera.
-Fred…a
parte gli scherzi…io ho sonno,mi addormento…salutami Val quando torna…- disse
George al fratello sbadigliando vistosamente
-Ok
fratellino…- gli rispose Fred –sempre detto che non mi addormenti prima io
però…-
e
detto questo si girò tra le lenzuola.
Toc toc.
-Chi
è?- chiese Val infilandosi l’accappatoio
-Val
sono George,scusami ma devo urgente mente andare in bagno…- si sentì rispondere
dall’altra parte della porta
-Oh…scusa,allora esco subito…- rispose lei girando la chiave e aprendo la porta.
Un
George abbastanza assonnato le stava davanti…aveva i capelli spettinati e gli
occhi leggermente arrossati
-Scusami tu se ti ho disturbata,ma non ce la facevo più…- le disse
‘Figuarti’ era quello che stava per dirgli,se non fosse stato per il fatto che
lui non glielo permise.
Leggermente si chinò su di lei,e lentamente le poggiò le labbra sulla sua
guancia,mentre con le mani le circondava le braccia coperte dalle maniche
dell’accappatoio e piano piano la costringeva ad indietreggiare,fino a farle
appoggiare la schiena sullo stipite della porta…
Valérie
era rimasta immobile,incapace di poter fare qualsiasi movimento,mentre lui aveva
incominciato a spostare le proprie labbra verso quelle della ragazza…
Si
avvicinavano ogni secondo di più,e Val incominciava a sentirsi terribilmente in
trappola…nella sua mente pensieri sconnessi vagavano liberamente senza riuscire
a darle un quadro preciso di ciò che le stesse accadendo.
Solo
nel momento in cui lui arrivò sulle sue labbra lei,che fino ad allora aveva
ostentato a tenere gli occhi aperti, li strabuzzò di colpo.
Rimasero così alcuni secondi,fino a quando lui non schiuse la bocca…fù allora
che Valé rie sembrò risvegliarsi all’improvviso,e staccandosi da lui disse
-Scusami,mi vesto e poi ti lascio entrare in bagno-
così
rientrò in bagno,lasciando il ragazzo davanti alla porta.
Uscì
pochi minuti dopo con un completo di lino azzurro adatto per la notte e senza
neanche guardare il rosso, lo oltrepassò e con un basso ‘buonanotte’ si
allontanò entrando nella propria stanza.
George
rientrò nella stanza dopo una decina di minuti,non se la sentiva di rientrare
subito,e quando aprì la porta della camera si affacciò,assicurandosi che sia la
ragazza che il fratello stessero dormendo,dopodiché silenziosamente si diresse
al proprio letto,e dopo essersi infilato sotto il lenzuolo guardò per una
manciata di secondi Valérie,per poi girarsi dalla parte opposta e chiudere gli
occhi cercando di addormentarsi…
Finitooooooooooo!!!!
Scusate
per il ritardo,ma questi giorni ho avuto un pochino da fare…
Chiedo
umilmente perdono!!
Ora vi
lascio,un bacione a tutti!!
-Val-
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Capitolo 4 *** Lui schizofrenico?Naaaa... ***
Nuova pagina 1
Eccomi di nuovoooooooo!!!
Come state??Spero bene!
Vorrei innanzitutto ringraziare le mie tre commentatrici:
DaphneBlack:Anche
se sei partita,so che leggerai quando torni!Comunque si,ecco perché ti ho
chiesto di che colore fosse l’armadio ^__^
Per quanto riguarda il fatto che io sia bellissima…ti dico che hai
bisogno seriamente di un paio di occhiali!!
Comunque spero che ti diverta al ritiro,bacione!! Tvb!!
Aeris90:Ciau!!Tranquilla
già da quando avevo iniziato a scrivere questa ff ho subito pensato ‘Fred è di
Aeris…non glielo tocca nessuno
J’
Sono contenta comunque che ti sia piaciuto anche il secondo chap…e
spero che questo non sia da meno.Bacio anche a te!!
Corvonero19:Ciao!!Credevo
fossi già partita!Mi fa piacere che tu abbia potuto leggere il secondo chap
prima di partire…spero che quando tornerai potrai leggere anche questo…Comunque
divertiti davvero in vacanza eh!Alla facia mia che rimango a casa
JBacio!!
E adesso buona lettura!!
-Val vai a chiamare i ragazzi,digli che è pronto il pranzo e
chiedigli se hanno voglia di mangiare,altrimenti se non vogliono possono
direttamente cenare questa sera…-
disse Michelle,questo era il nome della donna, a sua figlia
-Va bene mamma,vado subito…- rispose la ragazza.
Val arrivò davanti alla porta chiusa della stanza. Fece per bussare
ma si trattenne…
-Ron no!!- sentì distintamente la voce di uno dei gemelli,ma
percepì anche una voce che non gli sembrava appartenesse a nessuno dei due
fratelli…
‘Beh adesso che fai origli??’ come di consueto la sua coscienza non
perdeva occasione di ricordarle le buone maniere ‘Io non origlio!!è solo che…e
va bene si origlio allora??’ si disse,cercando di far apparire la cosa più che
normale…
‘Allora non va bene!!Bussa e fatti aprire!Non è carino quello che
stai facendo!!’ la riprese nuovamente quella che lei aveva sempre rinominato la
“saggia Val…”
‘E va bene…rompi scatole!!’ Così sbuffando,Valérie bussò alla
porta…
Sentì strani rumori provenire dall’interno della stanza,ma non fece
neanche in tempo a chiedersi cosa stesse succedendo,che uno dei due gemelli
spunto facendo capolino da dietro la porta…
-Ah Val sei tu!!- esclamò Fred vedendola
-Ehmmm…si sono io…sorpresa!!- fece lei cercando di dimostrarsi più
disinvolta possibile…
-Oh beh entra pure,non rimanere lì sulla porta- aggiunse poi il
ragazzo facendole cenno di entrare,e naturalmente Val non se lo fece ripetere
due volte e sgattaiolò dentro la stanza.
-Volevi dirci qualcosa?- chiese allora George,che da seduto si alzò
per prendere qualcosa dalla sua valigia,qualcosa che Val non riuscì a vedere.
-Oh…beh…effettivamente si…Mamma chiede se volete pranzare o no…dice
che se non vi va potete sempre cenare direttamente questa sera…- disse allora la
ragazza ricordandosi momentaneamente il motivo per cui era lì…
-Oh…si,dille che veniamo subito. Anzi no!Glielo diciamo
direttamente noi,andiamo…- e detto questo George prese Valérie per il braccio e
la trascinò fuori dalla stanza,seguito poco dopo dal fratello che si chiuse la
porta alle spalle.
Insieme entrarono nella sala da pranzo,nella quale al centro vi era
un tavolino in legno scuro,coperto da una telacerata sulla quale erano disegnati
dei grandi girasoli…anche la cucina era fatta totalmente in legno,eccetto per il
lavabo e il ripiano su cui solitamente ci si mettono gli ingredienti vari da
utilizzare,che erano fatti di acciaio;poi attaccato al resto della cucina vi era
il frigo con allegato freezer posizionato sopra.
-Eccoci!!- esclamò Fred vedendo Michelle indaffarata intorno ai
fornelli
-Ah bene ragazzi sedetevi pure,è pronto,devo solo fare i piatti e
poi potrete mangiare…- disse la donna accorgendosi della loro presenza
-Grazie- rispose allora George sedendosi a capotavola,mentre il
fratello occupava la sedia alla sua destra e Val quella alla sua sinistra.
-Ecco qui!!- esclamò Michelle portando in tavola un vassoio con
vari assaggi di pasta:
pasta al sugo semplice,pasta al pesto,o,cosa che non c’entrava
nulla,pasta con le vongole…
‘Effettivamente mamma non ha mai avuto buon gusto nell’ associare
qualsiasi cosa…e questa ne è la dimostrazione ’ pensò Val versandosi dell’acqua
nel bicchiere.
Mangiarono tranquillamente,e tra una chiacchiera e l’altra Valérie
poté conoscere meglio i suoi ‘nuovi’ cugini.
All’incirca un quarto d’ora dopo,i tre si alzarono da tavola
e,ringraziando Michelle,uscirono dalla cucina per andare nella camera della
ragazza.
Durante il pranzo Val non riuscì a fare a meno di domandarsi di chi
potesse essere la voce che aveva udito in quella stanza…o se invece potesse
essere lei ad avere qualcosa che non andava…se così fosse,avrebbe dovuto farsi
vedere da un medico…
Resta il fatto che ormai era giunta al culmine.Era troppo curiosa!
Così prendendo coraggio,dopo essersi seduta sul proprio letto con
la schiena poggiata alla parete e le gambe incrociate sul lenzuolo,disse ai
gemelli:
-Scusate la curiosità…ma prima venendo qui,ad avvertirvi che era
pronto…non ho potuto fare a meno di sentire le vostre voci in
camera…e…insomma…mi è sembrato di sentire una voce che non appartiene a nessuno
di voi due…- concluse distogliendo lo sguardo da quello dei dure ragazzi che ora
la fissavano piuttosto insistentemente.
Rimasero alcuni instanti in silenzio…dopodiché,tutto di un botto i
due ragazzi scoppiarono a ridere…
A quella reazione Valérie rialzò lo sguardo piuttosto infastidita,
infatti , con voce alquanto alterata gli chiese
-Beh?Che c’è da ridere??-
-Oh…beh…nulla…- cercò di dire George tra le risate
-A parte il fatto che tu non sei al corrente di un piccolo
problema…- continuò poi Fred cercando di contenere i singhiozzi
-E allora?- lo incitò la ragazza,che a quelle risa si infastidiva
ancor di più…
-Ehmmm…devi sapere…- riprese Fred -…che George soffre di
schizofrenia…- e scoppiò nuovamente a ridere…
Val guardava Fred con una faccia non del tutto convinta e con un
sopracciglio alzato…il tutto le dava un’aria davvero buffa!!
-E tu aspetti che ti creda?- disse con ancora quella comica
espressione stampata sul viso
-Val te lo giuro!!Diamine diglielo anche tu George…a me non
crede!!- rispose allora Fred cercando l’aiuto del fratello
-Val…ti giuro che è vero…ho fatto il giro dei migliori psicologi…e
tutti hanno dato la stessa risposta: soffro di schizofrenia …mi dispiace questa
è la realtà- sentenziò il ragazzo dando un tono serio alla propria affermazione.
Valérie non sapeva se credergli o meno…ma preferiva non
pensarci,infatti cambiò discorso
-Sentite,cosa volete fare oggi?Volete uscire oppure preferite
rimanere a casa?-
-Veramente io preferirei rimanere qui a casa…sai com’è…il
viaggio…tu che ne pensi Fred?- chiese allora George rivolto al fratello
-Oh si…per me va bene…effettivamente sono abbastanza stanco…- disse
allora l’altro capendo che sotto l’affermazione del gemello c’era qualcos’altro
-Ok…- disse allora la ragazza -…vuol dire che staremo qui- concluse
poi con un sorriso sulle labbra
-Vado a dirlo a mia madre,così si organizza per il pomeriggio-
disse poi alzandosi dal letto,e mettendosi le scarpe che poco prima si era
tolta,uscì dalla stanza.
I due ragazza,ormai soli, si guardarono l’un l’altro
-Ce la siamo vista brutta George- disse uno
-Ce la siamo vista brutta??Se scopriva che Ron stava qui non so
come avremmo potuto spiegarglielo…insomma non è normale mica vedersi
materializzare gente in casa da un giorno ad un altro…Però tu potevi
risparmiarti il fatto della schizofrenia!!Ma puoi uscirtene con una cosa del
genere??Quando lo hai detto un altro po’ non mi soffoco per cercare di contenere
le risate!- disse l’altro,sorridendo al pensiero della faccia di Val,quando il
fratello gli aveva detto quella cosa
-Però dai…mentirle così…- disse poi
-George stai bene??No dico,tu vorresti rivelarle che siamo due
maghi e che viviamo in un mondo ‘parallelo’ al suo?Le prenderebbe un colpo…o
forse ci farebbe rinchiudere in un manicomio…non saprei.
Certo che a te le ragazze fanno veramente male…ti basta un
sorriso,e subito ti sciogli come un ghiacciolo…- disse invece Fred
-Non è vero!!- cercò di replicare l’altro tirando un cuscino in
pieno viso al fratello
-Ah non è vero eh?C’è solo il fatto che quando lei ti sorride tu la
guardi con gli occhi a cuore-, incominciarono così una battaglia con i
cuscini,quando però ad un certo punto George disse a voce alta –Fermo!!- per
poi continuare -…a me Val non piace…beh si è una ragazza carina,te l’ho detto
ma…insomma finisce lì…-
-Ok fratellino non ti scaldare,ti credo,ti credo- disse allora Fred
dandogli una pacca sulla spalla…
‘Certo come no…fratellino…’ pensò poi continuando a guardare il
fratello con occhi stranamente…come dire… “nuovi”…
Finito anche questo!!
Spero vi piaccia!!Sia a coloro che commentano che a coloro che non
lo fanno…un bacione a tutti
-Val-
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Capitolo 5 *** Adesso mi credi? ***
Nuova pagina 1
Salve a
tutti!!!!!
Come va
la vita??Spero bene!!
Alloooooooooora,incominciamo con i doverosi ringraziamenti:
DaphneBlack:Ben
tornata!!(anke se sei tornata una settimana fa,è lo stesso!!-.-) Comunque non
essere così precipitosa…anche perché adesso vedi cosa succede =)
Un
bacione!!Tvttttttttttb!!
Aeris90:Ma
ciao!!!Hai proprio ragione i maschi bisogna sempre farli aspettare un pochino
^^.Un bacio anche a te!!
Sheeta:Sono
contenta ti piaccia e anche molto lusingata per il fatto che consideri la mia ff
bella…dato che io non ero molto sicura di volerla postare,in quanto avevo paura
che non potesse piacere…Grazie ancora!
Eli94:A
matta!!!Te ne esci così adesso??Avverti prima no?Dai che adesso posto l’altro
capitolo,così diventi ancora più euforica =) Un mega bacione!!!Tadb anche io!!
-Ragazzi sveglia!!Sono le dieci del mattino,e voi state ancora dormendo come
degli orsi in letargo!!Forza che è pronta la colazione!!- Michelle chiamava a
grano voce i due ragazzi che dormivano ancora beatamente nei loro letti
-Si….adesso ci alziamo…- aveva detto Fred facendo un sonoro sbadiglio,mentre
George,con molta difficoltà, era riuscito a tirarsi su,e a mettersi seduto sul
bordo del letto.
Aperti
gli occhi,dopo averli strofinati per bene,Fred poté notare che Valérie non era
nel suo letto,evidentemente perché si era alzata prima di loro.
-Buongiorno!!- Val entrò salutando i due con un’allegria che neanche lei credeva
potesse avere
-Buongiorno…- fecero ancora un po’ assonnati i due ragazza guardandola entrare
nella stanza
-Dai
che è pronta la colazione!- gli disse,evitando prontamente lo sguardo di George
-Ci
sono dei cornetti caldi che vi aspettano di là…- disse poi guardando Fred
-Davvero???- disse allora questo –Allora vado subito!!!- e come preso da una
forza improvvisa si alzò di scatto dal letto e corse verso la cucina
-Conetti arrivoooooooo!!- si sentì chiaramente Fred urlare.
‘Potevo
stare zitta!!’ si ammonì Val ‘Perché non ci va anche lui di là a fare
colazione???’
-Val?-
la chiamò ad un certo punto George
-Si?-
rispose lei con un po’ troppo nervosismo
-C’è
qualcosa che non va?- chiese lui con uno sguardo un po’ preoccupato.
Valérie
sembrò pensarci un po’ su…ma poi non ce la fece più
-Insomma George!!Prima fai quello che hai fatto,e poi per te è come se non fosse
successo niente…direi che la cosa mi infastidisca un po’,che dici?-
‘Faccio
quello che ho fatto?Perché cosa ho fatto?’ si disse mentalmente,ma non fece in
tempo ad aprire bocca che gli balenò in testa la spiegazione di tutto
-Fred…-
disse a bassa voce
-Cosa?-
chiese Valérie che non aveva ben capito
-Nulla…scusami…torno subito- disse sbrigativamente i, ragazzo,dopodiché corse
verso la cucina
-Fred
ti piace in cornetto?- il gemello sentì la voce del fratello dietro le proprie
spalle
-Oh si
George,sono deliziosi- rispose allora
-Ma
davvero…?- chiese il fratello con un tono di voce assai strano. Tanto che Fred
si girò per guardare il fratello.
George
aveva un espressione a dir poco furibonda stampata sul viso…e quando il gemello
lo vide,smise momentaneamente di mangiare quel delizioso cornetto e alzandosi
dalla sedia disse
-George
cos’hai?- gli chiese allontanandosi il più possibile
-Fred…cos’hai
combinato ieri sera con Valérie?- gli chiese il fratello fermo sulla sua
posizione
-Io??Assolutamente nulla…Tu mi hai chiesto di salutarla e io l’ho salutata…tutto
qui…- rispose il gemello in propria difesa
-Sei
sicuro?No perché sai…sono stato appena ripreso perché faccio finta che non sia
successo nulla riguardo a quello che ieri sera ‘non ho fatto’ …dunque se tu mi
volessi spiegare…ne sarei molto felice-
-Ah…emmm…Ok…ti
prego scusa…è che pensavo di farti un favore,insomma so quanto tu sia timido…e
volevo aiutarti…- disse allora Fred cercando di apparire il più mortificato
possibile
-Fred
cos’è successo?- chiese imperterrito George,deciso più che mai a sapere la
verità
-L’ho
baciata…-
George
sentì il proprio cuore perdere un colpo
-C-che
cosa hai fatto??- chiese incredulo,e poi continuò -Tu sei pazzo…totalmente
pazzo…e adesso che le dico??Chissà cosa si crede ora…-
-Non
preoccuparti George,non credo proprio nulla io…non sono una ragazza che vive
nelle favole…dunque stai tranquillo- in quel momento Valérie era entrata in
cucina…evidentemente aveva sentito tutto.
Prese
il bricco del latte dal frigo,ne riempì un bicchiere e lo bevve,dopodiché lo
rimise nel frigo e uscì dalla cucina senza degnare i due di uno sguardo.
‘Idiota…sono una stupida idiota!!Val dico,ti sembra possibile che uno dei tuoi
cugini possa avere un interesse per te??Povera scema…So soltanto che in questo
momento non voglio vedere nessuno dei due…come mi sento presa in giro…’
Valérie
era uscita di casa…aveva deciso di andare a fare due passi al lungo mare…
Quella
mattina non era del tutto soleggiata,qualche nuvola si addensava nel cielo
trasportata da un vento caldo preannunciando qualche goccia di pioggia…
-Val!!-
la ragazza si sentì chiamare
‘Oh
no…non è possibile…’ pensò riconoscendo la voce di uno dei due gemelli.
Lo
lasciò avvicinarsi,poi gli chiese
-Dato
che ormai non so più chi sia tu e chi sia tuo fratello te lo chiedo…chi sei?-
aveva
pronunciato queste parola con un astio non indifferente
-Sono
Geroge…- aveva risposto lui cercando di riprendere fiato tra una parola e
l’altra
-Piacere George,sono la scema del villaggio…- gli rispose allora lei voltando lo
sguardo dalla parte opposta
-Val ti
prego…fidati…- la supplicò il ragazzo
-Non ce
la faccio…Geroge dimmi come posso fare…Cosa credi che sia stupida??SO benissimo
ad esempio che tu non sei schizofrenico e che vi siete inventati una scusa…
e poi
quando ho sentito quella voce nella stanza…ho anche sentito uno di voi due dire
chiaramente “Ron no!!” e non mi è sfuggito di certo che uno dei vostri fratelli
si chiama Ron…Insomma non c’era bisogno di mentirmi così…potevate benissimo
dirmi che non vi andava di dirmelo…ognuno di noi su questa terra ha i propri
segreti e io non sono di certo una ragazza che si fa gli affari degli altri s
questi non vogliono…-
-Sono
un mago…- l’aveva interrotta George pronunciando queste parole con una
difficoltà immane.
Valérie
infatti si bloccò di colpo e girandosi a guardarlo vide i suoi occhi tremare
-Non
prendermi ancora in giro…- gli disse lei
-Non lo
sto facendo…- rispose lui,e poi continuò -…te lo dimostro…- e sfilando dalla
tasca quello che sembrava un normalissimo bastoncino di legno,pronunciò una
sottospecie di formula in latino che Valérie non riuscì a capire e a mezz’aria
apparve una splendida rosa rossa…
Geroge
la prese in mano e gliela porse facendo un piccolo inchino,mentre Valérie con le
mani tremanti la prendeva,notando tra l’altro che il fiore non portava spine.
-Mi
credi adesso?-
Finitooooo!!
E ho
finito anche questo!!
Per
Aeris90: Non mi uccidere ti pregooooooo!!!!Chiedo umilmente perdono!!Ma ti
giuro che non lo tocco più!!!Scuuuuuuuuusa!!
Per il
resto spero vi sia piaciuto!!Un bacione a tutti!!
Alla
prossima
-Val-
|
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Capitolo 6 *** Ciao Val!Noi siamo i signori Weasley!! ***
Nuova pagina 1
-Adesso
mi credi?- le aveva chiesto,pur sapendo che si era cacciato,non in un guaio,ma
in una catastrofe…già si era immaginato la strillata di sua madre,rammentando la
strillettera che era arrivata a Ron quando per raggiungere Hogwarts aveva
utilizziato la macchina volante di suo padre…
Valérie
non aveva risposto,si era limitata a guardare la rosa nelle proprie mani con
aria assente…
Da
lontano qualcuno osservava la scena…
-Val ti
prego dimmi qualcosa…- aveva detto allora lui,nella speranza che la ragazza
potesse dirgli una qualsiasi osa,riempirlo anche di insulti se fosse stato
necessario,ma l’importante era che gli desse un qualche cenno di vita…
Lei dal
canto suo era rimasta incantata (ma guarda NdA) a guardare la piccola rosa che
il ragazzo le aveva donato poco prima…
-Sono
un po’ confusa…- disse poi alzando leggermente il capo per guardare George…la
sua voce tremava un pochino
-Lo
so…forse non avrei dovuto dirtelo…però,non lo so,è stato un istinto naturale…-
quella
frase gli era uscita talmente tanto,come dire, in maniera buffa,che Valérie non
potè non sorridere…
-Senti
Val che ne dici di tornare a casa?Il cielo incomincia a scurirsi,di sicuro fra
poco incomincerà a piovere…- disse lui ad un certo punto indicando il cielo con
una mano;
Effettivamente le nuvole trasportate dal vento erano divenute più scure,e
sembravano proprio cariche di pioggia.
Anche
la ragazza se ne accorse e annuendo scese dal muretto su cui tempo prima si era
seduta…ma le proprie gambe,non permettendogli una salda stabilità in quel
momento, la fecero barcollare leggermente quando toccò terra...
-Ehi
che fai??Cadi?- le chiese allora il ragazzo in modo retorico,mentre però la
prendeva per la vita,evitandole di cadere rovinosamente a terra
-Grazie…- fu l’unica cosa che uscì dalla bocca di lei,che staccandosi dal
ragazzo prese a camminare prendendo la strada di casa; fece qualche
passo,però,poi notando che Geroge non la stava seguendo si girò,e guardandolo
dritto in viso gli chiese
-Beh
che fai?Non vieni?- dopodiché si rigirò e riprese a camminare.
-Cosa?Davvero George ha fatto questo?-
-Si Ron
davvero…cosa facciamo adesso?Non doveva venire a saperlo così…-
-Lo so
Fred…io non so che farti…-
Ron e
Fred si trovavano nella stanza di Valérie a confabulare tra loro sul guaio
commesso dal fratello…
-Non
preoccupatevi…sappiamo noi cosa fare…- da dietro la porta socchiusa giunse ai
due una voce a dir poco familiare
-M-mamma…- dissero i due in coro
-Già
sono io,e di là con Michelle c’è vostro padre…venite di là anche voi…dobbiamo
prepararci ad una runione cari miei,è giunto il momento che qualcuno sappia ciò
che deve sapere…-
e detto
questo girò sui tacchi e tornò,per ipotesi dei due, nel salone con gli altri.
Fred e
Ron si guardarono l’un l’altro un po’ perplessi,ma con un po’ di forza di
volontà si alzarono dal letto su cui si erano seduti e si diressero nel
salone,dove gli altri li stavano aspettando…
-Dai
George,sbrigati sennò ci bagniamo tutti!!- aveva urlato Valérie al ragazzo che
era rimasto indietro
-Eccomi…- aveva risposto lui raggiungendola sotto la piccola tettoia che stava
sopra il piccolo cancello della casa della ragazza.
Citofonarono più volte insistentemente,affinché qualcuno gli aprisse al più
presto
-Chi
è?- sentirono la voce di Michelle gracchiare attraverso il citofono
-Mamma
sono io!- le aveva risposto Val
-Ok,ti
apro…-
passarono due secondi,dopodiché quando sentì lo scatto del cancello,lo aprì
velocemente,e altrettanto velocemente lo richiuse dopo che anche George fu
entrato…
Correndo,entrambi attraversarono il viale e arrivarono davanti al portone…
Qualcuno aprì,ma nessuno dei due fece caso a chi fosse.
Entrarono in casa,fecero qualche passo, quando George si bloccò di colpo
-Ciao
George,come va figliolo?- lo salutò suo padre,dopodiché rivolgendo il proprio
sguardo alla ragazza le chiese
-Tu
devi essere Valérie,non è vero?Io sono Arthur Weasley,mentre questa è mia moglie
Molly…- e indicò la donna,un po’ paffutella, che era seduta su di una
poltroncina blu scuro…
“Anche
loro hanno i capelli rossi” fu la prima cosa che pensò Valérie quando vide i
signori Weasley “Sarà una caratteristica di famiglia”
-Beh
non si saluta?- la interruppe dai suoi pensieri Michelle
-Oh…si
scusate…comunque si…io sono Valérie,piacere…- rispose allora lei stringendo la
mano ai due adulti
-Bene
piccola…- disse poco dopo la signora Weasley -…mettiti seduta per
favore…dobbiamo dirti una cosa importante…-
Finito.
Scusate,sono consapevolissima del fatto che forse è un po’ cortino questo
capitolo,ma volevo che la fine coincidesse con questo pezzo…dunque…l’ho dovuto
fare così per forza…Mi dispiace!!!
Beh
adesso passiamo ai ringraziamenti
DaphneBalck:Ciao
Bea!!!Allora che mi dici,ti piace anche questo capitolo??Spero tanto di si!!Un
bacione tvtb!!!
Serenity87:Ho
risposto al tuo commento sulla storia del sovrintendente e la guaritrice.
Comunque non è quello l’importante adesso…
Ho
scritto quel pezzo (il fatto della rivelazione del mondo magico) per un motivo
che spiegherò nei prossimi capitoli…se vorrai leggerai altrimenti no…
Eli94:Cosa c’è
che non hai capito?non è mica tanto difficile ;)) Spero piaccia anche a te il
nuovo chap!!Un bacio!!
Chihiro:Ecco il
seguito!!!Hai ragione questa ff è un po’ “pazza” …come me in fondo :D
Un
bacio anche a te!!
Fenrir: Grazie
per il commento!!!E scusa se ci ho messo tanto a postare questo chap!!
Jessire:Ehi
ciao!!!Credevo non la leggessi più…-.-…mi lusinga il fatto che passi parecchio
tempo a leggere la mia ff…attenta però,perché dopo un po’ da alla testa ;)
Baciotti!!
Applausi per giga…:Ecco
il continuo!!!Grazie per la ‘grande’ :D e spero di riuscire a migliorare ogni
qualvolta scriverò altri capitoli…
Un
abbraccio a tutti!!E al prossimo chap!!!
-Val-
P.s.
Aeris dove sei???
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Capitolo 7 *** "Sono abbastanza confusa" ***
Nuova pagina 1
Non
uccidetemi…so di essere in tremendissimo ritardo…ma giuro che ho una
spiegazione!!Non ho avuto la linea del telefono per più di un mese,senza parlare
che di scrivere non avuto proprio tempo…a causa della scuola…che
stressssssssssssssssssssssss!!!
Vabbè,mi metto a scrivere,sennò penso che per me arriverà presto il patibolo
-.-‘
Valérie
si mise seduta sul divano.Di fronte a sé,in piedi, stavano entrambi i signori
Weasley,l’uno alto e magro,e l’altra piccola e paffuta…
-Allora
signorina…- aveva incominciato la signora Weasley -…è arrivato il momento di
dirti la verità…-
-Mamma
come sei melodrammatica!!- le aveva detto Fred…che però venne immediatamente
zittito da una di quelle occhiate inceneritici di sua madre
-…stavo
dicendo…allora…poco fa ti è stata rivelata l’esistenza della magia…
devi
sapere che parallelo al tuo mondo,quello babbano,ce n’è un altro,il mondo
magico.
Nel
mondo magico vivono tutti coloro che sono dotati di poteri magici,è un po’ come
il mondo delle favole…vi sono streghe…come me,maghi come loro = ed indicò Ron,Fred
e George = vi sono folletti,sirene,gnomi,unicorni e chi ne ha più ne
metta…Ora,so che ti starai domandando il perché io stia dicendo tutto questo
proprio a te : devi sapere che ognuno su questa terra ha un proprio posto,e
ognuno in un modo o nell’altro ci si trova bene,perché quello è il ruolo che gli
è stato assegnato…Il punto è che il tuo posto non è qui tra i babbani,ma tra noi
maghi…-
Valérie
aprì la bocca come per dire qualcosa,ma venne interrotta nuovamente dalla
signora Weasley
-Si lo
so,ti stai chiedendo il perché il tuo posto dovrebbe essere tra noi,piuttosto
che qui,dove sei cresciuta…Io non sono la persona che deve darti questa risposta
però…
Albus
Silente,un uomo di rilevante importanza nel nostro mondo,ci ha mandato a
cercarti,e a chiederti se puoi accettare di avere un incontro con lui-
Molly
guardava Valérie con aria speranzosa…sapeva che si era svolto tutto troppo di
fretta.George le aveva confessato troppo precipitosamente l’esistenza di una
realtà che lei non avrebbe certamente concepito,e d’altronde era una cosa più
che normale per una ragazza nata e cresciuta in un mondo in cui la magia non è
altro che pura fantasia.
Dopo
quello che sembrò un’eternità Valérie rispose
-Io…non
so…è tutto così assurdo.Insomma,come pretendiate che io creda a tutto questo…io
non conosco nulla di voi…e di quello che voi chiamate “il vostro mondo”,non
potete venire a dirmi che “questo” non è il mio posto,e che dovrei addirittura
andare chissà dove per parlare con chissà chi per avere chissà quale assurda
spiegazione…mi dispiace ma…non penso che la vostra “proposta” mi interessi…-
e detto
questo si alzò dal divano un po’ tremolante,dopodiché pronunciando un basso
“scusate” si ritirò in camera.
Chiusa
la porta a chiave ci si appoggiò contro…la fronte premuta contro la superficie
liscia ,le mani chiuse a pungo,e le braccia tese stese lungo i fianchi.
Era
troppo.
Come
pretendeva certa gente di entrare in casa sua…anzi nella sua vita e gettare
scompiglio come se niente fosse.
Insomma
era davvero assurdo credere a tutto quello!
Eppure…quella rosa…
George
sembrava sincero.
Scosse
violentemente la testa quasi a voler scacciare quei pensieri.
Piano
si staccò dalla porta,e lentamente si portò accanto al suo letto,e vi si lasciò
cadere sopra.
Chiuse
gli occhi,e non poté fare a meno di ripensare a quanto quei due gemelli le
stavano sconvolgendo la vita…
Intanto
in salotto.
-Questa
volta l’hai fatta grossa George!!Si può sapere cosa ti è passato per la testa?!?
Avevamo
stabilito che io e tuo padre…e sottolineo solo io e tuo padre,avremmo dovuto
dirle la verità!Silente si era raccomandato di andare piano e con molto tatto…è
normale che una persona così di impatto si ritrovi confusa e smarrita!!-
-Ma…-
aveva cercato di ribattere il ragazzo,ma si sa quando la signora Weasley è
arrabbiata non la ferma nessuno
-Niente
ma!!Ormai il danno è stato fatto…e per evitarne altri…voi due tornerete a casa
con noi oggi stesso…- aveva concluso la donna con un tono di voce che non
ammetteva repliche
-E…e
Valérie?- aveva azzardato l’altro gemello
-Valérie avrà tutto il tempo per pensare…tutto quello di cui avrà bisogno…senza
nessuno di noi che le giri intorno mettendole pressione…-
Toc.Toc.
Valérie
aprì gli occhi.Doveva essersi addormentata.
Si alzò
lentamente,guardò qualche minuto la porta,fece qualche passo ma ripensandoci si
fermò “E se fosse Fred o…o George?Non mi va di vedere nessuno di loro…-
E così
fece per rimettersi a letto quano sentì la voce di sua madre da dietro la porta
-Val…Val
aprimi ti prego…-
Rimase
qualche secondo interdetta se aprire o meno
-Val te
lo chiedo per favore…-
Decise
di aprire.
Michelle sentì lo scatto della chiave,e capì che sua figlia stava aprendo la
porta,si preparò ad affrontare una Valérie alquanto arrabbiata,ma quello che
vide la lasciò piuttosto sorpresa:
Aveva
gli occhi decisamene arrossati e le guance bagnate dalle lacrime
-Oh
mamma!!- le aveva detto abbracciandola di getto
-Val su
non fare così…mi dispiace…avrei dovuto dirtelo io…tempo fa,ma eri così allegra e
felice qui con me che turbarti con quelle parole mi recava troppo dispiacere…
Se vuoi
ti racconterò per bene tutta la storia…abbiamo tutto il tempo che vogliamo.
I
signori Weasley sono partiti e con loro sono andati anche Fred e George…-
-Anche
loro?- aveva chiesto Val
-Si
anche loro…ma torneranno,non appena tu avrai le idee un po’ più chiare…e guarda…George
mi ha detto di darti questi…-
e le
porse un foglio di pergamena con una piuma
-…e ha
detto anche che quando avrai preso una decisione potrai scrivergli…-
Valérie
soppesò un momento le parole della madre
-Ma…mamma…io non so il loro indirizzo di casa!!-
-Oh
beh…per quello non devi preoccuparti…lo sa Erol…- disse in modo naturale
Michelle
-E chi
è Erol??- chiese Val con un’espressione ancora più confusa
-Il
gufo è ovvio!!-
-Ahhhh
certo il gu…IL GUFO?!?-
Michelle scoppiò a ridere nel vedere sua figlia strabuzzare gli occhi a quel
modo,aveva una faccia troppo buffa.
Valérie
dal canto suo…ci capiva sempre meno…
“Sto
sognando…oh si sto sognando…” si disse mentre con la testa annuiva tra sé e sé
-Va
bene adesso però andiamo a cena…- le aveva detto sua madre prendendola per mano…
-Ma…?-
-Niente
ma signorina,tu hai saltato anche il pranzo…dopo cena ti racconterò
tutto…promesso!- e così dicendo incrociò le dita in segno di promessa…proprio
come faceva quando Val era più piccola,per farle capire che una promessa era
qualcosa che andava mantenuta.
Ok…potete
uccidermi…chiedo veramente perdono!!!^^’
Ma
per più di un mese non ho avuto la connessione a internet…e poi con la scuola e
tutto il resto mi sono trovata davvero più impegnata del previsto…spero che il
nuovo chap sia piaciuto,anche se sono consapevole del fatto che non è neanche
minimamente guardabile…è solo che non sapevo proprio cosa scrivere…
Ringrazio tutti coloro che hanno commentato!!E che hanno aspettato con
impazienza il mio ritorno…e vi chiedo ancora scusa per la lunga attesa…
Un
bacio a tutti
=Val=
|
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Capitolo 8 *** La nostra storia ***
Val cenò con scarso appetito ed il motivo era ben noto anche a sua
madre
Val
cenò con scarso appetito ed il motivo era ben noto anche a sua madre…
Finito di cenare,essendo il suo livello di curiosità troppo alto,non si
trattenne dal chiedere a Michelle spiegazioni su tutto quello che stava
succedendo
-Mamma…per favore…adesso puoi dirmi cosa sta succedendo?-
Michelle la guardò intensamente negli occhi,poi le rispose
-Allora vieni con me…- e così dicendo la prese per mano e la portò verso la sua
camera da letto.Le pareti della stanza erano color pesca,come quelle della
camera di Valérie,sul lato a destra,appena entrati si poteva vedere il letto
appoggiato alla parete,e la finestra che dava sul giradino,mentre sul lato
sinistro il grande armadio di ciliegio cn le due ante scorrevoli,mentre sulla
parete di fondo vi era un comò con i relativi cassetti e sportellini vari,ed
appoggiato sopra vi era un grande specchio.
Michelle fece cenno a Val di sedersi sul letto,mentre lei si chinava ad aprire
l’ultimo cassetto del comò.
Val
rammentò l’ultima volta che aveva tentato aprire quel cassetto:
Una
bambina di all’incirca dieci anni,annoiata a morte dal continuo piovere che
ormai durava da quasi tre giorni,si aggirava sbuffando per casa non sapendo come
impiegare il suo tempo.
Decise ad un certo punto di entrare nella camera di sua mamma. Il lettone era
decisamente più adatto per saltellare sul materasso (Io lo facevo sempre
quand’ero piccola =P ndA ).
Si tolse velocemente scarpe e calzini,dopodiché si precipitò sul grande letto.
Passò così diversi minuti…ma dopo un po’ si stufò anche di quello,così scesa dal
letto si infilò di nuovo i calzini,e poi le scarpe.
Fu proprio prendendo le scarpe da vicino il comò,che notò qualcosa fuoriuscire
dall’ultimo cassetto…guardando meglio Val si accorse che altro non era di una
vecchia fotografia in bianco e nero,così la prese in mano.
Ritraeva un uomo alto,apparentemente dai capelli scuri, vestito in modo assai
strano.
Val aveva sulla faccia un grosso punto interrogativo…e con questo grosso punto
interrogativo andò da sua madre e le chiese –Mamma chi è questo signore?-
Michelle che in quel momento stava asciugando un piatto appena lavato ,girandosi
a guardare Val, lo lasciò cadere…
-Val…dove hai preso quella foto?-
-I…Io l’ho trovata…stava per uscire dal cassetto del comò…-
-QUANOTE VOLTE TI HO DETTO CHE NON DEVI APRIRE QUL CASSETTO??-
-Ma mamma io non l’ho aperto!- aveva provato a spiegare la bambina
-E NON DIRE LE BUGIE!!PER QUESTO SIGNORINA ADESSO FILERAI IN CAMERA TUA,E GUAI A
TE SE OSI ACCENDERE LA TV O QUALSIASI ALTRA COSA…SEIIN PUNIZIONE,E LO SARAI PER
IL RESTO DELLA SETTIMANA!!- detto questo,senza curarsi dei cocci del piatto
sparsi sul pavimento,strappo via la foto dalle mani della bambina,e senza dirle
nient’altro andò in camera sua sbattendo la porta,e chiudendola a chiave.
Da
quel giorno Val non aveva più neanche pensato,né tanto meno tentato di riaprire
quel cassetto;oteva contenere qualsiasi cosa,ma non voleva assolutamente
saperlo,se le conseguenze poi dovevano essere quelle,o anche peggiori…
Valérie guardava sua madre con sguardo interrogativo
-Mamma ma…- provò a chiederle ma fu interrotta
-No
Val…avrei potuto farlo quel giorno…ma il mio egoismo non me l’ha permesso…adesso
non possiamo più rimandare…- e detto questo tirò fuori dal cassetto una grande
scatola nera assai impolverata.
Michelle posò la scatola sul letto,e cercando di togliere un po’ di polvere
dalla sua superficie,la aprì…
Al
suo interno vi erano parecchie buste contenenti delle lettere legate da un
nastro di colore blu,e accanto queste lettere alcune foto,in cima alle quali vi
era quella stessa foto che aveva trovato qualche anno prima.
-Val…tu
hai sempre saputo che tuo padre lasciò la nostra famiglia quando tu avevi si e
no qualche mese per quelli che lui chiamava impegni di lavoro,perché per lui la
carriera era troppo importante…
Bene…questo è vero solamente in parte.
Tuo
padre era un mago…e l’uomo in quella foto è lui.
Era
un mago è vero…ma non un mago comune…era un mangiamorte.
Valérie
era troppo confusa per formulare anche solo una domanda,e stava allora attenta a
tutto quello che sua madre le diceva
-I
mangiamorte sono dei maghi esaltati,convinti che coloro che sono di puro sangue
magico,sono gli unici degni di poter studiare la magia,e di poter vivere.
Questi maghi si trovano tutti al servizio di un mago molto potente,un mago che
portò terrore nel mondo magico,quest’uomo si fa chiamare Lord Voldemort.
Tuo
padre faceva parte dei suoi seguaci,o almeno fino a quando non conobbe me:
Era
ancora un ragazzo quando entrò a far parte dei Mngiamorte sotto esortazione dei
genitori,che condividevano le stesse idee di quel folle di Voldemort…
Una
notte tuo padre e gli altri si trovavano in giro a fare baldoria,quando uno di
loro,Lucius Malfoy, non propose di andare a divertirsi un po’…
Il
divertimento dei mangiamorte era torturare quelli che loro definiscono i
mezzosangue,cioè coloro nati da genitori che non hanno poteri magici…
Bene
Val …il divertimento di quella notte fui io…
Io
sono nata da genitori non maghi,e sono quella che viene definita una magonò…cioè
una maga che in realtà non sa utilizzare i propri poteri,o meglio non ha poteri
veri e propri…
Tuo
padre,il cui nome era Regulus Black,non era cattivo,era solo per non deludere l
sua famiglia che era entrato a far parte dei mangiamorte,aveva paura di essere
disconosciuto come suo fratello Sirius,che già tempo prima era scappato da casa…
Come
ti dicevo,successivamente tutto il gruppo di mangiamorte si era recato sotto
casa mia,dove io e una mia ex compagna di studi vivevamo insieme,e Regulus fu
mandato in avanscoperta a vedere se noi eravamo in casa.
Tuo
padre ed io già ci conoscevamo,frequentammo la stessa scuola di magia ad
Hogwarts,e…beh…si può dire che eravamo fidanzati,e quando quella sera lo vidi
entrare nell’appartamento gi corsi incontro abbracciandolo,e prima che lui
potesse dire qualsiasi cosa io gli confessai che ero rimasta incinta di te…
Ricordo benissimo l’espressione sul suo volto totalmente assente mentre guardava
un punto indefinito della parete dietro di me,e ricordo perfettamente che io
rimasi malissimo per quella sua reazione,credendo che allora lui non volesse un
figlio da me.
Infatti mi sciolsi dall’abbraccio e gli dissi che se comunque per lui era tutto
un problema poteva benissimo lasciar perdere,che me la sarei cavata da sola,che
di lui non avevo bisogno.
Ma
fu proprio mentre gli dicevo tutto questo che lui mi prese per la vita,mi
abbracciò forte e mi disse “Michelle,ti amo…voglio questo bambino,voglio te,e
voglio una vita mia con te…ma adesso devi andartene subito,fuori c’è un branco
di mangiamorte che non ha per niente belle intenzioni,mi hanno mandato in
avanscoperta ad assicurarmi che fossi sola in casa,ma io adesso andrò fuori e
dirò loro che in casa non c’è nessuno,sicuramente vorranno assicurarsi che io
dica la verità,per questo verranno a vedere...Tu non dovrai essere qui in quel
momento.Scappa Michelle,per favore,fallo per me,e per lei- disse queste ultime
parole toccandomi il grembo.
Io dal
canto mio ero tremante e impaurita;riuscii semplicemente a fare un cenno
d'assenso con la testa,e prendendo quelle poche cose che mi potevano
servire,guardai un ultima volta il ragazzo che aveva di fronte e dandogli un
bacio a fior di labbra gli dissi un flebile "Ti amo".
Feci
per smaterializzarmi quando tuo padre mi bloccò
-Qualsiasi cosa succeda tu non tornare più in questa casa,vattene...scappa il
più lontano possibile...va in Francia...lì ho una piccola abitazione di mia
proprietà,chiedendo in giro potrai trovarla sicuramente...
Michelle ti prego,cresci la bambina fuori da questo mondo troppo pericoloso,non
voglio che conosca il mondo che ho conosciuto io...
Promettimelo!-
E così
feci questa promessa,e la mantenni ,rinunciai alla mia vita di maga,venni qui in
francia e cercai questa proprietà,successivamente trovai un lavoro;poco dopo
nascesti tu,e con l'aiuto dei tuoi nonni materni riuscii a coalizzare casa e
lavoro...e poi il resto della storia la conosci...-
-Mamma
scusa ma...mio padre...che fine ha fatto?- chiese poi Val vedendo che la figura
di suo padre non veniva più menzionata
-Tempo
dopo tuo padre incominciava ad accorgersi di quanto il mondo che lo circondava
fosse infido e pericoloso,decise infatti di lasciare il suo 'lavoro' di
mangiamorte...ma non si possono presentare le dimissioni a Lord Voldemort...e
così...tuo padre fu fatto cercare,e una volta trovato venne ucciso...-
Val
aveva gli occhi sgranati e lucidi...le mani bianche tanto quanto il proprio viso
tremavano leggermente...non poteva credere alle proprie orecchie...era tutto
troppo assurdo...ma lei era sua madre,a quale scopo le mentirebbe?
L'unica cosa che riuscì a fare fu quella di abbracciare forte sua madre,e piano
piano incominciò a piangere sulla sua spalla,mentre Michelle le carezzava
dolcemente i capelli per farla tranquillizzare...
Rimasero così alcuni minuti,quando Valérie si sciolse dall'abbraccio,e
asciugandosi il viso con la manica della maglietta disse
-Mamma...perdonami per non aver capito...io non sapevo...-
-Shhh...va
tutto bene piccola mia...tutto bene...non potevi sapere...-
-Oh
mamma ti voglio bene!!- e dicendo così le gettò nuovamente le braccia al
collo,incominciando leggermente a singhiozzare.
Hello!!!Come
va?Spero bene,anzi no,benone!!
Scusate
nuovamente per il tremendo ritardo...ma vi dico la verità,non sapevo proprio
cosa scrivere...e un po' per questo,un po' per pigrizia ho fatto passare un
altro po' di tempo...chiedo scusaaaaa...un bacio a tutti!!
Un grazie
in particolare a coloro che hanno commentato,che sono:
Eclipse,DaphneBlack,Illy91,e
Chaosreborn...grazie di cuore!!
|
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Capitolo 9 *** Sully in arrivo ***
Era passato circa un
mese da quando Val aveva avuto l'incontro con i signori Weasley.
Si avvicinava ormai
Settembre, mancava circa una settimana alla fine del mese di Agosto.
Una mattina si trovava
in veranda ad annaffiare le piante, quando , all'improvviso, vide una
cosa indistinta sfrecciare verso di lei a mezz'aria.
Si spostò
di scatto, evitando per un pelo quello che si rivelò poi un
uccello.
Un gufo per la
precisione.
L'animale si era
andato a posare sul muretto di fronte alla ragazza e tutto pomposo le
mostrava la zampetta sinistra, alla quale era legata un piccolo rotolo
di carta.
-Ma un postino non
sarebbe più sicuro?- fece lei guardando il gufo, il quale ,
per tutta risposta girò la testa di 180°, come
offeso da quella affermazione.
Presa poi la piccola
pergamena , la aprì.
Signorina
Valérie Dumas,
le scrivo per dirle
che a partire dall' 1 Settembre dell'anno corrente inizierà
il nuovo anno scolastico e che lei entrerà a far parte della
scuola di magia e stregoneria di Hogwarts.
è pregata
pertanto di raggiungere tale istituto il giorno precedente all'inizio
dei corsi, in quanto il sottoscritto dovrà spiegarle alcune
decisioni che sono state prese per fronteggiare il probema riguardante
la scelta dell'anno da farle seguire.
Sono certo che la
sua gentilissima madre saprà darle maggiori informazioni su
come raggiungere la scuola.
Allegata a questa
lettera , sul retro , vi è la lista delle cose necessarie
per la vita scolastica.
La lascio con la
ferma convinzione di vederla presto.
Sfavillanti saluti,
Il preside
Albus Silente.
P.S. Il gufo si chiama
Sully. Ed è il suo! Lo tratti con molta accortezza,
è un po' permaloso!
Val
rimase a guardare per un po' la lettera.
Aveva lo sguardo da
beota stampato sulla faccia. Venne scossa solo alcuni minuti dopo
dall'acuto del gufo che terrorizzato cercava di scappare dalle grinfie
del suo gatto. Un felino (ciccione) , che di felino aveva proprio poco.
La sua agilità sembrava più quella di un bradipo,
tant'è che , quando tentò di
imprigionare l'uccello tra le sue zampe , non gli riuscì
altro che andare a vuoto e ritrovarsi spalmato a terra con il pennuto
sulla testa.
Val roteò
gli occhi sospirando
-Mao...- gli fece eco
il micio muovendo la coda infastidita
-Vieni qui Peter-
disse la ragazza. Il gatto , intuendo la richiesta , si
scrollò dalla testa Sully e saltò tra le braccia
della padrona. Iniziò a fargli le fusa , che ogni volta a
Valérie ricordavano vagamente il rumore della macchina del
caffé.
Tenendolo ben stretto
in braccio si rivolse poi a Sully -Sully se ci
tieni alle penne ti conviene volare su uno dei rami del pino che
c'è nel giardino, i gatti che girano qui intorno non sono
tutti pesanti come Pete e la loro agilità è di
gran lunga superiore alla sua...- il gatto fece un basso suono
gutturale come in segno di protesta e subito dopo Sully volò
in alto, lontano dai pericoli circostanti.
Val lasciò
così libero Peter che subito si lanciò
all'inseguimento del gufo arrampicandosi sull'albero , ma con scarsi
risultati.
Arrotolò
poi la pergamena e rientrò in casa.
-Mammaaaa...-
chiamò lei
-MAMMAAAAA-
in assenza di risposta la chiamò più forte
-Cosa c'è
tesoro? - chiese la donna uscendo dal bagno con secchio e scopettone in
mano
-è arrivata
una lettera da parte di Albus Silente il pres...-
-Oh finalmente
è arrivata!! Sapevo che fosse solo questione di tempo!!-
esclamò la madre senza farla finire di parlare
-Dai qui, fa vedere...- e le tolse la lettera dalle mani.
La scorse con gli
occhi in pochi secondi, la rigirò e diede una spulciata
anche alla lista allegata dietro e a voce alta commentava -...questo lo
abbiamo , questo lo abbiamo , questo pure...direi che l'unico verso
problema sia questa...- e fermò il dito all'altezza delle
parole 'Bacchetta magica'
Val si
avvicinò incuriosita - Solo quella? - chiese sarcastica alla
madre - perchè tutto il resto dove lo prendo??- disse
riferendosi ai diversi libri di testo e agli altri accessori come il
calderone ecc. ecc.
-Oh beh per quello
sono buone ancora le mie vecchie cose! Le tenevo così bene
che tutt'oggi sembrano nuove - rispose la donna , e con uno sfavillante
sorriso la prese per mano e la trascinò nella sua stanza.
Aprì
l'armadio , rovistò un poco tra le innumerevoli borse che
teneva appese e ne tirò fuori una di cuoio, marrone,
leggermente rovinata.
-Ecco qua-
sentenziò soddisfatta
-Cosa...?- chiese
preplessa Valérie
Per tutta risposta la
donna estrasse dalla borsa una sottile asticella di legno , noce
probabilmente , e pronunciando qualche parola , che Val non
capì , la puntò verso la sacca grande della borsa
da cui iniziarono ad uscire delle piccole cose indistinte. Man mano che
uscivano si ingrandivano sempre di più , andando via via a
prendere forma
-...wow...-
riuscì solo a dire lei -...come nel cartone della Spada
nella roccia...Merlino lo faceva quando doveva partire per un
viaggio...- la madre rise a quella osservazione , poi le disse - Forza
ragazza mia , è arrivato il tuo momento! Vai a preparare la
valigia che si parte!-
Spazio dell'autrice
Ta-daaaaan!! Che
ritardo clamoroso vero? Chi ha iniziato a leggere qesta storia
probabilmente neanche se la ricorderà più
>.<° eheheheh .
Comunque spero sia
gradito il continua di questa semplice FF!
Ciao a tuttiiii =)
-Val-
|
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Capitolo 10 *** Si Parte! ***
Nel pomeriggio Val preparò la sua valigia in fretta e furia. Vi mise dentro tutto quello che le capitava sotto mano.
Realizzò quello che stava vivendo solo quando stette per oltrepassare la soglia di casa.
-Val ti aspetto in macchina!- le disse sua madre uscendo dal cancello , mentre lei rimase per un momento lì a guardarsi intorno.
Tutto le sembrava così diverso , aveva come l'impressione che le cose intorno a lei avessero cambiato forma , colore.
Prima di uscire aveva scritto una lettera ai suoi amici , lasciandogli detto che era dovuta andare via a causa di un grave problema familiare e si scusava per non averli avvertiti di persona della sua partenza , ma che comunque sarebbe tornata a trovarli ogni estate e forse anche a Natale. Gli giurò che avrebbe scritto loro una lettera almeno ogni due settimane.
Sapeva che le sarebbero mancati tantissimo. Sperava solo di poter far amicizia subito con qualcuno una volta arrivata nella nuova scuola , anche perchè la prospettiva di arrivare in un posto nuovo in cui si sa di non consocere nessuno le aveva messo sempre un po' di agitazione. Sebbene non lo desse a vedere , Val , era una ragazza timida , ma una volta rotto il ghiaccio si rilassava e dava il meglio di sè.
Chiuse il cancello alle sue spalle e salì in macchina al lato del passeggero.
-Si parte!- Esclamò sua madre affondando il piede sull'acceleratore. Val non l'aveva mai vista così entusiasta. Era felice e questo la rendeva serena , non poteva fare a meno di sorridere alla vista di tanta euforia.
Impiegarono circa una trentina di minuti per raggiungere l'aeroporto.
Val e sua madre corsero alla biglietteria per chiedere se ci fosse un volo per Londra di li a poco . La ragazza dietro il bancone diede un 'occhiata alla lista delle partenze sullo schermo del computer e poi disse
- Siete fortunate , c'è un volo fra 40 minuti , esattamente alle 15.10. Se vi sbrigate riuscite a fare il check in. Che faccio stampo i biglietti?-
-Si grazie- risposero affannate dalla corsa le due , e dopo avero preso i biglietti corserso nuovamente per raggiungere il terminal delle partenze.
Come si poteva prevedere arrivarono all'imbarco giusto in tempo.
Tra un controllo e un altro passarono i fatidici 40 minuti , e finalmente riuscirono a salire sull'aereo e partire!
Il viaggio fu breve , per sommo piacere di Valérie , che non amava viaggiare in aereo a causa della sua sofferenza per le vertigini.
Allo scalo ci volle un po' prima di ritrovare le proprie valigie. Una volta prese , le due uscirono dal terminal degli arrivi e si diressero verso la stazione della metropolitana, che si trovava poco lontano dall'aeroporto.
Prima di scendere le scale Valèrie vide che ad aspettarle , vicino al muretto , vi erano il signore e la signora Weasley
-Molly! Arthur!- esclamò la madre di Val correndogli incontro e abbracciandoli calorosamente
-Carissime sapevamo che sareste venute! Silente ci aveva avvertito che sicuramente dopo l'arrivo della sua lettera avreste deciso di partire immediatamente- disse Molly abbracciando e baciando prima l'una poi l'altra , mentre Arthur si limitò ad una forte stretta di mano per la madre di Val e ad una pacca sulla spalla per la figlia.
-Bene ...- esclamò allora lui -...direi che possiamo andare ora! Ho preparato una passaporta per voi signore. Si trova nel bagno della metro...tesoro puoi accompagnarle tu? - chiese poi rivolto alla moglie -Certo Arthur caro, noi arriveremo alla tana attraverso la passaporta, ma tu?-
-Ho una piccola cosa da sbrigare al ministero. Ma prometto di non impiegare molto tempo , sarò di ritorno per l'ora di cena! - e detto questo baciò la molgie, salutò le altre due donne e si incamminò verso la direzione opposta alla loro.
-Venite , venite - Molly fece cenno di seguirla e poi si rivolse a Valérie - Sarai stanca piccola , ma non preoccuparti alla tana ho gia preparato un letto comodo anche per te!-
-Oh grazie , è davvero gentile Signora Weasley-
-Oh ti prego chiamami Molly tesoro , non c'è bisogno di tali convenevoli tra di noi -
-..ok..grazie Molly- ripetè allora Val pronunciando un timido sorriso.
Nel frattempo erano arrivate sotto la metropolitana e si dirigevano verso il bagno delle signore.
Arrivate davanti alla porta Molly disse -Val entra prima tu , io ti seguo -
Val si girò allora verso la madre e notò che si era fermata un po' distante da loro
-Mamma che ci fai laggiù?-
-Beh tesoro questo è il tuo momento, e sono sicura che saprai cavartela benissimo da sola - rispose la donna sorridendo
- Ma mamma devi spiegarmi un sacco di cose, non puoi lasciarmi da sola!- cercò di ribattere la ragazza
-Oh ma infatti non sarai da sola , alla tana ci sono Fred , George , Ron che ti aspettano e altri loro amici. Saranno loro a spiegarti come funziona tutto , daltronde sono gia 7 anni che frequentano Hogwarts. E poi ci sentiremo in continuazione , Sully poverino sarà costretto a fare sempre avanti indietro -
-Ma mamma...-
-Tesoro mio stai tranquilla , andrà tutto bene , sarai bravissima! Adesso vai però che sennò non ti lascio più andare!-
Val lasciò per un secondo la borsa che portava tra le mani e abbracciò forte la madre e schioccandogli un bacio sulla guancia le disse -Ci vediamo a Natale!- e la donna annuendo con la testa allentò la presa per lasciarla andare.
Val si voltò , riprese la valigia e sparì dietro la porta del bagno , lasciando sole Molly e la madre
-Baderemo noi a lei in questa settimana , stai tranquilla - la rassicurò la signora Weasley
-So che non poteva stare più al sicuro Molly , grazie di tutto- e detto queste si scambiarono gli ultimi saluti e si separarono.
-Bene ragazza mia... - esordì la signora Weasley entrando nel bagno -... possiamo andare! Vediamo un po'...la passaporta...cosa mi aveva detto Arthur...- parlava tra sè mentre si girava intorno alla ricerca di qualcosa che Val non riusciva propriamente bene a capire di cosa si trattasse.
-Eccola!!- esclamò d'improvviso la donna puntando il dito dietro ad uno dei water del bagno.
Val allungò il collo per guardare meglio , ma l'unica cosa che vide fu una paparella gialla incastrata tra i tubi dello scarico
"Una paparelle gialla?" si chiese incredula strabuzzando gli occhi
-Oh non fare quella faccia! - le disse Molly - al mio tre la toccheremo insieme ok?-
-Ok ma...-
-..1-
-Come fa una papera...-
-..2-
-A teletras...-
-..TRE!!-
-AAAAAHHHHHH!!!-
Improvvisamente le pareti del bagno iniziarono a deformarsi e a ruotare velocemente intorno a lei.
Si sentiva come trascinata per l'ombelico , una sensazione terribile di vuoto la pervadeva .
In un lampo venne scaraventata per terra , e quando riuscì a mettere a fuoco qualcosa , si ritrovò faccia a faccia con quella che le sembrò un'enorme patata immersa tra una distesa di fili d'erba.
-Oh mamma mia...- riuscì solamente a dire cercando di tirarsi su poco alla volta.
Appena provò a mettersi sulle gambe la testa iniziò a girare e ricadde stordita a terra , dando un calcio alla patata ai suoi pedi
-Ahhh!- la patata parlava!!!
Val arretrò spaventata , notando che il tubero iniziava a muoversi.
-Ma che diavolo è?- si chiese ad alta voce e iniziando a girare intorno alla cosa.
Ruotando per metà , la patata rivelò di non essere un tubero.
Un paio di occhi scuri la guardavano con un espressione contrariata . Poco più sotto vi era una bocca da cui fuoriuscivano suoni , a cui Val non attribuiva nessun significato .
Fece due o tre scatti indietro , gattonando , e presa da paura si alzò immediatamente. Iniziò a camminare all'indietro cercando di allontanarsi , volendo però non perdere d'occhio la cosa che aveva di fronte.
Ad un certo punto intruppò qualcosa alle sue spalle
-Ah eccoti finalmente- una voce familiare le giunse all'orecchio -...non riuscivamo a trovarti-
Val si girò lentamente.
-Ciao eh!- Fred la salutò con un largo sorriso stampato sul volto |
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Capitolo 11 *** Scacco matto ***
-C..ciao!-
rispose Val , quando con la coda dell'occhio vide la strana cosa
muoversi di nuovo.
Di scatto si portò alle spalle del giovane
-Che diamine è quella cosa??- chiese puntando il dito verso
il basso
Fred seguì la direzione del dito fino ad incrociare lo
sguardo dell'esserino che si trovava piantato nel terreno
-Oh quello! Quello è uno gnomo! Io , Ron e George ci
divertiamo a lanciarli lontano da casa quando ne troviamo qualcuno nel
giardino...sai , rovinano le piante di mia madre! Probabilmente
è stato lanciato abbastanza forte da essere stato infilato
nel terreno , ma non preoccuparti saprà uscirne da solo.
-Veramente non sono affatto preoccupata per lui- disse Val arricciando
il naso
-Meglio così- Fred fece spallucce - però ora
andiamo sennò mia madre sarebbe capace di mobilitare intere
ordate di auror pur di trovarti-
Lei annuì pur non avendo ben capito cosa volesse dire il
ragazzo e lo seguì.
Camminarono per alcune decine di metri tra delle piante dai fusti
abbastanza alti da impedirgli di vedere quello che vi era intorno.
Quando finalmente ne uscirono si ritrovarono di fronte ad una casa
assai bizzarra completamente immersa nel verde.
A Val già piaceva.
-Oh eccoti cara! Finalmente iniziavo a preoccuparmi!- una signora
Weasley le correva incontro alquanto preoccupata
-Oh mamma per favore!- la apostrofò Fred , ma lei
sembrò non ascoltarlo
-Vieni piccola , le tue valigie sono gia state portate nella tua stanza
- disse la donna prendendo sotto braccio Valérie e
tascinandola via con sé.
Entrate in casa Val notò che l'intero posto era
così accogliente da farla sentire subito a suo
agio.
Non lo erano di meno le persone che conobbe più tardi.
Ginny , la più piccola della famiglia , si rivelò
molto cordiale con lei , mise subito a sua disposizione tutto
ciò che si trovava nella sua stanza , dato che avrebbero
dormito insieme fino alla partenza per Hogwarts.
Si trovavano nella loro stanza , quando Ginny disse
-Fra un po' torneranno anche Ron , Harry ed Hermione-
pronunciò l'ultimo nome indicando il terzo letto che si
trovava nella stanza -Hermione dormirò con noi ovviamente!-
-Oh beh certo...comunque non credo di sapere chi siano gli amici di tuo
fratello- rispose imbarazzata Val
- Harry , Harry Potter è famoso nel mondo magico - la
piccola arrossì lievemente pronunciando quel nome
-Davvero? Perchè?-
-Harry è il prescelto! è il ragazzo che
è sfuggito alla morte quando
colui-che-non-deve-essere-nominato ha cercato di ucciderlo!-
-Colui-che-non-deve-essere-nominato?-
-I suoi seguaci , i mangiamorte , lo chiamano signore oscuro-
-Voldemort?- chiese allora Valérie , capendo di chi Ginny
stesse parlando
-Ti prego non pronunciare quel nome...fa paura solo a sentirlo...- la
zittì Gin tappandosi le orecchie e chiudendo gli occhi ,
quasi a scacciare quel brutto pensiero.
Val , dal canto suo , serbava tutte queste cose nella sua mente.
Iniziava a nutrire una certa curiosità per questo Harry
Potter , a dirla tutta non vedeva l'ora di conoscerlo.
Le due rimasero un po' in silenzio quando sentirono bussare
-Permesso?- una testa dai mossi capelli castani fece capolino da dietro
la porta
-Oh Hermione entra - la invitò Ginny - ti presento
Valérie , la ragazza di cui Mamma , Fred e George ci hanno
parlato - continuò poi indicando Val
Hermione , che nel frattempo aveva richiuso la porta alle sue spalle ,
si avvicinò alla ragazza che le veniva presentata tendendole
una mano -Piacere Valérie , io sono Hermione Granger , un
'amica di famiglia ormai -
-Piacere mio! - Val strinse a sua volta la mano che le era stata tesa
Intanto la voce della signora Weasley giunse forte dal piano di sotto
-Ginevra Weasley vieni immediatamente giù a preparare la
tavola , è quasi ora di cena!-
Ginny sbuffò in maniera vistosa e borbottando uno 'scusate'
uscì dalla stanza.
Val ed Hermione rimasero invece a parlare un po' di più.
Val seppe che Hermione era figlia di 'babbani' , cioè di
coloro che non avevano poteri magici , mentre Herm apprese la triste
storia di Valérie.
Val seppe inoltre alcune cose su Hogwarts , ad esempio come raggiungere
il binario 9 e 3/4 , seppe delle scale a cui 'piace cambiare' , del
magico soffitto della Sala Grande , di Hagrid , delle diverse materie
da studiare...
Parlarono di così tante cose che un'ora era passata senza
che loro se ne accorgessero. Infatti mentre loro ancora chiacchieravano
, un -RAGAZZI è PRONTO!!- della signora Weasley ,
richiamò la loro attenzione
-Ora è meglio scendere per la cena però- disse
Hermione
-Lo penso anche io!- rispose Val
Così scesero insieme al piano di sotto.
Nella sala da pranzo era stata allestita una lunga tavola , finemente
apparecchiata da Ginny. Hermione fece cenno a Val di seguirla per poi
sedersi al centro della tavola. Poco dopo le raggiunsero anche Ron , e
, Val suppose , Harry .
Era una ragazzo di media altezza , dai capelli scuri e dalla pelle
chiara. Indossava un paio di occhiali abbastanza spessi dalla forma
tonda che risaltava i suoi grandi occhi verdi.
I due presero posto alla destra di Hermione che passò subito
alle presentazioni.
-Beh noi due gia ci conosciamo...- disse Ron rivolto a Val - ...sono la
parte 'schizofrenica' di George concluse abbozzando un sorriso.
Valérie anche rise al ricordo di quell'episodio.
-Io invece sono Harry Potter- li interruppe l'altro stringendo la mano
di Valérie con molta veemenza.
Lei rimase un po' turbata dal modo in cui Harry la guardava. C'era una
certa insistenza nel suo sguardo.
L'attenzione di tutti venne attirata dalla signora Weasley che dava il
permesso di iniziare a mangiare tutti insieme.
Valérie si guardò attorno e notò che
nel frattempo erano tornati quasi tutti i membri della famiglia tranne
che uno.
-Dov'è George?- chiese a Fred che si era seduto di fronte a
lei , indicando la sedia vuota accanto a lui.
-George...era più che deciso a rimanere a letto...a sua
detta non si sentiva molto bene- rispose lui
-Cos'ha? - chiese lei preoccupata - è tutto il giorno che
non lo vedo...mi dispiace perchè non è venuto
neanche a salutarmi...-
-Se vuoi dopo cena andiamo insieme a vedere come sta-
-Si mi farebbe molto piacere...grazie!-
Il resto della serata passò tra una rista e l'altra.
L'atmosfera era molto tranquilla e serena.
Val si ambientò molto bene e parlò praticamente
con tutti. Ognuno aveva un aneddoto da raccontare sul mondo magico e
lei mano a mano si andava a fare un disegno sempre più
articolato di quello che sarebbe stato d'ora in poi anche il suo mondo.
Alla fine della cena , alcuni di loro rimasero seduti a chiacchierare ,
altri si alzarono a gironzolare da una parte a l'altra.
Fred si volse allora verso Valérie e fece cenno di seguirlo.
I due si alzarono da tavola e , salite le scale , si diressero al
secondo piano. Entrati nel corridoio , saltarono la prima porta a
destra e si fermarono un po' più giù , davanti la
prima porta a sinistra.
Fred non bussò neanche , aprì la porta ed
esordì dicendo -Ehi fratello ci sono visite per te!-
George si trovava sepolto da almeno tre coperte , cosa un po' esagerata
secondo Val , dato le temperature ancora elevate.
-Ciao George- lo salutò lei
Lui , che si trovava girato dall'altra parte , si girò con
il viso verso di loro , aprì gli occhi e non appena
riuscì a mettere a fuoco le loro sagome ,
catapultò le coperte sul pavimento e si sedette con uno
scatto sul letto
-Val! - esclamò -..sapevo che alla fine avresti scelto la
cosa più giusta-
Lei gli sorrise -...mia madre mi avrebbe assillato per
l'eternità se non fossi venuta. Tu piuttosto che hai che sei
conciato a questo modo?-
-Oh solo un po' di febbre , conoscendomi , in meno di una settimana
tornerò come nuovo . Giusto in tempo per tornare a scuola-
-Devi sapere - intervenne Fred -...che quando George è
costretto a rimanere a letto , IO mi annoio da morire ,
perchè non c'è nessuno disposto ad appoggiare le
mie idee geniali , quindi è meglio che LUI adesso si riposi
MOLTO , per tornare al più presto operativo -
-Fred non ti preoccupare , guarirò in men che non si dica-
rispose George
-Geroge convengo che tuo fratello abbia ragione , sono venuta giusto
per salutarti , adesso torna a riposarti- disse allora Val invitando il
ragazzo a coricarsi di nuovo
-Immagino di non potermi opporre- disse lui
-No- risposero i due in coro
-Va bene...-
-Buonanotte George , grazie Fred- così detto
Valérie uscì dalla stanza lasciando soli i due
ragazzi.
Scesa di nuovo in salotto , trovò Harry , Ron ed
Hermione seduti ancora a tavola. Notò che Harry e Ron
avevano preso a giocare a scacchi , mentre Hermione stava li a
guardarli.
Quando Herm si accorse di lei , le fece cenno di raggiungerli e di
sedersi accanto a lei.
-Giocare a scacchi è forse la cosa in cui Ron riesce meglio-
le disse dopo un po' , e le raccontò di quella volta che Ron
riuscì a vincere la partita con gli scacchi giganti.
-Io invece sono totalmente negata!- disse Val
-Se vuoi posso insegnarti a giocare- le disse allora Ron mentre con una
mossa mangiava uno dei due alfieri di Harry
-Mi piacerebbe molto , grazie -
-Allora , dopo aver battuto Harry , iniziamo con le basi
-Cosa ti fa credere che mi batterai Ron?- chiese Harry con un sorriso
all'amico spostando l'alfiere in modo tale da mettere il re in scacco
-Questo...- disse allora Ron spostando la sua regina
-...scacco matto!-
Il prosieguo della serata fu all'insegna del vano tentativo di Ron di
insegnare a Val a giocare a scacchi , ma dovette convenire che era
abbastanza difficile.
Hermione nel frattempo si era allontanata per parlare con Ginny ,
mentre Harry era stato tutto il tempo lì a fissarla.
Questo la mise parecchio a disagio , tant'è che ad un certo
punto si congedò dicendo di essere troppo stanca per
continuare.
Salutati tutti , salì in camera , tirò fuori il
pigiama dalla valigia e se lo infilò.
Fu grata di potersi finalmente sdraiare sul letto , e mettersi a
pensare un po'. Mancava così poco alla sua partenza per
Hogwarts che ancora non riusciva davvero a credere a quello che le
stava succedendo. Per il momento quello che la lasciava più
perplessa , era l'insistenza di Harry nel guardarla.
Decise che l'indomani mattina , se ne avesse avuto voglia , ne avrebbe
parlato ad Hermione.
Finito!!! Volevo ringraziare
Elisaforever per aver commentato , e spero che ti piaccia questo nuovo
capitolo! Sto leggendo la tua storia , mail terzo capitolo non riuscivo
a visualizzarlo.
Goldiemalfoy , Kiamatemi_Bos , Lucuki e Sabira7 per seguire la mia
storia
e Argentey , Biri90 , blacksmile , fabyd , gothika85 , Jessire ,
slytherine_emy per aver messo la mia storia tra i preferiti.
Ci vediamo la prossima volta!
-Val-
|
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Capitolo 12 *** Diagon Alley ***
giorgia
La
signora Weasley si alzò di buon mattino per finire di
spicciare quello che era rimasto della sera prima.
Si trovava in cucina
quando sentì uno strano ticchettio provenire dalla finestra.
Si voltò allora per capire di cosa si trattasse e
trovò Sully appollaiato sul davanzale che la fissava con la
viva speranza di farlo entrare.
-Oh santo cieli
Sully!- esclamò la donna aprendo la finsetra. L'uccello fece
cadere la lettera su di un ripiano della cucina , dopodichè
si andò ad appollaiare sul trespolo in salotto.
La signora Weasley si
aspettò che la lettera fosse indirizzata a
Valérie , ma con molto stupore notò che
oltre al nome della ragazza , vi era anche il suo e quello di suo
marito.
Aprì allora
la busta e vide che al suo interno vi erano due lettere. Prese quella
destinata a lei e al marito e la scorse in fretta
Carissimi signori Weasley,
credo di dover anticipare la
venuta della signorina Dumas di qualche giorno , in quanto mi
dovrò assentare da Hogwarts nei tre giorni antecedenti l
'inizio della scuola. Sarebbe quindi bene che Valérie
raggiunga Hogwarts domani stesso . Vi prego allora di poterla
accompagnare a Diagon Alley per l 'acquisto delle ultime cose a lei
necessarie. Come di consueto ci sarà il treno ad aspettarla
alla stazione di King ' s Cross al binario 9 e 3/4 . La partenza
è prevista per le ore 9.00. Durante il viaggio
sarà comunque in compagnia. Non temete , andrà
tutto per il meglio , o cieca fiducia in lei e nel suo compagno di
viaggio. Spero di aver presto notizie buone da raccontarvi. Vi saluto
cordialmente
Albus Silente
P.S. Auguro a George una
pronta guarigione.
La
donna ripose la sua lettera nella busta , mentre mise quella di
Valérie sul tavolo in salotto , con l'intenzione
di consegnarla non appena la ragazza fosse scesa. Continuò a
sistemare le ultime cose e iniziò a preparare anche la
colazione per i ragazzi. Finito tutto , con un colpo di bacchetta
amplificò la sua voce per tutte le stanze annunciando che la
colazione era pronta e minacciando che l'ultimo ad arrivare non avrebbe
trovato nulla da mangiare.
A queste parole si
sentirono diversi tonfi che , la signora Weasley immaginò ,
dovessero esserre causati dalle cadute dei ragazzi dai letti.
Infatti , nell'arco di
dieci minuti , si trovarono tutti seduti intorno al tavolo.
Quando scese
Valérie , la signora Weasley le consegnò la
lettera. Al suo interno , Silente , ripeteva le stesse cosa che aveva
scritto nella lettera ai Weasley.
Molly disse a Val di
fare colazione con calma , e che , dopo aver finito , avrebbero
organizzato l'uscita per il pomeriggio.
A colazione si
presentò finalmente anche George , che prese posto tra il
suo gemello e Ron. Era ancora un po' più bianco del solito ,
segno evidente che la febbre ancora non era passata.
Finirono con molta
calma di consumare la colazione e tra un morso e l'altro Frede e George
, con tutto che stava male , giocavano qualche scherzo alla
madre , che andava su tutte le furie , o al povero Ron , a cui le
orecchie diventavano tutte rosse per la rabbia.
Concluso il pasto la
signora Weasley si alzò dal tavolo e mentre sparecchiava
inizò a dire
-Ragazzi ,
è arrivata una lettera del Preside Silente , che ci chiede
di accompagnare Valérie a Diagon Alley a fare le ultime
compere , dato che la sua partenza per Hogwarts è stata
anticipata a domani mattina. Causa degli affari imprevisti per il
vostro Preside. Di conseguenza ognuno di voi verrà con me e
Val a Diagon Alley oggi pomeriggio . Tanto bene o male manca sempre
qualcosa da comprare per scuola all'inizio dell'anno-
Ci fu un mormorio di
approvazione generale , amavano un po' tutti andare a Diagon Alley a
fare compere , i particolare le ragazze. Hermione era stra
entusiasta solo al pensiero! Ciò voleva dire nuovi libri in
arrivo per lei.
Si prepararono e
partirono intorno alle dieci e mezza. Avrebbero passato li quasi tutta
la giornata e la signora Weasley preparò per tutti dei
deliziosissimi panini per un bel pranzo al sacco.
Dato che non tutti
potevano smaterializzarsi , Molly creò una passaporta con un
vecchio disco in vinile.
Al momento di partire
si misero tutti intorno a lei, pronti al suo tre a toccare il disco per
teletrasportarsi.
George stava
appoggiato con la spalla appoggiata sulla colonna delle scale
, indossava una canottiera a giromaniche bianca e un paio di
pantalonicini corti. Cosa alquanto strana dato che la sera prima si
lamentava per il freddo glaciale che avvertiva.
-Mi raccomando non
divertitevi troppo senza di me eh- supplicò i ragazzi mentre
si disponevano intorno alla madre.
-Tranquillo George ,
al nostro ritorno ti elencherò per filo e per segno quanto
ci siamo divertiti nell'arco dell'intera giornata- scherzò
Fred
George alzò
il dito medio per tutta risposta e poco dopo li vide sparire al tocco
con la passaporta.
Il nostro numeroso
gruppo si teletrasportò esattamente in mezzo a una della
strade di Diagon Alley , precisamente davanti alla banca dei
maghi , la Gringott. La signora Weasley spiegò a Val come
funzionava e da chi era gestita e diretta.
Poco dopo presero a
camminare in direzione Sud del paesino , verso quella che
Valérie etichettò una libreria. Vi entrarono e
subito Hermione inizò a girare come una trottola alla
ricerca di qualche novo libro da leggere.
-Ecco che inizia-
disse Ron guardandola
-Dai Ron , da quanto
tempo è che la conosci? Ancora non ti sei abituato?- Gli
fece allora Harry sorridendo
-No , credo che non
capirò mai questa sua mania di leggere libri su libri. Ormai
sono rassegnato-
Val si
avvicinò allora a Ron -Dai Ron non è poi
così tragico leggere- le disse
-No , non è
tragico , ma ci sono cose più divertenti , come il quidditch
ad esempio- Val rimase in silenzio per un attimo , cercando di
ricordare quello che Ginny gli aveva spiegato su questo sport magico ,
poi riprese -Penso che sia solo questione di gusti-
-Si credo tu abbia
ragione , anche se ripeto che non capirò mai i gusti di
Hermione-
-Ammetti
però che , anche se non li capisci , ti piacciono
- si intromise Fred arrivando alle spalle del fratello e scappando via
di corsa, prima che potesse reagire in qualche modo. Il viso di Ron
prese quasi fuoco a quell'affermazione , farfugliò qualche
frase in segno di giustificazione del fatto che non fosse vero e si
allontanò in direzione del gemello.
Val si
guardò un po' intorno e vide che la signora Weasley si era
accinta a prendere dei libri su degli scaffali , erano forse troppi per
essere portati da una sola persona , quindi decise di andarla ad
aiutare. Si avvicinò a lei e nel mentre aprì
bocca per chiederle se voleva una mano , arrivò anche Harry
per chiederle la medesima cosa.
Molly si
girò , e con un gran sorriso accolse la proposta di aiuto di
entrambi , dividendo il peso dei libri fra i due.
I due ragazzi si
trovarono così a camminare fianco a fianco . Scese un
silenzio imbarazzante. Val non riusciva proprio a capire
perchè non riuscisse a rivolgergli la parola. Si sentiva
come inibita di fronte a lui.
Stettero
così per alcuni minuti quando , finalmente , Harry
aprì bocca
-Così
domani mattina parti eh..-
Val rimase abbastanza
stupita -S..si. A quanto pare...-
-Chissà
dove verrai smistata...- sembrava più un pensiero espresso
ad alta voce che una vera e propria domanda rivolta a lei
-Non saprei
proprio...non so neanche che cosa vuol dire essere smistati...-
-Lo saprai presto no?-
rispose il ragazzo alludendo alla sua imminente partenza. Nel
parlare Harry usava un tono di voce alquanto freddo e
distaccato a cui Val dava molta importanza , perchè lo aveva
visto ridere e scherzare con i suoi amici e parlare in modo davvero
gentile , a lei invece non aveva mai rivolto una parola , ma solo
sguardi gelidi e scrutatori.
Nel frattempo erano
arrivati alla cassa e la signora Weasley invitò i ragazzi a
mettere i libri sul bancone. Lasciati quelli che aveva in mano , Harry
si diresse vero Ron e Fred che discutevano animatamente su una rivista
di quidditch.
Val mise anche i suoi
libri sul bancone , mentre guardava Harry allontanarsi senza dirle una
parola.
'Non capisco.Non
capisco e non capisco' Pensò tra
sè 'Perchè si comporta così?
Non mi conosce , avremo scambiato si e no tre parole da quando ci siamo
conosciuti!!' Strinse i pugni per il fastidio che le procurava
quell'atteggiamento e si diresse fuori dalla libreria alquanto
infastidita.
Una volta uscita
rimase ferma davanti alla porta , bloccata dal fatto che non sapeva
effettivamente dove andare. Rimase allora a gironzolare lì
vicino a guardare le vetrine dei negozi. Poco dopo uscì
dalla libreria anche la signora Weasley che portava in mano
innumerevoli buste. Val le corse subito incontro per darle una mano.
-Oh grazie tesoro- le
disse la donna -Nella busta blu ci sono i tuoi libri , tua
mamma mi ha lasciato i soldi per comprarli-
-Oh grazie davvero
Molly , non avrei saputo proprio come fare ...io non ci sto capendo
proprio nulla- rispose Valérie sorridendo un po'
malinconicamente
-Oh su! Su! Ragazza
mia , sei nel pieno dei tuoi anni migliori e stai per intraprendere una
fantastica avventura nel mondo magico , dovresti essere più
entusiasta- disse allora la signora Weasley dandole un'amorevole
carezza sulla guancia.
Si girò
subito dopo sentendo le voce di Fred e Ron alle sue spalle , li
bloccò e li costrinse a portare il resto delle buste con i
libri.
Tra le proteste dei
due rossi , il gruppo intraprese il viaggio alla volta del negozio di
Olivander , il mago che vende le bacchette magiche.
Arrivati lì
davanti , Molly fece cenno a tutti di fermarsi alla porta ,
mentre invitò Valérie sola ad entrare.
-Vai tranquilla
piccola- le fece - ...noi facciamo un giro al negozio qui accanto , tu
entra da Olivander. Ah e tieni i soldi per comprare la
bacchetta!- Valerié annuì e prese le
monete dalla mano della donna , dopodichè entrò
nel negozio.
Aprendo la porta ,
sentì un pnedaglio suonare . Era uno di quelli che
si attaccano appositamente agli stipiti in modo tale da farli suonare
quando qualcuno apre la porta , cosicchè chi sta dentro si
può accorgere della persona che entra.
-Arrivo subito!-
sentì la voce di un uomo arrivare da dietro degli alti
scaffali impolverati. Val poteva scorgerne la sagoma tra delle scatole
fittamente sistemate tra gli scomparti.
Quel posto aveva un
forte odore di chiuso , ma contemporaneamente un dolce profumo di
resina mitigava il tutto.
-Eccomi qui-
esclamò l'uomo mettendosi davanti al bancone
-Salve - rispose
Valérie -...io...avrei bisogno di una bacchetta magica
credo...- disse un po' titubante
-Cosa vorrebbe dire
'credo'? Sei una maga no?- le chiese Olivander
-A quanto pare...si-
-E allora è
ovvio che ti serve una bacchetta ragazza! Avvicinati per favore- l'uomo
le fece cenno con la mano di avvicinarsi e lei iniziò ad
avanzare piano. Olivander si infilò allora gli occhiali ,
per poterla osservare meglio -Vediamo un po' , vediamo un
po'... Potremmo provare con faggio e piuma di ippogrifo , una cosa
abbastanza comune...- si girò verso gli scaffali e salito su
una scaletta , prese dallo scaffale centrale , sull'ultimo ripiano ,
una scatola stretta e lunga. La aprì , prese la bacchetta e
giela porse.
Val la prese in mano e
la guardò. Olivander stava lì incredulo.
-Cosa c'è?-
chiese Val , un po' in soggezione
-Agitala , diamine!-
quasi urlò lui. Val la agitò
immediatamente , ma non successe nulla.
Olivander
sospirò deluso -Non è quella giusta , ridammi
quella bacchetta- e riprese la bacchetta dalle mani della ragazza.
Chiuse la scatola e la mise sul bancone. Cercò ancora
qualcosa , prese un'altra scatola , ne eestrasse la bacchetta e disse
-Prova questa..-
Val la prese
, la agitò , ma non successe nulla neanche quella
volta.
-No no no...non ci
siamo- disse di nuovo l'uomo e riprese la ricerca. La storia
andò avanti per altre tre bacchette. Valérie
iniziava davvero a scoraggiarsi , tanto da pensare che forse lei non
era una vera maga.
Stava infatti per dire
ad Olivander di lasciar perdere , quando lui si inabissò nei
meandri di una botola che si trovava ai piedi del bancone. Ne
uscì qualche minuto dopo con altre due scatole , le
appoggiò sul banco , alzò lo sguardo sulla
raggazza e le disse
-Cervo o unicorno?-
-Cosa scusi?- chiese
Val non riuscendo a capire
-Oh mamma , ragazza
mia , tocca che ti svegli un pochino però! Cervo o unicorno
, quale scegli? -
le chiese di nuovo
indicando prima la scatola nera a destra e poi quella bianca a sinistra.
-Cervo!- rispose lei
decisa
-Oh...sento che ci
siamo...- fece Olivander sfregandosi le mani
Valérie
prese la scatola nera , la aprì e ne prese la bacchetta .
-Una bacchetta fatta
di faggio , e intarsiata con dei frammenti di rarissime corna d'orate
di un cervo , finemente lavorati , che creano delle fluide e morbide
linee per tutta la lunghezza della bacchetta. Avanti , provala!-
Val , molto sfiduciata
, la agitò.
D'improvviso vi fu
come una forte folata di vento e scatole e scatolette volarono
dappertutto.
Olivander
esclamò entusiasta , mentre Val rimase alquanto
scioccata a guardare , con occhi sgranati , un punto indefinito della
parete che le stava di fronte.
Ripresasi un poco si
avvicinò al bancone e appoggiò la bacchetta nella
sua scatola. Infilò una mano in tasca e ne tirò
fuori i soldi che le aveva lasciato la signora Weasley.
Guardò poi Olivander , lo ringraziò per la tanta
pazienza e saldò il conto. Fece per uscire , quando l'uomo
la fermò
-Ehi la tua bacchetta
, non scordarla!-
La ragazza si
battè una mano sulla fronte e si diede mentalmente della
stupida e presa la bacchetta , salutò di nuovo il negoziante
, uscì.
Fuori trovò
tutti i ragazzi , signora Weasley compresa , ad aspettarla. La donna fu
la prima a correrle incontro e ad abbracciarla -Oh Val come sono
contenta , finalmente sei una maga a tutti gli effetti!-
-Mamma non respira
così!- la canzonò Fred , cercando di staccarla da
Valérie.
Ginny , Hermione e Ron
le si avvicinarono incuriositi -Possiamo vedere la tua bacchetta?- le
chiese Ginny in rappresentanza
-Oh ma certo- le
rispose Val aprendo la scatola.
Vi furono fischi ed
esclamazioni di approvazione , che , a dirla tutta , fecero inorgoglire
un po' Val , e la resero molto entusiasta della sua bacchetta.
Il resto della
giornata passò piacevolmente. Le spese per la scuola erano
finite , ma entrarono comunque in diversi negozi. Ron e Fred fecero
assaggiare a Valérie molti dolciumi . I suoi preferiti
risultarono le cioccorane e le gelatine tutti i gusti più
uno.
Si fermarono poi a
fare qualche foto . Hermione , infatti , aveva portato la sua
macchinetta fotografica. Le più divertenti erano quelle con
Fred e Ron che bisticciavano. Fred si impegnava proprio
affinchè il fratello andasse su tutte le furie. Poi insieme
facevano invece esasperare la povera signora Weasley.
Verso le cinque del
pomeriggio , decisero saggiamente di tornare alla tana , dato la loro
stanchezza.
Al loro ritorno ,
trovarono George seduto sul divano a guardare la televisione.
-Questi programmi
babbani sono davvero noiosi- disse ad alta voce senza girarsi , quando
li sentì rientrare.
-Al contrario della
nostra giornata appena trascorsa fratello- gli rispose Fred
raggiungendolo sul divano e rubandogli il telecomando dalle mani.
Gli altri posarono le
diverse buste sul grande tavolo e si sistemarono vicino ai
gemelli, mentre Valèrie si congedò in
camera sua , dicendo che sarebbe stato meglio se avesse iniziato a
preparare la valigia.
Il tempo che
impiegò a sistemare tutto servì a coprire la
distanza con l'orario di cena , tant'è che non appena chiuse
la valigia , sentì Ginny bussare alla porta per avvertirla
che la cena era pronta.
Scese di corsa , e si
andò a mettere a sedere sull'unica sedia vuota , tra Harry e
George.
Harry si trovava
girato verso Ron alla sua destra , mentre George , un po' abbacchiato
rigirava il cucchiaio nella minestra che aveva davanti , sbuffando di
tanto in tanto.
-Cos'hai George?- gli
chiese Val
-Niente...sono stufo
di stare male...- rispose lui per poi continuare -e poi ... domani
parti , e avrei voluto parlare con te . Chiederti com'è
andato quest'ultimo mese , sapere come stai dopo ... insomma dopo aver
saputo la verità...-
La ragazza sorrise -
Sto bene George! Grazie per avermelo chiesto comunque. Sai sapere chi
fosse veramente tuo padre dopo tanto tempo ti sconvolge un po'
l'esistenza , ma in questo mese ci ho pensato e ripensato , e ho
così avuto modo di metabolizzare il tutto-
-...uno schifoso
mangiamorte...- Val sentì sussurare questa frase alle sue
spalle. Si girò verso destra e trovò Harry con i
pugni serrati appoggiati sul tavolo . Il suo volto era teso e la vena
sul collo pulsava visibilmente.
-Hai detto qualcosa
Harry?- gli chiese allora George che aveva sentito anche lui
-Ho detto...- riprese
lui ad alta voce e alzandosi in piedi -... che Regulus Black era uno
schifoso mangiamorte!-
Tutti avevano smesso
di mangiare e guardavano fissi Harry , alquanto preoccupati
-Harry caro non
è come pensi tu...- intervenne la signora Weasley
-SI CHE è
COSì! HA RAPITO , TORTURATO E UCCISO POVERI MAGHI
INNOCENTI!!-
Val scattò
in piedi e presa dalla rabbia inizò ad urlare anche lei
-MA TU COSA SAI DI MIO
PADRE? LO HAI CONOSCIUTO?-
-PERCHè TU
LO HAI CONOSCIUTO? DI LUI SAI SOLO QUELLO CHE TI HA RACCONTATO TUA
MADRE , CHE POTREBBE NON ESSERE VERO! -
-NON TI PERMETTO DI
DARE DELLA BUGIARDA A MIA MADRE!-
-E comunque...- Harry
abbassò il tono della voce in tono di sfida -...so che era
un mangiamorte , e questo mi basta-
Val in tutta risposta
mollò uno schiaffo sulla guancia del ragazzo e , quasi in
lacrime , corse al piano di sopra per rifugiarsi nella sua stanza.
Al piano di sotto
erano rimasti tutti increduli .
-Sei proprio un idiota
Potter- disse George incamminandosi anche lui su per le scale
e seguito a ruota da Hermione.
Spazio dell'autrice: Volevo dirvi che non so so continuerò a scrivere , in quanto vedo che la storia non riscontra un grandissimo successo...fatemi sapere se vi interessa almeno un pochino ...baci a tutti -VAl!- |
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Capitolo 13 *** La tua vita è la magia ***
Toc.Toc.
-Val sono George..-
Una flebile voce arrivava da dietro la porta.
Valérie stava seduta all'angolo del letto , con le gambe
portate al petto ed il mento appoggiato sulle ginocchia. Si
girò appena verso la porta quando sentì la voce
del ragazzo , ma non rispose.
-Val ti prego...- era una supplica.
-..la porta è aperta..- disse allora lei.
George , che stava aspettando con Hermione dietro la porta , fece cenno
alla ragazza di tornare giù , e che avrebbe cercato lui di
sistemare le cose.
Girò piano la maniglia e la spinse con delicatezza.
Sgattaiolò nella stanza e si richiuse la porta alle spalle.
Trovò la ragazza seduta sul letto con la testa sprofondata
tra le ginocchia. Le si avvicinò , ma non aveva il
coraggio di sedersi accanto a lei.
Val al sentirlo avvicinarsi tirò su la testa : aveva gli
occhi lucidi e i capelli tutti alla rinfusa
-Io non volevo sapere niente di questa storia- gli disse , trattenendo
a stento altre lacrime -Chi fosse mio padre in realtà , a me
non interessava. Sono cresciuta con la convinzione che lui fosse un
semplicissimo operaio morto a causa di un incidente durante un viaggio
di lavoro. Questo mi bastava , o almeno era meglio che venire a sapere
la verità.La mia vita era in Francia! La vita di una ragazza
comune , senza alcun potere magico!-
-Ma che dici? - la riprese il rosso -..è tutto il contrario.
La MAGIA è la tua vita... Non la senti? Scorre nelle tue
vene come linfa che da forza nuova..- iniziò a toccarle il
braccio , come a disegnare il persorso del suo sangue nelle
vene - e questo avviene indipendentemente dalla tua
volontà , Valérie. Indipendentemente da chi fosse
, o no , tuo padre. Questa è la tua VERA natura . Il tuo
essere pulsa in ogni parte del tuo corpo , e non aspetta altro di poter
uscire ed esprimersi al massimo delle
potenzialità. Più ti sto vicino e
più riesco a percepirlo e sarebbe un vero peccato
rinchiuderlo tra queste pareti...- disse accennando al corpo di Val ,
accarezzandole una guancia.
-Io...io non lo so- fece lei scostando il viso. Con una mossa repentina
si alzò dal letto ed iniziò a camminare su e
giù per la stanza , mentre George rimaneva fermo nella sua
posizione.
-Forse tu non diresti così , se venissi a sapere , da un
giorno all'altro che TUO padre era un folle omicida , che torturava
delle persone per il mero gusto di farlo!-
-Val , tuo padre è diventato un Mangiamorte , non
perchè credesse fermamente in quello che faceva , ma
perchè fu la sua famigla a spingerlo a farlo. Suo fratello ,
Sirius , aveva rinnegato i suoi genitori proprio per non diventare un
Mangiamorte. Allora tutte le aspettative della famiglia si riversarono
su tuo padre. Quando entrò a far parte dell'organizzazione
si rese conto delle scempiaggini che venivano commesse , solo che era
troppo tardi. Cercò , come potè , di mettere in
salvo tua madre e te. Come ben sai , ci riuscì , ma dopo un
po' di tempo , Voldemort scoprì che lo aveva tradito...e
beh...il resto della storia la conosci...-
Ci fu una breve pausa
-Ma allora perchè Harry ha detto quelle cose?- chiese lei
semplicemente
-Perchè lui odia i Black per aver ripudiato loro figlio
Sirius , in favore di Regulus , tuo padre. Tu devi sapere che Sirius
è il padrino di Harry...-
-...Ah...Io non lo sapevo...-
-Tu non potevi saperlo Val. Credo che Harry si sia fatto trasportare
troppo dal rancore , ma non ti preoccupare , Hermione e Ron sapranno
farlo ragionare-
Gli sorrise.
Val notò solo allora di quanto la presenza di George la
rassicurasse. Il suo sorriso , in quel momento , le diffuse in tutto il
corpo una piacevole sensazione di calore. Abbassò la testa
come imbarazzata , per cosa poi , non lo sapeva neanche lei.
Lui accorciò la distanza che li separava e le si mise
davanti. Poggiò il dito indice sotto il suo mento per poi
tirarle su il viso.
-Non abbassare gli occhi mai Valérie , nè di
fronte a nessuno- le sussurrò in un orecchio. Poi si
scostò piano e con le sue labbra andò ad
imprimerle un leggero bacio sulla fronte.
Toc.Toc.
Si staccarono velocemente , come sopresi a fare qualcosa che
non dovevano.
George si schiarì la voce con un colpo di tosse e poi
andò ad aprire la porta.
Hermione e Ginny entrarono insieme dalla porta. La seconda portava in
mano un vassoio con una tazza fumante sopra.
-Ti ho portato un po' di camomilla Val , te l'ha preparata la mamma-
-Oh grazie Ginny , sei gentilissima-
-Beh vedo che sei in buone mani- disse George alludendo alle due
ragazze -Quindi il sottoscritto si congeda e ti augura una buona notte.
Ci vediamo domani prima di partire-
-Grazie tante George- rispose Val
-Figurati!- detto questo il ragazzo si dileguò dietro la
porta.
Per il resto della serata Hermione e Ginny cercarono di convincere Val
che Harry non era quello che aveva fatto vedere in quegli ultimi giorni
, e che , come aveva detto anche George , si era fatto trasportare
dalla rabbia. Dopo un po' Valérie
iniziò a sentire l'effetto della camomilla , e con un sonoro
sbadiglio salutò le ragazze e si infilò sotto le
coperte.
L'indomani mattina , la sveglia suonò per le otto. Val si
alzò ,cercando di fare meno rumore possibile per non
svegliare le altre due , si fece una bella doccia fresca , si
vestì e scese in salotto.
I signori Weasley con Fred e George erano lì che
l'aspettavano.
-Buongiorno tesoro , è tutto proto?- le chiese Molly
-Si , tutto pronto , devo solo tornare su a prendere le valigie-
rispose Val
-Non preoccuparti Valérie , ci penso io - le disse Arthur
salendo le scale.
-Bene , ti aspetto in macchina cara- fece alla fine la donna uscendo di
casa
-E così parti! - disse George sorridendo
-Fratello non rattristarti - lo canzonò il gemello - presto
la raggiungeremo anche noi-
George sembrò ignorarlo.
-Già , parto! Spero che questi giorni passino in fretta
così che possa rivedere tutti voi il prima possibile-
-Mi raccomando , scrivi se hai bisogno , Sully verrà con te
a Hogwarts naturalmente-
-Ok , lo farò!-
-Ah , Val aspetta , questo è per te - Fred le porse un
bigliettino. Lo aprì . Con una calligrafia alquanto
squadrata c'era scritto 'Scusami per ieri sera. Ci vediamo presto.
Harry'
Valérie guardò subito George , che le rispose con
un -Te l'avevo detto io-.
Poco dopo scese il signor Weasley dal piano di sopra che portava le
valigie a mezz'aria , sicuramente grazie a qualche incantesimo.
Invitata a sbrigarsi , Val finì di salutare i ragazzi , e
lasciò detto di salutare anche tutti gli altri da parte sua.
Salita in macchina , sentì ancora George che da lontano le
ricordava di scrivere non appena fosse arrivata a destinazione , mentre
Fred lo prendeva in giro per la sua eccessiva premura.
Sorrise ancora e lasciò quella casa con la viva speranza di
tornarvici presto.
Arthur sfrecciò come una saetta tra le macchine per arrivare
in tempo alla stazione di King's Cross.
Una volta arrivati , Val si scervellò per capire come
diamine si potesse oltrepassare un muro fatto di mattoni , ma alla fine
dovette convenire che sarebbe stato meglio abbandanonare tutti i
principi della fisica da lei conosciuti se avesse voluto davvero
ambientarsi nel mondo magico.
Dopo aver passato la 'barriera' arrivò al binario 9 e 3/4 ,
salutò calorosamente i signori Weasley e li
ringraziò per l'ospitalità e la gentilezza che le
avevano dimostrato e promise loro che prima o poi li avrebbe
invitati a casa sua per un soggiorno più lungo e tranquillo
, rispetto all'ultimo che avevano avuto.
Prese così tutti i suoi bagagli e salì sul treno.
Poco dopo le porte si chiusero e il convoglio partì.
Val sistemò le sue valigie negli scomparti soprastanti i
sedili , e poi si mise a sedere.
Tutto intorno a lei taceva. Era completamente sola. Decise allora di
addormentarsi un po' , quando sentì la porta della sua
cabina aprirsi.
Si girò di scatto e si trovò davanti un ragazzo ,
alto , moro e con gli occhi verdi. I lineamenti leggermente spigolosi
del viso gli davano un'aria un po' più adulta del previsto ,
i capelli lasciati un po' allo sbaraglio , invece , gli disegnavano sul
volto un'aria sbarazzina , accompagnata da quel sorriso , curvato da
due labbra sottili che scoprivano leggermente dei denti bianchissimi.
-Valèrie Dumas?- le chiese
-Si sono io- rispose. Era rimasta estasiata alla vista del
ragazzo , subito , a pelle , percepiva in lui un certo fascino.
-Piacere , io sono Thomas Hacker-
Finitooooooo!! Eccomi con il nuovo capitolo!Sono consapevole del fatto
che sia un po' corto , ma era necessario che si concludesse in questo
punto. L'ho finito prima del previsto , perchè oggi non sono
andata a lavoro e quindi mi sono dedicata totalmente alla stesura di
questo nuovo capitolo , spero vi sia piaciuto , baci a tutti!
Un grazie particolare alle due ragazze che hanno commentato , davvero
non so come esprimervi la mia riconoscenza =) Quindi un bacio e un
abbraccio speciale a Sabira7 e a FrancyPevensie!!
Ci vediamo presto!!
-Valérie-
|
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Capitolo 14 *** Hogwarts ***
-Piacere
io sono Thomas Hacker- disse il ragazzo porgendogli la mano.
Val la strinse un po'
titubante -Non sapevo che ci fosse qualcun' altro , oltre me su questo
treno-
-Credo che il preside
Albus Silente lo abbia scritto nella lettera destinata ai signori
Weasley. Spero non ti dispiaccia -
-No!no! - si
affrettò a rispondere -...anzi da sola , penso proprio che
il viaggio sarebbe risultato alquanto pesante e noioso-
-Tranquilla , ad
Hogwarts non troverai nulla di noioso. Ti dispiace se mi siedo qui?- le
disse poi indicando il sedile di fronte a lei.
-Prego , non hai
neanche bisogno di chiederlo. Ma...posso farti una domanda?- si
azzardò a chiedergli
-Dimmi pure- le disse
offrendole uno smagliante sorriso
-Quanti anni hai?-
-21. Ne
compirò 22 il 21 marzo-
Valérie
strabuzzò gli occhi
-Stai scherzando?
Anche io compio gli anni il 21 di Marzo!-
-Lo so , conosco a
grandi linee la tua storia. Silente me ne ha parlato , infatti sono qui
per te oggi-
-Qui per me?- gli
chiese perplessa
-Silente mi ha chiesto
di scortarti fino ad Hogwarts. Misure precauzionali di circostanza,
nulla di grave. Sarei stato diretto ad Hogwarts in ogni caso in quanto
mi è stato proposto dal consiglio degli insegnanti di
prendere la cattedra di Difesa contro le Arti Oscure-
-Non conosco la
disciplina ma , credo debba essere davvero un bell'incarico- disse Val
con un timido sorriso
-Lo è
davvero!-
Rimasero alcuni
secondi immersi in un imbarazzante silenzio. Valérie si
trovava stranamente a disagio. Il ragazzo che aveva di fronte
continuava a fissarla , mentre lei cercava di sottrarsi ai suoi sguardi
fuggendo con gli occhi a guardare fuori dal finestrino.
Passarono un paio di
minuti e alla fine Thomas si arrese e , Spostando anche lui lo sguardo
sulla natura che sfrecciava veloce al di fuori del vetro , prese di
nuovo la parola.
-Ricordo ancora il mio
primo giorno di scuola. Anche io sono figlio di babbani sai? O meglio ,
mia madre è una babbana. La vado a trovare spesso...al San
Mungo-
-San Mungo?-
-Ospedale per i maghi
in pratica. Mia madre non è una maga è vero ,
però le è stata inferta una maledizione che l'ha
ridotta praticamente ad un vegetale...- Val notò le mani del
ragazzo stringersi nei pugni e assumere un colore livido
-...è stato mio padre a ridurla così-
anche la mascella si era serrata , i lineamenti del viso irrigiditi e
gli occhi...avevano cambiato colore.
Fu una frazione di
secondo e a Val sembrò che gli occhi di Thomas avessero
preso una tonalità di verde molto scura , quasi nera. Ma fu
giusto il tempo di un batter di ciglia. Il ragazzo si voltò
verso di lei con un'espressione gioviale , e il solito sorriso
smagliante
-Non voglio
rattristari però! Raccontami un po' della tua vita
Valérie!-
Val rimase un secondo
interdetta , cercando di intravedere nei suoi occhi l'ombra di poco
prima ma l'uncia cosa che riuscva a vedere era soltanto quel
limpido verde smeraldo che la indusse a pensare di aver sicuramente
visto male.
Indugiando un poco
Valérie cominciò a raccontare un po' di
sè immergendosi in una lunga narrazione.
Il tempo
passò più veloce del previsto e in men che non si
dica il viaggio giunse a termine.
Il treno piano piano
rallentò , segno evidente che la destinazione era stata
raggiunta.
Val si alzò
dal suo sedile quasi di scatto. Iniziava ad avvertire una certa
agitazione.
Si alzò
sulle punte e fece per prendere i suoi bagali , quando , essendo molto
più alto di lei , Thomas si sporse per prederli al posto suo
-Prego- le disse
porgendogli le valigie
-Molte grazie- rispose
lei prendendole
-Bene bambina , ti
lascio in buone mani , qui fuori c'è il guardiacaccia di
Hogwarts , Hagrid , che si occuperà di te . La prossima
volta che ci incontreremo indosserò le vesti di tuo
insegnante - le disse ammiccando un sorriso -...e comunque buona
fortuna per il tuo primo anno in questa scuola signorina Dumas-
-Buona fortuna a lei
per il suo nuovo incarico professor Hacker- rispose allora lei ,
dopodichè lui uscì dal treno.
Cercando di non
inciampare nelle valigie anche Val scese dal treno. Una volta a terra
intravide in lontananza la figura del mezzogigante che la aspettava.
Hagrid le andò incontro con il suo passo pesante.
-Tu devi essere
Valérie , io sono Hagrid- si presentò
-Piacere Hagrid ,
Harry , Ron ed Hermione mi hanno parlato molto di te - gli disse Val
-Davvero?- si
illuminò lui
-Oh si , e da come ne
parlano , ti vogliono un gran bene -
-Oh quei benedetti
ragazzi quante me ne hanno fatte passare! Non vedo l'ora di
incontrarli...ci mancano così tanto a me e a Thor. Adesso
però pensiamo a te , vieni dobbiamo prendere la barca-
-La barca?- chiese
Valérie preoccupata
-Certo , la barca!
Come pensi di passarci sul lago sennò?- rispose lui in
maniera ovvia
Val
strabuzzò gli occhi e si fermò di colpo.
-Io ho il terrore dei
laghi!-
-Tranquilla ,
più di qualcuno ci è finito dentro , ma non
è pericoloso , al massimo ti può prendere la
piovra gigante-
Per niente rassicurata
Valèrie riprese a camminare con passo lento , come di chi va
ad una condanna a morte. Arrivata alla piccola imbarcazione , vi
caricò i bagagli e salì.
Hagrid salì
con lei , facendo abbassare notevoltente la piccola barca sul livello
dell'acqua. Prese un lungo bastone tra le mani e inizò a
remare.
Val si era messa
esattemente al centro , evitando il più possibile di stare
vicino ai bordi , terrorizzata dal fatto di poter cadere in acqua.
In 10 minuti
arrivarono a riva e , con suo grande sollievo , sani e completamente
asciutti.
Hagride fece cenno di
seguirlo. Camminarono per un paio di centinaia di metri e si
ritrovarono innanzi una immenso portone in legno.
Il mezzo-gigante diede
una piccola spinta alla metà socchiusa facendola aprire del
tutto ed entrò.
La ragazza si sentiva
il cuore in gola per l'eccitazione , ancora non credeva che stava per
varcare la soglia di una scuola di magia.
-Beh che fai? Rimani
fuori?- le chiese Hagrid notando che non lo stava più
seguendo.
-Arrivo...- si
affrettò allora a raggiungerlo Val.
Entrata si
guardò intorno e constatò che quel castello era
palesemente un edificio medievale.
Ai lati del grande
ingresso facevano la guardia armature in ferro e in ottone che
portavano in mano vessilli di quattro colori. Appesi alle pareti vi
erano stendardi dei medesimi colori che rappresentavano ,
intuì Valérie , le quattro case di Hogwarts.
-Eccola finalmente-
una voce attirò la sua attenzione. Di fatto si
girò verso la sua fonte.
Un uomo dalla lunga
barba bianca e una donna dal portamento fiero le stavano dinanzi.
-Albus Silente- si
presentò il mago - mentre lei è la vicepreside ,
nonchè professoressa di Trasfigurazione , Minerva McGranitt-
-Piacevre di
conoscervi , io sono Valèrie Dumas- disse presentandosi e
chiando leggermente la testa.
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Capitolo 15 *** Lo smistamento ***
Eccomi qui
con un nuovo capitolo! Ringrazio tutti quelli che pur non avendo
lasciato un commento hanno letto e in particolar modo ringrazio:
FrancyWeasley:
perdonami l'ennesimo ritardo cara =) sono comunque contenentissima che
non mi hai abbandonata e continui a seguire la mia storia! Non
preoccuparti i gemelli arriveranno prima di quanto pensi ;) adesso
goditi questo nuovo chapter!Un grandissimo bacio!
Piccola
Briciola:Grazie davvero per esserti soffermata a lasciare un commento,
è davvero gratificante per chi scrive sapere che
c'è chi apprezza le proprie storie =) Sono contentissima che
ti piacciano i gemelli e in questo caso la coppia Val/George, spero di
non deluderti in futuro!Un grande bacio anche a te!
Perdonate
il mio solito ritardo, ma mi sono ritrovata stra impegnata con il
lavoro e con la stesura di un'altra piccola one-shot!Grazie
dell'attenzione.
-Valérie-
Valérie era
arrivata ad Hogwarts da quattro giorni. Il preside Silente e la
professoressa McGranitt le avevano spiegato in che modo era diviso
l'anno scolastico, il numero degli anni e il criterio di divisione
delle quattro case. Le avevano detto anche che , indipendentemente
dalla casa in cui sarebbe stata smistata, avrebbe ,per forza di cose ,
frequentato le lezioni del primo anno , mentre avrebbe condiviso il
dormitorio delle ragazze della sua età.
La professoressa
McGranitt le aveva lasciato a disposizione una camera particolare,
detta camera delle Necessità, in via del tutto speciale.
Giusto il tempo di aspettare il giorno dello smistamento.
In quei giorni Val
aveva avuto modo di conoscere qualcosa di più sulla magica
scuola come le scale a cui piace cambiare, le creature magiche che
popolano i terreni circostanti il castello, lo speciale soffitto
invisibile della Sala Grande...e molte altre cose. Ma c'era una cosa in
particolare che la rendeva euforica: l'imminente arrivo dei suoi amici!
L'indomani mattina, 1
Settembre, in casa Weasley c'era un folto via vai di gente.
-Ron sbrigati! Fred
per l'amor del cielo sistemati quei capelli! George la cravatta...fai
bene il nodo a quella cravatta!- Molly sbraitava a destra e a
manca, sull'orlo della disperazione.
-Mamma sei
stressante!- la rimproverò Fred appiattendosi i capelli
sulla fronte mentre con l'altra mano trascinava a fatica il suo baule.
-...e decisamente...
troppo... apprensiva...- disse invece George tra i denti , combattendo
con la propria cravatta rossa e oro mentre passava dalla cucina al
salotto
-Siamo tutti pronti?-
esordì il signor Weasley entrando in casa , sistemandosi il
cappello sulla testa.
La signora Weasley si
guardò intorno alla ricerca di tutti i ragazzi
-Fred e George?-
chiamò all'appello i due gemelli
-Pronti- risposero
all'unisono mettendosi sull'attenti
-Ron?-
-Eccomi-
-Ginny?-
-Ci sono mamma-
-Hermione cara?-
-Pronta signora
Weasley- le sorrise la ragazza
-Harry , tu hai tutto
a posto?-
-Si Molly, grazie-
-Perfetto allora
possiamo partire- decretò Arthur -...seguitemi!-
Alla stazione di
King's Cross.
-Mi raccomando
scrivetemi quando arrivate e SOPRATTUTTO non combinate guai!-
Molly salutava i
ragazzi da sotto il finestrino del treno, affondando , di tanto in
tanto , il viso in un fazzoletto , soffiando forte il naso arrossato.
Da dietro il vetro,
loro ricambiavano il saluto con un gesto della mano, e un sorriso che
di rassicurante aveva ben poco.
Toc.Toc.
-Avanti!- disse Val
-Signorina Dumas, la
prego di prepararsi, in quanto fra non molto tutti gli studenti saranno
qui e la cerimonia d'apertura avrà inizio- le disse la
professoressa McGranitt aprendo leggermente la porta
-Oh si professoressa,
sono già pronta! Posso iniziare a scendere?- chiese lei
-Certo, può
aspettare all'ingresso! Ci vediamo più tardi signorina
Dumas- si congedò la donna
-A più
tardi professoressa-
Dopo che la porta si
chiuse, Val si portò un'ultima volta davanti allo specchio
prima di scendere. Per l'occasione aveva lisciato i capelli e si era
truccata un po' più del solito con un filo di eyeliner e una
pennellata di mascara. Soddisfatta del risultato e ben conscia di non
poter ottenere di più, si decise a lasciare la propria
stanza.
Corse giù
per le scale saltando gli ultimi due gradini. Dalle grandi finestre che
affacciavano sul giardino Val potè vedere alcune barche
camminare sull'acqua del lago, e più vicino, alcune carrozze
che si stavano fermando proprio davanti al portone del castello.
Un allegro
chiacchiericcio annunciò a Valérie l'arrivo degli
altri studenti. In preda ad un'improvvisa eccitazione si mise un po' in
disparte in modo tale da non dare nell'occhio.
Dopo alcuni secondi la
porta del castello si spalancò e un folto gruppo di ragazzi
entrò diretti verso la Sala Grande.
Passò un
bel po' di gente quando , ad un certo punto , Val riconobbe
le inconfondibili teste rosse dei fratelli Weasley. Senza farsi vedere,
la ragazza si intrufolò nel gruppo che passava di
là, e silenziosa si era avvicinata alla combriccola.
Notò subito
gli evidenti tentativi di George di alzarsi in punta di piedi e cercare
qualcuno tra la folla
-Cerchi qualcuno?- gli
chiese allora allargando uno smagliante sorriso
George,
voltò la testa di scatto
-Valérie!!-
esclamò fermandosi di botto e avvolgendole la vita con le
braccia per poi alzarla da terra e farla volteggiare almeno un paio di
volte
-George!George!Mettimi
giù!- lo supplicò
-Oh aspetta dieci
secondi- le disse lui tenendola ancora ben stretta a sè
-8...9...10! Tempo
scaduto fratellino, adesso è il nostro turno- Fred
fece l'occhiolino a Val , che non potè fare a meno di
sorridere.
Sbuffando George si
staccò da lei, così uno a uno la
salutarono tutti
Quando
arrivò il turno di Harry, Valérie lo vide un po'
impacciato. Senza pensarci troppo su , lei lo abbracciò
stretto e avvicinando le labbra al suo orecchio gli disse
-..è tutto
ok-
Quando si staccarono
Harry si passò una mano fra i capelli alquanto imbarazzato.
L'attenzione di tutti
venne richiamata dalla professoressa McGranitt che li invitava a
proseguire, dato che avevano favorito il formarsi di un ingorgo davanti
la porta della sala Grande.
-Signorina Dumas tu
aspetta qui con me- disse però rivolta a Val
quando la vide allontanarsi con gli altri
-Si metta qui , in
fila con gli altri del primo anno-
Valérie
obbedì senza proferir parola. Si sentiva un po' a disagio
tra tutti quei bambini. Era senza dubbio più alta di tutti
loro e non poteva di certo passare inosservata.
La vicepreside fece
cenno di seguirla e condusse il nuovo gruppo nella Sala Grande. A
vederla così, gremita di persone , a Val non sembrava
neanche più la stessa sala.
Com'era ovvio , tutti
gli occhi erano puntati su di lei. Sentiva perfettamente vociferare al
primo tavolo due ragazze su chi potesse essere e su come mai , data la
sua età , fosse arrivata così tardi ad Hogwarts.
-Benvenuti ad un nuovo
anno ad Hogwarts- Silente aveva iniziato a parlare, zittendo il
chiacchiericcio generale - vi prego di fare un po' di silenzio durante
lo smistamento. Prego Minerva- disse poi rivolto alla professoressa
McGranitt, la quale iniziò a chiamare
-Ashley
Anderson- la ragazzina avanzò piano verso lo
sbagello, vi si sedette e la professoressa le poggiò il
cappello sulla testa.
Stette così
qualche secondo , dopodichè il cappello aprì la
sua cucitura e urlò -Tassorosso!-
Il tavolo dei
Tassorosso esplose in urla e fischi di approvazione, soddisfatto di
essersi aggiudicato il primo nuovo arrivato dell'anno.
Piano piano ,venivano
chiamati tutti quanti in ordine alfabetico.
In poco tempo
arrivarono alla lettera D.
-Dastin-
-Grifondoro!
-Delison-
-Corvonero!-
-Dikcson-
-Serpeverde!-
-Doffman-
-Tassorosso!-
-Dumas-
Quando venne
pronunciato il suo nome, Val quasi sobbalzò. Si sentiva le
gambe come addormentate. Cercando il più possibile di
apparire tranquilla si avvicinò allo sgabello e vi si
sedette sopra.
Nel momento
in cui si sentì poggiare il cappello sulla testa, una voce
parlò
-Vediamo un po' cosa
c'è qui- aveva preso a dire il cappello -...sangue di serpe
scorre nelle tue vene vedo...Serpeverde potrebbe essere la tua
casa...ma la redenzione di tuo padre e il coraggio di tua madre mi
suggeriscono che forse tu staresti decisamente meglio a...GRIFONDORO!!-
Val non
potè trattenersi dal distendere il suo viso in un largo
sorriso. Si girò verso la professoressa McGranitt che ,
togliendole il cappello dalla testa , si lasciò sfuggire un
impercettiblie sorriso.
Tutta contenta
Valérie si diresse verso il tavolo della sua casa, accolta
da fischi e battiti di mani.
A circa
metà del tavolo, Hermione , come se lo avesse sempre saputo
, le aveva riservato un posto tra lei e Harry, e infatti con una mano
le faceva cenno di raggiungerli.
-Un urrà
per la nuova grifondoro ragazzi!- Fred , che si trovava di fronte
incitò il coro
-Urrà!- il
resto del tavolo gli fece eco
-Non avevo dubbi che
saresti finita a Grifondoro , Val- le disse Hermione sorridendole
sincera
-Non hai idea di
quanto si contenta di essere con voi Herm- le rispose
Valérie abbracciandola forte.
Dal canto suo George,
stava li che la guardava silenziosamente.Non voleva ammetterlo con
nessuno, neanche con se stesso, ma gli piaceva. Gli piacevano quei
boccoli morbidi che le scendevano sulle spalle, gli occhi castani
incorniciati dalle lunghe ciglia, la corporatura minuta, la carnagione
olivastra...praticamente tutto. Cercava però di giustificare
tutto quello con della semplice ammirazione.
Ci sarebbe riuscito a
lungo a tenera in scena quella farsa?
Per il resto lo
smistamento continuò tranquillamente. Dopo la sua
conclusione , il professor Silente , diede inizio al banchetto e tutti
si buttarono sui piatti alquanto affamati.
La cena trascorse ,
tra una risata e l'altra abbastanza in fretta. Harry fece vedere a
Valérie Draco Malfoy e i suoi scagnozzi, consigliandole
vivamente di stare loro lontani. Fred e George le presentarono gli
altri membri della squadra di quidditch, mentre Hermione e Ginny si
presero il compito di presentarla alle altre ragazze .
Mentre parlavano,
Valèrie notò, che seduto al tavolo degli
insegnati c'era anche Thomas Hacker. Lui ricambiò lo sguardo
e le fece l'occhiolino. Lei rispose con un sorriso imbarazzato per poi
distogliere lo sguardo.
-...capito Val?-
Valérie si accorse solo in quel momento di non aver seguito
un h di quello che le aveva detto Ginny
-Perdonami Ginny non
ho capito- si scusò lei
-Ho detto che devi
ricordarti la parola d'ordine per entrare nella sala comune! Davanti
alla nostra sala c'è un quadro che ritrae una signora molto
grassa, ogni volta che tu vorrai entrare lei ti chiederà la
parola d'ordine per farti passare e tu dovrai dirgliela- le
rispiegò pazientemente l'amica
-Oh , si certo!
Capito, capito!-
-Credo sia quasi ora
di andare, il professor Silente sta per alzarsi- disse ad un certo
punto Ron, guardando verso il preside.
Tutti si girarono a
guardare e appurarono che Ron aveva ragione.
-Bene ragazzi, il
banchetto si è concluso nel migliore dei modi. Ora
è bene che andiate tutti nei vostri rispettivi dormitori, in
quanto da domani inizieranno le nuove lezioni, ed è bene che
ognuno di voi inizi l'anno nel migliore dei modi, in particolare coloro
che quest'anno hanno gli esami del quinto anno- un'cchiata
andò diretta diretta a Hermione , Ron e Harry.
I tre si guardarono
con fare complice e Ron bisbigliò -Beh speriamo
che quest'anno non succeda niente di eclatante!-
-Prima di andare
vorrei però presentarvi il nuovo professore di Difesa contro
le Arti Oscure, non è molto più grande di voi, ma
vi assicuro che sarà un ottimo insegnate, il professore
Thomas Hacker-
L'uomo venne accolto
da un grande applauso. Molte ragazze presero a lanciare gridolini
concitati e animatamente parlavano tra di loro guardandolo avidamente.
Val sorrise della loro civetteria.
-Bene adesso filate
tutti a letto!Buonanotte ragazzi- concluse il vecchio preside.
-Da questa parte!- i
prefetti delle rispettive case chiamavano i propri ragazzi e li
guidavano su per i corridoi e per le scale.
Arrivati davanti al
ritratto della Signora Grassa il prefetto disse -Finitem Incantatem- e
il ritratto si spostò scoprendo un passaggio segreto.
Arrivati in sala
comune i ragazzi si salutarono e ognuno prese la strada per il proprio
dormitorio.
Val stava per salire
sulla scala che portava alla porta con su scritto 7° anno quano
una voce la fermò
-Val aspetta- era
George
-Dimmi George...-
-No...nulla
è che sono contento che tu abbia deciso alla fine di venire
ad Hogwarts, hai fatto senz'altro la scelta più giusta- le
disse guardandola dritta negli occhi
-...credo che da sola
non sarei mai uscita dalla mia immensa crisi...devo a te la riuscita di
tutto questo ...Davvero non so come ringraziarti George-
-Non farlo infatti-
disse semplicemente lui salendo i gradini delle scale per raggiungerla.
Lui la guardava
dall'alto verso il basso.Lei non sapeva cosa fare o dire, era una
strana situazione.
Poi come a
semplificarle il lavoro , lui decise di imprimerle un piccolo bacio
sulla fronte.
La stirnse poi forte a
sè. Val potè sentirlo chiaramente trattenere il
fiato, per poi buttare fuori l'aria in un profondo sospiro.
-Buonotte Val- disse
poi senza aspettare che lei facesse qualcosa. E presentandole un altro
dei suoi caldi sorrisi si congedò.
Val , un po'
intontita, si girò di nuovo verso l'entrata del dormitorio.
Aprì la porta, e dedusse, dato che vi era un unico letto
vuoto,e dal suo baule sistemato di fronte al baldacchino che il suo
posto sarebbe stato quello vicino alla finestra. Si infilò
il pigiama, sbagliando un paio di volte il verso della maglietta e dei
pantaloni e abbastanza confusa si addormentò.
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Capitolo 16 *** Solo cinque minuti ***
L'inizio delle lezioni
arrivò presto e Val potè appurare ,come le
avevano già detto Ron e Harry, che il professore di Pozioni,
Piton, fosse davvero insopportabile. La McGranitt, benché
fosse molto severa, era comunque un'ottima insegnante.
Le lezioni che le piacevano di più erano invece quelle di
Difesa Contro le Arti Oscure.
Tom...o meglio il professor Hacker , era davvero simpatico...oltre che
tremendamente affascinante.
Durante le spiegazioni ,tutte le ragazzine che frequentavano il corso
con lei avevano lo sguardo perso e gli occhi a cuoricino.
Valérie le trovava davvero fastidiose.
-Come ti trovi?- le chiese un giorno, alla fine di una lezione il
ragazzo, fermandola sull'uscio della porta
-Be...bene...mi sono ambientata molto bene- disse un po'
imbarazzata.
Il suo sguardo fisso su di lei la metteva sempre un po' a disagio.
-Ora...andrei...non vorrei arrivare in ritardo alla lezione del
professor Piton. sarebbero minimo 50 punti in meno per Grifondoro- fece
poi , cercando di liberarsi il più in fretta possibile dalle
catene dei suoi occhi verdi.
-Oh beh, non farei tardi neanche io al tuo posto, Piton sa essere
davvero terribile se vuole-
-Già, lo credo bene. Beh allora vado...arrivederci- le disse
infine, e giratasi sgattaiolò in fretta
fuori dall'aula.
Tom rimase lì , appoggiato con un braccio allo stipite della
porta e lo sguardo fisso nel punto in cui poco prima Val si
era dileguata.
Un sorriso si stese sul suo volto, mentre piano reclinava la testa
all'indietro , accompagnando una bassa risata.
-Sono in orario, sono in orario , sono in orario!-
Cercava di ripetersi Val mentre raggiungeva l'aula di Pozioni.
Entrò di corsa , e con sua somma felicità
appurò che il professor Piton ancora non era arrivato.
Cautamente si mise seduta al suo solito posto e prese il libro dalla
borsa.
-50 punti in meno a Grifondoro per il suo ritardo , signorina Dumas- la
voce glaciale del rofessore la raggiunse da dietro le sue spalle.
-Non è possibile!- esclamò d'istinto
Valérie
-Oh si che lo è , l'ho appena vista entrare nell'aula-
-Si ma lei ancora non era rrivato- rispose di nuovo
-Non sono disposto a tollerare la sua insolenza , un'altra risposta di
questo genere e la metterò in punizione...signorina Black-
Pronunciò il suo nome con un certo disgusto nella voce.
Era la prima volta che qualcuno la chiamava con il nome di suo
padre...in quel modo poi.
Sentì montare la rabbia fin sopra i capelli.
L'unico motivo per cui non rispose fu perchè , oltre alla
rabbia , anche lo stupore giocò un certo effetto.
L'aveva chiamata così col preciso intento di offenderla .
Come se potesse turbarla chiamarsi Black.
All'ora di pranzo , in sala Grande , Val si sfogò tutto il
tempo con harry, Ron ed Hermione.
-Cioè , non riesco a capire perché ce l'abbia
tanto con me!- esclamò addentando una fetta di arrosto di
tacchino
-Semplice!- disse Ron , con ancora la bocca piena -Piton era un
servitore di Tu-sai-chi quando tuo padre lo tradì, per non
parlare del fatto che si era innamorato di una maganò-
-E poi, dulcis in fundo , sei una Grifondoro , non dimenticarlo-
aggiunse con aria saggia Harry.
Le lezioni pomeridiane erano molto meno pesanti.
Erbologia non le dispiaceva affatto ed Incantesimi la
incuriosiva tantissimo.
Dopo un'intera giornata di studio, Valérie tornò
in Sala comune letteralmente distrutta.
Passato il ritratto , gettò i libri sulla prima poltrona che
le capitò a tiro , per poi sprofondare sul divano
lì vicino.
Coccolata da Morfeo , si addormentò.
-Oh Lee , avresti dovuto vedere la faccia di Gazza quando è
esplosa quella caccabomba davanti al suo ufficio! era
impagabile!- Fred, George e Lee Jordan discutevano
animatamente sull'ultimo tiro mancino giocato al vecchio custode.
-Ehi, non strillate , c'è qualcuno che dorme - disse Fred ,
notando la figura distesa sui cuscini del divano
-Ma è Val!. esclamò George avvicinandosi a lei.
la ragazza dormiva rannicchiata sul lato destro , i capelli spettinati
le finivano sul viso disteso e rilassato.
-Probabilmente non ha neanche cenato... ma adesso è inutile
svegliarla. Fred fai l'incantesimo alle scale del suo dormitorio per
favore , così posso portarla a letto- disse poi rivolto al
fratello
-Agli ordini signore- lo scimmiottò il fratello mettendosi
sull'attenti e con un gesto della bacchetta rivolto alle
scalegli permise di salire fino al dormitorio delle ragazze.
Fortunatemente per George, la stanza era deserta. Inquadrato
il letto di Val , il ragazzo ve la distese sopra.
Rimase lì a guardarla per un po'.
Aveva un'espressione così infantile dipinta sul viso che la
rendeva davvero adorabile.
Si mise seduto accanto a lei.
'Solo cinque minuti' pensò decidendo di sdraiarsi.
Nel sonno Valérie si strinse di più al suo
braccio e lui , di rimando , lo alzò e glielo mise intorno
alle spalle.
In quella posizione poteva chiaramente sentire il suo petto alzarsi ed
abbassarsi ad ogni respiro e il suo cuore battere regolarmente.
Il suo caldo respiro gli carezzava il collo...lo faceva impazzire!
Un campanello d'allarme risuonò nella testa di George. Se ne
sarebbe dovuto andare da li , altrimenti non avrebbe più
risposto delle sue azioni.
Aveva solo un piccolo problema: il cervello diceva una cosa , ma il suo
corpo era più che deciso a non rispondere.
Si trovava tremendamente bene li con lei.
Continuava a guardarle le labbra.
Gli veniva l'acquolina in bocca al solo pensiero di poterle baciare.
Desiderava così ardentemente farlo-
Deglutì.
Si sporse leggermente verso di lei , voleva toccarle , assaggiarle. Lo
avrebbe sicuramente fatto se non fosse stato per delle voci che
giunsero d'un tratto dalle scale.
Con un movimento repentino scattò giu dal letto. Doveva
trovare un modo per non farsi scoprire o sarebbe stato alquanto
imbarazzante dover dare spiegazioni ... soprattutto a
Valérie.
Si girò diverse volto , guardò prima l'armadio e
poi sotto al letto.
Scosse fortemente la testa. Non andava bene.
Nel frattempo la maniglia della porta aveva iniziato ad abbassarsi
lentamente.
George potè sentire i tentativi di Fred di trattenere le
ragazze il più possibile per fargli guadagnare un po' di
tempo.
Continuava a fissare il pavimento , in cerca di un qualsiasi
suggerimento , quando vide la pallida luce lunare riflettersi sulle
mattonelle.
-La finestra!- esclamò e senza tanti preamboli , aperto il
vetro , si tuffò di sotto.
-Accio scopa!- urlò con tutto il fiato che aveva iin gola e
dopo parecchi metri di caduta libera , vide finalmente arrivare la sua
Scopalinda.
Si aggrappò saldamente con entrambe le mani al manico della
scopa , rimanendo appeso come un salame.
Con un ultimo sforzo si tirò su.
-Fiuh! Me la sono davvero vista brutta!- si disse asciugandosi il
sudore freddo dalla fronte con la manica della divisa -Non
posso continuare così- fece poi più
serio , guardando la finestra da cui si era appena buttato
-Devo parlare con Valérie!- sentenziò poi
planando verso il basso.
Finish! Ce l'ho fatta signori miei! Ringrazio ancora caldamente le due
che hanno commentato , Piccola Briciola e _Eterea_ e volevo fare anche
un appello a Francy Weasley : se ci sei batti un colpo! Mi mancano le
tue recensioni! Un bacio ed un abbraccio a tutti , spero che
commentiate numerosi!!
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Capitolo 17 *** Dichiarazioni ***
Il
giorno dopo Val si svegliò di buon ora.
Fuori era cnora buio, ma decise di alzarsi lo stesso dal letto.
Entrò nel bagno, si lavò e si vestì.
Di tanto in tanto fischiettava un movimento allegro. Quella mattina si
sentiva stranamente felice.
Non sapeva chiaramente il perchè , ma era
così.
Diede un'occhiata alla stanza per poi dirigersi verso le finestra.
Diede una sbirciatina fuori.
Qualcosa attirò la sua attenzione.
Nei pressi del lago , qualcuno passeggiava solitario.
Come sentitosi osservato , quel qualcuno si girò verso dalla
sua parte.
Tom Hacker la salutò con la mano.
Val ricambiò titubante il saluto. Si scostò
subito dopo dalla finestra.
Quel ragazzo era così strano, misterioso, ma al contempo
affascinante e magnetico.
Sentiva di volergli sfuggire, eppure non poteva fare a meno di cercarlo
con lo sguardo quando si trovava nella Sala Grande e per i corridoi.
Sta di fatto che , per non tradire il principio fisico del magnetismo ,
Val decise di raggiungere il suo professore di Difesa Contro le Arti
Oscure.
Scese di corsa le scale , spinta come dall'ansia di vederlo e di
parlarci.
Uscì e lo vide.
Stava appoggiato con la schiena al tronco di un albero. Il colletto
bianco della camicia , tirato su , usciva da sotto il maglione grigio e
una gamba , leggermente flessa , si incorciava con l'altra.
-Buongiorno professore- lo salutò Valérie
-Buongiorno signorina Dumas- le rispose alzando il viso per guardarla.
Aveva qualcosa in mano , notò la ragazza.
Un fiore.
Era uno di quei fiorellini di campagna , con i petali bianchi.
Glielo porse.
-Per te- le disse semplicemente.
Istintivamente Valérie arrossì.
-Per me?-
Il ragazzo annuì staccandosi dall'albero. Lentamente le si
avvicinò.
Chinò leggermente la testa fino ad arrivare guancia a
guancia con lei.
-Mi piaci- le sussurrò in un orecchio.
Il suo caldo respiro le provocò brividi in tutto il corpo ,
mentre un'ondata di emozioni la travolse.
Senza dirle altro , si allontanò , lasciandola con i suoi
mille pensieri.
Prima di dileguarsi dietro il portone del castello , Tom le rivolse un
ultimo , elegante ed eloquente sorriso.
Dieci minuti dopo , Valérie correva a perdifiato tra gli
scomparti della biblioteca , alla disperata ricerca di Hermione.
La trovò con il naso immerso in un grosso e polveroso libro
, impegnata in una profonda lettura.
-Vieni con me- le ordinò , trascinandola via per una manica
e senza darle la possibilità di replicare.
Arrivata nella sala comune , le fece strada nel suo dormitorio.
Appuratasi che vi fosse nessuno , le disse
-Siediti per favore-
Hermione obbedì.
-Val mi sembri alquanto sconvolta- aggiunse poi
-Lo saresti anche tu al mio posto-
Valérie si cimentò in un lungo e dettagliato
racconto di quello che era successo , cercando anche di autoconvincersi
del fatto di non essersi soltanto immaginata tutto.
-Cosa dovrei fare?- le chiese alla fine , lasciandosi cadere sul letto
accanto a lei.
Hermione fissava il vuoto incredula.
-...è...è complicato- disse - la prima
cosa da fare...è capire quello che provi tu...credo- In
quanto a sentimenti , Hermione non si sentiva propriamente la persona
più giusta per dispensare consigli , ma voleva
esserle d'aiuto , in un modo o nell'altro
-Il fatto è...che neanche io so quello che provo...-
-Razionalmente , ti direi di lasciar perdere. Dopotutto lui
è sempre un tuo professore-
-Hai ragione...oh mamma non so cosa diavolo fare!- esclamò
Valérie , mettendosi le mani fra i capelli -Ma avresti
dovuto vederlo Herm...era così bello...-
La conversazione continuò per diverso tempo , quando un
veloce rumore di passi le interruppe
-Val , affacciati dalla finestra!- Ginny era entrata
spalancando la porta.
Valèrie ed Hermione si guardarono in faccia alquanto
sorprese.
Si alzarono di corsa e si affacciarono dalla finestra.
Una serie di farfalle fatte di fumo colorato volteggiavano qua e la.
Erano raggruppate a formare una sorta di rosa appena sbocciata.
-Te la ricordi?- la voce di George la raggiunse da dietro le
spalle.
Val si girò di scatto.
Certo che se la ricordava.Era come la rosa che George aveva fatto
comparire dal nulla il giorno che le avevano detto di essere una strega.
L'originale era gelosamente custodita tra le pagine del suo libro
preferito , 'Orgolgio e pregiudizio'.
-Si , la ricordo bene- gli rispose.
Un certo panico stava iniziando ad impadronirsi di lei.
-Ehm...Val...- George sembrava alquanto imbarazzato - ... devo dirti
una cosa , ne va della mia salute mentale e fisica-
La ragazza iniziò a mordersi nervosamente il labbro
inferiore.
-Mi piaci Valérie-
Tra i corridoi , gli studenti non facevano altro che vociferare sulla
dichiarazione di George Weasley.
-Hai visto che dolce?
-Oh si , quella Dumas deve sentirsi proprio fortunata! George
è davvero un bel ragazzo!-
Due ragazzine del primo anno commentavano concitate il grande evento.
Dal buio di un aula , qualcuno origliava in segreto.
-George Weasley eh?Preparati alla guerra...-
Un sussurro. Una promessa.
Finito anche questo! Volevo ringraziare i miei tre angioletti
che ormai commentano puntualmente i capitoli della mia storia! Vi
adoro!!
E volevo esortare , dato che ho notato che siete in tanti , coloro che
hanno messo la mia storia tra i preferiti e tra le seguite di lasciare
un commentino per farmi sapere cosa pensate di questo nuovo capitolo,
mi farebbe moltp piacere! Grazie in ogni caso per leggere!!
Un bacio ed un abbraccio a tutti!!
-Valérie-
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Capitolo 18 *** Indecisioni ***
Era
tutto
così assurdo.
Prima
Tom,
poi George…
Aveva
passato diciassette anni ad essere invisibile per gli uomini.
Non
che a
lei importasse, tra tutti quelli che aveva conosciuto in precedenza non
ve ne
era uno degno di nota.
Tutti
pieni
di sé, montati e decisamente troppo superficiali.
Ad
un
tratto, invece, sembrava che il mondo maschile si fosse risvegliato.
‘Saprai
fare
la scelta giusta’ le
aveva detto
Hermione , abbracciandola.
Val
non
sapeva davvero cosa fare, era rimasta di stucco quando George le aveva
detto
quelle cose. Come una cretina era rimasta a bocca aperta, intenta a
trovare un
significato ai suoni che sconnessi uscivano dalla sua gola.
Ricordava
perfettamente di non essere riuscita a proferire parola e di essere
scappata
fuori dalla stanza, correndo a perdifiato giù per le scale.
Aveva
il
viso di George stampato nella sua testa.
La
guardava
speranzoso, i suoi occhi brillavano di una luce così calda,
sembravano volerla
avvolgere in uno sguardo colmo di desiderio.
E
lei cosa
aveva fatto?
Lo
aveva
lasciato li. La prima speranza si era trasformata in profonda
delusione. Come
le si era stretto il cuore. Voleva bene a George, era qualcosa di
veramente
speciale ciò che li univa, ma c’era qualcosa che
la bloccava…o sarebbe meglio
dire qualcuno.
Sta
di fatto
che dopo la ‘fuga’ non si era più fatta
vedere in giro.
Era scesa nel giardino della
scuola.
Dopo aver varcato il
portone, Val aveva visto
bene di controllare che nessuno di ‘pericoloso’ per
la sua incolumità mentale
fosse nei paraggi, dopodiché scese tranquillamente gli
ultimi ter gradini e ,
libera di pensare, si mise a passeggiare lungo la riva del lago.
Poco
lontano
da lei, una fitta area verdeggiante presentava un posto intimo e
solitario,
dove potersi ‘nascondere’.
In
realtà
non era dalle altre persone che si voleva nascondere, ma da
sé stessa, dalle
sue idee, anzi, dalle sue ‘non’ idee,
perché non riusciva a pensare, non
riusciva a capire.
Era
stata
singolare la sensazione che aveva provato, fin da subito, per Thomas.
C’era
poco
da analizzare, quell’uomo le piaceva.
Le
piaceva
il suo fisico atletico ed asciutto, le piacevano i suoi modi di fare,
così
eleganti e cavallereschi nei suoi confronti, le piacevano la sua voce,
bassa e
suadente, i suoi occhi verdi…
‘Ahhh,
basta!’ pensò Val, scuotendo forte la testa e
arrossendo leggermente.
Trovato
un
punto che le piaceva particolarmente, si mise seduta
sull’erba.
Lanciò
uno
sguardo al lago di fronte a lei, soffermandosi su un’anatra
che, solitaria,
nuotava beata.
Sembrava
quasi che scivolasse sull’acqua, mentre sotto la superficie,
le sue piccole
zampe palmate si muovevano agitatamente.
Poco
dopo,
Valérie si lasciò cadere indietro, sdraiandosi
comoda sul mantello.
I
fili
d’erba le solleticavano parte delle gambe scoperte, mentre i
flebili raggi del
sole di metà Ottobre si posavano timidamente su di lei.
Erano
più o
meno le tre del pomeriggio ormai.
Si
girò su
un fianco, giocando con le dita con i petali di un piccolo fiorellino
bianco.
Lo
colse,
mettendosi nuovamente con la schiena poggiata a terra.
Era
lo
stesso fiore che il professor Hacker le aveva regalato quella mattina.
Presa
da un
attacco di infantilismo acuto iniziò a strapparne i petali
dicendo ‘Tom o
George, Tom o George…’
fino ad arrivare
all’ultimo che enunciava un deciso
‘George’.
Sospirando
sonoramente, Val tirò il piccolo gambo rimastole in mano
nell’acqua del lago.
Avrebbe
dovuto parlare con George, indipendentemente da tutto, il suo
atteggiamento era
stato davvero inammissibile. Avrebbe dovuto dirgli una qualsiasi cosa,
ma non
mollarlo li da solo.
Improvvisamente
i sensi di colpa le divorarono lo stomaco, facendole provare una
spiacevolissima sensazione di vuoto.
Si
girò
nuovamente di lato, rannicchiandosi su sé stessa.
Chiuse
gli
occhi, confortata dal lieve calore del sole di quel pomeriggio, per poi
piano
piano finire addormentata.
Quando
si
risvegliò, si erano fatte le cinque e mezza e un venticello
si era alzato a
muovere le foglie degli alberi.
Nel
muoversi, sentì qualcosa di morbido coprirle il corpo fino
alle spalle, un
mantello.
Se
lo rigirò
tra le mani, rivoltandolo da una parte all’altra.
Non
apparteneva a nessuna delle quattro case, in quanto non presentava i
consueti
colori.
Si
chiese di
chi potesse essere, ma proprio non lo sapeva.
Si
alzò dal
suo posto, aggiustando le pieghe della gonna e scrollandosi di dosso il
terriccio.
Preso
da
terra anche il suo mantello, fece per dirigersi verso
l’entrata del castello.
-Dumas…spero
tu non abbia preso freddo-
Valérie
non
poteva credere alle sue orecchie.
-Ti
ho vista
addormentata e non ho avuto il coraggio di svegliarti, ma visto che
iniziava ad
alzarsi un po’ di vento ho pensato che sarebbe stato meglio
coprirti-.
La
ragazza
si girò a guardare il suo professore di Difesa Contro le
Arti Oscure.
-Questo
deve
essere suo allora?- gli chiese riferendosi al mantello
-Eh
già-
sospirò lui, guardandola da capo a piedi.
Eccola
di
nuovo. La strana sensazione che sentiva ogni volta che lui la guardava
a quel
modo.
L’uomo
se ne
stava appoggiato ad un albero, passandosi un ramoscello di legno fra le
dita
della mano.
Val
abbassò
il viso, non riuscendo a sostenere il suo sguardo.
-Sei
imbarazzata per quello che ti ho detto sta mattina,
Valérie?- le chiese lui,
facendola rimanere del tutto spiazzata, non pensava avesse preso
l’argomento
-I…io…beh,
in realtà…io non so cosa
pensare…professore…io non riesco a capire-
riuscì a
dire
-Cosa
non
riesci a capire?- le chiese ancora Tom
-Cosa
cerca
da me…- si era fatta coraggio, e alla fine riuscì
a dirglielo.
Più
volte,
in quel pomeriggio si era chiesta cosa, effettivamente, cercasse
quell’uomo da
lei.
Lui
non
rispose, ma la guardò con più insistenza, quasi
volesse leggerle nella mente.
Le
aprì poi
uno dei suoi rassicuranti sorrisi.
-Vuoi
sapere
cosa cerco da te?- le chiese sorridendo e scoprendo i denti bianchi,
iniziando
ad avanzare verso di lei
Val
fece
cenno di si con la testa, continuando a fissarlo negli occhi, incapace
di
altro.
Arrivato
a
distanza zero, con la punta dell’indice seguì il
profilo della mascella della
ragazza, soffermandosi sul mento leggermente pronunciato.
Staccò
il
dito dalla sua pelle, per poi posare il pollice sulle sue labbra
sottili e
socchiuse, mentre le altre dita andavano ad adagiarsi sulla guancia.
Con
il viso
si era avvicinato al suo, solo pochissimi centimetri li dividevano, Val
sentiva
il suo respiro addosso, inebriante più che mai.
-Voglio
questo- le sussurrò.
Diede
un’ultima carezza alle sue labbra leggermente umide per poi
posarvi sopra le
proprie.
Delicato,
leggerlo, amaro.
Quel
bacio
era amaro.
Val
rimase
un secondo interdetta, ma quando sentì la lingua
dell’uomo muoversi audace, non
riuscì più a trattenersi.
Improvvisamente
il suo cervello aveva smesso di funzionare.
Si
ritrovò a
rispondere a quel bacio con intenso trasporto.
Tom
dal
canto suo la teneva stretta per la vita, mentre l’altra mano
intrecciava i suoi
capelli.
Si
staccarono per riprendere fiato.
Più
imbarazzata che mai, Val abbassò lo sguardo a guardarsi la
punta delle scarpe.
Hacker
rise
divertito da quella reazione.
-Non
c’è
nulla di cui vergognarsi- le disse, costringendola a posare la fronte
sul suo
petto.
-Non
so se
questa sia la cosa giusta- rispose lei, affondando il viso tra le mani
-Io
ne sono
convinto invece e convincerò anche te, vedrai-.
-Ma
dov’è
Val- chiedeva Hermione a Ginny, alquanto preoccupata.
Si
erano
fatte le sette e di lei neanche l’ombra. La riccia avrebbe
aspettato un’altra
mezz’ora, dopodiché sarebbe andata a cercarla.
Apprensiva,
lanciò un’occhiata verso George che cupo se ne
stava seduto sul divano con le
gambe divaricate, i gomiti appoggiati sulle ginocchia e la testa china
verso il
basso.
Si
alzò,
decisa a tirargli un po’ su il morale, quando il ritratto
della signora grassa
si aprì.
Una
Val, con
un sorriso a trentadue denti, entrò nella stanza. Sorriso
che però si spense
alla vista del ragazzo seduto sul divano.
-George
io…-
provò a dirgli, ma non appena aprì bocca, George
si alzò dal suo posto e,
scattando nervoso, salì le scale a chiocciola del suo
dormitorio, lasciando
come risposta il rumore secco della porta sbattuta con violenza.
Finito
anche
questo, yeeeee!
Brava
me,
brava me!
Ok
basta
ù.ù.
Volevo
ringraziare le mie fedeli compagne che commentano da sempre la mia
storia =)
Grassie ragassuole, vi adoro!
E
volevo
esortare le 15 persone che hanno messo la mia storia tra le seguite e
le altre
15 tra le preferite a dirmi cosa ne pensano se gli
va…d'altronde sono diciotto
capitoli che mi seguite, e sarei davvero curiosa di sapere qualcosa di
voi e di
quello che vi piace o no su questa storia!
Un
abbraccio
e un saluto a tutti,
-Valérie-
|
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Capitolo 19 *** Tristi scoperte ***
Nei
giorni a venire, George rimase sempre scostante
nei confronti di Valérie, la evitava il più che
poteva.
Anche
Fred, difficilmente, le rivolgeva la parola, non
perché fosse arrabbiato, ma per evitare di rimarcare la
ferita del gemello.
Avevano
parlato tanto fra di loro, la sera in cui
George era praticamente fuggito nel dormitorio.
-Pensaci,
George- gli aveva detto il gemello ad un
tratto
-A
cosa?- chiese lui in modo scocciato, intento a
guardare un punto particolarmente interessante del soffitto
-Al
fatto che secondo me, Val non ti piace sul serio.
A parer mio hai sviluppato nei suoi confronti una sorta
di…di istinto
protettivo, ecco. Quindi ora ti senti responsabile per lei, hai creato
questo
legame, se così vogliamo definirlo, che vi unisce, ma nulla
di più-
-Si?-
fece George, alzando un sopracciglio -Ed è per
questo che l’altra sera, quando l’ho portata in
camera, avevo una
maledettissima voglia di baciarle le labbra? Di stare steso su quel
letto a
sfiorarle la pelle per ore? Sentire il profumo dei suoi capelli? Farmi
carezzare il collo dal suo respiro e gettarmi da una delle finestre
più alte di
tutta Hogwarts?-
Fred
si scompigliò i capelli con una mano.
-Volevo
esserti d’aiuto, in qualche modo- disse poi
-Perdonami
Freddie…mi passerà, ne sono sicuro! Ho
vissuto diciassette anni senza di lei, continuerò a fare
quello che facevo
solitamente, prima di conoscerla-
-…e
concederai, finalmente, ad Angelina di uscire con
te?- chiese Fred, speranzoso
-Può
darsi, ma ad una sola condizione!- cercò di
patteggiare George –Tu dovrai uscire con Katie!-
-Si
può fare- accettò l’altro sorridendo.
-Val
puoi passarmi del latte per favore?- le chiese
Ginny, indicando la brocca vicino al suo bicchiere
La
ragazza annuì, passandole il latte, per poi tornare
a fissare il suo piatto vuoto.
-Non
pensarci- le disse Ron, seduto di fronte a lei
–Conosco George, non è capace di portare il muso a
qualcuno, tornerà quello di
un tempo in men che non si dica- la rassicurò
Val
sorrise appena, ostentandosi confortata.
-Ahahahahahah!-
le risate di un gruppo di ragazzi
attirarono l’attenzione di tutti i presenti nella Sala Grande
-Visto?
Che ti avevo detto?- fece nuovamente Ron,
accennando al folto numero di gente.
Val
si alzò, quel poco per riuscire a scorgere le
sagome al centro di quel cerchio di persone.
Fred
e George se la menavano dalle risate per aver
combinato chissà che cosa.
Fu
come se le avessero tolto un immenso macigno dallo
stomaco.
Sorrise
anche lei, in silenzio, sollevata dal fatto
che George sembrava aver superato la batosta di qualche tempo prima.
Alzò
lo sguardo e , ad incrociarlo, trovò quello di
Tom che la guardava interrogativo.
Scosse
la testa per rassicurarlo.
Lui
le sorrise e con le labbra le accennò un
silenzioso ‘ci vediamo a lezione’.
-La
cosa si fa seria?- le chiese Hermione, dandole una
leggera gomitata.
-Sto
cercando di andarci con i piedi di piombo- fu la
risposta di Val
Herm
le sorrise apprensiva per poi congedarsi e andare
a lezione.
Val
trangugiò l’ultimo sorso di latte e di corsa si
alzò per raggiungere l’aula di trasfigurazione.
Le
ora di lezione passarono in fretta, tra un fiore e
l’altro disegnati sulle pergamene dove, in teoria, andavano
presi gli appunti.
Chiuse
il libro di Storia della Magia con un sospiro,
salutò il professor Ruf e uscì
dall’aula.
‘Anche
oggi è fatta’ pensò, imboccando il
corridoio
del quarto piano.
Se
ne stava con la testa fra le nuvole quando qualcuno
la afferrò per la vita, trascinonadola in un’aula
vuota.
-Dove
pensi di scappare?- le chiese Tom, con il suo
solito sorriso
-Ma
sei matto?- fu la semplice reazione di Val –Se ci
vede qualcuno, siamo fritti!- lo ammonì
-Signorina
Dumas, le sembra questo il linguaggio da
usare con un insegnante?- scherzò lui
-Professor
Hacker, le sembra questo il modo di
importunare una studentessa?- fece di rimando lei.
-Hai
paura davvero?- le chiese Tom serio
-Beh…un
pochino. Sarebbero guai seri per te, se
qualcuno venisse a scoprire che hai…hai…- Val si
accorse improvvisamente che non
sapeva ben definire il loro rapporto
-…una
relazione con una studentessa?- concluse per
lei, l’uomo –Non mi preoccupo affatto
perché nessuno verrà mai a saperlo-
cercò
di rassicurarla, stringendola forte a sé.
La
sua presenza aveva il potere di essere così
rasserenante ultimamente.
-È
quasi ora di cena- disse lei d’un tratto,
divincolandosi dalla presa
-Ti
accompagno in Sala Comune- si offrì Tom
-No,
davvero non preoccuparti, so arrivarci da sola-
Val gli sorrise
-Come
vuoi…-
Aprirono
la porta e Val fece per uscire
-Aspetta
un attimo- la fermò il ragazzo –Non mi
saluti?- le chiese in un sussurro, sfiorandole le labbra con le proprie
Il
solito brivido la percorse da testa a piedi.
Schiuse
le labbra, in attesa di quel bacio che non
tardò ad arrivare.
Dapprima
leggero, poi sempre più intenso e profondo.
Le
mani del ragazzo si fecero d’un tratto più
intraprendenti, scivolando sotto il mantello nero, andandosi ad
adagiare sui
fianchi, lasciati leggermente scoperti dalla camicetta bianca.
-Ecco
come stanno davvero le cose- una voce li
raggiunse.
Si
staccarono, sorpresi a fare qualcosa che non
avrebbero dovuto.
-George…-
sussurrò Val, quando si accorse di chi li
aveva scoperti.
-Valérie.
Professor Hacker- li salutò, chinando
leggermente il capo
-La
McGranitt sarà felice di sapere che un professore
se la fa miseramente con una studentessa-
-Weasley
non oserai…- cercò di intimidirlo Tom
-Oh
George, ti prego ascoltami!- lo supplicò Val
–Finiremo
entrambi in guai seri-
-Che
ognuno si prenda le responsabilità di quello che
fa- fu la sola risposta –Adesso, se mi volete scusare, devo
andare a riferire
alla vicepreside alcune cose molto importanti-
George
era accecato dalla rabbia. La gelosia rincarava
la dose.
Si
girò e senza tanti preamboli si diresse verso
l’ufficio
della professoressa di Trasfigurazioni, lasciando i due in mezzo al
corridoio.
-Cavolo!-
fu l’unica cosa che riuscì a dire Val
-Stai
tranquilla Valérie, in qualche modo faremo- fece
Tom, stringendole la mano.
La
ragazza aveva gli angoli degli occhi che le
pungevano, le lacrime minacciavano di scendere in abbondanza.
Tirò
su la testa, intenzionata a non far scendere una
sola goccia dal suo viso.
Qualsiasi
cosa fosse successa, l’avrebbe affrontata a
testa alta.
Toc.
Toc.
-Avanti-
la voce della McGranitt giunse da dietro la
porta di legno.
George
entrò, aprendola piano.
-Buona
sera professoressa- la salutò il rosso
-Weasley,
a cosa devo la tua visita?- chiese
preoccupata la donna
-Ho
appena visto una cosa che forse lei non gradirà,
professoressa- esordì George, visibilmente nervoso
-Parla
Weasley!- lo esortò
-Le
interesserà sapere che il professor Thomas Hacker
intrattiene una relazione con una studentessa di Grifondoro-
Il
volto della McGranitt divenne di colpo pallido –Chi
è la ragazza, Weasley?- la voce si fece più dura
-Valérie
Dumas-.
Finito
anche questo! Che ne dite? Vi piace? Fatemi
sapere cosa ne pensate in tanti please! Non sapete quanto è
gratificante per
chi scrive ricevere recensioni =)
Un
ringraziamento speciale va a:
JaneA e Piccola Briciola che sono le mie
veterane e a Aricch e Adesunshine che invece hanno commentato per la
prima
volta la mia storia e mi hanno fatta felice come una Pasqua =)
L’ennesimo appello va a FrancyWeasley
che è
sparita nuovamente XD
Un bacio a tutti quelli che hanno letto!
Ciau!
-Val-
|
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Capitolo 20 *** La lettera ***
Tom
insistette per accompagnarla fino alla sala comune, ma Val decisa,
reclinò la proposta.
A ogni passo sentiva
chiaramente la pesantezza di quella situazione. Andava piano, piano
rendendosi conto in quale serio problema si erano cacciati.
Si era fatta
trasportare troppo dalle emozioni, lei che solitamente era
così riflessiva, negli ultimi tempi si era fatta sopraffare
dall’istinto.
Era talmente persa nei
suoi pensieri che non si accorse neanche di essere arrivata davanti al
ritratto della Signora Grassa, se non fosse stato per due figure che
sostavano lì davanti.
- Signorina Dumas mi
segua per favore –
A Val mancò
un colpo al cuore quando vide il volto livido della professoressa
McGranitt.
Vicino a lei, George
se ne stava con gli occhi puntati altrove.
Non poteva crederci,
lo aveva fatto sul serio.
La donna fece
nuovamente segno di seguirla e Val obbedì.
Camminava a passo
pesante, ben attenta a non rivolgere a George il minimo segno di
interessamento.
Non fece neanche caso
alle parole che la professoressa pronunciò arrivati innanzi
a una statua di pietra.
Salirono dei ripidi
scalini posti a chiocciola e si ritrovarono in un piccolo studio.
Val vagò un
poco con lo sguardo, fino ad incrociare due occhi azzurri dietro a due
occhiali a mezzaluna.
- Ecco la signorina
Dumas, professor Silente – esordì la McGranitt.
- Si, vedo Minerva,
vedo – rispose, - Si accomodi signorina Dumas –
disse poi rivolto a lei.
Tremando vistosamente,
Val si sedette sul bordo della sedia, posta davanti la scrivania.
Sentiva il cuore batterle forte, il respiro diventare corto e a provare
uno strano formicolio sulla punta delle dita delle mani.
Puntò lo
sguardo a terra e attese il terribile rimprovero. Sentì il
preside prendere fiato prima di parlare, intento che fu però
interrotto da un improvviso bussare alla porta.
- Avanti –
disse il professor Silente.
La porta si
aprì.
- Oh professor Hacker,
venga pure avanti – Val si voltò immediatamente a
guardarlo.
Lui fece lo stesso.
- Si accomodi
– lo invitò il vecchio preside.
- Se non le dispiace,
preferirei rimanere in piedi – disse gentilmente Tom.
Nessuna inclinazione
nella voce. Val lo guardò stupita, non riusciva a
capacitarsi di come riuscisse a mantenere la calma in quella
situazione. Insomma rischiava di perdere il posto da insegnante!
Silente
annuì col capo, concedendogli di rimanere in piedi.
Respirò
nuovamente a fondo e finalmente parlò.
- Vi spiego subito
perché vi ho mandato a chiamare. Il signor Weasley, qui
presente, questa sera è entrato nell’ufficio della
professoressa McGranitt esordendo col dire che lei, Professor Hacker,
intrattiene una relazione amorosa con la studentessa Valérie
Dumas. È vero? – chiese rivolto più a
lui che a lei.
Val chiuse gli occhi,
come se quello le impedisse di ascoltare. Aveva paura della risposta.
- Si, è
vero –
Val
strabuzzò gli occhi.
Ma era impazzito?
Avrebbe dovuto negare, anche di fronte all’evidenza!
Si portò le
mani tremanti alla bocca. Stava per scoppiare a piangere, se lo sentiva.
- Come lei ben sa,
professor Hacker, non è consentito agli insegnanti
intrattenere questo tipo di relazione con gli studenti, anche
perché sono minorenni, e in quanto tali è sotto
la mia tutela che i genitori li pongono, una volta entrati ad Hogwarts
–
- È stata
colpa mia! – sbottò Val. Di quel passo lo
avrebbero espulso dal corpo insegnanti.
- Solo colpa mia
– ripeté.
Presa una bella dose
di fiato e coraggio si immerse in una lunga spiegazione.
- Erano giorni che
tampinavo il professor Hacker. Lui mi ha sempre respinta, ma io non
accettavo questo comportamento da parte sua. Oggi, alla fine delle
lezioni l’ho incontrato per caso nel corridoio e
l’ho fermato, ho cercato di convincerlo per
l’ennesima volta a stare con me, ma lui non desisteva. Ad un
certo punto ho avuto un’idea. Avrei potuto baciarlo, lui non
se lo sarebbe mai aspettato. Non avrei di certo ottenuto il suo favore,
ma almeno gli avrei rubato quel prezioso e piccolo bacio.
Così quando meno se lo aspettava mi sono buttata fra le sue
braccia e l’ho baciato, è stato allora che George
ci ha visti –
A sentirla raccontare
non suonava per niente bene, Val ne era ben conscia, ma nessuno avrebbe
potuto testimoniare il contrario, a parte Tom.
L’uomo la
guardava senza però tradire neanche una parola di quello che
aveva detto.
- È andata
così? – gli chiese Silente.
Val chiuse nuovamente
gli occhi, sperando che lui capisse e non facesse di testa propria.
- Si – fu la
sola risposta.
Sospiro di sollievo.
George strinse i pugni
fino a far sbiancare le nocche della mano.
- Se le cose sono
andate effettivamente così, potete andare tutti, vorrei
parlare da solo con la signorina Dumas –
Dopo che furono
lasciati soli, Silente si portò le mani congiunte davanti al
volto perplesso.
- Dopo aver visionato
i fatti, sono costretto a punirla. Inizio con il togliere 100 punti
alla sua casa. Le comunicherò in seguito quale
sarà la sua punizione, la professoressa McGranitt
l’aggiornerà presto. Può andare
–
Val si alzò
dalla sedia e, accennando un saluto con il capo, si affrettò
a scendere giù per le scale.
Rimase stupita quando
vide che ad aspettarla c’era George.
- Cosa vuoi?
– gli chiese bruscamente, senza curarsi di guardarlo in volto.
- Scusarmi –
rispose.
- Troppo tardi,
Weasley. Che ognuno si prenda le responsabilità di quello
che fa! Così hai detto no? Beh vale anche per te –
gli disse scimmiottandolo e superandolo a grandi falcate.
George si
bloccò nel mezzo del corridoio. Guardò
Valérie allontanarsi in fretta, intenta a mettere quanta
più distanza possibile fra loro due.
Si era arrabbiato,
ingelosito all’inverosimile, era andato in escandescenza
quando li aveva visti baciarsi ma in quel momento un terribile freddo
lo avvolgeva.
Se n’era
andata. L’aveva probabilmente persa per sempre.
I giorni passarono e
Val non vide più Tom, se non a lezione.
Di rado lo guardava,
benché lui cercasse spesso il suo sguardo.
Era passata circa una
settimana quando ricevette un richiamo scritto da parte della McGranitt
in cui diceva che, oltre a non poter partecipare a nessuna gita ad
Hogsmeade, a ricevere compiti di punizione nella materia di
Trasfigurazione e a non poter più intrattenere nessun tipo
di discorso col professor Hacker, se non di tipo professionale, sarebbe
stata inviata una lettera di avviso anche a sua madre.
Sua madre! Val non
aveva pensato ad una simile eventualità!
I successivi tre
giorni Valérie li passò in infermeria. Soffriva
di attacchi di panico che , in situazioni di forte stress, potevano
essere davvero debilitanti: le palpitazioni si facevano strada, il
respiro diventata affannato e corto e la testa iniziava a girare.
Durante il quarto
giorno di stazionamento in infermeria, Hermione andò a
trovarla, portandole un fascio di fogli con sopra gli appunti che era
riuscita a racimolare dai compagni di corso di Val.
- Magari non resti
troppo indietro – le disse adagiando i fogli sul comodino.
- Grazie Herm, sei
davvero un’amica – fece triste.
- Ehm…senti
Val, è arrivata questa sta mattina – le disse poi
Hermione un po’ insicura, porgendole una lettera.
Sopra portava il nome
della madre di Val.
- Oh Dio, è
arrivata. Me l’aspettavo – fece rassegnata.
- Se vuoi me ne vado,
così la leggi da sola – disse premurosa la riccia,
ma Val la bloccò per un braccio.
- No, resta! Non mi va
di leggerla da sola.
Hermione
annuì, mettendosi a sedere accanto a lei.
Val aprì la
busta e iniziò a scorrere veloce la sottile scrittura che
ricamava il foglio.
Hermione la guardava
attenta.
- Val? – la
richiamò notando il cambiamento del colore del suo viso.
- Mia…mia
nonna – riuscì solo a dire, spostando gli occhi in
quelli di Hermione.
La riccia
poté scorgere un immenso dolore.
Val le porse la
lettera. La lesse.
Valérie,
non scrivo per
rimproverarti. Scrivo per dirti che tua nonna, Rose, se
n’è andata durante la notte.
Era un po’ di
tempo che la sua malattia, l’Halzeimer, peggiorava.
L’ha portata a non mangiare più e a non prendere
neanche le medicine per il cuore. Questo le ha causato un attacco
cardiaco.
Perdona le mie parole
crude, ma penso di farmi portavoce dell’idea di tua nonna,
quando ti dico che neanche lei sarebbe orgogliosa del comportamento che
stai adottando a scuola.
Non ti ho informato
prima, perché non volevo che la notizia del peggioramento
delle sue condizioni influenzasse il tuo andamento scolastico.
Ti chiedo di non
volermene per questo, anche se so che probabilmente mi odierai.
Volevo solo che non
soffrissi ulteriormente, non avresti potuto fare nulla per lei.
I funerali si terranno
fra due giorni nella parrocchia della nostra città, ho
già chiesto al preside Silente di lasciarti un permesso
speciale per venire qui.
Sta sera hai il treno
per tornare a Londra, lì ci saranno i signori Weasley ad
aspettarti.
Ci vediamo presto,
mamma.
Finito di leggere la
lettera, Hermione tornò a guardare Val.
Il suo viso era coperto di lacrime.
- Hai capito? Non mi ha detto niente? Se avessi saputo che era
peggiorata, sarei potuta tornare a casa in tempo per starle vicino
negli ultimi attimi della sua vita! Avrei potuto salutarla! –
prese ad urlare.
- Oh Val! – Hermione cercò di abbracciarla, ma lei
si divincolò.
- LA ODIO! – urlò più forte.
- Ma che succede? – Madama Chips uscì dal suo
ufficio, allarmata dalle urla della ragazza.
Con le lacrime agli occhi, Hermione cercò di spiegarle.
- Prendi questa, ti farà bene? –
l’infermiera tirò giù da una mensola
l’ampolla con una pozione.
- No! – urlò lei, scaraventando a terra
l’ampolla e facendola ridurre in tante piccole schegge.
La situazione andava peggiorando, Val si mise le mani nei capelli,
strattonandoli e strappandosi lunghe ciocche.
- Vado a cercare aiuto – disse Hermione, e sparì
dietro la porta dell’infermeria.
Corse più che poté, fino a raggiungere
l’aula di Difesa Contro le Arti Oscure.
Senza tanti preamboli spalancò la porta
dell’ufficio di Tom.
- Professor Hacker, Valérie sta male, è
necessario il suo aiuto –
Tom che stava leggendo un libro, seduto su una vecchia poltrona beige,
chiuse di scatto il grande tomo, lasciandolo cadere sul pavimento e
corse fuori dall’aula seguito dalla ragazza.
Arrivato davanti la porta dell’infermeria, poté
udire gli strilli provenire dall’interno.
Entrò.
Una madama Chips cercava di tenere ferma una Valérie
alquanto fuori di sé.
- Mio Dio, Val basta! – le disse circondandola con le proprie
braccia.
- No! Noo! – continuava a ripetere lei.
- Per l’amor del cielo, smettila – le
sussurrò piano.
Le urla si attenuarono, sfociando in un pianto sommesso e singhiozzato.
Tom la strinse ancor più a sé.
Alzò il viso per guardarla: aveva i segni delle unghie lungo
tutte le braccia.
Era arrivata a farsi del male.
Madama Chips gli allungò un bicchiere pieno di un infuso
tranquillante.
Tom lo prese e a piccoli sorsi riuscì a farglielo bere.
Dopo una decina di minuti si addormentò, senza allentare
però la stretta intorno le pieghe della camicia
dell’uomo che la teneva fra le braccia.
Ho finito! L’ho fatto più lungo sta volta il
capitolo! Spero di essermi fatta perdonare la lunga attesa
>.< Un bacio a tutti e spero commentiate davvero in tanti
questa volta!
Ho perso due recensori dall’ultima volta, Adethesunshine e
Francy Weasley Mi disppiace molto!
Spero di risentirvi con quest’altro capitolo!
Un bacio e abbraccio a tutti!
_Val_
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Capitolo 21 *** Partenze e chiarimenti ***
Partenze
e chiarimenti
Quando
si riprese, Val venne accompagnata da
Hermione in Sala Comune.
Entrando
si imbatterono in Fred e George.
I
ragazzi la guardarono preoccupati, mente
Hermione gli lanciava occhiate eloquenti, accennando
all’uscita con il capo.
Val
aveva lo sguardo puntato a terra e le mani
strette in pugni sbiancati.
-
Val…io… - Geroge cercò qualcosa da
dire.
Valérie
fece uno scatto in avanti, mente
George si coprì il volto con il braccio, pronto a difendersi
dall’imminente
schiaffo che però non arrivò.
Riaprì
gli occhi sentendosi strattonato per la
camicia.
Val,
invece che picchiarlo, si era lanciata
addosso a lui, abbracciandolo.
-
Non…non fa niente…George – gli disse
tra i
singhiozzi – Non…fa…niente –
ripeté.
Era
il suo modo per dirgli che non ce l’aveva
con lui, ma stava soffrendo moltissimo.
A
George si inumidirono gli occhi.
-
Se vuoi, verrò con te sta sera – le disse
abbracciandola.
Dapprima
non rispose, poi assentì con un
silenzioso cenno del capo.
George
scambiò un’occhiata a Fred che colse al
volo la silenziosa richiesta.
-
Vado a mandare la lettere a mamma e papà –
spiegò ad Hermione passando il buco del ritratto.
-
Vengo con te – rispose lei seguendolo.
-
Mi dispiace – sussurrò George
all’orecchio
di Val.
Lei
si strinse ancor di più a lui.
-
Devo preparare le valigie – disse poi,
staccandosi leggermente per guardarlo in viso.
George
si guardò intorno e incrociati gli
occhi di Ginny le fece cenno di accompagnarla in dormitorio.
-
Ti accompagno – le disse Ginny
avvicinandosi.
-
Grazie – rispose lei.
Salirono
le scale, Val dovette reggersi bene
alla ringhiera per evitare di cadere.
Entrate
nella stanza, Ginny la aiutò a
preparare un borsone con giusto l’indispensabile per un paio i giorni.
Contava
di tornare ad Hogwarts subito dopo il
funerale.
-
Ecco fatto – esordì la piccola Weasley
chiudendo la zip della borsa.
-
Grazie Gin, sei un tesoro – le disse
sorridendo malinconica.
La
rossa ricambiò il sorriso e le pose un
bacio sulla guancia.
-
Ti voglio bene – le sussurrò abbracciandola.
-
Vado a vedere se mamma e papà hanno risposto
alla lettera di George – le disse poi.
Val
annuì con la testa e la lasciò uscire.
Quando
la porta si chiuse, la ragazza si
lasciò cadere all’indietro sul letto.
Era
sollevata al pensiero che George sarebbe
andato con lei a casa. Non avrebbe retto un confronto con sua madre,
non aveva
nessuna intenzione di parlare con lei.
Toc.
Toc.
Qualcuno
bussava alla porta.
-
Avanti – disse alzando leggermente il capo.
-
Possiamo? – le altre ragazze del dormitorio
si avvicinarono al suo letto.
-
Prego – disse lei mettendosi a sedere.
-
Noi…abbiamo saputo. Ci dispiace Val,
condoglianze – le dissero un po’ imbarazzate.
-
Grazie ragazze – rispose lei alzandosi e
baciandole.
-
Di qualunque cosa tu abbia bisogno, noi
siamo qui – fece una di loro.
-
Ok, grazie ancora – le ringraziò ancora lei.
Le
sorrisero gentili e, dopo averla salutata,
ritornarono in Sala Comune.
Dopo
alcuni minuti, Ginny fu di ritorno.
-
Val, è arrivata la lettera – le disse,
rimanendo sull’uscio della porta.
Valérie
si alzò e, insieme, raggiunsero gli
altri di sotto.
-
Che dice? – Chiese a George indicando la
lettera.
George
non rispose subito.
-
Dice che non posso accompagnarti… -
Fu
come una doccia fredda. Non voleva davvero
tornare a casa da sola.
-
Non torno a casa – fu la decisione
repentina.
-
Val, ti prego, pensaci bene – le disse lui,
invitandola a ragionare.
Lei
scosse forte la testa, guardando un punto
fisso sul pavimento.
-
Non torno a casa – ripeté ancora.
Il
rosso la prese per le spalle e la scosse,
costringendola a guardarlo negli occhi.
-
Tua nonna vorrebbe che tu la andassi a
salutare, per l’ultima volta –
Val
aveva gli occhi sgranati e lo fissava.
Leggermente
riprese a scuotere la testa senza
smettere di guardarlo.
-
Non voglio andarci da sola. IO NON VOGLIO
ANDARCI DA SOLA! – urlò.
Aveva
sempre ostentato determinazione,
coraggio e sicurezza, ma in quel momento, la paura di affrontare quel
lutto,
quell’addio, le impediva di prendere una qualsiasi
decisione in maniera lucida.
George
la strinse a sé di nuovo.
-
Non sarai sola. Mamma e papà mi hanno
scritto che verrà Lupin a prenderti alla stazione. Loro,
purtroppo, hanno avuto
un problema e non possono più venire –
Harry,
Ron ed Hermione le avevano parlato di
Remus Lupin, tuttavia avrebbe preferito che lui fosse andato con lei.
-
Tornerai presto, fra due giorni sarai
nuovamente qui. Io ti aspetterò e se vuoi ti
scriverò –
Alla
fine riuscì a convincerla e, arrivata
sera, la accompagnò alla stazione insieme ad Hagrid.
-
Ci vediamo fra due giorni – le ripeté,
mentre le passava il bagaglio.
Lei
annuì poco convinta.
Si
abbracciarono forte.
-
Andrà tutto bene – le disse
-
Si – fece lei sorridendo leggermente.
Il
fischio del treno preannunciò l’imminente
partenza.
-
Ah, Val, questa è per te – le disse Hagrid
porgendole una lettera dal finestrino.
-
Grazie, Hagrid! – urlò lei, cercando di
sovrastare il rumore del treno.
Luì
le fece un cenno con la grande mano in
risposta.
Piano
il treno iniziò a muoversi e, sempre
piano, vide i suoi amici allontanarsi sempre più.
Rassegnata
si mise seduta sul sedile, quando i
suoi occhi caddero sulla lettera che Hagrid le aveva appena consegnato.
Non
portava nessun nome.
La
aprii.
Perdonami per non essere venuto
a salutarti,
ma sapevo che George ti avrebbe accompagnato.
Immagino che abbiate fatto pace.
Sono contento
per te.
Sappi che ti sono vicino e che,
qualsiasi
problema ci sia, basta spedirmi una lettera e, in men che non si dica,
darò li
da te.
Ti adoro piccola.
Un grande bacio e un forte
abbraccio.
Tom.
P.s. Sappi che sono geloso del
giovane
Weasley.
Quelle
ultime parole le strapparono il primo
sorriso sincero, dopo diversi giorni.
Per
giorni non si erano parlati e di rado
anche guardati, eppure lui non aveva esitato a correre in suo aiuto in
infermeria.
Poteva
sentire ancora il profumo della sua
pelle e la stretta decisa delle sua braccia, i sussurri della sua voce
nelle
orecchie.
Si
morse un labbro.
Aveva
la vaga impressione di essersi davvero
innamorata.
Tom
se ne stava affacciato alla finestra del
suo ufficio, mentre vide il treno scarlatto di Hogwarts sbuffare e
allontanarsi
sempre più.
La
visuale venne però occultata dall’arrivo di un
grosso sparviero che planò
proprio sul davanzale della sua finestra.
Portava
un messaggio legato alla zampa.
Con
scatti nervosi, Tom srotolò il piccolo
pezzo di carta.
Gli
occhi si fecero più scuri nel leggere
quelle poche parole che vi erano scritte sopra.
Chiuse
la mano destra in un serrato pungo,
stropicciando il foglio e gettandolo nel fuoco ardente del camino.
Affondò
le unghie nella carne. Aveva i muscoli
del corpo tesi ed il respiro affannato.
-
AHHH! – urlò sbattendo un pugno sulla
scrivania e accasciandosi a terra.
SORPESA!
Avendo trascurato per un bel
po’ di tempo questa
storia, ho deciso di farmi perdonare postando presto il nuovo capitolo!
Spero di essere riuscita
nell’intento!
Grazie come sempre a Piccola briciola,
JaneA e Aricch
per aver commentato =) VI ADORO, e grazie a tutti quelli che continuano
a
seguire e leggere la mia storia.
Lasciate anche voi un commentino,
please! >.<
Un bacione a tutti!!
_Val_
|
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Capitolo 22 *** Bagno, Lupo, Casa. ***
Bagno, Lupo, Casa
- Valérie?
– le chiese un uomo fuori dalla stazione.
Aveva il volto pallido
e gli occhi cerchiati dalla pelle bluastra.
Val accennò
un muto sì con il capo.
- Piacere di
conoscerti, Valérie, io sono Remus –
l’uomo le tese la mano aprendole un dolcissimo sorriso.
Val la strinse
debolmente, sentendo improvvisamente le proprie gambe molli.
- Dammi il borsone, lo
porto io – le disse poi, prendendole la cinta della borsa
dalla mano.
Lo
ringraziò in un sussurro ammutolendo di nuovo.
Sempre in un tombale
silenzio lo seguì poco lontano, fino a raggiungere una
familiare automobile dal colore acquamarina.
- Il signor Weasley ci
ha gentilmente prestato la sua macchina per raggiungere
l’aeroporto, arrivati lì troveremo una passaporta
–
Val annuì
nuovamente senza emettere alcun suono.
Saliti a bordo
partirono alla volta dell’aeroporto. Arrivati, lasciarono la
macchina nel parcheggio.
- Lasceremo qui la
macchina? – Val parlò per la prima volta.
- Tranquilla, la
macchina sa come trovare la strada di casa – le rispose
strizzando l’occhio.
Sorrise
impercettibilmente a quella frase, tornando con la mente al racconto di
Harry e Ron che li vedeva protagonisti di un ritorno trionfale ad
Hogwarts proprio a bordo della macchina stregata.
- Ehi,
cos’era quello? – le chiese, indicando le sue
labbra..
Val portò
immediatamente le mani alla bocca, preoccupata.
- Non, non spaventarti
– le sorrise nuovamente – Mi sembrava solo di aver
intravisto uno spicchio di sorriso sul tuo viso – le
spiegò.
- Ah, mi sono
spaventata – sorrise di rimando, contagiata dalle fossette
sulle guance dell’uomo che aveva di fronte.
- Oh, eccolo di nuovo!
Direi che così sei decisamente più bella!
– esclamò dandogli un leggero pizzicotto sulla
guancia.
Ripresi i bagagli,
s’incamminarono di nuovo, fermandosi di fronte la porta del
bagno degli uomini.
-
Ehm…dovremmo entrare – le disse Remus, passandosi
una mano dietro la nuca.
- Qui? – le
chiese Val incredula.
- Già,
abbiamo un’unica passaporta – spiegò.
Avrebbe dovuto essere
scandalizzata, invece le veniva da ridere: quella situazione era
davvero assurda, la gente avrebbe pensato chissà cosa
vedendoli entrare assieme in un bagno.
- Andiamo allora
– fece spavalda ed entrando per prima.
- Aspettami, Val!
– le disse seguendola dentro.
Per loro immensa
fortuna, il bagno risultò essere vuoto, tranne per un uomo
chiuso nel primo cubicolo e che non poteva vederli.
Silenziosamente, Remus
condusse Val nel terz’ultimo cubicolo.
Una volta dentro si
stava un po’ stretti.
Lupin le fece cenno di
mettersi con i piedi sul Water per non far intravedere i suoi piedi, e
lui fece lo stesso.
Val si
guardò un po’ intorno e finalmente la vide: la
stessa papera gialla che l’aveva portata a casa Weasley
giusto qualche mese prima.
Remus
richiamò la sua attenzione, schioccandole le dita vicino
l’orecchio.
- Al mio tre
– pronunciò con il labiale.
Uno: alzò
il Pollice.
Due: alzò
l’Indice.
Tre: alzò
il Medio.
La strana sensazione
di essere tirata per l’ombelico l’assalì
di nuovo, il vuoto le vorticava nella testa e alla fine si
ritrovò a mezz’aria sorretta dalle sottili braccia
di Lupin che, come suo solito, le sorrideva dolcemente.
Era arrivata a casa.
Non era affatto pronta
ad affrontare sua madre né tanto meno a presentarsi al
funerale della sua amata nonna.
Remus la mise
giù e stringendole una spalla con la mano cercò
di incoraggiarla.
Era strano, avevano
parlato pochissimo, praticamente per niente, ma sentiva chiaramente che
quell’uomo le stava porgendo il suo aiuto.
Era strano
perché era un adulto e perché era uno sconosciuto
e forse anche perché sapeva che era un Lupo Mannaro e di
Mannaro aveva assai poco.
Presi i bagagli
avanzarono verso il cancello di casa di Val.
Titubante
suonò il campanello.
Il cancello
scattò, ma nessuna voce gracchiò da citofono.
Tremante, Val
aprì il cancello e a piccoli passi arrivò alla
porta, seguita da Remus.
Spinse lievemente la
maniglia e non si stupì di trovarla già aperta.
Posizionarono le borse
nel corridoio di ingresso.
- Torno subito
– disse poi lei a Lupin.
Oltrepassò
la cucina e il salotto, fermandosi davanti ad una porta chiusa.
Bussò
lievemente.
Nessuno rispose.
Bussò
ancora, quella volta più forte.
Niente.
- Non ti
risponderà, Val – la voce di sua madre la
raggiunse da dietro.
Incurante delle sue
parole, bussò di nuovo.
- Val... –
continuò la donna.
Delle lacrime
iniziarono a scivolarle sulle guance.
- Nonna? –
chiamò la ragazza, bussando ancora più forte.
A mano aperta
iniziò a sbattere sul legno liscio della porta.
- Nonna? Nonna mi
rispondi? –
Margareth rivolse a
Remus un implorante sguardo d’aiuto.
- Val, vieni qui
– le disse, raggiungendola a grandi falcate e posandole le
mani sulle spalle.
- No! Nonna? Nonna?
NONNA? – cercò di divincolarsi dalla stretta
dell’uomo. Voleva aprire quella porta. Lei sperava che una
volta aperta, avrebbe trovato il dolce viso della nonna ad accoglierla,
si aspettava di vederla seduta sulla sua sedia di vimini intenta a
lavorare a mano la sua nuova sciarpa invernale.
Con uno
scattò riuscì a liberarsi dalle mani di Remus e
impetuosamente spalancò la porta.
La stanza era vuota.
Remus rimase
sull’uscio immobile, mentre lei muoveva freneticamente lo
sguardo dalla vecchia sedia vuota al letto spoglio delle lenzuola.
Ecco
il nuovo capitolo!! Spero piaccia a tutti voi. Ho messo un
po’ di me in questi ultimi due capitoli, mia nonna era
davvero importante per me, anche lei si ammalò di Halzeimer.
Insomma questi ultimi spezzoni li dedico a lei…le voglio
bene!
Grazie
a tutti voi che avete commentato! Un bacio a tutti!
_Val_
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Capitolo 23 *** Funzione e ritorno ad Hogwarts ***
Funzione e
ritorno ad Hogwarts
Dopo
essere entrata nella stanza della nonna, Val cacciò tutti in
malo modo.
Voleva starsene da
sola, soffrire in solitudine.
Nonostante la sua
ferrea decisione, Remus si presentò a bussare dopo neanche
dieci minuti.
- Posso? –
chiese con la sua consueta gentilezza nella voce.
Val non rispose,
rannicchiata sul letto, con lo sguardo rivolto al muro.
- Chi tace, acconsente
–
Chiuse piano la porta
alle sua spalle, dirigendosi verso il capo libero del letto.
Si sedette dandole le
spalle.
Val sentì
il materasso abbassarsi sotto il peso dell’uomo. Si
voltò appena a guardarlo.
Quando lo vide darle
le spalle, sentì le sue aspettative venir tradite, convinta
che stesse quasi vegliando su di lei.
Fu allora che si rese
conto di aver bisogno delle sue attenzioni.
Si girò
dalla sua parte, rannicchiandosi in modo tale da far arrivare la sua
testa a contatto con la sua schiena e ad incrociare la sua mano con la
propria.
Infilò le
sottili dita tra il palmo della mano di Remus e il materasso.
Stettero un
po’ così, con le dita tese, pelle contro pelle.
Un immenso senso di
vuoto avvolse Val, quando sentì la pressione della mano
dell’uomo diminuire sulla sua e alzarsi dal suo posto.
Non volle aprire gli
occhi, sicura di evitare ad altre lacrime di scendere.
Rimase in ascolto,
pronta ad avvertire il leggero cigolio della porta che però
non arrivò.
Quello che
sentì fu solamente il rumore di passi alla base del letto.
Uno, due, tre.
Silenzio.
Quattro, cinque, sei,
sette.
Di nuovo silenzio.
Otto, nove, dieci.
Il materasso si
deformò di nuovo sotto il peso del corpo
dell’uomo, solo dalla parte opposta.
Delle esili braccia
arrivarono a cingerle le spalle e un fragile petto ad offrirle sostegno.
- Sono qui –
due labbra le sussurrarono all’orecchio.
A quel punto resistere
alle lacrime divenne inutile e, rigirandosi in
quell’abbraccio, Val si svuotò di tutto il dolore
di cui fu capace.
I giorni che la
separarono dal funerale passarono in fretta.
Mangiò e
dormì poco e scarsamente rivolse parola a sua madre.
Quella mattina si
vestì con un paio di jeans scuri e una maglia nera.
Raggiunse la chiesa
assieme a sua madre e Remus, le panche erano occupate da poche persone,
per lo più parenti.
Qualcuno la
salutò con un semplice gesto della mano, qualcun altro, a
sua detta più invadente, la strinse forte in segno di
conforto.
L’unica cosa
che le fece davvero piacere fu rivedere i suoi vecchi amici.
Corse loro incontro e
li baciò uno ad uno.
Si mise seduta tra di
loro e Remus poco lontano, mentre Margaret sedette in prima fila.
Val fu stretta in un
abbraccio tutto il tempo, i suoi amici le tenevano le mani e le
stringevano le spalle senza dire una parola e di questo gliene era
davvero grata.
La lunga bara scura
era stata ricoperta di fiori e poggiava su di un alto carrello.
La funzione
durò circa un’ora.
Usciti anche dal
cimitero, i ragazzi seguirono Val a casa e stettero con lei
l’intera giornata, fino a che, la sera non dovette riprendere
i bagagli e partire nuovamente alla volta di Hogwarts.
- Fatti sentire
più spesso - fu l’unica cosa che
ribadirono, prima di lasciarla salire in macchina con Remus e Margaret.
Lei sorrise
malinconica da dietro il vetro della macchina mentre li vedeva
allontanarsi sempre più.
Arrivati
all’aeroporto, Val prese il suo bagaglio e, senza dire una
sola parola, scese dalla macchina.
- Val –
Remus la fermò per un braccio, - Tua madre vuole parlarti
–
- E io non ne ho
intenzione, invece – fu la brusca risposta.
Un sonoro ceffone le
arrivò dritto sulla guancia destra.
- Ricordati che era
sua madre, non solo tua nonna – la rimproverò lui,
allontanandosi.
Val si
portò una mano sulla guancia arrossata e alzando gli occhi
su sua madre.
Margaret si
avvicinò piano, porgendole un pacchetto.
- Questo era di tuo
padre – le spiegò.
In quel momento si
sentì così misera: era stata così
impegnata ad odiarla che non aveva pensato a quanto, anche lei, stesse
soffrendo per la perdita di sua nonna.
La
abbracciò di getto, stringendola forte a sé.
- Perdonami, mamma
– singhiozzò.
- No, no amore mio,
sei tu che devi perdonare me – le disse carezzandole la testa.
Si salutarono,
decisamente più serene di quanto si erano ritrovate due
giorni prima.
Val raggiunse Remus
correndo e quasi non cadde a terra, inciampando nei lacci della scarpe.
Il licantropo la prese
per un braccio, evitandole una bella botta.
- Ah ma
allora il tuo è un vizio, quello di scivolare e cadere!
– le disse sorridendo.
In risposta
arrivò una pernacchia.
- Questa volta
eviteremo spiacevoli inconvenienti e situazione imbarazzanti
– le disse tirando fuori dalla tasca della giacca due
biglietti aerei.
- Uh, peccato, a me
è piaciuto – gli disse strizzando
l’occhio e avviandosi verso il varco.
Remus rimase un
secondo interdetto, guardando inebetito un punto fisso di fronte a se.
- Reemuuuss, stavo
scherzando! – urlò poi Val da lontano, notando la
sua espressione incredula.
Dopo un volo di circo
un’ora, e un viaggio in macchina di una trentina di minuti, i
nostri ‘eroi’ arrivarono alla stazione di
King’s Cross.
- Vieni con me
– Val supplicò Remus.
- Non posso
–
- Allora a scuola non
ci torno – disse mettendo il broncio.
- Oh, Val, ti prego
non fare la bambina – disse lui, spingendola verso la porta
del treno.
- Noo! –
esclamò, dimenando le gambe.
Remus presentava,
almeno all’apparenza, un corpo
esile…all’apparenza.
Senza il minimo
sforzo, caricò Val sul treno.
- E va
bene… - si arrese, - Posso almeno darti un bacio?
– gli chiese.
Lupin
annuì, alzando gli occhi al cielo e sporgendosi leggermente.
Val fece lo
stesso…inciampando!
Caso? Destino?
Fatto sta che le sue
labbra sbagliarono destinazione e si andarono ad imprimere
prepotentemente sull’angolo sinistro della bocca di Remus.
Durò un
solo piccolo attimo, prima che Val si ricompose e Lupin girò
lo sguardo imbarazzato, passandosi una mano dietro la nuca.
Il fischio del treno
interruppe il momento imbarazzante che tanto il licantropo avrebbe
voluto evitare.
- Vai, che
è meglio – disse Remus, evitando accuratamente di
guardarla negli occhi.
- S…si, ci
sentiamo, ti scrivo, ok? – farfugliò lei.
Si salutarono con un
cenno della mano, dopodiché le porte del treno si
chiusero e, piano, iniziò a mettersi in cammino.
Entrò in
uno dei tanti scompartimenti vuoti che dava sulla parte della stazione.
Cercò di
nuovo Remus con lo sguardo.
Lui la vide, prese la
bacchetta dai pantaloni e a mezz’aria scrisse qualcosa:
Siamo due stupidi. Ti
voglio bene.
Un largo sorriso le si
disegnò sul volto.
Intanto il treno
continuò a prendere velocità, rendendo Remus un
piccolo punto lontano.
Val si
abbandonò sul sedile, emettendo un sommesso sospiro.
Si voltò
verso il sedile accanto a sé, su cui aveva lasciato il
borsone: il piccolo pacchetto che le aveva dato sua madre se ne stava
per terra, le era caduto, probabilmente, quando aveva
poggiato di corsa tutta la sua roba.
Lo raccolse e lo
portò all’orecchio muovendolo, cercando di capire
cosa potesse contenere, poi, senza tanti preamboli, decise di aprirlo.
Al suo interno, un
vecchio sacchetto impolverato di velluto blu.
Lo aprì,
allentando le cordicelle laterali. Lo capovolse e fece uscire quello
che custodiva.
Un piccolo medaglione
d’oro ciondolava alla fine di una lunga catenella dello
stesso materiale.
NdA:
Allooora, mi sento in dovere di spendere due parole per questo nuovo
capitolo.
L’argomento
riguarda Val e Remus.
Val si sente molto
legata a Remus in questo momento, perché è lui
che se ne sta prendendo cura, un po’ come un padre.
Non vuole contare su
sua madre, dato il comportamento adottato durante gli ultimi giorni di
vita della nonna, quindi gli rimane soltanto lui.
Può
succedere, però, che lei confonda questo senso di
gratitudine, di affetto per qualcosa di più.
Partite dal
presupposto che io AMO Remus!
Ma so che non a tutti
può piacere un cambiamento del genere.
Quindi sono
più dell’idea che manterrò le cose come
stanno.
In caso fatemi sapere!
Un bacio a tutti
quelli che hanno letto e che hanno commentato!
Aricch dove sei??
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Capitolo 24 *** Babbo Natale esiste ***
Babbo Natale esiste
Mancava una settimana alle vacanze di Natale, nell’aria si respirava la febbricitante eccitazione degli studenti, le ragazze si consultavano allegre sui regali fatti e quelli ancora da comprare, altre parlavano sognanti dei viaggi che le attendevano da li a pochi giorni.
-Tu cosa farai?- Chiese Ginny a Val, intenta a giocare una partita di scacchi con la rossa.
-Rimarrò qui, non ho voglia di tornare a casa, ho già scritto a mia madre, ha detto che per lei va bene, e comunque passerà le feste in compagnia dei tuoi- le rispose l’altra.
-Tu invece?-
-Anche io rimarrò ad Hogwarts, con Ron, Fred, George e…-
Il viso lentigginoso della piccola Weasley prese fuoco.
-E Harry?- concluse Val per lei.
Era più che evidente che Ginny impazzisse per Harry, Ron ed Hermione le avevano raccontato i precedenti episodi che li riguardavano e, mentre lei inviava chiari segnali, il ragazzo rimaneva sempre a debita distanza.
La discussione finì così come era nata, con sommo sollievo di Ginny, interrotta dall’entrata di un folto e rumoroso gruppo di persone nella sala comune giallo-oro.
-Oh!Oh!oh!-
Una voce grave giunse alle loro orecchie, una voce che Val credeva di poter risentire solamente nei suoi ricordi di bambina, come di quando sedeva fremente innanzi all’albero di Natale, in impaziente attesa di quel buffo signore dai capelli bianchi e dagli insoliti vestiti rossi.
-Non posso crederci- esclamò Ginny guardando oltre la spalla dell’amica che aveva di fronte.
Val si girò istintivamente.
Un evidente improvvisato Babbo Natale portava un enorme sacco sulle spalle ed era circondato da numerosi ragazzi.
Al suo fianco, un Fred assai divertito era vestito da folletto, con lunghe orecchie a punta e un vestito verde smeraldo.
Val sorrise di cuore nel vedere i gemelli conciati a quel modo, erano l’essenza pura dell’allegria, ed era emozionante come si prodigassero per far sorridere la gente .
Nel trambusto generale, Babbo-George, si mise a distribuire sacchetti colmi di dolciumi.
-Varresti un sacchetto pieno di dolci, bella bambina?-
Chiese, quando arrivò il turno di Valérie.
La ragazza annuì con fare infantile, assecondando l’amico.
-Te ne darò uno, ad un piccolo prezzo-
Disse ancora, muovendo le labbra a fatica, attento a non mangiare i peli sintetici della barba.
-Quale?- Chiese ingenuamente la ragazza.
-Un bacio!-
Ci fu una risata generale.
Era un gioco, d'altronde, così Val affondò un delicato bacio nella folta barba bianca, fino a raggiungere la guancia calda del ragazzo.
Come da promessa, ottenne il famigerato sacchetto, mentre Babbo-George continuò le sue consegne.
Si sentiva serena mentre saliva le scale per arrivare al dormitorio, le cose con il suo più caro amico si erano sistemate del tutto, anche se a causa sua non avrebbe più potuto fare gite ad Hogsmead fino a nuovo ordine e non poteva più avvicinare Tom.
Tom…
Era più di un mese e mezzo che non si parlavano. L’unico contatto tra loro era rappresentato da occhiate lanciate alla velocità della luce.
Come le mancava.
Dal giorno in cui era stata richiamata dal preside, Val non aveva più voluto parlargli, aveva seriamente paura di metterlo nei guai e di fargli perdere la cattedra di insegnante.
Entrò nella stanza e si andò a posare sul letto a baldacchino, tirando un profondo sospiro.
Un sonoro gorgoglio salì dal suo stomaco in segno di lamento.
Aveva una fame terribile, ma mancava più di un’ora al banchetto della cena.
Guardò con nuovo interesse il sacchetto pieno di dolci che teneva ancora stretto tra le mani.
Lo aprì velocemente.
Un mucchio di cioccolatini fecero capolino dal foro del sacchetto ce n’erano dei gusti più disparati.
Val tuffò la mano in quel mare di zucchero, concentrandosi mentalmente, sperando di trovare u cioccolatino ripieno di caramello
Gira e rigira, urtò il dito con quello che doveva essere un pezzodi carta.
Lo tirò fuori. Un minuscolo foglio era stato ripiegato più volte su se stesso.
Lo aprì, incuriosita.
Nell’angolo alto,a destra, era cerchiato un ‘1’, seguito da una sottile scrittura elegante che riconobbe subito.
Riportava scritto:
Disturbato solo dagli uccelli in Primavera, sulla riva del lago me ne sto, rinfrescando i miei piè.
Il primo bacio ho spiato e dall’alto rimiro i miei folti capelli nello specchio che ho dinanzi.
E quello cos’era?
Val rigirò il foglietto tra le dita, guardandone il retro, ma non vi trovò scritto altro che lo stesso numero, un ‘1’ cerchiato…
Allora Val dedusse che quello era solo il primo di una serie di indizi, che però non sapeva dove l’avrebbero portata, come una sorta di caccia al tesoro.
Con ancora il biglietto in mano, corse giù per le scale.
Scorse George in messo ad un altro gruppo di ragazzini del primo anno, gli si avvicinò abbastanza da fargli notare la sua espressione interrogativa.
Il ragazzo alzò lo sguardo su di lei, accogliendo immediatamente, come se se lo aspettasse, la sua tacita domanda.
-Babbo Natale non fa i regali, si limita a recapitarli per conto di altre persone- Le disse semplicemente, ammiccando un sorriso, per poi tornare a dare attenzione ai marmocchi che attendevano ansiosamente i loro dolci.
Ok, non vi arrabbiate, riconosco la voragine temporale che intercorre tra questo capitolo e l’ultimo che ho postato, ma eccomi qui!No?
Vi prego, non odiatemi per questo! Spero vi abbia fatto comunque una bella sorpresa postando questo nuovo capitolo, immaginando anche che qualcuno aveva perso le speranze per un ipotetico avanzare della storia.
Vi adoro! Spero leggiate in molti!
Baci!
-Valérie- |
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Capitolo 25 *** Scacco...? ***
'Babbo Natale non fa regali, si limita a recapitarli per conto di qualcun'altro'
Quelle parole aleggiarono confuse nella nebbia dei suoi pensieri per tutto il tempo della cena.
Assorta, Val rigirava il cucchiaio nel piatto colmo di brodo di fronte a lei. Quella situazione le sembrava cosi assurda...
Che George si fosse messo d'accordo con Tom per farle una sorta di sorpresa? Il rosso le voleva bene, ma non credeva fino a quel punto.
-La zuppa si e' freddata- Le suggerì Hermione accanto a lei.
Val si destò dai pensieri che le ronzavano in mente, volgendosi verso l'amica.
Rimase a guardarla imbambolata per alcuni secondi, poi un lampo andò a illuminare quell'angolo oscuro e confuso dove i pensieri imbrogliati tra loro giacevano accantonati in attesa di essere risolti.
-Ma certo! La riva del lago, la folta chioma, il primo bacio! Ho capito...io ho capito!- esclamò lasciando cadere il cucchiaio nel piatto e, incurante delle gocce di brodo finite rovinosamente sulla sua divisa, si alzò di scatto dalla sedia che occupava, stampò un bacio sulla guancia di Hermione e corse fuori dalla sala grande.
La sua intenzione era quella di uscire nel parco della scuola ma, sfortunatamente, proprio davanti al portone, intravide la figura del signor Gazza che faceva la guardia, speranzoso di cogliere sul fatto qualche studente voglioso di un po' d'aria fresca nel momento sbagliato.
Decisa a sgattaiolare fuori dal castello, Val si nascose dietro una delle colonne dell'ingresso.
Era impossibile uscire senza essere vista.
Sospirando, la ragazza si appoggiò alla colonna, escogitare piani di fuga non era di certo il suo forte.
-Signor Gazza!- una voce familiare richiamò l'attenzione del guardiano, facendo voltare dallo stupore anche Val.
-Mi dica professor Hacker- rispose biascicando Argus Gazza.
-Qualcuno ha visto bene di allagare il bagno delle ragazze al secondo piano e di popolarlo di allegre ranocchie saltellanti-
Il volto del povero vecchio divenne livido di rabbia, mentre le labbra sottili si aprivano a parole poco cordiali.
L'uomo si allontanò con passo pesante seguito, poco dopo, dal professore di Difesa contro le Arti Oscure.
'Strana coincidenza' pensò Val sorridendo e seguendo il ragazzo con lo sguardo.
Non si stupì poi molto quando, prima di salire le scale, Thomas si voltò verso di lei facendole l'occhiolino.
Eccola di nuovo.
Tutte le volte la stessa sensazione.
Un calore forte le saliva dallo stomaco al cervello, tanto intenso da farle chiudere gli occhi, come per riuscire a contenerlo.
Non appena si riprese, e dopo aver lasciato passare due ragazze di Serpeverde dirette ai sotteranei, Val sgattaiolò fuori dal castello.
Il contrasto tra la sensazione provata poco prima e il freddo che ghiacciava l’aria circostante, le causò dei violenti brividi.
Il cielo scuro era coperto per la maggior parte da nuvoloni che minacciavano di mandare giù tanta neve.
Valérie si strinse nel maglione che indossava sopra la camicetta bianca: nell’euforia aveva dimenticato il mantello in dormitorio.
Fortunatamente, non un filo di vento soffiava quella sera, tutto era immobile, calmo.
La ragazza avanzò decisa verso verso la meta…l’albero sotto cui lei e Thomas si erano dati il primo bacio.
Una tenerezza infinita le strinse il cuore al ricordo di quel momento, dell’incredulità e dell’imbarazzo provati in rapida successione.
Arrivò sotto i rami ormai spogli dell’albero.
Si guardò intorno incuriosita: la neve giaceva soffice ai piedi del tronco scuro e in parte sui rami secchi.
Val girò intorno all’albero un paio di volte, guardò attentamente tra i rami, minuziosamente smosse la neve posata al suolo con le mani… ma del secondo biglietto non v’era traccia.
Pensierosa si avvicinò alla riva del lago.
Fu allora che qualcosa di ‘magico’ avvenne.
Qualcosa dal fondo dell’acqua si mosse e piano raggiunse la superficie.
Una bolla uscì dall’acqua e prese a volare mezz’aria.
Una bolla che racchiudeva un piccolo biglietto al suo interno.
La ragazza fece istintivamente un passo avanti, finendo nell’acqua.
Totalmente noncurante del freddo che si impossessava gradualmente delle sue gambe, Val protese la sua mano destra verso la bolla, andandola a sfiorare leggermente con l’indice.
Il semplice tocco bastò a far scoppiare il sottile film che circondava il piccolo biglietto.
Prontamente Val lo raccolse, per evitare che cadesse in acqua, lo spiegò e lo lesse:
L’enigma hai risolto, complimenti mi inginocchio, vediamo se sei ancor più brava: tra le mie spire spesso stai, cadi addormentata e non lo sai.
-Tra le mie spire spesso stai, cadi addormentata e non lo sai…- ripeté fra sé Val.
Iniziò a chiedersi tra le spire di cosa si trovasse spesso, in cui cadeva addormentata tra l’altro!
-Ma certo!- esclamò d’un tratto – Questa era facile però mio caro!- continuò correndo verso l’ingresso.
Nell’uscire aveva lasciato il portone leggermente aperto, così da non fare troppo rumore nel rientrare.
Raggiunto l’uscio sbirciò dentro, assicurandosi di non fare incontri spiacevoli.
Appurata la riuscita del piano sgattaiolò nel grande atrio della scuola.
Un gran vociare raggiunse le sue orecchie e poco dopo le porte della Sala Grande si spalancarono, facendo uscire i ragazzi che avevano terminato la cena.
Val si sbrigò allora a raggiungere le scale, aveva capito che il terzo biglietto si trovava nel suo dormitorio, tra le lenzuola del suo letto, ma non voleva dare nell’occhio, aveva paura di insospettire le sue compagne di stanza con atteggiamenti poco controllati, come occhi a cuoricino o sommessi e frequenti sospiri.
Quando vide la Signora Grassa da lontano, Val quasi le urlò la parola d’ordine.
Questa, che stava sonnecchiando un po’, balzò in piedi intimorita e, impulsivamente, lasciò libero il passaggio.
La ragazza corse su, saltando i gradini due per volta, chiedendosi come avesse fatto a portare il biglietto fino a lì… la risposta poteva essere solo una: George!
Poggiò la mano sulla maniglia della porta, fece per abbassarla, quando sentì delle voci provenire dalla stanza.
-Calmati Isa-
Riconobbe la voce di Cloe, una sua compagna di stanza che parlava con un’altra ragazza, sempre del primo anno.
-No, Cloe, non ce la faccio più!- rispose la seconda tra i singhiozzi.
Val fu presa da una grande preoccupazione. Non passava molto tempo con le compagne di stanza, ma si era comunque affezionata a loro, in particolar modo dopo la morte della nonna, quando le se erano strette attorno con dolcezza per tirarla un po’ su.
Erano quattro ragazze in tutto a condividere il dormitorio: Val, Cloe, Isa e Leah.
Cloe era una ragazza pacata, dai gesti armoniosi e dalla voce dolce e cristallina, bionda di un fittissimo riccio e con bellissimi occhi color nocciola, posti all’ombra di folte ciglia.
A Val piaceva molto, le dava l’impressione di essere appena uscita da una favola. L’aveva vista qualche volta in giardino, soffermarsi a guardare estasiata dei fiori o sdraiata sull’erba, durante una bella giornata di sole, intenta a fissare il cielo con un’espressione super concentrata.
Isa, invece, aveva dei lunghi capelli lisci, di un color mogano, con dei bei riflessi rossi.
Gli occhi neri, quasi sempre incorniciati da un filo di matita marrone e da ciglia infoltite da un velo di mascara, creavano un bel contrasto con la pelle chiara del suo viso, su cui era stata data una leggera spruzzata di lentiggini per impreziosire il tutto.
Isa aveva un carattere deciso, prorompente, a volte anche impulsivo e Val non si stupiva che si trovasse molto bene con Cloe, ‘Gli opposti si attraggono, d'altronde’ aveva pensato all’inizio dell’anno scolastico, osservandole meglio.
La terza compagna era Leah, una ragazzina dal corpo esile, un po’ cagionevole di salute, spesso so ritrovava in infermeria con brutti mal di gola e raffreddori destabilizzanti, costretta a passare i pomeriggi invernali nella Sala Comune davanti al fuoco.
Di rimando era una grande studiosa, eccelleva in tutte le materie, tranne che in Volo.
Riflettendo bene, da questo punto di vista, Val aveva trovato molti punti in comune con Hermione, ricordando anche quello che Ron e Harry le avevano raccontato del suo primo anno a Hogwarts.
La corporatura minuta, la pelle rosata, i grandi occhi verdi e i capelli neri, sempre legati in una coda, la facevano apparire ancora più piccola di quanto non lo fosse.
-Cosa intendi fare, scusa?- chiese allora Cloe.
-Dirgli tutto! Dirgli che mi piace, che mi sono innamorata di lui!- fu la risposta concitata di Isa.
Val trasse un sospiro di sollievo.
‘Problemi di cuore’, pensò ‘Nulla di terribilmente irrimediabile’.
Sollevò la mano dalla maniglia, non le sembrava carino origliare oltre, avrebbe cercato il biglietto più tardi, quando tutte le ragazze si sarebbero addormentate.
Fece per girarsi e scendere le scale, quando sentì per caso un’altra frase di Cloe:
-Non so se sia la cosa giusta confessare a George i tuoi sentimenti, dopotutto lui è innamorato di Valérie, lo sanno tutti, e poi è più grande di te di sei anni! Non fare stupidaggini, Isa!-
Val rimase con un piede a mezz’aria, nell’intento di scendere il primo gradino.
Qualcosa non andava, il suo corpo stava avendo una reazione che lei non riusciva a controllare: occhi sbarrati, completamente incuranti dei continui stimoli del cervello per il battito delle ciglia, bocca asciutta e gola riarsa, vittime dell’improvvisa mancanza di salivazione, respiro sospeso e battito del cuore ridotto ai minimi termini dopo una forte pulsazione.
Il suo cervello iniziò a elaborare le informazioni che aveva appena recepito e le schematizzò quasi fossero un diagramma di flusso:
Isa-->George-->Valérie-->Tom
Piano riprese a battere le palpebre, a respirare e a cercare di regolarizzare le pulsazioni cardiache.
Rise.
Si mise a ridere da sola, sule scale, con ancora il piede sospeso sul secondo gradino.
Scese in sala comune, si guardò intorno, trovò una poltrona vuota accanto al camino e vi sprofondò dentro.
La serata era ancora nel vivo, i ragazzi e le ragazze stavano rientrando dalla cena e un vivace chiacchiericcio riempiva allegramente tutta la stanza.
Era l’ultimo giorno di lezioni della settimana, quindi tutti si sentivano autorizzati a rimanere alzati fino a tardi.
Val rimase seduta a guardare le fiamme guizzare nel camino.
Si era tranquillizzata e aveva riso ancora della sua reazione, assolutamente sciocca e immotivata.
Non trovava assurdo che una ragazzina di undici anni si fosse invaghita del simpatico ed attraente battitore di Grifondoro. Era il classico caso in cui ci si innamora dell’icona.
Si ricordava bene il suo primo anno di liceo: lei, novellina, si era innamorata del ragazzo più carismatico della scuola, Patrick Falant, il bello e impossibile rappresentate d’istituto.
Da li a poco le sarebbe passata, nell’arco di un paio di mesi Isa avrebbe dimenticato George e avrebbe incentrato i suoi pensieri su qualcun altro.
Non che la cosa la interessasse, George poteva fare ciò che voleva, ma sapeva bene che era un ragazzo abbastanza giudizioso da non cadere in un cliché del genere.
Delle ragazze la distrassero dai suoi pensieri, chiedendole se desiderava una tazza di tè caldo con dei biscotti.
Accettò volentieri, il suo stomaco gioì solo al pensiero dato che, a parte un cioccolatino, era rimasto praticamente vuoto.
Mentre sorseggiava un po’ di tè vide, con la coda dell’occhio, scendere dalle scale del dormitorio Cloe e Isa.
Neanche a farlo a posta, proprio in quel momento, George, Fred e Lee Jordan entrarono nella sla comune.
Val vide chiaramente Isa arrestarsi sull’ultimo gradino e Cloe finirle addosso, causando una rovinosa caduta per entrambe.
L’intero dormitorio si girò a guardarle e poi scoppiò a ridere.
Si voltò anche George e, con un grande sorriso, tese la mano prima a Isa e poi a Cloe.
-Fate attenzione, è pericoloso cadere in questo modo, ne va della vostra reputazione!- disse loro Fred continuando a ridere.
-Vi siete fatte male?- chiese poi George
-No, non preocc…- stava rispondendo Cloe, quando Isa la interruppe –Ehm, ecco… mi fa leggermente male la caviglia- si lamentò la ragazza, appoggiandosi alla ringhiera delle scale.
-Quale?- le chiese allora il gemello chinandosi.
-La sinistra- rispose lei.
George andò a toccare il punto indicato.
-Ahi!- fu il gemito di risposta.
‘Non posso crederci’ pensò Val guardando quella misera messa in scena.
-Forse è una semplice slogatura- sentenziò il ragazzo alzandosi in piedi -Niente che Madama Chips non possa curare. Vieni, ti accompagno in infermeria- disse poi offrendole il braccio.
Uscirono così dal ritratto, disturbando di nuovo la Signora Grassa, che si era appena appisolata nuovamente.
Dopo quel teatrino, Val salì in dormitorio, scuotendo veementemente la testa.
Un velo di indignazione le aveva fatto accapponare la pelle.
Si buttò sul letto, si volto su un lato e infilò una mano sotto il cuscino, pensierosa.
Urtò qualcosa con le dita.
Con espressione interrogativa tirò fuori l’oggetto in questione: un altro biglietto.
‘La caccia al tesoro!’, rammentò improvvisamente.
Tutto quel trambusto l’aveva distratta.
Aprì il biglietto.
Se la mia voce vorrai ascoltare, allora mi dovrai bruciare
Alzò gli occhi dal foglio e si guardò intorno.
-Mi serve un camino- sussurrò riducendo gli occhi a due fessure.
Aprì leggermente la porta che dava sulla sala Comune.
C’era ancora troppa gente, era impossibile non dare nell’occhio. Avrebbe aspettato che tutti si ritirassero nelle proprie stanze e poi sarebbe scesa per risolvere quell’indovinello.
Vero l’una, la Sala Comune di Grifondoro era completamente deserta.
Val scese le scale di soppiatto, cercando di non fare il minimo rumore.
Arrivata al camino diede una ravvivata alle braci, ma il fuoco non si riprese, essendo il legno parecchio consumato.
Tirò fuori la bacchetta e, con un colpo secco nell’aria, riaccese una piccola fiammella.
Fece un gran respiro e gettò il biglietto nel fuoco.
Finito!!
Non ho davvero scuse per l’infinita assenza e per la promessa non mantenuta, di postare presto il nuovo capitolo.
Tra lavoro e seri problemi personali ho trovato la fantasia di scrivere solo in quest’ultimo mese.
Spero che sia almeno valsa la pena aspettare così a lungo per la lettura di questo capitolo!
Un bacio e un ringraziamento specialissimo a tutti quelli che nonostante tutto continuano a seguire questa storia!
Vi adoro dal più profondo del mio cuore!
Un benvenuto, invece, a chi si avventura ora a seguire le vicende della nostra Val =)
Spero vi piaccia la sua storia!
Un saluto a tutti!
_Val_
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Capitolo 26 *** Fuoco fatuo ***
Vide i bordi del foglio consumarsi poco a poco e d’improvviso si sentì chiamare.
Istintivamente si girò, spaventata dal fatto che qualcuno l’avesse scoperta, ma non c’era nessuno.
-Mi manchi tanto- la voce continuò.
‘Tom!’ riconobbe allora la sua voce, tornando a guardare il fuoco.
-Questo era il mio unico modo per augurarti buon Natale. Non posso parlarti, non posso toccarti, non posso baciarti. È dura vederti seduta lì, tutti i giorni e fingermi indifferente.
Ogni volta che passo vicino al tuo banco l’odore dei tuoi capelli mi investe e mi fa impazzire.
Sei quanto di più dolce la vita potesse regalarmi. Mi dispiace solamente di non poterti dare la gioia e la leggerezza di un amore spensierato, come meriteresti di vivere alla tua età-
Piccole lacrime avevano iniziato a scenderle dagli occhi.
Scuoteva la testa in senso di diniego, non le importava della spensieratezza, della leggerezza, voleva solo averlo vicino …
Si era innamorata.
Poteva dirlo?
Sì, non le importava di niente e di nessuno.
-Voglio incontrarti- continuò la voce –Anche solo per un momento. La notte di Natale, sarebbe il momento perfetto, tutti si troverebbero a festeggiare. Ti aspetto sotto il nostro albero, a mezzanotte… ti amo…-
Ti amo.
Aveva il cuore pieno, pronto a scoppiarle in petto da un momento all’altro.
Le fiamme si spensero con il consumarsi del bigliettino, mentre lei si asciugava le lacrime con la manica del maglione.
Si tirò su dal tappeto su cui si era seduta e cercò di dare una sistemata ai pantaloni un poco sgualciti.
D’improvviso delle voci si avvicinarono al ritratto della Signora Grassa.
Colta alla sprovvista, istintivamente Val si portò dietro una pesante tenda appesa alla finestra della Sala Comune.
-Allora buonanotte, Isa- riconobbe la voce acuta di George.
-Buonanotte, George, e ancora grazie di tutto- rispose mellifluamente la ragazzina.
Incuriosita Valérie, si affacciò quanto bastava per curiosare.
Non riuscì a credere ai propri occhi quando, facendo capolino, vide Isa alzarsi sulla punta dei piedi, stampare un bacio sulle labbra di George e scappare via subito dopo
Su per le scale del Dormitorio.
Un altro po’ la mascella non le cadde a terra tanto aveva la bocca spalancata dallo stupore.
Il rosso era rimasto imbambolato con gli occhi fissi nel vuoto senza riuscire a fare nulla!
Val avrebbe voluto urlargli ‘Ma sei cretino?!’ dal nervoso!
Come poteva essere rimasto passivo durante una cosa del genere?
L’aveva colto di sorpresa, è vero, ma nel momento in cui si era reso conto di quello che stava accadendo avrebbe dovuto scansarla, dirle qualcosa, una qualsiasi cosa!
Non rimanere come uno stoccafisso, però!
Era incredula!
Sarebbe uscita da dietro la tenda e gli avrebbe dato una bella strigliata d’orecchie, se non avesse dovuto spiegare il perché se ne stava nascosta li dietro come un ladro.
Aspettò qualche minuto, con la speranza che George se ne andasse a dormire ma, con suo sommo dispiacere, il gemello andò a sedersi su una poltrona davanti al camino ormai spento.
Poteva vederne il profilo.
Lo sentì sospirare sommessamente e osservarlo portarsi una mano alla fronte e passarla tra i capelli rossicci.
Lo scrutò profondamente, cercando di immaginare cosa potesse pensare in quel momento.
-Ma si…- disse d’un tratto il ragazzo tra sé.
-Posso fare ciò che voglio. Da oggi George Weasley potrà essere chi vuole, quando vuole…-
-Con o senza Valérie…?-
Sia Val che George si girarono verso la persona che aveva parlato.
Isa, che probabilmente era rimasta ad osservare e origliare il ragazzo da uno spiraglio dietro la porta del dormitorio, stava in quel momento scendendo le scale.
Il ragazzo la guardò serio, con uno sguardo profondo e penetrante, che non annunciava nulla di buono.
Lui si alzò dalla poltrona e con pochi e lenti passi la raggiunse.
La superava di molto in altezza, tanto che lei doveva piegare quasi completamente il collo per guardarlo negli occhi.
Ma da dove le veniva tutta quella intraprendenza e quella sicurezza? Non aveva neanche dodici anni per la miseria!
-Con o senza Valérie - fu la bassa risposta di George che poco dopo passò una mano dietro la nuca di Isa, avvicinandole il viso.
Un bacio.
Intenso, struggente, passionale.
Val ci lesse un estremo sfogo.
Vide Isa arrossire vistosamente, quando George, prendendola in braccio, la stese sul divano.
‘È impazzito’ sentenziò il suo cervello ‘Devo fare qualcosa’.
Provò ad uscire dal suo nascondiglio, ma le gambe non si mossero di un millimetro.
Intanto il rosso si era fatto più intraprendente.
La consapevolezza e la conseguente disperazione per aver perso Valérie per sempre, di averla dovuta cedere ad un altro uomo, gli doveva aver fatto perdere totalmente la ragione, lo aveva spinto a sfogare la sua frustrazione su una ragazzina.
Una ragazzina tenace e incosciente, ma pur sempre una ragazzina.
Lo vide baciare il collo chiaro di Isa, che con gli occhi chiusi teneva le labbra serrate, combattuta tra l’imbarazzo e la curiosità di vivere tutto quello.
Quando lui fece per infilarle le mani sotto il maglione, Val non si riuscì più a trattenere.
-George!- sbottò uscendo da dietro la tenda.
I due ragazzi stesi sul divano sussultarono per lo spavento.
Il rosso si alzò immediatamente, mentre Isa si mise a sedere tutta rossa per la vergogna.
-Val…io- cercò di giustificarsi lui.
-Tu? Ti dico io cosa sei tu…uno schifo…- fece Valérie a denti stretti, cercando di tenere il respiro regolare.
-E tu…- continuò rivolta a Isa –…non sei altro che una ragazzina incosciente!- alzò il tono della voce e senza attendere risposta uscì di corsa dalla Sala Comune, troppo sconvolta per curarsi delle regole che stava infrangendo.
Chiedo perdono se questo capitolo risulta un po’ breve, ma ho deciso, o meglio mi sono riproposta di postare un po’ più spesso a discapito della lunghezza di ogni chap.
Spero non sia un problema!
Un bacio speciale a JaneA che ha commentato…l’unica superstite…e un abbraccio forte a tutti quelli che, pur non avendo commentato, hanno comunque letto!
Un saluto a tutti!
_Val_ |
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Capitolo 27 *** Come un angelo all'inferno ***
Da quella sera, Val diventò come un fantasma.
Percorreva freddamente il dormitorio e la sala comune, evitava in tutti i modi sia George che Isa.
Con la seconda era un po' più problematica la questione, dormendo nel letto accanto al suo, anche se la ragazzina couadiuvava il suo intento, non guardandola mai in viso.
Tom aveva notato il suo nervosismo, ma non le era possibile avvicinarla per poterle parlare. Solo durante una lezione colse l'occasione di farle un cenno, alzando il sopracciglio in modo interrogativo.
La sua unica risposta fu una scrollata di spalle.
-Non riesco a capire-
Le disse una volta Hermione mentre studiavano insieme in biblioteca, e la questione doveva incuriosirla molto per arrivare a staccare gli occhi dal libro di Trasfigurazione.
-Cosa?-
Fece Val esasperata, consapevole che l'amica avrebbe ripreso l'argomento Isa/George, cosa di cui lei, invece, non avrebbe proprio voluto parlare.
-Non riesco a capire perché te la sei presa così tanto!-
Bum!
Uno schiaffo in pieno viso.
-Io non me la sono presa affatto!- reclamò la ragazza veementemente.
-Ah no? Allora perché continui ad essere arrabbiata con quei due?-
-Herm, per la miseria, ma ti rendi conto di quello che stavano facendo?!-
Hermione roteò gli occhi e chiuse il libro che aveva davanti con un sonoro tonfo.
-Me ne rendo conto benissimo. Capisco che George avrebbe fatto una stupidaggine grandissima di cui si sarebbe presto pentito e che Isa si stava cacciando in una situazione più grande di lei, ma una volta fattoglielo notare, perchè portargli così tanto rancore?-
Già, perchè?
Val non sapeva rispondere, si trovò del tutto impreparata a quella domanda.
Pensò all'orgoglio, ma si è orgogliosi quando si subisce qualcosa in prima persona.
-Val, non è che sei un po' gelosa...?- azzardò la riccia.
Val spalancò gli occhi.
-Io? gelosa? Ma scherzi? Solo che non sopporto certi comportamenti, e poi sono loro a essere in imbarazzo con me, di certo io non mi giro dall'altra parte se loro mi rivolgono la parola...-
Hermione prese a guardarla con l'espressione propria di chi la sa lunga.
-Herm per favore! A proposito, domani parti, non è vero?- le chiese per cambiare, evidentemente, discorso.
-Si, e qualcosa mi dice che sei anche sollevata per questo!- Rispose la ragazza facendole l'occhiolino.
Hermione aveva proprio visto giusto, Val si sentì leggermente sollevata per la partenza dell'amica il giorno dopo.
La cosa che più le dava fastidio era non riuscire a darsi una spiegazione.
Cercò di non farci caso, concentrandosi sull'idea che di li a poco sarebbe arrivato il tanto atteso Natale.
Quell'anno aveva un doppio regalo da scartare: il primo lo avrebbe trovato sotto il consueto albero di pino, il secondo... Beh il secondo, invece, sarebbe stato un regalo alternativo, non da scartare almeno. L'unica nota tradizionale, però, è che lo avrebbe trovato sotto ad un albero.
Dopo aver salutato gli amici che partivano, Val tornò in camera a mettere a posto il mantello.
Il suo dormitorio era vuoto, le ragazze, o meglio ragazzine, come le apostrofava ultimamente, erano tornate a casa per le vacanze.
Non le dispiaceva affatto, almeno non avrebbe dovuto dormire con le tende del baldacchino tirate giù per qualche tempo , la cosa le dava un certo senso di claustrofobia.
19.50
L'orologio appeso alla parete segnava meno quattro ore e dieci minuti alla mezzanotte del 24 Dicembre e Valérie Dumas si sentiva emozionata come una bambina. Si era accuratamente vestita per la cena di Natale, indossava un vestito color smeraldo, duocromato, con sottotono nero, di raso che le arrivava fino alle caviglie, ma le lasciava scoperte le spalle e il decolleté, fatta eccezione per le piccole bretelle ricamate che reggevano il vestito.
I capelli erano raccolti, acconciati in un simil-chignon, decorati da perline sparse quà e là, solo due ciocche se ne stavano sciolte ad incorniciarle il viso.
Ai piedi portava un paio di scarpe rosse, molto scure, anche queste con sottotono nero, con il tacco non molto alto, ma comunque non comodissime per lei.
Ad arricchire il tutto, al collo aveva messo un medaglione, quel medaglione, l'ultimo regalo di suo padre.
Stette un po' a fissarlo, riflesso nello specchio.
Chissà come sarebbe stato avere un papà, se sarebbe stato orgoglioso di lei, se l'avrebbe mai sgridata, punita per un brutto voto preso o per averla vista baciarsi di nascosto con qualche ragazzo...
Cosa avrebbe pensato della sua storia con Tom?
Scacciò via quel pensiero con un gesto della mano, quasi fosse una mosca.
Si sistemò i capelli, spiegò il vestito con le dita, controllò il trucco un'ultima volta e uscì dal dormitorio.
Scese le scale con un po' di difficoltà, anche se i tacchi delle scarpe non erano eccessivamente alti.
Al piano di sotto trovò George, seduto sul bordo di una poltrona, proteso in avanti, con i gomiti appoggiati sulle ginocchia e il viso affondato nelle mani.
Quando sentì un inconsueto rumore di passi per le scale, il ragazzo alzò lo sguardo.
Valérie era bellissima, quel vestito fasciato in vita le valorizzava i fianchi, la scollatura le spalle e il decolleté, le ciocche di capelli il viso.
Era una meraviglia ai suoi occhi.
Stette qualche secondo a guardarla imbambolato, senza sapere bene cosa dire. Si alzò di scatto quando si rese conto che la ragazza si era bloccata sulle scale, come in attesa di qualcosa.
-Cciao...- gli uscì con un filo di voce.
-Ciao...- rispose lei, riprendendo a scendere i gradini, cercando di apparire il più normale possibile.
-Ci vediamo in Sala Grande per la cena?- chiese lei, notando che aveva ancora indosso la divisa scolastica, e guardandolo con aria di stizza.
-Per vederti andare via a mezzanotte come Cenerentola?- fece lui di rimando sostenendo serio il suo sguardo.
Qualcosa si sciolse in lei.
L'orgoglio, la stizza, la rabbia...
-Tu...sai?- gli chiese Val, a mezza voce.
-Non molto. Solo che lui ti avrebbe preparato una sorpresa-
Valérie si rese conto solo allora, solamente i quell'istante, di quanto George stesse soffrendo e di quanto, nonostante tutto, fosse più interessato alla sua felicità che non alla propria.
-So bene che a Natale si è tutti più buoni, ma...- continuò il rosso -...ma non chiedermi di venire a cena questa sera, per poi vederti andare via con un altro. Ho messo da parte tutto quello che sento per te, anche sbagliando, ne sono consapevole, ma questo non riesco a farlo-
Concluse la frase puntando gli occhi verso il pavimento e infilando le mani nelle tasche dei pantaloni.
Fece per girarsi.
-Non avevi detto che saresti stato bene anche senza di me, la sera che Isa ti ha baciato?- gli chiese Val d'improvviso -Che George Weasley avrebbe potuto fare tutto quello che voleva, con o senza Valérie Dumas?-
'Val, non è che sei un po' gelosa...?'
-Ho chiesto scusa a Isa- disse il ragazzo, guardando nel vuoto.
-Questo non risponde alla mia domanda- una punta d'ira comparse nella voce di Val.
Il rosso si girò a guardarla di nuovo, l'espressione assente sul suo viso si era trasformata in una più perplessa e incredula.
Senza sfilare le mani dalle tasche le si avvicinò di qualche passo.
Istintivamente la ragazza prese ad indietreggiare.
-Cosa te ne importa?- le chiese scrutandola a fondo -Cosa ti importa di quello che faccio? Con chi lo faccio e perché lo faccio?- continuò, portadosi vicinissimo a lei.
-Per l'amore del cielo, George, voglio solo che tu non faccia stupidaggini- rispose, guardandosi nervosamente intorno, come a voler cercare una via di fuga.
Il ragazzo non smetteva di fissarla.
L'aria intorno si era fatta molto tesa ed elettrizzata, le mani di Valérie avevano preso stranamente a sudare e a formicolare.
-Perchè sei nervosa?- le chiese il gemello, dando vita ad un veloce scambio di battute.
-Non sono nervosa-
-Bugiarda-
-Ti sto dicendo la verità-
-No, non lo è-
-Lasciami andare, per favore!-
-Nessuno ti obbliga a stare qui, Val. Ma se ancora non te ne sei andata, è perché forse vuoi restare-
Perchè forse vuoi restare.
Qualcosa in lei non andava, avrebbe voluto buttarsi a terra e iniziare a piangere disperata.
Un fuoco aveva preso ad invaderle lo stomaco contratto. Le mancava il respiro.
-Sai, Val, se tu non mi avessi fermato, quella sera sarei andato a letto con Isa-
Sciaff.
Tutto il nervosismo accumlato si andò a concentraro in quello schiaffo, sbattuto veementemente sulla guancia del ragazzo.
Silenzio.
Gelosia.
Silenzio.
Rimasero così, lei con la mano ancora a mezz'aria e lui con il volto girato, per via della percossa appena subita.
Un ghigno.
Valérie si maledisse mentalmente vedendo il ragazzo sorridere, con ancora il segno dello schiaffo sulla guancia.
Era caduta vittima di una banalissima provocazione.
Si portò la mano alla bocca. Era stato come confessare.
George rimase fermo nella sua posizione, senza muovere neanche un muscolo. Cancellando quel ghigno sornione dal suo viso si fece di nuovo serio e senza guardarla le disse
-Non andare-
Dove?
Val aveva momentaneamente rimosso dalla testa il ricordo di Tom.
Dalla testa o dal cuore?
-Ti prego...- una supplica.
Il ragazzo prese a fissarla di nuovo, le mani ancora in tasca, la guancia arrossata e gli occhi, questa volta, lucidi.
L'adrenalina ancora le scorreva prepotente nelle vene, il formicolio si era esteso a tutti gli arti, il fuoco divampato in ogni angolo libero del suo corpo, e le labbra schiuse per un respiro affannato.
-Lasciami andare...- ripetè lei, esasperata, facendo cadere il braccio ancora alzato lungo il fianco.
-Non te ne vuoi andare-
-Lasciami andare...- lacrime iniziavano a cadere sulle guance.
-Sei tu che devi scegliere di andare via-
-Lasciami andare. Lasciami andare! LASCIAMI ANDARE!- Valérie prese ad urlare, buttandosi contro il petto del ragazzo.
Gli stava chiedendo di mentirle, di dirle che di lei non gli importava nulla. Sarebbe stato molto più semplice nascondere, evitare di guardarsi dentro, di raccontarsi la verità.
George la strinse a sè, timoroso.
Lui l'aveva messa di fronte ad un'evidente realtà da cui voleva a tutti i costi fuggire.
In fondo al proprio cuore, Val aveva sviluppato la consapevolezza che nel rapporto con Tom c'era qualcosa di malato. Quel rapporto era nato più che altro dalle mancanze che lei aveva nella propria vita.
Un padre.
A Valérie mancava un padre, e quel ragazzo più grande di lei, così premuroso, affettuoso, sicuro di sé, la faceva sentire protetta e custodita, forse come un papà avrebbe fatto sentire la propria figlia.
Da lì era nata una pericolosa dipendenza affettiva. Val non poteva farne a meno, era stata così tanto tempo senza un uomo che si prendesse cura di lei. Non che se ne rendesse pienamente conto nel vivere la sua storia con Tom, ma un campanello di allarme si era acceso dalla sera in cui aveva visto George e Isa baciarsi sul divano della Sala Comune, un grande senso di inquietudine aveva iniziato a tormentarla e ad influenzare costantemente il suo stato d'animo.
Cosa fare allora?
Sentiva quell'abbraccio caldo avvolgerla, quel calore scontrarsi con quello del suo corpo. Non voleva più staccarsi. Si sentiva completa, sensazione che la mandava su di giri.
George la prese teneramente per le spalle, allontanadola da sè.
Non aveva più dubbi, sapeva che Val provava qualcosa per lui, e quello schiaffo ne era stata la prova, ma voleva guardla negli occhi per cercare l'ultima conferma, quella decisiva.
La ragazza aveva gli occhi rossi dal pianto, le spalle basse e le braccia abbandonate lungo i fianchi erano segni palesi della sua resa.
Gli venne istintivo protrarsi verso di lei, avvicinarsi di molto al suo viso, asciugarle una lacrima con un dito per poi passarlo sulle labbra ancora schiuse.
Val non si ritrasse a quel tocco, anzi, lo trovava piacevole, tanto da chiudere istintivamente gli occhi nel percepirlo.
Qualcosa si mosse anche nello stomaco di George, vedendo l'espressione sul volto della ragazza. Il sangue iniziava a fluire più velocemente e tutto il controllo che aveva padroneggiato fino a quel momento iniziò a svanire in una rapida escalation.
Avrebbe voluto attendere che Val facesse per bene chiarezza nel suo cuore prima di azzardare un qualsiasi passo, ma quelle labbra semi-aperte, le guance arrossate e gli occhi chiusi gli impedirono totalmente di ragionare.
Dapprima posò le labbra sulla guancia della ragazza, dove un'ultima lacrima aveva lasciato la sua scia, soffiando appena un tiepido sospiro, passò poi un braccio intorno alla sua vita, facendo aderire i loro corpi, ora tesi.
La bocca di George seguì le orme di quella lacrima, scendendo fino all'incavo del collo...
Dei passi provenienti dal dormitorio dei ragazzi, li costrinsero a staccarsi.
Val passò velocemente le dita ad asciugare le lacrime sul viso, mentre George si distanziò di qualche passo.
Ron e Harry scesero dalle scale poco dopo.
Ron, che fu il primo a vedere i due, si soffermò estasiato a guardare Valérie.
-Val...m-m-ma sei bellissima!- esclamò, costringendo Harry ad alzare lo sguardo su di lei.
Il moro si accorse subito che qualcosa non andava.
-Ehm, ciao ragazzi, noi andiamo a cena, vi aspettiamo lì. Andiamo Ron...- disse poi all'amico tirandolo per un braccio, ma Ron, opponendo una minima resistenza, lo ignorò dicendogli -Ma hai visto quanto cacchio è bella?-
-Bellissima, Ron, meravigliosa oserei dire! Però ora andiamo, ok?- concluse Harry strattonandolo via per il ritratto della Signora Grassa.
I due, rimasti nella Sala Comune, scoppiarono a ridere.
Non ricordo neanche più quand'è che ho postato l'ultimo capitolo! Ormai ne posto uno all'anno!
Povera me >.<
Non manca moltissimo alla fine di questa FF ('Meno male' diranno molti di voi), ho in mente di scrivere altri tre/quattro capitoli, non di più per concludere la storia di Valérie.
Un po' mi dispiace, lasciarla in sospeso è come far si che la storia non finisca mai...
Vabbe, deliri dell'autrice, lasciate stare!
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto un pochino di più, ho voluto arricchirlo di dettagli, di emozioni, introspezioni, dare peso anche ai più piccoli gesti.
Sono consapevole che gli altri capitoli della storia non siano affatto ben curati, avrei voluto modificarli tutti, ma purtroppo non ho proprio tempo.
Ringrazio la mia JaneA che ha commentato l'ultimo chap, ma che non sento da una vita e mi dispiace da morire!
Spero si faccia viva presto.
Un bacione, come sempre a tutti quelli che leggeranno e, che spero, commenteranno!!
Ciao a tutti!
_Val_
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Capitolo 28 *** Verità nascoste ***
Verso mezzanotte, Val riuscì a trovare il modo di sgattaiolare fuori dal castello. Tutta la Sala Grande era scoppiata in un tumulto di auguri, così capì di poter approfittare della confusione per fuggire da occhi indiscreti.
Tom Heacker fece lo stesso.
George aveva lanciato un'occhiata eloquente a Valérie quando l'aveva vista alzarsi. Era teso e nervoso, non riusciva a nascondere che il confronto tra la ragazza e il suo professore di Difesa Contro le Arti Oscure lo preoccupava e ingelosiva parecchio.
Fuori nevicava abbondantemente e Val non aveva portato il suo mantello per evitare di destare sospetti.
Poggiò una mano sul freddo tronco dell'albero sotto il quale Tom le aveva dato appuntamento. Si guardò intorno, ripercorrendo mentalmente gli attimi, i ricordi, che scandivano la loro storia.
Toccò con gesto nervoso il medaglione che portava al collo, Il medaglione che suo padre le aveva lasciato, distogliendo lo sguardo dalla riva del lago, puntandolo verso il folto sottobosco della foresta.
-Ti ammalerai così- la voce di Tom la raggiunse poco dietro le sue spalle.
Sentì le dita del ragazzo poggiarsi sulla schiena semi-scoperta e subito dopo le labbra scaldarle un punto sulla base del collo che sembrò quasi prenderle fuoco.
Val si scansò con un gesto repentino portandosi di fronte a Tom.
Lui la guardò in silenzio per qualche istante.
-Qualcosa non va...- non era una domanda.
Valérie aveva pensato a quali potessero essere le parole più giuste da usare, le espressioni che avrebbero causato meno dolore possibile, ma aveva concluso che nulla avrebbe evitato a Tom di soffrire, tanto valeva andare dritto al punto.
-Devo dirti una cosa...- iniziò col dire -...non ci sono cause, giustificazioni, o quant'altro, è semplicemente successo...-
Esitò un momento -...mi sono innamorata di George-
L'aveva fatto, aveva sparato, non sarebbe più potuta tornare indietro. Sentiva chiaramente che la situazione le stava scivolando via dalla mani. Osservò attentamente lo sguardo di quello che era stato il suo ragazzo fino a quel momento, tentando di carpire ogni sua possibile emozione.
Tom fece un passo indietro, abbassò gli occhi.
-Sai...- la sua voce tremava in modo udibile -...quando ti ho incontrata la prima volta, sapevo già che saresti stata importante per me. Tu non mi conoscevi, ma io già sapevo tutto di te-
Val stava in silenzio, ascoltando.
-Prima di salire su quel treno, avevo ricevuto degli ordini ben precisi, cercarti ed accompagnarti ad Hogwarts-
-Sicuramente Silente ti aveva parlato di me...- azzardò a dire insicura.
-No, non Silente...-
La ragazza iniziava a non capire.
-Doveva essere una cosa facile, e lo è stata, fino a che...- fece una pausa, piantando un pugno sul tronco dell'albero, scorticandosi le nocche -...non è subentrato uno stupido coinvolgimento emotivo- pronunciò le ultime parole con rabbia e quella che a Val sembrò frustrazione.
Thomas alzò lo sguardo su di lei.
La ragazza non poté non notare gli occhi verdi dell'uomo incupirsi, tanto da spaventarla.
Allora fu lei a fare un passo indietro.
Tom prese ad avanzare.
-Valérie Dumas, la figlia di Regulus Arcturus Black, mangiamorte traditore...- sussurrò a labbra strette.
-Cosa c'entra mio padre?- la voce incrinata tradì la sua paura.
-C'entra, visto che tu ne sei l'erede diretta e che hai quello- indicò il medaglione che portava al collo.
Val abbassò lo sguardo sul ciondolo. Si accigliò, sempre più perplessa.
-Chi diavolo sei tu e cosa vuoi da me?- sentì la pelle incresparsi per i brividi, il suo istinto di sopravvivenza iniziava a solleticarla e a suggerirle di scappare di lì il più velocemente possibile.
-Dammi il medaglione e ti lascerò andare-
Era una minaccia.
-Il medaglione non va da nessuna parte senza di me- il coraggio che l'aveva fatta affidare a Grifondoro iniziava ad uscire fuori.
-Allora vorrà dire che verrai con me. Imperius!-
Val non seppe neanche come schivare l'incantesimo. Frequentava solo il primo anno e di Difesa Contro le Arti Oscure sapeva ben poco.
Benché la mente inviasse impulsi ben precisi alla periferia del suo corpo, sentiva gli arti sfuggire al suo controllo e operare movimenti incontrollabili.
Avrebbe voluto urlare, ma ne fu totalmente incapace.
Tom la guidò nel bel mezzo della foresta, lontano dalle luci che, soffuse, uscivano dalle finestre della scuola.
Camminarono a lungo, arrivando al confine dell'area boschiva.
Val vide un grosso uccello librarsi in volo dalla punta della sua bacchetta, come uno sparviero che, con un battito d'ali spazzò via le figure fluttuanti che minacciose avanzavano verso di loro.
Si fermarono in un piccolo spiazzo, dove gli alberi, meno radi, permettevano alla luce della luna di posarsi sui fili d'erba inumiditi dalla rugiada.
Il ragazzo allungò la mano fino al collo di Valérie, ne sfiorò la pelle, pallida per il freddo, e intrecciò le dita nella catenella a cui era appeso il medaglione, per poi strapparla via.
-Mi dispiace Val, sarebbe dovuta andare diversamente- le disse d'un tratto.
Avrebbe voluto strillargli contro, ma le labbra serrate non glielo permisero.
-Hanno mia madre...la tengono prigioniera...- i singhiozzi avevano preso piede tra le parole del ragazzo, mentre le lacrime iniziavano a scendere piano sulle sue guance.
Val strabuzzò gli occhi, non riusciva a capire bene cosa stesse succedendo, ma quelle lacrime le sembrarono sincere.
-Può bastare Hacker...- un uomo incappucciato si era avvicinato a loro, uscendo dalla penombra di alcuni alberi.
Thomas si girò di scatto.
-Cosa ci fai qui? Ho tutto sotto controllo...- la voce del ragazzo si fece più nervosa.
L'uomo si limitò ad avanzare, rimanendo in silenzio sotto il suo cappuccio.
-Il tuo lavoro finisce quì- disse poi -La ragazza viene con me-
-...cosa le farete?- chiese Tom.
-L'Oscuro Signore saprà cosa fare di lei-
Il cuore di Valérie le si fermò nel petto.
L'Oscuro Signore. Voldemort. L'assassino di suo padre. Il mago più pericoloso al mondo.
-Mia madre?!- Tom si fece più insistente.
L'uomo incappucciato non rispose, ma Val lo sentì emettere uno strano suono gutturale, molto somigliante ad una risata.
Quello che accadde poi fu molto veloce e confusionale.
Vide Tom alzare la bacchetta contro l'uomo e scagliargli contro un fiotto di luce rossa, facendolo cadere a terra svenuto.
L'attimo dopo era libera di muoversi.
-Corri!- Tom l'aveva presa per il polso e aveva iniziato a correre.
Alcuni minuti dopo si ritrovarono immersi in una folle corsa nel fitto della foresta, schivando di tanto in tanto dei lampi di luce verde.
-Perdonami...- la voce di Tom le giunse alle orecchie, tra il respiro affannato.
Lo guardò, aveva il viso bagnato di lacrime e il viso contratto dal dolore.
In quel poco che le aveva detto, Val aveva intravisto la sua storia, fatta di ricatti.
-Ti perdono...- rispose semplicemente.
Tom si voltò a guardarla. Un sorriso triste gli si era impresso sulle labbra.
Dopo svariato correre, riuscirono a sbucare nel giardino della scuola.
Percorse qualche altro metro, quando un fiotto di luce rossa le colpì la gamba destra, facendola cadere rovinosamente a terra.
Questo permise all'uomo col cappuccio di raggiungerli più facilmente.
Tom cercò di colpirlo con diversi incantesimi, ma l'altro fu molto abile e riuscì facilmente a schivarli tutti.
-Val, cerca di pronunciare l'incantesimo 'Lumos Solem'!-
Val ricordava quell'incantesimo, il professor Vitious ne aveva parlato in una lezione. Amplifica un getto di luce che esce dalla bacchetta, quasi a farlo diventare forte come la luce del sole.
-Attireremo l'attenzione...- spiegò poi.
Val fece per alzare un braccio verso il cielo, quando un lampo di luce verde irruppe nel buio della notte.
-Professor Silente! Sta succedendo qualcosa nel giardino della scuola!- Argus Gazza corse nella Sala Grande, interrompendo con le sue urla impaurite il chiacchiericcio gioioso degli allievi intenti a festeggiare e a ballare sulle note di una band.
Durante il suo giro di ronda, infatti, aveva visto entrare degli strani riflessi di luce dalle finestre che davano sul giardino, si era affacciato e aveva visto lo scontro che si stava consumando non molto lontano dall'entrata della scuola.
Il silenzio scese in tutta la sala. I ragazzi smisero di ballare e la band di suonare.
George guardò l'orologio. Era passata circa un'ora da quando Val era uscita dalla Sala Grande.
'Se fosse legato a lei?' pensò tra sè 'Devo andare a vedere'.
Fece per scattare fuori, ma Silente lo troncò subito.
-Signor Weasley, la prego di rimanere al suo posto- disse e, radunati tutti gli insegnanti si diresse verso l'uscita.
-Professoressa McGranitt, non faccia uscire nessuno fino a nuovo ordine- disse rivolto alla professoressa di Trasfigurazione - Piton, venga con me...- aggiunse rivolto verso al professore di Pozioni.
Uscirono velocemente dall'atrio della scuola, ma dei lampi di luce di cui parlava Gazza non videro nulla.
-Preside, guardi...- disse Piton, indicando un punto vicino la riva del lago.
Silente avanzò cauto, fino a riuscire a scorgere le figure di due persone. Sia lui che Piton tenevano le bacchette alzate, in bella vista, pronti a scagliare gli incantesimi necessari.
Arrivati lì trovarono un Thomas Hacker insanguinato, riverso sul corpo di una ragazza, poco più che diciassettenne.
Piton cercò di sollevare il professore di Difesa.
Dei gemiti di dolore si levarono dalla sua bocca.
-No...lasciatemi...- fece poi, cercando di rimanere aggrappato alla ragazza.
Silente ordinò a Piton di chiamare immediatamente Madama Chips e qualcuno che potesse aiutarli a portare in infermeria i due ragazzi.
-Non c'è più niente da fare Silente...- scoppiò in un singhiozzo Tom -Ormai Val non c'è più...- si scostò da lei, scoprendole il volto pallido, le labbra violacee e gli occhi vacui, spalancati in un espressione fredda e vuota.
-No...No!NO!- delle urla in lontananza.
Thomas riconobbe subito la voce di George Weasley.
Era scappato fuori dalla scuola, noncurante dei divieti che la McGranitt gli avesse imposto.
Si era avvicinato. Aveva sentito.
Si buttò sul corpo senza vita di Valérie. Le lacrime che copiose scivolavano sulle sue guance andarono a bagnare il viso
della ragazza. Lo prese tra le mani, cercando nei suoi occhi un barlume di vita.
-Val, sevgliati...ti prego...- le parole sprofondavano in singhiozzi, mentre la prendeva per le spalle e cercava di tirarla su, stringendola in un abbraccio che non avrebbe potuto più ricambiare.
La teneva salda fra le braccia, come se questo potesse trattenerla, se potesse farla tornare da lui.
Delle mani lo tiravano indietro. Cercò di liberarsi dalla stretta di qualcuno che voleva dividerlo da lei.
Si dimenò, urlò in modo straziante, fino a che qualcuno non gli somministrò una qualche sorta di pozione e svenne.
Quando George riaprì gli occhi trovò accanto a sé Fred, Ron e Ginny.
Gli occhi rossi dei fratelli confermarono che la morte di Valérie non fu solo un brutto sogno.
Pianse con loro, pianse con la madre di Val, con i suoi genitori il giorno del funerale della ragazza.
Guardava la bara e ancora non riusciva a credere che la sua Valérie non ci fosse più, sul freddo legno della cassa aveva messo una rosa bianca, appena sbocciata, come quella che le aveva regalato il giorno in cui le aveva rivelato di essere un mago.
Un sorriso spuntò sul viso triste. Non l'avrebbe mai dimenticata.
Il giorno prima del funerale Hacker venne interrogato nell'ufficio del preside costretto, sotto l'effetto della pozione della verità, a confessare il piano in cui era stato incastrato.
Raccontò di non conoscere l'effettiva identità del Mangiamorte che quella sera li aveva aggrediti, di come aveva rubato il medaglione di Valérie e di come l'aveva barbaramente uccisa con la Maledizione Senza Perdono.
-Perchè è così importante quel medaglione Thomas?- gli chiese Silente, scrutandolo da dietro i suoi occhiali a mezzaluna.
-Perché è un Horcrux- sentenziò il ragazzo in un sussurro.
Finita. Ebbene sì, miei cari lettori e lettrici. La storia di Valérie Dumas si conclude qui. Vi giuro che ho pianto. So che alcuni di voi mi odieranno, però l'avevo pensata così fin dall'inizio, come una digressione della storia originale e, ahimé, le digressioni hanno un inizio ed una fine.
Voglio ringraziarvi tutti per essere stati incollati qui fino alla fine, salutando con tutto cuore soprattutto coloro che seguono la mia storia da quando l'ho pubblicata, rendendola discontinua nel tempo a causa della rarità di aggiornamento da parte mia, e così anche di difficile lettura e interesse.
So bene che ci sono capitoli scritti meglio, altri pietosi e totalmente da riscrivere, ma questa storia è stata iniziata quando ancora andavo al liceo e di scrivere non ero poi così capace. Altre volte la svogliatezza e la scarsità di idee hanno contribuito a far uscire capitoli mediocri, altre volte la passione e il piacere di scrivere hanno fatto sì che riuscissi ad approfondire i personaggi, le situazioni, le descrizioni.
Cos'altro dire? Non abbiate paura di dire la vostra, di fare critiche costruttive, prendo tutto e sono ben consapevole di poter e dover migliorare come scrittrice in erba.
Vi saluto e ringrazio ancora di cuore e spero caldamente di poterci leggere ancora, magari tra i capitoli di un'altra storia.
Un bacio immenso a tutti voi, vi adoro,
_Val
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