Per una magia così vale la pena vivere

di noby692
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter 1. ***
Capitolo 2: *** Chapter 2. ***



Capitolo 1
*** Chapter 1. ***


CHAPTER 1.

Le vacanze di primavera erano appena cominciate ed io ero particolarmente felice.
Mi ero preso una settimana di ferie lasciando tutto nelle mani del mio uomo di fiducia James per passare un po’ di tempo con la mia Blair:da quando avevo preso in mano le redini delle industrie Bass e lei aveva cominciato a frequentare Yale ci vedevamo poco,nonostante ciò il nostro rapporto non sembrava risentirne.
Arrivai nel nostro appartamento ma lei non c’era:poco male l’avrei aspettata leggendo.
Passarono diverse ore e di Blair neanche l’ombra:provai a chiamarla ma invano.
Cominciavo a preoccuparmi.
Decisi di andare a Yale. Quando arrivai nel suo appartamento non c’era.
Dove diavolo era finita?
Mi ero appisolato sul divano quando sentì la porta che si apriva e poi si richiudeva. Guardai l’orologio:segnava le 3.00.
“Chuck ma che ci fai qui?”mi domandò stupita
“Pensavo tornassi a New York per le vacanza ed avevo voglia di vederti” mi avvicinai a lei e la baciai dolcemente
“In effetti ci avevo pensato”disse scostandosi “ma poi ho deciso di restare qui,ci sono un sacco di eventi a cui voglio partecipare…”
“Blair c’è qualcosa che non va?”
“No Chuck”rispose senza incrociare il mio sguardo
“Sei strana amore. E’ un bel po’ che non stiamo insieme e mi manchi,ed io ti manco?”
“Si mi manchi” rispose con poca convinzione “scusa ma ora sono stanca,ho bisogno di dormire” aggiunse dirigendosi verso la camera da letto. La seguì.
“Blair per favore spiegami cosa c’è che non va”
“Non c’è niente da spiegare Chuck,sono solo stanca”
“Va bene,ne riparliamo domani mattina”così dicendo mi apprestai ad uscire dalla stanza
“Non dirmi qui con me?”mi chiese tornando per un attimo la mia dolce Blair
“Non mi sembra il caso” risposi freddamente tornado per un secondo l’adolescente stronzo che ero stato una volta.

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Capitolo 2
*** Chapter 2. ***


Era mattina presto,non so bene quanto,e sentì dei rumori leggeri tipici di qualcuno che non vuole farsi sentire.
Lentamente aprì gli occhi e con lo sguardo cercai la fonte dei rumori:dietro il bancone della cucina c’era Blair in tenuta sportiva.
“Buongiorno amore come mai sei in tuta?”
“Sei già sveglio?!”mi rispose quasi infastidita
“Direi di si” dissi alzandomi ed avanzando nella sua direzione.
La baciai dolcemente sulle labbra.
“Non sapevo ti piacesse correre”osservai sorridendo
“E’ da un po’ che faccio jogging,ho bisogno di tonificare gambe,glutei…un po’ tutto insomma”
“Ma amore non ne hai bisogno,sei splendida”
Non lo dissi solo per tirarla su ma perché lo pensavo sul serio: Blair era perfetta aveva un fisico da far invidia a qualsiasi modella.
“Non dire sciocchezze”tagliò corto “ora vado”.
Guardai l’orologio che segnava le 7.00,era presto ma ormai non avevo più sonno.
Dopo aver fatto una lunga doccia preparai la colazione per la mia Blair.
“Sono esausta” annunciò Blair al rientro
“Ti ho preparato la colazione”le comunicai sorridendo
“Bene” disse sedendosi.
Cominciò a divorare tutto quello che le avevo preparato,non l’avevo mai vista mangiare in quel modo,poco male ero contento che finalmente mangiasse senza farsi problemi.
Ad un tratto però la vidi sbiancare e subito dopo correre in bagno.
Mi affacciai e la vidi china sul lavandino in preda ad un conato.
 “Blair amore che cosa succede?” le chiesi allarmato senza però avvicinarmi,la conoscevo abbastanza per sapere che mi avrebbe scacciato all’istante
“Niente Chuck tutto…” non riuscì a finire la frase,fu interrotta da un altro conato di vomito.
A quel punto mi avvicinai e le tirai su i capelli,in modo che non le cascassero sul viso.
Solo allora mi resi conto che era pallida da far spavento e che le sue labbra erano pericolosamente violacee.
“Blair che cosa succede?e non mi dire niente perché tu non stai per niente bene”
“Ma no Chuck non è nulla davvero,è solo che ho mangiato troppo e…”
Non avrebbe mai ammesso che qualcosa non andasse,vederla in quello stato mi aveva fatto tornare ai tempi del liceo in cui non riusciva a buttare giù neanche una minuscola briciola di pane senza vomitarla.
Rabbrividì all’idea che potesse esserci ricaduta,ma cercai di restare lucido.
“No Blair non credo proprio,qui c’è qualcos’altro che non mi vuoi dire,ora ti porto dal miglior medico di New York e non voglio sentire scuse”dissi senza tollerare un no da parte sua
“Chuck davvero mi sento meglio” cercò di replicare senza convinzione,i suoi occhi erano spenti avevano perso la luce che tanto amavo,dovevo fare assolutamente qualcosa ed anche piuttosto in fretta. 

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