I'll keep your memory vague

di Ann Sayu T
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I ***
Capitolo 2: *** Capitolo II ***
Capitolo 3: *** Capitolo III ***
Capitolo 4: *** Capitolo IV ***



Capitolo 1
*** Capitolo I ***


                                                                                                                                                                                                                                                                                            ~This won't break your heart,
                   but I just think it could... ~
 
Vi presento Anna: 17 anni, altezza 1.50, capelli lunghi lisci e castani, occhi nocciola, maschiaccio amante della sua musica e della scuola.
Era passato un anno dalla morte di suo fratello Luke, l'unica persona che amava davvero. Colpa di un incidente stradale. Anna si era ritrovata a condividere la vita senza di lui, senza il suo punto di riferimento. Un anno duro e difficile fatto di depressione e farmaci. 
I suoi genitori avevano deciso di mandarla a LA per distrarla e farle riprendere la sua vecchia vita, da suo zio David, noto manager di una famosa band tedesca: Tokio Hotel. Era sempre stata indifferente a quei quattro giovani musicisti.
Londra 13.50
Si trovava in aeroporto con le sue enormi tre valige; indossava semplici jeans, felpa oversize e le sue amate Vans Authentic. Con lei il suo Macbook (Effy) e il suo iPod (Charlie). Si aveva dato dei nomi a quegli oggetti così comuni che, però, per lei erano vita.
Mamma: 'Stai tranquilla tutto tornerà come prima, vedrai!'
-Ok mamma! Sto perdendo l'aereo! Ciao ci vediamo tra qualche mese! Ciao papy mi mancherai!
Dopo gli ultimi saluti eccola sul treno in viaggio per quel paradiso terrestre, fatto di spiagge, negozi e ragazzi fighi. Ragazzi, il solo sentir pronunciare quella parola le metteva angoscia. Tutti così stupidi e ipocriti dopo che anche il suo migliore amico l'ha lasciata iniziando a frequentare gente altezzosa.
Soffriva di vertigini ma a rasserenarla il suo peluche di Winnie The Pooh: era lui che la allontanava dagli incubi e dalle notti insonni, lui suo compagno dall'età di tre anni.
In tasca un pacco di sigarette, Lucky Strike per la precisione: la sua droga. Ricorda ancora il giorno in cui iniziò a fumare, era una ragazzina. 
Tutti le davano della nana, una nana affidabile però. Di amici non ne aveva molti dalla morte di Luke. La scuola le piaceva si, ma non era una secchiona. I voti alti non mancavano ma il suo sorriso si.
Le aspettavano otto lunghe ore di viaggio, così decise di chiudere un po' gli occhi e di iniziare a fantasticare.
 
 
 
Salve, sono Anna e questa è la mia prima FanFiction. Spero vi piaccia. Posterò capitoli quando ci sarà abbastanza tempo libero. Baci Anna ;)
 
P.S. La canzone a inizio capitolo e da cui ho preso anche il titolo della storia è I'll keep your memory vague dei Finger Eleven: la adoro.
 

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Capitolo 2
*** Capitolo II ***


                                                                                                                                   ~...I followed the voice you gave to me...~


LA 22.00
Era da pochi minuti atterrata. Stava aspettando le sue valige. Iniza così a pensare a coò che potrà fare il giorno dopo, magari esplorare una città così grande oppure rimanere tranquilla a casa.
-Anna! Eccomi qui piccola peste! Ma quanto sei cresciuta?!-
-Poco zio David, poco.- Ed eccolo lì, suo zio David. Quanto le era mancato?! Troppo! I due avevano un rapporto profondo e colmo di tanto amore.
-Allora come è andato il viaggio?- Iniziavano così domande a raffica. Si chiedeva quand'è che avrebbe smesso.
-Bene ho dormito per quasi tutto il tempo!-
-Non lasci mai le tue vecchie abitudini Annetta. Andiamo; a casa c'è un po' di gente che devo presentarti-
-Cominciamo bene- Fu quasi un sussurro, non le andava di conoscere nuova gente. 
Una grossa auto, una BMW X5 li attendeva fuori dall'aeroporto e caricate le valige si avviarono verso la sua 'nuova casa'. Intanto leggeva tutte le insegne che incontrava per strada guardando fuori dal finestrino. Le ricordava tanto la sua infanzia. Fu così che imparò a leggere all'età di soli tre anni. 

-... ma io so già leggere!-
-No! Tu sei troppo piccola per saper leggere!- E le tolse via il suo libro.
-Luke lascia tua sorella. Lascia che legga anche lei-
-Ma mamma..-
-Grazie fratellone ti voglio bene- E le ridiede quel suo amato libro..


Le mancava davvero tanto. Mancavano i momenti trascorsi con lui, le loro scoperte e i loro piani. Mancava la sua musica, da cui aveva imparato il vero senso della vita. Mancava un pezzo di lei..
Intanto l'auto era entrata in grande viale alberato. Davanti a loro un'enorme villa illuminata. Era quella la sua 'nuova casa'.
-Cavolo! Ma quanto sarà grande la mia stanza?! E' una reggia!- Esordì.
Varcarono la soglia di casa, e sul grande divano vi erano quattro ragazzi e due ragazze.
Odiava quelle situazioni di imbarazzo. Odiava essere in mezzo a nuova gente.
-Ragazzi lei è Anna, mia nipote. Rimarrà qui per un po'-
-Perchè?- Un ragazzo dai cornrows neri volse lo sguardo verso lei. 
-Ha bisogno di stare qui- E fulminò il ragazzo con lo sguardo.
-Ciao, io sono Gustav. Sarà un piacere averti qui- Che buffo ragazzo.
-Anna. Somigli tanto al mio Pooh- E sorrise timidamente.
-Io sono Georg e lei è la mia ragazza, Sarah-
Sorrise. Che bella coppia che erano.
-Io sono Bill, piacere- Lui era il più strano di tutti. Lo ricordava molto diversamente: esile, molto truccato e con una strana acconciatura.. Quanto cambiano le persone.
-Tom su non essere scortese- Bill prese suo fratello gemello per un braccio.
-Non sono scortese, checca!- Parecchio rompiscatole direi.
Con estrema non educazione disse -Tom e lei è Ria, la mia fantastica ragazza- Sorrise malizioso mentre guardava quel manichino parecchio abbronzato e con degli zigomi da far paura. Era davvero orribile.
-Dov'è la mia stanza, zio?-
-Vieni ti accompagno, piccola. Ragazzi prendete le sue valige-
Salirono al piano superiore e un corridoio con molte porte le si apriva davanti. La sua stanza era molto vicina a quella di Tom, sfortunatamente. Non riusciva già a sopportarlo. 
Era molto ampia e luminosa, con un letto matrimoniale, scrivania, cabina armadio e anche un bagno personale. Ottimo direi.
-Bene ecco qui. Sistema un po' e poi scendi giù per la cena. Gustav ha preparato una cena coi fiocchi oggi!- 
-Va bene zio. Grazie davvero-
Rimase per un po' sul letto. Sarebbe diventato il suo nuovo compagno di incubi e pianti isterici. Ripose i suoi vestiti nella cabina armadio, sistemò qualcosa sulla scrivania, mise Pooh sul letto e una foto sua e di Luke sul comodino. Quanto erano belli, così spensierati..
-Anna è pronto! Scendi-
-Arrivo!-
E quella serata diede il via alla sua nuova vita, sperando migliorasse.

Ed eccomi qui con il secondo capitolo. Posterò i seguenti capitoli a presto. Spero vi abbia incuriosito. Non sono un'ottima scrittrice, ma qualche giorno fa vedendo una Loro foto ho pensato e perchè no?! E così ho iniziato a scrivere la mia prima FF. Baci, Anna.

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Capitolo 3
*** Capitolo III ***


Il giorno seguente fu svegliata dalla luce che entrava dalla finestra. Scese in cucina e lì trovò i quattro ragazzi. Gustav preparava la colazione per tutti. Georg leggeva un quotidiano. Bill era ancora in dormiveglia. Tom stava fumando.
-Buongiorno- 
-Ciao Anna buongiorno. Caffè?- Chiese Gustav cordialmente.
-No, grazie. Preferisco il latte-
-E' da poppanti bere latte. Infatti tu sei una poppante!- Ed ecco che inizia Tom.
Lo guardò. Decise di lasciar perdere.


Dopo la colazione Gustav e Georg andarono a fare una passeggiata. Bill era in bagno da tre ore. Tom se ne stava in camera sua al telefono con Ria. Anna ascoltava la loro conversazione.
-Ma che schifo!- Disse tra sè.
Prese una felpa dall'armadio, shorts e Dr Martens. Appena fu pronta, legò i lunghi capelli in una coda di cavallo, si truccò appena e andò via di casa.
Si ritrovò per le strade di LA. Ammazza che figata! Le piaceva quel posto, come le erano sempre piaciute le grandi città. 
Si fermò davanti a una vetrina di strumenti musicali; fu assalita da un'enorme angoscia. Quel pianoforte nero...

-...Mamma guarda!-
-Bravi piccoli miei! Diventerete dei grandi musicisti!-
-Luke mi porti a lezione con te?-
-Si. Però non dovrai disturbare-
-Se porto Pooh sarò tranquillissima- E sfoggiò uno dei suoi sorrisi migliori.
Avevano rispettivamente otto e cinque anni. Troppo piccoli per sapere quello che il futuro gli serbava.


Tornò a casa. Tom era in boxer sul divano e guardava un film.
-Ciao-
-...-
-Viva l'educazione!- Sussurrò.
-Bill è in casa?-
-No è andato a fare shopping-
-Bene. Anzi male-
Andò in camera sua. Chiamò zio David.
-Zio ci sei per il pranzo?-
-No mangiate pure senza di me. Torno stasera alle nove-
-Uff. Va bene, buon lavoro-
Prese le sigarette. Dov'era l'accendino?! Lo cercò invano senza risultato. No, non voleva chiederlo a quella specie di vegetale, ma era l'unica soluzione.
-Hai un accendino?-
-A che ti serve?-
-Non trovo il mio-
-Ripeto la domanda: a che ti serve?-
-Devo fumare,uff-
-No, sei troppo piccola-
-Andiamo, cazzo. Dammi quell'accendino!-
-No-
-Vaffanculo Tom-
Lo odiava, lo odiava con tutta se stessa. Perchè si comportava così?! Con la sua 'schiava' era così tenero, così dolce... Scacciò via quei pensieri; infondo, non le interessava il suo carattere.
Fortunatamente Gustav e Georg rientrano in quel momento. Chiese loro l'accendino e si abbandonò al fumo. Aspirava, aspirava ancora. Ne era diventata dipendente. Aveva fumato anche altro e assunto droghe durante la sua depressione. Nessuno doveva saperlo. Quando era davvero giù ricadeva sempre in quel mondo scuro e profondo, senza uscita. Troppo piccola per farlo, lo dicevano tutti, ma era l'unico modo per salvarla.
Tom fissava la sua parte interna dell'avambraccio. Tirò giù le maniche e lo fulminò con lo sguardo. Rimase perplesso.



Ecco anche il terzo capitolo. Ho promesso che non vi avrei fatto aspettare tanto :3 Mantengo le promesse. Grazie alle mie lettrici e a coloro che hanno recensito questa storia. Baci, vostra Anna.

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Capitolo 4
*** Capitolo IV ***


Tom pensava tanto a quei buchi sul suo braccio. Che saranno mai, si ripeteva. Non sapeva però che ben presto tutto sarebbe stato più chiaro... Istintivamente uscì dalla sua camera e andò nella camera di Anna. Erano le cinque del pomeriggio, stava sicuramente studiando. Ebbene sì, lei avrebbe avuto un futuro diverso dal loro; avrebbe scelto ingegneria e si sarebbe laureata. Adesso però frequentava ancora il liceo. Bussò. Una sola risposta.
-Ehm.. Ciao-
-A cosa devo questa tua visita?-
-..Volevo solo parlarti?-
-E di che?-
-Andiamo Anna. Siamo partiti con il piede sbagliato. Vorrei conoscerti meglio tutto qui..-
-Mmh.. Forse domani. Sono stanca adesso-
-Ti prego. Solo qualcosina- Aveva un'espressione terribilmente dolce che la fece sorridere.
-E va bene. Mettiti seduto, lo show ha inizio-
-Ma che simpatica- Rise e le lanciò un cuscino.
-Ma sei pazzo?! Vuoi la guerra tu eh..-
Iniziò a fargli il solletico. Rideva come un matto. Si ritrovarono molto vicini. Tom guardò i suoi occhi nocciola come i suoi. Rimase incantato. Si allontanò.
-Da dove comincio?- Si ripresero presto.
-Da dove vuoi tu-
Gli raccontò la sua infanzia, di quanto amasse suo fratello Luke e di quanto avrebbe voluto averlo lì con sè. Tralasciò molti particolari, tra cui 'momento droga' e la sua passione per il pianoforte. Non conosceva molto bene Tom e non si fidava molto di lui.
-Può bastarti?-
-Sì dai come inizio non è male-
-Bene torno a studiare-
-Ti aiuto se vuoi- 
-Ma che capisci tu di chimica e roba varia- Gli fece una linguaccia.
Tom rise e andò via. Sapeva che non gli aveva raccontato tutto. Ben presto avrebbe placato ogni suo dubbio.


Anna preparò la cena per i ragazzi. Si sentiva aria di serenità per aria, cosa molto rara.
-Vado fuori, torno subito-
-Anna prendi una felpa. Fa freddo lì fuori- Le disse premuroso Gustav.
-Si certo-
Tom si alzò poco dopo e la seguì. Georg, Gustav e Bill si guardarono perplessi. Qualcosa non tornava..
-Che fai mi segui adesso?-
-Devo fumare anche io fottuto genio!-
-Cretino-
Calò il silenzio. Tom girò il suo sguardo verso di lei. Era bassa, molto bassa; forme al punto giusto, ma acida e troppo casta fin troppo. Non rispettava di certo i suoi canoni.
-Ma perchè mi fissi? Sono cessa lo so non c'è bisogno che tu me lo dica ok?! E poi potresti anche guardare qualcun altro e non me c'è un immenso giardino qui e non solo io..-
Diventava logorroica quando era nervoso, cosa che faceva ridere Luke.
Tom le tappò la bocca.
-Taci nana!- E rise
Anna si liberò e fece una faccia arrabbiata.
-Non mi fai paura- 
Anna gli diede un pizzico sul braccio.
-Ahi! Ma sei scema o cosa?! Mi fai male!-
-Ben ti sta-
-Manesca pure la ragazza, ecco perchè non hai un cane che ti venga dietro-
-Non è un tuo problema- Tornò dentro con un senso di angoscia e di malinconia. Quanto erano vere le sue parole? Tanto. Non aveva mai avuto un ragazzo, ma aveva perso la sua verginità ad una festa mentre era ubriaca. Non era una romanticona ma anche lei avrebbe sognato il principe azzurro. E poi lui che ne sapeva della sua vita? Avrebbe voluto piangere dalla rabbia, ma si trattenne per non mostrarsi debole. 
La notte la passò insonne, ripensando a Tom e a quanto lo odiasse con tutto il suo cuore. L'indomani aveva la scuola, così cercò di addormentarsi.

Eccomi qui. Sono tornata con molto ritardo ^^". Scusatemi ma ho avuto molti impegni.. Spero vi piaccia. Baci Anna.

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