The coffee girl

di Londoncalling
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The coffee girl ***
Capitolo 2: *** He knows my name ***
Capitolo 3: *** Do as I say ***
Capitolo 4: *** Chocolate icecream ***
Capitolo 5: *** Temptation ***
Capitolo 6: *** Game on ***
Capitolo 7: *** No coming back ***



Capitolo 1
*** The coffee girl ***


Mi sono finalmente decisa a pubblicare the coffee girl, un lavoro di cui avevo molto parlato.
Non voglio anticiparvi troppo la storia perciò vi dico solamente che è una nian, ma che è parzialmente una AU per ragioni che scoprirete a breve.
Dunque questa storia si prefigge di essere una long, ma ora come ora ho preparato solamente il prologo aspetto di ricevere i vostri commenti (negativi o positivi) per decidere se vale la pena di continuarla perciò fatemi sapere qualcosa se siete interessati o anche qualche critica costruttiva.
Se siete interessati a leggere altri miei lavori vi propongo Son of the Comet (una long incentrata sul triangolo amoroso damon-elena-stefan) e Disaster Diaries(una raccolta di os demenziali su vampire diaries).

 

The coffee girl
Can a cup of coffee change a life?



‘Cause love really sucks
a christmas klaus.The

The coffee girl.
Lui se ne sta lì davanti a me, al centro della scena con i suoi magnifici occhi azzurri che ricordano il ghiaccio, ma non sono freddi come il ghiaccio, al contrario hanno il potere di scaldare il cuore di chi li incrocia anche per un secondo soltanto.
Lui ha gli occhi grandi e profondi e più li vedo, più desidero perdermi nell’immensità del suo sguardo, nell’abisso dei suoi pensieri, nel tumulto del suo animo.
Lui è sempre allegro, scherzoso e ha una parola gentile per tutti, ma c’è più in lui del ragazzo divertente che tutti conoscono. Lo rivelano i suoi occhi sempre vispi e felici, ma al contempo malinconici. Ci sono volte in cui guarda le persone o le cose, ma sembra che non le veda realmente. Come se la sua vista fosse completamente scollegata dal suo cervello impedendogli di avere una rappresentazione mentale di ciò che sta realmente vedendo in quel momento. Mi chiedo spesso cosa gli passi per la mente in quei momenti, ma non credo avrò mai una risposta.
Altre volte, invece, quando mi guarda ho l’impressione che riesca a leggermi dentro come se avesse il potere di mettermi a nudo e vedere dentro di me, ma probabilmente è soltanto una delle mie sciocche fantasie.
-Non posso permetterti di fare questo, Elena!- grida come se fosse arrabbiato, ma in realtà è solo spaventato. Spaventato all’idea di perdere la donna che ama; anche se so che è solo finzione vorrei essere io la donna che ama.
- Non posso lasciare che tu metta di nuovo in pericolo la tua vita perché… perchè ti amo Elena! So che tu ami mio fratello ed è così che deve essere, ma se per evitare che tu commetta uno sbaglio che potrebbe mettere a repentaglio la tua vita dovevo dirti la verità… io l’ho fatto, l’ho dovuto fare perché tu vieni prima di tutto-
È così vero. Sta solamente recitando, ma non posso fare a meno di pensare che anche mentre sta fingendo è così reale.
Credo sia una delle cose che mi piacciono di più di lui non smette mai di essere autentico, anche mentre interpreta un personaggio non smette mai di essere se stesso.
-Damon, io…- tenta di replicare lei commossa e senza parole.
-Non dire niente, Elena- risponde con un sussurro lui per poi chinarsi verso di lei e baciarla dolcemente.
-E stooop!- esclama il regista entusiasta delle riprese appena effettuate.
-Siete stati grandi davvero complimenti, ragazzi siete perfetti!- continua elogiandoli.
-Grande intensità Ian, e anche tu Claire bravissima!- altre voci si congratulano con i due protagonisti per la scena che hanno eseguito.
Non c’è dubbio che sia stata una scena di grande coinvolgimento emotivo, ma per qualche modo attribuivo il merito di quel risultato più ad Ian che a lei. Lei è Claire Hobbs, la protagonista e regina indiscussa dello show. Claire è un metro e settanta di altezza, coniugato con lunghi capelli liscissimi e lucenti di un biondo chiaro e occhi talmente verdi che farebbero sembrare uno smeraldo poco brillante.
Non era difficile capire perché avessero scelto lei per quella parte era un Elena perfetta, così incantevole che la scrittrice stessa del romanzo aveva fatto i complimenti ai produttori per aver trovato una ragazza che fosse addirittura più bella di quella che aveva immaginato lei.
Lei, tuttavia, non era solamente bellissima, ma anche molto intelligente. Da quanto avevo sentito dire in giro era la ragazza con la media più alta del suo liceo, oltre che la più popolare e la più atletica e si era appena diplomata al college con voti altissimi, nonostante fosse sempre impegnata con le riprese, i servizi fotografici e il resto.
Era una di quelle ragazze con il sorriso bianco smagliante che faceva innamorare chiunque la vedesse. La classica ragazza della porta accanto, solamente migliore.
Guardandola in tutto il suo splendore, realizzo quale errore abbia commesso quando avevo deciso di lasciare il Canada, la mia terra natia, per realizzare il mio sogno di diventare un’attrice.
Avevo mollato tutto: la mia famiglia, i miei amici, il mio ragazzo e mi ero trasferita a Los Angeles nella speranza di iniziare una sfavillante carriera come attrice.
In Canada avevo avuto qualche parte in alcune produzioni locali quando ero al liceo e perciò mi ero illusa di poterci riuscire, di essere in grado di realizzare il mio sogno. Così avevo ottusamente lasciato la scuola e tutto ciò che avevo alle spalle.
“E' nel momento delle decisioni che si plasma il tuo destino” – Anthony Robbins
Mi ripetevo scioccamente come un mantra.
Se bastasse una decisione per ottenere ciò che si vuole, ora sarei la protagonista del programma e Claire non sarebbe nemmeno un ricordo.
Stupida! Ero stata una stupida a credere a frasi del genere, ma tutta via non potevo nemmeno biasimare gli autori di tutti quegli aforismi sul successo, dopotutto chi scriverebbe frasi sul fallimento.
Beh, io potrei farlo conosco troppo bene il fallimento. I miei aforismi sul fallimento, a differenza di quelli sul successo, sarebbero reale, non illusori, non farebbero credere alla gente di poter realizzare cose impossibili.
Ogni bambino desidera diventare presidente o astronauta o un famoso giocatore di football, ma quanti riusciranno a realizzare i loro sogni?
Io dico uno su un milione.
E probabilmente quell’uno su un milione ha occhi azzurri e capelli perfetti come se fosse appena uscito da una pubblicità o da un catalogo di abercrombie.
Invece di illudere questi poveri bambini normali, qualcuno dovrebbe spiegargli che quasi sicuramente finiranno per rimanere disoccupati o se tutto va bene a portare caffè.
-Nina, puoi venire un attimo qui-
La mia attenzione viene attirata dal regista, mi precipito subito a vedere di cosa ha bisogno.
-Senti dovresti portare questi, che sono i nuovi copioni freschi di stampa, ai membri del cast e ricordati di fare quelle telefonate che ti avevo lasciato in carico-
-Ma certo signore, sarà fatto- mi appresto a rispondere.
Mi congeda, senza neanche guardarmi in volto, con un cenno e capisco che devo iniziare a svolgere il mio compito.
Quello di segretaria.
Anche se per la maggior parte delle persone qui sono soltanto la ragazza che porta i caffè, non mi considerano nemmeno un essere umano, penso che se dovessero incontrarmi al di fuori di qui non mi riconoscerebbero nemmeno. Molti di loro non mi guardano nemmeno in faccia, ma non Ian lui è sempre cordiale e quando gli porto il suo caffè, mi porge un sorriso. Soltanto un piccolo sorriso e un cenno. Dev’essere dovuto al fatto che non conosce nemmeno il mio nome e comprendo che sia solo un piccolo gesto dettato dalla cortesia, ma non mi importa il momento in cui gli porgo la sua tazza di caffè rimane nonostante tutto il mio momento preferito della giornata perché posso ammirare il suo splendido sorriso ed ho la consapevolezza che sia tutto per me.
Probabilmente per lui non sarò mai niente di più che la ragazza del caffè, ma per me può bastare.
 
 
 

 

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Capitolo 2
*** He knows my name ***


Grazie a tutti per l'immenso supporto che mi avete dato già dal primo capitolo, siete veramente fantastici.
Perciò come promesso ho già pubblicato il secondo capitolo, spero sarete altrettanto gentili da darmi il vostro parere anche su questo.
Se volete leggere altro vi ricordo Son of the Comet (una long incentrata sul triangolo amoroso damon-elena-stefan) e Disaster Diaries(una raccolta di os demenziali su vampire diaries).


‘Cause love really sucks
a christmas klaus.The

He knows my name.
Sono circa le sei e mezzo del pomeriggio, il sole sta tramontando colorando il cielo di stupende tonalità di rosa ed arancione.
I raggi del sole si posano bassi sul mio viso illuminandolo e creando sfumature più chiare sui miei capelli castani, mentre cammino per le strade di Atlanta.
Dopo aver impiegato una mattinata ed un pomeriggio nel tentativo di portare a termine tutti i compiti che mi erano stati assegnati dai registi, mi ero tenuta da parte il compito più gradito per la fine della giornata, la consegna del copione ad Ian.
Avevo già consegnato la sceneggiatura, più o meno, a tutti i membri del cast, eccetto che a lui. Volevo godermi a pieno il breve istante che avrei passato con lui anche solo per un semplice compito.
Busso piano piano alla sua porta, mentre mille sentimenti si affollano dentro di me.
Il battito cardiaco cresce, le mie mani iniziano a sudare e a torturare il copione cercando di tenere sotto controllo l’ansia. È una cosa così banale consegnare i copioni, che mi maledico per provare tanta angoscia nel farlo. Tuttavia so perfettamente che non è il mio lavoro quello che mi causa tanta agitazione, ma il pensiero di essere davanti alla porta della stanza di Ian.
Dopo pochi minuti esce dalla porta con indosso una semplice t-shirt aderente bianca e dei pantaloni larghi della tuta neri.
Ha l’aria disorientata, probabilmente non si aspettava la mia visita, sempre che si ricordi di me.
-Questo è il tuo copione- mi affretto a dire balbettando, porgendogli i fogli di carta, che fino a un minuto prima erano stati i testimoni del mio tumulto interiore.
Il suo sguardo così profondo su di me, mi fa sentire come se mi avesse scoperto e avesse sentito tutto ciò che avevo provato negli istanti precedenti, così non riuscendo a sostenerlo abbasso lo sguardo imbarazzata.
Lui, allora, abbassa lo sguardo sul copione e poco dopo lo afferra.
-Grazie- mi dice e mi sorride con uno dei suoi sorrisi. Uno di quelli che fa sembrare che la luna non brilli abbastanza.
È proprio vero che “le persone allegre sono come la luce del sole: rallegrano tutti coloro che le circondano” – Henry Ward Beeker.
Il suo sorriso mi scalda il cuore. E sono felice. Così felice che vorrei urlare e saltare, ma non posso. Anche perché farei una figura barbina, forse peggiore di quella che avevo appena fatto.
Perciò decido di reprimere la mia contentezza all’interno, salutare con un cenno veloce e andarmene.
Sto attraversando il corridoio diretta verso le scale per imboccare l’uscita, quando il mio cuore smette di battere per un secondo.
-Aspetta, Nina- mi chiama.
Nina.
Il mio nome esce dalle sue labbra piene e sensuali come un roco sussurro. E sembra così bello. Qualsiasi cosa dica è così celestiale.
Nina.
Lui mi ha chiamata con il mio nome.
Lui sa il mio nome.
Non mi sembra nemmeno reale, poi lo realizzo e il mio cuore si ferma.
Il mio mondo è finalmente completo.
Per quanto sciocco possa suonare, nella mia mente si fanno largo immagini di noi due sposati, una piccola casetta gialla con i mattoncini rossi, un cane o ,forse un gatto, devo ancora decidere e due piccoli bimbi con i suoi occhi.
-Sai come mi chiamo?- biascico in preda allo sconvolgimento emotivo.
-Sì, Nina. Dico bene? Sei la ragazza del caffè, giusto?-
Mi limito ad annuire, non riesco a fare altro, è come se avessi un nodo in gola che non mi permette di parlare.
-Nina, so che non è usuale e non è compito tuo, perciò sentiti libera di rifiutare, ma posso chiederti un favore?-
Annuisco di nuovo, facendogli segno di proseguire.
-La mia ragazza Megan atterra tra poche ore all’aeroporto, avrei dovuto andare a prenderla, ma il regista mi ha incastrato con una nuova scena questa sera. Mi chiedevo se potresti farmi il favore enorme di andare tu al mio posto, capisco che ti sto chiedendo molto, ma non so davvero che altro fare-
In un attimo tutti i miei sogni ad occhi aperti erano crollati, così come la nostra casetta in Canada, i bambini e il gatto, sì alla fine avevo optato per il gatto.
La mia ragazza.
Non ho sentito altro di tutto il discorso che aveva fatto se non che ha una ragazza.
Lui ha una ragazza. Sono ancora bloccata a quel punto della conversazione.
La cosa non mi era nuova, sapevo che aveva una ragazza la fuori, da qualche parte, ma era un’ entità indefinita, lontana e perciò non me ne ero mai preoccupata più di tanto, ma ora avrei dovuto incontrarla.
Spesso, avevo fantasticato sulla fantomatica ragazza di Ian, su come fosse, cosa le piacesse e sulle cose che facevano insieme, ma era un gioco; lei non era mai reale, eppure ora stava per diventarlo.
-Ok- dissi con un filo di voce, non sapendo nemmeno da dove mi fosse uscita quella risposta.
Che diavolo stavo dicendo! Perché mai avrei voluto andare a ricevere la fidanzata del ragazzo per cui avevo una cotta enorme?
-Grazie, davvero! Sei la mia salvezza, mi sdebiterò al più presto- risponde lui.
Il tempo di assimilare ciò che è successo e mi trovo già all’aeroporto, con uno stupido cartello di cartone tra le mani con la scritta in stampatello: Megan.
Mi rendo conto di quanto io possa sembrare stupida, ma ho visto quei meravigliosi occhi di ghiaccio e non ho capito più nulla. Farei qualsiasi cosa per lui, anche sopportare di conoscere la sua ragazza.
-Ehi- una voce femminile mi chiama. Mi volto e mi trovo davanti una ragazza dai capelli biondastri ,presumibilmente Megan.
-Ciao, tu devi essere Megan?- le domando.
-Sì e tu sei Nina, giusto? – mi chiede come per conferma.
-Sì- rispondo porgendole la mano che stringe prontamente.
-Ian mi aveva detto che avrebbe mandato la sua assistente- dice lei con tono dispregiativo.
-Veramente non sono la sua assistente- le faccio notare.
-Oh, beh, in ogni caso quelli sono i miei bagagli, ti dispiace?-
-Come?-
-Ti dispiace prenderli e portarli su un taxi? Non pensavo di doverlo specificare-
-Senti non so per chi tu mi abbia preso, ma non sono l’assistente ne tanto meno la cameriera, perciò le tue valige te le puoi portare benissimo da sola- rispondo per metterla al suo posto.
Lei risponde unicamente con una smorfia, per poi andare a prendersi le sue numerose valige rischiando più volte di cadere sotto il peso di quei bagagli, che mettono a serio repentaglio la sua stabilità resa già precaria dai suoi tacchi vertiginosi.
Proprio quando le cose non potrebbero andare peggio, la situazione diventa ancora più
 Insostenibile.
Il viaggio in taxi è uno strazio. Megan non fa altro che lamentarsi, guardare le sue unghie finte appena fatte e digitare convulsamente sullo schermo del suo cellulare touch screen.
-Fammi un po’ capire, visto che tu non sei l’assistente, che rapporto c’è tra te e il mio Ian?- esordisce poi la bionda.
-Sono la ragazza che gli porta il caffè- rispondo con una punta di imbarazzo, ignorando il fatto che lei abbia volutamente marcato la parola “mio”.
-Ouh- si limita a dire lei, come se fosse in qualche modo dispiaciuta per me.
-Beh almeno non mi devo preoccupare non sei competizione- aggiunge poi con un sorriso falso.
-Già- concordo io delusa.
-D’altra parte però quella Claire mi spaventa. Che cosa sai di lei, Nina?-
-Nulla di più di ciò che sanno tutti, che è bella, simpatica, intelligente, famosa. Ma non hai nulla da temere, tranquilla- rispondo io con una certa ironia decisa a replicare a tutte le frecciatine che quella strega mi aveva tirato fin ora.
Non riuscivo proprio a capire cosa Ian ci vedesse in lei.
Megan era così arrogante, piena di sé, volgare. Al contrario lui è così umile, altruista, elegante.
-Ho bisogno di eliminare quella ragazza è una minaccia- dice Megan riflettendo ad alta voce.
-Devo farla allontanare da Ian e per farlo devo buttarla fuori dallo show-
Megan era riuscita a terrorizzarmi completamente, cosa aveva in mente quella donna?
-E tu mi aiuterai, Nina!- aggiunge
-No, io… veramente…-
-Non essere timida, avrai anche tu il tuo guadagno se mi aiuterai- mi interrompe.
-Io non credo sia il caso…non…-
-Nina, tesoro, non sei stanca di fare la ragazza del caffè? Non vorresti avere quello che ha Claire? Ora hai l’opportunità di prendertelo se mi aiuterai-
Megan aveva fatto presa su un punto vincente.
Non vorresti avere quello che ha Claire? Oh sì lo volevo disperatamente. L’avevo voluto per tutta una vita.
-D’accordo ti aiuterò. Dimmi che devo fare- rispondo con un’ inaspettata fermezza.
Il viso di Megan si contrae in un ghigno diabolico, mi sento come se avessi appena stretto un patto con il diavolo, ma è troppo tardi per i ripensamenti. Ormai ci sono dentro.
 
 

 

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Capitolo 3
*** Do as I say ***


Ringrazio, ancora una volta , tutti i lettori che stanno recensendo o comunque seguendo questa storia. Grazie veramente di cuore per il vostro supporto, continuate a farmi sapere cosa ne pensate della storia cercherò di aggiornare e rispondere a tutti al più presto grazie di nuovo, un bacio.
Le solite letture consigliate sono: Son of the Comet (una long incentrata sul triangolo amoroso damon-elena-stefan) e Disaster Diaries(una raccolta di os demenziali su vampire diaries).


‘Cause love really sucks
a christmas klaus.The

Do as I say.
Mi trovo sul set a lavorare, come ogni mattina a quest’ora. Sono insolitamente nervosa, forse è per la follia a cui ho acconsentito di far parte.
Megan, l’incredibilmente egocentrica e vuota ragazza di Ian, mi ha convinto a fare un’azione spregevole e ora ne sto pagando le conseguenze con la mia coscienza.
Claire ripete le sue battute con la sua solita bravura, ma il regista la riprende.
-Claire, che stai facendo non sono queste le battute!- urla lui.
-Come?- risponde lei sbigottita.
-Era quello che c’era sul mio copione- aggiunge disorientata.
-Non dire sciocchezze!-
-Ma io… Ora ti faccio vedere!- cerca Claire di contestare cercando nella sua borsa il copione.
-Ecco vedi qui, c’è la mia battuta- spiega Claire
-Io non vedo la tua battuta, ma quella corretta!- risponde il regista spazientito.
-Ma…- Claire da uno sguardo al copione restando allibita di non trovare la sua battuta.
-Senti sbagliare è una cosa, ma pretendere di venire qui ad insegnarmi il mio mestiere è un’altra, perciò la prossima volta che commetti un errore cerca di essere abbastanza umile da scusarti- la sgrida lui.
Il mio stomaco si chiude, mentre Megan dall’altra parte della stanza mi fa l’occhiolino.
Le avevamo fatto noi questo. Megan mi aveva chiesto di stampare un copione con battute diverse per Claire in modo da farle imparare le battute sbagliate e fare una pessima figura oggi sul set, in seguito Megan si era occupata di sostituire il copione errato con quello giusto di modo che nessuno le avrebbe creduto.
Il suo piano era filato a meraviglia, ma allora perché non ero felice.
Forse perché avevo fatto una cosa tremenda ad una persona che non se lo meritava. Tuttavia, al contrario di me, Megan sembrava entusiasta della buona riuscita del suo piano e non si stava ponendo alcuno scrupolo morale.
-Ce l’abbiamo fatta!- esclama contenta avvicinandosi a me, stando attenta a non essere notata da nessuno.
-Già- replico con scarso entusiasmo.
-Bene ora che la fase uno del piano è andata a termine possiamo passare alla fase due!-
-Quale fase due? Io non voglio fare altro, ho già sbagliato a mettermi in questa situazione in primo luogo, non voglio peggiorarla.-
-Sentimi, signorina moralità tu ci sei dentro quanto me! Non puoi tirartene fuori proprio ora che stiamo ottenendo dei risultati!-
-Invece posso eccome, lo sto facendo! Sono fuori-
-Io non credo. Sai, penso che lo staff sarebbe interessato a sapere che una semplice segretaria si sia permessa di falsificare un copione per fare uno scherzo alla stella dello show. E, sai, cosa capiterebbe a quella segretaria se la scoprissero? Io penso che la licenzierebbero in tronco e tu, Nina?-
-Non puoi farlo-
-E invece a quanto pare lo sto facendo- risponde la bionda con aria smorfiosa.
-Non cederò al tuo ricatto-
-Bene, allora faresti meglio a trovarti un altro lavoro-
-Sai quanto sia difficile e quanto io abbia bisogno di questi soldi…-
-Allora farai meglio a fare quello che ti dico-
Mi ha in pugno. Non rispondo, ma la mia espressione rassegnata le fa capire che ha ottenuto ciò che voleva. Collaborerò con lei.
-Che cosa devo fare?-
-Non qui, ti invierò un messaggio più tardi con tutti i dettagli. Ora devo andare non posso rischiare di essere vista con una segretaria e in più Ian mi starà cercando, non può stare un minuto senza di me-
-Veramente Ian è nel giardino di fuori con Paul e gli altri. Sembrava si stesse divertendo anche senza di te, ma è solo un’ impressione. Sono sicura che stesse solo tentando di nascondere quanto gli manchi- rispondo ironica per prendermi almeno questa piccola rivincita su di lei.
Megan risponde soltanto con un’espressione stizzita, che le fa formare delle rughe su tutta la faccia, facendola somigliare ad una vecchia gallina. Poi se ne va senza salutare.
Quella donna mi risulta sempre più insopportabile.
Cercando di dimenticare la conversazione appena avuta, mi rimetto a lavorare nel mio ufficio quando una presenza arriva dietro di me, coprendomi gli occhi con le mani.
-Indovina chi sono- dice con una voce bassa e sensuale che riconoscerei tra mille.
Tutto questo non può essere vero, dev’essere frutto della mia fantasia. È un sogno, un bel sogno.
-I…Ian- provo ad indovinare intimorita.
-Esatto, ma ce ne hai messo di tempo- risponde lui scoprendomi gli occhi permettendomi di vedere i suoi.
-Hai bisogno di qualcosa?- biascico cercando di darmi un contegno. Dopotutto sono la segretaria, probabilmente è venuto a chiedermi di fargli delle fotocopie o qualcosa di simile. Spero che questa volta non sia venuto a chiedermi di andare a prendergli l’amante in aeroporto.
-No, veramente sono qui per darti una cosa, aspetta qui-
Poco dopo è di ritorno con il suo splendido sorriso, una rosa rossa tra le mani, una lettera e un cd.
Ora ho l’assoluta certezza di stare sognando. Ma se sto sognando quando mi sono addormentata?
-Ian, sono per me?-
-Ma certo, vedi qualcun altro qui?-
-Non dovevi disturbarti davvero non…-
-Non dire assurdità, ti ho detto che mi sarei sdebitato ed ora l’ho fatto-
Sorride e mi porge i regali.
-Spero che ti piacciano. Non conosco esattamente i tuoi gusti, ma la scorsa settimana ti ho sentito canticchiare “rolling in the deep” perciò ho pensato di regalarti il cd di Adele, sempre che tu non l’abbia già. Invece nella busta c’è un buono per un massaggio è da un po’ di giorni che vedo che ti tocchi il collo spesso e fai fatica a muoverlo.-
Non importa quando mi sono addormentata, non voglio  mai più essere svegliata.
-Io, non riesco a… grazie- rispondo, non riuscendo più a connettere una frase di senso compiuto.
Lui sorride e mi sento come se in questo momento non ci fosse una persona sull’intero pianeta più fortunata di me.
-Devo dire che hai notato parecchie cose- dico, pensando ad alta voce.
-È difficile non notare una ragazza come te, Nina- risponde.
I suoi occhi brillano, mentre i miei sono ipnotizzati e incantati dai suoi. In quella frase ci leggo molto più di quello che dovrei, perché mi lascio andare mi avvicino a lui e gli lascio un leggero bacio a fior di labbra.
Il sogno finisce e si tramuta in un incubo. Mi rendo conto di quello che ho appena fatto e senza guardarlo più in faccia scappo via correndo come Cenerentola che scappa dal ballo, che fugge via dal suo principe.
Con la differenza che io non sono una principessa, che questo non è un ballo e che quello non è, e non sarà mai, il mio principe.
Quella che ho appena incasinato non è una bella favola, ma una disincantata realtà.
Una realtà in cui non avrò un dolce lieto fine.
Un realtà  in cui la strega cattiva non verrà sconfitta.
Una realtà in cui il mio principe ed io non vivremo per sempre felici e contenti.
 
 
“Sperare in una favola non vuol dire sognare ad occhi aperti, ma riuscire a realizzare un sogno”
 
 

 

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Capitolo 4
*** Chocolate icecream ***


Per prima cosa voglio ringraziare tutti quelli che hanno recensito o inserito la soria tra le preferite/ricordate/seguite o chi semplicemente mi segue in silenzio per tutto il supporto che mi date e la motivazione a proseguire con il racconto. Siete degli splendidi lettori e di ciò vi ringrazio.
In secondo luogo volevo dirvi che per ringraziarvi del vostro supporto caloroso ho steso un capitolo più lunghetto degli altri (mi ha preso circa tre ore e mezzo la stesura), spero lo apprezzerete e mi farete avere qualche riscontro.
Grazie di nuovo, a presto, con affetto Ale.
Per chi avesse voglia di leggere qualcos'altro: Son of the Comet (una long incentrata sul triangolo amoroso damon-elena-stefan) e Disaster Diaries(una raccolta di os demenziali su vampire diaries).


‘Cause love really sucks
a christmas klaus.The

Chocolate icecream.
Passo l’intera serata a divorare enormi quantitativi di gelato al cioccolato, guardando film deprimenti nel tentativo di dimenticare lo stupido gesto avventato che avevo fatto poche ore prima.
Non solo avevo baciato Ian che era fidanzato, cosa completamente fuori luogo, ma ero anche fuggita come un’idiota.
- Bella mossa Dobrev, davvero una bella mossa- mi ripeto mentalmente.
Ad un tratto il mio cellulare si illumina e vibra, informandomi che ho appena ricevuto un messaggio.
Ripongo, per un attimo, il cucchiaino nel barattolo del gelato e mi sporgo giusto un po’ per vedere chi sia il mittente.
Megan.
Un brivido mi percuote per tutto il corpo. Cosa vuole ancora quella strega da me? Non potrebbe solamente trovarsi qualcun altro da tormentare e lasciare me in pace?
Evidentemente no.
Seppur di mala voglia prendo in mano il cellulare e leggo più attentamente il contenuto del suo messaggio.
È un solo indirizzo, con accanto un nome di quello che dev’essere un locale e la scritta vieni da sola.
Sono sempre più terrificata da Megan e dal fatto che il suo messaggio sembra uscito da uno dei film del padrino.
Distolgo lo sguardo dal cellulare e lo porto su me stessa. Sono in pigiama, senza un filo di trucco, i miei capelli sono raccolti in una coda disordinata e con molta probabilità ho il viso sporco di cioccolato. Non è esattamente il look più adatto per un locale del centro perciò corro a prepararmi, cercando di sistemarmi alla meno peggio, nel più breve tempo possibile.
Dopo una quindicina di minuti sono all’interno della mia macchina, inserisco le coordinate, che Megan mi ha dato, nel navigatore e mi dirigo nel luogo prestabilito.
Due kilometri dopo mi trovo davanti ad un locale da cui provengono forti luci che spaziano dal viola al fuxia e una musica assordante.
Fuori dal locale in fila, aspettando per entrare ci sono circa un centinaio di persone, ma nessuna sembra essere Megan.
Sto per andarmene quando una grosso suv nero con i vetri oscurati accosta proprio dietro di me.
Il sangue mi si raggela nelle vene,  trattengo il respiro insicura su cosa fare e mi maledico per essermi cacciata in quella situazione.
Mentre sto cercando qualcosa dalla mia borsetta da poter usare contro il mio “rapitore”, facendo attenzione a non fare movimenti troppo bruschi e visibili, il finestrino davanti del suv si abbassa rivelando una Megan con un foular avvolto intorno alla testa e due enormi occhiali da sole sul viso, nonostante ci sia un buio pesto.
Alla vista di una persona conosciuta, tiro un sospiro di sollievo. Anche se concretamente non so se dovrei temere più un possibile rapitore o Megan, che sembra essersi davvero troppo immedesimata in chissà quale film di mafiosi o gangster.
-Sali- bisbiglia con la sua solita voce acuta.
Apro lo sportello e mi faccio largo sul sedile della sua auto che è pieno di sacchetti.
-Che ci facciamo qui?- le chiedo indispettita.
-E poi cos’è tutta questa roba?- aggiungo frastornata.
-Siamo qui per incastrare quella vipera finalmente!- risponde lei con una strana scintilla negli occhi che mi incute davvero timore.
-E non guardarmi così avevo fame perciò mi sono fermata dal cinese, prima di venire quì- aggiunge lei.
-Ok ora si spiegano i sacchetti, ma non mi hai ancora spiegato il motivo per cui siamo qui- insisto nel chiedere una risposta.
-So per certo che Claire sarà in questo locale questa sera, perciò non dobbiamo far altro che aspettare che esca da qui-
-A che scopo? Non vorrai per caso…- inorridisco al solo pensiero.
Certo Megan è un po’ svitata, ma non credo si spingerebbe a tanto.
-Ma che dici non la voglio uccidere! Ho soltanto pagato quell’uomo laggiù per avvicinarla con una scusa e passarle una bustarella di droga-
-Non ne capisco ancora l’esigenza-
-Sei un po’ tarda ragazza mia. Si da il caso che, in quanto fidanzata di una celebrità, io conosca un mucchio di paparazzi che per uno scoop come questo pagherebbero chissà quale cifra e non glielo offriremo in diretta. Mi vedo già la foto su tutti i giornali di domani: “la giovane star di vampire diaries ha un problema di dipendenza”.-
Mi fermo a pensare che, oltre al fatto che Megan non perde mai l’occasione di ribadire che sta uscendo con Ian, stiamo facendo una cosa meschina.
-E io che c’entro in tutto questo?-
-Onestamente nulla, ma non volevo starmene qui ad aspettare da sola- risponde Megan con il suo solito fare da oca.
Non oppongo più alcun tipo di resistenza e mi metto più comoda sul sedile. -Questa si preannuncia una lunga nottata- penso tra me e me.
Ad un certo punto, tra gli innumerevoli contenitori di cibo cinese, che Megan si è trangugiata senza troppi riguardi scorgo un fascicolo sigillato.
-E questo cos’è?- domando a Megan prendendolo in mano.
-Nulla, ho assunto un agente privato per indagare su miss perfettina Claire, ma non ho trovato assolutamente niente su di lei. A quanto pare quella ragazza è una santa, perciò ho dovuto ricorrere al piano B-
-Cioè?-
-Se non trovi uno scandalo, crealo! Ed è quello che stiamo facendo ora-
-Non provi nessun rimorso a rovinare la carriera di una persona innocente?- chiedo allibita.
-No veramente no- mi risponde con un sorriso falso come i suoi capelli biondi.
Alzo gli occhi al cielo e lei replica con fare minaccioso: -Dovresti ritenerti fortunata, fin tanto che sono occupata a rovinare la carriera di Claire, non ho tempo da passare a rovinare la tua-
Non le rispondo e mi metto a guardare fuori dal finestrino aspettando Claire.
Passano i minuti, le ore scorrono e finalmente Claire esce dal locale, tutto va come previsto da Megan. La povera ragazza viene abbindolata dall’uomo che Megan ha pagato e i paparazzi famelici immortalano tutto.
L’indomani la notizia è già su tutti i giornali di gossip.
Sto lavorando ad alcune scartoffie nel mio ufficio quando sento delle urla, esco dalla porta e vedo i produttori che stanno richiamando pesantemente Claire per lo scandalo che riempie le prime pagine di tutti i tabloid.
-Vampire Diaries è una serie seguita per lo più da giovani, non è questo l’esempio che vogliamo trasmettere –  -Come prima pubblicità è un disastro non te ne rendi conto!- -Abbiamo investito su di te, ti credevamo diversa.- -Hai deluso i tuoi fan, ai deluso lo show e hai deluso noi!- gridano i produttori.
Rimango senza parole, mi sento veramente in colpa per quello che sto causando a quella poverina.
Non riesco più ad ascoltare quella conversazione senza provare un profondo rammarico per ciò che ho fatto. Decido, perciò, di tornare nel mio ufficio, quando al di la della stanza scorgo due occhi del colore del mare che stanno guardando, come me fino a poco prima, la scenata dei produttori. D’un tratto i nostri sguardi si incrociano, come al solito, una sorta di elettricità mi pervade. Pochi secondi dopo rompo il contatto visivo e ritorno nel mio ufficio.
Da quel giorno ho passato settimane nel tentativo, ben riuscito, -devo ammetterlo- di evitarlo.
Non c’è stato più nulla.
Non un incrocio di sguardi, ne un saluto, ne un incontro accidentale alla macchina del caffè. Persino il caffè che ero solita consegnargli ogni mattina di persona, ora glielo lascio nel suo camerino per evitare ogni tipo di vicinanza.
Non posso dire che lui non mi manchi e , di certo, non posso dire che non mi manchi il suo sorriso gentile che illuminava le mie mattinate, ma purtroppo non posso fare altrimenti.
Mi sono maledetta cento volte per aver tentato di prendere più di quanto lui possa darmi, dovevo lasciare le cose come stavano, ma ormai il disastro era stato fatto. Non potevo ripararlo potevo solamente tentare di arginare il danno.
La porta del mio ufficio sbatte violentemente, riportandomi alla realtà.
-Ian che ci fai qui?-
-Dimmelo tu- risponde trattenendo la collera.
Non l’ho mai visto in quello stato, o almeno non nei miei confronti. Ho sempre avuto a che fare con un Ian gentile, premuroso nei riguardi di chiunque,  mentre ora davanti a me avevo un Ian collerico sul punto di scoppiare dalla rabbia.
-Io non ne ho idea- sussurro intimorita.
-Perché mi stai evitando?- chiede con un tono di voce molto alto che fa trapelare tutta la sua ira.
-Io non ti sto…-
Cerco di dire che non lo sto evitando, ma non me ne lascia il tempo, interrompendomi sempre più arrabbiato.
-Risparmia il fiato invece di mentirmi dicendo che non hai passato le ultime due settimane ad evitarmi, fammi il favore di dirmi il perché lo stai facendo!-
-Ian, io non... Ho avuto da fare- dico, trovando la scusa migliore che mi passa per la mente, anche se, oggettivamente, non è una gran scusa.
Lui non se la beve.
-È per il bacio non è vero-
Non rispondo.
-È per quel ca**o di bacio, dimmelo!- insiste alzando la voce sempre di più.
Ha toccato un tasto dolente. La cosa mi brucia ancora dentro, non riesco più a trattenermi e gli rispondo a tono.
-Ok sì, è per quello che tu ti ostini a chiamare quel ca**o di bacio! Per quel ca**o di bacio che non avrei dovuto mai permettermi di dare! Per quel ca**o di bacio che per te non ha significato niente, mentre a cui io non riesco a smettere di pensare!- gli urlo addosso.
-Per me non ha significato niente, dici?- sorride, ma di un sorriso amaro non uno dei suoi veri sorrisi, quelli che conosco bene.
-Sì, per te non è stato nulla. Avrai baciato centinaia di ragazze e altrettante si gettano ai tuoi piedi ogni giorno, una in più non avrà certo fatto differenza per te- grido risentita, mentre le lacrime che avevo trattenuto da quel maledetto giorno iniziano a scendere dai miei occhi.
-Se non avesse significato nulla per me perché sarei qui ora- dice con voce bassa e roca. Si avvicina di più a me e mi passa dolcemente le mani tra i capelli cercando di calmarmi.
-Dio, non sai quanto avrei voluto che non avesse significato nulla- mi sussurra all’orecchio per poi baciarmi la nuca.
Sono incapace di dire qualsiasi cosa, mi lascio semplicemente cullare dai suoi gesti che hanno il potere di tranquillizzarmi e spedirmi in una specie di stato di trance paradisiaco.
-Mi piaceva la ragazza che mi portava il caffè, sai- racconta con una voce calda e flebile.
-La ragazza del caffè era così… così insolita- sorride, e questa volta è uno dei suoi veri sorrisi quelli che ti scaldano il cuore.
Sorrido anch’io.
-La ragazza del caffè era cortese, affidabile e bella. Estremamente bella, di una bellezza particolare, che , potrei giurare, lei stessa non sapeva nemmeno di avere.- la sua voce è un sussurro, un caldo, rauco sussurro. Un sussurro che mi fa trattenere il respiro mentre lui delinea cerchi immaginari sulla mia guancia, sul mio collo, sulla mia spalla.
-Quanto mi piaceva quella ragazza, tutto ciò che dovevo fare per renderla felice era un sorriso- ricordò.
-Ma poi quella stessa ragazza mi ha baciato. Un timido, semplice bacio che è stato in grado di sconvolgermi.- confessa
-L’ho odiata quella ragazza, ma in realtà ho odiato di più me stesso. Ho odiato me stesso per essermi permesso di provare qualcosa che non avrei dovuto, ma ho odiato me stesso,  ancor più, perché non sapevo se sarei stato in grado di dare a quella ragazza ciò di cui aveva bisogno-
Gli poso delicatamente una mano sul torace muscoloso fasciato dalla sua t-shirt bianca, poi lo interrompo. La mia voce è bassa, modulata con la sua -Potresti iniziare con il darle questo-
Pronunciate quelle parole mi avvicino cautamente al suo viso, le nostre labbra sono distanti solo pochi centimetri, basterebbe un soffio per unirle. Sento il suo respiro caldo e affannato. Chiudo gli occhi aspettando quest’unione tanto agognata, lui fa lo stesso. Le nostre labbra finalmente si incontrano, da prima in un timido tocco, poi sento la sua lingua farsi strada esperta nella mia bocca. Rispondo con passione a quel contatto creando un bacio sempre più intimo e intenso.
Ci stacchiamo insieme, annaspando alla ricerca di ossigeno, per poi avventarci nuovamente, l’uno sulle labbra dell’altro.
I baci diventano più infuocati e bollenti. Sento le sue mani passare su tutta la mia schiena, mentre le mie si trovano alla base dei suoi capelli, sul suo collo. In seguito mi sento sollevare dalle braccia forti di Ian, il quale non smette di baciarmi, e mi  fa sdraiare sulla mia scrivania. Sempre continuando a baciarmi avidamente sulle labbra e sul collo si porta sopra di me.
Improvvisamente si stacca da me bruscamente e si allontana.
-Perdonami… io…ehm non volevo affrettare le cose- biascica cercando di riprendere lucidità.
Io in risposta, lo afferro per il bavero della maglietta e riprendendo a baciarlo con la stessa intensità di prima lo riporto sopra di me. Non voglio perderlo ora, voglio viverlo anche solo per un istante. Voglio perdermi nella profondità dei suoi caldi occhi glaciali, nella sua tumultuosa anima serena.
Così in un banale ufficio, successe. Lo incontrai veramente, lo conobbi e ben presto lo amai.
"Si conobbero. Lui conobbe lei e se stesso, perché in verità non s’era mai saputo. E lei conobbe lui e se stessa, perché pur essendosi saputa sempre, mai s’era potuta riconoscere così."Italo Calvino
 
 

 

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Capitolo 5
*** Temptation ***


Dopo un periodo di assenza, sono finalmente riuscita ad aggiornare sia questa storia che Disaster Diaries ( per chi non la conoscesse è una parodia di vampire diaries disponibile nella sezione riguardante le ff sul telefilm)
Ringrazio di cuore, ancora una volta, tutti quelli che hanno recensito o inserito la soria tra le preferite/ricordate/seguite significate molto per me, perciò grazie.
Spero continuerete a seguirmi.
Ora vi lascio al capitolo, datemi le vostre opinioni al riguardo.
A presto, baci baci Ale.


‘Cause love really sucks
a christmas klaus.The

Temptation.
-Ian, noi non avremmo dovuto…- dico incerta con voce tremolante, dopo essermi destata da quella magia che ci aveva travolto completamente.
Lui annuisce senza dire niente e ciò mi ferisce. Mi colpisce come una lama affilata scagliata dritta nel mio petto. Sento un rumore, ma molto probabilmente è solo nella mia testa. Un frastuono come di un bicchiere di vetro che cade a terra e si frantuma in mille pezzi. Percepisco una sorta di nodo formarsi nella mia gola, che mi impedisce di dire o domandare altro.
Mi rivesto in silenzio, dandogli le spalle perché so con certezza che non riuscirei a fronteggiare quegli occhi indagatori che sarebbero capaci di mettere a nudo la mia anima e leggervi dentro.
Mi ero sentita bene, come mai in vita mia. Completa. Felice. Appagata.
Tuttavia il senso di colpa aveva iniziato a farsi largo tra i miei pensieri. Lui è fidanzato.
Lui sta con Megan, la donna che mi sta ricattando e io mi sono data a lui noncurante di tutto ciò. Era una situazione fin troppo contorta e quello che avevamo fatto non faceva altro che complicarla ancora di più.
Tutto ciò è profondamente sbagliato, ma perché una cosa sbagliata doveva essere così maledettamente buona. Non c’è niente di più sbagliato di qualcosa che sembra così giusto.
“Il modo migliore di librarmi dalla tentazione è cadere in essa.”- Oscar Wilde.
-Credo sia meglio che tu vada ora- dico atona, sempre senza voltarmi.
Poco dopo sento solo dei passi e il rumore di una porta che si chiude.
Sono stata un’ingenua, ma è stato bello crederci per un attimo.
È stato piacevole, per un istante, credere che lui mi amasse, che avrebbe potuto funzionare, che da qualche parte fosse stato scritto che eravamo destinati, che Megan e tutti gli altri tremila motivi per cui noi non avremmo mai potuto stare insieme non esistessero, ma tutto ciò era solo un’illusione.
E come ogni fantasia, si è ben presto dissolta quando la realtà si è scagliata su di noi.
Noi.
È buffo il suono di questa parola. “Noi”.
Ancora più divertente è il mio uso improprio di questa parola. “Noi”, nei fatti non c’era nessun noi. O meglio c’era stato, forse, per lo spazio di un secondo, ma non avrebbe dovuto esserci.
Eravamo Ian e Nina, lui ed io. Non c’era nessun “noi”.
Passai il resto della giornata, sommersa di lavoro. Risolvendo i problemi dello show, potevo facilmente evitare di pensare ai miei di problemi.
Sto finendo di pinzare l’ultimo plico di fogli, quando una persona fa irruzione nel mio ufficio.
Sobbalzo dallo spavento, ma poco dopo mi tranquillizzo. È solo Megan con uno dei suoi assurdi travestimenti.
-Megan, credo che dovresti veramente finirla con questi ridicoli costumi- le dico, con il cuore che mi batte ancora a mille.
-Ti ho già spiegato perché non posso essere vista con te. Ora se vuoi scusarmi, vado di fretta perciò ti pregherei di tenere per te i tuoi commenti privi di ogni utilità ed ascoltarmi, mentre ti spiego la fase finale-
-La fase finale?- chiedo incerta su cosa volesse dire.
-Si la fase finale del piano ricordi?-
Faccio un cenno di sì con il capo. Come potevo dimenticarlo, quando Megan mi perseguitava continuamente per distruggere la vita di una persona innocente.
-Devi mettere questa busta nella borsa di Claire e fare in modo che i produttori la vedano- spiega Megan passandomi un sacchetto pieno di droga.
-Sei pazza! Io non posso farlo! Questo è davvero troppo, persino per te Megan- rispondo sconcertata dalla sua richiesta.
-Sei fin troppo coinvolta per uscirne adesso e tu lo sai, ricordati che mi basta fare una chiamata e sei licenziata-
-Ma, per favore, Megan cerca di ragionare! Questo è un fatto veramente grave potrebbe finire in prigione o peggio potremmo finirci noi, se venissimo scoperte!- cerco di dissuaderla, ma è troppo tardi. Una volta che Megan si mette in testa una cosa, arriva fino in fondo.
-Io, preferisco essere licenziata che partecipare ad una cosa del genere. Mi dispiace, me ne tiro fuori.-
-Come preferisci, ma sappi che non mi costa niente far trovare la roba nella tua borsa piuttosto che in quella di Claire.-
-Sei così meschina da mandare in carcere una persona innocente?-
-Lo sono, ma tu non sei poi così innocente. Non ho fatto molta fatica per convincerti a collaborare. Tu volevi rovinare Claire quanto me, ma non hai il coraggio di ammetterlo-
-Vattene via Megan! Non ascolterò più un’altra parola che dici, esci di qui o chiamerò la polizia- urlò spazientita.
Lei mi lancia un ultimo sguardo di sfida per poi andarsene, come le avevo chiesto.
Con la testa che mi scoppia per tutti questi problemi, mi accascio sulla mia sedia a rotelle pensando a quando la mia vita abbia iniziato a scombinarsi così tanto.
All’improvviso una voce, mi desta dai miei pensieri.
-Hai fatto un ottimo lavoro oggi, ma ora è tardi, va pure a casa- Mi dice uno dei produttori sorridendo.
-Grazie, seguirò il suo consiglio- rispondo, iniziando a sistemare le mie cose per poi entrare nella mia auto e tornare al mio appartamento.
Scendo dall’auto quando scorgo una figura massiccia che indossa una felpa grigia con un cappuccio che gli copre il viso che sta davanti alla porta di casa mia.
“Spero sia ancora Megan che sta tentando di camuffarsi” dico a me stessa cercando di infondermi coraggio, anche se so che quella persona non può essere Megan. È più alta e muscolosa, sembra una figura maschile, anche se non potrei darlo per scontato.
Inizio a pensare che Megan abbia assunto qualcuno per uccidermi, ma non credo arriverebbe a tanto, o almeno lo spero.
Prendo dal bagagliaio della macchina, un ombrello appuntito. Ammetto che come arma sia poco efficacie, ma è pur sempre meglio di niente.
Contando sull’effetto sorpresa, mi avvicino al malintenzionato di soppiatto e quando sono abbastanza vicina inizio a colpirlo ripetutamente con il mio ombrello.
-Ahi!- -Ahi!- ripete più volte il furfante.
-Ahi! Nina, ma che stai facendo!- dice il malvivente, mentre cerca di evitare i miei colpi, rivelando una voce fin troppo familiare.
Mi fermo. E tolgo il cappuccio dal viso dell’uomo davanti a me.
Ian.
-Oh Ian, sei tu! Mi dispiace, pensavo fossi un delinquente- mi scuso prestamente.
-L’avevo capito- sorride, nonostante io l’abbia appena colpito con un ombrello.
-Mi dispiace- ripeto per la centesima volta. –Però è anche colpa tua, che bisogno c’era di venire da me conciato così?- chiedo, riflettendo sul fatto che sia lui, che la sua ragazza adorano i travestimenti superflui.
-I paparazzi ,sai, mi seguono ovunque perciò ho dovuto vestirmi così per non farmi riconoscere.-
Ora si spiega tutto.
-In realtà sono venuto qui per parlare, posso entrare?- mi chiede. Mi rendo conto che siamo ancora alla porta.
-Certo- rispondo facendo girare le mie chiavi nella serratura e facendogli cenno di seguirmi all’interno.
-Perdona il disordine- dico imbarazzata al pensiero che Ian, il ragazzo su cui avevo sempre fantasticato, si trovi davvero nel mio soggiorno.
-Tranquilla, non è per quello che sono qui- sorride.
E ancora una volta il suo sorriso mi fa dimenticare tutto il resto del mondo.
-Io sono qui per parlare- confessa.
-Non credo ci sia molto da dire, in più l’ultima volta che sei venuto da me per parlare non è finita troppo bene, ricordi- faccio dell’ironia sugli avvenimenti della mattinata precedente, perché altrimenti rischierei seriamente di non riuscire a continuare questa discussione senza crollare e scoppiare in lacrime.
-Comunque so già cosa sei venuto a dirmi: non sarebbe dovuto accadere. Concordo con te perciò se questo è tutto ora potresti anche andare- aggiungo fredda, evitando di incrociare i suoi occhi. Così belli, così veri. Odio tenere questo comportamento rigido nei suoi confronti, ma se non facessi così non avrei la forza di lasciarlo andare.
-Ti sbagli, sono venuto a dirti che c’è solo una cosa che non sarebbe dovuta succedere. Io che me ne vado dal tuo ufficio senza una spiegazione, quello non sarebbe dovuto accadere. Di tutto il resto non riesco a pentirmi, credimi ci ho provato. Ho tentato a convincermi che sia stato solo un errore, che io debba stare con Megan, ma non ci riesco. Più cerco di allontanarmi da te, più capisco che sei quello che voglio.- confessa Ian, aprendomi il suo cuore.
Sono le parole più belle del mondo, dette dall’uomo più bello del mondo. Le parole che non mi sarei mai aspettata di sentire, dette dall’uomo da cui non mi sarai mai aspettata di sentirle dire.
È incredibile quanto il destino sia contorto e quanto si diverta a prendersi gioco di te.
Fino a poche settimane fa queste parole erano tutto ciò che avrei voluto sentire. Ora sono solo un ulteriore squarcio nel mio cuore già ferito. Le semplici parole che, fino a poco prima, avrebbero significato la mia felicità, ora erano solo un ostacolo che mi impediva di lasciarlo andare.
Non potevo stare con lui per via di Megan e di tutti i tranelli in cui lei mi aveva invischiato. Megan mi avrebbe fatto perdere il lavoro a breve, solamente per non averla aiutata in un delirante piano illegale ai danni di una persona innocente. Non osavo nemmeno immaginare cosa avrebbe potuto fare una volta scoperto di me ed Ian. Perciò non potevo stare con lui dovevo proteggerlo. Proteggerlo dalla sua stessa fidanzata psicopatica, ironia della sorte. Ma soprattutto dovevo proteggerlo da me.
Vorrei baciarlo, dirgli che in tutto questo tempo non ho voluto altro che lui, ma non posso. Mi faccio forza e rispondo: -Se questo è tutto ora puoi anche andare-
I suoi occhi brancolano nel buio, confusi e feriti. Lo accompagno alla porta, sta per uscire quando mi sussurra: -Ti ho ferita, lo capisco, ma non farò quell’errore una seconda volta. Questa volta non ti lascerò andare così facilmente-
Il suo sussurro mi fa vacillare, ma impongo a me stessa restare forte.
–Buona notte, Ian- rispondo solamente facendo trapelare più sentimento di quello che avrei voluto.
Chiudo la porta, prima che possa aggiungere altro. Prima che io possa venir tentata dalle sue labbra, dai suoi occhi, dal suo corpo.
Rifletto e un sorriso amaro mi compare sul viso.
Lui è l’attore, ma, a quanto pare, sono stata piuttosto brava con questa farsa. Anche se fargli credere di non amarlo, sarebbe stata la parte più difficile che avrei mai interpretato.



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Capitolo 6
*** Game on ***


Eccomi con un nuovo capitolo. E' veramente molto diverso dagli altri, se lo leggerete capirete. Spero che non venga colto come un mio "tradire" la trama originale, perchè il cambiamento è voluto. Nello scorso capitolo abbiamo visto una Nina che rifiuta che è un po' meno ingenua ed innamorata e più forte. Ovviamente questo cambiamento è ancora più evidente nei prossimi capitoli, anche nel modo di approcciarsi ad Ian ecc. Spero vi piaccia fatemi sapere.
Ovviamente grazie a tutti ancora per seguirmi e trasmettermi così tanto supporto siete gentilissimi, grazie.
A presto bacioni ale.


‘Cause love really sucks
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Game on.
Arrivo sul set molto presto, puntuale come al solito, ma ben presto mi rendo conto che qualcun altro mi aveva preceduta.
Un qualcuno che avevo tutta l’intenzione di evitare.
-Buongiorno- mi chiama, mentre avevo abbassato lo sguardo per fingere di non vederlo.
-Buongiorno, Ian- mi volto per non essere scortese. Noto che ha in mano due caffè e ciò mi lascia straniata.
-Mi hai sempre portato tu il caffè perciò ho pensato di ricambiare il favore per una volta- spiega con semplicità, porgendomi il mio caffè.
-Grazie, ma non ce ne era bisogno. Dico davvero portare il caffè è il mio compito, non il tuo.- lo ringrazio afferrando il caffè.
-E poi non dovresti essere qui. Non arrivi mai così presto sul set, a meno che tu debba girare qualche scena speciale e non è il caso di oggi. Infatti oggi avresti la giornata libera- dico riflettendo ad alta voce.
-Wow. Per essere una a cui non interesso sei abbastanza informata sui miei orari- risponde lui, con una punta di malizia negli occhi.
-Conosco gli orari di tutti qui, sono io quella che vi fa avere gli orari. È normale per me conoscerli perciò non montarti troppo la testa, Somerhalder- dico con noncuranza, continuando a recitare la parte della ragazza che non prova nulla per lui.
-Somerhalder- ripete lui. –Siamo arrivati a questo. È un po’ formale non trovi, visti i trascorsi, intendo-  suggerisce con malizia.
Non avevo mai conosciuto questo lato di Ian. Era così provocatore e sexy. Beh, se il suoi intento era quello di provocarmi e giocare con me, sarei stata al gioco. Non l’avrei mai lasciato vincere.
-Trascorsi? Quali trascorsi? Oh già dimenticavo, quei trascorsi… Ora ricordo perché li ho archiviati- dico con aria fintamente ingenua, mentre computo con le labbra la parola “pessimi”.
-Non sembravi esserne della stessa opinione l’altro giorno- mi sfida lui, di nuovo.
-Beh, sai come si dice; non puoi sapere com’è una cosa finché non la provi. Ora che l’ho provata, francamente, non ripeterei più l’esperienza-
-Ne sei così sicura?- dice con voce roca e una scintilla nei suoi occhi, mentre si avvicina sempre più alle mie labbra.
Oh, so cosa sta cercando di fare e non ci cascherò. Appena è sufficientemente vicino alle mie labbra lo allontano tirandogli un sonoro schiaffo.
-Ahia!- si lamenta massaggiandosi la guancia colpita con la mano.
-Io ti avevo avvertito che non avevo interesse, non mi hai lasciato altra scelta- mi discolpo, mentre trattengo una risata alla visione di Ian con gli occhi da cane bastonato. Credo che quello fosse il primo rifiuto che avesse mai ricevuto da una donna e la cosa l’aveva demoralizzato.
-Ora, se vuoi scusarmi, ho del lavoro da fare- dico solenne, per poi voltarmi subito dopo con l’intenzione di recarmi nel mio ufficio. Tuttavia il mio proposito è ostacolato da una forte mano che mi blocca il polso, mi costringe a voltarmi e mi attira a se violentemente. In un attimo mi ritrovo le labbra di Ian sulle mie che si uniscono in un passionale ed intenso bacio.
Rintontita mi stacco quando il bisogno di aria si fa urgente.
-Prova a definire questo pessimo, se ci riesci- sussurra in modo sensuale Ian con un ghigno soddisfatto in volto.
-Non cantare vittoria troppo presto, non ha significato niente, Somerhalder- rispondo furiosa per il modo in cui mi aveva forzato a baciarlo. Anche se in realtà ero più arrabbiata con me stessa per aver lasciato che mi sconvolgesse così tanto.
In risposta lui sorride beffardo e dice solamente con una certa malizia: -Ti ho già detto che mi piace il tuo modo di chiamarmi Somerhalder, lo trovo eccitante-
Roteo gli occhi al cielo e solo all’ora mi rendo conto di dove ci troviamo.
Quel dannato Ian aveva il potere di farmi perdere il contatto con la realtà e catapultarmi in un mondo dove c’eravamo solamente lui ed io.
-Siamo sul set! Avrebbe potuto vederci chiunque! Sei pazzo?- realizzo a voce alta e comincio a colpirlo sul braccio.
-Rilassati.  È prestissimo, non c’è ancora nessuno- mi rassicura.
Tuttavia non poteva ancora sapere che c’era qualcuno che aveva visto tutta la scena.
Mezz’ora dopo tutti i membri della crew erano arrivati sul set, fortunatamente nessuno aveva colto me e Ian in atteggiamenti sospetti perché ero riuscita a convincerlo ad andarsene.
Flashback (mezz’ora prima)
-Per favore, a minuti saranno tutti qui, vattene!- supplico.
-Che problema c’è se resto qui? Guarderò le riprese, non farò nulla di male, lo prometto- risponde con falsa ingenuità, mentre incrocia le dita come un bambino.
-Desteresti dei sospetti! Ti prego, vai-
-Uff, io voglio restare!- si lagna , assomigliando sempre di più ad un bimbetto.
Sento alcuni rumori provenire da fuori l’edificio, allarmata afferro Ian per il colletto della maglietta e lo trascino nella stanza più vicina, chiudendo la porta dietro di noi.
-Uh, finalmente ti sei decisa- ghigna lui.
-Shhh- sussurro io, portandogli un dito alla bocca.
Alcuni passi , seguiti da un vociferare mi fanno capire che ormai i registi sono già arrivati.
-Ok, ci siamo andati vicini. Ora però devi proprio andartene! Esci dal retro- gli dico indicandogli una porta.
Lui mi guarda rassegnato con i suoi grandi occhi chiari, ma non accenna a muoversi. Allora  lo spingo fuori dalla porta, appena sto per chiuderla, la blocca e mi sussurra rauco all’orecchio -Fa molto Romeo e Giulietta, mi piace-
-Vattene- rispondo chiudendolo finalmente fuori dalla porta.
Fine Flashback
Iniziano le riprese e svolgo i miei compiti diligentemente come al solito. Le riprese procedono senza intoppi e ben presto finiamo il lavoro, siamo tutti soddisfatti e felici quando accadde il terribile.
Una ragazza, che non ho mai visto sul set, urta Claire facendole cadere la borsa che si apre rivelando sacchetti pieni di droghe di vario tipo.
La crew è allibita e i produttori prendono in disparte Claire. Non sono troppo vicina, ma riesco a distinguere alcune delle cose che le dicono: - Noi ci siamo fidati di te, non abbiamo mai dato ascolto ai rumors che riempivano tutti i giornali, non ci siamo soffermati sul tuo calo, come nel giorno in cui hai completamente sbagliato le tue battute, abbiamo semplicemente attribuito il fatto allo stress, ma, a quanto pare, siamo stati ingenui. Claire tu hai un problema serio, ed è palese che tu non possa più continuare a lavorare con noi. Speriamo vivamente che tu ti faccia curar. Eri una ragazza bella ed intelligente, è un vero peccato che il mondo dello spettacolo ti abbia ridotto così-
La povera Claire, intanto, cerca di discolparsi dicendo: -Non è vero- - La roba non è mia!- -Qualcuno deve averla messa lì-
Ovviamente le prove sono troppo schiaccianti, nessuno le crede. Scappa dallo studio in lacrime e non tornò più.
Tutto il set piombò nel silenzio più totale. Nessuno si sarebbe aspettato una cosa del genere.
Non solo per lo scandalo, in sé, ma anche per il fatto che lo show aveva perso l’attrice di punta e rischiava di venire cancellato.
Un sacco di persone erano sul punto di perdere i loro posti di lavoro a causa mia e del mio egoismo.
Piano piano la crew sgombra tutte le apparecchiature e io decido che è tempo di andare a casa.
Percorro il corridoio, quando uno dei produttori mi ferma dicendo: -Nina, hai un minuto? Vorrei parlarti dello scandalo di Claire-
Immediatamente mi congelo e mi volto verso di lui terrorizzata da cosa possa succedere ora. Noto che è seguito da una bionda, fin troppo conosciuta, Megan. Questo non fa altro che farmi agitare ancora di più.
-Nina conosci Megan, vero? È la ragazza di Ian- dice il produttore.
-Sì l’ho incrociata qualche volta sul set- balbetto nervosamente.
-Megan mi ha suggerito, giusto poco fa, che tu possa avere un ruolo nell’ “incidente di Claire”-
-Non so cosa vi abbia detto, ma è sicuramente falso. Io non ho fatto nulla, lei è..-
-Calmati Nina. Megan mi aveva detto avresti reagito così, sei fin troppo modesta. Ed è una qualità che apprezziamo ora più che mai-
-Modesta? Scusi, cosa vuole dire?-
-Megan ci ha informato del fatto che tu, Nina, sei un eccellente attrice e ha proposto visto che, sfortunatamente, Claire è fuori dal progetto tu interpreti la protagonista. Dovresti fare un provino, ovviamente, per vedere se sei qualificata-
Sono sempre più stupita,  mi aspettavo di sentire tutto tranne che questo.
-Io non credo di esserne capace. Davvero preferisco mantenere il mio lavoro attuale- rispondo timidamente.
-Vedi, te l’avevo detto che sarebbe stata schiva, è così umile. E anche un ottima attrice ti assicuro, ne ho avuta esperienza diretta- commenta ruffiana Megan.
-Beh, Nina pensaci su l’offerta scade domani. Spero di vederti ai provini- dice il produttore, per poi fare un cenno con la mano e dileguarsi.
Io e Megan siamo rimaste da sole. La guardo confusa. Non so quale sia la sua prossima mossa e questo mi spaventa. Se è stata capace di fare quelle cose a Claire, non so cosa potrebbe fare a me.
-Perché l’hai fatto Megan?-
-Fatto cosa?- chiede facendo la finta tonta.
-Perché mi hai raccomandato per quel posto?-
-Pensavo saresti stata eccellente per il ruolo. Sia io che te sappiamo quanto tu sia brava a recitare-
-Voglio la verità! Dimmi perché dovresti farmi un favore dopo che sono uscita dal tuo progetto?-
-Diciamo che sei l’unica persona che potrebbe ricondurmi al fatto di Claire perciò ho dovuto farti un favore di modo che tu ne faccia uno a me-
-In pratica mi stai comprando per tenere la bocca chiusa, non è così?-
-Vedo che iniziamo a capirci. Tieniti le informazioni per te e farò in modo che tu abbia la parte- conclude la Bionda che, lanciatami un’occhiata eloquente, se ne va.
Sono afflitta da mille pensieri contrastanti e da altrettanti dilemmi morali. È veramente giusto beneficiare da una situazione tanto sbagliata? Ma d’altra parte voglio restare la ragazza del caffè per tutta la vita?
 
“C'è un solo tipo di successo: quello di fare della propria vita ciò che si desidera.” - Henry David Thoreau

 

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Capitolo 7
*** No coming back ***


Ancora una volta devo scusarmi per la lentezza degli aggiornamenti, ma come ripeto spesso sono veramente immersa dai miei impegni.
Ringrazio tutti quelli che mi aspettano pazientemente e continuano a seguirmi. Grazie davvero di cuore.
Ecco il capitolo,anche se è un po' pi breve degli altri spero lo gradirete lo stesso.
Consigli, critiche e commenti sono sempre ben accetti, grazie ancora un bacione Ale


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No coming back.
Sono in uno stato di agitazione e fermento immensi. Davanti a me ci sono le persone a cui avevo portato il caffè fino ad ora: i produttori, i registi e vari altri membri della crew.
Cerco di evitare di torturarmi le mani, come avevo fatto fino a poco prima, per non mostrare l’eccessiva ansia che stavo nutrendo, sia per l’importante provino che stavo per fare, sia perché non ero del tutto tranquilla con me stessa per ciò che stavo facendo e soprattutto per le modalità con cui l’avevo fatto accadere.
Nell’ultimo mese ero passata da ragazza dei caffè ad aspirante attrice. Un cambiamento notevole.
Non avevo mai considerato la recitazione come una carriera. Hai tempi delle superiori avevo fatto parte di qualche recita, ma nulla di più.
Mi divertiva molto recitare, fino a quando Ian non si era fatto largo prepotentemente nella mia vita e con lui la sua detestabile ragazza Megan.
Da allora ero stata costretta a recitare quotidianamente , la mia vita non era niente più che una farsa. Impersonavo l’innocente ragazza del caffè senza nulla da nascondere, quando in realtà cospiravo contro una ragazza innocente e avevo una relazione segreta con un uomo già impegnato.
Sarebbe troppo facile incolpare semplicemente Megan per tutto ciò. Non nego di averci provato. Non nego di averla incolpata, più volte, per aver ordito una simile frode, ma con questo non posso giustificare ciò che ho fatto.
Ho avuto un ruolo in quell’imbroglio, non solo ne ho tratto vantaggio e per quanto mi addolori ammetterlo parte di ciò che Megan aveva detto era vero.
Ero stata gelosa del successo di Claire e non avevo esitato a portarle via tutto ciò che aveva per farmi strada nel mondo dello spettacolo.
Vorrei non desiderare la fama, il denaro, l’amore di Ian; vorrei essere in grado di rinunciare al provino, di confessare a tutti ciò che ho fatto, ma purtroppo non sono la bella persona che credevo.
“Da un certo punto in avanti non c'è più modo di tornare indietro. E' quello il punto al quale si deve arrivare.” - Franz Kafka
Tento di ripetere le battute, che avevo memorizzato la nottata precedente, nel modo più convincente possibile.
Sembra che il mio tentativo sia andato a buon fine, dato che i miei esaminatori mi applaudono e si complimentano tutti con me.
-Megan aveva ragione. Nina sei veramente grandiosa! E pensare che ti abbiamo avuta li sotto i nostri occhi per tutto questo tempo- mi dice la Plec.
-Hai avuto la parte!- mi comunicano poco dopo.
Sorrido, ringrazio educatamente contenendo lievemente l’entusiamo ed esco dalla porta dove trovo Ian appoggiato al muro ad aspettarmi.
-Hai avuto la parte- constata lui.
Annuisco, senza sapere perché sia li.
In un lampo, prepotentemente, come il giorno precedente, mi attira a se e mi bacia voracemente lasciandomi senza respiro.
-Consideralo le mie congratulazioni- sussurra malizioso allontanandosi da me.
-Non dovevi disturbarti a venire, facevo volentieri a meno delle tue congratulazioni- rispondo un po’ acida per difesa. Quando Ian mi bacia perdo la forza di continuare con la mia recita, con il mio distacco di facciata e questo mi fa sentire esposta, minacciata.
-Non sembrava proprio- risponde scettico.
-E in ogni caso ci tenevo- sussurra con voce roca facendomi l’occhiolino per poi andarsene.
Sorrido guardandolo mentre se ne va.
-Bene, bene bene. La nuova protagonista di Vampire Diaries ha già una tresca- dice una voce femminile alle mie spalle.
Mi volto istintivamente e vedo una ragazza dall’aria familiare. È mora, più o meno della mia altezza, molto magra con un viso decisamente particolare.
Cerco di ricordare se l’ho già conosciuta, ma proprio non riesco a ricordarla.
-Immagino che i giornali pagherebbero cifre spropositate per una notizia come questa e si da il caso che ho le prove- continua indicandomi il suo cellulare.
-Oppure potremmo semplicemente mandarla alla ragazza di Ian, Megan, giusto?- aggiunge.
Al nome di Megan mi pietrifico e la ragazza se ne accorge.
-Ho detto qualcosa che non va? Non ti farebbe piacere che Megan scoprisse che hai una relazione con il suo fidanzato? No certo che no. Vedi Nina io ti sono amica e non lo dirò, perché è questo che fanno le amiche- dice con voce melliflua.
-Amiche?- domando interrogativa.
-Certo amiche. E sai che cosa fanno le amiche? Si aiutano a vicenda-
-E cosa dovrei fare esattamente per aiutarti?- chiedo scettica.
-Farmi ottenere una parte nello show. Visto che ruolo di Elena è già occupato potrei accontentarmi di quello di Caroline o Bonnie-
-Sono a malapena entrata nel cast, non ho tutta quest’influenza e anche se l’avessi non ti aiuterei- rispondo fermamente.
-Sono sicura che troverai un modo per farmi avere la parte se non vuoi che la notizia di te e Ian esca su tutti i giornali domani mattina- mi minaccia lei.
Cerco di non cedere alla sua pressione e di restare decisa.
-Ah e farò in modo che la sua ragazza abbia la prima copia- aggiunge.
Appena accenna a Megan, sussulto nuovamente e sono costretta a piegarmi al suo ricatto.
-Vedrò cosa posso fare- rispondo a voce bassa, vergognandomi delle mie stesse parole.
-Ero certa avremmo trovato il modo di far funzionare quest’amicizia- sorride falsamente lei.
Se ne sta andando quando si volta e con il solito sorrisino finto dice: -Ah comunque sono Kayla-
-Kayla Ewell- ribadisce per poi voltarsi ed andarsene via soddisfatta.
Rimango ferma completamente sbigottita cercando di assimilare ciò che era appena successo.
Credevo di avere già toccato il fondo con il patto con il diavolo Megan e ora mi ero insinuata in un’altra situazione analoga.
Era tutto più semplice quando il mio compito era solamente quello di portare i caffè e poco altro.
Non ero nemmeno entrata nel mondo dello spettacolo e già ero soggetta a diversi ricatti.
Prima non avevo nulla, se non la mia moralità e il mio lavoro onesto. Ora mi si era spalancata la porta del successo, ma con esso avevo perso il poco che avevo prima. I miei valori.
Quanto vorrei tornare nell’anonimato, prima di Ian, di Megan e del successo, ma ormai sono arrivata ad un punto dal quale è impossibile tornare indietro.

 

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