I could stay lost in this moment forever.

di R Artemis
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter 1 ***
Capitolo 2: *** Chapter 2 ***
Capitolo 3: *** Chapter 3 ***
Capitolo 4: *** Chapter 4 ***
Capitolo 5: *** Chapter 5 ***
Capitolo 6: *** Chapter 6 ***
Capitolo 7: *** Chapter 7 ***
Capitolo 8: *** Chapter 8 ***
Capitolo 9: *** Chapter 9 ***
Capitolo 10: *** Chapter 10 ***
Capitolo 11: *** Chapter 11 ***
Capitolo 12: *** Chapter 12 ***
Capitolo 13: *** Chapter 13 ***
Capitolo 14: *** Chapter 14 ***
Capitolo 15: *** Chapter 15 ***
Capitolo 16: *** Chapter 16 ***
Capitolo 17: *** Chapter 17 ***
Capitolo 18: *** Chapter 18 ***
Capitolo 19: *** Chapter 19 ***
Capitolo 20: *** Chapter 20 ***
Capitolo 21: *** Chapter 21 ***
Capitolo 22: *** Chapter 22 ***
Capitolo 23: *** Chapter 23 ***
Capitolo 24: *** Chapter 24 ***
Capitolo 25: *** Chapter 25 ***
Capitolo 26: *** Chapter 26 ***
Capitolo 27: *** Chapter 27 ***
Capitolo 28: *** Chapter 28 ***



Capitolo 1
*** Chapter 1 ***


L'ultima cosa che ricordo fu Kurt in Polly poi più nulla..
 
"ehi..ehi ragazzina svegliati!Oddio sta male?"
"non credo..a respirare respira!"
'cazzo, no!non di nuovo.."pensai prima di riaprire gli occhi. E invece sì, era successo di nuovo.
Mi alzai di scatto con un solo pensiero:questa volta mi licenziano.
Non mi accorsi neanche delle persone accanto a me, presi il mio iPod, il libro e vidi una mano che mi porgeva la borsa.
Guardai finalmente il mio salvatore, o meglio, i miei salvatori: una ragazza dai magnetici occhi nocciola e capelli scuri e di fianco un ragazzo dai lunghi capelli neri.
"Oh Santo Tomo, adesso ho anche le visioni"pensai a voce alta.
Presi velocemente la mia roba e comincia a correre, nella speranza di raggiungere quel misero negozio in cui lavoravo il più in fretta possibile.
 
"Frances sei in ritardo!"
"Sì lo so. Scusami El..non succederà più" dissi.
"sisi lo dici sempre, ma non devi dirlo a me,sai che non farei mai la spia! Ti ho coperta io dal bifolco" 
Ecco, io adoro questa ragazza! Lei è El, lavoravamo insieme in questo stupido negozio di dischi. Da quando mi ero trasferita qui a Los Angeles lei era la mia unica amica, il mio angelo custode.
"Sai, prima è successo di nuovo" dissi, che subito lei cambiò espressione. 
"Oddio sei svenuta di nuovo?Dov'eri?Cos'è successo?"
"Ecco, mi aspettavo l'interrogatorio!Calmati El! Ero vicino alla spiaggia, è successo all'improvviso. Quando mi sono svegliata, penso che stessi ancora sognando..pensa! Ho immaginato Tomo e Vicki che mi aiutavano a risvegliarmi!" dissi ridendo.
El aveva ancora l'espressione da sorella maggiore preoccupata, ma sorrise anche lei. "Sempre la solita pazza! Anche quando stai male hai in mente quelli là!"
'Quelli là' erano i miei idoli, o meglio, i nostri idoli. Io e El ci eravamo avvicinate proprio grazie alla passione per la musica, in particolare per i '30 Seconds to Mars', una band formata da tre pazzi che, a loro insaputa, sono stati la mia àncora di salvezza quando nessun altro c'era.
Chiacchierando, finì il turno di El così rimasi da sola. Entrò qualche altro cliente e piano piano passò i tempo. Finì anche il mio turno, chiusi il negozio. Come al solito il capo non si era fatto vivo. Era uno di quegli uomini ricchi ed enormi che pensano solo ai soldi e alle donne. Lo odiavo, ma almeno mi pagava quel che bastava per la casa e altro.
Tornai a casa che erano le 10 passate. 
Vivevo in un piccolo appartamento in un quartiere neanche tanto male a LA, la città dei miei sogni. Mi ero trasferita lì qualche mese fa. Prima vivevo in un piccolo paesino in Italia, con mio padre. Finito il liceo, presi le mie cose, i miei sogni, e scappai da quel paese, da mio padre e da tutto quello che mi aveva fatto passare. Cercai di voltare pagina, dimenticare i brutti ricordi. Volevo studiare all'univeristà e poi fare la fotografa, immortalare momenti felici in modo che restino per sempre. Purtroppo mi accorsi che non era così semplice vivere qui, da sola, così per il momento lavoravo per guadagnare qualcosa.
Frugai tra la mia borsa in cerca di Puff, così avevo chiamato la mia macchia fotografica, una Nikon presa con i primi risparmi. 
"Merda!Dove sei finita adesso? Ma certo..la spiaggia!!Deve essermi caduta lì! A quest'ora me l'avranno già fregata!"
Mangia qualcosa e andai a dormire con pensiero di Puff e di quelle strane visioni di quel pomeriggio..potevano essere davvero Tomo e Vicki? Certo che no...

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Capitolo 2
*** Chapter 2 ***


"Try and stop me, try and save me. I want to fall.."
Ecco la sveglia. Le 7. Mi svegliai, mi feci una doccia, magiai qualcosa velocemente e uscii. Già a quest'ora i vicini urlavano. Loro erano così: o urlavano uno contro l'altro o si poteva sentire chiaramente come 'facevano pace'..comunque non c'era un attimo di pace e tranquillità.
Oggi mi toccava lavorare la mattina, quindi andai dritta al negozio. Passò in fretta la mattinata e uscii.
Mi diressi subito verso la spiaggia, magari Puff era ancora lì.
Ecco la panchina, la mia panchina ormai. Quello era il mio posto preferito,davanti alla spiaggia, ottimo per le foto e tranquillo per leggere.
Cercai ovunque, ma della mia piccola vita nessuna traccia. Lei conservava tutti i momenti felici passati in questa splendida città, gli unici bei ricordi che avevo. 
Mi distesi sulla panchia, presi il mio fedele iPod. Play -Time is running out- l'unica cosa che ci voleva adesso era la musica. Una lacrima mi rigò il viso. Strano come un semplice oggetto possa essere così importante.
Sentii un dito sfiorarmi la guancia e asciugarmi la lacrima.
Aprii gli occhi e.."Non ci posso credere. Sono davvero pazza" pensai, o meglio, dissi da sola.
"Ehi, guarda che non sei pazza, almeno non credo..Piacere,io sono.."iniziò lui.
"Tomo" finii io.
"Allora sai chi sono" disse con uno dei suoi sorrisi da farti sciogliere."Tu sei la stessa ragazza di ieri,giusto?"
"Allora era tutto vero..non erano le solite allucinazioni!e c'era anche Vicki! Comunque piacere io sono Frances!" risposi entusiasta. 
"Il piacere è tutto mio Frances! Ieri hai dimenticato questa"disse prendendo da una delle tasche la mia macchina fotografica.
Lo guardai. Non potevo crederci..la mia Puff!
"Oh tesoro, piccola Puff! Mi sei mancata tanto!"
"Aspetta un attimo..Puff?" disse lui scoppiando a ridere.
Lui, Tomislav Milicevic! "Aspetta un attimo..Tomo!" dissi. Solo allora realizzai chi era veramente l'uomo davanti a me: uno degli uomini da cui traevo energia per andare avanti nella mia vecchia vita, uno degli uomini da cui avevo imparato che bisogna lottare e andare avanti, sempre e comunque, prima o poi la felicità ti avrebbe trovato.
"Oh, emm, grazie, grazie infinite!" riuscii a balbettare.
"Per,come hai detto che si chiama?,Puff? Di niente!" disse sorridendo.
"E per un altro milione di cose" sussurrai buttandogli le braccia al collo. Poteva essere tutto vero?
"Ti va di fare un giro? Starbucks?Dai, voglio sapere perchè l'hai chiamata Puff!" disse indicando la Nikon "e poi ho proprio bisogno di un caffè!"
"Se..se non hai nient'altro da fare..ok!" risposi io, ancora incredula.
Camminammo poco, Starbucks era proprio lì vicino. Lui ordinò un caffè, mentre io un cappuccino. Gli raccontai di Puff, il nome che Kurt Cobain aveva dato al suo primo gatto a cui teneva molto, per questo decisi di chiamarla così. Lui scoppiò a ridere, attirando l'attenzione dei pochi clienti del cafè.
"Ieri cosa ti era successo? Io e Vicki ti abbiamo visto accasciarti all'improvviso così abbiamo pensato che fossi svenuta.."disse infine lui, tornando serio.
"Avete pensato bene. Mi capita spesso e..grazie davvero, senza di voi.."iniziai quando squillò il cellulare di Tomo.
Si scusò con me e rispose: "Pronto?Sisi. Sono da Starbuck, vicino alla spiaggia. Ok a dopo."
"Scusami, era Jared. Fra poco arriverà anche lui con Shannon." mi informò.
Ok questo era davvero troppo. Non poteva succedere tutto in un solo giorno. Ero..felice, come lo ero stata poche volte. Era tutto troppo perfetto. 
"Ehi, tutto bene?" mi chiese Tomo. 
Non feci in tempo a rispondere che la porta di aprì ed entrarono due figure familiari, due persone che da anni facevano parte, inconsapevolmente, della mia vita. Guardai Tomo. Lui mi sorrise in risposta.
I due fratelli Leto si avvicinarono al nostro tavolo.
"Ma lei è la fotografa!" disse il maggiore, indicandomi. 
Lo guardai perplessa. Come faceva a conoscermi? E, come mi aveva chiamata?
'I want suffer, be broken get tired,or wasted..' Presi il mio cellulare, mi alzai e risposi.
"Frances è successa una cosa. Devi venire assolutamente! El.." Balbettava Chris, un mio collega. 
"Ehi, ehi calmati! Respira, dimmi cos'è successo! Dove sei?" dissi.
"El, ha avuto un incidente! La stanno portando in ospedale!"
Ero nel panico. Sentivo la sensazione che mi pervadeva poco prima di svenire, ma questa volta non potevo permettermelo. Dovevo andare da El.
Chiusi immediatamente la chiamata.Dovevo avvisare Tomo che sarei andata via.
"Tomo io..devo andare..El..ospedale..aiutarla.."balbettai.
"Ehi tesoro calmati!Dove devi andare così di corsa?" disse Tomo.
Respirai, dovevo calmarmi. "Una mia amica ha avuto un incidente, devo andare in ospedale!" era inutile, non riuscivo a calmarmi.
"Ok aspetta ti accompagniamo noi!" rispose..Shannon.
Lo guardai sbalordita. No, adesso non avevo tempo di pensare, dovevo muovermi.
"Ok grazie, ora però vi prego, sbrighiamoci!"
I tre si alzarono e uscimmo dal cafè. Salimmo velocemente sulla macchina parcheggiata lì davanti, Shannon al volante.
In poco tempo raggiungemmo l'ospedale. Il batterista aveva superato parecche volte il limite di velocità, per non parlare di tutti i semafori rossi.
Corsi dentro e chiesi per la sala di El. Salii di corsa i piani e arrivai. Chris era seduto fuori dalla stanza. Appena mi vide, mi venne incontro e mi abbracciò. "I medici non hanno ancora detto nulla" mi informò.
Notai anche la sorella e la madre di El. Le conoscevo bene ormai. Le consolai, anche se io per prima avevo bisogno di supporto.
Aspettammo ancora qualche minuto e finalmente i medici uscirono.
"La ragazza è stabile. Ha avuto un brutto incidente, ma si riprenderà presto."
Non poteva esserci notizia migliore. Ora però avevo bisogno di aria fresca. 
Tornai nella sala di aspetto e trovai Tomo e i fratelli Leto. Erano ancora lì..
"Grazie" dissi solo. Non riuscivo a dire nient'altro.
"Ma figurati!Come sta la tua amica?" chiese Tomo.
"Sta bene. è stabile e si riprenderà presto secondo i medici." risposi con un sorriso "Grazie per avermi accompagnata e per essere restati. Non voglio trattenervi ancora, avrete sicuramente di meglio da fare."
"oh in realtà avremmo un'intervista" rispose Jared. Vidi gli sguardi che gli lanciarono Shannon e Tomo. "Che avete?è la verità!" si difese il frontman e uscì dall'ospedale salutando velocemente con un cenno della mano.
Abbracciai Tomo e anche lui uscì, rassicurandomi che sarebbe andato tutto bene e che se avevo bisogno, potevo contare su di lui.
Restò infine Shannon. Mi guardò con una strana espressione: curiosità? Non saprei dirlo. "A presto piccola fotografa!Se hai bisogno,fai un fischio! Ci rivedremo!" disse allontanandosi sorridendo.
Rimasi un po' ferma a guardare il vuoto, poi uscii a prendere una boccata d'aria. In Italia avevo passato molto tempo in ospedale: mia sorella aveva un costante bisogno di cure per la sua malattia. Ripensai a quei momenti e a quelli passati poco fa. Avevo incontrato le persone che mi avevano dato la forza di andare avanti per anni. Ancora non mi sembrava vero. 
Ma adesso il pensiero principale era El. Avevo temuto di perdere anche lei. Tutte le persone che amavo, mi abbandonavano. Ma lei no, sapevo che sarebbe restata.
Rientrai in ospedale, nella stanza di El. Stava davvero bene, l'avrebbero rimessa pochi giorni dopo, per gli ultimi accertamenti.
"Sono successe parecchie cose, sai? Ma ti racconterò tutto domani" le dissi.
"Nono così mi incuriosisci!Voglio sapero adesso!"
"Eh no! Adesso sei ancora debole, rischi di stare male davvero!" dissi ridendo.
Era tornata la solita El. Passammo insieme il resto del tempo poi, finito l'orario delle visite, tornai a casa.
"Ci rivedremo!" ripensai a quelle parole poco prima di addormentarmi..

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Capitolo 3
*** Chapter 3 ***


Riuscii a dormire poche ore. Alle 3 ero già in piedi a gironzolare per casa..cominciavo ad odiare i miei vicini.
Presi un libro e iniziai a leggere..ecco che il tempo passò subito. Erano già le 7.30 e dovevo sbrigarmi per andare a lavoro. Avrei coperto il turno di El: mi aspettavano lunghe giornate.
La mattina al negozio era sempre troppo noiosa. Ero sola. Quella mattina,come tutte le altre, non si sarebbe fatto vedere neanche un cliente. Ne approfittai per rilassarmi con un po' di buona musica. 'Origin of Symmetry' ruppe il silenzio di quella giornata. Passarono così quelle ore, poi staccai per andare a trovare El. Stava sempre meglio: ancora un altro giorno e l'avrebbero rimessa.
Le raccontai quello che mi era accaduto il giorno prima. Puff, Tomo, Starbucks e infine l'ospedale..sembrava più emozionata di me! Improvvisamente tacque.
"Mi dispiace" disse poi.
La guardai perplessa "Di cosa?"
"Se non avessi fatto questo stupido incidente, tu saresti rimasta ancora un po' con loro!" se ne uscì lei.
Questa volta la guardai sbalordita. Come poteva pensare questo? "Ma cosa stai dicendo?Tu non c'entri niente!L'unica cosa che interessa adesso sei tu. Devi riprenderti del tutto. Non devi preoccuparti di niente, vedrai che prima o poi li rivedremo, questa volta insieme! non ci credevo molto neanche io in realtà, ma un sorriso tornò sul volto di El e questo mi faceva stare meglio.
La salutai velocemente e tornai al negozio. Questa volta c'era anche Chris e ovviamente niente clienti. Ci divertimmo un po': musica a palla, la voce di Bono degli U2 riempì quelle quattro mura. 
Chiacchierammo un po' e finii anche questa giornata. Tornata a casa, ero troppo stanca per mangiare, così mi addormentai subito. Passarono poche ore che si fecero risentire, dannati vicini! Erano vecchi, ma arzilli come pochi!
Ricominciava così un'altra giornata. Lavoro, ospedale, lavoro.
La sera El uscii dall'ospedale e ci ritrovammo a casa sua per una cenetta in 'famiglia': ero un po' un'intrusa effettivamente.. El era ancora un po' debole, si vedeva, ma nel complesso stava bene. Passò la serata e tornai a casa. Riuscii a dormire qualche ora in più!Ma alle 5 ero già in piedi..un'altra giornata mia aspettava, un'altra noiosa giornata in quel negozio. Prima o poi avrei trovato il mio posto in questo difficile mondo, lo sapevo, ma adesso mi toccava questo. Per fortuna c'era El, così la giornata passò in fretta. Era sera ormai, ma sentivo il bisogno di tornare lì, sulla spiaggia, nel mio piccolo mondo.
Era una sera come tutte le altre:ragazzi ubriachi intorno ad un falò, mentre le piccole onde arrivavano a riva dolcemente. La luna ci osservava tutti dall'alto.
Rimasi lì immobile, persa nei miei pensieri, quando una figura si avvicinò a me, sorridendo.
Riconoscerei il suo sorriso e quello sguardo ovunque, anche in una sera buia come quella.
Ma era impossibile..
"Ciao piccola fotografa!"

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Capitolo 4
*** Chapter 4 ***


"Shannon.."
"Finalmente ti ho ritrovata!Tomo mi ha detto che vi siete conosciuti qui, così ho pensato che forse saresti tornata.."disse lui
"Appena posso vengo sempre qui. La tranquillità, la spiaggia, il mare, il cielo..sembra tutto così perfetto" risposi, guardando la luna.
"Hai proprio ragione. Allora, posso avere l'onore di sapere il nome della giovane fanciulla con cui sto parlando?" disse fissandomi.
"Oh già, scusa. Io sono Frances."
"mmm..francese?"
"Nono. Italiana! Mia madre era di origini francesi.."dissi con una nota di malinconia mista a rabbia al pensiero di quella donna.
"Mitico!Adoro l'Italia!" rispose lui. 'Non si direbbe'pensai..
"L'altro giorno, per puro caso, ho visto le tue foto..sei un'ottima fotografa, sai?" continuò sorridendo. Il suo sorriso...
"Ecco come facevi a conoscermi l'altro giorno!Comunque,grazie.." risposi, credo imbambolata a fissare quel maledetto sorriso.
"E dal vivo sei ancora più bella.."sussurrò "O cazzo, devo andare!"disse guardando l'ora sul suo iPhone. "Domani io e Antoine facciamo un Dj Set al Playhouse. Verrai vero? Non accetto un 'no' come risposta. Sarai mia ospite. Se vuoi, porta pure la tua amica." disse porgendomi due biglietti.
"A domani piccola fotografa!" non feci in tempo a dire una parola, si avvicinò e mi lasciò un piccolo bacio sulla guancia, che al suo tocco si colorò di rosso. Poi tornò sulla sua moto e corse via.
Sfiorai la mia guancia..oddio cos'era appena successo?
 
La mattina dopo, in negozio, raccontai tutto a El. Era a dir poco felice! Saltava ovunque gridando come una matta.
"Vediamo se ho capito..vuoi venire anche tu stasera?"dissi ridendo.
"E me lo chiedi pure?Certo che ci vengo!Dobbiamo andare a fare shopping!Dobbiamo comprare qualcosa di adatto per stasera!" era davvero entusiasta.
"El aspetta. Ma tu mi ci vedi a truzzeggiare in discoteca? Farò la figura della scema,per di più davanti a Shannon!"
"Ma smettila! Invece tu verrai e vedrai che alla fine ti divertirai anche! Non so se hai capito, Shannon Leto ti ha chiesto di andare ad uno dei suoi party e tu ci stai anche a pensare? Fidati di me, questa sera non te la dimenticherai" insistette lei. Ok, ci sarei andata, avrei fatto di tutto per vedere El felice, e sotto sotto volevo andarci anche io, forse.
Passammo il pomeriggio in giro per negozi. El comprò un vestito rosso corto a metà coscia, troppo corto secondo me, abbastanza aderente. Le stava d'incanto però.
Io infine scelsi un vestito nero, a corpetto sopra e un po' più largo sotto, stile 'principessa delle tenebre', secondo El. Scarpe, rigorosamente con il tacco.
 
Si fece presto sera o meglio notte. Io ed El ci vestimmo, un filo di trucco e via, verso quel maledettissimo locale. La 'musica' si sentiva benissimo anche da fuori. Mostrammo i biglietti ed entrammo. Ero stata a poche feste in discoteca, solo per qualche compleanno di amici, costretta ovviamente. Qui però era tutto diverso:ragazze praticamente mezze nude che si strusciavano vicino a ragazzi ubriachi. Qualcuno di quasi normale ogni tanto usciava da quella folla però..
Appena trovammo un posto dove stare, vidi Shannon e Antoine salire su quella specie di palco. Shannon indossava una delle sue solte maglie larghe nere, mentre Antoine aveva un gilet grigio sopra una maglietta bianca. 
Veloci presentazioni, poi Mr. Becks fece partire la musica. Shannon era lì a guardarlo entusiasta, poi si riprese e andò a fare quello che sapeva fare meglio: suonare.
Sentii qualcuno parlarmi, anzi urlarmi contro: El voleva che andassi a ballare con lei. Cercando di 'integrarmi' entrai in quella folla e iniziai a ballare, se così si può definire. Ero un disastro! Non che mi dispiacesse..
Dopo poche canzoni lasciai El in mezzo a quella giungla e andai a sedermi in uno dei divanetti. Finalmente un po' d'aria! Poi, qui potevo vedere bene quello che combinava quell'uomo. Ora non suonava più, si era tolto la maglia e,sudato come un animale, cercava di ballare. Ecco, cercava, perchè da qual che vedevo non era poi più bravo di me..
Rimasi incantata a guardarlo per un po', lui intanto continuava a lanciare quegli sguardi verso ragazze innocenti, finchè non si accorse di me. Mi indicò e mi salutò con quel suo sorriso..sentii il mio cuore accellerare. 'Ehi, che hai?Ti sei svegliato finalmente?'
Poco dopo presi la mia Puff e cominciai a fare foto qua e là. Antoine e Shannon gli obiettivi principali. Vidi El tra la folla: almeno lei si stava divertendo!
Improvvisamente non vidi più Shannon. Pensai che l'avesse risucchiato la folla e che ora fosse avvinghiato a qualche bionda. Non ci pensai più di tanto e cominciai a riguardare le foto appena fatte. Le passai una dopo l'altra, finchè non sentii qualcuno dietro di me.
"Sei venuta alla fine! Allora, ti stai divertendo?" non aveva ancora rimesso la maglia..
"Oh sì, moltissimo" mentii.
"Non sei per niente brava a mentire!" disse ridendo. "Dai su, vieni a ballare!" mi prese per mano. Rabbrividii a quel tocco. Credo che se ne accorse, mi guardò, sorrise e mi trascinò tra la folla.
Si scatenò per pochi minuti(lui, perchè io mi limitavo a ridere guardandolo) poi alcune ragazze lo notarono e finì il divertimento.
"Andiamo da un'altra parte" disse Shannon portandomi di nuovo sul divanetto.
"Se non lo avevi ancora capito, non amo molto questo genere di musica..però devo ammettere che tu e Antoine non siete per niente male"
"Gran parte del merito è tutto suo! Io lo accompagno qualche volta, nient'altro!" disse guardando il suo amico.
Improvvisamente si girò verso di me, fissandomi negli occhi. Io mi ero ormai persa nel suo sguardo: quella sera aveva gli occhi color nocciola, ma era come se nascondessero qualcosa..
"Adoro i tuoi occhi" sentii dire da lui, come una voce lontana.
Quella maledetta sensazione di vuoto era tornata e questa volta mi sentivo troppo debole per fermarla.
Poi solo buio.

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Capitolo 5
*** Chapter 5 ***


"Si riprenderà?"
"Certo che si riprenderà! Quando è molto debole sviene. Le succede spesso. Ehi, sei preoccupato per lei?"
Sentii delle voci, la sua voce. Cominciai a rinvenire. 
"Bentornata bella addormentata!" El mi porse un bicchiere d'acqua e zucchero.
"Come ti senti?" Lui. Era proprio qui, di fianco a me.
"Meglio, grazie" risposi. I nostri sguardi si incontrarono. Già, ora stavo proprio bene. C'era l'infinito in quegli occhi.
Mi accorsi poco dopo che non eravamo più nella sala da discoteca.
"Shannon ti ha portata qui. E' una stanza privata, almeno qui non c'è tutto quel casino" disse El. Mi leggeva nel pensiero quella ragazza!
"Sei svenuta all'improvviso..mi hai fatto spaventare" fu Shannon a parlare. Ora ricordavo. Stavamo parlando, poi ero svenuta. Perchè dovevo rovinare sempre tutto?
"Sarà meglio andare Frances. Ti riporto a casa che hai bisogno di riposare"
"Grazie El" risposi.
El ed io stavamo già uscendo quando sentii qualcuno prendermi la mano. Mi voltai. Pochi centimetri separavano il mio volto dal suo, il volto che avevo sempre solo sognato.
"Buonaotte" sussurrò. Posò dolcemente le sue labbra sulle mie. Un brivido. Fu un istante, mi sembrò un'eternità.
Mi allontanai e uscii.
 
"Ti lascio un attimo da sola e guarda cosa combini!" disse El ridendo. "Stai davvero meglio?"
"Si certo" risposi ripensando a pochi minuti prima. "Ma tu cosa hai fatto mentre ero con Shannon?"
"Niente..ho conosciuto Antoine! è come lo avevamo immaginato: un tamarro! Ma sembra anche molto dolce. Abbiamo parlato un po', poi Shannon è venuto a chiamarmi e sono venuta da te." raccontò.
Non riuscivo a pensare ad altro. "Mi ha baciata" sussurrai. 
Frenò bruscamente, quasi finimmo fuori strada. Per fortuna non c'era nessuno. 
"Cosa? E lo dici così? disse ridendo.
"Questa sera non la dimenticheremo" ricordai le sue parole.
 
Troppi pensieri affollarono la mia mente quella notte, come quella successiva. Neanche ascoltare l'iPod mi aiutava..questa volta Mengoni non riuscì a portarmi nel mondo dei sogni come al solito.
Passarono alcuni giorni e decisi di tornare sulla spiaggia. Avevo quasi paura che lui fosse lì, ma non c'era, per fortuna o meno: non sapevo neanche io cosa aspettarmi.
Era sera, avevo mangiato poco. Andai da Starbucks. Un caffè era proprio quello che ci voleva.
Mi sedetti ad uno dei tavoli. -Bring me to life- a farmi compagnia.
Mi piaceva stare da sola, non pensare a nulla e osservare il mondo che mi circondava. In Italia, anche avendo qualche amico, ero sempre la ragazza-solitaria. Forse perchè la maggior parte dei ragazzi che mi circondava non mi capiva, non capiva cosa passavo ogni giorno per seguire mia sorella minore, lei e quella fottutissima malattia che me l'aveva portata via.
Per questo trovavo rifugio nella musica, una via di fuga, qualcosa che non aveva bisogno di niente. Lei c'era sempre, pronta a tirarmi su di morale o a soffrire con me. 
Ripensando a tutto questo, una lacrima mi rigò il viso.
"Muddafuggaz!"

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Capitolo 6
*** Chapter 6 ***


'Aiuto. No, questa volta non può essere lui. Sto impazzendo davvero!' mi voltai e invece mi trovai davanti proprio lui. Mi affrettai ad asciugarmi il viso.
"Ciao Shannon" dissi cercando di sorridere. Lui si avvicinò al tavolo e si sedette davanti a me.
"Buonasera! Ehi, va tutto bene?" forse aveva notato qualcosa..
"Sisi certo, tutto bene" adesso, stavo davvero bene!
"L'altra sera mi hai fatto preoccupare..poi sei andata via subito.."disse.
Abbassai lo sguardo. "Non stavo molto bene..avevo bisogno di riposare." in realtà non mi ero mai sentita meglio. Lui ed io. Ma la verità era che non sapevo neanche io cosa fare, avevo paura.
"Già, si vedeva. Anche Tomo l'hai incontrato così! Alla fine dobbiamo ringraziare questo!" e rise. Che voleva dire? Ma la sua risata era troppo contagiosa..finii per ridere anche io.
Poi si fermò "Avenged!" questo era più pazzo di me. Cosa c'entravano loro adesso? Lo guardai con aria perplessa e lui indicò le mie cuffie. "E' vero! Mi sono dimenticata di spegnere l'iPod!" Chissà cosa mi aveva distratta! 
Misi in pausa -Almost Easy-
"Ascolti anche queste musica! Sei strana ragazzina!" 
"Prima di tutto, non sono una ragazzina e non chiamarmi più così, vecchio. Poi, sì, li adoro."risposi.
"Ehi! Vecchio a chi? Io sono un ragazzino!" disse lui fingendosi offeso, poi scoppiò a ridere.
Si alzò, mi prese mano costringendomi ad alzarmi. Al suo tocco, come l'ultima volta, rabbrividii.
Questa volta non se ne accorse.
"Andiamo ragazzina!" "Agli orgini vecchio!" e mi trascinò fuori.
Senza accorgermene si era fatta notte. La luna splendeva su di noi.
Andammo in giro per LA, in posti in cui non ero mai andata. Mi divertii a fare foto qua e là, con Shannon al seguito. Sembrava davvero un ragazzino a volte..
"Sei una Echelon vero?" mi chiese.
"Certo, siete diventati davvero importanti per me. Fate parte della mia vita ormai." risposi orgogliosa. Lui quasi si rattristì. "Che c'è?" chiesi.
"Niente niente. Come mai hai scelto proprio noi?"
"Voi non siete solo musica, siete molto di più. Non ce la faccio a parlarne ora, ma mi avete aiutata molto nei momenti brutti della mia vita. So che non mi abbandonerete mai" dissi, e abbassai lo sguardo, gli occhi lucidi.
Ripensare a mia sorella e alla mia vecchia vita mi faceva ancora male.
"Non pensavo fossimo così importanti, ma cosa.." iniziò, poi si voltò verso di me, vide il mio sguardo e si fermò. 
"Ehi, dai su con il morale! Fammi vedere di nuovo quel sorriso! Sei molto più bella quando sorrisi, sai?" diventai rossa, il tramonto si era trasferito sulle mia guance. "E lo sei anche quando arrossisci! Dai, ti porto in un bel posto ora!" disse ridendo. La sua risata era quello che ci voleva..
Camminammo un po' , poi ci trovammo di nuovo davanti ad uno Starbucks. "E sarebbe questo il bel posto?" chiesi divertita.
"Certo! Il miglior posto al mondo! Sono in astinenza da caffeina!" così dicendo, entrò. L'uomo alla cassa lo conosceva: "Il solito?" chiese a Shannon. "Si grazie!" 'chissà quante volte verrà qui!' pensai guardando il caffeinomane davanti a me.
Presi il suo caffè e uscimmo. Lo finì con una velocità impressionante. Poco dopo si accese una sigaretta. Lo guardai, gli presi la sigaretta da mano, e la buttai a terra. "Ma che fai?" chiese guardando per terra.
"Non devi fumare. Ti ucciderà presto e nessuno vuole questo!" dissi ridendo. "Dovresti smettere!"
Lui continuava a guardare la sigaretta a terra, quasi dispiaciuto per lei. "Ci proverò!" disse e sorrisi vittoriosa.
Eravamo ormai sulla spiaggia, il rumore delle onde ci accompagnava.
Improvvisamente lui mi prese la mano e mi voltò. Eravamo a pochi centimentri di distanza, come poche sere prima. Il mio cuore batteva sempre più forte, temetti che riuscisse a sentirlo anche lui. I miei occhi non riuscivano a staccarsi dai suoi. Potevo sentire il suo profumo circondarmi.
Si avvicinò ancora. "Sai, sei diversa, sei strana. Tu..mi piaci" sussurrò prima di far incontrare di nuovo le nostre labbra. Questa volta fu diverso. Le nostre lingue si incontrarono. Sentivo il suo calore avvolgermi, la sua mano scendere sul mio fianco e l'altra accarezzarmi i capelli. Ero sbalordita e confusa, ma mi lasciai trasportare da lui. Poco dopo mi allontanai leggermente. 
Cercavo ancora di realizzare quello che era appena successo. Sorrisi. Poi vidi l'espressione sul volto di Shannon.
"Shannon! Forse è buio e non te ne sei reso conto..sono castana!" 
Lui scoppiò a ridere..non riuscivo a trattenermi. Già, la prima cazzata che mi era passata per la testa era quella.
"Potresti sempre tingerti i capelli!" disse lui, piegato in due dalle risate. Ma che aveva ancora da ridere?
"Ma non ci penso nemmeno!" risposi. Se lo poteva scordare!
"Sto scherzando! disse riprendendosi un po' "Lo so che sei mora! E sei bellissima così come sei.." Si avvicinò di nuovo, mi sfiorò il viso e infine mi baciò.

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Capitolo 7
*** Chapter 7 ***


Mi svegliai improvvisamente, i raggi del sole sfiorarmi il viso e un profumo che ricordavo ricoprirmi. Poi mi guardai intorno. Ero su un grande letto, in una stanza bianca grande quanto la mia sala e la mia cucina insieme.
Uscii da lì e mi trovai in un lungo corridoio che portava a delle scaleper scendere al piano di sotto. Le seguii. 
'Ma dove cazzo sono finita?' pensai scendendo. 
Ricordavo Shannon, il bacio, ma doveva essere stato un sogno, uno dei miei tanti stupidi sogni. 
Dopo l'ultimo gradino, sentii qualcuno che stava parlando "Ti illudi fratello. Poi è della famiglia! Vorrà solo.." 
C'erano Jared seduto intorno ad un tavolo a mangiare chissà cosa e Shannon in piedi a bere il suo caffè mattutino. Rimasi lì a fissarli, ma Shannon si accorse di me, sorrise e mi venne incontro.
"Buongiorno piccola" e mi diede un dolce bacio.
"Emm..buongiorno" risposi imbarazzata.
Vedendo la mia faccia spaesata disse: "Sei a casa mia, o meglio, nostra" indicando suo fratello. "Ieri sera sei crollata dal sonno così ti ho portata qui"
'Miss figura di merda colpisce ancora!" pensai.
Ma allora, o stavo sognando, o quella era la realtà..ero su Marte..
"Tranquilla non è successo niente" disse Shannon guardando il mio sguardo preoccupato. 
'Ci mancava solo quello'
"Bhè, grazie di tutto" dissi ormai rossa in volto. Poi tornai sulla Terra.. "Che ora è?"
"Sono le 10.30"disse Jared guardando il suo amato BlackBerry.
"Merda!Sono in ritardo!"
"Per cosa?" mi chiese Shannon.
"Io lavoro Shannon! Devo pur guadagnarmi da vivere!"
"Ok rilassati, vado a farmi una doccia veloce e ti accompagno io. Vieni?" disse con uno strano sorrisetto.
Una parte di me si chiedeva cosa facessi ancora lì immobile: volevo Shannon, come mai nessun altro. Ma non potevo permettermelo proprio adesso. La ragione prevalse. "No senti, questa volta mi licenziano davvero! Devo andare!"
"Ok faccio subito" disse, quasi sbalordito, e scomparì sulle scale.
Osservai intanto la mega villa in cui mi trovavo: la cucina era ampia,con tutto l'occorrente necessario anche se sembrava non fosse molto utilizzata, e da lì si poteva vedere il salotto, con una grande divano in pelle bianco.
"Vuoi me?" una voce dietro di me. Jared. Dopo aver giocato con il suo BB si era fatto vivo.
'Ma qui sono tutti pazzi' "Cosa?" dissi rivolgendomi al fratello minore.
"E' la prima volta che qualcuno dice no a Shannon. Ho pensato fossi una di quelle che vuole me." spiegò lui con naturalezza.
"Il mondo non gira tutto intorno a te, Jared" risposi, sorpresa di me stessa per la calma con cui gli parlavo.
Per fortuna scese Shannon, pronto per uscire.
"Che succede?" chiese. "Niente" rispose il fratello.
"Dai andiamo" mi prese per mano e mi portò fuori. Salì in sella alla sua moto e mi guardò.
"Morirai di freddo così!" disse. In effetti indossavo solo una leggera maglietta, 
"Tieni, metti questa" mi porse la sua giacca. Lo guardai. Era rimasto solo con una delle sue solite canottiere che adoravo tanto. "Non preoccuparti, su mettila!" mi incitò. Obbedii, presi un casco e salii in moto. Dopo avergli detto dove lavoravo, partì.
Mi strinsi forte a lui. Mi sentivo stranamente bene. Magari potevo essere licenziata, ma non mi importava. 
Ero qui, vicina all'uomo che ho quasi inconsapevolmente amato da sempre.
Tra mille pensieri, arrivammo al negozio. Shannon si fermò ed io scesi.
"Bhè,grazie" dissi abbassando lo sguardo. 
Scese anche lui e si avvicinò a me. Mi sfiorò il viso con le dita e avvicinò il mio viso al suo..
"Frances, sei in ritardo!" una voce che conoscevo. Il mio capo. 'Questo non c'è mai quando serve e rompe quando non deve!'
"Arrivo!" dissi seccata. Lui si girò e rientrò nel negozio. Stavo per seguirlo quando Shannon si piazzò davanti a me.
"A presto Frances" e sfiorò le mie labbra con le sue. Il mio nome, pronunciato da lui...
Ci separammo e finalmente entrai nel negozio.
Era ora della ramanzina. 
"Frances, dov'eri finita? Qui c'è da lavorare, non ti ho assunta per andare in giro con il primo che capita! Sai che se ti licenzio troverai molto difficilmente un altro lavoro qui!Ah, sono troppo buono! Solo perchè sei tu, questa te la lascio passare, ma la prossiva volta non ti andrà così bene!"
"Ma cos'ha oggi?Io tutto questo lavoro da fare qui non lo vedo proprio!" chiesi a El quando finalmente il capo se ne andò.
"La moglie l'avrà trovato mentre stava con una delle sue amanti!" rispose lei e iniziammo a ridere. "Aspetta un attimo! Quello che ti ha accompagnata era Shannon o sbaglio?"
E le raccontai tutto, sapevo che di lei potevo fidarmi.
Passai buona parte della giornata a rivedere le foto della sera prima. Le sue foto..le nostre. Realizzai pian piano cosa era accaduto. Perchè tutto questo? Mi stava prendendo in giro? Come poteva una come me piacere a uno come lui? Poi non ci conoscevamo neanche, o meglio, lui non conosceva me..
Forse non dovevo neanche pensare a tutto questo. Sicuramente si era già dimenticato di me. In fondo, lui era Shanimal. Ora forse stava già girando intorno ad un'altra ragazza..
Non ero mai stata una di quelle ragazze che fantasticava su queste cose: amare qualcuno non era nei miei piani, nella mia realtà, soprattutto amare il proprio idolo e sognare di essere ricambiata. Cosa mi stava succedendo?

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Capitolo 8
*** Chapter 8 ***


Pochi giorni passarono, io avevo in testa solo una cosa: Shannon.
Mi sentivo una stupida, mi stavo illudendo, ma non potevo farne a meno. Dovevo rivederlo, anche per un'ultima volta.
 
Ero davanti casa sua. La sua giacca in mano, la stessa che mi aveva dato per accompagnarmi al negozio, la stessa che tenevo sempre stretta a me perchè aveva il suo profumo, perchè mi ricordava lui. Era una stupida scusa. 
Ora ero lì e esitavo: avevo paura. Di cosa, non lo sapevo neanche io..
Poco dopo sentii dei colpi. Avevo bussato alla sua porta senza neanche accorgermene. 
Qualcuno aprì, alzai lo sguardo. Antoine. Io rimasi lì, immobile, senza sapere cosa dire o fare.
Lui mi squadrò dalla testa ai piedi. "Tu devi essere Frances! Entra!" disse lui. Entrai e lo seguii.
Mi portò in sala e lì vidi lui: era seduto sul divano, un mano dei CD. Solita canottiera, pantaloni di pelle, bello come sempre.
"Allora chi è?" disse girandosi "Frances.." sussurrò. I nostri sguardi si incontrarono, come a realizzare che fossi davvero io.
"Bene, Frances, finalmente ci conosciamo! Tanto piacere! Ora io andrei..senti, come posso rintracciare la tua amica El?" ecco, Antoine aveva interrotto quel momento.
Gli diedi il suo numero "Se le succederà qualcosa di male, te la farò pagare cara, ricordatelo." 
"Non preoccuparti" disse facendomi l'occhiolino. "Ora vi lascio. Allora ci vediamo domani Shan! A preso Frances!" e uscì.
Riposai lo sguardo su quegli occhi magnetici. Nel frattempo si era alzato e avvicinato a me. Io ancora lì immobile. Era sempre più vicino a me..pochi centimetri separavano il mio viso dal suo..sentivo il suo respiro sulla pelle, il suo profumo..
"Siamo soli.."sussurrò solo prima di posare le sue labbra sulle mie. La giacca mi cadde di mano. 
Una sua mano che intrecciava i miei capelli, l'altra che mi avvolgeva la vita. 
Fu un bacio passionale, intenso. Mi lasciai trasportare da quelle labbra. Poi la sua mano cominciò a scendere, alzando leggermente la canottiera che indossavo.
"Ti voglio.." sussurrò prima di darmi piccoli baci sul collo. Sentivo il mio corpo fremere, rabbrividire ad ogni suo tocco. 
Non c'era bisogno di altre parole. Poggiai la mia mano sul suo fianco.
Mi trascinò piano verso le scale e,sempre insieme, le salimmo. Mi fermò, facendo poggiare la mia schiena al muro.
Sfiorai con le dita il suo tatuaggio sul braccio sinistro, poi gli tolsi la canottiera, lasciandola a terra. Poggiai la mano sui suoi pettorali. Era tutto perfetto.
Mi prese una mano e mi portò al piano di sopra, nella sua camera da letto.
Prima in piedi sulla parete,continuò a baciarmi, mi siflò la canottiera e i jeans. Feci lo stesso con i suoi pantaloni e poco dopo ci trovammo sul letto, lui sopra di me. Mi diede piccoli baci poco sopra l'ombelico, salendo fino a tornare sul collo. Sentivo la pelle bruciare sotto le sue labbra, rabbrividire ad ogni suo tocco.
"Non voglio farti del male.."disse lui fissandomi negli occhi. Ma i miei brividi non erano causati dal freddo, o dalla paura..
Ero persa nel mondo dei suoi occhi, così come risposta lo avvicinai a me e lo baciai. Sorrideva intanto.
Sfiorai prima il suo tatuaggio dietro la schiena e poi il mio preferito, la triad vicino all'orecchio sinistro.
Il mio cuore batteva forte, troppo forte. Sentivo anche il suo. Sembravano uniti a formarne uno solo.
Poi lentamente entrò in me, facendomi provare quello che non avrei mai immaginato, da lui.
Arrivati all'apice, insieme, lui si sdraiò di fianco a me, gli occhi lucidi, sguardo appagato. Mi baciò dolcemente, sussurrando un "grazie" e mi appoggiai al suo petto, facendomi cullare dal suo respiro finendo poi tra le braccia di Morfeo.
 
Mi svegliai nel bel mezzo della notte. Ero ancora tra le sue braccia. Mi allontanai leggermente e rimasi pochi minuti a fissare il suo volto, con quel sorrisino che lo rendeva ancora più dolce. La perfezione. E per quella notte era stata mia. 
Sentii poi la gola secca, così, facendo attenzione a non svegliare l'angelo al mio fianco, mi alzai e scesi al piano di sotto. Bevetti un po' d'acqua rimasi lì, fermai, a pensare. Pensare, era uno dei miei grandi difetti. Pensavo troppo prima di agire, quando secondo me sarebbe meglio essere più impulsivi e non pensare alle conseguenze. Oggi era successo proprio questo: con Shannon mi ero lasciata andare, senza pensare ad altro.
"Ehi..cosa fai in piedi?" Shannon era appena sceso dalle scale "Non ti ho visto di fianco a me..ho temuto che fossi andata via.."disse fissandomi.
"Avevo solo sete.." sorrisi.
Lui si avvicinò e mi strinse a sè. Prendendomi per i fianchi, mi alzò, facendomi sedere sul tavolo, in modo che ora ero poco più alta di lui.
"Sai, speravo non fossi una Echelon. Avevo promesso a me stesso di non toccare mai una Echelon, una della famiglia. Ma con te è diverso, l'ho capito la prima volta che ho incontrato i tuoi occhi. E' più forte di me, non riesco a resistere" disse.
Non sapevo cosa rispondere. Lui mi era sempre stato vicino, da anni ormai e ora era qui, davanti a me che mi diceva queste cose. Sorrisi imbarazzata, le guance tinte di rosso.
Sorrise anche lui e mi diede un piccolo bacio sulla guancia.
"Tu sei diverso. Non sei solo l'animale dietro quella batteria. Sei molto di più.." dissi ma le sue labbra mi fermarono.
Mi prese in braccio e mi portò di nuovo in quella camera, dove riprovammo le emozioni di poco prima.
Come prima, ci trovammo infine uno di fianco all'altro. Gli occhi di uno che infuocavano quelli dell'altra.
Questa volta mi addormentai prima io, avvolta dalle sue braccia e dalla sua protezione.

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Capitolo 9
*** Chapter 9 ***


Mi svegliai all'improvviso, forse avevo fatto un incubo..
Guardai l'uomo al mio fianco mentre dormiva, le sue labbra perfette, il petto che si alzava e si abbassava, una sua mano che intrecciava la mia.. questa volta preferivo la realtà ad uno dei miei sogni.
Restai a guardare quella meravigliosa creatura, poi piano mi alzai, cercando di non svegliarlo. Una bella doccia era proprio quello che ci voleva. Cercai di non pensare a nulla: avrei rovinato tutto con le mie paranoie. Mi vestii e tornai nella stanza. Fissai ancora per un po' l'uomo sul letto. Sembrava un angelo quando dormiva; sorrisi al pensiero di come cambiava dietro alla sua Christine.
Cercai di memorizzare ogni lineamento, ogni aspetto. Sarebbe sicuramente stata l'ultima volta che l'avrei visto così. Mi avvicinai e sfiorai leggermente le sue labbra. Mi allontanai e uscii dalla stanza. 
Prima di scendere al piano di sotto, vidi una stanza aperta. Guardai all'interno e vidi un altro angelo: Jared dormiva tranquillo nel suo letto, sembrava un bambino. Chiusi leggermente la porta per non svegliarlo e scesi al piano di sotto.
In realtà avevo una gran fame. Forse prima di andare avrei potuto mangiare qualcosa..
Andai in cucina e presi una tazza di latte con dei cereali.
Volevo preparare qualcosa anche per i due fratelli, ma non sapevo cosa avrebbe mangiato Jared!Vegano o quel che era..
Alla fine preparai dei semplici pancakes e del caffè per Shannon.
"Che ci fai qui?" mi girai. Jared.
"emm..vi ho preparato la colazione" balbettai.
"Ah, ok" disse semplicemente. Si sedette e cominciò a mangiare.
"Buongiorno anche a te! E si, prego per la colazione.." dissi io. Lui si limitò a fare un cenno con la testa.
"Io dovrei andare, non credo che ti dispiaccia..potresti salutare..anzi no, non importa" continuai finendo di bere il latte. "Ciao Jared" dissi avviandomi verso l'uscita.
"Si ciao.." sentii da lontano mentre uscivo.
Avevo l'impressione di non essere molto simpatica a Jared. Non sapevo se avevo fatto qualcosa di male contro di lui, o se semplicemente non gli piacevo a pelle.
Mi dispiaceva pensare questo, ma sapevo che non avrei più dovuto preoccuparmi: il sogno era finito, non avrei più rivisto i miei idoli. Ero andata via da quella casa, per evitare saluti che in realtà nascondevano addii. Sapevo che una volta passata una notte insieme sarebbe finito tutto, così volevo evitare di illudermi ancora.
Ora passeggiavo in riva al mare, sulla spiaggia. Una lieve brezza invernale mi accompagnava, nonostante le temperature fossero più elevate del solito. La spiaggia era deserta. Ero sola, con i miei pensieri. 
Ora non potevo fare a meno di pensare. A lui. 
Proprio su quella spiaggia mi aveva dato il primo bacio. Avevo passato una notte magica, la migliore mai passata, con un uomo incredibile, irraggiungibile.
Ora illudermi non sarebbe servito a niente, dovevo andare avanti con la mia solita vita. A proposito, il lavoro chiamava.
Mi diressi verso il negozio, dove trovai El ad aspettarmi con un sorriso che la rendeva semplicemente magnifica.
Quasi mi ero dimenticata di Antoine. Dovave raccontarmi un po' di cose..
Appena mi vide, mi venne incontro e mi abbracciò.
"Grazie" sussurrò. "Per cosa?" chiesi ricambiando l'abbraccio. "Per avermi fatto incontrare Antoine."
Mi raccontò che la sera precedente lui l'aveva chiamata per chiederle di fare un giro insieme. La portò in un locale dove lui fece il dj, poi in giro per LA dove il rapporto divenne più 'intimo'. Sembrava che lui ci tenesse davvero a lei, non un appuntamento da una scappatella e via.
Si sarebbero tenuti in contatto e pochi giorni dopo lo avrebbe incontrato di nuovo.
Lei era entusiasta, felice come non l'avevo mai vista, gli occhi che brillavano mentre parlava di lui.
'L'ho persa ormai!' pensai scherzando. Lei era contenta, io ero contenta. La sua felicità era quello che più mi importava. Se l'avesse fatta soffrire...bhè, lo avevo giù avvisato.
 
La giornata passò, tra mille pensieri, come quella dopo.
Il mio turno ormai finito. Salutai Chris, stavo per uscire, quando entrò una persona familiare.
Chris imbambolato, appena si riprese saltò quasi addosso ad uno dei suoi batteristi preferiti, incredulo. 
Shannon lo accontentò,felice. Chris entusiasta mi guardò come per dire "allora che aspetti?E' Shannon Leto!"
Ma prima che potessi anche solo capire cosa stava succedendo, il batterista si avvicinò a me, mi prese per mano e mi portò fuori. Chris sconvolto.
Si fermò, immobile davanti a me, fissandomi intensamente. 
"Perchè sei andata senza saluate?" disse.
"Odio gli addii."
Continuò a fissarmi, quasi afflitto."Non doveva essere un addio, non lo è. Non voglio questo."
"Cosa vuoi allora?" non riuscivo neanche a guardarlo negli occhi. Cercavo di essere quasi dura, quando in realtà avrei voluto solo stringerlo a me e non lasciarlo andare via.
"Voglio continuare a vederti. Voglio conoscerti meglio. Voglio riprovare le stesse emozioni dell'altra notte. Voglio stare con te"
Non sapevo cosa dire. Questo decisamente non me lo aspettavo. Ora guardavo quegli occhi, oggi di un intenso color nocciola. "Io.." balbettai.
Una strana musica ci interruppe. Shannon rispose al cellulare. "Sì, lo so arrivo! Sono passato da Frances" "Ciao Frances!!!" sentii urlare dal cellulare. "E' Tomo. Ti saluta." mi spiegò Shannon."arrivo subito". e riattaccò.
"Non dire niente. Devo partire per un paio di concerti. Tornerò fra pochi giorni. Tieni, questo è il mio numero. Ci sentiamo appena torno." disse in fretta scrivendo sul mio cellulare il suo numero.
Poi si avvicinò e mi baciò con passione,facendo incontrare le nostre lingue. 
Mi allontanai un po' "Vai, altrimenti Tomo si arrabbierà con me" dissi sorridendo, rossa in volto.
Lui salì sulla sua moto, un cenno di saluto e partì.
Mi girai. Chris aveva osservato tutta la scena. "O mio Dio." esclamò. La sua faccia diceva tutto. Ma forse io ero più sconvolta di lui: Shannon era venuto da me.

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Capitolo 10
*** Chapter 10 ***


Tutto questo era successo davvero. Chris era testimone, non avevo inventato nulla. Quel ragazzo era entusiasta anche più di me, non credeva a ciò che aveva visto. Fortunatamente il mio turno era finito, non avevo voglia nè intenzione di raccontare tutto.
Uscii, un giro per LA, un salto da El e poi dritta a casa. Mi mancava un po' quel senso di solitudine. Era tardi ormai; una doccia veloce e poi a letto. 
Pensare che solo poche ore prima ero con Shannon, tra le sue braccia, sotto la sua protezione. Strano, ma già mi mancava. Ma era tutto troppo bello per essere vero, tutto troppo perfetto. Questi sogni non possono diventare realtà per delle semplici ragazze, succede solo nei film!
E tra questi pensieri, mi addormentai..
 
-I won't suffer, be broken, get tired or wasted- la voce di Jared mi svegliò. Guardai l'ora:le 5. 'Chi cazzo è a quest'ora?' pensai, la mia solita finezza..
"Pronto?" risposi. 
"Frances, è successa una cosa" disse una voce che quasi non ricordavo. Mia zia Mari. "Forse dovresti tornare a Milano"
"Cos'è successo?" ero confusa e assonnata. Non sentivo parte della mia famiglia da più di un anno, molti non li avevo mai sentiti.
"Tuo padre..ha avuto un infarto improvviso, il cuore non ha retto e.." disse piangendo.
Non sapevo cosa dire. Non mi aspettavo una notizia del genere e non sapevo come reagire. Mio padre, quello che non c'era mai stato, quello che invecedi pensare a me e mia sorella usciva, tornava a casa tardi la sera, di solito ubriaco. Non era stato un padre. Ma sentii come il mondo crollarmi addosso. Ora non avevo più una famiglia. 
Attaccai subito, preparai una borsa con qualche vestito e uscii. Non sapevo neanche cosa fare. Andai da El e le raccontai tutto, così decise di accompagnarmi in Italia. Insieme, partimmo per l'aeroporto, comprai due biglietti e prendemmo il primo volo. Direzione:Milano.
Era successo tutto così all'improvviso, ora mi ritrovavo lì, su quell'aereo, per tornare nel mondo dal quale ero riuscita a scappare. iPod, cuffie: la musica mi avrebbe accompagnata anche questa volta. Mi addormentai sulle note di -A modern Myth-
 
"Frances!Frances svegliati! Siamo arrivate! mi svegliò El. Guardai dal finestrino, riconobbi Milano, la mia città che tanto amavo, ma nella quale mi sentivo così soffocata.
Un taxi, un'oretta ed eravamo arrivate. Casa mia era lì, davanti a noi. Vidi uscire mia zia, mi corse incontro e mi abbracciò tra le lacrime. Stessa scena con altre persone, molte delle quali che neanche conoscevo. 
Il giorno dopo al funerale vidi il corpo di mio padre. Non sapevo cosa provare. Tutta la rabbia che provavo verso di lui svanì all'improvviso, lasciando spazio al rimorso di non averlo aiutato, di non aver tentato di avere un normale rapporto padre-figlia. Ma, nonostante tutto, mi sentio quasi fuori luogo lì, tra tutte quelle persone che piangevano mio padre, che lo conoscevano davvero.
Passato tutto, il giorno dopo io ed El partimmo alla volta di LA. Non me la sentivo di restare un giorno di più lì.
"Sei una ragazza davvero forte. Non ha versato una lacrima in questi giorni. So quello che ti ha fatto passare, ma so anche che ci tenevi a lui, Era pur sempre tuo padre. Dai che quando torniamo a LA ho una sorpresa per te!" mi disse El. Io la adoravo, non potevo farne a meno. Lei era entrata da poco nella mia vita ma era ormai essenziale. Senza di lei non ce l'avrei mai fatta, anche solo la sua presenza mi faceva stare meglio.
Poco dopo atterrammo e scendemmo dall'aereo. Eravamo ancora all'aeroporto quando mi girai verso l'uscita e l'unica cosa che riuscii a pensare fu 'Grazie El'. 
Proprio lì davanti c'erano Shannon ed Antoine che chiacchieravano tra di loro. Appena il batterista alzò lo sguardo e incrociò il mio, sorrise, uno dei più bei sorrisi che avessi mai visto. Gli corsi incontro, ma all'improvviso mi bloccai, davanti a lui. Non sapevo cosa mi stesse succedendo, non riuscivo a muovermi. Shannon mi guardò poi allargò le forti braccia e mi strinse a sè. Ecco quello che mi ci voleva. Lì mi sentivo protetta, sapevo che nulla poteva ferirmi. 
"Piccola" sussurò dandomi un bacio sulla fronte.
Brividi cominciarono a percorrermi il corpo e sentii le gambe cedermi. Quel senso di vuoto stava tornando.
Shannon se ne accorse così mi sorresse, guardandomi spaventato.
Mi prese in braccio e mi portò in macchina, al fianco El e Antoine. Cominciai a riprendermi piano piano. Il braccio di Shannon intorno alla spalla, le sue dita che mi sfioravano il viso.
"Per piacere, portaci a casa di Frances. Starò io con lei mentre non si riprenderà del tutto. Ha solo bisogno di riposo." sentii dire da El. Antoine alla guida annuì e partì.
Mi sentivo persa , lontana da tutti, ma l'essere vicina a Shannon mi faceva stare meglio, il suo calore mi avvolgeva. Sentii la macchina fermarsi. Delle braccia prendermi e portarmi fuori dalla macchina, dentro casa.
El fece strada a Shannon, che mi poggiò sul mio letto delicatamente. El uscì un attimo a parlare con Antoine, così io e Shannon ci trovammo soli, io che lottavo contro l'impulso di lasciarmi andare a quello strano sonno, lui al mio fianco seduto sul letto.
"Ti chiamerò domani, riposati ora." disse e mi stampò un dolce bacio sulle labbra. 
Quelle labbra furono l'ultima cosa che sentii, poi solo buio.

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Capitolo 11
*** Chapter 11 ***


Uscii finalmente dal mondo dei sogni per ritornare alla realtà. Uscii dalla mia camera ancora un po' assonnata. Stavo morendo di fame, così andai in cucina, dove trovai El.
"Buongiorno bella addormentata!" mi disse sorridendo.
"Buongiorno a te!" risposi.
"Come ti senti? No, tu adesso mi spieghi perchè ogni volta che incontriamo loro succede qualcosa!" e cominciò a ridere.
"Mi dispiace.."dissi abbassando lo sguardo.
"Ma che dici?Sto scherzando, l'importante è che ora stai bene!Guarda che Shannon ti ha già chiamata un paio di volte. Ho risposto io e gli ho detto che poi lo avresti richiamato..Ci tieni davvero a lui,vero? Dai mangia qualcosa prima che mi svieni di nuovo" disse ridendo. 
"Grazie per essere rimasta con me, e per tutto insomma.."dissi abbracciandola. Lei ricambiò l'abbraccio "Qualunque cosa per te"sussurrò.
Dopo presi finalmente la mia tazza di latte caldo e biscotti. Poi doccia e io ed El uscimmo. Un'altra giornata di lavoro ci attendeva.
Passò in fretta la mattinata,così come il pomeriggio. Quasi non pensavo a tutto quello che mi era accaduto in questi giorni, come se l'avessi rimosso dalla mia mente. Forte, diceva El. Ma in realtà sapevo di non esserlo. Stavo solo trattenendo tutto dentro, nell'attesa di scoppiare.
Finito di lavorare, di sera decisi di richiamare Shannon. Squillò poche volte poi rispose "Ehi Frances! Cominciavo a preoccuparmi..come stai?"
"Molto meglio grazie. Ho passato solo dei brutti giorni, ora tutto bene."
"Senti, sono tornato ieri dal tour, non ho nulla in programma, ti va di incontrarci?" disse.
Mi leggeva nel pensiero. Avevo bisogno di qualcosa di familiare, mi serviva un sostegno. Mi serviva Shannon.
"Certo!" "Dove sei?Vengo a prenderti subito"
Detto fatto, passò qualche minuto e vidi una moto poco distante avvicinarsi. Era lui.
"Ero proprio qui vicino.Ciao piccola! Sali, svelta, credo di avere qualche pazza alle calcagna. A volte mi fnno paura.."
Presi il casco,salii sulla moto e partì ad una velocità spaventosa. "Stringiti a me e non preoccuparti" sentii urlare. Non me lo feci ripetere.
Poco dopo cominciò a diminuire la velocità dinchè non si fermò del tutto. Eravamo su un molo che mi era molto familiare, ma in quel momento non riuscivo a capire nulla. Scendemmo dalla moto e ci avvicinammo alla transenna.
"Guarda" mi disse solo, indicando il cielo. Proprio in quel momento il sole sembrava toccare il mare, per immergersi poi nelle sue acque cristalline. Tutto intorno di varie sfumature di rosso e arancione. Il riflesso di quella stella in acqua era strepitoso. Noi in silenzio,per goderci quello spettacolo. Poi mi voltai a guardare la stella al mio fianco. Sembrava stanco, ma nonostante tutto felice. Si accorse che lo stavo osservando e si girò a fare lo stesso. Adoravo perdermi in quell'oceano,non dell'acqua sotto di noi, ma dei suoi occhi.
"Una piccola sorpresa per te"disse avvicinandosi. Un bacio a rendere questo momento indimenticabile. 
"Kings and Queens" sussurrai. "Cosa?"
"Questo è St.Monica, dove avete girato Kings and Queens. Grazie..". Sorride dolcemente "Dai andiamo ora. Che ne dici di venire da me?" Non aspettava una risposta, era già in sella alla sua moto. Lo raggiunsi e partì.
Pochi minuti ed eravamo arrivati a destinazione. Entrammo e trovammo invece Jared che stava uscendo.
"Ehi Bro" disse rivolgendosi al fratello maggiore "ciao"guardando me "torno più tardi, ci vediamo dopo!" e sparì. Non potetti fare a meno di notare lo sguardo che lanciò al fratello prima di uscire. Confuso, sorpeso.
Non avetti il tempo di pensare a nulla che sentii un tonfo. Shannon si era catapultato sul divano. "è tutto il giorno che provo con la mia Christine. Sono distrutto" ma quasi non lo sentii. Ero troppo presa dalla parete piena di scritte, dediche e disegni. Molti di Jared. Quell'uomo era un vero artista. 'Prima o poi lascerò un ricordino anche io' pensai. 
Poi mi voltai e mi sedetti sul divano accanto a Shannon. Lui era sdraiato, così cominciai ad accarezzargli piano i capelli. Sorrise. Dio, il suo sorriso.
La serata passò in fretta, tra chiacchiere, film e pop corn. Dopo, io seduta sulle sua gambe, cominciò a giocare con i miei capelli, mentre mi dava piccoli baci sul collo. Proprio mentre sfiorai la sua triad con le labbra, la porta si aprì ed entrò Jared. Io diventai rossa, Shannon cominciò a ridere. "Che ridi?" gli dissi, ma mi lasciai trascinare e iniziai a ridere anche io. Lui aveva qualche strano potere.
"Sei adorabile quando arrossisci" "Si certo ma.."le sue labbra mi impedirono di proseguire.
"Fate pure come se io non ci fossi, non sfasciatemi la casa però" disse Jared sorridendo. Poi salì al piano di sopra.
Poco dopo lo seguimmo anche noi, ma nella camera di Shannon.
Eravamo semplicemente abbracciati, l'una tra le braccia dell'altra, come a non voler rovinare questo momento, in silenzio. Presi il mio iPod, una cuffia e me, l'altra a Shannon. Adele ci fece compagnia per un po'. Poi partì -With or without you- degli U2.
Inevitabile. Una lacrima mi sfiorò in viso, e Shannon se ne accorse. Non riuscii più a trattenermi.
"Questa canzone..mio padre adorava gli U2..odiavo quel grande stronzo non capisco perchè ora mi sento così.." riuscii a dire, ormai tra le lacrime. Shannon mi strinse ancora di più a sè.
"Era tuo padre, qualunque cosa ti abbia fatto, lui ti amava, ne sono sicuro. E in fondo anche tu gli volevi bene"
"Se è così, non gliel'ho mai detto"
"Sono sicuro che lui lo sapeva. Ed ora sarà sempre al tuo fianco a proteggerti"
Dopo queste parole, dopo tante lacrime, ci addormentammo insieme, la musica a farci compagni.
 
La mattina seguente mi svegliai, ancora tra le braccia dell'uomo che poco prima viaggiava nei miei sogni. Mi alzai, cercando di non svegliarlo, una doccia poi scesi al piano di sotto. Di Jared nessuna traccia. 
Mangiai qualcosa quando sentii qualcuno bussare alla porta. Andai a controllare. Era Tomo. Aprii e prima che potesse dire qualcosa lo abbracciai forte. Quell'uomo era così dolce che avrei voluto tenerlo tra le braccia per sempre.
"Ehi Frances!Cosa ci fai qui? Shannon immagino.."disse ridendo. Abbassai lo sguardo imbarazzata. "Non si è ancora svegliato? Ti dispiace se lo aspetto qui?Più tardi dovremmo provare!" ed entrò.
Parlammo un po' poi mi venne un'idea.
"Che ne dici di una partita ai videogames? Vediamo cosa c'è in casa Leto.."dissi cercando tra i mille cd, dvd e giochi vicino la tv.
"Certo! Io voto per Halo, ci gioco sempre con Shannon!"disse entusiasta.
Immaginavo già loro due rinchiusi lì a giocare ore ed ore ad Halo..
"Ci sto!" e così iniziammo a giocare per passare il tempo.
"Sei brava ragazzina!" disse poco dopo. "Grazie Tomislav! Anche tu non sei niente male!" 
Passammo così più di un'ora..era quasi l'una..
"Che ne dici Frances, andiamo a svegliarlo?"
"Forse ho un'idea migliore.."dissi avvicinandomi ai cd. -Nightmare- mi saltò subito all'occhio. Sapevo cosa fare.
"Tomislav, conosci Nightmare degli Avenged Sevenfold?"
"Ho capito. Metti quel cd!" disse cominciando a ridere. Volevo vedere la faccia di Shannon svegliato così.. C'erano casse in ogni stanza della casa: l'avrebbe sentito per forza. Misi il cd, traccia 1, volume al massimo. 
Partì la melodia iniziale e subito dopo iniziò il pezzo forte.
Io e Tomo sul divano a cantare a squarciagola, aspettando il batterista.
Sentimmo dei passi, anzi qualcuno correre già per le scale.
Io e Tomo ci guardammo e poi "You're a fuckin' Nightmare!"
Shannon ci guardava sbalordito, era un misto tra rabbia, incredulità e divertimento. Forse la scena presentatogli davanti batteva tutto: io e Tomo, improvvisati cantanti, ci scatenavamo nel salotto di casa Leto.
Scoppiò a ridere, un di quelle risate che inizi e non finisci più..io e Tomo lo seguimmo poco dopo.
"Chi è stato?"disse infine. Tomo subito mi indicò. "Brutto spione!" gli dissi. Pochi secondi dopo ero sulle spalle di Shannon. "La pagherai cara" mi disse. Ormai urlare non serviva a niente. Mi portò al piano di sopra, in bagno. Finalmente mi mise già, ma mi trascinò dentro la doccia.
"Ora ti farai una bella doccia mia cara!" e aprì l'acqua.
"Ma sei scemo? è congelata!" lui lì, fuori, a ridersela mentre io mi inzuppavo. 
"Allora vieni anche tu!" e lo trascinai dentro con me. Ora eravamo completamente fradici. Le gocce d'acqua rigavano il suo corpo perfetto. Sentii la sua mano vicino al bacino, sbottonarmi i pantaloni, poi sfilarmeli piano. La mia mano tra i suoi capelli, un lungo bacio ad unirci.
Restammo in quel bagno un po' più del tempo di una semplice doccia...

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Capitolo 12
*** Chapter 12 ***


Con lui ogni momento diventava magnifico, mentre dimenticavo completamente tutti i brutti ricordi. Riuscivo ad essere me stessa e lui sembrava accettarmi così com'ero. Sapevo che era tutto un sogno, che mi sarei svegliata e sarei tornata alla realtà, ma decisi per la prima volta di godermi ogni singolo istante senza pensare alle conseguenze.
Questi erano stati i giorni passati con Shannon: un magnifico sogno.
Ripensavo a questo passeggiando sulla spiaggia. Shannon e Tomo mi avevano accompagnata a lavoro dopo di che, finito il turno, ero andata a rilassarmi in giro per la mia amata LA. La città dei sogni, diceva Jared. Aveva ragione.
 
Il giorno dopo sentii Shannon: sarebbe partito la sera stessa per Ibiza per un afterparty con Antoine e sarebbero rimasti lì qualche giorno. El avrebbe voluto accompagnare il dj, ma alla fine decise di restare a LA. 
La accompagnai all'aeroporto, dove si era data appuntamento con Antoine per salutarlo prima di partire. Arrivati, trovammo subito il ragazzo. Vidi nello sguardo di entrambi uno strano luccichio. Si abbracciarono,così per non disturbarli andai in giro per l'aeroporto, iPod, volume al massimo, fuori dal mondo.
Improvvisamente sentii afferrarmi per i fianchi e trascinarmi in una stanzetta. Era il bagno degli uomini. "Ma che cazzo..?"iniziai quando mi resi conto di dov'ero, poi sentii quel profumo inconfondibile, quelle braccia intorno alla vita e quele labbra sul mio collo..
"Non mi avevi detto che saresti venuta a salutarmi.."sussurrò Shannon.
"Infatti non sono venuta per te, ma per accompagnare El a salutare Antoine" dissi sorridendo, voltandomi per guardarlo negli occhi.
"Antoine è completamente perso di lei, sai? Non l'ho mai visto così" "Anche per El è così. Spera solo che il tuo amico non la faccia soffrire!" "Non credo succederà.Comunque dobbiamo essere più prudenti..avresti dovuto avvisarmi!Avremmo trovato un posto migliore per i saluti."
"Ti ripeto che non sono venuta per.." iniziai ma lui mi bloccò "Mi mancherai" mi sussurrò all'orecchio. Il suo respiro sulla mia pelle, il suono della sua voce.. Mi diede piccoli baci sulla guancia per arrivare poi alle mie labbra. Un lungo e intenso bacio, mentre mi avvicinava ancora di più a lui. Iniziò a sbottonarmi piano la camicetta che indossavo, e io mi lasciai trasportare dalla sua passione.
L'iPod continuava ad andare, le cuffie intorno al mio collo. Sentivo ancora la musica: -Dall'Inferno- di Marco Mengoni ci faceva da sottofondo. -Tu sei luce nel mio cielo oscuro, rosso tramonto che incendia il nero- sorrisi sentendo quelle frasi. Peccato che Shannon non le capisse: erano per lui..
Stavo per sfilargli la canottiera quando squillò il suo cellulare.
"Shan! Il nostro aereo sta per decollare, dove sei?" "Ah, già! Arrivo subito!" e staccò.
"Devo andare..continueremo quando torno.." disse facendo l'occhiolino. Poi mi fissò per qualche secondo che mi sembrò un'eternità, accarezzarndomi intanto i capelli. "Fai la brava piccola" e dopo un veloce bacio, uscì dalla porta lasciandomi sola.
Restai qualche minuto a pensare e ricostruire quello che era appena accaduto poi mi ricordai che ero nel bagno dei maschi così uscii subito.
Un signore mi guardò male. Io camminai spedita facendo finta di niente. Ritrovai El. Sembrava un po' giù, ma cercava di non farlo vedere. Sapevo come si sentiva.. La presi e la portai al cinema. Di solito funzionava per distrarla e infatti anche questa volta ci riuscì, almeno così sembrava.
 
Nei giorni seguenti tutto procedeva normalmente, anche se era come se mancasse qualcosa.
El insistette perchè guardassimo i video e le foto dell'afterparty. Cercava di alleviare il suo vuoto. Prima di tutto Twitter: Shannon non aveva scritto nulla stranamente, mentre Antoine aveva pubblicato qualche video. Erano sempre i soliti..Shannon 70% Red Bull, 30% sweat, circondato da donne..Antoine che se la spassava e rideva con il mixer. Poi improvvisamente il video si fermò su un punto: una ragazza, bella, alta, bionda, perfetta insomma, si avvicinò decisa a Shannon. Parlarono, scherzarono, poi lei lo prese e lo baciò, con molta passione a quanto si poteva vedere. Lui restò lì, lasciandosi trasportare da lei.
El bloccò il video e mi guardò. Probabilmente non sapeva cosa dire o fare "Aveva bevuto troppo.." disse solo.
Io non sapevo neanche come sentirmi. Ero un po' ferita da ciò che avevo appena visto, ma in realtà me lo aspettavo. Insomma, lui è Shanimal! Lui poteva avere tutte le donne che voleva, bastava uno sguardo. Chi ero io per impedire questo? Quella era la sua vita, io quando gli faceva comodo ne entravo a far parte, altrimenti dovevo restarne fuori. Noi eravamo solo..amici, già. Non doveva importarmi di questo.
Sorrisi "Se la stanno spassando vero?". El mi guardò sbalordita. "El, io non sono nessuno, in confronto a quelle tipe soprattutto. Questa è la sua vita, lui si diverte così. Quando avrò bisogno di me io ci sarò, altrimenti.." quelle parole sembravano strane anche a me, ma era la verità. O forse cercavo di nascondere tutto quello che provavo per non soffrire. 
Dopo cercai solo di evitare questo argomento, finchè, ormai tardi, El se ne andò. Avevo bisogno di stare sola, come unica compagnia la musica. Misi "30 Seconds to Mars" al massimo volume. Quel CD sembrava fatto per me. Adoravo ogni signolo pezzo, mi infondeva energia e voglia di andare avanti, di lottare sempre. Mi buttai sul letto, ogni nota mi trafiggeva con la sua potenza insieme alla straordinaria voce di Jared. Così, finche non mi addormentai..
 
Cercai di non pensare a quelle scene nei giorni dopo, anche se sembrava impossibile. Arrivò poi il giorno del loro ritorno. Decisi di non accompagnare El questa volta, non volevo imporre la mia presenza a nessuno.
Ero a casa mia quando mi arrivò un messaggio da El -Sta arrivando da te- Chi sta arrivando? Neanche il tempo di pensare che qualcuno bussò alla mia porta. Aprii. Era Shannon. Una semplice giacca a coprirlo dal freddo di quei giorni. Pochi giorni, ma mi era già mancato quel corpo forte che nascondeva tanta dolcezza. Mi era mancato lui.
"Posso entrare? Ho bisogno di parlarti" disse, così lo feci accomodare in sala. Casa mia in confronto alla sua è uno sgabuzzino..
Seduti sul divano, uno di fronte all'altra, lui fissava me ma io non riuscivo a reggere quello sguardo. 
"All'afterparty sono successe delle cose.." iniziò lui, sembrava quasi impacciato nel parlare.
"Shannon, ho già visto i video" intervenni io. Ora lui sembrava ancora più preoccupato. "Anche..?" "Sì, anche il bacio..non so se dopo ci sia stato altro ma non mi interessa.."
"Mi dispiace, avevo bevuto troppo..non capivo nulla." disse abbassando lo sguardo.
"Ehi, non devi preoccuparti. So che questa è la tua vita, tu sei Shanimal! Io solo una ragazzina cresciuta troppo in fretta.. Non pensavo fosse una cosa seria tra di noi..se l'ho fatto, sono stata un'illusa. Noi siamo..amici, possiamo definirci così, giusto?"parlavo quasi a me stessa, come a cercare di convincermi di ciò che stavo dicendo.
Shannon mi guardò confuso, non sapeva cosa dire.
"Io..no, non così" balbettava tra sè. "No, non è così! Forse all'inizio lo era, ma non più..in questi giorni mi sei mancata, mi mancava il tuo sguardo, la tua risata, la tua timidezza, le tue labbra.. Ho capito che ci tengo davvero a te, non come una semplice amica, come qualcosa di più. Lo sapevo già da tempo, da quando ti ho incontrara la prima volta, ma forse non riuscivo ad ammettere ciò che mi stava succedendo. E questo lo sai anche tu, i tuoi occhi non mentono." era serio questa volta. "Forse quello stupido bacio in realtà è servito ad aprirmi gli occhi..era te che volevo"
Ora ero io a non sapere cosa dire, se mi stava mentendo? Ma i suoi occhi rivelavano tutto, lo specchio della sua anima. Non riuscivo a staccare lo sguardo da lui.
"Non hai bevuto prima di venire qui, vero?" dissi. Era inutile, non riuscivo ad essere seria, se ero tesa dicevo solo cavolate. 
Lui iniziò a ridere, poi si alzò. "No, questa è la verità." e mi porse la mano. La presi e mi tirò su, pochi centimetri a separarci. Sorrise, con una mano iniziò a sfiorarmi il viso, per scendere poi lungo il collo. Io ferma, immobile, ancora sbalordita dalle parole di poco prima, lui si avvicinò e mi baciò dolcemente. Poi mi girò, poggiando le mani sui miei fianchi, facendo aderire la mia schiena ai suoi addominali. Spostò i capelli, e mi diede piccoli baci sul collo. Sentivo la pelle bruciare ad ogni suo tocco.
"Non voglio perderti..non abbandonarmi mai.."sussurrò. Mi voltai, viaggiai pochi secondi nei suoi occhi verde scuro.
"Mai.."sussurrai io avvicinandomi alle sue labbra per farle incontrare un'altra volta con le mie.

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Capitolo 13
*** Chapter 13 ***


Arrivai in quello stupido negozio ancora una volta in ritardo. Questa volta ero talmente contenta da non pensare alle conseguenze. 
La sera prima Shannon si era fermato a casa mia. Dopo una magnifica serata eravamo rimasti sul divano, io tra le sue braccia, i miei occhi incantati nei suoi, aspettando che arrivasse il sonno e ci portasse insieme nel mondo dei sogni.
La mattina, quando mi svegliai, lui dormiva ancora come un angelo, stanco dal viaggio. Sarei potuta restare ore ed ore ad ammirarlo, ma ero già in ritardo e mi conveniva muovermi. Gli lasciai un bigliettino, poi di fretta uscii.
Ora ero lì, dietro quel bancone, aspettando il passare delle ore, quando con un messaggio Shannon mi disse di essersi svegliato e che sarebbe passato più tardi a prendermi.
Sentivo ancora il suo profumo invadermi...
Erano le 6 ormai, fra poco avrei finito il turno, quando qualcuno entrò barcollando nel negozio. Il mio capo. Quell'odore di alcool che lasciava dietro di sè era inconfondibile.
Entrò nel suo studio per uscirne pochi minuti dopo. Solo allora parve accorgersi della mia presenza.
"Frances, ancora una volta, in ritardo. Non va bene, non va affatto bene! Dovrei punirti..." disse avvicinandosi sempre di più a me. 
Quel suo sguardo e quella determinazione cominciavano a farmi paura. Che diavolo aveva intenzione di fare?
"Non sei niente male, sai? Potresti fare strada con questo bel visino.." e iniziò a sfiorarmi le guance.
Io non sapevo cosa fare. Avrei voluto tirargli uno schiaffo, o prenderlo e picchiarlo fino all'ultimo respito, o almeno cercare di scappare. Ma non ci riuscivo. Il mio corpo era lì, immobile, incapace di reagire. 
Sentii la sua mano scendere e sfiorarmi la schiena mentre si avvicinava ancora di più. Riuscii a sentire il suo fetido alito sulla pelle, che mi fece riprendere i sensi. Stavo per riprendermi, quando un'altra figura apparve da dietro. Prese il mio aggressore e gli tirò un pugno sulla mascella destra. Cadde e lui si precipitò sopra di lui. Riconobbi il tatuaggio sul braccio sinistro. Shannon.
L'ira sul suo volto mi faceva quasi paura. Guardò negli occhi il mio capo prima di assestargli un ultimo colpo dopo avergli urlato "Non osare mai più toccare la mia Frances!" poi si alzò, lasciando quel mostro a terra, probabilmente con il naso rotto.
Io non mi ero mossa. Ero terrorizzata ancora dal tocco di quell'uomo. Shannon si avvicinò piano a me. Forse aveva paura della mia reazione. Mi sfiorò la mano poi mi chiese "Tutto bene?" In quel momento avrei solo voluto urlare per sfogarmi ma feci cenno di sì con la testa. Lui si avvicinò ancora e mi strinse piano a sè. 
"Non preoccuparti, ci sono io" sussurrò. Il suono della sua voce, il calore del suo corpo, il battito del suo cuore, mi fecero tornare alla realtà, calmandomi. Mi strinsi ancora più forte a lui. Si accorse che ero tornata in me, mi diede un piccolo bacio sulla fronte, poi prendendomi per mano mi portò fuori da quel negozio. Sarebbe stata l'ultima volta che ci avrei messo piede. 
Eravamo a piedi, faceva freddo, quale miglior posto di Starbucks?
Entrammo, stranamente era quasi vuoto. Shannon prese un caffè per lui e una cioccolata per me.
"Ecco, bevi questa." disse sedendosi al mio fianco. Sorrise "Qui ci siamo incontrati la prima volta" ricordò. 
Già, qui lui aveva trovato una ragazza qualunque, con i soliti problemi della vita reale. 
Io avevo trovato il mio idolo, l'uomo perfetto che ora era la mia salvezza, l'aria che respiravo, l'uomo di cui mi stavo innamorando.
Lui era lì, al mio fianco, che mi raccontava storie dei suoi viaggi e concerti per farmi tornare il sorriso. Non sapeva che in realtà averlo al mio fianco, guardare quegli occhi, quello era il miglior modo per farmi sorridere.
Improvvisamente sentii delle voci dietro di me: delle ragazzine avevano riconosciuto Shannon e si avvicinavano. Anche Shannon se ne accorse, si girò per guardarle, poi si voltò verso di me, quasi cercando consenso. Io sorrisi per fargli capire che andava tutto bene. 
Le ragazze arrivarono, si lanciarono verso Shannon chiedendo un autografo e una foto con il loro idolo. Le guardai: erano raggianti, gli occhi lucidi dalla gioia, sorrisi enormi.
Non potetti fare a meno di condividere la loro gioia. Insomma, erano mie sorelle in fondo, Echelon. Mi sentii un po' strana però. Lui ora era qui, con me, il sogno di altre mille ragazze. Lui aveva scelto me...
Guardai Shannon. Era semplicemente felice. Si poteva vedere benissimo la gioia che provava quando incontrava gli Echelon, non semplici fan, ma una famiglia. Ci teneva davvero.
Poi, dopo essere state accontentate, felici come non mai, le ragazze se ne andarono, non prima di avermi lanciato strane occhiate.
"Ok, eccomi, scusa. Vuoi un autografo anche tu?" disse sedendosi di nuovo. 
"No grazie, ma una foto volentieri" risposi prendendo la mia Puff. Era ormai piena di nostre foto.
Uscimmo dallo Starbucks, un giro per la città, poi ci dirigimmo verso casa sua. Jared non c'era. Una sua amichetta l'aveva chiamato, mi informò Shannon.
Non avevamo ancora cenato, così ordinammo qualcosa da mangiare. Pizza.
Shannon sembrava non mangiare da anni, divorò la sua pizza in poco tempo. Quella in realtà non era pizza: era un qualcosa di bianco e rosso sopra un impasto. La prossima volta ci avrei pensato io.
Finita la cena, era tardi ormai. Feci per andarmene ma lui mi fermò. "Dove credi di andare? Noi due non abbiamo ancora finito! Andrai domani a prendere le tue cose, ora sei mia"
"Cosa dovrei andare a prendere?" dissi, ormai ero già tra le sue braccia, le sue mani che viaggiavano sul mio corpo.
"Tutti i tuoi vestiti e le altre cose. Verrai ad abitare qui, mi sembra ovvio. Non andrai più a lavorare da quello stronzo, scordati la tua vecchia casa."
Avevo sentito bene o era solo immaginazione?
"No Shannon..io non posso proprio, mi dispiace.."
"Non voglio discussioni. Voglio averti qui vicino a me. Dai, facciamo finchè non troverai un altro lavoro.."
Poi più nulla. Le parole erano ormai superflue. Solo io e lui. Due corpi, i cuori battevano all'unisono..
 
Dal divano, non so come, ci trovammo nel suo letto. Era notte fonda, ma eravamo ancora svegli, uno di fianco all'altra, sussurrando a volte qualcosa, per non rovinare questo momento.
"Domani avrai una sorpresa"
"No Shannon, hai già fatto troppo per me, non chiedo nulla."
"No, io dico invece che dovresti fidarti di mee lasciarmi fare. Cerco di fare il meglio che posso. Sono felice che tu sia nella mia vita, tu mi fai stare bene, davvero. Ora non pensare.."
Si avvicinò ancora di più e mi baciò. Un bacio intenso e profondo, sorrideva intanto. "Buonanotte piccola mia"

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Capitolo 14
*** Chapter 14 ***


Uno strano, ma familiare rumore, in lontananza, mi svegliò. Appena aprii gli occhi cercai al mio fianco l'uomo che mi stava facendo vivere questo sogno, ma di Shannon nessuna traccia. Poi sfiorai il suo cuscino e sentii qualcosa. C'erano dei fogli. Guardai meglio, ero ancora assonnata. Quelli non erano semplici fogli, erano due biglietti per un viaggio. New York. Andata quello stesso giorno, ritorno tre giorni dopo. Li presi in mano e uscii dalla camera alla ricerca di Shannon. Doveva spiegarmi qualcosa.
Seguii quel rumore, anzi quel suono che ora distinguevo. Una batteria, la sua batteria. Christine.
Mi ritrovai in una stanza dominata da quello strumento. Shannon era lì.
Suonava quella batteria, o meglio era come se donasse parte della sua vita a quella batteria. Erano un'unica cosa.
Capivi subito che qualla era la sua passione, la sua salvezza, la sua anima.
Lì sfogava tutto, lì viveva.
Restai immobile ad ammirarlo come un fotografo ammira lo spettacolo da immortalare. Quella forza ed energia, i movimenti delle sue braccia. Era a dorso nudo, completamente impregnato di sudore. Non l'avevo mai visto suonare, solo attraverso quel fottuto schermo che ci divideva. Era incredibile..
Poi improvvisamente si accorse di me.
"Se una forza della natura..non ti mancherà la tua Christine a New York?" gli chiesi avvicinandomi, mostrandogli i biglietti.
"Questo vuol dire che verrai?" sorrise.
"mmm..se mi regali questa maglia, sì" dissi scherzando indicando la sua maglia nera che indossavo.
"Puoi prenderti tutte le maglie che vuoi..A proposito, ti sta benissimo" disse prendendomi per i fianchi e avvicinandomi a lui.
Mi baciò ma mi allontanai "Sei leggermente sudato, sai?" 
"Sweat muddafuggaz!è sexy!"
"No, è disgustoso!" risposi ridendo. Fece un finto broncio così nonostante tutto, mi avvicinai e lo baciai di nuovo. Era qualcosa di magico, non gli resistevo.
Poco dopo uscii e andai in cucina canticchiando -From Yesterday- quando improvvisamente mi trovai davanti l'autore della canzone. Mi bloccai un secondo, poi mi avvicinai al frigo per prendere del latte. "Buongiorno Jared!" 
"giorno.." sembrava strano, diverso dai nostri ultimi incontri. 
"Qualcosa non va?tutto bene?" 
"Solo una brutta serata.."
"Qualcuna ti ha spezzato il cuore?" lui non rispose, ma dalla sua espressione non era difficile capire la risposta. "Non credevo potesse succedere davvero..Jared, credo che chiunque lei sia, non ti conosca davvero, altrimenti non ti avrebbe mai usato solo perchè sei Jared Leto." non era difficile capire cosa gli era successo, gli si leggeva in faccia.
"Grazie.." disse accennando un sorriso. "Mangi, sei senza trucco e non ne fai un dramma, anzi sei carina anche così, non svieni alla mia presenza. Sei strana ragazzina" 
Non potetti fare a meno di arrossire "Cerchi di cambiare argomento..comunque non ho mai detto di essere normale, ma non credo di essere come le ragazze che frequenti tu di solito."
"è questo a renderti strana. All'inizio pensavo fossi la solita ragazzina infatuata del suo idolo, in cerca di un po' di notorietà. Ora penso solo che tu sia..strana. Ecco perchè Shannon.."quasi sussurrò l'ultima frase. "Comunque non mi convinci ancora."
Sorrisi. Parlavamo come se ci conoscessimo da anni, quando in realtà lui era parte di me da sempre, la sua voce mi accompagnava ovunque, mentre io per lui non ero nessuno.
"On his face il the map of the world.."canticchiò lui. Quella voce angelica era al mio fianco..sentii dei brividi lungo la schiena.
 
Eravamo sull'aereo, io al suo fianco. Destinazione: New York.
Poco prima avevo sentito El per informarla di tutto. Aveva lasciato anche lei quello stupido lavoro. Con Antoine procedeva tutto benissimo. Si meritava solo il meglio quella ragazza, era un angelo ed ero contenta che fosse quel ragazzo a renderla felice.
In poche ore arrivammo a New York. Era una città magnifica, solo dal poco che avevo visto.
Shannon aveva prenotato una suite in uno dei migliori hotel della città: era favolosa.
"Non dovevi fare tutto questo.." dissi poggiandomi sul letto. Shannon si avvicinò al letto lasciando a terra le valigie.
"E invece sì. Ora usciamo dai, ti porto in un posto che credo ti piacerà" disse poggiando le sue labbra sulle mie..
Andai a prepararmi velocemente, un filo di trucco e via.
"Allora vuoi dirmi dove mi stai portando?" chiesi. Eravamo in macchina e ancora non mi aveva detto nulla.
"No, sarà una sorpresa..ecco, siamo arrivati"
Scendemmo dalla macchina e ci trovammo  davanti ad una enorme struttura, o meglio, dietro.
"Seguimi e non fare domande" disse prendendomi per mano e dirigendosi verso quella struttura.
C'erano uomini della sicurezza ad ogni entrata, ma appena videro Shannon ci lasciarono entrare tranquillamente. A volte dimenticavo quanto fosse conosciuto. 
Eravamo in una stanza che portava ad un lungo corridoio collegato ad altre stanze. Era un via vai di persone indaffarate.
'Ma quello non è Tom Kirk?' pensai vedendo una figura in lontananza..sembrava proprio lui, ma cosa ci faceva qui?
Guardai confusa Shannon che mi sorrise di risposta "Ancora non hai capito?"
"Veramente no.."davvero non sapevo perchè fossimo lì, poi lì dove? Dov'eravamo?
All'improvviso vidi due ragazzi avvicinarsi ridendo tra loro.
"Shannon finalmente sei arrivato, ti stavamo aspettando!"
No, non poteva essere vero. Forse stavo ancora sognando, adesso aprirò gli occhi e mi ritroverò di nuovo sull'aereo, pensai.
"Tu devi essere Frances, la sua ragazza, giusto?" chiese.
"Proprio così" rispose Shannon per me. 'La sua ragazza'...
"Io sono.."
"Matthew James Bellamy.." finii io. Non potevo crederci. Stavo proprio parlando con lui, era qui davanti a me!
"Sì, chiamami Matt! Sei pronta per il concerto di stasera?"
Io rimasi immobile a fissare quell'alieno venuto da chissà quale pianeta, quell'uomo dalle mille teorie strampalate, l'uomo che aspettava l'invasione degli Zetas. Al suo fianco uno dei migliori bassisti al mondo, l'uomo che sfornava figli ad ogni disco della band: Christopher Wolstenholme.
"Tesoro, ti prego, dimmi che stai bene, non svenire proprio ora" mi stava sussurrando Shannon, preoccupato per la mia reazione.
Cercai di riprendermi: dopo quello che mi era successo in queste lunghe settimane, forse tutto questo poteva accadere davvero.
"Matt..Chris..vi adoro.."riuscii a dire, gli occhi lucidi.
Sorrisero entrambi e si avvicinarono per stringermi in un abbraccio, o sarebbe meglio dire per stritolarmi.
Shannon se la rideva guardandoci.
"Ok, ok mi sono ripresa!" dissi tra le risate mentre allentavano la presa. Ma avevo parlato troppo presto. L'ultimo componente della band si stava avvicinando deciso verso di noi.
"Ciao Dom!" gli urlò Shannon. "Ed ecco Shanimal!" disse Dom.
"Dominic Howard, ecco a voi i Muse.." sussurrai.
"Lei è Frances? Complimenti Shan!" 
Dopo qualche minuto per recuperare lucidità, non resistetti più. Abbracciai il batterista biondo e lui ricambiò l'abbraccio.
Dominic era stato uno dei miei punti di riferimento, adoravo il suo stile, il suo umorismo, la sua energia dietro quel corpicino, adoravo lui,
Mi allontanai piano da lui e lo guardai negli occhi. Era impossibile.."Tu sei incredibile, il mio batterista preferito.." poi mi voltai verso Shannon che parlava con Matt "anzi, il secondo"
"Grazie mille bella! Shannon, ottima scelta" disse poi rivolgendosi all'altro batterista.
Matt e Chris che ridevano dietro "Ti sei ripresa? Shannon attento che Dom è pericoloso" disse Chris scherzando. Noi dobbiamo andare, vedrai il concerto da qui?". Il concerto..già, lo aveva accennato prima Matt. "Credo di sì.." risposi pensando ancora a quanto fossero incredibili questi tre ragazzi.
"Ok allora a dopo!" e andarono nei loro camerini.
"E così ti piace Dom.." disse Shannon, ormai eravamo soli.
"Sì..."risposi soprappensiero "cioè no! Che c'è?" sembrava quasi..geloso..
"No niente.." disse abbassando lo sguardo.
Cosa stava pensando? Possibile che ancora non capiva quanto ci tenessi a lui, quanto mi rendeva felice un suo sguardo, un suo sorriso. Non capiva cosa provavo realmente..
Mi avvicinai piano a lui "A me piace Dom come batterista, come parte dei Muse. Io..mi sto innamorando di te per la magnifica persona che c'è dietro il batterista, per la tua forza e tenerezza, per.." non finii la frase che lui mi prese tra le sue braccia e mi strinse forte a sè. "..perchè un tuo semplice abbraccio può cambiare tutto.." si allontanò quel poco per guardarlo negli occhi "..e i tuoi occhi sembrano l'infinito."
Si avvicinò di nuovo e mi baciò, uno di quei baci intensi che non si dimenticano, quelli che nascondono tante parole, ma quel semplice gesto dice tutto. 
"E questo?" disse allontanandosi piano.
"Il paradiso.."
"Shannon, fra poco inizia il concerto!" una ragazzo interruppe questo momento nel nostro piccolo mondo per riportarci alla realtà.
Il concerto fu qualcosa di straordinario. Sapevo dei loro live, ma vederli dal vivo era magnifico. Dalla nostra posizione potevamo vedere il Madison Square Garden, avevo capito ora dov'eravamo, piano di Musers in delirio, si sentiva la loro emozione.
Matt, Dom e Chris furono spettacolari, erano in forma e si vedeva. -Time is runnung out- e -Supermassive Black Hole- le mie preferite.  Mancava podo che Matt non rompesse la batteria di Dom dall'eccitazione..
Suonarono anche -Endlessly-. 
"Hopelessly I'll love you endlessly. Hopelessly I'll give you everything" cantava Matt. Forse fu solo una mia impressione, ma credetti di vedere più volte Matt voltardi verso di me e Shannon durante questo pezzo..
Finalmente nuovi soggetti per la mia Puff: quella serata non l'avrei dimenticata facilmente. 
Dopo un bis di -Feeling Good- i tre ragazzi lasciarono il palco.
"Cosa ne dici? Divertita?" mi chiese Dominic.
"Siete stati grandiosi, non avevo mai visto nulla del genere" risposi entusiasta.
Dopo aver parlato un po' nei camerini, Chris fu chiamato dalla sua Kelly e Matt da Kate. Li salutammo e alla fine anche Shannon ed io usciammo.
"Piaciuta la sorpresa?" mi chiese una volta tornati nel nostro albergo.
Io stavo ammirando il magnifico panorama che si vedeva dalla stanza, attraverso le enormi portefinestre. Shannon si avvicinò a me cingendomi i fianchi da dietro.
"Grazie.." sussurrai voltandomi. "Grazie per avermi aiutata in negozio, per la casa, per il viaggio, il concerto..per essermi ancora accanto."
Avvicinò il suo viso al mio, sentivo il suo respiro sulla mia pelle. "Portami in paradiso.."

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Capitolo 15
*** Chapter 15 ***


Svegliarmi la mattina era diventato il momento migliore della giornata: aprire gli occhi, uscire dal mondo dei sogni, e trovarsi davanti l'uomo che avevi sognato poco fa, sentire il suo respiro regolare, il suo profumo, la sua presenza accanto. Shannon dormiva beatamente al mio fianco, un dolce sorriso sulle labbra. Le sfiorai piano poi cercai di liberarmi dalle sue braccia per scendere dal letto.
"Buongiorno piccola" una voce dietro di me mi bloccò, quella voce così fottutamente sensuale anche di prima mattina.
"Buongiorno Shan..non volevo svegliarti.." dissi voltandomi.
"Tranquilla..vieni qui,sotto le coperte, che fa freddo.." disse prendendomi per un braccio e portandomi verso di sè. I nostro volti a pochi centimetri di distanza, le nostre gambe incrociate, le sue dita che sfiorano la mia schiena formando strani disegni, facendomi rabbrividire.
"Perchè la mattina, appena ti svegli, resti a fissarmi?"
"Se tu avessi davanti a te la perfezione, non la ammireresti così da memorizzare ogni particolare di quel volto per paura di perderlo?"
Mi guardò prima un po' confuso, poi un piccolo sorriso gli illuminò il viso. Mi avvicinò ancora di più a lui, e mi baciò dolcemente, facendo incontrare le nostre labbra come fosse la prima volta..
La sua mano cominciò a scendere,accarezzandomi le gambe, mentre quel bacio diventava sempre più intenso; mi spostai piano sopra di lui. 
Lui mi sfilò delicatamente la maglia lunga che avevo messo quella mattina stessa. Sentire il mio corpo aderire con il suo era incredibile, ogni volta provavo sempre la stessa emozione.
Dalle labbra scesi piano al collo, mentre una sua mano viaggiava ancora lungo il mio corpo. Ora lui era sopra di me, giocava con le mie labbra quando improvvisamente il suo cellulare squillò.Lo lasciammo squillare per parecchie volte, ma non si arrese, così alla fine rispose.
"Chiunque tu sia, sappi che hai interrotto l'inizio del buon sesso mattutino, quindi ti conviene che sia una cosa urgente" un semplice 'Pronto?' era troppo difficile a quanto pare..
Era Jared. Tenne occupato il fratello per un bel po' tanto che io nel frattempo mi feci una doccia, mi vestii e mangiai. Ormai l'atmosfera era stata rovinata..
"Scusa, aveva idee per la band e voleva dirmi tutto subito..sarà l'abitudine.. Noi rimedieremo presto" disse baciandomi dolcemente."Usciamo ora, devo farti vedere la magnifica New York!"
Pochi minuti dopo eravamo già in giro per la città, Shannon alla ricerca di caffeina. Dopo Starbucks, la mia 'guida turistica' mi portò nei posti migliori di New York: l'Empire State Building, Central Park, Times Square..
Sembravamo una semplice coppia che visita la città dei sogni, con la mia immancabile Puff. Quelle vie piene di immensi palazzi erano uno dei posti più spettacolari per immortalare momenti magici.
Trascorremmo la giornata nei panni di turisti; trovammo solo qualche Echelon in giro, e Shannon era sempre contento di conoscerne di nuovi.
Passammo anche per qualche negozio. Una lunga collana con uno strano ciondolo catturò la mia attenzione: una pietra bianca con incisi strani segni, sembravano quasi una 'S' e una 'F' incrociati..
La presi senza pensarci due volte, mentre lui era occupato con i fansm i miei fratelli e sorelle. Gli mostrai la collana poco dopo. Il batterista guardò affascianto il ciondolo, poi subito lo mise al collo, entusiasta, come un bambino che riceve il regalo di compleanno tanto atteso..
Per mia sfortuna, passammo anche davanti ad un negozio d'abbigliamento femminile. Shannon vide un vestito su un manichino e quasi se ne innamorò. Me lo comprò nonostante le mie richieste di non farlo, penchè tanto non avrei mai avuto l'accasione di metterlo. "Lo metterai invece." era stato chiaro.
La giornata era passata velocemente, si era fatta sera senza neanche accorgercene. Ora, se possibile, tutto era ancora più bello. Le mille luci illuminavano la città rendendola quasi magica.
"Ora manca solo la statua della libertà"
Salimmo insieme quell'enorme statua che dominava New York, fino in cima. Mi guardai attorno e mi accordi che eravamo soli.
Mi avvicinai all'enorme vetrata per ammirare il panorama: era il più bel spettacolo che avessi mai visto. New York era ai nostri piedi, il traffico e il caos furono sostituiti dalla tranquillità che regnava dall'alto, solo le luci rendevano riconoscibile la meravigliosa città che quel pomeriggio avevo visitato.
Ero lì, senza parole di fronte a quello spettacolo, quando sentii dei passi dietro di me avvicinarsi. Quasi mi ero dimenticata di Shannon...
Mi voltai e lui, avvicinandosi, mi abbracciò dolcemente. Ora i nostri sguardi si erano incontrati di nuovo per uno di quei lunghi dialoghi senza parole.
Mi ero sbagliata poco fa. Lo spettacolo più bello che avessi mai visto ce l'avevo ora davanti a me, la meraviglia che non ti stancheresti mai di fissare, che ai tuoi occhi brillerà sempre, qualunque cosa succeda.
Mi prese per i fianchi e mi voltò piano verso l'immensa città sotto di noi. Lui restò lì, dietrodi me avvolgendomi tra le sue braccia. Poco dopo sentii qualcosa, una melodia che conoscevo risuonava nell'aria: non ci misi molto a capire di che canzone si trattasse, una delle mie preferite.
Era stato Shannon ad usarla quasi come sottofondo.
La voce di Steven Tyler si intromise tra di noi con le sue dolci parole.
"I could stay lost in this moment, forever.." un'altra voce ora pronunciava queste parole. Shannon sussurrò al mio fianco..
"Don't wanna close my eyes, don't wanna fall asleep 'coz I'd miss you baby. And I don't wanna miss a thing.."
Io, che sin da piccola avevo sempre odiato quelle noiosissime e sdolcinate scenette romantiche, ora ero lì, davanti a quello che sembrava proprio un momento romantico. Forse ero cambiata, forse ero impazzita, non lo so. L'unica cosa certa era che quei momenti mi rendevano felice, Shannon mi rendeva felice.
Mi voltai di nuovo verso di lui. Non sapevo che dire, o che fare. Cosa succedeva ora nei film?
Sorridendo, si avvicinò e, m strinse ancora di più a sè, baciandomi come mai prima di allora aveva fatto.
Quella notte non mi accorsi di chi raggiunse il mondo dei sogni per primo, io probabilmente.
Era stato tutto così..diverso. Come se il semplice sesso avesse trovato qualcosa in più. Fu tutto molto più intenso, un gioco di sguardi, questo lo rese ancora più..magico.
Ma forse era stata tutta una mia fantasia, tutto frutto della mia stupida mente. Forse era stato tutto come al solito, forse io avevo visto più di quello che c'era da vedere..
'Se questo è un sogno, vi prego, non svegliatemi..'

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Capitolo 16
*** Chapter 16 ***


-Shannon-
La piccola creatura al mio fianco era appena entrata nel mondo dei sogni.
La osservavo. Sembrava una bambina, lì accucciata, con una mano sotto il cuscino, l'altra vicino alla mia. Io steso al suo fianco, sentivo il dolce battito del suo cuore.
Le sue labbra formavano un piccolo sorriso, quel sorriso che ormai adoravo, di cui non potevo più fare a meno..
Forse ora stava sognando, chissà cosa..chissà chi..
Quella piccola ragazza era ormai entrata nella mia vita..non so cos'era successo, so solo che con lei stavo bene, c'era uno strano legame ad unirci, tutto era diverso..come quella notte, era stata diversa, non avevo mai provato quelle sensazioni..dov'era finito Shanimal? E le mille ragazze che potevo avere con un semplice sguardo..ormai non mi interessava più nulla, solo..lei.
Rimasi ore, o almeno così mi parve, a guardarla, a osservare il suo respiro, il petto che si alzava e abbassava piano, finchè anche io non la seguii tra le braccia di Morfeo.
 
"No, ti prego, non posso uscire così! Sono praticamente nuda! Esco in mutande che faccio prima!"
"Dai muoviti, esci dal bagno e fatti vedere!"
Si stava provando il vestito che le avevo comprato il giorno prima. Quel pomeriggio avevamo fatto una piccola scommessa, ovviamente avevo vinto io, e questa era la mia richiesta: doveva accompagnarmi ad una festa e doveva indossare quel vestito. Quando lo vidi la prima volta pensai subito che quel tubino rosso sarebbe stato magnificamente su di lei e ne avetti subito la prova.
Io invece indossavo una camicia bianca e sopra una giacca nera  con i miei pantaloni dal cavallo basso. Frances insisteva che stavo bene..avrei preferito una delle mie camice larghe..
Frances uscì dal bagno, quasi imbarazzata. Indossava il mio vestito con scarpe dal tacco alto. I lunghi capelli mossi castano chiaro le ricadevano sulle spalle. Era semplicemente stupenda una piccola stella caduta dal cielo per illuminare la mia vita..
"Sei..bellissima.."non sapevo cosa dire, rimasi lì immobile a fissarla.
Lei,imbarazzata,arrossì abbassando lo sguardo. Sorrisi e mi avvicinai a lei poggiando le mie mani sui suoi fianchi. Un respiro divideva i nostri volti, solo le nostre fronti ora si toccavano..
"Dico davvero,la mia piccola meraviglia. Dovresti vestirti più spesso così"
"Non ci penso proprio! I jeans sono così comodi! Lo sto facendo solo per te.." disse lei.
Avvicinai il suo viso al mio per far incontrare le nostre labbra "Andiamo ora, prima che quel vestito te lo tolga io di dosso.."
 
Era una di quelle feste piene di giornalisti, buono per le persone che ci tenevano particolarmente a finire sulla prima pagina di un giornale, solo un grande stress per gli altri, per me. In realtà non volevo andarci, ma mio fratello mi aveva chiesto di accompagnarlo, infatti lo trivai lì ad aspettarci.
"Che diavolo ti è successo? Sei stupenda! Dov'è la vera Frances?" chiese ironico Jared vedendo Frances. Strinsi ancora di più la sua mano.
"Emm..grazie..era un complimento?"rispose lei.
Tra le risate e i battibecchi tra lei e mio fratello, entrammo in questa sala enorme, piena di invitati. "Mi ricorda tanto la fine del video di 'The Kill'.." commentò Frances. Era imbarazzata e agitata. Non era per niente abituata a questo tipo di feste, soprattutto ai giornalisti. La adoravo anche per questo..sembrava così fuori dal comune rispetto alla mia solita vita..
Per fortuna sembravano non pensare molto a noi.
Ci appartammo su una poltrona vuola, cercando di evitare strane situazione. Non volevamo si sapesse del nostro, chiamiamolo, rapporto. Frances aveva detto che sarebbe stato meglio così, forse aveva ragione..
Poco dopo fui chiamato da una giornalista che aveva incastrato anche Jared, così andai, lasciando Frances da sola.
La giornalista era una delle solite ragazze alte,bionde e sostanzialmente le più stronze, quelle che da una piccola frase riescono a cacciare fuori di tutto.
All'inizio puntò la conversazione sulla musica, sulla band, ma si vedeva benissimo che non sapeva nulla di noi. Forse non sapeva neanche dell'esistenza di Tomo, ma noi in quanto omrai 'personaggi pubblici' ci toccava subire queste situazione. Pian piano l'argomento cadde su Jared, ovviamente. Lui era sempre seccato quado si parlava di lui, o meglio, della sua vita provata. Ma era di buon umore e si mostrò gentile cercando di sviare le domande. Così, finchè non rivolse alcune domande anche a me..
 
 
 
-Frances-
Rimasi lì sul divano mentre la 'sonobiondasonofiga' giornalista ci provava spudoratamente con i Leto..era strano come una semplice persona può farti cambiare stato d'animo solo con la propria presenza.
Improvvisamente un ragazzo dall'aria strana e familiare si sedette al mio fianco, squadrandomi.
"Emm..piacere,lei sarebbe?" dissi ricambiando lo sguardo.
"Sei venuta con Shannon Leto,giusto? Una nuova conquista.."disse ignorando la mia domanda. "Vediamo..chi sei tu davvero?" e intanto si avvicinava sempre di più, sfiorò con le dita le mie guance. Lo guardai inizialmente confusa poi spostai decisa le sue mani,aprii la bocca per ribattere ma un'altra voce mi precedette.
"Lasciala stare. Torna dalla tua biondina, noi ce le andiamo" era Shannon, Jared dietro di lui. Lo sguardo del maggiore puntato su quell'uomo faceva quasi paura.
Mi alzai d mi avvicinai a lui "Ehi..calmati,non è successo nulla..andiamo.."gli sussurrai all'orecchio. Mi prese per mano e insieme uscimmo dal locale, Jared, silenzioso, ci seguì.
Camminammo parecchio, senza meta, finchè non ci trovammo n un parco e lì ci fermammo.
Era notte fonda ormai e faceva anche tanto freddo. Shannon mi poggiò la sua giacca sulle spalle e mi abbracciò a sè.
"La serata non è andata come previsto" commentò Jared.
"Già..mi dispiace.."si scusò Shannon.
"Non devi scusarti,anzi! Non hai visto la faccia di quel tipo quando sei arrivato?Stava per scappare dalla paura.." Finalmente il sorriso tornò sul volto di Shannon.
"A proposito, chi è? e la biondina?" chiesi.
"Lei lavora per un giornale poco conosciuto, è solo in cerca di gossip, lui la 'aiuta'..lei parlava con noi mentre lui cercava informazioni da te" spiegò Shannon. "Appena me ne sono accorto sono venuto da te.."
Parlammo ancora per un po', poi insieme tornammo in albergo: Jared aveva prenotato una camera sullo stesso piano. Veloci saluti, poi ognuno nella propria stanza.
Eravano di nuovo soli. Ripensai a poco prima..certa persone,invece, con la sola presenza, con un semplice sorriso, possono farti sentire come su un altro pianeta, io e lui, eravamo su Marte..

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Capitolo 17
*** Chapter 17 ***


La mattina dopo tornammo a Los Angeles. Lasciammo la splendida New York piena di ricordi meravigliosi e altri un po' meno..Quasi mi dispiaceva tornare alla solita vita, anche se ormai tanto monotona non lo era più.
El e Antoine ci aspettavano all'aeroporto. Per fortuna non c'era la solita folla di Echelon ad aspettarli..
Rivedere El era come ritrovare una parte di me. Pochi giorni e già mi era mancata. La abbracciai così forte che quasi la soffocai, mentre Shannon, Antoine e Jared al seguito se la ridevano..
Andammo insieme a casa dei Leto dove trovammo Tomo ad aspettarci. Mentre con Jared era ancora tutto molto strano, provavo ancora soggezione davanti al frontman del mio gruppo preferito, con Tomo invece mi sentivo a mio agio, come se lo conoscessi da sempre, come un fratello maggiore. Dietro di lui c'è anche un'altra figura, una ragazza dai capelli scuri e dagli occhi magnetici.
Mi presentai imbarazzata aVicki e lei si dimostrò subito molto affettuosa. Era una ragazza davvero incredibile.
Eravamo tutti in casa ormai, quando notai l'assenza dei proprietari. Raggiunsi Shannon e Jared fuori in giardino, da lontano vidi che stavano discutendo. Mi avvicinai piano.
"Questi giornali sono sempre una merda, per questo ho smesso di leggerli da tempo"
"Frances resterà qui, non importa cosa dicano loro." Ma Shannon si fermò vedendomi. Mi prese la mano e mi avvicinò a lui "Ecco la biondina di ieri" disse mostrandomi il Blackberry del fratello. C'era un piccolo articolo e alcune foto di me e lui, alla festa di ieri. Non c'era traccia del mio nome, naturalmente non mi conoscevano, ma mi indicavano come l'ultima nuova conquista di Shannon, una delle tante.
"Shannon, io non voglio essere un problema..Tutto questo non doveva succedere.."
"Non dire cazzate, ci conosci o no? Noi non abbiamo mai dato peso ai giornalisti, certo non inizieremo ora! Possono dire quello che vogliono, non cambierà mai quello che penso..e quello che provo per te.."
"Sisi bravi, ora ridammi il mio BB che devo andare" e così Jared se ne andò.
Eravamo solo io e Shannon ora, uno di fronte all'altra. 
"Ah, le bionde..tanto carine, ma in fondo sono quasi sempre le peggiori.." dissi ridendo.
"No allora, parliamone.." disse lui. Feci per andarmene, fingendomi offesa, ma lui mi prese per i fianchi e mi strinse a sè. "Ma conosco una ragazza dai capelli castani che è mille volte meglio di tutte le bionde"
"Sisi adesso cerchi di rimediare eh?" ma lui si avvicinò e m baciò, sorridendo.
 
La fine di Dicembre si avvicinava e con questo tutte le feste. Erano i giorni che più odiavo; dovrebbe essere un periodo di gioia, dove si pensa più che altro al prossimo nella speranza di renderlo felice, il Natale, una festa magica per i più piccoli ma non di meno per i più grandi. Per me tutto questo non era mai esistito. Per me il Natale era un giorno come un altro, unica differenza, niente scuola, sarei dovuta stare tutto il giorno al fianco di mia sorella e con mio padre, ubriaco anche dalla mattina.
Jared era l'impersonificazione della felicità in quei giorni. Sembrava quasi essere più gentile anche con me, cosa molto strana.
Era il 23, il compleanno di Constance, la mamma di Shannon e Jared. Ho sempre apprezzato quella donna, anche non conoscendola, oltre che per aver dato alla luce gli uomini che co la loro musica mi avevano aiutata a vivere, anche per averli cresciuti da sola. Era una donna forte, una donna da prendere come esempio.
Quella sera i due fratelli andarono a casa sua per festeggiare il suo compleanno. Nonostante i tentativi di Shannon di convincermi ad andare con loro, preferii restare a casa, in compagnia di El. Pensavo che non ce l'avrei fatta a vedere loro, felici, con la madre, figura che non era mai stata presente nella mia vita.
La vigilia di Natale passò velocemente, una semplice cena tra di noi. Non ero molto entusiasta per l'arrivo del Natale e Shannon se ne accorse subito.
"Cosa c'è che non va?" chiese, e gli raccontai tutto, dei miei passati Natale non proprio felici.
"Ti prometto che questo Natale sarà diverso. Sarai con una nuova famiglia" 
Shannon mantenne la promessa: quel Natale lo passai in compagnia dei fratelli Leto e della loro famiglia, quel Natale lo passai felice.
Conobbi finalmente Constance "Tra le poche ragazze di Shannon che ho conosciuto, sei l'unica senza chili di trucco e senza una scollatura da far paura..bravo mio figlio, forse ha messo la testa a posto!"
Quel giorno mi sentii quasi come in una famiglia vera, la mia.
E tutto questo lo dovevo solo a lui, solo a quel batterista, al mio batterista.. se ero felice, era tutto merito suo.
Il giorno dopo, le feste non erano ancora finite: il compleanno di Jared.
Shannon e Tomo avevano preparato una festa per festeggiare insieme i suoi 40 anni. Vicki ed io gli avevamo dato una mano (Se preparare tutto il cibo,la casa, cartelloni in giro e cose varie si può definire 'dare una mano')
Jared non se lo aspettava, o almeno così sembrava, ma era davvero entusiasta, forse un po' meno per l'età che avanzava..
Durante la festa, improvvisamente El si sentì poco bene, così, per non allarmare nessuno, la portai al piano di sopra per avere un po' di tranquillità.
"Frances sono incinta" mi disse tutto d'un fiato una volta sedute sul letto nella stanza di Shannon.
Per poco non caddi dal letto "Non dire cazzate! Mi hai spaventata!" dissi ridendo. Perchè lei stava scherzando, no?
"E' vero..non sapevo come dirtelo.."disse conla voce interrotta dai singhiozzi.
Era ormai in lacrime, mi avvicinai e la abbracciai stretta. E ora cosa sarebbe successo?
"Calmati tesoro..andràà tutto bene..Antoine lo sa?"
Fece cenno di no con la testa "Non ho avuto il coraggio di dirglielo...io..ho paura.."
"Hai una piccola creatura che sta crescendo dentro di te, la vostra creatura . E' una cosa meravigliosa.." pensavo già ad una piccola peste che mi chiamava 'zia Frances'..
El amava Antoine come mai aveva amato nessun altro, Antoine sembrava ricambiare..
"Promettimi che lo dirai presto ad Antoine. Nn puoi nascondergli una cosa simile" Insieme ce la farete, ne sono sicura"
Finita la festa, era quasi mattina ormai, El se ne andò con l'ignaro Antoine..chissà come l'avrebbe presa..
La casa era tornata deserta, Jared era andato a letto ed eravamo rimasti solo io e Shannon in sala, sul divano a guardare un film. Lui stava bevendo un caffè, quando ripensai a poco prima.
"Shannon..se aspettassi un bambino da una persona che ami davvero, anche se forse è troppo presto, tu come la prenderesti?"
Cominciò a tossire forte, il caffè gli era andato di traverso "Frances, sei incinta?" disse guardandomi sbalordito.
"Ma cosa hai capito?! No!!" risposi ridendo.
"Tesoro..mi hai fatto spaventare..però ripensandoci dei piccoli batteristi non mi dispiacerebbero.." disse avvicinandosi e sfiorandomi la maglia.
"Sii serio una volta..è El quella incinta!" Shannon si fermò all'improvviso.
"El..Antoine papà..'zio Shannon' suona bene!" disse ridendo e mi unii anche io alla risata. Avevamo pensato la stessa cosa, due scemi. "Antoine non lo sa ancora, vero? Altrimenti me lo avrebbe detto..Se davvero la ama, non potrà che esserne felice.."
Sorrisi. Quello che speravo. Io per lei ci sarei sempre stata, ma Antoine era diverso per lei,lui ora avrebbe dovuto contare di più.
Formare una propria famiglia..subito quel pensiero mi invase: io e Shannon.. Risi al solo pensiero. Tutto questo era assurdo. Certo, se prima o poi avrei formato una famiglia tutta mia avrei amato le mie creature più di me stessa, non le avrei mai abbandonate..
Tra questi pensieri mi addormentai, sulla spalla di Shannon, con bambini e pianti di neonati che assillarono il mio sonno.

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Capitolo 18
*** Chapter 18 ***


Sembrava tutto diverso ormai, il tempo sembrava volare.
Il nuovo anno era arrivato alle porte.
L'inaspettato bacio di Shannon a mezzanotte aveva provocato i primi brividi dell'anno, i suoi occhi lucidi i primi che vidi, così come il suo dolce sorriso quando gli sussurrai "Il mio sogno si è realizzato. Sei tu."
I sogni non sono mai eterni, sono solo..sogni. Prima o poi tutto finirà. Niente va come vorresti, era la realtà. 
Ero nel mio sogno ora, volevo viverlo fino alla fine..
L'anno però non iniziò così bene come speravo.
Poche sere dopo, Shannon ed Antoine avavano una delle loro serate a Las Vegas.
El aveva bisogno di me, così passai la sera da lei, come ai vecchi tempi..
In questo ultimo periodo piangeva spesso 'saranno gli ormoni' pensai..anche questa volta non trattenne le lacrime.
Aveva finlmente detto tutto ad Antoine, ma la reazione non fu quella che mi aspettavo.
"Era come spaventato...ha detto che aveva bisogno di pensare, non se lo aspettava e non sa che fare.. Frances, ho rovinato tutto!" la voce tremò poi si spezzò.
"Tesoro, tu non hai rovinato nulla! Qui la colpa è anche sua quindi non so cosa abbia da pensare..poi non c'è nessuna 'colpa'..è successo..anche lui avrà paura.."
Lei ora non aveva bisogno di me, ma di lui al suo fianco.
"Il più bel sogno della mia vita è sfumato così, mentre vivevo una favola..ora è finita!" già, stavamo entrambe vivendo un sogno, ma il suo non doveva finire, lei doveva ancora vivere la sua favola, doveva raggiungere il lieto fine.
"Nei sogni, nelle favole, non tutto va come speriamo..ma non è detto che questo debba portare cose negative, anzi..Questa non è la fine, è il vostro nuovo inizio. Ci sarà solo qualcuno in più.." dissi poggiando la mano sulla sua pancia.
 
"E' bello rivedere i tuoi occhi che mi guardano come la prima volta che ci siamo incontrati.." disse Shannon quando tornò con Antoine qualche giorno dopo.
"Se hai qualcosa da farti perdonare.." 
"No, questa volta non è successo nulla" disse ridendo "mi sei mancata" e si avvinò ancora baciandomi piano, proprio quando arrivò Jared.
"A me sono mancate queste smancerie!" disse il fratello minore ridendo, poi andò ad abbracciare il maggiore.
La convivenza tra me e Jared era come quella tra cane e gatto..discutevamo su tutto. A volte però c'erano rari momenti di pace ed era ancora così strano vedere il proprio idolo a casa sia, le poche volte che era a casa.. Ogni tanto annotava qualche pezzo di canzone o suonava al pianoforte, o disegnava strani disegni sui muri mentre io lo guardavo ammirata.
"Antoine era diverso per tutto il viaggio..non era se stesso neanche durante l'afterparty" confessò Shannon poco dopo. "Non ha preso bene la storia del bambino.."
"Non può abbandonare El, non ora. Sai che il tuo amico è morto se prova a fare una cosa del genere?"
"Non la abbandonerà mai, ne sono certo."
Antoine venne a casa di Shannon lo stesso giorno.
Parlammo insieme davvero per la prima volta e scoprii il magnifico ragazzo che si nascondeva sotto il dj. Confessò di essere terrorizzato dall'idea di un figlio, non pensava di essere all'altezza di tutto questo. Conoscendosi, aveva detto, avrebbe rovinato tutto, nonostante l'amasse davvero..
'Stanno proprio bene insieme' pensai sorridendo.
Con l'aiuto di Shannonm finalmente Antoine capì che tutto questo era normale, che lui poteva farcela, poi aveva degli ottimi zii su cui contare!
"Ho sempre pensato che fossi stato tu il primo a diventare padre tra noi due.." disse ridendo Antoine a Shannon.
Quest'ultimo mi guardò con uno strano sorrisino.
"Cos'hai da guardarmi? Comprati un altro cane se vuoi qualcuno a cui badare!" dissi ridendo. "Tu non vuoi un figlio. A te piace solo la parte iniziale, la parte della..emm..'procreazione'!"
Shannon fece spallucce mentre Antoine rideva al suo fianco.
"Potremmo avere centinaia di figli.." disse tra sè Shannon.
"A volte mi chiedo perchè sono ancora qui..forse potrei comprarti..non so..una bambola gonfiabile! A questo punto potrei anche andarmene!"
Shannon si avvicinò all'improvviso, poggiò la sua mano sul mio fianco, alzando piano la maglia quel tanto che bastava per sfiorare la mia pelle con le dita. Quei brividi che mi percorrevano al suo solo tocco..le guance si tinsero di rosso "Non osare andartene..Preferisco sempre te" e mi baciò dolcemente.
Sorrisi, cercando di nascondere il mio imbarazzo mentre lui si allontanava da me. 
Antoine seduto di fronte a noi se la rideva tranquillamente "Siete fantastici!"
Io e Shannon ci guardammo per qualche secondo per poi unirci anche noi alla risata.
 
Quella sera Antoine tornò da El. Sembrava diverso, questa volta in senso positivo, quasi come se fosse cresciuto..aveva capito quanto tenesse davvero alla ragazza che aveva conosciuto per caso ad un afterparty, alla mia migliore amica.
Ora sarebbero cambiate molte cose, ma insieme avrebbero superato tutto.
Questo era il loro lieto fine. Questo era l'inizio di una nuova famiglia

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Capitolo 19
*** Chapter 19 ***


Felice. Sembra così semplice, una piccola parola, ma solo pochi possono renderti tale. Solo poche persone riescono a renderti completamente felice, senza rimpianti, senza delusioni. Riuscire a trovare quella persona, quella che ti completa, è davvero difficile, ma quando ci sei riuscito, non lasciarla mai. Tutto è fermo a lui, il resto cambia. Vorresti solo vivere di lui.
Felice. Ecco come mi sentivo, con lui. Non so cosa ci abbia spinti ad unirci, il destino forse. Credo di non essermi mai sentita così.
 
Febbraio. Ogni volta che mi svegliavo, ogni volta che aprivo gli occhi per tornare dal mondo dei sogni, trovavo davanti a me quel viso d'angelo, quella persona che, so, molti sognano. Molti vorrebbero trovarsi al mio posto, ora. Non so perchè, cosa l'abbia spinto a scegliere me, ma ora qui c'ero io. Shannon ora era mio. A volte trovavo i suoi occhi, color nocciola al mattino, a darmi il buongiorno. Questa volta no.
Shannon quella mattina non era al mio fianco, non teneva stretto il mio bacino come al solito.
'Si sarà già alzato' pensai, un po' delusa.
Alzai le coperte che mi avvolgevano e notai qualcosa. Una rosa era poggiata sul letto, al mio fianco. Un piccolo bigliettino sotto di essa diceva solo 'Buongiorno piccola fotografa'.
Sorrisi prendendo la rosa tra le mani..da tanto non mi chiamava così. Poi notai anche qualcos'altro, sul mio polso: un bracciale. Ieri decisamente non c'era. 
-You're my dream- era inciso sopra. 
Non riuscii a trattenere una piccola lacrima che andò a bagnare la mia guancia. Tutto questo era troppo. Forse lui era troppo..
Mi alzai asciugandomi velocemente quella lacrima. 
Uscii dalla camera e scesi al piano di sotto. Avevo bisogno di Shannon.
Guardai ovunque, ma di lui neanche l'ombra. Neanche Jared sembrava essere in casa. Forse avevano da sistemare qualcosa per la band, visto che fra poco avrebbero ripreso il tour.
Mi voltai, decisa a tornare al piano di sopra, quando sentii un rumore dietro di me. La porta d'ingresso si aprì e dietro rivelò Shannon.
Mi bloccai per un attimo a fissarlo. Era..semplicemente perfetto. Ancora non capivo come lui potesse essere..mio.
Gli corsi incontro e gli saltai praticamente addosso per abbracciarlo. Non mi aveva vista, probabilmente non si aspettava di vedermi sveglia, così perse l'equilibrio e cadde a terra, io sopra di lui.
Mi guardò, e finalmente realizzò cosa era successo, così inziò a ridere, io al seguito. Poi mi fermai, lo fissai per un attimo e lo baciai dolcemente. 
"Buon compleanno piccola mia" 
"Compleanno? Oddio, è vero! Oggi è il mio compleanno! Me n'ero completamente dimenticata!" 
Era proprio vero, era il mio compleanno! Non ricordo neanche l'ultima volta che l'avevo festeggiato.. ma avevo capito che ora tutto era diverso. 
"Grazie, davvero. Non immagini neanche quanto tutto questo conti per me, quanto tu mi renda felice.." Ma le sue labbra mi bloccarono, facendomi dimenticare tutto..
"Buongiorno ragazzi! Emm..scusate, non volevo interrompere niente.." Era arrivato Tomo. Noi eravamo ancora stesi per terra.
"Emm..no, veramente siamo caduti..ma buongiorno Tomo!" dissi alzandomi, ormai rossa in viso.
Tomo rideva mentre Shannon si rialzava "Ero passato solo per farti gli auguri! Ora però devo andare, Vicki mi aspetta..Ci vediamo alla.."ma si bloccò immediatamente, guardando Shannon. "Bhè, ci vediamo! Buon compleanno Frances!" e uscì, proprio mentre rientrava Jared. 
"Tanti auguri Frances!" disse, poggiandomi tra le mani una scatoletta. 
Lo guardai sorpreso. Non mi aspettavo tutto questo, da lui..
"Emm..grazie" aprii la piccola scatola. Al suo interno c'era una collana, anzi, la collana degli Echelon, la triad.
"Sei una Echelon. Tutti gli Echelon dovrebbero avere un nostro simbolo, un riconoscimento..ho pensato che ti avrebbe fatto piacere.." ma si bloccò quando gli buttai le braccia al collo.
"Grazie" gli sussurrai, poi piano piano mi allontanò da lui. "Già, scusa. I germi!" dissi ridendo e sorrise anche lui. Certo, anche Jared non scherzava: quel sorriso e quegli occhi da angelo erano qualcosa di magico..
Indossai subito la collana. Quel semplice simbolo rappresentava quasi un mondo parallelo nel quale vivevamo noi Echelon, noi parte di questa famiglia. Ero fiera di appartenere a loro, di seguire questi tre pazzi.
"Non è finita qui..questo è solo l'inizio.." disse Shannon, avvicinandomi a lui e sfiorandomi piano il viso. Eravamo distanti un respiro, io incantata nei suoi occhi, quando improvvisamente mi prese tra le sue braccia, alzandomi da terra. Mi portò sulle scale, fino alla sua stanza, "Un piccolo anticipo.." sussurrò, avvicinai il suo viso al mio e lo baciai con passione..
 
"Dove mi porti questa volta?" Era sera, mi aveva trascinata in macchina senza dirmi nulla. Mi aveva costretta a indossare un altro vestito, poco più lungo questa volta. La sua espressione quando mi vide era stata indimenticabile, quasi buffa, ma indimenticabile. "Sei..magnifica..ora manca solo la sorpresa finale.." aveva detto solo.
"Ti piacerà." aveva risposto. Vista l'ultima sorpresa del genere, dovevo fidarmi.
Ancora pochi minuti poi arrivammo. Non ero mai stata in quel posto..
"Spero ti piaccia" disse prima di condurmi dentro questo locale.
La stanza era piena di persone che non conoscevo che guardavano ammirati le pareti..guardai meglio: sulle pareti erano appese delle foto, delle foto che mi erano molto familiari..
"Ma sono le mie foto.." sussurrai a nessuno in particolare, guardandomi intorno.
"Proprio così..ho pensato che sarebbe stato bello mostrarle, ho invitato qualche conoscente, qualche fotografo.." rispose Shannon, ma El lo interruppe, saltandomi quasi addosso.
"Tantissimi auguri sorellina! Ma...ci sono anche delle nostre foto!"disse ridendo, mostrandomi degli scatti. In effetti c'erano foto davvero bizzarre, foto che quasi non ricordavo più, foto che immortalavano momenti magici..
Prima che potessi anche solo immergermi nel mio mondo, si avvicinarono diversi fotografi professionisti:riconobbi subito Terry Richardson e Richard Avendon.
Dopo le presentazioni, trovai anche Jared, Tomo e Vicki.
Infine fui libera di esplorare, di immergermi in ricordi e di riprovare le emozioni di quegli scatti.
In fondo, alla fine di questa 'mostra' una foto catturò subito la mia attenzione. Quella non era stata fatta da me, ma era forse il miglior capolavoro in quella sala: io e Shannon, a New York. Ricordavo perfettamente quel momento. 
Io guardavo l'obiettivo, sorridendo, mentre Shannon, che scattò la foto, era al mio fianco e mi guardavo ridendo. Se avessi dovuto esprimere la felicità, avrei mostrato questa foto. Il suo sguardo e quel suo sorriso erano la cosa più straordinaria che i miei occhi avessero mai incontrato, il dono più grande che qualcuno potesse farmi. Quegli occhi stavano guardando me..
Sotto la fotografia, la frase che meglio descriveva quel momento -I could stay lost in this moment forever-
Delle mani mi sfiorarono i fianchi, da dietro, riportandomi alla realtà.
"Grazie..nessuno aveva mai fatto tanto per me..sei il mio angelo" dissi, e,come quella mattina, non riuscii a trattenere una lacrima che mi rigò il viso.
Shannon mi voltò, i nostri volti a pochi centimetri di distanza. Con un dito mi asciugò la lacrima, sorrise, poi mi baciò dolcemente.
"Tu sei la mia piccola stella.." sussurrò prima di allontanare il suo viso dal mio. Abbassai lo sguardo, arrossenso, ancora incapace di tenere il suo sguardo. Mi accorsi subito dopo del gruppo di persone che ci stava osservando.. Ancora più imbarazzata, guardai Shannon, mossa sbagliata perchè scoppiò subito a ridere. Non sapevo resistere, la sua risata era troppo contagiosa, così mi unii anche io. Forse ci presero per pazzi, bhè, forse lo eravamo davvero.
 
Piano piano gli 'invitati' se così possiamo chiamarli, se ne andarono, lasciando solo me e Shannon in quella stanza.
Sorridendo, mi prese per mano e mi portò in una stanza al fianco di questa: la parte migliore della sorpresa doveva ancora arrivare. La stanza era piena di foto, come l'altra, ma queste erano le nostre foto, noi eravamo i protagonisti nel nostro piccolo mondo e quelle foto ne ricordavano tutti i momenti migliori..
Shannon mi strinse forte a sè, poi mi voltò in modo da far aderire i suoi addominali alla mia schiena. Mi diede piccoli baci sul collo mentre mi sfilava piano il vestito che indossavo. 
Mi voltai per guardare l'uomo che invadeva i miei sogni, i suoi occhi. le sue mani sui miei fianchi, con le dita accarezzava dolcemente la mia schiena facendomi rabbrividire. Mi baciò con passione, poi, stringendomi ancora di più, mi sollevò da terra; incrociai le mie gambe al suo bacino mentre gli toglievo la maglia. Mi portò infine sul divano, che credo non fosse stato messo lì a caso, e lì mi trascinò con sè in paradiso..

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Capitolo 20
*** Chapter 20 ***


- "Buongiorno bella addormentata!"
"Giorno.."dissi osservando quegli occhi verdi, quasi gialli. Notai qualcosa di diverso in quello sguardo, come se non riconoscessi i soliti occhi che incontravo la mattina..
Poi mi guardai intorno e iniziai a sentirmi davvero confusa: ero all'aperto, il cielo di un azzurro intenso si distendeva sopra di me, immenso, finchè non incontrava..possibile?..l'oceano.. 
Mi alzai in piedi. Sì, vedevo proprio l'enorme distesa d'acqua e io mi trovavo...su una barca.. La vela era spiegata, con un movimento quasi impercettibile l'imbarcazione si muoveva sulle piccole onde.
"Shannon..dove siamo?" 
Lui intanto si era alzato e ora mi cingeva i fianchi da dietro. "Da qualche parte nell'oceano.."
Mi voltai e lo guardai sbalordita "Cosa? Da quando siamo su questa maledetta barca?"
"Saranno ormai sei mesi che giriamo per il mare aperto con lei, 'Mars'.. Ma cosa ti prende?"
Ora davvero non riuscivo a credere a tutto ció "No!Mars..Thirty seconds to Mars, quella è la tua band, quella è la tua vita, che fine hanno fatto tutti? Dov'è Christine?" 
"La mia vita sei tu.." disse poggiando dolcemente le sue labbra sulle mie. Riuscivo a sentire l'odore salmastro invadermi, mentre il vento marino ci accarezzava la pelle. "Frances, forse hai preso una insolazione.. Ormai non suono più da molto tempo.." disse poi abbassando lo sguardo. Per un attimo rividi nei suoi occhi qualcosa di diverso, quel qualcosa che mi ricordava il mio Shannon. "Abbiamo deciso insieme di lasciare tutto e di fare questo 'lungo viaggio' in mare aperto..la nostra nuova casa"
Cosa era successo? Possibile che davvero non ricordassi nulla? Possibile che la band che tanto amavo ora non c'era più e io mi ero portata via una parte di loro, 'il battito cardiaco' della band?
"No, rivoglio il mio Shannon!" quasi urlai. Mi guardai velocemente intorno, le onde del mare sembravano ingrossarsi ogni secondo di più. Poi qualcosa distolse la mi attenzione: una, due, tre pinne affioravano dalla distesa blu. Squali, squali! Mi voltai verso Shannon, che mi guardava e sorrideva spensierato.
"Squali! Degli squali si stanno avvicinando! Allontaniamoci!" urlai. Poi sentii una voce ripetere il mio nome, ma non era Shannon a pronunciarlo. Mi voltai terrorizzata di nuovo verso quegli animali, sempre più vicini, finchè uno urtó la barca..-
"No,gli squali no!" aprii gli occhi alzandomi a sedere senza neanche accorgermene. Sentivo il cuore battere all'impazzata, e il respiro corto. 
Una mano mi sfioró il braccio. Mi voltai e incontrai quegli occhi che fino a poco fa mi guardavano senza quasi espressione, ora invece erano magnetici e profondi come quelli che ricordavo. 
"Tranquilla qui non ci sono squali" accennó un sorriso, forse ancora spaventato dal mio brusco risveglio. 
Mi guardai intorno, tutto era meravigliosamente normale: noi seduti su un letto, un tetto sopra di noi, il cielo visibile solo dalla finestra,di mare e squali neanche l'ombra. Abbracciai l'uomo al mio fianco, ora cosciente che questo era il vero Shannon, che questa era la vita reale. 
"Va tutto bene" sussurró accarezzandomi i capelli.
"Sei qui..siamo a casa tua"
"Certo..dove avremmo dovuto essere altrimenti?"chiese confuso.
"Per fortuna non in mare aperto.." risposi, e sorrisi ripensando al mio stupido sogno. Ora ero appoggiata sulla sua spalla,mentre lui mi accarezzava dolcemente. Improvvisamente la mia pancia si fece sentire, brontoló. "Ho fame!Sarà stata l'aria di mare.."dissi ridendo.
"Hai sempre fame!Non so come tu faccia ad essere così magra..mangi il doppio di me!" poi mi prese in spalla senza lasciarmi il tempo di ribattere e mi portó al piano di sotto. 
Lì trovammo Jared, forse già sveglio da tanto, sul divano a guardare un film.
"giorno bro! Sai, anche Frances ha paura degli squali! Ha fatto un incubo stanotte..mi ricordo ancora di quando da bambino venivi da me la notte perchè continuavi a sognare quegli squali!" disse Shannon al fratello, mentre io prendevo qualcosa da mangiare e preparavo del caffè per Shannon.
"Io non ho paura degli squali" rispondemmo quasi in coro io e Jared. "Piuttosto, Shan vestiti che dobbiamo preparare per ultime cose per il tour." proseguì Jared, senza distogliere gli occhi dallo schermo.
Porsi a Shannon del caffè,senza il quale sarebbe diventato insopportabile in pochi minuti. 
"Grazie piccola, cosa farei senza di te?" abbassai lo sguardo mentre i suoi occhi cercavano i miei. senza di me? Forse sarebbe tutto più semplice. 
Le sue dita sul mio mento mi scossero da mille pensieri, alzó piano il mio viso. Fissó per qualche secondo i miei occhi, poi un piccolo bacio sulla fronte. "Vado a farmi una doccia" e sparì tra le scale.
Finii di mangiare, mentre i pensieri tormentavano la mia testa.
Poi lo sguardo cadde su Jared e ritornai alla realtà. Mi avvicinai piano a lui e mi sedetti al suo fianco. Guardai lo schermo "Alexander.." sussurrai. Lo riconobbi subito. Da molto non vedevo quel film, uno dei miei preferiti di Jared. "Adoro questo film. Tu sei fantastico nei panni di Efestione..sei un grande attore"
Lui mi fissó per qualche secondo, come a decidere se valesse la pena rispondermi. Alla fine credo si convinse "Lo stavano trasmettendo prima, così ho deciso di guardarlo.."
"com'è stato lavorare con Colin?" chiesi subito. Colin Farrell, ovvero Alessandro, un altro dei miei attori preferiti.
"Il grande attore è lui." rispose e,forse era stata solo una mia impressione, notai uno strano scintillio nel suo sguardo, per pochi secondi.
Ma ecco la mia scena preferita 'Tu mi ferisci ancora Alessandro, e hai occhi come nessun altro. Ti sembreró un discepolo stolto, ma sei tutto quello a cui tengo. E per il dolce respiro di Afrodite sono geloso di perderti a causa di questo mondo che desideri così fortemente" recitava il personaggio di Efestione rivolto ad Alessandro, io intanto ripetevo quelle battute a memoria.
Jared mi guardó, poi sorrise. "Era uno strano amore tra di loro. Qualcosa che non poteva essere compresa da altri. Un amore impossibile.." parlava quasi come se queste frasi si riferissero ad altro.
"È difficile superare le difficoltà che porta come conseguenza l'amore..non è mai semplice.." in realtà non sapevo neanche di cosa stessi parlando, le parole uscivano da sole mentre pensavo ad altro; forse amare era una cosa difficile,troppo difficile, per me.. Ma cosa parlo io? Avevo davvero conosciuto l'amore? Forse no; forse perchè era qualcosa più grande di me, forse perchè non volevo  ascoltare il mio cuore fino in fondo. Avevo già lottato contro di lui e l'avevo vinto tempo fa. Non volevo innamorarmi dell'impossibile, conoscevo i miei limiti e la mia capacità di soffrire.
Forse perchè sapevo che tutto Questo non poteva durare per sempre, insomma, un sogno non è mai eterno e di questo forse avevo più timore.
L'amore porta a inevitabili sofferenza, l'amore non è mai felicità completa. 
"A volte diamo la colpa ad altri, quando siamo noi stessi a crearci delle barriere" disse Jared. Sembrava mi stesse leggendo nella mente..
Forse tutti questi ero solo inutili pensieri, le solite fantasticherie. Sapevo cosa provavo ma..Avrei dovuto ascoltare il cuore, o la mente?
"Guarda" disse Jared scuotendomi dai pensieri che mi circondavano. Spostó il BB in modo da farmi vedere lo schermo (ovviamente non avrei potuto prendere in mano l'oggetto più caro del cantante). Delle foto, foto della mostra del mio compleanno, foto di me e Shannon, di noi. 
"Ormai sono già in rete.." disse cogliendo il mio sguardo di allarme. 
"Non credo che siano tutti felici di vedere queste foto.." pensai a cosa avrebbero potuto dire, anche gli Echelon. Lui aveva una carriera da mandare avanti, io non era nulla, io rischiavo di bloccarlo.
"Sono pronto" Shannon aveva appena sceso le scale. "possiamo andare bro!" Jared si affrettó a posare il BB.
"Tu non vieni?" 
"No..andró da El..non voglio disturbare..poi non voglio anticipazioni!"risposi cercando di sembrare più serena possibile.
"Va bene..a dopo" disse Shannon stampandomi un bacio sulle labbra, poi, insieme al fratello, uscirono.
Il giorno dopo ci sarebbe stata la prima data del nuovo anno. In realtà ero molto agitata anche io..Shannon mi aveva proposto, quasi imposto, di seguirlo durante il tour. Non vedevo l'ora..la Echelon in me non aspettava altro, voleva vedere i tre all'azione. 
Pensando a tutto questo, mi preparai con 'A Beautiful Lie' di sottofondo, e poi andai da El, la mia ancora di salvezza, sempre.

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Capitolo 21
*** Chapter 21 ***


Il grande giorno era arrivato. Lo aspettavo da anni ormai, ma non avevo mai avuto la possibilità di realizzare questo sogno.
"Sei pronta? New Yorl ci aspetta di nuovo!
"Shannon, qui la domanda è se siete pronti voi..io lo sono da sempre" sorrise e mi diede un piccolo bacio sulla guancia.
 
All'aeroporto li aspettava un bel gruppo di fan, tutte emozionate per l'inizio del tour. Le guardavo, mentre pensavo che quello era in realtà il mio posto..
Emma si affiancò a me "Vieni con me" mi disse, così la seguii, poco distante dal gruppo.
I tre erano ora nella mani delle ragazze che chiedevano foto e autografi.
"Grazie" dissi sorridendo ad Emma, mentre ci avviavamo al check-in.
"Non so se saresti stata la benvenuta..a volte gli sguardi di alcune fanno quasi paura"
Conoscevo da poco quella ragazza, ma sembrava un'amica di cui fidarsi. Mi era sempre stata simpatica, anche prima che entrassi in quest'altro mondo.Immaginavo solo tutto il lavoro che doveva fare per Jared!
Guardai intanto Shannon che sorrideva ad ogni sguardo delle ragazze, era davvero felice. Forse quegli sguardi di cui parlava Emma erano dovuti anche alla paura, paura di perderli per qualcun'altra..la mia paura era la stessa, paura di portarlo via da questo mondo..
Salimmo poi sull'aereo, Jared che parlava con Emma e Tomo di altri progetti, Shannon, che sull'aereo trovava sempre l'ispirazione, scriveva, ed io con il mio iPod cercavo di abbandonare tutti i pensieri che giravano nella mia testa.
Arrivammo a New York in anticipo, così tutti insieme facemmo prima un salto da Starbucks. Rivedere quella città era magnifico, era come rivivere quei meravigliosi momenti passati con Shannon..
Poco dopo ci dirigemmo verso l'Hammerstein Ballroom, dove si sarebbe tenuto il concerto. Ero 'dietro le quinte' ora..tutto sembravano avere mille cose da fare, tranne noi.
Conobbi finalmente l'altra parte della crew, tra cui Evan, Tim e Braxton..sembravano emozionati per questo nuovo inizio. Io li adoravo, erano parte della band ormai.
Finite le presentazioni, Shannon mi portò nel suo 'camerino'. Il cartello "Shannon's sanctuary" al lato della porta era sicuramente opera sua..
"Come ti senti?" gli chiesi quando si sedette sul grande divano della stanza. "Un po' agitato, come sempre..non ci sarebbe gusto se non lo fossi..ma una volta vicino alla mia Christine, tutto quello che devo fare è suonare, che è la cosa che so fare meglio, per gli Echelon, per la mia famiglia..tutto diventa più semplice..tu invece?"
"Ancora non ci credo. E' la prima volta che assisto ad un vostro concerto..sono..emozionata..sono sicura che sarà la serata migliore della mia vita" risposi pensando a poche ore dopo.
Lui mi sorrise e mi fece segno con le mani di avvicinarmi. Poi mi tirò a sè, così mi sedetti sulle sue gambe. Poggiò le sue mani sui miei fianchi, accarezzandomi la pelle sotto la maglia. Brividi. Quei soliti brivisi che mi attraversavano ad ogni suo tocco, a cui non ero ancora abituata, ai quali non mi sarei mai abituata. Un bacio. Quel bacio dolce e passionale insieme, quelle sue labbra che toccavano le mie, quella sensazione di toccare il cielo con un dito.. 
Il mio cuore continuava ad accelerare, avevo paura riuscisse a sentirlo..lui sorrise, aprendo gli occhi e fissandomi. Come se mi avesse letto nel pensiero, prese la mia mano e la poggiò sul mio petto, poi sul suo. Lo sentivo, il suo cuore, come la grancassa della sua batteria, risuonava forte sotto la mia mano. Distolsi lo sguardo dal suo,scesi piano lungo il suo collo, sfiorando con le labbrala triad, poi poggiai la testa sul suo petto: quel suono era il più dolce che avessi mai sentito, volevo fosse mio, avrei voluto averlo sempre per me..
"Voglio il tuo cuore" sentii la sua voce più profonda nel suo petto.
"E' già tuo"
"Ho paura di farlo soffrire..non voglio far cessare il suo suono"
"Non ha mai vissuto così intensamente in tutta la mia vita. Se batte è merito tuo."
Dopo le mie parole, mi prese il viso tra le mani e lo avvicinò al suo. Le sue labbra sfiorarono di nuovo le mie..
"Sei tu la mia vita, Frances"
Alle sue parole mi ritornò alla mente il sogno della scorsa notte, quando la nostra vita era diversa, la sua vita era cambiata, a causa mia. E' come se un'altra parte di me prese il sopravvento, come se la parte che voleva il batterista per sè, la parte sognatrice, lasciasse spazio alla parte dura, quella realista, quella che vorrebbe fare di tutto per non soffrirem per non rovinare la vita di entrambi..
Ma qualcosa non andava. Il viso di Shannon non era più nitido come prima, i suoi occhi mi stavano abbandonando..
 
"Frances, svegliati, ti prego!"
La sua voce risuonò forte e chiara nella mia testa. Aprii gli occhi, avevo bisogno di incontrare i suoi. Erano lì, che mi fissavano preoccupati, ma di fianco ne troavi altri, scuri e profondi.
Mi alzai piano, Shannon mi teneva stretta la mano.
"Ammettilo, volevi veermi. Ogni volta che ti succede, vengo in tuo soccorso!"
"Certo Tomo, hai ragione, mi hai scoperta! Non ri vedevo da troppe ore, mi mancavi, così ho pensato di svenire!" dissi sorridendo.
"Non ti succedeva da tanto..stai bene?" mi chiese Shannon.
"Sì, ora sto bene.." già, da tanto non avevo questi mancamenti...forse la frase di poco fa, il sogno, mi avevano agitata troppo...
"Forse sarà meglio prendere una boccata d'aria" suggerì Tomo. "Io intanto devo andare da Jared che continua a chiamarmi!"
Usciti dal 'santuario di Shannon' io seguii il batterista, mentre Tomo andava nella direzione opposta.
Mi portò sul palco, dove poche ore dopo si sarebbero esibiti. Respirai un po' d'aria fresca. La sensazione era magnifica: quel luogo, entro poche ore si sarebbe riempito di Echelon, la mia grande famiglia, per ascoltare quei ragazzi all'azione.
Shannon arrivò da dietro cingendomi i fianchi. Sentivo il suo respiro sui miei capelli, poi le sue labbra sulla mia guancia. Mi riportò alla realtà.
"Posso seguire il concerto dal parterre?"
"Frances, sei appena svenuta, mi hai spaventata davvero. Non voglio che accada di nuovo"
"Non succederà nulla. Prima..è stato solo un momento..ora sto bene. Voglio godermi questo concerto, voglio vivere quei momenti con la mia famiglia." dissi voltandomi a guardarlo negli occhi.
Prima sembrò resistere, infine cedette "Ok..andrai prima che aprano i cancelli..a volte dimentico che sei una di loro, una di noi.."
Abbassò lo sguardo. Sapevo cosa stava pensando, perchè era quello a cui pensavo io, sempre. Forse questa storia tra di noi era sbagliata, forse non avremmo dovuto fare nulla di tutto ciò, io non avrei dovuto innamorarmi del mio idolo..
"I've been thinking of everything I used to want to be..I've been thinking of everything of me, of you and me.." cantai improvvisamente, la prima cantone che attraverò la mia mente.
"this is the story of my life.." continuò lui. Riuscii a strappargli un sorriso, e vederlo sorridere era la migliore cura a tutto..

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Capitolo 22
*** Chapter 22 ***


"Shan" era Jared che chiamava "vieni, aprono i cancelli"
"Ok, porto Frances già e arrivo" rispose Shannon. Scendemmo insieme dal palco, poi io saltai la transenna. "Ti prometto che sarà una serata indimenticabile"
"Lo sarà, ne sono sicura" risposi. Poi lui mi lasciò per tornare nel suo camerino, per la meditazione pre-concerto, immaginai.
In poco tempo, tutto intorno a me cominciarono ad arrivare persone di corsa, finchè l'Hammerstein Ballroom non fu pieno. Pieno di Echelon, pieno di cuori con quell'amore in comune, quella musica che aveva cambiato la nostra vita.
L'ansia cresceva tra di noi, finchè il gruppo di apertira non iniziò a scaldarci.
Subito dopo loro, gli CB7, a capo Antoine. Sapevo ormai tutti i loro pezzi, El continuava ad ascoltarli.. lei era rimsta a Los Angeles. Stava poco bene, ma aveva insistito che io seguissi i marziani a New York: sapeva quanto ci tenessi..
I quattro furono formidabili, ma la parte migliore della serata doveva ancora arrivare.
Evan si avvicinò alla batteria. Urla. 
Ecco lui, l'animale si avvicinava alla sua preda. Incrociai lo sguardo di Shannon, sorrise e salutò la famiglia.
Escape. L'intro, l'inizio di questa guerra.
Shanimal introdusse la serata. Dall'altra parte Tomo prendeva posizione. Poi una voce, quell'angelo iniziò a cantare. Quando apparve davanti alla triad gigante che sovrastava il palco, le urla aumentarono.
La voce francese introdusse Night of the Hunter. Jared sembrava rinato, si muoveva sul palco per poter guardare meglio tutta la sua famiglia; lo stesso Tomo, che saltava come un grillo, il volto coperto dai suoi lunghi capelli.
I miei occhi erano però solo per lui. Shannon dava il meglio di sè con la sua Christine, si trasmettevano energia. La sua forza era visibile. Vederlo suonare, vivere, era incredibile.
La serata andava avanti, poi ecco Tomo, introduceva quella melodia, la sua melodia. Shannon si avvicinò al centro del palco con la sua chitarra. Le note di L490 echeggiarono nell'aria, nel silenzio che ora padroneggiava quei minuti. Senza accorgermene, lacrime sfiorarono il mio volto. Alla fine alzò lo sguardo verso il mio. Quel momento sembrò quasi interminabile.
Tra il set acustico, Jared accennò Buddha for Mary. Forse non lo sapeva, ma quella era proprio una delle mie canzoni preferite. Poi The kill; a metà canzone tornarono sul palco Tomo e Shannon, The kill full band. 
Jared si lanciò tra la folla, quasi camminando su di noi. Lui, che spesso non stringeva neanche le mani a qualcuno per paura dei germi, ora era qui tra centinaia di persone che lo toccavano ovunque, lo adoravano. Gli sfilarono anche la maglia, ma lui continuò a cantare tranquillamente. Fu un'esibizione fantastica.
Closer to the edge, la canzone dei miei ricordi, la canzone mia e di El.
Kings and Queens a chiudere la serata, come da tradizione. Tra i molti Echelon che Jared indicò per salire sul palco, c'ero anche io..
Mi avvicinai a Shannon, per vederlo suonare da vicino. Sentii le vibrazione di quella musica attraversarmi, come se fosseo dentro di me.
Andai da Tim a Tomo, per scatenarmi e vivere al meglio quella serata. Era stato tutto perfetto, mi ero sentita viva con non mai.
Finita la canzone, ultimi saluti, Shannon regalò ai fan le sue drumstick.. 
Mentre stava tornando indietro lo fermai e gli chiesi velocemente di darmi una delle sue bacchette; lui acconsentì e me ne porse una. Forse stava per chiedermi qualcosa, ma io non lo sentii.
Mi diressi subito giù dal palco, vicino alla transenna. Lì, una bambina dal sorriso più dolce che avessi mai visto era rimasta immobile, la mano tra quella della sorella più grande, a fissare il palco. Mi avvicinai e le porsi la bacchetta.
"Tieni piccola"
Lei mi guardò sbalordita, poi la prese tra le mani. "Grazie" rispose e mi buttò le braccia al collo. Fui costretta ad abbassarmi, ma ricambiai il piccolo abbraccio. "Tu..sei la fidanzata di Shannon,vero? Ti ho vista nelle foto.." mi sussurrò.
Questa volta quella sbalordita fui io. Non pensavo mi riconoscesse.. "Come ti chiami?" La piccola sciolse l'abbraccio per guardarmi neglio occhi.
"Frances.."risposi, era inutile nascondermi ormai. "Tu,piccola Echelon?"
"Angel..mia sorella dice che Shannon sembra davvero felice, spera che questa sia la volta buona..poi le piaci perchè non sei bionda!" disse ridendo. La sorella,che mi aveva appena riconosciuta, imbarazzata, avvisò la piccola che era ora di andare.
"Grazie Frances" disse la piccola Angel, regalandomi un altro suo sorriso, mentre si allontanava tra la folla. Alcuni si voltarono verso di me, così decisi di andarmene prima che altri mi riconoscessero..
Intravidi Shannon dietro il palco, e lo seguii cercando di non farmi notare. Lui camminava tranquillo lungo il corridoio dei camerini ora deserto. 
Lo fermai, si voltò "Ma dove eri.." iniziò, ma si bloccò quando io gli buttai le braccia al collo e lo baciai dolcemente.. Sentii le sue forti braccia stringermi a sè, mentre ricambiava il bacio con passione.
Mi allontanai quel poco che brastava per immergermi nei suoi occhi. "Grazie" riuscii a sussurrare.
Sorrise, uno di quei sorrisi che ti immobilizzano, che ti fanno smettere di pensare, che ti fanno sentire il centro del mondo, lui ed io; avvicinò piano il suo volto al mio, le sue labbra sfiorarono le mie, come un assaggio di quello che avrebbe potuto dare, ma una voce interruppe questo momento.
"Siete davvero carini insieme" era sarcastica, quella voce stridula da 'sonolapiùfigadelmondo', quella voce che ti dà fastidio solo sentirne il lontano ricordo.
"Alena.."sussurrai voltandomi verso la figura bionda che si avvicinava sorridendo.
Lei, proprio lei, l'ultima persona che avrei immaginato di incontrare, era lì davanti a me, vestita impeccabile, sembrava la controfigura di Barbie, che mi fissava dalla testa ai piedi come ad esaminarmi. Poi, come se avesse già raccolto i risultati, portò lo sguardo su Shannon.
"Bene, vedo che sai già chi sono, non dovrò presentarmi.. Tu sei Fra..Fran.."
"Frances" risposi, chissà se riusciva a capire il ranconre che provavo per lei, per ciò che aveva fatto a Shannon. "Non mi sembra così difficile da ricordare.."
"Cosa ci fai qui?" inervenne Shannon.
Non riuscivo a decifrare il suo sguardo. Era odio quello?Rabbia? O forse altro..forse ne sentiva la mancanza..
"Sono venuta per vedere il concerto..ho pensato di venire a salutare..mi piacerebbe fare quattro chiacchiere con te, Shannon, come i vecchi tempi.." era una mia impressione o si avvicinava sempre più a lui?
"Bhè, ora sarà meglio che vada.. Mi aspetta un meet&great! Ci vediamo dopo Shannon!" Non era una mia impressione. Riuscivo a sentire il suo profumo ora. Si voltò e andò via, sventolando i suoi capelli, non prima di aver lanciato uno strano sguardo al batterista.
Bisognava ammettere che era..carina..tutto al posto giusto, insomma..Non ci avrebbe rimesso molto a riconquistare Shannon, se avesse voluto..
Lui si voltò verso di me, prendendomi entrambe le mani "Non preoccuparti, non succederà nulla"
Sorrisi guardandolo fisso negli occhi "Lo so, ho fiducia in te"
Ci dirigemmo insieme nel suo camerino, poi qualcuno bussò alla porta. 
"Shan, Jared e Tomo stanno aspettando te, sno già nella sala"
"Arrivo subito, grazie Antoine" disse rivolto all'amico. "A dopo piccola" disse a me, dandomi un piccolo bacio sulla fronte. 
Poi uscì, lasciando me, i miei stupidi pensieri, e Antoine nella stanza.

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Capitolo 23
*** Chapter 23 ***


"Siete stati grandiosi questa sera"
"Grazie Frances, ti ho vista saltare lì, in prima fila!" disse Antoine sorridendo. "Io..non ti ho mai ringraziato per avermi aperto gli occhi..e per avermi fatto conoscere El"
Sorrisi, mentre mi accorsi della chitarra di Shannon appoggiata alla parete. La presi e mi sedetti sul divano "Lei aveva bisogno di uno come te. Ha bisogno di te"
Iniziai a sfiorare un po' sulle corde, quel dolce suono mi aiutava a pensare. Forse Antoine disse qualcosa, ma non lo sentii, ero persa nel mio mondo ormai. 
Pensai a Shannon. Me..perchè aveva scelto me? Già, forse non dovevo neanche pormi questa stupida domanda. Forse dovevo godermi questi momenti e basta.. Perchè quando si è felici, si pensa a cosa potrebbe rovinare questo piccolo momento di pace?
Ora la parte dura e realista di me era rinchiusa, speravo lo sarebbe stata per un po', avrei voluto godermi questo sogno.
Antoine si sedette al mio fianco, riportandomi alla realtà. "Ehi, tutto bene?"
Gli sorrisi in risposta "Credi nei sogni? Pensi che possano diventare realtà? Insomma..quando sei felice, quando ti accade qualcosa che speravi da tanto, hai paura di rovinare tutto, hai paura di non essere abbastanza.."
Parlavo più a me stessa, infatti Antoine sembrava essersene accorto. "Proprio tu mi hai insegnato che, se si è innamorati, si può fare di tutto..ora perchè dovresti aver paura di questo? Io non ho mai visto Shannon così..smetti di pensare e goditi il tuo sogno" forse aveva ragione.. "Sai suonare? Dai, fammi sentire qualcosa!"
Voleva cambiare argomento per cercare di fermare quei pensieri che attraversavano la mia mente, e ci riuscì. Adoravo suonare, mi portava in un altro mondo, mi faceva sentire bene. Avevo imparato da sola molti anni prima, quando ero solo una ragazzina..era una valvola di sfogo. Lo vidi sorridere quando riconobbe le prime note di Kings and Queens.
"We were the Kings and Queens of a promise.." cantai, e Antoine mi seguì.
"Sei davvero brava" Non sapevo sapessi suonare e cantare così bene!" esorsì lui, dopo aver provato molti altri pezzi.
Arrossii alle sue parole, ma per fortuna non lo notò, perchè il suo cellulare squillò.
Senza accorgercene era passata qualche ora dalla fine del concerto, ora El, dal telefono, sembrava parecchio preoccupata perchè non ci eravamo fatti sentire prima..
Pensai che ormai anche i meet fossero terminati, così feci cenno ad Antoine che sarei uscita a cercare gli altri.
In realtà non sapevo neanche dove andare.. Seguii il corridoio dalla parte opposta rispetto al palco, da dove ero venuta prima, e trovai molti membri della crew che stavano sistemando le ultime cose prima di andare.
'Bene, quindi hanno finito' pensai. Speravo di trovarli in fretta, cominciavo ad essere un po' stanca... Poi ecco che sentii una cose, un po' roca..sembrava proprio quella di Shannon.
La seguii fin ad arrivare ad una stanza con la porta semichiusa. La aprii leggermente per controllare che fosse lui e..sì, era lui.
Non solo, però. Alena era di fronte a lui, a pochi centimentri da lui a dire il vero.. Dalla mia prospettiva, il viso era coperto in gran parte dai capelli biondi, ma la riconoscevo lo stesso, l'avrei riconosciuta ovunque..
Avrei voluto andarmene da lì, i miei occhi si rifiutavano di assistere a ciò, anzi, il mio cuore si rifiutava, ma il mio cervello sembrava non voler collaborare, non mandava i giusti impulsi alle gambe per farle muovere.
Rimasi così, immobile, quasi nascosta, a ossevarli, come pietrificata.
Lei mormorò qualcosa, ma non riuscii a capire. Sentii invece bene il "No" secco di Shannon e la risatina di Alena.
Vedevo lo sguardo di Shannon puntato su di lei, era serio, ma pronto a cedere alla più piccola tentazione. Ormai lo conoscevo...e lo conosceva anche lei.
Poi la bionda si avvicinò ancora di più a lui fino a...baciarlo. Vidi la sorpresa negli occhi di Shannon che, dopo qualche secondo, la scostò da lui. Ma ormai aveva ceduto, tutte le sue difese erano crollate dopo questo bacio rubato.
"So cosa vuoi Shannon..Ti conosco..non resisterai mai con lei. Avevi solo voglia di cambiare, ma ti sei già stancato, ammettilo...vuoi..me" sentivo la sua voce chiara ora, mentre lei sfiorava la pelle sotto la canottiera e gli sussurrava quelle parole vicino, troppo vicino, al collo. 
Shannon sembrò per un momento ipnotizzato, poi si riprese. Lei salì piano, arrivando di nuovo alle labbra e baciandolo, non come prima. Quello era solo un assaggio, ora voleva trascinarlo. Ci riuscì.
Shannon rispose al bacio con altrettanta passione. Vidi le sue mani sfiorarle piano la schiena, scendendo sempre più giù.
In quel momento sentii un suono, o meglio un rumore, ma proveniente da..dentro me. Il rumore del mio cuore ormai frantumato, dei miei sogni spezzati e buttati via, della mia realtà sconvolta da quei semplici gesti.
Sentii quella parte di me che odiavo, raffiorare e riemergere da quel posticino in cui era rinchiusa, facendosi largo tra la mia mente.
'Cosa avevi pensato? I sogni non diventano mai realtà, avresti dovuto saperlo'. Ecco quella voce. Quella voce aveva ragione.
Finalmente riuscii a muovermi, ripresi padronanza del mio corpo. Corsi via nella speranza di non essere stata vista. Non vidi neanche dove stavo andando, finchè non sbattei contro qualcosa.
"Ehi Frances, dove vai così di corsa?" forse non era esattamente 'qualcosa'.
Alzai lo sguardo verso quel volto che ormai avevo associato a quello di un fratello maggiore, e gli buttai istintivamente le braccia al collo. "Ti prego Tomo, portami via."
Trattenni a stento le lacrime. Odiavo farmi vedere dagli altri mentre piangevo, preferivo mostrarmi felice e rispondere sempre 'bene' al classico 'come stai?', e nascondere dentro tutto, non mostrare mai la parte di me triste o arrabbiata.
Tomo mi guardò e subito capì che qualcosa non andava, soprattutto, che non ne volevo parlare.
"Ok tesoro, andiamo" mi poggiò un braccio intorno alle spalle e mi portò in macchina. "C'entra Shannon, non è vero?" non c'era neanche bisogno di rispondere.. "Vedrai che si risolverà tutto.."
"Sono..una stupida" le uniche parole che riuscii a pronunciare prima che mi portò in albergo.
Tomo era un angelo, sempre così buono con me, anche in quell'occasione, ma gli chiesi comunque di lasciarmi da sola, ora avevo bisogno solo di quello.
Non mi accorsi neanche del lusso di quella camera. Mi avvicinai automaticamente alla grande finestra che dava sull'immenso panorama che era New York, mi poggiai a terra e, come ad aver trovato il luogo giusto, le lacrime cominciarono a sfuggire al mio controllo e a segnare il mio viso. Non riuscivo neanche più a pensare, la mia mente era fissa sulla scena vista poco fa. Non vedevo più nulla davanti a me, sapevo solo che il sogno era finito, la dura realtà aveva preso il sopravvento.
Non so quanto rimasi lì, ma le lacrime ormai erano terminate, ammiravo solo New York, senza nessun pensiero se non che non avrei più visto quella città.
La porta si aprì improvvisamente. Shannon entrò nella stanza ormai buia e mi ricordò il motivo di tutto questo.
Pensare che solo poche ore fa piangevo per la felicità di aver visto il mio gruppo preferito, quella che mi aveva cresciuto; ora invece piangevo perchè uno di loro mi aveva spezzato il cuore.
"Frances, dov'eri finita? Ti ho cercata ovunque" sembrava quasi preoccupato..
Si avvicinò a me e si sedette al mio fianco, ammirando anche lui il panorama "Quando esattamente? Durante i meet, sono rimasta con Antoine nel tuo camerino..dopo..ho pensato di venire a cercarti..ti ho trovato, ma non con chi mi aspettavo.." ero stupita anche io di come riuscissi a mantenere la calma. Lui si voltò a guardarmi, quasi allarmato, accorgendosi per la prima volta dei miei occhi rossi.
"Frances...io..non è così.." cercò di dire qualcosa, lo sguardo basso, come a contemplare il parquet sotto di noi, ma lo bloccai. Era inutile.
"Shannon.." iniziai, guardando ancora la città oltre quella finestra, forse guardandolo sarei riuscita a trattenere quelle lacrime. "Tranquillo, qui la stupida solo io ad aver creduto che tutto questo potesse succedere davvero. Insomma...guardaci! Tu un uomo che potrebbe sembrare maturo, intelligente quando vuole, dolce e sensibile, dal sorriso più bello che avessi mai visto, una risata ed uno sguardo unici, nonchè un batterista di successo, fotografo, scrittore, sceneggiatore..io, io cosa sono? Una ragazzina che crede ancora nei sogni, nel poterli realizzare, senza un lavoro, senza nulla, solo con la passione della musica e della fotografia..innamorata di una band. Non avrei mai divuto innamorarmi di te.." a quelle parole lui alzò lo sguardo, guardandomi, ma io continuai a fissare quel vetro "Tu hai una vita fantastica, io te la rovinerei, più di quello che non ho già fatto.. L'ho capito finalmente: i sogni non si realizzano, o almeno, la felicità non durerà mai. Ci sarà sempre qualcosa che ti farà soffrire, pronta a farti sprofondare.. Devo smetterla di credere ancora in questa fantasia che tutti chiamano 'amore'.." ormai le lacrime erano tornate, pronte ad accompagnarmi nel dolore "Sono stata una illusa, lo so..mi sono innamorata dell'impossibile.." mi voltai finalmente verso di lui. Mi guardava, quasi senza espressione. I suoi occhi sembravano lucidi, ma forse era solo un effetto della luce della luna che ci ricopriva.
"Non puoi abbandonarmi..E' stato un errore.."
"Non è solo per questo.. Alena mi ha ricordato quello che in fondo ho sempre saputo: sei troppo per me. Quello come te non si innamoreranno mai di una come me..forse non si innamoreranno mai. Ti chiedo solo una cosa. Non abbandonare mai la tua band, la tua famiglia, la mia famiglia." dissi sfiorando la triad che portavo al collo. "Loro sono la tua vita"
Rimase senza parole fissandomi. Avvicinò una sua mano alla mia, ma io di impulso la tirai via. 
"Ti prego, lasciami sola"
Non si mosse per qualche secondo, forse sperando che sicessi altro, poi,lentamente, si alzò, continuando a tenere lo sguardo fisso su di me, sulle lacrime sul mio volto che brillavano alla luce della luna. Vidi quegli occhi verdi, che nonostante tutto, amavo più di me stessa, voltarsi. Si avvicinò alla porta. "E invece possiamo anche innamorarci.." quasi sussurrò prima di chiudersi la porta alle spalle.
Passò qualche secondo, poi sentii un rumore sordo provenire da dietro la porta, come se qualcuno avesse tirato un pugno contro la parete..
"Ti amo..e purtroppo credo che ti amerò per sempre..sarai la mia maledizione.." dissi, ormai da sola, prima di tornare in compagnia delle mie lacrime che ora sembravano aver ripreso il ritmo di prima.
Loro ci sarebbero sempre state, che siano di gioia, di tristezza, di rabbia, loro mi accompagnavano ovunque..

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Capitolo 24
*** Chapter 24 ***


"Sei sicura? Sei ancora in tempo per tornare indietro.. potresti pentirtene."
"Non avrò rimpianti..questa è la decisione giusta, per me e per lui.."
Tomo mi porgeva la valigia davanti all'aeroporto di New York.
 
La sera prima, dopo che Shannon ebbe lasciato la stanza, rimasi lì in quella posizione, appoggiata al letto a guardare la città dalla finestra, cercando di non pensare a nulla. Ma era inevitabile.
Questa parte di me parlava, mi diceva che quella era la cosa migliore da fare, che lui sarebbe stato meglio senza la mia presenza.
Gli avevo affidato il mio cuore, come lui aveva fatto con me, per non farlo soffrire, per custodirlo.. A volte però è proprio chi credevi il tuo angelo a farti soffrire..
Era vero ciò che avevo detto a Shannon.. Alena mi aveva fatto capire che io e lui non saremmo mai potuti essere completamente felici, non saremmo mai potuti stare insieme davvero..Amavo troppo quella band per anche solo pensare che io potrei essere la causa della loro fine.
Era giusto così. Lui doveva continuare la sua vita, il suo sogno diventato realtà; io una vita dovevo ancora costruirmela.
Forse in questi mesi avrebbe anche potuto affezionarsi davvero a me, ma ero sicura che mi avrebbe dimenticata presto, certamente di quanto io ci avrei messo con lui. Chissà se l'avrei mai dimenticato..ma chi voglio prendere in giro, lo so, non l'avrei mai dimenticato, il mio cuore non l'avrebbe mai fatto. Ma ora la paura di soffrire, come aveva appena fatto, sovrastava tutto. Già, avevo paura. Perchè in fondo è questo che giuda gli uomini, no? La paura.
Avevo sofferto molto nella mia vita, ce l'avrei fatta anche ora.
Stupido cuore che ami, stupida mente che pensi.
Senza uno vivremmo tra mille pensieri, ma senza quello che molti definiscono il sentimento puro e perfetto; senza l'altro, ameremmo donando tutti noi stessi, senza preoccuparci del fatto che inevitabilmente perderemo tutto, l'altro si prenderà gioco di noi mentre i nostri sentimenti ci sovrasteranno fino a farci crollare. Coloro che amano troppo, perdono tutto.
Bhè, ora avevo deciso io di abbandonare la partita.
Tra i miei dannati pensieri, forse mi addormentai. I primi raggi del sole che illuminavano New York mi svegliarono dolcemente. Certo che dormire seduta lì era stato proprio scomodo.. Era così strano non essere su quel letto, con quegli occhi a darti il buongiorno, quel bacio a renderti felice.
ma questo era tutto finito.. Ora avevo solo bisogno di ritornare alla mia vita, di voltare pagina e far in modo che Shannon vivesse la sua vita al meglio, senza me ad impedirglielo.
Presi la valigia che non avevo ancora aperto e uscii da quella stanza. Incontrai subito Tomo seduto lì, davanti alla porta. Gli chiesi di darmi un passaggio con la sua macchina e lui acconsentì. Non gli spiegai esattamente quello che era successo, nè lui chiese altro: sapeva che avrebbe potuto ancora farmi male parlarne, ma credo avesse già capito tutto..
Ora eccomi qui, mentre salutavo il mio chitarrista preferito, con la speranza di rivederlo, un giorno. Lo abbracciai forte.
"Ci sentiamo presto" disse rispondendo all'abbraccio, poi, dopo un piccolo bacio sulla fronte, mi allontanai da lui.
Prima di attraversare l'ultima porta che mi portava all'aereo, mi voltai indietro. Mi parve di vedere una figura familiare tra la folla. Lui. 'Impossibile' pensai rivoltandomi, e salii finalmente sull'aereo.
Presi un posto vicino al finestrino, cuffie, iPod, play. Fuori dal mondo.
Avevo solo bisogno di questo, sentirmi libera sopra la magnifica New York.
"Scusa..questa posto è libero?" una voce mi riportò su quell'aereo, a terra, quando invece la mia mente aveva già preso il volo. Mi voltai e mi trovai davanti un ragazzo alto, capelli neri e occhi chiari, lo sguardo profondo e magnetico che ti ipnotizza. Ma avevo passato mesi al fianco dello sguardo più bello del mondo, ormai solo quello riusciva ancora ad ipnotizzarmi..
Gli feci cenno di sì e lui si sedette al mio fianco.
"Sono Patrick, piacere" disse mostrando il sorriso dai denti perfetti.
"Frances" ricambiai il sorriso, più per gentilezza che per vera voglia. Non avevo proprio intenzione di avere qualunque rapporto umano in questo momento.
L'aereo cominciò a prendere velocità, finchè non si alzò da terra, lasciandomi quella sensazione di vuoto.
"Parti per una vacanza o torni a casa?"
"La seconda"
"Magnifico, anche io! Come mai a New York?"
"Un concerto" sarebbe stato meglio dire 'il concerto della mia band preferita, in cui suona il mio ragazzo..ex..sai, l'ho trovato a baciarsi con la sua ex, bello, non credi?'
Forse si aspettava che continuassi la conversazione. Invece alzai il volume dell'iPod e mi persi nel mio mondo, tra le nuvole, osservando New York sotto di me. 
'No I'm not saying I'm sorry. One day, maybe we'll meet again'  La voce di Jared risuonava nella mia testa, il suono della batteria di Shannon rimbombava nel mio cuore, colpo dopo colpo.
Sentii qualcosa nello stomaco stringere, come se sentissi che qualcosa non andava, come se anche il mio corpo sentisse la sua mancanza. Ma non potevo cedere già ora, dovevo resistere, per me e per lui.
Tra le voci di Gerard, Matt, Chad e Shadows il tempo passò in fretta, mentre attravesavamo gli Stati Uniti per tornare a casa.
La voce dell'hostess ci annunciò l'arrivo e ritornai su questo pianeta.
Scesi dall'aereo e ripresi la mi valigia. Mi voltai e quasi andai a sbattere contro qualcuno.
"Oh, scusami..emm..Patrick"
"Nulla, nulla..Non abbiamo avuto modo di conoscerci durante questo viaggio, mi dispiace davvero.." sembrava tanto scortese dire 'a me no'? "Posso offrirti un passaggio a casa? Ho la macchina qui fuori.." continuò. Non mi sembrava davvero il caso..ma considerando che avrei dovuto prendere il taxi e che non avevo soldi con me, accettai.
Era un ragazzo davvero gentile, ma la mia testa ora era per altro, i miei occhi non riuscivano a vedere nulla.
Gli dissi l'indirizzo e partì subito. Il viaggio fu tranquillo, io mi limitai ad acconsentire mentre lui mi raccontava la sua vita.
Arrivai finalmente davanti all'abitazione, Patrick mi diede un biglietto con scritto il suo numero di cellulare.
"Ci sentiamo presto, spero!" disse prima di lasciarmi.
Buttai distrattamente il biglietto nella mia borsa e mi diressi verso la porta. Bussai e mi aprì una ragazza, quella ragazza che mi aveva aiutata in molte difficoltà, l'unica con cui sentivo di poter parlare.
"Cosa ci fai tu qui?"
"Ciao anche a te El!"

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Capitolo 25
*** Chapter 25 ***


"Try and stop me, try and save me. I want to fall.."
Ecco la sveglia: un altro giorno era iniziato. Il decimo, per l'esattezza, da quando avevo lasciato New York per tornare a Los Angeles.
Mi ero presentata davanti casa di El e lei mi aveva accolta, il mio angelo. 
"Ha baciato Alena..e non credo ci sia stato solo un bacio dopo..sapevo che quella non era la mia vita, sapevo che era tutto troppo bello che per essere vero..ho vissuto in un sogno per mesi.. Ho capito troppo tardi che i sogni non durano molto, non diventano realtà per le ragazze come me.. Non esiste il 'per sempre'..sono una stupida.." le prime parole che dissi a El. 
Lei era magnifica, mi fu accanto anche in quel momento. Cercó di consolarmi e di farmi cambiare idea, ma non servì a molto. 
Nei giorni seguenti, il mio senso di inutilità cresceva a dismisura. Mi sentivo vuota e persa,sentivo che la mia vita non doveva andare così, ma non riuscivo a reagire, a cambiare le cose. 
Quella mattina quando mi svegliai, mi sembró di sentire il suo profumo nell'aria, la sua presenza al mio fianco. Tutto frutto della mia inutile mente. Era come una fitta al cuore ogni volta che nella mia mente passava il pensiero di lui, ogni volta che ricordavo i momenti passati insieme. Nonostante tutto, quella era stata la parte più bella della mia vita, anzi, quella era stata l'unica parte degna di essere chiamata 'vita'.
Sentivo che oggi le cose dovevano cambiare, non sarei rimasta in quello stato, come avevo detto quella sera a Shannon, dovevo costruirmi una vita. 
Presi il mio adorato BlackBerry ed entrai, dopo molti mesi, su Twitter. Quasi automaticamente andai sul profilo di Shannon: rispondeva spesso agli Echelon, anche solo con poche parole: sapeva che questo avrebbe reso molto felice il fortunato o la fortunata. Poi notai un tweet di pochi giorni prima:
-I miss my dream- 
Il cuore si fermó per qualche secondo, poi lo sentii palpitare,forte,troppo forte. Mi guardai il polso 
-You're my dream- diceva il bracciale, quel bracciale che mi aveva regalato e che non avevo ancora avuto il coraggio di togliere. 
La verità è che mi mancava. Mi mancava il suo sorriso, la sua risata contagiosa, il suo sguardo profondo,magnetico, che incontrava il mio, i suoi baci, le sue carezze; mi mancavano le sue battute stupide, i suoi interventi inopportuni, la sua gelosia, i nostri continui litigi per la nostra testardaggine, ma anche le nostre serate-film, sentirlo mentre provava con la sua Christine; mi mancava appoggiarmi al suo petto e sentire il suono del battito del suo cuore..
Ripresi il BB e girai un po' in rete. Trovai delle foto, delle sue foto, recenti. Lui, al suo fianco Alena. Forse era solo mia impressione, ma notai come uno sguardo di vittoria sul volto di lei. 'tranquilla' pensai, 'hai vinto. Lui è tuo, è così che doveva essere' 
Poi..quella collana. Al collo Shannon portava ancora la collana che gli avevo regalato durante il nostro viaggio a NY. 'Forse gli importa davvero di me..No Frances, non farti ingannare. Ricorda che non sei nessuno, ricorda che quella non è la tua vita. Non esistono le favole o i sogni,solo la dura realtà'
Già, era proprio così. Ora era questo lato di me a predominare, la parte dura e insensibile. 
Mi alzai, colazione, veloce doccia e via, fuori di casa, con grande stupore di El. Avrei iniziato la mia nuova vita, sarei caduta ma mi sarei rialzata altre mille volte. Prima cosa da fare: trovarmi un lavoro. 
Il mio sogno era quello di diventare fotografa, immortalare momenti in modo che restino indelebili. Mi piaceva la sensazione di poter come fermare il tempo per un secondo. 
La mia Puff era sempre con me, non mi abbandonava mai. 
Cercai in molti luoghi, finchè alla fine, trovai un fotografo disposto ad aiutarmi. Disse che conosceva Terry Richardson, che aveva sentito parlare di me e della mia mostra di foto, disse che avevo talento e che lui mi avrebbe aiutato a trovare la strada giusta per me. Aveva un piccolo negozio vicino al mare, ma era molto conosciuto da quel che sembrava. Mi fidai e accettai: volevo solo imparare, questo era il mio scopo.
Nel pomeriggio passai da Starbucks per una cioccolata calda. Lì incontrai l'ultima persona che mi sarei aspettata di vedere.
"Frances, come stai?Non mi hai più richiamato, speravo di risentirti.."
"Patrick.. Emm..ho avuto molto da fare.."risposi, cercando di evitare di parlarne. 
Mi invitó a sedermi con lui e passammo così tutto il pomeriggio. Mi parló meglio di lui, era un giornalista per una rivista, Viaggiava spesso ma adorava LA,quindi aveva preso casa qui. Era così semplice stare a parlare con lui..C'era una strana intesa.. Cominciai ad aprirmi un po' anche io,rivelandogli del mio nuovo impiegoe della mia passione per la fotografia.
Lui era un ragazzo gentile, simpatico e dalla battuta pronta. Passammo insieme il pomeriggio poi, verso sera, mi riaccompagnò a casaa, riuscendo a strapparmi un appuntamento per la prossima sera.
"Oh, emm..scusate, non volevo disturbare" entrando nell'appartamento trovai El abbracciata ad Antoine. Era appena tornato, evidentemente. Seguiva i Mars in tour, ma appena aveva un po' di tempo libero tornava a Los Angeles da El, dalla sua nuova famiglia.
"Non preoccuparti" rispose El imbarazzata. "Piuttosto, chi era quel tipo?"
"Nessuno..l'ho conosciuto sull'aereo.." dissi andando a salutare Antoine. Notai il suo sguardo su di me: cercava di capire cosa avessi in mente.
Cosa voleva fare? Avevo tutto il diritto di ricostruirmi una vita, come aveva fatto anche Shannon, da quel che avevo visto..
 
Passarono pochi mesi e sembravo aver raggiunto il giusto equilibrio. Il lavoro procedeva bene, la pancia di El cresceva sempre di più e lei non era mai stata tanto bella. La gravidanza sembrava farle bene, nonostante a volte avesse degli strani sbalzi di umore, come non mandava di farlo notare Antoine.
Ero emozionata per lei: quella era la loro creatura, solo loro, l'unione del loro amore.
Con Antoine ed El non si toccava mai l'argomento 'Mars' o 'tour' in mia presenza. Loro sembravano aver capito. Sentir nominare il suo nome ad alta voce era come far prendere vita al male che avevo dentro. Finchè restava nella mia testa, poteva risultare anche solo un ricordo..un indelebile ricordo.
Nonostante la distanza di mesi, una parte di me pensava sempre a lui, lui che mi aveva fatto soffrire, ma senza il quale non potevo definirmi 'completa'.
A colmare questo vuoto, ora c'era Patrick, quel ragazzo conosciuto per caso che spesso non mi faceva sentire più così sola. Sapevo che lui aveva intenzioni diverse, ma io non riuscivo ad andare avanti, a far quel passo in più.
Ero come bloccata: volevo andare avanti, iniziare magari una storia con lui, ma non ci riuscivo.
Shannon aveva rapito il mio cuore, la mia anima, tenendoseli per sè.
Nonostante Patrick continuasse a starmi vicino, in testa avevo sempre e solo Shannon.
Lui sembrava accorgersi di questio mio strano distacco, ma non chiese mai spiegazione. Forse aveva paura di sapere la verità.
In realtà non capivo neanche io.. una parte di me avrebbe voluto dimenticare il batterista dagli occhi cangianti, l'altra parte avrebbe voluto tornare da lui, subito.
Si può amare una persona nonostante questa ti faccia soffire?
Si può continuare a vivere in una vita che non ti appartine? Si può continuare a portare questa maschera?

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Capitolo 26
*** Chapter 26 ***


Ora vivevo questa vita cercando inutilmente di dimenticare.
Sapevo di essere una persona orribile, sfruttavo Patrick per aiutarmi a questo scopo: speravo che con lui al mio fianco le cose sarebbero andate meglio, invece non facevo altro che far soffrire lui e me di conseguenza.
Perchè vivere deve essere così complicato? Perchè la vita reale è così complicata?
 
-Shannon-
"Bro smettila di fare il coglione, ridammi qualla macchina fotografica"
"No, voglio far vedere alla tua ragazzina che ottimo fotografo sei!"
"Non oseresti.."
"E invece sì. Perchè non dovrei? Forse perchè ci sono le foto di te e Frances? Forse perchè sono mesi che continui a guardarle?"
"Smettila, lo fai solo perchè non sopporti Alena" risposi alla provocazione di mio fratello.
"Vero. Ma neanche tu, in realtà. Ti vedo Shan, mentre ti immergi nei tuoi ricordi con queste foto. Vedo quanto stai male, perchè non vuoi ammetterlo? Sai che non mi è mai piaciuta Frances..forse perchè siamo uguali..ma ti vedevo, so che lei ti rendeva felice!"
Non doveva dre quel nome..erano passati mesi da quando mi aveva lasciato solo, ma forse il suo ricordo non mi abbandonerà mai, non voglio che mi abbandoni.
Non mi ero mai sentito così, così legato ad una persona, così ossessionato da averla, così..innamorato.
Era una strana sensazione che ora mi stava logorando il cuore e l'anima. Avevo deciso di dimenticarla, di far tornare il vecchio Shanimal, non quello dietro la batteria. A questo scopo, Alena. Era ormai il mio sfogo, per questo avevo deciso di riallacciare i rapporti. Lei mi volevasolo per la mia fama, ne ero consapevole, ma non mi importava.
Bionda, tutto il necessario al posto giusto: questo mi importava ora.
Lei era una via d'uscita, cercavo di dimenticare il vero problema che volevo tenere rinchiuso dentro di me..
"Mi manca" ammisi infine a Jared, quasi senza rendermene conto, come se aspettassi di liberarmi. "Ho bisogno di lei. Mi manca sentirla al mio fianco, mi manca il suo sorriso e i suoi occhi, esattamente come i miei, mi manca vederla ridere e scherzare, ma anche litigare con me..o con te.. Jay, io l'ho fatta soffrire. Lei merita di più, lo so..Io la farei soffrire sempre, ma.. Ora la vorrei qui con me.." dissi tenendo il mio ciondolo tra le mani, quello che mi aveva regalato e che non toglievo mai.
Era qualcosa che mi univa a lei, anche se ormai era tutto finito.
Guardai verso il muro, in sala, quel muro una volta bianco, ora pieno di scritte.
-Laying close to you feeling your heart beating, and I'm wondering what you're dreaming, wondering if it's me you're seeing. Than I kiss you eyes and thank God we're toghter. I just wanna stay with you in this moment forever. Forever and ever.-
L'aveva scritto il giorno prima che partissimo per il tour..ogni volta che rivedevo quella scritta la immaginavo al mio fianco, e questo faceva ancora più male.
Io, mio fratello e Tomo ogni tanto tornavamo a Los Angeles, tra una data e l'altra. Ogni volta avevo una piccola speranza di ritrovare Frances, ma ogni volta le speranze svanivano..
"Shan, devi fare qualcosa. Non ne posso più di vederti passare da un letto ad un altro, come ai vecchi tempi.. sai che non è questo ciò che vuoi"
Adoravo mio fratello. Eravamo cresciuti insieme con nostra madre ed eravamo molto uniti. Riuscivamo a capirci con un solo sguardo, nonostante fossimo molto diversi caratterialmente. Non sapevo cosa avrei fatto fatto senza di lui..forse sarei stato ancora un quel vortice che mi aveva risucchiato tanti anni fa, prima di fondare qusta band. A lui e alla musica dovevo la mia vita. Ma forse anche a lei, quella ragazza che mi rendeva felice con un solo sorriso, che mi completava.
"Dove vai ora?" chiese Jared vedendomi dirigere verso la porta.
"A cercarla"
Uscii da quella casa. Mi guardai intorno, ancora confuso da questa mia improvvisa decisione. Sorrisi, pensando che forse stavo davvero impazzendo: io, Shannon Leto,  ora stavo cercando quella ragazza, la mia ragazza. Chi avrebbe mai detto che sarebbe successa una cosa simile?
Camminavo tra le strade di quella città, la magnifica Los Angeles. Sembrava che i piedi avessero volontà proprio, sembravano conoscerela giusta direzione.
Mi ritrovai su quella spiaggia, quella che ricordavo essere uno dei suoi luoghi preferiti. Ricordavo il giorno in cui le avevo riportato Puff, la sua Nikon..che strano nome, Puff..
Forse mi aspettavo di trovarla lì, seduta su quella panchina, a leggere uno dei suoi tanti libri, con il suo inseparabile iPod..
Ma lei non era lì, lei non era lì ad aspettarmi.
Mi sedetti su quella panchina e ammirai l'oceano davanti a me. Il sole stava cominciando a tramontare, nascondendosi nell'immensità di quelle acque.
Improvvisamente un suono attirò la mia attenzione e mi voltai . Vidi Starbucks, il cafè dove la incontrai per la prima volta. Davanti c'era lei, Frances. Sentii il cuore riprendere vita, poi fermarmi all'improvviso. Al suo fianco c'era un ragazzo, alto, capelli neri. La vidi sorridere, finchè entrambi non si voltarono, incamminandosi nella direzione opposta alla mia.
Cosa speravo di trovare? Lei qui ad aspettarmi, dopo mesi, dopo che l'avevo tradita?
Mi voltai di nuovo verso il mare, sentendomi improvvisamente solo. Lei ora sembrava felice.
Io sarei stato capace di renderla tale? Non credo..
Forse era meglio così..
La suoneria dell'iPhone interruppe i miei pensieri.
"Bro, l'aereo sta per partire..l'hai trovata?"
"Sì..arrivo subito"
Dovevo continuare la mia vita. Come mi aveva chiesto lei: non dovevo tradire la mia famiglia.
Ma ora cosa avrei dovuto fare? Sarei dovuto stare lì a guardarla felice, o avrei dovuto combattere per riaverla?
Forse dovevo scegliere la strada più semplice. Forse avrei dovuto lasciare che le nostre strade si separassero, per sempre.

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Capitolo 27
*** Chapter 27 ***


Mi svegliai quella mattina con la strana sensazione, come se dovesse succedere qualcosa. L'orologio sul comodino segnava le 10:30.
Era domenica, niente lavoro.
Mi alzai piano dal letto e spostai le tende azzurre che coprivano la finestra. La luce del sole invase la stanza, accecandomi. La primavera ormai stava per lasciare posto all'estate, il clima stava cambiando, il tipico calore di Los Angeles si faceva sentire.
Come da abitudine, appena sveglia andai nella stanza di El, di fianco alla mia, per darle il buongiorno.
Di solito era lei a dormire di più la mattina, ma questa volta la trovai già sveglia, sdraiata sul letto. mentre si accarezzava la pancia, che ormai sembrava voler esplodere.
"Buongiorno" dissi avvicinandomi a lei, che mi rispose con un sorriso. Mi appoggiai sul letto, al suo fianco, con la testa vicino al suo grembo e cominciai ad accarezzarla anche io.
"Buongiorno anche a te" sussurrai.
"Oggi ha deciso di svegliarmi prima con i suoi calci..." mi informò El.
"Brava, o bravo, chiunque tu sia.."già, lei ed Antoine non avevano voluto sapere il sesso della piccola creatura. "To the right, to the left, we will fight 'till the death,'till the edge of the Earth,it's a brave new world from the last to the first.." iniziai a cantare "Piccoli Echelon crescono!" dissi facendo ridere El.
"Piccolo, qualunque cosa accada, sappi che avrai sempre un'ottima zia su cui contare. Prima regola: sogna sempre e credici fino in fondo. Fai di tutto pur di raggiungere i tuoi obiettivi. Tu potrai avere qualunque cosa, non avere paura di nulla. Tu sarai felice." 
El mi guardò sorridendo "Perchè allora non ci credi neanche tu? Perchè non segui ciò che hai detto?"
"Perchè ci sono cose impossibili da raggiungere, per me."
"Tu l'avevi raggiunto Frances, ma sei scappata, avevi paura di aver realizzato il tuo sogno"
Rimasi in silenzio accarezzando la sua pancia, quella che conteneva la creatura che già amavo più di me stessa, che non avrei fatto soffrire per nulla al mondo.
Quella di Alena era stata una...scusa..lo sapevo. Avevo sofferto a causa di quello, certo, ma la realtà era quella che aveva detto El, lei che mi capiva meglio di chiunque altro.
All'improvviso sentii il mio cellulare suonare. Un nuovo messaggio.
-Buongiorno piccola! Siamo appena tornati a casa.. solito posto? Ci vediamo fra 30 minuti, non fare tardi!-
Era Tomo. Era diventato come un fratello ormai. Continuavamo a tenerci in contatto, nonostante ci potessimo vedere solo poche volte.
Avvisai El, doccia veloce, un paio di pantaloncini, canottiera e via.
In pochi minuti arrivai davanti a Starbucks, il nostro 'solito posto' dove facevamo spesso colazione, che poi diventava pranzo da quanto mangiavamo..
Di solito ero io quella in ritardo; questa volta di lui non c'era ancora traccia.
Stavo per mandargli un messaggio quando sentii una  moto avvicinarsi. La riconobbi subito: era la Sua moto. Si accostò e vidi finalmente Tomo scendere dal sedile posteriore.
Lui era lì. Dietro quel casco dalla visiera scura si nascondevano occhi capaci di rapirti, si nascondeva lui. Restò immobile qualche minuto, o forse erano solo pochi secondi. Sentii il cuore fermarsi, sentivo che la sua presenza era vicina, con non lo era stata per mesi. Poi all'improvviso riavviò la moto e ripartì.
Ritornai sulla Terra per salutare Tomo. Mi era mancato davvero tanto parlare con lui.
Entrammo nel cafè, ci sedemmo e iniziammo, come al solito, la nostra 'colazione'.
"Ho un po' di cose da raccontarti..ma prima tu! Ho saputo di qualcuno..un ragazzo..dimmi!"
"Perchè Antoine non può stare zitto una volta ogni tanto? Comunque..niente..ho conosciuto un ragazzo, ma non c'è assolutamente nulla..almeno da parte mia non ci sarà mai.." risposi abbassando lo sguardo.
Tomo mi guardava con la sua espressione da 'ho capito tutto'.
"Ho visto come lo guardavi, prima..hai bisogno di Shannon"
"E' lui che non ha bisogno di me. Io..ora sto meglio..o almeno starò meglio, un giorno..ma basta, ti prego. Cosa volevi dirmi tu?"
Improvvisamente i suoi occhi scuri si illuminarono "Io e Vicki aspettiamo un bambino" disse entusiasta.
"E finalmente!" scoppiai a ridere, poi andai ad abbracciare il mio Mofo.
Lui l'amava davvero, lei amava lui. Si amavano per quello che erano, con i loro pregi e difetti. Erano come destinati a doversi incontrare, ad unire le loro strade, le loro vite. Ero davvero felice per loro.
La mattina passò in fretta e Tomo mi riaccompagnò a casa di El.
"Credici ancora" l'ultima cosa che mi disse, prima di salutarmi con un piccolo bacio sulla fronte.
Anche Antoine era tornato a casa e passò tutto il tempo attaccato ad El sperando di sentir scalciare il piccolo. Era davvero tenero quando era vicino ad El. Sapevo che sarebbe stato un ottimo padre.
 
Con il ritorno di Antoine non c'era un attimo di tranquillità in quella casa. 
Era sera ormai, sentivo il bisogno di restare un po' da sola. Uscii di casa per ritrovare un po' di pace, andai sulla spiaggia, quel luogo che adoravo, quel luogo che adoravo, quel luogo che mi aiutava a pensare.
Mi sedetti sulla sabbia, rivolta verso il mare, verso l'orizzonte. Presi il mio iPod, cuffie, play e uscii da questo mondo. L'energia degli Avenged Sevenfold mi travolse, per seguire dopo con quella dei Muse. Mille ricordi cominciarono ad affiorare finchè qualcosa non li interruppe.
Qualcuno si sedette al mio fianco. Riconobbi subito quelle scarpe multicolore: solo un uomo era capace di indossarle. Voltai lo sguardo e incontrai il suo volto, il suo sguardo fisso sull'oceano. 
Sentii la pelle rabbrividire, solo sentendo che lui era qui, al mio fianco.
"Perchè, Shannon?" chiesi, ma non ottenni risposta. Continuava a fissare l'immensa quantità d'acqua di fronte a lui. Decisi di imitarlo e restai in silenzio, la musica che continuava a sostenermi.
Passammo minuti o forse ore lì, immobili, finchè lui non ruppe il silenzio.
"Mi dispiace. Con lei non c'è mai stato nulla di serio, e quella sera non so cosa mi sia preso.." Con 'lei' sapevo cosa, o meglio chi, intendesse. Fece una piccola pausa poi riprese. "Ho cercato di dimenticarti, sono stato con molte donne, lo ammetto, ma il pensiero di te non mi abbandonava mai. Forse ero io che non volevo mandarlo via.. Non voglio dimenticarmi di te, non voglio stare senza di te" Una piccola goccia d'acqua sfiorò la mia gamba, poi un'altra al mio fianco ed un'altra ancora. Pioggia, strano, soprattutto in questo periodo.
Vidi Shannon alzarsi e guardare in alto, poi si voltò verso di me e mi porse la mano. La presi e mi aiutò ad alzarmi. Eravamo a pochi centimetri di distanza ora, sentivo il mio cuore battere sempre più forte.
I nostri sguardi si incrociarono, lasciandomi perdere in quell'inifinito che mi era mancato così tanto.
Non riucivo a credere a ciò che mi aveva detto..
"Tu hai paura" disse poi sorridendo "Lo so, perchè anche io ne ho. Non ho mai provato tutto questo.. Ho paura di farti soffrire, ho paura di non renderti felice, ho paura di non essere abbastanza per te, ho paura di perdere la cosa più bella che sia mai entrata nella mia vita.."
La pioggia cadeva fitta ormai, speravo che il suo dolce suono coprisse quello del mio cuore, che i brividi che mi percorrevano in quel momento sembrassero solo opera del freddo. Non riuscivo a staccare lo sguardo da quei profondi occhi.
"Vorrei solo vederti felice, ma... al mio fianco." disse infine, quando si bloccò vedendo un mio movimento. Presi le mie cuffie e gliele porsi. Sentii anche io, dal volume alto, la voce di Chad in -Far Away-
Non riuscivo ad esprimere ciò che provavo in quel momento, così lasciai che quella canzone parlasse per me.
-This time, this place, misuesed, mistakes. Too long, too late, who was I to make you wait. Just one chance, just one breath, just in case there's just one left, 'cause you know that I love you. I have loved you all along and I miss you been far away for far too long. I keep dreaming you'll be with me and you never go. Stop breathing if I don't see you anymore-
Sfiorò i miei capelli,spostandone una ciocca dietro l'orecchio, sfiorandomi una guancia. Era sempre più vicino, sentivo il suo profumo invadermi.
Eravamo completamente fradici ormai, ma non ci importava. Il mio cervello era completamente andato, lasciando posto alle mille emozioni che ora provavo. Sorrisi e lui fece lo stesso. Sentivo il suo respiro profondo sulla pelle.
"Ti amo Frances" sussurrò prima che le sue labbra incontrassero le mie in un dolce bacio, quelle labbra che avevo avuto paura di non poter assaporare mai più. Il suo petto poggiava sul mio, sentivo i nostri cuori battere all'unisono. 
Il paradiso non era mai stato così bello.
Mi staccai lentamente da lui, ancora incredula. Sfiorai i suoi capelli gocciolanti, poi scesi piano, vicino alla triad. Il suo sorriso era qualcosa che non avevo mai visto prima. Riusciva a disarmarmi ogni volta.
"Ti amo Shannon" sussurrai poi, cercando di nuovo le sue labbra. Quelle parole che avrei voluto dire così tante volte, ma che avevo paura rovinassero tutto.
Mi strinse tra le sue braccia, non mi ero mai sentita così sicura, così felice, così stupidamente innamorata.
"Non ti lascerò mai più andare via. Sei mia" disse prima di alzarmi da terra. Avvolsi le gambe intorno alla sua vita e fissai i suoi occhi, quegli occhi così fottutamente perfetti.
"E tu sei mio, ricordatelo bene signor Leto"
"Ora voglio una foto, mia piccola fotografa" disse lui, sfiorando le mie labbra.
"Forse non hai notato che sta piovendo..e noi siamo un po' bagnati..la mia Puff non è indistruttibile.."
"Te ne ricompro quante ne vuoi! Voglio che questo momento duri per sempre. Io e te."
Non me lo feci ripetere. Presi la mia inseparabile Puff e con una mano cercai di scattare la foto. Mentre premevo il pulsante, Shannon si voltò verso di me, baciandomi.
Non so come, gli feci perdere l'equilibrio e cadde sulla sabbia ormai dura al contatto con la pioggia, e io gli finii sopra.
Ridemmo entrambi come due bambini, vivendo ognuno della risata dell'altra.
"Non credo ancora a questo sogno..eri l'impossibile e invece ora.."
"Sei tu il mio sogno" disse prima di riportarmi in paradiso.
Mi era mancato. Quel suo tocco sul mio corpo, i suoi baci, la sua voce, i suoi occhi, il suo sorriso, il suo corpo. Lui.
Ma ora era qui, con me, e non sarei più andata via.
Forse non sarebbe stato tutto perfetto, ma chi cerca la perfezione?
Ora ero felice come non lo ero mai stata. Perchè pensare al futuro e rovinarsi il presente? Non avere mai rimpanti, un'altra cosa che quei tre pazzi mi avevano insegnato.
Forse quella non era stata la nostra foto migliore, ma era stato il momento che credevo impossibile, la realizzazione di un sogno, il mio sogno.

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Capitolo 28
*** Chapter 28 ***


Quella sera..quella sera era stato solo..l'inizio, l'inizio della vera storia, la nostra. Prima era ancora qualcosa di indefinito, di incompleto. Io sapevo di amarlo, di amarlo con tutta me stessa. Ogni singola particella di me lo sapeva, lo amava, sentiva il bisogno di lui. Forse era stata proprio questa la causa che mi aveva spinto ad abbandonarlo: volevo che fosse felice, pensavo che senza di me lo sarebbe stato. Non avevo calcolato che ero io che non ce l'avrei fatta a resistere.
Prima tutto si basava sull'attrazione, attrazione fisica che imponeva ai nostri corpi di unirsi, di fondersi per formarne uno solo, come un puzzle, noi, piccoli pezzi di quel gioco che si univano perfettamente. 
In me,piano piano, si era insinuato anche questo sentimento, l'amore, forse più grande di me,per questo incredibile uomo, che mi ha portato alla rovina. Troppi pensieri, troppi dubbi,incertezze,paure. Temevo di frenarlo, di impedire alla meraviglia che avevo davanti di continuare a vivere, così mi imposi di cercare di fermare quell'amore che mi stava distruggendo, e di scappare.
Ma l'amore non ti abbandona mai, no? Quel folle sentimento ti brucia nelle vene, ti impedisce di vedere. Ti fa amare quella persona più di quanto tu pensavi fossi in grado di fare. 
Poi ecco la svolta. Lui. Lui aveva raggiunto questa soglia che pareva invarcabile, aveva superato ogni limite, aprendo il suo cuore, amando. Amandomi. Ricambiando.
Anche se avesse dovuto significare partenza,solitudine,tristezza,l'amore valeva comunque ogni centesimo del suo prezzo.
Ci eravamo riuniti, le nostre anime, i nostri corpi, i nostri cuori, ora ne formavano uno. 
 
"Shan no, ti prego, ancora questo no!"
"Ma è grandioso!"
"Dammi quel telecomando, non puoi scegliere sempre tu cosa vedere!"
"E invece si che posso. Voglio vedere i cartoni animati!"
Eravamo sul divano nella sala di casa sua. Era una serata tranquilla, così avevamo deciso di restare a casa: pizza e film.
"Ti prego, sembri un bambino di due anni!"
"Un bambino di due anni non farebbe certe cose.."disse avvicinandosi improvvisamente con uno sguardo malizioso. 
Con una mano mi sfioró la pelle nuda sulle gambe, facendomi rabbrividire. Mi avvicinai anche io a lui, sfiorandogli la barbetta di qualche giorno su quelle guance. Lui chiuse piano gli occhi, aspettandosi un bacio. 
Gli baciai dolcemente la guancia mentre, velocemente, gli sfilai il telecomando dalla mano. 
Se ne accorse subito e,con i riflessi pronti, mi strappò di nuovo quel telecomando di mano, con uno sorrisino vittorioso stampato in faccia.
"Credevi di fregarmi eh!?" disse lui. Misi un finto broncio, incrociai le braccia e mi alzai.
All'improvviso sentii il suo forte braccio in vita, tirarmi di nuovo giù sul divano. 
Non feci neanche in tempo a voltarmi che mi ritrovai sdraiata, quell'uomo sopra di me.
"Perchè guardare la tv quando ho te" sussurró, dandomi piccoli baci sul collo. 
Sentii un leggero formicolio e poi.. "Etciù!" starnutii, sbattendo così il mento sulla testa di Shannon che urló di dolore. 
"Su non fare tante storie, hai la testa dura! Vuota magari..ma dura! Poi è tutta colpa tua.. Se non fossimo rimasti su quella spiaggia, sotto la pioggia, forse ora starei meglio.."
"Oh, certo..ora vieni a dirmi che non ti è piaciuto.."
"Non sto dicendo questo!"mi affrettai a dire, finchè non tornó sul suo volto quello strano sorrisino.
Sentii di nuovo quelle labbra sul mio corpo, quelle mani che lo esploravano, la pelle che infuocava ad ogni suo tocco. 
"Ti sta proprio bene questa maglia,sai?mi sembra di riconoscerla.." già, indossavo una delle sue canottiere, quella di Chanel. Dovevo ammetterlo, le adoravo, perchè avevano il suo odore impregnate..avevo l'impressione così di averlo al mio fianco,sempre. 
"Sei..bellissima.." sussurró continuando a guardarmi negli occhi. Non riuscivo a distogliere lo sguardo, ma sentii le mie guance scaldarsi.
"Arrossisci ancora.."disse sorridendo. Si avvicinó a baciarmi una guancia "Ti.." inizio ma fu interrotto dalla voce di Jared in -Attack-
Recuperai il mio BB che continuava a suonare e risposi.
"Frances, corri..Oddio Oddio...stiamo andando in ospedale.. Le si sono rotte le acque e.. Aiuto, sta nascendo!" Sentii la voce di Antoine attraverso il cellulare tremante e impaurita. 
"Ok Antoine, ora calmati! Cerca di tranquillizzarti e resta al fianco di El, noi arriviamo subito!" 
Shannon sembrava aver capito tutto, corse a prendere le giacche e poco dopo eravamo già sulla sua moto in direzione dell'ospedale. Mi strinsi forte a lui mentre sfrecciavamo per le vie di Los Angeles. 
In poco tempo arrivammo all'ospedale, chiesi di El e raggiunsi la sua stanza. Lei era già dentro, Antoine al suo fianco. 
Mi sedetti su una delle sedie fuori dalla stanza, Shannon in parte a me. 
El avrebbe dovuto partorire fra due settimane. Se qualcosa fosse andato storto? Se ci sarebbero state complicazioni? 
Mille pensieri iniziarono a invadermi la mente. 
"Ehi piccola, stai bene?" Shannon mi fissava con sguardo preoccupato. Mi accorsi solo ora che stavo tremando. "ti senti svenire? Vado a prenderti qualcosa.."
"No non ho bisogno di nulla,grazie" dissi mentre lui mi poggiava un braccio sulla spalla. Mi strinse a sè, cullandomi dolcemente.
"Ho paura che possa succederle qualcosa.. Ma sono anche troppo emozionata, non credo ancora che la mia El stia per diventare mamma..Non vedo l'ora di vedere quella piccola creaturina.."
"Sono sicuro che andrà tutto bene..lei ed Antoine se la caveranno benissimo poi.." alzai lo sguardo per guardare quei piccoli occhi,oggi nocciola.
Shannon ormai era il mio supporto,la mia ancora, la mia forza. Senza di lui non ce l'avrei mai fatta, per tutto; senza di lui, la mia vita non aveva un scopo.
Senza amare qualcuno, forse la vita non vale neanche la pena di essere vissuta. Senza di lui, io ero nulla.
Il rumore di una porta che si apriva fermó i miei pensieri.
Ci alzammo andando in contro al medico, che dopo pochi secondo, sorrise.
"Il bambino è nato. È in perfetta salute, anche la madre. Fra poco potrete entrare" 
Sentii la mano di Shannon stringere di più la mia. Mi voltai verso di lui e mi avvolse subito tra le sue braccia. 
Aspettammo una ventina di minuti, poi finalmente ci lasciarono entrare in questa piccola stanzetta.
Mi avvicinai lentamente a El che teneva tra le mani un piccolo fagottino. 
El guardava quel bambino con occhi adoranti mentre Antoine al suo fianco spostava lo sguardo da suo figlio alla madre. 
Se avessi dovuto descrivere la felicità, il vero amore, la famiglia, quella sarebbe stata la scena perfetta. 
"Ma guarda la mia piccola creaturina perfetta.. Sei un maschietto allora.. Come si chiama?" chiesi sedendomi sul letto al fianco della mia migliore amica, accarezzando dolcemente la minuscola mano del neonato.
"Dominic" rispose Antoine, continuando a sorridere. "Ehi piccolo mio, questi sono la zia Frances e lo zio Shannon. Tu non saresti qui senza di loro.." disse incrociando i suoi occhi lucidi con quelli ormai pieni di lacrime di El. 
Si amavano, altro che se si amavano. Ora c'era una persona in più con cui condividere il loro amore.
Shannon si avvicinò quasi impaurito al piccolo tra le braccia di El. "È così piccolo.." sussurró mentre Dom stringeva tra quelle minuscole ditina l'indice di Shannon. 
Osservai incantata il sorriso sul viso di Shan, dolce e tenero, come il suo sguardo che poco dopo incontró il mio, riportandomi sulla Terra.
 
Si era fatta quasi mattina ormai, così, stanchi, io e Shannon tornammo a casa sua.
"Sono quasi stanco.." disse Shannon buttandosi di peso sul letto. 
"Anche io.." dissi poggiandomi al suo fianco. 
"Antoine ed El saranno una famiglia perfetta..porteremo presto quel bambino con noi agli afterparty.."
"Ma non pensarci neanche!" dissi ridendo. Quell'uomo era anche capace di farlo.
Improvvisamente si volto verso di me, cingendomi un fianco e avvicinandomi a lui. 
"Pensi che riusciró a renderti davvero felice?" mi chiese serio all'improvviso. I suoi occhi fissavano i miei, dolci, curiosi.
"Penso che tu ci riesca ogni volta che i nostri sguardi si incontrano, ogni volta che mi sorrisi, ogni volta che tu sei felice" risposi ricambiando lo sguardo, incantata nei suoi occhi che non erano mai stati tanto lucenti. Avrebbero potuto confondersi con le mille stelle che decoravano il cielo quella notte.
Sentivo il cuore esplodere da un momento all'altro. Sentivo il corpo fremere per lui, rabbrividire ad ogni suo tocco. 
Sentivo che quest'amore sarebbe stata la cosa migliore che questa vita avrebbe potuto donarmi, il sogno diventato realtà.
Le sue labbra incontrarono le mie in un bacio dolce e passionale allo stesso tempo, un bacio che valeva quanto mille parole, la mia salvezza.
Quelle labbra che completavano le mie, quelle labbra che mi portavano in paradiso, quelle labbra che incoronavano un sogno. Lui e me. Noi.
Poggiai la mano sul suo petto sentendo il battito del suo cuore sul mio palmo, come un battere incessante che risuonava nel mio corpo. 
"È tuo..ti appartiene e non sarà mai di nessun altra. Sei riuscita ad aprilo.. È stata la cosa più bella che potessi fare. 
Ti amo, amore mio"
"Per sempre, ti amo, angelo mio."
Strinsi la sua mano e mi accoccolai tra le sue braccia, cercando di entrare in un sogno che non sarebbe mai stato migliore della realtà, migliore del nostro sogno.
 
FINE

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