Ricomincio da te

di lulumarylullaby
(/viewuser.php?uid=130758)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Il filo di Arianna ***
Capitolo 3: *** Menta e Sigarette ***
Capitolo 4: *** A modo mio ***
Capitolo 5: *** Colpo di fulmine ***
Capitolo 6: *** Punto fisso ***
Capitolo 7: *** Cosa siamo noi? ***
Capitolo 8: *** Un rifugio sicuro ***
Capitolo 9: *** Sogno ***
Capitolo 10: *** Natale ***
Capitolo 11: *** L'agente ***
Capitolo 12: *** Io, Te, Noi. ***
Capitolo 13: *** Fratello ***
Capitolo 14: *** Domino ***
Capitolo 15: *** Il colloquio ***
Capitolo 16: *** L'inizio della fine ***
Capitolo 17: *** Arrivi e partenze ***
Capitolo 18: *** Ritorni ***
Capitolo 19: *** Presunto addio ***
Capitolo 20: *** Piani ed Errori ***
Capitolo 21: *** New York, New York ***
Capitolo 22: *** Verità ***
Capitolo 23: *** Metà perfetta ***
Capitolo 24: *** Compleanno ***
Capitolo 25: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


I raggi del sole che entrano dalla mia finestra mi infastidiscono. Tiro su le lenzuola per coprirmi, ma ormai tutti i tentativi sono inutili. Il sogno che facevo è andato perduto. Apro gli occhi e guardo la sveglia. Le 6 e 55. E' ancora presto, ma mi alzo comunque. Mi guardo allo specchio e, come ogni mattina, eccomi qui. Sempre la solita Sana, con quello sguardo color cioccolato che mostra tutto quello che penso, tutto quello che provo. Seduta sul letto, prendo una spazzola e pettino i miei capelli rossicci e ondulati. Quando vado a fare colazione, incontro mia madre ancora addormentata che non sente nemmeno il mio buongiorno e il mio caro amico Rei che mi sorride e mi chiede "Come mai sei già sveglia cosi presto?" "Non avevo più sonno" rispondo entrando in cucina. Dopo aver fatto lentamente colazione, vado in camera mia a cambiarmi. Accendo lo stereo e parte una delle mie canzoni preferite: Teenage Dream di Katy Perry. Mentre canticchio il testo, apro l'armadio. Prendo la mia divisa scolastica e mi giro verso lo specchio. I miei occhi cadono su un foglio che avevo attaccato al muro un po' di tempo prima. "Non smettere mai di sorridere": era questo che diceva ed ogni volta che lo leggevo mi dava la carica. Prendo la cartella ed esco da casa con il sorriso a mille. "Buongiornooooo!" Urlo a squarciagola appena vedo Fuka, la mia migliore amica, che esce da casa sua. "Buongiorno Sana! Come ogni mattina sempre di buon umore eh?" Dietro di lei c'è il suo ragazzo, Takaishi, che la prende per mano e le sorride. "Ma Sana, quando ti troverai un ragazzo?" mi chiede Takaishi, forse sperando di togliersi finalmente fra i piedi la mia presenza. "Daii Takaishi, lasciala in pace una buona volta!" dice Fuka, cercando di far cadere il discorso. Arriviamo a scuola, ridendo e scherzando. All'entrata incontro Nao. Ci guardiamo in faccia e non ci scambiamo neanche un saluto. Anche se è passato ben un mese da quella volta, c'è ancora imbarazzo fra noi. La sua dichiarazione mi ha lasciata così senza parole che ancora non riesco a parlarci. Fuka, come ogni volta, capisce la situazione e mi prende per mano, invitandomi a seguirla. Le lezioni passano velocemente e all'uscita Fuka mi invita a mangiare da lei. Ci ritroviamo nel negozio di sua madre, un piccolo negozietto nel centro della città. Appena entro c'è un ragazzo seduto su una sedia che parla con la madre di Fuka. "Ciao Akito!" esclama Fuka "sei scomparso da quando ti sei fidanzato...che fine avevi fatto?" "Eeeh sapessi! l'importante che sono qui adesso no?" Io saluto velocemente e quando Fuka mi presenta Akito, al contatto con le sue mani mi sembra che il mio corpo sia percosso da una scintilla. Lo guardo negli occhi ed arrossisco. Nessuno dei due lascia le mani dell'altro finchè Fuka non ci riporta alla realtà. "Ragazzi ci siete?" "Sisi..." rispondo io velocemente"...tutto bene" e lasciando la sua mano corro in bagno. Mi guardo allo specchio e sono tutta rossa. Il mio cuore è a mille. Cerco di calmarmi e di ritornare me stessa. Appena ritorno dagli altri, i nostri occhi si incrociano, quasi come se fossero attratti da una calamita. Non so perchè ma non riesco a staccarli dal suo viso. Quei suoi occhi ambrati, quei suoi capelli color del miele, quel suo fisico. Tutto di lui mi attrae. E' come se non avessi mai visto un ragazzo in vita mia, come se non mi fossi mai innamorata prima. Ma cosa sto pensando? Innamorata? Di uno sconusciuto oltre tutto! Sono impazzita forse? Abbasso lo sguardo e cerco di pensare ad altro, ma non ci riesco. Lui è li, a poco meno di un metro da me, sento il suo sguardo addosso e mi sento sotto pressione. Non riesco ad essere me stessa, non riesco a fare le mie solite battuttine sceme. Mi blocco come mai mi è successo. "Ehi Sana, ti va di fare un giro?" mi chiede Fuka, ed accetto alla velocità della luce. "Cosa hai?" mi chiede appena uscite. "Non lo so, mi sento il cuore uscire dal petto. Appena l'ho visto, appena ho incrociato i suoi occhi sono rimasta senza parole." "Sana...non capisci proprio vero?" "Capire cosa?" "Te ne sei innamorata!" "Ma cosa dici?! E' impossibile Fuka! Non lo conosco neanche!" "Ora calmati! Posso capitare dei colpi di fulmine non credi?" "Fuka ma..." neanche finisco di parlare che me lo ritrovo difronte a me. "Ehi te ne vai di già?" chiede Fuka "A dir la verità, ti cercava tua madre ed io sono venuto a chiamarti." "Ah ok! Allora scappo! Tieni d'occhio la mia migliore amica ok?" e Fuka mi guarda facendomi l'occhiolino. Ma cosa diavolo stai facendo, Fuka?! Non puoi lasciarmi qua con lui! Penso fra me e me. "Beh, raccontami un po di te..." mi dice lui. cerco di rimanere calma "Che dire? Sono amica di Fuka da anni, la considero mia sorella, e la sua famiglia è la mia seconda casa." "Ah davvero? Anche per me è cosi, si fanno volere bene. Anche se mi sembra strano non averti mai vista." "Si sembra strano anche a me" La suoneria del suo cellullare interrompe la chiacchierata. "Amore dimmi..." risponde lui, guardandomi. Ecco fatto, è pure fidanzato. Benissimo! Dalla padella alla brace. Penso e mi incammino da sola, in preda alla rabbia. Arrivo al negozio con la faccia di tutti i colori. Non posso essere interessata ad una persona del genere. Quando entra mi guarda e dice: "Come mai te ne sei andata?" "Eri impegnato a parlare al telefono. O mi sbaglio?" Rispondo acida. Ora che lo guardo meglio, è uno splendore. La sua maglietta aderisce alla perfezione con i muscoli del suo corpo. Non mi risponde neanche, anzi mi fa un sorrisino malizioso e si gira dall'altra parte. Ma come si vede? E come potrebbe mai piacermi una persona simile?! E vado nel retro del negozio. Appena sento la porta aprirsi, scappo sperando che sia Fuka ma invece...è una ragazza alta, bionda con gli occhi verdi. La mia mascella arriva a terra, quando capisco che è la fidanzata di Akito. Il suo nome è Aya e appena mi vede, mi squadra da capo a piedi. Poi si avvicina ad Akito e lo bacia, non curante degli spettatori. Io sbianco. Sono gelosa. Gelosa di quel bacio. Auguri e figli maschi! Siete una coppia perfetta! Vorrei dirgli, ma in preda alla rabbia, mi chiudo in bagno. Perchè sono gelosa di lui? Perchè vorrei esserci io a posto di quella oca? Non posso essermene innamorata sul serio! Piango. Le lacrime escono dai mie occhi cosi, senza controllo. Lacrime di rabbia, di gelosia. Poi sento la porta aprirsi. E' lei, la mia Fuka, che mi abbraccia, capendo ogni cosa. Si, è proprio vero, me ne sono innamorata.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Il filo di Arianna ***


fan Rimango così. Nelle braccia della mia amica, senza volermi staccare. Trovando nella sua spalla un rifugio per le mie lacrime, che scendono amare sul mio viso. Potrebbe sembrare avventato, piangere per una persona sconosciuta. Ma come si dice? Al cuor non si comanda. Io, infatti, mi sento domata. Domata da sensazioni che non so da dove siano nate. Dopo essermi sfogata, mi guardo allo specchio. Il rimmel è scolato sulle mie guancie. Sembra quasi come se volesse marcarmi. "Ragazza che soffre per amore" è quello che dice. Ma io non lo penso. Mi guardo per bene allo specchio e mi lavo la faccia. L'acqua che cancella ogni cenno di trucco sbavato mi aiuta a dire no alle lacrime. Mi aiuta a lottare per la mia felicità, perchè il sorrido è la cosa più preziosa che una persona possa avere. Io risplenderò nel mio sorriso. Con questo pensiero nella testa, sposto l'asciugamano che copre il mio viso ed eccolo spuntare lì, dove è sempre stato. Una mezza luna perfetta sulle mie labbra rosee. Questo è tutto quello che la gente non può togliermi.
Intanto che quest'ultimo pensiero si intrufola nella mia testa, incontro i suoi occhi. Fuka è proprio li, dietro di me, e ricambia il mio sorriso. "E' così che ti voglio vedere." mi sussurra. Quel sorriso mi dà la carica che le lacrime avevano consumato. Prendo un respiro ed apro la porta. Percorro il piccolo corridoio a passi lenti ma decisi. Sento la sua voce e il cuore sobbalza. Calmati, per favore. Rientro e con mia sorpresa lui è li, da solo. Il mio sguardo non nasconde lo stupore e, dimenticando la mia faccia rossa, mi metto a sedere. I suoi occhi mi scrutano e, anche se i battitti del mio cuore accellerano, cerco di far finta di niente. "Ehi, che è successo?" mi chiede la madre di Fuka. "Niente, niente. E' tutto apposto" dico alzandomi e uscendo fuori dal negozio. Ho bisogno di un po' d'aria per schiarirmi le idee. Non riesco ancora a crederci. Io innamorata? Mi sembra una pazzia. L'amore che sognavo, quello che inizia per caso e che ti porta a toccare il cielo, era li. Ma in quel momento non aveva quell'aspetto. Indossava una maschera. Era l'altra faccia della medaglia. In quel momento non era la mia fonte di felicità ma la mia fonte di dolore, che cercavo di accantonare nel dimenticatoio.
Non mi ero resa conto prima che fuori ci fosse un freddo cane. Mi maledico per il troppo imbarazzo che provo a rientrare a prendere il giubbotto e dover incontrare il suo sguardo. Così avvolgo le braccia intorno al corpo, cercando di riscaldarmi un po'. Il freddo non riesce a farmi analizzare con calma la situazione, o molto probabilmente è solamente la confusione che ho in testa a non farmi capire niente.
Vado su e giù per il pezzo di strada difronte al negozio, non curante di quello che la gente curiosa pensi di me. Mi torturo le mani, cercando di trovare il "filo di Arianna" che riesca a farmi uscire dal labirinto del mio cuore. Come un flash, davanti ai miei occhi ritrovo i suoi. Sobbalzo ma appena ritorno in me, mi rendo conto che era la mia immaginazione. Mi porto la mano al petto, come se fosse un gesto involontario. Il battito del mio cuore è così veloce e netto che sembra quasi volesse uscire fuori. Decido di sedermi su un gradino della piazzetta che si trova vicino al negozio e mandare un messaggio a Fuka: "Per favore, vieni alla piazzetta per parlare e, ti prego, portami il giubotto che sto congelando!!!" Così lascio tutte le mie speranze di salvezza dal freddo in quel messaggio, ed aspetto.
Il tempo mi sembra infinito, ma appena sento dei passi mi rassereno. Sento qualcosa che viene appoggiato sulla mia schiena.
"Ce ne hai messo di tempo! Stavo per diventare un ghiacciolo, qua fuori! Bella considerazione che hai della mia sopravvivenza!" dico ridendo, ma appena mi giro, incontro ambra pura. Sbatto le palpebre varie volte, sperando sia dinuovo qualche scherzo della mia immaginazione, ma questa volta è realtà. Divento rossa all'istante. I nostri visi sono a pochi centimetri e la mia inesperienza con i ragazzi adesso si fa sentire. Mi rendo conto che non so come muovermi. Un "Che ci fai qui?" mi esce dalla bocca in modo naturale ma non riesco nemmeno a finire la frase che ritrovo il suo indice sul mio labbro inferiore. Un lieve "Shh" esce dalle sue labbra carnose.


Ciao a tutti! Spero che la mia fanfiction vi stia piacendo. Cercherò di aggiornarla sempre il prima possibile, perchè come lettrice in primis odio le attese. Quindi vi ringrazio immensamente, soprattutto Elpis per la recensione positiva!

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Menta e Sigarette ***


Fan3 Mi perdo nell'immensità dei suoi occhi. Non mostrano nessuna emozione. Lui è qui, di fronte a me. La sua mano scivola dal mio viso alle mie mani. Non so cosa vuole fare, ma il mio cuore è impazzito. La confusione mi invade e tutto questo mi sembra un sogno. In questo momento non mi importa se sia fidanzato o meno, so solo che è qui con me. In un certo modo questa cosa mi basta. Quando mi stringe la mano, intreccio le mie dita con le sue. Lui mi sorride, si avvicina e...mi bacia. Ha un sapore così buono. Un mix fra menta e sigarette che mi piace. Credo di non volerne più fare a meno. La mia mente si svuota da ogni paura, ogni tormento. Mi lascio trasportare e lo stringo a me sempre più forte. Non lo voglio lasciare andare. Ma in quel momento lui si allontana, si alza, mi sorride e se ne va, lasciandomi cosi. Senza parole. Lo guardo andarsene via e mi porto un dito al labbro. Il sapore del suo bacio è ancora li, tra le mie papille gustative. Mi alzo e vado verso il negozio. Devo risolvere questa situazione. Ho bisogno di capirci qualcosa. Cazzo Sana, ti fai baciare cosi? Dice l'eco della mia coscienza. Appena apro la porta, il negozio è vuoto. "C'è nessuno?" dico entrando e chiudendomi la porta alle spalle. Dal retro arriva Fuka e appena la vedo mi metto quasi ad urlare: "Perchè hai mandato lui?" "Mandato lui a fare cosa? E poi chi?" mi chiede interdetta. La guardo, crollo sulla sedia alle mie spalle e mi prendo la testa fra le mani. "Non ci capisco più niente." sussurro lievemente, anche se Fuka mi sente comunque. "Cos'è successo?" Le racconto tutto quello che è successo e lei è entusiasta. "Perchè l'hai presa cosi male?" "Fuka ma sei impazzita, per caso? Mi ha baciato e se n'è andato! Non mi ha detto una cazzo di parola. E' venuto, gli ho fatto fare quello che doveva fare, mi ha sorriso e basta. Ma che cazzo mi è venuto in mente?!" Sono in preda al panico. Sempre più punti interrogativi e nessuna chiarezza. "Ma non lo capisci?" mi dice Fuka cercando di calmarmi. "Cosa dovrei capire?" Così mi racconta di quando sono uscita fuori dal negozio. Lui le ha fatto domande su di me, se fossi single, se mi piacesse qualcuno ecc. Anche se sono un po' contenta questa cosa non mi conforta. "Il fatto che è fidanzato con quell'oca è un problema." "Vedi Fuka? Ti stai rispondendo da sola! Prima ti fai baciare dalla tua bionda e poi, dopo meno di mezz'ora, baci me? Ma come si vede? Dovevo dare ragione a quella che il mio sesto senso mi diceva. E' solo un arrogante montato! Ed io che ci sono pure stata!" "Ma riflettici: perchè ti avrebbe baciata? Lui non bacia cosi tanto per." "Non mi importa perchè l'abbia fatto. So solo che è fidanzato e questo mi basta per dire che non lo voglio rivedere mai più" "Ma quello che provi?" "Quello che provo passerà. Farò di tutto per riprendermi. Ma lo dico e lo ripeto: non voglio vederlo mai più." "Non penso che lo vedrai più. Da quando si è fidanzato, non viene più qui." E dicendo cosi, Fuka prende le sue cose e mi dice: "Dai preparati che andiamo a casa." Mi parla un po' delusa. Forse ci è rimasta male per come mi sono rivolta a lei. Durante la strada verso casa di Fuka, c'è il silenzio assoluto. Mi sento in colpa e le dico: "Scusami Fuka. Mi sono fatta prendere troppo con il nervosismo e me la sono presa con te quando non centri niente." Lei si gira e senza dire una parola, mi abbraccia. Mi stringe così forte che mi sembra di non riuscire a respirare ma appena mi dice: "Ce la faremo...Insieme!" il mio cuore si rasserena. Questo momento vorrei che durasse per sempre. Io e lei. Sempre insieme, contro tutti. Sorrido al pensiero. Il suono del telefono di Fuka interrompe il nostro momento. Prende il telefono e, appena guarda il display, sbianca. Mi guarda e risponde al telefono. "Pronto? Dimmi tutto." Continua a guardarmi, senza dirmi una parola.

Ciao a tutti! Spero sempre che questa storia vi stia piacendo! Un ringraziamento a Elpis e Sara_89 per le recensioni positive! Volevo dirvi che Sana, come mi ha fatto notare Elpis, è diversa da quello che è nel manga o nell'anime, ma questo accade perchè metto sempre un po' di mio in quello che scrivo, quindi spero che vi piacca anche questa Sana un po' diversa. Un bacio...Marilù P.S.: Scusate l'attesa x il nuovo capitolo!

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** A modo mio ***


Fann 4 Il suo sguardo non si stacca dal mio. Risponde al suo interlocutore con dei sussurrati si e con dei movimenti di testa, come se la potesse vedere. Ancora non mi ha detto chi è, ma la sua faccia mi preoccupa. Siamo in mezzo la strada, non curanti del fatto che potrebbero investirci, con i nostri zaini buttati a terra. L'aria gelida del periodo natalizio si intrufola nella mie collant, infastidendomi. La mano di Fuka prende improvvisamente la mia. Mi guarda e, senza dire una parola, mi passa il suo telefono. Appena avvicino l'apparecchio al mio orecchio, la persona dell'altro capo mi dice: "Ho bisogno di vederti.".  Lo riconosco subito. E' lui, è Akito, e chiede di incontrarci.. "Perchè?" gli chiedo.
"Perchè si. Ne ho bisogno!" mi risponde quasi stizzito.
"Hai bisogno di dare un'altro bacio ad una ragazza che non è la tua fidanzata e poi andartene soddisfatto senza dirmi una parola? Credo che devi andarti a cercare qualcun'altra." Detto questo, gli chiudo il telefono in faccia.
Sono in preda alla rabbia. Non riesco a sopportare l'idea di un'altro bacio dato da parte sua. Un bacio solo per soddisfare un desiderio e non un sentimento. Ma il mio cuore dice diversamente. Vorrebbe dinuovo sentire il sapore delle sue labbra. Scuoto la testa il più forte possibile, per far uscire quel pensiero che dal mio cuore passa alla mia testa e mi invade.
Il telefono squilla dinuovo. Guardo il display. E' dinuovo lui. Arrogante fino alla fine eh? Se il telefono non fosse quello di Fuka, lo butterei a terra e lo pesterei con i miei piedi fino a ridurlo in piccoli pezzi. Respiro lentamente e glielo passo. Lei risponde e gli dice: "Non vuole parlarti." e appena lui le risponde, chiude la telefonata.
"Che ti ha detto?" le chiedo.
"Mi ha detto che farà a modo suo." Mi perdo nella determinazione che c'è nello sguardo di Fuka. "Ed io lo aiuterò."
La guardo sbalordita. Se fossi una protagonista di qualche cartone animato, in questo momento avrei la mascella a terra. "Cosaa? Ma sei impazzita per caso?!"
"Se non vuoi lottare per la tua felicità, Sana, lo farò io per te."
"Ma che stai dicendo? Felice con lui?"
"Si Sana, felice con lui. Io credo che tu sarai felice con lui!" lo dice in un modo così convicente che quasi inizio dinuovo a sperarci anch'io. Lei mi guarda e sorride. "Che ti costa sperarci? L'ho letto nei tuoi occhi. Vorresti sperarci anche tu, ma lo neghi a te stessa."
Mi riesce sempre a capire cosi nel profondo. La guardo e le sorrido: "Ok ci spero. Ma questo non vuol dire che lo vedrò."
Mi sorride, mi prende per mano e andiamo a casa.
Dopo aver pranzato, andiamo in camera sua. Mi trascina nel suo armandio e mi dice: "Oggi ci dobbiamo fare moooooltoooo belle!"
"Perchè?"
"Per noi stesse no?" mi fa l'occhiolino "Dobbiamo per prima cosa pensare a noi nella nostra vita e poi agli altri."
"Mmmmmm...ok! Anche se c'è qualcosa che mi puzza..."
"Daii! Carpe diem! Vivi l'attimo! Ora goditi questo momento con me!"
Ridiamo. Ridiamo come facciamo sempre da anni. Ridiamo di cuore.
Dopo varie prove, indosso un vestito blu con dei leggins e degli stivali. I capelli scendono ad onde sulle mie spalle. Mi guardo allo specchio e non mi riconosco. Era da tanto che non indossavo un vestito del genere, che non mi facevo bella per il gusto di farlo. Sorrido a me stessa. Questo è tutto per te. Devi godertelo.
"Ehi questo come mi sta?" mi chiede Fuka. Mi giro e la guardo.
Indossa una minigonna di jeans con delle collant color carne, delle ballerine e un golfo.
"Ma dove devi andare, bellissima? Devi fare ingelosire Takaishi?" le dico e lei di tutta risposta mi fa la linguaccia.
Mentre ci trucchiamo, suonano al campanello. Fuka va ad aprire e dopo sento la sua voce avvicinarsi sempre di più alla stanza.
Mettendomi la matita agli occhi, le chiedo: "Ehi tesoro, chi è? Takaishi?"
"No no, un'altra nostra conoscenza."
Mi giro ed con sorpresa mi trovo lui difronte. E' affianco a Fuka e mi guarda. Sembra un po' arrossito, ma credo sia una mia fantasia perchè appena i nostri occhi si incrociano, fa un passo avanti e mi dice: "Te l'ho detto che avrei fatto a modo mio." e mi sorride.

Rieccomi con un nuovo capitolo. Dinuovo grazie a tutti! Spero di ricevere altre recensione e/o consigli. Un bacio e Buon Natale!!! Marilù

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Colpo di fulmine ***


Fan5 Guardo Fuka in cerca di aiuto, ma invece si avvicina alla porta della stanza e dice: "Vi lascio un po' da soli." e se ne va.
Fuka ma dove vai?! Rimani qua, cavolo! La vorrei uccidere, anzi la ucciderò!
Lui si prende una sedia e si avvicina a me. I suoi occhi sono ad un centimetro dai miei. Arrossisco ma mi allontano, spingendo la sedia. Mi alzo bruscamente e mi siedo sul letto. "Non so cosa sei venuto a fare qui e non mi interessa nemmeno saperlo." gli dico, forse alzando un po' la voce. Lui si alza e si avvicina. "Non ti avvicinare."
"Beh la prendo come una sfida allora." e, dicendomi questo, in una frazione di secondo è vicino a me, troppo vicino per i miei gusti. Mi tiene per un polso, come se non volesse farmi scappare. "Sono venuto perchè..."
"Non lo voglio sapere e lasciami se no..."
Non riesco nemmeno a finire la frase. Mi ritrovo stesa sul letto con lui sopra. Le sue labbra sulle mie, dinuovo. Involontariamente, mi perdo nel suo odore e nel profumo di limone di cui sono impregnate le lenzuola, ma, appena i miei occhi cadono sulla fedina che porta all'anulare destro, ritorno in me e cerco di liberarmi dalla sua morsa. Cerco di muovermi, di alzarmi, ma lui mi tiene bloccata. Riesco a liberare una mano e fa tutto da sola. Gli tiro uno schiaffo così forte che mi fa male la mano. Riesco a liberarmi e noto che sulla sua guancia ha l'impronta delle mie cinque dita. Lo guardo e i miei occhi diventano lucidi. Si alza e si avvicina a me. Io indretteggio. "Ti prego, lasciami in pace." sussurro lievemente. Le lacrime in quel momento scendono da sole. Mi porto immediatamente le mani in faccia. Non riesco più a muovermi. I miei piedi sembrano incollati al suolo. Sento i suoi passi avvicinarsi sempre di più. Le sue mani toccano le mie e le sposta. Appena vede che sto piangendo, cerca di asciugarmi le lacrime con le sue dita. Nei suoi occhi vedo una dolcezza che non mi sembra che gli appartenga. "Andrà tutto bene." mi sussurra lievemente mentre le sue braccia mi circondano. "Scusami." dico fra un singhiozzo e un'altro. "Ma non puoi farmi questo."
"Farti cosa?" mi chiede lui, allontanandomi e puntando i suoi occhi sui i miei.
"Non puoi baciarmi ed andartene senza dirmi una parola, non puoi perseguitarmi in questo modo. Sei tu quello che è nel torto, non io. Tu sei quello fidanzato, non io. Fidanzato tra l'altro con una persona che è il completo opposto di me. E più mi ripeto che non sei il ragazzo per me, più ti trovo li, fra i miei pensieri. Non ce la faccio a continuare così. Non voglio perdermi in una cotta impossibile. Non voglio essere l'amante perchè non vorrei mai che il mio ragazzo baci un'altra mentre è con me." dico tutto in un fiato, ed appena lo dico me ne pento.
"Allora ti piaccio?" Ecco, la domanda che mi aspettavo. Avrei voglia di scappare, di chiudere la porta di quella stanza e non dover affrontare tutto questo.
"Si. Giudicami un idiota, ma ho avuto un colpo di fulmine. Un bastardo colpo di fulmine. Ed ora non so come uscirci. Non voglio pensarti, non voglio immaginare un futuro da coppia con te, perchè poi devo fare i conti con la realtà dei fatti. Mentre io ti penso, tu stai con la bionda. Mentre tu sei felice, io sono qui a sfogarmi con Fuka." Non lo guardo negli occhi. La sua mano si poggia sul suo mento e i nostri occhi si incontrano. Divento rossa all'istante. Perchè cavolo ho detto tutto questo?! Ma rimango senza parole appena noto il suo volto. Sorride. Piango, piango per felicità o perchè gli ho detto tutto in faccia. Non lo so nemmeno io.
"Ehi non piangere! Va tutto bene!" mi ripete lui.
Lo abbraccio. Lo stringo sempre più forte a me. Poi mi metto in punta di piedi e lo bacio. Rincontrare il suo sapore mi fa sempre l'effetto della prima volta. Lui ricambia e mi abbraccia.
"Questo sarà il nostro bacio d'addio ok?" gli dico io.
"Perchè?" mi chiede lui, non credendo alle mie parole.
Non dico niente, indico solamente la sua mano. Lui la alza e appena capisce, mi guarda. "Te l'ho detto. Con i ragazzi fidanzati non voglio avere niente a che fare, anche se il mio cuore dice il contrario."
Lui mi prende la mano e cerca di tirarmi verso di lui. "No Akito. Lasciami." Mi guarda e porta la mia mano al suo petto. Il suo battito è accellerato, proprio come il mio. Lo guardo e mi sorride. Lascia la mia mano e si dirige verso la porta. "Ciao Sana." mi dice sorridente, chiudendo la porta alle spalle. Allora è proprio un addio? Mi siedo per terra. Entra Fuka e corre verso di me. "Che è successo, Sana?"
"Gli ho detto tutto. Gli ho detto che mi piace, ma che con i ragazzi fidanzati non voglio avere niente a che fare." Mi alzo e mi avvicino allo specchio. Mi asciugo le lacrime e cerco di nascondere il rossore della mia faccia mettendomi il fondotinta. Avrò fatto la cosa giusta? Chiedo alla me riflessa nello specchio. Non so darmi una risposta. Fuka si avvicina e mi chiede: "E lui che ha detto?"
Le racconto tutta la vicenda e lei risponde: "Vedremo come andrà."
La guarda con uno sguardo interrogativo.
"Dai Sana! Pensaci bene no? Se lui ti ha baciato c'è un perchè no?"
Non le rispondo. Mi rigiro verso lo specchio e continuo a truccarmi, preda dei miei tormenti. Perchè l'amore è così complicato? Non potrebbe essere solamente che due si incontrano, si piacciono e si mettono insieme? No, devi lottare con le unghie e con i denti. Devi sconfiggere le tue nemiche. Tutto per ottenere la "felicità" o almeno la "felicità" nel campo amoroso.
Scuoto la testa e Fuka mi chiama. Andiamo dinuovo al negozio di sua madre, questa volta però senza il peso dello zaino. Domani sarà la vigilia di Natale.
Mi fermo e guardo il cielo. Chissà se il nostro è stato un addio oppure un arrivederci.
Un nuovo capitolo per voi! Un bacio e auguri di un felice 2012! Marilù

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Punto fisso ***


Fan 6 Appena arriviamo al negozio, la speranza di ritrovarmi lui seduto li come stamattina, non mi lascia. Aprendo la porta però, lui non c'è. La sua sedia è vuota. Cerco di non dare a vedere la mia delusione. Alla fine gli ho detto io addio, giusto?
In faccia indosso il sorriso più finto che avessi mai fatto. Mi siedo e, inconsapevolmente, inizio a mangiarmi le mani*. Questo tic nervoso lo avevo da piccola, ma poi in età adolescenziale mi era passato. Forse è ricomparsa quell'insicurezza che grazie a Fuka avevo superato. Entro poche volte nei discorsi di Fuka e la madre. I miei occhi sono sempre fissi su quella porta a vetri, sperando di poter vedere la sua figura avvicinarsi, la sua mano poggiarsi sulla maniglia e il suo sguardo rivolto verso di me.
Scuoto la testa e corro in bagno. Devo calmarmi. Su mobiletto affianco al lavandino c'è una sciarpa nera. Non so di chi sia. La prendo in mano e la mostro a Fuka: "Sai di chi è questa sciarpa?"
"No Sana. Però mi sembra familiare." la prende in mano e chiede alla madre: "Mamma sai di chi è questa sciarpa? L'ha trovata Sana in bagno."
Lo sguardo della madre di Fuka osserva per un po' la sciarpa e poi esclama: "E' di Akito. L'avrà lasciata oggi mentre si è andato a lavare le mani."
Gli occhi miei e di Fuka si muovono allo stesso modo e nello stesso istante. Io divento rossa all'istante. Perchè devo sempre pensarlo?
Fuka mi prende per mano e mi trascina in bagno, nell'altra ha la sua sciarpa. "Vedi?"
"Vedo cosa Fuka?" le chiedo
"Tutto ti porta a lui e ti ho vista prima, lo pensi anche tu. Secondo te non mi sono accorta di come guardavi quella porta aspettando che entrasse lui ed ogni volta che entrava qualcun'altro ci rimanevi male e facevi finta di sorridere? Secondo te non ti conosco? Sei divisa in due e si vede dal fatto che hai ricominciato a torturarti le mani."
La guardo senza sapere come replicare. Prendo la sciarpa che ha fra le mani. L'odore si infila nelle mie narici e rabbrividisco. Come ho fatto a non sentirlo prima? La paura di averlo perso per sempre mi spaventa. Guardo Fuka e dico: "Forse ho sbagliato tutto. Forse non avrei mai dovuto lasciarlo andare, ma avrei dovuto tenerlo stretto a me."
Lei non dice niente. Come ha fatto prima, mi prende e mi trascina fuori, mi prende il giubotto e fa uscire. Mi guida per strade e vicoletti. "Dove stiamo andando?"
"Ti fidi di me?" mi chiede
"Si, per tutta la vita." le dico sorridendo. Ho la sua sciarpa ancora fra le mani. Credo di non riuscire più a lasciarla, come se fosse un pezzo di lui. Arriviamo davanti ad un negozio di abiti maschili. Come il negozio della mia migliore amica, la porta è a vetri. Do un'occhiata dentro. Vedo un ragazzo che mi sembra familiare, ma è girato di spalle. Fuka mi invita ad entrare. La porta aperta emette un piccolo suono, come se volesse richiamare l'attenzione dei commessi. Il ragazzo si gira e...due occhi color ambra incontrano i miei. Mi blocco. Rimango all'ingresso del negozio, con la sciarpa in una mano e l'altra sulla maniglia della porta. Appena lui fa qualche passo, tentenno. Indrietteggio e sussurro: "Scusami...". Lascio la mano dalla maniglia e la sua sciarpa mi cade dalle mani. Mi giro e scappo. Non so di preciso dove andare ma non mi fermo. Ad un tratto mi sento bloccare dal polso. Mi giro ed è lui. Lo guardo e non so che fare.
"Perchè sei venuta, se poi dovevi scappare via senza dirmi una parola? Ora sei tu che mi rendi tutto più difficile." mi dice, cercando di prendere fiato. "Se sarò licenziato, mi avrai sulla coscienza." Cerca di dire scherzando. Sposta la sua mano ma non mi lascia. La intreccia con la mia. Sento qualcosa di strano. Alzo le nostre mani e lo vedo. Il suo anulare è vuoto. E' rimasto solo un piccolo segno. Lo guardo con uno sguardo interrogativo e gli chiedo: "La fedina?"
"Oggi mi hai aperto gli occhi, non potevo continuare così. Tornando a casa, ho cercato di non pensarti ma eri sempre li. Il mio punto fisso. Non riuscivo a dimenticare le tue parole. Non riuscivo a dimenticare te. Ho provato cercando di rivedere la mia ragazza o, come la chiami tu, la mia bionda. Appena è arrivata, mi ha dato un bacio. Era strano, ma volevo che quelle labbra fossero le tue. Così...l'ho lasciata. Sperando di poterti rivedere domani e parlarti." Mentre parla, arrossisce. Mi fa così tenerezza. Senza pensarci, mi avvicino e lo bacio. Non so se sia stato il destino a farci incontrare ma ho imparato che pensare significa essenzialmente commettere errori. Quindi bisogna seguire l'istinto e, soprattutto, il cuore. Perchè, molte volte, il cuore vince sulla testa.
*Mangiare le mani: Quando inizia a mangiarti le pellicine che si formano vicino le unghie. (Non riesco a trovare un modo per renderla meglio)

Ciao a tutti! Un nuovo capitolo tutto per voi! Grazie a Tokykia per la recensione...spero di averne altre ;) un bacio Marilù

 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Cosa siamo noi? ***


fan7 Rimaniamo così, abbracciati l'uno all'altra, senza dirci una parola. Sento il suo respiro sulla mia pelle. Mi vengono i brividi. Cosa siamo adesso noi? Non oso rispondere. Mi stacco da quell'abbraccio e lo guardo negli occhi. Sono decisa a chiederglielo. Lui mi guarda con uno sguardo interrogativo ma appena apro bocca e un lieve "Co..." mi esce dalle mie labbra, il suono del telefono rompe quell'atmosfera singolare che si era creata. "Pronto?" dice lui rispondendo. La telefonata è molto breve e, nel frattempo, guarda le nostre mani intrecciate. Un lieve sorriso si delinea sulla sua bocca. Appena chiude il telefono, mi guarda. Mi perdo nella profondità di quel mare color miele. "Ehi..." mi sussurra lui, poggiando la sua fronte sulla mia.
"Ehi..." gli dico io sorridendo.
"...devo andare a lavoro."
"Ok, ti accompagno. Devo riprendere Fuka!" dico ridendo. Ci incamminiamo così, mano per la mano. Assoporo quel momento in pieno, cercando di godermi ogni attimo, ogni gesto che lui fa mentre sta con me. Arriviamo così in fretta nel negozio dove lavora che mi dispiace lasciarlo subito. Appena lui lascia la mia mano, lo afferro per il polso e lo guardo. La paura di lasciarlo entrare da quella porta e di capire che è stato tutto un sogno mi invade. I nostri occhi sono incollati. Lui mi sorride. Si avvicina e mi bacia sulla fronte. "Ora entro, se no il capo mi uccide. Ci sentiamo dopo ok?"
"Ma...come faremo a sentirci?" Gli dico. Ma che domanda stupida!
Si gira ed indica Fuka che chiacchera con l'altro commesso. "C'è sempre il nostro cupido no?"
Sorrido a quell'affermazione. Si avvicina e mi da un bacio a stampo. Lo guardo entrare e parlare con Fuka. Lei si gira e mi guarda. Sorride. Appena esce, si gira all'interno nel negozio. Saluta il ragazzo affianco ad Akito. La guardo e le chiedo: "Ma che stai facendo?"
"Facendo cosa?"
Indico la porta del negozio. "Il bel tipo alto, moro, occhi azzurri ti dice niente?"
Lei mi guarda e diventa tutta rossa. Non mi risponde e accellera il passo.
"Ehi calmati." le dico io, cercando di confortarla.
"Come farò con Takaishi, Sana?" Mi guarda cercando certezze in me.
L'abbraccio e le sussurro: "Dai tesoro, troveremo una soluzione. Tu hai aiutato me, io aiuterò te. Ora cerca di non pensarci ok? Prendiamoci una pausa da queste faccende di cuore e vieni con me. Fidati." La prendo per mano e la porto nel nostro bar preferito. Ci ritrovavamo qui ogni volta che volevamo pensare ad altro. Ci sediamo ad un tavolino ed ordiniamo due cioccolate calde. La osservo e la vedo sorridere."Menomale che sorridi adesso, se no mi sarei dovuta preoccupare." le dico scherzando.
"Stavo pensando a tutte le cose che sono successe in questo bar che all'epoca ci sembravamo così enormi mentre adesso sembra un granello di sabbia. Lascerò Takaishi, Sana. Non sono più felice con lui e il fatto che mi interesso ad altri ragazzi, è la prova che non lo amo più. Beh ma basta parlare di me. Raccontami tutto!" Sorride scandendo alla perfezione quest'ultima parola.
Le racconto ogni singola cosa e mi tremano le mani.
Appena finisco il racconto, il telefono di Fuka vibra.
"Un attimo che leggo questo messaggio e sono subito da te." dice lei prendendo il cellulare dalla borsa. Legge e sorride. Mi passa il telefono. "E' per te!" dice ridendo.
Guardo il display e leggo il messaggio.
  P.S.= Fuka, il mio amico ti trova molto carina, mi raccomando.>
Sorrido leggendo quel messaggio. "Forse è ora che vi scambiate i numeri, eh fidanzatini?"
"Fidanzatini?"
"Non dirmi che...non avete ufficializzato la cosa?" esclama lei.
La guardo senza saper che replicare. Lei scuote la testa, sorridendo. "Ma vi devo dire tutto io?"
Scoppio a ridere. "Dai andiamo a casa, abbiamo un'appuntamento stasera."
"Abbiamo?"
"Si si Fuka, abbiamo."
"Non dirmi che..."
"Un certo ragazzo con gli occhi azzurri chiede di te, stasera."
Mi guarda e apre la bocca sbalordita. "E con Takaishi?"
"Lo lascerai giusto? Per una sera puoi far finta che non ci sia, prima di parlarci di persona. Goditi il momento."
Usciamo dal bar e ci ritroviamo nella via principale della città.
"Beh oggi non so se lo sentirò, aveva gli allenamenti di calcio." dice Fuka controllando il cellulare.
Incontriamo una nostra vecchia amica e ci fermiamo a chiaccherare finchè, dall'altro lato della strada, vedo Takaishi passare. "Fuka, avevi detto che Takaishi aveva allenamento?"
"Si si."
"E' quello chi è?"
Appena Fuka lo vede, gli corre dietro. La vedo molto decisa ma appena lo ferma, sbianca. Infatti, affianco al suo ormai ex ragazzo, c'è una ragazza che lei non aveva mai conosciuto. I due si tengono per mano. "Questi erano i tuoi allenamenti di calcio? Bello sport devo dire. Menomale che aveva già intenzione di lasciarti, quindi addio. Puoi andare a quel paese per i miei gusti." Così dicendogli questo, senza dargli la possibilità di replicare, gira le spalle e se ne va.
Quando me la ritrovo difronte, scoppia in una risata nervosa. L'abbraccio ma non piange, continua a ridere. "So che dovrei piangere..." dice fra una risata e l'altra "...che dovrei sentirmi tradita, ma non l'amavo più e questa è la prova."
Le sorrido. "Va bene tesoro, allora andiamoci a fare belle. Oggi ci aspetta una bella serata, me lo sento."
"Ragazzi aspettateci." dice lei ridendo, ma i suoi occhi sono lucidi e questo non può nasconderlo. Ha cercato di fare tutto per cercare di non tradirlo, di non ferirlo, quando alla fine è stata lei ad essere tradita. Una lacrima solitaria le riga il viso, ma lei l'asciuga così come se niente fosse ed io la lascio fare. Cercare di consolarla in questo momento, scaverà ancora di più dentro la ferita. La prendo per mano e la trascino a casa, cercando di farla sorridere. Stasera dovrà essere una serata memorabile, ce la meritiamo.
Ragazze una piccola correzione! Ho notato oggi un'incidente di percorso, metà testo del sms che Akito manda a Fuka si è cancellato (credo che il mio pc sta dando i numeri). Comunque ecco la parte non uscita : Per Sana. Appuntamento alle 21 e 30 al parco. Un bacio, Akito. Un bacione Marilù

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Un rifugio sicuro ***


Fan8 Guardo l'orologio affisso alla parete in modo costante. 20: 30, 20: 45, 20: 55. I minuti non sembrano passare mai. I miei piedi si muovono incessantemente, andando avanti e dietro per la stanza. L'unico rumore è quello delle mie scarpe. Fuka mi guarda, tornando dal bagno. "Ti calmi per favore?"
"Come faccio a calmarmi?" dico io, girandomi e trovandomi davanti uno specchio. "Ma che..."
"Guardati un attimo senza pensare a niente." mi dice. Io la guardo. "Fallo e basta."
Mi guardo piano come non avevo fatto prima. Noto ogni singolo cambiamento di blu dei miei jeans aderenti, aggiusto lo scollo della mia maglietta nera e aggiusto il delcoltè. Appena mi guardo in volto e il lieve rossore delle mie guance si è accentuato.
"Sei bellissima, stasera più delle altre volte, quindi calmati!" mi dice Fuka facendo spuntare la testa da dietro lo specchio. "Non penso sia così cretino da farti scappare!" Lascia lo specchio e si siede per truccarsi. Rispetto al suo standard, è silenziosa. La scruto e so il perchè. Takaishi. E' rimasta ferita, e non lo vuole dare a vedere. Pensa a dove ha potuto sbagliare, oppure a cosa in quell'arco di un anno e mezzo non aveva capito. Quando questi finti allenamenti di calcio fossero durati, per quanto tempo ci aveva creduto? L'abbraccio da dietro e le sussurro: "Andrà tutto bene, tesoro. Non pensare a lui, non merita nemmeno un secondo della tua vita."
Lei si gira e mi guarda: "Penso che due occhioni azzutti siano una bella distrazione!" dice sorridente. Decido così di accendere la radio, aspettando che passa. Le note di All I Want for Christmas invadono la stanza. Le parole le conosciamo a memoria e risentendole sembrano calzarci a pennello: I just want you for my own / More than you could ever know / Make my wish come true / All I want for Christmas is you. Canticchiando queste parole, io e Fuka ci sorridiamo a vicenda. Prendiamo il giubbotto e ci incamminiamo.
Arriviamo al parco con una decina di minuti di anticipo. Fuka manda un messaggio ad Akito e così si mettono d'accordo per il punto d'incontro. Andiamo a sederci in una panchina, sotto un albero di quercia. Alzo lo sguardo e mi perdo nella grandezza maestosa della natura. Sembra che ogni piccola increspatura del legno, segni ogni momento della vita di quell'albero. Ed io mi sento un po' così, con il mio cuore segnato da varie cicatrici che raccontano la mia storia. Adesso però è diverso. Sento che le cose andranno bene, che la fortuna venga dalla mia parte per una volta. Appena sento il mio nome chiamarmi da lontano, mi alzo. Lo noto da lontano, accompagnato dall'amico "Mister Occhioni azzurri" come lo chiamo io.
"Ciao" sussurro io, appena mi viene incontro.
Lui mi cinge i fianchi e mi tira a se. "Ciao" Le sue labbra si poggiano delicatamente sulle mie. Ci guardiamo negli occhi e, fronte contro fronte, sorridiamo. Sembra tutto così magico e perfetto che mi dimentico di Fuka e dell'altro ragazzo. Appena un colpo di tosse si intrufola tra di noi, mi giro e li guardo. Sono uno lontano dall'altro senza saper che fare. Si sente imbarazzo nell'aria. Akito si riprende subito e dice: "Allora questo è Shinici, un mio caro amico."
"Piacere" dice Fuka porgendogli la mano, come se il pomeriggio non fosse mai avvenuto.
"Piacere mio..." dice lui sorridendo "...penso che ci serviva una presentazione"
Fuka arrossisce e fa un sorriso imbarazzato.
"E lei è...?" dice lui incuriosito ad Akito.
I suoi occhi sono puntati su di me.
"Lei è...la ragazza di cui ti parlavo." dice Akito guardandomi.
"Ah...la tua nuova fidanzata." risponde lui secco.
Io divento tutta rossa e miei occhi guardano lui. Sono curiosa di vedere quello che dirà e come lo dirà. Lui si gira, mi guarda e mi sorride. "Si, è la mia nuova ragazza."
Appena sento quelle parole uscire dalla sua bocca, mi cedono le ginocchie. Cado suduta sulla panchina, e lo guardo. Lui si avvicina, si siede vicino a me, mi sposta i capelli e mi bacia. Questo bacio mi sembra diverso, me lo gusto davvero. Mi sa di qualcosa di conquistato, qualcosa di dolce. Il suo aroma mi trasporta via da quella panchina, ma sempre fra le sue braccia. Quelle braccia che saranno il mio rifugio sicuro, che sembrano siano state sempre li per me.
Dopo che ci scambiamo uno sguardo d'intesa, lui mi prende per mano e mi aiuta ad alzarmi. I tacchi non sono stati una buona idea. "Noi andiamo a farci un giro, voi..." Akito rimane nel mezzo del suo discorso, girandoli e vedendoli nel mezzo di vari flirt. "Beh vedo che siete a buon punto della conoscenza." Sorridiamo l'un l'altra, sperando che vada bene a loro, come è andata con noi. Sperando che questo sentimento magnifico che adesso c'è, invada anche la loro vita.
Con questo pensiero, ci incamminiamo. Mi accompagna sotto al gazeboo e ci sediamo uno affianco all'altro. Il suo braccio è sulla mia spalla da subito, come se avesse paura che io scappassi dinuovo. "Guarda che non scappo eh?" dico io scherzando.
"Sicura?"
"Beh perchè dovrei scappare? Non c'è motivo."
Lui mi fissa negli occhi. Ha uno sguardo dolce, contento.
"Che c'è?" gli chiedo.
"Mi chiedo: come ho fatto a non incontrarti prima?"
Rimango sorpresa da questa sua affermazione, gli sorrido solamente. Mi avvicino, gli sorrido e lo bacio. Lui mi accoglie un po' sorpreso da un gesto così improvviso da parte mia. Le sue mani sono intrecciate alle mie. Dopo questo bacio, le guardo e ci giocherello un po'. Lui mi guarda e mi dice: "A che pensi?"
Non gli rispondo e sorrido.
"Daii dimmi!" dice lui incuriosito.
"Mi vergogno!"
"Ti prego..." Mi guarda con degli occhi a cui non posso dir di no.
"Stavo pensando a cosa ho fatto per meritarmi te..."
"Me?"
"Si tu. Mi chiedo come mai sia successo tutto così in fretta ed io sia riuscita a conquistarti. I ragazzi di cui mi sono innamorata prima, non mi hanno mai fatta sentire così bene, così completa."
Non risponde e mi guarda. La sua mano mi accarezza la guancia ed io assecondo il suo movimento, sperando che non finisse mai. I suoi occhi sono legati ai miei, mentre le nostre labbra si avvicinano sempre di più. Prima che si incontrino, sulle mie si disegna un sorrido che lui ricambia e, appena entrano in contatto, mi rendo conto di stare bene. Di sentirmi a casa.


Rieccomi con un nuovo capitolo! Ringrazio ancora tutti ed aspetto recensioni ;) un bacio Marilù

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Sogno ***


fan 9 Viviamo ogni attimo. Nel silenzio più assoluto comunichiamo con gli sguardi e i sorrisi. "Vorrei che questo momento non finisse mai." mi sussurra lui.
"E se per caso fosse un sogno, e tra un po' noi ci sveglieremo?"
"Penserei che sia stato il sogno più bello della mia vita, ma io voglio che sia realtà. Voglio viverti giorno per giono." afferma lui, spiazzandomi. "Ma perchè pensi che sia un sogno?"
"E' successo tutto così in fretta, come se questa giornata fosse durata due mesi."
"Questa è la bellezza dei colpi di fulmine. Chissà, forse noi siamo anime gemelle, dovevamo solo incontrarci per capire che eravamo fatti l'uno per l'altra. Forse il destino aveva gia scritto questo giorno per noi."
Sorrido e giocherello con i suoi capelli. Mi piace l'effetto del suo color oro sulla mia pelle bianco latte. Lui mi guarda e mi accarezza. Un momento senza fine, ecco cos'era. Se qualcuno si fosse fermato a guardare sotto quel gazeboo, avrebbe visto due semplici ragazzi, ma che si amano. In un mondo che va a rotoli, qui troverebbe il futuro, la speranza. Credere nei propri sogni è ormai qualcosa che non tutti si permettono, ma io voglio crederci. C'ho sempre creduto.
Il mio telefono squilla improvvisamente e salto per lo spavento. Faccio scivolare le mie gambe, prima poggiate su quelle di Akito, finchè i miei piedi non toccano terra. Mi giro e prendo la borsa. Rispondo al telefono senza vedere il mittente. "Pronto?"
"Pronto Sana? Non pensavo che avresti risposto." Riconosco subito la sua voce.
"Nao che c'è? Non ci sentiamo da più di due settimane, credevo avessi capito..."
"Capito cosa? Ah quello dici....beh no non mollo Sana. Io sono da anni che sono innamorato di te, ti voglio e basta. Perchè non provarci scusa? Tanto ormai la nostra amicizia è andata dopo la mia dichiarazione giusto?"
Roteo gli occhi e mi sale il nervoso. Questo discorso va avanti da un mese. Akito mi guarda e mima con la bocca la frase "Chi è?". Lo guardo come per dirgli "Dopo ti dico",
"Senti Nao, non mi importa se tu non molli, se tu farai di tutto per ottenermi, come dici tu. Ma io non sono un oggetto, io ho una volontà e decido io con chi uscire o meno. Tu eri e sottolineo eri un mio amico ma adesso con te ho chiuso. Quindi lasciami in pace, anche perchè non sono più single. Ti direi che mi dispiace ma non lo penso affatto perchè era da tempo che aspettavo un ragazzo del genere quindi addio." dico tutto d'un fiato chiudendo subito il telefono. "Non ce la faccio più" sussurro io, tenendomi la testa con le mani.
"Beh ho una ragazza corteggiata eh?" dice lui ridendo e abbracciandomi.
"Non c'è niente da ridere." dico io tirandogli uno schiafetto sulla spalla. "Non so come fare"
"Che dici di presentarmi il tipo? Lo tengo sott'occhio io."
Lo guardo e rido. Il telefono squilla dinuovo. "Ossignoremio, fai che non sia dinuovo lui ti prego!" Questa volta guardo il display. Fuka. "Ehi tesoro dimmi tutto!"
"Dove siete? Mia madre ha chiamato per tornare a casa."
"Di già?"
"Come di già, Sana? Sono le 11 e 55!"
"Davvero? Sembra che siano passati 10 minuti." dico guardando Akito con il muso. Lui ride e rido anch'io. "Dove ci vediamo allora?"
"Alla fontana ok?" e poi le sento dire a bassa voce "Ti devo raccontare!"
"Ok ok! A dopo" le dico ridendo.
"Muoviti!" dice lei.
Così, dopo aver chiuso il telefono, mi alzo dalla panchina e prendo la borsa. "Dai andiamo" gli dico tirandolo per una mano. Lui si alza e mi prende la mano. "Ed ecco a voi, la comandante." dice lui prendendomi in giro. Lo guardo e gli rido. "La prossima volta dovrò portarmi dietro un martello, così quando farei queste uscite te lo posso tirarare in testa!" Lui ride a crepapelle. "Tanto non sarà così pensante da non riuscire a fare questo." E così improvvisamente mi prende in braccio. "Ehi lasciamiii" Lui ride e dice: "Vedi? Reggiti però!" Così intreccio le braccia intorno al suo collo e mi lascio trasportare fino alla fontana sulle sue braccia. Quando arriviamo, lo guardo e una pioggierellina fina fina proveniente dallo schizzo della fontana. Sembra fatta apposta, ci guardiamo e mi bacia. Poi sorridiamo l'un l'altra e mi fa scendere.
"Hai capito loro!" riconosco la voce di Fuka e mi giro. Sta affianco a Shinici ed è sorridente. "Beh dai muoviti! Mia madre ci sta aspettando!"
"Ok ok!" Mi avvicino e sfioro le labbra di Akito con le mie. "Ci sentiamo per telefono ok? Anche se devo dirti una cosa." Mi avvicino a suo orecchio e gli sussurro: "Non volevo lasciarti ora. E' stata la serata più bella della mia vita." Così lo guardo, gli sorrido e vado verso Fuka, che saluta Shinici con i due baci, ma con un sorriso che dice tutto.
Appena entro in macchina di Fuka mi arriva un messaggio. > Anche per me è stata una serata bellissima. Tu mi fai sentire così bene. Ti Amo. < Appena leggo il messaggio ho un tonfo al cuore e sorrido. Gli rispondo > Oggi dormirò da Fuka. Mi chiami appena arrivi a casa? Ti Amo anch'io < La sua risposta affermativa è immediata. Apro il portoncino di Fuka velocemente per rinchiudermi in stanza. Spero solo che questo sogno non finisca mai.

Un nuovo capitolo! Scusate l'attesa ma sono stata leggermente bloccata a letto con la febbre e non sono riuscita a postare! Un bacione Marilù!

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Natale ***


fan10 Il telefono squilla e, nel vedere il suo nome nel display, il mio cuore galoppa. "Ehi!" dico io entusiasta, rispondendo.
"Amore miooo!" urla lui al telefono. Rido nel sentirmi chiamare in quel modo. "Mi manchi di già." continua lui. "Ti posso chiedere una cosa? Affacciati alla finestra."
Faccio come mi dice e la scena che vedo mi sembra da film. Lui è li, sotto la "mia" finestra, e la neve lo sfiora. Scendo le scale alla velocità della luce,  e, appena apro la porta, mi fiondo fra le sue braccia.
"Buon Natale piccola." mi dice, baciandomi i capelli. Sorrido di felicità, facendomi cullare dal calore del suo corpo, dal suo profumo. Poi mi allontana, mi fa segno di aspettare e infila le mani nelle tasche dei suoi jeans. Seguo ogni suo movimento con curiosità. Dopo poco la sua mano è chiusa a pugno. Si avvicina e la apre difronte a me. Sul suo palmo c'è una piccola busta. La prendo, titubante. Non so cosa aspettarmi. Apro la busta di tessuto delicatamente con le dita. Sciolgo il sottile filo di raso e sbircio all'interno. Non riesco a vedere niente e così lo giro. Il suo interno cade sulla mia mano e...mi ritrovo un piccolo anello d'argento. Lo guardo interrogativa.  Prende l'anello tra le mani e, tenendolo tra l'indice e il pollice, lo infila nel mio anulare destro. "Ora sei di mia proprietà." dice scherzando. Gli tiro uno schiaffetto sulla nuca ma poi riflettendoci gli dico: "Ma io non sono riuscita a trovarti niente."
Lui mi guarda e afferma: "A me basta solo una promessa."
"Che promessa?"
"Promettimi di dirmi sempre la verità e che quando capirai che non ce la farai più me lo dirai subito. Che mi amerai finchè vorrai. Mi basta solo questo: una promessa d'amore e, anche un po', di fedeltà."
Non capisco perfettamente dove vuole arrivare con tutto questo. Il suo sguardo mi lascia un po' perplessa, ma gli dico: "Prometto di amarti, dal primo all'ultimo giorno, anche se spero sia il più tardi possibile. Non ti nascondo che questa situazione mi sembra ancora strana, irreale, ma sono la ragazza più felice del mondo. Mi basta un tuo sguardo, una tua carezza, un tuo sorriso, per toccare il cielo con un dito. Quindi so che sei il ragazzo per me, e non ti farò scappare.". Lo bacio e scappo nel vialetto di casa di Fuka. "Buonanotte Hayama, Buon Natale." gli dico, facendogli la linguaccia. Lui ride soddisfatto di aver ottenuto quella promessa e mi manda un bacio da lontano. Entro in casa e vado in camera di Fuka. Gli mostro l'anello e gli racconto della promessa. Lei sorride e spegne la luce. Siamo tutte e due nel lettone della stanza degli ospiti, una che tiene la mano dell'altra. "Ti voglio bene, Fuka. Buon Natale." le dico. La sento sorridere e mi risponde: "Anch'io ti voglio bene, tantissimo Sana. Buon Natale."

Angolo dell'autrice:
Eccomi qui! Ho aggiunto questo piccolo spazio per raccontare un po' di quello che mi passa per la testa. Prima di tutto, mi piacerebbe ricevere sempre vostre critiche e/o commenti per sapere un po' quello che pensate di quello che scrivo. Ringrazio infinitamente chi mi sta sostenendo e confortando con le sue recensioni e i suoi consigli, come Elpis e Tokykia.
Per ora vi lascio...al prossimo capitolo! Marilù

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** L'agente ***


fan11 "Ma tu sei tutta scema!" La sua voce è altissima. Allontano dall'orecchio il telefono, alzando gli occhi al cielo. Sono passate tre settimane dal nostro fidanzamento e...diciamo che ci siamo conosciuti per bene, ecco.
"La vuoi smettere?" dico io con la faccia che sta diventando rossa per il nervoso. Che mi fa innervosire quando fa così. Sento dall'altra parte la sua risata. "Ma che ti ridi?"
"Sei così buffa quando te la prendi in questo modo!" Un sorriso spunta sulle mie labbra. A volte lo prenderei a schiaffi, ma a volte...lo riempirei di baci.
"Vado agli allenamenti di karate, a dopo."
"A dopo" dico. Metto il telefono nella borsa. Alzo il passo per arrivare a scuola quando, improvvisamente, un uomo sui 30anni mi blocca.
"Ehi, scusami, potrei rubarti alcuni minuti?" mi dice, avvicinandosi. Lo guardo in modo interrogativo e a prima vista, pensando che fosse uno dei soliti che cerca di venderti qualcosa, gli dico:
"No scusami ma devo correre a scuola. Sono in ritardo" Mento spudoratamente pur di togliermelo dai piedi.
Capendo il mio atteggiando, mi dice: "Penso che hai capito male. Sono un agente."
"Un agente?" dico io, fermandomi.
Lui mi risponde annuendo.
"E perchè mi ha fermata?"
"Volevo chiederti se volessi partecipare ad una sfilata di moda. Sai, lo stilista è uno nuovo nel campo ed ha bisogno di nuove modelle, di volti freschi e nuovi. Quindi mi ha mandato in giro per la città per trovargli qualche ragazza che potesse andare. Tu mi eri sembrata molto adatta."
"Non so che dire davvero. Non penso di..." non mi fa finire di parlare. Mi porge il suo biglietto da visita e dice:
"Tu intanto provaci. Tentar non nuoce no?" Mi fa l'occhiolino e fa per andarsene. Si gira e mi dice: "Chiamami domani pomeriggio se cambi idea."
Annuisco e lo ringrazio.
Appena arrivo a scuola, giro fra le mani quel biglietto. Cosa devo fare?
Prendo Fuka sotto braccio e la porto fuori in corridoio. Le racconto tutto quello che è successo e lei mi dice: "Provaci Sana. Come ti ha detto quest'agente, tentar non nuoce. Prendi quest'occasione al volo. Se vuoi vengo a casa tua e chiamiamo insieme. Farò da appoggio morale!" dice lei, facendomi l'occhiolino. Ma quanto adoro questa ragazza? Non saprei dirlo.
Prendo il telefono. Cerco di chiamare Akito ma nessuna risposta. Maledetto cellulare spento! Entro in classe e mi sento osservata. Mi giro e due occhi azzurri sono puntati su di me. Mi rigiro. Non ce la faccio più a sopportarlo.
Le lezioni passano velocemente. Il mio banco è pieno di scritte che parlano di me e lui. Sorrido pur pensando che lo vorrei uccidere. Una cosa mi colpisce. All'angolo del mio banco c'è una scritta non mia: "Sana, questo è il mio numero di telefono. Spero mi darai una possibilità" Segno il numero di telefono su un pezzo di carta e lo passo a Fuka. "Lo conosci?"
"No non mi sembra, perchè?"
"Era scritto sul mio banco."
Mi guardo con un'espressione indecifrabile. "Chiedi ad Akito."
"Se solo rispondesse al telefono. E' a karate." dico con una smorfia.
"Beh se ti sei messa con un atleta che cosa vuoi da me? Pensavi che quel fisico da Adone lo avesse ricevuto in regalo?" Dice lei facendo la linguaccia. Rido, forse un po' troppo forte, infatti il professore ci richiama. "Kurata, Matsui. Direi che la primavera è ancora lontana per avere in testa l'estate!"
"Ma quale estate professore, qui siamo alle prese con dei problemi di cuore." dice Naozumi, fulminandomi. La classe si mette a ridere, non capendo la frecciatina che lui mi sta mandando. Fuka mi guarda e rotea gli occhi. "Lascialo perdere. E' pazzo." Mi scrive Fuka.
Usciamo da scuola e...Akito è nel cortile, con quella faccia da schiaffi che si ritrova. Lo guardo e faccio la seria. "Buongiorno signor Hayama." gli dico passandogli davanti. Con la coda dell'occhio, vedo che scuote leggermente la testa, sorridendo. Mi da uno schiaffetto sul sedere e, facendomi la linguaccia, mi dice: "Buongiorno signorina Kurata."
La mia faccia diventa di non so quanti colori. "Come ti permettiii!" dico, facendo cadere la borsa a terra e rincorrendolo.
"Tanto non riuscirai a prendermi." dice lui, aumentando sempre di più. Ad un certo non reggo più. Mi siedo a terra e mi sento una bambina. "Ti odio Akito Hayama!" dico o, per dirla tutta, urlo. D'un tratto, la sua faccia è davanti la mia. Mi ruba un bacio. Lo guardo e mi mordo le labbra. Sento il mio viso avvampare. Sto per perdere la pazienza. Mi alzo e cerco di afferrarlo. "Mi piace quando fai la bambina!" gli sento sussurrare. "Non sono una bambina!!" urlò io. Dio mio quanto lo strozzerei!!!


Ragazze, dopo un po' di tempo eccomi qua! Scusate per il periodo d'assenza e spero che questo nuovo capitolo vi piaccia! :) Come al solito fatemi sapere ogni vostro parere! Un bacione, Marilu!!

 

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Io, Te, Noi. ***


fan12 Rido, con i suoi occhi a poca distanza dai miei. Mi piacciono questi momenti sereni, anche se quando mi fa arrabbiare mi piace ancora di più. Non so perchè.
Oggi festeggiamo il primo mese. Sono felice. Non sono andata a scuola e mia madre non sa nulla. Anche se sono maggiorenne, questa trasgressione mi da la carica.
Il mio cellulare vibra. Un messaggio da parte di Fuka illumina il mio display. "Finalmente ti stai godendo la vita! Viviti questo giorno al 100%...ti voglio bene!". Sorrido, leggendo quelle poche righe ma, appena cerco di rispondere, Akito mi toglie dalle mani il telefono e se lo mette in tasca.
"Ma..." cerco di dire io, ma lui mi tappa la bocca con un bacio. Lo guardo e sorrido. "Mi piace questo modo di farmi stare zitta." dico, prendendolo per il colletto della camicia e tirandolo a me.
Ci scambiamo vari baci, seduti sulla panchina del parco, quello stesso parco del nostro primo appuntamento. Andiamo al bar a fare colazione e dopo mi prende per mano e mi chiede di seguirlo. Dopo aver raggiunto una stradina un po' fuori dal centro, lui caccia delle chiavi dalla tasca. Entriamo in casa sua ed è quasi come me la immaginavo.
Pareti blu, arredamento moderno, quadri di New York e poster di karate. Sotto il soppalco c'è un angolo con un cielo stellato. Mi avvicino e trovo appese un sacco di foto. Ce ne sono alcune con suo padre, con sua sorella e, al centro, ci sono le nostre. Alcune sono proprio buffe, perchè ero sul punto di picchiarlo. Sfioro il sottile vetro della cornice e sorrido. Lui arriva dietro di me, mettendo le sue mani sui miei fianchi. Mi bacia il collo e un brivido percorre la mia schiena. Mi giro e lo abbraccio. Lui si stacca e accende lo stereo. Il sottofondo musicale è così rilassante che mi lascio cadere sul divano. Lui arriva e mi scompiglia i capelli. Lo afferro per un braccio, facendolo stendere sul divano, e lo sovrasto. "Odio quando mi arruffi i capelli tanto quanto tu odi il solletico quindi...vendetta!" dico ridendo.
"Ti pregoo...chiedo pietà!" dice lui, con le lacrime agli occhi. Rido e, quando il mio viso è vicino al suo, mi ruba un bacio. Arrossisco e mi alzo dal divano. Vado in cucina e prendo un po' d'acqua. Sono agitata. Faccio mente locale su tutto quello che è successo in questi anni e quante volte avrei voluto essere in questa situazione. Sono divisa in due ed in quel momento mi ricordo quando Fuka mi raccontò la sua prima volta. Era così felice e così...donna. Mi sfiora il pensiero di provarci, di andare oltre ma la voce squillante di Akito che mi chiama mi fa prendere un colpo. Bevo l'acqua tutta d'un fiato e mi affogo. Tossisco, appoggiandomi al marmo della cucina. Lui corre da me e mi da un colpetto sulla schiena. Mi gira e punta i miei occhi sui suoi, cercando di vedere se vada tutto bene. In quel momento capisco quanto bene mi voglia il ragazzo che ho davanti. Lo bacio e capisco cosa sia il mio cuore che il mio corpo voglia.Continuo a baciarlo mentre le sue mani si posano sulla mia schiena. Ci guardiamo e li capisco che non  c'è bisogno di parole. Lui mi ha già capita. Saliamo nella camera da letto e gli sbottono la camicia. Le mie mani tremo ma cerco di mantenere la calma. Le sue mani scivolano sul bordo della mia maglietta e me la sfila. Le sue labbra sfiorano ogni parte del mio corpo fino ad arrivare al ventre. Scivolo sul letto e lui mi sbottona i pantaloni. Il suo tocco è così delicato, dolce. Lo afferro per le spalle e cerco di tirarlo verso di me. Lo bacio ed inverto la posizione. Noto bene il fisico scolpito che è sotto di me e mi fiondo sulle sue labbra. Il nostro è un bacio appassionato, dove lui mi sfiora delicatamente con le sue mani. Poco dopo lui entra dentro di me, provando una sensazione di completezza.
Apro gli occhi e il suo viso è poco distante dal suo. Lo guardo e sorrido. Cerco piano di alzarmi, prendo la sua camicia e mi copro. Mi guardo alla specchio, mi trovo in un qualche modo diversa. Come se un gesto così semplice al tempo stesso così bello, mi abbia fatto diventare finalmente quella donna che desideravo diventare. Scendo giù e inizio a preparare qualcosa da mangiare. Metto sul fuoco l'acqua per la pasta. Apro la borsa e prendo un elastico. Mi faccio una cosa laterale e respiro in modo rilassato. Rivivo ogni minimo istante di quello che è successo e sorrido. Sento un telefono squillare dal piano superiore. Corro, sperando che Akito non si sia svegliato. Prendo i pantaloni e cerco nelle tasche.
"Ehi" rispondo io a bassa voce.
"Sana novità?" sento la voce di Fuka d'altra parte.
"Tesoro ti chiamo dopo ok?"
"Okok a dopo."
Appena chiudo il telefono, delle braccia muscolose mi circondano da dietro. "Ehi" mi sussurra la voce di Akito.
"Ehi" rispondo io sorridendo. "Scusami, non volevo svegliarti."
"Shh..." dice lui, girandomi verso di se. "...sei così bella." Mi sfiora la guancia con una mano. Assecondo il suo gesto e mi sento così bene. Vorrei che durasse per sempre. "Com'è stato?" mi sussurra all'orecchio. Mi giro e guardo quel letto, il nostro nido d'amore.
"Bello. Mi sono sentita così completa."
Lui non dice niente, mi guarda e basta. Io mi metto in punta di piedi e lo stringo a me. "Ti amo..." mi sussurra lui dolcemente "...come non abbia mai amato nessuno." Sorriso sentendo quelle parole.
"Anch'io ti amo. Tu sei quello giusto, Aki. Lo eri e lo sarai sempre, ne sono sicura."
Guardo i suoi occhi che sono lo specchio del suo cuore. Ed anche se indosso una camicia che mi arriva al ginocchio quasi, sento che quella è la camicia che mi accoglierà sempre.
Improvvisamente lui mi prende in braccio. Mi lascia un bacio a fior di labbra ed io gli dico: "Ho voglia di te. Solo e soltanto di te."
"Ci stai prendendo gusto eh?" dice lui, buttandomi sul letto e facendomi il solletico.
La casa si riempe delle nostre risate. Delle risate d'amore.

Rieccomi qui! Spero che con questo capitolo riesca a farmi perdonare per il periodo d'assenza! Aspetto commenti come al solito! Un bacione, Marilu!

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Fratello ***


fan12 Stesa sul letto, mi rigiro il biglietto da visita tra le mani. Chiamo o non chiamo? 
"Aaah...che stress!" mi alzo di scatto e inizio a camminare avanti ed indietro per la stanza. Come un segno del destino, Fuka mi chiama. "Non so che fare!" le rispondo secca.
"Per l'agente?"
"Si..."
"Ancora Sana? Non hai chiesto ad Akito o a tua madre?"
"No Fuka. Non so che fare e basta!"
"Calmati ok? Ora muovi quel sedere e scendi giù da tua madre. Poi dimmi che ti dice."
Chiudo e scendo le scale. Busso alla porta del suo studio. Mia madre è sempre stata un po' "strana" se così si può dire. Indossa sempre delle acconciature particolari, ma che ancora adesso adoro. La trovo sempre lì, a cercare di trovare qualche idea geniale da inserire nei suoi libri o qualche modo per evitare  le scadenze. Ah non ve l'avevo ancora detto? Si, mia madre è una scrittrice.
"Mamma, posso disturbarti un attimo?"
"Dimmi tutto cara." dice girandosi verso di me.
Le racconto delle agente e dei miei dubbi. "Non so cosa fare mamma."
"Sana, ricordi quello che ti dissi qualche tempo fa? Cogli l'occasione."
"Dici che dovrei mamma?"
Il suo martello di gomma arriva sulla mia fronte. "Sana smettila con queste paranoie!" dice, passandomi il telefono. "Vai a prendere quel numero e chiamiamo insieme."
Corro al piano di sopra e prendo il bigliettino da visita. Afferro il cellulare e chiamo Akito. Come al solito, non squilla nemmeno. Maledetto Hayama.
Vado da mia madre e chiamo l'agente. La chiamata è molto breve. La segretaria mi dà appuntamento il pomeriggio seguente. Appena chiudo il telefono, mi lascio cadere sulla sedia. Mi sento come se avessi un peso in meno sul cuore.
Mi cambio e corro da Fuka. Sua madre mi apre la porta ed salgo al piano di sopra.
"Fukaaaaa" dico, aprendo la porta di camera sua. La scena che mi trovo davanti è...imbarazzante. Fuka e Shinichi si stavano scambiando effusioni. "Oddio scusate!!!" chiudo la porta velocemente e mi scappa una risata.
"Che ti ridi?!" dice Fuka, uscendo dalla stanza tutta rossa. Mi tira in testa una rivista. "Tieni deficiente!"
Davanti agli occhi, ho una rivista di karate. "Vuoi cercare di farmi piacere il karate? Beh mi dispiace ma è un tentativo vano." dico, facendole una linguaccia.
Si porta una mano in fronte, rassegnata. "Sei proprio un caso disperato. Serve ad Akito, mio fratello mi ha detto di darla a te."
Il fratello di Fuka...beh che dire? A chi non è mai piaciuto il fratello della propria migliore amica da bambina?
"E' tornato?"
"Si si...ieri sera. Dovrebbe tornare a casa a momenti."
"Ok! Beh io scendo giù" dico, facendole l'occhiolino.
La madre di Fuka è come la mia seconda madre. La raggiungo in cucina e iniziamo a chiacchierare del più e del meno. E' sempre impegnata nel disegnare nuovi modelli d'abito da vendere al negozio.
"Non hai mai pensato di creare una tua linea di vestiti?" le chiedo.
"Si, da giovane. Poi sono arrivati i figli, ed ho pensato che era meglio lasciare da parte i miei sogni per dare un futuro a loro. Da quando il loro padre se n'è andato, ho dovuto provvedere io a tutto. Ma non me ne pento. Sono felice di come sono cresciuti e di quello che pian piano stanno ottenendo nella vita."
"Mamma ma adesso che siamo cresciuti, puoi realizzare i tuoi sogni."
Mi giro e vedo Derek, il fratello di Fuka, davanti a me.
"Ehii! Non eri a Miami tu?"
"Ciao Sana." dice, scompigliandomi i capelli. Lo fulmino. "Sei sempre uguale eh?"
"Tu invece sei sempre il solito simpatico! Sono due anni che non ci vediamo e mi saluti così?!"
"Beh di te mi ha detto tutto Fuka. Soprattutto di un certo fidan..."
"Shhhhhhhh!" dico, tappandogli la bocca. Lo prendo per mano e lo trascino nella stanza affianco.
"Non dire niente per favore! Voglio che prima lo sappia mia madre, ma devo trovare il momento giusto. Me lo prometti?"
"Si, te lo prometto." dice, guardandomi. "E comunque prima scherzavo...sei proprio cresciuta in questi due anni. Spero che Akito si comporti bene con te."
Il suono del campanello non mi fa rispondere. Derek apre la porta e...la figura di Akito fa il suo ingresso nella casa della mia migliore amica.
I due si abbracciano come due fratelli e, mentre si spostano nella salone, iniziano a lanciarsi battutine, come se non si fossero mai separati. Rimango sbalordita da quanto fossero uniti, non avendo mai visto Akito in casa di Fuka.
"Ci siamo conosciuti al corso di karate..." mi dice Akito, sedendosi accanto a me. "...però lui veniva sempre a casa mia. Mi sono sempre chiesto il perchè."
Derek diventa di tutti i colori. "Emmm...lasciamo cadere l'argomento?"
Io ed Akito ci guardiamo e ridiamo.

Come al solito, dico una cosa ma ne faccio un'altra. Scusatemi tanto per l'assenza!!! Ma diciamo che è un periodo pieno! Spero come sempre di ricevere recensioni! Un bacione Marilu!

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Domino ***


fan14 Nella stanza rimbombano le nostre risate. Credo di aver riso così tanto solo poche volte. Mi fa male la pancia. "Quando siete insieme, sembrate due comici!" dico.
I loro occhi si posano contemporaneamente su di me, per poi guardarsi l'un l'altro. Annuiscono e dei cuscini arrivano su di me. "Ma sta' zitta!" mi dicono ridendo.
"Daiiii!!" dico cercando di uscire da quella marea morbida che mi sovrasta.
"Ma che state combinando?" dice Fuka scendendo dalle scale.
"Fukaa..." dico correndole incontro. "...mi vogliono fare male." faccio la voce da bambina e l'abbraccio.
"Ed ecco la prova che sei ancora una bambina Sana" dice Derek, portandosi le braccia in petto.
"Non è vero!"
Vedo Akito che ride a crepapelle. Divento tutta rossa. Sono incavolata nera. "Beh la bambina allora prende le sue cose e toglie i battenti." mi ricompongo, prendo la mia borsa e dirigendomi verso la porta dico: "Ciao cari."
Apro la porta e la sbatto dietro le mie spalle. Cerco di essere carina e mi trattano come una bambina. Ma vadano a quel paese. Metto le cuffie e inizio a camminare. La riproduzione casuale del mio ipod fa partire la canzone Domino dei Jessie J. <
Now I'm breathing like I'm running cause you're taking me there. Don't you know you spin me out of control?*>> la canticchio, sentendomi un po' la protagonista della canzone.
Improvvisamente una mano blocca il mio braccio. Mi giro e i suoi occhi ambrati sono ad un centimetro dai miei. "Che c'è? Hai finito di ridere di me? Lasciami in pace." dico, liberandomi dalla sua presa e continuando a camminare. Alzo il passo ma lui mi ferma nuovamente. Mi bacia e, come se lo volesse il destino, le frasi della canzone sembrano perfette per il momento. < Rock my world into the sunlight. Make this dream the best I've ever known. (...) Every second is a highlight. When we touch don't ever let me go. Take me down like I'm a domino.** >
"Non puoi fare così. Non puoi arrivare così e baciarmi. Non puoi far crollare tutte le mie barriere in questo modo. Non puoi." Sembro convinta di quello che dico, ma interiormente sono divisa in due. Il mio orgoglio fa parlare la mia bocca, ma il cuore fa parlare i miei occhi. Alcune goccie salate cercano di solcare il mio volto, ma le asciugo velocemente. "Sono una stupida orgogliosa. Una stupida bambina orgogliosa e..."
"Shhh." Il suo dito tappa la mia bocca.
Mi prende improvvisamente in braccio. O meglio, per le gambe. A testa in giù, mi aggrappo alla sua schiena. "Che vuoi fare? Mettimi giù!"
"Ti porto a casa di Fuka." dice fermo.
In quel momento, il sottofondo dice tutto. < Sono solo parole, le nostre, sono solo parole, parole, parole. >
"E ora penso che il tempo che ho passato con te ha cambiato per sempre ogni parte di me...Vorrei stringerti forte e dirti che non è niente. Posso solo ripeterti ancora: sono solo parole." canticchio.
Lo sento sorridere e si ferma di colpo. Siamo di fronte casa di Fuka. Lo guardo e lo abbraccio.
"Ora entriamo dentro ok?" mi dice, spostandomi i capelli. Annuisco precedendolo.
In salotto, trovo Derek che parla con una ragazza. La vedo solo di spalle. Ha dei capelli castani che arrivano come onde ad altezza delle spalle.
"Natsumi?" esclama Akito.
La ragazza che si gira ha gli stessi occhi di Akito, solo più dolci. "Aki, sono venuta a salutare Derek. Papà mi ha detto che era tornato."
La mano di Akito afferra la mia. Mi trascina in cucina, mi afferra per i fianchi e mi fa sedere su un mobile della cucina. E' nervoso.
"Ehi che hai?" dico, poggiando una mano sul suo braccio.
"Non sai tutta la storia. Mia sorella è una deficiente!"
"Sono qui, puoi dimmi tutto se può servirti."
"Derek veniva a casa mia perchè era innamorato di mia sorella, lei lo rifiutò e lui partì per Miami. Credo sia semplice. Un'amore sbagliato ha sempre il suo prezzo."
"Non dirlo a me." dico alzando le spalle.
"Secondo te che ci fa qui?"
"Istinto femminile?"
Annuisce.
"Ci vuole provare. Diciamo che in questo periodo ci ha pensato un po' su."
Sorride rassegnato.
"Andiamo a casa?" dico, poggiando dinuovo i piedi a terra.
"A casa di chi?"
"La mia." dico secca. Lo bacio e gli prendo la mano.
"Sicura?"
"Dai, vieni. Sono sicura."
Usciamo in fretta da casa di Fuka e, in poco tempo, ci ritroviamo di fronte al cancello di casa mia.
"Quindi è questa casa tua?"
Annuisco. Prendo un respiro profondo e apro la porta.
"Ehi Sana, ben...tornata." dice 
Patricia.
"Ciao Patricia, mia madre è nel suo studio?"
"Si, credo stia finendo un capitolo molto importante del suo nuovo romanzo."
"Ok, grazie!"
Saliamo al piano di sopra e busso alla porta. "Mamma, posso disturbarti un attimo? Devo presentarti una persona."
Mia madre si gira. Il mio cuore fa il triplo salto mortale. "Beh era ora che me lo presentassi. Finalmente!"
Rimango sconvolta. "Mamma ma..."
"Si cara, l'avevo capito. Sei mia figlia, come faccio a non capirlo? Ora lasciami da sola con lui."
Lo guardo e lui mi sorride.
Rimango ad aspettare per un tempo indefinito. Mi torturo le mani.
Improvvisamente lui esce tranquillo e dice: "Ti vuole."
Entro e appena vedo il suo volto, mi rassereno. "Beh tesoro mio...non avresti potuto fare una scelta migliore. Ora lasciami lavorare." dice sorridente.
Esco di corsa e lo abbraccio. "Sono contenta."
"Anch'io" mi dice sorridendo.
Lo porto in camera mia. Scruta ogni minimo angolo e poi si siede sul mio letto. Lo seguo e poggio la mia mano sulla sua. Ci baciamo e lui mi sovrasta. Arrosisco e lui mi dice: "Sai, basta solo che tu mi dicessi di rimanere qui, che hai bisogno di me e arriverei qui anche se fossi dall'altro capo del mondo." dice baciandomi la punta del naso. "Ricordatelo questo."

*Posso assaporare la tensione come una nuvola di fumo nell'’aria. Adesso respiro come se stessi correndo perchè sei tu che mi stai portando a farlo. Non sai che mi fai girare la testa fino a perdere il controllo?
**Scombussola il mio mondo alla luce del sole. Fa' che questo sia il mio miglior sogno. (...) Ogni secondo è un momento speciale. Quando ci tocchiamo, non lasciarmi mai andare. Buttami giù come fossi un pezzo del domino.

Ed eccomi dinuovo dopo tanto tempo. Ringrazio tutti quelli che continuano a seguirmi anche dopo questo periodo di assenza! Fatemi sapere come sempre che ne pensate! Un bacione Marilù

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Il colloquio ***


fan15 Le pareti mi sembrano un po' troppo bianche. Troppo perfette. Come se fossero state poco vissute. L'ho notato dopo essere stata per un tempo indefinito a fissarle. Un rumore di tacchi si avvicina sempre di più verso la mia direzione. "Signorina Kurata?" si rivolge a me una ragazza sui trent'anni.
"Si?"
"Mi segua da questa parte."  
Arriviamo davanti ad una porta con dei vetri appannati. "Prego." mi dice, aprendo la porta.
Entro titubante ma appena l'uomo seduto si gira verso di me, tiro un sospiro di sollievo. "Sono felice che sei venuta." mi dice l'agente.
"Lei me l'avevo chiesto con tanta insistenza..." dico mentre mi indica la sedia di fronte a lui.
"Beh dobbiamo mettere le cose in chiaro. Sei adatta per questo progetto?" mi chiede a brucia pelo.
Non so che rispondere.
"Ma certo che lo sei! Devi solo credere di più in te stessa. E' questo il segreto." dice, facendomi l'occhiolino.
Si alza e mi prende la mano. "Ora fatti vedere."
Mi alzo e mi fa fare un giro su me stessa. "Sai camminare sui tacchi?"
"Si, penso sia normale."
"Allora aspetta un attimo." Si avvicina al telefono sulla sua scrivania e chiama la segretaria. "Potresti portarmi le scarpe della collezione?"
Dopo meno di 5 minuti, arriva la ragazza che mi ha accompagnato in quell'ufficio. Le scarpe che mi mostra sono alte 15cm. Le metto, sperando di non cadere. Cammino avanti e indietro e, per non so quale miracolo, riesco a tenermi in piedi.
"Semplicemente perfetta." La voce che sento non è quella dell'agente. Mi giro e un ragazzo sui 20 anni  è di fronte a me. "Non so come ringraziarti Alfred per essere riuscito a trovarla." dice rivolgendosi all'agente.
"Questo è lo stilista." mi dice. "Lei è Sana Kurata."
"Molto lieto!" dice, buttandosi per darmi due baci sulle guance. "Beh dolcezza, scendi da quei trampoli e seguimi."
Faccio come mi dice ed entriamo nel suo ufficio. Vedo vari bozzetti di modelli. Intanto che io mi perdo nella varietà di stoffe e colori, lui si avvicina ai vestiti. Ne prende tre o quattro. "Ora il difficile è scegliere quali vestiti farti indossare."
"Amore sei qui?" Una voce maschile si sente da dietro la porta.
"Sisi entra pure. Vieni ad aiutarmi."
"Ma cioè...è davvero stupenda!" dice l'uomo. Ha i capelli tinti di blu che risaltano gli occhi azzurri.
"Non credi anche tu?" dice di tutta risposta lo stilista.
Passo il pomeriggio fra prove di vestiti, trucco e parrucco. Esco dal quell'edificio sfinita ma con alcuni regali fatti da stilista e staff. Anche il look con cui mi dirigo in strada è diverso da quello che avevo quando sono entrata. Con sorpresa, Akito è fuori.
"Che ci fai qui?"
"Indovina..." dice per poi girarsi a guardami. Sembra arrossire un po'. "...ti sto aspettando scema!"
"Come hai fatto a saperlo?" dico mentre di accende una sigaretta.
La nuvola di fumo che esce dalla sua bocca mi circonda. Prende il cellulare e dice: "Misako."
"Ora va a finire che mia madre parla più con te che con me."
"E' normale!" dice lui dandomi uno schiaffetto in testa. "E comunque, sei bellissima." mi sussurra nell'orecchio, per poi baciarmi sul collo. Arrossisco e mi vengono i brividi allo stesso tempo.
"Ti porto fuori a cena stasera."
"Davvero?" dico incredula.
"Si, perchè ti sembra così strano?"
"Non me l'aspettavo, tutto qui."

Capitolo breve. Scusatemi! Ma cosa accadrà ai due personaggi? Beh staremo a vedere! Un bacione Marilù! PS Come al solito mi fa piacere avere recensioni ;)

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** L'inizio della fine ***


fan 16 Sono agitata. In un vestito troppo corto per essere indossato nella vita reale e con un tacco vertiginoso, cammino dietro le quinte.
Si, sono alla sfilata. Il grande giorno è arrivato.
Infilo il mio viso fra le tende blu scuro che divide la passerella dal backstage. Come sembra strano il sottofondo di sussurri che gli spettatori si scambiano in contrapposizione con il caos che qui dietro aumenta sempre di più. Con gli occhi ispeziono tutta la sala. Persone importanti in prima fila, giornalisti, fotografi. Ma appena vedo mia madre, Akito e i miei amici so che ci sono proprio tutti. Prendo un bel respiro e cerco di ricordare quello che mi ha detto Akito. Ancora rido per come gli ho detto che mi avevo preso per fare la modella.

Un giorno decido finalmente di dirglielo. Mi sveglio la mattina presto, vado all'edicola e compro delle riviste di moda. Arrivo davanti la porta di casa sua e prendo la chiave nascosta in una pianta. Me la lascia sempre apposta. Lui è steso a letto, dorme ancora. Mi siedo vicino a lui e lo bacio a stampo. Vedo che socchiude gli occhi.
"Buongiorno dormiglione!"
"Che ore sono?" dice, coprendosi il viso con il cuscino.
"Le 7 e 50."
"E dici che è tardi? Sei pazza? E' domenica!"
"Ma io sono venuta per qualcos'altro stamattina..." dico maliziosa, cercando di accendere la sua curiosità.
"Cioè?" dice, sedendosi di fronte a me. Bingo.
"Devo andare a prendere delle cose prima." Scendo in cucina e nel vassoio, affianco la colazione, poggio le riviste.
"Quali sarebbero i tuoi piani per oggi?" urla dal piano superiore.
Salgo e mi siedo. Prendo un cornetto e glielo avvicino. "Per adesso facciamo colazione."
Lui prende il cornetto dalla mia mano, sposta il vassoio a terra e dice: "Prima voglio fare una cosa."
Mi sovrasta e mi bacia. La sua mano scivola sulla mia coscia.
"Buongiorno amore mio..." mi sussurra nell'orecchio.
"Aspetta..." dico cercando di alzarmi. "...prima dobbiamo farci una cultura!" dico scherzando.
"Cultura di cosa? Hai portato il kamasutra?"
Gli tiro un cuscino sopra. "Ma sei scemo?!"
Si para col braccio e ride.
Facciamo colazione e gli avvicino le riviste. "Dobbiamo farci una cultura perchè?"
"Ho..." non mi fa nemmeno finire.
"Hai deciso di fare quel corso di stilista?" Rimango sorpresa da quelle parole. Ancora ricordo il momento in cui gli raccontai i sogni di un paio di anni fa. Eravamo in camera mia e si stava divertendo a guarda nella mia libreria, finchè non ha trovato un disegno di un mio vestito.
"No no. Però si avvicina."
"Peccato."
Inizio a raccontargli dell'incontro con l'agente e del discorso di mia madre. I suoi occhi sono puntati sui miei per tutto il discorso. Appena finisco, lui inizia a girare le riviste. Lo vedo perplesso.
"Questo non vuol dire niente. Può essere che inciampo sui tacchi chilometrici e che non mi chiamino più."
Appena finisco questa frase, un sorriso appare sul suo viso.
"Sono solo un geloso." ammette.
"Di cosa?"
"Che in un certo senso non sarai più mia."
"Io sarò sempre tua. Solo tua." dico, prendendogli la mano.
Mi bacia. Non so quante volte, ma lo fa.
"Ricordati solo una cosa. So come sei, so che avrai l'ansia. Pensa solo che in quella sala ci sia solo io. Guarda me ed abbi fiducia in te stessa. Sii la Sana che conosco, la mia Sana."

"Sana, tra poco tocca a te. Vai ad aggiustare trucco e parrucco." La voce dell'organizzatrice mi riporta alla realtà.
Dopo 5 minuti faccio il mio ingresso. I miei occhi sono fissi su di lui. Faccio passi decisi e, più mi avvicino alla fine della passerella, più sono i flash puntati su di me. Faccio le pose che lo stilista mi aveva consigliato e ritorno indietro. Incontro subito lo sguardo di entusiasmo che lo stilista mi porge ed io rispondo con un occhiolino. Dietro le quinte, Akito mi aspetta. Con tutti i tacchi, corro e lo bacio.
"Sei stata magnifica lì fuori." Dice, sfiorandomi i capelli.

La mattina seguente mi sveglio a casa sua, però lui a letto non c'è. Sul comodino trovo le riviste nazionali che parlano della sfilata. Mi proclamano come nuova stella della moda. Esagerati.
Scendo e lo trovo in cucina. Lo abbraccio da dietro, lui si gira e mi bacia.
"Ha chiamato il tuo agente stamattina." mi dice.
"Cosa voleva?"
"Lavori. Ieri sei piaciuta moltissimo. Era un po' sorpreso di sentire una voce maschile. Dobbiamo mettere le cose in chiaro."
"Ehi..." dico, baciandolo. "E' solo il mio agente."
"Beh, credo che se le cose continueranno così, passerai più tempo con lui che con me."

E così è stato. Penso, sfiorando la foto di quella sfilata.
Sono passati due anni da quel giorno. Ora sono dall'altra parte del mondo, a Los Angeles. Qui faccio la modella a tempo pieno, oltre che la scuola di recitazione. Il mio agente mi ha trovato un ruolo in un film. Con Akito...beh, non mi sento da 6 mesi. Da dopo la nostra rottura. Si, ci siamo lasciati, la distanza era troppa e lui non poteva prendere l'aereo per Los Angeles ogni settimana. Da quel che mi dice Fuka ha trovato un'altra. Buon per lui. Io invece? Single, anche se i giornali mi dicono fidanzata con un personaggio dello spettacolo, solo perchè stavamo insieme ad una festa.
Il mio appartamento sembra la riproduzione del suo. Solo che sotto soppalco non ci sono foto. C'erano le nostre. Ci sono tutte le cose che mi caratterizzano, ma anche riviste di  karate. Spero di trovare una sua notizia ogni tanto. Sfioro quelle cornici vuote, come quel giorno, come il giorno della mia prima volta.  Questa volta non ci sono nè foto nè lui che poggia le sue mani sui miei fianchi. Le lacrime scendono senza sosta dai miei occhi. Ricordo ancora le mie parole.
"Tu sei quello giusto, Aki. Lo eri e lo sarai sempre, ne sono sicura." Piango ancora di più finchè non bussano alla porta. Mi asciugo le lacrime. "Chi è?"
"Sono io Sana. Preparati che fra poco verrà la macchina a prenderti per quel servizio."
"Si, mi faccio una doccia veloce."
Accendo lo stereo ad alto volume, sperando di non sentire l'urlo dei miei pensieri, dei miei ricordi.  
Pronta per il servizio,  mi guardo un'altra volta allo specchio. Indosso quel sorriso che porterò sempre fuori da quella porta, anche se chiudermela dietro mi fa morire dentro.
"Ehi Sana, come stai?" dice l'agente.
"Tutto bene, tu?" dico sorridente.
"Bene grazie. Comunque si vede, sei splendente."
Allora sono proprio una brava attrice.

Rieccomi con un nuovo e lungo capitolo. Scusatemi ancora ma è stato un periodo stressante. Spero che vi piaccia questo capitolo, anche se è un po' triste. (Mi stava venendo da piangere.) Grazie ancora a tutti e ditemi sempre il vostro parere. Un bacione, Marilù!

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Arrivi e partenze ***


fan 17 Esco dallo studio esausta. Decido di andare a mangiare in un ristorantino che mi piace tanto. E' ignoto alla maggior parte delle persone dello spettacolo, almeno così mi sembra di essere a casa mia. Mi siedo ad un tavolo ed ordino.
Quanto vorrei che mia madre fosse qui.
Ricevo una chiamata improvvisa. Guardo il display. Il mio agente. Non posso nemmeno mangiare in pace?!
"Dimmi" rispondo secca.
"No, niente di importante. Volevo dirti se ti andasse di fare un giro, per rilassarti. Ti ho vista un po' stanca."
"Si mi piacerebbe, grazie." Meglio di tornare a casa, sicuramente. "Dove vuoi che ci incontriamo?"
"Sotto lo studio fra 20minuti va bene?"
"Si si, benissimo. A dopo."

Mi porta al mare. Tiro un respiro profondo. L'odore del mare è lo stesso di quello della mia città. Quanto mi manca.
Sento delle mani poggiarsi sui miei fianchi. Sobbalzo. "Che cosa stai facendo?"
"Volevo dirti che..."
"No tu non mi dici proprio niente. Ora entriamo in macchina e mi riporti a casa. Anzi no..." Alzo la mano e fermo un taxi. "...spero che non ti dispiacerà se chiamerò l'agenzia per farmi cambiare manager."
Faccio partire il taxi. La prima cosa che faccio è quella che ho riferito al diretto interessato. Chiamo l'agenzia.
"Ehi, sono Sana. Dovrei parlare con la direttrice per cambiare agente."
"E' successo qualcosa?" mi risponde subito dall'altro capo.
"Ho solo bisogno di cambiare agente. Quello precendente ha degli altri interessi, oltre quelli professionali."
"Capisco. Manderò il migliore che ho da te verso le 6 p.m. , ok?"
"Si, grazie mille."

Appena apro la porta di casa, trovo una valigia. "Chi c'è?"
Cammino finchè non arrivo in salotto. "Mammaa!!" Mi metto ad urlare, correndole incontro per abbracciarla. "Mamma, quanto mi sei mancata."
"Sono contenta che ti sia piaciuta la sorpresa!"
Lascio la presa e mi siedo affianco a lei. "Come mai questo viaggio?"
"Volevo vedere la mia bambina, non posso?"
"Mamma...ti conosco da 20 anni. So che c'è qualcosa sotto."
"Uffaa." dice con la faccia imbronciata.
"Dai, mi fa comunque piacere. Ti stavo pensando oggi."
Ritorna subito seria. "Sai...ho saputo di te ed Akito."
"Ah..."
"Volevo vedere come stavi, anche se a quanto ho capito non è da poco che vi siete lasciati. Perchè non me l'hai detto?"
Perchè non ci credo tutt'ora io. "Perchè...non volevo darti un dispiacere."
"Lui...si è fidanzato, con una brutta, ma brutta."
"Mamma..per favore. Me l'ha già detto Fuka..."
"Cosa avrei detto io?" La voce di Fuka arriva dal piano superiore.
"Fuka?" La vedo affiacciarsi dal piano superiore. "Per quanto tempo volevi rimanere li, scema?"
Sento la sua risata, quanto mi è mancata.
"A dir la verità ci siamo un po' tutti." Vedo anche Derek affiacciarsi.
"Ma si può sapere che ci fate tutti qui? Un corso di sopravvivenza alle delusioni amorose? Beh dovevate venire 6 mesi fa. Ormai è passato."
"Io avrei potuto dirti come scappare, trasferendoti in un'altro continente. Ma non penso che in questo caso sia possibile." dice Derek, sedendosi e abbracciandosi un cuscino del divano.
"Sto bene...davvero. Non c'è bisogno di tutto questo."
"E invece si, ti ho sentita per telefono." dice Fuka. "Con me non puoi fingere, non puoi fare l'attrice. Ti conosco da una vita. Se stai bene allora, prenditi una pausa di una settimana e torna a casa con noi."
"Ma..." suona in campanello. "Dev'essere il nuovo agente."
Vado ad aprire la porta. Un ragazzo sui 25anni si presenta davanti a me. "Piacere. Finalmente conosco la tanto chiacchierata Sana. Sono Rei."
"Piacere mio. Anche se non mi piace essere 'chiacchierata' "
"Piacere, io sono Fuka, la sua migliore amica. So che sei appena diventato il suo agente ma avrei una cosa da chiederti: non è che può farle avere due settimane di riposo per farla tornare a casa?"
"Tu sei di Tokio vero?" mi chiede Rei.
"Si si."
"Sai qual'è la cosa buffa? Anch'io sono di lì. Quindi potremmo andare insieme alla tua famiglia e avremo sempre il lavoro sotto controllo. Che ne dici?"
"Mi piacerebbe, ma i lavori di queste settimane?"
"Li fai negli studi di Tokio."
"Sarebbe perfetto!" esclama Fuka.
Così mi ritrovo a fare le valigie per tornare a casa. Spero di non incontrarlo, anche se vorrei.
Il mio cuore e la mia testa non vanno mai d'accordo.

Un aggiornamento veloce ;) come sempre sarei contenta di sentire i vostri pareri! Un bacione, Marilù.

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Ritorni ***


fan18 Eccomi a Tokio, con le sue magnifiche luci e colori.
Torno a casa mia e niente mi sembra cambiato. Ogni angolo è come lo ricordo.
"Ehi Rei, puoi dormire nella stanza degli ospiti se ti va..." gli dico.
"Grazie Sana, ma non vorrei crearti disturbo."
"Ma dai, sono io che ti ho disturbato appena sei diventato il mio agente. Non fare complimenti, mi fa piacere se rimani qui."
"Ok, se insisti così non posso rifiutare."
Lo porto nella stanza degli ospiti e lo aiuto a sistemarsi.
"Qui ci sono degli asciugamani e lì c'è la cabina armadio."
Apre la porta della cabina e si ritrova sommerso da tutti gli oggetti strani di mia madre.
"Oddio, scusami. Mi ero dimenticata che c'erano le cose di mia madre!"
"Calmati" dice, alzandosi e pulendosi il vestito.
Inizio a raccogliere le cose per terra quando lo vedo inginocchiarsi per aiutare. "Non ti preoccupare, non c'è bisogno che mi aiuti..."
"Non vorrai raccogliere tutta questa roba da sola! Lascia che ti aiuti."
Passiamo il pomeriggio raccogliendo oggetti e scherzandoci sopra. Non mi sentivo così bene da un po'. Non ridevo così di gusto da un bel po'.
"Se serve qualcosa, la mia camera è affianco." dico, avvicinandomi alla porta. "Grazie, comunque."
"Per cosa?"
"Per...questo. Non so come definirlo. So solo che mi sono sentita bene, come non mi sentivo da tanto. Sono successe un po' di cose nell'ultimo periodo e..."
"Capisco." dice, sorridendomi.

Dopo un bel bagno, mi lascio cadere sul letto. Il cellulare squilla, ma so già chi è. "Fuka, dimmi."
"Sono fuori casa tua, scema. Vienimi ad aprire!"
"Suonare il campanello no?!"
"No, devi uscire tu."
Mi vesto in fretta e furia e vado ad aprirle. Con lei c'è Shinici, penso che andando avanti così si sposeranno.
"Ma come ti sei vestita? E saresti una modella tu?" mi rimprovera Fuka.
"Scusa non dovevo aprirti solamente?"
"Entriamo dentro, così ti aiuto a cambiarti!"
Entrando incontriamo Rei, che offre qualcosa da bere a Shinici.
Appena Fuka chiude la porta di camera mia, mi dice: "Che ci fa il belloccio del tuo agente qui?"
"Ci dorme forse?"
"Ma dove?"
"In camera degli ospiti Fuka. Dici che lo faccio dormire in camera con me?!"
"Non è che..."
"Fuka non continuare la frase. No, non è come pensi. Stiamo solo diventando amici, è il mio agente. Il migliore che ho avuto credo. E ha l'età di tuo fratello!"
"E quindi? Non credo che il problema dell'età ti abbia fermato alcuni anni fa!"
"Non tocchiamo questo discorso."

Mi metto una mini gonna di jeans e una maglietta. Siamo io, Fuka, Shinici e Rei. Fuka l'ha convinto ad unirsi a noi.
Fuka ci porta al parco. Passiamo una serata come quelle di tanto tempo fa. Ridiamo, scherziamo, ci insultiamo. Quando rimaniamo sole, le sussurro: "Sai, mi erano mancate queste serate." e le stapo un bacio sulla guancia. "Grazie di avermi fatto tornare."
"Grazie a te di essere ritornata."
Passano più di 10 minuti e i ragazzi ancora non tornano. "Che dici li andiamo a cercare?" dice Fuka.
"Direi proprio di si."
Camminiamo fino ad arrivare alla fontana centrale. "Eccoli!" mi indica Fuka "Stanno parlando con qualcuno, avviciniamoci."
"Ehi ragazzi, che state facendo?" urla Fuka.
I due si girano in contemporanea e...due occhi ambrati incontrano i miei. Mi blocco. Sembro essere diventata di pietra. Noto la ragazza che è con lui. Indietreggio e, quando le lacrime non riescono più a trattenersi, scappo. Scappo il più velocemente possibile, via da quel parco, via da quei ricordi, via da lui. Non mi importa nemmeno dove andare, so solo che voglio scappare.
Improvvisamente mi blocca. So che è lui. Mi giro e..vorrei tanto tirargli uno schiaffo, ma invece piango. Piango come una bambina. Lui mi abbraccia. Quanto mi è mancato questo calore, questo odore...ma cosa sto facendo? Mi stacco dalle sue braccia.
"Cosa stai facendo qui? Non dovresti stare con la tua ragazza?"
"Sana, io..."
"Niente Akito. Non dire proprio niente. Lasciami tornare a casa." Mi giro per andarmene ma lui mi trattiene per un braccio.
"Io ti amo, Sana."
Il rumone di uno schiaffo rimbomba fra i silenzio della strada. Mi fa male la mano. "Non dirlo manco per scherzo, ok? Se tu mi avessi amata non mi avresti mai lasciato, non mi avresti mai tradita, mai Akito. Come non ho fatto io in tutti quei mesi in cui sono stata in una città dove non conoscevo nessuno. Secondo te, le possibilità non le avevo di rifarmi una vita lì? Di dimenticarti per sempre?  E invece no. Vedi che stupida che sono? Credevo che ci fosse qualcosa di importante. Tu per me sei stato importante! Ma si vede che per te non era lo stesso, quindi lasciami stare." Piango. Non so se per tristezza o per rabbia.
"Chi ti ha detto che..."
"Mia madre. Un paio di giorni fa. Pensavo che fosse stata solo la lontananza a farti cedere. Vedi che scema? Com'è che sei tornato da Aya?"
"Come sai che era lei?"
"Beh dalla descrizione non ci si può sbagliare, menomale che si sta per sposare."

Non so di preciso cos'è successo dopo, so solo che mi ha baciata ed è come se tutto si fosse cancellato.
La mattina mi ritrovo nel suo letto. Ok, la notte me la ricordo. E' stata una delle migliori. Lo guardo e...non riesco a spiegarlo. Mi sembra tutto perfetto.
Arriva un messaggio al suo cellulare. Come un'idiota, lo apro. 'Amore, che fine hai fatto ieri sera?'
Ma che sto facendo? Prendo le mie cose e mi vesto velocemente. Con i tacchi in mano, arrivo al pian terreno. Guardo intorno e le nostre foto sono ancora lì. Mi avvicino e ne sfioro alcune. Chissà se ha portata lei qui...adesso mi sento io Aya. E' con me che ha tradito lei. Scrivo un bigliettino veloce e me ne vado.
'Grazie per questa notte, per essere così importante. Ma forse è meglio che ognuno continui con la propria vita, non voglio essere l'Aya della situazioni. Mi conosci.' Quelle parole scritte sono incise nella mia mente.

Rieccomi! Come sempre mi piacerebbe un vostro parere, cercherò di sbrigarmi ad aggiornare e ad arrivare al finale di questa storia! Un bacione Marilù
P.S. Voi come vorreste che finisca?

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Presunto addio ***


fan19 -Akito
Appena apro gli occhi, un sorriso spunta sulle mie labbra. Mi giro impaziente per vederla, per vedere il volto della mia Sana. Quanto mi sei mancata. Ma lei non c'è, il letto è vuoto. Non posso negare il sentimento di delusione che mi invade in questo momento, ma da un lato posso capirla, pensa che io l'abbia tradita. Scendo al piano terra e sul tavolo trovo un biglietto. Lo apro e riconosco la sua calligrafia.
'Non voglio essere l'Aya della situazioni. Mi conosci.' Ancora ripenso il giorno in cui Fuka si presentò a casa mia.

3 settimane prima...
"Akito ti devo parlare." mi dice Fuka, sedendosi sul divano.
"Ma prego, accomodati, non fare complimenti." dico, sottolineando la "prepotenza" di quel gesto. Lei mi risponde facendo una linguaccia. "Di cosa mi devi parlare?"
"Solo una parola: Sana."
Il mio cuore perde un battito a sentire quel nome.
"Come posso vedere dalla tua faccia, non l'hai dimenticata come vorresti far credere al mondo intero."
"Come potrei mai dimenticarla, Fuka?"
"Ah non lo so. Fatto sta che l'hai lasciata tu."
"Lei...si è rifatta una vita a Los Angeles?" chiedo titubante. Non so se voglio sapere la risposta.
"Che ti importa? Se ti dicessi di si, andresti a prenderla?"
"No..."
"Lei ancora tua." mi dice secca.
"In che senso?"
"Nel senso che anche lei fa la farsa. Fa finta di averti dimenticato, ma io la conosco. E' ancora lì a pensare a cos'è che è andato storto. A volte mi domanda se ha sbagliato a scegliere di fare il lavoro da modella. Mette in dubbio tutto quello che è successo nell'arco di questi due anni, solo per te. Non ti sembra abbastanza?"
Non so cosa rispondere. Mi sento solo uno stupido.
"Allora, la rivuoi oppure no?"
"Si...ma non so se mi perdonerà mai."
"Lascia fare a me da cupido. L'ultima volta ci sono riuscita con la sciarpa." dice, facendomi l'occhiolino.
"Sei stata tu quella volta?"
"Si...con l'aiuto di una madre si può fare di tutto."
Maledette. Penso sorridendo. "Beh quale sarebbe il tuo piano?"
"Io e sua madre andiamo a Los Angeles per farle visita e la convinciamo a venire. Appena arriva qui, cerchiamo un modo per farvi incontrare. Però tu devi reggere il gioco."
"Beh non penso sia molto difficile far finta di incontravi per caso."
"No Akito, non ho ancora finito..."

Dovevo far finta di reggere il gioco sul fatto che l'avevo tradita. Fuka non voleva farlo, ma la madre aveva insistito. Diceva "se ti perdonasse per questo, è proprio cotta.", anche se sapeva che la posta in gioco era alta, perchè avrebbe potuto non perdonarmi più. Ma io sono uno sportivo, non posso non rischiare.
Devo dire però che il piano della signora Smith ha realmente funzionato, si vede che le madri conosco alla perfezione le proprie figlie.
Mando un messaggio a Fuka: 'Credo che il vostro piano abbia funzionato. E' rimasta da me stanotte, però se n'è andata appena si è svegliata. Mi ha lasciato un biglietto'
La risposta di Fuka è immediata: 'Sto andando da lei.'

-Sana
 Sento bussare alla porta di camera mia. Mi avvicino e vedo entrare Fuka.
"Dobbiamo parlare io e te. Tua madre pensa che hai dormito da me. Ok, farò finta, ma tu dovrai dirmi la verità. Cos'è successo ieri sera?" dicendo questo si gira per la stanza finchè non nota la valigia. "Stai partendo?"
"Si, ho delle cose importanti da sbrigare a L.A."
"Ma sei appena arrivata..."
"Lo so, ma sono cose importanti. Vieni con me."
"No, Sana. Ho la mia vita qui."
"Credo che la nostra promessa non valga più vero?"
Mi guarda interrogativa.
"La promessa di viverci sempre, l'una l'altra." Continuo a sistemarmi la valigia.
"Ma Sana..."
"Comunque se vuoi saperlo, ieri sera è stata la notte più bella della mia vita. Ma era un'addio. Lui ha la sua vita e io, tornata a L.A., inizierò la mia. Non so se potrò tornare subito, ho una sfilata a New York per la Fashion Week fra 3 settimane."
In quel preciso momento, entra Rei in camera. "Sana, so che sei maggiorenne, ma sono il tuo agente ed ero preoccupato per te. Dove sei stata?"
"Da un vecchio amico. A che ora è l'aereo?"
"Tra un'ora."
"Ok, scusami ma devo finire di sistemare le ultime cose e poi andiamo all'aeroporto." Detto questo, Rei esce dalla stanza.
"Sana, ti voglio bene." dice Fuka, abbracciandomi.
"Anch'io Fuka, tantissimo."
"Verrò a New York se vorrai. Mio fratello ha una gare lì e potrei rimanere."
"Davvero, Fuka?"
"Si."
Ci lasciamo così, con una promessa e con l'impegno di tenerci sempre in contatto.

-Akito
Ricevo un messaggio di Fuka. 'Sta partendo.'
'Cosa?'
'Hai capito bene. Fra mezz'ora prende l'aereo per L.A.'
Non capisco niente. Rimango imbambolato con il cellulare in mano per non so quanto tempo, ma poi decido. Prendo le chiavi di casa e corro all'aeroporto.

-Sana
Saluto tutti e mi dirigo verso il check in. Sento una voce da lontano che mi chiama. Mi fermo e mi giro. Akito sta correndo verso di me.
"Sana, perchè stai partendo?"
"Devo partire. Ho degli impegni importanti di lavoro e...credo che adesso ognuno possa continuare la propria vita. Ciao Akito." mi giro e entro nel check-in.
"Sana, no, fermati ti prego."
Faccio finta di non sentirlo, anche se i miei occhi dicono il contriario. Asciugo quelle poche lacrime che solcano il mio viso e, prima di entrare nel gate, saluto tutti con un sorriso. Los Angeles mi aspetta.

Beh che ve ne pare di questo capitolo con i due diversi punti di vista? Credo che per far capire meglio quest'ultima parte della storia ci sia bisogno di entrambi. Ditemi che ne pensate. Un bacione, Marilù

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** Piani ed Errori ***


fan20 -Sana
Apro le finestre e la dolce aria di mare entra nelle mie narici. Prima di partire per New York ho deciso di affittare una piccola casetta al mare, isolata da tutto il trambusto di Los Angeles.
"Buongiorno Sana. L'acqua è stupenda stamattina." Mi giro con un sorriso e vedo Rei avvolto da un'asciugamano.
"Si, credo che fra poco lo farò. Il tempo di cambiarmi." Mi avvicino e lo bacio sulla guancia. "Comunque, buongiorno anche a te."
Non pensate a chissà cosa. Rei non è il mio nuovo fidanzato, è diventato solo un mio carissimo amico. Non che non ci avessi pensato ma...non lo so. Siamo così in sintonia che non vorrei rovinare tutto per una semplice necessità che in questo momento ho. Che necessità vi chiederete. Beh, la necessità di riempire quel vuoto che mi ritrovo in petto, da quando sono partita da Tokio.
Metto il mio bikini azzuro cielo e scendo in spiaggia con un asciugamano.
"Ciao bellissima." mi giro, anche se già so chi è.
"Ciao Chris." gli dico, sorridente. Chris è un'attore hollywoodiano. Occhi verdi, capelli scuri, fisico scolpito e un carattere niente male. Ogni volta che mi vede in spiaggia, cerca di attaccare bottone.
"Beh come è andata la serata?"
"Bene, direi. Io e Rei siamo andati in un locale che hanno appena aperto in spiaggia. E' stato divertente, come se potessi ritornare alla mia vita d'adolescente."
"Ti manca?"
"Si, perchè a te no, Chris?" Lo guardo e la sua faccia mi dice tutto. "Ah no, scusami. Se no non riusciresti a passare da una ragazza all'altra così facilmente."
"E da chi l'hai sentita questa?"
Alzo i giornali che ho affianco.
"E credi a quella roba?"
"Beh meglio prevenire che curare."
"Intendi che..ti piaccio?" mi dice secco.
Non gli rispondo.
"Sai, perchè a me tu piaci molto." mi sussurra nell'orecchio. Senza dirgli niente, mi alzo ed entro in acqua.
Quando mi tuffo, una mano mi blocca e mi trascina verso il suo petto. Le nostre labbra si incontrano e capisco di come sia facile appagare la mia necessità. "Andiamo da te." gli sussurro per poi riattaccare le mie labbra alle sue.

Bagnati, ci ritroviamo in quelle lenzuole e facciamo l'amore. O meglio, sesso. Appena riapro gli occhi, lui sta dormendo. Mi alzo e corro in bagno. Entro nella doccia, come se volessi togliermi di dosso quell'odore, come se volessi purificarmi. Cosa sono diventata? Dove sono finiti tutti i miei valori? Li ho lasciati andare da quando ho lasciato Akito? Nel momento in cui penso a lui, Chris entra nella doccia.
"Ehii..." dice avvicinandosi sempre di più, fino a spingermi nell'angolo.
"Ehi."
Stringe le sue mani intorno ai miei fianchi e mi bacia dappertutto.
"Scusami..." dico staccandomi. "Ma ho degli impegni importanti da sbrigare. Devo andare."
"Dimmi che ci rivedremo."
"Dipende dai vari impegni. Per esempio, domani parto."
Scappo da quella doccia e da quella casa il più veloce possibile. Che cretina!

"Sana, ma quanto ci hai messo?"
"Scusami Rei. Un'imprevisto..."
"Che genere di imprevisto?"
"Chris."
"Non dirmi che..."
Non finisco di sentire le parole di Rei. Mi chiudo in camera. Prendo il mio ipod e metto la musica ad alto volume. Mando un messaggio a Fuka. 'Ho fatto una cazzata.'

-Akito
Mi tolgo la mia uniforme di karate e poso la mia medaglia sulla scrivania. Mi faccio una doccia veloce e mi affiaccio alla finestra. La folla che invade Time Square sembra piccola da quassù.
"Ehi tu, medaglia d'oro." dice Fuka sedendosi sul letto.
"Non me ne faccio niente di una medaglia d'oro se non ho lei."
"Sai ti devo svelare un segreto." dice prendendo qualcosa dalla tasca. "Qui ho due biglietti per la sfilata di domani, Derek ti cede tristemente il suo."
"Ci sarà..."
"Si. Me li ha dati lei. Ed ho anche dei pass per il back stage. Ma devi qualcosa di davvero eccezionale per farti capire. Lei è testarda."
"Tipo?"
Il piano di Fuka mi piace, perchè so che Sana è la donna della mia vita e farei di tutto per riconquistarla.

Nuovo capitolo. Quale sarà il piano di Fuka? Lo scopriremo presto! Vi ricordo che fra poco arriveremo alla fine di questa storia. Come volete che finisca? Recensioni mi raccomando ;) Un bacione, Marilù!

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** New York, New York ***


fanfc 21 - Akito
Come al solito il piano di Fuka è eccezionale. La sfilata sarà domani ed io non riesco ad aspettare. Fuka è seduta sul mio letto in gambe incrociate, intenta a scrivere qualche messaggio. La vedo veramente concentrata. "E' successo qualcosa?" le chiedo. Si gira e le leggo negli occhi l'indecisione nel rispondermi o meno.
"Come? Ah, il messaggio. No, niente. Sto parlando con mia madre, voleva sapere i dettagli della gara."
Non so se crederle ma lascio perdere. Torno a guardare le vie di New York e a perdermi fra le persone che la popolano.

- Sana
L'aereo è atterrato. Essere a New York mi fa ritornare in mente un sacco di ricordi.
"Sana, sbrigati che è arrivato il taxi." mi dice Rei.
Arriviamo in hotel e ci chiudiamo dentro.
"Tieni" dice, passandomi una busta. La apro e trovo tutte le foto scattate al mare.
"Grazie Rei! Sono strepitose!" dico, abbracciandolo.
"Beh non credo che vorrai vedere le altre..." dice, uscendo una busta dalla giacca. La butta sul letto ed io le esco. Sono tutte foto di Chris. Le prendo velocemente tutte in mano e le butto nel cestino. "...ma mi spieghi cosa è successo? Sono il tuo agente ma prima di tutto un tuo amico. Chris è il tipo che sputtana tutta la sua vita privata in un giornale per un po' di popolarità."
Non gli rispondo. Gli passo il telefono con la conversazione fatta con Fuka e vado a farmi una doccia. Menomale che c'è lei a consolarmi, a capirmi e a calmarmi. Non saprei cosa farei senza di lei. Accendo la radio e sento la speaker che dice: "Dopo esserci emozionati con una gara meravigliosa di karate avvenuta ieri presso Central Park, oggi c'è stata una gara di caona. Mi dispiace per tutti coloro che volevano un'intervista del vincitore, Akito Hayama, ma è stato impossibile data la folla di giornalisti piazzati sotto il suo hotel. A quanto pare è già ripartito. Ritornando a noi, oggi la gara di canoa..." Cambio subito stazione e apro la valigia. Prendo un vestito verde smeraldo e vado alle prove della sfilata. Metto anima e corpo in quella passerella cercando di non farmi trasportare dai ricordi. L'ho già fatto abbastanza volte.
Torno in albergo sfinita, infatti mangio velocemente e vado a dormire.

-Akito
Dire che sono agitato è dir poco. Mi guardo in continuazione allo specchio non riuscendo a decidere quale camicia mettermi. "Ahhh. Perchè sono così agitato?!" dico sedendomi sul letto e prendendomi la testa fra le mani.
"Beh allora spero che questi ti possano calmare." dice Fuka entrando con due tesserini in mano. "Questi arrivano direttamente dall'hotel di Sana. Sono pass per il back stage. Lì la troveremo ed entrerà in azione il piano ok?"
"Ok ok."
"E comunque mettiti la camicia azzurra. A Sana piace molto l'azzurrro. E poi sta bene col mio vestito." dice dandomi uno schiaffetto in testa e facendomi la linguaccia. Io rido.

-Sana
"Tra 5 minuti ragazze inizia la sfilata. Vi voglio tutte in fila, secondo l'ordine di uscita."
Dopo essere entrata nel mio vestito da sera blu e passata dal trucco e parruco, mi unisco alle altre ragazze. Sono l'ultima ad uscire. Ci sbrighiamo in poco tempo, molto probabilmente perchè il nostro stilista è il primo a mostrare la sua collezione. Calco la passerella sotto riflettori e faccio quello che so fare meglio. Un po' di mosse per i fotografi, un po' di sorrisi qua e la e il gioco è fatto. Rientro dietro le quinte e vedo nella mia postazione Fuka. Le corro incontro con tutti i tacchi che mi ritrovo. "Ciao! Mamma mia quanto mi sei mancata!"
"Anche tu tesoro. Sei stata stupenda lì fuori. Ma io ho una sorpresa per te."
Vedo che con una mano sposta la tenda. Gli unici occhi che abbia mai amato sono davanti a me. Non so se rimanere e scappare.

-Akito
Me la ritrovo davanti in tutta la sua bellezza. La vedo arrossire, ma i suoi occhi dicono tutt'altro. E' divisa a metà ma io devo continuare.
"Ciao Sana. Sono qui per chiederti scusa. Mi sono reso conto di quanto non riesca a dimenticarti, di quanto quel vuoto dentro che mi portavo fin da adolescente sia riuscita tu a riempirlo. Tu mi hai trasformato nell'uomo che ho sempre voluto. Non quello che passava da una all'altra, ma quello che ne ama una sola e la tratta come una donna dev'essere trattata. Mi hai ridato la forza per credere nei sogni e vedi dove sono arrivato grazie a te. Ho vinto una medaglia d'oro, e non una qualsiasi. Non riesco ad immaginare una vita senza di te, senza la freschezza che trasmetti, senza la tua dolcezza, senza il tuo amore."

-Sana
Gli sento dire questa parola una dopo l'altra. Il mio cuore aumenta di battito sempre di più. Lo vedo uscire un pacchetto dalla sua giacca e aprirlo. Un anello è proprio di fronte a me.
"So che forse avrei dovuto farlo molto tempo prima ma..." mi dice. No, ti prego non dirlo. "...so che tu sei l'unica donna per me. Vuoi sposarmi?" Lo guardo, senza sapere che dire. Sono divisa a metà.  


Eccomi di nuovo dopo tanto tempo. Scusatemi davvero tanto! Vi preannuncio che siamo quasi alla fine di questa FF...come sempre Recensite! Sono sempre felice dei  vostri pareri!
Un bacione, Marilù.

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** Verità ***


fan22 - Sana
Piango come una bambina. Le lacrime scendono giu da sole.
Ora è una battaglia. Cuore contro testa. Attacchi e difese che si susseguono nella mia testa in un tempo indeterminato.
"Digli di no. Non ti merita. Ti ha fatta soffrire." dice la mia testa.
"Non stare a sentire. Senti solamente i tuoi sentimenti, le tue sensazioni. Io e te sappiamo davvero qual'è la verità." replica il cuore.
"Io..." dico sottovoce. All'improvviso però un flash mi fa girare alla mia destra. Vedo dei fotografi correre verso di noi. "Sana Kurata con Akito Hayama. E' uno scoop per il nostro giornale. Muoviti!" sento dire.
"C'è stata una soffiata. Andatevene immediatamente." dico a Fuka.
"Ma..."
"Andate Fuka. Ti prego. Io devo rimanere qui. Ci vediamo dopo."

-Akito
Fuka mi prende per mano e mi trascina fra i vari stand.
"Ehi, senti anche tu questa voce?" mi chiede Fuka.
Sento il nome di Sana sussurrato da dietro una tenda. Io e Fuka ci avviciniamo.
"Si è andato tutto come previsto. Credo che adesso Chris stia facendo la sua dichiarazione alla stampa. Sono riuscito a far allontanare quei due che erano con lei prima del suo arrivo dietro le quinte della sfilata."
Fuka mi guarda e avvicina la mano alla tenda. Con un colpo secco la apre. Davanti ai miei occhi, c'è un viso familiare.

-Sana
Ho ancora il cuore a mille. I flash dei fotografi non si fermano un attimo e i giornalisti non sono da meno.
"Sana che ci faceva il campione di karate Hayama qui da te?"
"E' un mio fan." In un certo senso mento spudoratamente, ma i ricordi dicono tutt'altro.
"Che ci fa Chris qui?" urla uno dei giornalisti.
Mi giro e vedo Chris avvicinarsi con un mazzo di rose rosse in mano. "Sei stata bravissima su quella passerella." dice, dandomi il mazzo di fiore e cercando di baciarmi. Mi allontano appena in tempo, lasciando i fotografi senza fiato.
"Che succede fra voi due?"
Chris mi mette un braccio intorno alla spalle. "Io sono innamorato di questa bellissima ragazza."
Lo guardo e rimango sbalordita. Cerco Rei ovunque. Solo lui mi puo salvare da tutto questo.


-Akito
Cerco di fare mente locale su chi possa essere il ragazzo che ho di fronte, finchè Fuka non esclama: "Naozumi! Che cavolo ci fai qui?"
Ora si che mi ricordo..."Tu sei l'ex migliore amico di Sana!"
"Oh bravo!" dice lui, battendo le mani. "Sono contento che vi ricordiate ancora di me dopo tanto tempo."
"Ancora non hai risposto alla mia domanda." sottolinea Fuka.
"Sono qui per conto di mio padre. Lui è un grandissimo manager. Anche di Chris." dice fissandoci. Noto di come Fuka sia sbiancata. "E mi ha chiesto di fare un lavoretto per far si che Sana sia sola con lui, quando dovrà fare le sue dichiarazioni."
"Che dichiarazioni?" dico io.
Fuka mi guarda e dice: "Sai dopo che lei è tornata da Tokio, è stata al mare con Rei. Lì c'era anche Chris e per lei era un periodo brutto. Lo è sempre stato da quando vi siete lasciati. L'ultimo giorno, dopo vari flirt, lei si è fatta prendere dalla tristezza e...ci è andata a letto."
Sbianco.
"Allora il signorino non ne sapeva niente ah? Questo mi fa ancora più piacere. Tanto fra poco la vita di Sana Kurata sarà rovinata e questo è tutto grazie a me." dice Naozumi
"Che cosa vuoi dire?" dice Fuka
"E' stata tutta una mia idea. La seguo dall'inizio della sua carriera. Secondo te chi gli mandò le foto del tradimento di Akito?"
Il ricordo del suo pianto quando andai a trovarla, di quelle foto che aveva fra le mani. Scatto e le mie mani sono al suo collo. "Ora dimmi che cazzo vuoi?"
"Voglio solo farle pagare il suo rifiuto. Voglio vedere soffrire quella puttana."
Lascio la presa e lo schiaffo di Fuka anticipa le mie mosse. "Ma tu sei fuori di testa! Vai avanti con la tua vita senza distruggere quella degli altri."
"Beh penso che l'abbia già fatto intrattenendovi qui." dice sorridendo e facendo segno verso la folla di giornalisti."
"Devo chiamare subito Rei." dice Fuka.
"Ah..." dice Naozumi prima di andare. "Spero che se mai ti dirà di si, riuscirai a sopportare l'idea di avere un figlio non tuo. Sai...quella volta che andò a letto con Chris, gli ordinai di non usare questo." dice, uscendo dalla tasca un preservativo. Inizia a ridere finchè un mio pugno non incontra la sua faccia.
"Non ti preoccupare di quello che farò con lei, ma preoccupati di quello che farò a te appena che questa storia sarà finita." dico puntando il dito verso una telecamera. "Quel piccolo strumento ha filmato ogni tua singola parola." Lo vedo sbiancare e con una mano sulla guancia scappa via.
"Salutami tanto tuo padre!" Dico urlando.

-Sana
"Che cosa vuoi da mia figlia?" La voce di mia madre si fa strada fra quelle dei giornalisti. La vedo sbucare davanti a me e mi prende per mano. In contemporanea arriva anche Rei. "Mi ha chiamato Fuka. Che è successo?"
Non so perchè m
a il mio agente mi sembra interessato alla mia migliore amica. Ma che sto a pensare adesso?!
Lo vedo aggiustarsi la cravatta e dire ai giornalisti: "La mia cliente non ha niente da dire ne a voi ne a questo ragazzo, che per conto mio non ha niente da condividere con Sana. Quindi se non vi dispiace..." Mi prende sotto braccio e lascia i fiori per terra. Per strada incontriamo Fuka ed Akito. Senza pensare, corro fra le sue braccia. "Si. La mia risposta è si e lo sarà sempre." Mi stringe e mi bacia ma...ha uno sguardo strano e la sua mano è livida. La prendo e chiedo: "Che ti è successo?"
Fuka mi racconta tutto quello che era successo in macchina. Arriviamo nella mia stanza e siamo solo io e Akito. "Perchè non mi hai ancora rivolto una parola?"
"Perchè ci sei andata a letto? So che era un periodo difficile ma...io dopo esserci visti a Tokio non riuscivo a non pensare a te. Perchè l'hai fatto?"
"Ero...sola. Ma fare quel che ho fatto, mi ha fatta sentire peggio di peggio. E poi comunque parli tu che eri fidanzato quando sono venuta a Tokio."
"Ma non sono riuscito ad andarci a letto. Quella casa ormai appartiene a te."
"Vabbe dai. Ormai è passato."
"Credo che prima di mettere la parola passato su tutto questo, credo che tu abbia bisogno di un test di gravidanza."
Il suo sguardo mi dice tutto. "Oh Dio, no..." Inizio a vedere tutto nero.

-Akito
I suoi occhi diventano lucidi. La vedo sbiancare lentamente e poi...cade a terra.
"Sana!" Non mi risponde. Letteralmente in preda al panico, chiamo Fuka. La portiamo in ospedale.
"Le stiamo facendo tutti gli accertamenti. Vi faremo sapere." Mi prendo la testa fra le mani, sperando che stia bene. Credo che non mi importi che sia incinta o meno, rivoglio solo la mia Sana.


Eccomi con uno degli ultimi capitoli! Non so dirvi di preciso se ne mancano un paio o se il prossimo sarà l'ultimo, lo scopriremo presto! Grazie a chi recensisce le mie storie! Un bacione Marilù

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** Metà perfetta ***


fan 23 - Sana
Mi sveglio in una stanza piena di fiori. Appena rimetto in ordine le idee, mi porto una mano in ventre. Non credo di poter sopportare il figlio di un errore. Un errore progettato da qualcuno che voleva farmi solo del male.
Una mano raggiunge subito la mia. Il suo calore mi fa sentire a casa.
"Ben svegliata." mi dice Akito, baciandomi la fronte. "Non ti preoccupare, il dottore dice che è stato solo lo stress a farti perdere i sensi e..."
Non lo faccio nemmeno finire di parlare. "Akito, si sa niente di..."
"No." dice lui, spostando lo sguardo. "Ma non mi importa. L'importante che tu stia bene." Fa per alzarsi.
"Akito" dico io afferandolo per un braccio. "Voglio che tu sappia che non ero in me quando l'ho fatto. E che non sopporterei di avere un figlio non tuo."
"Shh..." dice dandomi un bacio a fior di labbra. "...non ci pensare più ok?"
"Ti devo chiedere solo una cosa, Aki. Chiama il dottore. Devo togliermi questo peso una volta per tutte."

-Akito
Il dottore è dentro la stanza da 10 minuti. Io non ho avuto il coraggio di stare lì, non so come avrei reagito. Che coglione che sono!
Non sopporto di dover aspettare tanto a lungo per scoprire qualcosa che potrebbe cambiare la mia vita così, di punto in bianco.
Il rumore di una porta che si chiude mi fa girare. Il dottore mi si avvicina e mi dice: "Le vuole parlare lei."
Entro titubante. Il suo viso non trapela emozioni.
"Siediti Akito." dice avvicinando la sedia al letto il più possibile.
Appena mi siedo mi prende la mano.
"Ok dammi solo un attimo per trovare le giuste parole."
"Sana ti prego muoviti. Sto morendo."
"Un anno fa a quest'ora io ero in giro per il mondo e tu mi seguivi appena  potevi. Credo che vedendo nell'arco di un anno cosa sia successo, molto probabilmente non chiamarei di nuovo quell'agente. Ma mi ricordo ancora di quella volta che feci il mio primo provino e tu eri li fuori ad aspettare. Non ti dissi niente per paura che mi dicessi che non facesse per me, ma mia madre fece il resto. Mi portasti fuori a cena e la sera facemmo l'amore. Fu quando mi svegliai con le tue braccia intorno che pensai di voler stare sempre in quelle braccia. Inizialmente pensai che fosse solo un pensiero annebbiato dall'amore che provavo in quel momento ma...adesso non credo sia così. Credo che tu sia la mia metà perfetta. Quella persona che cercavo negli occhi dei passanti ma che non trovavo. Ora credo che quel giorno ti abbia incontrato per una ragione ben precisa.
Ora che ho quasi 21 anni mi sento sicura di quello che voglio ed io voglio te. Voglio dei figli che abbiano i tuoi occhi e il tuo coraggio ma prima voglio stare chiusa in albergo con te per una settimana intera. Non mi importa che il mondo sappia di noi, anzi lo preferisco. Non voglio che qualcuno si intrometta di nuovo fra di noi. E questa parte del mio corpo..." dice prendendomi la mano e portandosela al ventre. "...se lo vorrai come lo voglio io, apparterrà solo a te."
La guardo cercando conferme sul suo viso. I suoi occhi sono lo specchio dei miei.
"So che non è bello ma...sono felice di non avere dentro di me qualcosa  che non sia tua." dice alzandosi dal letto e baciandomi. Non dico niente, sono troppo felice per poter dire qualcosa. "Portami via, Aki." dice stringendo le braccia intorno al mio collo.
"Ti porto dove vuoi piccola mia." dico, sorridendo.
Dieci minuti dopo siamo già in taxi. Dopo aver dato la notizia a tutti, siamo scappati subito in hotel. Ci baciamo in ascensore, avidi l'uno dell'altra. So che può sembrare una cosa molto carnale e fisica, ma il nostro desiderio di essere di nuovo l'uno nel corpo dell'altra nasce dal più profondo di noi.

-Sana
Mi sbatte contro la porta appena entrati nella stanza. Quanto mi è mancato poterlo baciare in questo modo. Le sue mani si muovono sul mio corpo. Mi sfila il vestito e lo lancia, non curante di dove sia caduto. Io gli sbottono la camicia e faccio lo stesso, poi, con le gambe intorno alla sua vita, mi trasporta sul letto. Le mie labbra sono sul suo corpo. Gli bacio gli addominali, il collo, il naso e gli mordo il lobo. Lui impaziente inverte la posizione e fa scontrare le nostre lingue. Mi era mancato stuzzicarlo in questo modo fino a fargli perdere il controllo. Entra dentro me e mi sento bene, come se quest'anno non ci sia stato. Come se fossimo stati sempre insieme per tutto questo tempo.

-Akito
Mi sveglio col suo profumo. Sorrido vedendo di come non sia cambiato. Mi sembra una fraganza che nessuno profumo potrà mai copiare. E' il suo odore e al pensiero che solo io possa sentirlo mi rende l'uomo più felice del mondo. Si muove e si gira verso di me. I suoi occhi color cioccolato sono proprio di fronte ai miei. Non mi dice niente. E' il suo sguardo felice a farlo. Mi bacia e si siede sul letto avvolta dalle lenzuola. "Ti vergogni ancora?" dico tirandole un cuscino. Lei mi fa la linguaccia. "Dopo 3 anni credo che abbia il diritto di vedere la mia fidanzata nuda dopo aver fatto l'amore."
"No, non lo hai." dice, ridendo.
"Chissà perchè gli stilisti possono." dico, prendendo una sigaretta e avvicinandomi al balcone.
Lei si alza e mi abbraccia da dietro. "Lo sai che solo tu puoi vedermi in questo modo."
Sorrido. Mi prende per mano e mi trascina nella doccia. Rifacciamo l'amore li, fra acqua e baci bagnati. Ad un certo lei mi guarda ed esce. La seguo e le pettino i capelli, sposandoli di lato.
"Credo che lo stare così lontani non ci abbia fatto bene." dice lei, ridendo quando le mie labbra le baciano il collo.
"Beh questo è un anticipo del mio regalo di compleanno." dico io, poggiando la testa sulla sua spalla. Lei sorride, cogliendo la malizia nel mio sguardo.  "Ti amo così tanto." le sussurro nell'orecchio. Il battito del suo cuore si fa talmente forte che, avendola vicino al mio corpo, riesco a sentirlo.
"Mi è mancato." dice lei, baciandomi.

Eccomi con un aggiornamento veloce. Mi scuso per il ritardo nell'aggiornamento, ma sono fuori casa e non ho internet a mia dispozione. Scusatemi ancora! Marilù

Ritorna all'indice


Capitolo 24
*** Compleanno ***


fan 24 -Sana
Preparo la colazione con le cuffie nelle orecchie. Oggi è il 12 ottobre, il compleanno di Akito. Lo sguardo ogni tanto va all'anello che ho all'anulare e sorrido. Ancora non mi sembra vero. Indossando la sua camicia, salgo le scale con il vassoio in mano. Lo poggio sul comodino e mi siedo vicino a lui. Gli accarezzo i capelli,mi avvicino e gli bacio la guancia. Lo vedo fare una leggera smorfia, per poi aprire piano gli occhi. 
"Buongiorno amore..." Gli dico.
"Buongiorno..." dice lui, sedendosi e portando una mano agli occhi.
Prendo il vassoio e lo poggio sul letto. Accendo la candelina infilzata nel pasticcino e glielo avvicino al viso. 
"Tanti auguri amore." 
Lui mi guarda e mi sorride. Spegne la candelina, mi sposta i capelli dietro l'orecchio e mi bacia.
"Guarda che è finita qui...vai a cambiarti." dico sorridendo.
Dopo mezz'ora siamo già fuori casa. Essendo ancora a New York, lo porto a Central Park. Questo giorno sarà dedicato tutto a lui. Spero solo che le sorprese che gli organizzato gli piaceranno.

-Akito
Le foglie che cadono dagli alberi dipingono di arancione le strade. Lei mi guida per Central Park, finchè non ci sediamo su una panchina. Mi dà; un foglio e mi dice: "Questo è il primo indizio di una caccia al tesoro. La dovrai fare da solo però mentre io ti aspetterò alla fine del percorso." Si alza e mi bacia. "Ci vediamo dopo amore mio."
Giro mezza New York in cerca dei suoi indizzi. Verso l'ora di pranzo arrivo in un ristorante. Li trovo Sana in tutta la sua bellezza, che mi sorride. Mi siedo al tavolo con tutti i pacchetti che ad ogni tappa ho ricevuto. Vestiti, un libro, un profumo.
"Fino ad adesso ti è piaciuta la sorpresa?" dice lei, sorridendomi. 
"Si, anche se mi sei mancata." dico, prendendole la mano.
"Da adesso ti farò compagnia." Dice, facendomi l'occhiolino e stringendo la presa.
Mangiamo di tutto e di più. Scherziamo ma la distanza imposta dal tavolo mi pesa moltissimo. Non nego che vorrei lei come regalo per il mio compleanno, come la vorrei per il resto dei miei giorni.
Mi dice che abbiamo una camera nell'albergo annesso al ristorante. Prendiamo l'ascensore e non resisto. Lascio i pacchetti e la bacio. Le bacio il collo e la sento fremere sotto le mie labbra. Sorrido, vedendo che ogni volta che le mie labbra si posano su di lei le facciano lo stesso effetto. Arrivati al piano, la prendo in braccio e la porto in camera. Mi prende i pacchetti dalla mano e li poggia sul tavolo. Si avvicina a me e mi sbottona la camicia, guardandomi maliziosa. "Non vedevo l'ora." le sussurro nell'orecchio, abbassandole la lampo del vestito.
Un bagno ai petali di rosa ci aspetta in una vasca enorme. Lì facciamo l'amore la prima volta, per poi spostarci sul letto. Mi piace il modo in cui sia cresciuta, di come si sappia muovere e mi sappia assecondare sotto le lenzuola. Mi piace il modo sereno in cui dorme e di come segretamente io possa guardare questo suo lato. Quel suo sorriso e quel rossore lieve. Vedere quel gioco che i capelli creano intorno al suo viso. Tutto questo mi fa capire che lei è il
regalo migliore che la vita potesse darmi.

-Sana 
Quando mi sveglio, lui non c'è. Sento il rumore dell'acqua che scorre in bagno. Ormai è sera però c'è ancora tempo per l'ultima sorpresa. La più importante. Mi alzo e mi cambio. I suoi vestiti sono sul letto, dove vicino gli lascio un bigliettino. Prendo la borsa e scappo.

-Akito
Esco dal bagno e vedo il letto vuoto. Mi avvicino e leggo il biglietto che è sui vestiti. 'Indossa questi e vieni a "casa" ' e
così faccio. 
Arrivo in albergo ma appena entro in camera, c'è solo il buio. Muovo la mano alla ricerca dell'interruttore della luce, finchè non sento un botto.Improvvisamente la luce si accende e mi ritrovo circondato di coriandoli. Sposto i fili di carta che sono davanti i miei occhi e li trovo tutti in quella stanza. Sana, Fuka, Rei, Derek e la madre di Sana. "Tantissimi auguri Akito!" urlano in coro. 
"Me l'avete proprio organizzata bene questa sorpresa." dico, ridendo. 
"Ancora non è finita." dice Derek, avvicinandosi e dandomi uno schiaffetto dietro la schiena. Mi avvicino al tavolo e c'è un biglietto con un fiocco. Tutti mi guardano, ma quella più emozionata è Sana. Lo noto dai suoi occhi. Lo apro e c'è scritta una data. "13 dicembre..." dico, leggendo ad alta voce. Mi giro e guardo gli altri. 
Vedo Fuka avvicinarsi a Sana, pur non lasciando la mano di Rei. "E' la data del tuo matrimonio, deficiente!" dice Fuka, ridendo. 
Rimango senza parole ma mi alzo e prendo per mano Sana. "Era il regalo più bello che potessi farmi." dico, baciandola. Lei mi guarda con gli occhi lucidi e mi sorride.
"Ehi, basta con queste smancerie, qui c'è gente che vuole festeggiare!" dice Derek, accendendo lo stereo.

-Sana
"Credo che sia stato il miglior compleanno della mia vita." dice Akito, sedendosi sul letto.
"Guarda che non è ancora finita." dico e rido vedendo il suo sguardo interrogativo. "Da quel tuo sguardo non so se tu sia preoccupato, incuriosito o entrambe le cose."
"Direi entrambe le cose. Sinceramente non so più cosa aspettarmi."
"Vieni qui, affianco a me." gli dico. Ci stendiamo entrambi a pancia in giu e prendo un foglio. Più precisamente una mappa. "Ora dobbiamo analizzare il percorso di oggi, perchè non ho avuto il tempo di chiarirtelo in hotel." dico un po' arrossendo, ricordando cosa non mi aveva fatto proseguire nell'intento. Lui si morde il labbro.
"Dai, vediamo un po' " dice lui, avvicinandosi sempre di più a me.
"Ho fatto una sfida con me stessa. In ogni posto c'era qualcosa che a tuo piacimento dovevi scegliere. La sfida per me consisteva nel scegliere cosa, secondo me, ti sarebbe piaciuto e nel vedere quanto in realtà ti conosco."
Lui mi guarda con uno sguardo intenso e mi sorride, passandomi la mano fra i capelli. Mi alzo e prendo i vari pacchetti. La serata passa così, a ridere delle varie scomesse fatte.
"Ho vinto, ho vinto." dico, saltellando per la stanza.
"Secondo me hai barato." dice, facendo la linguaccia. Di tutta risposta, prendo un cuscino e glielo tiro. Lui corre verso di me e mi alza di qualche centimetro da terra. La sua bocca accoglie la mia in quello stesso sapore del nostro primo bacio. Ci guardiamo e gli dico: "Aspettami qui."
Esco dal bagno 10minuti dopo con indosso una camicia da notte corta e i capelli sciolti. Accendo lo stereo e con una leggera musica di sottofondo mi avvicino alla camera da letto. Lo vedo arrossire appena mi vede. Cerco di fare un piccolo spogliarello, come quello di uno dei suoi film preferiti, ma tutta la femminilità e la sensualità che mostro sul palco, non esce con lui. Con lui ritorno quella ragazza di 18anni inesperta che non riesce nemmeno a fare uno spogliarello. Lui si avvicina e mi abbraccia. "Lo sai che ti amo tanto,vero?" mi sussurra lui. 
"Ti amo anch'io." dico, portando le braccia attorno al collo e baciandolo. Lasciamo che la notte passi così, uno nelle braccia dell'altra. L'uno dentro l'altra.


Rieccomi dopo un po' di tempo. Scusatemi davvero tanto! Spero che con questo capitolo riesca un po' a farmi perdonare. Dopo questo, ci sarenno solo 3 altri aggiornamenti per la fine di questa storia. Ringrazio sempre tutti per seguirmi e recensirmi. Come dico sempre, i vostri pareri sono sempre graditi. Un bacione, Marilu!

Ritorna all'indice


Capitolo 25
*** Epilogo ***


fan25 Sana
Eccomi qui nel mio abito bianco. Si, il gran giorno è arrivato. Tremo come al mio esame di maturità. "Sicura che vada bene così?" mi dice Fuka, entrando dalla porta che unisce le nostre stanze. Mi giro e la vedo nel suo abito color smeraldo e sorrido. E' così carina con i capelli raccolti e con quello sguardo. Lo sguardo di una persona felice. Al polso ha un fiore, uguale a quello che Rei ha sulla sua giacca. Mi sembra ancora strano che quei due siano insieme.
"Si, Fuka. Sei meravigliosa." dico, avvicinandomi e abbracciandola. Lei mi guarda attentamente e con le mani mi aggiusta la gonna.
"Tu calmati. L'uomo che adori sarà di fronte a te. Tu guarda solo lui e vedrai che sarai sicura."

Pochi minuti dopo, mi ritrovo a camminare sul tappeto rosso della chiesa, aggrappata al braccio di Rei. La marcia nuziale parte poco dopo che gli invitati si siano girati verso di me. Noto subito mia madre che si porta un fazzoletto agli occhi. Non piangere, non piangere. Dopo alcuni passi, mi fermo. Sento un improvviso boato. Dirigo lo sguardo davanti a me. Alla fine di quel tappeto, fra le damigelle e i testimoni, c'è lui. Il mio Akito. Ci rivolgiamo uno sguardo di intesa e, prima di muovere un altro passo, sorrido involontariamente. Come mi ha detto Fuka, mi sento sicura. Cammino fino a poter avere i suoi occhi ad un centimetro dai miei. Rei, come se fosse mio padre, appoggia la mia mano su quella di Akito e mi sorride.

-Akito
La guardo e nessuna parola sembra aver senso. Il suo abito è di un bianco che non avevo mai visto. E' senza spalline, con un corpetto rigido ricamato e un ampia gonna. Ci parliamo con degli sguardi per tutta la cerimonia. Al momento dello scambio degli anelli, si sfila lentamente i guanti che le arrivano al gomito e mi porge la mano. Prendo l'anello e le dico: "Sana, ricevi questo anello, segno del mio amore e della mia fedeltà.". La mia mano trema mentre le infilo quell'anello d'oro. Lei arrossisce e fa lo stesso. Quando pronuncia la parola "amore", rivolge gli occhi su di me. E' visibile l'emozione che entrambi proviamo. Dopo questo rito, le alzo il velo e la bacio. "Ciao, signora Hayama." le sussurro all'orecchio.
"Ciao, marito.". Mi sorride.

Un'ora dopo, siamo al ristorante. Il suono di un bicchiere richiama l'attenzione di tutti. Derek è in  piedi. "Beh credo che questo sia il momento più opportuno per parlare un po' dei due sposini. Li conosco entrambi da parecchi anni e credo che si amino davvero tanto. Se no perchè sposarsi, giusto?" Una risata di espande per la sala. "Sinceramente, non pensavo che Akito si sarebbe mai innamorato. Lui era lo spaccone, quello che tutte le donne che aveva le otteneva con uno schicco le dita. Non vi nascondo di essere stato anche geloso di questo suo "potere". Tutto questo finchè non mi è arrivata una mail." Dalla tasca interna della giacca, estrae un foglio. "Sapevo che sarebbe servita un giorno." Mi fa l'occhiolino. Inizia a leggerla: "Ciao carissimo amico, come va lì a Miami? Qui un casino e molto probabilmente è per questo che ti scrivo. Ieri ho incontrato tua sorella da tua madre. Con lei c'era una ragazza, credo che si chiami Sana. Non so cos'abbia ma...mi sembra tutto strano. Ti prego, rispondi presto."
"Beh credo che adesso tu mi abbia umiliato abbastanza." dico ridendo.
Sana mi stringe la mano e si avvicina a baciarmi, ha gli occhi lucidi.
"Aspettate, mica ne ho solo per te. Passiamo alla piccola Sana. Ti ho vista crescere, diventare grande, e poi? Ti innamori di questo qua? Mi hai veramente deluso." continua Derek, in tono scherzoso. E' il comico della situazione.

Sana si è cambiata per la partenza. Ha addosso un vestitino aderente bianco panna. La nostra destinazione? Le Hawaii, per un po' di relax prima di ricominciare la routine. Appena entriamo in macchina, Sana si lascia andare. Si siede sopra di me, con le braccia dietro il collo. Io le accarezzo i capelli per poi baciarla. "Non mi sembra vero." mi sussurra lei, sfiorandomi il naso.
"Neanche a me." dico, giocherellando con la sua fede.

- Sana
Mi prende in braccio sulla soglia della porta. "E' una tradizione." dice, baciandomi i capelli. Rido, pensando a questa giornata. Entriamo nella stanza e lo prendo per mano. "Sai, fa un po' caldo qui." dico, sbottonandogli la camicia. "Che ne dici di un bel bagno?" Ridiamo complici, dirigendoci in bagno. Provo gusto a spogliarlo lentamente.
"Però non puoi divertiti solo tu..." mi sussurra, abbassandomi una bretella del vestito e baciandomi la spalla. Con le mie dita percorro il suo torace mentre lui snoda il nastro di raso del retro del mio vestito, così da farlo scivolare sul pavimento. Mi sposto e con un piede lancio il vestito fuori dalla porta. Mi prende per il mento e mi bacia, mentre io continuo a spogliarlo. Avvingiata a lui, entriamo nell'enorme vasca, riempita con acqua di rose. Lì facciamo l'amore come mai prima d'ora. Non so quante volte di seguito l'abbiamo fatto, ma sono sicura che con lui  sarà sempre così.

Alcuni anni dopo...
- Sana
"Ahi, Aki!" dico, cercando di allentare la presa di Akito. Mi stringe da dietro nel letto e mi morde il lobo. Ride mentre io mi muovo initterrottamente. La voce di Saki ci fa fermare. "Hai fatto svegliare la piccola, scemo." gli dico, alzandomi e tirandogli un cuscino. Corro nella stanza affianco, dove la nostra piccola Saki dorme. Prendo in braccio la bimba di un anno e la stringo a me. "Shh..." dico, cullandola. Ha gli occhi di Akito. Mi sorride e posa una manina sulla guancia. Sorrido ripensando a quando rimasi incinta, a come reagì Akito.
"Ciao piccolina." dice Akito, venendo dietro di me. Mi tocca il ventre, prima di prendere la bambina. "Vieni da papà che la mamma deve riposare per il tuo fratellino." Lo guardo male, ricordando come questa notte e stamattina mi ha "fatto riposare".
"Può essere anche una sorellina." replico io, facendogli una linguaccia. Ridiamo immediatamente entrambi per poi scambiarci un bacio a fior di labbra.
"Spero solo che sia bello o bella come la sua mamma e la sua sorellina." dice, spostandomi una ciocca di capelli e baciando Saki. "Giusto, Saki?"

"Stai andando a lavoro?" mi chiede Akito. Annuisco, abbottonandomi la camicia. In questo periodo, sto aiutando la madre di Fuka con la sua nuova linea di abbigliamento, che in questi anni è diventata famosa. Finchè non mi cresce la pancia, posso sfilare e quindi cerco di fare il possibile.
"Tu quando hai lezione?" chiedo. Akito ora fa lezioni di karate per prepararsi per le Olimpiadi. "Si, però io e Saki vorremmo venire a vedere te e Fuka più tardi."
"Va benissimo." Bacio lui e Saki. "Ora vado, ci vediamo dopo allora."
Apro la porta e mi ritrovo Fuka davanti, con la mano tesa verso il campanello.
"Ehi!" esclamo.
"Ciao!" Entra in casa, accompagnata da Rei. Loro due ormai sono sposati e anche loro sono in dolce attesa. Fuka è al settimo mese. "Stavi andando da mia madre?"
"Si. Vieni anche tu o preferisci stare a casa?" Fuka si occupa del trucco delle modelle.
"Devo andare a fare l'ecografia..." dice, toccandosi il pancione. "...ma dopo ci sono. Dov'è la mia nipotina?" 
Dalla cucina esce Akito. Fa segno di silenzio mentre ha la bambina addormentata fra le braccia.
Fuka mima uno "scusa".
"Sana, vuoi che ti accompagni?" mi chiede Rei.
"No no, vai con Fuka a vedere il vostro piccolino." dico, sorridendogli.
"Aki, hai sentito mio fratello Derek? E' scomparso."
"Dovrebbe venire in mattinata."
"Digli di chiamarmi per favore."
Derek è diventato maestro di karate. Si è innamorato di una ragazza un po' più giovane di lui ma per adesso lo vedo felice. Spero sia la volta buona.
"Ragazzi, io vado. A dopo." dico, uscendo da casa. Entro in macchina e guardo la sciarpa che ho al collo. La sciarpa di Akito che ha ancora in suo profumo di menta e sigarette. Sorrido al ricordo del mio primo incontro con lui. Ora siamo una famiglia. Ciao piccolino o piccolina, penso sfiorando la mia pancia.
"Amore!" sento urlare. Mi giro e Akito sta correndo fuori dalla porta. "Mi ero dimenticato di dirti una cosa..." dice avvicinandosi al mio viso. "...ti amo." Mi bacia. Gli sorrido e, quando vedo Fuka e Rei alla soglia di casa, sono ancora più felice di quello che ho avuto in questi anni. Sì, sono contenta di tutto questo, di quanto io ami tutto questo.


Ed eccoci alla fine di questa storia! (Dovrei dire finalmente? Boh non lo so). Spero vi sia piaciuta. Ringrazio coloro che mi hanno seguita e...alla prossima, spero! Un bacione, Marilù!
P.S: Le recensioni sono sempre gradite ;)




Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=884056