L'assurda bellezza delle cose

di LauraPia29
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** capitolo 6 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


“L’hai saputo che nel tuo condominio si è trasferita una nuova famiglia?”.
 Con questa domanda ha inizio la nostra storia, non è la solita storia romantica, ma potrebbe anche esserlo…
A Sara sinceramente in quel momento non interessava, era immersa letteralmente nello sconfiggere un mostro di Silent Hill 3: “Capito!”, rispose con non curanza.
“Ah Sara sei proprio senza speranza come credi che riuscirai a trovarti un fidanzato!?”,
 “Ehehe credi che me ne serve uno? No meglio soli che mal accompagnati, e cerca di ricordartelo se non vuoi finire come le tue ultime storie mia cara Luana!!.
“Va bene, va bene, comunque ritorno a casa ci vediamo domani a scuola!”.
Sara era così, non si sapeva mai cosa le passasse per la testa, davvero un tipo speciale, 16 anni, 3 anno del liceo artistico,  brava a disegnare immagini prese dai suoi manga preferiti.
A scuola era famosa per questo e tutti la lodavano tanto che i suoi fan avevano fondato un fan club sui suoi bellissimi disegni.
La mattina dopo a scuola, Sara vide tante ragazze ammucchiate tra di loro, dopo poco da quella folla vide arrivare Luana: “Lù, ma che succede?”
“Ah Sara, a quanto pare è arrivato un nuovo ragazzo, e tutte quelle gli sono andate incontro!”
Sara si avvicinò a quel gruppo di ragazze e vide l’oggetto di tale raggruppamento.
Il ragazzo era alto, bellissimo, infatti le ragazze sospiravano ad ogni sua parola, Sara da una distanza ravvicinata potè notare che lui la guardava, il suo sguardo era freddo…
Ma come?
Con quelle ragazze era sorridente, ma chissà perché nel momento in cui la vide…
Si guardarono ancora un po’ e poi Sara presasi Luana se ne andarono in classe.
Il ragazzo le vide entrare a scuola  e salutate le ragazze raggiunse la segreteria.

“La Sofistica è una corrente filosofica sviluppatasi in Grecia, e ad Atene in particolare…” il professore non potè proseguire perché in quel momento con il bussare della porta entrò un ragazzo, che diede un foglio al professore.
Il prof lo lesse e disse alla classe: “Da oggi Marco sarà il vostro nuovo compagno…”
Le ragazze parlottavano tra loro dicendo che quel Marco era il tizio affascinante che molte avevano visto all’entrata.
“ Bene Marco puoi sederti!”.
Allora il ragazzo sicuro di sé si sedette dietro Sara.
Il professore continuò: “Chi sa dirmi il significato del termine sofismo?”, disse guardando tutti i suoi alunni, ma sapeva che uno solo di loro avrebbe risposto correttamente.
“Con sofismo si intende un discorso ingannevole basato sulla semplice forza retorica dell’argomentazione!”
“Ecco, Sara tu si che mi fai sentire realizzato!!” disse quasi piangente.
Lei era fiera della risposta, ma…
“Anticamente il termine σοφιστής (sophistés, sapiente) era sinonimo di σοφός (sophòs, saggio) e si riferiva ad un uomo esperto conoscitore di tecniche particolari e dotato di un'ampia cultura”.

Tutti si girarono all’istante verso la voce a bocca aperta, anche il professore.
Sara era allibita non solo era la prima della classe, ma la risposta di Marco era esaudiente e lei lo riconobbe.
I due si guardarono, i loro occhi sprizzavano competitività da tutti i pori.

“Ooohhh, mai svegliare il can che dorme”, bisbigliavano i loro compagni.
E già, ciò significava guerra, mai mettersi tra lei e lo studio.
Marco però era divertito, se la rideva sotto i baffi mentre guardava Sara.

Tutto si concluse con il suono della campanella, e tutti si dispersero per il corridoio, Sara insieme a Luana e altri suoi compagni andarono al club di disegno, solo li Sara si sentiva al sicuro da quel ragazzo.
“E’ ufficiale, è antipatico, subdolo…non lo sopporto mi da su i nervi!”, “Dai calmati ehehe!”le disse Luana.
“ Come cavolo mi calmo, ha osato sfidarmi”, pensava e ripensava mentre disegnava, o almeno ci provava, ma dai suoi bozzetti spuntava sempre il viso di Marco, e lei che lo prendeva a pugni.

Dopo essere uscita dal club, salutò la sua amica e si accinse a ritornare a casa.
A metà strada ebbe la sensazione di essere seguita, ma non si preoccupava più di tanto se l’avessero attaccata lei avrebbe usato la sua tecnica segreta.
Quando questa sensazione fini, già era arrivata a casa, mangiò qualcosa e poi si mise a studiare.
In realtà il suo stesso percorso venne fatto anche da Marco, per questo aveva la sensazione di essere seguita.
Non sapeva che la famiglia appena trasferitasi nel suo condominio avesse anche un figlio, e quel figlio era proprio lui.
“Interessante, davvero interessante” pensava fra se e se.  

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Passarono 2 mesi e i due ragazzi non facevano che competere tra loro ogni giorno, tanto che i ragazzi si erano schierati dalla parte di Marco, e le ragazze dalla parte di Sara. L’unica via di fuga per Sara era il suo club di disegno, li si sentiva libera da quel ragazzo e dalla sua antipatia, ma mentre era immersa nel disegno lui la guardava, come ormai faceva da 2 mesi, restava fermo li e la guardava senza spostarsi di un millimetro, e sorrideva.
Quel giorno  Sara era tornata a casa tardi, e non trovò nessuno, ma solo un biglietto:

“Cara figlia, impegni molto importanti richiedono la nostra presenza, staremo via parecchio tempo. Ma non preoccuparti!! Abbiamo chiesto al figlio di coloro che faranno il viaggio con noi, di tenerti compagnia, quindi cerca di comportarti bene! A presto! Con amore Mamma e Papà :*!!”
Sara lesse la piccola lettera e sgranò gli occhi: “Eddai di nuovo noooo! Mizzica sempre che partono sono! Ahahah che sono strani xD!”

Strani invece sarebbero stati gli avvenimenti che sarebbero accaduti dopo.

Passò un ora, Sara stava leggendo “Il Mondo Di Orfeo”, quando qualcuno suonò il campanello. “Sisi arrivo!” Ma il campanello suonò ancora, “E che cavolo che insistenza…”. Quando arrivò alla porta, l’aprì e un ragazzo le disse:
"Sorpresaaa!!!”.
“Aaaahhhh!” Urlò Sara e chiuse subito la porta.
“Ma che …che ..che ci fa quell’antipatico qui, come conosce casa mia?”, il suo cuore batteva all’impazzata, “Sara mi fai entrare per favore?”.
“No tu qui non metti piede”, “Ma perché?”, “Perché non sei il benvenuto e poi aspetto una persona ù_ù!”.
Silenzio per pochi istanti, l’unico rumore che si sentiva era il rintocco dell’orologio a cucù, Sara era appoggiata alla porta come anche Marco, poi lui parlò:
“E se ti dicessi che sono io quella persona che aspetti?”, “Ah ah bello mio non mi freghi :P!”
"Non ti sto mentendo, tieni leggi questo biglietto!”, la sua mano posò un foglietto sul suolo e da li lo fece scivolare al di là della porta, Sara lo vide, lo prese e lo lesse.
“Oddio sto biglietto non mente, ma dai però proprio lui, sfortuna, la situazione è disastragica…no ora mi calmo!”, pensava.
Marco nel momento aspettava.

Quando era tornato a casa, aveva trovato 2 valigie piene dei sui vestiti e cose sue e un biglietto:

“Ciao figliolo, scusaci se a casa non ci troverai e vedrai la tua roba fuori, ma vedi per caso strano la Famiglia Gemini ha voluto la nostra compagnia in un loro viaggio, spero che non ti dispiace stare a casa con la loro figlia, mi raccomando comportati bene e non combinare danni. Ci dispiace per la chiave ma ci siamo dimenticati di dartela. Un abbraccio Mamma e Papà”.

"Che cosaaa? ma…ma..ma pazzi, lasciarmi così?”.
Con questi pensieri prese le sue cose e si diresse a quella che per forse un mese sarebbe stata la sua nuova casa.

Ritornando ai due ragazzi, passò almeno un ora prima che Sara si decidesse a farlo entrare.
Aprì la porta e lo trovò che dormiva, vedendolo assopito per un attimo pensò che fosse carino, ma scacciò via quei pensieri e si ritrovò a punzecchiarlo per farlo svegliare. “Ha il sonno pesante il signorino…ehi ..tuuuu… ehiiii…” disse e poi avvicinandosi all’orecchio inspirò: “Marcooo…SVEGLIATIIIIIIIIIIIIIIIIIII!”, gli gridò e lui per lo spavento urlò.
“Ma sei impazzita? Il mio povero orecchi..ooo oohh ma che fai lasciamelo stare!!” praticamente dalla irritazione, Sara lo stava trascinando in casa sua dall’orecchio.
Lo lasciò sul divano mentre lei prendeva le sue cose.
Marco era shoccato dalla forza di quella ragazza, ma non se ne preoccupava.
“Bene dato che siamo costretti a stare insieme in questa casa mettiamo in chiaro delle cose: primo questa è casa mia, secondo tu dormirai nella mia stanza e io in quella dei miei genitori, terzo quando andremo in bagno , prima io e poi tu, quarto ho bisogno dei miei spazi quindi non rompere, quinto in pratica non mi devi seguire, sesto per cucinare e lavare faremo a turno e per ultimo meno importante se ti azzardi a dire a scuola che noi due abitiamo assieme ti trucido!”.
Marco la guardava mentre elencava tutte queste cose, era come divertito…”Ahahaha belle parole, va bene però non ti arrabbiare se ne violerò qualcuna ù_ù eheheh!”. Dicendo così la ragazza si alterò e se ne andò nella sua stanza. Marco però la segui e nel vedere la sua stanza ne rimase abbagliato:
“Wow carina, davvero! Tranne per il fatto che è un caos”, “Infatti ti avevo detto di non seguirmi, ma tu non mi ascolti. Ora la sistemo e quando sarà pronta ti chiamo, dato che ci sei fatti una doccia e poi prepara la cena se non ti dispiace!”, lui annuì e fece quanto detto.

Passata mezz’ora Sara ancora non aveva finito, mentre stava portando le lenzuola nella lavabiancheria, vide la porta aperta del bagno e per sbaglio lo vide a torso nudo, e rimase ferma a guardarlo “O.O” lui se ne accorse e fece finta di niente, intanto Sara riprese il suo cammino.

Dopo un’altra mezz’ora la stanza era pronta così lo chiamò. “Adesso si che si può chiamare stanza. Ben fatto!” Sara borbottava… “Sisi ora porta le tue cose qui che continuo a fare la cena :P”.

Dopo 10 minuti furono a tavola e mangiarono, ma nessuno dei due osava dire qualcosa.

Quando finirono Sara fece i piatti e dopo andò a farsi una doccia, mentre Marco si mise a guardare cose sul suo computer.

Ad un certo puntò il ragazzo sentì urlare si precipitò al bagno, ma all’improvviso si vide arrivare un pugno perché per pura casualità aveva visto o forse intravisto a Sara che si stava rialzando da una caduta ed era rimasta senza accappatoio:
“Brutto pervertito!”, disse sbattendogli la porta in faccia.
Era diventata tutta rossa, e lui rideva da fuori la porta.
"Scusa ma che hai da ridere??”, “Niente niente ma siccome avevo sentito urlare volevo vedere che era successo ma tu mi hai dato un pugno, e poi non ho visto niente..”, Sara sgranò gli occhi, non ci credeva. “Se spara cavolate…”.
“Ah si!” disse mentre entrava e si avvicinava a Sara.
“Mettiamo in chiaro delle cose.. io sono un uomo e tu una donna, soli in questa casa, che cosa potremmo fare?”
Sara era inquieta, non sapeva che ribadire.
All’improvviso il viso di Marco era a breve distanza dal suo, “Ma..ma che sta facendo?”, ancora più vicino, tanto che poteva sentire il suo respiro sulla pelle, ma si fermò. “Scusami!” e lasciandola lì se ne andò in camera sbattendo la porta.
“Questo è pazzo” e continuò ad asciugarsi.

"Che stupido, che cretino, era lì, carina, bella e non ci sono riuscito…” pensava nel momento Marco.

Quella notte non riuscì a dormire, si alzò, andò in cucina e bevve un po’ d’acqua per calmarsi e tornò a coricarsi.
Finalmente la mattina dopo Sara poté bearsi di alzarsi tardi, perché il sabato non aveva scuola ed era stremata dalla sera prima.
"A che bella dormita!” disse stiracchiandosi.
Ma però toccandosi si ritrovò qualcosa; “E sta cosa che è?” accese la luce e si vide il braccio di Marco con tutto il resto del corpo che dormiva nel lettone insieme a lei.
A quel punto lei non ci vide più dalla rabbia e strillò:
“Marcooo, cosa cavolo ci fai quaaa!”, lui poverino svegliato di soprassalto cadde dal letto.
Alzata la testa vide Sara tutta coperta e le disse:
“No! Tu che ci fai qui!”, “Senti signorino, questa è la stanza dei miei, come ti sei permesso ad intrufolarti??? Eh!!”.
La osservò, pensò e ribadì: “Aahh, ehehehe, scusa scusa…credo di aver sbagliato, ero convinto di essere nel tuo letto!!! Perdono perdono!!!”.
Sara troppo incavolata lo sbatte fuori di la e lui mortificato andò nella sua vera stanza.
Dopo pochi minuti ritornò da lei:
“Ehm penso che qualcuno stia bussando alla porta, dice: Ehi Sara sono Luana Aprimi!”, “Cheeee? Oh my god!!!” gli fece segno di uscire e si vesti in fretta e in furia poi prese Marco e lo chiuse li dentro a chiave:
“Statti buono qui dentro e non parlare nessuno deve sapere che tu abiti qui, quindi zitto!!!”, Marco annuì. 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


“Sara, Sara dai aprimi mi secca stare fuori, dai!” suonando anche il campanello.
“Finalmente la signorina mi onora della sua presenza!”, “Si scusa e che ero in pigiama, mi sono svegliata tardi!”.
La fece entrare e Luana andò subito nella sua stanza:
“Ehi Sara ma che fine ha fatto tutto il casino che c’era?”, “Ho dovuto sistemare perché mamma si è arrabbiata!” che bugia.
“A proposito, il disegno che ti avevo chiesto l’hai finito?” Sara annui fece per prenderlo ma qualcosa la fermò, ricordò che tutta la sua roba era nella stanza dei suoi chiuso dentro con Marco.
“E-eehm scusami vado un attimo al bagno!”.
Invece corse verso la porta chiuse a chiave. “Chi non muore si rivede!”, “:P”, i soliti diverbi tra i due, e finalmente dopo pochi minuti trovò il disegno, uscì senza dire niente e richiuse a chiave.
Ritornata da Luana le porse il foglio e lei ringraziò.
“Bellissimo, sei troppo forte, mi piace e anche i colori!”, “Ogni volta mi dici così!”, “:D, simpatica!!, comunque adesso vado, ci vediamo lunedì a scuola!”, “Va bene va bene Ciao Lù!” e si salutarono.
Finalmente Sara poté fare un sospiro di sollievo.
Ritornò nella stanza dei suoi e aprendo la porta trovò Marco disteso nel lettone che dormiva, sorrise, era proprio un bambinone e gli rimboccò le coperte.
Usci senza fare rumore andò in cucina e fece colazione.
Dopo un ora anche Marco fece capolino in cucina ma non trovò nessuno, ma solo un foglio appeso sul frigo:

“Sono andata a fare un po’ di spesa, mi raccomando non rompere niente, fa come se fossi a casa tua”.

“Ok ok! Ahahah…”fece colazione anche lui e si vestì.
Non sapendo che fare, rifece il letto matrimoniale e quello dove la notte prima avrebbe dovuto dormire.
Poi ritornò nel lettone e sistemò i disegni sparsi tutti per terra.
Quella ragazza era proprio disordinata, pensava, però i suoi disegni erano veramente belli, era la prima volta che li vedeva.
Quando stava a scuola non si azzardava ad entrare dentro quell’aula per non farla arrabbiare, e rimaneva li affascinato da come la ragazza si concentrava, ogni dettaglio era perfetto, lesse alcuni titoli:
host club, ayashi no ceres, fushigi yughi, full metal alchemist, inuyasha, skeap beat, itazura na kiss, junjou romantica, kaichou wa maid-sama, vampire knight, lovely complex, karin piccola dea, love hina, hetali, perfect girl evolution, peach girl bokura ga ita.
 “E brava Saretta !”.
Li sistemò come meglio poteva e andò di nuovo nella “sua” stanza e nella scrivania vide un mucchio di anime e libri normali, tutti di tipo fantasy tra cui: il signore degli anelli, le cronache di Narnia, la storia infinita, Alkymia, la bambina della sesta luna 1-2-3-4, il vangelo dei vampiri, twilight, il mondo di orfeo, la chiave dell’alchimista e Fire. 
Marco prese il libro Fire e sedutosi sul divano cominciò a leggerlo.

Dopo mezz’ora ritornò Sara, passò per il salotto e vide Marco.
“Marco che stai facendo?!” nessuna risposta.
“Ehilà, ma mi seeentiii…!!”, “….Quando lei aveva quindici anni, Cansrel aprì la porta della gabbia del leopardo mostruoso color della notte, e lasciò Fire per l’ultima volta. Scusa se non ti ho risposto, ma stavo leggendo questo libro. Interessante!”, “Ah e chi ti ha dato il permesso di leggerlo?” Marco prese il fogliettino:
“Fa come se fossi a casa tua! L’hai scritto tu no quindi per non annoiarmi mi sono messo a leggere!”.
Colpita e affondata, fece un falso sorriso, e poi con un cenno gli disse di seguirlo in cucina per aiutarla a sistemare le cose.
Pranzarono e poi si misero a fare i compiti e a studiare.
Verso le sei Sara accese il computer e controllò Facebook, poi andò su Streaming Megavideo e cliccò su Supernatural settima stagione episodio 10, però Marco gli domandò:
“Che stai facendo!?”, “Che ti frega!” rispose secca, “Eddai che ti costa?!” le disse facendo un bel sorriso.
Lo guardò come incantata e poi si decise:
“E va bene…Sto cercando di vedere la decima puntata della settima stagione di Spn!”, “Davverooo? Perché tu lo guardi?? Non ci credo!”, “E perché tu la conosci!”, “Altro che, ce la guardiamo insieme!?”, “Sii si certo!”, “Chissà che succede allo Zio Bobby!”.
Cosi Marco si sedette accanto a lei e iniziarono a vederlo.
Dopo un ora e passa, SPN, fini e Marco se la rideva perché Sara era scoppiata in lacrime:
“Ma no dai lo zio Bobby no, perché l’hanno fatto morire dai e troppo triste era un secondo padre per loro, e adesso stanno di nuovo soli!!, “Ahahah Sara piangere per queste cose!”, “Pensa per te che ti ho visto versare una lacrima!”.
Quando si calmò spense il computer e iniziò a preparare la cena.
Quella sera mangiarono cose buone come gnocchi ripieni, cotolette e patatine fritte.
Appena finirono continuarono un po’ a studiare e poi uno alla volta si fecero una doccia ristoratrice.
A mezzanotte Sara, andò a dormire, perché prima voleva constatare se Marco dormisse nel suo letto, quando lo fece allora poté ritirarsi nella camera e saltata sul letto si coprì.
Quella notte fece un sogno, un brutto sogno, diciamo un incubo, che fece sobbalzare la ragazza, che per calmarsi andò nel bagnò e si lavò la faccia.
Stette per una manciata di secondi ferma e poi ritornò in camera.
Quando la mattina dopo Marco si svegliò scoprì di essere senza coperta, girandosi si vide faccia a faccia con Sara, era successo la stessa cosa del giorno prima, però non aveva gridato come quella isterica, l’unica cosa che fece fu quella di dargli un bacio sulla guancia caricarsela tra le braccia in modo delicato portarla nel lettone e rimboccarle le coperte, in fondo erano solo le sei del mattino.
Stava per andarsene ma una mano lo fermò:
“Per favore resta!”, “Va bene!” e si coricò accanto a lei.
Avevano le mani ancora unite quando prese sonno. 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Quando quella mattina i due si svegliarono videro che erano ancora mano nella mano, però Sara, quella che si arrabbiava di più, non disse nulla ma solo un “Grazie” e lui le sorrise.

Quel giorno a scuola le cose tornarono come prima, perché come ogni volta le ragazze andavano dietro a Marco e lui non che le allontanava, ci stava appiccicato e a Sara questo suo comportamento non andava a genio, “Ehi Sara ma non è che sei gelosa?”, “Chi io? Di quello li, nella tua immaginazione spero!”, in realtà non lo era, il fatto era che gli faceva rabbia, non si era dimenticata mica del quasi bacio e della sua mano nella sua.
Un attimo di leggerezza si disse ritirandosi nella sua aula di disegno.
Intanto Marco se ne era accorto, lo faceva di proposito, voleva vedere fin dove arrivava la sua tolleranza.
Infatti lasciate sole le ragazze la seguì.
Loro per tutta risposta pretesero dove andasse e lui replicò che non le riguardava.
Di li a poco un ragazzo chiese loro chi fosse quello che se ne era andato e loro risposero che si era trasferito due mesi prima nella classe di Sara. “Volete dire che è un suo nuovo compagno di classe?”.
Tute annuirono. 
Il ragazzo, andò nell’aula di disegno e rimase fuori la porta a guardare la sua occupante dalla finestra, era ancora più bella di come se la ricordava ma doveva parlarle al più presto chiarire le cose con lei.
Ci sarebbe riuscito?
Il giorno dopo, questo ragazzo fermò Sara nel corridoio e lei appena lo vide si meravigliò: “Luca?”, “Si! Ciao Sara”, “Addio Luca!”, “E no Sara fermati voglio parlarti!!”, “Noi due non abbiamo niente da dirci! Specie io! Quindi ora lasciami in pace…” e lo lasciò solo.
Marco vide Sara parlare con un ragazzo, chissà chi sarà, si chiese fra se e se, poi iniziata la ricreazione decise di andare a trovarla nell’aula di disegno, vide che la ragazza si era appisolata tanto che entrò dentro e occupò la sedia di fronte a lei.
“Ma perché mi piaci!” le dichiarò toccandogli i capelli.
In quel istante, fuori passò un ragazzo e vedendo quella scena trasalì, Marco percepì qualcosa tanto che si girò ma non vide nessuno.
Finalmente Sara si svegliò trovandosi Marco vicino:
“E tu che ci fai qua?”, “Abitiamo insieme, un salto potevo anche farlo!”, “Se se…”, “Non è che ti da fastidio la mia presenza?”, “No non è questo!”, “E allora cosa?”… “Non sono affari tuoi, e che mi sono ricordata di una cosa… oh che te ne frega a te!”, “Va bene, va bene vado” e la lasciò sola.

Anche se il tempo passa, i ricordi restano limpidi come cristalli.

Questa frase letta, a Sara  fece riflettere.
In effetti era vero,  in quei giorni che stavano insieme, mille ricordi la invasero.
Era come rivivere l’anno prima, lei felice insieme al suo ragazzo, e poi un giorno lasciata perché in realtà mai voluta veramente.
E Marco faceva come lui.
Il ragazzo con cui stava Sara era lo stesso ragazzo che trasalì, Luca.
Dopo poco la ragazza si riprese e uscì da scuola, lì l’aspettava Marco e andarono insieme.
Luca li vide allontanarsi.
Nessuno dei due disse qualcosa, stavano in silenzio, poi la sera Marco lasciò che la ragazza restasse sola, infatti si chiuse nella sua stanza, non la rivide che il mattino dopo.

Poi passarono due settimane, e Sara ancora si comportava così, Marco non si dava pace, neanche i battibecchi tra i due funzionavano più.
In quelle due settimane Luca si faceva vedere da Sara solo quando Marco non era con lei e a Sara questo non piaceva, gli diceva di lasciarla in pace, e lui le chiedeva almeno un giorno per parlare.
Ma lei rifiutava. 
L’unica persona a cui Marco potesse chiedere qualche informazione su questa strana situazione era Luana, chi meglio di lei poteva saperlo.
Alla ricreazione mentre Sara era nell’aula di disegno, Marco si avvicinò a Luana:
“Ciao Luana!”, “Marco!?”, “No il fantasma formaggino, certo che sono io!”, “Spiritoso! Sentiamo che vuoi!”, “E’ una cosa seria e tu mi devi dire la verità!”, “Su che cosa?, “Sullo strano comportamento che ha assunto la tua amica in queste due ultime settimane!”….
“Vuoi sapere la verità nient’altro che la pura e semplice verità?”, “Si lo giuro…ma che mi fai dire!”, “Ahahah scusa, comunque vieni con me e te la dirò!” dicendo così Marco la seguì nell’anfiteatro, si sedettero e indicando una persona parlò:
“Vedi quel ragazzo seduto laggiù!”, Marco annuì, “Lui è Luca, è stato il ragazzo di Sara fino all’anno scorso, solo che tipo dopo 2 settimane lui si comportava strano nei suoi confronti. Poi un giorno se ne spuntato che non l’amava più, che si era stancato di lei, che i suoi disegni facevano schifo, in realtà disse così perché l’aveva tradita con un'altra, lei ci rimase così male che fino adesso non vuole avere un ragazzo.!”.
“Aahh adesso capisco!”, “Andiamo a 2 settimane fa…Sara mi ha detto che Luca l’ha ricercata, che le vuole parlare e che vuole chiarirsi con lei…ti prego fa qualcosa!”, “Non voglio intromettermi in faccende che non mi riguardano”, “Ok ok scusa, comunque sabato alcuni nostri compagni hanno organizzato una festa in un magazzino tu e lei siete invitati, cercate di venire!”, “Ricevuto!” poi si salutarono.
Quella sera a casa sembrò andare come le altre sere, tranne per il fatto che inaspettatamente si sentì una musica dal salotto, Marco disturbato da tale rumore si precipitò li e vide Sara che stava ballando musica di discoteca.
“Che scaltra, non mi hai detto che oltre a saper disegnare bene sapessi ballare altrettanto” disse mentre si avvicinava a lei, però dovette ricredersi.
In realtà era ubriaca, non si era accorto della bottiglia di vodka poggiata sulla sedia.
Colto dalla rabbia spense la musica e lei per tutta risposta disse:
“Scemo ma che fai…stavo ballando!”, “Scema sarai tu, si può sapere che ti sei messa in testa!? Una brava ragazza come te, fare questo!”, “Che ti frega…e tutta colpa di quel Luca, quello stronzo, mi ha tradita e dopo un anno vuole parlare di nuovo con me, che se ne vada a quel paese!” mentre lo diceva barcollava verso Marco, “Sara adesso basta, non dovresti fare cosi, viene ti accompagno in bagno!”, “Perché, vuoi approfittarti anche tu di me, avanti baciami, fallo, so che lo vuoi!”, “Ah che ragazza…”. La prese in braccio e la condusse sotto la doccia aprendo l’acqua fredda, lei si lamentò e lui insistette, quando capì che la sbronza era passata, le mise addosso l’accappatoio e insieme al phon la portò nella stanza dei genitori, l’adagiò sul letto e poi se ne andò via.
Sara stette a considerare di quanto fosse stata una stupida.
Quella notte pianse. 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


“Ci sono tre tipi di segreti: I segreti che teniamo ben nascosti per proteggere il nostro cuore; I segreti che vorremmo rivelare ma siamo obbligati a non farlo; I segreti che teniamo nascosti nella speranza che qualcuno ci chieda di parlarne”.

Marco stava dicendo a Sara che con lui poteva anche parlare.
La ragazza era ancora chiusa nella stanza e non voleva proprio uscire, neanche per andare a scuola.
“Sara per favore esci e parliamone…!”, “Ti ho detto che non sono affari tuoi!”, “Anche se lo so che si tratta di Luca!?”.
Sara a quel punto uscì:
“E come lo sai? No aspetta è stata Luana vero?”, “Si ma glielo chiesto io a lei dato che tu non mi parlavi più!”.
Sara lo prese per mano e lo trascinò sul divano.
Lui si mise bello comodo aspettando che lei dicesse qualcosa.
“Sai io l’amavo veramente e quello, ma quando poi ho scoperto che in realtà mi tradiva con un’altra ci sono rimasta malissimo! E ora se ne spunta, dopo un anno, che vuole chiarire con me…”, “E tu perché non lo vuoi fare?”, “Perché mi fa arrabbiare, ma scusa tu non hai mai sofferto per amore!?”, gli chiese ma lui non rispose subito.  “Purtroppo la ragazza con cui stavo nel mio paese, prima di trasferirmi qui è morta in un incidente!” le disse tristemente.
“Scu..scusami non volevo rattristarti…”, “Ormai lo superato…” però la sua voce era rotta dal pianto.
Fu la prima volta che Sara lo vide piangere, e spinta da un impulso, lo abbracciò stringendolo a se.
Marco si meravigliò, e continuando a piangere avvicinandosi  a lei, finalmente si sfogò. 
Quando si riprese stettero ancora un po’ abbracciati, Marco era appoggiato a lei e lei aveva le mani nei suoi capelli.
“Allora che vogliamo fare?!” chiese Marco, “Fare che cosa?” gli contestò.
“Sciocchina…per Sabato!!”, “Aaahhh si ci sono, che fa ci andiamo insieme?!”, “Ceeertoo e ci divertiremo !!”.
I due si sorrisero e si presero a cuscinate.

Quando infine quel famoso Sabato arrivò, i due ragazzi erano vestiti agghindati, Sara aveva messo un vestitino bello, carino, mentre Marco era vestito in modo casual. Arrivati al magazzino videro che c’erano tutti i loro compagni e anche a Luana, tanto che Sara le andò incontro e Marco fu raggiunto dalle ragazze che come sempre gli saltarono addosso.
Il ragazzo senti un’occhiataccia da Sara e lui fece spallucce.
Quella sera si divertirono moltissimo tra balli, giocate alle carte, gioco della bottiglia e poi mentre stavano ballando una mano prese Sara e la portò fuori, ma con il buio che c’era non comprese chi fosse.
 Arrivati si rese contro che il tipo misterioso era Luca, stava per ritornarsene dentro quando di nuovo lui l’afferrò per un braccio:
“E no carina adesso mi ascolti!”, “E io ti dico come sempre vattene a quel paese non voglio ascoltarti!”.
Nel frattempo Marco stava cercando Sara, non la trovava da nessuna parte, chiese anche a Luana ma non lo sapeva neanche lei.
Così decise di guardare se era fuori.
Nel frattempo Luca stava dicendo se aveva qualche speranza di ritornare insieme, ma lei non ne poteva più.
“Sei proprio di coccio, se ti dico che ormai tra me e te è finita, che cazzo ritorni dopo un anno, mi hai fatto sentire uno schifo…”,
“Lo so, lo so, ma adesso mi sono pentito…”, “Mi dispiace ma io non posso. No!”, “Come?”, “Cosa non capisci della parola NO!”, “Ma perché dai se non ci proviamo!”, “Basta mi hai stufato!”, stava per andarsene quando di nuovo la prese per un braccio.
“No!?”, poi la strattonò nel muro e tenendola stretta incominciò a baciarla, ma lei gridava no no e sempre no.
Meno male che in quel momento Marco era nei paraggi e sentì gridare qualcuno, quando vide la scena si infuriò così tanto da togliere di dosso Luca da Sara e abbracciarsela, la ragazza con le lacrime agli occhi si afferrò a lui.
“Ma che cavolo ti salta in mente?”, “Che te ne fotte a te?”, “Vai via …vattene e non farti più vedere da lei” gli disse spingendolo via con una mano, e se ne andò prendendosi una ragazza.
Quando scomparve dalla loro vista Sara ancora piangente lo ringraziò, “Dai non ringraziarmi lo fatto perché siamo amici no!”, “Si” rispose ancora demoralizzata.
Poi Marco prendendola per mano la rassicurò:
“Su torniamo a casa!”, lei acconsentì. Arrivati a casa si sedettero sul divano, la ragazza era ancora un po’ scossa dai fatti precedenti che non si voleva staccare da lui.
“Sara adesso sei al sicuro!”, “Lo so, lo so però…” non fini la frase che si rimise a piangere.
“Dai su non piangere…ti disinfetto io…!”, “Che..?”
O.O non poté continuare la frase perché senza accorgersene le sue labbra erano state raggiunte da quelle di Marco.
<> pensava Sara.
Il bacio più dolce e più bello che avesse mai ricevuto, ma perché mai non lo fermava, forse perché una piccola parte di lei in quei tre mesi lo desiderava così tanto?.
Poi lui si staccò , era tutto rosso in viso:
“Ti..ti… sei ripresa?”, “S-si, ma…”, “Era da tanto che volevo farlo, scusami se ti ho sorpreso, ma sai ho capito che qualcosa… i miei sentimenti per te…il vederti ogni giorno nell’aula di disegno mentre eri concentrata, anche venire a stare qui, stare nella stessa classe, punzecchiarti, farti arrabbiare…Forse è vero che c'è una sola opportunità, in amore, e non puoi fartela scappare. È questa l'assurda bellezza delle cose."
Sara era a bocca aperta, non sapeva che rispondere, Marco la guardò sfoderando uno dei suoi bellissimi sorrisi, e poi lei rispose:
“Sai Marco, non so perché devi essere tu, ma sono sicura che se non ci proviamo non potremo vedere come sarà!” disse sorridendo.
Lui era felice e attirandola a se la baciò di nuovo. 

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Capitolo 6
*** capitolo 6 ***


“Ehi Marco ci verresti da una parte insieme a me?”, “Ma certo!” rispose sorridendo.
Sara guardava Marco, ancora non credeva che stessero insieme, che lui si era dichiarato la notte prima…ma quel giorno Sara voleva portarlo in un posto.  

Camminarono un bel po’ prima di arrivare.
Quando finalmente Sara si fermò, Marco notò di essersi bloccato in un bella villetta.
“Qui ci abita una mia amica, gli avevo promesso che ci sarei andata quando avrebbe avuto i cuccioli..!”, “Ma chi la tua amica?”, “Ma no scemooo…la sua gatta!” e risero. Suonando il campanello, aprì loro una giovane ragazza:
“Sara, ciao sei venuta!”, “Si Emanuela…ehm lui è il mio ragazzo!”, “Piacere Marco!”, “Ciao Marco, puoi chiamarmi  Emy!” disse facendo un sorriso, poi li fece accomodare in casa, era bella addobbata di cose Natalizie, Sara nel vederle si ricordò di essere a dicembre e che anche lei avrebbe dovuto addobbare la casa, ma la cosa gli era sfuggita di mente.
“Allora sono nati i micetti?”.
Emanuela annui e li portò in veranda.
Marco appena vide quei minuscoli micetti ne rimase meravigliato.
“Ma ma ma che sono duciiiiiiiiii, amoreeeeee!”
Sara era felicissima che ne prese uno in braccio e lo fece vedere a Marco.
“Prendilo, guarda che carino!”, “E si Bianchina ha fatto proprio un bel lavoro, ne ha fatti 6 e sono tutti pucciosi!”, “E strudelosi!” disse una voce in lontananza.
“Sery anche tu qui!?”, chiese Sara.
“E certo e pur sempre casa mia questa!” rispose, “E tuo marito!?”, “Al lavoro…e questo bel ragazzo chi è?, “Sono Marco, il ragazzo di Sara!”.
“Ehi Manu come stanno i cuccioli!”, “Come li hai visti poco fa sory!”le rispose.
Sara e Marco rimasero un po’ li a giocherellare con i micetti e poi salutarono le sorelle.
“La prossima volta vieni che disegniamo un po’!”, “Ok ciao Sery!” e le salutarono.
Siccome avevano ancora tempo si misero a fare una passeggiata, poi videro una panchina e si sedettero.
“Simpatiche le tue amiche!”, “Sisi..Serena mi ha insegnato a disegnare e Emy mi ha fatto conoscere gli anime e i manga...ma li hai visti quei cosi piccini piccini, che erano duciii!” Marco la guardava,  voleva conoscere tutto di lei.
“Ehi Marco che c’è!”, “Ah niente e che stavo pensando….”.
“A cosa?”, “A quanto vorrei darti un bacio!”.

O//O Sara era imbarazzata, lui la guardava, ma poi lei si avvicinò e gli regalò un bacio.
Marco sorpreso l’abbracciò delicatamente dicendogli un grazie.

Ritornarono a casa prendendosi per mano.
L’indomani a scuola…bè… molti avrebbero avuto delle sorprese…

Infatti a scuola, tutti, ma proprio tutti si meravigliarono.
Videro Marco e Sara mano nella mano, Sara era imbarazzatissima ma Marco invece no, tanto che la rassicurava.
Anche le ragazze che andavano appresso a lui ci rimasero male.
Poi arrivati in classe tutti iniziarono a squadrarli.
“E bravi ci avete fregato proprio!”.
I due imbarazzatissimi si sedettero nei loro posti e Sara fu avvicinata da Luana:
“Sara! Ma brava prima mi dici che ti fa antipatia e ora ci stai insieme?, “L'amore è come un incidente improvviso. Capita di innamorarsi di qualcuno che non avevamo mai preso in considerazione...”, “-.- infatti, però sai sapendoti stare con lui, la mia preoccupazione diminuisce sono felice per voi!”, “Grazie Lu”.

“Buon giorno ragazzi”, “Buon giorno prof!”.
E intanto il professore, che sapeva che i nostri protagonisti litigavano ogni volta nella sua lezione, non senti volare manco una mosca.
“Ehm oggi non litigate?!”.
“No abbiamo smesso!”, “Ahhh meno male, adesso posso stare tranquillo!!”, e tutti se la risero.

Arrivata la ricreazione come sempre Sara si ritirava nel suo club di disegno e insieme a Marco. "Marco?", "Si Sara?", "Posso...posso farti un ritratto!?", il ragazzo le sorrisse e con un cenno del capo disse di si.
Sara ne fu felice.
 In quella stanza c'era pace, serenità e felicità, la ragazza era concentratissima nel disegnare ma Marco per ridere un pò si muoveva facendo facce buffe, lei lo rimproverava, diceva di star fermo, e lui ad un certo punto per completare l'opera gli scoccò un bacio, tanto che presa alla sprovvista rimase pietrificata, perchè anche se ormai era il suo ragazzo non riusciva ancora a credere di stare con uno bellissimo infatti per questo voleva fargli un ritratto per conservare la sua bellezza.
"Sara!!! ahahaha ma dai su riprenditi!", "Sto bene sto bene e solo che la tua luminosità mi fa morire!" Marco se la rise, gli diede un altro bacio per farla riprendere e mettendosi in posa , Sara pote completare la sua opera. 
 

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