Everyone together

di LaurieKey
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Si comincia! ***
Capitolo 2: *** Un goccetto di troppo. ***
Capitolo 3: *** Remember When. ***



Capitolo 1
*** Si comincia! ***


Si comincia!

Cherry (POV)

 
Possibile? La stanchezza che mi provocano i concerti è tremenda. Come fanno le altre a non risentirne?  
 


Erano appena scese dal palco dopo un concerto di due ore, a causa dei vari bis richiesti dalle fan. Joe, Cherry, Lexieè e Alexandra, in poche parole le “SCHOCK”.
Quattro ragazze in vetta alle classifiche di MTV da quasi un anno, concerti programmati nell’arco di pochi mesi e già piene d’impegni che gli occupano le intere giornate. Tutto ebbe inizio perché le quattro ragazze s’inscrissero a un concorso semplicemente perché erano molto annoiate.
Eseguiti i vari provini e tutte le procedure che servivano per partecipare, gli arrivò una lettera a casa, la quale diceva che erano state accettate. Cominciarono le varie esibizioni, che durarono tre mesi, in quel periodo ormai, le ragazze erano conosciute nella maggior parte dell’Italia e anche all’estero, poiché perfino i giornali e telegiornali parlavano delle “QUATTRO MITICHE RAGAZZE, PER CAUSA DELLA NOIA, PARTECIPANO AD UN CONCORSO.”

Ogni sera, dopo la loro esibizione, nel pubblico sottostante al palco si levavano urla che riempivano di gioia i cuori delle dolci ragazze.
Il concorso si terminò con la loro vittoria - ormai risaputa, visto il loro talento -, il che poteva significare solo una cosa, il loro sogno poteva avere finalmente inizio.
 
< < Giuro che non salirò mai più su di un palco con i tacchi. Che poi, a chi è venuta la bella idea di far indossare i tacchi alla cantante? > > si lamentò Cherry, con una nota di nervosismo nella sua voce.
< < A te. > > rispose con un filo di sarcasmo Joe.
< < Beh, la prossima volta che mi salta in mente un’idea del genere bocciatela! > > continuò Cherry, togliendosi i tacchi e lanciandoli dentro l’armadio.
< < Ma anche no, i piedi e le gambe sono tuoi, mica nostri ! > > rispose la chitarrista, nonché carissima amica della cantante.
Cherry sbuffo come suo solito, siccome l’amica come sempre, aveva ragione.
 


Promemoria per Cherry: la prossima volta che vuoi mettere i tacchi, ricordati l’evento che si celebra in quel giorno!
 


< < Ragazze, venite, Antonella deve darci gli aggiornamenti sulle ultime notizie! > > entrò urlando Lexieè, mentre la chitarrista e la cantante si stavano tranquillamente rilassando sul divanetto del camerino.
Le due ragazze si alzarono, con poca voglia, dal divanetto e andarono nella saletta adiacente, dove le aspettava la loro manager, in altre parole madre della cantante.
< < Dicci mamma, siamo tutte orecchie. > > mormorò Cherry, con una voce stanca mentre chiudeva la porta della stanza alle sue spalle.
< < Allora, tra una settimana circa parteciperete a uno show televisivo, tipo TRL insieme ad un altro gruppo ormai noto. Non chiedetemi chi siano, perché non lo so, so soltanto che sono giovani e sono quattro ragazzi. Bene, detto ciò, andate a prendere le vostre cose che le carichiamo nei bus, torniamo a Milano.  > > finì la donna, uscendo dalla stanza lasciando lì le ragazze con la bocca aperta ancora incredule a ciò che poco prima avevano udito le loro orecchie.
< < Voi mi state dicendo che noi, tra una settimana finiremo effettivamente in televisione come il nuovo gruppo ormai divenuto famoso “SCHOCK” ? > > chiese la batterista, Alexandra.
< < C-così pare. . . > > sibilò Cherry con gli occhi sgranati poggiata con i palmi delle mani al tavolino.
< < Dai ragazze, suvvia, è solo uno show! Calmatevi che questa settimana sarà intensa, conoscendo Anto ci avrà riempito d’impegni. Andiamo a raccattare le nostre carabattole e andiamo via. > > disse Joe uscendo dalla stanza stiracchiandosi, seguita dalle altre ragazze.



N- non è possibile. Siamo famose da meno di un anno e già che facciamo concerti, interviste fuori dagli hotel ed ora, la nostra prima apparizione effettiva da SHOCK. No oddio, io non posso farcela . . cos’altro aveva detto mamma ? ah sì, ci sarà anche un altro gruppo con noi, chissà chi saranno, bah.
 


 
La settimana trascorse, tranquilla, le ragazze sempre piene d’impegni ma quella settimana caso strano, era meno colma delle precedenti.  Il sabato pomeriggio, alle 16 in punto, il gruppo venne caricato in macchina e fu portato allo studio dove veniva trasmesso lo show.
 


Okay, resta calma e. . Che cazzo stanno facendo?
 


< < Joe, ma che state facendo? > > urlò Cherry, appena scesa dalla macchina guardando le sue amiche correre nella direzione opposta, tranne Joe, lei cammina sempre.
< < Ci sono i Tokyo Hotel! > > disse con nonchalance.
< < . . .  > > Cherry nell’arco di pochi minuti si ritrovò di fianco ad Alexandra che si stava avvicinando al gruppo tranquillamente.
Un incrocio di sguardi, dei sorrisi ricambiati ed una sensazione mia provata si era fatta largo nel corpo delle ragazze.
 


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< < Quelle dovevano essere le Shock. > > proclamò Tom.
< < Ovvio! Sono proprio come le hanno descritte David e gli altri . . > > continuò Bill.
< < quattro fighe? > > disse Tom vicino a Georg ridendo, dandogli un’impercettibile gomitata.
< < Bonjour finezza proprio. > > sbuffo Bill andandosi nel suo camerino a prepararsi per la trasmissione.
< < Bah, sempre il solito. > > commentò Thom, scrollando le spalle andando alla ricerca di una bottiglia d’acqua.
 
I ragazzi, dopo essersi sistemati e preparati, raggiunsero il retro del palco dove fecero conoscenza con la conduttrice e la manager delle ragazze, le quali erano ancora nei camerini a sistemarsi.
 
< < Quanto ci mettono? > > sbuffò Georg.
< < Si paziente, sono ragazze! > > affermò Gustav sorridendogli, incrociando le braccia al petto.
< < Sono pronte! > > urlò Antonella, tornando a parlare con David lasciando che le ragazze andassero dai quattro giovani a far conoscenza.
< < Ciao, noi siamo le Shock ed io sono Cherry, lei è Joe, Alexandra e Lexieè. Piacere di conoscervi, Tokyo Hotel! > > sorrise dolcemente, indicando una ad una le componenti del gruppo, porgendo poi infine la mano al cantante.
< < Piacere nostro, ragazze. > > strinse la sua mano di rimando, osservandola sorridendole.
< < Bene, bando alle ciance abbiamo uno show che ci aspetta, muoversi! > > s’intromise Joe svegliando la sua amica dal mondo dei sogni. 

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Capitolo 2
*** Un goccetto di troppo. ***


Un goccetto di troppo.
 
Joe (POV)

 
 


Okay, sono le ultime domande, vedi di dire cose sensate e non stupide come quelle di prima, perché se no. . . non voglio nemmeno pensarci alle conseguenze che subirò.
 


< < Okay, l’ultima domanda è stata fatta a Cherry, ora perché non passiamo alla sua carissima amica di fiducia, Joe! > > propose sorridendo la conduttrice dello show.
< < Sono pronta, dimmi pure! > > rispose Joe, con il suo solito sorriso beffardo, pronto per un’altra domanda e un’altra risposta alquanto insensata.
< < Uhm, allora, ora passiamo sul personale, se vuoi rispondere fallo se no, non importa, ma ricordati che così facendo spezzeresti il cuore di milioni di fan. Dunque, la prossima domanda che ti pongo è : il tuo orientamento sessuale. > > aggiunse con nonchalance la conduttrice, lanciando un’occhiata alla chitarrista come per dirle “rispondi, o son dolori”.
 


Okay Joe, respira, tranquilla, è una semplice domanda, cosa vuoi che sia? Cherry, perché mi guardi così? Oh signore, ma perché ho acconsentito a farmi fare questa domanda ?! La prossima volta voglio essere avvertita!
 


< < Che cosa vuoi sapere? > >  rispose con estrema tranquillità Joe.
< < Sei etero, lesbica o bisessuale? > > sorrise guardandola dritta negli occhi.
< < Okay, con estremo coraggio rispondo alla tua domanda, abbastanza privata: sono bisessuale. > > rispose sorridendo, lanciando poi un’occhiata a Cherry, che aveva un’aria abbastanza preoccupata.
< < Bene e con questa domanda, vi salutiamo. Grazie per essere stati con noi, Tokio Hotel e grazie anche a voi ragazze, ci ha fatto molto piacere! > > chiuse la trasmissione velocemente per liberare le ragazze da quella tortura a loro inflitta.
 


Finalmente è finita, ora, fuggi Joe!
 


Salutarono la conduttrice e con un sorriso falso se ne andarono nei loro camerini, senza degnare nemmeno di uno sguardo i quattro ragazzi che stavano con loro. La loro manager, le raggiunse nella saletta in comune e molto orgogliosa di loro, le informò dei piani per la serata.
 
< < Stasera, andremo a cena con i Tokio Hotel. Io e David dobbiamo discutere su alcuni programmi che abbiamo. > > sorrise Antonella, senza lasciare disponibilità alle ragazze di risponderle e chiederle delle spiegazioni su quella scelta alquanto avventata.
Le giovani si prepararono e dopo un’oretta buona, si incamminarono verso il minibus che le riportò a casa loro, dove si buttarono sul divano sfinite.
< < Sono stanchissima. > > confessò Lexieè, gettandosi sulla schiena di Joe, ormai accasciata sul divano da cinque minuti buoni.
< < Scusami, lì c’è un altro divano sai? > > disse Joe, cercando di guardarla negli occhi, senza riuscirci.
< < Sta zitta, sei più comoda tu. > > rispose con voce impastata dal sonno, cadendo in catalessi nell’arco di pochi secondi.
 


Oh merda si è addormentata e ora? Cherry è in doccia e Alexandra è al telefono, fantastico direi!
 


Cherry, dopo aver finito di lavarsi prese un asciugamano abbastanza grande e se lo avvolse attorno al corpo, sfregandolo cercando di asciugarsi.
< < Joe, vieni un attimo! > > urlò Cherry dal bagno.
Joe, con mancanza di voglia si alzò e raggiunse l’amica.
< < Cosa c’è? > > sbuffò aprendo la porta.
< < Mi prendi i cristalli per i capelli? Sono lassù e non ci arrivo! > >
< < Se sei nana non è colpa mia sai?! > > aggiunse Joe, avvicinandosi allo scaffale prendendo i cristalli per l’amica porgendoglieli, notando che la stava guardando con sguardo malefico.
 
Dopo che tutte finiscono di sistemarsi, scendono con poca voglia le scale andando alla macchina che le aspetta fuori di casa, mandata da Antonella, che le condurrà al ristorante dove le aspettano i Tokio Hotel.
Dopo alcune ore arrivarono  belle pimpanti ed entusiaste, poco dopo scesero dalla macchina e si avviarono verso il ristorante. Appena entrarono videro subito la loro tavolata e con un sorriso smagliante su tutte loro salutarono e si andarono a sedere.
< < Siete arrivate finalmente! > > sorrise Bill alzandosi in piedi andando verso di loro.
< < Ebbene si! > > rispose Cherry seguita da qualche commento di Lexieè, quasi indecifrabile.
< < Cherry, ti siedi accanto a me? > > chiese gentilmente Bill.
< < Certo! > > annuì sedendosi immediatamente.
Alexandra, detta Alex, si avvicinò a Joe, che stava osservando attentamente ogni mossa del moro che parlava tranquillamente con la sua amica.
< < Anche tu pensi che ci stia provando? > > sussurrò Alex facendo spaventare Joe.
< < Non farlo mai più! Ed ora sediamoci e mangiamo e freghiamocene! > >
 
All’incirca dopo due ore, quando tutti ebbero finito di cenare i giovani si alzarono e , con passo lento e tranquillo s’incamminarono verso l’uscita del ristorante lasciando la manager a parlare con David.
< < Bene, allora che facciamo? > > chiese Joe, accendendosi una sigaretta.
< < Uhm, che ne dite di andare a ballare? > > chiese Tom, volgendo lo sguardo su Alex.
< < Ci sto! > > risposero Cherry, Lex ed Alex all’insuono.
< < Oh bene, mi toccherà sorbirmi quella musica orribile! > > bisbigliò Joe, cominciando a fumare la sigaretta appena accesa.
< < Allora andiamo, abbiamo due macchine quindi se volete vi dividete e venite con noi. > > aggiunse Georg, lanciando un occhiata a Joe che non lo stava guardando.
< < Va bene, dai. Io e Joe, con Bill e Tom! > > rise Cherry, guardando l’amica sgranare gli occhi a quell’affermazione.
Dopo aver formato i due gruppi, salirono in macchina e nell’arco di poco tempo arrivarono alla discoteca. Si sentiva la musica elettronica fin fuori dal locale, fin dentro l’auto, mentre cercavano ancora parcheggio. Trovato il posto scesero e s’incamminarono verso l’entrata pronti a divertirsi.
 


Devo tenere d’occhio Cher, chissà cosa può combinare quella che di sicuro scroccherà… COME NON DETTO A QUANTO PARE!
 


< < Bill, senti, io son minorenne, mi potresti prendere un angelo azzurro? > > chiese gentilmente Cher, vedendo spuntare sul viso del ragazzo un sorriso seguito da un si , sorrise di rimando e arrossì.
< < Un angelo azzurro per la signorina e un gin lemon con ghiaccio per me. > > ordinò restando a guardarla attentamente.
< < Cher, che stai facendo? > > chiese sorridendo Joe.
< < . . . prendo un drink! > >
< < Ah no, niente drink per te signorina. Ti ricordi l’ultima volta? > >
< < Ma non si verificherà stavolta, giuro! > > piagnucolò Cher, sbattendo le ciglia guardando l’amica che con uno sbuffo si allontanò e andò a sedersi su di un divanetto.
 
Dopo aver ordinato i drink, aver bevuto e ballato, Cher andò dalle sue amiche che stavano chiacchierando tranquillamente, sedute l’una affianco all’altra.
< < Ragazze, ciaoo! > > disse Cher, con tono di ebrezza.
< < Cher, tutto bene?. . . > > chiese Alex, guardandola stranita.
< < Siiii, sto beniiiissimo! > >
< < E’ ubriaca, fantastico. > > sbuffo Joe, alzandosi per prenderla e portarla via ma non fece in tempo che Cher si allontanò e andò da Tom.
< < Hey Tom, lo bevi ? > > chiese riferendosi alla sua bevanda.
< < No, tieni. > > gliela diede e lui si allontanò, andando dal resto del gruppo che stava seduto su un altro divanetto lì vicino. La ragazza, cominciò a bere la bevanda e pian piano si avvicinava ai ragazzi.
< < Ciao Bill. > > sorrise.
< < Cher. . . tutto okay? > > la guardava con occhi appena appena sgranati.
< < Ceeerto. > > si avvicinava a lui e poi, appena era abbastanza vicino, premette le labbra contro le sue.
< < OKAY, ORA NOI ANDIAMO A CASA! > >  arrivò Joe a prenderla come un sacco di patate e con le altre al seguito, se ne tornarono a casa.

 
 
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< < AHAHAHAHAHAH fratellino, hai fatto colpo! > > disse Tom ridendo a crepapelle.
< < N-non dire sciocchezze, era ubriaca! > > disse Bill, arrossendo, portandosi una mano sulle labbra.
< < No Bill, Tom ha ragione stavolta! > > aggiunse Georg, dandogli una pacca sulla spalla sorridendogli.
< < E bravo Bill. > > proferì infine Gustav, ridacchiando per colpa di Tom.
< < Sarà meglio andare va. > > Bill si alzò dal divanetto e andò via dal locale diretto alla macchina.
< < Andiamo, andiamo! > > disse Tom, che mentre si alzava rideva ancora per la scena di prima ed insieme a Gustav e Georg seguirono Bill.
 

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Capitolo 3
*** Remember When. ***


Remember when.

(Alex pov)

 


< < Hey Alex! > > la sua voce risuonava limpida nella mia mente ogni volta ci ripensavo e quel sorriso, anche se non lo vedevo davvero ma lo immaginavo, mi faceva sempre lo stesso effetto.
< < Hey Sam! > > ogni volta che era con me sorridevo e ridevo e senza rendermene conto, stavo sempre bene.
< < Alex, ma io e te staremo sempre insieme non è vero? > > me lo chiedeva ogni volta, sapeva che ci saremo perse, sapeva che non sarebbe durato nulla ed io, ogni volta a trovare una bugia che la facesse sorridere oppure cambiavo il discorso, non mi andava di dirle la verità.
< < Certo, per sempre! > > le sorrisi con una tranquillità così falsa che anche lei se ne accorse e l’unica cosa che fece fu abbracciarmi, senza rendersi conto che stava già piangendo.
< < Alex, sono stanca delle bugie che mi dici ogni volta. Se mi dici la verità starò bene lo stesso, perché prima o poi dovrà accadere e se non oggi, se non domani chissà, ma almeno per ora siamo insieme e, Alex, io ti amo. > > tutto in quel momento si fermò, non capivo più nulla, vedevo solo i suoi occhi, quel sorriso che tanto amavo e poi il nulla. Sentivo qualcosa di morbido che premeva sulle mie labbra ed un qualcosa che si muoveva sinuosamente e facilmente nella mia bocca. Volevo aprire gli occhi ma non ci riuscivo, ero come incantata da quella magia, ero come succube di quel momento che in un modo o nell’altro, speravo arrivasse presto.
Una strana emozione nasceva dentro di me, era un misto di adrenalina e timidezza. Il mio cuore batteva, batteva sempre più forte ogni volta che le sue mani sfioravano il mio corpo, ogni volta che i suoi occhi si posavano su di me, il mio cuore accelerava e in quel momento, notando quel che mi stava succedendo, capì che era lei, colei della quale sono e sempre sarò innamorata.
 
 


Era stesa sul suo letto, con la foto di lei in mano. La guardava ed ogni volta delle lacrime solcavano il suo volto di porcellana, le mancava, le mancava tanto ma ormai era troppo tardi per poter far qualcosa. Sbuffò e si girò su un fianco, verso la finestra e come ogni mattina contemplava il cielo azzurro e le nuvole, sorrideva al pensiero che lei, era lì da qualche parte che magari come sta facendo lei, la pensava o magari, nemmeno si ricordava più, erano passati tanti anni da quando si sono viste l’ultima volta e l’unica cosa che si erano sapute dire è stato un semplice “Abbi cura di te”, Alex ancora non capiva perché le aveva detto quello, lei non voleva separarsi, lei voleva starle sempre accanto ma da quando è diventata famosa, da quando la sua vita è cambiata, da quando ha conosciuto le Schock ed è diventata una di loro, ogni cosa le appare diversa e se magari avessero continuato a stare insieme, ora non avrebbe nemmeno molto più tempo per lei. A farla rivivere dai suoi pensieri fu l’arrivo di Lexieè, che con la sua solita camminata da ballerina entrò in camera e si andò a stendere sul letto accanto a lei.
 
< < L’hai di nuovo pensata, vero? > > le chiese guardandola negli occhi, carezzandole una guancia.
< < Lo faccio ogni giorno, lo sai. > > le disse abbassando lo sguardo e contemporaneamente la voce.
< < Avevi promesso che avresti smesso, avevi promesso che saresti stata meglio. > >
< < Prometto tante di quelle cose che non riesco a mantenere tutto. > >
< < Ma l’hai promesso a me.. non sono forse la tua ragazza? > >
< < Si, lo sei ma.. > > si bloccò, non riusciva a continuare, un groppo in gola le vieto di dire quelle parole che sapeva l’avrebbero ferita.
< < Ma? > > chiese scettica.
< < Nulla, scusami. > > le diede un dolce bacio sulle labbra e con un falso sorriso si alzò dal letto e scese in cucina.
Lexieè sbuffò e la seguì, non aveva proprio voglia di litigare con lei, aveva già altri problemi e lei proprio, non doveva diventarlo.
 
 
 
Scusa, scusa se ti faccio sempre stare male, scusa se continuò a pensarla ma io l’amo ancora. Anche se  dico che ti amo, anche se faccio l’amore con te, lei.. lei è e rimarrà sempre l’unica donna che mi ha saputo far provare emozioni mai conosciute prima. Scusa Lexieè, scusa, ma lei rimarrà sempre tra i miei pensieri.
 

 
Alex arrivò in cucina sorridendo, come ogni mattina e come sempre, prese una ciotola dalla dispensa e la riempì di latte che mise a riscaldare nel forno a microonde, per poi metterci dentro i cereali e mangiare. Salutò Cher e J, le quali non sapevano quel che stava succedendo alla ragazza, l’unica cosa che notavano sempre, era il viso triste di Lexieè che, quando varcava la soglia della cucina si trasformava in un sorriso che, anche se falso, avrebbe fatto invidia a chiunque.
 
< < Buon giorno ragazze! > > sorrisero le due innamorate rivolgendosi alle loro amiche.
< < Buongiorno a voi bellezze, stanotte abbiamo sentito un po’ di rumore. > > disse J guardando Lexieè che in pochi secondi diventò del colore dei pomodori.
< < Joe, finiscila e lasciale stare! > > Cher rimproverò Joe, giusto per farla finire di parlare perché avrebbe solo messo in imbarazzo le ragazze.
< < Comunque, come state belle fanciulle? > > sorrise la cantante del gruppo bevendo la sua tisana calda.
< < Tutto bene e voi? > > rispose Alex, mentre si gustava tranquillamente il suo latte e cereali.
< < Oh, tutto bene anche noi! > >
< < Buongiorno meraviglie, oggi avete la giornata libera, quindi, fate quel che volete, io andrò a farmi un giro con le mie amiche, ci vediamo stasera! > > urlò la manager uscendo di casa.
< < Bene, io allora oggi dormirò, visto che non mi faccio una sana dormita da secoli. > > mise in chiaro Joe, come per far capire alle ragazze che quel giorno non voleva essere minimamente disturbata.
< < Io mi sa che leggerò e poi andrò a cavalcare! > > annuì Lexieè andando in camera sua a prendere il libro da leggere.
< < E tu Cher ? > > chiese J girandosi verso l’amica.
< < Io ? Ah si, scriverò qualche testo nuovo e magari boh, guarderò un po’ di tv, visto che ormai io la conosco solo come soprammobile e tu, Alex? > >
< < Mh, mi sa che andrò a farmi un giro, anzi, esco già ora , tanto sono vestita, ci vediamo più tardi. > > uscì velocemente da quella casa, non ne poteva più di mentire e fingere di stare bene, aveva un vuoto dentro e non sapeva come colmarlo, ormai nemmeno più Lexieè ci riusciva.
Camminò per molto tempo, fino a che arrivò in un parco giochi e rimase a guardarlo. Si sedette sulla panchina e cercò di capire cos’aveva quel posto, di così familiare.
 



< < Alex, dai vieni! > > mi disse mentre correva verso l’altalena. < < Spingimi, non ho voglia io! > >
< < Sei sempre la solita svogliata amore! > > risi nel vedere che su quel viso, non scompariva mai il sorriso e stavo ancora meglio, nel pensare che ero io a donarglielo.
< < Eddai, muoviti! > >
< < Arrivo, arrivo! > > corsi verso di lei e al posto di mettermi dietro a spingerla mi fermai davanti, presi le catene dell’altalena tra le mani e la guardai, non riuscivo a distogliere lo sguardo da quegli occhi scuri che ogni volta mi sentivo posare addosso.
< < Sei stupenda. > > mormorai, senza staccare lo sguardo da lei che pian piano arrossiva.
< < Tu lo sei. > > avvicinò le labbra alle mie e le premette su di esse, chiusi gli occhi nella speranza che quel momento non finisse ed invece, nell’arco di poco tempo, era già tutto finito e lei mi stava già salutando per andare via.
< < Ci vediamo domani, okay? > > mi disse mentre l’accompagnavo alla macchina dei suoi genitori che erano venuti a prenderla.
< < Qui alle quattro? > >
< < Certo, a domani. > > mi diede un bacio sulla guancia, ma quel bacio, non aveva lo stesso sapore degli altri, quel bacio era un bacio che sento ogni volta che mi sfioravo quel punto.
Il giorno dopo tornai al parco e lei non c’era, l’aspettai per ore nella speranza che aveva fatto un semplice ritardo ma niente, non arrivò. Tornai a casa, magari mi aveva lasciato un messaggio in segreteria, ma niente, anche lì non c’era traccia di lei.
Feci così per ancora molti giorni, fino a diventare una settimana intera ma di lei, continuavo a non sapere niente, fino a quando una sera tornai a casa e la vidi lì, seduta in cucina con lo sguardo basso. Alzò gli occhi e mi vide, io le sorrisi perché mi era mancata, ma lei, accennò appena un sorriso, si alzò e mi venne incontro, mi prese la mano e mi portò in camera, ci sedemmo sul letto e mi disse: < < Alex, io parto, vado via, non piangere non rendere tutto più difficile, è stato bello stare con te in questo periodo, avevo davvero bisogno delle tue attenzioni e del tuo amore ma ora, è giunta la fine. Domani andrò via, non ti dico dove perché so che mi verresti a cercare ed io non voglio Alex, da domani per te io non esisterò più. Voglio che tu ti faccia una vita e che tu la viva con qualcuno che può starti vicino sempre. > > quel suo sguardo, così serio e così triste allo stesso tempo mi fece male, molto più delle sue parole, il mio cuore pian piano si stava spezzando e le mie labbra pronunciarono solo quelle parole < < Abbi cura di te, Samantha. > > dopo di che, si alzò dal mio letto e uscì dalla mia stanza, così come uscì dalla mia vita, con tranquillità e inespressività.
 
 


Le lacrime le solcavano il volto nel ripensare a quei giorni, che non si era accorta di nulla.
Una ragazza si era seduta di fianco a lei e l’aveva abbraccia, il suo volto era contro al suo petto e le carezzava i capelli castani che le ricadevano sulla schiena.
< < Avevo detto che non mi avresti più dovuta pensare, ed invece eccoti qua che piangi. Cosa devo fare con te, Alex? > > la voce di Sam risuonava limpida ma Alex, continuava a non capire.
< < Ora basta piangere, non serve a nulla. > > le disse alzandole il volto asciugandole le lacrime, sempre con quel sorriso che non vedeva da tanto.
< < Non eri andata via? > >
< < Alex, non sono mai andata via ma i miei non volevano che io stessi con una donna, così m’inventai che traslocai. Io ti guardavo sempre, da lontano ovviamente e mi piangeva il cuore nel vedere che sul tuo volto, quel sorriso magnifico era svanito. > >
< < Hai preferito i tuoi genitori a me.. > >
< < No, ho semplicemente fatto ciò che ritenevo giusto. Non sai i pianti che mi facevo quando vedevo che altre ragazze ti sfioravano, che ti baciavano e la voglia di correre da te e prenderti e portarti via con me, non lo sai quant’era alta ma vedi Alex, o continuavo questa storia e venivo poi mandata in collegio oppure la chiudevo e potevo ancora vederti da lontano e ogni tanto, quando tu non c’eri, passavo a casa tua e guardavo la tua stanza. > > le carezzava la guancia e nei suoi occhi c’era sofferenza, erano stanchi, aveva sofferto molto anche lei.
< < Ora Alex, io devo andare, mi raccomando stammi bene. > > si alzò dalla panchina e uscì dal parco e  pian piano, svanì dalla sua vista. 

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