L'ultimo Ninja

di TheCristopher94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** La notizia ***
Capitolo 3: *** La prima apparizione ***
Capitolo 4: *** Il primo giorno di scuola ***
Capitolo 5: *** Scoperte ***
Capitolo 6: *** L'inizio dei guai ***
Capitolo 7: *** Il gran ballo ***
Capitolo 8: *** Chissà perché capitano tutte a me? ***
Capitolo 9: *** Il demone domato ***
Capitolo 10: *** La verità ***
Capitolo 11: *** Finalmente insieme come una vera coppia ***
Capitolo 12: *** Stai alla larga dalla mia ragazza ***
Capitolo 13: *** Una giornata pesante - Prima parte- ***
Capitolo 14: *** Una giornata pesante - Seconda parte- ***
Capitolo 15: *** Una giornata pesante - Terza parte- ***
Capitolo 16: *** La battaglia ***
Capitolo 17: *** Il team ***
Capitolo 18: *** Gli allenamenti ***
Capitolo 19: *** Un nuovo avversario ***
Capitolo 20: *** Il Tornado Kushina ***
Capitolo 21: *** A cuore aperto ***
Capitolo 22: *** Non c'è due senza tre ***
Capitolo 23: *** Il nemico esce allo scoperto - Prima parte- ***
Capitolo 24: *** Il nemico esce allo scoperto - Seconda parte- ***
Capitolo 25: *** Il nemico esce allo scoperto - Terza parte- ***
Capitolo 26: *** L'arma segreta ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


 Prologo

Molti anni fa esisteva un villaggio di ninja, uomini dal sangue freddo, capaci di imprese fuori dall’umano; killer esperti, usati da altri capi villaggio come macchine da guerra, ma sotto adeguato compenso. Per i ninja quello fu un periodo prosperoso, arrivarono al loro massimo lustro quando dei valorosi guerrieri intrappolarono i nove demoni che seminavano panico e distruzione a quei tempi. Era proprio vero, erano persone fuori dal comune, ma come si sa i grandi imperi sono destinati a finire prima o poi: infatti, una notte tutti i capi villaggi si riunirono, e di comune accordo decisero di sterminare il villaggio ninja per timore che quest’ultimi, accorgendosi della loro forza, li distruggessero; perciò con armi moderne che furono creati in quel tempo, si scagliarono contro il villaggio ninja durante la notte, uccidendo tutti: vecchi, uomini, donne e bambini senza alcuna pietà. Così, se ne tornarono tutti vittoriosi ai propri villaggi, felici di aver eliminato una piaga. Ma la cosa che loro non sapevano era che c’erano dei superstiti una famiglia, la famiglia del capo clan, gli Uzumaki, che dopo aver assistito al massacro decise che i ninja non avrebbero più aiutato nessuno, che si sarebbero nascosti e che avrebbero tramandato le loro arti agli stessi membri della famigli, passandole da padre in figlio.
Erano nel quattordicesimo secolo quando capitò la disgrazia, e da allora sono passati sette secoli, difatti, ci troviamo nel ventunesimo secolo, ed un ragazzo biondo, e immerso nella natura a meditare, non sa che nella sua vita ci sarà una grossa svolta.



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Capitolo 2
*** La notizia ***


 
La notizia
 
Si stava concentrando, era lì in quella posizione da più di sei settimane, senza aver toccato né cibo né acqua, infatti iniziava ad avere segni di cedimento; non riusciva ad proseguire oltre, ma doveva riuscirci, doveva andare avanti, quella era l’ultima fase del suo addestramento e non poteva mollare proprio ora. All’improvviso una voce lo risvegliò dal suo stato di concentrazione profonda, era un uomo molto più grande di lui che gli somigliava parecchio.
- Figliolo, adesso sei pronto- disse l’uomo.
Il ragazzo senza dire una parola si alzò, prese una benda e si coprì gli occhi.
-Sei pronto?- chiese il padre.
-Quando vuoi- fu la risposta del ragazzo.
Subito si scagliò contro il figlio. Il ragazzo non si deconcentrò un istante da quando il padre lo aveva chiamato. Percepì il suo pugno arrivare, ma lo scansò solo all’ultimo momento e lo colpì con altrettanta velocità e con una potenza che il suo genitore si sognava. Poco dopo comparve un uomo più anziano con i capelli grigi che guardava stupito i progressi del giovane, che interrupe l’allenamento.
-Molto bene mi sorprendi sempre nipote, fai dei miglioramenti ogni giorno.-
Il ragazzo, dopo essersi levato la benda, andò ad abbracciare il nonno.
-Ciao nonno, ti ringrazio, ma che ci fai qui?- chiese curioso.
-Mio caro nipote sono lieto d’informarti, che sei pronto.-
Il ragazzo, inarcando un ciglio, chiese: – Pronto, pronto per cosa?-
-Sai la nostra storia, vero nipote?-
Il ragazzo con un tono sarcastico chiese: – Che fai, mi prendi in giro? Mi avete fatto stare mesi sulle vecchie pergamene, per sapere la nostra storia sino ad oggi, e tu mi chiedi se la conosco!?-
Il vecchio si mise a ridere e riprese il discorso: – Allora ti ricordi lo scontro che ci fu tra i demoni e i nostri ninja.-
Il biondo annuì.
-Bé, nipote, devi sapere che i demoni sono creature che non possono morire, perché una volta uccise risorgono dopo qualche anno.-
Il biondo, confuso, chiese: – Sì, ma non capisco dove tu voglia arrivare nonno.-
Stavolta fu il padre del ragazzo, che fino allora era stato in silenzio, a parlare: – Devi sapere che i nostri antenati trovarono un modo per bloccare quei demoni, era sigillarli.-
Il biondo era confuso, e questo cosa c’entrava con lui?
-Sì, ma questo cosa c’entra con me?- chiese ormai confuso.
-Naruto, tu sei un ragazzo molto particolare, con doti mai rivelate in nessun ninja fino ad ora, l’unico essere umano che può contenere un demone.-
Il ragazzo rimase un po’ spiazzato. – C-cosa?- chiese incredulo.
-Nipote, devi sapere che la decisione che abbiamo preso io e tuo padre non è stata facile, ma devi capire che quel demone è troppo forte per essere intrappolato in una pergamena. L’unico modo è sigillarlo in un corpo umano e tu hai tutti i requisiti adatti per riuscirlo a tenere sotto controllo.-
Il biondo inizialmente era decisamente sconvolto, ma poi si rese conto che era un suo dovere, lui era un ninja e questi erano i rischi del mestiere, perciò con grande risolutezza acconsentì nel sigillare il demone dentro di sè. Così quella sera prepararono tutto per il primo sigillo su essere umano. Dopo che fu tutto pronto liberarono il demone e si apprestarono a sigillarlo in Naruto, e ci riuscirono con gran successo. Dopo che il ragazzo si riprese, il padre si congratulò con lui, poi gli disse: – Ho deciso di affidarti un incarico.-
Il biondo, stranito, ripeté come un pappagallo: – Un incarico! Che incarico?-
L’uomo, dopo aver preso un sospiro, disse: – Tu ti trasferirai a Tokyo.-
-A Tokyo, ma. . . ma-
Il padre, dopo aver guardato il figlio negli occhi, prese a spiegargli la situazione: – Allora, la tua missione sarà ripulire la città dai criminali. Ovviamente ti darò una tuta ninja mimetica che userai per mantenere la tua identità segreta, ma oltre a questo andrai anche in una scuola superiore che dovrai frequentare, okay?-
Il ragazzo era rimasto scioccato, aveva gli occhi sbarrati e la bocca che toccava per terra. – Stai scherzando vero?-
Ma più guardava in faccia il padre e più si rendeva conto che diceva sul serio.
-Ma padre i nostri antenati si rivolterebbero nella tomba, ti ricordi che loro dopo quello che gli fecero rimasero nascosti? E adesso tu vorresti che io…?-
Il padre annuì. – Esattamente.-
Il biondo iniziò a non credere a quello che il padre gli stava dicendo.
-Figliolo, capisco che i nostri avi non sarebbero d’accordo, però devi anche capire che in questo anni il crimine è aumentato, e se ti ricordi la prima regola del codice dei ninja è di non tirarsi mai indietro e di sconfiggere il male. Ora dimmi, vuoi ancora tirarti indietro?-
Il biondo, dopo aver sentito ciò, ubbidì al padre. Avrebbe fatto quello che lui gli aveva ordinato. – Okay, padre, preparerò i bagagli, e partirò prima che sorga il Sole.- E andò.

A Tokyo era primo pomeriggio, ma nessuno aveva il coraggio di uscire se non era strettamente necessario. Tutti avevano paura di mettere anche solo il naso fuori dalla finestra e delle ragazze si lamentavano, stufe della situazione.
-Ogni volta è sempre la stessa storia, non possiamo uscire per colpa degli spacciatori, dei criminali, degli stupratori, ma non se ne potrebbero andare da un’altra parte?- disse una bionda molto furiosa.
- Temari hai ragione, però capisci che con i poliziotti corrotti che ci sono qui a Tokyo… questa, oltre a essere la capitale del Giappone, è anche la capitale dei criminali, e sai bene quanto me che anche se quei poliziotti volessero fare il loro dovere, verrebbero minacciati.-
- Lo so Sakura, ma non è giusto che noi dobbiamo vivere nel terrore per colpa della Yakuza.-
- Sakura mi spiace, ma Temari ha ragione. Non è giusto che tutti soffrano a causa di mafiosi di merda.-
- Tenten lo so che ha ragione, ma noi non possiamo farci niente e fin quando non ci sarà qualche poliziotto con le palle, la storia in questa città non cambierà.-
- Ragazze, Sakura ha ragione; per quando quello che dite possa essere giusto, se non c’è nessuno che si oppone, la vita in questa città non cambierà mai, perciò tanto vale rassegnarsi.-
- Ino non dire cosi, vedrai che prima o poi le cose cambieranno.-
Tutto ad un tratto le ragazze si girarono verso la quinta del gruppo, che fino ad allora non aveva aperto bocca.
–Hinata, dicci, tu che ne pensi?-
La mora ebbe qualche problema iniziale ad esprimersi e disse: – Bé ragazze, che dire, che tutte voi avete ragione, la corruzione in questo paese è troppa, e se non ci sarà qualcuno che cambierà qualcosa, non cambierà niente. Detto questo io sono ottimista e sono più che sicura che un giorno Tokyo tornerà agli antichi fasti del passato, prima d’allora quello che potremmo fare sarà di vivere la nostra vita cosi com’è , e sperare in un cambiamento.- Come sempre Hinata cercava di appianare le divergenze, cercando dei punti in comune, ma in fondo neanche lei credeva che un giorno tutto quell’odio e quel male sarebbero finiti. Ormai aveva perso le speranze, e come lei tutte le sue amiche la pensavano così, ma dirlo ad alta voce equivaleva ad arrendersi, e loro erano ragazze tenaci e che non si arrendevano mai e mai l’avrebbero fatto.
Ma non sapevano che il destino avrebbe mandato loro la soluzione a quei problemi.

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Capitolo 3
*** La prima apparizione ***


 
La prima apparizione
 
Era appena giunto a Tokyo, si stava dirigendo nel luogo in cui avrebbe vissuto fino a che non si sarebbe diplomato. Il giorno seguente avrebbe dovuto recarsi a scuola per l’iscrizione.
“Ah non è giusto, io ho appena finito gli studi ninja e adesso devo riprenderli perché in questa merdosa città i ragazzi devono andare a scuola fino a diciotto anni” pensò, però tutto ad un tratto vide il giornale che aveva acquistato prima di dirigersi lì.
“Ragazza viene stuprata e poi uccisa, ancora nessun riscontro del DNA trovato sul corpo della ragazza.”
“Ritrovato il cadavere del sergente di polizia Neg Chung.”
“Vecchia viene picchiata a sangue e derubata di pensione, ancora latitanti gli aggressori.” Leggere quei titoli agghiacciava il sangue nelle vene di Naruto. “Ma come si è arrivati a questo punto? Mio padre mi aveva detto che questa città aveva bisogno di una ripulita, ma qui c’è bisogno di un esercito!”
Ad un certo punto sentì una voce provenire dentro di lui, allora chiuse gli occhi e si concentrò su essa. Era finito in un luogo buio. Camminò per qualche metro e trovò una gabbia gigante di fronte a lui, era la prima volta che la vedeva. Per quante volte fosse entrato in meditazione, quella fu la prima volta che si accorgeva di questa gabbia. Ad un tratto ricordò che con molta probabilità era il demone, infatti quella mattina, prima che partisse, suo padre gli aveva detto che il demone lo avrebbe tentato, dicendogli che gli avrebbe dato tutto ciò che egli avesse desiderato, ma per alcun motivo avrebbe dovuto cedere.
Naruto tuonò a gran voce: - Tu sei il Kyuubi, vero? Se mi hai chiamato per potermi ingannare e uscire da qui ti sbagli di grosso, rifiuto a prescindere qualunque offerta tu mi voglia fare.-
La bestia all’interno della gabbia era infuriata per i fatti suoi, e a sentir tali parole si infuriò ancora di più.
- Tu, schiocco e stupido essere umano, come osi sopprimermi, chi ti credi di essere? È vero, forse sarai il primo che mi potrà contenere, ma ti renderò la vita un inferno- disse furioso.
Dopo aver sentito ciò, il ragazzo ignorò il demone e lo lasciò solo ad imprecare le peggiori bestemmie su sé. Non appena uscì da quello stato, si concentrò, entrando in modalità eremitica in modo da poter percepire un qualsiasi pericolo.

Dall’altro lato della città delle ragazze riuscirono a convincere i genitori a farle uscire per quella sera. Erano le nove e come sempre ci furono le lamentele che in quel gruppo non mancavano mai.
-Ancora non riesco a credere come tu ci abbia convinto ad uscire- disse la rosa.
-Avanti Sakura, si vive una volta sola, e poi se una volta ogni tanto non rischiamo, succede che facciamo la muffa a casa!-
Si diressero alla discoteca, dove per tutta la notte stettero a ballare, ma verso le ventitré e un quarto si riunirono per ritornare a casa tutte insieme.
-Allora ragazze dobbiamo andare, sapete che prima di mezzanotte è meglio levarsi dalle strade.-
-Okay guasta feste saliamo. Siamo tutte, Sakura è accanto a me, Ino è lì con Tenten e Hinata. Sì, siamo tutte, possiamo andare a casa.-
Detto ciò insieme si diressero verso la casa di una di loro, dove avrebbero concluso la serata con il solito pigiama party. Anche se l’indomani c’era scuola si erano organizzate portandosi l’occorrente a casa di Temari, ch’era la più vicina alla discoteca, e così l’indomani mattina sarebbero andate insieme a scuola come facevano da una vita. Però quella sera una banda del quartiere, formata da una quindicina di ragazzi, pareva che aspettassero loro. Ovviamente le ragazze l’ignorarono e tirarono dritto, ma il leader ordinò di catturarle. Una volta fermate, stava dicendo ai suoi di stuprarle a turno. Le ragazze erano impaurite, tanto che addirittura Temari, la più ribelle del gruppo, arrivò a pensare che per loro era la fine, quando tutto ad un tratto comparve una figura che gridò ai malviventi: – Quindici uomini contro cinque donne, vedo che “sportività” è una parolache non conoscete!-
Tutti i malviventi si girarono. Le ragazze lo ignoravano completamente, pensavano che fosse qualche pazzo che andasse in cerca del suicidio.
-Tomas, ammazza quel figlio di puttana e poi unisciti alla festa!- gridò il capo.
Il ragazzo prese il coltello e si scagliò contro la figura davanti a sé, ma quest’ultimo non si spostò e come la lama toccò i suoi addominali si spezzò.
Il ragazzo era sconvolto. Non appena sollevò la faccia per guardarlo negli occhi, gli arrivò un colpo che partì da dietro la nuca: già l’aveva steso senza fare il minimo sforzo. Non appena il capo si accorse che il suo scagnozzo era a terra, ordinò a tutti di ammazzare il ragazzo.
Le ragazze, allora, sollevarono il capo per guardare una scena che rimase loro scolpita nella mente: un solo ragazzo stava malmenando una banda di quattordici uomini -se si escludeva quello già steso- era uno spettacolo irrepetibile. A un certo punto il leader, stufo, prese la pistola e la puntò contro il ragazzo. – Complimenti ragazzo, combatti bene, ma i giochi finiscono qui- disse tutto affannato e con un tono quasi compiaciuto.
- Io non lo farei se fossi in te!- disse il ragazzo.
Ora le ragazze riuscirono a vederlo: indossava una tuta molto aderente, che non lasciava spazio all’immaginazione, e in volto indossava una specie di passa montagna.
-Ah, tu non lo faresti, ma io non sono te!- Stava per schiacciare il grilletto, quando il ragazzo era già al suo fianco, al sicuro da qualsiasi colpo. Deviò il primo colpo su uno degli scagnozzi beccandolo alla caviglia; subito dopo ne colpì un altro, prendendolo al braccio, e gli altri via dicendo. Lì ferì in modo che non potessero scappare, ed una volta legati, chiamò la polizia, che arrivò dopo un paio d’ore.
-Allora ragazze state bene? Spero di essere arrivato in tempo- disse scurendo la voce.
Le ragazze non riuscirono a cacciare parola dalla bocca, era veramente uno spettacolo anche se non l’avevano visto in faccia.
-Bene, lo prendo per un sì! Adesso vado, sta arrivando la polizia. Si occuperanno loro di questa immondizia, e vi consiglierei di andarvene. Vi saluto, ciao!- detto questo scomparve in una nuvola di fumo.
Erano ancora scioccate.
-Ma chi era quello lì?- disse Sakura.
-Sakura chi importa chi era! Ma hai visto come li ha stesi da solo? E’ stato fantastico! Spero che sia qui per ripulire questa merda di città- disse esultante Temari.
Una volta arrivate a casa, parlarono tutta la notte del fantomatico supereroe che avevano chiamato “Ninja Boy”.

Dopo quel salvataggio, Naruto fu impegnato sino alle due di mattina, tra incendi, rapine e incidenti stradali. In una sola sera era riuscito a cambiare il destino di centinaia di persone. Una volta finito, si avviò a casa, preparò lo zaino, e puntò la sveglia alle sette e mezza, e si addormentò subito, perché sapeva che l’indomani gli sarebbe aspettata una tra le imprese più mostruose che un ragazzo potesse affrontare: il primo giorno di scuola.

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Capitolo 4
*** Il primo giorno di scuola ***


 

Il primo giorno di scuola

 La sveglia suonava, e un ragazzo a fatica dovette alzarsi dal letto, oggi avrebbe dovuto essere il suo primo giorno di scuola e doveva passare in segreteria per consegnare gli ultimi documenti.
“Che noia, ma sbrighiamoci non vorrei far tardi il primo giorno di scuola”
Dopo essersi preparato, salì sul tetto dell’edificio, e iniziò a saltare da edificio a edificio, senza farsi vedere. Una volta arrivato nei pressi della scuola, scese dal tetto senza farsi notare da nessuno e si diresse in presidenza. Una volta giuntò lì, presentò i documenti necessari per l’iscrizione vera e propria. E anche questa era fatta, ora gli toccava farsi dire la classe e iniziare la sua farsa; l’unica cosa che avrebbe dovuto fare era tenere un profilo basso e di non commettere nulla di avventato.

 


Le ragazze quella mattina si erano svegliate presto e dopo aver fatto una ricca colazione si diressero a scuola. Una volta arrivate si diressero verso la classe e, sedendosi nei loro soliti posti, chiacchieravano di quello che era successo loro la sera prima. Mentre parlavano, a poco a poco la classe si riempì. Una volta che anche il professore Hatake fu in classe, prese il giornale e iniziò a leggerlo, e con voce stupefatta gli sentirono dire un “Incredibile”.
-Allora prof, che c’è di così interessante scritto nel giornale da non darci neanche il ben tornato dalle vacanze?- disse un ragazzo moro, con un tono sarcastico.
Tutti si girarono verso di lui, Sasuke Uchiha, oltre che intelligente era anche il più duro della classe.
Il professore si riprese e disse: – No niente, stavo leggendo una notizia riguardo a una specie di giustiziere della notte.-
A quelle parole gli occhi delle ragazze si illuminarono, perché avevano già capito chi era l’uomo di cui il prof Hatake parlava: era lo stesso ragazzo che ieri sera le aveva salvate.
-Comunque, tornando a parlare di cose più serie, quest’anno pretendo il massimo impegno da parte di tutti voi, e esigo la massima attenzione durante le spiegazioni! Sono stato chiaro?- disse il prof.
–Si prof- dissero tutti in coro.
-Bene, siccome è il primo giorno non faremo niente, ma dalla prossima volta in poi voglio che portiate i libri di testo, va bene?-
Dopo questa raccomandazione, si avvicinò alla porta e fece accomodare un ragazzo biondo con la pelle abbronzata e degli occhi azzurri, così candidi puri e di un blu che avrebbero fatto invidia sia al cielo che al mare: era uno spettacolo, aveva anche un corpo molto atletico, lo si vedeva ad occhio.
-Allora presentati, dicci chi sei e da dove vieni.-
- Mi chiamo Naruto Uzumaki, ho sedici anni, e vengo da Kyoto, non ho preferenze riguardo a gli sport e di tanto in tanto leggo qualche libro, detto questo penso di aver finito.-
Mentre in mente sua pensava: “Ah, mi sono dimenticato di dirvi che sono un ninja, ma penso che questo particolare sia superfluo”.
-Bene, ti puoi accomodare lì, accanto a Temari.-
Il biondo, senza dir più nulla, si accomodò a fianco alla bionda, che insieme alle sue amiche si fiondarono su di lui, facendo ogni sorta di domanda, ma non erano le uniche ad aver notato l’Uzumaki, anche l’Uchiha lo aveva adocchiato.
-Ma guardate quel bell’imbusto lì, ci sta fregando tutte le ragazze!- disse un castano a fianco all’Uchiha.
-Kiba calmati, quello lì è solo un cretino, vedrai che quando capirà chi comanda ci pregherà di non rompergli il bel faccino che si ritrova- disse un altro castano che era alle sue spalle.
-Sì hai ragione Neji, mi sto preoccupando per niente, non vedo l’ora di rompergli la faccia!-
-Ragazzi, non mi direte che volete sporcarvi le mani con quello lì, vero?-
Tutti si girarono verso l’Uchiha.
-E’ semplicemente un ragazzino, non vale neanche la pena di sporcarsi le mani con lui; vi ricordo che oggi dovremmo batterci con l’Aka per il dominio della scuola, perciò non pensate a quel cretino.-
Detto ciò il gruppo di Sasuke, conosciuto nella scuola con il nome di Taka, si stava preparando per una rissa che avrebbero avuto in corridoio con quelli dell’Aka.
Intanto le ore passavano e Naruto non sapeva che pesci prendere: quelle ragazze si erano piazzate lì e avevano iniziato a sparare ogni sorta di domande a raffica.
“E adesso che faccio? Qui non mi posso salvare con le arti ninja, dannazione!” pensò, mancava poco e stava impazzendo, quando sentì un suono che normalmente avrebbe trovato fastidioso da sentire, ma in quel momento lo trovò così dolce: era ricreazione e con una scusa banale abbandonò la classe. Stava dirigendosi in mensa, quando un gruppo di ragazzi lo fermò.
-Ehi, tu sai chi siamo noi?- dissero con aria da spacconi.
-No, sono nuovo, ma qualcosa mi dice che non fate parte del comitato di benvenuto, vero?-
I ragazzi iniziarono a ridere e anche il biondo rise insieme a loro.
-Lo sai sei spiritoso, ma come hai ben detto prima, non facciamo parte del comitato di benvenuto- iniziò a parlare uno più grosso con le sclere degli occhi rossi.
-Noi siamo gli Akatsuki, e se non vuoi passare guai ti consiglio ti tirare fuori i soldi!-
Poi prese a parlare un ragazzo a fianco a lui, che aveva i capelli grigi: – Quindi molla la grana, e togliti dai piedi.-
Il biondo, senza alcun timore, rispose: - Senti bell’imbusto, non so chi tu voglia spaventare con quel tuo sguardo da cucciolo bastonato, però ti consiglierei di ritornare a cuccia, okay?- disse con un tono calmo.
Oltre al team Taka, c’erano anche le ragazze fuori e rimasero di sasso.
-Non so se quel tipo sia scemo o cosa! Ma almeno sa contro chi si sta mettendo?- disse Uchiha, che era stato appoggiato da tutto il suo team.
-Sentimi bene bamboccio, o cacci i soldi o le prendi- disse furioso un altro ragazzo con i capelli biondi, che in un primo momento fu preso per una donna.
-Ma tu sei un maschio?- disse stupito Naruto.
-Certo, perché?- disse con tono arrabbiato.
-Incredibile, in un primo momento pensavo fossi una donna!-
In quel momento, tutto il gruppo, sia dell’Akatsuki che i ragazzi lì nei dintorni, scoppiarono a ridere. Preso da un attacco d’ira, il ragazzo biondo si scagliò contro Naruto, ma quest’ultimo lo schivo senza alcuna fatica. L’aggressore subito iniziò a dare pugni e pedate a raffica, ma il nuovo arrivato gli stava dietro senza problemi. Senza tanti preamboli, Naruto decise di stenderlo con un pugno in pieno torace, un colpetto leggero. Dopo aver incassato il colpo, il biondo cadde di colpo, incapace di proseguire. Subito un ragazzo dai capelli rossi lo soccorse, mentre quello con le sclere rosso lo attaccò da dietro: lo strinse in una morsa e lo sollevò da terra.
Naruto diede una testata all’indietro e subito lo colpì con il tallone nelle palle, facendo mollare la presa al gigante, che cadde in ginocchio.
L’argenteo di prima si lanciò verso il biondo con un pezzo di legno, ma non capendo come si ritrovò disarmato e sul pavimento. In quel momento pensò: “Come cazzo ha fatto?”
Per quante volte si scagliassero, il biondo sapeva come contrattaccare e reagire.
A quel punto intervenne Pain con Itachi e Konan, e ordinò a suoi di non attaccarlo. Questi, però, si lamentarono.
-Ma capo, non possiamo permettere a questo bamboccio di umiliarci così, senza pagarne le conseguenze!-
-Stà zitto, dovreste vergognarvi, tre contro uno e non siete riusciti neanche a colpirlo, abbiate almeno la decenza di chiudere il becco!-
In quel momento tutti si zittirono.
-Tu ragazzo, vieni con me, voglio parlarti.-
Naruto seguì il leader dell’Akatsuki, che chiese a Itachi e Konan di provvedere a quegli idioti. Arrivati alla mensa, lo fece sedere nel posto che di solito si prendeva l’Aka.
-Sei nuovo allora.-
Naruto si limitò ad annuire.
-Sei un tipo silenzioso, e già mi sei simpatico. Che ne dici di far parte dell’Aka?-
Il biondo fese finta di pensarci, e con lieve cenno della testa rifiutò.
-Bé capisco, ma in caso ci ripensi fammi sapere.-
Una volta finita la discussione, si alzò e si diresse in classe. Arrivato, fu preso con forza e, fatto accomodare sul banco, lo bersagliarono di domande, e con una raffica doppia, perché adesso c’erano anche il componenti della Taka.
-Ehi tu, posso sapere cosa ti ha detto Pain?- chiese Sasuke zittendo tutti.
-Mah, nulla di interessante.-
-Bé tu dimmelo, e poi sarò io e reputare se è importante o meno!- disse Uchiha con aria di superiorità.
-Bah. . . se ci tieni. Mi ha chiesto di unirmi al suo gruppo, l’Akatsuki- disse con aria indifferente.
Tutti rimasero spiazzati: a nessuna matricola era mai stata data la possibilità di entrare a far parte di quel gruppo, neanche allo stesso Sasuke avevano dato la possibilità di entrare, per questo lui aveva formato la Taka, per far capir loro che avevano fatto un grosso sbaglio ad non averlo ammesso, ma questo parve non bastare. A quella rivelazione Sasuke gli chiese: – E tu?-
Il biondo non capiva cosa volesse dire. – Io cosa?-
-Tu cosa hai risposto?- chiese con un tono che sembrava sul punto di esplodere.
-Ho rifiutato, perché?-
Subito si trovò il moro a pochi centimetri. – Cosa significa hai rifiutato?- lo prese per la giacca.
-Quello che hai sentito, ho rifiutato.-
- Ma come si fa ad essere così scemi?- disse Uchiha.
“Ma che razza di idiota ho di fronte? Rifiutare un’offerta del genere! Forse è scemo del tutto, quell’offerta avrebbero dovuta farla a me, non a lui” pensò tra sé e sé, ma poi gli venne un lampo. – Ehi che ne dici di far parte della Taka?-
Sasuke aveva pensato che se l’Aka lo avesse voluto, avrebbe dovuto passare sul suo cadavere.
-Senti, sei molto gentile a farmi questa proposta di entrare nel tuo team, ma a me non interessano le guerre tra bande, perciò mi toccherà rifiutare di nuovo.-
Sasuke, con uno sguardo che avrebbe fatto gelare il sangue a chiunque, a chiunque tranne che a lui, gli ripeté ciò che aveva detto in precedenza: – Quella di prima non era una domanda, era un’affermazione. Noi non siamo come l’Aka, noi non diamo possibilità di scelta.-
-Bé, e io odio ripetere le cose più di una volta, che si fa adesso?- disse il biondo per far innervosire il moro.
Stava per dargli un pugno, quando fu fermato dal prof. - Uchiha Sasuke fermati.-
-Allora mi presento, io sono il Prof Asuma e sarò il vostro professore d’informatica. Che ne dite se andiamo in aula informatica adesso?-
Raggiunta l’aula, tutti andarono su un sito dove stavano trasmettendo in tempo reale una rapina.
Naruto, avendo visto insieme ai suoi compagni quello scempio, con una scusa chiese al prof se poteva andare in bagno. Corse al bagno, si spogliò - di sotto aveva già la tuta - prese i suoi vestiti e li nascose con una tecnica di mimetizzazione, poi uscì dalla finestra e, mettendosi il passamontagna, corse fin lì.

Intanto nessuno si era accorto dell’assenza di Naruto, e guardavano tutti inorriditi, tutti tra quelli dell’Aka che erano appena arrivati, quando ad un tratto videro lui, un ragazzo vestito di nero che entrò nella banca. Si sentirono degli spari e poi videro uscire con i banditi tutti legati, poi con un salto si arrampicò sul palo della luce e si dileguò. I ragazzi rimasero impietriti, chi era quel tizio? Persino quelli dell’Aka rimasero a bocca aperta. Qualche istante dopo, Naruto tornò dal bagno come se nulla fosse. I ragazzi, accortosi solo ora ch’era mancato gli dissero: – Ma doveri?-
-In bagno perché? Mi sono perso qualcosa?- chiese con un aria di chi non sapeva.
-TI sei perso un salvataggio da urlo!-
-Cosa?- cercò di essere più convincente possibile, ma nessuno parve accorgersene.

Dopo altre due ore estenuanti, arrivò la fine della giornata scolastica. Naruto ringraziò il cielo anche se oggi non avevano fatto niente, di sicuro domani avrebbero dato ricerche e compiti a tutta forza, perciò, dopo aver preso un po’ respiro, si apprestò ad andarsene a casa, per posare lo zaino, perché oggi avrebbe dovuto fare orario pieno come supereroe, ma non sapeva come chiamarsi, quando senti le ragazze parlare.
-Hai visto come Ninja boy ha sconfitto quella banda di malviventi?-
-Sì abbiamo visto, è stato fantastico! Io vorrei tanto vedere cosa si cela dietro il passamontagna- disse euforica una delle ragazze.
“Certo che i ragazzi e le ragazze si sorprendono per poco. Però, Ninja Boy, eh? Lo sai che mi piace come suona: deciso, efficace e d’impatto. Sì, e ninja boy sia! Però forse dovrei dare una rinnovata alla mia tuta, per farla adattare al mio stile: il nero non mi è mai piaciuto. Ok, mentre io mi occuperò dei criminali, una mia copia penserà a fare la tuta.”
Il biondo pensò che la storia di essere un supereroe iniziava a piacergli sempre di più.

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Capitolo 5
*** Scoperte ***


 
Scoperte
 
 Era passata già una settimana, dividendo le giornate da studente a eroe Naruto non ne poteva più, era troppo stressante specialmente ora che i giornalisti si erano messi in mezzo, non poteva fare un salvataggio in santa pace che questi lo assaltavano per fargli le domande più stupide come ad esempio: Come faceva a camminare sull’acqua o le pareti verticali? Come faceva ad essere così veloce? Come mai nessun colpo degli avversari paresse ferirlo? Sei umano o alieno?
Queste domande rimbombavano nella sua testa, non ne poteva più, aveva bisogno di una vacanza, ma poi pensò che un eroe non può prendersi una vacanza, perché il lavoro da supereroe era uno dei pochi lavori a tempo pieno, anche volendo non poteva.
“Come diavolo faccio? Se solo potessi prendere un giorno di riposo, mi basterebbe. Ma se durante la mia assenza succede qualcosa? Dio mio perché la vita e così dura? E perché mio padre doveva affidarmi una missione del genere?” ma il suo sguardo fu catturato di nuovo dal giornale, ormai era diventata un’abitudine comprarlo, e iniziò a leggere i titoli.
“Ninja Boy salva tredici persone da un palazzo in fiamme”, “Ninja Boy blocca dei spacciatori e consegna tutti i stupefacenti alla forze di polizia”, “Ninja Boy salva un politico minacciato dalla Yakuza, e ha consegnato i sicari alle mani della giustizia”
Leggere tutti quei titoli gli dava un senso di orgoglio personale, perché alla fin fine stava facendo un buon lavoro e anche con la scuola non era il primo, ma si arrangiava. Dopo aver pensato a lungo e aver finito la ricerca su William Shakespeare si gettò sul letto, stremato. Domani sarebbe stata una giornata molto dura.

Dall’altro lato della città dei capi mafia stavano dialogando. C’erano le famiglie che comandavano la città: i Dragoni della morte, Le tigri assassine, i lupi solitari e la famiglia degli Amaterasu, quest’ultima era la più temuta fra tutte perché aveva conquistato quella città per primi. Comunque, questi capi famigli si lamentavano per i fatti accaduti ultimamente.
-Non so chi cazzo sia questo “Ninja Boy” ma lo voglio morto- gridò il capo famiglia dei Dragoni.
-Ha ragione Orochimaru, qui bisogna fare qualcosa, se si continua di questo passo saremmo tutti ridotti al lastrico, ma la cosa peggiore e che marciremo in galera- tuonò il capo delle tigri assassine, che fu subito appoggiato dal capo famigli dei lupi.
-Orochimaru, Danzo, Hanzo non preoccupatevi amici, ho già provveduto a chiamare il migliore serial killer del mondo, tra qualche mese sarà qui e risolverà il problema, perciò per il momento riduciamo al minimo i nostri affari, almeno quelli che non siano irrimandabili, perché una volta che lui verrà, quel pagliaccio di nome Ninja Boy non sarà che un vago ricordo.-
Una volta sentita la notizia, quest’ultimi chiesero: – E chi sarebbe mai questo qui che hai mandato a chiamare?- disse Hanzo.
-Sì, quali sono le sue credenziali eh?- fu Danzo che parlò, ormai rischiava un esaurimento nervoso.
-Sì Madara, chi avresti chiamato?- chiese infine Orochimaru.
-Bé vi posso dire che lui un ex – militare, che è diventato un mercenario abbastanza pericoloso e fino ad ora non ha mai fallito; sto parlando di Zabusa Momochi.-
In quel momento si zittirono tutti.
-Allora cosa ne pensate?-
Tutti alzarono i calici di vino in mano e dissero: – Alla morte di Ninja Boy!-
-Che possa marcire all’inferno – disse infine Madara.

Era ormai mattina, la sveglia suonò, con fatica Naruto si alzò preparandosi per un’altra giornata di scuola e di salvataggi. Una volta pronto utilizzò la tecnica di dislocazione, e sì Naruto aveva pensato che per poter arrivare subito e poter dormire di più, avrebbe lasciato un sigillo sul tetto della scuola, in modo da potersi dislocare e arrivare a scuola in meno di un secondo - infatti si sentiva molto meglio, era più raggiante del solito -. Era sul tetto dell’edifico quando si stava preparando ad scendere le scale.

A scuola ragazzi e ragazze con i loro gruppi parlavano del più e del meno, ma un persona in particolare, da qualche giorno a questa parte, si era accorto che Uzumaki non salisse le scale, ma le scendeva per arrivare in classe e la cosa l’insospettì. Infatti, con il suo gruppo, erano i primi ad arrivare a scuola e mai avevano visto Uzumaki salire le scale, tranne quando si parlava di salire dopo che la ricreazione finisse o quando finiva la scuola, e la cosa puzzava.

Una volta accomodato, fu subito circondato dalle ragazze, ormai lo facevano ogni giorno era diventata un’abitudine, perciò non ci faceva più caso. Quel giorno avrebbero avuto matematica e come al solito il prof Kakashi era in ritardo, una volta entrato si apprestò a scusarsi per il ritardo, dicendo, come al solito, la scusa più assurda e Naruto, un po’ contagiato dal comportamento infantile degli altri, disse: – Per questa volta prof passa, ma la prossima volta venga accompagnato dai genitori!- Era la prima volta che faceva una cosa del genere, e anche se divertente nessuno rise, perché erano rimasti imbambolati a guardare Uzumaki che aveva fatto una battuta, ma la cosa che li lasciò più sconvolti era che faceva davvero ridere. –Cosa c’è? Perché mi guardate così? Non posso fare una battuta anche io una volta ogni tanto, o avete solo voi il lusso di poterlo fare?-
Dopo essersi ripresi, il prof spiegò.
Dopo due ore di matematica, si passò alla filosofia, spiegata dal prof Umino, altre due ore pallose secondo Naruto, per fortuna che tra un’ora e l’altra c’era la ricreazione in mezzo altrimenti si sarebbe ucciso. Dopo la ricreazione riprese la lezione e infine all’ultima ora c’era l’educazione fisica: finalmente qualcosa dove, se avesse voluto, sarebbe stato impossibile batterlo, ma Naruto si limitò a mantenere ritmi umani, perché altrimenti avrebbe destato troppi sospetti. Anche se l’ora di educazione fisica era piacevole, la cosa che non sopportava di quell’ora era il prof, che si chiamava Gai Maito. Era davvero un personaggio buffo, però lo mandava sui nervi, specialmente se parlava di quelle stupidaggini sulla gioventù.
-Dai ragazzi, la forza della gioventù e dalla vostra parte, quindi bruciatene ogni singola particella che c’è nel vostro corpo! Su forza iniziamo con dieci giri di campo come riscaldamento, oggi ho una sorpresa per voi!- Schiacciò l’occhiolino ad Uzumaki, ed egli inizialmente non capì cosa volesse. Il prof, comunque, lo ignorò completamente e dopo aver finito il riscaldamento iniziò a parlare: – Allora ragazzi, dovete sapere che tra qualche settimana inizierà il torneo di arti marziali delle scuole, chiunque sappia combattere che sia muay thai, karate, box ecc. . . è pregato dalla dirigenza di partecipare.-
In quel momento si girarono tutti verso Naruto.
-Che c’è, ho qualcosa tra i denti?- cercò di sviare il discorso.
-Bé Naruto, tu sei piuttosto bravo, perché non ti iscrivi?- disse Kiba appoggiato da tutti.
-No, io non credo nella violenza.-
Allora s’intromise Sasuke: – Ma come, se hai praticamente stesso tre membri dell’Aka da solo- lo disse in tono di sfida, perché era quello che voleva fare. voleva sfidarlo ufficialmente: lui si era già iscritto immaginandosi che anche lui avrebbe fatto lo stesso.
-Quella era tutt’altra faccenda- rispose con calma.
-Ah sì? Spiega in che senso era una faccenda diversa. Li hai picchiati, non vorrai negarlo!- disse Uchiha, immaginando di averlo messo alle strette.
-E invece sì che una storia completamente diversa, lì io mi sono limitato a difendermi, mentre quelle sono manifestazioni di violenza, perciò non chiedetemi di parteciparvi.-
L’insegnante era un po’ deluso, perché si aspettava che partecipasse, comunque, dopo aver finito anche l’ultima ora, Naruto si apprestò a salire sul tetto. Una volta raggiunto il tetto aspettò che tutti se ne fossero andati, poi saltò dal tetto della scuola al tetto dell’edificio accanto.
Per qualche strana ragione ebbe una strana sensazione, un presentimento e si girò, ma non appena vide chi aveva di fronte avrebbe desiderato scomparire: dall’altro lato c’era una persona che era praticamente sotto shock.
“Naruto e passato da un tetto all’altro con un salto, ma ci saranno una trentina metri di distanza, ma come caspiterina ha fatto?”
Naruto in quel momento si dislocò sino ad arrivare di fronte, poi, prendendola per un braccio, si dislocò per l’ennesima volta.
Una volta arrivato, Naruto iniziò a parlare – Tu non dovrai dire a nessuno quello che hai visto, altrimenti. . .-

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Capitolo 6
*** L'inizio dei guai ***


 Chiedo scusa, di aver aggiornato solo ora ma ho avuto problemi con il pc, detto questo ringrazio tutti coloro che recensio nano, che hanno messo questa storia tra le preferite le seguite e le ricordate, adesso vi lascio alla lettura del brano spero vi piaccia.

L’inizio dei guai
 
Naruto non poteva credere ch’era stato beccato con le mani nel sacco.
“Ma è impossibile? Com’è che non mi sono accorto della sua presenza?”, era inconcepibile per lui essersi fatto seguire, ma d’altronde non si poteva mica aspettare che lo seguissero! “Non cercare di giustificarti, sei un ninja e la prima regola è di mantenere i sensi attivi, e tu come un povero poppante ti sei fatto fregare, ma la cosa peggiore è che adesso dovrai fare tutto quello che ti dirà, se vorrai che non spifferi niente a nessuno, dannazione in che guaio ti sei cacciato?” e infine guardò il suo cellulare, gli aveva inviato un messaggio dove diceva di mantenersi libero venerdì.

Un gruppo di ragazze stava ultimando gli ultimi preparativi per il gran ballo annuale che si sarebbe svolto venerdì, gli inviti erano stati mandati tutti tramite messaggio, ma non tutti volevano partecipare, ovviamente parliamo dell’Akatsuki della Taka e Uzumaki, loro erano gli unici a cui non interessavano queste cose, quando all’improvviso arrivò una Temari tutta raggiante che disse loro: – Ragazze indovinate che viene al ballo?-
Le ragazze curiose chiesero: – Chi viene?-
-Uzumaki, sono riuscita a convincerlo, infatti sarà lui il mio cavaliere.-
-Le ragazze da prima stupite iniziarono a soffocare una risata. – Sì, come no, e io vado al ballo con Sasuke- disse Sakura.
–Ah, non mi credete, allora guardate qua, miss credenti! – disse Temari tirando fuori il cellulare, facendo vede la risposta dell’Uzumaki. Erano rimaste tutte di sasso, ma a quel punto intervenne Ino: – Ma come hai fatto a convincerlo? Quello ignora praticamente chiunque, per lui non esiste nessuno.-
A quel punto Temari iniziò a sudare freddo. – Bé ragazze ve lo spiegherò dopo il ballo.-
Allora, complimentandosi con lei per aver trovato un cavaliere, continuarono i preparativi: c’era ancora molto da fare e poco tempo per portarlo a compimento.

Sasuke insieme ai componenti della Taka stava parlando con i suoi scagnozzi: – Neji, Kiba, Shikamaru, Rock Lee sbaglio o manca qualcuno?-
Fu Rock Lee a parlare: – Mancano Killer Bee, Gaara e suo fratello Kankuro-
Ma quest’ultimi li raggiunsero.
-Allora la battaglia con gli Akatsuki per il quartiere è sabato e tra l’altro hanno detto che. . .- si fermò, perché da lontano videro Killer Bee correre, urlando qualcosa che non compresero. Una volta arrivato, era affannato; aspettarono che si riprese e disse: – Ragazzi sono venuto a portarvi una novità, pare che Naruto al ballo parteciperà.-
Tutti rimasero scioccati.
-Sì come no, e io sono un amante del giardinaggio- disse in modo ironico Sasuke, e dopo essersi ripreso Bee fece vedere loro la lista dei partecipanti che avevano confermato.
-Ecco guarda qua!- disse Bee porgendo il foglio.
Sasuke rimase un tantino esterrefatto. “Come è possibile una cosa del genere?” pensò. Aveva sempre respinto qualunque ragazza e poi una volta aveva sentito dire, mentre parlava con un altro ragazzo, che secondo lui era una scemenza, per lui c’era qualcosa che non andava, la cosa puzzava e anche molto. – Senti Bee, se non sbaglio tu sei anche un organizzatore della festa, giusto?-
Bee, un po’ imbarazzato: – Bé in verità io mi occupo della musica, farò il Dj, comunque sì, anche io ho aiutato con le scartoffie perché me lo chiedi?-
-Dimmi, possiamo partecipare anche noi o è tardi?-
I ragazzi, compreso Bee, lo guardavano stupiti.
-Certo, che domande sono queste, ma perché ti interessa?-
Allora, mentre Sasuke spiegava loro il motivo, anche un’altra squadra rivale seppe quest’ultima informazione e anche loro dopo varie discussioni decisero di partecipare.

Incredibile era obbligato ad andare ad una stupido ballo che lui stesso aveva detto pubblicamente che era una stupidaggine, di certo avrebbe passato come un ipocrita, ma se avesse voluto che il suo segreto rimanesse tale avrebbe dovuto fare ciò che Temari gli ordinava, perciò il biondo, visto che non c’erano né rapine né incedi o catastrofi del genere, dovette andare in un negozio di abbigliamento per comprarsi un vestito per la serata. Dopo ore di scambio e cambio vestiti trovò quello che faceva al caso suo, semplice ma elegante, con una sua classe e raffinatezza.
“Povero me, che sono obbligato a fare! Ma forse potrei ritirarmi come supereroe, no non posso e poi per una stupidaggine del genere, vorrà dire che la dovrò sopportare finchè non mi viene un’idea decente. . .”
All’improvviso un rumore lo riportò alla realtà: era il suo cellulare. Proprio lei stava pensando; nel messaggio c’erano scritte testuali parole: “Mio caro Ninja Boy mi devi venire a prendere alle 8:30, vedi di non ritardare se non vuoi che spedisca una certo video in ogni stazione televisiva, sempre tua Temari.”
Dannata biondina, ancora non poteva credere di essere stato ripreso, non riusciva a crederci e la cosa peggiore era che prima che lui potesse sottrarglielo aveva inviato un mms al cellulare di suo fratello, che per fortuna o perché lei lo sapeva che il fratello non lo avrebbe letto visto perché era lei la mittente. Ed era stato così che lo aveva incastrato. Di certo era sicuro che quella ragazza gliene avrebbe fatte passare di tutti i colori.

Un uomo accompagnato con un ragazzo scese dall’aereo e salì su un’auto nera che lo stava aspettando. Non appena si accomodò sulla vettura, iniziò a parlare con il ragazzo: – Allora Haku, mi raccomando non farmi fare brutte figure, ti ho addestrato piuttosto bene, però ricordati di non sottovalutare mai l’avversario, okay?-
Il ragazzo rispose: – Sì Maestro Zabuza.-
Una volta terminato il breve dialogo, e dopo che l’auto si fu fermata, si apprestarono ad entrare nell’edificio dove incontrarono i loro committenti. Una volta entrati nella stanza, iniziarono a guardarli tutti e dopo qualche minuto di silenzio iniziarono a parlare: –Tu sei Zabuza Momochi.-
L’uomo annui
-Siamo felici di fare la tua conoscenza, noi l’abbiamo chiamata perché da più di un mese a questa parte un pagliaccio, che si fa chiamare Ninja Boy, ci sta dando delle grane, il suo compito è quello di eliminarlo, ovviamente sotto ricco compenso.-
Zabuza già capì che l’uomo da loro nominato doveva essere davvero forte, altrimenti se ne sarebbero occupati loro, perciò, dopo aver pensato bene, disse loro il suo prezzo, che in un primo momento li fece ravvedere, ma che dopo li fece ricredere, sotto sollecitazione di Madara, che disse: – Pensateci, nessuno dei nostri uomini l’ha mai ferito, è vero diciotto miliardi sono molti, ma almeno ci leveremo da i piedi quel fenomeno da baraccone, poi ci rifaremo.-
Perciò tutti, un po’ arrabbiati, si prepararono ad racimolare i soldi da dare al killer, che nel mentre stava preparando un piano per sbarazzarsi di quell’uomo

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Capitolo 7
*** Il gran ballo ***


 
Il Gran ballo
 
Era venerdì, erano le sette meno dieci e si stava preparando per andare a scuola, ma era stufo perché non si sa come si era venuto a sapere che lui partecipava al ballo, ma la cosa lo interessava poco, quando ad un tratto arrivo un messaggio.
“Mio caro Ninja Boy mi vieni a prendere? Oggi vorrei essere accompagnata da te per andare a scuola, fai più presto che puoi, tua Temari”
In un primo momento avrebbe voluto trovarsela davanti per poterla strozzare con le sue mani, ma gli venne in mente che era stata la sua mancanza di percezione ad averlo messo in questo guaio e perciò avrebbe dovuto sopportarlo finchè non avrebbe ripulito del tutto la città. Perciò, dopo aver tirato un sospiro e aver formato i sigilli, usò la tecnica della dislocazione per raggiungere la ragazza che aspettava impaziente.
Quando se lo ritrovò davanti: – Hai fatto in fretta- disse con un tono divertito.
Naruto si limitò ad afferrarla, stava per comporre i sigilli per la tecnica di dislocazione quando fu fermato dalla ragazza.
-Che c’è adesso?- la bionda, con uno sguardo che avrebbe intimorito chiunque, disse: – Che ne dici se andiamo a scuola camminando?-
A Naruto in un primo momento sembrò di aver capito male. – Scusa puoi ripetere ciò che hai detto?-
Allora Temari, prendendolo a braccetto, se lo trascinò dietro portandolo in strada. -Che c’è ore sei diventato sordo? Ho detto che voglio fare una passeggiata per andare a scuola!- disse con una voce irritata, che in un primo momento spaventò il biondo perché gli ricordava la madre, ma lui non lo diede a vedere e un po’ seccato l’accontentò. Non disse niente per tutto il tragitto, ma questo non era un problema Temari parlava abbastanza per entrambi. Ma ad un certo punto Naruto non sentì niente a parte un silenzio che gli sembrò finto in un primo momento, allora si girò verso la ragazza, che era girata dall’altra parte con un’espressione imbronciata.
“Dai in fondo anche se rompiscatole è una bella ragazza e la sua compagni in fondo non mi dispiace. . . Aspetta ho detto che non mi dispiace stare con lei? Forse sto male, avrò preso la febbre” pensò dubbioso, ma il comportamento era strano perciò le fece una domanda che di sicuro si sarebbe pentito: – Perché hai quell’espressione arrabbiata?- ma Temari lo ignorò – Bé se non me lo vuoi dire…-
Allora la ragazza si fermò. – Vuoi sapere perché sono arrabbiata?- disse con tono serio.
Il biondo annuì lievemente con la testa, a quel punto prese il ragazzo e lo trascinò dietro un vicolo dove avrebbe potuto gridare senza farsi sentire. – Il fatto che io parlo e tu neanche mi ascolti, né un cenno con la testa e né una frase fatta così, tanto per buttarla sul ridere, ma non sono arrabbiata per questo perché posso capire che a te non interessi!-
-Allora qual è il problema?- chiese il biondo.
-Il fatto che mi fa imbestialire è che tu non mi dici niente di te, te ne stai sempre zitto in silenzio per conto tuo, nessuno pare degno di rivolgerti la parola.- Temari era furiosa, subito mollò il braccio del biondo e uscì da vicolo, dirigendosi verso l’istituto che era a pochi passi da quel luogo, ma questa volta fu sorpresa nel vedere Uzumaki raggiungerla e prenderla a braccetto, che le si avvicinò e le disse: – Sì hai ragione, ma il fatto che io non faccia cenni o non dica frasi fatte come hai detto tu è perché non ne sono capace. A te da piccola rimboccavano le coperte e ti raccontavano le favole dove il principe azzurro salva la principessa si sposavano e vivevano felici e contenti, ma a me non rimboccavano le coperte e non mi raccontavano favole; io dovevo diventare un ninja, il che significava che io dovevo comportarmi con un certo rigore.-
Temari si sentì un po’ in colpa: in fondo non poteva saperlo che aveva avuto un infanzia dura.
Naruto concluse: – Ti chiedo scusa se ti sono sembrato superbo, quella era l’ultima delle mie intenzioni- disse con un sorriso che avrebbe sciolto anche gli iceberg.
Allora Temari gli chiese: – Posso chiederti una cosa?-
Naruto annuì con la testa.
-Ma tu mi hai detto questo per tenermi buona e far sì che io stessi zitta o perché sentivi di dovermi questa spiegazione?-
In un primo momento Naruto era con le spalle a muro, sapeva che se avesse detto che l’aveva fatto per darle una spiegazione lei gli sarebbe saltata addosso, mentre se avesse detto ch’era per tenerla buona di sicuro gli avrebbe fatto passare molti più guai.
Quando fu salvato da dei chiacchiericci, senza accorgersene erano arrivati a scuola e sotto lo sguardo di tutti si tenevano a braccetto. Naruto fortunatamente era un ninja, per lui riuscire a mantenere la calma e non farsi prendere dall’imbarazzo era una cosa da niente, mentre per Temari era un altro paio di maniche, visto che c’erano le sue amiche, che si erano precipitate lì, che chiedevano con quale minaccia era riuscita a convincerlo.
Il biondo in mente sua pensò: “Perspicaci le ragazze”, ma fece quello che gli riusciva bene, cioè stare in silenzio, e aspettò che fosse lei a dare una spiegazione.
-Allora Temari come hai fatto su racconta?- chiesero curiose.
- Bé. . . Diciamo che sono riuscita a scoprire che in realtà non è cosi insensibile come vuole far credere.-
Naruto per poco non si strozzava con la sua saliva.
-Certo ragazze, in realtà ha un gran cuore, ma non riesce a dimostrarlo, perciò rimane sempre in silenzio il più delle volte.-
Era ufficiale: adesso poteva prendere una corda, fare un cappio e impiccarsi, perché gli avrebbero reso la vita un inferno dopo quella rivelazione. Difatti, le ragazze riposero l’attenzione su di lui, e stavano per aprire bocca quando Naruto sentì un rumore che aveva imparato ad adorare: la campanella.
Si apprestarono ad entrare in classe. Le lezioni procedettero con regolarità, stranamente quel giorno nessuno delle due bande si era fatta sentire, e il che era strano. Che tramassero qualcosa per farlo entrare nella loro team con l’inganno?
“Forse sono troppo sospettoso, magari hanno capito che non accetterò mai.”
Un rumore lo risvegliò dal suo stato di concentrazione: la campanella, quindi insieme a Temari si diresse verso casa di lei, e poi lui si dislocò nella sua abitazione.
***
Era ormai le sette e mezzo e Naruto sperava che nascesse qualche contrattempo che gli impedisse di andare al ballo, ma niente, la criminalità quel giorno pareva non voler fare niente. Arrivò a pensare di essere troppo efficiente e che forse poteva darsi una regolata. “Ma che sto dicendo, forse e meglio così potrei riposarmi. Ah già, sempre che quella rompiscatole me lo permetta!”
Così iniziò a prepararsi, si vestì con dei jeans neri e una camicetta bianca che non lasciava spazio all’immaginazione, perchè faceva vedere il corpo scolpito del ragazzo.
Una volta pronto si diresse nel magazzino, dove vi si trovava parcheggiata una Dodge Charger R/T ’70 di colore nero, acquistata proprio per quella serata. Una volta salito si apprestò a raggiungere la casa della ragazza.

Temari era indecisa se mettersi un vestito corto e nero, che non arrivava neanche alla metà coscia, o una un maglietta scollata con una gonna anch’essa quasi inesistente, ma alla fine optò per la prima scelta: era molto più provocante e avrebbe destato l’attenzione di tutti. “Adesso vedremo se il mio ninja non si scioglie a questa visione” disse tra sé e sé.
Una volta pronta sentì il campanello suonare, allora si precipitò alla porta per vedere chi fosse, anche se lei sapeva benissimo chi poteva essere a suonare a quell’ora. Andò ad aprire e si ritrovò davanti Naruto nel massimo della sua forma, anche lui come lei era vestito in maniera provocante, e la cosa fece avvampare non poco la bionda.
-Allora andiamo o vuoi restare tutta la serata qua davanti alla porta?- disse il biondo, che non si era reso conto di aver rovinato un’atmosfera da film, proprio l’atmosfera che ogni ragazza sogna per il suo primo bacio, e un po’ delusa prese una giacchetta e si diresse verso la macchina. Partirono verso la scuola per il ballo.

Naruto era nervoso.
“Che succede? Perché mi sento strano,? Chissà forse è vero che il ramen a colazione fa male… no è assurdo lo faccio da così tanto lo stomaco c’è abituato, che sia la vicinanza con questa ragazza che mi fa sentire così? E se mi avesse mischiato qualche malattia, ora che ci penso non ho mai sentito parlare di malattie che si hanno con la vicinanza di altre persone; forse un’allergia ma forse è meglio che chieda un consulto ai miei genitori, di sicuro gli sarà capitata una cosa del genere e magari sanno come falla cessare!”
Con la coda dell’occhio guardò la ragazza e perse un battito.
“Lo devo ammettere è stupenda.”
Poi, guardando il cavallo dei suoi pantaloni, notò un particolare. “Che cavolo mi succede? È la prima volta che il mio corpo reagisce così, che mi succede? Basta non la devo guardare, concentriamoci, arriviamo a scuola, facciamo questo ballo e chiudiamo la giornata.”

Una volta arrivati al ballo, Temari notò che anche le loro amiche avevano dei cavalieri piuttosto affascinanti: Sakura era accompagnata da Shikamaru, Hinata da Kankuro, Tenten con Sasuke e Ino con Neji, poi c’erano anche i membri dell’Aka.
Naruto in quel momento s’insospettì e anche molto.
“Gli Aka e i Taka nello stesso luogo senza farsi la guerra. Le possibilità sono due: o l’apocalisse si stava avvicinando o sono finito in un mondo parallelo. . . Chissà cosa fanno qui! Ma pensiamo a divertirci e non pensiamoci più.”
A quel punto iniziarono a mettere musica a tutta forza: tutti ballavano in mezzo alla pista. Temari rimase stupita nel vedere ballare Uzumaki per due motivi: primo, non aveva dovuto minacciare per farlo ballare, e secondo se la cavava niente male. Ma arriva il momento, come sempre, che durante queste serate, verso la fine, si metta un ballo lento.
In quel momento Temari cercò di scappare, ma l’Uzumaki la precedette e la portò di nuovo sulla pista, e con uno strano sorriso disse: – Dove volevi andare?-
-Da nessuna parte- si difese.
-Ah capisco, e io che pensavo non sapessi ballare i lenti!-
La ragazza, un po’ rossa in viso per l’imbarazzo, ammise la sua colpa annuendo. – Non mi dirai che tu, che hai avuto la faccia tosta di minacciarmi e di obbligarmi a venire a questo ballo ti stai imbarazzando.-
La bionda lo fulminò.
-Okay, ti insegnerò io, segui il mio tempo e appena iniziamo conta mentalmente fino a tre.-
La ragazza fece come ordinato e pian piano iniziarono a danzare.
-Vedi è facile!- disse il ragazzo poco dopo.
-Devo ammettere che sei un ottimo maestro.-
Ma Naruto, non sapendosi spiegare come, rispose di getto in questo modo: – Non esistono ottimi insegnati, ma solo ottimi allievi.-
Allora Temari, sentendo ciò, gli diede un bacio che lasciò spiazzato il ragazzo, che non disse niente. Non appena finì il gran ballo, verso le undici e mezzo, Naruto disse a Temari che era ora di andare, ma mentre questi si dirigevano fuori vennero fermati dalla Taka.
-Uzumaki allora cos’hai deciso? Ti unisci a noi?-
Naruto era irritato e con voce furiosa disse: – Uchiha ti ho detto che odio ripetermi, perciò levati dai piedi e lasciaci passare-
-Altrimenti?- rispose l’Uchiha, ma l’Uzumaki non diede in tempo la sua risposta che già c’era anche l’Aka.
-Hai sentito, Uchiha, ha rifiutato, perciò non infastidirlo.-
Sasuke in quel momento disse con rabbia: – Senti Uzumaki ti consiglio di scegliere bene se non vuoi fare una brutta fine, e voi, Aka, ci vediamo domani al parco.-
Una volta che quest’ultimo si allontanò, Naruto si voltò verso Pain. – Ti ringrazio, non eri obbligato.-
-Di nulla, e poi nessuno si può permettere di infastidire un membro dell’Aka- disse con naturalezza Pain.
-Sì, ma a me non pare di avere accettato- rispose Naruto.
-Lo farai, forse non oggi ma un domani, chissà? Ma contrariamente alla Taka noi non te lo imporremo.- Detto ciò chiamò i suoi uomini e se ne andarono.
Naruto fece accomodare Temari nella macchina e si apprestarono a tornare a casa.

In un palazzo i quattro capi mafia avevano versato l’anticipo sul conto del killer e si chiedevano quando avesse levato di mezzo quel pagliaccio.
–Allora Signor Momochi, quando ha intenzione di agire?-
-Bé prima devo studiare il mio bersaglio, vedere come pensa, che armi usa e come ragiona, solo allora potrò passare ai fatti.-
Allora intervenne Hanzo: – Scusi un attimo, noi dovremmo aspettare che lei studi le sue mosse?-
Il killer annuì, e poi con calma continuò, dicendo: – Ovviamente se vuole un lavoro fatto bene.-
Madara, guardando tutti i suoi soci, rispose: – Okay le daremo il tempo di studiarlo e capire come ucciderlo, ma prima della prossima settimana lo voglio morto, sia chiaro.-
Zabuza annuì, seguito a ruota dal suo discepolo.

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Capitolo 8
*** Chissà perché capitano tutte a me? ***


 

Chissà perché capitano tutte a me?
 

 Era sabato mattina, e un ragazzo biondo stava dormendo beatamente, era tranquillo senza alcun pensiero per la testa, quando notò che a fianco a lui c’era una cosa che aveva un strana consistenza simile alla sua, però più liscia e morbida. Anche se aveva un gran sonno e non aveva forza di aprire gli occhi doveva farlo per scoprire cosa avesse al fianco. Pian piano si sfregò gli occhi con le mani e con poca volontà per via del sonno aprì un occhio, che inizialmente vide una figura rosea accanto a lui, e man mano che andava avanti questa situazione aprì anche l’altro occhio ed incontro il suo sguardo, che fino a poco fa lo guardava dormire.
- Temari ma che. . . Che cosa ci fai sul divano con me?- disse spaesato il biondo, mentre notava che la bionda sguazzasse nello stato d’imbarazzo di lui.
- Non sono io sul divano, sei tu che sei sul letto con me- rispose con tanta naturalezza come se fosse la cosa più ovvia e normale del mondo.
Stavolta Naruto, per quando bravo fosse a mascherare i sentimenti, fu sopraffatto.
“Come cavolo ci sono finito in questa situazione? Ah se solo ieri sera avessi detto no, tutto questo non sarebbe successo dannazione!” pensò il biondo, ma ripensando a quella sera di come fosse finito a dormire sul letto con lei.
Aveva finito di parlare con Uchiha e ringraziato Pain che a suo modo aveva cercato di convincere Naruto ad entrare a far parte dell’Akatsuki, dopo essere salito in macchina e aver fatto accomodare Temari l’accompagnò alla sua abitazione, che a metà tragitto decise di aprire bocca.
– Non capisco perché rifiuti di entrare sia nella Taka che nell’Aka, potresti spiegarmelo?-
Il biondo dopo un minuto di silenzio rispose: - Perché sono solo dei ragazzini che giocano a fare i grandi uomini, non valgono nemmeno una cicca, fanno gli spacconi e poi basta un niente per farli piangere.-
La bionda annuì, in segno di aver capito, e dopo con tono innocente disse: – Ah, mi sono scordata di dirti che stasera dormo da te.-
A quella rivelazione Naruto frenò di colpo, fortunatamente a quell’ora non c’era nessuno in strada altrimenti avrebbe causato un bell’incidente.
-Scusa, puoi ripetere?-
La bionda, con un risolino, ripeté: – Stasera dormo da te.-
L’unica cosa che riuscì a dire fu questa: - Perché?-
La bionda allora spiegò la situazione: – I miei sono fuori per lavoro, i miei fratelli torneranno tardi stanotte e io mi annoio a stare sola.-
- Cosa diranno i tuoi fratelli quando non ti troveranno a casa? E se dicessero ai tuoi dove ti trovi?- disse Naruto, sperando che con questa sua riflessione cambiasse idea.
-Non m’importa di loro, e poi non lo farebbero mai perché ho un sacco di video dove graffiano auto, rompono vetri perciò non parleranno e per i miei genitori sono a casa di una mia amica per un pigiama party- disse l bionda come se avesse calcolato tutto in ogni singolo dettaglio.
-E se. . .- ma fu subito azzittito da lei, che tuonò: – Vuoi portarmi a casa tua o devo spedire il video a qualche telegiornale?-
Il ragazzo riprese il tragitto verso casa con la sua ospite, che tanto ospite non era visto che si era auto invitata. Una volta arrivati il ragazzo la fece accomodare, una volta entrata la ragazza pensava di trovare un manicomio -perché si sa come sono queste cose no?-. Uno che fa il supereroe mica ha il tempo di poter sistemare la casa?
Ma non fu così: la casa era perfettamente in ordine e anche molto pulita.
-Non pensavo fossi così ordinato- disse con un tono di stupore la ragazza.
Il ragazzo si accigliò un attimo e poi disse: – Okay, dimmi penso che avrai un pigiama vero?-
Ma la ragazza non disse nulla.
-Lo prenderò per un no, allora tieni questa tu dormirai sul letto- mentre gli porgeva un sua maglietta un po’ fuori misura per lei che gli chiese: – E tu dove dormirai?-
- Sul divano- rispose indicando l’oggetto, che a prima vista non dava alcuna impressione di comodità.
La bionda si diresse nella stanza del ragazzo, anch’essa molto ordinata e, una volta spogliata di quel vestito, indossò la maglietta che il ragazzo gli aveva dato e si coricò. Dopo un paio di minuti si rigirò sul letto e pensò tra sé e sé: “Peccato e io che pensavo di dormire insieme a lui. Certo ch’è un osso duro! Un qualsiasi ragazzo mi sarebbe saltato addosso da un pezzo, invece lui no. Può darsi sia questo il motivo per cui sono pazza di lui. . . Ora che ci penso sono in colpa: lui è stato così cortese nei miei riguardi e ora per colpa mia lui dormirà male su quel divano, potrei dirgli che la storia dei miei era una balla ma di sicuro mi porterebbe subito a casa di forza quindi come fare?”
Dopo qualche istante le venne un’idea.
Naruto, dopo ore per cercare una posizione comoda su quella “maledetta trappola”, come la definiva lui, stava per addormentarsi , quando venne chiamato da Temari: – Naruto –
“Incredibile qualcuno lassù mi deve odiare proprio, prima mi manda una piaga che mi ricatta e mi ordina tutto quello che gli passa per la testa e adesso mi impedisce pure di dormire”
-Che vuoi? – disse con un tono seccato per via del sonno.
- Naruto potresti venire a dormire con me finchè non mi addormento?- disse con un tono imbarazzato.
“Cosa? Mi prende in giro o cosa?”
-Non mi dirai che hai ancora paura del buio!?- disse con un tono divertito.
Ma la bionda gli tuonò: – Ma che stai dicendo, il fatto che mi sento a disagio a dormire in una nuova casa e m’incute timore solo questo!-
Il ragazzo accettò senza esitare per due ragioni: la prima che di sicura l’avrebbe disturbato altre volte e gli avrebbe impedito di dormire, e la seconda quel materasso lo stava uccidendo perciò decise di accontentarla.
-Okay a patto che si dorma- disse in tono serio, e la ragazza rispose: – Perché cosa si potrebbe fare in un letto singolo con una ragazza? – rispose lei in modo malizioso.
Il ragazzo si rifiutò di rispondere a tale affermazione e si diresse con la ragazza nella sua stanza, una volta sdraiati sul letto senza che i due sene accorgessero si abbandonarono alle braccia di Morfeo.

Il ragazzo si ricordò come mai era sul letto con la ragazza, e fu riportato alla realtà proprio da quest’ultima: – Allora, che fai mi ascolti?- disse seria.
-Scusa stavo pensando a come mai ero sul letto con te, per fortuna non è successo niente- disse con un tono più sollevato.
-Adesso dovresti tornare a casa, io oggi devo fare una sessione di allenamento importante che non posso saltare.-
- Io me ne andrò a casa solo se mi accompagnerai. Altrimenti non c’è bisogno che ti dica cosa succederà vero?- disse.
Il biondo era un tantino innervosita da questa storia, però non volle discutere perciò dopo aver fatto una bella doccia e una ricca colazione prese di nuovo l’auto e accompagnò la ragazza a casa.
Temari era rimasta un po’ delusa, perché con quel ragazzo era ad un punto morto e sapeva che c’è ne sarebbe voluto di tempo per fargli accorgere quello che lei provava per lui, ma prima di farla scendere lui l’afferrò per un braccio e disse: – La prossima guarda negli occhi una persona se non vuoi che capisca che tu menti.-
La ragazza lo fissò stupefatta e con la stessa aria disse: – Cosa?-
-Ah non ti ricordi? Aspetta che ti rinfresco la memoria- si schiarì la voce, e imitandola perfettamente disse tali parole: – I miei genitori sono fuori per lavoro e i miei fratelli tornano tardi- E non si limitò a imitare la voce, ma sbatté le palpebre come faceva lei. L’unica cosa che riuscì a dire la ragazza fu: – Non sbatto le palpebre in quel modo, e poi io non dico bugie.-
Mentre lo diceva, aveva chiuso entrambi gli occhi e si era girato dall’altro lato. – Stai mentendo di nuovo, comunque ti perdono per questa volta, ma la prossima avvisami okay?- disse con un tono dolce, mentre con le mano sinistra fece sì che i loro sguardi s’incontrassero. Lei si perse nel vedere i suoi occhi e con un cenno della testa annuì.
-E adesso scendi devo andare, alla prossima.-
Una volta scesa, Temari vide l’auto del ragazzo andare, ma ripensando alle sue giornate fino ad oggi notò ch’era cambiato qualcosa , il ragazzo era diventato più aperto, stava diventando più simpatico, finalmente stava facendo breccia nel cuore, ne era sicura: era questione di qualche giorno.

Naruto si stava allontanando dall’abitazione della ragazza, e lui stesso si chiedeva come mai fosse comportato così, si era reso conto che da un paio di giorni a quella parte si comportava in maniera strana.
“Chissà perché mi sento così, ma ora chiederò davvero ai miei genitori” pensò il biondo, ma prima avrebbe dovuto fare un particolare allenamento.
Una volta tornato a casa usò la tecnica della dislocazione per arrivare in un luogo dove solo i ninja era consentito andare, e una volta lì entrò nella caverna dove c’era una cascata. Si mise sotto essa e iniziò il suo allenamento. Sì, lui si sarebbe addestrato per controllare il demone dentro lui che da un periodo a questa parte lo tormentava, pensava di non poter più sopportarlo perciò avrebbe dovuto imparare a controllarlo. Così entrò in meditazione, quando si ritrovò in una stanza della sua mente completamente bianca, con un enorme gabbia e due persone a fare da carcerieri. – E tu chi saresti? Che ci fai qui?- disse un uomo con i capelli castani e con una armatura ninja antica di colore rosso, mentre l’altro chiese: – Che sei venuto a fare? E cosa vuoi?- era anch’esso con un armatura ninja antica di colore blu ma i suoi capelli erano bianchi – Ma voi siete. . .-

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Capitolo 9
*** Il demone domato ***


 
Il demone domato
 
 - Ma voi siete Hashirama e Tobirama Senju- disse Naruto stupito.
-Tu come fai a sapere chi siamo?- disse Hashirama.
Naruto si presentò: – Mi chiamo Naruto Uzumaki, sono un vostro discendente, sono onorato di conoscere dei ninja del vostro livello, ma ora che ci penso voi dovreste essere morti!-
I due lo guardarono. – Noi siamo morti, solo che uno del nostro chakra e della nostra essenza è rimasta attaccata al Kyuubi, e da allora siamo rimasti a guardia di questa gabbia per impedirgli di scappare, adesso tocca a te rispondere. Cosa ci fai qui?- chiesero i due uomini.
-Sono qui per imparare a controllare il Kyuubi- disse Naruto serio.
I due ninja scoppiarono a ridere, Naruto non capiva cosa aveva scatenato in loro questa risata, stava per chiedere loro quando Tobirama decise di aprire bocca: – E quindi tu vorresti imparare a controllare il Kyuubi? E più probabile diventare immortale- disse sempre ridendo.
-Bé per quanto sia difficile non vuol dire ch’è impossibile- disse Naruto.
A quel punto Hashirama disse: – Senti ragazzino, tu non sai neanche quando sia forte il demone, non riuscirai neanche a stargli dietro figurati poi controllarlo, e poi se proprio vorresti avere qualche possibilità dovresti sigillarlo in te.-
Naruto in quel momento capì che loro non sapevano di trovarsi dentro di lui, perciò disse loro: – Allora se la condizione è solo questa fatevi di lato che ci provo.-
A quel punto i due lo guardarono. – Scusa, ma hai capito che deve essere sigillato in te per avere delle possibilità?- disse Tobirama, ma l’altro disse: – Fratello non l’hai capito che l’hanno già fatto?-
L’altro si voltò di scatto e disse: – Cosa? Vorresti dire che lui, cioè tu?- indicando il ragazzo – Sei il diventato il contenitore del Kyuubi!?-
Il biondo annuì e dopo disse: – Ora fatevi di lato e lasciatemi iniziare l’allenamento per controllare il demone.-
Ma questi due si piazzarono davanti. – Se vuoi controllare il demone dovrai prima batterti contro di noi- dissero insieme i due fratelli. Senza dare tempo iniziarono con attacchi combinati.
Naruto si trovò disagiato, perché quei due avevano un sincronismo e una forza incredibile e per lui sarebbe stato impossibile sconfiggerli, perciò decise di agire d’astuzia. Utilizzando la tecnica della moltiplicazione del corpo formò dieci copie che si avventarono ai due dando tempo all’originale di passare in modalità eremitica. Non appena le copie furono tutte dissolte, si resero conto di cosa il ragazzo avesse in mente. Dopo aver creato due rasengan, li colpì in pieno con una velocità impressionante, non ebbero tempo di dire o pensare qualcosa. Una volta atterrati, Naruto li immobilizzò e iniziò a parlare: – Io non voglio battermi contro di voi, voglio solo controllare il demone e usare i suoi poteri per il bene, non ne abuserò.-
I due, sentendo le parole del ragazzo, dessero: – Allora avvicinati.- I due poggiarono le loro mani nelle spalle di Naruto. –Tieni, ti doniamo i nostri poteri e i nostri ricordi di quando abbiamo affrontato il demone, spero ti siano utili per riuscire a sconfiggerlo.-
Una volta che i due finirono di parlare scomparirono, e Naruto si avvicinò alla gabbia e sentì un urlo uscire da essa e una volta rimosso il sigillo si scagliò contro il demone dicendo: – Sono pronto, fatti sotto.-

Intanto Temari era ancora gasata, non faceva che pensare a lui e chiedersi cosa stesse facendo.
“Ormai manca poco e riuscirò a fare breccia nel suo cuore, però dovrei fare una cosa che mi garantisca che faccia colpo. Cosa posso fare! Hmm forse potrei provare a sedurlo, no è un ninja di sicuro sarà addestrato a resistere, sì forse so cosa fare, anche se rischioso: devo provarci e giocarmi il tutto e per tutto.” Ma venne svegliata dai suoi pensieri dal suo cellulare, che vibrava in segno che l’era arrivato un messaggio. Prese il cellulare e lo lesse: era Hinata che le chiedeva se potesse aiutarla a conquistare un ragazzo di cui da poco aveva capito di essersi invaghita. Temari, una volta recepita la notizia, si precipitò a casa dell’amica per sapere chi fosse costui che avesse rapito il suo cuore.

Naruto inizialmente si stava battendo piuttosto bene contro il demone, ma più andava avanti lo scontro più si accorgeva di non poter reggere, finché non pensò di mollare, ma proprio in quel momento sentì i suoi avi parlargli nella testa.
“Come, tutto qui quello che sai fare? Pensavo fossi più determinato” disse Hashirama.
“Secondo me abbiamo sbagliato a riporgli tutta questa fiducia, infondo è solo un moccioso” disse Tobirama.
Ma quelle parole Naruto esplose come un vulcano in eruzione, e utilizzò tecniche che neanche sapeva di conoscere, ma, appena ci rifletté, capì che quelle tecniche erano le stesse che utilizzavano i due Senju, Tecniche che con il passare degli anni si erano perse. Comunque Naruto, approfittando delle nuove tecniche e del vantaggio, riuscì a sottrarre il chakra e a sigillare il demone. Una volta risvegliato dalla meditazione si ritrovò completamente sudato; mai in vita sua aveva combattuto battaglia più dura e, una volta ripresosi, utilizzò la tecnica della dislocazione. Arrivato a casa era a pezzi, non riusciva a muovere un muscolo e crollò sul letto, sperando che nessuno lo disturbasse.

Temari, dopo essere arrivata a casa dell’amica, le chiese: – Allora chi ha rubato il dolce cuore di Hinata Hyuuga?-
Iniziando ad arrossire, bisbiglio delle parole che non Temari capì. – Cosa? Non ho sentito, ripeti più forte?-
Hinata, che a questo punto era diventata bordeaux, disse tutto d’un fiato: – Mi sono presa una cotta per tuo fratello Kankuro.-
Temari rimase basita nel sentire di chi si fosse innamorata Hinata. – D-dici sul serio?- disse sconvolta Temari.
Hinata, già rossa, si limitò ad annuire.
-Amica mia sei sicura, devi. . .- ma s’interrupe da sola perché quando la vide negli occhi rivide la sua situazione, quella che stava affrontando con Naruto, allora le si avvicinò e le disse: – Ok parta l’operazione cupido, però abbiamo bisogno dell’aiuto di una persona.- Estrasse il cellulare e, dopo aver composto il messaggio, lo inviò. Ora dovevano solo aspettare.
Naruto stava dormendo beatamente, quando tutto ad un tratto venne svegliato dalla vibrazione del suo cellulare: era arrivato un messaggio.
“Mio Caro Ninja Boy, c’è bisogno del tuo intervento raggiungimi al più presto sotto casa mia. Sempre tua Temari”
Dopo aver letto il messaggio maledì se stesso.
“Perché Signore? Perché questa piaga l’hai data a me?” pensò, piangendo tra sé e sé. Dopo essersi alzato scese, prese la macchina e si apprestò a raggiungere il luogo del messaggio. Non appena arrivò, inviò un messaggio alla ragazza, dicendole che era arrivato e che la stava aspettando. Dopo qualche minuto arrivò un messaggio che diceva di aspettare qualche minuto che tra poco l’avrebbero raggiunto.
Dopo mezz’ora i nervi del ragazzo erano a fior di pelle, ma di Temari non c’era neanche l’ombra, perciò stufo stava per andarsene quando sentì una voce che lo stava chiamando da lontano: – Naruto, scusa il ritardo, ma ho avuto un imprevisto- disse con voce affannata.
-Non fa niente, ma che hai fatto una maratona?-
La bionda lo guardò con un sorriso dolce sulle labbra.
Naruto in quel momento s’insospettì: – Che vuoi?- disse all’istante, ormai aveva imparato a conoscerla e sapeva che quando le faceva un sorriso del genere era di sicuro per chiedere qualcosa.
-Niente, volevo vederti per dirti una cosa, vieni con me e non fare domande.-
Naruto le chiese subito: – E perché dovrei farlo?-
Quel ragazzo era strano, a volte era dolce, altre sembrava un blocco di ghiaccio.
Allora all’istante gli disse senza pensarci su: – Voglio che tu ti fidi di me completamente.-
Il biondo la seguì, salirono in casa di lei e prese un cd e glielo diede in mano. – Scusami, non chiedermi niente, era perché mi dovevi dare una compilation- disse con tono infastidito.
Temari rispose, dicendo: – Io ti consiglierei di vedere il contenuto e poi parlerei.-
Naruto usò il computer di Temari e inserì il cd, ancora si chiedeva cosa volesse dire Temari con le parole di prima, ma, appena il cd partì, la risposta gli fu chiara.

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Capitolo 10
*** La verità ***


 
La verità
 
Quando partì il cd si accorse che era un video, ma non un video qualunque, ma quello dove lui aveva saltato da un edificio all’altro.
“Ha fatto addirittura il cd, no questa volta ha passato il limite, niente più mister gentilezza” pensò il biondo, si girò verso lei con uno sguardo che non prometteva niente di buono, e per un momento Temari ebbe paura. Solo quando si accorse che la stava spaventando iniziò a parlare: – Senti che tu mi minacci non me ne frega niente, che tu mi menta non me ne frega niente, ma che tu abbia fatto questo video per ricordarmi che mi tieni in pugno è stato uno sbaglio. Chi ti credi di essere? Se sei ancora in possesso di questo video è solo per un mio capriccio, perché, se avessi voluto, avrei potuto sottrartelo già da un pezzo.-
Temari era un po’ impaurita, ma ripensando al discorso di Naruto, si rianimò nel ricordarsi un particolare, e ritornando con il suo solito sorriso disse: – Uno, questo video non rappresenta il mio controllo su di te, perché te l’ho dato. Il video che c’è nel cd è l’unica copia, ho cancellato il video dal cellulare, se non mi credi controlla- disse, dandogli il cellulare in mano.
-Cosa? Scusa un attimo tu mi stai dando il video e. . .- Naruto era confuso, diciamo che aveva ottenuto quello che voleva, però lui non era felice.
“Ma che mi prende? Ho ottenuto il video, dovrei fare salti di gioia, ma invece sono triste: non capisco, forse l’ho desiderato da così tanto che ormai ho sfogato l’euforia”
Ma venne svegliato dai pensieri dalla fonte di quest’ultimi. – Senti Naruto inizialmente, quando ho scoperto chi eri realmente, volevo solo divertirmi. Lo sai com’è, non è che capita a chiunque di stare a stretto contatto con un supereroe e trattarlo come un animale domestico.- Dopo aver fatto una pausa riprese: – Pian piano, stando accanto a te a modo mio, ho iniziato a conoscerti, e sono sicura che anche se tu non hai mai ascoltato una parola da me detta, scommetto che ormai ti sarai fatto un’idea di me. Voglio che tu venga da me non perché ti senta minacciato da uno stupido video, voglio che tu venga perché vuoi stare con me. Perciò Naruto, quello che ti voglio dire è che ti amo.-
Naruto avrebbe voluto scomparire per il solo fatto di aver pensato che lo volesse minacciare.
“Lei mi ama” si sentì strano, non sapeva se essere felice o preoccupato. Non seppe che rispondere, e dopo aver preso il video usci dalla stanza, dicendo: – Scusa ma non mi sento tanto bene.-
Temari era sicura che sarebbe stato un gran successo, ma alla fine si era rivelato un fallimento. Anche se aveva preso in considerazione che il suo piano fallisse, era troppo fiduciosa, e senza che potesse trattenerla una lacrima solcò il suo volto, e poi tutte le altre le seguirono copiose. Dopo essersi sfogata, inviò un messaggio ad Hinata in cui le diceva che ora avrebbe parlato con il fratello e avrebbe rimediato un mezzo appuntamento.

Naruto era a casa sua pensieroso. Camminava su e giù per la stanza con il rischio di consumare le suole e il pavimento.
“Sono felice, adesso ho il video, ma perché mi sento così?” guardò il cellulare come se aspettasse che qualcuno lo chiamasse, o gli inviasse un messaggio. Qualunque cosa andava bene, ma niente, il cellulare non suonò. Doveva fare qualcosa per ammazzare il tempo, quando accendendo casualmente la tv vide che c’era in corso un inseguimento. Naruto in mente sua pensò: “Ecco, proprio questo avevo bisogno.” Una volta cambiato, si mise la tuta, e si diresse nel luogo dell’inseguimento.

Temari, dopo aver parlato con l’amica, si diresse nel covo dove la Taka si riuniva, per parlare con il fratello: – Kankuro dovrei parlarti- disse Temari.
Il ragazzo, scocciato, tuonò all’istante: – Temari che ci fai qui? Se Uchiha sa che sei qui se la prenderà con me e Gaara, quindi vattene all’istante!-
Temari, un po’ in collera con sé stessa per prima, era già arrivata al limite, e con una voce sadica, che in quel momento di umano non aveva niente, disse: – Senti, non sono dell’umore per le tue stronzate, perciò alza quel culo moscio che ti ritrovi e seguimi all’istante, se non vuoi passare dei guai!-
Il fratello, non appena sentì il tono di voce della sorella, si alzò e la segui subito.
Una volta fuori Temari iniziò a parlare: – Kankuro vorrei chiederti una cosa, e sii sincero, tra tante ragazze perché per il ballo hai invitato Hinata?-
Il ragazzo diventò leggermente rosso, ma con la sua solita aria da duro cercò di sviare il discorso. – Non so di cosa tu stia parlando, io sono andato al ballo solo perché Sasuke. . .-
Ma fu interrotto dalla sorella: – Sentimi bene Kankuro, ora tu andrai a casa di Hinata e le chiederai di uscire, non m’importa che dirai agli amici tuoi, dicci che ti ho minacciato con qualche video che possiedo su di te, non m’interressa, non voglio che per il tuo stupido orgoglio non ti permetta di avere una vita amorosa, perciò march- disse con un tono autoritario.
Kankuro non ebbe coraggio di rispondere, sapeva che non c’era da scherzare con Temari quand’era arrabbiata, perciò si apprestò a far ciò che la sorella aveva ordinato.
Una volta che fu arrivato davanti alla porta di casa Hyuuga suonò, e per fortuna fu proprio Hinata ad aprire la porta.
Temari un po’ distante da loro guardò la scena, felice di essere riuscita ad aver convinto quella testa di legno di suo fratello. Almeno lì era riuscita a combinare qualcosa. Tornando a casa per ammazzare il tempo, accese la tv, e neanche a farlo apposta stavano parlando di un inseguimento dove, dopo pochi minuti, si era unito Ninja Boy, riuscendo a fermare l’auto dei malviventi, anche se quest’ultimi si erano richiusi in un vecchio magazzino; aspettavano che fosse Ninja Boy a stanarli e aspettarono che avesse finito.

Naruto era riuscito a far sì che si rifugiassero, ma ora era il tempo di stanarli, peccato per lui non sapesse che era una trappola. Dopo qualche minuto vide un ragazzo davanti a sé.
-Quindi tu saresti il famoso Ninja Boy- disse il ragazzo.
Naruto, alias Ninja Boy, disse: – Esattamente, con chi ho l’onore di parlare?–
Facendo sempre un timbro di voce scuro: – Io sono Haku, e sono un mercenario e lavoro con il grande Zabuza, l’uomo che porrà fine alle tue imprese.-
Naruto rise, e poi con calma rispose: – Tu pensi che io sia un dilettante? Pensi che non mi sia accorto del tuo amico che è nascosto dietro i rottami alle mie spalle?-
Il ragazzo era incredulo.
Zabuza, una volta che scoprì di essere stato individuato, pensò: “Come diavolo ha fatto? Beh peccato che il trucco della distrazione non sia più così efficace, si vede che ne devo trovarne uno nuovo.”
A quel punto sparò e Naruto, accortosi dello spostamento dell’aria creato dal proiettile, lo evitò dislocandosi dietro Zabuza.
– Come diavolo hai fatto?- chiese stupito Zabuza.
– Diciamo che sono molto veloce.- La risposta fu sarcastica. Naruto iniziò uno scontro di arti marziali con Zabuza. Era uno scontro alla pari, Naruto era sconvolto, come potevano essere allo stesso livello?
“Ma com’è possibile, io ho battuto mio padre, e nessuno mai, eccetto me, è mai riuscito a toccarlo, allora perché questo qui mi tiene testa?”
Ma una voce nella sua testa gli rispose: “Perché non sei concentrato sullo scontro”
“Cosa? Ma che dici, allora a cosa starei pensando? Dimmelo tu Maestro Hashirama.” Perché la voce che gli parlava era quella di Hashirama.
“Pensi a quella ragazza, ecco perché non riesci a sconfiggerlo, non sei concentrato.” Naruto, accorgendosi che Hashirama aveva ragione, si concentrò e con un colpo ben piazzato lo stese. Naruto stava per legare Zabuza, ma Haku, prendendo un coltello, si lanciò addosso al ragazzo.
Naruto si accorse che era già ferito ad un braccio. “Di sicuro il proiettile, che doveva colpirmi, ha preso lei ecco perche ha ritardato ad aiutare il suo compare” perciò, anche se un po’ scorretto, colpì la parte ferita e in meno di due secondi riuscì a disarmarlo.
Ma le cose non andarono come Naruto aveva pensato, perchè fu colpito da una coltellata. “Dannazione a me, che non ho attivato la modalità eremitica” pensò dolorante, e con uno sforzo sovraumano colpì il ragazzo cosi forte che lo fece schiantare nei rottami, che gli caddero addosso uccidendolo sul colpo.
Zabuza, che aveva assistito alla scena, scappò e gridò a Naruto tali parole: – Tu, brutto stronzo, hai ucciso il mio allievo; me la pagherai cara, giuro su tutto quello che ho di caro al mondo che ti ucciderò.-
Detto questo usò un fumogeno per guadagnare del tempo.
Naruto era stato ferito allo stomaco, non riusciva a fare alcun movimento. La ferità era molto grave e aveva perso anche molto sangue, perciò con le poche forze che si trovò in corpo si dislocò.

Nella casa degli Uzumaki c’erano i due genitori che leggevano i giornali vedendo le eroiche gesta del figlio, quando quest’ultimo compave steso sul pavimento, ferito. Preoccupato, il padre si precipitò dal figlio e disse alla moglie: – Kushina, chiama mia madre, mentre io preparo una sala dove l’opererete.- La donna si apprestò a chiamare la donna.

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Capitolo 11
*** Finalmente insieme come una vera coppia ***


 
Finalmente insieme come una vera coppia
 
La madre di Naruto, dopo aver chiamato Tsunade, la madre di Minato, che era un ottima Ninja Medico, preparò tutto l’occorrente per l’intervento: flebo di sangue, erbe disinfettanti e medicinali per guarire le emorragie o eventuali problemi.
Minato nel frattempo aveva trasformato la vecchia camera di Naruto in un sala operatoria a tutti gli effetti. Dopo che le due arrivarono, iniziarono a procedere e dopo quattro ore le due uscirono dalla stanza del ragazzo.
-Mamma, Kushina, come mai l’intervento è durato così tanto? E adesso come sta?-
A rispondere alle domande fu la moglie: – Naruto sta bene, si riprenderà a fra qualche ora, ma per ogni evenienza l’abbiamo sedato, perciò entro domani mattina sarà di nuovo in piedi, comunque l’intervento è durato più del previsto perché avevamo scoperto che la lama era avvelenata, perciò abbiamo anche dovuto riconoscere il tipo di veleno.-
Una volta saputo ciò, Minato si tranquillizzò.

L’indomani mattina Naruto si risvegliò un po’ confuso nella sua stanza.
“Ma cosa? Non mi dirai che stato un sogno?” fece modo di alzarsi, ma una ferita che aveva nello stomaco si fece sentire. “Cazzo allora questi ultimi giorni…”
Una volta rivestitosi, uscì dalla stanza e, quando passò dalla cucina, i tre lo fissarono sorpresi: – Naruto che ci fai in piedi dovresti riposare!- lo ammonì suo padre.
-Senti Papà so cosa starai per dire, perciò lo ammetto, ho sottovalutato l’avversario, non ti preoccupare non lo farò più.-
Il padre lo guardò e, scambiando uno sguardo con sua moglie, capì ch’era il caso di lasciarli da soli.
-Allora figliolo vuoi dirmi come ha fatto una persona, che non conosce le arti magiche e che non aveva una conoscenza marziale paragonabile a quella di noi ninja, sia riuscita a ferirti? E dimmi la verità- disse con voce autoritaria.
-Ero deconcentrato, da un po’ di tempo a questa parte ho perso il mio equilibrio spirituale- disse con voce stanca.
-Raccontami figliolo, cos’è che ti turba?- disse con apprensione.
-Mi hanno scoperto, una ragazza sa che sono io il ragazzo che in questi giorni ha fatto tutti quei salvataggi- disse con preoccupazione.
Dopo iniziò a raccontare ciò che era successo dopo quel giorno e raccontò tutte le sue sensazioni, ogni timore o turbamento, tutto, e di come si era sentito dopo aver saputo da quella ragazza cosa provava per lui e ciò che aveva fatto dopo.
- Capisco – disse il padre del ragazzo. – Quindi analizziamo bene la situazione, dopo che lei ti ha detto di amarti ti sei sentito strano. Ora raccontami in ogni minimo particolare le sensazioni che hai avuto, come se le stessi provando adesso.-
- Non riesco a parlare, comincio a tremare, e poi. . . e poi mi manca il respiro- disse un po’ rosso in viso.
- Allora la ami- disse il padre.
-Non ho detto questo- disse il figlio un po’ imbarazzato.
–Figlio, forse non te ne rendi conto, ma ogni sensazione che hai provato, ogni cosa che hai detto in questo momento, dà ragione a ciò che ho detto- rispose con queste parole.
-E dimmi, come si fa a guarire, per tornare come prima, ad essere sempre concentrato, e a non sentire più queste sensazioni?- chiese Naruto, sperando che il padre ne avesse la risposta.
-Ah tu vorresti sapere qual e il modo…-
Il ragazzo annuì.
-La medicina per ritornare come prima è la stessa cosa che ti ha fatto ammalare.-
Il ragazzo, confuso, chiese: – Papà finiscila di fare il guru dell’amore e spicciati a parlare chiaro- tuonò nervoso.
-Devi andare da lei, solo stando con lei potrai tornare ad essere te stesso, e le sensazioni che provi… con il tempo ci farai l’abitudine- disse l’uomo, lasciando di sasso il figlio; però Naruto sapeva che suo padre dava sempre i consigli giusti.
-Hai ragione, allora vado. Ah papà un’ultima cosa: non dire niente alla mamma e alla nonna- disse con un tono preoccupato.
-Figliolo non posso garantirtelo, sai che se vogliono sapere una cosa hanno i mezzi con cui scoprirlo- disse Minato, tirando un sospirò.
-Almeno provaci, e se proprio ti dovesse sfuggire qualcosa, avvertimi di qualunque idea hanno in mente quelle due.-
Il padre annuì, e poi disse: – Adesso vai da lei.-
Naruto non se lo fece ripetere e dopo due secondi aveva già formato i sigilli della dislocazione.
Una volta scomparso il figlio, la madre e la nonna si avvicinarono per avere notizie, ma Minato rispose dicendo che si era lamentato tutto il tempo e che aveva ancora molto da imparare, una scusa con cui se ne uscì, e per sua fortuna gli crederono.

A Tokyo una ragazza guardava la televisione, per sapere cosa fosse successo nel magazzino. L’unica cosa che trovarono fu un cadavere, e per un secondo Temari perse un battito, ma non appena uscito il cadavere fu sollevata nel constatare che non era Naruto. Ma non appena ripensò a lui ricominciò a piangere, quando una voce proveniente alla finestra la fece riprendere.
-Non capisco perchè voi donne piangiate sempre!- Quella voce non poteva che essere lui.
-Ma tu che ci fai fuori dalla finestra?-
Il biondo, dopo essere entrato, rispose: – Niente, ero nei paraggi e, mi sono chiesto, perché non fare un salto?-
Sfoggiando uno dei suoi sorrisi, Temari era felicissima: – Lo sapevo che saresti tornato, anche se stavo iniziando a perdere le speranze- disse raggiante.
Naruto, curioso, invece le chiese: – E come facevi a saperlo?-
Allora Temari rispose: - Bé tu avevi detto che se avevo ancora il video era per un tuo capriccio, perciò non è difficile fare due più due.-
Naruto scoppiò a ridere. – Te lo devo dire Temari, tu mi sorprendi. Sì è vero, sei una rompiscatole, una scocciatrice, certe volte sei anche noiosa e una ricattatrice.- La ragazza iniziava ad arrabbiarsi, e tuonò con una voce che fece agghiacciare il sangue nelle vene del ragazzo: – Scusa, se sei venuto fin qui insultarmi, allora era meglio che restavi dov’eri!- Comunque, Naruto riprese il discorso e finì, dicendo: - Detto ciò non sarei qui ora se tu non fossi così, perché anche io ti amo, e ormai non riesco più a vivere senza averti intorno. Ti chiedo scusa se ieri sono scappato come un vigliacco, ma a dirti la verità è una cosa nuova per me, e sinceramente le emozioni mi fanno paura. Ma so di non avere attenuanti, perciò sono qui a chiedere il tuo perdono.-
A sentir tali parole, Temari corse ad abbracciarlo, ma un gemito scappò a Naruto, che non passo inosservato.
-Ma cosa ti è successo?- chiese preoccupata.
– Niente di che, un taglio, non preoccuparti- disse indifferente, ma Temari non credette alle parole di lui, e con un’aria minacciosa ripeté la domanda.
- Cosa ti è successo? E non dirmi che non è niente di che, perché se no ti prendo a calci e sappi che non mi farò scrupoli!-
Naruto sapeva che si sarebbe preoccupata per un niente, ma lo sapeva che Temari, se voleva sapere una cosa la otteneva, e mantenendosi sul vacuo disse: – Beh è stato una svista, nel modo che ho disarmato quel ragazzo mi sono fatto un taglietto, niente di che.- La ragazza non gli credette e, senza dargli tempo, gli levò la maglietta di dosso, lasciando vedere la ferita fresca sullo stomaco.
-E questo per te è un graffio? Sentimi bene, tu non devi più farti ferire altrimenti ti giuro che ti uccido con le mie mani, hai capito bene?-
Naruto, terrorizzato, annuì.
Dopo che la questione fu, diciamo, risolta, Temari si gettò in braccio al ragazzo ed entrambi caddero sul letto della ragazza.
-Naruto, voglio che tu mi faccia una promessa- disse, guardando il ragazzo con gli occhi un po’ lucidi di chi sta per piangere di felicità.
-E quale sarebbe?- chiese.
-Non mi devi mai lasciare ok? Promettimi che non ti stancherai di me, promettimi. . .- ma fu interrotta dalle labbra di Naruto che si poggiarono sulle sue e, dopo essersi separato per prendere un po’ di fiato, disse: – Parli troppo, perciò meno chiacchiere e più azione che per parlare di matrimonio è ancora forse un po’ troppo presto.-
E dopo aver detto questo, una risata da parte della bionda, che dopo riprese a baciare con foga, però verso sera dovevano staccarsi perché avrebbero avuto scuola l’indomani.

Dall’altra parte della città un uomo era stato disonorato, aveva perso uno studente aveva fallito, lui che nella sua vita non aveva mai sbagliato.
-Quell’eroe da strapazzo ha sbagliato a mettersi contro di me, ora subirà la mia vendetta parola di Zabuza Momochi, lui non passera liscia.-
Stava assemblando un progetto militare top secret, tenuto nascosto per motivi politici. Si era procurato tutto il materiale: gliela avrebbefatta vedere a quell’uomo contro chi si era messo.

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Capitolo 12
*** Stai alla larga dalla mia ragazza ***


 
Stai alla larga dalla mia ragazza
La mattina di Naruto.
Era mattina, Naruto stranamente si era svegliato con ben mezz’ora di anticipo. Non capiva come faceva a sentirsi così energico, eppure quella sera per via dei criminali che avevano ripreso le attività, si era coricato molto tardi, verso le tre e mezzo del mattino. Una volta fatta la doccia e dopo essersi preparato una colazione con i fiocchi, si preparò per andare a scuola. Una volta pronto usò la tecnica della dislocazione per arrivare a casa di Temari, e stava per suonare il campanello quando venne preso da una strana sensazione. Ora che ci pensava era la prima volta che stava suonando alla porta della ragazza per vederla e stare con lei, rammentando i giorni precedenti, prima era forza ad andarci e adesso fremeva dalla voglia di vederla, finchè dopo aver finito le contemplazioni mentali decise di suonare.

La mattina di Temari
Anche lei si era svegliata presto, però contrariamente a Naruto aveva dormito molto di più, infatti dopo che Naruto se ne era andato, lei si era messa subito al letto, erano le sette del pomeriggio e senza accorgersene si era abbandonata alle braccia di Morfeo. Dopo essersi preparata, aspettava impaziente che Naruto la venisse a prendere, erano le sette ed un minuto e lei iniziò a pensare le peggiori cose.
“Strano di solito lui è sempre puntuale! Che forse gli sia successo qualcosa? No, no lui è troppo forte non gli faranno neanche un graffio” pensò lei, quando improvvisamente gli tornò in mente la ferita del giorno prima.
“O mio Dio, deve essergli successo qualcosa, e per forza quel baka si è già fatto ferire, di sicuro ora lo uccideranno. . .”
Quando un suono la risvegliò dai suoi pensieri, subito si apprestò ad andare ad aprire. Finalmente la calma era tornata in lei: vedere il biondo con il suo sorriso la riportò di buon umore.
- Certo che ce ne hai perso di tempo?- disse con ironia la ragazza. “Forse mi sono fatta prendere dalla paranoia” pensò tra sé e sé.
-Allora vogliamo andare?- disse tutta raggiante.
- Dai andiamo- disse con un sorriso dipinto sul volto. Stettero per tutto il tempo mano nella mano per tutto il tragitto, lanciandosi degli sguardi che pareva parlassero al posto loro. Una volta arrivati, si diressero in classe, e senza badare chi ci fosse si scambiavano baci appassionati senza mai fermarsi, come se dalle labbra dell’uno dipendesse la vita dell’altro.
Ma una volta arrivato il professore si dovettero staccare. Naruto aspettava impaziente la ricreazione, perché non riusciva a stare a quella distanza senza correre il rischio di saltarle addosso durante la lezione.
“Ma da quando sono cosi smielato? No Naruto, concentrati” pensò tra sé e sé. “Concentrati, immaginati di essere lontano da qui, dove sei da solo.”
Inizialmente pareva non pensarci più, ma dopo poco in quell’angolo di paradiso creatosi nella sua mente comparve anche lei, peggiorando la situazione.
“Ok è ufficiale non posso più aspettare!”
Senza che nessuno se ne accorgesse, formò dei sigilli creando un Genjutsu: anche se aveva messo molti anni per impararne ad eseguirne uno decentemente, di sicuro delle persone comuni non se ne sarebbero mai rese conto, così dopo aver attivato il Genjutsu, si avvicinò a Temari, che si acciglio, notando il comportamento dei suoi compagni e dell’insegnate.
- Ma cosa è successo?- chiese stupita Temari.
- Sono sotto un l’influsso di un Genjutsu- disse Naruto avvicinandosi a baciare Temari.
- E che vuol dire?- chiese curiosa la ragazza dopo essersi staccata.
- Vuol dire che sono sotto un’illusione creata da me- disse divertito l’Uzumaki.
Temari rise maliziosa e pensò: “Certo che è molto cambiato dalla prima volta che l’ho conosciuto, chi si sarebbe immaginata che avrebbe usato una tecnica solo per baciarmi! E’ ufficiale lo amo!”
Dopo una ventina di minuti pensarono che fosse il tempo di risvegliare tutti dal Genjutsu. Tutti, compreso il professore, a parte una lieve stato confusionario, ripresero l’attività precedente come se nulla fosse. Dopo dieci minuti suonò la ricreazione, e non appena suonò la ricreazione le amiche chiesero a Temari come fosse riuscita a rendere l’Uzumaki così docile e romantico.
- Bé non è stato affatto facile, anzi non lo consiglierei a nessuno per dir la verità, anche se il risultato è questo- disse raggiante Temari.
- Capisco, a proposito Hinata ci hai detto che l’hai aiutata con Kankuro- disse Ino speranzosa.
- Ho capito vuoi che ti aiuti… ok vi aiuterò a tutte!- disse Temari.
Le ragazze dentro di loro fremevano nel sentire quali consigli avrebbe dato loro Temari per conquistare i ragazzi dei loro sogni, ma tutto ad un tratto la ragazza ebbe un urgenza e disse: – Ragazze, scusate, vado in bagno e riprendiamo il discorso, promesso!-
Temari andò in bagno, e dopo una decina di minuti uscita dal bagno si diresse verso la classe, ma venne bloccata per un polso da un ragazzo.
-Ehi Sabaku come va?- disse in tono malizioso il ragazzo.
- Hidan che cazzo vuoi lasciami!- disse un po’ titubante, ma niente, il ragazzo parve stringerla più forte. A quel punto cercò di dimenarsi di più, voleva liberarsi ma niente da fare. Stava per avvicinarsi a lei per baciarla, quindi chiuse gli occhi: non voleva vedere quella scena, ma stranamente il bacio parve non arrivare e poi sentì la stretta scomparsa; allora aprì gli occhi e vide Hidan, che era appeso al muro tenuto da Naruto.
- Sentimi bene Hidan, se ti vedo ancora dare fastidio alla mia ragazza giuro su Dio che non sarò buono come lo sono stato oggi. Ti concerò talmente male che neanche tua madre ti riconoscerà, sono stato chiaro?- lo disse con un tono che avrebbe fatto cacare addosso chiunque, infatti Hidan dalla paura provata se l’era fatta nei pantaloni. Lo lasciò andare, quando si girò poi incrociò il suo sguardo e si calmò. Si avvicinò a Temari per chiedere come stesse: - Allora, stai bene?- chiese con tono preoccupato, ma l’unica risposta di Temari fu una risata.
-Scusami mi spieghi cosa c’è da ridere?- chiese un po’ offeso, perché si aspettava che gli sarebbe corso tra le braccia a baciarlo.
- Ahahaha, no niente, il fatto è che pensavo: è così che ci siamo, beh, diciamo visti la prima volta!-
Allora Naruto rammentò quel giorno, e sì era vero.
-Su forza andiamo in classe- disse il biondo, porgendo la mano alla sua ragazza, che riprese a parlare dicendo: – Quindi sono la tua ragazza?- disse maliziosa.
-Certo, almeno che tu non ti sia stancata di me– rispose secco Naruto.
-No che non mi sono stancata di te, e ti dirò di più non succederà mai! E tu?- chiese la bionda.
-Lo stesso vale per me.-
- Allora non ti dispiacerà venire venerdì a casa mia a conoscere i miei genitori!- disse con naturalezza.
-Certo non ci so. . .C-cosa?- chiese Naruto spaesato.
-Non fare il finto tonto, l’hai capito! Quindi facciamo venerdì alle sei e ti fermi per cena.-
Il biondo non poté ribattere, era con le spalle al muro, perciò una volta entrato in classe aspettarono che la scuola finisse per poter finalmente dirigersi nelle proprie case per potersi riposare, mentre Naruto si preparava psicologicamente per la missione più dura della sua vita: l’incontro con i genitori di lei.

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Capitolo 13
*** Una giornata pesante - Prima parte- ***


 GFGD
 Una giornata pesante
- Prima parte -
 
 Era venerdì sera, ormai erano le ventitré e Naruto era ferito al fianco, lo stesso dove era stato ferito da quel ragazzo e tra sé e sé pensava: “Oggi e stata proprio una giornata di merda, dall’inizio sino alla fine: me ne fosse andata una giusta, cazzo, lassò qualcuno mi deve odiare proprio parecchio!”
Quando fu svegliato dai suoi pensieri da una voce che era assetata di vendetta: – Ninja boy dove sei? Fatti vedere vigliacco!- disse furibondo Zabuza, mentre cercava ancora il biondo.
“Tzè, se ripenso a dieci ore fa, dannazione non posso nascondermi in eterno è l’ora di affrontarlo!”
Mentre penso tra sé e sé, uscì dal nascondiglio facendosi vedere da Zabuza.
–Ehi, coglione, non mi vedi sono qui!- disse Naruto.
L’uomo si voltò; indossava un’armatura con un grosso nucleo verde al centro. – Finalmente la resa dei conti.-
Il biondo annuì, raccolse il chakra e dopo ciò si scagliò verso l’uomo. Lo stesso fece quest’ultimo. L’uno contro l’altro, in quel momento Naruto ripassò tutta la vita davanti, e ripensò tristemente alla giornata che aveva trascorso.

Dieci ore prima. . .

Era con Temari e stavano uscendo da scuola come una normale coppietta di adolescenti, quando, tra baci e carezze, quel momento tanto silenzioso fu interrotto dalle amiche di lei.
– Temari, allora per quella cosa?- disse Sakura.
Naruto, incuriosito, inarcò un ciglio: – Di che state parlando?-
Temari, con una rispose secca, con un'aria irritata, rispose: – Non ti interessa!-
Poi, vedendo che lo aveva detto con un po’ troppo ferocia, e vedendo poi il suo sguardo assottigliarsi come non mai con aria un tantino offesa, ripeté ciò che aveva detto con più calma e dicendogli qualche parolina dolce per farsi perdonare: – Scusa non volevo alzare la voce, il fatto è che è stata una giornata pesante e sono un tantino tesa, poi ti dirò tutto dopo cena, ok?- disse con una voce smielata e con degli occhi che avrebbero fatto sciogliere un iceberg, ma parve non sortire tanti effetti. – Mi puoi perdonare tesoruccio?- disse in fine.
Il ragazzo pensò che gli era bastato poco per perdonarla. – Ok, ma solo perché non riesco a dire di no al tuo sguardo, però ti informo che se vorrai essere perdonata del tutto dovrai fare di più- disse il ragazzo malizioso.
Temari, immaginando un po’ a cosa si potesse riferire, arrossì lievemente e poi rispose: – Bé vediamo che mi posso inventare- disse lei, e subito dopo iniziarono a baciarsi.
Alle sue amiche piaceva il romanticismo, ed erano felici per lei che avesse trovato un ragazzo, però incominciavano ad essere troppo smielati anche per i loro gusti.
– Va bene sono felice per voi che siete felici, però adesso basta giocare a Romeo e Giulietta, siete troppo smielati! Con voi i diabetici morirebbero nel vedervi- disse Tenten un po’ gelosa dei continui baci che si davano i due.
Temari, non appena si staccò dalle labbra di Naruto, disse: – Ok, non vi preoccupate, anche voi tra poco avrete un ragazzo con cui pomicerete tutto il tempo, lasciate fare a me-
Allora Naruto si fece un’idea di cosa volevano le amiche. Una volta chiarita la questione i due si diressero a casa di lei.
– Allora Naruto ci vediamo sta sera alle sei, sii puntuale, mio padre odia i ritardatari- disse Temari.
Il biondo annuì e si avvicinò, dandole un bacio, e poi rispose dicendo – Ci vediamo stasera- poi si apprestò ad arrivare a casa.
Quando arrivò erano le tre, aveva tre ore piene perciò fece delle copie che per quel giorno lo avrebbero sostituito nel lavoro di supereroe, fino a quando non avrebbe finito di cenare. Una volta pronte il numero di copie necessarie, si allenò ad usare il chakra del demone, perché sicuramente gli sarebbe tornato utile, perciò fino alle cinque si allenò sino allo stremo delle forze. Una volta finito si fece una doccia e si preparò per la serata; si guardò allo specchio e continuò a ripetersi mentalmente: “Dai, Naruto, è semplice: devi andare lì e fare un'amorevole chiacchierata con i suoi genitori, perciò adesso fai dei respiri profondi, e poi che hai da temere? I suoi genitori sono persone qualunque, non sa usare nessun jutsu quindi puoi tranquillizzarti!”
Dopo questa carica, si apprestò a scendere le scale e a presentarsi all’ora prestabilita.


In una casa molto distante da lì un uomo camminava avanti e indietro nella camera da letto, con lo sguardo incuriosito di una donna che presumibilmente era sua moglie.
- Io voglio sapere chi è? Dove viene?- disse furioso l’uomo. – Tesoro calmati, Temari ha detto che verrà qui a cena perciò potrai conoscerlo. . .-
Non fece in tempo a finire il discorso che il marito la fulminò con gli occhi. – Scusa puoi ripetere?- disse l’uomo nel ben mezzo di una crisi isterica.
– Nostra figlia lo ha invitato a mangiare qui da noi, quindi avrai modo di conoscerlo?- rispose la donna.
– Dammi un motivo per cui dovrei farlo entrare a casa mia, e poi io non ho mai sentito nominare mai questi Uzumaki. Chi diavolo sono?-
- Ora basta, non fare il bambino! Ora aspetterai che viene, e gli parlerai, e solo allora potrai dire quel che pensi di lui, non prima, va bene?- tuonò la moglie. - Magari poi scopri ch’è un ragazzo simpatico, che ne sai?- disse speranzosa di averlo calmato, ma lui imperterrito continuò a sbraitare.
– Sì, questa è la terza volta che l’hai detto. Ti ricordi il primo ragazzo, quello tutto pieno di piercing, mi pare si chiamasse Pain, al solo pensiero che quel coso toccasse mia figlia mi venivano i brividi di freddo. E penso che ti ricorderai del secondo, vero, penso sia impossibile dimenticarsi di lui, sembrava una donna, mi pare si chiamasse Deidara: incredibile ancora tutt’ora non riesco a credere che sia un uomo!-
Ma la donna parve non demordere. – Sì, ma quelli sono i suoi ex, e poi mica puoi fare di tutta un’erba un solo fascio. . .- La voce della donna fu interrotta dal suono della porta.
L’uomo, immaginando che fosse lui, si precipitò, anticipando madre e figlia. Aprì la porta e vide un ragazzo sistemato con un espressione un po’ intimorita, vedendo che ad aprire era stato il padre della ragazza. I due si fissarono per qualche istante, e dopo un imbarazzane silenzio l’uomo fece cenno di accomodarsi.
Naruto era nervoso come non mai; non sapeva come comportarsi, perciò, utilizzando le capacità di deduzione che un qualsiasi ninja sviluppa, iniziò a fare dei ragionamenti per capire il profilo dell’uomo e per sapere come pensava, quando ad un tratto, arrivati in cucina, quest’ultimo gli fece cenno di sedersi.
- Allora io sono il signor Sabaku no Rey e sono il padre di Temari, e ora tocca a presentati- disse, cercando di non sembrare un poliziotto assetato di risposte.
Naruto si sentì a disagio per lo sguardo che l’uomo gli lanciava, ma con alcun timore inizio a parlare: – Mi chiamo Naruto Uzumaki, piacere di conoscerla- disse.
L’uomo lo scrutò: doveva ammettere ch’era diverso dai fidanzati precedenti, perché contrariamente gli dava una sensazione di fiducia. Così, dopo un chiacchierata tra uomini, scoprì ch’era come aveva pensato, un ragazzo responsabile e la serata passò piuttosto bene. Una volta finita la serata a gran sorpresa di Temari, l’uomo dette il permesso alla figlia di uscire con il ragazzo e di andare dove volessero. Persino la moglie restò sbalordita dal comportamento del marito, che di solito non permetteva alla figlia di uscire con il ragazzo che presentava, anzi la segregava in camera sua, ordinandole di non rivederli mai più. Una volta che i due uscirono di casa, la moglie guardò il marito con un'aria soddisfatta. “Che ti avevo detto?”
– Ok, hai ragione questo era diverso in confronto a quelli che ha portato precedentemente, e ne sono più che felice di aver avuto torto- e dopo questo discorsetto anche i due si concedettero, concludendo la serata sotto le lenzuola.

Una volta uscito da lì Naruto si sentì meglio, poi girandosi verso Temari disse: – Lo sai, non era cosi dura come pensavo!-
La ragazza, non capendo di che parlasse, chiese, curiosa, a cosa si stesse riferendo: – A casa ti riferisci?-
- Bé diciamo ch’ero un tantino impaurito da tuo padre inizialmente- disse schietto, girandosi dall’altra parte per non far vedere ch’era diventato rosso a quella dichiarazione fattagli pocanzi.
Temari sgranò gli occhi e, cercando di trattenere una risata, disse: – Tu, Naruto Uzumaki. . . pfff- cercando di soffocare una risata - hai sconfitto quindici ragazzi da solo, sconfitto dei membri dell’Aka tra cui i più pericolosi, senza alcun timore. . .pfff e mi stai dicendo che mio padre, una persona praticamente inoffensiva, ti ha spaventato. . .? Ahahahah- non poté più trattenersi e scoppiò in una fragorosa risata.
Il ragazzo un po’ offeso si girò senza dire niente, ma a quel punto sentì le braccia di lei avvolgerlo in un abbraccio.
- Scusa, mi ero dimenticata che per te queste sono sensazioni nuove. Ma non puoi negare il fatto che non sia una cosa esilarante, non hai paura di niente e poi ti preoccupi per una sciocchezza di niente come questa...-
Anche Naruto pensò la stessa cosa, e così, dopo essersi girato, ricambiò l’abbraccio: una cosa così semplice che gli faceva provare un sacco di emozioni.


Dall’altro lato della città le copie create da Naruto si stavano dirigendo in una banca, dove un rapitore stava minacciando di uccidere gli ostaggi se non avessero acconsentito alle sue richieste. Quando entrarono, videro un uomo con una strana armatura e iniziarono lo scontro.
Le copie di Naruto si lanciarono sul rapitore, che tuonò con gran rabbia: – Adesso avrò la mia vendetta!-
– Chi diavolo sei? E di che stai parlando?- chiesero le copie di Naruto che, dopo essere riuscite a salvare tutti i civili nella banca, si concentrarono ad attaccare l’uomo, ma una dopo l’altra scomparvero, lasciandone solo una.
Il vero Naruto, ancora attaccato a Temari in quell’abbraccio senza mai fine, si accorse della scomparsa delle sue copie e, preoccupato, spiegò tutto a Temari, dicendole di andare a casa sua perché lui avrebbe dovuto occuparsi di una faccenda. Con gran premura, cambiandosi, si dislocò nel luogo dove si trovava la sua ultima copia.
Una volta giunto lì vide quest’ultima stesa a terra scomparire.
- Adesso basta con questi trucchi e lottiamo sul serio- disse l’uomo con la faccia di ferro.
–Tu dimmi chi sei prima? Perché ce l’hai con me?- chiese curioso il ragazzo.
L’uomo sollevò la maschera di ferro mostrando il suo vero volto.
– Zabuza- disse il ragazzo.
– Quindi sei qui per vendicarti- disse ironico Naruto.
L’uomo, non perdendo tempo, si scagliò con una velocità impressionante che sorprese Naruto e lo trafisse nello stesso punto dove aveva colpito tempo fa il suo discepolo.
Sputando sangue dalla bocca, Naruto disse: – Caspita non era così veloce l’ultima volta-

TO BE CONTINUED. . .


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Capitolo 14
*** Una giornata pesante - Seconda parte- ***


 
Una giornata pesante
–Seconda parte-
Era sconvolto, ancora non capiva come avesse fatto a colpirlo.
“Ma come ha fatto? Non era così veloce l’ultima volta, che l’improvviso aumento di velocità sia legato a quest’armatura? Sì, deve essere cosi” disse tra sé e sé.
Subito estrasse la lama e cercò di distanziarsi da lui per poter studiare l’armatura e cercare una possibile debolezza, ma Zabuza non gli diede tempo che si lanciò al suo inseguimento.
“Come fa a starmi dietro? Dannazione devo inventarmi qualcosa!”
Allora Naruto pensò di usare le bombe fumogene; ne scagliò una a terra e si nascose, sperando di non essere visto. Doveva inventarsi qualcosa e al più presto: il fianco continuava a fare male perciò lo medicò come meglio poté, in modo da poter usare un qualsiasi jutsu, e iniziò a pensare, finché non fu svegliato dalla voce di Zabuza: – Ninja boy dove sei? Fatti vedere vigliacco!-
–Ehi, coglione, non mi vedi sono qui!- disse spavaldo.
– Finalmente la resa dei conti.-
Naruto annuì, e dopo quella guerra di sguardi si scagliarono l’uno contro l’altro, ma la ferita di Naruto si fece sentire e Zabuza ebbe la meglio. Lo colpì con un pugno che lo fece volare a muro, formando un enorme buco che fece crollare il muro sul ragazzo. Zabuza era felice di aver finalmente sconfitto quel pagliaccio, però questo non gli bastava, doveva ancora vendicare la morte del suo giovane allievo e voleva torturarlo per bene prima di ucciderlo. All'improvviso comparvero altri due ninja, uno dei quali si lanciò contro di lui colpendolo con una potente pedata, mentre l’altro si apprestava a prendere il ragazzo sotto le macerie, e si dileguarono nel nulla.
– COSA? GRRR. . . ME LA PAGHERETE CARA MALEDETTI! NESSUNO PUÒ IMPEDIRMI DI POTER PORTARE A TERMINE LA MIA VENDETTA!- disse furioso, allora attivò la modalità volo dell’armatura e iniziò a fare una perlustrazione aerea, ma di loro nessuna traccia. Continuò così tutta la notte, furioso per non aver potuto gustarsi la sua vendetta. Si diresse nella stazione televisiva più famosa di Tokyo e con forza, dopo aver ucciso le guardie ed aver preparato tutti i macchinari, ordinò ai tecnici di mandare in onda, altrimenti li avrebbe uccisi. Terrorizzati, fecero come loro ordinato.
– Siamo in onda?- chiese Zabuza, arrabbiato come non mai.
Il tecnico principale, tutto tremante, fece sì con la testa.
– Allora inizio col dire che sono Zabuza Momochi, e sono venuto qui per dire una cosa a quel vigliacco di Ninja boy- fece una pausa.

In quel momento, a casa di Naruto, Temari, che come al solito aveva fatto di testa sua, stava guardando il notiziario con la bocca aperta, e preoccupata pensò:“Cosa sarà successo?”
- Esci fuori e battiti da uomo, vigliacco. Ormai la tua fine è giunta, perciò non prolungare la tua agonia, ti garantisco che per ogni ora che perderai io porrò a termine una vita. Se ti venisse coraggio, mi troverai sulla punta del grattacielo più alto di Tokyo. Adesso vado, spero che almeno tu ti faccia vivo, perché non vorrei essere al posto di queste persone: ricordati, per ogni ora una persona- detto questo spiccò il volo, distruggendo il tetto dell’edificio.


Naruto stava riprendendo i sensi. Gli occhi si riaprirono lentamente e pian piano si alzò dal letto e vide tre uomini, uno dei quali era suo padre, mentre gli altri, anche se erano di spalle, gli davano la sensazione di conoscerli.
Ma il padre si accorse che il figlio s’era ripreso. – Figliolo, ti sei svegliato finalmente- disse l’uomo, felice di sapere che il figlio si fosse ripreso.
Quando i due si girarono a Naruto mancò poco che non gli venisse un colpo. – Ma. . . Ma. . . Voi?- Non ci poteva credere, ma il padre del ragazzo iniziò a dare le spiegazioni, che immaginava il figlio volesse.
– Figliolo, devi sapere che tua madre era preoccupata di mandarti nella città di Tokyo da solo, e anche io devo dire che non le potevo dare torto, perciò ho chiesto a due mie ex-allievi di tenerti d’occhio.-
Naruto, sconvolto dalla rivelazione, chiese: – Ma le arti ninja non si potevano tramandare solo da padre in figlio.-
- Sì è vero, ma ho pensato che sarebbe stato meglio avere degli aiutanti, e infatti loro hanno questo compito: ti aiuteranno a battere Zabuza e. . .-
Ma Naruto, con uno sguardo serio, rispose: – Zabusa è un mio avversario e lo sconfiggerò da solo. –
- Figliolo non puoi batterlo. Quell’armatura che indossava è un progetto militare, creato per potenziare le abilità umane al massimo, e le armi funzionano con l’energia sviluppata dal generatore al centro dell’armatura, ed è fatta di una lega particolarmente dura. Neanche in modalità eremita riusciresti a scalfirla.-
Ma Naruto non si fece scoraggiare dalle parole del padre e chiese ai due ninja di aiutarlo con un particolare allenamento.
– Di che allenamento di tratta?- chiese uno dei due.
- Si tratta nell’imparare a controllare il demone- disse serio.
Minato rimase in silenzio, e dopo essersi ripreso disse: – Cosa? Sei impazzito? Un allenamento del genere richiede giorni, e poi si dovrebbe riaprire il sigillo... no è escluso.-
- Mi spiace che tu non sia d’accordo, ma io l’ho già fatto: ho aperto il sigillo e ho separato il chakra dallo spirito. L’unica cosa che mi serve è imparare a gestirlo- disse Naruto.
Il padre rimase impietrito dalla rivelazione del figlio, e, dopo averci pensato su, disse: – Ok figliolo, ma c’è un problema. Mentre eri incosciente, quel pazzo di Zabuza ha mandato un messaggio dalla stazione televisiva centrale di Tokyo e ha detto che per ogni ora che perderai ucciderà una persona.-
Il ragazzo iniziò a pensare e chiese: - Quando manca al suo attacco?-
Il padre del ragazzo guardò l’orologio. – Non più di trentasette minuti, perché?- Guardò gli occhi del figlio e capì cosa avesse in mente.
– No, no , no sei impazzito non puoi pensarla una cosa del genere: è categorico, no.-
Il ragazzo mise una mano sulla spalla del padre. – Non abbiamo scelta. La stanza neutra è l’unica possibilità.-
L’uomo, contrariato, dovette arrendersi, perché in fondo sapeva anche lui che il figlio aveva ragione. Gli unici che non capirono il motivo di tanta disapprovazione furono i due ninja, che, incuriositi, si chiesero cosa fosse questa stanza neutra. Seguirono Naruto e il padre sino a quella stanza.
Una volta arrivato, Naruto pensò ad una cosa che gli trastullava in mente da un po’. – Scusa papà, vorrei chiederti una cosa.-
L’uomo annuì.
– Ma tu come sapevi che l’armatura, indossata da Zabuza, potenzia le capacità fisiche?-
L’uomo, con lo sguardo basso, disse: – Perché quello è un progetto inventato da me per il governo giapponese, ma non so come sia caduta in mano a quel tizio.-
Il ragazzo rimase, sconvolto, e pensò tra sé e sé: “Ma l’esistenza che i ninja erano sopravvissuti non era un’informazione riservata?”
Ma Minato, intuendo cosa avesse in mente il figlio, rispose, dicendo: – Naruto ti spiegherò tutto non appena sarà finita. Adesso vai, non c’è tempo da perdere. Io chiamerò rinforzi che mi aiuteranno a trattenere Zabuza finché non avrai finito, quindi sbrigati.-
Minato radunò tutti i familiari e gli altri allievi che aveva addestrato per tenere a bada Zabuza finché il figlio non fosse stato pronto.
Naruto, guardando la porta della Stanza neutra, si girò verso i due ninja che altri non erano che il Maestro Kakashi e il Maestro Gai.
– Una volta entrati non potremo uscire finche non avemmo finito, perciò se non vi sentite in grado di aiutarmi vi consiglio di andarvene e aiutare mio padre.-
Detto questo i due si scrutarono e Kakashi, parlando per entrambi, disse: – Veniamo con te. Adesso iniziamo, abbiamo molto da fare e poco tempo.-
Naruto aprì la porta e, seguito dai due, entrarono.

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Capitolo 15
*** Una giornata pesante - Terza parte- ***


 
Una giornata pesante
– Terza parte-

 
Erano entrati nella stanza neutra. Si trattava di un luogo incantevole pieno di piante di qualsiasi genere. Kakashi e Gai non capirono il motivo di disapprovazione: quel posto sembrava un paradiso terreste come ne parlavano nella Bibbia, perciò per maggior chiarimenti chiesero a Naruto il motivo: - Scusa Naruto ma come mai tuo padre non voleva venissi qua? È un paradiso, è un ottimo luogo per allenarsi!-
Naruto, voltandosi verso di loro, disse: – Non fatevi ingannare dagli occhi! Questo luogo è molto peggio di quello che sembra. Anzi per dir la verità, è il luogo più pericoloso al mondo e tra qualche ora capirete perché.-
I due non potevano credere che fosse possibile una cosa del genere, ma d’altronde chi meglio di lui poteva saperlo, così senza troppi indugi iniziarono l’allenamento.
Naruto evocò il chakra del demone e successe una cosa strana: il suo corpo fu circondato da un chakra dorato, visto così era una vera visione, e senza tanti preamboli iniziarono ad allenarsi. Una cosa che Naruto e i due ninja aveva notato che il chakra del demone aveva incrementato i suoi poteri. Difatti ora era capace di percepire le presenza, non solo per il chakra, ma anche per il loro spirito; un aumento della forza e della velocità in maniera assurda e la capacita di usare quel chakra come prolungamento corporeo. Era fantastico ma adesso iniziava il vero allenamento, perché il tempo in quel paradiso terrestre stava cambiando e adesso Kakashi e Gai avrebbero capito cosa intendeva prima Naruto.

Minato stava radunando tutti i ninja disponibili, ma per adesso c’erano solo lui, la moglie e i suoi genitori; gli altri dovevano ancora arrivare.
Dopo qualche minuto era presente una squadra scelta di dieci ninja, tutti con addosso la medesima tuta che Naruto indossava nelle suoi atti di eroismo.
Minato serio più che mai disse: – Il nostro compito è di pattugliare la città in caso di un attacco di Zabuza. Quello che dovremmo fare sarà di trattenerlo il più possibile in modo che mio figlio finisca l’allenamento speciale che gli consentirà di batterlo. Detto questo non attaccatelo direttamente, pensate a proteggere e in caso non abbiate altra scelta non combattetelo da soli ma chiamate rinforzi. Adesso andiamo.-
Detto questo tutti si dileguarono e iniziarono a pattugliare la città in attesa di un imminente attacco del pazzo.

Nel frattempo Zabuza aspettava sulla cima del grattacielo. Era furente mentre guardava l’orologio, aspettando che il tempo scadesse.
“Mancano dodici minuti, Tzé vigliacco, meglio per me. Inizierò ad uccidere uno per uno gli abitanti, prima o poi dovrò trovarlo” pensò tra sé e sé aspettando che il tempo passasse inesorabile.

Temari era preoccupata. Da un po’ cercava di mettersi in contatto con lui, ma niente. Iniziava a provare un po’ di timore per l’incolumità del ragazzo.
“Naruto dove sei? Aaaah spero che abbia una buona scusa perché se così non fosse ti troveresti in un sacco di guai!”
Ma in fondo sapeva che se non rispondeva il motivo c’era ed era più che valido, ma quello era un modo che usava per sbarazzarsi di quella tensione che la circondava come un’aura.

Intanto Naruto, Kakashi e Gai erano arrivati a buon punto, anche se avrebbero preferito di gran lunga allenarsi da un'altra parte: quella stanza era un vero inferno, il clima cambiava in una frazione di secondo, prima pioveva poi c’era un sole che spaccava le rocce, poi grandinava e subito dopo c’era una tromba d’aria. Lì non si poteva sapere quando cambiasse il tempo, perciò l’allenamento aveva funzione doppia, perché dovevano adattarsi al cambio climatico in fretta. Ma adesso iniziava la parte peggiore: Naruto di botto si fermò e i due ninja si fermarono a chiedere il motivo della pausa: - Naruto che succede?- chiese curioso Gai.
Naruto, guardandoli preoccupato, disse a gran voce:– Correte!-
Non capirono il perché ma una volta che Naruto si mise a correre superandoli si girarono a guardare: un fulmine, che colpì il suolo e distrusse tutto ciò che incontrava. Una volta visto l’effetto che il fulmine aveva al contatto col suolo, subito più veloci di razzi partirono, seguendo Naruto, che, pensavano, sapesse dove nascondersi.
-Naruto dove ci stiamo dirigendo?- chiese preoccupato Kakashi, per timore di finire carbonizzato.
– Più lontano possibile da quel fulmine, ecco dove.-
- Ma come, non esiste un luogo dove ci possiamo riparare?- chiese ancora speranzoso Gai. -Se esistesse ci avrei già dislocati lì, non pensi?- disse in fine Naruto.
-Scusa allora che dovremmo fare?-
Naruto li guardò come se nulla fosse e rispose: – Ovvio scappiamo e speriamo che il tempo cambi, non dovrebbe mancare molto, quindi correremo finche non finirà.-
Ai due non restò che fare come aveva detto il biondo: ormai quella era l’unica possibilità.

Il tempo era scaduto. Zabuza, alzandosi nuovamente in volo, decise di mietere la sua prima vittima, ma c’era solo l’imbarazzo della scelta, perciò, per dimostrare che facesse sul serio e che avrebbe fatto del male a tutti, attaccò un povero vecchio. L’uomo, vedendolo, per la paura s’inginocchiò e chiuse gli occhi: mancava poco all’attacco, quando questo fu deviato.
Zabuza era felice di rivedere il suo rivale, finalmente avrebbe portato a termine la sua vendetta anche se notava che c’era qualcosa di strano, perché il suo avversario era molto più lungo e robusto e la cosa lo fece insospettire: - Tu chi sei e dov’è il vero Ninja boy?- chiese furioso.
Minato, capendo di non poterlo battere, chiamò rinforzi, che si apprestarono ad arrivare, e dopo iniziò a parlare: – Noi siamo familiari di Ninja boy, e adesso te la vedrai con noi- detto questo Minato con un cenno della testa diede l’ordine di attaccare, ma Zabuza era troppo veloce, e la cosa insospettì Minato. “È impossibile, ma non può generare una velocità del genere, sicuramente avrà fatto qualche modifica, anche se la cosa è improponibile… l’armatura è già al massimo della sua programmazione. L’unico modo sarebbe sostituire il nucleo di idrogeno con quello di. . . Aspetta il colore del suo generatore è verde, ma se fosse di idrogeno dovrebbe essere rosso… non mi dirai che quel pazzo l’avrà potenziato con il plutonio! In quel caso non c’è modo di sconfiggerlo. Se facessimo sovraccaricare l’armatura o se solo la danneggiassimo, farebbe un gran bel botto e tutti…”
-Non attaccatelo, ritirata strategica, sparpagliatevi- detto questo eseguirono gli ordini dati da Minato, ma Zabuza li seguì.
Come aveva previsto li stava seguendo, tutto procedeva come nei piani, avrebbero dovuto farlo corre un po’ per dare il tempo che Naruto finisse di allenarsi perché a qual punto lui era l’unico in grado di farlo.

Intanto Naruto aveva concluso l’addestramento: era riuscito a controllare del tutto il chakra del demone ed era riuscito ad istaurare un rapporto d’amicizia: - Finalmente siamo fuori da quell’inferno, spero di non avere più la sfortuna di entrarvi- disse Gai.
-Concordo in pieno- disse Kakashi.
- Sono pronto Zabuza, preparati sto arrivando!- disse il biondo furioso.

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Capitolo 16
*** La battaglia ***


 
La battaglia
 
Minato, usando la strategia della ritirata, ottenne proprio quello che voleva, cioè farsi inseguire da lui. Ora c’era un problema: come avrebbero fatto a batterlo senza correre il rischio di farlo esplodere, evitando cosi un’esplosione nucleare?
“Ci sarà un modo, ma il vero problema sta nello scoprirlo, rifletti Minato. . . rifletti!”
Mentre pensava fu risvegliato da una strana sensazione, si sentiva una presenza molto potente, che possedeva un chakra a dir poco mostruoso
“Quindi ha già finito… ora toccherà informare lui e vedere cosa ha in mente.”
Così si disloco all’istante.

Naruto era appena uscito, ed era pronto per il terzo round contro Zabuza. Stavolta l’avrebbe annientato. Stava per dirigersi in città quando vide comparire suo padre con una tuta simile alla sua.
- Figliolo devo dirti una cosa su quell’armatura.- Naruto un po’ preoccupato lo ascoltò, perché non aveva mai visto il padre così agitato. – l’armatura che indossa Zabuza è stata modificata. Il generatore del progetto originale funziona a idrogeno mentre quella di Zabuza funziona a plutonio perciò devi stare attento a non farlo scoppiare.-
Naruto era preoccupato, se le cose stavano come diceva il padre non avrebbe neanche potuto colpirlo, altrimenti rischiava di poter rompere qualcosa e causare un corto, e ciò stava a significare che quell’uomo era una bomba vivente. Ma tutto ad un tratto pensò e chiese al padre di procurargli dei rotoli particolari. Il padre si trovò in disappunto quando sentì quali rotoli il figlio volesse, ma una volta spiegato il piano dovette acconsentire: era l’unica possibilità che avessero per salvare tutti dalla tremenda onda d’urto e dalle radiazioni, non c’era nulla da fare. Dovette accontentare il figlio, perciò mentre Minato radunava i ninja, Naruto si diresse verso Zabuza che, accortosi di aver perso le tracce di quei idioti, ritornò con l’intenzione iniziale, cioè uccidere persone innocenti, ma stavolta le vittime sarebbero state due, dato che lo avevano soggiogato. Si stava dirigendo in città quando davanti a sé trovò Ninja boy. Era lui, stavolta ne era certo.
-Finalmente hai deciso di farti vivo era ora, adesso concludiamo ciò che abbiamo interrotto la volta scorsa- disse l’uomo.
-Fatti sotto idiota- disse Naruto.
Zabuza si lanciò con ferocia verso Naruto, ma quest’ultimo, passando in modalità demone, fu più veloce di Zabuza e schivò il colpo. Zabuza, stupito per il cambiamento del ragazzo, visto che adesso era circondato da una specie di aura dorata, furioso si scagliò contro di lui. Naruto si limitava solo a schivare, allora l’uomo iniziò a volare per poter utilizzare le armi.
Naruto, intuendo l’intenzione di Zabuza, lo seguì e gli spostò il braccio verso il cielo per evitare catastrofi.
Era uno scontro emozionante senza esclusione di colpi, ed era in diretta tv: chiunque in quel momento in tutta Tokyo guardava quella battaglia.
La Yakuza sperava nella vittoria del sicario, la Taka, che per l’eccitazione di vedere lo scontro in santa pace aveva ordinato a tutti di stare in silenzio altrimenti se la sarebbero vista con Sasuke; l’Aka con tutti i membri sconvolti dallo scontro, tranne Pain, Konan e Itachi che non lo volevano dare a vedere; le amiche di Temari, che in quel momento erano con lei a casa sua, ch’era preoccupata per il suo ragazzo, ovviamente nessuno delle sue amiche capirono perché fosse così agitata.
-Temari che ti prende? Stai calma Ninja Boy ce la farà come sempre, io fino ad ora non l’ho visto mai in difficoltà.-
Temari allora cercò di inventarsi una scusa credibile per evitare di farsi sfuggire parole di bocca. – Sì, ma se non ce la facesse saremmo tutti in pericolo, e poi ho saputo che Naruto è in quei paraggi e ho paura che ne rimanga coinvolto nello scontro.- Doveva ammetterlo, stavolta si era superata, anche se in fondo sentiva dei forti sensi di colpa nel mentire alle sue amiche.

Lo scontro tra i due continuava. Naruto si limitava a difendersi e a colpire solo quando fosse sicuro di c’entrare Zabuza, e non quella maledetta armatura. Doveva tenere duro, doveva aspettare che il padre procurasse i rotoli da lui richiesti.

Infatti Minato era arrivato nel primo luogo dove si trovavano i prime quattro rotoli, infatti erano nascosti in luoghi difficilmente raggiungibili se non eri un ninja.
Si trovava sopra la bocca del vulcano, si calò su una spiazzo di rocce che si trovava poco sopra il livello del magma incandescente, e una volta arrivato lì fece un salto sino ad arrivare ad una grotta segreta. Rimosse il sigillo che impediva il passaggio, e dopo averli afferrati si preparò per dirigersi nel secondo luogo dove si trovavano altri quattro rotoli.

Intanto Naruto stava iniziando a perdere un tantino il ritmo per via di quella stramaledetta armatura, perché non sempre era sicuro di poterlo colpire perciò aveva iniziato solo a schivare e difendersi, ma di tanto in tanto i colpi di Zabuza andavano assegno.
“Maledizione se solo potessi colpirlo” pensò furioso, quando si accorse del colorito di quest’ultimo era verdognolo. “È stato troppo tempo a contatto con il plutonio forse se sono fortunato morirà per eccessivo contatto con le radiazioni!”
Ma niente, pareva una furia e non si fermava.
“Dannazione papà, sbrigati” pensò il ragazzo sul punto di non poter continuare.

Molto distante da lì, un uomo si stava immergendo nell’Oceano Pacifico, cercando una caverna subacquea ch’era sorvegliata da squali. Una volta rimosso anche il sigillo ch’era presente lì si sbrigò, facendo attenzione a non incappare negli squali. Anche lì prese i rotoli e si diresse verso il luogo dello scontro; l’unica cosa che sperava era di arrivare in tempo e soprattutto che il piano funzionasse.

Zabuza aveva in mano le sorti del incontro, allora decise di finirlo usando un raggio laser che per fortuna Naruto evitò.
-Ti ho mancato, ma non ti preoccupare stavolta farò centro!- Stava per colpirlo quando comparve di nuovo Minato, accompagnato da Kakashi e Gai, anche loro mascherati. Mentre Minato diede le pergamene al figlio, i due lo trattennero per dare a Naruto il tempo per attuare il piano. Una volta stesi i due, Zabuza vide Ninja boy posizionare gli otto rotoli per terra.
-Che hai in mente di fare, di leggermi una ninna nanna?- disse in modo ironico, ma Naruto non rispose, e l’uomo gli sentì dire solo questo: – Versione demone massima potenza!-
Naruto divenne così luminoso che stava per esserne accecato. Subito dopo continuò, dicendo: – Apertura degli otto sigilli demoniaci!-
Da ogni pergamena uscirono in ordine di chiamata dei mostri – Ichibi, Nibi, Sanbi, Yonbi, Gobi, Rokubi, Nanabi, Hachibi-.
Zabuza rimase impressionato, ma la cosa che lo aveva impressionato di più era che Ninja boy era arrivato lì in una frazione di secondo, e in meno tempo ancora aveva aperto l’armatura, facendo uscire Zabuza intatto.
Usando il chakra degli altri Cercotero, creò una sfera dove fare esplodere l’armatura senza far diffondere né l’onda d’urto né le radiazioni, anche se una piccola onda d’urto lo colpì in pieno lasciando scoperto il viso.
Tutti in diretta nazionale videro il volto del famigerato supereroe, che dopo aver immobilizzato Zabuza decise di tornare alla base ninja.

Scoperto il volto, le amiche di Temari la guardarono con stupore, chiedendole: - Non dimmi che non ne sapevi niente perché non ci credo!- disse Sakura appoggiata dalle amiche.
Perciò Temari con le spalle a muro iniziò a spiegare loro tutto dal principio.
Sasuke Uchiha non poteva crederci: quel bastardo era lo stesso ragazzo che sia lui che l’Aka si contenevano; di sicuro adesso la guerra per averlo sarebbe stata più dura, perciò, dopo essersi alzato, disse: – Gaara, Kankuro avete detto che Uzumaki esce con vostra sorella, sapete adesso dov’è?-
I due, vedendo l’Uchiha serio, risposero: – Dovrebbe essere a casa, perché?-
-Semplice, lei sa dove abita, perciò ci condurrà da lui- disse l’Uchiha.
-Giusto. . . No aspetta, ma chi ti dice che lei andrà da lui?- chiese curioso Kankuro.
-Se tua sorella è a casa avrà visto il telegiornale, ciò vuol dire che ha visto ciò che abbiamo visto noi. Ora tu non credi che tua sorella andrà casa sua a chiedergli delle spiegazioni?- rispose con una domanda retorica.
Anche l’Aka aveva fatto lo stesso ragionamento dell’Uchiha però, contrariamente da lui, sapeva già dove abitava.

Naruto era tornato a casa con i rotoli. -Ecco papà.- Il ragazzo, e mentre dava i rotoli, Minato si accorse di una cosa.
–Naruto- disse in tono preoccupato il padre.
-Sì che c’è?- chiese il ragazzo.
-I rotoli sono vuoti i demoni sono scappati- disse preoccupato.
-C-cosa ne sei sicuro?- Naruto non poteva pensare di avere fatto un tale errore.
Il padre annuì con la testa. – Figliolo, dovrai tornare a Tokyo e continuare il lavoro a te assegnato, e aspettare che i demoni attacchino e risigillarli.-
-Ok papà, però penso che dovrò ritirarmi dalla scuola- disse il ragazzo.
Il padre inarcò un ciglio e rispose al figlio: – E perché mai?-
Il figlio raccontò cosa era successo nello scontro contro Zabuza, ma Minato parve non preoccuparsene. – E allora, sei un ninja hai un addestramento che nessuno possiede, potrai scappare da dei paparazzi e fan. Non vedo dove sia il problema- disse con naturalezza.
Naruto aveva gli occhi sgranati e la bocca spalancata.
“Dov’è il problema mi dice, dov’è il problema?” penso tra sé e sé.
-Il problema sta che non avrò più un minuto di pace, già ne ho poco tra rapine, furti, incendi, tra poco si aggiungerà il problema demoni, non avrò più tempo per stare con Temari e mi preoccupa sapere come la prenderebbe.-
Il padre capì la situazione e rispose: – Ho capito, non ti preoccupare figliolo, ho degli amici importanti, come ad esempio il direttore della stazione televisiva di Tokyo e il direttore del giornale.- Naruto, sentito ciò, chiese i chiarimenti al padre, che gli rispose, dicendo: – Tutto a tempo debito.-
Finita questa chiacchierata si accorsero, per loro sfortuna, che qualcuno aveva sentito la loro conversazione.
-Chi è questa Temari?- disse una voce femminile che proveniva dietro di loro.
Loro due si girarono lentamente e con una faccia sbiancata dalla paura videro Kushina incazzata nera.
-Mamma, calma, posso spiegare!- cercò di dire il figlio, cercando di non farsela addosso come Hidan, perché se c’era qualcosa di cui avere timore su questa terra, quella cosa era proprio sua madre.
-Tu hai la ragazza e non l’hai detto alla tua mammina?- disse offesa.
-Bé non ti ho detto niente perché volevo sapere se era quella giusta per me, perché so quanto ci tieni a sapere queste cose per prima, perciò ho detto a papà di non dirti niente.-
La donna, dopo essersi calmata, disse al figlio che avrebbe dovuto presentargliela, altrimenti se ne sarebbe pentito, parola di Habanero rosso sangue.
Naruto era felice che la madre non l’avesse ucciso, e prima di dislocarsi le promise che alla prima occasione gliel’avrebbe presentata.

Intanto delle ragazze si dirigevano casa di Naruto, ignare di essere seguite, mentre dall’altra parte della città degli uomini si preparavano a scoprire chi fosse il ragazzo biondo per poterlo colpire al cuore.

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Capitolo 17
*** Il team ***


 
Il team
Era esanime e privo di energia: quel combattimento lo aveva sfinito più del previsto, non aveva né la forza né la voglia di fare qualcosa, a parte una bella dormita. Stava per chiudere gli occhi quando di scatto sentì bussare alla porta. In quel momento avrebbe desiderato farsi sordo, ma conosceva piuttosto bene la persona che stava bussando alla porta, perché era inconfondibile il modo in cui bussava, perciò si alzò dal letto e aprì la porta. Non ebbe tempo di dire “accomodati” che qualcuno gli si fiondò addosso, facendolo barcollare e cadere a terra.
-Tu, stupido idiota, non sai che paura che mi hai fatto venire!-
Naruto non disse niente perché poteva solo immaginare quando si fosse preoccupata. Notò delle altre persone entrare, erano le amiche di Temari.
-Deduco dalle vostre facce che Temari vi ha detto tutto, vero?- disse Naruto.
Le ragazze annuirono.
-Bé non so che dire- disse Naruto un po’ imbarazzato, quando dalla porta di casa entrò un individuo che rispose al posto delle ragazze. – Certo che sei straordinario Uzumaki, non mi sarei aspettato che fossi tu il fantomatico eroe- disse Uchiha, entrando in casa accompagnato dalla Taka.
-Uchiha, oggi non sono dell’umore per le tua richiesta di entrare nella Taka, ho un problema molto più grande d’affrontare- disse stufo di ripetere sempre le stesse cose.
-Tipo?- disse l’Uchiha con aria di sfida.
Naruto stava per rispondere quando si sentì un ruggito mostruoso, e concluse dicendo: –Questo!- accesero la televisione e videro che un grosso tasso attaccava la città; l’unica cosa che sentirono dire da Naruto fu:- Quindi Ichibi si è fatto vivo per primo…- Subito si cambiò e disse: - Combatteremo il mostro con un altro mostro!-
Nessuno capì casa intendesse Naruto, il quale si diresse subito lì.

Intanto Zabuza, ch’era stato preso in custodia dalle forze dell’ordine, fu portato all’ospedale per le sue condizioni. Erano critiche, i dottori l’avevano messo in una stanza sterile e nel frattempo parlavano delle sue condizioni.
-E’ un miracolo che sia vivo, considerando il tempo che è stato esposto alle radiazioni dovrebbe essere morto. Spero che i farmaci per abbassare i livelli di radioattività funzionino, se no morirà.- Neanche a farlo apposta, appena finì di parlare il cuore del mercenario andò in arresto cardiaco.
I medici corsero e fecero il possibile: somministrarono i farmaci e presero il defibrillatore.
-Carica a duecento, libera!- Niente, il corpo era ancora esanime. –Carica a duecentoventi, libera!- Ancora niente. –Dai, proviamo ancore, carica a trecento, libera!- Niente, ormai non c’era niente da fare. – Ora del decesso venti e trentacinque…- Il medico si allontanò dal cadavere, che fu portato all’obitorio per stabilire le cause del decesso.

Naruto aveva raggiunto Ichibi, ma non appena questo lo vide utilizzò la sabbia per colpirlo. Naruto si ricordò che l’arte del legno era l’unica che contrastasse il potere dei Cercoteri, perciò la utilizzò grazie al suo antenato, bloccando subito i movimenti del demone e, una volta immobilizzato, cercò di risigillarlo, ma il demone si rifiutò di farsi rinchiudere e così riuscì a spezzare il sigillo.
“Ma come ha fatto? Dovrei essere più forte, non dovrebbe neanche essere in grado di ribellarsi, come farò a sigillarlo cosi? Dannazione!!”
Quando sentì la voce del Kyuubi suggerirgli: “Il patto dei demoni!”
Allora Naruto, incuriosito, chiese al demone di spiegarsi meglio.
“Ora ti spiego, visto che io e te ormai siamo diventati soci. Trasformati completamente in demone e lascia parlare me, che risolveremo la cosa senza spargimenti di sangue!”
Naruto ci rifletté qualche minuto e con suo rammarico dovette accettare. “E sia, ma bada che se sgarrerai ti chiuderò nel luogo più buio della mia mente, capito?”
“Ok.”
Una volta finita la conversazione, Naruto si tramutò nel demone. Per sua fortuna, anche se veniva ripreso, nessuno si accorse della sua trasformazione perché pensavano fosse un altro mostro evocato da quest’ultimo per sconfiggere il primo.
Dopo un breve tempo di dialogo tra i due demoni, comparve un rotolo dove Ichibi aveva firmato, e così scomparve nel nulla.
Naruto, sconvolto, chiese al demone spiegazioni, e questi rispose dicendo: “Grazie al patto dei demoni, che grazie a me hai potuto sfruttare, puoi catturare e utilizzare i demoni. Ovviamente, il modo per catturare un demone è di farlo firmare, ma ricordati solo se dimostrerai a quel demone di essere degno lui firmerà la sua resa. Detto questo io mi ritiro a riposare, ci si vede!” disse quelle ultime parole come a volerle sottolineare di proposito, sapendo che adesso a lui toccava la parte di spiegare tutto a Temari e gli altri, che di sicuro non l’avrebbero lasciato mai dormire in pace.
Così, una volta dislocato di nuovo a casa, i ragazzi parlavano tranquillamente con le ragazze, e vide Uchiha molto spazientito dopo qualche minuto si accorsero della sua presenza.
Naruto utilizzò la tecnica superiore della moltiplicazione del corpo. – Tu spiega loro quello che ti chiedono e poi falli andare via.-
Li lasciò di sasso, soprattutto Temari, che dopo essersi accertata che l’autentico si fosse addormentato, disse: – Quante volte hai usato questa tecnica con me?-
-Prima quasi sempre- disse naturale la copia.
Temari era veramente arrabbiata e una cosa era sicura quello vero non l’avrebbe passata liscia.
-Comunque di sicuro volete sapere chi era il mostro che ho appena catturato, vero?- Tutti annuirono. – Il suo nome è Ichibi, ed è il demone tasso della sabbia.-
Ma a quel punto intervenne Sakura: – Ma Ichibi non significa monocoda o sbaglio?-
Naruto annuì e continuò la spiegazione: – Oltre a Ichibi, ci sono altri otto demoni: Nibi, Sanbi Yonbi, Gobi, Rokubi, Nanabi, Hachibi e in fine il Kyuubi. Devo proprio ringraziare quest’ultimo se sono riuscito a sconfiggere Zabuza- disse.
Intervenne di nuovo Sakura, che quel giorno pareva non volersi azzittire: – Ma quando ti abbiamo visto in tv, ed hai evocato tutti i demoni, non mi ricordo di averti sentito chiamare il nome di quest’ultimo demone- disse in tono curioso.
Poi s’intromise Sasuke: – Deduco che Kyuubi sia il più forte degli altri, vero? Ed è lo stesso che hai utilizzato contro Ichibi, giusto?-
- Ma come siamo intelligenti Uchiha! Sì, è così. . .-
Ma, interrompendolo ancora una volta, Sakura disse: – Ma non mi pare di averlo visto quando ti sei battuto contro Zabuza e poi ora che ci penso ho visto che i demoni sono usciti da quei cosi che hai poggiato a terra, e mi ricordo che ne avevo contati otto!-
Naruto iniziava a spazientirsi per due motivi: il primo era che veniva sempre interrotto e il secondo riguardava quella Sakura: era troppo sveglia per i suoi gusti.
Comunque si calmò pensando che il vero se stesso gli aveva detto di rispondere a quello che loro avrebbero chiesto, perciò così avrebbe dovuto fare. – Sì è vero, e comunque quei cosi si chiamano rotoli. Ritornando al discorso di prima, dovete sapere che il Kyuubi è il più forte tra i demoni conosciuti, e proprio per questo ci vuole un contenitore particolare.-
Tutti erano curiosi. – In che senso un contenitore particolare?- chiese curioso Kiba, Naruto era indeciso se dirlo ho meno, forse era meglio fargliela sbrigare all’originale d’ora in poi, così senza pensarci su sveglio l’autentico e disse – Senti forse e meglio che ora continui tu – scomparve passandogli le informazioni di quello che lui gli avesse detto tra l’incosciente e l’assonnato continuo dicendo – Allora dove eravamo arrivati a si il contenitore particolare, beh come posso dirlo in un modo da non preoccuparvi a si ne hai uno di fronte adesso- tutti rimase interdetti con un – Cosa?- Naruto sospirando continuo dicendo – Io sono il contenitore del Kyuubi, ovvero il primo Jinchuriki per via delle mie caratteristiche uniche.- Tutti erano sconvolti dalla rivelazione di Naruto, tutti allibiti pensarono: “ Lui conteneva quel mostro!” Solo il pensarlo per loro era ridicolo.
-Bé siete liberi di crederlo o meno, ma ciò non cambia la realtà. Comunque, durante lo scontro contro quel megalomane, gli altri demoni mi sono scappati ed adesso ho il compito di risigillarli, e questo è tutto.-
Sasuke chiese con tono incredulo: – Secondo me è una bufala.-
Naruto sbuffo, si immaginava che non gli avrebbero creduto perciò non si stupì più di tanto, però Sasuke continuò, istigandolo: - Dimostrami quello che hai detto? Io voglio fatti!-
Per una volta Naruto si trovò d’accordo con Sasuke, e senza dargli tempo, trasformò parzialmente il braccio, cosicché tutti riconoscessero quella zampa e non avessero niente da dire.
-Bene adesso fuori, io voglio dormire.- Stava accompagnando gli ospiti fuori dalla porta, quando dalla finestra comparve il padre di Naruto.
-Figliolo, scusa se sono venuto senza preavviso, ma sono venuto a dirti che devi mettere su una squadra.-
- Cosa? Che significa?- chiese incredulo il figlio.
-Quello che ho appena detto, non puoi battere i demoni da solo, perciò hai bisogno di una squadra: fai la scelta giusta mi raccomando.-
Una volta che si girò, vide il volto di Temari sorridere in una maniera che lui conosceva fin troppo bene, e pian piano iniziò con negare con la testa, ma la ragazza, una volta innervosita, gli disse: – Non hai scelta, l’ha detto anche tuo padre che hai bisogno di aiuto, quindi non discutere.-
Il biondo aveva le spalle al muro, perciò si arrese.
Anche Uchiha fece qualche pressione, ma non ebbe lo stesso successo di Temari. – Uzumaki tu non puoi dire no, e poi scusa ti posso essere molto più utile io. . .- A Naruto seccava ammetterlo, ma Uchiha era piuttosto bravo, anche se in fondo lo avrebbe voluto mandare a quel paese, stavolta avrebbe dovuto ricredersi.
-Accetterò te e quelli della Taka ad una condizione- disse Naruto, sperando di non pentirsi.
-E sarebbe?- chiese curioso l’Uchiha.
-Dovrete abbandonare l’idea di battervi contro l’Akatsuki- disse serio Naruto.
Un ragazzo un po’ più grosso degli altri, con una caratteristica insolita che reppava mentre parlava, si fece avanti. – Yeah, bello se è solo questo, per me va bene lo stesso, qui o la nessuna differenza mi fa!-
Naruto, con un tantino di ritardo, capì cosa il ragazzone volesse dire e fu felice di aver convinto almeno uno, poi anche Kiba disse: – Ma in fondo. . . Ma sì ci sto anche io! Perché perdere tempo con quelli dell’Aka quando possiamo diventare degli eroi?- A poco a poco tutti i membri della Taka avevano accettato la proposta di Naruto.
L’unico che era ancora interdetto era Sasuke, che per la prima volta non sapeva che fare.

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Capitolo 18
*** Gli allenamenti ***


 
Gli allenamenti
 
Era passata una settimana da quella sera, e Naruto era distrutto in una maniera in immaginabile. A scuola non faceva un passo senza essere assaltato, ma non solo da ragazze che volevano un appuntamento con lui - c’era anche Temari che rispondeva al posto suo con una “Lui e mio” o con “Avvicinatevi e vi scorticherò vive” - ma anche i ragazzi per chiedere delle lezioni di arti marziali. Ma la faccenda non finiva solo lì; una volta uscito da scuola c’erano i giornalisti e i paparazzi che lo tormentavano, ormai non né poteva più: stava per chiudere gli occhi quando una ragazza di sua conoscenza lo chiamò in modo dolce e sensuale: – Naruto è l’ora dell’allenamento.-
Riaprì gli occhi, manco fosse appena risvegliato da un incubo. – Sì un attimo- si alzò un tantino infastidito, ma chi gli l’aveva fatto fare di dare retta a suo padre? Adesso, doveva anche allenare i suoi amici per farli diventare ninja, e insieme a loro avrebbe dovuto ripulire la città.
“Dai Naruto poteva finire peggio. . . Ora che ci penso come può andare peggio di così?”
I ragazzi fuori, mentre parlavano con le ragazze, si stavano riscaldando per l’allenamento di Naruto. Una volta che quest’ultimo fu lì, iniziarono.
- Allora ragazzi per prima cosa dobbiamo risvegliare il chakra. . . Ora spero che più o meno sappiate che cos’è, però la cosa più difficile è saperlo usare, normalmente ci vorrebbero anni per poterlo usare correttamente ma grazie a un metodo sviluppato da me dovremmo riuscirci in sei settimane circa, perciò vi avviso da ora che non sarà una cosa facile, per questo se ci fosse qualcuno che ci abbia ripensato è libero di andare adesso, perché una volta iniziato il corso non si torna indietro- disse serio Naruto. -Sono stato chiaro?- Tutti annuirono tranne uno. – Sono stato chiaro Uchiha?-
Quest’ultimo, sentitosi chiamare, annuì forzatamente, ancora non poteva credere di dover prendere ordini da uno come lui, anche s’era un ninja.
Naruto fece fare esercizi diversi ad ognuno di loro in base alla loro preparazione fisica. “Devo portarli al massimo della forma e poi vedere come ognuno di loro reagisce all’altro tipo di allenamento anche se dubito di ottenere dei risultati apprezzabili, ma al meno posso dire di averci provato.” Dopo un paio d’ore vide ch’erano tutti a terra, stanchi come non mai in vita loro.
- Cosa vi prende ragazzi, avete già finito?- chiese ironico Naruto immaginando la risposta. Temari avrebbe tanto voluto ribattere con qualche battutina, ma non riusciva neanche a parlare, aveva una gola talmente secca che il Sahara al confronto era il luogo più idratato al mondo. –Ragazzi vi do un consiglio d’amico: la prossima volta portatevi una bottiglia d’acqua, per oggi abbiamo finito adesso andate a riposarvi domani sarà peggio di oggi.-
Non appena tutti se ne andarono, si apprestò ad arrivare alla camera da letto per poter fare una dormita. Una volta coricatosi si avvicinò a lui Temari, che quel giorno si era sentita un po’ trascurata, perciò si sdraiò accanto a lui.
- Lo sai che sei veramente bravo come insegnante?- Ma dall’altra parte nessuna risposta, la cosa la infastidiva la ragazza e non poco. -Devo dirti una cosa, Naruto io ti amo tantissimo e giuro che impegnerò, voglio esserti sempre vicino in ogni situazione e istante. Quella volta, quando ti sei battuto contro quel folle di Zabuza mi sono sentita impotente, avrei voluto esserti accanto per darti una mano e. . .- Quando un rumore interrupe quella scena cosi romantica….
-ZzZ. . .ZzZ. . .- Temari un po’ arrabbiata, diciamo imbestialita, lo spinse e lo fece cadere dal letto.
Il ragazzo, senza aspettarselo, finì con la faccia a terra senza sapere come, una volta ripreso, si alzò e dolorante chiese: - Che ho fatto?-
La bionda era furibonda: era vero, il ragazzo d’altronde dormiva per stanchezza, non era colpa sua.
– Niente – disse arrabbiata, si era alzata e in questo momento gli dava le spalle. Naruto non capiva perché Temari si comportasse in quel modo, perciò dopo essersi risvegliato si avvicinò da dietro la schiena e l’abbracciò, e con dolcezza.
- Qual è il problema?-
La ragazza, con aria offesa e imbronciata, disse: -Tu non mi presti attenzioni, oggi mi hai completamente ignorata, poco fa ti stavo dicendo una cosa importante e tu dormivi- concluse assumendo la posa un po’ infantile, alla quale Naruto non riusciva a resisterle, e tirandosela addosso iniziò a baciarla.
La ragazza dapprima sorpresa dalla reazione del ragazzo, si separò. - E non pensare che basti un bacio a sistemare le cose.-
Il ragazzo l’abbracciò e disse con dolcezza: - Ok ti chiedo scusa per averti trascurata, però sai che io farei di tutto per te, e se accetterai le mie scuse domani ti presenterò i miei genitori, che ne dici?-
Temari si girò accennando un sorriso ed infine gli si buttò addosso, riprendendo a baciare il ragazzo con più foga di prima dal punto in cui avevano interrotto, e staccandosi solo per un momento gli disse: - Per quando io voglia farlo non riuscirò mai a tenerti il muso.-
Dopo ritornò a baciarlo, per poi addormentarsi insieme tra le braccia di Morfeo

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Capitolo 19
*** Un nuovo avversario ***


 
Un nuovo avversario
 
 Erano passate due settimane e, per fortuna di Naruto, il suo metodo era più efficace di quel che pensasse. Ma per avere più successo chiese al padre se poteva dire a Kakashi e Gai di aiutarlo e non poca fu la sorpresa quando i ragazzi scoprirono che il loro insegnati erano ninja. Anche quel giorno l’allenamento era stato duro, ma già tutti erano in grado di usare il chakra: la lezione era stata camminare sulle pareti verticali, e sul pelo dell’acqua anche se inizialmente tutti pensavano che fosse una cosa da niente nessuno ci poteva riuscire, compreso l’Uchiha che prima d’iniziare l’allenamento aveva detto: – Dai non prendermi in giro e facciamo il vero allenamento.- Una volta ch’era salito al muro era caduto dopo tre secondi, una figura poco dignitosa per Sasuke, che dopo quel fatto non aveva aperto più bocca quel giorno.
Dopo delle ore di allenamento, Naruto disse: - Dai ragazzi per oggi finiamo qui.-
Poi s’intromise Bee che disse: – Allora domani alla stessa ora.-
Ma Naruto negò con la testa. – No ragazzi, per domani riposatevi, e se proprio ci tenete provate a meditare per migliorare il controllo del chakra così la prossima volta riuscirete a fare meglio, intesi?- Tutti annuirono, a quel punto Naruto si ricordò di una cosa. – A proposito, ragazzi prendete queste armi e questa- prese delle tute ninja e le diede a tutti – Personalizzatele come volete, ci vediamo lunedì, okay?-
Dopo che sia salutarono, Temari si avvicinò e chiese come mai domani non ci sarebbe stato allenamento.
– Scusa ma perché domani non ci alleniamo?-
Il ragazzo si girò e rispose dicendo: - Bé perché domani ti presenterò miei- disse in tono tranquillo, ma a quella risposta Temari perse un po’ della sua sicurezza, perché da quando Naruto le aveva detto di presentarla ai suoi genitori era entusiasta, ma man mano era stata assalita dai dubbi. I suoi genitori erano ninja e di sicuro avrebbero avuto a che ridire sulla scelta del figlio, ma non voleva farlo capire a Naruto anche s’era tempo perso, visto che se ne accorgeva subito, infatti le arrivò la domanda fatidica: - Temari tutto bene, c’è qualcosa che ti turba?- chiese con fare preoccupato.
- No niente- cercò di negare, ma Naruto si mise con un’espressione seria che non permetteva repliche. – Ti giuro non ho niente!- Ma l’espressione del ragazzo non diede segno di cambiare. – E va bene hai vinto- si arrese infine la ragazza.
- Allora dimmi, cosa ti preoccupa?- chiese Naruto con calma cercando di rasserenarla.
- E se non piacessi loro? Forse sarebbe meglio rimandare un'altra volta. . .- ma Naruto la colse alla sprovvista con un dolce bacio e, sussurrandole dolcemente all’orecchio, disse: – Non ti preoccupare, se sei piaciuta a me con molta probabilità piacerai anche ai miei genitori, e se poi così non fosse, e a me che devi piacere e non a loro, perciò non preoccuparti.- Quelle parole parvero risollevare il morale, e dopo essersi scambiati un altro bacio, Naruto pensò che negli ultimi giorni era stato tutto fin troppo tranquillo, e la cosa un po’ lo preoccupava.
“I demoni sono liberi da due settimane, come mai nessuno di loro si è ancora fatto vivo?”
Ma si risvegliò da i suoi pensieri, e dopo aver riaccompagnato Temari a casa, si diresse a casa sua per riposare un po’; domani avrebbe presentato Temari ufficialmente alla sua famiglia, chissà cosa avrebbe detto i suoi genitori, anche se, come aveva detto a Temari, a lui non importava, però era ugualmente preoccupato. “Ma ci penserò poi” arrivato a casa sua si sdraio sul letto e si addormentò.

Ma in quello stesso istante, dall’altro lato della città, un uomo incappucciato cercava di radunare delle nuove reclute. Si era diretto in uno di quei locali dove si radunava la peggiore feccia di tutta la città.
- Voi, inutili schiappe, chi si vuole unire a me nella missione della conquista della città?- disse con tutta calma.
Nessuno parve dargli retta e continuarono a parlare normalmente, eccetto uno che gli rispose dicendo: - Ma di che vai farneticando, la città appartiene agli Yakuza, e chiunque si metta in mezzo nei loro piani viene ammazzato!-
L’uomo rispose, dicendo: – Sì certo, viene ucciso come doveva essere ucciso Ninja boy…- In quel momento la sala si chiuse nel silenzio totale. – Sì, Ninja boy, da quando c’è lui in città nessuno può fare più niente, nemmeno la Yakuza ha il potere di fermarlo, nessuno qui dentro ne è capace eccetto me.-
Dopo qualche istante di silenzio, scoppiarono tutti in una fragorosa risata e lo stesso uomo di prima rispose, dicendo: - Tu cosa? Non farmi ridere e imposs. . .- non finì la frase che se lo ritrovò davanti e lo colpì con un pugno talmente veloce e potente che lo fece scaraventare al muro. Tutti si alzarono, basiti, e uno di loro andò a controllare come stesse quell’uomo e disse: – E’ morto.-
- Come avete visto, io ho il potere di uccidere Ninja boy, ma prima voglio conquistare questa merdosa città. Quindi adesso lo ripeterò di nuovo un’ultima volta, chi è con me?- Non appena finì, tutti gridarono frasi come “Scegli me” o “Io, io”. – Molto bene, allora darò anche a voi il potere ch’è stato concesso a me- e dopo aver detto ciò si vide un raggio esplodere dal corpo dell’uomo; tutti in quel locale ne furono irradiati. – Adesso, amici miei, combattiamo e impossessiamoci della città.- Dopo ciò tutti, scatenati, uscirono dal locale, seguendo il loro nuovo capo.
- Adesso, voi cinque venite qui- disse in tono serio. –Andate e procuratemi questi oggetti scritti nella lista, il resto venga con me, dobbiamo impadronirci della città.-
Detto questo le due squadre partirono per la loro missione. Quella fu una sera in cui il sangue colava come un fiume in piena, perché tutti gli Yakuza morirono, dal primo sino all’ultimo.
La mattina dopo Naruto si risvegliò e dopo essersi preparato si diresse a casa di Temari, ma fu il padre della ragazza ad aprire.
– Oh Naruto entra, Temari si sta ancora preparando- disse in tono tranquillo, quindi senza neanche aver il tempo di aprire bocca si accomodò, tirato dentro dall’uomo. – Senti Naruto, ti volevo chiedere dell’addestramento che stai facendo fare a i miei figli…-
Naruto, immaginando cosa volesse dire, rispose: – Non si preoccupi, l’addestramento che sto facendo fare è molto leggero, perché si basa nell’abituare il corpo con esercizi a portata di tutti, ma intensificati per ottenere risultati piuttosto rapidi- disse in tono pacato.
- Capisco. . . Ma quando dici a portata di tutti intendi tutti senza limiti di età?- chiese con una certa nonchalance.
Naruto scoppiò a ridere e ma questo lasciò perplesso il padre della ragazza – Cosa c’è da ridere?-
- Niente anzi mi scusi, il fatto è che ho capito da chi ha preso Temari. Ho già capito cosa vuole dirmi, magari ne riparliamo quando torniamo, okay?- L’uomo era confuso ma, d’altronde, aveva ottenuto quello che voleva, perciò si alzò per sedersi sulla poltrona a guardare la tv, quando casualmente, accendendola, vide il Tg, dove il giornalista stava parlando di alcuni ritrovamenti di cadaveri.
- Ieri sera sono stati trovati dei cadaveri. A quanto pare si dice che appartengono ad alcuni capi mafia ancora non identificati; ancora ignoto il mandante, l’unica cosa che si sa di questo assassino è che sembri uccidere le vittime facendo squagliare loro il cervello. Vi daremo altre informazioni non appena ne sapremo di più, adesso vi lascio alle notizie sportive, a te la linea Yuri.-
Naruto, sentendo la notizia, rimase un po’ stupefatto, chi mai poteva essere? Per ora sarebbe stato meglio svolgere la giornata come l’aveva pianificata e poi avrebbe pensato al resto, perché alla fin fine quelli che erano morti erano criminali. In fondo, chiunque fosse stato, gli aveva fatto un favore: meno criminali da catturare; ma chissà se sotto tutto ciò c’era qualcosa di più grosso… il dubbio c’era, ma solo con il tempo avrebbe saputo rispondere.

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Capitolo 20
*** Il Tornado Kushina ***


 

Il Tornado Kushina
 
Naruto, scioccato dal notiziario, non si era accorto dell’arrivo della sua dolce metà, che resasi conto di non essere considerata per niente, iniziò a farsi notare con dei versi, ma niente, Naruto pareva non ascoltarla. Allora, con un visino dolce solo come un piragna può essere, decise di provare una tecnica che Naruto le aveva spiegato a livello teorico e fatta pure vedere, e che all’insaputa di quest’ultimo lei si era allenata nell’usare, quindi, prendendo un ventaglio di dimensioni un po’ spropositate, disse: - Arte del vento - Lame di vento!-
All’improvviso Naruto fu investito da un turbine di vento che lo fece cadere dalla sedia, e che gli causò qualche taglio piuttosto lievi. Rialzandosi, tra l’arrabbiato per l’attacco inaspettato e il preoccupato perché adesso non avrebbe dovuto più fare un errore altrimenti erano guai, disse: - Ma. . . ma che ti salta in mente? Non si usano le tecniche in casa! E poi chi ti ha insegnato ad usare quella mossa?- chiese ancora incredulo.
- L’ho imparata da sola- disse tutta fiera di sé. Naruto era felice ma preoccupato allo stesso tempo, perché da un lato avrebbe messo meno tempo per allenarla e avrebbe avuto una mano nella lotta contro il crimine, ma d’altro canto, se imparava una mossa come quella da sola, era sicuro che avrebbe fatto meglio a non farla arrabbiare.
- Bé complimenti, ma?-
Temari guardò Naruto, dubbiosa. - Ma cosa?- chiese.
–Ma perché quell’enorme ventaglio?- chiese infine.
Temari iniziò a spiegare: - Bé ti ricordi quando mi hai spiegato come si allena l’elemento del chakra e così via?- Naruto si limitò ad annuire. Temari allora diede il chiarimento che il ragazzo desiderava: – Allora, quando ci hai fatto fare la prova dell’elemento come risultato io avevo il chakra di tipo vento, giusto? E dopo che mi hai detto come si allenava, io di tanto in tanto continuavo.- Naruto, non credendo alle sue orecchie, inarcò un ciglio. – Ma, per quanto provassi a eseguire la tecnica anche se tu mi avevi spiegato, non mi riusciva, perciò ho pensato a un’arma di supporto dove fare fluire il mio chakra e così mi aiutasse a facilitare la tecnica, e così ho costruito questo ventaglio e ho iniziato a impratichirmi nell’usarla e così, oltre a questa tecnica, ne ho inventate altre due da sola.- Era ufficiale: quella ragazza imparava troppo in fretta quando la cosa le interessava, e sarebbe stato un grosso problema per lui se l’avesse fatta arrabbiare di nuovo, perciò era meglio non rischiare.
- Complimenti sei molto brava, Temari, non mi sarei mai aspettato una cosa del genere- disse con tono stupefatto. – Ma adesso è meglio che andiamo, i miei stanno aspettando.-
Continuando a parlare, cercando di cambiare discorso, Temari era ancora indecisa, però si avvicinò a Naruto. Lui, dopo aver formato i sigilli, la cinse per la vita e scomparvero sotto gli occhi impressionati dei genitori di lei, che ancora non si erano abituati alla situazione.
Il padre della ragazza decise di aprire bocca, dicendo alla moglie: - Tesoro, ricorda di non fare arrabbiare Temari.-
La moglie rispose sghignazzando sotto i baffi nel vedere il marito preoccupato: – Ok, tesoro.-

In meno di un minuto arrivarono alla loro destinazione.
Temari, come si accorse dov’erano, rimase incantata: era un Paradiso. Si trovavano in luogo stupendo dominato dalla vegetazione, le abitazioni che vi trovarono erano delle villette semplici, ma molto carine, tutto in perfetto stile orientale. Così, dopo un attimo di smarrimento, Naruto le fece cenno di seguirla dentro l’abitazione.
Una volta dentro, una voce femminile disse loro: - Minato sei tu? Guarda che la cena non è ancora pronta!- In quell’istante Temari capì che Naruto non aveva detto nulla a sua madre della loro visita, e che avrebbe fatto tutto sul momento e, immaginando tutte le scene possibili, la bionda si avvicinò al suo ragazzo e, parlando piano, gli chiese: - Non mi dirai che non hai detto a tua madre del nostro arrivo!- disse preoccupata. In conferma alle sue supposizioni, Naruto si limitò ad annuire. Temari, continuando a tenere un livello di voce molto basso, cercò di persuaderlo e di rimandare ad un’altra volta la loro presentazione, ma Naruto di tutta risposta alzò la voce e rispose: - Mamma sono io, e sono con la mia ragazza!-
Temari era felice perché, pensandoci, era la prima volta che Naruto la presentava come la sua ragazza, ma allo stesso tempo avrebbe voluto strozzarlo, preoccupata dalla reazione della donna. In meno di due secondi vide comparire una donna molto bella con dei capelli rossi e degli occhi verdi, che dimostrava almeno una ventina d’anni, e rimase stupita quando sentì Naruto chiamarla mamma. Rimase in silenzio per ore fin quando la donna, fissandola per qualche secondo, disse: - Tu sei Temari suppongo. È un piacere conoscerti!-
In quel momento Temari capì da chi Naruto avesse preso: era evidente, era lo stesso sorriso che faceva sempre.
- Piacere signora Uzumaki- disse Temari un po’ imbarazzata; non era da lei questo genere di cose, e anche la madre del ragazzo lo capì, e cercò di metterla a suo agio, dicendo: – Non chiamarmi signora mi fa sentire vecchia, chiamami Kushina, va bene!- Temari annuì, non capì perché ma con quella risposta della donna si era sentita più sollevata.
- Naruto, fammi un favore, va’ a chiamare tuo padre.- Il ragazzo stava facendo come la madre le aveva ordinato, non parve nemmeno vedere gli occhi di Temari che chiedevano aiuto. Ritornò nel panico, perché pensava che la donna si volesse sbarazzare del figlio per potersela lavorare per bene, e per quando cercasse di contattare Naruto telepaticamente, pareva non funzionare: lui se nera già andato.
Dopo qualche istante di imbarazzante silenzio, Kushina decise di rompere il ghiaccio.
- Allora, Temari, raccontami un po’ di te!- In una normale situazione non avrebbe esitato a rispondere, ma si preoccupava che se avesse detto qualcosa di sbagliato avrebbe vietato al figlio di vederla, e lei non avrebbe potuto vivere senza Naruto. Kushina già aveva capito tutta la situazione e cercò di spronare la ragazza, forse avrebbe rischiato di peggiorare le cose, ma almeno avrebbe capito che tipo di ragazza fosse: - Dì la verità, ti sei messa con mio figlio solo per farti insegnare le arti ninja, vero? E non mentirmi, io fiuto la menzogna.-
Temari a quell’insinuazione si trovò offesa, avrebbe accettato di tutto ma non che mettessero in dubbio ciò che provava, e in un istante tuonò alla donna: - Io amo suo figlio, e non mi sono messa con lui per le arti ninja!-
Ma subito Kushina ribatté: - Non ti credo, dai sei una bella ragazza e potevi avere tutti i ragazzi che volevi, e fra tanti hai scelto mio figlio che era distaccato e freddo, e che di sicuro i primi giorni di scuola non ti ha cagata completamente, anzi, forse se non l’avessi scoperto non ti calcolerebbe ancora. E in più, forse avrebbe ucciso prima quel Zabuza e non avrebbe perso i demoni…-
In poche parole stava dando la colpa di tutto a lei… a quel punto Temari non capì più niente e disse ciò che gli passava in mente: - Senta, non m’interressa se lei e la mamma del mio ragazzo, ma non le permetto di mettere in dubbio i miei sentimenti nei confronti di suo figlio e tantomeno mi può accusare della fuga di quei mostri. E poi mi sto allenando per contribuirne alla cattura! Se fosse come dicesse lei me ne sarei lavata le mani, non trova?- disse con aria piuttosto irritata. La donna, che fino a quel momento era stata zitta ad ascoltarla, disse con un sorriso sereno: – Io e te andremo molto d’accordo!- A quel punto Temari non capì più niente e con aria confusa chiese chiarimenti. – E’ semplice, quello che ho detto prima era un provocazione che ti ho fatto per vedere come reagivi, e mi sono resa conto che tu devi amare molto mio figlio, perciò sono felice perché so che non avrebbe potuto trovare di meglio.- A Temari per poco non le venne un colpo.
“Cioè, tutto quello che ha detto prima era per vedere de fossi una ragazza adatta a suo figlio!” pensò stupita, ma venne svegliata dallo stato di trans dalla frase detta dalla donna: – Ma tu e mio figlio non avete fatto niente giusto?- chiese la donna, sperando di ricevere una negazione.
Temari, dopo essere diventata di un color porpora così intenso che faceva sembrare i capelli di Kushina pallidi, ancora imbarazzata, disse: - Ma signora Kushina queste non sono cose che si chiedono!-
Ma la donna non demorse. – E dai a me puoi dirlo!-
- Kushina lasciala in pace, la sfera sessuale di tuo figlio non ti deve interessare- disse una donna bionda molto formosa ch’era appena entrata nella stanza. Temari immaginò che fosse la sorella.
- E’ di mio figlio che stiamo parlando e la sua sfera sessuale è affare mio- disse convinta.
– Non mi pare di averti chiesto se avessi fatto sesso con mio figlio, anzi non ho accennato mai a quel discorso e ti dirò che dovresti dare loro il beneficio del dubbio, Kushina.- Infine, rivolgendosi alla ragazza, la donna bionda disse: – Ciao cara, io sono Tsunade e sono la nonna.- Temari si scioccava ogni minuto di più: quella donna ch’era appena entrata era la nonna del suo ragazzo!
“Ma questi non invecchiano mai” pensò tra sé e sé.

Nel frattempo Naruto stava cercando suo padre, e dopo una mezz’ora di ricerche era riuscito a trovarlo.
- Papà è da più di mezz’ora che ti cerco, dobbiamo andare a casa, la mamma vuole parlati!-
L’uomo si sorprese nel vedere il figlio. - Naruto che ci fai qui?- Naruto disse al padre il motivo della sua presenza lì, ma improvvisamente l’uomo si mise a ridere: – Tua madre non voleva parlare con me?- disse ridendo.
Naruto, confuso, chiese un chiarimento – E con chi vole. . .- Tutto ad un tratto, pensandoci su, capì cosa intendesse il padre, e seguito da quest’ultimo, si diressero verso casa. Arrivati lì, entrarono subito nell’abitazione, ma ciò che videro li lasciò di sasso: Kushina, Temari e Tsunade che, ridendo, prendevano un tè.
“Per fortuna non è successo niente di grave” pensò Naruto, che avvicinandosi a Temari le chiese:– È successo qualcosa durante la mia assenza?-
Ma Temari rispose, dicendo: – Abbiamo fatto quattro chiacchiere tra donne.- Naruto si tranquillizzò.
Così, dopo che anche il nonno fu arrivato, pranzarono tutti assieme e tra risate e battutine si creò un’atmosfera che a Temari piaceva, e se pensava che quella era una famiglia ninja non ci credeva neanche lei.


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Capitolo 21
*** A cuore aperto ***


 
A cuore aperto
 
La cena era andata piuttosto bene. Tutto era filato liscio come l’olio, d’altronde si era preoccupata per niente, alla fine a scoperto di avere molte cose in comune con la madre del suo ragazzo, come il modo in cui lo avevano, diciamo, conquistato i “proprio uomini”, perché anche Kushina a suo tempo aveva minacciato il marito nello stesso modo. Si vedeva ch’era destino che anche con il figlio finisse così. Oltretutto adesso la madre le stava facendo vedere le foto di quando Naruto era piccolo: non c’è bisogno di dire che Naruto si vergognò da morire, perché non era dignitoso vedere le foto di quando lui era piccolo, perdeva la sua autorità, e si maledì da solo mentalmente: “Stupido, stupido, stupido. Ma perché non gli ho dato retta, quando mi aveva chiesto di ritornare a casa. Dannazione!!!” Ma ormai il danno era fatto non si poteva tornare indietro.
- Guarda, questa è la prima foto, aveva solo tre settimane- facendo vedere orgogliosa quel piccolo pupetto ch’era il suo bambino quando era piccolo. Temari, vedendo quell’immagine, gli si scioglieva il cuore perché in quella foto Naruto era super tenero, a suo parere, invece il diretto interessato cercò di trovare il modo di sbarazzarsi di quel stramaledetto album.
Image and video hosting by TinyPic - E guarda questa è la prima foto in famiglia di Naruto: aveva poco più di un mese!- Temari di rimando rispose: - Mamma mia ma è un amore, è troppo tenero!-
Image and video hosting by TinyPic Naruto, sentendo ciò, aveva già preso la sua decisione, avrebbe fatto Karakiri piuttosto di andare avanti con quella tortura.
- E questa foto gliel’abbiamo fatta a carnevale-
Image and video hosting by TinyPic - No, ma in questa foto è proprio un amore- disse con tono piuttosto dolce. Naruto, imbarazzato più che mai, aveva deciso di uscire fuori da lì, non avrebbe mai potuto resistere lì dentro un minuto di più. Dopo qualche minuto lo raggiunse il padre.
- Cosa c’è figliolo?- disse con tono consolatorio.
- È umiliante ecco cosa c’è- disse imbarazzato.
-Figliolo, ma non mi dirai che ti vergogni a fare vedere quelle foto, le abbiamo viste centinaia di volte, cosa è cambia.?- ma il padre s’interruppe e capì. Il figlio, capendo che il genitore c’era arrivato, si limitò ad annuire. – Fammi indovinare è per via di Temari, vero?
Hai paura che possa cambiare opinione su di te o che ti lasci vero?- Naruto non aveva coraggio di rispondere. – Figliolo, le persone si lasciano per cose ben più gravi che per una stupida foto, e poi pensi che un sentimento come l’amore scompaia così da un momento all’altro a causa di una foto? Tzé, se fosse così la razza umana si sarebbe estinta il giorno in cui hanno inventato la macchina fotografica- disse infine, ridendo.
Naruto si sentì un po’ sollevato, anche se sapeva che la sua era una stupida preoccupazione. “Ma sì, mio padre ha ragione, non può lasciarmi per delle foto, ed ora che ci penso diceva che ero carino da piccolo, perciò che mi preoccupo a fare? Sono stato davvero uno sciocco.”
Ma senza che i due se ne accorgessero, tra loro c’era una terza in comodo, Temari, che dopo aver visto Naruto allontanarsi, un po’ preoccupata decise di raggiungerlo, e per sfortuna del biondo aveva sentito buona parte del discorso, così il padre, capendo che i due giovani avrebbero preferito un po’ di intimità, decise di entrare in casa e lasciarli soli, ma si accorse che sia la madre che la moglie, armate di macchina fotografica e videoregistratore, erano appollaiate lì per immortalare quel momento e pure per sentire quello che si dicevano. Perciò Minato, prendendo di forza la moglie e trascinando la madre, le allontanò per dare al figlio la possibilità di parlare liberamente.
-Quindi anche tu ti imbarazzi, eh?- disse tutta raggiante Temari, perché era la prima volta che vedeva Naruto così imbarazzato; di solito lui riusciva a nascondere fin troppo bene le sue emozioni, ma stavolta era stato messo all’angolo non poteva negare l’evidenza, perciò si arrese subito.
- Sì- disse con un misto d’imbarazzo e vergogna, ma all’improvviso venne colto alla sprovvista dall’abbraccio di Temari.
- Ah Naruto, quando sembra che so tutto di te mi sorprendi, facendomi scoprire che c’è dell’altro, sei unico!- Naruto si sentì meglio e dopo essersi girato iniziò a baciare la ragazza e solo dopo qualche minuto si separò, e rispose, dicendole: - Sei tu che tiri fuori da me lati che non sapevo di conoscere- e dopo quest’ultima frase si scambiarono ancora molti baci appassionati, finché un flash rovinò tutto.
- Finalmente, ho immortalato il vostro primo bacio- disse euforica, ma lì comparve Minato che prese la macchina fotografica e si caricò la moglie in spalla, e disse: – Scusa per il disturbo, ma mi è scappata, continuate pure vi garantisco che non ci saranno altre intromissioni- detto questo si dileguò con la moglie che imprecava al marito di mollarla perché doveva scattare le foto per il loro album. Per qualche secondo i due rimasero in silenzio per qualche secondo, ma dopo un po’ ripresero a baciarsi come se nulla fosse, quando ad un tratto una strana energia risvegliò da quel magico momento: era Nibi il demone gatto, ma non era da solo, Temari vide il cambiamento di espressione di Naruto: era preoccupato, doveva essere successo qualcosa di grave e con titubanza chiese cosa fosse successo.
- Naruto che succede?-
Naruto voleva essere sincero perciò disse a Temari quello che stava per accadere. – A quanto pare Nibi si è fatto vivo e pare essere in compagnia, ma questa energia è… ne sono sicuro, con Nibi c’è anche Sanbi il demone Tartaruga. Mi spiace rovinare questo momento ma dovremmo rimandare ad un’altra volta, su forza ti accompagno a casa e poi. . .- Non ebbe tempo di finire che già Temari lo stava fulminando.
- Sentimi bene idiota, tu hai allenato me e i ragazzi per aiutarti, ti ricordi tuo padre ha detto che ti serve aiuto, perciò non accetto un “ti riaccompagno a casa”, sono pronta per lottare al tuo fianco.- Come immaginava, sarebbe stato meglio se avesse mentito, invece adesso avrebbe dovuto fare i salti mortali.
- Temari, non sei pronta per affrontare un demone, non sai quanto siano forti.-
Temari con occhi delusi lo guardò, dicendo: – Perché non ti fidi di me?- Naruto dovette ammettere che stavolta la biondina l’aveva fregato, perciò pensandoci su fece un lieve cenno della testa e disse: – Puoi venire, a patto che se la situazione diventa insostenibile tu ne vada- disse serio e convinto.
Temari, felice di averlo convinto, gli saltò in braccio e disse: - Sono pronta, quando partiamo?- Il biondo si limitò a comporre i sigilli.

Intanto in città Nibi e Sanbi scorrazzavano indisturbati, la gente era nel panico più totale e scappava. Su un palazzo un gruppo di persone stava decidendo la strategia da adottare.
- Secondo me dobbiamo costringerli ad affiancarsi per limitare i movimenti ed attaccarli finché non verrà Naruto per intrappolarli- disse serio Shikamaru. Tutti erano d’accordo per usare quel piano, tutti tranne Uchiha che proponeva di attaccarli ed ucciderli.
- Non c’è tempo per aspettare Naruto, sbarazziamoci di quei due e basta- disse autoritario, ma intervenne Bee, dicendo: – I demoni non possono morire, quindi è meglio aspettare e il piano di Shika eseguire!-
Senza aspettare nessuno si lanciò all’attacco, ma venne subito preso alla sprovvista dall’altro demone. Per sua fortuna nello stesso minuto era comparso Naruto, che afferrò l’Uchiha e lo salvò dall’attacco imminente, non disse niente.
- Ah, Naruto, per fortuna sei arrivato in tempo, dai pensa a sistemare quei cosi e andiamo a casa!-
Ma stranamente Naruto fece cenno di no con la testa e disse: - E’ qui che ti sbagli, forse volevi dire che noi dovremmo sbarazzarci di quei cosi, ti ricordo che ormai siamo una squadra e adesso, dimmi Shika, tu che sei il più intelligente del gruppo avrai fatto di sicuro un piano.- Shikamaru annuì con la testa, perché ancora sconvolto dalla rivelazione del biondo.
- Bé il piano era circondarli e obbligarli ad avvicinarsi per limitarne i movimenti ma ormai non è più possibile- disse con un’aria un po’ preoccupata, così Naruto girandosi verso Temari disse.
- Dai volevi la tua occasione: eccola, usa quelle Tecniche di cui mi parlavi stamattina- disse Naruto.
- E come faccio le mie Tecniche sono d’attacco, non sono per imprigionare!- Ma Naruto le mise una mano nella spalla e continuò.
– Usa gli edifici per deviare le lame di vento e prova a circondarli.- Ma Temari non pareva convinta, e Naruto, accorgendosene, le si avvicinò e le disse all’orecchio in un dolce sussurro: – Mi fido di te.-
Temari con quelle parole sentì un coraggio da leone: avrebbe affrontato chiunque senza problemi, adesso tutto dipendeva da lei doveva riuscirci.

Ecco la foto che ha scattato Kushina: Image and video hosting by TinyPic

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Capitolo 22
*** Non c'è due senza tre ***


 
 Non c’è due senza tre
 
Era ancora un po’ nervosa ma poteva farcela, quindi si concentrò per richiamare il chakra. Dopo essersi convinta, usò la tecnica delle lame di vento, che funzionò abbastanza bene, perché sfruttando i palazzi riuscì a creare un vortice che li chiuse in mezzo.
Temari rimase stupita, non poteva credere di esserci riuscita al primo colpo, ma subito intervenne Naruto.
-Temari, usa di nuovo quella tecnica e tienili imprigionati il più a lungo possibile.- Poi rivolgendosi a Sasuke, disse: – Sasuke, penso che tu abbia imparato qualche tecnica di tipo fuoco- l’Uchiha annui –Bene, al mio segnale la userai e la combinerai con quella di Temari, va bene?- Uchiha, che come sempre era un ragazzo di poche parole, si limitò a un cenno col capo.
Temari nel frattempo continuava a usare la sua tecnica delle lame di vento per tenere fermi i demoni, finché a un certo punto Naruto diede il fatidico segnale a Sasuke, che usando la Tecnica della palla di fuoco suprema, combinata alle lame di vento, aveva creato un attacco piuttosto potente che aveva un po’ infastidito i demoni.
Ma Naruto, cercando di non preoccupare il gruppo, disse: - Ragazzi non preoccupatevi, non è niente. Kankuro e Bee venite con me!– Il biondo si lanciò verso i demoni con i due che lo seguivano. Dopo un po’ si fermò in un palazzo e rivolgendosi a Bee disse: – Bee occupati di Sanbi, Kankuro occupati di Nibi.- I due pensavano che Naruto scherzasse, ma quando videro in faccia capirono che non stava scherzando.
- Ma sei impazzito? Sono dei demoni, se ci prendono ci fanno a fette, non siamo pronti!- contestò Kankuro.
Bee, contrariamente all’amico, rispose dicendo: – Kankuro se ci ha scelti, è perché noi siamo gli eletti, di sicuro pensa che noi ce la faremo quindi basta crederci e noi ci riusciremo, yeah!!!- Era eccitato al pensiero di battersi con un demone, così senza dare tempo a Naruto di spiegare cosa intendesse prima, si lanciò all’attacco, ma lì una sfera di energia molto potente lo intercettò e l’avrebbe colto in pieno se non fosse stato salvato in tempo da Naruto, che, stupito, si era girato nella direzione dell’attacco e aveva visto che, oltre a Nibi e Sanbi, c’era anche Hachibi.
Allora Naruto pensò di usare la pergamena demoniaca e liberare Ichibi. – Killer Bee con l’aiuto di Ichibi cerca di battere Sanbi e poi insieme a Kankuro provate a sconfiggere Nibi, ok?- Bee si limitò ad annuire con la testa.
Naruto si trasformò subito in Kyuubi, facendo uscire solo il mantello di Chakra con lo scheletro: dopo aver evocato ben otto code, si scagliò contro Hachibi.
Bee con Ichibi stava dando filo da torcere a Sanbi che, bloccato dalla sabbia, non riusciva a proteggersi, e dopo uno scontro di breve durata ma estenuante riuscì a fare firmare il demone: ora dovevano pensare a Nibi che, nel frattempo, Kankuro tratteneva senza lasciarsi avvicinare troppo; come la sorella, anche lui si era allenato di tanto in tanto, ma non essendo portato per gli attacchi ravvicinati decise di imparare ad usare qualche arma per tenere i nemici a distanza, infatti si era fatto dare delle marionette ninja da Naruto con lo scopo di imparare ad usarle, e si doveva dire ch’era piuttosto abile.
Anche Nibi alla fine cedette, dopo che Bee e Ichibi andarono a dare man forte a Kankuro, ora restava solo Hachibi, ma era molto forte. Normalmente Naruto avrebbe dovuto essere superiore all’Hachibi per via del Mokuton e in più c’era da considerare che lui era il Kyuubi, ma quest’ultimo pareva sapere come contrastarlo, allora Bee, vedendo la situazione, pensò di andare ad aiutare Naruto senza aspettare Kankuro, mentre Ichibi era ritornato dentro il patto dei demoni. Ma anche se l’intervento arrivò nel momento propizio, non cambiò poi di molto la situazione, e in quel momento Naruto pensò di sigillarlo: -Potrei sigillarlo, sì, ma dove?- pensò ad alta voce, ma senza rendersene conto non aveva notato che Bee aveva sentito tutto.
- Sigillalo in me!- Naruto rimase scioccato da quello che sentì. – Cosa? Sei impazzito!- chiese era ancora incredulo.
- Senti, tu hai detto che c’è bisogno di sigillarlo ed eccomi qua sono pronto a contenerlo, non dirmi mai, perché sai che scelta non hai.- Ecco un’altra rima strampalata con cui Bee confondeva Naruto, ma pensandoci si ricordò di alcune sue caratteristiche che erano simili alle sue: lui era l’unico che come lui avrebbe potuto contenere un demone e poi tutto sommato Hachibi era più debole del Kyuubi, perciò non avrebbe incontrato molte difficoltà nel controllare il demone, e poi con i suoi insegnamenti non avrebbe avuto problemi.
- D’accordo, ma sappi che una volta che lo avrò sigillato non lo potrò più rimuovere, almeno che tu non voglia morire.- Bee rimase con la sua solita espressione, come se non fosse nulla.
Naruto si stava preparando a comporre i sigilli.
“Topo, Pecora, Cinghiale, Tigre, Serpente, Drago, Bue, Scimmia…”
Dopo aver formato i sigilli si scagliò contro il demone ed lo confinò in Bee, dicendo: –Tecnica del sigillo di ferro!- Dopo ciò ci fu un immensa luce che accecò tutti; non appena riaprirono gli occhi videro che il demone era scomparso, Naruto cercava di sorreggere Bee.
- Allora, dov’è finito quella specie di polipo toro?- chiese curiosa Sakura.
Naruto, guardando Bee, iniziò a raccontare la vicenda, e di come anche egli come lui fosse diventato un Jinchuriki. Dopo questo avvenimento, disse a tutti l’orario dell’allenamento del giorno successivo e, dopo aver fatto alcune raccomandazioni, disse a Bee che, in caso sentisse sensazioni diverse dal solito, avrebbe dovuto contattarlo.
 
 
 
 

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Capitolo 23
*** Il nemico esce allo scoperto - Prima parte- ***


 
Il nemico esce allo scoperto –Prima Parte-
 
Era passato un mese da quando Bee era diventato Forza portante dell’Hachibi, e grazie alle dritte di Naruto era riuscito a padroneggiare il suo potere come lui faceva con il Kyuubi.
Riguardo al controllo del Chakra, tutti erano migliorati; ormai gli allenamenti erano vere e proprie battaglie - ovviamente non erano ancora al livello di Naruto – e l’Uzumaki già affidava loro missioni, come sventare dei crimini senza il suo aiuto, e tornavano senza alcuna ferita. Eh sì, lo doveva ammettere, l’idea del team era stata buona, adesso Naruto riusciva a trovare un po’ di tempo per svagare.
- Allora ragazzi, gli allenamenti per oggi sono finiti, ormai non avete più bisogno dei miei addestramenti. Pensò ve la possiate cavare da soli, detto questo vi ricordo che in caso di attacco di un demone di avvisarmi perché, anche se siete abbastanza forti, non sareste mai in grado di batterne uno- disse Naruto. Una volta sciolta la seduta di allenamento restarono soli lui e Temari.
- Ah Naruto, ti ricordi quell’uomo che ha eliminato la Yakuza?-
Naruto annuì. - Sì, ma non so chi possa essere stato, anzi non riesco a immaginare chi sia.- disse con un tono un po’ preoccupato.
- Ma non pensi sia strano che ancora non abbia fatto niente? Cioè, ha eliminato la concorrenza, ma adesso è da un po’ che non né è sentito più parlare.-
Naruto pensò a ciò che Temari gli aveva detto e in fondo aveva ragione: non aveva fatto niente per il momento. - Bé può darsi che sia un uomo che lavorava con loro, che è stato truffato e che si è vendicato grazie a me che in questi giorni l’ho indebolita- disse dopo averci pensato un po’ su.
- Può darsi che sia come dici tu- disse Temari, ma non sapevano che l’uomo in questione stava progettando un piano nell’ombra per potere eliminare tutti quegli eroi in calzamaglia.

- Allora, avete preso tutto quello che vi ho chiesto?- tuonò a gran voce.
- Sì capo, abbiamo preso tutto- dissero i suoi seguaci.
- Adesso manca solo una cosa per poter mettere in atto il mio piano. Dovete cercare il Dottor Nagashi Konomira, è un esperto ingegnere nucleare, trovatemelo e portatemelo qua, muovetevi- disse furente, e subito i seguaci si sbrigarono nell’accontentare il loro capo, per il timore che essi incuteva.

Infatti, qualche ora più tardi, in un centrale nucleare un ricercatore che revisionava e monitorava il livello radiazioni emanate fu rapito nel cuore della notte scomparendo, la notizia fu trasmessa ai telegiornali.
Naruto, non appena vide il notiziario, contattò tutti per una riunione generale. Dopo che tutti furono presenti, la riunione poté cominciare.
- Allora ragazzi, penso abbiate visto il notiziario.- Tutti annuirono tristemente. – Chi diavolo ci sia dietro non lo so, ma quel che so è che dobbiamo essere preparati ad ogni evenienza, perciò inizieremo a sorvegliare la città a turni: dobbiamo evitare che accada il peggio- disse più serio che mai.
- Ma come pensi che faremo con la scuola?- disse Temari in quel momento. – Non possiamo assentarci per tempo in determinato!- Ma a quando pare Naruto aveva trovato già una soluzione.
- Scusa, che ve l’ho insegnata a fare la tecnica della moltiplicazione del corpo? Le copie andranno a scuola, mentre quelli autentici faranno il turno di guardia, va bene?- Tutti annuirono.

In quello stesso istante, il ricercatore fu portato d’innanzi al cospetto dell’uomo che aveva ordinato di rapirlo.
- Chi è lei e che vuole da me?- disse preoccupato l’uomo.
Il sequestratore non aveva ancora aperto bocca, si alzò, si avvicinò sul tavolo e fece vedere al ricercatore che vi erano molti componenti su esso, ma in quel momento non sapeva che pensare, finché non diede lui uno schema.
- Costruiscila e apportagli le modifiche che vedi scritte nel taccuino- disse freddo.
L’uomo, non appena comprese che voleva, si rifiutò con tutto se stesso, perciò il sequestratore passò alle maniere forti. - Ti consiglio di costruirmi ciò che ho chiesto, se non vuoi che la tua famiglia muoia.- Non appena recepì quel messaggio, il ricercatore si mise subito all’opera, senza perdere tempo: non voleva che la sua famigli ci andasse di mezzo.

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Capitolo 24
*** Il nemico esce allo scoperto - Seconda parte- ***


Il nemico esce allo scoperto – Seconda parte-
 
Non appena il rapitore minacciò la sua famiglia, il ricercatore si affrettò il più presto possibile, ma era un progetto molto delicato: il minimo errore di calcolo e di quel luogo vi sarebbe restato solo l’indirizzo, perciò lavorò il meglio che poté. Dopo un paio d’ore, dopo aver fatto le modifiche che gli avevano chiesto, consegnò il risultato di quelle sue ore di duro lavoro.
- Bene dottore, ora non ho più bisogno del suo aiuto, perciò sparisca- disse in tono freddo.
- Ma capo, dopo quello che le ha fatto costruire non pensa che andrà a raccontarlo in giro?- disse lo scagnozzo.
L’uomo si mise ridere. - Hahaha. . . non ti preoccupare, non saremmo più qui tra qualche minuto- disse sadicamente, ridendo come uno pazzo.

Intanto Naruto, con Shikamaru, stava decidendo i turni di pattuglia, quando udirono un esplosione molto potente.
- Ch’è stato?- dissero tutti scioccati, nel mentre aspettavano che i due finissero i turni di pattuglia.
- Un’esplosione, ma che sta succedendo in città?- disse Naruto, che seguito dalla sua squadra si diresse nella zona colpita dall’esplosione.
Una volta arrivati, videro un uomo incappucciato. - Oh, bene arrivato Ninja Boy, a te e a tutto il tuo team- tuonò a gran voce. Naruto aveva la sensazione di conoscerlo, ma chi mai poteva essere? - Ho organizzato un gioco, volete partecipare?- disse ancora. – Anche se vorreste rifiutare non potreste, e lo sapete perché? Nella città ho piazzato dieci bombe, una delle quali è nucleare- disse infine.
- Cosa hai detto? Tu sei un pazzo, non puoi dire sul serio: un’esplosione del genere ucciderà anche te!- disse Naruto.
- Allora accettate di partecipare al gioco, no!- disse quasi annoiato.
Naruto non aveva scelta, avrebbe dovuto accettare. - Accettiamo- disse infine, non avrebbe voluto accontentare quel folle, però non poteva rischiare di fare scoppiare una bomba nucleare.
- Ecco come funziona il gioco. In questa mappa vi sono ubicate la posizione di nove bombe. Una volta disinnescate, le bombe vi daranno l’indizio di dove potrete trovare l’ultima, e non appena schiaccerò il bottone in questo telecomando partiranno i Timer per il conto alla rovescia; avrete dieci minuti per disinnescare le nove bombe indicate, mentre venti per l’ultima.- disse il criminale - Il gioco inizia da ora!- Schiacciò il bottone.
Subito Naruto diede le ubicazioni delle bombe a tutti.
- Allora Shikamaru, tu e Sakura andrete al parco. Dice che la bomba è dietro ad una statua. Neji e Ino, voi andrete al centro commerciale, la bomba si trova nel parcheggio; Sasuke e Tenten voi andrete nella biblioteca, anche lì la bomba si trova nel parcheggio.- Mentre le coppie chiamate andarono nella zona alloro affidata, per cercare e disinnescare la bomba, lui continuò: - Kankuro e Hinata, voi andrete alla sala giochi, a quando pare si trova nel bagno; Kiba tu andrai a scuola, ne hanno messo una in palestra. Rock Lee, tu andrai invece alla stazione televisiva, locale all’ultimo piano. Killer Bee, nelle vicinanze del municipio ce ne dovrebbe essere una, controlla dovunque- e infine, rivolgendosi agli ultimi due, disse: -Gaara, tu devi andare al molo, nel magazzino numero diciassette, Temari per quanto riguarda te devi andare nel pub “Chiamata del drago”, la dovresti trovare nel bancone.- disse infine.
- E tu che farai?- disse Temari preoccupata dalla situazione.
- Terrò d’occhio quel pazzo, sperando che commetta un errore che mi consenti di trovare l’ultimo ordigno, perciò sbrigati ad andare a disinnescare quella bomba abbiamo poco tempo e siamo in una situazione di completo svantaggio, perciò non possiamo fare altro che accontentarlo- disse seccato dalla cosa, e molto nervoso; perciò, prima di andare, Temari si avvicinò a lui e gli diede un bacio a fior di labbra e poi gli fece una rivelazione.
- Sei un ottimo capitano, e non preoccuparti, la tua squadra ti sosterrà, perciò preparati anche tu che fra poco dovrai disinnescare un ordigno nucleare, e non vorrei essere al tuo posto- lo disse rivelando una nota di sarcasmo, e dopo ciò si dileguò anche lei.

Nel frattempo Shikamaru e Sakura, appena arrivati, si misero in cerca della bomba. Dopo qualche minuto la trovarono, ma disinnescarla fu più facile di quel che si aspettavano e ad un tratto si aprì una specie di cassettino segreto dove c’era un pezzo di carta, perciò corsero da Naruto. Anche gli altri disinnescarono facilmente le bombe e trovarono il medesimo bigliettino e si diressero tutti da Naruto.

Intanto Naruto, che stava aspettando il ritorno dei suoi amici, notò che il criminale, seguito dai suoi seguaci, disse: - Ragazzi, attaccatelo.-
Naruto passò in modalità eremitica e iniziò a scontrarsi contro i suoi avversari, non accorgendosi che l’uomo incappucciato era pronto ad aspettare un passo falso del ragazzo.
“Dai, abbassa la guardia, stupido idiota” pensò, e non appena arrivò il momento propizio lo attaccò ferendolo con un pugnale.
In quell’istante arrivarono gli altri che vennero a dare man forte a Naruto, dando lui i pezzettini di carta, ma non capiva, non aveva senso ciò che vi era scritto, ma non appena estrasse il pugnale non ebbe più dubbi, ormai aveva scoperto chi era, l’uomo incappucciato aveva le ore contate.

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Capitolo 25
*** Il nemico esce allo scoperto - Terza parte- ***


Il nemico esce allo scoperto – Terza parte-
 
Orami non c’erano più dubbi, ormai sapeva chi era il famigerato avversario incappucciato, e con voce seria disse agli altri: - Ragazzi, voi pensate a battere questi fenomeni da baraccone, che a Zabuza ci penso io.- Tutti rimasero stupiti: l’uomo incappucciato era Zabuza, e non appena questi se lo sfilò ebbero conferma.
- Ma non è possibile! Da quel che ne so era morto per eccessivo contato alle radiazioni- disse incredula Temari.
- E invece sono sopravissuto, e finché non compierò la mia vendetta non mi fermerò- disse, guardandoli con uno sguardo folle. Come l’ultima volta indossava un’armatura che potenziava le capacità umane, ma questa era stata ulteriormente modificata, per prima cosa era stata rinforzata e poi il suo nucleo era di colore celeste e la cosa insospettì non poco Naruto.
- Che c’è, Ninja Boy? Ah, forse hai notato la mia nuova armatura, vero? Ti dirò anche questa. Va a plutonio, però per dargli una potenza maggiore ho fatto portare alcune modifiche, come ad esempio c’è una doppio circuito che fa arrivare più idrogeno al mio nucleo e ne aumenta di gran lunga la potenza- disse infine, sbavandosi addosso.
Era completamente impazzito, ma questa volta Naruto l’avrebbe finito una volta per tutte, così passò subito all’attacco, ma stavolta fu Zabuza a schivarlo senza problemi. Per quanto Naruto cercasse di colpirlo, non ci riusciva, il nemico gli era superiore almeno in velocità, perciò cerco di passare in modalità eremitica e in modalità demone, così con la sua velocità, moltiplicata per cento e più, iniziò a stare dietro Zabuza e a colpirlo, e anche egli inizio a colpirlo. Certo che era diventato veramente forte, molto più temibile delle altre volte, e durante lo scontro Naruto chiese lui: - Mi spieghi come sei sopravvissuto, con la quantità di radiazioni a cui sei stato esposto dovresti essere morto- disse, mentre combattevano la cruenta battaglia.
- Devi sapere che il forte contatto alle radiazioni e una piccola parte del potere di quei mostri e il tuo si sono fuse con me, infatti mi ricordo il giorno in cui mi hanno dichiarato morto- disse Zabuza, pensando al quel giorno.

Il suo cadavere era stato portato in obitorio, il medico legale aveva perso tempo nel mettersi una tuta anti radiazioni per evitare di essere irradiato.
- Allora, vediamo che danni hanno fatto le radiazioni per ucciderlo- aveva detto il medico legale, rivolgendosi ai suoi assistenti. – Passatemi il bisturi.-
L’assistente gli aveva passato il bisturi come ordinatogli, stava per iniziare a tagliare quando Zabuza si era svegliato di soprassalto e aveva bloccato tempestivamente il braccio del dottore, e dopo averlo disarmato aveva ucciso lui e il suoi assistenti, “Adesso devo solo pianificare la mia vendetta” aveva pensato tra sé e sé.


-Ed eccomi qua- disse, continuando a lottare per tutta la durata del racconto.
Naruto rimase stupefatto, ma il motivo per cui si era fatto raccontare la vicenda a Zabuza non era per sapere come avesse fatto a sopravvivere, ma per distrarlo nel mentre lui cercava di scollegare alcuni componenti dell’armatura e poterlo battere cosi senza alcuno sforzo, infatti Zabuza non si era accorto che la sua velocità si era ridotta notevolmente, infatti mancava pochissimo e si sarebbe ritrovato con un’armatura inutilizzabile.
“Dai manca poco e l’armatura di spegnerà tre, due uno, ora!”
L’armatura di fermò di colpo.
- Cosa è successo?- disse stupefatto Zabuza.
- Ho semplicemente manomesso la tua armatura, ma diversamente dall’ultima volta non ci sarà alcuna esplosione- disse Naruto.

Intanto anche la squadra di ninja aveva finito: erano tutti stesi e legati per bene in attesa che la polizia arrivasse a prenderli, nel frattempo decisero di andare a vedere come se la stesse cavando Naruto, e videro che anche lui aveva sconfitto Zabuza, ma Temari non capì niente e chiese a Sakura, che in quei mesi si era specializzata nelle arti mediche, di guarire la ferita di Naruto.
- Ragazzi abbiamo finito, ormai la polizia può cavarsela benissimo da sola, non ha più bisogno del nostro aiuto, e noi possiamo tornare alla diciamo normalità- disse Naruto, ma Sasuke obiettò.
- Dopo questo atto eroico difficilmente potremmo tornare alla normalità, ma comunque in fondo non mi dispiace, devo ammettere che ora capisco perché non volevi mai lottare, e credo di doverti delle scuse- disse tutto rosso le ultime parole.
Naruto, come tutto il resto del team, rimase di sasso; Sasuke che ringraziava e che chiedeva scusa Naruto!
“Ma è veramente Sasuke?. . . Forse questo è un sosia che hanno messo gli alieni al posto suo per spiare noi terrestri” pensò Naruto, ma quando vide lo sguardo sincero si ricredette. - Non c’è bisogno, mi basta sapere che hai imparato la lezione- ma in quel momento si intromise Zabuza che si era sentito escluso.
- La battaglia non è ancora finita, ho un asso nella manica che, se permetti, non ho ancora usato!- Stava accadendo qualcosa di strano, ma nessuno capì bene cosa fosse, persino Naruto, vedendo ciò, rimase di sasso.
- Questa è la sua arma segreta? Non è possibile?- disse stupito, credendo che ciò che avesse visto fosse solo uno scherzo della sua mente, affaticata dallo scontro.

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Capitolo 26
*** L'arma segreta ***


L’arma segreta
 
Naruto non credeva fosse possibile finché non lo vide con i proprio occhi; dal corpo di Zabuza erano usciti i quattro demoni mancanti ancora liberi.
- Devi sapere che li ho custoditi io fino ad oggi! Ora vedremo come ve la caverete con quattro mostri così!- rise finché le ultime energie lo abbandonarono.
I demoni erano al massimo delle loro capacità.
- Ragazzi, allora lo dirò una volta sola, perciò non voglio obiezioni. Il piano è che voi scappate, mentre io e Bee resteremo qui a batterci con i demoni restanti- disse serio, ma le lamentele arrivarono a tutto spiano, soprattutto da Temari.
- Cosa, scordatelo! Noi ti aiuteremo!- disse, con una voce che non ammetteva repliche.
- Mi spiace, ma questa volta non è possibile, i demoni che abbiamo di fronte sono i più pericolosi, e sono in grado di usare le Bijuu Dama perciò non discutete- disse in tono più autoritario possibile. - Bee, andiamo- aggiunse, lanciandosi con Bee all’attacco contro i demoni. Si trasformarono anche loro.
La battaglia era la seguente: Kyuubi e Hachibi vs Yonbi, Gobi, Rokubi e Nanabi, una battaglia a colpi di Bijuu Dama. Ovviamente Naruto e Bee avevano i demoni più forti.
Gli avversari erano in un vantaggio numerico, quando accadde l’impensabile: Temari corse in aiuto ai due usando le lame di vento che i demoni neanche sentirono, ma non era sola, anche gli altri accorsero in loro aiuto ma i loro attacchi erano inutili, non avrebbero potuto fare niente per aiutarli, quando a Shikamaru venne un’idea.
- Naruto, potremo trasferire tutto il nostro chakra in te e Bee, e voi due insieme potreste creare una Kyu-Hachi Dama- disse.
Naruto non capì bene come avrebbe dovuto chiamarsi l’attacco, ma l’idea era buona perciò fecero come spiegato da Shikamaru. Ebbero tempo di caricare il chakra nei due, poi si avvicinarono per formare l’attacco: era per quattro volte una normale Bijuu Dama e, una volta scagliata, sconfisse tutti i demoni restanti. Naruto e Bee, dalla potenza dell’attacco, si ritrasformarono: erano sfiniti, e non riuscivano più a muoversi e Naruto riuscì a far firmare i demoni sconfitti. Dopo si giro verso i compagni, sorridendo.
- Abbiamo vinto ragazzi, è tutto finito- disse, prima di cadere, svenuto, a terra.

Si svegliò di colpo nella sua stanza, era sudato. Si girò a destra e poi a sinistra, era a casa, nell’abitazione dei genitori, controllò il suo corpo: né una ferità né una cicatrice, era sano come un pesce.
“Che tutto quello che ho passato fosse stato un sogno? Temari, Zabuza, l’Akatsuki, la Taka e la Yakuza. . . Tutto un sogno” pensò tristemente.
Si alzò dal letto e con fatica e si diresse in cucina, triste che quello aveva passato fosse solo un sogno. Non poteva concepire perché la sua testa gli avesse giocato questo tiro mancino ma che poteva farci, non poteva piangersi addosso per un sogno, altrimenti sarebbe caduto in depressione. Così, silenzioso, si diresse in cucina. Aveva una fame da lupi, così, si preparò uno spuntino, un mega panino con dentro carne d‘arrosto, prosciutto, lattuga, pollo fritto, bacon che poi condì con un po’ di sale, pepe, ketchup, maionese e senape, e lo divorò in pochi minuti, e ripenso a tutto, quelle sensazioni provate che gli sembravano tanto reali. Se ne sentì dispiaciuto.
“Ecco sì, era solo un sogno, che delusione” penso, e una lacrima solcò il suo viso. Girandosi, vide la madre.
- Oh figliolo, ti sei ripreso meno male, eravamo molto preoccupati per te!-
- Eravate?- chiese interrogativo.
-Certo figliolo, io, tuo padre, il tuo team e Temari, che fra tutti era la più preoccupata- disse la donna. In quel momento
Naruto capì che non era un sogno, ma c’era qualcosa che non andava, le sue cicatrici che fine avevano fatto? - Ma. . . ma?- disse, stupito che non fosse stato un sogno.
- Ma cosa?-
Il ragazzo, disorientato, fece cenno al suo corpo. - Che fine hanno fatto le cicatrici? Ne ero pieno, non c’era punto del corpo su cui non avessi una cicatrice!-
- Ci ha pensato tua Nonna: ha creato un pomata che rigenera la pelle e cancella le cicatrici- disse con naturalezza, ma a quel punto Naruto non c’era più, era scappato per cercare Temari, e la madre notò che il figlio aveva una cosa in mano ma sul momento non ci fece caso.

Intanto Temari, che si trovava con gli altri fuori dall’abitazione per allenarsi e sperava che Naruto si riprendesse. Quando se lo trovarono di fronte, Temari corse verso di lui e Naruto fece la stessa cosa, fino a che non noto l’espressione di Temari cambiare, perché prima era felice di averlo visto e che stava bene, poi aveva un espressione di chi pensa e infine era furiosa. Appena visto il cambio di espressione, Naruto fece retrofront e corse, sperando di non essere acchiappato da Temari, che se l’avesse presso l’avrebbe ucciso lei.
- Tu lo sia quanto mi hai fatto preoccupare, brutto Baka?- disse urlandogli dietro.
- Certo, secondo perché sto scappando allora?-
Alla fine, dopo qualche ora, lo aveva raggiunto e lo aveva placcato, cadendo su di lui in un immensa distesa verde. Temari stava per colpirlo quando noto dov’erano finiti, e si alzò per notare il bel panorama.
- Ma dove siamo?- chiese confusa.
Naruto, sdraiato di pancia, si mise in ginocchio, tirando fuori un anello e rispondendo: - Siamo nel posto in cui ti chiedo di diventare ufficialmente la mia fidanzata, e anche di sposarmi.-
La ragazza non sapeva che dire, era stata presa contro piede, la sua rabbia era sbollita in soli due secondi, non riusciva a parlare, e con le lacrime agli occhi iniziò ad annuire con la testa fino a saltargli addosso. –Sì-.

- Allora è questa la storia di come tu e il papà vi siete messi insieme?- disse una bambina bionda con occhi azzurri, interrompendo la narrazione della storia.
- Sì, amore, è questa- disse la donna, guardando la piccola che era rimasto affascinata dalla storia.
In quel momento entrò Naruto, che fu accolto calorosamente dalla sue due amate donne.
La bambina si fece prendere in braccio dal papà e disse: - Papà, mamma mi ha raccontato la storia di come vi siete conosciuti- disse entusiasta.
- Myoko, ora capisci cosa deve sopportare papà ogni giorno per il resto della sua vita- disse il biondo che, quando sollevò lo sguardo, vide Temari con gli occhi ridotti a due fessure e il ventaglio in mano, perciò, per salvarsi la pelle, continuò, dicendo: – Però a me piace sopportarti, se non l’avessi fatto non avrei questa bella bambina che ho in braccio!- Posò a terra la piccola, che andò fuori a giocare con i figli del suo team, che dopo varie peripezie si erano sposati. Per esempio, Sasuke e Tenten, che avevano chiamato il figlio con il nome Koyro. Shikamaru e Sakura ebbero una bambina che chiamarono Yuki, Kankuro e Hinata anche loro una bambina di nome Miku, Neji e Ino ebbero un bambino che chiamarono Niko, mentre qualcun altro, come Gaara, si era da poco fidanzato con una certa Maturi. Killer Bee si incontrò con una sua ex-fidanza di nome Samui, con la quale decise di riprovarci, mentre Kiba e Rock Lee erano ancora single.
Una volta che la peste fu fuori, Temari si avvicinò per dire una cosa all’orecchio del marito: - Naruto devo dirti una cosa.-
Preoccupato, si girò e chiese cosa fosse. - Cosa c’è Temari? Qualcosa non va?-
-Sono incinta.-
Naruto, felice, prese in braccio la moglie e rispose dolcemente: -Meglio così, la famiglia si allarga e tu potrai raccontare della nostra storia al nostro futuro bambino o bambina- disse infine, premendo le labbra su quelle di Temari in un tenero bacio.


Spazio Autore:

                                                                                              Sketch

Io:- Lo conclusa? Non ci posso credere? Lo fatto davvero? Yeah *ballando e cantando* E lo conclusa, e lo conclusa, e lo conclusa, e lo conclusa, e lo conclus. . .- Da dietro viene colpito da una roccia lanciata da due teste bionde.
Temari: - Ecco così impara a mettermi con un baka del genere?-
Naruto: - Giust. . . Aspetta Baka a chi?-
Temari: - A te!-
Naruto: - Ed io che dovrei dire,  mi ha messo con una strega come te?-
Temari : - Strega a me? Brutto idiota ora ti faccio vedere io?- disse Temari estraendo il ventaglio.
I due iniziarono a picchiarsi, e l’autore che si era ripreso da poco ancora dolorante e impaurito disse.

Io: - Vi prego non lasciatemi solo con loro?- I due accortosi che si era ripreso si scagliarono contro lui e dissero.
Temari: - Ancora non chiudi questa ca**o di fiction, giuro che ti ammazzo sé non ti sbrighi- disse furiosa la bionda.
Naruto: - Sbrigati che devo andare a mangiare da Teuchi, e giuro che io faro di peggio sé non ti sbrighi- anche lui era arrabbiato, perciò l'autore impaurito delle minacce disse.
Io: - Fine-

Ammetto che questo sketch fa cagare, però volevo finire questa fic con un tocco personale!!!
A chiunque interessase ho pubblicato una nuova fic intitolata "E sé invece..." sperò che vi piaccia, e che appassioni come vi appasionato questa storia, ci sentiamo alla prossima.

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