Colei che amò Sirius Black

di Hil 89
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Incontro ***
Capitolo 2: *** Bacio ***
Capitolo 3: *** Matrimonio ***
Capitolo 4: *** 31 Ottobre ***
Capitolo 5: *** Harry ***
Capitolo 6: *** Evaso ***
Capitolo 7: *** Ritorni ***
Capitolo 8: *** Serenità ***
Capitolo 9: *** Natale ***
Capitolo 10: *** Lord Voldemort ***
Capitolo 11: *** Di nuovo insieme ***



Capitolo 1
*** Incontro ***


incontro
Incontro



James Potter osservò con ammirazione l’Espresso per Hogwarts, l’aveva affascinato l’anno prima quando l’aveva preso la prima volta e ancora lo lasciava senza parole l’anno dopo.
Era stato smistato nella casa di Grifondoro e la cravatta rosso-oro spiccava già sul suo mantello nero.
Si sentì scivolare una mano fredda nella sua e si voltò verso la sua destra, incontrò due profondissimi occhi azzurri che lo fissavano quasi impauriti, si lasciò sfuggire un piccolo sorriso mentre stringeva la mano di sua sorella Emily.
“Stai tranquilla, vedrai che ti divertirai, e poi sono sicuro che verrai smistata proprio nella mia Casa!”
La bambina annui, mentre con l’altra mano si spostava una ciocca di capelli neri dagli occhi.
James adorava sua sorella e per lei era lo stesso, aveva un anno di differenza, ma nulla li aveva mai divisi, erano molto legati l’uno all’altra, cosa alquanto difficile per dei bambini, che di solito litigano spesso. Certo, le discussioni in casa Potter non mancavano, però i due bambini erano molto uniti e James si era sempre dimostrato molto disponibile verso la sorella più piccola, difendendola sempre e facendo anche a pugni con qualche altro bambino se la facevano piangere.
Emily si sentì molto più tranquilla con la mano in quella del fratello e il cuore prese a battergli un pochino meno velocemente.
Alle loro spalle i coniugi Potter osservavano con un sorriso i loro bambini. Si fermarono all’inizio di una carrozza per salutarli, “Mi raccomando James, non combinare subito uno dei tuoi soliti disastri” iniziò sua madre, “E tieni d’occhio tua sorella”
Il bambino con un sorriso malandrino dipinto sul voltò annui e disse: “Stai tranquilla mamma, è tutto sotto controllo!”
La donna fece un lungo sospiro ed annuì, chissà come mai non ne era così convinta! Entrambi i genitori salutarono i loro figli e osservarono il treno partire verso la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.



“Vieni Emy, andiamo a cercare uno scompartimento dove sederci” disse James afferrando la mano della sorella che si guardava intorno curiosa.
“Fai anche da Baby Sitter ora, Potter” una voce alle loro spalle li fece voltare e James fissò in cagnesco il ragazzo biondo di fronte a lui.
“Non credo che questi siano affari tuoi, Malfoy, vai avanti a dare ordini a quei due Troll che ti porti sempre dietro e non stressarmi la vita” rispose a tono James.
Lucius Malfoy fece un sorriso sinistro verso i due Potter e si avvicinò ad Emily, “Però la piccoletta non è male”
“Evapora Malfoy, non ti avvicinare neanche a lei altrimenti ti spacco la faccia”
“Credi di farmi paura, Potter?”
“La mia è una promessa, Malefico, levati dalla palle”
Lucius fece un altro passo verso i due ragazzini e James estrasse la bacchetta, un secondo dopo anche Malfoy fece lo stesso, si fissarono in cagnesco, ma nessuno dei due per il momento fece alcuna mossa.
Emily si mise dietro la spalla del fratello e gli appoggiò una mano sulla sua, libera dalla bacchetta, sperando che qualcuno venisse in loro aiuto e sembrò che la sua richiesta fu esaudita con l’arrivo di altre tre persone.
“Malfoy sei già in giro a rompere le palle?” James nel sentire quella voce fece un sorriso, Emily si voltò e vide dietro di loro tre bambini dell’età di suo fratello, il primo, quello che sicuramente aveva parlato aveva i capelli neri un po’ lunghi e gli occhi blu-grigio, era alto e magro, sicuramente era Sirius Black il migliore amico di James. Alle sue spalle c’erano un ragazzo piccolino che si contorceva le mani e un altro un pochino più alto dall’aspetto un pochino trasandato, ma che aveva uno sguardo molto dolce. Erano Peter Minus e Remus Lupin.
“Black potresti anche girare al largo” rispose Malfoy.
“Direi proprio di no, Malefico, che ne dici di andare a rompere le palle a qualcun altro?” continuò il moro.
Il biondo fece un altro passo verso di loro, ma una voce alle sue spalle lo fece voltare, “Ma è possibile che siete già sotto voi, siamo saliti neanche mezz’ora fa sull’Espresso!”
Emily guardò la ragazza dai capelli rossi dietro a Malfoy e sorrise, quella doveva sicuramente essere Lily Evans, la ragazza di cui parlava sempre suo fratello.
“Gira al largo, MezzoSangue” disse il biondo, voltandosi nuovamente verso Potter.
“Non chiamarla cosi” disse con forza James guardandolo in cagnesco.
“Altrimenti cosa mi fai?” lo stuzzicò il Serpeverde.
“Ti spacco la faccia!”
“BASTA!” la voce di Lily superò quelle dei due ragazzi, “Se non volete che chiamo qualche prefetto vi conviene tornare ognuno nel proprio scompartimento” disse severa la ragazza dai capelli rossi.
“Andiamocene, non serve perdere tempo con questi perdenti” disse Malfoy girando i tacchi e sorpassando senza il minimo interessa la Grifondoro.
Lily osservò per un attimo la bambina dietro la schiena di James, che si spostò un pochino dal fratello solo quando Malfoy se ne fu completamente andato, e non nascose uno sguardo curioso.
“Evans ti presento mia sorella Emily” i suoi dubbi vennero chiariti dalla voce di Potter. Lily si avvicinò e strinse la mano che Emily le porgeva con un sorrisino, “Piacere, Lily” disse la rossa con un sorriso dolce dipinto sul viso.
“A mia sorella quei bellissimi sorrisi li fai, perché a me no!?”
“Perché tu non te li meriti Potter” rispose con un sospiro. Ecco che ricominciavano con i loro battibecchi, Sirius si battè una mano sulla fronte, mentre i due ragazzini alle sue spalle scuotevano il capo a destra e sinistra rassegnati.
“E dai, Evans, sciogliti un pochino”
“Non ti avvicinare!” Lily fece uno scatto indietro, vedendo che il Grifondoro faceva un passo verso di lei, e poi continuò, “Anzi è meglio che tua sorella venga a fare un giro con me, così non la travierai subito!” concluse guardando in cagnesco il ragazzino, poi si voltò verso la bambina e le sorrise: “Vuoi venire con me, cosi facciamo un giro e intanto ti racconto un po’ di cose su Hogwarts?” la bambina annuì e le prese la mano che la rossa le porgeva. Lily fece un sorriso vittorioso, mentre Emily, con molta naturalezza disse: “A dopo, fratellone!” e seguì la ragazzina nel suo giro sull’Espresso.
Fu proprio da quell’incontro che Emily e Lily diventarono amiche per la pelle.



Il momento dello Smistamento era arrivato, il cuore di Emily batteva forte, la professoressa McGranitt stava chiamando i bambini in ordine alfabetico.
“Potter, Emily”
Le gambe iniziarono a tremarle e mentre si sedette sullo sgabello il cuore le batteva sempre più forte, si sentì sulla testa il Cappello Parlante e trattenne il fiato.
“Che testa interessante… sei molto intelligente, però sei molto timida e riservata, ma al momento giusto sai tirare fuori le unghie… Ho deciso: GRIFONDORO!”
Emily lasciò uscire tutta l’aria che aveva trattenuto e tra l’esultanza dei suoi compagni di Casa si diresse verso al tavolata, con un sorriso dipinto sulle labbra.
Quando si fu seduta incontrò lo sguardo di Lily che le fece un sorriso dolce e un attimo dopo James si sedette di fianco a lei: “Visto, che ti avevo detto!” le fece l’occhiolino mentre le accarezzava una guancia.
La bambina sorrise e annuì, un secondo dopo si voltò quando si sentì una mano che le scompigliava i capelli, “Così abbiamo un’altra Potter in casa!” Sirius Black era in piedi dietro di lei, la sua mano ancora tra i suoi fili d’ebano, gli fece un sorriso timido mentre sulle le sue gote diventavano di un piacevole rosso acceso.
Quando i due ragazzi si furono allontanati, Emily si mise una mano sul cuore, chiedendosi perché continua a battere così forte…
L’avrebbe capito qualche anno più avanti..

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Capitolo 2
*** Bacio ***


bacio
Bacio



Erano passati ormai cinque anni da quando aveva varcato la soglia di Hogwarts per la prima volta.
Emily Potter, la sorella del suo migliore amico, James Potter.
Era semplicemente eccezionale, aveva un’allegria contagiosa e il suo sorriso riempiva un’intera stanza..
Il primo anno lei era molto timida, parlava solo con Lily Evans e suo fratello, poi piano piano aveva iniziato a fare amicizia con altri ragazzi e ragazze del suo anno, ma nonostante questo non stava quasi mai con loro…
Al ritorno dalle vacanze di Natale invece aveva iniziato a stare un po’ di più con loro, quando non stava con la Evans.
Negli anni successivi erano diventati inseparabili. Emily si era rivelata esattamente come il fratello, una vera peste!
Ed era entrata a far parte del gruppo dei Malandrini a tutti gli effetti!
Questo però non aveva influenzato la sua amicizia sincera con la Evans.
Da quando era entrata nel loro gruppo, loro due erano diventati inseparabili. Si confidavano tutto, erano sempre insieme, tanto che all’interno della scuola erano iniziate a girare voci di una loro possibile relazione, che però non corrispondevano, come sempre, alla realtà.
Loro erano semplici amici, non c’era mai stato niente tra di loro, tranne un grande, immenso affetto.
Però questo durò per quasi cinque anni, poi dopo quel giorno, qualcosa nel cuore del giovane Black era cambiato.
Alla fine del quarto anno un ragazzo di Corvonero aveva invitato Emily ad andare con lui a Hogsmade e la ragazza aveva accettato. Era un ragazzo semplice, carino, ma nulla di eccezionale. Alla ragazza però piaceva e dopo qualche uscita si erano messi insieme e quando Sirius li aveva visti baciarsi una volta, si era sentito male. Quando poi, dopo alcuni mesi si erano lasciati, una sensazione di sollievo l’aveva invaso.
Non era semplice gelosia, era qualcos’altro….
Ormai lo sapeva, si era innamorato. Tutte le ragazze lo consideravano il classico “ bello e impossibile”, ma Sirius Black si era finalmente innamorato…
Di chi? Della sua migliore amica!
Provava per lei un amore intenso, come quello che finalmente avevano scoperto di provare reciprocamente James e Lily. E si, finalmente avevano spesso di litigare e si erano fidanzati, ormai erano cinque mesi che stavano insieme.
Si erano messi insieme l’ultimo mese del quinto anno di scuola, erano una coppia eccezionale, nessuno riusciva a separarli.
“Ehi Sirius, c’è qualcosa che non va?” una voce dolce lo distolse dai suoi pensieri…
“Niente piccola, tranquilla, stavo solo pensando” disse, immergendo il suo sguardo in quello dell’amica.
“A cosa?” chiese lei, appoggiando il mento alla mano destra, appoggiano la penna d’aquila sul banco della biblioteca, gesto che lo faceva impazzire.
“A James e Lily.”
La ragazza scoppiò a ridere e lui la guardò sorpreso: “Cos’ hai da ridere?”
“Stavo pensando a tutte le volte che il nostro caro James ci ha provato con Lily! C’era veramente da morir dal ridere!” disse ridendo.
La sua risata era contagiosa, infatti anche lui si mise a ridere, ”Hai perfettamente ragione! Però alla fine ce l’ hanno fatta!”
“Per la nostra gioia!”
“Concordo!”
Lei si alzò dalla sedia e disse: “Per oggi basta studiare, mi sono stufata! Andiamo a fare un giro al parco, ti va?”
“Certo che mi va”
Sirius si alzò e mise a posto i libri negli scaffali, gesto che la ragazza imitò, poi prese la mano del ragazzo, che arrossì leggermente, e gli sorrise.
“Andiamo?”
“Si…” sussurrò.
“Sei strano” disse lei mentre si incamminarono lungo i corridoi del castello mano nella mano.
“Non ho niente, stai tranquilla” lei era così,si preoccupava sempre per tutti e questa era una delle cose che più lui amava di lei.
Arrivarono al parco e si sedettero all’ombra della grande quercia che avevano battezzato come il loro posto preferito.
“Certo che Lily è fortunata.” disse ad un certo punto la ragazza, con un tono un po’ malinconico.
Lui spostò lo sguardo dal lago, verso di lei, che come al solito era appoggiata alla sua spalla.
“Cosa vuoi dire?” chiese il ragazzo, notando il suo sguardo leggermente triste.
Non voleva che lei fosse triste, il sua allegria riempiva una stanza intera, ma quando era triste i suoi occhi si spegnevano e questo lui non poteva sopportarlo.
“Voglio dire, James la ama più di se stesso, farebbe tutto per lei…”
“E lei non è da meno, anche James è fortunato”
“Lo so, sono una coppia perfetta, si completano a vicenda. Quei due sono fatti per stare insieme…”
“Già, ma?” la incitò lui, c’era qualcosa che non andava nella sua voce e voleva scoprire a tutti i costi cos’era.
“Anch’io vorrei che qualcuno provasse un sentimento del genere nei miei confronti” confessò con una voce sottile.
“Quella persona c’è…” disse il ragazzo in un soffio, che però non fuggi alla ragazza che si alzo e immerse il suo sguardo nel blu profondo degli occhi di Sirius.
“Che vuoi dire…” chiese piano.
“Voglio dire…” il ragazzo fece un respiro profondo, era davvero arrivato il momento di aprirgli il suo cuore? Prima o poi avrebbe dovuto farlo, non riusciva più a tenersi tutto dentro, ma era giusto rivelarle quello che provava per lei, mettendo a rischio la loro amicizia, era pronto all’eventualità di un rifiuto? Non lo sapeva, ma ormai era troppo tardi.
“Sirius, mi nascondi qualcosa?” gli occhi azzurri della ragazza lo fissavano curiosi.
“Ascoltami, però devo chiederti di ascoltarmi attentamente, e non interrompermi, perchè sai che per me è difficile parlare, anche se con te mi trovo benissimo, ma il mio problema è che non mi è facile aprirmi con le persone…”
“Lo so, fai un respiro profondo e fai parlare il cuore, come sempre, lo sai che di me ti puoi fidare…” disse lei, facendogli un sorriso incoraggiante e accarezzandogli una guancia.
Come poteva non amarla!
“Ormai ci conosciamo da cinque anni e sai che sei la persona più importante della mia vita. La persona che è riuscita ad aprire il mio cuore e tirarmi fuori dal tunnel buio in cui ero caduto a causa della mia famiglia, l’unica persona che riesce a capirmi anche solo guardandomi negli occhi, l’unica persona che non smetterò mai di guardare e da cui non vorrei mai separarmi, l’unica persona che è riuscita a rubarmi il cuore… E’ cosi, mi hai rubato il cuore piccola, mi hai conquistato l’anima, io non posso più stare senza di te, non vivo senza di te, sei l’aria che respiro, la luce delle mie giornate…”
Emily lo guardava e non riusciva a credere alle sue orecchie, Sirius era innamorato di lei, il suo amico di sempre, il suo amore di sempre, perché ormai tutti gli anni che aveva passato con lui, aveva fatto nascere in lei un sentimento che andava oltre l’amicizia, si era innamorata di lui, e lui a quanto pare ricambiava, perché quello che gli stava dicendo era una dichiarazione in piena regola!
E lei non poteva non essere felice, e per la contentezza calde lacrime iniziarono a rigarle le guance.
Sirius la guardò perplesso e preoccupato, “ Ehi, piccola, cosa c’è?”
“C’è che non credo alle mie orecchie, tu..”
“Io ti amo” disse semplicemente lui, asciugandole le lacrime con il pollice.
“Sirius, anch’io ti amo..” disse lei con la voce che gli tremava.
“Tu?” la grifoncina annuì e gli sorrise.
Sirius continuava ad accarezzarle la guancia, mentre si avvicinava al suo volto e vi posava un bacio casto sulle sue labbra, la ragazza gli passò lo braccia al collo e la congiunse nuovamente la loro labbra, da quell’incontro nacque un bacio profondo, di folle passione.
Quando si separarono restarono a pochi centimetri di distanza e si guardarono negli occhi.

“Ho vinto! Lo sapevo, lo sapevo! James, PAGA!!” la voce euforica di Lily li fece alzare di scatto e si voltarono entrambi verso il luogo dove proveniva la voce non poterono non nascondere un sorriso per la scena che si trovavano davanti.
Lily esultava di fianco ad un James ammutolito con la bocca aperta, mentre Peter batteva le mani e Remus li osservava a braccia conserte con un dolcissimo sorriso dipinto sulle labbra.
“Hai visto! E tu che non ci volevi credere” disse la rossa avvicinandosi alla coppia, Emily sorrise, poi spostò lo sguardo verso suo fratello, “James?” lo chiamò, ma non ottenne nessuna risposta. Il ragazzo aveva ancora la bocca aperta e li guardava senza riuscire a proferire parola.
“E dai Ramoso, non era poi cosi improbabile come cosa, quei due sembrano attratti da una calamita!” gli disse Remus appoggiandogli una mano sulla spalla, in segno di conforto.
“Ma, ma.. Quella è mia sorella, e lui…” balbettò.
“Avanti James, tua sorella non è più una bambina!” continuò Lunastorta senza nascondere un altro sorriso, “E lui è il tuo migliore amico”
Questo sembrò risvegliarlo un attimo, guardò sua sorella e vide che i suoi occhi azzurri erano luminosi e sul volto aveva dipinto un sorriso dolcissimo, Sirius le teneva un braccio intorno alle spalle e aveva disegnato sul viso uno dei suoi sorrisi malandrini.
“Dannati voi!” esclamò, “Mi avete fatto perdere la scommessa!”
Dopo quest’uscita il gruppo non potè evitare di scoppiare in una fragorosa risata.

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Capitolo 3
*** Matrimonio ***


matrimonio
Matrimonio

James Potter quel giorno era raggiante, vestito con un elegante smoking nero, attendava in piedi di fianco all’altare l’arrivo della sua futura moglie. Al suo fianco un altrettanto emozionato Sirius Black guardava la porta principale della chiesa con uno sguardo curioso, il suo cuore mancò un battito quando la vide entrare: era bellissima.
Emily Potter camminava lentamente per il corridoio centrale della chiesa con un sorriso meraviglioso dipinto sul viso, il suo corpo era fasciato da un vestito blu a tinta unita, di taglio semplice, ma su di lei stava divinamente, modellava dolcemente le sue forme e la rendeva perfetta ai suoi occhi.
Si avvicinò a Sirius e lo baciò delicatamente sulle labbra, poi si voltò verso il fratello e con lo sguardo pieno di emozione disse: “Lily sta arrivando. E’ meravigliosa” detto questo fece l’occhiolino a Sirius e andò a mettersi al suo posto. L’altro lato dell’altare: il posto riservato alla testimone della sposa.
La musica invase la chiesa, tutti gli invitati si alzarono in piedi, guardando la sposa all’inizio della navata, Lily inizio a camminare lentamente accompagnata da suo padre, sul viso aveva dipinto un sorriso dolcissimo e i suoi occhi verdi erano puntati in quelli di James Potter.

 
Io James, prendo te Lily, come mia legittima sposa. Prometto di esserti fedele sempre, di amarti e onorarti per tutti i giorni della mia vita, nella gioia e nel dolore, in salute e in malattia, finchè morte non ci separi” il ragazzo pronunciò questa frase con un sorriso a trentadue denti..
Lily con gli occhi lucidi per l’emozione lo guardava negli occhi e poi pronunciò anche lei la sua promessa di matrimonio: “Io Lily, prendo te James, come mio legittimo sposo. Prometto di esserti fedele sempre, di amarti e onorarti per tutti i giorni della mia vita, nella gioia e nel dolore, in salute e in malattia, finchè morte non ci separi
Il sacerdote allora pronunciò la fatidica frase: “Vi dichiaro marito e moglie!”
Le campane suonarono a festa e i novelli sposi uscirono dalla chiesa accompagnati dagli applausi festosi degli invitati.
“Lily, sono così contenta per te” disse Emily abbracciando l’amica.
“Grazie, e sono felice che tu hai deciso di farmi da testimone!”
“Come d’altronde anche il nostro Felpato!” disse James appoggiando una mano sulla spalla dell’amico.
“Ovviamente, chi meglio di noi, poteva fare da testimone!” disse il ragazzo ridendo.
“Forza” disse Lily “ il ristorante ci aspetta!”
“E allora cosa aspettiamo!” dissero in coro i due ragazzi.
“Non cambieranno mai!” dissero le due ragazze in coro, prima di essere entrambe prese per mano dai rispettivi compagni ed essere smaterializzate al ristorante dove si sarebbe tenuta la festa.


Finito il pranzo era arrivata l’ora del discorso dei testimoni.
Sirius si schiarì la voce e si alzò, scambiandosi un veloce sguardo d’intesa con James.
“Che dire, con lo sposo ho legato subito, in fin dei conti eravamo i ragazzi più burrascosi di tutta Hogwarts, però eravamo i migliori in assoluti” qui nessun invitato potè evitare di scoppiare a ridere, “ E poi cosa dire, James è il migliore, è il migliore amico che si possa trovare sul mercato, è grazie a lui che sono quello che sono, a lui devo tutto. E della sposina cosa possiamo dire?? Per i primi anni di scuola mi ha fatto dannare parecchio, ma poi si è rivelata per quello che veramente è, una vera amica, che arriva sempre nel momento del bisogno. Per concludere direi che questi due sono fatti per stare insieme, perché il loro amore è sincero e nessuno li può divedere. Quindi facciamo un brindisi a James e Lily Potter!”
James si alzò e abbracciò stretto l’amico, Sirius poi si chinò verso Lily e le diede un bacio sulla guancia strizzandole l’occhio, si sedette nuovamente di fianco a Emily che lo guardava quasi commossa, “Quando l’hai scritto?”
“Ho improvvisato!” rispose il ragazzo con un sorriso malandrino sul volto.
“Maledetto!” disse lei, tirandogli scherzosamente un pugno sul braccio prima di alzarsi a sua volta, scambiò un veloce sguardo con Lily poi fissò il fratello, si schiarì la voce e iniziò a parlare: “James è mio fratello, quindi non posso non essere felice per lui in questo momento, posso dirvi che è un ragazzo eccezionale, certo ne combina veramente tante, molto spesso ci chiediamo cosa abbiamo fatto di male per meritarci una tale disgrazia” qui tutti scoppiarono a ridere, James in testa, “Però è il fratello migliore che si possa avere e non puoi non volergli bene. Lily è una persona fantastica, sempre disponibile, non ti dice mai di no e si batte sempre per difendere quello in cui crede e io le voglio bene come ad una sorella. Concordo pienamente con Sirius, James e Lily sono nati per stare insieme ed io vi auguro di essere felici” con un sorriso lacrimoso Lily si alzò e andò ad abbracciare l’amica, James la baciò su una guancia sussurrandole qualcosa all’orecchio che la fece sorridere. Emily si risedette di fianco a Sirius, che le prese la mano, le baciò il dorso e la guardò negli occhi, con quello sguardo a cui lei non sapeva resistere: “Sei stata fantastica”. La ragazza gli sorrise e gli strinse forte la mano.

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Capitolo 4
*** 31 Ottobre ***


31 ottobre
31 Ottobre



Era ormai da qualche anno che avevano deciso di entrare a far parte dell’Ordine della Fenice per opporre resistenza all’avanzamento di Lord Voldemort, non aveva paura della scelta che aveva fatto, contando anche che ormai le mancavano davvero pochi esami per prendere il distintivo degli Auror.


Quella notte però, Emily Potter ebbe paura, e fu certa che quella notte senza luna non sarebbe mai stata dimentica e avrebbe segnato la vita di molte persone.


La notizia dell’attacco di Lord Voldemort a casa di James sconvolse Emily talmente tanto che si precipitò senza pensare all’abitazione degli amici, quello che vi trovò la lasciò senza fiato.
Entrò di corsa in casa e sui gradini che conducevano al piano di sopra trovò il corpo senza vita di suo fratello, sentì chiaramente il suo cuore mancare di un battito, si avvicinò al corpo dell’uomo e mentre le lacrime rigavano il suo volto, lo accarezzò un ultima volta. Poi il terrore puro attraversò il suo animo: dov’erano Lily e Harry?
Come a rispondere a quella muta preghiera il pianto di un bambino le diede un istante di speranza, si precipitò al piano di sopra ed entrò nella camera del piccolo. Un piccolo sorriso nacque sulle sue labbra quando vide che Harry stava bene, aveva solo una brutta ferita sulla fronte, ma nel compenso non stava male.
Mosse qualche passo nella stanza e fu allora che la vide, la sua amica di sempre era stesa a terra, anche lei senza vita. Le sistemò una ciocca di capelli rossi dietro l’orecchio e cacciò indietro le lacrime. Si alzò in piedi e prese in braccio il nipotino stampandogli un bacio sulla guancia, controllò la ferita sulla fronte e solo allora notò che la cicatrice aveva la forma di un fulmine.
Dette un ultimo sguardo alla stanza e poi uscì con Harry stretto al petto, il rumore di una moto la fece correre giù per le scale e fuori dalla porta potè incontrare lo sguardo sconvolto di Sirius Black che osservava il corpo del suo migliore amico ai piedi delle scale.
Un secondo dopo arrivò anche Hagrid, che appoggiò una mano sulle spalle dell’ex Grifondoro, Emily uscì dalla casa e lasciò Harry nelle braccia del Guardiacaccia, cercando negli occhi di Sirius una piccola scintilla di vita, notando che lo sguardo del ragazzo era completamente vuoto.
Si avvicinò a lui e gli accarezzò una guancia, lui sembrò come risvegliarsi da un brutto sogno e puntò il suo sguardo in quello della fidanzata, lei non riuscì più a trattenere le lacrime e si gettò tra le sue braccia, aggrappandosi al suo collo come un naufrago. Sirius la strinse forte a se, mentre osservava sconvolto Hagrid, che stringeva l’unico sopravvissuto a quella tragedia.
“Perché proprio loro, perché?! Non è giusto!!” Emily non riusciva a fermare la lacrime, il ragazzo la strinse più forte a se e guardò nuovamente il Guardiacaccia, il mezzo gigante accarezzò la testa della ragazza e poi guardando Sirius disse: “Devo portare il piccolo da Silente, dobbiamo portarlo in un posto sicuro”.
“Certo, Hagrid prendi pure la mia moto” Hagrid annuì e dopo un lieve saluto verso i due ragazzi, volò nella notte in sella alla motocicletta di Sirius diretto a Privet Drive 4.
Quando fu certo che si era allontanato abbastanza, l’ex Grifondoro strinse forte le spalle di Emily e bisbigliò con una voce carica di rabbia e odio: “La pagherà, fosse l’ultima cosa che faccio in vita mia, ma Peter Minus la pagherà cara per averli venduti a Voldemort. Lo giuro”
“Sirius non farlo” sussurrò lei, si spostò dal suo abbraccio e gli prese il volto tra le mani, “Ti prego, non lasciarmi da sola, non andare a cercarlo. Non macchiarti di nessun crimine, ti prego. Aspetta, parliamo con Silente, vediamo cosa possiamo fare.. Ti prego, ragiona”
“No, voglio trovarlo e chiedergli perché l’ha fatto”
“Ho già perso James e Lily, non voglio perdere anche te, te ne prego, non andare” disse lei tra le lacrime, lui la guardò intensamente, poi asciugandole le lacrime la baciò, un bacio che sapeva sarebbe stato l’ultimo, un bacio che sapeva d’amore e disperazione, un bacio che sapeva di dolore, un bacio che sapeva che l’avrebbe protetto da qualsiasi tipo d’oscurità.
“Tornerò da te amore, sappilo, non me ne andrò mai per sempre, in un modo o nell’altro io troverò il modo per tornare da te, te lo prometto”
“Sirius”
Le diede un lieve bacio sulle labbra poi si smaterializzò lontano, lasciando Emily da sola davanti alla casa dei suoi migliori amici.
La ragazza si lasciò cadere sulle ginocchia e ricominciò a singhiozzare.


Dopo non molto tempo venne a sapere che Sirius Black era stato arrestato e condannato all’ergastolo ad Azkaban. Le accuse erano omicidio di un mago e di una decina di babbani, tradimento nei confronti dei suoi migliori amici e di complotto con il Lord Oscuro.
Il mondo le crollo addosso. Cosa avrebbe fatto ora? Era rimasta da sola, non aveva più nessuno.

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Capitolo 5
*** Harry ***


harry
Harry


Erano ormai passati dieci anni da quella maledetta notte, la notte del 31 Ottobre, la notte che Lord Voldemort venne neutralizzato da un bambino di un anno che da quel giorno prese il nome di Bambino Che E’ Sopravvissuto, la notte che strappò la vita a suo fratello James e alla sua migliore amica Lily, la notte che gli rubò per sempre Sirius.
Emily ormai faceva parte del corpo degli Auror, era molto brava nel suo lavoro, ci metteva anima e corpo, lo faceva anche per non pensare. Le accuse mosse contro Sirius non erano tutte vere, ma lei non poteva provarlo. Lui non aveva tradito i suoi migliori amici, non li aveva consegnati nelle mani di Voldemort, era innocente. E non era neanche completamente sicura che avesse veramente ucciso Peter, sicuramente non era stato lui a togliere la vita a tutti quei babbani, Sirius Black non era un assassino.
Da sola però non poteva provare nulla e Remus Lupin, il suo amico, era sparito da quella notte.


Una lettera era appoggiata alla sua scrivania, l’aveva letta un milione di volte.


Cara Emily,

è da molto tempo che non mi faccio sentire e ti chiedo perdono.
Avrei bisogno di parlarti di una cosa molto importante, mi farebbe piacere offrirti una tazza di te nel mio ufficio ad Hogwarts.
Attendo con ansia la tua visita, per il momento ti porgo i miei più cordiali saluti.

Albus Silente


Aveva già deciso, se Albus Silente l’aveva chiamata, lei sarebbe andata da lui.


Da quanti anni non varcava le porte della sua vecchia scuola, le sembravano passati dei secoli.
Quanto le era mancato quel posto e quanti ricordi rievocava la sua mente camminando per i corridoi del castello.
“Buongiorno professore”
“Buongiorno a te Emily, come stai?”
“Tiro avanti, lo sa. Ma mi dica, di cosa aveva bisogno di parlarmi con così tanta urgenza?”
“Ti ricordi che giorno è oggi?” gli occhi azzurri del Preside scintillarono leggermente, “E’ il 31 luglio, giorno importante, non credi?” disse con un piccolo sorriso.
“E’ il compleanno di Harry!” ricordò la donna, “Compie 11 anni. È ora che lui venga a studiare ad Hogwarts”
“Esatto. Ma abbiamo riscontrato dei problemi con i suoi zii. Così ho pensato che sarebbe meglio andare a prenderlo, saresti disposta ad accompagnare Hagrid a Londra?”
Emily non credeva alle sue orecchie, dopo dieci anni avrebbe potuto riabbracciare il piccolo Harry, non potè nascondere un sorriso sincero, “Ne sarei onorata professore”
Silente sorrise, “E allora cosa aspettiamo, andiamo dal nostra Guardiacaccia”.


Hagrid e Emily erano arrivati nella piccola casa di fianco al faro dove si erano nascosti i Dusdley.
Entrarono e il mezzo gigante vedendo un bambino che all’incirca poteva avere l’età di Harry disse: “ Harry, non immaginavo che fossi diventato così..” disse guardando quello che invece era il figlio dei Dusdley
“Hagrid” disse la ragazza ridendo, “Lui non può essere Harry…”
I coniugi li guardarono impauriti dalle scale e un ragazzino minuto fece un respiro profondo e uscì dal suo nascondiglio dichiarando: “ Io sono Harry”
Emily di voltò verso la voce e si pietrificò…Il cuore mancò un battito e si mise una mano davanti alla bocca per calmare un singhiozzo, mentre i suoi occhi si riempirono di lacrime. L’ultima volta che l’aveva visto era alto un pugno, mentre adesso era un ragazzino di 11 anni, come aveva fatto a passare 10 anni lontana da lui.
Certo l’aveva fatto per proteggerlo, ma quanto le era mancato.
Fece un sorriso e si avvicinò al bambino, “Ciao Harry….”
“Chi sei tu?” chiese il bambino.
“Mi chiamo Emily e sono un’amica dei tuoi genitori”
“Davvero? Perché sei qui?” chiese curioso il piccolo.
“Io e Hagrid, il bestione dietro di me, siamo venuti qui, primo per augurarti buon compleanno e poi per portarti ad Hogwarts” disse abbassandosi alla sua altezza.
“Hogwarts? Cos’è?” chiese il piccolo stupito.
“Non sai cos’è Hogwarts, io e i tuoi genitori abbiamo imparato lì tutte lo cosa che sappiamo”
“Tutto cosa?”
TUTTO COSA??” urlò allora Hagrid voltandosi verso i Dursley “ Aspetta un attimo…Dursley, volete forse dirmi, che questo ragazzo non sa niente di niente? Non sa del nostro mondo?”
“Quale mondo?” chiese il bambino prendendo la mano di Emily e osservandola con uno sguardo curioso. Quegli occhi, quanto le erano mancati.
“Il mio mondo, il tuo, il mondo dei tuoi genitori..” urlò il gigante
“Hagrid, calmati, per favore,lascia parlare me” disse Emily cercando di calmare il suo amico, senza allontanarsi dal bambino, gli chiese: “Harry, non sai dei tuoi genitori? Sono famosi, tu sei famoso…”
“Come, mamma e papà erano famosi??” domandò il piccolo.
Un pugno nello stomaco sarebbe stato meno doloroso, non ci poteva credere, quel bambino era cresciuto all’oscuro di tutto, “Tu non sai chi sei?” si lasciò sfuggire in un soffio.
LA SMETTA!” disse Vernon “ VI PROIBISCO DI DIRE QUALSIASI COSA AL RAGAZZO!
Questo fu la goccia che fece traboccare il vaso, Emily si alzò e si diresse con passo deciso verso i Dursley.
“Volete forse dirmi, che non gli avete mai detto niente, che non gli avete detto cosa c’era scritto nella lettera di Silente, che gli avete tenuto nascosto tutto fino ad ora?”
“Cosa mi hanno tenuto nascosto…?”
La ragazza dopo aver fulminato i coniugi, si voltò verso Harry e si inginocchiò, appoggiando le mani sulle sue spalle, “Harry, tu sei un mago!”
“Io sono che cosa?” chiese incredulo il bambino..
La ragazza sorrise, “Un mago, e coi fiocchi anche, con una madre e un padre come i tuoi ed è per questo che verrai ad Hogwarts con noi.”
“Lui non ci andrà!” disse risoluto Vernon.
“Stia zitto!” urlò Hagrid.
“Hagrid” lo ammonì la ragazza, “Vorrei vedere un babbano come lei che ferma Harry”
“Quando l’abbiamo preso, abbiamo giurato di finirla con questa storia, magia. Stupidaggini!” disse Petunia.
“Voi sapevate che ero un mago?” chiese Harry, guardando gli zii
“Sapevamo, certo che sapevamo.” Continuò Petunia “Tua madre, ricevette la stessa lettera che ricevetti tu, e fu inghiottita da quella scuola, e poi conobbe quel Potter, si fidanzarono, si sposarono e poi nascesti tu. E sapevamo che saresti stato identico a loro. Altrettanto stampato, altrettanto anormale. E poi se permetti, hanno avuto la brillante idea di saltare in aria e così tu ci sei piombato addosso..”
Emily era livida in volto, aveva deciso, dopo la cattura di Sirius, di lasciare che Harry andasse dagli zii per stare più al sicuro e crescere in una famiglia normale: aveva commesso un grande errore.
Loro lo detestavano.
Quel bambino avrebbe dovuto crescere in una famiglia che lo amava, che lo faceva sentire importante, invece i suoi zii lo consideravano un peso, lo odiavano perché odiavo quello che erano i suoi genitori.
“I miei genitori sono saltati in aria, mi avevate detto che erano morti in un incidente d’auto” disse il bambino.
La ragazza non ci vide più: “INCIDENTE D’AUTO!” estrasse la bacchetta e la punto al collo di Petunia, che trasalì all’istante notando lo sguardo furente della donna davanti a lei, “ E’ SCANDALOSO! È UN AFFRONTO! JAMES E LILY POTTER NON POSSONO MORIRE IN UN INCIDENTE D’AUTO! MALEDIZIONE. È SCANDALOSO CHE HARRY POTTER IGNORI LA SUA STORIA, TUTTO IL MONDO MAGICO LO CONOSCE!
“Cosa dovrei sapere…” chiese il piccolo, avvicinandosi di nuovo a lei prendendole la mano.
La ragazza si girò e dopo avergli stretto la mano si diresse verso il divano, “Siediti, è una storia piuttosto lunga, per il momento ti dirò l’essenziale, dopo ti racconterò meglio” disse facendogli un sorriso dolce.
“Non pensavo che fosse così difficile. Silente mi aveva avvisato che sarebbe stato difficile portarti via, ma non pensavo che tu non sapessi niente.” disse Hagrid ancora furioso.
“Calmati, non serve arrabbiarsi” disse Emily guardandolo dolcemente, “Comunque, tutto a inizio con una persona, il suo nome è ”
“Non dirlo!” la interruppe il mezzo gigante.
“Ma per favore, Hagrid, ti prego, deve sapere e poi, la paura di un nome non fa altro che incrementare la paura della cosa stessa,io non l’ ho mai chiamato Tu-Sai-Chi.” Disse rivolta al gigante. Poi si voltò nuovamente verso il bambino che la osservava curioso, “Comunque dicevo tutto ha inizio con Lord Voldemort, che circa vent’anni fa si mise in testa di cercare seguaci per rivoltare tutto il Mondo Magico e farlo cadere nel terrore e nell’ombra. Molte persone cercarono di fermarlo, molti di loro persero la vita. Io sono un Auror e insieme ai tuoi genitori combattevo contro di lui. Un giorno Voldemort andò a casa dei tuoi genitori per ucciderli e purtroppo ci riuscì, ma quando cercò di uccidere te, non ci riuscì, anzi, l’incantesimo che scagliò contro di te, gli si rivolse contro e perse molti dei suoi poteri, lasciandoti quella cicatrice” disse accarezzandogli la cicatrice a forma di fulmine, “Di lui si persero le tracce, ma nessuno è convinto che sia sparito per sempre. I tuoi genitori erano le persone migliori che conoscevo, eravamo molto legati e quando furono uccisi, mi cadde il mondo addosso”
“Emy” disse Hagrid,  “Forse è anche ora che gli dici bene chi sei tu!” disse con un sorriso..
“Giusto!” la ragazza lo guardò e sorrise, “Mi sono proprio dimenticata, io sono la sorella di tuo padre James

“Sei mia zia!”esultò il bambino.
“Proprio così, e ti chiedo scusa se dopo la morte di James e Lily non ti ho tenuto con me, ma Silente aveva detto che era meglio per te venire qui.”
LUI NON ANDRA’ IN QUELLA SCUOLA!” urlò Vernon
“Se Harry Potter decide di andare in quella scuola, ci andrà, non sarai di certo tu a fermarlo! Perché tu vuoi andare in quella scuola, vero?” chiesa la ragazza guardandolo attentamente, ma dolcemente.
“SI” disse Harry più convinto che mai
“Perfetto, allora possiamo andare, non perdiamo altro tempo” disse Hagrid.
“Lui non si muove da qui!” esclamò convinto Vernon.
“Mi stia a sentire lei.” Hagrid puntò il suo guardo fermo in quello dell’uomo, che trasalì, “Se il figlio di James e Lily Potter non va a Hogwarts, non ci può andare nessuno. Il suo nome è stato scritto quando è nato e lui si merita di andare nella miglior Scuola di Magia  e Stregoneria del mondo. Presieduta dal miglior mago di tutti i tempi: Albus Silente” concluse fiero.
IO NON INTENDO PAGARE PERCHE’ UN VECCHIO PAZZO GLI INSEGNAGNA QUALCHE MAGIA!” urlò l’uomo.
NON INSULTARE ALBUS SILENTE DAVANTI A ME! È CHIARO!” disse Hagrid puntandogli la bacchetta contro.
“Hagrid, calmati, per favore.” Emily scattò e cercò di calmare l’amico appoggiando una mano sul braccio del gigante.
“Non ne vale la pena.” Hagrid si voltò senza più degnare di uno sguardo i Dursley “Andiamo” sibilò e uscì dalla catapecchia.
Harry prese la mano che Emily gli offrì e uscirono anche loro.

“Così tu sei mia zia, la sorella di mio papà”
“Si, e ti confesso che non vedevo l’ora di vederti.”
“Davvero?”
“Certo! Non appena sei nato sei stato speciale per me e adesso che finalmente ti ho ritrovato, verrò il più spesso possibile a trovarti a scuola, sempre se tu lo vorrai” disse la ragazza guardandolo.
“Se voglio? Certamente! Sono contento di averti incontrata Emily”
La ragazza si fermò, i suoi occhi erano ormai lucidissimi e le lacrima minacciavano di uscire da un momento all’altro.
“Ho detto qualcosa che non va?” disse guardandola con i suoi magnifici occhi verdi, tanto uguali a quelli della sua migliore amica, ma espressivi come quelli di James, ogni suo gesto o movimento glieli ricordava. Era come un tuffo nel passato, quel bambino era la fotocopia di suo fratello, ma aveva gli occhi di Lily.
“Zia..” la voce del piccolo la distrasse dai suoi pensieri.
“No, va tutto bene piccolo” risposte passandosi una mano sugli occhi, per evitare alle lacrime di scendere.
“Sei sicura?” chiese preoccupato stringendole più forte la mano che teneva tra le sue.
Lei si inginocchiò e gli appoggiò le mani sulle spalle, “Va tutto bene, è solo che sono diedi anni che non ti vedo e non credo ancora ai miei occhi, sei uguale a James e Lily più di quanto tu possa immaginare e me li ricordi in ogni gesto che fai. Guardo te e vedo loro e più ti sto vicino, più mi rendo conto che mi mancano terribilmente”
Le lacrime iniziarono a rigarle le guance, avevano vinto loro, non era riuscita a trattenerle. Harry le accarezzò piano una guancia, quasi avesse paura che scomparisse da un momento all’altro, poi facendo un sorriso le disse: “Adesso ci sono io con te! Non ti lascio, saremo sempre insieme, e poi sei mia zia, non mi abbandonerai mai, vero?”
“No, certo che no!”
“Perfetto! E poi non ti devi preoccupare e non devi piangere, adesso ci siamo ritrovati e non ci lasceremo più”
La ragazza non risposte lo abbracciò stretto a se e scoppiò a piangere, il piccolo Harry le passò le braccia al collo e una piccola lacrima scese dai suoi occhi verdi. Erano lacrime di gioia, perchè finalmente era contento di aver trovato qualcuno che gli volesse bene veramente.
Hagrid guardò la scena da lontano, con gli occhi lucidi.



Alcune frasi sono prese dal primo libro della Rowling, "Harry Potter e la Pietra Filosofale"

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Capitolo 6
*** Evaso ***


evaso
Evaso



La notizia che il famigerato pluriomicida Sirius Black era riuscito ad evadere dalla prigione di Azkaban illudendo tutti i Dissennatori presenti era su tutti i giornali.
Emily non riusciva a credere ai suoi occhi, c’era riuscito, era scappato da quella maledetta prigione.
Ora cosa avrebbe fatto?
Di certo lei, con il lavoro che faceva, non poteva certo mettersi a cercarlo liberamente.
Doveva aspettare e sperare. Lui l’avrebbe chiamata. Sicuramente.


Ormai era iniziato il terzo anno di scuola per Harry e finalmente era riuscita a trovare un attimo di respiro per andare a trovarlo.
Varcò i cancelli di Hogwarts con uno strano sorriso dipinto sul volto.
Ormai era ottobre, ma non faceva ancora troppo freddo, così tutti gli studenti erano fuori dal castello a godersi gli ultimi raggi di sole.
Il trio dei miracoli non era certo diverso dagli altri ragazzi della loro età, infatti anche loro erano seduti sull’erba verde, Harry e il suo migliore amico, Ron Weasley stavano sfogliando l’ennesima rivista di Quidditch mentre Hermione Granger stava leggendo uno dei suoi soliti libroni.
Sentendo alcuni passi venire verso la loro direzione i tre ragazzi si voltarono e sul viso del Bambino Sopravvissuto nacque un sorriso sincero.
“Zia!” esclamò alzandosi di scatto per andare ad abbracciare la donna, Emily gli dette un bacio sulla guancia e insieme a lui andò a far compagnia agli altri due grifoni.
“Allora, come vanno le cose?” chiese guardando principalmente i due ragazzi.
“Tutto bene, a parte questi maledetti Dissennatori che continuano a svolazzare a destra e sinistra” iniziò Harry, “Non capisco per quale assurdo motivo ce l’hanno tanto con me”.
“Solo perché la tua infanzia non è stata delle migliori, loro si nutrono di pensieri tristi e dolorosi, e purtroppo hanno trovato in te un pasto prelibato” cercò di spiegargli la donna.
“Già, capisco che c’è in giro un assassino, però…” sentendo quella parole uscire proprio dalle labbra di Harry le mancò un battito. Certo lui non poteva di certo sapere che persona era Sirius, sicuramente leggeva dalla Gazzetta del Profeta quello che succedeva e chi sa cosa gli avevano raccontato gli altri su questa faccenda.
Di certo James non avrebbe mai definito il suo migliore amico un assassino, Harry doveva sapere la verità, ma doveva trovare il modo meno traumatico per rivelargliela.
“Zia, tutto bene, ti vedo strana” la voce del nipote la distolse dai suoi pensieri.
“No, tesoro, sto bene, stavo solo riflettendo su una cosa che dovevo fare al Ministero, nulla d’importante adesso” rispose, nascondendo i suoi dubbi con un sorriso.
“Lo sai che abbiamo un nuovo professore di Difesa Contro le Arti Oscure” intervenne Hermione.
“Davvero? E come si chiama?”
“Remus Lupin”
“Che cosa?!” Emily scattò in piedi sotto lo sguardo allibito dei tre maghetti, Remus Lupin professore?! E da quando? Dalla notte del 31 ottobre era sparito dalla circolazione senza lasciare notizie e adesso si ripresentava dopo la bellezza di quasi quindici anni senza neanche una lettera. Non ci poteva credere.
“E’ successo qualcosa?” chiese Harry, osservandola sempre più incuriosito.
“No no… tutto a posto” rispose passandosi una mano tra i capelli.
“Il lupo perde il pelo ma non il vizio, vero scricciolo?!” quel soprannome, solo lui la chiamava così, nessun altro, nemmeno Sirius. E quella voce l’avrebbe riconosciuta tra mille. Era proprio lui.
Si portò una mano sulle labbra mentre si voltava verso la persona che aveva attirato la sua attenzione. Eccolo li, in piedi di fronte a lei, saranno stati al massimo una decina di passi. Vestito sempre con vestiti semplici dai colori spenti, quella sua aria da ragazzo perennemente trasandato, ma che nel grigio del suo volto nascondeva uno sguardo dolce e rassicurante.
“Remus. Allora sei proprio tu” un sussurro appena udibile.
“Si, sono io” rispose lui, facendo qualche passo verso la sua amica d’infanzia, la donna non fece un solo movimento, aspetto che il professore si fermasse a qualche centimetro di distanza prima di guardarlo negli occhi. Il suo sguardo azzurro era lucido e il cuore le batteva forte nel petto.
“Dove sei stato in tutti questi anni! Ti ho cercato per mesi, ti ho chiamato un miliardo di volte, ho sperato che saresti tornato che mi saresti stato vicino, invece sei sparito nel nulla!! Non hai pensato a me, non hai pensato a come mi sono sentita dopo la tua scomparsa?! Non hai pensato che aveva bisogno di un’amico, che avevo bisogno di te!!” le lacrime ormai rigavano il volto di Emily, mentre Remus l’ascoltava senza dire una parola, poi si mosse e l’avvolse in un abbraccio carico d’affetto. La donna si rifugiò in quell’abbraccio stringendolo forte, “Scusami piccola, sono stato un’egoista. Ero confuso. Perdonami”.
“Ora sei qui” sussurrò lei, “Questo basta”.
Gli asciugò le lacrime, poi la guardò dritta negli occhi, si lasciò sfuggire un sorrisino malandrino: “Miseriaccia quanto ti sei fatta bella!”
“Ma smettila di dire cretinate!”
“Ehm ehm…”
I due amici si voltarono verso il trio dei miracoli che li osservava curiosi, Harry principalmente la guardava a braccia conserte picchiettando un piede a terra. Emily puntò lo sguardo in quello di Remus e un secondo dopo scoppiarono a ridere: “Oddio, è identico a lei!” disse il mannaro.
Il bambino sopravvissuto fissò la zia che dopo essersi calmata gli sorrise: “Hai appena fatto gli stessi gesti che Lily faceva quando James la faceva infuriare! Credo che dobbiamo darti qualche piccola spiegazione…”
“Direi, zietta” Harry si sedette sull’erba e la invitò a sedersi di fianco a lui per farsi spiegare un po’ di cose.
“Io e Remus andavamo a scuola insieme, lui era un anno avanti in più di me, era compagno di stanza di tuo padre, ed era uno dei suoi migliori amici. In più era anche Prefetto e quindi faceva le ronde insieme a tua madre e devo anche rivelarti che all’inizio Lily sopportava solo lui all’interno del gruppo di James, gli altri non li reggeva proprio!” iniziò a raccontare l’Auror.
“Non ci credo, allora vi conoscete da un sacco di anni”
“Già” continuò Remus, “Conobbi i tuoi genitori sull’Espresso di Hogwarts il primo anno e tuo padre fu talmente insistente che dovetti per forza entrare a far parte del suo gruppo, altrimenti non mi avrebbe dato pace. La tua adorata zietta la conobbi l’anno successivo e ti posso assicurare che era una vera peste, ma aveva un cervello eccezionale”
“Grazie mille per la peste”
“Tesoro è vero, eri un piccolo James in versione femminile!”
“Simpatico Remus, davvero simpatico” Emily incrociò le braccia al petto scatenando l’ilarità tra i presenti.
Passarono tutto il pomeriggio a rievocare i ricordi di un passato che sembrava lontano anni luce da li.


“Mi devi credere! Ti sto dicendo la verità, perché non mi vuoi credere! Sirius è innocente!” Emily urlava all’interno dell’ufficio del professore di Difesa Contro le Arti Oscure. Remus Lupin era in piedi di fronte ad una finestra mentre lei era appoggiata alla scrivania.
“Non urlare che andrà a finire che ti sentiranno” disse con voce piatta.
“Ma tu non mi credi, anzi non mi ascolti”
“Vorrei crederti scricciolo, ma non ci riesco. Peter è morto e se c’è una verità diversa da quella che dovremmo sapere, è morta con lui. Se Sirius fosse davvero innocente, allora perché non si è ancora fatto vivo?”
Emily si lasciò cadere su una sedia, il volto tra le mani, “Non lo so. Ma non è stato lui a consegnare nelle mani di Voldemort le vite di James e Lily. Questo te lo posso giurare”
“Non posso crederti tesoro, mi dispiace”
La ragazza non potè evitare ad una lacrima di rigarle una guancia, si alzò lentamente dalla sedia e senza dire una parola usci dall’ufficio di Remus, chiudendosi la porta alle spalle.
Stava scendendo una delle tante rampe di scala quando sul suo campo visivo apparve il volto di Hermione Granger, aveva un’espressione sconvolta dipinta sul volto, “Emy, grazie a dio sei qui, stavo pensando di mandarti un gufo” disse tutta trafelata.
La donna cercò di lasciare da parte la discussione avvenuta con Remus per prestare attenzione alla grifoncina, “Tesoro dimmi tutto, cosa è successo?”
“Harry è furioso, ha sentito per sbaglio una conversazione da Madama Rosmeta e adesso è sconvolto”
“Portami da lui, presto!”
Non adesso, ti prego non adesso. Non sono ancora pronta.


Emily aveva fatto cenno a Ron ed Hermione di lasciarla da sola con il nipote, i due ragazzi si erano allontanati subito. Si avvicinò piano al ragazzo e si sedette di fianco a lui senza dire una parola. Harry notando la presenza della zia diede sfogo a tutto quello che aveva nel cuore.
“Era loro amico! E li ha traditi! Era loro amico e li ha consegnati nelle mani di Voldemort. Ha ucciso i miei genitori! Ed era loro amico!”
Il cuore di Emily si strinse in una morsa d’acciaio.
Harry si alzò di scatto e la guardò con gli occhi furenti di rabbia, “Tu lo sapevi. Sei andata a scuola con loro. Tu sapevi di Black. Tu sai benissimo che lui è il mio padrino. Lo sapevi. Tu sapevi tutto, perché non mi hai mai detto niente. Perché quando ti ho chiesto di lui tu non hai fatto parola di nulla. Mi hai mentito, io mi fidavo ciecamente di te”
“E devi continuare a farlo… tesoro, il fatto è che..” cercò di spiegare, ma non riusciva a trovare le parole adatte.
“Non dire niente! Non voglio sentire niente. Mi sta cercando, bene che mi trovi e quando mi troverà io ucciderò Black. Vendicherò i miei genitori” detto questo il bambino sopravvissuto cominciò a correre verso il castello.
Emily non fu in grado di corrergli dietro, non ne aveva la forza, le ultime parole urlate con rabbia avevano avuto l’effetto di un uragano nel suo cuore.
E adesso…

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Capitolo 7
*** Ritorni ***


ritorni
Ritorni



Dannazione, dannazione!
Emily stava correndo a perdi fiato per raggiungere il prima possibile la Stamberga Strillante. Il passaggio attraverso il Platano Picchiatore era ancora attivo, sicuramente. Si ritrovò davanti all’immenso albero, fece un lungo sospiro e si tramutò in un gatto. Anche lei era un Animagus, però al contrario dei suoi amici, era regolarmente registrata al Ministero della Magia.
Riuscì ad entrare nel passaggio senza farsi male e una volta all’interno riprese le sembianza umane e ricominciò a correre più veloce che poteva.
Dopo la veloce lettera di Remus si era recata ad Hogwarts immediatamente. Sirius era li. Era tornato davvero.
Doveva per forza spiegare tutto ad Harry, altrimenti non poteva immaginare cosa sarebbe successo. Sperava solo che Remus fosse già arrivato.
Quando entrò nella stanza notò il corpo privo di sensi di Severus Piton, Harry che puntava la bacchetta contro Remus Lupin e al suo fianco…
Sirius.
Nel sentire dei passi avvicinarsi tutti i presenti si erano voltati verso l’ingresso della stanza. L’ultimo tra questi fu proprio Black. Quando i loro sguardi si incrociarono, Emily si mise una mano sul petto, cercando, invano, di calmare i battiti del suo cuore.
“Sei qui” sussurrò.
“Te l’avevo detto che in un modo o nell’altro sarei tornato da te” disse altrettanto piano lui facendo un passo verso di lei.
“Sei tornato” ripetè come a voler sottolineare che non era un’illusione.
Sirius annui, aveva il volto trasandato, era vestito di stracci, i capelli erano lunghi e sporchi e la barba non era fatta da giorni, ma ai suoi occhi era sempre lui: il suo Felpato.
Non attese un istante di più, gli buttò tra le sue braccia stringendolo forte, Sirius fece lo stesso, nascondendo il viso nel suo collo, beandosi di quel profumo che non si era dimenticato.
“Te l’avevo detto che tornavo da te” sussurrò contro la pelle candida della donna, lei annuì e poi si allontanò piano da lui, senza staccare gli occhi dai suoi.
MI SPIEGATE COSA DIAVOLO STA SUCCEDENDO!” la voce sconvolta di Harry li fece voltare verso di lui, Emily fece scivolare una mano su quella di Sirius ed intrecciò le dita con le sue.
Si voltò verso Remus e lui annui, “Perdonami. Dovevo crederti subito”. Lei gli regalò un sorriso dolce, poi guardò Harry, puntò gli occhi in quelle gemme verdi così simili a quelle di Lily e parlò: “Harry, ascoltami attentamente, dobbiamo raccontarti la verità”
“La so la verità, lui ha ucciso i miei genitori, li ha traditi. Li ha consegnati nelle mani di Voldemort e a quanto pare non mi posso più fidare di voi, perché siete dalla sua parte!”
“No” le venne in aiuto Remus, “Anch’io lo credevo fino a poco tempo fai, poi mi resi conto consultando la Mappa del Malandrino, che c’era qualcosa che non andava. Sulla mappa era presente una persona che fino a poco tempo fa io credevo fosse morto”
“E chi è?” chiese Harry senza abbassare la bacchetta.
“Peter Minus” rispose il professore.
“E’ impossibile, Peter Minus è morto e l’ha ucciso lui”
“No, Peter Minus è vivo ed è proprio qui, in questa stanza” continuò Sirius.
“Non è vero, la mappa forse si sbaglia”
“La mappa non mente mai. Peter è vivo ed è proprio li” Sirius indico il topo che Ron teneva in mano.
“Non è vero, Crosta è con noi da..” intervenne il rosso.
“Dodici anni” concluse Sirius. Poi si bloccò, Emily gli aveva appoggiato una mano sul braccio, “Dobbiamo spiegargli bene, altrimenti non capirà nulla e non ci crederà mai”. L’uomo annuì e lei guardò Harry, “Devi credere a quello che ti dico. All’inizio quando James e Lily capirono di essere in pericolo, decisero di fare un incantesimo per nascondere la loro posizione, scelsero Sirius come Custode Segreto, ma all’ultimo momento Sirius decise, in comune accordo con i tuoi genitori, di nominare Peter Minus come custode dell’Incanto Fidelio. Ci fidavamo tutti di lui, non potevamo di certo pensare che la spia all’interno del nostro gruppo fosse proprio il caro, vecchio, povero Peter. Lui andò a rivelare la posizione dei tuoi genitori a Lord Voldemort e lui andò a casa loro e li uccise. Quando noi arrivammo sul luogo, il Signore Oscuro era già stato annientato e Peter se l’era data a gambe. Sirius lo cercò e quando lo trovò lui usò l’Avada Kedavra su un gruppo di babbani, si tagliò un dito e si trasformò in un topo. Proprio il topo che trovò tuo fratello Ron. Sirius venne incolpato perché si trovò sul luogo del massacro, ma il vero responsabile della morte dei tuoi genitori è Peter Minus” Emily cercò di scovare un qualsiasi tipo di sentimento dagli occhi di Harry, ma il ragazzo era troppo confuso.
“Provatemelo”
I tre adulti riuscirono a far riprendere le vere sembianze al topo di Ron e quando Peter Minus alzò lo sguardo, la prima persona che vide fu proprio Emily.
“Emy, amica mia, da quanto tempo, mi sei mancata” disse dirigendosi a passo malfermo verso di lei.
“Non ti avvicinare, come hai potuto tradire la fiducia di James e Lily” lo accusò, affiancata subito dopo da Sirius e Remus.
“Provate a capire, voi cosa avreste fatto al mio posto”
“Sarei morto piuttosto che tradire i miei migliori amici!” esclamò Sirius gettandosi contro di lui, Peter riuscì a divincolarsi, cercò di uscire dalla porta, ma Harry gli sbarrò la strada.
“Harry. Sei cosi uguale a loro, gli assomigli davvero molto” si avvicinò a loro, “James non mi avrebbe ucciso, lui mi avrebbe risparmiato!”
“Stai lontano da lui!” urlò Remus, mentre Sirius lo afferrò per le spalle e Emily gli puntò la bacchetta alla gola, “Non osare rivolgerti a lui, proprio tu che hai condannato a morte i suoi genitori. Adesso è arrivata la resa dei conti”
“Fermi! Aspettate…” Harry si avvicinò lentamente a loro, “Mio padre non avrebbe voluto che i suoi migliori amici diventassero degli assassini. Lo porteremo dai Dissennatori e li, sarai sottoposto al loro Bacio”.
Emily si avvicinò a lui e lo strinse forte, “Sei il degno figlio di tuo padre, tesoro. Scusami se non ti ho detto niente, ma non avevamo ancora le prove”.
“Non importa, l’importante è che adesso sia stato sistemato tutto” sorrise Harry, mentre puntava il suo sguardo in quello di Sirius.
Il malandrino lo guardò bene per la prima volta, “Hai la stessa espressione di James. Sei identico a lui. Però hai gli occhi di tua madre, credo che te l’abbiamo già detto in tanti”, il bambino sopravvissuto annuì, mentre Sirius si avvicinò ad Emily e le prendeva una mano intrecciando le dita con le sue. “Sai, quando nascesti, i tuoi genitori mi nominarono tuo padrino. Mi chiedevo, sempre se ti va, capisco che magari vorrai restare con i tuoi zii, ma volevo lo stesso chiedertelo. Quando mi sarò sistemato, volevo chiederti se ti andrebbe di venire a vivere con noi”
“Stai scherzando?!” chiese Harry incredulo, “Con voi due?”
La coppia sorrise ed annuì, “Certo che mi piacerebbe, mi renderebbe molto felice” esclamò il ragazzo saltando al collo di Emily, mentre Sirius gli scompigliava i capelli.
“Perfetto, allora è fatta, forza usciamo di qua” disse Felpato conducendo entrambi fuori dalla Stamberga Strillante.


Quando si ritrovarono davanti la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, Sirius non potè nascondere un sorriso, “Quanto mi è mancata” sussurrò, Emily al suo fianco gli appoggiò una mano sulla spalla, “Ora sei libero, proveremo la tua innocenza e potremmo tornare a vivere una vita normale”. Sirius la guardò dritta negli occhi e le accarezzò una guancia pallida con il pollice, “Quanto mi sei mancata. Il tuo ricordo mi ha permesso di non impazzire in tutti questi mesi, pensarti mi convinceva a resistere. Sapevo che prima o poi ti avrei rivista. Sapevo che saremmo tornati insieme”. “Adesso sei qui, tutto il resto non ha importanza, ricominceremo tutto da capo. Insieme”. L’uomo le sollevò il mento con due dita e congiunse le loro labbra in un bacio dolce, ma desiderato come non mai.
“Emy! Sirius! La luna!!” la voce di Harry li fece voltare di scatto e notarono che quella sera la luna era piena. Remus si sarebbe trasformato in un lupo mannaro. Dovevano proteggere i ragazzi. Corsero subito verso di loro e mentre Emily si posizionò davanti ai tre studenti, Sirius di lanciò davanti all’amico, “Remus, hai preso la pozione stasera?” gli appoggiò le mani sulle spalle, ma l’uomo ormai aveva preso le sembianze di un mannaro e con una zampa l’aveva spinto lontano. Lo guardò un istante poi corse via. Scomparendo nella notte buia.
Peter Minus nel frattempo si era trasformato in topo ed era scappato.
“Sirius” Emily si avvicinò a lui e controllò la leggera ferita che l’uomo aveva sul petto.
“Sto bene, tranquilla è solo un graffio” le risposte lui alzandosi in piedi.
“Emy, Minus è scappato” la informò Hermione.
“Dannazione a quel dannato traditore! Non posso fare niente senza prove, la mia parola non basta. Sapendo del mio passato non mi crederanno mai sulla parola e  tu non puoi venire al Ministero ti arresteranno e ti riporteranno ad Azkaban!”
“Calmati. Respira” Sirius le appoggiò le mani sulle spalle, “Troveremo una soluzione, per il momento mi nasconderò, nel frattempo proveremo a trovare un modo per sistemare la situazione. Peter non resterà impunito ancora per molto”
“Sirius, devi andare, tra poco i Dissenantori si accorgeranno della tua presenza” lo informò Harry.
“Ha ragione lui, devi uscire dai cancelli di Hogwarts e smaterializzarti” disse Emily abbassando lo sguardo.
“Ti farò sapere al più presto dove sono” lei annuì solo senza alzare gli occhi verso di lui, “Ehi” le sollevò il mento con due dita, incrociando le sue iridi azzurre terribilmente lucide, “Non me ne vado. Sono qui adesso” le fece un debole sorriso poi le diede un lieve bacio a fior di labbra.
Si allontanò da lei e scompigliò i capelli di Harry, gli strizzò l’occhio e poi incrociò lo sguardo di Emily un'altra volta, le sorrise poi alzò la mano in segno di saluto.
“Ah Ron, scusa per la gamba, ma stai tranquilla Madama Chips te la rimetterà a posto nel giro di qualche giorno!”
“Tranquillo” rispose il rosso, poi trattenne il fiato perché Sirius si era tramutato nel grosso cane nero che avevano visto poco tempo prima.
Guardò ancora un attimo il volto triste di Emily e poi corse via nella notte.


Qualche giorno dopo sulla scrivania di Emily c’era un piccolo pezzo di pergamena.
Al suo interno c’erano scritte solo due parole.

Grimmauld Place

Sul volto dell’Auror nacque un sorriso. Ora sarebbero cambiate molte cose.

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Capitolo 8
*** Serenità ***


serenità
SERENITA’


Emily Potter camminava lentamente per le vie di Londra, un mantello nero avvolgeva completamente la sua esile figura e un cappuccio nero nascondeva il suo volto agli estranei.
Si fermò ai cancelli di una casa molto vecchia, fece un respiro profondo, poi aprì i pesanti cancelli con una mano tremante.
Grimmauld Place le trasmetteva sempre delle strane sensazioni, d’altronde era la dimora dei genitori di Sirius e la Nobile Casata dei Black non era mai stata magnanima con il primogenito.
Come diceva lui, era la sua prigione dorata.
Bussò lentamente alla porta di legno aspettando in silenzio un cenno dall’interno, il pesante portone si aprì da solo e la ragazza entrò velocemente, controllando che nessuno si accorgesse di lei.
Non appena fu all’interno della casa, la porta si chiuse, e lei fu completamente avvolta nel buio.
Dichiarati
Una voce la fece sussultare, fece un respiro profondo poi parlò, mentre con cautela estraeva la bacchetta, “Emily Potter, sorella di James Potter. Auror. Fidanzata di Sirius Black. Il primogenito di questa casa che si dichiarò alla sottoscritta nel suo ultimo anno ad Hogwarts. Madrina di Harry Potter e Animagus dichiarato. L’unica cosa che voglio in questo momento è un bacio dal proprietario di questa casa!”
“T’hanno mai detto che sei tremendamente sexy quando sei seria?”, un sussurro al suo orecchio la fece sussultare, Emily si voltò di scatto con la bacchetta puntata e si specchiò in due profondi occhi grigio-blu.
“Mi hai fatto prendere un infarto!” urlò, mentre si metteva una mano sul cuore, Sirius la guardò con un sorrisetto malandrino dipinto sul volto.
“Scusa tesoro, ma devo proteggermi!” rispose passandosi una mano tra i capelli corvini.
Emily sorrise e si avvicinò mettendo via la bacchetta, “Allora, me lo dai questo bacio che tanto attendi?” le sussurrò Sirius attirandola verso di se per i fianchi, la ragazza si specchiò un’altra volta nei suoi occhi, poi prendendogli il viso tra le mani congiunse le loro labbra.
L’uomo si sentì pervarso da un brivido, la strinse forte a se approfondendo il bacio, passandole una mano tra i capelli. Emily incrociò le braccia dietro il suo collo, sollevandosi sulle punte dei piedi per aderire maggiormente al corpo del fidanzato.
Sirius fece scorrere le braccia sul corpo di lei fermandole sulle sua natiche, la sollevò senza staccare la labbra delle sue e la spostò contro la parete, pressandola tra il muro e il suo corpo.
“Mi sei mancata tanto” sussurrò contro il suo collo candido prima di cospargerlo di baci delicati, lei si strinse ancora di più al suo corpo, passandogli la mani sui fianchi per attirarlo maggiormente a lei, “Anche tu” bisbigliò quando le sue labbra furono a pochi millimetro della sue. Passò un mano dietro al suo collo e spinse la sua nuca nuovamente verso le sue labbra.
Lo coinvolse in un bacio di folle passione, mentre alzava una gamba per appoggiarla sul fianco dell’uomo, lui la prese sotto al ginocchio e spinse il bacino contro quello della ragazza, che tremò nel costatare l’eccitazione dell’uomo. Ondeggiò lievemente i fianchi stappando a Sirius un sospiro, la baciò con più ardore mentre prendeva tra le mani il suo sedere per spingerla ancora di più contro di lui.
“Ti voglio” sussurrò roco contro il suo collo, lei in risposta lo baciò con trasporto.
Un attimo dopo Emily sentì dietro di se la freschezza delle lenzuola che coprivano il letto di Sirius, l’uomo nel frattempo aveva cominciato a sbottonare la camicia nera della ragazza, senza staccare gli occhi dai suoi. Lei invece aveva fatto scivolare la mani sotto la sua maglia, per sfilargliela dalle spalle, lui invece aveva iniziato a cospargerle il petto di baci, spostandosi sul ventre. Si stese completamente su di lei facendo scontrare un’altra volta i loro bacini.
Non resisteva più, doveva averla subito, quegli anni lontano non aveva assopito il desiderio che provava nei confronti di quella ragazza.
Quando si spinse in lei, il suo cuore mancò di un battito, quanto gli era mancata quella sensazione, perdersi completamente nel corpo di Emily, stingerla forte a se e percepire che anche lei non desiderava altro che stare unita a lui.
“Sirius… ti prego…” le sussurro lei, inarcando la schiena per avvicinarsi ancora di più a lui, Sirius la guardò un attimo poi le sorrise, si chinò verso le sue labbra socchiuse e la baciò teneramente, poi fece roteare il bacino strappandole un gemito che morì nuovamente sulle labbra dell’uomo.
Emily passò entrambe le braccia intorno al collo di Sirius per attirarlo ancora verso la sue labbra, mentre lui l’afferrava per le spalle e iniziava a muoversi dentro di lei con un ritmo forte e settato, che la fecero tremare.
I loro movimenti erano guidati del desiderio puro, seguivano un ritmo forte e profondo, ma nello stesso tempo dolce e delicato, le spinte erano lunghe e serrate.
I loro corpi erano velati da un leggero strato di sudore ed erano scossi da fremiti, le loro labbra erano perennemente unite, mentre i loro cuori battevano all’unisono.
Sirius fece scorrere le sue mani sul corpo di Emily fermandole sui suoi fianchi, li afferrò e con uno scatto di reni invertì le posizioni, le ragazza lo guardò negli occhi, poi si chinò verso di lui facendo roteare il bacino, lui afferrò saldamente le sue natiche e prese a spingere più forte verso il suo centro, mentre la ragazza cercava di anticipare le sue mosse muovendosi verso il basso. Si ancorò alle sue spalle mentre stringeva le gambe attorno al bacino di lui.
L’orgasmo li colse quasi nello stesso istante e Emily crollò sul corpo di lui, senza farlo uscire dal suo corpo, il loro respiro era veloce e i cuori battevano forti, Sirius la strinse forte e la baciò su una tempia.
“Ti amo” sussurrò lei contro il suo petto, in risposta si sentì sollevare il mento e subito dopo due labbra arderti erano sulle sue.


Quando Emily aprì gli occhi, si specchiò in quelli blu-grigi di Sirius. Istintivamente sorrise e si strinse di più contro il suo corpo.
“Vorrei fermare il tempo” disse in un sospiro.
“Ehi, stai forse dimenticando che io sono un mago?!” scherzò il malandrino.
Lei lo fissò negli occhi e lo baciò a fior di labbra, “Sai a cosa mi riferisco” rispose seria.
“Lo so amore, ma non ti devi preoccupare, qui sono al sicuro”
“D’accordo, facciamo come vuoi tu”
“Tesoro, quella che più rischia sei tu, se qualcuno del Ministero ti vedesse da queste parti, non esiterebbe un attimo ad avvisare il corpo degli Auror”
“Tranquillo, mi guardo sempre le spalle e dimentichi che sono un Animagus” disse sollevandosi a sedere, coprendosi il seno con un lembo del lenzuolo, “Lo so, però devi stare sempre all’erta” rispose lui, mentre la imitava sedendosi dritto contro la sponda del letto e attirandola a se. “Si papà, non ti devi preoccupare!” lo scherzò lei, mentre si avvicinava di più a lui per congiungere le loro labbra.
“Mi mancano sai” disse Sirius mentre l’attirava sulle sue gambe, “Mi mancano terribilmente”.
“Anche a me, tantissimo… ma sai, mi sono accorta che per alleviare il dolore mi basta guardare Harry, gli assomiglia in una maniera impressionante”.
“E’ vero” rispose lui, mentre la stringeva per i fianchi, “Nel fisico e negli atteggiamenti è la copia di James, tranne che negli occhi e nelle espressioni del viso, quelli sono tutti di Lily”.
“Già” Emily appoggiò la testa contro la sua spalla e lo baciò sul collo. Rimasero in silenzio per qualche minuto, poi la ragazza si alzò lentamente da quella comoda posizione ed esclamò: “Dobbiamo scrivere ad Harry, me ne stavo dimenticando!”.
“La mia vicinanza ti ha sempre distratto, lo dicevo sempre!” scherzò lui, stringendola per i fianchi, impedendole di alzarsi. “Scemo! Dai, fammi alzare!”. “Non ci penso proprio!”. “Smettila di fare il ragazzino!”. “No, no e poi no!”. “Sirius Black! Fammi alzare, subito!”. “No!”. “Devo scrivere ad Harry!”. “Puoi anche farlo da qui!”. “E va bene! Che pesantezza d’uomo!” disse rassegnata Emily con un leggero sorriso dipinto sul volto. “Vittoria!” Esclamò Sirius con un sorriso malandrino e le mani sui fianchi.
“Infantile” constatò la ragazza, scotendo la testa. “Ma mi ami anche per questo…” le sussurrò lui all’orecchio. “Soprattutto per questo” rispose lei baciandolo leggermente, poi sorridendo contro le sue labbra scattò e scese dal letto con una piccola risata.
“Sei incredibile” disse lui lasciandosi cadere tra i cuscini e osservandola mentre si infilava gli slip e una sua maglietta, che per lei era enorme e la rendeva ancora più esile. Lei con un vittorioso sorriso sul volto gli strizzò l’occhio ed afferrò una pergamena e una penna d’oca. Si avvicinò nuovamente al letto e lo baciò un’altra volta accarezzandogli il volto, poi si sedette ai piedi del letto ed iniziò a scrivere, con gli occhi di Sirius fissi sulla sua nuca.
Sirius Black osservò Emily Potter tutto il tempo, non le staccò mai gli occhi di dosso. Quella ragazza l’aveva completamente stregato, non poteva stare senza di lei e non potè evitare di sorridere al pensiero che quello splendore era solo suo. Gli anni non l’avevano cambiata poi più di tanto, il suo fisico era rimasto lo stesso, esile e slanciato, con tutte le curve al posto giusto; gli occhi vispi e allegri, la pelle morbida e candida e quel profumo che lo avvolgeva sempre.
“Finito!” esclamò lei, guardandolo e accorgendosi solo in quel momento che non le aveva tolto gli occhi di dosso neanche un istante, “Su, firma” gli disse porgendogli la pergamena. Lui scarabocchiò il suo nome sulla lettera e la osservò mentre l’arrotolava e l’appoggiava sulla scrivania.
Si alzò dal letto e infilandosi i boxer si avvicinò a lei e la prese per i fianchi, la baciò su una spalla e poi la vede voltare verso di se, Emily gli passò entrambe le braccia intorno al collo e lo guardò fisso negli occhi, con un dolce sorriso dipinto sul volto e nel vedere quello spettacolo Sirius Black non fu mai più sicuro come in quel momento.
Le prese il viso tra le mani e dopo averla baciata dolcemente le sussurrò contro le labbra: “Sposami”.
Al cuore di Emily mancò un battito, lo guardò fisso negli occhi e notò che il suo sguardo era privo di incertezze e si rese conto che la sua risposta era più che ovvia. Lo abbracciò di slancio e sussurrò il fatidico “” contro il suo collo.



Scusate il terribile ritardo nell'aggiornamento, ma lavornado all'estero non ho mai molto tempo per aggiornare le miei fic... ringrazio molto coloro che hanno lasciato delle recensioni e invito anche altri a lasciarle, mi farebbe molto piacere...
Saluti, HiL

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Capitolo 9
*** Natale ***


natale
NATALE


Era la vigilia di Natale e quell’anno Harry James Potter lo avrebbe passato a casa della famiglia Weasley, ma non sapeva che ci sarebbe stata una grande sorpresa ad attenderlo.

Il Bambino Sopravvissuto stava frequentando il suo quarto anno alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts e per motivi ancora non noti era stato scelto come uno dei partecipanti al Torneo Tre Maghi.
Quando varcò le soglie della Tana fu avvolto in uno abbraccio stritolante di Mamma Weasley, “Harry caro, come sono contenta di vedere che stai bene?”
“Signora Weasley, anch’io sono felice di vederla” sorrise il Grifondoro, alle sue spalle Ron ed Hermione stavano discutendo come al solito, “Te l’ho già detto, tu stai fraternizzando troppo con il nemico!”.
“Smettila Ronald, non sto assolutamente fraternizzando con il nemico, Victor non parla con me per chiedermi informazioni su Harry!”
“Questo è quello che credi tu!” continuò il rosso, cercando però di evitare il suo sguardo.
“Ma se eri tu che volevi il suo autografo!” urlò lei stringendo forte i pugni, quasi fosse pronta a colpirlo.
“Sai cosa ti dico, fai come ti pare, ma poi non venire a piangere da me” concluse lui voltandole le spalle, “Non sarei di certo venuta da te, neanche se ne avessi davvero bisogno” disse secca la grifoncina, salendo le scale seguita da un’indignata Ginevra Weasley, che prima di voltarsi per raggiungere la sua camera, incenerì con una sola occhiata il fratello.
Ron Weasley si voltò verso il suo migliore amico, “E non guardarmi anche tu con quella faccia, sai perfettamente che ho ragione” disse prima di salire anche lui le scale e sparire nella sua camera.
Harry fece un respiro profondo, poi accarezzo il petto di Edvige che lo fissava curiosa.
“La gelosia crea brutti scherzi tesoro, sempre è stato e sempre così sarà, prima o poi scopriranno che sono talmente attratti l’uno dall’altra che finalmente apriranno gli occhi”, nel sentire quella voce sul volto del Bambino Sopravvissuto spuntò un sorriso sincero, si voltò e specchiò il suo sguardo smeraldino in due pozze di cioccolato. “Zia Emily!”. La donna annullò velocemente la distanza che li separava e lo abbracciò forte.
Quando i due si separarono l’Auror guardò il giovane, “Accidenti quanto cresci in fretta, sei più alto della scorsa volta”.
“E’ normale scricciolo, i ragazzi d’oggi crescono in un batter d’occhio” un’altra voce conosciuta fece voltare i due e mentre uno sguardo sapeva chi c’era all’entrata della porta, l’altro ne rimase stupito, “Professor Lupin?”.
“Solo Remus, Harry, mi fa piacere vedere che stai bene, nonostante gli ultimi problemi che sono capitati tra le mura del castello”. L’ex professore di Difesa Contro Le Arti Oscure strinse la mano del Bambino Sopravvissuto e gli strizzò l’occhio.
“Già, al momento solo un Ungano Spinato!”
“Remus” la voce di Molly li fece voltare, “Finalmente siete arrivati, come è andato il viaggio?”
“Tutto tranquillo Molly, grazie” rispose il mannaro.
“Molly, grazie per averci invitato, sei stata molto gentile, come al solito” intervenne Emily.
“Figurati, cara. E’ sempre un piacere, lo sai perfettamente”.
L’Auror in risposta le regalò un dolce sorriso, poi salutò con un cenno del capo anche Arthur Weasley che raggiunse la moglie all’ingresso.
“Emy” la donna si voltò verso Harry, “Dimmi”. “Come sta?” chiese solo, non ci furono bisogno di ulteriori domande, Emily sapeva benissimo a chi si riferisse il nipote, “Devi stare tranquillo, non poteva stare meglio, per il momento sta facendo amicizia con Fierobecco” e gli strizzò l’occhio. Il Bambino Sopravvissuto le sorrise, le strinse la mano e poi si scusò, dicendo che doveva disfare i bagagli e raggiungere Ron in camera.
Quando i quattro adulti restarono da soli, Molly Weasley prese la parola per prima: “Ma siamo sicuri?”.
“Molly, non c’è da preoccuparsi, abbiamo già pianificato tutto. Non ti devi angustiare, è tutto sotto controllo” la tranquillizzo Lupin.
“E’ vero e poi nessuno sa che è a Londra, quindi siamo coperti” continuò Emily.
“E poi, mia cara, questa è la sorpresa migliore per il nostro caro Harry, non trovi?” concluse Arthur.
“Si, avete ragione voi” disse con un sospiro la donna, senza però nascondere un piccolo sorriso, al pensiero di far felice il Bambino Sopravvissuto.


La tavola era completamente pronta, le candele erano accese e il camino scoppiettava tranquillo, Molly Weasley aiutata da Hermione, Ginevra ed Emily stava finendo di preparare le ultime cose in cucina.
Gli uomini di famiglia erano radunati in salotto, “Ma dove è andato il professor Lupin?” chiese Harry.
“Si è dovuto spostare un attimo, ma sarà di ritorno tra poco” rispose tranquillo Arthur.
“Perché, Lupin era qui?” chiese incredulo Ron.
“Si, festeggerà con noi, Ronald” lo informò il padre.
I gemelli Weasley stavano scendendo le scale in quel momento, mentre Percie era in compagnia di Penelope lontano dalla Tana, Molly non aveva apprezzato questa decisione del figlio, ma non aveva potuto farci nulla, ma forse, fu stato meglio così.
Quando anche le donne uscirono dalla cucina, qualcuno bussò alla porta e quando Arthur andò ad aprire, Emily nascose a stento un piccolo sorriso.
Sulla porta c’era Remus Lupin e al suo fianco un grosso cane nero che non appena vide davanti a se la porta spalancarsi si fiondò all’interno, incurante degli sguardi completamente scioccati dei presenti, e si lanciò contro Emily buttandola a terra sul tappeto vicino al camino. Le leccò dolcemente una guancia, mentre scodinzolava allegramente, l’Auror guardò torva l’animale e lo spinse giù dal suo stomaco. “Idiota” disse tra i denti, mentre si toglieva dal vestito nero che indossava, tutti i peli. Il cane le sorrise in un modo che sembrava troppo umano, “Allora, si può sapere cosa diamine stai aspettando” intervenne Remus, “Sei sempre il solito esibizionista”.
Il cane sbuffò e poi sotto gli sguardi ancora increduli dei più giovani riprese le sue sembianze umane. Molly trattene un piccolo grido, nel vedere il volto ormai quasi dimenticato di Sirius Black, mentre il magico trio rimase a bocca aperta, specialmente il Bambino Sopravvissuto.
Harry si specchiò nello sguardo di Sirius e un attimo dopo fu tra le sue braccia, “Sirius” sussurrò contro il suo petto. Il malandrino lo strinse forte a se, mentre si scambiava un’occhiata con Emily che gli fece l’occhiolino.


“Caspita che mangiata!” esclamò Sirius lasciandosi andare contro lo schienale della seria, “Complimenti Molly”.
La signora Weasley sorrise, mentre Remus ed Emily scossero la testa, “Non cambierai mai” constatò il mannaro.
“Che ho fatto stavolta?” chiese guardandolo con uno sguardo innocente.
“Niente, niente. Tranquillo” continuò la fidanzata.
Harry scoppiò a ridere e in quella risata i due malandrini scoprirono la tremenda somiglianza con la risata del vecchio James, non nascosero un piccolo sorriso.
Emily strinse la mano di Sirius, lui intrecciò le dita, sfiorando il piccolo anello di fidanzamento che le aveva regalato.
Si avvicinò all’orecchio della donna, “Non pensi che sia giunto il momento” le disse serio, lei lo guardò negli occhi, “Ora?”. “Di cosa hai paura?” le chiese con un sorrisetto. “Non ho paura di niente, io!”.
“Cosa state confabulando voi due tutto in segreto?” il battibecco bisbigliato dei due fu interrotto dalla voce di Remus, in un istante tutti i discorsi nati si bloccarono e tutti gli occhi furono puntati sulla coppia incriminata. Emily arrossì lievemente, mentre Sirius sorrideva sermone mentre si passava una mano tra i capelli.
“Allora?” incalzò anche Harry.
“Ecco… noi” Emily non riusciva a trovare le parole, era cosi difficile? Non ci poteva credere.
“Felpato ci stai nascondendo qualcosa per caso? Cos’hai combinato questa volta?” continuò il mannaro.
“Ma perché devo per forza aver fatto qualcosa, e poi perché sempre io?!” domandò indignato il malandrino, “Beh, perché la nostra Emily non si faceva mai beccare se combinava qualche guai” rispose Arthur Weasley con un sorriso.
“Avanti ragazzi, cosa vi blocca?” incalzò anche Molly senza nascondere la sua curiosità.
“Allora?” dissero i ragazzi in coro, senza staccare gli occhi di dosso dalla coppia.
“E va bene” disse Sirius con un sospiro, “Credo che sia arrivato il momento di dirvelo” continuò lentamente, poi prendendo con dolcezza la mano sinistra di Emily, la sollevò mostrandola a tutta la tavola, le gote della donna erano leggermente imporporate e il cuore le batteva forte in petto, ma la stretta sicura di Sirius aveva il potere di tranquillizzarla.
“Tutto qui, un anello?” dissero in coro Fred e George.
Gli altri restarono senza parole, chi per la troppa sorpresa, chi per un leggero dubbio sul significato di quell'anello, chi perché ancora non riusciva a crederci, chi perché non aveva completamente capito l’importanza di quel dito, di quell’anello, di quella promessa.
L’anulare sinistro.
Molly Weasley fu la prima a parlare, o meglio, ad esultare, “Un anello di fidanzamento. Le hai chiesto di sposarla?!” esclamò alzandosi in piedi.
Un attimo solo e poi fu il degenero totale, “Che cosa!!!???” disse Harry osservando prima uno e poi l’altro, Hermione si avvicinò per notare la semplicità e la bellezza di quell’anello, poi sorrise mentre Emily annuiva alla domanda del nipote, “Già, Sirius mi ha chiesto di sposarlo” disse con un sorriso e lo sguardo lucido.
“Evvai!!” esultarono i gemelli, Arthur strinse la mano ad entrambi e Molly li abbraccio forte in uno dei suoi famosi abbracci, quando furono liberi dalla stretta di mamma Weasly i due fidanzati osservarono Harry e lui con un ampio sorriso si lanciò verso Emily e la strinse forte, “Sono felice per voi, davvero” disse guardando la zia negli occhi, poi si voltò verso Sirius e gli sorrise, lui gli diede una pacca sulla spalla e poi lo attirò verso di se per abbracciarlo.
Emily si voltò verso il suo amico di sempre e lo guardò fisso in quelle iridi cosi trasparenti ai suoi occhi, Remus Lupin era rimasto in silenzio, le restituì lo sguardo, la tenne sulle spine per qualche istante poi si sciolse anche lui in un tenero sorrise che faceva trasparire tutta la sua approvazione. Emily fece qualche passo verso di lui e lo strinse forte, “Sono così contenta per te, scricciolo” disse lui nascondendo il viso tra i suoi capelli. Poi senza allontanarsi troppo da lei, guardò Sirius, “E cosi ti sposi” disse serio, “Già” rispose l’altro con voce atona
“Era anche ora!”.
“Quanto sei simpatico, Lunastorta!” sorrise il malandrino, mentre l’altro si avvicina e gli stringeva a mano, prima di abbracciarlo stretto per un attimo.
“Allora, a quando le nozze?” chiese poi Molly.
“Non abbiamo ancora deciso” iniziò Sirius, “Anche perché fino a che non dimostriamo la sua completa innocenza è pericoloso per lui uscire allo scoperto” continuò Emily, “E poi dobbiamo aspettare che uno dei nostri testimoni diventi maggiorenne” concluse Sirius strizzando l’occhio ad un Harry alquanto incredulo.
“Io?” chiese guardando prima la zia e poi il padrino.
“Mi sembra ovvio” rispose con naturalezza Sirius.
“Grazie! Sarebbe un grande onore per me!” esclamò il Bambino Sopravvissuto abbracciandoli nuovamente.
Emily gli scompigliò i capelli prima di baciarlo sulla fronte, poi prese per mano Sirius e lo guardò dritto negli occhi, “Poi noi stavamo pensando, che se per te va bene, potrai venire ad abitare con noi, cosi non dovrai più stare dai tuoi zii. Adesso è più sicuro per te restare là, perché l’incantesimo che Lily ti ha fatto vale solo se resterai sotto la casa di Petunia, poi però, non appena sarai maggiorenne, se vorrai, potrai venire ad abitare con noi”.
“Davvero? Certo che voglio!” disse lui, stringendola nuovamente a se.
“Bene! Direi che qui bisogna fare un bel brindisi in onore di questi due ragazzi” esclamò Arthur, “Mi sembra più che giusto” lo affiancò la moglie, aiutandolo a distribuire i calici.
“A Sirius e ad Emily” disse Remus guardandoli negli occhi e alzando il calice, Sirius lo fissò ed annuì impercettibilmente, stringendo a se la donna.
Dopo aver bevuto un sorso di vino, Sirius alzò nuovamente il calice, “A James e Lily. Che nonostante la loro assenza, sono sempre in mezzo a noi” disse con la voce leggermente incrinata dell’emozione, mentre guardava Harry, che lo ringraziava silenziosamente.
“A James e Lily” dissero tutti in coro.

Eh si, perché nonostante tutto James e Lily erano sempre con loro. Remus, Sirius ed Emily li ritrovavano in quello sguardo smeraldino, in quelle labbra che ti riscaldavano il cuore se sorridevano, in quelle mosse che tanto gli ricordavano gli atteggiamenti di James, in quello sguardo allegro che faceva rivivere Lily.
Harry li manteneva vivi in mezzo a loro e questo non poteva che essere il regalo più grande.
Sirius alzò lo guardo verso il cielo stellato, “Ramoso, tu non te ne andrai mai. Però nonostante questo mi manchi. Mi manchi da morire” disse in un sussurro. Sentì scivolare una mano tiepida tra le sue e la strinse forte, attirando verso di se Emily che si avvicinò il più possibile al suo corpo, guardando anche lei il cielo pieno di stelle. Sirius la baciò su una tempia, “Ti amo” disse in un bisbiglio. In risposte ebbe solo due labbra calde sulle sue e un manto di stelle a fare da testimone a quella promessa. Due sembravano brillare più forte delle altre, ma poteva essere anche un’illusione, ma Harry, che le osservava dalla finestra della stanza di Ron non ci avrebbe mai creduto. Quella non era un’illusione.

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Capitolo 10
*** Lord Voldemort ***


lord
Lord Voldemort


La sfida finale del Toreo Tre Maghi era iniziata. I partecipanti erano entrati nel labirinto creato per l’evento, tutti gli spettatori erano seduti ai propri posti, vestiti con i colori dei giocatori e tifavano per il preferito.
Nella tribuna d’onore oltre ai giudici di gara era presente il Ministro della Magia e alcuni professori della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts e il Preside Albus Silente. Insieme a loro c’erano anche alcuni Auror tra cui Emily che osservava la scena con occhi attenti, ma nello stesso tempo spaventati.
Aveva un brutto presentimento, sentiva dentro di se una sensazione strana, non era una sensitiva, ma poche volte si sbagliava.
Si avvicinò ad Albus e con cautela attirò la sua attenzione, senza però disturbare gli altri, “Professore, sono preoccupata”. Gli occhi azzurri nascosi dagli occhiali a mezzaluna si addolcirono, “Lo credo bene tesoro, il nostro caro Harry sta affrontando una prova molto dura ed impegnativa, lo sappiamo tutti.”
“Ho un brutto presentimento” disse lei osservandolo seria, Silente le accarezzò una guancia, “Che genere di sensazione provi?” l’auror ci pensò solo un secondo, “La stessa che avevo la notte che mio fratello e Lily sono stati assassinati” Emily si mise una mano sul cuore, batteva forte, ma dentro di se si sentiva vuota, come se qualcuno le avesse risucchiato tutte le energie.
Albus si alzò e la condusse in un luogo un po’ più appartato, “Il nostro caro Felpato è qui?”.
“Sapevo che sarebbe venuto, voleva vedere l’esito della gara, ma non so dove possa essere, anche Remus è nei  paraggi, ma non sono insieme”
“Capisco” si passò la mano sulla lunga barba, “Cerca di contattare Lupin e digli di cercarlo. Li voglio entrambi nel castello, Gazza non farà problemi anche perché è impegnato a controllare le entrate del labirinto, quindi non si accorgerà”
“Lo faccio subito” disse allontanandosi, “Emily?” si voltò nuovamente verso il suo vecchio preside, “Si?”, “Cerca di stare tranquilla”.
L’auror annuì solamente, non riusciva a stare calma, aveva troppa paura che potesse succedere qualcosa.


Due partecipanti erano stati eliminati dal torneo: Fleur Delacour e Victor Krum.
I finalisti erano Harry James Potter e Cedric Diggory, tutti gli spettatori del torneo stavano con gli occhi puntati verso l’uscita, in attesa.
La tensione era alta perché ci stavano mettendo troppo tempo, ma dei due concorrenti non c’erano tracce.
Emily aveva trovato Remus Lupin e l’aveva avvertito, il mannaro aveva trovato Sirius Black ed erano entrati ad Hogwarts indisturbati, ma non erano vicini alla ragazza per evitare di attirare l’attenzione del pubblico e degli altri auror. Se si fosse saputo che il finto pluriomicida in libertà era tra le mura del castello sarebbe scoppiato il finimondo e lei sarebbe stata messa sotto processo al Consiglio.
Tutto ad un tratto il cielo si fece più scuro, gli occhi di Emily furono subito in quelli di Albus Silente che si mosse verso l’entrata del labirinto, la ragazza scese le scale con il cuore in gola ed andò accanto al preside. Istintivamente gli stinse una mano e l’anziano professore gliela strinse piano, accarezzandole il palmo. Una lieve luce li invase e il pof tipico della smaterializzazione riempì le orecchie di Emily come un boato.
La scena che le si presento davanti fu agghiacciante: Harry con la fronte e un braccio tutto insanguinato stava piangendo contro il corpo ormai senza vita di Cedric Diggory.
Il pubblico fece un grido di giubilo al ritorno dei partecipanti, ma si spense subito nel vedere la scena. Il padre di Cedric lanciò un grido nel vedere il corpo del figlio: “Il mio ragazzo! Il mio ragazzo!” urlò contro la spalle di Silente che prontamente si era avvicinato a lui.
Emily si lanciò contro Harry, lo strinse per le spalle, ma il ragazzo non voleva allontanarsi dall’amico, “Harry!” lo chiamò, al sentire quella voce il bambino sopravvissuto si voltò verso la zia con uno sguardo vuoto, aspettò solo un istante e poi l’abbracciò stretta scoppiando a piangere,
“Dovevo portarlo indietro, dovevo riportarlo qui” sussurrò contro il suo collo, “Certo amore, ma cosa è successo?” le chiese accarezzandogli i capelli, Harry tremò nel suo abbraccio e questo la fece preoccupare ancora di più, passò una mano sulla schiena del nipote, mentre alzava lo sguardo per un attimo e si specchiava in quello di Silente, che la guardava anche lui con un’espressione che voleva della risposte.
“Harry” Emily lo chiamò piano accarezzandogli le guance, il bambino sopravvissuto alzò lo sguardo e con gli occhi colmi di lacrime diede voce a quello che tutti temevano:”E’ tornato. Lui è tornato. Ha ucciso Cedric. Lo ha ucciso…” Emily non disse una parola lo strinse forte a se e lo cullò, cercando però lo sguardo del preside, Silente si passò una mano sul viso improvvisamente invecchiato e scosse la testa una volta.
Nel frattempo arrivò il professor Moody e trascinò Harry contro il volere della zia lontano da quel posto.


Emily correva, la bacchetta alla mano, e il cuore in gola. Perché lo aveva lasciato andare via con quel pazzo.
Era rimasta talmente sconvolta da quello che era successo per lasciar andare suo nipote insieme a quel pazzo assassino?
Aveva sempre sospettato che quello non era il vecchio Moody, perché aveva acconsentito a farlo andare con lui?
Perché?
Dietro di lei c’erano Piton, Silente e la McGranitt. Sfondarono la porta e neutralizzarono l’impostore liberando il vero ex auror.
Gli occhi di Emily erano fissi sul Harry, lo abbracciò stretto e lo condusse verso l’infermeria.
Quando entrarono trovarono Hermione e Ron che li attendevano, ma entrambi non dissero una parola nel notare che il loro amico era stretto alla zia con uno sguardo che non gli apparteneva.
Si fece medicare dalla Chips senza alzare gli occhi e rimanendo in religioso silenzio. Emily non si allontanò da lui neanche un secondo, si voltò solo quando sentì la porta aprirsi e vide che insieme a Silente stavano entrando Remus Lupin e un grosso cane nero. Nel vederlo lei si lasciò scappare un debole sospiro.
Era li con lei, avrebbero affrontato tutto insieme.
Molly Weasley lanciò un piccolo gridolino quando vide il grosso cane accanto al preside, Arthur l’abbraccio passandole un braccio intorno alle spalle rassicurandola, “Tesoro, sai chi è, non ti devi spaventare”.
“Non ci sono ancora abituata!” rispose lei, tirando un sospiro di sollievo quando l’Animagus riprese le sue sembianze naturali. Fece un cenno col capo ai presenti e si diresse verso la fidanzata e ad Harry. Appoggiò una mano sulla spalla di Emily e accarezzò i capelli del figlioccio. Il bambino sopravvissuto alzò gli occhi e per un secondo i presenti notarono una scintilla, “Sirius” sussurrò, scattò in piedi ed abbraccio il padrino. Lui lo strinse e se e gli bisbigliò all’orecchio che andava tutto bene e che non si doveva preoccupare, che non era solo. Harry Potter annuì debolmente e si strinse di più al suo corpo. Sirius scambiò una rapida occhiata con Emily e lei scosse la testa, i suoi occhi erano lucidi.
Era davvero tornato. Lord Voldemort era ritornato in vita, e per farlo aveva fruttato il sangue di suo nipote. gli era rinato davanti. Lo aveva spaventato a morte. Questo non se lo sarebbe mai perdonato.
Strinse forte i pugni mentre osservava il braccio fasciato del bambino sopravvissuto.
Una lacrima le rigò la guancia, venne però asciugata da un tocco che avrebbe riconosciuto tra mille. Alzò gli occhi e si specchiò nello sguardo profondo di Sirius, gli fece un debole sorriso. Baciò Harry sulla fronte e poi si diresse verso la finestra, l’aprì leggermente e si accese una sigaretta. Osservò il paesaggio fuori, si era fatto improvvisamente tutto buio.


Emily era seduta sulla balaustra della Torre di Astronomia e guardava il cielo, quella notte non c’era la luna, Remus poteva stare tranquillo.
“Sapevo di trovarti qui” una voce la fece voltare, istintivamente sorrise, “Venivi sempre qui quando eri triste o pensierosa, ti sedevi su quel pezzo di marmo come se fosse la tua unica ancora di salvezza e non ti schiodavi da li neanche se ti pregavamo tutti insieme” continuò Sirius mentre si avvicinava a lei. “Venivi qui anche per incontrare me” le sussurrò all’orecchio prima di baciarle una guancia e stringerla per i fianchi.
Emily sorrise e si lasciò andare contro il suo petto, “Me lo ricordo bene” rispose. Si voltò e scese dalla balaustra, Sirius fece un passo indietro per agevolarle la discesa, poi le mise entrambe le mani sui fianchi e lei passò entrambe le braccia intorno al suo collo. Nascose il viso nel incavo del suo collo, “Ha paura” sussurrò. L’abbraccio del malandrino si fece più stretto e sicuro. “Anch’io, ma non ti devi preoccupare. Siamo di nuovo insieme ora”.
Emily specchiò i suoi occhi in quelli di Sirius, si alzò sulle punte e lo baciò.
Già, siamo di nuovo insieme. Allora perché mentre di abbraccio ho la sensazione di stringere una nuvola di fumo?

scusate il grosso ritardo, ma ero davvero impegnata con il lavoro. ringrazio tutti quelli che hanno lasciato un commento e ne aspetto con piacere altri, un bacione a tutti! HiL

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Capitolo 11
*** Di nuovo insieme ***


DI NUOVO INSIEME

 

“Non potete chiedermi questo!” la voce di Emily fece scattare anche Molly Weasley seduta di fianco a suo marito Arthur, “Tesoro cerca di calmarti, è per il bene di Harry” Minerva McGranitt cercò di calmarla, ma invano, “Per il bene di Harry?! Vi avevo già dato ascolto 15 anni fa quando mi avevate detto che era per il suo bene mandarlo da quegli stupidi babbani, che l’hanno trattato come la più peggiore della feccia, e ora mi venite a dire che fino a che non ritorna ad Hogwarts non mi devo far sentire?! Ma sapete come si sente ora? Lo sapete?! Quel ragazzo ha assistito in prima persona alla rinascita di Lord Voldemort, ha visto con i suoi occhi la Maledizione Senza Perdono colpire Cedric. Ha bisogno che qualcuno gli stia accanto, non possiamo lasciarlo da solo!”
“Questo lo posso capire perfettamente, ma dobbiamo anche cercare di proteggerlo” intervenne anche Remus Lupin cercando un appoggio anche da Sirius Black appoggiato al muro, ma non ottenne nessun aiuto, anche perché era consapevole che il suo amico di sempre era completamente d’accordo con la sua fidanzata.
“Io non sono d’accordo” disse con fermezza la donna, “E’ una decisione di Silente però, ha impedito anche a Ron ed Hermione di scrivergli. Dobbiamo ristabilire l’Ordine della Fenice, vedere come il Ministro della Magia reagisce alla rinascita dell’Oscuro Signore. Scricciolo dobbiamo pensare ad un sacco di cose, non possiamo permetterci di sbagliare” Lunastorta le parlò con più calma, appoggiandole le mani sulle spalle, “Emy dobbiamo cercare di proteggerlo al meglio. Non possiamo fare errori”
“Non sono d’accordo per niente, ma tanto la mia parola è un nulla contro la vostra. Avete già deciso” dopo aver detto questo, la donna si scansò dalle spalle le mani dell’amico e uscì dalla porta del salone.
“Grazie dell’aiuto, Felpato”
“Cosa ti aspettavi? Lo sai perfettamente che io sono d’accordo con lei. Per me è diverso, ovvio. Qualcuno potrebbe intercettare la mia lettera e risalire a me, ma lei gli aveva fatto una promessa. E sai anche tu, che diventa una furia quando sa che non può mantenere la parola data”
“Questo lo sappiamo, Black, ma è questione di pochi mesi. Deve solo passare l’estate” intervenne la McGranitt.
“Vado da lei” rispose soltanto, detto questo uscì dalla stanza sotto gli occhi di Remus e Minerva.



Sirius camminava piano sulle scale della sua vecchia casa, gli altri se ne erano già andati via, anche Lunastorta e la vecchia megera. Erano da soli.
Entrò nella sua stanza e la trovò seduta sulla sponda della finestra, Emily si accorse dell’uomo sulla soglia della porta, ma non si voltò verso di lui. Si passò velocemente una mano sulla guancia, come a volergli nascondere le proprie debolezze, ma Sirius la conosceva troppo bene.
Si avvicinò a lei e l’abbracciò soltanto, nascondendo il viso tra i suoi capelli, la donna si voltò verso di lui e lo strinse forte, Sirius le passò un braccio sotto le gambe e la prese in braccio spostandola dalla finestra aperta.
Le passò una mano tra i capelli cercando di calmare i singhiozzi che avevano iniziato a scuoterle il corpo, la strinse più forte baciandole una tempia.
“E’ cosi piccolo” disse tra i singhiozzi, “E noi lo abbiamo lasciato da solo. Non possiamo lasciarlo da solo un’altra volta. Non posso permetterlo”.
“Amore, lo sai che sono completamente d’accordo con te, ma sai anche che quello che ha deciso Silente è giusto. Bisogna proteggerlo”.
“Questo però non vuol dire abbandonarlo” rispose lei con voce ferma. “Voglio andare da Albus” continuò osservandolo nei suoi occhi grigio-blu, e la risposta, come sapeva, non tardò ad arrivare.
“Vengo con te”.
Erano insieme, il resto non contava più.


 

Quando Emily Potter varcò le soglie della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts aveva accanto a se un enorme cane nero, Gazza la squadrò con il suo solito occhio critico, ma non proferì parola.
Si diressero immediatamente dal Preside, consapevoli che lui fosse già al corrente del loro arrivo. Infatti l’entrata del suo ufficio era già aperta.
“Miei cari ragazzi, cosa vi porta qui?” la voce perennemente calma le Preside li accolse, Emily sorrise nel notare il suo amato professore seduto dietro la scrivania: “Albus, siamo venuti qui solo per dirti che non siamo completamente convinti di lasciare Harry all’oscuro di tutto. Non posso abbandonarlo per l’ennesima volta”
“Capisco perfettamente la tua posizione, mia cara, ma purtroppo credo che sia l’unica soluzione per impedire al nostro caro Harry di finire nei guai. Comunque se questo ti può far stare meglio, non è completamente da solo. Ti ricordi della Maganò che abita di fronte ai Dursley? Ecco, mi sono assicurato che segua il Bambino Sopravvissuto in ogni suo spostamento. E se per caso dovesse notare qualcosa di strano, di avvisarmi immediatamente”
“Ho capito, quindi non c’è altra soluzione”
“Purtroppo no, mia cara. Ma non disperare, passerà molto in fretta”
Emily annuì solamente, cercando la mano di Sirius che non tardò un solo istante a stringere la sua.
In quello stesso istante un gufo entrò dalla finestra, con una notizia che lasciò per un attimo, anche il Preside di Hogwarts, senza parole.
Dissennnatori tra Magnolia Crescent e Wisteria Walk.
 
Emily Potter si smaterializzò all’inizio di Privet Drive, camminò a passo svelto, al suo fianco un cane nero di enorme dimensioni.
Si fermarono davanti alla porta del numero 4 e bussarono alla porta.
Un istante dopo un uomo venne ad aprire: “Chi è là?”
“Devo vedere Harry Potter” la voce della donna fremeva, se solo avesse potuto avrebbe buttato giù quell’inutile pezzo di legno in un secondo.
“Non c’è nessun Potter qui dentro, se ne vada”
Emily strinse i pugni, “Vernon Dursley, se non ti togli subito dalle palle, giuro su Merlino che butterò giù la porta!”
“Io non lo conosco, se ne vada”
Il cane nero non attese un attimo di più, abbaiò forte e si buttò sulla porta, un istante dopo un uomo vestito di nero estrasse la bacchetta e fece saltare la porta d’entrata del numero 4 di Privet Drive.
“Vernon!” la squittio di Petunia Dursley fece voltare Emily verso il salone della casa e notò il figlio dei due babbani seduto sul divano che tremava e Harry che la fissava senza parole.
In un secondo fu da lui, il bambino sopravvissuto le gettò le braccia al collo e iniziò a tremare.
“Sono qui. Stai tranquillo”
“Uscite subito da casa mia. O chiamo la polizia” Dursley aveva in mano una mazza da baseball.
“Taci inutile di un babbano” la voce di Sirius Black fece alzare il viso di Harry dalla spalle di Emily, “Sirius” sussurò il bambino sopravvissuto, si allontanò dalla donna e gli corse incontro, il malandrino lo strinse forte senza spostare lo sguardo dai conuigi Dursley.
Petunia si coprì la bocca con una mano, “Cara, cosa c’è?”
“Io me lo ricordo quell’uomo, stava sempre con quel Potter”
“Ero il suo migliore amico, befana. Non che padrino di Harry. L’unica volta che ci siamo visti è stato al matrimonio di tua sorella”
“Andatevene subito da casa mia” ripetè il padrone di casa muovendo davanti a se la mazza.
“Quanto sei ridicolo” Emily lo sorpassò e andò davanti al Dudley, si inginocchiò davanti a lui e lo osservò per un solo istante, poi estrasse dalla borsa una barretta di cioccolato e gliela porse:” Fai cosi tanto lo sbruffone, ma non hai spina dorsale. Mangia questo, ti sentirai meglio”.
“Cosa gli hai dato? Non mangiarlo figliolo, quella è tutta robaccia”
“E’ cioccolato, idiota. Ma cosa stiamo qui a perdere tempo, amore andiamo via” Sirius passò un braccio intorno alle spalle di Harry e guardò la fidanzata alzarsi dal punto dove si era inginocchiata, lei si voltò e annui.
“Sirius c’è un problema” il bambino sopravvissuto parlò per la prima volta, “Mi hanno espulso da Hogwarts”.
“Che deficienti” fu l’unico commento di Sirius, “Non ti preoccupare tesoro” Emily intervenne notando lo sguardo preoccupato del nipote, “Certo, sei minorenne e hai praticato un incantesimo fuori dalle mura della scuola e alla presenza di un  babbano, ma lo hai fatto per legittima difesa. L’hai fatto per salvare te e tuo cugino. Non ti possono espellere” concluse con un sorriso, mentre gli accarezzava una guancia.
“Amore, andiamo. Gli altri si staranno chiedendo che fine abbiamo fatto” Sirius la prese per mano, attirando nuovamente l’attenzione su di se.
“Va bene, andiamo” rispose la donna con un sorriso, e senza degnare di uno sguardo i padroni di casa, si smaterializzarono lontano.

 

 

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