Ginevra Breston

di Bloody Emily
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


CAPITOLO UNO
-Signorina Breston, sono molto addolorato nel dirvi, che la vostra pro-pro-zia Ginevra, si è inaspettatamente spenta, questa notte...- Ginny guardò leggermente a disagio il signore, incredibilmente simile ad un criceto, che era appena entrato nella sua classe, vestito come un pinguino e dicendo parole assurde.
-...è?- disse infine, non capendoci niente neanche dopo averci pensato su un pò.
-La vostra pro-pro-zia Ginvra è morta!- disse il signore, nascondendo un singhiozzo.
-Oh.. emmm... Ho una pro-pro-zia Ginevra?- chiese Ginny, ancora più a disagio.
-Ora non più!- disse il signore, quasi urlando dalla disperazione. Ginny, suo malgrado, si ritrovò ad abbraccairlo e consolarlo, come se fosse stato lui ad aver appena perso la pro-pro-zia, di cui non sapeva l'esisteza.
-Mi dispaice molto, ma... che cosa posso fare? Sono stata invitata al funerale? Oh mio Dio, non devo fare nessun discorso vero? Io non la conosco neanche...- disse un pò sconcertata la ragazza. Si lisciò i lunghi capelli rossi, e iniziò a mordicchiarsi le unghie laccate di smalto, anche quello rosso.
-No signorina Breston... la sua cara pro-pro-zia le ha lasciato un'eredità...- rispose l'uomo-pinguino, con tono grave.
-Un'eredità? Ma se neanche sapevo esistesse!-
-Ma signorina, lei ha preso il suo nome...- disse l'uomo, quasi meno distrutto dalla notizia di quella dolorosa (solo per lui a quanto pare) morte.
-Io non mi chiamo Ginevra! Io mi chiamo Ginny, Ginny Breston!- disse quasi ridendo. Nessuno, da quanto ne sapeva, aveva mai accennato ad una pro-pro-zia Ginvra, e quindi  perchè darle il suo nome? 
-Ma signorina, Ginny non è altro che  un'abbreviazione, per rendere il nome più corto... Il suo nome per intero è Ginevra Breston! Deve essere fiera del suo nome!-
-Hemm, hemm- tossicchiò  spazientita la professoressa di matematica, la signorina (nessuno ha mai avuto il coraggio di sposarla)  Brustin -Quì si sta tenendo una lezione! Se non vi dispace, signore, se ne vada!- continuò l'orrenda professoressa, arriciando il naso, facendola somigliare in modo spaventoso ad un furetto rabbioso. 
-Signorina,  io e la signorina Breston stiamo parlando di cose molto importanti e riservate, quindi, se non le dispiace, le chiediamo di andarsene... Grazie.- disse l'uomo-criceto-pinguino alla professoressa, che gonfiò le narici con fare minaccioso, e uscì dalla stanza a grandi passi, portandosi via con se anche gli alunni, ancora increduli della scenetta appena accaduta.
-Allora signorina, è pregata di seguirmi fuori per poter discutere di tutto...-
-Emmm, perchè ha chiesto a tutti di andarsene, se ora anche noi usciremo?-
-Oh, non usciremo dalla porta! Mi segua...- l'uomo si diresse verso la finestra, la aprì, e si buttò fuori. Ginny strabuzzò gli occhi, mentre l'aria fredda di Novembre l'avvolgeva.
-Signore?- chiese incerta. Udì solo un sussurro provaniente da un posto non ben precisato, fuori dalla finestra, che diceva
-Buttati...- lei non esitò. Appoggiò un piede sul cornicione, si issò sopra, e si lasciò cadere nel vuoto, urlando in modo impossibile da non sentire -YEAAAAHHHHH-. Atterrò qualche secondo dopo, su un prato.  Sembrava il giardino di un castello, o di una vecchia scuola...
-Dove siamo?- chiese lei, notando che l'uomo pinguino era in piedi di fronte a lei, e le tendeva una mano. 
Siamo nell'umile dimora della vostra ormai defunta pro-pro-zia Ginevra...-
-UMILE?! Ma è impazzito?! Questo è il castello più incredibile che io abbia mai visto! E'... è... fantastico! Ma come diavolo ci siamo arrivati?- l'uomo-pinguino sorrise, ma non diede nessuna risposta, o almeno Ginny non glielo permise.
-Aspetti... ci siamo Materializzati?! Mi sta dicendo che lei è il nuovo custode di Hogwarts, che Gazza è morto e che la mia lettera non è arrivata 3 anni fa? Ma questo è un sogno che si realizza! Non ci posso credere! Conoscerò Harry Potter! E Ron Weasley, Hermione Granger, Luna Lovegood, Neville Paciock, Dean Thomas, Seamus Finnigan, George e... oh mio Dio!!! Dovrò consolare George! Povero Freeeeeeeeeeeeeed!!!- urlò Ginny, saltellando mentre indicava la scuola, e poi mettendosi una mano sulla bocca, per evitare di urlare (ancora di più) sconvolta.
-Emmm, non esattamente... si, lei è una straga, ma è anche una  Contessa, e deve studiare! Per questo l'ho portata quì, nella scuola della sua pro-pro-zia, per imparare quello che una Contessa deve sapere.-
-...Ma ...Ma George ha bisogno di me!!!-
-Ne ha più bisogno la sua famiglia, contessina...-
-Preferivo signorina...-
-Ma è una contessa, e in quanto tale la devo chiamare con il suo appellativo...-
-NO! Nessuno mi ha mai chiamato "contessina" oppure "Ginevra", quindi non capisco perchè lo debba fare lei... signore...- si continuò a guardare intorno.
-Ma non mi ha ancora detto come siamo finiti quì... e neanche in che stato siamo...-
-Siamo in Islanda, e siamo arrivati quì con la Materializzazione.- A Ginny ci vollero un bel pò di minuti per afferrare l'antifona e capire che era una strega. Anche se forse sarebbe stato meglio che non lo capisse affatto, visto che una volta capito tutto, era svenuta dall'emozione. 
 
 
 
 
NOTE DELL'AUTRICE:
Ok, lo so mi odiate. Ho appena iniziato una storia e ne metto un'altra dopo appena due capitoli... faccio schifo! D: vabbè, posso superarlo! Dunque, questo capitolo è moooolto corto, ma è solo perchè non sapevo come finirlo... Ho grandi progetti a riguardo... MUAHAHAHHAAHHAHAHAHA! *si strozza con la sua stessa saliva e decide di smettere di fare la stupida* ok, chiedo umilmente perdono. Aggiornerò il prima possibile^^

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Capitolo 2
*** capitolo 2 ***


*Da ora il racconto è in prima persona perchè a parlare in terza persona non sono proprio capace, e non vorrei che venisse fuori una schifezza.
**Ho chiamato la "badante" Rosmarta, in ricordo (non è vero, non mi venivano in mente altri nomi) di Madama Rosmerta di Harry Potter.
 
CAPITOLO 2
 
-Si sta svegliando! Guardi signor Parsifal!- squittisce una signora, quando apro gli occhi. Devo essere svenuta per qualche strana ragione. Fatto sta che non ricodo nulla. Apparte uno strano signore, credo, e anche un volo dalla finestra... è una... materializzazione? Naaah, non può essere. Si, mi sono sognata tutto! E sto ancora sognando, dato che lo strano uomo-pinguino è ancora quì!
-Rosmarta si calmi...- dice l'uomo-pinguino, che da quel che ho capito si chiama Parsifal, guardando male la presunta Rosmarta. Che nomi strani, accipicchia!
-Dove sono?- chiedo stralunata, mettendomi a sedere sul letto nel quale ero sdraiata. Carino, come letto è carino. A baldacchino, con le tende arancioni che emanano calore e il materasso alto e molto idoneo allo sprofondarci dentro il sederino.
-A Villa Breston, signorina Breston.- mi spiega Parsifal. Ci metto un pò a metabolizzare il fatto che sono in una villa. Ma noi non eravamo davanti ad un castello prima?
-Siamo in un castello, ma è stato chiamato "villa" per problemi burocratici... non si preoccupi.- Ma wao, quì si che ti rispondono in fretta! Neanche il tempo di fare la domanda!
-E i miei genitori? Lo sanno che sono quì?- chiedo io, un pò spaventata da quello che penserebbero se scoprissero che mi sono buttata da una finestra e poi mi sono svegliata in un castello in compagnia di due estranei. 
-Rosmarta, la contessina Ginevra può alzarsi?- chiede Parsifal a Rosmarta.
-Certo, ma che non cammini troppo! Deve stare al caldo per ora!- continua a squittire la donna. Se non avesse quella voce così fastidiosa la troverei quasi materna...
Mi alzo lentamente; voglio che se ne vadano prima che anche io lo faccia. Capisco che il mio piano non verrà messo in atto quando Parsifal si mette davanti alla porta e me la tiene aperta e Rosmarta si mette accanto al mio letto, intenta a rifarlo. Sbuffo leggermente ed esco dalla stanza.
-Signorina Breston-
-Ginny- correggo subito la donna. Odio quel nome, anche se mi chiamano così da pochi minuti. Sempre che sia rimasta svenuta per pochi minuti; per quel che ne so posso anche aver dormito giorni interi!
-Ginny- e sembra fare uno sforzo immane per dirlo, data l'espressione frustrata e sofferente -Puoi andare a farti un bagno, i tuoi vestiti sono nella camera vicina allo studio rosso- annuisco, nonostante non abbia la più pallida idea di dove sia il bagno o lo studio rosso.
Vago per l'immenso castello, entrando ogni tanto in una stanza, tanto per controllare se sia rossa oppure dotata di doccia o vasca. Cammino a vuoto per circa un'ora, quando noto un piccolo omino che corre in tondo.
-Serve aiuto?- chiedo, nonsostante sappia bene che sono io quella che ha bisogno di qualcosa.
-La cena... La- La cena...!- balbetta esasperato.
-Si, la cena! La cena!- dice un altro, spuntndo dal nulla.
-La signorina Ginevra Breston è arrivata, e noi dobbiamo preparare la cena! Cosa piace alla signorina Breston? Tu lo sai ragazzina rossa?- mi chiede quello non-balbettante.
-Va matta per la pizza- dico abbassandomi al loro livello.
-P-p-pizza? C-c-co-os'è la pizza?- chiede il balbettante.
-E come il pane, solo che è piana e sopra c'è la salsa si pomodoro e la mozzarella- dico io, osservando i due che saltellano.
-Pane.... abbiamo il pane?!-
-S-si!-  e corrono lungo il corridio, scomparendo in un secondo. Grande, ora sono ancora più persa di prima! Cammino finchè non vedo una porta bianca. La attraverso e mi ritrovo in un enorme e sfarzoso bagno. Ci sono saponette azzurre e bianche poggiate sopra a piccoli porta-saponetta, bolle si sapone che si levano dalla vasca, piena ed emanante un odore buono e penetrante. Dal rubinetto color argento sgorga acqua calda, come se mi invitasse ad entrare. Il pavimento è di un bellissimo color argento, con delle strane sfumature di blu e bianco. Gli asciugamani sono appesi ad un piccolo gancio attaccato al muro, o ripiegati su qualche sagabello. Non esito un secondo a spogliarmi ed entrare nella vasca. Appena la mia pelle viene a contatto con il calore dell'acqua, rabbrividisco, e mi immergo ancora di più. E' davvero piacevole come sensazione. Potrei anche addormentarmi così. Dopo qualche minuto mi deci do ad uscire. Sono troppo curiosa di sapere che cosa sia lo studio rosso, e poi non ero così sporca da fare un bagno così lungo. Esco velocemente, mi asciugo con un accappatoio azzurro che poi indosso per andare in cerca del misterioso studio rosso.
Dopo un tempo che non saprei dire, passato a tremare, mi fermo davanti ad una porta rossa. Lo studio rosso deve per forza essere questo. Apro leggermente la porta, e, vedendo che non c'è nessuno al suo interno, la apro completamente. Vedo che la stanza è tutta (fino all'ultimo granello di polvere) rossa. Esclusi i foglio, di un bianco latte impressionante. E' un contrasto incredibile, sembra un fiocco di neve in un mare di sangue. Entro, e la porta si chiude alle mie spalle. Del tutto normale, se solo l'avessi chiusa io.
 
 
Nota dell'Autrice:
 
Ebbeno si, vi lascio sulle spine. Ringrazio tanto jekikika96 per aver recensito. 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


CAPITOLO 3

 
-Signorina Breston, è pregata di uscire da questa stanza.- dice una voce squillante alle mie spalle. Mi volto, sperando di rovarmi davanti un'altro omino che cerca di capire che cosa mi piace, vista la mia fame. Purtoppo i miei desideri non vengono esauditi; di fronte a me c'è una donna, vecchia almeno di cent'anni, che sembra più morta che viva. Che sia la mia pro-zia Ginevra sotto forma di fantasma?
-Zia! Zietta, che bello conscerti! Mamma e papà parlano sempre di te...- dico abbracciandola.
-Ti sbagli rossa, non sono tua zia, per mia fortuna. Non oso immaginare quanto tu sia fastidiosa...- dice guardandomi con disgusto.
-Bè, almeno io non puzzo di marcio, non sono una vecchia acida e presuntuosa, che va in giro per il MIO castello come se le appartenesse e, per di più, insulta persone che non conosce per il solo fatto che lei si crede più importante!- dico indignata. Ma chi si crede di essere quella?
-Io, signorina Breston, sono la sorellastra di sua zia Ginevra, e posseggo questo posto almeno quanto lei-
-Oh... quindi è anche lei mia zia... Giusto?- chiedo, sperando con tutta me stessa che non sia così.
-No, non c'è nessun legame di sangue. Mia madre ha sposato il padre di Ginevra quando noi eravamo già nate, e quando lui morì lasciò la sua casa a noi due.- dice, continuando a guardarmi male. Mi rimane solo un dubbio adesso...
-Sei viva o morta?- chiedo inconsciamente! NO! Ma come cavolo ho potuto dirlo?! Ora mi odierà più di prima! E' ovvio che è viva, o altrimenti come farebbe a essere qui invece che in una tomba a putrefarsi poco a poco?!
-Morta...- sussurra. CHE COSA?!?! Sto parlando con un morto... UN MORTO! Oh santo cielo, ho conosciuto un morto! Una morta, per la precisione. Se solo sentisse i miei pensieri...
La ziastra (parola che mi sono appena inventata per definire la sorellastra di mia zia)/fantasma scoppia a ridere, per poi sparire... Sono agghiacciata e parecchio euforica insieme. Corro fuori dallo studio rosso ed entro nella stanza affianco. E' davvero carina, con grandi finestre che mi fanno vedere l'intero bosco sottostante al castello. Le pareti sono color crema, molto chiare e più tendenti al bianco che al giallo. Il letto è posizionato più o meno al centro della stanza, in modo che aprendo la porta sia la prima cosa che si possa vedere. E' ricoperto da una trapunta con strani fiori stampati sopra, fiori che non mi sembra di aver mai visto. C'è una scrivania, proprio di fronte al letto, in legno, piena zeppa di libri e quaderni scritti con una scrittura elegante ma sbrigativa. Accanto alle due finestra, che sono posizionate sulla parete opposta a quella della porta, c'è una piccola ma spaziosa libreria fatta con lo stesso legno della scrivania, ma che non riesco ad identificare. E' strapiena di di libri rilegati in cuoio, alcuni tenuti meglio di altri, ma pur sempre estremamente antichi. Un piccolo armadio è vicino alla porta, che chiuso per potermi cambiare. Però non appena apro l'armadio mi accorgo che non c'è niente che posso adattarsi alle mie converse. Solo grossi e spaziosi vestiti, quasi sempre di un rosso vino scuro, o di un verde bottiglia, anch'esso scuro, oppure, quello che mi piace di più, uno nero, completamente nero, semplice, con il corpetto non troppo stretto e con una gonna ampia e lunga, che mi permette di non mostrare le scapre, per niente adeguate al mio abbigliamento. L'unica cosa che non sopporto è che ha solo due spalline di un tessuto grigio, quasi trasparente, che non danno una protezione molto adatta al freddo di novembre. Mi dovrò accontentare. Indosso il vestito e poi infilo le mie fedeli converse, sopra alle mie parecchio imbarazzanti calze con sopra Snoopy. 
Ora che sono pronta voglio farmi un giretto qui intorno, magari nel bosco... Mi sono sempre piaciuti i boschi, da quando per sbaglio papà mi ha perso quando siamo andati in campeggio e io ho iniziato a parlare con gli scoiattoli mentre loro non capivano una parola di ciò che dicevo e mi guardavnao male. Mi ero proprio divertita quel giorno, anche se papà ci ha messo ben otto ore a trovarmi. 
Non appena esco, mi trovo difronte ad una distesa verde, con un profumo di fiori che non riconosco. Che strano, di solito capisco sempre di che fiore o pianta sento l'odore oppure vedo, tranne che qui. Sarà che sono in un posto nel quale non sono mai stata, oppure che questa flora è diversa da quella che c'è in Inghilterra...
Entro le bosco rigoglioso, e l'odore si fa sempre più forte. Sento un briviso attraverso la colonna vertebrale, dovuto al vento che soffia insistente. Mi addentro sempre di più, finchè non mi trovo davanti ad una piccola capanna di legno. E' a due piani, credo, dato che ci sono due file di finestre, una più in alto dell'altra. La porta cigola, continuando ad aprirsi e chiudersi, sbattendo incessantemente. Mi avvicino, sperando che in casa non ci sia nessuno. Apro la porta, che poi chiudo con un colpo secco, sperando di non farla più sbattere. Si, avevo ragione, la casa è a due piani. Me ne accorgo da una piccola scale che parte da quella che dovrebbe essere la cucina e finisce al piano di sopra, che non ho ancora visitato. Salgo la scala aggrappandimi al vestito, un pò per non inciampare, un pò per trattenere l'agitazione. Se il proprietario di questa casa tornasse ora potrebbe anche denunciarmi. 
 
 
 
Nota dell'Autrice:
 
Lo so, ho detto che avrei postato il capitolo la sera dell'ultimo dell'anno, ma mi ero completamente dimenticata che fosse l'ultimo dell'anno! Questo è il deludente capitolo che ho scritto. 
Ringrazio  ro_chan per aver recensito il secondo capitolo, e  jekikika96 per aver recensito quello prima.

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