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di cescapadfoot
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** QUELLA NOTTE [prologo] ***
Capitolo 2: *** DA QUEL GIORNO ***
Capitolo 3: *** PALESTRA ***
Capitolo 4: *** PENSIERI ***
Capitolo 5: *** VOGLIO TE ***
Capitolo 6: *** IL SEGRETO DEI QUATTRO MALANDRINI ***
Capitolo 7: *** A HOGSMEADE ***
Capitolo 8: *** SOLTANTO L’INIZIO ***
Capitolo 9: *** IL CAOS ***
Capitolo 10: *** UNA CHIACCHIERATA CON SIRIUS BLACK ***
Capitolo 11: *** IL BACIO ***
Capitolo 12: *** CHIACCHIERE IN DORMITORIO ***
Capitolo 13: *** DI NOTTE ***
Capitolo 14: *** PROVA DI AMICIZIA? ***
Capitolo 15: *** BUON COMPLEANNO, “GEMELLI TEPPISTI PROPRIO ETEROZIGOTI” ***
Capitolo 16: *** MATERIALIZZAZIONE E DOLCI AVVELENATI ***
Capitolo 17: *** LA SOFFITTA ***
Capitolo 18: *** CONFIDENZE IN SOFFITTA ***
Capitolo 19: *** IN TRENO ***
Capitolo 20: *** GENITORI E FIGLI ***
Capitolo 21: *** UNA VITA SPEZZATA ***
Capitolo 22: *** ADDIO… ***
Capitolo 23: *** ADDESTRAMENTO PER L’ORDINE DELLA FENICE ***
Capitolo 24: *** FINALMENTE RELAX ***
Capitolo 25: *** FINE DELLE VACANZE ***
Capitolo 26: *** INVITI ***
Capitolo 27: *** LA FESTA DI LUMACORNO ***
Capitolo 28: *** ATTACCO AL CUORE ***
Capitolo 29: *** SONO QUI… ***
Capitolo 30: *** LETTERE E DECISIONI ***
Capitolo 31: *** A CASA EVANS ***
Capitolo 32: *** ALWAYS…A TOTAL ECLIPSE OF THE HEART (?) ***
Capitolo 33: *** FINALMENTE... ***
Capitolo 34: *** INTERROGATORI NOTTURNI ***
Capitolo 35: *** UN NUOVO GIORNO ***
Capitolo 36: *** UN'AMARA FINE DI SETTEMBRE ***
Capitolo 37: *** SUPERARE IL DOLORE ***
Capitolo 38: *** PRIMI APPUNTAMENTI E PRIME RIUNIONI ***
Capitolo 39: *** CHIACCHIERE E PREOCCUPAZIONI NOTTURNE ***
Capitolo 40: *** PARLARNE ***
Capitolo 41: *** MAI SFIDARE LE RAGAZZE DURANTE LE VACANZE DI NATALE ***
Capitolo 42: *** BIANCO ***
Capitolo 43: *** QUELLA NOTTE… [reprise] ***
Capitolo 44: *** RAMOSO ***
Capitolo 45: *** ATTACCO INASPETTATO ***
Capitolo 46: *** TORTURA ***
Capitolo 47: *** DISPERAZIONE E ATTESA ***
Capitolo 48: *** RISVEGLIO E SENSAZIONI ***
Capitolo 49: *** L’ULTIMA PARTITA [parte I] ***
Capitolo 50: *** L’ULTIMA PARTITA [parte II] ***
Capitolo 51: *** DIPLOMA ***
Capitolo 52: *** RITORNO [epilogo] ***



Capitolo 1
*** QUELLA NOTTE [prologo] ***


Lily si rimise mutande e reggiseno, poi si avvolse nella camicia. La sua camicia. Aveva quel profumo naturale che solo lui aveva.
Appena si ridistese vicino a lui, James, con boxer e petto nudo, aprì le braccia per lei, e lei vi si sistemò; poco dopo, lui prese a giocherellare come al solito con i suoi capelli rossi e pensò che era davvero fortunato di avere lei, di aver messo la testa - quasi - a posto. Aveva aspettato praticamente dal quinto anno - anche se lui all’inizio non l’aveva voluto ammettere - e ora lei era lì con lui.
Sua, finalmente e totalmente sua.
Anche Lily era felice: ormai niente poteva più separarli, e mentre stringeva la mano di James, sentiva che lui era la persona con il quale avrebbe voluto passare il resto della sua vita. Per sempre. Lei, Lily Evans, aveva già capito che si sarebbe sposata con James, e quella notte aveva avuto una ulteriore conferma di quel proposito: lui amava lei e lei amava lui.
Lily sorrise impercettibilmente, e si chiese se anche James stava pensando la stessa cosa che anche lei pensava, ma non glielo chiese: in certi momenti, doveva regnare il silenzio.
Non riusciva ancora a crederci: se qualcuno l’anno scorso le avrebbe detto che avrebbe fatto l’amore con James Potter, il suo fidanzato, lei avrebbe riso sprezzante e sarcastica. O almeno, ci avrebbe provato.
Lo aveva detestato fino al quinto anno; il sesto era stato un turbinio di dubbi che non riusciva a risolvere, un corteggiamento da parte di James che non era quotidiano, poiché lei aveva sempre cercato di stargli il più lontano possibile, ma intenso, forte, con addirittura un baci rubati per buona parte del sesto anno.
Ma all’inizio del settimo anno, era cambiato tutto: dopo quel giorno - e anche un po’ prima - lei era riuscita finalmente ad aprirsi, e si era lasciata andare. E quella notte, avevano fatto qualcosa che sua sorella Petunia - da pignola tradizionalista - avrebbe definito scandaloso, visto che una cosa del genere, secondo lei, andava fatta “solo alla prima notte di nozze con il proprio marito”. Ma lei non lo aveva trovato scandaloso, anzi…
- Che c’è?- le mormorò James all’orecchio.
- Mia sorella avrebbe di sicuro definito quel che è successo scandaloso.- bisbigliò lei in risposta.
- E invece…?
- Invece è stato, ed è, naturale.
Sentì le labbra di James stamparsi sulla fronte, poi un altro mormorìo.
- Scusa se ti ho fatto male…
- Era la prima volta per me, direi che capita a tutte le ragazze.- lo tranquillizzò lei.- La cosa divertente è che se qualcuno me l’avesse detto al quinto anno, di tutto questo, lo avrei buttato nel lago.
James sorrise comprensivo e disse:
- Sono sempre più contento che non ti faccio più nausea.
Lily ringraziò che fosse buio e che non avesse notato il suo rossore, ma lui sembrà averlo avvertito, perché le disse:
- Era una reazione comprensibile; voglio dire, ce n’è voluto di tempo per diventare, da pallone gonfiato a ragazzo quasi rispettabile.
- Sono contenta dei progressi.- rise lei.
Un altro sguardo; Lily arrossì ancora: le succedeva sempre con lui, anche per niente.
Un altro bacio.
E ricominciarono…

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Capitolo 2
*** DA QUEL GIORNO ***


Lily si sentì scagliare nello spazio a quelle parole che aveva appena udito.
“Non ho bisogno dell’aiuto di una schifosa Mezzosangue”
Aveva degnato Severus Piton, ora suo ex migliore amico, di poche fredde parole; e quando Potter aveva urlato al Serpeverde: “Chiedi scusa a Evans, subito!”, lei non ci aveva visto più e, dopo aver detto che lui e Piton erano praticamente uguali, si era messa a elencare i motivi per cui odiava James Potter, concludendo con una frase che fece impallidire il ragazzo:
- Sei così pieno di te stesso che non so come faccia la tua scopa a sorreggerti. Mi dai la nausea!
Dopo quella frase, si era voltata indietro ed era corsa verso il castello, fregandosene sia di Potter che di Piton, fregandosene di lui che la chiamava.
- Evans! EHI, EVANS!
Ma lei non si voltò, non voleva vedere nessuno dei due.
James Potter la vide correre via e bofonchiò:
- Ma che cos’ha?
- Leggendo fra le righe, amico, non devi esserle molto simpatico.- concluse il suo migliore amico, Sirius Black.
- Bene!- sbottò James e ripuntò la bacchetta contro Piton; il Serpeverde finì di nuovo a gambe all’aria.
- Allora, chi vuole vedermi togliere le mutande a Mocciosus?- chiese James agli studenti presenti.
Tutti urlarono eccitati. James si voltò e vide Remus Lupin continuare a leggere il libro con uno sguardo di disapprovazione e vide le amiche di Lily passarle accanto; Mary MacDonald e Alice Prewett lo fulminarono.
Appena il gruppetto sparì e vide Remus alzarsi, serio, seguito da un titubante Peter Minus, James scaraventò a terra Piton con malagrazia e si allontanò, bofochiando:
- Merda…
Sirius si allontanò da Piton; senza James a tartassarlo con lui, si annoiava.
Remus gli si avvicinò e gli chiese freddamente:
- Hai finito di fare il bambino?
- E a James non dirai nulla?- replicò lui, sorpreso.
- Credimi, ha capito la lezione.- rispose Remus e si avviò verso il castello, seguito dagli altri due.
- Che vuoi dire, ha capito la lezione?- chiese Peter, riferendosi a James.- Che smetterà di fare casino in giro?
- E che forse, finalmente, ha ammesso una cosa che non voleva ammettere nemmeno con se stesso.- rispose Remus senza dire altro.

*.*


Mi dai la nausea…
Mi dai la nausea…

L’aveva davvero detto.
James era nel bagno dei maschi, appoggiato al rubinetto, evitando di guardarsi allo specchio; farlo sarebbe stato come ammettere finalmente quella cosa: che gli importava ciò che Lily gli aveva detto poco fa giù al parco. Ma non riusciva a capire il perché.
La porta si aprì ed entrarono loro. I suoi migliori amici, i suoi fratelli. Peter aveva un vecchio foglio di pergamena in mano.
- Ramoso, tutto bene?- chiese Peter, esitante, mettendo via il foglio.
James si voltò, guardò Remus e gli disse:
- Lo so che ho fatto un casino enorme, Lunastorta. E mi dispiace, credimi.
- Almeno hai capito la lezione.- commentò Remus, cercando di essere serio, ma senza successo.- Comunque, ti risparmio la ramanzina solo perché ora sei giù di morale e perché fra qualche ora c’è la prova pratica di Difesa Contro le Arti Oscure.
- Ci hai perdonati?- chiese Sirius, fingendosi speranzoso.
- Felpato, sei ancora sotto scopa!- esclamò Remus, sorridendo suo malgrado.- Direi che il più bravo del gruppo rimane Codaliscia.
Peter arrossì come un pomodoro.
- Si, perché se tenta di mettere a testa in giù qualcuno, rischia di mettere giù se stesso.- ironizzò Sirius.
- Vorrà dire che stasera non ti darò il mio budino, pensavo di dartelo.- sentenziò Peter, ridendo.
I due cominciarono allegramente a bisticciare. James cercò di sorridere alla scena, ma non ci riuscì: sembrava avesse disimparato a farlo.
- Che c’è?- chiese Sirius.- Ancora preoccupato per quelle parole?
- Non riesco a capire perché continuo a darci importanza.- borbottò James.
- Amico, te le ha appena dette! Vedrai che ora di domani le avrai già dimenticate.
James annuì, poco convinto.
Quel pomeriggio ci fu la prova pratica dei G.U.F.O. di Difesa contro le Arti Oscure. James lanciò un’occhiata veloce a Lily: aveva gli occhi più profondi del solito, il che voleva dire che alla fine aveva pianto.
Il professor Vitious stava chiamando gli studenti.
-…Evans, Lily.
Lily si diresse verso la Sala Grande, senza degnare di uno sguardo James o Piton, ma sorrise appena quando Remus e Peter le bisbigliarono:
- In culo alla balena.
- Speriamo non caghi.- borbottò lei in risposta, cercando di sorridere, ma non ci riuscì; anche lei sembrava aver disimparato a farlo.
- Evans…- bisbigliò James, ma Lily fece finta di non sentire.
Vitious la mandò dal professor Tofty.
- Buon giorno, signorina…- fece Tofty.
- Evans, Lily Evans.- disse Lily.
- Bene, signorina Evans.- disse il signor Tofty sorridendo.- Allora, se prima mi vuole elencare le tre Maledizioni Senza Perdono e i loro effetti…
Lily le elencò tutte e tre e i loro effetti, poi il signor Tofty fece iniziare le prove pratiche: Incantesimo di Disarmo, il Sortilegio Scudo, l’Incantesimo della Pastoia Total-Body, lo Schiantesimo, la Fattura Gambe-molli e l’Incantesimo d’Ostacolo.
- Molto bene!- esclamò il signor Tofty ammirato.- E ora, se vuole può guadagnare qualche punto extra, signorina Evans.
- Come?- chiese Lily.
- Lei non ha mai fatto un Patronus, vero?
- Si, ho frequentato il corso serale di Difesa contro le Arti Oscure e ce l’hanno insegnato.- rispose prontamente la ragazza.
- Le andrebbe di provare?- le chiese Tofty.- Così può avere punti extra.
Siccome andavano ad estrazione per chiamare gli studenti, nel tavolo accanto c’era James Potter con la professoressa Marchbanks, e anche lui, a quanto pareva, era ai punti extra.
Lily vide James puntare la bacchetta ed esclamare:
- Expecto Patronum!
Un cervo uscì dalla punta della sua bacchetta e si fermò in mezzo alla Sala Grande con garbo.
Lily puntò la bacchetta e anche lei esclamò:
- Expecto Patronum!
Qualcosa di più grosso della lince che di solito evocava sbucò dalla sua bacchetta: era una cerva, che si mise vicina al cervo di Potter.
James la guardava di nascosto, facendo finta di sentire i complimenti della professoressa Marchbanks sul suo Patronus.
- Complimenti, signorina Evans, un Patronus meraviglioso!- esclamò Tofty battendo le mani.
- Grazie…- mormorò semplicemente Lily. “Accidenti, sapevo che i Patroni possono cambiare…ma perché una cerva? E proprio davanti a lui?!”  
Anche James era basito: sapeva che il Patronus di Lily Evans era una lince; ma perché era cambiato?
- Sono stati bravi, vero Griselda?
La voce di Tofty portò entrambi alla realtà.
- Oh, sì!- concordò la Marchbanks.- Davvero bravi! Così giovani e sanno già formare un Patronus corporeo. Punteggio pieno, signor Potter!
- Punteggio pieno anche a lei, signorina Evans!- disse Tofty.
- Grazie…- mormorarono entrambi.
I due Patroni svanirono; Lily mormorò un “Arrivederci” al professor Tofty e alla professoressa Marchbanks e si avviò veloce verso l’uscita della Sala Grande.
Lì, incontrò Mary e con lei si diresse su per le scale.
- Evans!
Lily s’irrigidì nel sentire quella voce; così si voltò e disse freddamente:
- Potter, non ti sembra di avermi tormentato abbastanza per oggi? Quindi, per favore, lasciami stare!
E senza nemmeno degnarlo di uno sguardo, salì velocemente le scale, con Mary alle calcagna che tentava di stare al passo.

*.*


Quella sera c’era molta tensione nella Sala Comune di Grifondoro; i quattro Malandrini non erano in vena di fare scherzi: Remus, Sirius e Peter avvertirono, infatti, che James non era dell’umore adatto per scherzare. Anche se il suo esame di Difesa contro le Arti Oscure era andato alla perfezione, lui era mogio e serio.
Remus andò a riportare gli appunti che Lily gli aveva prestato qualche giorno fa.
- Tieni, Lily; grazie ancora per avermeli prestati.
- Figurati, Remus.- disse lei, cercando di sorridere, ma riuscì a produrre una smorfia.
- Sta male.- le disse Remus, e Lily capì a chi si riferiva.
- Pure io.- replicò lei di rimando.
- Non sto cercando di difendere quello che ha fatto.- chiarì Remus.- La ramanzina gliel’ho fatta dopo l’esame.
Lily annuì, ricordandosi che poco dopo l’esame, aveva sentito le voci di Remus e Potter dalla loro stanza, ma senza discutere a voce alta.
La ragazza, tuttavia, non sapeva come replicare, ma la fatica le fu risparmiata da Mary che passò trafelata il buco del ritratto, dicendole:
- Piton è qua fuori.
- Non voglio vederlo.- sentenziò Lily con decisione.
- Lo so, ma minaccia di passare la notte qui fuori se non vai a parlargli.- le rivelò Mary nervosamente.
Lily e Remus videro James irrigidirsi; Lily borbottò:
- Ci penso io…
Vedendo che Potter si era alzato, lei gli intimò:
- Non provare nemmeno ad alzare le tue chiappe da quel divano!
James guardò Remus, che gli fece cenno di stare calmo; annuì e controvoglia fu costretto a vedere Lily che varcava il buco del ritratto.
Poco dopo, James si avvicinò, notando che il ritratto non si era chiuso completamente; il ragazzo ascoltò quel che stavano dicendo.
-…no, senti.- stava dicendo Piton.- Non volevo chiamarti…
-…schifosa Mezzosangue?- lo interruppe Lily, disgustata.- Ma se chiami così tutti quelli come me, Severus. Perché io dovrei essere diversa?
Sentendo un fruscìo, James tornò veloce al suo posto e vide una Lily furibonda rientrare, prendere gli appunti che aveva lasciato sul tavolino e salire di sopra come una furia.
James si alzò e la seguì.
- Evans…
- Potter, lasciami stare!- gli gridò lei.- Non ti sembra di aver fatto abbastanza per oggi? Quindi, fammi un favore, lasciami in pace!
Lily non gli lasciò tempo di replicare e salì su per le scale a tutta velocità.
Mary la seguì, preoccupata e superò su per le scale un James pallido e un po’ incazzato - forse per delle intenzioni di scuse respinte?- chiedendosi dove fossero le altre; vide sul letto di Lily gli appunti che Remus le aveva ridato e la porta del bagno socchiusa. Mary vi entrò e vide Lily appoggiata al lavandino, a testa bassa.
- Ehi…- le fece Mary, abbracciandola da dietro.- Non fare così, dai. Vedrai che andrà tutto bene.
Lily tirò su con il naso, gli occhi rossi pieni di lacrime che non voleva far scendere, rossa in viso nel tentativo di trattenere i singhiozzi.
Come poteva andar bene, quando il suo ex migliore amico, ormai praticamente dichiarato Mangiamorte, l’aveva lasciata?
Come poteva andar bene, con Potter che ancora la tormentava?
Sulla porta del bagno comparve Alice con un sacchetto di biscotti.
- Offerta degli elfi domestici di Hogwarts per un’adolescente in crisi.- disse Alice dolcemente.
Lily sbattè le palpebre e disse con voce rotta:
- Grazie…vi voglio bene, ragazze.
- Vieni qui, pucci.- le disse Alice, spalancando le braccia.
- Alice!- rise Lily nervosamente.- Mica sono un cane!
- Che ci posso fare, voi sarete sempre le mie pucci belle!- esclamò lei, guardando Lily e Mary.
- Oddio, ha ricominciato di nuovo con questo soprannome scemo?
A parlare era Marlene McKinnon, un’altra compagna di stanza.
- Non ho mai ricominciato, ho sempre continuato.- puntualizzò Alice.
Marlene rise e commentò:
- Spero non chiamerai Frank così, in privato.
- No, lui è il mio amore e basta.- disse Alice, sorridendo felice.
Marlene rise ancora di cuore, poi si avvicinò a Lily e le disse con dolcezza:
- Tesoro, non badare né a Potter né a Piton, non meriti di farti avvelenare la vita da loro due, sai?
Lily annuì. La porta del dormitorio si aprì e comparve Dorcas Meadowes.
- Scusate, ho fatto un po’ tardi. Biscotti?!? Alice, ne avevo presi anche io per Lily.
- Cos’è, la serata “facciamo ingrassare Lily Evans”?- chiese Lily, passandosi una mano sugli occhi.
- I biscotti tirano sempre su il morale, lo dice mia nonna.- le disse Dorcas facendole una carezza.- Solo per noi, in particolare per te; e non per i Malandrini!- aggiunse poi, facendo una buffa smorfia schifata.
Tutte risero. Anche Lily, felice di avere delle amiche strette come loro.
- Che farei, senza di voi?- commentò Lily, sorridendo; veramente, stavolta.
Tutte si abbracciarono e si misero alcune sul letto di Mary, altre ai piedi del letto sedute su dei cuscini.
Mentre finivano gli ultimi, si sentirono dei passi e la voce acuta di Peter Minus dire:
- Ma che è, profumo di biscotti?
- Ragazze, la linea!- urlò da fuori Sirius Black.- E non inducetemi Peter in tentazione, o mi diventa ancora più grasso!
- Sirius!- protestò quest’ultimo.
- Alice?- la chiamò Frank.
- Arrivo!- urlò lei.- Scusate, ragazze.- bisbigliò alle amiche.- Bacio della buona notte per Frankie.
Alice aprì e chiuse la porta. Si sentirono dei bisbiglii, e poi Alice dire seccamente:
- Black, fatti gli affaracci tuoi!
Si sentì la risata di Sirius, che Lily aveva sempre trovato - chissà perché…? - simile a un latrato canino.
- Buona notte, amore.- le disse Frank.
- ’notte, Frankie.- disse Alice dolcemente.
Si sentì il suono di un bacio e Sirius e Peter fare per scherzo versi schifati.
- Potevate guardare dall’altra parte, deficienti!- rise Frank.
Alice rientrò ridendo e chiuse la porta.
- Che voleva Black?- chiese Dorcas.
- Sapere come stava Lily.- rispose Alice.
- Bella risposta, che gli hai dato.- si complimentò Mary.
Lily non disse niente. Non ne voleva più parlare, di quel che era successo.

*.*


Venne il giorno del ritorno a casa; quando Lily scese dal treno e superò la barriera, vide sua madre parlare con la madre di Alice: la ragazza, infatti, l’aveva invitata da lei, con le altre, a passare un po’ delle vacanze estive.
La signora Evans era una donna molto sveglia; aveva capito che c’era qualcosa che non andava in questo periodo e che era da attributarsi a dei problemi che aveva il mondo magico con un certo Lord Voldemort. Così stava dicendo alla madre di Alice:
- Se per te non è un problema, può venire già fra due settimane. Sabato si sposa la sorella e vorrei che ci fosse.
- Mamma, e se magari faccio contenta Petunia e non mi presento al matrimonio?- propose Lily, raggiungendole.
- Oh, tesoro, sei già scesa!- esclamò la signora Evans, sorridendo alla figlia più piccola.- Bentornata! Comunque, no. Tu verrai a quel matrimonio, che tua sorella lo voglia o no. Lo sai che sono fermamente categorica su questo punto.
- Ok…- borbottò Lily, sconfitta.
La sua sorella maggiore, Petunia, si sarebbe sposata quel mese con il suo ragazzo, un certo Vernon Dursley, che lavorava nella ditta di trapani di suo padre, la Grunnings, che si trovava in una cittadina vicina alla loro di nome Little Whinging. A Lily non piaceva molto il suo futuro cognato: come la sorella, aveva una mente che lei definiva quadrata, cioè che voleva ogni cosa nel rispetto della totale normalità. Ovviamente sapeva che lei era una strega, e anche lui ne era rimasto, ovviamente, scandalizzato.
Ai signori Evans Vernon non piaceva moltissimo, ma se la loro figliola era contenta…
- Ci vediamo fra due settimane.- le disse Alice, abbracciandola.- Almeno mi farai compagnia aspettando le altre, arrivano su ad agosto.
- Ok, ciao!- la salutò Lily.
Le due Evans passarono davanti ai Potter, impegnati a parlare con tutti e quattro i Malandrini; Lily evitò di guardarli. Appena uscirono da King’s Cross, la signora Evans le chiese in tono un po’ sostenuto:
- E Severus?
- Abbiamo litigato e rotto i ponti.- disse Lily in tono definitivo.
La signora Evans non volle approfondire di molto il perché, poiché aveva l’impressione che sua figlia ne soffrisse ancora un po’; si limitò soltanto a dire, sollevata:
- Bene. Sai che non mi è mai piaciuto tanto, quel ragazzo; avevo paura che ti avrebbe portato su una cattiva strada.
Lily annuì soltanto. Non voleva più pensare a quello che era successo.

*.*


Una mattina di metà luglio, a Godrick’s Hollow, il signor Potter bussò nella camera di James.
- Eh?- fece James, disteso sul letto in totale apatia, come lo era da alcuni giorni.
- Ho una sorpresa per te.- gli disse il padre, sorridendo, facendo passare qualcuno.
- Scusa?- fece una voce a lui nota, sorpresa.- Tu disteso su un letto? Con quel muso?
James si alzò di scatto e vide Sirius sorridergli.
- Vecchio!- James lo abbracciò forte.- Che ci fai qui?
- Ho rotto i ponti con tutta la mia famiglia, a parte pochi membri intelligenti.- spiegò Sirius.- Ero al Paiolo Magico, dove mi ha trovato tuo padre e lui mi ha detto che sono più al sicuro qui che in quel pub e ha detto che posso passare da te tutte le vacanze!
James era felice. Aveva passato i giorni in totale nervosismo, chiedendosi perché non riusciva a fare i baffi alla foto di Lily Evans che aveva duplicato con la magia dall’annuario scolastico di quell’anno di studi appena passato.
Aveva davvero bisogno di distrazioni.

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Capitolo 3
*** PALESTRA ***


A Godrick’s Hollow, dove abitava anche Alice, avevano aperto una palestra per soli maghi e streghe; i macchinari erano gli stessi dei Babbani, ma andavano con la magia.
Un caldo pomeriggio di agosto Alice, Lily, Mary, Marlene (in vacanza dalla nonna materna, che abitava lì) e Dorcas vi si avviarono; avevano fatto la tariffa estiva per studenti e venivano lì due o tre volte a settimana.
Lily e Alice erano su dei tapis-roulant, posti davanti a una specchiera gigantesca, mentre Dorcas, Mary e Marlene stavano facendo pilates in un’altra parte della palestra.
I coach-wizards della palestra, che controllavano ogni locale della palestra, avevano dato, come sempre, un braccialetto di stoffa nera, molto resistente, da appendere al braccio che usavano poco, poiché, in caso di bisogno, potevano sfilare da lì la bacchetta con il braccio che normalmente usavano.
Mentre Lily e Alice correvano, videro la porta della sala dove si trovavano aprirsi e Lily ebbe improvvisamente le farfalle nello stomaco: James Potter e compagnia bella erano appena entrati. Con loro c’era anche Frank Paciock, il fidanzato di Alice.
- Allora…- stava dicendo Sirius in tono pratico.-…Remus, controllami che Peter le faccia, quelle flessioni e anche i pesi, per favore. Cosa fai tu, Frank? Frank?!
Sirius e James si voltarono e videro Frank dare un bacio sulla guancia a Alice e salutare Lily.
Dallo specchio, gli sguardi di Lily e James si incontrarono, ma Lily staccò subito il suo; non voleva guardarlo in faccia per nemmeno due secondi quel teppista.
Frank alla fine andò con Peter e Remus a fare pesi e flessioni, James e Sirius raggiunsero il tappetone da box che si trovava proprio dietro i tapis-roulant e che dalla specchiera gigante si vedevano bene.
I due ragazzi si misero i guantoni e salirono sul ring, cominciando a lottarle; a Lily parve di sentire Sirius chiedere a Potter:
- Tutto bene, vecchio?
Lily vide dallo specchio Potter che cominciava a tirare i pugni con forza. Era diventato molto alto e le braccia un po’ muscolose, tuttavia senza quel fisico palestratissimo che a Lily faceva schifo; era un fisico nella norma. A colpirla era lo sguardo concentrato di Potter che riusciva a beccare quasi sempre i punti deboli per fiaccare l’avversario, in questo caso Sirius.
La ragazza non capì perché si stava mettendo a guardare Potter in quel modo.
Un’ora passò lentamente; Sirius e Potter stavano facendo una pausa.
- Lily, andiamo?- chiese ad un certo punto Alice.
Lily annuì e con la bacchetta spense il tapis-roulant; in quel momento, i due avevano ricominciato. Lei evitò di guardarli, ma se si fosse voltata avrebbe potuto notare lo sguardo ammirato che James le stava rivolgendo mentre usciva.
James la trovò davvero carina madida di sudore; la canottiera nera era stata annodata in modo che si vedesse la pancia piatta, e le metteva in evidenza il seno piccolo ma ben tenuto, mentre i pantaloncini grigio chiaro, lunghi fin sopra il ginocchio, mettevano in mostra il bel sedere. Il ragazzo si chiese perché le stava entrando in testa così di frequente, perché le entrava nei suoi sogni ogni sera, e a volte in una certa maniera…si stava innamorando di lei?
In quel momento, James si sentì piegare in due e cadde a terra, tenendosi lo stomaco.
- Amico…- Sirius gli si accucciò vicino.- Non ti distrarre, ok? Altrimenti, appena combatti un Mangiamorte, non riuscirai nemmeno a lanciare una fattura.
James annuì, si rialzò e disse:
- Continuiamo.

*.*


Dopo aver fatto la doccia, le ragazze si cambiarono nello spogliatoio.
- Non so se hai notato, Lily…ma James ti guardava in modo strano.- le disse Alice.
Lily scrollò le spalle, cercando di non dare a quella frase troppa importanza, borbottando:
- E chi se ne frega…
Alice non disse niente. Prima che Lily arrivasse, lei era andata dai Potter e aveva visto un James imbronciato e di cattivo umore; Alice si era chiesta per tutto quel tempo quale potesse essere il motivo di quel broncio, ma dopo quel che aveva notato, forse qualche idea ce l’aveva.
“Che sia attratto da Lily?” si chiese la ragazza.
Le cinque continuarono a parlare del più e del meno; quando uscirono dallo spogliatoio, notarono i ragazzi che erano al bar, già lavati e puliti. Alice andò a salutare Frank.
Lily si voltò a parlare con Marlene per evitare di dover guardare James che, dal bancone, continuava a fissarla; entrambi, senza saperlo, si stavano chiedendo il perché.
- Si, veniamo qui il lunedì e il mercoledì.- stava spiegando Alice a Peter e Remus.- E di solito anche il venerdì.
- Vedi?- s’intromise Sirius, rivolto a Peter.- Dalla prossima volta, tre volte alla settimana, così potrai toglierti tutta quella ciccia sulla pancia.
- Sirius!- si lamentò Peter, arrossendo come un matto.
Alice rise, diede un bacio a Frank e si diresse verso le sue amiche.
- Con Frank va tutto bene, vedo.- constatò Mary.
- A gonfie vele!- gorgheggiò Alice come una cantante lirica.
Le sue amiche risero divertite.

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Capitolo 4
*** PENSIERI ***


Venne il primo di settembre; le ragazze erano un po’ tristi, poiché significava che quello era il loro penultimo anno insieme.
- Ragazze, c’è ancora un altro anno di studi davanti, prima di essere tristi davvero!- esclamò Dorcas, stupita.
- Hai ragione.- concordò Marlene.
I loro genitori erano venuti a salutarle, come da affettuosa routine; Lily notò appena l’assenza della sorella e salutò i genitori.
- Se fai più fatture che puoi, ti aumento la paghetta.
-Harry!- esclamò allegramente la signora Evans.- Non ascoltarlo, tesoro.
- Ma mamma, era un’offerta più che generosa!- esclamò Lily, ridendo.
I tre Evans risero di gusto. Poi Lily disse, un po’ tristemente:
- Ora devo andare…
- Ci vediamo l’estate prossima, tesoro.- le disse sua madre.
- Fate attenzione.- disse loro Lily, seria.
- Ehi, mi fido di quel che ha detto quel professor Saliente!- esclamò il padre
- Silente, papà, Silente.- lo corresse la figlia, sorridendo suo malgrado.
Lily capì che si stava riferendo alla sera dopo il matrimonio di Petunia; il professor Silente, il preside di Hogwarts, era venuto dagli Evans per comunicare loro che la sua società segreta, l’Ordine della Fenice, aveva posto sotto protezione gli Evans dagli attacchi, ormai frequenti verso i Babbani, di Lord Voldemort e dei suoi Mangiamorte. Gli Evans erano stati commossi da tanta gentilezza verso il mago - a detta della loro bambina - più importante di tutta la Gran Bretagna.
- Ciò nonostante, fate attenzione, per favore.- disse loro Lily.- E usate lo specchietto che Silente vi ha dato in caso di necessità, vi ha spiegato come usarlo.
Silente aveva dato a lei e ai suoi genitori uno specchietto a doppio senso: Lily aveva uno specchietto e i suoi l’altro; bastava dire allo specchio il nome della persona con cui volevano parlare, e quella persona sarebbe apparsa.
- Tesoro, siamo noi i genitori, dovremmo fare noi le raccomandazioni a te!- le ricordò dolcemente sua madre.
- Da quando si sono invertiti i ruoli?- chiese suo padre, ridendo.
Lily rise, poi li saluto un’ultima volta prima di seguire Dorcas dentro la barriera.
Arrivarono al binario 9 e ¾ e sulla banchina splendeva alla luce del sole settembrino il rosso Espresso per Hogwarts.
Le due raggiunsero le amiche; in lontananza Lily notò Piton e i suoi amici Serpeverde; Piton la guardò con uno sguardo triste, ma lei gli voltò le spalle e andò avanti; ormai le loro strade si erano irrimediabilmente separate, e lei non voleva nemmeno guardarlo più in faccia.
Dieci minuti dopo, il treno sfrecciava già fuori Londra, in mezzo ai campi. Poco dopo, Lily s’appuntò la spilla da Prefetto sulla maglietta e disse:
- Vado a fingere di adempiere i miei ruoli da Prefetto.
Le amiche risero e Lily uscì.
Poco più avanti, vide Peter Minus uscire a tre scompartimenti di distanza e correre in bagno; nel corridoio si sentì la risata simile a un latrato di Sirius Black.
- Ci vediamo dopo.- disse una voce a lei famigliare.
Appena uscì, lo chiamò:
- Remus!
- Lily!
Remus diede un’occhiata veloce al suo scompartimento e l’aspettò davanti alla porta della carrozza prefetti. Lily attraversò in fretta il corridoio per raggiungerlo; le parve di notare un’occhiata veloce di James Potter verso di lei, mentre stava passando.
- Beh, non ho bisogno di chiederti com’è andata l’estate, ti vedevo praticamente ogni giorno in palestra.- disse lui sorridendo non appena lei lo raggiunse.
- Idem.- rispose lei di rimando, sorridendo a sua volta e ricordando quelle ore estenuanti di palestra - e non solo per gli esercizi fisici, ma anche per le occhiate che Potter continuava a rivolgerle.
I due entrarono e rimasero a sentire i discorsi che i Capiscuola - uno per ogni Casa - stavano tenendo in quel momento.
Quando uscirono Lily rimproverò bonariamente Remus.
- Non hai ascoltato? E quando diventerai Caposcuola l’anno prossimo, che farai? Guarda che non puoi mica improvvisare!
- E chi ti dice che sarò io e non tu?- la rimbeccò allegramente Remus.
- Secondo te, io ho la pazienza necessaria per diventare Caposcuola?
Remus rise di gusto, poi disse spazientito:
- Caspita! Ho lasciato lì dentro la mia felpa. Ci vediamo in giro.
- Si, certo!- lo salutò lei.
Lily si diresse lungo il corridoio e proprio mentre si apriva la porta delle toilettes, il treno fece una curva brusca…e James Potter le venne addosso.

*.*


- Ahi!
- Ahia!
Quando il treno si rimise dritto, James borbottò:
- Scusa…
- Non fa niente…- mormorò lei e si diresse veloce lungo il corridoio.
James la guardò allontanarsi e si chiese per la centesima volta perché pensava a lei.
- Scusa…?
James non badò alla voce. Era ancora concentrato a vederla camminare via, lontano…da lui.
- Terra chiama Ramoso!
- Eh?
James si riscosse e vide Remus che rideva.
- Ti sei imbambolato?- chiese l’amico.
- No, pensavo.- rispose in fretta James, ma senza convincere Remus; forse se n’era accorto, perché si diresse velocemente nel suo scompartimento.
Remus scosse la testa divertito e lo seguì.
- Oh, eccoti, Remus!- esclamò Peter.
- Come mai ci hai messo tanto?- chiese Sirius.- Ho visto la Evans passare cinque minuti fa.
- Ho dimenticato la felpa nello scompartimento divertimenti.- rispose Remus ironico.- E in più, una Prefetto di Tassorosso mi ha attaccato bottone.
- E tu le hai infranto il cuore, vero?- chiese Sirius, malizioso.- Remus, dai! Solo perché hai un piccolo problema peloso, non vuol dire che metterai in pericolo qualcuno.
- È vero!- asserì Peter.- Quante volte te l’avremo detto…?
- Tante.- fece Sirius.- Vero James? James…?
James stava fissando il paesaggio fuori dal finestrino, completamente estraniato dalle chiacchiere.
- Ehi!
- Terra chiama Ramoso un’altra volta!- esclamò Remus.
James si riscosse.
- Scusate, io…
- Pensavi?- fece Remus.
- È praticamente da tutta l’estate che non fai altro…- osservò Sirius.
- Eh già…- borbottò Peter; poi gli si illuminarono gli occhi.- SCACCO MATTO!  
- Eh?- fece Sirius.- NO!
Peter aveva approfittato della distrazione di Sirius ed era riuscito a vincere a scacchi magici.
- No, faccia da topo, non puoi avermi battuto per la quarta volta di fila!
- E invece sì, risata canina!
Peter si alzò e si mise a saltellare nel poco spazio disponibile, mentre Sirius guardava la scacchiera, stizzito e Remus sorrideva allegro.
James rise, poi ritornò ai suoi pensieri, che da quell’estate non facevano altro che ruotare attorno a Lily Evans.

*.*


Lily era frastornata; per colpa di quella curva, James Potter le era venuto addosso. E ora si sentiva il suo profumo sempre attorno. Beh, non poteva negarlo, James non faceva mai uso di profumi maschili, aveva un suo odore particolare che l’aveva sempre contraddistinto…un odore da uomo.
“Sempre se si possa definirlo uomo…” pensò Lily.
Eppure aveva l’impressione di essere diventata il chiodo fisso di James un’altra volta. Per tutto il quinto anno, James era stato un grande seduttore e aveva rotto parecchi cuori a molte ragazze di Hogwarts, che cadevano tutte ai suoi piedi. Si ricordava come, ogni volta che la incrociava, lui le chiedesse: “Allora, Evans, ti va di uscire con me?” e ovviamente la sua risposta era stata: “Ma nemmeno nei tuoi sogni, Potter!”
E quella frase la diceva guardando quello sguardo canzonatorio e provocante che aveva sedotto mille ragazze. Per non parlare di tutti i dispetti che si erano fatti a vicenda e le litigate molto violente.
Ma quello sguardo di prima che le aveva rivolto…quello sguardo non aveva assolutamente niente di canzonatorio. Anzi, sembrava addirittura più che ammirazione.
Ma che voleva dire?

Quella sera, dopo la classica cena nella Sala Grande - quando Lily si accertò che tutti gli studenti del primo anno fossero andati nelle loro camere - salendo per le scale che conducevano ai dormitori del sesto anno, vide James davanti alla porta della camera dei maschi.
Lily non ci fece caso, ma si sentì a disagio quando James la guardò ancora. Ma perché doveva torturarla così?

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Capitolo 5
*** VOGLIO TE ***


Il giorno dopo, a colazione, la professoressa McGranitt consegnò a ciascuno di loro gli orari delle lezioni.
Lily, con i suoi G.U.F.O. aveva deciso di frequentare Difesa Contro le Arti Oscure, Trasfigurazione, Incantesimi, Pozioni, Erbologia e Antiche Rune; Marlene aveva il suo stesso orario, poiché anche lei seguiva i corsi di quelle materie.
La professoressa McGranitt diede l’orario a James Potter e gli disse:
- Questa è la lista degli iscritti per le selezioni.
- Di già?- James era sorpreso.
- Si, vogliono vincere assolutamente quella Coppa.- rispose la McGranitt.- E non sono i soli.
- Professoressa, glielo garantisco, vinceremo quella Coppa.
- Mi garantirai anche che tu e i tuoi amici non farete i teppisti come gli anni scorsi?
- Professoressa, adesso mi sa che chiede troppo.- rise James.
- Siamo al sesto anno, Potter, cerca almeno di abbassare un po’ la cresta.- gli consigliò la professoressa con severità.
Lily scosse la testa: Potter non sarebbe mai cambiato, mai; incrociò lo sguardo di Marlene, che rise di gusto.
- Povera professoressa McGranitt!- commentò la ragazza.
Le due finirono colazione e si alzarono, poiché avevano un’ora buca prima di Antiche Rune.
- Noi andiamo.- disse Marlene.- Ciao ragazze. Teppisti…- disse poi, rivolta ai Malandrini.
- Secchione…- dissero ghignando Sirius e Peter.
James rise e Remus rischiò di soffocarsi con il succo di zucca per aver trattenuto una risata; dopo aver tossito Remus, con le lacrime agli occhi, si mise a ridere con gli altri.
- Che c’è da ridere?- chiese Sirius, dando un’ultima pacca sulla schiena a Remus.
- Eravate comici quando l’avete detto, fratello, sul serio!- rise Remus con la voce soffocata.
Marlene e Lily ridacchiarono a loro volta e si avviarono. Lily noto che Potter le lanciò uno sguardo veloce mentre usciva.
- Ma che ha Potter, da guardarmi?- chiese Lily ad alta voce.
- Forse gli piaci…- ipotizzò Marlene.
- Marlene, ma per favore!- esclamò Lily, schifata.- Ma sai quante ragazze ha, che gli fanno la corte? Magari anche in questo stesso momento?
Marlene guardò verso la Sala e disse:
- Sì, e le sta ignorando tutte in questo stesso momento. Guarda…
Lily si voltò indietro e vide un gruppo di Tassorosso del quarto anno che, deluse di essere ignorate, guardavano James; il quale, invece, guardava il posto in cui prima Lily era seduta.
La ragazza scosse la testa, incapace di comprendere. Non riusciva a capire come mai Potter si comportasse in modo così strano: non l’aveva ancora torturata con le sue richieste di appuntamenti e non le aveva dato il tormento.
Beh…non ancora.
“C’è tempo, c’è tempo…”
pensò Lily; ma intanto era un pochino preoccupata.
Durante l’ora di Pozioni, in cui c’erano  anche tutti i Malandrini, Lily era grata ai vapori dei calderoni che nella segreta che creavano una sorta di nebbia: lo “schermo” adatto per non essere vista, anche se nemmeno lei sapeva perché – secondo lei.
Lumacorno, il grasso insegnante di Pozioni, quando vide Lily, Marlene e Dorcas esclamò:
- Ed ecco le mie allieve preferite! Spero di vedervi più spesso alle mie cenette, quest’anno.
- Ci proveremo, professore.- disse Marlene. Appena il professore si diresse verso i Malandrini, Marlene disse a Lily e a Dorcas con voce bassa:
- Noooooooooooo…
L’effetto era comico che Lily ridacchiò. James, dal suo posto, non riusciva a vedere dov’era Lily, ma aveva sentito quella risata talmente tante volte che ormai l’avrebbe riconosciuta ovunque.
Suonò la campanella e tutti uscirono nei corridoi inondati dalla luce del sole.

*.*


Quella prima settimana passò lentamente, senza nulla di nuovo. Tuttavia, Lily e James erano inquieti: Lily non riusciva a capire come mai Potter continuasse a fissarla per tutto il tempo in cui erano nello stesso posto; James non riusciva ancora ad ammettere di essere attratto da Lily.
Si diceva sempre: “Cazzo, è solo una cotta. Una stupida cotta. Prima o poi passerà”
In realtà, sperava che fosse di più di una cotta. Gli venne in mente quello che gli diceva suo padre riguardo la vita a Hogwarts e quando di mezzo ci andavano le donne: “Noi Potter fino al quinto anno siamo scalmanati, casinisti…dei teppisti, insomma! Però, al quinto anno ci capita sempre qualcosa che ci cambia, sta a noi se in meglio o in peggio; e quel qualcosa è sempre una donna. Ma non una donnetta qualsiasi che te la dà subito la prima sera che ci esci, no! Lei è quella che, quando la vedi in una situazione che non avresti mai pensato di vedere, comincia a farti battere il cuore; quella che magari ti rimprovera per come sei. E così si entra nella fase decisiva, che può durare per tutti e due gli anni rimanenti a Hogwarts: l’innamoramento. Credimi, Jimmy: è nel nostro sangue, la donna della nostra vita ce l’abbiamo sempre davanti agli occhi, ma per conquistarla devi essere ciò che sei realmente, ovvero: NON il teppista. Si innamorano di come sei realmente dentro. Certo, la scalata è lunga, ma credimi: ne vale la pena!”
Era così?
Lui stava dimostrando di essere un Potter?
E sua madre gli diceva: “Sii te stesso; è questo quello che vogliono le donne: vederti con pregi e difetti. I Potter si sono sempre scelti donne dal carattere forte.”
E in effetti, quanto forte era il carattere della Evans? Così forte che non avrebbe mai ceduto?
Eppure lui non riusciva ancora a capire per quale motivo dovesse innamorarsi di lei.
Ma l’avrebbe scoperto presto.
Molto presto…

*.*


Venne il venerdì sera, e di solito gli studenti stavano alzati fino a tardi, visto che il giorno seguente era sabato; tuttavia, alla prima settimana, andavano tutti a letto presto, poiché dovevano ancora abituarsi al nuovo ritmo.
James si rivoltava nel letto, non riusciva a dormire; avrebbe voluto che Felpato fosse lì, ma era in punizione, mentre Codaliscia dormiva nella grossa, Frank pure e Lunastorta era in giro per la sua ronda notturna con altri prefetti.
Stanco di aspettare il sonno che sembrava non arrivare mai, James decise di scendere in Sala Comune e si sedette in una poltrona davanti al camino, le braci morenti che gettavano un’atmosfera strana, surreale.
Era arrabbiato: era già stato in punizione due giorni prima per aver pestato per sbaglio la coda di quella dannatissima Mrs Purr, il carico di compiti che cominciava a pesare nonostante fossero ancora all’inizio e in più la sua vita sentimentale era un casino. James si passò la mano fra i capelli, arruffandoseli ancora di più. Come poteva innamorarsi di una persona che era nauseata di vederlo?
Aveva passato il quarto e il quinto anno a frequentare ragazze, a infrangere i loro cuori e altro ancora…si era divertito a sentirsi dire no mille volte da lei, lo aveva invogliato a continuare.
Ma adesso?
Era cresciuto ormai, quello che sapeva era che non poteva e soprattutto che non voleva più giocare.
Il buco del ritratto si aprì e comparve proprio Lily Evans, di ritorno dalla sua ronda.
- Che ci fai, qui?- chiese Lily in tono sostenuto.
- Non dormivo.- rispose lui sullo stesso tono.- È un reato?
- Sei incazzato, per caso?
- No, sprizzo allegria da tutti i pori…certo che sono incazzato!
- Beh, quella punizione di due giorni fa è stata un’ingiustizia…
- Non serve che stai dalla mia parte per pietà, grazie tante!
- Scusa allora se per una volta, una volta, stavo dalla tua parte!- replicò lei con freddezza.- Comunque, ti conviene filare in dormitorio perché lo sai che tra un po’ la McGranitt viene a fare la sua ronda personale in Sala Comune.
- E che me ne frega?
- Si può sapere che cos’hai?- scattò Lily.- Qualcuno ti ha fatto qualcosa? Io ti ho fatto qualcosa? Allora, che cosa c’è?    
Lily rimase ferma una manciata di secondi ad aspettare, poi sospirò pensando: “Niente, crisi adolescenziale da teppista…”
Non aveva ancora fatto mezzo passo verso le scale dei dormitori, quando James con un guizzo la raggiunse e la prese per un braccio.
- Vuoi davvero sapere che cosa c’è?- le chiese lui, in tono duro.
- Se è un problema riguardo la tua vita personale, non m’interessa, grazie!- sbottò lei in risposta, cercando di liberarsi dalla sua stretta.
James si passò una mano fra i capelli, sospirando forte per calmarsi.
- Diamine, perché proprio te?- mormorò a bassa voce, quando si fu calmato.
Si era tormentato a lungo sui motivi per cui era innamorato di lei, e ora lo capiva: era bella, intelligente, a volte spiritosa, dal carattere forte e fragile allo stesso tempo…
- Potter, mollami!- sibilò lei, arrabbiata. O forse no? - Smettila anche di guardarmi così, mi metti a disagio!
Lui si fece più vicino e le disse:
- Ho pensato per tutta l’estate a ciò che è successo quel giorno…
Lily capì che si riferiva al giorno in cui aveva messo Piton a testa in giù.
- Ho cercato di pensare: “Ma si, che mi frega se le do’ la nausea”; invece mi frega, credimi.
- Potter…
- Io…non so, credevo che tu fossi soltanto una sfida per me. Invece sei molto di più.
- Un giocattolo da mettere in bella vista?
- No. Sei una persona che vale. E tu stai cominciando a valere molto per me.
- Si può sapere che vuoi da me?
- Io voglio te.
Lily si sentì mancare il pavimento sotto i piedi. Non poteva crederci…
- E con questo…- fece lei, cercando di dare alla sua voce una calma che non c’era.-…con questo, che cosa vorresti dire?
James si fece vicino al suo viso e le disse:
- Che mi sono innamorato di te.
La sentì tremare e di certo non per uno spiffero. Anche nell’incerta luce del fuoco morente, la sentì arrossire; le mise dietro all’orecchio una ciocca di capelli che le nascondeva il viso, ora abbassato a terra.
- Lily, io ti amo…
- Dopo tutto quello che mi hai fatto passare?- lo interruppe lei in tono di sfida.-  Perché dovrei crederti, visto che io e te non possiamo fare a meno di litigare ogni volta che c’incrociamo?
- Credimi, è strano anche per me; non ho scelto io di innamorarmi di te. Ma sono sincero ora, come non lo sono mai stato con nessun’altra persona; io ti amo…
- Quante volte hai detto questa frase alle ragazze che hai frequentato?
- Nemmeno una volta, te lo giuro…
James si avvicinò all’orecchio di Lily e le disse dolcemente:
- Voglio te, Lily, credimi; io ti amo.
La presa era allentata e Lily vide la mano di James che lentamente saliva sul suo braccio e lui che si stava facendo sempre più vicino. L’altra mano era sul suo collo, ed era sicura che lui avvertisse i brividi lungo tutto il corpo che in quel momento provava. James aveva ripreso a guardarla in viso e si faceva sempre più vicino a lei.
- No, ti prego…- mormorò lei senza convinzione, ma con una voce così bassa che lui la sentì appena.
James le carezzò piano il viso e si stava avvicinando sempre di più a lei.
Ormai i loro respiri stavano per fondersi in un solo respiro…
E il buco del ritratto si aprì; i due si distanziarono, credendo che fosse la McGranitt. In realtà erano Remus e Sirius, quest’ultimo di ritorno dalla sua punizione.
- Credimi, non mi sento più il braccio.- si stava lamentando Sirius, stringendosi il braccio destro.
- Ti fai battere anche dall’olio di gomito che devi mettere nelle pulizie?- ironizzò Remus.
I due ammutolirono quando videro Lily e James, l’uno di fronte all’altra.
- Tutto bene?- chiese Remus.
- Sì…- rispose Lily.-…buona notte.
Lily, nell’andarsene, sfiorò impercettibilmente James; il quale la seguì per le scale.
- Lily…
Lei si voltò, le lacrime agli occhi.
- Senti, è da quest’estate che ho una confusione in testa per te…- gli disse a voce bassa per evitare di singhiozzare davanti a lui.-…non mi tormentare, ti prego.
Lily si voltò e salì su per le scale. Appena chiuse la porta della camera, vide Dorcas accendere la luce.
- Finalmente!- stava dicendo.- Mi ero svegliata e non ti ho vista, mi sono preocc…
Lily si mise seduta sul bordo del letto, le lacrime che le scendevano lungo le guance.
- Lily, che c’è?- chiese Dorcas, avvicinandosi in fretta.
- Ha detto che mi ama…- rispose Lily con voce rotta.
- Chi?
- James…me l’ha detto poco fa.
- Lily…ma da quando lo chiami per nome?
Lily scosse la testa e cominciò a piangere sulla spalla di Dorcas, la quale l’abbracciò forte per consolarla; la ragazza continuava a chiedersi perché le parole di Potter le risuonassero in testa, perché aveva avvertito una forte gelosia verso tutte le ragazze che lui aveva frequentato e il perché di quella sensazione di benessere che aveva provato quando lui l’aveva accarezzata, abbracciata e quasi baciata.

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Capitolo 6
*** IL SEGRETO DEI QUATTRO MALANDRINI ***


James rimase a fissare il punto in cui Lily era stata sulle scale prima di fuggire.
 Remus e Sirius lo raggiunsero.
- Ramoso, che succede?- gli chiese Sirius.
James non rispose, ma salì di sopra e si diresse in bagno; gli altri lo seguirono. Si guardò allo specchio: finalmente aveva detto la verità a se stesso e a lei.
Ma ora?
- James…- fece Sirius, preoccupato.
James si voltò e chiese a Remus:
- Quando ti ho detto che avevo imparato la lezione, forse non mi riferivo solo allo sparare fatture a destra e a manca. Tu l’avevi già capito, no?
Essendo un lupo mannaro, Remus riusciva a capire molto in profondità l’animo delle persone. Così annuì.
- James…- fece Sirius per la terza volta.-…che succede?
- Mi sono innamorato di Lily Evans.- disse schiettamente a Sirius.- Ecco perché quelle parole di quel giorno continuano a risuonarmi in testa.
- E lei?
- È confusa.- sospirò e si scompigliò i capelli.- E io non so che fare.
- James, devi lasciarle del tempo.- gli consigliò Remus.- Glielo devi; gliene hai fatte passare tante per cinque anni, non puoi aspettarti che lei cada ai tuoi piedi.
James guardò Sirius, il quale gli disse:
- Se è confusa, non devi tormentarla tanto.
James annuì, e disse deciso:
- Comunque, la mia stagione da imbecille Casanova è finita.
Le luci si spensero, ma James continuò a fissare il muro, come se con la sola forza dello sguardo potesse penetrarlo e vedere che cosa stesse facendo Lily. Nonostante tutto, sorrise: aveva ammesso la verità con se stesso e con lei e l’aveva quasi baciata.
Era sempre stato un po’ ottimista, ma quando si prometteva una cosa, quella era e quella rimaneva.
Non era nemmeno minimamente dispiaciuto di infrangere i cuori del suo fan club.
Era lei, quella che contava.

*.*


Per tutto il finesettimana, lui continuò a guardarla di nascosto. Le dispiaceva metterla a disagio ogni volta che lei lo sorprendeva a guardarla, ma non ne poteva fare a meno.
Lily, d’altro canto, faticava a resistere: era come ascoltare il canto delle sirene, non ce la faceva a non guardare; ogni volta che lo sorprendeva a guardarla, arrossiva e abbassava lo sguardo.
Quello che sperava era di dover stare in sua compagnia il meno possibile.
Ma il destino aveva in serbo qualcos’altro, invece…
Il lunedì, a doppia ora di Pozioni, Lumacorno disse:
- Bene, dovrete fare delle ricerche a coppie su alcune pozioni che vi dirò io.
La classe cominciò a protestare, visto che ognuno aveva le sue simpatie e antipatie, ma il professore intimò di metterli tutti in punizione e cominciò a elencare i nomi delle coppie.
-…Evans e Potter faranno la ricerca sull’Amortentia, i suoi ingredienti e le proprietà di essi, oltre che della pozione.
Se Lily avesse potuto, si sarebbe sbattuta sulla fronte il libro di pozioni; invece rimase ferma al suo posto…a farsi tormentare dal disagio.
James, al contrario, era contento, incuriosito e anche stupefatto: Lumacorno voleva che loro due facessero insieme una ricerca sulla pozione d’amore più potente della terra! Era fortuna o cosa?
Quando la campanella suonò, James le si avvicinò.
- Ehm…- fece lui; non sapeva come comportarsi, dopo quello che era successo in Sala Comune.- Ci mettiamo d’accordo per come e quando facciamo la ricerca?
Lily sospirò e disse:
- Ok…
- Ehi, non dirmi che volevi accollare tutto il lavoro a me e poi mettere la tua firma.- scherzò James.
- Credimi, sono tentata di farla io stessa la ricerca e fartela firmare finita.- commentò Lily con schiettezza.- Il punto è che questa ricerca è un malloppo e bisogna per forza dividersi il lavoro.
- Oggi pomeriggio alle quattro in Biblio?- propose James.
Lily annuì e raggiunse le sue amiche.
- Devi trovarti oggi pomeriggio con mister ti-ho-quasi-baciata?!- Alice la guardò preoccupata.- E se ci riprova?
- Un bello schiaffo e gli passerà la voglia.- rispose Lily, scocciata.
- Sicura?- fece Marlene.- Voglio dire, tu quasi ci stavi…
- Ero stanca, è stata una semplice svista.
Mary e Dorcas si scambiarono un’occhiata.
- Ragazze, tranquille.- Lily sorrise loro.- Andrà tutto bene.
Le ragazze annuirono, ma Lily pensò: “Andrà tutto bene? Beh, speriamo!”
Le lezioni del pomeriggio terminarono alle tre e mezza.
Lily sentì una specie di blocco nello stomaco; andò nel bagno delle ragazze e si bagnò la faccia. Dopo essersi asciugata, si guardò allo specchio, che le restituì lo sguardo di una ragazza atterrita…e innamorata?
“No!” pensò Lily, decisa. “Per niente…”
Poco dopo, si diresse alla Biblioteca e vide James arrivare dalla direzione opposta.
- Ciao…- disse lui.
Lei fece un cenno e disse:
- Dai, prima cominciamo prima finiamo.
Lily entrò e James non potè fare a meno di sorridere: quel pomeriggio a fare compiti con lei si sarebbe rivelato molto interessante. Era così felice di fare i compiti con lei che aveva convinto gli altri a non mettere per scherzo una pozione lassativa nel thè delle cinque del vecchio Luma. Cosa ancor più sorprendente, Sirius, in coppia con Mary, aveva accettato!
- Potter, ti sbrighi?!- lo chiamò scocciata Lily.
- Agli ordini!- esclamò lui, raggiungendola, visto che si era fermato a pensare alla sua stragrande fortuna.
- Non dirmi che alle ragazze che frequenti piace la tua espressione da imbambolato.- commentò Lily sprezzante.
- Dovresti chiederlo a loro, ho deciso di non frequentarle più.- replicò lui.
Lily non indagò oltre, ma pensò: “Tranquillo, entro la prossima settimana starai già arpionando qualche oca stupida che non vede l’ora di dartela”
Eppure, quel pensiero la fece stare un po’ male; e, stranamente, si sentiva contenta che James avesse smesso di fare il casanova. A quei due pensieri seguenti, Lily si maledì e si diede della stupida.
Dopo venti minuti, i due erano già ben avanti con la ricerca; per James il tempo passava troppo veloce, per Lily troppo lentamente.
Mentre controllavano un ingrediente chiave dell’Amortentia, passò a salutarli Remus.
- Come sta andando?- chiese loro Remus.
- Bene.- rispose Lily gentilmente.
James non disse niente, ma dal suo sguardo Remus capì che l’amico era felice che Lumacorno li avesse accoppiati per la ricerca; tuttavia, scoccò uno sguardo d’avvertimento a James, il quale lo colse tranquillamente.
- E te?- chiese James.
- Che vuoi farci, sono nel mio elemento con la Pozione Anti-Lupo!- esclamò Remus ridacchiando.
James lo guardò serio e gli fece discretamente cenno a Lily, ma con sua sorpresa lei era calma e tranquilla, come se avesse ascoltato le previsioni del tempo.
“Ma allora…lei sa del problema di Remus?” si chiese James, sorpreso.
- Meglio che vada, o Marlene mi uccide se non arrivo con il libro sul perché non ci va lo zucchero nella pozione.- sospirò Remus.- Peccato, perché ha un sapore schifoso.
- Mi dispiace.- commentò Lily, sorridendo appena.
James era ancora più basito. Dopo che Remus si fu allontanato, fissò Lily.
- Che c’è?- borbottò lei, infastidita.
- Tu sai…
-…di Remus? Sì.
- Ma come…?
- Lo so dal quinto anno; insomma, spariva sempre durante il periodo di luna piena, ho fatto due più due…
-…cioè qualche ricerca qui in Biblio, giusto?
-…e gli ho chiesto spiegazioni, che mi ha fornito.
Lily si ritrovò a sorridere appena alla faccia stupita del ragazzo.
- Potter, ricomponiti, sembra che ti abbia colpito un Bolide sulla faccia.- gli disse canzonatoria.
James ritornò serio, poi le chiese:
- E non ti ha detto altro? Remus, intendo.
- No, solo che tu, Sirius e Peter lo “aiutate”, anche se non mi ha detto esattamente come.
James rimase un po’ in silenzio, poi le chiese:
- Sai mantenere un segreto?
- Dipende dal segreto.- rispose lei.
- Questo è importante, riguarda noi e Remus.
- E perché lo vuoi dire proprio a me, scusa, che sono un Prefetto? Cosa ti fa pensare che non andrò dalla McGranitt o dal preside o da qualsiasi altro prof a fare la spia?
- Perché mi fido di te.
Quella frase la lasciò spiazzata.
Lui si fidava di lei?
- Seguimi.- le disse James.
Lily avrebbe tanto voluto dire: “Scordatelo!”, invece si sorprese ad alzarsi e seguirlo nel Reparto dell’Invisibilità.
- Qui almeno si può chiacchierare in pace.- si giustificò James.
Lily annuì, mantenendosi a distanza di sicurezza; poi gli chiese:
- Qual è, questo segreto?
- Abbiamo scoperto al secondo anno che Remus era licantropo.- disse James.- E noi abbiamo voluto aiutarlo. Anche Frank lo sa, ma ha detto che non voleva essere coinvolto troppo per coprirci, in caso ci scoprissero.
- A fare cosa?
- Remus, ogni volta che c’è la luna piena, va a trasformarsi nella Stamberga Strillante di Hogsmeade, ci arriva tramite un passaggio che è proprio in corrispondenza del Platano Picchiatore.
- Aspetta…l’hanno piantato durante il nostro primo anno…
- Per Remus. Io, Sirius e Peter abbiamo deciso di diventare Animagi per tenergli compagnia; ci siamo riusciti tutti e tre all’inizio del quinto anno. Di solito stavamo nella Stamberga a far casino; poi abbiamo iniziato a uscire…
- COSA?!?
- Lily, ti prego, abbassa la voce!
Lily ammutolì; già era sorpresa di avere davanti a sé un Animagus sicuramente non iscritto al registro del Ministero, figuriamoci a sentire che andavano in giro con un Lupo Mannaro!
- Si, abbiamo iniziato ad andare in giro; sai, per i campi, per la Foresta Proibita…cose di questo genere; e ti assicuro, Remus è meno…lupesco quando gli teniamo compagnia da Animagi; vabbè, ci scappa qualche graffietto, ma pazienza.
- Pazienza?!?- boccheggiò Lily, ancora scioccata.
- Lo facciamo per lui e basta, tutto qui; è come un fratello per noi.
- Oh…- Lily era sorpresa.- Domanda chiave: come fate voi tre a raggiungere la Stamberga?
- Ho un Mantello dell’Invisibilità.- rispose James.- Proprietà di famiglia.
- E non si è mai rovinato?- Lily lo guardò sorpresa: sapeva che i cosidetti Mantelli dell’Invisibilità si rovinavano o smettevano di funzionare subito dopo poco tempo.
- Sì, lo so che è strano.- James sembrò dar voce al suo stupore.- Ce l’abbiamo da non so quante generazioni, eppure è perfetto e intatto. Riesce a coprirci tutti e tre.
- Capisco…
- Ad ogni modo, ci togliamo il mantello giusto prima di entrare nel tunnel; c’è un nodo per bloccare il Platano, ci pensa Peter. Si può fare anche con un bastone…
- Aveva fatto così, Piton?- lo interruppe Lily.
- Colpa di Sirius.- borbottò James, cupo; evidentemente, era stato contrariato per questo scherzo al suo acerrimo nemico.- L’ho salvato per un pelo, è riuscito a vedere Rem trasformato; per quel che ne so, Silente gli ha intimato di non dirlo in giro.
James rimase in silenzio per poco, poi disse, appoggiando il braccio su uno scaffale alto:
- Insomma, questo è il modo con cui aiutiamo Remus. Lily…?
Lily però non lo stava ascoltando; la felpa dell’uniforme di James si era alzata, rivelando, infilata dentro i pantaloni, una vecchia pergamena…
- E quella cosa sarebbe?- chiese Lily.
James si morse il labbro, pensando: “E ora che faccio? Glielo dico?”
Alla fine optò per il sì, la tirò fuori e disse:
- Guarda…
Lily si avvicinò un pochino e vide James puntare la bacchetta su quel foglio, mormorando:
- Giuro solennemente di non avere buone intenzioni.
Lily vide la pergamena riempirsi di scritte elaborate che dicevano:
"I Signori Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso, Consiglieri ed Alleati dei Magici Malfattori, sono lieti di presentarvi la Mappa del Malandrino".
Lily strabuzzò gli occhi; era una mappa perfetta di Hogwarts, con dei puntini che giravano per tutto l’edificio.
- Mostra le persone in movimento.- spiegò James, vedendo Lily che seguiva il puntino con scritto sopra “Pix” che faceva a zig zag nel Dipartimento di Incantesimi.- Molto utile quando vuoi farti una camminata per i corridoi di notte…
-…sotto il tuo mantello, immagino.- lo interruppe Lily.
- Ovvio!- esclamò James.- Così me la scappo dai guai; beh, alcuni guai…- precisò poi davanti alle sopracciglia inarcate di Lily.- E si possono vedere anche le persone che indossano un Mantello dell’Invisibilità o che sono Disilluse.
- Molto utile…- commentò Lily.- Ti sei fatto tutti i tuoi giri notturni per scoprire i segreti della scuola?
- Ci siamo fatti.- precisò James.- Girare in compagnia è più divertente; anche se, a volte, giro da solo per riflettere.
- Per riflettere?
- Su varie cose; la guerra in corso, le lezioni…te…
Lily si accorse solo in quel momento che, nell’esaminare la mappa, si era fatta più vicina a lui. James borbottò “Fatto il misfatto” e la mappa sparì, facendo ritornare immacolato il foglio di pergamena.
- Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso…- borbottò Lily.
- Soprannomi.- disse James.- Remus è Lunastorta; se l’è scelto lui per ridere. Peter è Codaliscia, si trasforma in un topo. Sirius è Felpato e diventa un grosso cane nero. E io sono…
- Ramoso…- completò Lily a bassa voce.
- Sì…- mormorò lui, reprimendo un brivido; il modo in cui lei l’aveva detto gli aveva fatto un certo piacevole effetto.- E sono un cervo…
- Un bel paio di corna, immagino…- commentò Lily.
- Devo tenere testa agli avversari.- scherzò James.- Lo dirai a qualcuno?
- No.- rispose Lily dopo un attimo di silenzio.- È un bel segreto, non va detto in giro; è l’unico modo che avete per aiutare Remus.
- Grazie…- disse lui, mettendole una ciocca dietro le orecchie.
Lily arrossì furiosamente, poi si schiarì la voce per ricomporsi e disse, avviandosi fuori dal reparto:
- Muoviti, c’è una ricerca da finire.
- Ok, Lily.
- Non mi sembra di averti dato il permesso di chiamarmi per nome.
- Non riesco più a chiamarti per cognome, mi dispiace.
James le si avvicinò, la prese delicatamente per un braccio e le disse piano all’orecchio:
- E il perché lo sai…
Lily cercò di ignorare i brividi che le erano appena venuti e disse soltanto:
- Muoviti…
James mise via la mappa e la seguì; uscendo, vide passargli accanto Sirius, che gli chiese sottovoce:
- Nel Reparto dell’Invisibilità? Ma Remus e io non ti avevamo detto di non provarci?
- Provaci tu, a trattenerti davanti alla ragazza che ti piace.- borbottò James, un po’ infastidito.
- Credimi, trattenermi davanti a Mary MacDonald si sta rivelando un’impresa.- confidò Sirius.- Da quando è diventata così carina?
- Potter, vuoi continuare a fare conversazione o cosa?- gli gridò Lily, irritata.
- Arrivo…- disse James.
- Scusa, Evans, colpa mia.- si giustificò Sirius.
- Tranquillo…- borbottò Lily.
James si diresse da lei, chiedendosi come cavolo poteva trattenersi dal toccarla o…altro.
“Sono proprio in un bel casino” si disse.
L’ora finì lentamente; quando uscirono dalla Biblioteca, James le disse:
- Grazie per mantenere il segreto.
- Prego.- mormorò lei.
James le si fece vicino, così vicino che Lily si ritrovò incastrata tra il suo corpo e il muro del corridoio, mentre lui avvicinava il suo viso a lei.
Lily voltò di scatto la testa dall’altra parte e mormorò:
- Scusa, ma ora devo andare.
James si staccò da lei e potè giurare di aver visto Lily passarsi una mano sugli occhi.

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Capitolo 7
*** A HOGSMEADE ***


I mesi erano passati lenti: le vacanze di Natale erano scivolate in fretta e gennaio era passato in un soffio.
Lily era diventata a gennaio - per il mondo magico - maggiorenne e aveva ricevuto dei bellissimi regali dalle amiche. Tuttavia era sempre turbata, per la precisione da prima di Natale…
 

*.*


La festa di Natale che Lumacorno aveva offerto a tutti i ragazzi di Hogwarts in Sala Grande il giorno prima dell’inizio delle vacanze era ancora nella sua testa: c’erano stati balli sfrenati, canti di Natale e non, molto da mangiare e parecchio da bere. Durante un canto con balletto nel quale c’erano anche Frank e Peter, c’erano state moltissime risate e Sirius che urlava a Peter:
- Si, il mio progetto palestra sta funzionando!
Non molto in realtà, visto che alla fine Peter aveva comunque il fiatone ed era corso a cambiarsi la camicia piena di macchie di sudore…e dopo, al ritorno, si era fiondato subito al banco del buffet - con grande sconforto e disappunto di Sirius e grandi risate degli altri.
Lily era stata seduta con Mary e Alice su uno dei tavolini che c’erano quella sera in Sala al posto dei consueti quattro lunghi tavoli, più che altro per sfuggire - invano - alle occhiate di Potter.
Durante il balletto di Frank e Peter, il cantante con la magia aveva spedito alle ragazze una rosa ciascuna che alcuni studenti di Hogwarts volevano donare alle ragazze. E, ovviamente, lei aveva ricevuto la sua da James; non c’era scritto “Ti amo, sei unica, sei speciale…” o altre scritte che di solito i ragazzi scrivevano. C’era scritto solo: “Per Lily Evans, da James “Ramoso” Potter”.
Alice sorrise alla vista di quella rosa; non erano dediche smielate che James aveva rivolto a tutte quelle con cui ci aveva provato, ma una semplice dedica e una firma. Che fosse la prova che il ragazzo stava cambiando?
In quel momento, salì sul palco uno dei cantanti più richiesti del periodo, Jesse Coldrawn, insieme alla sua band.
- È un cugino alla lontana di James…- bisbigliò Mary.- Lo adoro, fa sempre bellissime canzoni sfrenate!
- Questa è una nuova canzone, sarete i primi che l’ascolterete.- li informò Jesse dal palco; tutti urlarono di gioia.- Si chiama Always ed è un po’…diversa dalle solite che scrivo e compongo. Buon lento, ragazzi!
La batteria cominciò a farsi sentire, poi si aggiunsero chitarra elettrica, pianoforte e violini.
- Lily?- James si era avvicinato insieme a Frank e Sirius; Frank ovviamente avrebbe ballato con Alice e Sirius aveva appena invitato Mary.- Ti va di ballare? Tengo le mani a posto, giuro!- aggiunse davanti all’occhiataccia di Lily, che gli disse minacciosa:
- Se non lo fai, ti affatturo dalla testa ai piedi!
I due raggiunsero il centro della pista e Lily, per poco spazio e per poter muoversi meglio, fu costretta ad appiccicarsi a James. Intanto Jesse cantava la prima strofa:


“This Romeo is bleeding, but you can’t see his blood…”


“Wow, cominciamo bene…” pensò Lily, un po’ sarcastica, sentendo le prime parole.
Eppure fu costretta ad ammettere che non era male: James portava bene.
- Piaciuta la rosa?- chiese James.
- Sì…grazie…- mormorò Lily, senza essere troppo evasiva, realizzando che la stava ancora stringendo in mano.


“Well, I guess I’m not that good anymore, but baby that’s just me…and I will love you, baby, always!”


Lily si sentì attorcigliare lo stomaco quando le mani di James passarono dalla schiena sulla sua vita per poter ballare meglio.


“What I’d give to run my fingers through your hair, to touch your lips, to hold you near! When you say your prayers, try to understand, I make mistakes, I’m just a man…”


Non sapeva perché, ma Lily aveva come l’impressione che questa canzone sapesse molto di James.
“Un momento…da quando lo chiamo per nome?!?” pensò Lily, nervosa.
Sentiva che James la guardava, ma lei non osava alzare lo sguardo, era troppo imbarazzata; sentì anche un nodo venirle alla gola.


“But baby, if you give me just one more try, we can pack up our old dreams and our old lives, we’ll find a place where the sun still shines! Yeah, I will love you baby, always!”


James non staccò lo sguardo da lei; ebbe l’impressione che i suoi occhi si stessero inumidendo un po’…


“I’ll be there ‘til the stars don’t shine, ‘til the Heavens burst and the words don’t rhyme and I know when I die, you’ll be on my mind, and I’ll love you always!”


Lily si staccò bruscamente da James, mormorò: “Scusami…” e uscì dalla Sala Grande. A James sembrò di vedere Lily coprirsi gli occhi con la mano.
Lily andò nel primo bagno che trovò si appoggiò al lavandino, cercando di trattenere le lacrime; la porta si aprì ed entrarono Marlene e Dorcas.
- Lily, che è successo?- chiese Dorcas preoccupata; poi notò la rosa che Lily teneva ancora in mano e il bigliettino con la calligrafia di James.
- C’entra James?- chiese Marlene.
Lily annuì e cominciò a piangere proprio mentre entravano Mary e Alice.
- Lily!
- Pucci!
Lily non sapeva perché stava piangendo. O forse si? Comunque fu grata alle sue amiche per la loro presenza, per lei significava sempre qualcosa.

*.*


- Lily?
- Eh?
Lily si riscosse: si era ritrovata a guardare fuori dalla finestra pensando a Potter.
- Sei pronta, no?- le fece Dorcas, in vestaglia perché era ancora indecisa su cosa indossare.
Lily annuì, sperando che la gita a Hogsmeade di quel giorno riuscisse a distrarla; Alice era già andata avanti con Frank.
Quando scesero, si diressero verso il viale che conduceva a Hogsmeade; da fuori videro Madame Piediburro che era diventato un tripudio di colori, rosa e rosso in particolare, per festeggiare San Valentino. Le ragazze arricciarono il naso e si diressero a Mielandia.
Lì dentro, fra gli scaffali, sentirono Sirius che si lamentava.
-…e credono che abbiamo fatto gli eroi! Ma ti sembra normale, che quelle anatre lo pensino?
- Magari così comincerai a frequentare una ragazza più intelligente.- commentò Remus.
- E a darti alla…- cominciò Peter, ma venne interrotto da Sirius.
- Peter, non dire quella parola!
- Monogamia?- completò James per Peter.
- James Potter!
Le ragazze risero silenziose a questo scambio di battute.
- Beh, ma che ti aspettavi, Sirius?- commentò Remus riprendendo il discorso.- Che avessero capito che affrontare Lord Voldemort non è roba da eroi ma da rischiare di rimanerci secchi?
Lily si ricordò di quello che Marlene, che era andata dalla nonna per le vacanze, le aveva detto: Voldemort e i suoi Mangiamorte erano venuti a creare disordini alla periferia di Godrick’s Hollow; i membri dell’Ordine erano intervenuti e poco dopo si erano aggiunti a loro Potter e Sirius, combattendo in prima linea con quelle persone coraggiose ed esperte. Un bel rischio, di sicuro James Potter e Sirius Black erano finiti sulla lista nera dei Mangiamorte.
Le ragazze si presero dei sacchetti di cioccolatini e andarono a pagare; da un vociare concitato sentirono il quartetto avvicinarsi.
Due ragazzine del quinto anno di Tassorosso bisbigliarono, in modo udibile:
- Ecco, arrivano gli eroi!!
- Secondo te, se chiediamo un appuntamento ce lo danno?
- Ragazze…- fece Sirius, spazientito.- Mi sa che voi non avete capito un bel niente: affrontare il mago più pericoloso di tutti i tempi non fa di me e del mio compare degli eroi, chiaro?
- E poi, preferisco non frequentare più le ragazze, c’è già una ragazza che mi piace.- aggiunse James sullo stesso tono.
Le due Tassorosso se ne andarono, imbronciate.
- Però…- commentò Mary, maliziosa a Lily, dandole una gomitata.- Sembra che James Potter stia facendo scintille per qualcuno.
- Inutilmente…- borbottò Lily, abbassando il viso sulla borsa per tirare fuori il denaro e non farsi vedere in faccia…soprattutto per nascondere un certo senso di sollievo.
- Le nostre ragazze preferite!- esclamò Sirius da dietro.
Le ragazze fecero finta di fare una faccia scocciata nel voltarsi a guardarli.
- Non ditemi che vi scocciamo!- esclamò Sirius, fingendosi sorpreso.
- Fammici pensare?- Dorcas si finse meditabonda.- Sì!
- Meadowes, da te non me lo sarei mai aspettato!- fece Sirius, fingendosi offeso.- E io che volevo chiederti di uscire con me ora.
- Già impegnata con le mie amiche e con me, me stessa e me medesima.- replicò prontamente Dorcas.
Le ragazze risero e uscirono; James gridò:
- Lily, usciamo io e te?
Lily si voltò, alzò un sopracciglio e gli disse con un sorriso un po’ sprezzante - ma che non le riuscì più di tanto:
- Nemmeno nei tuoi sogni, Potter!
Detto questo, Lily uscì.

James guardò l’uscita del negozio e sorrise un po’ speranzoso; sperava che dopo quello che era successo a Natale le cose sarebbero andate meglio.
- Ragazzi…- fece Remus.- Mi manca Zonko.
- E meno male che sei un Prefetto!- esclamarono gli altri tre divertiti.
Dopo aver lasciato Mielandia, si diressero da Zonko per vedere cosa c’era, ma gli unici a comprare furono Remus e Peter.
- Ragazzi, facciamo un saltino alla Stamberga?- propose Peter.
- Te lo sogni, fa’ freddo!- protestò Sirius.- Non possiamo andare in un posto un po’ caldino?
- Sì, c’è Madame Piediburro, se vuoi!- sghignazzò James.
- Potresti portarci la Evans!- replicò Sirius, ridendo.
- Si, così sarà la volta buona che si ritrova davvero in fondo al lago!- rise Remus mentre Peter si teneva la pancia.
- Ci andrò con lei quando Sirius si metterà quella ridicola divisa da cameriera che hanno in quel locale stupido!- commentò James guardando Sirius con ironia.
Sirius, per tutta risposta, gli saltò addosso con la sua classica e ormai famosa risata.
- Ragazzi, potrebbero pensare male!- li avvertì una voce femminile.
I quattro si voltarono e videro Alice che, appoggiata al braccio di Frank, rideva allegramente.
- L’allegra coppietta!- esclamò Peter.
- Stavamo giusto cercando una coppietta che volesse accettare noi quattro come enorme terzo incomodo!- rise James.
- Beh, noi stiamo andando ai Tre Manici di Scopa, se vi volete unire…- li invitò Frank.
- Sì!- esclamò Sirius, implorante.- Questi tre vogliono la mia morte in mezzo a questo gelo siberiano!
- Ma che cattivi che siete!- commentò Alice, tenendosi la pancia.
- Sì, vero?- fece Sirius sullo stesso tono, mentre Peter diceva:
- Ti vogliamo così tanto bene che ti faremmo lavorare volentieri…
-…non da Madame Piediburro!
Tutti risero e si diressero al pub.
 

*.*


Le ragazze erano appena sprofondate nelle poltrone e nei pouf davanti a un’enorme tavolo rotondo, quando Alice entrò e le raggiunse.
- Ciao, belle donne!
- Già finito il giro con il tuo Frankie?- chiese Marlene, maliziosa.
- Cercavamo un posto al caldo e l’abbiamo trovato.- rispose Alice.- E ci sono anche i ragazzi con noi, li ha invitati Frank.
Lily le lanciò un’occhiataccia.
- Lo so che sei scocciata, ma ti prego!- la implorò Alice.
- Vabbè…- fece Lily.- Anche perché non credo di avere scelta, giusto?
I ragazzi arrivarono poco dopo, ridendo e scherzando, e James si appioppò subito il posto accanto a Lily; la ragazza ringraziò mentalmente che lei erano entrambi seduti su delle poltrone e non su un divano…anche se le loro poltrone erano vicine.
- Burrobirre per tutti?- propose Frank.
Tutti annuirono; dopo che Frank si fu allontanato con Sirius e Peter per prendere le bibite, Marlene disse a Lily:
- Bagno?
- Sì.- rispose subito Lily, alzandosi.
- Già stanca di me?- chiese James, scherzoso.
- Dal primo anno.- rispose lei, ma sullo stesso tono.
James le sorrise e Lily si voltò per non farsi vedere rossa in faccia per l’imbarazzo, almeno non da lui.
Appena si fu allontanata, Mary gli chiese:
- Come fai a far arrossire la pignola della scuola?
James non rispose e aspettò che ritornassero cinque minuti dopo.
Poco dopo i tre ragazzi arrivarono con le Burrobirre, ma Peter, come al solito per colpa della sua goffaggine, scivolò versandone un po’ sulla felpa di Sirius.
- Scusa…- borbottò Peter, arrossendo.
- Tranquillo, vecchio.- lo rassicurò Sirius, dandogli una pacca e mise giù le bottiglie sul tavolo.- Vado un attimo in bagno a rendermi più presentabile del solito, signore!
- Evviva la modestia!- gli urlò Alice, ridendo. Tutti risero e Sirius, ridendo anche lui, andò in bagno.
Poco dopo, aveva appena pulito la felpa e si era appena lavato le mani, quando sentì un sibilo appena percettibile; Sirius si fermò ad ascoltare, ma alzò le spalle e continuò a fischiettare.
Il sibilò si fece sentire, e questa volta anche un appena percettibile fruscìo. Sirius si fece più attento: non era uno spiffero, perché Rosmerta, la proprietaria del pub, aveva chiuso il bagno proprio il giorno dell’uscita natalizia, appunto per tappare tutti i buchi…e loro erano stati costretti ad andare a fare ciò che dovevano fare nel boschetto di fronte alla Stamberga Strillante.
Il sibilò si ripetè; sembrava venire da uno dei cubicoli delle toilettes. Sirius avvicinò la mano alla maniglia, ma la ritirò subito; poi diede una gomitata dietro di sé e sentì un gemito femminile.
- Lo sai, Bellatrix, tu e il tuo capo siete davvero furbi!- commentò Sirius voltandosi verso la donna che era apparsa dietro di lui: sua cugina Bellatrix.
- Sirius…- lo dileggiò lei, beffarda.
Sentendo che la porta si stava aprendo, e avendo già capito chi stava per ucciderlo, lui si girò e urlò: “Confrigo!”
Schegge di legno e vetro si sparsero ovunque, mentre un serpente gigante si contorceva e una stridula voce maschile urlava:
- UCCIDILO, BELLATRIX!
Sirius non seppe mai come fece, ma riuscì a raggiungere la porta e a chiuderla a chiave dopo essere uscito in fretta; davanti a lui c’erano James e Madame Rosmerta, preoccupati; il fracasso doveva essersi sentito da fuori.
- Sirius, che…?
- CI SONO I MANGIAMORTE!- urlò Sirius, interrompendo James.
Tutti urlarono e si diressero verso l’uscita. I ragazzi trascinarono le ragazze fuori dal locale; essendo gli ultimi, la porta del bagno si spalancò e comparvero Voldemort e Bellatrix, mentre si sentivano grida anche da fuori.
- Crucio!- urlò Voldemort.
- Giù!- urlò James e si buttò per terra facendo atterrare sotto di sé Lily e Peter.
I ragazzi uscirono in fretta e cominciarono a correre e a schivare gente spaventata e Mangiamorte.


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

NOTE: allora, sono praticamente appena tornata da una gita a Merano, dove ha fatto un freddo boia e sono stanca come non so cosa, ma…questo non mi ha impedito di pubblicare!
Allora, come noterete, abbiamo un altro mini flash-back (Daphne91, so che vuoi vedere il bacio, ma credimi, questo non era il momento adatto!!!), vediamo Sirius un po’ scocciato dal suo fan club e James che inizia a dimostrare una certa maturità. E ovviamente, compaiono Bellatrix, Nagini e…lo zio Voldy!!! Ta-dààààà!!!!
Bene, so che mi truciderete per aver interrotto sul più bello, ma credetemi…la suspence è importante.
Ringrazio le persone che mi seguono, un bacio e a presto!!!
P.S.: per le interessate…la canzone che compare nel capitolo è Always di Bon Jovi. Ve la consiglio vivamente!!!

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Capitolo 8
*** SOLTANTO L’INIZIO ***


Lily e le sue amiche corsero veloci, ma quando due Mangiamorte si pararono davanti a loro, li Disarmarono con una certa difficotà.
Dietro di loro, Lily sentì Peter chiedere ansiosamente:
- E se ce la filiamo per la Stamberga Strillante?
- No!- rispose Sirius, categorico.- Ci potrebbero seguire e scoprirebbero quel che c’è da scoprire.
- E poi è troppo isolato, ci ammazzerebbero subito!- aggiunse Remus.
Altre maledizioni scoppiarono intorno e si sentì Voldemort urlare:
- Avada Kedavra!
Un raggio verde scoppiò sopra le loro teste.
- Sentite…- fece James in fretta.- Peter, Sirius, voi passate per di lì e date l’allarme a chi potete, anche se credo che lo sappiano già. Fate attenzione.
I due ragazzi corsero in un vicolo stretto e buio; poco dopo, un cane e un topo si stavano dirigendo verso la Stamberga Strillante per strade secondarie.
I due animali entrarono dentro l’edificio cadente, trovarono il tunnel che portava sotto al Platano Picchiatore e lo percorsero in fretta e furia.
Poco dopo, il topolino premette contro un nodo fatto dalle radici nodose e davanti a loro si spalancò un buco; il topolino salì sulla testa del cane, che fu fuori con un balzo. Dopo aver lasciato l’ombra del Platano, i due animali sparirono; al loro posto, due ragazzi correvano veloci a dare l’allarme a scuola.

*.*


Lily corse veloce insieme ad altri studenti verso il castello, scagliando maledizioni ai Mangiamorte che comparivano a destra e a manca.
Cercò di proteggere le amiche più che potè, poiché Mary era caduta e si era slogata una caviglia; inoltre, l’amica era stata colpita da una maledizione - di striscio, per fortuna - ed era pallidissima.
In quel momento, l’aria attorno a loro sembrò gelarsi e Lily si sentì mancare il respiro; conosceva quei respiri rochi che ora sentiva, quell’aria gelida che ghiacciava le ossa.
I Dissennatori erano arrivati e già cominciavano a fiutare la paura delle varie persone tutt’attorno.
Lily si sentì mancare e cominciò anche ad avere la nausea, ma rimase lo stesso a fronteggiarli.
- LILY!- urlò Dorcas, atterrita.
- CORRETE!- gridò loro Lily.
Le ragazze non ebbero scelta, così furono costrette a correre; Frank e Marlene sorreggevano Mary, Dorcas e Alice difendevano i tre.
Lily strinse i denti e serrò con forza la mano attorno alla bacchetta.

James e Remus erano corsi velocemente verso il castello; erano a poca distanza dai cancelli quando James si voltò e vide Frank, Dorcas, Marlene, Mary - pallidissima - e Alice che correvano, sorreggendo Mary. In lontananza, James notò una macchia rossa che si stagliava contro una massa nera che si avvicinava.
“Dissennatori…” pensò James, disgustato.
Ma quella macchia rossa?
- James, Lily vuole affrontare quei Dissennatori da sola!- urlò Alice.
- NO!- urlò James, correndo verso quella massa pericolosa.
- JAMES!- lo chiamò Remus, ma il ragazzo si era già allontanato, così si mise ad aiutare le ragazze e Frank a raggiungere la scuola.
Appena furono dentro, videro Peter e Sirius con faccia preoccupata.
Sirius diede un’occhiata veloce al gruppetto, poi prese Mary in braccio e guidò tutto il gruppo in infermeria.
- Dov’è James?- chiese Peter, pallidissimo.
- È andato a combattere contro i Dissennatori insieme a Lily.- rispose Remus, cupo.
A Sirius si attorcigliò lo stomaco; ormai erano dentro, la McGranitt aveva probibito loro di ritornare sul campo di battaglia.
Era già tanto che avessero creduto alla panzana che erano riusciti a inventarsi sul momento, cioè che lui e Peter erano passati per i campi per raggiungere i cancelli della scuola.

*.*

 
James non seppe mai come fece a schivare tutte quelle maledizioni che gli volavano sulla testa e in parte, né come fece a Schiantare in un colpo solo ben due Mangiamorte.
Quando fu a poca distanza dai Dissennatori e da Lily, pallida per lo sforzo, pensando a lei urlò:
- EXPECTO PATRONUM!
Il suo cervo d’argento sbucò dalla sua bacchetta e caricò con forza contro i Dissennatori.
In quel momento Lily puntò la bacchetta e urlò:
- EXPECTO PATRONUM!
La sua cerva d’argento uscì e si unì al cervo di James; la ragazza non si soffermò a chiedersi perché aveva pensato a James nell’evocare il suo Patronus.
I Dissennatori sparirono, ma altri Mangiamorte, guidati da Voldemort, si stavano avvicinando.
James strattonò Lily per un braccio e se la trascinò dietro con velocità; entrambi scagliarono maledizioni per non farsi colpire.
- Avada Kedavra!- urlò Voldemort.
- Giù!- gridò Lily, e lei e James si buttarono di nuovo per terra.
Lily sentì una mano fredda prenderle la spalla, ma lei diede velocemente una gomitata e corse via, sentendo Voldemort imprecare:
- Sporca Mezzosangue!
James gli lanciò una maledizione che gli fece un taglio sulla mano.
Voldemort ghignò e disse qualcosa in una lingua - sempre se si poteva definire tale - che né James né Lily riuscirono a comprendere; doveva però riguardare il serpente, perché lo videro sbucare dal nulla e lanciarsi verso di loro.
James si parò davanti a Lily e alzò il braccio, trattenendo un urlo quando il serpente lo morse.
- Confrigo!- urlò Lily da qualche parte e, per la seconda volta in quella giornata, il serpente volò via.
James ringraziò il cielo che avesse alzato il braccio con cui non usava la bacchetta.
I due continuarono a correre cercando di evitare le maledizioni che li inseguivano e che cercavano di colpirli; a furia di cadere a terra per evitarle e i rimbalzi che esse facevano, si ritrovarono entrambi pieni di tagli ed ematomi.
Lily si chiese come riuscisse a correre nonostante sentisse ancora la nausea dovuta alla vicinanza dei Dissennatori poco tempo fa. Videro a poca distanza i cancelli di Hogwarts, ma davanti c’erano altre figure nere che galleggiavano in aria.
Lily sentì di nuovo quel senso di nausea: ancora Dissennatori.
Stava per cedere, ma qualcosa in lei la tenne cosciente e lucida; alzò la bacchetta insieme a James e gridò insieme a lui:
- EXPECTO PATRONUM!
Ancora una volta, i due cervi argentati galopparono verso i Dissennatori, che sparirono via immediatamente, lasciando però quel senso di freddo che solo loro sapevano lasciare.
Lily e James si diressero verso i cancelli; James si voltò a fronteggiare i Mangiamorte e, con sua grande sorpresa, vide Lily vicino a lui.
- Vai!- le disse lui.
- No!- replicò lei, invece, nonostante sentisse un vago malessere.- Come puoi combatterli da soli?
Lily non se la sentiva di lasciarlo combattere da solo; non lo avrebbe lasciato lì in balìa dei Mangiamorte nemmeno se James fosse rimasto il ragazzo arrogante e presuntuoso che era stato fino al quinto anno.
Lord Voldemort e i Mangiamorte si avvicinarono e si fermarono deliberatamente a poca distanza dai cancelli.
- Bene, bene…- commentò Voldemort con voce fredda.- Credevo avessi imparato la lezione di poco tempo fa.
- Io sono lento a capire certe cose.- replicò gelidamente James in risposta.
Voldemort rivolse il suo sguardo a Lily, che così potè vederlo per la prima volta: alto, pallido, naso schiacciato come quello di una serpe, occhi rossi e tratti serpenteschi, indossava una semplice veste nera con cappuccio, ora calato sulle spalle, avvolte dal suo serpente, e aveva una voce fredda. La ragazza si era sempre chiesta come avrebbe reagito se mai l’avesse incontrato, e aveva sempre pensato a una reazione di paura; invece no: non ne aveva affatto paura, in quel momento. Lo detestava.
- Qualcosa da dire, Sanguesporco?- le chiese Voldemort, beffardo.
Lily vide James irrigidirsi e serrare la mano sempre più sulla bacchetta, ma lei disse soltanto, con tutto il disgusto che poteva mettere nella voce e in ogni singola parola:
- Meglio Sanguesporco, che sporca e pazza omicida dalle idee medievali come te.  
Il ghigno di Voldemort si fece più largo e disse:
- Direi che sarà un bel piacere piegarvi fino a spezzarvi.
- Prego, allora, fa’ pure!- lo sfidò Lily.
- Sempre che tu ci riesca.- lo dileggiò James.
Voldemort alzò la bacchetta e stava per lanciare loro una maledizione, quando una luce argentea divise Lily e James dai Mangiamorte.
- Silente…- fece Voldemort.
- Tom…- fece a sua volta il Preside in tono cordiale, ma con uno sguardo serio negli occhi.- Ancora non hai capito che non hai nessuna possibilità, finchè ci sono persone che combattono contro di te per proteggere il mondo magico?
In lontananza si sentirono ancora scoppi di maledizioni e fatture e urla di molte persone.
- Lo sai che l’Ordine sta contrastando un’altra volta i tuoi Mangiamorte, vero?- gli chiese Silente con calma.
Voldemort lo guardò, poi disse:
- Questo è solo l’inizio, Silente. Presto vi pentirete tutti di non esservi uniti a me.
Detto questo, il Signore Oscuro si voltò e si allontanò, ma ai due ragazzi non sfuggì che aveva agitato la bacchetta un’altra volta; i Dissennatori comparvero per la terza volta.
- EXPECTO PATRONUM!- urlò Lily e la cerva d’argento li fece disperdere.
Appena la figura argentea sparì, Lily abbassò la bacchetta, ondeggiando appena; James la prese per i fianchi, preoccupato.
- Voi andate in infermeria, non siete messi tanto bene.- disse loro Silente.
- E lei, professore?- chiese James, serio.
- Io devo andare al villaggio ad aiutare i membri dell’Ordine e a salvare gli eventuali studenti che sono rimasti lì.- rispose il Preside, che si diresse con passo svelto verso Hogsmeade.
Lily lo vide andare via, preoccupata, e non oppose resistenza quando James la condusse verso il castello e, attraverso vari passaggi segreti, in infermeria.


 
 
 
 
 
 
 
 

NOTE: eccoci qua! Primo scontro con lo zio Voldy! Che dire, capitolo molto iperattivo, eh?
Non dico altro riguardo la nostra coppietta perché so già che la mia amica Daphne91 vede “romantica” la scena in cui Lily e James combattono insieme. Ah, l’amour…
Bene, al prossimo capitolo e buone feste!!!

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Capitolo 9
*** IL CAOS ***


Silente arrivò al centro del villaggio, dove gli ultimi Mangiamorte rimasti stavano creando ancora caos e scompiglio.
Oltre ai membri dell’Ordine che erano arrivati subito, il mago vide anche molti Auror del Ministero e se ne rallegrò: riteneva la ministra Millicent Bagnold una persona forte e degna di stima; lei stessa era lì nel campo di battaglia a combattere con forza, grazie soprattutto alla sua esperienza di capo dell’Ufficio Auror.
Alcuni Mangiamorte fuggirono, altri vennero arrestati.
- Ce l’abbiamo fatta anche stavolta.- disse la signora Bagnold.- Ma non credo che servirà a fermarlo.
- Ma almeno tentiamo ogni giorno, è questa la cosa più importante.- replicò con forza e convinzione Silente.
Membri dell’Ordine e del Ministero aiutavano i ragazzi rimasti a rialzarsi e li trasportarono a Hogwarts; altri furono portati al San Mungo.
Il Preside ringraziò la sua costante attenzione e il fatto che Sirius Black e Peter Minus avessero mandato subito un messaggio al Ministero prima che lui stesso lo dicesse; ma si chiese come avessero fatto i due ragazzi ad arrivare così velocemente e con pochi graffi. La loro versione - cioè, che erano passati per i campi che circondavano l’area di Hogwarts - lo convinceva poco.
Ma non indagò oltre, aveva problemi più urgenti da affrontare.

*.*


Nell’infermeria scolastica, Madama Chips era assistita anche da alcuni Medimaghi venuti appositamente dal San Mungo; in quel momento c’era molto caos.
Tutti erano graffiati e alcuni feriti in modo più o meno serio.
James lasciò che un Medimago gli mettesse del dittamo sulla ferita provocata dal serpente e aveva dovuto bere una Pozione Rimpolpa sangue e prima ancora un’altra essenza per espellere il veleno; ma siccome il morso era superficiale, non era in pericolo.
Remus aveva il viso contratto da smorfie: un Mangiamorte gli aveva rotto il braccio e aveva dovuto ingerire una grande quantità di Ossofast.
Mary MacDonald uscì dal bagno, dove era andata a vomitare a causa della maledizione che l’aveva colpita, anche se in modo lieve, ed era stata anche un po’ vicina ai Dissennatori.
- Come ti senti?- le chiese Dorcas.
- Uno schifo.- rispose lei, sedendosi e ringraziando Madama Chips che le porse un grosso pezzo di cioccolato.
James vide Lily, a poca distanza da lui, alzarsi dopo essere stata medicata anche lei; era ancora tremendamente pallida. Il ragazzo ripensò a quando l’aveva vista da sola davanti ai Dissennatori e quando aveva affrontato verbalmente Voldemort; era ammirato, certo, ma la paura di perderla l’aveva attanagliato con forza. Ed era rimasto anche impressionato negativamente dal fatto che lei si fosse affidata a lui passivamente, respirando un po’ a fatica.
Lily si diresse verso il bagno e chiuse la porta, respirando profondamente per cercare di respingere la nausea; si sentiva svuotata, debole, appiccicaticcia e spossata. Se non fosse stato per James, a quest’ora lei sarebbe rimasta uccisa, ne era certa.
Nel bagno entrò Marlene.
- Come stai?- le chiese.
- Bene…- rispose Lily debolmente.
- Vuoi scherzare?- le fece Marlene, un’espressione preoccupata in viso.- Hai un aspetto orribile!
Da una delle porte dove c’erano i servizi, Lily sentì Peter Minus vomitare, anche se non aveva combattuto molto; forse era per lo spavento.
La porta del bagno si riaprì ed entrarono Sirius e James; Sirius esibiva vari tagli sul viso: il Platano Picchiatore, infatti, alla sua uscita dal passaggio si era dimostrato molto poco collaborativo.
- Peter, come va?- urlò Sirius.
- Molto male…- rispose Peter con voce soffocata dal cubicolo.
Marlene sospirò, guardando Lily preoccupata.
- Lily, stai bene?- le chiese James, cercando di controllare l’ansia nella voce.
Lily annuì, ma si tradì nello stringere con troppa forza il lavandino al quale si era appoggiata.
Peter uscì in quel momento, pallido come un lenzuolo.
- Ehi, amico, non morirci qui…- fece Sirius preoccupato, andando a sorreggerlo insieme a James.
- Credimi, non sono mai stato peggio in vita mia…- mormorò Peter con voce flebile.
A quel punto, Lily non riuscì più a trattenersi e si diresse nell’altro cubicolo; Marlene la seguì e fece in tempo a chiudere la porta. Si sentirono dei conati soffocati dalla porta chiusa e la voce di Marlene dire:
- Dopo fatti dare qualcosa da Madama Chips.
Sirius vide James impallidire e gli bisbigliò:
- Stai calmo…
- Potter, c’è tuo padre.- disse la McGranitt mettendo la testa dentro.- Vuole vedere anche te, Black.
I due annuirono e dopo aver affidato Peter a un medimago, si avviarono fuori dall’infermeria, dove c’era il signor Potter pallido e agitato.
- State bene entrambi?- chiese ansioso.
James annuì e Sirius mormorò:
- Più o meno…
Il signor Potter abbracciò entrambi, una cosa che fece venire a Sirius un groppo in gola dalla commozione, come gli capitava quando succedeva.
I suoi genitori non l’avevano mai abbracciato in quel modo.
- Non sembri scosso solo per la battaglia; vero, Jimmy?- chiese il signor Potter.
James annuì e Sirius mormorò:
- Lily sta bene, tranquillo…
Il signor Potter guardò James e gli chiese:
- Ti va di parlarne?
James annuì e Sirius disse:
- Vi lascio soli…
James e suo padre si sedettero.
- Cosa c’è, Jimmy?- chiese il signor Potter.
James balbettò:
- Io…beh, io e Lily…- dopo un sospiro secco, partì deciso.- Io mi sono innamorato di lei, ma lei…
- Per quello che è successo l’estate scorsa a scuola, giusto?
James annuì e disse amaramente:
- Come da copione Potter; ma mi sa che il finale sarà pessimo…
- È quello che pensavo io quando mi sono innamorato di tua madre.- disse il signor Potter.- Invece, ho cercato di migliorare. Ma è stata dura…
- Lo è per me, adesso…- borbottò James.
- Jimmy, è sempre una situazione difficile, questa.- disse suo padre.- Devi seguire il tuo cuore e cercare di migliorare; falle vedere il lato migliore di te, dimostrale che puoi migliorare. So che ce la farai.
- Davvero?
- Ho fiducia in te.
James sorrise un po’ imbarazzato, ma era contento di essersi confidato con suo padre.

*.*


Quella sera Mary e Lily poterono tornare nella Torre di Grifondoro, ma Madama Chips fu piuttosto insistente riguardo al cioccolato e ordinò alle loro amiche di controllarle mentre lo mangiavano.
Inoltre, avendo Mary ancora un po’ di nausea e sentendosi febbricitante e Lily un feroce mal di testa, l’infermiera aveva dato loro una bottiglia di pozione di sonno senza sogni a testa; quello di Lily aveva anche qualche goccia di pozione contro l’emicrania.
Lily ne aveva bevuto un po’ ed era già addormentata; Mary era ancora impegnata a finire la tavoletta di cioccolato.
La ragazza guardò, attraverso le cortine un po’ trasparenti del baldacchino, il letto di Lily, dove l’amica dormiva già da qualche ora.
“Poveretta, ne ha proprio bisogno” pensò Mary, solidale. “Tra la scuola e James…aggiungiamoci pure quel che è successo oggi…”
- Toc toc…- fece una voce scherzosa.
Mary si voltò e vide James e Sirius alla porta, quest’ultimo con un sorriso da orecchio a orecchio.
- Ciao, ragazzi!- bisbigliò lei, facendo loro cenno di entrare.
- Le tue proprietà, MacDonald!- fece Sirius con una borsa in mano e James con il mantello della ragazza.
- Abbassa la voce, deficiente!- borbottò Mary.- Lily sta dormendo. Vabbè che con la pozione di sonno senza sogni nemmeno una cannonata dovrebbe svegliarla, però…
Mary s’interruppe e diede una veloce occhiata a James, che guardava il letto di Lily.
La ragazza gli disse:
- James, non fare niente di stupido; è stanca, sta male…
James annuì senza dire niente e si avvicinò alla finestra; quella vicino al letto di Lily.
Il ragazzo s’impose di non guardare verso di lei, tentò di concentrarsi sul cielo nero come l’inchiostro; ma alla fine non riuscì più a resistere e si voltò a guardarla.
Lily era addormentata, una mano sotto il cuscino, il braccio destro che le copriva parte del volto, mentre il resto era coperto da una ciocca di capelli rossi; raggomitolata in quel modo sotto le coperte, a James venne in mente una bambina che si proteggeva dal freddo nonostante le coperte.
James si sedette vicino a lei, controllando che Sirius e Mary non lo spiassero e che non venisse nessuno dalla Sala Comune, e scostò quella ciocca dal viso di Lily, ancora un po’ pallido, dove risaltavano le lentiggini della ragazza; dando un’occhiata al comodino vicino al letto, James notò la rosa che le aveva regalato a Natale, ora un po’ appassita; il bigliettino era ancora attaccato e stava fuori dal vaso di vetro pieno d’acqua dove stava la rosa.

Lily non era addormentata; aveva preso solo una parte della pozione di sonno senza sogni e aveva dormito per due o tre ore filate, non lo sapeva.
Appena si era accorta che l’effetto aveva smesso, aveva pensato di prenderne un po’, ma in quel momento erano arrivati Sirius e James; e lei, per non voler parlare con Potter, si era finta addormentata - cosa che le riusciva bene - mettendo il braccio davanti al viso per nascondere in parte il suo volto.
Aveva sperato che James se ne andasse, eppure lui si era avvicinato - l’aveva percepito dal suo profumo naturale che solo lui aveva - e le aveva scostato una ciocca di capelli; era riuscita a reprimere in fretta il brivido che l’aveva percorsa e a non arrossire.
Sentendo un peso sul suo letto, Lily capì che James era seduto lì vicino a lei. Una parte di lei voleva che se ne andasse; ma un’altra, più forte, voleva che lui rimanesse lì.
Poi, in quel momento, lo avvertì.
 Avvertì qualcosa di morbido posarsi delicatamente sulla sua guancia e l’odore di James farsi più intenso.
James Potter l’aveva baciata sulla guancia.
A quel punto, le fu impossibile trattenere un brivido e sperò che lui non l’avesse notato.

James si allontanò dal suo viso, per paura di svegliarla; era troppo bella quando dormiva, gli trasmetteva una pace raggiunta dopo enormi sforzi.
Sentì Mary e Sirius che ridacchiavano tra di loro, a voce bassa; da fuori si sentirono dei passi lungo le scale, un vociare e un casino forte e una voce autoritaria che fece:
- State zitti, deficienti!
James si allontanò giusto pochi secondi prima che la porta socchiusa si spalancasse piano e che entrassero le ragazze.
- Ah, stai già meglio, vedo!- fece Dorcas a Mary con un sorriso.
- Chissà perché…- borbottò Alice maliziosa.
Mary arrossì e Sirius ridacchiò allegramente.
James sorrise, ma vide che Marlene lo guardava interrogativa; il ragazzo si chiese se lei avesse capito che era stato vicino al letto di Lily.
A salvarlo in corner fu lo sbadiglio di Peter e Remus che disse:
- Dai, raga, andiamo a letto.
I ragazzi si diressero fuori.
- MacDonald, dalla prossima volta non sarò più il tuo facchino, mi dispiace.- rise Sirius.
- Noooooooooooooooo!- Mary si finse dispiaciuta.- E io che ti volevo sfruttare per bene!
Marlene diede un’altra occhiata a Lily e si accorse che l’amica era sveglia e le aveva fatto capire di fare come se nulla fosse.
Marlene annuì con lo sguardo; poi decise di passare all’azione e chiamò James.
- James, posso parlarti un attimo?
James annuì, perplesso.
I due si misero fuori dalla porta, che Marlene lasciò inavvertitamente socchiusa.
- Che intenzioni hai con Lily?- chiese Marlene spiccia.
- Che intendi dire?- chiese invece James.
- Lo sai benissimo cosa intendo.- rispose la ragazza in tono ovvio.- Eri vicino al suo letto.
- Guardavo il panorama…- si giustificò lui.
- Ma se fuori è nero come l’inchiostro.- obiettò lei.
James si passò una mano fra i capelli, nervoso.
- James, io e te ci conosciamo da una vita.- fece Marlene ed era vero: la madre di Marlene era una buona amica dei Potter e molte volte lei e James avevano giocato nel giardinetto di casa sua; inoltre, le loro nonne materne erano state amiche per molto tempo.- Si nota che sei innamorato di Lily.
James rimase in silenzio.
- Solo…- sospirò Marlene.-…beh, è dall’estate appena passata che lei…
- Lei cosa?- incalzò James.
- Ha pianto per te.- rivelò Marlene.- E non riusciva nemmeno lei a capire il perché. Almeno, così diceva - e dice tutt’ora - lei. Tu ci hai messo poco ad ammettere di amarla; io non so nemmeno…
- Se lei lo ammetterà…- la interruppe lui in tono amaro.
- Lasciale il suo tempo, James.
- Lo so, ma quando la vedo non posso fare a meno di…
James si schiarì la voce, imbarazzato.
Marlene gli sorrise comprensiva e gli disse:
- Io spero che voi due vi mettiate insieme, sinceramente.
- Grazie…- mormorò James.
Marlene sorrise e rientrò in dormitorio; James rimase lì per un po’ e sentì Marlene mormorare:
- Lily, sei sveglia?
Da lì, James capì che lei era stata sveglia; si chiese che cosa avesse provato Lily a quel semplice bacio sulla guancia.
Il ragazzo si domandò se doveva origliare oppure no; e decise di andarsene in dormitorio dopo aver chiuso piano la porta.
“Non sono uno spione…” pensò James.

*.*


- Lily, sei sveglia?
Lily annuì; le altre, ormai, si erano addormentate - Mary dopo essersi bevuta la sua pozione.
Marlene si sedette vicino a lei.
- Come va l’emicrania?- chiese lei.
- Mi sento ancora la testa perforata da un trapano gigante immaginario.- borbottò Lily in risposta.
- Ho parlato con James.
- Ho sentito.
Marlene vide Lily abbassare la testa e mettere i capelli dietro l’orecchio, imbarazzata.
- Senti, James lo conosco esattamente come lo conoscono Alice, Frank e i Malandrini.- disse Marlene.- Lui ti ama davvero.
- Davvero?- fece Lily, un po’ scettica.
- Il punto è un altro: tu sei disposta ad ammetterlo?
- Cosa?
- Che in fondo provi qualcosa per lui?
Lily guardò fuori dalla finestra, sospirò e disse:
- È ancora troppo presto per ammetter qualcosa. Voglio dire, è…il suo cambiamento non mi convince molto.
Rimase in silenzio ancora un po’, poi balbettò:
- Riguardo a lui…beh, ho il caos in testa…
- Qualunque cosa tu decida, so che sceglierai ciò che è giusto.- le disse Marlene dolcemente.- E credimi, io e le altre siamo con te, sempre.
Le due si abbracciarono, poi Lily prese la pozione e si addormentò.


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

NOTE: eccomi di ritorno dalla minipausa natalizia!!! Allora… chi abbiamo qui? Ma nientemeno un James più romanticone che mai che da il primo bacio a Lily, anche se sulla guancia!!! Daphne91 sarà contenta, vero?
E per quanto riguarda Millicent Bagnold, è solo una informazione che dicono nel quinto libro: lei era il predecessore di Caramell come Ministro della Magia (Caramell stesso dice nel terzo libro che lui all’epoca dell’assassinio dei Potter era vicedirettore del Dipartimento delle Catastrofi o roba del genere…), quindi questa non è pura fantasia!!!
Al prossimo capitolo, grazie a Daphne91 che mi sopporta e alle altre persone che seguono la mia storia, bye bye!!!

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Capitolo 10
*** UNA CHIACCHIERATA CON SIRIUS BLACK ***


- Hai affrontato Voldemort, James.Ancora una volta! Ti rendi conto?
- Peter, non è una cosa di cui essere eccitati.
- Spero solo che abbia capito la lezione, ma ne dubito.
- Magari invece la capirà, prima o poi…
- Remus, vuoi scherzare? Con quella pazza di mia cugina che si ritrova? Non credo proprio!
I cinque Grifondoro erano intenti a parlare ancora dello scontro; o meglio, quattro: James era ancora impegnato a pensare a Lily addormentata. Era rimasto ammirato dal sangue freddo che la ragazza aveva dimostrato.
“Eppure, la paura di perderla ora sta diventando sempre più grande…” pensò il ragazzo.
- James, tutto bene?- gli chiese Frank.
- È da quando siamo usciti dal dormitorio delle ragazze che hai quella faccia pensierosa.- fece Remus.
- Una Cioccorana per scacciare i pensieri?- propose Peter.
- Mandi ancora a farsi fottere il programma di dieta e palestra che ti ho stilato e che ti ho consigliato di seguire durante l’estate, Coda?- fece Sirius, strabuzzando gli occhi.
- Che mi hai obbligato a seguire durante l’estate, per essere precisi…- borbottò Peter, alzando gli occhi al cielo.  
Sirius scosse la testa, ma si voltò quando parlò James.
- Ho parlato con Marlene.
I ragazzi rimasero in silenzio.
- Dice che Lily ha pianto per me durante l’estate, che è confusa e che nel caso sia innamorata lei non lo voglia ammettere.
- James, quante volte te l’abbiamo detto?- fece Remus, paziente.- Devi lasciarle il suo spazio e…
- Lo so, Remus…- sospirò James.- Ma cazzo, è difficile!
James si mise le mani nei capelli e Sirius gli chiese:
- Stai davvero male per lei?
- Sirius, guardami!- esclamò James, frustrato.- Io…io impazzisco quando le sono vicino e ogni volta che provo ad abbracciarla o a toccarla…io non vorrei turbarla, ma non ce la faccio!
Sirius studiò la faccia del suo migliore amico, di quello che lui in pratica considerava il suo “fratello gemello”: non l’aveva mai visto così, ma aveva capito già da metà del quinto anno che c’era qualcosa di Lily Evans che lo attirava. Credeva che fosse una cotta sporadica, una sfida, ma durante l’estate Sirius aveva capito che “quella cotta sporadica” era qualcosa in più: lo vedeva impallidire quando Lily veniva nominata per caso, lo vedeva perdersi nei suoi pensieri quando la vedeva camminare…
“Questo è il motivo per cui è meno scavezzacollo” pensò Sirius per la centesima volta. “Lo sta facendo per lei”
Sirius sapeva che prima o poi loro due avrebbero preso due strade diverse, che una donna sarebbe entrata nella vita di ciascuno di loro, ma non si sarebbe mai aspettato così presto; però tuttavia, qualcosa nel suo istinto gli diceva che era Lily Evans.
Così Sirius gli disse:
- Amico, l’unica cosa che devi fare è aspettare e avere pazienza; so che è duro, ma non può essere diversamente.
James annuì.
La notte portò poco sonno a James, che non faceva altro che cercare togliersi - invano - l’immagine di Lily davanti ai Dissennatori, ai Mangiamorte…davanti a Lord Voldemort.
Era intervenuto. Sarebbe intervenuto anche se ci fosse stato qualcun altro, ma lei…
Lei stava diventando tutto per lui.
C’era la guerra, fuori; e questo era un motivo per cui si stava impegnando tanto, troppo.
E poi c’era lei…
Lei era un motivo per cui cercava di dominarsi, di fare meno scherzi, di fare meno l’idiota.
Lei era un motivo per cui aveva smesso di atteggiarsi quasi sempre con il Boccino.
Lei era un motivo per cui cercava di controllare la voglia di strozzare tutti i Serpeverde, Mocciosus in particolare.
Lei era un motivo per cui aveva smesso di frequentare oche senza cervello.
“No, mi sono sbagliato” pensò James. “Lei non è un motivo. Lei èil motivo”
 

*.*


Il giorno dopo, quando scesero a colazione, James fu contento di vedere Lily; era ancora un po’ pallidina, e quell’aria le dava l’aspetto di qualcosa di fragile, ma almeno ora stava meglio.
Lily e Mary, dietro insistenza di Dorcas, presero una bella fetta di torta al cioccolato ciascuna.
- Ma se l’abbiamo mangiato poco fa in dormitorio!- esclamò Mary.
- Era quello che ci ha dato Madama Chips, fra l’altro…- puntualizzò Lily.
- Lo so, ma siete ancora pallide.- fece Dorcas.- Quindi, vedete di non lasciare nemmeno le briciole, o chiamo altri Dissennatori.
Lily annuì sorridendo – solo loro potevano trovare il coraggio di scherzare su una cosa grave subito il giorno dopo - ma represse un brivido: il contatto con quegli esseri era stato orribile.
Aveva sentito odore di morte, sensazioni di infelicità, gelo totale…
Le avevano lasciato un senso di debolezza che le aveva prosciugato gran parte delle sue energie all’arrivo a Hogwarts e le avevano riempito la mente di sensazioni orribili: la morte dei suoi genitori, Petunia che l’accusava di questo, Hogwarts rasa al suolo, le sue amiche in fin di vita, James Potter morto…
James Potter.
Il ragazzo che l’aveva salvata, anche e soprattutto dalle grinfie di Lord Voldemort, il mago oscuro più temuto di tutti i tempi.
“Non posso innamorarmi di lui” s’impose Lily, attaccando la sua fetta di torta. “Io non lo amo, punto!”
Ma era proprio vero? Per lei si, lo era.
E allora perché si era sentita sollevata quando lui l’aveva raggiunta mentre cercava di combattere da sola i Dissennatori?
Perché le si era rivoltato lo stomaco quando il serpente aveva morso James?
Perché si era sentita confortata e al sicuro quando James l’aveva aiutata a raggiungere l’infermeria, sostenendola durante il tragitto?
Ma soprattutto…perché nei suoi pensieri non riusciva più a dire Potter, ma James?
- Ehi, raggi di sole!
Lily si sentì stritolare dall’abbraccio di Alice.
- State bene, ora, vero?- fece Alice ansiosa, guardando le due amiche.
- Certo!- esclamò Mary.
- Sì!- fece Lily annuendo e cercando di sorridere.- Fino a prima che tu ci strangolassi.
Marlene le lanciò un’occhiata, e poi disse sorridendo:
- Bene, sono contenta; sennò, non saremmo riuscite a sopportare una Alice forsennata e in balìa delle preoccupazioni, vero Dorcas?
- Puoi dirlo forte!- annuì Dorcas energica.- Povero Frank, che ti sorbisce.
- Grazie, dovrebbero farmi sarto per questo!- urlò Frank dal suo posto, ridendo.
- Si dice santo, Frank!- lo rimbeccò allegramente Sirius.- Comunque non ho voglia di fare il prof; è troppo presto, sono troppo assonnato…
-…ed è compito di Remus.- concluse James.
- E voi due siete dei gran pigroni.- rise Remus.
- Rem, è vecchia, cambia repertorio!- protestarono i due.
- Mi stupisco che voi due non siate gemelli!- commentò Dorcas.
- Gemelli proprio eterozigoti, separati tristemente dalla nascita!- esclamò Sirius in finto tono melodrammatico.- Ma per fortuna l’ho ritrovato!- aggiunse, abbracciando selvaggiamente James e fingendo di singhiozzare.- Fratellino, mi sei mancato!
- Vuoi un fazzoletto?- fece James, singhiozzando fintamente a sua volta.
I due presero due tovaglioli di carta e fecero finta di soffiarsi il naso, producendo una pernacchia stile Pix.
- Guardate, ci siamo ricongiunti!- “singhiozzò” ancora James.
- Lo devo dire ancora…mi sei mancato!
- Tu di più!
Tutti risero. Anche Lily, che riprese un po’ di colore; James lo notò e ne fu felice, ma…
- Potter! Black!
“Non dirmi che questa è sfiga…” pensò James.
- Smettetela di fare confusione!- gridò loro la professoressa McGranitt.- Direi che un’oretta con Gazza a pulire un po’ di trofei con lui oggi pomeriggio, verso le cinque, non può che farvi bene!
“Si, si chiama sfiga…” pensò James, scocciato.
- E ringraziate che è prima mattina e che per questo non vi tolgo nessun punto!- concluse la professoressa, guardandoli severamente.
“Che culo!” pensò James. “Grazie mille, prof…”
La professoressa si allontanò a grandi passi, facendo respiri profondi.
I due colpevoli si ricomposero, ma l’espressione divertita rimase nei loro occhi e questo fece sorridere un po’ Lily.
“Oh, ma perché proprio lui?” si chiese la ragazza, quando beccò James a guardarla.

*.*


Lily era seduta nel suo tavolo preferito in Biblioteca che studiava Difesa contro le Arti Oscure.
Sentì a lato un Peter disperato dire a Sirius, con voce piena di sconforto:
- Non ci capisco niente!
Lily azzardò un’occhiata e vide anche Sirius in difficoltà; i due ragazzi erano alle prese con la famigerata legge di Golpalott.
La ragazza si ritenne fortunata ad averla capita; era una dei pochi. Gli altri Grifondoro erano stati James, Marlene, Frank e Dorcas.
Dando un’occhiata più approfondita, Lily si accorse che anche Sirius aveva un’aria sconfortata; il ragazzo guardò ancora il paragrafo della legge, poi chiuse il libro e prese a usarlo per darsi testate in fronte con disperazione.

Sirius chiuse il libro e cominciò a darsi testate con quello.
“Maledetta legge che non capirò mai!” pensò fra sé, sconsolato.
- Ehm, Sirius…- fece Peter.- Darti testate con il libro di Pozioni non ti farà imparare il concetto.
Sirius sbuffò esasperato; lui in Pozioni riusciva a prendere sempre una O bella abbondante, come poteva fallire.
-Peter, lasciami provare il mio tentativo in extremis di osmosi…- borbottò Sirius, continuando con le testate.
In quel momento, Lily si avvicinò.
- Problemi?- chiese la ragazza.
- Si.- rispose Peter, sconfortato.- La legge di Golpalott.
- Ma se è facile…- obiettò Lily con semplicità.
- Mica lo è per tutti.- sbottò Sirius.
Lily strizzò gli occhi un attimo, poi si sedette e disse:
- Dai, ve la spiego.
- Ti pare che riusciremo a capirla anche se la spieghi tu?- chiese Sirius con forte scetticismo, strabuzzando gli occhi.
- A volte i concetti si riescono a spiegare con parole semplici.- rispose invece Lily.
Dopo mezz’ora, Peter era stupefatto: aveva capito il concetto con sorprendente facilità; il ragazzo arrischiò un’occhiata a Sirius, anche lui senza parole: l’aveva capita perfettamente.
- Grazie, Lily!- esclamò Peter, estasiato.
- Niente di che…- disse lei con disinvoltura.
- Bene, vado a finire Erbologia.- disse Peter, alzandosi.- Grazie ancora, ciao!
- Ciao!
- A dopo, Pete…
Lily sospirò soddisfatta.
- Ehi…- fece Sirius, un po’ imbarazzato.- Grazie.
- Di niente.- rispose Lily.- Vedi, non è stato difficile, anzi…Sirius?
Ma Sirius non stava ascoltando; non stava nemmeno guardando Lily, ma davanti a sé, tenendo gli occhi ridotti a fessure, una smorfia gelida in volto.
Lily guardò nella sua stessa direzione e vide davanti a loro un ragazzo un po’ più giovane di loro, molto somigliante a Sirius.
I due ragazzi si squadrarono.
- Sirius…
- Regulus…
Regulus Black passò vicino a loro, guardò Lily sprezzante e le disse:
- Sanguesporco…
- Sporco Purosangue…- replicò lei con disinvoltura e gettando un’occhiata a Sirius per impedirgli di reagire.
Prima che Regulus potesse aprire bocca, arrivò Madama Pince, che chiese acidamente:
- Cosa sta succedendo qui?
- Niente, Regulus se ne stava andando.- rispose subito Sirius.- Vero, Regulus?
Regulus annuì secco, gli lanciò un’occhiataccia e se ne andò; Sirius sospirò.
- Che c’è?- gli chiese Lily.
- Lo odio.- rispose Sirius.- Lo odio perché è uno stupido ipocrita che si è fatto inculcare idee stupide e antiquate dai miei, mia madre in particolare.
- Ehi…- fece Lily, tentando di sollevargli il morale.- So che è lungo, ma devi aspettare fino ai diciassette anni, e poi…
- E chi ha avuto pezza di aspettare i diciassette?- la interruppe Sirius, ridendo un po’ tristemente.- Dopo la fine del quinto anno me ne sono andato di casa, li ho mandati tutti a quel paese.
- E dove sei andato?- chiese Lily, curiosa.
- Da James.- rispose Sirius.- Lui è…beh, lui c’è sempre stato per me, è l’unica persona che posso chiamare fratello.
Lily si ritrovò ad annuire suo malgrado; quello era un altro lato di James che non conosceva – o meglio, che conosceva solo superficialmente: sapeva quanto fosse legato ai suoi amici, a Sirius in particolare.
- Ma perché hai lasciato i tuoi?- domandò poi Lily.
Sirius sospirò seccamente e le disse:
- Hai visto Regulus, no? I Black sono una delle famiglie Purosangue più in vista, una delle più antiche e più ricche della nazione. E ovviamente, pensano che siano ancora giusti valori come quello della purezza di sangue, del dominio sui Babbani e altre cretinate. E poi, non mi hanno mai accettato come figlio.
- Perché?
- Non lo so. Forse dipende anche dal fatto che il matrimonio dei miei era combinato…e poi, sembrava che ogni cosa che facessi li irritasse, non hanno mai fatto nessuno sforzo per capirmi; con loro mi sono sempre sentito…
-…il peso della famiglia, vero?- lo interruppe Lily.
- Si…- rispose Sirius, sorpreso.- Ma…tu…?
- No, i miei hanno accettato la cosa, mi incoraggiano.- rispose Lily, ad un tratto abbacchiata.- Mia sorella, invece…
Lily sospirò, poi disse:
- Abbiamo avuto un rapporto fra sorelle abbastanza normale: i classici litigi che ci possono essere e le conseguenti riappacificazioni; poi a sette anni sono cominciate ad accadermi cose strane. E, infine, è arrivata la lettera per Hogwarts…
Lily guardò fuori dalla finestra; Sirius ebbe l’impressione che i suoi occhi si fossero un po’ inumiditi.
- Per lei, io sono una persona anormale…un mostro.- continuò Lily a bassa voce.- Quando sono tornata per le vacanze estive dopo il primo anno, volevo chiarire; invece abbiamo litigato di brutto. Da quel giorno, a malapena ci salutiamo. Per lei, io sono…
-…la pecora nera di famiglia, già.- concluse Sirius, a bassa voce.
I due rimasero in silenzio per qualche minuto; poi Lily ridacchiò.
- Che c’è?- fece Sirius.
- Niente.- rispose lei.- È solo che…beh, noi due non siamo mai andati molto d’accordo, anche se ho un rapporto migliore con te rispetto al tuo gemello molto eterozigote.
Sirius rise.
- In effetti, questa è la prima conversazione civile che noi due facciamo in sei anni di scuola.- considerò Sirius, ridendo come suo solito.
- Già…- sospirò Lily.- Beh, ora devo andare…ci vediamo, ciao.
- Ciao!
Lily uscì dalla Biblioteca, stupita che i Malandrini le riservassero ancora delle sorprese.


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

NOTE: allora, è un capitolo un po’ breve e mi convince fino a un certo punto. Vediamo che Lily si apre un po’ sul suo passato con uno dei due re del teppismo e direi che è una buona base per far iniziare loro un buon rapporto di amicizia (no, non ci sono triangoli amorosi in questa storia, mi dispiace).
Daphne91, calmati, so che il “tuo” James compare poco, ma devi solo avere pazienza e…aspettare il prossimo capitolo da brava bambina.
Bene, ringrazio ancora tutte le persone che mi seguono (se volete anche lasciare una recensione fate pure, le critiche di ogni tipo sono ben accette) e ne approfitto per farvi gli auguri di felice anno nuovo. Ciao ciao!!!

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Capitolo 11
*** IL BACIO ***


Lily camminò lungo il corridoio, le parole di Sirius ancora in testa.
Ancora non riusciva a crederci di quel che Sirius aveva fatto: era scappato da una famiglia odiosa, abitando con il suo migliore amico e combattendo giovanissimo contro Lord Voldemort.
E aveva appena avuto con lei una conversazione vera, educata e anche matura, per certi versi.
Loro due non si erano sopportati molto, ma avevano litigato solo poche volte; una conversazione del genere l’avrebbe avuta facilmente con Remus, o anche con Peter…ma con Sirius Black? Non se lo sarebbe mai aspettata.
Lily capì che doveva rivedere il suo giudizio sui Malandrini – o almeno, su alcuni di loro.
Remus rimaneva sempre un tesoro di amico, ovviamente.
Peter, nonostante la sua grande capacità di finire nei guai con i due “gemelli siamesi” del gruppo, la sua timidezza e la sua goffaggine, sapeva essere un gran parlatore e anche un grande ascoltatore.
Sirius sapeva essere molto amichevole quando voleva.
“E James…?”
A quel pensiero, Lily si rabbuiò appena. James Potter. Cosa doveva pensare di lui?
Sembrava più maturato, soprattutto dopo ciò che gli era successo durante le vacanze natalizie contro Voldemort.
Rimaneva sempre un gran teppista rompiscatole, visto che la voglia di fare scherzi con gli altri - con Sirius, in particolare - gli era rimasta, così come gli era rimasta la voglia di fare l’attaccabrighe con i Serpeverde - ma solo quando veniva provocato da loro.
Eppure…
Eppure da un po’ di tempo Lily vedeva in lui qualcosa di diverso: pochissimi Boccini svolazzanti, nessuna espressione di tronfio egocentrismo, nessuna ragazza…
Lily era piuttosto scettica sul fatto che lui avesse deciso di porre un freno alla sua stagione di tronfio imbecille casanova, eppure…eppure, la notizia l’aveva anche sollevata, con sua gran sorpresa.
Era questo uno dei motivi per cui non riusciva più a staccare gli occhi da lui ogni volta che i loro sguardi s’incrociavano.
E che dire di quando lui l’aveva aiutata, durante la fuga da Hogsmeade? Si era sentita confortata che ci fosse stato lui, si era lasciata sostenere quando lui l’aveva guidata, senza dire una parola, in infermeria…
Inoltre, c’era stato quel bacio sulla guancia che lui le aveva dato mentre lei fingeva di essere addormentata.
Poteva credere davvero che non le era importato niente?
“Ma se è stato bello…” pensò Lily. “No, aspetta, è un po’ troppo…diciamo che è stato…niente male. No, troppo poco…oh, cazzo! Mi faccio paranoie per un bacio sulla guancia?!?”
Lily sospirò e rimase assorta nei suoi pensieri riguardo se stessa e James Potter che non si accorse di essere andata a sbattere contro qualcuno.
- Ahi!
- E guarda dove…
La frase le morì in gola.
Era andata a sbattere contro Severus Piton.
- Lily…- borbottò lui, imbarazzato.
- Severus…- mormorò lei, cercando di essere distaccata.
I due rimasero in silenzio, poi Lily si allontanò; ma aveva fatto solo pochi passi quando…
- Lily…- la chiamò Piton.- Io…mi dispiace.
Lily capì a cosa si riferiva; tuttavia non ci avrebbe mai creduto se…
- Hai mollato quei deficienti?- chiese lei, voltandosi.
Piton abbassò lo sguardo e scosse la testa.
- Come ti aspetti che io ti creda, se non li molli?- gli chiese Lily, freddamente.- Devo ricordarti cos’è successo a Hogsmeade? Cosa mi è successo?
- Lily, io non posso lasciarli…- balbettò Piton.- E non voglio perdere anche te.
- Sei in una botte di ferro, così…- considerò lei.- Devi mollarli, è per il tuo bene!
- Ti prego, non chiedermi di scegliere…- implorò lui con malinconia.
Lily sospirò seccamente, poi disse gelida e distaccata:
- Bene, allora scelgo io per te. Sparisco dalla tua vita; sei contento? Così non ti vergognerai più di aver avuto una Sanguesporco come amica.
Lily girò sui tacchi e se ne andò furiosa.
 Lo detestava, Piton.
 Però a una parte di lei mancava: sapeva che in fondo lui era buono, ma non riusciva a comprendere perché avesse scelto di frequentare quelli che - ne era sicura - avrebbero poi ingrossato le file dei Mangiamorte di Voldemort. Severus Piton era una parte della sua infanzia che mai avrebbe cancellato dal suo cuore, ed era proprio per questo che si sentiva ancora più male quando pensava agli ultimi risvolti del loro rapporto.
Era così assorta in quei cupi pensieri che andò a sbattere di nuovo contro un’altra persona.
- Ahi!
“Dev’essere la mia giornata fortunata…” pensò Lily sarcasticamente.
La ragazza alzò lo sguardo e vide che era andata a sbattere contro James Potter.
“Sì, è proprio la mia giornata fortunata…” considerò Lily, con le farfalle nello stomaco.
- Scusa…- borbottò James.
- No, scusa tu…- mormorò Lily, imbarazzata.- Non ho fatto attenzione.
James si sistemò il colletto della camicia e le chiese:
- Stai bene? Hai una faccia…
- Sì…- borbottò lei in risposta.- È solo che…mi sono appena scontrata con Piton.
Lily azzardò un’occhiata veloce e vide la mascella di James irrigidirsi, tuttavia il ragazzo le chiese con calma:
- E…come mai?
- Perché frequenta quei cretini che, con tutta probabilità, diventeranno Mangiamorte.- rispose Lily duramente.
- Perché continui ancora a…
- Io non continuo a pensare a lui, se n’è già andato dai miei pensieri da un pezzo.- lo interruppe seccamente Lily.- È solo che pensavo li avesse lasciati; a volte sperare non costa niente, no?
dopo qualche minuto di silenziosa tensione, James osò chiederle:
- Lui continua a ronzarti intorno?
- No.- rispose Lily, sollevando intimamente il suo interlocutore.- Ormai abbiamo preso due strade separate; lui era il mio migliore amico, io per lui ero…
- Cosa?
- Gli piacevo, l’avevo notato; così come lui aveva notato che io provavo solo e semplicemente amicizia per lui. Niente di più.
James rimase un po’ in silenzio, basito…e lasciandosi rodere dalla gelosia: perché Piton doveva tormentarla anche se non erano più amici?
“Soprattutto, considerando ciò che è successo l’anno scorso…” constatò James con una fitta dolorosa: era anche colpa sua se non erano più amici?
- C’entro anche io, con il fatto che voi due…?- James non riuscì più a finire la domanda.
- No.- lo rassicurò Lily.- Era da molto tempo che le cose stavano scricchiolando; diciamo che quell’incidente mi ha fatto aprire gli occhi, tutto qui.
James annuì e lasciò che il silenzio invadesse entrambi.
Si sentivano tutti e due molto tesi, come se dovesse succedere qualcosa.
- Tu non dovresti andare a scontare la tua punzione?- chiese poi Lily, per interrompere quel doloroso e imbarazzante silenzio, carico anche di una certa tensione.
- Ce l’ho fra tre quarti d’ora.- rispose James con calma.- Gazza non sarà contentissimo…
- Di vedervi?- chiese Lily, ironica.- O tu e Sirius volete fargli uno scherzo?
- No e no.- James esibì un sorrisetto.- La McGranitt si era dimenticata che ho il braccio sinistro ancora fasciato e mi ha detto di andare da Madama Chips a farmi fare un certificato per stare solo un’ora in punizione invece delle solite due orette.
- Complimenti, sei davvero nato con la camicia.- ironizzò Lily.
- Me la cavo sempre.- minimizzò lui.- Caratteristica di famiglia.
I due iniziarono a camminare lungo il corridoio, in silenzio. Poi Lily gli disse:
- Senti, non ho ancora avuto modo di dirtelo, comunque…comunque, grazie per quello che hai fatto a Hogsmeade.
- Dovere.- replicò James.- Non si lascia mai una ragazza in difficoltà, che Grifondoro sarei?
Il tono era leggero, ma Lily notò che strideva con lo sguardo del ragazzo; era uno sguardo duro…e anche un po’ spaventato.
- Ok…- sospirò Lily fermandosi e appoggiandosi al muro, le braccia incrociate sul petto.- Che c’è?
James sospirò secco, poi le disse:
- Ho avuto paura…
- Beh, è normale aver paura.- commentò Lily.- Soprattutto se è un attacco a sorpresa…
- No.- la interruppe James.- Ho avuto paura per te, Lily!
- Cosa?- Lily lo guardò interrogativa.
- Ho avuto paura nel vederti combattere quei Dissennatori, i Mangiamorte, quel serpente…Voldemort.
- James, ci siamo salvati. Sto bene!
- Sì, ma non lo eri quando ti ho portato in infermeria!
- Beh, ero debole…che ti aspetti, dopo un attacco dai Dissennatori?
James le si fece vicino; Lily arrossì, ma non disse niente, schiacciata tra il muro e il suo corpo, e cercò di mantenere lo sguardo fermo.
- Tu non capisci…- le disse James, cupo.- Ho avuto paura di perderti…
- Non è successo…- lo interruppe lei.
- Ma poteva succedere!- esclamò James con impazienza.- Io…
- Tu cosa?- chiese Lily.
James rimase un momento in silenzio, poi le bisbigliò all’orecchio in tono sofferente:
- So che impazzirei se ti dovesse capitare qualcosa.
Lily rabbrividì e solo allora si rese conto di quanto erano vicini. Troppo vicini.
- Senti, riesco a cavarmela.- disse Lily con tono un po’ tremante.- Davvero, io…
Lily s’interruppe. Cosa voleva dire? Nemmeno lei lo sapeva. Sapeva solo che aveva davanti a sé un James Potter che la guardava come mai l’aveva guardata negli anni precedenti; era lo stesso sguardo che le lanciava ogni volta che i loro occhi s’incontravano, solo più duro e più ardente…
- Lily, sono serio.- disse lui, vicino al suo viso.- Io non reggerei, se tu…
James s’interruppe; quel pensiero era troppo terribile da formulare a voce alta.
I due rimasero in silenzio.
Lily si sentiva schiacciata…eppure si sentiva anche bene, in quel momento.
- James, io…- cominciò Lily.
La ragazza però non fece in tempo a finire per due motivi: il primo era che non sapeva nemmeno lei che cosa dire.
Il secondo era che James si era avvicinato alle sue labbra e la stava baciando.
In un primo momento rimasero entrambi interdetti: Lily per la situazione in cui si trovava, James per lo stupore della sua stessa audacia.
Lily si ritrovò con sua stessa sorpresa a rispondere al bacio, timidamente, le braccia ancora conserte al petto, mentre il suo viso era fra le mani di James, che giocherellava con i suoi capelli; poi, si sentì staccare dal muro e avvertì le mani di James sui suoi fianchi, mentre lei si aggrappava alla sua giacca.
Era una bella sensazione, le dava un senso di protezione; quel senso di protezione che aveva provato quando lui l’aveva portata in infermeria. E le sue labbra erano davvero morbide e non osavano schiudersi, come se avessero paura che la lingua di lui potesse ferirla; si limitavano a premere contro le sue in quel bacio casto – forse fin troppo – e lungo.
Però l’incantesimo finì quando si staccarono; James si rese conto di aver fatto un errore perché davanti a sé c’era ora una Lily Evans, con uno sguardo sperduto come quello di una bambina impaurita, che non lo guardava, ma che invece fissava il pavimento, imbarazzata.
Entrambi rimasero in silenzio.
Poi Lily mormorò:
- Scusa, ma devo andare…
James la vide allontanarsi e anche quella volta la vide portarsi una mano agli occhi.
E per quello si sentì maledettamente in colpa.



 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

NOTE: allora, innanzitutto auguri di buon anno!!! (anche se con un giorno di ritardo….ma come diceva la mia nonna, le uova sono buone anche dopo Pasqua)
Bene, e ora cominciamo con le avvertenze per qualcuno “a caso”…
Daphne91, stai calma, capito? Calma! Lo so che James ha appena baciato Lily, ma calmati!!!! Vabbuò, ci ho provato…
Bene, spero che il capitolo piaccia, bye bye!!!

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Capitolo 12
*** CHIACCHIERE IN DORMITORIO ***


James era disteso sul letto, in fase decisamente apatica; non era sceso a cena, la fame gli era passata: aveva scontato la sua punizione da Gazza ed era salito direttamente in dormitorio per evitare di fare qualcosa di stupido.
“Come baciare Lily a tradimento…” pensò per l’ennesima volta. “James Potter, è ufficiale: sei un coglione!”
 Il ragazzo sospirò, malinconico, chiedendosi perché l’avesse fatto; era come se tutto quello che gli avevano detto Remus, Sirius e Marlene gli fosse entrato da un orecchio e uscito dall’altro.
Aveva sempre creduto che baciare Lily sarebbe stato qualcosa di euforico, di speciale…
“E perché, invece, la cosa mi fa vergognare?” si chiese James.
Si sentiva un verme per non aver rispettato i suoi spazi, per averla turbata in quel modo; capiva perché Lily si chiudesse un po’ a riccio con lui: in effetti, quanto poteva essere profondo quel cambiamento che stava attuando su se stesso?
Certo, era impossibile che rinunciasse a fare qualche scherzetto divertente in giro, un po’ di confusione a lezione o che non reagisse alle provocazioni dei Serpeverde.
Ma stava migliorando un po’, in molti glielo dicevano, perfino la McGranitt se ne stava convincendo - “E che lo dica lei, è tutto dire…” constatò James - eppure per lui non era abbastanza; si chiedeva se lei facesse apposta a non vedere quei miglioramenti, se lo facesse soffrire di proposito, ma scacciò subito l’idea: Lily non era così meschina, e il fatto che avesse voluto rimanere con lui ad affrontare Voldemort ne era la prova.
Per la prima volta, però, lui aveva visto il suo lato più fragile.
E aveva paura di esserne lui, la causa.
James era così assorto nei suoi pensieri che non sentì nemmeno la porta aprirsi, finchè una voce scherzosa non disse:
- Toc toc!
James alzò lo sguardò solo per vedere i suoi compagni di stanza entrare e disporsi a semicerchio davanti al suo letto.
- Salve…- borbottò James, tornando a fissare il soffitto.
- Ehi! Se sapevo che questa era la tua accoglienza, non mi prendevo il disturbo di portarti su qualcosa!- protestò allegramente Sirius.
- Non ho fame…- borbottò James.
- Che hai fatto?- chiese Frank.
- Chiudete la porta, per favore?- chiese James.
Appena Peter chiuse la porta e i ragazzi si erano seduti attorno a lui, James si raddrizzò, si mise seduto eretto, sospirò, si scompigliò i capelli e mormorò in tono colpevole:
- Ho fatto un casino…
- Ovvero?- chiese Remus, mentre Peter e Sirius si scolavano una Burrobirra a testa.
James si schiarì la voce con forte imbarazzo, poi disse, la voce piena i vergogna:
- Ho baciato Lily.
Sirius e Peter sputarono il loro sorso di Burrobirra sul pavimento con forte effetto comico; tutti risero e James si concesse di sorridere un po’, ritornando poi serio.
- Tu…sul serio?- balbettò Peter.
- Sì…- confermò James.
I quattro rimasero in silenzio, stupefatti: James aveva baciato Lily?
E lei aveva corrisposto?
Remus si disse che forse la ragazza l’aveva fatto, altrimenti come avrebbe potuto spiegarsi gli occhi arrossati e l’espressione smarrita?
- Sentite…- la voce di James lo distolse dai suoi pensieri, rompendo il silenzio stupefatto che si era creato in quel momento nel dormitorio.- Lo so che ho fatto una cazzata, quindi mettetemi pure in punizione.
- Questo allora spiega perché Lily aveva gli occhi arrossati, stasera.- disse Peter.
- Ma va?!?- fece Sirius, che guardò l’amico fingendosi sorpreso.- Pensavo a una congiuntivite!
Peter gli diede una gomitata nelle costole.
- Ottimo, l’ho fatta anche piangere!- sbottò James.- Grazie raga, mi siete d’aiuto così!
- Ma tu perché l’hai fatto?- chiese Remus.
- Non lo so!- James si mise la testa fra le mani.- Aveva incontrato Mocciosus prima, si erano messi a litigare; poi ci siamo scontrati in corridoio, abbiamo parlato di lui, di quel che è successo a Hogsmeade e…
- Non dirmi che le hai detto che avevi paura di perderla.- lo interruppe Frank.
- Si, l’ho fatto.- ammise James.- E poi…l’ho baciata.
Tutti e cinque rimasero in silenzio, poi Peter considerò:
- Forse hai sbagliato totalmente approccio con lei. Perché non provi ad esserle amico?
- Si, fosse facile!- commentò Sirius.-“ Ciao Lily, scusa se ti ho baciato, ma voglio rimediare; ti va se siamo solo amici per il momento?” Ma ti prego, Coda!
- Ehi, era un’idea…
- Ha ragione Sirius.- disse James.- Credo che…dovrei almeno tentare di starle lontano per un po’; non ho rispettato i suoi tempi e i suoi spazi, credo sia giusto così. Anche se la cosa…mi pesa.
- Aspetta che la situazione si stemperi, e poi prova ad esserle amico.- consigliò Remus.- A volte, con il tempo, le cose si sistemano…
James finalmente sorrise: era fortunato ad avere loro a sostenerlo.
In quel momento si sentì un rumore di stomaco gorgogliante.
- Peter, ma sei hai appena cenato!- esclamò Sirius all’amico.
- Ehi!- protestò lui alzando le mani.- So che non ci crederai, ma non era il mio stomaco!
- E di chi era, allora, di grazia?!- fece Sirius, esasperato.
- Ehm…- fece James con il suo sorriso da malandrino.- Il mio…
- Vedi cosa succede a saltare la cena?- lo rimproverò allegramente Frank.
- Allora sei giustificato.- disse Sirius.
Tutti risero e James cominciò a mangiare quel che i suoi amici gli avevano portato.

*.*


- Vi siete baciati?
Lily, nel più completo imbarazzo, annuì; aveva osato rivelare del bacio alle sue amiche dopo la cena, trovando più facile aprirsi tra le mura protettive del dormitorio.
- Giuro che lo ammazzo!- sospirò Marlene, irritata.
- Credimi, mi sa che ha capito la lezione.- le disse Dorcas.- Non è sceso a cena dopo la punizione.
- Avrà avuto paura dei miei pugni.- sibilò Marlene.
- Immagino.- dissero in coro Alice e Mary.
Lily rimase in silenzio; non sapeva proprio che cosa dire, pensare…
- Lily, tu che cosa farai?- le chiese Mary.
- Non lo so…- ammise lei.- Farò quello che ritengo giusto al momento opportuno.
- Ovvero rispondere ai suoi baci ogni volta che lui ne avrà occasione?- fece Dorcas tutto d’un fiato.- Meglio evitare, quello!
- Sentite, non lo so!- Lily si passò una mano fra i capelli, nervosa.- Io…beh, è difficile.
- Lily, io ho sempre la stessa domanda da farti.- le disse Marlene gentilmente.- Tu non lo ami, non vuoi amarlo o non vuoi ammettere di esserti innamorata di lui?
Lily scosse la testa, poi disse:
- Mi sento totalmente confusa. Voglio dire, è cambiato, certo! Ma quanto profondo può essere, quel cambiamento?
- Devi valutare tu, tesoro.- le rispose Alice.
- E come, se non fa altro che starmi vicino?- replicò Lily.- Tenendo conto che è fra i piedi ogni volta, praticamente…
- Dobbiamo pensare a un piano per tenere Potter alla larga da te!- esclamò Mary.
- E subito.- puntualizzò Dorcas.
- Intanto io gli parlo un’altra volta.- disse Marlene.- E gli farò anche una bella tirata di orecchie!
- Io ne parlerò con Frank, di questa situazione.- disse Alice.
Lily sorrise suo malgrado.
- Che c’è?- le chiese Mary.
- Voi quattro potreste governare il mondo in questo modo, sapete?- disse loro Lily con un sorrisetto.
- Non solo noi quattro.- precisò Alice, abbracciandola forte.- Anche tu, pucci.
Si sentirono delle voci fuori dal corridoio. I maschi stavano scendendo in Sala Comune.
- Possiamo inziare?- chiese Mary a Lily, come a chiederle il permesso.
- Basta che non lo strapazziate troppo.- si raccomandò Lily.- Capito ragazze, Marlene in particolare?
- Ci provo…- sbuffò Marlene.- Ma non ti garantisco niente!
Lily rise; appena si aprì la porta, sentì Marlene urlare dalle scale:
- James Charlus Potter, a rapporto da me nel tuo dormitorio! SUBITO!
- Povero l’uomo che la sposerà…- bisbigliò Alice con un’espressione così comica che Lily fu costretta a tenersi la pancia dal ridere.
“Ne avevo davvero bisogno” pensò Lily.

*.*


I ragazzi, dopo aver mangiato nel dormitorio - i tre Malandrini e Frank per la seconda volta - e cercato di tirare James su di morale, scesero in Sala Comune.
James non aveva nemmeno raggiunto la sua poltrona preferita, che sentì la voce di Marlene urlare:
- James Charlus Potter, a rapporto da me nel tuo dormitorio! SUBITO!
- Che hai fatto, stavolta?- chiese Sirius, un po’ preoccupato.
- Qualcosa di grave, se ti ha chiamato con il nome completo.- commentò Frank.
- Marlene mi farà una ramanzina alla McKinnon.- ipotizzò James.- Ragazzi, se non mi vedete tornare vivo, sappiate che vi ho voluto bene.
- Auguri…- fecero Remus e Peter.
James sospirò e salì nel dormitorio maschile, dove vide una Marlene imbronciata.
- Chiudi la porta.- ordinò la ragazza.
James sospirò e la chiuse; davanti allo sguardo della ragazza, alzò le mani e disse:
- Senti, se vuoi picchiarmi, fallo ora!
- Credimi, nemmeno le botte basteranno a toglierti quel chiodo fisso.- commentò Marlene.
- Chiodo fisso?
- Baciare la mia migliore amica!
- Senti, posso spiegare?
Marlene sospirò secca, poi annuì.
- Io e Lily ci siamo scontrati in corridoio.- iniziò James.- Lei aveva appena litigato con Piton; abbiamo parlato di lui, di quel che è successo a Hogsmeade e…
- E tu le hai detto, ancora una volta, che l’ami.- concluse Marlene.
- E l’ho baciata.- finì James, abbassando lo sguardo.
- Perché?
- Non lo so! Mi sembrava…credo fosse stato il momento adatto per…
James a’interruppe e rimase in silenzio.
- Lei è un po’…anzi, parecchio…
- Confusa?
- Non solo.- fece Marlene, facendo spallucce.- Credo sia anche innamorata.
James la guardò stralunato: Lily era cosa?
- James, stalle alla larga, adesso.- le disse Marlene.- Sul serio, stavolta.
- Altrimenti?- commentò James, triste.
- Altrimenti, oltre a beccarti i miei pugni e schiaffi, rischi di perderla sul serio.- replicò Marlene.- E questa è una cosa che ovviamente non vuoi tu e con tutta probabilità nemmeno lei.
James annuì e mormorò:
- Sarà dura…
- Credimi, ne varrà la pena.- gli assicurò Marlene.
James fece un cenno con la testa e si buttò nel letto.
Marlene lo guardò comprensiva e uscì e andando fuori, s’imbattè in Remus; se non arrossì fu, secondo lei, per un insperato miracolo di Merlino, Morgana e compagnia bella.
- Allora?- chiese il ragazzo.
- Allora, ora è steso sul letto in una delle sue fasi apatiche.- rispose Marlene.
- Come da…
-…copione Potter.
I due si guardarono e risero di gusto. Poi Remus le chiese:
- Credi che dovremmo dirlo agli altri?
- Remus, io direi di aspettare un po’.- rispose Marlene, cominciando ad arrossire.- Voglio dire, è da Natale che…beh, direi che è da poco che noi due…
Marlene sospirò, infastidita: perché doveva balbettare proprio davanti a lui?
- O vuoi tenerti me in privato ancora per un po’?- ironizzò Remus.
- Può anche essere…- ipotizzò Marlene, lieta che la situazione si fosse subito alleggerita.
I due risero ancora, poi Remus disse:
- Vado a controllare il bambino depresso…buona notte.
- ‘notte.- mormorò Marlene con un sorriso.
I due si scambiarono un semplice bacio a fior di labbra e si separarono.


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

NOTE: ok, lo ammetto alcuni dialoghi non sono dei migliori, ma a me piangiucchia parecchio. E abbiamo un James Potter preso dai sensi di colpa: ha rubato un bacio a Lily! Come andrà? Non svelerò niente, ovviamente!!!
Daphne91, inutile che fai la faccina da cane bastonato con gli occhioni languidi, non ti dirò che succede…anche perché ti ho già detto abbastanza a suo tempo! Hihihihih…
E inoltre, è nata la coppia Remus-Marlene. Lo so, in molte ff, Remus sta con Emmeline Vance, ma io ho preferito così...vedrete anche gli sviluppi di questa coppietta :)
Bene, al prossimo capitolo e buona Epifania, ciaoooooooooooo!!!

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Capitolo 13
*** DI NOTTE ***


Era notte fonda nel castello e tutti erano addormentati.
O meglio, alcuni.
Qualche persona era sveglia, e i soggetti interessati si chiedevano come non potessero, i loro vicini di letto, sentire il ronzio dei pensieri che vorticavano nei loro cervelli.

*.*


“L’hai persa. L’hai persa e non tornerà. Ma perché non capisce? È un’occasione di riscatto…la miaoccasione di riscatto! Lei dovrebbe essere accanto a me, non dall’altra parte della barricata. Il Signore Oscuro avrebbe fatto un’eccezione per lei, ne sono sicuro!
Ma perché vuole essere carne da macello? Perché?
Maledetto Potter, è colpa tua se lei non è mia, ora…quanto ti ci vorrà a illuderla e poi a farla soffire? Se non l’avrò io, farò in modo che non l’avrai nemmeno tu!”

Severus Piton guardò il soffitto del suo dormitorio e si asciugò ruvidamente una lacrima che era uscita dall’angolo degli occhi.
Lei doveva essere sua.
Ma ora l’aveva persa.
“Per sempre…”

*.*


“Sono un cretino, un deficiente, un coglione, uno stupido e chi più ne ha più ne metta! Cavoli, ma perché non riesco a collegare i neurono del mio cervello?
Risposta alla Silente: sei innamorato, James, ecco perché ti comporti così. Sei innamorato di una ragazza che forse ti respingerà.
Ma lei è
tuttoper me.
Merlino, mi sono sentito morire quando ho visto quello sguardo. Ma perché rovino sempre tutto?”

James Potter si mise le mani dietro alla nuca e sospirò forte e continuò a pensare a lei, chiedendosi se lei potesse percepire l’intensità dei suoi pensieri.
“Però ha risposto al bacio. Che le sia piaciuto? O forse ha risposto perché si sentiva intrappolata? Lily, stai diventando il tormento più dolceamaro che io abbia mai avuto. O è il contrario?”
Il ragazzo ricordò come Lily si era abbandonata a quel bacio; aveva sentito che anche lei, in fondo provava lo stesso suo desiderio.
Ma lei era pronta ad ammetterlo?
“Aspetterò, se necessario. Perché io ti amo, Lily; e tu vali tutto per me”

*.*


“ ‘Sarò sempre con te…’ Lei non mi ha giudicata, quando le ho detto che sono un lupo mannaro; non ha detto niente, anzi!
Non mi sono mai sentito così…felice. Però ho paura di farle male, di ferirla. E lei lo sa; forse è anche per questo che vuole che la cosa rimanga tra noi, per il momento? So solo che lei è la prima persona per la quale provo questo sentimento.
E credo che gli altri mi direbbero di essere felice con lei: Peter e Frank mi farebbero i complimenti e con tutta probabilità James e Sirius farebbero qualcosa di enorme per esprimermi la loro gioia.”

Remus sorrise. Non aveva mai pensato che a un lupo mannaro come lui fosse concesso di amare.
“Buona notte ancora, Marlene”

*.*


“Dio, che direbbero le ragazze, se glielo dovessi dire? Forse non saprei nemmeno io come dirlo, anche se non ho problemi ad ammettere di essere innamorata di Remus.
So che ha paura, lo sento: ha paura di perdermi per quello che lui è, di farmi del male in ogni modo.
Questo è il motivo per cui andiamo piano, al momento: voglio fargli vedere che io sono sicura di quello che provo per lui, che lui è importante per me.
Io non ho paura…certo, è facile dirlo adesso; ma se dovessi ritrovarmelo davanti trasformato in lupo mannaro? Beh, credo sia un’altra questione.
Comunque, i miei sentimenti per lui non cambiano, nemmeno se fosse un lupo mannaro peggiore di Fenrir Greyback”

Marlene guardò la luna, ora a metà; entro pochi giorni sarebbe diventata piena. Remus non le aveva permesso di fare come i ragazzi e di diventare Animagus, almeno per il momento, ma a lei non importava: era felice comunque.
“Lo ribadisco, Remus: io ci sarò sempre per te.”

*.*


“Sento ancora le sue labbra sulle mie. Le sue braccia che mi stringono, le sue mani sui miei capelli, il profumo della sua pelle…
Lily, che ti succede?

Perché lui?
È da tanto che ti imponi di non pensare a lui, eppure lo fai.
Lo fai perché sta diventando una sorta di ossessione, una sorta di droga…oppure è vero quello che dice Marlene, che io lo amo ma non voglio ammetterlo?
James, perché proprio tu?

 Che cosa ci trovi in me?
Ci sono migliaia di ragazze qui a Hogwarts, e fra tutte perché proprio me? Che cos’ho io, che le altre non hanno?”

Lily sospirò: avrebbe voluto avere sua madre accanto; lei era sempre stata un fenomeno in quel campo.
Lei avrebbe negato l’evidenza davanti a tutti.
Ma a se stessa?
Poteva lei negare i suoi sentimenti?
“Ormai è palese che lui non mi considera più una sfida per lui”
La ragazza si mise di fianco e guardò la rosa, ora mezza appassita.
“Perché sei così complicata, Lily? Che ti costa dirgli la verità?”


 
 
 
 
 
 
 
 
 

NOTE: prima di tutto, grazie mille alle 20 persone che mi hanno messo fra le seguite e le 5 persone che mi hanno messo fra le preferite, mi fa’ molto piacere!!! E vi avviso, vorrei sapere pure le vostre opinioni, anche negative, non importa :)
Bene, torniamo al capitolo…allora, come avrete notato è breve, certo; ma quando l’ho scritto, l’ispirazione era pochina; ho voluto mettere anche i pensieri della nuova coppietta felice perché ci tengo a vedere un Remus Lupin che non viene per una volta frenato dal suo piccolo problema peloso. E anche quelli di Piton; in fondo, nonostante io l’abbia sempre detestato, ho cercato di farlo apparire innamorato sinceramente di Lily così come ce lo descrive mamma Jo Row.
Immagino sarete anche stufe di Lily e James che si complicano la vita a vicenda, ma credetemi, più avanti ne varrà la pena.
Un bacio a tutte, bye bye!!!

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Capitolo 14
*** PROVA DI AMICIZIA? ***


Il castello era immerso nella più profonda quiete e non una cosa si muoveva, eccetto i fantasmi che vagavano in giro.
Uno di loro, con una grande e larga gorgiera, stava fluttuando verso il primo piano, pensando per la centesima volta alla sua tristezza nel non essere ammesso fra i Cacciatori Senza Testa e di conseguenza maledicendo colui che non l’aveva decapitato a dovere. “E usando un’ascia smussata, per giunta!”
A un certo punto si sentì un rumore, subito taciuto, dietro un angolo; qualcuno era andato a sbattere contro un’armatura. Il fantasma vi si diresse in fretta, ma non vide nessuno.
“Pix, probabilmente…” pensò fra sé sir Nicholas, voltandosi indietro e decidendo di andare sulla Torre di Astronomia.
Cinque minuti dopo la sua scomparsa, il chiavistello del portone d’Ingresso fu allentato e la porta si aprì.
Dei passi felpati si persero nell’erba e si diressero velocemente verso il Platano Picchiatore.
A un certo punto, comparvero dal nulla tre ragazzi che respirarono la fresca e quieta aria di inizio marzo.
- La prossima volta, fate più attenzione?- chiese James infastidito, massaggiandosi il gomito.- Non è stato bello per niente, andare a sbattere contro quell’armatura.
- Scusa…- borbottarono Sirius e Peter.
I tre guardarono il Platano Picchiatore che cominciò ad agitare i suoi rami pericolosi.
- Bene, direi che l’abbiamo ammirato abbastanza.- considerò Sirius in tono pratico.- Peter?
Peter annuì e scomparve; poco dopo, un topolino si stava avvicinando a un nodo alla base dell’albero collerico e lo pigiò.
L’albero smise di muoversi e dopo che Sirius si fu messo il topolio in tasca, lui e James entrarono dentro il Platano.
- Guai a te, se mi mordi la tasca dei jeans.- minaccio Sirius al topo, il quale alzò il muso verso il soffitto in chiaro segno di disappunto ed esasperazione.
James ridacchiò e lasciò vagare la sua mente a Lily e Mary, che aveva trovato addormentate nella Sala Comune sui compiti che avevano appena finito.
Era bello vedere Lily addormentata. Era anche riuscito a sfiorarle impercettibilmente - sperava - una ciocca dei suoi capelli, che sembravano emanare una luce propria al fuoco morente del camino.
Era da febbraio che non si parlavano; lui si accontentava di guardarla di nascosto o di vedere il suo cartiglio nella Mappa del Malandrino. Non voleva metterla a disagio un’altra volta.
James si riscosse dai suoi pensieri quando arrivarono davanti a una botola che portava dentro alla Stamberga Strillante.
Il topo squittì, un po’ spaventato.
- Peter, tranquillo…- mormorò Sirius in tono rassicurante, deponendolo sul pavimento.
Sirius e James si guardarono, sentendo le urla di Remus al piano di sopra: la trasformazione doveva essere iniziata.
Poco dopo, quando il lupo mannaro scese, vide un cane, un topo e un cervo pronti ad aspettarlo.
Iniziava una nuova avventura…

Erano le tre e mezza quando James e Sirius rientrarono; Peter era rimasto, in sembianze di topo, con Remus ad aspettare Madama Chips.
I due si misero un po’ di dittamo e si contarono i graffi che avevano sulle braccia.
- Dodici…
- Felpato, mi stai prendendo per le chiappe? Secondo me hai contato anche quelli del mese scorso.
- Perché, quanti ne avresti tu, palco di corna?
- Quindici!
- E chi mi dice che non sia stato tu a contare quelli dell’altra volta?
- Grazie per la fiducia, è così che mi ripaghi?
Sirius si mise a ridere nel vedere James fintamente offeso.
I due, dopo essersi sistemati le ferite, rimasero distesi sui divani, uno per ciascuno, a vedere le braci morenti del fuoco, poi si addormentarono.

*.*


Lily e Mary si svegliarono presto il giorno seguente; essendo sabato, potevano prendersela comoda.
Le due erano rimaste alzate fino a tardi a ripassare Pozioni e si erano appisolate davanti al camino; poi si erano svegliate, Lily con la strana sensazione che qualcuno le avesse accarezzato dolcemente i capelli.
- Non riesco a capire come tu sia riuscita a convincermi a ripassare Trasfigurazione così presto.- commentò Lily mentre scendevano le scale.- Di solito è il contrario.
- Lily, non rimanere prigioniera della monotonia!- esclamò Mary, ridendo.- Capita anche a me, no? Insomma, quando ti capiterà di vedere…Potter e Black che dormono in Sala Comune?!?
Lily si voltò a guardare verso il camino e vide Sirius Black e James Potter spaparanzati sui divani, intenti a dormire nella grossa.
La ragazza s’incuriosì a vedere James che dormiva, un braccio e una gamba penzoloni sul pavimento; aveva un’aria seria e tranquilla che non gli aveva mai visto. Forse stava sognando, perché mormorò con voce impastata dal sonno:
- Lily…
Lily arrossì e Mary lo guardò stralunata.
- Wow, sei una presenza fissa nei suoi sogni…- commentò Mary.
Lily le lanciò un’occhiataccia.
- Scusa…- fece Mary alzando le mani.- Che facciamo?
- Beh, li svegliamo, no?- commentò Lily.
- Ma sono così comici!- rise Mary, ed era vero: Sirius era tutto raggomitolato e stringeva un cuscino, e stava borbottando nel sonno:
- Quindici…te li conto io, Jimmy…
Le due risero e Lily pensò si riferisse a qualche taglio che Remus doveva aver dato loro mentre erano trasformati.
- Dai, non possiamo stare qui in eterno a goderci lo spettacolo.- fece Lily.
- Uffa, sei una guastafeste!- rise Mary.
Lily rise con lei, poi cercò di chiamare i ragazzi.
- Sirius…Potter…
I due non si mossero.
- James…Sirius…
James si mosse un po’ nel sonno, ma non si svegliò.
- Sirius…James…- fece Mary.
Ma non si mossero.
Sirius però mormorò:
- Walburga, maledizione; non mi rompere già di prima mattina, cazzo!
- Walburga?- fece Lily, curiosa.
- La signora Black.- spiegò Mary lapidaria.
Provarono ancora a chiamarli, ma i due non si mossero.
- Lily, mi sa che dobbiamo ricorrere alle maniere forti…- sospirò Mary rassegnata.
Lily annuì, capendo cosa intendeva Mary per maniere forti, e sperò che poi non svegliassero l’intera Casa.

- James…- lo chiamò Lily.
Lui sorrise. Era contento, lei lo guardava allegra.
Si stava avvicinando…
Poteva contarle ogni lentiggine…
- POTTER! BLACK! SVEGLIA!
Si sentì un tonfo e Jame si alzò di soprassalto, chiedendosi che cavolo ci facesse in Sala Comune e come mai Sirius fosse caduto per terra con un urlo comico.
Poi vide Lily e Mary dietro di loro, che ridevano tenendosi la pancia.
- Black, complimenti per la caduta!- esclamò Mary fra le lacrime.- Davvero molto comica! La puoi rifare?
Sirius si alzò borbottando qualcosa di incomprensibile.
- Ben svegliati.- fece Lily tra le risate.
James si stropicciò gli occhi e si arruffò i capelli, insonnolito.
- Ma che ore sono?
- Ora di fare colazione, Potter.- rispose Lily, asciugandosi le lacrime e ridacchiando ancora.- Che diamine ci facevate qui?
- Lily, per favore!- protestò debolmente James, insonnolito.- Puoi evitare di fare il Prefetto di mattina presto?
Per tutta risposta, James si buscò uno schiaffo in testa.
- Ahi!
- Era per svegliarti completamente.- si giustificò Lily, cercando di non pensare al contatto della sua mano con i suoi capelli.
- Complimenti, ce l’hai fatta.- borbottò lui, fregandosi la testa nel punto dove lei l’aveva colpito.
- MacDonald, non dirmi che anche tu vuoi svegliarmi completamente così.- commentò Sirius, cercando di reprimere uno sbadiglio.
- La tentazione è forte.- disse Mary.- Ma è più forte quella di chiamare tutto il tuo fan club al completo.
- Per carità!- sbottò stancamente Sirius alzandosi, vagamente spaventato.
- Vabbè, noi andiamo a fare colazione.- disse Mary, dirigendosi con Lily al buco del ritratto.- Ci si vede in giro, dormiglioni.
I due grugnirono in risposta. James diede un’occhiata veloce a Lily, ma vide soltanto una chioma rossa sparire dalla sua visuale.
Poi pensò alle dita di Lily fra i suoi capelli. Il loro primo contatto fisico - sempre se si potesse definire tale - da giorni.

*.*


La settimana successiva c’era un’uscita a Hogsmeade e Marlene, curiosamente quanto stranamente, era già andata avanti dicendo che doveva incontrare una persona.
Le ragazze non ci fecero caso finchè non la videro al centro del paese che si allontanava in modo furtivo.
- Ma che cavolo…?- commentò Dorcas con curiosità, seguendola con lo sguardo.
Senza accorgersene, era finita addosso a Peter Minus.
- Ahi!
- Scusa, Peter!
Gli altri tre Malandrini più Frank e Alice le raggiunsero.
Anzi, gli altri due: Remus non era con loro.
- Remus?- chiese Mary.
- Boh…- commentò Sirius.
- Ma è strano, non trovate?- commentò Alice.- Tutti e due scomparsi.
- Remus ha detto che doveva vedere una persona.- fece Frank.
- E anche Marlene!- esclamò Dorcas.
James e Lily alzarono le sopracciglia, sorpresi.
Tutti avevano notato che Marlene e Remus erano incredibilmente in confidenza l’una con l’altro, e da molto tempo.
Troppo tempo.
Da dopo le vacanze di Natale, per la precisione.
- E se li seguissimo?- propose Alice.
- Non saprei…- fece Peter, esitante.
- E dai, ragazzi!- esclamò Sirius.- Io sono curioso, direi che dovremmo pur investigare.
- Ma se non sappiamo nemmeno dove sono andati!- obiettò Frank.
- Ma abbiamo visto dove andava Marlene.- disse Lily.
- Io ho il Mantello qui con me.- disse James, battendo la mano sulla tasca destra dei jeans.
Tutti seguirono la via che aveva percorso Marlene, poi Frank disse:
- Ok, allora…direi che Sirius, visto che è un cane, può fiutare il percorso. Tre si Disilludono, tre stanno sotto il Mantello e Peter si trasforma in topo e sta nella tasca di uno di noi.
Tutti annuirono e si misero in un angolo nascosto. Poco dopo, Sirius si era già trasformato nel grosso cane nero, Peter era già in tasca a James, Alice si era Disillusa insieme a Frank e Dorcas e Lily e Mary si misero sotto il Mantello dell’Invisibilità con James.
Tutti loro sapevano da tempo ormai di Remus e del segreto dei Malandrini, Mappa a parte - tranne Lily - quindi non erano sorpresi di vedere Sirius e Peter trasformati in animali.
Il gruppetto invisibile seguì Sirius, che fiutava il terreno, e la direzione fu verso la Stamberga Strillante; venti minuti dopo, il cane fece cenno con il muso a due persone di spalle, appoggiate alla staccionata.
Tutti seguirono Sirius e si nascosero fra gli alberi e i cespugli davanti alla staccionata, vicini abbastanza da sentire Remus e Marlene parlare.
Sirius si mise sotto il Mantello e si ritrasformò in se stesso.
- Ahia!- protestò Mary a bassa voce.- Black, era il mio piede!
- Scusa!- fece lui sullo stesso tono.- Potevi spostarlo, no?
- E piantatela!- sbottarono insieme a bassa voce Lily e James.
I due non si erano guardati per tutto il tragitto; o meglio: Lily guardava dritta davanti a sé, James le lanciava ogni tanto qualche occhiata.
A un certo punto, Sirius fece inorridito:
- Oh, cazzo…devo starnutire!
- Adesso?!- gli fece James, guardandolo storto.- Ma non lo puoi trattenere?
- Non ci riesco!- bisbigliò lui in fretta.
- Trasformati in cane ed esci da qui…- mormorò Mary, ma non fece in tempo a finire la frase che…

- Allora è qui che venite?
- Sì.
Remus mise un braccio attorno alle spalle di Marlene, che disse ridendo:
- Immagino che non ve ne stiate sempre lì.
- No, andiamo anche in giro.- rivelò Remus.- Non ti dico anche come ci comportiamo, ci scambieresti per animali.
- Beh, considerando che durante la luna piena siete tutti e quattro trasformati…- notò Marlene con ovvietà.
Remus annuì, dandosi dell’idiota per una frase così ovvia.
I due rimasero stretti.
- Glielo dovremo dire, non credi?- fece Remus.
- Mi sa di sì.- sospirò lei, appoggiando la testa sulla sua spalla.- Direi che li abbiamo fatti aspettare abbastanza.
- Eh, già…
I due si guardarono, si sorrisero.
Si stavano avvicinando sempre di più…
- ETCIÙ!
Remus e Marlene si voltarono verso gli alberi, accigliati.
- Conosco quello starnuto…- commentò Marlene.
- Pure io…- concordò lui.
Poco dopo, Remus urlò verso gli alberi:
- Piccioncini, fratelli, ragazze…fuori da lì!
Poco dopo apparvero davanti a loro, esitanti e imbarazzati, tutti gli altri.
Peter ritornò se stesso appena James lo pose per terra e, alzando le mani, disse:
- Non c’entro niente, io! È colpa di Sirius.
- Complimenti per lo starnuto, Sir!- fece James. - Spero non mi infetterai.
- Si, ti contagio!- esclamò Sirius, scherzoso.
- Si può sapere che ci fate qui?- chiese Marlene, spazientita.
- Vi abbiamo seguito per curiosità.- rispose schiettamente Dorcas.
- Ma certo che voi potevate essere più…discreti.- fece Alice, sorridendo.
- Comunque…- s’intromise Mary.- Voi due…state insieme?
- Giudicate voi.- rispose Remus, baciando Marlene.
I Malandrini si misero ad applaudire e fare versi e, quando Marlene si staccò da Remus, le ragazze le saltarono addosso urlando felici.
- Si, ma noi diventiamo sordi così!- protestò Frank.
La sua protesta fu tacitata quando Alice gli saltò addosso urlandogli tutta eccitata:
- Hai visto, Frankie? Hai visto?!
Frank non disse niente e fulminò con lo sguardo James, Sirius e Peter che stavano cercando di trattenersi dal ridere, mentre Lily, Mary e Dorcas alzavano gli occhi al cielo.
Quando gli animi si furono calmati, Dorcas disse ai due nuovi fidanzati:
- Allora…ci dovete aggiornare!
- Sì, non ne sapevamo niente!- esclamò Peter.
- Ovvio, topastro!- gli fece Sirius.
- Ok, ok…calma!- fece Remus alzando le mani.- Ci sediamo?
Tutto il gruppetto andò a sedersi sull’erba, vicino agli alberi dove si erano nascosti.
- Allora…- sospirò Marlene.- È dalle vacanze di Natale che…
- State insieme, si, lo sappiamo!- la interruppe Sirius, agitando una mano.
- Sirius, vuoi raccontare tu?- gli chiese Marlene, stizzita.
- No, sennò ti parte con la fantasia e ci mette scene di sesso da censurare!- rispose per lui James.
- Grazie fratello, ti voglio bene!- esclamò Sirius acidamente.
James sghignazzò.
- Insomma, abbiamo fatto una passeggiata per i campi il pomeriggio di Santo Stefano.- continuò Marlene.- Abbiamo parlato di tutto, e poi…
- E poi?- chiesero tutti con curiosa avidità.
- Le ho raccontato del giorno in cui sono stato morso e cosa mi succede quando mi trasformo.- rispose Remus.
- Remus!- fecero i ragazzi.
- Posso andare avanti?- chiese Remus, continuando a raccontare quando i ragazzi si calmarono.- Beh, glielo dico; lei mi guarda e mi fa: “E allora? Perdi il controllo solo una volta al mese, per il resto sei normale e calmo! A parte quando stai con i Malandrini…”
- Come fai a non perdere la calma con questi sciagurati?- chiese Mary, incredula.
- Ve lo spiegherò nella prossima puntata: Remus Lupin e i teppisti selvaggi.- rispose ironico il ragazzo.
I suoi compagni di stanza lo guardarono storto tra il divertito e l’esasperato.
- Ha parlato il santarellino.- lo prese in giro Lily, suscitando le risate di tutti.
- Ad ogni modo…- fece Marlene appena le risate cessarono.- Lui mi dice: “Ho paura di fare del male a te e agli altri in qualche modo, per colpa della mia malattia…” e io gli dico: “Non succederà! Siamo amici, no?”
- Io le dico: “Per me sei più di un’amica, sai?”
- Uno sguardo, io che ringrazio che sia buio e che non mi vede arrossire, lui si avvicina…
- E scatta il bacio.
- Romantico…- sospirò Alice, estatica.
- Ringrazio che l’avete raccontata spiccia!- commentò Dorcas, ridendo.- Se ci aggiungevate particolari romantici, mi facevate venire il diabete.
- Ehi, mi hai rubato la battuta!- protestò Sirius.- Chiedi scusa!
- Anche questa, poi!- fece Dorcas sorpresa, tirandogli l’erba in faccia.
Sirius sghignazzò e le chiese:
- Mi hai appena tirato l’erba in faccia?
- Mah, può essere.- rispose Dorcas in tono fintamente innocente.
- Meadows, la tua ora è giunta!
Sirius provò a lanciarle dell’erba, ma beccò Peter.
Tutti inziarono a tirarsi l’erba e a inseguirsi; mezz’ora dopo, Lily si appoggiò alla staccionata della Stamberga Strillante e poco dopo la raggiunse James.
- Sono senza fiato…- boccheggiò lui.
- E si che sei uno sportivo!- lo rimbeccò lei, sorpresa.
James annuì, poi calò il silenzio; non erano così vicini da febbraio, quando lui aveva tentato di baciarla. La tensione era palpabile.
- Possiamo parlare?- chiese James, esitante.
Lily annuì, guardando la Stamberga.
- Ho sbagliato, e mi dispiace.- disse lui con sincerità.- Insomma, io ho…invaso il tuo spazio e non ho rispettato il tuo volere.
Lily non disse niente, continuando ad ascoltarlo e guardando la Stamberga.
- Ecco…- continuò James.- Che ne dici se…ricominciamo?
- In che senso?- chiese lei, guardandolo interrogativa.
- Se proviamo ad essere amici?- propose James.
Lily ridacchiò e gli chiese:
- Sicuro? Chi mi dice che non ci riproverai con me?
- Te lo giuro.- rispose lui.- Croce sul cuore.
- Parola di Grifondoro?
- Parola di Malandrino.
- Lo sai che non ci riusciremo per davvero, vero?
- Beh, vale la pena tentare. E chissà, magari…
Lily rise e poi disse subito:
- Ok, ok…amici! Ma non farti strane idee, James Potter; sei ancora nella mia lista nera.
- Basta che sia l’unico e il primo della lista.- replicò lui sorridendo.
- Che egocentrico!- commentò lei, sarcastica.
- Ci sto lavorando.- disse lui facendo spallucce.- Allora…amici?
James le tese la mano; vedendo Lily un po’ scettica, le disse:
- Tranquilla, non ti strattono per baciarti a tradimento; promesso.
Lily sembrò valutare le sue parole, poi gli strinse la mano dicendo:
- Amici.
I due si sorrisero, poi si riunirono con gli altri per continuare la battaglia.

*.*


Quella sera, in dormitorio, James disse a Remus:
- Proviamo ad essere amici.
- Tu e Lily?- fece lui, stupito.
- Sì.
- Buona fortuna…
James sorrise. Chissà, magari da amici, le cose si sarebbero poi evolute in meglio.

- Fammi capire…- fece Mary.- Tu e James avete stretto un accordo di amicizia?
- Più o meno, sì.- rispose Lily facendo spallucce.
- Sei sicura che funzionerà?- chiese Marlene.
- È l’unico modo che ho per conoscerlo meglio.- replicò Lily.- Per capire se è cambiato davvero.
Le sue amiche la guardarono un po’ preoccupate e lei disse loro:
- Ragazze, tranquille! Andrà tutto bene.
Loro le sorrisero.
Appena Lily chiuse le tende del baldacchino, Marlene fece a Dorcas:
- Ehi, Dorcas! Secondo te, Lily capirà che quello che prova per James è amore?
- Per me sì, Lene.- rispose lei, fiduciosa.
Lily le aveva sentite, ma fece finta di niente. Si mise supina e si chiese che cosa sarebbe successo durante quella strana prova di amicizia con James Potter.


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

NOTE: eccoci qua! allora, prima di tutto, grazie alle 6 persone che hanno messo la mia storia fra le preferite e le 22 persone che l'hanno messa fra le seguite, mi ha fatto tanto piacere :)
allora, come potete ben vedere, James e Lily provano ad essere amici; direi che non serve fare la classica domanda "ci riusciranno?", visto che sappiamo come va a finire; però...cosa mai accadrà? eh, vedrete :)
bene, spero sia di vostro gradimento e recensite pure, mi raccomando che ci tengo alle vostre opinioni. bye bye!!!

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Capitolo 15
*** BUON COMPLEANNO, “GEMELLI TEPPISTI PROPRIO ETEROZIGOTI” ***


- Non capisco ancora perché devo venire a fare shopping…- borbottò James, svogliato.
- Perché le ragazze mi hanno chiesto se riesco a prendere il regalo a Sirius.- rispose Lily.- E poi voi due avete praticamente la stessa corporatura, avevo bisogno di un modello.
- Perché non Peter?- chiese James ridacchiando.
- Mi prendi in giro?- fece Lily, sorpresa.
- Insomma, anche lui è agile e scattante; e anche molto prestante!- commentò scherzosamente James.
- Stai cercando di svicolare?- gli chiese Lily.
- Ci ho provato…- sbottò lui in risposta.
- Bene, inutilmente comunque.- commentò Lily, ridacchiando sotto i baffi.- Siamo arrivati!
- Evviva…- fece James fingendosi entusiasta.
Era un altro finesettimana a Hogsmeade e Lily aveva obbligato James a venire con lei per prendere il regalo di compleanno di Sirius.
Non che a James dispiacesse, ovviamente; ma l’idea di fare shopping con le ragazze, perfino con Lily, era una cosa odiosa per lui. Inoltre, c’era da aggiungere che Lily gli aveva detto un centinaio di volte che non era un appuntamento.
Da Stratchy&Sons, la catena d’abbigliamento più importante di Hogsmeade, erano appena arrivati i nuovi capi di vestiario.
- Allora…- ricapitolò Lily.- Voi ragazzi gli avete comprato una moto e i tuoi casco e guanti, giusto?
- Sì.- rispose James. “Per la centesima volta” pensò il ragazzo, ma non era per niente infastidito; sapeva delle manie di precisione di Lily, e forse era anche per questo che le piaceva molto; e ormai, lei aveva smesso di chiamarlo quasi sempre per cognome, tranne quando si metteva a dar fastidio, quindi poteva dire che le cose fra loro erano notevolmente migliorate. - Voi allora che gli volete prendere?
- Una giacca per la moto.- fece Lily, controllandone alcune nel reparto maschile.
- Avete già qualche idea?
- Si, Mary ha setacciato tutto il catalogo.
- Immagino…
Dopo un po’, Lily gli chiese:
- Che te ne pare di questa?
James la guardò: era una giacca di pelle nera, semplice, con la zip sul davanti e sulle tasche; niente di troppo ricercato, ma essenziale, esattamente come piaceva sia a lui che a Sirius.
- Sì.- sorrise James.- Così gliela posso fregare!
- Complimenti, eh?- commentò lei.
- Insomma, siamo fratelli! Un minimo di condivisione, no?
- Sì, certo!- tagliò corto Lily.- Dai, muoviti…
- Eh?- fece lui, confuso.
- James, ti ho detto o no che ho bisogno di un modello?- gli ricordò Lily.
- Devo proprio?- James cercò di sfoderare la faccia da cucciolo bastonato.
- James, non costringermi ad affatturarti.- lo minacciò Lily.- E la tua faccia da cucciolo bastonato con me non ha mai funzionato, dovresti saperlo da tempo, ormai!
James sospirò, poi si tolse la giacca a vento e si mise quella in pelle, guardandosi allo specchio e sistemandosela un po’.
“Non male…” pensò James.
Lily sorrise ma distolse in fretta lo sguardo per non imbambolarsi; così disse:
- Perfetta! Bene, prendiamo questa. E rientra anche nel budget.
James se la tolse e la porse a Lily; le loro dita si sfiorarono casualmente, ma lei allontanò subito la mano e si diresse veloce alla cassa.
“Calma, James, calma…” si disse il ragazzo, aspettando Lily fuori dal negozio.
Dopo che Lily ebbe pagato, James propose:
- Tre Manici di Scopa?
- James, non è un appuntamento!- puntualizzò lei cercando di apparire stizzita.
- È solo una bevuta, Lily, che ti credi?
Lily lo guardò un momento, poi gli disse:
- Tieni le mani a posto…
- Si, comandante!- esclamò lui, fingendo di mettersi sull’attenti.
I due si diressero al pub, trovarono posto vicino al caminetto e si bevvero le Burrobirre. Lily si sentì osservata; si voltò e vide Piton che la guardava da lontano, strabuzzando gli occhi. Lei lo incenerì con lo sguardo.
- Che vuole?- chiese James, scocciato.
- Rompere le scatole ad una grande distanza.- rispose lei lapidaria, bevendosi un sorso di Burrobirra.
James annuì poco convinto, si bevve un sorso e, per cambiare discorso, le chiese a bruciapelo:
- E per il mio compleanno che mi prendete?
James compiva gli anni il ventisette di marzo, Sirius tre giorni prima, quindi si era deciso di festeggiarlo tutti insieme facendo di nascosto un salto da Rosmerta.
- James, vuoi rovinarti la sorpresa?- gli chiese Lily, inarcando un sopraciglio.
- E dai, per favore!- implorò lui, fingendosi zuccheroso.
- Vuoi farmi venire il diabete?- fece lei, schifata.
- Non era Dorcas, quella del diabete?
- Pure io…
- Immagino, quindi, che tu frequenti spesso Madame Piediburro.- commentò James sarcastico.
- Ogni giorno.- rispose Lily ironica.- Ormai io e la proprietaria siamo culo e camicia.
- Chi è il culo e chi è la camicia?
- Evito di risponderti, o ti farai delle turbe mentali.
James dovette bere un sorso di Burrobirra per non ridere: Lily era troppo divertente per i suoi gusti.
I due ritornarono a Hogwarts poco dopo, ridendo e scherzando, ma entrambi internamente scombussolati: James doveva usare tutto il suo autocontrollo per non baciare Lily; Lily cercava di non pensare a quegli occhi dannatamente belli.
“E non solo gli occhi…” pensò disperatamente.

*.*


- Che mi regalate?
- Non te lo dico.
- Eddai, MacDonald, ti prego!
- Ho detto di no, Black!
Sirius si fece vicino a Mary e, per non infastidire oltre Madama Pince, fece:
- Ti prego, ti prego, ti pregooooooo….
- Black, leggi il labiale, visto che mi sembri lento di comprendonio, a quanto pare.- gli disse Mary, indicando le sue labbra e parlando poi lentamente, come se si stesse rivolgendo a un malato di mente.- Non…te…lo…dico…quindi…non…scocciare!
- Me la pagherai, MacDonald!- esclamò Sirius, fingendosi minaccioso.- Oh sì, che me la pagherai!
- Che paura!- commentò lei, fingendosi spaventata.
Sirius sbuffò: era troppo curioso!
Aveva già tentato di corrompere tutti, ma non c’era stato verso.
“Perfino Peter si è dimostrato incorruttibile!” pensò Sirius, sconfortato. “Maledetto Remus che gli ha promesso di fargli copiare i compiti per una settimana e maledetto James che se l’è lavorato con praticamente tutto lo stock di dolci di Mielandia!”
Aveva tentato di corrompere Lily e lei l’aveva minacciato con una punizione; aveva tentato con James, ma non gli aveva detto niente e Remus aveva fatto la stessa cosa di Lily.
“Valli a capire, i prefetti!” pensò Sirius sconfortato. “Ma forse Remus non parla soprattutto per paura dei pugni di Marlene” pensò poi.
Le ragazze erano mute come una tomba - perfino Dorcas, la sua compagna/rivale di scherzi - e aveva provato anche con i piccioncini, con il risultato che Alice aveva intimato di a Frank di non parlare o gli avrebbe fatto passare tutta la vita in bianco.
“E per un ragazzo questa è una condanna a morte!” considerò Sirius, scandalizzato.
Sirius fu costretto ad ammettere che doveva aspettare.

*.*


- Finalmente sapremo che ci becchiamo.
- Sai se magari sono altre Caccabombe?
- No, per carità! Devo ancora finire quelle dell’anno scorso.
- Ancora? E che ci vuoi fare?
- Pensavo di metterle nel bagno dove vanni di solito i Serpeverde.
- Scherzo vecchio, l’abbiamo già fatto al quarto anno.
- Ah, è vero…ma Pix va pazzo per i dolci, no?
- E quindi?
- Gliela mettiamo in una torta…
-…e appena esplode…
-…tutto ricoperto di merda!
James e Sirius risero a crepapelle, si misero il Mantello dell’Invisibilità e si diressero alla statua della strega orba al terzo piano. Gli altri si erano Disillusi ed erano andati avanti, dicendo che non li volevano aspettare mentre si facevano belli.
- Dissendium.- borbottò James.
La gobba si aprì e i due ragazzi entrarono veloci.
Dopo essere usciti di nascosto da Mielandia, i due si diressero al pub, mezzo vuoto. Ma gli altri?
- Di sopra…- disse loro Rosmerta, vedendoli al bancone.
I due si guardarono perplessi. Di sopra? Avevano proposto solo una semplice bevuta fra amici, tutti insieme.
Appena arrivarono, sentirono un urlo forte.
- SORPRESA!
Tutto il piano di sopra era stato affittato per festeggiare James e Sirius; un cartellone gigante diceva: TANTI AUGURI, “GEMELLI PROPRIO ETEROZIGOTI”
- Idea di Lily, non c’è dubbio!- commentò Sirius.
- Anche di Mary.- rivelò Lily, mentre Mary faceva un buffo inchino.
C’era un grande tavolo con una torta con su scritto: AUGURI, TEPPISTI! e un bel 17 gigante fatto con la crema di cioccolato; due candeline a forma di diciassette erano esattamente ai lati della torta.
- Esprimete un desiderio!- gridò Dorcas.
James lanciò di nascosto un’occhiata a Lily: era lei, il suo desiderio.
Dopo le candele spente, ci furono le foto; poi ci fu la torta, un giro di Burrobirra e Idromele e tante risate. E poi…
- REGALI!!!- urlarono James e Sirius, eccitati.
I due si sedettero sul divano.
- Dai, largo ai giovani!- concesse Sirius.
- Grazie, nonno!- ironizzò James.
- Fottiti!
- Tu per primo!
- No, tu per primo!
- Tu all’infinito!
- Ehi!
- Volete aprirli, si o no?!- fece Marlene, impaziente.
- Remus, tanti auguri per la tua vita futura.- gli fece Sirius, ridendo.
Remus rise e circondò con un braccio le spalle di Marlene, che lasciò correre la battuta di Sirius con un sorrisetto.
James scartò i suoi regali: dai suoi genitori aveva ricevuto un manuale sulla Difesa Avanzata - che lui aveva addocchiato già da un bel pezzo - e una felpa; dai ragazzi un manuale sulla manutenzione del manico di scopa più lucido per la scopa e una felpa con la zip: dalle ragazze una giacca a vento e una maglietta.
- Siete tutti preoccupati che vada in giro nudo, per caso?- chiese James scherzoso.
Tutti risero e così James notò nella tasca interna della giacca un piccolo rigonfiamento; non riuscì a indagare cosa fosse, perché ora era il turno di Sirius.
Il ragazzo fu contento della giacca in pelle.
- Vi adoro tutte!- sospirò teatralmente Sirius, estasiato.
- Ricordati che due sono impegnate.- gli ricordò Lily.
- Ma la poligamia è nelle mie vene, dovresti saperlo!- esclamò Sirius, fingendosi sorpreso.
Prese il pacco dei signori Potter, che era piuttosto grande.
- E che è?
- Aprilo, no?- gli fece Remus.
Sirius lo aprì e strabuzzò gli occhi: teneva fra le mani un paio di guanti neri da motociclista e una scatola contenente un casco nero.
- Ma che…?- fece Sirius, sorpreso.
- Sai qual è il nostro regalo?- fece Remus.
- Purtroppo lo dovrai vedere quest’estate.- gli disse James.- Ma te lo possiamo mostrare.
James gli porse una rivista con un segnalibro; Sirius l’aprì e…
- LA MOTO?!?
- Allora?- fece Peter.- Ti piace?
- Se ho detto alle ragazze che le adoro…beh, deficienti, VI AMOOOOOOO!!!
Sirius riuscì a travolgere tutti i maschi in un abbraccio di gruppo, al quale fecero unire anche le ragazze…e finirono tutti per terra fra le risate.
Quando si furono rialzati, Sirius propose:
- Gara di Burrobirra!
- Già fatta a Natale.- gli ricordò Peter.- Con l’idromele o il Whisky Incendiario?
- Faccia da topo, ogni tanto hai delle belle idee!- Sirius si spupazzò selvaggiamente Peter per scherzo.
- Grazie latrato canino, ma staccati o soffoco!- protestò Peter a mezza voce per l’abbraccio di Sirius e le risate soffocate che stava facendo.
I ragazzi aprirono le bottiglie di idromele e Whisky.
- Aspettate…- Frank ebbe un lampo birichino negli occhi.- E se facciamo maschi contro femmine?
- Frank, lo sai che tu lasceresti Alice vincere, non è vero?- fece Peter.
- Non è detto.- rispose lui.
-Ehi!- protestò Alice, colpendolo scherzosamente.
Alla fine, si fece maschi contro femmine; e l’ultima gara era fra James e Lily.
- Preparati a perdere, Evans!- sghignazzò James.
- Ride bene chi ride ultimo, Potter!- fece lei con un sorrisetto di sfida.
La loro sfida era bere dal collo della bottiglia quanto più idromele fosse possibile; i due avevano una bottiglia a testa, che dopo sarebbero state confrontate.
- In posizione…- disse Frank
- Ai vostri posti…- fece Remus.
- Pronti…- disse Peter, torcendosi le mani con eccitazione.
- VIA!- gridò Sirius.
La saletta si riempì di urla di incitamento. E alla fine…
- STOP!- urlò Remus e andò a confrontare le due bottiglie, mentre Lily e James prendevano fiato, leggermente arrossati.
- James…- fece Remus.
- Ho vinto?- chiese lui, sorridendo.
- Per pochissimo…- James stava esibendo la faccia da trionfo, come la chiamavano tutti.-…ha vinto Lily!
- Cosa?!?
- Tiè!- esclamò lei, ridendogli in faccia.- Ehi, dovresti vederti, non hai una bella espressione!
Il flash partì e poco dopo Peter gli stava sventolando davanti una foto con un James che strabuzzava gli occhi, imbambolato.
- Bell’espressione, fratello, complimenti!- sghignazzò Sirius.
- Evans, non è giusto!- esclamò scherzosamente James a Lily, che era andata vicino alla finestra a prendere un po’ d’aria.
- Brucia la sconfitta?- chiese lei con un sorrisetto.
- Sì!
- Allora tieni a mente questo: non sfidarmi mai.
James le si avvicinò all’orecchio e le disse:
- Beh, direi che come cosa mi sembra interessante…
- Potresti pentirtene…- lo avvertì lei a bassa voce.
- Non credo…
Entrambi rabbrividirono per essere così vicini, ma a riscuoterli fu la caduta comica di Frank che era inciampato nel tappeto della stanza.

*.*


Verso le due, erano già a letto. James prese la giacca a vento nuova e controllò la tasca interna rigonfiata; lì, c’era un piccolo soffice pacchetto.
Dopo averlo scartato, vide davanti a sé una sciarpa nera con sottili linee rosso scuro e un piccolo biglietto.


Così eviti di prenderti i tuoi colossali mal di gola e una scusa per evitare di fare i compiti. Si, lo so, sono un prefetto fino al midollo, ma tengo ai tuoi voti.
Ancora tanti auguri.
Lily.



James sorrise nel buio.
“Grazie, Lily…”

*.*


Lily spense la luce; sperò che il suo regalino gli fosse piaciuto. Era stata una scelta istintiva, ma era stata contenta di averla fatta.
“Ancora buon compleanno, James…” pensò Lily.
Era ancora divertita dalla festa e un po’ frastornata per l’idromele bevuto, ma di una cosa era certa: le era mancata la voce di James al suo orecchio.


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

NOTE: eccoci qua!!! allora, lo ammetto non so quando è veramente il compleanno di Sirius, ma mi piaceva l'idea che lo compisse nello stesso periodo di James :) in quanto alla vostra coppietta preferita, beh...vediamo che Lily comincia un pelino ad aprirsi, anche se non vuole ancora ammettere che si sta innamorando di James; ma lo sappiamo, lui non demorde mai :)
Dpahne91, di la verità: non ti aspettavi una Lily che fa' gare di bevute, eh? ;)
bene, mi raccomando, recensite in molti, che voglio sapere le vostre opinioni; anche negative o critiche, tutto va bene per migliorare.
bye bye!!! :)

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Capitolo 16
*** MATERIALIZZAZIONE E DOLCI AVVELENATI ***


Pochi giorni dopo, apparve nelle bacheche di tutte e quattro le Case un avviso per gli studenti del sesto anno che avevano compiuto, o dovevano compiere ancora, diciassette anni: gli esami di Materializzazione.
- Quasi quasi me ne vado in giro su una scopa.- borbottò Sirius.
- Dai, non può essere così terribile…- commentò Frank.
- La Materializzazione Congiunta sì!- fece Sirius.- Dolorosa, ti schiaccia tutti gli organi interni e ti sembra di avere gli occhi fuori dalle orbite e…
- Sirius, abbiamo appena cenato.- gli ricordò Lily.
- Scusate…- borbottò Sirius.
- Dai, magari da singoli non è male.- fece Remus.
- Lo spero…- commentò James.
- Ma è davvero così terribile la Materializzazione Congiunta?- chiese Lily.
- Sì!- risposero James e Sirius.
Alice alzò gli occhi al cielo e disse:
- Dai, siate meno pessimisti…
- Piuttosto, qualcuno ha letto chi ci farà le lezioni e l’esame?- chiese Mary.
- Un certo Wilkie Twycross…- rispose Peter.
- COSA?!?- esclamarono James, Sirius e Frank a voce altissima.
- Lo conscete?- chiese Alice.
- Ali, ti ricordi quando l’anno scorso a Pasqua sei venuta a mangiare da me, che abbiamo fatto la passeggiata e abbiamo incrociato un tipo basso con una faccia scema?- le chiese Frank.
- Sì…- rispose lei.
- Quello è Twycross.- fece Frank.
- Non deve essere molto amato, allora…- considerò Mary.
- Credimi, mia cugina voleva mollargli un pugno.- rivelò Sirius.
- Senza offesa, ma da Bellatrix ce lo aspettiamo…- commentò Remus.
- Parlavo di Andromeda.- puntualizzò Sirius.
- Andromeda?- fece Mary.- E chi è?
- La sorella di mezzo di Bellatrix e Narcissa.- spiegò Sirius.- Almeno lei ce l’ha, il sale in zucca.
- Fammi indovinare.- fece James.- Anche lei è stata incenerita dall’arazzo di famiglia perché tiene a te?
- Anche per quello.- Sirius sorrise compiaciuto.
- Ovvero?- chiese Lily.
- Qual è il più grande disonore per i Purosangue?- chiese Sirius a nessuno in particolare.
- Avere dei figli che sposano persone di origine Babbana o con tendenze filo-babbane.- rispose Marlene.
- Vi ricordate Ted Tonks?- chiese di nuovo Sirius.- Lui è di origine Babbana; e quando lui e Andromeda si sono sposati quattro anni fa, hanno avuto una figlia subito dopo perché lei era anche incinta e, beh…mamma ha “bucherellato” lo spazio di Andromeda nell’arazzo.
- Che dolce mammina…- commentò Dorcas.

*.*


Due giorni dopo, tuti gli studenti del sesto anno erano giù in Sala Grande, sgombrata dei quattro lunghi tavoli e piena di polverosi cerchi di legno.
L’insegnante di Materializzazione, Wilkie Twycross, stava parlando con la professoressa McGranitt.
- Che tappo…- commentò Peter.
- Almeno Dorcas e io riusciamo a battere qualcuno in altezza…- considerò Lily facendo spallucce e non sentendosi una nanerottola per una volta, visto che era alta un metro e sessantacinque.
James sorrise alla sua battuta e Dorcas ridacchiò, visto che lei e Lily erano le più basse del gruppo.
- Buon pomeriggio, mi chiamo Wilkie Twycross.- disse l’uomo.- Sono qui per insegnarvi la Materializzazione. Come ben sapete, è impossibile Materializzarsi o Smaterializzarsi entro i confini di Hogwarts; tuttavia, il professor Silente ha reso possibile la Materializzazione solo in questa Sala, appunto per le nostre esercitazioni, e vi consiglio vivamente di non provare a Smaterializzarvi fuori dal castello o dalla sua area di competenza, poiché sarebbe poco saggio e dannoso per voi…
- Ma si ricorderà di respirare?- commentò Sirius.
- Mi sa che va a batterie…- commentò Remus.
- A che?
- Dovresti proprio frequentare Babbanologia, sai?
- Seguo già abbastanza materie.
- Avete davanti a voi dei cerchi.- stava dicendo Twycross.
- Davvero?- fece Marlene a bassa voce.- Non me n’ero accorta.
- Questi cerchi sono la vostra destinazione.- spiegò Twycross.- Dovete ricordarvi la regola delle tre D: Destinazione, Determinazione, Decisione.
- Bene, le ho già dimenticate.- pigolò Peter, impaurito.
- Punto primo: fissate la mente con forza sulla destinazione desiderata.- continuò Twycross.- In questo caso, l’interno del cerchio. Prego, concentratevi.
Qualcuno imitò una mosca che ronzava, producendo delle risate poi represse all’occhiataccia della McGranitt.
- Punto secondo: mettete a fuoco la vostra determinazione di occupare lo spazio visualizzato!- proseguì Twycross.- Punto terzo, e solo quando vi darò l’ordine…girate sul posto e cercate di entrare nel nulla con decisione. Al mio ordine…uno…
Tutti furono presi alla sprovvista: Materializzarsi in quel preciso momento?
-…due…
Peter era a dir poco terrorizzato.
-…tre!
James era riuscito a entrare incredibilmente nel cerchio, anche se ondeggiando un pochino; Lily al suo fianco c’era riuscita perfettamente.
- Sarà la sola volta che ci riuscirò…- commentò Lily con una smorfia.
Peter era caduto per terra, così come molti altri nella Sala.
- Non importa…- stava dicendo Twycross.- Riprovate e ricordatevi delle tre D.
Un’ora dopo, finita la lezione, Sirius stava rabbiosamente e scherzosamente elencando le tre D alla sua maniera:
- Deficiente…Deretano…Demente!

*.*


Il mese seguente, a maggio, era il periodo dell’esame di Materializzazione a Hogsmeade.
Le ragazze l’avevano superato tutte brillantemente.
- Ragazze, per premiarci, direi di andare a prendere una bella pastina da Herbert.- propose Dorcas, saltellando.
- Io e Marlene aspettiamo Frank e Remus, ci vediamò la!- le informò Alice, salutandole con la mano.- Prendiamo sempre le solite, i soldi ve li diamo dopo!
- Ok!- fece Lily, salutandole a loro volta con la mano.
Herbert Gylx era il proprietario di un bar pasticceria all’inizio del centro del villaggio; era un uomo di mezza età, con capelli brizzolati e baffetti con le punte arricciate all’insù alla Salvador Dalì - del quale era un grande estimatore, visto che apprezzava l’arte moderna Babbana - e quel negozietto caratteristico era gestito da ben quattro generazioni!
- Oh, le mie belle donzelle!- Herbert le salutò allegramente.- Allora?
- Passate tutte e cinque, Herb!- esclamò Mary.
- Ne mancano due.
- Aspettano i loro amorucci.- fece Dorcas, mentre guardava il bancone dei dolci.
- Prendete pure, e oggi a metà prezzo.- le invitò Herbert.
- Perché?- chiese Lily, studiando con molto interesse i bomboloni al miele.
- Ho licenziato Peter.- rispose Herbert.
- Buon per te, Herb, davvero!- esclamò Mary, calorosa.
Peter War era il suo assistente, di circa ventidue anni, molto scontroso e altero; aveva avuto molti battibecchi con i clienti e anche con il povero Herbert.
- Si, se n’è andato, per fortuna.- spiegò l’uomo, passando le paste alle ragazze, che avevano preso anche quelle di Marlene e Alice.- Ieri è arrivato in ritardo come suo solito e ha trattato male i clienti, chiamando una signorina “Sanguesporco”; insomma, lì non ci ho visto più e l’ho cacciato. È venuto poco fa a prendere le sue cose, perché ieri se n’è andato incazzato nero.
- Che deficiente.- commentò Lily, prendendo un tovagliolo di carta per la sua brioche al cioccolato e alla vaniglia.
- Proprio…- commentò Dorcas con la bocca mezza piena di muffin ai mirtilli.
- Ah, arriva il resto della compagnia!- le avvisò Herbert con un sorriso.
Il gruppetto, infatti, si stava avvicinando a grandi passi.
- Allora?- urlò Mary.
- Tutti promossi!- urlò Peter, sollevato.
- Tutti?
- Tranne Frank…- precisò Sirius scuotendo la testa.
- E perché?- chiese Mary.
- Si è lasciato dietro un pezzettino minuscolo di unghia.- rispose Remus.
- Che cazzata…- commentò James.
- Proprio…- Dorcas buttò nel cestino il tovagliolo e inghiottì per bene il muffin.
- Niente per voi, ragazzi?- chiese Herbert.
- Non oggi, Herb, scusa.- rispose Sirius con un sorrisetto.- Non abbiamo fame e Peter deve pensare alla linea.
- Ehi!- protestò lui.
- È la verità, no?- lo rimbeccò Sirius.
Il gruppo salutò Herbert e si fece una passeggiata, il resto delle ragazze che mangiava ancora; stavano prendendo pesantemente in giro Twycross per tirare un po’ su il morale a Frank quando…
- Dorcas!- esclamò Alice, atterrita.
Dorcas era caduta per terra, svenuta.
- Ma è dovuto alla Materializzazione?- chiese Peter, preoccupato.
- Non può essere…- obiettò Frank
- Ah!- Marlene si piegò in due, tenendosi la pancia e facendo cadere a terra metà pastina.
- Che c’è?- le chiese Remus, preoccupato.
- Non lo so…- rispose lei, digrignando i denti.
- Oh, cavoli…- fece Lily, impallidendo e correndo dietro a un cespuglio.
James la seguì e la vide vomitare di brutto.
- Ma hai mangiato qualcosa di pesante, a pranzo?- le chiese lui, ansioso.
- Non so, non credo…- biascicò lei in risposta, ora pallida.
Anche Alice era piegata in due da dolori di stomaco e Mary ebbe un capogiro.
- Ma che cavolo…?- fece Sirius.
Improvvisamente, molte persone attorno a loro si sentirono male: chi sveniva, chi vomitava, chi aveva ad un tratto la febbre…
- Ehi, ma quello non è War?- chiese James, indicando un ragazzo allampanato in un angolo.- Che ci fa in giro?
- Herb l’ha licenziato ieri.- rispose Lily debolmente.- E oggi è venuto a prendersi le sue cose…
- Tu!- urlò una voce incazzata e videro Herbert scagliarsi contro War, che sghignazzava dicendogli:
- Piaciuta la sorpresa, Gylx?
Sirius ringhiò, ma in quel momento arrivarono dei Medimaghi dal San Mungo e degli Auror.
I ragazzi si Materializzarono ai cancelli di Hogwarts con le ragazze…e lì incontrarono Twycross e la McGranitt.
- Come mai, ogni volta che succede qualcosa di grave ci siete sempre voi?- chiese la McGranitt con preoccupazione.
- Mi creda, professoressa.- disse James.- Me lo sto chiedendo anche io.
- Signor Paciock, vedo che stavolta ce l’ha fatta!- fece Twycross, alzando le sopracciglia.- Quasi quasi revoco la bocciatura.
- Davvero?- chiese Frank speranzoso.
- No, meglio di no…- ci ripensò Twycross.- Voglio essere sicuro che lei sia pronto al cento per cento per l’esame estivo.
Appena Twycross si allontanò, Fran lo mandò mentalmente a quel paese e si concentrò a portare Alice in infermeria insieme agli altri.  


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

NOTE: allora, innanzitutto grazie a chi ha recensito lo scorso capitolo, sono stata davvero contenta, così come mi fanno piacere le ultime persone che hanno aggiunto la mia storia fra le preferite/seguite.
allora, andiamo al capitolo: hanno fatto l'esame di Materializzazione...e arrivano le solite grane! l'ultima battuta di James l'ho ripresa dal sesto film di Harry Potter (è la battuta che dice Ron alla professoressa McGranitt dopo l'incidente della collana).
bene, spero vi piaccia il capitolo, bye bye :)

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Capitolo 17
*** LA SOFFITTA ***


Era chiaro che era stato Peter War a mettere in tutte le pastine delle pozioni che causavano disturbi fisici a chi le mangiava; era il suo regalo d’addio e la sua vendetta a Herbert Gylx per averlo licenziato.
Dorcas si riebbe dopo poco tempo, mentre Mary fu costretta a star sdraiata sul letto a riprendersi; Marlene e Alice dovettero bere una pozione contro i crampi e i bruciori di stomaco.
La sorte peggiore toccò a Lily: nella sua pastina era stata messa una pozione che causava ulcere allo stomaco; avendo però mangiato solo una parte della pastina, doveva stare solo mezza giornata in infermeria. La parte peggiore era il dover espellere la pozione avvelenata e in un solo modo: vomitarla. Era quindi costretta a prendere una pozione che stimolasse i conati di vomito; all’inizio, non c’era niente da registrare, ma poi il vomito divenne scuro.
- Segno che i rimasugli della pozione stanno per essere espulsi.- le disse Madama Chips.- Direi che entro due ore dovrebbe averla espulsa del tutto, signorina Evans.
“Che culo…” pensò Lily, alzando gli occhi al cielo, seduta vicino al bagno.
- Come va?- le chiese James, sedendosi accanto a lei.
- Ho una pozione da prendere ogni dieci minuti per vomitare quella che mi è rimasta nello stomaco.- rispose Lily.- E ha un sapore orrendo.
James annusò il calice ora vuoto dove prima c’era la pozione e disse arricciando il naso disgustato:
- Si sente…
Lily rimase in silenzio, poi gli chiese:
- Ti sei spaventato, vero?
- Logico…- sospirò lui.
Lily annuì; e gli disse:
- Comunque sto bene…
- Davvero?- lui la guardo tra l’incredulo e lo scettico.
- Bene in senso lato.- precisò lei.
Madama Chips arrivò in quel momento, prese il calice e lo riempì con un liquido blu elettrico fumante che emanava un saporaccio amaro.
- Tutto d’un fiato, signorina Evans.- le disse Madama Chips.- So che non è buono, ma è per la sua salute.
Lily annuì e bevve d’un fiato la pozione, facendo poi una smorfia e un verso di disgusto.
- Bleah!
James sorrise appena.
- Che c’è?- chiese lei, interrogativa.
- Bella smorfia, davvero.- rispose lui.- Giuro!- fece poi davanti alle sopraciglia inarcate di Lily.
- Beh, lo era anche la tua, quando hai annusato il calice.- replicò Lily sorridendo a sua volta.
I due ridacchiarono un po’.
James si fece un po’ più vicino al suo viso…
Lily impallidì d’un colpo e borbottò:
- Bagno…
La ragazza si alzò in fretta e furia e si fiondò nel bagno, maledicendo Madama Chips per il suo dannatissimo e sbagliatissimo tempismo.
“Caspita, volevo davvero baciare James Potter di mia spontanea volontà? Allora, sto davvero male!” considerò Lily dopo aver vomitato.
Ma stava davvero così male?

*.*


Le ragazze uscirono dall’infermeria verso ora di cena con poco appetito e quindi mangiarono molto leggero.
Poco dopo, erano tutte e cinque nel loro dormitorio a riposarsi un po’ facendo varie cose: Lily leggeva, Alice si metteva lo smalto, Mary si limava le unghie, Marlene e Dorcas ripassavano un pochino.
- Toc toc…- fece una voce scherzosa.
- Black…- fece Mary alzando lo sguardo verso la porta, dove c’erano tutti e cinque i ragazzi.
- State tutte meglio?- chiese Remus, sedendosi accanto a Marlene.
- Un po’ sì, grazie.- rispose Dorcas.
- Dolci?- Peter aprì uno zaino dove c’era il ben di dio di dolci.
- E ovviamente, la dieta va’ a farsi fottere…- borbottò Sirius alzando gli occhi al cielo.
- Come la tua educazione, Black.- lo rimbeccò Dorcas con un sorrisetto, facendo zittire un Sirius allibito.
- Un applauso a Dorcas Meadowes, l’unica che riesce a far zittire Sirius Black.- ironizzò James sedendosi ai piedi del letto di Lily.
Tutti risero, perfino Sirius.
- Ok, magari una caramella.- fece infine Alice allungando una mano verso lo zaino di Peter.- Voglio dire, non può farmi molto male.
- Io diffiderei, te la stanno offrendo i Re degli scherzi.- commentò Lily.
- Quindi se io ti offrissi qualcosa, diffideresti?- le chiese James.
- Esattamente.- rispose lei divertita.
- Grazie, mi sento offeso!- esclamò James in tono fintamente pomposo e sdegnato.
- No, quel tono no!- lo avvertì Sirius.- Mi ricordi quel coglione di Orion.
- Orion?- chiese Dorcas, confusa.
- Il signor Black.- spiegò burberamente Sirius.
- Ma i tuoi genitori…- fece Mary, esitante.- Insomma, non li chiami mai…?
- Mamma e papà? No.- fece Sirius.- Non sono mai stati genitori per me. Se per essere genitori basta scodellarsi un figlio appena uno ne ha la possibilità, allora tutti quanti sono capaci di esserlo.
- E quindi questo è il motivo per cui mi tocca sorbirmi questo cane demente tutte le vacanze.- ghignò James.
- Come se la cosa ti dispiacesse.- commentò Sirius, ghignando a sua volta.
Tutti risero. Alice, che aveva finito di darsi lo smalto, aveva cominciato a leggere un capitolo di un libro Babbano intitolato Cime Tempestose.
- Oh, che bella questa frase!- esclamò Alice.- Leggi, Frankie!
Frank la lesse ad alta voce:
- Di qualunque cosa siano fatte le anime, la mia e la sua sono la medesima.
- Diabete a mille, Lily!- urlò Dorcas.
- Ho bisogno di un po’ di acido!- commentò Lily.
- Ok!- scherzò Alice, fingendosi offesa.- Cassie, Lils…non obbligatemi a menarvi!
- Cassie?!?
- Lils?!?

James e Sirius guardarono sorpresi le due ragazze, che erano scocciate.
- È dal secondo anno che non ci chiami più così!- esclamò Dorcas, imbronciata.
- E ne eravamo contente…- borbottò Lily.
- Guardate il lato positivo.- disse loro Marlene.- Vorrà dire che smetterà di chiamarvi “pucci”.
- Mi sa che preferivo “pucci”…- considerò Lily.
- Beh, non è male Lils…- commentò James.
- Potter, vuoi rischiare la vita chiamandomi così?- gli chiese Lily.
- Non rischiare, Jimmy.- gli consigliò Sirius.
- Come mi hai chiamato?!?- esclamò James, schifato.
- Jimmy.
- Ci sono solo due persone al mondo autorizzate a chiamarmi così: i miei!
- E che c’è di male?- gli chiese Peter.
- Fa’ schifo!- rispose James.
- Già che ci siamo, sveliamo anche quello di Sirius?- propose Remus.
- Non oserete mica in mia presenza!- esclamò Sirius, sbalordito.
- Eh già…Sis!- rise James.
- Sis?- Dorcas lo guardò sbalordita.
- O preferisci Sissy?- sghignazzò James.
- Jimmy bello, vuoi rischiare lo strangolamento?- gli chiese Sirius.
James lo guardò male.
- Remus, come fai a sopportarli?- chiese Lily.
- Me lo sto chiedendo pure io…- confessò Remus.
- Eddai, non siamo così terribili, Lils, te lo giuro!- le disse James con un sorriso birichino.
- Non costringermi ad alzarmi per picchiarti, sto ancora così così, Potter.- lo avvertì lei mezza irritata e mezza divertita.
- A me non sembra.- commentò James divertito.- Comunque ok, come vuoi, Lils.
Lily si alzò e gli disse:
- Preparati alla castrazione totale, allora!
- Castrazione?- James ebbe un pochino di paura.
- Totale.- ripetè Lily, con una luce negli occhi proprio…malandrina.
James se la squagliò, con Lily che urlò:
- POTTER!
- Ah, ma allora stai meglio, vedi?!- le disse lui, ridendo.
Tutti si guardarono stupiti.
- Ok, sapevamo di James Potter che corre dietro a Lily Evans.- rise Dorcas.- Ma…Lily Evans che corre dietro a James Potter?
- Credete che dovrei intervenire?- chiese Remus, in tono fintamente incerto.
- Prima o poi Lily si ricorderà che è un prefetto anche lei.- rispose Alice.
Da sotto si sentirono scalpiccii e risate, poi James dire:
- Lily, non devi! Sei un prefetto, devi dare l’esempio.
- Hai ragione.- disse Lily.- Ma sai che ti dico? Chi se ne sbatte!
Le corse ripresero. Tutti si guardarono allibiti.
- Bene, Sirius ho vinto la scommessa!- gridò Peter a Sirius.- Te l’avevo detto che prima o poi lei correva dietro a lui.
- Precisiamo: correva dietro a lui, ma non per menarlo.- gli ricordò Sirius.
- E quindi?
- E quindi non sgancio niente, hai cap…
La replica di Sirius fu soffocata da Peter che gli saltò addosso a tradimento, fra le risate generali, mentre Sirius bofonchiava a fatica:
- Le mie…proprietà…

*.*


James corse a rotta di collo su per le scale e Lily lo seguì veloce.
Il ragazzo salì e salì e, tastando un certo mattone con una incisione sopra, aprì un passaggio; vi s’infilò ma…
- Ahia!
- Beccato!
Lily gli era praticamente saltata sul collo, facendogli anche un po’ male.
James salì le scale che erano comparse e con la bacchetta aprì la porta di fronte a loro, poi disse con voce soffocata:
- Lily, la mia trachea rischia di raggiungere lo stomaco; potresti scendere, per favore?
- Peccato, ci terrei volentieri a vederti mentre tiri le cuoia!- scherzò lei, ma scendendo dalla sua schiena e togliendo le braccia dal suo collo.
James si massaggiò la gola, sorridendo di nascosto: Lily Evans che correva dietro a lui? Da quando si erano invertiti i ruoli?
- Dove caspita siamo?- gli chiese Lily, curiosa.
- Immagino che tu non sapevi della soffitta della Torre di Grifondoro.- le disse James.
Lily scosse la testa, sopresa.
- Beh, benvenuta allora!- le disse James, agitando la bacchetta.
Una porta-finestra si aprì, lasciando intravedere uno scorcio fantastico sul lago, sulla foresta e sulle montagne circostanti; le lampade vetuste della stanza si illuminarono, rivelando una stanza piccola, con travi di legno sul soffitto e mobili antichi, tra i quali un antichissimo letto a baldacchino con tende rosse ormai sbiadite e un po’ tarmate.
- L’hai trovata tu?- chiese Lily.
- Con Sirius, al quarto anno.- rispose James.- Sai, avevo letto un libro di leggende…
- Tu hai letto un libro?
Lily lo guardò sorpresa: sapeva che James trovava noioso già leggere solo i libri di scuola.
- Ehi, non è l’unico!- rise lui.- Prima avevo letto quello sugli Animagi, per ovvi motivi.
Lily rise e si mise sul balcone; si appoggiò all’inferriata e gli chiese:
- Insomma, hai letto questo libro di leggende…quindi?
James si riscosse subito per aver ammirato Lily stagliata contro il panorama notturno: era troppo bella, con il vento che giocherellava con i suoi capelli.
- Ehm…- James si schiarì la voce e, quando Lily rientrò per il vento un po’ freddo e si mise seduta per terra appoggiata con la schiena al letto, lui si mise vicino a lei.- Allora…avevo letto di questa soffitta che, a detta di molti, era introvabile o addirittura inesistente; secondo quel libro, bisognava contare fino al novantanovesimo mattone, schiacciarlo e si apriva un passaggio che portava qui.
- E tu e Sirius vi siete messi a contare i mattoni?- Lily lo guardò divertita.- Non credevo sapeste contare.
- Simpatia, portami via!- commentò James, ironico.- Comunque sì; che tu ci creda o no ci siamo messi a contare; era inverno, quasi tutti erano fuori a giocare a palle di neve e io e Sirius ne abbiamo approfittato. Conta, conta e riconta…alla fine l’abbiamo trovato, siamo entrati e siamo arrivati qui.
- Immagino la polvere.- commentò Lily, cercando di immaginarsi tutti e quattro i Malandrini con grembiule, cuffietta e piumino per la polvere.
- Che c’è?- le chiese James.
- Cercavo di immaginare voi quattro vestiti da cameriere.- rispose Lily ridacchiando.
- Oh, per carità!- commentò James, schifato.- Ma credimi, ogni volta che venivamo qui all’inizio, non abbiamo fatto altro che dire Gratta e Netta, anche dieci volte di fila!
- Voi che fate le pulizie con il Gratta e Netta in questa topaia, e vivete come animali nel vostro dormitorio?- Lily scosse la testa, ironica.
- Beh, considerando che siamo Animagi…- scherzò lui.
Lily annuì, guardandosi intorno e sentendosi stranamente a suo agio, nonostante la presenza di James le facesse venire le farfalle nello stomaco.
Erano da soli in quel posto interessante e misterioso.
Alla fine, capirono tutti e due che era meglio evitare il silenzio, o rischiavano entrambi: James di fare qualcosa di stupido e Lily di essere di nuovo baciata da lui.
Anche se la cosa l’attirava…


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

NOTE: allora, siccome domani ho un esame, pubblico ora...
ed ecco che James svela un altro segreto a Lily...che sta cominciando ad aprirsi un po' di più con James, altrimenti non si spiegherebbe perché voglia baciarlo :)
cosa accadrà in seguito? chi lo sa...lo so, vi tengo con il fiato sospeso, ma la perfidia scorre nelle mie vene...mwahahahahah!!!
e comunque, per quanto riguarda Lily che vomita a causa di quelle ulcere...mi sono ispirata al mio unico (per fortuna) soggiorno ospedaliero causato da un'ulcera che mi ha causato una crisi di vomito; vi risparmio il resto dei dettagli...
comunque, vi anticipo che il prossimo capitolo sarà solo James/Lily, per la vostra felicità.
e ora..grazie mille per le recensioni che mi avete lasciato, mi hanno fatto molto piacere (Daphne, Herm...parlo a voi due in particolare: GRAZIE!!!!) e grazie alle ultime persone che hanno aggiunto questa storia fra le seguite/ricordate/preferite....vi lovvo tantissimo!!!
bye bye :)

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Capitolo 18
*** CONFIDENZE IN SOFFITTA ***


- Fammi indovinare.- fece Lily, curiosa.- Vi mettete qui a fare i vostri festini privati con le fan?
- No, questo è un posto privato.- rispose James.- Solo per noi.
- Quindi non ci avete mai portato nessuno al di fuori del gruppo.
- La prestiamo a Frank a volte, quando vuole stare da solo con Alice.
- E io che pensavo andassero nella Stanza delle Necessità.
- Infatti, è solo che a volte…beh, c’è sempre bisogno di qualcosa di nuovo.
Lily sorrise e si passò una mano fra i capelli in un gesto abituale che James trovò stupendo. E fu allora che lo notò…
- Cos’è?- chiese James indicando un punto alla base del collo di Lily che s’intravedeva dal colletto del pigiama grigio chiaro.
- È una voglia.- rispose semplicemente Lily.
La ragazza scostò un po’ il colletto e una ciocca di capelli e James la osservò bene: era una piccolissima voglia scura che ricordava vagamente…
- Una stella marina?- fece James ad alta voce.
- Eh già.- fece Lily, risistemandosi colletto e capelli.- Ce l’ho sempre avuta. Forse è per questo che mi piacciono le stelle marine. Sì lo so, è una cosa un po’ scema…
- No, non lo è.- disse James.
- Devi sempre contraddirmi?- rise lei.
- Che gusto c’è, se non lo faccio?- replicò lui, divertito, scompigliandosi i capelli.
La manica della felpa si era alzata e Lily serrò i suoi occhi su un lungo taglio sull’avambraccio.
- Ah, Remus…- minimizzò lui.
- È diverso quando è con degli animali?- chiese Lily.
- Sì.- rispose James.- Ci mette un po’ a riconoscerci, ma alla fine è più…docile.
- Docile?
- Più o meno; è solo che a volte, quando si riprende, vede i tagli che ci siamo procurati e si spaventa un po’; ma gliel’abbiamo detto che non è colpa sua, lui non è un mostro per noi!
James vide Lili incupirsi un momento: era come se quella parola le avesse fatto portare a galla delle cose spiacevoli.
E in effetti era vero…quella era la parola con la quale Petunia la descriveva sempre. Aveva sempre cercato di farci caso il meno possibile, ma non era facile.
- Lily, che c’è?- chiese James.
- No, niente…- rispose Lily.- È solo che, se mia sorella dovesse descrivermi, utilizzerebbe quella parola.
- Mostro?- James era allibito.- E perché?
- Perché per lei io sono quello.
Lily non sapeva perché ne stava parlando con lui; sapeva solo che magari sfogarsi le avrebbe fatto bene. In fondo, ne aveva parlato anche con Sirius; così continuò a parlare, guardando davanti a sé.
- Da quando ho ricevuto la lettera per Hogwarts a undici anni, ci siamo allontanate molto; lei è una persona troppo razionale e in fondo è sempre stata un po’ gelosa di me, stranamente. Ho cercato di sistemare le cose finito il primo anno, ma non c’è stato verso. E per lei sono sempre rimasta un mostro.
- Ti da fastidio addirittura più di…
- Sanguesporco o Mezzosangue? Sì…
James vide Lily un po’ abbacchiata nel parlarne e, istintivamente, le mise un braccio attorno alle spalle; considerò un buon segno che Lily non l’avesse allontanato.
- E i tuoi?- chiese James ansioso.
- I miei hanno accettato la cosa, per fortuna.- rispose Lily.- Anzi, mi incoraggiano, sono curiosi. E devo dire che hanno apprezzato moltissimo le Gobbiglie.
James vide Lily sorridere un po’.
- Beh, ringrazio che adesso mia sorella è sposata, così eviterò di sentire spesso quella parola.- considerò Lily.- Si è trovata un fidanzato degno di lei.
- Ah, sì?
- Sì…Vernon Dursley. Lavora nella ditta di suo padre, produce trapani…
- Produce cosa?
- Aggeggi che fanno buchi alle pareti.
- Ah…e lui com’è?
- Mentalmente è come lei, quindi si sono proprio trovati. Fisicamente…
- È scattante e atletico?
James vide Lily tenersi la pancia e ridere forte.
- Vernon?- Lily aveva addirittura le lacrime agli occhi.- Secondo me non ha mai messo piede in una palestra!
Lily si sventolò con la mano per dare aria al volto arrossato.
- Se li vedi, pensi subito che una giraffa e un elefante si siano accoppiati.- gli disse Lily.
- Oh caspita, questo mi sa che questo farà parte dei miei incubi di stanotte!- esclamò James, orripilato.
- Ti avviso, non incolpare me!- lo avvertì lei.
- E chi dovrei incolpare?
- La tua curiosità.
James alzò gli occhi al cielo, fingendosi esasperato.
- Diamine, non può essere così terribile avere un fratello o una sorella.- considerò poi.
- Non saprei.- Lily scrollò le spalle.- Beh, in fondo, tu hai Sirius, no? Dici sempre che è il tuo gemello proprio eterozigote.
- Già, i miei erano contenti quando è venuto da noi.- disse James.- L’hanno sempre considerato il secondo figlio che avevano sempre voluto.
- Davvero?
James annuì e disse:
- Si; mamma non è più riuscita ad avere figli dopo di me. Vuoi per il lavoro, lo stress, la guerra…peccato, però; non è bello essere figlio unico.
- Troppa attenzione su di te?- chiese Lily.
- Semplicemente, a volte vorresti avere accanto qualcuno con cui condividere le cose, litigare, ridere…quel qualcuno che non siano i tuoi.- rispose James.- Non fraintendermi, adoro i miei vecchietti; è solo che…beh, avere l’attenzione totale a volte è un po’ soffocante.
- Avresti preferito un fratello o una sorella?
- Tutti e due. Se era una sorella, l’avrei tenuta segregata in Sala Comune per evitare che uscisse con tutti i suoi spasimanti, che avrei prontamente castrato…
- Perfido!
- Eh, lo so! Se era un fratello, gli avrei insegnato i trucchi del mestiere: sul Quidditch, sulle ragazze, sulla scuola…gli avrei detto cosa fare e cosa non fare con la ragazza che gli sarebbe piaciuta.
Durante quest’ultima parte, James aveva lanciato un’occhiata significativa a Lily, che prese a giocherellare con la manica del pigiama per evitare di guardarlo e arrossire.
- Ti manca?- le chiese poi James.
- In effetti sì, un po’ mi manca.- rispose Lily, capendo che si riferiva a Petunia.- Forse, quella gelosia nei miei confronti è dettata dal fatto che lei non si è mai…lasciata andare. E poi, molte volte i nostri parenti ci hanno spesso paragonato e…
- Preferivano te a lei…?- completò James, un po’ esitante.
- Sì.- Lily sospirò.- Anche se non capisco il perché. Insomma, a parte il fatto che sono una strega, non sono niente di speciale, né caratterialmente né soprattutto fisicamente…
- Non sono d’accordo.- borbottò James.
- Vorresti dissentire?
- Beh, sai che sono di parte…
- Chi se lo scorda…
Entrambi rimasero in silenzio, accovacciati ai piedi del letto, James che circondava ancora le spalle di Lily e che aveva iniziato a giocherellare con i suoi capelli.
Si ricordava ancora di quando, mesi fa, glieli aveva sfiorati, di come glieli metteva dietro alle orecchie per vederla bene in viso quando tentava di baciarla. Solo ora si rendeva conto che non li aveva mai definiti con una parola in particolare; una persona qualunque avrebbe potuto dire che erano dei normali capelli rossi, colore un po’ insolito, visto che erano poche le persone con i capelli di quel colore, ma James avrebbe mandato volentieri a quel paese quella persona qualunque. Erano capelli mossi e setosi, che si arricciavano un pochino alla fine, ed era davvero attratto da quei capelli quando ogni fonte di luce li illuminava in modi diversi; sembravano brillare di luce propria.
Lily lo lasciò fare; non stava facendo niente che la potesse turbare al momento, anzi: voleva che non smettesse mai.
“Dai, scema, diglielo…” disse una vocina nella testa di Lily.
Ma non era pronta a dirglielo.
No, non era ancora sicura che quel cambiamento fosse profondo. Eppure, avvertiva che lei non conosceva ancora James Potter in modo approfonditissimo, anzi…
- Lily…- le disse lui all’orecchio.
Lily rabbrividì e si mise i capelli dietro alle orecchie; nel farlo, sfiorò inavvertitamente la mano di James sulla sua spalla.
Da qualche parte risuonarono dei rintocchi: mezzanotte.
- Meglio scendere…- borbottò Lily, un po’ a malincuore.
James annuì, si alzò e le tese la mano; Lily la strinse e lui si sorprese di sentire quella stretta: nonostante Lily fosse piccolina ed esile, riusciva a imprimere una grande forza nella sua piccola mano.
I due scesero in silenzio e ritornarono al dormitorio femminile.
- Spero di aver evitato la castrazione, Lils…- commentò lui mentre scendevano, dopo aver controllato che il passaggio si fosse chiuso.
Lily gli diede una leggera botta in testa, dicendogli:
- Forse no, Jimmy…   
I due ripresero a stuzzicarsi allegramente fino al dormitorio.
- Buonanotte...- disse Lily con un sorrisetto.
James le diede un bacio sulla guancia e mormorò:
- Buonanotte...
Lily rientrò in dormitorio, grata che ora fossero tutti a letto e che nessuno quindi potesse notare quanto era arrossita.


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

NOTE: eccomi qua! allora, domani ho un altro esame e siccome sono un po' in ansia, che fare per combatterla se non pubblicare un capitolo??? e come avevo promesso...tutto un capitolo lily e james!!! sì, lo so...non si sono ancora baciati, ma almeno sono in confidenza :) e poi devo ricordare o no (a Daphne91 in particolare!!!) che si mettono insieme al settimo anno? (come ricorda lo zio sirius nel quinto libro di HP)
diciamo che sono in una fase di contorto corteggiamento ;)
bene, recensite in tanti mi raccomando, che tengo moltissimo alle vostre opinioni e grazie ancora a chi mi legge, vi lovvo tantissimo!!!
bye bye :)

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Capitolo 19
*** IN TRENO ***


Sirius sospirò forte nel chiudere il baule e si guardò intorno: non voleva andarsene, anche se andava direttamente dai Potter. Stava bene in quel castello: lì aveva fatto più casino che mai; e quell’anno ancora di più.
- Sirius?
Il ragazzo si voltò e vide James seduto sul suo letto che lo guardava.
- A settembre è l’ultimo anno…- borbottò Sirius, guardando fuori dalla finestra.
- Già…- sospirò James con un po' di tristezza.
James si chiese se era pronto ad affrontare di nuovo la vita reale che l’aspettava fuori Hogwarts: c’erano ancora Voldemort e i Mangiamorte a piede libero, a ricordarglielo erano stati quegli episodi pericolosi durante le sue vacanze di Natale e i due incidenti di Hogsmeade: quando Voldemort stesso era venuto con i suoi, seminando panico ovunque, e quando le ragazze avevano rischiato l’avvelenamento a causa di Peter War.
Era stato un anno molto intenso, anche dal punto di vista sentimentale: aveva capito cosa provava per Lily Evans. Non aveva fatto molti miglioramenti da quel punto di vista, ma almeno erano amici, si erano fatti un po’ più complici.
- Sirius…- lo chiamò James.
Sirius si voltò dalla finestra, dove stava guardando il panorama.
- Sì?
- Secondo te, con il settimo anno, avrò qualche possibilità con Lily?
- Dipende da te. Al momento, mi sembra che vada bene.
James sospirò.
- Che c’è?- gli chiese Sirius.
- Ho paura…- rispose semplicemente James.

Lily stava aspettando che Mary fosse pronta.
- Quanto ti ci vuole?- chiese Lily all’amica.
- Due minuti e arrivo.- rispose Mary.
Lily capì che i due minuti si sarebbero moltiplicati per cinque, così andò in corridoio ad aspettare; dalla porta socchiusa del dormitorio maschile sentì le voci di James e Sirius.
- Di che hai paura, si può sapere?- stava dicendo Sirius.
- Che dopo le vacanze le cose tra di noi peggiorino.- rispose James.
- Senti, intanto vengono tutte a Godrick’s Hollow da Alice, Lily compresa.- disse Sirius.- Vedrai, sarà il momento adatto per rinforzare le cose, invece.
- Tu credi?
- Sì! E poi ha detto che ad agosto viene con noi e le ragazze al mare per una settimana, no? Vedrai, andrà tutto bene! E poi sei migliorato, no?
- Credi che sia un miglioramento profondo, il mio?
- Beh, sei rimasto un po’ teppista; ma tu sei sempre stato, per certi versi, più maturo di me. Quindi credo che si sia convinta; poi, beh…se dovesse accadere qualcosa, festeggeremo come solo noi sappiamo fare.
- Quanto avete scommesso?- chiese James ironico.
- Qualche cassa di Burrobirra, di Idromele e una bottiglia di Whisky Incendiario Ogden Stravecchio.- rispose Sirius, sghignazzando.- Dai, torno serio ora; vedrai che voi due vi metterete insieme. Per me siete destinati. E poi è un classico: la secchiona e il teppista.
- Fortuna che dovevi stare serio!- replicò James ridendo.
Lily sorrise e decise di ritornare nel suo dormitorio per vedere a che punto fosse Mary; pensò a quel che aveva sentito: ormai non aveva dubbi che James Potter fosse cambiato.
- Felpato…- disse la voce di James, così Lily si fermò ad ascoltare ancora.- Non voglio forzare niente.
- Che intendi dire, Ramoso?- chiese Sirius.
- Voglio vedere come procede quest’estate.- rispose James semplicemente.- Non voglio metterle fretta, non mi sembra giusto.
- Intendi dire che…
- Quando accadrà, se accadrà, accadrà.
- Ok, giro di parole troppo complicato anche per me, che sono ancora sobrio!
James rise.
Lily sorrise ancora ed entrò nel dormitorio; e vide Mary che finalmente chiudeva il baule.
- Oh, finalmente!- esclamò Lily.
- Vedi, io sono una perfettina!- le fece Mary.- Dovevo mettere ogni cosa a posto…
- Fammi indovinare: hai dovuto rifare tutto come minimo tre volte perché non ti si chiudeva il baule e quindi hai messo tutte le tue cose a casaccio lì dentro.- rise Lily.
Mary le fece la linguaccia e le disse allegramente:
- Antipatica!
- Chi lo dice sa di esserlo!- rise Lily.
- Ehi!
Le due continuarono a rimbeccarsi allegramente.

*.*


Il viaggio di ritorno fu allegro; tutti e dieci avevano preso uno scompartimento per loro e fecero un casino pazzesco.
E Peter battè Sirius un’altra volta a scacchi magici.
- Io mi suicido!- esclamò Sirius, facendo finta di aprire il finestrino.- Non è possibile che questa faccia da topo mi abbia battuto ancora!
- Guarda il lato positivo.- gli disse Dorcas.- Sfortunato a scacchi, fortunato in tutto il resto.
- Latrato canino, vuoi la rivincita?- gli chiese Peter con fare innocente.
- Ma fottiti!- gli disse Sirius saltandogli addosso, e così facendo saltando addosso a Marlene, Remus e Lily, mentre Dorcas rischiava una scarpata in faccia.
- Black!
- Scusa, Meadowes.
Tutti risero alla scena; poi Alice prese la sua radiolina e urlò:
- Silenzio! È l’ora di…
- Celestina Warbeck.- dissero tutti in tono svogliato.
- È appena uscita una canzone che le ha scritto tuo cugino, James!- strillò Alice, eccitata.
- Lo so, di sicuro l’ho ispirato io con i miei problemi sentimentali.- borbottò James, infastidito.
- Te l’ho detto che ti sfrutta.- gli disse Sirius.- La prossima volta, fatti pagare!
James sghignazzò; lo speaker annunciò:
- E ora, la nuova canzone di Celestina Warbeck in coppia con il suo compositore, Jesse Coldrawn…Total eclipse of the heart!
E James sentì un pugno nello stomaco: Jesse gli aveva inviato il testo della canzone, e lui aveva pensato che rispecchiasse molto lui e Lily.
Si sentì il suono del pianoforte che usciva dalla radio.

“Turn around…”
“Every now and then I get a little bit lonely, and you’re never coming ‘round…”
“Turn around…”


Lily cercò di mettersi composta; odiava Celestina Warbeck, la trovava una cantante insulsa…però quella canzone, mentre l’ascoltava, stranamente la rispecchiava un pochino.

“Every now and then I get a little bit terrified, but then I see the look in your eyes…”
“Turn around, bright eyes…”


James si appuntò mentalmente di spedire in una busta grandissima una maledizione a suo cugino: si sentiva totalmente imbarazzato…
“Perché mi ha lasciato parlare a briglia sciolta su quanto siano brillanti i suoi occhi?” pensò lui, infastidito. Lo era già con lui perché i suoi problemi sentimentali gli avevano ispirato Always, la canzone che aveva ballato a Natale con Lily.

“And I need you now tonight, and I need you more than ever! And if you only hold me tight, we’ll be holding on forever! And we’ll only be making it right, ‘cause we’ll never be wrong!”

Sia Lily che James speravano entrambi che la canzone fosse breve e finisse.
“Siamo solo amici…” tentò di ripetersi James per controllarsi. “Solo…amici; cazzo!”
“Sta’ calma, Lily, sta’ calma…” si disse Lily, tentando di controllarsi e guardando fuori dal finestrino. “Tu e James siete solo amici. Purtroppo…ma lo intendo come una cosa negativa o positiva, quel purtroppo? Oh, cavolo!”
I due rimasero calmi e composti, ma dentro di loro sentirono le rispettive viscere ballare il merengue dal nervosismo.

“I really need you tonight! Forever’s gonna start tonight! Once upon a time, I was falling in love, but now I’m only falling apart…there’s noting I can do, a total eclipse of the heart…”

Lily e James accolsero con sollievo le ultime note della canzone, che si chiusero su un ultimo “Turn around, bright eyes…”
- Bellissima, vero?- fece Alice, elettrizzata.
- Sì…- borbottò Lily nervosamente.- Carina.
- Carina? È il massimo del bello!- esclamò Alice estatica.
James lanciò un’occhiata preoccupata a Frank, ormai abituato alle romanticherie della sua ragazza.
- Cassie, mi accompagni in bagno?- chiese poi Alice a Dorcas.
- Se cominci a dire le tue frasi da diabete, no!- la avvisò Dorcas.
- Ok, parleremo di cose acide per una vecchia zitellona come te.- scherzò Alice.
- Grazie!- esclamò Dorcas, sollevata.
- Meadowes, sei sprecata per fare la zitella!- le urlò Sirius.
- Lo dici a tutte le ragazze del tuo fan club, vero?- lo rimbeccò lei prima di uscire in corridoio.
- Lily, dobbiamo andare nella carrozza Prefetti.- ricordò Remus alla rossa.
- Di già?- si lamentò Lily.
Remus scrollò le spalle come a dire: “Ci tocca”, e Lily si alzò di malavoglia dal sedile.
Appena si chiuse la porta, Frank disse a James:
- Si notava una certa tensione fra…
- Me e Lily, lo so.- borbottò James.
- Non solo fra te e Lily, egocentrico che non sei altro!- Frank sorrise malizioso, rivolgendosi a…Sirius.
- Che c’è?- fece quest’ultimo.
- Tu e Dorcas sembravate un po’…a disagio.- rise Mary.- E anche da un bel po’.
- Ma andate a controllarvi la vista!- li rimbeccò Sirius.
Tutti scossero la testa, ridacchiando: sapevano che era da un po’ di tempo che Sirius non faceva altro che guardare Dorcas, così come sapevano che lei s’innervosiva anche solo quando si sfioravano causalmente; e dalla festa di fine anno, lo erano ancora di più. Anzi, da un po’ prima, a causa dell'unica ex fidanzata di Sirius, Samantha Perry di Tassorosso.
James rise, poi ripensò a Lily vicino a sé.
Era stata anche lei in imbarazzo come lui?
Aveva percepito il suo cuore battere a mille, i suoi organi interni ballare la conga?
Lui odiava le canzoni romantiche, da sempre! E perché quella era la seconda canzone che leggeva dentro di sé…edi lei?
- Scusate, vado a fare una visita “in ufficio”…- borbottò James una decina di minuti dopo, per evitare le domande di Frank e Mary.
Sirius lo guardò uscire, capendo che era una scusa per non dover stare sotto i riflettori di Frank; lui rimase lì dentro, rimanendo in silenzio e pensando ai riflessi del sole che avevano giocato prima con i capelli castani di Dorcas.
James si allontanò dallo scompartimento, cercando di pensare. Guardò davanti a sé e la gelosia gli montò in corpo: Lily…e Piton.
Che litigavano a voce alta.
“Ancora?!?” pensò furioso il ragazzo.

*.*


Di tutto quel discorso finale che avevano fatto, Lily non aveva seguito nemmeno una parola (a parte che, con la nuova riforma, i Capiscuola sarebbero diventati due per ogni Casa); il fatto di aver ascoltato quella canzone con James vicino a lei l’aveva messa a disagio, aveva sentito le stesse sensazioni di quando James l’aveva baciata dopo lo scontro con Piton.
Piton, quel ragazzo che non aveva fatto altro che guardarla sorpreso, atterrito, come se volesse seguire ogni sua mossa o movimento…
- Lily…
“Appunto…” pensò fra sé Lily, voltandosi ad affrontarlo.- Che vuoi, Severus?
- Sono preoccupato per te.- rispose lui nervosamente, dopo qualche minuto di silenzio.
- Oh, davvero?- fece lei.- E da quando un Serpeverde possibile Mangiamorte si preoccupa per me?
Lily si voltò per andarsene, ma Piton le disse in fretta:
- Lily, non metterti con Potter!
Lily si bloccò. Cosa le aveva detto?
Avrebbe capito se le avesse chiesto: “Ma vuoi metterti con Potter?”.
Ma una frase del genere, che suonava come un imperativo?
La ragazza si voltò, stupita e anche arrabbiata.
- Buffo, credevo che dovessi decidere io riguardo la mia vita sentimentale.- replicò Lily con freddezza.
- Lui non è come sembra!- sbottò lui.- È un idiota! Ho visto come vi guardate, e lui ti farà impazzire e…
- E a te che importa?- gridò Lily, spazientita.- Lui quest’anno c’è stato per me, sempre, dopo tutto quello che mi è successo a Hogsmeade! E non solo in quelle occasioni…
Lily arrossì in modo visibile, e questo agli occhi del Serpeverde sembrò tradirla.
- Lui ti piace!- la accusò Piton.
- E allora?- gridò ancora lei.- Saranno fatti miei, riguardo ciò che succede nella mia vita privata!
- Lui ti farà soffrire!- urlò Piton.- Vuoi complicarti la vita con uno come lui?
- Ripeto, sono fatti miei!- sbottò Lily.- E comunque, preferirei stare mille volte con uno come lui che con una persona spregevole come te!
Piton barcollò indietro, sbalordito. Lily si voltò e vide James con i pugni chiusi e una miriade di emozioni in viso: rabbia, collera…speranza…
La stessa speranza che, in fondo, anche Lily coltivava nel suo cuore.
Piton sparì lungo il corridoio, triste e collerico.
Lily sospirò, poi si chiese quanto James avesse sentito da quella conversazione. La ragazza arrossì passandogli accanto; James la bloccò.
- Lily…- le mormorò all’orecchio.
- Scusa, ma non voglio parlarne…- disse lei a bassa voce.
James annuì e le scostò una ciocca dal viso per metterla dietro l’orecchio.
- Ne parliamo quando vorrai tu…- la rassicurò lui.
Lily annuì e andò in bagno a ricomporsi. James rimase a fissare il pavimento del corridoio, finchè non sentì Alice e Dorcas tornare.
- E dai, che ti costa ammetterlo che eri contenta di come ti guardava Sirius, Cassie?- stava dicendo Alice.
- Non ero contenta che Black mi guardasse, mi sentivo a disagio!- replicò invece Dorcas, cercando invano di apparire infastidita.- E questo sta succedendo da un bel po’ di tempo, dovrebbe smetterla!
- Sì, certo…- fece Alice scuotendo la testa.
James rimase a riflettere. Lily provava davvero qualcosa per lui, allora; doveva solo aspettare.
Ormai lui ci era abituato, ad aspettare: era praticamente dalla fine del quinto anno che l’aspettava.
Ma quanto a lungo doveva aspettare ancora?


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

NOTE: eccoci qua, con un nuovo capitolo! molto intenso anche questo, da quel che si vede: Lily che sembra ammettere sempre più di essere attirata da James, che si fa sempre più comprensivo nei suoi confronti...e un Piton geloso, ovviamente. Inoltre, vediamo profilarsi una possibile coppia: Sirius e Dorcas (ho messo alcuni riferimenti su di loro nel capitolo perchè sto lavorando su una fan fiction su questa coppia...e quella futura fan fiction sarà un po' collegata con questa). Insomma, molte piccole sorprese in questo capitoletto ;)
recensite in tanti mi raccomando che ci tengo alle vostre recensioni, e un grazie a tutte le nuove persone che si sono aggiunte a seguire questa storia, sono davvero contenta :)
bye bye :)

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Capitolo 20
*** GENITORI E FIGLI ***


Il viaggio continuò verso Londra e niente accadde, se non che Lily e James erano parecchio nervosi perché non sapevano cosa fare e Sirius era inquieto.
- Black, che hai da essere nervoso?- fece Mary, infastidita.
- Niente…- borbottò lui.
Mary scosse la testa quando lo udì sbuffare ancora e vide Dorcas che si ostinava a tenere lo sguardo basso per non incrociare quello di Sirius.
Fu un sollievo per tutti scendere al binario nove e tre quarti e passare oltre la barriera.
James sentì Lily sbuffare a disagio.
- Che c’è?- chiese lui.
Lily indicò con un cenno del capo una ragazza con i capelli di un biondo slavato, la faccia cavallina e l’aria di chi morirebbe piuttosto che essere in quel posto.
- Tua sorella?- chiese James.
- Indovinato…- rispose lei.- Mi chiedo che fine avrà fatto il suo Vernonuccio adorato…
James le bisbigliò:
- Buona fortuna.
- Grazie, ne ho davvero bisogno…- rispose lei.
Lily si diresse verso i suoi genitori, poco distanti da Petunia, che parlavano con la madre di Alice e il padre di Dorcas.
- La mia bambina!- esclamò il signor Evans, abbracciando sua figlia.- Non è possibile…
- Cosa?- chiese Lily.
- Ti devi essere alzata di parecchi centimetri!- rispose suo padre con affetto.
- Mi sa che hai bisogno di un bel paio di occhiali, papà!- rise Lily, abbracciando sua madre.
- Tesoro!- esclamò la signora Evans.
- Ciao, mamma!- fece Lily.
Dalla spalla di sua madre, Lily vide Petunia guardarsi in giro, spaventata e seccata.
- Che ci fa Petunia, qui?- chiese Lily sottovoce alla madre.
- La macchina di tuo padre è dal meccanico.- rispose sua madre.- La mia è ancora in officina per la revisione e Vernon è fuori città, così abbiamo chiesto a Petunia di portarci fino a Londra.
- Immagino quanto fosse contenta…- commentò Lily.
- Tesoro, so che voi due avete un rapporto un po’ complicato; ma ti prego, cercate di non litigare, ora.- la implorò sua madre.
- Io ci provo…- sospirò Lily.
Sua madre le sorrise paziente, poi chiamò l’altra figlia.
- Petunia, tua sorella è arrivata!
Petunia arrivò con passo svogliato e, appena fu vicina a sua madre, la squadrò da capo a piedi come se fosse una macchia di unto particolarmente resistente su un tavolino di un bar.
- Lily…
- Petunia…
Le due si guardarono e basta.
 A Lily bastò e andò a salutare il padre di Dorcas e i genitori di Alice.

*.*


- I miei ragazzi!
- Papà!
- Charlie!
Charlus Potter strinse in un forte e unico abbraccio James e Sirius, che ridevano divertiti.
Da quel punto, James diede un’occhiata verso la famiglia Evans e finalmente vide la famiglia di Lily: il signor Evans era alto, un po’ corpulento, con i capelli biondi che, a causa dell’età, stavano un po’ sbiadendo, una faccia tonda e occhi azzurro chiaro; aveva una voce gioviale e allegra e dimostrava di avere una personalità forte e sicura di sé.
La signora Evans era più bassa del marito, con i capelli rossi più chiari di quelli di Lily, e gli occhi della stessa forma e dello stesso colore della figlia minore; aveva una corporatura esile ma slanciata, un viso dai tratti fini e delicati e uno sguardo dolce e allo stesso tempo determinato negli occhi. Era praticamente lei che aveva dato lo stampo a Lily.
Ciò che lo stupì parecchio era Petunia; era alta, bionda e con gli occhi azzurri, ma aveva i tratti del volto un po’ grossolani che la facevano assomigliare a un cavallo e un’espressione imbronciata. Si ricordò che Lily gli aveva detto come Petunia la definisse un mostro, una persona sbagliata e totalmente fuori posto; forse James era un po’ di parte, anzi parecchio, ma a lui parve il contrario.
Il ragazzo vide Lily abbracciare i suoi genitori e scambiare con la sorella solo un semplice saluto senza abbracci calorosi; gli parve di vedere la luce degli occhi di Lily spegnersi un pochino per quello, ma non ne fu sicuro perché la ragazza si era già voltata verso il signor Meadowes e i signori Prewett.
- È lei, vero?
- Eh?
La voce di suo padre lo riportò alla realtà.
- Si, Charlie.- rispose per lui Sirius.- È lei.
- Complimenti, hai messo gli occhi su una bella ragazza.- fece il signor Potter, ammirato.
- Ti piace?- gli chiese James.
- Non è bella nel senso classico della parola, ma è bella!- esclamò il padre.- E ha l’aria di avere un bel caratterino.
- Sì, ce l’ha.- risposero James e Sirius.
- Raga!- li stava chiamando tutti Alice.- Venite qui, che ci mettiamo d’accordo per le vacanze?
Tutti, inclusi i genitori, si avvicinarono.
- Dobbiamo stare qui ancora a lungo?- sbottò Petunia in un sussurro udibile; James vide Lily mollarle una gomitata e la replica di Petunia fu risparmiata dallo sguardo diretto della signora Evans.
Tutti i restanti genitori fecero il giro delle presentazioni.
- Allora…- fece la signora Prewett.- Casa nostra è grande e ben protetta, quindi le ragazze da me saranno al sicuro; c’è anche la nonna di Marlene e ci sono i signori Potter, quindi in caso di difficoltà o problemi, i ragazzi sono tutti al sicuro.
- Avevate proposto di passare un pochino di tempo al mare prima dell’inizio della scuola.- disse il signor Potter.- Devo ammetterlo, è un pochino rischioso…
- Sappiamo difenderci, papà.- lo interruppe James.
- Lo so, ma comunque resto preoccupato, Jimmy.- replicò il signor Potter.- Fortunatamente, a Bournemouth vivono già alcuni membri dell’Ordine della Fenice, la società segreta di Silente, e anche vicino alla casa dove andranno i ragazzi; potete stare tranquilli che saranno al sicuro ventiquattr’ore su ventiquattro.
Il gruppetto rimase un po’ in silenzio.
- Bene, io mi fido!- esclamò il signor Evans.
- Anche io!- fece il signor Meadowes.- L’unica cosa che spero è che i ragazzi siano…educati…verso le nostre bambine!
- Papà, ho diciassette anni…- borbottò Dorcas infastidita.
- Stia tranquillo, signor Meadowes.- fece Sirius.- Avremo cura delle ragazze.
Dorcas stava per ridere all’espressione seria di Sirius, ma si trattenne.
- Bene.- fece il signor Evans con cipiglio severo.- Spero che non capiti niente e che voi ragazzi vi comportiate bene; insomma, non vorrei arrivare a misure…drastiche.
“Misure drastiche…?” si chiese James, preoccupato.
- Papà, non preoccuparti.- gli disse Lily con un sorrisetto e lanciando un’occhiataccia divertita a James .- Ho già minacciato qualcuno di castrazione totale, quindi sanno che devono tenere le mani al loro posto.
- Ragazzi, che combinate?- chiese il signor Potter con uno sguardo tra il divertito e l’esasperato.
- Rompono solo le scatole, Charlie, niente di che.- rispose Marlene.- Solo che ogni tanto ci piace spaventarli, tutto qui.
Tutti risero alla battuta di Marlene.
- Ogni tanto?- fece Frank, sorpreso.
- Tutto qui?!?- esclamò Peter, allibito.
- Remus, puoi dire qualcosa alla tua ragazza, per piacere?- gli chiese Sirius.
- Ok.- rispose Remus.- Marlene?
- Si, Rem?- chiese lei.
- Qualcosa.- rispose lui.
Tutti risero e Sirius alzò gli occhi al cielo, borbottando qualcosa del tipo: “Ecco perché non mi cercherò mai una ragazza”, ma arrossendo un pochino nel dirlo.
- Bene!- disse il signor Meadowes, sfregandosi le mani.- Cassie, a casa! La porto a Godrick’Hollow la settimana prossima!
Tutti ripresero a salutarsi.
- Lily…
- James…
I due si guardarono, sorridendo un po’ impacciati.
- Beh…- fece Lily, non sapendo che cosa dire.
- Ne parliamo quando vorrai tu.- ripetè James, riferendosi all’incidente successo in treno.
- Ok…
I due si strinsero la mano.
- Abbraccio?- azzardò James.
Lily lo guardò alzando un sopraciglio, sorridendo un po’ scettica.
- Tengo le mani a posto, giuro!- esclamò James.
- Dai, per questa volta…- ridacchiò Lily.
I due si abbracciarono brevemente, ma furono parecchio riluttanti nel separarsi.
- Non ti ci abituare, Potter.- gli disse Lily.
- Peccato, mi ci ero già abituato!- esclamò James, fingendosi sconfortato.
Lily rise ancora e James ne era segretamente contento: avrebbe voluto che quella risata non si spegnesse mai.
- Lily, tesoro!- la chiamò sua madre.
- Vuoi sbrigarti?- sbraitò Petunia.
- Paura di farti vedere in giro con un mostro?- le gridò Lily, leggermente infastidita.
Petunia ammutolì; Lily vide James guardare storto sua sorella.
- Wow…- borbottò James, cercando di nascondere il suo sarcasmo.
- È solo per qualche giorno, niente di che.- fece Lily scrollando le spalle.- E poi, non credo che verrà a farci visita durante questa settimana; ci sono io.
Lily tentò di dare alla sua voce un tono noncurante, ma dallo sguardo fin troppo comprensivo di James capì che non aveva raggiunto il risultato sperato.
- Fa’ attenzione.- si raccomandò James, distraendola da ciò che era successo prima.
- Anche tu…- disse Lily.
- Lily, saluti quel cretino e non me?
Sirius li aveva appena raggiunti, sorridendo come suo solito – Lily ne dedusse che forse i saluti a Dorcas erano stati più o meno come al solito.
- Chi l’avrebbe mai detto che avrei salutato entrambi i teppisti?- commentò Lily, abbracciando Sirius.
- Ammettilo, che ti senti realizzata.- rise Sirius.
- Tantissimo!- esclamò Lily, ironica.
- Ragazzi, andiamo!- li raggiunse il signor Potter.- Ho lasciato Dorea a casa a preparare il dolce.
- Mamma che prepara un dolce?!?- James strabuzzò gli occhi.
- Charlie, sicuro che vedremo la casa intera al nostro arrivo?- chiese Sirius, un po’ timoroso.
- Lo spero, Sir…- borbottò il signor Potter in risposta.
- Altrimenti quella torta sicuramente immangiabile te la mangi tu, Felpato.- disse James con un sorrisetto.
- Col cavolo!- esclamò Sirius, inorridito.
- Lily, ma fanno sempre così?- le chiese il signor Evans.
- Purtroppo…- rispose Lily, sorridendo.
- Ehi!- fecero gli altri due.
- Ragazzi, non avete capito una cosa.- disse loro il signor Potter.- Le donne sono la voce della verità. Sempre!
- Questo lo pensi anche quando mamma dice che è brava a fare i dolci?- gli chiese James.
- Quella è un’altra storia, impertinente!- il signor Potter diede un buffetto al figlio.- E ci credo che non riesci a conquistare una ragazza, con il tuo caratteraccio!
- Papà…- James arrossì appena.
- Beh…Lily, ci vediamo a Godrick’s Hollow.
- A presto, signor Potter.
- Ciao!
- Ciao, Lily.
James le strinse la mano prima di lasciarla e Lily gli sorrise, chiedendosi, mentre seguiva i suoi genitori, cosa le avrebbe portato quell’estate con loro tutti insieme.
In effetti, non vedeva l’ora di vederli tutti da lì a una settimana.


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

NOTE: allora, sono appena tornata dal mio esame all'uni tutta contenta perchè mi è andato non bene ma di più...quindi, per festeggiare, pubblico il capitolo, ovviamente!!! ;)
allora, so che magari vi aspettavate un altro capitoletto romantico o un capitolo pieno di azione quando invece vi trovate questa merda roba; ma è un semplice capitolo di transizione, perchè dopo...eh, leggerete fra qualche giorno cosa succede dopo (e qui non metto nessuna faccina, perchè sennò capireste se è un capitolo allegro o triste)
bene, a voi la parola, voglio sentire le vostre belle critiche costruttive alle quali tengo moltissimo.
bye bye :)

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Capitolo 21
*** UNA VITA SPEZZATA ***


- Lily, sei pronta? È appena arrivata Dorcas con suo padre!
- Un attimo solo!
Lily chiuse la zip della sua borsa, alla quale aveva applicato l’Incantesimo Estensivo Irriconoscibile, in modo che ogni cosa potesse starci dentro. Poi si guardò allo specchio appeso all’anta interna dell’armadio e si sistemò la canottiera bianca con righe rosse e i pinocchietti che le arrivavano al ginocchio.
Quando chiuse l’anta dell’armadio, la frase di sua madre le rimbalzò in testa.   
È appena arrivata Dorcas con suo padre!
Dorcas? Con suo padre? Ma com’era possibile?
“Doveva venire da sola e poi dovevamo prendere insieme il Nottetempo” si ricordò Lily, scendendo le scale di corsa con la borsa e uno zaino.
All’ingresso, sentì sua madre dire:
- Oh, mio Dio…
- Dorcas!
- Lily!
Dorcas l’abbracciò forte e le disse:
- Dobbiamo andare dalla nonna di Marlene.
- Non da Alice?- chiese Lily.
- No, la casa di Alice è vicino alla campagna di Godrick’s Hollow, come sai.- rispose Dorcas.- Alice ci ha appena inviato un Patronus.- la ragazza indicò se stessa e il padre, con espressione preoccupata.- C’è un attacco dei Mangiamorte in corso.
- Mamma…- disse Lily, senza sapere nemmeno lei cosa dire.
- Tesoro, noi siamo al sicuro, non preoccuparti.- la tranquillizzò la signora Evans in tono dolce.- E anche tu lo sarai.
Lily annuì; non voleva lasciare sua madre con quel genere di notizie.
- Fate attenzione!- bisbigliò Lily, abbracciando forte la madre.
- Anche voi, mi raccomando!- mormorò quest’ultima.
Lily andò a salutare il padre, nello studio.
- Papà…
- Piccolina, non preoccuparti.- le disse suo padre, abbracciandola con forza.- Noi stiamo bene, siamo al sicuro.
Lily annuì, gli diede un bacio sulla guancia e se ne andò con Dorcas e suo padre.
I tre si allontanarono dalla casa e arrivarono al parco giochi dove Lily andava sempre da piccola e che lei, ogni volta che tornava a casa, evitava: le faceva venire una morsa allo stomaco, ricordare quando andava lì a giocare con Petunia…o quando parlava del mondo magico con Severus.
- Bene, non ci hanno seguito…- disse il signor Meadowes, e tese loro le mani.
Le due le afferrarono e, dopo essere girati su loro stessi, si Smaterializzarono.
Appena arrivarono nella piazza di Godrick’s Hollow, Lily fu sorpresa di avvertire la calma che vi regnava; era un po’ opprimente.
- Lily, Dorcas!
Marlene, Alice e Mary vennero loro incontro; anche Mary doveva essere appena arrivata, perché stringeva una borsa capiente e aveva anche lei, come Lily, uno zaino sulle spalle.
- Grazie, signor Meadowes.- disse Alice.
- Dovere.- rispose quest’ultimo.- Adesso andate dalla nonna di Marlene! È poco saggio stare qui, i Mangiamorte potrebbero raggiuncerci se stiamo a ciondolare.
- E tu, papà?- chiese Dorcas.
- Io raggiungo la battaglia.- rispose il signor Meadowes.
- Allora vengo con te!- esclamò la figlia.
- Non se ne parla, non voglio che tu corra rischi.
- Ma papà…
- Niente “ma”, Cassie!- la interruppe suo padre, severo e angoisciato.- Ho già perso tua madre per colpa di quei bastardi, non voglio perdere anche te!
Dorcas annuì, sconfitta. Il signor Meadowes l’abbracciò forte, poi si Smaterializzò con un forte pop.
- Andrà tutto bene, vedrai…- cercò di rassicurarla Mary, dandole delle pacche sulle spalle.
- Per di qua…- disse loro Marlene, prendendo una viuzza che portava a dei condomini ben tenuti.- Può darsi che dovrete passare la notte qui da mia nonna, dipende da come procederà la battaglia. Spero andremo tutti da Alice, è più protetta, nonostante la zona sia ora...“frequentata”.
- Anche tu, quindi?- chiese Lily.- Non starai da tua nonna, allora?
- No, mia nonna andrà dai miei genitori.- rispose Marlene.- Non si fidano a lasciarla qui da sola e…
Marlene s’interruppe nel vedere i ragazzi correre, le bacchette in mano.
- Ragazzi…- stava dicendo Peter.- Non so quanto sia saggio…
- Peter, non me ne frega niente!- sbraitò James.- Ci sono i miei genitori in quella battaglia e non me ne starò con le mani in mano!
- Remus!- lo chiamò Marlene.
- Andate dentro, svelte!- disse loro Sirius, mentre Remus si voltava ad abbracciare in fretta Marlene.
- Adesso basta, io vengo a combattere!- protestò Dorcas, impugnando la bacchetta e mollando la borsa a terra.
- Tu non vai da nessuna parte!- le disse Sirius freddamente.
- C’è mio padre lì…- cercò di protestare la ragazza.
- Devo ricordarti cos’è successo a tua madre, Meadowes?- replicò gelido Sirius.
- Me l’ha appena ricordato mio padre, Black, non c’è bisogni che me lo ricordi anche tu!- gli gridò lei in risposta, gli occhi un po’ lucidi.
Sirius la prese per le spalle e la guardò a lungo prima di dire, cercando un tono più calmo possibile:
- Andrà tutto bene, Dorcas, vedrai…
Le ragazze guardarono Dorcas, stupite, abbassare la bacchetta e annuire a Sirius; sapevano che, in condizioni normali, Dorcas si sarebbe ribellata, soprattutto a Sirius.
Lily si voltò e guardò James, che si era fermato con impazienza.
James guardò i presenti, nervoso: i suoi stavano combattendo contro i Mangiamorte, forse contro Voldemort stesso, e loro erano ancora lì? In quel momento, incrociò lo sguardo di Lily, impaurito ma determinato e capì che anche lei aveva una mezza idea di seguirlo.
“Ma non stavolta…” pensò James risoluto.
Si avvicinò a lei e le disse in tono perentorio:
- Non mi seguire.
- Perché?- chiese lei in tono di sfida.
- Voglio che tu sia al sicuro.- rispose lui.- Non voglio perderti, devo ricordarti sì o no che io ti amo?
A James in quel momento non gliene fregò un bel niente se così mandava a monte quella strana, complicata amicizia che aveva con Lily, entrambi sapevano che da quella amicizia sarebbe nato qualcosa. Forse…
- James, io…
- No, Lily.- la interruppe lui.- Non voglio che tu combatta, adesso. Salvati la vita.
- James!- gli urlò Sirius.
James annuì a Sirius e diede a Lily un bacio che le toccò l’angolo destro della sua bocca; la ragazza rabbrividì e gli disse soltanto con voce rotta:
- Sta’ attento…
James le sfiorò la guancia e corse via, chiedendosi se quella sarebbe stata l’ultima volta che l’avrebbe vista.
I cinque corsero veloci verso i campi; Sirius gridò a viva voce: “BELLATRIX!”, James si avventò su Voldemort, che combatteva contro suo padre.

Erano in casa della nonna di Marlene, una vecchietta dolce dai capelli grigi che aveva preparato loro un thè freddo ai frutti di bosco e aveva appena sfornato dei biscotti al cioccolato.
Lily non riusciva a smettere di pensare a James, fuori da qualche parte di Godrick’s Hollow, a combattere contro i Mangiamorte; all’improvviso, un gemito attirò la sua attenzione e vide Dorcas mettersi le mani fra i capelli, singhiozzando. Lei, che come Lily, piangeva poco e si teneva tutto dentro.
- Cassie!- Mary si avvicinò a lei.
- Che succederà se ammazzeranno mio padre?- chiese Dorcas fra le lacrime.- Che ne sarà di me?
- Ti aiuteremo noi.- rispose Alice abbracciandola.
- Siamo con te…- le mormorò Marlene.
Lily si accovacciò davanti a lei e le disse:
- Non sarai mai sola, Cassie!
Dorcas tirò su con il naso e mormorò incoerentemente fra i singhiozzi:
- Papà…gli altri…e Sirius…
Tutte capirono che quella cotta per Sirius che aveva avuto al quarto anno non si era mai del tutto sopita e si strinsero a lei.
- Lily…- la chiamò Mary.- Tu e James?
Lily scosse la testa insicura e confusa, mormorando spaventata:
- Ho paura…
In quel momento, il fiume in piena che rischiava di travolgerle tutte si fece più vicino.
Lily si chiese come sarebbe stata una vita senza James Potter ad assillarla con i suoi scherzi, il suo modo di fare da teppista…senza quelle occhiate che le chiedevano e le promettevano altro.
Le sembrò una cosa inconcepibile, così come le sembrò inconcepibile stare rinchiusa lì senza fare niente…

*.*


Dopo molte ore di attesa, verso il tramonto, apparve una civetta che parlò con la voce della madre di Alice; la ragazza lo guardò speranzosa e preoccupata.
- La battaglia è finita, vi aspetto a casa, ragazze…
Alice guidò le ragazze in un vicolo che portava ai limitari dei campi; nell’aria c’era un leggero odore di bruciato.
Appena entrarono in casa, dopo essere state riconosciute, furono accolte nel soggiorno dei Prewett.
- Stai bene, mamma?- le chiese Alice.
- Sì, tesoro; tuo padre è rimasto dai Potter…- mormorò la signora Prewett in risposta, con voce rotta.
- Mamma, che è successo?- chiese Alice.- Perché stai piangendo?
La signora Prewett inspirò un po’ d’aria per farsi forza e per cercare di rimandare indietro i singhiozzi; poi disse con grande tristezza:
- Hanno ucciso Charlus Potter…
Lily spalancò gli occhi, inorridita: il padre di James morto?
La notizia aveva scosso tutte loro, in particolare Alice e Marlene, che erano state le compagne di giochi di James durante l’infanzia e che quindi conoscevano molto bene i signori Potter.
- Chi è stato?- chiese Alice, scioccata.
- Voldemort.- rispose sua madre con voce tremante.- Gli aveva lanciato una maledizione e James aveva preso il suo posto a combattere; quando se ne sono andati, Voldemort ha rilanciato la maledizione a Charlus, che era per terra. È stato troppo e dopo nemmeno cinque minuti…
La signora Prewett cominciò a singhiozzare e Alice abbracciò sua madre.
- Dove sono i ragazzi?- chiese Mary.
- Tutti alla Villa Bianca.- rispose la signora Prewett, asciugandosi le lacrime.
- La Villa Bianca?- fece Lily.
- È la villa dei Potter.- spiegò la signora Prewett.- Sono tutti quanti lì; povera Dorea, povero James…
- Dobbiamo andare da loro!- esclamò Alice.
La signora Prewett annuì.
- Ah, Dorcas…- fece alla ragazza.- Hanno portato tuo padre al San Mungo per una semplice escoriazione al braccio, ma sta bene.
Dorcas annuì e sospirò sollevata.
La signora Prewett le portò fuori dopo essersi assicurata che la casa fosse protetta, poi le portò a piedi verso la Villa Bianca.
Lily guardò l’edificio che le si parava davanti: era una villa rustica, bianca - da qui il nome, ovviamente - e con un grande parco verde.
Le luci che venivano dalle finestre davano un’aria spettrale a tutto il parco e c’era molta gente che faceva viavai dalla casa al giardino.
La signora Prewett entrò nell’ingresso con le ragazze e le portò verso il salotto, dove, appoggiato su un tavolo e avvolto in un lenzuolo candido che lo copriva, stava un cadavere; Lily sentì una morsa alla gola invaderla con forza.
- Dorea…- fece la signora Prewett.- Mi dispiace tanto.
Una strega alta con i capelli scuri raccolti in uno chignon si alzò dal divano, tormentando un fazzoletto di seta e con uno sguardo straziato negli occhi.
Le due si abbracciarono e Dorea balbettò:
- Grazie…
- Di nulla…- replicò la signora Prewett.- Sono venute anche le compagne di scuola dei ragazzi.
- Alice, Marlene…- la signora Potter spalancò le braccia e le due le fecero le condoglianze.
- Condoglianze, Dorea…
- Ci dispiace tanto per Charlus…
Dorea lasciò poi vagare il suo sguardo su Mary, Dorcas e Lily.
- Sono le altre compagne di Casa.- disse dolcemente Marlene.
- Mary MacDonald.- si presentò Mary.- Mi dispiace tanto.
- Dorcas Meadowes.- disse Dorcas.- Sono davvero dispiaciuta…
- Grazie cara, e non preoccuparti per tuo padre.- le disse Dorea.- Sta bene…
Dorcas annuì, il sollievo dipinto sul volto.
- Lily Evans…- mormorò Lily.
- Tu sei Lily?- Dorea la guardò con dolcezza.- James non fa altro che parlare di te; e mi dispiace se ti ha tormentato parecchio.
- Ci ho fatto l’abitudine…- disse Lily.- Mi dispiace tanto, signora Potter…
- Oh, per favore, non chiamatemi signora Potter, ragazze, e non datemi del lei.- disse Dorea sorridendo.- Chiamatemi Dorea e basta.
Le tre ragazze annuirono. Dorea disse loro:
- I ragazzi sono nello studio di Charlus, stanno cercando di trattenere James dal…vendicarsi. Marlene, Alice, fate strada voi?
- Certo, Dorea.- disse Marlene.
Le due guidarono il gruppetto fuori dal salotto in un piccolo corridoio poco illuminato, fino all’ultima stanza, dove c’erano delle voci concitate e dei flebili singhiozzi.
A un certo punto, nel cono di luce lasciato dalla porta aperta che si rifletteva sul corridoio, uscirono due ragazzi; uno dei due si diresse veloce al piano di sopra.
- James!- lo chiamò Remus.
Ma James non si voltò che per un istante, poi accelerò il passo e salì al piano di sopra.
Si era voltato solo un attimo, ma Lily non dimenticò mai il dolore e lo strazio che attanagliavano il volto di James in quel momento.
Remus sospirò, preoccupato.
- Rem…- lo chiamò Marlene, avvicinandosi.
I due si abbracciarono stretti, poi Remus le condusse nello studio, un luogo grande rivestito praticamente di librerie, con un camino dove scoppiettava il fuoco basso e una scrivania; c’erano anche due poltrone, due divani e un tavolino grande e rotondo.
Sirius era seduto su una delle poltrone e si passava una mano agli occhi; Peter era seduto su uno dei due divani e singhiozzava piano.
- Sirius, ci dispiace tanto…- mormorò Mary.
Sirius alzò lo sguardo e borbottò:
- Grazie…
Il ragazzo aveva gli occhi rossi; Dorcas si sedette sul bracciolo della poltrona e gli strinse la spalla.
- Come sta James?- chiese Alice da sopra la spalla di Frank.
- Come volete che stia?- fece Remus, sedendosi e sospirando.- Crede che sia colpa sua…
- Perché?- chiese Lily, stupita.
- Pensa che se fosse riuscito a fermare Voldemort, lui non avrebbe mai ammazzato Charlie.- rispose Sirius con voce rotta.- Adesso James è andato di sopra, non vuole vedere nessuno.
Tutti rimasero in silenzio, in pena per James e Sirius.
- Vado a vedere come sta…- borbottò Sirius dieci minuti dopo, strofinandosi gli occhi.
Lily era triste: un’altra vita era stata spezzata.
Perché? Perché Voldemort era così fissato con il potere, con la mania di purezza?
Era quello, il prezzo da pagare per non unirsi a lui?
Perché era così alto?
Era così alto perché volevano la libertà; volevano essere liberi dai pregiudizi che ancora c’erano in giro, liberi di camminare a testa alta e manifestare le proprie idee.
La libertà comportava quei sacrifici, purtroppo.
Le foto che erano nella stanza testimoniavano l’amore che Charlus Potter aveva riversato su Dorea, James e Sirius.
Dorea, la moglie fedele e coraggiosa che l’aveva sempre sostenuto.
Sirius, praticamente il loro figlio adottivo, che ora era andato nel piano di sopra a consolare quello che per lui era suo fratello.
James, il loro unico figlio, il loro bene più grande.
Quella sera fu invasa da una tristezza senza fine. Nessuno aveva fame, nessuno aveva sonno. Erano solo tristi e disperati, sentivano la morte aleggiare ovunque intorno a loro, come se ci fossero stati dei Dissennatori invisibili in quella stanza.
Dopo un’ora, le ragazze rientrarono a casa dei Prewett.
Prima di uscire, Lily si voltò e vide una luce accesa nel secondo piano della villa, una luce che proveniva da una stanza con un balcone; raggomitolate per terra c’erano due persone, due ragazzi. Uno dei due aveva la testa appoggiata alle ginocchia, le mani nei capelli arruffati, ma non stava piangendo; l’altro cercava di consolarlo.
Quella scena fece male a Lily.
Era stato James a vedere il lato fragile di lei e ora lei vedeva quello di James.
E si chiese se il ragazzo sarebbe mai stato in grado di riprendersi.

*.*


- Passerà, James.- stava dicendo Sirius.- Prima o poi passerà. Ti staremo sempre accanto. Non è affatto colpa tua…
James non disse niente, non aveva la forza di ascoltare. Non riusciva a togliersi dalla testa l’immagine di Voldemort che finiva suo padre.
Suo padre.
L’uomo che l’aveva guidato in ogni cosa, l’uomo che gli aveva dato grandi consigli su qualsiasi argomento, l’uomo che aveva sempre creduto in lui…
La vita di quell’uomo era stata cancellata cancellata così, con un banale e orribile gesto.
“Non sono riuscito a salvarti” pensò James sconfortato. “Perdonami, papà…”
Non riusciva a piangere dal dolore e non riusciva a parlare con sua madre: aveva paura che lo considerasse complice e colpevole di quel che era successo.
In quel momento alzò lo sguardo e lo pose verso il giardino; solo una cosa era riuscita ad attirare la sua attenzione, anzi: qualcuno…
Vide Lily camminare a testa bassa e passarsi come al solito una mano sugli occhi.
Ed ebbe ancora paura.
Paura che anche lei lo considerasse complice e colpevole di ciò che era successo.


 
 
 
 
 
 
 
 
 

NOTE: bene, oggi niente università causa neve e visto che mi annoiavo mi sono detta: "ma perchè non pubblicare il prossimo capitolo?" e devo farvi i miei complimenti, la maggior parte di voi ha capito che il capitolo sarebbe stato molto triste...vi prego, non odiatemi perchè ora ho reso James orfano, vi preeeeeeeegooooooo!!!!!
beh, spero vi piaccia e che siate in molti a recensire, vorrei tanto sentire le vostre opinioni su questo capitolo...
bye bye :)

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Capitolo 22
*** ADDIO… ***


- Il funerale è domani pomeriggio a Villa Potter.- disse Frank
Lui, Remus e Peter erano venuti dai Prewett insieme al signor Meadowes, che era venuto a rassicurare Dorcas.
- A che ora?- chiese Alice.
- Alle quattro.- rispose Peter.
- James si è ripreso?- chiese Lily.
- È rimasto chiuso in camera sua anche oggi.- rispose Remus.- Non vuole vedere nessuno.
- Nemmeno sua madre e Sirius?- chiese Marlene, sorpresa.
I ragazzi scossero la testa.
- È impossibile che si senta in colpa…- sospirò Dorcas.
- Dorcas, è il senso di colpa dei sopravvissuti.- le spiegò suo padre.- Può capitare a tutti, è naturale. È capitato anche a me, con tua madre…
Dorcas annuì e si concentrò sulla sua tazza di thè con rinnovato interesse. Tutti sapevano che Dorcas aveva perso sua madre a tredici anni per colpa dei Mangiamorte, e per la ragazza quello era ormai un argomento tabù: non ne parlava mai con nessuno, aveva smesso di suonare il pianoforte - passione che condivideva con la madre - e a volte la notte piangeva per il dolore. Tutto quello che le sue amiche potevano fare era abbracciarla ogni volta per farle capire che le erano vicine, esattamente come ora Mary le stava stringendo dolcemente la mano.
Appena gli uomini se ne andarono, Lily sospirò e guardò fuori verso i campi: Lord Voldemort era da qualche parte là fuori a meditare altri omicidi, e lei era seduta lì, impotente. Voleva fare qualcosa.
La ragazza lasciò vagare la sua mente a James e si ricordò di come si erano trattenuti a parlare in fretta e furia con loro in quel vicolo; era colpa loro? Sua? Se non si fossero messi a parlare con loro, il signor Potter sarebbe sopravvissuto?
E James…James che si sentiva ancora in colpa per quella morte. Era assurdo. O forse no?
Che stava facendo in quel momento? Piangendo finalmente la scomparsa del padre o tenendosi tutto dentro e così facendo lacerandosi ancora di più?
In quello, Lily convenne che loro due erano simili. Quando, durante il quinto anno, era morta sua nonna, Lily non ne aveva parlato con nessuno, solo con le sue amiche e a malapena. E James si era incazzato dicendo che avrebbe dovuto aprirsi; avevano litigato di brutto, quel giorno, in una maniera davvero orribile e davanti a praticamente l’intera Casa, con tutti che li guardavano basiti.
Quella non apertura che ora lui stava affrontando lo avrebbe portato ad annichilarsi? Ce l’avrebbe fatta a sopravvivere?
“Perché è questo ciò che siamo tutti, ora: dei sopravvissuti” pensò Lily. “Dei sopravvissuti che non sanno se saranno vivi domani o la prossima ora…”
La colazione finì in un clima lugubre e di tristezza; la morte di Charlus Potter aleggiava sopra di loro come l’aura malefica dei Dissennatori, togliendo loro la possibilità di formulare un pensiero felice quel giorno.
Le ragazze decisero di andare. Erano amiche dei ragazzi, ormai, e volevano tutte aiutare James. Anche Lily.
Lily si ricordò ciò che le aveva detto Dorea Potter, mentre se ne andavano; l’aveva fermata e le aveva detto con voce dolce:
- Ti prego, Lily…fammi un favore: aiuta James più che puoi. Non deve crogiolarsi nel dolore, vorrei tanto che trovasse la forza di sfogarsi e di buttarlo fuori.
- Lo farò…- aveva risposto Lily.
Ma ripensandoci, non sapeva come.
Lily sospirò; di una cosa era certa: avrebbe dovuto cominciare a chiarire con se stessa, almeno, i suoi veri sentimenti per James.

*.*


Dorea salì le scale della villa e camminò lungo il corridoio; vide Sirius uscire dalla stanza.
- Sir, allora?- chiese Dorea.
- È seduto sul letto, è già pronto.- rispose Sirius.- Solo che…mi sembra bloccato.
- Provo a parlarci io…- disse Dorea.- Va’ a metterti le scarpe.
Sirius annuì, poi si voltò e le disse in tono triste:
- Mi dispiace. Avrei voluto fare di più per salvarlo…
- Hai già fatto molto, Sir.- replicò Dorea sorridendo mesta.- Davvero; non è una colpa, il fatto che voi due siate vivi, avete fatto il possibile e ve ne sono grata.
Sirius sorrise tristemente, poi scese giù per le scale.
Dorea sospirò, poi allungò le dita sottili verso la maniglia della porta di fronte a lei, ricordandosi di come aveva trovato i suoi ragazzi quella sera, in camera sua e di Charlus, seduti sul balcone.
“Il mio bambino ha bisogno di me…” pensò Dorea, aprendo la porta.
Dorea vide James seduto sul letto, lo sguardo basso, con indosso dei jeans scuri e una camicia nera.
- James…- lo chiamò Dorea.
James alzò lo sguardo e la donna vide l’aria stanca e tirata del figlio: probabilmente, non aveva dormito.
- Non me la sento, mamma…- borbottò James.- Mi sento come se fossi…un intruso…
- Perché dici questo, tesoro?- chiese Dorea.
- Perché è colpa mia se papà è…- James sospirò profondamente.- Ho cercato di salvarlo, ma ho fallito. Come figlio e come persona sono uno schifo.
- James, questo non è vero!- dissentì Dorea, sedendosi accanto a lui e abbracciandolo forte.- Tu hai fatto il possibile e di questo te ne rendo merito. Tu e Sirius siete vivi! Voi avete la possibilità di vivere e di aiutarci a sconfiggere Voldemort. Tesoro, io sono fiera di te, lo sono sempre stata e sempre lo sarò.
James non disse niente. Erano parole di circostanza o esprimevano la verità?
- Tesoro, se non vuoi venire al funerale, se non te la senti, io comprenderò.- disse Dorea con dolcezza.- E credimi, lo comprenderebbe anche tuo padre.
Dorea si alzò e si diresse verso la porta; poi si voltò e gli disse:
- Tuo padre sarebbe stato fiero di te, per esserti battuto così per lui. E credo che lo sia anche Lily, credimi…
Dorea chiuse la porta, lasciando James solo con i suoi pensieri. Gli parve di sentire ancora suo padre dirgli quello che gli aveva detto a Hogwarts fuori dall’infermeria, quando gli aveva confidato i suoi problemi d’amore con Lily: “Segui il tuo cuore, Jimmy…”
James si alzò e guardò fuori dalla finestra; nel giardino, c’erano già sedute molte persone, e altre stavano arrivando.
Vide Lily entrare con le altre; aveva indosso una camicia nera, dei jeans e delle ballerine nere. Era anche lei fiera di lui? Non lo avrebbe incolpato per non essere riuscito a salvare suo padre?
Poco dopo, James era già davanti all’ingresso, con sua madre e Sirius. Suo padre era già fuori.
Sirius gli diede una pacca sulla spalla, sua madre gli diede un bacio fra i capelli.
James sospirò pesantemente, poi uscì e insieme a Sirius seguì sua madre.
Il mormorìo che c’era prima venne subito messo a tacere; gli sguardi di tutti si puntarono su loro tre che avanzavano verso la prima fila di sedie, davanti a tutti.
Le uniche tre sedie libere erano davanti al corpo di Charlus avvolto nella tela bianca e dentro a una cassa di legno chiaro, aperta; lì accanto, c’era Albus Silente, in una semplice veste nera che risaltava l’argento dei suoi capelli, dei suoi baffi e della sua lunga barba.
James si accorse che nella fila dietro la loro c’erano i loro amici: Remus, Marlene, Frank, Alice, Peter, Mary, Lily, Dorcas. Quella disposizione era stata decisa da Dorea, la quale voleva che i suoi due figli sentissero che non erano soli.
James tenne lo sguardo basso: aveva paura di leggere negli occhi di Lily il disprezzo per essere sopravvissuto mentre suo padre era morto.
- Bene, ci siamo tutti.- disse Silente.- Questo è un triste giorno, per tutti noi. Un’altra vita, in questa guerra sanguinosa e letale, è stata spezzata, così come è stata spezzata un’altra famiglia. Charlus Potter era una persona onesta e buona; amava la vita e la libertà, ed è per questo che è morto. Ma amava anche la sua famiglia, e questo è un altro valido, validissimo motivo per il quale è morto: per proteggere non solo gli innocenti, ma anche sua moglie Dorea e i suoi due figli: James, il suo figlio naturale; e Sirius, che ha accolto come il secondo figlio che non è riuscito ad avere.
Dorea, seduta fra James e Sirius, strinse con affetto la mano dei suoi due ragazzi, e loro ricambiarono; Sirius se ne fregò di apparire ridicolo e lasciò che qualche lacrima scorresse lungo le sue guance. James invece era come un blocco di marmo, non riusciva ancora a piangere.
- Il suo sacrificio non è stato, e non sarà, vano.- continuò Silente.- Un giorno, spero non molto lontano, questa guerra finirà, e allora coloro che sono morti non saranno morti invano. Quelli che sono vivi ora, e che spero lo saranno ancora in futuro, non devono sentirsi assolutamente in colpa per il fatto di essere vivi; avete una vita davanti: godetene! Questo sarebbe esattamente quello che Charlus vi direbbe. Perché lui amava la vita, e voleva che i suoi figli vivessero in un mondo libero, che lottassero per un mondo libero e giusto. Charlus Potter era un uomo degno di stima; da allievo, permettetemi di dirlo, un po’ discolo è diventato un uomo forte, irreprensibile, onesto…e anche romantico. Credo che nessuno degli insegnanti di Hogwarts si sia mai dimenticato l’enorme mazzo di rose rosse che aveva regalato a Dorea quando si fidanzarono.
Dorea sorrise tristemente e dolcemente, ricordandosi di quel mazzo; quando l’aveva ricevuto, durante il pranzo in Sala Grande, davanti a tutti era diventata più rossa delle rose.
- Ricordatevi di Charlus Potter: un uomo che credeva nella vita, nella libertà, nella giustizia e soprattutto nell’amore.- concluse semplicemente Silente.
Dopo aver parlato, Silente andò a porgere le sue condoglianze a James, Dorea e Sirius, poi si diresse al suo posto.
Rimasero in silenzio tutti quanti; poi Sirius si alzò e si diresse vicino alla cassa, sospirò e disse:
- Ehm…è difficile parlarne. Insomma, nessuno se lo sarebbe mai aspettato.
Sirius rimase un secondo in silenzio, poi continuò:
- Forse alcuni di voi lo sanno, altri no…io me ne sono andato dalla casa dei miei a sedici anni. La mia famiglia, sempre se posso chiamarla tale, era una vera schifezza; insomma: purezza di sangue, predominio sui Babbani…cose di quel genere.
Sirius fece una smorfia disgustata, poi disse:
- Un’altra ragione per cui me ne sono andato è perché…non mi hanno mai accettato per quello che ero. Quindi decisi di andarmene da quella baracca di deficienti; e ad accogliermi furono i Potter.
Sirius rivolse un’occhiata di affetto alla bara contenente Charlus e disse:
- Lui mi ha accettato per quello che ero; tutti quanti in questa famiglia mi hanno accettato per quello che ero. James è stato, ed è, il fratello che ho sempre desiderato; Dorea mi ha fatto da madre, come non lo è mai stata Walburga Black; Charlie è stato il padre che non ho mai avuto veramente, che mi ha supportato, sgridato, compreso e mille altre cose. Per cui io oggi…oggi ho perso un padre. Mi mancherai Charlie; riposa in pace.
Sirius si sedette di nuovo al suo posto, e Dorea lo guardò con affetto. James cercò di sorridergli, ma riuscì solo a guardarlo; a Sirius bastò. Quello sguardo tra fratelli diceva tutto.
Rimasero tutti in silenzio ad aspettare che qualcun altro parlasse. Il silenzio si dilatò in maniera sorprendente, poi Dorea si alzò, imitata da James, Sirius e tutti gli altri.
I tre si avvicinarono alla cassa e guardarono per l’ultima volta il corpo di Charlus avvolto nel telo bianco.
- Addio, amore…- bisbigliò Dorea.
- Addio, Charlie…- disse Sirius con voce roca.
- Ciao, papà…- mormorò James con le lacrime agli occhi.
I due ragazzi chiusero la cassa, che s’inabissò per magia nel terreno e fu circondata da fiamme bianche; quando queste si spensero, c’era sul posto una lapide grigia con scritto il nome del defunto, le date di nascita e di morte e una scritta:

Per sempre nei cuori di tua moglie e dei tuoi figli.

Sirius si passò una mano davanti agli occhi, commosso.
- Non ti dispiace, vero?- gli fece James a bassa voce.- L’ho scelta io.
- Grazie…- rispose Sirius poco dopo.
Tutti si avvicinarono per far loro le condoglianze.

Lily si avvicinò con gli altri a fare le condoglianze, timorosa. Aveva paura di sentirsi respinta, rifiutata. Incolpata per quelle chiacchiere veloci in quel vicolo.
Abbracciò Dorea e Sirius, che poco dopo si voltò di spalle per non farsi vedere in lacrime; Dorcas gli diede una pacca sulla schiena.
Lily si avvicinò piano piano a James, con un po’ di timore; il ragazzo guardava la tomba di suo padre, stringendo i pugni.
- James…?- lo chiamò Lily, timorosa.
James la guardò e Lily fu sorpresa di come fosse l’espressione del suo viso: era un’espressione di dolore muto ma forte.
- Non sono riuscito a salvarlo…- mormorò James, con sconforto, abbassando lo sguardo.
- James, guardami.- disse Lily; appena James la guardò, lei gli disse:
- Non è colpa tua, tu hai fatto il possibile per salvarlo. E sono sicura che tuo padre ti direbbe la stessa cosa.
Dopo un breve istante, i due simultaneamente si abbracciarono forte; e finalmente James riuscì a sfogarsi.
Non pianse forte, solo a piccoli e brevi singhiozzi, mentre le lacrime gli annebbiavano la vista e cadevano sulla spalla di Lily che, incurante di ciò, lo stringeva con forza.
Nessuno dei due seppe per quanto tempo rimasero abbracciati. Sapevano solo che James si sentiva confortato dal semplice fatto che lui non era considerato colpevole da lei; Lily sentì finalmente che stava facendo qualcosa per alleviare il suo dolore, si fece forte per entrambi.
- Lily, non andartene…- mormorò James con voce rotta.
- Sono qui, James.- bisbigliò lei in tono rassicurante.- Non vado da nessuna parte.
A quelle parole, James si aggrappò ancora di più a Lily, che lo strinse a sé con maggiore forza, per fargli capire che non era da solo, che lei ci sarebbe sempre stata; non trovava le parole adatte per dirglielo. Ma James sembrava aver capito.
Poco dopo, i due si separarono e James si asciugò rudemente gli occhi, guardò la spalla di Lily umida e borbottò:
- Scusa…la spalla…
- Non è niente…- Lily scrollò le spalle.
Lily gli diede una pacca leggera sul braccio ed entrambi si diressero verso la villa.
A James sembrò di essersi tolto almeno una parte del peso che in quei due giorni gli aveva attanagliato lo stomaco, e solo grazie all’abbraccio di Lily; gli era bastato posare la sua testa sulla sua spalla e quel blocco di marmo si era in parte sciolto.
Sapeva che ci voleva ancora un po’ per scioglierlo definitivamente, ma almeno si era sfogato.
“Grazie, Lily…” pensò il ragazzo con un moto di gratitudine.

*.*


Quella sera, le ragazze decisero di rimanere a dormire alla Villa Bianca. E decisero loro di cucinare nell’enorme taverna.
- L’acqua bolle?- chiese Marlene ad alta voce.
- Sì…- rispose Remus.
- Metti quattro o cinque pizzichi di sale.- gli disse Marlene.- Grosso, mi raccomando.
- Con le patate come siete messi?- chiese Lily.
- Sono ancora all’inizio…- le disse Dorcas, indicando James e Sirius su un mucchio di patate.
- Sono parecchie da pelare!- si lamentò James.
- Dobbiamo farlo per forza così?- chiese Sirius agitando lentamente il coltello.
- Almeno fate un po’ di pratica, vi fa’ capire quanta fatica costa ai Babbani e ai Maghinò farlo senza magia.- lo rimbeccò Dorcas.
- Lo spezzatino è in forno!- annunciò Mary.
Mezz’ora dopo, avevano appena finito la pasta e si stavano dedicando al secondo, quando si sentì il campanello.
- State qui, vado io!- disse loro Dorea.
James e Sirius si guardarono e la seguirono, sfoderando le bacchette.
Cinque minuti dopo, scesero tutti e tre.
- Tutto a posto, sono Silente e Malocchio.- li rassicurò Dorea.
- Malocchio?- chiese Mary, interrogativa.
- È un Auror, un cacciatore di Maghi Oscuri.- spiegò James.- È nell’Ordine, lavorava con papà…
A quelle ultime tre parole, James si rabbuiò appena.
- Che vogliono?- chiese Remus.
- Parlare con voi, appena potete.- rispose Dorea.- Una questione importante.


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

NOTE: allora, piccola genesi del capitolo: questo capitolo l'ho scritto qualche settimana fa e ci è voluto moooooolto tempo per scriverlo, visto che lo scrivevo quando ero da sola in casa, quando mancavano i miei o mia sorella; il motivo? Perché ogni volta che iniziavo a scriverlo e avevo la scena in mente, mi commuovevo! Capite? Io, che mi commuovo pochissime volte (Daphne91 lo sa bene, mi sono commossa solo una volta davanti a lei: guardando al cinema la seconda parte di HP7!)
bene, dopo questa pappardella di parole...allora, che ve ne pare? Vi piace? L'ho scritto bene? O lo trovate scontato? Perché, sinceramente, non ci vedevo James che si isola e che non si fa consolare...lo so, magari sono caduta un po' nel clichè romantico, ma che ci volete fare? Sono la prima che non vede l'ora che Lily e James si mettano finalmente insieme!
bene, non vedo l'ora di leggere le vostre recensioni, fatemi sapere se ho scritto bene o se devo prendermi un giubbotto anti-proiettile per salvarmi dai vostri fucili...
bye bye :)

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Capitolo 23
*** ADDESTRAMENTO PER L’ORDINE DELLA FENICE ***


- Una questione importante?- ripetè Remus.
- Si.- rispose Dorea.
- Scusate se ci intromettiamo.- Albus Silente era appena apparso nella taverna.- Ci dispiace irrompere durante l’orario di cena, ma è una questione urgente.
- Nessun problema, professore.- replicò Dorea, avvicinandogli una sedia.- Alastor?
- Malocchio…- bisbigliò James allo sguardo interrogativo di Lily.- Fra poco capirai perché lo chiamano così…
- Sta aspettando che arrivino Kingsley e i fratelli Prewett.- rispose Silente, sedendosi.
- Bene!- fece Dorea.- C’è il dolce.- annunciò poi ai ragazzi.
- Ehm…
Sirius e James guardarono Dorea un po’ preoccupati.
- L’hanno fatto Alice e Marlene.- disse loro Dorea, un po’ seccata.
- Ah…- James e Sirius tirarono un sospiro di sollievo.
Intanto, al piano di sopra si sentirono delle voci; poi, dei passi che scendevano, accompagnati da un’inquietante clunk.
Poco dopo, in taverna li raggiunsero altri quattro maghi.
Kingsley Shacklebolt era un mago alto, pelato e dalla carnagione scura, con una zanna come orecchino, uno sguardo determinato e una voce profonda che trasmetteva calma, razionalità e sicurezza.
Gideon e Fabian Prewett erano due uomini alti, con i capelli rossi e un’espressione giocosa e gioviale sui volti giovani pieni di lentiggini, ma sotto sotto si percepiva un fuoco di determinazione e forza quasi impossibili da domare.
Alastor Malocchio Moody era quello che più inquietava i presenti della taverna che non lo conoscevano: il volto pallido era segnato da numerose cicatrici, mancava un pezzo di naso e, dei due occhi, uno era blu elettrico e sfrecciava ovunque, vedendo praticamente ogni cosa; una delle due gambe era metallica e finiva a zampa di leone.
- Allora?- sbottò Malocchio, scrutandoli tutti con il suo occhio magico.
- Ora hai capito il motivo del soprannome…- borbottò James a Lily.
- Inquietante…- commentò lei, distaccata.
- Fidati, sa il fatto suo ed è il migliore.- le disse James in tono rassicurante.- Anche se…
- Un po’ di dolce?- gli propose Dorea.- Tranquillo, non l’ho fatto io.
- Chi mi garantisce che non è avvelenato?- replicò Malocchio, sospettoso.
-…è un po’ paranoico.- concluse James alzando gli occhi al cielo.
- Un po’?- gli borbottò Sirius.
Malocchio si sedette vicino a Silente.
- E allora?- abbaiò Malocchio.- Siete vivi.
- Le tue paranoie sono diminuite almeno un po’?- gli chiese Sirius, pungente.
- E tu vorresti fare l’Auror dopo la scuola, eh, Black?- lo rimbeccò severamente Malocchio.- Ragazzo, ti serve ancora un po’ di disciplina in quella testaccia. Vigilanza costante!
A quelle ultime due parole, tutti - tranne James, Sirius, Dorea, i Prewett, Kingsley e Silente, ovviamente abituati ai suoi modi bruschi - sobbalzarono un po’.
Il preside prese un pezzo di torta con crema pasticcera e commentò colpito:
- Uhm…davvero notevole! Mi sa che devo proporre un corso di arte culinaria a scuola, come materia extra-scolastica.
Marlene e Alice arrossirono un po’, compiaciute.
Tutti mangiarono il dolce e, dopo averlo finito e aver sparecchiato, Malocchio disse:
- Allora, cominciamo questa riunione!
Dopo aver detto quelle parole, prese una fiaschetta dalla tasca e bevve.
- Ancora con quella fischetta?- fece Gideon Prewett, sorpreso.
- Non mi fido, e questo lo sai!- sbottò Malocchio in risposta.- Senza offesa, Dorea.
Dorea alzò le spalle, indifferente. Ormai ci era abituata.
- Chi ci dice che lei non sia un’impostore e che quella che sta bevendo non sia Pozione Polisucco?- gli chiese Lily a bruciapelo.
- Nome e cognome?- fece Malocchio, burbero.
- Le interessa davvero?- replicò lei, scettica.
- Lily Evans, Malocchio.- gli disse Silente, sorridendo.
- Perché trovo dappertutto persone con la testa da Auror?- borbottò udibilmente Malocchio, un po’ compiaciuto.
Lily non riuscì a trattenere un sorrisetto trionfante e James le scoccò un’occhiata ammirata.
- Beh, dopo questo piccolo intermezzo…- iniziò Silente.
- Piccolo, ma divertente!- commentò Fabian Prewett, ilare, faccendo l’occhiolino a Lily.
-…siamo venuti qui per parlarvi.- continuò Silente.- Come sapete, noi cinque, insieme ad altre persone, siamo membri dell’Ordine della Fenice che, come sapete, è una società segreta che combatte contro Lord Voldemort e i Mangiamorte; facciamo di tutto per contrastarlo e rallentarlo.
I ragazzi pendevano dalle labbra del loro preside, avidi di saperne di più. James strinse i pugni: anche se non ne faceva ancora parte, aveva combattuto con l’Ordine; e ora, la voglia di fare qualcosa bruciava con impazienza in lui.
- Noi vi offriamo la possibilità di scegliere.- disse Kingsley con voce profonda.- Se volete, potete combattere; altrimenti, faremo comunque il possibile per proteggere le vostre vite.
- Vi dobbiamo avvisare però, che se accettate, sarete in rischio costante.- disse loro Gideon Prewett.- È una continua lotta per la sopravvivenza, per la vita. Dovete essere consapevoli, unendovi all’Ordine, che il rischio di morte è onnipresente.
Tutti annuirono, Peter un po’ impaurito.
- Quando potremo combattere?- chiese James.
- Tu e Black siete appena usciti da una battaglia, Potter.- gli ricordò bruscamente Malocchio.- E avete bisogno, come anche i vostri amici, di preparazione.
- Preparazione?- ripetè Remus, confuso.
- Esatto!- asserì con forza Malocchio.- Per questo passerete tutto il mese di luglio e metà del mese di agosto ad allenarvi e a prepararvi. So che frequentate la palestra di Godrick’s Hollow e questo non può che farmi piacere; è una delle migliori e un po’ di attività fisica non può che farvi bene. Ma dovete pensare anche alla vostra preparazione magica; sarebbe sciocco improvvisare davanti ai Mangiamorte.
- Comunque, al momento non combatterete.- disse loro Silente.
- Che cosa?!- James lo guardò allibito.- Perché?
- Siete ancora studenti e frequentate la scuola.- rispose Silente con calma.- Potrete venire alle riunioni, certo; ma durante il periodo scolastico, voi non combatterete. E nemmeno se ci saranno ancora altri scontri, quest’estate.
James si alzò in piedi e appoggiò con forza le mani sul legno del tavolo.
- E lei si aspetta davvero, professore, che io me ne stia con le mani in mano mentre Voldemort ammazza altre persone?- sbottò il ragazzo, furente.- Devo forse ricordarle che Voldemort ha ucciso mio padre due giorni fa?
- James, sto cercando di proteggervi.- rispose Silente.
- Beh, io voglio combattere!- replicò James, sbattendo un pugno sul tavolo.- Non lo capisce, che io sono disposto a sacrificare la mia vita perfino ora?
- Potter, non fare discorsi da ragazzino che vuole fare l’eroe!- lo rimproverò Malocchio.
- Non sono discorsi da ragazzino e non voglio fare l’eroe!- lo rimbeccò James.- Io voglio combattere, dannazione!
- James, hai bisogno di prepararti.- gli disse sua madre con voce ferma.- Senza una preparazione adeguata, Voldemort ti ucciderà. Ho già perso tuo padre, non voglio perdere anche i miei figli.
James si morse il labbro inferiore, nervoso.
Aveva già combattuto contro i Mangiamorte, a che gli serviva la preparazione?
- La preparazione vi serve per farvi capire in parte a cosa andate incontro.- disse Kingsley con voce calma.- James, so che tu e Sirius avete già visto abbastanza; e credimi, sono fra i primi che vuole vendicare tuo padre, perché è stato il mio mentore al Ministero insieme a Malocchio, e un mio carissimo amico. Ma vi vogliamo ancora più preparati. Volete diventare Auror, tu e Sirius, giusto?
James e Sirius annuirono con convinzione.
- Bene, allora farete l’addestramento e con voi anche i vostri amici, se sono d’accordo.- concluse Kingsley.- Avete ancora molto da imparare e conoscenze da approfondire.
Nella taverna regnò il silenzio. James annuì sconfitto e si sedette.
Dopo che la riunione finì, James si lavò i denti. Quando uscì, vide Lily in corridoio uscire da un altro bagno della villa.
- Vuoi combattere, vero?- le chiese James.
- Sì.- rispose lei.
- Non mi sarei mai aspettato il contrario.- replicò lui, sorridendo amaramente.- Una parte di me non lo vorrebbe.
- James, a casa sarei praticamente un problema e metterei costantemente in pericolo i miei genitori.- spiegò Lily.- Io appartengo al mondo magico, lo sai bene. Sono qui per combattere per il mondo in cui credo fermamente, per difendere i Babbani, per le persone che amo.
James annuì, comprensivo.
- E comunque Malocchio e Kingsley hanno ragione.- fece Lily.- So che vuoi vendicare tuo padre, ed è giusto; ma come puoi farlo senza una preparazione adeguata?
Il ragazzo annuì; poi, la vide rabbuiarsi un po’.
- Che c’è?
- Ehm…
Lily si passò una mano fra i capelli, poi disse:
- Ecco, io…beh, mi sentivo un po’, anzi parecchio in colpa.
- E di cosa?- chiese James.
- Insomma, vi siete fermati in quel vicolo a parlare con noi prima della battaglia, e…
James l’abbracciò di slancio e le mormorò fra i capelli:
- Lily, non è colpa tua! Non pensarlo nemmeno per un secondo…
Lily restituì la stretta e sentì qualcosa di duro sciogliersi dentro di lei.

*.*


Due giorni dopo, i ragazzi iniziarono la loro preparazione, che era molto intensiva.
- Allora…- fece Malocchio.- Sveglia alle sei e mezzo, massimo un quarto alle sette; e non voglio facce scocciate, Black!- abbaiò l’Auror davanti alla faccia scocciata di Sirius.- Colazione frugale e poi subito a correre.
- Correre?- fece Mary, confusa.
- Vi voglio scattanti e veloci come non mai!- spiegò Malocchio.- La velocità è tutto. Poi , rinfrescata veloce, mini pasto e subito in palestra ad allenarsi. Siccome potremmo attirare dei sospetti, ci andrete a turno e in coppia: due coppie in palestra, tre con Kingsley e i Prewett a fare altra attività fisica. Pranzo veloce, pausa di tre quarti d’ora e poi al pomeriggio, prove di duello fino alle cinque e mezza. Doccia, cena veloce e subito a dormire, chiaro? Vi voglio scattanti e non pigri e rammolliti!
I ragazzi annuirono; Sirius ridacchiò.
- Che hai, Sirius?- gli chiese Peter, sconfortato.
- Che comunque farai dieta e movimento.- rispose Sirius, divertito.
- Spero in pasti abbondanti e sostanziosi.- borbottò Peter, speranzoso.
- Ah, dimenticavo.- disse loro Malocchio.- I pasti sono razionati.
Peter alzò gli occhi al cielo, sconfortato.
- Spero che il week-end sia libero.- fece Mary.- O ci dobbiamo allenare anche il sabato e la domenica?- chiese poi rivolta a Malocchio.
- No, è libero per i compiti delle vacanze.- rispose Malocchio.- Su questo, il preside non vuole discussioni.
La loro preparazioni, i primi giorni, fu parecchio dura. Remus era l’unico giustificato per via della sua licantropia quando stava poco bene e le ragazze, durante il ciclo, furono costrette a serrare i denti e a non lamentarsi durante gli allenamenti. Mary fu la prima a crollare la sera e Dorea le diede una pozione per calmare i dolori del ciclo.
Lily non si lamentò, ma a volte era impossibile per lei trattenere i gemiti o le smorfie di dolore quando veniva beccata in pancia.
Ad allenarli, oltre ai quattro Auror, c’erano anche i professori Vitious e McGranitt.
Il primo giorno fu per tutti molto duro e terribile; le ore di ginnastica in palestra erano molto dure: boxe per i maschi, fit-boxe per le femmine e corse sui tapis-roulant. Le corse mattutine erano sfiancanti, correvano per parecchi chilometri sempre con le bacchette in mano; quando non era il proprio turno di palestra, c’era la ginnastica con gli Auror: flessioni, piegamenti per le gambe e le braccia, esercizi per il respiro, addominali…
E nessuno si scordò la prima lezione di duello; i quattro Auror e i professori Vitious e McGranitt erano molto preparati e ovviamente i ragazzi furono subito battuti.
Peter cedette quasi immediatamente, gli altri poco dopo: a causa delle varie fatture finivano subito a terra.
Ma a James questo non importava; capì allora quanto era stato arrogante quella sera, quanto avessero ragione Malocchio e sua madre: aveva ancora molto da imparare. Aveva come l’impressione che tutte quelle ore di allenamento gli servissero per distrarlo dalla morte di suo padre, per temprarlo.
Voleva farcela. Voleva combattere, vendicare suo padre, difendere i suoi amici…difendere Lily.
Lei che si allenava con la sua stessa determinazione, che non si lamentava quasi mai, che sembrava capirlo. Era come se entrambi stessero intrattenendo una sorta di muta conversazione in cui il silenzio riusciva ad essere riempito con semplicemente degli sguardi e dei gesti.
Non avevano avuto modo di fare una chiacchierata decente dalla sera della loro entrata ufficiale nell’Ordine, solo un “buon giorno” alla mattina e “buona notte” prima di andare a letto, qualche parola su come Malocchio fosse praticamente uno schiavista durante le sue corse scellerate e gli aiuti durante il week-end per i compiti delle vacanze; per il resto, niente chiacchiere.

*.*


Il mese di luglio passò da un lato in fretta e da un lato con grande lentezza. Le ore in cui si allenavano e s’impegnavano erano sempre faticose al massimo, ma davano grandi profitti: già dopo la prima settimana, si erano tutti e dieci così abituati all’attività fisica che sentivano a malapena i crampi in tutto il corpo e stavano cominciando a padroneggiare meglio che mai gli incantesimi non verbali, con i quali avevano avuto un po’ di difficoltà per tutto il sesto anno.
Il grande ripassone era stato fatto sugli incantesimi e stregonerie di Difesa e anche sulle Maledizioni Senza Perdono: il Ministero aveva deciso che anche gli Auror le usassero per catturare e interrogare i sospetti. Malocchio tuttavia non le insegnò loro e provò a utilizzare su di loro solo la Maledizione Imperius: James e Sirius l’avevano contrastata subito con grande facilità, Lily e Dorcas dopo pochi minuti, gli altri con maggiore difficoltà. James fu segretamente grato a Malocchio che non gliele avesse insegnate: non le approvava. Le odiava.
Tutti facevano enormi progressi, nonostante tutto. Ma c’era una grossa difficoltà: i compiti per le vacanze.
Passavano ore e ore del week-end sui libri; inoltre James, Sirius e Frank dovevano allenarsi per il Quidditch e Frank dovette studiare per riparare l’esame di Materializzazione - che passò a fine mese, con sua grande felicità.
Ormai, Villa Potter era diventata una sorta di luogo tutto studio e allenamento.
- Molto lontano dal progetto originale, ovvero “vacanze tranquille dalla famiglia Prewett”- ironizzò stancamente Mary una sera prima di addormentarsi.
Un altro problema era per le coppiette, che avevano praticamente tempo zero di intimità.
- Tutto bene, Frank?- chiese Sirius una mattina, reprimendo uno sbadiglio.
- Tutto bene?!?- urlò lui.- Siamo praticamente a fine luglio, e io e Alice siamo ancora in bianco!!!
- Frank, ti prego non urlare!- lo implorò Peter.
- Non mi sembra che Remus sia messo male…- borbottò James mentre Lily si sedeva accanto a lui, assonnata.
- Buon giorno!- sbottò Remus, irritato.
- Dicevi?- gli fece Lily.
- Rimangio tutto quello che ho detto…- borbottò James, bevendosi la sua tazza di caffè tutto d’un fiato.


 
 
 
 
 
 






NOTE: bene, sempre a causa del tempo metereologico sono bloccata qui a casa; a dire la verità non nevica (non ancora), ma trenitalia è strapiena di ritardi e questo vuol dire IMPOSSIBILE RAGGIUNGERE L'UNIVERSITA'!!!! grrrrrrr.....
beh, cosa positiva: ne approfitto per pubblicare questo capitoletto merdoso; so che non è un capitolo totalmente Lily/James, ma è...un altro capitolo di transizione. e ne seguiranno altri due o tre prima che le cose diventino un po' più...interessanti!!! ;)
bene, spero che vi piaccia :) e se non vi piace...beh, il giubbotto anti-proiettile dell'altra volta è sempre accanto a me.
bye bye :)

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Capitolo 24
*** FINALMENTE RELAX ***


La prima settimana di agosto passò veloce come il vento; all’inizio della seconda settimana, Malocchio li fermò dopo cena.
- Vi lasciamo liberi questo giovedì e venerdì.- comunicò loro in tono burbero.- Secondo Silente, vi siete impegnati a fondo ed è giusto che abbiate un po’ di riposo prima della vostra settimana di vacanza.
I ragazzi accolsero con felicità la notizia.
- Dai, Remus!- fece Frank all’amico.- È solo lunedì, dobbiamo aspettare fino a mercoledì sera…
-...e non saremo più in bianco!- considerò Remus, sollevato.
Marlene e Alice non se la presero, anzi erano parecchio sollevate: era chiaro come il sole che anche loro erano state parecchio scontente di un mese totalmente in bianco.
- Questo vuol dire che voi non vi comporterete più come due megere in perenne ciclo?- chiese Mary alle due ragazze, le quali ridacchiarono.
- Non eravamo così cattive!- protestò Alice, fra le risate.- Vero, Lene?
- No, eravate la calma in persona.- commentò Dorcas ridacchiando.
Negli ultimi giorni l’impegno che i ragazzi vi avevano messo era come triplicato: Peter veniva Disarmato meno di frequente, James e Sirius avevano Schiantato due volte di seguito Gideon e Kingsley, Lily e Dorcas avevano sconfitto Malocchio a duello, gli altri erano riusciti a tener testa ai professori McGranitt e Vitious.
L’ultimo pomeriggio, invece di dedicarlo ai duelli, fu dedicato ai Patroni; quel pomeriggio c’era anche Silente, con una cassa in mano.
In pochi minuti un cervo, una cerva, un cane, un lupo, un topo, una volpe (Alice), un cinghiale (Frank), una lontra (Marlene), un puma (Dorcas) e un cigno (Mary) erano davanti agli Auror e ai professori.
- I miei complimenti!- fece Silente con un sorriso.- Devo dire che sono proprio ammirato!
- Sì, certo…- borbottò frettolosamente Malocchio.- Non siamo qui a una mostra di Patroni, non credete?
- Sì, immaginavamo che c’era un motivo sotto.- commentò Sirius con un po’ di sarcasmo nella voce.- Come ho fatto a non pensarci prima?
Dorea lanciò un’occhiata al ragazzo come avvertimento di frenare la lingua, mentre i ragazzi ridacchiarono un po’.
- Bene, ora che abbiamo riso alla battuta scema di Black…- e qui Malocchio scoccò al ragazzo un’occhiata di rimprovero.-…direi che non c’è bisogno di chiedervi se sapete far parlare i Patroni, giusto?
I ragazzi annuirono.
- Bene, direi che ora c’è il passo successivo.- considerò Silente.- Affrontare un Molliccio.
-Ma non è roba da terzo anno?- obiettò Sirius.
-Signor Black!- lo riprese con un sibilo severo la professoressa McGranitt.
-Vede, signor Black.- disse con calma Silente.- Credo che un passo importante sia quello di farvi confrontare con le vostre paure, che saranno sicuramente mutate rispetto a quando avevate tredici anni; se non vi confrontate con le vostre paure più segrete, come potete combattere con il terrore che c’è fuori?
A quella replica pacata nessuno osò dire altro, annuendo alle parole del Preside.
Appena si furono disosti in fila, Silente aprì la cassa e ciò che comparve davanti a Peter furono i suoi amici che si allontanavano da lui, guardandolo co disprezzo; fu con fatica che riuscì a contrastare il suo Molliccio.
Dopo di lui toccò a Sirius, che vide suo fratello Regulus Marchiato.
Remus si trovò a fronteggiare un Lupo Mannaro.
Appena fu il turno di James, il Molliccio si trasformò in suo padre che gli urlava:
-Perché non mi hai salvato, James? Perché?
James rimase pietrificato, ma quando sentì Lily chiamarlo sottovoce riuscì a riscuotersi e a fronteggiare il Molliccio, lasciando poi il turno alle ragazze.
Il Molliccio di Dorcas si trasformò in un serpente enorme che girava attorno a un cadavere non identificato; la ragazza impallidì visibilmente quando il rettile si voltò verso di lei.
Quello di Alice mostrò i cadaveri di Frank e delle sue amiche.
Mary vide davanti a sé Avery e Mulciber, i due Serpeverde che le avevano teso un agguato quasi mortale al quinto anno.
Marlene vide il cadavere di Remus impiccato ad un albero, la soluzione presa a causa del peso che comportava la sua licantropia.
E quando toccò a Lily, il Molliccio si tramutò in Petunia che le urlava, mostrandole i cadaveri dei loro genitori:
-Questo è tutta colpa tua! È colpa tua se mamma e papà sono stati uccisi! MOSTRO!
-No…- disse James con un sussurro ben udibile, e fu quello che la indusse a gridare:
-Riddikulus!
Dopo la prova la professoressa McGranitt diede loro del cioccolato per riprendersi.
 

*.*


La mattina seguente, James si svegliò presto e stava per alzarsi e chiamare Sirius e Peter, quando si ricordò che l’addestramento estivo era finalmente finito.
Il ragazzo sospirò; doveva dirlo, quell’attività intensa l’aveva distratto a lungo e poteva approfittarne per riposare un po’ di più.
Ma qualcos’altro invece lo aveva svegliato e sapeva cosa; guardò le foto di suo padre sul comodino, poi si alzò, si mise un paio di bermuda e una maglietta.
Si mise le scarpe all’ingresso per non far rumore e scese in giardino, accovacciandosi davanti alla tomba di suo padre.
- Buon compleanno, papà…- mormorò il ragazzo con un po’ di tristezza.
Ormai, in quel periodo, la ferita si era cicatrizzata, ma in alcuni punti stillava ancora sangue.
Ripensò ancora a quelle lunghe settimane di esercitazioni, allenamenti e tante altre cose che l’avevano distratto a lungo e che l’avevano temprato. Non poteva dire che si sentiva più forte, ma si sentiva più preparato ad affrontare le avversità che prima o poi sarebbero venute.
L’unica cosa in cui si sentiva totalmente impreparato era il suo rapporto con Lily; aveva come l’impressione che quei muti dialoghi avuti fino a quel momento fossero stati una sorta di preludio a qualcosa che doveva sfociare più avanti. Entrambi erano diventati più complici l’uno con l’altra, bastava un gesto per capirsi.
Però lui voleva di più; ma non voleva nemmeno forzarla. Semplicemente, aveva capito che doveva stare a vedere la piega che avrebbero preso gli eventi, che doveva lasciare in Lily la consapevolezza che le cose stavano cambiando; perché aveva notato che Lily a volte lo guardava di nascosto, che arrossiva quando lui la beccava, che si era fatta un po’ più vicina a lui…era quello che lui definiva un semplice, discreto corteggiamento. Si diceva sempre che era preparato ormai alla cosa, ma non era vero: si incantava a vedere la luce del sole giocare con i suoi capelli, a vedere come si concentrava con i compiti, a vedere la luce che abitava costantemente nei suoi occhi verdi, a vedere come sbuffava infastidita quando veniva battuta a duello o quando era esausta per la ginnastica estenuante…lei lo incantava.
Si chiese come avrebbe reagito suo padre a quella situazione. Di quante cose avrebbero dovuto ancora parlare! A volte, la perdita gli sembrava troppo vasta ed enorme che di notte piangeva silenziosamente.
Eppure gli erano tutti vicino. Lei gli era vicino…
- James…?
Il ragazzo si voltò e dovette ricordarsi subito di respirare. Lily era lì in piedi con due tazze in mano, in pigiama, una maglia nera sottobraccio e scarpe a tennis.
James le fece un cenno e lei si accomodò vicino a lui, progendogli quello che era del thè tiepido.
- Grazie…- mormorò lui.
- Prego…- disse lei, sedendosi sopra la maglia nera per non sporcare il pigiama.
- Già sveglia?
- Ormai mi ero abituata alla levataccia all’alba…
James annuì, ripensando a quando era passato lungo il corridoio poco fa e, dalla porta lasciata socchiusa, l’aveva vista addormentata che gli dava la schiena e aveva visto i suoi boccoli rossi che andavano in tutte le direzioni del cuscino e del materasso.
- Tu, invece?- la voce di Lily lo riscosse dai suoi pensieri.
- Anche io mi ero abituato alla sveglia all’alba.- rispose lui.- E poi…beh…
James sospirò, poi disse a bassa voce, guardando la tomba:
- Oggi avrebbe compiuto gli anni…
Lily lo guardò, cercando di capire. In quel periodo, sembrava che James avesse un po’ “superato” la morte di suo padre; eppure, a volte aveva notato dallo sguardo spento che certi giorni aveva, che James aveva passato una parte della notte a piangere.
Questo lo rendeva agli occhi di lei più…normale; ormai lo vedeva pochissime volte come il ragazzo borioso, tronfio e arrogante che gettava incantesimi ovunque, giocava sempre con il Boccino e correva dietro ad ogni singola ragazza. Cosa che l’aveva sollevata molto, dentro di sé. E per questo, non riusciva a fare a meno di guardarlo…
James si concentrò sul thè e Lily gli diede ogni tanto qualche occhiata furtiva. E fu allora che potè guardare meglio una benda bianca sul braccio sinistro.
- L’hai fatto, allora…- commentò Lily, indicando la benda.
- Ah, sì…- disse James, lieto che avesse cambiato discorso.
L’ultimo finesettimana libero che avevano avuto, invece di dedicarlo ai compiti o al Quidditch, James e Sirius l’avevano dedicato a un desiderio che avevano sempre avuto e per il quale avevano messo da parte i soldi: un tatuaggio.
Era una cosa comune anche fra i maghi; Lily aveva visto che anche i fratelli Prewett avevano dei tatuaggi sugli avambracci.
James scostò un attimo la benda per controllarlo e Lily gli diede un’occhiata.
- Ovvio e scontato.- lo canzonò lei sorridendo.
- Sì, ero indeciso fra il cervo o il Marchio Nero spiaccicato da un meteorite.- commentò James.- Ma ha vinto l’istinto da Malandrino.
Lily sorrise nel guardare il cervo tatuato, disegnato di profilo fino al collo, e bevve il suo thè; poi si fece un po’ seria e gli chiese:
- Va’ un po’ meglio?
James capì a cosa si riferiva e borbottò:
- Più o meno; ci dovrò fare l’abitudine…
Lily gli strinse il ginocchio per consolarlo e a James sembrò che quella sorta di cicatrice nella sua anima avesse smesso di sanguinare un po’.
- Che farai, dopo la scuola?- le chiese James.
- All’inizio, pensavo di continuare con Pozioni.- rispose Lily.- Ma ho accantonato quell’idea al quarto anno: vorrebbe dire insegnare, e io ho poca pazienza.
- Quindi?
- Auror…
- Copiona!- la prese in giro James.
- Non credere che mi faccia piacere, dovrò lavorare con te!- rise Lily.
- Ehi, guarda che sono una gran fortuna!
- Un inferno, vorrai dire!
I due risero, poi James disse:
- Meglio rientrare…
Il ragazzo si alzò e tese la mano a Lily per aiutarla a rialzarsi; quando si diressero verso le loro camere, lui la chiamò.
- Lily?
- Sì?- chiese lei, voltandosi.
- Grazie…- rispose lui.
- Prego…- rispose lei.
I due ritornarono nelle loro camere, con i cuori che battevano a mille.

*.*


Era pomeriggio e Sirius era impegnato con la moto; durante i tre quarti d’ora di pausa giornalieri che avevano avuto, invece di riposarsi, aveva cominciato a lavorare sulla sua moto con un obiettivo preciso: farla volare.
- Dovrai farla volare molto in alto, però.- gli disse Remus.
- E perché?- chiese lui, disteso a pancia in giù.
- Sai com’è, noi Babbani siamo abituati a vedere aeroplani, elicotteri e mongolfiere volare; non le moto.- gli rispose Lily.
- Lettere da Hogwarts!- urlò Dorea, entrando nel garage della villa con dieci buste per tutti.
Sirius si alzò e prese la sua dopo essersi pulito le mani.
Tutti si concentrarono a leggere le proprie lettere.
- No!- gemette Remus.
- Che c’è?- gli chiese James.
- Caposcuola…- borbottò il licantropo in risposta.
- Chi è l’altro sfigato?- chiese Mary, comprensiva.
- Presente…- borbottò Lily in risposta, tirando fuori la spilla da Caposcuola.
- Mi dispiace per voi.- disse Dorcas.- Beh, con questa nuova riforma ci sono dei crediti da recuperare.
Era stata varata a giugno una nuova riforma, in cui venivano amumentate un po’ le ore di lezione e quindi c’erano più crediti da recuperare per gli allievi dal secondo fino al settimo anno.
- A noi che materia è toccata?- chiese Peter, che era ancora concentrato sul foglio che annunciava la partenza per Hogwarts da Londra alle ore undici.
- Un momento!- fece Alice, leggendo anche lei la lista dei libri.- Perché c’è scritto fra i libri Storia della Magia, di Bathilda Bath?
Tutti controllarono il foglio dove erano annotate i crediti aggiunti per ogni anno e Casa. E loro avevano Storia della Magia con i Corvonero, con loro grandissimo disappunto; uscì dalle bocche di ciascuno un forte sbuffo.
- A me non era mancato per niente, Rüf…- borbottò Frank, irritato.
- Prevedo taaaanto riposo, durante quell’ora…- considerò Mary.
- Sì, ho capito.- Alice alzò le mani.- Remus e io vi passiamo gli appunti.
- Anche perché non abbiamo scelta.- considerò il ragazzo.
- Vi ho già detto che vi amo?- ironizzò James.
- James Potter, non provare a dire ancora quelle due parole alla mia Alice!- lo rimproverò allegramente Frank.
- Alice, ti amo!- urlò James prima di svignarsela ridendo, con Frank che gli correva dietro urlando scherzosamente:
- POTTER!
- Povero Frankie…- sospirò Alice, sorridendo.
Lily scosse la testa, divertita.
Sirius fece spallucce, scoccò di nascosto un’occhiata a Dorcas e si rimise a lavorare sulla moto, fischiettando come al solito.

*.*


- Dai, ragazzi! Vi date una mossa?
- E poi vi lamentate della lentezza delle donne!
- Ma loro sono un po’ donne!
- Mary, te la faremo pagare!
Le ragazze erano sedute nella veranda di Villa Potter ad aspettare che i ragazzi si decidessero a scendere e chiacchieravano come loro solito, stringendo borse e zaini. Altre borse erano nel sidecar della moto di Sirius ed era già tanto se non strabordavano.
- Ci provo io, ragazze.- disse loro Dorea, sorridendo un po’ esasperata.- Ragazzi, muovetevi o vi tengo qui per tutta l’estate in compagnia di Malocchio! E non scherzo!
Si sentì un rumore di passi e poco dopo erano tutti e cinque giù in veranda.
- Mamma, era un colpo basso!- rise James.
- Credevo che il colpo basso fossero le minacce di castrazione totale che ti urla di solito Lily.- replicò Dorcas.
- Ah, dovrei cominciare ad usarla!- esclamò Dorea ridendo, guardando Lily.- Posso?
- Sì, cedo volentieri i diritti.- rise Lily.
- Anche a me?- chiese James.
- Per castrarti da solo?
- No, per castrare Sirius!
- Ehi!- protestò quest’ultimo mentre s’infiliava la giacca di pelle.
- Comunque non puoi, mi dispiace, James.- disse Lily.- I diritti li cedo solo al gentil sesso.
- E da quando il sesso femminile è gentile?- la rimbeccò James.
- Maledetto, adesso ti castro veramente!- gridò Lily, iniziando a rincorrerlo.
- Quando si metteranno insieme?- chiese Dorea con noncuranza dopo che i due si furono allontanati.
- Io dico qualche giorno dopo l’inizio delle lezioni.- ipotizzò Marlene con un sorriso.
Pochi minuti dopo, erano tutti pronti. Sirius era riuscito a convincere una diffidente Dorcas a salire in moto con lui con il pretesto di tenergli compagnia durante il viaggio; gli altri sarebbero andati tutti a Bournemouth con la Materializzazione Congiunta.
- Black, se finiamo in acqua, sappi che ti lascio lì e non ti salvo!- lo avvertì Dorcas, con un casco in mano e una felpa addosso, esitante a salire.
- Si, certo, va bene!- disse lui in fretta.- Ora vorresti salire, di grazia?
- Ragazzi, vi ho voluto bene!- urlò Dorcas agli altri otto con voce teatralmente disperata.
- Sirius, fa’ il bravo!- si raccomandò James.
- Io sono sempre bravo!- replicò Sirius, mettendosi il casco.
- Eh!- esclamarono tutti con un po’ di sarcasmo.
Dorea rise e li salutò tutti, uno ad uno. Poi i ragazzi svanirono e la moto salì verso il cielo.

*.*


- No, non se ne parla!
- Alice, che c’è?
- C’è che sono ingrassata dopo tutta la ginnastica che ci ha fatto fare Malocchio!
- In pochi giorni?
- Sì, Lene. Guarda che rotoli!
- Alice, sei malata nel cervellino!
- No, Mary!
- Ragazze, la piantate? È solo la prova costume!
- Da sostenere davanti ai ragazzi.
- Se io e Lily sapevamo che dovevamo stare in bikini con Black e James che ci sbavano, e di sicuro lo faranno, me ne stavo a casa.
- Concordo!
- Lily, Dorcas…guai a voi se fate le recluse! Vi mettete quei bikini e amen!
Alla fine, le ragazze uscirono dalla stanza di Lily, Mary e Dorcas - dove si erano rintanate tutte - e percorsero il corridoio.
Passarono davanti alla stanza dove dormivano James, Sirius e Peter e dove, in quel momento, c’erano anche Remus e Frank.
- Ma guardate che fisico!
- Sì, ti è calata la ciambella, ma non allargarti!
- Sirius, ma perché non riesci a dare un po’ di stima a Peter?
- James, a che ti serve pettinarti? Tanto ti si spettinano comunque.
- Crede che così Lily gli verrà dietro!
- Sirius, tu appena vedrai Dorcas in bikini ti metterai a sbavare peggio del cane che sei di solito, quindi evita!
- Peter, che cazzo ridi?!?
- È che…James ha…ragione!
- E da quando?!?
- Da sempre!

- Eh?!?
- Scusate, pettegoli!- urlò Mary.- Noi andiamo in spiaggia!
- Arriviamo!- urlò Peter.- Chi esce per primo?
Si sentì un rumore forte, poi la porta si spalancò e tutti i ragazzi, in costume a boxer, rovinarono sul pavimento.
- Che teneri, sono tutti ruzzolati fuori!- cinguettò in tono falsamente smielato Alice.
- Ragazze, complimenti, siete un bello spettacolo anche da qui!- sghignazzò Sirius con voce un po’ soffocata.
Le ragazze, per tutta risposta, fecero apparire dei cuscini e li picchiarono allegramente con quelli.
Appena i ragazzi si alzarono, Mary gridò:
- FUGA!!!
E così finirono tutti in spiaggia, ridendo.
E James dovette appellare tutto il suo autocontrollo per non sbavare quando vide Lily in costume; la stessa cosa dovette fare Lily, appena vide James con il costume a boxer.
Trovarsi lì e vedere l'uno gli strati di pelle dell'altra era una cosa che li lasciava un po' imbarazzati...ma che li lasciò anche con qualcosa di forte dentro; qualcosa di molto forte.

*.*


Quella settimana a Bournemouth fu davvero intensa in quanto a divertimenti e risate, che a volte fecero dimenticare ai ragazzi che c’era una guerra che impazzava fuori.
Però, come tutte le cose belle, volò via. Ma con dei bei ricordi.
Gli sguardi innamorati di Alice e Frank e di Remus e Marlene.
Le batoste che Peter rifilava a Sirius sulla scacchiera.
Dorcas e Sirius che avevano tentanto di affogarsi a vicenda e le lunghe occhiate imbarazzate che si scambiavano.
Le partite a beach volley.
I tuffi in mare.
La stella marina che Lily e James avevano trovato in una delle loro immersioni.
Le cene stratosferiche che si facevano.
Il bagno di mezzanotte l’ultima sera.
Le pulizie improvvisate.
I dolci bruciacchiati che James e Sirius avevano tentato, senza successo, di fare.
Qualche giretto per la zona, di sera.
Le lunghe chiacchierate prima di dormire.
Le chiacchiere notturne sulla terrazza di Lily e James, alle quali nessuno dei due era riuscito a stancarsi in quella settimana, parlando di tutto e di più: la loro vita in generale, i loro gusti, cosa odiavano, gli ultimi sfoghi di James sulla morte di suo padre, l’Ordine…
Si stavano facendo sempre più complici e vicini, ma non volevano affrettare niente. Eppure, a nessuno era sfuggito lo sguardo di James su Lily, sia che fosse vestita normalmente, sia che fosse in bikini; e a nessuno sfuggiva le occhiate che molte volte Lily lanciava di nascosto a James. Ma non dissero niente, aspettando che la cosa facesse i suoi sviluppi.
E nessuno dei due interessati dimenticò la chiacchierata che avevano fatto la penultima sera.

- Argomento?- chiese James.
- Te e le donne…- rispose Lily.
- Ho capito!- rise James.- Vuoi farmi una scenata di gelosia?
- Nei tuoi sogni, forse!- rise Lily.- No, è solo una curiosità.
- Ossia?
- Perché hai frequentato tutte quelle ragazze?
- Beh…volevo divertirmi, lo ammetto. Forse ero già in cerca della ragazza che mi facesse provare quei brividi di vita.
- Zero risultati, immagino.
- Con tutte quelle che ho frequentato, sì…
James lasciò volutamente la frase incompleta; la ragione dei brividi di vita che sentiva adesso era lì davanti a lei, in quel pigiama azzurro chiaro come il costume che aveva indossato quel pomeriggio.
Lily non disse niente e lasciò che il vento di mare le accarezzasse il viso, sperando che potesse lenirle un po’ il rossore che ora le stava inondando il viso.
Non era quello il momento, lo sapeva.
Stava aspettando il momento migliore per dirglielo.
E anche il coraggio per dirglielo.




 
 
 
 
 
 
 
 
 

NOTE: si, lo so...è una mezza schifezza, ma la mia mente bacata ha partorito questa roba qui.
so che magari vi aspettavate qualcosa in più sulla vacanza al mare, ma semplicemente non mi veniva in mente niente...vabbè, vorrà dire che quando finalmente pubblicherò la Sirius/Dorcas inserirò lì le vacanze al mare.
ecco, per quanto riguarda la parte del tatuaggio...è venuta così, spontanea; e credetemi, più avanti capirete perché sarà mooooolto importante ;)
bene, tiro fuori il giubbotto anti-proiettile e aspetto le vostre recensioni, sperando che vi piacciano almeno le parti Lily/James...
bye bye :)

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Capitolo 25
*** FINE DELLE VACANZE ***


Le stelle rilucevano nel cielo di fine agosto, mentre due ragazzi ritornavano ridacchiando.
- Dai, non potete sfottere Sirius a vita!- stava dicendo Lily.
- E perché no, scusa?- obiettò James in tono ovvio.- Insomma, direi che dobbiamo testimoniare il fatto che è anche ballerino.
Lily scosse la testa, divertita: James la stava accompagnando a casa dopo essere andata a vedere il saggio di danza di Dorcas, la quale, oltre ad aver studiato danza classica durante la sua infanzia, era anche impegnata in stage estivi al Ballet Institute, un’istituzione magica internazionale di ballo - dal classico a vari generi; siccome le mancava il partner per i suoi balli (un tango e una rumba), complice Andromeda Tonks, cugina di Sirius, al ragazzo era stato chiesto di ballare con Dorcas e lui aveva accettato…salvo pentirsene quando scoprì che Peter avrebbe scattato foto a manetta peggio di un paparazzo e che i maschi l’avrebbero preso in giro a vita senza dirgli quanto in realtà era stato bravo.
- Siete perfidi!- sentenziò Lily.- E non dirmi che non è vero.
- Ok, magari un pochino.- concesse James.
Erano arrivati a casa di Lily; la ragazza vide la luce accesa in salotto: a quanto sembrava, sua madre la stava aspettando alzata.
James aveva incredibilmente fatto una buona impressione ai suoi genitori e Lily scommetteva - e temeva - che avessero capito praticamente tutto.
- Beh…- Lily alzò le spalle, imbarazzata.
- Ci vediamo al binario.- disse James.
- Ok…- fece Lily.- Buona notte.
James le diede velocemente un bacio sulla guancia.
- Buonanotte.
Un ultimo scambio di sorrisi imbarazzati, poi Lily entrò in casa e James si Smaterializzò; ma entrambi, come al solito, avevano i cuori in subbuglio.

*.*


Lily si guardò allo specchio, studiandosi quasi: era ritornata un po’ abbronzata dalle vacanze, i capelli rossi le si erano un pochino scuriti e si era alzata di qualche centimetro, come le avevano fatto notare Mary e Dorcas quando erano andata a Diagon Alley per comprare i libri di testo. I libri dell’ultimo anno.
“Sono al settimo anno…” pensò Lily, un po’ stralunata.
Aveva un obiettivo che voleva realizzare assolutamente: una chiacchierata chiarificatrice con James Potter.
L’ultima settimana di agosto, oltre ad incontrarsi per il saggio di Dorcas, l’avevano passata a scriversi. E non semplici letterine, ma chilometri di lettere sulle cose più assurde e sulle cosa più serie.
Lily aprì il cassetto del comodino e si distese sul letto, leggendo l’ultima; una parte di questa la faceva divertire.


…e ho battuto Sirius per l’ennesima volta, come sempre. Che vuoi farci, sono un campione, no? E da Capitano dei Grifondoro devo anche dare l’esempio.
Senti, volevo chiederti…io, Rem, Pet e Frank abbiamo aperto con le ragazze (tranne Dorcas…e fra poco scoprirai il perché) una nuova scommessa: quanto tempo ci metterano Sirius e Dorcas a mettersi insieme; si vince una bella cassa di Whisky Incendiario Ogden Stravecchio. Ne vale la pena, credimi; in fondo, quest’estate erano parecchio complici. Anche se noi due siamo impossibili da battere, in quel punto…

Ci vediamo in treno.
James

P.S.: Te lo chiedo subito: uscita a Hogsmeade? E non accetto un no come risposta; capito, carina?



Lily rise ancora divertita. Aveva sentito anche le altre, e Dorcas le aveva detto che anche lei e Sirius erano in contatto via gufo.
Lily rilesse l’ultima parte della frase a bassa voce:
- Anche se noi due siamo impossibili da battere, in quel punto…
In effetti era vero, convenne Lily: ormai quell’amicizia si stava evolvendo in qualcosa di più.
Non riusciva più a vedere James Potter come un ragazzo spocchioso e arrogante che passava il tempo a vantarsi per la sua abilità di Cercatore e negli Incantesimi, che correva dietro alle ragazze. Cosa che le aveva dato sollievo.
Lui e Sirius avevano ricevuto dozzine di lettere dalle fan durante le vacanze, tutte prontamente bruciate dopo averle lette e averci fatto delle battutine sarcastiche; la cosa l’aveva rallegrata, ma aveva avuto fitte di fastidio ogni volta che James riceveva quelle lettere.
“Fastidio…o gelosia?” si chiese Lily. “Ottimo, ci mancava solo che fossi gelosa!”
Ma in effetti, sospettava che anche James un po’ lo fosse…
La cosa la fece inspiegabilmente sorridere.

James si rigirò il Boccino in mano, mentre Sirius occupava il bagno per la doccia; ma non era concentrato per fare le sue solite prese da Cercatore, aveva la testa totalmente da un’altra parte. Quella che Sirius denominava scherzosamente “la parte Lily Evans del cervellino Potter”. James sorrideva sempre a quella battuta: a suo padre sarebbe piaciuta.
Il ragazzo mise giù il Boccino e prese in mano l’ultima lettera che Lily gli aveva scritto; quel contatto via gufo che aveva avuto con lei era stato molto bello e le sue lettere erano davvero divertenti.


…scommettete sulla mia migliore amica e sul vostro migliore amico? Ma che perfidi! Comunque, se ci guadagno una cassa di Whisky…direi che la proposta è allettante! Non farti strane idee, mi serve per batterti alle prossime gare di bevute; e sappi che ti batto, Potter, quindi fossi in te mi troverei delle nuove espressioni da sconfitta sentita e bruciante.
Beh, lo devo ammettere, hai ragione: erano molto uniti quest’estate, chissà che succeda qualcosa. E non solo a loro due…
So che ti costerà tanto, ma ti prego: fa’ il bravo! Guarda che dopo metto sotto torchio tua madre per sapere se lo sei stato oppure no - non lo chiedo a Sirius, perché so già che sarebbe di parte.

Ci vediamo.
Lily

P.S.: ah, dimenticavo…no, e non riuscirai a convincermi ad accettare! Mwahahahah!!! Cosa credevi, che ti dicessi di sì? Ah, comunque grazie per avermi detto che sono carina, ogni tanto fa bene ricevere complimenti.



James rise al post scriptum, pensando ironico: “Vedremo, Lily, vedremo…”; poi si dedicò al resto della lettera.
In effetti, era stato bravo: zero guai, era rimasto nel giardino di casa sua ad esercitarsi a Quidditch e a provare gli incantesimi imparati durante l’estate.
- Chissà che succeda qualcosa. E non solo a loro due…- rilesse James a bassa voce.
Era sempre stato un grande ottimista: non aspettava altro che rivedere Lily e parlarle. Durante l’estate, non avevano avuto modo di parlare del loro rapporto, che stava prendendo una svolta decisamente migliore.
Sirius entrò in camera asciugandosi i capelli.
- Ehi, innamorato!- gli disse allegramente.- Ho finito.
- Grazie, innamorato numero due!- replicò James con un sorrisetto.
- Non sono innamorato.- tagliò corto Sirius, dandogli di spalle.
- E allora perché sei sempre impaziente di leggerti in santa pace le lettere di Dorcas?- fece James in tono fintamente innocente.
Vide Sirius riflesso allo specchio del comò che arrossiva un pochino, ma che sorrideva tra l’esasperato e il compiaciuto.
- Ne parliamo stasera, ok?- gli propose Sirius.
- In effetti, c’è ancora dell’idromele, in taverna.- considerò James chiudendo la porta.
Quella sera, i due sgattaiolarono in taverna mentre Dorea dormiva e si scolarono dell’idromele. Da dopo la loro prima sbronza, avuta insieme a tredici anni, ormai erano in grado di reggere bene l’acool…anche se a volte, c’erano sere che erano un po’ alticci.
In quel momento, stavano ricordando i loro successi a Hogwarts.
- E ti ricordi quando abbiamo messo il pus di Bubotubero nel calderone di Avery a Pozioni?
- Altro che Pozione Restringente. È saltato il calderone e l’aveva ricoperto di robaccia schifosa!
- Sì! E quel tiro mancino che mi ha fatto la Medowes, te lo ricordi?
- Sì, Felpato…la pozione lassativa nel tuo succo di zucca al quarto anno. Ma ti stava bene, le avevi rubato la ricerca di Erbologia.
- Ehi, gliel’avevo chiesta in prestito! Senza permesso, ovvio…ma anche la Evans te l’ha fatta, no?
- Sì, mi ha fatto diventare un sopraciglio giallo e uno verde a Trasfigurazione. Che figura…e quante me ne ha dette Minnie, perché ovviamente ha dato la colpa a me!
I due risero. Poi Sirius considerò:
- Buffo…le ragazze che ci hanno fatto i dispetti e con le quali andavamo d’accordo saltuariamente, se andava bene, ora sono quelle che ci piacciono.
- Beh, ora della fine tu sei sempre andato d’accordo con Dorcas.- considerò James, scolandosi un sorso di idromele.- Già da prima del fattaccio.
- Sì, ma…- Sirius sospirò.- Beh, non l’avevo mai considerata per…insomma, ci andavo d’accordo perché lei con gli scherzi era, ed è, un geniaccio!
- Credevo ti piacesse Mary.
- Ci avevo fatto un pensierino e siamo anche usciti insieme di nascosto un paio di volte. È solo che…beh, ci siamo resi conto che non avevamo niente in comune. Le voglio bene, ma niente di più.
- Il succo della questione è che provi qualcosa per Dorcas, allora?
Sirius bevve un sorso e disse un po’ malinconico:
- Mi hanno sempre insegnanto che un Black non può amare.
- Ed era per quello che te ne sei andato con molte ragazze…- mormorò James.
- Si.- assentì Sirius.- Io perché appunto mi credevo incapace di amare…e te perché cercavi i tuoi “brividi di vita”.
- Adesso ce li ho.- gli disse James.- Ogni volta che vedo Lily…
I due rimasero in silenzio, poi Sirius gli chiese:
- Io e te…rimarremo comunque fratelli, giusto?
- Ehi, mi fai l’insicuro, ora?- scherzò James, prima di ritornare serio.- Comunque sì. Sempre.
I due si strinsero la mano: erano fratelli e niente e nessuno li avrebbe separati.
- James, quest’anno ci dichiariamo.- gli disse Sirius, deciso.
- Sì.- fece James, deciso quanto lui.- E mettiamo anche la testa a posto?
- Ora non ti allargare!- lo avvisò Sirius.
I due risero come pazzi.
- Non dico totalmente a posto.- considerò Sirius, asciugandosi le lacrime che gli erano venute fuori dalle risate.- Diciamo un…dieci per cento?
- Sirius, se tu hai il dieci per cento di possibilità di mettere la testa a posto, Bellatrix Black in Lestrange diventerà Miss Gentilezza.- lo rimbeccò allegramente James.
- Dai, Ramoso!- protestò Sirius.- Un minimo di possibilità e fiducia, no?
- Lo sai che te la devi lavorare bene, la fiducia, Felpato.
- Ma fottiti!
- Tu per primo!
- Tu all’infinito!
- Ehi! Ora ti castro!
- Rubi la battuta alla tua quasi morosa? Dovresti vergognarti, cervoide!
- Ma taci, futuro signor Dorcas, che ti comporti peggio di un cane!
- Colpo basso!
I due continuarono a rimbeccarsi, finchè non fu ora di dormire.
E James pensò nuovamente a lei prima di addormentarsi.

*.*


- Lo dico e lo ribadisco: trovare parcheggio è praticamente impossibile! Ci vorrebbe un miracolo. Anzi: un incantesimo…
- Harry!
- Andiamo, Lizzie, guarda: l’abbiamo trovato a pelo!
- Appunto, l’abbiamo trovato; quindi non fare storie! E tu, signorina, non metterti a ridere e non dargli strane idee, o ti faccio ritirare da Hogwarts!
La minaccia scherzosa della signora Evans fu sepolta dalle risate contagiose di suo marito e di Lily. Incontrarono subito Dorcas e suo padre e insieme entrarono in stazione.
Erano le dieci e venticinque e si sarebbero incontrati con tutti quanti in stazione davanti alla barriera dei binari nove e dieci; e lì c’era già qualcuno.
Alice e Frank ridevano insieme a James, Sirius e Neville - il fratello minore di Frank, mentre i Prewett, i Paciock e la signora Potter chiacchieravano del più e del meno.
- Altre due in arrivo!- commentò Frank, vedendole arrivare.
- Lils, Cassie, finalmente!- gridò Alice, abbracciandole forte.- Siete arrivate, è orribile stare in compagnia di certi animali!
- Ehi!- protestarono i maschi.
- Ali, potrei offendermi!- protestò allegramente Frank, a bassa voce ma in modo da farsi udire sia dai ragazzi che dalle ragazze.- Sono loro due, gli animali.
- Sì, certo…- lo liquidò in fretta Alice con una risatina.
- Ali…soffochiamo!- protestò Lily con voce soffocata.
- Oh, scusate!- esclamò Alice, mollandole.
- Questo ti costerà caro!- commentò Dorcas, massaggiandosi il petto.
- Ovvero?
- Celestina Warbeck fuori dal finestrino.
- Dorcas Meadowes, non oseresti!
- Sì!- implorò Sirius, addirittura inginocchiandosi e giungendo le mani.- Fallo, ti prego! Così quest’anno non sentiremo le sue sveglie assurde su un calderone stupido…
- Sirius Black, non offendere la mia cantante preferita e le sue canzoni, o ti castro!- lo minacciò scherzosamente Alice.
- Lily, visto che hai diffuso fra la comunità femminile questa frase, io e te dovremo fare un discorsetto serio su cosa puoi togliere e no ad un uomo!- la avvertì Sirius, mentre si rialzava.
- Sirius, vuoi togliermi il divertimento?- fece Lily, assumendo un’aria fintamente innocente.
- James, dille qualcosa!
- Ok.- fece James.- Lily?
- Sì, James?- fece lei.
- Qualcosa.
Tutti risero, perfino Sirius, anche se scosse la testa esasperato.
Poco dopo arrivarono tutti quanti e iniziarono i saluti a tutti quanti.
James strinse la mano al signor Evans.
- Ragazzo, tieni d’occhio mia figlia, mi raccomando.- si raccomandò Harry Evans.
- Lo farò, signore.- promise James.
- E mi raccomando…- il signor Evans impresse più forza in quella stretta di mano e James cercò di non battere ciglio.- Non voglio che la mia bambina soffra. Altrimenti si potrebbe rischiare la…
- Castrazione totale?- ipotizzò James, intimamente impaurito.
- Esatto.
James annuì e si sventolò la mano dolorante di nascosto; a quanto sembrava, il signor Evans aveva capito molto. Intanto Lily stava salutando sua madre.
- Fa’ attenzione, tesoro.
- Anche voi, mamma…
James sorrise, poi salutò Dorea.
- Ci vediamo a Natale, tesoro.
- Sì. Mamma, sta’ attenta.
- Anche tu!
Dorea lo abbracciò, poi gli disse all’orecchio:
- Mi raccomando, non farti scappare Lily…
James sorrise un po’ imbarazzato, poi si diresse verso la barriera.
Gli altri erano già andati, ma Lily era rimasto ad aspettarlo.
- È l’ultimo anno, James…- sospirò Lily.
- Già…- disse lui.- Andiamo.
Lily gli sorrise e insieme corsero verso la barriera, raggiungendo il binario nove e tre quarti e gli altri. La ragazza notò un cerotto sul polso destro di James.
- E quello?- chiese Lily.
- Nuovo tatuaggio.- rispose lui, aiutandola a caricare il baule sul treno.
- Ovvero?- fece Lily, curiosa.
- Sorpresa…- liquidò lui con un sorrisetto.
Appena furono in scompartimento, Lily realizzò quanto gli fossero mancati: Remus che rideva con Marlene, Peter che batteva tutti a scacchi, Frank e Alice che facevano le loro battute maliziose a tutti, Mary che spettegolava, Sirius che faceva versi con Dorcas…e James, che continuava a guardarla.
Lily sorrise.
Quell’anno avrebbe riservato altre sorprese, sia brutte che belle. E sperava che fra le belle sorprese, una di queste riguardasse lei e James.





 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

NOTE: allora...so che magari trovate strana la parte inziale, ma mi serve per la Sirius/Dorcas che sto scrivendo, visto che le due FF sono correlate...e credetemi: non so voi ma io ce lo vedo Sirius che balla il tango! ;)
per il resto...questo è il capitolo; ve gusta? spero di sì :) non ve gusta? ho il giubbotto anti-proiettile sempre accanto.
aspetto le vostre recensioni, ciao ciao :)

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Capitolo 26
*** INVITI ***


Il dormitorio femminile del settimo anno di Grifondoro era immerso nel silenzio. Il sole settembrino filtrava attraverso le tende della stanza, inondandola piano piano di luce; le cinque ragazze erano ancora addormentate.
Dal dormitorio accanto, si sentì un po’ soffocato il suono metallico di una sveglia che fu subito messa a tacere.
E poi…
- Vieni, mescola il mio calderone! Ché se con passion ti riuscirà, il mio forte amor bollente questa notte ti scalderàààà…
- Prewett!- abbaiò soffocata una voce maschile dal dormitorio accanto.
Quattro ragazze si svegliarono imbronciate, guardando la quinta compagna di stanza, che sorrideva loro con aria un po’ colpevole.
- Era un po’ alta?- pigolò Alice.
- Un po’?- Lily le lanciò un’occhiataccia.- Sai cosa ti aspetta?
- Cosa?
- ADDOSSO!- urlò Dorcas, e tutte e quattro si avventarono sulla povera Alice.
- Perfide, siete perfide!- protestò Alice, ridendo insieme alle altre.- Non apprezzate la buona musica!
- Tu definisci buona musica quella roba?- ripetè la voce maschile dall’altra parte con sarcasmo e ironia.
- Sirius Black, finirai molto male dopo!- urlò Alice.
Mezz’ora dopo erano tutti in corridoio e Alice stava effettivamente dando una scherzosa tirata di capelli a Sirius.
- Frank, toglimi tua morosa di dosso!- urlò ridendo Sirius.- Ma perché cavolo voi dovete mettervi a ridere?
In effetti erano tutti bloccati in corridoio a ridere, suscitando sguardi curiosi - e anche un po’ preoccupati - degli studenti del primo anno.
- Cercasi Medimago per ricoverare Alice Prewett, futura signora Paciock, nel Reparto dei malati mentali del San Mungo!- urlò James, ridendo.
- Potter, non si urla in corridoio!- esclamò Lily divertita, rifilandogli una sberla sul collo.
- Ahi!- James si passò una mano fra i capelli.- Mi hai fatto male!
- E quindi?
- Quindi chiedi scusa!
- Ma scordatelo!
Il gruppetto continuò a punzecchiarsi e a prendersi in giro fino all’arrivo in Sala Grande, dove fecero colazione.
I gufi atterrarono e Remus prese la sua copia della Gazzetta del Profeta; tutti guardarono il giornale con apprensione.
- Tranquilli, va tutto bene.- li tranquillizzò Remus.- Nessuno che conosciamo è morto e le vostre famiglie sono tutte al sicuro.
Lily tirò un sospiro di sollievo. Sirius borbottò sarcastico:
- Per forza che sono al sicuro. Garantisce Voldemort e il loro Stato di Sangue per loro
Era evidente il riferimento ai suoi genitori.
Appena finita la colazione, si diressero tutti nei sotterranei a fare l’ora doppia di Pozioni con Lumacorno.
- Bene!- esclamò il professore, fregandosi le mani.- Oggi sono particolarmente di buon umore; e sapete perché? Lunedì prossimo ci sarà la prima cena del Lumaclub! Ai membri è consentito invitare qualcuno, se volete.
Lily alzò gli occhi al cielo, guardando Marlene e Dorcas, che erano in quel gruppo; entrambe le risposero con uno sguardo esasperato.
- E visto che oggi sono di buon umore…- continuò Lumacorno, sorridendo gaiamente.-…faremo l’Elisir dell’Euforia!
Il professore saltellò verso la cattedra. I Serpeverde lo guardarono male; James bisbigliò a Peter in tono fintamente tragico:
- Come temevo…è definitivamente andato.
Peter dovette ficcarsi un pugno in bocca per non ridere rumorosamente, ma il buon umore gli passò quando andò verso l’armadio delle scorte per prendere gli ingredienti.
- Una mano, presumo…- disse James gentilmente.
- Magari, fratello!- implorò Peter.
Due ore dopo, era chiaro che la migliore era Lily, come al solito.
- Complimenti, Lily!- Lumacorno era colpito, come al solito.- Davvero, con il cervello che hai dovresti stare nella mia Casa.
James strinse i pugni sotto il banco: cosa aveva appena detto quel grassone del vecchio Luma?
- Non ci tengo, grazie.- tagliò corto Lily.
I Serpeverde erano lividi di rabbia; una Sanguesporco che li batteva? Ma Piton lo era ancora di più; sarebbe riuscito a ricevere facilmente le lodi di Lumacorno, se qualcuno non gli avesse sabotato la pozione mettendo gli aculei di porcospino.
“E so anche chipotrebbe essere…” pensò irato il Serpeverde, guardando storto James, il quale rispose allo sguardo con fierezza.
Lily era infastidita; conosceva Piton e sapeva che lui non commetteva errori di quel genere.
- L’hai sabotata tu, la pozione di Piton?- chiese Lily a James dopo un pranzo silenzioso, uscendo dalla Sala Grande.
- E allora?- chiese James, un po’ stupito.
- Diamine, Potter!- sbottò Lily, irritata; era iniziata da pochi giorni la scuola, ma era già nervosa di suo e per questo non avevano trovato il tempo di parlarsi; inoltre, bastava niente a farla scattare di rabbia come una molla.- Potresti comportarti in maniera un po’ più matura?
- Se permetti, detesto quando sono i Serpeverde a vincere!- replicò James, brusco.
- Ma se non c’era niente in palio!- gli fece notare Lily.
- Non me ne frega niente, Evans!- esclamò James.- Ho solo dato una piccola lezione: smetterla di fare i palloni gonfiati.
- Senti da che pulpito viene la predica…- commentò Lily.
- Sì, lo so che detto da me risulta assurdo.- convenne James.- Ma almeno mi comporto meglio di loro…no?
- James Potter che chiede conferme a me?- Lily lo guardò stupita.
- Solo perché non c’è Sirius!- si giustificò lui.
- Perché è impegnato a provarci con Dorcas.- replicò lei.
- Secondo te, fra quanto si metteranno insieme?
- Un mese, direi…
- Dici?
- E secondo te?
- Non voglio fare l’ottimista, ma…due settimane.
Lily rise, poi gli disse:
- Non credere che questo intramezzo sul tuo gemello siamese e una mia carissima amica mi abbia fatto dimenticare ciò che hai fatto a Pozioni.
- Ho una possibilità di farmi perdonare.- disse James.
- E cioè?
- Vieni a Hogsmeade con me?
Lily alzò gli occhi al cielo, divertita, e commentò:
- Quel tormentone mi era proprio mancato.
- Eddai, Lily!- esclamò James un po’ impaziente.- Che ti costa?
La ragazza non lo sapeva; la Lily di un tempo avrebbe affatturato subito James Potter appena sentita quella famosa richiesta. Ma la Lily di adesso ne era molto tentata…però aveva paura di uscire con James Potter, perché non sapeva come comportarsi con lui.
- Lily.- James si fermò e la guardò negli occhi, serio.- Per favore. Ci tengo…
Lily si mordicchiò il labbro inferiore, incerta; poi mandò in un certo posto la sua sanità mentale e disse:
- Due condizioni: è una uscita da amici e le mani le tieni a posto!
- Ehi, le ho sempre tenute a posto!- commentò lui.
- Ma se quest’estate mi volevi slacciare il costume!
- Come tutti i maschi.
- Scontato.
- Comunque, tutta questa pappardella quasi infinita è un modo per dirmi di sì?
- Sì.
- Sì che rispondi alla mia domanda o sì che hai accettato?
- Tutt’e due, James.
James si mise ad urlare in corridoio dalla felicità.
- James Potter, abbassa la voce o ti tolgo punti!- lo minacciò Lily ridendo.
- Lily, sono troppo felice!- la ignorò lui, allegro.
- Piantala, o non ti invito alla festa di Lumacorno!
“Ops!” pensò lei, dandosi della cretina.
James la guardò come se fosse stato appena fulminato. Lei voleva che cosa?
- Puoi ripetere?- chiese James, stupito.
- No, niente…- borbottò lei, imbarazzata.
- Lils…
- Si, Jimmy?
I due si guardarono infastiditi…pensando però che i loro soprannomi, che entrambi detestavano, fossero pronunciati meglio l'uno dalle labbra dell'altra.
- Mi volevi invitare alla festa da Lumacorno?
- Forse…
Lily arrossì appena; poi propose precipitosamente:
- Senti…io ti invito da Lumacorno, vediamo come procede e in base a quello decido se venire a Hogsmeade con te; ti va?
- Lily, l’invito da Lumacorno lo accetto, ma non il resto.- rispose lui con un sorrisetto.
- E perché, di grazia?- chiese lei, cercando invano di inalberarsi un po’.
- Potevi pensarci prima di invitarmi da Lumacorno, no?- replicò James.- Ormai, hai detto di sì al mio appuntamento ed è da maleducati ritirare la parola data.
Lily rimase basita.
- Mi hai messo nel sacco…- ammise lei.
- Ehi, è stato facile!- rise James.
- James Potter, sei ufficialmente un cervoide castrato e morto!- gli gridò Lily divertita, correndogli dietro.
- Lily, sei Caposcuola!
- Non c’è nessuno ora, tranquillo!
I due continuarono a rincorrersi, ridendo come pazzi, varcarono il Salone d’Ingresso e uscirono nel parco. Lily riuscì a raggiungerlo e a picchiarlo allegramente, con così tanta foga che caddero entrambi nell’erba…e lui, senza sapere come, si ritrovò sopra di lei, che rideva fino alle lacrime, e lui con lei.
Finite le risate, fra i due piombò il silenzio; erano consapevoli, ora, che lui era sopra di lei, che lo guardava interrogativa.
“Avanti, fallo…” si disse James.
Si stava avvicinando al viso di Lily; anche lei stava avvicinando il suo al viso di lui…
E suonò la campanella.
- Dobbiamo andare…- borbottò Lily, imbarazzata.
James annuì e la aiutò a rialzarsi.

*.*


Quando Lily raggiunse le altre in Biblioteca, la raggiunse subito la voce di Dorcas.
- Lily, salvami dalle altre!- la implorò lei.
- Che è successo?- chiese Lily.
- Ho detto loro che ho invitato alla festa di Lumacorno, non so bene nemmeno io per quale motivo, Sirius Black!- spiegò Dorcas.- E lui ha accettato!
- E io ho invitato James.- rivelò Lily.- Dopo aver accettato il suo invito a Hogsmeade…
- Tu cosa?!?
Lily si voltò e vide che le altre le avevano raggiunte quatte quatte nella sezione della Biblioteca dove si trovavano in quel momento.
- Lily Evans messa nel sacco da James Potter?!?- Marlene stava ridendo apertamente dalla contentezza e Alice stava improvvisando un balletto con Mary.
- Signorine, silenzio!- le rimproverò Madama Pince, miancciandole con il piumino della polvere.
Rimasero tutte e cinque in silenzio e cominciarono a dedicarsi ai compiti.
- Lils, Cassie?- le chiamò Alice.
- Sì?- fece Lily.
- Non pensate di svignarvela, stasera!- le avvertì Alice, sorridendo.
Le due ragazze si guardarono, sconsolate: sfuggire a loro tre era un’impresa ardua.

- Sirius!
- James!
- Ti devo parlare!
Entrambi si guardarono in faccia e scoppiarono a ridere, poiché avevano parlato nello stesso momento.
- Prima tu!- dissero entrambi e scoppiarono di nuovo a ridere.
- Ok…- Sirius sospirò prima di parlare.- Indovina? La Meadowes mi ha invitato alla festa del vecchio Luma!
- A me ha invitato Lily!- rivelò James.
- Davvero?
- Dopo aver accettato il mio invito a Hogsmeade!- aggiunse James.
- Che cosa?!?
Madama Pince raggiunse anche quell’angolo di Biblioteca e intimò loro di fare silenzio.
James si concentrò sui compiti, ma la sua mente vagava a uno scopo ben preciso: far capire a Lily che lui l’amava sul serio.
 E magari anche baciarla.







 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

NOTE: tatatataaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!tatatataaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!
ebbene sì, Lily Evans non solo accetta l'invito a Hogsmeade di James Potter, ma lo invita pure alla festa di Lumacorno :) immagino che voi ora stiate dicendo: "ALLELUJA!!!"; come andrà a finire? eh, se solo sapesse cos'ho in mente... :)
bene, spero sia di vostro gradimento e aspetto con trepidazione le vostre recensioni.
bye bye!!! :)

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Capitolo 27
*** LA FESTA DI LUMACORNO ***


A danyazzurra; perchè dopo aver letto per la milionesima volta il capitolo diciassette di LOVE AND WAR la mia mente contorta e bacata ha prodotto questo :)



 
 
 
 
 
 
 
 

James si guardò allo specchio e sbuffò esasperato.
- Ramoso, è inutile!- lo rimbeccò Sirius con un ghigno.- I tuoi capelli hanno una vita propria, non riuscirai mai a controllarli.
- Grazie per l’informazione e per aver ucciso le mie speranze, Felpato.- commentò James.
- Speranze vane.- precisò Sirius.- Comunque, prego.
Sirius uscì dal bagno sghignazzando e James si scompigliò i capelli con più forza, maledicendoli per essere sempre in disordine e per conto loro.
Il ragazzo sospirò con forza e disse a mezza voce:
- Andrà tutto bene. Non fare il cazzaro e vedrai che andrà tutto…bene!
James ripensò a quelle parole e ghignò alla sua immagine davanti allo specchio: era sempre stato sicuro di sé, lui. E ora gli bastava pensare che di lì a poco tempo avrebbe aspettato Lily giù in Sala Comune per andare a quella festa di Lumacorno per sentirsi così…insicuro.
Il ragazzo scosse la testa divertito, si arruffò un’altra volta i capelli ma con meno esasperazione e pensò: “Meglio pensare a cosa mettermi o ci mancano solo uno dei miei soliti attacchi da primadonna…”
Aveva appena finito di formulare quel pensiero, quando la porta del bagno si aprì di scatto.
- Peter!- protestò James.- E se stavo facendo i fatti miei sul water?
- Sai quante volte siete entrati tu e Sirius mentre io mi facevo i fatti miei?- lo rimbeccò Peter.- Comunque, c’è un problema enorme.
- Ovvero?- chiese James, preoccupato.
- Felpato.- rispose Peter.- Codice rosso chiaro!
- Oh, merda…- borbottò James, uscendo dal bagno.
I Malandrini avevano istituito una sorta di codice a colori per i loro problemi: verde voleva dire che tutto andava bene e che il problema si sarebbe risolto facilmente; giallo voleva dire che il problema era di misura media, ma sempre facilmente risolvibile; arancione che il problema richiedeva un po’ di tempo per la risoluzione; rosso bordeaux che la situazione era difficile; e rosso chiaro che la situazione era (quasi) irrimediabilmente perduta e senza soluzione.
Quello che si parò davanti a James era un Sirius in crisi…davanti al suo baule, dal quale traboccava praticamente tutto il suo vestiario.
- No…non va bene…- stava borbottando Sirius.
- Felpato…- fece James cautamente; sapeva che anche Sirius aveva un po’ di quelle che tutti definivano “crisi da primadonna”, e che sotto quell’influsso era praticamente una missione suicida parlargli razionalmente.-…tutto bene?
Sirius si alzò, lo guardò e gli disse:
- Mi sa che stasera do’ buca…
- Tu cosa?!- James lo guardò allibito.- Ma lo sai che ti farà la Meadowes, se non ti presenti?
- Che mi frega, non ho niente da mettermi!!- urlò Sirius.
- Niente?!?- urlarono tutti, un po’ infastiditi: la stanza era praticamente sommersa dai vestiti di Sirius.
- Senti, nemmeno io so che cosa mettermi, ma questo non è un buon motivo per startene rintanato qui ed evitare la ragazza che ti piace!- esclamò James.
- Si, vuoi farci perdere la scommessa?- ghignò Peter.
- Coda!- urlò Remus, esasperato.
- Avete scommesso su di me e la Meadowes?- ringhiò Sirius.
- Come se tu non avessi scommesso su me e Lily.- replicò rapido James.
- Touché…- borbottò Sirius.
Frank gli disse allegro:
- Amico, è bello vederti così in confusione, comunque. È la prova che anche a te basta una ragazza per mandarti su di giri.
Tutti risero, poi Sirius ripassò alla cernita frenetica dei suoi vestiti. James si preparò e pensò di nuovo: “Andrà tutto bene. Se non farai cazzate, andrà tutto bene…”
Quando si fu sistemato, James andò giù in Sala Comune e si appoggiò vicino al buco del ritratto per aspettarla.
E quando la vide, gli mancarono diversi battiti…

- Lily, vestita così? Avevo il mio vestito rosso!
- Mary, ho due motivi per non volerlo mettere. Motivo numero uno: fa a pugni con il colore dei miei capelli; motivo numero due: senza offesa, ma mi sa un po’ da vestito per battona.
- Antipatica!
- Parla quella!
Entrambe risero, mentre Lily si sistemava il trucco leggero sugli occhi; poi si passò velocemente le mani sul corpetto azzurro chiaro del suo abito e controllò che le ballerine blu scuro con il tacco fossero a posto.
Lily era sempre stata pignola al massimo, voleva sempre risultare in ordine. Eppure, aveva passato un tremendo e orribile quarto d’ora di indecisione davanti ai suoi vestiti da sera, scartandoli uno ad uno.
“Non è per James…” si disse per la centesima volta Lily, anche se non molto convinta. “È per la festa di Lumacorno…”
Lily uscì dal bagno e vide Dorcas sistemarsi l’abito bianco con fantasia blu che si abbinava ai suoi occhi.
- Sei pronta?- chiese Lily.
- Manca il trucco e sono a posto.- rispose Dorcas.- E comunque me la sono presa comoda…la crisi da primadonna di Black l’avranno sentita tutti!- aggiunse alzando la voce verso la parete.
- Si, Meadowes, anch’io ti adoro!- urlò Sirius dall’altra parte.
Lily rise e si arricciò fra le dita i capelli, raccolti in una coda laterale che cadeva morbida sulla spalla destra.
- Marlene, ti invidio!- fece Dorcas all’amica, seduta sul letto.- Perché ti sono venute proprio stamattina?
- In effetti, è l’unica volta che sono contenta di averle!- rise Marlene, che aveva evitato la festa a causa - o grazie - ai dolori del ciclo che aveva da quella mattina.
Tutte risero, poi Lily si diresse verso la porta.
- Spero che sia già sceso in Sala Comune.- sospirò Lily, aprendo la porta.
- Divertitevi!- le augurò Alice con un sorrisetto malizioso che si scambiò con Mary.
- Ragazze, tranquille!- fece loro Lily.- Non succederà niente.
- Si, ceeeerto…- rise Mary.
Lily scosse la testa e uscì dal dormitorio; ogni passo le provocava un formicolìo al ventre e fu costretta due volte a fermarsi per respirare a fondo.
Quando scese, vide James appoggiato alla parete vicino al buco del ritratto che le sorrise, un po’ impacciato.
Appena le fu vicino, Lily rise.
- Che c’è?- chiese James.
- Il colletto della camicia!- rispose Lily fra le risate.- Faccio io…
James alzò il viso in alto per permettere a Lily di sistemargli il colletto, sentendosi strano: era una cosa che aveva visto fare mille volte sua madre a suo padre quando dovevano uscire.
- Niente cravatta?- chiese Lily.
- Le detesto, è come se mi strozzassero.- rispose James.
- E nel caso volessi sposarti, scusa?
- Camicia aperta e fine della storia.
James vide Lily scuotere la testa divertita.
- A posto…- disse Lily sorridendo, cercando di non farsi imbambolare da James vestito con jeans scuri, giacca nera, camicia bianca aperta e scarpe a tennis eleganti e di ignorare il suo sguardo intenso e penetrante.
- Sirius dovrebbe scendere a momenti.- disse James, per rompere il silenzio.- Sempre se non è ancora sotto manie da primadonna.
Lily sorrise e James ebbe la conferma che Sirius era ancora un po’ sotto quell’attacco quando sentì dalle scale dei dormitori la voce di Dorcas dire:
- Sirius Black, muovi quelle chiappe o vado alla festa con il primo che incontro!
Poco dopo si sentì una porta aprirsi e chiudersi velocemente e Sirius e Dorcas vennero giù.
- Che c’è?- fece Sirius a un’occhiataccia di Dorcas.
- Che sei messo male!- esclamò Dorcas, spazientita.- Scusate, voi andate avanti se volete; sistemo un po’ la primadonna.
- Sicuri?- fece James, con una sottile punta di ironia.
- Sì, James…sicuri!- rispose Sirius, sottolineando l’ultima parola e guardandolo un po’ storto.
James alzò le spalle e seguì Lily fuori dal ritratto.
- Secondo te si scanneranno, ora?- chiese Lily, mettendosi dietro l’orecchio una ciocca di capelli.
- Può essere…- rise James.- Bisogna vedere se Sirius arriverà disseminando i suoi organi dietro di sé.
I due arrivarono davanti all’ufficio di Lumacorno, che li accolse allegro.
- Lily!- fece il professore, spalancando le braccia.- Benvenuta! Oh, vedo che abbiamo il nostro James, qui!
- Buonasera, prof…- salutò James, sorpreso che i bottoni della veste di Lumacorno non fossero ancora partiti dalla sua pancia enorme.
- Non state sulla porta, entrate!- li invitò il professore.- E la signorina Meadowes?
- Sta arrivando, ha dovuto aspettare un momento Sirius Black.- spiegò Lily.
- Oh, viene con lui?- Lumacorno saltellò un po’ e l’area attorno a lui tremolò un po’.- Ma che bello! Tutti e due i fratelli Black da me, stasera!
James cercò di sorridere, ma appena Lumacorno si voltò, il ragazzo disse a Lily:
- Ok, programma della serata: tenere i due Black lontani.
Lily annuì e portò James al tavolo del buffet, dribblando due Tassorosso che stavano in mezzo alle scatole; alcuni Serpeverde erano in un angolo a chiacchierare fra di loro.
La ragazza notò Regulus Black parlare con Severus Piton, il quale lanciò un’occhiataccia basita a lei e James.
In quel momento vide Dorcas entrare con Sirius; i due si avvicinarono ai nuovi arrivati e James disse a Sirius:
- Vedi di controllarti ora, c’è Regulus.
Sirius s’irrigidì un attimo, poi commentò in tono fintamente leggero:
- Tranquilli, sarò compitissimo…
Lily e James si diressero di nuovo verso il buffet, stavolta con Sirius e Dorcas.
- Lumacorno ti ha detto qualcosa?- chiese Dorcas a Lily.
- Al momento no.- rispose Lily.- Sarà impegnato ad adulare qualcuno.
- Ci scommetto…- considerò Dorcas.
- Solo una domanda.- fece James, scolandosi un bicchiere di idromele.- Se odiate così tanto queste feste, perché ci venite?
- Per il mangiare.- rispose Lily prontamente.
- James, mi sa che dovremmo mostare loro le cucine, prima o poi.- commentò Sirius.
- Sapete dove sono?- chiese Lily, sorpresa.
- Secondo te c’è qualcosa di Hogwarts che noi non sappiamo?- replicò Sirius con un sorrisetto soddisfatto.
- Ed ecco Sirius Black che si vanta!- lo prese in giro Dorcas.
- Oh, signorina Meadowes!
La voce - e la pancia - di Lumacorno raggiunsero il quartetto prima del viso del proprietario.
- Finalmente è arrivata!- esclamò Lumacorno.- Signor Black! Non so se hai notato, Sirius, ma c’è anche il caro Regulus; sono così contento di avere entrambi!
Sirius fece un sorriso stiracchiato, lanciando un’occhiataccia al “caro” Regulus che in quel momento aveva raggiunto il tavolo del buffet; i due fratelli si guardarono e basta, poi Regulus si allontanò in fretta.
- Comunque…- riprese Lumacorno.- Lily, Dorcas…vorrei presentarvi un mio carissimo amico pozionista, se permettete. Ve le rubo un istante, ragazzi!
Le due ragazze sorrisero educatamente al professore, poi lanciarono ai due ragazzi un’occhiata che significava tanto: “Ti pareva…”
James ridacchiò e commentò:
- Poverette loro…
- Già…- sospirò Sirius con un sorrisetto.
Dopo mezz’ora, Lily era già di ritorno e Dorcas la seguì poco dopo.
- Già stufa?- le chiese James.
- Sì…- rispose Lily.
- Ho capito, passiamo al piano B.- commentò James.
- Cioè?- Lily lo guardò incuriosita.
James prese un paio di bottiglie di idromele e di Burrobirra e le disse divertito:
- Ti porto fuori da qui, ci facciamo una bevuta tra di noi e ce la raccontiamo.
- Beh, visto che voglio vincere quella scommessa su Sirius e Cassie…- Lily prese una bottiglia di idromele dalla mano del ragazzo e trascinò James fuori dallo studio di Lumacorno.


*.*


Regulus Black era irritato. Suo fratello era lì a quella festa e lo vedeva ridere e scherzare con quella piccola Traditrice del suo Sangue di Dorcas Meadowes.
Lo vide ridere come non aveva mai fatto prima, nemmeno quando lo vedeva in giro con i suoi stupidi amici; aveva un’aria…felice.
Hogwarts gliel’aveva portato via, i suoi amici stupidi di Grifondoro gliel’avevano portato via…e ora anche la Meadowes.
Ma Regulus non era l’unico ad essere irritato…
Severus Piton aveva visto Lily e Potter uscire dall’ufficio di Lumacorno, ridendo e scherzando tranquillamente.
Lo odiava.
Odiava James Potter.
Lui l’avrebbe rovinata, lo sapeva. Non l’avrebbe mai resa felice, avrebbe ridotto la sua vita un totale inferno.
Lei doveva essere sua, lo sapeva. Lui l’aveva amata dal primo momento in cui l’aveva vista, quando erano solo due bambini ingenui; e Potter si era intromesso fra di loro, li aveva allontanati e gli aveva reso impossibile far comprendere a Lily la sua scelta di sostenere Lord Voldemort.
- Sai una cosa, Piton?- gli disse Regulus, la voce un po’ alterata dall’acool.- Stasera quella Sanguesporco della Evans riceverà una bella lezione.
- Che vuoi dire?- chiese Piton.
Regulus gli bisbigliò tutto quello che sapeva.
- E tu come lo sai?- chiese Piton.
- Bellatrix.- grugnì Regulus in risposta.
Piton si mantenne distaccato all’esterno…ma dentro di sé sentiva il gelo.


*.*


-…almeno, questo è quello che dice la prozia Rosalie.
- Hai anche una prozia Rosalie?
James finì la sua Burrobirra e disse:
- Sì; papà aveva tante di quelle zie in giro per l’Inghilterra. La zia Rosalie è l’ultima che è ancora viva.
- E com’è?- chiese Lily, bevendo la sua Burrobirra.
- Avrà anche più cent’anni, ma sa ancora come farsi rispettare.- rispose James.- E poi, si preoccupa sempre se mangio oppure no.
- Oh, sei il nipotino deperito…- scherzò Lily, facendo un tono zuccheroso.
- Con Sirius è stato peggio.- rivelò James.- Ha dato a lui, e solo per lui, tutta una teglia di tiramisù, con la scusa che era “troppo, ma troppo, deperito!”- concluse il ragazzo imitando una voce gracchiante.
Lily rise forte.
- Che c’è?- chiese James.
- Mi sa che non sei in grado di imitare la tua prozia, mi dispiace!- rise Lily, asciugandosi le lacrime che le erano venute.- Non ci credo che parla così.
- Sì, invece! Beh, più o meno…
I due risero di gusto.
- Parlando di Sirius…- Lily sospirò per calmare la risata.-…secondo te, si starà impegnando con Dorcas? E per impegnando, intendo…
- Si, ho capito…- commentò James.-  Beh, io spero di sì; sennò lo ammazzo.
Lily rise.
Erano seduti sui gradini del corridoio che portava all’ufficio di Lumacorno a scolarsi le Burrobirre che avevano preso alla festa e avevano parlato.
Erano seduti vicini. Molto vicini.
- James?
- Sì, Lily?
Lily si tormentò per un momento una ciocca di capelli, prima di chiedere schiettamente:
- Che ci trovi in me?
James arrossì un po’, poi disse:
- Beh, non c’è bisogno che ti dica che sei bella…
- Altro che occhiali da riposo, li dovresti portare sempre.- lo interruppe lei ironica.
- Antipatica!- commentò lui, facendole una smorfia divertita.- Beh, comunque…la prima cosa che avevo notato di te era il carattere. Non ti fai mettere i piedi in testa facilmente e forse è per questo che mi hai incuriosito, soprattutto quando ti facevo gli scherzi per mettere la tua pazienza a dura prova. Poi, beh…al terzo anno ti ho trovato carina e, lo ammetto, avevo scommesso con i ragazzi che sarei riuscito a portarti fuori con me a Hogsmeade. Tu rifiutavi e io continuavo…in realtà, mi stavo innamorando di te, anche se all’inizio non l’ho voluto ammettere; ho cominciato a capirlo quel giorno giù al parco.
Lily lo guardò mentre parlava.
- Insomma…- James sospirò e continuò a parlare.- Mi piace tutto di te, Lily. Quando ti incazzi da far paura, quando mi minacci di castrazione, quando ridi…quando mi guardi. Ogni volta che mi guardi, mi sento l’uomo più fortunato sulla faccia della terra.
James la guardò e la vide abbassare lo sguardo arrossendo leggermente.
- Uomo?- commentò poi lei scherzosa per alleggerire l’atmosfera.
- Non ricominciare con le tue battute!- la avvertì lui, puntandole scherzosamente un dito contro.
- Altrimenti?- chiese lei con un sorrisetto ironico.
James le fece il solletico e Lily iniziò a ridere.
- No, James!- protestò lei fra le risate.- Piantala!
Dopo un po’, i due si fermarono, continuando a ridere. I loro visi si erano fatti molto più vicini.
- Sono cambiato, rispetto agli altri anni?- le chiese James.
- Molto.- rispose lei.
Lily non riusciva a staccare lo sguardo da lui. Era come una calamita.
James le mise una mano sul fianco, Lily sulla spalla…
Si stava facendo più vicino…
Niente li avrebbe fermati…
Erano a pochissimi millimetri…
Il corridoio s’illuminò di una luce argentata, una fenice comparve davanti a loro due e la voce di Silente disse loro:
- James, Lily…al Salone d’Ingresso, subito! Portate chi riuscite!
I due si guardarono interrogativi, poi corsero a prendere Sirius e Dorcas.




 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

NOTE: allora, innanzitutto partiamo con i ringraziamenti. 75 recensioni, 18 preferite, 4 ricordate, 56 seguite...e chi se l'aspettava?!? :)
bene, andiamo con il capitolo...so che ora mi vorrete ammazzare, ma credetemi: nemmeno questo era il momento del bacio, per niente!!! e ora cosa succederà? eh, leggerete...
bene, aspetto le vostre recensioni, che voglio assolutamente sapere le vostre opinioni sul capitolo :)
baci baci e grazie ancora :)

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Capitolo 28
*** ATTACCO AL CUORE ***


La festa di Lumacorno era al culmine, nonostante alcuni invitati si stessero annoiando a morte. Eppure, un occhio attento sarebbe riuscito a individuare nell’angolo più remoto dell’ufficio del professore un ragazzo e una ragazza che sembravano divertirsi molto.
Sirius Black e Dorcas Meadowes erano totalmente sconquassati dalle risate.
- E poi…- biascicò Sirius fra le risate.-…come se non bastasse…pam! E si è ritrovata ricoperta melassa e piume dalla testa ai piedi!
Dorcas rise e per un istante a Sirius si fermò il cuore, rapito da quel suono.
“Vecchio mio, hai bevuto poco e sei già ubriaco? Vergogna!” provò a pensare con scarso successo.
A Sirius venne alla mente all’improvviso uno dei pochissimi ricordi belli della sua infanzia: Walburga Black era stata sempre appassionata di bambole di ceramica…e aveva un gran gusto nello scegliersi le più orrende; aveva ricevuto dallo zio Alphard per il compleanno una bella bambola di ceramica che a Walburga - ovviamente - non era piaciuta e che poi era finita in soffitta; Sirius ogni tanto andava a vederla, le era sempre piaciuta perché aveva un bel viso infantile ma elegante e dei bellissimi occhi blu.
E Dorcas gli ricordava tanto quella bambola…
- Black!
- Eh?
Sirius si riscosse e vide che Dorcas lo guardava interrogativa, la testa reclinata di lato come una bambina.
- Ti stai imbambolando?- gli chiese la ragazza con ironia.- Mi sa che troppo alcool ti fa’ male.
- Ma che dici, Meadowes!- Sirius si finse offeso.- L’alcool lo reggo benissimo, io!
- Ceeerto…- rise Dorcas.
- Osi mettere in dubbio la mia resistenza all’alcool?
- Sì.
- Bene, dopo la pagherai!- le bisbigliò divertito all’orecchio Sirius.
Dorcas continuò a ridere, anche se capì che il brivido che aveva avuto non era passato totalmente inosservato. La ragazza si ricordò di quando Lily le raccontava dei suoi brividi nel sentire la voce di James all’orecchio e Dorcas potè pensare "tranquillamente" di cominciare a capire l’amica.
Sirius se n’era accorto e si allontanò un po’ da lei.
I due si guardarono e Sirius si rifece più vicino; Dorcas non disse niente, lo guardava e basta…
- Sirius!
- Dorcas!
I due si voltarono e videro Lily e James raggiungerli, trafelati.
- Che c’è?- chiese Sirius, con una piccola punta di fastidio nella voce.
- Silente!- rispose Lily.- Ci ha mandato un Patronus, ci vuole subito all’Ingresso.
I quattro uscirono in fretta, ma Piton bloccò loro la strada.
- Lily, non andare!- le disse Piton.
- Piton, non ho tempo per i tuoi giochetti!- lo liquidò in fretta Lily, allontanandosi.
Severus Piton la vide correre via, sentendo qualcosa di già rotto incrinarsi ancora di più: lei lo aveva chiamato per cognome.
La stava perdendo sempre di più…


*.*


I quattro arrivarono trafelati al Salone d’Ingresso, dove c’erano Silente e la McGranitt.
- Muoviamoci, svelti!- disse loro la McGranitt.
- Che è successo?- chiese Dorcas.
- Un attacco dei Mangiamorte.- rispose la professoressa.- Quasi tutti gli altri membri dell’Ordine sono a fare le ronde da altre parti e non possiamo spostarli. Spero che questa sia l’unica volta che vi chiamiamo a combattere mentre siete a scuola.
Il gruppetto uscì e gli uomini si attaccarono al professor Silente, le donne alla professoressa McGranitt.
Dopo quel senso di oppressione, erano arrivati in una cittadina buia che a Lily sembrò stranamente e dolorosamente famigliare.
- Da questa parte.- disse loro Silente con calma, raggiungendo Malocchio, Jeremy Strong (il padrino di Alice) e Kingsley, che si trovavano su un marciapiede a pochi metri da loro.
- Sbrighiamoci, è appena apparso il Marchio Nero!- li avvertì bruscamente Malocchio.
I ragazzi strinsero le loro bacchette con maggiore forza e cominciarono a correre lungo la vietta un po’ buia dove erano sbucati.
Quando arrivarono alla fine, Lily diede un’occhiata alla sua destra e si sentì mancare nel leggere il cartello che recitava Spinner’s End.
- Lily, che c’è?- le chiese Dorcas, vedendola impallidire.
Lily le indicò il cartello.
- Siamo nel tuo paese?!- esclamò Dorcas, atterrita.
James e Sirius si voltarono verso Lily, sorpresi.
James guardò Lily: era impallidita dalla preoccupazione.
- Muovetevi!- urlò loro Malocchio.
I ragazzi corsero, Lily con il cuore in gola.
“Fa’ che non sia successo niente, ti prego!” pensò Lily, spaventata. “Fa’ che non c’entrino i miei e Petunia…”
A un certo punto, svoltarono a destra, in un complesso dove c’erano fabbriche e ditte. In una di queste, campeggiava nel cielo in un’aurea totalmente sinistra e letale il Marchio Nero, il simbolo dei Mangiamorte e di Lord Voldemort.
Ancora non si riusciva a capire quale edificio fosse, ma Lily pregò con tutto il cuore che non fosse la ditta in cui lavorava suo padre.
Sapeva che a volte suo padre andava nel suo ufficio dentro alla ditta per prendere qualche oggetto che aveva dimenticato, e sperò che quella sera non avesse dimenticato niente.
Anche se una macchina uguale a quella di suo padre parcheggiata nelle vicinanze la fece rovinosamente desistere da quel pensiero…

*.*


James continuò a camminare, cercando di concentrarsi. Ma tutto quello che gli venne in mente erano le parole di una delle tante conversazioni avute con Lily durante l’estate…
 
 

- Che lavoro fanno i tuoi?
- Mamma è avvocato, papà è contabile in una ditta Babbana che si occupa della produzione di dolci.

 
 

James diede un’occhiata veloce a Lily, dietro di lui; era spaventata a morte. Sperava che i suoi genitori fossero al sicuro, che non dovesse soffrire quello che lui aveva sofferto durante l’estate.
In quel momento si sentirono urla lancinanti e dolorose che provenivano da un piccolo edificio dove c’era un piccolo incendio e delle figure nere che stavano torturando e uccidendo delle persone.
Tutto il gruppo corse dentro alla svelta.
- Attenti al fumo!- urlò Kingsley.
Dentro l’edificio c’era il caos: i Mangiamorte si stavano divertendo perversamente sui Babbani sopravvisstuti, il fumo annebbiava gli occhi e faceva tossire e delle carte - probabilmente atti di ufficio, per James - svolazzavano in giro.
Il ragazzo parò una fattura e respinse un Mangiamorte; rotolò di lato, dietro a un macchinario e vide una busta per terra, indirizzata a un certo Harry Theodore Evans.
Evans…
Evans…
Il padre di Lily.
“Merda!”
pensò James, riprendendo a combattere con foga.
Le maledizioni volavano per aria, venivano deviate dal metallo dei macchinari Babbani, dai Sortilegi Scudo e da altre fatture.
Alcuni Mangiamorte presero alcune scale che, evidentemente, portavano al piano di sopra.
James fece cenno a Sirius ed entrambi salirono, preceduti da Lily e Dorcas.
Riuscirono a farne cadere quattro o cinque durante la salita, poi corsero veloci; dal piano di sopra si sentirono delle urla: evidentemente, c’era qualcuno che non sarebbe stato risparmiato dalle loro barbarie oscure.
A un certo punto, Dorcas impallidì e si bloccò.
- Che c’è?- le chiese Sirius, ansioso.
- Un sibilo.- rispose lei, bisbigliando appena.- E a me fanno paura i serpenti…
- Sirius, Dorcas…GIÙ!- urlò James.
- Confrigo!- gridò Lily.
Un grande serpente rimbalzò sulle scale e cadde per terra, in mezzo alla confusione.
- È qui…- borbottò James, inorridito.
Lily impallidì. Lord Voldemort era lì dentro?
James non fece in tempo a bloccarla che subito Lily salì gli ultimi gradini, seguita dagli altri tre; arrivarono in un lungo corridoio, illuminato dalla luce dei lampioni che veniva dalla strada.
I quattro corsero; sentirono delle urla provenire da una stanza e che rimbombavano per il corridoio. Poi…
- Avada Kedavra!
La Maledizione si sentì per tutto il corridoio; una voce femminile gridò atterrita:
- Harry, no!
- Avada Kedavra!
La voce femminile si spense e una porta si aprì, facendo uscire due uomini; uno era alto, biondo e un po’ muscoloso, l’altro era pallido e con occhi rossi e un viso serpentesco…
- Stupeficium!- urlò James.
Il Mangiamorte parò il getto rosso per un pelo.
Voldemort cominciò a scagliare contro di loro varie maledizioni; Lily evitò una luce verde appiattendosi contro il muro.
Erano quattro contro due, ma Voldemort e il Mangiamorte davano loro parecchio filo da torcere.
Silente, Kingsley, il signor Strong e Malocchio comparvero subito, insieme ad altri Mangiamorte che stavano raggiungendo Voldemort.
Gli adulti pensarono a Voldemort, mentre i ragazzi combattevano contro i Mangiamorte.
- Il mio caro cuginetto…- fece una sprezzante voce femminile.
- Bellatrix…- borbottò Sirius con disgusto.
La battaglia fu lunga e si procurarono tutti vari tagli: Dorcas aveva un lungo taglio sul braccio sinistro che le macchiò la gonna bianca del vestito, la mano destra di Lily era ferita sia sul dorso che sul palmo, Sirius aveva il labbro spaccato e James un taglio sulla fronte.
Con un grosso sforzo, i ragazzi riuscirono a contrastare i Mangiamorte.
Gli adulti combattevano ancora contro Voldemort.
- Avada Kedavra!
Poco dopo, Jeremy Strong era a terra, morto.
Lily si appoggiò un attimo ad una parete, sperando che non fosse successo niente. Ma quando vide Dorcas e Sirius entrare in una stanza…
“Quella stanza…” pensò Lily, angosciata, avvicinandosi velocemente; li vide uscire, atterriti.
- Lily, no!- Dorcas provò a trattenerla, ma Lily la spinse da parte.
James la raggiunge e la sentì trattenere a fatica un gemito.

Non poteva essere.
Spazio e tempo era come se fossero stati annullati.
Non loro due…
I suoi genitori.
Morti, in quello studio.
Suo padre doveva essere stato torturato brutalmente, perché era pieno di tagli dai quali era uscito anche un po’ di sangue, che ora inondava il pavimento; a sua madre invece doveva essere stata risparmiata la tortura, a parte una scritta incisa con un pugnale sul braccio sinistro dove era scritto “Sanguesporco”.
Lily si mise una mano davanti alla bocca per trattenere un gemito di dolore ed uscì dalla stanza, voltandosi dall’altra parte per non farsi vedere in quello stato da James.
- Giù!- urlò qualcuno.
Lily si sentì strattonare e buttare per terra, mentre una scintilla verde spettrale li sfiorava appena.
Riuscirono a mettersi in piedi in tempo per fronteggiare Lord Voldemort.
- Piaciuta la sorpresa, Sanguesporco?- chiese Voldemort a Lily, con un ghigno malefico.
- Bastardo figlio di puttana!- gli gridò Lily, lanciandosi verso di lui, ma James la trattenne con forza.
Silente ricomparve e continuò a duellare con Voldemort, mentre i ragazzi combatterono contro i Mangiamorte che stavano affollando il corridoio. Erano in troppi, non erano sicuri di riuscire a contrastarli stavolta: erano pieni di tagli ed ematomi ovunque e Lily aveva appena perso i suoi genitori.
- Scappate!- gridò loro Malocchio, affatturando Rabastan Lestrange.
- Non se ne parla!- gli urlò Lily.
- Evans, non sei nelle condizioni adatte per reggere una battaglia!- le ricordò bruscamente l’Auror.
Lily tentò di replicare, ma qualcuno l’aveva presa e la ragazza sentì la pressione della Materializzazione Congiunta e quando riaprì gli occhi era davanti ai cancelli di Hogwarts, con James che la teneva ancora stretta; la ragazza lo allontanò bruscamente con uno spintone.
- Perché mi hai portato via di lì, si può sapere?- gli urlò lei, con rabbia.
James impallidì nel vederla così arrabbiata, Sirius e Dorcas erano sorpresi e preoccupati.
In quel momento comparvero Silente e la McGranitt.
- Sono appena arrivati gli Auror del Ministero.- annunciò loro la professoressa.
Silente reggeva in mano una fiala contenente una sostanza argentea che non era né liquida né gassosa. Tutti la fissarono con curiosità.
- È il ricordo di Pritchard Rosier, il Mangiamorte che era con Voldemort nell’ufficio del signor Evans.- spiegò il Preside, rispondendo ai loro sguardi.
- Voglio vederlo.- disse subito Lily.
- Non credo sia il caso, signorina Evans.- le disse la professoressa McGranitt.
- Ho il diritto di sapere.- replicò Lily.
Il Preside annuì, insistendo però che prima i quattro andassero in infermeria a farsi curare i loro graffi ed ematomi. Mezz’ora più tardi, Lily era nell’ufficio del Preside, la mano destra bendata (tranne le dita); anche se Madama Chips l’aveva fasciata alla perfezione, si notava una macchia un po’ scura che traspariva appena sulla benda.
- Te la senti, Lily?- le chiese il Preside.
Lily annuì decisa.
Voleva vedere come era successo.

*.*


Un’ora dopo, James seguiva Sirius e Dorcas verso la Torre di Grifondoro; tutti e tre erano estremamente silenziosi.
James non riusciva a togliersi dalla mente Lily che usciva in fretta dall’infermeria dopo essere stata medicata: era stata fredda e distante tutto il tempo, come se non volesse esternare le sue emozioni. Ma ciò che l’aveva sconvolto di più era il viso di Lily in quell’ufficio, dove c’erano i cadaveri dei suoi genitori: sentirla gemere in quel modo gli aveva fatto male. Tanto male.
Avrebbe voluto essere lì con lei, anche se lei non avrebbe accettato; sapeva che ora Lily si sarebbe isolata in quel dolore…
- James?
James si riscosse dai suoi pensieri quando Sirius gli indicò il ritratto della Signora Grassa.
- Cuore.- borbottò Dorcas e il ritratto si spalancò per loro.
Cuore…
La famiglia era il cuore di ogni cosa; bastava attaccarne un componente e a quel cuore sarebbe mancato un battito, James lo sapeva bene: la sua famiglia senza suo padre gli sembrava un cuore dal battito discontinuo.
Una famiglia distrutta dalle fondamenta come la famiglia Evans era oramai un cuore morto.





 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

NOTE: allora...di sicuro sono caduta nel classico, banalissimo clichè: il padre di Lily che si chiama Harry e i Mangiamorte che ammazzano i suoi genitori mentre lei è in missione...ma non avevo altre idee per la testa, scusatemi.
e soprattutto, scusatemi se ho interrotto il momento romantico anche fra Sirius e Dorcas, ma nemmeno quello era il momento adatto.
che dire, spero di farmi perdonare con il prossimo capitolo che sarà quasi esclusivamente Lily/James (per vostra felicità)
bene, mi affido alle vostre recensioni, voglio proprio sapere cosa ne pensate :)
bye bye :)

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Capitolo 29
*** SONO QUI… ***


Le ragazze erano tutte nel dormitorio dei maschi. Avevano saputo la brutta notizia dalla McGranitt e ora erano tutte impegnate a consolare Alice, in lacrime per la morte del suo padrino.
Dorcas entrò dai maschi dieci minuti dopo il suo arrivo, in pigiama, e chiese:
- Lily?
- L’abbiamo vista cinque minuti prima del vostro arrivo.- rispose Mary.- Non ha voluto vedere nessuno; si è messa il pigiama ed è uscita dal dormitorio.
- Credo voglia stare da sola.- commentò Marlene.
James sbuffò e si alzò di scatto dal suo letto, dove si era seduto quando era entrato; prese dal comodino di Remus un foglio di pergamena ingiallito e mormorò la consueta formula:
- Giuro solennemente di non avere buone intenzioni…
- Ma che cos’è quella?- chiese Mary.
Nessuno rispose.
James cercò Lily in lungo e in largo sulla Mappa e vide dove si trovava: nella soffitta della Torre di Grifondoro. James borbottò: “Fatto il misfatto…”, prese una felpa dal suo baule e si diresse verso la porta.
- James, non so se è una buona idea…- mormorò Marlene, capendo cosa volesse fare James.
- Marlene, Lily sta soffrendo, porco Salazar!- sbottò James, voltandosi.- Non ho nessuna intenzione di lasciarla sola dopo quello che è successo. Poco fa è stata nell’ufficio di Silente perché ha voluto vedere il ricordo di Rosier, quello che ha ammazzato i suoi genitori; ci pensi come starà ora? Sarà da qualche parte per conto suo ad incolparsi; e io di sicuro non la lascio da sola ad autodistruggersi!
Nel dormitorio scese il silenzio dopo che James uscì sbattendosi dietro la porta.
- Forse, secondo me, quella di James è una buona idea…- pigolò Alice con voce rotta, protetta dalle braccia di Frank.- Lily deve smetterla di tenersi tutto dentro e soffrire in silenzio, perché così si fa’ ancora più male.
- Credo tu abbia ragione, Alice…- concordò Dorcas, sedendosi accanto a Sirius e incrociando le gambe.
Tutti guardarono di nuovo la porta da dove era uscito James, chiedendosi che cosa sarebbe successo.

*.*


James salì i gradini due alla volta, in fretta e trovò facilmente il mattone che cercava; lui e Sirius vi avevano inciso sopra la M di Malandrini per trovarlo facilmente.
Dopo averlo premuto, il muro si aprì e rivelò gli ultimi gradini che portavano alla soffitta e James li percorse in fretta, entrando nella vecchia stanza, illuminata fiocamente da una sola vetusta lampada ad olio.
James entrò e si guardò intorno, chiedendosi come mai ci fosse freddo. La risposta la ebbe quando si voltò verso destra.
La porta-finestra era praticamente spalancata e Lily, dando la schiena alla stanza e in pigiama, era appoggiata alla ringhiera, la coda laterale mezza sfatta, mentre alcune ciocche ribelli sventolavano con leggerezza al venticello leggero che si era alzato.
A prima vista uno avrebbe pensato che Lily stesse ammirando il panorama, ma sarebbe stato tradito dalle spalle un po’ curve e dalla testa un china della ragazza.
James fu tentato per un momento di lasciarla sola; ma quella tentazione svanì come era comparsa: erano morti i suoi genitori, non sarebbe riuscita ad affrontarlo da sola. Volente o nolente, Lily doveva farsi aiutare da qualcuno a superare il trauma.
Esitando un pochino, James le si avvicinò piano per non turbarla ulteriormente, chiedendosi come facesse Lily ad essere in quel momento insensibile al freddo autunnale che stava cominciando a pervadere tutte le sere.
La vide passarsi una mano davanti agli occhi e James capì che doveva intervenire subito o avrebbe rischiato di perderla.

“Non ci sono più…sono sola…”
Quelle parole la trafiggevano e le facevano male. Lily si chiese se in fondo avesse fatto bene a vedere il ricordo di Rosier; era ancora impresso nella sua testa in ogni minimo particolare: quel serpente che si aggirava per tutto l’edificio, i Mangiamorte che creavano caos, Babbani uccisi o mutilati, Voldemort che torturava i suoi genitori…
Lily non riusciva a scacciare le urla delle due persone che più aveva amato al mondo, che avevano tentato invano di difendersi da quelle maledizioni letali. Ma ora, qualcos’altro si stava facendo spazio dentro di lei: il senso di colpa.
Perché si era attardata a salvare gli altri Babbani e a combattere contro i Mangiamorte che le sbarravano la strada?
Perché non se n’era accorta prima?
“Non sono riuscita a salvarli…” pensò Lily con sconforto, passandosi una mano davanti agli occhi, mentre dietro di sé sentiva dei passi.
- Lily…?
Lily alzò un po’ la testa ma non si voltò alla voce di James; lo sentì avvicinarsi e lo avvertì vicino sé, appoggiato alla balaustra della terrazza.
Con la coda dell’occhio, vide che aveva in mano una felpa bianca con il cappuccio e che gliela stava tendendo, ma lei non la prese.
- Lily, per favore.- la voce di James si fece ansiosa e un po’ insistente.- Non voglio che ti ammali.
Lily annuì e la prese, bofonchiando con voce rotta:
- Grazie…
La felpa le era molto grande e lunga, soprattutto di maniche, ma almeno la teneva al caldo e la proteggeva dal vento che cominciava a farsi sempre più freddo.
La ragazza si riappoggiò alla balaustra, stringendola con le dita fredde che spuntavano dalle maniche e rimanendo in silenzio.
James rimase ad osservarla preoccupato, insensibile al freddo nonostante fosse ancora in maniche di camicia, e in silenzio. Non osava nemmeno avvicinarsi: aspettava che Lily reagisse, ma gli sembrava di avere di fronte a sé una statua di ghiaccio.
“Ma il ghiaccio si scioglie con il calore…” considerò James a quel pensiero.
- Ho visto il ricordo di Rosier…- mormorò Lily, sempre senza guardare James.- Ho visto tutto. È stato orribile…sono stata una vera stupida!
- Perché dici questo?- chiese James, sgomento.
- Perché non sono riuscita a salvarli, James.- rispose lei.- Se mi fossi mossa più in fretta…
- Lily, tu non hai colpe…- provò a dirle James.
- E tu che ne sai?- sbottò lei, guardandolo storto.
- Perché tu hai fatto il possibile per salvarli!- esclamò James.- Non è colpa tua. È quello che mi hai detto tu quando è morto mio padre.
Lily abbassò lo sguardo e tornò a guardare nella notte. James sapeva che forse non era un buon momento, tuttavia le disse in tono apprensivo:
- Lily, è da quando è iniziata la scuola che sono preoccupato per te. Si è aggiunta anche questa disgrazia e io non voglio che tu stia da sola ad affrontare tutto quanto. Io impazzisco nel vederti così, mi sento male perché vorrei poter fare qualcosa ma non ci riesco; che cosa c’è, che non va?
James vide le dita di Lily stringere con forza maggiore la balaustra, poi la vide voltarsi e la sentì parlare con voce alta e rotta:
-Vuoi davvero sapere cosa c’è, che non va? Allora, ecco qui: c’è che abbiamo i M.A.G.O., che siamo membri dell’Ordine della Fenice, che sono preoccupata a morte per gli esami, la guerra e tutto ciò che sta succedendo! C’è che io non riesco a trovare il coraggio e le parole adatte per dirti che provo per te esattamente quello che tu provi per me! E ora si è aggiunto questo…
Lily distolse lo sguardo e disse a voce bassa e sofferente:
- Questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Sono stufa di avere tutte queste preoccupazioni sulle spalle, di fare la persona forte…di tenermi tutto dentro…
- Allora non tenerti tutto dentro, Lily, perché nessuno ti chiede di fare la persona forte ora.- le disse James, facendosi più vicino a lei, sorpreso e preoccupato di vederla così piccola e spaurita in quella felpa troppo grande per lei e in quello stato di prostrazione.- Butta tutto fuori, sfogati! Altrimenti sarà molto peggio così, Lily…
Lily si staccò in fretta dalla balaustra e andò dentro, dando di spalle a James, che era rimasto sul balcone a guardarla con ansia.
James la vide di schiena che stringeva i pugni, che tremava con forza; poi, Lily si accasciò a terra, mettendosi le mani nei capelli mezzi sfatti e cominciando a gemere e a singhiozzare con tutte le sue forze.
James la raggiunse in fretta, si mise anche lui in ginocchio e, dopo aver chiuso la porta-finestra con la bacchetta, la strinse forte a sé; Lily si aggrappò a lui e posò la testa sulla sua spalla, continuando a piangere e singhiozzare con forza. Il ragazzo sentì le dita fredde di lei sulla sua pelle e la strinse con più forza a sé per scaldarla e soprattutto per farle capire che le era vicino.
- James, non lasciarmi…- singhiozzò Lily con voce flebile.
- Sono qui, Lily.- le disse James con voce rassicurante, accarezzandole i capelli.- Non ti lascio più sola, te lo giuro.
Poco dopo, James tirò di nuovo fuori la bacchetta e la puntò sul vecchio letto a baldacchino, facendo comparire cuscini e coperte e spense la luce della lampada vecchia. Fatto questo, James la sollevò con facilità e Lily non si oppose; anzi: si aggrappò con più forza a lui, continuando a piangere sul suo collo.
James si distese sul letto e adagiò Lily in modo che il suo petto facesse da cuscino alla ragazza e la coprì con cura con le coperte; poi le sciolse piano i capelli e le mormorò all’orecchio:
- Sfogati quanto vuoi, Lily…
Sentì le lacrime di Lily bagnare la sua camicia, sentì il corpo di lei avvinghiato al suo e scosso dai singhiozzi, sentì la sua mano fasciata aggrapparsi alla sua camicia.
Lily non seppe quanto durò quella notte terribile; non seppe a che ora aveva cominciato a sfogarsi. Ma ne aveva bisogno davvero.
Stava buttando fuori tutto il suo dolore e scoprì che stava cominciando a stare un po’ meglio; buttava fuori tutte le lacrime e i singhiozzi che aveva trattenuto in quei giorni di preoccupazione e che aveva tentato di reprimere in quel momento critico e si aggrappava a James, che in quel momento per lei era la sua ancora di conforto.
Sentì le mani di James fra i suoi capelli lunghi, che le accarezzavano dolcemente la schiena, che le scostavano i capelli dal viso, che le asciugavano le lacrime che bagnavano le sue guance; sentì James baciarla fra i capelli, sulla fronte, sulla guancia bagnata, che ogni tanto le mormorava parole di conforto, esattamente come aveva fatto lei durante l’estate quando lui voleva sfogarsi per la morte del padre.
- È tutta colpa mia…- singhiozzò Lily.- N-non li ho salvati…s-sono un mostro…
- Non è colpa tua, Lily…- le disse James, baciandole la guancia e assaporando ogni lacrima che scendeva dagli occhi socchiusi sul volto di lei.- Non sei tu il mostro. Il mostro è Voldemort, è lui che ha fatto questo e vedrai che un giorno la pagherà per quello che ti ha fatto.
E James le pensava davvero quelle parole: non aveva mai provato tanta rabbia per Voldemort come in quel momento; era colpa sua se Lily stava piangendo ora.
Si sentiva impotente: avrebbe voluto poter dire di più, fare di più…ma tutto quello che riusciva a fare era stare lì ad accarezzarla e a consolarla come poteva, esserle vicino con la sua sola presenza. Ma a lei sembrava bastare; ogni tanto lei lo chiamava e lui le dava un bacio sulla guancia per farle capire che era lì con lei, che non l’avrebbe lasciata. E lei in risposta si aggrappava sempre più a lui.
Sentiva la mano di James sul fianco, il pollice che andava su e giù; e questo per Lily era mille volte meglio della pozione di sonno senza sogni di Madama Chips.
James con l’altra mano le scostava i capelli, ci giocherellava dolcemente, stringeva quel corpo esile e tremante per i singhiozzi, continuava a mormorare parole di conforto che se a lui sembravano vuote e inutili, per Lily erano preziose come l’oro.
Nessuno dei due seppe che ora era; seppero solo che, ad un certo puntom i singhiozzi di Lily si erano fatti meno frequenti, le lacrime sgorgavano meno e che lei, alla fine, si era addormentata nonostante il dolore.
James rimase a guardarla, sentendola sospirare nel sonno, quel sospiro rotto che avevano le persone dopo aver finito di piangere a lungo; era bella anche così, infagottata in quella maglia troppo grande per lei, raggomitolata fra le sue braccia come una bambina. Se a febbraio aveva visto il suo lato fragile, ora James l’aveva toccato con mano; così come lei lo aveva aiutato durante l’estate, ora toccava a lui raccogliere i pezzi nei quali Lily si era divisa. La sentì respirare profondamente nel sonno e James sentì che non avrebbe voluto essere da nessun’altra parte nemmeno per tutto l’oro del mondo.
- Sono qui, Lily…- le mormorò all’orecchio, mentre lei dormiva.- Ci sarò per te. Sempre…
Vide Lily muovere appena la testa nel sonno e le sue labbra distendersi appena nell’ombra di un sorriso, anche se triste; almeno sarebbe riuscita a dormire con un po’ di serenità nonostante il dolore.
Poco dopo, anche James si lasciò prendere dalle braccia di Morfeo, continuando a stringerla forte a sé…








 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

NOTE: beh, direi che questo capitolo non ha bisogno di ulteriori commenti; spero solo di non essere stata scontata o troppo sdolcinata...e sinceramente, questa era proprio la reazione che volevo da Lily: il fatto che alla fine mostrasse il suo lato fragile in tutta la sua interezza, come Harry (perché anche lui riesce a mostrare il suo lato "debole").
bene, aspetto le vostre recensioni, bye bye :)

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Capitolo 30
*** LETTERE E DECISIONI ***


Lily spalancò gli occhi e sbattè un po’ le palpebre, prima di realizzare che era nella soffitta di Grifondoro abbracciata a James Potter e con la sua felpa addosso.
Il braccio destro di James le cingeva i fianchi, la mano sinistra del ragazzo stringeva la destra di Lily, fasciata e appoggiata al petto del ragazzo.
La ragazza si mise seduta con movimenti lenti e cauti, cercando di non svegliarlo e si mise a guardarlo. James aveva un’espressione seria quando dormiva, e questo la colpì molto: i tratti del suo volto erano più rilassati, trasparivano una calma nascosta. I capelli erano ancora più arruffati che mai e gli ricadevano scomposti sulla fronte; Lily li scostò con dolcezza e gli sfiorò piano il viso.
La stanza stava cominciando ad illuminarsi un po’; era quell’ora tra la notte e l’alba che rendeva tutto più irreale e…magico.
Lily guardò l’orologio al polso destro di James e guardò il quadrante fosforescente: mancava ancora un po’ alle quattro del mattino.
E fu allora che lo notò…
Lily slegò delicatamente il cinturino dell’orologio e vide il tatuaggio che James aveva fatto prima della scuola e che lei non era ancora riuscita a vedere: era un piccolo fiore.
Un giglio.
Lily lo guardò ancora e si ricordò ciò che - poco fa? O parecchie ore fa?- gli aveva detto quando era disperata:“Non riesco a trovare il coraggio e le parole adatte per dirti che provo per te esattamente quello che tu provi per me…”
Gliel’aveva detto.
Gli aveva detto che praticamente lo amava.
Lily non seppe mai spiegarsi come era successo ciò che accadde in seguito.
Forse era stato l’istinto…
Ad ogni modo, la ragazza si sporse lentamente verso di lui e gli diede un bacio leggero sulle labbra; quando si staccò da lui, Lily vide James voltare la testa nel sonno e sorridere placidamente.
Lily sorrise suo malgrado e si disse, mentre lo copriva meglio con la coperta: “Ne parlerai subito con lui, Lily. Lo devi fare!”
La ragazza andò pian piano via dalla soffitta, lanciando un’ultima occhiata a James addormentato su quel vecchio letto a baldacchino, e scese giù le scale con calma. Quando arrivò davanti alla porta del suo dormitorio, vide Alice e Frank che si stavano separando.
- Lily!- esclamò Alice.- Dove sei stata?
- Con James.- rispose Lily.- Nella soffitta della Torre.
Alice annuì, senza lasciar trasparire alcuna sorpresa; l’aveva capito subito.
- Fammi sapere per il funerale, amore, mi raccomando.- disse Frank ad Alice, baciandole la guancia con dolcezza.- Lily, mi dispiace davvero tanto per i tuoi genitori; condoglianze.
- Grazie, Frank…- mormorò Lily, stringendo la mano che il ragazzo le porgeva.
Le due ragazze entrarono nel loro dormitorio.
- Le altre sono dai ragazzi.- la informò Alice.
- Alice.- la chiamò Lily.- Senti, io…mi dispiace per il tuo padrino, davvero. Io…
- Tranquilla!- le disse Alice con fare materno.- Non è colpa vostra; e non è nemmeno colpa tua se i tuoi genitori non ci sono più.
Lily annuì. La porta del dormitorio si aprì e comparve la McGranitt.
- Scusatemi per l’ora.- esordì la professoressa.- Ma sono qui per informarvi sui funerali dei vostri cari. Signorina Prewett, quelli del signor Strong saranno mercoledì; signorina Evans, quelli dei tuoi genitori saranno giovedì. Partirete stamattina presto; vi aspetto fra qualche ora giù all’ingresso, vi scorteranno dei membri dell’Ordine.
Le ragazze annuirono e dopo aver ricevuto le condoglianze della professoressa cominciarono a prepararsi.
- Alice, devo scrivere una lettera.- disse Lily.- Mi presti un foglio di pergamena?
- Certo.- rispose Alice, porgendoglielo.- E a chi scrivi?
- A James…- mormorò Lily, sedendosi nel vano della finestra.
Alice notò che l’amica era un po’ arrossita a quelle due parole; ma capì che forse, da quella brutta esperienza, Lily avrebbe trovato il coraggio di ammettere la verità con lui.

*.*


James stava dormendo profondamente; poi era entrato in un lungo dormiveglia.
Gli era semrbato che qualcuno gli avesse scostato i capelli con dolcezza, che gli avesse accarezzato dolcemente la guancia…
E poi l’aveva sentito.
Quel bacio…
Dolce, leggero, morbido…
In quel momento, gli venne in mente una frase: “Non riesco a trovare il coraggio e le parole adatte per dirti che provo per te esattamente quello che tu provi per me…”
James aprì gli occhi e si ritrovò in soffitta, illuminata debolmente dalla fioca luce del sole che stava cominciando a sorgere e che s’intravedeva appena dalle tende tarmate appese alle finestre; si voltò e vide che Lily non c’era più e che il suo orologio era accanto a lui, slacciato. Il ragazzo si rimise seduto e lo prese per riallacciarlo; guardò il suo tatuaggio e si chiese se fosse stata Lily a slacciargli l’orologio.
Sentì ancora quelle parole gli rimbombavano nella mente.
“Non riesco a trovare il coraggio e le parole adatte per dirti che provo per te esattamente quello che tu provi per me…”
Le aveva dette davvero.
Allora lei…
James scosse la testa, per svegliarsi un po’ più di prima, e scese senza far rumore giù per le scale; sentì delle voci che provenivano giù dalla Sala Comune, ma quando vi arrivò fece in tempo a vedere una testa rossa che passava il buco del ritratto.
Sospirando, James risalì le scale e notò qualcosa di bianco appeso alla porta con il Magiscotch: una lettera indirizzata a lui.
Il ragazzo la prese ed entrò nel dormitorio, chiudendo piano la porta. Vide che tutti dormivano, ragazzi e ragazze.
James si distese sul suo letto, si mise gli occhiali - poiché sentiva che stava per arrivare un mal di testa feroce - e lesse la lettera.


Caro James,

Lo so che è assurdo ricevere una lettera in questo momento e in questa situazione; ma devo andare via fra poco, mi aspetta il funerale dei miei genitori. Ancora non so come riuscirò ad affrontarlo, ma ce la farò; ce la devo fare e non ho altra scelta.
Tuttavia, questa lettera ha uno scopo ben preciso. Volevo ringraziarti.
Grazie, James. Grazie per esserti preso cura di me stanotte, per avermi consolata e per non avermi lasciata sola.
Grazie a te sono riuscita a non andare in mille pezzi e ho cominciato ad affrontare meglio il mio dolore.
Avevi ragione tu: tenermi tutto dentro fa’ male, e molto; dovevo sfogarmi e tu c’eri. Ci sei stato stanotte e credo che tu ci sarai sempre, così come ci sei sempre stato.
Quello che ti ho detto stanotte era vero; so che ti sembrerà assurdo che io non riesca a trovare le parole e il coraggio, ma è la verita: non riesco a trovare il coraggio e le parole adatte per dirti ciò che provo per te - che è lo stesso che tu provi per me.
Mi sento una totale vigliacca a dirti tutto questo con una lettera; tuttavia, ti giuro che appena finito il funerale dei miei genitori, ne parleremo.
E sappi che non ti voglio avere vicino soltanto perché voglio qualcuno che mi consoli, ma semplicemente perché ho capito veramente i miei sentimenti verso di te.
Ci vediamo dopo il funerale; in questo caso, giovedì sera.

Tua Lily.

P.S.: Non so se te ne sei accorto; in caso te ne sia accorto…si, ti ho baciato. Non vantarti, però!!!



James piegò con cura la lettera e sentì la speranza zampillare dal cuore come una cascata incontrollabile. Era stata lei a baciarlo. Nonostante la tristezza che in quel momento li circondava, si sentì felice come non lo era mai stato.
Adesso c’era solo un’altra cosa che doveva fare; non l’avrebbe lasciata sola ad affrontare il funerale dei suoi genitori.
- Terra chiama Ramoso…
James alzò il capo e vide Frank, Remus e Marlene che lo guardavano.
- Che c’è?- chiese James.
- Alice mi ha lasciato un messaggino.- lo informò Frank, sventolandogli un foglietto di pergamena.- I funerali del suo padrino saranno domani; quello dei genitori di Lily giovedì mattina.
James si arruffò i capelli, poi disse:
- Mi sa che dobbiamo andare a fare una capatina all’ufficio di Silente…

*.*


- No!
- Che cosa?
- Mi ha sentito bene, signorina MacDonald!
- Ma non è giusto!
Gli otto studenti guardarono irritati la professoressa McGranitt, mentre Silente seguiva la scena imperturbabile.
La professoressa McGranitt si era apertamente opposta al fatto che tutti gli studenti del settimo anno di Grifondoro bigiassero le lezioni di quella settimana per andare ai funerali del signor Strong e dei signori Evans.
- Non potete saltare tutti quanti praticamente una settimana di scuola!- tuonò la professoressa McGranitt.
- Professoressa, per favore!- protestò Dorcas.
- Niente repliche, signorina Meadowes!- sentenziò la McGranitt.- Resterete qui. L’unico autorizzato è il signor Paciock, visto che è il fidanzato della signorina Prewett.
James sbuffò e le disse in freddo tono di sfida:
- Professoressa, è inutile che lei provi a sprecare fiato con noi, perché sa benissimo che troveremo un modo per andarci! Due persone importanti per noi hanno appena perso i loro cari e non vogliamo lasciarle sole in questo momento critico!
La professoressa McGranitt provò a replicare, ma James si rivolse a Silente.
- Professore, la prego! Faccia qualcosa!
Silente si alzò dal suo posto e disse alla McGranitt in tono pacato:
- Minerva, credo che questi ragazzi si stiano comportando da veri Grifondoro: stanno dimostrando assoluta lealtà verso due amiche nel momento del bisogno. È solo una settimana, professoressa; sono sicuro che riusciranno a recuperare immediatamente. E mi creda, professoressa: la signorina Evans saprà essere convincente al cento per cento per far recuperare loro la settimana perduta.
La McGranitt ammutolì, sbalordita.
- Tornerete tutti quanti giovedì, dopo il funerale dei signori Evans.- disse loro il Preside.- Il treno vi aspetterà nel tardo pomeriggio alla stazione di King’s Cross, a Londra. Sopra ci saranno membri dell’Ordine in pattuglia per assicurare che il viaggio sia senza rischi.
Gli otto annuirono.
- Bene, direi che è tutto.- concluse il Preside.- Mi raccomando, però: dalla settimana prossima, vi voglio veder sgobbare sui libri.
- Lo promettiamo, signore!- promise James.
Tutti quanti uscirono ad un cenno di Silente e si diressero in dormitorio.
- Non credo che staremo tutti quanti da Lily.- disse subito Mary una volta che si furono seduti in Sala Comune per organizzarsi sui funerali.- Casa sua è un po’ piccola.
- Io comunque resto da Alice per la notte.- disse Frank.- Ha bisogno di me, non me la sento di lasciarla sola.
- Fai benissimo, amico!- Sirius gli diede una comprensiva pacca sulla spalla.
James era intento a scrivere una lettera e la interruppe un momento per chiedere:
- Allora…chi va da Lily?
- Tranquillo, innamorato.- lo prese in giro Remus.- Tu hai già il posto prenotato.
- Rem, ti stai felpatizzando, lo sai?- lo informò Peter.- Era una battuta da Sirius.
- Sì, ci sto riuscendo!- esultò Sirius.
- Tranquillo, domani ritorno normale.- lo informò Remus, ridendo.
- Grazie per far crollare le mie vane speranze, Lunastorta!- lo rimbeccò Sirius, ridendo a sua volta.
- Allora?- James si fece impaziente.
- Sentite, facciamo così.- propose Marlene.- Io, Frank e Remus restiamo da Alice e vi raggiungiamo il giorno dopo per il funerale dei genitori di Lily; vi va bene?
Ci fu un mormorìo d’assenso.
- Bene!- sospirò James e si concentrò di nuovo sulla lettera che voleva spedire a Lily.

*.*


Le pareti arancio chiaro della sua cameretta non le erano mai sembrate così soffocanti come ora; Lily aveva aperto la finestra per lasciar circolare nella stanza un po’ d’aria fresca, che le lambiva la pelle lasciata scoperta dagli indumenti come se volesse lenire un po’ del suo dolore.
Gli zii - il fratello di suo padre e sua moglie - erano venuti apposta dall’Irlanda per lei e per Petunia; erano i suoi zii preferiti, gli unici che sapessero di Lily e che, nonostante ciò, la incoraggiassero. Avevano cercato in ogni modo di confortarla al suo arrivo e Lily era loro grata di ciò; non l’avevano accusata della morte dei suoi genitori, ma l’avevano ringraziata per aver tentato di salvarli.
Petunia, invece, non si era fatta vedere.
“Di sicuro, penserà che è colpa mia…” pensò Lily con amarezza. Se pensava che con la morte dei loro genitori si sarebbero riavvicinate un po’, si era sbagliata di grosso.
I suoi pensieri furono distratti da un tichettio sul vetro della sua finestra; sul davanzale c’era un allocco con le piume morbidamente arruffate.
Lily si alzò dal letto, dove si era distesa in fase apatica, e si diresse verso il volatile, che le porse la lettera.
La ragazza aprì la busta e riconobbe subito la calligrafia di James.


Cara Lily,

Scusa la scrittura, ma sono parecchio di fretta perché ci stiamo organizzando per venire al funerale del padrino di Alice e a quello dei tuoi genitori.
Dopo una lunga, ma veramente luuuunga, discussione con la McGranitt, siamo riusciti a strappare il consenso a Silente di stare vicino a voi due…perciò ci vedrai da te in men che non si dica!
Tranquilla, recupereremo la settimana perduta, Silente ha già scommesso che ci farai sgobbare come dei deficienti!
Domani saremo al funerale del padrino di Alice, ci fermiamo da lei questa notte; poi Frank (per ovvi motivi), Rem e Lene resteranno da lei per la notte successiva, mentre io verrò con il resto della brigata da te a consolarti. Ti prego, non dirmi di no; non devi affrontare tutto da sola…e credimi, Dorcas è allo stesso livello di Marlene in fatto di pugni!
Non dovrai preoccuparti di niente, abbiamo i sacchi a pelo; basta che ci lasci un angolo della tua casa dove dormire e non saremo buoni come angioletti. Tranquilla, ci sono Mary e Dorcas a tenere d’occhio i due Malandrini scalmanati (io e Sir…a meno che non riusciamo a coinvolgere anche Pete in qualche guaio).
Ci vediamo mercoledì pomeriggio, sul tardi; se hai bisogno, sono da Alice.

Tuo James.

P.S.: grazie per il bacio. Ti amo.



Lily lesse la lettera almeno due volte e le scappò un sorrisetto suo malgrado: non era sola.
Sospirò e decise di informare gli zii di quale catastrofe positiva si stava per abbattere su di loro nei prossimi giorni.
“Meglio prepararli psicologicamente…” pensò Lily, lasciandosi sfuggire un sorrisetto divertito e pieno di gratitudine.








 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

NOTE: allora, state tutti calmi, è solo un bacio a fior di labbra e una pseudo dichiarazione d'amore!!!!!! (anche se posso già sentire in lontananza un "finalmente Lily bacia James!!!!")
spero vi abbia convinto questo capitolo e di non essere stata sdolcinata.
aspetto le vostre recensioni, voglio sapere cosa ne pensate.
baci baci :)

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Capitolo 31
*** A CASA EVANS ***


99 recensioni, 29 preferiti, 5 ricordate e 65 seguiti...grazie mille!!!




 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Il funerale di Jeremy Strong finì verso le quattro del pomeriggio.
Tutti e sette si strinsero vicino ad Alice, mentre Frank la stringeva a sé per confortarla.
- Grazie mille, pucci belli…- pigolò Alice con la voce ancora un po’ impastata dal pianto.
- No, chiami così anche noi maschietti?- ridacchiò Remus per tirarla su di morale.
- Guardiamo il lato positivo.- considerò Marlene guardando Sirius.- Direi che il soprannome va più che bene a Sirius.
- Ehi!- protestò lui, ridendo.
- O preferisci Fido?- lo punzecchiò James.
- Silenzio, Rudolph!- lo prese in giro Sirius.
- Ti devo ricordare che sono un cervo e non la renna di Babbo Natale, canide da strapazzo?- James gli diede uno scherzoso manrovescio e quell’allegro intermezzo fece strappare ad Alice un sorrisetto lacrimoso.
Poco dopo, rientrarono tutti per prendere il thè e loro nove si rifugiarono nello studio del signor Prewett.
- Una curiosità.- fece Mary.- Ma sei imparentata anche con Gideon e Fabian?
- Si, da parte di papà.- rispose Alice.
- Qualcuno ha sentito Lily?- chiese Dorcas dopo qualche minuto di silenzio.
- Qualcuno tipo James?- aggiunse Alice, con un po’ di malizia.
- Prewett, evita le tue battute o Celestina Warbeck finirà casualmente nel caminetto di casa tua.- la minacciò James, arrossendo un po’.
- Ma guardatelo, è tutto rosso!- ghignò Peter.
- Che teneroooo….- commentò Sirius, fingendosi commosso.
- Risparmio le battute su di te, se vuoi.- gli disse James, ghignando a sua volta.- Per ovvi motivi, logicamente.
Tutti ridacchiarono ancora mentre fu Sirius ad arrossire leggermente. Poi Alice disse:
- Comunque, non puoi buttarla nel caminetto, James. Sirius ha promesso che oggi non l’avrebbe offesa. Vero?- aggiunse poi, rivolta al ragazzo.
- L’ho fatto perché ho un buon cuore, Alice…- borbottò Sirius, alzando gli occhi al cielo.
- E perché ha perso contro di me a poker.- aggiunse Dorcas con un sorrisetto trionfante.
- Meadowes, bisognava proprio dirlo?- la rimbeccò Sirius.
- Brucia la sconfitta?
- Sì!
- Comunque!- li interruppe Marlene a voce un po’ alta.- James…Lily?
- Ci aspetta per un quarto alle sei a casa sua.- rispose James.- Il funerale è domani mattina alle dieci e mezza.
Tutti annuirono.
Rimasero a chiacchierare ancora un po’ e alle cinque e mezza Kingsley venne a chiamarli per dir loro di prepararsi a partire.
Poco dopo James, Sirius, Peter, Mary e Dorcas erano pronti con le loro cose all’ingresso di casa Prewett.
- Ci vediamo domani, allora.- li salutò Alice.- Grazie ancora, ragazzi.
Dopo gli ultimi abbracci, i ragazzi seguirono Kingsley e si Smaterializzarono, comparendo in un parco giochi posto all’ombra di una ciminiera.
Il sole filtrava appena attraverso le nuvole bianche e grigie che riempivano il cielo; in lontananza, si notava appena la ditta dove lavorava il signor Evans, distrutta dall’incendio che i Mangiamorte avevano provocato e che non erano stati capaci di spegnere. Silente aveva ipotizzato che i Mangiamorte avessero usato l’Ardemonio, il fuoco maledetto; James evitò di guardare quelle macerie: gli facevano venire un nodo spiacevole allo stomaco.
Il gruppetto si avviò a piedi e poco dopo erano in un quartiere molto carino e tranquillo, con villette che avevano giardini ben curati, qualche pub e sala da thè; era silenzioso in quel momento, si sentiva solo qualche voce che veniva fuori dalle finestre socchiuse. Poco dopo, arrivarono a una villetta dalle mura imbiancate a calce con un giardinetto ben curato.
- Siamo arrivati.- disse loro Mary; la ragazza aveva fatto loro strada con Dorcas, poiché entrambe erano venute da lei molte volte nelle estati precedenti.
- Bene.- disse Kingsley, che era rimasto dietro di loro.- Io ho controllato tutto; non ci hanno seguito. Muoviamoci ad entrare.
I ragazzi percorsero il vialetto e Mary suonò il campanello. Ad aprirli fu un uomo robusto con capelli biondi un po’ folti.
- Salve, lei dev’essere lo zio di Lily.- disse Mary.- Siamo i suoi amici.
- William Evans.- disse l’uomo tendendole la mano.- Prego, entrate ragazzi.
Appena entrarono e fecero le presentazioni, li raggiunse una donna minuta con i capelli castani e gli occhi scuri.
- Mia moglie Catherine.- disse loro il signor Evans, facendo le presentazioni.
- Benvenuti, ragazzi!- disse loro la donna, sorridendo con fare materno.- Lily si sta sistemando, ma fra poco verrà giù. Vi mostro dove passerete la notte; lo studio di Harry è la stanza più larga della casa, credo starete comodi.
- Grazie.- disse James.
- Beh…io devo andare ora, ragazzi.- annunciò loro Kingsley.- Siete in buone mani; grazie ancora per prendervi cura dei ragazzi, signori Evans.
- Nessun disturbo, signor Shaklebolt.- disse William Evans.- Ci fa piacere.
- Ci vediamo domani, ragazzi.- salutò Kingsley.- Arrivederci.
Dopo i saluti, Catherine disse loro:
- C’è un bagnetto anche al pian terreno se volete rinfrescarvi un po’, cari.
- Oh, grazie!- esclamò Mary.- Sa, siamo stati a un altro funerale prima, e non abbiamo avuto tempo di rinfrescarci…
-…perché il bagno è stato monopolizzato dai ragazzi.- concluse Dorcas.
- Scusate se ci abbiamo messo il nostro tempo.- borbottò Sirius, ironico.
- Nessun problema, primadonna.- rise Dorcas.
- Eh, che volete farci, signorine mie?- commentò il signor Evans con garbo.- Anche noi ragazzi siamo un po’ vanitosi.
Dopo aver posto le loro cose nell’ufficio, le ragazze andarono in bagno; i ragazzi si sedettero in salotto a parlare con il signor Evans, mentre la moglie cucinava.
Erano nel bel mezzo di uno dei tanti racconti di gioventù del signor Evans sui suoi viaggi on the road per l’Irlanda, quando da fuori il salotto si sentì Mary esclamare:
- Lily!
- Deve aver finito di fare la doccia.- considerò il signor Evans, alzandosi.
James si alzò, con le farfalle nello stomaco e un senso di eccitazione: erano solo due giorni e mezzo che non la vedeva, e già andava in tilt.
Quando arrivò nell’ingresso, vide una Lily dall’aria un po’ stanca abbracciata a Dorcas e Mary.
- Ehi, Lily!- rise Sirius.- E a noi niente?
- Ci ignori così?- ridacchiò Peter.
- Le primedonne vanno sempre ignorate!- li rimbeccò Mary, staccandosi da Lily.
I due abbracciarono Lily - Peter dopo aver guardato velocemente James, come a chiedergli il permesso - e Sirius le disse con un ghigno:
- Dì la verità: ti senti contenta, ora che hai con te il meglio di Hogwarts?
- Pensavo che il meglio di Hogwarts fossero i Battitori di Corvonero.- ironizzò Lily.
- Simpatizzi con il nemico?- esclamarono Peter e Sirius.
Lily si aprì a un sorrisetto un po’ triste mentre gli altri quattro se ne tornarono in salotto; solo allora notò James, defilato rispetto agli altri, che la guardava con un misto di preoccupazione…e tenerezza.
- Ciao…- mormorò Lily, un po’ impacciata.
- Ciao…- disse lui, nervoso quanto lei.
Dopo pochissimo tempo, i due si mossero simultaneamente l’uno verso l’altra e si abbracciarono forte.
James sentì Lily aggrapparsi forte a lui, e questo gli procurò inspiegabilmente un nodo alla gola: non era messa molto bene, si notava l’aria un po’ tirata del suo viso che le conferiva un’aura fragile e quasi evanescente. Ma la luce dei suoi occhi era rimasta sempre la stessa, era segno che la sua vitalità era rimasta nonostante il dolore.
Lily si strinse a lui respirando il suo odore, contenta che fosse lì a sorreggerla un’altra volta; non era riuscita a dormire la notte, la sua assenza si era fatta sentire molto. Era lì, e questo le era sufficiente.
- Grazie, James…- mormorò Lily contro il suo petto.
James non rispose, ma le diede un bacio sulla guancia che a Lily bastò.
Quando si staccarono, James appoggiò la sua fronte su quella di Lily, mettendole i capelli dietro alle orecchie e sfiorandole il viso; anche se era pallida, con l’aria più triste e tirata del mondo, anche se indossava dei vecchi pantaloni e una vecchia felpa, per lui era comunque bella come non mai.
Lily arrossì appena, pensando che lui era lì…e che lei era vestita come una stracciona!
“Questa è sfiga…” pensò Lily, mentre si lasciava guardare da lui. Non provava fastidio, anzi: stava bene. Certo, era ancora un po’ imbarazzata…
- La cena è pronta!- urlò zia Catherine.
I due sobbalzarono e si staccarono, dirigendosi poi in cucina a mangiare.


*.*


La stanza era molto grande e spaziosa ed erano tutti seduti a un lungo tavolo, i ragazzi da una parte e le ragazze dall’altra; i signori Evans si misero alle due estremità e tutti si misero a parlare amabilmente.
Sembravano una strana, larga famiglia: chiassosa, piena di risate e con un miscuglio di informazioni sul mondo magico e Babbano.
Però ci fu un po’ di tensione quando si toccò l’argomento famiglie.
- I miei mi hanno diseredato.- disse Sirius con una scrollata di spalle.- Hanno degli ideali e dei comportamenti che non ho mai condiviso. Quindi abito a casa di James durante le vacanze.
- I miei hanno un negozio di creaturine magiche.- disse Peter.
- I miei lavorano al Ministero.- fece Mary.
- Anche i miei.- disse James.- Mia madre è un Auror…dà la caccia ai Maghi Oscuri; anche mio padre lo era.
- Era?- chiese il signor Evans, confuso.
- È stato ucciso quest’estate…- borbottò James, impallidendo un po’.
- Mi dispiace, James.- fece la signora Evans.
James annuì senza dire niente.
- Abito con mio padre, lavora alla Gringott come Spezzaincantesimi.- disse Dorcas.- Mia madre è morta mentre frequentavo il quarto anno; era una pianista, mi ha insegnato a suonare.
- Davvero?- fece il signor Evans, colpito.
- C’è un pianoforte qui, cara, se ti va di suonare.- le propose la signora Evans.
- Grazie, ma dopo la morte di mia madre ho smesso.- mormorò Dorcas in tono un po’ definitivo.
La signora Evans sembrò capire perché non insistette più di tanto; Sirius invece sembrava voler ribattere ma l’occhiataccia che Mary gli rivolse e lo sguardo di Dorcas concentrato con rinnovato interesse sul piatto lo fecero desistere.
Dopo il dolce diedero tutti una mano a sparecchiare e si sistemarono in salotto a parlare un altro po’; a un quarto alle undici ci furono i primi sbadigli.
- Direi che è ora di andare a letto, ragazzi.- disse il signor Evans.- La sveglia è alle otto, vi va bene?
I ragazzi annuirono.
- Se volete, ragazze, potete usare il bagno di sopra per far prima.- propose la signora Evans.
- Grazie mille, signora.- fece Mary.
- Di nulla!- replicò quest’ultima.- Buona notte, ragazzi.
- ’notte, signora Evans.- dissero i tre maschi.
- Buonanotte…- augurò loro Lily e salì le scale, seguita da Mary e Dorcas.
Le tre ragazze non parlarono molto tra di loro e le chiacchiere si esaurirono in fretta.
Verso le undici, la casa era già immersa nel silenzio e i cinque erano tutti giù nello studio che era del papà di Lily.
Sirius sentì James alzarsi e capì che stava sgattaiolando su da Lily; rimase in ascolto dei respiri di Mary, Peter e Dorcas: i primi due, a giudicare dai respiri profondi, dormivano profondamente; ma Dorcas?
Sirius si avvicinò piano a lei con il sacco a pelo; la ragazza gli dava la schiena.
- Dorcas?
- Sirius?
Sirius si fece vicinissimo a lei, così tanto da respirarne l’odore; si appoggiò sul gomito e la guardò: la faccia di Dorcas era per metà in ombra, per metà illuminata dalla luce dei lampioni all’esterno che pioveva dalla finestra sopra di loro, mentre i capelli erano per metà sul cuscino e per metà sulla spalla e gli occhi blu aperti; una visiona che lo ipnotizzava.
- Perché non suoni più?- le chiese Sirius, riscuotendosi a fatica.
Dorcas si morse il labbro e sbattè più volte le palpebre; poi disse lentamente, gli occhi un po’ lucidi:
- Perché non ci riesco più, da quando è morta mamma…
Sirius le scostò delicatamente i capelli dalle spalle, poi le mise un braccio sulla pancia; Dorcas si appoggiò con la schiena al suo petto, sentendosi veramente bene per la prima volta dopo tanto tempo e rabbrividì un po’ quando Sirius, un po’ esitante all’inizio e poi via via più sicuro, pose una piccola scia di baci dalla spalla - lasciata scoperta dalla maglia vecchia che usava come pigiama - al suo collo, faticando a trattenere un gemito.
- Sai, i miei mi hanno sempre detto che un Black non può amare…- le disse Sirius ad un certo punto, interrompendo a malincuore quei baci.
- E invece…?- fece Dorcas.
- Invece tu mi hai dato la conferma che un Black può amare.- concluse Sirius.
Dorcas girò un po’ la testa per vederlo in viso, il volto di lei ora ben visibile.
- Che cosa vorresti dire, Sirius?- chiese Dorcas.
- Che ti amo.- rispose lui, avvicinandosi di più a lei.
- Ti amo anch’io…- mormorò lei dopo un momento di silenzio.
I due si baciarono, prima un po’ esitanti, poi con più sicurezza; poco dopo si addormentarono abbracciati, felici di stare uniti così e di essersi finalmente trovati.


*.*


James aveva indosso il Mantello dell’Invisibilità, per evitare che qualcuno si svegliasse e pensasse che avesse intenzioni poco buone nel girare per casa Evans di notte.
“Voglio solo vedere se sta bene…” si disse James. “Si, certo…come no!”
La verità non era solo quella, e lui lo sapeva bene.
Passò davanti a una porta con su scritto sopra “Petunia”, mentre di fronte c’era n’era un’altra, con su scritto “Lily”; era socchiusa.
James rimase lì fermo, sentendo una leggera pressione dovuta al suo stomaco che in quel momento gli si era contratto come ogni volta che lui la vedeva.
Sospirò deciso e aprì pian piano la porta, attento a non fare il minimo rumore.
Si ritrovò in una cameretta buia, ma distinse alla perfezione i mobili, poiché dalle tende filtrava la luce di quel piccolo e insignificante spicchio di luna che sembrava appena appena un unghia, ma che illuminava abbastanza ogni cosa.
Anche lei.
Lily era sveglia; non riusciva a dormire, ma era seduta sul letto, le gambe appoggiate al petto e la testa appoggiata alle braccia che circondavano le gambe.
Non riusciva a dormire, aveva paura: il ricordo di Rosier la tormentava ancora e ogni volta che chiudeva gli occhi vedeva i suoi genitori morti.
A riscuoterla da quei cupi pensieri fu un appena percettibile cigolìo di cardini; Lily alzò appena lo sguardo, ma non vide niente.
“Eppure la porta è chiusa” considerò mentalmente la ragazza. “A meno che…?”
- James…?- bisbigliò Lily.
Poco dopo, vide James comparire accanto a lei; il ragazzo ringraziò mentalmente che fosse buio perché era appena arrossito per l’imbarazzo.
- Che ci fai qui?- chiese Lily, curiosa.
- Volevo assicurarmi che stessi bene.- rispose lui, sedendosi sul letto in modo da averla di fronte.- Non dormi?
- Non ci riesco…- mormorò Lily, scuotendo la testa e stringendosi nelle spalle.
Lily toccò il Mantello dell’Invisibilità di James e si ricordò di quella volta che avevano seguito Remus e Marlene per scoprire la loro storia segreta e quando James, l’anno prima, le aveva detto che quel Mantello era di loro proprietà di generazioni e del suo stesso stupore per il fatto che fosse rimasto intatto e integro.
- Sì, è strano…- mormorò James, notando i suoi occhi verdi spalancati per la curiosità.
- Ora che lo tocco, lo è molto di più…- bisbigliò Lily.
Le dita di Lily, che erano ancora intente a toccare il Mantello, sfiorarono quelle di James, che rispose alla stretta; entrambi si limitarono a fissare le loro mani che si stringevano e le loro dita intrecciate.
I due rimasero in silenzio; di fronte alla vastità di quella situazione, nessuno dei due era in grado di dire qualcosa. In quel silenzio si sentivano però al sicuro, protetti.
- James?- Lily ruppe il silenzio, esitante.
- Che c’è?- mormorò James.
- Resteresti qui con me, stanotte?- chiese Lily.- Non ce la faccio a dormire da sola.
- Va bene…- rispose James in tono rassicurante.
Lily si spostò un po’ per far spazio a James nel suo letto a una piazza e mezza, mentre lui piegava con cura il Mantello e lo poneva a terra sul tappetino vicino al letto.
James poi attirò Lily a sé, facendole posare la testa sul suo petto come quella notte di pochi giorni prima e stringendola a sé; poi cominciò ad accarezzarle piano i capelli e sentì Lily rilassarsi mentre i polpastrelli di lei premevano sul suo torace.
- Ho paura, James…- mormorò Lily.
- Di cosa?- chiese lui, alzando appena la testa dal cuscino.
- Di domani.- rispose lei, lasciando scivolare una lacrima.- Domani c’è il funerale e questo vuol dire che la cosa sarà totale e ineluttabile; mi sento totalmente allo sbando…
- Lily, ci siamo noi qui con te.- le disse James, asciugandole la guancia.- Ci sono io. E farò il possibile per starti accanto.
James sentì Lily stringersi di più a lui, che si sentiva ancora un po’…inutile.
- Mi dispiace, Lily…- disse James.
- E di cosa?- chiese lei.
- Tu stai male e io vorrei poter fare di più, poterti dire di più, per farti star bene.- rispose lui.
- Ma lo hai già fatto.- replicò lei a bassa voce.- E lo stai facendo ancora.
Quelle parole scaldarono il cuore di James come quel semplice bacio che Lily gli pose sul petto; la mano di lui scattò nuovamente sulla guancia di lei e la sentì arrossire un po’.
Ma a Lily non importava molto di arrossire ora; stava bene lì con James, si sentiva protetta.
Lui riprese a giocherellare con i suoi capelli, facendoseli passare fra le dita; lei seguiva il contorno del Boccino ricamato sulla manica della maglietta nera a maniche corte che James indossava come pigiama insieme a quel paio di pantaloni grigi vecchissimi.
La flebile luce di quel minuscolo spicchio di luna illuminava entrambi, dagli occhi di James al pigiama chiaro di Lily. Sentivano entrambi il ritmo dei loro respiri, i battiti dei loro cuori. Poco dopo, entrambi si addormentarono, rimanendo abbracciati.


*.*


Quando James spalancò gli occhi, la stanza era fiocamente illuminata dalla luce dell’alba; diede un’occhiata alla sveglia sul comodino e vide che mancavano quindici minuti alle sei.
Il ragazzo all’inizio si chiese cosa fosse quella cosa morbida appoggiata al suo petto, poi si ricordò che aveva passato quella notte con Lily. Di nuovo s’incantò a guardarla mentre dormiva pacifica fra le sue braccia.
James non voleva lasciarla lì sola, ma capì che forse avrebbe passato qualche guaio se gli zii di lei l’avessero trovato nella stanza della loro nipote disteso accanto a Lily addormentata; così le pose dolcemente la testa sul cuscino e le scostò alcuni capelli che erano appena caduti sul suo viso. Rimase a guardarla ancora, poi le diede un bacio leggero sulle labbra; le sfiorò un’ultima volta la guancia con la nocca dell’indice e si mise il Mantello.
Prima di uscire, James diede un’occhiata alla sua stanza: era piccola ma accogliente, con pareti arancione chiaro; oltre al letto, c’era anche un armadio, un cassettone, un comodino, una scrivania e una libreria con vari libri.
Notò anche qualche foto qua e là: alcune erano Babbane, perché le persone erano ferme, e riguardavano alcuni episodi dell’infanzia di Lily (gli scappò un sorriso divertito nel vedere Lily da piccola, trovandola adorabile già da bambina); altre erano magiche, c’era lei con le ragazze e anche una foto dell’estate appena trascorsa a Bournemouth.
Dopo un’ultima occhiata a Lily, James scese quatto quatto al piano di sotto e raggiunse lo studio dove dormivano gli altri. Non si sorprese di vedere Sirius che dormiva con Dorcas fra le braccia; sorrise, contento che loro due ce l’avessero fatta.










 
 
 
 
 
 
 

NOTE: allora...come avete letto in questo capitolo non sono stata così cattiva; quindi, non voglio più sentirvi protestare che interrompo sempre nei momenti clou!!! ;)
ecco, come al solito, spero di non essere stata troppo melensa...beh, sta a voi giudicare.
aspetto le vostre critiche...anche perchè voglio proprio vedere chi sarà il centesimo a recensire; colui o colei che scriverà la recensione numero 100 avrà il prossimo capitolo dedicato :)
bye bye e grazie ancora a tutti voi :)

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Capitolo 32
*** ALWAYS…A TOTAL ECLIPSE OF THE HEART (?) ***


A Cathy Linton, che ha scritto la centesima recensione



 
 
 
 
 
 

Nonostante il conforto ricevuto quella notte da James, Lily si sentiva comunque in preda all’angoscia: il funerale dei suoi genitori si stava avvicinando, minuto dopo minuto, inesorabile come un fiume in piena che travolge una diga. Come un automa, si mise i jeans neri, la maglia nera e le ballerine nere; unico tocco di colore, se così poteva definirsi, era il golfino grigio chiaro con le maniche abbastanza lunghe da nascondere un po’ la mano fasciata. A colazione Lily mangiucchiò qualcosa solo per far contenta sua zia: era come se il suo stomaco si rifiutasse di inghiottire cibi solidi. James le lanciava ogni tanto delle occhiate preoccupate.
Poco dopo, erano tutti pronti all’ingresso.
Lily sarebbe andata con gli zii in camera mortuaria a vedere un’ultima volta i suoi genitori, gli altri sarebbero andati subito in chiesa scortati da alcuni membri dell’Ordine.
Il campanello suonò e alla porta comparvero Kingsley e la signora Potter.
- Lily, tesoro.- fece la signora Potter, stringendola a sé.- Mi dispiace tanto, cara.
- Grazie…- mormorò Lily.
- Condoglianze, Lily.- le disse Kingsley con la sua voce profonda e stringendole forte la mano.
- Grazie…- ripetè Lily.
- Beh, dobbiamo andare.- disse William Evans.- Sapete arrivarci alla chiesa, giusto?
- Certo.- rispose Kingsley.
- A dopo, allora.- fece Catherine Evans, scortando fuori il marito e la nipote.
Lily guardò gli altri.
- Ci vediamo dopo…- disse lei.
I ragazzi la salutarono e se ne andarono, James con un forte nodo alla gola; si Smaterializzarono nei giardinetti in cui erano apparsi il giorno prima e arrivarono davanti a una chiesetta bianca, dove c’erano già Remus e Marlene con Frank e Alice.
- Come sta Lily?- chiese Alice.
- È andata a vedere i suoi per l’ultima volta.- rispose Mary.- Di sicuro ha avuto momenti migliori.
I ragazzi entrarono nella chiesa e si sedettero.
James tamburellò le dita sul ginocchio, nervoso. Aveva paura di crollare come al funerale di suo padre, e lui voleva dimostrarsi forte per lei…
La voce di Marlene lo riportò alla realtà.
- Ma quello non è Piton?
James alzò lo sguardo di scatto e vide una testa unticcia a lui familiare uscire dalla chiesa. Decise di raggiungerlo fuori.
- James…- bisbigliò Sirius per cercare di chiamarlo, ma James era già uscito.
Sirius e Dorcas si guardarono, e lui disse:
- Meglio controllare…
Dorcas si annuì ed entrambi seguirono James fuori dalla chiesa.

*.*


Piton sarebbe partito il giorno dopo per ritornare a Hogwarts. Era tornato perché suo padre era stato trovato morto in un vicolo, il volto tumefatto e pieno di sangue.
Non che ne fosse sorpreso: aveva sempre saputo che Tobias Piton avrebbe fatto quella misera fine da Babbano ubriacone.
Non sapeva nemmeno lui perché era rimasto così a lungo; forse sperava di vederla in giro per il paese? Ma sapeva che lei sarebbe stata chiusa in casa ad affliggersi per il dolore e i sensi di colpa…
Sapeva che il funerale era oggi; eppure era uscito da quella chiesa, perché gli era sembrato di riconoscere delle persone da lui odiate.
“Spero non sia così” pensò Piton.
- Piton?
Piton serrò gli occhi. Avrebbe riconosciuto quella voce ovunque, purtroppo…

- Piton?
James vide Piton fermarsi, ma lui non si voltò. In un primo momento, James si era chiesto cosa ci facesse lì Piton; poi gli era venuto in mente che anche lui abitava nello stesso paesino di Lily.
Piton alla fine si voltò e lo guardò con aria di sfida.
- Che cosa vuoi, Potter?- gli chiese freddamente.
- Pensavo fossi ad Hogwarts.- replicò James in risposta.
- No, sono venuto qui per il funerale di mio padre.
- Mi dispiace.
- A me no. Non mi dispiace per niente della morte di quel lurido Mezzosangue.
James s’irrigidì nel sentire quella parola; odiava quelli che la dicevano, erano quelli che consideravano i Babbani peggio dei malati terminali. Per James era il contrario: per lui, erano quelle persone i malati terminali del mondo magico; persone ancorate a pregiudizi vecchi di secoli.
- I tuoi cosidetti amici, allora, devono essere molto fieri di te, se per descrivere tuo padre usi la stessa parola che hai usato per offendere la tua ex migliore amica.- considerò James in tono duro.
- Non osare parlare di lei, Potter!- gridò Piton, stringendo i pugni.
- Oso, invece!- disse James con freddezza.- Oso perché per colpa dei tuoi cari amichetti Mangiamorte, Lily ha perso i suoi genitori ed è totalmente devastata! Ti sembra un bell’atto di amcizia, questo?
- Fatti gli affaracci tuoi!
- Sono anche affari miei, visto che lei è la persona più importante per me!
- Stalle lontano, Potter!- urlò invece Piton.- Tu non la meriti!
- Nemmeno tu, dopo quello che le hai fatto…- mormorò James.
- Fra noi due, non sono io quello che si comporta da cretino con tutti!
- E fra noi due, non sono io il Mangiamorte.
Piton ammutolì e James si ricordò di quando Lily gli aveva detto il motivo della fine di quell’amicizia: le scelte di Piton. Forse era vero che lui, James, non la meritava a causa di come si era comportato in passato; ma nemmeno Piton meritava di avere una persona come Lily, così come Lily non meritava di avere accanto a sé una persona spregevole come Severus Piton.
Piton lo guardò con astio, poi se ne andò.
James sospirò più volte per calmarsi; quando si voltò per entrare, vide Sirius e Dorcas che lo guardavano preoccupati.
- Non riesco proprio a capirlo…- borbottò James, entrando in chiesa senza aspettare Sirius e Dorcas.
Sirius continuò a guardare Piton allontanarsi, finchè non sparì dalla sua vista voltando per un angolo. Dorcas scosse la testa e borbottò:
- Meglio entrare…
Sirius annuì ed entrambi rientrarono in chiesa; quando il ragazzo si risiedette, vide che James era ancora concentrato a pensare a ciò che era successo; prima che potesse dire qualcosa, Dorcas lo chiamò.
- James, non dare retta a Piton.- gli disse la ragazza.- Hai ragione tu: è lui, quello che non la merita.
James annuì e cercò di scacciare dalla mente quella conversazione, ma non ci riusciva; non era stato impressionato dalle parole di Piton che gli ordinavano di stare alla larga da Lily, ma dalle parole sprezzanti che Piton aveva riservato al suo padre defunto: perché tanto astio? Perché così tanto odio?
A riscuoterlo da questi amari pensieri e a farli definitivamente dimenticare fu il rumore del portone della chiesa che si spalancò; a seguire, il brusio delle persone che si alzavano dalle sedie e dalle panche della chiesa.
Il momento era arrivato: maghi e Babbani stavano per dare l’ultimo saluto ai coniugi Evans.


*.*


Non se l’era sentita di entrare in camera mortuaria e guardarli per l’ultima volta, già disposti nelle loro bare. Non ce l’aveva fatta.
Petunia non le aveva parlato, l’aveva solo guardata con profondo disprezzo; Vernon l’aveva guardata come se si fosse trovato davanti a un muro.
Zia Catherine e zio William le erano stati vicini, molto più degli altri parenti e lontani cugini che aveva visto poche volte nella sua vita; entrambi avevano cercato di far instaurare un dialogo tra le due sorelle orfane, ma invano: Petunia si era scostata violentemente, dicendo a voce bassa ma udibile che non voleva stare da sola “in compagnia di un mostro che aveva causato la morte di mamma e papà”. Questo aveva ferito Lily e le aveva fatto crollare le rassicurazioni di James sul fatto che non fosse stata colpa sua.
- Tesoro…- la voce della zia la raggiunse come un’eco distante.- Siamo arrivati.
Lily, che lungo il tragitto dalla camera mortuaria all’ospedale era stata afflosciata sul sedile posteriore della macchina dello zio, alzò lo sguardo e vide che erano arrivati davanti al sagrato della chiesa; il carro funebre si stava aprendo e otto uomini delle onoranze funebri - quattro per bara - stavano tirando fuori le due bare, mentre altri due portavano coroncine di fiori in chiesa.
“È il momento…” pensò Lily con angoscia e un po’ di paura.
Sentì le lacrime pungerle gli angoli degli occhi…e in quell’istante le venne in mente la canzone dell’odiatissima Celestina Warbeck che aveva ascoltato a giugno tornando a casa da Hogwarts.
 
 
“Every now and then I get a little bit tired of listening to the sound of my tears…”
 

E in effetti, lei era stufa di piangere, non ne poteva più…
Come un automa, Lily seguì gli zii dentro la chiesa.
A malapena sentì il brusìo delle persone che si alzavano dai loro posti e che accoglievano in religioso silenzio le due bare, mentre da qualche parte delle persone intonavano gli inni funebri.
Incapace di sostenere tutti quegli sguardi puntati sul corteo funebre che percorreva la navata, Lily abbassò il suo, sentendosi schiacciata, perduta…sentendosi sola.
Ma in quel momento si affacciò chiaro nella sua mente uno sguardo che conosceva bene, che l’aveva sostentuta sempre e in quelle notti di terrore più che mai: uno sguardo nocciola caldo e sincero.
 
 
“Every now and then I get a little bit terrified, but then I see the look in you eyes…”
 

Quella sensazione di colpa sembrò affievolirsi un pochino, nonostante a volte Petunia le lanciasse qualche sporadica occhiata di rimprovero.

*.*


La cerimonia si stava concludendo, con gran sollievo di James; aveva dovuto lottare ancora contro il nodo che aveva minacciato di stringere la sua gola quando aveva visto una figurina dai capelli rossi e vestita di scuro risalire la navata della chiesa a testa bassa. Gli erano venuti forse gli occhi rossi, ma non se ne vergognava…e gli venne in mente la canzone del cugino “sfruttatore”, quella che aveva ballato con Lily.
 
 
“If you told me to cry for you, I could; if you told me to die for you, I would”
 

“Andiamo bene, sto diventando così sentimentale?”si chiese James in quel momento…e considerando poi che quella frase rispecchiava quel momento. Perché lui avrebbe voluto veramente prendersi tutto il peso che affliggeva Lily e accollarselo sulle sue spalle per non farla soffrire e se quello avrebbe significato anche morire per lei, lui l’avrebbe fatto.
In quel momento, le persone si alzarono in piedi e rimasero ferme aspettando che le due bare passassero davanti a loro; poi passarono i parenti.
Quando Lily passò davanti a loro, James la vide passarsi la mano fra i capelli e così facendo nascondendo per un attimo il viso; quando si fu allontanata, la vide passarsi una mano davanti agli occhi.
“Orgogliosa fino alla fine; vero, Lily?” pensò James, lieto che in lei ci fosse ancora quello sprazzo di lucido orgoglio che di solito la caratterizzava.
Il gruppetto seguì la folla e uscì dalla chiesa e prese la strada per il cimitero.
James allungò il collo per vedere dove fosse Lily; non voleva lasciarla da sola durante l’interramento. Con la coda dell’occhio, vide anche le ragazze fare la stessa cosa.
- Cassie, la vedi?- bisbigliò Mary.
- Lo sai che sono una nanerottola, non vedo un cavolo!- mormorò Dorcas, cercando di alzarsi sulle punte dei piedi.
- In cimitero riusciremo a trovarla, no?- ipotizzò Marlene.
- E se non ci riusciamo?- borbottò Peter.
- Coda, è un cimitero!- esclamò Sirius a bassa voce, in tono ovvio.- Ti pare che non riusciamo a trovarla? Basta seguire la folla, e sei a posto!
Dorcas chiese a James con un po’ di ironia:
- Ma fa’ sempre così?
- Purtroppo per te, sì!- rispose James.- Complimenti, Dorcas: hai fatto un vero affare.
- Si, prego impiastri.- ironizzò Sirius.- Fate pure come se io non ci fossi.
Quel breve intermezzo li fece dimenticare per un istante della guerra in corso e di tutte quelle morti; in quel momento erano quello che dimostravano: dei giovani adulti che ridevano e scherzavano tra di loro, nonostante il dolore. Poco dopo, ritornarono seri: erano arrivati al cimitero.
Tutti i presenti si disposero a semicerchio e James individuò Lily, in piedi davanti a loro e un po’ indietro rispetto agli altri; era come se si sentisse un’intrusa.
James sospirò e mosse i suoi passi verso di lei…

“Forza, Lily…” si disse la ragazza, cercando di calmarsi. “È l’ultima parte di tutto questo…”
Vide il prete raggiungere le due bare, porsi nello spazio in mezzo ad esse e aprire un libriccino nero per recitare le ultime preghiere.
Lily si sentì completamente distaccata in quel momento: era come se fosse anestetizzata. Sentì dei passi dietro di lei, attutiti dall’erba e poi una mano che strinse la sua con dolcezza; non aveva bisogno di voltarsi per capire chi fosse.
Sapeva perfettamente chi era.
- Amen.- disse il prete ad alta voce.
- Amen.- dissero i presenti.
Lily rimase in silenzio; non riusciva a dire niente, a fare niente, tranne stringere con forza quella mano che quella notte l’aveva stretta dolcemente.
Petunia singhiozzava ad alta voce, stringendo il braccio a Vernon, il suo grasso e corpulento marito; quei singhiozzi davano fastidio a molti presenti, che le lanciarono delle occhiatacce: potevano capire il dolore, ma non un rumore così assordante.
In quel momento, arrivarono i becchini; le fosse erano già state scavate. Dovevano solo calare le bare.
Lily realizzò in quel momento che, da quell’istante in poi, i suoi genitori sarebbero stati chiusi per sempre in una scatola di legno sepolta nella terra più profonda; questo pensiero le fece male dentro, la fece impallidire ancora, la fece sentire devastata.
Appena le bare furono calate e iniziarono le prime palate di terra, Lily si voltò e trovò rifugio fra le braccia di James, che la strinse a sé.
- Sono qui…- le disse lui, accarezzandole con dolcezza i capelli.
Lily proruppe in singhiozzi e chiuse gli occhi, rifiutandosi di vedere le bare che venivano coperte di terra, stringendosi a James, sentendosi una bambina impaurita che trovava rifugio in quell’abbraccio.
 
 
“Every now and then I get a little bit helpless, and I’m lying like a child in your arms…”
 

Quel triste spettacolo fece male a molti, che si ritrovarono con gli occhi lucidi.
James lasciò che una sola lacrima salata gli scendesse lungo la guancia.
Peter singhiozzava, mentre Mary, in lacrime, gli dava pacche consolatorie sulla spalla.
Marlene si strinse a Remus, che le cinse le spalle con delicatezza.
Frank dovette portare Alice in un angolo e lasciarla sfogare; d’altronde, era il secondo funerale che affrontava in meno di ventiquattr’ore.
Sirius si passò il pollice e l’indice sugli angoli dei suoi occhi un po’ lucidi e strinse a sé Dorcas, che aveva il volto rigato di lacrime ma non piangeva.
I singhiozzi di Lily risuonavano soffocati nell’aria, poiché il viso era premuto sul petto di James; lo strazio davanti a quello spettacolo triste era enorme in tutti i presenti.
- Finirà presto, vedrai…- le mormorò James, scostandole una ciocca che le copriva prepotentemente il viso.
Avrebbe voluto portarla di peso via da lì, in un luogo dove non c’era dolore o tristezza, dove non esisteva la minaccia di Voldemort; un luogo dove avrebbero potuto essere dei normali adolescenti e non dei ragazzi cresciuti troppo in fretta, con i loro sogni costantemente e prepotentemente spezzati.
 
 
“Well, there ain’t no luck in these loaded dies; but baby if you give me just one more try, we can pack up our old dreams and our old lives and we’ll find a place where the sun still shines”
 

Anche se Lily non voleva vedere, l’udito era in costante attenzione: ad ogni spalata di terra, i singhiozzi della ragazza sembravano farsi sempre più forti; verso le ultime spalate cominciarono ad aquietarsi un po’, finchè pian piano non finirono, lasciando il posto soltanto alle ultime lacrime che James asciugava prontamente con la mano.
- Lily.- la chiamò suo zio.- È tutto finito, ora…
Lily si staccò da James, guardando a terra per la tristezza e per l’imbarazzo, e si diresse verso la tomba con passo incerto. Davanti a lei c’era una lapide grigio chiaro con le date di nascita e di morte dei suoi genitori; sotto le date c’era scritto:

Abbiamo lasciato questa terra, ma non i vostri cuori.

Lily inghiottì i singhiozzi che volevano uscire ancora e le venne in mente la frase dello zio di poco fa: “È tutto finito, ora…”
Non lo era, no. Per niente. Era soltanto un proseguimento di quella sanguinosa guerra che voleva costringere tutti al buio: una vita al buio, un futuro al buio…un amore al buio.
 
 
“Once upon a time there was light in my life, but now there’s only love in the dark…nothing I can say, a total eclipse of the heart”
 

Poteva eclissarsi, chiudersi in se stessa e non lasciare entrare nessuno nel suo bozzolo, lasciarsi morire…
Appena le venne in mente quel pensiero, Lily si vergognò di se stessa; sarebbe stata così una facile preda per Lord Voldemort e i Mangiamorte. Lei era un membro dell’Ordine della Fenice, aveva giurato di proteggere il mondo magico con tutte le sue forze o morire nel tentativo; i suoi genitori si sarebbero disgustati nel vederla cedere così. Aveva dei validi motivi per andare avanti, e mentre Lily si voltava si accorse che quei validi motivi erano proprio lì di fronte a lei.
Alice che si asciugava le lacrime e la guardava con fare materno, sostenuta da un Frank dolce e comprensivo.
Mary che tirava su di morale Peter con delle battutine ironiche che gli strappavano un sorrisetto timido sul viso.
Remus, colui che credeva che non avrebbe mai conosciuto l’amore, stava accanto a Marlene ed entrambi la guardavano con comprensione e supporto.
Sirius che stava accanto a Dorcas, uno alto e l’altra bassa, ma che sembravano completarsi bene.
E James.
 Il ragazzo che non l’aveva mai lasciata, che le era stato accanto praticamente sempre; e non solo in quel momento critico…
Lily si lasciò scappare un sorrisetto triste mentre si dirigeva verso di loro e pensò, sorpresa nel sentire se stessa usare parole tanto forti:“Celestina Warbeck…hai fottutamente torto marcio!”
Si fermò davanti a James, sospirò un po’ tremolante e disse:
- Beh…è andata.
James la strinse a sé e la pilotò verso gli altri.
- Grazie, ragazzi…- disse loro Lily.
- Pucci…- Alice la stritolò in uno dei suoi abbracci fenomenali.
- Alice, vuoi partecipare a un terzo funerale?- la rimbeccò Lily con voce soffocata.
- Scusa…- Alice si lasciò scappare un risolino, mollando la presa.- Forse devo controllare i miei abbracci.
- Tu credi?- la schernirono le amiche con uno sguardo divertito.
- Frankie non si lamenta mica!- esclamò Alice.- Vero, amore?
- Ehm…certo!- esclamò lui con un sorriso dolce ad Alice, ma rivolgendone uno divertito ed esasperato ai maschietti, che sghignazzavano.
- Alice, posso dirti una cosa?- le fece Lily.
- Certo!- rispose Alice.- Cosa devi dirmi?
- Soltanto che Celestina Warbeck ha torto.- rispose Lily con un sorrisetto.- Fottutamente torto marcio.
- Riguardo a cosa?- Alice la guardò un po’ confusa.
- Scoprilo da sola.- fece Lily con uno sguardo sibillino.
- Ti rispondiamo noi.- le disse Mary.- Su tutto!
- Belle amiche che mi ritrovo!- esclamò Alice, fingendosi offesa.
- Se volete una mano per ammazzare la Warbeck, sono disponibile!- fece sapere loro Sirius.
Tutti si diressero verso l’uscita del cimitero, stranamente alleggeriti.
- Ehi, James!
- Si, Rem?
Remus ghignò un po’ - forse per alleggerire un altro po’ gli ultimi rimasugli di tensione - e gli chiese con voce alta di proposito:
- Ma…Sirius e Dorcas?
I due interessati strabuzzarono gli occhi, sentendosi per la prima volta a disagio; Alice li guardò come se li vedesse veramente per la prima volta e gridò, con il suo famoso sorrisetto malizioso:
- Dorcas, io e te abbiamo un discorso moooolto lungo da fare!
Dorcas alzò gli occhi al cielo e le disse:
- Sei una vera pettegola, lo sai?
- Può essere!- rise Alice insieme alle altre ragazze.
- Ragazze, siate clementi.- disse loro Lily.
- Grazie…- le mormorò Dorcas.
- Sirius, mi sa che anche noi dopo dovremo fare una bella chiacchierata!- commentò Remus.
- Da quando i Capiscuola sono così pettegoli?- replicò Sirius.
Mentre il gruppo rideva, James chiese a Lily:
- Credi che abbiano raggiunto il peggio?
- No, il peggio deve ancora venire.- rispose Lily.- Quindi, preparati psicologicamente.
James sorrise, strinse a sé Lily con forza e seguì gli altri.

*.*


Era rimasto nascosto dietro gli alberi del cimitero.
E aveva visto tutto.
Avrebbe dovuto esserci lui con lei, non Potter.
Lui avrebbe dovuto consolarla, abbracciarla, dirle che tutto sarebbe andato bene.
Gli vennero in mente le parole di una canzone dell’odioso cugino di Potter.
 
 
“When he holds you close, when he pulls you near, when he says the words you’ve been needing to hear, I wish I was him ‘cause those words are mine to say to you ‘till the end of time!”
 
 
Ma invece non poteva; non poteva dirle perché lei l’aveva respinto per sempre. Eppure, quanto avrebbe voluto poter dirle, quelle parole di conforto, a qualsiasi prezzo.
 
 
“Take a look at my face, there’s no price I won’t pay to say these words to you…”
 

Sapeva di chi era la colpa, se non poteva dirle niente: era colpa di Potter.
Solo colpa sua.
“Non sono io, il Mangiamorte…”
Era quello il motivo per cui c’era Potter e non lui?
La rabbia di Severus Piton in quel momento si bloccò.
Era anche colpa sua?









 
 
 
 
 
 

NOTE: allora, spiegazioni.
il titolo del capitolo deriva da due canzoni che mi piacciono: ALWAYS di Bon Jovi (che è un po' anche il leitmotiv di questa storia) e TOTAL ECLIPSE OF THE HEART di Bonnie Tyler (che avete già incontrato in precedenza in questa storia); il motivo per cui le ho scelte? beh, sono entrambe canzoni d'amore, di un amore forte e fragile nello stesso tempo; quello che provano Lily e James...e anche Piton. e poi sono indicative perchè pongono queste tre persone innanzi alle loro scelte e conseguenze che sanno ne verrano poi in seguito.
spero di aver reso l'idea e di non essere stata troppo melensa o troppo sfacciata nel mettere un po' di comicità (per come la vedo io, le risate ad un funerale tirano sempre su il morale a qualcuno)
bene, vi lascio al capitolo prima che le note diventino più lunghe del capitolo stesso; aspetto le vostre recensioni e buona lettura :)

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Capitolo 33
*** FINALMENTE... ***


NOTE: allora, siccome è un capitolo importante, metto le note qui perchè voglio che le ultime parole che leggiate siano proprio quelle del capitolo :) volevo pubblicarlo domani, ma l'impazienza è stata troppa...anche perchè non vedevo proprio l'ora di pubblicarlo, diciamocelo ;) l'unica cosa che vi chiedo è: non abbiate paura di ciò che ha in mente Sirius, vi potrete irritare (in senso buono!!!) con lui e anche con gli altri mercoledì quando pubblicherò il prossimo capitolo :)
queste note hanno anche uno scopo ben preciso; mi sono letta tutte le recensioni che questa storia ha ricevuto: 112 recensioni! e chi se le aspettava??? quindi il mio più grande ringraziamento va a voi che avete recensito (sempre o una o due volte...): danyazurra, Herm93, piovra, Wonderland, Cathy Linton, Quee_Gi, Lily_Jameslove, Sirius95, AudreyC e tanti altri di cui mi sono sicuramente scordata.
manca una persona, ma semplicemente perchè questa persona merita un posto a parte.
detto questo, buona lettura e aspetto le vostre recensioni, ciao e grazie mille ancora :)
 
 
 
 
 

a Daphne91.
perchè senza te, forse non avrei mai iniziato questa storia.
Perché sei la mia gemella proprio eterozigote che mi sopporta dalle elementari.
Perché il momento FINALMENTE è arrivato.
Per questo e per le grandi cazzate passate, presenti e future che ci sono state, ci sono e ci saranno...
GRAZIE!!!!





 
 
 
 
La classe era immersa nel più totale silenzio. O meglio, nella più totale sonnolenza.
Contrariamente a ciò che Remus si era proposto - era troppo presto vedere una Lily all’azione per farli studiare come dei deficienti, visto che erano tornati la sera prima - i Malandrini, Frank e le Grifondoro del settimo anno, a parte Alice, non riuscivano proprio a seguire la voce monotona del professor Rüf.
Solo Remus, Alice e alcuni Corvonero che seguivano il corso con loro riuscivano a seguire quelle lezioni noiose e soporifere; e nessuno sapeva come.
Marlene e Mary erano sedute vicine, dietro Remus e Alice, e si stavano portando avanti di nascosto con i compiti di Trasfigurazione.
Peter e Frank si mangiavano le loro Cioccorane e si scambiavano le figurine.
Lily e James erano impegnati a giocare a tris.
Sirius e Dorcas erano impegnati a giocare all’impiccato, e a volte il ragazzo lanciava occhiate di rimprovero a Peter che s’ingozzava di Cioccorane o giocherellava con i capelli di Dorcas.
Ogni tanto, Remus e Alice si voltavano verso i colpevoli e li guardavano con aria di rimprovero; ma visto che anche i loro partner erano fra di loro, scuotevano soltanto la testa e basta.
- Cosa succederebbe…- fece Alice subito dopo a pranzo, cercando di assumere un cipiglio severo.-…se per caso io e Remus ci rifiutassimo di passarvi gli appunti?
- Verremmo bocciati ai M.A.G.O.- rispose Dorcas.- Ci volete sulla coscienza?
- A te, frequentare questo qui fa male.- commentò ironico Remus accennando a Sirius, che se la rideva con James.
Il ragazzo, per tutta risposta, diede a Dorcas un bacio sulla guancia quando sentì il commento del licantropo.
- Ragazzi, ci proviamo a seguirlo, davvero!.- fece Lily.- Ma è impossibile…
- Una Caposcuola che non segue la lezione perché è troppo noiosa?- James strabuzzò gli occhi e si mise nuovamente a ridere.- Ora le ho viste tutte! Anche se forse avrei dovuto prevedere questo cambiamento di rotta…
- Per caso, avevi previsto anche la punizione che ti sei appena beccato?
- Non cominciare ora a fare la Caposcuola, ti prego!
James, al ritorno, si era beccato una punizione perché aveva picchiato un ragazzo di Serpeverde del sesto anno che gioiva per le uccisioni dei Babbani che compivano i Mangiamorte, e tutto questo davanti alla professoressa McGranitt; lui doveva andare nel Salone dei Trofei quel pomeriggio, mentre il Serpeverde doveva pulire i vasi da notte dell’infermeria senza magia - cosa della quale era segretamente grato alla McGranitt.
Lily scosse la testa ironica: no, da quel punto di vista, James sarebbe rimasto il solito guastafeste teppistello; anche se, doveva ammetterlo, lei in condizioni normali avrebbe forse reagito peggio.
Ma nonostante tutto, non riusciva ad avercela con James. La stava aiutando con delicatezza a rimettere insieme i pezzi della sua vita: era rimasto accanto a lei dopo la lettura del testamento, durante il tragitto da casa sua a King's Cross e durante il viaggio - durante il quale tutti quanti avevano sonnecchiato, o dormito nel caso di Dorcas, che a detta di tutti sarebbe riuscita a dormire anche sulle pietre più dure - James aveva continuato a stringere la sua mano.
Ormai per Lily era impensabile non ammettere ciò che provava realmente per James; doveva solo trovare il coraggio di dirglielo.
Dopo pranzo, tutti andarono in Biblioteca e verso le quattro James si diresse a scontare la sua punizione. Si mise una mano in tasca e avvertì qualcosa; tirò fuori un pezzo di pergamena appallottolato. Quando lo aprì e lo lisciò per bene, vide il messaggio:



“Torre d’Astronomia dopo cena, se ce la fai. Lily”



James sorrise: quella era l’occasione per parlarle, finalmente.


*.*


Dorcas sbuffò.
- Che c’è?- le chiese Sirius, senza alzare lo sguardo dal libro di Incantesimi.
- Quei due…- borbottò Dorcas in risposta.
Sirius alzò lo sguardo e vide James salutare Lily, Remus e Marlene e uscire dalla Biblioteca.
- E allora…?- fece lui, confuso.
- E allora, quando quello scemo del tuo migliore amico e quella scema della mia migliore amica si metteranno insieme?- chiese Dorcas, spiccia.
Sirius ci pensò un po’ su e poi considerò:
- Beh, in effetti se la sono presa moooolto comoda…
- Insomma, è da quest’estate che si sbavano dietro!
- E senza avere il coraggio di ammetterlo!
- Senti, se entro domani sera non si mettono insieme, dobbiamo pensare a qualcosa.
- E cioè?
- E che ne so, sei tu la mente malandrina e contorta del gruppo!
- E tu, scusa?
- Mica me ne intendo, io, di complotti per fare innamorare le persone!        
- Dorcas, ho già i compiti e gli allenamenti di Quidditch! Aggiungici che farò i salti mortali per evitare i compiti il più possibile per passare del tempo con te…
- Salti i compiti e non gli allenamenti per stare con me?
- Grifondoro dovrà pur vincere quella benedetta Coppa!
La replica della ragazza fu interrotta da un colpo secco di piumino sul loro tavolo e dalla voce di Madama Pince che ordinò:
- Silenzio!
I due borbottarono delle scuse affrettate; appena Madama Pince si allontanò, Sirius propose a bassa voce:
- Rinchiuderli dentro un’aula vuota?
- Scontato.- rispose Dorcas.- Ci vuole qualcosa di romantico.- aggiunse poi, guardandolo con gli occhi assottigliati.
- Perché mi guardi così?- Sirius si preoccupò un pochino.
- Perché il diabetico, tra noi due, sei tu! Io sono troppo acidosa.
- Devo ricoverarti a Mielandia, ricordamelo quando usciremo a Hogsmeade.
I due ripresero a bisbigliare per architettare qualcosa e per rimbeccarsi allegramente; ma Sirius sentiva che già quella sera sarebbe accaduto qualcosa tra quei due testoni.

*.*


- Rem, ho paura…
- E di cosa?
James era appena tornato dalla sua punizione e aveva costretto Remus a seguirlo giù in cucina a tenergli compagnia mentre mangiava, visto che aveva saltato la cena.
James bevve un po’, posò il calice e disse:
- Stasera io e Lily dobbiamo parlare, sulla Torra di Astronomia.
“Finalmente!” pensò Remus, che tuttavia chiese:
- E come mai hai paura?
James rimase un attimo in silenzio, poi disse:
- Ha perso i suoi genitori da poco. Forse vorrà stare sola per un po’; e se poi, però, lei non mi volesse? Insomma, io…
- James, non serve a niente stare qui a farsi paranoie inutili prima del tempo.- lo interruppe Remus.- Parlatevi e basta! E dopo, vedrai tu come agire di conseguenza. Ma se posso dirti una cosa, conosco Lily esattamente come conosco te; secondo me, lei ti ama e forse è per questo che vuole parlarti. E credimi, lei non vuole stare con te ora solo per essere consolata, ma perché quello che prova per te è vero e autentico.
James annuì, sentendosi però ancora un po’ spaventato.
- A che ora devi parlarci?- chiese Remus.
- Alle nove.- rispose James.
- James?
- Che c’è?
- Sono le otto e mezza.
- Cazzo!
James si alzò di scattò, borbottò un “Grazie” a Remus e uscì, dribblando alcuni elfi. Remus sorrise e si diresse verso il Salone d’Ingresso, dove lo aspettava Marlene per fare una passeggiatina nel parco.
- Sei in ritardo.- mormorò lei sorridendo.
- Scusa, ma James era nervoso.- spiegò Remus, baciandole la fronte.
- Perché?
- Deve parlare con Lily.
- Alleluja!- Marlene alzò le braccia al cielo.- Speriamo bene.
- Già…- sorrise Remus.
I due si presero per mano e si diressero fuori nel parco.

- Devi parlare con James?
- Ehm…sì.
- Finalmente si è decisa, Alice! A quando il lieto evento?
- Mary!
Una Lily rossa in viso come i suoi capelli si stava preparando psicologicamente ad affrontare quella famosa chiacchierata rimandata troppo a lungo con James Potter.
A fare il terzo grado erano Mary e Alice; Marlene era andata a fare una passeggiata nel parco con Remus, Dorcas era da qualche parte con Sirius.
- Come ci vai?- chiese Alice.
- Alice, come vuoi che ci vada alla torre?- replicò Lily, guardandola confusa.- Ci vado sulle mie gambe!
“Ammesso che reggano…” pensò Lily, cercando di contenere le farfalle nello stomaco.
- Intendevo dire, come ci vai vestita!- esclamò Alice in tono ovvio.
- Come sono vestita ora…- borbottò Lily.
- Lily!- Mary spalancò gli occhi.- Stai andando a parlare con James Potter conciata così?
- Dovrei sentirmi una mendicante perché vado a parlarci in jeans, maglia a maniche lunghe e scarpe a tennis?- commentò Lily, cominciando a sentirsi leggermente infastidita oltre che nervosa.
- Insomma, tirati un po’…
- Mary, dobbiamo solo parlare, per la miseria!
Lily si sedette sul letto, cercando di controllare il respiro, poi mormorò mortificata:
- Scusate, ragazze. È che io…
- No, scusa tu.- sorrise Alice con aria colpevole.- È solo che…beh, pucci, ormai si vede lontano un miglio che sei felice ogni volta che James è accanto a te.
- Felice e anche imbarazzata.- aggiunse Mary.- Diventi così rossa che sei proprio adorabile.
- Mary, vuoi farmi venire il diabete?- chiese Lily, ironica.
- Solo un po’.- rispose Mary, facendole l’occhiolino.- E Godric sa, se tu e quell’altra scema di Dorcas ne avete davvero bisogno.
- Vogliamo solo vederti felice, tutto qui.- concluse semplicemente Alice.
- Si, ma io ho paura!- esclamò Lily.- Non vorrei che pensasse che io voglia solo essere consolata dopo quello che è successo. Io…
- Lily, secondo me lo sa anche James che i tuoi sentimenti verso di lui sono autentici!- la interruppe Mary.- Vedrai che andrà tutto bene. Ti abbiamo convinta?
Lily sorrise; poi disse:
- Dovrei andare, ora.
- Coraggio…- Alice la strinse in un lungo abbraccio.
- Qualcuno mi aiuta ad alzarmi?- implorò Lily, impietrita dal nervosismo.
Mary la strattonò dal letto e la trascinò fuori dalla porta.
“Ok, Lily…” fece la ragazza. “Torre di Astronomia, sto arrivando! Un momento…”
Lily si diede un’occhiata alle braccia coperte dalla maglia a maniche lunghe; era leggera e il vento cominciava a farsi sempre più fresco.
Fece retrofront e rientrò in dormitorio.
- Non dirmi che hai cambiato idea!- esclamò Alice nel rivederla in stanza.
- Mi prendo una felpa, scema!- ridacchiò Lily con un filo di nervosismo.
Prese a caso una felpa bianca con il cappuccio che non ricordava di avere avuto prima e che le sembrava stranamente enorme, poi disse piano:
- Mary, meglio se mi trascini fuori dalla porta…
Mary sorrise pazientemente e la strattonò fuori dal dormitorio.
Lily sospirò, stringendosi in mano la felpa e cominciò a scendere; non aveva fatto che pochi passi quando andò a cozzare proprio contro James.
- Ahi!
- Ahia!
I due si massaggiarono nei punti in cui si erano scontrati.
- Ehm…- James si schiarì la voce, nervoso.- Due minuti, mi prendo una felpa; sopra quella torre fa’ un freddo cane.
- Sirius potrebbe sentirti.- ironizzò Lily.
- È impegnato con Dorcas.- la informò James.- E poi, credo non sentirebbe nemmeno se lo chiamassi “Sissy” ad alta voce.- aggiunse, alzando apposta la voce.
Lily fece un sorrisetto e aspettò che James andasse in dormitorio per prendere la felpa, approfittandone per cercare di rilassarsi; si sentiva molto tesa.
“E se non va bene?” si chiese Lily, preoccupata.
La ragazza si chiese che fine avesse fatto la Lily Evans di un tempo, quella che non aveva paura di tenere testa a chiunque in ogni situazione.
Un rumore di passi la informò che James stava arrivando, anche lui con una felpa scura in mano.
- Andiamo?- fece lui.
- Andiamo…- mormorò lei.
Entrambi scesero le scale e diedero una veloce occhiata a Sirius e Dorcas che si stavano baciando seduti sul divano della Sala Comune.

Uno scatto.
Il ritratto si era appena chiuso.
Dorcas si staccò e chiese a Sirius:
- Sono usciti?
- Mi sa di sì…- rispose lui, voltandosi verso il buco del ritratto.- Se non si chiariscono, giuro che li ammazzo entrambi!
- Idem!- commentò Dorcas.- Ehm, Sirius…?
- Sì?- fece Sirius, voltandosi verso di lei.
- Ci siamo interrotti…- disse lei, reclinando la testa di lato come una bambina.
- Vieni qua…- mormorò lui, riprendendo a baciarla.
Una piccola parte di lui, prima di perdersi nel bacio, si chiese come sarebbe andata. E sperò andasse bene.
“Sennò chi riesce a sopportare un James depresso e nevrastenico, dopo?” pensò ironicamente Sirius. Poi il suo cervello azzerò ogni pensiero per concentrarsi sul bacio.

*.*


Camminavano a passo spedito verso la Torre di Astronomia, parlando del più e del meno, giusto per alleggerire la tensione.
Appena arrivarono ai piedi delle scale a chiocciola che avrebbero portato alla terrazza della torre, James commentò:
- Meglio mettersi la felpa…
Lily annuì, chiedendosi come mai la felpa che aveva fosse così enorme. E poi…
- Ops…- rise Lily.
- Che c’è?- chiese James, curioso.
Lily gli mostrò la felpa: era quella che James le aveva dato la notte in cui erano morti i suoi genitori.
- Ecco perché mi sembrava enorme.- commentò Lily, ridacchiando nervosamente.- Devo averla messa per sbaglio in borsa martedì mattina.
- Non importa, davvero…- la rassicurò James, scrollando le spalle.
Entrambi salirono le scale in silenzio, ognuno perso nei suoi pensieri.
James assaporò ogni istante vicino a lei, ogni secondo sempre più vicino a ciò che le avrebbe detto, chiedendosi se lei gli avrebbe detto di sì o se anche stavolta l’avrebbe respinto.
Nessuno dei due si toccò, lasciarono che le felpe si sfiorassero e basta; sentivano che non era il momento di parlare.
Entrambi arrivarono in cima alla Torre e Lily si sedette nello spazio fra le merlature, stringendosi il collo della maglia per sentire più calore e per avvertire un po’ del profumo di James; lui, invece, rimase in piedi di fronte a lei.
Rimasero in silenzio per un po’, lo sguardo basso, lanciandosi occhiate di nascosto.
- Senti, Lily…- disse James.
Lily alzò lo sguardo, sperando maledettamente di non arrossire. Era appena iniziato l’autunno, l’aria era più fresca, e gli ultimi raggi del sole morente erano riflessi in cielo, mentre le prime stelle cominciavano a sbocciare e la luna era ormai a metà.
Vedere Lily davanti a lui, dentro quella maglia troppo grande per lei, era comunque un bello spettacolo per James, che si bloccò un attimo a guardarla, incantato, come se volesse memorizzare ogni lentiggine del suo viso o il luccichio dei suoi occhi smeraldini o la sfumatura che stavano assumendo i suoi capelli rossi alla luce del sole morente e quella della mezza luna che campeggiava in cielo.
- Lily, lo sai che io ti amo; sei il motivo per cui sto cercando di migliorare me stesso.- continuò lui.- E quest’estate il nostro rapporto si è sviluppato ulteriormente. Solo che in questi giorni è successo quel che è successo, purtroppo; e, ti avviso, non voglio stare con te solo per consolarti, ormai sai da tempo ciò che provo per te. Io lo capisco, se vuoi restare sola per un po’; e se dopo, non mi vorrai, cercherò di farmene una ragione…anche se non so se ci riuscirò, visto che tu per me sei tutto, ormai.
Lily riabbassò lo sguardo e sembrò ponderare sulle parole che James aveva appena pronunciato; la vide mordicchiarsi il labbro inferiore e dondolare le gambe, come una bambina.
James sospirò e, pensando che forse aveva sperato invano, cominciò a voltarsi.
Ma poi…

Lily l’aveva guardato per tutto il tempo in cui lui aveva parlato, poi aveva abbassato lo sguardo per non imbambolarsi; voleva riflettere.
“Ma su cosa vuoi riflettere, stupida?” si rimproverò.
Vide James che cominciava a voltarsi e in quel momento capì che non voleva che lui si allontanasse da lei. Mai.
- James!
Lily gli afferrò il polso e lo avvertì: quel brivido che le corse lungo la schiena, che la fece rabbrividire ma anche scaldare dentro. Era sicura che anche James l’avesse avvertito, perché quando si voltò verso di lei lo vide spalancare gli occhi e guardare la sua mano che stringeva delicatamente il suo polso.
James posò di nuovo lo sguardo su di lei e Lily mollò esitante la presa.
- Io…- mormorò Lily.- Ecco, io…
Sentì in quel momento le guance andare in fiamme.
“Perché devo balbettare proprio adesso, cavoli?” si chiese Lily con grande nervosismo, cercando di non imbambolarsi ulteriormente davanti a quei magnetici occhi castani.
- Ehm…io…
- Lily?- mormorò lui, un po’ interrogativo.
Lily si voltò un attimo a guardare il lago per calmarsi; strinse con forza le dita sulla pietra fredda della merlatura come per prendere coraggio e sospirò con forza.
“Ora o mai più, Lily…” pensò fra sé, sperando di non riprendere balbettare.
Si voltò a guardarlo di nuovo negli occhi e parlò piano, come se avesse paura che ci fossero altre persone ad origliare, passandosi una mano fra i suoi capelli.
- Ti amo anch’io, James…

Ti amo anch’io, James…
Ti amo anch’io, James…

Quelle parole dette a voce bassa gli risuonarono in testa.
Un fiotto di sangue caldo gli raggiunse il cervello.
Gliel’aveva detto. Lily gli aveva appena detto che lo amava. Guardandolo con quello sguardo che lei gli rivolgeva di solito quando la sorprendeva a guardarlo di nascosto, solo più diretto, più vero, senza timore.
James la vide abbassare timidamente lo sguardo e stringersi dentro la sua maglia, poi la vide darsi una spinta per scendere. Fu subito accanto a lei e mise le mani sui suoi fianchi per aiutarla a scendere, ma poi non si spostò, bloccandola tra il suo corpo e il muretto; inspirò il suo profumo a pieni polmoni e le si fece un po’ più vicino, prendendole il mento tra il suo pollice e il suo indice per sollevarle il viso e guardarla, rossa in viso per l’imbarazzo. Si avvicinò ancora e appoggiò delicatamente la sua fronte su quella di Lily; da lì la guardò, contando ogni lentiggine che aveva, perdendosi in quegli occhi verdi che adorava da morire. Staccò la fronte e avvicinò il suo viso sempre più a quello di lei.
- Dimmelo ancora…- mormorò lui piano, quasi implorante, mentre la sua mano libera s’intrecciava con quella ancora fasciata di Lily.
- Ti amo…- bisbigliò Lily, stavolta con più sicurezza, e come prima senza staccare lo sguardo, sentendo il respiro di James sulle sue labbra, reclinando la testa verso destra.
Nel dirlo, anche lei si era fatta più vicina; era praticamente così vicino al suo viso che i loro nasi quasi si sfioravano.
La mano di James dal mento passò al collo di Lily e lei lentamente vi appoggiò sopra l’altra mano, chiedendosi se James sentisse i battiti accelerati e rumorosi del suo cuore; lo stomaco le si contrasse in maniera piacevole mentre cominciava a chiudere gli occhi.
E sentì le labbra di James toccare le sue.
All’inizio, fu solo un semplice ma lungo bacio casto, a fior di labbra; si staccarono e si guardarono per un istante, per far entrare in loro la consapevolezza di ciò che stava succedendo in quel momento. Poi James ripose delicatamente e definitivamente le sue labbra su quelle di lei.
Il ragazzo si sentì in paradiso e cominciò a premere piano con la lingua affinchè Lily schiudesse la sua bocca. Appena sentì che stava arrivando il bacio vero e proprio, Lily socchiuse la bocca e sentì la lingua di James sulla sua.
Fu un bacio tenero, all’inizio, senza forzature: James aspettava che Lily cominciasse a rilassarsi; e anche lui doveva rilassarsi, aveva addosso ancora un po’ della tensione di prima.
Poi Lily staccò le sue mani da quelle di James e gli circondò lentamente il collo con le braccia, mentre James le cingeva la vita e lasciava vagare le mani sulla sua schiena e fra i suoi capelli. Fu allora che il bacio si fece più morbido e appassionato e James strinse a sé Lily con più forza, quasi a volerla imprimere dentro di sé; c’era così tanto trasporto che addirittura lui la sollevò e lei incrociò le gambe attorno ai suoi fianchi, cominciando a giocare con i suoi capelli che così a lungo aveva detestato, mentre lui lasciava scivolare le sue mani lungo i fianchi e le cosce di lei.
Nessuno dei due seppe quanto a lungo rimasero così: il tempo si era come annullato, sentivano solo l’uno la presenza dell’altra, le loro carezze che da timide e impacciate si fecero più sicure e naturali, sentendo entrambi dei brividi piacevoli, fregandosene della mancanza di ossigeno che in quel momento si faceva sentire; Lily pensò in un breve attimo di lucidità che sarebbe morta ben volentieri in quel modo, mentre James continuava ad esplorare la bocca di Lily con la lingua, lasciandosi stordire dal suo profumo e da tutte quelle sensazioni che sentiva in quel momento.
Poi, pian piano, si staccarono e Lily ripose delicatamente i piedi sul pavimento.
Entrambi sospirarono e ripresero ossigeno, senza sciogliere il loro abbraccio, senza smettere di guardarsi.
Per un brevissimo istante, James ebbe l’impressione che Lily gli dicesse che si era sbagliata, che quel bacio era stato un errore, che non lo amava. Quella “piccola” paura venne fugata quando Lily appoggiò la testa sul suo petto, sospirando ancora.
James la strinse ancora di più a sé e le scostò una ciocca di capelli, svelando il sorriso che aleggiava sul suo volto: un sorriso sereno, rilassato, che gli riempì il cuore.
E anche lui sorrise, contento di aver finalmente raggiunto il suo amore.
- Ti amo, Lily…- mormorò James fra i suoi capelli dopo avervi depositato sopra un bacio, mentre Lily in risposta si aggrappava di più a lui.

*.*


Erano le undici e mezza. Due ragazzi stavano ritornando dall’ufficio di Silente alla Torre di Grifondoro.
Peter e Sirius erano stati chiamati per sapere del funerale dei genitori di Lily e del padrino di Alice e per dire agli altri della prossima riunione dell’Ordine, alla quale avrebbero partecipato pure loro.
- Sai perché ha chiamato me e non Dorcas?- ipotizzò Peter.- Perché, secondo, me il preside ha già capito che voi state insieme e aveva paura che ti potessi distrarre con la sua presenza.
- Tanto mi distraggo lo stesso anche se non c’è lei. - borbottò Sirius, irritato per essere stato costretto a separarsi da lei.
I due arrivarono al ritratto della Signora Grassa.
- Mandragola…- borbottò Sirius.
- Era quella di due settimane fa.- gli ricordò Peter.- Matrioska.
- Esatto…- borbottò la Signora Grassa un po’ assonnata, scattando in avanti.
- Avevo o no ragione?- sghignazzò Sirius.
- Si, certo, come no…- tagliò corto Peter, sbadigliando.- Basta che non ricominci a parlarmi di nuovo dei suoi occhi.
- Che hanno di male i suoi occhi?- chiese Sirius, stizzito, fermandosi di botto.
- Niente, ma non fai altro che parlare di lei da ieri; e non ti è mai capitato.- rispose Peter.- Solo che stai già cominciando a diventare un po’ noioso; dovresti concentrarti su altro, tipo…James addormentato in Sala Comune?!?
Sirius si voltò e riconobbe la figura allungata di James distesa sul divano della Sala Comune, le scarpe a tennis vicino al tavolo di fronte al divano. E vicino c’era un altro paio di scarpe a tennis.
Prima che Sirius potesse fare qualcosa, Peter si era trasformato in topo ed era andato a controllare, arrampicandosi sulla testata del divano.
Si sentì un leggero squittio, poi Peter ricomparve vicino a Sirius, dicendogli concitato:
- È con Lily!
“Ok, se ci hai già fatto qualcosa, sei un vero idiota!” pensò Sirius, anche se scartò subito l’ipotesi: James non l’avrebbe mai fatto subito con Lily.
I due si avvicinarono piano e si misero dietro lo schienale del divano; da lì videro una scena davvero tenera.
Lily era addormentata e raggomitolata fra le braccia di James, infagottata in una felpa di lui, e dalle maniche spuntavano solo le dita sottile; dal sedere in giù era schiacciata delicatamente sullo schienale del divano, mentre la testa di Lily era appoggiato al petto di James, che gli faceva da cuscino.
Il braccio di James le cingeva dolcemente i fianchi, l’altra mano era appoggiata sul collo di lei, le dita affondate fra i capelli rossi che si confondevano con la stoffa del divano, mentre le labbra del ragazzo erano sulla fronte di Lily; una gamba cadeva inerte sul pavimento.
- Li svegliamo?- chiese Peter, poco convinto.
- Passami la Mappa, Petey.- rispose invece Sirius.
Appena Sirius ebbe la Mappa, controllò dov’era la McGranitt; era a metà del quinto piano, ma sapeva che sarebbe arrivata a momenti e in gran velocità.
Sirius sospirò, poi commentò:
- Sai che succede se Minnie li becca qui? Fa’ una totale Apocalisse!
Sirius si aggrappò alla testata del divano, detestandosi per quello che doveva fare. Ma solo in parte.
“Mi hai chiamato in quel modo ridicolo mentre mi baciavo con Dorcas…” ghignò fra sé Sirius. “Ora paghi pegno, Jim!”

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Capitolo 34
*** INTERROGATORI NOTTURNI ***


James era appena entrato nella sua fase di dormiveglia; riusciva a percepire il crepitio del fuoco morente in sottofondo, così come percepiva l’odore dei capelli di Lily che gli invadevano le narici e il corpo di lei aggrappato al suo. La sentì respirare piano e profondamente.
Da distante sentì qualcuno tossicchiare.
- Ehm, ehm…
James non ci fece caso e si lasciò travolgere da ciò che era successo quella sera: il suo bacio con Lily, travolgente e tenero come non si era mai immaginato, gli aveva dato una sorta di calma che credeva di non aver mai avuto; si era sentito bene quando lei lo aveva abbracciato e quando l’aveva vista sorridere, finalmente serena.
Dopo erano andati a farsi una scorpacciata di biscotti in cucina e avevano parlato ancora un po’, prendendosi in giro come loro solito; poi erano tornati in Sala Comune, vuota al loro arrivo, ed erano rimasti lì a parlare, a baciarsi e a coccolarsi ancora.
- Ehm, ehm…
Quella tossetta si fece un po’ più forte e più insistente e avvertì la testa di Lily muoversi un po’ ed un soffocato mugugnìo. Che anche lei fosse in dormiveglia?
James eclissò quei pensieri per ritornare ancora a pochi istanti prima, quando erano rimasti lì distesi su quel divano dopo essersi baciati; erano rimasti in silenzio, Lily che si lasciava guardare, accarezzare e baciare mentre lui giocava con i suoi capelli, respirava il suo profumo…se il paradiso era stare così in quel momento, allora lui ci era appena arrivato.
- Ehm, ehm!
Il colpo di tosse si fece più insistente e rumoroso. James aprì gli occhi, con un grugnito infastidito; abbassò lo sguardo e vide Lily stropicciarsi gli occhi, infastidita pure lei, e quando lo alzò vide appoggiati al divano Peter e Sirius, quest’ultimo che cercava di trattenersi dal ghignare…senza successo.
- Ci dispiace svegliarvi così bruscamente…- esordì Sirius con un sorrisetto che in realtà diceva il contrario, in parte.
- O meglio, a me dispiace.- puntualizzò Peter.- A lui no.
- Sirius, ti odio!- borbottò James, reprimendo a fatica uno sbadiglio mentre si rimetteva seduto in posizione eretta.
- Così impari a chiamarmi in quel modo orribile mentre sto baciando la mia ragazza.- lo rimbeccò Sirius.
- Touchè…- mugugnò James.- Però la prossima volta, non svegliarmi così; mi ricordi la Umbridge.
- Oh, quella…- Sirius fece una smorfia; gli venne in mente di quel ricevimento a nemmeno lui si ricordava dove quando aveva otto anni, dove aveva incrociato James per la prima volta...e - con sua grande sfortuna - Dolores Umbridge.
- Chi è?- chiese Lily, mettendosi seduta.- Una ragazza che ha respinto entrambi?
- Per carità!- esclamò Sirius, schifato.
- Lavora al Ministero.- spiegò James.- Hai presente i rospi?
- Sì.- fece lei, confusa.- Ma…
- Assomiglia ad un rospo.- disse James.- Mi sorprendo che fra le dita non abbia le membrane da rospo. Ed è pure una gran stronza…
- Bene, mi farete venire gli incubi sulla stronza donna-rospo…- commentò Lily, leggermente schifata.
- Comunque…- Peter riprese il discorso.- La McGranitt è al corridoio del quinto piano, vi conviene salire.
- Ha ragione…- disse Lily, alzandosi e dirigendosi verso le scale.
James la imitò e la raggiunse subito.
- Buonanotte…- gli disse Lily.
-’notte…- James le baciò delicatamente le labbra mettendole una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
Lily salì, le scarpe a tennis in mano; mentre saliva, si sentì il cuore in gola e un sorriso che continuava a incresparle le labbra, nonstante il fastidioso risveglio causato da Sirius.
Era davvero surreale: solo pochi giorni prima era devastata per la perdita più grande; e ora, stava già cominciando ad andare avanti grazie a James.
Quella era la vita.
Lily ridacchiò felice e aprì la porta del dormitorio, cercando di chiuderla piano per non svegliare le sue amiche, che comunque si svegliarono.
- Lily…- mugugnò Mary, alzando la testa.
- Va’ a dormire, bella addormentata…- le mormorò Lily con dolcezza.
Vide Alice stropicciarsi gli occhi e poi mettersi di fianco.
Lily si sedette sul suo letto, lasciando vagare di nuovo i suoi pensieri a James, a quel bacio, a quelle coccole…
Si sentì una stupida per averlo capito dopo tanto tempo, ma era comunque felice che l’avesse ammesso con se stessa prima di tutto: era innamorata di James Potter.
E gliel’aveva detto, aveva appena passato tutta quella serata a baciarlo…
- Lily?
A riscuoterla dai suoi pensieri fu la voce ancora un po’ impastata di sonno di Marlene.
- Sì?- fece Lily, voltandosi.
- Ma quella che stai indossando è una felpa di James?- chiese Marlene.
Altri fruscii e la luce in dormitorio fu accesa subito: erano tutte e quattro completamente - o quasi…- sveglie.
Lily arrossì.
- Sta’ arrossendo…- Alice fece un largo sorriso.
- Lily, scappa finchè sei in tempo!- rise Dorcas.
- Voi due non scapperete da nessuna parte!- la rimbeccò Mary.- Dorcas, anche tu devi dirci qualcosa, o sbaglio?
- Mi avete fatto l’interrogatorio ieri sera, MacDonald!- le ricordò Dorcas, fingendosi stizzita.- Anche Lily.- aggiunse poi, ricorndandoselo.
- Quindi?- chiese Lily, che stava diventando rossa davanti agli sguardi delle amiche.
- Quindi declino la mia generosa offerta di poco fa.- rispose Dorcas, sedendosi sul suo letto e sorridendo serafica e…malandrina.- E allora?
- E allora, Remus ha ragione.- rispose Lily.- Sirius Black sarà la tua rovina.
Dorcas fece spallucce mentre tutte raggiunsero il letto di Lily. Da fuori, si sentì la risata di Sirius e la porta del dormitorio maschile chiudersi; poi si sentì Sirius urlare:
- Edizione straordinaria: James Charlus Potter fa’ finalmente coppia fissa con Lily Non-So-Il-Suo-Secondo-Nome Evans!
- Felpato!- protestò la voce di James.
- Lily?- Alice le sorrise ancora.
- Alice, sei inquietante con quel sorriso, lo sai?- la informò Lily.
- Più inquietante di Celestina Warbeck di sicuro.- commentò Dorcas.
- Dorcas Valerie Meadowes!- gridò Alice, sorridendo comunque.- Domani mattina finirai male!
- Il suo secondo nome è Valerie?- urlò Sirius dall’altra parte della parete.- Grazie per l’informazione, Alice!
- Deficiente, dovresti salvarmi da questa pazza!- urlò Dorcas.
- Siamo impegnati a far parlare James!- urlò Frank.
Tutte risero.
- Allora!- fece Marlene, ritornando a guardare Lily.- Dove eravamo?
- Beh…- iniziò Lily, in totale imbarazzo.
- Allora, siete andati alla Torre di Astronomia…- iniziò Mary.
-…qualche complimento qua e là, nonostante la mise da stracciona…- continuò Alice, lanciando un’occhiataccia ai vestiti di Lily.
-…lui che ti dice per la centesima volta che ti ama…- fece Dorcas.
-…tu ti sciogli e dici lo stesso…- proseguì Marlene.
-…scatta il bacio…
-…proposta di matrimonio…
-…e vissero per sempre felici e contenti…
-…e con tanti piccoli Potter!
- Ehm, ragazze…- Lily le guardò imbarazzata, ridendo a sua volta.-…vi siete appena fatte il vostro filmino personale.
- E allora, cos’è successo?- chiesero loro, impazienti.
- Niente complimenti, proposte di matrimonio e i piccoli Potter.- rispose Lily.
- Ma tutto il resto sì?- fece Mary.
- E dillo, che hai messo di proposito quella felpa!- esclamò Alice.
- E poi che avete fatto?- chiese Marlene.
Lily arrossì e disse soltanto:
- Ho bisogno d’aria…
Nonstante le proteste delle sue amiche, si diresse alla svelta verso la porta-finestra del dormitorio e andò in balcone, trovando proprio chi sperava di vedere…

*.*


James vide Lily salire le scale, le scarpe a tennis in mano, lasciando vagare la mente alla conversazione di poco fa - poche ore o pochi minuti fa?


- James, non interrompermi, devo dirti una cosa.- aveva detto Lily, appena si erano seduti.
- Cioè?- aveva chiesto lui.
Lily aveva sospirato e poi aveva cominciato:
- Allora…ho sempre detestato i tuoi capelli arruffati, la tua aria da teppista, i tuoi atteggiamenti egocentrici da primadonna narcisista, i tuoi scherzi idioti che mi hanno sempre fatto perdere la pazienza, la tua insolenza, i tuoi stupidi Boccini con i quali ti metti a volte a giocare, quando infrangi le regole, quando ti intestardisci su qualcosa, sei troppo alto e quando mi guardi mi fai arrossire come una deficiente. Ma…
Lily era rimasta in silenzio.
- Ma…?- aveva fatto James, curioso.
- No, credo sia tutto.
- Lily!
- Ok…- aveva riso Lily, arrossendo un pochino.- Allora…mi piace quando fai qualcosa di divertente, quando mi guardi - nonostante il rossore, quando mi abbracci, quando difendi le tue idee, quando mi tocchi i capelli, quando mi fai ridere, quando cerchi di controllarti dal fare danni, quando ti impegni per ottenere il massimo dei risultati, quando mi prendi in giro e io ti rispondo per le rime, quando riesci a consolarmi…e quando mi baci. E memorizzati il discorso, perché sarà l'unica volta che mi sentirai fare un discorso del genere con così alto tasso di diabete!
James era rimasto in silenzio; poi le aveva detto ridacchiando:
- Vieni qui, acidona…
E lei si era tuffata fra le sue braccia, felice.



- Terra chiama Ramoso!
- Eh?
James si era voltato e aveva visto - con una certa preoccupazione - che il ghigno dalla faccia di Sirius non voleva sparire per niente.
- Jimmy bello, vieni qui dallo zio Petey e dallo zio Sir!- sghignazzò Sirius, spalancando le braccia.
- Preferisco evitare.- replicò James in risposta.
- Senti, Petey bello…secondo te dobbiamo dedurre, da quell’espressione da pesce lesso sulla faccia da cervoide di James, che tutto è andato bene?- chiese Sirius a Peter, che sghignazzò allegramente.
- Hai traviato Coda e l’hai portato sulla via della perdizione? Felpato, vergognati!- rise James, cercando di sviare il discorso e salendo le scale.
- Cosa credi, di cavartela così?- lo rimbeccò Sirius.
- Abbassa la voce, cretino!- sbottò James.- Saranno a letto.
- Scusa…- borbottò Sirius.
Quando James si voltò, il ragazzo lanciò un’occhiata divertita a Peter e gli disse fra le risate:
- Vedrai che ti combino ora…
- Felpato, mi devo preoccupare?- chiese James, senza voltarsi.
- Mi sa che ti conviene…- commentò Peter.
James scosse la testa e aprì la porta, sentendo attraverso la parete delle risatine dal dormitorio femminile.
- Edizione straordinaria: James Charlus Potter fa finalmente coppia fissa con Lily Non-So-Il-Suo-Secondo-Nome Evans!- urlò in quel momento Sirius, chiudendo la porta.
- Felpato!- protestò James.
Ma ormai il danno era fatto: Remus e Frank si erano appena svegliati e avevano anche acceso la luce.
- James, tu e Lily…?- biascicò Frank, ancora mezzo intontito.
- Vi siete messi insieme?!- esclamò Remus.
James, nel più completo imbarazzo, annuì. I ragazzi, ora completamente svegli, per festeggiare fecero un trenino per la stanza urlando e cantando allegramente ad alta voce “Ay, ay, caramba!”, ma furono interrotti dalla voce squillante di Alice.
- Dorcas Valerie Meadowes! Domani mattina finirai male!
- Il suo secondo nome è Valerie?- urlò Sirius, sorridendo.- Grazie per l’informazione, Alice!
- Deficiente, dovresti salvarmi da questa pazza!- urlò Dorcas, dall’altra parte della parete.
- Siamo impegnati a far parlare James!- urlò Frank rispondendo al posto di Sirius.
- Dai, parla!- squittì Peter, mettendosi comodo sul suo letto.
- E che devo dire?- chiese James.
- Vogliamo tutti i particolari!- rispose Peter in tono ovvio.
- Allora, siete andati su alla Torre di Astronomia, giusto?- iniziò Sirius.
- Qualche complimento su come era vestita…- continuò Frank.
- …tu che le dici, per la millesima volta, quanto la ami…- fece Remus.
-…lei ammette lo stesso…- proseguì Peter.
-…scatta il bacio…
-…qualche oretta d’intimità…
-…poche chiacchere…
-…proposta di matrimonio in gran finale e vissero per sempre felici e contenti!
- Peter!- Sirius lo guardò strabuzzando gli occhi.- Ti pare che le abbia chiesto di sposarlo? Vabbè che già durante l’estate il nostro James si faceva già i suoi filmini sul suo matrimonio con lei. E non solo quelli, immagino…- commentò poi fra le risate.
- Allora, non ho fatto nessuna proposta di matrimonio!- specificò James, ignorando l’ultima battuta di Sirius, ma arrossendo furiosamente.
- E sulle orette di intimità?- commentò Frank, sorridendo malizioso.
- Non abbiamo fatto…quello!- rispose James, desiderando con tutto il cuore di inabissarsi.- Frank, ti pare farmi queste domande a quest’ora?
- Ti ho fatto la stessa domanda che mi hai fatto tu quando mi sono messo con Alice, James.- gli ricordò Frank, con un sorrisetto serafico in volto.- Chi la fa, l’aspetti.
- Sirius, un po’ di sostegno morale, per favore?- implorò James.
- Fratello, ti devo ricordare che anche tu ieri mi hai messo alla gogna insieme a questi quattro b…bei ragazzi?- fece Sirius, trattenendosi dal dire parolacce.
- Stavi per darci dei bastardi?- s’informò Remus, sghignazzando.
- Può essere…- rispose in fretta Sirius, riprendendo il discorso con James.- Ad ogni modo, innamorato…benvenuto nel Mondo Dove Un Malandrino Non Può Subito Godersi La Sua Relazione In Santa Pace Perché Gli Altri Vogliono Già I Dettagli.
- Compreso tu, vero?- commentò James.
- Compreso io, sì!- affermò Sirius.
- Allooora?- fecero gli altri tre, continuando a ghignare.
- Ho bisogno d’aria, scusate…- rispose subito James, andando immediatamente verso il balcone.
- Tanto non ci scappi!- urlò Frank mentre usciva.
Lì fuori, James respirò profondamente, cercando di trovare una qualche strategia per non dire niente.
Non fece in tempo a pensare che sentì un rumore nel balcone accanto e vide Lily appoggiarsi al vetro della porta-finestra, sospirando di sollievo.
- Ehi!- la chiamò James.
- Quanto tempo…- commentò lei avvicinandosi.
James ridacchiò divertito. “In effetti…”
 I due si guardarono un po’, senza dirsi niente; poi James ruppe il silenzio.
- Mi stanno facendo l’interrogatorio.
- Ma non mi dire…- fece Lily, fingendosi sorpresa.
- Vogliono sapere cosa abbiamo fatto e ci siamo detti nei minimi particolari.
- Idem…
- E addirittura dicono la loro versione dei fatti!
- Perché la cosa non mi sorprende?
Entrambi si misero a ridere.
- Beh, direi che è lo scotto da pagare per quel che abbiamo fatto noi, quando è stato nostro il turno di fare questo genere di interrogatori.- considerò Lily.
- Bello scotto…- commentò James.- Ma è terribile! E poi non l’avrei mai detto, ma quei bastardelli là dentro sono pettegoli peggio delle femmine!- aggiunse a voce volutamente alta.
- Si, James, ti amiamo anche noi!- squittì Peter da dentro.
- Dimenticavo: anche spioni e origliatori!- aggiunse, sempre a voce alta.
Lily si aggrappò alla ringhiera e rise.
- Dai, non possono essere peggio delle ragazze.- provò  difenderli Lily.- E devo ammetterlo, loro sono terribili.- aggiunse Lily, alzando la voce verso la sua porta-finestra.
- Non è vero!- gridò Alice da dentro.
- Prewett, silenzio o Celestina Warbeck la faccio squartare dalla piovra gigante!- minacciò Lily.
- Fai un favore alla comunità, così!- rise Sirius da dentro.
- Non costringermi a chiamarti con il tuo nome per intero, Lily!- minacciò Alice.
- Possiamo stare soli cinque minuti o chiediamo troppo?- chiese James, leggermente scocciato.
Calò il silenzio.
- Oh, finalmente…- sospirò Lily.
- Già…- sospirò James a sua volta.- A proposito…il tuo secondo nome?
- No, non te lo dico.- disse subito Lily.
- Ma tu sai il mio!
- Solo perché Marlene l’ha urlato a tutta la Sala Comune.
- Eddai, Lily, ti pregoooooo!
- Inutile che mi fai la faccia da cerbiatto bastonato, non te lo dico!
- Perfida…
James le fece una smorfia e Lily gli fece una linguaccia.
- Lily…- James stavolta si fece vicino all’orecchio di lei.-…dai, me lo dici?
- No.- rispose Lily, in preda ai soliti brividi.- E non provare a imbambolarmi!
- Ok, vado a tentativi.- rise James.- Elizabeth?
- No, ma hai indovinato quello di mia sorella.- disse Lily.
- Dai, almeno la prima lettera!- implorò James.
Lily rimase in silenzio, come se volesse valutare la cosa; poi gli disse con un ghigno:
- Ti arrangi!
- Non hai fatto un buon affare, a metterti con me.- rise James.
- Credi che non lo sappia?- commentò Lily sorridendo.  
Entrambi si guardarono e si fecero più vicini…poi Lily si tirò indietro subito.
- Che c’è?- le chiese James, calmo…ma ricominciando mentalmente con le sue paraonie.
- Ti stanno spiando.- rispose Lily, indicando con lo sguardo i maschi che se ne stavano appiccicati al vetro della porta-finestra.
James cominciò a ridere, mandando mentalmente le sue paranoie e i ragazzi in un certo posto.
- Stanno spiando anche te.- la informò James fra le risate, vedendo le ragazze appiccicate al vetro con avida curiosità.
Lily scosse la testa e tirò fuori la bacchetta, imitata da James.
- Sai, io non vorrei arrivare a questo punto.- fece Lily.- E nemmeno tu, presumo.
- No.- disse James, capendo le sue intenzioni.- Ma a mali estremi, estremi rimedi; giusto?
Entrambi puntarono le bacchette verso le porte-finestre dei propri dormitori e le tende rimasero appiccicate al vetro, suscitando le proteste di tutti.
I due risero.
- Dove eravamo?- chiese Lily con fare molto innocente.
- Oh, me lo ricordo.- rispose James, catturando le sue labbra.
I due presero a baciarsi, ma furono poi costretti a separarsi per via delle risate che avevano nel sentire gli altri protestare.
- Dai, li abbiamo fatti penare anche troppo.- sorrise Lily, fingendosi compassionevole.
- Se lo dici tu…- borbottò James poco convinto, ma sorridendo.
Le tende si scostarono bruscamente, le porte-finestre si aprirono…e gli spioni di entrambi i dormitori ruzzolarono in maniera comica sui rispettivi balconi.
- Oh, come ci dispiace!- James si finse dispiaciuto e assunse un tono falsamente lacrimevole, portandosi la mano al petto.
- Questa…me la…paghi!- borbottò a scatti Sirius, alzandosi da terra.
- Perché incolpi me?- chiese James.
- Perché sei qui e non ho voglia di scavalcare la ringhiera per andare dall’altra parte.- rispose Sirius scherzosamente, ghignando verso Lily.
- Dovrai passare sul mio cadavere!- replicò James sullo stesso tono.
- Ehm…ragazzi.- biascicò Peter, ancora steso a terra.- Minnie è all’inizio del settimo piano.
- Tutti a dormire, allora…- borbottò Alice.
- Ma dai, proprio adesso?- si lamentò scherzosamente Remus.
- E per fortuna che sei un Caposcuola, Rem.- lo prese in giro Lily.
I ragazzi entrarono dentro, ciascuno ai rispettivi dormitori.
- Buonanotte ancora…- disse Lily.
- Buonanotte, Lily…- disse James.
I due si scambiarono un bacio veloce e iniziarono a dirigersi verso i loro letti.
James si lasciò scappare uno sbadiglio; gli effetti del brusco risveglio di Sirius si facevano sentire.
- James?- lo chiamò ancora Lily prima che entrasse.
- Sì?- fece lui.
- È Charlotte.- gli disse Lily sorridendo.- Il mio secondo nome.- aggiunse, vedendo l’espressione un po’ confusa di James, dovuta forse al sonno incombente.
- Ah…- James sorrise.- Carino, ma preferisco Lily.
- Non sei l’unico.- commentò la ragazza.- Anche se ormai l’ho già capito, che sei di parte.
James si passò una mano fra i capelli, un po’ imbarazzato, e Lily notò parte del tatuaggio a forma di giglio sbucare dalla manica della felpa di James.
Lily sorrise ed entrò dentro, chiudendo piano la porta-finestra.
James entrò in dormitorio e chiuse la porta del balcone, dirigendosi verso il suo letto.
- Ti risparmiamo le altre domande perché ora siamo troppo assonnati.- lo informò Peter, sepolto fra le coperte del suo letto.
- Grazie, Morfeo!- rise piano James.
La luce si spense e James, prima di addormentarsi, sorrise fra sé. Chi sarebbe riuscito a scordarsi di quella notte?

*.*


Lily sospirò guardando il soffitto del baldacchino e sorrise; sentiva ancora le labbra di James sulle sue, le sue braccia che la stringevano e il suo respiro sulla sua pelle.
Ormai ne era sicura al cento per cento: anche lei, come Marlene e Dorcas, si era innamorata di un Malandrino. E per la precisione, dell’unico Malandrino che riusciva a leggerle dentro e che la rendeva felice anche solo con uno sguardo.
“Buonanotte, James…” pensò Lily, prima di naufragare nel mondo dei sogni.













 
 

NOTE: scusate, ma che vi aspettavate da Sirius? spero di non avervi preoccupato troppo :) e come avete visto, Minnie non li becca! avevo scritto un finale in cui veniva a controllarli mentre dormivano, ma poi l'ho cancellato perchè non mi piaceva.
bene, ecco il capitolo con gli amici impiccioni che fanno l'interrogatorio a mezzanotte :) e le battute di Lily e James "Dove eravamo?" "Oh, me lo ricordo..." sono un mio omaggio alla saga di SHREK, che adoro tanto :)
che altro aggiungere? ah sì, il secondo nome di Lily me lo sono inventato, non sapendo qual è per davvero.
spero che il capitolo sia di vostro gradimento, e sennò...beh, sapete, abito sotto l'argine dell'Adige, direi che una morte per annegamento nelle sue acque torbide va benissimo :)
bene, aspetto le vostre recensioni, bye bye :)

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Capitolo 35
*** UN NUOVO GIORNO ***


La luce del sole penetrò nei dormitori di tutta Hogwarts.
In un dormitorio molto particolare, cinque ragazzi di diciassette anni erano ancora immersi nel mondo dei sogni; e niente avrebbe potuto svegliarli.
James nella sua fase dormiveglia respirò profondamente, concentrandosi su un sogno di quella notte che a lui era parso molto vivido e reale: Lily gli diceva che lo amava e loro due si baciavano e abbracciavano appassionatamente…
Era un bel sogno.O era successo davvero?
I respiri degli altri ragazzi erano ancora regolari e profondi; niente avrebbe potuto svegliarli.
Remus, ogni week-end aveva l’accortezza di disattivare “quella sveglia maledetta”, come la chiamava Sirius, così i ragazzi non si sarebbero svegliati con manie omicide verso il proprietario.
Erano tutti e cinque avvolti fra le braccia di Morfero e niente, niente, avrebbe potuto svegliarli. Tranne…
- Oh il mio cuore innamorato, per un incantesimo hai lasciato!
La voce lamentosa di Celestina Warbeck risuonò dalla stanza accanto fino al loro dormitorio, svegliandoli completamente.
I ragazzi si stiracchiarono svogliati, sentendo l’urlo belluino di Mary:
- Alice Geraldine Prewett!
- Era troppo alta…?- mormorò esitante quest’ultima, come da copione.
- Addosso!- urlò Marlene.
I ragazzi sbuffarono; da troppo tempo imploravano Alice di non usare la sveglia che, come suoneria, aveva ogni canzone di Celestina Warbeck. Ma ormai si erano abituati a quelle lagne orribili e alle urla e lotte allegre delle ragazze contro la povera Alice, ormai ci erano affezionati…più o meno.
Si sentì un tonfo e Alice urlare un po’ scocciata:
- Lily, considero questo capitombolo che mi hai fatto fare come un risultato dell’esaltazione dovuta alla serata di ieri con il tuo neo fidanzato!
Si sentì la risatina di Lily e a James parve di viaggiare alla velocità della luce. E lui che credeva di essersi sognato tutto quello che era successo la sera prima…
- Guardatelo, si è imbambolato!- lo prese in giro Sirius, indicandolo agli altri.
- Ehi, Dorcas! Di qualcosa, così il tuo ragazzo s’imbambola e io posso prenderlo in giro!- urlò James verso la parete, svegliandosi completamente.
- Lily, posso ammazzarti il ragazzo, vero?- urlò a sua volta Sirius verso la parete e, senza aspettare la risposta, si gettò senza tanti complimenti su James, iniziando una lotta mattutina…alla quale parteciparono poi tutti i maschi.

*.*


Le ragazze, dall’altra parte del muro, risero divertite sentendo le urla, le risate e le cuscinate.
- Alice, potresti spegnere quella dannata sveglia, per favore?- chiese Marlene.
- Ops, scusate…- Alice la spense.- Spero solo che non facciano tanto male al mio Frankie.
- È grande e grosso, se la caverà.- le sorrise Dorcas.
Si sentì un urlo disumano e Marlene gridò gaiamente:
- Non so cosa sia successo, ma Rem se le merita!
- Lene, dovresti difender…no, Ramoso…ahia! Lily, perché ti sei messa con un assassino?!?
- Assassino?!?- urlò James fra le risate.- Te la sei cercata, Rem!
La voce di Remus si perse poi in mezzo a quelle colluttazioni.
- Rem dovrebbe essere un Caposcuola, no?- commentò Lily a Marlene.
- Questo succede quando frequenti un Malandrino.- replicò Marlene con un sorrisetto.- Comincia a farci il callo, tesoro.
- L’ho già fatto, credimi.- rise Lily.
- Oh, oh…
Si sentì un tonfo assordante e i vetri che tremarono pericolosamente; tutte e cinque si diressero nel dormitorio maschile, preoccupate. Quando entrarono, lo videro a soqquadro come al solito e i cinque abitatori caduti per terra dal letto di James, ridendo come dei pazzi e ingarbugliati fra di loro, le coperte e le tende del baldacchino.
- E ci siamo preoccupate per niente!- li rimproverò bonariamente Alice.- Se lo sapevo, mica mi disturbavo a controllare!
- Amore, è la tua punizione per la tua solita sveglia!- replicò Frank fra le risate.- E ti avviso: quando abiteremo insieme, quella sveglia finirà fra la spazzatura!
- Provaci e rischi la castrazione!- minacciò Alice.
- Un applauso a Lily Evans che ha portato a Hogwarts la minaccia di castrazione!- commentò Sirius con voce soffocata.
- Nessun problema.- Lily fece un innocente sorrisetto serafico.
- Ehm, Sirius…- Dorcas richiamò la sua attenzione.- Che ci fa il gomito di Peter fra le tue costole?
- Ringrazia che sia fra le sue costole e non sulle sue proprietà!- le disse James, boccheggiando appena.- Ahia! Remus, il tuo piede!
- Non me ne dispiaccio!- rise a fatica Remus.- Potevi non saltarmi addosso così!
- Mi hai anche dato dell’assassino!
- E che sarà mai?
Si sentì il rumore di un flash e quando tutti alzarono lo sguardo, videro la macchina fotografica di Peter galleggiare sul soffitto e una Mary MacDonald che rideva sventolando una foto.
- Siamo venuti tutti bene!- li informò.- Certo, devo dire che i neo fidanzatini continuano con le loro occhiate zuccherose alle loro dolci metà…- commentò poi, sottolineando la parola “dolci” con un’occhiata significativa a Lily e Dorcas, che fecero delle smorfie disgustate.
- Lo dico sempre, che il diabete fa’ male.- replicò Lily, mentre aiutava James ad alzarsi.
- Pensavo facesse male l’acidità di stomaco…- sorrise James.
- E invece…- Lily sorrise serafica.
- James, benvenuto nell’Universo Dei Piani Pro Diabete Destinati A Fallire.- gli disse Sirius, scoccando un’occhiata eloquente a Dorcas, che gli diede uno schiaffo leggero sulla guancia.
- Vedo che mi dai il benvenuto in molti universi, Felpato.- rise James.
- Bene, dopo questo allegro intermezzo…ragazze, a lavarsi!- gridò Alice.
Le ragazze uscirono.
- Lily, mi lasci così?- fece James.
- Non credo tu voglia baciarmi con l’alito che, da appena sveglia, sa da cadavere.- rispose lei, dandogli invece un bacio sulla guancia.
La ragazza uscì, lasciando un James sorridente a fissare la porta che si era appena chiusa. Poi, il ragazzo ne approfittò per prendere in fretta spazzolino e dentifricio per essere fra i primi ad occupare il bagno.
Cinque minuti dopo, lui e Sirius erano impegnati a lavarsi i denti…e a intrattenere la solita gara mattutina per disturbarsi mentre se li lavavano. Gara che durò finchè non sentirono il bussare insistente alla porta da parte di Remus, facendoli desistere un’altra volta e a trascinarli fuori dal bagno.

La porta del bagno era chiusa. Lily e Dorcas erano impegnate a lavarsi i denti…e a intrattenere la gara dello sputacchio più grande nel lavandino.
- Direi che ho vinto io, stavolta.- commentò Lily.
- Ma che dici, il mio è più grande!- la contraddisse Dorcas.
- Ma dove?!?
Le due presero a schizzarsi allegramente finchè non diedero una sistemata veloce al bagno prima delle loro compagne, bevvero un po’ di collutorio per l’alito e uscirono.
- Avete fatto di nuovo la gara dello sputacchio più grande?- chiese loro Mary.
- Come al solito.- rispose Lily.
- Ma è schifoso!- Mary rabbrividì, dirigendosi verso il bagno con dentifricio e spazzolino.- Peggio di quando vuoi fare i tuoi mix tra dolce e salato, Lily!
Lily rise, pensando alla sua insolita mania di mischiare il dolce con il salato - la maggior parte delle volte il mix era cracker salati e barattolo di cioccolata, un classico.
- Ricordiamo l’ultimo mix: Gelatina Tuttigusti +1 al sapore di sale grosso immersa nella mousse al cioccolato.- rise disgustata Alice.
- Ed era anche buona!- rise a sua volta Lily.
- Se lo dici te…- borbottò Marlene, scettica.
- Oweromoetishpoeà!- mugugnò Mary, apparendo davanti alla porta del bagno con lo spazzolino nella bocca piena di dentifricio.
- Eh?!?- fece Lily, non capendo niente di ciò che aveva detto.
Mary si allontanò un attimo per sputare e risciaquare, poi riapparì e disse:
- Dicevo…povero l’uomo che ti sposerà!
- In questo caso, James.- Alice sorrise maliziosa.
- Alice, povero Frank che sarà costretto a sorbirsi la Warbeck praticamente ogni giorno della sua vita assieme a te!- la rimbeccò allegramente Lily, frugando fra i suoi vestiti.- Direi che i miei mix dolce-salato e le gare di sputacchi sono il male minore.
Mentre frugava, le capitò fra le mani la maglia di James, che era finita di nuovo nel suo baule; lui non l’aveva chiesta indietro. La ragazza sorrise, nel ricordare che ieri sera la indossava davanti a lui; certo, doveva essere sembrata un po’ ridicola, ma a lei non era importato molto. Insomma, era impegnata prima a pensare ad altro; e dopo a fare dell'altro...
Lily si riscosse, poiché ora arrivava la parte problematica di ogni week-end: cosa indossare? Alla fine, dopo tanto frugare, si mise i suoi jeans preferiti, una maglietta chiara e un golfino grigio chiaro.
Poco dopo, erano tutte pronte e andarono nel dormitorio maschile; appena uscirono, non furono sorprese di vedere i ragazzi che avevano ripreso a fare il loro wrestling mattutino.
- A quanto pare, le vecchie abitudini non finiscono mai.- considerò Alice all’orecchio di Lily.
Lily sorrise.
- Ehm ehm…- fece Dorcas ad alta voce.
I ragazzi si fermarono di colpo e James disse a Sirius, puntandogli scherzosamente il dito contro il petto:
- Felpato, lo vedi che succede a imitare la Umbridge? Hai contagiato anche la tua ragazza!
- Si chiama Punizione Divina Per Avermi Chiamato In Quel Modo Ridicolo Ieri Sera E Per La Gogna Che Ho Subito L’Altro Ieri!- lo rimbeccò allegramente Sirius.
- Sì, certo, adoro il karma…- James alzò gli occhi al cielo, raggiungendo Lily.
- Beh, ma io direi che la colazione si può anche ritardare un attimo…- considerò Mary con un sorrisetto.
- Perché?- chiese Lily, cauta.
- Interrogatorio doppio!- urlò Mary in risposta, mentre gli altri urlavano esultanti per questa idea e James e Lily li guardavano tra l’esasperato, il divertito e lo scocciato.
- Non vi è bastato ieri sera?- chiese Lily.
- Ma se hai detto pochissimo!- esclamò Mary.
- E James ieri non ha nemmeno parlato!- aggiunse Peter.
- Chissà perché…- bofonchiò James, alzando gli occhi al soffitto.
- Allora…- Alice li fronteggiò.- Ieri sera, torre di Astronomia, giusto?
- Ma la soffitta di Grifondoro, no?- chiese Peter.
- Non volevano essere interrotti.- gli rispose Marlene.- Vero?
- Ma noi mica l’avremmo fatto!- esclamò Frank.
- Mi sa di sì, Frank.- lo contraddisse Sirius.
- Cosa te lo fa pensare?- gli chiese Dorcas.
- Conosco i miei pollastri e anche me stesso.- rispose lui.
- Oh, dev’essere terribile conoscere te stesso, no?- lo prese in giro lei.
- Tranquilli, dopo sarà anche il vostro turno!- li avvertì Alice.
- Che cosa?!- esclamarono loro due, orripilati.
- Insomma, mica volete lasciare le luci della ribalta solo a James e Lily, giusto?- chiese loro Remus con fare innocente.
- Eh, già!- accordò Peter.- Vero, Ramoso?
Ma quando tutti si voltarono verso la porta, James e Lily erano spariti e solo allora gli otto notarono il loro errore comune: avevano parlato tra di loro senza degnare i due interessati di uno sguardo.
Sirius si portò una mano in tasca, certo di avere la Mappa del Malandrino; ma la Mappa non c’era. E dopo aver guardato gli altri due Malandrini con lo sguardo, capì che la Mappa ce l’aveva proprio James.
“Eppure me l’ero messa in tasca prima…” considerò il ragazzo.
Ci pensò un po’ e maledì l’abilità di James negli incantesimi non verbali.

*.*


- Quando ti faccio cenno, ce la filiamo…- le aveva sussurrato James all’orecchio.
Lei aveva fatto annuito impercettibilmente, guardando le sue compagne e, con la coda dell’occhio, James; e quando le aveva fatto cenno, erano scesi subito e in silenzio.
E ora se la ridevano lungo un corridoio del quarto piano, Lily appoggiata al braccio di James e tenendosi la pancia.
- A loro, il sabato mattina fa’ male.- considerò Lily.
- Già.- fece James.- Ehi, dimenticavo…- aggiunse, fermandosi di botto.
- Cosa?
- Buongiorno.
- Buongiorno anche a te.
Lily gli circondò il collo con le braccia e mormorò:
- Spero non ci trovino subito…
- Tranquilla.- James tirò fuori dalla tasca dei jeans la Mappa del Malandrino e gliela sventolò davanti, con un ghigno soddisfatto.- Ho fatto le cose per bene.
James era stato davvero un asso: Sirius non si era accorto che gliel’aveva fregata proprio sotto il suo stesso naso, Appellandola non verbalmente.
- Ci mancava il ghignetto da bulletto, eh?- lo prese in giro Lily.
- Ogni tanto serve.- si giustificò lui, mettendo via la Mappa e circondando la vita di Lily.
- Troverò il modo di fartelo sparire, teppista!- lo avvertì lei.- Sappilo!
- Davvero?- James si finse impaurito.- Ma che paura che mi fai…pignola!
- Ah, sì?
Lily gli diede un leggero pizzicotto per staccarsi da lui, ma non fece in tempo a fare molti passi che James la riprese subito fra le sue braccia.
- Dove vuoi scappare?- le chiese lui, ironico, sorridendo fra i capelli di lei.
- Da un brutto teppista antipatico come te!- rispose lei.
- Ok, sul teppista concordo e anche sull’antipatico, capisco che non posso stare simpatico a tutti; ma brutto no!- protestò James.
- Vanitoso!- lo rimbeccò lei.
- Pignola!- esclamò lui.
- Me l’hai già detto, teppista!
- E te lo dirò sempre!
I due si misero a ridere divertiti, sentendosi due bambini a fare discorsi del genere.
- Lily?
- Sì?
James ritornò serio e le chiese:
- Perché giorni fa mi volevi dire no, quando ti ho invitato a Hogsmeade?
Lily arrossì imbarazzata e domandò:
- Devo proprio rispondere?
- Magari…- rispose James, sorridendo appena.
Lily tentennò un po’, impaurita che lui non capisse.
- Per paura.- spiegò poi.- Perché non avrei saputo come comportarmi con te. Insomma, la situazione fra di noi era un po’…da chiarire.
James ci pensò su e ne dedusse che in fondo non aveva tutti i torti: solo fino all’altro giorno non sapevano come comportarsi, e ora stavano insieme.
- Sì, lo so…- borbottò Lily.-…è da scemi.
- No…- le disse lui all’orecchio.
- Me l’avevi chiesto apposta perché volevi chiarire?
- E anche per stare solo soletto con te, sì.
Il rossore di Lily diminuì un po’, mentre James faceva dei cerchi immaginari sulla schiena di lei; appena la vide farsi vicino al suo viso, lui annullò la distanza e la baciò.
Rimasero entrambi abbracciati a lungo, mentre il bacio si faceva più approfondito e le mani di James vagavano sulla schiena di Lily, in preda a brividi piacevoli e a quella bella stretta allo stomaco.
Poco dopo si staccarono e raggiunsero gli altri in Sala Grande, che si erano appena seduti.
- Vi degnate di sedervi con noi?- s’informò Remus ridendo.
- Solo perché abbiamo fame, Rem.- rispose Lily con un sorrisetto.
- Mi hai fregato la risposta!- protestò James, sedendosi accanto a lei.
- Lily, ti stai potterizzando, lo sai?- le fece notare Marlene.
- Capita, quando stai con i Malandrini.- commentò Peter.- Guardate Dorcas: si è felpatizzata.
- Ma poi ritorno normale.- rise lei.
- E ti pareva…- ridacchiò Sirius, giocherellando con i capelli di lei.
- Secondo te è normale  che la tua ragazza Appelli la mia sveglia e minacci di gettarla dal balcone per evitare l'interrogatorio?- chiese Alice a Sirius.
- Alice, dai!- esclamò Sirius con il suo solito ghigno.- Ho trovato la ragazza ideale e ora ti lamenti?
Dorcas arrossì un po', ma gli disse:
- Sai, Madama Chips dopo fa' visite per quelli che hanno il diabete; tu e James potreste andare, no?
- Concordo!- fece Lily.
- Ma chissà perché...- commentò James, scuotendo la testa ironico e scambiandosi uno sguardo d'intesa con Sirius.
Tutti risero e ripresero a mangiare, contenti che fosse il week-end.
Quando James agguantò la caraffa del caffè, un gufo planò davanti a Remus con una copia del Profeta stretta fra le zampe; Remus lo pagò e il volatile sparì.
Tutti si fecero tesi: quello era il momento che chiudeva lo stomaco a tutti. Alice impallidì, Frank si fece serio, Marlene osservò preoccupata le rughe che attorniavano la fronte di Remus che leggeva la prima pagina febbrile, Peter tremava e Mary abbandonò il toast; Dorcas si morse un labbro e Sirius le strinse subito la mano per tranquillizzarla. James fissò insistentemente il giornale; anche se aveva ricevuto ieri la lettera di sua madre, non potè non provare paura. Sentì la mano di Lily chiudersi attorno al suo polso, le dita che sfioravano il minuscolo giglio tatuato sulla sua pelle.
- Tutto bene, nessuno che conosciamo è morto.- li rassicurò Remus.
Tutti si rilassarono e ripresero a fare colazione.
Lily tirò un sospiro di sollievo; anche se i loro rapporti si erano deteriorati, Petunia rimaneva l’ultimo membro della sua famiglia e non avrebbe certo sopportato se le fosse successo qualcosa.
La sua famiglia. Era strano ora, andare a colazione e non ricevere notizie dai suoi genitori. Eppure, nonostante le mancassero terribilmente, si sentiva comunque bene: stava cominciando ad accettare la cosa a minuscoli passi; si era lasciata andare un po’ alle lacrime anche la sera prima e James non aveva mancato di consolarla.
Sentì che grazie a lui non sarebbe andata in mille pezzi e di questo ne era grata.

Era tutto ok, sua madre stava bene.
Lei era l’ultimo filo che la collegava a suo padre, la sua famiglia alla quale teneva.
James sorrise: se fosse accaduto il peggio, non sarebbe rimasto da solo.
I Malandrini ci sarebbero stati, lo sapeva: erano i suoi fratelli, dopotutto; così come sapeva ci sarebbero state le ragazze…così come ci sarebbe stata Lily.
Guardò le dita sottili di Lily che mollavano delicatamente la presa dal suo polso: se fosse accaduto il peggio, lui avrebbe comunque trovato rifugio nella tempesta, questo lo sapeva.
James sorrise mentre si portava la tazza di caffè alle labbra. Era contento, nonostante la guerra che imperversava là fuori. Diede un’occhiata di nascosto al profilo di Lily, seduta accanto a lui che parlava e ridacchiava con Alice, seduta di fronte a lei, e sorrise.
- Ehm…- fece Sirius, attirando l’attenzione di tutti.-…chi vuole l’ultima ciambella?
Dieci occhi fissarono avidamente l’ultima ciambella al cioccolato rimasta su un vassoio in mezzo a loro; dieci mani vi si tuffarono selvaggiamente sopra.
A spuntarla fu Lily, che la divise con James.
- Solo perché sono di buon umore…- si giustificò lei.
- Sì, certo…- commentò lui, divertito.
Entrambi risero, contenti di essere finalmente insieme e della bellissima giornata autunnale che avrebbero poi passato insieme.
Per molti poteva essere un giorno qualsiasi.
Per Lily e James era un nuovo giorno.





















NOTE: ehm, allora...credevo che fosse carino, ma rileggendolo...boh, ora non mi convince tanto; ma non ho voglia di riscriverlo perchè non avrei proprio idea di cosa fare, quindi vi offro questa roba qui sperando che sia di vostro gradimento.
siccome oggi sono anche buona vi avviso subito: dal prossimo capitolo preparate i fazzoletti perchè sarà moooooolto triste...ringrazierete i Mangiamorte di zio Voldy per questo.
bene, aspetto le vostre recensioni (o fucilate, dipende dai punti di vista) e di nuovo un gigantesco grazie a voi che avete lasciato 133 recensioni a questa storia, ciao!!! :)

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Capitolo 36
*** UN'AMARA FINE DI SETTEMBRE ***


I due uomini erano circondati da alte figure incappucciate; erano solo loro, non c’era nessun altro in strada. D’altronde, chi andava in giro per Nocturn Alley a quell’ora?
I due ingaggiarono una piccola lotta e atterrarono anche alcuni dei loro aggressori.
Ma quando sentirono quel sibilo sinistro dietro le loro spalle, capirono che l’appuntamento con la morte era ora arrivato…







 
 
 
 
 

Sirius si mise la felpa, sbuffando sonoramente.
- Dai, non fare così…- gli disse James mentre si sistemava la giacca a vento.
- Altro che Capitano, tu sei uno schiavista!- borbottò Sirius.- Insomma, allenarsi con questo tempaccio!
- Mica piove!
- Ma poco ci manca!
- Forse saremo costretti ad affrontare i Tassorosso in queste condizioni.
James vide Sirius annuire sconfitto e afferrare di malavoglia la scopa. Eppure, anche lui poteva capirlo: a causa degli allenamenti, era costretto a rinunciare al tepore della Sala Comune e ad una serata con Lily. Certo, avevano passato il pomeriggio insieme, ma era sicuro che una persona sana di mente non avrebbe definito “passare il pomeriggio insieme” starsene rintanati in Biblioteca a portarsi avanti con i compiti; l’unica cosa positiva era stata la mini pausa che avevano fatto nel Reparto dell’Invisibilità a baciarsi.
- Senti, innamorato imbambolato.- lo chiamò Sirius.- Io sarei pronto. Ci muoviamo, che prima iniziamo prima finiamo, così io, te e Frank ritorniamo presto dalle nostre donzelle?
James annuì e si diresse giù, dove vide Frank impegnato con Alice…in una conversazione decisamente non verbale.
- Paciock!- urlò James per prenderlo in giro.
Frank si staccò e chiese con voce roca:
- Quale dei due?
- Quello impegnato a pomiciare.- rispose Neville per James; anche il fratello quattordicenne di Frank era in squadra, nel ruolo di Battitore.
Frank arrossì e disse a James:
- La prossima volta, non fare certe battute davanti a mio fratello! Grazie.
James rise e si diresse verso le poltrone davanti al camino, dove Lily si stava piacevolmente affumicando in compagnia di Dorcas.
- Dorcas!- la chiamò Sirius.
- Che c’è?- chiese la ragazza.
- Se fra un’ora e mezza non mi vedi, la colpa è del ragazzo cretino della tua migliore amica qui presente!- rispose Sirius, facendo cenno a James e Lily ed esibendo la faccia di un condannato a morte.
- Ok…- fece Lily a Sirius.- Perché quando fa’ qualcosa che per me è sbagliata diventa Ramoso, mentre invece se fa’ qualcosa che per te è sbagliata diventa il mio ragazzo?
- Già, Sirius!- fece James, fingendosi offeso e portandosi teatralmente una mano sul petto.- Perché?
- Perché di sì!- rispose Sirius con ghigno, mentre si buttava su Dorcas.
- Lily, scusalo.- le disse Dorcas con una risata, respingendo Sirius.- Ma certe volte è proprio un figlio di un cane!
Lily rise, poi alzò lo sguardo su James e gli disse:
- Ci vediamo dopo, allora.
- Sicura che non ti soffrirai, durante la mia assenza?- domandò lui con un sorrisetto.
- Tranquillo.- lo rassicurò la ragazza con un sorrisetto fintamente angelico.- Andrò a farmi consolare da Wollestone, di Corvonero.
- Tu cosa?!?- esclamò James, strabuzzando gli occhi.
Lily rise di gusto e gli disse fra le risate:
- Dovresti vederti!
Le risate non si spensero, ma si aggiunsero le proteste perché James le fece il solletico per punizione.
- James, sono Caposcuola!- lo riprese lei fra le risate.
- E che vuoi fare?- la rimbeccò lui divertito.- Togliermi punti perché ti faccio il solletico? Tu potevi fare a meno di farmi ingelosire!
- Ehi, Capitano!- gli urlò Mary.- Ascolta, sono dovuta stare due ore e mezza chiusa in Biblio a portarmi avanti con i compiti per l’allenamento di stasera; quindi datti una mossa!
- Arrivo!- gridò James.
Si staccò da Lily e le mormorò all’orecchio:
- A più tardi…
Lei gli diede un bacio sulla guancia e gli disse:
- Attento ai Bolidi…
- Ok…- la rassicurò James.- Black!- urlò poi al suo amico mentre baciava Dorcas.
James vide Sirius rizzarsi e urlare con un ghigno irritato:
- Neville, dopo tiragli un Bolide in testa! E sappi che sono serio!- aggiunse rivolto a James, mentre accarezzava la testa di Dorcas un ultima volta prima di andarsene.
Venti minuti dopo, sette figure svolazzavano per aria nel campo di Quidditch, controllati da Madama Bumb per motivi di sicurezza, allenandosi duramente in quella fredda sera di fine settembre.

*.*


Il tepore della Sala Comune era davvero confortevole e Lily si raggomitolò sulla sua poltrona preferita dopo essersi messa il pigiama e la felpa di James; la ragazza ne respirò l’odore e se la strinse sul collo.
Remus era seduto vicino a Marlene e a Peter, mentre Alice era seduta su un cuscino accanto al camino.
- Alice, per caso vuoi cuocerti la schiena?- le chiese Dorcas, arricciandosi una ciocca di capelli.
- Ho freddo!- protestò Alice.
- Ma se fa’ caldo.- obiettò Marlene.
- Solo perché hai il tuo uomo accanto a scaldarti.- replicò Alice, con un sorriso malizioso.
- James e Sirius sono fuori, e non mi sembra che noi due stiamo morendo dal freddo.- aggiunse Lily, indicando se stessa e Dorcas.
- Ma hai la maglia del tuo ragazzo a scaldarti.- le ricordò Alice.
- Solo perché è comoda.- la prese in giro Marlene mentre Lily arrossiva.
- Io non ce l’ho, ma ho caldo lo stesso!- la rimbeccò Dorcas, trionfante.
- Inchiodata…- Alice schioccò le dita, infastidita per essere stata messa a tacere, ma sorrise ugualmente.
Tutti risero, poi calò il silenzio.
Alice e Dorcas continuavano a guardare fuori dalla finestra: da un paio di giorni non avevano ricevuto notizie da casa e cominciavano a preoccuparsi moltissimo.
In quel momento entrò la professoressa McGranitt; appena vide Lily voltarsi verso di lei, la donna fece cenno di seguirla.
- Ragazzi…- borbottò Lily, indicando la McGranitt.
Tutti si alzarono sorpresi e la seguirono fuori dalla Sala che cominciava lentamente a svuotarsi.
- Professoressa, è successo qualcosa?- chiese Remus.
- Ve lo diremo nell’ufficio di Silente.- rispose la McGranitt, in tono triste.
Lily cercò di controllarsi, sperando che non fosse successo niente a Petunia e che i suoi zii fossero già al sicuro in Irlanda.
Cosa avevano fatto i Mangiamorte, stavolta? Cosa aveva in mente Voldemort? Sarebbero riusciti a fermarli?
- Gelatina.- mormorò la professoressa McGranitt davanti a un gargoyle di pietra, che si mosse di lato rivelando una scala a chiocciola.
Lily si riscosse dai suoi pensieri e salì, sentendosi molto combattuta: una parte di lei era avida di sapere cos’era successo; l’altra temeva il peggio e non voleva sapere.
Appena entrarono, furono al cospetto di Silente, con un’aria seria e triste in volto.
Poco dopo, due ragazze furono invase dal dolore più straziante, mentre un’altra fu costretta a riassaporarlo un’altra volta, a causa di quel che avevano fatto questa volta i Mangiamorte di Lord Voldemort…

*.*


Quella sessione di allenamenti era finalmente finita. Il vento si era fatto più forte e in lontananza si sentivano i rombi lontani dei tuoni.
Avevano tutti finito la doccia e Neville Paciock era andato verso il castello con Sarah Morgan, l’altra Battitrice, e Sean Howard, il portiere.
James si allacciò le scarpe, l’ultimo come al solito a finire di cambiarsi e vestirsi: essendo Capitano, prima di fare la doccia e di rivestirsi controllava sempre che l’attrezzatura usata agli allenamenti fosse poi a posto.
- Ti muovi?- lo canzonò Sirius.
James gli fece una linguaccia e cominciò a mettersi la sciarpa e la giacca a vento, facendo tutto con estrema lentezza di proposito.
In quel momento, comparve una lontra argentea in mezzo alla stanza, che parlò con la voce di Marlene.
- Frank, Sirius…hanno ucciso il padre di Alice e il padre di Dorcas. Sbrigatevi!
La lontra si contorse a mezz’aria e sparì.
James alzò lo sguardo e lo pose su Sirius e Frank: erano seri e pallidi; sembravano pietrificati.
- Che aspettate?- gridò loro Mary.- Muovetevi, no?
I due ragazzi uscirono di corsa e si diressero a tutta velocità verso il castello.
- Non riesco a crederci…- sussurrò Mary, atterrita.
- Nemmeno io…- borbottò James, tirando su in fretta la lampo della giacca a vento.
I due uscirono dagli spogliatoi e corsero verso il castello a tutta velocità, cominciando a sentire le prime sporadiche gocce di pioggia che cominciavano a cadere.
James si sentì guardingo e nervoso all’improvviso: aveva come l’impressione che il Patronus di Marlene non avesse detto tutto…

*.*


Lily uscì dal dormitorio maschile, dove stavano ora Alice e Dorcas, sentendo una grande pena per loro; si passò una mano sugli occhi lucidi e sospirò triste e arrabbiata: quanto male dovevano ancora subire a causa dei Mangiamorte? Perché Voldemort era così sadico e malvagio, così intenzionato ad ucciderli tutti?
A riscuoterla dai suoi cupi pensieri fu un rumore di passi lungo le scale e poco dopo vide Frank correre in dormitorio, da dove provenivano i singhiozzi strazianti di Alice.
- Lily.- Sirius la raggiunse, trafelato.- Dov’è?
- Sul tuo letto.- rispose Lily.- Sirius?
- Che c’è?- chiese lui, impaziente.
- Non ha ancora pianto.- rispose Lily.- Falla sfogare, o starà ancora più male.
Sirius annuì e salì di sopra; Lily lo vide fermarsi e lasciar passare Frank con in braccio Alice pallida e in lacrime, poi entrò. Remus, Marlene e Peter uscirono per lasciar da soli Sirius e Dorcas.
- La porto da Madama Chips, ha avuto un capogiro.- mormorò Frank a Lily, che annuì e accarezzò i capelli di Alice per consolarla.
Lily rimase un istante - lungo o breve?- ferma lì, in piedi, poi si diresse verso il dormitorio maschile e chiuse la porta; prima di chiuderla, sentì Dorcas singhiozzare angosciata e la vide distesa sul letto di Sirius, abbracciata al suo ragazzo che cercava di consolarla.
- Lily?
La ragazza si voltò e vide Marlene che la guardava preoccupata.
- Glielo dirai, vero?- fece Marlene.
- Non lo so…- rispose Lily, capendo che si riferiva a ciò che le aveva appena riferito Silente.
- Lily, ti prego; non affrontare anche questo da sola.- le consigliò Marlene.
Lily annuì e scese in Sala Comune, sprofondando sul divano e perdendosi nei suoi pensieri. Non sentì nemmeno il ritratto aprirsi e i passi affrettati di James e Mary. Era troppo presa a farsi invadere dalla tristezza di quella notizia triste che aveva sconvolto ancora la sua tranquillità; proprio mentre combatteva per superare la morte dei suoi genitori, i Mangiamorte rovinavano i suoi progressi.
E si sentì presa anche da un senso di impotenza: lei era lì, al sicuro, e non poteva uscire e fare qualcosa per fermarli…
- Lily…
Lily si voltò e vide James sedersi accanto a lei.
- Che è successo?- chiese James, apprensivo.
- Erano a Nocturn Alley a fare la ronda, pochi giorni fa.- spiegò Lily.- Hanno incrociato un paio di Mangiamorte e hanno iniziato a combattere. Sono stati circondati da altri Mangiamorte…e li ha raggiunti Voldemort con il suo serpente.
James guardò il fuoco morente del camino e sentì montare la rabbia con forza: ancora quel mostro. Per colpa sua, delle sue amiche stavano soffrendo; quando era entrato in silenzio in dormitorio per mettere giù la scopa, aveva visto Dorcas piangere disperata fra le braccia di un Sirius che cercava di consolarla come poteva, impotente davanti a tanto strazio. E mentre entrava, aveva incrociato Frank che portava in infermeria Alice, straziata e prostrata al massimo.
Voldemort, colui che rovinava altre famiglie. Perché?
James spostò lo sguardo dal fuoco a Lily: gli sembrava tanto triste; troppo. E forse non era solamente per ciò che era appena successo.
- È successo qualcos’altro?- chiese James.
Lily scosse il capo esitante, senza guardarlo.
- Sicura?- fece lui, ansioso.
Lily non disse niente, ma si tormentò le dita che spuntavano dalle maniche troppo lunghe della felpa. James rimase in silenzio ad aspettare che Lily parlasse liberamente, senza forzarla.
- I Mangiamorte hanno distrutto la casa dei miei genitori.- mormorò Lily a bassa voce dopo un lungo momento di silenzio.- Me l’ha detto Silente poco fa. I miei zii non c’erano per fortuna, erano partiti ieri per Dublino.
Altra dose di rabbia che James cercò di reprimere: anche se la vedeva ridere e scherzare come suo solito, riusciva a percepire il dolore che attanagliava ancora Lily per la morte dei suoi genitori; si stava riprendendo lentamente, un passo alla volta. E i Mangiamorte avevano distrutto quei progressi.
Lily si passò una mano sulla fronte, come se volesse scacciare un forte mal di testa; gli occhi le si arrossarono immediatamente.
- Vieni qui…- mormorò James, attirando la sua testa sulla sua spalla.
Lily lo lasciò fare, mentre una lacrima cominciava a scendere, seguita poi da altre; James si mise in modo da stare appoggiato sull’angolo del divano, le gambe allungate, mentre Lily rimaneva fra le sue braccia, la testa appoggiata ora sul petto del ragazzo bagnato di lacrime silenziose.
James rimase un attimo a guardarla, troppo bella e troppo fragile in quel momento di sconforto; poi la prese in braccio e la portò su alla soffitta della torre.
Si distesero sul vecchio letto a baldacchino e James le diede un bacio in fronte, mentre le asciugava le lacrime che continuavano a scenderle dagli occhi.
- Sfogati…- le mormorò James con dolcezza.
Lily si raggomitolò fra le sue braccia, reprimendo a fatica i singhiozzi, desiderando con tutto il cuore che quella gelida notte di fine settembre fosse solo un brutto sogno dal quale potesse poi svegliarsi.
James desiderava con tutto il cuore che quello fosse solo un incubo, ma purtroppo per lui quella era la vita reale e tutto quello che poteva fare era abbracciare Lily e accarezzarle dolcemente la testa di lei poggiata nell’incavo tra la sua spalla e il suo collo mentre fuori la tempesta - quella che in quel momento imperversava con lampi e tuoni e quella che stava scatenando Lord Voldemort - continuava a sommergerli nel buio.
- Io...- provò a dire Lily alzando un po' la testa, ma s'interruppe, sopraffatta dai singhiozzi che cercava ancora di reprimere.
Cosa voleva dirgli? Di non preoccuparsi, che la cosa non la toccava?
Ma come poteva non toccarla, una cosa del genere? Come poteva fingere che niente era accaduto?
- Shhh...- le disse James all'orecchio.- Non dire niente, Lily.
Lily abbassò la testa, sconfitta, cercando ancora di trattenersi.
- Non tenerti tutto dentro, Lily.- le mormorò James.
E ancora una volta, quella soffitta la vide piangere.
- James...- singhiozzò lei.
- Sono qui.- le disse lui, accarezzandole dolcemente le spalle scosse dai singhiozzi.

Fu una fine di settembre amara per gli studenti di Grifondoro del settimo anno.
Frank cercava di consolare Alice in ogni modo, visto che era la seconda perdita in poco tempo che subiva.
Sirius si trovava nella condizione di dover consolare Dorcas di una perdita devastante, e gli sembrava che ogni cosa che dicesse o facesse fosse inutile, mentre per lei era tutto.
James stringeva Lily, sperando che questo potesse proteggerla dalla crudeltà e dalla lordura che quella guerra stava seminando in giro, sperando che il loro amore fosse forte abbastanza da poter allontanare le tenebre che li volevano circondare.


















 
 
 
 
 

NOTE: avete preso i fazzoletti??? io vi ho avvertito, l'altra volta...
che dire: appena le cose si sistemano, i Mangiamorte e lo zio Voldy rovinano la festa...sapete com'è, hanno mancanza di hobby.
beh, adesso la parola a voi, recensite e fatemi sapere che ne pensate. colui o colei che lascerà la recensione 150 avrà il prossimo capitolo dedicato.
baci baci :)

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Capitolo 37
*** SUPERARE IL DOLORE ***


Quando James si risvegliò, gli sembrò di essersi addormentato da poco, a causa della nottataccia e di quell’incubo. Ci mise un po’ a realizzare perché si sentisse triste, ricordandosi dopo cinque minuti del decesso del signor Prewett e del signor Meadowes e anche dei Mangiamorte che avevano distrutto la casa della famiglia Evans.
Lily dormiva fra le sue braccia, l’espressione del viso rilassata ma seria, segno che aveva fatto fatica ad addormentarsi; si vedevano ancora un po’ le tracce delle lacrime sulle sue guance. James la pose delicatamente dal suo petto sul suo materasso e diede un bacio leggero su una guancia, coprendola bene con la coperta; poi, si diresse verso il balcone, aprendo piano la porta-finestra.
Il ragazzo guardò il cielo che aveva striature rosate e dorate all’orizzonte, mentre in alto era ancora di un profondo blu cobalto e respirò l’aria fresca a pieni polmoni; a prima vista, sembrava che niente fosse accaduto, che ci fosse un’atmosfera di pace.
Invece, tutt’attorno aleggiava un’atmosfera di morte.
James pensò a come si dovessero sentire Alice e Dorcas: erano lì al sicuro dentro Hogwarts, mentre i loro padri avevano dato la loro vita per le loro figlie e per il mondo magico. Forse si sentivano in colpa per questo.
Questo pensiero gli fece riportare in mente suo padre, la sua morte, quel senso di colpa non totalmente sopito…risvegliato a causa di quell’incubo che a volte lo perseguitava ancora.
James chinò la testa e strinse più forte che mai il ferro della balaustra, serrando gli occhi con forza per non far uscire le lacrime che minacciavano di invadere le sue guance; sentiva ancora quell’orribile oppressione al petto che l’accompagnava ogni volta che faceva quell’incubo. Era già capitato qualche giorno fa e Lily se n’era accorta, consolandolo in quell’occasione; e si era sentito maledettamente in colpa: lui che si faceva consolare da lei, che doveva superare ancora la morte dei suoi genitori? Si chiese se poteva essere più egoista di così.
A distrarlo da quei pensieri amari fu un abbraccio da dietro e una testa che si posava morbidamente sulla sua schiena; sentì quel bacio leggero e gli sembrò che quel peso cominciasse a svanire.
Lily si limitò a respirare lievemente, mentre sentiva la mano fredda di James stringere le sue mani calde poggiate sul ventre.
Rimasero così a lungo, guardando il sole che faceva capolino fra le nubi bianche, annunciando una nuova giornata. Quello spettacolo diede loro speranza.
Rimasero in silenzio; non c’era bisogno di parole, ora: bastava quel momento.
James si voltò piano e strinse Lily a sé con forza, una mano fra i suoi capelli e l’altra sul fianco, il pollice che andava su e giù.
Lily respirò piano il suo profumo, aggrappandosi alle sue spalle e sfiorandogli i capelli.
- Finirà presto, James…- mormorò Lily.- Vedrai.
- Lo spero, Lily…- mormorò James.- Lo spero.

*.*


Quando Lily entrò in dormitorio, vide Marlene e Mary serie come non mai, una Alice stravolta e una Dorcas totalmente smarrita.
Lily abbracciò entrambe con forza e disse loro:
- Noi ci siamo…
- Grazie, pucci…- mormorò Alice tentando di sorridere, ma producendo solo una smorfia contratta.
Dorcas non disse niente, ma si strinse ancora di più in una felpa di Sirius, limitandosi ad annuire.
Rimasero tutte e cinque in silenzio, finchè non entrò la McGranitt.
- I funerali saranno entrambi domani pomeriggio.- annunciò loro la donna in tono serio.- Fra qualche ora potrete partire. Condoglianze.
- Professoressa…?- la chiamò Alice con voce incerta.
- So cosa mi sta chiedendo, signorina Prewett.- la interruppe la professoressa.- Il preside ha detto che il signor Paciock e il signor Black possono venire domani prima del funerale e quando sarà finito torneranno a Hogwarts. Li ho già avvertiti.
- Ma…- provò a ribattere piano Dorcas.
- Niente “ma”, mi dispiace.- disse la McGranitt in tono triste.- Hanno già perso una settimana di scuola, il professor Silente non vuole far perdere loro altri giorni di studio. È anche per motivi di sicurezza.
Dorcas e Alice si limitarono ad annuire.
Quando la porta si chiuse, Marlene chiese a Lily:
- Gliel’hai detto?
- Sì…- rispose Lily.
- Tu come stai?- chiese Mary.
- Non lo so…- ammise Lily.
Ed era vero: non lo sapeva proprio. Aveva sempre saputo che, dopo la loro morte, non avrebbe messo più piede nella casa dei suoi genitori; ma che quella casa, l’unica cosa che la legava a loro, venisse distrutta in quel modo…  
Lily si diresse in bagno e si guardò allo specchio, considerando che aveva passato nottate migliori: sulle guance c’erano ancora, ma meno evidenti, le tracce delle lacrime che aveva versato durante la notte; gli occhi erano stanchi e le dolevano un po’, segno della fatica avuta nell’addormentarsi. La ragazza si passò una mano sulla fronte, sospirando seccamente; poi si sciaquò il viso.
Quando rialzò lo sguardo dopo essersi asciugata con l’asciugamano, lo specchio le restituì l’immagine di una ragazza che voleva combattere. Non avrebbe permesso a nessuno di far soffrire ancora le persone che amava o James, mai.
“Dovranno passare sul mio cadavere” si disse Lily con decisione.
Era sicura di una cosa: ce l’avrebbero fatta. Lei e James ce l’avrebbero fatta.

Quando James entrò in dormitorio non fu sorpreso di trovare Sirius parecchio incazzato e Frank troppo serio.
- Che c’è, Felpato?- chiese James.
- La McGranitt.- borbottò Sirius in risposta, stringendo i pugni per cercare invano di calmarsi.- Ha detto che io e Frank possiamo andare al funerale.
- E qual è il problema?
- Il problema sta nel fatto che partiamo domani, stiamo ad assistere al funerale, rimaniamo giusto una o due ore a consolarle e poi torniamo a Hogwarts.- spiegò Frank.- Alice e Dorcas tornano il giorno dopo il funerale, per via del testamento.
- Secondo te, io ce la faccio a lasciare la mia ragazza da sola per tutto questo tempo?- scattò Sirius, dando un pugno all’armadio.
- Sirius…- cominciò James.
- Non dirmi di calmarmi!- lo avvertì Sirius, spazientito.
James rimase un attimo in silenzio, poi gli disse:
- So cosa provi. Anche io ero incazzato nero perché la McGranitt non voleva lasciarmi andare.
- Con la differenza che sei andato da Lily addirittura prima del funerale.- sbottò Sirius, sedendosi sul letto.
- Mi lasci finire?- domandò James sullo stesso tono.- Quello che voglio dire è che non conta se starai con una persona uno o due giorni in più. Conta il momento, Sirius! Conta quanto le stai accanto.- concluse poi pacatamente.
Sirius abbassò la testa, guardando il pavimento.
- L’unica cosa che Dorcas vorrebbe ora è avere te accanto.- continuò James.- Non importa se per mezz’ora, un giorno…lei vuole te. E credimi, per una persona che attraversa un momento di difficoltà questo è importante.
Sirius annuì. Ma rimase comunque incazzato.
- Sei ancora incazzato?- chiese Peter, timoroso.
- Incazzato nero.- rispose Sirius.
- E con chi?
- Con Voldemort.- disse la voce roca di Frank.- Con quel bastardo e con i suoi amichetti Mangiamorte.
- Non so cosa mi trattenga dall’alzarmi e andare a cercarli per strangolarli uno ad uno.- borbottò Sirius.
- Il fatto che sei innamorato.- disse James in tono un po’ amaro.- I Mangiamorte hanno distrutto la casa dei genitori di Lily; era l’ultima cosa che le rimaneva di loro. Credimi, mi trattengo dall’andare a cercare Voldemort solo perché non voglio abbandonare Lily a causa sua.
Nel dormitorio calò il silenzio.
James andò in bagno e si guardò allo specchio: sapeva che fuori Hogwarts tutto sarebbe stato diverso, lo sapeva già; la guerra impazziva, era praticamente impossibile progettare un futuro solido, sia che si stesse da una che dall’altra parte della barricata. Eppure, qualcosa in lui gli dava la forza per combattere. Si era allenato per tutta l’estate per dare un senso alla sua vita, per proteggere sua madre, per proteggere gli altri, per vendicare suo padre…per proteggere Lily.
Lily…
Lei avrebbe combattuto, lo sapeva. Sapeva essere fredda e bruciante come il ghiaccio della Siberia, era determinata e brillante; il coraggio non le mancava. Anche lei voleva reagire a quella situazione, lo sapeva.
Avrebbero combattuto.
Insieme.

Lily aveva visto molti spettacoli strazianti, ma nessuno era paragonabile alla partenza di Alice e Dorcas per i funerali.
Frank mormorava ad Alice parole di conforto all’orecchio, la consolava.
Sirius non riusciva a dire niente, stringeva soltanto Dorcas a sé.
Gli abbracci non erano mai abbastanza in quella situazione, le parole di conforto mai sufficienti.
Lily non voleva lasciarle andare da sole, le sembrava ingiusto; loro erano state vicino a lei quando c’era stato il funerale dei suoi genitori, mentre lei non poteva muoversi dal castello.
Alla fine, il momento dell’addio non potè essere ritardato a lungo e le due ragazze furono costrette a lasciare la Sala Comune e immergersi un’altra volta nel mondo reale, affrontarlo nel suo aspetto più drammatico.
James vide Sirius e Dorcas che finalmente bisbigliavano fra di loro e intuì la loro riluttanza nel separarsi. Quando il ritratto si richiuse, James diede una pacca sulla spalla a Sirius; odiava vedere suo fratello così, con quello sguardo spento.
- Ce la faremo, Sirius.- gli disse James, in tono fiducioso.
Sirius rimase in silenzio e per James quella fu l’unica volta che si spaventò nel vederlo in quello stato di tristezza e rabbia repressa.

*.*


Che i fumi dell’alcool facessero dimenticare tutto, per James e Sirius era una cazzata immensa.
Sirius era tornato quel pomeriggio dal funerale del padre di Dorcas e James l’aveva convinto a fare una capatina proibita alla Testa di Porco a Hogsmeade, quella sera.
- Luogo adatto per deprimersi bene…- borbottò Sirius, bevendosi il suo sorso di Whisky Incendiario.
- Come è stato?- chiese James.
- Come solo un funerale può esserlo.- rispose Sirius.- Come ti sentivi, quando hai visto Lily in quello stato orribile?
James bevve un sorso di Whisky e disse:
- Male. Non sapevo cosa dire o fare per consolarla.
- Quindi puoi capirmi, se ti dico che ogni cosa che facevo e ogni parola che dicevo a Dorcas mi sembrava inutile?- chiese Sirius.
- Sì.- rispose James.- Puoi dire o fare quello che vuoi, ma non ti sembrerà mai abbastanza per tirarla su di morale.
- Eppure a lei bastava.- considerò Sirius.- Ho passato due ore dopo il funerale chiuso con lei in camera sua, dopo. Sembrava stare già un po’ meglio.
I due bevvero un lungo sorso di Whisky e James disse con un sorrisetto:
- Io e te siamo troppo innamorati, Felpato.
- Da poligamo sono diventato monogamo.- ridacchiò Sirius.
In quel momento arrivò il proprietario del locale, Aberforth - il fratello minore di Silente - che chiese loro bruscamente:
- Ancora qui?
- Ab, ci hai dato il Whisky solo cinque minuti fa.- gli fece notare James.- Insomma, dacci il tempo di digerirlo bene, no? E poi, devo tirare su questo bellimbusto qui!- aggiunse, facendo cenno a Sirius che gli mostrò scherzosamente il dito medio.
- Cos’hai fatto, Black?- chiese Aberforth.
- Cose che i Black che conosco non fanno.- rispose Sirius.
- O hai messo degli Schiopodi nelle mutande di tuo fratello o ti sei innamorato.- ipotizzò Aberforth.
- La seconda.- disse Sirius con un sorrisetto.
- Ab, ma sei un genio!- esclamò James con un ghigno.- Ma come fai?
- Semplice.- rispose l’uomo in tono secco.- Ha la stessa faccia da coglione lesso che avevi tu quando sei venuto qui con lui a festeggiare che ti eri messo con quella ragazza che ti piaceva.
- Allora ci ascolti, eh?- commentò James.
I due ragazzi si guardarono e scoppiarono a ridere, mentre Aberforth si allontanò scuotendo la testa.
- Vabbè, passando al lato comico, se così si può dire…- fece James.- Come è andato l’incontro con il bisnonno della tua amata? Mi hai detto solo che l’hai incontrato.
James sapeva che la madre di Dorcas era una Hurlington, una delle famiglie Purosangue più influenti e bastarde della nazione; il nonno materno di Dorcas, al contrario della famiglia, era finito a Grifondoro e si era sposato con una strega francese, una ballerina dotata di origine tedesca - che spiegava quindi come mai Dorcas sapesse alla perfezione il francese e il tedesco - e per questo era stato disconosciuto. Dal matrimonio erano nati due gemelli, ovvero la madre di Dorcas e il fratello Joseph detto Joe, che aveva sposato una Nata Babbana dalla quale aveva avuto due figli - un maschio di diciotto anni e una bimba di otto anni - e gestiva uno studio di tatuaggi - era da lui che James e Sirius si erano fatti i loro tatuaggi. Entrambi i gemelli erano finiti a Grifondoro e aveva destato scalpore tra i Purosangue puristi il matrimonio tra Valerie Hurlington e il padre di Dorcas, perché non aveva nobili natali.
Sirius ghignò e disse:
- Allora, dopo pranzo eravamo io e lei a prendere un po’ d’aria in giardino; poi suo cugino Logan l’ha chiamata dentro dicendo che era arrivato il bisnonno, da loro chiamato “il diavolo incarnato”, e che voleva vederla.
- E che voleva, il caro Manfried Hurlington?
- Dirle che lui si sarebbe preso la responsabilità della sua tutela e che per questo avrebbe dovuto smettere di frequentare Hogwarts e mollare il sottoscritto.
- Scherzi?- James storse il naso.- E lei?
- Ha detto che aveva già un tutore, ovvero suo zio Joe, e che lei era pure maggiorenne e che non avrebbe tenuto conto delle opinioni di “un vecchio snob, stronzo e arrogante” come lui.
- Wow, hai proprio trovato pane per i tuoi denti!
I due ragazzi risero ancora e più forte di prima. Non sapevano il perché di quella risata; ma era una valvola di sfogo, un modo per dimenticare la brutta realtà la fuori.

*.*


Era venerdì pomeriggio e finalmente si cominciava a respirare l’aria del week-end. Lily era appena uscita dalla Biblioteca, mentre James era andato a prenotare il campo di Quidditch per i prossimi allenamenti. La ragazza sospirò, cercando di mitigare la sua preoccupazione per lui: si notava che aveva l’aria un po’ tirata e aveva paura che avesse ancora quegli incubi sulla morte di suo padre.
Mentre camminava, sentì dei passi dietro di lei. Questo la inquietò molto; si mise una mano in tasca per prendere la bacchetta e si voltò a fronteggiare Severus Piton.
- Mi stai seguendo?- chiese Lily.
- Devo parlarti.- rispose Piton.
- E per caso, chiamarmi e chiedermi “ti va di parlare?” ti sembrava fuori luogo?- replicò Lily.
Piton rimase in silenzio, poi disse:
- Quello che devo dirti è una cosa importante.
- Ovvero?- chiese Lily.
Piton inspirò ed espirò per prendere coraggio, poi disse di getto:
- Lascia perdere Potter.
“Ancora…” pensò Lily, irritata.
- Te lo ripeterò ancora una volta, Severus.- sbottò Lily.- La mia vita sentimentale non ti riguarda, così come non ti riguardo più io.
- Lily, maledizione!- gridò Severus con così tanta forza da farla impallidire e arretrare verso il muro.- Io ci sto male quando vi vedo insieme, ok? Ci sto di merda!
- Così come io sto male a vedere te insieme ai tuoi amichetti Mangiamorte!- replicò Lily con forza.- Devo ricordarti cos’ha fatto Mulciber a Mary, due anni fa? Devo ricordarti cos’è successo ai miei genitori? Devo ricordarti che i padri di due mie migliori amiche sono appena morti per colpa dei tuoi? Devo…
- Lily, lascialo e vieni con me!- la interruppe Piton, avvicinandosi pericolosamente e prendendola per il polso.
- Severus, mollami!- esclamò Lily, arrabbiata e anche spaventata.
- Potter ti farà soffrire!- gridò Piton, trattenendola ancora.- Io posso salvarti! Lo capisci che sarai al sicuro solo con me?
- Con te, che stai dalla parte di Voldemort?- gli chiese ad alta voce Lily con forte scetticismo.
- Io ti amo!- le urlò Piton.- E tu verrai con me!
Piton, ansimante e con gli occhi folli e sbarrati, si fece troppo vicino e cercò di bloccarla per baciarla, ma Lily riuscì a divincolarsi e a schiaffeggiarlo con forza.
- Ti rendi conto delle cazzate che mi hai appena detto?- sibilò Lily, tremante di rabbia.- Io non voglio più avere niente a che fare con te, lo sai bene; abbiamo scelto due strade diverse. E forse hai ragione, con James non sarò mai al sicuro; ma preferisco vivere nel pericolo con lui che al sicuro con te, perché lui mi ama: e oltre che avermelo detto me l’ha dimostrato veramente, mentre tu non hai fatto proprio un bel niente per dimostrarmelo!
Lily corse subito via, lasciando Piton ferito e sconvolto. In dormitorio, si rinchiuse in bagno e si lavò con forza, cercando di scacciare l’odore del Serpeverde dalla sua pelle e il ricordo di quello che era appena successo.
Si appoggiò al lavandino e sospirò con forza, il cuore che batteva a mille per la paura.
La porta si aprì e comparve Marlene.
- Scendo a cena, vieni an…Lily, che è successo?
Lily alzò lo sguardo, notando di non avere una bella cera; e anche Marlene lo aveva notato, perché chiuse la porta e le chiese con ansia:
- Lily, che c’è?
- Niente…- rispose Lily, con voce un po’ tremante.- È solo che…Severus…
- Ancora lui?- Marlene si rabbuiò.- Che cosa ha fatto?
- Il solito.- commentò Lily, lo sguardo a terra.- Mi ha detto le sue solite cose terribili su me e James, ha detto che mi ama e…ha tentato di baciarmi.
- Cosa?!?- gridò Marlene.
Lily guardò a terra, ferita: Severus era stato quasi violento con lei; e lui con lei non lo era mai stato. Mai.
- Lily…- Marlene l’abbracciò delicatamente; sapeva quanto fosse psicologicamente delicata la questione.- Non farti turbare da lui; lascialo perdere. E dillo a James.
- Non posso…- sussurrò Lily.
- Perché?- chiese Marlene.
- Perché non voglio che vada a vendicarsi e a mettersi nei guai.- rispose Lily, impaurita.
- Lily, se lo scopre per caso da qualcun altro, sarà molto peggio!- replicò ragionevolmente l’amica.- Ti fidi di lui?
- Sì.- disse Lily con decisione.
- E allora diglielo.- le consigliò Marlene.- Diglielo e imposta tu il discorso per dirgli di non andare a vendicarsi; vedrai che non farà niente.
Lily rimase in silenzio. Il suo equilibrio stava per essere turbato sempre più, aveva paura di impazzire.
- Vieni a cena?- chiese Marlene.
- No, non ho fame.- rispose Lily.
- Come vuoi.- disse pazientemente Marlene.- Ma non stare troppo a digiuno. A James che dico?
Lily ci pensò un po’ su e gli disse:
- Che gli devo parlare dopo cena, al solito posto.
- Il solito posto?
- Lo sa lui…
Marlene le diede un bacio sulla guancia e la lasciò un po’ riluttante.
Quando si mise vicina a Remus, James le chiese:
- Marlene…e Lily?
- Ha detto che non ha fame. - rispose la ragazza.- E che ti aspetta al solito posto dopo cena, vuole parlarti.
- Ma sta bene?- insistette James, capendo al volo quale fosse il posto.
- Insomma…- commentò Marlene, seria.- Le è successo qualcosa che non è stato proprio…bello.
James annuì, cercando di essere calmo, ma pieno di apprensione. Che voleva dire? Cosa le era successo?
- Ah, James…- lo chiamò Marlene.- Meglio se le porti anche qualcosa da mangiare, dopo…
James annuì e poco dopo uscì dalla Sala Grande con gli altri e si fece accompagnare da Sirius nelle cucine, dove prese un bel po’ di tramezzini e una bottiglietta d’acqua e spiegò all’amico la situazione.
- Ma avete litigato o cosa?- chiese Sirius, confuso, mentre risalivano.
- No.- rispose James, confuso quanto lui.- Non so cosa sia successo; spero non sia niente di grave.
Appena arrivarono nel Salone d’Ingresso, videro Frank correre veloce urlando:
- Alice!
Sirius si bloccò e James gli disse con un sorrisetto:
- Va’ dalla tua bella, innamorato.
James salì le scale e quando si voltò vide Sirius che sollevava Dorcas da terra e la stringeva a sé con forza. A quella vista sorrise; poi ritornò serio e si diresse in Sala Comune a prendersi una felpa. Perché sapeva bene che la cima della Torre d’Astronomia in autunno era un luogo tutt’altro che caldo.

*.*


Si era messa la felpa di James e le sembrò che l’odore della pelle di Piton cominciasse a svanire.
Lily rabbrividì ancora: non riusciva a togliersi dalla testa il volto folle di Piton e aveva ancora sul polso, anche se ora un po’ meno evidenti, i segni delle dita di lui che tentava di trattenerla.
Aspettava James con impazienza; voleva dirglielo stando più calma possibile, si era preparata il suo discorsetto in testa per cercare di non preoccuparlo eccessivamente…
Guardò il paesaggio e cercò di calmarsi, sospirando con forza ma anche un po’ tremante.
“Andrà tutto bene, Lily…” cercò di dirsi la ragazza, ma inutilmente.
- Lily…?
Tutta la poca calma che Lily aveva cercato di richiamare a sé sembrò svanire appena vide James davanti a sé, con un sacchetto in mano e lo sguardo preoccupato; Lily gli saltò al collo, tremante e impaurita.
James lasciò cadere il sacchetto, la strinse a sé e le chiese:
- Che è successo?
Lily rimase in silenzio e poi mormorò:
- Piton…
James sentì qualcosa di viscido e squamoso con mille artigli infilzargli il petto; tuttavia, cercò di calmarsi e le chiese solo:
- Che ti ha fatto?
- I soliti discorsi idioti.- rispose Lily staccandosi un po’ da lui per guardarlo meglio, gli occhi lucidi.- Ha detto che ti devo mollare, che con te non sarò mai al sicuro, che mi ama e che mi vuole dalla sua parte. E poi…
Lily si morse un momento il labbro; poi, lo sguardo basso e piena di vergogna, mormorò:
- Ha perso la testa e…e ha cercato di baciarmi…
James impallidì: Piton aveva fatto cosa?
- È stato quasi folle…- mormorò Lily con voce rotta.- Non si è mai comportato così con me; è stato orribile…
James non disse niente, sospirando forte per calmarsi. Piton che ancora cercava di turbarla in quel modo? Avrebbe tanto voluto andare a cercarlo ora e picchiarlo a sangue, ma c’era qualcosa che lo tratteneva.
- James, ti prego, non fare niente…- mormorò Lily con voce flebile, riscuotendolo dai suoi pensieri.- Te l’ho detto perché mi fido di te e non voglio che tu vada nei guai e…
Il resto si perse fra i singhiozzi. James si corresse; non c’era qualcosa che lo tratteneva dall'andare a picchiare il Serpeverde, ma qualcuno: Lily.
- Lily…- James abbassò il viso per metterlo alla stessa altezza di quello di Lily.- Lily, amore, guardami.
Lily alzò lo sguardo e James le disse:
- Non avere paura, Lily. Non succederà più.
- Tu non hai visto come mi guardava.- singhiozzò Lily.- Questo è il motivo per cui ho paura. Paura che facciate tutti e due qualcosa di folle.
James le asciugò le lacrime e le disse:
- Amore, non farò niente, te lo giuro. Se accadrà di nuovo, andremo da Silente e risolveremo così la situazione. E soprattutto, non badare nemmeno a ciò che dice Piton. Non posso prometterti che saremo al sicuro, una volta usciti da Hogwarts; ma posso prometterti che farò qualsiasi cosa per proteggerti.
Lily annuì e si strinse ancora a James, cominciando pian piano a calmarsi e ad asciugarsi le ultime lacrime.
Rimasero un po’ in silenzio.
- Va meglio?- chiese James.
- Ora sì…- rispose lei, guardandolo.
Aveva ancora gli occhi un po’ lucidi, ma si era calmata.
James le sorrise e la baciò dolcemente; Lily si abbandonò a quel bacio, sentendosi protetta, calma, rassicurata…e si sentì quel rumorino.
- Cos’era?- chiese James sospettoso, staccandosi da lei.
- Ops…- Lily sorrise impacciata, tenendosi lo stomaco.
- Direi che ho fatto bene a portar questi.- James prese da terra il sacchetto con i tramezzini e l’acqua.
Lily sorrise, fece apparire un plaid gigante ed entrambi si sedettero lì a guardare le stelle e a sentire i rumori notturni.
- Grazie, amore…- disse Lily, dandogli un bacio sulla guancia.
- Mangia, va’…- disse James, sorridendo.
- Lo sto facendo!- protestò Lily a bocca piena.
- Maleducata, non si parla a bocca piena!- la riprese allegramente James.
Lily ingoiò e chiese fra le risate:
- Allora…tu e Sirius potete mangiare peggio di due maiali e parlare a bocca piena e io no?
- Non mangiamo peggio di due maiali!- protestò James.
- Nooooo…- commentò Lily, attaccando il secondo tramezzino.- Cosa c’è peggio di un maiale?
James scosse la testa; cinque minuti dopo, Lily aveva finito di mangiare e aveva fatto Evanescere il sacchetto e i tovagliolini di carta, mettendosi seduta fra le ginocchia di James, la schiena appoggiata al suo petto. James faceva dei cerchi sulla sua felpa, che per lui stava prendendo il profumo di Lily.
- Va’ meglio?- gli chiese Lily.
James la guardò confuso e Lily gli disse:
- Mi sembri un po’ stressato in questi giorni; non hai una bella cera.
- Non è niente…- minimizzò James.
- Sicuro?- chiese Lily.
James rimase in silenzio un po’, poi disse piano:
- Solo un po’ di incubi…
Lily lo attirò a sé sulla sua spalla, accarezzandogli i capelli, e James sospirò, sentendo la preoccupazione degli ultimi giorni sciogliersi un po’.
- È che mi sono preoccupata in questi giorni.- confessò Lily.
James alzò la testa e disse, sorridendo un po’ impacciato:
- Cioè, fammi capire…io mi sono preoccupato per te, e tu ti sei preoccupata per me?
- Mi sa che dovevamo parlarci…- ridacchiò Lily.
James sorrise e le baciò la punta del naso.
In quel momento si sentì un rumore di passi e poco dopo c’erano Sirius e Dorcas, impegnati a baciarsi, lei avvinghiata ai fianchi di lui con le gambe.
James ridacchiò piano e poi disse loro ad alta voce:
- Con calma, fate come se non ci fossimo!
Lily gli diede una leggera gomitata sulle costole e Sirius, dopo essersi schiarito la voce, chiese:
- Che ci fate qui?
- Potremmo farvi la stessa domanda.- rispose James sorridendo.
- Ci avete fregato il posto?- lo riprese Sirius, ghignando.
- Ehi, piano!- esclamò James, ghignando a sua volta.- Questo è il nostro posto! Ti devo ricordare che io e lei ci siamo baciati qui?
- Non serve, egocentrico che non sei altro…- rispose Sirius.- E comunque, dove sta scritto che questo è il vostro posto?
Lily ridacchiò e si alzò per salutare Dorcas.
- Va un po’ meglio?- le chiese.
- Tiro avanti.- rispose lei scrollando le spalle, lo sguardo ancora un po’ abbacchiato.
- Beh, direi che non ha più tanto senso ormai stare soli soletti.- considerò James con un ghigno.- Voglio dire, ormai siete qui; non sono così cattivo da cacciarvi.
- Ma che fratello magnanimo che ho!- esclamò Sirius, facendo apparire un plaid enorme per lui e Dorcas.- E comunque, sono meglio di te. Avrai baciato Lily qui…ma io ho offerto una cena e senza spendere.
- Perché l’hanno offerta le cucine di Hogwarts.- considerò Dorcas, appoggiando la testa sulla sua spalla.
- Senti, acidona!- la riprese Sirius, cingendole le spalle.- Mi devi rovinare tutti i momenti?
- Lo sai che sono allergica al diabete!- gli ricordò Dorcas.- Certo, non mi ha impedito di mangiarmi quella torta al cioccolato…
-…e nemmeno di parlare a bocca piena.- la interruppe Sirius.
- Allora, fammi capire…- fece Dorcas, allontandandosi da lui, imbronciata e togliendo il suo braccio dalle sue spalle.- Se lo fate tu e il moroso scemo della mia migliora amica va bene; se lo faccio io, no.
- Ma tu guarda!- esclamò Lily, guardando James.- Un déja-vu.
- Anche lei parla a bocca piena?- chiese Sirius.
- Sì…- rispose James.- Pensi di aver trovato una ragazza fine ed elegante; e invece…
-…ti ritrovi una maleducata che parla con la bocca piena.- concluse Sirius.
Le due ragazze si guardarono complici e diedero un pizzicotto ai loro fidanzati.
- Ahi!
- Ahia!
- Che avete combinato?- chiese una voce.
I quattro si voltarono e videro Remus e Marlene sulla porta.
- Niente…- mugugnarono i due.
- Soltanto i cretini, che volete che sia.- aggiunse Lily.
- Anche voi qui a godervi le stelle?- chiese James.
- Era questo il programma, sì.- rispose Marlene.- Se volete stare…
- McKinnon, siediti e non scocciare!- la interruppe Sirius con il suo ghigno.
La caduta di Sirius per evitare la sberla giocosa che Dorcas voleva rifilargli fece scatenare ai presenti grosse risate.
- Ah, allora siete qui!
Quando si voltarono, videro Mary e Peter, che si stavano tenendo la pancia.
- Volete accomodarvi anche voi?- chiese Remus.
Quando anche loro si furono accomodati, Dorcas considerò:
- Ok, manca solo la coppietta felice e diabetica…
- Vado a cercarli per chiedere loro di raggiungerci?- chiese Peter.
- Coda, vorranno stare in intimità, no?- lo rimbeccò Sirius, sottolineando ben bene la parola “intimità”.
- Credimi, da quel che dice Alice, certe volte a loro basta poco.- rise Marlene.
- Ma fatto bene.- aggiunse Lily.
- Da quando fai la maliziosa?- chiese James.
- Sempre stata.- lo rimbeccò lei, facendogli il verso.
- Eh, no!- protestò James allegramente.- Anche il verso mi fai?
- James Charlus Potter! Ma è possibile che ti lamenti sempre?
Alzarono tutti lo sguardo e videro Alice e Frank che entravano.
- E ora che c’è la coppietta felice e diabetica…- iniziò Marlene.
-…ci siamo tutti!- concluse Mary, alzando le braccia al cielo.
- Più il cibo!- aggiunse Peter, occhieggiando un sacchetto fra le braccia di Frank.
- E la dieta va a farsi…- cominciò Sirius, ma Dorcas lo riprese:
- Dicevi, Sirius?
- Benedire, stavo dicendo benedire.- disse frettolosamente.
- Si, certo…- commentò Dorcas scettica, ma sorridendo appena.
- Mia suocera pensa che siamo tutti denutriti.- li informò Alice dopo aver abbracciato tutte le ragazze.
Rimasero lì a mangiare, a ridere e a guardare le stelle, finchè non decisero di rimanere lì sulla torre a passare la notte; allora fecero comparire altre coperte e dei cuscini e uno alla volta, si addormentarono sotto il manto stellato.
James e Lily non si addormentarono subito, nonostante si fossero scambiati il bacio della buona notte; rimasero svegli a guardare le stelle, a guardarsi e a coccolarsi silenziosamente.
Lily avvertì la mano di James che vagava fra i suoi capelli, arricciandoseli al dito, mentre l’altra le accarezzava la schiena, i fianchi, il ventre, il viso…
Poi la sentì andare sotto la maglietta che la felpa copriva, all’inizio un po’ esitante, quasi a chiedere il permesso; Lily per tutta risposta si fece ancora più vicina al petto di James, continuando ad accarezzarglielo, e lui prese quel gesto come un sì.
Il ragazzo la fece salire piano, avvertendo i brividi di lei; si fermò quando arrivò all’allacciatura del reggiseno. James si limitò a sfiorarlo, poi continuò a fare con il dito dei cerchi sulla pelle di Lily.
Poi rabbrividì un po’ anche lui e capì il perché: anche la mano di Lily era andata sotto quello strato di felpe e magliette, toccandogli la pelle del fianco.
Entrambi rimasero così, piacevolmente sospesi.
Lily sentì la mano di James continuare ad accarezzarle dolcemente la schiena mentre lei gli accarezzava il fianco delicatamente; sospirò piano, rilassandosi finalmente dopo tanto tempo.
- Sai, hai un effetto tranquillante.- bisbigliò Lily con voce un po’ assonnata.
James sorrise fra i suoi capelli, notando poi che si era addormentata; la trovò bellissima in quel momento, addormentata pacifica, sembrandogli sempre più una bambina. Sentì anche lui una forte calma in quel momento.
“Anche tu mi fai un certo effetto tranquillante, Lily” pensò divertito James prima di addormentarsi a sua volta; e stavolta senza incubi.



 
 
 

Quella notte, il professor Silente si fece un giro per i corridoi scuri di Hogwarts e decise di salire sulla Torre di Astronomia.
Fu sorpreso nel constatare che l’intero dormitorio del settimo anno di Grifondoro era a dormire lì sulla terrazza della torre, ma ne fu piacevolmente colpito.
Era la prova, per lui, che l’amore e l’amicizia potevano sempre trionfare.
Sapeva che quel gruppetto di amici era stato sconvolto da lutti e situazioni spiacevoli; ma il fatto che fossero tutti lì insieme era un modo per superare il dolore degli ultimi tempi.
- Professor Silente…- lo chiamò la voce della professoressa McGranitt.- Cosa sta…?
- Abbassi la voce, Minerva.- sorrise il preside.- Guardi: la prova inconfutabile dell’amicizia.
La professoressa McGranitt riuscì a trattenere a stento un urlo di sorpresa: tutti gli allievi del settimo anno della sua Casa erano lì a dormire.
- Lasciamoli qui, Minerva.- disse Silente con un sorriso.- Domani è sabato, per cui potranno svegliarsi tardi senza problemi.
La McGranitt annuì, ancora sorpresa.
Silente si mise a guardarli tutti mentre dormivano, sorridendo divertito e intenerito davanti alle smorfie pacifiche di Peter Minus, il volto di Sirius Black sepolto fra i capelli di Dorcas Meadowes e Lily Evans che usava il petto di James Potter come cuscino e le altre espressioni; erano tutti insieme, e questo era sufficiente per iniziare a superare il dolore.
Il preside chiuse la porta e si avviò subito ad avvertire Gazza che non c’era bisogno di controllare la Torre di Astronomia.









 

NOTE: allora, capitoletto lungo e molto vario...spero così di farmi perdonare per aver messo tanta tristezza nell'ultimo capitolo.
e lo so che ora vorreste strangolare Piton con i suoi capelli unticci...insomma, era pure giusto che comparisse per dire a Lily quanto detesti il fatto che ora lei sta con James, no? e, detta tra noi...insomma, ho sempre pensato che Piton avesse reagito così alla notizia, che non se ne fosse rimasto con le mani in mano...
e sappiamo qualcosina in più su Dorcas, quindi non è totalmente sola (anche se, ovviamente, preferirebbe avere mamma e papà ancora in vita)
capitolo più allegro? non so...di sicuro più leggero! e devo dire che questo è il mio capitolo preferito (dopo il bacio, ovviamente!): c'è dolore e lo superano tutti insieme...cari i miei bimbi!!!! *.*
bene, e dopo aver provato a Daphne91 che non sono una Mangiamorte, vi lascio un piccolo spoiler sul prossimo capitolo, che sarà un po' allegro e un po' più serio: prima uscita a Hogsmeade!!! tranquilli tutti, giuro che sarà buona e che non creerò nessun casino...giuro!!!
bene, vi lascio prima che le note diventino più lunghe del capitolo...ciao ciao!!!!

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Capitolo 38
*** PRIMI APPUNTAMENTI E PRIME RIUNIONI ***


A _Wonderland_ che aveva lasciato la 150 recensione.
Doveva essere il capitolo precedente, quello dedicato a te;
ma a causa della mia testaccia scema, arriva in ritardo...
...scusa ancora e spero apprezzerai :)




 
 
 

Lily si guardò allo specchio e sbuffò esasperata, maledicendo le sue lentiggini; avrebbe tanto voluto non averle.
- Che c’è?- chiese Alice, appoggiandosi allo stipite della porta del bagno.
- C’è che odio le mie lentiggini.- rispose Lily in tono scocciato.
- Ma se sono graziose!- obiettò Alice.
- Ma dove?!- esclamò Lily, irritata.
- Queste sono le classiche reazioni di una persona che non ha le lentiggini ma vorrebbe averle e di una persona che ce le ha ma vorrebbe non averle.- considerò Alice, ridendo.
Lily sorrise, poi si concentrò a sistemarsi un po’ i capelli.
- Vanno benissimo così.- la rassicurò Alice.
Lily la guardò scettica e disse:
- Stai scherzando, vero?
- Lily, sta tranquilla!- esclamò Alice.- Devi solo uscire con James.
- Sì, la prima uscita…- borbottò Lily, pensando invece: “Solo uscire con James?!?” .
Alice sorrise, ricordando il suo primo appuntamento con Frank: lei aveva minacciato di rinchiudersi dentro al bagno per paura di uscire, anzi l’aveva pure fatto! Solo che Dorcas e Mary avevano Bombardato la porta pur di farla uscire da lì...
- Almeno non ti sei barricata in bagno come me.
- Sono ancora in tempo.- l’avvertì Lily, scoppiando a ridere nervosamente per allentare la tensione.
- Andrà tutto bene, pucci.- le disse Alice con un sorriso incoraggiante.- Vedrai.
Lily annuì, guardando l’amica uscire dal riflesso dello specchio e sospirò rumorosamente: era in tilt perché quella sarebbe stata la sua prima uscita a Hogsmeade con James da quando stavano insieme.
La ragazza ridacchiò nervosamente: aveva già avuto appuntamenti con altri ragazzi prima di James, eppure non aveva mai avuto il batticuore come in quel momento.
“Datti una calmata, Lily” si disse la ragazza mentre usciva dal bagno. “Se James ti vedesse in questo momento, ti prenderebbe in giro perché sei nervosa mentre lui è calmo…”
- Sirius, tirami fuori la mia felpa o Dorcas sarà costretta ad andare a Hogsmeade sola soletta a causa del tuo infortunio alle parti vitali!
Lily rise nel sentire un po’ di isteria nella voce di James dall’altra parte del muro.
“Sì, è la calma in persona…” pensò Lily con un sorrisetto ironico.
In quel momento venne la parte problematica: l’orribile quarto d’ora davanti ai suoi vestiti; quarto d’ora che di sicuro sarebbe diventato mezz’ora.
Lily sospirò, seccata: cosa avrebbe potuto abbinare ai suoi capelli rossi come carote? In quel momento, convenne che al peggio non c’era proprio fine.

*.*


- È stropicciata!
- Ehi, ringrazia che te l’abbia tirata fuori!
James sbuffò e la lisciò a colpi di bacchetta, ottenendo un risultato quasi perfetto - erano rimasti stropicciati solo i polsini della felpa.
- E comunque, te l’avrei anche messa a posto, ma mi hai minacciato di castrazione.- lo rimbeccò Sirius.
- E quindi?- chiese James.
- E quindi…- urlò Sirius per farsi sentire dall’altra parte.-…stasera farò un bel discorsetto alla tua ragazza…
-…su cosa una donna può togliere o no ad un uomo, lo so!- urlò Lily dall’altra parte.
- Sei monotono!- fece eco Dorcas.
- Ma tu non dovresti sostenermi?- urlò Sirius, sentendo per tutta risposta Dorcas ridacchiare; a quel suono, gli scappò un sorrisetto.
James scosse la testa, sorridendo: lui e Sirius potevano essere impegnati seriamente ora, ma non sarebbero mai riusciti a stare seri.
Il ragazzo si mise la sua felpa e le scarpe mentre Sirius, a torso nudo, frugava nel baule e Dorcas faceva irruzione nel dormitorio.
- Lily come è messa?- chiese James.
- In teoria le mancano due o tre minuti.- rispose Dorcas.- In pratica avrai da aspettare cinque minuti, se tutto va bene.
- Classico.- ridacchiò James.- Sirius, che c’è?- chiese poi all’amico, sentendolo sbuffare.
- Non ho niente da mettermi.- sbottò Sirius.
Dorcas sbuffò a sua volta, prese la prima felpa e la prima maglietta che le capitarono sotto mano e lo trascinò in bagno dicendogli:
- Sai, dovresti rivedere i tuoi concetti sul “non avere niente da metterti”.
- Sì, ti adoro anch’io!- ghignò invece Sirius, chiudendosi in bagno.
Dorcas sospirò e disse soltanto:
- Non cambierà mai, eh?
- No.- disse James.- Va’ meglio?
James vide Dorcas dondolarsi un po’ sui talloni, le mani dietro alla schiena; la ragazza poi borbottò:
- Sì…
Il ragazzo annuì e disse, dandole una pacca sulla spalla:
- Vado ad aspettare Lily; buona giornata.
- Anche a voi.- disse Dorcas, sorridendo un po’.
James sorrise e uscì dal dormitorio, dirigendosi in Sala Comune ad aspettare Lily.
Mentre scendeva, sentì la voce di Alice urlare:
- Lily, datti una mossa! Vuoi fare aspettare James a lungo?
- Ma sì, urla pure ai quattro venti, credo che nessuno ti abbia sentito!- replicò la voce di Lily, ridacchiando.
Il ragazzo sorrise e si appoggiò al muro vicino al buco del ritratto, aspettando pazientemente e constatando che Dorcas aveva ragione: i due minuti erano diventati cinque.
Sentì un rumore affrettato di passi e vide Lily davanti a lui.
- Cinque minuti di ritardo?- la prese in giro James, strabuzzando apposta gli occhi e mostrandole l’orologio ad un palmo dal naso.- Ora le ho viste proprio tutte!
- Simpatico come un Serpeverde, Potter.- lo rimbeccò lei sorridendo.
- Ehi, questa è un’offesa, Evans! Forse non te la perdono.
Lily si alzò sulle punte per baciargli a fior di pelle le labbra e lo guardò con quella che James definiva “faccia da schiaffi” e Sirius invece “faccia da furbona”, perché mandava James su di giri in modo che il ragazzo non capisse più niente. E infatti…
- Ok, ti perdono.
Lily sorrise divertita.
- Te lo farò sparire, quel sorrisetto trionfante.- la avvertì James.
- Io sto provando da sette anni a far sparire dalla tua faccia quello stupido ghigno da bulletto.- gli ricordò Lily.- Direi che ora puoi capirmi.
James sorrise, mise un braccio attorno alle sue spalle e la pilotò fuori dalla Sala Comune; pochi minuti dopo camminavano sotto il freddo sole di metà ottobre, punzecchiandosi come loro solito.
- James?
- Sì?
- Ho fame.
James la guardò alzando le sopracciglia, la testa rossa di lei appoggiata alla sua spalla.
- Ma non hai fatto colazione, stamattina?- chiese James.
- Sì, ma ho fame lo stesso.- rispose Lily, guardandolo da sotto in su.- E poi, devo ancora crescere.- aggiunse la ragazza sorridendo divertita.
- Ma cosa vuoi crescere ancora, nanerottola?- la rimbeccò James.
- E lasciami questa vana speranza, no?!- esclamò Lily.
- Tu sei tutta pazza!- rise James.
- Parla quello normale!
- Ehi!
Alla fine i due entrarono a Mielandia a farsi scorte di caramelle e dolcetti e quando uscirono passarono da Herbert Gylx a prendersi una pastina.
- Oh, i miei ragazzi!- esclamò il mago fregandosi le mani con allegria.- Come mai qui?
- La signorina, come al solito, ha fame.- rispose James.- E in effetti, anche io.
- E poi ti lamenti di me, vero?- lo rimbeccò lei ridendo ed esibendo ancora la sua faccia da schiaffi.
- Allora è vero che vi siete messi assieme, eh?- Gylx li guardò soddisfatto.
- Ab ha parlato, eh?- fece James.
- No, Aberforth non c’entra niente.- sorrise Gylx.- Ma è passato metà del tuo fan club; e anche alcune del fan club di Sirius. Erano tutte devastate.
- Che tristezza.- ghignò James sarcastico.
Lily scosse la testa ironica; Gylx disse loro:
- Comunque, io l’avevo sempre saputo che James e Sirius avrebbero messo la testa a posto, e la cosa mi fa piacere.; sono davvero contento che state insieme.
- Grazie.- disse Lily sorridendo.- Ma sulla testa a posto è ancora tutto da vedere.
- Però sto migliorando, vero?- chiese James.
- Un po’…- concesse Lily.
Cinque minuti dopo, i due erano fuori con le loro pastine in mano controllate personalmente da Gylx - dopo quello che era successo a causa di Peter War, voleva essere sicuro al cento per cento - e s’imbatterono in Sirius e Dorcas.
- Mezzogiorno e mezzo da Rosmerta, ricordatevi.- disse loro Sirius.
- Sì, cagnaccio.- fece James.- Come sta andando il piano pro diabete?
- Male, eppure continua a mangiare dolci.- disse Sirius accennando a Dorcas che aveva in mano un cartoccio di biscotti al cioccolato.
- Idem.- gli disse James indicando Lily che divorava la pastina alla crema pasticcera.
- Con calma, fate come se non ci fossimo.- li prese in giro Dorcas.
- Ma che vuoi che sia?- le disse Lily.- Mi sa che dovremmo farci l’abitudine.
- Eh, sì.- sospirò James con il suo solito ghigno.- Noi andiamo avanti.
- A più tardi.- disse Sirius.
Lily li vide andare via e sorrise: Dorcas aveva cominciato ad uscire dal suo guscio invece che rinchiudersi in se stessa come un riccio quando stava male, aveva ripreso a sorridere grazie a loro e a Sirius; doveva proprio riconoscerlo, stavano bene insieme. E il fatto che cominciasse ad aprirsi era stato dimostrato da quando Dorcas aveva finalmente parlato della morte della madre, sconvolgendole un po', ma spronandole a starle accanto.
- A che pensi?- chiese James, mentre raggiungevano la staccionata di fronte alla Stamberga Strillante.
- Che finalmente Dorcas sorride.- rispose Lily, sedendosi sulla staccionata.- Ne aveva proprio bisogno.
- Già…- concordò James.- Sai, se qualcuno l’anno scorso mi avesse detto che loro due si sarebbero messi assieme gli avrei riso in faccia.
- Io avrei riso anche se l’anno scorso mi avessero detto che avrei accettato il tuo invito a Hogsmeade.- ridacchiò Lily.
- Beh, io ci avrei sperato.- disse James.- E fortunatamente è successo.
Lily sorrise.
- Va’ meglio, ora?- le chiese James.
Le ultime settimane erano state dure per Lily: tra lo studio, i suoi doveri di Caposcuola, i Mangiamorte che le avevano distrutto la casa dei suoi genitori e ciò che Piton aveva tentato di farle, la ragazza era stata molto stressata e anche un po’ giù di tono; James si era fatto in quattro per aiutarla e lei gli era profondamente grata di ciò: senza di lui sarebbe andata sicuramente alla deriva.
- Ora sì.- rispose lei, stringendosi un po’ nelle spalle.- E tu?
- Meglio.- la rassicurò lui.
Anche per James era stato un periodo un po’ duro: nonostante non avesse avuto più incubi, anche lui era stato parecchio stressato a causa dei compiti e degli allenamenti.
James le diede un bacio in fronte, sfiorandole la guancia con il pollice e facendosi stordire completamente dal suo profumo: se non sbagliava, era arancia. Forse da quel giorno avrebbe snobbato a vita il succo di zucca per quello d’arancia.
- Ti sei imbambolato?- lo prese in giro Lily.
- Colpa tua, mi imbamboli tu.- replicò James, avvicinandosi di più al suo viso.
- Allora, così sai cosa provo ogni volta che sei tu a guardarmi e io sto ferma lì con un’espressione da ebete in faccia, Potter.- fece Lily.
- Sì, certo, Evans.- borbottò frettolosamente lui catturando le sue labbra.
Lily allargò le gambe per attirarlo maggiormente a sé e si strinse a lui anche con le braccia; James sorrise sulle sue labbra approfondendo poi il bacio.
Le loro lingue entrarono a contatto, cercandosi ed esplorando la bocca dell’altro. Lily sfiorò il volto di James con la punta delle dita tiepide, mentre James fece scendere le sue lungo i fianchi di lei, sfiorandole le cosce, gli stinchi, i glutei; nonostante avesse i jeans addosso, Lily rabbrividì: solo con James riusciva a provare certe emozioni.
Poi fu il turno di James di rabbrividire, quando Lily fece scendere la sua mano sul petto; il ragazzo fu costretto ad appellare tutto il suo autocontrollo: forse lei non si rendeva nemmeno conto dell’effetto che gli provocava.
Quando si staccarono per riprendere ossigeno, James le depose un lieve bacio sul collo che fece rabbrividire Lily e la spinse a stringersi ancora di più a lui; la ragazza sospirò mentre sentiva James arrotolarsi su un dito una ciocca dei suoi capelli rossi.
- James?- chiese Lily.
- Uhm?- fece lui.
- Ma chi è Aberforth?
- Il fratello di Silente, è il proprietario della Testa di Porco.
- E tu e Sirius lo conoscete perché…?
- Ehm…forse saremmo andati da lui, una o due volte; magari anche tre…
-…e magari anche di nascosto.
Lily sentì James ridere sulla sua spalla, divertito, e pure a lei scappò un sorrisetto: non sarebbe cambiato, sotto alcuni aspetti.
- Che ora è?- chiese Lily.
James guardò l’ora e disse:
- Mezzogiorno.
- Ancora mezz’ora…- sospirò lei placidamente.
James annuì, facendo scivolare le sue labbra dal collo lungo la guancia di Lily; la ragazza rabbrividì a quel contatto e fece subito incontrare nuovamente le sue con quelle di James, stringendosi a lui per proteggersi e scaldarlo dal venticello fresco di ottobre.
Persero completamente la nozione del tempo e dello spazio; c'erano solo loro due e basta.
Continuarono a baciarsi e ad accarezzarsi, un modo molto delicato di conoscere l'uno il corpo dell'altra.
Lily non l'avrebbe mai pensato prima, ma James nei suoi confronti era davvero...delicato; non andava mai troppo oltre, capiva qual era il limite e lo superava pochissime volte quando sentiva che lei si fidava a lasciarsi andare un po' di più.
- Che ora è?- chiese poi Lily.
- Mezzogiorno e venticinque...- rispose James.
I due si guardarono: erano in ritardo!
- Pronta a correre?- le chiese James, aiutandola a scendere dalla staccionata.
- Basta che non mi rompi l'osso del collo...- rispose Lily.
I due corsero fino ai Tre Manici di Scopa e arrivarono a mezzogiorno e trentadue al tavolo dove erano seduti gli altri.
- In ritardo.- li prese in giro Frank.
- Perfino io sono arrivato in orario!- rincarò Sirius con un ghigno.
- Logico, Sirius.- fece Dorcas.- Se non ti dicevo io di muovere le tue chiappe, a quest'ora noi due eravamo ancora dispersi.
James rise davanti alla faccia dell'amico, che guardava Dorcas sorridendo esasperato e incapace di replicare.
Passarono il pranzo tutti insieme, contenti di essere in compagnia.
Poi James e Lily si fecero un'altra lunga passeggiata prima di tornare al castello, dentro di loro un senso di benessere e leggerezza.

*.*


Scese la sera; tutta Hogwarts era avvolta nell’oscurità della notte, illuminata solo dalla luce delle stelle.
James sentì la porta dell’ultimo dormitorio chiudersi in lontananza e guardò l’ora dal quadrante fosforescente del suo orologio da polso.
- Raga, è ora.- bisbigliò, facendo scivolare un libro di proposito.
Si sentirono dei fruscii dall’altra parte del muro: le ragazze avevano sentito il segnale.
Dieci minuti dopo erano tutti giù in Sala Comune, dove c’era la McGranitt ad attenderli.
- Ci siete tutti?- chiese la professoressa.
- Sì…- assicurò Remus dopo averli contati tutti.
- Bene.- sospirò la donna.- Andiamo.
I dieci studenti la seguirono, curiosi; quel pomeriggio, appena tornati da Hogsmeade, la McGranitt aveva fermato Remus e Marlene per avvertirli di una riunione dell’Ordine alla quale erano invitati pure loro.
- Meglio dividersi in due gruppi per non destare sospetti.- disse la McGranitt.- Cinque di voi con me, gli altri con il signor Lupin. E vi avviso…- aggiunse poi, gli occhi che lampeggiavano severamente.-…state per incontrare persone importanti e degne di stima; guai a voi se vi comportate come una balbettante banda di bamboccioni babbuini!
Nel dire le ultime parole, il suo sguardo severo cadde su James e Sirius, che lo sostennero con sicurezza.
La McGranitt si portò con se proprio i due ragazzi con Lily, Dorcas e Frank; gli altri seguirono Remus lungo un altro corridoio.
Arrivarono senza incontare nessuno nel Salone d’Ingresso e aspettarono all’incirca cinque minuti l’arrivo dell’altro gruppetto; i ragazzi arrivarono in contemporanea con Silente.
- Ci siete tutti?- chiese il Preside.- Bene, possiamo andare.
Poco dopo erano già davanti ai cancelli.
- La destinazione è sempre la solita.- disse Silente.- James, Sirius…potete guidare anche voi il gruppo.
James capì in quel momento dove si sarebbero tenute le riunioni, cioè a Villa Potter.
- Il mio consiglio è di apparire nel boschetto a nord del paese, per ragioni di sicurezza.- aggiunse Silente.- Arriveremo alla Villa Bianca con il favore della notte.
Il gruppetto si strinse attorno ai due professori, a James e a Sirius e dopo una dolorosa contrazione di muscoli erano a pochi metri dall’uscita di un boschetto; Lily lo riconobbe subito: era uno dei luoghi in cui Malocchio li trascinava nelle sue corse scellerate (l’Auror, ovviamente, a causa della gamba di legno, li seguiva volando rasoterra su una scopa).
- Proteggetevi a vicenda, in caso di attacco.- disse la McGranitt, facendo da aprifila.
I ragazzi la seguirono, stringendosi gli uni agli altri per proteggersi dal freddo autunnale che si faceva sentire sempre più.
I ragazzi presero fin troppo sul serio ciò che aveva detto la McGranitt, altrimenti non si sarebbe potuto spiegare come mai i ragazzi si fossero praticamente appiccicati alle ragazze; Silente, che stava in retroguardia, guardò la scena divertito.
- Sirius, forse dovresti allentare un po’ la presa o la signorina Meadowes non respirerà più.- gli disse il Preside in tono divertito, mentre Sirius allentava un pelino la stretta sui fianchi della ragazza (con suo enorme sollievo).
Cinque minuti dopo erano davanti ai cancelli di Villa Potter, passando silenziosamente il giardino.
James lanciò in lontananza un’occhiata veloce alla tomba di suo padre e sentì un nodo ostruirgli la gola; Lily, avvertendo che James cominciava a sentirsi un po’ a disagio, passò il braccio attorno alla sua vita, mentre il ragazzo rafforzava la presa sulle sue spalle, sentendosi confortato a quel tocco.
Silente bussò tre volte alla porta.
- Chi è?- abbaiò da dentro la voce di Malocchio.- Identificatevi!
- Sono io, Silente, con Minerva McGranitt e i ragazzi.- disse con calma Silente.
- Ah, sì?- fece la voce di Malocchio.- E quando avrei ricevuto la mia prima cicatrice?
James si scambiò un’occhiata esasperata con Sirius: Malocchio non sarebbe cambiato mai.
- Quindici anni fa, durante un’operazione di salvataggio per una famiglia Babbana di Cardiff, in Galles.- rispose Silente.
- Bene.- disse Malocchio, aprendo finalmente la porta.- Entrate. Potter, Black…toglietevi quelle smorfie scocciate, questa è la procedura!
- E come al solito, ogni volta che tento di dimenticarmi di quell’occhio da strapazzo, Moody me lo ricorda.- sbuffò Sirius a James.
- Dovremo farci il callo, quello sarà il nostro capo un giorno.- mormorò James, dicendo poi:- Purtroppo per noi…
Dorea si fece subito incontro a loro, abbracciandoli uno ad uno, poi li guidò in taverna dove c’erano già molte persone.
Lily riconobbe solo i Prewett - i fratelli e la madre di Alice - e Kingsley, gli altri erano tutti volti nuovi per lei.
- Bene, questi sono i nuovi membri dell’Ordine.- disse Silente ai presenti, dicendo i nomi di ognuno di loro.
I ragazzi videro quella sera, per la prima volta, gli altri membri dell’Ordine: Hestia Jones ed Emmeline Vance, Guaritrici al San Mungo; Sturgis Podmore, magazziniere del Ghirigoro a Diagon Alley; Dedalus Lux, un nobile Purosangue con la fissa dei cappelli a cilindro; Edgar Bones, anche lui Guaritore; Caradoc Dearborne e Benji Fenwick, Indicibili dell’Ufficio Misteri; e Aberforth Silente, la cui somiglianza con il fratello Albus era appena accennata dagli stessi vividi occhi azzurri. James e Sirius gli rivolsero un saluto, l’uomo si limitò a guardarli appena appena scocciato; poi chiese ai due, indicando Lily e Dorcas:
- Sarebbero loro le due ragazze?
- Sì.- rispose Sirius.
- Le mie condoglianze, ragazze.- disse loro Aberforth.
Lily alzò un sopraciglio, indecisa su come reagire; James invece borbottò:
- Simpatia portami via…
Appena Silente si mise al suo posto a capotavola calò il silenzio in taverna.
- Bene, siamo tutti qui.- sbottò Malocchio.- Da dove iniziamo, Albus?
- Dagli ultimi omicidi.- disse Silente.
- Ovvero, Prewett e Meadowes…- borbottò burberamente Malocchio.
Lily gli lanciò un’occhiataccia: Dorcas e Alice ci stavano ancora male, Malocchio poteva avere almeno un minimo di tatto.
- I Mangiamorte ci hanno spedito un ricordo di uno di loro, mostrandoci come li hanno finiti.- disse Malocchio.- L’abbiamo già visualizzato e riconosciuto gli altri Mangiamorte: Dolohov, Pritchard Rosier con il figlio Evan e i due fratelli Lestrange erano fra questi, oltre a Voldemort.
James sentì Lily stringergli con forza la mano quando Malocchio nominò Rosier e con la coda dell’occhio vide Alice sbattere le palpebre più volte mentre il volto di Dorcas sembrava quello di una statua di marmo sotto lo sguardo preoccupato di Sirius.
- Volete vedere il ricordo?- chiese Malocchio alle due interessate.
- Alastor!- lo rimproverò la signora Prewett.
- Dorcas…?- fece Alice, esitante.
- No…- mormorò la ragazza con convinzione.- Mi è già bastato vedere quello che hanno spedito i Mangiamorte quando hanno ucciso mia madre.
Lily vide Sirius, seduto accanto a Dorcas, rilassarsi: era stato il primo a sapere come era morta la signora Meadowes e di quando Dorcas aveva voluto vedere il ricordo e la cosa l’aveva scosso profondamente, ma aveva cercato da allora di aiutare la ragazza in tutti i modi.
- Dovete essere vigili, anche a scuola.- disse Kingsley.- Se c’è qualcosa che ritenete sospetto dovete avvertirci immediatamente.
- A questo proposito, avete un compito.- disse Gideon Prewett.- Sappiamo che ci sono alcuni studenti che con tutta probabilità raggiungeranno i Mangiamorte, una volta finita la scuola. A voi sta il compito di tenerli d’occhio.
- Avete già dei possibili nomi da dirci ora?- chiese Hestia Jones.
- Avery.- disse subito James.
- Jugson.- disse Remus.
- Nott.- disse Marlene.
- Tiger.- disse Peter con voce tremula.
- Goyle.- disse Alice, con voce ancora un po’ rotta.
- McNair.- disse Dorcas.
- Parkinson.- disse Mary.
- Greengrass.- disse Frank.
Lily e Sirius furono quelli che tentennarono e James capì perché: nel caso di Lily, si trattava di denunciare il suo ex migliore amico; nel caso di Sirius, si trattava di denunciare invece il fratello minore, Regulus.
- Severus Piton.- mormorò Lily dopo un lungo sospiro.
Un attimo di silenzio. Poi…
- Regulus Black.- sputò Sirius, come se avesse detto una parolaccia.
Videro Emmeline Vance scriverli subito e disse loro:
- Teneteli d’occhio, ma non fate niente di stupido.
- Cercate di non esporvi troppo, mi raccomando.- si raccomandò la McGranitt.- Non vogliamo altre morti.
- Come possiamo tenerli d’occhio?- chiese Mary.
- In ogni modo che potete.- rispose Silente.- Ovviamente, non vi chiedo di pedinarli; sarebbe poco saggio. Chiedo soprattutto alla signorina MacDonald di non esporsi troppo, per la sua sicurezza.
Mary annuì e Lily si sentì contrarre le viscere dalla rabbia: Mulciber, un Serpeverde di un anno più grande di loro, aveva usato la Maledizione Cruciatus su Mary durante il loro quinto anno.
- Quindi possiamo fare loro degli scherzi per tenerli d’occhio?- chiese James.
- Entro i limiti della decenza.- sbottò la McGranitt in risposta.
James e Sirius si scambiarono un’occhiata soddisfatta: un compito serio unito alla possibilità di fare scherzi, che altro potevano chiedere di meglio?
- Passando ad altro...- fece Malocchio.- Se non ricordo male, Lupin è licantropo; giusto?
James e Sirius fulminarono Malocchio: doveva per forza far pesare a Remus il suo piccolo problema peloso?
- Dove vuole arrivare con questo?- chiese Marlene con freddezza.
- Può darsi che avremo bisogno di una spia fra i licantropi.- rispose Malocchio.
- Che cosa?!- esclamarono James e Sirius.
- No!- fece Marlene.
- Si rende conto del rischio che può correre?- gli chiese Lily con freddezza.
- Alastor, per il momento non è necessario.- disse Silente all'Auror.- Per il momento il signor Lupin non dovrà fare niente di questo genere.
Remus annuì senza dire niente.
- Prima o poi una spia fra i licantropi ci servirà comunque...- gli disse Malocchio.- E avendo già un licantropo a disposizione...
- Silente ha detto di no, Alastor!- sentenziò Dorea.- E comunque, prima di tutto, Remus è una persona; non un pezzo di carne da macello.
Nella stanza calò il silenzio e Malocchio annuì bruscamente.
Ci fu poi un ultimo scambio di notizie sulla situazione e sui turni dei membri dell’Ordine, poi i ragazzi andarono in cucina a bersi una tazza di cioccolata preparata dalla signora Potter.
- Tranquilli, non è avvelenata.- disse Dorea, sorridendo.
- In effetti, è l’unica cosa che ti riesce di fare.- commentò James.- Per il resto, con i dolci sei davvero negata.
Lily gli diede una sberla leggera sul collo, dicendogli:
- Fa’ la persona educata, Potter!
Tutti i presenti sghignazzarono un po’.
- Ehi, faceva male!- si lamentò scherzosamente James.
- Beh, ti stava bene, così imparerai l'educazione!- lo rimbeccò sua madre.- Qualcuno vuole il bis?
- Io.
Tutti si voltarono verso Remus, stupiti.
- Qualche problema?- chiese il ragazzo.
- Di solito è Peter che vuole il bis.- rispose James.
- Quasi quasi…- disse Peter.
- Peter, la dieta!- gli ricordò Sirius.
- Dorcas?- fece invece il ragazzo.
E stavolta a beccarsi la sberla fu Sirius, fra le risate di tutti.
- Comunque…- fece Remus.- Lo sapete tutti, della mia passione per la cioccolata.
- Marlene, devi quindi fare i conti con la cioccolata?- chiese Mary.
- Purtroppo sì.- rispose Marlene, divertita.
Finita la cioccolata, i ragazzi ritornarono a Hogwarts.
- Andate subito a letto, mi raccomando.- disse la McGranitt quando furono davanti al ritratto.- Buonanotte.
Dopo che furono rientrati, James disse:
- Ci vediamo da noi fra cinque minuti.
Le ragazze annuirono e dopo essersi rimesse il pigiama e rilavate i denti furono subito dai maschi.
- Bene.- sospirò Alice.- Come li controlliamo? Anche perché non credo che si possano tenere d’occhio dei Serpeverde con solo degli scherzi.
- Con questa.- disse James, sventolando la Mappa.
- Ci spiegate allora che cos’è?- chiese Mary.- Ho visto che la usavate ma non riuscivo a capire cos’era.
- La Mappa del Malandrino.- rispose James.- Sirius, a te l’onore.
- Ah, sì?- fece lui.
- Qualcosa di serio, nella vita, la dovrai pur fare, oltre a snobbare me per la tua ragazza.- lo prese in giro James.
- Sicuro che non sei tu a snobbarmi?- chiese Sirius ghignando.
- Ragazzi, vi date una mossa, per piacere?- domandò Marlene con impazienza.
-Giuro solennemente di non avere buone intenzioni.- disse Sirius, puntando la bacchetta verso la pergamena e facendo così comparire la Mappa.
- Voi lo sapevate?- chiese Alice a Lily, Dorcas e Marlene, riferendosi alla Mappa con un cenno del capo.
- Mi ha fatto un accenno.- rispose Marlene guardando Remus, che disse imbarazzato:
- Pensavo di chiedere agli altri se potevo parlarne, prima…
- Potevi parlarne tranquillamente anche senza il nostro permesso, Rem.- gli disse James.- Io, a Lily, l’ho detto al sesto anno quando Luma ci ha dato da fare la ricerca sull’Amortentia.
- E io pensavo che ci stessi provando con lei nel Reparto dell’Invisibilità.- commentò Sirius.
- In effetti…- fece Lily, mentre James arrossiva.
- Comunque…- disse Remus.- Con questa possiamo controllare dove vanno senza correre rischi e coglierli così sul fatto in caso siano in luoghi sospetti.
Tutti annuirono dopo che Remus spiegò la storia dietro a quel foglio di pergamena.
- Fatto il misfatto.- borbottò Sirius, cancellando la Mappa e facendola ritornare un semplice, vecchio e bianco foglio di pergamena.
- Rimanete qui a dormire?- propose Frank.
- Ok.- rispose Mary.- Pete, fammi spazio, per favore.
Tra fruscii e sbadigli, ognuna delle cinque ragazze si sistemò accanto ai ragazzi, mentre questi tiravano le tende dei loro letti.
- Almeno non sentiremo la sveglia di Alice.- sospirò Marlene.
- Posso sempre andarla a prendere.- minacciò scherzosamente Alice.
- Dorcas, Mary, siete le più vicine alla porta per andare in dormitorio e distruggerla.- disse Lily.
- Lily Charlotte Evans!- la riprese Alice fra le risate.
- In Potter.- aggiunse Sirius.- Prossimamente.
- Cosa ti fa pensare che voglia sposare Potter?- gli chiese Lily con il suo solito sorrisetto.
- Sì, fa’ come se non ci fossi.- scherzò James.
Alla fine si spensero le luci e ognunò si eclissò nei propri pensieri, anche se non si addormentarono subito.















NOTE: contrariamente a quanto credevo, sono riuscita a pubblicarlo...e poi ero troppo impaziente di farvi leggere la prima uscita a Hogsmeade di Lily e James :)
ma non dimentichiamo il lato serio: l'Ordine è sempre onnipresente!
vi avviso, il prossimo capitolo sarà più breve e incentrato su tutti e dieci, sono i loro pensieri e le loro preoccupazioni riguardo la loro affiliazione all'Ordine e il loro futuro.
bene, aspetto le vostre recensioni, ciao :)

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Capitolo 39
*** CHIACCHIERE E PREOCCUPAZIONI NOTTURNE ***


- Frankie…
- Che c’è, Ali?
Alice si voltò verso Frank e gli chiese a bassa voce:
- Tu non hai paura?
- Sì che ce l’ho.- rispose Frank.- Tuttavia, non dobbiamo farci condizionare dalla paura, Alice; dobbiamo farci forza per combattere.
Alice si strinse a lui e gli chiese:
- Mi prometti che sarai sempre accanto a me?
- Non ti lascerò mai, Alice!- esclamò Frank a bassa voce e con convinzione.- Te lo prometto.
Alice sorrise, mentre sentiva fra i capelli il bacio della buonanotte di Frank e il suo abbraccio dolce; si sentiva protetta e rassicurata. E ne aveva proprio bisogno, secondo Frank: dopo la morte di suo padre la vedeva fragile e un po' spenta e lui voleva rivederla allegra e felice.
- Dormi bene…- mormorò Frank.
- Buonanotte, Frankie…- bisbigliò lei prima di scivolare fra le braccia di Morfeo.

*.*


- Hai abbastanza coperta?
- Tranquillo, Pete, mi basta.
Peter annuì, sentendosi un pochino in imbarazzo; anche se Mary stava diventando a tutti gli effetti la sua migliore amica, si sentiva ancora un po’ a disagio accanto a lei.
Aveva paura di deluderla, visto che si sentiva una completa nullità. E aveva soprattutto paura di perderla, così come aveva paura di perdere i Malandrini e di rimanere solo. Loro erano la sua famiglia; cosa ne sarebbe stato di lui se di punto in bianco si fosse ritrovato solo e abbandonato da tutti?
- Cosa c’è, Petey?- chiese Mary.
- N-niente…- balbettò Peter in risposta.
- Sicuro?
Peter sospirò e disse:
- Ho paura di deludere e di perdere tutti voi; io non sono bravo in niente…
- Non è vero!- dissentì Mary con vigore.- Sei bravo a scacchi, sei un Animagus non iscritto al registro, sei un buon amico e cento altre cose! Tu non potresti mai deluderci, Peter.
- Lo credi davvero?- chiese Peter.
- Assolutamente.- rispose Mary, annuendo con vigore.- Ci proteggeremo tutti a vicenda e vedrai che anche tu, all’occorrenza, sarai capace di combattere valorosamente.
Peter si sentì rincuorato; era contento: contento di avere i Malandrini, di avere delle capacità…contento di avere Mary.
- Grazie, Mary...- balbettò Peter.
- Figurati, per così poco...- sorrise Mary, abbracciandolo.
Quel ragazzo le faceva tenerezza e cercava di trattarlo con il più tatto possibile e fargli capire che anche lui, come tutti loro, era amato e rispettato; e cercava di trasmetterglielo ora in quell'abbraccio.

*.*


- Forse Silente potrebbe mandarmi in missione tra i lupi mannari.
- Lo farebbe solo se fosse la sua ultima carta da giocare.
Remus guardò Marlene, la quale cercò di nascondere la sua preoccupazione nel pensare a Remus fra i lupi mannari.
- L’hai sentito, no?- continuò Marlene.- Anche se quasi tutte le creature oscure sono dalla sua parte, non ti vorrà mandare in missione fra i lupi; anche perché, il rischio che ti becchi Greyback è grande.
Il ragazzo annuì, con l’amaro in bocca; per colpa sua, lui non poteva avere un futuro e garantirne uno anche a Marlene.
- Che c’è, Rem?- chiese Marlene.
- Che futuro avremo, dopo Hogwarts?- chiese Remus.
Marlene si morse il labbro, incerta. Già, era vero: che futuro poteva avere lei in compagnia di un Lupo Mannaro?
- Sono sicura che riuscirai a trovare un lavoro, Rem.- disse Marlene in tono fiducioso.- Vedrai. E finita la guerra, potremo continuare a costruire un futuro più solido.
- I tuoi approverebbero, nel saperti con un lupo mannaro?
- I miei ti hanno già accettato per quello che sei; accetteranno anche il fatto che io voglia costruire il mio futuro con te.
Remus sorrise, un po’ più fiducioso.
- Che c’è?- chiese Marlene.
- Che sono davvero fortunato.- rispose il ragazzo guardandola di sottecchi e facendola arrossire.
- Anche io...- bisbigliò lei in risposta, abbracciandolo.
Remus rispose al suo abbraccio, sentendosi più fiducioso: forse ce l'avrebbero fatta per davvero.

*.*


- Secondo te dovrò ucciderlo, in caso ci incontrassimo in battaglia?
Dorcas alzò lo sguardo dopo essersi infilata la felpa enorme di Sirius, per niente sorpresa di vedere la preoccupazione sul volto del ragazzo; quello era un dubbio atroce per lui: d’altronde, Regulus era suo fratello.
Lei si morse il labbro, non sapendo cosa dire: non aveva fratelli maggiori o minori che volevano unirsi a Voldemort, fortunatamente, era inesperta nel parlare di quell’argomento.
Eppure, qualcosa in lei le diceva che Regulus non si era ancora spezzato, che conservava ancora un po’ di purezza in fondo al suo cuore.
- Gli vuoi ancora bene?- chiese Dorcas.- Sinceramente.
Sirius ci pensò su, mentre toglieva i capelli di Dorcas fuori dal collo della maglia; voleva ancora bene a Regulus? A se stesso non poteva mentire, aveva smesso da molto tempo di mentire a se stesso: gli mancava suo fratello.
Annuì bruscamente, incapace di pronunciare quel monosillabo a causa di un nodo che inaspettatamente gli stava inaspettatamente bloccando la gola.
- Vedrai che nemmeno lui avrà il coraggio di ammazzarti.- gli disse Dorcas.
- Lo spero…- borbottò Sirius, cercando la mano della ragazza.
Sentì quella stretta forte e quella mano piccola e calda nella sua e in quel momento avvertì un fiotto di calore invadergli tutto il corpo. Gli scappò un sorriso.
- Dai, meglio dormire, sennò chi la sente quella despota della Evans domani?- commentò Sirius.
Dorcas annuì, accoccolandosi meglio fra le sue braccia e ranicchiandosi sul suo petto.
- Beh?- fece Sirius, divertito.
- Lo sai che così sono comoda.- replicò lei sorridendo.
Sirius sorrise e le disse:
- Se hai gli incubi…
- Lo so…- lo interruppe lei guardandolo con dolcezza.- Grazie.
- Buonanotte, piccolina.
-’notte, Sir…

*.*


Lily sentì James dietro di lei abbracciarla stretta a sé e fece aderire la sua schiena con il petto del ragazzo, chiudendo gli occhi per un istante e beandosi del dito di James che tracciava cerchi immaginari sulla sua pancia e del suo respiro fra i suoi capelli. Era felice, tuttavia era inquieta da quando avevano lasciato Villa Potter; non era per via dell’incarico che avevano ricevuto, né per il fatto di aver denunciato Severus Piton all’Ordine.
Era per qualcosa di molto...grande.
- James?
- Uhm?
- Secondo te, dovremo ucciderli quando ci attaccheranno?
James liberò un braccio dai fianchi di Lily per mettersi su un gomito e guardarla nella penombra della notte, la preoccupazione dipinta sul volto di lei.
- Purtroppo sì.- disse James.
Lily si mise supina per guardarlo meglio e gli disse:
- È che io…insomma, sono sempre persone, anche se sono degli stronzi.
- Lo so.- mormorò James.- Nemmeno a me piace l’idea di dover uccidere delle persone e privarle della vita; e nemmeno mi piace il fatto che gli Auror possano uccidere.
- E allora perché dobbiamo ucciderli?- chiese Lily.
- Perché purtroppo è necessario quando tutto il possibile che hai fatto non è stato sufficiente.- rispose James.- È quello che mi disse papà quando mi ha raccontato dell’uccisione del suo primo Mangiamorte; era totalmente devastato, ma Malocchio gli ha detto che aveva fatto tutto il possibile per salvare quell’uomo, per non doverlo ammazzare.
Lily annuì e mormorò:
- È solo che…beh, uccidere è orribile.
- Lo so che è orribile uccidere.- le disse James accarezzandole la guancia.- È quello che ho detto a papà dopo che mi raccontò il fatto.
- E lui?
- Mi chiese: “Tu per cosa combatti?” e io risposi: “Per un mondo migliore, per le persone a cui tengo e per il loro futuro, oltre che al mio”; mio padre annuì e poi mi chiese: “E Lord Voldemort per cosa combatte?” e io a quel punto rimasi senza parole.
James s’interruppe un attimo e non si accorse di quella lacrima solitaria finchè non sentì il dito di Lily sulla sua pelle che gliela scacciava.
- È questo il punto, Lils.- disse James dopo essersi schiarito la voce.- Noi abbiamo validi motivi per combattere, anche per uccidere, nonostante non giustifichino completamente il fatto che dobbiamo ucciderli; Voldemort ha solo un motivo: se stesso a servizio del suo potere.
Lily annuì, mentre James si sdraiava supino accanto a lei; la ragazza pose la sua testa sul petto del ragazzo, accarezzandoglielo dolcemente.
- Grazie…- mormorò Lily.
James le diede un bacio fra i capelli, poi disse per alleggerire la tensione:
- Lily Evans che mi dice “grazie” più volte nell’arco di una giornata? Chi l’avrebbe mai detto?
Lily sorrise, poi si strinse più a James, come se volesse trovare protezione; protezione che James sembrava essere l’unico in grado di fornirle. 
- Non farci l'abitudine, Potter...- scherzò Lily.
- No, avevo appena cominciato...- si lamentò scherzosamente James.
Lily sorrise e si lasciò trasportare dalle delicate carezze di James mentre lei gli accarezzava piano il petto e i capelli; entrambi poi si addormentarono.











 
 
 
 
 

NOTE: allora, capitolo breve come avevo preannunciato...e anche molto riflessivo.
perchè ovviamente c'è anche il rovescio della medaglia: combattere talvolta vuol dire uccidere e a volte anche le persone con le quali si ha un legame; spero di aver reso l'idea delle loro preoccupazioni...
volete che sia sincera? mi sono sentita male quando ho scritto questi dialoghi, in particolare quello di Peter e Mary, perchè tutto questo prima o poi svanirà per ovvi motivi che tutti conosciamo.
per quanto riguarda il prossimo capitolo, sarà quasi tutto Lily/James...e le cose si faranno abbastanza serie; niente di grave, tranquilli, è solo una svolta importante nel loro rapporto su un argomento...un po' delicato.
bene, aspetto le vostre recensioni, voglio proprio sapere cosa ne pensate, soprattutto le nuove persone che si sono aggiunte e hanno inserito questa storia fra i preferiti/seguiti"ricordate e alle quali va il mio ringraziamento: vedere nuovi fan e nuove recensioni mi fa' davvero piacere :)
bye bye :)

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Capitolo 40
*** PARLARNE ***


Il cielo era plumbeo e tutta Hogwarts e l’area attorno al castello era coperta da uno spesso manto bianco.
Mancavano pochi giorni all’inizio delle vacanze e ovviamente la voglia di studiare era pari a zero; perfino Lily aveva rinunciato a studiare - con gran sconforto di Remus, che pensava di trovare in lei un’alleata per convincere i pigroni a studiare.
Mancava una settimana all’inizio delle vacanze e James e Sirius stavano rientrando dal parco, dove erano andati a farsi una partita a palle di neve.
- Visto che bomba ti ho tirato?
- Quale, James?
- L’ultima!
- E tu la chiami bomba?
- Come tutte quelle che ti ho tirato.
- Si…schiacciate dalle mie supernova!
- Col cavolo!
- Potter, Black!- la voce della professoressa McGranitt li raggiunse.- Potete fare silenzio, per favore? Il professor Lumacorno sta provando con il coro e l’orchestra!
- Ci scusi…- borbottarono i due.
Appena la professoressa si allontanò, James chiese a Sirius:
- Da quando in qua abbiamo un coro a Hogwarts?
- Boh.- rispose Sirius.- Forse da sempre. Ma sicuramente te l’hanno tenuto nascosto, sennò andavi lì di proposito a rovinare tutto con la tua vocetta stonata.- aggiunse poi in tono canzonatorio.
- Stupido canide da strapazzo!
James gli saltò addosso ed entrambi rovinarono sul pavimento di pietra, finendo davanti alla porta della Sala Grande. Da lì sentirono la musica che s’interrompeva e Lumacorno dire ad alta voce:
- Ragazzi, ragazzi! Va abbastanza bene…ma la musica di sottofondo potreste farla un po’ più polposa, per favore?
- Polposa?- ripetè James, sbalordito.
- E che è, una bambola gonfiabile?- fece Sirius.
Entrambi scoppiarono a ridere come dei deficienti, coperti dal suono dell’orchestra e dalle voci del coro.
- Che succede?
I due ragazzi, sentendo delle voci familiari, alzarono lo sguardo verso Remus piegati dalle risate e le lacrime agli occhi, mentre Dorcas diceva a Lily in tono fintamente tragico e molto sarcastico:
- Lily, è ufficiale…li abbiamo persi.
- Una preghiera per la sanità mentale perduta di James Charlus Potter e Sirius Orion Black, per favore.- commentò Remus divertito.
- Amen.- disse Lily.
- Molto divertenti.- commentò James con un ghigno.- Colpa nostra se Lumacorno fa’ delle battute sconce e Sirius se ne esce con altre ancora più sconce?
- Come da copione Black.- commentò Remus.
- Non era il copione Potter?- chiese Lily.
- Evans, adesso non far aumentare l’egocentrismo del tuo ragazzo da strapazzo qui presente.- la avvertì Sirius, rialzandosi in piedi.
- Com’è la neve, là fuori?- chiese Remus.
- Uno spettacolo.- rispose James, scrollandosi gli abiti bagnati.- Lily, vuoi un abbraccio?
Di fronte alle braccia bagnate e spalancate di James e al suo ghigno malandrino, Lily commentò:
- Credo che rimanderemo il tutto a più tardi.
- Sicura?- chiese James, allargando il ghigno.
- Potter, tu vuoi veramente arrivare alla fine dei tuoi giorni castrato, vero?- replicò Lily con un sorrisetto serafico.
- A scaldarci!- urlò immediatamente James.
- Bravo…- commentò Lily con un sorrisetto.
Il gruppetto salì verso la Sala Comune di Grifondoro.
- Ma lo sapevate che esiste un coro, qui a scuola?- fece Sirius.
- Io sì.- rispose Remus.- Non so gli altri. James, che peccato: un’opportunità sprecata per far sentire a tutti la tua bella voce!- ridacchiò poi il licantropo.
- Per carità…- commentò Sirius.- Lily, l’hai mai sentito cantare?
- No.- disse Lily.
- Non hai perso niente, fidati.- le disse Sirius.
- Il solito perfido.- commentò Dorcas.
- Mai quanto te.- le disse Sirius con un sorrisetto.- Devo ricordati quel pugno alle parti intime di Santosky?
- Era anche ben assestato.- commentò Dorcas sorridendo soddisfatta.- E se lo meritava!
Dave Santosky era un ex Grifondoro di due anni più vecchio di loro; per un periodo aveva frequentato Dorcas, le sembrava un ragazzo per bene e pensava di farlo per la prima volta con lui. Ma quando Lily e Marlene avevano scoperto che Santosky aveva scommesso dei soldi per portarsi l’amica a letto, la ragazza era stata aiutata da Lily e Alice ad elaborare un piano per coglierlo in flagrante e per fargliela pagare…e Santosky ne era uscito male sulle parti basse.
Il gruppetto entrò in Sala Comune e James chiese innocentemente:
- Lily…ora l’abbraccio?
- Prima fila a cambiarti!- rispose invece Lily con un sorrisetto, andando a sedersi.
- Per forza?
- Muovi quelle chiappe!
- Lily, che scurrile!
- Vuoi che lo diventi di più?
James sorrise esasperato e andò a lavarsi.
- Ma che bel modo di dichiararvi amore eterno che avete voi due...- commentò Marlene.
Lily sorrise: preferiva mille volte così piuttosto che passare la giornata a fare l’innamorata diabetica e sdolcinata; e James era dello stesso avviso, per fortuna.

*.*


- Sirius, hai finito?
La porta si spalancò e Sirius uscì in boxer dicendo:
- Tutto tuo…
- Finalmente, eh?- sghignazzò James.
- Scusa se voglio essere presentabile.- rise Sirius.
James entrò e si chiuse la porta; quindici minuti dopo, uscì dalla doccia pensando:
“Cazzo, che freddo!”
Anche se amava l’inverno per via della neve, James odiava il freddo pungente di quel periodo da quando era un bambino.
Appena uscì dal bagno, si mise subito jeans e felpa e aspettò cinque minuti per abituarsi alle ondate di calore che stavano arrivando e per scacciare gli ultimi brividi di freddo; si passò una mano fra i capelli e uscì dal dormitorio.
Aveva sceso pochi gradini quando si sentì una risatina e Sirius urlare divertito:
- Meadowes, sei nei guai!!
James si appiattì al muro per non farsi travolgere da Dorcas che correva e Sirius che l’acchiappava subito dopo; sentì la porta del dormitorio chiudersi.
Il ragazzo sorrise: Sirius gli aveva detto che voleva aspettare a farlo con Dorcas, aspettava che lei si sentisse pronta. Un bel miglioramento da parte di Sirius, si notava che stava cambiando in meglio per molti aspetti…anche se lui e James rimanevano i solito teppisti, ovviamente.
Lui e Lily, invece, non ne avevano ancora discusso; l’unico momento in cui erano andati un po’ “oltre” era stato quella notte sulla Torre di Astronomia. James non voleva forzare assolutamente niente: quando Lily voleva parlarne, ne avrebbero parlato.
James si diresse verso il gruppetto davanti al camino, fece alzare Lily, si sedette e fece accomodare la ragazza sulle sue ginocchia.
- Ok, vedo che chiedere è passato di moda.- lo rimbeccò Lily, sorridendo suo malgrado.
- Eh, sì…- commentò James, mentre lei appoggiava la schiena al suo petto.- Piuttosto, come mai il diabetico correva dietro all’acidona?
- Sirius ha perso ancora a scacchi con me.- spiegò Peter.- Lo sai com’è, il loro copione: lei l’ha preso un po’ in giro, lui l’ha inseguita e ora sono in dormitorio a scambiarsi sicuramente le coccole e a sbaciucchiarsi.
- Il mio adorabile Felpato.- James assunse un tono fintamente lacrimevole.
- Un fazzoletto?- chiese Mary, ironica.
- Magari…- rispose James sempre sullo stesso tono fintamente lacrimevole.
- E io che volevo un fidanzato normale…- considerò Lily scherzosamente.
James le lanciò un’occhiatina e le chiese:
- Secondo te, non sarei normale?
- Mai stato, Potter.- rispose lei.
Vedendo l’occhiata furba del ragazzo, Lily si alzò in fretta e James le gridò dietro:
- Ti prendo!
Appena i due sparirono, Mary chiese:
- Ma…Alice e Frank?
- Stanza delle Necessità.- rispose Peter.
- Necessità urgente.- aggiunse Marlene, divertita.
Tutti ridacchiarono.

*.*


Lily corse in fretta e spinse il mattone, ma non fece in tempo ad entrare in soffitta che James la prese da dietro.
- Sentiamo, che credevi di fare?- la stuzzicò James, sollevandola un po’ da terra.
- Scappare da un brutto antipatico cattivo come te.- lo prese in giro Lily.
- Ancora!- protestò James fra le risate.- Io non sono brutto!
- Nooo…sei bruttisimo!- lo dileggiò Lily.
James ghignò e, dopo averla scaricata senza tanti complimenti sul vecchio letto a baldacchino, le disse all’orecchio:
- Ne pagherai le conseguenze, Evans.
- Ah sì, Potter?- rise Lily.
Poco dopo, fecero apparire due cuscini e iniziarono a fare una piccola lotta sul vecchio letto a baldacchino.
- Sono ancora brutto?- le chiese James, mentre parava una cuscinata.
- Più che mai!- rispose lei, dandoci dentro.
- Ok, l’hai voluto tu.- disse James.
- Ovvero?- chiese Lily.
James buttò da parte il cuscino e le saltò addosso, mentre lei si divincolava fra le risate.
- No, James!-implorò lei ridendo.- Non il solletico!
- Ah, sì invece!- continuò lui.
- Basta, basta!- urlò Lily poco dopo.- Mi arrendo!
James rallentò un po’ e avvicinò il viso al suo.
- Ti arrendi?- chiese James.
- Per stavolta.- rispose Lily.
- Brava.- le disse James e la baciò.
Fu in quel momento che la situazione divenne molto più strana, più dolce.
Lily continuò a baciare James, sentendo quella piacevole stretta allo stomaco ogni volta che erano da soli, facendo vagare le mani sulle sue braccia, sul suo petto, sfiorandogli il viso, i capelli…
Era la prima volta che le loro coccole diventavano così approfondite, ma a Lily non dispiaceva; anzi, si sentiva protetta.
James si perse in ogni singolo bacio che le dava, lasciava vagare le sue mani lungo i fianchi e la schiena, ammirava ogni singola lentiggine presente sulle guance di Lily, la sentì rabbrividire quando passò dal volto al collo di lei, respirando l’odore dei suoi capelli e baciandole la piccola voglia che aveva tra la spalla e il collo; Lily voltò istintivamente la testa di lato in modo che lui la baciasse più facilmente.
I respiri di entrambi da profondi divennero più rapidi e veloci.
A un certo punto, Lily rabbrividì ancora di più e si strinse con più forza a James senza riuscire a trattenere un piccolo gemito: la mano di James era andata sotto la felpa a toccarle la schiena e sentì le dita di James ancora un po’ fredde andare su e giù con dolcezza, sfiorando l’allacciatura del reggiseno senza andare oltre.
Poi toccò a James rabbrividire un po’: stavolta era la mano di Lily che gli toccava la schiena e i fianchi con delicatezza, sentendo il calore delle dita di Lily sulla sua pelle ancora un po’ fredda.
James osò ancora un po’ e fece andare la sua mano sul ventre di Lily, mentre sentiva i baci di lei sul suo collo e le sue mano che vagavano incontrollate prima sulla sua schiena e poi sui suoi addominali.
Ma a un certo punto…
- James, aspetta…- bisbigliò lei, staccandosi un po’ da lui e guardandolo imbarazzatissima.
- Che c’è?- chiese James con la voce un po’ roca.
Il ragazzo abbassò lo sguardo un secondo e vide che la sua mano era sui jeans di Lily, un dito sul bottone.
“Ops…” pensò James, togliendo subito la mano.
- Mi sa che dobbiamo parlare…- mormorò Lily, mettendosi seduta a gambe incrociate e stringendosi nelle spalle, imabarazzatissima.
James si mise seduto accanto a lei, guardandola.
- Ecco…- Lily si torturò un po’ i capelli, gesto che faceva quando s’imbarazzava.- Beh, riguardo…riguardo quello, ecco…
- Stavo forzando un po’ la mano?- chiese James, esitante.
- No.- rispose lei, sinceramente.- No, tranquillo; è che la situazione stava un po’…sfuggendo.
I due rimasero un po’ in silenzio, poi Lily sospirò e disse:
- Ecco, non mi sento pronta a…a un passo del genere. Voglio dire, è da poco che stiamo insieme e…ecco, non vorrei che si rovinasse tutto e…
Lily s’interruppe e abbassò lo sguardo, pensando: “Fa’ che non si arrabbi, ti prego, fa’ che non si arrabbi…”; poi sentì le braccia di James stringerla a sé e lui che le diceva:
- Aspettiamo quanto vuoi, Lily; davvero.
Lily alzò lo sguardo verso di lui.
- Davvero?- chiese lei.
- Sì.- rispose lui, appoggiando la fronte su quella della ragazza.- Nonostante quello che hai detto tu, forse stavo un po’ accelerando le cose; e poi hai ragione, è da poco che stiamo insieme, sarebbe da immaturi affrettare le cose.
- Non ti scoccia aspettare, quindi?- domandò Lily, intrecciando la sua mano con quella libera di James.
- Ehi, ho aspettato un bel po’ prima di mettermi con te.- rise James in risposta.- Ormai ci sono abituato.
Lily si rabbuiò un pochino.
- Che c’è?- chiese James.
Lily rimase un po’ in silenzio, come se volesse trovare le parole, poi mormorò:
- Avrei voluto non farti aspettare tutto questo tempo. Magari, a quest’ora, avremmo più tempo e…
- Lily, ti sei presa tutto il tempo che hai voluto, giustamente.- le disse James in tono rassicurante.- Forse è stato meglio così. Anzi: è meglio così. Non credo avresti voluto metterti subito con un ragazzino spocchioso, viziato, arrogante…che ti dava la nausea.
James rimase in silenzio. A volte quella frase gli tornava in mente e si chiedeva se non stesse sognando, se fosse tutto una sua fantasia il fatto che loro due ora stessero insieme.
- Ti ho ferito, quella volta.- disse Lily.- Vero?
- Avevi ragione.- commentò James.- Solo che, molte volte, la verità fa male.
Lily gli schioccò sulla guancia un bacio di scuse e disse:
- Tranquillo, ora la nausea è sparita; so che è un’affermazione un po’ scema. Ma direi che questo è il tuo turno per le rassicurazioni.
James sorrise e disse:
- Mi sa che ho bisogno di un altro po’ di rassicurazioni.
- James, se vuoi che ti baci, basta che chiedi.- commentò schietta la ragazza.
- Lily, mi baci?
- Se ti dicessi di no?
- Mi butto dal balcone, così mi avrai sulla coscienza.
- Vuoi farmi sentire in colpa?- Lily lo guardò di sbieco, ma sorrise suo malgrado.- Ma come ti permetti?
Prima che James potesse dire o fare qualcosa, Lily gli saltò addosso e si ritrovò distesa sopra di lui a ridere prima di baciarlo.
- Sai, sono...sollevata che aspettiamo un po’.- rivelò poi Lily, arrossendo ancora un po’.- Insomma, non ne so abbastanza...
- Tranquilla.- la rassicurò James dandole un altro bacio.
Avrebbe aspettato tutto il tempo del mondo, se necessario; non voleva più rovinare niente con lei.
- E poi...- le mormorò James un po’ malizioso.-...ne so abbastanza per tutti e due.
- Sì, lo sapevo già che eri un porco, non c’era bisogno di dirlo ad alta voce.- lo prese in giro Lily.
- Ehi!
James non fece in tempo a protestare che fu costretto a bloccare Lily prima che prendesse il cuscino per prenderlo ancora a cuscinate, stringendola a sé; gli bastava quello, al momento.
Lily si raggomitolò meglio fra le sue braccia, sentendosi confortata: non se l’era presa perché voleva farlo aspettare e ne era sollevata; eppure, non potè fare a meno di chiedersi quanto avrebbe dovuto aspettare prima di sentirsi pronta.
E soprattutto quando avrebbe capito di essere pronta a fare l’amore con James.














 
 
 
 
 
 
 
 
 

NOTE: ecco qui a voi l'argomento spinoso...ta-daaaaaaaaaaaaaa:)
beh, direi che questo capitolo si commenta da sè; e devo dire che adoro James qui; è così...tenero!!! :)
spero di aver descritto bene i dubbi di Lily e le rassicurazioni di James; sennò, beh...mi darò all'ippica.
bene, aspetto le vostre recensioni, vediamo se riusciamo ad arrivare alla duecentesima :)
bye bye :)

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Capitolo 41
*** MAI SFIDARE LE RAGAZZE DURANTE LE VACANZE DI NATALE ***


Hogsmeade sembrava una cartolina natalizia: le luci di Natale risaltavano nel candore della neve, le case erano esattamente uguali a quelle di pan di zenzero con la neve di glassa e in ogni angolo si sentivano le carole di Natale.
Il freddo però persisteva e molte persone si affrettavano a fare le compere natalizie o a barriccarsi dentro i pub per scaldarsi.
Tuttavia, per dieci studenti del settimo anno di nostra conoscenza sembrava sprecato trascorrere un pomeriggio intero dentro un pub.
- Ma perché capitiamo sempre qui?- chiese Marlene dopo essere scesa piano ed essersi appoggiata a Remus lungo la stradina, ora più sdrucciolevole che mai, che portava allo steccato della Stamberga Strillante.
- Nostalgia.- rispose da dietro James.
- Ma se ci venite almeno una volta al mese.- obiettò Lily.
- E allora?- James la guardò in modo ovvio e Lily lasciò perdere, sorridendo e basta e dicendogli:
- Potter, se mi spacco il collo ora, mi avrai sulla coscienza; quindi, aiutami!
- Sissignor comandante!- James si finse sull’attenti, poi aiutò Lily a scendere sulla stradina.
Peter e Mary, al contrario, scivolarono ai lati della strada, ridendo come pazzi.
- Ragazzi, illuminatemi.- fece Sirius, poggiando cautamente i piedi sul sentiero.-Perché noi siamo i soli cretini che scendiamo lungo questa strada quasi mortale?
- Perché noi dobbiamo aiutare le donzelle in difficoltà.- rispose dal basso Frank.- Sennò che razza di Grifondoro saremo mai?
- Ma quasi quasi scendo come ha fatto Mary…- fece Dorcas.
- Meadowes, ti pare che metta in pericolo la tua vita?- commentò Sirius.- Sennò chi rompe le scatole al sottoscritto, a parte i Malandrini e Frank?
- Ti sguinzaglio Lily?- propose James, beccandosi una gomitata da lei.
- Per carità!- esclamò Sirius.- Senza offesa, Lily!
- Ma faccio così paura?- chiese Lily.
- Tanta!- rise James in risposta.
Lily non riuscì a replicare, perché si ritrovò a ridere con gli altri di Sirius disteso sulla neve mentre Dorcas era arrivata sana e salva.
- Sei ancora vivo, Black?- chiese Dorcas fra le risate.
Sirius non riuscì a rispondere, si stava tenendo la pancia dal ridere; appena finì di ridere, la ragazza gli tese la mano…ma Sirius se la strattonò addosso.
E per le ragazze quello fu il segnale della…
- FUGA!- urlò Mary, cominciando a correre.
I ragazzi corsero dietro alle ragazze, arrancando nella neve…finchè non le persero di vista.
- Dove cavolo sono andate?- chiese Peter, ansante.
- Boh…- rispose Frank.
- Si sono anche cancellate le impronte dietro.- fece notare Remus.
- Merda!- imprecò Sirius.
- La cosa non mi piace…- disse James.
- Ragazzi…- li chiamò Alice con voce suadente.
Appena si voltarono, furono investiti a raffica da molte palle di neve che li fecero cadere a terra, mentre le ragazze se la ridevano.
Ma appena i ragazzi si alzarono, furono loro a gettare palle di neve a tutto andare; e le ragazze, ovviamente, risposero.
Fu tutto un inseguirsi e un colpirsi e un insieme di risate…e anche di atterraggi poco morbidi.
Lily si guardò attorno, avendo perso James di vista.
“Spero per me che non si sia portato dietro il suo Mantello…” pensò la ragazza, scostandosi dal viso una ciocca che usciva dal berretto di lana che imprigionava i suoi capelli.
- Beccata!
Con un urlo, Lily finì a terra mentre sentiva la risata di James che le riempiva le orecchie e molta neve in faccia.
- Potter, non vale!- urlò Lily fra le risate.
- Ah, sì?- fece James con un sorriso malandrino, avvicinandosi al suo volto.
Lily sorrise, ma invece di baciarlo gli tirò una manciata di neve in faccia.
- Ops…- fece poi, ridendo come una pazza e James con lei.
Mezz’ora dopo, la battaglia a palle di neve fu decretata vinta dalle donne, poiché avevano colpito i maschi con maggiore foga. I maschi erano tutti distesi a terra, devastati.
- Ragazze, mi avete distrutto anche i sentimenti…- boccheggiò Frank.
- E non solo quelli…- ansimò James.
Gli altri tre non dissero niente, si sentivano come se fossero in stato comatoso.
- Tre Manici di Scopa?- propose Peter a voce bassa.
- Sì…- fece Remus.
- Dorcas, mi aiuti?- chiese Sirius, tendendole la mano.- Credimi, non ti butto a terra; e poi, anche se volessi, non ne avrei la forza…
Dopo molti sforzi e molto strattonare, il gruppetto si diresse ai Tre Manici di Scopa, dove si asciugarono e si bevvero le loro Burrobirre vicino al caminetto, ridendo e scherzando e commentando la partita a palle di neve appena svolta.
Prima che facesse buio, ritornarono tutti a scuola a finire di preparare i bauli per il giorno dopo, il primo giorno di vacanza.

*.*


Arrancavano sulla neve che per fortuna non era molto alta, ma lo stesso procedevano con attenzione: c’era mancato poco che James si rompesse l’osso del collo.
Poco dopo, erano davanti alla lapide dei genitori di Lily.
La ragazza depose una coroncina di Stelle di Natale e dopo un sospiro mormorò:
- È strano; il primo Natale senza di loro…
James la strinse a sé e le diede un primo bacio sulla guancia; non riusciva a dirle qualcosa, ma a Lily sembrò bastare perché appoggiò la schiena al suo petto, sorridendo un pochino.
- Beh…- sospirò Lily, cercando di avere un tono leggero.- Direi che siamo stati abbastanza qui, non ha senso rimanere ancora in questo posto a congelarci.
James annuì e la prese per mano; poco dopo erano fuori dal cimitero e si diressero in un vicolo a Smaterializzarsi.
Apparvero davanti al cancello di Villa Potter esattamente nello stesso momento in cui atterrava in giardino la moto di Sirius, con lui e Dorcas in sella.
Entrarono tutti e quattro insieme; Lily e James si tolsero i cappotti, sciarpe, guanti e cappelli, Sirius e Dorcas anche i caschi e i passamontagna che avevano indossato sotto.
- Sei ancora convinto di guidare la moto con questo gelo siberiano?- chiese James a Sirius con un sorrisetto ironico.
- Per carità!- esclamò Sirius.- È una grazia che non si siano gelate le parti vitali. Mai più a guidare con questo freddo!
- Finalmente l’ha capito!- sospirò Dorcas, alzando lo sguardo al soffitto.
I quattro andarono a cambiarsi e poi si fiondarono subito in salotto, davanti al caminetto - James e Sirius facendo la gara per chi arrivava prima ad accaparrarsi il posto migliore.
- Ragazzi, ma sapete comportarvi da gentiluomini?- chiese Dorea.
- Più o meno.- rispose James con un sorrisetto.
- Dai, Dorea!- le disse Sirius con un sorriso enorme.- Non siamo così terribili, dopotutto.
- Giovanotto, potrai abbacinare tutte le ragazze di Hogwarts con quel sorriso, ma non la sottoscritta.- lo riprese Dorea, sorridendo suo malgrado.
- E nemmeno la sua ragazza.- aggiunse Lily, scambiandosi un cinque con una Dorcas soddisfatta.
- Hai trovato pane per i tuoi denti, eh?- commentò Dorea.
- Così sembra…- sospirò Sirius.
Dorcas si limitò a sorridere. Dorea lì avvertì:
- Vedete di comportarvi bene; e soprattutto…non contrariateci. Noi donne ora siamo in maggioranza, qui dentro!
- Lo notiamo, mamma…- James finse di tremare ed esibendo un’espressione fintamente imapurita.
Dorea rise e commentò:
- Non cercare di abbacinarmi con la tua faccia da cucciolo bastonato.
- Con papà riusciva.- le ricordò James.
- Ma lui era tuo padre!- commentò Dorea, sorridendo.- E poi, voi maschietti riuscite solo a intenerirvi fra di voi; ma con le donne…
- Zero!- conclusero i due, guardando Lily e Dorcas che ridacchiavano.
- Esatto!- concluse Dorea.- Lily, spero non faccia queste faccette stupide anche con te…
- Purtroppo si…- sorrise Lily, mentre James scuoteva la testa divertito.- Ma fortunatamente non funzionano.
Mezz’ora più tardi, andarono tutti in cucina a farsi una bella cioccolata con panna e  dei biscotti…che i ragazzi carbonizzarono; le donne sospirarono e li rifecero - risultando molto più buoni.
- Voi a cucinare siete un disastro.- li prese in giro Lily.
- Grazie, mi sento molto meglio!- esclamò James ridendo, cercando invano di apparire offeso.

*.*


- Tiro?
- Tira!
Era la sera del trentun dicembre ed erano tutti e dieci nel salotto di Villa Potter, mentre alcuni membri dell’Ordine della Fenice erano in taverna.
Erano impegnati a giocare a Magic-Risiko, in cui si doveva conquistare un reame immaginario con il proprio esercito e vinceva il primo che vi riusciva; visto che solo in pochi si ricordavano le regole, giocavano a coppie - a parte Frank e Alice, era un’altra sfida maschi contro femmine.
La partita stava andando noiosamente avanti da più di un’ora, quando con l’ultimo tiro la coppia Marlene-Dorcas era riuscita a invadere lo stato che dovevano invadere…che risultò essere quello dei loro fidanzati.
- No!- gemettero Remus e Sirius, mentre Marlene e Dorcas si scambiavano un cinque.
- Te l’avevo detto di lasciare qualche fante in difesa, ma tu no!- si lamentò scherzosamente Remus.- La prossima volta gioco da solo, piuttosto!
- Devo ricordarti che all’ultimo round abbiamo perso metà esercito perché tu hai voluto attaccare a tutti i costi?- replicò Sirius con un sorrisetto divertito.
- Ma guardateli!- esclamò James.- Litigano come due vecchie consuocere!
- James!- protestarono i due ragazzi, mentre tutti ridevano.
- Ok, mettiamo via questa roba pallosa, va’!- propose Mary, rimettendo tutto nella scatola con la bacchetta.
- E ora?- chiese Lily, mentre avevano ripreso a scolarsi un po’ di Burrobirra dal loro tavolo del buffet.
- Arriva il meglio.- rispose Alice, tirando fuori un’altra scatola colorata da sotto il divano.- Il Magic-Twister!
Il Magic-Twister era come il Twister Babbano, con la differenza che il disco su cui si doveva poggiare la mano o il piede compariva magicamente da solo - e a volte in punti complicati e quando si era in posizioni molto scomode.
Si misero a giocare Mary, Alice, Marlene, James e Sirius; Lily aveva il compito di dire colore e mano o piede.
Mezz’ora più tardi, si era alla terza manche ed erano state scartate tutte le ragazze, mentre James e Sirius resistevano.
- Piede destro blu.- disse Lily.
E apparvero due dischi blu: uno vicino alla mano di James e l’altra sotto il sedere di Sirius.
- E ora come la mettiamo?- ridacchiò Peter, mentre Frank si teneva la pancia.
- Sirius, sicuro che non vuoi arrenderti?- chiese James.
- Sì, e non rompere!- rispose Sirius, mentre cercava di allungare la gamba per raggiungere con l’alluce il dischetto blu.
- Allora, potresti alzare un po’ il tuo bel sederino?- domandò James.
- E perché dovrei alzare il mio giustamente bel sedere?- chiese Sirius in risposta.
- Perché devo mettere lì sotto il mio piede.- rispose James.
Dopo che James riuscì a trovare un modo, Lily disse:
- Piede destro verde.
Apparvero i dischetti verdi, ovviamente molto lontani dalla loro portata; e alla fine, i due si arresero nello stesso momento.
- Lily, Dorcas…- fece Mary.- Avete dei fidanzati scarsi!
- Lo sappiamo…- replicò Lily mentre Dorcas rideva.
- Ehi!- protestarono questi due.
- Altra manche!- gridò Alice.
Si rimisero in posizione e alla fine si ritrovarono Alice e Sirius a resistere per ultimi.
- Vai, Alice!
- Evans, dovresti essere imparziale!
- Dovrei, Black, dovrei!
Sirius alzò gli occhi al cielo, mentre Lily ridacchiava e James la guardava divertito.
- Mano destra rosso.- disse poi Lily.
Sirius mise la mano sul dischetto rosso e provò a stare in equilibrio…ma alla fine cadde miseramente.
- E vincono ancora le femmine!- urlò Dorcas agitando un pugno in aria, trionfante.
- Ragazzi!- li chiamò Dorea dalla taverna.- Mancano cinque minuti alla mezzanotte, muovetevi!
Dopo aver messo via il Magic-Twister ed essersi risistemati, scesero tutti e dieci in taverna; l’occhio magico di Malocchio li scrutò uno ad uno mentre entravano.
- Sì, Malocchio.- fece Sirius con ironia.- Siamo noi.
- Black, sempre il solito…- sbuffò Malocchio.
Sirius alzò le spalle e si scambiò un’occhiata e un ghigno d’intesa con James, mentre tutti si radunavano attorno alla radio accesa che avrebbe annunciato di lì a poco il nuovo anno.
E poco dopo, una voce maschile dalla radio annunciò:
- Dieci…nove…otto…sette…
- Lily…- le mormorò James.
- Che c’è?- chiese Lily, voltandosi.
-…tre…due…uno…BUON ANNO!
James la baciò subito; Lily all’inizio ne fu sorpresa, poi gli annodò le braccia attorno al collo rispondendo al bacio.
Nessuno dei due sembrò accorgersi della baraonda attorno a loro, né dei versi che si facevano tutti per festeggiare; c’erano solo James in camicia e jeans e Lily con il suo vestito verde foglia-di-thè.
Appena entrambi si staccarono per riprendere fiato, James le mormorò all’orecchio:
- Buon anno, amore…
Lily lo guardò sorridendo e arrossendo appena e gli disse:
- Buon anno anche a te, amore…
- Finalmente si sono staccati!- Alice le saltò addosso.
- Sì, stiamo aspettando che anche l’altra coppietta si stacchi.- rise Frank.
Sirius e Dorcas erano in un angolo a baciarsi - il ragazzo l’aveva addirittura sollevata da terra per poterla baciare meglio.
- Asociali!- urlò Remus con un sorriso divertito; Sirius rispose mostrando il dito medio e Dorcas gli schiaffeggiò la mano - il tutto senza aver ancora interrotto il bacio.
Appena si staccarono, Sirius chiese trafelato, sempre senza mettere giù Dorcas:
- Qualcuno ha cronometrato quanto siamo rimasti incollati?
- No, canide da strapazzo.- rispose Peter, saltandogli addosso.
- E allora, a che mi servite?!?- si lamentò scherzosamente Sirius, mentre Dorcas rideva un po’ imbarazzata sulla spalla del ragazzo.
Rimasero tutti svegli a lungo a ridere e a scherzare, poi verso le tre e mezza andarono a letto.
- Sai, credo che voi maschi abbiate imparato una cosa, da queste vacanze.- commentò Lily, appoggiando la testa sul petto di James.
- Ovvero?- chiese James, passando una mano fra i suoi capelli.
Lily alzò lo sguardo e gli disse allegra:
- Mai sfidarci; soprattutto, durante il periodo natalizio.
- Però è stato divertente.- commentò James.- Quindi, mi sa che continueremo a sfidarvi.
Lily rise e James spense la luce, stringendola a sé con dolcezza.














 
 
 
 

NOTE: ok, so che non è un capitolo totalmente Lily/James, ma volevo semplicemente mostrare l'allegria delle vacanze natalizie.
per il capitolo mi sono ispirata all'ultimo capodanno che ho passato, durante il quale abbiamo giocato a RISKO e TWISTER; quindi, ecco spiegato il motivo del "Magic-Risiko" e del "Magic-Twister". Lo so che ad alcuni può sembrare una cagata, ma a me piaceva :)
tranquilli, il prossimo capitolo sarà tutto Lily/James, per vostra contentezza :)
bene, aspetto le vostre recensioni, ciao :)

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Capitolo 42
*** BIANCO ***


Una cosa che si notava almeno una volta al mese nei Malandrini erano dei giorni di totale tranquillità; giorni durante i quali si comportavano diligentemente - beh, quasi…- e senza fare troppa confusione, si impegnavano a fare i compiti, mangiavano senza essere dei maiali inferociti e la sera andavano addirittura a letto presto. Il giorno dopo risultavano un po’ sonnolenti, ma almeno sembravano riacquistare la loro solita verve per fare scherzi e dispetti in giro. E una volta al mese, un Remus Lupin cagionevole e pallido lasciava il castello con la scusa di visite mediche da qualche specialista o visite alla madre che stava poco bene; partiva al pomeriggio e ritornava il giorno dopo, più segnato che mai, ma più sollevato di prima.
Ovviamente, nessuno sapeva il perché di tutte queste cose…a parte Frank Paciock,  Alice Prewett e le ragazze del settimo anno di Grifondoro, ma nessuno sospettava di niente - tranne Severus Piton, che non parlava dietro ordine esplicito di Silente.
Per i Malandrini, quella volta al mese di calma significava concentrazione prima della luna piena: rimanevano calmi e nel pieno delle loro facoltà fisiche e mentali per poter poi controllare Remus quando si trasformava in Lupo Mannaro.
Per Marlene McKinnon, la settimana prima della luna piena era una settimana in cui cercava di stare calma per Remus, anche se rimaneva lo stesso preoccupata per le ferite che il ragazzo a volte si procurava; era preoccupata anche per gli altri tre Malandrini e ogni volta sperava che non ci fossero ferite gravi.
Lily Evans ovviamente non aveva mai avuto questo genere di preoccupazioni fino al giorno in cui James Potter le aveva detto che cosa facevano i Malandrini per aiutare Remus; da quel giorno si preoccupava ad ogni luna piena, anche quando non stava ancora con James.
Lo stesso lo pensavano anche Dorcas Meadowes e Mary MacDonald: la prima era preoccupata per il fidanzato Sirius Black; la seconda per Peter Minus, che era diventato per lei una sorta di migliore amico.
Ovviamente si preoccupavano anche Alice e Frank, che mantenevano il segreto e cercavano di coprirli come potevano.
Per i loro coetanei era strano vedere come i Grifondoro del settimo anno si fossero coesi fra di loro in un forte legame di amicizia, così come era stato strano vedere James Potter frequentare Lily Evans e un Sirius Black che aveva smesso di fare il casanova grazie a Dorcas Meadowes.
Anzi, non avevano ancora fatto l’abitudine alla coppia Potter-Evans: il loro rapporto era rimasto sostanzialmente normale - prese in giro, litigate…- ma era sempre strano vederli ridere e scherzare tra di loro, vederli in giro a Hogsmeade, nascosti in qualche angolo buio di un qualche corridoio isolato a baciarsi appassionatamente…
Ebbene sì, Hogwarts continuava a riservare sempre dei segreti e delle sorprese.

*.*


Lily si rigirò nel letto, incapace di prendere sonno. Inutile che restasse calma davanti a James, quando poi lui era là fuori con un lupo mannaro da controllare.
La ragazza sospirò, ripensando alle solite battute che si scambiavano prima che loro andassero:
 
 

- Lily, io vado…
- Fa’ attenzione, mi raccomando…
- Tranquilla…

 

Quello scambio di battute e il bacio leggero che si scambiavano erano considerati da James il suo portafortuna per poter affrontare meglio Remus trasformato e Lily per un istante accantonava le preoccupazioni per il suo ragazzo.
Lily sbuffò piano e guardò la sveglia: l’una di notte.
Cercò di cambiare posizione e chiuse gli occhi, ma niente: quella notte non voleva proprio addormentarsi.
Era strano: di solito riusciva ad addormentarsi; molto tardi, è vero, ma ci riusciva.
Alla fine, Lily sbuffò ancora; si sistemò, prese una boccetta di dittamo e una di antidoto, delle bende e dei cerotti, si mise la vestaglia e dopo essersi rilavata i denti e aver racchiuso i capelli in un fermaglio, scese in Sala Comune e si sedette davanti alle braci morenti del fuoco, aspettando pazientemente.
A poco a poco, Lily si rilassò un pochino e cercò di concentrarsi su qualcosa di allegro, riportando alla mente la seratina sole donne che avevano fatto fra di loro sulla soffitta di Grifondoro una settimana fa; in quell’occasione avevano parlato e riso, mangiato le loro riserve personali di cibo - Lily facendo i suoi mix fra dolce e salato che tanto disgustavano le amiche - e poi avevano urlato felici quando un’imbarazzatissima Dorcas aveva rivelato loro, fra sorrisi nervosi e rossori violenti al viso, che lei e Sirius avevano fatto l’amore per la prima volta nella Stanza delle Necessità dopo aver fatto pace a causa di una litigata un po’ dura.
Lily ridacchiò e ripensò al suo rapporto fra lei e James: loro non l’avevano ancora fatto, anche se le loro coccole si erano fatte un po’ più naturali; certo, James si bloccava un pochino ogni volta che le sue dita scontravano il gancio del suo reggiseno, ma almeno l’imbarazzo era sparito. Eppure, ogni volta che si separavano da quelle coccole, Lily si sentiva dentro di sé un pochino…insoddisfatta. E le era sembrato che anche James un pochino lo fosse. O era solo una sua impressione?
In quel momento, il buco del ritratto si aprì e comparvero tre ragazzi barcollanti.
- Beh, è andata meglio…- biascicò Peter.
- Sì, ma quegli alberi stupidi della Foresta…- borbottò Sirius.
- A chi lo dici…- commentò James guardandosi distrattamente attorno e poi notando che non erano da soli.- Lily?!
- Salve…- li salutò Lily.
- Come mai sei sveglia?- chiese James.
- Non riuscivo a dormire.- rispose Lily con un’alzata di spalle.- Così ne ho approfittato per aspettarvi e farvi un po’ da infermiera.
- Beh, approfittiamone!- esclamò Peter, mettendosi subito accanto a lei.
- Siete un po’ malconci.- rise Lily.- Ma che avete fatto?
- Niente…- minimizzò Sirius.- Le solite corse…
-…i soliti morsi, vero ragazzi, Felpato in particolare?- aggiunse James, indirizzando un'occhiataccia all'amico.
- Cervoide, intanto tieniti premuta questa su quel graffio che hai in fronte.- gli disse Lily gettandogli una garza, mentre Sirius rideva.
In pochi minuti Peter era già medicato, visto che aveva solo pochi graffietti che sanguinavano pochissimo.
- Grazie, Lily.- sbadigliò Peter.- Buonanotte.
- ‘notte…- mormorò Lily.
- A dopo…- gli disse Sirius, mettendosi accanto a Lily.
Lily controllò i graffi di Sirius; uno sul braccio sinistro era parecchio sanguinolento.
- Ti avviso, brucerà un po’.- lo avvertì Lily, prendendo la boccetta di antidoto.
- Ehi, ho avuto di peggio…- scherzò Sirius.- Ahi! No, ora ho avuto di peggio!
- Almeno ti ho avvisato.- gli disse Lily sullo stesso tono.
Cinque minuti dopo, anche Sirius era bell’e medicato. Il ragazzo si stiracchiò e disse loro:
- Buonanotte, piccioncini.
- Buonanotte.- disse Lily.
- ‘notte, canide da strapazzo innamorato.- disse James.
Appena Sirius se ne andò, Lily guardò James e gli chiese:
- Come hai fatto a conciarti così male?
- Cose da animali.- scherzò lui in risposta, sedendosi sul divano.
James aveva un taglietto sulla fronte che aveva appena smesso di sanguinare e un taglio sulla spalla, ma per il resto era illeso.
Lily sospirò divertita, poi si mise in ginocchio sul divano per medicarlo meglio.
- Caspita, hai troppi capelli!- si lamentò Lily fra le risate, tirandoglieli indietro per evitare che andassero sul taglio.
- Ehi, non mi sembra che di solito ti diano fastidio.- le fece notare James, cercando di apparire rilassato.
“Va tutto bene, i capelli te li avrà toccati mille volte, deficiente…” si disse James, ignorando un brivido lungo la schiena.
- Beccata!- commentò Lily, divertita.- Qui, ho finito; dovresti aprire un po’ la camicia, devo pensare alla spalla.
James si aprì un po’ la camicia e la scostò in modo che Lily potesse medicargli il taglio. Sì sentì invadere da una strana sensazione mentre sentiva le dita di Lily sulla sua spalla…
Lily era calma, ma dovette appellare tutto il suo autocontrollo: aveva la strana voglia di saltargli addosso.
- Mi devi mettere la roba bruciante?- chiese James, leggermente preoccupato.
- Dai, non fare il bambino, ora!- lo riprese Lily con un sorrisetto.
James non disse niente, ma sbuffò quando sentì il bruciore alla spalla.
- Come mai sei sveglia?- le chiese poi il ragazzo per distrarsi un po'.
- Ancora? Te l’ho detto.- rispose lei.- Non riuscivo a dormire.
- E perché?
- Ero preoccupata che vi faceste del male.
- Lily, ce la caviamo!
- Lo so.- Lily mise sul tavolo e mise un po’ di dittamo sulla ferita, che si rimarginò subito.- Solo che non riuscivo ad addormentarmi; non so perché, di solito dopo un po’ riuscivo a prendere sonno.
Lily mise sul tavolo anche il dittamo e disse in tono pratico:
- Ho finito.
- Grazie.- disse James.
La ragazza era ancora inginocchiata davanti a lui sul divano e lo guardava da più in alto rispetto a lui, mentre sentiva la mano di James sulla sua schiena.
- Prego…- mormorò lei, chinandosi a baciarlo.
James rispose al bacio…e in quel momento sembrò che spazio e tempo si fossero annullati.
La molletta che bloccava i capelli di Lily cadde a terra con un gran frastuono e la sua proprietaria si ritrovò distesa sul divano con James sopra di lei, entrambi intenti a baciarsi con foga, mentre la vestaglia di Lily era ai piedi del divano.
James sentì le mani di Lily che gli toglievano la camicia; quando rimase a torso nudo, le tolse la maglia del pigiama, lasciando la ragazza con in canottiera bianca; da sotto di essa s’intravedeva un reggiseno scuro, forse viola.
Lily sentì i baci di James sul suo collo, sulla sua voglia a forma di stella marina, sul suo viso; lui si perdeva a baciare ogni lembo di pelle scoperto, inalando il suo profumo, perdendosi fra quei capelli che alla luce del fuoco morente si confondevano con il colore del divano.
James fece scorrere le mani sulle braccia di Lily fino alle spalle, poi le fece ridiscendere con le spalline della canottiera, lasciando la ragazza in reggiseno: era la prima volta che erano scoperti così dall’estate che avevano passato a Bournemouth e il ragazzo si chiese fugacemente come avesse fatto a resistere dal saltarle addosso quando era in bikini.
Lily non si sentì affatto imbarazzata, ma ebbe dei brividi che non avevano niente a che fare con il freddo quando sentì la scia di baci che James dal suo collo stava disseminando fino al suo ventre e le sfuggì un gemito quando il ragazzo accarezzò con la mano e con i baci un punto sensibile.
James risalì con i baci fino alla sua bocca, continuando a baciarla appassionatamente; le mani di lui, intanto, risalivano ora la schiena, arrivando all’allacciatura del reggiseno. Dopo un breve, brevissimo attimo d’esitazione, lo slacciò.
Se per James era stata una cosa veloce, a Lily sembrò invece una cosa lenta, come se il ragazzo avesse rotto una barriera che qualcuno le aveva messo intorno.
Mentre la mano di James vagava incontrollata per tutta la sua schiena, Lily continuò ad accarezzargli il petto, i fianchi, gli addominali, a baciargli il collo e il taglio appena medicato; lo sentì trattenere a fatica un gemito e la sua mano andare sotto il reggiseno slacciato a sfiorarle il seno con un tocco leggero che la fece sospirare.
James cominciò lentamente, continuando a baciare Lily, a far scivolare una spallina del suo reggiseno, mentre lei sentiva una piccola pressione in basso, fra le gambe…
E si sentì dal corridoio fuori dal buco del ritratto una risata sghignazzante, ancora un po’ lontana.
I due ragazzi si alzarono dal divano, rossi in volto.
- Pix…- borbottò James, con voce roca.
Lily sbuffò, si riallacciò di malavoglia il reggiseno e si risistemò, mentre James si rimetteva la camicia; non era il caso di farsi sorprendere dal poltergeist della scuola in quella situazione.
Appena furono a posto, risalirono in silenzio le scale dei dormitori, mentre la risata di Pix si avvicinava, e si separarono davanti alle loro camere.
- Buonanotte…- mormorò Lily.
- Buonanotte…- disse James.
I due si scambiarono un bacio e si separarono.
Lily si distese sul letto, imbronciata.
- Lily…- biascicò Dorcas, svegliatasi in quel momento.- Che c’è?
- Niente, solo un odio profondo verso Pix.- borbottò Lily, mettendosi sotto le coperte.
“Perché proprio adesso?” si chiese la ragazza, arrossendo un pochino a quel pensiero.
Ripensò alle mani di James sul suo corpo, e ripensò a quello che era successo: si era sentita un po’ imbarazzata, certo...ma anche bene.
Molto bene.
E fu con un sorriso imbarazzato che Lily scivolò nel mondo dei sogni.

James si buttò a peso morto sul letto, sbuffando infastidito. Proprio quando la situazione fra lui e Lily si stava approfondendo, compariva Pix che mandava tutto all’aria.
- James, potresti sbuffare meno rumorosamente?- borbottò Sirius dal suo letto, la voce impastata di sonno.- Grazie.
- Scusa…- borbottò James.
Poco dopo, vide Sirius seduto sul suo letto.
- Che c’è?- chiese Sirius, sbadigliando.
- Io e Lily siamo andati in bianco per colpa di Pix.- spiegò James, scuro in volto.
- Ah…
Sirius fece una smorfia assonnata; poi ricollegò al cervello quelle parole appena sentite e chiese precipitosamente:
- Cioè…tu e Lily stavate per farlo in Sala Comune?
- Sì, Felpato, sì!- sbottò James sotto voce.- Le stavo per togliere il reggiseno e si sente la risata di Pix per tutto il corridoio là fuori! Cazzo…
- Maledetto spiritello di merda…- commentò Sirius.- Dovrebbe imparare a stare di più al suo posto, secondo me.
A James si illuminarono gli occhi.
- Sirius, per caso hai ancora quei dolcetti soporiferi e la Vernice Bianca Prudente che hai preso da Zonko?- chiese James.
- Sì.- rispose Sirius, aggrottando un po’ le sopracciglia.- Perché?
- Ho bisogno di aiuto per dare una lezione a Pix.- spiegò James, con il suo solito ghigno da teppista.- Ci stai?
Sirius gli fece un ghigno e gli disse soltanto:
- Tira fuori il tuo Mantello, Ramoso…

 

*.*


Il giorno dopo, quando tutti scesero verso la Sala Grande, gli studenti non poterono non notare qualcosa di singolare davanti all’entrata della Sala: Pix appeso a testa in giù, nudo - con uno straccetto che copriva le parti intime - e tutto bianco, legato come un salame e con un tappo di stoffa alla bocca che gemeva stridulo e soffocato, mentre si muoveva per il prurito. Tutti gli studenti lo additavano e ridevano.
Lily e Dorcas risero e videro James e Sirius, appoggiati a una colonna, che se ne stavano calmi, esibendo dei finti sorrisetti angelici; a quella vista, Dorcas trascinò fuori Sirius, un sorrisetto divertito che le increspava le labbra. Lily, invece, si avvicinò a James.
- Ma tu guarda...- commentò Lily, ridacchiando.- Chissà cos’è successo.
- Eh, sapessi...- ghignò James.
Lily si scambiò uno sguardo d’intesa con James: la loro notte di quasi amore era stata vendicata.












 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

NOTE: vi prego, non ammazzatemi, sto per dire la frase che voi tutti/e avete odiato quando interrompevo i momenti clou: mi dispiace, ma questo non era proprio il momento. [si mette il famoso giubbotto anti-proiettile e si getta per terra chiudendosi ad armadillo per proteggersi da eventuali colpi mortali...]
però potete ammazzare Pix, se vi va ;) [io intanto mi procuro un passaporto falso per l'argentina e una falsa identità, così da evitare le vostre minacce di morte per aver interrotto il momento...]
bene, aspetto le vostre recensioni. ciao ciao :)

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Capitolo 43
*** QUELLA NOTTE… [reprise] ***


A voi lettori e lettrici di questa long, che aspettavate il momento tanto agognato.
Che è arrivato!











- James, quando imparerai a far meno casino?
- Ehi, ci hanno provocato tutti e cinque! Che facevo, non rispondevo?
- E visto che anche Rem sembrava impegnato a fare a botte con voi, chiamare me o un prof non ti è passato di mente?
- No, non mi è passato di mente.
- No, davvero? Non me n’ero accorta.
- Mi dispiace, Lily. Ma odio quando chiamano ogni persona Mezzosangue o Sanguesporco e odio quando si mettono a lodare in modo spudorato Voldemort e i Mangiamorte.
- Intanto, però, ti sei beccato una punizione.
- Ehi, tranquilla! Mi farò perdonare perché stasera non ci sono, ok?
- Per stavolta…
- Grazie, amore…
James si sporse per baciare Lily sulle labbra, ma la ragazza all’ultimo si voltò dandogli la guancia.
- Ehi!- protestò James.
- Questo è per la punizione.- disse Lily, divertita, allontanandosi in un reparto della Biblioteca.
James sorrise, un po’ divertito e un po’ esasperato; la sua Lily non sarebbe cambiata affatto. Sapeva che era un po’ infastidita, ma lui sapeva già come rimediare.
Era passata una settimana da quell’interruzione causata da Pix, una settimana in cui erano stati strapieni di compiti fin sopra ai capelli; e fra questi e i suoi allenamenti di Quidditch e i doveri da Caposcuola di Lily, i due avevano avuto poco tempo per restare da soli…e ovviamente, quando erano stati da soli non avevano più sentito quell’impulso che avevano sentito una settimana fa in Sala Comune.
James controllò nella borsa e sorrise: la scatolina c’era ancora; ormai se la portava in giro ovunque per paura di perderla. Sperò solo che Lily avrebbe gradito la sorpresa.
- James, ti sei imbambolato?
Lily era ritornata e i suoi occhi verdi lo guardavano curiosa.
- Che vuoi farci, mi imbambolo a pensare a te.- commentò James.
- Che ruffiano diabetico…- rise Lily.
I due ritornarono sui loro compiti.
Quella sera, scesero tutti insieme a cena…e tutti i maschi s’ingozzarono.
- Che bello spettacolo.- commentò Mary, un po' disgustata.
- Awamafuifoneopo.- biascicò Peter.
- Eh?
Peter ingoiò a fatica il boccone enorme e disse:
- Abbiamo la punizione, dopo…
- Ma Gazza non si stancherà mai, di voi?- chiese Marlene.
- No.- rispose Remus con un sorrisetto.
- E come può stancarsi di noi?- sghignazzò Sirius, circondando con il braccio le spalle di Dorcas.
- Devo ricordarti che sei sotto scopa, Felpato?- chiese ironica Dorcas, guardando il braccio che le circondava le spalle.
- Nah…- rispose il ragazzo, dandole un bacio sulla guancia.
- Comunque, prevedo una luuunga pulizia.- disse James.
- Quanto lunga?- chiese Lily.
- Torneremo poco prima di mezzanotte, questo è poco ma sicuro.- rispose James con una smorfia.
Dieci minuti più tardi, i maschi si alzarono e andarono a scontare la loro punizione.
- Ci vediamo domani mattina, mi sa.- fece Frank, baciando Alice.
- Mi sa anche a noi.- sospirò Alice, facendo cenno anche alle ragazze.
I maschi si allontanarono. Lily sbuffò.
- Dai, Lily.- la consolò Mary.- Domani è sabato, e lo avrai tutto per te.
- Logico che domani passa tutto il giorno con me!- esclamò Lily.- Altrimenti lo castro sul serio!
- Nervosismo pre-compleanno?- chiese Marlene, sapendo che Lily il giorno dopo avrebbe compiuto gli anni.
- Un po’…- sorrise Lily.
Dopo cena, le ragazze finirono gli ultimi compiti e rimasero sveglie a parlare; ma alle undici e mezza crollarono tutte.
Lily si sistemò sotto le coperte e chiuse gli occhi, ma non riuscì a prendere sonno. Aspettava la mezzanotte, come faceva sempre da quando era bambina e aspettava il suo compleanno.
Inoltre, aveva anche una strana sensazione addosso...

*.*


- È tutto, potete andare…- borbottò svogliatamente Gazza con la sua voce strascicata.
- Grazie, brutto!- commentò a bassa voce James, sollevato.
Mrs Purr soffiò loro contro e Sirius e Peter la guardarono schifati: tutti sanno che cani e topi non vanno d’accordo con i gatti. E quello per loro due era un altro motivo in più per odiare quella gattaccia rognosa.
- E grazie a Gazza, passo la notte in bianco…- borbottò Sirius, mentre ritornavano in Sala Comune.
- Non sei l’unico…- gli disse Remus, sbadigliando.
I ragazzi varcarono il buco del ritratto in silenzio e salirono in dormitorio.
- Buonanotte…- disse loro Remus.
-’notte…- borbottarono tutti.
-’notte…- borbottò James, l’ultimo a entrare in bagno.
Lì si lavò i denti velocemente e pensò che avrebbe dovuto cambiarsi. Non era ancora ora per lui, infatti, di mettersi il pigiama.
James si mise velocemente una camicia - prima cosa che trovò a casaccio nel baule - e un paio di jeans, si mise il Mantello dell’Invisibilità e aprì piano il cassetto, controllando che ci fosse ciò che doveva esserci…ovvero, quel pacchettino; poco dopo, si diresse veloce verso la Stanza delle Necessità a sistemare l’ultimo tocco e guardò l’ora.
- Cazzo!- esclamò e corse veloce e nuovamente verso la torre di Grifondoro.
- Saltimbanco.- ansimò James.
- Ancora?!- fece la Signora Grassa, scattando in avanti.
- Sì e si prepari, perché devo uscire a breve.- rispose in fretta James, ignorando i borbottii di protesta del dipinto e lanciandosi a tutta velocità verso le scale.
Aprì pian piano la porta del dormitorio femminile e si diresse il più silenziosamente possibile verso il letto di Lily.
La vide di spalle, con gli occhi socchiusi che guardava le lucine rosse della sua sveglia, mentre la luce delle stelle illuminava fiocamente i suoi capelli.
James rimase fermo un istante a guardarla, senza che lei se ne accorgesse; c’erano delle volte che non riusciva ancora a capacitarsi che lei lo amasse…e invece era così.
A riscuoterlo da quella visione furono le lucine dell’orologio di Lily, che indicavano meno sette minuti alla mezzanotte.
James si avvicinò piano al suo letto, togliendosi il Mantello e scostandole delicatamente i capelli dall’orecchio.
- Lily?
Lily si voltò, stupita.
- James, che ci fai qui?- chiese Lily a bassa voce.
- Dovresti venire con me, ora.- rispose lui.
- Adesso?- Lily lo guardò stranita.
- Sì.- fece James.- Per favore, è importante.
- Ok, dammi due minuti che mi rendo meno zombie di come sono ora.- sorrise Lily.
James le baciò la fronte e le disse:
- Ti aspetto giù; fa’ presto.

*.*


Lily uscì silenziosamente dal bagno, dove si era rilavata i denti e si era fatta una bella risciacquata di colluttorio alla menta, si rimise in fretta il reggiseno, si avvolse nella vestaglia e uscì in fretta.
Appena raggiunse la Sala Comune, James le venne incontro e se la trascinò dietro, prendendola per mano; appena fuori dal buco del ritratto, il ragazzo coprì entrambi con il Mantello.
- Ma che…
- Shh…
Da qualche parte un orologio scoccò la mezzanotte.
I due camminarono veloci fino a metà del corridoio del settimo piano, dove trovarono ad attenderli la Stanza delle Necessità, luogo noto a entrambi, poiché ci andavano per studiare in santa pace o per stare un po’ da soli senza essere disturbati.
Appena entrarono, videro davanti a loro una stanza con una scrivania con due sedie, una libreria piena di libri, un divano e un letto a baldacchino; sopra di loro, il soffitto che, come quello della Sala Grande, rifletteva il cielo, ora trapuntato di stelle.
James chiuse come al solito la porta a chiave e tolse il Mantello.
- James, che succede?- chiese Lily.
- Passiamo un po’ di tempo insieme, no?- rispose James in tono ovvio.- So che sotto sotto eri un po’ incazzata perché mi sono fatto punire ancora; per cui, stanotte si rimedia.
- E come?- chiese Lily, curiosa.
La ragazza notò che sulla scrivania c’era un vaso pieno di gigli profumati e che la stanza era illuminata da delle candele che creavano una luce soffusa nella stanza.
- Beh, intanto è passata da poco la mezzanotte.- considerò James avvicinandosi a lei con un sorrisetto.- Quindi…buon compleanno, pignola.
- Grazie, teppista.- rispose Lily, abbracciandolo.
I due si scambiarono un bacio e intanto James si mise una mano in tasca…trovando ciò che cercava.
- Per te.- le disse, dandole un pacchettino incartato.
- James...- fece Lily, imbarazzata.
- No, risparmiami tutta la pappardella di “non dovevi” e altre cretinate simili, ti prego.- implorò James, facendo una faccia buffa che fece ridere Lily.
- Ok.- concesse Lily.
- Dai, aprilo!- le disse James.
Lily lo scartò curiosa, trovandosi fra le mani una scatolina di velluto rosso; quando l’aprì, le scappò un risolino.
- Devo dire che stavolta non sei stato scontato.- lo prese in giro Lily.
- Eh, con il regalo di Natale ho seguito la pochissima fantasia che avevo.- si giustificò James con un sorriso, ricordando il braccialetto d’argento placcato con dei gigli che le aveva regalato a Natale.- Quindi, ne deduco che stavolta ho fatto centro, eh?
Lily annuì e sorrise: dentro alla scatolina c’era una collanina con un ciondolo a forma di stella marina, le punte un po’ arricciate, in oro bianco.
- È molto bella, davvero.- mormorò Lily continuando a sorridere.- Dai, la provo.
Lily mise da un lato i capelli, mentre James le allacciava la collanina; ebbe un lieve e inspiegabile tremito quando le dita di James sfiorarono la sua pelle.
- Allora?- chiese Lily voltandosi.
- Perfetta.- rispose lui.
- Sì, lo so.- Lily si vantò per scherzo.- Sempre stata.
- Ehi, vanitosa!- la riprese lui con un sorrisetto.
- Che c’è, tu puoi vantarti e io no?- Lily si mise a ridere.- Non si fa, teppista! Sei proprio un brutto antipatico!
- Ah, sì?
I due si scambiarono un’occhiata d’intesa, poi si tuffarono sul letto a fare una lotta con i cuscini.
- E allora?- la rimbeccò James, ridendo.- Cosa sarei io?
- Un brutto, bruttissimo cervoide!- rise Lily.
- Lily Evans, ti sei cercata le conseguenze delle tue parole!- gridò James e le saltò addosso, facendole il solletico.
Lily, sotto di lui, si contorse ridendo e cercò di scappargli, ma senza riuscirci…anche se si muoveva parecchio, cosa che metteva sempre James in difficoltà. Ma James aveva pazienza, sapeva bene che il solletico era un punto debole di Lily e che lei raramente resisteva; perciò non si stupì quando alla fine Lily disse fra le risate:
- Basta, mi arrendo!
James smise, vedendo Lily sotto di lui che ansimava divertita.
- Ti arrendi?- le chiese di nuovo.
- Per forza, altrimenti mi ammazzi.- rispose lei, ancora un po’ ansante e con una luce divertita negli occhi.
- E fai bene!- esclamò James prima di baciarla.
Lily gli circondò il collo con le braccia e passò una mano fra i suoi capelli, mentre il bacio si approfondiva sempre di più…e sentirono quell’impulso.
I respiri di entrambi si fecero più rapidi all’improvviso, mentre Lily avvertì quella piacevole stretta allo stomaco farsi sempre più forte; senza rendersene contro, stava sbottonando lentamente la camicia di James, impappinandosi quando s’impigliò con le asole dei primi bottoni.
James si staccò un attimo da lei, la guardò negli occhi e le chiese:
- Sei sicura?
- Sì.- rispose subito lei, perdendosi in quello sguardo.
I due ripresero a baciarsi, stavolta con più passione; James si liberò in fretta della camicia, le slacciò la vestaglia e le tolse la maglia del pigiama, mormorandole con voce roca:
- Voglio te, Lily…
- Anch’io…- bisbigliò lei.
In poco tempo, James le tolse la canottiera e i pantaloni del pigiama, mentre sentiva le mani di lei sulla cintura dei suoi pantaloni e avvertiva il ciondolo che le aveva appena dato a contatto con la sua pelle nuda. Sentì le labbra e le mani di James ovunque su di sé, un tocco che era quasi incandescente e che la fece quasi sentire scomoda nella propria pelle; appena lo sentì slacciarle il reggiseno, Lily distolse lo sguardo, imbarazzata.
- Ehi…- mormorò James, premendo due dita sotto il suo mento per farla voltare verso di lui.
Gli occhi verdi di Lily incontrarono quelli di James, che le mormorò all’orecchio:
- Sei perfetta…
Furono quelle parole a farla sciogliere, oltre alle labbra di James che scendevano inesorabilmente verso il seno e le sue mani lungo i fianchi, togliendole gli slip; tutto questo stordiva Lily: era come sentire la testa girare e sentiva i gemiti e i sospiri che uscivano dalle sue labbra e che aumentarono quando sentì James abbandonare il suo seno e dirigersi molto più in basso, fra le sue gambe, facendole perdere la percezione di tutto…
Lily si ritrovò a inarcare la schiena più e più volte, le dita che stringevano convulsamente le lenzuola del letto; riusciva solo a percepire James fra le sue gambe e l’iniziale imbarazzo era sparito, lasciando spazio al calore. Dopo un ultimo gemito, Lily si ritrovò ad aderire completamente con la schiena al materasso, il respiro corto e James che le baciava il ventre per calmarla; quando lo sentì raggiungere le sue labbra, s’incuriosì nel sentire per la prima volta il suo sapore mischiato a quello di lui, una cosa che la fece eccitare. Lentamente, la ragazza lasciò scivolare la mano lungo gli addominali di James, sentendosi quasi potente nel sentirlo rabbrividire per il suo tocco; quasi senza pensarci, gli tolse i boxer, chiudendo delicatamente la mano sulla sua erezione e rabbrividendo nel sentirlo gemere.
“E ora?” si chiese Lily, non sapendo cosa fare.
Quasi avvertendo il suo disagio, James coprì la mano di lei con la sua, guidandola; appena la sentì prendere il controllo, fu facile per lui lasciarsi andare: era un ragazzo e gli era capitato molte volte – soprattutto nell’ultimo periodo – di fare qualche sogno erotico su Lily; e ciò che stava succedendo era molto meglio. Prima che potesse condurlo al limite, James riprese a fatica il controllo di sé e, dopo aver staccato la mano di lei dal suo membro e aver fatto un veloce incantesimo contraccettivo, la penetrò con delicatezza e fino in fondo, chiudendo gli occhi nel sentire il calore del corpo di Lily che lo accoglieva per la prima volta.
- Ahi!
A fatica trattenne un gemito, mentre James le mormorava all’orecchio con voce rassicurante:
- Tranquilla…
il ragazzo rimase fermo per farla abituare e Lily cominciò a sentire il bruciore iniziale svanire; sentiva il membro di James dentro di lei, grosso e pulsante, sentendosi stranamente completa.
Appena il dolore passò, Lily abbandonò la testa sulla spalla di James e seguì l’istinto muovendo il bacino con movimenti appena accennati, mentre James cominciò a muoversi prima piano e poi più velocemente sopra e dentro di lei; con una lieve esitazione, la ragazza avvolse i fianchi di lui con le sue gambe, gemendo quando lo sentì entrare più a fondo in lei grazie a quella posizione.
Nessuno dei due capì dove finiva il corpo di uno e cominciava quello dell’altra; la temperatura della stanza sembrava essersi alzata di molti gradi, mentre i gemiti di entrambi si diffondevano, mentre le loro mani s’incrociavano lungo i loro corpi, mentre i baci si facevano più infuocati.
James si perse nel baciarla il più possibile in ogni punto scoperto, il viso fra i suoi capelli; Lily si abbandonò sempre più a lui, avvicinando il suo ventre a quello di James, mentre le dita della sua mano scendevano sui fianchi, sulla schiena, andavano sulle spalle.
La presenza di lui le dava sicurezza, sentiva tutto quell’amore che lui le dava ogni giorno moltiplicato all’infinito e non si sentì per niente imbarazzata nel sentire le mani di James ovunque sul suo corpo.
Lui era ormai asuefatto della sua presenza, la voleva e le dimostrava in un altro modo di amarla; sentire Lily così abbandonata sotto di sé gli trasmetteva delle sensazioni indescrivibili.
Alla fine raggiunsero entrambi il culmine gemendo insieme.
Quella fu la notte.
La notte in cui Lily mise per la prima volta la camicia di James.
La notte che Petunia avrebbe considerato scandalosa.
La notte in cui lo rifecero per la seconda volta, sempre più appassionatamente.
La notte in cui Lily Evans fu finalmente, totalmente e definitivamente di James Potter e James Potter fu finalmente, totalmente e definitivamente di Lily Evans.

*.*


James aprì gli occhi e guardò il soffitto, chiedendosi che ci facesse in Sala Grande…ricordandosi poi, quando si guardò attorno, che era nella Stanza delle Necessità. Quando abbassò lo sguardo, vide qualcosa che lo intenerì e gli scaldò il cuore: Lily fra le sue braccia, addormentata. Ma questa volta, dopo che avevano fatto l’amore.
James sorrise: era stato con molte ragazze prima di lei, lo aveva fatto per la prima volta a quattordici anni…eppure, solo lei gli aveva dato tutte quelle emozioni.
Si perse ancora una volta nel guardarla addormentata, studiando alla luce delle stelle le efelidi che sporadicamente coprivano le sue spalle, i disegni intricati che facevano i suoi capelli sulle lenzuola candide, il respiro rilassato, l’espressione dolce…
Gli era stato concesso di ammirare tutto questo, di goderne, di proteggerlo.
Mentre le scostava alcune ciocche che scivolavano sul viso di lei, si perse a osservare le lentiggini che Lily aveva e che per lui sembravano quasi formare una di costellazione.
Gli venne in mente la chiacchierata con Sirius, quando gli aveva detto che aveva fatto l’amore con Dorcas e che certi dettagli si potevano notare solo dopo aver fatto l’amore. James sorrise: ora capiva le parole di Sirius. Ed era felice, era un po’ anche la sua prima volta: se a quattordici anni aveva fatto sesso, per la prima volta, quella notte aveva fatto l’amore.
In quel momento, sentì la testa di Lily muoversi morbidamente sul suo petto e James aspettò pazientemente che aprisse gli occhi.
Lily sbattè le palpebre un paio di volte prima di ricordarsi dov’era e che cosa era successo; sorrise e diede un bacio a James sul collo. James, di riflesso, la strinse di più a sé, mentre la sua mano scendeva lungo il fianco di Lily, strappandole un ultimo brivido; lei ancora stentava a crederci di aver fatto l’amore con lui in una maniera così naturale, così dolce…e anche passionale.
Nessuno dei due disse niente, lasciandosi invadere da ciò che era appena successo, da quel che avevano appena vissuto. Si sentivano ora più consapevoli che mai della serietà della loro relazione; c’era una guerra là fuori, ma sapevano entrambi che bastava isolarsi solo un attimo per evitare che quei fattacci entrassero a disturbarli. Rimasero ancora lì a respirare i loro odori, a sentire i loro respiri e i battiti dei loro cuori; poco dopo, ritornarono in dormitorio.
- Ci vediamo più tardi…- le disse James, sfiorandole la guancia.
Lily annuì e mormorò:
- Grazie…
Dopo un ultimo bacio, Lily rientrò in dormitorio, sorridente e felice.
James si buttò sul suo letto, lasciandosi invadere dai ricordi di quella notte.
Entrambi si addormentarono, l’uno con ancora addosso il profumo della pelle dell’altra e con una sensazione di completezza mai provata prima.














 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

NOTE: allora, potete perdonarmi per aver interrotto l'altra volta??? dai, sono anche stata veloce, ho pubblicato subito e senza nemmeno farvi aspettare tanto...per favoooooooooooooooreeeeeeeeeeeee!!!!!
bene, spero nel vostro perdono e anche nelle vostre recensioni. insomma, descrivere una scena di questo genere è sempre difficile, spero di aver fatto un lavoro come minimo decente...
e per una fortunatissima congiunzione astrale, più unica che rara...martedì 3 aprile riuscirò ad aggiornare!!!!! quindi non dovrete nemmeno aspettare tanto ;)
bene, ora vi lascio, bye bye :)

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Capitolo 44
*** RAMOSO ***


- Volete smetterla di ridere?!- mormorò la voce di Mary, scocciata.
- Scusa…- bisbigliò la voce di Alice.
James sbadigliò e aprì gli occhi, chiedendosi cosa avessero in mente le ragazze; nel letto accanto al suo, Sirius si stava stiracchiando.
- Hai fatto le ore piccole, ieri…- mormorò Sirius.
James grugnì in risposta e borbottò:
- Meno male che è sabato…
Sospirò, guardando il soffitto e ricordandosi della notte appena trascorsa con Lily: era successo davvero e ne era contento.
- Ehi, Felpato! Ti ricordi quello che mi avevi detto riguardo te e Dorcas?- James sottolineò attentamente le ultime tre parole.
- Sì.- rispose subito Sirius.
- Ho scoperto che Lily ha una marea di lentiggini sulla schiena.- confidò James.
Sirius sorrise maliziosamente e gli disse:
- Credo di aver capito come mai hai fatto tardi…
James sorrise a sua volta.
Sentì le risatine delle ragazze e si chiese di nuovo che cosa avessero in mente.

Era in dormiveglia, tuttavia rimase con gli occhi chiusi e abbracciò il cuscino, mettendosi su un fianco; nel cambiare posizione, Lily sentì ancora il profumo di James su di sé. Questo la fece sorridere e si abbandonò ai ricordi di quella notte: James sopra di lei che la guardava con sguardo rassicurante, pieno di desiderio, mentre sentiva i suoi baci, il suo respiro, le sue mani…
Un tremito leggero le attraversò la schiena e Lily si strinse sempre di più in se stessa, sentendo così il profumo di James con maggior forza. Era così assorta a ricordare ciò che era successo in quello stato di dormiveglia che non si accorse che le sue amiche non erano nella stanza.
Finchè…
- Lily, sveglia…- le mormorò all’orecchio la voce di Mary.
- Mary…- biascicò Lily con voce lamentosa.
- Dai, pigrona, su…- le disse Marlene.
- No…- fece Lily con voce un po’ infantile.
Lily sentì freddo all’improvviso e si alzò, sbattendo un po’ le palpebre per abituarsi alla luce della stanza; Alice le aveva tolto la trapunta, facendole coprire solo le gambe.
- Alice!- protestò Lily, stroppicciandosi gli occhi.
- Oh, si è svegliata!- esclamò Alice.- La nostra bimba appena diventata diciottenne si è svegliata!
- Auguri!- gridò Dorcas.
- Con gli omaggi delle cucine!- aggiunse Mary, esibendo un sacchetto di biscotti al cioccolato e un altro di biscotti con pasta frolla e marmellata.
- Grazie!- esclamò Lily, passandosi una mano fra i capelli e sulle spalle per sistemarsi la maglia del pigiama; nel farlo, sfiorò la catenina che James le aveva regalato e sorrise.
- O Merlino, è bellissima!- la indicò Marlene.
- Me l’ha data James stanotte.- spiegò Lily, sorridendo un po’ imbarazzata.
- Conosco quel sorrisetto imbarazzato…- commentò Alice con un sorriso eloquente.
Lily arrossì violentemente e le ragazze urlarono di gioia, saltandole addosso.
- Ehi!- protestò Lily fra le risate.
La porta si spalancò ed entrò Frank, preoccupato e con la bacchetta, seguito a ruota dai maschi che ridevano.
- Che c’è? Vi hanno attaccato?- esclamò Frank.- Ehi! Che ci fate avvinghiate lì?- chiese poi, guardandole sorpreso.
- Mi vogliono ammazzare!- rispose Lily, con Mary sullo stomaco.
I maschi ridevano e si complimentavano con Frank per la reazione esagerata.
- Invece di complimentarvi con Frank, potreste aiutarmi a districarmi da queste qui?- chiese Lily ai maschi.
- Mah…- fece Sirius con il suo solito ghigno e guardando i maschi, che capirono al volo le sue intenzione.- Io avrei in mente qualcos’altro.
Lily guardò Dorcas e le disse:
- Non mi piace, quando il tuo deficiente fa’ così…
- Nemmeno a me, se proprio vuoi saperlo…- replicò lei.
In quel momento le ragazze urlarono di nuovo: i maschi si erano tutti lanciati sul letto di Lily e si ritrovarono tutti lì sopra a ridere e scherzare…e in pose molto strane e dolorose.
- Ok, sento che sto dando gomitate a qualcuno…- commentò James con voce soffocata.
- A me!- disse Lily.- Ho il tuo gomito sul mio fianco!
- Scusa, amore…
- Ah…- fece Peter.- Auguri, Lily…
- Grazie.- disse Lily.- Visto che fra poco qui ci rimetto le penne, ricordatemi come una brava ragazza.
- Con la mania della castrazione.- aggiunse Alice.
Tutti risero. O almeno, ci provarono.
- Gli altri come sono messi?- chiese James.
- Ho Dorcas sulla pancia.- rispose Sirius con voce un po’ soffocata.- Senza offesa, amore…ma così a peso morto su di me non va bene.
- Scusa, ma ho le gambe di Remus sulla mia schiena…- replicò Dorcas a mezza voce.
- I biscotti, almeno, sono al sicuro?- chiese Lily, tastandosi il petto per assicurarsi che la collana ci fosse ancora.
- Biscotti?!?- Peter cercò di alzare la testa.
-Peter, sei a dieta!- abbaiò Sirius.- Ricordatelo!
- Che palle che fai venire, Felpato!- protestò Peter.
- Comunque, questa sveglia è stata meglio di Celestina Warbeck!- esclamò Mary.
E in quel momento partì la sveglia di Alice con una canzone della Warbeck a tutto volume.
“A day without you it’s like a year without raaaaaaaaaain!”
- PREWETT!- urlarono tutti.
- È troppo alta?- chiese Alice.
- Tu che dici?- commentò Frank, mentre Remus rideva debolmente.
Dopo essersi districati, aver fatto gli auguri a Lily e mangiato i biscotti, andarono tutti a lavarsi.
- Tu e James, allora…?- Marlene lasciò la domanda in sospeso, guardando Lily arrossire.
- Beh…- Lily si rinfrescò il viso.- È stato bello…
Marlene sorrise; poi, guardando il riflesso sullo specchio, notò qualcosa sul collo di Lily, appena sopra la sua voglia.
- Ehm, Lily…
- Che c’è?- chiese lei.
- Mi sa che James ti ha lasciato un…ricordino.- rispose Marlene.
Lily si guardò attentamente allo specchio, tastandosi il collo…e individuò il piccolo succhiotto.
- Ho capito.- sospirò Lily.- Maglioncino e camicia e capelli sciolti.
- Beh, almeno si riesce a nascondere.- la consolò Marlene, ridacchiando.- Io e Remus, una volta ce ne siamo lasciati uno per ciascuno...ed erano enormi!
Entrambe ridacchiarono.

- Ma stanotte dove sei sparito?- gli chiese Remus.
James sputò e risciaquò il lavandino, poi gli rispose:
- Sorpresa a Lily per il suo compleanno.
- A vicenda?- domandò il licantropo con un sorrisetto malizioso.
- Che intendi dire?- fece James, confuso.
- Guardati la spalla.- gli disse Remus.
James si controllò la spalla dal riflesso dello specchio e vi notò qualcosa di...scuro.
- Ehm...- James arrossì.-...direi che capita, no?
- Credimi, sei stato anche fortunato.- gli disse Remus.- Marlene me ne ha lasciato uno più grande del tuo, una volta; vabbè che anche quello che le ho lasciato io non era da sottovalutare in dimensioni...
I due sghignazzarono un po’, poi uscirono dal bagno.

*.*


Arrivò il pomeriggio. James era stato chiamato un attimo da Silente per una faccenda dell’Ordine e Lily era stata spedita fuori nel parco dalle sue amiche senza spiegazioni.
La ragazza si mise sotto il solito faggio, si appoggiò al tronco e guardò il lago, pensando a come stava procedendo quella giornata: stava andando bene, nonostante sentisse che non era lo stesso senza le lettere di auguri dei suoi genitori; aveva ricevuto un pacchetto da Petunia contenente un braccialetto di sua madre che Elizabeth Evans aveva lasciato a lei, e questo aveva acuito un po’ la sua nostalgia.
Piton l’aveva lasciata in pace anche quel giorno; che avesse realizzato quanto folle era stato quel gesto, quel giorno di autunno? Eppure, sentiva anche la mancanza del suo ex migliore amico.
Per certi versi, era un compleanno molto diverso da come se lo era immaginato...
I pensieri di Lily furono scossi da un leggero rumore di zoccoli; quando si voltò, vide un bellissimo cervo reale che la guardava.
Lily lo guardò meravigliata e si stupì ancora di più quando lo vide avvicinarsi a lei; dopo un momento di esitazione, gli accarezzò il muso.
- Sei davvero bello, lo sai?- gli mormorò Lily, sorridendogli dolcemente.
L’animale strusciò il suo muso contro il viso di Lily, che lo guardò negli occhi; le erano famigliari.
Molto famigliari…
Lily capì e sorrise; avrebbe riconosciuto quella forma e quella sfumatura castana dell’iride ovunque, ormai.
- Ramoso…- mormorò Lily.
Il cervo mosse il capo, come se avesse annuito.
- Spero per te che nessuno ti abbia visto, o rischi i tuoi soliti guai.- lo riprese Lily, sorridendo.- Comunque, grazie…
Il cervo continuò a strusciare il muso contro il viso della ragazza, che rise dolcemente; poi le fece cenno con il capo sormontato dalle corna ramificate di salirgli in groppa.
- Cosa?!
Lily lo guardò stupita e anche un po’ timorosa; poi gli disse scherzosa:
- Se mi succede qualcosa proprio oggi, sappi che quella di stanotte diventerà l’unica notte che hai passato con me…
Il cervo sembrò sorridere esasperato e la ragazza si mise seduta sulla sua schiena; appena Lily si fu ben assicurata sopra di lui, partì veloce e leggero al galoppo verso la Foresta Proibita, evitando agilmente gli ostacoli e facendo in modo che nessun ramo graffiasse Lily. Sembrava conoscerla proprio bene.
“Beh, con tutte le volte che è venuto qui in punizione o ci sarà entrato di straforo…” considerò poi Lily. “Spero solo che non mi porti dalle Acromantule…”
Ogni volta che saltava, Lily stringeva un po’ di più le ginocchia contro i fianchi del cervo e le braccia contro il suo collo, socchiudendo gli occhi. Però doveva ammettere che non era male; anzi: si stava divertendo suo malgrado.
La foresta passò davanti a loro con gran velocità, spargendo ovunque i suoi profumi.
Ad un certo punto, il cervo prese una rincorsa maggiore e fece un salto più alto e più lungo; Lily riuscì a trattenere un grido, chiuse gli occhi e si serrò con maggiore forza al cervo.
L’impatto col terreno sembrò non arrivare mai; Lily non sentì nemmeno gli zoccoli toccare terra, aveva paura che entrambi si facessero male…
- Ehm, Lily…
Lily aprì timidamente gli occhi: si trovavano in una radura illuminata dai raggi del sole pomeridiano, che facevano dei bei giochi di luce sulle foglie secche del terreno e sulle ragnatele umide.
- Potresti scendere dalla mia schiena, per favore?
La voce un po’ soffocata di James la riportò alla realtà; la ragazza si accorse, infatti, che il ragazzo non era più il cervo, ma era ritornato se stesso…e che ora lei era avvinghiata con forza alla sua schiena e al suo collo, rischiando di strozzarlo.
Lily allentò lentamente la presa e posò i piedi coperti dalle scarpe a tennis sul terreno; vide James passarsi una mano sul collo e respirare a pieni polmoni, e poi voltarsi verso di lei con un sorrisetto.
- Allora, pignola! Non sono a rischio castrazione, eh?
- Manca il ritorno, incosciente!- gli ricordò Lily con un sorrisetto saputello.
- Però sono stato bravo, no?- commentò James, facendosi più vicino.- Non hai nemmeno un graffio.
- No, ma stavo rischiando l’infarto con il tuo ultimo salto.- fece Lily.
- Ma ammettilo, che ti è piaciuto!- esclamò James.
- Ok, al momento mi è piaciuto…- concesse la ragazza, un sorriso po’ esasperato in volto.- Piuttosto, dove siamo?
- In una radura della Foresta Proibita, veniamo qui a volte.- rispose il ragazzo.- Ti piace?
- Molto bella.- disse lei.- Spero solo che non vengano le Acromantule.
- Sono a mille miglia da qui.- la rassicurò lui.- Ti pare, che ti porto da loro? Niente rischi per te, è meglio! E pensandoci, anche se ti avessi portata lì, non avresti soddisfatto molto il loro appetito, magrolina come sei!- rise poi.
- Ma senti, senti…- commentò Lily, scuotendo la testa divertita.- Parla quello in carne, vero?
James continuò a ridere e poi se la strinse al petto, respirando profondamente il suo profumo: con quella corsa, sembrava fosse diventato dieci volte più forte. Sentì Lily rifugiarsi meglio fra le sue braccia, il suo respiro lieve sul suo petto e le sue mani sulle sue spalle, mentre i suoi capelli gli solleticavano il mento.
Lily sentì le mani di James che la stringevano a sé con forza e che vagavano delicatamente sui suoi fianchi e sulla sua schiena e respirò il suo profumo: non aveva mai associato quel profumo a qualcosa di particolare, ma ora le venne in mente - forse, complice la corsa di poco fa - l’odore delle foglie degli alberi trasportato dal vento e l’aria pura di montagna; era piacevole. Era così assorta a respirare quel profumo che si accorse a malapena del bacio leggero di James sul suo collo, in un punto lasciato libero dalla sciarpa.
Quel bacio divenne poi una scia leggera di baci lungo la linea della mascella, la guancia, fino alla bocca; Lily gli annodò le braccia attorno al collo, passando una mano fra i capelli di James e rispose a quel bacio.
Uno dei due - non ricordarono mai chi, erano fin troppo presi in quel momento - fece comparire un plaid gigante dove vi si distesero sopra, sotto le fronde di una vecchia quercia.
Le loro mani entrarono di nuovo a contatto con la pelle protetta dallo strato di giacche, felpe e canottiere, mentre le sciarpe furono messe da qualche parte, liberando altra pelle da baciare.
I gemiti di entrambi risuonarono nella radura, mentre Lily si abbandonava ancora a James senza protestare, sospirando con forza e aggrappandosi alle spalle; James si perse nuovamente fra i suoi capelli, con i quali giocava la luce del sole, ora morente, che penetrava fra i rami. Quel desiderio, invece di assopirsi, era aumentato.
- Ti amo, Lily…
Lily rabbrividì sentendo la voce di James all’orecchio, ma non era un brivido di freddo; appoggiò la testa sul suo petto, mormorando dolcemente:
- Ti amo anch’io, James…
Le loro mani s’intrecciarono e si guardarono negli occhi. James si perse in quegli occhi verdi, bellissimi; aveva sempre odiato il verde, ma dal quinto anno quel colore aveva cominciato a piacergli sempre di più. Lily studiò l’espressione negli occhi di James in quel momento: sembravano volerla scrutare nell’anima, erano sinceri e diretti e la guardavano come nessuno l’aveva mai guardata finora.
Entrambi rimasero a lungo così stretti, senza staccarsi mai.

*.*

- Dove diamine sono finiti?
- E che ne so? E poi, la Mappa ce l’ha James.
- Ti pareva…
- Ragazzi, dai! Magari vorranno stare da soli, no?
Alle parole di Mary, i maschi si lasciarono scappare una risatina.
- Che c’è?- chiese Mary, stupita.
- Beh, ormai sappiamo che Lily e James hanno passato la notte insieme, no?- commentò Remus un po’ malizioso - lui e Sirius a volte sembravano darsi il cambio per il titolo di Re della Malizia.
- E…?- fece Dorcas, confusa.
- Diciamo che Lily ha lasciato a James un ricordino un po’…evidente sulla spalla.- concluse Remus, cercando di non ridere.
- James non è stato da meno.- gli disse Marlene.
- Ah, no?
- Le ha lasciato un succhiotto sul collo.
Tutti ridacchiarono; quando Remus e Marlene si presero allegramente in giro, ne approfittarono per allontanarsi su in soffitta.
- Fammi capire una cosa.- le disse Remus con un sorrisetto ironico.- Io cerco di essere educato…e tu parli schiettamente?
- Ah, intendi quando ho detto del succhiotto che il tuo migliore amico ha lasciato alla mia migliore amica?- Marlene rise.- Mi dispiace, ma credevo avessi capito che nel pacchetto McKinnon c’è tutto, schiettezza compresa.
Remus le si fece vicino e le disse lentamente:
- Tu sarai la mia rovina.
- È un modo per dirmi che vuoi fare l’amore con me, ora?- chiese Marlene.
Remus rise e la prese in braccio, chiedendosi, prima di perdersi, cosa stesse facendo James.

*.*


Passavano veloci attraverso la foresta, mentre la luce pian piano svaniva, infrangendosi sui capelli rossi di Lily.
Gli zoccoli del cervo calpestavano morbidamente e con eleganza il suolo, mentre sgusciava facilmente tra gli alberi.
All’improvviso, la corsa rallentò; Lily sospirò e lasciò vagare una mano sul collo del cervo, sentendo il pelo ruvido passarle fra le dita: doveva ammetterlo, avrebbe voluto che la corsa continuasse. Le sembrò inoltre di sentire il cervo tremare un po' al tocco della sua mano. Si strinse di nuovo forte a lui quando lo sentì retrocedere un attimo e poi prendere la rincorsa; subito partì il balzo. Ancora una volta, Lily non capì se avevano toccato terra oppure no; capì solo che poco dopo il suo viso era sepolto nell’incavo del collo di James e sentiva la sciarpa di lui pizzicarle il viso.
- Da qui arriviamo a piedi.- le disse James.
Lily scese dalla sua schiena e si mise accanto a lui, che le strinse la mano; camminarono per cinque minuti prima di arrivare dietro la capanna di Hagrid.
- Destinazione Hogwarts…- commentò James.
- Di già?- fece Lily, un pochino delusa.
- La prossima volta ti faccio il giro lungo, se vuoi.- propose James.
- Basta che non corri come un pazzo.- concesse Lily.
- E chi ha corso come un pazzo?
- Di sicuro, non io! Ero sulla tua schiena.
- Non ho corso come un pazzo!
I due ripresero a stuzzicarsi allegramente come loro solito per tutto il tragitto fino alla scuola, mettendo in ballo come al solito ogni cosa. Erano arrivati a quanto erano entrambi asfissianti l’uno per l’altra - Lily per il suo maniacale rispetto per le regole, James per il suo totale disprezzo di esse - quando dissero insieme:
- E stanotte mi hai anche lasciato un succhiotto!
Entrambi si guardarono e scoppiarono a ridere.
- No, sul serio?- chiese James.- E dove?
- Tu e la tua mania di baciare la mia voglia!- rispose invece Lily.
- Ok, ho capito.- fece James.- Attorno a quella zona lì.
- E io invece dove te l'ho lasciato?- chiese Lily.
- Tu e la tua mania delle mie spalle.- rispose James ridendo.
- Chiaro.- commentò Lily.- Comunque, che hanno in mente gli altri?
- Gli altri?
- James, mi hai portato nella foresta. Se al novantanove per cento volevi passare del tempo con me, credo che all’un per cento ci fosse qualcos’altro in mezzo.
- Tu dici?
- Questo spiega perché ora stiamo saltando la cena.
- Ah, sì? Ma tu guarda!
Lily scosse la testa, divertita.
- Comunque…ho recuperato il tempo perduto ieri sera che non ho passato con te?- chiese James.
- Sì.- rispose Lily, appoggiando la testa sulla sua spalla.- Direi che possiamo anche cominciare a fare la lista dei luoghi strani dove facciamo l’amore.
- Beh, la Stanza delle Necessità non è poi tanto strano.- considerò James.- Farlo nella Foresta, sì.
Lily arrossì appena pensando a poche ore fa in quella radura.
- Saltimbanco.
La voce di James la riportò alla realtà.
E quella sera, Lily si godette la festa a sorpresa nel suo dormitorio insieme alle femmine, Frank e i Malandrini.
















 
 
 

NOTE: bene, sono tanto triste, e sapete perchè? perchè fra sei o sette capitoli questa storia sarà (purtroppo) conclusa! vabbè, ci sarà il sequel, però...vabbè, non parliamo ora di cose tristi.
spero che il capitolo sia di vostro gradimento, e non solo la parte Lily/James, ho voluto mettere anche un po' di Remus/Marlene perchè sennò mi sentivo in colpa a snobbarli :)
recensite in tanti, mi raccomando :)
bye bye :)

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Capitolo 45
*** ATTACCO INASPETTATO ***


255 recensioni...ma quanto vi voglio bene??? :)
beh, spero ne vorriate anche a me, nonostante il contenuto del capitolo...






 
 
 
 
 
 
 
 
 
- Dobbiamo per forza?
- È solo un’ora, Mary. Giuro!
- Vabbè…
Mary sospirò, abbassando lo sguardo sulla sua scodella di cereali; allenamento di Quidditch il giorno stesso dell’uscita a Hogsmeade, una vera pacchia!
Perfino James era stato scocciato nello spostare gli allenamenti al sabato mattina, ma purtroppo era stato necessario; per lui voleva dire passare meno tempo con Lily, cosa che lo irritava al massimo.
- Dai, è solo un’ora…- lo consolò Lily, vedendolo rabbuiato.
- Lo so, però…- James sbuffò infastidito.- Caspita, è San Valentino, oggi!
- Tranquillo!- lo rassicurò Lily, stringendogli il polso.- Dopo abbiamo tutto il tempo.
James annuì e le chiese:
- Dove vuoi che andiamo, dopo?
- Di sicuro non da Madame Piediburro!- rispose Lily, schifata.
- Ma dai!- si lamentò James scherzosamente.- E io che volevo portarti lì!
Lily gli fece una linguaccia.
- Ok, niente!- rise James, fingendosi dispiaciuto.
- No, così tenevate il posto caldo anche a noi due!- sghignazzò Sirius, indicando se stesso e Dorcas.
- Vuoi una sberla?- chiese quest’ultima, divertita.
- Meglio un bacio, magari mi sveglia.- rispose Sirius con un sorriso malizioso.
- Dopo la tua proposta di andare da Madame Piediburro?- rise Dorcas.- Ma scordatelo!
Ma nonostante il proposito, Dorcas glielo diede comunque.
Dopo la colazione, James si diresse al campo di Quidditch con Sirius, Frank, Mary e il resto della squadra; gli altri si diressero verso Hogsmeade.
- Ci vediamo davanti ai Tre Manici di Scopa, allora.- disse James a Lily.
- Ok, a dopo.- fece la ragazza, dandogli un bacio a fior di labbra.
James la vide allontanarsi con gli altri.
- Non vi sentite strani?- chiese James.- A lasciarle andare così, intendo.
- Io non ho una buona sensazione di questa giornata, vi avviso.- commentò Sirius, guardando cupo il cielo grigio sopra la sua testa.
- Nemmeno io…- concordò James.
- Ragazzi, è San Valentino!- ricordò loro Frank in tono ovvio.- La festa stupida degli innamorati.
- E quindi?- chiese James.
- E quindi…
- E quindi…- li interruppe Mary, spazientita.-… abbandoniamo qui il discorso e cominciamo a muoverci; così prima iniziamo, prima finiamo!
James annuì. Dieci minuti dopo, sette figure si libravano nel campo di Quidditch.
La fine dell’allenamento fu colta con molto sollievo da tutti: non vedevano l’ora di rilassarsi a Hogsmeade.
James s’incamminò subito con Sirius, Frank e Mary lungo la strada che portava al villaggio, chiacchierando tranquillamente; eppure, il ragazzo si sentiva a disagio: che fosse il cielo grigio e plumbeo sopra le loro teste? Aveva anche l’impressione di essere seguito e osservato; eppure, non c’era nessuno.
- James, tutto bene?- chiese Frank.
- Impaziente di vedere Lily?- domandò Sirius, con una lieve punta di malizia.
- Non sono affatto tranquillo.- rispose James, continuando a guardarsi intorno con circospezione.- Ho una brutta sensazione…
Improvvisamente, si sentì un sibilo e un serpente enorme sbucò all’improvviso, con le zanne ben in vista.
- Confrigo!- urlò Mary, allontanandolo.
In quell’istante, si sentì quel grido che mai nessuno avrebbe voluto sentire in quei tempi.
- Morsmordre!
I quattro impallidirono, poi corsero verso il centro del villaggio.

*.*


Erano stati tutti insieme in compagnia, ridendo e scherzando; Lily ogni tanto chiedeva l’ora a Peter per vedere quanto mancava alla fine di quel benedetto allenamento.
- Sentite, se ci avviamo davanti ai Tre Manici di Scopa?- propose Marlene.- Fra poco arrivano le vostre metà.
Lily, Dorcas e Alice annuirono e si diressero tutti verso il centro del villaggio, decorato con festoni rossi e rosa e cuoricini vari per festeggiare San Valentino; salutarono con la mano Herbert Gylx, che stava sistemando in vetrina delle torte al cioccolato a forma di cuore.
- Dici che se compriamo pasticcini a forma di cuore, a Sirius e James sale il diabete?- chiese Dorcas a Lily, ridacchiando.
- Ora della fine, a James non tanto.- rispose Lily.- Senza offesa, ma a Sirius salirebbe a mille.
- Caspita, da quando stiamo insieme, è venuto fuori il suo lato diabetico!- considerò Dorcas, fingendosi inorridita.- Devo preoccuparmi?
In quel momento, si sentì Gylx urlare:
- Ferma!
Un lampo di luce verde accecò l’aria.
- Avada Kedavra!
Tutti si voltarono e videro il povero Herbert Gylx steso a terra, morto.
In quell’istante, qualcuno urlò:
- Morsmordre!
Tutti urlarono: il Marchio Nero era in cielo, ghignando sadicamente. I Mangiamorte apparvero immantinente davanti a loro, scagliando incantesimi e fatture ovunque.
Dietro di loro c’era Bellatrix Lestrange, che sogghignava perfidamente.
- Bene, bene…- commentò la donna, passandosi la lingua sulle labbra.- Guarda un po’ chi abbiamo qui…
Prima che Bellatrix potesse lanciare qualche maledizione, i ragazzi la spintonarono e si buttarono nella mischia a combattere.
Nel giro di cinque minuti erano già pieni di taglietti sulle braccia e sulle gambe; i mantelli, le giacche e le sciarpe erano stati buttati da qualche parte per poter muoversi più facilmente. Riuscirono ad evitare varie volte di venire uccisi, ma non erano sicuri di continuare a resistere ancora a lungo.
Mentre combatteva, Lily vide una cosa che le gelò il sangue: James che combatteva contro due Mangiamorte; ne Schiantò uno mentre James atterrava l’altro.
I due ebbero appena il tempo di scambiarsi un’occhiata che si persero di vista a causa delle persone che fuggivano per mettersi in salvo e i Mangiamorte che combattevano.
Lily raggiunse Dorcas, ma ad un certo punto ricevettero entrambe un pugno nello stomaco che le fece gemere rumorosamente e sentirono due energumeni imprigionarle fra le loro braccia.
Lily sentì le budella rigirarsi; quando questa sensazione - dovuta alla Materializzazione Congiunta - svanì, scoprì che erano in una villa abbandonata a pochi passi da Hogsmeade.
- Sopra!- sbottò una voce maschile.
Le due ragazza vennero trascinate su una pericolante scala di legno e portate in una stanza molto larga, dove vennero private delle loro bacchette.
- Bene…- la voce di Bellatrix le raggiunse subito.- Chi abbiamo qui? Una Traditrice del suo Sangue e una Sanguesporco; ottimo.
Le due guardarono Bellatrix con tutto l’astio che avevano in corpo, anche se non poterono ignorare quel buco enorme all’altezza dello stomaco a causa della paura.
- Allora, mie care ragazze.- disse Bellatrix con falsa voce suadente.- Sapete perché siete qui? Oh, logicamente no.- si corresse la Mangiamorte, ridendo malvagiamente e di gusto.- Siete qui perché abbiamo bisogno di alcune informazioni.
Lily alzò un sopracciglio, continuando a guardarla disgustata.
- Vogliamo sapere dove si trova il Quartier Generale dell’Ordine della Fenice e i nomi di tutti i componenti.- disse Bellatrix.
- E secondo te, noi vogliamo parlare?- la provocò Lily.
Un Mangiamorte le diede uno schiaffo forte sulla guancia.
- Allora?- chiese Bellatrix.
- Bellatrix, leggi le mie labbra, visto che mi sembri priva di comprendonio.- le disse Dorcas con voce piena di disgusto.- Noi non ti diremo un bel niente.
- Piccola Traditrice del tuo Sangue!- sbottò un Mangiamorte, raggiungendola subito.
- Buono, Rabastan.- gli ordinò Bellatrix.
Rabastan Lestrange si calmò e disse a Dorcas:
- Ti conviene fare attenzione, Meadowes; o per farti parlare, sarò costretto a verificare se sei ancora una stupida verginella e a fare un paragone con tua madre.
Lily impallidì: quello era davvero Rabastan Lestrange, il Mangiamorte che violentava le sue vittime prima di ucciderle? Ed era lui che aveva ucciso la madre di Dorcas?
La ragazza guardò Dorcas: nelle sue iridi blu, oltre alla rabbia, poteva scorgervi anche una buona dose di paura.
- Andate a farvi fottere!- sbottò Lily, sentendosi oppressa da quella situazione in cui si trovava.
- Per Bellatrix non sarà un problema, vero?- la provocò Dorcas.- Con tutte quelle volte che ti sei fatta il tuo capo, no? Tuo marito, per caso, approva?
Lily capì che Dorcas si era spinta troppo in là, perché Bellatrix le puntò la bacchetta urlando:
- Crucio!
- No!
Lily provò a divincolarsi, ma era trattenuta da un altro Mangiamorte che la punzecchiava dolorosamente con la bacchetta e le dava pugni sullo stomaco, mentre le grida di Dorcas le risuonavano nelle orecchie.
Bellatrix levò la bacchetta.
- Allora?- chiese duramente.
Dorcas non disse niente, squadrandola con odio.
- Hai davanti a te la prova che non parleremo.- disse Lily con voce gelida.- Non con una sporca Mangiamorte come te.
- Benissimo!- sbottò Bellatrix con un ghigno sadico in volto, tirando fuori un coltello, mentre Fenrir Greyback entrava dicendo:
- Dopo che le avete torturate, datemi pure la Mezzosangue.
Lily cercò di ribellarsi a quella stretta ferrea, ma ricevette un altro pugno nello stomaco; quando Bellatrix si alzò da una Dorcas urlante dopo aver scritto qualcosa sul suo braccio con il pugnale, le chiese:
- Allora, non ne hai abbastanza? Se vuoi che questa tortura finisca, devi dirmi tutto quello che voglio sapere!
Dorcas, per tutta risposta, sputò ai suoi piedi.
- Tu sei pazza!- urlò Lily.
- Evans, mancavi solo tu, sai?- commentò Bellatrix, stendendole il braccio e cominciando a incidervi sopra con il coltello.
Lily trattenne a fatica un urlo quando sentì il pugnale incidere la sua pelle; cercò di divincolarsi ancora per aiutare Dorcas, ma fu di nuovo trattenuta e picchiata per questo. Si chiese quando sarebbe stato il suo turno di tortura e, soprattutto, se James fosse al sicuro e avesse notato la loro assenza.
Poco dopo comparve Malfoy - Lily lo riconobbe dalla voce melliflua - che le disse:
- Vi vuole tutti giù.
Le due ragazze furono trascinate per la collottola al pianterreno.

*.*


James aveva fatto in tempo a vederla che subito l’aveva persa di vista; doveva trovare Lily e subito.
Era semplice istinto primario: sapeva che Lily non voleva la parte della principessa da salvare, ma che voleva una persona al suo fianco per combattere. E lui voleva combattere al suo fianco.
Sirius lo raggiunse e gli disse concitato:
- Non le ho viste…
I due ripresero a combattere, ma ad un certo punto inciamparono.
- Bene, bene…
I due alzarono lo sguardo e videro due Mangiamorte mascherati davanti a loro; avrebbero riconosciuto entrambi quella voce disgustosamente melliflua.
- Malfoy…- borbottò James, alzandosi in piedi e squadrandolo con astio.
Lucius Malfoy ridacchiò da dietro la maschera, poi cominciarono a duellare.
Erano due contro uno, ma Malfoy riusciva a dar loro filo da torcere.
- Tutto qui, quello che sai fare?- lo rimbeccò James, parando uno Schiantesimo.
Sirius ne Disarmò un altro e bisbigliò a James:
- Ok, com’è che adesso fanno i rammolliti?
In quel momento, i due inciamparono un’altra volta e prima che potessero reagire furono trattenuti da due Mangiamorte, che li portarono con la Materializzazione Congiunta in una villa abbandonata, poco lontano dal villaggio.
- Dentro!- sbottò Malfoy.
James fu trascinato per il colletto della camicia dentro la casa abbandonata e portato con Sirius in una stanza al piano terra; mentre s’incamminavano, si sentì dal piano di sopra un urlo e la voce di Bellatrix urlare:
- Allora…non ne hai abbastanza? Se vuoi che questa tortura finisca, devi dirmi tutto quello che voglio sapere!
- Chiudi la porta, Rodolphus.- disse Malfoy.
Rodolphus Lestrange sbattè la porta con malagrazia e prese le bacchette ai due ragazzi, che si aggiunsero ad altre due che James non riuscì a identificare.
Il ragazzo sperò con tutto il cuore che Lily fosse al sicuro, che non l’avessero catturata, e cercò di ribellarsi al Mangiamorte che lo tratteneva, ma senza successo; per la loro ribellione, James e Sirius ricevettero un pugno nello stomaco.
- Allora…- disse Malfoy in tono pratico.- Sappiamo che voi, praticamente, siete membri dell’Ordine della Fenice.
- A quanto pare, Regulus svolge bene il suo lavoro di spione, giusto?- commentò Sirius con sarcasmo.
- Voi ci direte adesso dove si trova il Quartier Generale e chi ne fa parte.- disse Malfoy in tono definitivo, ignorando il commento di Sirius.- Adesso.
- E sentiamo.- fece James con voce fredda.- A chi preme tanto sapere queste informazioni?
- A me, ovviamente.- replicò una voce fredda quando la porta della stanza si spalancò.
In poco tempo, Lord Voldemort era davanti a loro, con serpente al seguito.
- Come avrete notato, siete stati portati qui al mio cospetto.- disse Voldemort.- E come avrete capito, ho assolutamente bisogno di conoscere quelle informazioni: il luogo dove è situato il Quartier Generale dell’Ordine della Fenice e i nomi dei suoi membri. Datemi queste informazioni e avrete salva la vita
- Dov’è la fregatura?- chiese Sirius.
- Come osi!- sbottò Malfoy.
- Buono, Lucius.- sibilò Voldemort con calma.- Black, logicamente, se voi avrete salva la vita, la dovrete porre al mio servizio.
- Diventare Mangiamorte, quindi?
- Esattamente.
Sirius scoppiò in una risata di scherno.
- Ti aspetti veramente che io diventi un Mangiamorte?
Sirius si beccò un altro pugno allo stomaco, stavolta da Lestrange.
- Potter?- fece Voldemort.
- Hai ucciso mio padre e molte altre persone.- sbottò James.- Ti aspetti davvero che io voglia unirmi a te?
Anche James ricevette un pugno dal suo aguzzino.
- Lucius, dì a quelli di sopra di venire giù.- disse Voldemort al Mangiamorte, che annuì e sparì dopo essersi inchinato.
Nella stanza calò il silenzio e anche al piano di sopra, da dove le urla venivano sentite soffocate in quella sala.
Si sentì un rumore di passi frenetici scendere dal piano superiore per poi fermarsi all’esterno della porta.
- Non mi lasciate scelta, ragazzi.- comunicò loro Voldemort, spezzando il silenzio creatosi prima.- Ho cercato, da mago misericordioso quale sono, di convincervi con le buone maniere…
- Chiamale buone maniere, queste…- borbottò Sirius, senza darsi la pena di abbassare la voce.
-…ma se devo persuadervi con le cattive, così sarà.- concluse Voldemort come se non fosse stato interrotto.
La porta si aprì e si vide Rabastan Lestrange scagliare con malagrazia sul pavimento una esile figura femminile insanguinata che gemette rumorosamente, mentre una voce atterrita gridava:
- Dorcas!
James sentì Sirius ringhiare rabbioso e un pugno assestato dall’altra persona; quando alzò lo sguardo, si sentì male nel vedere Lily imprigionata fra le braccia di Malfoy, una mano sulla bocca per impedirle di urlare, mentre Rabastan Lestrange occhieggiava Dorcas con uno sguardo che non prometteva niente di buono e Greyback guardava avidamente Lily.
















 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

NOTE: salve!!! ma vi ho già detto che vi voglio taaaaaaanto bene???? [intanto la sottoscritta si prepara il passaporto falso per l'Argentina...]
ecco, lo so che ora mi vorreste squartare, dare le mie viscere in pasto ai pescecani e ai piranha e mille altre cose, ma io avrei una domanda per voi: vi aspettavate davvero che io volessi tenere la situazione calma e buona fino alla fine??? insomma, no!!! e poi bisogna aggiungerci che ho ricevuto una visita onirica dallo zio Voldy che protestava perchè non l'avevo più inserito nella storia per un bel pezzo; e anche se è davvero cattivo cattivo, mi sono sentita un pochino (ma giusto un pochino) in colpa per non averlo più fatto intervenire. e così...eccolo qua!!!
bene, che dire? spero vi convinca, perchè a me non convince moltissimo, aspetto le vostre recensioni e vi auguro una buona Pasqua con tanta cioccolata contro possibili Dissennatori, ciao :)

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Capitolo 46
*** TORTURA ***


Così tante recensioni all'ultimo capitolo?????
GRAZIE!!!!!





 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

“Non può essere…”pensò James, lottando disperato per liberarsi. “Non Lily!”
Lily era lì in quella stanza, sanguinante in alcuni punti, che stava cercando di ribellarsi alla stretta di Malfoy, che le puntò la bacchetta alla gola.
- Fa’ silenzio e sta’ ferma, Mezzosangue!- le disse freddamente.- O saranno guai…
Nella stanza calò il silenzio.
- Allora, Meadowes.- esordì Bellatrix, battendo la propria bacchetta nel palmo della mano.- Dove eravamo rimaste, io e te?
- Alla tua attività di puttana.- rispose Dorcas con voce affaticata.
Bellatrix la ferì con la bacchetta; Sirius le disse a voce alta e piena di rabbia:
- Brutta stronza, lasciala!
Ma la Mangiamorte non fece caso alle parole di Sirius e continuò a imperversare su Dorcas.
- Meadowes, forse non sono stata chiara.- continuò Bellatrix imperterrita.- Io voglio quelle informazioni, ora. Se ce le dai, vedrai che Rabastan sarà…più clemente.
A James si gelò il sangue nelle vene: Rabastan?
Voleva davvero violentare Dorcas dopo quella tortura?
Ma allora la signora Meadowes era stata...?
Il ragazzo gettò un’occhiata a Sirius, che era impallidito; Rabastan, invece, si stava leccando le labbra.
- Bellatrix, forse io non sono stata chiara.- sbottò Dorcas con voce flebile.- Io non parlo!
- Crucio!
Le grida di Dorcas risuonarono per la stanza, mentre Lily cercava di ribellarsi in ogni modo, dando calci a Malfoy e gomitate pur di liberarsi; ma il Mangiamorte la fece voltare verso di sé e le disse:
- Mezzosangue, forse non capisci il concetto; quindi te lo spiego meglio: stai ferma!
- Vaffanculo, stronzo!- urlò Lily.
Lo schiaffo fu coperto dalle grida di Dorcas.
- E tu saresti misericordioso?!- urlò James a Voldemort.
- Lasciale andare ora!- gridò Sirius, ribellandosi con forza.
- Bellatrix?- la chiamò Voldemort con calma.
Bellatrix alzò la bacchetta e Dorcas smise di contorcersi, respirando affannosamente.
- Sì, padrone?- fece Bellatrix in tono riverente.
- Puoi finire qui, tanto questa piccola traditrice non parlerà.- le disse Voldemort, spedendola violentemente con la bacchetta ai piedi dei ragazzi.
Appena fu davanti a loro, videro cosa c’era inciso nel suo braccio: Traditrice.
James guardò nuovamente Sirius e lo vide farsi ancora più pallido davanti a quella vista.
Bellatrix respirò a fondo, poi disse in tono eccitato:
- Beh, ora vedremo quanto facilmente riusciremo a piegare Miss Mezzosangue.
Lily la guardò con sfida, ma non potè ignorare la fitta allo stomaco.
Aveva paura.
Bellatrix era pazza e sapeva che lei avrebbe voluto giocare con il cibo prima di mangiarselo.
- No, Bellatrix.- disse Voldemort con decisione.- Ferma.
- Ma padrone…- obiettò Bellatrix, stupita, ma senza replicare oltre.
Nella stanza calò un breve silenzio, rotto poi dalla voce calma di Voldemort.
- Me ne occupo io.
James sbarrò gli occhi: cosa le avrebbe fatto Voldemort?
Il ragazzo volse il suo sguardo su Lily: anche se lo guardava con sfida, dal pallore che ora aleggiava sul suo volto poteva desumere che fosse spaventata a mille.
James provò a ribellarsi e gridò:
- Stalle alla larga!
Il Mangiamorte che lo tratteneva gli diede un altro pugno.
- James!- urlò Lily preoccupata, mentre Malfoy la trascinava di malagrazia verso il centro della stanza.

*.*


Stavano setacciando tutta la zona in lungo e largo per trovarli.
Gideon Prewett guardò suo fratello Fabian e gli disse:
- Proviamo da questa parte…
Fabian annuì ed entrambi s’incamminarono per qualche miglio, finchè non videro una casa abbandonata.
- Sembra disabitata…- constatò Fabian.
Da una delle finestre rotte uscì un urlo straziante, come se qualcuno fosse sotto tortura.
- Manda un Patronus a Silente.- disse subito Gideon.- Digli di venire qui con molti rinforzi; li abbiamo trovati.
Poco dopo il gabbiano argentato di Fabian baluginò nell’aria e sparì, mandando il messaggio al diretto interessato.

*.*


Malfoy la spinse al centro della stanza. Lily incespicò e si rimise subito in piedi; non sarebbe caduta subito ai piedi di quel mostro.
Voldemort le si fece vicino e le disse:
- Allora, Evans; che ne dici di una bella chiacchierata sull’Ordine?
- Direi che sai già abbastanza, no?- replicò lei in risposta.
- Avanti, Evans.- la blandì Voldemort.- Se mi riveli tutto…
- Cosa?- lo interruppe Lily, in tono di sfida.- So già che mi ammazzerai, sia che parli sia che me rimanga in silenzio.
- Intelligente, Evans, davvero.- ammise Voldemort.- Comunque, se mi riveli tutto ti risparmio un po’ di torture che abbiamo in mente per te.- continuò il Signore Oscuro.
Lily rimase in silenzio, guardandolo con odio nonostante dentro di sé covasse una paura enorme.
- Evans, non mettere a dura prova la mia pazienza.- la avvertì Voldemort.- Non ti conviene.
Lily inghiottì un po’ di saliva ma rimase in silenzio, sentendo il suo cuore battere a velocità supersonica.
- Evans, per l’ultima volta.- disse Voldemort con calma.- Dammi quelle informazioni.
Per tutta risposta, Lily gli sputò in faccia.
Tutti trattennero il respiro.
Voldemort le diede le spalle e James lo vide passarsi le lunghe dita sul viso, toccando il punto in cui lo sputo di Lily l’aveva raggiunto; anche se ammirava ciò che Lily aveva fatto, sentì che la ragazza avrebbe pagato per quel gesto.
Lily non fece in tempo a sorprendersi e a spaventarsi per la sua audacia avventata, che subito vide Voldemort voltarsi e darle un pugno nello stomaco; la ragazza si piegò su se stessa dal dolore e ricevette un altro pugno sulla schiena, finendo distesa sul pavimento.
Voldemort levò la bacchetta.
- NO!- urlò James, divincolandosi con forza.
- Crucio!
Lily trattenne a fatica i gemiti, annaspando appena: le sembrava che mille coltelli taglienti la stessero trafiggendo con violenza, così cercò di trattenere anche l’improvviso tremore che la percorse lungo tutto il corpo.
- Allora, Evans?- chiese Voldemort con calma, levando la bacchetta.
Gli spasmi finirono; Lily anismò e vide Voldemort chinarsi su di lei.
- Se vuoi che tutto questo finisca, devi soltanto dirmi ciò che voglio sapere.- le comunicò Voldemort con tranquillità.
- Va’ all’inferno.- sbottò Lily.
Voldemort si rialzò e diede a Lily un calcio nel ventre, che la fece gemere.
- Crucio!
Ancora altre coltellate; i gemiti furono trattenuti con maggiore fatica, così come il tremore.
- BASTA!- urlò James, arrabbiato e disperato.
La bacchetta si levò ancora e Lily ansimò e gemette con più dolore.
- Evans, quanto credi di resistere?- le chiese Voldemort.- Sei Babbana, sai benissimo che quelli della tua specie hanno una resistenza praticamente nulla.
- E tu credi davvero che io voglia parlare?- gli domandò Lily in tono di sfida, con voce flebile.- Io non parlo.
Un altro calcio al ventre; e la bacchetta di Voldemort fu di nuovo su di lei.
- Crucio!
Stavolta Lily non riuscì a trattenere le urla di dolore.
- SMETTILA!- urlò James.
Quelle urla gli facevano male; doveva esserci lui al posto di Lily. Ma sapeva anche che Lily non avrebbe mai implorato pietà. Mai.
La bacchettà si alzò da Lily, che respirò con ancora più fatica; i capelli le coprivano parte del volto e le stavano appiccicati a causa del sudore che le imperlava il viso; fu in quel momento che James notò sul braccio di Lily la scritta “Mezzosangue” incisa con il coltello sulla sua pelle.
- Abbiamo tutto il tempo, Evans.- la avvertì Voldemort.- E sappi che puoi urlare quanto vuoi, ma nessuno ti sentirà.
Lily sputò ai suoi piedi.
In quel momento, sembrò che il tempo rallentasse: James riuscì miracolosamente a staccarsi dal suo aguzzino e proprio mentre Voldemort stava scagliando un’altra volta la Maledizione Cruciatus su Lily, il ragazzo si frappose fra i due.
- Crucio!
James cadde a terra, contorcendosi e urlando dal dolore.
- James, NO!- urlò Lily, sentendolo urlare, mentre Sirius riceveva altri pugni dal suo aguzzino nel tentativo di ribellarsi e raggiungere James e Lily.- LASCIALO STARE!
Voldemort levò la bacchetta e James ansimò, inghiottendo saliva con fatica.
- E il vostro stupido capo dice che l’amore è la magia più potente.- rise malvagiamente Voldemort, guardando malignamente Lily e James ai suoi piedi e Sirius che ancora si ribellava per raggiungere Dorcas, ranicchiata ai suoi piedi.- A quanto pare, si è totalmente sbagliato; anche perché gli sciocchi che amano hanno nell’amore la loro debolezza.
Voldemort fece cenno a Malfoy e Rabastan, che presero Lily e Dorcas, tenendole per il collo; Rabastan fece scivolare lentamente una mano sul ventre di Dorcas.
A quella vista, James si rialzò con fatica e Sirius riuscì finalmente a liberarsi del suo aguzzino e a raggiungerli, cercando di afferrare Dorcas.
- Black, sta’ fermo!- gli intimò Rabastan, puntandogli la bacchetta.- O verificherò qui davanti a te se la Meadowes è ancora vergine!
- Bastardo!- urlò Sirius, sentendosi in trappola.
- Allora!- fece Voldemort, ghignando sadico.- Avete davanti a voi le vostre ragazze; ditemi quello che voglio sapere e sarò più clemente sulla loro e vostra sorte.
James si sentì sconfitto: sarebbero morte, ma con atroci sofferenze; e lui non voleva che Lily soffrisse tutto questo. Si notava all’angolo lo sguardo famelico di Greyback sulla figura di Lily.
- Allora?- fece Voldemort.
I due ragazzi erano impalliditi. Voldemort aveva promesso che le due ragazze non avrebbero sofferto; era vero?
- Tanto moriremo comunque tra atroci sofferenze.- biascicò Lily a fatica.- Non vedo dove stia la differenza, sia che parlino, sia che rimangano in silenzio.
Voldemort sembrò soppesare le parole della ragazza, poi disse:
- Molto bene; quindi potete pure andare incontro al…
- Aspetta!- urlò James.- Lasciale andare…e io dirò tutto.
- James, NO!- urlò Lily.- Non farlo! Piuttosto mi faccio ammazzare!
La replica di James fu coperta da un forte botto che risuonò per tutta la casa abbandonata.
- Che diamine…
Malfoy non riuscì a finire la frase che ci fu un’esplosione nella sala. I ragazzi ne approfittarono per riprendersi le bacchette e riuscire a prendere le ragazze, mentre si sentì nuovamente la voce di Malfoy urlare rabbiosa:
- PREWETT!
Si sentirono scoppi e urla, incantesimi che volavano ovunque insieme alle maledizioni.
Appena uscirono fuori, videro sei Mangiamorte venire loro incontro, ma Lily riuscì a Schiantarne due in un colpo solo; James e Sirius finirono gli altri.
Riuscirono ad allontanarsi con fatica, poi James disse:
- Sirius, voi tre andate a Hogwarts…
- Scordatelo!- gli disse Lily in tono duro.- Io resto.
- Sei impazzita, per caso?
- No. Io non ti lascio ad affrontarli da solo, capito?
Un altro scoppio si fece più vicino. Sirius disse:
- Porto Dorcas a scuola, poi vi raggiungo appena posso.
James annuì, sconfitto: voleva Lily al sicuro; purtroppo sapeva che la ragazza aveva una percentuale alta di cocciutaggine.
Sirius si Smaterializzò, mentre i due ragazzi corsero veloci. Lily cercò di non dare a vedere che aveva male mentre correva: era appena reduce dalla tortura di Voldemort e ogni respiro era come una coltellata.
I Mangiamorte scagliarono su di loro varie maledizioni, mentre gli altri membri dell’Ordine rispondevano.
I due ragazzi capirono subito il piano: attirare i Mangiamorte lontano dal villaggio e lontando dalla scuola per salvare più innocenti possibile; videro altri Mangiamorte nel centro del villaggio e altri studenti che combattevano con vigore contro di loro. I due sconfissero molti Mangiamorte, ma combattendo arrivarono fino all’inizio del viale che portava a scuola.
Voldemort raggiunse il campo di battaglia in quel momento, fronteggiando James, che lo guardò senza paura; il ragazzo lesse in quelle iridi rosse il desiderio di morte, ma a lui non interessava: se morire significava salvare Lily, ne sarebbe stato più che felice.
Sentì qualcuno accanto a lui e non aveva bisogno di capire chi era.
Lily squadrò Voldemort con rabbia.
“Chi se ne frega della mia vita, James non lo combatterà da solo!” pensò la ragazza con ostinazione.
Cominciarono a duellare, sempre pronti a parare e a rispondere; ma poco dopo i loro attacchi cominciarono a perdere efficacia, la loro difesa a infiacchirsi: erano entrambi feriti e stanchi; Voldemort, invece, ne approfittava per sfiancarli.
Non sapevano da quanto tempo combattevano contro di lui, il viso pallido coperto sempre più da un sadico e malvagio ghigno, né si erano accorti che retrocedendo erano arrivati a poca distanza dai cancelli di Hogwarts.
Ad un certo punto Lily inciampò e cadde all’indietro; il ghigno di Voldemort si fece ancora più gigantesco: avrebbe giocato un altro po’ con la sua vittima, prima di ucciderla.
Il Signore Oscuro agitò la bacchetta, ma James si frappose fra i due e fu colpito in pieno petto; il ragazzo cadde a terra, gemendo. Voldemort si rivolse a lui: Potter voleva morire per un’ignobile Mezzosangue? L’avrebbe accontentato, ma avrebbe sofferto parecchio.
- Crucio!
Stavolta a frapporsi fra i due fu Lily, che cadde sopra il corpo di James urlando e gemendo dal dolore.
- Due piccioni con una fava…- commentò Voldemort malvagiamente.- Devo dire che è la mia giornata fortunata.
In quel momento comparve Silente, calmo ma con gli occhi che brillavano d’ira.
- Tom…
- Silente…
I due cominciarono a combattere e stavolta fu Voldemort a retrocedere.
Lily cominciò a sentire le proprie forze svanire, ma si rivolse, tremante, verso James; il ragazzo aveva perso conoscenza.
- James, svegliati…- cominciò a singhiozzare Lily, le lacrime che cadevano sulle guance di James.- Ti prego, James…non morire!
- Lily!
- James!
- Che ha fatto quel bastardo a loro due?
- Sir, Pete, dobbiamo portarli in infermeria adesso!
- Mio Dio, Lily!
Lily non riconobbe le voci dei suoi amici, che le giungevano fioche e distanti.
- James…- mormorò flebilmente.
Poi vide tutto nero.














 
 
 
 
 
 
 
NOTE: vi chiedò pietà e imploro il vostro perdono!!! so che vi aspettavate una conclusione più positiva, ma sono praticamente appena tornata dal pranzo di pasquetta dove ho mangiato come non so cosa (Daphne91 può testimoniarlo...), quindi vi prego di non uccidermi perchè essendo piena come un pallone non ho la forza necessaria per andare in Argentina, anche se ho il passaporto falso!
bene, aspetto le vostre recensioni, sperando che siate clementi con me...
bye bye!!! :)

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Capitolo 47
*** DISPERAZIONE E ATTESA ***


Tanti auguri a te, tanti auguri a te,
Tanti auguri Daphne91, aliaslamiagemeproprioeterozigoooteeeeeeeeeee....
Tanti auguri
AAAA... TEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!!!
Buon compleannico, mia piccola pazzoide!!!! ;)















Non sapeva dov’era; vedeva tutto buio attorno a sé e sentiva anche un forte dolore al ventre. Anzi no: il dolore era in tutto il corpo. Si sentiva debole e spossato e aveva anche un forte cerchio che gli stringeva la testa.
 
 

James, svegliati…

 

Sentiva che qualcuno lo chiamava, ma da molto distante, quasi fosse un’eco...
 
 

Ti prego, James…non morire!

 

Quella voce singhiozzava, riusciva a sentire delle lacrime che gli piovevano sul viso.
Sentì la voce chiamarlo un’ultima volta, sempre più fiocamente, mentre si aggiungevano altre voci che non riuscì a riconoscere.
Alla fine, non sentì più niente, perse la cognizione di ogni cosa…
Poco dopo…
O tanto tempo dopo…
Non lo sapeva nemmeno lui; l’unica cosa che sapeva era che aveva un gran mal di testa.
- James…
Una voce a lui famigliare ora lo chiamava ancora.
- James…
A questa se n’era aggiunta un’altra. Sentì le palpebre che si stavano alzando.
Quando le aprì, vide tutto sbiadito e dovette sbatterle un paio di volte prima che gli oggetti e le persone attorno a lui prendessero dei contorni ben definiti.
- James…
- Mamma…
La voce gli suonava roca perfino alle sue stesse orecchie.
- Tesoro, stai bene?
James tastò il comodino per trovare gli occhiali e sentì il mal di testa diminuire leggermente.
Dorea Potter era vicino al suo letto, vicino ad un Sirius nervoso.
- Come ti senti?- chiese Sirius, preoccupato e pallido.
- Come spiaccicato da un Troll.- rispose James con una smorfia.- Da quanto sono qui?
- Due giorni.- disse Dorea.- Eravamo molto preoccupati.
James guardò meglio la faccia di sua madre: era pallida e tirata e dagli occhi si notava che aveva pianto a lungo.
- Per fortuna, stai meglio ora.- disse Dorea, baciandogli la fronte.- Vado a chiamare Madama Chips.
Dorea si allontanò, mentre James cercò di ricordare cos’era successo: Mangiamorte a Hogsmeade, Voldemort, quel duello…Lily.
James impallidì: Lily.
Dov’era?
Stava bene?
Ma soprattutto…era viva?
- Sirius, dov’è Lily?- chiese James.
Sirius si schiarì la voce ma non parlò e non lo guardò.
- Siriu, allora?- incalzò James.
Sirius si schiarì ancora la voce e borbottò, sempre senza guardarlo:
- Beh…lei…
- Sirius, cazzo, guardami!- sbottò James, perdendo la pazienza.
Sirius alzò lo sguardo e disse con voce rotta:
- Lei e Dorcas sono in coma.
James sbiancò immediatamente.
- Che cosa?- mormorò il ragazzo, sconvolto.
Sirius sospirò, poi disse:
- Per Madama Chips sono i postumi della tortura che hanno subito; ha detto che siccome sono state torturate solo per un paio d’ore probabilmente non avranno nessun problema a livello fisico o mentale. Ma non sa quando si sveglieranno; potrebbero volerci settimane, o mesi...o molto di più.
James sbiancò: Lily in quello stato? Non poteva essere vero.
- James!
- Stai bene?
Remus e Peter erano appena arrivati con Marlene e Mary, ed erano tutti e quattro preoccupati.
James annuì appena e in quel momento apparve Madama Chips.
- Largo, per favore; devo visitarlo.- disse l’infermiera in tono deciso.
James si sottopose passivamente alla visita medica e la donna gli disse:
- Sei stato fortunato, Potter; la maledizione che ti ha lanciato Tu-Sai-Chi l’hai presa di striscio, quindi potrai stare qua solo per stanotte. Il Quidditch, per una settimana, te lo devi scordare.
Il ragazzo annuì, senza ascoltare e per gli altri questo era un chiaro sintomo che la sua testa era altrove; e l’altrove era Lily.
- Madama Chips, posso vedere Lily?- chiese James, mentre faceva davanti all’infermiera una prova per camminare; non aveva problemi di deambulazione, per fortuna.
C’era qualcosa nel tono sofferto del ragazzo che doveva aver smosso qualcosa nella donna, perché annuì senza dire niente e si voltò subito dopo aver finito la visita.
- È la prima volta che vedo Madama Chips commossa.- commentò Mary, cercando di alleggerire la tensione.- Anzi no, la seconda: la prima è stato ieri quando ha visto Sirius e…
Mary s’interruppe, ma Sirius non disse niente e si limitò a scrollare le spalle.
- È di qua.- disse Marlene con voce ora un po’ tremula.- Vieni.  
James seguì Marlene insieme agli altri verso la fine dell’infermeria; durante il tragitto chiese:
- E Frank e Alice?
- Sono da Neville.- rispose Marlene.- Voldemort l’ha colpito con una maledizione e non si è ancora svegliato; non si sa nemmeno se…
Marlene s’interruppe, poi disse:
- Anche loro due hanno affrontato Voldemort; noi siamo stati intrappolati dentro al pub di Madama Rosmerta, ma siamo riusciti a ribellarci.
James annuì e si perse nei suoi pensieri. Come avrebbe trovato Lily? Era davvero pronto a vederla in quello stato?
Arrivarono alla fine dell’infermeria, dove c’erano due letti circondati da due tendine.  James vide Sirius disporsi di fronte a quello vicino alla finestra, serio e muto; capì che lì c’era Dorcas. Fece un respiro profondo e si avvicinò al letto.
Lily sembrava addormentata profondamente, se non fosse stato per il pallore innaturale della sua pelle e i vari tagli sul braccio; su quello destro c’era incisa la parola “Mezzosangue”. Il respiro era appena percettibile; se non fosse stato per il petto che si alzava e si abbassava piano, James l'avrebbe scambiata per una statua. Le lentiggini risaltavano di più nel pallore, così come i capelli, che le coprivano una piccolissima parte del viso.
James le scostò quella ciocca dal volto, sentendosi morire dentro: non l’aveva protetta, non aveva fatto abbastanza…
Si sentiva un verme per quel che le era successo: avrebbe dovuto evitare di fare gli allenamenti e stare con lei; magari non sarebbe successo niente…
- James, non è colpa tua.
James vide Remus vicino a sé, che lo guardava preoccupato.
- E tu che ne sai?- gli chiese James, cercando di controllare quella rabbia che, inspiegabilmente, stava salendo.- Tu c’eri?
- No; ma credimi, sarebbe quello che ora ti direbbe…
- Non so cosa mi direbbe ora Lily, perché è in coma!- urlò James, arrabbiato e disperato.- Tu sai cosa vuol dire, essere costretti a starsene immobili mentre la persona che ami viene torturata? Ho provato a ribellarmi, ma inutilmente e per questo mi sento un verme! Io e Sirius siamo stati costretti a vedere mentre le torturavano, mentre Rabastan minacciava di stuprare Dorcas e mentre Greyback desiderava di uccidere Lily dopo la tortura!
- James, eravate prigionieri.- mormorò Remus.- Tu e Sirius non siete…
- No, io sono responsabile!- sbottò James.- Ho messo gli allenamenti prima di lei, e non avrei dovuto farlo! Forse non sarebbe mai stata catturata e torturata, e forse a quest’ora…
James respirò a fondo per calmarsi, le mani che gli tremavano dalla rabbia.
- Se non ce la fa, la mia vita non avrebbe più senso.- disse James.
- James, non dire queste cose…- gli disse Marlene.
- È la verità.- replicò James in tono duro.- Lei è stata il motivo per cui ho cercato ogni giorno di migliorare; senza di lei, io sarei…
- A metà…- concluse per lui Sirius, venuto ad ascoltare lo sfogo di James.
James lo guardò stupito e vide Siriu sorridergli amaramente.
- L’avevo detto, a Remus, che non avrebbe avuto senso riciclare quel discorso che aveva fatto a me ieri.- commentò Sirius.- Ho urlato anche io, e devo dire peggio di te, perché…
Sirius s’interruppe.
James capì: erano fratelli e si capivano al volo; e soprattutto, erano sulla stessa barca: anche lui si sentiva in colpa per non aver fatto di più.
Il ragazzo si ricordò della testardaggine di Lily nel voler affrontare Voldemort con lui.
Così avevano sfidato Voldemort due volte; la prima volta l’anno precedente e la seconda pochi giorni fa. E stavolta Lily aveva rischiato di rimetterci la vita.
La guardò ancora, immersa in quel torpore comatoso che lo innervosiva, il petto di lei che si alzava e si abbassava appena e le prese la mano, calda; possibile che il calore di Lily fosse rimasto, nonostante il coma?

Quella notte fece molta fatica a dormire; non riusciva a togliersi dalla testa tutte quelle immagini: il ghigno sadico di Voldemort, Bellatrix che torturava Dorcas in quel modo, Lily che si contorceva a terra, Sirius piegato dai pugni, Lily in quello stato comatoso…
James non ce la fece più: si alzò e in silenzio si diresse da lei.
Diede anche un’occhiata a Dorcas e vide Sirius seduto su una sedia di plastica, la testa sulle braccia incrociate appoggiate al letto dove la ragazza giaceva senza svegliarsi, stringendole una mano; non riuscì a capire se si era assopito o se stesse piangendo in silenzio. Alla fine li lasciò soli e si diresse da Lily.
James si mise seduto praticamente sul cuscino, in modo da essere vicino al volto di Lily, senza schiacciarle i capelli.
La sentì respirare piano e appena percettibilmente, il viso illuminato fiocamente da quel minuscolo quarto di luna che dominava in cielo.
James non smise di osservarla un momento; era bella anche così, nonostante la situazione critica in cui era: la pelle pallida risaltava le lentiggini e il rosso dei suoi capelli, mentre l’espressione del viso era totalmente rilassata.
- Lily, mi dispiace…- mormorò James, sfiorandole delicatamente la fronte con le labbra.- Mi dispiace per quello che è successo; spero tu possa perdonarmi.
Continuò a guardarla, perdendosi in ogni singolo dettaglio su di lei, ascoltando il respiro lievissimo, sperando vanamente di vedere le palpebre alzarsi e quegli occhi verdi che lui adorava illuminarsi, sperando vanamente di sentire ancora la sua voce; ma l’unica cosa che sentiva era il calore che il suo corpo continuava ad emanare, testimoniato dalla mano che James continuava a stringere. Con l’altra mano James le sfiorò dolcemente il viso; passò le sue dita sulla fronte, sulle labbra, su ogni lentiggine. Le accarezzò i capelli, passandoli fra le sue dita varie volte.
In quel momento, James ebbe migliaia di rimpianti: di non aver spostato gli allenamenti, di non averla raggiunta in tempo a Hogsmeade, di non averle detto ancora altre volte che l’amava, quanto adorava quando lo sgridava, lo prendeva in giro o lo coccolava…
Gli sembrò di essere un naufrago in mare aperto senza mezzi per orientarsi.
Alla fine, si asciugò le lacrime che gli stavano per uscire dagli occhi e si distese accanto a lei, con una sola, fragile speranza: che la sua Lily si risvegliasse presto.

*.*


Dal giorno in cui fu dimesso, James cercò di concentrarsi sulla sua vita normale da studente; studiava al massimo per cercare di estraniarsi anche solo per un breve istante dal proprio dolore, mentre il pomeriggio lo passava in infermeria accanto a una Lily ancora in coma.
A fare compagnia a lui e ad un Sirius taciturno e triste furono i Malandrini, le ragazze e Frank e Alice. Veniva anche Dorea, che ormai si era affezionata a Lily e Dorcas, appena le era possibile e a volte con alcuni membri dell’Ordine; quelli che venivano spesso erano i due fratelli Prewett, mentre Malocchio era venuto due volte. Altri visitatori fissi erano Andromeda Black, a volte da sola mentre altre volte era accompagnata dal marito e dalla figlia, e Joe Hurlington, lo zio di Dorcas.
James cercò di stare vicino sia a Sirius che a Frank, preoccupato per il fratello che non si rimetteva ma anzi peggiorava. Erano tutti coesi più che mai a darsi conforto e a supportarsi, si davano tutti il cambio per poter stare ora con Lily, ora con Dorcas, ora con Neville, che aveva cominciato a mostrare qualche debole e sporadico segno di miglioramento, anche se non si era ancora svegliato.
Passò in questo modo una settimana e venne la luna piena; James e Sirius fecero ovviamente il possibile per tenere compagnia a Remus insieme a Peter.
Per James fu un modo per evitare di pensare troppo a quella situazione triste e desolante; correre per la foresta e dimenticare per un po’ i suoi problemi. Ma quando passò davanti a quella radura dove aveva fatto l’amore con Lily il pomeriggio del suo compleanno non potè ignorare quella stretta al cuore. Quando ritornò rimase come al solito accanto a lei, che ancora non si risvegliava.
James si ricordò di quando Lily gli aveva raccontato una fiaba Babbana, La bella addormentata, dove la protagonista cadeva in un lungo sonno dopo essersi punta con il fuso di un arcolaio a causa di una maledizione di una strega cattiva e si risvegliava da quel letargo grazie al bacio del vero amore di un principe; avrebbe voluto che anche in quel caso accadesse il risveglio, che bastasse un suo bacio per risvegliarla. Ma tutto quello che poteva fare era aspettare.
Anche i primi giorni di quella settimana scivolarono lenti e senza sosta.
Madama Chips aveva detto a James e Sirius che appena avessero cambiato posizione, quello stato comatoso in cui si trovavano le due ragazze avrebbe cominciato a svanire; e il giorno dopo la luna piena Dorcas aveva cambiato posizione. Questo rinfrancò tutti quanti: c’era ancora speranza.
Ma ciò che infuriava di più James erano i Serpeverde: anche se non commentavano ciò che era accaduto, nei loro occhi covava l'apprezzamento per ciò che Voldemort aveva fatto. Ma la rabbia era soprattutto per Piton: sapere che lui era in quella cerchia di futuri Mangiamorte che disprezzavano persone come la sua ex migliore amica gli faceva salire la collera a mille. Ma non poteva sapere che in realtà Piton andava ogni notte nella Stanza delle Necessità a piangere; e il giovane Serpeverde si chiedeva ogni notte se quelle lacrime erano mai abbastanza...

*.*


Venne il mercoledì di quella settimana.
James era impegnato con il tema di Pozioni e a pensare alla reazione che avrebbe avuto Lily nel constatare che aveva già perso una settimana di scuola e che avrebbe perso con tutta probabilità anche quella odierna; sarebbe stata nervosa e nevrastenica, ma almeno sarebbe stata viva come la amava lui.
La penna d’oca gli sfuggì dalle mani e cadde sul pavimento; il ragazzo sbuffò infastidito e si chinò a raccoglierla. Stava per rialzarsi, quando si bloccò, lo sguardo al pavimento; aveva sentito un lieve fruscio. James ascoltò il suo cuore battere a mille contro la sua cassa toracica e non osò alzare lo sguardo. E se si era sbagliato?
Alla fine, il suo coraggio da Grifondoro prevalse e alzò lentamente lo sguardo, mentre l’ombra di un sorriso apparve finalmente sul suo volto: Lily aveva cambiato posizione.
Sentì dei passi e vide Mary.
- Allora?
- Ha cambiato posizione.
Mary tirò un sospiro di sollievo e gli disse in tono fiducioso:
- Vedrai, si sveglierà e si riprenderà presto.
- Lo spero…- disse James.
Mary gli sorrise e si allontanò per informare Madama Chips, che venne immediatamente a controllare il polso di Lily e il suo respiro.
- Il respiro si sta regolarizzando.- disse Madama Chips.- Non posso dire con esattezza quando si sveglierà, ma non dovrebbe volerci molto tempo; se vogliamo essere ottimisti, potrebbe svegliarsi in pochi giorni.
James annuì e ringraziò l’infermiera, che si allontanò a controllare Neville, ancora stazionario; il ragazzo si sporse verso Lily e le mormorò all’orecchio:
- Coraggio, amore. Ce l’hai quasi fatta…
In quel momento si sentì Marlene gridare:
- Dov’è Sirius?!
Si sentì la porta del bagno aprirsi e Sirius chiedere ansiosamente:
- Che c’è?
- Dorcas si sta svegliando!
James vide Sirius passare davanti al letto di Lily, il volto teso.
- Torno subito…- mormorò James a Lily, mentre sentiva la voce di Marlene ridere dalla felicità e chiamare urlando Alice e Frank.
Mise subito in borsa il tema di Pozioni, tappò la boccetta d’inchiostro e, dopo aver aperto e rinchiuso le tendine che circondavano il letto di Lily si diresse verso quello di Dorcas; lì davanti vide un Remus sorridente che gli disse:
- Si è svegliata…
James sporse la testa e vide Dorcas abbracciata a Sirius, la testa sulla spalla del ragazzo, che si stava lentamente rilassando per il sollievo.
Si sentì un rumore di passi affrettati e appena si voltarono videro Alice chiedere concitata:
- Allora?
- Si è svegliata.- rispose James.
- E Lily?
- Ha cambiato posizione.
Alice scoppiò in lacrime e singhiozzò sonoramente dalla felicità, mentre Mary le dava pacche sulla spalla per calmarla.
Dopo aver lasciato altri cinque minuti di intimità, andarono tutti da Dorcas, che in quel momento si stava baciando con Sirius. Nel vedere la scena, Alice scoppiò di nuovo in singhiozzi.
Dorcas si staccò e le disse in tono rassicurante:
- Alice, tranquilla! Sono viva!
La voce era ancora un po’ debole, ma sembrava stare meglio.
Prima che qualcun altro potesse dire o fare qualcosa apparve Madama Chips, imbronciata.
- Insomma, possibile che debba essere sempre l’ultima a sapere come stanno i miei pazienti?- li rimproverò l’infermiera.- Fuori tutti, che la devo visitare! Tornate fra cinque minuti!
- Ma…- provò a replicare debolmente Dorcas.
- Niente “ma”, signorina Meadowes. Fuori tutti!
Cinque lunghi - per Sirius - minuti dopo erano tutti di nuovo accanto a Dorcas, ranicchiata nuovamente fra le braccia di Sirius.
- Lily?- chiese Dorcas a James appena ebbe ascoltato il resoconto di tutto ciò che era successo a Hogsmeade.
- È in coma anche lei, ma ha cambiato posizione poco fa.- rispose James.- Dovrebbe svegliarsi in poco tempo.

*.*


- Continuare a fissarla per ore non velocizzerà il suo risveglio.
- Per me sì.
Dorea sorrise; era venuta a trovare James e Sirius insieme alla cugina di quest’ultimo, Andromeda, che stava letteralmente stritolando il povero Felpato dalla preoccupazione e dalla felicità e progendo a Dorcas le sue scuse per via di Bellatrix. In quel momento era seduta accanto al figlio, mentre di fronte a loro c’era Alice.
Erano passati due giorni dal risveglio di Dorcas.
- Si sa niente di Neville, Alice?- chiese Dorea.
- Si era svegliato, ieri, e faceva fatica a parlare.- rispose Alice, seria.- Oggi è ripiombato in quello stato di coma e Silente e Madama Chips hanno chiamato dei Medimaghi del San Mungo.
Poco dopo James andò in bagno; si guardò allo specchio e constatò dal suo aspetto che aveva passato momenti migliori: era un po’ pallido e stava cominciando a spuntargli un’ombra di barba che quella sera avrebbe dovuto rasare.
Sospirò pesantemente: quell’attesa si stava rivelando molto snervante e metteva a dura prova la sua poca pazienza.
Quando uscì sentì Alice urlare:
- James, corri!
James affrettò il passo verso una Alice sorridente che gli stava dicendo:
- Ci siamo…
Il ragazzo corse veloce e vide sua madre china su Lily.
- Chiamala…- gli disse concitata Dorea, quando vide il figlio accanto a lei.
James si chinò su Lily, le palpebre della ragazza che tremavano e le mani che stringevano convulsamente il lenzuolo bianco, cercando di trattenere le lacrime che proprio ora volevano uscire.
- Lily…ti prego, amore, svegliati…












 
 
 
 
 
 
 
 

NOTE: lo so, sono sadica fino alla fine! ma tranquilli: nel prossimo non ci sono casini...più o meno; giuro!!!!!
piccola nota di servizio, ovvero spoiler necessario: per quanto riguarda Voldemort...insomma, quando i signori Evans sono morti i nostri due piccioncini non ci hanno praticamente duellato contro, quindi ritengo questa sfida e la prima sfida avuta a Hogsmeade durante il loro sesto anno le prime due volte che hanno affrontato zio Voldy; la terza sfida comparirà nel sequel.
per il resto, che altro devo dire? a voi l'ardua sentenza...
aspetto le vostre recensioni, ciao :)

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Capitolo 48
*** RISVEGLIO E SENSAZIONI ***


309 recensioni....
GRAZIE MILLE!!!!
















Era tutto buio; non capiva più niente, non sentiva più niente.
L’ultima cosa che aveva visto era James svenuto sotto di lei, il viso bagnato dalle sue lacrime disperate.
Aveva poi sentito alcune voci, ma attutite, come se fossero un’eco. Una voce a lei famigliare stava urlando dalla disperazione.
 
 

No, io sono responsabile! Ho messo gli allenamenti prima di lei, e non avrei dovuto farlo! Forse non sarebbe mai stata catturata e torturata, e forse a quest’ora…se non ce la fa, la mia vita non avrebbe più senso.
 
 

Aveva provato a risvegliarsi, ma una forza più potente di lei l’aveva fatta ripiombare nel nulla. Non aveva avvertito più niente.
Si sentiva immobile come un blocco di marmo, nonostante sentisse il calore del suo corpo che scorreva nel suo sangue, nelle sue vene.
Poi quell’impulso. Era riuscita a muoversi; di poco, forse, ma si era mossa. E aveva sentito nuovamente quella voce famigliare, ma stavolta un po’ meno distante.
 
 

Coraggio, amore. Ce l’hai quasi fatta…

 
 
Era rimpiombata nel buio, ma non quel buio orribile, quel nulla che l’aveva spaventata; era il buio del sonno, quel sonno benefico che faceva dimenticare di tutti i guai, un sonno lungo e ristoratore.
Poi, improvvisamente, era finita in una sorta di dormiveglia e sentiva delle voci accanto a sé; ma questa volta erano chiare.
- Ce la farà, Dorea?
- Sì, vedrai. È una ragazza forte, vedrai che si risveglierà a breve e si rimetterà subito.
In quel momento aveva mosso un po’ le palpebre ancora chiuse; non riusciva ancora ad aprirle, avrebbe dovuto fare tutto piano piano. Sentì le sue dita stringere un lenzuolo.
- Dorea!
- Chiama James, svelta!
Sentì una sedia strusciare rumorosamente sul pavimento, mentre una voce femminile la chiamava.
- Lily, tesoro…
Poco dopo avvertì un rumore di passi che si avvicinavano al suo letto e la donna dire a qualcuno:
- Chiamala…
Poi, quella voce.
- Lily…amore, ti prego, svegliati…
Sentì quel respiro vicinissimo al suo viso e sentì il suo viso contrarsi nella solita smorfia di quando si risvegliava.
- Amore, ti prego…
Quando spalancò gli occhi, fu accecata dalla luce e fu costretta a sbattere le palpebre un paio di volte prima di poter mettere a fuoco un paio di occhi nocciola lucidi di lacrime che la guardavano con un misto di amore e preoccupazione.
- Lily…
- James…
Sentì la sua voce uscire debole dalle sue labbra.
Vide il viso di James vicinissimo al suo.
- Amore…
Lily gli circondò con fatica il collo con le braccia e sentì James che la sollevava delicatamente dal materasso, stringendola a sé. Sentì il viso di James che affondava nell’incavo tra la sua spalla e il suo collo, bagnandolo un po’ di lacrime silenziose.
A Lily passarono in mente di nuovo le immagini di ciò che era successo: la battaglia a Hogsmeade, il rapimento, lei e Dorcas torturate, James e Sirius picchiati, il duello con Voldemort, James a terra privo di sensi…
E ora James era lì con lei, vivo.
La ragazza avvertì un groppo ostruirle la gola.
- Sei vivo.- mormorò Lily, avvertendo le lacrime pungerle gli angoli dei suoi occhi.- Non ti svegliavi, avevo paura che…
- Shhh…- le fece James, rassicurante.- Sto bene, amore. Sei stata in coma per due settimane, ma ora sei di nuovo qui con me.
James non piangeva più e cominciava lei? Ma la situazione non le sembrò assurda.
Il ragazzo la sentì tremare; capì che stava trattenendo i singhiozzi.
- Ehi!- James si staccò da lei per guardarla in viso.- Smetto io di piangere, e inizi tu?
Lily sorrise fra le lacrime che stavano scendendo, guardando il volto sorridente di James: era pallido e tirato e cominciava a spuntare un’ombra di barba sul volto.
- Da quanto tempo non ti radi?- chiese Lily, asciugandosi le lacrime con il dorso.
- Eh, da un po’…- ammise lui.
- Mamma mia, sembri un barbone!- commentò lei con un sorriso timido, sfiorandogli la guancia.
- Grazie, eh?!- esclamò James in tono fintamente offeso, avvicinandosi alle sue labbra.
Entrambi si baciarono, provando sollievo nel sentire le loro labbra che si toccavano, le loro lingue a contatto, i loro corpi vicini; Lily sentì di nuovo quella piacevole stretta allo stomaco e James quei brividi che solo lei gli dava.
Si strinse con più forza a lui, ignorando le membra che ancora le dolevano e la barbetta ispida di lui che le pungeva le dita che accarezzavano il volto del ragazzo, mentre James faceva scivolare delicatamente la sua mano sui suoi fianchi e sulla sua schiena, fra i suoi capelli…
- Scusate…
I due si staccarono e videro Madama Chips che li squadrava severamente.
- Potter, sei pregato di staccarti dalla signorina Evans, la devo visitare.
- Ma…
- E non tollero obiezioni!
James scosse la testa, diede a Lily un bacio in fronte e quando uscì vide sua madre e tutti gli altri che, come due giorni fa per Dorcas, erano assiepati vicino al letto di Lily per vedere come stava la ragazza; vide Sirius ghignare soddisfatto.
- Che c’è?- chiese James.
- Ha ragione lei.- rispose Sirius.- Sembri proprio un barbone.
- Ha parlato quello che stava per essere scambiato per il figlio giovane di Babbo Natale!- lo rimbeccò James, ricordandosi che anche Sirius non si era rasato per un bel po’.
- In effetti…- considerò Dorcas.
- Scusa!?- Sirius guardò allibito la ragazza, che teneva arpionata sul suo fianco per sorreggerla.- E da quando parteggi per il mio migliore amico?!
- Dico solo che l’altro ieri non è stato piacevole baciarti la guancia!- rise piano Dorcas.- Prudeva!
La replica di Sirius si perse quando Andromeda gli diede uno scherzoso manrovescio sulla nuca e quando Madama Chips uscì e intimò loro:
- Ha bisogno di riposo e quiete; il primo che fa’ casino sarà cacciato dall’infermeria, chiaro?!?
Tutti annuirono ed entrarono…e Alice cominciò a singhiozzare appena la vide con gli occhi aperti.
- Alice…- provò a chiamarla Dorea per calmare la ragazza.
- Alice, sono viva!- la rassicurò Lily.
- Lo so, ma cavoli!- Alice si appoggiò a Frank.- Credetemi, non è bello svegliarsi e realizzare che ci sono solo Marlene e Mary a picchiarmi per le suonerie della mia sveglia.
Dopo questo intermezzo, cominciarono a parlare della battaglia di due settimane prima e di cosa era successo. Nel nominare Bellatrix, Sirius strinse nervosamente i pugni, Andromeda strinse le labbra con forza e Lily si guardò il braccio, dove la scritta “Mezzosangue” si era ormai cicatrizzata.
- Sirius, non è colpa tua.- gli disse subito Lily.
- È mia cugina…- borbottò Sirius.
- Sì, ma non la tua famiglia.- replicò James, mentre Dorcas apriva delicatamente a Sirius il pugno.- Lei è pazza, Sir, e tu lo sai. Non è colpa tua se lei si diverte a torturare le persone.
Prima che Sirius potesse dire qualcosa, venne la professoressa McGranitt e disse:
- Oh, signorina Evans, ben svegliata! Black, tuo padre è qua fuori, vuole parlarti.
James vide Sirius alzarsi, con sguardo rabbuiato ma anche un po’ curioso. Sentirono in lontananza la porta dell’infermeria chiudersi; Dorcas si alzò.
- Dove credi di andare?- chiese Mary, preoccupata.
- A vedere che succede.- rispose Dorcas.- Di sicuro non lo lascio da solo con suo padre. E tranquilli, ce la faccio a camminare.- li rassicurò davanti alle loro espressioni preoccupate.
James la vide andare via e cominciò anche lui a preoccuparsi un po’; da quando il signor Black veniva a Hogwarts per Sirius? Tutti quanti sapevano che Sirius era scappato di casa e che la sua famiglia l’aveva ormai disconosciuto e diseredato. E allora perché quella visita?
- Va’ da lui.- gli disse Lily, vedendolo preoccupato.
- Sicura?- fece James, esitante.
- James, sono qua bloccata a letto; dove vuoi che vada?- gli fece notare Lily.
James le diede un bacio sulla fronte e le disse:
- Torno subito…
Lily gli strinse la mano dolcemente e lo vide allontanarsi.
Il ragazzo si diresse con Andromeda davanti alla porta, vicino a Dorcas; vide Sirius che stava litigando con suo fratello mentre un uomo, ora di spalle, si stava allontanando velocemente.
- Tu non capisci…
- No, tu non capisci, Regulus! Io sono quasi morto, la mia ragazza è quasi morta! E tu ti aspetti veramente che io voglia unirmi ai tuoi amichetti per riappacificarmi con te?
- Se la metti così, allora finisce qui!
James vide Sirius prendere Regulus per un gomito e dirgli con rabbia:
- Lo sai, nonostante tutto ti ho sempre reputato una persona intelligente; è evidente che mi sono sbagliato.
Regulus si liberò della presa di Sirius e se ne andò, seguendo la stessa direzione del padre.
- Sirius.- lo chiamò James.
Sirius si voltò, scuro in volto.
- Sirius, non pensarci!- gli disse James con forza mentre Dorcas lo abbracciava.- Hai provato di tutto per fargli cambiare idea, almeno non ti sentirai la coscienza sporca per questo.
- Non è colpa tua.- mormorò Dorcas sul suo petto.
Sirius non disse niente, mentre Andromeda gli disse:
- Non assumerti colpe inutili, Sir; hai ragione a dire che Regulus è una persona intelligente, vedrai che prima o poi si renderà conto dello sbaglio che ha fatto e cercherà di migliorare.

- Che cosa?!
- Abbassa la voce, non so quanto regga il Muffliato!
- Ops…
Era notte e James era venuto come suo solito in infermeria a trovare Lily; erano entrambi sdraiati su quel letto strettissimo ma comodo.
- Quindi Regulus è diventato davvero…?- Lily non riuscì a concludere la frase.
- Sì.- disse James.- Non so se abbia già il Marchio oppure no, ma probabilmente è coinvolto anche lui in piccolissima parte con quello che ci è successo; probabilmente ha fatto la spia ai Mangiamorte dicendo dell'uscita e del nostro allenamento.
Lily vide James rabbuiarsi un po’ e serrare la mano in un pugno.
- Che c’è, James?- chiese Lily.
James si morse un labbro, poi disse:
- Non avrei dovuto mettere gli allenamenti di Quidditch, quel giorno; a te e Dorcas non sarebbe successo niente, Neville ora non sarebbe inchiodato su quel letto…
- James, non è colpa tua.- lo interruppe Lily, ponendo la sua mano sul pugno di James e guardandolo negli occhi.- Dovevate recuperare degli allenamenti e quello era l’unico giorno disponibile. Hai fatto il possibile per salvarmi e questo è l’importante.
Lily continuò a guardarlo e James si perse in quegli occhi verdi ora spalancati davanti a lui; era sveglia ed era viva. Questo contava.
James sentì la mano di Lily aprire delicatamente il suo pugno e le sue dita che scivolavano su e giù lungo il palmo e le falangi, le unghie che facevano un lieve solletico; appena sentì le dita di Lily scendere verso il basso, fece scattare velocemente la mano sul braccio di lei, coperto a metà dalla manica tirata su fino al gomito, lasciando intravedere in parte quella parola schifosa e altri tagli.
La mano ridiscese lungo il braccio e andò sotto la maglia del pigiama, sul fianco, dove c’era un altro piccolo taglio ora cicatrizzato; James lo percorse tutto con l’indice e sentì Lily tremare a quel tocco. Passò alla schiena, mentre lei si avvicinava di più a lui e gli lasciava un leggero bacio sul collo e faceva andare la mano sotto la camicia di lui per tastargli gli addominali, che si contraevano a quel tocco.
James si avvicinò con lentezza al viso di Lily, baciandole la fronte, le guance, le labbra…quanto gli erano mancate quelle labbra!
Sentì Lily rispondere al suo bacio, le loro lingue che s’intrecciavano, mentre James, in preda a nemmeno lui sapeva cosa, la faceva scivolare delicatamente sotto di sé e le baciò il collo, annusando il profumo dei suoi capelli; ringraziò mentalmente che avessero gettato entrambi un Muffliato attorno al loro letto, circondato ancora da quelle tende.
Lily sentì quella stretta allo stomaco farsi più forte e si lasciò scappare un gemito quando la mano di James le sfiorò il seno, facendo scivolare in risposta una mano lungo tutto il busto fino al cavallo dei pantaloni di lui; quel desiderio si fece più forte. Avvertivano entrambi quella sensazione e la volevano vivere ora, in quel momento.
- James…- mormorò Lily a voce bassa e piena di desiderio.
James sapeva cosa voleva Lily e doveva ammetterlo, anche lui lo voleva; tuttavia, una piccolissima parte di lui non voleva farlo, non ora che Lily era convalescente.
- Non credo sia saggio…- bisbigliò James, in tono poco convincente.- Voglio dire, ti sei appena svegliata e...
- Amore, non sei convincente…- lo rimbeccò lei con una risatina.
Quella risatina fu soffocata dal bacio di James, che coprì entrambi con il Mantello dell’Invisibilità per evitare incursioni notturne dall’alto - Pix e fantasmi, per la precisione.
James in poco tempo si muoveva sopra Lily, anche se stavolta con un po’ di difficoltà: per evitare guai, si erano calati entrambi solo i pantaloni, mentre le loro mani vagavano libere sotto il resto degli indumenti. Sentiva il calore di quel corpo esile che ormai conosceva alla perfezione, quelle mani che accarezzavano la sua pelle con delicatezza e con passione, sentiva i loro gemiti trattenuti con fatica mentre si chiamavano a voce bassa.
Lily inarcò la testa all’indietro e poi morse delicatamente il collo di James quando questi riprese a baciarle il collo con crescente passione, indugiando sulla voglia a forma di stella marina, mentre con il naso scostava la catenina d’argento che aveva regalato a Lily e che la ragazza non si toglieva mai.
Era strano fare l’amore in quel modo: dovevano fare attenzione a non gemere troppo, a non far cigolare le molle del letto e James cercava di andare piano per non far male a Lily, ancora debole; ma sopportavano entrambi volentieri quegli inconvenienti pur di sentire il calore dei loro corpi a contatto.
Poco dopo, James si risistemò i pantaloni, si tolse il Mantello e sistemò Lily sopra di sé, in modo che fosse più comoda.
Lily respirò a fondo l’odore di James, mentre lui le accarezzava ancora la schiena e passava la mano fra i suoi capelli.
- James?
James vide il volto di Lily sopra il suo e le mise dietro le orecchie i capelli che piovevano davanti al suo viso.
- Che c’è, Lily?
- Ti amo…
- Ti amo anch’io…
Si scambiarono un altro bacio; erano ancora vivi, erano ancora insieme e questo a loro bastava mille e mille volte.
- James?
- Sì?
- Mi sa che, tranne il venerdì e il sabato sera, andremo in bianco tutti gli altri giorni della settimana.
- Che cosa?!?
- Devo recuperare le due settimane perse di studio!
- Grandioso, mi hai dato un altro motivo per voler andare fuori a strozzare Voldemort!
A Lily scappò un risolino; se lo poteva permettere: erano ancora vivi e con la loro voglia di ridere e scherzare. Questo contava.
E aveva ancora la percezione che il loro amore potesse tenere lontano tutto quanto, anche Voldemort.

 

*.*


Dopo una settimana, Lily e Dorcas furono dimesse; e nonostante ciò che aveva detto Lily, i due passarono la prima notte nella Stanza delle Necessità.
- James, tu mi lasceresti mai per non mettermi in pericolo?- chiese Lily a bassa voce, mentre sentiva l’indice di James che faceva ghirigori sul suo ventre.
Avevano appena fatto l’amore.
- No.- rispose James con sicurezza.- Anche perché so che la minaccia di castrazione diventerebbe realtà.- aggiunse ridacchiando.
Lily sorrise appena.
- Perché?- chiese James, facendosi serio.
Lily sospirò e disse:
- Sono preoccupata per Dorcas; ha paura che Sirius voglia lasciarla per non metterla in pericolo, dopo quello che Regulus ha tentato di fare oggi pomeriggio.
Quel pomeriggio, infatti, Regulus aveva seguito Dorcas per tutta la Biblioteca con uno sguardo così folle da costringere la ragazza a chiamare Madama Pince - che aveva avvertito i direttori delle due Case - e da indurre Sirius a picchiarlo e a beccarsi così una punizione per il sabato mattina. E a considerare di lasciare la ragazza per salvarla così - a detta di Sirius - dalla sua famiglia rinnegata, anche se non ne era del tutto convinto.
James non disse niente, ricordandosi del dialogo che aveva avuto con Sirius dopo quel fattaccio; non l’aveva mai visto così giù di morale. Il ragazzo aveva provato a convincerlo che non era saggio, anche perché nemmeno Sirius ne era convinto; c’era da aggiungerci che aveva avuto uno sguardo serio e pensieroso anche dopo che Dorcas si era risvegliata.
 
 

- Sirius, sei sicuro?
- No, ma è l’unica cosa che posso fare per salvarla.
- E allora non farlo! Ci stareste male entrambi.
- E che dovrei fare?
- Parlarne con lei, no?


 

- È così?- chiese Lily allibita, guardandolo sorpresa.
- Neppure lui è convinto di quella scelta, Lily.- rispose James.- È solo che, a volte, la paura gioca brutti scherzi. Vedrai che non si lasceranno.
Lily annuì e rimase in silenzio a fissare l’indice di James che continuava a vagare sul suo ventre piatto.
- Hai paura che io ti lasci?- chiese James a un certo punto.
Lily si morse il labbro inferiore, poi borbottò:
- Un po’…
La mano di James scattò dal ventre al volto della ragazza, accarezzandoglielo dolcemente e voltandolo verso il suo.
- Non ti lascio, Lily.- disse James in tono rassicurante.- Sarò qui con te. E tu?
Lily si rifugiò sul suo petto e gli disse, guardandolo da sotto in su:
- Anch’io. Sempre…
I due rientrarono verso le cinque e mezza in Sala Comune.
Quando Lily entrò in dormitorio, vide Dorcas sul suo letto, un sorrisetto sollevato dipinto sul volto.
- Tutto bene?- chiese Lily, immaginando che Sirius non l’avesse lasciata.
Dorcas annuì e le disse a bassa voce:
- Sirius mi ha chiesto di andare a vivere con lui, dopo la scuola.
- Davvero?- Lily l’abbracciò.- E tu?
- C’è bisogno di dirlo?- rise piano Dorcas.

James rientrò in dormitorio e vide Sirius spaparanzato sul suo letto con l’aria di chi ha passato la notte più bella della sua vita.
- Da quello sguardo da triglia che hai, deduco che avevo ragione io!- scherzò James.
- Ma va’ a farti fottere!- rise Sirius.
- Già fatto, poco fa.
- Copioni!
I due ragazzi risero piano, poi Sirius gli disse:
- Andremo a vivere insieme, dopo la scuola.
- Tu e Dorcas?
- No, io e un Ippogrifo…e chi, sennò?
James ridacchiò e Sirius disse scherzosamente:
- Merlino, Lily ti sta proprio rimbambendo…a colazione le faccio un bel discorso serio!
- Tu che vuoi fare un discorso serio?- lo prese in giro James.- Povera Dorcas che dovrà sopportarti.
I due ragazzi ridacchiarono piano, poi James s’immerse nei propri pensieri.
Aveva deciso di andare a vivere da solo, dopo la scuola; gli dispiaceva lasciare sua madre da sola, ma voleva provare a cavarsela da solo. E anche a lui ronzava da un po’ in testa l’idea di chiedere a Lily di venire a vivere con lui; non se la sentiva di lasciarla sola dopo il diploma.
Anche se avrebbero seguito entrambi l’addestramento per diventare Auror, per lui non sarebbe stato abbastanza.
Voleva svegliarsi accanto a lei, andare al lavoro insieme a lei, litigare con lei per le questioni più stupide, pianificare qualcosa con lei…insomma, voleva che lei venisse a vivere sotto il suo stesso tetto.
Però non voleva forzarla; non voleva obbligarla a venire. Gliel’avrebbe proposto e avrebbe lasciato che Lily decidesse serenamente, senza pressioni.
Ma non potè evitare che una parte di sé - la “zona Lily” del suo cervello - cominciasse ad immaginare la loro vita insieme.
James sorrise: certe volte, la felicità gli sembrava davvero a portata di mano.




 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Ma quella sensazione di felicità svanì pochi giorni dopo…


























NOTE: ok, non vi aspettavate una conclusione del genere. so che pensavate: "ma come? prima fa' quasi scoppiare Sirius e Dorcas e ora alla fine scrive quella riga di testo che lascia l'ansia???" ebbene...si!
odiatemi pure, ne avete tutti i motivi, ma è per ragioni di trama, credetemi.
il prossimo capitolo sarà anche un pochino Alice/Frank...insomma, un po' di spazio anche a loro due, non trovate??? :)
bene, aspetto le vostre recensioni.
al prossimo capitolo, ciao :)

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Capitolo 49
*** L’ULTIMA PARTITA [parte I] ***


Correvano all’impazzata lungo il corridoio che portava all’infermeria, ignorando la fitta al fianco che mozzava loro il respiro.
- Ma non stava migliorando?- chiese Sirius.
- Stamattina ha avuto una ricaduta.- rispose James.- Ci sono qui dei Guaritori del San Mungo.
- E perché non portano Neville direttamente là?- chiese Peter, confuso.
- Hanno paura che ci siano degli infiltrati anche lì.- rispose James senza riuscire a reprimere rabbia e disgusto.
- E poi sarebbe pericoloso spostarlo in queste condizioni.- aggiunse Remus mentre rallentava il passo in vista della porta dell’infermeria.
I Malandrini si fermarono, recuperando il fiato perso durante la corsa, poi si avvicinarono ad Alice e Frank; quest’ultimo era angosciatissimo.
- Aveva cominciato a migliorare…- mormorò Frank con voce debole, seduto su una scomoda sedia di plastica di fronte alla porta dell’infermeria.
- Vedrai che andrà tutto bene, Frankie.- gli disse Alice, inginocchiata davanti a lui, le mani strette nelle sue.
- Tuo fratello è forte, Frank.- gli disse James.- Se la caverà, vedrai.
Frank non disse niente, continuando a fissare la porta dell’infermeria con occhi lucidi.
James fece altrettanto, pensando con tutto il cuore: “Non Neville, per favore…”;
Quel ragazzino aveva solo quattordici anni, ne avrebbe compiuti quindici fra una settimana e aveva ancora una vita intera da vivere. Non poteva morire, proprio no! Si erano tutti affezionati a quel ragazzo che era entrato nella squadra l’anno precedente per il suo carattere allegro e sincero; se c’erano delle giornate in cui era giù di morale, cercava di non darlo a vedere e stimolava tutti a migliorare. La squadra di Quidditch di Grifondoro era come una famiglia e tutti erano rimasti sconvolti per la situazione di Neville.
Dei passi affrettati indussero James a spostare lo sguardo dalla parete di fronte a lui al corridoio, notando che altre quattro persone si stavano avvicinando; riconobbe subito in lontananza i capelli rosso scuro di Lily.
- Allora?- chiese Marlene appena si avvicinarono.
- Ci sono i Guaritori dentro.- rispose Frank a bassa voce.- Silente ha appena inviato un gufo a mia madre per avvertirla, credo arriverà fra poco.
Rimasero tutti e dieci lì in quel corridoio in muta attesa. Peter frugò nella borsa a tracolla e trovò un sacchettino di carta un po' stropicciato.
- Biscotti?- chiese timidamente il ragazzo, agitando il sacchettino.
Alcuni rifiutarono, altri ne presero uno giusto per fare qualcosa, mentre Peter se ne divorava altri due dopo il primo; la preoccupazione era così grande che Sirius si scordò perfino di dire a Peter, come suo solito, che era a dieta.
Si sentirono altri passi.
- Frankie, c’è tua madre.- mormorò Alice.
Tutti alzarono lo sguardo e videro Silente e la McGranitt scortare una donna alta, sulla cinquantina, dall’aria formidabile; indossava un collo di volpe, un cappello con un avvoltoio impagliato e reggeva sul gomito piegato elegantemente una grande borsa  di un rosso acceso.
- Frank, tesoro!- esclamò la signora Paciock.- Ci sono novità?
- Purtroppo no, mamma.- disse Frank, alzandosi e cercando la mano di Alice.
- Vedrete che i Guaritori faranno il possibile per salvarlo.- disse Silente in tono rassicurante.- Non preoccupatevi.
Augusta Paciock annuì, le labbra contratte, accarezzando i capelli del figlio, che in quel momento era ritornato al suo posto; Alice era ritornata inginocchiata di fronte a lui, consolandolo silenziosamente.
Aspettarono per una lunga ora e mezza, in silenzio e con timore.
“Non morire, Neville” pensò James. “Non morire…”
La porta dell’infermeria si aprì e ne uscirono fuori Madama Chips e Edgar Bones, chiamato apposta da Silente dal San Mungo; l’espressione di entrambi era terribilmente seria.
- Allora?- chiese Augusta, avvicinandosi.- Come sta Neville?
Madama Chips sospirò senza dire niente; a Lily sembrò che gli occhi dell’infermiera scolastica fossero lucidi e cominciò a temere il peggio.
- Augusta…- fece Edgar Bones, interrompendosi un attimo per trovare le parole.- Abbiamo fatto tutto il possibile, devi credermi; purtroppo, vista la situazione critica e visto quanto è stato torturato dal Signore Oscuro…
- Purtroppo cosa?- lo interruppe Frank con voce tremula.- È peggiorato?
Edgar scosse la testa e rimase in silenzio per una lunga manciata di minuti, mormorando poi:
- Mi dispiace tanto…
Quelle tre parole sembravano ferire l’aria come un coltello; Madama Chips si lasciò sfuggire un singhiozzo.
Le ragazze si portarono tutte una mano davanti alla bocca, gli occhi lucidi.
- Condoglianze.- disse Edgar a bassa voce, rientrando in infermeria.
Calò il silenzio ancora una volta; ma questa volta era carico di dolore, muto ma straziante.
- Augusta, se vuoi il funerale possiamo svolgerlo qui.- le disse Silente.- Sono certo che tutti i suoi amici vogliano dare a Neville l’ultimo saluto.
- Sì…- annuì Augusta, pallida e con gli occhi lucidi.- Posso vederlo?
- Certo.- disse Silente, accompagnandola dentro con la McGranitt.
- Frank?
Il ragazzo si voltò verso sua madre.
- Dammi cinque minuti, mamma…
La signora Paciock annuì, accarezzandogli nuovamente i capelli con tenerezza, poi entrò insieme al Preside e alla McGranitt, chiudendosi la porta alle spalle; fu allora che Frank si accasciò per terra, le mani fra i capelli e scosso dai singhiozzi.
Tutti quanti si strinsero a lui, per fargli capire che erano lì, che non era solo.
Frank entrò poco dopo dentro l’infermeria, accompagnato da Alice; il ragazzo guardò il volto pallido del fratello: aveva gli occhi chiusi e l’espressione era totalmente rilassata. Sentì le lacrime che minacciavano di salire ancora e Alice lo strinse a sé, dicendogli:
- Coraggio, amore. Ce la faremo...
Frank annuì, mormorando con voce rotta:
- Non andartene.
- Non ti lascio, Frank.- bisbigliò lei, rassicurante, cercando di mostrarsi forte per tutti e due.

*.*


Aveva solo quattordici anni. Questo era il pensiero che tormentava tutti e sei, rinchiusi nel dormitorio dei maschi.
Quattordici anni spazzati via in quel modo.
Sirius era in soffitta con Dorcas, a sfogarsi e a evitare di andare a trascinare Regulus in infermeria per mostrargli cosa aveva fatto il suo capo e a cosa si era reso, in un modo o nell’altro, partecipe.
Lily guardò James, preoccupata: era davvero scioccato per la morte di Neville. Sapeva quanto fossero amici tra di loro i membri della squadra di Quidditch di Grifondoro, che erano molto uniti.
E ora James era distrutto per la perdita di un buon amico.
Non sapeva cosa fare, si limitò a stringerlo a sé per fargli capire che non era solo. Aspettava il suo sfogo, chiedendosi quanto avrebbe dovuto aspettare e sperando che non decidesse di tenersi tutto dentro, lasciandosi corrodere da quel dolore.

*.*


Due giorni dopo ci fu il funerale, dove tutti - tranne i Serpeverde, ovviamente - furono colti da una grandissima tristezza.
I maschi della squadra di Quidditch di Grifondoro avevano portato la bara in Sala Grande, dove i tavoli erano scomparsi per fare spazio alle sedie, mentre le femmine seguivano dietro con dei mazzi di fiori.
Erano tutti vestiti di scuro, ad eccezione della squadra di Quidditch che indossavano una camicia bianca, cravatta e pantaloni neri i maschi, mentre le femmine avevano una camicia bianca o gonna o pantaloni scuri; in più, avevano tutti e sei sul braccio destro una fascia da lutto nera.
Dopo aver deposto la bara, Frank raggiunse Alice e i suoi famigliari mentre gli altri ritornarono ai loro posti.
James non seguì nemmeno ciò che Silente stava dicendo in quel momento; stringeva il pugno con così tanta forza che le unghie gli si stavano conficcando nella carne.
Come poteva un ragazzo di quasi quindici anni morire in quel modo?
Come poteva un Mangiamorte togliergli così la vita?
Il ragazzo interruppe quegli amari pensieri quando sentì la mano di Lily aprirgli il pugno e stringere la sua mano con forza ma anche con dolcezza.
Poco dopo uscirono tutti verso il parco per la sepoltura; Neville sarebbe stato seppellito sotto un albero al limitare della Foresta Proibita.
Un’ora dopo la sepoltura erano rimasti lì soltanto Frank, Alice, la signora Paciock, i Malandrini e le ragazze.
James si allontanò di pochi passi da loro, cercando di mandare giù quell’orribile nodo alla gola che lo soffocava e la rabbia che gli premeva dentro da due giorni; tirò un pugno all’albero più vicino dalla rabbia e ne stava per tirare subito un altro quando la mano di Lily lo bloccò subito, lo sguardo di lei fermo ma preoccupato. La ragazza gli abbassò lentamente il braccio.
- James…
James strinse i pugni con forza e con rabbia; rabbia che fu placata quando Lily lo abbracciò forte a sé. Fu allora che il ragazzo riuscì a sfogarsi; non pianse e non singhiozzò, ma non potè evitare che le lacrime scendessero lungo le guance e gli offuscassero lo sguardo.
- Aveva solo quattordici anni…- borbottò James con voce rotta contro la spalla di Lily.
- Lo so…- bisbigliò Lily, accarezzandogli delicatamente le spalle, non sapendo cosa dire.
Anche lei si sentiva arrabbiata che a Neville fosse stata tolta la vita così presto, anche lei aveva pianto per la morte così ingiusta di quel ragazzino che aveva avuto una grande voglia di vivere addosso e che riusciva a contagiare tutti con il suo buon umore; tuttavia, questo le aveva lasciato una forte convinzione: la convinzione di voler continuare a combattere in ciò che credeva. Avrebbe combattuto per impedire che ci fossero altri Neville, per salvare i Babbani, per impedire che ci fossero altri orfani come lei, James e Dorcas, per dimostrare a famiglie Purosangue come i Black, i Lestrange e i Malfoy che non contava la cosidetta Purezza di Sangue, ma la Purezza di Cuore e le proprie capacità; e fu così che riuscì  trovare le parole giuste.
- Lo vendicheremo, James.- gli disse Lily, prendendogli il viso fra le mani e asciugandogli guance bagnate.- Vedrai che non sarà morto invano. Faremo in modo che non sia morto invano.
James annuì, lasciandosi convincere dalle parole di Lily. Non poteva cedere ora, o Voldemort lo avrebbe ucciso.
Rimasero tutti a fissare quella tomba sotto l’albero, tutti i loro pensieri rivolti a Neville; poco dopo, ritornarono verso il castello.
Ma a distrarli fu un gruppo di persone vestite di nero proprio davanti ai cancelli; e l’unico a capo scoperto era un uomo dalla carnagione pallidissima, quasi spettrale.
Videro in lontananza Silente che si avvicinava con la McGranitt e la signora Paciock.
- State…- cominciò a dire Remus alle ragazze, ma queste lo ignorarono e si diressero decise verso i cancelli.
-...indietro.- concluse il licantropo, sospirando sconfitto.
- Se Rabastan osa toccarla ancora, lo ammazzo a mani nude.- sibilò Sirius con rabbia.
James strinse con forza la bacchetta in tasca: come avevano osato venire proprio in quel momento?
Appena arrivarono sentirono Voldemort dire:
- Non avrei mai voluto uccidere quel ragazzo; il suo Sangue è stato sprecato.
- Così come sono sprecate le tue false parole.- replicò Augusta Paciock con disgusto.
- Che cosa vuoi?- sbottò Frank, fiancheggiando la madre.
Voldemort non rispose, limitandosi a guardare con annoiata freddezza i ragazzi.
- Meadowes, ancora viva?- fece Rabastan.- Che peccato, avrei tanto voluto scoprire se eri meglio di tua madre.
- Bastardo figlio di puttana!- sibilò Dorcas dirigendosi verso di lui, mentre Sirius la tratteneva a fatica.
- Tom, vattene.- gli disse Silente con calma, ma squadrandolo con rabbia.- Dovresti capire da solo che non sei gradito qui; soprattutto in questo momento.
Voldemort si limitò a ghignare e squadrò James e Lily, che strinsero le mani attorno alle loro bacchette.
- A presto.- disse Voldemort, voltandosi.
I Mangiamorte presenti rivolsero ghigni ai ragazzi, Rabastan si passò la lingua sulle labbra nello squadrare ancora Dorcas.
Fenrir Greyback guardò Remus e Lily e disse loro in tono così malvagio da far accapponare loro la pelle:
- Alla prossima…
Remus lo squadrò con rabbia: possibile che quel mostro dovesse infierire ancora? Non gli era bastato quando l’aveva morso una decina di anni fa?
Lily invece, nonostante i brividi nel sentire quella voce stridula e disgustosa, strinse con rabbia gli occhi e serrò una mano attorno alla bacchetta e l’altra al braccio di James per impedirgli di scagliarsi contro il licantropo.
James li squadrò tutti con forte collera: avevano ucciso un ragazzo che doveva vivere ancora la sua vita, avevano rovinato la vita a Remus e tormentato tutti loro. Non ne avevano abbastanza?
“A quanto pare, no…” si rispose James, sostenendo l’ultimo sguardo malvagio che Voldemort rivolse a lui e Lily.
Rimasero tutti fermi e in silenzio aspettando che scomparissero dalla loro visuale, poi Silente disse loro:
- Entriamo, ragazzi…
Tutti seguirono il Preside verso la scuola, taciturni, tristi e arrabbiati.
Quella sera a cena ascoltarono pieni di tensione le restrizioni e le nuove misure di sicurezza decise da Silente e dagli altri professori; appena il Preside si fu seduto, i ragazzi si scambiarono occhiate cupe e preoccupate tra di loro.
James continuò a stringere ancora la mano di Lily; se quella guerra doveva avere un prezzo, non sarebbe stata lei. Sarebbe stato un prezzo troppo alto da pagare.
Lily rispose a quella stretta, conscia che avrebbe combattuto fino a morire per le persone che amava e soprattutto per James.















 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

NOTE: beh...salve!!! :) [fa' un sorriso ammiccante, sperando che i/le fan non la uccidano con la sola forza del pensiero]
comunque, ho mantenuto la promessa che avevo messo nelle note di due capitoli fa': un po' di tranquillità...più o meno.
vabbè, comunque, questo secondo me è il motivo per cui Neville Paciock si chiama Neville: ovvero, il fratello del suo papà si chiamava così ed è stato ucciso dai Mangiamorte dopo una lunga agonia
[ma va'? non ce ne eravamo accorti!]
in origine doveva essere un solo capitolo, ma poi è venuto troppo lungo, quindi è diviso in due parti; nella seconda parte vedremo ancora un po' di Alice/Frank e sarà un capitolo abbastanza allegro...giuro!!!!
bene, aspetto le vostre recensioni, ciao :)

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Capitolo 50
*** L’ULTIMA PARTITA [parte II] ***


La vita scolastica ritornò lentamente alla normalità, anche se ovviamente permeava la preoccupazione fra tutti gli studenti, impauriti e spossati da tutte quelle nuove e dure misure di sicurezza.
A scaldare però gli animi a Hogwarts era anche un altro fatto: la finale della Coppa di Quidditch delle Case che si sarebbe disputata fra le due Case finaliste, Serpeverde e Grifondoro.
James aveva trovato un nuovo Battitore per sostituire Neville: Noah Preston, che era il migliore amico del giovane Paciock e che era arrivato secondo alle selezioni del Battitore vinte a suo tempo da Neville.
Gli allenamenti che James imponeva erano serrati, lunghi e duri, ma nessuno se ne lamentava: volevano vincere la Coppa per Neville e per punire i Serpeverde, colpevoli di essersi mostrati apertamente e totalmente indifferenti verso quella morte ingiusta.
Per molti di loro era anche per un motivo di rivalsa: per Frank significava vendicare il suo fratellino rompiscatole che gli mancava ogni giorno di più. Per Noah significava giocare per il suo migliore amico. Per Mary significava dimostrare ai Serpeverde che lo scherzo di due anni prima di Avery e Mulciberg non la poteva più scalfire. Per Sirius significava dimostrare a Regulus che lui combatteva per dei buoni principi. Per James era una somma di tutte quelle cose.
Non si potevano evitare però gli scontri tra gli studenti di entrambe le Case; l’infermeria era piena solo di loro e Madama Chips fu costretta a trovare un’aula vuota vicino all’infermeria per poterli curare. Perfino i giocatori non furono immuni a questo, ma nel caso dei Grifondoro si trattava di difesa personale, poiché James aveva ordinato loro di non picchiarli per primi e di rispondere solo in caso di attacco; lui, Sirius e Frank si ritrovarono tre o quattro volte in infermeria a farsi medicare le varie ferite e i vari ematomi.
E ovviamente, in risposta a questi atti di bullismo fioccavano le punizioni da parte degli insegnanti.
Perfino le ragazze finirono in punizione e le prime furono, incredibilmente, Lily e Marlene che avevano difeso dei primini di Grifondoro da alcuni studenti del quinto anno di Serpeverde; inutile dire che anche loro furono insultate e che loro risposero per le rime e con varie fatture.
- Da voi due non me lo sarei mai aspettato.- disse il professor Lumacorno in tono molto deluso quella sera a cena, quando andò al loro tavolo a comunicare la loro punzione.
- E noi ci saremmo aspettate che i suoi studenti avessero più rispetto per gli altri.- replicò Lily.
- Ma…
- Professore, hanno offeso degli studenti del primo anno, hanno chiamato Lily Sanguesporco e mi hanno dato della puttana!- sbottò Marlene con impazienza.- Non mi dica che questa è buona educazione.
A quella replica Lumacorno non disse niente, ma mormorò soltanto:
- Vi aspetto stasera alle nove nei sotterranei per la punizione.
- Che sarebbe?- chiese James, appena il professore si fu allontanato.
- Pulire i calderoni senza magia.- rispose Lily con calma, ma piena di rabbia dentro di sé.
Le due ragazze dopo cena si diressero a scontare la punizione, scortate da James e Remus; appena le due scomparvero dietro la porta dell’aula di Pozioni, James rivolse uno sguardo a Remus, che annuì. Entrambi si sedettero per terra appoggiati al muro e a gambe incrociate, aspettando fino alle dieci mezza, ora in cui le due uscirono.

*.*


Venne la sera della vigilia della partita.
Su alla Torre di Grifondoro la tensione era palpabile per tutti, che non avevano la forza di fare niente, nemmeno una partita a scacchi.
Peter era impegnato a rodersi le unghie quasi come un castoro rode gli alberi mentre Mary gli diceva severamente:
- Vuoi continuare all’infinito con quelle unghie?
Sirius non aveva nemmeno la forza di fare i suoi soliti scherzi per alleggerire la tensione, ma continuava a strusciare i piedi per terra e a tamburellare insistentemente con le dita sul bracciolo della poltrona. James ricontrollava per l’ultima volta lo schema di gioco: era buono, ma dovevano essere perfetti, non doveva esserci nemmeno una falla; non aveva nessunissima voglia di offrire ai Serpeverde un’occasione per fare punti.
Alla fine andarono tutti a letto.
Il giorno dopo la tensione era ormai insopportabile: fra i Grifondoro e Serpeverde correvano occhiate assassine e battute molto scurrili e colorite, i Tassorosso e i Corvonero invece avevano coccarde rosso-oro che esibivano con ostentazione, poiché anche loro volevano vedere i Serpeverde sconfitti.
- Mary, mangia qualcosa, forza!- la redarguì Alice.
- Non ho fame.- borbottò la ragazza in risposta.
- Mary, dai!- rincarò Lily.- O altrimenti non ti lascio uscire per andare a giocare.
- Vuoi incappare nella mia ira, per caso?- chiese James sorridendo, ma perfino Lily notò che quello era un sorrisetto fin troppo debole e stiracchiato e che mal celava la tensione.
James si alzò per primo e la squadra lo imitò.
Lily lo strinse forte a sé e gli mormorò:
- Andrà tutto bene, vedrai.
- Lo spero.- borbottò lui.
- Vedi di vincere o vado con il Battitore di Corvonero.- minacciò Lily per alleggerire la tensione.- Mica voglio stare con un perdente, io!
James le sorrise, grato che stesse cercando di non farlo preoccupare.
- Grazie…
I due si scambiarono un bacio, poi si separarono.
Lily sospirò, preoccupata: tra il funerale di Neville e gli allenamenti, era molto preoccupata per James e sperava che il ragazzo ritornasse ad essere il suo solito rompiscatole.
Poco dopo, tutta la scuola era sugli spalti attorno al campo di Quidditch, il brusìo che si faceva insistente.
- Non avete paura che i Serpeverde possano fare qualcosa durante la partita?- chiese Peter, terrorizzato.
- Credo che Silente abbia addottato delle misure.- rispose Remus.- Insomma, non credo si aspetti che tutti rimangano buoni buoni il giorno di questa partita.
Lily annuì, concordando con le parole dell’amico: aveva anche lei paura che i Serpeverde potessero fare qualcosa, ma sentiva che Silente aveva pianificato qualcosa per poter controllare la situazione.
In quel momento si sentì la voce di Bradley Jordan, il cronista delle partite, un ex studente di Grifondoro che talvolta veniva chiamato a far la telecronaca alle partite scolastiche, urlare:
- Ed ecco a voi i Grifondoro, capitanati dal nostro Capitano, l’unico che merita di avere la C maiuscola…James Potter!
Si sentirono le urla di sostegno di Grifondoro, Corvonero e Tassorosso mentre i Serpeverde lanciavano i loro fischi ai sette giocatori vestitit di rosso appena entrati in campo; avevano ancora al braccio la fascia da lutto per Neville.
- Ed ecco a voi i Serpeverde.- si limitò a dire Jordan in tono schifato.- Che dire, pensavo avessero capito che va’ enfatizzata la bravura, non la taglia da scimmioni.
Altri fischi di disapprovazione da parte dei Serpeverde.
- È inutile che facciano così.- sbottò Marlene.- Regulus Black è l’unico magro in quel gruppo di scimmioni!
E Lily convenne che era vero: Regulus era l’unico a non sembrare uno scimmione che cavalcava un ciocco di legno incantato.
- A proposito di Black, guarda.- disse Lily a Dorcas.
La ragazza assottigliò i suoi occhi blu e vide Sirius e Regulus lanciarsi uno sguardo freddissimo.
- Spero non abbia in mente qualcosa di losco.- mormorò Dorcas.
In quel momento entrò Madama Bumb con la scatola delle palle da gioco.
- Capitani, datevi la mano!- disse la donna.
James strinse la mano al Capitano di Serpeverde, che cercò di stritolargliela; il ragazzo non battè ciglio.
I due Bolidi e il Boccino furono liberati, ma rimasero fermi a galleggiare prima che iniziasse la partita; Madama Chips si mise in sella sulla sua scopa con la Pluffa in mano e si mise qualche piede più in basso rispetto ai Cacciatori.
- Mi raccomando, voglio un gioco pulito da entrambe le squadre.- si raccomandò la donna, lanciando una lunga occhiata ai Serpeverde, poi lanciò la Pluffa in aria, che Mary acciuffò subito.
- Partiti!- urlò Jordan.- MacDonald di Grifondoro prende la Pluffa e la passa a Black, scarta un Bolide di Pucey di Serpeverde e la passa a Paciock, che la passa a MacDonald…argh! Pluffa intercettata da MacFist di Serpeverde, ma grazie a un Bolide del nostro Noah perde la palla, Black la recupera, scarta MacFist, scarta Brockleigh, scarta Nelson…E SEGNA! DIECI A ZERO PER GRIFONDORO!
- Ahi!
Sirius si voltò e si massaggiò la spalla sinistra, dove aveva ricevuto un pugno; vide MacFist ghignare al suo indirizzo. Sirius strinse un pugno.
- Non pensarci nemmeno!- gli urlò James, volando accanto a lui.
Sirius annuì, incazzato; mentre si allontanava gli sembrò di sentire Dorcas urlare un epiteto poco colorito in direzione di MacFist.
“Sto rovinando quella ragazza…” si disse Sirius accennando a un sorrisetto verso di lei prima di intercettare Frank con lo sguardo.

- Brutto figlio di puttana!
- Dorcas!
- Ma avete visto che roba?!? Solo io posso ammazzare Sirius, coglione figlio di puttana e di un Troll!
Lily e Remus si guardarono ridacchiando - ed era già tanto se non scoppiavano a ridere - e il licantropo disse a Dorcas:
- Ribadisco il concetto: essere la ragazza di Felpato ti fa’ male!
Lily sorrise nel vedere Dorcas fare spallucce come suo solito ed esultò con gli altri quando Mary segnò; in quel momento, però, vide qualcosa che la preoccupò.
- Rem…?
- Che c’è?
- Severus!
Lily vide Piton estrarre la bacchetta e puntarla verso James, che in quel momento stava sorvolando l’area dei Serpeverde; la ragazza tirò fuori a sua volta la bacchetta e la puntò verso il Serpeverde. Lo vide mormorare qualcosa ma…
- Che è successo?- chiese Alice, confusa.
Davanti a Piton si erano formate come delle increspature che si vedevano sull’acqua quando veniva colpita da un sasso.
- Silente.- rispose Marlene con un sorrisetto sollevato.- Deve aver messo delle barriere protettive attorno agli spalti e attorno al campo di Quidditch.
Lily sospirò di sollievo, lieta che il Preside avesse avuto quell’idea: James era ad una grande altezza.
“E solo io posso minacciarlo di ogni tipo di morte!” pensò divertita la ragazza, tornando a guardare James che cercava il Boccino.
La partita continuò a vantaggio di Grifondoro grazie ad una tripletta di Frank e ad altri due goal che segnarono Sirius e Mary; ma era diventata anche una partita molto scorretta, soprattutto da parte delle Serpi che commettevano ogni sorta di fallo o scorrettezza. A fare da contorno i commenti favorevoli di Jordan per i Grifondoro e le sue imprecazioni sui Serpeverde che collimavano con le occhiatacce e i rimproveri da parte della McGranitt, seduta lì accanto a lui.
- OTTANTA A ZERO PER GRIFONDORO!- urlò Jordan, applaudendo il goal di Sirius.
Ma cinque minuti dopo…
- FALLO!
- Calma, Dorcas!- le disse Alice, mettendole le mani sulle spalle mentre la ragazza stringeva spasmodicamente il legno della tribuna coperto dagli striscioni rosso-oro.
Sirius si era appena beccato un Bolide nello stomaco praticamente davanti alla loro tribuna, facendogli perdere un po’ di quota; il fatto grave era che non aveva la Pluffa in mano.
Il gioco s’interruppe un attimo e James ne approffittò per vedere se trovava il Boccino; si sentiva un po’ in colpa per quello che stava facendo, ma Sirius gli aveva intimato prima di andare in campo che in caso di fallo a qualcuno di loro lui ne doveva approffittare per trovare la pallina dorata e concludere la partita.
- E BLACK È VIVO!- urlò Jordan, una nota di sollievo nella sua voce.
Le tribune rosso-oro accolsero al risalita di Sirius con urlo e James gli rivolse un sorriso sollevato mentre continuava a cercare il Boccino e il gioco riprendeva.
- Sono vivo, tranquilli!- urlò Sirius a Lily e gli altri con il suo sorrisetto malandrino prima di tornare in campo.
- Lui e la sua faccia tosta.- sibilò Dorcas, sollevata.
James continuò a volare; erano al di sopra di cinquanta punti, poteva prendere il Boccino e concludere la partita con un gran punteggio. Doveva prendere il Boccino.
E in quel momento intravide un bagliore dorato vicino alla porta dei Grifondoro: il Boccino svolazzava lì.
James accelerò con forza e uscì in fretta dall’area dei Serpeverde dove si trovava ora; si stava avvicinando…
Riuscì a vedere appena in tempo qualcosa di verde e oro sbarrargli in fretta la strada e si vide davanti il ghigno di Regulus Black; a malapena riuscì a stare in equilibrio, ma perse un po’ di quota.
- FALLO!- urlarono tutti in tribuna mentre i Serpeverde esultarono.
- TU, MALEDETTO SUDICIO IMBROGLIONE!!!- urlò Jordan.- IO TI…
Il ragazzo s’interruppe, sorpreso: la McGranitt stava urlando contro Regulus.
- È ufficiale.- pigolò Peter.- Se anche Minnie sta imprecando contro Regulus Black durante una partita di Quidditch, il mondo andrà definitivamente a rotoli.
Tutti risero di cuore, mentre Lily controllava ansiosamente che James stesse bene.
James si risollevò giusto in tempo per vedere Frank segnare dietro punizione e mandare la palla a segno; il Boccino, intanto, era sparito.
“Grazie, Regolino…” pensò con rabbia James.
In quel momento ci fu un boato di delusione: MacFist aveva segnato e poco dopo si aggiunse il goal di Brockleigh.
- NOVANTA A VENTI?!?- urlò Jordan.- RAGAZZI, DAI!!!
In quel momento vide il Boccino e James si tuffò subito, con Regulus che lo tallonava; erano testa a testa.
- Fuori dai coglioni, Potter!- urlò Regulus.
James, in tutta risposta, accelerò ancora di più; seguendo la scia del Boccino, stavano volando a pochi metri dal terreno, con Regulus che gli urlava parolacce e imprecazioni per distrarlo. James non gli rispose perché in realtà quel piano aveva una grande falla, e Regulus non se n’era accorto: preso com’era ad insultarlo, non si era accorto che volavano praticamente rasoterra e quindi il Serpeverde cadde non appena la coda della scopa entrò duramente a contatto con il terreno; Regulus rovinò rumorosamente a terra e James continuò ad inseguire il Boccino, che ora si era alzato. Cautamente, inclinò la scopa verso l’alto e lo inseguì, mentre Mary segnava ancora; erano a cento punti, un vantaggio di ottanta punti sulle Serpi.
Si fece sempre più vicino. E…
- SIIIII!!!
Quell’unico boato risuonò per tutto lo stadio quando videro James stringere il Boccino, che ancora si divincolava debolmente nella sua stretta.
James fu raggiunto dalla squadra al completo, tutti i componenti pieni di graffi; sapeva che nemmeno lui era messo tanto bene, tuttavia non potè trattenersi e commentò ghignando:
- Ragazzi, siete orribili!
- Ha parlato quello bello!- commentò Mary, scuotendo la testa divertita.
James sorrise, poi puntò il pugno con il Boccino verso l’alto e tutti i componenti della squadra fecero lo stesso: era il loro tributo a Neville. Frank sbattè più volte le palpebre, gli occhi lucidi.
Poco dopo ricevettero la Coppa da Silente, che sorrise loro; la McGranitt singhiozzò in loro direzione, senza nemmeno preoccuparsi di nascondere le lacrime.
Dopo aver fatto la doccia, uscirono dagli spogliatoi; ad attenderli c’erano gli altri.
- Dorcas ti farà la ramanzina.- commentò James, vedendo il volto della ragazza da lontano; mentre si rivestivano aveva riso alla rassicurazione che Sirius gli aveva detto di aver urlato ai loro amici.
- Sì, lo so…- ghignò Sirius.
- Black, maledetto tu e la tua faccia tosta!- gli urlò la ragazza saltandogli addosso a peso morto.
- Sì, ti amo anche io, Meadowes!- replicò lui con il suo ghigno e caricandosela sulla spalla fra le risate di lei.- La scopa…
-…te la portiamo noi, lo sappiamo.- disse Peter, prendendola in mano.
James si avvicinò a Lily, che rise e gli disse:
- Sei proprio messo male!
- Ehi!- protestò lui, sorridendo.
- Sei più disordinato del solito!
- Non è vero! Io sono sempre ordinato!
- Ma per favore, sei brutto da far paura!
Gli occhi di James s’illuminarono pericolosamente, mentre il suo solito ghigno compariva in faccia.
- Beh…- fece Lily con il suo sorrisetto divertito, iniziando a correre.- Io andrei.
- Si, ho capito.- disse Remus, prendendogli la scopa.
- Grazie!- urlò James correndo dietro a Lily.
Lily corse a tutta velocità verso il lago, sperando di seminare James, ma aveva i suoi dubbi: nonostante, grazie alle corse estenuanti di Malocchio, fosse diventata più veloce, James riusciva ancora a raggiungerla. E infatti, sentì il corpo di James premere da dietro contro il suo.
- Presa!- gridò James trionfante, cadendo lateralmente sull’erba.
Una volta atterrati “morbidamente” per terra, James continuò a tenere Lily stretta a sé; la ragazza era già in preda alle risate.
- Non ti sto facendo nemmeno il solletico e già ridi?- obiettò divertito James, voltandola verso di sé e mettendosi sopra di lei per poterla vedere meglio in viso.
- Che ci posso fare se mi fai ridere?- rise Lily, le lacrime agli occhi.
- Beh, almeno sono divertente.- disse James, aggiungendosi alle risate di Lily.
- Non cominciare a fare l’egocentrico vanitoso.- lo avvertì la ragazza ammonendolo scherzosamente con l’indice.
- Nah, chi c’ha voglia, ora?- commentò lui, sfiorandole la guancia con il naso.
Lily rabbrividì mentre James le baciava la guancia, la punta del naso e raggiungeva le labbra, limitandosi prima a sfiorarle e poi a baciarle prima piano e poi con crescente passione; Lily rispose a quel bacio, giocherellando con i suoi capelli. Ad un certo punto però, la ragazza sentì qualcosa premerle contro la gamba e si staccò dalle labbra di James, leggermente imbronciata.
- Ma che…
- Ops…- fece James imbarazzato e tirando fuori dalla tasca della tuta il Boccino appena catturato.- Abbiamo trovato il colpevole.
Lily alzò un sopraciglio, un po’ divertita e un po’ infastidita.
- Sempre quella stupida pallina…- commentò Lily.
- Tranquilla.- disse James alzandosi.- Non mi metto ad usarlo.
- Davvero?
- No…- James ghignò divertito.- Lo userai tu.
- Scherzi, vero?- rise Lily.
- Lily, io sono sempre serio su queste cose.- le disse James con un sorrisetto serafico.
Lily non fece in tempo a dirgli: “Scordatelo!” che James la tirò su da terra e dopo essersi seduti sotto il solito faggio le mise in mano la pallina dorata.
- James…- fece Lily.- Che ci dovrei fare?
- Lily, credevo sapessi tutto di tutto.- si sorprese fintamente James.
- Ma pensavo avessi capito che la mia cultura sul Quidditch è praticamente nulla.- gli ricordò Lily.
- Nulla?- ridacchiò James.
- O quasi…- si corresse lei.
- Sì, certo!- la prese in giro lui.
- Brutto antipatico!
- Ehi!
Come al solito finì tutto di nuovo tra risate e solletico, ma alla fine James riuscì a “costringere” Lily a provare alcune prese…che si risolsero in un mezzo disastro.
- Ci sono, ci sono…- mormorò Lily per l’ennesima volta, ma non fece in tempo a finire la frase che prese per un pelo la pallina ma rovinò addosso a James, ridendo come una pazza.
- Ok, è ufficiale.- rise James.- Lily, sei negata a prendere il Boccino!
Lily, per tutta risposta, continuò a ridere, distesa su James.
- Ok, torno seria…- ansimò Lily, senza fiato.
- Per fortuna!- fece James con un ghigno divertito.
Sentì le labbra di Lily premute sulle sue e in un istante James invertì le posizioni, perdendosi un attimo a vedere i capelli rossi di Lily sparsi in tutte le direzioni sull’erba.
- Ti sei imbambolato?- chiese Lily.
- Chissà perché…- mormorò James sulle sue labbra.
Lily rispose al bacio che seguì, abbandonandosene totalmente; si chiese come fosse possibile che ogni bacio le facesse annullare il contatto con la realtà, che la facesse stare bene come la prima volta che si erano baciati. Non quando si erano messi insieme, ma quando James le aveva rubato quel bacio al sesto anno, il giorno dopo l’attacco a Hogsmeade durante il quale avevano sfidato Voldemort insieme per la prima volta; si era sentita già allora protetta, al sicuro…felice.
- Ti amo, Potter.- bisbigliò Lily appena si staccarono.
- Ehi, come mai siamo così zuccherose?- chiese James accarezzandole la guancia.
- Sai, qualcuno ogni tanto dice che il diabete fa’ bene.- rispose Lily.- E siccome questo qualcuno ha pure vinto, direi che oggi posso dimostrargli che sono anche un po’ diabetica, no?
- Davvero?
- Ma domani ritorno normale, cosa credi?
- Ti pareva…- sbuffò divertito James, baciandola ancora.
James sentì le labbra di lei, sottili ma morbide e delicate, premute sulle sue; lasciò dei semplici baci su quelle labbra che adorava, chiedendo silenziosamente che si aprissero per lui. Dopo essersi divertita a farlo penare un po’, il ragazzo sentì le labbra di Lily che si schiudevano e le loro lingue intrecciarsi. Il ragazzo fece scendere lentamente le mani lungo i fianchi di lei, per la prima volta totalmente rilassato e felice: avevano subito giorni d’inferno che ora erano momentaneamente finiti; lei gli era stata accanto silenziosamente, sopportando i suoi malumori e le sue angosce, sostenendolo come poteva e di questo le era assolutamente grato. Si staccò da lei e passando una mano fra i suoi capelli rossi le disse:
- Ti amo anch’io, Evans.
Lily sorrise, arrossendo un pochino.
“Sempre a farmi quest’effetto…” pensò divertita lei, appoggiando la testa sulla sua spalla.

*.*


Poco dopo, quando rientrarono, videro Sirius e Dorcas sulla soglia del dormitorio maschile con un’espressione leggermente confusa sui volti e Mary e Marlene davanti alla porta del bagno, dal quale giungevano singhiozzi; Peter e Remus erano accanto a loro, senza sapere cosa dire o fare.
- Ma che succede?- chiese James.
- Boh, siamo appena arrivati pure noi.- rispose Sirius.
- Si nota…- commentò James indicandogli un piccolo graffio alla base del collo del ragazzo.
Sirius scrollò le spalle, come se fosse una cosa normale avere un graffietto sul collo, mentre Dorcas arrossì con forte imbarazzo.
- Alice, dai!- fece Marlene, preoccupata.- Esci!
In quel momento arrivò Frank, preoccupato.
- Non è ancora uscita?- chiese il ragazzo.
- Che le hai fatto?- domandò Mary, cercando di essere calma, ma la rabbia che le ribolliva dentro e con il segreto proposito di ammazzare il giovane Paciock se avesse ferito l’amica in qualche modo.- Mica l’avrai mollata, eh?
- Ma ti pare?!- esclamò Frank, scandalizzato.- Io le avevo solo chiesto di sposarmi.
Nel dormitorio calò subito il silenzio.
- Frankuccio bello…- cominciò James.-…che cos’hai detto?!?- concluse poi insieme a Sirius.
- Eddai, che avete capito!- sbuffò Frank, sorridendo impacciato e imbarazzato.- È solo che io gliel’ho detto e non ho fatto nemmeno in tempo a tirare fuori l’anello che è scoppiata a piangere e si è fiondata in bagno; sono arrivati gli altri e io sono andato fuori a calmarmi un po’ perché credevo di aver fatto un casino…
I singhiozzi di Alice si erano fatti più sporadici, così Lily ne approffittò per avvicinarsi alla porta del bagno.
- Alice?- la chiamò cautamente.
La porta del bagno finalmente si aprì e ne uscì una Alice rossa in viso e con gli occhi lucidi.
- Tutto bene?- chiese Marlene.
Alice annuì e pigolò a Frank:
- Scusa…
Frank sorrise e, tirando fuori una scatolina e mettendosi in ginocchio, disse:
- Direi che ora mi posso dichiarare meglio.
Aprì la scatolina e disse:
- Alice Geraldine Prewett…vuoi sposarmi?
Lily trattenne il fiato, stringendo la mano di James per l’eccitazione.
Il labbro inferiore di Alice tremò appena e la ragazza singhiozzò:
- Sì, Frankie!
Nel dormitorio si sentì un forte boato appena Alice ebbe l’anello al dito e Frank la baciò; appena si separarono iniziarono i festeggiamenti per la vittoria.
Per una volta, Lily si lasciò andare alla più completa baldoria; di solito, lei si ritirava ad una certa ora insieme a James per stare da sola con lui.
Andarono a letto alle due del mattino, quando la McGranitt venne a dire loro di smetterla.
- Non credo tu voglia andare subito a letto.- le mormorò all’orecchio James, abbracciandola da dietro.
- Dipende se la soffitta è occupata…- disse Lily facendo spallucce, sorridendo un po’ maliziosa.
- No.- rispose James sicuro controllando la Mappa.- Quindi, ora sei mia.
Lily non fece in tempo a dire niente che si ritrovò sulla spalla di James, scombussolata dalle risate.
Risate che divennero mormorii e parole a mezza voce fra delle lenzuola bianche di un vecchio letto a baldacchino.

Lily si svegliò, sbattendo un attimo le palpebre e guardandosi attorno, un po’ spaesata, chiedendosi perché indossasse una camicia enorme.
Dopo pochi minuti riconobbe la soffitta della Torre di Grifondoro e la pelle di James a contatto con le sue dita, ricordandosi che, come al solito, erano rimasti a dormire lì dopo aver fatto l’amore.
Lily lo guardò mentre dormiva e sorrise con tenerezza nel vederlo completamente immerso nel mondo dei sogni, pacifico e senza preoccupazioni; gli accarezzò dolcemente la guancia e lo vide sorridere placidamente nel sonno.
Dopo avergli dato un bacio sulla guancia, Lily posò di nuovo la testa sul suo petto, pensando ad Alice e Frank che si erano fidanzati ufficialmente - Frank, forse non tanto sobrio, aveva urlato che per il matrimonio voleva tutti e quattro i Malandrini come testimoni - e pensò anche lei a come poteva essere se un giorno James si fosse dichiarato.
“Lily Charlotte Potter” pensò Lily, divertita. “Beh, non suona neanche male…”
In quel momento sentì James sbuffare e quando alzò lo sguardo lo vide aprire gli occhi.
- Ciao, dormiglione.- lo salutò Lily.
- Ciao…- borbottò James, sbadigliando e passandosi una mano sugli occhi, regalandole un sorriso ancora un po' assonato.
Appena James si fu svegliato completamente, le disse:
- Senti, Lily…devo dirti una cosa.
- Ovvero?- chiese Lily, pensando: “Mica vorrà sposarmi…”
Nonostante lo amasse e avesse pensato a se stessa come sua moglie, capiva però che sarebbe stato un po’ troppo affrettato per loro; erano ancora giovani, dopotutto.
- Ho pensato a noi e al nostro futuro dopo il diploma.- disse James.- E pensavo che non voglio perderti.
- Nemmeno io.- disse Lily.- Ma che c’entra tutto questo con…
- Verresti a vivere con me?
Lily sbattè le palpebre un paio di volte prima di mormorare:
- Che cosa…?
- Sai, dopo Hogwarts pensavo sempre di andarmene da casa mia per essere più indipendente.- spiegò James.- E ho anche trovato un appartamento a Godrick’s Hollow. Ed ecco, pensavo che magari noi due, visto che seguiremo entrambi il corso per diventare Auror…
James s’interruppe e poi disse, un po’ imbarazzato:
- E poi vorrei svegliarmi accanto a te ogni mattina, litigare anche per le cazzate più stupide e inutili, dormire accanto a te, fare l’amore con te…insomma, voglio averti accanto, Lily. Ecco, non devi rispondermi subito, prenditi tutto il tempo che vuoi per pensarci; basta che mi fai sapere.
Lily non ebbe nemmeno bisogno di pensarci che disse subito:
- Sì.
- Sì cosa?- chiese James, sentendo uno strano calore all’altezza del petto.
- Devo essere pazza a costringerti di passare la tua vita accanto ad una pazza nevrastenica, bisbetica, perfettina e amante delle regole come me…- rise Lily.-…ma io voglio vivere con te, James e…
Lily non fece in tempo a finire la frase che subito si ritrovò stritolata amabilmente fra le braccia di un James che rideva felice. La ragazza sorrise, felice a sua volta: aveva avuto già da tempo una mezza idea di andare a vivere per conto suo una volta finita la scuola, ancora prima della morte dei suoi genitori; quell’idea si era poi radicata bene dopo la loro morte. E ora James le aveva proposto di passare la vita insieme.
“E magari, poi, chissà…” pensò Lily sorridendo.
C’era la guerra, fuori; ma vivere uniti per fronteggiarla insieme era la cosa migliore che c’era. E poi anche lei voleva le stesse cose di James: svegliarsi accanto a lui dopo aver fatto l’amore, litigare anche per le cose più stupide, vivere ogni piccola cosa insieme…voleva tutto questo.
- Quindi, appena finito il diploma andiamo nella casa nuova.- le disse James.
- Non vedo l’ora.- sorrise Lily avvicinandosi al suo volto.
James sorrise a sua volta prima di baciarla e toglierle quella camicia troppo grande per lei e raggiungere ogni centimentro della sua pelle mentre Lily lo accoglieva dentro di sè. Quando finirono, James si mise a guardare Lily che, raggomitolata contro di lui e con la testolina rossa posata sul suo petto, regolarizzava il respiro, mentre il braccio di lei gli circondava delicatamente il basso ventre; guardò la mano di destra di lei sul suo petto e, anche se sapeva quanto prematuro potesse essere un gesto del genere, si chiese come sarebbe stato vedere quella mano indossare una fede nuziale.
Poco dopo, entrambi si riaddormentarono.



















 
 
 
 
 

NOTE: allora, come avete letto, sono stata di parola! e tranquille, non ci saranno più capitoli pieni di pericolo.
anche se ci sarà comunque un po' di malinconia; ebbene sì, ancora due capitoli e...fine. :'(   per fortuna che però c'è il sequel, così le lacrime vere e proprie le lascio per quello.
beh, allora? che ve ne pare???
aspetto i vostri pareri, fatemi sapere se è stato di vostro gradimento o no...
bye bye :)

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Capitolo 51
*** DIPLOMA ***


Il cielo azzurro era limpido e chiaro come non mai, il sole splendeva ovunque.
Le vacanze di Pasqua erano appena cominciate…ma niente avrebbe impedito a Remus Lupin di costringere “amichevolmente” i suoi amici a studiare per i M.A.G.O., a detta del licantropo, incombenti; il ragazzo aveva addirittura fatto ad ognuno di loro un piano di studi da seguire dettagliatamente.
- C’è anche il tempo per stare da solo con la propria morosa o devo stare in bianco fino a giugno?- chiese distrattamente Sirius, beccandosi così un pugno sulla spalla da una Dorcas leggermente imbarazzata.
- Credimi, c’è tempo anche per quello.- rispose Remus.- Nemmeno io voglio stare in bianco per tutto questo tempo.
- Evvai, allora sei veramente normale!- esultò James, l’aria di chi ha dormito poco durante la notte.
Tutti ridacchiarono.
- Comunque, tranquilli.- ripetè loro Remus.- Se lo seguite attentamente…
-…passerete tutti.- concluse per lui Lily.- Sarà la centesima volta che lo dici, no?
- Non sarei io.- commentò Remus.
- Marlene, scappa finchè sei in tempo.- consigliò James.
- Quasi quasi…- ridacchiò Marlene.
- Ehi!- protestò scherzosamente Remus.
A quel punto, i due iniziarono a rincorrersi e a sparire su per le scale.
- Il nostro lupacchiotto!- James si finse commosso.
- Un fazzoletto?- Sirius fece finta di asciugarsi una lacrima.
- C’è un modo per farli smettere?- chiese Lily a Dorcas.
- Con Sirius c’è.- rispose Dorcas.
- Non oseresti!- esclamò il diretto interessato.
- Sì…Sissy!
E stavolta fu il turno di Sirius e Dorcas di rincorrersi e sparire dal buco del ritratto.
- Passeggiata?- propose Lily.
James annuì e poco dopo erano entrambi nel parco, sotto il sole di primavera che scaldava ogni cosa.
I due si rifugiarono sotto il solito faggio, James con la schiena appoggiata al tronco e Lily fra le sue gambe.
- Non hai una bella cera…- disse Lily guardando James da sotto in su, la testa appoggiata sul suo petto.
- Non è niente…- liquidò James, cercando di apparire noncurante.
- Ancora quell’incubo, vero?- chiese Lily dopo qualche minuto di silenzio.
James annuì e s’intristì un po’: quella notte era stato perseguitato dal solito incubo della morte di suo padre dopo tanto tempo; gli era costato molto scherzare allegramente con gli altri, ma Lily sapeva leggergli dentro meglio di chiunque altro.
Il ragazzo sentì Lily voltarsi verso di lui e circondargli il collo con le braccia; dopo un sospiro secco, pose la testa nell’incavo fra la spalla e il collo di Lily, respirando l’odore dei suoi capelli che lo faceva sentire in quel momento al sicuro. Sentì la mano di Lily accarezzargli i capelli ribelli mentre lui la stringeva con forza e serrava la bocca per non lasciar uscire i singhiozzi che volevano abbandonare la sua gola, ma non potè evitare che le lacrime scorressero sulle sue guance.
- Sono qui, James…- mormorò dolcemente Lily.
Era l’unica cosa che Lily riusciva a fare: abbracciarlo forte per far capire a James che lei era lì accanto a lui e che lo sarebbe stata sempre. Fece scivolare una mano dal collo del ragazzo e poi la fece risalire lentamente sulla guancia bagnata, asciugandogliela con dolcezza, mentre con l’altra continuava ad accarezzargli i capelli neri.
Pian piano James sentì quell’oppressione al petto svanire e cominciò a calmarsi, il respiro stavolta più controllato e calmo.
- Va’ meglio?- chiese Lily.
James annuì e mormorò:
- Grazie, amore…
Il bacio che Lily gli diede sul collo gli fece dimenticare il dolore. Quei momenti con lei valevano tutta la sua vita. Ed era un bene che avesse ancora il tempo di viverli. Poche settimane più tardi non avrebbe potuto viverli per una causa di forza molto maggiore: i M.A.G.O.

*.*


- Come potete notare, i vostri M.A.G.O. dureranno due settimane.
Era un giovedì di metà maggio e gli studenti stavano ascoltando la professoressa McGranitt che illustrava il programma dei M.A.G.O.
- La seconda settimana è dedicata all’orale e alla prova pratica, che si svolgeranno davanti a noi insegnanti e ai rappresentanti della Commissione.- spiegò la professoressa.- Seguiremo l’ordine alfabetico delle Case, ovvero: Corvonero, Grifondoro, Serpeverde e Tassorosso; gli studenti delle Case saranno sentiti in ordine alfabetico.
James sentì Sirius accanto a lui grugnire infastidito: voleva dire che lui sarebbe stato il primo; sentì dietro di sé uno sbuffo un po’ terrorizzato, che associò a Lily: lei sarebbe stata la seconda ad affrontare l’orale.
Le settimane seguenti furono molto dure e la tensione era peggio dei G.U.F.O.: Peter vomitava dal nervosismo almeno una volta al giorno, Lily e Sirius erano irascibili e nervosi, Remus era spazientito, Alice in crisi isterica e James si sentiva come se avesse perso la bussola. Tutti quanti ringraziarono mentalmente la sera prima dell’inizio degli scritti.
Quando arrivò il giorno degli scritti, scesero tutti giù con i libri a ripassare freneticamente prima di entrare nella Sala Grande.
Appena la porta si aprì, rividero davanti a loro gli stessi banchi bianchi sui quali si erano seduti ai G.U.F.O., tutti rivolti verso il tavolo dei professori; lì seduta c’era Griselda Marchbanks, che disse, appena tutti si furono seduti:
- Potete iniziare.
Gli scritti andarono relativamente bene, ma per i ragazzi non era il momento di rilassarsi; la settimana seguente ci sarebbe stato l’orale.
I primi a inziare sarebbero stati i Corvonero al martedì, al mercoledì sarebbe toccato ai Grifondoro, il giovedì ci sarebbero stati i Serpeverde e al venerdì i Tassorosso.
In men che non si dica era già lunedì sera ed erano tutti impegnati a ripassare. O almeno, ci provarono.
- Basta, mi arrendo!- sbottò Lily chiudendo il libro di Pozioni.- Come va’, va’!
- L’hai traviata, James!- scherzò Remus.
- Almeno sono riuscito in qualcosa.- ridacchiò James per alleggerire la tensione e chiudendo anche lui il libro che aveva davanti, quello di Difesa Contro le Arti Oscure.
Il giorno seguente, dopo colazione, erano tutti davanti all’aula di Trasfigurazione, tesi e nervosi al massimo.
- Sono calmo, sono calmo, sono calmo…- stava borbottando Remus, camminando avanti e indietro di fronte a loro.
- Lene, riesci a calmarlo?- chiese James.
Marlene gli tappò la bocca con la mano e gli disse:
- Remus, leggi il labiale…datti una calmata!
- E non è nemmeno il primo ad entrare!- sbottò Sirius.
- Tu calmati!- scattò James.- Vedrai che andrai benone!
- Parla l’ultimo della lista…- borbottò Lily.
- Tecnicamente, io sarei il penultimo.- la corresse James.- E poi, beato Sirius che è il primo: via il dente, via il dolore!
- Sai che fortuna…
- Scusate!- fece una voce dietro di loro, spazientita dalle loro voci alte.
Tutti e dieci si voltarono verso la McGranitt, che disse loro:
- Fra cinque minuti inizieremo con i vostri esami orali; vi chiameremo uno alla volta e diremo al prossimo di prepararsi. Signor Black, si prepari.
Tutti si misero seduti vicino alla porta dell’aula; cinque minuti dopo si sentì la voce della McGranitt dire:
- Sirius Orion Black! Signorina Evans, si prepari.
Sirius si alzò, deglutendo a vuoto e riuscendo a rispondere al bacio di Dorcas.
- In culo alla balena!- bisbigliò Peter.
- Speriamo non caghi.
- In bocca a me.- gli disse Remus.
- Spero tu non mi digerisca.
Poco dopo era già dentro nell’aula.
Lily mosse il ginocchio e strinse con forza la mano di James; poi mormorò con voce incerta:
- Forse è meglio se do’ un ultimo ripasso…
- Scordatelo!- le disse James deciso.- Sai tutto, Lily; vedrai che andrà benone!
- Tu dici?- pigolò Lily.
- Sì!- esclamò lui, mettendo una mano sul ginocchio della ragazza per calmarla.
Lily annuì, sentendosi leggermente più calma.
Quindici lunghi minuti dopo, Sirius uscì con aria sollevata esclamando:
- È finita!
- Tocca a me!- squittì Lily, leggermente spaventata.
- Lily Charlotte Evans.- chiamò la McGranitt.- Si prepari il signor Lupin.
James prese il viso di Lily tra le mani e la baciò rassicurante, cercando di trasmettere a Lily una calma che nemmeno lui, in fondo, aveva totalmente.
- Andrai benone.- le mormorò il ragazzo.
- Ok…- bisbigliò Lily, entrando.
Lily si sedette su una sedia di fronte a tutti gli insegnanti, i banchi disposti a ferro di cavallo intorno a lei; Silente era in mezzo a loro e la guardava con sguardo benevolo e rassicurante.
- Bene, signorina Evans.- disse la professoressa McGranitt in tono pratico.- Cominciamo; mi potrebbe spiegare la definizione di Incantesimo di Scambio?
Lily si stupì: l'Incantesimo di Scambio? Un argomento così facile? Dopo qualche secondo di silenzio, diede la risposta corretta di fronte ad una professoressa McGranott sorridente e compiaciuta.
Alle domande teoriche si susseguirono dimostrazioni pratiche e Lily se la cavò egregiamente in ogni aspetto.
- Bene, signorina Evans.- disse il professor Silente.- Direi che è più che abbastanza e che il suo esame orale può finire qui.
“Di già?” pensò Lily; tuttavia sorrise e salutò i professori con un cenno del capo.
- Allora?!- chiese Alice appena Lily mise piede fuori dall’aula.
- Alice, lasciala respirare, no?- le disse Frank.
- Tutto bene, credo.- rispose Lily.- Ma è stato davvero breve.
- Lily, sei stata dentro un quarto d’ora come Sirius.- le fece notare Dorcas.
- Ah, allora il tempo vola lì.
- Remus John Lupin.- chiamò la McGranitt.- Si prepari la signorina Mary Anneliese MacDonald.
- In bocca a te.- disse James.
- Non sono così cannibale!- rise nervosamente Remus prima di entrare; si fermò soltanto per ricevere il bacio della buona fortuna da Marlene.
Lily gli sorrise incoraggiante, poi si sedette sulle ginocchia di James.
- Nervoso?- gli chiese.
- Chi, io?- fece James.- Nah…
“Si, certo…” pensò Lily ironica, notando l’espressione un po’ tesa del ragazzo.
“Andrà tutto bene…” continuava a dirsi James.“Tutto bene…”
Si era messo perfino gli occhiali per dare una buona impressione ai prof…anche se tutti ormai ben conoscevano il suo passato di teppista malandrino.
Remus uscì sollevato e si sentì la McGranitt chiamare:
- Mary Anneliese MacDonald; si prepari la signorina Marlene Margareth McKinnon.
- Tranquilla Mary, sono buoni.- le disse Remus con fare incoraggiante.
Passò un altro quarto d’ora, con Alice che si torceva le mani e Peter che sudava freddo dalla paura.
- Marlene Margareth McKinnon.- chiamò la professoressa McGranitt.- Si prepari la signorina Dorcas Valerie Meadowes.
- Andrai benissimo.- le disse Remus, baciandola.
- Lo spero…- mormorò lei, pallida.
Appena la porta si chiuse, Dorcas mormorò:
- Che dite, ce la faccio a tagliare la corda ora?
- Sta’ buona qui.- le intimò Sirius trattenendola sulle sue ginocchia e accarezzandole i fianchi per calmarla.
Lily si sentì un tremito nervoso per tutto il corpo, eppure non stava tremando; abbassò lo sguardo e notò che erano le ginocchia di James.
- Nervoso?- domandò ancora la ragazza.
- Non sai quanto…- rispose lui con l’aria di un condannato a morte.
- Andrai benissimo, vedrai.- lo rassicurò lei accarezzandogli i capelli ribelli.
La porta si aprì e ne uscì Marlene, mentre la voce della McGranitt diceva:
- Dorcas Valerie Meadowes; si prepari il signor Peter Nathaniel Minus.
Dopo essersi scambiata un bacio con Sirius, Dorcas entrò nell’aula, pallida per la tensione; Peter cominciò a tremare visibilmente.
- Petey, calmo.- gli disse Remus in tono rassicurante.- Vedrai che andrai benone, quest’anno hai studiato moltissimo e sei pure migliorato in molte materie.
Peter annuì, ma a James sembrò che il discorso di Remus gli fosse entrato da un orecchio e uscito dall’altro.
Passò un altro quarto d’ora e ne uscì una Dorcas visibilmente sollevata.
- Peter Nathaniel Minus.- chiamò la McGranitt.- Si prepari il signor Frank William Paciock.
Peter entrò con uno sguardo terrorizzato in volto e ne uscì non quindici, ma ben venti minuti dopo, stravolto ma anche contento.
- È finita…- boccheggiò il ragazzo, lasciandosi cadere con poca grazia sul pavimento.
- Frank William Paciock. Si prepari il signor James Charlus Potter.
James rafforzò la presa sui fianchi di Lily; non era proprio sicuro di voler entrare in quell’aula, dopo. Lily gli strinse con forza una mano per cercare di calmarlo.
- Che ne dici se smammo?- le chiese James.
- Affronti Voldemort e i Mangiamorte e hai paura dei M.A.G.O.?- ridacchiò Lily dandogli un bacio sulla tempia.
Dopo un altro quarto d’ora…
- James Charlus Potter.- chiamò la McGranitt quando la porta si aprì per lasciar uscire Frank.- Si prepari la signorina Alice Geraldine Prewett.
James si alzò, nervoso ma anche un po’ determinato; era un Grifondoro, non se la sarebbe mai fatta sotto per un esame! Lily gli prese il volto fra le mani e dopo avergli dato un bacio rassicurante gli disse:
- Ce la farai, tranquillo…
James sorrise brevemente e dopo un sospiro secco entrò nell’aula.
I professori erano di fronte a lui, che lo guardavano seri; solo Silente gli sorrideva e questo per lui era incoraggiante. Ma ciò che notò era anche che i prof, forse complici la stanchezza e il caldo, sembravano parecchio rilassati e disinteressati, quasi annoiati.
- Bene, signor Potter.- esordì la McGranitt.- Mi parli degli Incantesimi Evanescenti e degli Incantesimi di Evasione.
“Di quelli?” si chiese James, stupito. “Fin troppo facile!”
Il tempo si dilatò in maniera sorprendente; quando finì l’esame orale, andato fin troppo bene, gli sembrò di essere appena entrato nell’aula.
- Bene, signor Potter, può andare.- disse il professor Silente, sorridendogli.
James annuì, bofonchiò un “Arrivederci” e la prima cosa che fece fu quella di togliersi gli occhiali che ormai scivolavano dal suo naso sudato.
- Alice Geraldine Prewett.- chiamò la McGranitt.
- Tranquilla, Alice, non mordono.- la rincuorò James con un sorrisetto incoraggiante.
- Tutto bene?- gli chiese Lily.
- E mi sono agitato per niente…- si lamentò scherzosamente lui in risposta.
Lily scosse la testa divertita e con gli altri aspettò che Alice uscisse da quell’aula.

*.*


Pochi giorni dopo erano tutti e dieci nel Salone d’Ingresso, dove c’erano i risultati del M.A.G.O. appena sostenuto.
Peter tremava ed era pallido per la tensione, mentre Mary faceva respiri profondi per calmarsi; Alice era aggrappata a Frank e si mangiava le unghie dal nervosismo, mentre Remus e Marlene erano gli unici leggermente più calmi.
James e Sirius ringraziavano mentalmente Merlino e Morgana e tutti i maghi conosciuti che la stagione del Quidditch fosse finita, perché Lily stava letteralmente staccando le dita a James e Dorcas arpionava dolorosamente il braccio di Sirius.
- Chi va a controllare?- chiese Peter timoroso.
Nessuno rispose. La paura li attanagliava tutti.
- Oh, è ridicolo!- sbottò Remus.- Affrontiamo i Mangiamorte e poi abbiamo paura di scoprire come sono andati i nostri M.A.G.O.?
- A quanto pare…- borbottò James con una smorfia dolorosa per l'ennesima stretta forte di Lily alla sua mano.
- Sentite, non possiamo stare qui impalati per sempre.- disse Mary in tono ragionevole.- Dovremo pur controllare, no?
- E chi vuole farlo per tutti?- chiese James.
- Per me, dovrebbe andare il più secchione di noi.- propose Dorcas.
- Lily!
- Remus!
I due interessati, che avevano detto una il nome dell’altro nello stesso momento, si guardarono; poi Lily propose:
- Sasso, carta, forbice?
- Ok…- disse Remus in tono di sfida.
Si misero uno di fronte all’altra - James ringraziò mentalmente che Lily si fosse staccata dalla sua mano, sentendo il sangue circolare liberamente - e agitarono la mano destra dicendo:
- Sasso, carta, forbice!
- Sasso!- esclamò Remus.
- Carta!- urlò Lily, trionfante.
E Remus, sconfitto, si trascinò verso la teca dei risultati.
- Io quel giochetto Babbano non riesco ancora a capirlo…- borbottò James.
- Allora…- Lily sorrise paziente, pensando che quella era probabilmente la centesima volta che lo spiegava.- Forbice taglia carta, sasso rompe forbice, carta avvolge sasso.
- Che è, questa, la centesima volta che te lo chiedo?
- Può essere…
- Shhh!- fece Marlene, alzandosi sulle punte per vedere Remus in mezzo a quella calca di persone.
Lily riprese a stritolare la mano di James dal nervosismo e squittì terrorizzata quando vide Remus avvicinarsi.
- Ragazzi, vi ho voluto bene…- mormorò Peter in tono tragico e un po’ piagnucoloso.
Remus si avvicinò al gruppo, serio in volto.
“È andata male…” si ritrovò a pensare Lily. “Addio, sogno di diventare Auror…”
 James sembrò averle letto nella mente, perché le disse:
- Tranquilla, tu sarai andata bene…
Lily annuì e rafforzò ancora di più la presa quando Remus si fermò davanti a loro a guardarli, uno ad uno.
- Rem, allora?- chiese Alice.
Remus rimase in silenzio.
- Rem?- pigolò Peter, che rischiava l’infarto.
Ancora silenzio.
- Rem, per favore…- borbottò Sirius, nervoso.- Dicci com’è andata, Porco Salazar. Mi metti ansia!
Remus sorrise dicendogli:
- Era proprio quello a cui puntavo. Promossi tutti!- urlò poi.
- Brutto…- commentò Sirius, scuotendo la testa sorridendo.
James finalmente sentì il sangue rifluire sulla mano mentre Lily gli saltava al collo dalla felicità; si lasciò sommergere da quell’ondata di capelli rossi che scostò prontamente e la fece volteggiare per aria dicendole:
- Te l’avevo detto!
- Voglio un abbraccio di gruppo con i miei pucci belli!- urlò Alice.
- Ali, ti ricordo che noi non siamo cani…- le ricordò Mary, sorridendo.
- A parte Sirius…- commentò Dorcas a bassa voce fra le risate.
Sirius, per tutta risposta, abbaiò.
- A cuccia, Fido!- ordinò James.
- Sì, certo, Rudolph!- sghignazzò Sirius.
- Ancora!
- Allora, quest’abbraccio?
Alice li squadrò tutti con impazienza, poi tutti si fecero vicini e si strinsero in un’enorme abbraccio collettivo.

*.*


- Anche la cerimonia di consegna del diploma, ci mancava!- si lamentò Frank.
- Con tanto di toga per l’occasione.- aggiunse James.
- Io questo cappello ridicolo non lo metto!- sentenziò Sirius.
I maschi guardarono schifati le toghe nere bordate di rosso con accoppiato un capello nero con una nappina in tinta con il bordo rosso della toga.
- Ecco un altro motivo per cui non sono contento di diplomarmi.- borbottò Remus.
- Mi sembra tanto una pacchianata.- commentò Peter.
I ragazzi guardarono ancora le loro toghe che dovevano indossare in quel momento.
La porta si aprì e comparvero le ragazze, le toghe sopra i loro abiti eleganti e i cappelli in mano.
- Allora?- fece Marlene, sorridendo.
- Dobbiamo per forza metterle?- chiese Remus.
- Remmie, sei Caposcuola e ti lamenti?- lo canzonò Marlene.
- Sì, Lene…- rispose lui in tono un po’ infantile.
- L’unica cosa che non voglio indossare è il cappello.- commentò Lily.- Colore della nappa che stona.
- Perché dovevano tenere conto che hai i capelli rossi, per caso?- la prese in giro James.
Lily gli fece la linguaccia.
- Ragazzi, dobbiamo scendere…- disse loro Alice.
Alla fine i maschi sbuffarono seccati e si misero le toghe, tenendo in mano i cappelli,
e scesero tutti verso il campo di Quidditch, dove si sarebbe tenuta la cerimonia di consegna dei diplomi.
Gli studenti del settimo anno sedevano davanti a tutti, sotto il palco dove stavano i professori.
Il preside si alzò e iniziò il suo discorso.
- Miei cari ragazzi del settimo anno!- esordì Silente.- Questo è stato per voi il vostro ultimo anno. E spero che in quest’anno difficile appena passato abbiate avuto degli incentivi per continuare a lottare e ad impegnarvi. Avete passato sette dei vostri anni migliori in questi luoghi pieni di ogni sorta di magia, ma spero abbiate capito che la vera magia non è solo agitare una bacchetta, mettere degli ingredienti in un calderone, conoscere i nomi delle creature magiche o curare delle piante particolari; la vera magia siete voi, miei cari, che avete contribuito, come i vostri colleghi prima di voi, a rendere questo posto magico, così come faranno i colleghi che verranno dopo di voi. Spero che porterete sempre Hogwarts nel vostro cuore. Anche se questi, per voi, sono gli ultimi giorni in questo castello e in questi prati, spero che nel vostro cuore questo non sia un vero e proprio addio; prendetelo come un semplice arrivederci, poiché spero verrete a trovarci e spero anche che alcuni di voi vogliano scegliere la strada dell’insegnamento. E ricordatevi sempre questo: chi chiede aiuto, lo trova sempre; anche qui.
E ora, lascio la parola ai due delegati degli studenti, la signorina Mayhew di Tassorosso e il signor Lupin di Grifondoro!
Il discorso di Silente fu applaudito da tutti, mentre Cheryl Mayhew e Remus - quest’ultimo leggermente agitato - salivano sul palco. Quando fu il suo turno, Remus si schiarì la voce.
- Beh, che dire…- esordì Remus, leggermente imbarazzato.- Questi sette anni passati qui sono stati intensi. Abbiamo vissuto grandissime esperienze che ci hanno cambiato profondamente, rendendoci quello che siamo ora. E il preside ha ragione: porteremo Hogwarts nel nostro cuore. Noi, qui, non abbiamo trovato solo degli amici; abbiamo trovato una famiglia, la migliore che potessimo desiderare, che ci ha accettati per quello che siamo veramente nel profondo, senza lasciarsi ingannare dalle apparenze.
Remus sorrise ai suoi amici, in particolare ai Malandrini e a Marlene, che ricambiarono con tutto l’affetto possibile quel sorriso che aleggiava sul suo viso pallido.
- Abbiamo cercato di stringere rapporti con tutti quanti.- continuò Remus.- Certo, a volte non è stato un successo; ma l’importante è averci provato.- Remus guardò Lily, come a dirle che non aveva sbagliato nella sua amicizia con Severus Piton.- E abbiamo fatto scoperte che nessuno di noi avrebbe mai immaginato, trovato nelle persone più impensabili cose che non avremmo mai pensato di trovare; e ci siamo ritrovati a stringere rapporti molto belli e stretti con queste persone, amandole addirittura.
James sentì le dita di Lily insinuarsi piano fra le sue e rispose a quella stretta dolce.
- La cosa bella di tutto questo, è che porteremo questo senso di appartenenza a questa grande famiglia per tutta la vita.- concluse Remus.- Il mio grazie va a tutti voi. Grazie di tutto.
A quelle parole seguì un forte applauso, mentre Remus ricevette pacche allegre e amichevoli dai suoi amici.
Poco dopo, la professoressa McGranitt, in qualità di vicepreside, chiamò in ordine alfabetico gli studenti sul palco a ritirare il diploma; quando tutti i diplomi furono consegnati, la professoressa McGranitt disse:
- Mettete la nappa del cappello verso destra…
Tutti lo fecero; la professoressa McGranitt disse ad alta voce:
- Congratulazioni agli studenti del settimo anno dell’anno scolastico 1977-1978!
Un boato rimbombò per tutto il campo di Quidditch, mentre i cappelli volavano in aria fra le risate dei diplomati e i flash delle macchine fotografiche.
I ragazzi si guardarono e sorrisero fra di loro: sapevano che la vera festa sarebbe accaduta di lì a qualche ora…

*.*


- Cibo in arrivo, ragazzi!
- Sì, finalmente!
- Basta, io ci rinuncio a farti seguire la dieta, Peter!
- Finalmente l’ha detto!
Tutti si rotolarono dalle risate mentre Peter esultava e Sirius scuoteva la testa esasperato.
- Dorcas, consolami tu!- implorò Sirius, appoggiando la testa sulla spalla di Dorcas, che ridacchiava.
- Beh, ammettilo, era anche ora che rinunciassi, Sirius.- gli disse Lily in tono ovvio.
- Concordo.- disse James.
- Logico che tu concordi con lei, è la tua ragazza!- lo prese in giro Sirius.
- Concordiamo anche tutti noi!- gli fece sapere Mary, la bocca piena di Cioccorane.
- Ah, sì?- Sirius si finse sdegnato.- Bene, grazie per il vostro appoggio, ragazzi! Mi avete molto deluso, è la dimostrazione che nessuno mi ama!
- E io chi sarei, scusa?- lo riprese Dorcas, allontanandolo dalla sua spalla.- Lo zerbino?
- Dai, lo so che tu mi adori!
- Troppo tardi, sono offesa!
Tutti risero divertiti.
- Nessuno avrebbe scommesso un galeone su un Sirius Black innamorato e romanticone.- constatò Peter.
- E diabetico.- aggiunse James.
- Ricordiamo che anche loro all’inizio hanno vissuto la loro Odissea.- fece Frank.
- Saltiamo la parte in cui mi sono giustamente incazzata come una iena perché è andato a letto ubriaco fradicio con la sua ex nella Stanza delle Necessità?- chiese Dorcas.
- Sì, perché quello schiaffo mi ha fatto male.- rispose Sirius, passandosi la mano sulla guancia a quel tempo lesa.
- Te lo sei meritato, però.- disse James, mentre Lily gli porgeva una Cioccorana.
- Ma Dorcas poi ha marcato bene il territorio.- aggiunse Mary, maliziosa.- Chi se lo scorda quel tango alla festa di fine anno?
- E il suo saggio di danza con Sirius a ballare tango e rumba?- rincarò Peter.
- Fare danza classica le è servito.- rise Marlene, lanciando un’occhiata a Dorcas, che stava diventando dello stesso colore dei capelli di Lily.
- E a Sirius è servito fare un mini corso di balli latino-americani.- aggiunse Remus, sperando invano che Sirius s’imbarazzasse, mentre in realtà ghignava compiaciuto.
- E io e James avevamo scommesso su uno scannamento totale.- rivelò Lily, immergendo una Gelatina Tuttigusti in un barattolo di cioccolata da spalmare.
- Lily, dimmi che non è quello che penso!- implorò Alice.
- È quello che pensi, Alice.- rise invece la ragazza, portandosi poi la caramella gelatinosa in bocca.
- Che schifo!- Alice fece una smorfia.
- Non capisci niente, Alice.- la rimbeccò Lily con la bocca mezza piena.
- Lily, logico: ascolta ancora la Warbeck!- esclamò Sirius.
- Tranquilli, non sentiremo più quella sveglia.- constatò Peter.
- Voi no, io sì.- si lamentò scherzosamente Frank.
- Povero Frankie!- esclamarono tutti - tranne Alice, che scuoteva la testa esasperata - in tono fintamente tragico e ridacchiando come pazzi.
- Bene, sono offesa!- scherzò Alice.
- Ma si offendono tutti, stasera?- chiese James.
- A quanto pare…- rispose Remus.
- Scusate, ma dov’è la Mappa?- chiese Peter.
- Ehm…
Sirius e Remus guardarono il gruppo con aria colpevole.
- Gazza ce l’ha requisita poco fa.- spiegò Remus, stringendosi nelle spalle.- Abbiamo fatto giusto in tempo a sigillarla.
- Ci dispiace, raga…- disse Sirius con una smorfia contrita.
- Non importa.- li rincuorò James.- Non ci sarebbe stata utile, una volta usciti da qui.
- In effetti…- considerò Peter, un po’ rattristato per la perdita della Mappa del Malandrino.
- E poi…- aggiunse James con un ghigno compiaciuto.-…così sarà più facile per le prossime generazioni di studenti trovarla e infrangere le regole.
Tutti risero a quell’affermazione.
In quel momento, qualcosa in cielo catturò l’attenzione di Lily.
- Una stella cadente!- esclamò.- L’ho vista prima io, il desiderio è mio!
- Egoista!- la rimbeccò Marlene ridacchiando.
Lily sorrise e lo espresse.
- Fatto?- chiese James.
- Sì.- rispose lei.
- E cos’era?
- Se te lo dico, non si avvera; quindi, non dico niente.
James non disse niente, ma sperò che quel desiderio riguardasse loro due…e a giudicare dal sorriso che Lily gli rivolse, doveva essere così.
Passarono quella notte sulla Torre di Astronomia, come avevano fatto quella sera d’autunno di tempo fa.
Lily si mise su un fianco, stringendo la coperta leggera che l’avvolgeva; sentì la mano di James che le scostava i capelli dalla spalla e che le scopriva il collo, baciandoglielo piano. Chiuse un attimo gli occhi e si morse il labbro, sospirando appena, mentre le braccia di James le circondavano il ventre.
- Forse l’ho capito, il tuo desiderio…- mormorò James al suo orecchio, sorridendo nel sentirla rabbrividire fra le sue braccia.
Lily non disse niente, ma si girò per poter appoggiare la testa sul suo petto, respirando il suo profumo fresco; James giocherellò con i suoi capelli, mentre lei guardava le stelle nel cielo notturno.
- Mi mancherà, questo posto…- mormorò Lily con la voce piena di tristezza.
- Anche a me…- disse James.- Troppi ricordi felici.
- Immagino…- considerò Lily.
- Ah sì, ci sei anche tu fra alcuni di questi!- scherzò James.- Sai, pensavo alle scorribande con i Malandrini.
- Antipatico!- ridacchiò Lily a bassa voce.
James le sfiorò la fronte con le labbra e Lily depositò un bacio leggero sul suo petto.
La mano di James andò sotto la maglietta di Lily, su per la schiena; in poco tempo, il reggiseno era slacciato, mentre quella mano andava ovunque e il respiro di Lily accelerava un po’.
Lily mise la sua mano sul fianco di James, che rabbrividì nel sentire la pelle morbida di lei a contatto con la sua, i polpastrelli che premevano dolcemente e che gli infondevano calore ovunque.
Prima di addormentarsi, Lily ripensò al suo desiderio; un desiderio forse un po’ infantile, ma in realtà pieno di speranza: un futuro assieme a James.













 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 


NOTE: allora, premetto che lo svolgimento dei M.A.G.O. è tutta opera della mia testolina contorta e bacata, mi sono ispirata ai miei esami di maturità, solo che nell'orale ho messo anche le prove pratiche.
bene, e dopo questo....salve!!! credevo non sarei riuscita a pubblicare anche questo capitolo, ma visto che l'impegno che avevo oggi purtroppo è saltato (era un pic nico al quale tenevo. vabbè, sarà per un'altra volta...) allora pubblico oggi.
per quanto riguarda la cerimonia di consegna, mi sono ispirata un po' a quel che fanno in America; può sembrare una cagata, lo so, ma a me ispirava tanto così.
bene, spero sia di vostro gradimento e buon 25 aprile, ciao :)
 
 
 
 

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Capitolo 52
*** RITORNO [epilogo] ***


NOTE: allora, essendo l'ultimo capitolo, voglio che sia l'ultima cosa che leggiate, quindi inzio con le note.
che dire, non so nemmeno io come mi sento: è la prima storia che pubblico e ora vederla finita mi lascia un magone impressionabile!
ecco, se volete, dopo potete andare in alto a sinistra dove c'è scritto Questa storia fa parte della serie L/J (nome schifoso, lo so, ma non ne avevo in testa altri...) e troverete Until the end, il sequel di Always; vi avviso, è a rating rosso, quindi se siete di animo sensibile, non leggetela.
bene, direi che ora c'è la parte dei ringraziamenti: grazie a tutti e tutte voi per aver seguito, letto e recensito questa storia, siete stati davvero fantastici e mi avete reso molto felice nel sapere che vi è piaciuta tantissimo questa storia; e ovviamente spero vi piaccia anche il seguito :)
bene, buona lettura :)





 
 
 
 
 
 
 
 
 

GRAZIE MILLE!!!










 
 
 
 
 
 

La sveglia con la solita canzoncina stupida di Celestina Warbeck risuonò nella stanza; le ragazze si alzarono e guardarono Alice con allegra furia omicida.
- Alice Prewett in Paciock!- sibilò Marlene.
- Sempre se ci arriva al matrimonio.- aggiunse Lily con un ghigno.
- Lily, tesoro…- pigolò Alice.-…lo sai che con quel ghigno fai paura?
- Ah, sì?
Due minuti dopo erano tutte avvinghiate su Alice, che ridendo urlava:
- Frankieeeeeeeee!!!! Salvami!!!
La porta si spalancò e i maschi erano davanti al letto di Alice, ridacchiando.
- Che dite, le separiamo?- chiese Frank con un sorrisetto.
James e Sirius si guardarono, si scambiarono un ghigno e dissero:
- Nah!
- Ora ho paura…- commentò Dorcas.
- Ah, davvero?- fece Mary.
Il resto del discorso si perse quando i maschi saltarono addosso alle ragazze, rischiando di sfondare il letto di Alice.
- Aiuto!- urlò Mary, ridendo nonostante avesse Remus spalmato sulla schiena.
- Ragazze, finchè continuate con quella sveglia…- protestò Remus.
- Tranquillo, Remmie bello!- fece James con un ghigno.- Oggi è stata l’ultima volta che la sentivamo.
Alle parole di James si riversò su di loro una lieve cappa di tristezza che percepirono tutti, ma che cercarono di ignorare: erano ancora lì e volevano essere felici. Così continuarono a ridere e a scherzare.
- Prewett, quella sveglia mi sta spaccando i timpani!- protestò Sirius.
- La spegnerei, ma ho Peter e Frank sulla mia schiena…- borbottò Alice con voce soffocata.
- Ma la prossima volta non potreste stare voi, sotto?- chiese Marlene.
- Marlene, ma che discorsi fai!- sghignazzò maliziosamente James.
- Potter, non fare il volgare!- lo riprese Lily, ridacchiando però.
- E poi sarei io, il malizioso.- commentò James.
- Malizioso?- Lily rise un po’ a fatica, avendo James spiaccicato sopra di sé.- Sei un pervertito, altrochè!
- Ma dove sono finite le classiche dichiarazioni d’amore eterno e imperituro?- chiese seraficamente Mary.
- Ahimè, non esistono più, oramai…- sospirò teatralmente Remus, per quanto il piede di Frank sulla sua schiena glielo consentisse.
Alla fine, fra varie risate e battute, riuscirono a districarsi, poi iniziarono a preparare i loro bauli.
Lily sentì una stretta al cuore: era stato il suo ultimo anno a Hogwarts. Era stato ricco di emozioni e soprese, belle e brutte; era stato l’anno in cui finalmente aveva potuto ammettere i suoi sentimenti, in cui aveva vissuto altre avventure mirabolanti.
In quei sette anni a Hogwarts era cresciuta, aveva tirato fuori il suo carattere e ogni volta, all’ultimo giorno di scuola, preparava il baule, triste ma felice per il fatto che al prossimo primo settembre sarebbe ritornata a casa.
Ma ora? Cosa li aspettava una volta usciti di lì?
C’era la guerra, c’era il caos, Voldemort…
Lily si morse un istante il labbro, poi si toccò la catenina che aveva al collo; aveva una certezza: i suoi amici…e soprattutto James.
Sorrise: non era sola e non lo sarebbe stata.
Sorrise chiedendosi se anche James pensava le stesse cose che pensava lei.
E in effetti era vero.
James Potter, nel preparare il suo baule, pensava al futuro che gli si prospettava davanti. Sarebbe stata dura abbandonare Hogwarts, lo sapeva: era stata il loro rifugio; da quel momento in poi ci sarebbe stato il corso per diventare Auror, ci sarebbero state le ronde e le missioni per l’Ordine della Fenice, ci sarebbero stati il pericolo e il caos, rappresentati da Voldemort…
Provava una forte malinconia, in quel momento.
Hogwarts l’aveva fatto crescere e migliorare; gli aveva fatto incontrare i Malandrini e Lily, gli aveva fatto vivere avventure mirabolanti e spettacolari, fatto scoprire cose nuove. Ma era stata soprattutto il suo porto sicuro, il suo riparo nella tempesta.
Quando sarebbero scesi a Londra avrebbero dovuto affrontare il mondo reale un’altra volta; ma stavolta sarebbe stato per sempre, non soltanto per due o tre banalissimi mesi di vacanza.
Tuttavia sentì anche un forte senso di determinazione: sapeva che non era solo.
Aveva i Malandrini accanto a lui.
E aveva la sua Lily.

*.*


-…ed è tutto.
Erano nell’ufficio di Silente, dove si erano recati dopo colazione. La loro ultima colazione a Hogwarts.
I ragazzi annuirono alle parole del preside, seri e concentrati.
- Bene, potete andare.- disse la McGranitt.
- Professor Silente, avrei una domanda riguardo a Voldemort.- disse Lily.
- Ovvero?- chiese gentilmente il mago.
- Ogni volta che lei lo incontra, lo chiama Tom.- disse Lily.- Come mai?
Silente sorrise tristemente e disse:
- Non so se voi avete mai sentito parlare di Tom Orvoloson Riddle.
- No.- risposero tutti.
- Sì.- dissero James e Sirius.
Tutti si voltarono, sorpresi.
- Davvero?- fece Dorcas, stupita.
- James e io avremmo pulito mille volte per punizione quella targa e quel trofeo a lui dedicati.- disse Sirius scrollando le spalle.
- Anche diecimila volte.- commentò James con un sorrisetto divertito.
La professoressa McGranitt li scrutò torva e tutti si ammutolirono, lasciando continuare il professor Silente.
- Quel ragazzo era orfano di madre fin dalla nascita e fu cresciuto in un orfanotrofio Babbano.- continuò Silente.- Suo padre era un Babbano, e aveva abbandonato la moglie strega, che gli aveva tenuto nascosto il suo segreto sulle sue origini. Venne a Hogwarts, dove rivelò una grande capacità e un talento incredibile; ma rivelò anche la sua vera natura: una natura affascinante ma ambigua, incline al potere, al dominio…logico, direi per alcuni, visto che era un Serpeverde.
- Un Serpeverde?- fece Remus, pensieroso.
- Salazar Serpeverde era anche un suo antenato, fra l’altro.- aggiunse Silente.- Rettilofono, per giunta…vuol dire che è in grado di parlare il Serpentese, la lingua dei serpenti.- spiegò a Lily, che stava per interromperlo sull’argomento.- Sapeva affascinare molte persone; con me non ebbe molta fortuna, visto che non mi sono mai lasciato abbindolare dalla sua indole ambigua, e lui non ebbe mai il coraggio di provarci. I suoi sette anni passati fra queste mura furono caratterizzati da episodi sinistri e spiacevoli; il più oscuro di tutti fu l’apertura della Camera dei Segreti di Serpeverde, dove si dice ci sia un mostro per uccidere tutti gli studenti Babbani o di ascendenza Babbana. Hagrid fu accusato di questo crimine…
- Cosa?!?
James e Sirius guardarono il preside allibiti: i due ragazzi andavano molto d’accordo con l’enorme guardiacaccia - tranne per quanto riguardava la cucina o la passione del guardiacaccia per delle creature magiche un po’ pericolose; sapevano che Hagrid era stato espulso al terzo anno, ma non avevano mai saputo il motivo. Inoltre, l’omone glissava sempre sull’argomento.
- Fu accusato da Riddle stesso, che ricevette quel trofeo, appunto, per aver risolto il caso.- disse Silente.- Dopo aver preso il diploma e aver lavorato per un breve periodo da Magie Sinister a Nocturn Alley, scomparve senza lasciare traccia. Ma poi ritornò, dopo aver visto e fatto cose spaventose, rinnegando le sue origini Babbane per mettere l’accento sulle sue ascendenze magiche…e annagrammando così il suo nome.
Silente tirò fuori la bacchetta magica e tracciò in aria tre parole:
 
 

TOM ORVOLOSON RIDDLE

 

Agitò ancora la bacchetta e le lettere si scambiarono di posto, formando stavolta le parole:
 
 

SON IO LORD VOLDEMORT

 

Le parole svanirono, mentre nella stanza calò il silenzio.
- Ci sta dicendo che il miglior studente che Hogwarts abbia mai avuto è ora il peggior criminale del mondo magico?- chiese Frank, sbigottito.
Silente annuì, rimanendo calmo di fronte alle loro facce basite e stupefatte.
- Non ha mai conosciuto l’amore.- mormorò il preside.- Mai. È sempre stato abbandonato a se stesso, alla sua natura malvagia e per certi versi razionale.
Tutti guardarono Silente, tesi.
- Vedete, lui è guidato dall’odio.- disse Silente.- Ma io sostengo sempre che è l’amore a salvarci. Sempre. Ricordatevelo. È per questo che vi ammiro: avete un profondo legame tra di voi; spero proprio che nessuno di voi osi spezzarlo, perché sono legami come questo che ci aiutano nelle difficoltà.
Lily strinse la mano a James, che rispose a quella stretta cercando di darle forza, sicurezza, un appiglio…
Il loro amore sarebbe bastato per fronteggiare quel mostro?
- Potete andare, ora.- li congedò Silente.- Buon viaggio.
Rientrarono tutti per sistemare un ultima volta i loro bauli.
Lily salì sopra in soffitta per l'ultima volta e si guardò attorno: se chiudeva gli occhi poteva vedere se stessa al sesto anno la prima volta che vi era salita.
La ragazza lanciò uno sguardo a quel vecchio letto a baldacchino e poi di nuovo alla stanza; quel luogo aveva visto di tutto: le prime confidenze con James, la sua disperazione, le chiacchiere con le amiche, le coccole e le notti a far l’amore passate con James…
- Sguardo d’addio?
Lily si voltò verso James, che era appoggiato allo stipite della porta d’entrata, guardandola con affetto; la ragazza scrollò le spalle e disse con un sorrisetto malinconico:
- Mi mancherà…
James annuì, avvicinandosi a lei e schioccandole un bacio sulla fronte.
- Anche a me…- mormorò il ragazzo, memore di tutto ciò che vi aveva passato lì dentro: notti a far baccano con gli amici, tutti quei momenti passati con Lily…erano troppe cose che rendevano loro difficile dire addio.
Entrambi rimasero in silenzio, l’uno di fronte all’altra, presi da tutti quei ricordi belli che avevano vissuto.
- Dobbiamo andare…- mormorò Lily.
James annuì, lasciandola passare; prima di varcare la soglia e uscire per l’ultima volta, il ragazzo si voltò per l’ultimo sguardo.
- Addio…- mormorò il ragazzo.
Quella stanza accolse per l’ultima volta il suono della sua voce.
Poi la porta si chiuse.

*.*


Poco dopo erano davanti alla banchina della stazione di Hogsmeade e trovarono uno scompartimento grande abbastanza per tutti e dieci.
- Devo dire che quest’anno è stato piuttosto…intenso.- considerò Alice, dopo aver ponderato bene la parola.
Lily capì cosa voleva dire Alice: ne avevano viste di tutti i colori, purtroppo e per fortuna. La ragazza fece un bilancio delle cose brutte: era rimasta orfana dei suoi genitori, il padre di Dorcas era stato ucciso, Alice oltre al padre aveva perso anche il suo padrino, aveva sfidato per la seconda volta Lord Voldemort insieme a James, era stata torturata dall’Oscuro in persona, Neville Paciock era morto e non c’erano più possibilità di salvare le persone che si stavano affiliando al lato oscuro. Ma c’erano state anche cose positive: i risultati dei M.A.G.O., l’affiatamento sempre più stretto del gruppo, Dorcas insieme a Sirius, il fidanzamento di Alice e Frank…e lei con James.
Lily strinse forte la mano di James, lei seduta sulle sue ginocchia: c’erano momenti in cui ancora stentava a crederci, in cui credeva che tutto fosse soltanto un gioco della sua immaginazione; sentì il bacio lieve di James sulla sua spalla, come a ricordarle che era tutto vero, tremando leggermente per tutto ciò che in quel momento sentiva.
- Intenso, sì.- rincarò Remus.- Voglio dire…finalmente abbiamo assistito al processo di Potterizzazione di Lily Evans.
- Ecco che ricominciano…- sbuffò James, divertito.
- Ma guarda che è vero!- lo riprese Sirius.- E poi, non hai fatto altro che scassarci i coglioni ogni volta che parlavi di lei.
-Bonjour finesse, Sirius.- lo prese in giro Dorcas dandogli una gomitata fra le costole.
- Sì, è vero!- rise Peter, riprendendo il discorso di Remus.- Era tutto un “Lily qui, Lily là, Lily così, Lily cosà…”; eri diventato davvero logorroico.
- Ma scusate, notiamo una cosa.- disse Mary, ridendo.- Lily Evans seduta sulle ginocchia di James Potter; se gliel’avessimo detto due anni fa, ci avrebbe Cruciato tutti quanti.
- Non tutti.- la corresse Lily.- Forse avrei anche ammazzato Potter a mani nude perché ero seduta sulle sue ginocchia.
- Sì, Evans, anche io ti adoro!- ironizzò James, alzando lo sguardo verso il soffitto dello scompartimento.
In quel momento alla radiolina passarono l’ultimo successo del cugino di James, The time of your life.


“Another turning point, a fork struck in the road…”


E in effetti era vero: era un altro punto di svolta.


“Time grabs you by the wrist, directs you where to go…”


E loro sapevano esattamente dove andare in quel momento: a vivere la loro vita con pienezza nonostante la guerra che infuriava.


“So make the best of this test and don’t ask why; it’s not a question, but a lesson learned in time…”


Avrebbero fatto di tutto per farcela, Lily lo sapeva: ognuno di loro aveva un motivo per farlo e non avrebbero accettato i fallimenti, ma si sarebbero rialzati per combattere.


“So take the photographs and still frames in your mind…”


Avevano foto di quello che avevano vissuto; eppure le foto per James non potevano testimoniare ciò che viveva in quel momento, o che aveva vissuto: la risata di Lily, il suo sguardo verde pieno di vita, il calore della sua pelle, il suo carattere…


“For what is worth, it was worth all the while…”


Avevano avuto valore, quei pezzi di memoria; e l’avevano ancora.


“It’s something unpredictable, but in the end it’s right…I hope you had the time of your life…”


E in effetti, era vero: si erano divertiti quell’anno, nonostante tutto.

*.*


Verso il tardo pomeriggio arrivarono a Londra, al binario nove e tre quarti; presero le loro cose lentamente e con estrema lentezza uscirono dallo scompartimento e scesero dal treno, come per ritardare il momento dell’addio alla loro ormai finita vita da studenti di Hogwarts. Ma poco dopo, erano tutti giù sul binario, mentre la maggior parte degli studenti andava verso la barriera.
- Beh…- iniziò Peter, timoroso.
- È finita…- sospirò Mary con tristezza.
- Già…- borbottò Frank.
- Beh, che dire?- disse Alice con voce un po’ tremante.- Devo dire che ho passato con voi gli anni più intensi della mia vita, con le persone migliori che potessi desiderare e…oh, diamine, avevo anche il discorso in testa!- singhiozzò poi la ragazza, mentre Frank la stringeva a sé dolcemente.
I maschi rimasero in silenzio, mentre le femmine si asciugavano le lacrime che cominciavano ad uscire.
- Non ci credo!- urlò poi James per alleggerire la tensione.
- Nemmeno io!- fece eco Sirius.
- Si sono commosse!- urlarono i due, guardando trionfanti Lily e Dorcas che avevano gli occhi rossi dal pianto.
- E quindi…?- chiese Lily con voce soffocata, sorridendo un po’.
- Vuol dire che i piani pro diabete non sono stati poi così fallimentari.- rispose Sirius in tono ovvio.
- Ma io, questo qui, ora lo butto sotto il primo treno che vedo…- sospirò Dorcas divertita, asciugandosi le lacrime mentre Sirius la stringeva a sé.
- Direi che ora io mi sento realizzato.- rise James, circondando le spalle di Lily con il braccio, mentre Lily rideva fra le lacrime.
Poco dopo, passarono la barriera e si salutarono un ultima volta, abbracciandosi tutti e ridendo.
Alla fine, Lily e James rimasero soli a King’s Cross.
- Vi aspettiamo fuori, immagino che vogliate starvene soli soletti.- disse Sirius, facendo loro l’occhiolino.
- E voi no?- gli chiese James, indicando con il mento lui e Dorcas.
I due ragazzi risero, poi si separarono.
Lily rimase in silenzio. Non c’erano mamma e papà ad attenderla, e questo la rendeva ancora più triste di quanto non fosse già.
- Ehi, che c’è?- le chiese James, sorridendole dolcemente.
- Niente…- mormorò Lily.- È solo…beh, è strano; insomma, non ci sono i miei ad aspettarmi, stavolta…e io e te ora stiamo andando a vivere insieme.
- Hai paura?- le chiese James.
- Un po’…- rispose Lily.- Insomma, è qualcosa di nuovo, credo sia normale.
- Anche io ho paura, Lils.- le confessò James.- Ma vedrai che ce la caveremo alla grande.
- È solo un nuovo inizio, no?
- Un nuovo inizio.
I due si sorrisero e mentre si baciavano non avevano alcun dubbio su di loro.
C’era la guerra, c’era il caos, c’era Voldemort, ma erano sicuri di una cosa: loro due ce l’avrebbero fatta, insieme.
Sempre.



 
 
 
 
 
 

Well, there ain’t no luck in these loaded dies
But baby if you give me just one more try
We can pack up our old dreams
And our old lives
We’ll find a place where the sun still shines
And I will love you baby, always
And I’ll be there forever and a day, always
I’ll be there ‘till the stars don’t shine
‘till the Heavens burst
And the words don’t rhyme
And I know when I die
You’ll be on my mind
And I love you, always…

 
 
 
 
 
 
 
 

FINE (?)

 
  
 
 

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