Salvami l'anima

di HildaGreen
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Maledetta neve ***
Capitolo 2: *** Il collezionista di armi ***
Capitolo 3: *** Ancora neve! ***
Capitolo 4: *** Ad un passo da te! ***
Capitolo 5: *** Sono qui per te! ***
Capitolo 6: *** Per sempre... ***



Capitolo 1
*** Maledetta neve ***


Maledetta neve

 Black star
 

Freddo.
Debolezza.
Dolore.
È sbagliato! È tutto sbagliato!
Non riesco neanche a capire se le mie dita si muovono o no, ma in qualche modo riesco a tirarmi su, mentre la neve mi cade dal viso. Stringo il petto con le dita, respiro a fatica. Queste maledette ferite bruciano tremendamente, ma cosa sono dei graffi in confronto al dolore che ho sentito mentre la portavano via?
Quella stupida, preoccuparsi di un Dio come me?
Resto seduto nella neve farinosa, abbassando lo sguardo. Mento… se non li avesse fermati, ora sarei con i demoni, ma sarebbe peggiore dell’inferno che ho adesso nella testa?
Dannato corpo! non me ne frega nulla di questo dolore, quindi, mi alzo in piedi, ma ho la sensazione di stare in mezzo a delle sabbie mobili, gli alberi si muovono, non si fermano e poi, c’è quella stupida luna che continua a deridermi, non sopporto sentirla ghignare.
Cado a terra e tiro un pugno, alzando la neve. Odio la neve, odio tutto quanto, farei a pezzi qualsiasi cosa.
Continuo a colpire la neve, ma è come se non colpissi nulla, sono solo colpi a vuoto, non serviranno a riportarla indietro.
Grido, maledico tutto quanto, anche me stesso.
«Vai via!»
Continuo a gridare, stringendo la neve tra le mani, ma non ha alcuna consistenza, nessuno scopo, vuota e inutile… come me adesso, sono così patetico!
«Calmati Black Star!»
Chiudo gli occhi, non sopporto tutto questo movimento.
«Tsubaki!»
«Sta delirando. Maka?»
La meister annuisce con un sospiro, prendendo un libro.
 
Sento dei passi oltre la porta e scatto giù dal letto.
La porta si apre. «Black Star?»
«564, 565, 566, 567…»
Riconosco le scarpe, alle mie spalle. «La dottoressa ti ha detto di riposarti.»
«571, 572…»
Sospira. «Mi ascolti quando parlo?»
Pensavo si sarebbe arrabbiata, come sempre… dopotutto.
«576… Perché sei qui?»
Resto in attesa, ma non dice una parola. Mi siedo e mi volto a guardarla, seria in volto.
«Black Star… una squadra è partita alla ricerca di Tsubaki appena dopo il tuo rientro… ma non hanno trovato alcuna traccia.»
La fisso e mi alzo in piedi. «Tsk! Cosa vuoi che combinino degli incapaci… E tu vieni a parlarmi per queste sciocchezze? Per essere la prima della classe sei davvero stupida!»
Ed eccola lì, col suo libro-spaccacranio, non mi dà neanche il tempo di dire una sola parola.
«Mi prendi in giro?»
Devo stare rinchiuso in questa maledetta stanza e devo anche subire le prepotenze di una secchiona, non ne posso più.
«Ti senti in colpa.»
Non ha il tono di una domanda e per questo io non le devo una risposta.
«Non dire stronzate.»
Ho aspettato troppo tempo prima di parlare ed è evidente, dalla sua espressione, che ha capito che sto solo fingendo.
«Primo: è stata senza dubbio colpa tua. Secondo: hai anche tu dei sentimenti… probabilmente. Terzo…» sul suo volto compare un ghigno «…mentre ti portavamo qui privo di sensi ti ho sentito chiamare Tsubaki un sacco di volte.»
Distolgo lo sguardo.
«Dato che adesso riesci a alzarti, scommetto che vuoi andare a cercarla.»
«Non azzardarti a fare la spia.»
«Solo ad una condizione…»
Che rottura! Non la sopporto più.
«…dovrai portarci con te!»
«Non se ne parla! Non ho bisogno di aiuto.»
«Ti farai ammazzare se andrai da solo e poi siamo preoccupati anche noi per Tsubaki. Inoltre la mia percezione dell’anima sarà sicuramente utile.»
 

 
Provo a fare una storia più lunga, ma non sono sicura di quale sarà il risultato. Spero tanto che vi piaccia “Tsutsu”

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Capitolo 2
*** Il collezionista di armi ***


Il collezionista di armi

 

Tsubaki

 
La sensazione più vivida, la più tremenda e dolorosa.
Mi stava distruggendo, nel mio cuore pregavo in silenzio che finisse, non riuscivo a fermare le lacrime ed io non potevo far nulla per impedirgli che gli facessero del male.
 
Chissà se sta bene, chissà cosa fa… Sospiro con le lacrime agli occhi per i ricordi ravvivati, come questa fiamma, bruciano, mentre sto davanti alla finestra aperta, che mi ricorda il freddo di quel giorno.
La porta si apre, non mi volto neanche per vedere chi è.
«Nakatsukasa, il padrone vuole vederla.»
Guardo un’ultima volta la luna e rassegnata come un condannato a morte, seguo l’uomo a capo chino.
Mi guida per i corridoi interminabili, fino ad arrivare al piano inferiore, in quella che sembra essere il cuore della villa, una stanza enorme.
Anche qui c’è il camino, come in tutte le altre stanze, persino la mia, adibita a “prigione” e poi, c’è da per tutto la stessa fantasia con figure concentriche, con colori caldi, fin troppo vivaci, che si confondono con le altre centinaia di luci che percorrono i muri.
Una parete è completamente coperta da ripiani di libri e poi ci sono delle poltrone e divani di velluto rosso, dove ci sono alcune bambole, che sembrano godersi la calma atmosfera. Accanto ci sono dei tavoli circolari di un legno scuro e lucido, su di uno di essi, un vecchio grammofono fa inceppare la sua puntina fra i solchi del disco. Niente televisione, computer o telefono, solo una pacifica quiete che, tuttavia, mi fa sentire a disagio.
Le porte si chiudono alle mie spalle e resto lì, immobile, evitando di guardare il ragazzo seduto sul divano.
«Tsubaki, siediti.»
Faccio come dice, ma evito ancora di alzare lo sguardo su di lui, intanto, torna l’uomo di prima, che porta un vassoio con due bicchieri riempiti di vino.
Lui ne prende uno e ne beve solo un sorso. Continuo a sentire il suo sguardo su di me, ma non mi fa alcun effetto, vorrei solo non essere qui.
«In quattro giorni non hai detto una sola parola» si appoggia allo schienale «Obbedisci e non ti ribelli… ma visto che dovrai restare qui, dovresti provare a fartelo piacere?»
Stringo il vestito sulle dita e, finalmente lo guardo negli occhi del colore dell’erba, più chiari di quelli di Black Star.
«Nakatsukasa… non pensi di aver sprecato le tue doti lavorando per la Shibusen? Sfruttata e senza un adeguato trattamento per un’arma del tuo calibro.»
Le mie dita si stringono di più.
 
Black Star…
 
Sono di nuovo nella “mia” stanza, anche più grande dell’appartamento che condividevo con Black Star, ma non è la mia casa… sono solo un oggetto da collezione, nulla più…
Esco sul terrazzo ed il freddo mi aderisce alla pelle ma, incurante, guardo quella luna, la stessa luna che si vede da Death City.
Mi rifiuto di dormire in quell’ampio letto, preferisco questo freddo, mi appoggio alla ringhiera e mi arrendo al sonno, e forse, almeno in sogno, sarò con lui.
 

 
Black star

 
Ancora una volta, guardo quella spietata luna. Aspettami Tsubaki, sto venendo a salvarti!
«Muoviti Black Star!» Mi richiama Maka.
Sorrido. Il più grande sta per entrare in scena!


 
Non ho idea di come sia venuto, spero che vada almeno bene “Tsutsu”

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Capitolo 3
*** Ancora neve! ***


Ancora neve!

 

Black star

 
«Che palle! Qui nessuno potrà assistere alla mia esibizione!»
«Black Star… sarebbe meglio se non gridassi in montagna…»
«Che ci puoi fare la montagna trema davanti al grande Black Star!»
Eravamo alla ricerca di un kishin se non fosse che c’era nessun kishin laggiù, solo false voci e poi, gli alberi sono come esplosi e dal terreno si sono alzate colonne di neve.
Erano delle ragazze vestite da ninja, con delle parti del corpo trasformate in armi ed erano le più potenti che avessi mai visto.
I loro attacchi arrivavano da tutte le parti e alla fine ci hanno sopraffatto dopo averci stancato, proprio come fanno i predatori con le loro prede, per poi infliggere il colpo finale.
Mi hanno strappato Tsubaki dalle mani e, quando è tornata umana, l’hanno bloccata, colpendola più volte sebbene non avesse più la forza di far nulla.
«Tsubaki!»
Era una scena fin troppo crudele e non potevo fermarle, avevano bloccato anche me.
Una di loro mi colpì lo stomaco con un ginocchio, così forte che sputai sangue dalla bocca.
«Black Star…» la sua voce era appena un sussurro.
«Sta a guardare Nakatsuka!» le intimarono, mentre continuavano a tagliarmi la carne.
I miei occhi erano fissi nei suoi, così deboli e sofferenti. Stava piangendo.
 A legarci adesso era la sofferenza che provavamo ognuno dei confronti dell’altro.
«Basta!» gridò lei vedendo il mio corpo martoriato, io ero appena cosciente e cercavo con tutte le forze di rimanere sveglio, ma la sua voce, così supplichevole e tramante, mi stava uccidendo.
«Vi prego…» le sue guance erano attraversate da scie di lacrime, come fiumi in piena «…fermatevi!»
Continuò a sforzarsi di proseguire tra i singhiozzi. «Se lo lasciate stare… vi seguirò senza alcuna opposizione… ma vi prego… basta!»
No, Tsubaki!
Avrei voluto gridare, ma non mi usciva alcuna parola. Dopo avermi colpito un’ultima volta, le ragazze mi lasciano, abbandonandomi nella neve.
Stavo per chiudere gli occhi, quando sentì una carezza sul volto e qualcosa bagnarmi la guancia.
«Muoviti!»
Con la neve negli occhi, la guardai andare via e piano, scivolavo nel sonno.
 
Odio la neve!
 
«Black Star!»
Lascio che il mio sguardo si perda fra l’enorme di stesa di abeti bianchi, un’ultima volta, poi scendo giù con un balzo.
«Non hanno lasciato alcuna traccia, non abbiamo nulla da cui partire» disse Soul.
Maka era piuttosto pensierosa. «E allora cosa dovremo fare?»
Devo dire che pensare non è la cosa che mi riesce meglio, piuttosto, ho come una strana sensazione. Cos’è? È solo un’impressione… però mi sembra anche qualcosa di più. Sì, ne sono sicuro, è come quella volta… avevo previsto questo!
Tolgo le mani dalle tasche. «Stanno arrivando.»
«Cosa? Io non percepisco alcuna…»
Le chiome degli alberi esplodono con frastuono e suoni metallici e poi si alzano quelle colonne di neve… una… due… tre… dieci.
«Non vi ho detto una cosa.»
I meister si voltano verso di me.
«Loro sono interessate alle armi.»
«Come puoi essertene dimenticato?!» grida Soul.
«Non se ne fanno nulla di te… Questo è il motivo per cui ho accettato che venisse anche Kid.»
«No… no… P-Patty!»
«Tranquilla sorellona!»
Kid si mette in posizione «Beh, adesso siamo qui e non possiamo far altro che combattere!»
 

 
Spero sia venuto bene e che vi piaccia “Tsutsu”

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Capitolo 4
*** Ad un passo da te! ***


Ad un passo da te!

 

Black star

 
Questa volta, anche se mi si strapperanno i muscoli e la mia anima finirà nell’oblio, non mi fermerò! Aspettami Tsubaki!
 
«Aspetta… non è quel moccioso dell’altra volta?»
«Ah… di nuovo qui! Vuole proprio morire.»
Stringo i pugni, le riconosco, la prima era quella che bloccava Tsubaki sulla neve, l’altra è quella che mi aveva colpito prima di andarsene.
«Dov’è Tsubaki?»
Sul loro volto compare un sorriso.
«Adesso è una di noi.»
Non potrei crederci neanche vedendolo.
«Perché dovrebbe tornare con uno come te?»
«Il nostro padrone è buono, gentile e non ci fa mancare nulla!»
Il sangue mi ribolle nella testa. «Chiudete quella fogna, bastarde!»
Corro verso di loro, pronto a colpirle con l’onda della mia anima, ma riesco ad evitarmi, agili come gatti.
«Andiamo anche noi Soul.»
«Si!»
 
 
Tsubaki
 
«Un assassino non deve mai farmi notare, per nessun motivo!»
 
Sospiro. Sarebbe fantastico sentire le sue urla in uno dei suoi tentativi di spiarmi, mi sento più denudata  adesso che quando mi guarda.
Quest’acqua calda non riesce a lavare nulla, non è in alcun modo piacevole, mi sembrano le fiamme dell’inferno.
Non esiste cura in grado di guarire la mia anima ferita, non mi sento proprio in pace senza neanche sapere se sta bene o no. Non può essere.. morto… è impossibile, mi dico che è così.
Tremo al ricordo. I suoi capelli erano intrisi di sangue ed anche i suoi vestiti era così sporco e straziato che non sembrava neanche più un essere umano.
Il sangue aveva tinto la neve color cremisi e sembrava bramarne altra, così da avere anch’essa un colore, perdendo così tutta la sua purezza.
Avrei voluto che quel sangue fosse il mio, Black Star…
Ancora lacrime… l’unica reazione che ho avuto in tutti questi giorni.
«Nakatsukasa.»
 
Mi metto l’accappatoio, non mi danno il tempo di fare nient’altro così, inizio a salire le scale, fino ad arrivare nella stanza di quello che tutte chiamano padrone… si chiama Killian, un ragazzo sui vent’anni, gentile e pacato ma ossessionato dal potere.
Stessa sequenza di ogni giorno.
«Siediti Tsubaki.»
Mi siedo di fronte a lui, non mi piace la sensazione del velluto sulle gambe, mi fa venire i brividi.
 
 
Black Star
Se prima eravamo alla pari, adesso iniziamo a sentirci stanchi, proprio come hanno fatto quel giorno. Loro sono in tante, si alternano e sono sempre in forze, ma noi stiamo esaurendo le forze.
Però, a differenza di me, Kid è riuscito a tenersi stretto le sue pistole… lui è uno shinigami… io sono il Dio del disastro.
«Stanno usando la stessa tattica che hanno usato la prima volta…»
Kid annuisce «Stancarci per poi dare il colpo di grazia.»
«Patty!» ricomincia a lamentarsi Liz.
«Ma cosa possiamo fare?» chiede Soul.
«Batterli con l’astuzia» dice Maka.
«Elaborate un piano davanti al nemico?» commenta un’arma, che fin’ora era rimasta ad osservare la disperazione delle sue prede.
«Vai Kid!» dico infine.
Kid scompare tra gli alberi sul suo skate e, come era prevedibile, molte delle nemiche inseguono lui ma è fin troppo veloce per loro.
«E se ci prendono?!»
«Kihahah!»
«Puoi anche chiudere gli occhi Liz.»
 Noi restiamo a combattere con le rimanenti, ora sconfiggerle sarà fin troppo semplice.
Sono ad un passo da te, Tsubaki!

 
Vi sembra una cavolata? Non ne sono sicura… recensite in tanti! “Tsutsu”

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Capitolo 5
*** Sono qui per te! ***


Sono qui per te!

 
Tsubaki

 
È qui?! Black Star è qui!
«Eliminatelo!»
Le due armi si avviano verso la porta.
«No!» grido, alzandomi in piedi «Non lo fare…»
Mi guarda, rimanendo impassibile alla mia reazione.
«Accetterò qualunque cosa, ma non fargli del male… Ti scongiuro!»
 
 

Black Star
 

«Oooooh!»
«Che succede Kid?» domanda Liz.
«Ma non hai visto? Questa villa…» allo shinigami stanno praticamente luccicando gli occhi «…è… perfettamente simmetrica!»
Il luccichio nei suoi occhi svanisce subito dopo un frastuono.
«Yahoo! Andiamo!»
Kid è sconvolto, mentre Patty ride apertamente.
Liz sospira «Oh… ci risiamo!»
 
Ecco arrivare altre rompiscatole, restiamo in guardia.
«Black Star, tu devi andare avanti» dice Maka «Vai a salvarla!»
«Ve la caverete voi piccoli senza di me?»
«Penserò dopo a vendicarmi» continua Kid, pensando alla simmetria distrutta della villa «ma adesso, riporta indietro Tsubaki!»
Non me lo faccio ripetere e, senza neanche guardarli, entro nella villa.
I corridoi sono troppo intricati, è più facile buttare tutto giù!
«Yahoo! Tsubaki?!»
Apparendo dall’altra parte del muro, mi ritrovo di fronte a… decine di ragazze nude che fanno il bagno.
«Maniaco!»
«No, non è qui!»
Mi dileguo come se nulla fosse e continuo a correre per i corridoi, fermandomi subito dopo.
Ho concluso la mia ricerca, eccola qui, di fronte a me, la mia arma.
«Tsubaki!»
Sarà solo stanca o forse le hanno fatto del male, però sembra diversa.
«Muoviti, andiamo! Ti porto via da qui!»
Mentre io comincio a camminare, lei resta lì.
«No, Black Star!»
«Ma che stai dicendo Tsubaki?»
«È stata solo colpa tua se… se mi hanno rapita. Io… non voglio più essere la tua arma! Sei solo un idiota!»
Tsubaki… hai solo una vaga idea del dolore che mi stai causando? Non puoi davvero essere diventata una di loro.
«Ti odio.»
Insultami pure, me lo merito, ho lasciato che ti portassero via, ti ho abbandonata per tutto questo tempo, però…
«Io non ti lascerò mai qui! Vuoi capirlo! Dovessi anche trascinarti, ma ti riporterò con me alla Shibusen!»

 

Tsubaki


Ti prego Black Star, và via, sto a malapena trattenendo le lacrime…
 
“Diventerai la mia arma, ma, per essere sicuro che tu sia davvero dalla mia parte, sarai tu a mandar via… quello lì, ed io lo lascerò andare vivo!”
 
Killian arriva alle mie spalle, impassibile come sempre, ma ho paura che non mantenga la promessa.
Black Star è evidentemente irritato, ma non fa in tempo a dire nulla che da dietro arrivano altre armi. Non può affrontarle tutte da solo, non voglio che si ripeta quella scena terribile…
«Tsubaki!»
Chiudo gli occhi e mi trasformo.
 
“Se non funzionerà?”
“Interverrò io, in questo modo non gli passerà più per la testa di tornare ancora qui…. Tranquilla, non morirà!”
 
Scusami… Black star…
 
 

Fa schifo, vero? Scusate... spero che almeno la fine mi venga bene… “Tsutsu”

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Capitolo 6
*** Per sempre... ***


Per sempre…

 

Black Star

 
Tsubaki, ho promesso che ti avrei riportato indietro però, non so più cosa fare, quindi… taglia pure la mia carne con la tua lama, se è questo quello che vuoi.
Il ragazzo corre verso di me, pronto a colpire, ma io resto immobile.
Il sangue mi schizza il viso.
 
Tsubaki… sapevo che non mi odiavi, era impossibile, non potevo crederci!
 
«Padrone!» esclamano le ragazze alle mie spalle.
Lei ha un’espressione afflitta e dispiaciuta. Chiude gli occhi mentre la catena torna ad essere la sua lunga coda ed il corpo del ragazzo cade a terra, ma ancora vivo.
Le tremano le mani, sporche di sangue e sulle guance le scorrono le lacrime.
«Perdonami Black Star.»
Le sorrido a labbra strette. «Ti ho ripetuto migliaia di volte di smetterla con questi “grazie” e “scusami”!»
«Adesso ho anche messo a rischio la tua vita… Cosa facciamo?»
«Non fare la pessimista, lascia fare a me! E poi… te lo dirò, se ne usciamo vivi!»
Si trasforma in arma, ora mi sento di nuovo io impugnandola, la proteggerò ad ogni costo!
Non ho avuto occhi che per lei e non mi ero accorto che siamo completamente circondati.
«Tsubaki!»
«Ok!»
Dell’ombre aprono un varco fra la schiera e riusciamo a passare.
«Yahoo! L’avresti voluta come arma, idiota!»
La nostra unica possibilità è scappare, non mi raggiungeranno mai, sono troppo grande!
Beh, alla fine, in qualche modo ne siamo usciti… soprattutto per l’intervento della Shibusen… ma io sono stato molto più big di loro!
 

Epilogo

 
Mi risveglio. Sono di nuovo nella mia stanza… nella nostra stanza. Scatto giù dal letto e vado accanto all’altro, voglio assicurarmi che lei ci sia davvero e che non sia stato tutto un sogno.
Tolgo anche le coperte ma di Tsubaki non c’è traccia.
Corro di là e, finalmente, i miei occhi la vedono, indaffarata a mettere in ordine… come mi era mancata questa vista.
«Tsubaki.»
Mi sorride. «Buongiorno Black Star. Ti ho preparato la colazione.»
Che stupida, sempre a prendersi cura di me!
«Ah Black St…»
Non le lascio il tempo di parlare e la abbraccio il più forte possibile. Non potevo aspettare ancora, devo dirglielo ora. Il pensiero che potrebbero portarmela via di nuovo, fa troppo male.
«Tsubaki, io…»
«mhmp!»
Allento la stretta e lei prende un respiro profondo. Sono un disastro,voglio proteggerla e per poco non la soffoco.
Mi sta guardando… accidenti! Scommetto che sono tutto rosso in viso.
Non riesco a dire più nulla… mi sta ancora guardando!
Acc… il fiume di pensieri si interrompe appena sento le sue labbra aderire alle mie.
Dura non più di qualche secondo ma ho ancora la sensazione di quel tocco delicato sulle labbra e vorrei sentirla sempre. Ancora!
Le prendo il viso tra le mani e la bacio di nuovo. La voglio, la voglio mia!
«Tsubaki… ti amo!»
Mi guarda e mi sorride, con quel suo modo così innocente ed angelico, come solo lei sa fare…
 
 

Allora, com’è? Una schifezza? Spero comunque di no… dopo averci lavorato tutto il giorno “Tsutsu”

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