Capitolo V
ciao a tutte!! scusate la lunga attesa, posto ora il V Capitolo...lasciate un commento;-) baciii
Nei giorni seguenti Riley tentò di avvicinarsi a Buffy nelle
maniere più diverse, provò a lasciarle il suo spazio, a starle vicino, ma lei
continuava a respingerlo, nulla dava gli effetti sperati. Il tempo passava e
cominciava a pensare di avere commesso una leggerezza a tornare sperando di
riconquistarla. La realtà, che volesse o meno accettarla, era che, guidato
unicamente dal suo stupido orgoglio, l’aveva abbandonata e ora ne stava pagando
le conseguenze.
Buffy, dal canto suo, seppure confusa, benedisse quella sera
in cui aveva deciso di rientrare a casa invece che correre dal ragazzo. Certo,
dimenticare e buttarsi tra le sue braccia sarebbe stata la scelta più semplice,
ma nulla per la cacciatrice era mai stato facile.
Quando Buffy aprì la porta si trovò di fronte Riley
che, in ginocchio, le porgeva un enorme mazzo di fiori.
“Cosa stai combinando? Questo non è un gioco. Non è nulla
che si possa aggiustare con qualche parola dolce e dei fiori”.
“Buffy, se solo mi lasciassi parlare”
“Non ora, stasera sono di ronda e sono già in ritardo”
tagliò corto smorzando ogni entusiasmo.
Riley percepì l’estrema freddezza delle sue parole e
cominciò a sospettare che ci fosse di più. Gli stava nascondendo qualcosa. Non si diede per
vinto e decise di seguirla attraverso il cimitero.
Riley non poteva credere a ciò che stava accadendo, Buffy e
Spike. Chiuse gli occhi, li riaprì ma la coppia era ancora lì, allacciata e
ignara di essere vista.
Provò l’impulso di intervenire, di conficcargli un paletto
nel cuore per mettere fine a tutto. Trattenne a stento un grido quando sentì
Buffy gemere, avvinghiata al vampiro. Poi i due amanti varcarono la soglia
della cripta e lo lasciarono solo, a tormentarsi.
Si domandò se gli amici sapessero ma si diede subito una
risposta negativa. No, mai e poi mai le avrebbero permesso di rovinarsi la vita
con quel demone depravato.
Sentì la rabbia montagli dentro, doveva fare qualcosa. Ma
chi era per biasimarla? Dopo tutto quello che aveva dovuto sopportare poi! Le
avrebbe semplicemente parlato, si sarebbe imposto di stare calmo e l’avrebbe
aiutata a venirne fuori.
Il pomeriggio seguente.
“Buffy, dobbiamo parlare” Esordì con voce ferma sperando che
la rabbia che provava non lo tradisse.
“Di cosa vuoi parlare?”
“Di noi…”
“In questo momento non c’è nessun noi, ti ho già detto che
io…”
La interruppe e guardandola negli occhi si fece coraggio:
“Ti amo e se sei disposta a perdonare la mia partenza io
cercherò di dimenticare il fatto che tu abbia fatto sesso con Spike, con quella
cosa senza un’anima! Buffy, ma come…?”
La cacciatrice impallidì. “Ma come diavolo?” domandò “Non ci
credo tu…tu mi hai seguita…”
Entrambi rimasero in silenzio.
Sentiva le parole echeggiare nella mente “Quella cosa senza
un’anima!”, Buffy stessa l’aveva spesso definito così ma ora quelle parole le
apparivano più che mai stonate e profondamente offensive. Spike non era una
cosa, era…Già, che cosa era davvero Spike?
Cosa rappresentava?
Di certo non una cosa, nessuna cosa si sarebbe lasciata
torturare da Glory fino a farsi quasi uccidere pur di difendere sua sorella,
pur di risparmiarle una sofferenza atroce.
“Ma come ti permetti?” Gli gridò contro la cacciatrice.
“Si tratta di Spike, ricordi? Quello per cui dicevi di
provare disgusto!”
“Non osare chiamarlo in quel modo, mai più!” Replicò dura.
Quelle ultime parole erano sfuggite senza che potesse controllarle.
“Buffy, tu…tu sei innamorata di lui?” Era visibilmente
sconvolto.
“Non sono innamorata di lui…io”
“Io cosa?” domandò a se stessa la cacciatrice negli
interminabili attimi di silenzio che seguirono.
“Tu cosa?” il volto tramutato in una maschera di orrore.
“Spike mi è sempre stato vicino e vuole bene a Down” riuscì
a balbettare.
“Spike, sempre Spike! Mi dici quello che vuole lui, ma tu?
Tu cosa provi?”
Sentiva un groppo alla gola e le mani diventare madide di
sudore.
“Ho bisogno di stare sola” Rispose allontanandosi senza
dargli il tempo di replicare.
“Brava Buffy, scappa, dalle persone, scappa dai sentimenti,
ma non riuscirai a fuggire da te stessa. Mai. Non ci sarà nessun posto
abbastanza lontano nel quale riuscirai ad accettare quello che sei o quello che
provi. Forse perché quello che provi è sbagliato, tu sei sbagliata”
Camminava e piangeva insieme.
“Willow e Xander mi disprezzerebbero se sapessero, non credo
che riuscirei più a guardarli in faccia se solo sospettassero… Mi vergogno, mi
vergogno tanto”
Singhiozzava.
“Buffy, cosa è successo?” una voce ben nota alle sue spalle.
Rispose decisa: “Spike, non è il momento”
“Certo, per te non è mai il momento!” si lamentò.
“Lasciami in pace”
“Non posso fare proprio niente per aiutarti?” Voleva provare
a essere conciliante, forse, se l’avesse presa nel modo giusto le cose tra loro
sarebbero potute cambiare.
“Una cosa ci sarebbe” Rispose. Spike rimase in trepida
attesa. Che stesse funzionando?
“Vattene!” Concluse con durezza.
Decisamente non funzionava.
Il vampiro si allontanò a passo svelto, la testa bassa,
l’animo sconfitto. “Riccioli d’oro, quando capirai di avere bisogno di me, sai dove
trovarmi” le gridò, senza voltarsi indietro.
La consapevolezza che nulla si sarebbe aggiustato cominciava
a farsi strada dentro di lui scavando un buco sempre più profondo nel suo cuore
martoriato. E in tutto questo proprio lei l’accusava di non potere amare dato
che non possedeva un’anima: che beffa colossale! Come spiegare allora tanta
sofferenza? Se solo avesse potuto farle provare anche solo un poco di quello
che sentiva…No, forse era venuto il momento di rassegnarsi e accettare: Buffy
non lo amava e mai l’avrebbe fatto. “Era impossibile”, diceva lei.
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