Moonlight fear

di Vahly
(/viewuser.php?uid=2745)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** passeggiata al chiaro di luna ***
Capitolo 2: *** When the sun is shining ***
Capitolo 3: *** Il tuo calore mi avvolge ***
Capitolo 4: *** Incertezze ***
Capitolo 5: *** La mia maggior paura ***
Capitolo 6: *** Animagus ***



Capitolo 1
*** passeggiata al chiaro di luna ***


01 - passeggiata al chiaro di Luna

Moonlight fear

 

 

 

Sirius & Remus.

Perché l’amore vince su tutto…”

 

 

Cap. 01 – passeggiata al chiaro di luna

 

 

 

Remus p.o.v.

 

 

Erano le due di notte quando uscii dal dormitorio. Avevo bisogno di stare un po’ da solo per pensare.

 

Il giorno dopo ci sarebbe stata la luna piena, e sarebbe successo. Di nuovo.

 

Per molto tempo non avevo fatto altro che chiedermi perché? perché?

 

Alla fine ero riuscito ad accettarlo, anche se continuava a farmi male, come me ne avrebbe sempre fatto. Ma avevo capito che il lupo sarebbe stato sempre con me, per l’eternità.

 

E mi ero rassegnato.

 

Finché non avevo conosciuto loro: James, Peter, Sirius

 

Già, Sirius

 

Mi ero reso conto di amarlo già da un po’ di tempo, ed era soprattutto lui che avevo paura di perdere.

Sì, perché la mia paura più grande era che se i miei amici, i miei unici amici, avessero scoperto cosa ero in realtà, mi avrebbero abbandonato per sempre.

E sarei stato di nuovo solo…

 

Certo, avevo imparato a stare da solo; ed io per primo ero solito allontanare gli altri prima che si avvicinassero a me tanto da sapere, tanto da correre qualche pericolo.

Ma oramai avevo conosciuto l’amicizia, l’affetto, l’amore… che pur non essendo ricambiato era pur sempre amore… e sentivo di non poterne più fare a meno.

Mi sentivo un egoista, perché sapevo che prima o poi avrebbero potuti essere feriti… o peggio… dal lupo che si risveglia in me ogni plenilunio. Ma non ce la facevo più a continuare così, a vivere isolato, sotto una campana di vetro. Perché oramai quella campana era stata spezzata, e non sarebbe mai stato più nulla come prima per me.

 

Mi misi a fissare la luna, quella stessa luna che l’indomani avrebbe nuovamente spezzato qualcosa dentro di me, rendendomi ancora più solo tra i miei segreti e le mie sofferenze, così ogni mese, ogni anno, fino alla fine della mia esistenza…

Fino alla fine…

Questa era una delle cose che mi facevano più male: la fredda consapevolezza che non ci sarebbe mai stata una fine, che non ci sarebbe mai stata la pace, non per me.

Assieme al senso di colpa che mi attanagliava ogni giorno della mia misera vita per aver tradito la fiducia dei miei amici, per non aver il coraggio di confidarmi con loro.

In fondo al mio cuore qualcosa mi diceva che avrebbero capito, che sarebbero rimasti al mio fianco nonostante tutto, eppure un’altra parte dentro me continuava a ripetersi fino allo sfinimento che non potevano capire, nessuno poteva, e che mi avrebbero voltato le spalle come aveva già fatto chiunque prima di loro.

Come forse anch’io, trovandomi al loro posto, avrei fatto.

Era comprensibile.

Ma allora perché mi faceva così male?

Perché così tanto?

 

Cominciai a camminare, fino a raggiungere la stamberga strillante.

Entrai silenziosamente, sfiorando le pareti con le punte delle dita, come se volessi accarezzare il mio unico rifugio.

Lì ero al sicuro.

 

Non so quale strano collegamento di idee mi portò a pensare a Sirius.

Era un ragazzo, il mio migliore amico, eppure… i miei sentimenti per lui non si fermavano a questo.

Me ne accorsi quando mi scoprii morbosamente geloso… geloso di lui e James, della straordinaria intesa che avevano, dei segreti che Sirius gli confidava…

Sì, perché mi ero accorto che mi stava nascondendo qualcosa, qualcosa di cui solo il suo migliore amico era a conoscenza.

Un amico che non ero io.

Ed in fondo non avrei dovuto prendermela, perché in effetti anch’io gli stavo tenendo nascoste molte cose di me, ma era il pensiero che James fosse più importante di me a farmi star male.

Ma come potevo pretendere che lui si legasse a me quando io per primo non mi fidavo?

Continuavo a tormentarmi, fino a che non lo capii.

 

Lo amavo.

 

“Chissà cosa penserebbe di me, se lo sapesse… se sapesse che mi sono innamorato di un mio amico… di un ragazzo. Proverà ribrezzo? Disgusto? O forse semplicemente mi allontanerà più di quanto io già non sia? Mi ignorerà? E se gli dicessi anche che sono un… un lupo mannaro? Che non sono nemmeno un umano come lui? Mi odierà? O riuscirà ancora ad essermi amico?”

 

Con tutti questi pensieri in testa, non mi passò nemmeno per l’anticamera del cervello che lui potesse ricambiarmi.

No, un ragazzo così bello, intelligente, praticamente perfetto… come avrebbe potuto anche solo pensare di amare uno come me?

Senza contare che era praticamente sempre circondato da ragazzine petulanti che lo assillavano di continuo con i loro regali e le loro richieste di appuntamenti.

Non che la cosa, almeno all’apparenza, sembrasse dargli fastidio, ma io sentivo crescermi una forte rabbia dentro, al pensiero di quanto loro gli potessero stare vicino mentre a me non era concesso.

Mi sentivo sempre più egoista e possessivo, ma non potevo farci nulla.

 

La prima volta che mi resi conto di questi miei sentimenti, ne rimasi sconvolto.

Non che mi fossi mai sentito molto attratto dalle ragazze, ma non avevo mai pensato di poter guardare un ragazzo in quel modo.

Eppure era successo.

Credo di aver pianto, ma non ne sono sicuro.

Quella notte c’era la luna piena, e non ebbi il tempo ne le forze di pensare a lui, a noi.

E così, da allora, ogni notte in cui sapevo mi sarei trasformato, il dolore per ciò che sono si sommava a quello del ricordo di ciò che ebbi provato in quel momento.

 

Fu una di quelle sere, mentre aspettavo che il fato si compisse come sempre, che presi la mia decisione.

 

Sirius non lo avrebbe mai saputo.

 

Mai.

 

Preferivo essergli accanto come semplice amico, piuttosto che perderlo per sempre.

Ne sarei morto.

No, mi sarei tenuto tutto dentro, come ero sempre stato abituato a fare.

Fino alla mia morte.

Non potevo sapere che la mattina dopo, qualcosa avrebbe sconvolto i miei piani.

 

 

***continua***

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** When the sun is shining ***


02 When the sun is shining

Moonlight fear

 

 

Sirius & Remus.

Perché l’amore vince su tutto…”

 

 

 

 

***    ***    ***    ***    ***    ***    ***    ***    ***    ***    ***    ***    ***    ***

 

Sirius non lo avrebbe mai saputo.

 

Mai.

 

Preferivo essergli accanto come semplice amico, piuttosto che perderlo per sempre.

Ne sarei morto.

No, mi sarei tenuto tutto dentro, come ero sempre stato abituato a fare.

Fino alla mia morte.

Non potevo sapere che la mattina dopo, qualcosa avrebbe sconvolto i miei piani.

 

 

***    ***    ***    ***    ***    ***    ***    ***    ***    ***    ***    ***    ***    ***

 

 

Cap. 02 – When the sun is shining

 

 

 

 

 

Remus p.o.v.

 

 

Ero riuscito a tornare nel dormitorio prima dell’alba. A quanto pare nessuno mi aveva notato.

Mi infilai velocemente sotto le coperte, consapevole del fatto che entro breve mi sarei dovuto alzare, ma se non fossi stato lì per quando gli altri si sarebbero svegliati, rischiavo di passare dei guai.

Socchiusi gli occhi, girandomi su un fianco, quando sentii una voce alle mie spalle.

 

– È inutile fingere di dormire. Lo so che sei appena tornato.

 

Mi girai di scatto

 

– S-SIRIUS!!!!!!! Che cosa… cosa dici?

 

Smettila, con me non attacca. Dove sei stato?

 

– Da nessuna parte

Risposi con un po’ di titubanza

 

– Bugiardo. Dove-sei-stato-stanotte.

I suoi occhi erano freddi, e la sua voce inespressiva, ma roca. Era come se stesse trattenendo le lacrime.

 

– Sono andato a fare un giro. Che c’è, problemi?

 

Mi afferrò per il colletto.

 

– PROBLEMI!? PROBLEMI!? CERTO CHE NE HO, DI PROBLEMI! TU NON IMMAGINI NEMMENO QUANTO CI SIAMO PREOCCUPATI DI TE, NON TROVANDOTI. NON È POSSIBILE CHE SPARISCI DI CONTINUO. E STAVOLTA SENZA NEMMENO AVVISARE! MA COSA CREDI, DI POTER FARE QUELLO CHE TI PARE SENZA RENDERNE CONTO A NESSUNO?

 

Stava urlando, ma il suo sguardo ora era più spaventato che arrabbiato. Si era realmente preoccupato per me… non sapevo se sentirmi felice o in colpa. Ma non avevo voglia di parlare con lui dei miei problemi, non quando sapevo che quella sera sarebbe successo. Potevo dargli altre preoccupazioni?

 

– Avevo bisogno di stare un po’ da solo.

 

MA TU HAI *SEMPRE* BISOGNO DI STARE DA SOLO! HAI MAI MINIMAMENTE PENSATO CHE FORSE, SE HAI DEI PROBLEMI, PUOI ANCHE PARLARCENE?

 

– Non capireste. Tu, non capiresti.

Mi guardò, allibito.

 

E quindi non ce ne parli perché non ci ritieni all’altezza, eh? Scusaci tanto se siamo così inferiori.

 

Non disse altro, solo si voltò, ed uscì.

 

 

 

 

Quella mattina non andai a nessuna lezione.

Mi feci fare un permesso speciale da Silente, con la scusa che quel giorno mi sentivo poco bene perché la sera ci sarebbe stata la luna piena.

Come mi aspettavo, capì che non era quello il reale motivo, ma non oppose problemi, forse capendo che dentro di me, male stavo sul serio.

Mi sorrise da dietro i suoi occhiali a mezzaluna, la cui forma ricordava tanto la cosa che maggiormente temevo, e mi disse che sicuramente chi mi era accanto avrebbe capito la situazione, se solo io gliel’avessi spiegata.

Ma come potevo? Come?

La mia domanda rimase senza risposta.

 

 

Era una bella giornata, e sentivo il canticchiare allegro degli uccellini praticamente ovunque, mentre osservavo la luce del sole filtrare dalle nuvole. Era davvero bellissimo.

Cominciai a chiedermi se la mia scelta di non rivelare nulla nemmeno alle persone che mi erano vicine fosse la più giusta. Soprattutto verso di loro.

 

 

Nel tardo pomeriggio mi decisi ad affrontare i miei amici. Se ancora avessero avuto voglia di esserlo, ovvio.

Non mi ero mai reso conto di quanto ero stato ingiusto e ingrato nei loro confronti.

E avrei tanto voluto avere il coraggio di parlargli del mio segreto, ma ero troppo vigliacco per farlo.

 

Mi diressi verso la sala comune, dove speravo di trovarli, dato che l’ultima lezione era finita da almeno un quarto d’ora. Erano seduti sul divano della sala comune, esausti.

Riflettei sul fatto che l’ora precedente avevano avuto difesa, e che il nostro professore era uno sciroccato sadico con manie perverse, e che probabilmente li aveva ancora presi di mira, come era solito fare con noi (chissà perché quel noi mi sembrò una pugnalata al petto), ed in particolar modo con James.

Non c’era nessun altro, dovevano essere ancora rinchiusi in quella pidocchiosa aula piena di esseri assurdi che il prof portava di continuo.

Chissà, se gli avessi detto che ero un lupo mannaro, se avrebbe esposto anche me a quel modo.

Stava per scendermi una lacrima, quando li sentii parlare. Mi appoggiai al muro appena dietro la porta per non essere visto, sperando che nessuno si accorgesse della mia presenza.

Udii la voce di James, che dopo aver notato che Peter si era addormentato come un sasso, chiese dolcemente a Sirius

 

– Ti va di parlarne?

 

Di nuovo quella sensazione di gelosia soffocante. Sapevo che era sbagliato, ma… se avessi potuto li avrei strangolati all’istante. Anzi no, forse avrei strangolato solo James. Non avrei mai potuto fare del male al *mio* Siriussino ^////^

 

È… è strano, ecco. Non riesco più a capirlo. Non che ci sia mai riuscito, ma

 

Cosa è successo?

 

– Hai visto, ieri, quando è rientrato? Forse avresti fatto meglio a parlargli tu. Io… io non sono in grado di farlo.

La sua voce esprimeva una tristezza infinita. Parlava di me? Possibile, che a causa mia stesse così?

 

– Ho alzato un po’ troppo la voce, e gli ho rinfacciato il fatto di non fidarsi di noi. – aggiunse.

 

– Forse dovresti riprovare a parlargli con più calma, magari dicendogli qual è il vero motivo per cui ti preoccupi così tanto per lui, non trovi?

Questa frase mi risultò un po’ equivoca, ma pensai di sbagliarmi. A meno che… possibile che sapessero tutto? No… non era possibile.

 

– Non posso farlo, lo sai, James. Non posso, discorso chiuso.

 

Ma tu devi dirglielo! Non puoi continuare a soffrire in silenzio!

 

Si che posso. E lo farò.

 

– No, invece. E se non sarai tu a dirglielo, lo farò io.

 

– Sì, già ti ci vedo. Non sei ancora riuscito a parlare a Lily, figurati se riesci a farlo con lui.

Lily? Ma chi, quella ragazzina con i capelli lunghi? E che c’entrava con noi, adesso? Non riuscivo più a seguire il loro discorso.

 

– Lily ora non c’entra. E poi è diverso tra noi, lo sai…

 

Silenzio totale. Non capivo perché, i due si erano interrotti di colpo. Mi sentivo vagamente di troppo.

Decisi di uscire allo scoperto, così, tentando di nascondere la mia aria colpevole (e tentando di autoconvincermi che non avevo sentito nulla) entrai nella stanza, a testa bassa.

Mi guardarono, ma non dissero nulla.

Probabilmente aspettavano che fossi io a fare il primo passo. O forse non ne volevano più sapere di me.

Rimasi davanti a loro con la testa china per cinque minuti buoni. Non sembravano avere fretta, ma notai che le mani di Sirius tremavano.

Mi feci coraggio, e con un filo di voce dissi loro

 

– Mi… dispiace. Scusatemi…

Sirius alzò lo sguardo.

 

– Alza la voce. Non ti sento. Non capivo. Perché si comportava così? – Ho detto che mi dispiace, mi dispiace, ok? Mi dispiace per ieri sera, avrei dovuto avvertirvi e non l’ho fatto.

 

– Così va meglio.

Continuò Sirius.

Lo guardai, smarrito. Cosa avrei potuto fare per farmi perdonare da lui?

 

– D’accordo, Remus – continuò James – ora ci vuoi spiegare cosa è successo? Perché ogni tanto sparisci? Che cos’è che ci nascondi?

Cosa avrei dovuto fare? Dirgli tutto? Non riuscivo a parlare… la voce non mi usciva

 

Perché oggi non eri in classe? – chiese all’improvviso Sirius

 

– Io… mi sentivo poco bene.

 

Ma ieri sera eri abbastanza in forma per le tue passeggiatine notturne, o sbaglio? – chiese nuovamente il moro con tono inquisitorio

 

E cosa fai di solito, quando non ci sei? Perché non ci rispondi?

 

Cosa credi, che io vada a divertirmi? Non sai nemmeno cosa si prova a---

la mia voce si interruppe.

Merda, avevo detto troppo.

Decisamente troppo.

 

Cosa si prova a? – chiese James con aria curiosa e allo stesso tempo spaventata.

 

Oramai era fatta. Non potevo più tornare indietro.

 

– Niente.

 

– COME NIENTE! – urlò Sirius. Non credo di averlo mai visto così infuriato

– ADESSO TU CI SPIEGHI T-U-T-T-O!!! DALL’INIZIO ALLA FINE, O NON TI MUOVI DI QUI!!!

 

La sua reazione mi stupì non poco, non credevo che tenesse tanto a me. Ma cosa avrei potuto dirgli? Come avrei fatto?

 

– Non posso.

 

Cosa? Perché no? – Chiese James, sempre più preoccupato

 

– Non posso.

Non riuscivo a dire altro

 

– NON PUOI? NON PUOI O NON VUOI? PERCHÉ NOI NON SIAMO IN GRADO DI CAPIRE? È PER QUESTO? È PERCHÉ NON TI FIDI DI NOI!? – Sirius si alzò in piedi di scatto.

 

– Io… mi dispiace… non

 

Cosa? – James trattenne Sirius, che stava quasi per scagliarsi contro di me.

Remus, perché non vuoi dirci che ti succede?

 

– Io… non voglio… rimanere di nuovo solo. Non voglio che voi mi abbandoniate. È per questo… io… mi dispiace… mi dispiace…

Cominciai a piangere, mentre lo sguardo di Sirius si addolcì

 

E perché dovremmo farlo?

 

I-io… io… non posso dirvelo…

 

James si avvicinò a me, come per abbracciarmi, ma io non glielo permisi

 

– NON MI TOCCATE! Lasciatemi stare! Lasciatemi stare!

 

Poi fuggii via.

Cominciava a farsi sera, e non potevo rimanere lì ancora a lungo.

 

 

***continua***

 

Ciao a tutti!!!

Piaciuto il nuovo chappy?

Ringrazio sara (hai giocato a Legend of Dragoon? C’è un personaggio che se nn sbaglio si chiama winky…), Agartha, GeorgiaLupin, Erine e Sphinx per aver commentato! Sono veramente contenta che vi piaccia me happy ^______________________________^

Al prossimo chappy ^^

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Il tuo calore mi avvolge ***


03 - il tuo calore mi avvolge

Moonlight fear

 

 

Sirius & Remus.

Perché l’amore vince su tutto…”

 

 

 

***    ***    ***    ***    ***    ***    ***    ***    ***    ***    ***    ***    ***    ***

 

 

Nel tardo pomeriggio mi decisi ad affrontare i miei amici. Se ancora avessero avuto voglia di esserlo, ovvio.

Non mi ero mai reso conto di quanto ero stato ingiusto e ingrato nei loro confronti.

E avrei tanto voluto avere il coraggio di parlargli del mio segreto, ma ero troppo vigliacco per farlo. […]

– Io… non voglio… rimanere di nuovo solo. Non voglio che voi mi abbandoniate. È per questo… io… mi dispiace… mi dispiace… […]

James si avvicinò a me, come per abbracciarmi, ma io non glielo permisi

 

– NON MI TOCCATE! Lasciatemi stare! Lasciatemi stare!

 

Poi fuggii via.

Cominciava a farsi sera, e non potevo rimanere lì ancora a lungo.

 

 

***    ***    ***    ***    ***    ***    ***    ***    ***    ***    ***    ***    ***    ***

 

 

 

 

Cap. 03 – Il tuo calore mi avvolge

 

 

 

 

 

Remus p.o.v.

 

Quando mi svegliai, la mattina dopo, provai una strana sensazione di benessere e di calore. Non capivo perché, ma era come se ci fosse qualcosa di … diverso, rispetto al solito.

Mi abbandonai a quelle sensazioni per un attimo, lasciandomi cullare dal tepore e dal dolce profumo che sentivo accanto a me… mi ricordava così tanto il mio dolce Sirius

 

Ah, Sirius… come avevo potuto trattarti in quel modo, amore mio… Resomi conto della presenza di qualcuno accanto a me, mi voltai.

 

Il mio cuore mancò un battito quando mi resi conto di chi mi teneva stretto fra le sue braccia.

 

S-sirius?

 

Lui aprì lentamente gli occhi, per poi sorridermi dolcemente.

 

Sirius… – gli chiesi un po’ timoroso – che cosa ci fai qui?

 

 

 

 

 

***Flashback***

 

 

Non potevo permettermi che loro scoprissero il mio segreto.

Li avrei persi.

Ed io non volevo assolutamente che accadesse.

E così ero fuggito.

Mi sentivo un idiota, e calde lacrime cominciarono a scorrere lungo il mio viso.

Stavo correndo verso la stamberga strillante quando sentii una voce chiamarmi.

 

– REMUS!!! ASPETTA!!!

 

Una voce che avrei riconosciuto ovunque. Ma non volevo che lui sapesse… cominciai a correre più veloce, ma mi accorsi che anche lui stava facendo la stessa cosa

 

– REMUS!!! TI PREGO, ASCOLTAMI!!! SCUSAMI PER PRIMA!!! HO SBAGLIATO, MA TI PREGO, SPIEGAMI!!! REMUS!!!

 

No, Sirius, non devi scusarti… Sono io che dovrei farlo… Non tu…

 

– REMUS!!!

 

Non aspettai.

Senza nemmeno voltarmi, chiusi la porta della stamberga strillante alle mie spalle, sigillandola con un incantesimo.

 

 

***presente***

 

 

Mi accarezzò delicatamente una guancia, per poi stringermi più forte a se

 

– Mi hai fatto preoccupare, sai? Insomma, non capivo cosa stesse succedendo, ed ho passato ore a tentare di annullare il tuo incantesimo per sigillare la porta… E quando, questa mattina ci sono riuscito, ti ho trovato per terra coperto di graffi e ferite…

 

– Mi… mi dispiace di averti fatto preoccupare… io

 

– Non è di questo che ti devi preoccupare. Però c’è un’altra cosa che mi ha fatto male: perché non ti sei confidato con me e James (Peter non se lo fila nessuno, poverino… ndMe ma che poverino! Dopo quello che farà, se lo merita!!! NdSiry Ehm… Siriu, ti rendi conto di quello che hai appena detto? ndMe Ehm… ndSiry)? Lo sai che noi siamo tuoi amici! Puoi dirci tutto!

 

– Io… avevo paura che se voi aveste saputo la verità… non avreste più voluto saperne nulla di me.

 

– La verità su cosa, Remus?

 

– Vuol dire che… non hai capito?

 

– Può essere. Ma non posso esserne sicuro al 100%. E poi voglio saperlo da te.

 

– I…io… non sono …normale… perché… la verità è che…

 

Scoppiai a piangere. Non riuscivo a dirlo… non ci riuscivo… soprattutto davanti a lui. Ma perché? Mi sentivo così stupido! Mi aveva appena detto che avrei potuto confidargli qualunque cosa… ed io, da bravo idiota che sono, non riesco a parlargli di quello che mi sta accadendo. Ma lui, sorprendentemente, non si arrabbiò come al suo solito.

Mi accarezzò delicatamente i capelli, e poi mi disse con tono rassicurante

 

– Non importa. Me lo dirai quando te la sentirai.

 

Annuii con la testa

 

– Grazie Sirius

 

Mi lasciai andare al calore di Sirius e socchiusi gli occhi. Com’era dolce e rilassante il suo tepore… quando ero con lui mi sentivo bene… come se nulla avesse potuto farmi del male.

Rimasi così, rilassato, finché non lo sentii chiamarmi.

 

– Re… Remus?

 

Mi sembrava nervoso… non capivo perché, ma era come se avesse paura di qualcosa

 

– Sì?

 

Cosa c’è mio dolce amore? Cosa ti preoccupa?”

 

– Io… c’è una cosa che vorrei dirti da parecchio tempo, anche se non so quale potrebbe essere la tua reazione

 

– Non preoccuparti… Cosa potrà mai essere di così terribile?

 

Sorrise appena

 

– Io… prima voglio che tu mi prometta che mi prenderai sul serio e che tra di noi non cambierà nulla… non in senso negativo, almeno.

 

Cosa voleva dirmi? Cos’era che lo faceva star male? Non riuscivo a vederlo così… quanto avrei voluto stringerlo forte e dirgli che non sarebbe mai cambiato nulla, a meno che lui non lo avessi voluto… E quanto avrei voluto dirgli che qualunque cosa avesse fatto, io sarei sempre stato al suo fianco… Ma dalle mie labbra uscì solo un flebile

 

– Te lo prometto.

 

Sembrò esitare un attimo, per poi sciogliere l’abbraccio che ci legava (quanto mi sentii vuoto…) ed allontanarsi un poco da me.

 

– Ti amo, Remus.

 

Io ero shockato. Non riuscivo a crederci. Fece una breve pausa per poi riprendere a parlare

 

– All’inizio credevo che il mio sentimento per te fosse una semplice amicizia, ma poi ho capito che quello che provavo era un sentimento più profondo… Quando mi sono reso conto di quanto fosse forte il mio amore ho avuto paura, e così ti ho allontanato… Ma non ho mai voluto farlo realmente… Ed anche se so che tu mi consideri solo un amico, io…

 

Gli misi un dito sulle labbra pere farlo tacere. Non me lo aspettavo, questo era sicuro, ma l’ansia si trasformò subito in felicità. Il ragazzo che amavo mi ricambiava… Cosa sarebbe potuto accadere di più bello?

 

Anch’io ti amo, Sirius. E non sai quanto mi ha reso felice sapere che anche tu provi lo stesso per me…

 

Il suo volto si fece raggiante.

 

Remus… tu… non mi stai prendendo in giro, vero?

 

Scossi la testa

 

E come potrei?

 

Si avvicinò di nuovo a me, per sfiorare le mie labbra con le sue

 

– Ti amo, mio piccolo lupacchiotto 

 

Sussurrò prima di baciarmi.

Mi staccai subito, guardandolo stupito

 

– Tu… allora lo sapevi…

 

Annuì

 

E come…

 

Mi accarò il viso

 

– Ieri sera c’era la Luna piena… Ti avevo detto che forse lo avevo capito, ricordi?

 

– Sì ma… allora perché me lo hai chiesto?

 

– Pensavo che ti avrebbe fatto bene sfogarti… E poi – a questo punto arrossì leggermete – avrei voluto che fossi tu a confidarti con me, piuttosto che venirlo a scoprire in questo modo…

 

Già, ero stato uno stupido. Non avevo avuto fiducia in lui e lo avevo ferito

 

– Scusami.

 

Dissi debolmente abbassando lo sguardo.

 

– Non ti preoccupare adesso, e poi probabilmente, conoscendoti, non ce lo avresti detto mai… Ti preoccupi sempre degli altri e mai di te stesso, sciocchino ^////^

 

– No, invece. Sono stato un egoista… Non vi ho detto nulla per paura di perdervi… Senza darvi l’opportunità di decidere se restarmi accanto nonostante quello che sono

 

Mi guardò con più severità.

Me ne accorsi subito, e gli chiesi

 

Che cosa c’è?

 

– Non provare mai più a dire una cosa del genere, capito? Tu non sei diverso da noi… Hai un problema, e allora? Gli amici non servono anche a questo?

 

Io annuii con la testa, poi riflettendo sulle sue parole gli dissi all’orecchio

 

– Credevo che tu volessi essere più di un amico…

 

Cambiò subito colore (Checcariiiiino che eri!!! ndRemy Ma io lo sono sempre che ti credi? ndSiry) per poi posare le labbra sulle mie

 

– Certo che voglio… Se a te va bene, ovviamente.

 

– Mi sembra logico, no?

 

Risposi ridendo

 

– Forse è meglio che torniamo indietro, Remus. James sarà preoccupato

 

– Hai ragione.

 

Ci avviammo a scuola, un accanto all’altro. Non eravamo solo fisicamente, ma anche con il cuore.

E nulla ci avrebbe mai separati.

 

 

***continua***

 

 

 

Ciao a tutti!!! Vi piace il nuovo chappy? Il quarto è in cantiere, appena lo finisco lo posto ^___^

 

Grazie a tutti voi che leggete, ma soprattutto a chi commenta

 

 

 

Un kiss

E Buona Pasqua a tutti!!!

 

 

 

- Vahly -

 

 

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Incertezze ***


04 - insicurezze

Moonlight fear

 

 

Sirius & Remus.

Perché l’amore vince su tutto…”

 

 

 

***    ***    ***    ***    ***    ***    ***    ***    ***    ***    ***    ***    ***    ***

 

 

– Ti amo, Remus.

 

Io ero shockato. Non riuscivo a crederci. Fece una breve pausa per poi riprendere a parlare

 

– All’inizio credevo che il mio sentimento per te fosse una semplice amicizia, ma poi ho capito che quello che provavo era un sentimento più profondo… Quando mi sono reso conto di quanto fosse forte il mio amore ho avuto paura, e così ti ho allontanato… Ma non ho mai voluto farlo realmente… Ed anche se so che tu mi consideri solo un amico, io…

 

Gli misi un dito sulle labbra pere farlo tacere. Non me lo aspettavo, questo era sicuro, ma l’ansia si trasformò subito in felicità. Il ragazzo che amavo mi ricambiava… Cosa sarebbe potuto accadere di più bello?

 

Anch’io ti amo, Sirius. E non sai quanto mi ha reso felice sapere che anche tu provi lo stesso per me…

 

Il suo volto si fece raggiante.

 

 

 

***    ***    ***    ***    ***    ***    ***    ***    ***    ***    ***    ***    ***    ***

 

 

 

 

Cap. 04 – Insicurezza

 

 

 

 

 

Remus p.o.v.

 

 

Arrivammo nel dormitorio abbastanza presto; almeno, quel tanto che ci bastò per non arrivare in ritardo alle lezioni.

 

James ci guardò con aria interrogativa per tutto il tempo, senza però trovare il coraggio di chiederci nulla. Anche Peter, poverino, sembrava piuttosto preoccupato, ma a dirla tutta lo ignorammo completamente, tantopiù che non sapeva assolutamente nulla di quello che era accaduto negli ultimi giorni, e nessuno di noi sembrava avere la minima voglia di perdere tempo a spiegarglielo.

Non so perché, ma a volte quel ragazzo mi dà sui nervi, come se mi ispirasse qualcosa di… malvagio, ecco. Non che sia colpa sua, e mi dispiace pensare questo di lui, ma ci sono momenti in cui mi sembra così viscido…

 

Quando James riuscì a liberarsi di lui, ovverosia fra la lezione di divinazione ( durante la quale la nostra professoressa, come al solito, non aveva fatto altro che ripetermi “c’è qualcosa che ti perseguita, come una maledizione…”, mentre Sirius si tratteneva a stento dallo strangolarla ), e quella di pozioni, ci allontanammo dal resto dei Grifondoro più silenziosamente che potevamo, e appena trovammo un’aula vuota ci infilammo dentro.

– Allora?

Chiese preoccupato James

– volete spiegarmi che cavolo è successo? Che avete fatto ieri?? Mi ero preoccupato, sapete?

 

– Oh, non ce n’era bisogno ^////^

Rispose Sirius dandomi un casto bacio sulle labbra.

 

Credo di aver cambiato colore… di certo sentii un forte calore salirmi su dallo stomaco e invadermi tutto il corpo.

 

James ci guardò, leggermente imbarazzato, per poi sfoggiare un sorriso a 362 denti e dire allegramente

– Era ora! Finalmente vi siete decisi!

 

Sirius fece un sorriso ancora più largo, se possibile, e poi rispose

 

Mi sono deciso, prego!

 

, quel che conta è che alla fine ce l’abbiate fatta… Non ne potevo più di sorbirmi le tue stramaledettissime lamentele tutto il santo giorno!!!

 

Lo guardai incuriosito.

Lamentele? Sirius? Ma allora, era di questo che parlavano, quando volevano rimanere soli? Era di ME che parlavano? Dio Santo… Mi sentii svenire.

 

Remus? Rem!? Ehi! Terra chiama Remus! Terra chiama Remus! Rispondete!

 

Mi voltai verso il mio amore

 

Mh?

 

– Ehi, Rem! A che pensi? Sono tre anni che ti chiamo…

 

E sei anche impallidito Aggiunse James

 

– Ti senti bene?

 

Sìssì ^___^ … non vi preoccupate!!!

 

– Sicuro?

Mi chiese amorevolmente il mio Sirius

 

Ma certo!

 

– A proposito… (de che, poi…)

Intervenne James

Remus, hai più risolto il tuo problema, qualunque fosse? Sai, ieri sera eri parecchio strano…

 

Abbassai la testa

 

, ecco, io…

 

Eddaiiii Reeemuuuus!!! Siamo amici, no? Lo sai che con me puoi parlarne! Tipregotipregotipregotipregoooooooooo… Forse non sarà la stessa cosa che con Sirius, però…

 

– Scusami, James… Non ho niente contro di te, figurati, e lo sai che ti considero un grande amico, ma al momento non me la sento di parlarne…

 

La verità è che avevo paura. Di cosa? Di tutto! Della verità, della sua reazione, della mia reazione alla sua reazione… Sì, Sirius l’aveva pres particolarmente bene, ma… lui avrebbe potuto fare altrettanto?

 

Sentii la mano del mio ragazzo che si appoggiava alla mia per poi afferrarla, come per darmi coraggio. Ma non ce la feci. Non guardai nemmeno James, mi mancò la forza per farlo.

 

Poi sentimmo dei passi.

 

Era Peter.

 

– Ehi, ragazzi! È un ora che vi cerco… sentite, il professore di pozioni è assente, e quindi avremo tre ore consecutive di difesa dalle arti oscure.

 

Fece una breve pausa, durante la quale Sirius lasciò la mia mano e si avvicinò al nostro amico.

 

– Ok, arriviamo subito.

 

– D’accordo. Ah, il professore ha detto di portare i libri, toglierà cinque punti a ciascuna persona che ne sarà sprovvista.

 

E dicendolo fece un cenno a James, che era solito lasciarlo in giro e non riusciva mai a trovarlo quando ne aveva bisogno.

 

– Non ti preoccupare, Pet. Oggi ce l’ho.

 

– Meno male, perché dice che sarà una lezione impegnativa.

Poi ci lanciò uno sguardo incuriosito.

– Ah, ora che ci penso… che stavate facendo qui?

 

 

 

 

***continua***

 

E dopo secoli e secoli eccomi nuovamente fra voi con questa ficcy.

Ringrazio tutte le anime pie che l’hanno letta e commentata…

Un bacio a tutti ^*^

(vi giuro che nel prox capitolo rispondo a tutti)

   

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** La mia maggior paura ***


Moonlight fear

Moonlight fear

 

 

Sirius & Remus.

Perché l’amore vince su tutto…”

 

 

 

***    ***    ***    ***    ***    ***    ***    ***    ***    ***    ***    ***    ***    ***

 

 

– Allora?

Chiese preoccupato James

– volete spiegarmi che cavolo è successo? Che avete fatto ieri?? Mi ero preoccupato, sapete?

 

– Oh, non ce n’era bisogno ^////^

Rispose Sirius dandomi un casto bacio sulle labbra.

 

Credo di aver cambiato colore… di certo sentii un forte calore salirmi su dallo stomaco e invadermi tutto il corpo.

 

James ci guardò, leggermente imbarazzato, per poi sfoggiare un sorriso a 362 denti e dire allegramente

– Era ora! Finalmente vi siete decisi!

 

Sirius fece un sorriso ancora più largo, se possibile, e poi rispose

 

Mi sono deciso, prego!

 

 

 

***    ***    ***    ***    ***    ***    ***    ***    ***    ***    ***    ***    ***    ***

 

 

 

 

Cap. 05 – La mia maggior paura

 

 

 

 

 

Remus p.o.v.

 

 

James dovette inventare una bugia molto lunga e complicata per convincere Peter, e soprattutto per distrarlo e consentire a me e Sirius di svignarcela.

Capì che ancora non eravamo pronti – non ERO pronto – a dirgli di noi e soprattutto del mio segreto, che non avevo rivelato nemmeno a James.

Sirius mi rassicurò, dicendomi che per lui non era un problema se volevo aspettare, ma comunque non c’era nulla di cui dovessi preoccuparmi, soprattutto con loro, i nostri amici.

Annuii, ma dentro sapevo che probabilmente mi ci sarebbe voluto molto tempo prima di sbloccarmi.

Il fatto che però Sirius mi capisse, ed accettasse la mia situazione mi dava coraggio, e mi faceva credere che presto sarei stato pronto a parlarne.

Purtroppo, o per fortuna, tutt’ora non saprei dirlo, le cose non andarono esattamente come avrei sperato.

Quando entrammo in classe James e Peter già erano arrivati ed avevano preso posto – molto vicino a Lily. Un giorno io e James avremmo dovuto fare quattro chiacchiere…

I nostri amici stavano chiacchierando tra di loro, sbirciando ogni tanto l’armadio alle spalle del professore, che si muoveva come se all’interno ci fosse qualcosa, qualcuno.

Non avrei saputo dire perché, ma di qualunque cosa si trattasse, già da quella prima occhiata non mi piaceva. E più tardi avrei capito quanto avevo ragione.

Seguimmo la lezione più o meno attentamente per tutta la prima ora, mentre il professore introduceva nuove specie di animali fantastici, passando per i draghi, i troll ed infine i mollicci.

Trovai i primi molto affascinanti, ma quando cominciò a descrivere le caratteristiche dei mollicci – e soprattutto la loro capacità di mostrare le peggiori paure del soggetto che cercano di terrorizzare – capii immediatamente che non mi piacevano affatto, e che mi avrebbero procurato solo che guai.

E, quando il professore entusiasta annunciò che aveva portato un molliccio con sé e che era chiuso nell’armadio, mi sentii gelare il sangue nelle vene. Il mio istinto aveva detto giusto a proposito dell’armadio…

Dovevo essere particolarmente pallido, perché non solo Sirius ma mezza classe era girata verso di me.

Il professore mi chiese se era tutto ok, ed io annuii controvoglia per tranquillizzarlo.

In realtà non me ne importava un fico seco del proff, solo non volevo che Sirius si preoccupasse.

– Tutto a posto, Rem?
Mi sussurrò il mio ragazzo

– Sì – sorrisi – Non è
nulla, non preoccuparti…
Lui mi guardò poco convinto, ma non poteva fare altro in quel momento.

Lo vidi fare un cenno a James, che era seduto accanto a lui, per poi tornare a seguire la lezione.

O almeno in apparenza.

Mi prese la mano da sotto il banco, stringendola nella sua.

E questo semplice gesto mi confortò più di quanto forse lui stesso non abbia immaginato

– Ora – Continuò il professore – Ho bisogno di qualche volontario.

Chiamò due o tre ragazzi ed un paio di ragazze.

Ricordo che ad uno di loro apparve una specie di rana, solo con i denti aguzzi, e ad un altro ragazzo il molliccio si trasformò in sua madre, causando l’ilarità di tutta la classe.

Poi una ragazza lo fece trasformare in un lupo mannaro.
Grande, feroce, e spaventoso.

Tremai, per quanto cercassi di stare calmo, ma non riuscivo a non stare male dentro.

Se lei – o chiunque altro – l’avesse scoperto… e se i miei compagni avessero avuto paura di me? Non credevo che l’avrei sopportato…

– Calma, Remusè tutto a posto…
Mi disse piano Sirius, cercando di rassicurarmi.

Ma in quell’occasione non ci riuscì molto.

Sirius Black… visto che ti piace tanto chiacchierare, perché non provi tu?

Il mio ragazzo fece un’alzatina di spalle e fece segno di sì con la testa.

Mi lasciò la mano, controvoglia, e si recò davanti all’armadio.

Ma il professore, notando la sua apparente sicurezza, e poi rivolgendo lo sguardo a me, che stavo praticamente tremando, sorrise sotto i baffi e disse calmo

– Anzi no… Ho cambiato idea… Lupin, vieni qui per piacere---

– NO! – esclamò Sirius – Lo faccio io!

– Signor Black, per quanto io mi senta emozionato dall’idea di vederla in azione, credo che non stia a lei decidere CHI deve provare e CHI no.

– Ma lei ha detto…

Si bloccò, forse per non peggiorare la mia situazione.

Già il fatto che avesse cominciato a dargli del lei era un segno che il professore era notevolmente irritato, ed in quei casi, non era mai piacevole fargli da cavia.

Mi alzai lentamente, sperando che decidesse all’ultimo secondo che non ero un soggetto abbastanza interessante per la sua spiegazione, ma la cosa non avvenne.

Eppure sapeva di me, che ero un lupo mannaro…
Silente lo aveva riferito a tutti i professori delle materie pratiche in cui questo avrebbe potuto comportare qualche rischio.
Compreso il  professore di difesa dalle arti oscure.
Possibile che lo stesse facendo apposta?

Non poteva essere, ma non c’era altra spiegazione.

Non credo l’avesse scordato. Non avrebbe scelto me al posto di Sirius

Arrivai vicino al professore e a Sirius, che mi sillabò con le labbra
– Andrà tutto bene.

Sorrisi, e vidi il professore ghignare

– Bene. Ora vediamo che cosa sei in grado di fare. Ricordati di agitare la bacchetta e di dire ad alta voce RIDDICULUS! (si scrive così, vero? ndVahly)

Riddiculus…” ripetei nella mia mente “Riddiculus. Ce la posso fare… Riddiculus!”

Il professore si fece da parte, dicendo a Sirius di fare le stesso, ed aprì nuovamente l’anta dell’armadio.

Fu un brevissimo istante, prima che davanti a me apparve un’enorme sfera bianca, luminosa e splendente.
Molti degli studenti non capirono di cosa si trattasse, per mia fortuna.

Sentivo alle mie spalle un mormorio sommesso

Ririddiculus
Dissi poco convinto.

Ma non ci riuscivo… sentivo le gambe deboli ed il cuore battere all’impazzata

Riddiculus!
Ripetei, cercando vanamente di apparire più convincente.

Ma era inutile… completamente inutile

Riddiculus!
Dissi un’ultima volta, mentre sentivo gli occhi riempirsi di lacrime.

Non so che cosa accadde dopo, ricordo solo che mi voltai ed uscii di corsa fuori dalla classe, lontano da tutti, lontano da tutto.

Varcai la soglia praticamente correndo, e sbattei la porta dietro di me.

Cosa che credo al professore non sia piaciuta molto, ma in quel momento era veramente l’ultimo dei miei pensieri.

Mi sedetti in un angolo poco distante da lì, vicino alle scale, e mi rannicchiai su me stesso.

La verità è che non volevo stare solo, avevo bisogno dei miei amici… e avevo bisogno, soprattutto, del mio ragazzo.

Volevo Sirius, volevo stringerlo a me e farmi confortare da lui.

Pensai vagamente che questo fosse un po’ infantile, ma non importava.

All’improvviso sentii qualcuno chinarsi su di me ed avvolgermi fra le su braccia.

Alzai la testa spaventato e lo riconobbi

– SIRIUS! Che… che ci fai qui?

– Non dovrei esserci?
Ridacchiò lui, prima di asciugarmi le lacrime con un fazzoletto

– No… non dovresti… non voglio che passi dei guai a causa mia… io… mi sono comportato da stupido…

Lui mi baciò, e disse tranquillo
– No, non ti sei comportato affatto da stupido. È stato il professore a comportarsi da stronzo con te… tu non hai nessuna colpa.

– Non dovevi uscire dalla classe… ora ha un pretesto per prenderti di mira…

– Oh, ma è stato proprio lui a sbattermi fuori!

Co… come?

– Sì. Beh, in realtà io stavo per uscire, quando ha cercato di bloccarmi. Allora abbiamo… come dire, discusso un po’… e alla fine ha detto di venire qui a ripescarti.

– Non avete litigato, vero?

Lui scosse la testa

– Non preoccuparti. Tu come stai ora?

– Meglio, grazie…

In effetti avevo smesso di piangere, anche se non me ne ero quasi reso conto

James e Peter sono un po’ preoccupati per te…

– Forse dovrei dirglielo…

– Dirci cosa?
Chiese una voce alla mia sinistra.
Sirius si staccò di scatto da me (cosa che devo ammettere mi dispiacque un pochino) e ci voltammo entrambi

– JAMES?!
Esclamò il mio amore

– E Peter
Dissi più calmo io.

– Allora, non credi sia giunto il momento delle spiegazioni?
Chiese tranquillo James.

Io annuii.
Un po’ nervosamente, devo dire, ma annuii e mi misi a sedere un po’ meglio, facendo cenno a Sirius di sedersi al mio fianco. lui lo fece, e mi cinse la vita con un braccio.

Anche James e Peter si sedettero, di fronte a noi, e solo in seguito mi è venuto in mente che forse non era poi una brillante idea, quella di raccontargli di me in mezzo a un corridoio affianco alle scale, dove chiunque poteva sentirci. Ma per fortuna non accadde, ed io parlai loro a lungo, raccontandogli della maledizione, del morso, della mia sofferenza in tutti quegli anni. E della paura di venire scoperto e abbandonato, di non essere all’altezza degli altri miei compagni che non avevano problemi. Del fatto che mi sentivo diverso. E poi della stamberga strillante, di come Silente mi aveva accolto, e di mille altri dettagli che scivolavano via senza importanza rispetto alla consapevolezza via via maggiore che loro non mi avrebbero abbandonato.

Glielo leggevo negli occhi, vedevo tutta la loro comprensione.

Non era pietà, ne pena… era qualcosa di completamente diverso.

Qualcosa che prima di loro non avevo mai conosciuto.

Amicizia.

Mi rassicurò molto il fatto che anche dopo avergli detto tutto, il loro sguardo non era cambiato e mi trattavano esattamente allo stesso modo di prima.

James mi disse scherzando
– Ma è una figata unica! E tu che volevi tenerci nascosto tutto, eh furbacchione! Ah, ma adesso che lo sappiamo veniamo a farti visita una notte di luna piena, che ti credi? Sono curioso di vedere un lupo dal vero!

Non è che sia tanto sicuro, sai?

– Oh, non preoccuparti… Troverò il modo! Lo troverò di sicuro…
Disse
tranquillo.

Ed il suo sorriso fu uno dei più bei ricordi che conservo ancora di quegli anni…  




*** continua ***


Lo so
, vi avevo promesso di rispondere alle vostre recensioni… Però su, già che ho postato – finalmente – è qualcosa, no? Tra l’altro sono tornata ora ora da scuola…
Comunque ringrazio tutti
Un giorno – più prima che poi si spera – posterò di nuovo e risponderò alle recensioni… voi intanto continuate a commentare *__* please!!!
Un bacione a tutti-e

Vahly






 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Animagus ***


Sirius & Remus. “Perché l’amore vince su tutto…”



*** *** *** *** *** *** *** *** *** *** *** *** *** ***


– Ri… riddiculus
Dissi poco convinto.

Ma non ci riuscivo… sentivo le gambe deboli ed il cuore battere all’impazzata

– Riddiculus!
Ripetei, cercando vanamente di apparire più convincente.

Ma era inutile… completamente inutile

– Riddiculus!
Dissi un’ultima volta, mentre sentivo gli occhi riempirsi di lacrime.

Non so che cosa accadde dopo, ricordo solo che mi voltai ed uscii di corsa fuori dalla classe, lontano da tutti, lontano da tutto.

Varcai la soglia praticamente correndo, e sbattei la porta dietro di me.

[…]
– Allora, non credi sia giunto il momento delle spiegazioni?
Chiese tranquillo James


*** *** *** *** *** *** *** *** *** *** *** *** *** ***




Cap. 06 – Animagus





Sirius p.o.v.


Peter chiuse gli occhi, e si concentrò.
Intensamente, o almeno abbastanza intensamente considerando le sue capacità.
Strinse i pugni, ed il suo sforzo era evidente grazie alle piccole rughe che gli si andavano formando sulla fronte.
Poi cominciò a mugulare, ad abbassarsi, si mise in ginocchio e… non accadde nulla.

Assolutamente nulla.

James rise, rise sguainatamente, e Peter aprì i suoi piccoli occhietti porcini e acquosi, con un’espressione a metà tra l’inespressivo e il perplesso.

– Non è divertente James!

Dissi un po’ arrabbiato al mio amico.

– Scusa, ma… oddio, era troppo, troppo bello!!!

Io lo fulminai con lo sguardo, mentre Peter cercava di protestare, debolmente

– Non è colpa mia! E poi… nemmeno voi due ci siete riusciti, ecco!

James ricominciò a ridere nuovamente, e stavolta dovette sedersi per terra per evitare di cadere.

Peter incrociò le braccia, offeso, e si sedette a sua volta.

Io mi battei una mano sulla fronte, disperato.

Possibile che fossero sempre così infantili? Beh, non che io non avessi potuto dire lo stesso di me, ovviamente.

Ma c’erano situazioni in cui persino io riuscivo a mantenere quel minimo di serietà e compostezza che servivano. E se ci riuscivo io, credetemi, avrebbero potuto riuscirci tutti.

Vidi James provarci un’altra volta. Inutilmente. E poi giustificarsi, con un’alzatina di spalle

– Evidentemente per un mago potente come me è difficile far entrare tutto il proprio enorme potere in una semplice forma di animale… A me serve più impegno, Pet. Per te dovrebbe essere più semplice!

Peter sbuffò
– Non è vero! Io ho tanto potere magico quanto te!

– Non direi proprio…
Sogghignò James.

– BASTA!
Sbottai io.

Entrambi si volsero a guardarmi, perplessi.

Forse non era necessario arrabbiarsi con loro, però… mi dava sui nervi l’idea di non poter aiutare concretamente il mio Remus. Volevo fare qualcosa per lui, e volevo un minimo di collaborazione.

James ridacchiò.

– Calma, Siry… Non devi prendertela. Anche se Peter sembra assolutamente incapace di farcela, vedrai che ci riusciremo.

– Ehi, io non…
Tentò di protestare Peter.
Ma io lo bloccai.

– Se non la smetti di fare il cretino, non ci riuscirai mai neppure tu.
Dissi, rivolto a james

Lo guardai serio, e lui sostenne il mio sguardo.
Poi mi diede una pacca sulla spalla.

– Ti capisco. Ma non serve essere nervosi. Forse la cosa migliore da fare, in questo momento, è prenderci un attimo di pausa.
Mi disse

Anuii.
– E va bene. Ma domani si fa sul serio, capito?

– Sì, Sirius, va bene…

Era strano come ci si potesse sentire inutili ed impotenti di fronte a qualcosa. era una sensazione che non avevo mai provato prima, e non era affatto piacevole. Continuavo a chiedermi quando sarei riuscito a trasformarmi, e ad aiutare Remus.
Sapevo che non era semplice, però era più di una settimana che ci provavamo, e non avevamo avuto alcun risultato. Un paio di volte Peter ci aveva perfino proposto di rinunciare… ma io rifiutai categoricamente. Oramai mi ero impuntato, e NULLA avrebbe potuto farmi cambiare idea.

Quella sera dovevo essere particolarmente stanco, perché il mio ragazzo sembrò accorgersi di qualcosa.

Quando tornai nella sala comune, stremato, mi si avvicinò sorridendo e mi diede un delicato bacio a stampo.

– Ciao Remus…
Gli sorrisi.

– Che fine hai fatto oggi pomeriggio? Ti ho cercato, ma non sono riuscito a trovarti…

Lo guardai, e sembrava un po’ preoccupato.
– Ero in biblioteca, dovevo cercare una cosa per il compito di pozioni…

Non sembrò molto convinto, ma non disse nulla.

– Sembri stremato.
Aggiunse poco dopo.

– Già – sorrisi – fare ricerche è sfiancante.

Lo presi per mano, e lo condussi fino ad una poltrona lì vicino. Mi sedetti, e poi lo feci sedere a sua volta sulle mie ginocchia. Lui si accoccolò sul mio petto, con le braccia avvolte attorno alla mia vita. Ma non sembrò essere troppo rilassato.

– Se entrasse qualcuno…
Mormorò sommessamente.
– Non entrerà nessuno. A quest’ora ci sono gli allenamenti di quidditch, e dall’ultima partita James ha acquistato di popolarità. Tutte le ragazzine saranno lì a vederlo… ed i ragazzi chi ad allenarsi, chi a studiare… sai, c’è un gruppetto di corvonero che sta organizzando dei gruppi di studio, e visto che per domani abbiamo dei compiti difficilissimi…

Remus sospirò.
Poi, tirò fuori la bacchetta e la agitò in aria, facendo un incantesimo che non riuscii ad identificare.

– Che cos’hai fatto?
Chiesi.

– Un incantesimo di allarme.

Sorrisi.
Era sempre il solito… sempre così apprensivo!

– Sirius…

Mormorò, stringendosi di più a me.

– Che c’è?

– Sai, la lezione sui mollicci dell’altra volta…

Mi preoccupai un po’.
Dove voleva arrivare?

– Sì, Remus?

– Beh, ho l’impressione che Severus Piton… quel serpeverde che tormenti sempre con James… ecco, mi sta tenendo d’occhio, me ne sono reso conto già da qualche giorno, ma non ero sicuro… Ho paura che abbia qualche sospetto.

La cosa mi preoccupò sul serio.

Che il mocciosus avesse capito tutto solo da una palla bianca, mi sembrava alquanto improbabile. Ma Remus era davvero molto acuto e sensibile su certe cose, e se era in pensiero c’era un valido motivo.
Beh, almeno quasi sempre.

– Non preoccuparti, Remus. Ne parleremo anche con James, se ti va. Ed insieme capiremo che cosa sa.

Remus annuì, e mi baciò dolcemente.

– Grazie.

– Ti amo, Remus.
Affermai convinto.
Ed ogni giorno che passava, mi rendevo conto di quanto questo fosse sempre più vero.

Lui mi riservò quel sorriso dolcissimo che sapeva farmi sciogliere il cuore, prima di rispondermi.
– Anch’io ti amo, Sirius.

Io e Remus parlammo anche a James del problema-Mocciosus, ed alla fine concludemmo che non era pericoloso, però era il caso che qualcuno (leggasi James) gli facesse passare la voglia di curiosare.

Non ero sicuro fosse il caso di lasciarlo fare liberamente, conoscendolo, però avevo altro a cui pensare, e sinceramente non è che mi importasse più di tanto della sorte di Piton.

Piuttosto, ciò che mi interessava, era di riuscire a trasformarmi come ogni animagus, cosa che ancora non ero, avrebbe dovuto saper fare.

Ricordavo chiaramente quando James ce ne parlò: un suo zio lo era diventato, e gli ci erano voluti anni, senza contare che era una magia estremamente difficile e solo un mago con dei poteri magici molto sviluppati, avrebbe potuto farcela.

Ma questo non riuscì a scoraggiarmi, e ben presto convinsi sia lui che Peter a diventarlo.

Nessuno dei due era molto convinto, in effetti, e forse anche questa era una delle cause delle nostre difficoltà.

Per quanto mi riguardava, invece, non riuscivo proprio a capire per quale motivo non mi riuscisse… ero più che motivato, e la cosa non mi spaventava.

Avevo provato a sforzarmi di divenire un animale in particolare, ma anche a leggermi dentro e a capire quale animale fosse il più adatto a me.

Era un giorno coma gli altri quando accadde: Peter e James stavano facendo i cretini, ed ogni tanto provavano a trasformarsi.
Ma io non badai a loro: semplicemente, mi concentrai.

Pensai a Remus, a noi due, alla sua sofferenza… al fatto che volevo stargli vicino in ogni momento, anche mentre si trasformava. Volevo che lui potesse contare su di me… che mi considerasse un appoggio, nei momenti di solitudine e di sofferenza.
Dovevo farcela…
Mi convinsi del fatto che ci sarei riuscito, perché il mio destino era quello di stare con Remus, e non potevo permettere che continuasse a star male, a farsi del male da solo…

Ed alla fine, sentii uno strano calore invadermi, in una sensazione nuova e sconosciuta, eppure di familiarità. Partiva dall’altezza del cuore, e si espandeva per tutto il corpo, fino alla punta delle dita.

Socchiusi gli occhi, e lasciai che il calore mi invadesse totalmente, che prendesse il controllo.

Poi tutto svanì, e quando riaprii gli occhi vidi che la realtà era mutata. I suoni erano più ovattati, ma sentivo delle cose mai udite prima. E la mia vista era diversa, come se percepissi meno colori. Anche la mia prospettiva era cambiata, era più, come dire… bassa. Come se stessi in ginocchio.
Mi resi conto anche del fatto che camminavo a quattro zampe, e guardandole vidi una folta pelliccia nera.

Cercai di attirare l’attenzione di Peter e James, ma dalla mia bocca uscì fuori solo un latrato.
Li vidi girarsi, e sbarrare gli occhi, scioccati… erano davvero uno spettacolo impagabile!

Poi James sorrise apertamente, e urlò
– Grande! Ce l’hai fatta!

Mentre Peter biascicava un poco convinto
– Ma come hai fatto?

Io abbaiai allegramente e mi rigirai scodinzolando.
Dovevo essere un cane…

– Sei proprio fighissimo! Dai bello, vallo a prendere!
Ridacchiò James lanciando un foglio di carta appallottolato.

Se fossi stato nella mia forma umana avrei riso.
Mi concentrai, e sforzandomi un pochino tornai normale.

James assunse un’espressione vagamente delusa.
– Uffa – borbottò – dovevi recuperare la pallina! Non sei affatto divertente.

– Piuttosto che dire scemenze, cerca di concentrarti, o non ci riuscirai mai!

James mi diede una botta in testa.
– Non è che adesso solo perché ci sei riuscito puoi fare il sapientone, sai?

Lo guardai malamente, fingendomi offeso, ma ovviamente non ci cascò.

Peter, invece, continuava a piagnucolare.
– Spiegami come hai fatto! Come ci sei riuscito? Eh? eh?

Scossi la testa divertito, pensando fra me e me che sarebbe stata più dura del previsto.

Ma ce l’avremmo fatta.

Per Remus.


***continua***



NOTE DELL'AUTRICE

Ciao a tutti!!!
... e, finalmente, riesco a postare un nuovo capitolo...
Allora, che ne pensate?
Ringrazio tutti/e coloro che ancora leggono e recensiscono... THANKS!!!

Forse avrete notato che l'impaginazione è un po' diversa... questo perchè sto provando a farmi l'htlm da sola, come anche nelle altre storie. Spero che la cosa non sia di troppo disturbo, visivamente parlando.

Un bacione,
Vahly.




Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=32270