Cosa vuoi davvero?

di asya
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una sopresa ***
Capitolo 2: *** Capitolo II - Confusa ***
Capitolo 3: *** Capitolo III- Una vita normale ***
Capitolo 4: *** Capitolo IV-Maledetto vampiro! ***
Capitolo 5: *** Capitolo V - Vigliacca! ***



Capitolo 1
*** Una sopresa ***


capitolo 1

Buffy era di turno alla cassa, l’aria completamente assente. Odiava quello stupido e puzzolente fast food, quel luogo la stava letteralmente uccidendo.

“Prego?” domandò senza neppure alzare il viso.

“Ehi” rispose l’altro.

“Riley!” Esclamò la ragazza “Quando sei tornato?” Aggiunse con il fiato corto per la sorpresa.

“Stamattina. Sono stato a casa tua e Down mi ha detto che avrei potuto trovarti qui”

“Ancora dieci minuti di tortura e finisco il turno”.

“Allora a dopo” Le rispose sfoderando il più dolce dei sorrisi.

Buffy annuì confusa.

Dapprima si ritrovò a sorridere come un’ebete, poi avvertì un nodo ghermirle la goda ed infine sentì la rabbia montare lentamente.

Si impose di stare calma. Per tanto, troppo tempo aveva desiderato che lui tornasse ed ora che l’aveva fatto c’era qualcosa di sbagliato.

 

Tolse la divisa e cercò di cancellare almeno un po’ di quell’odore di fritto.

Usciti dal locale iniziarono a camminare.

Il ragazzo si fermò e ruppe il silenzio: “Buffy, io non ho mai smesso di pensare a te e…”

“Sono cambiate tante cose, molte più di quelle che potresti mai immaginare” Lo interruppe, gli occhi fissi al suolo.

“Io ti amo come il primo giorno, la lontananza non ha cambiato i miei sentimenti” Le confessò mentre le prendeva il volto tra le mani.

“I-io quella sera sono venuta, io volevo fermarti, volevo che tu restassi ma non ho fatto in tempo ad arrivare, ti ho visto andare via su quell’elicottero. E’ stato orribile. Ho gridato con tutta la voce che avevo ma tu eri già andato via” Gli confidò tutto d’un fiato per paura di non riuscire a digli tutto. Non era mai stata brava nell’esternare i sentimenti.

“Buffy se solo…”

Gli impedì di continuare: “Non sono più la stessa ragazza. Quella Buffy è morta, per sempre”. Aggiunse, un velo di malinconia nella voce.

“Willow mi ha raccontato tutto, so quanto può essere stato difficile per te”

“No, non credo che tu possa nemmeno immaginare quello che ho passato. Tu non c’eri, non eri qui con me” Lo accusò.

Riley si avvicinò per cercare un contatto, desiderava stringerla a sé, farsi perdonare per averla lasciata sola, ma la cacciatrice fece un passo indietro gridando: “Davvero pensavi di potere piombare qui all’improvviso e che io mi sarei buttata tra le tue braccia?”

A quelle parole si rabbuiò.

“Hai ragione, sono stato uno stupido” Ammise “Forse ora, insomma…c’è qualcuno nella tua vita?” Ebbe infine il coraggio di domandare.

“Nessuno” Mentì lei. Aveva cominciato a tirare un forte vento, un brivido le percorse la schiena, infilò le mani in tasca quando sentì qualcosa di metallico e freddo, lo riconobbe subito, era l’accendino di Spike. Mentre lo stringeva nel pugno chiuso sentì un groppo alla bocca dello stomaco.

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Capitolo 2
*** Capitolo II - Confusa ***


capitolo II

Quella sera Buffy non riuscì a prendere sonno se non molto tardi.

Riley era tornato, questa volta la vita le stava davvero concedendo una seconda chance, e accadeva proprio a lei, la cacciatrice che aveva dovuto accettare troppe cose passivamente, solo perché il destino le aveva assegnato quel ruolo.

Prese l’accendino di Spike dal cassetto del comodino nel quale l’aveva riposto prima di infilarsi sotto le coperte e iniziò a giocherellare. “No, no, no…così non va bene! Devo farlo sparire o comunque restituirglielo! Non mi aiuta a stare lontano dalle tentazioni. Devo smetterla con questa brutta abitudine di fare sesso con Spike” pensò. “Be’, brutta…insomma” ammise con se stessa mentre ripensava a tutte le volte che, dominati da una passione senza controllo, avevano finito con il mancare il letto. “Ok, non troppo brutta ma comunque sbagliata!”.

Aprì il cassetto e vi ripose con delicatezza l’oggetto.

 
“Buffy, hanno recapitato qualcosa per te!” Gridò Willow all’amica che era ancora addormentata.

Quando la cacciatrice aprì gli occhi, la vide a stento seminascosta da un immenso mazzo di rose rosse.

“Le hanno appena portate, ecco qui c’è il biglietto” Disse porgendole una piccola busta color avorio pallido “Ma credo di conoscere il mittente”. Un sorriso malizioso si dipinse sul volto della giovane strega.

Anche Tara non potè esimersi dall’ammettere che il ragazzo avesse fatto un ritorno in grande stile.

Approfittando di un breve momento di intimità, Tara lanciò a Buffy un’occhiata eloquente, carica di domande e di preoccupazione.

 “Non lo so, davvero. Sono talmente confusa” ammise la cacciatrice, presa dallo sconforto, dopo un attimo di smarrimento.

“Tesoro, è naturale che tu ti senta scossa, con Riley che è tornato e Spike che…”

“Quello che c’è tra me e Spike è sbagliato” Tagliò corto sforzandosi di imprimere un senso di definitiva durezza alle sue parole.

“Ricordati che l’unica cosa davvero importante è quello che senti” Le rammentò. “Io sono dalla tua parte, qualsiasi cosa tu decida di fare”.

Tara era così dolce e comprensiva, aveva la dote innata di mettere le persone a proprio agio. “Buffy, prenditi del tempo, tutto diventerà più chiaro”.

 

La sera Buffy era pronta per la ormai consueta ronda: jeans, giacca di pelle, berretto, quando qualcuno bussò alla porta.

“Ehi” Esclamò. Questa volta non l’aveva colta di sorpresa, si aspettava una visita di Riley.

“Ehi, stavi uscendo?” Domandò.

“Il lavoro mi aspetta, sono ancora la cacciatrice, ricordi?” Non riuscì a trattenere il sarcasmo.

Il ragazzo le propose di accompagnarla.

“Preferirei andare da sola, possiamo vederci domani” Tagliò corto “Grazie per le rose, sono bellissime, ma non dovevi” Aggiunse con una punta di imbarazzo.

 
Il tempo di uccidere un paio di vampiri non troppo furbi e venne il momento fare ritorno a casa.

“Cacciatrice!”

“Spike” Quasi non fece in tempo a pronunciare il suo nome che il vampiro catturò la sua bocca in un bacio appassionato al quale rispose senza indugio.

“Andiamo dentro” suggerì quando si staccarono per riprendere fiato.

“Già, altrimenti finiremo per mancare il letto un’altra volta” Lo assecondò la cacciatrice, un sorriso malizioso dipinto sulle labbra.

Ebbe un fulmineo momento di lucidità, l’immagine di Riley attraversò la sua mente, ma fu ben presto cancellata dalle tutt’altro che caste attenzioni dell’amante.

Solo a notte fonda raccolse i vestiti abbandonati sul pavimento della cripta e si apprestò ad andarsene.

Spike si era svegliato percependo la mancanza del suo calore accanto al proprio corpo freddo. “Te ne vai di già?” Domandò deluso.

“Devo, Dawn sarà già a letto e nel caso si svegliasse preferirei esserci”.

Il vampiro biondo obbiettò che a casa, con la sua sorellina ci fossero già Willow e Tara ma il suo disappunto fu, come sempre, ignorato.




Ciao a tutte!

Rieccomi con il secondo capitolo...lo so vi ho fatto attendere un po', spero che il vi piaccia e che mi lascerete qualche commento!

grazie e baci, Asya

 

 

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Capitolo 3
*** Capitolo III- Una vita normale ***


capitolo III

In seguito alle crescenti pressioni di Riley, Buffy accettò un invito a cena. Seduta a tavola si guardò intorno, il locale era indubbiamente molto elegante e il cibo delizioso ma c’era qualcosa di terribilmente sbagliato in quella serata.

Si domandò cosa facesse in quel locale con lui. “Viene a prendermi, mi porta a cena e crede che sia tutto a posto” Si ritrovò a pensare.

“Tutto bene?” Domandò il ragazzo.

“Sono solo un po’ stanca” Mentì.

“Se c’è qualche problema…”

“Scusami, in fondo ultimamente non mi è capitato niente di strano, a parte essere morta e ritornata in vita…forse avrebbero dovuto scriverlo negli effetti collaterali! Che sbadati!” Sbottò.

“No, sono uno stupido” Si rese subito conto di essersi comportato in modo infantile.  “Tu hai bisogno di tempo. Io aspetterò”

“Perfetto, allora fallo. Ho bisogno di un po’d’aria” disse alzandosi di scatto. “Scusami”.

Sentiva che non sarebbe riuscita a reggere oltre, per quella sera era stato abbastanza.

La necessità di sfogare tutto il nervosismo accumulato si era fatta impellente. Si diresse al cimitero sperando di trovare qualche vampiro fresco di resurrezione ma non notò movimenti sospetti. “Maledetti vampiri, spariscono quando ho bisogno di loro” Sbuffò.

Ad un tratto sentì un fruscio, estrasse il paletto, si voltò repentinamente ed ebbe appena il tempo di fermarsi quando si rese conto che si trattava di Spike.

“Dolcezza, volevi uccidermi?” Il tono di voce era sensuale.

“Non farlo mai più, lo sai che non devi arrivare alle mie spalle in quel modo” Lo rimproverò. “Avrei potuto ucciderti”.

“Ti importerebbe? Anche ora che il soldatino è tornato?” La provocò.

“E allora?”

“Allora nulla. Fai pure, torna con Capitan America, tanto l’ho sempre saputo che…”

“Vuoi stare zitto?” domandò impedendogli di finire la frase e chiudendogli la bocca con un bacio.

Spike interruppe il bacio e l’allontanò bruscamente.

“Cacciatrice, te lo chiedo un’ultima volta, che cosa vuoi da me?”

“Ma cosa vi prende a tutti oggi? Anche tu cominci a fare domande? Noi non parliamo, ricordi? Noi facciamo solo…”

“Sesso” Concluse per lei con tono sprezzante “E a te è l’unica cosa che importa, giusto? Vieni quando hai voglia di me e poi scappi via. Torna da Capitan America” La esortò con rabbia lasciandola senza parole.

Buffy rimase lì, immobile, sbigottita dalle parole di Spike. Cosa si era messo in testa quel dannato vampiro? Non erano fidanzati!

Allora perché quella conversazione la faceva sentire così male? “E’ rabbia, solo rabbia”, ripetè a se stessa, “Lui non mi fa stare male, sono solo terribilmente arrabbiata”. Si diede della stupida più e più volte.

“Posso avere un ragazzo normale. Riley è tornato per stare con me. Certo, sono e sarò sempre la cacciatrice ma una parte della mia vita potrà essere normale”

“Normale”

“Normale”

“Normale”

Ripeteva incessantemente mentre tornava a casa.

“Quello che è successo tra me e Spike non ha senso, lui è un vampiro ed è cattivo e se non fosse per quel chip… è andata male persino con Angel che aveva un’anima! Eppure…” Esitò “Ma niente, devo farla finita!” Si impose trattenendo a stento una lacrima.

Ecco il terzo capitolo, ci ho messo un po' a scriverlo perchè non ero mai convinta di come veniva fuori...non lo sono del tutto neppure ora ma spero che almeno un po' "funzioni"!
baci,
Asya

 

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Capitolo 4
*** Capitolo IV-Maledetto vampiro! ***


Capitolo IV

Cercò con foga qualcosa nella borsetta, la vista annebbiata dalle lacrime che ora scendevano copiose. Eccolo, finalmente tra le sue mani: un biglietto da visita tutto accartocciato. Buffy lesse l’indirizzo e la frase vergata a mano: “Ti aspetto, Riley”.  Respirò a fondo e si asciugò gli occhi. “Non deve vedermi in questo stato”. Pensò. Tornò suoi passi e si diresse verso casa.

 

“Buffy, finalmente sei tornata, eravamo preoccupati per te” Esclamò la sorellina appena la vide varcare la soglia.

“Riley ha chiamato dicendo che sei scappata via dal ristorante ma poi non ti abbiamo vista ritornare e così…” Continuò Willow concitata.

“Sono stata a fare la ronda” La voce risuonò piatta, stanca.

L’amica si offrì di prepararle una tazza di the caldo.

“Grazie, ma credo che andrò subito a dormire, ho bisogno di riposo”Tagliò corto la cacciatrice.

“D’accordo” accettò Willow sconfitta.

Anche sotto le coperte sentiva freddo e la voglia di piangere non l’aveva abbandonata neppure per un solo istante. Almeno era chiusa in camera, poteva sfogarsi senza che nessuno la vedesse e di conseguenza si preoccupasse per lei. Da quando era risorta sembrava che lo sport preferito dei suoi amici fosse domandarsi  “Buffy starà bene? Avrà bisogno di qualcosa?”, non sopportava più tutta quella pressione, odiava il fatto di dovere apparire serena e grata e forte e per di più sapeva che avrebbe dovuto smettere di vedere Spike, l’unico capace di farla sentire a suo agio in quel frangente. Riley era tornato avrebbe dovuto esserne felice eppure…aveva sofferto durante la loro separazione ma col tempo qualcosa era cambiato, lei era cambiata e profondamente.

“Tutta colpa di quel dannato vampiro, ha una pessima influenza...ma quando sto con lui mi sento di nuovo viva ed è una sensazione così stupefacente…” un brivido le percorse la schiena, la mano era scivolata nel cassetto del comodino e le dita stavano stringendo nervosamente l’accendino argentato. Le sembrò di scorgere un’ombra fuori dalla finestra, un misto di rabbia ed eccitazione l’attraversarono. “Maledetto Spike” Esclamò accostando le tende. Strinse forte il cuscino e cercò di prendere sonno.

 

Camminava in un bosco, era notte fonda e si sentiva persa. Era a caccia di vampiri e non capiva il perché indossasse solo una camicia trasparente di tessuto leggero dato che fuori era molto freddo.

Quando una delle creature l’assalì si rese conto, con orrore, di non avere portato con se paletti di legno o qualsiasi altro tipo di arma. Gridò, cercò di difendersi ma il vampiro le fu presto addosso. Senza che potesse rendersene qualcuno arrivò a strapparla dalle grinfie del mostro. Finalmente potè vederlo in volto. Sorrideva.

“Riley” sussurrò. Il ragazzo si avvicinò, la strinse e le loro bocche si fusero in un bacio carico di gratitudine e passione. Quando si staccarono per riprendere fiato la cacciatrice si ritrovò occhi negli occhi con il suo salvatore, ma gli occhi erano blu, e i capelli nei quali aveva affondato le dita erano biondi, molto diversi dai capelli castani di Riley. Infatti non era Riley ma Spike. Gridò.

 

Si svegliò ansimando, rivoli di sudore gelido scendevano lungo la schiena.

“Maledetto vampiro” Sospirò. Scostò le tende, fissò il buio immoto e le richiuse meccanicamente. Era arrabbiata e delusa insieme.

Angolino dell'autrice:

ciao a tutte, so che vi ho fatto aspettare molto questo capitolo e spero che non vi siate stancate di leggermi! Se vi va, fatemi sapere che ne pensate, mi fanno davvero piacere i vostri commenti!baci e a presto,

Asya

 

 

 

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Capitolo 5
*** Capitolo V - Vigliacca! ***


Capitolo V

ciao a tutte!! scusate la lunga attesa, posto ora il V Capitolo...lasciate un commento;-) baciii

Nei giorni seguenti Riley tentò di avvicinarsi a Buffy nelle maniere più diverse, provò a lasciarle il suo spazio, a starle vicino, ma lei continuava a respingerlo, nulla dava gli effetti sperati. Il tempo passava e cominciava a pensare di avere commesso una leggerezza a tornare sperando di riconquistarla. La realtà, che volesse o meno accettarla, era che, guidato unicamente dal suo stupido orgoglio, l’aveva abbandonata e ora ne stava pagando le conseguenze.

Buffy, dal canto suo, seppure confusa, benedisse quella sera  in cui aveva deciso di rientrare a casa invece che correre dal ragazzo. Certo, dimenticare e buttarsi tra le sue braccia sarebbe stata la scelta più semplice, ma nulla per la cacciatrice era mai stato facile.

 
Quando Buffy aprì la porta si trovò di fronte Riley che, in ginocchio, le porgeva un enorme mazzo di fiori.

“Cosa stai combinando? Questo non è un gioco. Non è nulla che si possa aggiustare con qualche parola dolce e dei fiori”.

“Buffy, se solo mi lasciassi parlare” 

“Non ora, stasera sono di  ronda e sono già in ritardo” tagliò corto smorzando ogni entusiasmo.

Riley percepì l’estrema freddezza delle sue parole e cominciò a sospettare che ci fosse di più. Gli stava  nascondendo qualcosa. Non si diede per vinto e decise di seguirla attraverso il cimitero.

Riley non poteva credere a ciò che stava accadendo, Buffy e Spike. Chiuse gli occhi, li riaprì ma la coppia era ancora lì, allacciata e ignara di essere vista.

Provò l’impulso di intervenire, di conficcargli un paletto nel cuore per mettere fine a tutto. Trattenne a stento un grido quando sentì Buffy gemere, avvinghiata al vampiro. Poi i due amanti varcarono la soglia della cripta e lo lasciarono solo, a tormentarsi.

Si domandò se gli amici sapessero ma si diede subito una risposta negativa. No, mai e poi mai le avrebbero permesso di rovinarsi la vita con quel demone depravato.

Sentì la rabbia montagli dentro, doveva fare qualcosa. Ma chi era per biasimarla? Dopo tutto quello che aveva dovuto sopportare poi! Le avrebbe semplicemente parlato, si sarebbe imposto di stare calmo e l’avrebbe aiutata a venirne fuori.

 

Il pomeriggio seguente.

 “Buffy, dobbiamo parlare” Esordì con voce ferma sperando che la rabbia che provava non lo tradisse.

“Di cosa vuoi parlare?”

“Di noi…”

“In questo momento non c’è nessun noi, ti ho già detto che io…”

La interruppe e guardandola negli occhi si fece coraggio:

“Ti amo e se sei disposta a perdonare la mia partenza io cercherò di dimenticare il fatto che tu abbia fatto sesso con Spike, con quella cosa senza un’anima! Buffy, ma come…?”

La cacciatrice impallidì. “Ma come diavolo?” domandò “Non ci credo tu…tu mi hai seguita…”

Entrambi rimasero in silenzio.

Sentiva le parole echeggiare nella mente “Quella cosa senza un’anima!”, Buffy stessa l’aveva spesso definito così ma ora quelle parole le apparivano più che mai stonate e profondamente offensive. Spike non era una cosa, era…Già, che cosa era davvero Spike?

Cosa rappresentava?

Di certo non una cosa, nessuna cosa si sarebbe lasciata torturare da Glory fino a farsi quasi uccidere pur di difendere sua sorella, pur di risparmiarle una sofferenza atroce.

“Ma come ti permetti?” Gli gridò contro la cacciatrice.

“Si tratta di Spike, ricordi? Quello per cui dicevi di provare disgusto!”

“Non osare chiamarlo in quel modo, mai più!” Replicò dura. Quelle ultime parole erano sfuggite senza che potesse controllarle.

“Buffy, tu…tu sei innamorata di lui?” Era visibilmente sconvolto.

“Non sono innamorata di lui…io”

“Io cosa?” domandò a se stessa la cacciatrice negli interminabili attimi di silenzio che seguirono.

“Tu cosa?” il volto tramutato in una maschera di orrore.

“Spike mi è sempre stato vicino e vuole bene a Down” riuscì a balbettare.

“Spike, sempre Spike! Mi dici quello che vuole lui, ma tu? Tu cosa provi?”

Sentiva un groppo alla gola e le mani diventare madide di sudore.

“Ho bisogno di stare sola” Rispose allontanandosi senza dargli il tempo di replicare.

 
“Brava Buffy, scappa, dalle persone, scappa dai sentimenti, ma non riuscirai a fuggire da te stessa. Mai. Non ci sarà nessun posto abbastanza lontano nel quale riuscirai ad accettare quello che sei o quello che provi. Forse perché quello che provi è sbagliato, tu sei sbagliata”
Camminava e piangeva insieme.
“Willow e Xander mi disprezzerebbero se sapessero, non credo che riuscirei più a guardarli in faccia se solo sospettassero… Mi vergogno, mi vergogno tanto”
Singhiozzava.

 
“Buffy, cosa è successo?” una voce ben nota alle sue spalle.

Rispose decisa: “Spike, non è il momento”

“Certo, per te non è mai il momento!” si lamentò.

“Lasciami in pace”

“Non posso fare proprio niente per aiutarti?” Voleva provare a essere conciliante, forse, se l’avesse presa nel modo giusto le cose tra loro sarebbero potute cambiare.

“Una cosa ci sarebbe” Rispose. Spike rimase in trepida attesa. Che stesse funzionando?

“Vattene!” Concluse con durezza.

Decisamente non funzionava.

Il vampiro si allontanò a passo svelto, la testa bassa, l’animo sconfitto. “Riccioli d’oro, quando capirai di avere bisogno di me, sai dove trovarmi” le gridò, senza voltarsi indietro.

La consapevolezza che nulla si sarebbe aggiustato cominciava a farsi strada dentro di lui scavando un buco sempre più profondo nel suo cuore martoriato. E in tutto questo proprio lei l’accusava di non potere amare dato che non possedeva un’anima: che beffa colossale! Come spiegare allora tanta sofferenza? Se solo avesse potuto farle provare anche solo un poco di quello che sentiva…No, forse era venuto il momento di rassegnarsi e accettare: Buffy non lo amava e mai l’avrebbe fatto. “Era impossibile”, diceva lei.

 

 

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