Die. Sleep. Dream.

di Kosoala
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 29: *** Capitolo 28 ***
Capitolo 30: *** Capitolo 29 ***
Capitolo 31: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo

 

La ragazza, se così si poteva chiamare, era pronta.

Si era posizionata in mezzo ai suoi protettori, come se ne avesse davvero bisogno.

Stava piovendo. Più che altro diluviava.

Non si riusciva a vedere ad un palmo dal naso, in quel momento invece sarebbe davvero servito.

La figura gracile in mezzo al cerchio formato dalle sue sei guardie sembrava essere del tutto indifesa. Era zuppa, in piedi, con quel vestito bianco che oramai era diventato quasi trasparente appiccicato al corpo, a quel corpo sinuoso ed invitante. Aveva solamente diciassette anni, ma guardandola in quegli occhi neri come la pece si scorgeva una sofferenza che nessuno avrebbe mai potuto provare in quell'età.

Aprì gli occhi di scatto. I mostri stavano arrivando. Si mise in posizione. I suoi cavalieri si prepararono all'impatto, dovevano tenerla al sicuro fino al momento del suo attacco.

Ike si mise in posizione di difesa e aspettò. Era la sua prima, vera battaglia. Non aveva partecipato mai a niente del genere prima. Tutti contavano su di lui. Uscire dall'Accademia a soli diciotto anni era successo solo un paio di volte. E alla prima missione i suddetti guerrieri erano stati brutalmente uccisi. Ike era fermamente convinto a non fare la stessa fine!

Menò un fendente al primo mostro che gli capitò a tiro. Non attaccavano compatti, così era davvero troppo facile ucciderli. Ne arrivò un altro. Fece la stessa fine di quello prima. Andò avanti così per almeno mezz'ora finché dalla mano alzata di Corinne partì un lampo di luce che bruciò i mostri.

Ike chiuse prontamente gli occhi. Quella luce così intensa gli provocò qualche ustione. Come agli altri cavalieri. Quando alzò le palpebre andò a mancargli il fiato. L'odore di carne bruciata era insopportabile. Ike si coprì istintivamente la bocca. I cavalieri stavano tutti bene, a parte qualche ferita superficiale. La ragazza, come da copione, era riversa a terra, svenuta. Cheaned la prese in braccio e tutti insieme si incamminarono verso il villaggio senza proferir parola.

Ike era ancora scosso da quello che era successo. Non aveva mai visto un tale carneficina. Neanche quando, all'Accademia, facevano scontrare le reclute con i mostri che venivano catturati in battaglia.

Ike si voltò, il terreno malsano era ricoperto di corpi carbonizzati e cenere.

Era disgustoso.

Guardò per un attimo il corpo esanime di Corinne, accorgendosi che un sorrisetto divertito le increspava le labbra. Era sveglia.

Al villaggio diedero una festa al loro ritorno. C'erano danzatori, musica e alcolici a volontà. Corinne non partecipò e andò a coricarsi.

Quando Ike era molto più che brillo un vecchio nelle sue medesime condizioni, si avvicinò a lui.

« Tu sai la vera storia della Tempesta? »

« No. »

Il vecchio fece un sorrisetto malizioso che proprio non ci si sarebbe aspettato da uno della sua età.

« Allora lascia che te la racconti. Prima di tutto devi sapere che lei è diversa da tutte le Tempeste che abbiamo avuto prima. »




Angolo autrice: Mettiamo le carte in tavola! Questa idea mi è venuta così, per caso, l'ho scritta di getto. Sinceramente non ho neanche una trama ben definita. Non so se la continuerò o no, dipende da voi! Se le recensioni saranno per la maggior parte positive la continuerò (sempre che mi venga in mente la trama!) altrimenti niente. Accetto critiche solamente costruttive! E ovviamente anche dei complimenti! Anche se non so se me ne potrete fare qualcuno dopo aver letto questo ciaffo! Mi aspetto anche dei pomodori in faccia! :)

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1

 

Era riverso a terra, gli facevano male tutti i muscoli e non riusciva ad alzarsi. La schiena gli doleva a causa delle frustate.

« Alzati verme! »

« N-non ce la f-faccio. »

« E tu vorresti diventare un guerriero? Se non riesci neanche a stare in piedi tanto vale che ti ritiri moccioso! »

Il bambino strinse i denti e si alzò dando la schiena al suo maestro, pronto per un'altra serie che prontamente arrivò. Non emise neanche un gemito. Neanche dopo la ventesima frustata, che avrebbe dovuto essere l'ultima, invece ne arrivarono altre cinque.

« Questo è per avermi fatto perdere tempo! Non ho mica solo te da allenare! Ora muoviti. In fila. Con gli altri. »

I suoi compagni di squadra avevano la faccia terrorizzata ma anche sollevata, erano contenti di non essere stati al suo posto.

« Grazie. »

Sussurrò un ragazzino al bambino appena stato frustato. Quest'ultimo fece un sorriso forzato e annuì. Aveva detto di essere stato lui a rubare del cibo dalla mensa. In fondo lo doveva a Goron, era l'unico a considerarlo come una persona e non come un rifiuto solo per la sua sfortuna.

« Vuoi un'altra serie mostriciattolo? Togliti quel sorriso dalla faccia e inizia a correre insieme agli altri! Muoviti! »

Appena iniziò a correre un ragazzo del suo stesso corso gli diede uno spintone che lo fece ruzzolare a terra provocandogli un dolore terribile alla schiena martoriata.

« Cos'è? Non sai correre? Vieni qui! Ti insegno io! »

Così dicendo il suo maestro riprese a frustarlo, lui sapeva che era un pazzo sadico, che lo faceva solamente per sfogarsi. Arrivò di nuovo il ventesimo colpo che gli strappò la carne dalle ossa.

« Aaaaahhhhhhh!!!! »

 

 

« Aaaahhhhhhh!!!! »

Non c'era nessuno, non era successo niente. Era solo un sogno, no, un ricordo.

Ike si alzò. Probabilmente era svenuto perché aveva bevuto troppo. Ripensò al suo primo maestro all'Accademia. A quello stronzo. Quando l'aveva frustato aveva solo otto anni.

Ripensò a quando avevano dato la notizia che era morto in battaglia. Si finse addolorato ma in realtà aspettava quel momento da un sacco di tempo. Aveva passato ben quattro anni con quel bastardo. Il giorno della sua morte era anche quello del compleanno di Ike. Il regalo più bello della sua vita.

Sorrise, un sorriso malato e sadico.

Si lavò e si vestì. Adesso viveva in una casa da solo. Era piccola ma per lui andava più che bene. Ripensò alla tragica storia di Corinne. Cosa succederebbe se si ricordasse la sua vita sulla Terra? O meglio, cosa succederà quando si ricorderà della sua vita “precedente”? Perché accadrà. A tutti quelli che hanno attraversato il portale e hanno dimenticato è accaduto. Chi prima, chi dopo. È successo a tutti. Forse l'avrebbero uccisa. Vabbè, che gli importava a lui? Mica la conosceva! Forse non ci avrebbe neanche lavorato più, forse non l'avrebbe proprio più rivista. Tutto dipendeva da quel giorno.

Uscì di casa, il Galasser (Nda sarebbe una specie di Sole) era già alto nel cielo. La sua luce rossa andava a posarsi dappertutto, un ragazzo che Ike conosceva bene gli corse incontro agitando un foglio in aria.

« Ike! Ike! »

« Goron! Come va? »

« Bene, grazie. Ma a te va molto meglio guarda qua! »

Ike prese in mano il foglio e lo squadrò attentamente. Alla fine c'era la firma del capo villaggio.

« Ti hanno accettato Ike! Ora sei una delle guardie ufficiali della Tempesta! »

Ike sgranò gli occhi. No. Non era possibile. Lui che sognava di non vederla più dopo aver ascoltato la sua storia...

« Allora? Non sei contento? È un posto molto ambito! »

Ike non rispose.

« Ike? Ti senti bene? »

« Merda. »

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2

 

Corinne si svegliò di botto, sudava freddo. Come tutti i giorni. Aveva avuto un'altra delle sue visioni quella notte. Questa volta la colonna sonora faceva tipo: we don't need no education...non riusciva a ricordarsi! Le immagini erano confuse. Una donna, un vortice luminoso, qualcosa da mangiare buttato in un posto con tanti rifiuti. Ma che cavolo di sogni faceva?

Sbuffò sonoramente e si tirò su. Si lavò e si vestì. Iniziò a camminare e dopo una decina di minuti vide un ragazzo alto con i capelli neri arruffati e degli occhi grigi, apparentemente freddi e distaccati. Stava fissando un foglio con un'espressione incredula ed era come se stesse pensando “no, non è possibile!”. Chissà cosa c'era scritto. Il ragazzo, a lei stranamente familiare, iniziò a camminare attraversando il villaggio di gran carriera. Corinne lo seguì. La curiosità e femmina.

Il ragazzo entrò nella casa del capo delle guardie, Corinne sbirciò dalla finestra aperta la conversazione tra i due.

« Comandante! »

« Ike! Che ci fai qui? Oggi è il tuo giorno di riposo! »

« Sono venuto a chiederle una cosa, signore! »

« Andiamo, abbandona il “signore”, tu hai il giorno di riposo e io sono prossimo alla pensione! Allora, di cosa vuoi parlarmi? »

« Io non voglio combattere insieme alla Tempesta! »

Corinne aggrottò la fronte, non le sembrava di avergli fatto nulla di male!

Il sorriso allegro del comandante sparì all'istante.

« Potrei sapere il motivo di questa decisione? »

« Non ce la farei mai. »

Il comandante sorrise di nuovo.

« Hai paura dei nemici vero? Stai tranquillo tutti hanno paura! È un sentimento del tutto naturale. »

« Non è per quello. »

Il capo delle guardie rimase perplesso per un po', non capiva cosa spaventava quel ragazzo.

« Ah! Ho capito, la trovi così bella da aver paura di distrarti in battaglia! In effetti potrebbe essere un problema. Quei capelli rossicci e occhi neri e profondi incanterebbero chiunque, specie un ragazzo della tua età. »

« Signore, lei non capisce! Non riuscirei neanche a guardarla in faccia sapendo che la Tempesta...che Corinne non è neanche consapevole del male che le è stato fatto! »

Il comandante si rabbuiò.

« Di cosa stai parlando? »

Corinne era sempre più interessata, che le era successo di tanto brutto?

« Lo sa benissimo, io so la storia di Corinne, so di come è diventata Tempesta! E lo sa anche lei! »

Il comandante si alzò e prese Ike per il collo della maglia, sollevandolo da terra.

« CHI TE L'HA DETTO? COME L'HAI SAPUTO? SPUTA IL ROSPO RAGAZZINO! »

« N-non lo so signore, e anche se lo sapessi non lo verrei a dire a lei! »

« Cos'è questa impertinenza adesso? »

Ike non rispose, il comandante mollò la presa facendolo cadere a terra.

« Non dire a nessuno della nostra conversazione e neanche della storia di Corinne. O te ne pentirai, sono stato abbastanza chiaro? »

Ike annuì. Il capo delle guardie lo liquidò con un gesto, il ragazzo fece per alzarsi quando il comandante lo fermò.

« Lavorerai a stretto contatto con Corinne, che tu lo voglia o no. »

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3

 

Ike era a dir poco infuriato! Non capiva neanche perché la storia di quella ragazza gli stesse tanto a cuore, forse perché si sentiva simile a lei. Non serviva a niente rimuginarci sopra, Ike lasciò perdere e si fiondò a casa sua, seguito dalla ragazza.

Corinne lo spiava dalla finestra, sembrava veramente distrutto. Doveva pararci. Voleva sapere cosa le era successo. Però non voleva che quel ragazzo...Ike corresse dei rischi, se il comandante l'avesse scoperto per lui sarebbe finita male.

La ragazza tornò a casa e iniziò a provare.

« Allora...ciao, tu dei Ike giusto? Qualche giorno fa ti ho visto mentre parlavi con il comandante e volevo sapere cosa mi è successo di così brutto! No! Non ci siamo per niente! Riproviamo. Ciao Ike! Non voglio girarci attorno, voglio sapere che cosa mi è successo di così brutto!

Tu come lo sai?

Ti ho sentito mentre parlavi con il comandante, avanti! Sputa il rospo!

Bè...ecco...in realtà...

Così potrebbe andare...Ma chi voglio prendere in giro? Non ho la minima idea di come ci si relazioni con gli altri! Facciamo così, appena lo vedo glielo chiedo. Così, come viene. E se non ce la farò troverò qualcosa di intelligente da dirgli e finita lì! Oppure devo farmelo amico e poi posso chiedergli tutto quello che voglio! »

Rimase immersa in quei pensieri ancora per un po', finché si addormentò, cadendo in un sonno senza sogni. Ma con troppi incubi.

 

Un viso, no, due. Un uomo e una donna. L'uomo, alto con i capelli biondi, e la donna, un po' bassa con i capelli castani mossi, si abbracciavano, sembravano felici. Tenevano in braccio una bambina. Il padre scomparve improvvisamente, lasciando la donna da sola con la bambina. La ragazzina cresceva mentre la madre si era trasformata in un mostro con due o tre file di denti acuminati e una lingua lunga fino a terra! La stava inseguendo e ad un certo punto anche lei svanì. Lasciando la ragazza sola, in uno sfondo nero che venne invaso da una luce bluastra accecante, la quale risucchiò la ragazza.

 

« Ah! »

Corinne odiava i sogni in cui veniva trascinata da qualche parte contro il suo volere. Chi erano quelle persone? La ragazza era lei, ne era sicura. Forse quei due uomini erano i suoi genitori, forse non era orfana come gli avevano fatto credere! Scosse violentemente la testa. Anche se fosse stato così cosa poteva fare? Doveva parlare con Ike il più presto possibile, abbandonò i suoi piani e si fiondò da lui.


Nda Ho messo due capitoli lo stesso giorno per ringraziare kety100 che ha aggiunto la storia alle seguite e anche chi almeno cerca di leggere questo obbrobrio! Alla prossima!

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4

 

Ike si era addormentato...stava riposando così bene quando entrò Goron.

« Ike! Ike! C'è una missione per te! Svegliati! »

« Goron, che cazzo vuoi? Non vedi che sto dormendo? »

« Ma se ti sei svegliato da appena un'ora! Come fai a dormire di nuovo? Comunque hai la tua prima missione effettiva! Non è una prova! Guarda, questa è la lettera che mi ha detto di darti il comandante. »

Gliela porse. Goron non era riuscito a diventare un guerriero vero e proprio ma era usato spesso per consegnare lettere o piani da una postazione all'altra dell'esercito. Solo che lo usavano anche come postino nel villaggio. Almeno a lui quel lavoro piaceva.

Ike aprì la lettera e lesse. In breve c'era scritto che doveva presentarsi alle porte della città l'indomani, all'alba. I dettagli della missione gli sarebbero stati riferiti dalla guardia di turno.

Non vedeva scritto il nome “Corinne” da nessuna parte, sorrise. Era un buon segno. Magari non gli sarebbe toccato andare in missione con lei.

« Il capitano mi ha detto di dirti che sarà presente anche la Tempesta. Mi ha raccomandato di farlo non appena avessi finito di leggere la lettera. Non so perché. »

Come non detto.

« Tranquillo, lo so io. »

Goron attese una spiegazione che non arrivò, allora salutò Ike e alzò i tacchi.

Ike rimase steso sul letto. Non aveva proprio voglia di andare in missione. Era questa la vita del soldato? Partire per delle missioni che non vogliamo fare accompagnati da persone che non vogliamo vedere? Che palle!

Se inizi a lamentarti già da adesso, pensa un po' quando avrai trentanni!

Si disse.

Iniziò a lasciarsi trasportare dai ricordi di quando era all'Accademia. Ripensò alle punizioni, alle battaglie vinte, a quelle perse, agli amici feriti. Ripensò a Goron. Lui non voleva fare il soldato! I suoi genitori l'avevano costretto. Quando è diventato “postino” non sono stati per niente contenti. L'hanno anche diseredato, andrà tutto al fratello minore. Non che a Goron importi. È molto più felice senza tradizioni familiari alle spalle. La sua è sempre stata una famiglia di nobili guerrieri, avere avuto un figlio riuscito ad uscire vivo dall'Accademia per miracolo è stato un grave disonore.

Ike pensò anche a come si sentisse Goron mentre stava a casa sua. Ovviamente non parlava con i suoi genitori e neanche con il fratello. Chissà perché viveva ancora lì, lui al suo posto se ne sarebbe andato un sacco di tempo fa.

Si alzò di scatto ripensando al fatto di non aver ancora fatto colazione. Iniziò a prepararsi qualcosa da mettere sotto i denti, non si era accorto di avere così fame! Iniziò a fischiettare allegramente finché qualcuno non bussò alla porta. Di sicuro era Goron. Abbandonò la colazione e andò ad aprire.

« Goron! Sei stato qui una ventina di minuti fa! Perché sei torna... »

La frase gli morì in gola quando vide il ragazzo in lacrime.

« P-posso entrare? »

Ike si riscosse.

« Sì certo! Ma che ti è successo? »

Per tutta risposta Goron gli svenne tra le braccia.

« Merda! »

Lo depose sul suo letto.

« Goron! Riprenditi! »

Non vedendo nessun effetto decise semplicemente di lasciarlo lì per un po' e preparare qualcosa anche per lui.

Ma che cavolo gli sarà successo? Lo hanno picchiato? Si voltò a scrutare meglio il volto sofferente del ragazzo. Notò qualche ferita e un paio di lividi. Sì, l'hanno picchiato. Ma chi? E perché? Di sicuro non per vendetta. Non ha mai fatto male a nessuno. È la prima volta che me lo ritrovo a casa così malconcio.

Non era la prima volta che veniva a sfogarsi a casa di Ike ma, a parte il segno di uno schiaffo su di una guancia, non gli era mai capitato che venisse picchiato al punto di svenire.


Ringrazio kety100 e  _stellina999 che hanno aggiunto la storia tra le seguite e ringrazio anche chi legge senza recensire!!!

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5

 

Corinne si fermò un momento per riprendere fiato. La casa di Ike era a sette carest (Nda ogni carest corrisponde a duecento metri, più o meno) da casa sua, fare tutta quella strada di corsa non era quella che si dice una buona idea! Mancavano più o meno quattro carest che Corinne fece con calma. Voleva conoscere il suo passato ma aveva paura, una paura tremenda. Se aveva spaventato così tanto Ike doveva essere veramente terribile. Forse era stata una spietata assassina. Fece un sorriso triste e malinconico, adesso non era molto diversa da un'assassina. Iniziò a piangere senza neanche accorgersene, tutte quelle morti le pesavano moltissimo sulla coscienza. Per quanto uccidesse dei mostri riusciva ad immaginarli con degli amici, magari con una moglie e dei figli. Si immaginava cosa poteva aver patito la famiglia di un soldato sapendo che lui non sarebbe più tornato. Questa guerra era iniziata esattamente 799 anni fa. Ormai nessuno ricordava il perché. Forse andava avanti per un semplice capriccio, forse senza questa guerra nessuno avrebbe saputo più che fare. Si pensava solo a sopravvivere e a vincere. Vincere vincere vincere! A parte questo non era importante nient'altro! Bisognava solo schiacciare i nemici! Sconfiggerli! Sterminarli! Ucciderli! La sua vita era solo questo. Non ci aveva mai pensato prima.

Arrivò a casa di Ike intenzionata a chiedergli del suo passato...o quantomeno a bussare alla sua porta. Si fermò davanti all'entrata, la casa non era grande, anzi, era solo un semplice monolocale.

Corinne si guardò intorno. In giro non c'era nessuno. Fece per bussare ma la mano le si fermò a mezz'aria. Non aveva il coraggio di farlo. Strinse i denti, se non l'avesse fatto se ne sarebbe pentita per il resto della sua vita. Restò ferma ancora per qualche secondo. Alla fine si decise a bussare ma...

C'è qualcuno!

Andò a nascondersi dietro a una casa lì vicino e attese che lo sconosciuto se ne andasse. Era un ragazzo con grandi occhi verdi e capelli castani, mingherlino e non particolarmente alto. Corinne l'aveva già visto da qualche parte, si sforzò di ricordare. Ma certo! Era quello che le portava gli ordini del comandante! Che ci faceva lì?

Adesso che lo guardava bene non sembrava che stesse molto bene: barcollava e si aggrappava a qualsiasi cosa pur di stare in piedi. Che cosa gli era successo? Non che le importasse più di tanto in fondo. Bastava che se ne andasse di lì alla svelta.

Si appoggiò alla casa di Ike, Corinne sperò tanto che lui non facesse quello che stava pensando. Niente da fare. Bussò alla porta, Ike gli aprì e il ragazzi gli crollò letteralmente addosso. Corinne sbuffò. Questo le faceva perdere tempo prezioso! Aspettò che Ike chiudesse la porta e si accinse ad andarsene.

Non ho voglia di tornare a casa! Forse non ci vorrà tanto tempo! Magari se mi metto ad aspettare prima o poi uscirà e io potrò parlare con Ike in tutta tranquillità.

Si appostò sotto la finestra della casa del ragazzo e attese. Sperava di passare il tempo origliando la conversazione ma il guastafeste non si decideva a riprendersi! Sbirciò dentro la casa. Sul tavolo un po' ammaccato c'erano delle cose da mangiare eppure Ike stava preparando qualcos'altro. Perché?

Forse sono per il suo amico.

Si ritrovò a pensare. Le lacrime che aveva cercato di trattenere mentre si stava avvicinando alla casa uscirono fuori. Si era sentita improvvisamente vuota. Lei non aveva amici. Non aveva nessuno con cui ridere o scherzare. Non aveva capito quanto le mancasse tutto questo. Ma come faceva a mancarle qualcosa che non aveva mai avuto?

Ringrazio tanto kety100, _stellina999 e anche darkmeme13 che hanno aggiunto la storia alle seguite!!!!!!!

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6

 

Dopo una buona mezz'ora Goron si riprese.

« Ahia! »

« Goron! Dove ti fa male? Che ti è successo? Chi ti ha picchiato? Quelli saranno fortunati se domani riusciranno a vedere il Galasser con un occhio solo! »

« Stai calmo! Non puoi picchiare quelli che mi hanno ridotto così! »

« P-perché no? »

Questa affermazione lo aveva sorpreso. Nessuno aveva mai avuto la meglio su di lui in una rissa!

Goron sorrise tristemente.

« Perché sono stati i miei genitori. »

Ike spalancò gli occhi.

« C-che cosa? »

Goron evitò lo sguardo di Ike e lasciò posare il suo sulle pietanze sul tavolo.

« Quello è per me? »

Ike si riprese.

« Oh! Sì! Scusa, adesso te lo porto. »

Goron iniziò a mangiare e quando ebbe finito iniziò a raccontare l'accaduto.

« Ike, devi sapere che mi piace una ragazza e... »

« Chi è? La conosco? Secondo me è Scarlet! Di la verità, ti è sempre piaciuta! »

« Vuoi stare un po' zitto?!? »

« Ehm...scusa. »

« Oddio! Hai un fazzoletto? Mi sta colando di nuovo il sangue dal naso! E se hai anche un po' di ghiaccio e qualche asciugamano non sarebbe male! »

Ike ritornò con tutto l'occorrente. Goron gli strappò il fazzoletto di mano con un sorriso.

« Ma guarda un po' se questo è il modo di trattare gli amici! Sono pieno di lividi e non mi porti neanche un po' di ghiaccio! »

« Scusa! »

« Comunque stavo dicendo che mi piace una ragazza... »

« È Scarlet? »

« Visto che ci tieni tanto, sì è Scarlet! Sei contento adesso? »

« Sì molto, comunque ho un istinto infallibile per queste cose! »

Sfoderò un sorriso a trentadue denti e lasciò, finalmente, proseguire Goron.

« Allora, ieri io e lei ci siamo...hai capito no? »

« E tu non me l'hai detto? Certo che sei proprio uno stronzo! »

« Stai zitto! Sono affari miei! »

« Sei crudele! Comunque vai avanti. »

Goron sbuffò.

« Io l'ho detto ai miei genitori e loro mi hanno detto che dovevo dimenticarla perché avevano già pensato ad una ragazza per me. È per “risollevare l'onore della nostra famiglia”. Io mi sono opposto a questa decisione e mio padre ha iniziato a picchiarmi. Io non potevo picchiarlo, l'avrei fatto volentieri ma non ci riuscivo. Non posso mancargli di rispetto. Dopo avermene date veramente tante mi ha lascito da solo nella stanza allora sono venuto qui, in cerca di un posto dove dormire. Posso dormire da te, vero? »

« Certamente! Solo che io domani mattina non ci sono, lo sai. »

« Non ti preoccupare, mi prendo cura io della tua “enorme” casa! »

« Allora posso star certo che quando tornerò sarà ridotta ad un cumulo di macerie! »

« Ahahah! Che stronzo che sei! »

Risero ancora un po' mentre Corinne si allontanava dalla casa.

Tanto non ho più niente da fare qui! Se quel Goron dorme a casa di Ike è inutile che resti.

In realtà non riusciva a sopportare un ambiente così allegro, in cui gli amici si insultavano a vicenda e poi iniziavano a ridere. Lei aveva bisogno di amici! Se n'era resa conto solo quel giorno, mai come in quel momento si era sentita così sola.


Allora... grazie a kety100, _stellina999 e darkmeme13 che hanno aggiunto la storia alle seguite! Spero di aggiungere presto altri nomi!!!

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 7

 

Corinne, dopo esser tornata a casa, trovò una lettera in cui c'era scritto di presentarsi all'alba davanti ai cancelli. La ragazza si lasciò cadere sul letto. Non ne aveva proprio voglia, anche se era quello il suo scopo. Fare missioni su missioni per ammazzare più nemici possibile. Nonostante questo non avevano ancora vinto la guerra. Perché? Avevano delle armi potentissime! Certo lei non era indistruttibile ma faceva piazza pulita di chiunque si trovasse nel suo raggio d'azione. Allora perché non avevano vinto? Perché, nonostante tutte le Tempeste che c'erano state non avevano vinto? Cosa faceva si che questa maledetta guerra rimanesse ferma? Andava avanti così da quasi ottocento anni. Ci sono state 25 Tempeste, 26 compresa lei. Il nemico non aveva queste armi umane! Allora cos'aveva? La memoria di Corinne iniziava solamente da tre anni prima, da quando era diventata Tempesta. Da tre anni le facevano fare queste missioni: ammazzare gruppi di mostri che sembrava aspettassero soltanto loro. C'era stato qualche attacco al villaggio di tanto in tanto. Una volta era stata rasa al suolo una casa, ma niente di più! Non si erano mai spinti a bruciare tutto! Non che alla ragazza dispiacesse, ma non aveva senso! Perché non cercare di creare panico? Gente che fugge, che piange, che si rintana. E alla fine la strage: appiccare fuoco a tutto. Nessun sopravvissuto. La città, o quel che ne restava, diventava territorio nemico. Niente di strano! Era così che funzionava! In tutte le guerre! O si sottomette o si distrugge!

Rimuginarci sopra non avrebbe di certo aiutato! Fatto sta che Corinne doveva svolgere una missione. Meglio riposare.


Al solito, ringrazio kety100, _stellina999 e darkmeme13 che hanno aggiunto la storia alle seguite!!!

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


Capitolo 8

 

Ike odiava alzarsi dal letto. Era così caldo e accogliente. Soprattutto d'inverno. Dove tra le coperte pesanti trovi protezione e calore. Alzandoti, invece, è freddo e inospitale. Come se ti dicesse: ritorna sotto le coperte, isolati da gli altri, fatti cullare dal tepore che provi e dai dolci ricordi che scaturiscono dalla tua mente semi-addormentata.

Quella mattina non era stato così. Dal momento che Goron aveva dormito a casa di Ike si era preso metà letto... all'inizio almeno! Con il passare della notte si era preso anche tutto il resto facendo ruzzolare il povero Ike sul pavimento gelato. Aveva fatto di tutto per cercare di riappropriarsi almeno di un quarto del letto ma non c'era stato niente da fare. Alla fine si era sistemato alla bene e meglio su una sedia e aveva cercato (inutilmente) di dormire.

Ormai era quasi l'alba, tanto valeva iniziarsi a preparare e uscire di casa. Tanto Goron sapeva della missione, non era un problema.

Si preparò la colazione, si lavò, si vestì e uscì di casa. L'aria fresca gli solleticava il naso, non gli dispiaceva svegliarsi presto, vedere la città pulita, sgombra da quel caos che iniziava verso le dieci e finiva intorno alla stessa ora...dodici ore dopo.

Iniziò a dirigersi alle porte della città. Le guardie di pattuglia lo guardavano di sottecchi continuando a confabulare fra loro. Ike si sentiva stranamente felice, fino a che non incontrò un paio di profondissimi occhi neri adagiati su un viso pallido dai lineamenti morbidi. Corinne.

La ragazza gli sorrise, sembrava felice di vederlo. Lui si sforzò di sorriderle a sua volta, fallendo miseramente. Gli scappò un ghigno storto e sgradevole al quale la ragazza si mise a ridere. Ike la guardò perplesso per un attimo e poi si diresse dalla guardia per le informazioni.

Il soldato blaterò per un bel pezzo prima di lasciarli andare.

La missione prevedeva il recupero di un oggetto. Non sapevano a cosa servisse, informazione riservata. La missione in se non era difficile, il fatto era che erano solo Ike e Corinne. Avrebbe dovuto esserci anche Cheaned ma aveva ottenuto un permesso per il funerale di un suo lontano parente, di cui probabilmente non conosceva neanche il nome. Che culo.

L'oggetto era piccolo e prevalentemente rosso, era il ciondolo di una collana divisa in varie parti. Quella era la più importante e l'unica di cui conoscessero l'ubicazione.

La presenza della Tempesta era indispensabile perché era l'unica ad essere in grado di maneggiarlo. Corinne non doveva assolutamente usare i suoi poteri altrimenti sarebbero stati individuati dal nemico e uccisi. Non era quel che si dice una proposta allettante.

La guardia gli aveva anche consegnato una mappa con segnata la posizione del ciondolo.

A occhio e croce il viaggio sarebbe durato un paio di settimane. Vicino al cancello c'erano due zaini con dentro provviste e vari vestiti. Solo il necessario ovviamente. Certo che il comandante era stato proprio premuroso a preparare tutto così perfettamente!

Ike si avvicinò a Corinne e le porse il suo zaino senza tanti complimenti, salutarono il soldato e si incamminarono.

La via più breve era quella attraverso il bosco. Il problema era il lago. Per aggirarlo ci sarebbero volute settimane! E Ike voleva trascorrere con Corinne il minor tempo possibile. Non la odiava, il problema era che guardandola negli occhi non riusciva a fare a meno di pensare alla sua storia. Non sapeva perché gli dispiacesse così tanto per lei, forse perché anche lui non aveva i genitori... però lei li aveva conosciuti i suoi! Forse era questo il problema: provava pena per se stesso. Si sentiva in qualche modo inferiore a Corinne. Lei era fortunata. Lei aveva conosciuto i suoi. Lui no.

Camminarono per sette o otto ore senza proferir parola. Alla fine si sedettero per terra stremati e tirarono fuori dallo zaino qualcosa da mangiare.

Iniziarono a ingurgitare gallette e semi di cui era meglio ignorare la provenienza.

Corinne decise di rompere quel silenzio irritante.

« Ike. »

Il ragazzo alzò gli occhi.

« Tu, ehm... tu cosa sai di... tu cosa sai... cosa sai... di... di »

Ike stava iniziando ad irritarsi. Ma non riesce a formulare una frase di senso compiuto?!?!? Si calmò.

« Di cosa? »

« Di... di me? »

« Attenta! »

Corinne si voltò.


Scusate il ritardo ma non avevo la forza di aggiornare... comunque ringrazio kety100, _stellina999 e darkmeme13 perché seguono questa storia!!!!

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***


Capitolo 9

 

Viscido. Era l'aggettivo migliore per descrivere quella cosa che era dietro la ragazza.

Corinne si alzò in piedi di scatto mettendosi vicino ad Ike che brandiva la spada di fronte a se.

La creatura a vedersi sembrava un enorme verme di un verde scuro trasparente e... viscido. Dalla bocca mezza aperta si scorgevano file e file di denti aguzzi e infestati di residui di carne e sangue secco. Gli occhi non c'erano e se c'erano erano sicuramente piccolissimi e viscidi.

Il vermone attaccò senza preavviso, Ike gettò Corinne di lato per poi schivare il colpo buttandosi a terra. Il verme si concentrò su Corinne preparando un altro attacco. Ike iniziò a bersagliarlo di pietre facendolo voltare.

« Scappa Corinne! Scappa! »

La ragazza non se lo fece ripetere due volte e iniziò a correre lontano.

Perché? Perché proprio adesso? Proprio adesso che stavo per scoprire la mia storia! Aspetta... perché tutto d'un tratto sono così egoista? Pensa ad Ike che starà sicuramente rischiando la vita per proteggerti! Forse è già morto! No!

Corinne rallentò fino a fermarsi.

Devo aiutarlo. Allora, quale strada ho preso?

Si guardò attorno fino ad accorgersi che non aveva imboccato nessun sentiero, aveva solamente iniziato a correre come una pazza per la foresta, senza pensare alle conseguenze.

Aveva lo sguardo perso in quell'intrico di rami che le impedivano di vedere oltre il proprio naso.

Prese una direzione a caso, prima o poi sarebbe arrivata da qualche parte!

« Ike! »

Continuava a chiamarlo senza ricevere risposta.

Arrivò la notte e Corinne, ormai esausta, si accampò.

Aveva il suo zaino con se, l'aveva preso prima di scappare. Sesto senso?

Decise di accendere un fuoco, lei si sapeva difendere bene. Non le importava che le avessero detto di non usare suoi poteri! Era un caso di emergenza! E poi sperava che attraverso la luce prodotta dalle fiamme Ike la individuasse e la venisse a prendere!

Dopo aver buttato giù qualche boccone si mise a dormire.

Tristezza, sentiva un'enorme tristezza venirle addosso, fino a schiacciarla. Le lacrime le bagnavano le guance. Era accucciata per terra, nel buio più totale. A lei piaceva quel buio. Non voleva che entrasse nessuno e lei non voleva uscire. Un bagliore. Una luce colorata e accecante la invase e distrusse la sua infinita tristezza.

La ragazza si svegliò. Un incubo, era un dannato incubo. Si toccò le guance, aveva pianto. Era quasi l'alba. Tanto non sarebbe più riuscita a dormire, tanto valeva alzarsi e rimettersi in cammino. Voleva ritrovare Ike a tutti i costi!


Ringrazio al solito kety100, _stellina999 e darkmeme13 che seguono questo obbrobrio! Ringrazio specialmente darkmeme13 perché recensisce!!!! Grazie davvero!!!

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 ***


Allora allora... siamo arrivati al capitolo 10!! Non pensavo di riuscirci!! Ringrazio le mie solite lettrici: kety100, _stellina999 e darkmeme13 (che recensisce ^^). Non voglio annoiarvi, voglio solamente dirvi che vi sarò eternamente grata!! Anche se alla fine mi scriverete una cosa del tipo: fa schifo! Per me va bene! Mi stupirei se non lo trovassi scritto! Già mi stupisce il fatto che ci sia qualcuno che riesce solamente a leggere questa storia!!! Vi lascio a questo capitolo! Alla prossima!!!


Capitolo 10

 

« Scappa Corinne! Scappa! »

La ragazza se la filò via.

« Bene. Siamo rimasti noi due. »

Il verme si voltò completamente verso Ike, in attesa.

« Crepaaaaaa!!!!! »

Il ragazzo gli si scagliò contro senza pensarci troppo e gli staccò la testa dal corpo. Fece un sorrisetto soddisfatto dando le spalle alla creatura.

« Non è stato diffici... »

Prima che finisse la frase venne sbattuto contro un albero con violenza. Dolore. Avvertì solo un dolore acuto alla testa e alla schiena. Si sentì ricadere pesantemente a terra. Aprì gli occhi, vedeva tutto sfocato ma riconobbe una massa verde che gli stava venendo addosso. Si scansò appena in tempo e il vermone andò a sbattere contro l'albero.

La testa del mostro si era attaccata nuovamente al corpo. Doveva trovare un modo per ucciderlo o sarebbe diventato la sua cena.

Pensa, pensa, pensa maledizione!

Adesso il verme era fermo, in posizione di difesa. Tranquillo, in attesa che la sua preda si facesse avanti.

Ike cercò di sembrare calmo ma sudava freddo, il mostro se ne accorse perché quella sottospecie di bocca si deformò in un ghigno.

Da quando i vermi ghignano?

Osservò bene il mostro. Doveva pur avere un cuore da qualche parte! Guardò ancora ma non riuscì a scorgere neanche un organo in quella massa informe e gorgogliante.

Il verme scattò ma Ike si scansò abilmente di lato, evitandolo. Il mostro si girò di nuovo verso di lui. L'unica cosa che poteva fare per il momento era evitare i suoi attacchi, ma per quanto sarebbe stato in grado di farlo prima di crollare?

Serviva un piano, un piano efficace. Mentre continuava a saltellare di qua e di là per schivare gli attacchi improvvisi del verme gli venne un'idea.

Doveva solamente riuscire a bruciarlo! Diede una rapida occhiata intorno a se e individuò vari rami che facevano al caso suo. Tirò fuori una scatoletta di fiammiferi e ne accese uno. Sulla faccia della creatura apparve un'espressione perplessa, anche se forse “espressione” non era il termine adatto...

Lo gettò su un gruppo di rametti secchi lì vicino che presero fuoco molto velocemente. Iniziò ad attaccare il verme portandolo sopra i rami andati a fuoco.

Il mostro lanciò un grido stridulo prima di finire completamente polverizzato.

Ike si lasciò cadere a terra. Aveva il fiatone, si riposò per qualche minuto poi prese il suo zaino e iniziò a cercare Corinne.

« Corinne! Corinne! Corinne rispondi! Cori... »

Si ritrovò un coltello puntato alla gola, deglutì mentre qualcuno lo bendava e gli legava i polsi.

« Sei caduto nella nostra trappola, è? Pivello! »

I sequestratori avevano sicuramente previsto che Ike avrebbe bruciato il verme, probabilmente avevano mandato qualcuno di quei mostri a cercarli. Il fuoco era stato il segnalatore. Se non avesse avuto i polsi legati si sarebbe preso a pugni da solo!

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Capitolo 12
*** Capitolo 11 ***


Capitolo 11

 

Gli uomini che avevano preso Ike lo fecero camminare per un bel pezzo, si fermarono per fare una sosta e mangiare qualcosa e poi più niente.

Il ragazzo intanto stava morendo di fame! E poi non sapeva dov'era Corinne!

Merda! Sono nella merda più totale! Non so cosa vogliono questi da me! Probabilmente riguarda Corinne o il ciondolo. Non ne posso più, se non mangio qualcosa tra poco svengo! Ho fame!

Dopo almeno un'ora arrivarono alla meta. Era un posto freddo e umido, forse una caverna. Non slegarono Ike e neanche gli tolsero la benda. Lo legarono semplicemente a qualcosa, sembrava un palo di ferro ma non ne era sicuro.

Passò un'altra mezz'ora, alla fine lo presero e lo portarono in un posto più caldo e accogliente impregnato di uno strano odore dolciastro. Ike era sicuro che quel posto era dentro il luogo freddo e umido.

Lo legarono ad una sedia e gli tolsero la benda.

Era in una stanza con qualche mobile, sembrava una vera e propria sala da pranzo: c'erano il tavolo, le sedie, la credenza con i piatti e le posate. Il ragazzo, però, era assolutamente certo che non fosse una cucina. I dettagli che glielo facevano supporre erano i coltelli sporchi di sangue, alcuni arti in putrefazione (da qui l'odore), una sedia con dei chiodi sullo schienale e sui braccioli e il fatto che i due uomini che aveva davanti avevano tutto tranne l'aria di volergli portare qualcosa da mangiare.

Ike deglutì. Uno degli uomini, alto e con una cicatrice che partiva dallo zigomo destro fino ad arrivare al mento, gli si avvicinò.

« Cosa ne facciamo di questo? »

Disse con un'aria da superiore e un sorriso sadico stampato in volto.

« Mmm... che ne dici di farlo parlare un po', poi vediamo. »

Disse l'altro uomo, adesso che ci faceva caso aveva un orecchio morsicato.

Cicatrice si avvicinò ancora di più e si avvicinò a lui fino ad alitargli in faccia.

« Dimmi cosa sai del ciondolo. »

« Quale ciondolo? »

Cicatrice gli mollò un ceffone.

« Non fare il finto tonto con me! So bene che sei stato mandato a prenderlo! »

« Calmati, inizia a frugargli addosso. Poi, al massimo, ti sfogherai un po'. »

S'intromise Orecchio Morsicato. Sembrava calmissimo, così calmo da mettere i brividi.

Cicatrice sorrise e si accinse a frugargli nelle tasche ma Ike gli mollò un calcio in uno stinco.

« Tu! Moccioso! Adesso ti faccio vedere io! »

Il ragazzo si preparò ad un pugno in faccia, che non arrivò.

La mano di Cicatrice era stata bloccata da Orecchio Morsicato.

« Me ne occupo io, tu vai di là con gli altri. »

« Ma hai visto cosa mi ha fatto questo stronzo? »

« Vai! »

Cicatrice si rassegnò e si allontanò, deluso.

Orecchio Morsicato si sedette su una sedia e appoggiò i piedi sul tavolo. In tutta tranquillità si accese una sigaretta (Nda eh sì! Le hanno inventate pure in un altro mondo! ^^) e aspirò a lungo. Infine lasciò che il fumo uscisse dalla sua bocca lentamente, con calma. Metteva veramente i brividi. Ike avrebbe preferito essere picchiato da Cicatrice!

« Scusa il mio amico, sai è molto nervoso. Comunque adesso dimmi cosa sai sul ciondolo, anzi, prima fammi tu delle domande e vedrò se risponderti o no. »

Aspirò ancora.

« Sto aspettando. »

Vorrei tanto chiedergli dove siamo ma, se mi ci hanno portato bendato vuol dire che non lo devo sapere. O no?

« Perché sei interessato al ciondolo? »

Orecchio Morsicato sbuffò.

« Non sono io quello interessato. »

« Chi è allora? »

« Il mio capo. »

« E perché lo vuole? »

« È un'informazione talmente riservata che non lo so nemmeno io. »

« Allora perché lo aiuti? »

« Ti spiegherò una cosa, sai cosa muove questo mondo? I soldi. Non l'amicizia, non l'amore o tutte quelle cazzate che ti raccontano quando hai quattro anni. È il denaro. Io lavoro e il capo mi paga. Mi interessa solo questo. »

Data questa “perla di saggezza” gettò per terra la sigaretta e la spense con un piede. Ne prese subito un'altra.

« Chi sei tu? »

« Mi chiamano Lupo. Lo vedi questo? » Accennò al suo orecchio. « Me l'ha sbranato un lupo. Non uno di quelli normali, me l'ha sbranato da mostro. Era stato trasformato dal tuo nemico. »

Quando Brisildes, il suo nemico, prese il controllo di una buona parte del suo mondo, Esperis, iniziò a trafficare un po' troppo con le pozioni magiche. Il risultato fu che molti animali divennero dei mostri. Addirittura era diventato difficile non incontrare mostri!

« Detta così sembra che sia anche il tuo nemico. »

« Bof! (Nda non sapevo come rendere il suono! Scusate!) Mi è indifferente. »

« Quindi tu non lavori per lui? »

« No, noi siamo come voi, dei ribelli. L'unica cosa è che voi volete riportare tutto come prima mentre il mio capo vuole che Esperis sia sotto il suo controllo. »

« E a te sta bene? »

« Non ho detto questo. »

Sorrise.

Probabilmente ha intenzione di uccidere il suo capo e prenderne il posto. Prevedibile.

« Adesso tocca a me fare le domande. Cosa sai del ciondolo? »

« Non so di cosa tu stia parlando. »

« I giovani d'oggi, non portano rispetto a nessuno. »

« Lo dice uno che dimostra al massimo trent'anni! »

« Ne ho venticinque. Ma non è questo il discorso. »

Prese un coltello incrostato di sangue dal tavolo e lo puntò alla gola di Ike.

« Se tu non mi dici quello che sai io ti taglio la gola. »

Ike rise.

« Non mi uccideresti, io ti servo. »

« Hai ragione. Nulla però mi impedisce di torturarti un po'. E comunque hai appena ammesso che sai qualcosa a riguardo. »

Ike si morse la lingua prima di sentire il coltello sfregiargli una guancia e subito dopo infliggergli una ferita su un braccio. Lupo iniziò a girare il coltello nella ferita.

Ike si sforzava di non urlare. Non voleva dargli questa soddisfazione!

« Avanti! So che vuoi urlare! Urla maledizione! »

Quello che prima era un uomo calmo e pacato divenne un pazzo sadico!

Girò il coltello nella ferita del ragazzo ancora per un po', lo tolse improvvisamente causando ad Ike un forte dolore.

« Ti piace questo coltello? Da una parte taglia, dall'altra strappa! »

L'arma grondava sangue. Si distingueva bene la lama liscia da una parte mentre dall'altra era seghettata. Lanciò una rapida occhiata al suo braccio, era ricoperto di sangue scuro e vischioso.

« Allora, cosa sai del ciondolo? »

« Non so niente! »

« Mi costringi a frugarti nelle tasche. »

Si avvicinò e bloccò subito un calcio di Ike.

Maledizione! Ho la mappa addosso!

Lupo gli esaminò tutte le tasche senza trovare nulla di rilevante.

Ike era sorpreso. Perché non aveva la mappa? Non importava. Meglio sfruttare questa opportunità.

« Sei contento adesso? »

Disse ansimando.

« Mmm... una cosa che mi stupisce è che hai fatto di tutto per evitare che io e il mio amico ti frugassimo nelle tasche. Eppure non hai niente addosso. Questo mi suggerisce che tu avevi qualcosa che in qualche modo ti è stato sottratto senza che tu te ne accorgessi. »

« Oppure il piano poteva essere un altro. »

Lupo aggrottò la fronte.

« E quale? »

« Tanto vale che te lo dica, tanto la ragazza ormai sarà lontana. »

« Quale ragazza? »

« Oh! Non lo sai? C'era una ragazza con me. Era lei ad avere le informazioni sull'argomento, appena ho visto il verme l'ho fatta scappare con la mappa. Io dovevo solo distrarti un po'. Avevamo previsto una trappola e quella sembrava proprio una di queste. »

Il ragazzo sorrise.

Lupo fece un'espressione stizzita poi uscì dalla stanza.

« Il ragazzo non sa niente! Dovete cercare una ragazza! Muovetevi! »

Scusami, Corinne.

Crollò svenuto.


Ringrazio kety100, _stellina999 e darkmeme13 che seguono la storia!!!! :D Ragazze, non so come fate a leggerla ma vi ringrazio tantissimo!!!!! Graziegraziegrazie!!!!! :P

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Capitolo 13
*** Capitolo 12 ***


Capitolo 12

 

« Ike! »

Erano passati due giorni. Non ne poteva più. Ormai era certa di essere lontanissima dal ragazzo. Non voleva ammetterlo. Possibile che tra i suoi poteri non ci fosse quello di percepire le persone? Questa era sfiga!

Si sedette per terra, affranta.

Voleva sapere che cosa le era successo da piccola, per farlo serviva Ike. E Corinne non aveva la più pallida idea di dove fosse Ike! Si mise le mani tra i capelli.

Guardò la mappa, l'aveva presa dalla tasca della camicia del ragazzo in caso che lui fosse morto. E se fosse veramente morto? Non voleva pensarci.

La direzione che aveva preso era quella giusta. Al massimo avrebbe svolto la missione e poi avrebbe detto al generale cos'era successo. E poi non avrebbero più ritrovato Ike. Maledizione!

Forse però avrebbe potuto individuarlo con un altro potere, non ci si era impegnata quindi non sapeva bene come controllarlo ma avrebbe potuto funzionare.

Si mise a gambe incrociate e si concentrò. Doveva riuscire a percepire i sentimenti di tutte le creature viventi, e in un bosco non ce n'erano poche! Fece un bel respiro.

Poteva percepire tutti i sentimenti di tutti gli animali, le piante (anche lei si sorprese non poco di questo!) e delle persone.

Concentrati. Concentrati!

Fece un altro respiro e si buttò in quel mare di emozioni cercando disperatamente quelle che potevano essere di Ike. Si perse, non capiva più niente, alla fine si mise da parte vedendo passare davanti a se dalle emozioni più banali ai sentimenti senza nome. Inspirò ancora a fondo. Eliminò dalla sua mente tutti i sentimenti appartenenti alle piante. Riusciva a capire in generale a chi appartenessero. Riusciva a distinguere quelle delle piante da quelle degli animali senza troppe difficoltà. Adesso era tutto molto più semplice: distinguere gli umani dagli animali non era troppo complicato. Quelle degli umani erano meno rozze, più complesse.

Si concentrò al massimo. Riuscì a distinguerle.

C'era un gruppo di persone verso sud. Ci avrebbe messo più o meno un giorno.

Aprì gli occhi, era stremata. Non sarebbe riuscita a camminare ancora. Sperò ardentemente che non si fosse sbagliata e che Ike fosse lì!


Ringrazio Kety100, _stellina999 e darkmeme13 che hanno aggiunto la storia alle seguite e mi scuso per il capitolo... detto tra noi non mi piace neanche un po'!!!

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Capitolo 14
*** Capitolo 13 ***


Capitolo 13

 

Il ragazzo aprì gli occhi. Si ritrovò in una stanza fredda, adagiato sul pavimento. Si guardò intorno. Era una cella, erano state applicate delle bende al braccio e vicino a se c'era un piatto con dentro una brodaglia verde. In quel momento si sarebbe mangiato anche un topo vivo!

Ingurgitò il tutto senza sentirne il sapore (meglio) e si alzò.

Si affacciò alle sbarre e notò Cicatrice che dormiva beatamente su uno sgabello accostato alla parete.

Doveva trovare un modo per uscire di lì, sperava che Corinne fosse in salvo. Magari aveva il buon senso di tornarsene al villaggio. Non gli sarebbe dispiaciuto che lo venisse a salvare, certo, ma avrebbe rischiato la sua vita inutilmente. Neanche si conoscessero! Allora forse c'era una speranza ma in queste condizioni era assolutamente impo...

« Ike! »

« Corinne! Che ci fai qui? »

Bisbigliarono.

« Sono venuta a salvarti! Mi pare ovvio. »

Tutti i ragionamenti del ragazzo smontati in poco più di un secondo.

« Dove sono le chiavi? »

« Che vuoi che ne sappia io? »

« Dovevi pensarci tu! Non sai che i prigionieri come prima cosa notano dove sono le chiavi? »

Ribatté scocciata.

« Scusami tanto se non ho mai vissuto un'esperienza del genere e che mi sono svegliato solo adesso! »

« Ah! Dormivi pure? Andiamo bene... »

« Senti, stai zitta e tirami fuori di qui! Ne parliamo dopo. »

Corinne sbuffò e si mise a frugare nei vestiti di Cicatrice.

« Trovate! »

« Forza apri! »

La ragazza aprì la porta della cella e in fretta e furia si precipitarono fuori, nelle stanze dove era stato Ike non c'era anima viva. Neanche in quella iniziale, che poi era una caverna.

Uscirono all'aperto e si allontanarono in tutta fretta.

Si fermarono dopo un paio d'ore. Erano ritornati nel punto dove si erano separati. Lo zaino di Ike era ancora lì. Più o meno integro.

Si accasciarono per terra.

« Come...diavolo...hai fatto...a trovarmi? »

« È...un...nuovo...potere...permette...di vedere...i sentimenti...di tutti gli essere viventi. »

Dissero a stento.

Si riposarono ancora un po' e poi ripresero il cammino.


Come al solito ringrazioKety100, _stellina999 e darkmeme13 che hanno aggiunto la storia alle seguite!!!

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Capitolo 15
*** Capitolo 14 ***


Capitolo 14

 

 

 Corinne si stava dirigendo di gran carriera verso il punto dove aveva percepito quelli che sperava fossero sentimenti umani.

Si sedette un attimo per verificare che la direzione fosse giusta. Percepì di nuovo quel mare tempestoso di sentimenti dissonanti che si scontravano tra loro. Si concentrò e riuscì a suddividerli. Quelli umani erano nello stesso punto ma c'era agitazione. Si stavano preparando per qualcosa.

Non ci badò e riprese a camminare.

Arrivò nel punto prestabilito dopo qualche ora. Si trattava di una radura, ma lì non c'era nessuno. Che avesse sbagliato? Si preparò nuovamente a percepire quella tempesta di emozioni quando vide tantissimi uomini uscire da dietro un cespuglio.

« Muovetevi! Forza forza forza! »

Quando se ne furono andati da qualche minuto si diresse verso il cespuglio.

C'era un passaggio che portava sottoterra. Lo imboccò. Non trovò nessuno dentro, dopo poco arrivò alla prigione dove vide Ike e un uomo che avrebbe dovuto fare la guardia che se la dormiva della grossa.

« Ike! »

« Corinne! Che ci fai qui? »

« Sono venuta a... » 

 

« Okay, questo te lo puoi risparmiare! »

Ribatté Ike finto-scocciato.

Avevano camminato tutto il giorno verso la loro meta. Questo incidente li aveva rallentati parecchio!

Corinne non aveva il coraggio di chiedere il suo passato al ragazzo quindi si dissero solamente cazzate per altri due giorni.

Finalmente arrivarono al lago. Era bellissimo, limpido e luccicante. Dopo chilometri di foresta tetra e inospitale, una visione. Un lago al Galasser, al caldo.

I ragazzi avrebbero voluto farsi un bagno, però dovevano attraversarlo! A nuoto assolutamente no! Troppo largo e poi avrebbero bagnato le provviste. Per aggirarlo ci avrebbero messo troppo tempo. L'unica era costruire una zattera.

Ci avrebbero messo del tempo per farne una per bene ma non avevano altre alternative. Ike propose questa idea alla ragazza e si misero a lavoro.

Iniziarono verso le due e finirono tre ore dopo. Ci avevano messo tanto ma almeno era resistente! Avevano deciso di metterci una vela per andare più veloci, se non ci fosse stato vento c'erano comunque i remi.

Con quella ci avrebbero messo tre o quattro giorni ad attraversarlo.

Avevano deciso di partire subito, per Ike era fondamentale metterci il minor tempo possibile!

Caricarono gli zaini e salparono. In effetti non c'era molto vento ma era meglio di niente.

Ike era al timone, Corinne fissava l'altra sponda e sospirava. Il ragazzo le fissava la schiena ricoperta dai capelli lunghi e neri. In effetti, ora che ci pensava, tutta la sua figura era nera. I capelli, gli occhi e i vestiti facevano risaltare la figura pallida così da farla sembrare uno spettro.

Ike stava ancora vagando tra i suoi pensieri quando l'acqua sotto la barca divenne nera.



Scusate il ritardo!!! Ho avuto un po' da fare!! :D
Ringrazio kety100, _stellina999 e darkmeme13 che seguono ancora la storia!!!! Grazieeee!!!

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Capitolo 16
*** Capitolo 15 ***


Capitolo 15

 

« Ike... »

Il ragazzo si sporse e vide l'acqua che prima era limpida farsi nera partendo da sotto la barca fino ad arrivare molto velocemente alla sponda.

Il lago emanava un odore di morte ed era come se migliaia di cadaveri fossero stati lì a marcire. Ike e Corinne si portarono istintivamente la mano alla bocca. Era un odore disgustosamente familiare.

Eccone un altro: carne bruciata. Quel miscuglio stava diventando insopportabile!

Non sapendo cosa fare ripresero la navigazione, stavano entrambi all'erta attenti ad ogni singolo movimento o suono fuori dal comune ma era come se quell'odore intorpidisse i sensi e impedisse di pensare.

Corinne vomitò un paio di volte. Ike era lì lì per farlo quando il lago iniziò a gorgogliare. Si vedevano bolle nere formarsi e scoppiare. La consistenza dell'acqua sembrava molto più viscosa e appiccicosa.

Si formarono delle onde altissime che circondarono la barca e presero a girarle intorno. Si alzavano ad una velocità vertiginosa, il lago si stava svuotando velocemente.

Le onde arrivarono al culmine sotto lo sguardo terrorizzato di Corinne. Ike si preparò allo schianto delle onde contro la zattera... che non arrivò.

Iniziarono di nuovo a scendere lentamente ed ad avvicinare le loro punte fino a formare una gigantesca bolla che conteneva l'imbarcazione.

Ike si lasciò prendere dal panico: essere rinchiuso in una bolla che stava lentamente affondando e non poter uscire lo spaventava non poco.

Iniziò a cercare con gli occhi una qualche uscita. Niente da fare! Quella bolla era impenetrabile.

Si girò verso Corinne.

« Corinne! Facci uscire di qui! Apri una strada! Manda via l'acqua! »

« Non so come fare! »

« Inventati qualcosa! »

La prese per le spalle e iniziò a scrollarla.

« Non ho poteri del genere! Ti ammazzerei! »

« Usa quello per bruciare i mostri! »

« Siamo sopra una barca! Prenderebbe fuoco! »

« Ma c'è l'acqua! »

« Non è più acqua! »

Ike chinò la testa, tenendo ancora la ragazza per le spalle.

Si accasciò sulla zattera, rassegnato.

« Aspettiamo di... »

« … di morire? »

Fece un sorriso triste.

« No! Ci sta portando da qualche parte. Se avesse voluto ucciderci lo avrebbe già fatto quando ha creato quelle onde enormi invece di formare una barriera! »

Ike chinò ancora di più la testa, aveva ragione. Dovevano solo aspettare.

Passarono delle ore, possibile che volesse portarli in fondo al lago per poi lasciarli morire affogati? Non era ancora convinto che li stesse portando laggiù per un altro scopo se non ucciderli.

Corinne fissava il ragazzo, era spaventato. Glielo si leggeva in faccia. Non aveva più l'atteggiamento da figo che aveva ostentato fino a quel momento. Questo la fece sorridere. Era stranamente calma. Come se sapesse che sarebbe andato tutto bene.

Avrebbe voluto chiedere ad Ike del suo passato ma non le sembrava il momento adatto, si limitò a fissarlo ancora un po'. Aveva la testa appoggiata sulle ginocchia e gli occhi chiusi. Non voleva sapere. Atteggiamento infantile, se hai paura di qualcosa è meglio non vederlo.

Solo adesso si rese conto che Ike, tutto sommato era un bel ragazzo. Alto, capelli corvini, occhi di un grigio intenso. Non quel grigio trasparente e spensierato, un grigio misterioso e profondo. Appena si accorse che gli stava facendo tutti questi apprezzamenti arrossì vistosamente. Fortunatamente Ike aveva ancora gli occhi chiusi.

Sospirò, non restava altro da fare che aspettare di essere inghiottiti completamente da quel lago nero.



Ringrazio le solite kety100, _stellina999 e darkmeme13!!!! Qualche recensione sarebbe apprezzata!!! Altrimenti darkmeme si sente sola!!! ;)

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Capitolo 17
*** Capitolo 16 ***


Capitolo 16

 

Stavano ancora scendendo, quanto sarebbe durata ancora?

Corinne alla fine si addormentò. Sognò nuovamente quella luce che la portava via. Niente colonne sonore questa volta. Ike era ancora nella stessa posizione, presa dal dubbio che si fosse addormentato anche lui lo chiamò.

« Ike? »

Lui aprì gli occhi, non sembrava spaventato. Era... rassegnato.

« Che c'è? »

« No niente, pensavo che dormissi. »

« Non riuscirei mai a dormire in una situazione del genere. »

« Già. Senti, ti ricordi nel bosco? Prima che il verme ti attaccasse? »

« Mmm... sì, stavamo mangiando. »

« Ti ricordi cosa ti chiesi? »

Ci pensò un attimo.

« No, vuoto totale. »

Corinne sospirò.

« Perché? »

« Niente, non ti preoccupare. »

Lui richiuse gli occhi. La ragazza si morse il labbro, non ce la faceva. Aveva paura.

Chiuse gli occhi anche lei e si immerse nei suoi pensieri.

Dopo poco tempo vennero abbracciato da un'intensa luce azzurrina. Aprirono gli occhi per capirci qualcosa. Si vedeva meno di prima ma almeno sapevano che di lì a poco sarebbe successo qualcosa.

Si erano messi in piedi, ancora circondati dalla bolla nera che però ora era appena visibile.

« Voi avete profanato un terreno sacro! »

« Chi sei? »

Urlò Ike.

« Fatti vedere! »

« Voi dovete essere puniti! »

Detto questo dall'acqua sotto la barca vennero fuori dei tritoni che li afferrarono per le caviglie facendoli cadere. Li presero e li portarono insieme a loro, ancora più giù.

Corinne trattenne il respiro, dovevano essere veramente in profondità, non riusciva a compensare. Le facevano male le orecchie!

Ike non si preoccupava dei suoi timpani, era troppo concentrato ad osservare la bellissima sirena davanti a lui. Aveva i lunghi capelli viola sciolti e la coda blu accarezzava la faccia del ragazzo. Un attimo prima di immergersi nel nero più totale le aveva visto gli occhi di un verde smeraldo veramente bellissimo. Era stato catturato da quegli occhi. Aveva visto l'essenza di quella creatura che lo aveva incatenato a lei.

L'acqua pian piano ritornò limpida e i ragazzi notarono una città situata in una bolla, i tritoni e le sirene ce li buttarono dentro. Atterrarono sulla terra dura e Ike si girò velocemente verso l'esterno speranzoso di incontrare di nuovo quegli occhi verdi. Non vide niente, la sirena era sparita. Si avvicinò a Corinne e l'aiutò ad alzarsi. La città era accecante. Le strade erano di un bianco splendente come le case, i negozi e le piante. Anche gli abitanti erano molto pallidi, per non dire cadaverici e con i capelli e gli occhi bianchi. Questo probabilmente per l'assenza del Galasser. Avevano una luce azzurrina un po' fastidiosa ma ci si faceva l'abitudine.

I ragazzi vennero presi da delle guardie e sbattuti in cella.

« In una cella! Sono di nuovo in una fottutissima cella! »

« Calmati! »

Ike non ribatté, si sedette per terra e aspettò. Ormai stava diventando un'abitudine.


Ringrazio tantissimo kety100, _stellina999 e darkmeme13 che hanno aggiunto la storia alle seguite!!!!!

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Capitolo 18
*** Capitolo 17 ***


Capitolo 17

 

Dopo poco arrivò una ragazza con i capelli viola e gli occhi verdi a portare loro qualcosa da mangiare.

« Sei tu! »

Esclamò Ike. Era sicuro che fosse la sirena di prima. Lei, però, lo guardò senza capire mentre Corinne lo fissava come per dire “stai bene? Sei sicuro di non avere la febbre?”. Ike le ignorò entrambe. E continuò a parlare.

« Tu! Sei la sirena che ci è venuta a prendere in quella bolla nera! »

La sconosciuta sorrise.

« Sì, sono io. »

Restò un attimo in silenzio aspettandosi una qualche reazione da parte del ragazzo.

« Questo è il vostro pranzo, domani avrete un colloquio con il sacerdote. Vi consiglio di riposare. »

« Aspetta! »

Questa volta fu Corinne a parlare.

« Dimmi pure. »

« Come hai fatto a diventare umana? »

« Oh! Io sono umana. Quando Brisildes prese il controllo di Esperis un gruppo di persone si rifugiarono in una cavità di questo lago che conteneva ossigeno. Lì prosperarono e ad un certo punto sentirono la voce del nostro protettore che creò questa bolla d'aria per noi e ci fece stabilire qui. Da allora tutti quelli che attraversano il nostro lago vengono portati qui e giustiziati. »

Sorrise. Un sorriso sincero. Forse non si rendeva conto di quello che aveva appena detto.

« Ho la coda perché il nostro popolo doveva procurarsi da mangiare in qualche modo e iniziarono le battute di pesca fuori dalla bolla d'aria. Alla fine trovammo un modo per farci venire le branchie e la coda ma non in maniera permanente.

Mi dispiace che voi siate stati buttati nella bolla così malamente ma il nostro tempo era quasi scaduto e dovevamo tornare nella stanza di conversione. »

« Stanza di conversione? »

« Ci mettono o tolgono branchie e coda. »

« Ah! Ho notato che tutti gli abitanti hanno i capelli e gli occhi bianchi. Perché tu no? »

« I cacciatori, quelli che escono dalla bolla, stanno a contatto con quella sostanza nera e deve aver modificato in qualche modo il nostro colore naturale. »

Se ne andò senza salutare.

« Perché le hai chiesto tutte quelle cose inutili? »

« Perché mi interessavano. »

Rispose semplicemente e con calma.

« Ti rendi conto che domani ci uccideranno o no? »

« Sì, ma è inutile pensarci tanto. »

Corinne sbuffò, era vero che era inutile pensarci ma come faceva ad essere così calmo? Lo preferiva quando era preso dal panico. Comunque Corinne, per quanto poteva valere, aveva scoperto che il suo sesto senso faceva schifo! Altro che tutto bene! Stava andando tutto a puttane!


Mi scuso con le mie lettrici per aver aggiornato così in ritardo!!!!!!! Scusate!!!!! Vi ringrazio per aver lasciato la storia nelle seguite!!!! :D
A kety100, _stellina999 e darkmeme13!!!!!

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Capitolo 19
*** Capitolo 18 ***


Capitolo 18

 

L'indomani due guardie li scortarono verso il centro della città, li fecero entrare in un edificio altissimo. Dovettero fare almeno una decina di piani a piedi fino ad arrivare nella stanza 380. Le guardie aprirono la porta e ce li buttarono dentro. La stanza era piccola e circolare. Aveva un'atmosfera accogliente, piena di mobili antichi e libri polverosi. Al centro c'era una scrivania ovale con davanti due sedie. Seduto a questa scrivania c'era un uomo sulla sessantina, capelli e barba bianca, il viso segnato dal tempo. Era immerso nella lettura di un grosso libro. Una delle guardie attirò la sua attenzione schiarendosi la voce. Il sacerdote alzò lentamente la testa.

« Questi sono i due prigionieri. »

« Sì, mi avevano avvertito. Non state lì impalati, sedetevi. » E indicò le sedie. « Voi potete andare. » Disse rivolto alle guardie. Queste uscirono lasciano il vecchio e i due ragazzi nella stanza.

Il sacerdote prese un segnalibro di legno e lo mise tra le pagine del libro. Lo chiuse e con estrema lentezza lo appoggiò su uno scaffale.

« Allora, mi hanno detto che eravate sopra il nostro tempio. È vero? »

« Non sapevamo dell'esistenza del tempio e neanche adesso sappiamo dov'è collocato quindi, prima di andare avanti, vorremmo sapere almeno questo. »

Disse Ike.

« Oh! Ma certo. Il tempio è tutto il lago. Ora che lo sapete potete dirmi se è vero o no? »

« È vero, ma non l'abbiamo fatto apposta! »

« Certo che no, ma questo non toglie il fatto che ci siete passati. »

Questo vecchio stava urtando i nervi di Ike. Corinne se ne accorse e prese in mano la situazione.

« Signore, non ci sarebbe stato possibile passare in altro modo. »

« Avreste potuto aggirare il lago. »

« Ci sarebbe voluto troppo tempo! E noi non ne abbiamo. »

Le era venuta in mente un'idea fantastica, si sforzò di piangere ma non le riuscì. Ci avrebbe provato lo stesso.

« Vede, nostra madre è malata. Noi siamo andati a lavorare in città per guadagnare un po' di soldi così da poterci permettere un medico. »

Fece una pausa ad effetto e continuò.

« Non ci siamo riusciti. Lei sta per morire e noi siamo in questa città subacquea! La prego! Ci lasci andare! »

Questa volta riuscì a mettersi a piangere, sentì la mano di Ike sulla sua. Era la prima volta che lo toccava e le fece uno strano effetto. Lo guardò e tra le lacrime finte notò uno sguardo triste e compassionevole. Anche lui stava fingendo bene!

Il sacerdote sorrise.

« Non mi incantate con questi trucchi da quattro soldi. Vedete io sono sacerdote perché riesco a leggere l'anima delle persone. Finitela con questa tragedia e raccontatemi la verità. Vi ascolto. »

Ike lasciò subito la mano della ragazza e mentre lei si asciugava le lacrime lui espose la situazione al sacerdote. Gli disse tutto della missione. Lui si accigliò.

« Venite con me. »

Uscì dalla stanza e li fece scortare dalle guardie che erano rimaste fuori dalla porta.


Prima dei ringraziamenti devo dire un paio di cose: la prima è che questo capitolo l'avevo già postato, non so perché non me l'ha messo! La seconda è la pronuncia dei nomi dei personaggi principali (soprattutto per darkmeme13!!! :D). Ike si pronuncia Aik e Corinne si dice Corinn!!!
Detto questo ringrazio kety100, _stellina999 e darkmeme13 che hanno aggiunto la storia alle seguite!!!

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Capitolo 20
*** Capitolo 19 ***


Capitolo 19

 

Il vecchio portò i ragazzi in un'enorme libreria e si mise a frugare tra vecchi volumi e dopo un po' di tempo esclamò: Trovato!

Lo appoggiò su un tavolino e iniziò a sfogliarlo freneticamente. Arrivò ad una pagina con una figura: una collana con un ciondolo rosso.

« È questa? Vi hanno mandato a cercare questa? »

L'immagine era la stessa che il soldato gli aveva mostrato prima della partenza.

« Sì, ma solo il ciondolo, non sanno dove si trovano le altre parti. »

« Perché lo vogliono avere? »

« Non lo so. Non me lo hanno detto. »

Ammise Ike, lo sguardo del sacerdote si fece pensieroso.

« Perché è così preoccupato? »

Chiese Corinne.

Il vecchio si sedette su una sedia e fece cenno loro di fare lo stesso.

« Vedete, questa collana ha il potere di distruggere quel che si vuole solamente desiderandolo e può essere maneggiata solo da una Tempesta. Il ciondolo è la forza distruttiva, distrugge qualsiasi cosa, potrebbe radere al suolo interi continenti! La seconda parte in cui è divisa la collana, il filo, è la precisione. Il filo da solo non serve a niente ma se lo si abbina al ciondolo fa in modo che venga controllato e che quindi non ci sia alcun pericolo nel maneggiarlo. La terza parte sono due perle da mettere nel filo che rappresentano la potenza. Servono se la Tempesta vuole distruggere un oggetto o una persona o se vole semplicemente rovinarlo o ferirla. »

« Potremmo vincere contro Brisildes! Perché lei è così preoccupato? »

Si intromise Ike.

« Perché una volta che quel ciondolo si mette al collo si perde la cognizione di se e degli altri. È come sprofondare in un baratro. Alla fine non si ragiona più e si finisce per impazzire e morire. »

Corinne deglutì.

« Quello che mi preoccupa è che solo Brisildes sa come fare in modo che questo non succeda. »

« Che vuole dire? »

Chiese Corinne.

« Niente, lasciamo perdere. Voi dovete recuperare il ciondolo, no? Andate. »

« M-ma come? Ci lascia andare così? »

Ike era incredulo e non cercava in nessun modo di nasconderlo.

« Sì, voglio proprio sapere come andrà a finire. Abyss vi accompagnerà in superficie. »

« Chi è Abyss? »

Videro entrare una figura snella con lunghi capelli viola e occhi verde smeraldo.


Allora, ringrazio kety100, _stellina999 e darkmeme13 che hanno aggiunto la storia alle seguite!!
Nota: sono sicura che almeno una di voi non ha letto il capitolo precedente! LEGGETELO! Altrimenti non capite niente! :P

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Capitolo 21
*** Capitolo 20 ***


Capitolo 20

 

La sirena entrò nella stanza irradiandola di luce. Ike la guardava incantato mentre Corinne stava per vomitare, il ragazzo aveva un'espressione davvero patetica!

« Prego, da questa parte. »

I due la seguirono per la città fino ad una stanza completamente spoglia.

« Questa è la stanza di conversione. Diventerete come me e vi accompagnerò in superficie. Quando sarete arrivati dovrete bere da una boccetta che adesso vi consegnerò, la trasformazione in umani sarà molto dolorosa. »

Detto questo prese due boccette contenenti uno strano liquido celeste e le consegnò ai ragazzi. Poi entrò nella stanza che venne lentamente riempita d'acqua. Lei si spogliò e appoggiò i vestiti dentro un cassetto che richiuse appena prima che l'acqua lo raggiungesse.

Quando la stanza fu piena iniziò la trasformazione. Corinne si era incantata a vedere quel processo mentre Ike stava guardando qualcos'altro...

Poco dopo toccò a Corinne.

« Tu ti giri dall'altra parte! »

Disse rivolta ad Ike. Lui sorrise e si girò.

Corinne entrò nella stanza che era stata svuotata. Iniziò a riempirsi di nuovo d'acqua, vide Abyss che li aspettava fuori pazientemente. La ragazza iniziò a spogliarsi e lasciò che i vestiti si bagnassero insieme a lei. La stanza si riempì completamente, riusciva a sentire chiaramente le gambe unirsi e diventare una coda, le si formarono le branchie sul collo e riuscì finalmente a respirare, si accorse solo in quel momento di non avere niente a coprirle il seno e si vergognò non poco nonostante non la guardasse nessuno. Ike se ne stava buono buono girato dall'altra parte, sembrava non aver neanche pensato di voltarsi e posare gli occhi sulle forme di Corinne. La ragazza si accinse ad infilarsi la maglia quando Abyss le fece cenno di aprire un altro cassetto. Dentro trovò un top striminzito, l'avrebbe coperta a malapena. Fece un sorrisetto malizioso e se lo infilò. Uscì dalla stanza e attese insieme ad Abyss che Ike diventasse un tritone.

Il ragazzo entrò nella stanza e si spogliò. Corinne stava parlando con Abyss ma lanciava spesso occhiate molto interessate verso l'interno della stanza.

Ike uscì poco dopo con una coda verde al posto delle gambe. Sorrise soddisfatto e tutti e tre iniziarono a nuotare vero la superficie, avevano tre ore a disposizione e ad arrivare in superficie ci avrebbero messo più o meno un'ora e mezzo.

Corinne nuotava vicino al ragazzo che non aveva potuto fare a meno di notare il top indossato da lei. Era argenteo come la sua coda e con una scollatura molto generosa, Ike deglutì. Non riuscì a fare a meno di pensare di quanto Corinne fosse bella. Non aveva notato la sua bellezza, era troppo occupato a cerare di non pensare alla sua storia. Un peso gravava sulla sua coscienza per non averle detto niente ma non ce la faceva.

Si immerse nei suoi pensieri continuando a nuotare verso la superficie.


Allora ringrazio kety100, _stellina999 e darkmeme13 per aver aggiunto la storia alle seguite!!!
Per favore... recensite!!!! Mi sento sola!!!! :D

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Capitolo 22
*** Capitolo 21 ***


Capitolo 21

 

Arrivarono in superficie, salutarono Abyss e nuotarono fino all'altra sponda. Giunsero a riva verso sera, ormai avevano perso totalmente il senso del tempo. Non sapevano da quanto erano in viaggio, sicuramente da più di una settimana.

Si trascinarono sulla terra mentre un meraviglioso tramonto tingeva il cielo di rosso.

Ike si sbrigò a bere il liquido celeste. Sentì di nuovo le gambe e poté respirare di nuovo fuori dall'acqua. La trasformazione fu abbastanza atroce; non era bello sentire la coda diventare di nuovo un paio di gambe, era come se qualcuno ti dividesse in due con un colpo di spada. Respirò affannosamente e poi iniziò a rivestirsi. Quando finì si girò verso Corinne che era anche lei intenta a indossare i propri vestiti. Fortunatamente aveva la testa china e non si era accorta dello sguardo interessato del ragazzo che osservò finché poté, ovviamente.

Decisero di partire l'indomani. Tanto avevano già tardato abbastanza, un giorno in più non li avrebbe uccisi. Durante la cena la tensione tra i due si sciolse e iniziarono anche a volare complimenti!

E tra risate e commenti sconci Corinne si addormentò e Ike montò il primo turno di guardia.

Aveva la spada sguainata e osservandola notò che era come Corinne. Bellissima e letale. Si concentrò sulla figura dormiente di lei, ne osservò tutti i dettagli. Il torace che si alzava e si abbassava lentamente, la bocca leggermente aperta e i capelli che le coprivano gli occhi chiusi. Sembrava che si trovasse in una situazione assolutamente normale, come se fosse a casa sua, nel suo letto.

Passò ancora qualche ora e poi venne il turno di guardia della ragazza. Ad Ike era dispiaciuto svegliarla ma non ce la faceva proprio più a tenere gli occhi aperti!

Corinne si sedette al posto di Ike con i suoi due coltelli in pugno, lei non era brava a combattere ma potevano essere utili.

Guardò il ragazzo. Aveva un'espressione corrucciata e la mano destra era spasmodicamente attaccata all'impugnatura della spada. Sembrava che non dormisse affatto ma vedendo la lentezza con cui si alzava e sollevava il torace non c'era alcun dubbio. Ogni minimo rumore lo faceva sobbalzare nel sonno. Corinne ci si divertì un po' a spostare qualche foglia con i piedi per farlo sussultare. Ridacchiò e poi se la fece finita.

Quello che la preoccupava era che non avevano più gli zaini con dentro le provviste! La mappa ce l'aveva ancora lei in una tasca dei pantaloni. Era un po' rovinata ma tuttavia ancora leggibile.

Sospirò. Voleva sapere il suo passato e non era ancora riuscita a chiedere niente al ragazzo. Lo avrebbe fatto prima o poi. Lei doveva sapere!


Ringrazio come sempre kety100, _stellina999 e darkmeme13!!! Adesso non ve lo chiedo più di recensire!!! Non l'ha fatto nessuno nel capitolo precedente!!! *Faccia finto-imbronciata* :D

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Capitolo 23
*** Capitolo 22 ***


Capitolo 22

 

Partirono all'alba, dispiaceva molto a tutti e due lasciare indietro il lago illuminato dai raggi del Galasser e addentrarsi nuovamente nella foresta fredda e inospitale ma non avevano altra scelta.

Camminarono per un bel po' prima che i crampi della fame iniziassero a farsi sentire. Alla fine si guardarono e con muto accordo iniziarono a cercare qualche tipo di frutta commestibile. Dopo poco trovarono alcuni mirtilli e anche qualche radice. Sospirarono, non avrebbe riempito molto il loro stomaco ma dovevano accontentarsi. Sempre a causa degli esperimenti di Brisildes era molto difficile trovare qualcosa anche di lontanamente ingeribile.

Ingurgitarono quello che avevano trovato e proseguirono. L'aria nel bosco era pesante e polverosa. Cosa che non li aiutava molto.

Ike stava pensando ad Abyss. Le sarebbe piaciuto conoscerla un po' meglio!

Finita la missione potrei andare a farle un salutino.

Pensò ma scacciò subito quell'idea.

Se tornassi mi ucciderebbero definitivamente. E se mi impiccassero?

Rabbrividì pensando al suo corpo appeso a mezz'aria con la testa ciondolante, gli occhi sbarrati e la lingua di fuori.

E se invece mi tagliassero la testa?

Iniziò a pensare al suo corpo che grondava sangue dal collo e alla sua testa nel cesto davanti alla ghigliottina.

E se invece mi facessero morire dissanguato dopo avermi torturato in pubblico?

Pensò a se stesso legato ad una sedia o meglio appeso per i polsi mentre il boia gli infilava delle lame o dei chiodi nel corpo spezzandogli le ossa facendo colare quantità immani di sangue e...

« Ike! Ci siamo! »

La voce della ragazza lo strappò dai suoi pensieri macabri e lo costrinse a guardare davanti a se. C'era una grotta, un semplice cavità. Poi notò che Corinne stava sorridendo e gli stava tendendo la mappa.

Erano arrivati. Così, semplicemente. Anche Ike sorrise e si apprestò ad entrare nella caverna ma Corinne lo bloccò con un braccio.

« Che c'è? »

Gli chiese girandosi verso di lei. La ragazza aveva la testa china. Non parlò e strinse di più la presa sul braccio di Ike, prese un respiro e infine rispose.

« Ike, è da tanto tempo che voglio chiederti una cosa. »

Fece una pausa mentre il ragazzo la fissava incuriosito, senza immaginarsi cosa gli potesse chiedere.

La ragazza alzò la testa, aveva un'espressione risoluta e anche un po' infantile che fece sorridere il ragazzo.

« Io ti ho sentito mentre parlavi con il comandante. »

Disse tutto d'un fiato. Ad Ike morì il sorriso sulle labbra e divenne improvvisamente serio. Non distolse lo sguardo ne provò ad evitare la domanda che Corinne non aveva posto ma che era esplicita.

Ike sospirò.

« È sera. » Constatò. « Ci conviene accamparci, sarà una storia piuttosto lunga. »


Mi andava di postare un altro capitolo! :D
Ringrazio come sempre kety100, _stellina999 e darkmeme13 per aver aggiunto la storia alle seguite!!!

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Capitolo 24
*** Capitolo 23 ***


Capitolo 23

 

Io vi avverto: questo capitolo è "leggermente" più lungo degli altri! Certo... potrei fare a meno di dirlo ma se avete seguito la storia fino a qui vuol dire che un minimo vi è piaciuta! Spero... per questo voglio tenervi sulle spine facendovi leggere questo pezzettino prima di svelare il passato di Corinne!!!! Muahahahaha!!!! Okay, basta! Una di voi non ha letto il capitolo precedente! Quindi deve tornare indietro! Vi lascio al mio pseudo-racconto!
 

I ragazzi trovarono un posto per sistemarsi vicino alla grotta e Ike iniziò a raccontare la storia di Corinne.

« Tu non sei nata su Esperis. Tu provieni da un pianeta chiamato Terra. Vivevi con tua madre e... »

Mentre Ike raccontava la mente della ragazza rievocava le immagini del suo passato. Un fiume di ricordi che le veniva addosso come se per tutto questo tempo fosse stato rinchiuso da una diga e che aspettava solo il momento giusto per uscire. Si rivedeva con sua madre. Il giorno in cui era successo tutto.

 

Tre anni prima

 

« Corinne! È pronta la cena! »

« Arrivo mamma! »

La ragazza si precipitò in cucina, invasa da un odore di pollo.

« Tesoro non fare quella faccia disgustata! »

« Ma mamma! Lo sai benissimo che odio il pollo! Mi spieghi perché devo mangiarlo per forza? »

« Perché lo decido io! E ora mangia! »

Le buttò il piatto davanti alla faccia e Corinne iniziò ad ingurgitarne il contenuto di malavoglia.

La cena fu silenziosa come tutti pasti da cinque anni a questa parte.

Jocelin finì di mangiare in fretta, sparecchiò la sua parte e si piazzò davanti alla TV. Corinne, senza farsi vedere, prese il suo piatto e buttò il contenuto dalla finestra. Ai gatti randagi piaceva quella roba.

Si sedette di nuovo a tavola e simulò il movimento della forchetta ancora per qualche minuto finché se ne andò anche lei, lasciando la madre sola. Come tutte le sere. A piangere.

Si buttò sul suo letto e affondò la testa nel cuscino. Rimase immobile per qualche minuto. Alla fine si convinse ad alzarsi per andare ad accendere lo stereo. Partì l'ultimo album di Avril Lavigne a tutto volume. L'unica canzone che la tirava su di morale era “What the hell”, che puntualmente saltava. Non le andava di reagire. Ormai si era rassegnata. Rassegnata ad avere una vita vuota.

Lei e sua madre litigavano sempre o comunque erano pronte a fare commenti sgradevoli l'una sull'altra. Peggio di due ragazze della sua età che si contendevano un ragazzo!

Fortunatamente di mattina non la vedeva mai. Corinne si svegliava presto per andare a prendere l'autobus per andare a scuola. Sua madre dormiva per almeno per altre due ore! Appena tornata da scuola mangiava da sola perché sua madre era a lavoro e poi si andava a chiudere in camera. L'unico momento di tensione era la cena. Quella di quel giorno poi è stata particolarmente calma. Di solito succedeva un putiferio!

Era stanca. Terribilmente stanca! Andava a dormire presto ogni sera solo per vivere di meno.

Quella notte non fu un' eccezione.

Corinne si svegliò alle sei, come tutti i giorni.

Prese i cereali dalla credenza e il latte dal frigo, come tutti i giorni.

Finì di fare la colazione ed andò in bagno, come tutti i giorni.

Si vestì e andò a prendere l'autobus, come tutti i giorni.

Arrivò a scuola e seguì la noiosissima lezione, come tutti i giorni.

Tornò a casa e pranzò da sola, come tutti i giorni.

Andò in camera a fare i compiti, come tutti i giorni.

All'ora di cena scese in cucina, come tutti i giorni.

Salutò sua madre, come tutti i giorni.

O meglio, provò a salutare sua madre. Non rispose nessuno. Che fosse così incazzata da non rispondere? Fece tutto il giro della casa. Non la vide e le telefonò. Forse si era trattenuta al lavoro! No, se fosse stato così l'avrebbe chiamata!

Squillò il telefono, forse è lei! Corinne si precipitò a rispondere.

« Pronto? »

« Pronto! Parlo con la famiglia Hadley? »

« Sì. »

« Sei maggiorenne? »

« No. »

« Puoi passarmi un adulto, piccola? »

« Non c'è. »

« E quando posso trovarlo? »

« Appena mia madre tornerà dal lavoro, oggi si è trattenuta e non so bene quando... »

Non terminò la frase.

« Invece tuo padre? »

« È morto. »

« Oh! Mi dispiace. »

Silenzio.

« Comunque, devo darti una brutta notizia. Tua madre non tornerà dal lavoro. C'è stato un incidente. È morta. Mi dispiace. »

Tu tu tu tu tu tu tu tu...

Aveva riagganciato.

Corinne aveva ancora la cornetta attaccata all'orecchio. Iniziò a tremare violentemente, scossa dai singhiozzi e da un freddo che le cresceva dentro.

Perché? Pensava. Perché è successo di nuovo? Prima mio padre e adesso...

Si costrinse a smettere di pensare. Non doveva formulare nessun pensiero.

La cornetta oscillava avanti e indietro mentre il lavandino gocciolava, come al solito. Come poteva essere? Com'era possibile che niente e nessuno si era accorto che il mondo che Corinne conosceva era scomparso? Che la sua vita fosse completamente rovinata? Invece il cane del vicino stava inseguendo il giornalaio, la signora Pekronicov litigava con il marito perché era tornato a casa ubriaco, tutto procedeva normalmente. Segno che la vita va avanti? Per Corinne no.

Passate delle ore si rialzò e mise a posto il telefono. Uscì di casa con le lacrime agli occhi, si sentiva distrutta, lacerata. Andò a casa della signora Chesley. La signora aveva detto che poteva rivolgersi a lei, qualunque problema avesse.

Dopo pochi minuti arrivò. Suonò alla porta. Venne ad aprire la Chesley, alta, grassottella, piena zeppa di efelidi e con due grandi occhioni dolci.

Appena aprì e vide Corinne in quello stato l'abbracciò e la fece entrare. Sapeva benissimo cos'era successo. Non disse niente. Le preparò una tazza di the e la fece sedere sul divano, stretta accanto a lei. La ragazza si addormentò.

Corinne si era appena svegliata, non vedendo la signora Chesley andò a cercarla. Mentre saliva le scale la vide tutta sudata appoggiata alla porta chiusa della soffitta.

« Signora Chesley! Che le è successo? »

Per tutta risposta Marien prese la mano di Corinne e spalancò la porta trascinandola in un vortice azzurrognolo.

« Eccola, ve l'ho portata. »

Corinne alzò gli occhi, non era più dentro la casa di Marien. Si trovava all'aperto. Era notte.

Marien spinse la ragazzina in avanti e se ne andò. Corinne aveva un'espressione smarrita in volto, un uomo la prese e la portò con se.

Entrarono in una piccola casa, dentro c'era un uomo piuttosto anziano che le sorrise facendo segno all'altro uomo di andarsene.

« Siediti. »

La ragazza obbedì in preda al panico.

« Non ricordi niente vero? »

Corinne scosse la testa.

Molto bene. Pensò l'anziano che non era altri che il consigliere spirituale del villaggio, il mago!

« Ti piacerebbe sapere qualcosa di te? Non posso donarti tutti i tuoi ricordi ma... »

Corinne annuì con decisione.

« Bene allora, chiudi gli occhi. »

La ragazza obbedì. Sentì la mano del consigliere spirituale posarsi sulla sua fronte, era come la mano di un padre, calda e piena di calli. Già. Ma come lo sapeva? Cos'era un padre esattamente? Com'era averne uno? Si sentì improvvisamente invasa da un'energia potentissima. Passati pochi secondi riaprì gli occhi che si erano fatti improvvisamente freddi e determinati.

« Allora Corinne, sai chi sei? »

« Io sono la Tempesta. »

« E qual è il tuo ruolo? »

« Distruggere il nostro nemico. »

« E chi è il nostro nemico? »

« Brisildes. »

Il consigliere sorrise compiaciuto. Ce l'aveva fatta.

 

La storia era finita. Corinne stava piangendo e Ike, non sapendo cosa fare, la strinse a se. La ragazza non si ribellò, passarono alcuni minuti prima che Corinne si staccasse dal ragazzo.

« Perché ho perso la memoria? »

« La signora Chesley veniva da Esperis, è stata lei ad aprire il portale. Quando lo attraversi devi cercare di ricordare un particolare in maniera nitida. Anche minimo. Un anello, un bacio, il dolore per una ferita. Qualsiasi cosa. La Chesley lo sapeva ma non te l'ha detto. Tu dovevi dimenticare. »

« Tu come sai tutto questo. »

« Ti ricordi la nostra prima battaglia? Dopo ci fu una festa. Lì ho incontrato un vecchio che mi ha raccontato tutto. Non so come lui lo sappia, ero ubriaco e non ho pensato di chiederglielo. »

Corinne annuì. Aveva lo sguardo perso nel vuoto e le mani strette in due pugni.

« Picchiami. »

Disse improvvisamente Ike. La ragazza si girò a guardarlo con un'espressione che definirla stupita era un eufemismo!

« Come? »

« Ho detto “picchiami”. »

Ripeté Ike tranquillamente. Non vedendo nessuna reazione da parte della ragazza si spiegò.

« Tu odi Esperis e i suoi abitanti per quello che ti hanno fatto, giusto? Allora sfogati su di me. Non penso di sentire molto dolore e quindi non saresti molto soddisfatta ma sarebbe già qualcosa, o no? »

Sorrise.

Corinne abbassò lo sguardo. Era vero. Ike aveva ragione. Avrebbe voluto ucciderli tutti.

La ragazza si alzò di scatto e stava per mollare un pugno ad Ike ma si fermò a mezz'aria. Il ragazzo aveva gli occhi chiusi e il viso pronto a incassare il colpo. Faceva tenerezza. Sorrise debolmente, Ike aprì gli occhi e vide la ragazza crollargli davanti. La afferrò e la strinse di nuovo a se mentre lei lo abbracciava e continuava a piangere bagnandogli la maglia.


Ringrazio come al solito kety100, _stellina999 e darkmeme13 per aver aggiunto la storia alle seguite!!! Resistete ancora un po'!!! La tortura è quasi finita!!! ;)

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Capitolo 25
*** Capitolo 24 ***


Capitolo 24

 

Restarono in quella posizione per molto tempo finché lo stomaco del ragazzo si mise a brontolare. Corinne alzò la testa e vide Ike rosso in viso e con un sorriso imbarazzato stampato in faccia.

« Scusami. Che ne dici di mangiare qualcosa? Come menù oggi abbiamo radici, radici e ancora radici! »

Sfoderò un sorriso a trentadue denti. Stava facendo di tutto per farla ridere un po'. Corinne cercò di accontentarlo e sorrise debolmente. Ike si mostrò soddisfatto, sapeva che lei aveva sorriso solo per compiacerlo.

« Aspetta qui. Vado a cercare qualcosa da mettere sotto i denti. »

Corinne sentì il corpo caldo di Ike che si allontanava dal suo e tutto d'un tratto si sentì debole e vulnerabile.

« Ike. »

« Sì? »

« Grazie. »

Il ragazzo sorrise e si allontanò. Corinne piegò le ginocchia e le portò al petto.

Rifletté sul fatto che Ike era la prima persona su Esperis a cui era affezionata. All'inizio del viaggio era scostante e adesso capiva perché, sapere queste cose su una persona e non potergliele dire era terribile. Adesso sembrava molto più sollevato. Ripensò a quell'abbraccio e si sentì rinfrancata. Era un contatto che non aveva da tantissimo tempo. Da tre anni. Le lacrime cominciarono a scendere di nuovo, non riusciva a fermarle. Sentì i passi di qualcuno che si stava avvicinando, diede un'occhiata veloce e vide che era Ike. Si asciugò in fretta le guance e si girò verso il ragazzo.

Posò su una pietra abbastanza larga la loro cena: radici.

Si accorse subito che Corinne aveva pianto di nuovo ma fece finta di niente. Era ovvio che lei aveva fatto di tutto per nasconderglielo.

« Mangiamo? »

Corinne annuì e ingurgitò la sua parte.

« Questa sera faccio io il turno di guardia, per tutta la notte. »

Disse Ike con tono serio. Corinne annuì, aveva bisogno di riordinare le idee.

« Non ti ci abituare però! »

Aggiunse con un sorriso, si allontanò da lei per mettersi con le spalle addossate ad un albero mentre Corinne si sistemava per terra.


Ringrazio kety100, _stellina999 e darkmeme13!!!
Nota: Qualcuno non ha letto il capitolo 22!!! :D

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Capitolo 26
*** Capitolo 25 ***


Capitolo 25

 

Corinne si svegliò e per prima cosa controllò che Ike non si fosse addormentato. Meno male. Sorrise e si alzò.

« Buongiorno. »

Disse il ragazzo con tono di una persona che stava lì lì per crollare dal sonno.

« Ciao! Mangiamo? »

Il ragazzo annuì e prese delle radici che la sera prima non avevano mangiato.

Ogni tanto Ike guardava Corinne di sottecchi, era stranamente sorridente. Forse non voleva mostrarsi triste e abbattuta?

Finirono di mangiare in poco tempo, sgombrarono il campo e si avviarono verso la grotta.

Erano davanti all'entrata, sul viso della ragazza era comparsa un'espressione corrucciata abbastanza comica. Ike fece un sorrisetto ed entrò.

L'ambiente era veramente umido, si sentiva l'acqua gocciolare e qua e là c'erano anche delle stalattiti. Le calzature dei ragazzi si bagnarono in fretta e anche i vestiti non tardarono.

Stavano camminando da una sacco di tempo, quella caverna senza fine continuava a scendere sempre di più verso le viscere di Esperis.

Dopo più o meno un'altra ora iniziarono a sentire un caldo soffocante.

« Senti... » Ansimò Corinne. « P-possiamo fare una pausa? »

Ike annuì, appoggiò la mano ad una parete della grotta e cacciò un urlo portandosi subito la mano al petto.

« Che è successo? Stai bene? »

« Sìsì, sto bene. La parete è caldissima. »

« Fammi vedere la mano. »

« Non ce n'è bisogno, mi si è solo sc... »

Prima che il ragazzo terminasse la frase Corinne gli afferrò la mano e se la portò vicino. Ike diventò visibilmente rosso, fortunatamente lei era intenta ad osservargli la mano.

Dopo qualche minuto la lasciò andare.

« Non è niente di grave. »

Ike sorrise, ancora imbarazzato.

« T-te l'avevo detto io! »

Corinne ricambiò il sorriso e continuarono ad inoltrarsi nella caverna senza fine.


Ringrazio kety100, _stellina999 e darkmeme13 per aver aggiunto la storia alle seguite!!!

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Capitolo 27
*** Capitolo 26 ***


Capitolo 26

 

Il caldo si stava facendo insopportabile, della giacca e camicia che portava Ike non rimasero altro che due pezze bagnate legate alla vita. Corinne si era tirata su la maglia fino a scoprirsi la pancia e si era arrotolata i pantaloni fin sopra al ginocchio. Andarono avanti così per un bel pezzo finché incontrarono un bivio.

« Che facciamo? »

Chiese Corinne. Ike si avvicinò alle due entrate, annusò e si avvicinò alla ragazza.

« Il ciondolo è qui dentro, giusto? »

« Ehm... sì. »

« Allora dobbiamo andare a sinistra. »

Corinne restò immobile per un po' cercando di capire come mai il ragazzo sembrava così sicuro della sua scelta. Alla fine si riscosse.

« Perché? »

« Perché da destra viene un leggero venticello fresco, segno che abbastanza vicino c'è un'uscita. Invece noi dobbiamo continuare ad andare in basso. »

La ragazza annuì e seguì Ike nel cunicolo che si restringeva sempre di più.

Dopo poco iniziarono a gattonare e poi a strisciare.

Passata un'ora il soffitto iniziò ad alzarsi fino a farli stare di nuovo in piedi. Si ritrovarono in una sala circolare e ben illuminata. Al centro di questa c'era una colonna che sorreggeva l'enorme struttura a cuopla. Poco prima della colonna era posizionato un altare con sopra un oggetto non molto grande e rosso. Era il ciondolo.

Ike sgranò gli occhi e si voltò verso Corinne. Erano felicissimi! Finalmente sarebbero tornati indietro!

Ike si avvicinò all'oggetto e lo prese nella mano. Lo osservò per un po', almeno fino a quando la sua mano iniziò a bruciargli terribilmente. Urlò e lasciò cadere il ciondolo.

Si piegò su se stesso e Corinne lo raggiunse.

« Che ti succede? »

« La... la mia mano! »

Gli bruciava da morire e il dolore si stava espandendo fino al braccio. Poi gli venne in mente che solamente Corinne poteva maneggiarlo. Maledì se stesso per una tale dimenticanza.

Il dolore stava aumentando.

« Mmm... pensavo che non sareste mai arrivati sin qui! »

Ike alzò la testa e incrociò lo sguardo con quello di un uomo non molto alto, con una chioma di capelli castani chiari che gli arrivavano fino alle spalle e un orecchio morsicato... Lupo!

« Tu sei quello che... »

« Sì, sono io! »

Sorrise soddisfatto.

« Che ci fai qui?!? »

« Niente di particolare... sono solo venuto a dirvi che è finita. »

« Vuoi ucciderci? »

Chiese Corinne.

« No... io non farò assolutamente niente. Sarai tu a fare tutto. »

La ragazza lo guardò senza capire.

« La verità è che tutto questo non è reale, non per voi. »

Corinne sgranò gli occhi e guardò Ike.

Non può essere vero.


Ringrazio kety100, _stellina999 e darkmeme13 per aver aggiunto la storia alle seguite!!!! Resistete ancora un po'!!!! Mancano pochi capitoli!!!

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Capitolo 28
*** Capitolo 27 ***


Capitolo 27

 

« Che vuoi dire? »

Chiese Corinne con voce strozzata. Lei sapeva che Lupo le stava dicendo la verità ma non riusciva a crederci. Lei ricordava esattamente tutto il suo passato, dopo il racconto di Ike! Guardò incredula il ragazzo che si era voltato verso di lei e che le sorrideva in maniera malinconica. Stava per dirle qualcosa quando il pavimento iniziò a tremare e si aprirono delle crepe.

« Che sta succedendo? »

Urlò.

« È il tuo sogno che sta crollando! Preparati a tornare nella realtà piccola! »

Rispose Lupo.

« No! Non è vero! »

Si avvicinò ad Ike che era caduto per terra e si strinse forte a lui. Aveva paura.

Si guardò intorno sempre stretta nell'abbraccio del ragazzo e vide che tutto si stava dissolvendo perdendosi in milioni di scintille luminose.

Corinne guardò Lupo e lo vide scomparire davanti a se, lentamente. Lasciando per ultimo il suo terribile ghigno.

Si girò verso Ike, incredula.

Il ragazzo le sorrise debolmente. Era ancora tutto intero!

Intorno a loro era diventato tutto bianco. Ike sembrava agitato. Il suo sguardo vagava in cerca di qualcosa, di un appiglio a cui potersi aggrappare per rimanere lì. Anche lui aveva iniziato a scomparire. Lentamente.

« Corinne! Guardami! Io sono vero! Io non posso scomparire! Sono vero maledizione! Ho un cuore che mi batte nel petto! Io ti amo cazzo! »

Corinne sgranò ancora di più gli occhi e lo vide chinare la testa mentre la teneva per le spalle.

« Ti amo. »

Sussurrò.

Lei lo abbracciò e iniziò a piangere.

« Ti amo anch'io. »

Lui alzò la testa, aveva gli occhi lucidi.

Corinne prese il suo viso tra le mani e lo baciò. Con dolcezza. Si staccarono e Ike baciò lei.

Le loro lingue giocarono per un po'... troppo poco. Il ragazzo si staccò riluttante e sorrise di nuovo, tristemente mentre una lacrima gli rigava il volto.

Corinne si ritrovò sola, avvolta da quelle maledette scintille che glielo avevano portato via. Pianse, come mai aveva fatto prima.


Spero che non ve lo siate aspettati! :D
Manca ancora qualche capitolo... non è ancora finita!
Sono contentissima di annunciare che il prologo di questa storia ha avuto duecento visualizzazioni!!!!!!! Che bello!!!!! Scusate se sproloquio ma dovevo dirlo a qualcuno!!!! :D
Come sempre ringrazio kety100, _stellina999 e darkmeme13 che seguono la storia!!!!

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Capitolo 29
*** Capitolo 28 ***


Capitolo 28

 

« Ike! »

Corinne si ritrovò stesa su un letto. Di fianco a lei c'era un ragazzo alto con una massa di capelli corvini che coprivano leggermente gli occhi profondi e grigi.

« Come ti senti? »

« Bene... tu chi sei? »

« Mi chiamo Ike. »

Gli occhi della ragazza brillarono ed una lacrima le rigò il volto.

« Pensavo che tu fossi mo... »

Prima che Corinne riuscisse a finire la frase una donna entrò nella stanza.

« Corinne! Ti sei ripresa! Come stai? »

La signora Chesley.

« B-bene... ma che ci faccio qui? »

« Sei venuta a casa mia perché tua madre è... »

La donna fece una pausa e poi continuò.

« Io sono andata in cucina per prepararti una tazza di the e quando sono tornata eri in preda alle convulsioni! Non sai quanto mi sono spaventata! Fortunatamente è arrivato mio nipote, Ike, che ha preso in mano la situazione e ha chiamato un'ambulanza. »

Corinne annuì, poco convinta. Aveva avuto un attacco epilettico. Tutto qui? Questa era stata la causa del suo delirio?

« Quanto sono rimasta svenuta? »

« Un giorno. Non ti ho lasciata mai sola, prima sono andata solo un attimo in bagno. Anche Ike è stato qui tutto il tempo. »

Il ragazzo sorrise leggermente imbarazzato.

La signora Chesley, o meglio Miriam, lanciò uno sguardo a tutti e due e si dileguò dicendo che doveva avvertire i dottori che la ragazza stava bene.

« Allora... »

« Grazie. »

Disse Corinne tutto d'un fiato.

Il ragazzo si girò verso di lei e si mise una mano dietro la nuca.

« E di cosa? »

« Senza di te probabilmente sarebbe finita male. »

« Oh... quello... »

Abbassò lo sguardo. Sembrava che stesse pensando intensamente a qualcosa.

Ad un certo punto si riscosse e si avvicinò alla ragazza.

Miriam entrò all'improvviso nella stanza ed Ike si allontanò di botto.

« Cara, hanno detto che non possono lasciarti andare perché non hai nessuno che badi a te... stavo pensando... ti andrebbe di vivere con me? »

Alla ragazza si sciolse il cuore a sentire quelle parole.

« E me lo chiede? »

Le rispose con le lacrime agli occhi.

« Allora vado a firmare un po' di scartoffie e torno! »

La donna uscì lasciando i due ragazzi di nuovo soli.

« Finalmente! »

Disse Ike. Corinne lo guardò perplessa. Lui le si avvicinò e le prese il viso tra le mani dandole un bacio. La ragazza rimase sorpresa. Ike si staccò da lei posandole un oggetto tra le mani e uscendo dalla stanza.

Corinne, ancora scossa, aprì la mano e vide un ciondolo rosso. Bellissimo. Lo guardò incredula e lo strinse a se.

« Ma allora... »


Ringrazio kety100, _stellina999 e darkmeme13 che hanno aggiunto la storia alle seguite.
Ci siamo quasi!!!!!! Dopo questo c'è un altro capitolo e poi l'epilogo!!! :D

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Capitolo 30
*** Capitolo 29 ***


Capitolo 29

 

Ike entrò nella camera di Corinne e si infilò nel letto. La ragazza lo sentì ma fece finta di niente.

Lui le cinse i fianchi e si strinse a lei. Corinne adorava quegli abbracci. Così caldi, rassicuranti.

« Mmm... »

« Sei sveglia? »

Bisbigliò il ragazzo.

« Sì. »

Si girò a baciarlo. Le loro lingue giocarono e si rincorsero fino ad unirsi.

Un sogno.

Molte volte Corinne pensava di essere ancora su Esperis. Lei era sicura di esserci stata e anche Ike ricordava tutto. Non sapevano come ma erano stati in quel luogo sconosciuto.

Si staccarono con rammarico per riprendere fiato. Sulle labbra di Corinne rimase un sapore di cioccolata calda e panna. Buonissimo. Era inverno. Una cioccolata non si rifiutava mai.

Erano già passati due anni. Quei due anni in cui sarebbe stato con sua zia erano finiti. Ike se ne sarebbe andato. Era l'ultima notte.

« Non andare. »

Il ragazzo prese a baciarle il collo con dolcezza.

« Non posso rimanere. »

Le salirono le lacrime agli occhi, una goccia impertinente le colò sulla guancia. Ike la baciò via.

« Non piangere. Prometto che ritornerò. Non voglio che l'ultima immagine del tuo bellissimo viso sia piena di lacrime! Certo... sei bellissima anche quando piangi ma... »

Prima che finisse il discorso gli arrivò un cuscino in faccia e subito dopo un bacio appassionato che accettò volentieri.

Senza neanche accorgersene si sfilarono la biancheria e prima di poter pensare a quello che stavano facendo si ritrovarono stesi uno di fianco all'altra con il fiatone.

Dopo poco si addormentarono.


Ringrazio kety100, _stellina999 e darkmeme13 per aver aggiunto la storia alle seguite!!! :D
Manca l'epilogo!!!

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Capitolo 31
*** Epilogo ***


ATTENZIONE Prima di tutto voglio avvertirvi che siccome ho postato il capitolo 29 e l'epilogo insieme probabilmente non avete letto il capitolo precedente!!!!!
Tornate indietro!!!


Epilogo

 

« Ha capito cos'è successo? »

La voce del comandante delle guardie era leggermente preoccupata.

« Certamente. C'è stato uno scambio tra universi paralleli. »

Il comandante fece un'espressione confusa che il consigliere spirituale si affrettò a far sparire.

« Ci sono molti universi paralleli. A noi ne interessano due. Quello in cui si trova “la nostra” Corinne e quello in cui lei è sulla Terra con Ike. »

Fece una pausa ad effetto.

« Non so come, questi fenomeni sono ancora inspiegabili ma la Corinne che ora si trova con Ike si è scambiata con quella che doveva venire qui. Tutto questo ha scombussolato non poco Esperis. Adesso dobbiamo trovare un'altra Tempesta per far finire questa stupida guerra. Il tempo è giunto. Prima non potevamo vincere. Nel Libro c'è scritto che dobbiamo trionfare tra due anni e così sarà. »

Il comandante assunse un'espressione assorta.

« Dopo Corinne è riuscita a tornare nel suo mondo mentre l'altra Corinne non si trova qui perché non c'è mai venuta... e Ike? »

« Ike era predestinato a stare con la Corinne che è venuta qui ma che non doveva venirci. Quindi quando lei è arrivata su Esperis Ike si è creato un passato fasullo. Quando lei è ritornata sulla Terra lui l'ha seguita. »

Il comandante si ritenne soddisfatto e se ne andò vedendo scomparire dall'acqua sotto al consigliere l'immagine dei due giovani che si salutavano.

 

Fine
 

Ringrazio kety100, _stellina999 e darkmeme13 che sono riuscite a seguire la storia!

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