Stand by me

di real_chiareds
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** feliz cumple Bruno ***
Capitolo 3: *** cercando risposte ***
Capitolo 4: *** not ready yet? ***
Capitolo 5: *** un nuovo inizio ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


note autrice: Spero vi piacia, questa FF l'ho scritta un po' di tempo fa, risale all'inizio dell'anno quindi ho deciso di postarvela. Si chiama Stand by me e il titolo è ispirato alla canzone Stand by me di John Lennon che ha delle bellissime parole e che tradotto sarebbe Stammi vicino (cioè quello che vorebbero Bruno e Thiago da parte di Mar in questo momento) beh leggete e commentate. Le parti scritte sul diario se riportano errori grammaticali è perchè sono scritte da un bambino di dieci anni.#

Stand by me



Caro diario,
oggi stavo guardando il grande orologio in camera di Nico e Cielo e mi sono ricordato di una cosa che mi aveva detto mamma trovandomi un giorno a fissare il mio riflesso
“Quando ci guardiamo allo specchio, lo facciamo per vedere come ci vedono gli altri? O per vedere se lo specchio ci mostra l’immagine che abbiamo di noi stessi?”
Allora non avevo capito ma oggi dopo essermi riguardato allo specchio ho capito che ci vuole coraggio a farlo perché che ci piaccia o no è ciò che siamo.

Bruno Bedoya Aguero



Chiusi il mio diario e mi misi sotto le coperte quando mio padre mi venne a dare la buona notte.
“Bruno” si annunciò entrando con un grande bicchiere di latte caldo fumante “che ti succede?”
“Mi manca mamma” risposi guardando verso l’orologio, erano passati due anni da quando era sparita senza traccia, e io adesso avevo quasi dieci anni e domani sarebbe stato il mio primo compleanno a due cifre 10 e lei non c’era.
“Ma la tua mamma è sempre qui” mi disse papà toccandomi il cuoricino.
“Ma domani non ci sarà”
“Se tu penserai a lei, lei ci sarà” insistette, stavo per ribattere quando Hopy aprì la porta
“Zio Iaio, papà vuole parlarti” aveva detto e mio padre datomi il bacio della buonanotte se ne andò.
Mi rifugiai sotto le coperte stringendomi al cuscino freddo “Accipicchia mamma quanto mi mancavi!” ammisi lasciando scendere una lacrima riaprii il diario


Caro Diario,
con oggi siamo a 24 mesi dalla sua scomparsa . . . se sai la risposta dimmelo, Mamma dove sei?


Chiusi il diario e andai vicino allo specchio al quale era attaccata una lista:

Desideri del mio decimo compleanno
1. Un cucciolo
2. Un pallone da rugby
3. Una chitarra come quella di zio Rama
4. Conoscere un supereroe
5. Non farmi tirare i capelli da Alai
6. Avere un enorme torta
7. Fare un giro sulla Jeep di Nico
8. Essere il principe della giornata
9. Fare pace con Amadito
10. Riaverti qui Mamma



Compilai la lista poi sorrisi al mio riflesso, che ultimamente era triste e tornai sotto le coperte guardai verso l’orologione e bisbiglia
“Buonanotte Mami” e mi addormentai
.

 

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Capitolo 2
*** feliz cumple Bruno ***


Un raggio di luce mi illuminò il volto socchiusi gli occhi, era arrivato il giorno, era il mio compleanno, mi misi a sedere e mi trovai papà a guardarmi
“Auguri campione” mi disse sorridendo e abbracciandomi passandomi un pacco rettangolare piuttosto solido
“E’ un cucciolo?” gli chiesi con un sorriso che andava da un orecchio all’altro,
“Non proprio, ma può sempre essere utile per giocare” mi rispose, io mi accanii sul pacchetto iniziando a scartarlo quando aprii una scatola bianca e azzurra e urlai
“Un pallone da rugby!!” e il sorriso si allargò ancora di più, avevo lo stesso sorriso contagioso di mamma e per questo anche papà forse iniziò a sorridere “Lo devo far vedere a Amadito” dissi uscendo dal letto per poi sedermi deluso “giusto abbiamo litigato, dimenticavo” mi sedetti con il muso sul bordo del letto.
“Dove è il mio campione?” chiese mio zio Rama entrando con un pacco enorme in mano.
“E’ per me?” chiesi tornando euforico e correndolo ad abbracciare “cos’è? Cos’è? Cos’è?” iniziai ad insistere.
“Aprilo” mi disse lui passandomelo, aggredii anche quel pacchetto vedendo apparire un chitarra.
“Papà papà guarda una chitarra” dissi con gli occhi lucidi dalla gioia correndo verso lo specchio e prendendo la lista smarcando i punti 2 e 3, poi vidi cadere un bigliettino con incise in oro delle lettere che forma vano la frase


Se lo sogni lo puoi fare. . . Ti voglio bene piccolo principe

Mamma


“Cos’è Tesoro?” mi chiese mio papà, avevo riconosciuto la sua calligrafia e mi stava per scendere una lacrima mi voltai verso papà e zio Rama avvicinandomi a loro mostrando il foglietto
“Un messaggio di mamma” tutti e tre fissammo il biglietto sorpresi, poi le lettere d’oro scomparvero, io iniziai a piangere.
“Bruno, vieni un attimo con me?” mi disse zio Rama prima di prendermi in braccio “andiamo a far vedere a tutti la tua chitarra nuova e il pallone da rugby lo andiamo a provare” appena varcammo la soglia diedi un ultimo sguardo verso papà e lo vidi per la prima volta piangere guardando quel foglietto rosa ormai senza più lettere, mancava anche a lui anche se non lo voleva dare a vedere.


Continuavo a fissare il biglietto che aveva trovato Bruno poco prima sullo specchio, mi alzai e raggiunsi quella superficie riflettente e guardai il mio riflesso
“Dove sei amore mio?” chiesi alla mia stessa immagine poi sentii un tocco, una mano calda e vellutata sfiorarmi il viso.
“Qui vicino a te” disse una voce nella mia testa, fissai il riflesso e vidi piano piano accanto a me apparire la sua figura, mi voltai per vederla ma accanto a me non c’era nessuno.
“Qui dove?” chiesi al mio riflesso
“Qui ovunque e da nessuna parte, senti il mio tocco?”
“Si lo sento ma. . . “
“Nessun ma amore mio, non c’è tempo”
“Non iniziare con questa storia” dissi ricordando la solfa di Tic Tac sul non c’è tempo, non c’è tempo.
“No amore è la verità non c’è tempo, io sarò sempre qui, ti amo e lo sai vero? Ti prego non scordarlo mai, anche se non sono lì con voi vi amo e siete la cosa più importante che ho, siete le due cose che amo di più al mondo”
“Anche io ti amo, e tranquilla non ho mai dubitato che tu non ci amassi, lo ricorderò sempre” dissi con un sorriso al riflesso suo mi rivoltai verso di lei provai a passarle una mano sul suo ipotetico profilo e sentii il calore delle sue guance, provai ad avvicinarmi alle sue labbra, le sentii per un attimo contro le mie e poi svanirono come tutta la magia che c’era stata fino a quel momento nella stanza.


“Non avevi alcun diritto” mi girai infuriata verso quell’ometto bassetto che fra una quarantina di anni sarebbe stato uguale a mio figlio
“Tu andavi contro le regole. . . ah mio cielo, tu e Cielo siete due testarde!”
“Non parlarmi così, sono pur sempre tua mamma”
“Si ma io sono più vecchio” fu la risposta gongolante dell’omino bianco con la treccina
“TIC TAC!!”
“Allora vediamo di ricapitolare” mi disse facendomi vestire da scolaretta
“Ora capisco perché Cielo odiava questo look”
“Si ti fa ancora più bassetta” mi disse sempre gongolante e io lo guardai malissimo per poi sbottare
“Basta ne ho abbastanza, di te, degli insegnamenti, dei piani diversi, del dimenticare, NON VOGLIO FARLO!!!!” urlai sbattendomi una porta alle spalle e ritrovandomi nella stessa stanza che volevo lasciare.
“Non puoi scappare, ora se abbiamo finito, te l’ho già detto non abbiamo tempo”
Mi sedetti non ancora però rassegnata al banco guardandolo, odiavo quella situazione, e per di più oggi era il compleanno di Bruno e io ero bloccata lì, era il compleanno che organizzava da tutta una vita e io non potevo esserci.



note dell'autrice: Allora questo capitolo è diviso in tre parti segnate dalla riga vuota, come avrete capito la prima è dal punto di vista di Bruno, la seconda di Thiago e la terza ed ultima di Mar beh anche qui aspetto i vostri commenti critiche basta che non mi uccidete a sangue freddo e niente spero vi piaccia e continuate a seguirmi #

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Capitolo 3
*** cercando risposte ***


Scesi in giardino con zio Rama e sul retro zio Lleca e Cris stavano giocando a palla mentre Luz rimproverava il fidanzato perché si comportava come un bambino.
“Campioneeee” mi urlò Lleca venendomi incontro con la palla al piede
“Zio Lleca sei venuto alla mia festa” dissi con un sorriso abbracciandolo
“Potevo perdermi il tuo compleanno, il tuo 10° compleanno?”
Io scossi la testa abbracciandolo quando vidi arrivare Amado con i suoi genitori e dietro di loro mia zia Tefi che ormai io chiamavo Effi sin da piccolo con suo marito Luca e i tre gemelli Ignacio I, II, III e la piccola Paloma.
Paloma aveva qualche mese in meno di Alai quindi erano due tiri di capelli invece di uno mi nascosi per non farmi vedere da mia zia sgattaiolando verso Amado.
“Hei possiamo parlare” lui mi guardò malissimo
“Sono ancora arrabbiato con te Bedoya” mi rispose e io aggiunsi
“Aguero, Bedoya Aguero”
“Come vuoi tu” mi rispose lui allontanandosi
“Mi spieghi che cosa ti ho fatto Gorki” lo rifermai quando vidi passare papà, aveva ancora il foglietto rosa in mano e si dirigeva verso Nico.


“Nico posso parlarti?” chiesi fermandolo
“Dimmi Thiago” si voltò a guardarmi gli mostrai il biglietto rosa.
“Si bel colore ma per stampare biglietti dovresti parlare con tuo zio Ciro o con Malvina”
“Non voglio stampare biglietti Nico”
“Allora cosa ci fai con un foglio rosa?”
“Era sullo specchio in camera stamani, c’era scritto < Se lo sogni! Lo puoi fare! > ed era firmato mamma indirizzato a Bruno, appena lo abbiamo letto le lettere dorate sono sparite, cosa ti ricorda?”
“A me ricorda i messaggi che mandavi te” disse Cielo arrivando alle spalle del marito
“Appunto, Nico dove eri tu? Potrebbe essere lì anche Mar” chiesi quasi con un speranza dipinta in viso
“Io non. . .”
“Tu sai dove è la mia mamma?” Bruno era arrivato alle nostre spalle e ci guardava con i suoi due occhioni spalancati aspettando una risposta.
“No Bruno mi dispiace” fu costretto a rispondere Nico e al piccolo si riempirono gli occhi di lacrime, cercai allora di distrarlo.
“Andiamo a giocare a Rugby?” chiesi prendendogli il pallone e correndo
“Hey” mi urlò lui inseguendomi.

Guardavo la scena con il muso appoggiata ad una delle colonne
“Sei ingiusto sai? Sono i tuoi dieci anni non mi vorresti lì?”
Tic Tac mi si sedette accanto “Si, ma ora sei qui!”
Lo fulminai con lo sguardo incrociando le braccia “Sei antipatico”
“Ho preso da te” mi rispose
“Ah no eh? Non ci provare questo lo hai preso da tuo padre”
“Forse” mi disse ridendo mi girai verso di lui e con sguardo di supplica chiesi
“Solo un giorno Ticchi uno solo che ti costa?”
“Non sono io che decido”
“E chi allora” chiesi sempre con aria di supplica
“Il messaggero” mi rispose gongolante come sempre, sbuffai girandomi arrabbiata, provai a piangere ma non mi scendevano lacrime.
“Perché non riesco a piangere?” chiesi allarmata toccandomi le guancie asciutte.
“Inizia la trasformazione!!”
“Non è vero, fammi andare alla festa”
“NO!”
“Perché no?”
“Perché non posso, tu devi…”
“Non mi importa, non voglio, voglio solo la mia famiglia! Tic Tac voglio tornare a casa”
“Perché tutti voi dell’Hogar siete sempre stati testardi?”
Lo guardai confusa, “Che stai dicendo Tic Tac?”
“Niente lascia stare. . . allora torniamo a noi?” mi chiese con un sorriso, quando improvvisamente la porta principale della soffitta si aprì accompagnata da una nube bianca che sapeva di borotalco iniziai a tossicchiare “che è?” chiesi a Tic Tac.
“Visto? Hai fatto arrabbiare il Superiore”
“Il cosa?” chiese sempre tossicchiando vedendo una figura avvicinarsi, sembrava portare una teiera in una mano e una scatolina nell’altra guardai Tic Tac e sorrisi
“La teiera con il tè” dissi sperando fosse quello che intendevo io, poi la figura nella nebbia parlò “Marianella” disse con una voce che non avevo mai sentito prima.
Mi voltai a fissarla strizzando gli occhi per vedere attraverso a quella nebbia fitta il volto del mio interlocutore.


angolo autrice: allora non ho molto da dire su questo capitolo, come il precedente diviso in tre parti con i tre punti di vista rispettivamente Bruno, Thiago e Mar. Sono contenta di tutte le recensioni ricevuti e che vi piaccia questa storia, mi dispiace che non duri ancora per molto, ma quando l'avevo scritta l'avevo incentrata solo su questa probabile assenza di Mar quindi beh vi lascio godere in santa pace anche i prossimi senza dirvi nient'altro spero solo che continuiate a leggerla e a recensirla mi fa molto piacere sentire la vostra opinione a presto#

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Capitolo 4
*** not ready yet? ***


note autrice: beh spero vi possa piacere anche questo capitolo, io sono abbastanza soddisfatta di come è venuto anche questo è da due punti di vista:
1° Mar
2° Bruno
beh credo che tutti avrete capito perchè è un sogno per Bruno quello che sta succedendo no? mi rattrista dovervi dire che il prossimo capitolo sarà l'ultimo, ma era nata come cosa piccola che non ho più ritoccato poi beh godetevi questo intanto e ci vediamo con il prossimo presto un bacio
chìa x.


Tossii nuovamente quando quella nube mi si infilò per i condotti respiratori battendomi il petto. . . “Chi sei?” chiesi alla voce mettendomi a sedere sventolandomi la mano davanti al naso.
“Come Tic Tac non te lo ha detto? Sono il tuo Messaggero”
“Che ci fai qui?” chiese Tic Tac al volto oltre la nube.
“Non vi siete più fatti vedere” si giustificò quest’ultima
“Perché non è ancora pronta, non vuole dimenticare e quindi…”
“E quindi neanche tu me lo farai fare, mi hanno già rubato i pensieri nel 2032 non voglio perderli anche nel 2018 grazie” dissi io ripreso fiato alzandomi, la nube scoppiò a ridere
“Perché ridi?” le chiese Tic Tac
“Perché è convinta di dover perdere i ricordi”
“Perché non è così?” chiesi io con una luce di speranza
“No… diciamo che tu non sei pronta per Eudamon ma… il tuo destino è giungere in un altro posto. . . Il tuo destino è un altro . . . il tuo destino è aiutare vedendo il tutto da una diversa prospettiva”
“E quindi? Il tempo che ho passato qui? I due anni che ho passato qui?”
“Erano soltanto di routine, di sicurezza, di chiamalo come vuoi”
“Erano inutili?” chiesi scioccata nessuno rispose “Ma siete tutti matti… se ti prendo” dissi inoltrandomi nella nube decisa a strozzare questo inutile messaggero avevo perso due anni della vita della mia famiglia per… niente!
Non raggiunsi mai il messaggero tuttavia, perché poco prima di vedere il suo volto fui investita da una polverina che sapeva di fragola e caddi come in un sonno.
Sentii un raggio caldo accarezzarmi il viso, strizzai gli occhi aprendoli lentamente e mi scappò un urlo vedendo dove ero finita.


Stavo giocando con papà nel prato, stavo vincendo e di molto quando sentii un urlo improvviso provenire dalla casa, corsi all’interno cercando di capire da dove potesse venire, ma nessuno sembrava averlo sentito, tutti stavano continuando a preparare il mio compleanno.
Corsi su per le scale, l’unica stanza strana nella casa era nella soffitta corsi a perdifiato e tutto emozionato aprii la porta sperando non so nemmeno perché ci sperassi tanto che l’urlo venisse da lì e si fosse fatto sentire solo da me perché voleva vedere solo me.
Aprii la porta emozionato ma la stanza appariva vuota, o forse era veramente vuota mi sedetti sul letto triste quando la porta si chiuse e nemmeno me ne accorsi.
“Che ha da piangere questo piccolo principe?” mi chiese una voce che conoscevo anche troppo bene per confonderla con altre alzai lo sguardo rimanendone pietrificato, non riuscivo a parlare era tutto troppo perfetto e bello e magnifico e elettrifrizzante come diceva Marti, la zebra di Madagascar, uno dei miei personaggi dei cartoni preferito, per poter essere vero però non volli tentare di pizzicarmi, perché anche se fosse stato un sogno sarebbe stato il più bello che avessi mai fatto.


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Capitolo 5
*** un nuovo inizio ***


“Auguri Tesoro” sentii la sua voce e sorrisi vedendola lì davanti a me
“Mamma?” chiesi in un mormorio e lei mi annuì le saltai in braccio, non era cambiata molto, ma erano passati solo due anni dopotutto.
“Ce l’hai fatta” dissi contento
“Potevo perdermi il tuo decimo compleanno?” mi disse con un sorriso stringendomi.
“Vieni che c’è la torta” le chiesi con un sorriso.
“Arrivo devo solo controllare una cosa” mi fece scendere e mi catapultai con lacrime di gioia di sotto e infondo alle scale battei contro papà.
“Hei hei hei dove corri?”
“E’ qui!!!” esaltai saltando in braccio a lui.
“Chi tesoro?”
“Mamma” papà non mi credete e mi mise una mano sulla fronte per sentire se avevo la febbre. Scesi e corsi fuori eccitato della cosa fantastica che era successa tutti i miei sogni si erano avverati.

Quello che mi aveva detto Bruno mi aveva incuriosito, salii fino al piano superiore e poggiai la mano sul pomello della porta, avevo paura di cosa potesse esserci oltre la porta, e se l’avesse soltanto sognata?
La mano iniziò a sudarmi a contatto con il freddo metallo della porta respirai profondamente e afferrai feci scattare la serratura aprendo la porta e la vidi, era davanti allo specchio ad osservarsi, ma cosa stava facendo di preciso? Che si fosse totalmente persa tutte le rotelle?
Stavo per parlare quando lei alzò lo sguardo incrociando il mio, era diverso dal solito era più sicuro di sé e di me, meno investigatorio del solito.
“Ciao amore” quelle due semplici parole in quel momento erano le più belle che avessi mai sentito ma non riuscii a muovermi ero quasi incollato al pavimento.
Lei si avvicinò sempre più a me fino a raggiungermi
“Sei tornata” riuscii a dire
“Ti avevo detto che non vi avrei mai abbandonato e sai quanto sono testarda quando voglio ottenere qualcosa”
“Pensavo che Bruno ti avesse sognato” ammisi ancora sorpreso di vederla
“Perché avrebbe dovuto? Sono reale Thiago” mi prese la mano e il suo tocco caldo mi sorprese un po’ lo ammetto.
“Perché anche io…”
“Tu non mi hai sognato ero qui stamani, solo bloccata in un mondo parallelo”
“Eri qui?” chiesi ancora incredulo e lei annuì
“Ero qui e ci sarò sempre” mi avvicinai a lei e la baciai quanto mi era mancata, la strinsi a me.
Bruno risalì in camera “Andiamo?” disse impaziente, Mar gli sorrise “andiamo” disse vedendolo sparire, presi la sua mano e scendemmo ora era tutto tornato alla normalità e stavamo per rincominciare la nostra vita.
“Ah stavo dimenticando” mi disse mentre stavamo scendendo le scale e mi voltai a guardarla.
“dimmi”
“Dobbiamo comprarci una casa”
La guardai confuso “perché?”
“Perché la stanza di Bruno è troppo piccola per due bambini” concluse lei dandomi un bacio e uscendo, non collegai subito ma appena le notizie arrivarono al cervello capii stavo per rincominciare da zero con notti insonni, pannolini e pappine
NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!! avrei voluto urlare.


Fin?!
 

here i am:

ed eccoci arrivati alla fine, almeno per ora di questa storia, come ho già detto mi dispiace che sia così ma l'ho scritta tanto tempo fa, era un regalo e quindi non era nata per essere una Fan Fiction lunga, voglio ringraziere chiunque abbia seguito la storia e dirvi grazie per le bellissime recensioni che mi avete lasciato, beh non ho molto da dire se non che spero anche questo vi sia piaciuto.
La divisione credo che la capiate comunque allora
1° Bruno
2° Thiago


 


 

 

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