Mean to be

di xjonaswhore
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cigarette ***
Capitolo 2: *** Sfigato ***
Capitolo 3: *** School cantine ***
Capitolo 4: *** 3 giorni ***
Capitolo 5: *** casa Jonas ***
Capitolo 6: *** ovunque, ma con te ***
Capitolo 7: *** crush ***
Capitolo 8: *** complicazioni ***
Capitolo 9: *** i like u ***
Capitolo 10: *** your lips on my lips ***
Capitolo 11: *** studiare ***
Capitolo 12: *** you are, the only exception ***
Capitolo 13: *** flash back ***
Capitolo 14: *** lettera 'J' ***
Capitolo 15: *** stava piangendo; ***
Capitolo 16: *** never enough ***
Capitolo 17: *** siamo amici ***
Capitolo 18: *** beautiful again ***
Capitolo 19: *** i've miss you ***



Capitolo 1
*** Cigarette ***


Ciao!
Allora, questa è la mia nuova storia.
Siamo ancora all’inizio e in questo capitolo non succede niente, ma spero davvero che apprezziate e che recensiate!
Ve lo dico, senza recensioni non vado avanti!

Ellie.

 





Caroline sbuffò, guardandosi per la millesima volta allo specchio.
Trovava stupido che gli studenti dovessero indossare una divisa, così come credeva stupido che esistesse un dio superiore e onnipotente , che i mesi di vacanza fossero solo 3 e che gli uccelli dovessero cinguettare proprio alle 5 di mattina, rompendoti le balle.
Era una ragazza fuori dagli Schemi, Caroline Harris, con i suoi grandi occhi marroni e i capelli neri.
La carnagione olivastra metteva in risalto i suoi denti bianchi, lasciati scoperti da uno splendido sorriso.
Un sorriso che però quella mattina non si decideva a venire fuori, sostituito dall’ansia per il suo primo giorno di scuola.
Primo giorno di scuola in una nuova città. Caroline aveva letto e visto tanti film su questo, pensava di poterlo gestire, ma si sbagliava. Il panico si stava già facendo largo dentro di lei, attorcigliandole lo stomaco.
la testa di suo padre comparve nel riflesso dello specchio, e Caroline, sbuffando, afferrò la borsa che c’era sul letto e superò l’uomo in silenzio, urtandolo di proposito.
Sua madre e suo padre erano separati da ben 7 anni, da quando la madre di Caroline aveva trovato suo marito a letto con un’altra donna. Caroline non era arrabbiata con lui per questo, ma bensì perché l’aveva lasciata sola. Aveva fatto i bagagli ed era sparito, come se non gli fosse mai importato nulla di lei.
Adesso, dopo l’ennesima chiamata a casa da parte della preside, la madre aveva deciso che caroline aveva superato il limite, impacchettando le sue cose e spedendola da suo padre, a metà quadrimestre e con un semplice ‘ pensaci tu Steve, ti prego’ .
Lei odiava essere li. Odiava essere lontana dai suoi amici, dalla sua vita.
Odiava tutto questo, eppure non poteva farci niente.
< allora, sei nervosa? > tentò il padre, mentre, in macchina, la accompagnava a scuola.
Caroline ignorò deliberatamente la domanda, facendo scoppiare la gomma che aveva in bocca.
Era nervosa, questo si, ma non ne avrebbe di certo parlato con lui.
Alzò il volume della musica al massimo, così da scoraggiare ogni accenno di conversazione da parte del padre.
Arrivati davanti a scuola, non fece in tempo ad appoggiare la mano sulla portiera che sentì il padre sfiorargli delicatamente il braccio. Alzando gli occhi al cielo, si tolse le cuffie girandosi dalla sua parte ed invitandolo a parlare con un gesto della mano.
< senti caroline, so che non ti va di stare qui .. >
< ma va? > chiese lei, ironica.
Il padre la ignorò < ma questo non significa che non possiamo provare ad andare d’accordo . sei comunque mia figlia >
Caroline rise sprezzante < ero tua figlia anche quando sei sparito, papà > sottolineò l’ultima parola con un sorrisino beffardo, prima di aprire la portiera e di tuffarsi tra la folla di studenti, senza aspettare una risposta.
Si guardò in giro, spaesata.
Lo sapeva: quella sarebbe stata una giornata orrenda.
Non era mai stata brava a fare amicizia, era un persona insicura e asociale, che se poteva evitava le persone.
Sbuffò, dandosi della codarda e dicendosi che non poteva certo passare sola il resto della sua vita.
Notò una ragazza appoggiata ad un muretto, che attirò la sua attenzione.
I capelli biondo ossigenato con una ciocca azzura scura tra essi, la divisa portata alle bell’e meglio e degli anfibi ai piedi.
Sorrise compiaciuta di aver trovato qualcuno che le somigliasse almeno un po’.
Si avvicino cauta alla ragazza, che alzò gli occhi, fissandola.
< sei la figlia di Steve Harris? > chiese la bionda, incolore.
Caroline annuì < come lo sai? > chiese
Lei si limitò ad alzare le spalle < paese piccolo, la gente mormora >
< ce l’hai una sigaretta? > chiese allora Caroline, ignorandola.
La bionda annuì, allungandogliene una.
Caroline storse la bocca: chesterfield
Si. Quella era proprio una giornata di merda.

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Capitolo 2
*** Sfigato ***



ciao!
questo è il secondo capitolo,
inizia a succedere qualcosa ma nulla di che :3
grazie per le 4 recensioni, davvero!
spero che anche questo capitolo vi piaccia!

LOGE U SO MUCH
Ellie.







 

Entrò in classe proprio mentre suonava la campanella, e cercò di farsi strada tra la ressa di studenti intenti a chiccherare. Alcuni la guardavano di sottecchi ma nessuno faceva niente per stringere amicizia.
‘ simpatici’ pensò sarcasticamente Caroline, mentre si guardava in giro in cerca di un posto libero. Con la coda dell’occhio scorse la ragazza bionda di prima farle un breve cenno con la testa, indicando il posto vuoto accanto al suo. Caroline, rincuorata, si sedette di fianco alla bionda.
Le piaceva quella ragazza, in un certo senso. Nessuna delle due parlava molto, erano rimaste dieci minuti fianco a fianco, fumando le loro sigarette, in perfetto silenzio. Eppure non era quel genere di silenzio imbarazzante che ti mette pressione. Semplicemente, a loro andava di stare in silenzio.
Era anche vero però che Caroline non conosceva affatto il suo nome, così, anche se controvoglia, perchè aveva la sensazione che la ragazza non avrebbe collaborato,si girò dalla parte della ragazza, che la guardò cauta.
< ciao, io sono Caroline Harris > disse, allungando la mano.
La bionda sorrise a malapena, per poi stringergliela < io sono Lexus Hill >
Lexus. Caroline pensò che quel nome si adattasse perfettamente a lei.
Nessuna delle due disse più una parola per il resto della lezione, e Caroline aveva anche iniziato a pensare che a questa Lexus lei non stesse poi così simpatica.
Le due ore successive passarono in fretta, nessuno cercò di fare amicizia con Caroline, non che lei si stesse sforzando, in effetti.
Odiava stare lì. Odiava tutte quelle ochette smorfiose e quei ragazzi perfetti.
Avrebbe davvero voluto scappare, ma se l’avessero beccata probabilmente questa volta sua madre l’avrebbe ammazzata.
Sospirò, appoggiando la testa al suo armadietto.
Il professore era dovuto andare via prima per un contrattempo, così loro avevano mezz’ora libera prima dell’ora di pranzo.
Caroline pensò di dirigersi in biblioteca, siccome non aveva nessun libro da leggere e non aveva di certo alcuna intenzione di chiederne in prestito al padre.
Lei amava leggere, era il suo modo per estraniarsi dal mondo.
Si guardò intorno meravigliata quando giunse nella grande biblioteca.
Strano che in una cittadina così piccola ci fosse una biblioteca così grande.
Girò un po’ per gli scaffali prima di addocchiare un libro che la attirasse.
L’aveva già letto, ma le andava davvero di rileggerlo.
‘ cime tempestose’era in assoluto uno dei suoi libri preferiti, nonostante odiasse come i personaggi si chiamassero tutti allo stesso modo. Le era capitato di dover rileggere una pagina almeno 3 volte prima di capire di chi effettivamente si stesse parlando.
L’unico posto libero era accanto ad un ragazzo, chino su un libro dallo spessore enorme.
Senza farci troppo caso, si sedette di fianco a lui, aprendo il libro e cominciando a leggere.
Ne riemerse qualche minuto dopo, quando si accorse che il ragazzo la stava fissando.
Il ragazzo non mostrò alcun segno di imbarazzo nell’essere stato beccato in pieno, anzi, si aprì in un leggero sorriso e le porse la mano < tu devi essere Caroline, giusto? >
Lei alzò gli occhi al cielo, esasperata < ma come fate tutti a sapere come mi chiamo? >
< bhè è un paese piccolo e- >
< e la gente mormora, lo so, lo so > lo interruppre Caroline, facendolo ridere.
La ragazza pensò che avesse davvero un gran bel sorriso.
Guardandolo meglio, si accorse che non aveva solo un gran bel sorriso.
Gli occhi, di un color nocciola intenso, erano luminosi e la attiravano, in un modo strano.
I capelli, ricci e tirati indietro con una fascia, sembravano finti tanto erano ordinati e perfetti.
La maglia bianca con scollo a V e il maglioncino grigio chiaro, lasciato aperto, non riuscivano a nascondere del tutto il fisico allenato del ragazzo, che ora era tornato a leggere il suo libro.
< tu chi sei, invece? > chiese allora Caroline.
Lui , senza nemmeno alzare la testa, replicò con un < Nicholas Bleekefild> detto con il massimo disinteresse.
Stava per chiedergli un’ altra cosa, quando un ragazzo, alto, con i capelli corti e degli occhiali da nerd, passò vicino a loro, urtando apposta la sedia di Nicholas.
< oh scusami sfigato, non ti avevo visto tanto sei invisibile > affermò il ragazzo, ridendo.
Quando scorse Caroline, però, smise di ridere, guardandola con una finta aria di raccomandazione
< Caroline, non dovresti farti vedere con certi sfigati, comprometteresti la tua reputazione. Per esempio, dovresti farti vedere con me > affermò il ragazzo, gonfiando il petto.
< e tu saresti? > chiese lei tagliente.
< Joe Jonas, tanto piacere bellezza > disse lui, porgendole la mano, che però Caroline non prese.
Il ragazzo stava per commentare divertito il suo gesto, ma poi, richiamato dagli amici, voltò loro le spalle, non prima di aver ‘ accidentalmente ‘ uratato Nicholas un’altra volta.
< perché non gli rispondi? > chiese furiosa Caroline, voltandosi verso di lui.
< e a che servirebbe? A farmi mettere la testa nel cesso? > chiese lui, retorico.
Caroline stette zitta, senza rispondere.
< bhè, ora devo andare. Ciao Caroline. E comunque, Joseph ha ragione. Meglio che tu  non ti faccia vedere con uno come me >  disse il ragazzo, prima di alzarsi e di lasciare sola la ragazza, del tutto persa nei suoi pensieri.
 
 

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Capitolo 3
*** School cantine ***


Ciao!
sentite, ho notato che la storia non vi piace e sinceramente io non mi sbatto a scrivere
se poi la gente non apprezza, quindi se questo capitolo non riceverà qualche recensione in più
io smetto di postare, anche se a malincuore!
godetevi 'sto capitolo, dove inzia a succedere qualcosa :)
xx
Ellie.










Si guardò intorno nella grande mensa, scoraggiata.
Dove si sarebbe seduta?
Pensò di mettersi per terra in un angolo e mangiare, ma la cosa avrebbe certamente attirato gli sguardi di tutti su di lei, e non voleva di certo che accadesse.
Stava per scoppiare a piangere quando, con un sorriso enorme, Lexus le si mise al fianco.
< allora Caro, dove vuoi mangiare oggi? > chiese la ragazza, allegra.
Caroline si girò a bocca aperta, chiedendosi se quella fosse la stessa ragazza della mattina, che a malapena aveva aperto bocca.
Lexus sembrò accorgersi della sua sorpresa, perché, prendendola a braccetto e trascinandola ad un tavolo, spiegò < sono sempre così la mattina, irritabile e scorbutica. Ma poi mi passa, e sono anche simpatica, sul serio! > affermò, facendo scoppiare a ridere Caroline.
< ero convinta che tu mi odiassi > ammise la ragazza, mentre apriva la bottiglietta d’acqua che aveva appena preso.
Lexus scoppiò a ridere < io ero convinta che tu mi odiassi! Hai fatto una faccia stranissima stamattina, come se ti facessi schifo! >
Caroline pensò alla mattina, e poi si illuminò < le tue sigarette mi fanno schifo > disse seria, facendo scoppiare l’altra a ridere per l’ennesima volta.
< Caroline ha ragione Lexus, le tue sigarette fanno schifo >
Caroline girò la testa, giusto in tempo per vedere quel jones, gones, o come cavolo si chiamava che prendeva posto proprio davanti a Lexus , che alzò gli occhi al cielo.
< che vuoi Jonas? > chiese la bionda, sprezzante.
Caroline cercò di memorizzare il cognome del ragazzo, senza troppi risultati. Dopo 3 secondi se l’era già dimenticato.
< solo fare conoscenza con la tua incantevole amica > affermò quello, con un tono che fece venire alle due ragazze voglia di vomitare.
< e se la mia ‘ incantevole amica’ non volesse fare conoscenza con un viscido come te? > chiese ironica Lexus.
Il ragazzò sorrise < potremmo chiederglielo > disse, girandosi verso caroline, che prontamente rispose < non voglio fare conoscenza con te, bones, o come diavolo ti chiami. E ora sparisci, sto cercando di mangiare >
Lexus scoppiò a ridere, rischiando di ingozzarsi con il cibo che aveva in bocca.
Joseph alzò gli occhi al cielo, per niente toccato dalla risposta tagliente di Caroline.
Fissò lo sguardo oltre le spalle di Lexus, e sul suo viso comparve un sorrisetto bastardo.
< ma guarda un po’ chi c’è > disse sottovoce, facendo girare le due ragazze nella direzione del suo sguardo.
Nicholas si era appena seduto ad un tavolo, da solo.
Lexus sbuffò < ma quando lo lascerai in pace? È tuo fratello >
Caroline spalancò la bocca, sorpresa < siete fratelli? >
Lexus la guardò di traverso < fratellastri, a dir la verità. Non so che ha fatto quel povero ragazzo per meritarsi uno così come fratello >
Joe ridacchiò, alzandosi e dirigendosi verso il tavolo di Nick.
Lexus sussurrò un < Joe, per favore no  > che però il ragazzo ignorò.
Caroline , in quel momento, lo avrebbe volentierti preso a cazzotti in faccia.
< Nicholas! > esordì  Joe, dandogli una pacca sulla spalla con non molta delicatezza.
Caroline sentì risatine soffocate provenire da ogni angolo della mensa.
< allora, cos’hai preso oggi nella verifica di chimica? 10? Se non fosse che sei troppo sfigato anche per lei, direi che ti scopi la prof per avere dei voti simili. Oh, e poi, tu non scopi vero? >
Ora le risate erano forte e chiare, e sembrava che ogni studente presente in mensa stesse ridendo.
Caroline si guardò in giro, scrutando disgustata quei volti sorridenti che si divertivano tanto a spese di un povero ragazzo.
Ma dove cazzo era capitata?

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Capitolo 4
*** 3 giorni ***






ciao meraviglie!
avete commentato davvero in tanti ed io sono felicissima per questo :33
commenterete anche questo capitolo?
io spero di si u.u
anyway, a me piace davvero molto e spero tanto che piaccia anche a voi!
Loge u xx
Ellie.












Caroline si dristicò tra gli infiniti scaffali della biblioteca fino ad arrivare vicino al tavolo dove il giorno precedente aveva parlato con Nicholas.
Lo vide intento a leggere un altro di quei libri dal volume esagerato, e, estraendo un libro a caso dallo scaffale, si avvicinò a lui di soppiatto, attenta a non farsi scoprire.
Si posizionò dietro di lui e assunse un cipiglio arrabbiato, picchiandogli il libro in testa, non troppo forte.
Il ragazzo si girò di scatto, e spalancò gli occhi alla sua vista. Si portò la mano sulla testa e sputò un < ahia ? > insicuro ed accusatorio allo stesso tempo.
La ragazza, sempre con espressione furiosa, scostò la sedia dal tavolo e si sedette di fianco a lui, domandando accigliata < perché non mi hai detto che quel gones è tuo fratello? >
< Jonas > la corresse lui < e comunque, è il mio fratellastro >
Lei alzò gli occhi al cielo < chi cazzo se ne frega. Perché non me lo hai detto? >
Lui alzò le spalle < perché poi mi avresti leccato il culo per avere un appuntamento con lui, come fanno tutte le altre ragazze qui >
Caroline lo fissò per un periodo di tempo che al ragazzo sembrò lunghissimo, prima di scoppiare a ridere < sei serio? C’è davvero gente che vuole uscire con quell’essere? >
Nicholas annuì, sconfortato < quell’essere, come lo chiami tu, è il ragazzo più quotato qui a scuola >
Caroline alzò gli occhi al cielo < in questo posto siete tutti matti >, dichiarò, prima di mettersi a pensare.
Se loro fossero stati in un film, uno di quei romanzi sdolcinati e a lieto fine, lei avrebbe scoperto che dietro la sua immagine da duro menefreghista in fondo c’era un ragazzo d’oro, che aveva paura di mostrarsi per quello che era.
Balle.
Lei era convinta che la TV dovesse smettere di inculcare nella testa delle ragazze immagini di principi nobili e di principesse bellissime, e che iniziasse ad insegnare che i ragazzi belli sono tutti stronzi e che se hai qualche difetto estetico , non importa quanto tu sia bella dentro, la società farà sempre di tutto per ridicolizzarti.
Dal momento in cui aveva iniziato a sperimentare la vita reale, aveva messo da parte la favole.
Ti creavano un aspettativa di vita e di felicità troppo alta, e tu alla fine rimanevi delusa, incinta a sedici anni con il tuo ‘ principe’ che ti mollava per la prima puttana di turno.
Sospirò, tornando a guardare Nicholas.
In un film americano, uno così sarebbe di sicuro stato il figo spezza cuori della situazione, eppure, nella vita reale, era solo il povero sfigato preso in giro dal fratellastro con l’atteggiamento da mafioso e l’ego super montato.
Una specie di cenerentola al maschile.
Erano logiche che Caroline proprio non riusciva a capire.
< com’è che Joe su di te non ha lo stesso effetto che ha su tutte? E com’è che non mi eviti come se fossi un appestato? > chiese il ragazzo, ora curioso. Gli piaceva Caroline. Forse solo perché era l’unica che non lo ignorava o lo prendeva in giro, ma gli piaceva. Pensava che fosse una capace di andare oltre le apparenze, i giudizi.
< sarà, ma a me non pare nulla di che. E lo prenderei volentieri a schiaffi. E poi ti tratta male. > Caroline alzò le spalle. Non sapeva perché si sentisse così protettiva nei confronti di Nicholas,sapeva solo che odiava il modo in cui il fratellastro lo trattava < e non ti tratto come un appestato solo perché non lo sei, tutto qui > sorrise a Nick, che la guardava poco convinto.
< ti do tre giorni > disse il ragazzo, alzando le spalle.
< eh? > chiese Caroline, senza capire.
< tre giorni e inizierai anche tu a prendermi per il culo come tutti gli altri. >
< perché dovrei? >
< perché se stai con me la gente inizierà ad evitarti, e a prenderti per il culo. E per evitare di finire come me, ti adeguerai alla massa >
Caroline alzò gli occhi al cielo < in breve, Bleekefild, capirai molto presto che non me ne frega un cazzo della gente. Né di quello che fa, né di quello che dice, né di quello che pensa. Non vivo per far piacere a nessuno, io >
 
 
 
 
 
 
 
 
 
< che diamine fai? > chiese Nick sconvolto, quando, all’ora di pranzo, Caroline si era seduta al suo tavolo.
Gli occhi di tutti erano puntati su di loro, ma Caroline sembrava fregarsene < ti dimostro che non sono come gli altri>
Nick alzò gli occhi al cielo < vattene, ti prego > la supplicò < non voglio compromettere la tua reputazione >
Caroline lo ignorò, tirando fuori dalla borsa il suo pranzo, e cominciando a mangiare.
Nick, capendo che non avrebbe ottenuto alcun risultato, la imitò.
Con la coda dell’occhio, vide Lexus in piedi, in mezzo alla mensa, che li fissava inorridita.
Lei era una di quelle che aveva provato ad essergli amica, per poi mollarlo non appena la gente aveva iniziato a prenderla di mira.
Nick non le attribuiva nessuna colpa, sapeva per esperienza personale quanto schifo facesse essere considierato e trattato come uno ‘sfigato’, e non augurava a nessuno di essere al suo posto.
Chiuse gli occhi dicendo una brevissima preghiera, quando vide Joe avanzare verso il loro tavolo.
Caroline era senz’ombra di dubbio la prossima preda di Joe, e il fatto che fosse seduta lì con lui, lo sapeva, non gli piaceva affatto.
< caroline, ma allora proprio non li ascolti i miei consigli eh? > esordì il ragazzo, appoggiando entrambe le mani su una sedia vicina al tavolo.
Caroline alzò appena lo sguardo dal suo vassoio, assumendo un espressione scocciata e sibilando un < no, ma grazie per l’interessamento > del tutto annoiato, per poi tornare a concentrarsi sul suo pranzo.
Joe nascose la sorpresa con un sorrisino tirato. Non gli era mai capitato di venire trattato così da una ragazza. Perfino Lexus, che faceva tanto la dura, ogni tanto cedeva e gli concedeva qualche scopata.
Chi diamine si credeva di essere quella puttanella, per dire di no a lui?
 < bhè sbagli tesoro sai, potrebbero tornarti utili > rispose, proprio mentre Nick si alzava.
< dove vai? > gli chiese Caroline.
Joe storse il naso. Cos’erano quei due, amici forse?
Nick alzò le spalle < vado via. Ti lascio in compagnia di Joe >
Joe sorrise. Era un bene che Nick si rendesse conto che Caroline era sua, e che lui non doveva interferire.
Nick si era appena allontanato, quando anche caroline si alzò < no grazie> ribattè sarcastica < preferisco la tua di compagnia >
Nella mensa calò il silenzio; era ovvio che tutti, più o meno discretamente, stavano ascoltando la conversazione. Joe digrignò i denti. Da quando in qua una ragazza preferiva Nicholas Bleekefild a lui?
< oh andiamo Caroline, io sono molto meglio di questo sfigato > disse, prendendola per un braccio.
 Caroline sospirò < senti bello, mi stai irritando. Chi cazzo credi di essere eh? Il messia? >
Joe sentì qualche risata soffocata, che non fece altro che irritarlo di più
< tu preferisci stare con quello sfigato che con me? > chiese, alzando la voce
< esattamente > annuì calma lei < e sto per fare qualcosa che avrebbe dovuto fare Nicholas un bel po’ di tempo fa >
Joe non fece nemmeno in tempo a replicare che si ritrovò l’insalata del pranzo di Caroline ovunque, alcune foglie erano scivolate anche nella scollatura della maglia a V.
Rimase immobile, senza riuscire a focalizzare bene quello che era successo.
Nella stanza non volava una mosca.
Caroline sorrise, soddisfatta,prendendo un Nicholas del tutto Scioccato sotto braccio, e conducendolo fuori dalla mensa.
< allora riccio, pensi ancora che ti mollerò dopo tre giorni? > chiese, retorica.
Il ragazzo scosse la testa, sorridendo e battendole il cinque.
Forse Caroline aveva ragione, forse avrebbe dovuto fare qualcosa del genere già tempo fa.
 

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Capitolo 5
*** casa Jonas ***



 

 

ciao personcine bellissime (?)
AHAHAH ok, basta.
sono esaltata stasera, quindi ho deciso
di farvi un regalo e di postare un giorno prima è.é
in questo capitolo non succede nulla di che,
ma nel prossimo si,
quindi voglio TROOOOOPPE recensioni,
e lo avrete prestissimo!
vi amo <3
Ellie.







Caroline suonò alla porta di Casa Jonas-Bleekefild , aspettando che qualcuno le venisse ad aprire. Aveva dovuto ricattare Lexus con ogni mezzo possibile ed inimmaginabile per farsi dare quell’dannatissimo indirizzo. Lei, come Nick, stava cercando di fare di tutto per preservare la sua ‘ dignità’e non farla diventare una sfigata presa di mira dai bulli.
Perché non capivano che li avrebbe semplicementre presi a cazzotti, quei bulli?
Alzò gli occhi al cielo, quando un Joe Jonas versione casalinga le aprì la porta.
Niente divisa scolastica addosso, solo pantaloni della tuta e felponde dell’addidas.
Caroline pensò che così sembrasse uno quasi normale.
Fatta eccezione per quell’espressione da terrorista esaltato e per quegli occhiali da deficiente.
< Caroline! > esclamò Joe, sorpreso.
Si riprese subito, assumendo un aria da furbetto che a Caroline fece solo venire voglia di prenderlo a pugni < sei venuta a chiedermi scusa per oggi? >
Ma quel ragazzo non mollava mai?
Sbuffò, spazientita < No Jonas, sto cercando Nicholas. Allora, mi fai passare o devo entrare da sola? > chiese, cercando di metterci tutta l’acidità possibile. Non che dovesse sforzarsi, odiava quel tipo con tutte le sue forze.
Joe spalancò gli occhi, rimanendo imbambolato.
Caroline allora sospirò, superandolo e dirigendosi verso una porta dalla quale provenivano delle voci.
Sbucò in una sala da pranzo di medie dimensioni, dove, seduti ad un tavolo rotondo, c’erano Nicholas, una donna , un uomo e un ragazzino, che stavano finendo di mangiare.
La donna, una signora con i capelli neri e due occhi marroni davvero belli, si alzò, dirigendosi verso Caroline e sorridendole gentile.
< ciao cara, io sono Denise, la mamma di Joe. Tu sei la sua ragazza, giusto? > chiese, sorvolando sul fatto che il ragazzo portasse a casa una ragazza diversa ogni settimana.
Caroline scosse la testa, chiedendosi come una donna deliziosa come quella avesse potuto mettere a mondo un pallone gonfiato come Joseph. Evidentemente aveva preso tutto dal padre, e la signora aveva fatto solo bene a trovarsi qualcuno con un tantino più di cervello.
< mi chiamo Caroline signora, molto piacere. E comunque, a dire la verità, io stavo cercando Nicholas > esclamò, sorridente.
Nella stanza calò il silenzio, mentre tre paia di occhi si voltavano verso Nicholas.
Caroline iniziò a sentirsi leggermente a disagio, così come in quel momento si stava sentendo a disagio Nicholas che, con addosso solo i pantaloni della tuta mise l’autocontrollo di Caroline duramente alla prova.
< o, ehm, è fantastico! > esclamò allora Denise, cercando di riparare alla figuraccia < devi chiedergli qualcosa per un compito in classe? > chiese la donna. Caroline sentì la risata soffocata di joe, e lo sguardo strafottente che il ragazzino stava rivolgendo a Nicholas.
< veramente, io e Nick siamo amici > dichiarò irritata.
Ma cosa diavolo avevano tutti contro quel povero ragazzo?
Quello era un paese di matti. Si chiese se nel raggio di due chilometri ci fosse qualcuno che non sembrasse un pazzo appena uscito dal manicomio.
La signora spalancò gli occhi, prima di aprirsi in un enorme sorriso < oh, ma è fantastico! > disse, sorridendo a Nicholas, che ricabiò incerto.
Per tutto quel tempo, quello che doveva essere il padre di Nicholas si era limitato a fissare caroline con sguardo neutro, senza dire una parola.
La ragazza, da parte sua, aveva pensato che fosse proprio un bell’uomo,del tutto identico a Nicholas.
I capelli erano solo un po’ più bianchi e la faccia con un po’ più di rughe. E aveva gli occhi verdi.
Nicholas si alzò dal tavolo, facendole segno di seguirlo su per le scale.
Mentre saliva, caroline non potè non soffermarsi sulle fossette che Nicholas aveva sulla schiena, e sul suo fondoschiena.
Dovette chiudere gli occhi per impedirsi di sbavare.
Curioso, come certa gente considerasse tanto ben di dio qualcosa da evitare.
La stanza di Nick era ben diversa da come se l’era immaginata.
L’aveva pensata come una stanza ordinata, con un letto sempre fatto e profumato.
Con scaffali pieni di libri e cianfrusaglie scientifiche, calcolatrici e strumenti vari.
La camera di Nick invece, era disordinata, di libri non c’era nemmeno l’ombra e i muri erano quasi completamente nascosti da fotografie.
Quanto al profumo invece, c’era odore di Nicholas, niente deodoranti per amibenti o dopobarba scaduti.
Si guardò in giro, passando in rassegna le foto dove un Nicholas sempre sorridente era circondato da ragazzi e ragazze, che non sembravano affatto disgustati da lui
< loro non ti trattano come un appestato > osservò la ragazza, semplicemente.
Nick alzò le spalle, mentre , con grande disappunto della ragazza, si chinava per prendere una maglia dal pavimento ed indossarla < loro erano i miei amici, prima che mi trasferissi qui >
Caroline annuì, percependo in qualche modo che il ragazzo non voleva andare oltre.
< allora, che volevi? > chiese Nick, dopo un attimo di silenzio.
Caroline scosse la testa, indifferente < niente. Mi sentivo sola, avevo bisogno di un amico >
Nick le sorrise, guardandola negli occhi e facendola arrossire.
Un amico. Da quanto tempo era che nessuno lo considerava più come tale?

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Capitolo 6
*** ovunque, ma con te ***


allora, la prima parte di capitolo è un flash-back.
per il resto, non succede nulla di che in questo capitolo.
però vi avviso, i prossimi tre sono AJDBDHBXWJHBXWGB
perciò, più recensite e più arriva in fretta u.u

p.s. avete visto questo quanto è arrivato in fretta? u.u

ahahah perdonatemi.
vi lascio al capitolo :3


I LOVE U LIKE A LOVE SONG.







< Nicholas, devo parlarti >
Esclamò suo padre. Nick era appena rientrato da scuola e non aveva molto tempo per starlo a sentire, Hannah lo aspettava in macchina e avrebbero dovuto raggiungere gli altri in meno di mezz’ora.
Annuì distratto, mentre si specchiava e cercava di sistemare un riccio che gli cadeva ribelle sulla fronte < io e Denise ci sposiamo > tossicchiò il padre.
Nick si fermò, immobile.
< si e, ci trasferiremo da lei, a casa sua intendo. con Joe e Frankie > continuò il padre, aspettando di vedere la reazione del figlio.
Dopo che la mamma di Nicholas era morta per un tumore, non aveva più avuto alcuna donna, fino a che non aveva incontrato Denise. Lei era riuscita ad andare oltre il suo animo taciturno, aveva capito come tenesse le emozioni ermeticamente chiuse dentro di se e come le esternasse solo in rari ma importantissimi momenti.
Denise, divorziata e con due figli, era una donna bella e solare, che credeva di aver trovato nel papà di Nick, Jonh, il vero amore.
Ma i figli dei due non vedevano il ‘ loro amore’ dalla stessa prospettiva dei loro genitori.
Se a Nick dava fastidio che quella donna sostituisse sua madre, Joe era semplicemente furioso. Tanto furioso da contagiare anche Frankie.
Nick non sapeva esattamente perché quel ragazzo ce l’avesse con lui, ma sapeva solo che attribuiva a lui la colpa di quel matrimonio, e non aveva alcuna intenzione di stabilire un rapporto civile con lui.
< stai scherzando, vero? > chiese Nick, incredulo.
< no figliolo, non scherzo > disse il padre, avvicinandosi e cercando di poggiare la sua mano sulla spalla del figlio.
Nicholas si ritrasse di scatto < vaffanculo > urlò, prima di uscire sbattendo la porta.
Sapeva che per un ragazzo di 17 anni quello era un comportamento immaturo, ma aveva come il presentimento che nulla sarebbe più andato per il verso giusto.

E adesso, a 18 anni, esattamente un anno dopo, Nick doveva ammettere di averci azzeccato.
La sua vita aveva cominciato a precipitare verticosamente, e oramai aspettava rassegnato che si spiaccicasse al suolo.
E la colpa di tutto, non era d’altri che di Joe.
Fin dal primo giorno di scuola, lo aveva ridicolizzato, umiliato, picchiato e preso di mira.
All’inizio Nick aveva davvero provato a reagire, ma la squadra di football aveva in qualche modo reso difficile l’impresa.
E così Nick si era rassegnato.
La sua vita faceva schifo, e tutto grazie a quel coglione di Joe Jonas.
 
 
 
 
< Nick, hai mai pensato di scappare lontano? > Caroline guardava Nick di sottecchi, mentre, seduta sul muretto della scuola, mangiava il suo panino.
Nick non le rispose subito, spostando il suo sguardo verso la strada < lo penso ogni giorno >
Caroline annuì, senza rispondere.
Quella mattina aveva litigato con suo padre, un’altra volta.
Non si ricordava nemmeno per che motivo, ma di sicuro era qualcosa si stupido. Non che le importasse litigare con lui, ma non faceva altro che rendere quel posto ancora più odioso ai suoi occhi. l’unica cosa buona che vi aveva trovato era Nick. E lexus, se presa in un orario che andava dalle 11 di mattina alle due di notte.
Nick ci aveva visto giusto, i ragazzi iniziavano a rivolgerle qualche battutina davvero cattiva, ma a lei scivolavano addosso.
Non aveva il minimo interesse ad essere accettata da quella banda di babbuini.
Tutti con le stesse auto costose, scarpe lucide e vestiti firmati.
Una banda di figli di papà che probabilmente non avrebbe concluso nulla di buono dalla vita.
Si accontentava dei suo pomeriggi passati con Nick e delle sue arrampicate sul tetto insieme a Lexus, quando puntualmente si accorgeva di aver dimenticato le sigarette in camera della ragazza e di essere quindi costretta a fumarsi quello schifo che si fumava lexus.
< scapperesti con me, Nick? > chiese, sorridente.
Nick annuì < andrei ovunque con te > disse serio, e Caroline sentì ancora quella fitta allo stomaco che la prendeva ogni volta che Nick diceva qualcosa del genere e che lei proprio non riusciva a spiegarsi.
 

 
 
 

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Capitolo 7
*** crush ***


8 recensioni???
8 recensioni??
della serie che sono quasi morta quando me ne sono accorta.
bene, siccome siete state così brave ho deciso di fare una piccola modifica
e di rendere questo capitolo più.. accattivante (?) AHAHAH
dai, recensitemi anche questo e vedrete che il prossimo sarà sjbsdjcbuwdcbw.

SIETE TUTTE BELLISSIME, SAPEVATELO.

Ellie ××

























 






< dovresti dirglielo, sai? > chiese Lexus, mentre fissava Caroline che a sua volta teneva lo sguardo fisso su Nicholas.
Caroline si voltò, sentendo le guance in fiamme < dirgli che cosa? > chiese, anche se aveva paura di conoscere già la risposta.
< che ti piace > soffiò lexus, con un sorrisino malizioso sulla faccia.
Caroline sbuffò. Erano settimane che andava avanti con questa storia. Ogni volta che la sorprendeva a fissare Nicholas, a ridere delle sue battute o anche solo a sorridegli quando i loro sguardi si incontravano, non poteva fare a meno di rivolgerle qualche battutina piccante.
A dire la verità non lo sapeva nemmeno lei, quello che provava per Nicholas.
Era bello, questo era poco ma sicuro. E quando la guardava il suo cuore finiva dalle parti dello stomaco. E la settimana prima, quando l’aveva abbracciata..
Occhei. Stop. Caroline strizzò gli occhi, imponendosi di calmarsi.
Non doveva fare stupidate. Lei e Nicholas erano amici. Amici e basta.
Lui la considerava una sua amica.
Peccato che lei non fosse poi così sicura di voler essere solo una sua amica.
 
 
 
Nick sbuffò per la centesima volta quel pomeriggio < Smettila Car, ti ho detto che non ci vengo > sentenziò, buttandosi a braccia incrociate sul letto.
Caroline ridacchiò, sedendosi sul bordo del letto < Ti preeego,ti prego> piagnucolò, facendo la voce da bambina.
Nick roteò gli occhi, guardandola insicuro. Dopo nemmeno 5 secondi, sbuffò un'altra volta e si arrese alla ragazza < va bene, va bene! verrò a quella stupita festa >
< si! > caroline scoppiò a ridere e lo abbracciò, cercando di non fare caso all’improvviso peso nello stomaco.
Accorgendosi di avere le guance rosse, si alzò dal letto, aprendo l’armadio di Nicholas.
< allora, vediamo di trovare qualcosa che non siano i tuoi pantaloni del pigiama o la divisa di scuola >
Quella sera c’era una festa, e Caroline, che voleva assulutamente andarci, aveva supplicato Nick per ore prima di riuscire ad ottenere un si. Dal canto suo,Nicholas era convinto che mentre lui sarebbe finito in un bagno per essere preso a cazzotti dalla squadra di football , caroline sarebbe finita in un bagno con un qualche aitante giovanotto. Non sapeva perché, ma la cosa lo irritava. Lo irritava a morte. Lo irritava il modo in cui la guardavano i ragazzi, il modo in cui gli parlavano.
Nick sospirò. Sapeva di essersi preso una cotta, ma avrebbe fatto di tutto per tenerselo dentro, per non farlo sapere a caroline.
Dopo tutto, una come lei come avrebbe mai potuto interessarsi ad uno sfigato simile?
 

 

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Capitolo 8
*** complicazioni ***


bene,scusatemi per l'immenso ritardo AHAHAHAH
in questo capitolo inizia a succedere qualcosa, ma è nel prossimo che.. eheh.
vabè, ma tutto questo passa in secondo piano se pensiamo che..

THE JONAS BROTHERS ARE BACK BITCHES!

io sono troppo JSBCJHSBCJHSDBCXJHSD per sta cosa!
mi sono mancati, tanto. 


KEEP DANCING UNTIL TOMORROW
Ellie.






























Nick sbuffò, un'altra volta.
< senti bello, smettila di fare lo scazzato, altrimenti ti riporto a casa > Caroline si girò a guardarlo in cagnesco, e lui alzò gli occhi al cielo.
Quando l’aveva vista, quella sera, per poco non aveva avuto un infarto.
Il mini abito nero lasciava poco spazio all’immaginazione , e le calze strappate che portava non riuscivano a nascondere del tutto le sue gambe chilometriche.
Per non perdersi tra le centinaia di persone che affollavano il locale, Nick la prese per mano, e quel contatto provocò infiniti brividi ad entrambi. Brividi che entrambi stavano cercando di mettere a tacere.
Caroline fissò lo sguardo su Nicholas, sulla maglietta nera con il collo allentato che lasciava intravedere il fisico scolpito che c’era sotto. I jeans stretti non facevano altro che sottolinearlo, quel fisico.
Deglutì, dicendosi che quella sera avrebbe trovato un ragazzo figo con cui ballare, gli avrebbe messo la lingua in bocca e magari si sarebbero appartati da qualche parte per ‘ conoscersi meglio’.
Il tutto per smettere di pensare a Nicholas.
< allora, non ha senso girare come due scemi per tutta la sera, quindi: io vado a destra, tu a sinistra. E mi raccomando, rispolvera le tue doti da conquistatore, perché vestito così nessuna puo resisterti > caroline rise davanti allo sguardo stralunato di Nick, e si allungò per schioccargli un bacio sulla guancia.
Inutile descrivere le condizioni in cui si trovava il suo cuore mentre lei compiva quel semplice gesto.
Nick le sorrise debolmente , seguendola poi con lo sguardo mentre si allontanava.
Si guardò in giro, impacciato, senza sapere che fare o con chi parlare. Non aveva amici, lì.
Nella sua ‘ vecchia vita’, ci passava la notte in discoteca, attorniato da bellissime ragazze, ma adesso era lo sfigato, quello invisibile, non avrebbe fatto altro che starsene solo tutta la sera.
Non ebbe nemmeno fatto in tempo ad elaborare questo pensiero, che vide due o tre ragazze voltarsi nella sua direzione.
Fece fnta di niente, voltandosi e avvicinandosi al bancone del bar.
Se c’era una cosa che sapeva fare bene, era fare l’indifferente, e sapeva per esperienza che alle ragazze piaceva.
Infatti, dopo nemmeno un minuto, una ragazza stretta in un vestito verde acqua gli si era seduta vicino, e ora lo guardava sorridendo.
< ciao > disse.
Nick si voltò piano verso di lei, fissandola. Era abbastanza certo che facesse parte della squadra delle cheerleader.
< ciao > rispose, a sua volta.
Quella non resistette alla curiosità < ma sei Nicholas? > chiese d’impulso.
Lui la guardò storto  < in che senso? Certo che sono Nicholas >  sapeva che le cheerleader erano stupide, ma non pensava che lo fossero fino a quel punto..
 Lei rise di gusto < scusami, è che sei irriconoscibile stasera >lui sbuffò, accorgendosi che anche qualche altra ragazza era voltata dalla sua parte
< sono irriconoscibile o non c’è Jonas a rendermi ridicolo? > chiese a bruciapelo.
La ragazza non rispose, posando la sua mano sulla  gamba di Nick e salendo sempre più in alto. Avvicinò il suo viso a quello di Nick, sussurrandogli nell’orecchio < sai, sei molto meglio tu di Joseph >
 
 
 
 
Respira Caroline, respira.
Chi era quella puttana che stava mettendo la sua lingua in bocca a Nicholas?
Respira, respira.
Con lo sguardo fisso su di loro, la vista le si appannò, così, con le mani sulla faccia, corse in bagno, appoggiandosi al piano del lavandino e lasciandosi andare.
Scossa dai singhiozzi, si sentì avvolgere in un abbraccio. Alzò la testa.
< Jonas > disse, cercando di metterci disprezzo, ma tutto quello che ottenne fu un suono strozzato.
Lui sorrise, il suo solito sorriso da coglione.
< brutto eh? Essere innamorati di qualcuno e non essere ricambiati > disse, accennando con la testa alla porta.
Lei si irrigidì < non capisco di cosa tu stia parlando >
Joe scoppiò a ridere < oh andiamo, ti ho vista. Ho visto come guardi Nicholas. E ho visto anche come lo guardavi mentre si limonava un’altra ragazza! >
I singhiozzi di caroline creebbero di intensità, confermando la tesi di Joe.
< ma non deve andare per forza così..> sussurrò piano Joe, al suo orecchio.
Quando vide che lei non opponeva resistenza, posò le mani sui suoi fianchi, fino ad accarezzare la schiena lasciata nuda dalla scollatura del vestito.
Nelle testa di Caroline centinaia di voci diverse continuavano a dire di smetterla, di fermarlo.
Ma l’immagine di Nick che baciava quella ragazza prevaleva su tutto, e se Joe era l’unico modo per farla sparire, bhè, lei di certo non si sarebbe tirata indietro.
 

 

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Capitolo 9
*** i like u ***


ciao!
ho cambiato scrittura,vi piace?
comunque, questo capitolo è BOOOOM.
AHAHAHAHAH
dovete recensirlo però, sennò il prossimo ve lo scordate è.é

VI AMO, SAPPIATELO <3
Ellie.







Caroline si rigirò nel letto,scontrandosi con qualcuno. Aprì gli occhi infastidita dalla luce, per poi realizzare dove fosse, e ,soprattutto ,con chi fosse.
< oh no> sussurrò, prima di alzarsi di scatto con la testa che le girava.
<oh si. E fattelo dire Caroline, la miglior scopata della mia vita > sorrise Joe, sdraiato al suo fianco.
< vaffanculo, vaffanculo Joseph vaffanculo! > urlò, tirandogli addosso il cuscino.
Si rialzò in fretta, senza preoccuparsi di coprirsi e cercando i suoi vestiti sparsi per la camera. Dopo averli radunati, raccolse da terra la camicia del ragazzo,mettendosela per coprirsi.
Aprì la porta e fece per dirigersi in bagno, ma la porta della camera di Nicholas si aprì di scatto.
Lui la fissò per un momento che a lei parve infinito.
< C-Caroline? > balbettò, senza riuscire a crederci davvero. Che cosa ci faceva caroline in casa sua, di domenica mattina, con addosso solo la camicia di Joseph?
Un pensiero si fece largo nella mente del ragazzo, che però tentava in tutti i modi di seppellirlo.
Non poteva essere.
< c-ciao Nicholas > sussurrò lei, imbarazzata e moritificata allo stesso tempo.
Prima che uno dei due potesse aggiungere altro, la porta della stanza di Joe si spalancò, mostrano il ragazzo in mutande e confermando i peggiori sospetti di Nicholas.
Ma quando Joe si piegò per lasciare un castissimo e dolcissimo bacio sulle labbra di Catherine,senza che lei lo rifiutasse, Nicholas sentì le gambe cedere, e gli angoli degli occhi bruciare.
Senza dire niente, fece dietro front e tornò in camera, sbattendo la porta.
Joe ridacchiò soddisfatto, tutto quello che voleva fare era ferire Nicholas e ci era riuscito.
Scompigliò i capelli a Caroline, per poi scendere le scale e lasciare la ragazza lì impalata, che non sapeva cosa fare.
Dopo nemmeno mezzo secondo però, bussò alla porta di Nicholas.
< Nick, apri, ti prego dai > dovette andare avanti per molto, fino a che, spazientito, il ragazzo non le aprì la porta.
Caroline non potè fare a meno di notare i suoi occhi lucidi. Pensò che assomigliassero molto a quelli che aveva lei la sera prima.
< cosa vuoi? > la aggredì il ragazzo. Caroline, presa alla sprovvista, sentì un tuffo al cuore.
Nicholas, capendo dal suo sguardo di avere esagerato, le si avvicinò piano, sospirando.
< mi dispiace. È solo che io.. insomma.. Joe? Perché proprio Joe, Caroline? > la ragazza riusciva a sentire tutta la delusione nella sua voce
< io.. io..> cercò di trovare una risposta sensata, una che non comprendesse quella stangona che gli aveva infilato la lingua in bocca la sera prima.
< è perché lui ti piace, vero? > mentre lo diceva, Nick sentì qualcosa pesargli sullo stomaco  < ma lui ti sta usando Caroline. Però posso capire, insomma, lui piace a tutte > disse, alzando le spalle.
< Nick.. > tentò caroline
< no, non mi devi spiegazioni, va bene! > esclamò il ragazzo, che non voleva sentire altro. L’immagine di Joe che la baciava era ancora vivida nella sua mente.
< Nick io.. > tentò di nuovo la ragazza.
< ho detto che non importa > sbottò il ragazzo.
Fece appena in tempo ad accorgersi del mutamento di espressione di Caroline, prima che lei gli urlasse addosso
< Non me ne frega un emerita Minchia di Joseph, cazzo! Io ci sono stata solo perché tu ti stavi quasi scopando quella puttana sugli sgabelli del bar! A me piaci tu! >
Nick aprì la bocca, scioccato, mentre le parole di Caroline lo assorbivano completamente.
Lui le piaceva?
 

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Capitolo 10
*** your lips on my lips ***


amo fottutamente questo capitolo. AHAHAH
scusatemi, ma oggi sono la ragazza più felice del mondo, non avete idea *o*
AHAHAH occhei, lasciamo stare, vi lascio al capitolo!
VOGLIO TAAAAANTISSIME RECENSIONI, VI PREGO. E’NATALE E A NATALE SI PUO’ FARE DI PIU’ :3
ahahaha sono pessima u.u
tanto lov, Ellie.
 
 
 



aveva detto di odiare suo padre?
bene, se prima aveva semplicemente detto di odiarlo, ora gli augurava di finire spappolato tra il pavimento ed un pianoforte da 300 Kg.

 l’aveva chiamata 30 secondi dopo che aveva detto a Nick che gli piaceva,impedendo al ragazzo di rispondere. Gli aveva uralto dietro chiedendole dove diamine fosse e perché quella notte non era tornata a casa. Gli aveva anche confiscato il telefono, così lei non aveva nemmeno potuto mandare un messaggio a Nick per esigere una qualsiasi risposta.
Oltre che fuoriosa con suo padre, era anche spaventata a morte.
Era più che sicura di aver mandato a puttane tutto quello che lei e Nicholas avevano costruito in quei mesi, senza alcuna possibilità di ripararlo.


Il lunedì successivo, ferma davanti ai cancelli della scuola, stava seriamente prendendo in considerazione l’idea di scappare.
Non sarebbe riuscita ad affrontare Nick, lo sapeva.
Trasaliì quando qualcune le posò una mano sulla spalla, ma si rilassò scoprendo che era solo Lexus.
< allora, come è andata sabato sera? Ieri ti ho chiamata tutta la giornata ma non mi hai risposto > sputò l’amica, con il suo solito scazzo mattutino.
< scusa, mio padre mi ha confiscato il telefono> la ragazza sospirò.  < comunque, sono andata a letto con Joseph>
Lexus quasi si strozzò con la sua stessa saliva < Joseph? > chiese, con voce acuta < ma a te non piaceva Nick? > chiese, senza capire.
< si, ma Nick stava limonando con una tizia, e allora ho ripiegato su Joseph. pensavo che una volta scoperto, Nick si sarebbe arrabbiato. >
Lexus sembrava essersi fermata a ‘ nick stava limonando con una tipa ‘ < Nick che cosa? E con chi?>
Caroline sbuffò < non lo so, lex, sono scoppiata a piangere >
Nonostante fossero ancora le otto, la notizia doveva averla svegliata, perché la bionda si sporse per stringere Caroline fra le sue braccia. < mi dispiace, credevo davvero che tu piacessi a Nick >
Caroline alzò le spalle < e non è tutto, gli ho anche detto che mi piace >
< e lui che ti ha risposto? > chiese lexus, incredula.
Caroline scrollò le spalle < nulla, mio padre ci ha interrotti. Anche se sono piuttosto sicura che sarebbe stato un ‘ oh, tu non mi piaci ‘ >
Lexus stava per dire qualcosa, ma si bloccò di colpo < ehm, caro, non per allarmarti, ma Nick è arrivato e sta venendo verso di te >
Caroline non fece in tempo a rispondere, che sentì un tossicchiare imbarazzato dietro di lei.
Si girò, e con la coda dell’occhio vide Lexus che si allontanava.

Si appuntò mentalmente di fargliela pagare per questo; non poteva lasciarla sola in un momento del genere.
Vide Nicholas aprire la bocca per parlare, ma lei lo precedette < senti Nick,ho sbagliato a dirti che mi piaci. E’ ovvio che tu non provi la stessa cosa e così facendo ho mandato a puttane la nostra amicizia. Giuro, non avevo in programma di dirtelo, ma non sopportavo che tu pensassi che mi piacesse joe. Davvero, scusa > disse talmente veloce che persino lei fece fatica a decifrare le sue parole.
Vide Nick sorriderle dolcemente < Caroline, mi piaci anche tu > esordì, come se non avesse sentito niente di quello che lei aveva detto, come se nessuno gli avesse interrotti il giorno precendete.
Caroline rimase a bocca aperta, con il cuore che le batteva a mille. Vide Nick sorriderle di nuovo, e farsi più vicino a lei, posando le mani sui suoi fianchi. Con la coda dell’occhio, vide Lexus , appoggiata ad un muretto, che sorrideva.
Un secondo dopo, sia lexus che tutto quello che la circondava sparirono. tutto, eccetto le labbra di Nick sulle sue.

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Capitolo 11
*** studiare ***


VI HO ABBANDONATE, LO SO, LO SO çwç
POTRETE MAI PERDONARMI?
Anche perché sto capitolo fa schifo, perciò boh, merito di essere lapidata ><
Cooomunque, indovinate chi è resiscitata? Ma quell’amore mio di valentina!
Lei è ejhgjefjdshfid.
Coooomunque, godetevi questa merda di capitolo, e , per favore, PERDONATEMI lol
 
( anche se scommetto che la parte pervertita vi piacerà u.u )
 
Love, ellie.
 

 
 

Caroline poteva giurarlo: ogni singolo studente presente in quel corridoio stava fissando le loro mani intrecciate come se fossero un gigantesco alieno melmoso.
Peccato che l’unico alieno melmoso era quello che aveva nello stomaco. Se prima, quando i contatti con Nick erano fugaci e poco significativi e nel suo stomaco sentiva le farfalle, ora, dopo averlo baciato e aver camminato per almeno 5 minuti tenendo stretta la sua mano, quello che sentiva nello stomaco era decisamente troppo pesante per poter essere una farfalla. E il sorriso che aveva in faccia era troppo da idiota per poter essere una cosa normale.

Passò la giornata riesaminando, insieme a Lexus, il bacio che lei e Nick si erano dati quella mattina.
Che cosa aveva sentito? Aveva sentito Nick.
Nient’altro. Solo nick, con la sua forza, la sua dolcezza.
E non vedeva l’ora di sentirlo di nuovo.
Per questo, quando si ricordò che come ogni lunedì sarebbe andata a casa di Nick a mangiare, sul viso le comparve un sorriso che a detta di Lexus era ‘ talmente enorme da far venire i brividi’.
< quindi, non ti basta esserti scopata il fratello? > chiese lexus ridacchiando, mentre prendevano posto in mensa.
Caroline alzò gli occhi al cielo < fratellastro. E comunque, non è detto che mi scoperò Nick >
Lexus scoppiò a ridere < si certo >
< sul serio, Lex > sussurrò caroline, imbarazzata < e poi Nick non mi sembra il tipo >
Nonostante si rendesse conto che non era una cosa bella da pensare, si rendeva anche conto che grazie a Joe in quella scuola di sicuro le ragazze non erano interessate a Nick, e di conseguenza lui non doveva avere poi tutta questa esperienza.
Lexus sembrò leggerle nel pensiero, perché si avvicinò a lei e sussurrò, con un sorriso malizioso < bhè caroline, potresti sempre mostragli cosa si perde. D’altra parte, sei o non sei la scopata migliore di Joe Jonas? vuol dire che ci sai fare >
Entrambe le ragazze scoppiarono a ridere, e caroline arrivò a chiedersi se davvero fosse così importante quanta esperienza avesse Nick. D’altra parte, se si trattava della parola ‘ amore ‘ nemmeno lei ne aveva poi troppa.
 
 
 
Era strano, insomma, starsene lì sul divano, abbracciati, guardando un film.
Ma non era quello a preoccupare Nicholas. Quello che lo preoccupava, erano i brividi che gli percorrevano la schiena mentre caroline si appoggiava al suo petto per mettersi comoda e guardare meglio il film. Un film che, in verità, la ragazza non stava nemmeno guardando.
Dopo minuti di interminabile silenzio, in cui fu chiaro che a nessuno dei due interessava minimanente il film – in quanto erano rimasti a fissarsi imbambolati mentre una pazza scatenata faceva a pezzi un innocente passante – caroline sbuffò, alzandosi di scatto e posizionandosi di fronte a Nick.
< hai intenzione di baciarmi di nuovo, o no? > chiese a bruciapelo, mentre le labbra di nick la attiravano come calamite.
Nick sorrise, grato che fosse stata lei a tirare in ballo la questione.
In meno di due minuti, le sue labbra erano di nuovo su quelle di Caroline.
Questa volta però, il ragazzo intensificò il bacio, facendosi strada con la lingua nella bocca della ragazza.
Lentamente, la fece sdraiare sul divano, posizionandosi sopra di lei.
Caroline non riuscì a trattenere un gemito quando le mani gelate di nick finirono sotto la sua maglietta, facendola rabbrividire.
Bhè, che fosse vergine oppure no, Nick la stava decisamente facendo uscire di testa.
Stava per sfilare la maglia a Nick quando il suono del suo cellulare si diffuse per la stanza, spezzando l’atmosfera che si era creata. Sbuffando, si allungò fino al tavolino per prenderlo, rispondendo senza nemmeno guardare il mittente.
< cosa? > sbuffò irritata.
< buongiorno anche a te, amore > dall’altra parte del telefono c’era la persona che meno si sarebbe aspettata di sentire: sua madre.
< m-mamma? > balbettò incredula.
< oh allora ti ricordi di me > ridabì quella, ridacchiando.
Caroline alzò gli occhi al cielo < come mai mi hai chimata? >
< oh così, mi mancavi! Allora, stai facendo la brava? >
Caroline soppesò la situazione: era mezza nuda, sdraiata sotto quello che fino alla quella mattina era il suo migliore amico, e non vedeva l’ora di chiudere il telefono per tornare a sfilargli la maglietta che, già un po’ alzata, lasciava intravedere le fossette che il ragazzo aveva sulla schiena.
< certo mamma, bravissima > dichiarò, facendo spuntare un sorrisetto sul viso di Nick.
< bene! che stai facendo di bello ora? > caroline ci mise tutto l’autocontrollo che possedeva per non scoppiare a ridere ' sto per scopare mamma, e tu?'
< sto studiando > asserì, seria; e a quelle parole Nick nascose la faccia nei suoi capelli,cercando di trattenere le risate.
Caroline, portando una mano tra i suoi ricci, cercava invando di far smettere la madre di parlare.
< ah, stai studiando con Nick? > chiese. Da quando caroline le aveva raccontato di lui, la madre non faceva altro che insinuare che fra i due ci fosse qualcosa. Bhè, forse non aveva tutti i torti.
< si mamma, e si sta innervosendo parecchio visto che domani abbiamo una verifica. Ti dispiace se vado? >
Sentì sua madre sbuffare dall’altro lato della cornetta, ma poi finalmente si decise a chiudere la chiamata.
Non appena ebbe di nuovo appoggiato il telefono sul tavolino Nick alzò la testa, con un sorrisino idiota sul viso.
< stiamo studiando, eh? >
Caroline scoppiò a ridere, seguita dal ragazzo, che si ritrovò a pensare che lei fosse la cosa più bella che avesse mai visto.
< sai, dovremmo studiare per davvero > disse poi il ragazzo, serio, guardando in direzione di caroline.
La ragazza ci mise qualche secondo a rispondere, chiedendosi se il ragazzo fosse serio oppure no.
Nick si alzò, prendendola per mano e portandola in camera sua.
< Nick, ma sei serio? > chiese la ragazza, senza riuscire a trattenere le risate.
< certo, io sono un secchione, ricordi? Non posso rischiare di rovinare la mia media per una ragazza >
Il sorriso ironico sul volto del ragazzo convinse caroline che stava solo scherzando.
< ma vaffanculo > dichiarò, ridendo e sporgendosi verso Nick, che l’avvolse in un abbraccio.
Nick iniziò a baciarla piano, con dolcezza, accarezzandole il viso con le mani.
Quando Caroline sorrise nel bacio, Nick lo intensificò, spostando le mani dal suo viso ai suoi fianchi. Caroline indietreggiava lentamente, e, quando le sue spalle toccarono il muro, Nick la prese in braccio.
La maglia di Nick finì sul pavimento, così come il reggiseno della ragazza. Caroline si beò per qualche secondo della vista degli addominali di Nick, per poi passare ai suoi occhi.
Ne era certa, nessuno l’aveva mai guardata in quel modo.
Chiuse gli occhi, lasciandosi andare, completamente. Le mani forti di Nick sul suo corpo bruciavano quasi come fossero fuoco, sentiva il suo profumo indondarle le narici.
Quando Nick la spinse sul letto, sdraiandosi piano sopra di lei, caroline avvertì un fremito di eccitazione nel trovarsi pelle contro pelle con Nick. In men che non si dica anche il resto degli indumenti del ragazzo finirono sul pavimento,e caroline pensò tra se e se che non avesse proprio nulla da invidiare a Joe.
Quando le labbra del ragazzo le solleticarono il collo, chiuse gli occhi, lasciandosi scivolare in un luogo governato esclusivamente dai sensi.
 
 
 
C’era silenzio e il sole inondava la camera,mentre il cinguettio degli uccellini fuori dalla finestra dava uno strano senso di pace e tranquillità.
Le mani dei ragazzo disegnavano cerchi immaginari sulla pancia piatta di Caroline che, stretta tra le sue braccia, aveva gli occhi chiusi e un sorriso sorione dipinto sul volto.
Nick le baciò piano la fronte, per attirare la sua attenzione.
La ragazza aprì gli occhi, perdendosi in quelli color cioccolato del ragazzo.
< bhè, è stato interessante studiare con te > sussurrò Nick, con voce roca.
Caroline rise < non pensavo che l’avrei mai detto ma, anche a me è piaciuto studiare con te >
Nick sorrise, dandole un altro bacio sulla fronte < allora, che ti va di fare? >
Caroline chiuse gli occhi < facciamo che andiamo giù a bere, perché devi farti passare quella voce da arrapato che ti ritrovi e che non fa altro che arrapare anche me e non mi va di passare le nostre giornate chiusi in camera a scopare come dei ricci > aveva detto tutto questo senza prendere fiato, facendo scoppiare nick a ridere.
Si infilò velocemente la maglietta del ragazzo, e, conscia del fatto che lui fosse solo con i boxer, si avviò in cucina.

 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 12
*** you are, the only exception ***


Ciiiaaao!
lo scorso capitolo lo avete commentato in pochissime, che c'è?
la storia vi sta stancando? D:
comunque, ecco qui un nuovo capitolo,
godetevelo e fatemi sapere che ne pensate!
Ellie.










Caroline si fermò di scatto sulla porta della cucina, e Nick, che non se l’aspettava, le finì addosso, poggiando poi una mano sul suo fianco. In cucina, insieme all’intera squadra di football c’era Joe, che li fissava con gli occhi fuori dalle orbite. Come il fratello aveva fatto quale giorno prima, si stava rifiutando con tutto se stesso di ammettere l’ovvio: Nick in mutande,caroline con la maglia del ragazzo e la sua mano posata sul suo fianco.
No, non poteva essere. E non poteva essere non solo perché in quel modo Nick l’avrebbe avuta vinta, ma soprattutto perché negli ultimi tempi si era accorto di provare per Caroline qualcosa che andava oltre l’attrazione fisica. E questo lo spaventava.
Deglutì, fingendo poi di assumere un’espressione sconcerata < che cosa vedo? Caroline, ti sei talmente impietosita che gli stai insegnando a fare sesso? > il resto dei ragazzi dietro di lui scoppiò a ridere, e lui potè vedere chiaramente il volto di Caroline passare da tutti i toni del rosso.
Stava per parlare di nuovo, ma la ragazza lo precedette < spiacente di deluderti Joe,ma sei tu quello che avrebbe bisogno di qualche lezione >
La ragazza, prendendo per mano Nick, girò i tacchi per tornare in camera; ma, prima che sparisse dietro la porta,Joe potè chiaramente vedere Nick rivolgergli un sorrisetto a metà tra il soddisfatto e l’ammiccante.
Aveva perso, e anche Nick lo sapeva.
 
 
 
< lo odio! > urlò Caroline, sbattendo la porta della stanza e sedendosi sul letto a gambe incrociate.
Nick la raggiunse, sempre con un leggero sorrisino stampato in faccia < lascialo perdere Caro, a me non importa delle sue battutine, davvero >
Caroline alzò le spalle, per poi sorridere < comunque è vero, te la cavi molto meglio di Joe >
Nick scoppiò a ridere < sai, prima di venire qui e di incontrare Joe ero un ragazzo molto ambito >
Caroline smise di ridere di colpo. Si era dimenticata che, prima di Joe, Nick aveva avuto una vita.
< oh. E hai avuto molte ragazze prima di me? > chiese, cauta.
Nick scosse la testa < solo una. Le altre erano dei passatempi >
Caroline sorrise,rincuorata. Nick la guardò di sottecchi, portando di nuovo la mano sul suo fianco e avvicinandosi a lei < sei l’unica, lo giuro. Anche volendo, non saprei con chi tradirti >
Caroline rise, mentre il cuore le si riscaldava al suono di quelle parole.
< scommetto che, tolto Joe, le ragazze qui farebbero la fila per te > era una cosa che pensava sul serio. Bastava vedere come le ragazze si erano interessate a lui alla festa dell’altra sera. Fuori da scuola, bhè, Nick non era uno sfigato. E questo la spaventava. La spaventava perché nessuno era mai riuscita a farla sentire così viva, e lo sapeva, nessuno sarebbe riuscito a fargli tanto male quanto gliene avrebbe fatto Nick se l’avesse lasciata.
 

 

Maybe i know, somewhere 
Deep in my soul 
That love never lasts 
I'd sworn to myself that I'm content 
With loneliness 
Because none of it 
was ever worth the risk, but... 

You, are, the only exception 


 

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Capitolo 13
*** flash back ***


Allora, questo capitolo notturno è
qualcosa di fhshdfihfihfiehd.
è raro che i miei capitolo mi piacciano,
quindi per favore anche se fa schifo fingete e scrivetemi ' ODDIO,E' MERAVIGLIOSO'
ve ne sarei molto grata, ne va della mia ( già quasi insesistente ) autostima u.u








 

< potreste staccarvi? Mi state facendo venire il vomito >
Caroline scoppiò a ridere sulle labbra di Nick, per poi staccarsi ed osservare Lexus. Era mattina e lei di certo non era del suo umore migliore.
< grazie > sibilò, guardandoli male come per sfidarli a baciarsi ancora.non che non fosse felice per loro, ma vederli così felici e spensierati la faceva sentire ancora più sola di quanto già non fosse.
La campanella li distrasse tutti, e Nick, schioccando un fugace bacio sulle labbra di Caroline si diresse verso la palestra.
Caroline si appoggiò agli armadietti con aria sognante, senza accorgersi dello sguardo schifato che aveva Lexus.
< che diamine stai facendo? > chiese poi la ragazza, visto che Caroline non si decideva a muoversi.
< eh? Cosa? > chiese la ragazza spaesata.
Suo malgrado, Lexus scoppiò a ridere. Conosceva fin troppo bene quell’espressione.
< com’è andata ieri a casa di Nicholas? > chiese con malizia.
Il rossore sulle guancie di Caroline le dissero che aveva indovinato.
< lo sapevo! Lo sapevo! > urlò, senza curarsi delle persone che si erano voltate a guardarle.
Caroline rise, portandosi le mani sul viso.
< allora? > chiese Lexus trepidante
< allora cosa? > ripetè esasperata Caroline.
< allora, com’è? È bravo? > disse, abbassando la voce, ma senza perdere la malizia.
< lexus.. >
< è bravo si o no? >
Quando Caroline annuì Lexus abbandonò ogni forma si ritegno, mettendosi ad urlare e ballare in mezzo al corridoio. Se prima caroline era rossa, adesso era decisamente bordò, e avrebbe dato anche il suo braccio destro per essere invisibile.
 
 
 
 
 
 









< quindi state insieme? >
Nicholas, che era appena entrato nello spogliatoio, non si sorprese di trovarvi Joe ad aspettarlo. Sapeva che gliel’avrebbe fatta pagare per avergli fottuto caroline, e sapeva anche che quello era il momento più adatto: il prof se ne fregava se qualcuno non era in palestra, e i compagni non avrebbero fiatato, così Joe avrebbe potuto tranquillamente andare avanti a piacchiarlo per due ore senza che nessuno dicesse nulla. Sapeva che se si fosse opposto forse non le avrebbe prese, ma la verità era che non gli andava. Joe non avrebbe capito comunque, anzi, avrebbe solo fortificato la dose.
Annuì appena e fece per superarlo, quando, come si aspettava, la mano di Joe si posò sulla sua spalla.
< perché? > chiese, con lo sguardo duro.
Nicholas rimase spiazzato da quella domanda. Con la coda dell’occhio vide il resto della combricola di Joe incitare tutti ad uscire dagli spogliatoi. Bene, voleva ucciderlo senza avere pubblico.
< in che senso perché? > chiese, forse con un po’ troppa strafottenza, perché vide Joe serrare gli occhi.
< perché stai con lei? Vuoi farmela pagare? Vuoi dimostrare che non sei uno sfigato? > aveva iniziato ad urlare.
Nick non capiva. < lei mi piace > rispose semplicemente.
La risata di Joe risuonò per tutto lo spogliatoio deserto.
< non mi incanti, bleekefild. Vuoi una troia con cui scopare? La squadra delle cheerleader non vede l’ora di metterti le mani addosso. Vuoi smettere di essere trattato come uno sfigato? Potremmo diventare amici. Basta che la lasci perdere >
Joe che gli offriva di diventare suo amico? La squadra delle cheerleader? Tutto questo non aveva senso. A meno che..
< lei ti piace > soffiò, così piano che Joe avrebbe potuto far finta di non aver sentito.
< lei ti piace! > ripetè Nick, questa volta ad alta voce, puntandogli un dito contro. Lo colpì la consapevolezza di come Joe aveva baciato Caroline quella domenica mattina. Era un bacio.. umano. Diverso dai baci affamati di sesso che gli aveva visto dispensare a quelle troiette ignare, che pensavano di essere speciali.
 
Il leggero cenno d’assenso di Joe scatenò in Nick qualcosa che aveva tenuto sotterrato per troppo tempo. Non Caroline. Gli aveva portato via tutto. La sua famiglia, la sua vita, la sua squadra di football, ogni cosa. Come un flash vide il sorriso di Caroline, che però non era rivolto a lui. Era rivolto a Joe.
Un pugno. Secco e deciso. Sentì il naso di Joe rompersi sotto le sue nocche, il suono netto della cartilagine che si spezzava.
< sta lontano da lei > disse semplicemente, prima di uscire dalla palestra lasciando Joe che gemeva accovacciato a terra, con la consapevolezza che quel pugno lo avrebbe pagato, e caro anche.
 
 


























‘ non ci vieni al ballo, amico?’ un ragazzo alto, con dei capelli biondi sparati ovunque e degli occhi blu come il mare era seduto sulle gradinate di un campo da football, insieme ad un altro ragazzo, un po’ più basso ma con le spalle più larghe, che, a causa del vento, aveva i capelli, ricci in un modo incredibile,che danzavano ovunque.
‘ no, non fa per me. E poi non saprei con chi andarci’ rispose quello, con un alzata di spalle.
Il biondino rise ‘ credo che tutta la scuola voglia venire al ballo con te. E non mi riferisco solo alla parte femminile’
‘ se ti riferisci a Gegorge, non credo che lui sia gay ‘ rispose il ragazzo, con un leggero sorriso sulle labbra.
‘ oh, io credo di si. Hai visto come ti fissa negli spogliatoi? È inquietante, credimi’
A quel punto scoppiarono entrambi a ridere, ma furono interrotti dall’arrivo di un uomo, con una tuta ed un fischietto legato al collo.
‘ allora ragazzi, pronti per la partita di domani sera?’ chiese.
I ragazzi annuirono, anche se entrambi se la stavano facendo sotto per la tensione. Era la partita più importante dell’anno e non potevano permettersi di perderla.
L’uomo concentrò la sua attenzione sul riccio, battendogli una mano sulla spalla ‘ Nicholas, i migliori talent scout della nazione verrano a vederti giocare, domani sera. Gioca bene la metà di quanto sai fare e quella borsa di studio di football per il college è già tua, te lo garantisco; non c’è niente che possa andare storto ’ 
il ragazzo riccio annuì contento. dopo quella sera avrebbe avuto tutto: aveva ragazze, amici, popolarità e soldi. ma più importante, avrebbe visto il suo più grande sogno realizzarsi: fare del suo giocare a footaball un lavoro vero e proprio. non c'era nulla che potesse andare storto.
 

 
E mentre riviveva quel momento per la milionesima volta, nick si disse che c’era stato qualcosa che né lui né l’allenatore Masterson avevano calcolato: Joseph Adam Jonas.
 

 

 

 

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Capitolo 14
*** lettera 'J' ***











Non sono dell'umore, ma ho voluto postare comunque.
sperando che il capitolo vi piaccia, tanto lov, Ellie.
<3












Caroline chiuse la porta di casa, forse un po’ troppo forte. Era sovrappensiero e non ci fece caso, ma non potè fingere di non aver sentito il padre, che, dal divano, la stava chiamando.
< che c’è? > sbuffò, mentre impazente spostava il peso da una gamba all’altra.
Il padre le sorrise < niente, tesoro. Pensavo solo che da quando sei qui non abbiamo mai fatto un discorso serio. >
La ragazza sbuffò < non voglio avere un discorso serio con te >
Se il padre era rimasto ferito da quelle parole, non lo diede a vedere < che ne dici di sederti un po’ qui con me? > continuò cordiale.
Caroline cercò velocemente una scusa credibile, ma, siccome non gliene veniva in mente nessuna si arrese, lasciandosi sprofondare sulla poltrona davanti al padre.
< ora che sono seduta? > chiese, quasi sibilando.
Il padre spiegò cauto < pensavo che potessimo fare qualcosa insieme, uno di questi giorni >
La ragazza annuì, come ad incoraggiarlo a continuare
Fin da quando si ricordasse, il padre l’aveva sempre portata a vedere montare il presepe gigante. Non importava se casa loro disatava ore da quella minuscola cittadina, per loro era un rito sacro. Una volta Caroline ci era andata anche con 39 di febbre.
Lei era piccolina, perciò il padre se la metteva sulle spalle perché potesse vedere.
Al ricordo un leggero velo di lacrime le annebbiò gli occhi.
< stai scherzando, vero? > chiese piatta.
Questa volta colse un lampo di delusione negli occhi del padre < pensavo che tu ci tenessi >
La ragazza rise, scettica < si, anche io pensavo che tu ci tenessi > disse,con uno sguardo di sfida.
< almeno pensa che è un bel modo di festeggiare il natale, è più divertente che stare in chiesa >
La ragazza sospirò < papà, io non credo più in dio e in tutte quelle robe lì >
Il padre alzò lo sguardo < e da quando? >
< da quando ti ho visto uscire dalla porta di casa senza degnarmi di uno sguardo. In quel momento stavo pregando perché tu ti girassi e  mi dicessi che mi volevi bene. e ho pregato per mesi affinchè tu tornassi o ti facessi sentire. Alla fine, ho capito che pregare non serve >
Poiché Caroline sentiva di stare per scoppiare a piangere, si alzò di scatto dalla sedia, senza dare il tempo al padre di rispondere. Salì le scale di corsa, estraendo il telefono, e facendo il numero di Nick con la vista annebbiata dalle lacrime.
 
 










Joe aveva visto Nick precipitarsi fuori di casa con il cellulare all’orecchio e un’espressione
preoccupata in viso, e allora ne aveva approfittato per entrare in camera sua. Stando attento a rimettere tutto a posto come l’aveva trovato, iniziò a cercare tra i cassetti.
Ogni tanto faceva una smorfia per il dolore al naso, ma cercava di non pensarci.
Aveva deciso che avrebbe ferito Nick nell’orgoglio, prendendosi la sua vendetta.
Si era ricordato che quando ancora non sapevano che i loro genitori si frequentassero, erano usciti qualche volta, divertendosi anche. Ricordava che una volta la discussione era sfociata sull’argomento ‘ cuore infranto’ e Nick gli aveva parlato di Joey, una tipa di cui era innamorato e che lo aveva mollato per un altro.
Ricordava anche che Nick salvava tutti i numeri di telefono su un’agendina, ed era proprio quella che cercava. Chissà se un ritorno improvviso di Joey nella vita di Nick non gli avrebbe fatto dimenticare Caroline, pensò Joe, con un sorriso bastardo in volto mentre, con l’agenda blu tra le mani, faceva scorrere il dito sulla colonna dei nomi sotto la lettera ‘J’.

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Capitolo 15
*** stava piangendo; ***


Ciao!
Scusate, so che non ci sono stata per un bel po’, ma non sto passando un gran bel periodo e scrivere è l’ultimo dei miei pensieri. In questo capitolo succedendo un po’ di cose, spero apprezzerete.
Qualche recensione in più mi tirerebbe su il morale! ;)
 
SIETE TUTTE BELLISSIME.

 
 
 
 
 
 
Lexus non ci credeva. Finalmente erano arrivate le vacanze di Natale; due settimane da passare tutte nell’ozio più completo. Aveva appena chiuso il suo armadietto ed era uscita in giardino, seguita da caroline che tremava, stringendosi nel cappotto. Cercò Nicholas con lo sguardo, e lo vide intento a parlare con una ragazza. Dapprima non ci fece caso, ma poi qualcosa del viso della ragazza la colpì. Cercò di ricordare dove l’avesse già vista, ma proprio non riusciva a ricordarlo. Solo quando caroline borbottò < dove diavolo è quel coglione del mio ragazzo? Qui si gela > il ricordo della ragazza colpì Lexus come una sberla in piena faccia. Aveva visto quella ragazza su una delle tante foto appese in camera di Nick; e sapeva esattamente chi fosse: Joey, l’unica ragazza di cui Nick era mai stato innamorato. Nel frattempo, anche Caroline aveva individuato Nicholas, e, senza porsi il minimo problema, si avviò nella sua direzione. Lexus fece per fermarla, ma qualcuno si interpose tra lei e l’amica. < Jonas > ringhiò a bassa voce Lexus. < Hill > ribattè Joe divertitò.
La ragazza incrociò le braccia < scommetto che quello > ed indicò in direzione di Nick con un cenno della testa < è opera tua >
Joe annuì contento < si, dovevo in qualche modo farla pagare a Nick per questo > disse, indicando il suo naso.
< sai che Caroline non è così infantile di essere gelosa di una ex, vero? > chiese lei, sarcastica.
Joe annuì < lo so. Ma chi dice che non sarà lo stesso Nick a dubitare dei suoi sentimenti per lei? > e, con un sorrisino, lasciò sola Lexus nel bel mezzo del cortile.
 
 
 
 
 
< ciao Nicholas! > la ragazza si nasconse tra le braccia del riccio, un po’ per il freddo un po’ perché gli era mancato davvero tanto quella giornata. Sentì Nick stringerla a se in modo quasi spaventato ed insicuro. Alzò leggermente la testa e l’espressione di Nick le fece capire che qualcosa non andava.
< che c’è?> chiese, cauta. Nick si guardava le scarpe < ehm , lei è Joey > disse accennando alla ragazza che, nella foga di abbracciare Nick, non aveva notato.
Si girò e rimase a bocca aperta. Quella ragazza era bellissima. I capelli rossi, lunghissimi, incrniciavano un viso dalla pelle tanto chiara da sembrare quasi trasparente, con qualche spruzzatina di lentiggini qua e la. Le labbra, sottili e rosa, distoglievano appena lo sguardo da quei due enormi occhi verdi che troneggiavano sul suo viso. Inoltre, aveva un nonsochè di angelico che la faceva sembrare una bambolina di porcellana.
Nel giro di due secondi Caroline si chiese che cosa avesse trovato di bello nel suo riflesso allo specchio. Joey era.. perfetta.
< piacere, sono Caroline > disse, allungando la mano, allegra. Vide Nick guardarla di traverso, e la ragazza si limitò a rimanere immobile, con uno strano sorrisetto sulle labbra.
< che c’è? > nel momento in cui lo chiese ebbe già la risposta.
< Nicholas, chi è lei? > chiese dura. Il ragazzo la guardò timido < Te l’ho già detto, lei è .. >
< no  > lo interruppe brusca Caroline  < chi è, intendo, è una tua amica? >
Nicholas la guardò negli occhi, e per un momento pensò di dirle una bugia. Ma non poteva mentirle. < Joey è la mia ex > lo disse a bassa voce, quasi sussurando.
Caroline sentì il sangue che gli si gelava nelle vene. Quella specie di modella formato bambolina era la ex di Nicholas? Cosa diavolo ci faceva allora lui con una come lei? Ma soprattutto, che cosa ci faceva lei qui?
< perché è qui? > sapeva di non voler sentire la risposta.
< mia madre e la sua sono molto amiche; a quanto pare l’ha invitata a passare il natale da noi e Joey l’ha accompagnata >
Caroline annuì, e, quando Nick allungò un braccio per toccarla lei si spostò bruscamente < bene. allora divertitevi > e, detto questo, ignorando il ragazzo che la chiamava, girò i tacchi e si avviò da sola lungo il marciapiede innevato.
Non sapeva perché aveva reagito così. Non sapeva nemmeno come avesse fatto a non scoppiare a piangere davanti a tutti. C’era qualcosa, all’altezza dello stomaco, che pesava e che la strava stritolando dall’interno. Forse aveva avuto ragione all'inizio, a pensare che fra lei e Nick non avrebbe funzionato. uno che era stato con una così, come poteva trovare qualcosa di interessante in lei? forse finirla subito, quando non era ancora davvero coninvolta, era meglio. ma le lacrime che le rigavano il viso le dissero che forse, era un po' troppo tardi per  cercare di non essere coninvolti.
Quella specie di barbie era la ex di Nick.
La prima cosa che fece entrando in casa fu quella di guardarsi allo specchio. Assomigliava a tutto, tranne che a una barbie.
 
 
 
 
 
 
 
 
Era ora di cena, e Joe aveva davvero fame. Scese le scale con un sorrisetto soddisfatto in faccia. Aveva visto caroline scappare via mentre Nicholas cercava di chiamarla. Aveva avuto la sua venedetta e presto avrebbe avuto anche Caroline. Poteva andare meglio?
Arrivò a tavola e si accorse che c’era un posto vuoto < Nick non c’è? > chiese un po’ spaesato. Joey scosse la testa < è in camera sua, non vuole scendere >
Denise sbuffò < Joe, ti dispiacerebbe andare a chiamarlo? >
I due ragazzi non avevano mai fatto trapelare il loro odio diavanti ai genitori, anzi; loro credevano che fossero grandi amici.
Joe annuì semplicemente e salì le scale saltando i gradini, per poi bussare alla porta del fratello.
Sentì un debole ‘ avanti ‘ così aprì la porta.
Nick era sdraiato sul letto, con la testa nel cuscino e le mani nei capelli.
Joe alzò gli occhi al cielo < forza sfigato, mettila di deprimerti. Sono tutti giù ad aspettarti, compresa quella figa pazzesca della tua ex. Ti avviso, se non te la scopi tu, me la scopo io >
Un sussulto scosse il corpo di Nick < Caroline non mi risponde al telefono. lo ha fatto una sola volta ed ha detto che è meglio che io non la cerchi più. Credo che pensi che a me interessi ancora Joey  >
Joe fece di tutto per nascondere la sua felicità  < e allora? >
Nick si alzò di scatto, girandosi verso di lui < e allora? > urlò  < e allora l’ho persa, ok? Io l’ho persa > disse quell’ultima frase con una sofferenza tale che, suo malgrado, Joe si sentì stringere lo stomaco. Lo vide rannicchiarsi su se stesso e iniziare a singhiozzare.
Stava piangendo, e joe rimase pietrificato. Non aveva pianto quando lo aveva lasciato chiuso in un bagno per ore, quando aveva messo in giro la voce che fosse gay, non aveva pianto nemmeno quando aveva distrutto il suo sogni di diventare un giocatore di football. Joe non aveva mai visto Nick piangere, in fondo sapeva che era uno forte e che non faceva inutile scenate da checcha isterica. Però ora, Nick stava piangendo, e joe non potè fare altro che sentirsi terribilmente in colpa.

 
 
 
 
 

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Capitolo 16
*** never enough ***


CHIEDO IMMENSAMENTE PERDONO PER ESSERE SPARITA.
Mi manca l’ispirazione e il capitolo fa schifo.
È depresso, come sono depressa io e quindi di conseguenza sarete depresse voi.
Quest’ultima frase non aveva senso LOOL
Godetevi sta merda di capitolo va’.
Ellie <3

 
 
 
 
 
 
 
 
< potremmo andare al parco >
< no >
< allora al cinema? >
< nemmeno >
< e dove vuoi andare? >
< da nessuna parte, Joey >
La ragazza sbuffò, alzandosi dal letto e uscendo dalla camera sbattendo la porta. Nick si girò nel letto, dando le spalle a tutto tranne che al muro. Da una settimana a quella parte passava le sue giornate chiuso in camera, sopportando in silenzio tutti i tentativi di Joey di mettergli la lingua in bocca. Era quasi logorato dentro, si tormentava giorno e notte chiedendosi che cosa avesse provocato quella reazione in Caroline. Non era solo perché Joey era la sua ex, la conosceva abbastanza da sapere per certo che non era una tipa così esageratamente gelosa e paranoica. Non riusciva a capire, e ancora meno capiva l’improvvisa riapparizione di Joey nella sua vita. c’era come una vocina, dentro di lui, che gli diceva che Joe c’entrava qualcosa, ma Nick non era sicuro di volerlo sapere. Probabilmente, se avesse scoperto che era riuscito a portargli via anche Caroline, questa volta lo avrebbe ammazzato.
 
 
 
 
< è inutile Joe, non mi vede nemmeno > sbuffò la ragazza, sedendosi sul letto di Joe che, sbuffando, le sorrise ironico < forse non lo hai provocato abbastanza >
Joey grugnì < o forse non sono Caroline >
Joe chiuse gli occhi, cercando di dominare quel senso di colpa che lo stava uccidendo. Qualche giorno prima era andato a trovare Caroline, e lei gli aveva aperto la porta con i capelli arruffati, una vecchia felpa di Nicholas verde e blu e due occhiaie spaventose. Tutte le cose che si era proposto di dirgli per convincerla ad uscire con lui erano andate a farsi fottere, ed era rimasto per ore seduto sul suo letto, mentre lei, appoggiata al suo petto, piangeva inzuppandolo tutto. A Joe era sembrato di essere capitato in qualche strano girone dell’inferno Dantesco, dove le colpe commesse in vita in qualche modo poi, dopo la tua morte, ti si ritorgono contro. Era rimasto ore a vedere la ragazza che amava piangere, e tutto per colpa sua. Avrebbe volentieri voluto urlare, alzarsi e dire che era stata colpa sua, ma c’era qualcosa, forse l’orgoglio, che lo aveva fermato.
< Joey, pensi che Nick ami davvero Caroline? > chiese Joe, insicuro. D’altra parte non lo conosceva, magari faceva così con ogni ragazza.
Joey annuì decisa < senz’altro. Probabilmente anche più di quanto ha amato me >
 
 
Caroline odiava il tragitto dalla cucina alla sua camera, questo perché nel corridoio c’era un enorme specchio in cui lei, volente o nolente, si vedeva riflessa. Nonostante lo odiasse, non riusciva più a fare a meno di fermarsi li davanti e di perdere minuti su minuti a fissarsi.
Probabilmente avrebbe dovuto essere un po’ più alta. E i suoi capelli un po’ meno bruciacchiati dalla piastra. E i suoi occhi sarebbero dovuti essere un po’ più grandi, il naso più piccolo, la bocca più caronosa. Le sue gambe avrebbero dovuto essere più lunghe, la pancia più piatta.
Se nemmeno lei si piaceva, come poteva pretendere di piacere a Nick?
Sbuffò, quando si accorse che nuove lacrime stavano riaffiorando. Corse su per le scale, sbattendosi la porta alle spalle e buttandosi, come d’altra parte faceva da tutta la settimana, sul letto, affondando la testa nel cuscino e senza nemmeno preoccuparsi di poter essere udita da qualcuno.
 
E qualcuno la stava sentendo. Suo padre, seduto sul bordo del letto matrimoniale, ascoltava con attenzione i singhiozzi della sua bambina. Era tornata a casa da scuola in lacrime, e da una settimana non faceva altro che piangere. Se ne andava in giro per casa con quella felpa enorme, gli occhi gonfi e la testa bassa. Aveva provato più volte a chiedergli che cosa avesse, ma lei lo aveva bellamente ignorato. Solo quella mattina, quando gli aveva chiesto se Nick c’entrasse qualcosa, caroline era scoppiata. E non erano stati gli insulti a raggelarlo tanto, d’altra parte c’era abituato, era stata l’ultima cosa che Caroline aveva biasicato, a bassa voce, prima di andarsene < non sono mai abbastanza, capisci? Non sono stata abbastanza brava per farti rimanere, per non costringere la mamma ad odiarmi, e non sono nemmeno abbastanza bella o brava per stare con Nick. Non sono abbastanza,mai, per nessuno. papà, lo capisci? >
Aveva sentito tutto il dolore in quelle parole e, per la millesima volta in quegli anni, desiderò di non averla mai lasciata sola. Desiderava solo andare di la, abbracciarla come faceva quando aveva quattro anni e farle capire che ragazza bella, simpatica, e unica fosse. Avrebbe voluto dirle che lei era sempre all’altezza, erano gli altri a non essere abbastanza. Nemmeno lui lo era stato, quando l’aveva lasciata sola.
 

 
 
 
 
 

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Capitolo 17
*** siamo amici ***









 

le recensioni sono tipo dimezzate :o
la storia non vi piace più?
se sto facendo qualcosa di sbagliato ditemelo che sistemo çç
vi amo,
Ellie.



SIETE TUTTE BELLISSIME, NON MI STANCHERO' MAI DI DIRVELO 









When she was just a girl, She expected the world






Quando era solo una bambina, Caroline credeva davvero che un giorno avrebbe trovato il principe azzurro, che il ragazzo di cui si sarebbe innamorata si sarebbe comportato proprio come nei film più sdolcinati, credeva che sarebbe stata felice. Ma, crescendo, Caroline aveva imparato che i film tagliano le parti più importanti e dolorose di una storia.
I film trascurano il tempo.
I film non ti fanno vedere che dopo la vampata di determinazione, dopo che decidi di voler lottare per il tuo sogno, magari devi aspettare mesi prima che si concretizzi quell’occasione, mesi dove tutta quella sicurezza sparisce.
Dopo aver passato un pomeriggio con il ragazzo che ti piace, saltano subito al giorno dopo, non ti fanno vedere le paranoie che ti assalgono la sera prima di andare a dormire, mentre ti chiedi se sei un’amica o qualcosa di più.
Non ti fanno vedere nemmeno quanto si soffre dopo aver perso tutto.

E caroline, mentre , seduta in mensa, guardava Nicholas di nascosto, si sentiva esattamente come se avesse perso tutto.
Aveva passato le vacanze Natalizie chiusa in camera, piangendo per la maggior parte del tempo.
Se ci pensava, si dava della stupida. Non aveva nemmeno lasciato a Nick il tempo di spiegare, aveva deciso di buttarlo fuori dalla sua vita solo per una ragazza.
Una ragazza che, doveva ammetterlo, l’aveva fatta sentire una nullità.
La voce di Joe la riportò alla realtà < sai che se non la smetti di fissarlo con quella faccia penserà che sei una pazza psicopatica? >
Caroline alzò gli occhi < non è che perché mi hai vista piangere ora puoi prenderti la libertà di parlarmi >
Joe roteò gli occhi, e, come se non l’avesse sentita, appoggiò il vassoio sul tavolo e prese posto davanti a lei, coprendole per intero la visuale su Nicholas.
La ragazza sbuffò < con te non serve parlare vero? >
Joe annuì < vero. Se non vuoi venire a letto con me, almeno diventa mia amica, odio non ottenere le cose >
< quindi io per te sarei una cosa? > chiese la ragazza, infervorandosi.
Joe si diede mentalmente dello stupido < no, no. Solo che.. oh Caroline. Sono un ragazzo materiale io, capiscimi >
La ragazza si limitò ad alzare le spalle, tornando al suo pranzo.
< che ci fai tu qui? > una Lexus palesemente schifata era in piedi, alle spalle di Caroline, e guardava Joe come se fosse una specie di scarafaggio davvero molto grande e ripugnante
< mangio > rispose semplicemente Joe
< e perché allo stesso tavolo di Caroline? >
< perché siamo amici > rispose il ragazzo con noncuranza.
Il vassoio quasi sfuggì dalla presa di Lexus < voi siete cosa? > chiese, a voce forse un po’ troppo alta.
< amici >
< non ci credo >
< chissenefrega >
< Caro, ti prego, dimmi che non è vero >
< dille che è vero >
Ma caroline non li stava nemmeno ascoltando. Per parlare con Lexus , Joe si era spostato quel tanto che bastava per lasciare intravedere Nick a Caroline.
Anche il ragazzo aveva alzato lo sguardo, e più lo guardava negli occhi più Caroline sentiva qualcosa pesargli sullo stomaco. Voleva distogliere lo sguardo, ma non poteva.
< scusate, io vado > disse, senza troppi complimenti, alzandosi di scatto e correndo fuori dalla mensa, mentre le prime lacrime cominciavano ad annebbiarle gli occhi.
 

Life goes on, It gets so heavy, 
The wheel breaks the butterfly. 
Every tear, a waterfall. 
In the night, the stormy night, 
She closed her eyes. 

 
 
 
C’era qualcosa, o qualcuno, nella testa di Nicholas che uralava come un pazzo, sbraitando di alzarsi, di raggiungerla e di sbatterle in faccia quanto fosse forte l’amore che provava per lei. C’era però un’altra parte, più pacata e calma, che gli ricordava il modo in cui Joe l’aveva baciata, il modo in cui la guardava. E poi gli ricordava il modo in cui lui, quello che avrebbe dovuto renderla felice, l’aveva fatta soffrire. Per questo, quando Joe si alzò per raggiungerla, rimase fermo a guardare.
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 18
*** beautiful again ***


La storia non vi piace più vero?
Mi dispiace ><
Comunque, eccovi un altro capitolo.
Vi amo anche se voi non amate me LOL

.Ellie
 

 
 
 
 
Appoggiata ad un armadietto, nel corridoio deserto, Caroline respirava a fatica, cercando di impedire alle lacrime di scendere. Aveva deciso che per una volta nella sua vita sarebbe stata forte.
La mano di qualcuno che le si posava sulla spalla la fece saltare in aria, e, se proprio doveva ammetterlo, rimase delusa nel constatare che quello che l’aveva seguita era Joe , e non Nick.
Sospirò, maledicendosi mentalmente, sotto lo sguardo preoccupato di Joe.
< stai bene? > le chiese premuroso.
Caroline sbuffò < si Joe, sto benissimo. >
Il ragazzo ridacchiò < si certo >
< e anche se fosse? > sbottò Caroline < perché dovrei venirlo a dire a te? >
Joe abbassò lo sguardo, senza rispondere. Aveva ragione. Aveva sbagliato tutto con lei, fin dall’inizio. Era normale che non si fidasse, che lo vedesse come un mostro.  
La scrutò attentamente: lo sguardo spento, gli occhi lucidi, le occhiaie e il modo in cui si torturava nervosamente le mani.
Sospirò, preparandosi a dire qualcosa di cui , lo sapeva, si sarebbe pentito molto presto < Nick ti ama >
Caroline spalancò la bocca sorpresa, e sentì chiaramente il suo cuore che mancava un battito di fronte a quell’affermazione . sorrise tristemente < Come potrebbe amare una come me dopo che ha avuto una ragazza come Joey? >
La risata di Joe si sparse per il corridoio deserto < sei mille volte meglio di lei, Caroline >
La ragazza lo guardò, incerta se credergli o no. Dov’era finito il solito Joe arrogante e presuntuoso?
< ad ogni modo, Nick mi odia, perciò è inutile >
E detto questo, senza nemmeno dare la possibilità a Joe di rispondere, si rifugiò nel bagno delle ragazze, per dare sfogo a quelle lacrime che premevano per uscire.
 
 
< adesso tu alzi il tuo pidocchioso culo da questa sedia, le corri dietro, le chiedi scusa e la finiamo con questa storia del cazzo >
Probabilmente quelle erano le parole più gentili che gli avesse mai detto, e Nick con potè fare a meno di guardare Joe con sguardo confuso chiese, consapevole del fatto che avessero gli sguardi di mezza mensa addosso.
< Nick, quella ragazza ti ama. Tu la ami. Per quale diamine di motivo sei ancora seduto qui? >
Il riccio preferì non rispondere < non eri innamorato di lei?>
Joe sbuffò < ti avviso sfigato, o ti alzi entro 30 secondi o ti porto da lei a calci >
Nick alzò gli occhi al cielo, alzandosi e dirigendosi fuori dalla mensa. Si fermò davanti alla porta del bagno delle ragazze, e gli si fermò il cuore quando udì i singhiozzi soffocati di Caroline.
Che cosa diamine aveva fatto?
Se qualcuno gli avesse chiesto che cos’era successo, non avrebbe saputo dare una spiegazione. Si erano allontanati per una cazzata, senza nessun motivo, e da due settimane a quella parte Nick sentiva di avere un macigno sullo stomaco; gli mancava l’aria e non aveva voglia di fare nulla che non fosse starsene sdraiato sul letto fissando il soffitto e ascoltando musica deprimente.
Aveva giurato che non avrebbe perso Caroline, e così sarebbe stato.
Aprì la porta del bagno, dirigendosi verso l’unica porta chiusa.
Entrando in quello di fianco e mettendosi in piedi sul cestino che c’era, riuscì a scavalcare il divisorio.
Caroline, quando si era accorta che era entrato qualcuno, aveva smesso di piangere così rumorosamente; ma, alla vista di Nick che saltava nel bagno le sfuggì un singhiozzo.
In meno di mezzo secondo, senza che lei avesse deciso nulla, si ritrovò a lanciarsi contro Nicholas, che la strinse a se.
Pianse più forte di tutte quelle volte nelle due settimane precedenti, ma non se ne preoccupò.
Stava bene.
Era tra le sue braccia e stava bene. sentì il suo cuore farsi immediatamente più leggero e un sorriso spuntare sulle le sue labbra. Sentì le labbra delicate di Nicholas che le baciavano i capelli, e il cuore del ragazzo battere all’impazzata.
Ora si, che poteva respirare di nuovo.
< mi dispiace > sussurrò impacciata, alzando gli occhi e pulendosi la faccia con la manica della felpa.
Nicholas sorrise intenerito a quello vista < no,scusami tu amore. Sono stato uno stupido. Ma con Joey è finta, ti giuro. Non c’è stato un momento in cui io non abbia pensato a te >
E, per qualche strana ragione, Caroline gli credeva.
Per qualche strana ragione, il modo in cui Nicholas la guardava riuscì a farla sentire bella di nuovo.
 

 

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Capitolo 19
*** i've miss you ***


VI HO ABBANDONATI PER UN MESE INTERO ç-ç
Scusatemi, e scusate anche questo capitoletto di passaggio, corto e orrendo.
Ma giuro che se recensite il prossimo sarà favoloso :3
Loge, ellie.
 

 
 
 
 
 
 
 
 
Caroline, con un sorriso enorme stampato sul volto, chiuse la porta di casa, buttò lo zaino sul divano e fece per correre in camera sua: in meno di mezz’ora Nick sarebbe passato a prenderla.
Suo padre però, uscendo dalla cucina, la chiamò, attirando la sua attenzione < Caroline, senti, ci ho riflettuto molto, e non sei felice qui. Torni da mamma >
< perchè? > la ragazza guardava il padre, e, nonostante lo stupore e l’improvvisa paura per le parole da lui pronunciate non riusciva a togliersi quell’enorme sorriso dalla faccia< papà ma io sono felicissima qui >
Il padre la guardò confuso < che? Ma se fino a stamattina eri.. insomma..> la guardò disperato per qualche secondo
< oh, al diavolo, ci rinuncio a capirti! >
La ragazza scoppiò a ridere, e, senza pensarci, si sporse per schioccare un bacio sulla guancia del padre.
Nel momento in cui realizzò quello che aveva fatto, si bloccò, rimanendo a fissare il padre, che sussurrò un < oh wow, quel ragazzo fa miracoli >
Senza nemmeno rispondere, Caroline corse in camera sua, ma sentiva che qualcosa dentro di lei era cambiato.
 
 
< forse dovresti perdonarlo, sai? >
Seduti su una panchina del parco, Nick la guardava di sottecchi, aspettando una sua reazione.
Caroline gli aveva appena raccontato quello che era successo con il padre, e suo malgrado, dovette ammettere che il ragazzo non aveva tutti i torti.
< ma.. > cominciò,
< tutti facciamo errori caroline > la interruppe il ragazzo < ed è proprio per questo che dobbiamo saper perdonare >
La ragazza si girò verso di lui < allora perdona Joe >
< c-che? > Nick la guardava come se fosse pazza
Lei alzò le spalle < se io perdono mio padre tu perdoni Joe >
Nicholas alzò le spalle < non posso. Tu non capisci >
< tutti facciamo errori Nicholas, ed è proprio per questo che dobbiamo saper perdonare >
< ora usi le mie parole contro di me, eh, stronza? > chiese, per alleggerire il discorso.
La ragazza scoppiò a ridere < forse >
Nick, con il sorriso stampato sulle labbra, si fermò a guardarla.
Gli era mancata.
Gli era mancato il suo sorriso, la sua voce, la sua risata che lui odiava ma che a lui piaceva così tanto.
Gli erano mancati quegli occhi profondissimi, quelle mani minuscole, quei capelli che sembravano indomabili.
Gli era mancata lei, e per niente al mondo l’avrebbe più lasciata andare.



intanto, da qualche parte, qualcuno stava facendo qualcosa per mettere la tacere la coscienza.
qualcuno aveva riflettuto, capito di essere stato immaturo e idiota.
qualcuno aveva chiesto alla nemica storica una mano.
qualcuno aveva deciso di mettersi da parte, aveva riconosciuto di aver sbagliato.
qualcuno aveva deciso di ridare a Nick qualcos'altro che gli era stato sottratto.
 

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