La Perla Dell'Oriente

di Anna_Asia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Prima Parte:
La Perla Dell'Oriente


 

Personaggi:

                         Perla Meyer             Thai Rangsan



                         “Queen”                        “King”

                                          Claire Rangsan                          Siam Rangsan





Capitolo 1:

Era una tiepida giornata di metà aprile quando incontrai per la prima volta quel ragazzo. Erano le 9 di mattina e mi recavo presso l’ ospedale per una lezione pratica. Mi presento mi chiamo Perla Meyer, 24 anni e da circa 5 vivo qui a Berlino dove studio medicina. Il mio sogno sin da piccola è stato quello di essere un medico e adesso questo sogno a luglio si avvererà ed io tornerò finalmente a casa. Per essere metà aprile e Berlino faceva davvero caldo. Nella mia Toyota Yaris percorrevo le vie cercando di evitare più semafori possibili. Ero in ritardo come sempre del resto. Arrivata davanti l’imponente struttura ospedaliera mi sbrigai ad arrivare al reparto terapia intensiva. Certo lavorare e studiare allo stesso tempo dava i suoi frutti non per niente ero riuscita a finire l’università in 5 anni precisi. Sarah un’infermiera mi fermò prima di arrivare al mio traguardo.
“ Perla meno male che sei venuta, abbiamo bisogno di te in chirurgia.”
“ Un altro caso grave?”
“ Mortale.”
“ Arrivo. 5 minuti che mi preparo.”
Sul lettino della stanza chirurgica giaceva un soggetto non ben definito. La testa fracassata alcune costole rotte e due fori da proiettile qualche centimetro sopra il cuore, ecco come si presentava il paziente senza identità. L’intervento durò 12 ore è fu il più lungo di tutta la mia carriera medica, ma alla fine eravamo riusciti a “sistemarlo” il resto dipendeva come sempre solo dalla volontà del paziente.
“ Sarah mi raccomando ogni due ore devi controllarlo e appena riprende conoscenza mi devi chiamare.”
“ Certo Perla, vai pure tranquilla.”
Finalmente potevo tornare a casa. Prima però mi fermai al supermercato non avevo più niente in frigo. Arrivata a casa posai tutto sul tavolo della cucina e ascoltai la segreteria telefonica. Alcune chiamate dai mie fratelli altre da alcuni amici e una di mamma che mi chiedeva di chiamarla il prima possibile. Composi il numero e aspettai.
Pronto?”
“ Mamma sono Perla. Come stai?”
“ Perla tesoro meno male che hai richiamato, avevo proprio bisogno di sentirti!”                          
“ E’ successo qualcosa a casa?”
“ No no cara. Si tratta di Thai.”
“ Thai e chi è?”
“ Ma come cara! Non ti ricordi di Thai Rangsan? Il figlio della mia amica Claire?”
“ Veramente no, mamma.”
“ Sei sempre la solita, comunque ti volevo chiedere esattamente quando ritorni a casa perché vorrebbe venire a farci una visita.”
“ Torno il 18 luglio.”
“ Perfetto così il 20 luglio festeggiamo il tuo compleanno insieme a lui, che ne dici?”
“ Dico che sarebbe fantastico ricordare chi è!”
“ Va bene cara vuol dire che, quando lo incontrerai ti ricorderai di lui, o almeno lo spero.”
“ Va bene mamma allora ti saluto e ci sentiamo, vado a dormire che sono stanca morta!”
“ Va  bene tesoro. Un bacio e buona notte!”
“ Notte mamma e salutami tutti!”

Chiusa la conversazione mi infilai sotto la doccia. Ora dico non ho niente in contrario che mamma faccia venire un perfetto estraneo per il mio compleanno d’altronde ci sono abituata ma cavoli ogni volta è sempre la stessa storia, sono amici o conoscenti che io in teoria dovrei conoscere e che ovviamente non conosco. Mamma crede solo perché mi ci ha portato due volte nel sue paese natale che io ricorda tutti l’abitanti. È strana forte. Vabbè inutile pensarci non conoscerò di sicuro nemmeno questo Chai o Jhai o come si chiamava e farò la solita figura del kaiser. Fatta la doccia m’infilai nel letto e subito mi addormentai.

Il mattino seguente mi svegliai prestissimo. Non so perché ma volevo sapere come stava il paziente di ieri. Purtroppo non aveva ancora ripreso conoscenza, ma d’altronde era troppo presto, come minimo ci sarebbero voluti un paio di giorni dopo un intervento cosi delicato. Mia madre mi aveva chiamato per dirmi che mi aveva mandato una mail. Così approfittai della mattinata libera per navigare un po’. Aprì la mail è una foto di un tizio in divisa comparve. E adesso chi era questo? Aspetta, non sarà quel amico di mamma spero. Guardai bene la foto, sembrava un ragazzo giovane sui 25 o 26 anni. Si vedeva che era thailandese dalla faccia.Capelli corti castano scuro, occhi a mandorla marroni e due bellissime fossette sulle guance. Aveva un sorriso bellissimo. Stavolta la mamma ha fatto le cose in grande. Forse il fatto che avesse deciso di venire, non era poi una cattiva idea. Comunque rimaneva il fatto che fosse vestito con una divisa regale. Chi al giorno di oggi si conciava ancora così oltre a William? Ma lui era un principe. Forse era un principe anche lui. Ma no dai che me ne facevo io di un principe. E sorrisi.
“ Perla si è svegliato!” Sarah entrò nella stanza.
Andai di corsa dal mio paziente. Era tutto fasciato e non parlava ancora.
“ Ha subito un terribile intervento, se mi sente mi stringa la mano!”
Ma non ci fu nessuno movimento. Forse era troppo presto.
“ Riuscirà a sopravvivere, ma ce la deve mettere tutta se vuole ritornare dalla sua famiglia.”
A quel punto mosse la mano e capì che “la famiglia” lo aveva in qualche modo scosso. Mi presi cura di lui fino al pomeriggio poi andai a un paio di lezioni all’università e infine a casa.

La settimana passò in fretta. Era stata una settimana con temperature oltre la media ma dalla prossima già si annunciava il freddo. Il paziente senza nome migliorò a vista d’occhio.
“ Come stai oggi? Riesci a ricordare qualcosa come il tuo nome o da dove vieni?”
“ No mi dispiace dottoressa.”
“ Non ti preoccupare è sicuramente una perdita di memoria temporanea dovuta alla botta alla testa. Comunque io dovrei avvertire le autorità perché nessuno sembra cercarti e non ci sono documenti.”
“ Ascolti dottoressa la prego non lo faccia. Sicuramente mi tornerà in mente.”
“ D’accordo aspetto ma fino alla tua dimissione dall’ospedale, va bene?”
“ Grazie.”
“ E ora ti devo medicare. Stai fermo.”

Thailandia è situata nel sud asiatico. È un bellissimo paese con una cultura veramente affascinante e comprende diverse isole. Ko Samui, Ko phangan e Ko phaluai situate nel golfo della Thailandia, nell’Ottocento appartenevano alla monarchia tailandese adesso invece sono un piccolo Principato, il Principato di Ko Samui per la precisione, a monarchia costituzionale con a capo il Principe regnante Siam Rangsan e la sua consorte Claire Rangsan. Il paese vive di pesca ed è gente semplice. La famiglia reale conosce la maggior parte degli abitanti. Il principe ereditario ha studiato presso Oxford ed è un abilissimo soldato. Anche se un piccolo paese ma con un grande re, fa di lui un grande paese. Claire Rangsan stava leggendo un libro quando il re entrò nel suo salottino privato.
“ Claire sei riuscita a parlare con nostro figlio?”
“ No tesoro, ma stai tranquillo è insieme al primo ministro, non devi temere.”
“ Mi doveva tenere informato sugli sviluppi ma ancora non mi ha fatto sapere niente.”
“ Chiamerà vedrai.”
“ Hai ragione. Ti lascio al tuo libro cara.”

Le ore del professor Schneider erano sempre una palla. Non faceva altro che parlare senza fermarsi un secondo ripetendo due o tre volte le stesse cose. Per fortuna mancava un solo mese e poi non l’avrei più visto. Uscita dall’università passai per il corso e vidi in una vetrina un bellissimo vestito color verde. Entrai e senza pensarci lo provai. Il vestito era in pura seta e cadeva morbido sulle mie curve fino a terra. Sulla spalla sinistra c’era l’unica bretella che terminava sopra il seno in una rosa. Questo vestito slanciava ancora  di più la mia già magra figura. Alta, capelli lisci castani, occhi a mandorla color grigio petrolio: con questo vestito sembravo una principessa. Mi  guardai altre due o tre volte allo specchio poi mi svestì. Il vestito era bellissimo, ma che ci potevo fare io con un vestito da cerimonia in mezzo alla campagna. Benché fossi un  medico non ero di certo una donna mondana. Per non parlare poi del prezzo 250 euro. D’accordo era seta ma non era mica oro. Però c’era qualcosa che non sapevo spiegarmi in quel vestito.
Uscì dal negozio col vestito naturalmente ( e con 250 euro in meno) mi avviai verso il mio piccolo appartamento nel centro di Berlino. Era un monolocale con una camera da letto, una cucina, un bagno e un soggiorno. Per me andava più che bene; dopotutto non dovevo mica rimanere lì per sempre. Andai in cucina e mi preparai la cena mentre guardavo la televisione.

Tutte le mattine per prima cosa visitavo il mio paziente. I primi giorni di maggio erano stati piovosi ma sembrava che il tempo stesse migliorando.
“ Come sta il mio paziente oggi?”
“ Molto bene dottoressa. Ieri ho iniziato la terapia di recupero.”
“ Hai iniziato a ricordare qualcosa?”
“ Purtroppo non ancora.”
“ Nemmeno il tuo nome?”
“ Mi chiamo T.. Ehm è Tam il mio nome.”
“ Allora ricordi qualcosa?!”
“ Non molto. Però è già un passo avanti no?”
“ Certo non c’è fretta.”
“ E lei dottoressa? Posso chiamarla per nome?”
“ Mi chiamo Perla.”
“ Perla che bel nome.”
“ Lo ha scelto mia madre. Il nome è di origine latina ed il suo significato è “conchiglia". Dal momento che all'interno dell'ostrica si può trovare una pietra preziosa, il suo significato è "preziosa o bella". La Perla è associata sempre al segno del Cancro ed il cancro, che è un segno zodiacale d’acqua, guarda caso è il mio segno. Mia madre è una persona legata molto alle tradizioni del suo paese.”
“ E’ molto bello sia il nome sia la persona che lo porta.”
Perla arrossì visibilmente.
“ Beh grazie. Ora devo andare ma tornerò nel pomeriggio.”
“ Grazie di tutto dottoressa Perla.”

Continua...

--- Angolo chiacchere---

 ATTENZIONE: E' CONSILIABILE LEGGERE PRIMA It Seeems It Was Destiny. E' successo che per sbaglio dato che sono scema -.-' ho cancellato la storia quindi ho deciso di rimetterla come serie. Ringrazio le due persone che l'avevano commentata precedentemente che sono AngelOfLove e Space Pirate Ryoko  Detto ciò spero di postare in settimana il secondo capitolo di questa prima parte. Un bacio Anna

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


La Perla Dell'Oriente



Capitolo 2:

Le giornate passavano velocemente e io approfittai di ogni minuto libero per stare con Tam. Faceva davvero grossi progressi e in due settimane riprese quasi completamente l’uso delle gambe. Anche i lividi che aveva sul volto e sul corpo cominciavano a sparire. Era un ragazzo giovane e bello e la barba non rasata da alcune settimane lo rendevano così sexy. Oddio stavo fantasticando su un mio paziente.
Prima regola di un buon medico: “ Mai avere una relazione con un paziente se non professionale.”
Tam si aiutava con le stampelle e pensai che un po’ di esercizio in piscina lo avrebbe sicuramente aiutato.
“ Tam preparati che devi fare la terapia.”
“ Non è questa l’ora dott. Perla.”
“ Lo so oggi faremo una terapia speciale, preparati.”
Portai Tam in piscina e gli feci fare alcuni esercizi. Le sue gambe reagivano benissimo.
“ Continua cosi, bravo”
“ E’ difficile.”
“ Lo so, però serve. È per il tuo bene.”
“ Dottoressa… oddio… la prego…”
“ Che succede?”
“ Non lo so. Non riesco a muovermi.”
“ Aspetta ti aiuto ad uscire.”
Gli tesi una mano per aiutarlo ad uscire invece lui mi trascinò in acqua insieme a lui. Mi scostò alcune ciocche bagnate dal volto, mi toccò la guancia sinistra, le labbra e mentre mi fissava intensamente accade. Mi diede un primo bacio casto sfiorandomi appena le labbra, poi un altro. E infine un altro ancora. I baci diventavano sempre più intensi e passionali. Ci baciammo a lungo e ci staccammo solo per mancanza di fiato.
“ Io… io mi disp...”
“ Vieni dobbiamo uscire!”
E detto ciò lo aiutai ad uscire e lo portai nella sua camera. Non dissi più niente. Non sapevo che dire in verità. Era passato tanto tempo dall’ultima volta che avevo baciato qualcuno, anzi era passato tanto tempo da tutto. Avevo avuto un solo ragazzo in tutta la mia vita. Il solo ad aver baciato e fatto l’amore. Fino all’università non avevo fatto nessun tipo d’esperienza. Essere l’unica figlia femmina e per di più la più piccola, questo ha fatto di me una ragazza super protetta dai miei 3 fratelli Alex, Giò e Mars. Trasferita a Berlino ho conosciuto il primo e unico ragazzo e me ne sono innamorata come una scema. Non sapevo niente dell’amore e lui mi ha presa solo in giro con i suoi regali e le sue belle parole. Portata a letto mi ha scaricato come niente fosse. Mi disse che gli serviva una vera donna, una capace a soddisfarlo e non una mezza verginella come me. È stato il momento peggiore di tutta la mia vita. D’allora mi sono dedicata solo agli studi e al mio lavoro. L’unica volta che avevo fatto l’amore è stato doloroso e un disastro. Sono passati 3 anni da allora e lui con un solo bacio ha acceso un desiderio che non avevo mai provato prima. Sono pazza. Innamorarmi per un solo bacio. Lasciai Tam nella sua camera e mi presi il pomeriggio libero. Volevo allontanarmi da lui.

Le prossime settimane lo andai a trovare poco. Ormai era fine maggio e lui aveva terminato la terapia.

Finì di compilare la sua scheda. Uscita dall’ospedale: 30 maggio. Firmai il foglio e portai con me la cartellina. Tam era già vestito e stava seduto sul letto aspettando i fogli.
“ Ok Tam. Tutto pronto. Ecco qua i tuoi fogli. Ehm ti ricordi del nostro patto no? Ormai stai per essere dimesso quindi cos’ altro ricordi?”
“ Dott.ssa Perla è da molto tempo che non ti vedo… forse è per colpa di quel bacio? Io.. Mi dispiace non ci ho pensato, magari avrai anche un fidanzato, ti prego di scusarmi.”
“ Stai tranquillo Tam, facciamo finta che non sia successo niente. Ok? Allora cosa ricordi?”
“ Tutto. Mi chiamo Tam e sono cinese. La mia famiglia si occupa di giardino e fiori e sono venuto qua per cercare fortuna. Non ricordo chi mi abbia sparato o come ci sono finito nella Sprea. Per i documenti richiederò una copia all’ambasciata appena fuori dall’ospedale.”
Non so perché ma la sua versione non mi convinceva affatto comunque fuori dall’ospedale non era più un mio problema.
“ Dove andrai a vivere ora?”
“ Non lo so, forse in un ostello finché non trovo casa.”
“ Non è facile trovare casa a Berlino, io ci ho impiegato tanto.”
“ Non conosci nessun monolocale libero dalle tue parti?”
“ Mmmm.. Oltre al mio credo di No.”
“ Al tuo?”
“ Si a metà luglio lascio l’appartamento, torno a casa. Idea, perché non affitti il mio?! Però manca ancora un mese e mezzo. Cosa possiamo fare?”
Ci pensai, dove poteva stare per un mese e mezzo, ma poi perché mi agitavo tanto, chi era lui per me?!
“ Mi potresti ospitare fin quando vai via?”
“ Come scusa?”
Avevo capito sicuramente male.
“ Posso dormire ovunque anche sul pavimento. Non ho problemi ma ti prego non mi lasciare da solo, non conosco bene la lingua e non ho un lavoro.”
Ci pensai su, ospitare un perfetto estraneo per quello che ne sapevo poteva essere un maniaco o un criminale.
“ La signora sotto casa mia ha un negozio di fiori e cerca commesso. Potresti andare bene e per la casa non saprei Tam.”
“ Certo ti capisco, ma il lavoro mi farebbe comunque comodo.”
“ Allora andiamo ti ci porto subito.”
Saliti nella mia Yaris attraversammo la città per arrivare a casa mia. La signora Krüger era una donna molto alla mano. Mi ci affezionai subito dal mio arrivo. Mi vedeva come una figlia e mi era stata vicina molte volte. Aveva una 60 d’anni ed era bassa con i capelli grigi e due occhi color ghiaccio. Un fisico pienotto e portava sempre un grembiule con fiori disegnati sopra. Amava il lavoro che faceva ed era bravissima, ma ormai aveva una certa età e il negozio non riusciva più a gestirlo da sola.

“ Frau Krüger è in casa?”
“ Oh, bambina mia entra pure. Ma chi è questo bel giovanotto? Il tuo fidanzato?”
“ No Frau Krüger è per lei.”
“ Per me? Oh bambina cara sono un po’ vecchiotta per queste cose.”
“ Ma no signora, cos’ha capito. Ho trovato un aiutante per lei.”
“ Ma che brava ragazza. Grazie tesoro, ma venite dentro, stavo facendo lo strüdel.”

Lo strüdel con le mele della Frau Krüger era il migliore al mondo. Mi sarebbe di certo mancato tanto. Quella donnina così dolce era come una tenera nonna per me. Non volevo lasciarla qui da sola, soprattutto per il fatto che fosse vedova e suo figlio abitasse in Canada da quando si è sposato. Ma ora con Tam al suo fianco ero più tranquilla, o almeno lo speravo.

“ Grazie di tutto signora: allora da domani Tam può venire a lavorare per lei.”
“ Certo bambina, e dove alloggia questo bel giovanotto?”
“ Ehm stiamo cercando casa. Non sa se per caso c’è qualche monolocale disponibile?”
“ No tesoro ma se si tratta del tuo fidanzato perché non lo ospiti?”
La signora Krüger aveva tutte le qualità del mondo ma se si metteva in testa una cosa era quella. Per sei mesi aveva creduto che uscissi con uno dei mie fratelli quando glielo presentai. Adesso pensa che esco con questo ragazzo. Spero di riuscire un giorno a farle conoscere il mio vero fidanzato ammesso e concesso che ne trovi uno.
“ Ah, quasi dimenticavo. Ecco qua l’affitto per il mese mezzo che mi manca, lo potrebbe dare al Signor Werner quando lo vede?”
“ Certo. Mi dispiace cosi tanto che te ne andrai, cara.”
“ Senta potrebbe chiedergli di affittare l’appartamento a Tam dopo che me ne sarò andata?”
“ Certo bambina per il tuo fidanzato questo è altro. Però una coppia di innamorati non dovrebbe vivere separata, non credi?”
“ Ha ragione signora, appena possibile mi farò raggiungere da lui a casa.”
“ Ma che romantico, anche io e il signor Krüger avevamo avuto una storia d’amore romantica.”
“ Lo so signora, ora però andiamo che è tardi e grazie.”
“ Di niente bambina.”
Usciti dalla casa lo invitai a salire da me. Feci del caffè mentre lui esaminava il mio piccolo cucinino.
“ Forse potrei ospitarti, così sono sicura che poi la casa la prendi tu.”
“ Dici davvero?”
“ Si beh potresti dormire sul divano letto nel soggiorno.”
“ Grazie dott.ssa Perla.”
“ Soltanto Perla. Non siamo più in ospedale. Bene io ho un paio di lezioni all’università. Non faccio tardi. Se hai fame trovi tutto nel frigo. Il bagno è in fondo a destra e la camera a sinistra è la mia camera da letto. Qui c’è il mio numero di cellulare, per qualsiasi cosa chiamami.”
“ Non ti preoccupare Perla non farò danni promesso.”
Detto ciò uscì di casa. Non so se avevo fatto la cosa giusta, ma non potevo di sicuro lasciarlo per strada. Ero pur sempre un medico, io salvavo le persone, anche se non ero un’assistente sociale, cavoli. Non so perché, ma avevo una strana sensazione.

Continua...





--- angolo chiacchere ---

Come state miei cari lettori? Innanzitutto volevo ringraziare le 3 ragazze che hanno commentato il precedente cap. e tutti coloro che leggono questa ff.
1.
LadyGuga Grazie sei gentilissima. Hai ragione penso che una storia ricca di aggettivi aiuti meglio il lettore ad immedesimarsi nel personaggio e di “vivere” la storia. Per quanto riguarda la punteggiatura spero di accontentarti sta volta :)
2.
AngelOfLove Grazie coinquiline lo so che faccio casini ma per fortuna che ci sei te che aggiusti sempre tutto!
3.
Space Pirate Ryoko Sono molto contenta che ti piace il cap spero di non deluderti nemmeno con questo.
Adesso vorrei dire alcune cose sulla storia. Allora, inizio col dire (anche se ripetitiva) che questa è solo la prima parte della serie e che sarebbe consigliabile leggere prima l’introduzione di
It Seeems It Was Destiny. Abbiamo conosciuto alcuni personaggi come Perla e il misterioso Tam, poi alcuni di minore importanza. Perla ovviamente è la minore dei 4 fratelli. È lei che racconta la storia in prima persona in quanto protagonista, quindi ogni storia verrà raccontata dal proprio protagonista. "Frau" è una parola tedesca e sta per signora o donna, in questo caso è ovviamente signora.Per finire faccio un pò di pubblicità alla cara AngelOfLove e vi consiglio questa sua fanfiction molto bella:
I Limiti dell'Amore
Detto questo spero di riuscire a pubblicare settimana prossima il 3 cap.
Un bacio, Anna

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


La Perla Dell'Oriente


 

 

Capitolo 3:

Era una settimana che Tam viveva da me e da allora strane cose erano successe. Inizialmente pensavo fosse la mia immaginazione, ma ora ne ero sicura: qualcuno mi stava inseguendo da 7 giorni. Una berlina nera mi stava alle calcagna persino ora. Non so se erano furbi o meno, ma questa storia doveva finire, e per essere sicuri dovevo accertarmi che inseguissero proprio me. Mi fermai due spiazzi più giù da dove ero solita andare a parcheggiare, di fronte a un negozio che confinava con la casa della Frau Krüger. Se veramente stavano cercando me, mi avrebbero seguita persino la dentro. Scesi dalla macchina e entrai nel negozio, fingendo un interesse per la merce esposta. Tre omoni vestiti di nero con scuri occhiali da sole entrarono poco dopo. Non fu difficile individuarmi e li vidi avvicinarsi piano. Adesso avevo la certezza: cercavano me. Ma perché? Entrai nel bagno per signore, sapendo che là dentro non avrebbero osato. La finestra era aperta sul retro e cosi la scavalcai infilandomi subito nel cortile della signora Krüger. Da lì uscì piano senza essere vista dagli altri due che stavano di fronte al negozio e entrai subito nel mio condominio. Con foga entrai nel mio piccolo appartamento chiudendo il portone con tutte le sue serrature.
“ Tam, non puoi sapere quello che…” ma non finì la frase che vidi lui nella mia cucina in compagnia di un tizio abbastanza alto vestito di nero che tendeva una pistola verso il mio coinquilino. I due mi fissarono per alcuni secondi mentre io prendevo coscienza di quello che stava accadendo.
“ Sei un criminale?” mi uscì dalla bocca spontaneamente. Lui iniziò a ridere mentre l’altro lo guardava in cerca di traduzione.
“ Non lo sono.” Disse semplicemente.
“ Allora cosa sei, o meglio chi sei? E che ci fai con un uomo in casa mia? Sei stato tu a farmi spiare fino adesso? Scommetto che i tizi della berlina nera sono tutti amici tuoi” l’altro continuava a guardarmi senza dire niente. Invece Tam aggrottò un sopracciglio.
“ Come hai detto scusa? Chi ti stava inseguendo?”
“ Quelli come lui.” Dissi indicando lui.
“ Non ne ero sicura ma oggi sono entrata in un negozio e ho visto che mi stavano alle calcagne.” Lui prese la pistola e iniziò a ispezionare fuori dalla finestra.
“ Ti hanno seguita anche qui?”
“ No, li ho seminati, ma ora non cambiare argomento, voglio delle spiegazione, ne ho il diritto, dopotutto questa è casa mia.” Finì mettendo le mani sui fianchi e prendendo un’aria da chi non molla la presa.
“ Hai ragione.” Aggiunse prima di lasciare la finestra e mettersi seduto al tavolo.
“ Siediti, e ti spiegherò tutto.”
“ Sto bene in piedi, ora parla.” Lo incitai.
“ Allora, non sono cinese e non mi chiamo Tam.” Lo guardai scettica a questa sua affermazione, lo sapevo, l’avevo intuito dall’inizio.
“ E allora come ti chiami? E stavolta voglio il vero nome.”
“ Thai, mi chiamo Thai, e sono thailandese.”
“ E lui?” dissi indicando l’amico ancora in piedi dietro di lui.
“ Si chiama Fai ed è un mio stretto collaboratore e amico. Non parla tedesco, solo thailandese e inglese.”
“ Bene.” E iniziai a girare per la cucina.
“ E perché mi stavi spiando? Mi vedi qui tutti giorni che bisogno avevi?”
“ Non sono io. Si vede che i miei nemici mi hanno trovato, il che significa che sei in pericolo anche te.”
“ Nemici? Pistole? Dio mio chi sei??? Se non sei un criminale cosa sei? Un mafioso? Fai parte della mafia thailandese?”
“ Perla santo cielo, perché pensi solo questo?” si alzò poggiando i pugni sul tavolo.
“ Dimmelo tu! Vengo seguita da una berlina nera per tutta la settimana, arrivo a casa mia e vedo lui che ti dà una pistola. Secondo te che dovrei pensare?” lo guardai dritto negli occhi.
“ Oh my god, they're here!” ci interruppe Fai. Poi strillando sempre in inglese aggiunse.
“ LAY DOWN, NOW!” non ho avuto nemmeno il tempo di capire qualcosa che mi son vista trascinare giù da Tam o Thai o come diavolo si chiamasse, prima di ricevere una scarica di proiettili dalla finestra che mandarono in frantumi il mio vetro.
“ We have to run!” disse il mio ormai ex coinquilino in inglese, così che potesse capire anche l’amico.
“ Io non vado da nessuna parte! Voglio prima sapere cosa succede, e perché hanno preso di mira casa mia.”
“ Senti Perla, non ho tempo per litigare con te ora. Se vuoi salvarti il culo vieni con me, altrimenti è la fine per te!” volevo replicare, ma i colpi da arma non cessarono e, accucciata, camminai dietro di lui.
“ C’è la scala antincendio nel balcone.” Dissi.
Ci dirigemmo verso la camera da letto. Prima di uscire sul balcone controllarono. Forse non sapevano ancora niente di questa uscita. Scendemmo cauti e salimmo nella mia toyota fortunatamente parcheggiata ancora vicino al negozio.
“ Ora che siamo salvi voglio delle spiegazioni.” Gli dissi mentre lui metteva in moto.
“ Non cantar vittoria troppo presto. Finché rimaniamo qui siamo in pericolo.” Abbassai il finestrino nella mia parte e poggiai il gomito, mentre la fronte l’appoggiai sul pugno. Che cosa era stato tutto questo? Va bene, un po’ di adrenalina non può che far bene, ma per quello vai in palestra non ti prendi a spari con i criminali. Ci fermammo in piccolo motel appena fuori Berlino. La camera era piccola e aveva un solo minuscolo bagno.
“ Voglio delle spiegazioni, Thai. Non so se ti rendi conto ma quella è casa mia, cazzo!”
“ Quando sono finito all’ospedale presentavo ferite da arma da fuoco. Mi volevano morto. Invece sono sopravvissuto e loro lo hanno scoperto.”
“ Loro chi? Chi ti volevano morto?” Dio, non ci capivo più niente.
“ Il primo ministro.” Disse semplicemente.
“ Devi sapere che sono un principe Perla, sono il principe ereditario del Ko Samui. Il mio regno è costituito da alcune piccole isole che facevano parte della Thailandia fino all’ottocento. Da quando la mia famiglia ha preso il possesso di queste isole a seguito di una guerra civile, la Thailandia non fa altro che rivendicarci come sue, e vogliono far abdicare mio padre. Ci sono troppi interessi politici in gioco, e anche finanziari. Il primo ministro ci era amico e ci fidavamo di lui, invece poco tempo fa ho scoperto che faceva affari con il governo della Thailandia. Vuole incitare il popolo a fare una rivoluzione per far togliere la famiglia reale dal potere, cosicché le isole ritornino nelle mani del regno della Thailandia. Il fatto è che ci sono alcune leggi molto vecchie che ormai non vanno più bene ad un popolo, che per quanto semplice e comunque in fase di modernizzazione.” Finì il racconto Thai.
“ Quindi coloro che m’inseguivano erano scagnozzi del primo ministro?”
“ Esatto. Ormai ci hanno scoperto e dobbiamo andare via da qui.”
“ Possiamo andare a casa mia, nella Renania-Palatinato. La mia famiglia abita là.”
 “ Perfetto, prendiamo le cose e andiamo, non abbiamo un minuto da perdere.” E così partimmo, tutti e tre. Non conoscevo molto bene il thailandese, ma riuscì comunque a comunicare con Fai.
“ Come conosci il thailandese?”
“ Sono per metà thailandese, mamma lo è e mi ha insegnato qualcosa da piccola.”
“ Pensavo fossi cinese, per via del tuo aspetto orientale.”
“ Beh sorpresa?? Non lo sono nemmeno io. Se non fosse successo tutto questo, mi avresti mai detto la verità?”
“ No, non ti volevo coinvolgere, Fai si presentò più di una volta all’ospedale e mi disse di cercare un rifugio per poco tempo. Ma le cose sono sfuggite di mano.”
“ Ho visto fin troppo bene. E adesso io che dovrei fare? Chiamarti Vostra Altezza?”
“ Per te rimarrò sempre Thai, mi dispiace averti messo in questo casino.”
“ Ormai è fatta!” conclusi il discorso io mentre il sole tramontava. Fra meno di due ore saremmo arrivati a casa mia. Dopo sarei dovuta ritornare per finire quello che avevo lasciato in sospeso a Berlino. Parcheggiammo davanti la casa grande ed entrammo.
“ Signore santo, Perla?!”
“ Mamma. Ciao, quanto mi sei mancata.”
“ Che ci fai qua, ora?”
“ Preparaci qualcosa da mangiare e ti spieghiamo tutto.” Ed entrammo in sala da pranzo. Salutai anche mio padre e chiamai i miei fratelli. Durante la cena spiegammo le cose e a momenti i miei fratelli vollero prendere a sberle Thai per avermi messa in pericolo.
Mamma lo guardò per bene durante tutta la cena, finché disse
“ Sei il figlio di Claire. Non è così?”
“ Come fa…” poi ci penso su.
“ Soraya? O mio dio!”
“ Aspettate, fermi tutti. Che succede?” chiesi io.
“ Tesoro, lui è il figlio di Claire, doveva venire qui, ricordi? Il destino vi ha fatto incontrare prima invece.” Ora che lo guardavo meglio, senza la barba e tutto era lui, come avevo fatto a non riconoscerlo, avevo persino una foto sua sul pc. Il destino si voleva veramente prendere gioco di me.
“ E adesso che intendi fare, ragazzo?” chiese mio padre. Aaron Meyer era un uomo affascinate per i suoi 50 anni, e lo era sempre stato, non per niente aveva avuto 4 figli da 4 donne diverse.
“ Devo tornare a casa e sistemare questa faccenda. Parlando con Fai abbiamo capito che tornare come principe è troppo rischioso. Mi servono dei documenti falsi e una moglie per passare inosservato. Fai si occuperà di tutto, ma avrei bisogno di ospitalità per qualche giorno, se non disturbiamo.”
“ Non disturbi affatto. Potete stare quanto volete.” Aggiunse mia madre.
“ Io devo tornare a Berlino, ho lasciato tutto troppo in fretta, e poi ho la laurea a luglio.”
“ E’ troppo pericoloso. Non puoi tornare!” disse in tono autoritario Thai.
“ Hei, chi ti credi di essere per dar ordini?” lo aggredì Alex.
“ Se volete rimanere senza sorella, fatela pure ritornare, ma se ci tenete a lei almeno per un mese non può ritornare là.”
“ Alex calmati, Thai ha ragione. Perla rimarrai a casa, finché si calmeranno le acque.” Ragionò mio padre. Mostrata la camera degli ospiti mi diressi verso la mia. Mentre mi mettevo a letto pensai a tutto quello che avevo vissuto. Un inseguimento, una sparatoria, una fuga come ladri. La vita non poteva essere più eccitante. Però lui era così forte e virile. Essere protetta da lui era stupendo. Ma a cosa diavolo stavo pensando? Per colpa sua ho quasi rischiato di essere ammazzata. Pochi giorni e tornerà a casa, con una moglie finta. Una moglie, potevo essere io quella. Ma cosa pensavo. L’adrenalina mi aveva dato alla testa, ma mi elettrizzava l’idea di vivere questa avventura con lui. Mi addormentai pensando a questa eventuale possibilità.

continua...


--- Angolo Chiacchere---

Scusate questo mio ritardo ma mi sono presa anch’io un mese di ferie.  Spero di poter riprendere a pubblicare regolarmente. Innanzitutto  voglio dire alcune cose sulla storia. Dal 3 cap. la storia prenderà una leggera piega avventurosa e in certi momenti comica.  Per alcune scene che saranno presenti nel prossimo cap.  ho preso spunto da un film uscito nel 2010 che si chiama “Kites” e lo consiglio a tutti.  Userò anche una parola che non è thailandese, o almeno non credo,  il thailandese non lo parlo XD cioè Nahlla. Questa parola è usata nella saga della Confraternita del pugnale nero di J.R. Ward e significa mia diletta, amore.
Un‘altra cosa che voglio precisare è che le isole che cito nella mi storia appartengo veramente alla Thailandia e non sono un regno a sé stante come nel mio racconto. Ora passiamo ai ringraziamenti:

1.
AngelOfLove hai ragione qualcosa finalmente è successo e ne vedremo delle belle! Continua a leggere mi raccomando.
2.
Space Pirate Ryoko anche tu hai giustamente osservato che qualcosa è successo, ora dobbiamo solo aspettare. Spero che la piega avventurosa che prenderà la storia non ti deluda.
Ringrazio anche tutti coloro che soltanto leggono questa ff.

Continuo col dir che questa è solo la prima parte della serie e che sarebbe consigliabile leggere prima l’introduzione di
It Seeems It Was Destiny.
 E per finire non può mancare la pubblicità della fanfiction
I Limiti dell'Amore scritta da AngelOfLove
Detto questo, vi auguro un bellissimo weekend.
Un bacio, Anna
 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


La Perla Dell'Oriente


 

Capitolo 4:
 
Stavo scendendo le scale di corsa, dovevo assolutamente parlare con Thai prima di colazione. Arrivai comunque in ritardo. Erano tutti a tavola, compresi i miei fratelli.
“ Thai, ho preso la mia decisione, sarò io tua moglie!”
“ Assolutamente no!” rispose secco Giò.
“ Invece sì! Lui ha bisogno di una donna, e io sono disponibile, tanto a Berlino non ci posso tornare.”
“ E’ fuori discussione, Perla.” Aggiunse Mars. Quando ci si mettevano i miei tre fratelli, Alex, Giò e Mars, sapevano essere davvero fastidiosi.
“ Sono maggiorenne e vaccinata, decido da sola del mio destino.”
“ Ma sei nostra sorella, e non vogliamo vederti coinvolta in questa pazzia.” Finì Alex. Io non lo ascoltai per niente e mi voltai verso Thai.
“ Quale sarà la mia missione?”
“ Non credo che sarà una buona idea Perla, hai sentito i tuoi fratelli, no?!”
“ Decido io della mia vita Thai, dunque?”
“ Mi servi solo come copertura. Prendiamo l’aereo da qui e scendiamo a
Nonthaburi, una delle città vicino a Bangkok e da lì proseguiamo in macchina, per non dare troppo nell’occhio fino al traghetto che porta nel mio regno. Arrivati là ti rispedisco a casa con un jet privato.” Espose il piano il principe.
“ Mi pare semplice, no? Mamma, papà che ne pensate?” chiesi speranzosa.
“ Non saprei Perla, non ti vogliamo in pericolo. Questa è roba seria figlia mia.”
“ Ma avete sentito, no? Una cosa facile. Vi prego.”
“ E va bene.” Acconsentì in fine papà.
“ Stai scherzando spero!” urlò Mars.
“ Siete impazziti entrambi?” continuò Alex.
“ Ora basta! È grande e decide da sola.” Aggiunse Aaron in tono autoritario. Lui era l’unico che riusciva a calmare la troppa gelosia e possessività dei mie fratelli maggiori.
“Starà bene, sa badare a se stessa!” proseguì poi.
 
L’indomani mattina era tutto sistemato. I passaporti falsi ce l’aveva Thai. Io mi vestì con una completo, vestito e giacca bianco e nero. Mi disse che dovevo sembrare una donna sposata, matura. M’infilai le decolté tacco 12, presi la borsetta e uscì. La valigia era già stata caricata in macchina. Salutai tutti tranne Alex che ci doveva accompagnare all’aeroporto. Dentro la macchina Thai mi diede i miei documenti, mi chiamavo Nahlla, e lui Tam.
“ Cosa vuol dire Nahlla?” chiesi io.
“ Vuol dire mia diletta, o amore, è usato molto tra la gente sia come nome che come aggettivo.” Nahlla come suonava bello. Mi piaceva proprio. Arrivati all’aeroporto, Fai ritornò direttamente nel Ko Samui, mentre noi con i nostri documenti falsi prendemmo l’aereo per
Nonthaburi. Il viaggio fu lungo, ma piacevole. Thai, mascherato con baffi e barba finta era davvero buffo. Chiacchierammo a lungo. Lui mi parlò del suo popolo, della sua vita. Mi ricordò alcune parole thailandesi più in uso. Io gli spiegai altre tedesche. Parlava abbastanza bene il tedesco ma usava parole molto semplici e frasi corte. Invece l’inglese e il thailandese le padroneggiava benissimo. Il mio inglese era buono ma il thailandese era al quanto scarso. Lo parlavo persino peggio di come lui parlava il tedesco. E mi dispiaceva non aver insistito di più con mia madre nell’insegnarmelo. Era tarda sera quando arrivammo a Nonthaburi
. Una macchina ci portò ad un piccolo hotel. Erano tutti collaboratori di Thai, soldati rimasti fedeli alla corona. Era la terza volta che venivo in Thailandia, per la precisione era la prima volta in Thailandia, contando che le altre due volte fui nel Ko Samui.
“ Ok. È tutto sistemato. Domani mattina partiamo, solo noi due. Ora mangiamo e andiamo subito a riposare.” Mi disse stendendosi sul letto matrimoniale. La camera era graziosa e molto orientale. Conteneva un piccolo ingresso, un'unica camera con letto matrimoniale e il bagno. Sarei dovuta dormire insieme a lui. Non era mai successo, neppure a Berlino. Aveva sempre dormito sul divano, ora dovevo dividere il letto. Ma prendere due stanze sarebbe stato troppo pericoloso. Eravamo una coppia sposata, e le coppie dormono insieme.
“ Vado a farmi una doccia, tu mangia intanto Perla.” E lo vidi entrare in bagno. Mi levai la giacca e l’appoggiai sulla sedia davanti la specchiera. Mi tolsi i miei orecchini a perlina e sciolsi i capelli. Iniziai da poco a mangiare quando la porta del bagno si aprì e Thai si presentò con un asciugamano in vita e con uno si asciugava la testa.
“ Il bagno è libero. Ma non hai mangiato quasi nulla.” Osservò.
“ Vado a farmi la doccia anche io.” Passandogli accanto non potei non notare il suo fisico. Altre volte lo avevo visto nudo all’ospedale, e altre volte lo avevo pensato, ma ora era diverso, non era più un mio paziente. Lasciai che l’acqua mi scivolasse addosso. Avevo mille pensieri per la testa. Il suo piano sembrava così facile eppure avevo uno strano presentimento. Indossai un pigiama corto ed uscì dal bagno. Thai era immerso nella lettura di qualcosa in thailandese in mutande.
“ Dio mio sei in mutande.” Alzò gli occhi da quello che leggeva per guardarmi.
“ E tu sei in un ridicolo pigiama con Topolina.” E sorrise.
“ Meglio un ridicolo pigiama con Topolina che nudo.”
“ Tecnicamente non sono nudo.” E mi mostrò i boxer aderenti.
“ Non hai nient’altro da metterti addosso?”
“ Magari un pigiamino con Topolino?? Non credo proprio. Io dormo sempre così” e ridendo tornò alla sua lettura.
“ A casa mia non dormi così!” gli ricordai.
“ A casa tua dormivo così, se te non l’hai visto è parte seconda. Ora vieni a letto Topolina che domani abbiamo da fare.” Mi coricai senza aggiungere altro. Spensi la luce nella mia parte e mi sistemai il più vicino al margine. Già il stare con lui mi metteva agitazione, ma doverlo sfiorare in un momento così era troppo. Non sono mai stata una ragazza impulsiva sotto nessun punto di vista, basta pensare alla mia unica volta, eppure dovevo ammetterlo, gli sarei saltata volentieri addosso. Ero diventata una specie di drogata di sesso che attraversava la fase dell’astinenza? Era assurdo, però lo volevo, lo desideravo più di qualunque cosa.
 
Di buon’ora uscimmo dall’albergo. Il fuoristrada grigio era pronto per noi. Senza una spiegazione mi prese prima di salire dentro e mi baciò. Fu un bacio alla sprovvista, veloce ma intenso. Mi ritrovai con la sua lingua in bocca senza poter replicare o dire qualcosa. Però mi era mancato. Chiusi gli occhi e risposi al bacio. Si staccò subito e senza degnarmi di uno sguardo salì al lato del guidatore lasciandomi come una stupida. Salì anch’io e Thai partì.
“ Sei pazzo? Che ti prende???”
“ Ci stavano guardando, siamo sposati no?” replicò con un sorriso beffardo.
Questo era tutto quello che aveva da dirmi? Per un bacio di apparenza non serviva la lingua. Lo guardai furiosa ma poi decisi di concentrarmi sulla strada.
 
Per arrivare a Wang, piccolo porto per prendere il traghetto dovevamo fare 605 km. La bellezza di 9 ore salvo distrazioni. La strada era una strada statale a doppia corsia per ogni lato. Una cosa strana qui era che il volante era a destra. Sapevo di altri paesi che avevano quest’abitudine come il Regno Unito, l’Australia o il Giappone, ma non avevo mai visto da vicino un’auto del genere. La strada non era troppo trafficata. Avevo lasciato sciolti i capelli e ora si muovevano liberi. Indossavo un abitino beige corto ma allo stesso tempo comodo con una gonnellina ampia e maniche scivolate. Ai piedi portavo un paio di decolté dello stesso colore, abbastanza alte. Guardai lo specchietto mio laterale. Alcune macchine nere ci erano dietro. Poi però qualcosa di scintillante si riflesse nel mio specchietto. Guardai meglio: era una pistola.
“ Thai ci vogliono sparare!” gridai. Anche lui si accorse del pericolo e accelerò. Le macchine dietro iniziarono a sparare. Thai seminava i loro colpi facendo parecchi sorpassi azzardati.
“ Cazzo, rallenta, o finiremo schiantati!” gli urlai.
“ Se rallento finiamo comunque male.” Disse facendo l’ennesimo sorpasso.
“ Ma è una strada statale, il limite è di 90.”
“ Per una volta, Perla, lascia perdere la ragione e usa l’istinto.”  Continuò lui.
“ Questa è pazzia non istinto!”
“ Dobbiamo seminarli. Passiamo di qua, possiamo prendere vantaggio. In mezzo a tutto questo verde è facile perdere le tracce.”
“ A me non sembra che funzioni.” Dissi, notando che ci stessero ancora inseguendo. Un proiettile ci ruppe il vetro dietro.
“ THAI!!! QUESTI CI AMMAZZANO. CORRI!”
“Non eri tu quella del limite di velocità?”
“ Accelera e non rompere!”
“ Dobbiamo abbandonare la macchina, sicuramente ci hanno trovato per questo.”
“ COSA??? Sei impazzito??? Dove vuoi andare a piedi???”
“ Te l’ho detto, in mezzo al verde non ci troveranno.” Fermò la macchina con una brusca frenata. E uscimmo veloci dall’auto. Lasciamo tutto là dentro. Le altre macchine si fermarono e alcuni uomini scesero. Ci stavano inseguendo. Arrivammo a una specie di cascata. Eravamo in trappola.
“ Salta!” disse Thai.
“ Sei matto???!!! Dove vuoi saltare, ci ammazziamo, pazzo.” Senza troppe cerimonie mi prese in braccio e mi buttò nella cascata. La nostra caduta fu accompagnata dalle mie urla.
 
Stavo strizzando il mio vestito. Ero salva per miracolo, fradicia, stanca, ma salva. Dio mio, che mi era passato per la testa, quando avevo preso la decisione di aiutarlo? Se qualcuno mi avesse detto che quest’estate avrei avuto un’avventura del genere gli avrei riso in faccia.
“ Porca miseria, non ci posso credere, ho lasciato tutto in Germania per fare questa folle avventura con te. Devo essere pazza. Che ti è passato per la testa buttarmi in acqua così! Sei pazzo o cosa?! Guardami sembro una stracciona…” gli sputai tutto addosso prendendo le scarpe. Lui era di spalle con i soli jeans. La camicia era appiccata su un ramo poco lontano da lui. Io in reggiseno e mutandine posai il vestito su un altro ramo, e guardai le mie scarpe.
“ …E tutto questo per cosa?”
“ Non ti capisco, lo sai che…” cercò di dire lui. Ma non gli diedi tempo. Mi girai ancora così com’ero, con le mie scarpe in mano.
“ E in più mi hai sedotta, te ne rendi conto??” gridai nella sua direzione.
“ Lo sai che non ti capisco quando parli veloce.” Urlò anche lui ancora di schiena cercando di voltarsi.
“ Stai fermo” gli gridai in thailandese cercando le parole adatte per tradurre tutto nella sua lingua natale, mentre m’infilavo la sua camicia con una mano tenendo ancora le scarpe nell’altra.
“ MI HAI BACIATA!” urlai incazzata.
“ Ti è piaciuto, però!” rispose voltandosi. Rimasi con la bocca mezz’aperta e lo guardai scettica. Era inutile discutere con lui.
“ D’accordo, allora guarda le mie scarpe cazzo, mi si è rotto un tacco!” e le mostrai.
“ Chi ti ha detto di mettertele?” domandò divertito lui. Io invece avevo uno strano istinto omicida verso di lui e il suo sorriso.
“ Mi avevi detto di vestirmi sobria, e non pensavo di certo che ci avrebbero dato la caccia. Ora come cazzo dovrei camminare io?” mi prese le scarpe. Tolse il tacco rotto alla sinistra e con un colpo secco lo ruppe anche alla destra. Mi ridiede le scarpe.
“ Ecco, ora starai anche più comoda.” Io le presi e me le infilai.
“ Ora che le scarpe sono sistemate, cosa facciamo? Abbiamo lasciato tutto nella macchina e io ho fame!”
“ Fammi controllare, mmm no! Soldi non ce l’ho quindi niente cibo!” la giornata non poteva andare peggio.
 
L’orologio al mio polso segnava le 3 di pomeriggio.
“ I documenti, i contanti, tutto perso. Come faremo?” Si stava abbottonando la camicia. Mi ero appena rimessa il vestito.
“ Beh non potevamo portare tutta la macchina con noi.”
“ Se solo avessi la mia carta di credito. L’unico modo è la banca.”
“ Sì così ci arrestano sul serio.”
“ Ti ricordo che sono entrata qui con il nome di Nahlla, nessuno sa di Perla.” Lui sembrò illuminarsi.
“ Quanto hai sul conto?”
“ Non molto, solo i soldi per prendere l’aereo da Berlino a casa mia. Circa 500 euro, saranno tipo 20 000 baht!” calcolai.
“ Perfetto, andiamo.

Continua...

--- Angolo Chiacchere---

Scusate questo mio ritardo ma ho tantissimi problemi di connessione -.-'. Purtroppo vado un pò di fretta perciò faccio un ringraziamento veloce alle due ragazze che hanno commentato, 
AngelOfLove e Space Pirate Ryoko , e ringrazio anche tutti coloro che leggono sempre >_<.
Continuo col dir che questa è solo la prima parte della serie e che sarebbe consigliabile leggere prima l’introduzione di
It Seeems It Was Destiny.
 E per finire non può mancare la pubblicità della fanfiction
I Limiti dell'Amore scritta da AngelOfLove. A presto.
Un bacio, Anna
 



  

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