Ecce Homo di Nijinsky (/viewuser.php?uid=108495)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** LIND L. TAILOR ***
Capitolo 2: *** IO SONO L ***
Capitolo 3: *** METAFORA ***
Capitolo 4: *** MANGIANO SOLO MELE. L, LO SAI CHE GLI SHINIGAMI HANNO LE MANI ROSSE? ***
Capitolo 5: *** STUPIDO ***
Capitolo 6: *** SEGRETO ***
Capitolo 7: *** MOSTRO ***
Capitolo 8: *** Avviso al gentil pubblico ***
Capitolo 1 *** LIND L. TAILOR ***
01 - LIND L. TAILOR
«Avanti,
prova a uccidermi!»
"Bastardo..."
«Che aspetti?! Uccidimi!»
LIND L. TAILOR
Dove sei, migliore dei mondi?
Qual è la ragion sufficiente che fece di te tale scempio?
Feroce impera il malvagio, le disgrazie peggiori malevole si riversano su membra
innocenti.
O
sacratissima giustizia, chi presumerà di te parlare?
Sono forse io, la giustizia?
Chi altri se non io, faro notturno per naviganti in balia delle correnti?
Guido i disperati, gli sventurati abbandonati a loro stessi, mentre acceco navi
bucaniere che seminano il terrore.
Brucio la loro bandiera, affondo il capitano e la sua nave, lascio che di loro rimanga solo il
ricordo, derelitto sui fondali oceanici.
Il mare tornerà ad essere una piana d'acqua serena per anime caste.
Solo tu, odiosa increspatura, solitaria onda, tu, stella polare, che nelle
limpide notti argentea fai del tuo pallido volto una bussola anche per i
pirati. Indichi loro il nord, acché raggiungano la terraferma e lì paghino il
prezzo delle loro malefatte compiute in mare.
Benevola stella dagli occhi di buio, non importa quanto dovrò dannarmi per
offuscare la tua luce, stai pur certa, pallida luce, che ti scoverò ed
ucciderò!
Io… sono la Giustizia!
Dove sei, dio
della notte?
Qual è la ragion sufficiente che fece di te tale furia che cieca si
abbatte su acque già tormentate?
Incontrollato abbatti la tua mano, trista mietitrice, schiaffeggiando i miseri
esuli che si trovano lì per caso, o per sciagura. Non hai freno, né pietà.
O
sacratissima giustizia, chi presumerà di te parlare?
Sono forse io, la giustizia?
Chi altri se non io, oscura creatura della notte che indirizza le correnti
verso la riva?
Silenzioso
ed invisibile distraggo le correnti e seduco la brezza della sera, spingo con
mani ectoplasmiche tutte le navi a riva,
ove chi ha peccato sconterà la sua pena.
Scoverò
i colpevoli, vestiti di nero nel buio della notte, e li condurrò alle loro
sbarre, alle loro sentenze, al loro destino di feroci bucanieri ammutinati dal
caso.
Il
mare si appiattirà per un istante, e dopo continuerà ad essere ribelle ed
imprevedibile.
Le
navi di coloro la cui anima è pulita saranno forti abbastanza da resistere fino
alla fine della tempesta, fino alla fine dell’assedio dei vascelli pirata.
Solo
tu, furibondo dio della notte, impetuoso fanciullo che imperterrito graffi la
superficie del mare nel tentativo di appiattirla, tu, misero folle dagli occhi
di fuoco, sei cieco dinanzi alla realtà, nelle tue palpebre calate distingui
solo i tuoi ideali, così uguali ai miei, così folli, così utopistici.
Mentecatto
d’un dio, la tua purezza è collassata in malvagia follia e tu, forte del tuo
potere, credi di avere l’oceano intero ai tuoi piedi – non importa quanto dovrò
dannarmi per rivolgerti contro le correnti marine per farti naufragare a riva,
non importa fin dove dovrò spingermi per costringere la tua nave alla costa, stai pur certo,
maledetto, che anche oltre l’infinito orizzonte ti scoverò ed ucciderò!
Io…
sono la Giustizia!
ECCE HOMO EBBRO DI DIO E DEL SUO POTERE
ECCE HOMO EBBRO DI LUCE E DI BUIO
Le
note non sono scritte a scopo autocelebrativo, ma solo per far luce su alcune
espressioni e suggerire fonti filosofiche, letterarie e musicali che potrebbero
risultare gradite.
yours sincerely
Secondo Gottfried Wilhelm
Leibniz( 1646-1716) i mondi possibili ideati da Dio sono infiniti, l’esistenza
del mondo deve pertanto derivare da una scelta divina, in quanto realizzazione
di una possibilità tra molte, Questa scelta, data l’onniscieza e l’infinità
bontà di Dio, non può essere che dettata da una comparazione fra le diverse
ipotesi al fine di comprendere quale di
esse è la migliore.
L’espressione “Dove sei, migliore dei mondi?” è inoltre frequente nel
“Candide ou l’optimisme” di Voltaire, il quale scimmiotta Leibniz tramite le
disavventure dello sfortunato protagonista. La lettura del suddetto volume è
caldamente consigliata ad appassionati e non.
«Nulla accade senza una ragione sufficiente, cioè senza che
sia possibile a chi conosce in profondità le cose dare una ragione che sia
sufficiente a determinare perché è accaduto così e non altrimenti» G. W.
Leibniz, definizione del principio di ragion sufficiente, da “Saggi di
teodicea”.
«O sacratissimo petto di
Catone, chi presumerà di te parlare?» Lucano, Convivio, IV, 5, riferendosi a
Catone l’Uticense, morto suicida ad Utica, appunto, in nome della libertà che
con l’imminente dittatura cesariana stava venendo meno.
“faro notturno” e “dio
della notte” sono degli espliciti riferimenti al nome di Light Yagami.
“affondo il capitano e la
sua nave” A noi – Linea 77
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Capitolo 2 *** IO SONO L ***
02 - IO SONO L
«Io sono Yagami, del dipartimento di
polizia»
«Piacere, Matsuda»
«Piacere, Aizawa»
«Piacere, Ukita»
«Piacere, Mogi»
«BANG!»
IO SONO L
E tu chi sei, cupo folletto dagli occhi
bui?
Chi sei, giovane uomo senza nome?
Chi sei, bizzarra ed incolore creatura?
La tua voce è quella di un uomo stanco.
Il tuo volto è stanco.
I tuoi occhi sono stanchi.
Tu sei stanco.
Stanco non di una noia mortale che
questo confronto genera in te, non di una stanchezza che il mancato sonno ti
procura.
Stanco di una sorta di vuoto
primordiale, di una sorta di malessere congenito, di una sorta di gelo
interiore, di una sorta di buio glaciale.
Stanco di ogni sorta di qualsiasi quanto, che collassano,
implodono, turbinano nel vuoto, nel nulla cosmico.
Chi sei, giovane uomo stanco?
Io sono l’imbarazzo di un nome.
Io sono la solitudine di una lettera.
Io sono l’assenza di una sillaba.
Io sono il limite dell’indeterminato.
Io sono la punteggiatura senza frase.
Io sono la consistenza della brezza
marina.
Io sono il fascio di nervi di un arto
paralizzato.
Io sono la luce spenta nel buio.
Io sono la pioggia sul bagnato
Io sono il dubbio nell’evidenza.
Io sono la fragile mortalità delle
preghiere.
Io sono l’energia di punto 0.
Io sono 無.
«Io sono L»
Casta stella dagli occhi di buio, non mi
incanti: ho retto sguardi migliori del tuo.
Non mi incanta la chioma tua notturna,
non mi incanta la pelle tua lunare.
Non sei chi mi dici di essere.
Sei solo uno sgraziato burattino,
un’anonima pedina.
Sei solo un idiota, un incosciente che non
sa chi ha di fronte.
Sei solo un fantoccio senza storia che
danza dietro a un falso nome.
Una mediocre ballerina.
Una luce tremolante.
Un alone di vuoto.
Chiunque tu sia, hai l’illimitato nelle
iridi e la tragedia nel petto.
Hai una misteriosa eco nei timpani e
vacui sillogismi appesi alle labbra.
Chiunque tu sia, sei uno strumento difettoso, pallida creatura
della notte.
E, in quanto tale, non ho motivo di
trattenerti s lungo nel mondo nuovo.
ECCE HOMO INCREDULO PADRE
ECCE HOMO DI NULLA E DI TUTTO
ECCE HOMO DI LAMA E DI ODIO
Le note non sono scritte a scopo
autocelebrativo, ma solo per far luce su alcune espressioni e suggerire fonti
scientifiche e culturali che potrebbero risultare gradite.
yours sincerely
Quanto( dal latino quantum, “quantità”) in meccanica quantistica indica una quantità
discreta ed indivisibile di una determinata grandezza.
L’energia di punto 0(
zero) in fisica è il più basso livello energetico possibile in un sistema
quantistico( definizione di Wikipedia italiana ed inglese, meno criptica di
quella delle mie fonti cartacee)
無 in kanji, 无 in cinese semplificato, trascritto come wú, viene letto in lingua giapponese “mu” e
indica l’assenza di qualcosa. Nella tradizione buddhista zen indica la
negazione da una parte, dall’altra invece può rappresentare anche il Nulla.
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Capitolo 3 *** METAFORA ***
03 - METAFORA
«Ti va bene se
stabiliamo il vincitore con un solo set di sei game?»
«Per me va bene»
METAFORA
Quindici a zero.
Hey, Yagami, non rilassarti troppo:
ti sto dichiarando guerra.
La metafora di questa partita ha un
che di adrenalinico: percepisco l‘energia surriscaldarmi i muscoli, il sudore
scivolarmi sulla pelle. Tu li senti, Yagami?
Sicuro, scatti sinuoso da una parte
all’altra del campo, come se fossi improvvisamente impazzito.
Sembra che in gioco ci siano le
nostre sorti – miserabili sorti, azzarderei, Yagami – vista la dedizione con
cui ti destreggi, agile e scattante come un animale selvatico.
Ti difendi con tutta la forza che
hai, mi rendi difficoltosa la partita.
Non ne verrà a capo nessuno, qui in
mezzo: siamo due individui infantili,
testardi e tenaci.
E, dettaglio non irrilevante, tu sei
Kira.
Non ne ho ancora la certezza, ma
quello strano barlume nei tuoi occhi mi fa raggelare il sangue nelle vene ogni
volta che incontro il tuo sguardo.
Light, giovane Apollo dagli occhi
infuocati, giuro su chi ho di più caro che questo teatrino non avrà vita lunga.
Ti smaschererò, folle dio, e renderò
la tua sorte identica a quella di coloro i quali furono giustiziati secondo il
tuo metro.
Ho dato la mia parola, Kira: io ti
manderò sulla forca!
Buffo: ora che ci penso, al momento,
oltre a Watari, nessuno è coinvolto nel mio giuramento.
Dannazione, è bastato un attimo di
distrazione per farmi perdere il controllo della partita.
Hai un ottimo attacco, non c’è che
dire.
Dev’essere scattata una forza
invisibile dentro di te, che ti ha spinto ad un attacco così violento.
Hai vinto, Yagami,
È proprio vero! Per ottenere la
vittoria, l’iniziativa è decisiva!
Quindici a zero.
Hey, Ryuga, non scaldarti troppo: è
un’amichevole di tennis, o mi vuoi forse dichiarare guerra?
A giudicare dal tuo esordio, credo
proprio che la situazione volga in questo fastidioso modo.
La metafora di questa partita ha un
che di esilarante, non trovi, L, o chiunque tu sia?
Mi attacchi con tutte le forze che
quel corpo scarno ti concede, corri a destra e sinistra come impazzito, mi
rendi difficoltosa la partita.
Sembra che ci sia in gioco la tua
vita – miserabile vita, azzarderei, Ryuga.
Non preoccuparti, caro, non voglio
ucciderti, non ora. Se sarà necessario lo farò, senza esitare.
Non ne verrà a capo nessuno, qui in
mezzo: siamo due individui infantili, testardi e tenaci.
E, dettaglio non irrilevante, tu sei
L.
Non ne ho ancora la certezza, ma
quella tua odiosa voce, così imperturbabile e flemmatica, quelle parole che se
potessi te le incastrerei in gola per quel loro modo fastidioso di suonare
quando parli, mi fanno saltare tutti i nervi.
L, misero illuso dagli occhi di buio,
non immagini quanto mi stia godendo la tua morte.
Hai già cominciato a morire, idiota,
e quando te ne accorgerai non sarà troppo tardi, no; ora è già tardi. Quando
realizzerai che stai morendo, riderò guardando dibatterti, nel tentativo
sciocco di evitare l’inevitabile.
Cosa fai, ti sei perso nel buio?
Ora ti faccio destare io dalle tue
elucubrazioni mentali.
Ho vinto, L, e tu hai perso.
È proprio vero! Per ottenere la
vittoria, l’iniziativa è decisiva.
ECCE HOMO SPETTRO E CARNE VIVA
ECCE HOMO FURIOSO E VENEFICO
Le note non sono scritte a scopo autocelebrativo,
ma solo per ah no, qua non c’è niente da notare.
Yours sincerely
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Capitolo 4 *** MANGIANO SOLO MELE. L, LO SAI CHE GLI SHINIGAMI HANNO LE MANI ROSSE? ***
MANGIANO SOLO MELE. L, LO SAI CHE GLI SHINIGAMI HANNO LE MANI ROSSE?
«E che mi dici delle foto?»
«Queste sì che sono interessanti»
“Bah! Con questo trucco fregherebbe a malapena un bambino!
MANGIANO SOLO MELE. L,
LO SAI CHE GLI SHINIGAMI HANNO LE MANI ROSSE?
Il vero L dovrebbe trovarsi sempre da qualche parte al sicuro.
Il vero L dovrebbe trascorrere le sue ultime giornate districandosi fra i
rompicapo con cui mi prendo gioco di lui.
Il vero L non dovrebbe giocare all’Indovina Chi? con il suo esecutore.
Il vero L non dovrebbe giocare con le lame, rischierebbe di tagliarsi.
Tu non sei L- non prendermi in giro.
Non puoi essere così ingenuo, così infantile.
Eppure nessun uomo ha le tenebre negli occhi e il gelo nella voce,
pertanto l’idea che tu possa essere il mio nome più ambito mi accarezza ed
eccita.
Non immagini quanta rabbia e quanto sdegno suscitano in me i tuoi
giochetti, i tuoi tranelli, le tue stupide trovate, tuttavia preferisco
incanalare e lasciar fluire la rabbia, trasformarla in flemmatica trepidazione
di vederti sbiadire.
I effetti non è una scelta errata: focalizzo lo sguardo sul tuo volto da
cadavere, da uomo morto che presto sarai: noto
Che ti sei come incantato a fissarmi, immobile nella tua patetica
espressione, con il cucchiaino del gelato a mezz’aria.
Mi disgusti, L.
Sei inqualificabilmente irritante,
L’idea di strangolarti, di sentire il tuo respiro lentamente scolorare mi
seduce, ma nella mia integrità e statura professionale stoicamente la scaccio:
Kira non si sporcherebbe mai le mani per L.
Uno come te al massimo merita un nome, ammesso che tu ne abbia uno.
Continuerai a fissarmi ancora a lungo? Ah, no, ti sei risvegliato dal
coma.
Mi propini l’epica barzelletta della foto: che infame che sei. È una foto
fasulla, e avrei dovuto stare al tuo gioco e rendermene conto.
L, il mio odio nei tuoi confronti sfiora l’illimitato. Cosa c’è? Che fai?
Tremi?
Quanto godrò nel vederti spirare, miserabile, quanto vorrei farlo ora!
Ringrazia lo squillo del telefono, altrimenti la Medusa dei miei occhi di sicuro avrebbe paralizzato il tuo, di sguardo!
Il vero L è qui davanti a te, Kira, cercando prove cui appendersi per
render Giustizia a… a chi? ai tuoi nomi, forse? A me? A chi, a chi devo rendere
Giustizia?
Ascolto la tua recita, osservo i tuoi muscoli facciali danzare
un’espressione rilassata.
Una parte un po’ forzata, non trovi?
Il tuo volto è una maschera di tungsteno e diamante.
Espressioni che non riesco a sciogliere, né a scalfire. Le mie parole più
taglienti non corrodono la tua calma.
Mi concentro sul tuo sguardo, e sono completamente incapace di proseguire
il discorso.
Sono rimasto incantato a guardarti, a smarrire le mie certezze nei tuoi
bronzei occhi a mandorla.
Ho mai notato la fierezza dei tuoi tratti? Ho mai perso il respiro nel
rubino delle sfumature delle tue iridi? Mi sono mai ferito nel desiderio di
mordere il tuo tagliente ghigno?
Non so più chi sei, non so più chi sono io.
Non so più dove sono…
Scuoto la testa e riprendo a parlarti, celando
dentro i miei vuoti le improvvise paure che
discole mi fanno tremare la voce.
Il mio cervello è però altrove: viaggio oltre il tempo e lo spazio,
viaggio nei meandri della metafisica e scopro nuovi universi, dove non esiste
questo orrore.
Ammiro ancora il tuo volto attento a non tradirsi, ma quando provo a incrociare il tuo bronzeo sguardo i tuoi
occhi fuggono verso un trillante telefonino. Non avevo notato che anche il mio
stesse squillando.
Ho sfiorato le tue pupille e mi sono sentito come pietrificato: una gelida tramontana
spira dentro di me.
Freddo, fredda la
mano, le ossa e il cuore, freddo è il corpo del viaggiatore. Non vede quel che il futuro gli porta quando il sole è
calato e la luna è morta.
ECCE HOMO DI METALLO E DI ODIO
ECCE HOMO IN ESSO SMARRITO
Le
note non sono scritte a scopo autocelebrativo, ma solo per far luce su alcune
espressioni e suggerire fonti mitologiche, scientifiche, musicali e
cinematografiche che potrebbero risultare gradite.
Yours
sincerely
Secondo la mitologia greca
arcaica, lo sguardo di Medusa, creatura con serpi al posto dei capelli, per
mani dei pezzi di bronzo, zanne di cinghiale al posto dei denti, ali d’oro e
scaglie su tutto il corpo, aveva il potere di pietrificare( nel senso letterale
del termine) chiunque lo incrociasse. Si invita il lettore a non citare “Harry
Potter e la Camera dei Segreti”, la sottoscritta potrebbe avere reazioni poco
piacevoli, data la scadenza qualitativa che attribuisce ai libri di Harry
Potter dal IV in poi, e data la nostalgia che prova nel ricordare i primi.
Il
tungsteno( simbolo W) è l’elemento puro con il più alto punto di fusione,
ovvero la bellezza di 3695 K/3422°C, ha grande capacità di schermare le
radiazioni e di resistenza alla corrosione degli acidi.
Il diamante è una forma allotropica( ovvero i
diversi modi in cui un elemento si presenta) del carbonio, ed è il materiale
più duro in natura.
“Dentro i miei vuoti puoi nasconderti, le tue paure
addormentale con me” Dentro i miei vuoti – Subsonica
“Fredda è la mano, le ossa e il cuore, freddo è il corpo del
viaggiatore. Non vede quel che il futuro gli porta quando il sole è calato e la
luna è morta” Il Signore degli Anelli, Le due torri - Gollum
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Capitolo 5 *** STUPIDO ***
05 - STUPIDO
«Signore e signori, ascoltatemi bene. Non ho alcuna
intenzione di uccidere persone innocenti»
“Bastardo”
«Io odio il male e amo la giustizia. Non considero la polizia
mia nemica, ma mia alleata»
STUPIDO
Stupida ombra, dove fuggi così lontano? Tu non sei nulla senza un sole,
non sei nulla senza un corpo.
Stupido, sei solo uno stupido, corri veloce ma correndo vacilli, i tuoi
occhi rossi si perdono nelle vie
infinite che portano al nuovo orizzonte.
Sei coraggiosa, piccola ombra, ma non puoi volare così, alla rinfusa, con
le ridicole ali tue di cera rischi solo di precipitare giù.
Io invece ti darò solide ali d’aquila, un piumaggio leggero come un
soffio, invisibile come il nome cui ambisco, forte come lo spirito che ci
anima.
Buttiamoci tra il vento e le maree, stupida cara ombra, sarai i miei occhi laddove il mio sguardo non
tange materia.
Seguimi, sarai il mio braccio laddove il mio tristo inchiostro non arreca
ferita e lutto.
La mia ira funesta ha ora il suo catalizzatore. Rapidi e silenti come
spettri dobbiamo essere.
E tu, misera bussola dal nord sfasato,
soccomberai sotto il piombo che greve aleggia sul tuo cupo cranio riverso.
Ho già piazzato il mio stendardo di gloriosa giustizia nel centro nevralgico
dei tuoi pensieri, e già sorrido nel veder colar giù il tuo disgustoso sangue.
Il tuo sangue, odioso come il suo legittimo possessore, ha il sapore
della vendetta.
È un orgasmo che mi scorre davanti agli occhi, è l’ebbrezza di un nome
che lentamente svanisce allargandosi sul suolo.
È finita, L, sei morto – suona come musica per le mie orecchie.
La difesa ora non ha più ragion d’essere, ora bisogna attaccare!
Stupido dio, ma cosa credi di fare? La tua frenetica maratona presto
diverrà una disperata latitanza.
Stupido, sei solo uno stupido, come edera ti arrampichi su specchi dai
fascinosi riflessi, ma nella tua salita scendi, sprofondi nelle tenebrose vie
fuligginose dell’unico Empireo di cui sei
meritevole.
Sei forte e coraggioso, stupido uomo, ma senza il potere di cui ti nutri
e lo scuro che ti occulta il ghigno, tu svanisci come leggera nebbia, come
tenue vapore.
Comprendo la rabbia che ti infervora, studio l’ardore che ti accende lo
sguardo di sangue e di rubino, ma è l’odio della tua aspra voce di ferro e
piombo che sfugge leggiadro alla tangibilità del comprensibile.
Ti appendi a vacui orizzonti dai limiti sfocati, ti abbandoni alla
languida libidine del tuo nefando potere, lascivo mi provochi per il solo gusto
di vedermi fremere.
Pazzo efferato d’un dio, riesci a percepire la rabbia dentro i miei
vuoti?
Probabilmente no, non puoi - come potresti?
Non vi è rabbia nelle riflessioni che vomito, ma solo la pateticità e la
paranoia di un uomo stanco e solo, ebbro dei propri rimpianti e delle proprie
vacue speranze. Quel che scorgo è solo il cigolio di vecchie porte dai cardini
arrugginiti, il fruscio freddo e solitario di una tramontana che spira
incessante gelandomi le interiora, il silenzio odioso e inquietante che mi
ronza in testa senza tregua.
V è solo la tacita speranza che quella voce tua che ora sento distorta sa
il frutto di corde vocali che giammai ho udito vibrare, che non faccia coppia
con occhi che ora vedo davanti ai miei
anche quando non sono presenti, che quella voce sia solo un ostro che semina le
sue orme sul terriccio bagnato, che lasci le tracce del suo passaggio
grossolanamente, ingenuamente, così che io possa dare una concretezza alle mie
vane illusioni.
Ma non vi è certezza alcuna nell’elucubrazione, essa è solo della tangibile
evidenza dell’indagine.
La difesa ora non ha più ragion d’essere, ora bisogna attaccare!
ECCE HOMO
BRUTAL MOIRA
ECCE HOMO EVANESCENTE
POLVERE
Le
note non sono scritte a scopo autocelebrativo, ma solo per far luce su alcune
espressioni e suggerire fonti letterarie, mitologiche e scientifiche che
potrebbero risultare gradite.
yours sincerely
“Le
vie del Signore sono infinite”, oppure ”Le vie del Signore sono strapiombi” un
delicato momento di delirio di mio fratello tredicenne.
Uno dei miti più celebri della’antichità è quello del
Minotauro, creatura metà uomo e metà toro nata dall’unione fra Persifae, regina
di Creta, e un toro sacro inviato da Poseidone. Per ordine di Minosse, re di
Creta nonché marito di Parsifae, il mostro fu rinchiuso in un labirinto
costruito apposta da Dedalo, celebre
architetto e scultore. Poiché era a conoscenza della struttura del complesso,
vi fu rinchiuso dentro insieme al figlio Icaro, così che non potesse rivelarla.
Nel tentativo di fuggire, Dedalo fabbricò delle ali con piume e cera( da dove l’avesse
presa, la cera, non ne ho idea) per entrambi, affinché volassero via come
uccelli. Nonostante le raccomandazioni paterne, Icaro, preso dal fervore, si
librò sempre più in alto, senza calcolare che il Sole avrebbe sciolto la cera
che teneva insieme le ali e che lui sarebbe precipitato giù in mare. Se mi è
concesso esprimere un parere, un imbecille.
È consigliata una
ripassata veloce al vol. 4 di Death Note, page 29 “Arma”, ove Misa dice a Light:
«Sarò i tuoi occhi».
La bussola è uno
strumento topografico realizzato al fine di individuare i punti cardinali; in
particolare, l’ago indica sempre il Nord magnetico. Si capisce, dunque, che a
meno che la vostra bussola non sia quella di Jack Sparrow, uno strumento del
genere che non punta a nord è del tutto inutile.
Nella Divina Commedia l’Empireo
è il “luogo”( definizione impropria” in cui ha sede Dio. Sappiamo bene che L
non ha un’alta considerazione di Kira, pertanto l’Empireo cui fa riferimento
non è esattamente quello del Paradiso, ma il cuore dell’Inferno dantesco.
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Capitolo 6 *** SEGRETO ***
06 - SEGRETO
«Giusto… Light non è Kira
Anzi, se lo fosse sarebbe un bel problema per me.
Perché Light… è il mio primo amico»
“…”
«Anch’io ti considero un buon amico, Ryuzaki»
SEGRETO
È dunque così che ti piace operare: fai della tua pateticità un’arma e
uno scudo.
Sai dove colpire, ma se stai cercando di farmi affondare ti consiglio una
strategia d’attacco meno subdola.
Provi ad intenerirmi con quell’aia innocente, vuoi forse deridere il tuo
dio?
Tenti di scalfire la mia farsa con quella schifosamente imbarazzante
affermazione.
Vuoi forse illuderti che scampare al mio inchiostro sia un’impresa così
da poco?
Sei ridicolo, L.
E se speri che l’ammirazione altrui ti salverà da me, sei sulla cattiva
strada.
Mi chiedo cosa ti aspetti da me dopo un’affermazione del genere.
Forse immagini che il mio atteggiamento diventi minimamente meno
glaciale.
Forse speri che la faccia finita, complice lo stupore di quel branco d’idioti
che ci fissa sorridente.
Forse ti auguri che compia un passo falso così da potermi piegare.
Bastardo.
Ryuzaki, dimmi, mi consideri davvero un amico?
Ti dirò una cosa, ti confesserò un segreto così importante che rimarrai
senza parole.
Andrò al di sopra di ogni tua aspettativa.
Vedi, Ryuzaki, io sono Kira.
Fammi vedere che cosa farai, come ti comporterai ora, amico.
Vedi, Light, ora non c’è proprio molto da poter dire, da poter fare.
Ti ho appellato plurime volte in quel modo, ma ora che tu hai dato un
suolo su cui appoggiare i castelli dei miei sospetti e delle mie paure non sono
più in grado di pronunciare il tuo nuovo volto.
Mi chiedo cosa ti aspetti da me, dopo questa confessione.
Come credi che mi comporti dopo questo segreto?
Pensi forse che mi accanirò contro di te?
Pensi forse che ti arresterò?
Pensi forse che sarò tuo alleato?
Sei andato al di sopra di ogni mia aspettativa, e lo sai.
Ed in egual misura io supererò le tue supposizioni.
Non ti arresterò, perché una volta rivelato un segreto, esso tace per
sempre e non s’ode più e non posso farne un’accusa.
Non sarò tuo alleato, perché non posso non voltarmi e contemplare gli
uomini che giacciono per mano tua.
Non mi accanirò contro di te, perché so che sarebbe inutile: ho come l’impressione
che uno spesso sipario di carminio velluto stia calando su di me.
Depongo sul mio capo il bianco stendardo della resa.
In silenzio volto le spalle e me ne vado a testa bassa,
mentre in decrescente orchestra sinfonico comincia la mia uscita di
scena.
Il tragico non risiede nella tristezza di un dato episodio, ma dimora
nella natura dualista, dominata dal contrasto, dello stesso.
Un tragico gioco.
La collaborazione con il quartier generale dell’Apollo dal cuore di
ghiaccio sembra più una sfida aperta con la tenebrosa creatura.
Una condizione di costante match-point aleggia densa nel’aere.
Ogni passo falso può decretare la disfatta dell’uno e la fiera vittoria
dell’altro.
Amorevole il mio sforzo di mascherare la preoccupazione per quella stella
danzante, per quei cupi occhi cui, con gli anni, mi sono affezionato e per i
quali nutro stima e tenerezza.
L suole lavorare senza interruzione anche dopo il congedo dei
collaboratori, ma stasera fissa i monitor senza riflettere, viaggiando in spazi
metafisici lontani.
Ha sempre quell’aria incantata propria degli infanti, ma stavolta quell’espressione
sembra essersi assopita per lasciare che un freddo vuoto la assorba poco a
poco.
Uno sguardo vuoto che si rabbuia appena al passare del giovane Yagami.
Uno sguardo accusatore, direbbe quest’ultimo.
Uno sguardo inquisitore, direbbero gli agenti di polizia che quasi
riverenti lo osservano incuriositi.
Uno sguardo il cui nero tradisce nuove gradazioni emotive, uno sguardo preoccupato,
ora curioso, ora perduto in inudibili riflessioni, ora spaventato, direi io.
Neanche lo stucchevole aroma delle fragole con la panna accende più
quella scintilla che illuminava tutto il suo volto.
ECCE HOMINES
Non è che mi scocciavo di inserire delle note, sono solo
intimamente convinta dell’assoluta inutilità di citazioni, riferimenti e
metafore per esprimere un concetto semplice come un segreto, così semplice da
risultare difficile da rendere chiaro.
Il segreto coinvolge solo ed unicamente due poli, che si
rendono parte attiva dell’impegno di mantenere il segreto una tacita
confidenza. Tutto il resto può solo sforzarsi di capire quell’informazione, ma
se è così sensibile da captarla, sarà anche abbastanza maturo da rispettarla, e
farla rimanere, appunto, un segreto.
Yours sincerely
Si chiede scusa per il ritardo.
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Capitolo 7 *** MOSTRO ***
07 - MOSTRO
«Io sono Misa Amane, la ragazza di Light. Piacere!»
«Io mi chiamo Hideki Ryuga…»
MOSTRO
Chi sei, buffo straniero dagli occhi tondi?
Perché mi guardi con quell’espressione sconcertata e rabbiosa?
Mi fissi come se volessi dirmi qualcosa, eppure taci e ti mordi una mano.
Non ti ho mai visto prima d’ora, sei come sbucato dal nulla con quella
massa informe di capelli neri, con quegli abiti trasandati e il colorito
cadaverico.
Ma chi diavolo sei, e perché continui a guardarmi con astio?
E, soprattutto, perché ogni volta che il mio ragazzo apre bocca tu gli volgi uno sguardo incantato?
Uno sguardo malinconico?
Uno sguardo rassegnato?
Light è solo mio e lui mi ama, ha detto che mi vuole rendere felice!
E poi di certo non si fidanzerebbe mai con un ragazzo così brutto e
sciatto!
Quindi cos’hai da guardare?
Non vedi come ci baciamo, come ci teniamo per mano?
Non ti basta l’evidenza?
Se vuoi gli salto pure in braccio, di certo non mi dispiacerebbe.
Attento a dove volgi lo sguardo, sconosciuto misterioso.
La gelosia è un mostro dagli occhi
rossi, e sa benissimo qual è il tuo nome.
Chi sei, chiassosa straniera dai capelli d’oro?
Perché mi guardi con quell’espressione trionfante e snob?
Mi fissi come se volessi dirmi qualcosa, eppure taci e ti stringi al
braccio di Light.
Forse ti sei accorta di quanta rabbia e quanta delusione non riescono i
miei occhi a nascondere.
Sono costernato, non sapevo che Light Yagami fosse fidanzato con una
modella, e mi do dello stupido per aver anche per poco e di nascosto
fantasticato che lui potesse non essere un’esclusiva di nessuno, visto che di
certo non sarebbe mai stato “mio”.
Non contenta di questo enorme privilegio, ti strusci contro di lui come
una sensuale gattina, lo baci con labbra morbide e profumate come fiori.
È angosciante, odio e orgoglio si sovrappongono, un moto d’egoismo sovrasta quello che mi fa accelerare il
battito cardiaco mentre lo guardi adorante e lui ti fissa quasi
sarcastico.
Mi mordo da dieci minuti la stessa regione del dorso della mano per
distogliere l’attenzione da voi due, ma non funziona più.
Quando volgete gli sguardi verso di me, sento un fuoco divamparmi in petto
davanti a un Light beffardo e gelido, e una fiamma mi buca lo stomaco quando
incrocio una Misa dispettosa ed arrabbiata.
Vorrei strapparle tutti i capelli.
Vorrei sfigurarle il volto.
La gelosia è un mostro che non ha occhi, ma solo furore.
ECCE FUROR
MULIEBRE E CIECO
ECCE HOMO
CHE LENTO BRUCIA
Le note non sono scritte a scopo
autocelebrativo, ma solo per far luce su alcune espressioni e suggerire fonti letterarie
che potrebbero risultare gradite.
Yours
sincerely
“Oh,
guardatevi, mio signore, dalla gelosia! È un mostro dagli occhi verdi che
schernisce la carne di cui si nutre!” William Shakespeare, Otello, atto III,
scena III.
“La gelosia è un misto d’amore, d’odio, d’avarizia e d’orgoglio”
Alphonse Karr
“Nella gelosia c’è più
egoismo che amore” François de la Rochefoucauld
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Capitolo 8 *** Avviso al gentil pubblico ***
Mi dispiace per il ritardo nella pubblicazione, ma non è un bel momento.
La pubblicazione slitta alla prossima settimana.
Grazie per la cortese attenzione, e scusate per la mancanza.
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