Dumb Blonde

di RachelWantsToGoToBroadway
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un abbraccio ***
Capitolo 2: *** Good for One Hug ***
Capitolo 3: *** Your hair smell like Strawberries ***



Capitolo 1
*** Un abbraccio ***


Angolo dell'autrice:

Ripeto che questa storia è un'autentica pazzia, ma mi è venuta così naturale e spontanea ( per me la spontaneità in ciò che faccio sta al primo posto ) che non dev'essere così pessima...spero.
Allora, la prima parte del primo dei tre capitoletti che compongono la storia è tratta dalla conversazione di Karen e Cady nella stanza di Regina, ovviamente, non mi ricordo perfettamente le frasi, ma il succo è quello.
Beh, bando alle ciance e buona lettura.

_ Karen, accidenti, lo sai che sto seguendo una dieta di soli carboidrati! Sei proprio scema!_, gridò Regina con disprezzo alzandosi dal letto in preda ad un attacco isterico e dirigendosi verso il bagno, seguita, ovviamente, dall'onnipresente Gretchen.
Karen era rimasta seduta sul letto di Regina, con lo sguardo fisso sulle proprie Jimmy Choo tacco 12, pensando a ciò che perfino la sua migliore amica pensava di lei.
E se lo pensava Regina, probabilmente, anzi, sicuramente lo pesava tutta la scuola.
Da tempo aveva preso coscienza del fatto che tutti la rispettavano perchè era una Barbie, era bionda,  era carina, vestiva bene, aveva un bel corpo e le tette grandi.
_ Karen..._, Cady si sedette accanto a lei e le mise una mano sulla schiena, iniziando a carezzarla, _ tu non sei scema_.
_ Sì che lo sono, vado male a tutte le materie_, disse Karen con rassegnazione incrociando i suoi occhi blu con quelli grigi di Cady.
Quella ragazza le piaceva, e molto anche, adesso che ci faceva caso, era l'unica persona che si comportava da amica nei suoi confronti.
_ La scuola non è tutto, sicuramente sarai brava in qualcosa_.
Karen rifletté per un secondo su tutto ciò che aveva provato a concludere in quegli anni, ma le vennero in mente solo ricordi negativi, come quella volta che aveva provato a giocare a palla a volo ed il pallone le era rimbalzato in fronte per ben tredici volte. O sennò c'era quella volta in cui a calcio aveva segnato dieci gol...beh, nella propria porta. Altrimenti c'era...aaah.
_ Sì, una cosa ci sarebbe!_, esclamò tutta contenta con una luce nuova che faceva risplendere l'azzurro dei suoi occhi.
_ Cosa?_, chiese Cady con interesse.
_ E' che ho una specie di quinto senso...cioè, le mie tette mi avvertono quando piove!_.
_ Oh_, disse la rossa con espressione leggermente allibita lanciando un'occhiata al seno dell'amica, _davvero? _.
_ Sì, solo che mi avvertono quando la pioggia è iniziata da qualche minuto_, spiegò seriamente Karen con rinnovata sicurezza in sé stessa.
Allora anche lei sapeva fare qualcosa. Forse non era poi così scema. La conferma di ciò, Karen la trovò guardando il viso della rossa.
Cady le sorrise in maniera talmente dolce e rassicurante che tutti i suoi dubbi svanirono con la stessa velocità con cui erano arrivati.
_ Vedi Karen? Non devi sempre dare ascolto a ciò che dice Regina, altrimenti rischi di stare male come adesso_.
La bionda abbracciò Cady di slancio, stringendola a sé e mormorandole un “grazie” nell'orecchio.
Però...non si era mai accorta di come quei lunghi capelli rossi fossero morbidi, profumati e belli, né di come la pelle di Cady fosse morbida e ricoperta di tante piccole, adorabili lentiggini, né di quanto fosse gradevole abbracciarla.
“ Ma è la prima volta che vi abbracciate!” 
“ Sssh, zitto cervello!”.
Fu Cady a sciogliere l'abbraccio nel momento esatto in cui Regina e Gretchen rientrarono nella stanza senza nemmeno degnarle di uno sguardo.
_ Ho le cosce grasse! Non so più cosa fare!_, gridò Regina pestando i piedi per terra e serrando i pugni, mentre Gretchen cercava di calmarla.
_ Forse se tu non mangiassi quelle ciambel-_, Gretchen iniziò timidamente il discorso ma venne zittita da una di quelle spaventose occhiatacce di Regina che valevano più di mille minacce.
_ Complimenti, Gretch! Adesso ho fame!_, sibilò Regina dirigendosi a passo svelto e nervoso verso le scale che conducevano al piano di sotto, seguita a ruota dalla povera Gretchen che sapeva di dover rimediare al suo errore.
Karen ridacchiò sommessamente per la scena ma quando cercò lo sguardo di Cady, la trovò stranamente assente e con l'aria preoccupata, così decise di prenderle la mano per consolarla come quest'ultima aveva fatto con lei poco fa.
“ Strano”, pensò Karen, “adesso sembra anche più preoccupata di prima”.

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Capitolo 2
*** Good for One Hug ***



Cady imprecò a bassa voce mentre si accingeva a cancellare per la prima volta il passaggio di un'equazione semplicissima, ma che, nonostante ciò, stava ricalcolando per la terza volta.
La rossa lanciò un'occhiata pietosa alla gomma quasi del tutto consumata sulla punta del suo lapis e maledì per la centesima volta i pensieri che le impedivano di concentrarsi. Ma maledire quei pensieri non bastava.
Fino a poco tempo prima, doveva le sue distrazioni e le sue insufficienze solo ed unicamente ad Aaron che, con i suoi muscoli e tutto il resto, l'attraeva come pochi prima di lui.
Il problema era che, ormai da qualche giorno, non era Aaron il centro delle sue fantasie, per questo quei pensieri dovevano addirittura essere esorcizzati, eliminati,uccisi sul nascere.
Il problema era che il centro delle sue fantasie era diventato un abbraccio, o meglio, l'abbraccio per eccellenza.
Quando aveva sentito le braccia di Karen circondarle il collo, il profumo inebriante del mare di capelli biondissimi nel quale aveva affondato il proprio viso ed il calore del corpo dell'amica a contatto con il suo, Cady non ci aveva capito più nulla.
Cercò di calmarsi e tentò, per l'ennesima volta, di trovare la perduta concentrazione.
“ x 2 -4b 2 = ( x +2b ) ( a....”
Poi le aveva preso le mano e le aveva sorriso ed il sorriso di Karen era così bello!
Era passata una settimana da quel giorno -una settimana indimenticabile perchè lei e Karen si erano viste spessissimo ed a scuola la biondina non perdeva occasione per abbracciarla, toccarle i capelli, prenderla per mano e...
_ Uffaaa!_, disse Cady ad alta voce in tono esasperato, cercando di reprimere i propri pensieri che continuavano a ripescare le immagini che la perseguitavano anche nei sogni.
“ x 2 + a b + a y 2 = a  ( x 2 +...”
A proposito di sogni, Cady l'aveva anche sognata. Per tre volte!
Sognava di essere nella propria camera, quando, ad un tratto, sentiva bussare alla porta e, nell'aprire, si ritrovava davanti gli stupendi occhi blu di Karen.
Poi si sedevano sul suo letto, Karen le scioglieva i capelli disciplinati da una coda di cavallo -sì, quella che va portata solo una volta a settimana- e, con la sua solita innocenza, le diceva che aveva delle belle labbra e che avrebbe voluto bac-.
_  Basta!_, si ritrovò a gridare Cady nella solitudine della sua camera, _ adesso basta, sul serio!_, ripeté afferrando il cellulare posto accanto al libro di algebra.
Cercò bruscamente il nome di Karen sulla rubrica e, prima di chiamarla, si affrettò il a rimuovere il cuoricino vicino al suo nome.
Non lo aveva messo alle altre sue amiche, quindi perchè avrebbe dovuto metterlo proprio affianco al suo nome? Dopotutto, era una sua amica. SOLO una sua amica.
_ Pronto? Chi è?_, rispose Karen che, probabilmente, aveva dimenticato di guardare il display del cellulare prima di rispondere.
_ Sono Cady_.
_ Ooh, ciao amore!_, cinguettò la biondina dall'altro capo del telefono.
_ Karen, non chiamarmi amore!_, disse irritata la rossa.
_ Come? Perchè? Anche tu mi chiami amore! E' carino!_.
_ No, non può più essere carino. Dobbiamo assolutamente parlare_, affermò fermamente Cady.
_ Ma lo stiamo già facendo! Sei strana oggi_.
_ Intendevo a quattrocchi_.
_ Non sapevo portassi gli occhiali!_.
_ Intendevo dire che dobbiamo vederci il prima possibile_, spiegò Cady alzandosi dalla sedia davanti alla scrivania. Tanto, anche per quel giorno, non ci sarebbe stato spazio per i compiti.
_ Aaah, adesso ho capito! Puoi venire anche adesso a casa mia, tanto non c'è nessuno! Ma tu non porti gli occhiali vero?_.
_ No_, rispose Cady atona.
Dall'altro capo del telefono, Cady sentì Karen tirare un sospiro di sollievo.
_ Allora vengo da te così parliamo, ok?_.
_ Ok, amore, a dopo_, trillò Karen interrompendo la chiamata.

Angolo dell'Autrice:
Ok, so che ci sono un numero sproporzionato di ripetizioni, il fatto è che ho cercato di riportare il modo sconclusionato e confuso in cui noi teenagers (io ed i miei amici T.T magari voialtri siete più evoluti...sicuramente voialtri siete più evoluti) parliamo e pensiamo.
Beh, ad ogni modo, forse, dico FORSE, ci sarà un capitolo in più rispetto ai tre previsti...e, che dire, mi piacerebbe ricevere un qualche parere, critica, invito a darmi con tutta me stessa all'ippica o un pomodoro in testa^^.
Alla prossima.

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Capitolo 3
*** Your hair smell like Strawberries ***



Karen era seduta su uno dei divani in pelle bianca del salotto della sua grande casa, intenta a spazzolarsi i lunghi capelli biondi con l'aiuto di uno spray districante alla fragola e la sua fedele spazzola rosa dalle setole coperte di lustrini.
Non ricordava esattamente come fosse finita lì o perchè si stesse pettinando, sapeva solo che ogni sua azione dava vita ad una sorta di reazione a catena inconscia, per la quale potevano capitare una o più coincidenze favorevoli, per questo non si preoccupava mai troppo di ciò che faceva e poi, ci teneva ad essere al meglio per Cady.
Pur non essendo la ragazza più furba ed intelligente del mondo, Karen aveva capito di provare qualcosa per Cady. Cioè, non avrebbe saputo spiegare che cos'era, si sentiva come quando alle elementari aveva avuto la sua prima -ed ultima- cotta per un bambino di nome Timothy Hill, solo che Cady era una sua amica, quindi era come essere doppiamente amiche.
Se due amiche si prendono una cotta l'una per l'altra, allora sono...
“ Cosa sono?! Sono lesb-”.
“ Zitto, cervello! Sto cercando di pensare e...oh, ma quanto è difficile!”.
Il campanello di casa Smith suonò e Karen abbandonò spazzola e districante sul divano per andare ad aprire.
Guardò dallo spioncino della porta per accertarsi che si trattasse di Cady, infatti, la vide passarsi una mano trai lunghi boccoli rossi in un gesto sin troppo nervoso per passare inosservato perfino agli occhi di Karen, la quale non poté fare a  meno di pensare che la sua -nonsocomechiamarla- era sexy anche da nervosa.
Aprì la porta con un certo impeto e trascinò una Cady colta di sprovvista dentro casa, per poi richiudersi la porta alle spalle e lanciarsi letteralmente tra le braccia della rossa, gridando il suo nome per diverse volte.
_ Fortuna che sei arrivata! Stavo diventando matta perchè ho una cosa in testa che non so come dire_, trillò Karen staccandosi da Cady quel tanto che bastava da guardarla negli occhi, senza  sciogliere l'abbraccio che, però, non era ricambiato, _ tu che sei intelligente...quando due amiche prendono una cotta l'una per l'altra, cosa sono?_.
Cady la guardò allibita e s'irrigidì ancora di più tra le sue braccia. Karen se ne accorse.
Era come se la rossa volesse dire qualcosa ma non riuscisse a trovare le parole adatte. Karen conosceva bene quella sensazione, della serie “story of my life”.
_ Karen_, la bionda alzò lo sguardo su Cady e notò che i suoi occhioni grigi erano lucidi, _ i-io...non so cosa ci sta succedendo!_, proruppe la rossa scoppiando in un pianto liberatorio che sfogò stretta a Karen, con il volto premuto contro l'incavo del suo collo ed un gradevole odore di fragola che le riempiva i polmoni.
_ Non ti preoccupare_, mormorò la bionda stringendo a sé Cady, _ penso si aver capito cosa sono_.
Karen sentì i singhiozzi di Cady farsi meno frequenti e più smorzati.
_ Vuoi saperlo?_, domandò di nuovo senza accennare a lasciarla.
Cady annuì come meglio poteva.
_ Due amiche che prendono una cotta l'una per l'altra sono migliori amiche_.
Cady si scostò leggermente da lei per guardarla con quei suoi occhi grigi cerchiati di rosso per il pianto e accesi per la sorpresa.
La bionda non riusciva a capire perchè Cady la stesse guardando in quel modo, con quello sguardo tra il sorpreso ed il divertito, ma non le importava più di tanto, ciò che contava era che avesse smesso di piangere.
_ Che ne pensi?_, insistette Karen sorridendo affabilmente.
_ Penso che tu, Karen, sia la persona più intelligente, bella, dolce e pura che io abbia mai conosciuto_.
Karen ebbe un attimo di smarrimento, ma rimase piacevolmente stupita da quel commento o, più precisamente, ne rimase ammaliata.
_ Wow...non me l'aspettavo_.
_ In che senso? _, chiese Cady con il fiato sospeso.
_ Nel senso che..._, la bionda si avvicinò nuovamente alla rossa con un dolce sorriso sulle labbra, _ che questa è la cosa più carina che mi abbiano mai detto_.
Cady si sentì avvampare di colpo ed abbassò timidamente la testa, senza però poter evitare di lasciarsi sfuggire un sorrisetto.
Karen le pose delicatamente due dita sotto il mento per indurla ad alzare il viso e, senza preoccuparsi troppo delle conseguenze, poggiò le proprie labbra su quelle di Cady, la quale, dopo un attimo di smarrimento, chiuse gli occhi e cinse la vita di Karen.
Infondo, era ciò che entrambe volevano da molto tempo, ma riuscirono a capirlo solo quando le loro lingue si sfiorarono per la prima volta.
Le loro labbra aderivano perfettamente, come se fossero state create per congiungersi ed in quel bacio non vi era neanche una punta d'esitazione o d'inquietudine, solo qualcosa a cui nè Cady, nè tanto meno Karen riuscirono a dare un nome. O almeno, non in quel momento.
Non si resoro nemmeno conto di come fossero andate a finire sul divano, tanto erano coinvolte da quel bacio, dai reciproci gemiti e respiri smorzati che rimanevano a mezz'aria.
Karen spinse delicatamente Cady a sedersi sul divano, per poi mettersi a cavalcioni sulle sue gambe, ristabilendo un contatto che, se pur per pochi secondi, era mancato ad entrambe come fosse ossigeno nei polmoni.
Cady sentì Karen far scorrere le labbra sul suo collo, indugiando in particolar modo su un punto preciso che attaccò con piccoli e piacevoli morsi che le strapparono inevitabilmente una fila di gemiti a dir poco equivocabili.
Con una certa decisione, le mani di Karen superarono il bordo della maglietta di Cady, la quale ebbe un sussulto e spalancò gli occhi di punto in bianco.
La bionda se ne accorse: _ forse stiamo andando un po' troppo in fretta_.
_ No, no_, si affrettò a dire Cady, _ è che...sai, nessuno...cioè, non sono mai andata proprio...oltre il bacio_.
_ Oh, Cady_, sospirò colpevole la bionda, _ vedi che sono davvero scema? Avrei dovuto chiedertelo, ma non so, ero presa dal-_, Karen fece per liberare Cady dal suo peso, ma questa la trattenne.
_ Karen, è tutto assolutamente perfetto ed è il momento più magico e surreale della mia vita, quindi, perchè non renderlo anche speciale?_.
Tutto stava capitando troppo velocemente perchè Karen Smith potesse provare a tentare di riflettere. Tutto ciò che rientrava nel suo mondo, in quel momento, era il bellissimo e rassicurante viso di Cady, la sua migliore amica. Si chinò nuovamente su di lei, la baciò e sorrise sulle sue labbra, mormorandole il suo consenso.
_ I tuoi capelli profumano di fragola...li adoro_, sussurrò Cady prima di abbandonarsi per la prima volta a Karen.



Angolo dell' Autrice(pazza):
Well, inutile dire che questa non è la conclusione della storia...ci sarà un altro capitolo e quello sarà il conclusivo.
Ok, so di essermi interrotta sul più bello, ma il mio intento era quello di creare qualcosa di Fluff senza finire nel rating Rosso...
Ringrazio sentitamente Levineisabitch_ per aver recensito il precedente capitolo ed invoglio chiunque legga a lasciare un piccolo parere, critica o minaccia di morte.
Ok, alla prossima! Non mi offendo, giuro^^!

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