Challenge

di Kiasan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Soprannaturale ***
Capitolo 2: *** Grande inizio! ***
Capitolo 3: *** Quando la parte oscura prevale... ***
Capitolo 4: *** Dolce Rian ***
Capitolo 5: *** Kangal Rae ***
Capitolo 6: *** Sete di sangue ***
Capitolo 7: *** Le doti ***
Capitolo 8: *** Canalizzazione ***
Capitolo 9: *** L’amour ***
Capitolo 10: *** Affinità sanguinea ***
Capitolo 11: *** Mostro ***
Capitolo 12: *** Si, mi sono innamorata! ***
Capitolo 13: *** Piano ***
Capitolo 14: *** It's time ***
Capitolo 15: *** Non può essere... proprio no ***
Capitolo 16: *** You're too important for me ***
Capitolo 17: *** Schermaglia ***
Capitolo 18: *** 18. Problemi ***
Capitolo 19: *** Di nuovo mia ***
Capitolo 20: *** Un anno dopo... ***



Capitolo 1
*** Soprannaturale ***


Challenge

1. Soprannaturale

Non mi sembrava vero di essere seduta in quella lussuosa casa, su quel morbido divano di pelle arancione, accanto a dei vampiri. Lo sapevo ormai da tempo di avere il gene che nell’anno durante il quale fossi diventata sedicenne mi avrebbe trasformata, ma ancora la cosa mi era estranea.
Mi sembrava passata un’eternità da quando avevo salutato i miei genitori, commossi nel vedermi andare via per un intero anno: mia madre Lessy, dai capelli neri e lunghi come i miei e dagli occhi marroni e gonfi di pianto, mi sorrideva davanti all’uscio; mentre mio padre James mi salutava premuroso, con i capelli marrone scuro che ondeggiavano al leggero vento del pomeriggio. Uno dei vampiri adulti sorrise a me e a un ragazzo biondo-rossiccio dagli occhi azzurri; anche lui come me doveva affrontare l’anno della Trasformazione.
<< Bene, sapete già perché siete qui. Alisa, Sam ed io (Rick) >>, disse un ragazzo moro e muscoloso, indicando ad ogni nome la persona a cui si riferiva. << Vi aiuteremo a sconfiggere questo primo anno da Novelli, saturo di tentazioni e difficoltà >>.
<< Io direi di cominciare da principio… quali esseri soprannaturali conoscete? >>, intervenne Alisa, una ragazza molto carina dai capelli rossi dotati di alcune meches bionde.
Il ragazzo accanto a me, di nome Rian, come poco prima all’entrata mi aveva annunciato, parlò per primo e per questo l’avrei dovuto ringraziare: << Gli zombi? >>, provò.
<< Anche >>, disse con un sorrisetto Sam, il ragazzo alla destra di Rick, dai capelli biondi e probabilmente sui diciotto anni. << Cosa sai di questi? >>, chiese poi.
<< Sono morti, ai quali resta attiva una parte del cervello e riescono a sopravvivere anche senza l’ausilio del cuore. Spesso vengono ritenuti mostri poiché per sopravvivere mangiano ogni cosa che trovano, anche gli umani >>, spiegò.
<< Cose vere, ma gli zombi non esistono >>, disse una ragazza mingherlina, tanto piccola da sembrare un elfo, con i capelli color del grano e anche questi assai corti.
<< Altri essere soprannaturali? >>, mi chiese Rick.
<< I fantasmi? >>, provai.
<< Parlacene >>, mi ammonì Alisa.
<< Bè, i fantasmi non sono, come spesso si pensa, coloro che hanno conti in sospeso o che per un motivo o per un altro non riescono a raggiungere l’aldilà; bensì degli spiriti (spesso anche angeli), che possono assumere varie forme, sia concrete che astratte. Mia nonna diceva di non parlarci mai se sentivo una presenza poiché non si sa se sia buona o cattiva, anche se sono quasi sempre buone >>, alla fine del discorso mi sentì la gola secca, ma cercai di sembrare naturale.
<< Si dice anche che se assumono forme concrete sono Arcangeli >>, aggiunse Rian.
<< Tipo un rombo o un quadrato? >>, chiese di nuovo la bionda.
<< Non penso, Lily, che un Arcangelo voglia mettersi in mostra sotto forma di una figura geometrica >>, contestò una ragazza dalla pelle olivastra e dai capelli riccissimi, dello stesso colore di quest’ultima.
<< Bene, Penelope e Lily evitate di scontrarvi ora… stiamo tentando di tenere una “lezione” >>, le rimbeccò Rick alterato.
A Sam scappò un risolino e, quando mi voltai per guardarlo, mi fece l’occhiolino, cosa che colorò la mia faccia di paonazzo.
<< Bene! Dato che Sam si è messo in mostra, presentiamolo meglio: lui è un Emergente, classe dopo i Novelli, e ha deciso di rimanere qui con noi, come lo hanno scelto anche Lily e Penelope, tuttavia quest’ultima tende al nomadismo, di tanto in tanto. Per spiegarmi meglio, vi sono vampiri nomadi e vampiri sedentari. Tornando a Sam, lui fatica ancora a trattenere la sete: anche se per un vampiro bastano due o tre bicchieri al giorno di sangue questo desiderio non decede mai, se non grazie ad una grande forza di volontà, che aiuta a dimenticare quanto il sangue possa essere delizioso per noi. Oltre a ciò mangiamo anche il cibo degli umani >>, spiegò Rick, ma quest’ultima parte già la sapevo.
<< Dopo questa parentesi, avete altri personaggi soprannaturali? >>, chiese Alisa sorridente.
<< I vampiri? >>, domandammo all’unisono io e Rian.
<< Già! >>, esclamò entusiasta. << I vampiri sono gli unici reali, come volevasi dimostrare, e voi lo state per diventare; per cui cominciamo con elementi di base, tanto per farvi una cultura, e nel corso del tempo imparerete altre nozioni più specifiche >>, continuò Alisa.
<< Da quando siete nati avete dentro di voi sia un vampiro che un umano >>, avviò Rick. << Ma solo a quest’età uno dei due comincia a voler prevalere sull’altro… ora, qual è il problema? Che se prevale l’uomo dentro di voi, morite; se prevale il vampiro cadete nelle Tenebre, come a molti è successo, non per niente per cibarsi uccidono. Diciamo poi che questi vampiri trovano qualsiasi scusa per portare discordia e si basano molto sulla gelosia e sulla vendetta. Dopodiché riscontriamo chi riesce a trovare un equilibrio fra queste due parti e che può vivere da umano, restando comunque un vampiro con un’innata forza >>, già cominciava a non piacermi.
<< Suppongo che tutti voi abbiate trovato un equilibro >>, dedusse Rian.
<< Si, anche se può essere un po’ malagevole crederlo nel caso di Penelope >>, rispose Lily, facendo la linguaccia a quest’ultima: era ovvio che scherzava.
<< Inoltre >>, proseguì Sam al posto di Rick. << Non è detto che sia subito facile una volta raggiunto il giusto equilibrio, infatti si possono avere degli strani sbalzi d’umore, come spesso succede a me >>, ammise.
<< Direi che per oggi può bastare >>, concluse Rick.
<< Ormai è sera ed è bene che vi corichiate nelle vostre stanze per riposarvi. Ah, se avete fame, vi basta andare in cucina e potrete servirvi di ciò che più vi piace >>, convenne Alisa; Sam mi si avvicinò: << Venite, vi mostro la camera >>, così, con Rian alle calcagna, salimmo al piano superiore imboccando delle bellissime scale a chiocciola di legno levigato.
Il fatto che avesse parlato al singolare già mi spaventava: condividere la camera con un ragazzo?!?!? E anche abbastanza sexy, c’è da aggiungere. Probabilmente anche Rian aveva notato la forma al singolare e mi guardò con un punto interrogativo stampato in viso.
<< I letti e i bagni sono divisi, ma avete una sala in comune con divano e televisione… In complesso è una sola camera, ma vedrete che vi troverete bene >>, detto ciò ammiccò nuovamente verso di me, mentre ci apriva la porta.
<< Sono giù se avete bisogno >>, e con un sorriso stupendo, ci richiuse la porta.
<< Ci prova! >>, disse ridendo Rian.
<< Ma no, è solo cortese >>, disapprovai.
Rise ancora, scrollando le spalle: << Se non ti dispiace, mi andrei a sistemare >> disse indicando le due valige (una mia e una sua) accanto al tappeto blu sfrangiato, probabilmente portate li da Rick o da un altro vampiro.
<< Certo >>, dissi sorridendo.
La sala in comune era accogliente, di una tinta marrone, molto rilassante: la televisione era sopra un tavolo di piccole dimensioni e di vetro, mentre il divano di pelle color sabbia era davanti a questo. Presi la valigia ed entrai in quella che sarebbe diventata la mia camera.
Tanto per cambiare era gradevole: la tinta era verde acqua, così erano le coperte e il tappeto, mentre la poltrona accanto alla finestra (con le tende anch’esse di una tonalità verde-blu) era marrone.
Decisi di mettermi subito al lavoro, così svuotai in breve tempo la valigia, riempiendo l’armadio di legno chiaro. Felice dell’ordinato lavoro, andai in bagno per darmi una sistemata: l’immagine riflessa nello specchio era la stessa della Daila che conoscevo, con i capelli neri e scalati che ricadevano fino alla fine della schiena, mentre il viso, dalla fronte leggermente corrugata, mostrava due grandi occhi verdi.
Presi un profondo respiro, la mia nuova vita era appena cominciata e ciò che più mi spaventava era: sarei stata in grado di gestirla?

SPAZIO AUTRICE:

Ciao a tutti!
Questa è la mia prima Fic, ma non è la prima volta che mi cimento in una storia.
Fino a poco tempo fa pensavo (in maniera convinta, per giunta) che non avrei mai scritto una storia sui vampiri, ma una notte ho fatto un incubo che mi ha fatto cambiare idea ed ecco qua cosa ne è uscito.
Spero sia di buon gradimento, ciao Vampiretti e lasciate tanti morsi (commenti) :)

E ora ho un po' di pubblicita!(innocua ovvio)Quando avete voglia o se passate nei dintorni del Fantasy, andate a leggere A Simple Wolfs' Story, scritto dalla mia amica Val-chan <3
Spero che questo mio primo capitolo vi sia piaciuto, alla prossima!

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Capitolo 2
*** Grande inizio! ***


2. Grande inizio

Dentro al frigo vi era un’immensità di cibo delizioso, ma mi accontentai di un pacco di biscotti al cioccolato e di un bicchiere di coca-cola: proprio non avevo fame, forse per l’ambiente nuovo, forse per altro.
Mi sedetti a tavola e, proprio mentre addentavo il primo biscotto, Sam entrò in cucina.
<< Hei >>, disse prendendo dell’ ACE.
<< Ciao >>, incerta afferrai un altro biscotto. << Posso? >>, chiese poi, ma prima che potessi rispondergli agguantò un biscotto.
<< Prego >>, risi.
<< Tocca la mia pelle >>, mi ordinò dopo un attimo di silenzio.
<< Faccio che? >>, chiesi confusa.
<< Eddai, non fare domande >>.
Sospirai e toccai il suo braccio: la pelle non era ne fredda ne calda, ma era durissima! Più dura della roccia… mi correggo, sembrava roccia.
<< E’… dura! >>, esclamai sorpresa.
<< E’ una nostra caratteristica, per essere più forti, credo >>, poi guadandosi in giro, continuò: << Guarda >>.
Si alzò dalla sedia e corse via ad una velocità inverosimile, per poi tornare con una foglia in mano un attimo dopo.
<< E sei veloce >>, commentai.
<< E forte >>, concluse sollevando il tavolo, per poi riappoggiarlo senza recare il minimo rumore.
<< WOW >>.
<< Inoltre tutti i sensi sono amplificati, si intenda: udiamo e vediamo molto meglio di un umano >>.
<< Cosa le anticipi! >>, lo rimproverò Lily, entrando saltellante.
<< Che vuoi tu? >>, scherzò Sam.
<< Allora, come ti sembra? >>, ora Lily era rivolta a me.
<< Sembrate la famiglia del Mulino Bianco >>, risi.
<< Io intendevo Sam >>.
<< Lasciala perdere… ci vediamo domani >>, la interruppe quest’ultimo, congedandosi con un sorrisetto, senza prima avermi rubato un altro biscotto.
<< Allora, è un figaccione no? >>, a quelle parole non sapevo cosa rispondere, così mi limitai ad alzare le spalle.
<< Bè, pure il rosso non è male >>, continuò imperterrita.
Le sorrisi: somigliava un sacco alla mia migliore amica, che ora era a casa sua, vicino al parco, probabilmente a studiare e non perché voleva fare la secchiona, ma perché non aveva aperto libro durante il giorno e si riduceva sempre la sera; di questo ne ero certa.
In breve tempo finì i biscotti e la bibita: avevo molta voglia di conoscere sempre più elementi su quelle eccentriche creature, ma allo stesso tempo ne avevo timore.

Fu in camera, con addosso il mio pigiama grigio dai calzoni corti, che decisi di riprendere un po’ delle vecchie abitudini: mi avrebbero fatto bene; così mi diressi nel salotto che Rian ed io condividevamo per vedere un po’ di televisione, tuttavia il ragazzo vi era già.
<< Oh, scusa >>, dissi, rossa in viso.
Lui rise: << Dobbiamo condividere questo salotto per un anno e, a meno che non vogliamo prenotarlo per starci a turno, penso che dovremmo guardare la tivù insieme >>, in effetti era un ragionamento sensato…
<< Bhe, allora… che guardi? >>, chiesi, sciogliendomi lentamente.
<< Giro canali, invano >>, anche io spesso lo facevo.
<< Lo faccio quando ho bisogno di pensare, o quando mi sento triste >>, avevo pronunciato quelle parole senza nemmeno accorgermene.
<< Anche io… >>.
<< Sei frustrato allora >>, dedussi.
<< Più o meno >>.
<< Misterioso… >>, commentai. << Non ti preoccupare, non sei tenuto a parlarne con la prima persona che incontri, giustamente >>, mi affrettai ad aggiungere, notando il suo viso mutare in una smorfia.
Ci fu un attimo di silenzio, poi disse: << Mia madre è in ospedale, mio nonno mi ha appena chiamato… ha un tumore in fase terminale, era qualcosa di interno, per questo non se ne sono accorti prima >>, la sua voce era rotta, leggera, quasi avesse paura di pronunciare quelle parole.
<< Mi dispiace >>, fu tutto ciò che riuscì a dire.
Il suo telefono squillò: << Si? >>.
Ci fu un attimo di silenzio, poi parlò con voce tremante: << Grazie, nonno >>.
Riattaccando, si alzò e si diresse verso camera sua: << Buonanotte >>, fu il suo commiato.
Tuttavia non potevo lasciarlo andare via così: << Hei, aspetta >>, le mie parole lo frenarono un secondo: << E’ morta >>.
<< Oh… >>, in quel momento le mie gambe e le braccia si mossero da sole, senza che io avessi ordinato loro di andare da Rian e di abbracciarlo. In una situazione simile era quello il gesto di cui lui aveva più bisogno e mi accorsi, solo quando mi lasciò, che leggere gocciole salate gli rigavano il viso.
<< Ho perso prima mio padre e ora anche lei >>, disse, guardandomi negli occhi come se io potessi in qualche modo rimediare.
<< Scusa >>, disse poi e si chiuse in camera.
Grande inizio, insomma.

Spazio Autrice: Ciao a tutti!! Ecco qui il secondo capitolo... spero sia di vostro gradimento :) Tanti saluti!!

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Capitolo 3
*** Quando la parte oscura prevale... ***


3. Quando la parte oscura prevale...

La mattina dopo Rick annunciò che saremmo andati a vedere una tomba egizia: il sepolcro più ricco e stupendo del mondo.
Ovviamente immaginai ci fosse sotto qualcosa, infatti scoprii che ogni vampiro aveva determinate qualità, tra queste il teletrasporto, che ci avrebbe permesso di raggiungere l’Egitto facilmente.
<< Diciamo che, però, a me piace più chiamarla Materializzazione… come in Harry Potter, la cosa mi decanta >>, aveva detto Alisa, che possedeva appunto questa dote.
<< Ma a me non avete fatto fare tutte queste cose carine quando ero un’Aspirante come loro! >>, sbottò Penelope.
<< Devo pur mostrare loro che un vampiro può avere una bellissima vita da umano, con una passione per i Faraoni >> ribatté Rick.
La cosa della Materializzazione cominciava a piacermi, a parte il fatto che mi avrebbe sicuramente provocato un po’ mal di testa, me lo sentivo! Penelope e Lily non sarebbero venute, poiché era il loro giorno della pulizia della casa.
<< Bene, in cerchio attorno ad Alisa >>, annunciò Rick.
Così la circondammo e, non appena chiuse gli occhi, diede origine ad un turbine color dello smeraldo all’interno del nostro cerchio. In un attimo mi sentì catapultata nel vortice e… altrochè un leggero mal di testa! Mi sentì le membra staccarsi dal corpo, lo stomaco rivoltarsi, ma durò un secondo e mi ritrovai esausta a terra accanto a Rian che era nella mia stessa posizione.
<< Niente male… >>, commentò Sam, porgendomi la mano per aiutare a levarmi.
Rian in quel momento ci guardò, un'occhaita addolorata: per sua madre? O per altro?
<< Bene, cominciamo subito con la storia degli Egizi >>, iniziò fiero Rick.
<< No, no, no! Non ne posso più di tutta questa storia passata… parliamo di nozioni più reali, presenti… i vampiri, per esempio? >>, proruppe Alisa.
Sam e Rick scoppiarono a ridere e, mio malgrado, lasciai che un risolino mi scuotesse il corpo.
Mi guardai attorno: eravamo indubbiamente dentro un tomba egizia, vi erano attaccati ai muri bellissime pietre d’oro e d’argento che creavano forme strane ed affascinanti, mentre nel pavimento erano stati creati mosaici fantastici: tutti raffiguranti, ovviamente, il Faraone che da tanti anni giaceva in quella tomba.
Il corridoio era lungo, ma si poteva ben scorgere una curva, ove probabilmente era nascosta la tomba del defunto.
<< Ho una domanda >>, immediatamente mi ricordai del dono che possedeva Alisa.
<< Prego >>, fu Rick a rispondermi. << Il dono di Alisa le permette di teletrasportarsi… o meglio , Materializzarsi >>, mi corressi nel vedere la faccia contrariata della ragazza.
<< In ogni momento, quando vuole? O ci sono delle condizioni? >>, chiesi, curiosa.
<< Non farla troppo facile, principessa >>, ammiccò Sam.
<< Si, ma la domanda era rivolta a me >>, Alisa gli fece la linguaccia e poi, divenendo più seria, spiegò: << Prima di tutto devo aver bevuto i miei due bicchieri quotidiani di sangue per rafforzare il vampiro dentro di me, così da poter usare questo dono. Ovviamente anche la mia parte umana deve essere in buona forma, per poter avere una bilancia corrispondente tra umano e vampiro, altrimenti l’equilibro si sconvolge. In realtà ora ho raggiunto una giusta quantità di stabilità tra una parte e l’altra, per cui mi basta il sangue. Inoltre non devo provare emozioni troppo forti: paura eccessiva, tristezza sovrabbondante, troppa felicità che porta all’esaltazione… capisci? Altrimenti sarebbe troppo semplice >>, mi fece un gran sorriso, poi ci addentrammo nel cunicolo per poter osservare anche la tomba e i gioielli circostanti.
<< E ricordate: non stiamo violando il riposo di un grande Faraone, stiamo solo osservando >>, puntualizzò Rick.
<< Emm… temo che qualcuno, invece, l’abbia violata, la tomba >>, sussurrò Alisa.
<< Perspicace la ragazza >>, dal nulla spuntò una sagoma, d’dapprima una semplice figura immersa nell’angolo buio della stanzetta, poi si stagliò, avvicinandosi alla luce, una ragazza bellissima: i capelli castano scuro erano ricci e ricadevano leggeri su spalle e schiena, i lineamenti perfetti lasciavano scorgere un corpo da urlo e un viso sublime.
<< Shara! >>, non avrei mai immaginato che a una persona muscolosa e responsabile come Rick si potesse cogliere nella voce così tanta paura. Dato che tutti erano così impauriti, dedussi che Shara era una vampira.
La ragazza si avvicinò a Rain e a me, squadrandoci da capo a piedi, per poi dire con fare apparentemente affabile: << Due nuovi vampiri che devono ancora portare a compimento la loro trasformazione, che carini >>, mi sfiorò il braccio con un’ unghia lunghissima: << Come ti invidio… sarai felicissima con loro >>, queste sembravano parole di una donna folle, tuttavia lo enunciava in maniera così posata.
Tutto per un attimo fu calmo, anche se il clima rimase sempre teso. D’un tratto Shara mi strinse il braccio, così tanto da fermarmi la circolazione sanguinea, e con un’unghia mi forò il polso, così da farne zampillare parecchio sangue. Vidi, solo per un secondo, Sam irrigidirsi alla vista del sangue, che presumibilmente scuoteva i suoi istinti vampireschi, ma non ebbi tempo per elaborare un qualsiasi elementare pensiero, che la ragazza mi portò alla tomba scoperchiata con all’interno il Faraone defunto.
Grazie all’imbalsamazione, il corpo era rimasto intatto; tuttavia ad una velocità sovrumana Shara tolse le bende al defunto e portò il mio braccio alla sua bocca. Cercai di ritrarmi, ma non mi fu possibile: la morsa di ferro che la vampira esercitava sul mio braccio era tale da immobilizzarmi il corpo e da farmi vedere la bocca del morto aprirsi per succhiarmi il sangue. Mi sentì gelare, un brivido mi corse lungo la schiena: ma non era morto il Faraone?
Sentì Rick fiondarsi su Shara, ma lei era evidentemente più forte, infatti con una sola mano riuscì a respingerlo e a scaraventarlo contro il muro.
Adesso il Faraone muoveva anche le mani che, assieme a quella della ragazza, mi stringevano il braccio, provocandomi un dolore tremendo. Ora succhiava con più avidità e mi sentì prosciugata da ogni energia.
<< No, Daila! >>, l’urlo di Rian mi giunse così lontano!
Un ringhio e un’altra sagoma si scagliava contro Shara, ma le fece fare la stessa fine della prima: Sam cadde contro il muro, stremato.
<< Direi che può bastargli tanto da darti la caccia >>, queste furono le ultime parole che sentì pronunciare da Shara, dopodichè caddi in un nero burrone.

Spazio autrice: Ed ecco qui il terzo capitolo... un pò di suspance!! Spero vi piaccia!! Ciao, ciao! <3

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Capitolo 4
*** Dolce Rian ***


4. Dolce Rian

<< Non ti preoccupare, posso starci io ora >>, ciò che udì prima di tutto al mio risveglio fu la voce di Rian. << Se si sveglia ve lo farò sapere >>.
<< D’accordo >>, questa, invece, era la voce svogliata di Sam.
Aprì gli occhi solo quando sentì la porta richiudersi dietro quest’ultimo.
<< Santo Cielo! Se non ti fossi svegliata entro un’ora ti avrei ucciso io, altrochè il Faraone assetato di sangue! >>, l’urlo di Rian mi fece sobbalzare, provocandomi un male atroce a tutte le membra del corpo.
Gli sorrisi: << Non dirmi che sono svenuta >>, ma tanto sapevo che era successo.
Lui annuì.
<< Grande, molto da fanciulla vestita di rosa in pericolo >>, mugugnai.
>, ribatté. Mi guardai il braccio, vi era una benda che lo percorreva per tutta la sua estensione, ma non provavo dolore solo in quel punto, bensì a tutto il corpo, salvo la testa: era come se non ne avessi più una, tanto era leggera.
<< Ho promesso che li avrei avvisati non appena tu ti fossi svegliata >>, spiegò il ragazzo, detto ciò si alzò dirigendosi verso la porta: solo in quel momento realizzai di essere nella mia camera. Ben presto Rick, Alisa, Sam e Rian furono nella piccola stanza.
<< Ho capito… ho capito perché l’ha fatto >>, continuava a rimuginare Rick, mentre nella stanza era calato il silenzio più totale. << E’ stato geniale da parte sua >>, continuò a voce bassa.
<< Sarebbe davvero geniale, se tu spiegassi a noi che cosa frulla in quella tua testolina da macho >>, Penelope mi piaceva sempre di più! Entrò nella stanza con il massimo silenzio, ma ciò che non capivo era: come aveva fatto, essendo fuori dalla camera, a sentire cosa diceva Rick? Faticavo a sentirlo io che gli ero vicina!
<< I vampiri hanno un udito più sviluppato… te lo sei già dimenticata? >>, chiese Lily entrando anch’essa nella stanza, come se mi avesse letto nel pensiero. Arrossì, ma non risposi.
<< Io penso che Shara sia davvero gelosa>>, Rick cominciò con uno dei suoi soliti discorsi-lezione.
<< Per chi non lo sapesse, Shara ha il potere di vedere. Non ha visioni o altre strane magie, bensì quando vede una persona sa cosa le succederà, lo sa e basta. Probabilmente, quando ha detto che era invidiosa, si riferiva al tuo futuro qui, che prevede il trovarti molto bene in questo gruppo eccetera, eccetera>>.
<< Stai dicendo che l’ha quasi prosciugata perché avrà un futuro bellissimo? >>, chiese Sam, guardandomi con occhi quasi guerci. << Bellezza, non scordarti che è caduta nelle Tenebre e questi soggetti prendono ogni pretesto come buono per attaccar briga >>, intervenne giustamente Penelope.
<< Ma non ha senso! >>, sbottò Lily. << Come faceva a sapere che lei era qui… che noi saremmo andati in Egitto? >>.
<< Lei sa >>, fu la atona risposta di Alisa, persa nei suoi pensieri.
In quel momento, un’improvvisa contrazione ai muscoli di tutto il corpo mi invase e rischiai di cadere dal letto, se solo Rian non mi avesse tenuto.
<< Oh no! >>, Sam sembrava evidentemente preoccupato.
<< E’ stata Prosciugata >>, commentò grave Rick. Lo spasmo si assestò di colpo e con un profondo respiro mi tirai lentamente a sedere.
<< Sono stata cosa? >>, chiesi con un filo di voce.
<< Prosciugata, Tesoro >>, ripeté Penelope.
<< Si, quando un vampiro ne prosciuga un’Aspirante (fase prima del Novello), gli lascia qualcosa per non farlo morire e quel qualcosa gli viene trasmesso durante uno spasmo del corpo >>, spiegò Alisa.
<< Ma perché non avrebbe dovuto ucciderla? Non che voglia sia stato così >>, Sam ammiccò verso di me.
<< Perché è una legge della Natura: un’Aspirante DEVE diventare Novello, e allora potrà morire, non prima >>, la voce di Rick era seria.
<< Mi stai dicendo che morirò non appena mi trasformerò in Novello? >>, chiesi.
<< Se la tua parte umana prevarrà >>, ero ancora più confusa di poco prima.
<< Quindi, ci resta solo da scoprire che cosa quel mostro ha lasciato a Daila >>, concluse Rian.
<< Quel mostro, Tesoro, è ciò che potresti diventare anche tu >>, intervenne Penelope.
Anche se l’intenzione della vampira non era offenderlo, Rian si rabbuiò leggermente.
<< Ho una domanda >>, dissi.
<< Più che lecito >>, rispose Rick.
<< Ma il Faraone era un vampiro, al tempo degli Egizi? >>.
<< I vampiri sono sempre esistiti, il primo fu Vladimir, chiamato anche Dracula; ma non è l’Impalatore che al giorno d’oggi si conosce come il Conte Dracula. Era semplicemente il primo vampiro, l’unico capace di riprodursi… le leggende non sono chiare sulla sua morte, o sul perché fosse l’unico a riprodursi dato che il gene del vampiro lo si ha con dei genitori umani normalissimi >>, spiegò Rick.
<< Ma per rispondere alla tua domanda >>, continuò. << Si, lo era sicuramente; vado a farne una ricerca: si chiamava… o meglio, si chiama ancora, Kangal Rae >>.
<< Qual è il nome e quale il cognome? >>, si intromise ironica Lily.
<< Ha importanza? >>, convenne giustamente Alisa, anche se ero quasi certa che il nome fosse Rae. << Ma come ha fatto a non morire? >>, chiesi.
<< L’imbalsamazione ha tenuto il corpo saldo… questo basta per la sopravvivenza di un vampiro, ne sangue serve, ne cibo, ne aria. Non mi piace personificarmi così, ma come dato di fatto, siamo morti >>, Rick aveva ragione. E probabilmente era il sangue a ridargli la forza di muoversi per continuare a vivere, ma non osai chiedere più nulla.

Mi trovavo seduta nel tavolo della grande e luminosa cucina per pranzare e ripensavo sempre più al Faraone e a ciò che era successo la mattina prima, come se non potessi farne a meno.
<< Ah, ragazzi, io oggi pomeriggio sono ad onorare la tomba di mia madre… posso assentarmi? >>, chiese Rian, mentre a fatica mandava giù un altro boccone di insalata e formaggio.
Al funerale vi era andato al sera prima, già voleva tornare al cimitero? Ma non potevo biasimarlo, aveva perso la madre da un giorno all’altro senza troppo preavviso.
<< Certo, sarei felice di accompagnarti, tuttavia non posso rimandare la ricerca e penso che sia chiaro il motivo >>, rispose Rick sorseggiando un po’ di sangue da un bicchiere, grazie al cielo, opaco.
<< Verrò io, se non è un problema… non voglio lasciarlo andare via da solo >>, mi intromisi, ripulendo il mio piatto di carne e patate.
<< Perfetto, ne parliamo in un secondo momento del Faraone: non penso che possa recare danno oggi, poiché mi sono Materializzata il più velocemente possibile così da non dargli l’opportunità di entrare nel vortice. Ma entro domani saprà dove siamo >>, disse Alisa.
<< Non avevi paura? >>, chiesi. <>.
<< Ci sono voluti anni di allenamento per mantenere il controllo sulle mie emozioni >>, ripose tranquilla.
Ben presto giunse il pomeriggio ed io, una volta preparatami, uscì dalla mia camera: Rian aveva jeans e maglia neri ed era assai abbattuto.
<< Forza >>, disse, prima che potessi consolarlo. Prendemmo la sua macchina e ci dirigemmo al cimitero. Era un posto pieno di pace e quasi armonia: certo, vi erano morti in ogni angolo, ma il mite silenzio era piacevole.
<< Eccola >>, indicò un pilastro con su inciso: Charlot Wail. Accanto a questa vi era un altro pilastro adornato come il primo di fiori bellissimi, con intagliato un altro nome: Charlie Wail. Capì che erano il padre e la madre di Rian e mi dispiacque un sacco per quel cuccioloso ragazzo orfano.
Si accovacciò a terra e tolse i petali secchi dai fiori, per poi buttarli nel terreno.
<< Erano la mia unica ancora >>, sussurrò abbassando lo sguardo.
Gli cinsi la vita: << Mi dispiace tanto… >>, fu tutto ciò che riuscì a dire.
Sospirò: << Sei l’unica ad essermi rimasta vicina in questo momento, nonostante non ci conosciamo ancora bene >>.
<< A qualcuno doveva pur toccare >>, scherzai e, fortunatamente, servì a strappargli un sorriso dolce.
Sciolsi quella specie di abbraccio e lo lasciai da solo con i suoi genitori per un po’, fino a che non fu lui a destarsi.
<< Andiamo >>, mi fece un triste sorriso ed entrammo in macchina.
<< Non hai paura? >>, chiese improvvisamente.
<< Di…? >>.
<< Di diventare cattiva, di essere come Shara… non per te stessa, ma per gli altri! Non hai paura di essere la causa delle più gravi disgrazie? >>, il suo ragionamento era sensato, tuttavia non potevo demolire quella dolce persona ancor più di quanto già era, così dissi ciò che più lo avrebbe aiutato: << Hei, una persona dolce come te, non potrà mai diventare malvagia >>.
<< Preferire morire >>.
Io invece non lo sapevo: non ero certa di essere così coraggiosa; dovevo ammetterlo almeno a me stessa.

SPAZIO AUTRICE
Ed eccomi qui con il quarto capitolo! Prima di dire altro voglio ringraziare tutti coloro che stanno seguendo la mia fic, grazie mille! <3
Si, vedrete che il bello arriverà... pazientate ancora un pò! :)
Alla prossima!!

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Capitolo 5
*** Kangal Rae ***


5. Kangal Rae

Da poco mi ero addormentata, quella sera avevamo rimandato lo studio sulla ricerca di Rick riguardante il Faraone per ovvi motivi (Rian ne fu assai grato). Così avevo deciso di andare a letto presto per poter essere accorta l’indomani, dato che avremmo dovuto parlare di elementi non da poco.
A destarmi fu un rumore lieve, come di uno spostamento d’aria dentro la stanza; tuttavia abbastanza imponente da svegliarmi. Mi guardai attorno, certa di aver lasciato la finestra aperta, ma evidentemente mi sbagliavo: era ben sigillata.
Decisi allora di tornare a dormire, ma in quel momento sentì un’ atroce dolore allo stomaco e vidi il Faraone: era un vampiro, si, ma straordinariamente bello, dai capelli neri spettinati in capo e quegli occhi chiari, con un leggero bagliore scarlatto.
Si avventò su di me ma, prima che potesse toccarmi, sentì un’afa che quasi mi sciolse: tutto cominciò a bruciare e desiderai più di ogni altra cosa il ghiaccio. Non capì se urlavo o se c’era qualcun’ altro nella stanza, sapevo solo di stare bruciando.
Tuttavia il calore, come era arrivato, scomparve e al suo posto sentì un’ondata di gelo, come se fossi stata scaraventata in un mare ghiacciato. Oltre al freddo glaciale, sentì la mia gola lacerarsi e il mio sangue andarsene. E per la seconda volta in due giorni, svenni.

Al mio risveglio mi ritrovai nel salotto, sul bellissimo divano arancione: << La prossima volta che svengo, uccidetemi >>, borbottai con un colpo di tosse. Rick fu in un momento da me, per aiutarmi a sedere: << C’era il vampiro… il Faraone >>, continuai. << E poi era come se bruciassi… un attimo dopo, però, mi sentivo congelare >>.
<< Ascoltami >>, Rick mi guardò negli occhi. << Pensa ad Alisa, cerca di concentrarti sul giardino e ascolta >>. Anche se non capì cosa stava succedendo, obbedì senza repliche. Immaginai Alisa in giardino, concentrandomi, e improvvisamente sentì la sua voce: << Vedi? Riesci a sentirmi anche se sono in giardino e a mala pena sussurro >>.
<< La sento! >>, esclamai.
<< Ti ricorda qualcosa? >>, Sam fece capolino in salotto, seguito da Rian.
<< Sono… lo sono diventata? >>, chiesi. Non ero ancora pronta, insomma sapevo pochissime cose ancora sui vampiri e non sarei riuscita a gestire la sete!
Sentivo bruciare lo stomaco, ma era un male che si poteva contenere.
<< Vai fuori, prendi Alisa e torna in casa >>, mi ordinò Rick e, anche questa volta, obbedii.
Scesi dal divano e mi diressi verso il giardino saturo di albicocchi che si ergevano attorno alla splendida casa, per poi prendere per mano Alisa e scortarla fino al soggiorno. << Ti rendi conto che ci hai messo si e no due secondi? >>, mi chiese Rian sgranando gli occhi.
<< Forse… >>, dissi. In effetti era vero: mi sentivo… rinata!
<< Ed è perché ti sei Trasformata che quel mostriciattolo di Faraone ha smesso di bere il tuo sangue e non ha completato l’operazione del: uccidiamo Daila squarciandole la gola >>, si intromise Penelope, seguita da Lily, entrata nella stanza in quel momento. Quelle due erano proprio inseparabili, com’era vero che si prendevano continuamente in giro.
<< Stai dicendo che i vampiri non si succhiano il sangue a vicenda? >>, chiesi.
<< Non si mangiano i morti >>, disse con una smorfia Alisa. Immediatamente capì cosa intendesse: ora ero morta anche io.
<< Direi che Daila Swail è ufficialmente passata da Aspirante a Novella >>, declamò Rick.
Gli sorrisi: << Si, è decisamente meglio che dire: Daila Swail è ufficialmente morta >>.
Nella stanza si levarono risa sincere e allora fui certa che sarei riuscita a gestire questa nuova parte di me; avevo tutto l’appoggio dei miei amici.
<< Ieri ho fatto, come già vi avevo comunicato, una ricerca su Rae Kangal >>, Rick prese la parola, mentre Alisa gli si sedeva vicino, sorridendogli.
<< Ho scoperto varie nozioni che penso sia lecito voi sappiate. Per prima cosa, ha governato come Faraone, appunto, e come terzo Monarca in Egitto tra il 1278 a.C. e il 1213 a.C.
Ho trovato degli interessanti geroglifici sulle pergamene che parlano di questo reggente: i popoli a lui successori dichiaravano che per i loro antenati questo personaggio era molto importante, tant’è che veniva descritto come “Colui che meraviglia è, e meraviglia fa”. Non per niente aveva un bellissimo aspetto, tante infatti sono le sue raffigurazioni; inoltre era molto magnanimo con i suoi sudditi. Tuttavia presto si trasformò in vampiro, allora il gene non scaturiva la Trasformazione ad un’età precisa; il perché non lo si sa con certezza: tutt’ora è un mistero. Da vampiro, non riuscendo a trattenere la sete e non avendo nessuno della sua specie accanto che lo potesse aiutare, faceva spesso stragi di innocenti. Una notte, trovatolo su un corpo privo di vita mentre gli succhiava avidamente il sangue, decisero di imbalsamarlo da vivo e rinchiuderlo in una piramide, poiché ritenuto un crudele mostro. Da quel giorno si pensò di distruggere tutte le piramidi dedicate a lui e tutte le sue ricchezze >>, Rick si fermò un secondo, per essere sicuro che stessimo ascoltando: l’attenzione era la massimo.
<< Allora perché nella piramide dove vi siete recati vi erano bellissimi gioielli e una grande quantità di oro? >>, chiese perplessa Lily, per una volta senza introdurre dell’ ironia nella sua domanda.
<< A quell’epoca erano molto superstiziosi >>, riprese Rick per risponderle. << Così pensavano che la sua anima, una volta morto il corpo, potesse tornare sulla terra per torturarli se lo avessero disonorato a quel modo, così rinchiusero nella tomba con lui gioielli, oro e tante altre bellissime ricchezze >>.
<< Che c… fortuna >>, commentò Penelope, trattenendo a stento l’espressione poco carina.
<< Un’altra tomba no è, Rick? >>, chiese ironica Lily, facendo eco a Penelope.
<< Purtroppo non sapevo di tutto ciò >>, rispose frustrato, ma era inutile dirlo.
<< Hei, gente! >>, convenne Sam. << Non dobbiamo abbatterci! Cavoletti, Daila si è appena Trasformata, fra poco capiremo che cosa le ha lasciato Kang qualcosa >>, ma fu interrotto da Alisa, sorridente: << Kangal Rae >>. << Si, lui >>, disse sbrigativo Sam, per poter continuare il suo discorso. <>.
<< Si, e non aggiungi: “E tutti vissero felici e contenti”? Guarda che non è semplice uccidere un vampiro >>, l’ironia di Penelope scosse Rick, che si levò, con aria meno assente.
<< Giusto, a suo tempo sistemeremo tutto >>, fui grata che anche il vampiro a capo di quella specie di gruppo fosse più positivo. Sorrisi a Rian, che mi stava guardando, tuttavia distolse lo sguardo, imbarazzato.
<< State dicendo che un vampiro non è immortale? >>, chiesi, tornando concentrata.
<< No >>, disse Alisa. << Diciamo solo che non muore di vecchiaia, ma che una coltello nel cuore o un testa staccata li uccidono… ma non potranno mai morire di una malattia >>.
Presi allora un profondo respiro, cercando di guardare solo i lati positivi dell’essere un vampiro: la velocità, la forza, l’essere esteriormente uguali a prima della trasformazione e… essere morti, ma allo stesso tempo difficili da uccidere. No, quest’ultimo elemento non era per niente qualcosa di positivo, poiché avevo paura di ciò che sarei potuta diventare: per quanto ancora sarei stata capace di amare?
<< Hei, hai la faccia di chi ha visto l’Immacolata >>, Sam attirò la mia attenzione e mi distolse da quei pensieri cupi, che come zanzare ronzava imperterriti, pungendomi il capo.
<< Scommetto che ti senti bruciare lo stomaco >>, disse Penelope.
<< Si, in effetti >>, risposi.
<< Devi bere, vieni >>, disse Alisa alzandosi, per scortarmi in cucina.
<< Qui ci sono delle bottiglie di sangue, bastano come ti abbiamo già detto due bicchieri al giorno >>, io annuii, tuttavia aggiunse: << Se proprio non resisti, prendine tre al giorno >>.
Le sorrisi, un po’ impaurita di bere del sangue, che fino ad allora avevo odiato. Lei me ne porse un bicchiere:
<< Ecco, ora come ora può sembrare schifoso, ma è delizioso >>, mi sorrise, incitandomi ad assaggiarlo. In un attimo l’odore arrivò fino alle mie narici e il bruciore allo stomaco si fece più acuto, così presi il bicchiere, cercando di non perdere le staffe e lo trangugiai.
<< E’… buono >>, le dissi.
Lei mi sorrise: << Non temere, so che raggiungerai un giusto equilibrio, me lo sento >>, il suo grande sorrise mi rallegrò e, aggrappandomi con tutta me stessa a quelle parole, decisi di godermi il super-udito, la super-vista, la super-velocità e la super-forza.

SPAZIO AUTRICE:
Eccomi con il quinto capitolo :)
Chi volesse recensire per dare consigli o dire che qualcosa non va, neanche a dirlo, tutto è ben accetto! <3

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Capitolo 6
*** Sete di sangue ***


6. Sete di sangue

Il giorno dopo , decisa a scoprire cosa il Faraone mi aveva lasciato per non farmi morire, scesi in cucina. Lo stomaco mi bruciava molto, era incredibile quanto mi sentissi in bisogno di bere!
<< Buongiorno! >>, mi salutò Rian, seduto sul divano con un succo alla pesca in mano.
Gli sorrisi: << Buongiorno >>.
Senza troppe moine, me ne andai in cucina, poiché senza bere non sarei durata a lungo:
<< Ciao, Sam >>, dissi sbrigativa.
<< Hei >>, mi salutò versandosi del sangue nel suo bicchiere. Mi immobilizzai di colpo: non poteva essere! C’era una bottiglia piena di sangue, che avrei potuto bere tranquillamente, ma mi diressi verso il bicchiere di Sam. Mi guardò male, mostrandomi i denti: << C’è un’intera bottiglia, li >>, ringhiò.
Io non risposi, non riuscivo a trattenere il bruciore dentro lo stomaco: non che facesse male, bensì mi infastidiva: era peggio del dolore. Mi avvicinai ancora a Sam, sentendo l’odore del sangue sempre più vicino, più pungente.
Fui io, ora, a ringhiare, prendendo la rincorsa per afferrare il bicchiere, tuttavia Sam mi scaraventò via, avventandosi su di me.
<< Ragazzi! >>, l’urlo di Rick mi scosse leggermente, ma non dimenticai l’odore provocatorio del sangue, ancora dentro il bicchiere, che ora Sam teneva in mano in equilibrio precario. Allungai la mia verso il bicchiere, ma prima che potessi fare qualsiasi cosa, Rick mi prese le mani imprigionandomele dietro la schiena.
Accorse in aiuto anche Alisa, che prese Sam bloccandolo in una morsa di ferro, impedendogli di scagliarsi nuovamente su di me. Rick mi portò via: passai davanti a tutti in quella posizione, con il sangue che mi gocciolava in viso, poiché il bicchiere mi aveva schizzato.
Mi condusse in quella che, presumibilmente, era la sua camera e mi costrinse a guardarlo: << Hei, guardami! >>, mi prese il volto tra le mani.
<< Sono un mostro >>, dolci lacrime salate mi rigarono il viso, sporco di sangue.
<< Combattilo! >>, urlò. << Sconfiggilo! E guardami >>, parlava talmente forte che obbedì per non sentire ancora quelle urla.
<< Respira profondamente… cosa senti? >>, continuò, sempre tenendomi il viso tra le mani, stretto.
<< Il sangue >>, borbottai: era dal pomeriggio prima che non ne bevevo un goccio.
<< Bene, ora non pensarci… sconfiggi il dolore pungente all’interno di te stessa >>.
<< Non ci riesco >>, piagniucolai; era più forte di me, sentì la forza salirmi dal cuore spento sino alle viscere del mio corpo, per poi risalirmi in viso: stavo per scoppiare.
<< Pensi che io non lo senta? >>, mi domandò, lasciandomi il volto per intrappolarmi le mani in una sola sua, stringendomele forte.
<< Lo sento, eccome! E’ qui, vicino a me, davanti a me… ma combatto >>. Cercai di concentrarmi, presi un profondo respiro: pensai ai miei genitori, a cosa avrebbero detto se mi avessero visto in quel momento; pensai a Rian, che aveva appena perso entrambi i genitori e il mio cuore, seppur quello di un mostro, si addolcì.
<< Brava >>, Rick mi sorrise. << Ora vieni, lavati la faccia >>, mi condusse al suo bagno, che neppure esaminai tant’ero concentrata, e mi sciacquai il viso.
Dopodichè ero assai più lucida, così riuscì ad osservare meglio il bagno: era piccolo ma accogliente, come d'altronde tutte le altre stanze di quella casa, e possedeva una tonalità marrone-bianco, eccezion fatta per il lavandino, che era trasparente.
<< Scusami Rick >>, sussurrai, ripugnata dal mio stesso essere.
<< Fa niente, vieni qui >>, e mi strinse in un grande abbraccio fraterno, sul quale cercai di calmarmi. << Ora vieni a bere >>, mi disse e uscimmo dalla stanza. Nell’ampio salotto vi era Rian seduto accanto a Lily, entrambi aventi un viso saturo di preoccupazione, mentre Penelope era seduta sullo scalino delle scale portanti al piano superiore.
Dalla cucina uscirono Alisa, seguita da Sam che avanzava a testa bassa; nemmeno mi rivolse la parola quando salì le scale.
Rick mi prese il braccio e mi fece bere: una volta posate le labbra al bicchiere, il bruciore si fece più acuto, ma una volta inghiottito avidamente tutto il sangue mi sentì davvero rinata.
<< Ho bisogno di salire un po’ di sopra… >>; sussurrai a Rick, il quale annuì magnanimo e mi lasciò salire. Una volta in camera mi buttai nel letto, infelice alla massima potenza.
Mi morsi il labbro per trattenere le lacrime di rabbia, di frustrazione, di vergogna. Qualcuno bussò alla porta ma, prima di rispondere, respirai profondamente per tre volte, solo allora dissi: << Si? >>.
<< Sono Rian, posso? >>, la voce del ragazzo mi fece accelerare il battito cardiaco per non so quale motivo.
<< Entra >>, dissi, sedendomi sul letto a gambe incrociate.
<< Hei, mi dispiace >>, mormorò come se fosse lui la causa del mio viso frustrato, una volta entrato.
<< Rian… ma mi hai visto? Sono un mostro, altrochè >>.
<< Daila, ciò che tu sei, è ciò anche io sarò! Non sei tu un mostro, lo siamo tutti… chi di più, chi di meno >>, respirò intensamente, per poi aggiungere: << Bisogna solo provare a non esserlo >>.
<< Io non ce l’ho fatta, avrei voluto sbranare Rick! >>, esclamai.
Il ragazzo si sedette accanto a me sul letto e, senza preavvisi, mi accarezzò la guancia con le calde dita: << Supereremo insieme questo momento, te lo prometto >>, sussurrò.
Feci un sorriso, che probabilmente somigliava più a una smorfia tragica, e lo abbracciai.
<< E se mi dovesse succedere di nuovo? Se potessi fare del male a qualcuno? >>, chiesi.
<< Non accadrà, tu sei forte >>, ma sapeva anche lui che non era vero.
Quando mi lasciò, mi alzò il viso con un dito e disse: << Penso che anche Sam si senta in questo modo, per cui vai da lui e chiarite la faccenda >>.
<< Credo che tu abbia ragione >>, dissi alzandomi.
Mi avviai alla porta, ma prima di toccare la maniglia mi voltai verso Rian, ancora seduto sul mio letto: << Grazie >>. Lui sorrise: << Quando vuoi >>.

SPAZIO AUTRICE:
Ciao a tutti! Eccomi con il sesto capitolo, che ne pensate? Al prossimo Giovedì <3

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Capitolo 7
*** Le doti ***


7. Le doti

<< Penso di doverti delle scuse >>, dissi, sedendomi sul letto di Sam.
La stanza era piccola, ma vi era tutto ciò che una camera potesse possedere: dall’armadio di legno scuro, al letto dalle coperte arancioni, che rispecchiavano le pareti. Una piccola televisione era posta sopra un tavolo davanti al letto, mentre nell’angolo in fondo alla stanza c’era una porta, che probabilmente conduceva al bagno.
<< Direi che quello che si deve scusare sono io >>, confutò lui risentito. << Sei un vampiro da neanche un giorno, Daila! Io da due anni e guarda che ho combinato!! >>.
Mi morsi il labbro, ma poi mi riscossi: << Sarà così difficile? >>, cominciavo a preoccuparmi: avrei avuto in prima linea per due interi anni il pensiero del sangue?
<< Bhe, per ognuno è diverso, ma ti posso dire che è una vera e propria sfida contro il mostro dentro di te… devi vincerla, Daila >>.
<< Detto così mi sembra qualcosa di impossibile >>, borbottai.
<< Non posso dirti che sia facile, ma ci si riesce: guarda Rick o Alisa, loro ormai non hanno più problemi >>.
<< Ma tutt’ora devono combattere, no? >>.
<< Si, ma per Rick diventa sempre più facile e arriverà il giorno in cui non avrà più bisogno di prevalere sulla bestia; mentre Alisa ha ancora un po’ di strada da fare >>, spiegò paziente.
<< Capito >>, enunciai, sfoderando il più bel sorriso che potessi realizzare in quel momento: lo vedevo tanto abbattuto.
<< Come sta Rian? Deve averlo sconvolto la morte di sua madre >>, domandò, dopo un lungo silenzio imbarazzante. Ciò che pose in quesito mi stupì leggermente: l’argomento Rian era l’ultimo che mi aspettavo di tenere.
<< E’ abbastanza abbattuto, non so se lo sai ma ha perso anche il padre… insomma fa così tenerezza!! >>, feci uno strano sorriso alla vista della suo viso cambiare in una smorfia alle mie ultime parole.
<< Ti interessa >>, la sua non era una domanda. << Non me lo stai chiedendo… >>, bofonchiai.
<< E tu non lo stai negando >>, abbassò lo sguardo, giocando con il bordo del suo cuscino.
<< Perché hai aperto questo argomento? >>, chiesi, rompendo il silenzio e aumentando la tensione.
<< Perché vedo come lo guardi… i tuoi occhi si illuminano, come se volessero vedere solo lui: ogni giorno, ogni ora… >>, cavoletti, non me ne ero mica accorta!!
Alzò lo sguardo, analizzandomi intensamente: << C’è qualcosa tra voi >>.
<< Nemmeno questa è una domanda e, comunque, no… non c’è niente tra noi >>, odiavo questi discorsi.
<< Come vuoi, ora dovremmo scendere: Rick vi vuole parlare delle doti di tutti noi oggi… dopodichè ci concentreremo sul Faraone e sul fatto che tu sei in pericolo, credo >>, detto ciò si alzò e si diresse verso al porta.
Corsi verso di lui e gli presi il braccio: << Che c’è? Che ti ho fatto? >>, si comportava in modo eccessivamente strano.
<< A parte volermi sbranare? >>, chiese sarcastico.
Alzai un sopracciglio: << Sii serio >>, ordinai con ben poca autorità.
<< Questo >>, detto ciò mi baciò. Non fu un bacio intenso, furono semplicemente le sue labbra che si posarono sulle mie, per poi staccarsi. Oh, no!
Prima che potessi proferir parola, mormorò: << Rispetterò ogni tua scelta… sembra stupido da parte mia dato che ci conosciamo da tre giorni, ma non ne ho potuto fare a meno… >>.
<< Io… >>, ma prima che potessi realizzare una qualsiasi frase, lui se ne andò, lasciandomi li, spiazzata.

Nel salotto, per una nuova “lezione”, Sam ed io ci sedemmo lontani: lui accanto ad Alisa ed io accanto a Penelope.
Ciò che più mi torturava era il pensiero che alla semplice carezza sul viso di Rian, il mio cuore era quasi esploso; mentre il bacio di Sam non aveva suscitato nulla in me.
Presi un profondo respiro quando vidi entrare nella stanza anche Rick, che ci salutò con un sorriso a trentadue denti.
<< So che la storia di Kangal Rae sta precipitando, sopratutto dopo l’altra sera, quando ha cercato di sbranare Daila, tuttavia dovete sapere altre nozioni prima di cominciare a parlare del Faraone >>, cominciò Rick, guardandoci uno ad uno.
<< Indi per cui, iniziamo. Come già sapete Alisa ha il dono della Materializzazione >>, detto ciò ammiccò a quest’ultima. << Lily, invece, ha un altro dono, quello della Serenità>>, Lily si alzò dal divano di pelle per andare saltellando da Rick, che continuò: << Per spiegarmi meglio vi faccio un esempio: se voi siete in questo momento tristi o frustrati, lei vi irradierà un raggio della sua lucente felicità, in modo da rendervi più spensierati e sereni. Tuttavia non può arrivare al punto di riuscire a controllare l’umore di una persona, semplicemente allevia il dolore >>, detto questo, Lily prese in possesso la “cattedra”.
<< Rian, vieni >>, lui la guardò accigliato, ma si avvicinò comunque.
<< Pensa a ciò che di più cupo ti viene in mente >>, ordinò. Rian si concentrò un secondo, ma poi trovò, era evidente dalla sua faccia, ciò che cercava.
In quel momento la vampiretta prese un profondo respiro e, senza raggi magici o l’apparizione di un sole sorridente, infuse felicità al ragazzo. Si vedeva chiaramente che lo stava facendo: il viso dell’“oggetto di esperimento” si illuminò con un grande sorriso, come se tutte le pene potessero essere alleviate e lenite grazie alla forza di Lily.
<< Fico, è? >>, la voce di Penelope fu l’unica ad emergere in quel dolce silenzio: tutti eravamo affascinati dal ristoro che Lily stava offrendo a Rian.
<< Lo so, lo so! Grazie per la pazienza, signori >>, scherzò la piccola ragazza, tornando al suo posto con un sorriso radioso sul volto.
<< Wow >>, fu il quieto commento della fortunata cavia.
<< Passiamo a Sam >>, Rick riprese il controllo sulla lezione, continuando con i suoi ampi ma interessanti discorsi. << Sam ha il potere della Persuasione >>, si fermò un istante per scambiare uno sguardo con il diretto interessato, per poi continuare: << Tuttavia non usa il suo potere per scopi personali, bensì per prestare aiuto ed evitare pericoli >>.
<< Una volta spiegatamela, cinque anni fa, chiesi a Sam se quando usava questi poteri gli occhi gli diventavano gialli >>, intervenne Penelope ridendo. Il vampiro in questione si districò dai suoi pensieri (che rimuginasse su noi due nella sua camera?) per sorridere alla vampira bionda: << Non ti si dimentica Penny >>.
<< La finisci di chiamarmi in quel modo?? Non sono una moneta, Sammy >>.
<< Smetto io se anche tu la fai finita >>, compromise Sam.
<< Emm… Ragazzi >>, la voce di Alisa non premetteva molto bene, tanto da zittirli entrambi.
<< Comunque non mi diventano gli occhi gialli>>, convenne il vampiro, assumendo un’aria più responsabile. << L’unico motivo perché gli occhi di un vampiro cambiano è il sangue, all’odore di quest’ultimo diventano scarlatti, anche se la sete è minima >>.
<< Vogliamo fare un prova anche qui? >>, propose Alisa.
<< Vengo io, ti prego! >>, ancora una volta fu Penelope a parlare, per proporsi volontaria: io di certo non lo avrei fatto, non perché non mi fidassi di Sam, ma ero troppo imbarazzata per quello che era successo in camera sua. << Direi che è meglio far provare ai principianti >>, intervenne Lily.
<< Ok, d’accordo, vengo… ma se mi fai fare qualcosa di poco carino vedi >>, dissi scherzando rivolta a Sam. Cercavo di essere cordiale, di dimenticare e fargli obliare ciò che era successo al piano di sopra, per non perdere la sua amicizia, sebbene era agli inizi.
Nonostante i miei sforzi, lui non rispose; così mi avvicinai, guardandolo negli occhi.
<< Bene, si comincia >>, furono quelle di Sam le ultime parole che udii.
Infatti nulla aveva importanza ormai che avevo visto gli occhi di Sam brillare: tutto attorno a me diventò troppo buio e allo stesso tempo troppo abbagliante per poter essere visto salvo gli occhi di Sam; ogni cosa divenne smisuratamente silenziosa ed eccessivamente rumorosa poiché potessi udirla, eccezion fatta per la voce del ragazzo, che sentivo risuonare nella mia mente.
“Ascoltami”, diceva la voce. Tuttavia non era molto sicuro di quello avrebbe dovuto dire: gli occhi grandi incontrarono un momento di incertezza ma, superatolo, mi fissarono intensamente e la sua voce esortante mi colpì nuovamente la mente.
“Fai tutto ciò che è in tuo potere per prevalere nella sfida contro il vampiro… prendi il sopravvento sull’uomo e avrai un’esistenza bellissima”, non era un ordine, ma piuttosto un consiglio affettuoso.
“E ora, giusto per fare scena, “ continuò, spalancando ancora più i suoi occhi azzurri. “Vai in cucina e prendi un pezzo di torta alla cioccolata, per poi tornare qui e mangiarla”.
Quegli occhi avevano una potenza sovrumana e non potei resistergli: poco dopo, infatti, mi ritrovai in mezzo ai miei amici divertiti a mangiare un pezzo di torta al cioccolato. Compiuta quell’azione, quando guardai Sam negli occhi, non mi facevano più nessun effetto; l’opera “persuasione” era giunta al termine.
<< E tu che dote hai? >>, chiese Rian, rivolgendosi a Rick.
<< La forza… tutti i vampiri possiedono più forza di un umano, ma se un vampiro come Sam sa alzare un tavolo, io so trattenere con sole due mani decine di macchine >>, si, era un esempio che rendeva l’idea.
La mia mente, tuttavia, non era concentrata su Rick: se Sam voleva che io contraccambiassi il suo amore, gli bastava incantarmi e invece mi aveva garantito un perfetto equilibrio tra parte umana e parte vampira… chissà da quanto aspettava quel momento!
<< Mentre io >>, entrò in scena Penelope con un gesto teatrale. << Diciamo che vengo ascoltata dal vento >>. La guardai confusa, tornando con i piedi per terra.
<< E voi due non fate quelle facce da idioti!! >>, sbottò rivolta a Rian e me.
<< E tu non usare quel tono, Penny >>, intervenne Lily.
<< Ok, ok >>, continuò. << Comunque posso coordinare il vento… mi spiego meglio: con un po’ di concentrazione posso creare mulinelli, dolci brezze o spegnere del tutto il soffio del vento… diciamo che sono abbastanza affiatata con questo elemento della natura >>, questa si che era una qualità bella!!
<< Per quanto riguarda te, Daila, scopriremo fra poco quale dono ti è stato dato… e cosa ti ha trasmesso il Faraone… sono molto curioso di saperlo >>, convenne Rick, per poi concentrarsi su Rian: << Per te lo stesso discorso; ma prima devi compiere la Trasformazione >>.
<< Direi che per oggi basta >>, concluse Alisa, sorridendo a Rick in maniera abbastanza intima. Guardai Sam alzarsi, incontrare il mio sguardo e andare in cucina. Persi un profondo respiro: ci avrei dovuto paralre il prima possibile.
<< Hei… >>, la voce di Rian mi scosse dai miei pensieri. << Sei strana oggi… sei sicura che il Faraone non ti abbia fatto un altro attacco a sorpresa? >>.
Scossi la testa, sforzandomi di sorridergli: << No, tranquillo… lo avrei già detto, se fosse successo >>.
<< D’accordo… >>, con un sorriso mi sfiorò di nuovo il viso, una carezza breve ma intensa, dolce e premurosa, ma anche grintosa e determinata. Mi sentì così in colpa: solo poco prima mi aveva baciato un ragazzo ed ora un altro mi accarezza il viso in modo così profondo!!
Avrei dovuto chiarirmi le idee da sola e, solo dopo, ne avrei parlato con i diretti interessati.

Spazio autrice:
Non so, sono perplessa... Continuo a postare? Che dite? Ciao ciao :)

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Capitolo 8
*** Canalizzazione ***


8. Canalizzazione

Ero seduta nel mio letto, con la testa fra le mani, cercando di mettere in ordine i pensieri: non ero mai stata un favola nei rapporti con i ragazzi e il fatto che nel giro di un giorno fossi stata, come dire, corteggiata da due ragazzi mi aveva spiazzata. Fin dal primo giorno Sam si era mostrato gentile nei miei confronti, ma io lo avrei potuto vedere solo come un amico e niente più; mentre Rian... sentì improvvisamente delle voci, senza riuscire a capire se erano frutto della mia immaginazione o reali. Mi concentrai e sentì le voci più nitide: << Devi farla soffrire, poi la ucciderai >>, era la voce di Shara. Ma come poteva essere arrivata senza che nessuno se ne fosse accorto?? E poi perché Rick non era salito ad informarci?
<< Ma io non sono cattivo… non voglio fare del male >>, questa era una voce che non avevo mai sentito, tuttavia mi si formò un’immagine nitida in mente: Shara che dava uno schiaffo al Faraone, poiché si stava opponendo al suo volere. Improvvisamente mi sentì schiaffeggiata anche io, come se Shara fosse li accanto a me, come se io e Kangal Rae fossimo collegati. Vidi che si trovava in una stanza chiusa, fatta di acciaio, molto buia… mi concentrai per poter capire dove si trovassero e ce l’avrei fatta se solo Rian non fosse irrotto nella mia stanza dicendo: << Daila, che succede? >>, probabilmente mi ero messa a urlare quando Shara aveva picchiato il Faraone; che femminuccia che ero!!
In un attimo anche Rick ed Alisa proruppero in camera mia, così da porre fine a qualunque cosa io stessi facendo.
<< Ti stavi canalizzando? >>, mi urlò contro Rick.
<< Hei, calmati! Lei non lo sapeva >>, mi difese Alisa… ma cosa non sapevo?
<< Hai visto dove si trova? >>, mi chiese sempre Alisa.
<< In realtà ho visto solo la stanza dove stava… è stata un’immagine veloce che mi è balenata in testa. Poi ho sentito cosa si dicevano Shara e il faraone e quando lei lo ha picchiato, ho sentito lo schiaffo sulla mia faccia… >>, mi affrettai a spiegare, respirando profondamente.
<< Ecco cosa ti ha lasciato >>, saltò su Rick. << Ti ha lasciato la forza della Canalizzazione, ovvero di un legame forte fra voi due ed è questo che ti ha dato la forza per non morire quando ha succhiato il tuo sangue… >>, parlava a raffica, facendo, però, grandi pause ad ogni frase.
Realizzò poi qualcos’altro, poiché mi guardo dritto negli occhi e cominciò a urlarmi contro: <>, Rick era furioso.
Strinse i pugni, prese il mio comodino e lo tirò fuori dalla finestra. Tutto restò immobile un secondo; giusto il tempo di sentire il mobile frantumarsi in giardino.
Rian fu subito davanti a Rick: << Calmati… cosa ne sapeva lei >>, continuava a dire, cercando di migliorare la situazione.
<< Sono calmo >>, disse dopo cinque minuti di assoluto silenzio. << Scusa >>, detto ciò se ne andò, seguito da Alisa.
Rian mi guardò: << Tutto bene? >>.
<< Penso di si… >>, borbottai.
Lui mi guardo: << Sai cosa mi strugge giorno dopo giorno sempre di più? >>, chiese. Feci cenno di no con la testa, cosicché continuasse: << Il fatto che io non mi sia trasformato ancora! Tu rischi la vita giorno dopo giorno e Rick, il più responsabile qui dentro, si è messo a tirare i mobili… Lily e Penelope per quanto simpatiche non potranno mai proteggerti come si deve ed Alisa è così indifesa! Per quanto riguarda Sam, bhe fatica ancora a trattenere la sete… Capisci? Io adesso come adesso non posso proteggerti, sto in pena perché quel mostro potrebbe venire a prenderti e portarti vai per sempre da me, che ti ho appena trovata; discorso egoista, lo so >>, si fermò: aveva parlato guardandomi negli occhi, senza paura.
<< Non è egoista >>, dissi, senza parole.
<< Si che lo è, Daila >>.
Presi un profondo respiro: << Fra poco ti trasformerai anche tu >>.
Lui mi prese il viso fra le mani: << Fra poco potrebbe arrivare il Faraone e ucciderti senza pietà >>.
<< No… Shara vuole che io soffri, prima di morire; lo ha detto poco fa, nella mia testa >>, dissi, ma non era per niente qualcosa di rassicurante per lui, che si morse a sangue il labbro.
<< E poi ho sentito un’altra cosa… >>, continuai, attirando nuovamente la sua attenzione. << Lui non è malvagio. Diceva a Shara che non voleva fare del male a nessuno >>, spiegai.
<< No, lo ho visto io… è spietato! Magari sapevano che tu ti saresti Canalizzata e per questo hanno messo su questa scena >>.
<< Forse >>, il fatto era che mi aveva fatto tenerezza… è si, proprio quel mostro che solo pochi giorni prima mi aveva Prosciugata. Rian mi lasciò il viso: << Non posso perdere anche te >>, lo aveva detto in un modo così insito, che mi mozzò il fiato.
<< Non accadrà >>, mormorai. Mi sorrise, non del tutto rassicurato, ma più sereno. << Dicono che per innamorarsi ci vuole del tempo… per me sono cazzate >>, disse di punto in bianco. << Per me ci vuole solo la persona giusta >>, poi scrollò le spalle e si avviò verso la porta. Mi grattai la testa confusa: << Ti raggiungo in saletta fra poco, ho bisogno di riordinare un attimo i pensieri >>.
<< Fai con calma >>, e mi sorrise: un sorriso splendido che conteneva premura, amore e comprensione. Un po’ come la sua carezza.
Mi sentì una stupida quando mi accorsi che, una volta che fu uscito dalla camera, già sentivo la mancanza della sua presenza.

Spazio Autrice:
Ecco l'ottavo capitolo che, seppur breve, mi sono decisa a postare :)

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Capitolo 9
*** L’amour ***


9. L'amour

Dopo una doccia refrigerante mi sentivo meglio, le membra del mio corpo erano assopite, come il cervello del resto, così decisi di controllare il cellulare: due messaggi.
"D’ACCORDO CHE SEI DIVENTATA UNA SUCCHIASANGUE ORRIBILE, MA ALMENO UN MESSAGGIO ALLA TUA MIGLIORE AMICA POTEVI SCRIVERLO… INSOMMA NON E’ CHE ORA HAI CAMBIATO GUSTI DI AMICIZIA??"
Era Helena, sorrisi alla sua ironia e controllai l’altro messaggio, anch’esso suo:
"PROPRIO HAI COMINCIATO A ODIARMI, TESORO?"
Decisi, per non offenderla, di rispondere ai messaggi e farle finalmente capire che essere un vampiro non era poi così male, se si fosse tolta la sete e un faraone che ti insegue… no quello non glielo avrei detto.
"HELENA!!! SCUSA, MA SONO STATA UN BEL PO’ IMPEGNATA IN QUESTI GIORNI E, PERCHE’ TU LO SAPPIA, NON SONO UN’ORRIBILE SUCCHIASANGUE, MA UNA RAGAZZA CON TAAANTE DOTI. TI VOGLIO BENE. Ps: PROMESSO CHE TI CHIAMO UNO DI QUESTI GIORNI."
Poco dopo mi arrivò un altro suo messaggio:
"D’ACCORDO… FAI LA BRAVA TESORO, TI VOGLIO BENE."
Sorrisi e riposi il cellulare, poi uscì dalla mia camera. << Hei >>, mi salutò Rian, facendomi posto sul divano. Mi sedetti accanto a lui: guardava il telegiornale.
<< Ho sentito Rick parlare con Alisa, vogliono farti canalizzare nuovamente il faraone, ma in un luogo lontano da questo, così da evitare equivochi >>, mi informò.
<< Ma io non so come si fa! >>, saltai su allarmata.
<< Come non lo sai…? >>, il ragazzo sembrava confuso.
<< Eh no… >>.
<< Io pensavo che bastasse pensare al faraone intensamente ed ecco fatta la canalizzazione… a che stavi pensando? >>, chiese. Divenni immediatamente rossa, in realtà pensavo a lui e a Sam, poi però, come ultimo pensiero, ebbi quello del grido di Rian quando il faraone mi aveva morso, di come mi ero sentita importante perchè si preoccupava per me.
<< Ok, scusa >>, disse capendo, in parte, il problema. << Ma se non sappiamo a cosa pensavi, non combineremo niente; magari dillo a qualcun’altro >>, propose esitante.
<< No, no! Cioè io pensavo… si ci stavo pensando a Kangal Rae, ma pensavo a te, che avevi urlato non appena i suoi denti avevano toccato la mia pelle, non esattamente a lui >>, spiegai divenendo ancora più rossa.
<< Così mi fai sentire una femminuccia! Ero semplicemente preoccupato per te… >>.
“Ed è per questo che io sto diventando rossa!!”, pensai. Probabilmente lo aveva capito anche lui, perché sorrise fiero.
Senza dare alcun preavviso, mormorò: << Che sia respinto, se non è un gesto ben accetto >>, detto ciò si avvicinò alle mie labbra, ma non potevo reggere due baci da due persone diverse in uno stesso giorno, così gemetti e lui lo prese per un no.
<< Scusa >>, sembrava quasi se l’aspettasse, lo sguardo addolorato di chi sa cosa vuol dire soffrire.
<< Hei senti, non sei tu è che… >>, ma non mi lasciò finire la frase, che alzò un dito e mormorò: << Non ho bisogno di spiegazioni, ok? Non me la prendo a male >>, dopodichè sfoderò un sorriso forzato.
Non potevo vederlo soffrire così, anche perché mi ero accorta di provare veramente qualcosa per lui, così parlai, prima che la mia parte razionale potesse zittirmi: <>, mormorai.
<< Ti sei innamorata di lui >>, non era una domanda.
<< No, non riesco a vederlo più di un amico >>, spiegai e, dal suo sguardo, capii che mi credeva.
Annuì e si girò per andarsene, ma lo trattenni prendendolo per un braccio, lui si girò ed io posai la mia testa sul suo petto: << Grazie >>.
<< Di cosa? >>, sembrava confuso.
<< Di essermi accanto… >>, lo sentì ridere, cosa che mi fece alzare la testa per vedere un Rian divertito.
<< Che ho detto di tanto dilettevole?? >>, chiesi confusa.
Lui scrollò le spalle: << E’ così ridicolo che tu mi dica grazie dopo una specie di delineamento di confini >>.
<< Io non stavo mettendo nessun confine! >>, dissi torva.
<< E’ma così la offendi!! E io che ho aspettato fino adesso per entrare sperando succedesse qualcosa di emozionante >>, sbottò Penelope entrando sculettando.
<< Vi volevo informare che domani si parte per la Foresta Equatoriale >>, annunciò, inconscia di quanto io e Rian fossimo tesi.
<< Lì, Daila canalizzerà il Faraone-Uccidiamo-Il-Mondo e ci recheremo da lui per ucciderlo non appena Shara non sarà nei paraggi a spiare Mister Egitto … siamo in maggioranza >>, continuò sedendosi sui braccioli del divano.
<< Ma non so come si fa! >>, esclamai<.
<< Basta volerlo >>, sentì la voce di Rick che si trovava al piano di sotto, grazie al mio grande udito, e sorrisi: <>.
Penelope ci lasciò soli, dicendo a Rian: << Comportati bene >>.
Risi, cercando di sdrammatizzare la situazione: << Quella è proprio andata, in senso buono ovviamente >>.
Lui rispose unanime: << Assolutamente >>.
<< Va bè… ti lascio riposare un po’ >>, disse.
<< Hei… >>, ma non mi lasciò finire la frase che mi accarezzò il viso: << Senti, per qualsiasi cosa io ci sono per te >>.
<< Anche io… >>, e prima che potessi ripensarci, mi alzai in punta di piedi e gli baciai la guancia. << Niente male >>, disse ridendo, dandomi un cicciotto sulla fronte. Che mi fossi innamorata veramente?

SPAZIO AUTRICE: ecco qua il nono capitolo! Spero sia gradito, criticato eccetera, eccetera :)
Alla prossima X)

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Capitolo 10
*** Affinità sanguinea ***


10. Affinità Sanguinea

<< Vedete di non fare cadute teatrali e venirmi addosso perché ho appena comprato questo vestito e non voglio sporcarmelo in quella palude >>, vociò Penelope, una volta che anche lei fu in cerchio attorno ad Alisa per la Materializzazione.
<< Non è una palude, Penny, è una bellissima foresta che i progressi e la meccanica stanno facendo estinguere >>, la rimbeccò Lily. E’si, poteva essere vanitosa come Penelope anche lei, ma quando si parlava della natura era irremovibile: abbastanza contraddittorio ma vero.
<< Bando alle ciance, abbiamo una missione omicida da intraprendere >>, saltò su Alisa… sembrava a me o era molto più allegra e bella quella mattina? Rian era vicino a me, mentre Sam era due posti più lontano: avrei dovuto chiarire con lui, perché gli volevo bene e non potevo perderlo; tuttavia avevo un piccolo problema con un faraone omicida, così decisi di concentrarmi sul viso bellissimo di Alisa, che mostrava due occhi chiusi e concentrati e poi… fui catapultata come la volta precedente in un vortice color dello smeraldo.
Il “viaggio” fu più lungo della prima volta, ma meno traumatizzante: << Ne avete di pratica da fare ancora >>, scherzò Lily, rivolgendo lo sguardo verso Rian e me appena rovinati a terra, una volta sopraggiunti nella foresta. Mi rialzai pulendo i jeans scuri, sporchi di terra e pieni di foglie; eravamo veramente nella Foresta Equatoriale: attorno a noi vi era una sottospecie di radura, attorniata da una quantità elevata di vegetazione verdeggiante che emanava un profumo di corteccia buonissimo.
Rick sorrise ad Alisa, poi si concentrò su di me: << Devi riuscire a Canalizzare Kangal Rae, così potremo scoprire dov’è e, mi rammarica dirlo, lo dovremo uccidere. Shara non sarà mai sconfitta se non con l’amore, ma questo faraone va ucciso poiché non è solo una tua minaccia, ma una avvisaglia per l’intero pianeta >>.
<< Rick >>, cominciai. << Nella precedente canalizzazione Shara ha dato uno schiaffo a Rae perché si imponeva al suo volere ed io ho sentito la sua mano picchiarmi, come se fosse li accanto a me >>, dissi.
Lui mi guardò attonito: << Quella non era una canalizzazione, Daila, quella era un’Affinita Sanguinea… >>.
<< Merda >>, fu il commento di Sam.
<< Potrei sapere? >>, Rian era evidentemente preoccupato e si era fatto avanti, affiancandomi.
<< L’Affinità Sanguinea si ha molto raramente, di solito viene provocata quando un Aspirante viene Prosciugato… direi che questo è uno di quei rari casi >>, spiegò Rick.
<< Che cul… >>, ma Penelope fu interrotta da Alisa, che le diede uno schiaffetto sulla nuca: << Modera il linguaggio >>, la rimproverò.
<< I problemi sono due: il primo è che quindi non puoi canalizzare un bel niente… il secondo >>, ma interruppi Rick che aveva ricominciato a parlare, ignorando i commetti delle ragazze: << No… invece posso farlo >>, dissi, spinta dall’istinto.
<< Ma la seconda parte è quella più importante… ci sono delle conseguenze >>, stava dicendo Rick, nel tentativo di farmi ragionare, ma ero ormai lontana: stavo pensando a Kangal Rae, al suo viso, al luogo dove potesse essere in quel momento e, come per magia, la mia mente mi ascoltò e mi ritrovai ad avere un’immagine nitida di una casa di mattoni. Cercai di allargare gli orizzonti, vidi della neve e poi Shara, che se ne andava: << Vado a Welley, è una cittadina qui vicino…ho bisogno di cibo e mi piace cacciare… >>, la vidi ammiccare a Rae che ora aveva i capelli ben pettinati sulla testa e un viso bellissimo ma allo stesso tempo malvagio.
<< Non fare stupidaggini >>, detto ciò si congedò. Tornai alla realtà con un respiro profondo: << So dov’è… ma non posso stare più di tanto in canalizzazione… mi manca il respiro >>, dissi, cercando di riprendere fiato e facendo lunghe pause tra una frase e l’altra.
<< Si, è normale >>, disse Sam. Lo guardai, ma vidi semplicemente preoccupazione.
<< Ma perché allora… >>, Rick non riusciva a capire, come del resto tutti noi, il perché di quello che stava accadendo.
<< Dobbiamo andare: Shara è uscita per… >>, cercai la parola. << Cacciare, così ha detto >>, Alisa annuì: << E’ così che si chiama il rincorrere fino allo sfinimento una persona e poi dissanguarla lentamente e… >>, ma fu interrotta da un: << Risparmiaci i dettagli >>, di Penelope.
<< Alisa sai dov’è Welley? Dovrebbe essere al nord >>, chiesi.
<< Si, si… ne ho una vaga idea; perché? >>, rispose lei.
<< E’ li che stava andando… ed è vicino al luogo dove si trova il faraone… concentrati su una casa di mattoni, al nord, con della neve attorno, che si trova vicino a Welley >>, ma prima che potessi dare altre informazioni un vortice verde si formò in mezzo a noi.
<< No, non farlo… se lui muore, anche tu muori, siete collegati >>, l’urlo di Sam mi sembrò così lontano. Rian quasi smise di respirare, ma il vortice era sempre più grande.
<< Non riesco a fermarlo! Una volta aperto, è impossibile richiuderlo!!>>, urlò disperata Alisa.
<< E non farlo! Ho preso la mia decisione, se questo servirà a salvare tutti voi, ebbene sia >>, mormorai.
<< Alisa >>, la ammonì, quando vidi il vortice restringersi.
Lentamente divenne più grande, quasi pronto perché io ne fossi attratta dentro.
<< No, ti prego >>, Rian mi prese la mano: << Troveremo un altro modo >>, mi supplicò. Ma era troppo tardi e il vortice ci risucchiò entrambi al suo interno.

Non sentì nemmeno la nausea della Materializzazione, semplicemente percepì l’attrito al terreno che mi avvisava di essere giunta a destinazione; tuttavia con orrendo stupore osservai che tutti erano venuti con me. Ma proprio TUTTI.
<< Non serviva l’armata cinese >>, sbottai. << Tu sei proprio andata >>, disse freddo Sam. << Se dovrai morire, non sarà questa mattina… te lo giuro >>, continuò, guardando più Rian che me.
Mi guardai attorno: << E’ questo il posto >>, dissi rialzandomi infreddolita e ignorando Sam.
Cominciai a tremare nel vero senso della parola: il freddo mi penetrava nelle ossa, cominciarono a battermi i denti… ci saranno stati quaranta centimetri di neve densa.
<< Se i vampiri sono morti, perché provano freddo? >>, osai chiedere rabbrividendo.
<< Non penso sia la cosa più appropriata da chiedere ora, ma è un dato di fatto: noi abbiamo freddo, possiamo piangere, svenire, amare, odiare… in effetti sotto alcuni punti di vista non siamo affatto morti, sotto altri si >>, anche Rick era furioso per la mia decisione infondata.
<< Troveremo un altro modo… Alisa riportaci indietro >>, Rian mi sfiorò la spalla con un braccio, con fare protettivo.
<< No >>, dissi. << Non mi importa cosa succederà! Il faraone deve sparire >>, ma non finì di pronunciare la frase che quest’ultimo uscì di casa e con fare minaccioso brontolò: << Tu >>, e con un dito mi indicò.
<< Sto diventando sempre più malvagio… quando mi hai ridato la forza con il tuo sangue ho pensato di lasciarti semplicemente vivere, senza donarti nulla in cambio come si fa quando si Prosciuga una persona: volevo solamente lasciarti esistere e così è stato. Ma poi Shara mi ha catturato e ora sono uno strumento, una carne che finirà al macello al più presto, dopo aver compiuto la sua azione malvagia >>, parlava e tutti noi lo ascoltavamo basiti.
<< So, inoltre, che tra noi c’è un’Affinità Sanguinea, ti sento spesso, ma non si può coordinare e non posso scegliere quando ascoltarti o vederti. E per chi non lo avesse ancora capito, il suo dono da vampiro è la Canalizzazione >>, finito di parlare si avvicinò aggressivo a noi.
<< E’ vero che sentirò male quando ti torturerò, tra pochi minuti, ma fa più male la tortura che Shara ha in serbo per me se non lo faccio >>. le sue parole mi colpirono come una pugnalata al cuore: se fino a prima mi ero offerta volontaria per un martirio, ora ne avevo paura.
Sam e Rick si misero in posizione d’attacco davanti a noi; Alisa restò dietro a quest’ultimo, cercando di cacciare le emozioni per Materializzarsi, con Penelope e Lily al suo fianco. Rian si mise davanti a me, come se io non fossi più forte di lui, e con una mano teneva stretto il mio polso. Era incredibile come tutti mi volessero proteggere.

Spazio Autrice: ecco il decimo capitolo! Vorrei ringraziare Akira per i suoi meravigliosi consigli e ovviamene coloro che seguono o aprono semplicemente la mia fic :) Alla prossima X)

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Capitolo 11
*** Mostro ***


11. Mostro

Prima ancora che Rick potesse saltare addosso a Kangal Rae per atterrarlo, sempre che avesse avuto più forza di quel mostro (che mostro non era perché l’aspetto era molto bello e moderno), Alisa formò il vortice. Tuttavia era più lento nel formarsi, probabilmente perché il suo clima emotivo non era del tutto piatto e questo bastò per lasciare avvicina il a noi faraone.
Restammo un istante in quella posizione fino a che il vampiro non superò con un salto sovrumano la barriera che si era formata davanti a me.
Cercai di difendermi mettendomi in posizione di attacco, come l’istinto mi suggeriva, ma lui aveva molta più esperienza di me e con un unghia mi scorticò il braccio per tutta la sua estensione. Anche il braccio di Kangal Rae fu squarciato e cominciò a zampillarne sangue.
Prima che potessi urlare o capire quanto dolore provassi, fui risucchiata insieme al mio gruppo nel vortice: non ero mai stata più felice di entrare in quella giostra nauseante!

Il salotto della nostra casa mi dava il benvenuto e, con tutti gli sguardi addosso, mi sentì protetta ma, soprattutto, amata.
Rian mi corse incontro e si inginocchiò accanto a me, prendendomi sulle sue gambe, di modo che potessi affondare il viso nel suo petto e lasciare che il mio respiro si acquietasse. Improvvisamente mi accorsi di stare sporcando di sangue la sua maglietta e il pavimento a noi circostante; fortunatamente, avevo letto in un libro, il sangue dei vampiri non suscitava sete ad altri della loro specie.
Con un profondo respiro mi calmai e realizzai solo in quel momento il dolore che avevo al braccio e, come se Rick mi avesse letto nel pensiero, disse: << Ti pulisco il braccio, voi ripulite il pavimento >>, dopodichè mi prese dalle braccia di Rian e, con una mano attorno alla mia vita, mi scortò in cucina e mi fece sedere sul tavolo.
<< Non ti chiedo se sei sensibile al sangue >>, disse Rick con un piccolo sorriso sul volto, cercando di sdrammatizzare la situazione.
Dopo aver preso il kit della Croce Rossa, cominciò a ripulirmi il braccio con l’acqua ossigenata. A poco a poco cominciai ad essere pervasa dal senso di colpa per aver portato lo scompiglio in quella casa inizialmente così tranquilla.
<< Mi dispiace >>, dissi a un certo punto.
<< Non ti preoccupare >>, ma era ovvio che fosse ancora arrabbiato con me.
<< Sono arrivata io e ho fatto un gran casino… cavolo mi dispiace! >>; mi morsi il labbro cercando di reprimere il dolore sia fisico che mentale.
<< Senti, non è colpa tua se Shara ti ha preso di mira, per cui evita di sentirti in colpa e comincia a pensare invece di fare stupidaggini >>, mi stava ancora ripulendo la ferita quando cominciò a rimarginarli da sola.
<< Questo è un lato positivo dei vampiri>>, cambiai discorso nel tentativo di modificare anche il suo umore.
<< Si, ma per essere sicuri che si rimargini del tutto, è bene pulirla, la ferita >>, spiegò.
Ci fu un attimo di silenzio, mentre sistemava il kit.
<< Quindi il mio dono è quello della Canalizzazione… e sono viva solo grazie al faraone, che però ora vuole uccidermi >>, cercai di ragionare.
<< In poche parole si >>, dichiarò.
Finito di ripulire mi diede un puffo sul naso: << Scusa se mi sono comportato male prima, è che… >>, ma non trovò più le parole ed io mi limitai a dire: << Un po’ di stress generale, ti capisco >>, detto ciò mi avvolse in un abbraccio stretto e fui felice di trovarmi li, in quella casa, che era ormai la mia famiglia.
Uscita dalla cucina, mi convinsi a parlare con Sam, ma in salotto vi erano solo Rian e Lily, seduti sul divano.
<< Come va? >>; Rian si alzò e mi si avvicinò.
<< Sono stata meglio >>, risposi e con un sorriso gli feci capire che andava tutto bene, anche se il braccio mi doleva abbastanza, nonostante non si vedesse alcun segno.
Tuttavia, senza alcun preavviso, il ragazzo cadde in ginocchio: i pugni stretti e il viso mutato in una smorfia di dolore.
<< Rick!! >>, urlai allarmata.
In un attimo fu al mio fianco non solo il vampiro che avevo chiamato, ma anche Alisa.
<< Che ha?! >>, chiesi inginocchiandomi accanto a lui.
<< Si sta Trasformando >>, fu Sam a rispondermi, entrando in quel momento nella stanza. Sorrisi, mi aveva fatto veramente allarmare! Tuttavia quel piccolo sollievo non mitigò del tutto la mia angoscia: vederlo in ginocchio in preda al dolore era molto peggio che provare quell’offesa sulla propria pelle.
Non so per quanto tempo stetti li ad osservarlo, a scorgerlo prima nelle brame del caldo e un minuto dopo in preda al gelo: sapevo cosa si provava.
Quando ormai non riuscivo più a sostenere tutto quel dolore nel suo viso, riaprì gli occhi: erano sempre azzurri, ma la parte esterna era rossa, probabilmente per il dolore.
<< Rian >>, mormorai accarezzandogli i capelli. Lui mi sorrise forzatamente, poi guardò Rick, Alisa, Sam e Lily, che si erano radunati attorno a lui.
<< Come ti senti, figaccione? >>, Penelope, entrata solo in quel momento nel salotto, smorzò leggermente la tensione, come solo lei sapeva fare.
Lui le fece un sorrisetto strafottente: << Sono rinato, Miss Moda >>, la apostrofò.
Risi: << Ma cavoletti! Sono l’unica che sviene qui dentro? >>, sbottai.
Rian rise, ma poi si posò una mano sullo stomaco: << Brucia >>, disse.
<< Hai bisogno di sangue, vieni >>, disse pronto Rick.
Presi un profondo respiro: << Verrei, ma… non voglio fare danni >>, era assai frustrante dire così, ma era meglio evitare l’evitabile.
<< Solo con l’esperienza si vince, sei in una vera e propria sfida e prima o poi devi combattere, per cui ti consiglio di cominciare da subito, se vuoi vincere >>, Alisa si era fatta seria e mi aveva invitata ad entrare in cucina.
<< Io… >>, mi morsi il labbro, non sapevo che fare.
<< Hei, andrà tutto bene >>, Rian si era voltato verso di me, nonostante la sete lo stesse divorando.
<< Ok >>, fu la mia risposta.
In cucina Rick riempì un bicchiere di sangue al vampiro Novello e il solo odore mi fece scordare tutta la volontà di resistere a cui avevo fatto appello prima di entrare nella stanza.
Dopodichè Rick porse un bicchiere anche a me, riempiendolo. Proprio in quel momento tutto il mio autocontrollo andò a fare un giro nel fiume e stritolai il bicchiere, ancora non del tutto pieno di sangue, con il solo risultato di ritrovarmi la faccia e l’aria circostante a me sporca di quell’ allettante liquido; fino a quel momento avevo sempre bevuto esclusivamente da sola.
Rian, scolato il suo bicchiere, si precipitò da me e in una frazione di secondo ripulì tutto il sangue sparso per terra: guardai attonita il vampiro davanti a me, non poteva… no doveva essere Rick l’artefice della pulizia; ma mi sbagliavo, poiché quest’ultimo guardava Rian con il mio stesso sguardo: allibito.
<< Come hai fatto? >>, chiesi, sentendomi uno schifo totale: lui, che era da mezzo minuto vampiro, non solo non aveva cercato di azzannare un amico per ottenere il sangue, ma lo aveva gestito.
<< Non lo so >>, ammise.
Rick ci guardò entrambi, poi disse: << Penso che la situazione sia sotto controllo, vi lascio un attimo soli >>, detto ciò si accomiatò.
<< Non puoi negarlo ora, sono un vero e proprio mostro >>, mormorai, appoggiandomi al muro.
Lui mi raggiunse ad una velocità sovrumana e con un dito bagnato mi accarezzò il viso, ripulendolo da un rivolo sangue che io stessa mi ero spruzzata involontariamente. Non fu il gesto di per se a farmi battere il cuore ai mille, ma fu il modo in cui lo fece: intimo. Si leccò il dito sporco di sangue, poi mi guardò: << No che non sei un mostro: ognuno ha i suoi difetti e le sue doti, fidati di me: vincerai questa sfida >>.
Ma nessuno dei due, lo sapevo, poteva esserne certo.
Appoggiai il mio capo sul suo petto: << Avrei potuto fare del male a te e a Sam, senza alcuno forzo… che cosa potrebbe essere, se non un mostro, colui che fa del male alle persone che più ama? >>, chiesi sfinita.
<< Stai sbagliando tutto, piccola >>, ed ecco che quel “piccola”, mi fece accelerare ancor di più il battito del cuore: un altro gesto dolce e mi sarebbe saltato via dal petto.
<< Ascoltami bene: tu puoi fare del male, ma non vuoi >>, continuò, stringendomi tra le sue forti braccia.
<< Lasciamo perdere me, tu come ti senti, sei appena diventato un vampiro >>, gli sorrisi, cercando di dimenticare la mia parte oscura.
<< Io sto benissimo… ora non sento nemmeno il bruciore allo stomaco >>, disse sorridente.
Presi un profondo respiro: << Rian io… >>, io mi ero innamorata perdutamente di lui, potevo negarlo a tutti, ma non a me stessa. Mi guardò, con quei suoi occhi stupendi: << Tu devi semplicemente credere in te stessa >>, fu lui ha finire la mia frase, anche se non era esattamente così che avevo in mente di terminarla.
Mi prese il volto fra le mani e si avvicinò alle mie labbra, tanto che sentì il suo dolce respiro in volto. Aspettò. Si, aspettò perché non voleva che si ripetesse ciò che il giorno prima era successo; tuttavia quella volta non avrei opposto alcuna resistenza.
E allora mi baciò, mi regalò il mio primo vero bacio (senza contare quello di Sam, poiché nessuno dei due amava veramente l’altro).
Fu un bacio che, invece di farmi uscire il cuore dal petto, mi fece saltare due battiti.
Fu il bacio più dolce che qualcuno potesse regalare o ricevere; le sue lebbra erano appena socchiuse sulle mie.
Quando mi lasciò fece il sorriso più bello che io vidi mai: << Sei assolutamente un mostro schifoso nel baciare >>, fu il suo commento, fra un risolino e l’altro.

SPAZIO AUTRICE: Ciao a tutti! come noterete sono riuscita a postare oggi, nonostante il viaggio.
Spero che questo capitolo sia gradito, fatemi sapere!
baciotti!! X)

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Capitolo 12
*** Si, mi sono innamorata! ***


12. Si, mi sono innamorata!!

<< Stai dicendo che bacio male? Ma se manco mi hai sfiorato le labbra >>, dissi scherzosa dandogli un pugno giocoso sul petto.
<< Altrochè… uno schifo >>, disse, mentre mi intrappolava le mani dietro la schiena.
<< Perché tu hai fatto il corso per imparare a baciare? >>, chiesi ridendo.
Lui rise e, lasciandomi libere le mani, mi strinse in un abbraccio stupendo.
<< Si, si ok… vi amate tanto e buona li, però! Qui c’è chi si deve nutrire >>, Penelope entrò in cucina tutta saltellante e felice poi, aprendo il frigo per prendere un pezzo di formaggio, mi fece l’occhiolino.
<< Per oggi passa, ma domani siete voi che dovete apparecchiare >>, disse Lily, entrando sorridente.
<< Grazie >>, dissi, mentre uscivo dalla cucina.
Sam era seduto sul divano con il capo chino e la schiena curva: aveva capito cos’era successo.
“Parlaci”, mimò con le labbra Rian, dopodichè annunciò a voce alta: << Io vado su >>, e salì le scale.
<< Hei >>, mi sedetti incerta accanto a Sam.
<< Senti, so che il mio comportamento non è stato tra i migliori, però io non ti amo… insomma ti voglio un gran bene e nonostante sia passato poco tempo sento di essere veramente a casa qui con voi; tuttavia so di essermi innamorata di una persona e quella persona non sei esattamente tu >>, sperai di non sembrare cattiva.
<< Lo so, mi dispiace di averti incasinato le idee >>, borbottò.
<< Hei, promettimi che se dovrai in qualche modo soffrire per me, me lo dirai e vedremo di sistemare le cose >>, lui mi guardò, come se ciò che dissi fosse un’eresia, ma poi sorrise: << Ok >>.
<< Un’altra cosa >>, continuai. << Quando mi hai Persuasa potevi benissimo farmi innamorare di te, invece hai fatto si che io avessi un futuro sicuro… perché? >>.
<< Ci si comporta così quando si ama qualcuno >>, rispose, ora guardandomi negli occhi.
<< Già… bhe, grazie >>, risposi tentennante.
<< E ora sarà meglio che andiamo a mangiare, sto morendo di fare >>, annunciò alzandosi.
Tuttavia, prima che entrassimo in cucina, lo abbracciai: << Ti voglio bene >>.
Lui, con un respiro profondo, rispose: << Anche io… credo >>.

Ero seduta nel divano della stanza che io e Rian condividevamo: lui mi teneva un braccio attorno alle spalle ed io mi appoggiavo sulla sua con la testa.
<< Cosa avete detto poi tu e Sam? >>, mi chiese accendendo la televisione.
<< Non fare finta di non avere ascoltato >>, dissi ridendo.
<< Era solo una cortesia >>, disse baciandomi il capo.
<< Pensi sia stato ingenuo innamorarmi di te nonostante è da poco che ti conosco? >>, chiese.
<< Sarà un’altra dote dei vampiri, affezionarsi in fretta intendo… e anche se fosse, siamo in due ad avere fatto questo errore >>, scrollai le spalle.
<< Non provare a farmi il terzo grado >>, continuai vedendo la sua furba espressione.
Cominciò a farmi il solletico: << Cos’è un ricatto questo? >>, chiesi tra uno spasmo e l’altro.
<< Mettila come vuoi >>, disse sorridendo alla vista di me che scalciavo nel tentativo di allontanarmi da lui.
<< Ok… ok, basta! Smettila >>, mormorai senza fiato. << Solo tre domande >>, acconsentì.
Alzò un sopracciglio: << Va bene… allora: il colore preferito, il gusto del gelato e un eventuale animale domestico >>.
<< Allora, colore preferito verde; gusto del gelato nutella e ho avuto un gatto: è morto due anni fa e non ho avuto più il coraggio di prenderne un altro. Si chiamava Igor, ma dato che tutti odiavamo quel nome lo chiamavamo semplicemente Ciccio >>, dissi sorridendo al ricordo del mio gatto siamese: quanto mi mancava!
<< Chi glielo ha dato il nome? >>, chiese curioso.
<< Mio padre, ma ora tocca a te: ti pongo le stesse domande >>.
<< Colore blu scuro; gusto del gelato nocciola e ho un cane da caccia Lip, che adoro. Quando mio padre morì, mia madre volle mantenere l’usanza di tenere almeno un cane da caccia in casa, ma ora che anche lei è morta e io sono qui, Lip è gestito da mio nonno >>.
Mi riappoggiai a lui, ottenendo dolci carezze sul capo. << Rian… >>, comincia dopo un attimo di silenzio, incerta se parlargli dei pensieri che mi frullavano in testa, esasperandomi.
<< Sono qui >>. << Mi dispiace che per causa mia tutti voi ne dobbiate subire le conseguenze, intendo per il Faraone e poi: c’è davvero un altro modo, se non la sua morte e di conseguenza la mia? >>.
Si allontanò leggermente per guardarmi negli occhi, poi sussurrò: << Siamo una famiglia ed è questo che si fa in quest’ultima, si gioisce e si soffre insieme e poi, bè, non permetterei mai che ti accada qualcosa… ovvio che troveremo un altro modo >>, ma non poteva saperlo.
Mi morsi il labbro, abbassando lo sguardo, ma lui mi prese il viso fra le mani per costringermi a guardarlo: << Smettila di fare la Bella Martoriata >>, era un ordine.
<< Allora dobbiamo trovare alla svelta un’altra soluzione >>, ma non mi lasciò finire di parlare che mi baciò. Fu un bacio diverso da quello del pomeriggio: le sue labbra si schiusero e anche le mie, ma restarono immobili.
Dopo un’eternità o un minuto (non ebbi la cognizione del tempo) mi lasciò e mi avvolse in uno dei più dolci abbracci.
<< Risolveremo questa faccenda, te lo prometto >>, detto ciò si alzò e spense la tivù, che non avevamo degnato, e mi prese la mano per aiutarmi ad alzare.
<< Ora sii serena e fai tanti bei sogni >>, mi scortò fino in camera mia, poi mi sorrise.
<< Grazie Rian… d’avvero >>, lui ammiccò.
<< ‘Notte >>.
<<’Notte >>, e con un bacio dolce si congedò.
Decisi di farmi una veloce doccia calda per alleviare la tensione, ma soprattutto per aver tempo di pensare a Rian, a noi insieme.
Una volta a letto non ci misi molto ad addormentarmi: il mio cuore era leggero, poiché una parte l’ avevo regalata a lui.

SPAZIO AUTRICE: Ok, forse è un pò tanto (giusto per usare un'italiano molto corretto XD) dolce, ma doveva per forza esserci un capitolo mieloso nella mia fic :)
Come noterete non è molto lungo, ma spero esauriente.
Inoltre vi posso dire che mi impegnerò a postare sempre costantemente come fino ad ora ho fatto, ma vi avviso che la scuola (anche se iniziata da poco) mi sta massacrando :) Al prossimo Giovedì!! X)

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Capitolo 13
*** Piano ***


13. Piano

Erano giorni ormai che cercavamo una soluzione al problema “faraone”, ma non ne venivamo fuori, nonostante i numerosi tentativi di Rick per scoprire qualcosa.
<< Potremmo rompere l’Affinità Sanguinea tra il signor Egitto e Daila, così da poterlo far fuori senza uccidere lei >>, aveva proposto Penelope una volta.
<< Ci ho pensato anche io >>, aveva detto Rick. << Il problema è che per spezzare un’Affinità bisogna che Daila ne crei una con qualcun altro e di conseguenza dovrebbe essere Prosciugata, ma non essendo più un’Aspirante non può ricevere quel qualcosa che le permetterà di sopravvivere all’atto >>.
<< Merda >>, avevamo commentato all’unisono Sam ed io, mentre Rian diventava sempre più teso.
Mi destai dai miei pensieri, tornando con i piedi per terra: la doccia che per l’ennesima volta avevo fatto mi aveva riposata troppo e cosa serviva per evitare che mi rilassassi a quel modo? Un po’ di Rian: a ogni suo bacio il mio cuore gioiva e partiva al galoppo con mille battiti in più al secondo.
Socchiusi la finestra, notando che ormai la luna era alta nel cielo, e uscì dalla camera trovando Rian sul divano che mi aspettava. Mi sedetti accanto a lui, ottenendo un dolce bacio: era molto più intenso di quelli precedenti, ma mi limitai a ricambiarlo.
Intrecciò le mani ai miei capelli ancora umidi e mi avvicinò a se, lasciandomi desiderare solo di stargli accanto, per sempre.
Improvvisamente tornò a galla un pensiero che da un po’ di tempo mi frullava in testa, così decisi di spostarmi leggermente per poter parlare con Rian, ma lui mi precedette: << Stai per rovinare questo momento fantastico, vero? >>, chiese.
Risi: << Forse >>.
<< Allora non mi interessa >>, annunciò, prima di ricominciare a baciarmi. Per un momento mi abbandonai, ma poi mi scostai e mi sedetti sulle sue ginocchia, per potermi concentrare meglio. Fece una smorfia: << Sei davvero testarda >>, ma poi mi sorrise e mi diede il tempo di elaborare la domanda.
<< Hai mai… insomma, quante ragazze hai avuto, prima di me? >>, chiesi, inceppandomi non poco.
Lui scoppiò a ridere: << E io che pensavo fossi seria >>, mormorò tra un risolino e l’altro. Mi girai verso di lui, lanciandogli un’occhiataccia.
Divenne allora serio e parlò: << Non penso che sia importante, ma se lo vuoi sapere tu sei l’unica che abbia mai amato, però… >>, ecco! Ti pareva che non dovesse esserci un però.
<< Però ho avuto un’altra ragazza, prima di te. Ma ero piccolo, è stato alle medie, poi lei si è trasferita… ma già da prima avevo capito che non faceva per me, per cui si è chiusa qui la storia >>, mi morsi il labbro, il che lo fece sorridere: << E’ stupendo >>, disse fiero di se.
<< Smettila…. >>, borbottai; sapevo a cosa si riferisse: il fatto che io fossi gelosa lo decantava.
<< Non bisogna mai essere gelosi del passato di una persona >>, affermò poi con fare più serio.
<< E tu? >>, chiese.
<< Ma non hai appena detto che… >>, non mi lasciò finire di parlare, che mi posò un dito sulle labbra: << Non è essere gelosi, è voler sapere di più sulla propria ragazza >>.
Gli lanciai un’occhiataccia, ma poi mormorai sul suo dito: << Sei l’unico a cui io abbia mai donato il mio cuore >>, quella frase l’avevo letto in un libro, non mi ricordavo quale, ma non avrei mai pensato che potesse essere pronunciata dalle mie labbra.
Lui sorrise e mi baciò di nuovo, sprigionando in noi una dolce passione. Anche se una vocina dentro di me mi continuava a dire di non allontanarmi da Rian, lo feci: << Sto per rovinare un’altra volta questo momento >>, dissi.
Lui fece un sorrisetto: << D’accordo… ma sii sbrigativa, non ho proprio voglia di preoccuparmi, oggi >>, acconsentì. Lo capivo, insomma ci angosciavamo sette giorni su sette per trovare un qualcosa che sconfiggesse il Faraone e che non prevedesse anche la mia morte: era lecito che fosse stressato e che avesse bisogno di un po’ di spensieratezza.
<< Sto provocando un sacco di casini e rischio che Shara con quel suo mostro vi distrugga… a volte penso se non sia meglio andare volontaria da Kangal Rae, finendola li >>, sapevo che era l’unico con il quale non dovevo parlarne, ma lui solo mi aveva dato la forza di affrontare l’argomento.
<< Non provare mai più a dire una cosa simile Daila Carter Swail >>, mi rimproverò allontanandosi da me. << Questa storia avrà una fine che NON prevedrà la tua morte, ma la sua >>, il suo tono non ammetteva repliche: sapevo, dopotutto, che la risposta sarebbe stata quella.
Non avrei avuto il suo appoggio per il piano che da alcuni giorni mi frullava in testa e nemmeno quello di Rick, se è per questo. Tuttavia avevo bisogno di quello di Alisa: l’avrei dovuta convincere in qualche modo; per quella sera, però, dissi basta ai tormenti e mi abbandonai fra le braccia di Rian, dimenticando ogni altra cosa al mondo se non lui, il mio Rian.

Il giorno dopo ero scesa in cucina per prendere del sangue, respirando profondamente e cercando di comportarmi come un qualsiasi altro vampiro di quella casa: ero l’unica, oltre a Sam, ad avere problemi con il sangue, nonostante Rian fosse da meno tempo di me vampiro.
Giunta a destinazione vi trovai Alisa, seduta sul piano di lavoro, con un bicchiere di sangue in mano. Respira, respira, respira e stai calma; continuavo a ripetermi. Riuscì a prendere un bicchiere e ha versarci dentro il liquido scarlatto in maniera meccanica senza distruggere niente: andava leggermente meglio.
Una volta svuotato il bicchiere sorrisi: non mi ero avventata su Alisa, un punto a mio vantaggio! << Senti Ali >>, cominciai; ora o mai più: Rian dormiva ancora, Rick era nel suo studio per delle ricerche, Lily e Penelope stavano cercando un nuovo taglio per quest’ultima, mentre Sam era uscito a prendere la pasta (costretto da Lily, che non aveva voglio di recarsi al supermercato).
<< Odio quel soprannome >>, mi interruppe.
Io le sorrisi: << Ok, ok… senti, mi devi promettere una cosa >>.
<< Certo, tutto quello che vuoi, ma prima devi farmi un favore >>, disse. Evidentemente non si rendeva conto di quanto fossi seria.
<< Certo >>, fu la mia risposta.
<< Descrivimi Rick, e guardami negli occhi >>, come primo impatto pensai ad un’altra dote da vampiro, ma poi mi resi conto che era la parte umana che esigeva attenzione e non quella del vampiro.
Ancora un po’ confusa, cominciai la descrizione: << Rick è un ragazzo muscolo, alto e bruno, è in gamba a gestire lezioni grazie alla sua voce autoritaria e presente >>.
<< Ok, ora guardami… vedi i cuori nei miei occhi? >>, chiese entusiasta.
Io scoppiai a ridere, cominciavo a capire: << Bè i cuori no, ma mi sembri un bel po’ innamorata >>; Alisa cominciò a gongolarsi, senza dire nulla.
<< Me ne vuoi parlare? >>, domandai disponibile.
<< Prima mi dici cosa ti devo promettere >>.
Divenni seria: << Ho trovato un modo per sconfiggere il faraone, ma per farlo ho bisogno di te… mi devi Materializzare da Kangal Rae ed io farò il resto, però nessuno lo dovrà sapere, altrimenti non approverebbero >>, feci una pausa, ma vedendo il suo sguardo disapprovato aggiunsi: << Potrai venire con me così da controllare che io non stia per intraprendere una missione suicida! Solo che se gli altri lo sapessero direbbero che è troppo pericoloso >>, il faraone voleva sole me: non vi era motivo perché facesse del male ad Alisa, quindi poteva venire.
Mi sentivo veramente uno schifo a mentirle così, ma l’unica cosa da fare era salvare coloro che amavo, ad ogni costo.
<< Senti >>, continuai dato che non proferiva parola. << E’ una minaccia imminente per tutti coloro che amiamo! A questa storia va scritto un finale e anche subito >>, quelle parole sembrarono riscuoterla un poco.
<< Ok… >>, approvò. << Ma quale sarebbe la tua soluzione? >>, ecco la domanda che più di tutte temevo.
<< Non posso parlarne, potrebbero sentire >>, dissi abbassando ancora più la voce.
Lei alzò un sopracciglio: << Come faccio a sapere che non stai per intraprendere una missione suicida allora? >>, chiese.
<< Perché vi farei soffrire più di quanto soffrireste se vi verrà fatto del male… vi conosco >>, poteva sembrare vero, ma in realtà non lo era.
<< Ok, d’accordo >>, sembrò un po’ più disponibile, ma non si poteva ancora cantar vittoria.
<< Quindi, mi Materializzerai? >>, chiesi, volendo essere sicura.
<< Ci Materializzeremo questa stessa notte >> affermò.
<< Mi prometti che non lo dirai a nessuno? >>, chiesi per un’ulteriore conferma.
<< Te lo prometto >>, rispose, fidandosi di me. E fu quello a farmi sentire uno straccio: si fidava ciecamente di me, mentre io le mentivo.
Le sorrisi e cercai di non farmi prendere dal panico: stavo per morire, d’accordo, ma quell’atto avrebbe sicuramente giovato a molte persone, ecco cosa mi faceva andare avanti.

SPAIZO AUTRICE: Ragazziiiii scusate! La scuola mi sta letteralmente MASSACRANDO! Solo grazie alla febbre e di conseguenza al mio stare a casa oggi da scuola mi ha lasciato postare il tredicesimo capitolo... spero vogliate perdonarmi per l'assesza !!! Posterò il prima possibile ancehe il quattordicesimo capitolo :)

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Capitolo 14
*** It's time ***


14. It’s time

Era il momento di salutare tutti, senza ovviamente fare capire loro le mie intenzioni, poiché quella sarebbe stata l’ultima volta che li avrei visti. Lo ammetto: avevo paura della morte, ma in tutti i libri che avevo letto si diceva fosse più breve che addormentarsi e, per di più, non ci volevo pensare per paura di mandare tutto all’aria a causa del mio timore.
Così, nel pomeriggio, andai nella camera condivisa da Lily e Penelope con la scusa di regalargli le caramelle gommose, rubate a Sam, che loro adoravano.
<< Hei ragazze! Ditemi se non sono una vera e propria vampira? >>, feci un'entrata trionfante, sfoderando la mia miglior parte da attrice.
<< No, non ci credo! >>, saltò su Penelope, interrompendo la treccia che stava facendo ai capelli di Lily.
<< Credici, invece >>, saltellai fino al letto ove stavano le ragazze per buttare in mano a Penny la scatola di caramelle.
<< Sam ce le teneva nascoste, lo sapevo! >>, strillò Lily, tenendosi stretta con una mano la treccia incompleta e afferrando una caramella con l'altra.
<< Cosa mi merito? >>, chiesi, cercando di sembrare il più entusiasta possibile.
<< Un abbraccio!! >>, urlarono all’unisono le ragazze, al che ci abbracciamo strette.
Cercai di assaporare quel momento il meglio possibile: mi sarebbero mancate da morire!

Prima di cena, alla quale avrei preso parte solo per bere un pò di sangue, mi recai in camera di Rick, per portargli le sue magliette appena stirate da Alisa; lei si che era un problema: era tutto il giorno che osservava, come un falco la sua preda, i miei movimenti nel timore che gli stessi nascondendo qualcosa.
<< Rick, posso? >>, chiesi bussando.
<< Certo, Daila, vieni >>, mi invitò, educato come sempre.
La stanza era illuminata da una luce soffusa e il vampiro stava lavorando a computer: << Ti ho portato i tuoi panni appena stirati >>, annunciai avvicinandomi al pc, per poi assumere un tono più serio: << Stai lavorando ancora per me? >>, chiesi.
<< Si, ma purtroppo non c'è nulla che possa aiutarci a porre fine a questa storia >>, ammise grave. E invece c'era, ma cercai di distogliermi dal pensiero della mia morte imminente e mi concentrai su Rick. << E' meglio che tu ti riposa, continueremo domani >>, gli dissi premurosa.
Lui mi sorrise e si alzò dalla sedia, dopodichè mi posò una mano sulla spalla: << Troveremo un modo, vedrai >>, no, non lo avrebbero trovato. Mi limitai ad annuire, poi mi avviai verso la porta per la cena. Con il sangue andava molto meglio, così mi bevvi il mio bicchiere senza troppi problemi.
A cena finita decisi che era il turno di Sam, così dissi: << Aspetta Sam, devo dirti una cosa che non ti piacerà tanto >>, a queste parole Penny e Lily cominciarono a ridere freneticamente e Rian mi guardò senza capire.
Presi per un braccio Sam e lo condussi in camera sua: << Ti ho preso le caramelle che avevi rubato a Penelope e a Lily >>, annunciai una volta davanti alla sua scrivania priva di quest’ultime, con un sorriso beffardo in volto.
<< Ma no! Mi hai rovinato il piano >>, urlò cominciando, però, a ridere.
Sorrisi anche io: quanto mi sarebbe mancato quello sguardo solare e quei capelli color del grano! Improvvisamente il ragazzo mi prese e mi buttò sul suo letto, cominciando a farmi il solletico.
Iniziai a ridere anche io, trattenendo a stento le lacrime non per il solletico, ma perchè non avrei sopportato il fatto di non poterlo rivedere mai più; inaspettatamente mi si formò un groppo in gola che non riuscì a scacciare.
<< Ti voglio bene >>, dissi, quando smise di farmi il solletico.
<< Cos'è questa improvvisa manifestazione di affetto? >>, chiese felice.
Feci spallucce, prima di ritrovarmi protetta in uno di quei suoi abbracci dolcissimi; dovetti respirare per dieci volte per ricacciare indietro le lacrime, e trenta prima di staccarmi per l'ultima volta da lui.

Quando entrai le salotto mio e di Rian, lui mi accolse con un sorriso: << Sei migliorata tantissimo con il sangue >>, mi fece notare, cingendomi la vita.
<< Ma tu non hai avuto bisogno di migliorare, sei stato super fin dall'inizio >>, ribattei.
Lui si girò verso di me, mi prese il viso fra le mani, mi guardò un istante, poi mi baciò. Ecco tutto quello di cui avevo bisogno in quel momento: un suo bacio.
Intrecciai le mani ai suoi capelli, mentre mi stringeva a se.
<< Ti amo >>, mormorai, scostandomi un poco.
<>.
<< Senti, questa sera ho un pò di mal di testa, preferisco andare a dormire presto e forse è meglio se lo fai anche tu >>, improvvisai indicando i suoi pesti sotto gli occhi, che vi erano realmente.
<< Si, in effetti mi sento assai stanco >>, affermò lui. << In questi giorni ho aiutato Rick fino a tarda notte per trovare qualcosa che ci potesse aiutare a sconfiggere Kangal Rae >>, ammise.
Scossi la testa, contrariata: << Non avresti dovuto >>. Lui scrollò le spalle: << A domani, amore >>, era la prima volta che mi chiama a quel modo, il che mi fece venire una fitta al cuore: sarebbe stata non solo la prima, ma anche l'ultima volta che mi avrebbe chiamata così.
<< A domani >>, gli risposi, abbandonandomi al nostro ultimo dolce bacio.
<< E' tempo >>, disse Alisa, una volta uscite entrambe nel boschetto dietro la casa che consideravo ormai mia. Erano le tre di notte.
<< Sei pronta? >>, chiese, prima di creare il vortice.
<< Prontissima >>.
<< Andiamo allora >>, e mi sentì risucchiata, strappata via dal mio mondo e da coloro che amavo.
Una volta giunti davanti alla ormai famigliare casetta avvolta dalla neve, mi sentì mancare il fiato: veramente sarei riuscita ad uccidermi? Ma improvvisamente un pensiero mi vorticò in mente: "non sarò io ad uccidermi, ma convincerò lui a farlo su di se, così sono sicura che lui morrà, ed io con lui, ma non per mia mano".
<< Alisa, fammi entrare da sola, così non sospetterà nulla: so che Shara non c'è, lo sento >>, la avvisai. << Se vuoi guarda da fuori >>, le dissi poi.
Lei annuì: << Sii prudente >>.
<< Contaci >>, ormai piena di coraggio entrai fiera nella casa, trovandomi davanti Kangal Rae, seduto su una sedia a dondolo.
<< Ci si rivede >>, mugugnò.
<< Già e questa volta non sei intenzionato a uccidermi, vedo >>, constatai.
<< La mia padrona sta introducendo all'interno delle mie vene il male, ma ancora un pò di sangue buono è rimasto e mi ha detto di farla finita >>, era incredibile come un ragazzo all'apparenza bello e maturo, parlavo come un bambino, un burattino comandato da una spietata burattinaia.
<< E come pensi di "farla finita?" >>, chiesi, con voce lieve ma sicura.
<< La vedo la tua amica sai >>, disse, senza rispondere alla mia domanda.
“La farò finita così, con questo pugnale che ho in tasca”, sentì la sua voce, ma la bocca non si muoveva: l'Affinità Sanguinea era in grado di donare un collegamento più intimo tra i vampiri presi in causa, a quanto pareva.
“Ti sto aspettando per il tuo stesso motivo: la faremo finita questa stessa notte, senza che la rossa si accorga di niente... prima che la mia parte malvagia prevalga, voglio salvare coloro che in un futuro potrò torturare come fa ora Shara.”
Di nuovo la sua voce e mi commossi: eravamo entrambi pronti a sacrificarci.
<< Ebbene sia, allora >>, dissi, affrontando la morte con più coraggio di quanto mi aspettavo di usare.
<< Fallo ora! >>, urlai e il faraone pose fine alla malvagità che alleggiava dentro di lui; pose fine alla sua lunga vita; alla mia esistenza e a tutte le sofferenze terrene con una semplice coltellata al suo cuore e al mio, di conseguenza.

SPAZIO AUTRICE: ed ecco anche il quattordicesimo capitolo... che ne pensate? :)

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Capitolo 15
*** Non può essere... proprio no ***


15. Non può essere… proprio no

Sapevo di essere morta, ma non ero triste: la mia azione avrebbe procurato una vita più serena alle persone che amavo, malgrado la mia morte avrebbe potuto appesantirle.
Mi ricordavo solo di aver provato tanto dolore, di essermi macchiata di sangue la maglia sebbene il pugnale non mi aveva sfiorata; avevo sentito Alisa urlare e poi il buio più assoluto.

Parte Rian No, non poteva essere, non era vero…
<< L’ha uccisa! >>, sbottò Lily correndo verso il corpo bianco e talmente indifeso di Daila. << No, non può essere >>, fu l’unica cosa che riuscì a proferire, prima di fiondarmi accanto al corpo accasciato della mia ragazza e prenderle la testa tra le mani.
<< E’ tutta colpa mia… è come se l’avessi uccisa io >>, piagnucolò Alisa.
<< Lei. Non. E’. Morta >>, borbottai, quasi in un ringhio, facendo lunghe pause tra una parola e l’altra. << Guarda! >>, sbottò Alisa indicandomi il faraone inerme sul pavimento di marmo; il pugnale infilzato nel cuore, la camicia macchiata di sangue nello stesso punto in cui era macchiata la maglia di Daila.
Come avevo fatto a non capirlo? Mi sentì maledettamente uno schifo: ci aveva salvati, tutti quanti; lei, un essere così minuscolo e fragile! Ed io non avevo mantenuto la promessa fatta a me stesso, non l’avevo protetta come mi ero giurato di fare quando l’avevo vista sporca di sangue nello scontro avuto con Sam.
<< Ci deve pur essere un modo! >>, saltò su Rick, inginocchiandosi accanto a me, che ancora reggevo la testa della ragazza.
Mi morsi il labbro: << Rick, ti supplico… dobbiamo salvarla >>.
Lui non mi rispose. << Rick! E’ l’unica cosa che mi è rimasta… ti prego >>, sembravo un bambino, ma era l’unico modo in cui riuscivo a esprimermi in quel momento.
Scosse la testa: << Un vampiro non muore di vecchiaia o di malattia, ma se viene ucciso non può rinascere… >>.
<< Stai dicendo che è veramente… >>, Penelope parlò per la prima volta, asciugandosi le lacrime. << Merda! Dobbiamo portarla via di qui prima che torni Shara >>, saltò su Alisa, leggermente riscossa, mentre camminava frenetica su e giù per la stanza.
<< E a che pro? E’ morta, ecco tutto ciò che voleva quel mostro! >>, sbottai, in preda al panico.
<< Rian, calmati >>, mi ordinò Rick, rialzandosi.
<< Calmarmi? Ma io… lei… >>, farfugliai.
Sentì Lily poggiarmi una mano sulla spalla e sussurrare: << Rispondere male a noi non la riporterà in vita… dobbiamo ragionare con calma, ma anche in fretta, il che potrebbe essere sciocco e insensato, ma vero. Senti, prima che diventi paranoica, se già non lo sono, prendila e riportiamola a casa >>.
Respirai profondamente.
<< Senti, non vi ho portato qui perché vi comportiate da bambini! >>, ora la voce di Alisa era decisamente più matura e autoritaria.
Sam, che non aveva ancora parlato, si avvicinò semplicemente a me quando mi rialzai con Daila in braccio, per scostarle un capello dal viso.
<< Tu forse saresti riuscito a salvarla >>, gli mormorai.
<< Non dire cazzate, è te che ha sempre voluto >>, non era di quello che stavo parlando, ma non mi soffermai troppo sul discorso.
<< Sam, pensi che sia davvero… >>, non riuscì a terminare la frase.
<< Il cuore non batte >>, rispose, mentre i suoi occhi si gonfiavano ricolmi di lacrime, che però non versò. Mi si formò un groppo alla gola, a causa del quale dovetti far appello a tutte le mie forze per riuscire a non piangere.
<< Rian, ti sei fatto uscire il sangue dal labbro! Smettila di morderlo se non lo vuoi sfregiare del tutto >>, osservò seria Penelope.
Lily si appoggiò a Sam mentre Alisa si concentrava per creare il vortice; Rick guardava Daila e di tanto in tanto osservava anche me e Alisa; Penelope stringeva il braccio di Rick talmente forte che lo avrebbe potuto spezzare, mentre Sam guardava la ragazza che portavo in braccio, solo lei.
<< Ferma! Aspetta… c’è qualcuno >>, Rick si affacciò alle scale che conduceva al piano superiore.
Aguzzai l’orecchio e, in effetti, sentì un lieve gemito e qualcosa farfugliato da una debole voce, qualcosa come: << Aiuto >>. Alisa alzò lo sguardo, il vortice non ancora iniziato e anche lei si concentrò, ma era evidente che qualsiasi essere ci fosse in quella casa non era pericoloso.
In una frazione di secondo Rick salì le scale e tornò con una ragazza in braccio, dalle braccia graffiate e il collo sporco di sangue vecchio. Aveva il segno di morsi in più punti del corpo, ma non fu ne l’odore del sangue, ne la vista delle disagevoli circostanze della ragazza a mozzarmi il fiato; fu la vista di lei. Era viva! Dio, non poteva essere! Era identica a quando l’avevo vista l’ultima volta: i capelli corvini che la facevano assomigliare a un’indiana, il viso tondo, gli occhi scuri e a mandorla.
Era lei.
Sentì Sam immobilizzarsi all’odore del sangue, così cercai di non respirare per non ridurmi nella sua stessa situazione.
<< Portiamola con noi, la medicheremo… Alisa, prendi Sam >>, ordinò poi Rick e la ragazza obbedì. Era incredibile quanto potesse essere più forte di lui, anche se era probabile che l’ età avanzata della ragazza le offrisse più forza.
Mi strinsi al petto Daila, come se potessi ancora proteggerla, e dissi: << Alisa deve creare in fretta il cerchio! E’ probabile che a Shara possa venire in mente qualcosa di poco carino… fai tenere in braccio Claire da Penelope e tieni tu Sam >>, dissi a Rick, sperando di riuscire a Materializzarci prima dell’arrivo di Shara.
<< Claire? Vi conoscete? >>, saltò su Lily.
<< Ha importanza ora? >>, cercai di deviare il discorso, senza guardare negli occhi la ragazza, che era ovvio mi mancasse.
<< Ok, prima che arrivi… >>, cominciò Alisa, ma fu interrotta da una voce melodiosa ma spregevole: << Chi deve arrivare, Rossa? Perché se è qualcuno di cui preoccuparsi mi unirei a voi nella fuga >>, era Shara.
<< Merda! >>, borbottai.
<< Senti >>, Rick prese come sempre in mano la situazione, nonostante tenesse ancora stretto Sam, che scopriva i denti inebriato dal sangue. Quel pensiero mi fece bruciare lo stomaco, ma non mi sottomisi alla tentazione.
<< Daila è… morta… ecco tutto quello che volevi! Ora lasciaci in pace >>, continuò.
<< Si, ma prima io dovevo torturarla! E invece oltre che a mandare all’aria i miei piani, mi ha fatto fuori il burattino, evidentemente non lo avevo istruito bene >>, rispose fredda Shara. Il vampiro castano diede un’occhiata di intendimento ad Alisa, che si concentrò senza dare nell’occhio per creare il vortice.
<< Penso che vi lascerò andare, ma senza la mia dispensa di cibo… la uso solo quando non ho voglia di giocare >>, ammiccò poi verso Sam, ancora stretto nella morsa di ferro delle braccia di Rick: << Creerà seri problemi a qualcuno se vi porterete dietro la ragazza; io, a differenza del biondino, so regolarmi in modo da non ucciderla. Con voi non durerà nemmeno un giorno, verrà mangiata prima >>, mi irrigidì a quel pensiero e cercai di scacciare il fantasma del passato che secondo dopo secondo riaffiorava in superficie.
<< Non lasceremo che a causa tua qualcun altro soffra >>, convenne Lily, determinata.
<< Ragazzi, non so chi voi siate… però, davvero, lei vince sempre >>, intervenne Claire con voce roca, tra un colpo di tosse e l’altro.
<< No, non questa volta… noi tutti abbiamo amato Daila e continueremo ad amarla, anche se tu ce l’hai portata via ed è vero, questa volta hai vinto. Ma non pensi che dovresti lasciarci Claire? Una vita con una vita >>, improvvisamente pronunciai quel discorso, sperando fosse dotato delle parole giuste. << Amare? L’amore? >>, sembrò turbata da quello che avevo detto, inoltre le sue parole non avevano senso.
<< No, non c’è niente di cui preoccuparsi >>, continuò Shara, parlando a se stessa. << Non la salverete comunque >>, e fece un sorriso strafottente.
<< Vuoi dire che c’è un modo per salvarla? >>, chiese Rick, allentando leggermente la presa sulle braccia di Sam, che sembrava più calmo.
<< Certo, ma non ve lo dirò mai >>, ed ammiccò.
Ringhiai, un suono basso, ma sicuro.
<< Non mi spaventi, bimbo >>, fu la sua risposta. Ed allora scoppiai; se non avessi avuto Daila in braccio mi sarei fiondata su di lei, anche se era ovvio che mi avrebbe battuto.
<< Non puoi non dircelo! >>, urlai, ringhiando.
Ma l’urlo di Alisa mi fermò: << Dentro! >>, e fui spinto dentro il vortice da Lily, perdendo così anche l’ultima occasione di riavere la mia Daila.

SPAZIO AUTRICE: sembra che la speranza che Rian provava con tutto se stesso di abbandonare sia diventata un'illusione...
:) ciao a tutti bellissimi, al prossimo capitolo!!

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Capitolo 16
*** You're too important for me ***


16. You’re too important for me

Mi accorsi di piangere solo quando Rick mi posò una mano sulla spalla:
<< Risolveremo anche questa >>, mi disse.
<< No, tu non capisci >>, borbottai, osservando il corpo esanime di Daila, adagiata dolcemente sul divano da me poco prima.
<< Dovremmo sotterrarla >>, disse Alisa tra le lacrime.
Presi un profondo respiro, nel tentativo di smettere di farmi rigare il viso dalle lacrime come un bambino, ma non ci riuscì.
Mi chinai per baciare per l’ultima volta quelle labbra morbide e dolci, dopodichè mi allontanai un poco.

Improvvisamente Daila emise un colpo di tosse e aspirò ossigeno.

<< Dio… >>, borbottai fondandomi nuovamente al suo fianco, ora si che singhiozzavo veramente! La ragazza respirò per tre volte di seguito, con avarizia, poi mi guardo e mi sorrise: << Ti odio >>, le urlai, accarezzandogli il viso.
<< Io ti amo >>, borbottò un po’ confusa.
<< Rick! Avevi detto che non possono “rinascere” i vampiri… >>, strillai poi verso Rick, la felicità mi traboccava dagli occhi e da ogni poro del mio corpo.
<< Ci deve essere una spiegazione >>, disse semplicemente l’interpellato sorridente.
<< La ramanzina posso fartela quando sarai in grado di rispondermi a picche >>, aggiunse ironico, facendole l’occhiolino.
<< Comunque, dato che tu ora stai meglio, o per lo meno respiri, e qui la situazione è sotto controllo, andrei a medicare Claire… se ho capito bene si chiama così, in modo che Sam possa ricominciare a respirare >>, detto ciò si recò in cucina con la ragazza insanguinata; non senza essersi, però, prima accertato che Daila stesse veramente bene.
<< Devo uscire di qui >>, ringhiò Sam, imbarazzato e innervosito per la sua debolezza; l’odore del sangue di Claire alleggiava nella stanza e tentava ognuno di noi, nel profondo: resistevo a stento. << Ha bisogno di sangue >>, disse Alisa indicando Daila. << Solo così si riprenderà >>, aggiunse, quando Sam fu uscito dalla casa.
<< Vado a prenderlo >>, annunciò Lily e si dileguò.
<< Come ti senti? >>, chiesi, quando nella stanza calò il silenzio.
<< Penso di avere il corpo pesante, faccio fatica a muovere le braccia, ma per una che in teoria doveva essere morta, mi sento bene >>, Daila abbozzò un sorriso.
Le accarezzai il braccio: << Senti l’odore del sangue della ragazza umana? >>, chiesi, evitando di chiamare Claire per nome.
<< Si, è snervante >>, borbottò.
<< Per lo meno sappiamo che sei ancora un vampiro >>, sdrammatizzò Penelope.
<< Ecco fatto >>, Lily porse il sangue a Daila, che lo ingurgitò, tenendo però a stento in mano il bicchiere, forse per la sua pesantezza alle braccia che poco prima mi aveva citato.
<< Va meglio >>, disse una volta svuotato il bicchiere.
<< Non pensarti salva, bimba! Ora devi riposarti e riprenderti, ma siamo assai arrabbiate con te! >>, le disse Penelope.
<< Offrirsi volontaria al faraone! >>, le fece eco Lily.
<< La ragazza è a posto >>, ci informò Rick, entrando nella stanza e interrompendo le ragazze. << Però deve ancora essere fasciata e conosco qualcuno che qui è un campione nelle fasciature >>, il ragazzo ammiccò ad Alisa che arrossi.
<< Corro da Claire >>, strillò felice la vampira e la vidi sparire in cucina.
<< Inoltre >>, disse Rick riprendendo la parola. << Mi ha accennato alcune nozioni interessanti su come potrebbe Daila essere ancora viva >>
<< Hai visto, tesoro? Non sei poi così anormale >>, intervenne Lily, tornando a sorridere. << Ma tornando a te >>, continuò poi Rick rivolto a Daila. << Dovresti riposare, domani parleremo di tutto ciò di cui c’è da parlare >>, detto questo si chinò su di lei per baciarle il capo: << Sei qualcosa di impossibile >>, sussurrò.
<< Bè, allora la accompagno di sopra >>, mi offrì poco dopo e, aiutandola ad alzarsi, la scortai in camera sua in silenzio.
<< Sto aspettando la tua sfuriata >>, borbottò, massaggiandosi a fatica il capo.
<< Con un soffio potrei ucciderti, non penso che sia questo il momento… rimandiamo a domani mattina >>, dissi disinvolto, scrollando le spalle.
<< D’accordo… resta mentre mi cambio, se non è un problema >>, sussurrò.
Le sorrisi e mi avviai verso la finestra: il cielo era pieno di stelle e la luna brillava, sembrava sorridere. << Ahi! >>, gemette Daila, il che mi fece piombare accanto a lei.
<< Che cos’è successo? >>, chiesi preoccupato.
<< Non riesco a slacciare i bottoni della camicia!! Le mani non rispondono gran ché ai comandi >>, piagnucolò sorpresa.
Le sorrisi: << Penso sia normale, vedrai che domani starai già meglio >>, dissi e mi avvicinai alla sua camicia. Ok, lo ammetto, divenni paonazzo nel farlo, ma cercando di ignorare l’imbarazzo slacciai uno ad uno i bottoni, con cautela, per paura di far male a quel fragile corpicino. Gliela sfilai con lentezza e la tenni sospesa: << Pensi che andrà via il sangue? >>.
<< Penso di si, buttala nel cesto dei panni da lavare >>, disse, insicura.
<< D’accordo… la tua maglia del pigiama? >> chiesi.
Indicò il cuscino con il capo, così lo alzai e vi trovai il suo solito pigiama grigio; sempre con cautela gli infilai la maglia per poi chinarmi per baciarla.
<< Grazie >>, mormorò contro le mie labbra.
Sorrisi: << Quando vuoi >>.
<< Con i calzoni penso di farcela da sola >>, disse allontanandosi appena da me.
<< Se vuoi ti chiamo Lily o Penelope >>.
<< No, non in quel senso. Dico che sono calzoni da ginnastica e dovrei sfilarli senza troppi problemi >>, di colpo le si arrossarono le guance.
Le accarezzai il rossore con un dito, ma poi mi allontanai per lasciarla cambiare.
Poco dopo me la ritrovai accoccolata fra le braccia nel letto: << Dormi, non c’è più nulla da temere >>, mormorai baciandole il capo e sperando che quelle parole potessero essere vere.
La vidi annuire appena e stringermi a se; fu in quel momento che capì quanto fosse realmente importante per me e che non avrei mai più permesso a nessuno di farle del male. Cercai, inoltre, di scacciare il pensione di Claire, poiché la cosa più importante in quel momento era che Daila fosse nuovamente con me.

SPAZIO AUTRICE: posto oggi, poiché domani si ricomincia la scuola e sicuramente farò fatica (: Spero che piaccia questo corto capitolo! baciotti

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Capitolo 17
*** Schermaglia ***


17. Schermaglia

Mi svegliai alle prime luci del mattino, mentre Daila dormiva ancora con il capo poggiato sul mio petto.
Non dovetti attendere molto che la ragazza si svegliò con uno sbadiglio.
<< Buongiorno >>, mormorai baciandola. Ricambiò il bacio, poi intrecciò le mani ai miei capelli e mise più passione in quest’ultimo.
<< Vedo che oggi vanno meglio le mani >>, scherzai facendola allontanare da me.
<< Non dovevi essere arrabbiato con me? >>, chiese, cambiando discorso.
<< In effetti si… il problema è che tu non ti rendi conto della gravità della tua azione >>, dissi.
Lei sospirò ed io continuai: << Non ti rendi conto del male che mi avrebbe fatto la tua perdita? Daila ho perso mio padre, mia madre… pensa come avrei potuto continuare a vivere avendo perso anche te! >>.
<< Senti, dovrebbe dispiacermi, ma non mi dispiace. Lo ho fatto per te, per voi! Non capisci proprio… >>.
<< No, Daila, sei tu a non capire… >>, sospirai, non volevo litigare.
<< Senti >>, cercai di abbonire la situazione. << L’unica cosa che io desidero ora è che tu non farai mai più un’azione simile. Mi auguro di non trovarci più in consimili situazioni, ma nel caso, promettimi che non metterai a repentaglio la tua vita per noi, per me >>, ecco tutto ciò che volevo.
<< Non posso >>, mugugnò.
<< Daila! >>, sbottai.
<< Non voglio litigare, Rian… ti prego >>, borbottò affondando la testa nel mio petto.
<< Giochi sporco >>, mormorai, accarezzandole i capelli.
<< Anche tu >>, ma non ero tanto sicuro che dicesse sul serio.
Alzò il capo per baciarmi e la accontentai: il bacio fu molto più intenso degli altri, tanto che dovetti imprigionarle le mani dietro la schiena per farle capire di non andare oltre.
Le sorrisi: << Devo sempre essere io quello responsabile? >>, chiesi.
Scrollò le spalle: << A quanto pare >>.
Scossi la testa, divertito dalla sua reazione: << D’accordo, scendiamo >>, le dissi e, una volta che si fu vestita, scendemmo le scale.
Sam, che era seduto sul divano, appena vide Daila scendere le scale le corse incontro e la abbracciò. << Scema >>, le disse all’orecchio mentre lei gli baciava la guancia. No, non ero geloso, solo che… repressi quei pensieri prima che diventassero più insensati di quel che già erano e diedi il buon giorno a Rick e Alisa (che si tenevano per mano!!) e alle ragazze.
<< Se vuoi chiamo Lily o Penelope >>, mimò Lily avvicinandosi al mio orecchio.
La scansai via con una mano, ridendo: << Era pura cortesia >>, dissi.
Lily mi diede una gomitata: << Come no >>, e mi sorrise. Ma quel paradiso finì quando vidi il viso di Claire: si era fatta le trecce, che la facevano sembrare ancor più un’indiana, e mi guardava aspettandosi un clamoroso saluto; che non arrivò.
<< Rian >>, mi chiamò.
<< Ciao Claire >>, dissi, disinvolto.
Le si avvicinò per abbracciarmi, mi sentivo lo sguardo di Daila addosso, ma quella ragazza mi mancava e non potei fare a meno di contraccambiare l’abbraccio.
<< Mi sei mancato >>, mi disse.
<< Anche tu >>, risposi, staccandomi e allontanandomi per raggiungere Daila.
Nella stanza calò un silenzio imbarazzante: nessuno si aspettava che io e la misteriosa ragazza-indiana ci conoscessimo.
<< Non dovevamo parlare di come Daila è ancora viva? >>, chiesi, cercando di evitare gli sguardi di tutti.
<< Si, giusto >>, disse Rick, sentendo il mio disagio.
<< Secondo Claire, che è stata per molto tempo la “riserva di cibo” di Shara e quindi ne sa più di noi, è stato il nostro amore per Daila a ridarle quel po’ di vita che l’odio le aveva tolto >>, continuò Rick, diplomatico come sempre.
<< Stai dicendo che il bacio che Rian ha dato alla Bella Addormentata qui è stato una specie di incantesimo? >>; chiese eccitata Penelope. Risi all’idea.
<< Non proprio, ma posso affermare che il bacio di Rian sia stata la ciliegina sulla torta >>, rispose Rick.
<< Fico e semplice >>, commentò Lily.
<< Ora tocca a me: primo, come ti senti Daila? >>, intervenne Alisa.
<< Secondo, complimenti per avermi ingannata in maniera così evidente e terzo… non sai quanto io sia felice che tu sia viva >>.
<< Allora, andiamo in fila >>, disse Daila. << Si, sto molto meglio di ieri, anche se un po’ di sangue non guasterebbe; in secondo luogo non mi dispiace di averti ingannata, ma tutto sommato sono felice di essere di nuovo qui con voi, mi sareste mancati da morire >>, a quelle parole sorrisi.
<< Provvedo per il sangue >>, saltò su Rick, vedendo la giovane vampira toccarsi lo stomaco. << Grazie >>, rispose la diretta interessata.
Poco dopo mi ritrovai solo con Daila, in salotto, a leggere la lettera di mio nonno, ove vi era semplicemente scritto come stavo e se tutto procedeva bene.
<< Rian >>, cominciò, ignorando il fatto che fossi impegnato.
<< Chi è? Perché non mi hai detto di conoscerla? >>, era ovvio di chi parlasse.
<< E’ Claire e, bè, non ho avuto tempo per le presentazioni, ieri sera >>, dissi scrollando le spalle. << Mi aspettavo più sincerità da te >>, ammise.
Presi un profondo respiro: << E’ un’amica d’infanzia, che però si è trasferita e solo ora ho scoperto che era stata presa da Shara >>, risposi semplicemente.
Restò un attimo in silenzio, dopodichè realizzò tutto: almeno mi risparmiò di dirlo.
<< E’ lei… è la ragazza >>, mormorò.
<< Bè… si >>, dissi.
<< E non sapevi che era nelle grinfie di Shara? >>, chiese.
<< Te lo ho detto, si è trasferita! Non ci siamo più sentiti dopo >>, ribadì. Odiavo mentirle, ma mio nonno si sarebbe arrabbiato assai se le avessi raccontato come stavano realmente i fatti. << Pensavo che almeno ogni tanto vi foste sentiti, non sei il tipo di persona che perde da un giorno all’altro contatti con la sua ex ragazza >>.
<< Allora forse non mi conosci bene >>, non sopportavo di doverle parlare in quel modo. Mi guardò un attimo, evidentemente offesa, dopodichè si alzò e se andò.
Questa non ci voleva, l’avevo appena trovata e già me l’ero fatta scappare.
Decisi di scrivere a mio nonno, gli avrei parlato di tutto, forse avremmo trovato un compromesso. Così, per evitare incontri di ogni genere, uscì in giardino e mi misi a scrivere sotto un albero di albicocche.

Caro nonno,
grazie per la lettera, per risponderti brevemente: si, sto bene, ma ci sono stati problemi con la ragazza che, ti ho scritto la scorsa volta, frequento. C’era di mezzo Shara, ma fortunatamente abbiamo tratto in salvo Daila, il problema è che da Shara c’era Claire.
So che tu combattesti con tutte le tue forze per poterla proteggerla da Shara, ma non ci riuscisti e, pur di non mettere me nei guai, condannasti lei. E’ ancora viva e grazie alle cure dei miei amici vampiri ora è come nuova. So che tu non vuoi che ne parli con alcuno, poiché stringesti un patto con quel malvagio vampiro: non avresti mai detto a nessuno che lei aveva una “riserva di cibo” che maltrattava a patto che lei non mi avesse fatto del male. Questo perché teme i vampiri più potenti, che se solo sapessero quel che combina la potrebbero annientare con niente… ma, nonno, questo mi ha portato a litigare con Daila e io non sopporto la sua lontananza, se solo tu lasciassi che il mio gruppo di vampiri sapesse, allora sarei più sereno. Loro non diranno nulla ad alcuno!
Scusa per la grande richiesta,
ti voglio bene.
Rian

Con un profondo respiro uscì e imbucai la lettera, sperando in un magnanimo "si" di mio nonno.

SPAZIO AUTRICE: ciao a tutti!! alloora, spero che questo capitolo vi sia piaciuto ;) Non spendo tempo in chiacchere e vi lascio leggere, sperando di ottenere vostre recensioni! Avviso che la fic è in via di conclusione...
spero sia cosa gradita X)

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Capitolo 18
*** 18. Problemi ***


18. Problemi

Durante il tragitto di ritorno verso casa, dopo aver imbucato la lettera, incontrai Claire che si era recata a fare due passi per schiarirsi le idee su quanto era appena successo.
<< Ieri sera mi chiedevo come hai fatto a dimenticarmi… cioè come hai potuto dimenticare noi! Come stavamo bene insieme, prima che Shara arrivasse e rovinasse tutto solo perché il mio è “un dolce sangue”!! >>, disse dopo un minuto di camminata silenziosa.
<< Senti >>, cominciai, cercando di chiarire le cose essendo, però, sincero… almeno con lei.
<< Io non ti ho dimenticata. So che mi ero innamorato di te, si, ma come potrebbe innamorarsi un ragazzo di undici anni! Ora so che Daila è la persona che amo… tu mi sei mancata da morire, ma ti voglio semplicemente bene >>.
<< D’accordo, penso di aver capito il tuo punto di vista >>, disse.
<< Non è un punto di vista! Sono i miei sentimenti >>, ribattei.
<< Ok, chiamali come vuoi. Ora cerca di capire i miei: sono stata rinchiusa in una casa, maltrattata e privata di ogni libertà per cinque anni senza mai dimenticare come passavo le mie giornate con te. E sapere di essere libera, ora, e di esserlo grazie a te, in parte certo, bè… mi fa sentire felice! Però tu, a quanto pare, non lo sei altrettanto >>, ma perché quel giorno le ragazze non mi capivano?
<< Tu non ti rendi conto di quanto sono felice che tu sia tornata! >>, sbottai fermandomi e prendendole un braccio.
<< Ma devi capire che noi due possiamo essere semplici amici >>, dopodichè glielo strinsi, come per infonderle sicurezza.
Lei sospirò, intrecciando la sua mano alla mia.
<< Non è questo il modo migliore di provare ad essere amici >>, le dissi, allontanando la nostre mani. “Non ci voglio provare”.
<< E invece devi! >>, possibile che non riuscisse a capire come stavano i fatti?
<< Cosa? >>, chiese confusa.
<< Mmm… terra chiama Claire >>, borbottai, disorientato.
<< Hai detto che invece devo, ma non capisco cosa >>, mi rispose.
<< Claire, mi hai appena detto che non ci vuoi provare, ad essere solo amici, ed io ti ho risposto che invece devi >>, spiegai, ancor più spaesato.
<< Ti sbagli, non ho detto nulla io >>, confutò.
<< Mi stai prendendo in giro? >>, le chiesi.
<< Chi sta prendendo in giro chi? >>, saltò su Penelope, avvicinandosi a noi, che in quel momento eravamo giunti nel giardino di casa.
<< Dice di non aver detto nulla quando io ho sentito chiaramente ciò che lei proferiva >>, spiegai, prendendo un profondo respiro.
In un attimo Rick fu accanto a me, mi squadrò a lungo, poi disse: << Cosa ho appena mangiato? >>. << Uno Yogurt? Che razza di gioco è se sei tu a darmi la risposta? E cosa centra? >>, chiesi poi. << Io non ho detto un bel niente, l’ho solo pensato >>, mi informò Rick.
Il mio cuore saltò due battiti: << Mi stai dicendo che leggo nel pensiero? >>, chiesi.
<< No, non proprio. Se leggessi nel pensiero sapresti tutto quello che tutti pensano. Direi che il tuo dono è quello del “sapere”; un po’ come Shara, solo che lei sa cosa accadrà in futuro, mentre tu sai quello che pensiamo >>.
<< Ma io non sento continuamente quello che voi pensate >>, lo informai.
<< No, infatti. Nemmeno Shara è al corrente di quello che succederà sempre, queste doti non si possono regolare: a volte riuscite a sapere, altre no >>, spiegò Rick.
<< Wow >>, dissi e mi fu fatto eco da Lily e Penelope.
<< Ovviamente di questo non posso esserne sicuro, ma vediamo come evolve la situazione >>, disse Rick.
Alisa si affacciò alla finestra, sicuramente al corrente di tutto grazie al suo strepitoso udito, e sorrise a Rick: quei due la dicevano lunga.
Quel pensiero, tuttavia, fu come una morsa al cuore: Daila mi mancava e finché mio nonno non mi dava il permesso di essere sincero con lei, non l’avrei potuta riavere facilmente.
<< Che sta succedendo, Rian? >>, Lily mi si avvicinò, cercando di non farsi sentire dagli altri. << Cosa intendi? >>, chiesi.
<< Tu, Daila, Claire, che chissà come mai la conosci. Qui qualcosa puzza >>, mormorò e, prendendomi per un braccio, mi portò nel retro della nostra casa.
<< Ok, racconta >>, sussurrò sedendosi.
<< E’ una lunga storia, molto lunga >>, mormorai.
<< Non per niente ho un udito sovrumano >>, disse, tirandomi un braccio per farmi sedere. Sospirai: << Claire è una mia amica d’infanzia… il problema è che a Daila ho raccontato che poi si è trasferita e ho perso con lei i contatti; il che è falso >>, con qualcuno dovevo essere sincero, ma senza mettere nei guai il nonno.
<< Perché lo hai fatto? Pensavo l’amassi >>.
<< Ed è così!! >>, risposi con enfasi. << Il problema è che non lo posso spiegare a nessuno o una persona a me cara potrebbe pagare le conseguenze del mio atto >>, spiegai.
<< Claire? >>, chiese.
<< No, mio nonno >>.
<< Tuo nonno? >>, domandò, confusa.
<< Mio nonno è più di quel che sembra, ma finché non mi da l’ok, non posso dire nulla a nessuno… mi dispiace >>, sussurrai.
<< Sei ancora un po’ innamorato di Claire? >>, mi chiese. << Sii sincero >>, aggiunse poi.
<< No, l’unica persona della quale veramente sono innamorato è Daila >>, spiegai.
<< E’ questo che conta… mmm, fammi sapere quando tuo nonno ti da il permesso >>, mi sorrise, scompigliandomi i capelli.
<< Grazie per avermi ascoltato >>, le dissi; lei mi sorrise, abbracciandomi e in quel momento mi sentì meglio grazie alla sua straordinaria dote.

Quella sera mi coricai presto, deciso a leggere Orgoglio e Pregiudizio nella sala condivisa. Al terzo capitolo sentii Daila entrare, che divenne turbata dalla mia vista e, rossa in viso, si diresse verso camera sua.
Sapevo, grazie al mio dono, che aveva parlato di quello che stava succedendo tra me e lei con Sam; la cosa mi infastidì leggermente, ma scacciai il pensiero.
<< Per quanto tempo ancora hai intenzione di evitarmi e di non rivolgermi la parola? >>, chiesi, alzando lo sguardo dal libro.
Si mise una ciocca di capelli dietro all’orecchio, poi parlò: << Fino a che tu non torni il Rian che conoscevo… che non mi nascondeva nulla >>.
In un attimo fui accanto a lei: << E se volessi parlartene, ma non potessi? >>, le dissi.
<< Non mi puoi dire che sei ancora innamorato di Claire? Non penso che nessuno te lo vieti! >>, mi urlò. Non aveva capito…
<< No, no e no! Daila, io. Non. Sono. Innamorato. Di. Claire. >>, misi tutta la sincerità che avevo in corpo su quelle parole.
<< Allora cos’è che mi nascondi? So che mi stai mentendo, ti conosco troppo bene >>. Scossi la testa: << O forse no >>.
<< Dimmelo >>, mi disse, avvicinandosi.
<< Non c’è nulla da dire >>, ribadì.
<< Giuramelo, allora >>, no, non poteva chiedermi di giurarlo.
Non dissi nulla, mordendomi il labbro.
<< Buonanotte Rian >>, e mi chiuse la porta di camera sua in faccia.
Persi un profondo respiro: lo sto facendo per il nonno, mi continuavo a ripetere e, preso nuovamente il libro, mi chiusi in camera.
Improvvisamente Orgoglio e Pregiudizio perse interesse e, sdraiatomi sul letto, mi preparai ad una lunga notte insonne.

SPAZIO AUTRICE: HEEEI! Scusate il giorno di ritardo, ma la scuola non mi lascia molto tempo, spero che la cosa sia gradita e ringrazio tutti coloro che seguono la mia fic o la leggono semplicemente ;) <3

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Capitolo 19
*** Di nuovo mia ***


19. Di nuovo MIA

Erano ormai passati quattro giorni dal brutto dialogo tenuto tra Daila e me, ma ancora nessun notizia del nonno, il che voleva dire solo una cosa: stava prendendo tempo.
Proprio quando mi decisi a rassegnarmi, Lily fece irruzione nella mia camera con una lettera in mano: << E’ una lettera per te di un mittente di nome Jack che porta il tuo stesso cognome… >>, i miei occhi si illuminarono, anche se non si poteva ancora cantar vittoria.
<< Il nonno!! >>, urlammo all’unisono io e la ragazza, al che afferrai la lettera.
<< Ti prego, fa che abbia detto di si >>, mormorai nervoso e, con mani tremanti, aprii la lettera.
<< No, davvero… Lily, leggila tu! >>, e come un bambino porsi alla ragazza la lettera.
<< Caro Rian >>, cominciò Lily con voce abbastanza sicura.
<< So quanto tu puoi tenere a quella ragazza o al tuo gruppo di vampiri, ma la tua richiesta è davvero grande. Se Shara venisse a sapere che qualcun’ altro è a conoscenza dei fatti avvenuti diversi anni fa, si vendicherebbe e tu pagheresti con la vita. Caro nipote, quel vampiro è malvagio e Dio solo sa come siete riusciti a portarle via così facilmente la piccola Claire, e ringraziamo il cielo che così sia stato, ma chiedermi di permetterti di far sapere ciò che quattro anni fa accadde è davvero una grande cosa >>, Lily si fermò, corrugò la fronte e girò il foglio verso di me: allora temetti che la lettera fosse conclusa, ma non era così. C’erano diverse frasi cancellate, ma poi le parole continuavano, come se il nonno avesse avuto diversi ripensamenti.
<< Sembra che ci abbia pensato accuratamente… ed abbia avuto molte perplessità >>, commentò la vampira.
<< Va avanti, per favore >>, mormorai, con i pugni stretti.
Dopo avermi guardato di sottecchi per un momento, continuò: << Ripensandoci, figliuolo, l’oscura vampira ha già reso evidente ciò che per tutti questi anni ha commesso: il fatto che voi abbiate scoperto e salvato la nostra Claire… insomma forse c’è una soluzione! Sicuramente avrà dedotto che la ragazza vi abbia detto che era stata una specie di riforni-cibo per Shara e, di conseguenza, il mio accordo non è rotto poiché non sono ne io ne te ad aver svelato questa cosa, ma la nostra piccola pelle rossa… Inoltre io ed io soltanto ho giurato, non tu. Quindi comportati da uomo e scegli ciò che ritieni migliore, avrai il mio appoggio comunque, ma non sarò io a dirlo ai tuoi amici o tu ci rimetterai con la vita >>, Lily fece un salto di gioia e mi abbracciò. << Rian… Rian potrai riavere la tua Daila!!! >>, mi urlò. << Sicura? Hai letto bene? >>, chiesi, con le lacrime agli occhi. << Si, scemo!! >>. Bene, era il momento di affrontare Daila una volta per tutte e raccontarle la verità, anche su mio nonno che nemmeno Lily sapeva.
Così presi coraggio e, con un profondo respiro, bussai alla porta di camera sua.
<< Penelope? >>, chiese Daila.
<< Sono Rian >>, rivelai, cercando di usare un tono disinvolto; invano.
<< Che c’è? >>, la durezza nella sua voce mi pugnalò il cuore, ma decisi di non lasciarmi intimidire e, senza troppe moine, aprii la porta.
La ragazza era seduta sul letto con la testa sulla ginocchia: indossava il mio maglione preferito che la faceva sembrare un orsetto ed i suoi soliti jeans stretti, che le stavano a meraviglia.
<< Senti, so che sei super incazzata con me, ma sono qui per rimediare >>, comincia, cercando di addolcirla.
<< Dicendomi la verità? >>, chiese, gli occhi traboccanti di speranza.
<< Si >>, mormorai. Lei, allora, mi regalò un timido sorriso e mi fece posto nel suo letto.
Così mi sedetti e tirai fuori dalla tasca dei jeans una foto e gliela porsi: << Lui è mio nonno >>, cominciai.
<< Wow, era davvero bello >>, abbozzò, prendendo la foto.
E non aveva tutti i torti: mio nonno aveva l’aspetto di un ventenne dai capelli castano chiari, gli occhi color del caramello e, nonostante il suo bellissimo fisico e il suo abbigliamento moderno, era dotato di un viso stracolpo di saggezza e di molteplici esperienza vissute.
<< “E’” davvero bello… >>, la corressi.
Sul suo viso si disegnò un immenso punto interrogativo.
<< E’ un vampiro, anche lui… e i vampiri non invecchiano, ricordi? >>, le chiesi, con dolcezza. Annuì: << Giusto >>.
<< Bene, ricordati di questo. Ora, se vorrai ascoltarmi, sono pronto a raccontarti tutto fin da principio >>.
<< Rian, io sono sempre stata disposta ad ascoltarti, eri tu quello che non voleva parlare >>, puntualizzò.
<< Hei, se mi ascolti in silenzio, da brava, capirai il perché ho taciuto per tutto questo tempo >>. Si morse un labbro, ma annuì, silenziosa.
<< Ebbi la mia prima storia in prima media con Claire. Qualcosa di normale, sono quelle cotterelle tipiche degli undicenni che ti prendono quando conosci qualcuno per tanto tempo e così avvenne anche per me e Claire, fino a che, un giorno, Shara non mi venne a cercare per far si che diventassi la sua riserva di cibo. Vedi, questi vampiri malvagi si nutrono cacciando: è più divertente far soffrire la preda prima di assaporarla; ma alle volte sono stanchi e, volendosi nutrire di sangue umano, prendono quella che chiamiamo “frigorifero umano” >>, mi fermai, osservando la reazione di Daila.
<< Spregevole >>, commentò.
<< Si. Ma mio nonno, da responsabile vampiro, intervenne e chiese a Shara di prendere lui al mio posto; tuttavia la vampira voleva sangue fresco, buono (non aveva ancora previsto la mia trasformazione in vampiro). Infatti Jack ha moltissimi anni e questo porta una qualità peggiore di sangue, così lui, pur di non vedermi soffrire, affermò che avrebbe fatto qualunque cosa per me e così avvenne: Claire fu la sfortunata vittima e mio nonno non poté fare nulla.
<< Quel giorno, però, avvenne un’ulteriore fatto: Shara fece promettere a mio nonno che non avrebbe detto a nessuno che lei avrebbe usato un umano come sua riserva di cibo, se lo avesse fatto mi avrebbe ucciso, e con me anche mio nonno. Questo perché esistono vampiri che anno mille anni e che, in qualche modo, cercano di distruggere coloro che hanno scelto la parte Vampira e quindi l’oscurità, in modo che si possa vivere più serenamente >>.
<< Ma con la violenza non si distrugge altra violenza >>, intervenne Daila.
<< Già >>, mormorai.
<< Capisci perché non ho potuto dirtelo? >>, continuai dopo un minuto di silenzio imbarazzante.
<< E perché tu e gli altri, ai quali fra poco racconterò tutto, non dovrete dirlo a nessuno? Mio nonno ed io potremmo morire se Shara dovesse sapere che qualcun’ altro è a conoscenza delle sue sporche azioni… anche lei ha paura di qualcuno >>. << Rincuorante… >>, mormorò.
<< Senti >>, continuò. << Mi dispiace di non aver capito quello che stava accadendo, di essermi comportata come una bambina, ma ero accecata dalla gelosia >>, disse sommessamente.
Le sfiorai un braccio: << Non sai quanto sia stato difficile non parlarti per questi giorni >>, ammisi. Appoggiò la testa sulla mia spalla: << Penso, invece, di saperlo >>, disse maliziosa.
Le sorrisi e, mentalmente, ringraziai mio nonno.
Ma in quel momento capii, grazie alla mia super capacità vampiresca, che era nervosa e che i suoi pensieri erano assai astrusi, così mormorai: << Cosa c’è?>>
<< Niente >>, mentì, diventando rossa.
Incrociai le braccia: << Ho tempo, fai con calma >>, sorrisi maliziosamente come poco prima anche lei aveva fatto.
<< EEEE va bene!!! Tanto lo saresti venuto a sapere prima o poi >>, sbottò dopo poco.
<< Mi chiedevo se… insomma io non posso competere con lei, e se… insomma! >>, solo a causa del suo balbettio capii. << Daila! Avevamo dodici anni!!! >> urlai frustrato. << Era un’accortezza >>, borbottò coprendosi il viso con le mani. << No, ovvio che non siamo andati oltre al bacio e, semmai dovrà accadere, sarà solo con te… Daila, io ti amo e non devi nemmeno pensare lontanamente di non essere alla mia altezza, ok? >>, chiesi, togliendole le mani dal viso. Lei annuì: << Anche io ti amo… troppo >>.
Le sorrisi e, dopo quelli che mi erano sembrati TANTI giorni, la baciai sfiorando leggermente le sue rosee labbra.
<< Che castità >>, disse ridendo.
Scoppiai anche io a ridere: << Altrimenti ti impressioneresti >>, dissi. << Come no >>, mi diede una gomitata.
. Dopo un attimo le presi il capo fra le mani e la baciai nuovamente, stavolta sicuro che lo avrebbe contraccambiato. Infatti così fu: intrecciò le mani nei miei capelli e, onde evitare esagerazioni, dovetti fermarla.
<< Mi impressionerei, eh? >>, mormorò scherzosa.
<< Si, resto sempre dell’idea che rimarresti impressionata da baci troppo “passionali”>>.
<< Hai dei problemi ragazzo mio >>, disse. << Mai detto il contrario >>, dissi e, felice di averla di nuovo MIA e MIA soltanto, proposi: << Che dici? Lo diciamo agli altri? >>, chiese.
<< Prima devo fare un’altra cosa che ti impressionerà a morte >>, dissi e le diedi un bacio, che non fu per niente casto.
<< Mi sei mancato >>, mormorò contro le mie labbra.
<< Non sai quanto >>, biascicai.
Dopodichè ci costringemmo a lasciarci e scendemmo al piano terra dove, una volta riunito il nostro gruppo con l’aiuto di Lily, raccontai a tutti la vera storia mia e di Claire; quella triste storia che, però, sembrò concludersi con un sorriso e uno sguardo sbavante da parte di Sam nei confronti di Claire…
che la cotta per Daila gli fosse finalmente passata? Avevo idea che nel cuore di Sam vi era inciso ben diverso nome da quello della mia ragazza ed ero quasi certo che iniziasse con la stessa lettere del suo cuore.

SPAZIO AUTRICE: ciao! Bè, siamo in via di conclusione... come vi sembra questo capitolo?? X)

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Capitolo 20
*** Un anno dopo... ***


20. Un anno dopo…

Parte Daila

<< Te l’ho detto Helena! Non c’è motivo di preoccuparsi, sono miei amici!! >>, sbottai per l’ennesima volta all’uscita di scuola.
<< Sarà… >>, grugnì lei, per nulla convinta.
Finalmente nel giardino della scuola, vidi Rian, appoggiato ad una colonna: bello da fare paura.
Lui non frequentava, come ovvio, la mia stesso scuola ma, da quando eravamo tornati nelle nostre famiglie, avevamo deciso che sarebbe toccato a lui venirmi a prendere all’uscita: << E’ cavalleria >>, avevo detto io qualche settimana prima.
<< No, è sfruttamento >>, aveva commentato ironicamente Rian.
<< O. Mio. Dio >>, urlò Helena, riportandomi alla realtà. << Te lo sei scelto proprio bene >>, disse e seppi che, sia per il grande udito di Rian che per il suo dono, purtroppo aveva sentito le parole della mia migliore amica.
Non le risposi e andai dritta verso il mio ragazzo: << Hei >>, disse, baciandomi.
<< Mi sei mancato >>, borbottai cercando ancora le sue labbra, ma poi vidi, appena dietro di noi, anche Sam e Claire, per mano (si erano messi insieme poco dopo il brutto episodio di Shara) e, sul mio viso, si creò un grande punto interrogativo.
<< Fra poco arriveranno anche le ragazze, Rick e Alisa; pranziamo insieme >>, si affrettò a spiegarmi Rian. << Tranquilla, ho avvisato io i tuoi >>, continuò.
<< Grazie >>, dissi, ma poi mi girai in direzione di Helena, in imbarazzo accanto a noi e cominciai con le presentazioni: << Helena, lui è Rian; Rian, Helena >>.
<< Piacere >>, disse Rian con un sorriso strafottente.
<< Smettila! >>, dissi, dandogli una gomitata. Lui scoppiò a ridere.
<< Daila! Fra poco arriveranno i Novelli vampiri di quest’anno, verrai ad aiutarci? >>, mi urlò Sam, con il risultato di avere migliaia di occhi puntati addosso.
<< Gente, dai! Scherzavo >>, continuò lui. Scossi la testa, ma borbottai un “si” che Helena non sentì ma, ne ero sicura, il ragazzo biondo si.
<< O mio Dio! Tesoro >>, ecco Penelope.
<< Ciao Stella >>, e Lily, che le fece eco.
<< Ciao ragazze >>, le salutai.
<< Come siete carine… davvero, mi immaginavo mantelli neri e sguardi accattivanti >>, rise Helena.
Scoppiammo tutti a ridere e una volta giunti a scuola anche Rick e Alisa salutammo la mia migliore amica e ci dirigemmo verso quella che per un anno intero era stata la mia casa e che avrei continuato a definirla tale.
<< Come mai questo incontro? >>, chiesi una volta entrati in casa.
<< E’ il primo giorno di scuola… il primo giorno in cui ci siamo visti >>, Rian mi fece l’occhiolino.
<< Oddio! Se ci dobbiamo mettere a festeggiare per l’eternità il nostro anniversario diventerà una cosa veramente noiosa, ma, a parte questo, è davvero dolce da parte tua >>, dissi, alzandomi in punta di piedi per baciarlo.
<< Come sono belli >>, sentì mormorare Rick, prima di vederlo baciare la sua ragazza.
<< Che razza di sfida Lil! Ci dobbiamo trovare un ragazzo anche noi >>, urlò Penelope.
<< Lo faremo… e molto presto >>, disse solennemente Lily, prima di scoppiare a ridere.
<< Non so voi, ma un bicchierino di sangue me lo berrei >>, dissi, afferrando la mano di Rian.
Scoppiammo tutti a ridere: dopotutto, a cosa serve il potere se si conosce l’amore?

FINE

SPAZIO AUTRICE: Devo dire che è stata una strana senzazione scrivere la parola fine alla mia primissima fic... si, lo so, non è lunga, magari non è piaciuta e sarà sicuramente da revisionare... ma! bè un pò si soddisfazio c'è sempre, spero ci siano delle recensioni sia positive che negative per questo ultimo capitolo.
Ringrazio anche in quest'ultimo capitolo tutti coloro che hanno anche solo provato a leggere la mia fic, tutti coloro che la seguono, che la recensiscono (grazie infinite <3) e che l'hanno messa nei preferiti e/o ricordate. Grazie!
Chiara.

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