Hurricane Jasper

di DeAnna
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** CAPITOLO 1 ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO 2 ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO 3 ***
Capitolo 4: *** CAPITOLO 4 ***
Capitolo 5: *** CAPITOLO 5 ***
Capitolo 6: *** CAPITOLO 6 ***
Capitolo 7: *** CAPITOLO 7 ***
Capitolo 8: *** CAPITOLO 8 ***
Capitolo 9: *** CAPITOLO 9 ***
Capitolo 10: *** CAPITOLO 10 ***
Capitolo 11: *** CAPITOLO 11 ***
Capitolo 12: *** CAPITOLO 12 ***
Capitolo 13: *** CAPITOLO 13 ***
Capitolo 14: *** CAPITOLO 14 ***
Capitolo 15: *** CAPITOLO 15 ***
Capitolo 16: *** CAPITOLO 16 ***
Capitolo 17: *** CAPITOLO 17 ***
Capitolo 18: *** CAPITOLO 18 ***
Capitolo 19: *** CAPITOLO 19 ***
Capitolo 20: *** CAPITOLO 20 ***
Capitolo 21: *** CAPITOLO 21 ***
Capitolo 22: *** CAPITOLO 22 ***
Capitolo 23: *** CAPITOLO 23 ***
Capitolo 24: *** CAPITOLO 24 ***
Capitolo 25: *** CAPITOLO 25 + EPILOGO ***



Capitolo 1
*** CAPITOLO 1 ***




1° CAPITOLO


Jasper diede un'occhiata guardinga alle proprie spalle e tirò su la zip del giubbotto fino al naso ; si muoveva come un ladro, in punta di piedi, per uscire di casa senza incontrare nessuno.

Scosse la testa , rabbrividendo leggermente e sorridendo mentre saliva sulla moto che adorava, infilando velocemente il casco , prima di correre il più veloce possibibile da lei.






Jasper, tesoro! - squittì Maria, non appena aprì la porta del suo appartamento – ti ho aspettato tanto, credevo non venissi più”


Maria Sanchez, 20 anni , occhi scuri grandi e languidi, un broncio bamboleggiante che le aleggiava pressochè sempre sul viso ed un corpo minuto con curve mozzafiato aveva sempre avuto il potere di rigirarsi gli uomini intorno al mignolo e Jasper Cullen non aveva certo fatto eccezione.


Si era incapricciata immediatamente di lui, quando l'aveva incrociato, per caso, in un caffè.


L'aveva osservato sorseggiare un caffè mentre leggeva e aveva deciso che il suo aspetto da bravo bambino le piaceva; le piacevano quegli occhi azzurri ed enigmatici, gli scomposti riccioli color miele, il viso dai lineamenti classici, regolari ….


Certo, l'altezza l'aveva ingannata, ma anche dopo aver scoperto che aveva 16 anni non aveva smesso di volerlo.


Non aveva mai saputo cosa fosse uno scrupolo di coscienza!


Jasper sorrise, maliziosamente, e la baciò prima di rispondere “ Adesso sono qui”, poi la prese in braccio e la portò a letto.


Fare l'Amore con Maria era un'esperienza inebriante, ogni volta l'emozione era più forte della precedente, era come se il mondo si fermasse ed esistessero solo loro , 2 corpi giovani e desiderosi di possedersi. Tra baci, graffi e morsi, frenesia e passione, dolcezza e istinto si amavano ogni volta come fosse l'ultima.


Mhmhmhhm..... comincio a pensare che mi abbia mentito – mugolò Maria, la testa posata sul petto di Jasper, i capelli sparsi come un'aureola che risaltavano, scuri sul suo petto chiaro - non riesco a credere che fino ad 1 mese fa tu non avessi mai fatto l'amore! É incredibile , tesoro, che mi faccia provare sensazioni che nessuno mi ha mai dato!”


Un'ombra passò sul viso del ragazzo e la sua espressione si fece cupa e seria.

Non gli piaceva ricordare che Maria aveva avuto altri amanti prima di lui. Certamente sapeva che non era vergine, ma non voleva pensarci.


Dobbiamo proprio parlarne?” le chiese , astioso.


No che non dobbiamo, scusa, caro! Il mio voleva solo essere un complimento!” rispose lei, zuccherosa.


Jasper le sorrise di rimando; anche volendo non sarebbe riuscito ad arrabbiarsi.


Pensò a come la sua vita era cambiata, grazie a lei.


Figlia unica di un padre immensamente ricco che la adorava e assecondava ogni suo desiderio e/o capriccio Maria Sanchez aveva 4 anni in più di lui ed era bellissima: tutte cose che, a scuola, l'aveva trasformato in un semidio nel momento stesso in cui la cosa era trapelata.


Gli erano state rivolte le domande più assurde ed aveva sentito storie incredibili su loro !



Maria era semplicente perfetta: felice di stare con lui, di presentargli i suoi amici del college...( Aveva anche invitato Emmett ed Edward ad unirsi a loro qualche volta! )



<<Si -pensò Jasper – guardando la ragazza bruna accanto a lui – la mia vita è decisamente perfetta!>>

















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Capitolo 2
*** CAPITOLO 2 ***


Ecco il 2° capitolo della fic, si , lo ammetto , è "un po' forte", infatti ho cambiato il rating.

Spero che vi piaccia.

Grazie a chi legge e a EDVIGE 86 per la , davvero graditissima, recensione.

Fatemi sapere che ne pensate, ok?

Grazie

CAPITOLO 2



Jasper guarda!” gli disse Maria , mostrandogli un giornale di gossip.



Lui lo prese e lesse velocemente l'articolo. Vanessa Monroe annunciava il suo imminente matrimonio e si diceva eccitatissima per l'arrivo del suo bambino e per l'idea di essere madre.

Jasper deglutì nervosamente. Sapeva ovviamente che l'ex modella, nonché attrice mediocre, nota soprattutto per la partecipazione ad un reality di dubbio gusto, nonché a qualche trasmissione di bassa qualità, prima di diventare Monroe era stata Vanessa Smith Sanchez, la madre di Maria.



Tesoro....io....mi dispiace moltissimo “ mormorò, gettando a terra il giornalaccio e avvicinandosi a lei.



Non ti avvicinare...” sibilò Maria e lui vide un lampo di follia nei suoi occhi che gli fece venire i brividi lungo la schiena e cominciò a gettare all'aria l'appartamento.

Jasper si avvicinò cercando di calmarla, ma lei gli lanciò addosso un enorme vaso



Per fortuna aveva buoni riflessi!



Era una scena terrificante!



Jasper pensò per un momento di andar via , lasciando che sfogasse tutta quella rabbia; stentava a riconoscere in quell'indemoniata l'angelo che, in un mese, gli aveva cambiato completamente vita, ma non riuscì a farlo.

I suoi genitori non gli avevano insegnato a temere le donne , ma a proteggerle e rispettarle* ed era innamorato di Maria.



Per favore tesoro calmati...” le disse , dolcemente, tendendo le mani verso di lei.



Era sempre stato un ragazzo carismatico, le persone si fidavano di lui , pareva sapesse istintivamente come prenderle.

Maria si voltò e lo fissò come se stesse mettendo di nuovo a fuoco dopo essere stata al buio per un lungo tempo, quindi si sedette sul pavimento ed iniziò a piangere.

Jasper si avvicinò lentamente e la circondò con le braccia , stringendola a sé.



Non lasciarmi – gli disse, aggrappandosi alla sua camicia , le parole miste ai singhiozzi convulsi – per favore! Non lasciarmi come fanno tutti gli altri! Morirò se mi lasci anche tu! Ho bisogno di te, ti prego, non lasciarmiiiii.....”



Come avrebbe potuto lasciarla? Si sentiva indispensabile, un vero uomo che protegge la sua donna!

Shshsh.... silenzio, non piangere più ora, ci sono io con te” mormorò dolcemente , il viso immerso nei capelli scuri e profumati di lei.



Maria rimase immobile per qualche secondo, poi si alzò e sparì in bagno per tornare , poco dopo, con indosso solo la biancheria ed in mano un piccolo coltello.



Jasper sgranò gli occhi terrorizzato e benché l'istinto gli dicesse che era in pericolo , che quell'angelo faceva sul serio* con quel coltello rimase immobile.



Maria si fermò davanti a lui e lo osservò con un ghigno infernale dipinto sul viso, prima di calare la lama sul proprio braccio e tagliarsi .

Jasper osservò le minuscole gocce di sangue che uscivano dalla ferita, come piccole perle scarlatte sulla pelle bruna della ragazza , con un misto di orrore e curiosità.

Sentì la nausea serrargli lo stomaco, ma non riuscì a muoversi.

Maria che fai? - le chiese – Smetti immediatamente! “

Non ti piace? Eppure ti assicuro che non è male.... Me l'ha insegnato un amico, a New York, qualche tempo fa...” rispose lei, la voce impastata, come se avesse bevuto, o peggio...... e si apprestò a farlo di nuovo...



Per favore smetti!” le chiese di nuovo lui.



Hai paura? Non ti faccio nulla tranquillo.... Anche se penso che dovresti provare …. O forse hai paura? Uh uh uh... Dimmi Jasper, hai paura che mamma e papà non approverebbero ? E chissà cosa penserebbero i tuoi fratelli se scoprissero che il loro fratellino non è poi così perfetto come credono..... Perché siamo onesti , tesoro, tu sei mio, noi ci apparteniamo e tu lo sai.... Tu sei come me , noi non siamo come tutti....”

La voce di Maria gli ronzava nelle orecchie come una cantilena così Jasper non si accorse nemmeno che lei era accanto a lui e gli accarezzava il braccio col coltello, la lama fredda sulla pelle calda....

Cercò di spingerla via, ma lei era abbastanza forte.



Fidati di me , baby, ti prometto che ti piacerà...La tua Maria è qui...” gli sussurrò con voce disgustosamente dolce mentre calava la lama su di lui.



Forse per il dolore o per la vista del sangue, ma Jasper strappò il coltello di mano e lo lanciò lontano, dall'altro lato della stanza.



Era in preda ad una miriade di emozioni.



Non farlo mai più! - sibilò – non voglio vederti fare queste cose mai più! “



Maria sorrise, beffardamente e non rispose. Si chinò su d lui e prese a leccare le piccole gocce di sangue dal suo braccio.



Fecero sesso lì, sul pavimento, tra le rovine dell'appartamento ed i cocci di ciò che lei aveva rotto, senza curarsi delle ferite che aveva procurato loro.



Jasper non poteva saperlo ma quello fu solo il primo passo.



Quando i tagli diventarono monotoni Maria gli insegnò nuovi trucchi. Droga. E lui la seguì come un agnello al macello.


Era in trappola.

Forse lei era davvero il diavolo. Quando l'avevo baciato quella prima volta nella sua macchina, aveva ,involontariamente ed inconsciamente, venduto la sua anima al demonio in cambio di una possibilità di salvare la ragazza vulnerabile e persa ho pensato che aveva visto in Maria?

Perché non riusciva, non poteva lasciarla?

Perché ....

L'amava.


E come qualsiasi ragazzo che conosca l'amore per la prima volta era convinto di poter affrontare il mondo intero per redimerla.


* da Eclipse.

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Capitolo 3
*** CAPITOLO 3 ***


Salveeee!!! Eccomi  col 3° capitolo!
Che dite vado avanti?
Vorrei sapere che ne pensate....   :p
Grazie a chi ha letto i precedenti 2 e a Edvige 86  per la recensione.


CAPITOLO 3



Successe tutto improvvisamente.



Era una sera come tante.

Esme era in cucina, intenta ad apparecchiare la tavola per la cena quando sentì l'auto di Carlisle nel viale d'ingresso. Sorrise fra sé , felice che fosse riuscito a tornare in tempo per mangiare e trascorrere un po' di tempo in famiglia.



Buonasera “

Non appena entrò lo salutò con un bacio .



L'amore che li univa non era mai venuto meno, anzi , con gli anni era cresciuto e si era rafforzato, la complicità che c'era fra loro era tale che si capivano con uno sguardo, quindi le bastò un attimo per riconoscere l'espressione ansiosa sul viso di Carlisle, per capire che c'era qualcosa non andava ed il sorriso le morì sulle labbra.



Sei preoccupato”

Un'affermazione, non una domanda.



Carlisle posò la borsa .

Sapeva che non c'era un buon modo per dire ciò che stava per dire, ma sapeva anche che doveva farlo.



Dove sono i ragazzi?” le chiese, prima.



Emmett in salotto, incollato alla TV; Edward è passato di qui, poco fa, era al telefono...e Jasper è nella sua stanza - rispose lei, quindi aggiunse – ed ora mi dici cosa c'è che non va?”







La risposta non le piacque affatto.







Carlisle bussò alla porta della camera di suo figlio.



Jasper devo parlarti”



Entra”



Jasper era sul letto con un libro fra le mani.



I libri erano sempre stati la sua passione, da quando a 5 anni aveva imparato a leggere, non ne aveva mai fatto a meno.

<< Benedetti siano i libri! >> avevano pensato Carlisle ed Esme durante i giorni in cui le malattie infantili, l'influenza o qualsiasi altro motivo avevano costretto a letto il loro vivace figlio più giovane.



Ho ricevuto una telefonata dal tuo consulente scolastico – gli disse , senza girare intorno al problema – e non era per niente contento di te”



Mr. Marchinson l'aveva chiamato al lavoro, quella mattina per esprimergli le proprie preoccupazioni riguardo i voti di Jasper ed il suo rendimento scolastico e, soprattutto,le perplessità riguardo il comportamento del ragazzo ed il suo atteggiamento in generale.

Carlisle l'aveva ascoltato, incredulo, perché stentava credere a ciò che sentiva, gli sembrava che quelle parole non potessero adattarsi al suo serio,diligente studioso e tranquillo figliolo.



Jasper si agitò nervosamente. Sapeva che i propri voti avevano subito un brusco calo negli ultimi tempi, ma era convinto di riuscire a recuperare prima che la cosa diventasse un problema.



Sei sempre stato un ottimo studente. Come mai questo cambiamento?” gli chiese suo padre.



Oh Signore , fa che mi venga in mente una storiella credibile! pregò mentalmente il ragazzo.

Sapeva che suo padre non avrebbe capito anche se lui gli avesse spiegato.....



Cercando di guadagnare tempo ,inavvertitamente,si passò una mano fra i capelli....




"Jasper ... cosa ... cosa ti è successo?" domandò Carlisle ,l'orrore e la tristezza nella sua voce e lo sguardo fisso sul braccio del figlio, gli occhi spalancati per lo shock.


Jasper tentò di ritrarre il braccio, ma suo padre non mollava la presa. Sollevò la manica e osservò, impressionato, le cicatrici , alcune ancora fresche....



Il suo tono, mentre proferiva parlava, il modo in cui lo guardava, con gli occhi pieni di dolore, erano tali da spezzare il cuore di Jasper.


Mi....mi spiace....” fu tutto quello che riuscì a borbottare......

"Aspetta ... Chi ti ha fatto questo?" domandò Carlisle, rabbiosamente.


Jasper era talmente sorpreso per essere stato scoperto e scioccato per la reazione di suo padre che non riuscire a rispondere.
Da quando era arrivato a casa Cullen non aveva mai visto suo padre così infuriato come quella sera.


La consapevolezza passò come un lampo negli occhi di Carlisle.


“Tu non uscirai da questa stanza fino a quando non ti avvertirò io ! - ordinò - E giuro che se quella..... quella
ragazza.... ti si avvicina di nuovo , che Dio mi aiuti, la farò rinchiudere in carcere per il resto della sua vita! Sono stato chiaro? “



"Papà ... per favore ... per favore no ... no ... non succederà più ... per favore


L'appello di Jasper cadde nel vuoto e il pensiero che non avrebbe potuto rivedere Maria mai più lo faceva impazzire.


Era furibondo con suo padre per quello che aveva intenzione di fare.


Jasper come fai a non capire che lei è malata! Ha dei gravi problemi che deve affrontare e risolvere! Ed io non le permetterò di trascinare nel baratro anche te!” dichiarò Carlisle con decisione, nonostante la tristezza fosse dipinta chiaramente sul suo viso.


Come fai tu a non capire?! - rispose furiosamente Jasper – io la amo e lei ha bisogno di me!!! Non posso abbandonarla !!!”


Carlisle scosse la testa, affranto.

Non aveva mai litigato in quel modo con suo figlio, ma avrebbe continuato a farlo se fosse servito a salvarlo.

Deglutì nervosamente e poi ripeté:

Non voglio assolutamente che esca di qui senza un mio preciso ordine” , prima di lasciare la stanza.










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Capitolo 4
*** CAPITOLO 4 ***


CAPITOLO 4


Secondo il personalissimo parere di Jasper, i suoi genitori lo avevano gettato dritto dritto all'inferno in pochi giorni.


Giorni che passò quasi interamente da solo, nella propria camera, senza sapere che anche nel resto della casa, e della famiglia, si viveva l'inferno.





Carlisle ed Esme non dormivano più, trascorrendo le notti a rigirarsi nel letto o a parlare , sommessamente, fra loro.


Dove abbiamo sbagliato?”

La voce di Carlisle rotta dall'ansia e dal rimorso.


Avremmo dovuto accorgerci che qualcosa non andava. Come abbiamo potuto essere così ciechi? É nostro figlio e abbiamo rischiato di perderlo! “ rispondeva Esme , stretta a lui , piangendo sommessamente.





Smettetela! Smettetela ! State zitti “ avrebbe voluto urlare Jasper quando li sentiva sussurrare sottovoce, dalla sua camera, che non era lontana dalla loro.

Mai, quando stava con Maria, nemmeno quando si tagliavano, aveva sofferto tanto come in quel momento, quando le stava lontano.




Anche Edward ed Emmett erano preoccupati,per i loro genitori, certo, ma specialmente per il loro fratellino.

A che diavolo stava pensando? Cosa voleva dimostrare comportandosi in quel modo ? Dove voleva arrivare?

Non riuscivano a capire cosa avesse spinto Jasper a fare del male a sé stesso in quel modo.


Erano sempre stati molto uniti, amici oltre che fratelli.


Il fatto di essere stati adottati, tutti e 3, aveva creato un legame speciale fra di loro.


Il primo ad arrivare a casa Cullen era stato Edward : un fagottino con un ciuffo di capelli ramati sulla testa,appena nato da una madre che, disgraziatamente, era morta per aver rifiutato le cure che le avrebbero impedito di portare a termine la gravidanza.


Poi era stata la volta di Emmett : un frugoletto di nemmeno 2 anni con i riccioli neri, le fossette e le guanciotte rosse come mele che gli avevano fruttato il soprannome di Apple-Emm .

I suoi genitori erano morti in uno spaventoso incidente da cui il bambino era uscito miracolosamente illeso, ma solo al mondo.


Ed infine, quando Edward ed Emmett avevano rispettivamente 3 e 4 anni, Carlisle ed Esme avevano adottato Jasper.


Due anni , ricci color miele e immensi occhi azzurri , veniva dal sud , da un paese costantemente in lotta per la libertà. Sua madre era morta quando lui era un lattante e suo padre, un giovane sodato si era preso cura del bambino fino a quando, anche lui, non era morto per i propri ideali.


E la famiglia era stata davvero completa.



Eward pensava che , si, in verità, Jasper era stato un po' defilato nelle ultime settimane, lontano, più introverso del solito e lo aveva anche beccato a fumare uno spinello qualche volta, ma non gli era sembrato il caso di allarmarsi: tutti i liceali lo facevano!

Non gli era mai passato per la testa che si spingesse oltre!

Dopo tutto ciascuno passava attraverso le proprie esperienze e sperimentazioni......


Aveva anche provato a chiedergli qualcosa , la settimana prima, ma 4 parole di replica << Non sono affari tuoi! >> lo avevano spinto a rinunciare.

Sapeva che con Jasper era meglio non insistere.


Grazie ad Emmett aveva imparato una preziosa lezione, solo qualche settimana prima, sul suo fratellino.


Dopo una litigata piuttosto accesa ( a seguito delle insistenti domande di Emmett sul persistente malumore di Jazz) in casa si era scatenata una vera e propria guerra fredda fra i due ragazzi.


Jasper in quei giorni sembrava veramente intenzionato a far sì che tutto e tutti stessero male come lui!

Edward aveva sempre pensato che suo fratello avesse un modo di manipolare i sentimenti che sembrava quasi un potere speciale!
Certo in realtà non c'era alcun potere, ma....


La mamma aveva ottenuto più successo di Emm , probabilmente grazie ai suoi occhi dolci o alle maniere suadenti, ed era riuscita a sapere che c'era qualche problema in Paradiso.

Anche lei, però, aveva pensato che fossero solo battibecchi fra adolescenti.

Non era contenta che il suo figlio minore frequentasse una ragazza del College che aveva ben 4 anni più di lui, ma aveva deciso di non intromettersi , conscia del fatto che i ragazzi,

fin troppo spesso sono spinti a fare esattamente ciò che viene proibito loro.


Avremmo dovuto fare più attenzione! ....” cominciò Emm, una sera mentre lui e Edward erano seduti sul divano, alla TV un film su cui nessuno dei 2 riusciva a concentrarsi....


“Oh, andiamo, li hai visti, no!? Erano così felici! Jasper stava bene con lei. Ammettilo : quella ragazza è uno schianto!” rispose Edward, con un involontario sorriso in volto.


Era vero: Jasper e Maria sembravano una coppia perfetta: in poche settimane la loro storia era diventata seria ed esclusiva e loro sembravano aver continuamente bisogno l'una dell'altro.

Poi, nelle ultime due settimane, le cose sembravano essere cambiate.

Jasper appariva agitato, distante, irritante....


Emmett scosse la testa.


Pensava che lui stesso era sopravvissuto a parecchie storie finite male prima di conoscere la Rose e persino Edward, fantasioso, ipersensibile e introverso era uscito indenne dai primi fallimenti amorosi fino a quando non aveva incontrato Bella Swan.....

Non pensava che Jasper si sarebbe cacciato in guai così grossi.

Ma forse avrebbero dovuto aspettarselo: era sempre stato il più bravo a dissimulare, a nascondere i propri sentimenti, le proprie sensazioni....


Piccolo bugiardo!


Prima che potesse rispondere squillò il telefono.


Rispose Edward che guardò il fratello maggiore con un'espressione interrogativa mentre sillabava, silenziosamente: M A R I A.


Emmett fece cenno di no , con la testa.

Non se ne parla proprio!” borbottò fulminandolo con lo sguardo.


No Emm . Non abbiamo il diritto di negargli le telefonate!” ribatté Edward, sottovoce, coprendo con la mano il microfono del telefono.


Non deve incontrarla!”


È al telefono, non si stanno incontrando!”


Papà ti ucciderà, quando lo scoprirà! E io sarò felice di aiutarlo!”


Non lo scoprirà se starai zitto! Andiamo Emm, hai visto com'è ridotto Jasper. Io non ne posso più di vederlo così....” disse, prima di avviarsi verso le scale.



Jasper stentò a credere alle proprie orecchie quando Edward , piombato nella sua stanza senza bussare, gli aveva passato il telefono dicendogli solo “MARIA” prima di uscire, velocemente com'era entrato.


Maria....” mormorò incredulo

Cosa hai fatto!? - rispose lei, brutalmente - Non sei riuscito a resistere e sei andato a piangere da mamma e papà?! Sei esattamente come tutti gli altri mi fai schifo!!!”

Io...non....non sai quello che dici Maria! Come puoi pensare che io...che io ….”

Smetti di piagnucolare! Sei solo un moccioso! Non posso credere di aver perso del tempo con te!”

Noi ci amiamo...”

Oh no no caro! Io pensavo che tu fossi diverso, che fossi speciale, ma sei solo un bamboccio viziato! Non voglio più vederti né sentirti! Ho chiamato solo per dirti che puoi tranquillizzare il tuo caro paparino. Me ne vado da questo buco. Torno a New York, lontano da questa topaia e dagli stupidi che ci abitano!”



Maria non gli diede nemmeno il tempo di ribattere.


Jasper deglutì e fissò il telefono lasciando che i pensieri vagassero liberi nella sua testa.


C'erano tanto astio e cattiveria nella voce della ragazza.

Percepiva chiaramente l'odio nelle sue parole.

Ma lui l'amava, le era rimasto accanto quando nessuno lo faceva perchè dietro l'aspetto di ragazza bruciata vedeva l'angelo che avrebbe potuto essere, che forse era stata.....

Aveva fatto qualsiasi cosa lei gli avesse chiesto, persino fare del male a se stesso.....


Guardò con orrore le cicatrici appena visibili sulle braccia ed improvvisamente capì.

<<Per lei sono stato solo un passatempo, un giocattolo..... Non le è mai importato veramente di me....”



E la diga ruppe gli argini.

Buongiorno!  Che ne pensate del 4° cap?
Spero che mi farete sapere. Grazie a chi legge e, in particolare a chi ha recensito (Edvige 86 e Prudence 78) . 

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Capitolo 5
*** CAPITOLO 5 ***


Salve !!!
Eccomi col 5° cap; non vi ho fatto aspettare troppo vero?
Grazie, carissime Evdige 86 e Prudence_78 che recensite la mia storia e cari lettori che la seguite.
Che ne dite di quest'ultima parte?



CAPITOLO 5



Da tre giorni Jasper non proferiva parola.



Carlisle ed Esme erano in salotto.


Jasper pallidissimo e con l'espressione sconvolta aveva raccontato tutto: dalla telefonata appena ricevuta alla prima volta che Maria si era tagliata davanti a lui


<> aveva detto, senza alcuna inflessione nella voce....

Carlisle aveva sentito la mano di Esme stringere spasmodicamente la sua, ma nessuno dei due aveva perso la calma, almeno apparentemente.

“ Forse ha ragione lei. Forse mi ha fatto questo perchè sono come lei, sono sbagliato.....”

"Jasper no! - lo interruppe Carlisle – tu sei un bravo ragazzo. Tutto questo non è colpa tua..... a volte .. le cose brutte accadono alle persone buone, ma non vuol dire te lo meriti!"


Io l'amavo....credevo che avesse bisogno di me.... credevo di poterla salvare....”


Oh tesoro! Quella ragazza ha dei problemi molto seri....tu ne sei stato risucchiato....” aveva mormorato Esme, accarezzando dolcemente i riccioli biondi del figlio.



Jasper non aveva risposto e da quel momento aveva smesso di parlare e si era chiuso in un mutismo catatonico.







Edward sollevò improvvisamente lo sguardo dal libro di algebra , lo chiuse bruscamente e lasciò la propria stanza a seguito del fratello maggiore.

Entrò in camera di Jasper senza nemmeno bussare.


Era arrabbiato con lui,si sentiva furibondo.


Arrghh! Si, era suo fratello, ok, e avrebbe dovuto essere tollerante e comprensivo,ma..... non riusciva a credere che avesse fatto quelle cose!

Era di Jazz che parlavano! Lui non era uno stupido!
Era il cervellone di famiglia! Come aveva potuto permettere che qualcuno gli facesse quelle cose!

Edward sentì un brivido lungo tutta la spina dorsale immaginando le cicatrici sul suo corpo....

Come aveva potuto essere così stupido?


Osservò Jasper con attenzione.


Non era alto e robusto come Emmett, anzi, era snello e con un aspetto quasi delicato, ( impressione decisamente acuita anche dai folti ricci color grano e dai grandi occhi azzurri), ma aveva un'incredibile forza interiore!


<< Cavoli -pensò ancora Edward – dovrei conoscerlo bene: siamo cresciuti insieme! >>


In tutti quegli anni non c'era stata una sola volta in cui la lingua tagliente di Jasper e la sua brillante intelligenza l'avessero fatto uscire sconfitto da una discussione!

Jazz era in grado di ridurre a tappeto un uomo più grosso e più vecchio di lui solo con i suoi brillanti ragionamenti, ma in quei due mesi sembrava che Maria gli avesse strappato ogni corazza lasciandolo ferito e vulnerabile.


Jasper parve non accorgersi nemmeno della presenza dei fratello nella sua stanza, fino a quando non si spostò lentamente all'indietro contro la testata del letto e tirò le gambe fino al petto, lasciandogli spazio sul letto (come se ci volesse spazio in un letto matrimoniale! )


Edward si sedette e lo guardò per un secondo.


Non potè fare a meno di notare i suoi occhi cerchiati di rosso. Aveva pianto.


Dannazione, sembrava davvero impotente!


"Come hai potuto farlo Jazz? - gli chiese , senza tergiversare – pensavo ti fidassi abbastanza di Emm e me per sapere che ti avremmo aiutato. Siamo fratelli!”


Se ve lo avessi detto avreste fatto di tutto per impedirmi di vederla" mormorò Jasper sottovoce.


“Bhè, si! Vedi le cicatrici sul tuo corpo? - ribattè Edward , spostando lo sguardo alle sue braccia. Era ancora arrabbiato ed aveva parlato con tono irato,ma si pentì immediatamente e fece un piccolo passo indietro - "Mi dispiace .. Non volevo alzare la voce .. io sono solo …. perchè non ce l'hai detto Jazz? Cosa è successo?" chiese

"Non è una storia facile da raccontare, no? E 'complicato .. Tutto quello che posso dire è che io non posso e non voglio lasciarla .. e non lo farò. Non posso aspettarmi che qualcuno di voi lo capisca, ma non è solo un gioco .. So che la pensate come papà .. che lei è sadica o qualcosa del genere .. Ma non la conoscete come la conosco io, ok? Non sapete cosa l'ha spinta a ….a ….comportarsi così …...a fare quello che ha fatto.... quello che
abbiamo fatto..... "

" Ma sei pazzo! ? ! ? "

"Per favore, non dirlo a papà ... giuro, non succederà nulla ..." borbottò, senza guardarmi, agitandosi in modo irrequieto.


Gli occhi di Edward, socchiusi , lo fissarono intensamente per qualche secondo, senza parlare.

"Papà è ancora arrabbiato?" Chiese Jasper , sottovoce; il senso di colpa dipinto chiaramente in viso.


“Mamma l'ha spedito nel suo ufficio perché si calmi ed Emmett la sta placcando, sperando di distrarla un po'.... ”


Edward si strinse nelle spalle.
"Ehi ... qualunque decisione prenda papà spero che tu capisca che lo sta facendo solo per il tuo bene. Può essere furioso, ora, ma ti vuole bene.....Tutti..... tutti noi.... lo facciamo. .. "

Jasper sospirò, stancamente e chiuse gli occhi, appoggiandosi di nuovo alla testata del letto, il viso rivolto al soffitto, come se meditasse su ciò che gli era stato detto.

“Devi aiutarmi a convincere papà Ed. Devo vederla di nuovo” ripeté, improvvisamente.


Che si fosse bevuto il cervello???


Edward lo guardò allibito, combattuto fra il desiderio di prenderlo a schiaffi e la voglia di recuperare la loro antica complicità.

"Vuoi vederla ancora? Anche dopo quello che ti ha fatto? Quella ti ha fatto del male, ti ha tagliato , lo capisci:
TAGLIATO e tu vuoi che io convinca papà a cambiare idea?! Ti ha dato di volta il cervello????"

Jasper si avventò su Edward, stringendogli convulsamente il colletto della camicia.


Non sai di cosa parli! Tu non hai idea di come sia fatta! Non la consci! Non sai quali siano i suoi problemi! E, per la cronaca, non è stata lei a farmelo, me lo sono fatto da solo! Sapevo cosa stavo facendo , anche se vi ostinate a credere che io mi sia comportato solo un ragazzino stupido!” sibilò, il viso a pochi centimetri dal suo.

E altrettanto velocemente come era apparsa, la rabbia scomparve e fu sostituita da un'altra emozione. Vergogna.

Edward era sbalordito, scioccato. Il proposito di parlare con calma che aveva quando era entrato nella camera del fratello era completamente scomparso. Ora c'era solo rabbia.


Si divincolò dalla presa.


"Beh ... sai una cosa Jazz? - rispose con durezza – non so cosa ti abbia fatto , né, francamente, m'interessa sapere come ci sia riuscita, ma è chiaro che sei fuori di te.

E sai una cosa? Preferisco che mi odi per tutta la vita piuttosto che convincere papà a cambiare idea. Io spero con tutto il cuore che quella stronza vada il più lontano possibile da te perché credimi se solo provasse ad avvicinarsi sarei capace di strozzarla con le mie mani e senza alcun rimorso."


Non capisci....non vuoi capire” mormorò Jasper, scuotendo la testa, con disappunto.


Edward lo guardò incredulo, cercando di ritrovare in quell'estraneo rabbioso e demoralizzato il fratello allegro, intelligente, calmo, deciso e forte con cui era cresciuto.


Non lo riconosceva più.

Uscì, prima che Jasper potesse pronunciare un'altra parola, chiudendo la porta dietro sé.



Carlisle era serio quando aveva dichiarato che Maria non avrebbe dovuto più mettesi in contatto con Jasper.

Aveva depositato un ordine restrittivo, parlato con Mr. Murchinson e minacciato Maria di accusarla di stupro se avesse tentato di avvicinarsi ancora a suo figlio.



Nonostante le lacrime e le scene isteriche di Jasper aveva ribadito che lui , per primo, non dovesse nulla per incontrare la ragazza e stabilito che frequentasse un terapista





























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Capitolo 6
*** CAPITOLO 6 ***


CAPITOLO 6



Jasper accolse la prima parte del verdetto paterno con assoluta noncuranza: non gli importava di seguire una terapia ( Uno strizzacervelli, in fondo , era solo un uomo!), mentre il divieto tassativo, assoluto ed inderogabile di avere contatti con Maria lo fece infuriare.


Non è giusto!” gridò furibondo, guardando suo padre con occhi fiammeggianti.


Oh si che lo è, credimi!” ribadì Carlisle con decisione. Era fermamente deciso ad utilizzare ogni mezzo a sua disposizione per tenere lontana quella ragazza.




La notte prima dell'inizio della terapia , però, i ragazzi furono svegliati da un gran chiasso.

Entrambi, Emmett ed Edward si precipitarono, fuori dalla propria stanza per scoprire, con orrore, che Jasper aveva rotto lo specchio del bagno ed usato i pezzi per tagliarsi di nuovo, dal momento che era stata fatta sparire dalla sua portata qualsiasi altra arma da taglio.




Edward si avvicinò a sua madre e la strinse forte a sé, cercando di tranquillizzarla e di impedirle di tremare.

Entrambi rimasero sulla soglia, lasciando che fosse Emmett ad aiutare Carlisle.



La tensione e la preoccupazione si leggevano chiari sul volto di Carlisle.


Carlisle:

<< Come eravamo arrivati a questo? Come?

Stavo medicando i tagli sulle braccia di mio figlio; tagli superficiali, certo, ma tagli che si era procurato volontariamente.

Lo guardavo: piccolo, paragonato al fratello, e con gli occhi pieni di rabbia e disperazione . >>


Esme:

<< Non riuscivo a credere che mio figlio l'avesse fatto ancora. E incolpavo , inconsciamente, me stessa e Carlisle per non essere riusciti ad impedire che succedesse.

Non volevo perdere Jasper, sapevo che non avrei potuto sopportarlo.

Prima di adottare i ragazzi avevo avuto un aborto spontaneo (che mi aveva tolto per sempre la possibilità di restare incinta) dunque sapevo perfettamente quale immenso dolore causasse la perdita di un bambino e non avrei permesso, mai e poi mai, che succedesse di nuovo! >>


Edward:

<< Sinceramente mi sentivo in colpa; non riuscivo a non chiedermi se la sera precedente non fossi stato talmente accecato dalla mia rabbia da non accorgermi che Jasper stava lanciando un disperato S.O.S..... Mai avrei consentito che questo succedesse di nuovo! Avrei messo da parte i miei sentimenti: mio fratello stava male ed aveva bisogno di me! >>



Emmett:

<< Tenere Jasper fra le braccia, mentre papà lo medicava è stato terribile......Non opponeva resistenza, solo ogni tanto incontravo il suo sguardo perso e mi faceva venire la pelle d'oca. Rimorso? Rabbia? Inadeguatezza? Tristezza? Non so dire nemmeno cosa provai , probabilmente tutte quelle sensazioni si agitavano in me, facendomi quasi temere che il cuore mi scoppiasse in petto....

Proteggere i miei fratelli è un mio compito.

Jazz sarebbe stato di nuovo bene, a qualsiasi costo! >>


Jasper:

<< Non mi tagliai perché ne sentivo il bisogno.

So che queste cose , per qualcuno , diventano come una droga e , proprio come una droga, sono necessarie e creano dipendenza.

Sono pur sempre il figlio di un medico!

Lo feci per far capire alla mia famiglia che non era Maria ad obbligarmi , che lei non era un mostro, come pensavano e che avevo bisogno di vederla o le cose sarebbero andate decisamente peggio.

Certo vedere mia madre tanto in pena, sentirla piangere, era come ricevere una coltellata al cuore..... >>



Tutta la famiglia Cullen, quella notte, decise che Jasper non dovesse più essere lasciato solo, almeno finché non fosse tornato in sé.


Per giorni uno di loro stette sempre con lui.

Sopportarono i suoi silenzi e la sua rabbia.


Una mattina Emm si accorse di non trovare più il cellulare.


Non ci voleva un genio a capire che doveva averlo preso Jasper !


Emmett entrò nella sua stanza.


Vuoi parlare Jazz?” gli chiese, come ogni mattina. Non si aspettava che rispondesse, ma ci provò comunque.


Avete ragione. L'avete sempre avuta. Sono solo un idiota” borbottò Jasper, intontito, evitando di incontrare lo sguardo del fratello.


“L'hai chiamata?” domandò Emmett, cercando di iniziare una conversazione.

In cambio ricevette una risatina acida .

"Che cosa ha detto?"

"Abbastanza per farmi capire che sono stato un idiota a credere ...a credere che lei ... insomma l'unico motivo per cui le ho detto di.... di.....tagliarmi..... era.....che volevo che smettesse di fare del male a se stessa........La prima volta che è successo .. lei era come in trance....... davanti a me ….. Non sono riuscito a resistere....”


Emmett sentì la rabbia montare dentro di sé: non verso suo fratello, ma verso quella ragazza astuta e malvagia. Non doveva essere per niente facile vedere la persona che si ama farsi del male e, di certo, era impossibile restare indifferenti.

"E 'stata colpa mia. Le ho permesso di farlo ... Le ho detto di tagliarmi.... - Continuò Jazz e rise di nuovo, aspramente, deridendo se stesso – certo avrei dovuto dirle di no , la volta dopo e quella dopo ancora, ma avevo paura che se l'avessi fatto si sarebbe uccisa. Minacciava di togliersi la vita.....Sono stato uno stupido … è.... è tutta colpa mia.....””



"Jazz .. ascoltami. Non è colpa tua! É chiaro che lei ti manipolava .. ..Tu l'amavi, non c'è niente di sbagliato in questo. Ascoltami ... ha usato i tuoi sentimenti per spingerti a fare quelle cose......Mi dispiace che ti abbia fatto del male. Mi dispiace che ti abbia spinto a fare del male a te stesso......So che ora non sembra che stia andando meglio, ma lo farà. .. credimi...... te lo prometto " rispose Emmett cercando di consolarlo.


“Io mi fidavo di lei!” ammise , dolorosamente Jasper; la sua voce poco più che un mormorio.


"Lo so e mi dispiace ... mi dispiace davvero che abbia dovuto affrontare tutto questo...".


Edward entrò in quel momento e vide Jasper che piangeva silenziosamente sulla spalla di Emmett.

Entrambi capivano che il loro fratellino soffriva come mai prima d'allora e , peggio che mai, sapevano che non c'era nulla che potessero fare per alleviare la sua sofferenza.


L'odio che provavano verso Maria era incommensurabile.

Bene , bene , bene.... eccoci ormai al 6° capitolo.

Che ne dite? Vi piace.

Grazie lettori/rici

Grazie anche , e soprattutto a Edvige 86 e Prudence 78, per le puntuali e apprezzatissime recensioni.

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Capitolo 7
*** CAPITOLO 7 ***


CAPITOLO 7


Jasper cercò di ricominciare a vivere.


Si sentiva come un pupazzo rotto e c'erano dei momenti in cui aveva l'impressione che il suo cuore non sarebbe più tornato a posto.


Si è rotto – disse una volta alla terapista - e non so se sono capace di sistemare di nuovo tutti i pezzi al giusto posto”


Sei un ragazzo molto forte Jasper – rispose lei - e ora ti dirò una cosa che non ha nulla a che fare con la tua terapia. Nella vita , molto probabilmente, ti capiterà di soffrire ancora e forse qualcuno ti spezzerà di nuovo il cuore, magari tu stesso , volontariamente o meno, farai soffrire delle persone.... Credimi: si sopravvive. Non ho alcun dubbio sul fatto che uscirai e ti lascerai questa brutta storia alle spalle un giorno. Ci vorrà del tempo e probabilmente porterai addosso i segni per tutta la vita,e non mi riferisco alle cicatrici sulla pelle, ma ti rimetterai in piedi: te lo prometto!”


La dottoressa Edison si era conquistata la stima del suo giovane paziente ed era la prima ad essere piacevolmente stupita dei suoi progressi.


Ed ora và o tuo padre penserà che ti tengo in ostaggio!” aggiunse, sorridendo.


Grazie Doc” rispose lui dirigendosi verso la porta.




Carlisle, che aveva finito il turno poco prima, lo aspettava in corridoio per tornare insieme a casa.


Com'è andata” gli chiese


Oh andiamo papà , vuoi farmi credere che fra voi dottori non organizzate dei sabba per sparlare dei vostri poveri pazienti? Io devo essere un ottimo argomento di conversazione!” rispose il ragazzo sorridendo.


Carlisle si sentì sciogliere il cuore da quel sorriso: era così bello vedere il vecchio, amatissimo Jasper riaffiorare in superficie.


Moccioso presuntuoso! Chi ti dà tutta questa stima? Noi medici abbiamo argomenti di conversazione – conversazione non sabba – decisamente più interessanti di te!” ribadì scherzosamente.


Sicuramente niente di più bello di me!”


Carlisle lo strinse a sé posandogli il braccio sulle spalle con fare possessivo.


Ritrovare la capacità dialettica, lo spirito arguto e l'ironia di Jazz era un piacere indescrivibile per lui!



Dentro di sé aveva ancora paura che fosse solo un sogno ed aveva bisogno di sentire che quello era davvero il suo amato figliolo in carne ed ossa e non solo una chimera!






Esme si diresse al piano di sopra , dopo aver controllato che tutte le luci fossero spente, e fece qualcosa che non faceva da anni.

Avevano cenato tutti insieme, Jasper aveva persino scherzato sulla terapia e l'atmosfera era stata distesa e piacevole come non capitava da tempo.



I ragazzi ormai erano grandi ( Emmett sarebbe partito per il College in Autunno! ), ma erano state settimane difficili e lei sentiva il bisogno di essere rassicurata, così si permise di essere un po' indulgente con se stessa.



Si avvicinò alla porta della stanza di Emm , cercando di non fare troppo rumore, e bussò piano....


Beccata! Cosa combini Amore?”

Trasalì, sentendo una presenza alle proprie spalle, ma la voce sommessa e la stretta delle forti braccia di Carlisle intorno alla vita la rassicurarono immediatamente.


Shshshs …. Non fare chiasso. Vieni, ti porto a fare due passi nel tempo” rispose sottovoce.


Prese la mano del marito nella propria ed entrò.


Emmett dormiva serenamente, un braccio sul petto e l'altro sulla testa, i folti ricci scuri spettinati e un piccolo sorriso sul viso.


Esme accarezzò delicatamente il ragazzo sulla guancia,spense la TV che aveva lasciato accesa e lasciò la stanza.

Poco importava che il suo figlio maggiore fosse praticamente un uomo: lei era sua madre e questo non sarebbe mai cambiato.


Vieni” disse al marito e bussò di nuovo, ma ,stavolta, alla camera di Edward.

Non ottenendo alcuna risposta entrò.


Anche Edward dormiva, un libro aperto sul petto e la musica alle orecchie.

Edward era fatto così: anche da bambino preferiva che gli leggessero una favola o gli cantassero una canzone piuttosto che essere coccolato e cullato per addormentarsi.


Esme strizzò l'occhio a Carlisle, posò il libro sul comodino, insieme al lettore mp3 ed uscì, ma non prima di aver fatto una leggera carezza sui capelli color rame di Edward.


Bussò alla porta di Jasper e Carlisle sentì un piccolo brivido lungo la schiena. Cercò di mascherare l'apprensione tenendo stretta la mano della moglie nella sua.





Qualche settimana prima:


Carlisle era nel suo studio.

Avrebbe dovuto essere a letto, con la sua splendida moglie, però , dopo molte insistenze, era riuscito a convincere Esme a prendere qualcosa per dormire,ma lui non riusciva a prendere sonno: troppi pensieri nella testa.


Sentì un urlo forte, improvviso.


Pensò che fosse la sua immaginazione, poi lo sentì ancora.


Uscì dalla stanza e corse di sopra.


Aprì la porta della camera di suo figlio e lo vide girarsi ed agitarsi nel letto; un sottile strato di sudore gli copriva la pelle e le coperte erano tutte aggrovigliate.


Jasper....Jasper svegliati: è solo un sogno!” disse, scuotendolo delicatamente.


Jasper si agitò, tirando calci e pugni, continuando a dormire e gridare.


Jazz....Jazz sveglia! Stai sognando!” ripeté Carlisle , tirandolo verso di sé.


Jasper lo spinse lontano da sé “Sto ….. sto bene....ora.....” borbottò


Sei sicuro?”


Il ragazzo non rispose, limitandosi a fissare ostinatamente le proprie gambe sotto la coperta.


Vuoi parlarmi del tuo sogno?”


Lo sai....”


C'era da aspettarselo.....”


Era....era diverso stavolta – disse Jasper , stropicciandosi gli occhi – Mamma , Edward, Emmett...e....persino tu.....era voi che lei stava tagliando. Io …. Io ero lì e non potevo fare nulla.... Non....non riuscivo ad aiutarvi ….. Non ero abbastanza forte....”


Le lacrime riempirono i suoi occhi azzurri ed egli distolse lo sguardo dal viso del padre.


Guardami Jasper” ordinò dolcemente Carlisle.


Jasper lo fece, poi il suo sguardo tornò alle proprie gambe, a studiare attentamente la coperta che le ricopriva.



Guarda me! -ripeté Carlisle, gentilmente , ma con fermezza - Tu sei abbastanza forte e non devi preoccuparti per noi. Ne verremo tutti fuori, te lo prometto!”


Ho sbagliato tutto” disse Jasper, mentre le lacrime rigavano le sue guance.


Carlisle lo strinse a sé in un forte abbraccio.


No! No! Lasciami stare” gridò Jasper, tentando di divincolarsi.


Carlisle lo strinse più forte,strofinandogli leggermente la schiena, mentre continuava a singhiozzare , inzuppandogli la camicia.


Sai che ti voglio bene, vero?” gli chiese, senza lasciare che si allontanasse.


Jasper sollevò il viso. “Anch'io ti voglio bene papà” rispose


Carlisle lo spinse piano sul letto.


Prova a dormire” sussurrò, poi si alzò, pronto ad uscire.


Jasper gli afferrò forte il polso.


Che c'è?” chiese, perplesso, voltandosi.


Jasper guardò suo padre con lo stesso sguardo di quando aveva 5 anni ed era terrorizzato dall' “uomo nero”.

Odiava sentirsi così debole, ma sapeva che da solo non ce l'avrebbe fatta.


Puoi restare?” domandò , debolmente.


Carlisle non disse nulla. Si sdraiò accanto a lui e aspettò che suo figlio si addormentasse.


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Esme sentì che Carlisle le stingeva la mano con maggior forza.


Sapeva che ricordava le notti in cui Jasper si era svegliato in lacrime, urlando, in preda agli incubi.


Voleva dimostrargli che le cose andavano meglio.


Aprì la porta e si diresse verso il letto di suo figlio.


Jasper dormiva, un sonno leggero e non del tutto tranquillo, ma nessun incubo tormentava il suo sonno.


Esme guardò Carlisle e gli sorrise.


Guardalo” sussurrò pianissimo.


Jasper si mosse,ma non si svegliò.


Carlisle gli accarezzò delicatamente la testa, mentre Esme gli rimboccava le coperte, poi uscirono.



Allora che ne dici? - gli chiese poco dopo, mentre, erano a letto, stretti l'uno all'altra – ti è piaciuto il mio tour nel passato?”


Carlisle rise, sommessamente.

Emmett non ha mai voluto dormire con noi: diceva di avere troppo caldo. Edward preferiva un libro o la musica per addormentarsi e Jasper.....Jasper era l'unico ad amare le coccole, ricordi?” disse.


Già. Era tutto più facile quando erano bambini, no?”


Decisamente li preferivo quando avevano 8 anni!” dichiarò Carlisle ed entrambi scoppiarono a ridere.


Era la prima risata da settimane.


Si, le cose sarebbero tornate a posto, di questo Esme era certa.


Questo capitolo è (quasi) tenero, no?  Un po' di  " respiro" per tutta la Family (soprattutto per i poveri Esme e Carlisle!) ....

Ma, ovviamente, non è finirta ;)  

Grazie a tutti coloro che leggono, a chi segue questa storia (Anna71,Prudence_78,Stefydry e Tolla Cullen) e a Prudence_78 per la recensione dello scorso capitolo (oltre che x le precedenti) .....

Che ne dite, vi piace?

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Capitolo 8
*** CAPITOLO 8 ***


CAPITOLO 8


Jasper fissava la tazza di caffè che teneva stretta fra le mani come fosse una sfera di cristallo in grado di svelargli il futuro.


Non era mai stato un codardo e non voleva cominciare proprio quel giorno, ma era il 1° giorno di scuola:

dopo essere stato assente per un mese,

dopo aver praticamente mandato in malora la propria vita,

dopo aver reso un inferno l'esistenza dei suoi genitori,

dopo aver rischiato di distruggere il legame con i suoi fratelli.... e sicuramente non sarebbe stato facile.


Andiamo, vedrai che non sarà così brutto come immagini!” era stato Edward a parlare.

Jasper gli lanciò uno sguardo torvo, senza curarsi di rispondere.


A volte Edward era esasperante: pareva riuscisse a leggere la mente delle persone, ad indovinarne i pensieri!


Di cos'hai paura ? Ci saremo noi con te!” aggiunse Emmett dandogli un pacca sulla spalla che rischiò di rovesciargli addosso il caffè.


Io non ho paura! E non ho bisogno che mi facciate da babysitter! So cavarmela da solo!” dichiarò,infastidito, ma fu sinceramente grato ai fratelli quando, a scuola, entrarono al suo fianco.



Si, era decisamente seccante essere il più giovane della famiglia, ma non c'era giorno in cui Jasper non ringraziasse Dio per avergli messo accanto Edward e Emmett perché era assolutissimamente certo che non sarebbe mai riuscito a cavarsela se non avesse potuto contare su entrambi.

Anche i loro genitori riconoscevano e rispettavano il legame che univa i tre fratelli:

Emmett, Edward e Jasper si appartenevano l'un l'altro, come tre parti di un intero. Ciascuno era pronto a tutto per gli altri due. Si sostenevano nei momenti no e partecipavano ai successi esattamente come fossero i propri.



Jazz sei tornato finalmente!”

La ragazza di Emmett, si frappose fra loro due gli stampò un sincero bacio sulla guancia.


Rosalie Lillian Hale – Rose - era il genere di ragazza che si vede nei cataloghi di costumi da bagno, di quelli che infliggono duri colpi all'autostima delle altre donne. Aveva i capelli dorati, che le accarezzavano la schiena come un'onda delicata *.

Era, senza alcun dubbio, la più bella della scuola.

Non aveva un carattere facile e/o espansivo, ma era innamorata di Emmett e sinceramente affezionata a Jasper .



Grazie” rispose il ragazzo, un po' imbarazzato.


Ed io non merito un bacio?” brontolò Emm , scherzosamente risentito.

Rose , per tutta risposta, lo baciò appassionatamente.


Jasper che bello rivederti a scuola!” Era stata Isabella Marie Swan a parlare.


Snella, pallida, capelli castani e dolcissimi occhi color cioccolato Bella possedeva una bellezza decisamente meno eclatante di quella di Rose; stava con Edward già da un po'.


Jazz le sorrise, riconoscente che lei , almeno , non si fosse lasciata andare a manifestazioni fisiche d'affetto.


Beh, per lo meno, non avrebbe dovuto fare tutto da solo.....


Alice?” domandò Emmett cercando qualcuno con lo sguardo.


Arriverà più tardi - rispose Bella – non aveva lezione alla prima ora”


La campanella mise fine alle loro chiacchiere.




Jasper fece fatica a concentrarsi.

Era sempre stato un ottimo studente e ,soprattutto, sfortunatamente non era stupido: notava chiaramente che i suoi compagni erano morbosamente curiosi e lo fissavano come se fosse l'unico pesce rosso in un acquario, mentre i professori, volendosi mostrare lungimiranti e comprensivi, lo facevano sentire una specie di ritardato.....



Speriamo che l'ora di pranzo arrivi presto!” pensò , disperato.




Era stato più volte sul punto di piantare tutto e tornare a casa ( Si, anche a piedi! Sebbene Casa Cullen non fosse esattamente dietro l'angolo....).

Ora che i suoi genitori erano (quasi) certi che non avrebbe tentato il suicidio, né cercato di farsi del male , avevano ricominciato a trattarlo normalmente con tutti gli annessi e connessi, in primis il divieto assoluto di usare la moto ( il solo pensiero della sua amatissima moto che languiva in garage gli faceva attorcigliare lo stomaco! ) e di recarsi , senza il loro permesso, in un posto che non fosse la scuola o l'ospedale per le sedute con la Dottoressa Edison.


Somiglia ad una punizione” aveva borbottato quando gliel'avevano comunicato.

No, non somiglia ad una punizione – aveva puntualizzato suo padre con un tono che non ammetteva repliche – é una vera e propria punizione e non provare nemmeno a pensare di protestare. Decisamente non è il caso!”

Jasper aveva sospirato, rassegnato, consegnadogli le chiavi della moto, il cellulare ed il portatile.

Praticamente sono in libertà vigilata!” aveva pensato, sconsolato.

Sapeva di aver fatto un casino di proporzioni colossali, ma sperava che almeno sua madre fosse un po' più lungimirante, invece Esme non si era lasciata intenerire.




Anche in sala mensa, però, le cose non andarono molto meglio, tanto che Jasper mise un sandwiches in tasca e disse “Vado a mangiarlo fuori” .


Non devi farlo!” rispose Edward ed Emmett annuì


Lo so, ma preferisco così, almeno per ora. Non farò niente di stupido. Non farò niente di niente : mangerò il mio sandwiches e tornerò per la prossima lezione. Promesso.” ribadì prima di lasciarli alla dolce compagnia delle ragazze.



Fuori il cielo era azzurro e c'era un bel sole, nonostante l'aria fosse piuttosto fresca.


Fortunatamente le Forks High Scool aveva un bel parco.

Jasper si sdraiò sotto un albero, deciso a godesi qualche minuto di tregua, in solitudine.


Quello è il mio posto”

Una voce cristallina interruppe il suo riposo.


Jasper sollevò lo sguardo, schermando gli occhi con la mano e vide una specie di folletto,magrissima , dai tratti molto delicati. I suoi capelli erano neri corvini, corti e scompigliati * .


Prego???”


Questo è il mio posto : io vengo sempre qui, a pranzo o durante le pause.....”


Jasper si alzò.


Io sono Mary Alice Brandon, ma puoi chiamarmi Alice” disse lei tendendogli la mano, amichevolmente.


Io mi chiamo Jasper ”


La bocca di lei si aprì in una larga O che si affrettò a nascondere con la mano, ma gli occhi rimasero spalancati e cominiciò a ridacchiare.....

Oh no , non ci credo, non può essere vero: tu sei Jasper Cullen! Quel Jasper?!” chiese,cercando di ricomporsi.


Non capisco cosa ci sia di tanto divertente.....” borbottò lui, risentito.


Io....Io sono davvero felice che tu sia di nuovo qui. E sono contenta di conoscerti”


Perchè?”


Ora che ci sei tu,forse, finalmente, la gente smetterò di parlare di me!” spiegò lei sinceramente ed il suo viso si fece serio, quasi triste.


Io torno dentro - disse Jasper – i miei fratelli saranno in pensiero per me”


Conosco i tuoi fratelli - disse lei – Edward è fidanzato con mia cugina Bella. Io sto a casa sua....”


Jasper era combattuto: avrebbe voluto farle mille domande ed allo stesso tempo aveva voglia di fuggire lontano da quella piccola fatina affascinante.


I miei fratelli hanno chiacchierato parecchio...”


No, non.....loro.....erano seriamente preoccupati per te.....”


Immagino....cioè si....lo so.....”

Scusami , non volevo metterti in imbarazzo....Soltanto....”


È dura essere il principale argomento di conversazione della scuola, lo so.... - ammise lui – lo sto sperimentando personalmente e tu sei quella nuova, carina ecc ecc.....sicuramente una protagonista più piacevole di me”



A scuola non parlano di me perchè sono l'ultima arrivata, Jasper, lo fanno perchè sono stata ricoverata in psichiatria” spiegò Alice con voce atona, prima di voltarsi e scappare via con le lacrime agli occhi.



* Twilight

Eccomi qui con l'ottavo capitolo! 

Ho rivisto l'introduzione (cogliendo il suggerimento di MeMs) , che ne pensate?

Spero che vi piaccia anche questo nuovo capitoletto ..... 

Grazie carissimi lettori. 

Grazie a chi segue la storia. 

 Grazie  Prudence_78, Edvige86, Anna71 e MeMs per le apprezzatissime recensioni. Mi auguro che mi farete sapere qualcosa anche riguardo all'8°......

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Capitolo 9
*** CAPITOLO 9 ***


CAPITOLO 9


Stupida! Stupida! Stupida! - pensò Alice scappando via di corsa – Come ti è saltato in mente di dirgli che eri contenta che ora ci fosse lui , e non tu, sulla bocca di tutti?!?! Non potevi, semplicemente, presentarti in maniera educata e stop? Nooooo! No , no perché tu devi sempre strafare! Stupida!”




Stupido! Stupido! Stupido! - pensò Jasper, non appena Alice sparì dalla sua vista – sei appena tornato a scuola e già ti cacci nei guai! Ma tu guarda se dovevo incappare in questa ragazzina! Stupido!





Edward aveva rinunciato ad accompagnare Bella a casa essendo l'autista incaricato di riportare a casa i suoi fratelli.


Esme e Carlisle erano stati molto generosi con i ragazzi: ciascuno di loro aveva un proprio mezzo di trasporto (avevano regalato l'amata Volvo argentata ad Edward, il minaccioso e massiccio fuoristrada nero ad Emmett e la veloce, elegante moto a Jasper) che consentiva loro piena libertà di movimento (purché fossero responsabili e li utilizzassero con giudizio) ma , solitamente, per andare a scuola usavano una sola auto.


Non è andata tanto male, no?” chiese Emmett a Jasper , l'ultimo ad entrare in macchina.


Jazz non gli rispose; si rivolse , invece a Edward “Voglio andare a casa”


Andiamo smettila di fare il frignone!” continuò Emm


Emmett piantala! Jasper cos'è successo?”

Era stato Edward a parlare , fulminando con lo sguardo il fratello maggiore e dedicando, invece, la propria attenzione al minore.


Niente. Voglio solo tornare a casa” rispose Jasper, visibilmente seccato.


OK – dichiarò Edward – andremo a casa dopo che ci avrai spiegato cosa non va. É inutile che ripeta che è tutto a posto perché non ci credo”

Non aveva nessuna intenzione di ripetere l'errore che aveva commesso con Maria.


Metti in moto , per favore” gli chiese Jasper.


Edward andiamo , Jazz parlerà quando ne avrà voglia. Gli verrà voglia sicuramente, strada facendo, se vuole arrivare a casa intero!”

Gli incoraggiamenti di Emmett somigliavano più a delle minacce, nemmeno troppo velate che però ebbero un effetto decisamente rassicurante su Edward che mise in moto immediatamente.


Ho incontrato Alice Brandon durante la pausa pranzo - bofonchiò Jasper – mi ha detto che fino ad oggi a scuola era lei l'argomento preferito dai pettegoli perché è stata in psichiatria”

Dal momento che sapeva che i fratelli non l'avrebbero lasciato in pace finché non avesse parlato, bhè....tanto valeva tirar fuori il rospo tutto d'un fiato......


Oh!” esclamò Emmett.

La piccola Alice gli piaceva: era tenera, divertente, intelligente, spiritosa....

Con lei aveva il rapporto più somigliante a quello tra fratello e sorella che avesse mai avuto con una ragazza ed anche Rose l'adorava. Tra le altre cose loro due condividevano interminabili pomeriggi di shopping che avrebbero sfiancato chiunque!


Alice è la cugina di Bella - spiegò Edward – vive qui, con lei e Charlie...ehmmmm..... il capo-sceriffo Swan, che poi è....era.... il fratello di sua madre, perché i suoi genitori sono morti. Alice è stata ricoverata perché pareva non riuscire a riprendersi, non reagiva.... Temevano che il dolore uccidesse anche lei: non parlava più, non mangiava.... Sembrava voler perdere ogni contatto con la realtà per chiudersi in un mondo tutto suo. É una ragazza davvero straordinaria. Bella la adora! Si vogliono bene come sorelle più che come cugine”


Grazie della spiegazione, ma non era necessaria. Alice Brandon può essere la persona migliore del mondo , ma non m'importa assolutamente niente! Le auguro ogni bene, ma non voglio aver niente a che fare con lei. Ho già fin troppi problemi da risolvere, senza andare a cercarne di nuovi!”

Dichiarò Jasper, le braccia conserte e lo sguardo corrucciato.



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Casa Cullen era una casa grande e funzionale dove ciascuno aveva i propri spazi. Esme l'aveva arredata con gusto e semplicità.

All'ultimo piano, una mansarda con ampi lucernari , aveva ricavato un vasto studio per se ed una spaziosa e comoda stanza-relax per i ragazzi: uno spazio confortevole (con divani,

TV, impianto stereo e simili ) in cui potessero rifugiarsi o ricevere gli amici.


Edward e Emmett si erano rifugiati lassù appena tornati da scuola.


Credi che Jasper pensi davvero quello che ha detto? Riguardo Alice.....“ chiese Emmett.


Edward guardò il fratello seduto alla parte opposta del divano; meditò qualche secondo, poi disse:

Sinceramente? Io credo che tutto quello che è successo abbia cambiato Jasper. Ci piace credere che sia ancora il nostro fratellino e lo è, in un certo senso lo sarà sempre, ma ….........ha vissuto un'esperienza tremenda che, probabilmente, noi due possiamo solo immaginare....e.....penso.....si …..insomma......che questa cosa l'abbia reso molto maturo da un lato e tremendamente spaventato dall'altro”


Cosa dobbiamo fare?”


Suppongo che non possiamo fare nulla se non stargli vicino e fargli sentire il nostro appoggio”


Emmett sbuffò, seccato.


Era , da sempre, più portato all'azione che alla riflessione; odiava stare con le mani in mano: non era facile , per lui, stare accanto a Jasper senza poter fare qualcosa, d'immediato e tangibile, per farlo stare meglio.




Jasper si fermò sulla soglia della porta, girò i tacchi e tornò indietro.


Ascoltare i fratelli che parlavano gli aveva fatto salire un groppo in gola e non aveva alcuna intenzione di scoppiare a piangere come una femminuccia.


Si, Edward aveva ragione. Maria e tutto ciò che era successo l'avevano segnato per sempre. Al di là delle cicatrici che portava sul corpo, appena visibili, c'erano quelle dell'anima, del suo cuore rattoppato.....

A volte gli sembrava di annaspare con l'acqua alla gola.

La Dottoressa Edison gli ripeteva spesso che stava facendo dei passi da giganti, ma a lui sembrava che la meta fosse lontanissima, sempre che ci fosse una meta......


Immerso nei propri pensieri si ritrovò in giardino, senza nemmeno accorgersene.


Trovò sua madre, alle prese con i suoi amatissimi fiori.

Indossava dei vecchi jeans e dei buffi guanti gialli che facevano sembrare le sue mani quelle di Topolino.


Jasper sorrise, suo malgrado.


Mamma...” la chiamò dolcemente


Ciao tesoro - rispose lei sorridendogli con tenerezza – che fai qui?”


Io....nulla....niente di che.....” mormorò lui


Esme si accorse improvvisamente che suo figlio piangeva, singhiozzando silenziosamente.

Avrebbe voluto alzarsi immediatamente ed abbracciarlo, ma , da quando era successa quella storia orribile con Maria, Jasper non reagiva sempre bene al contatto fisico, specie se improvviso... Quindi si alzò con calma, sfilò i guanti lentamente e li lasciò cadere per terra, con noncuranza, prima di allungare una mano a sfiorargli la spalla .


Cosa c'è che non va?” chiese gentilmente


Non...non finisce …. non ….quando mi sembra di esserne fuori....tutto …..mi torna tutto alla mente.... né come un peso che m'impedisce di respirare.....” buttò fuori Jasper, che si vergognava per non essere riuscito, nonstante i buoni propositi, a trattenere le lacrime.


Il cuore di Esme ebbe un sussulto a quelle parole e, senza nemmeno pensarci, lo strinse a sé.


Mi dispiace” disse , odiando sé stessa perché non c'era altro che potesse dire o fare per farlo stare meglio.


Jasper continuava a tremare stretto a lei, come un bambino smarrito.


Vorrei che ci fosse un modo per cancellare tutto, per eliminare il dolore, ma puoi farlo solo tu tesoro. Hai il mio sostegno, il mio amore e quello di tutta la famiglia , ma è una cosa che devi superare tu...”


Jasper alzò gli occhi, si schiarì la gola e si tirò indietro.


A Esme dispiacque non poter tenere ancora un po' il suo bambino fra le braccia, perché, in fondo, era e sarebbe sempre stato il suo bambino.


Mi fa male vederti così” ammise, a malincuore.


Mi spiace” rispose lui, fissando un punto lontano, indefinito e tornando ad indossare la maschera dell'impassibilità.


Non devi dispiacerti per me e , soprattutto, non devi mai dubitare di te stesso. Sei molto forte ed io sono veramente orgogliosa di te e di come stai combattendo le tue battaglie. Non chiuderti in te stesso, per favore, noi siamo la tua famiglia: io , tuo padre ed i tuoi fratelli faremmo di tutto per aiutarti” ribatté


Grazie – disse Jasper, finalmente, dopo una pausa – grazie per tutto: per avermi adottato, per avermi amato, per avermi perdonato, perché mi stai vicino.... anche ora.....dopo...si....dopo tutto il casino che ho combinato.....Grazie mamma


Oh tesoro! - replicò Esme, con le lacrime agli occhi – tu, i tuoi fratelli e tuo padre siete tutta la mia vita, tutto ciò per cui mi alzo ogni mattina , tutto ciò che mi ha sempre dato la forza di andare avanti. Non c'è nulla di cui tu mi debba ringraziare! Solo, per favore, prometti di stare bene, di non farti più del male. Vederti soffrire in questo modo è la cosa più brutta che mi sia mai capitata ! ”


Promesso!” dichiarò Jasper, seriamente.

Da sempre veder soffrire le persone che amava era, per lui, la cosa peggiore del mondo. Pareva sentire il loro dolore su di sé, moltiplicato per cento....


Ti voglio bene Jasper”


Ti voglio bene anch'io mamma”


Entrambi alzarono lo sguardo giusto in tempo per vedere l'auto di Carlisle imboccare il viale d'ingresso.

Eccomi col capitolo n°9! 

Grazie a chiunque legga questa storia,a chi la segue (Anna71, Cheyenne, MeMs, Prudence_78,Stefyadry e TollaCullen) , a chi l'ha inserita fra le preferite (BringerOfDevil e Frego) e a chi  ha recensito anche il precedente capitolo ( Edvige86, prudence_78, BringerOfDevil e MeMs ).  

Sono ansiosa di sapere che ne pensate ..... Non vi ho fatto aspettare vero? 

Grazie, D.

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Capitolo 10
*** CAPITOLO 10 ***


Buon pomeriggio! Si, effettivamente è passato ben poco tempo dall'ultimo capitolino, ma questa fic si sviluppa praticamente da sola! Io mi limito a trascrivere i fatti ^_^

Grazie mille a chiunque la legga; a chi l'ha inserita fra le preferite (BringerOdDevil e Frego) , a chi la segue (Anna71, CheyenneB, Cullengirl, Eli 91, MeMs, Prudence 78, Stefyadry e TollaCullen) e a BringerOfDevil e Prudence 78 per aver recensito anche il 9° capitolo.

Questo capitolino è , volutamente, più "leggero" .....

Spero vi piaccia comunque.....

CAPITOLO 10



Driiiiiin …... driiiiiiin.....driiiiiiiiiiiin.......


Dannata sveglia taci!” bofonchiò Jasper, allungando un braccio per spegnere l'odioso apparecchio che segnava, inesorabile, le 7.00 .



<< No, no, no...non può essere già mattina! >> pensò


Trovare la forza di:

aprire gli occhi,

abbandonare il letto,

arrivare al bagno,

fare la doccia,

vestirsi,

andare in cucina..... gli sembrava un'impresa titanica oltre che inutile.


Sapeva perfettamente cosa lo aspettava: una lunghissima e odiosa giornata di scuola con ragazzine stupide che lo guardavano come se fosse un cucciolo bisognoso d'aiuto e ragazzi idioti che pensavano fosse un mezzo squilibrato.....



Affondò la faccia nel cuscino e stinse forte gli occhi.




Driiiiiiiiiin......Driiiiiiiiiiiin.............Driiiiiiiiiiiiiiiiiiin …..



Ma perché aveva programmato la sveglia affinché suonasse di nuovo dopo 30'?



Sbuffando, indispettito, la colpì con un pugno


Smettila di suonare!” borbottò, voltandosi ostinatamente dall'altra parte.




Toc...toc.....toc....... Toc...........toc............toc


La porta!


Jasper provò a non rispondere, sperando, contro ogni logica, che la persona dall'altra parte smettesse.


Toc.....toc.......toc........ Toc.......toc............toc



Jasper alzati: è tardi!”


Mhmhmhmhm..... Emmett..... Avevano mandato in avanscoperta l'ariete da sfondamento....


Non vado a scuola stamattina” gridò


Emmett non si preoccupò di rispondere o tanto meno di bussare.


Entrò e spalancò le imposte in un minuto.


Puoi alzarti immediatamente da solo o ti butterò giù dal letto” dichiarò, serafico, piazzandosi di fronte a lui con le braccia conserte.


Piantala! Ho detto che non vengo a scuola! Non facciamone un dramma. E ora esci, per favore” ribatté Jasper


Fece appena in tempo a finire la frase prima di ritrovarsi sulle spalle di Emmett come un sacco di patate.


Finiscila! - sibilò furioso – mettimi giù immediatamente!”


Che Emmett avesse una forza eccezionale era un fatto assodato, ma Jasper non anelava certo a sperimentarla personalmente, specie in quel modo!



Emmett, incurante delle parole del fratello, lo depose esattamente davanti alla porta del bagno.


Quindici minuti” dichiarò, ridendo un po' sotto i baffi.


Jasper gli rivolse uno sguardo indignato, prima di chiudersi la porta alle spalle.




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In cucina gli altri Cullen facevano colazione.


Credi che dovremmo andare di sopra?” chiese Esme al marito; il tono apparentemente tranquillo della voce non riusciva a nascondere del tutto l'ansia che provava.


No. Io non credo che dovremmo intrometterci. Penso che Emmett possa cavarsela da solo” rispose Carlisle.


Edward fece un piccolo sorriso, quindi aggiunse : “ Oh, bhè....Io non penso che dovreste preoccuparvi: Emmett è capace di portarlo qui di peso, se è necessario”


In realtà, sebbene detestasse ripensarci, rammentava benissimo che Emmett aveva fatto la stessa cosa con lui una volta. Il solo ricordo lo metteva in imbarazzo: non andava certo fiero di come si era comportato ….La sua prima sbronza..... Era stato malissimo..... Emmett l'aveva caricato sulle proprie spalle per portarlo a casa, lontano dagli alcolici.......

Il fatto che Esme e Carlisle fossero fuori città e non avessero assistito alla felice occasione era qualcosa per cui Edward non avrebbe mai smesso di ringraziare la propria buona sorte!



Esme e Carlisle gli lanciarono un'occhiata curiosa e vagamente indagatrice che lui ignorò cominciando ad imburrare una fetta di pane tostato come fosse la cosa più importante del mondo.


Poco dopo Emmett e Jasper arrivarono in cucina.


Emmett aveva la stessa espressione di un gatto che ha appena mangiato il topo mentre si sedeva a fare colazione, invece Jasper buio,scontroso e palesemente indispettito non proferì parola.


Dato che entrambi i ragazzi erano incolumi e il risultato era stato raggiunto, considerato che in alcuni casi “ il fine giustifica i mezzi “ nessuno fece domande.




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Jasper uscì dall'auto senza nemmeno salutare i fratelli.


*

Una volta in classe si accorse , con sollievo, che il suo tavolo era vuoto.


Il professor Banner camminava per la stanza e distribuiva ad ogni tavolo un microscopio ed una scatola di vetrini.


La lezione sarebbe cominciata di lì a qualche minuto e nell'aula regnava un vivace chiacchiericcio.


Jasper scarabocchiava sul proprio quaderno quando sentì una voce bassa, melodiosa dire

Ciao”.


Alzò gli occhi, sbalordito del fatto che si stesse rivolgendo proprio a lui.

Era seduta il più lontano possibile , ma la seggiola era voltata nella sua direzione. I suoi capelli erano spettinati, ma anche così conciata sembrava uscita dalla pubblicità di un gel. Il suo viso splendente era amichevole, luminoso, con l'ombra di un sorriso sulle labbra perfette. Il suo sguardo però esprimeva cautela.


Mi chiamo Alice Brandon – continuò – ieri non mi sono presentata come si deve. Tu devi essere Jazz Cullen”


Jasper sentì che gli girava la testa per la confusione. Si era inventato tutto?


Ora era perfettamente educata. Doveva parlarle: aspettava che lo facesse. Ma non riusciva a pensare niente di convenzionale da dire.


Co...come sai il mio nome?”


Fece una risata leggera, ammaliante.


Oh, penso che tutti sappiano come ti chiami. L'intera scuola ti stava aspettando”


Jazz fece una smorfia. Sapeva che più o meno era la verità.


No – insistette, come uno stupido – intendevo, come mai mi hai chiamato Jazz”


Sembrò confusa. “Preferisci che ti chiami Jasper?”


No, Jazz mi piace – rispose lui – solo che.... tutti mi chiamano Jasper.... solitamente sono Jazz solo in famiglia.... i miei genitori...i miei fratelli.....” Cercava di spiegare, ma si sentiva un perfetto cretino.


Ah” lei lasciò cadere il discorso e lui si sentì un perfetto cretino.


Grazie al cielo il professor Banner iniziò la lezione proprio in quel momento. Jasper cercò di concentrarsi, mentre spiegava l'esercizio del giorno. I vetrini erano in ordine sparso. Lavorando a coppie gli studenti avrebbero dovuto separare ed etichettare epitelio di cipolla in base alla fase mitocondriale in cui si trovavano. Senza usare i libri. Avevano venti minuti di tempo.


Iniziate pure” disse il professore.


Prima le donne , collega?” chiese Jasper alzando lo sguardo fino ad incontrare quello di Alice che aveva un sorriso beffardo tanto bello da catturarlo come un'idiota.


No, comincia tu” rispose lei, gentilmente.


Ok” ribatté lui.


Voleva pavoneggiarsi almeno un po'. Sapeva cosa cercare. Sarebbe stato facile. Sistemò il primo vetrino sotto il microscopio e in un baleno mise a fuoco l'ingranditore. Per qualche istante studiò il reperto.


Era sicuro della sua analisi. “Profase”


Ti dispiace se do un'occhiata?” chiese Alice, mentre lui rimuoveva il vetrino dal microscopio.


Mentre parlava prese la mano di Jasper, per fermarlo. Le sue dita erano fredde come il ghiaccio, come se prima di entrare in classe le avesse tenute dentro un cumulo di neve. Ma non fu per quello che Jazz si staccò subito dalla sua presa. Quando lei l'aveva toccato , aveva sentito quasi una fitta alla mano, come fossero stati percorsi da una scintilla di corrente elettrica.


Scusa” mormorò lei, ritirando immediatamente la mano. Però rimase piegata sul microscopio.


Jasper la guardò, mentre esaminava il vetrino più velocemente di lui.


Profase” concordò , e lo scrisse in bella grafia nella prima casella del loro foglio di lavoro.

Estrasse subito il secondo reperto e gli diede uno sguardo distratto.


Anafase” mormorò, scrivendolo immediatamente.


Jasper fece l'indifferente. “Posso?”


Con un sorriso lei gli passò il microscopio.


Lui guardò nel mirino con impazienza e restò deluso. Maledizione, aveva indovinato.


Numero tre?”


Alice allungò una mano senza guardare. Le diede il vetrino . Sembrava attenta a non sfiorare di nuovo la sua pelle. Gli gettò uno sguardo rapido , più velocemente che poté.


Interfase” Gli passò il microscopio ancora prima che potesse chiederglielo.

Lui diede un'occhiata rapida e scrisse ciò che aveva detto.


Terminarono molto prima di tutti gli altri.


Alice cercò di concentrarsi, di non guardarlo, ma sentì su di sé lo sguardo di Jasper.


Qualcosa non va?” gli chiese, sottovoce.


No... io.... - balbettò lui, visibilmente imbarazzato - io....ecco....si.... io....ieri mi sono ….mi sono comportato come uno stupido... si...ecco.... ieri sono stato un vero idiota.....vorrei che tu accettassi le mie scuse...se puoi”


Alice sorrise, un sorriso che avrebbe sciolto il cuore del peggior misantropo al mondo.

Scuse accettate”


Di solito non sono così..così cretino...ma ….non è un momento facile”


Capisco – rispose lei – e non lo dico tanto per dire. So davvero cosa significa stare malissimo e cercare di uscirne...di tornare alla normalità.... Se....se dovessi aver voglia di parlare...o … bisogno di un'amica...bhè....io....ecco.....sono qui”



Grazie...sei....sei molto gentile e apprezzo davvero la tua offerta, ma ….questo....questo è davvero davvero un brutto momento” borbottò, distogliendo lo sguardo .




    *TWILIGHT.

    Come potete vedere ho rielaborato un po' e adattato la famosa scena dell'aula di biologia adattandola a Jasper e Alice. Spero che il risultato vi piaccia.

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Capitolo 11
*** CAPITOLO 11 ***


Grazie mille per le recensioni al 10° capitolo BringerOfDevil e Pridence_78.  
Grazie a chi ha inserito la storia fra le preferite (BringerOfDevil e Frego) , fra le seguite (Doux_Ange)
e  tra le preferite (anna71 , CheyenneB , cullengirl , Doux_Ange , Ely_91 ,HelenCullen , M e M s , prudence_78 , sofy96 , stefyadry , tenerona, TollaCullen)....
Che ne dite dell'11° capitolo?



CAPITOLO 11



ALICE:


Entrare in aula e trovarlo lì , intento a scarabocchiare seduto nell'unico banco con un posto libero scatenò in lei reazioni contrastanti.



Nelle settimane in cui era stato assente aveva sentito spesso parlare di lui da Bella e Rose, ma soprattutto da Edward ed Emmett.

Erano bastate poche parole per capire quanto gli volessero bene; adoravano il loro fratellino e la sua sofferenza li faceva stare davvero male.


Non aveva mai immaginato però che fosse così carino!


Emmett era grosso, come un sollevatore di pesi professionista, i capelli neri e ricci e gli occhi grandi e scuri. Edward era smilzo, meno robusto, con i capelli rossicci e spettinati e gli occhi verdi. *


Jasper Whitlock Cullen – Jazz - era davvero bello: alto e magro,ma comunque muscoloso, con capelli biondo miele, ricci e arruffati e occhi azzurri.


I tre ragazzi non si somigliavano affatto, ma Alice sapeva che erano stati tutti adottati dal Dottor Cullen e dalla moglie: l'affetto che li univa però era pari (perfino superiore!) a quello di veri fratelli!


Alice non aveva pensato particolarmente a lui; le dispiaceva veder soffrire Emmett e Edward perchè si era affezionata a loro, ma non conosceva il fratello , né se ne preoccupava eccessivamente...


Era già abbastanza dura essere quella nuova e soprattutto quella strana....


I pettegolezzi circolavano in fretta e la sua storia era arrivata a Forks in diretta da Biloxi.




Mary Alice Brandon, figlia di un gioielliere e di una casalinga.


Sua madre era stata investita da un ubriaco, mentre attraversava la strada e suo padre si era risposato poco tempo dopo con una donna a cui lei non piaceva affatto ed insime avevano avuto un'altra figlia,Cynthia, sulla quale si concentrarono le attenzioni di entrambi.


Quando suo padre aveva deciso di vendere la gioielleria e trasferirsi in Europa perchè Imma voleva tornare a casa, stare vicino alla sua famiglia nessuno aveva chiesto ad Alice di unirsi a loro.


Suo padre le aveva comunicato freddamente che avevano trovato per lei un'ottima scuola che accettava studenti interni e che avrebbe potuto, eventualmente, raggiungerli durante le vacanze.


La scuola era gestita da una direttrice molto comprensiva ed intelligente che si era sinceramente affezionata ad Alice e , intuendo il suo malessere, aveva fatto si che lo zio Charlie s'interessasse a lei.

Il signor Brandon aveva ceduto la tutela della figlia come fosse un peso indesiderato.


Alice aveva trascorso un periodo orribile, in cui era stato necessario che ricevesse un sostegno psicologico.


Rifiutava il cibo, non reagiva.... Sembrava avesse deciso di scomparire, di morire lentamente.


L'affetto di Charlie e Bella l'aveva aiutata a reagire. Loro erano diventati la sua famiglia: una famiglia che non aveva più avuto dalla morte della mamma.




Gli studenti della scuola di Forks erano stati , tutto sommato, educati, ma distanti.


Le parole ospedale psichiatrico li tenevano lontani da lei.


Solo Rose, Emmett e Edward l'avevano accettata e le volevano sinceramente bene.


Alice non era assolutamente preparata a Jazz Cullen!


Non aveva mai pensato che sarebbe stata letteralmente stregata dalla sua voce e dai suoi occhi azzurri e profondi come l'oceano......con ombre scure che si agitavano sul fondo...... proprio come vortici sul fondo del mare.....


Non avrebbe mai saputo spiegare cosa la attirava tanto verso di lui, cosa le faceva venire voglia di aiutarlo, di farlo star bene....



Forse perchè era come lei, era diverso.....




ALICE P.O.V.


Jazz....


L'unico posto libero a Biologia accanto a lui....


Non mi piace sentirmi così.....


Sto bene ora, ho riacquistato il controllo della mia vita....


Che ci fai sulla mia strada ?


Eppure non posso fare a meno di essere felice.....


Vorrei aiutarti a superare tutto....Lo vedo che sei triste...puoi ingannare chiunque, ma non me, perchè io lo so... So cosa vuol dire combattere con i propri demoni.....Avere qualcosa che ti brucia dentro....Qualcosa che ti trasforma, che ti risucchia.... E non sei più tu.....


Oh....si.....Lo vedo dai tuoi occhi che non è tutto finito...che non sei tranquillo.


Perchè rifiuti la mia amicizia?


Ok, non sei pronto.


Prenditi pure tutto il tempo che ti serve Jasper Cullen:io ti ho aspettato per un sacco di tempo e, anche se tu ancora non lo sai, io sono quella che fa per te, lo so, lo sento.....




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Le vicissitudini della sua vita non avevano cancellato la vera natura di Alice.

Tutto in lei esprimeva calore umano, gioia di vivere, tenerezza e grinta.


Bastava soffermarsi appena due minuti sulla profonda dolcezza dei suoi occhioni nocciola chiaro, sentire la sua voce cristallina, stringere la sua mano ferma e decisa per esserne catturati.


Alice aveva un fascino inconsapevole e del tutto naturale capace di ammaliare chiunque, ma aveva anche un carattere deciso e determinato ed aveva imparato ad essere paziente.




Jasper Withlock Cullen non aveva scampo!

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Capitolo 12
*** CAPITOLO 12 ***


Eccomi qui con il 12° capitolo.

Si, effettivamente sarà un momento diverso della storia precedente....

Che ne pensate?

Grazie, come sempre, a chi legge, a chi l'ha inserita fra le seguite e/o le preferite e a Prudence 78 per la recensione al 10° cap!!!



CAPITOLO 12


I giorni passavano troppo lentamente, secondo Jasper, il cui unico scopo era di restare a galla, evitando, possibilmente, di attirare l'attenzione di chiunque su di sé.


I professori , pian piano, riprendevano a trattarlo in maniera quasi normale; i compagni dapprima morbosamente curiosi, si tenevano a distanza, scoraggiati dalla maschera d'impassibilità sul suo viso e dal minaccioso fiammeggiare dei suoi occhi, a casa....

Ehmhm.... a casa , veramente, era tutta un'altra storia.....

I suoi genitori lo tenevano ancora in un regime di libertà vigilata e i suoi fratelli non erano da meno.

Anche volendo, poi, non avrebbe potuto protestare. Non poteva vincere contro tutti e quattro e, dentro di sé, sapeva anche di averla combinata davvero grossa!


Settimana dopo settimana trascorsero un paio di mesi e , complici anche i resoconti entusiasti della Dottoressa Edison, i suoi genitori decisero che era giunto il tempo di ricominciare a fidarsi di lui.


La tua punizione è finita” gli disse Carlisle, una sera, riconsegnandogli il PC, il cellulare e le chiavi della moto , quindi aggiunse “ comportati bene” , scompigliando i ricci color grano di suo figlio.


Jasper fece una smorfia di disappunto, scuotendo la testa.


Era felice di riavere il portatile ed il telefonino,ma le chiavi della moto significavano (finalmente) libertà, indipendenza, adrenalina.... Non vedeva l'ora di poter andare a fare una lunga, lunghissima corsa, di stare da solo.


Era passato troppo tempo da quando era stato solo, veramente solo.


Amava moltissimo la sua famiglia, ma , per natura, amava anche la quiete e la solitudine e, negli ultimi mesi, non c'era stato un attimo in cui non fosse, se pur anche in stanze differenti, a pochi metri da suo padre, sua madre o i suoi fratelli....o a scuola.....o con la Dottoressa Edison......


Sentiva il bisogno di correre lontano da loro, solo con se stesso.




Decise di aprofittare della riconquistata indipendenza già la mattina stessa, rinunciando ad andare a scuola con i fratelli.


Quando lo annunciò alla famiglia, a colazione, quattro paia d'occhi lo fissarono con la medesima espressione ansiosa e la stessa determinazione a dominarsi.


Gli occhi d'ambra della mamma, quelli verde intenso di Edward, i bruni occhi di Emmett e quelli grigio- azzurri del padre erano fissi su di lui, ma nessuno parlava.


Non preoccupatevi, so badare a me stesso” disse, facendo un piccolo sorriso.

Voleva rassicurarli.



Sentiva lo sguardo della mamma in maniera particolarmente intensa.


Posò la mano su quella delicate di lei e annuì in silenzio alla muta preghiera nei suoi occhi

Prenditi cura di te, fa che non ti succeda nulla. Non sopporterei di perderti, di perdere uno di voi”



Jasper aveva sopportato (con tutta la pazienza possibile per un sedicenne!) le restrizioni a cui era stato sottoposto fino a quel momento.

C'erano stati dei giorni in cui avrebbe voluto gridare a squarciagola “Andatevene, lasciatemi in pace!” ma sapeva di non avere alcun diritto di lamentarsi.



Esme e Carlisle erano dei genitori amorevoli , ma severi. Non credevano nella filosofia dell'amicizia genitori e figli, quindi, benchè ripetessero continuamente ad ognuno dei loro tre ragazzi che potevano contare su di loro per qualsiasi cosa ed in qualsiasi momento e avessero costruito con loro un rapporto sereno di reciproca fiducia non esitavano a prendedere posizione , anche con decisione, qualora si rendesse necessario. ( E con tre ragazzi di 16, 17 e 18 anni era inevitabile che, ogni tanto, capitasse! )-


Da quando era successa la storia con Maria non avevano perso di vista Jasper per un solo momento a meno che non fosse con la psicologa o con i fratelli.


Edward ed Emmett avevano fatto fronte compatto con i genitori. Lo spavento che il fratello aveva fatto prendere a tutta la famiglia li aveva resi decisamente apprensivi nei suoi confronti.





So badare a me stesso!” affermò deciso, prima di uscire di casa.



JASPER:



Non riesco a crederci!


Sono solo, solo, magnificamente solo!


Non c'è la musica di Ed, né le battute di Emmett.....


Nessun rumore....


Non sento su di me i loro sguardi indagatori....


Siamo soli: io e la moto.


Le sono mancato, lo sento, lo so....perchè anche lei mi è mancata.....


Cristo! Sembra che il sangue abbia ripreso solo ora a scorrermi nelle vene.....


Ora che il solo rumore che sento è quello del vento e la musica è quella di questo motore che canta per me!




Jasper era euforico. Sentiva l'adrenalina come una scarica elettrica sotto la pelle.



Il pensiero andare a scuola, di trascorrere il primo giorno d'indipendenza rinchiuso in quell'edificio di mattoni rossi gli faceva quasi mancare il respiro.




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Alice osservò con sincera ammirazione la splendida e luccicante moto gialla e nera ferma davanti al cancello della scuola e quando il misterioso centauro si tolse il casco ed i pallidi raggi del sole illuminarono, fino a farli splendere, dei ricci biondo grano sentì un tuffo al cuore.

L'avrebbe riconosciuto ovunque, anche se sembrava aver passato gli ultimi mesi ad evitarla.

Si erano incrociati a scuola, qualche volta e lui era stato educato, ma freddo e distante.

Non le aveva quasi rivolto la parola dal giorno della lezione di biologia.....

In realtà aveva trascorso il tempo pressochè sempre da solo, evitando, volontariamente i contatti con qualcuno che non fossero i suoi iperprotettivi fratelli maggiori.


Alice deglutì lentamente ed in pochi secondi fu, almeno apparentemente, di nuovo padrona di sé. Si avviò verso di lui con passo deciso ed elegante.


Wow! Complimenti ! É davvvero bellissima!” esclamò vivacemente.


Lui si voltò immediatamente e le puntò in volto i suoi incredibili occhi blu.


Grazie” rispose con un sorriso. Il suo viso non riusciva a nasconder l'orgoglio per la moto.


Non vieni dentro?” gli chiese


Jasper si morse il labbro inferiore, nervoso....

Non ho tanta voglia di andare a scuola – ammise – è il mio primo giorno di libertà...il primo giorno in cui non c'è nessuno che vigila su di me , niente mamma chioccia, niente papà orso, nessuna guardia del corpo.....”


Alice si lasciò andare ad una risata involontaria . Mamma chioccia e papà orso dovevano essere il Dottor Cullen e la moglie e le guardie del corpo, evidentemente Emmett e Edward....


Gli si avvicinò lentamente.


Hai un altro casco?” gli chiese


Io..si...ma …..”


Oh, andiamo Cullen, non vorrai goderti la libertà tutto da solo? Dammi il casco e vediamo cosa sapete fare voi due!”


Jasper fu contagiato dall'allegra incoscienza di lei. Armeggiò qualche secondo sulla moto e le porse il secondo casco.


Riesci a salire?” le domandò , sfidandola scherzosamente


Alice non gli rispose, ma con un agile movimento saltò sulla moto.


E ora sbrigati! - gli disse poi – prima che qualcuno ci scopra!”



Jasper rise di cuore, mentre accelerava e si allontanava dalla scuola a tutta velocità.

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Capitolo 13
*** CAPITOLO 13 ***


Buongiorno !!!

Qui domenica sotto la pioggia  :'(  (io odioooooo il maltempo!!! grrrr)

Ma torniamo a cose serie...Ecco il 13° capitolo!
Leggete , leggete, leggete e ditemi che ne pensate.

Grazie a tutti e, in paerticolare a prudence_78 e feylon per le recensioni al cap 12 ...

Baci, a presto ^______^




CAPITOLO 13


Alice si strinse a Jasper, che partì a tutta velocità prima che qualcuno potesse vederli.



Si fermò al limitare dei boschi, fuori Forks.



Si tolse il casco e sollevò il capo, lasciando che il vento gli scompigliasse i capelli.



Cosa vuoi fare?” chiese , voltandosi.



Non si era neppure accorto che Alice fosse scesa dalla moto, per cui fu estremamente sorpreso di non trovarla lì.



Una risata argentina lo fece voltare nella direzione opposta.



Sei una ninjia?” le chiese, ancora stupito.



Può essere - rispose lei - Hai intenzione di passare tutta la mattina seduto sulla moto o pensi di scendere ?”



Jasper sbuffò, poi la seguì.



Alice si era seduta per terra , le gambe incrociate e il viso verso il sole.



Cosa vuoi fare?” stavolta era lei che gli faceva una domanda, senza però guardarlo.



Jasper la spiò per qualche secondo prima di rispondere.



In realtà non ho alcun programma....Non avevo preventivato di marinare la scuola....” ammise, ridendo.



Wow! Anche i bravi ragazzi qualche volta saltano la scuola, allora! - esclamò Alice, poi, accorgendosi di aver fatto una gaffes enorme sia affrettò a scusarsi – Mi spiace.... Io non intendevo......Sono una frana”


Ma no – la interruppe lui - non scusarti, non ce n'è bisogno. E sai una cosa? A pensarci bene è vero...no, era vero..... Prima che combinassi l'enorme casino di cui, sicuramente, hai già sentito parlare io ero davvero così. Un discreto studente, un bravo figlio, un buon fratello, almeno spero..... Poi....il resto lo sai, anzi sono certo che a scuola circolano almeno tre o quattro versioni diverse della mia storia, di cui probabilmente, nessuna completamente vera!”



É così importante? - chiese lei, puntandogli addosso gli enormi occhi d'ambra. Il sorriso amaro ed il suo tono di voce sprezzante l'avevano colpita – è davvero essenziale essere perfetto? Ti importa realmente di tutto ciò che la gente inventa su di te? Sono persone che si occupano della tua vita perché non ne hanno una tutta loro che li soddisfi! ”


Quanta foga! - constatò lui – E.....no, non m'importa granché, in effetti, di quello che inventano su di me, ma mi dispiace per la mia famiglia. So che tutto quello che ho combinato li ha fatti soffrire moltissimo. Mentre …..si.....prima....prima di uscirne.....io.....io non avevo mai pensato che......che la cosa non riguardasse solo me..... In realtà, probabilmente, non pensavo affatto!”


Jasper avrebbe voluto mordersi la lingua.


Non sapeva spiegarsi perché parlare con quella ragazzina mezza matta fosse così facile.

Pareva capace di tirargli fuori ogni cosa!


Non era una sensazione piacevole: detestava perdere il controllo!


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A scuola.


Bella sentì il cellulare che vibrava nella tasca posteriore dei jeans.


Cercando di non farsi beccare dal Signor Simmons, l'insegnante di Storia, lesse il messaggio.


' Ciao Bells. Sono con Jasper Cullen. Ha deciso di saltare la scuola, io vado con lui. Andrà tutto bene. Cerca di tranquillizzare Rose e impedisci a Ed & Emm di dare in escandescenze. Non succederà nulla. Scuse e...Coprimi per favore! '



Bella sgranò gli occhi e si morse le labbra.


Edward, seduto accanto a lei, le rivolse uno sguardo interrogativo.


Bella scosse la testa e non proferì parola.


È una fortuna che Ali e Jazz non frequentino le stesse lezioni di Edward e Emmett – pensò - o quei due avrebbero dato fuori di matto!”


Aveva bisogno di parlare con Rose prima di informare Edward.



' Ho bisogno di parlarti! É urgente! Vediamoci in bagno, prima di andare a pranzo. Non dire nulla a Emm! ' le scrisse.





Che c'è Bella? - chiese Rose , raggiungendola in bagno. Bella non poté non notare, senza alcuna invidia e per l'ennesima volta, la bellezza oggettivamente perfetta dell'amica – mi hai fatto prendere un colpo! Cos'è successo?”



Bella le mostrò il cellulare e gli occhi dell'amica si spalancarono per lo shock.


E ora che facciamo?” le domandò Bella, sperando che le venisse l'idea brillante che lei aveva aspettato per ore.


Li ucciderò – dichiarò Rose, serafica – quando torneranno farò a pezzi Alice e Jasper per averci fatto questo! Anzi: chiederò a Emmett di farlo. Lui si divertirà e io non mi spezzerò le unghie!”


Bella rise, nonostante l'ansia, o forse anche per quello.


Sii seria!” supplicò


Io sono seria! - ribatté Rose – andiamo , sta tranquilla. Non farti prendere dal panico. Ora andiamo di là e lo diciamo a quei due che si arrabbieranno moltissimo. Abbiamo qualche ora per calmarli”


Le fece l'occhiolino.


É impossibile non restare affascinati da Alice. Non si accorge nemmeno di quanto sia speciale . E se ha scelto Jasper lui è un uomo fortunato” affermò Bella , decisa.


Se tanto mi dà tanto anche il piccolo Jazz se ne accorgerà presto!” rispose Rose ed entrambe scoppiarono a ridere.







Dove siete state? Ci avete messo un secolo! E non si vedono nemmeno Alice e Jasper.....” borbottò Edward quando li raggiunsero in mensa.



Ehm..... io....devo dirvi una cosa...... Jasper non è a scuola....ma non dovete preoccuparvi di nulla: c'è Alice con lui.....” farfugliò Bella.


Cooosaaaa?” esclamarono i ragazzi all'unisono


Ali mi ha mandato un SMS stamattina.....” spiegò, cercando di mantenere la calma.


L'aspetto minaccioso di Emmett arrabbiato la intimoriva un bel po'...


Rose se ne accorse e mise una mano sul braccio muscoloso del fidanzato.


Tesoro calmati! Stai spaventando Bella e lei non ha nessuna colpa” disse, dolcemente.


Scusa Belle, so che non è colpa tua, ma.....” Emmett scosse la testa.


Bella si volse verso Edward e vide i suoi occhi fiammeggianti di rabbia.




===================================================



Grazie di avermi permesso di essere qui, con te” gli disse Alice, quando decisero di tornare indietro.


Avevano trascorso una splendida giornate.


Sono io che ti devo ringraziare” rispose lui, sinceramente.


Non avrebbe mai pensato di stare così bene con una ragazza.


Una ragazza con un passato complesso che lei stessa gli aveva raccontato, ma che aveva conservato la capacità di sorridere, di dare e ricevere affetto.


Ahahahahhahaha..... Cullen stai diventando sentimentale? - rispose lei, facendo schioccare la lingua contro i denti - ora riportami a scuola prima che Bella pensi che mi sia successo chissaché o che Edward e Emmett la uccidano....”


Jasper spalancò gli occhi per la sorpresa poi le chiese“Che vuoi dire?”


Andiamo, non penserai che avremmo potuto starcene qui, indisturbati, se non avessi mandato un messaggio a mia cugina? Immagino sia stata lei, lei e Rose, ad impedire ai tuoi fratelli di battere a tappeto la città per cercarti!” spiegò, scrollando le spalle , prima di infilarsi il casco che Jasper le porgeva.



Jasper non aveva pensato assolutamente ai fratelli durante quelle ore.


Ops - pensò mentre infilava il proprio casco - credo di essere nei guai!”




===============================================




Alice scese dalla moto per dirigersi verso la propria auto, una piccola macchina italiana gialla.

Bella la aspettava insieme a Rose.



Devi raccontarci tutto!” le disse quest'ultima, sorridendo, in segno d'intesa.


E trovare una scusa valida per giustificarti con Charlie!” aggiunse Bella , un po' preoccupata.


Oh..oh.....oh....non avevo pensato allo zio Charlie.....” mormorò Alice sedendosi al posto di guida.



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Jasper tirò un sospiro, stampò sul suo viso il sorriso più innocente e rassicurante che poteva e si avviò verso i fratelli.


L'espressione di Emmett e Edward non era esattamente amichevole.


Ciao” li salutò.


Si sentiva di ottimo umore, ma non sembrava che Emmett e Edward si sentissero allo stesso modo.


Ho quasi paura di risponderti – borbottò Edward, guardandolo in cagnesco - perché non so cosa potrei dire....”


Io no: dove sei stato tutta la mattina mentre noi due ci tormentavamo senza sapere che fine avessi fatto?” ringhiò Emmett


Jasper li guardò con aria virtuosa.


Avanti ragazzi! Non ho fatto niente di male! Io non credo, anzi so benissimo che è capitato anche a voi di saltare la scuola!” rispose.


Sai benissimo che non è la stessa cosa!” obbiettò Edward.


Tu fallo un'altra volta - inveì Emm, prendendo il fratello per il colletto del giubbotto - e non avrai nessun bisogno di preoccuparti che mamma o papà lo vengano a sapere!”


Jasper si divincolò dalla presa.


Piantala! - replicò, stizzito - vuoi andare a riferire tutto a mamma e papà? Bhè sai che ti dico? Fallo! Fai come ti pare! Ma voi due dovete finirla di starmi col fiato sul collo! Ho fatto una cazzata,ok , è vero....la più grande che potessi fare! Volete farmela pagare per il resto della mia vita?”



Salì sulla moto e se ne andò prima che i fratelli potessero rispondere.




























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Capitolo 14
*** CAPITOLO 14 ***


Ecco qui il 14° capitolo!!!

Grazie:
- a chi l'ha inserita fra le preferite: Frego, Kikka Hale,Feylon e BringerOfDevil
- a chi la ricorda: Doux Ange
- a chi la segue:  Alice Hale 89 , anna71 , CheyenneB cullengirl , Doux_Ange, Ely_91, HelenCullen , kikiboomboom , M e M s , Orsacchiotta Potta Potta , prudence_78 , sofy96 , stefyadry , tenerona , titina10TollaCullen 
 - a  Prudence 78, BringerOfDevil e Orsacchiotta Potta Potta per le recensioni super-gradite!
- a chiunque la legga.

Mi scuso , in anticipo, per le parolacce, ma.....ehm....mi pareva che in qualche caso "rendessero meglio l'idea".....

Fatemi sapere cosa ve ne pare di questo cap, ok? Thanks.

Prossimo aggiornamento (quasi sicuram) venerdì .







CAPITOLO 14





Che cavolo hai combinato!” esclamò Edward fulminando con lo sguardo il fratello maggiore.



Ioooo? - rispose Emmett, restituendogli l'occhiataccia – giurerei che anche tu non sia stato esattamente amichevole....”


Io non l'ho preso per il colletto facendolo scappare!”


No, bhè, certo, l'hai lasciato fare a me, ma non ti sei certo opposto!”


Edward scosse la testa, sconsolato, mentre metteva in moto l'auto; era arrabbiato e preoccupato.


Non serve a niente che ce la prendiamo anche tra di noi – disse .- dobbiamo trovarlo e farlo prima che mamma e papà scoprano qualcosa, se già non è troppo tardi... Sai che in caso contrario papà vorrà le nostre teste su un piatto d'argento, no?”



Emmett gemette, coprendosi la faccia con la mano.


Siamo nei guai”


Non era una domanda, ma Edward rispose comunque:


Sai che ti dico ? Noi saremo anche nei guai, ma fammi mettere le mani sul nostro caro fratellino …...”


Lasciò la frase in sospeso, ma entrambi sapevano benissimo cosa intendeva dire.




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Jasper era furioso. Aveva guidato sino a Port Angels senza nemmeno accorgersene.



'Sono stanco di essere trattato come un bambino - pensava - e quei due devono piantarla di sentirsi autorizzati a controllare ogni mio movimento! '


Aveva parcheggiato la moto e stava per entrare in un fast food quando sentì una voce fin troppo familiare pronunciare il suo nome.





Oh cazzo!” sibilò Edward, improvvisamente.

L'imprecazione non sfuggì a Emmett che si voltò immediatamente verso di lui, chiedendosi cosa potesse averla provocato



Erano arrivati lì perché un amico aveva detto loro di aver visto Jasper dirigersi verso Port Angels.



Emmett sentì il proprio sangue ribollire.

' No, per favore – pensò - fa che mi sbagli.... '

'Fanculo! ” bofonchiò , visibilmente inquieto.


Jasper era fermo , immobile al centro del marciapiede di fronte a loro e Maria si dirigeva , inesorabilmente, verso di lui.


Emmett e Edward furono accanto al fratello in un secondo.





Jasper! - cinguettò Maria , sarcastica – Non mi aspettavo certo di vederti....”


Vattene stronza!” sibilò Edward mentre lui ed Emmett facevano un passo avanti , ponendosi, protettivamente, davanti a Jasper.


Sapevano che il fratello avrebbe gradito la loro presa di posizione ancor meno della loro presenza, ma non si fidavano minimamente della sua capacità di gestire la sua situazione.


Edward... Emmett, per favore, spostatevi” disse Jasper, pacatamente.


Nessuno dei due si mosse di un millimetro: il bisogno di proteggerlo da lei era troppo forte!


Ascoltate vostro fratello, ragazzi.... - disse lei , poi aggiunse, rivolgendosi a Jasper – O non hai ancora smesso di piagnucolare con papà? “


Sul viso aveva un'espressione sprezzante, che si trasformò in sgomento quando Emmett fece un passo verso di lei, torreggiando con la propria mole sulla ragazza e afferrandole il braccio con una presa d'acciaio.


Dammi un solo motivo per non cancellare quel sorriso dal tuo viso” ringhiò, mentre Edward tratteneva Jazz.


Emmett allontanati! Lasciala ! Smettila! ”


Emmett lanciò uno sguardo veloce e incredulo verso Jasper.


La stava difendendo? Stava prendendo le parti di quella donna?


Dico sul serio!” gridò rabbiosamente Jasper, liberandosi dalla presa di Edward, con un bagliore omicida negli occhi.


Maria sbuffò, soddisfatta, convinta che Jasper stesse per correre da lei.


Emmett cercò di controllare i propri nervi e la lasciò andare.


Lei e Jasper si trovarono faccia a faccia.


Ciao Maria”


Ti sono mancata?” chiese lei. Faceva le fusa, passando un dito sul petto di Jasper.


Emmett aveva voglia di farla a pezzi, di spezzarle ogni osso di quelle mani, ricordando cosa avesse fatto al fratello.


Sei cresciuto . Sei più magro e più pallido, ma anche più bello dell'ultima volta che ci siamo visti...”

Maria pareva incurante del fatto che Edward e Emmett la guardassero con odio e fossero pronti a scattare contro di lei.


Jasper , con lo sguardo ancora cupo, allontanò da sé le sue mani, prendendola per i polsi.


Come sta tua madre ? E il bambino?” chiese, una maschera d' inespressività dipinta sul viso.


Emmett e Edward pensarono che il fratello fosse impazzito.

Quella donna l'aveva quasi ucciso e lui s'informava sulla sua famiglia?


Ma improvvisamente il sorriso scomparve sul viso di Maria e il sangue parve defluire dal suo volto, mentre stringeva le labbra.


Evidentemente Jasper sapeva ancora colpire dove faceva più male!


Spero che le nostre strade non si incrocino mai più. Non è stato affato un piacere rivederti. - aggiunse Jasper – andiamo ragazzi”


Emmett e Edward lo seguirono, lasciando Maria ferma ,per strada ; sembrava quasi sul punto di piangere.


Wow fratellino, complimenti!” dichiarò Edward, dandogli una bonaria pacca sulla spalla.


Si pentì immediatamente di averlo fatto, quando vide che nei suoi occhi c'era ancora la tempesta.


Hei.... ti senti bene?” gli chiese , allora, visibilmente preoccupato, costringendolo a fermarsi.


Si, credo di si.... Solo.... Non mi aspettavo di rivederla....” rispose Jasper con voce atona.



Torniamo a casa, ragazzi, subito!”


Emmett aveva chiuso la discussione .


Sebbene fosse il più impulsivo dei tre, quello che non si soffermava troppo a riflettere prima di agire, il giocherellone che organizzava scherzi che divertivano tutti....Emmett aveva sempre preso molto sul serio il proprio ruolo di fratello maggiore.

Ciò che era successo a Jasper era, per lui, una grossa sconfitta personale.

Non riusciva a non pensare che avrebbe dovuto rendersi conto che c'era qualcosa che non andava prima che fosse troppo tardi.

Sapeva che lui e Edward erano intelligenti, maturi e (tendenzialmente) in grado di badare a sé stessi, ma ,decisamente, si sentiva più sicuro quando poteva a guardar loro le spalle!




Fortunatamente , almeno per Jasper, nessuno dei suoi genitori era in casa quando loro arrivarono.


Parcheggiò la moto in garage e seguì i suoi fratelli, senza dire nemmeno una parola finché non furono in casa, seduti al tavolo della cucina.



Emmett e Edward non riuscivano a togliergli gli occhi di dosso.


Erano arrabbiati, ma soprattutto molto preoccupati .


Jasper li guardava come un condannato a morte.


Mi dispiace” fu tutto quello che riuscì a mormorare


Ti dispiace?” ripeté Edward, sconvolto e, ancora una volta, fu Emmett a prendere in mano la situazione.



Ci hai fatto prendere uno spavento terribile sai? - chiese, rivolto a Jasper poi, mettendo una mano sulla sua spalla e una su quella di Edward continuò – ma siamo i tuoi fratelli e saremo sempre al tuo fianco , qualsiasi cosa faccia! E.....non dispiacerti per noi, fratellino, pensa a quando dovrai raccontare tutta questa divertente storiella a mamma e papà!”



Edward rise, suo malgrado e Jasper gemette , lasciando cadere la testa fra le braccia, sul tavolo.





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Capitolo 15
*** CAPITOLO 15 ***


Salveeee!!! 

Mille grazie a chiunque segue questa storia e , particolarmente a: Orsacchiottta potta potta,Prudence 78, Kikka Hale e BringerOfDevil per le recensioni al cap 14!!!

CAPITOLO 15



Bella osservò Alice che apparecchiava la tavola.


Preparavano sempre la cena per Charlie perchè lui piaceva un mondo mangiare insieme e loro lo viziavano parecchio.


Era pensierosa.


Sapeva che Jasper l'aveva colpita e rispettava il fatto che Alice, solitamente così espansiva ed estroversa, fosse molto riservato riguardo ciò che davvero le stava a cuore.




Zio Charlie devo dirti una cosa” disse , non appena ebbero finito di cenare.


Bella fece per alzarsi, ma lei la fermò “Non andartene, non è niente che tu non sappia già”


Dimmi pure Alice” rispose Charlie ,ansioso.


Adorava le sue ragazze, ma ogni tanto il fatto di crescere da solo due adolescenti lo metteva parecchio in difficoltà.



Oggi ho saltato la scuola” affermò semplicemente Alice.


Cosa? E perchè avresti saltato la scuola?”


Bella si morse le labbra per non ridere. Nemmeno quando era arrabbiato Charlie riusciva ad essere veramente severo con Alice.


Non c'è un valido motivo, in realtò...No, si , c'è....ma non è un motivo che tu riterresti valido”


Potrei saperlo per giudicare personalmente?”


Ho fatto compagnia ad una persona.....”


Chi?”


É importante saperlo? Ho saltato la scuola. Te lo sto dicendo perchè non voglio che lo venga a sapere da qualcun altro e non voglio mentirti …. Cos'altro importa?”


Piccola sai che posso scoprirlo anche da solo, vero? Sono lo sceriffo. Preferisco che me lo dica tu....”


Prometti che non te la prenderai con lui!”


Lui?”


Alice annuì e Charlie si schiarì la voce e continuò “Promesso. Ora parla”



Jasper”


Chi?'”


Jasper”


Improvvisamente l'espressione di Charlie cambiò.


Ci aveva messo un bel po' a digerire il fatto che Edward Cullen uscisse con la sua bambina ed ora : suo fratello e la sua amata nipotina?!


Era davvero troppo!


Ho capito bene? - chiese, rivolgendosi ad entrambe le ragazze – Jasper Cullen ?”


Pronunciò il cognome come fosse una malattia contagiosa.


Zio Charlie non devi prendertela con nessun altro ! Sono io che ho sbagliato, gli altri non c'entrano. Smetti di spaventare Bella fissandola in quel modo!” esclamò Alice.


Se permetti posso decidere da solo con chi prendermela! Quei Cullen! Non bastava Edward ora ci si deve mettere anche suo fratello! Cosa vuole questo impiastro da te?”


Charlie sembrava parecchio seccato.


Non vuole niente, zio. Non c'è niente tra di noi. É solo un amico; non mi ha nemmeno invitata ad andare con lui: sono stata io a chiederglielo! E non chiamarlo impiastro!”


Charlie scosse la testa. Aveva sperato, dopo Bella e Edward, di avere un attimo di tregua prima di doversi tuffare, di nuovo, a capofitto nelle vicende sentmentali di due teenagers.


Sei in punizione: niente shopping per un mese!"  dichiarò.


Alice era un vera fashion victim. Adorava la moda. Privarla dello shopping era colpire basso, ma Charlie sapeva che stava facendo solo il proprio dovere.


Non ti sembra di esagerare? In fondo non ho fatto nulla di che....”


É proprio perchè non voglio che combini qualcosa che lo faccio, tesoro.”


Alice fece un smorfia, ma accettò la punizione.


In fondo sapeva che sarebbe arrivata quando aveva deciso di confessare.


Certo un mese senza shopping sarebbe stato lunghissimooooooooo!!!!





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Esme sollevò gli occhi dal libro che stava leggendo e si voltò verso Carlisle che , fino a quel momento , aveva studiato con estrema attenzione una cartella clinica.


Hanno bussato?” gli chiese.


Lui la fissò per qualche secondo, prima di mettere a fuoco, poi rispose

Non so...Io...ehmmm....ero molto concentrato”



Toc...toc....



Stavolta nessuno dei due ebbe alcun dubbio.


Avanti” dissero, in coro.




Jasper sospirò prima di aprire la porta.

Sotto sotto aveva sperato fino all'ultimo che i suoi genitori stessero dormendo.



Esme lo guardò, preoccupata, non appena mise piede nella stanza.


Non capitava spesso che i loro figli entrassero in camera da letto, ora che erano grandi.


Qualcosa non va? - gli chiese – vieni tesoro, entra, siediti”


Carlisle posò la cartella sul comodino accanto a sé e si dipose a dedicare al figlio tutta la propria attenzione.


Jasper si sedette sull'enorme letto dei genitori, di fronte a loro, con le gambe icrociate davanti a sé e le mani sulle ginocchia.


In realtà non c'è un buon modo per dirvelo.... o per lo meno io non lo conosco.....- cominciò , poi vedendo lo shock sui loro visi aggiunse immediatamente – no, non fraintendetemi: non è successo nulla di brutto! Niente tagli e nessuna cazzata di quel genere


Jasper!” lo riprese suo padre.

Non gradiva il linguaggio poco educato, ma si sentì infinatamente sollevato sentendo le parole del figlio!


Scusa, volevo dire nessuna stupidaggine. Solo che ….stamattina mi hai restituito le chiavi della moto e io....ehm...... non sono riuscito ad entrare a scuola. Avevo bisogno di stare solo , volevo godermi un po' di libertà..... così ho saltato la scuola



Gli occhi di Esme divennero grandi il doppio e Carlisle lo guardò severamente.


Sospirò, quindi gli chiese “C'è dell'altro?”


Jasper guardò negli occhi prima lui poi Esme.


Volete che vi racconti tutto ora? Possiamo parlarne domani mattina.... Io...ehmm....non voglio che perdiate il sonno per questa storia....” disse.


Carlisle fissò suo figlio minore.


In tutti quegli anni aveva sentito frottole impossibili, giustificazioni campate in aria, storie strampalate , scuse pazzesche ma quelle parole sicuramente sarebbero entrate di diritto nella classifica delle 10 frasi più assurde dei ragazzi Cullen!



Jasper mi prendi in giro?” gli chiese


Noi non riusciremo comunque a dormire , quindi, tesoro, parla” aggiunse Esme.


Sentiva il suo cuore battere all'impazzata, aveva quasi l'impressione che le scoppiasse nel petto da un momento all'altro e le sembrava di non avere più sangue nelle vene, ma si sforzò di sembrare tranquilla.



Jasper si passò una mano fra i ricci scompigliati, arruffandoli ulteriormente.


Io...ho guidato fino a Port Angels.....Non avevo in mente di arrivare fin là....volevo solo stare solo e tranquillo... Ma in realtà non è stato proprio così perchè appena arrivato ho incontrato Maria. Non dovete preoccuparvi: sto bene! Abbiamo parlato; le ho detto che non voglio vederla mai più. Non scapperò in bagno a tagliarmi con la prima cosa affilata che mi capita a tiro, davvero!” disse.



Sperava con tutto il cuore che i suoi genitori si accontentassero di quella spiegazione.



Dov'erano i tuoi fratelli mentre tu bighellonavi allegramente mentre saresti dovuto essere a scuola?” domandò Carlisle.



Jasper si morse la labbra e non rispose.



Jasper rispondi per favore” disse Esme, dolcemente.



Tutto quello che avevano dovuto superare negli ultimi mesi faceva sembrare una stupidaggine l'ultima bravata di Jasper, ma sia lei che Carlisle sapevano che era loro dovere essere severi, se necessario, e non ridere delle mascalzonate dei figli.



Che c'entrano loro in questa storia? - disse Jazz – io ho sbagliato e sono venuto qui a raccontarvi tutto. Non voglio che pensiate di non potervi fidare di me dopo la storia di Maria. Non è così. Sto cercando di dimostrarvelo, anche se ora può suonare stano....”



Puoi andare in camera tua, ora. Questa storia non finisce qui: ti raggiungo più tardi. Ora ho bisogno di parlare con tua madre” replicò Carlisle e Jasper lasciò la stanza in silenzio.





Esme osservò suo marito alzarsi ed infilare la vestaglia.



Gli aveva comprato lei quella vestaglia. Blu perchè faceva risaltare i suoi occhi.

Non potè trattenersi dal pensare che era un uomo molto bello e affascinante, oltre che un ottimo medico, un padre meraviglioso ed il miglior marito che avrebbe mai potuto desiderare.



Dove vai?” gli chiese.



A dare la buona notte ai nostri figli - rispose lui , senza riuscire, nonostante tutto a trattenersi dal rivolgerle un sorriso - a meno che non preferisca parlare tu con loro”



Esme fece una buffa smorfia.

Hai la mia completa fiducia, lo sai” gli disse, sinceramente.



E fare il poliziotto cattivo non ti piace!” ribatté Carlisle, lanciando un frecciatina, prima di uscire dalla stanza.











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Capitolo 16
*** CAPITOLO 16 ***


Salveee!!! Eccoci (io e il 16° cap!) qui!!!



Come va? Che ne pensate di questo capitolo?



Grazie mille cari lettori e recensori (Prudence 78, Orsacchiotta potta potta e Edvige 86 )



Alla prox (al 99% sarà venerdì ) …..






CAPITOLO 16



Pochi istanti dopo, sentendosi un po' più composto, ma non per questo meno arrabbiato e deluso Carlisle si avviò verso le stanze dei figli a svolgere il più ingrato dei compiti paterni.


Si fermò appena fuori dalla porta , percorso da un brivido d'ira.


Come avevano poturo , i suoi figli, essere tanto sconsiderati?


Emmett …..Edward e, ovviamente,Jasper............pensava avessero più giudizio!







Emmett


' So di non essere un tipo calmo e riflessivo, a differenza dei miei fratelli. Mi piace pensare a me stesso come ad un uomo d'azione, sono decisamente un impulsivo.


Non è la prima volta che sono nei guai , ma stavolta è diverso.


Non sono i miei guai! Non si parla di una delle mie solito stupidaggini!


Parliamo di Jasper e di quello che gli sarebbe potuto succedere se....se non fossimo arrivati in tempo ? O se non fossimo stati fortunati? O se non fosse stato abbastanza forte?


Non lo so; onestamente non lo so, ma so che non avrei risposto di me e delle mie azioni se quella cagna gli avesse fatto ancora del male!


Il punto è che io non mi sono accorto che non era a scuola fino a quando non ce l'ha detto Bella, all'ora di pranzo.


Avrei dovuto aspettare, accertarmi che fosse in classe.....non so cosa avrei dovuto fare, ma so, di certo, che avrei dovuto fare qualcosa!


Oh certo se papà non fosse stato così “sveglio” da lasciargli prendere la moto tutto questo enorme casino non sarebbe successo, ma lui si fidava....


Questo è un suo difetto: si fida sempre troppo delle persone.


Io non credo che Jasper fosse ancora pronto..... '




Emmett camminava su e giù per la propria stanza, incapace di stare fermo, sempre più impaziente, man mano che i minuti passavano.





Sentir bussare alla porta della propria stanza lo fece sussultare.


Posso entrare?” chise suo padre.


Non entrava mai nelle loro camere senza bussare e mai senza chiedere permesso!


Entra papà!” borbottò Emmett .


La sua visita era quello che si aspettava, sapeva che sarebbe arrivato, ma vederlo lì lo mise un po' in ansia.


Ti aspettavo” aggiunse infatti.


Immagino. Posso sedermi?”


Emmett annuì e Carlisle prese posto sul divano in pelle nera, facendogli cenno di sedersi accanto a lui.


Com' è successo?” gli chiese.


Emmett sospirò. Sapeva benissimo di cosa parlava.


Io non lo so. Sinceramente pensavo che Jasper fosse in classe.... - borbottò – non potevo immaginare che fosse in giro con la moto....”



Mi aspettavo che tu e Edward vigilasse un po' di più su vostro fratello, data la situazione....” disse Carlisle.


Mi..Io...Mi dispiace”


Lo so che ti dispiace”


Non ...non volevo....”


Gli incidenti capitano. Ma questa è una cosa che non sarebbe dovuta succedere! Jasper e Maria! Tremo al solo pensiero che le cose sarebbero potute andare diversamente....”


Emmett annuì.


Sei in punizione: per una settimana solo casa e scuola” affermò Carlisle.


Emmett fece una smorfia, ma non si oppose.


Era abbastanza grande per accettare le conseguenze delle proprie azioni e sapeva che l'inseguimento di Jazz a Port Angel non sarebbe piaciuto ai suoi genitori.


Non dici nulla?” gli chiese suo padre, abbastanza stupito.


Cambierebbe qualcosa?” domandò Emmett per tutta risposta.


Vorrei sapere cosa ne pensi” ammise Carlisle.


È stato stupido inseguire Jazz senza avvisarvi. É stato stupido non accorgerci che non era a scuola...È stato stupido lasciare che Maria gli si avvicinasse” dichiarò il ragazzo.






Edward



'Sono quasi tentato di scappare dalla finestra. Perchè non lo faccio? Oh bhè...è ovvio. So che fra poco papà sarà qui. É sempre lui che si occupa di queste cose. Ma non sono un bambino di cinque anni che ha paura di essere sculacciato! Cavoli! Ho diciassette anni , sono abbastanza grande per affrontare una discussione.

Non è la prima volta che sono nei guai (anche se stavolta non è colpa mia e strangolerei volentieri Jasper per averci cacciato in questo pasticcio!) , so che alla fine andrà tutto a posto, ma questo non significa che non mi dispiaccia esserci in mezzo! '



Carlisle bussò alla porta.


Posso entrare?” chiese, come sempre e , come sempre, Edward rispose “Entra”


Carlisle si chiuse la porta alle spalle e guardò il suo secondogenito.


Edward lesse la delusione nei suoi occhi.


Papà io...” provai a dirgli, ma si fermò rapidamente perchè non c'era nulla che potesse dire per scusarsi.


Ti faccio la stessa domanda che ho fatto a Emmett: Com' è successo?”


Io non lo so. Pensavamo che fosse in classe!”


Edward tu e Emmett sapete che questo è un momento particolare per Jasper in cui ha bisogno del sostegno e del supporto di tutti noi ! - Carlisle guardò Edward che era, sicuramente, il più emotivo fra i suoi ragazzi e capì che si sentiva in colpa per quello che era successo – mi spiace dirtelo, ma sinceramente, mi aspettavo un po' più di collaborazione da parte vostra”



Io....io non so che dire..... Mi dispiace”


Lo so, figliolo , ti credo,ma...So che probabilmente penserai che non è giusto, ma prima immagina cosa sarebbe successo se Maria avesse avuto ancora una possibilità con Jasper...” disse Carlisle.


Che vuoi dire?” lo interruppe Edward.


Che sei in punizione. Esattamente come i tuoi fratelli. Per una settimana solo casa e scuola” dichiarò Carlisle.


Non è giusto. Non sono stato io a saltare la scuola e a scappare a Port Angel !” ribattè Edward.


No, infatti tu ed Emmett siete quelli che, quando l'hanno scoperto, non si sono preoccupati di avvisare me o vostra madre. Quelli che l'hanno rincorso a Port Angels pensando a chissachè...

Non vi sto punendo per quello che ha fatto vostro fratello , ma per quello che non avete fatto voi !”


Io penso che tu sia ingiusto e irragionevole!” replicò suo figlio.


Io invece ti conosco e so che capisci. Ma so anche che ora sei troppo arrabbiato per ammetterlo.





Jasper


Jasper si sentiva terribilmente in colpa.


Era seduto sul letto , a testa bassa, le ginocchia strette al petto.


Sentì bussare alla porta.


Entra papà!”

Aveva quasi gridato.


Carlisle entrò e si sedette di fronte a lui, sul letto.


Jasper sollevò la testa e lui notò che era sconvolto.


Ho incasinato tutto di nuovo, vero?” chiese, in un filo di voce.


Oh Jasper! - disse Carlisle. Avrebbe voluto stringerlo a sé e dirgli che era tutto a posto e che non era successo niente, ma sapeva che non era il momento, non ancora - Smetti di vedere le cose in maniera catastrofica!”



Non lo sono?” chiese il ragazzo


NO!” affermò deciso suo padre.


Quindi non sono nei guai?” domandò ancora


Dipende da cosa intendi per guai. Sei in punizione. Per una settimana solo casa scuola e niente moto fino a nuovo ordine. Stavolta voglio essere certo che non sia il veicolo di fuga verso la libertà. E verrai a fare volontariato in ospedale, almeno una volta alla settimana fino a che io non riterrò che sia sufficiente!”


Jasper gemette.


Aveva perso di nuovo la moto!


Carlisle si era già alzato quando disse “Non prendertela con Emmett e Edward papà, loro non c'entrano!”


Jazz credo che tu abbia abbastanza problemi senza preoccuparti anche dei tuoi fratelli!”


rispose Carlisle, prima di lasciare la stanza.




Carlisle


Ero davvero sollevato.


Era finita.


Avevo parlato con tutti e tre i miei figli ed ero sopravvissuto.


In effetti mi avevano davvero sorpreso.


Emmett, in particolare, si era comportato davvero in modo maturo.


Sentiva il cuore pieno d'orgoglio per suo figlio e per l'uomo che stava diventando.


Fece una smorfia ripensando ,invece a Edward e Jasper.


Era ancora arrabbiato e preccupato, ma se , per un momento , provava ad accantonare i sentimenti negativi...c'era anche un po' di sollievo.


Si, sollievo perchè, alla fine, ringraziando Dio, non era successo nulla e perchè...in fondo il fatto che Emm stesse diventando un uomo che presto avrebbe intrapreso la propria strada, lo rendeva, contemporaneamente, felice ed ansioso perciò era contento, tutto sommato, che i figli minori fossero ancora, in tutto e per tutto, dei ragazzini...




Certo, se solo fossero stati un po' meno movimentati …...


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Capitolo 17
*** CAPITOLO 17 ***


Buongiorno!!! Ecco qui il 17° capitolo!

Grazie a tutti: chi legge, segue (Alice Hale 89 -  anna71 -CheyenneB - Cinzietta89 -cullengirlDoux_Ange - Ely_91 - HelenCullen - kikiboomboom - M e M s  - noraa  - Orsacchiotta Potta Potta  - prudence_78  - sofy96  - stefyadry  - tenerona  - titina10 TollaCullen ) recensisce (Kikka Hale, BringerOfDevil, Orsachhiotta Potta Potta, Prudence 78) e chi l'ha inserita fra le seguite  (Doux_Ange-Jilly) e le preferite (BringerOfDevil - Feylon - Frego - Kikka Hale ).....



Spero mi facciate sapere che ve ne pare anche di questo cap!



Al 18°, allora... (sarà lunedì, quasi sicuram ).....












CAPITOLO 17





Jasper scosse la testa e i capelli gli piovvero sugli occhi. Sbuffò, tentando di spostarli.



Tentativo inutile.



I suoi ricci non erano mai stati docili e dopo quattro ore di volontariato all'ospedale si sentiva stanco, seccato e anche un po' sporco.



Che idea ti è venuta papà di condannarmi a questo supplizio?” pensò, irritato mentre continuava a raccogliere le foglie nel parco.

Avrebbe desiderato andare a casa e fare una lunga doccia.....



Non ci credo! Che ci fai tu qui?”

Una voce allegra e squillante lo fece voltare.



Mary Alice Brandon – Alice - era lì, a pochi passi da lui con in mano una tazza di caffè bollente, almeno a giudicare dal vapore e dal profumo.



Jasper le sorrise, sinceramente felice di incontrare una faccia amica.



Faccio volontariato e tu? ” le rispose, facendo però una buffa smorfia.



Io faccio volontariato qui! Ogni mercoledì, da quando mi sono trasferita a Forks, ma non ti ho mai visto!” ribatté lei, guardandolo, con le palpebre socchiuse.



Jasper notò la divisa dei volontari (quell'orribile divisa di un indefinito grigio che addosso a lei sembrava diventare bella) sotto il cappottino rosso.



Oh....si....bhè...io ho........ appena cominciato......” borbottò, incespicando sulle parole.



Se qualcuno glielo avesse fatto notare avrebbe sicuramente negato e non sarebbe riuscito assolutamente a spiegarne il motivo, ma la presenza di Alice lo imbarazzava...



Capisco – disse lei – ti va una pausa caffè?”



Io....non so se....non so se è il caso...” rispose, guardandosi intorno.

Era convinto che se suo padre lo avesse sorpreso a battere la fiacca gli avrebbe fatto fare una figuraccia di fronte a Alice.



Andiamo Cullen! Non ti sto proponendo una fuga: solo un caffè! - esclamò lei e , notando la sua titubanza, aggiunse – e va bene aspettami qui. Porto un altro caffè”



Scappò via di corsa e tornò dopo qualche minuto con in mano 2 bicchieri fumanti, le guance rosse per la corsa e gli occhi brillanti.



Andiamo a sederci di là” disse, indicando con lo sguardo una panchina.



Jasper la seguì in silenzio, grato per il caffè caldo.



Su Cullen , sputa il rospo: che ci fai qui? C'è qualche bella infermiera su cui stai cercando di fare colpo? O è una paziente?” scherzò Alice.



Lui scosse la testa, facendo cenno di no.

Sei completamente fuori strada!” dichiarò.



Alice cominciò a sorseggiare il proprio caffè, senza fare altre domande.



Jasper la guardò per qualche minuto, in silenzio, poi ammise “In realtà è stato mio padre a costringermi a fare il volontario...fa parte della mia ….ehmmm.....punizione.....”



Alice rise, una risata simile a campanelli d'argento.



Non c'è nulla da ridere!” dichiarò Jasper,seccato.



Sei in punizione per aver saltato la scuola due giorni fa? “ chiese lei



Lui annuì e aggiunse “Non è divertente!”



Si che lo è. Anch'io sono in punizione. Essere in punizione non è affatto divertente: un mese senza shopping è assolutamente una vera crudeltà, ma se mio zio Charlie sapesse che il servizio all'ospedale è la tua punizione sarebbe sicuramente arrabbiatissimo! “ spiegò



Cosa gli ho fatto?” chiese Jasper , sincerante stupito.

Ricordava bene lo sceriffo Swan, il padre di Bella, ma non pensava di aver mai fatto nulla che potesse infastidirlo.



A meno che.... OH OH OH! Lo sceriffo Swan ce l'aveva con lui perché Alice era andata a fare un giro in moto anziché andare a scuola! Chissà cosa aveva immaginato.....



Edward mi ucciderà ! ” gemette, colpendosi la fronte con una mano



Ma no, non lo farà! - lo rassicurò Alice - i tuoi fratelli ti vogliono bene. Sei fortunato ad averli”



Tu....tu ….non....” bofonchiò Jasper



Ho una sorellina. Una sorellastra , veramente. Mio padre si è risposato dopo la morte della mamma. Loro sono andati via di qui, in Europa. Io e Cinthya praticamente non ci conosciamo. Ma ho Bella e lo zio Charlie. Loro sono la mia famiglia. Sono un padre e una sorella per me. E c'è Rosie che è l'amica migliore che potessi sognare di avere. Mia madre diceva sempre che la felicità è trarre il massimo da ciò che si ha ed io ho intenzione di seguire il suo consiglio!”

Raccontò Alice, gli occhi rivolti al cielo e il viso sereno.



Sai che sei incredibile?” fu il commento di Jasper.



Uhm..si, me l'hanno già detto , Cullen. Non farti troppe domande. Vivi la vita come viene”

rispose lei, divertita.



L'ultima volta che l'ho fatto....bhè , lo sai, ho fatto un casino!”



Che c'entra? Hai sbagliato, ma dagli errori si impara e non sembri uno stupido. Sono convinta che non farai più quelle cose orribili. Anche io ho fatto le mie brave cretinate, ma questo non significa che le rifarei! É andata così. Che senso ha stare sempre a rimuginare? - dichiarò lei, seria – ed ora torno al lavoro. E credo dovresti farlo anche tu. Quel dottore biondo alla finestra del terzo piano lassù non è tuo padre? Ciao ciao Dottor Cullen”



Alice fece un gesto con la mano verso quella direzione e Jasper avrebbe giurato di vedere suo padre che rideva.





=================================================





J aaaaaaaa s p eeeeeeeee rrrrrr ”



Jasper deglutì nervosamente sentendo Edward che lo chiamava.



Edward, tesoro, potresti cortesemente ricordarti che in questa casa non c'è nessuno con problemi d'udito? Mi piacerebbe che le cose non cambiassero” disse Esme, che si trovava per le scale mentre Edward chiamava il fratello.



Scusa mamma” mormorò lui facendo i gradini a due a due per arrivare alla mansarda.



Che c'è stavolta?” gli domandò Jasper vedendolo scuro in viso.



Lo Sceriffo Swan” dichiarò Edward senza aggiungere altro.



Oh” sospirò Jasper.



Oh? Tutto qui? Ero al telefono con Bella. Suo padre, grazie a te, mi odierà di nuovo!”



Non può odiarti Ed. Non hai fatto nulla.....”



Vero: Io non ho fatto nulla. Ma tu devi stare lontano da Alice! Non voglio che combini guai!”



Non....non....io e Alice abbiamo parlato qualche volta...Non siamo nemmeno amici....” borbottò Jasper.









' I tuoi fratelli ti vogliono bene ' aveva detto Alice.



Jasper sapeva che era vero.



Sollevò gli occhi per incontrare quelli verdi del fratello.



Io e Alice non siamo amici Edward. Puoi stare tranquillo. Non combinerò nessun guaio . Posso tranquillamente fare a meno di parlarci se la cosa rende più tranquillo lo sceriffo” dichiarò deciso, e lasciò la stanza, prima che suo fratello avesse il tempo di rispondere.





Edward sei un egoista! Un egoista ed un coglione!” sibilò Emmett entrando nella stanza qualche secondo dopo.



Edward lo guardò stupito.



Sei impazzito?” gli chiese, per tutta risposta.



No, il matto qui non sono io! - ribadì Emmett - veramente non capisci cos'hai fatto?”



Piantala Emm! Se devi dirmi qualcosa fallo chiaramente senza girarci intorno!” disse, seccato.



Con piacere! - sbottò Emmett – non c'è niente al mondo oltre a Bella? Capisco che ci tieni a lei, ma il mondo non può girare intorno a voi due! Hai appena chiesto a Jasper di stare lontano da Alice!”



Stavi origliando? - domandò – Si, l'ho fatto e con questo? Avrai sentito che Jasper ha detto che non sono nemmeno amici!” aggiunse



Ma quanto puoi essere stupido?! Quella ragazza può essere la cosa più bella che sia capitata a Jasper e io sono assolutamente convinto che abbia diritto ad essere felice esattamente come me e come te! Soprattutto dopo quello che gli ha fatto Maria ! E tu cosa fai? Gli chiedi di non parlarci solo perché non vuoi che il padre di Bella se la prenda con voi, con te! Non dirmi che questo non è l'atteggiamento più egoista che ci sia!” affermò Emmett , gli occhi scuri fiammeggianti di rabbia.



Jasper non …..a lui non piace Alice.....” mormorò Edward.



Oh, certo, questo è il tuo modo di scaricarti la coscienza? Bhè, se sei tranquillo fa pure. I miei complimenti Edward!”



Da quando sei tu quello che decide cosa si deve o non si deve fare? Jasper ha detto che lui e Alice non sono amici!” urlò Edward



Jasper ha detto che lui e Alice non sono amici? - ripeté Emmett – Ok. Continua a pensarla così! Spero che sarai soddisfatto di essere felice alle spalle di nostro fratello!”gridò Emmett a sua volta.



Edward uscì sbattendo la porta.





Emmett le seguì qualche secondo dopo.



Incrociò Jasper in corridoio.



Stanne fuori!” sibilò.



Jasper..... - Emmett provò a farlo ragionare – è una cosa fra me e Edward”



No! No Emmett! No! Non è una cosa fra te e Edward! “ ribadì, irremovibile.



Jazz, davvero, stanne fuori! Non è una cosa che ti riguarda!”



Ma sul serio non capisci? Come puoi dire una cosa del genere? Non è una cosa che mi riguarda? No? E allora, per favore, spiegami chi è più coinvolto di me!”



É una discussione fra Edward e me su una divergenza di opinione. Punto e basta!”



Stronzate! Io sono l'argomento! Ti rendi conto che sei tu quello che non c'entra niente? Ho parlato con Edward ed eravamo d'accordo sul fatto di tenere fuori Alice...Tu....Tu che diritto hai di immischiarti e di decidere che è la scelta sbagliata?! Te lo dico io: nessuno! Sei tu quello che avrebbe dovuto starne fuori! Anzi: da adesso in poi mi farai il piacere di smetterla di pensare che ho bisogno della baby bitter perché non mi serve? Hai capito? Non mi serve che stia sempre alle mie spalle ad aspettare che cada!”



Jasper voltò le spalle al fratello e si chiuse nella propria stanza.























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Capitolo 18
*** CAPITOLO 18 ***



Salveee!!! Come promesso ecco il 18° capitolo!!!!

Mille grazie a chiunque legga e segua questa storia e , particolarmente, ha chi ha recensito anche il precedente cap (BringerOfDevil, Kikka Hale, Orsacchiotta Potta Potta, Prudence 78, Selene Krystal).

Di questo che ve ne pare?












CAPITOLO 18



Edward



Edward era furibondo.



Continuava a camminare su e giù per la sua camera, non riuscendo a stare fermo.



Se non fosse stato in punizione sarebbe sicuramente corso da Bella.



Lei avrebbe saputo plcare le sue ansie...



' Ma che dico? - si chiese, sincerante stupito – allora Emmett ha ragione....Conta davvero solo Bella?....”



Edward, emozionale e apprensivo, era realmente confuso.



Si sedette sul letto a pensare.



' Sono in punizione . Di chi è la colpa? Di Jasper che ha pensato di saltare la scuola il giorno stesso in cui papà gli ha ridato la moto! Ho litigato con Emmett perché lui pensa che io sia un egoista. Perché? Perché ho chiesto a Jasper di non incasinare le cose fra me e Bella, lasciando in pace Alice. Jasper dice che loro non sono nemmeno amici mentre Emmett è convinto di sapere tutto solo perché è il più grande.... Ma Jasper saprà bene come stanno le cose no? E se invece Emm avesse ragione? Jasper ultimamente ha ne ha fatta una dietro l'altra...... Comunque Emmett non aveva alcun diritto di mettersi in mezzo e di darmi dell'egoista! '







Emmett



Se c'era una cosa che Emmett detestava con tutto se stesso era essere costretto a stare fermo, in particolare quando era nervoso.



Decise di sfogare il proprio malumore in giardino, facendo qualche tiro a pallacanestro.



Discutere con uno dei suoi fratelli lo rendeva nervoso, discutere con entrambi intrattabile, e , per di più, era sinceramente convinto di aver ragione!



Trovava che Edward si fosse comportato in modo immaturo, stupido ed egoista e che Jasper fosse stato cocciuto, ottuso e infantile!



' Come fanno a essere tanto idioti? - pensò, mentre cercava di bruciare un po' energie sotto il canestro - non si può! Veramente non si può! Edward pensa che lui e Bella siano il centro del mondo! Ok, posso capire che sia una cosa seria, Bella mi piace, ma al mondo non ci sono solo loro due! E Jasper? Sono mesi che non ne combina una giusta! Ora ha deciso che lui e Alice non sono nemmeno amici! Perché? Lo so io il perché, caro il mio fratellino che fai tanto il duro, perché hai paura! Una paura infernale dopo quello che hai passato con quella....con quella stronza! Ma non ti rendi conto, tu che sei quello sveglio, quello furbo, che la piccola Alice è la prima persona, la sola finora, che ti ha fatto uscire dal guscio! Stupidi! Stupidissimi! '



Emmett continuava a correre e a lanciare la palla, sperando di trovare una soluzione.



Lui, solitamente negato alla riflessione e all'autoanalisi, si sforzava di capire come sistemare le cose.







Jasper



Jasper seduto, immobile, nel balcone della propria stanza sentiva i passi di Edward, nella stanza accanto, e i colpi della palla di Emmett dal giardino.



Ogni rumore gli faceva accapponare la pelle in maniera fastidiosa.



' É così che devono sentirsi i gatti quando drizzano il pelo' rifletteva, amaramente ironico.



'Emmett non ha nessun diritto di intromettersi in ciò che non lo riguarda! - pensò – ho combinato fin troppi casini ultimamente. Casini enormi! Non voglio che Edward e Bella ci finiscano in mezzo. Bella è a posto e stanno bene insieme. Alice non è una mia amica, qualsiasi cosa Emmett pensi al riguardo, quindi se il fatto che io e lei parliamo crea problemi non lo farò. In effetti …...cazzo siamo andati in moto insieme e ha rimediato una punizione...non c'è male come prima volta! Prima volta di cosa poi? Le assurde fantasie di Emmett devono essere contagiose: non c'è nessuna prima volta, nessun niente. Non c'è nulla! Certo anche Ed poteva evitare di litigarci.....Uffa.... E devono piantarla tutti e due di starmi sempre alle costole! Non ho bisogno che siano sempre lì, pronti a scattare.....Quando capiranno che so cavarmela da solo? Cavoli ho incontrato Maria e non sono corso da lei a implorarla di tagliuzzarci un po'.....Cos'altro devo fare per dimostrare loro che sto bene?! '



I pensieri vagavano nella sua testa, scontrandosi fra loro come impazziti, ma di una cosa era assolutamente certo: in vita sua non ricordava di essere mai stato tanto arrabbiato con i suoi fratelli!



Ricordare Maria gli fece uno strano effetto...



Per la maggior parte del tempo evitava di pensare a lei.



Una parte di lui non sarebbe mai riuscita a dimenticare il male che si erano fatti insieme, ma era giovane e forte e voleva, ad ogni costo, riappropriarsi della vita.



Ma c'erano dei momenti (fortunatamente pochi, ormai!) in cui non riusciva a fare a meno di ricordare.....

Erano come dei flashback che lo riportavano indietro nel tempo....

A volte gli sembrava quasi di vedere le cose da lontano, come se non fosse stato lì, come se guardasse un film...

Altre volte era come rivivere le stesse scene, ma a rallentatore...la lama fredda che scorreva piano sulla pelle calda....il sangue che colava lentamente sulle lenzuola bianche del letto, macchiandole di rosso...



Guarda Jazz sembra un letto di rose!” aveva esclamato una volta Maria, ubriaca e stordita dalla perdita di sangue.



Lui le si era gettato addosso come un animale, per possederla, per eliminare e amplificare ogni sensazione....



Jasper scosse la testa.

Non voleva che quei ricordi, i più brutti ricordi della sua vita, ricominciassero a tormentarlo!



Ed improvvisamente ebbe un'idea: avrebbe dimostrato ai suoi fratelli che poteva cavarsela benissimo senza di loro! Che non erano indispensabili!







Carlisle ed Esme



Ok tesoro, fammi capire. La cena glaciale di stasera era dovuta al fatto che i nostri amatissimi pargoli hanno litigato?” chiese Carlisle alla moglie,



Erano a letto. La testa di Esme sul suo petto così che poteva sentire il profumo dei suoi capelli, ed il suo braccio stretto intorno a lei.



Per favore non scherzarci su!” brontolò lei.



Oh, andiamo mammina non si può fare un dramma di una litigata! Quando la rabbia sarà sbollita torneranno amici come prima . Quei tre non sono capaci di stare lontani per troppo tempo, per fortuna!” cercò di tranquillizzarla.



Mhmhmhmmmm......Non so.....Ne abbiamo passate tante, ultimamente, che non me la sento di sottovalutare nulla...” insistette Esme



Ne abbiamo passate tante, è vero. Ma non sarebbe giusto né per noi né per i ragazzi ingigantire ogni cosa e nemmeno immischiarci in cose che non ci riguardano! - affermò lui, serio, poi aggiunse, divertito – e , giusto per la cronaca, mamma detective, perché hanno litigato?”



Esme fece una buffa smorfia, sentendosi apostrofare in quel modo.

Carlisle era solito dire che lei riusciva, in modo misterioso, a scoprire qualsiasi cosa riguardasse i ragazzi perciò la chiamava così.



Non ne sono certa. Non ho parlato con nessuno di loro, ma da quello che ho potuto sentire , e ti assicuro che Edward e Emmett gridavano parecchio, Edward non vuole che Jasper parli con la cugina di Bella. Jasper dice che non sono nemmeno amici. Emmett sostiene che Edward sia un egoista, Jasper e Edward sono assolutamente convinti che Emmett sia un impiccione e lui che entrambi siano infantili....” spiegò.



Carlisle non riuscì a trattenete una risata.



Amore ora che abbiamo capito che i nostri diletti figlioli sono solo dei mostri insensibili perchè non lasciamo che si scannino l'un l'altro e pensiamo a qualcos'altro per un po' ? ” sussurrò all'orecchio della moglie.



Che cosa orribile da dire!” ridacchiò Esme



Carlisle la guardò con aria virtuosa e disse: “ E ancora non hai visto niente!”



Esme si abbandonò felice tra le braccia del marito.

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Capitolo 19
*** CAPITOLO 19 ***


Eccomi col 19° capitolo!

Grazie a chi ancora segue questa storia e a Kikka Hale, Prudence78,BringerOfDevil, Orsacchiotta Potta Potta per le recensioni al 18° cap!!!

Il prossimo dovrei riuscire a postarlo domenica! 

ByeBye...

CAPITOLO 19



Esme e Carlisle osservarono i figli al tavolo della colazione prima di scambiarsi uno sguardo significativo.



Avevano deciso, di comune accordo, di non intromettersi e dar loro la possibilità di cavarsela da soli, quindi si comportarono in maniera del tutto normale, fingendo di non di non accorgersi di nulla fino a quando non uscirono per andare a scuola.



Non ce la faccio! - sbottò Esme, non appena furono soli – li hai visti?”



Carlisle, che aveva, finalmente, una mattina libera continuò a bere il proprio caffè.



Tesoro hai deciso di ignorare anche me?” insistette Esme.



No, non potrei mai, lo sai. Stavo solo pensando che i ragazzi stamattina sembravano...ehmmm....diciamo diversi......” mormorò Carlisle, distrattamente



Diversi? Oh, ma dai! Edward ha l'aria di uno che non ha chiuso occhio per più di cinque minuti e giurerei che è quello che ha fatto, o che non ha fatto....Emmett aveva i nervi a fior di pelle e sembrava pronto a spaccare la faccia a qualcuno e Jasper era l'immagine di un condannato a morte!” rispose lei



Hai fatto una descrizione davvero pittoresca dei nostri figli, ma io sarei affatto così catastrofico. Edward ha passato la notte in bianco? Dovrà stare attento a non addormentarsi in classe. Emmett è nervoso? Gli passerà. Dovrà trovare un modo meno dannoso per sfogarsi del fare a pugni con qualcuno e Jasper? Credo che il nostro caro Jazz ne abbia combinate fin troppe negli ultimi tempi..... Tesoro i ragazzi sono ancora in punizione. Non combineranno nulla se non vogliono che i loro guai peggiorino e so che sono abbastanza intelligenti da ricordarlo!



Carlisle si fermò a riflettere per qualche minuto.



Aveva deciso, da tempo, di concedere la propria fiducia ai figli. Sapeva perfettamente che non erano dei Santi, ma solo dei ragazzi e che ne avrebbero combinata qualcuna, ma fino alla tragedia di Jasper e di quella ragazza (Maria...Non era mai riuscito a chiamarla per nome, a pensare al mostro che aveva ferito il suo ragazzo come ad una persona, ad una donna....) non erano mai stati combinati grossi guai...



Quindi non facciamo niente?” domandò Esme perplessa.



Cosa vuoi che facciamo tesoro? Non possiamo certo tenerli rinchiusi o costringerli a fare pace come quando avevano 5 anni! E non mi sono mai piaciuti i processi alle intenzioni!” dichiarò lui.



Io ora devo andare. Ho un appuntamento fra mezz'ora. Tu goditi la tua giornata libera amore. Ci vediamo stasera, ok?” rispose lei, dandogli un bacio leggero, prima di uscire di casa.




===============================================




Il sorriso morì sulle labbra di Alice, quando Jasper passò davanti a lei.



Non l'aveva praticamente guardata in faccia, limitandosi a fare un cenno con la mano, prima di andare oltre.



La ragazza strinse i libi al petto e si voltò velocemente verso il proprio armadietto, infilando, quasi, la testa all'interno.



Sentiva le lacrime pungerle gli occhi e si sforzava per non piangere.



Ali tutto bene?”



Era la voce di Rose.



Alice fece un grosso sospiro e si voltò verso l'amica.



Si, va tutto bene. Avevo solo dimenticato il libro di Algebra. Odio l'algebra!”

rispose, con voce un po' troppo squillante.




Rose era con Emmett. Il braccio di lui sulla spalla di lei. Stretti in un abbraccio possessivo che, in un certo senso, li univa, fisicamente e metaforicamente, davanti al mondo.



Sei sicura che vada tutto bene?” insistette Rose.



Ma certo! Cos'hai stamattina? Perché mai dovrebbe esserci qualcosa che non va? - cercò di tranquillizzarla la piccola bruna – ed ora ragazzi scusate, io vado in classe o farò tardi …...e voi dovreste fare lo stesso...”



Non è affatto tutto apposto – borbottò Rose, dopo che l'amica si fu allontanata, poi, rivolta a Emmett puntualizzò – oggi siete tutti strani. O pensi forse che non mi sia accorta che hai il muso?”



Emmett la guardò per qualche secondo prima di rispondere.



Ma su, Rosie, Alice ha ragione: se non ci sbrighiamo faremo tardi!”



Stai eludendo la mia domanda. E sai che non ne hai bisogno: se non mi vuoi raccontare nulla non sei obbligato, ma sai benissimo che parlarne ti farebbe sentire meglio!”



Emmett sbuffò.



Rose aveva ragione.



Non c'è tempo ora,ma prometto che ti racconterò tutto, dopo” le disse stringendola forte a sé.





==============================================



So che qualcosa non va. Lo leggo nei tuoi occhi. Non ti va di parlarne con me? . B.”



Bella e Edward avevano l'abitudine di scriversi dei bigliettini, in qualunque momento.



Non era necessario che ci fosse qualcosa di importante da dire, né che ci fossero altri mezzi per comunicare.



Spesso uno dei due trovava un post-it colorato tra le pagine di un libro, in macchina o sulla specchio del bagno.....



Era un modo personale e divertente con cui comunicavano fra loro.



Il semplice fatto di essere a scuola non era un deterrente per nessuno dei due, anzi!



Non è nulla di importante, davvero. E”



Non mi piace che ti tenga dentro le cose. ”



Sai che non è vero!”



Ok, Amore, allora cos'è successo?”



Ho litigato con Emmett …..e anche un po' con Jasper....”



? ? ? ? ? ? ”



Ho chiesto a Jasper di non creare problemi con Alice....Emmett mi ha accusato di essere egoista e insensibile o qualcosa del genere....”



Bella non gli rispose ma lo sguardo di fuoco che gli lanciò fece capire chiaramente a Edward che non approvava la sua scelta.


Decise di perorare la propria causa.



Ti stai arrabbiando... Non sai nemmeno come sono andate le cose...”



Bella lo fissò ancora per qualche secondo, prima di prendere in mano la penna per rispondere.



Qualcuno ti ha chiesto di prendere le difese di Alice? Perché ti sei immischiato? Non sono affari nostri! Tuoi!



Non ho fatto nulla del genere. Jasper mi ha detto che non sono nemmeno amici!




Quello che sono o non sono , che saranno o che vogliono/ non vogliono non ti riguarda!”



Ti sei arrabbiata !!!”



Si! É decisamente meglio che ne parliamo dopo. Credo che dovrai spiegarmi !”



Bella chiuse il discorso, dedicando tutta la propria attenzione alla lezione di Chimica.

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Capitolo 20
*** CAPITOLO 20 ***


Buongiorno!!! Come promesso ecco il 20° capitolo!


Un grazie enorme a chi ha recensito anche il 19° (Prudence 78, Orsacchiotta Potta Potta, Kikka Hale e BringerOfDevil) e a chiunque legga questa storia.


Spero che vi piaccia anche questo cap e che mi facciate sapere che ve ne pare.


Prossimo aggiornamento mercoledì o giovedì massimo.....


'Bye







CAPITOLO 20




Rose e Emmett



Cosa ti do?” chiese la Signora Bouman.



Due sandwich e due sode, per favore” rispose Rose.



Era andata in mensa da sola a prendere qualcosa da mangiare.



Voleva parlare con Emmett da sola, lontano da chiunque.




Per quanto tutti avessero sempre pensato che era una stronza, egoista e superficiale lei amava davvero Emmett. Lui l'aveva aiutata a superare la delusione del suo primo amore finito: Royce, il ragazzo perfetto, lo scapolo d'oro che, dopo aver fatto l'amore, l'aveva tradita con qualsiasi donna disponibile; Royce che era andato al College convinto che lei avrebbe accettato ogni cosa perché lui non era solo bello, ma spaventosamente ricco....



Rose rabbrividì ricordando Royce. Emmett era tutto ciò che lui non era e non sarebbe mai stato: divertente (capace di non prendersi troppo sul serio e di trovare il lato comico delle situazioni), dolce (anche se nessuno l'avrebbe mai detto, considerato che era un metro e novanta di muscoli d'acciaio!), sensibile, affidabile... Le piaceva che conservasse un lato infantile in sé , un lato che lo rendeva speciale, unico.



Sorrise, invece, pensando a Emmett e vedendolo arrivare.



Ti stavo cercando” le disse.



Sono andata a prendere qualcosa da mangiare. Usciamo di qui. Dobbiamo parlare” rispose lei, prendendolo per mano.



Emmett la seguì di buon grado.


Sapeva che, quando la sua bellissima (e testardissima) fidanzata si metteva qualcosa in testa niente e nessuno poteva farle cambiare idea e, sinceramente, non gli dispiaceva l'idea di non vedere le facce di bronzo dei suoi fratelli!



Rose si sedette su una panchina, in un angolo isolato del parco della scuola.


Allora? - chiese a Emmett – ti va di buttare fuori tutto?”



In realtà no, ma considerato il fatto che ti conosco e so che non mi darai tregua finché non l'avrò fatto, va bene. Anche se poi, alla fine dei conti, non c'è granché da raccontare tranne che i miei fratelli sono dei perfetti idioti!” rispose lui


Rose fece una smorfia: sapeva quanto fossero legati i ragazzi Cullen, quanto fosse forte l'affetto che li univa... Emmett aveva sofferto molto per quello che era capitato a Jasper negli ultimi mesi.


Jasper?” domandò sottovoce.


Emmett scosse la testa, prima di parlare.


I suoi riccioli scuri brillavano al sole, mandando riflessi bluastri.


Edward – disse – è un egoista! Ha chiesto a Jasper di non creare problemi a lui e Bella, e di stare lontano da Alice. Sai cos'ha risposto Jasper ' Non siamo nemmeno amici' . Ma si può essere più stupidi? Alice potrebbe essere la prima cosa bella che gli capita da secoli e Edward gli impedisce di rendersene conto!”



Tu cosa c'entri?” chiese Rose, intuendo che la cosa non finiva lì.



Ho detto a Ed quello che pensavo: che è uno stronzo egoista. Jasper l'ha sentito e mi ha detto che devo smetterla di intromettermi e che è capace di badare a se stesso da solo! Così entrambi ora pensano che io sia un impiccione e io so che loro sono due idioti!” dichiarò Emmett.



Oh Emmett! - esclamò Rose – ma proprio non capisci?”



Cosa c'è da capire?” le domandò lui, fissandola , sbalordito.



Jasper farebbe qualsiasi cosa tu e Edward gli chiediate! Si sente in colpa per tutto quello che ha combinato fin'ora. Se Edward gli avesse chiesto di cambiare pianeta avrebbe fatto anche quello! Ma voi due – tu e Edward – non vi sareste comunque dovuti intromettere!

Bella sarà furiosa quando lo saprà, se già non lo sa, e Alice....ecco perché era triste stamattina! Corri! Devo andare a cercare Alice!”



Ma io non ho finito il mio sandwich!” protestò Emmett


Non importa! Non morirai per aver saltato il pranzo!” replicò Rose, dirigendosi verso la scuola con passo spedito.





Bella e Edward



Edward guardò Bella, seduta di fronte a lui, al tavolo della mensa.



Non hai toccato cibo” le disse.



Non ho fame – rispose lei, seccamente – Sto aspettando che mi racconti cos'è questa storia di Alice e Jasper”



Non c'è nessun Alice e Jasper, per prima cosa! -ribatté lui – semplicemente...ecco....ricordi di avermi raccontato che Alice è in punizione perché lei e Jasper lunedì hanno saltato la scuola?”



Bella annuì.


Continua” mormorò, mentre un orribile presentimento si faceva strada nei suoi pensieri.



Ho semplicemente chiesto a Jasper di non creare altri problemi. Le cose sarebbero andate bene se Emmett non si fosse intromesso. Mi ha detto che sono un egoista, che Alice potrebbe essere la cosa migliore che Jazz ha da mesi....eccetera eccetera. Poi Jasper stesso ha ammesso che lui e Alice non sono nemmeno amici e anche lui pensa che Emmett dovrebbe farsi gli affari suoi!”



Bella e Edward si voltarono di scatto, sentendo un forte rumore.


Alice era lì ed il vassoio del pranzo le era caduto di mano.


Bella si alzò immediatamente, vedendo che i suoi occhi erano pieni di lacrime.



Sarai contento, ora! - dichiarò, rivolta a Edward, quindi si avvicinò alla cuginetta – su Alice, non è come sembra...”



No Bella per favore! - mormorò Alice – non prendertela con Edward. Io e Jasper non siamo amici, è vero. Io sono stata una stupida....e ….e ora, c'è tutta la scuola che mi guarda e penserà che sono impazzita di nuovo....”





Andiamo fuori” la voce decisa di Rose , sopraggiunta in quel momento, pose fine alla discussione.


Lei e Bella si misero accanto ad Alice e uscirono, lasciando i fratelli Cullen a sistemare il disastro e affrontare i compagni che li fissavano.



Che avete da guardare? - ringhiò Emmett – è solo caduto un vassoio!”



Ehi Cullen. La vostra amichetta è impazzita di nuovo?” era stato Fred Truman a parlare.



Alcuni studenti sghignazzarono alla pessima battuta.



Fred odiava i Cullen che erano tutto ciò che lui non era e non sarebbe mai stato.



Prima che Emmett potesse rispondere Jasper, spuntato dal nulla, aveva assestato un destro ben piazzato sul brutto muso di Fred mandandolo a finire a gambe all'aria.



Immediatamente i suoi amici – i suoi scagnozzi – si lanciarono su Jasper, mentre Fred piagnucolava “ Sangue.....sangue...... Mi hai rotto il naso stronzo!”



L'attenzione dei ragazzi della mensa fu subito focalizzata su quella che prometteva di essere una rissa come non se ne vedevano spesso.


Te lo sei meritato idiota!” ribatté Jasper , cercando, contemporaneamente, di difendersi da Jack, e di liberarsi da Tyler che lo teneva fermo, alle sue spalle.



Emmett e Edward accorsero prontamente in aiuto del fratello, gettandosi nella mischia, senza alcun indugio.


Emmett era forte come un toro per cui non gli fu difficile separare Tyler e Jack da Jasper e scaraventarsi agli angoli opposti, mentre Edward teneva il fratello minore lontano da Fred che lo guardava con occhi assassini.




Che succede qui?”


Una voce severa pose fine allo schiamazzo generale e la maggior parte degli studenti si dileguarono il più velocemente possibile alla vista del Preside Jones.




Truman in infermeria, svelto!” ordinò.



Fred non se lo fece ripetere e scappò via in un attimo.



Voialtri tutti in presidenza. Subito!” aggiunse poi, con lo stesso tono imperioso.



Jack e Tyler gemettero, mentre Edward ,Emmett e Jasper si avviarono in silenzio verso l'uscita della sala mensa, ormai deserta.



























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Capitolo 21
*** CAPITOLO 21 ***


Buongiorno carissimi lettori/trici!!!

Ecco a voi il 21° capitolo, previsto e puntuale (eh si si, nonostante la vita incasinatissima dell'autrice, ma chi di noi oggi non lo è? Ah ah ah!!!).


Non so proprio come ringraziare tutte le persone che leggono questa mia fic ( e il loro numero mi lusinga davvero! ) e particolarmente chi ha recensito anche il cap 20 (Kikka Hale, Camilla L, Prudence 78, BringerOfDevil, Orsacchiotta Potta Potta e Edvige 86).


Grazie, grazie, grazie!


Ora spero che anche questo capitolo sia di vostro gradimento e che mi facciate sapere che ve ne pare.


*Prossimo aggiornamento Sabato o, max, Domenica...


'Bye...






CAPITOLO 21



Carlisle uscì dall'ufficio del Preside Jones.


C'erano delle sedie allineate contro il muro. I suoi figli ne occupavano tre.


Fece cenno di seguirlo e si avviò verso l'uscita.


Si era già scusato con gli altri genitori e avevano convenuto che ciascuno dei ragazzi avesse la propria parte di colpa, tutti, tranne i Truman perché Fred era ancora in infermeria a farsi medicare il naso.




In macchina, subito. Non voglio sentire una sola parola finché non arriveremo a casa” ordinò, con un tono che non ammetteva alcuna replica.



I ragazzi lo seguirono in silenzio, all'apparenza sembravano sconsolati , ma continuando a lanciarsi sguardi di fuoco.



Carlisle li guardò salire in macchina uno alla volta senza risparmiare a ciascuno di loro sguardi di biasimo.



Mi spiace...” mormorò Edward, incapace di sostenere il peso che affliggeva il suo animo.



Ho detto che non voglio sentire nulla finché non saremo a casa. Non scherzavo, Edward” lo ammonì suo padre severamente.



Edward sospirò e prese posto , senza dir nulla di più.



Il tragitto verso casa ai ragazzi parve durare ore, ogni chilometro, ogni minuto era un'agonia.



Carlisle fece appena in tempo a parcheggiare l'auto in garage che i tre saltarono giù.



Non pensate nemmeno lontanamente di scappare. Vi voglio nel mio studio: tutti e subito!” dichiarò.





Quando Carlisle entrò nella stanza trovò i ragazzi in piedi, davanti alla sua scrivania.



Per un attimo fu quasi tentato di lasciarli così,ma poi disse “ Potete sedervi. Non siete davanti al plotone d'esecuzione!”



I tre si sedettero sul divano; Carlisle prese una sedia e si sedette di fronte a loro.

Incrociò le gambe, posò le braccia sul ginocchio e li guardò intensamente.



Emmett sembrava grosso il doppio dei fratelli. Li superava di tutta la testa ed era molto più muscoloso di loro.



Papà io....” provò di nuovo Edward.



No – lo interruppe Carlisle – ora io parlo e voi ascoltate. Potrete parlare quando io avrò finito. Per prima cosa gradirei farvi presente che questo è il mio giorno libero, il primo giorno libero dopo dieci giorni di lavoro ininterrotto.... Il giorno libero in cui avrei voluto, e probabilmente dovuto, riposare.... Il giorno in cui, mentre, pensavo di mangiare qualcosa in santa pace davanti alla TV, sono stato chiamato dal Preside Jones che , mi dice ' i suoi figli - non uno solo, ma tutti e tre - sono stati coinvolti in una rissa in sala mensa' . Poi vorrei ricordarvi, casomai l'aveste scordato, che siete ancora in punizione. Ma evidentemente non è un deterrente sufficiente dal mettervi di nuovo nei guai.... Io, veramente, mi chiedo cosa diavolo vi sia passato per la testa! Siete degli incoscienti!”



Nessuno dei tre osò aprir bocca, senza essere stato autorizzato.



Carlisle era veramente furioso.



Nessuno di voi ha nulla da dire? - insisté – Avanti, parlate. Voglio sapere cosa vi ha spinto a comportarvi in questo modo inqualificabile!”



Jasper sospirò, si morse le labbra e sollevò , per la prima volta, lo sguardo dalle proprie scarpe quindi borbottò: “É colpa mia. Sono stato io a picchiare quel coglione di Fred”



Posto che non mi piace sentirti parlare in quel modo quindi modera i termini – disse suo padre – poi sarò io a decidere di chi è la colpa, eventualmente. Anche perché non mi sembra che i tuoi fratelli si siano tirati indietro, provando, che so, ad impedire la rissa. No! Ho avuto l'impressione che nessuno di voi abbia ricordato che io e vostra madre non vi abbiamo allevato come dei selvaggi, ma vi abbiamo sempre insegnato che è importante dialogare e ragionare con le persone!”



Mi dispiace” bofonchiò Edward, mortificato.



Edward! Ho capito che ti dispiace. Ora dimmi: pensi forse che il tuo dispiacere risolva le cose? Che cambi il fatto che voi tre vi siete comportati da perfetti imbecilli?” chiese Carlisle.



Fred ha insultato Alice” dichiarò Emmett



Insultare chiunque è sbagliato. Ridicolizzare una ragazza che ha superato molte difficoltà è un gesto riprovevole, ma picchiare qualcuno non è giustificabile, comunque” replicò Carlisle.


La piccola Alice Brandon gli piaceva. L'aveva conosciuta in ospedale, dove lei faceva volontariato da parecchie settimane e ne era rimasto affascinato, come tutti del resto. Quella bizzarra ragazzina andava dritta al cuore delle persone!


I tre ragazzi lo guardarono, avviliti; sembrava che non ci fosse nulla che potessero dire o fare per mitigare l'ira paterna.



Mi dispiace dirvelo, ma mi avete deluso profondamente” dichiarò.



Ma papà non capisci? Se io non gli avessi chiuso la bocca Fred avrebbe continuato a prendere in giro Alice....” sbottò Jasper.



Ma tanto tu e Alice non siete nemmeno amici” lo punzecchiò Emmett facendogli il verso.


Se tu avessi evitato di picchiare Fred a quest'ora non ci troveremo in questo enorme casino!” esclamò Edward.



Potevi stare al tuo posto. Io non ti ho chiesto nulla! Anzi: se voi due non vi foste sentiti in dovere di intromettervi di nuovo a quest'ora sareste tranquilli e beati per i fatti vostri!” lo rimbeccò Jasper



Non so se te ne sei accorto, fratellino, ma noi due abbiamo impedito a Jack e Tyler di spaccarti la faccia!” affermò Emmett



Io non vi ho chiesto niente! É la mia faccia!” gridò Jasper



Ehi..ehi...voi tre smettetela immediatamente!” li sgridò Carlisle.


Era sbalordito. Non aveva mai visto i suoi figli litigare fra loro in maniera così accesa.



Cosa vi prende? Io non capisco, davvero....” aggiunse, poi, costernato.



Te l'ho detto e te lo ripeto: è colpa mia. Sono stato io picchiare Fred e sono io quello che ha combinato il casino!” ribadì Jasper, testardo.



Ragazzi. Io sono deluso, ve l'ho già detto, ma sono anche molto arrabbiato. Non voglio dire o fare qualcosa di cui potrei pentirmi, quindi voi tre andrete nelle vostre camere. Riflettere un po' su quanto è accaduto vi farà sicuramente bene e anch'io ho bisogno di un po' tempo...” disse Carlisle.





Carlisle.


Carlisle mise a posto la sedia e cominciò a camminare su e giù per la stanza, incapace di stare fermo.



Fece un piccolo sorriso, involontariamente, ricordando di aver trasmesso quel vizio a Edward: camminare avanti e indietro quando qualcosa li preoccupava sembrava aiutarli a concentrarsi.



E in quel momento, decisamente, aveva bisogno di tutta la concentrazione possibile!



Fu quasi tentato di chiamare Esme che sarebbe stata fuori tutto il giorno, ma poi pensò che non fosse giusto, perché sapeva che aveva un incontro di lavoro davvero molto importante, a cui, comunque, non sarebbe potuta mancare. Scaricarle addosso anche il peso dell'ultima bravata dei figli sarebbe stato decisamente troppo!



'No! - pensò – devi decisamente cavartela da solo!
Anche se, cavoli, doveva capitare proprio oggi.....'



Sbuffò, seccato. Quella era la parte, della paternità, che non gli piaceva. Non gli piaceva sgridare i suoi figli, odiava far loro le prediche e detestava punirli.



Lo sguardo gli cadde su una foto che aveva sulla scrivania, in cui era con i bambini.


La prese in mano e la osservò per qualche secondo.


Edward, seduto sulle sue ginocchia, indossava una maglia blu e aveva un braccio ingessato, Emmett con gli occhi scuri e brillanti era alla sua destra, mentre Jasper che era poco più che un bamboccio con gli occhioni azzurri spalancati e un sorriso birichino,era alla sua sinistra.


Automaticamente, il pensiero corse alla mattina in cui era stata scattata.




Siete delle pesti! Io e vostra madre non vi permetteremo di farlo mai più!”


Davanti a lui c'erano i suoi tre figli: Emmett , Edward e Jasper.


Avevano, rispettivamente, otto,sette e sei anni.


Dopo mille insistenze lui e Esme avevano permesso loro di dormire all'aperto, nel giardino di casa. Dopo nemmeno un'ora erano stati richiamati fuori dalle urla disperate del secondogenito.


I ragazzi avevano deciso di fare una gara “a chi riesce a salire per primo fino alla casetta sull'albero, al buio” ; Edward aveva perso l'equilibrio ed era caduto, rompendosi il braccio.


Avevano passato un paio di ore tremende al Pronto soccorso e, la mattina successiva, era necessario far capire ai bambini che certi scherzi potevano anche sembrare divertenti, ma erano estremamente pericolosi.



Li guardò intensamente :


Emmett era alto per la sua età, i riccioli scomposti gli ricadevano sulla fronte e la maglia rossa del pigiama, era dello stesso colore delle sue guance.


Scusa papà, scusa mamma. É stata una mia idea...” mormorò, con gli occhioni pieni di lacrime.


Edward sedeva accanto a lui, in silenzio, stringendo a sé il braccio ingessato, il labbro inferiore sporgente e le guance rigate di lacrime.


Edward è già stato punito. Ha il gesso, poverino...” ragionò Jasper con la sincerità disarmante dei bambini piccoli. Anche lui aveva pianto, per lo spavento, ma soprattutto perchè faceva, sempre, ciò che facevano i fratelli più grandi.



Ciascuno di loro era sempre pronto a tutto per difendere gli altri.


Sentite bambini. Io e vostra madre ci siamo fidati di voi, ma voi ci avete dimostrato, salendo sull'albero al buio, che non meritate la nostra fiducia. Jasper ha ragione. Edward ha avuto già una punizione, ma mi spiace, la casetta sull'albero per voi è off-limit fino a nuovo ordine così come lo sono, per tutta la settimana, i cartoni animati e i videogiochi - aveva spiegato Carlisle - E ora venite qui che voglio abbracciarvi finché siete tutti interi!”


Tutti e tre si erano precipitati fra le sue braccia, ridendo e piangendo contemporaneamente.


Profumavano di sapone e avevano i capelli morbidi e arruffati.


Carlisle pensò che erano, con la sua adorata moglie, la cosa più bella che gli potesse capitare!





Carlisle si riscosse dai propri pensieri.


Era decisamente più facile, quando erano piccoli, ma si sa “figli piccoli, problemi piccoli- figli grandi, problemi grandi”



Doveva risolvere la faccenda.


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Capitolo 22
*** CAPITOLO 22 ***


Salveeeee!!!


Clap! Clap! Clap per l'autrice che ha postato il nuovo capitolo con

BEN un giorno d'anticipo rispetto al previsto!


Eh, che ve ne pare?


Ah, ah, ah, scherzo ;-)

Grazie lettrici/ori e chiunque, in qualche modo, segue questa storia!


Grazie a chi, puntualmente, ha recensito il cap 21: Camilla L, Prudence78, Kikka Hale, BringerOfDevil e Orsacchiotta Potta Potta !


Che ne dite di questo cap? Si, lo so è un po' più lungo dei precedenti...Scusate, ma non mi piaceva “tagliare” delle parti o la scena a metà.....




CAPITOLO 22



Carlisle p.o.v:

' Ho tre ragazzi di là che sembrano aver perso la strada...

Veramente mi sento un po' smarrito anch'io...

Non ci sono scappatoie. Per quanto non mi piaccia quello che sto per fare so che è inevitabile.

Non si tratta di una scelta, ma di una necessità.

Non voglio perderli.

Lo ammetto: tutto quello che è successo a Jasper ci ha destabilizzato...

Probabilmente abbiamo perso di vista che l'obbiettivo fondamentale è andare avanti cercando, sempre, di fare del nostro meglio, non mirare a superare un giorno dopo l'altro cercando di arginare i danni e mettendo una pezza sui danni!

Non ho mai avuto paura di rimboccarmi le maniche, in nessun caso!

E, certo, non comincerò proprio ora con i miei figli ! '




Carlisle bussò alla porta della camera di ognuno dei ragazzi e li riunì in salotto.


Emmett si sedette al centro dell'ampio divano, Edward rimase in piedi, col fianco

sinistro appoggiato alla spalliera e Jasper prese posto sulla poltrona alla destra

dei fratelli.


Ok ragazzi. Suppongo sia superfluo che ribadire quanto sono arrabbiato e deluso dal vostro comportamento. Capisco che non vi abbia fatto piacere che Fred Truman abbia preso in giro Alice Brandon,è un comportamento riprovevole....ma....per prima cosa la vostra non è stata la reazione giusta e, secondariamente, non mi piace affatto il comportamento che avete fra di voi! Non mi piace essere ripetitivo e ricordarvi che siete ancora in punizione per la vostra ultima bravata...

Ora però mi chiedo:

Che devo fare con voi? Non siete dei bambini, non posso certo sculacciarvi – disse, senza ammettere ad alta voce che fosse un'idea quanto meno allettante – ma nemmeno lasciar correre la cosa...Quindi siete in punizione: non potrete uscire di casa se non per andare a scuola. Saranno ammesse solo le attività extrascolastiche indispensabili e per le quali avete già preso un impegno da tempo.

Voglio le chiavi delle vostre auto e niente cellulare o computer fino a nuovo ordine. Io e vostra madre vi accompagneremo a scuola o in qualunque altro luogo riteniamo necessario. Saremo noi a decidere quando finirà la punizione. Niente di quello che ho detto è negoziabile. Ci sono domande?”



I tre deglutirono nervosamente, gli occhi spalancati per la shock.



Rose e Bella potranno venirvi a trovare – aggiunse Carlisle – ma solo nel pomeriggio o dopo cena, per un'ora al giorno”



Non ti sembra di esagerare? Siamo praticamente prigionieri ! ” esclamò Emmett.



No, Emm, non mi sembra affatto di esagerare. Sai si dice che la pena è commisurata al reato...” rispose Carlisle.


Edward lo interruppe “Noi non abbiamo commesso nessun reato! Oh andiamo papà! Sarà capitato anche a te di fare a pugni con qualcuno!”



Qui non si parla di me, ma di voi. Avete combinato un guaio enorme e queste sono le conseguenze. Dimostratemi che ho torto e posso fidarmi ancora di voi e revocherò la punizione” dichiarò, pacatamente.

Per quanto fosse adirato non avrebbe mai e poi mai impedito il dialogo nella propria famiglia.



Non è giusto che questa cosa sia insindacabile! Non sei mai stato un dittatore, ma così....” borbottò Emmett, scuro in viso.



Devo ripetere che non sono stato io a sbagliare?” Fu la risposta di suo padre



Emmett scosse la testa, demoralizzato.



Posso andare?” chiese Jasper, che fino a quel momento era rimasto in assoluto silenzio.



Non hai nulla da dire?” domandò Carlisle.



Cos'altro potrei dire? Ho già ammesso di aver picchiato Fred e che questa storia è colpa mia, ma non hai voluto sentire ragioni. Hai appena detto chiaramente che la punizione non è negoziabile. Hai già le chiavi della moto ed ecco il cellulare – replicò Jasper, posandolo, sgarbatamente, sul tavolino davanti a lui - quindi, se hai finito, posso andare?”



Non mi piace il tuo tono” lo informò suo padre.



Jasper fece spallucce, poi borbottò : “Sono già in punizione, no? Posso andare ora ? ”



No che non puoi andare porca miseria! - sbottò Carlisle – io voglio capire cosa ti succede! Andava tutto bene....sembrava....sembrava che stessi meglio e adesso...”



Edward e Emmett spostavano gli occhi dal padre al fratello, senza osare intervenire.



Adesso cosa papà? Non aver paura: non correrò a tagliarmi con la prima cosa che mi capita a tiro, se è questo che ti preoccupa!” urlò Jasper e fece per andarsene, ma, prima che potesse muovere un passo, sentì la mano di suo padre sulla guancia in quello che era stato un veloce e sonoro schiaffo.



Emmett e Edward si mossero simultaneamente, ma Carlisle sollevò una mano, il palmo aperto verso di loro.



Andate di sopra, voi due” disse, con voce roca.



I ragazzi parevano titubanti.



In camera vostra!” tuonò, allora, lui, facendoli filare via.




Jasper era ancora lì, gli occhi fiammeggianti; l'impronta della mano ancora rossa sulla guancia.



Cosa vuoi dimostrare?” gli domandò Carlisle, cercando di contenere la rabbia.



Io? - rispose Jazz,fissandolo negli occhi,ma con un leggero tremito nella voce – Cosa vuoi dimostrare tu!”



Jasper: io non devo dimostrarti nulla. Vorrei solo capire...” ammise suo padre



Questo è sicuramente un ottimo modo per farlo!” ribatté il ragazzo, sarcastico.




Carlisle sospirò, scosse la testa e dichiarò, stizzito: “Tu non vuoi comunicare con me!”



Io volevo solo andare in camera mia! Voglio solo essere lasciato in pace! - gridò Jasper – tu, la mamma, Emmett, Edward....siete tutti convinti di sapere cosa è meglio per me, di capire cosa voglio meglio di me stesso..... Bhè, c'è una novità: non sono stupido, anche se pensate il contrario! So benissimo cosa voglio e quando! E tutti voi dovete smetterla di trattarmi come un bambino ! ”



Carlisle lo fissò sbalordito.


Non aveva mai visto Jasper così arrabbiato, impertinente e offensivo, nemmeno quando c'era stata quell'orribile storia dei tagli...



Tentò di farlo ragionare: “Forse c'è un motivo per cui ci preoccupiamo per te...”



Dimmela allora perché io davvero non ci arrivo!” proruppe Jasper.



No , perché è vero che non sei uno stupido, anzi! So che sei molto intelligente quindi sono certo che conosci il motivo, non c'è bisogno che te lo dica io. Ma sappi che se continui a comportarti come un bambino non puoi pretendere di essere trattato diversamente! ” rispose Carlisle.



Jasper diede un taglio alla discussione, ripetendo, per l'ennesima volta:

Posso andare ora?”



Vai,ma sappi che la discussione non è finita” gli concesse suo padre.



Jasper non se lo fece ripetere e corse via, lasciando Carlisle amareggiato e con il cuore colmo di tristezza, senso di vuoto e sconfitta.




=======================================================




Esme si stupì, entrando in casa di trovarla tanto silenziosa.


Non le piacque quel silenzio irreale.


Posò la borsa accanto alla porta e lasciò cadere il cappotto sul divano.


Avrebbe sistemato tutto più tardi, dopo essersi assicurata che tutti stessero bene.



Si fermò davanti alla porta, aperta, delle studio di suo marito e lo vide.



Carlisle se ne stava seduto alla scrivania, senza fare nulla, le braccia conserte, lo sguardo perso nel vuoto e un'espressione angosciata in viso.



Posso entrare? - gli chiese, quasi sottovoce – sono appena tornata...Non c'è nessuno in casa?”



Lui si scosse dal proprio torpore e le rivolse un debole sorriso.


Oh tesoro sei a casa, ma....che ora è?” le rispose, alzandosi per raggiungerla.



Lei non rispose, ma lo baciò dolcemente, prima di domandare “Dove sono i ragazzi?”



Di sopra” disse brevemente Carlisle.


Tesoro...uhmmm...detesto essere pedante...ma ho l'impressione che mi stia nascondendo qualcosa.... I ragazzi stanno tutti bene? E tu?” replicò Esme.



No, non ti nascondo nulla, amore, come potrei? Si, grazie. Io sto bene, almeno credo.... E i ragazzi...uhmmm...si , diciamo che anche loro stanno bene...”



Cosa vuol dire diciamo? Stanno bene o no? Voglio vederli!” disse Esme.


Carlisle la trattenne, prima che potesse allontanarsi.


Prima devi sapere qualcosa” dichiarò.


La guidò verso il divano e, quando entrambi furono seduti, cominciò a raccontare.



===================================================



Esme bussò alla porta della camera di Jasper.


Era inquieta e preoccupata.


Conosceva il profondo legame che ognuno dei suoi figli aveva col padre e sapeva che, per quanto Jazz potesse essere indispettito, magari anche arrabbiato, sicuramente il litigio fra lui e Carlisle non l'aveva lasciato indifferente.



Posso entrare?” chiese.


Non ottenne alcuna risposta.


Provò di nuovo a picchiare con più insistenza sulla porta.


Nulla.


Jasper sono io...Voglio solo parlarti....” disse.


Niente.


Una strana sensazione si fece strada in lei e Esme spalancò la porta.



La camera era vuota



Emmett! Edward!” chiamò, correndo verso le altre stanze.



I due ragazzi fecero capolino dalle rispettive stanze.


Dov'è Jasper?” chiese lei, senza riuscire a nascondere l'agitazione.



Era...era di sotto con papà...loro...noi....” borbottò Edward, senza riuscire ad articolare una frase di senso compiuto, mentre la guardava, preoccupato.



Mamma che succede?” chiese Emmett.



Io non....vostro fratello...non è in camera....Ho parlato con papà...” la risposta di Esme era incoerente quanto quella di Edward, ma i ragazzi capirono comunque.





Io vado a controllare in garage; Ed di sopra; mamma chiama papà!” disse Emmett, prendendo immediatamente in mano la situazione.



Perlustrarono la casa da cima a fondo, ma non c'era nemmeno l'ombra di Jasper.



Dove si sarà cacciato!?” gemette Esme, disperata.



Vedrai che sarà qui intorno, mamma. Starà solo facendo sbollire la rabbia...” cercò di consolarla Edward, mettendole un braccio intorno alle spalle.



Esme appoggiò la testa alla spalla del figlio, senza dire nulla.



Dobbiamo fare qualcosa...” propose Emmett, impaziente.



Dobbiamo trovarlo!” dichiarò Carlisle, senza alcuna esitazione.























































































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Capitolo 23
*** CAPITOLO 23 ***



Buongiorno mondo! Eccomi di nuovo qua per la gioia (almeno spero!!!) di qualcuno, col nuovo capitolo!


Grazie, come sempre, a chi legge la storia,l'ha inserita fra le preferite e/o seguite e, come sempre, ha chi ha recensito anche lo scorso capitolo: Orsacchiotta Potta Potta, Prudence78, Kikka Hale, BringerOfDevil, Frego, Camilla L, Mary Sophia Spurce e Anna 71.


Spero che mi facciate conoscere che ne pensate anche di questo...e, sinceramente, spero vi piaccia.



A presto. Buona domenica!









CAPITOLO 23



Lo Sceriffo Swan sentì il cellulare che vibrava nella tasca del giubbotto d'ordinanza e fece una smorfia di disappunto leggendo il numero sul display.


Era appena entrato in casa, dopo una giornata intera trascorsa al lavoro, e sapeva per esperienza che una chiamata a quell'ora significava, inevitabilmente, una cosa sola: problemi !


Rassegnato si fermò sulla soglia e accostò il cellulare all'orecchio.




Bella sentì suo padre borbottare; capì che era al telefono e stava cercando di non farsi sentire, ma la loro non era una casa grande e, sfortunatamente per lui, la cucina non era affatto distante dalla porta d'ingresso.



Ciao Char....papà....Chi era al telefono? - gli chiese, non appena lui mise piede in cucina – per cena ho preparato bistecche e insalata, spero vada bene....”



Nessuno. Era una telefonata di lavoro. Devo tornare lì, quindi non cenerò a casa stasera, Bells, ma grazie comunque. Dov'è Alice?” rispose Charlie, prendendo una coca dal frigorifero.


Alice è in camera sua e ...papà... so che non era una chiamata di lavoro. Conosco la suoneria delle tue chiamate di lavoro e non era quella. Inoltre ti ho sentito nominare Carlisle e Jasper …..Per favore ...è la famiglia di Edward...se sono nei guai...si....ecco....non pensi che dovrei saperlo? Che dovresti dirmelo?” rispose, cercando di non sembrare troppo ansiosa, anche se, in realtà, era assolutamente certa che il suo cuore avesse come minimo raddoppiato i battiti.


Ma sapeva che se si fosse dimostrate troppo insistente Charlie si sarebbe messo sulla difensiva.



Edward sta bene, davvero.” cercò di tranquillizzarla lui.



Allora perché parlavi della sua famiglia?” insistette la ragazza, sedendosi al tavolo di fronte a suo padre.



Charlie sospirò. “Ok Bells, sei abbastanza grande ormai... È vero, era il padre di Edward al telefono. Pare che...si....in sostanza....abbiano avuto una discussione per quello che è successo stamattina a scuola....E....insomma....si....uno dei ragazzi sia sparito...” borbottò Charlie.



Jasper!” esclamò Bella ed aggiunse immediatamente “Oh, no! Dovremo dirlo ad Alice! Chissà come la prenderà....”



Cosa c'entra Alice?” chiese lo sceriffo, burbero.



Oh, andiamo, papà! Dovremmo essere ciechi, sordi e anche molto stupidi per non esserci accorti che lei tiene a lui!” rispose Bella, senza riuscire a trattenere un sorriso.



Fà quello che vuoi, ma, per favore, state a casa stasera. Io ho promesso a Carlisle di dargli una mano” replicò Charlie.



Lo faremo. Ma....papà....mi farai sapere qualcosa, vero, appena avrai novità?” gli chiese lei.


Charlie annuì e uscì.




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'Puoi venire qui a cena per favore? Ho preparato la bistecca: so che ti piace. Non cercare scuse! Dobbiamo dirlo ad Alice! '


Leggendo il messaggio sul proprio cellulare Rose non si chiese a cosa si riferisse.


Aveva appena parlato con Emmett che le aveva raccontato tutto.


'Jasper ringrazia che non ti trovi io perché stavolta ti torcerei veramente il collo ' pensò.


Mamma! - gridò, invece, mentre faceva le scale – vado a cena da Bella!”


Non fare tardi” le rispose sua madre dalla cucina.


Rose si avvolse intorno al collo una morbida sciarpa rosa di lana ed uscì.



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Che avete stasera, siete strane...” disse Alice, fissando l'amica e la cugina con aria interrogativa.



Bella si schiarì la voce, poi rispose “Papà non è venuto a cena..”



Alice non si era preoccupata dell'assenza dello zio; era già capitato che lavorasse fino a tardi o che andasse a cena con i suoi amici, magari per guardare insieme la partita, ma qualcosa nei visi di Rose e Bella la spaventò.



Per favore continua...” mormorò



È passato da qui, prima...Tu eri di sopra....L'ha chiamato Carlisle... A quanto pare Jasper è sparito” disse Bella, senza riuscire a guardarla negli occhi.



Che significa che è sparito?” chiese Alice, improvvisamente pallida.



Ha litigato con Carlisle....ehmmm...riguardo quello che è successo a scuola. Se solo quell'idiota di Truman non si fosse impicciato!” provò a spiegare Rose, ma Alice la interruppe: “Non m'importa nulla di Fred Truman! Io voglio solo sapere perché il dottor Culle ha chiamato lo zio Charlie!”



Alice,cerca di calmarti – la pregò Bella – Sicuramente Jasper starà solo facendo un giro lì intorno, per calmarsi, ma sai....Non era in casa.....Non è stato un bel periodo per lui....così.....I suoi genitori erano preoccupati ed hanno chiamato papà...”



Alice cominciò a ridere e piangere contemporaneamente.

Io so dov'è!” esclamò, alzandosi.



Dove vuoi andare?” le chiese Rose, vedendo che si infilava il cappotto.



Dove credi che voglia andare? Vado a prenderlo!” rispose Alice, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.



No! Ho promesso a papà che saremo rimaste in casa!” ribatté Bella.



Infatti andrò da sola. Non infrangerai la tua promessa! Voi due mi aspetterete qui!” replicò Alice, decisa.


Rose la trattenne afferrandola per un braccio.

Lasciami venire con te” le disse,ma la piccola scosse il capo “No, voglio andare da sola. Ho il cellulare. Non mi succederà niente. Prometto che vi chiamerò appena l'avrò trovato” le rispose, aprendo la porta ed uscendo.




Abbiamo fatto bene?” chiese Bella all'amica, quando rimasero sole


Non lo so, ma non spettava a noi decidere!” fu la risposta di Rose.




================================================




Fuori era buio, ma c'era la luna piena.


'Per fortuna ho un'ottima memoria' pensò Alice mentre guidava, speditamente, verso il luogo in cui era convinta di trovare Jasper Cullen.



Parcheggiò la macchina e scese.


L'aria sapeva di erba e di...pioggia?


Alice sollevò gli occhi al cielo e vide la luna tonda e luminosa e... 'Oh -pensò, corrugando la fronte – nuvole! Per favore, per favore, per favore fa che non piova, almeno finché non l'avrò trovato! '



Si avviò, cauta, verso la radura.



Sentiva che Jasper era lì, dove avevano passato una splendida mattina solo qualche giorno prima, ma non riusciva a vederlo.



Jasper! Jasper dove sei? Avanti so che sei qui!” gridò



Cosa ti dà tutta questa sicurezza?”


Alice sentì un tuffo al cuore: Era la sua voce! Non si sbagliava! Lui era lì!



Ma...Non lo vedeva.



Io non ti vedo” disse.



Tornatene a casa - rispose lui, seccamente – qui non c'è niente per te!”



Ci sei tu” rispose Alice, semplicemente.


' A questo punto – pensò – mentire è stupido, oltre che inutile!'




Prima che potesse vederlo sentì il suo profumo. Si voltò immediatamente e lo trovò a pochi centimetri dal proprio naso.



La...la ...tua famiglia...è … è preoccupata per te...Loro....loro...hanno chiamato ….mio zio....lo zio....Charlie....” balbettò Alice, ringraziando il Cielo ( o la Fortuna o qualsiasi cosa fosse! ) che nessuno potesse sentire il battito impazzito del suo cuore.



Non m'importa! - rispose lui, sprezzante, poi aggiunse – guarda!”



Aprì ma mano e le mostrò un piccolo coltello a serramanico, chiuso.



Alice spalancò la bocca, scioccata. “Non avrai....Tu non l'hai usato, vero?” gli chiese.



No..io...No” biascicò lui.



Alice avvertì le lacrime bagnarle le guance.

Tirò su col naso, sentendosi tremendamente ridicola e sperando che lui non si accorgesse di nulla.



Vana speranza!




Piangi” disse Jasper. Una constatazione, non una domanda.



No, non piango, vedi? - rispose Alice, sollevando gli occhi al cielo – è la pioggia”



Jasper fece un mezzo sorriso che divenne una buffa smorfia e poi una specie di 'prrr', leggero...


Piangi - insistette – perché?”



Jasper devi tornare a casa! I tuoi genitori saranno preoccupati da morire! E anche Emmett....e Edward....Devi smetterla di comportarti così! Io so che non sei così, che non sei.....Quell'orribile coltello...Io non so, non riesco nemmeno a immaginare come tu possa pensare di averlo con te, dopo tutto quello che è successo, ma... ”



Il fiume di parole con cui Alice cercava di negare la lacrime fu interrotto da un bacio.



Jasper la stava baciando.


E non ci fu più nessuno: famiglia, pioggia, preoccupazioni, chiacchiere, lacrime....niente aveva più importanza!


Esistevano solo loro due, chiusi in un cerchio magico, allacciati stretti l'uno contro l'altro; le mani di Jasper grandi e forti sulla schiena e sulla nuca di Alice, le braccia di lei strette a lui; bocca sulla bocca....


Un bacio dolcissimo e prepotente insieme che li voleva interamente per sé.



Quando si separarono Jasper, senza smettere di stringerla a sé,scostò una ciocca dei capelli di Alice che le si era appiccicata sulla tempia e sussurrò: “Non la smettevi più di parlare - Lei non rispose e lui aggiunse - e di piangere” e fece qualcosa che Alice non si sarebbe mai aspettata. Con la punta della lingua, senza quasi sfiorarla, leccò una delle sue lacrime.



Sei un'idiota, Jasper Cullen! - mormorò lei – e sei fradicio!”


Con una mano gli scostò i ricci bagnati che gli piovevano sugli occhi, mentre teneva l'altra sul suo cuore.


Lo sentiva battere fortissimamente.



La pioggia scendeva ormai fitta e abbondante.



Stavolta fu lui a tacere.



Torniamo a casa” disse lei, prendendolo per mano.





























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Capitolo 24
*** CAPITOLO 24 ***


Salveee!!! Come va?


Grazie come sempre a chi ha recensito anche il 23° cap (Orsacchiotta Potta Potta, Camilla L, Kikka Hale, Frego, BringerOfDevil, Anna71 e Prudence78 ) e a chiunque segua questa FF.


Spero che anche il cap 24 vi piaccia e che mi diciate che ve ne pare....


Ah, si....Devo dirvi che (ahimè!) ci avviciniamo velocemente alla fine della storia...Non manca tanto, ormai...


Buona lettura, a presto ! Baci, Dee



CAPITOLO 24




'Schiena dritta, petto in fuori e pancia in dentro Jasper! – disse Jasper a se stesso, come incoraggiamento – Sono la tua famiglia! Per quanto possano essere incazzati con te non ti uccideranno mica! Avanti! Non sei mai stato un coniglio !”



Erano tutti in salotto. Li spiò dalla finestra, non visto, per qualche secondo.



Edward e Carlisle facevano su e giù per la stanza misurandola da parte a parte con lunghe falcate, così simili nel atteggiamento da essere, quasi, buffi.


Emmett era seduto sul divano. I gomiti sulle ginocchia e le mani incrociate, perso in chissà quali riflessioni.


Solo Esme non era nella stanza.



Jasper infilò le mani in tasca, in cerca delle chiavi di casa. Sentì il freddo del coltello che era ancora lì e gli fece venire, inaspettatamente, un brivido lungo la schiena.


Lo ignorò, prese le chiavi, fece un lungo sospiro ed entrò in casa.



Si aspettava veramente tutto tranne quello che successe.



Edward fu il primo a vederlo.


Si trovarono faccia a faccia quando Jasper raggiunse il salotto.


Si fissarono per un attimo in silenzio, poi Edward borbottò “Sei tu..sei...qui...”



Emmett, decisamente meno discreto, appena lo vide, esclamò “Jazz!”



Esme li sentì e arrivò di corsa dalla cucina.


Si attaccò al figlio, soffocandolo, quasi, nel suo abbraccio, incurante del fatto che fosse bagnato fradicio.


Tesoro sei qui! - mormorò, senza allentare la stretta, intercalando le parole ai baci -

Ci hai fatto morire di paura! Come ti è saltato in mente di fare una cosa simile: sparire così! Sono felice che sia a casa! Stai bene? Non fare mai più una cosa del genere!”


Esme, felice per aver ritrovato il figlio minore, alternava rimproveri e coccole.



Mi dispiace mamma” sussurrò Jasper, il viso nascosto fra i capelli della madre.



Lo so che ti dispiace. Quello che conta è che ora tu sia qui” rispose lei.



Scusami” mormorò lui



Ma certo amore!” disse lei, dolcemente , senza smettere di accarezzarlo.



Jasper godette per qualche secondo la sensazione di sentirsi ancora, come un bambino, al sicuro e protetto da qualsiasi cosa tra le braccia della mamma, poi la allontanò gentilmente.



Si voltò verso suo padre.


Carlisle lo fissò e Jasper sbatté le palpebre, ma sostenne lo sguardo come un adulto.



Lo so che sei arrabbiato. Me lo merito. - disse, poi frugò nella tasca della giacca ed estrasse il coltello. Lo tenne volutamente sul palmo della mano in modo che tutta la famiglia potesse vederlo - L'ho portato con me, ma quando l'ho aperto...ho capito che non sarebbe servito a nulla. Ero arrabbiato,ma sapevo che tagliarmi non mi avrebbe fatto sentire meglio, non a lungo....Non volevo farvi preoccupare. Avevo solo bisogno di stare un po' da solo e..... Papà puoi tenermi in punizione per tutto il tempo che vuoi, ma prima dimmi che capisci e che mi perdoni”



Carlisle strinse a sé il figlio.


Capisco e sono fiero di te” disse, abbracciandolo forte.



Jasper lo osservò incredulo. “Tu cosa?” chiese.



Sono fiero di te – ribadì suo padre – fiero che tu non abbia usato il coltello, che sia tornato qui...e non sei l'unico che ha sbagliato. Mi spiace di averti dato quello schiaffo. Ho fatto esattamente la stessa cosa per cui ti stavo rimproverando. Ho perso il controllo. Quindi io ti perdono. Sono tuo padre e sarò sempre dalla tua parte, ma tu? Puoi perdonare me ? ”



Jasper non disse nemmeno una parola, certo che se avesse parlato si sarebbe sciolto in lacrime, come una femminuccia,assentì.



Era bello, dopotutto, essere a casa e farsi coccolare un po'...Ok, non l'avrebbe ammesso ad alta voce, ma dopo tutto quello che era successo....andava meglio così...



Edward si schiarì la voce , per richiamare l'attenzione.


Bhè...ecco...si....Io...credo” balbettò, ma Emmett lo interruppe, dandogli una spinta.



Andiamo fratellino, ammettilo che i rimorsi ti stavano uccidendo! - esclamò rivolto a Edward – ti si leggeva in faccia!”



Edward gli fece gli occhiacci e lo rimproverò gentilmente Esme, sorridendo a entrambi: “Emmett! - poi aggiunse - Credo che abbiate avuto tutti una pessima giornata...Forse potrei preparare una cioccolata per tutti. Nei film funziona così, no? Le famiglie fanno la pace e vivono felici e contente davanti alla cioccolata calda...”



Le risate furono interrotte dagli starnuti di Jasper.


Oh Santo Cielo! Sei bagnato come un pulcino! - esclamò Esme, rendendosi conto in quel momento che il figlio era zuppo e aveva bagnato anche loro – Ok. Facciamo così. Tu ti cambi e io preparo cioccolata per tutti”



Io chiamerò Charlie...” precisò Carlisle.



Jasper, che si dirigeva verso la porta, si voltò.

Avete chiamato la polizia?” chiese, preoccupato.




No – lo tranquillizzò suo padre – ho chiamato il mio amico Charlie, non lo Sceriffo Swan”



Jasper sospirò e si ritrovò a pensare 'Speriamo che la cosa non crei dei guai ad Alice...'



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Rose fece non poca fatica ad impedire ad Alice di saltare giù dalla macchina prima ancora che Bella parcheggiasse il suo pickup.



Hei Ali! Vuoi farti male!” esclamò Bella.



No, certo che no sciocchina! - rispose, gaia, Alice – e se voi due dite una sola parola a chiunque su quello che è successo io vi odierò per sempre!”



Sai bene che non lo faremo mai!” rispose Rose.



Nessuno significa,esattamente, N-E-S-S-U-N-O ! Nemmeno Edward e Emmett devono sapere nulla!” precisò Alice.



Uffa Ali, cominci ad essere noiosa! -replicò Rose – sappiamo cosa significa nessuno!”



Lo so, ragazze, scusatemi, non voglio litigare con voi....Sono solo....Oh non lo so nemmeno io come sto...cos'ho...” balbettò Alice, arrossendo lievemente.



Rose e Bella si guardarono, divertite.



Io immagino di sapere cosa ti prende cugina – disse Bella, sorridendo - Hai preso un virus che si chiama Jasper Cullen ! ”



Rose non riuscì a trattenere una schietta risata.



Alice fece loro un buffa linguaccia e, tutte e tre, entrarono a scuola.



Alice sentì le gambe molli e dovette sforzarsi di non piangere quando Emmett e Edward, da soli, si avvicinarono a salutarle.


Lanciò un'occhiataccia alle amiche per scongiurare ogni loro domanda, ma quando non notò che Jasper non era nemmeno in classe cominciò a preoccuparsi seriamente e raggiunse quasi il panico quando vide che, a mensa, c'erano solo Emmett, Edward, Rose e Bella.



Si sedette fra Emmett e Bella.



Alice...io e Edward dobbiamo senz'altro ringraziarti...” disse il ragazzo.



Lei li guardò. “Non capisco cosa vuoi dire” rispose, sinceramente stupita.



Emmett rise, di gusto. Fu Edward a spiegarle.



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Esme e Carlisle erano andati a dormire, lasciando i figli in salotto.



Vado a prendere una coca” dichiarò Emmett, alzandosi dalla poltrona in cui era sprofondato.



Emm aveva ragione, prima” cominciò Edward, sollevando gli occhi verso Jasper che era sdraiato sul divano, avvolto in una coperta.



Edward, invece, era seduto sul folto tappeto di sua madre.



Jasper non parlò.



Sono stato uno stronzo egoista – dichiarò - ma sono contento che....si....insomma....che sia andato tutto bene....”




Jasper non rispondeva, quindi suo fratello insistette “Jazz sei sveglio?”



Ho baciato Alice”


Poche parole, poco più che sussurrate.



Emmett, fermo sulla soglia fece un fischio “E bravo il fratellino! Allora non sei completamente stupido!” disse, ridacchiando.



Aveva portato le coche e un'enorme ciotola di popcorn.



Non sei divertente fratellone!” ribatté Jasper, sconsolato.



Jazz non tutte le donne sono come Maria... - gli disse Edward – ed ora ti chiedo doppiamente scusa. Non avrei dovuto chiederti di stare lontano da lei”



Ed piantala! Non ti devi scusare!” sbottò Jasper



Si invece!” insistette Edward



Ok. Scuse accettate. Ma avresti dovuto legarmi e tenermi lontano da lei!” replicò Jasper, sedendosi e prendendo una coca.



Oh andiamo Jazz! Com'è stato?” chiese Emmett, tra una manciata e l'altra di popcorn.



Sei disgustoso!” esclamò Edward



Senti Jazz, persino San Edward è rimasto affascinato da una di quelle ragazze, quindi non starlo a sentire! - rispose Emmett, ignorando l'insulto – quella ragazzina è una meraviglia!”



Jasper si avvolse la coperta intorno alle spalle, sbuffò, ma poi sorrise.




Edward, per rifarsi di Emmett, gli lanciava addosso qualche popcorn.



Ed piantala! Jazz dai rispondi!” dichiarò Emm, chiaramente felice per il fratello minore.



Non ti riguarda Emm! É personale!” esclamò finalmente Jasper.



Noooo! Non ci credo!b Stai diventando rosso!” sghignazzò Emmett.



Non è vero!” replicò Jazz, un po' risentito.



Uhmmm....detesto dare ragione allo scimmione, fratellino, ma ha ragione....” concordò Edward, vendicandosi del “San Edward”.



Jasper si alzò e guardandosi allo specchio vide che i fratelli avevano ragione. Aveva un colorito acceso e gli occhi lucidi...

Si toccò la fronte col dorso della mano.


Ops....era caldo.....



Penso di avere la febbre” ammise.




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Così ora il piccoletto è a casa con la febbre” concluse, alla fine del racconto.



Aveva sorvolato un po', ma le ragazze ora sapevano che Jasper era tornato sano e salvo e che in Casa Cullen l'atmosfera era di nuovo normale.



Wow! - esclamò Bella – quindi la tua punizione è annullata?”



Edward storse il naso, prima di rispondere “Amore ho detto che in Casa Cullen le cose sono tornate normali non che mio padre, preso da un impeto di bontà, ha dimenticato tutto. Il preside Jones gli ha detto che sospenderci sarebbe stato farci un favore e che non voleva che Emmett avesse una nota di biasimo nel suo ultimo anno di liceo, ragion per cui riteneva più efficace trattenerci a scuola per un'ora in più per tutta la prossima settimana. Quindi....”



Io credo che a Jasper farebbe piacere se gli facessi una visita” suggerì Emmett, rivolto ad Alice, ignorando le occhiatacce di Edward.








































































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Capitolo 25
*** CAPITOLO 25 + EPILOGO ***



Buongiornooo!!! Eccoci qui ragazzi/e!


Premetto che qui finisce “Hurricane Jasper” che è, in assoluto, la mia prima long fic portata a termine.


Sono emozionata, contenta e un po' malinconica, nel separarmene.


Ringrazio davvero, di nuovo, tutti:


. chi ha letto la storia


. chi l'ha seguita:  Alice Hale 89  - anna71 - CheyenneB - Cinzietta89  - cullengirl  - Doux_Ange  - Ely_91  - espa2009  - green eyes  - guku23  - HelenCullenkikiboomboom  - kyssy  - Lesley_Gore  - M e M s  - mariellina67  - martyhorse - Mary_Sophia_ Spurce - nitibotu- noraa  - Orsacchiotta Potta Potta  - petusina  - Princesstwilight - prudence_78 - RCIV22  - seallshadow_shinesofy96  - SSSmileee  - stefyadry  - tenerona  - titina10  - TollaCullen 


. chi l'ha ricordate: Doux_Ange - _Jilly


. inserita fra le preferite : BringerOfDevil – Camilla L – Feylon – Frego – Kikka Hale, Selene Krystal – Pandina_76


.chi ha recensito: Pudence78, BringerOfDevil, Orsacchiotta Potta Potta, Kikka Hale, Camilla L, Anna 71, Frego, Edvige 86, Mary Sophia, Spurce, Selene Krystal, Alice Hale 89, Feylon, MeMs.



Grazie a tutte/i!!! Spero che vi piaccia anche questo 25° capitolo, che, come sempre, mi facciata sapere che ne pensate e sappiate (x vostra fortuna? Sfortuna? Che il mio cervellino pazzo ha già partorito e appena postato una nuova Ff ( ODIO, AMORE, CHISSà...) che spero seguirete (e recensirete) con lo stesso affetto di questa.



Baci, DeAnna. 








CAPITOLO 25



Alice.


Alice non era mai stata a Casa Cullen, ma le indicazioni di Emmett ( e la sua insistenza! ) erano state chiare e precise per cui non ebbe grosse difficoltà a trovarla.:


Prendi la strada che porta fuori città. Oltrepassa il ponte sul fiume Calawah e prosegui lungo la strada verso nord. Supera le ultime case e ti troverai praticamente immersa nella foresta. Non devi avere paura: non c'è nessun pericolo, ma stai attenta perché devi svoltare in una strada sterrata non segnalata e poco visibile,perché è...nascosta tra i cespugli. Dopo aver percorso alcuni chilometri la foresta inizia a diradarsi e ti troverai in una piccola radura che sembrare quasi un grande giardino. Poi, però, la foresta sembrerà nuovamente scura, tranquilla: sono solo i rami dei cedri, che ombreggiano la veranda di casa...” le aveva detto.


Sebbene fosse stata molto indecisa la voglia di vedere Jasper aveva prevalso, spazzando via ogni dubbio (certo, anche l'incoraggiamento di Alice e Bella era stato determinante...)...



Parcheggiò la sua auto gialla nel vialetto d'ingresso e si fermò qualche minuto ad osservare la casa. Amava le belle cose e quella, decisamente, non era una casa!


Wow! Nessuno le aveva detto cosa avrebbe dovuto aspettarsi!


Lei, Bella e Charlie vivevano in una casa, Rose e la sua famiglia vivevano in una villetta...i Cullen vivevano in una signorilissima villa con il parco...



Era un'abitazione sicuramente lussuosa, ma anche perfettamente inserita nel paesaggio: alta tre piani, costruita in legno e pietra era una casa rettangolare e ben proporzionata; ciò che saltava immediatamente all'occhio erano le enormi vetrate.



Suonò il campanello ed attese.




Jasper


Jasper sentì un rumore lontano, ma fastidioso.


Provò a ignorarlo, infilando la testa sotto il piumino, ma non servì.


Il rumore continuava.



'Oh – pensò – è il campanello! Perché diavolo nessuno va ad aprire? '



Niente.


Quell'assurdo rumore persisteva.



Si alzò, sbuffando, e decise di andare lui stesso ad aprire.



Passando dalla cucina vide un biglietto di sua madre sul frigorifero “Amore sono andata a fare la spesa. Tornerò prima di cena. Papà è al lavoro



Prima di cena? Ma che ora era?



Diede un'occhiata veloce alla sveglia e vide che erano le quattro. Le quattro del pomeriggio?



Ma quanto aveva dormito?



Oh quell'odioso campanello!



Arrivò” gracchiò.



Auch....la gola gli faceva ancora male, nonostante la compressa che suo padre gli aveva dato quella mattina.




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Alice stava per andar via, immaginando che in casa non ci fosse nessuno o che Jasper non avesse nessuna voglia di vederla, quando la porta si aprì e fu proprio lui che si trovò davanti.



Jasper:

I capelli arruffati , gli occhi lucidi e l'espressione stupita.


Jasper a piedi nudi e con indosso solo un paio di pantaloni blu ed una maglia grigia.



Scusa...io...non aspettavo visite” borbottò, non appena la vide, cercando di ravviarsi i capelli con le mani.



No, scusami tu. Posso tornare un'altra volta, se vuoi...” rispose lei, imbarazzata.



No, dai entra. Hai fatto un sacco di strada...” replicò lui e sorrise.

Un piccolo e adorabile sorriso storto che fece diventare le gambe di Alice di gelatina.




Accomodati...fai.....fai come se fossi a casa tua....Io vado a darmi una sistemata, se non ti dispiace...” disse lui, sparendo per le scale.




Alice si ritrovò sola nell'immenso salotto-soggiorno di casa.


Tutto, lì dentro, denotava gusto e semplicità, benché fosse un ambiente chiaramente lussuoso era anche caldo e accogliente.


Predominava il legno ed il colore bianco, in varie sfumature.



Ricordò che Bella una volta le aveva raccontato che la madre di Edward era un architetto.



'In questa casa, però, c'è molto più che talento e cura dei dettagli - pensò – c'è Amore. É evidente che non è stata progettata dall'architetto Cullen, ma dalla signora Cullen!”



Il ritorno di Jasper, qualche minuto dopo, interruppe le sue fantasie.


Era ancora scalzo e Alice pensò che la sensazione del parquet sotto i piedi dovesse essere piacevole.


Era evidente che aveva fatto la doccia perché i capelli ancora umidi e si era cambiato, indossando dei jeans ed una maglia blu.



Potevi toglierti il cappotto” le disse.



Non ci ho pensato. Mi sono persa ad ammirare questa casa, questa stanza” ammise lei, sinceramente.



Mia madre la adora. É la sua unica figlia...” scherzò Jasper.



Posso capirla. Ha tutto il diritto di esserne orgogliosa!” esclamò Alice.



Jasper non rispose; rimase in silenzio, per qualche secondo, con gli occhi bassi, poi si voltò verso di lei.



Alice riguardo quello che è successo ieri....io” borbottò, ma la ragazza lo interruppe

Non dobbiamo parlarne per forza, se non vuoi..”



Si che dobbiamo. Se c'è una cosa che ho imparato è che è sbagliato tenersi le cose dentro, credimi.” dichiarò lui



Ok, allora. Parliamo” rispose lei, facendo spallucce.



Jasper si accorse di non trovare le parole.

No, non era nemmeno esatto dire che non le trovava. Sapeva di non conoscere nessuna parola per descrivere il tornado di emozioni che gli si agitavano dentro.

Era quasi certo che non esistessero parole adatte!



E allora fece la sola cosa, l'unica, che non necessitava di alcuna parola.



Si avvicinò ad Alice e la baciò sulla bocca.



Lei ricambiò il suo bacio ed in un attimo i due si ritrovarono avvinghiati , stretti in una morsa di piacere che li spingeva a volere sempre di più.



Jasper si staccò un secondo da Alice e vide un'espressione disperata nei suoi dolci occhioni.



Seguimi” le sussurrò, prendendola per mano.



Quasi volarono per le scale, fino a ritrovarsi in quella che Alice capì essere la camera di lui.



C'era un letto matrimoniale con lenzuola blu scure.



Ridendo lei lo precedette verso quel mare di stoffa.



Jasper la guardò come se vedesse il sole per la prima volta, poi il suo viso divenne triste.


Voglio che veda una cosa” le disse, sfilandosi la maglia.



Alice vide le cicatrici che gli attraversavano il dorso, le braccia e le braccia; la maggior parte erano talmente sottili da essere quasi invisibili sulla sua pelle chiara.

Conosceva la storia di quelle cicatrici e, sinceramente, non gliene importava nulla.


Non erano le sue cicatrici che voleva!



Sono un mostro... - sussurrò lui – che ci fai qui con me?”


Improvvisamente Alice capì. Capì che avrebbe dovuto essere lei a guidarlo, a sedurlo per poter far si che lui si fidasse, di nuovo, di se stesso, prima che di una donna.



No, ma che dici! Non sei un mostro. Ti voglio. Ti ho aspettato per troppo tempo Jasper e ora non ho nessuna intenzione di rinunciare a te!” dichiarò decisa, guardandolo dritto negli occhi, per dimostrargli che era sincera.



Prese le mani di lui fra le sue e lo tirò a sé...



Alice se....se cominciamo...io non sono certo di..... riuscire a fermarmi, dopo...” disse lui


Ti fermerai. Quando avremo finito” rispose lei, ridacchiando.



Il suono della risata di Alice confortò Jasper.



La guardò, con dolcezza. Lei non era Maria. Non impugnava coltelli.


Non c'era nessuno sguardo sprezzante, nessuna scenata isterica.


C'era solo Alice.


Alice che profumava di vaniglia e spezie.


Alice. Pelle bianca e morbida.


Alice con il seno piccolo, sodo e orgoglioso.


Alice che lo seguiva, che lo guidava in un ritmo sempre più incalzante.



Quando Jasper entrò in lei capì che quella era la sua prima volta: era la prima volta che faceva l'Amore.





~ Epilogo ~




Giugno.



Era giorno di Diploma alla Forks High School.


Il preside chiamò tutti i diplomandi per consegnare loro l'agognata pergamena.


Emmett avanzò spedito quando fu chiamato il suo nome, mentre Rose arrivò quasi a passo di danza fino al preside.



Entrambi sventolarono il diploma e sorrisero alle proprie famiglie e agli amici che erano lì per loro.



Poi il Preside chiamò Jessica Stanley, l'alunna che aveva ottenuto il punteggio più alto a tutti i test perché pronunciasse il tradizionale discorso di commiato.



Jessica, dapprima quasi sottovoce, poi via via sempre più spedita disse:


All'età di cinque anni ci chiedevano che cosa volevamo fare da grandi e noi rispondevamo cose tipo l'astronauta,presidente,o nel mio caso, principessa. Quando ce lo richiedevano a dieci anni,noi rispondevamo rock star,cowboy boy,o nel mio caso,medaglia d'oro olimpica? Ma ora siamo cresciuti,perciò ci chiedono una risposta seria,quindi noi rispondiamo:e chi cavolo lo sa? Questo non è il momento di prendere decisioni definitive,desso è il momento di sbagliare,di prendere il treno sbagliato e arrivare chissà' dove,di innamorarsi spesso,di prendere filosofia perché nessuno farà mai carriera con filosofia,di cambiare idea e poi ricambiarla perché niente è immutabile. Perciò fate più sbagli che potete,così quando ci chiederanno cosa vogliamo fare,non tireremo più ad indovinare,lo sapremo” 



Jasper strinse forte la mano di Alice fra le sue.


Era contento per Emmett e Rose, che si diplomavano.


Si, il suo fratellone-scimmione-impiccione gli sarebbe mancato moltissimo quando fosse partito per il college, ma …..in fin dei conti ci sarebbe stato Edward, ancora per un anno, e Alice...


Era stato un anno difficile, anche per lui.


Aveva preso il treno sbagliato, decisioni difficili, aveva rischiato la vita e fatto soffrire le persone che amava e che lo amavano, aveva cambiato idea e fatto mille cavolate, ma ora sapeva quello che voleva.


Si anche lui avrebbe sbagliato ancora, ma non avrebbe mai più fatto del male a se stesso o alle persone a cui teneva.


Voleva essere un bravo ragazzo, con una vita normale.


E voleva Alice con lui, stretta a sé, come in quel momento e come la prima volta che avevano fatto l'Amore, mesi prima.


La voleva, sempre e per sempre.




~ Fine ~



























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