If we could only turn back time

di real_chiareds
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** We are young so let's set the world on fire we can burn brighter than the sun ***
Capitolo 2: *** if you love someone and he breaks your heart don't give up on love have faith restart ***
Capitolo 3: *** a guy like you should wear a warning; it's dangerous ***
Capitolo 4: *** All I ever wanted was to make you mine, I know that I love you oh baby why don’t you see? ***
Capitolo 5: *** from the moment I met you everything changed, I knew I had to get you whatever the pain, I had to take you and make you mine ***
Capitolo 6: *** i'm sorry for breaking all the promises that I wasn't around to keep ***
Capitolo 7: *** You maybe thinking I am strange. Not every single day, no, beauty comes my way, so do you believe in love at first sight? ***
Capitolo 8: *** thought love was dead but now you're changing my mind ***
Capitolo 9: *** You step a little closer each day, that I can't say what's going on ***
Capitolo 10: *** how great it would be, to fall in love with someone you can trust, who will never give up, cause you're everything he needs ***
Capitolo 11: *** when you will realise, baby, I'm not like the rest ***
Capitolo 12: *** I’d give everything that I’ve got left to show you I mean what I have said, I know I was such a fool but I can’t live without you ***
Capitolo 13: *** The sun goes down the stars come out And all that counts is here and now My universe will never be the same I'm glad you came ***
Capitolo 14: *** Kiss me down by the broken tree house, swing me upon its hanging tire, bring, bring, bring your flowered hat, we'll take the trail marked on your father's map ***
Capitolo 15: *** Flashes left in my mind, going back to the time, playing games in the street, kicking balls with my feet, dancing on with my toes, standing close to the edge, there’s a part of my clothes at the end o ***
Capitolo 16: *** So I pick up the phone, call everyone I know said there’s gonna be a party ***
Capitolo 17: *** It's like you're always stuck in second gear, when it hasn't been your day, your week, your month, or even your year, but I’ll be there for you ***
Capitolo 18: *** Give a little time to me or burn this out, we'll play hide and seek to turn this around, and all I want is the taste that your lips allowed, my my, my my oh give me love ***
Capitolo 19: *** The smile on your face lets me know that you need me, there’s a truth in your eyes saying you’ll never leave me, the touch of your hands says you’ll catch me whenever I fall, you say it best, when you ***
Capitolo 20: *** I wanna kiss you ‘cause I gotta know that tonight is real. Do you feel what I feel? The speakers killing the club. Do you feel what I feel? Two people falling in love. ***



Capitolo 1
*** We are young so let's set the world on fire we can burn brighter than the sun ***


If we could only turn back time;

 
 

Prologo –  « We are young so let's set the world on fire we can burn brighter than the sun »
 

-Muoviti! Stanno per iniziare le lezioni e tu non dovresti essere qui, sto rischiando il mio lavoro con questi incontri- Disse la ragazza, o forse ormai è meglio dire donna dato che si avvicinava alla trentina, mentre si allacciava la camicetta bianca di seta afferrata poco prima da terra dove era caduta durante l’incontro passionale e “clandestino” con il ragazzo riccio davanti a lei, intento ad abbottonarsi i jeans.
Afferrò con non curanza la sua maglietta da terra e la indossò per poi afferrare la giacca della squadra di calcio della scuola.
-Lo sai Harry, non rimpiango questi momenti, ma… dobbiamo stare attenti, sono pur sempre la tua insegnante prima del resto- concluse la donna castana finita di allacciare la gonna e legati i capelli. Si avvicinò al ragazzo e gli diede un bacio a stampo.
-Forse ora è meglio che tu vada-
Il riccio si voltò e uscì dall’ufficio della professoressa. Si chiuse la porta alle spalle e come si voltò scontro contro qualcuno che iniziò a sbuffare.
-Dovevo immaginarmi di avere la sfiga di trovarti qui!- mormorò la voce di una ragazza dai capelli castano cioccolato davanti a lui. –mia madre dice sempre che il lupo perde il pelo, ma non il vizio- aggiunse ondeggiando i capelli mentre si alzava dopo aver raccolto le sue cose che Harry aveva fatto cadere e che non aveva volontariamente accennato nemmeno a raccogliere. Rimase a fissare quasi a studiare per tutto il tempo quella ragazzina che aveva la sua età, ma che a prima vista avresti scambiato per una matricola.
-Vuoi una foto per caso?- gli chiese nuovamente la voce chiara della ragazza facendolo riprendere e lui scosse la testa continuando a restare in silenzio a pensare poi ritornando alla frase di prima finalmente riuscì ad aprire bocca.
-non so a che cosa tu ti stia riferendo, non so di che vizio tu stia parlando- disse inumidendosi le labbra passandovi lentamente la lingua sopra.
-Fammi il piacere Styles se proprio vuoi farti le nonnette almeno abbi la decenza di rivestirti con i vestiti dal verso giusto finito il servizio- la ragazza scosse nuovamente la testa e con essa la fontana di cioccolato fondente che aveva per capelli.
Harry rimase nuovamente senza sapere che risponderle, quella ragazza riusciva sempre a prenderlo in contropiede e a mandarlo in panico. Quella ragazza lo ammaliava e confondeva si può dire, ma data l’indifferenza, quasi il rifiuto che aveva nei suoi confronti, lui essendo il re dell’orgoglio ogni volta fingeva che quella sensazione non fosse vera. La guardò come se avesse appena avuto un’illuminazione e dipinse uno dei suoi sorrisetti maliziosi
-Allora mi osservi Stewarts- disse inclinando appena il capo verso la ragazza.
-Mi dispiace infrangere i tuoi castelli di sabbia, ma stai davanti alla porta come un Yeti davanti alla sua grotta quindi non ho molto altro da vedere- gli rispose lei spengendo quel sorrisetto dal volto del ragazzo.
-dovresti imparare ad essere meno acida o rimarrai zitella a vita- disse lui incrociando le braccia al petto.
-e tu a tenere il tuo amico nei calzoni o finirai per prendere la gonorrea- gli rispose lei per poi indicare l’ufficio –la signorina Harvey è dentro?- chiese ma prima che lui potesse risponderle aggiunse –certo che c’è altrimenti che ci faresti tu qui? Che domande- concluse con tono da presa in giro, gli appoggiò una mano sul braccio per farlo spostare –se non ti dispiace- lo mise da parte per poi allungare la mano e bussare. Ottenuto l’avanti dalla professoressa, entrò chiudendosi la porta alle spalle.
La guardò entrare, aspettò che si chiudesse la porta alle spalle e controllò il corridoio. Una volta assicuratosi che fosse vuoto, tolse la maglietta girandola e rindossandola prima di avviarsi agli spogliatoi.
 
L’auto nera sfrecciava da circa due ore per la superstrada in direzione Londra, sul sedile posteriore una ragazza dormiva beata al fianco di un ragazzo dai lunghi capelli castano scuri. Perché si trovavano lì? Beh torniamo indietro di ventiquattro ore;
La suoneria di un cellulare continuava a disturbare il silenzio e la quiete di quella camera ancora nella penombra. Una mano candida si allungò verso il comodino ed afferrò il telefono, guardò il nome di chi continuava a chiamare insistente, Davis, perfetto. Schiacciò il tasto verde e rispose a bassa voce per non svegliare la figura sdraiata accanto a lei.
-Che vuoi?- gli chiese in un sussurro.
-Cat, dove minchia sei? Sono le undici di mattina e non ho tue notizie da ieri, mi vuoi far morire per caso? Vuoi venire a casa? Mamma è tornata e vuole dirti una cosa importante, esci dal letto dell’ultimo cretino che ti ha abbindolato e vieni a casa SUBITO!- la voce del ragazzo dall’altra parte non le diede nemmeno il tempo di rispondere che riattaccò.
La ragazza dai lunghi capelli nero corvini sbuffò voltandosi verso la figura dello sconosciuto accanto a sé. Si guardò intorno, non sapeva nemmeno dove si trovasse, si alzò raccolse i suoi vestiti e sgattaiolò fuori dalla camera una volta rivestita. Odiava farlo, ma non voleva nessun attaccamento emotivo, aveva sofferto anche troppo per amore, ora voleva solo divertirsi.
Salì in auto, non ricordava neppure come vi fosse arrivata in quella parte del paesino. Inserì la retro marcia e si allontanò velocemente, voleva lasciarsi quel posto alle spalle il più in fretta possibile.
Si fermò davanti casa, o meglio dove viveva con il fratello, lei non aveva una casa, era un po’ vagabonda, era diventata uno schifo da dopo quel fottuto incidente. Sua madre era stata obbligata ad andare in terapia, e cosa avrebbe detto ora a vederla così? Sarebbe stata delusa della sua piccola?
Spense il motore e appoggiò la testa sul volante, le girava e martellava, i sintomi postumi della sbornia del sabato sera. Socchiuse gli occhi ripensando a quando fosse cambiata la sua vita nell’ultimo anno, da quando si era risvegliata. Aveva 18 anni e odiava il suo essere, ma allo stesso tempo non poteva essere differente, Cosa le era successo? Beh, era troppo doloroso per essere rivissuto persino nei ricordi, aveva bisogno di dimenticare, dimenticare Ollie, Shantel e soprattutto doveva dimenticare Liam. Liam, chissà dove si trovava ora, chissà cosa era diventato, non lo aveva più visto dalla sera in cui l’aveva tradita, dalla sera dell’incidente, dalla sera in cui era entrata in coma. Sentì gli occhi gonfiarsi di lacrime e la vista annebbiarsi, non doveva piangere, quel ragazzo che era sparito dalla sua vita dopo avergliela distrutta non meritava una singola lacrima delle sue. Si asciugò gli occhi poi afferrò la borsa e scese andando verso la porta, inserì la chiave nella toppa e fece scattare la serratura.
-Sono a casa!- si annunciò lasciando la giacca e andando verso la sala, aveva un aspetto orribile, spaventoso e non era di certo pronta a visite e presentazioni ufficiali.
Come voltò l’angolo notò sua madre, splendente come da anni non l’ aveva più vista, vestita di tutto punto sorridente che teneva la mano di un signore, beh non immaginatevi un vecchio, era un uomo di 45 anni moro di bell’aspetto, erano bellissimi insieme, una di quelle coppie che si può dire sono perfette a vista e conoscendole anche di più.
-Catherine tesoro- disse alzandosi e abbracciando la figlia, storse il naso appena sciolse l’abbraccio.
-Quante volte ti ho detto che la vodka devi berla senza aromi o ti distrugge il fegato? Non hai proprio imparato niente in questi anni- Cat sorrise abbracciando la madre stretta
-Mi sei mancata, non immagini quanto- le disse stringendola forte, era un sollievo riaverla a casa e ora il fatto che lei sembrasse una zingara rispetto ai due ospiti passava completamente in secondo piano.
-Tesoro- chiese dopo cinque minuti di silenzio Sophia, la madre di Cat. La mora alzò lo sguardo verso la madre sorridendo. La donna indicò la figura alle sue spalle –Cat, lui è mio marito Derek- gli disse con un sorriso solare di quelli che non aveva più mostrato da anni.
-Ma diamine mamma, potevi avvertirmi mi sarei resa più presentabile- scherzò la ragazza sciogliendo l’abbraccio e guardando il patrigno che si alzò.
-è un piacere conoscerti, tua madre parla spesso di te, più che di Davis ma non glielo dire- Era un uomo simpatico dopotutto, ed era perfetto per sua madre, la amava e Cat lo aveva potuto leggere negli occhi, gli sorrise, prima di informare i due sposini che sarebbe andata a sistemarsi e Sophia annuì
-Perfetto, perché stasera noi quattro andiamo a cena in un bel ristorantino, dobbiamo dirvi una cosa importante-
Annuì, per bel ristorantino in zona si intendeva ‘PorkyHouse’ ma quello era un dettaglio, guardò la madre per poi fermarsi e abbassare lo sguardo sulla pancia
-non sarai incinta vero?- e lei la guardò ridendo e rassicurandola che non era così, fiù! Al momento sarebbe stato tutto tranne che una sorella maggiore esemplare.
-DAVIS!!!!- urlò una voce chiara e cristallina dieci minuti dopo dal bagno, e immediatamente Cat uscì tenendo in mano il suo flacone di balsamo
-che c’è?- gli chiese lui spuntando con sguardo assonnato dalla sua camera.
-hai usato il mio balsamo per i tuoi schifosi capelli da ragazza!- le urlò lei presa da un attacco di ira.
-potrebbe darsi-
-potrebbe darsi una bella ceppa!- continuò lei planando in camera del fratello tirandogli il flacone in testa.
-sai quanto mi era costato?- continuò lei sedendosi su una delle sedie in quella stanza ancora fradicia
-il preservativo che custodivo nel mio portafoglio dato che lo hai usato con il commesso- gli rispose il fratello. Cat sbiancò e lo guardò malissimo avvicinandosi minacciosa.
-stasera mamma ci deve dire una cosa importante, tu non aprire bocca per nessuna ragione sulla mia attività sessuale capito?- lo prese per il colletto avvicinandolo a sé in modo che quelle parole gli entrassero bene in testa.
-non servirà, tutti sanno cosa sei- gli rispose lui vedendosi lanciare a peso morto sul letto.
-cosa vorresti dire? Che sono una zoccola? È questo che pensi di me?- chiese lei iniziando a scuotere la testa disgustata.
-penso solo che hai sempre criticato Olivia per quello che è e poi tu non sei tanto diversa-
-non osare paragonarmi a quella, io al contrario di lei, non sarei mai andata a letto con il suo ragazzo- detto ciò girò sui tacchi uscendo e tornando a finire di prepararsi per la cena.
La cena si era svolta nella calma più totale, come da accordi Davis non aprì bocca e non ci furono scandali, ma al momento del dolce Sophia si schiarì la voce.
-Ehm.. vi sarete chiesti perché vi abbiamo portati qui vero?-
I due ragazzi annuirono non capendo, la curiosità era una dote di famiglia, ma anche il tenere sulle spine.
-beh ecco, io e Derek viviamo da qualche mese a Londra, ci siamo sistemati bene, abbiamo una bella casa e… so che voi siete attaccati qui, ma… vorrei riavere i miei bambini con me- disse commossa lo si sentiva dal suo tremore nella voce.
-mamma non siamo più bambini- si lamentò Davis e Cat gli tirò una gomitata tra le costole per zittirlo prima che Sophia continuasse.
-Ho già rischiato di perdervi una volta- disse guardando i ragazzi per poi voltare lo sguardo solo su Cat e mormorare un due mentre gli occhi le si inumidivano, riempivano di lacrime.
-verremo- disse la ragazza senza pensarci, Davis la guardò malissimo.
-ma sei pazza? Io ho una vita qui, ho i miei amici, ho la scuola, ho la squadra-
-hai uno schifo di vita, uno schifo di amici, uno schifo di scuola e uno schifosissima squadra, in altre parole niente- gli rispose fredda la sorella.
-cambiare città non ti farà riavere la reputazione e la verginità mia cara- gli rispose lui con lo stesso tono, lo stesso tono dispregiativo che usava con lei da quando era stata a letto per la prima volta con Jay, il più giovane nella banda di Davis in quanto aveva solo due anni più di loro e che da allora era diventato un po’ la sua abitudine nei sabati sera di noia, quando lei non trovava altro e lui neppure.
-Fanculo Davis!- concluse alzandosi da tavola e senza guardare né sua madre né Derek si allontanò.
Si sedette fuori sul muretto quando sentì dei tacchi alle sue spalle. Dopo poco un braccio cingerla e tirarla a sé. Alzò lo sguardo e vide Sophia che la guardava comprensiva, niente giudizi, nessuna delusione.
-Non volevo diventare così- disse semplicemente la ragazza. –non volevo deluderti-
-sono fiera di te- gli disse semplicemente tirandola a sé.
-Non dovresti!-
-perché? Perché sei una diciottenne a cui piace il divertimento? perché sei la mia riproduzione alla tua età? Io non ti voglio giudicare tesoro, tu sei cresciuta da sola e se hai fatto qualche cazzata, nessuno al mondo è perfetto, e nemmeno io lo sono. Quando ho conosciuto tuo padre avevo appena finito il liceo e lavoravo come spogliarellista in un Night Club a New York, tua nonna mi aveva chiuso fuori di casa e adesso guarda dove sono. Sono sposata con un uomo meraviglioso, ho due figli fantastici e sono felice, non mi interessa se hai dormito con tutta la scuola tesoro, io ho dormito con tutta New York quasi, non è questo che determina il nostro futuro, queste sono solo esperienze- le disse stringendola a sé.
-Voglio venire a Londra con te mamma, sono stufa di questa vita, voglio tornare ad essere Cat, la piccola e innocente Cat.- le disse la ragazza trattenendo le lacrime, le era mancata la madre in quell’ultimo periodo, le era mancato un punto saldo e adesso non voleva riperderlo.
-partiamo domani mattina ok?-
La ragazza annuì prima di sistemarsi e rientrare con la madre nel locale.
 
-Che cavolo dopo ogni allenamento puzzo come un caprone- mormorò un ragazzo di circa un centinaio di chili guardando i compagni di squadra, tutti snelli, e sexy anche se sudati come delle capre.
-solo dopo gli allenamenti?- gli chiese il capitano della squadra togliendosi la maglia e aprendo una delle docce.
-Ragazzi mi dite dove cazzo è Styles? È il terzo allenamento che si salta, se continua così il suo culo diventerà quadrato a forza di stare seduto sulla panca per il resto della stagione- ringhiò l’allenatore della squadra entrando nello spogliatoio.
-Tomlinson allora?-
Il capitano della squadra scrollò le spalle –che ne so! Mica sono la sua babysitter- rispose per poi guardare i compagni e a bassa voce aggiungere –per quello ci pensano altri-
-Cosa stai bisbigliando?- tuonò nuovamente il coach
-niente signore, assolutamente  niente, informeremo Harry dell’avvertimento- concluse annuendo, l’omone bruto davanti a loro annuì soddisfatto.
-perfetto! E ora fatevi una doccia puzzate peggio che dei cadaveri!- e detto ciò uscì sbattendosi la porta alle spalle.
Dopo essersi lavati e profumati uno per volta uscirono dagli spogliatoi, con la loro giacchetta e divisa da falsi duri si avviarono agli armadietti delle loro ragazze.
-Dove vai Malik?- gli chiese nuovamente il capitano della squadra quando vide l’ala sinistra della piccola piramide a tre sfaldarsi.
-sai Louis che vedere gli incontri di lingue tra te e miss oca mi fa salire i rigurgiti- gli disse semplicemente facendo un cenno della testa.
-o sei per caso in ritardo per il tuo gruppo di secondi amici?- chiese una seconda voce, il ragazzo dai corti capelli sulla destra si era appoggiò all’armadietto incrociando le braccia al petto.
-sai Payne ci sono persone con cui mi diverto a parlare e che hanno un QI superiore a quello delle vostre due ragazze messe insieme e sinceramente preferisco parlare di scienza aerospaziale, che nemmeno so cosa sia, piuttosto di assorbenti, ombretti e smalti- concluse con un sorriso lasciando i suoi amici percorrendo il corridoio senza mai voltarsi a guardarli.
-Quel ragazzo ha bisogno di rivedere le sue priorità- commento una terza voce, sia Louis che il ragazzo dai capelli corti si voltarono a guardarlo.
-Si può sapere dove sei stato Harry? Il coach ci ha fatto correre tre quarti d’ora in più per la tua stupida assenza- disse Louis avvicinandomi all’amico. Harry era almeno un palmo più alto dell’altro, ma quando Louis parlava dettava legge, soprattutto per il ricciolo che lo ascoltava come se parlasse un dio.
-ero…-
-non ce ne fotte un cazzo dove eri, se al prossimo allenamento non ti fai vedere sei fuori!- concluse dando un colpo alla spalla dell’amico, prima di essere interrotto da una squillante voce femminile.
-Lou Lou- lo chiamò avvicinandosi e non appena fu abbastanza vicina al proprio ragazzo gli saltò in braccio attaccandosi alle sue labbra come se dovesse risucchiargliele.
-Liam ha detto Bree se la raggiungi in cortile- chiese la seconda ragazza che stava reggendo la borsa alla bionda in braccio a Louis.
-perché?- chiese il ragazzo dai capelli corti spostandosi dagli armadietti.
-e io che ne so mica sono il vostro piccione viaggiatore, che cazzo!- sbottò la ragazza alzando gli occhi al cielo lasciando cadere la borsa a terra. La bionda si staccò dalle labbra del suo ragazzo scendendo.
-ma Shanti che ti passa per la testa?- chiese accucciandosi a raccoglierla mostrando a mezzo corridoio il suo tanga leopardato.
-primo Trudi, non chiamarmi Shanti, Shantel, il mio nome è Shantel e secondo mi passa che non sono il tuo portaborse!- concluse facendo per sorpassarla.
-qualcuno è nel suo mese?- chiese Louis quando la ragazza gli passò accanto. Shantel si voltò e lo fulminò con lo sguardo. Prima che Liam prese la parola.
-No lei è così sempre così acida da quando ci siamo trasferiti- spiegò agli altri con un tono non curante, sapeva essere una perfetta testa di cazzo quel ragazzo quando ci si metteva.
-Almeno io non sono diventata una troia come te, qualcuno in famiglia si salva-
Improvvisamente il corridoio si era liberato, sembrerà strano, ma in quella scuola erano abituati a sparire quando i fratelli Payne avevano una discussione e ne avevano frequentemente, quasi per qualsiasi cosa.
-Quanto vorrei essere figlio unico- bofonchiò Liam.
-Sai cosa vorrei io?- chiese lei retoricamente e Harry in coro con Louis risposero
-Poter tornarmene ad High Hills-
-No vorrei riavere Cat qui, ma non posso mi devo accontentare della tua donna isterica e i tuoi amici! Visto non sempre si può avere quello che si vuole Liam!- concluse allontanandosi dal gruppo, aveva dato un colpo basso al fratello e lo sapeva, ma non aveva avuto scelta, era quello che si teneva dentro da tempo, aveva dovuto seguirli solo perché suo fratello non era pronto a sorreggere il peso di aver portato una povera ragazza in un letto di ospedale solo per poter vantarsi con i suoi amici del fatto che non fosse più un verginello sfigato.
-Questo era un colpo basso- commentò Harry guardando Shantel allontanarsi e poi Liam che era sbiancato prima di scrollare le spalle e andarsene nella direzione opposta.
Shantel uscì sul retro della scuola e si sedette su uno degli scalini di servizio, estrasse il telefono e controllò le mail, ce n’era una di Spike, il suo ex, quello a cui aveva chiesto di tenerla informata sulle novità di High Hills, aveva ricevuto due foto di una Cat che non riconosceva e avrebbe tanto voluto incolpare Liam e fargli vedere che mostro aveva creato.
Cancellò la mail, quando sentì dei passi alle sue spalle, si voltò e notò l’unica ragazza con cervello in quella scuola, che le si stava avvicinando lasciando il complesso degli uffici dei professori.
Si sedette accanto a lei sbuffando.
-La odio!- esclamò poi lanciando il libro di storia a terra.
-la Harvey?- chiese Shantel raccogliendolo mentre Federica le annuiva
-si sai cosa mi ha detto? Che se voglio la mia A, devo fare in modo di dimostrarle che la merito, che sono una storica e che riesco a portare ad una B anche chi prende F-
Shantel la guardò non capendo grattandosi il capo con l’indice sinistro –cioè?- chiese poi
-Vuole che faccia una ricerca a Harry in modo da potergli dare una sufficienza e non far puzzare il fatto che gliela da solo perché sono scopamici!- esclamò esasperata, quel ragazzo era il suo incubo qualsiasi cosa faceva per tenerselo lontano, lui in qualche modo riusciva a rispuntarle vicino e incastrarla ogni volta.
-quindi?- chiese nuovamente Shantel.
-quindi vado a dargli sta fottuta ricerca in modo che se la studi a memoria e si prenda quella fottuta B in modo che io mi prenda la mia A- concluse alzandosi e afferrando il libro sbuffando e aggiungendo –scusa Shantel, prometto che appena risolvo questa cosa ascolterò i tuoi problemi-
La cheerleader le fece un cenno con la mano –non ti preoccupare non è nulla di grave, solite litigate con Liam-
La ragazza le sorrise prima di andare verso la porta,
-vado a sistemare quella palla al piede e torno ok?- le disse ma la giovane Payne scosse la testa
-non c’è bisogno vado a casa ora, grazie comunque-
-ci vediamo allora- concluse fede e detto ciò rientrò nell’edificio andando a cercare l’origine dei suoi problemi.
Harry stava seduto al solito tavolo con gli altri, quando Fede si avvicinò con passo deciso sbattendogli la ricerca davanti alla faccia. Il riccio alzò lo sguardo verso la ragazza.
-e questa sarebbe?- chiese indicandola
-la mia A- rispose lei decisa, incrociando le braccia al petto.
-oh che brava, e io che ci dovrei fare?- chiese non capendo allungandola nuovamente a Fede.
-tu la prendi, la studi a memoria, la racconti tra un affondo e l’altro alla signorina Harvey, prendi una fottuta B e…poi la puoi usare anche come carta igienica per asciugarti dal sudore a fine lavoro-
Bree e Trudi alzarono lo sguardo verso la ragazza non capendo la parte finale.
-non ho capito la fine- dissero in coro.
-ha appena affermato in modo carino che ho la faccia da culo- rispose loro Harry e Fede gli annuì
-allora non sei così ritardato come sembri- gli disse per poi salutare con un cenno tutti gli altri e girare sui tacchi per andarsene.
Raggiunse il suo armadietto per lasciarci libri che non le servivano e come vi allontanò le mani qualcuno lo chiuse sfiorandole le dita con la porticina di metallo, si voltò pronta a fulminare chiunque fosse stato.
-Ma sei deficiente!- gli disse dandogli un colpo alla spalla –potevi tranciarmi le dita cretino-
-viva gli insulti gratis eh?- mormorò lui passandole di nuovo la ricerca. –non mi serve-
-oh si che ti serve, senti, non me ne può fregare di meno del tuo orgoglio, ora tu la prendi la studi e…- Harry le portò una mano davanti alla bocca per zittirla.
-non ti farò questo favore, non faccio mai niente in cambio di niente-
Fede spostò la mano del ragazzo dalle sue labbra indietreggiando e scontrando gli armadietti alle sue spalle.
-togli la tua lurida mano da me- gli disse schifata spingendolo via da sé.
-va bene non la vuoi? Perfetto non sono problemi miei, una F hai e una F ti terrai- le rispose lei poi riaprendo l’armadietto e buttandola dentro quando lo richiuse si ritrovò gli occhi verdi di Harry a fissarla piuttosto intensamente.
-non ho detto che non la voglio ho detto che ti farò il favore in cambio di un favore- concluse lui facendo uno di quei suoi sorrisi che mostravano le fossette ai lati e che ammaliavano tutte le ragazze, tranne lei a quanto sembrava.
-piuttosto che farti un favore, bacerei il cane di un barbone della metro- gli rispose lei voltandosi iniziando a camminare per il corridoio. Harry si staccò dagli armadietti iniziando a seguirla finché non la raggiunse.
-preferiresti baciare il cane di un barbone piuttosto di me?- chiese quasi come se quello che era stato appena detto fosse un eresia. Fede si bloccò voltandosi a guardare il ragazzo davanti a sé.
-preferirei baciare Jackson O’Neil a te Harry- concluse indicando il secchione, imbranato, fissato con Star Wars che stava entrando con la sua solita spruzzetta per l’asma nell’istituto proprio ora.
Harry scoppiò in una fragorosa risata per poi farsi serio e guardare Federica.
-Mi stai prendendo per il culo vero?-
-se ti piace crederlo- concluse lei andandosene e lasciandolo lì da solo nel centro del corridoio, non fece nemmeno tre passi che la voce di Harry in un urlo la raggiunse.
-TU CAMBIERAI IDEA MOLTO PRIMA DI QUANTO PENSI, PERDERAI COMPLETAMENTE LA TESTA PER ME, FOSSE L’ULTIMA COSA CHE FACCIO!-
Fede scosse la testa e si diresse verso l’aula dove si ritrovavano le grandi menti e non, in poche parole gli sfigati come erano definiti e come la raggiunse tutti si voltarono a guardarla.
-che c’è?- chiese lei alzando un sopracciglio e guardando tutti finché non la lasciarono in pace senza rispondere.
-Perché tutti mi fissavano?- chiese poi raggiungendo il tavolo in fondo all’aula dove stava seduto un ragazzo biondo che strimpellava  una chitarra. Il ragazzo alzò lo sguardo verso Fede sorridendo come faceva sempre.
-ciao scricciolo, niente, Jackson ha origliato la conversazione tra te e testa a cespuglio ed è venuto a vantarsene prima di scappare per il raduno di Star Wars, non lo hai detto seriamente vero?- le chiese il ragazzo posando la chitarra e stiracchiandosi.
-ciao a te piccolo leprecauno- le rispose lei sedendosi per poi aggiungere –lo sai che non lo faccio apposta è solo che mi fa salire il nervoso e sparo le prime minchiate che mi passano per la testa pur di non dargliela vinta- spiegò la situazione, per poi mettere la mano sulla spalla dell’amico.
-tranquillo prima di baciare Jackson mi farò il vaccino anti qualsiasi malattia strana- concluse con un sorriso.
-allora è vero quello che si dice in giro- disse una voce dal tono misterioso alle spalle di Fede, che senza voltarsi rispose
-se sei venuto a fare la spia per il tuo amico, Malik, puoi anche girare i tacchi e andartene da dove sei entrato-
-come siamo acide oggi, qualcosa non va? Oltre al continuo essere zitella ignorata dal mondo?-
-non so dimmi, a te tutto bene a parte essere il solito falso ipocrita e insicuro con il piede in due scarpe?- le chiese lei riferita al fatto che ora era con loro e sparlava della sua squadra e poi quando usciva di lì fingeva di non conoscerli anzi, più di una volta aveva messo Niall con la testa nel gabinetto.
-ok ragazzi adesso basta!- si intromise il biondo separando i due.
-non capisco perché continui a difenderlo Niall, sai benissimo che appena va dai suoi amichetti deficienti sarà pronto a rinfilarti con la testa nel cesso- gli disse Fede guardando seria verso il moro che si rigirava la sigaretta ancora spenta tra le mani divertito.
-signori e signore abbiamo miss Stewarts la paladina della giustizia, tremate o voi bulli dei corridoi- continuò lui ridendo sempre più forte e divertito in stile presa per il culo.
-sai cosa, non ho tempo da perdere con un altro marmocchio infantile- concluse guardando male per un ultima volta Zayn, per poi salutare con un abbraccio il biondo –ci vediamo dopo Niall- e lasciare la stanza.
 
La mora guardò malissimo il fratello che russava seduto accanto a lei sui sedili posteriori dell’auto, si stiracchiò, sbadigliando
-buongiorno tesoro è da quando siamo partiti stamani che dormi e sono le tre del pomeriggio, eri stanca?-
-un po’- bofonchiò la ragazza guardando fuori dal finestrino, aveva iniziato a piovere, guardò l’orologio, era vero aveva dormito più di dodici ore consecutive e in quel tempo aveva rivissuto in un sogno tutta la sua ultima giornata. Si sporse in avanti sui sedili anteriori –quanto manca?- chiese e Derek rispose dopo aver letto un cartello.
-Benvenuta a Londra- commentò mentre prendeva l’uscita dell’autostrada che li catapultò direttamente nel centro cittadino, Cat iniziò a guardarsi intorno ammaliata, non era mai stata fuori da quel paesino di cento abitanti che era High Hills, e quello per lei era magico. La London Eye, il Tower Bridge, il Big Ben, tutto era esattamente come se lo era immaginato. Attraversarono il centro cittadino in mezz’ora sempre stando ben incollati al camion dei traslochi fino al limite sud della città, poi svoltarono in un quartiere dalle villette lussuose e lo percorsero fino all’ultima quando improvvisamente si bloccò. Davanti a loro c’era una graziosissima villetta in mattoni e una grande vetrata che dava sulla sala. Sophia si voltò verso i figli seduti nei sedili posteriori, Cat diede un colpo a Davis per svegliarlo prima che la madre con un sorriso che andava da un orecchio all’altro mormorasse –Benvenuti a casa-
Cat aprì in automatico lo sportello scendendo e guardando con gli occhi illuminati quella dimora, che sarebbe stata da adesso in poi la sua.
-Mamma è… bellissima- disse con un sospiro quasi non riuscendo a crederci. Si avviò all’ingresso, si voltò a guardare Sophia e Derek
-posso?- chiese con un sorriso appoggiando una mano sulla maniglia e il suo patrigno annuì –ovvio è anche casa tua ora no?-
Cat annuì entusiasta –niente mi farà tornare alla mia vecchia vita- concluse entrando in quel paradiso di cemento.
Come la porta si chiuse alle sue spalle una voce femminile dalla parte opposta della strada parlò.
-Signori Edwards- disse e i due coniugi si voltarono in quella direzione –Federica, Niall- disse Sophia salutando le due figure sul marciapiede dall’altra parte della strada con un sorriso.
-siete tornati prima del previsto- commentò Niall e Derek annuì –è stato più facile di quanto pensavamo, ma… ci servirebbe un aiuto-
-si certo- si propose entusiasta Federica completamente all’oscuro che l’aver accettato quella sorta di missione l’avrebbe legata ancora di più alle persone che voleva il più possibile lontano da lei.



tocca a me: allora niente non ho molto da dire, all'inizio non volevo postare ma ho pensato di fare un regalo di pronta guarigione a Fede quindi ecco qui, diciamo che questo è un po' come soltanto il prologo quindi non ho molto da dire spero vi piaccia e che mi seguiate in tanti... beh un bacio chia x.

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Capitolo 2
*** if you love someone and he breaks your heart don't give up on love have faith restart ***


Capitolo 1 – « If you love someone and he breaks your heart don’t give up on love have faith restart. »


 

Cat e Davis erano arrivati a Londra da due giorni, giusto il weekend e oggi sarebbe stato il loro primo giorno di scuola, il primo giorno di vita nuova, e il primo giorno della nuova Cat. Avevano conosciuto la vicina, una ragazza fantastica, Federica e negli ultimi due giorni li aveva portati in giro per la città facendogli vedere i posti migliori, insieme al suo migliore amico, un ragazzo strano, o meglio un po’ troppo iperattivo, ma almeno vedeva sempre il lato positivo delle cose e riusciva a strappare un sorriso a chiunque. Avevano fatto un giro sulla London Eye, avevano mangiato da Nandos, perché per Niall quel locale era sacro, persino il suo profilo Twitter nella biografia riportava la frase in a relationship with Nandos’, avevano visitato Trafalgar Square e da brava turista, Cat si era fatta scattare la foto sui leoni e infine la parte più divertente avevano tentato di far ridere le guardie della Regina, in poche parole tutto quello che fanno i turisti, solo che loro non lo ero, ma quello rimane un piccolo particolare.
Quella mattina Cat si svegliò al primo suono della sveglia e si catapultò giù dal letto. Andò davanti allo specchio, aveva una pessima cera, forse avrebbe dovuto farsi una doccia. Corse in bagno ma la porta era chiusa a chiave e da dentro si sentiva la voce di suo fratello urlare a squarciagola We are Golden di Mika e meglio non osare immaginare cosa stesse facendo sotto la doccia di solito quando cantava ballava anche, e il suo ballo era da fare invidia ad Alan Carr.
Cat colpì due volte la porta –MUOVITI DAVIS!!!- gli urlò per poi fare dietro front e tornare in camera. Iniziò a guardare e riguardare l’armadio, niente che potesse essere perfetto e che le ricordasse la vecchia Cat, niente di niente, aveva buttato via tutto, presa da un raptus di rabbia tornata dall’ospedale.
Aprì i cassetti iniziando a cercare e buttando la roba alla rinfusa, sbuffò sedendosi a terra rassegnata quando sentì la voce di suo fratello alle spalle.
-li avevo conservati nel caso fossi tornata a posto con la testa- disse lanciando una borsa a terra.
Cat si voltò a guardarlo non capendo poi sgattaiolò fino a quella sacca e l’aprì, un paio di jeans scuri, a sigaretta, ma comunque lunghi, aveva sempre usato quelli stretti per valorizzare le gambe, la parte di se stessa che amava di più. Alzò lo sguardo e sorrise a Davis.
-sapevo che non eri poi così perfido- disse alzandosi per andare ad abbracciarlo
-giù le mani, io rimango quello contrario alle manifestazioni d’affetto- rispose il ragazzo ridendo
-dai vieni qui stupido- concluse la mora afferrandolo e abbracciandolo. Il loro rapporto era strano si maledicevano a vicenda come se non potessero vivere nella solita stanza insieme e poi il giorno dopo sembravano la coppia di fratelli più salda del mondo. Dopo un paio di secondi di tentativi per scappare alla presa della sorella, alla fine si arrese e la abbracciò anche lui.
-Così vi voglio- disse la voce di Sophia, i ragazzi alzarono lo sguardo e le sorrisero, poi lei scosse la testa
-Sei ancora in pigiama? Fra dieci minuti arriva Federica per accompagnarti a scuola, mi hai detto che dovevi essere pronta per le otto meno venti- le disse e la ragazza sbiancò, spinse via Davis afferrando la sacca e correndo in bagno a sistemarsi un minimo.
Quindici minuti dopo stava scendendo con i capelli legati e ancora fradici, perfetto il primo giorno sarebbe sembrata una perfetta barbona.
Entrò in cucina, era in mega super ritardo e tutto per colpa di Davis che stava seduto comodo su uno degli sgabelli della cucina
-Wow sai tanto di gatto bagnato- le disse con un sorrisetto ma la ragazza evitò di rispondergli. Come entrò nella stanza notò Fede e Niall seduti nell’angolo.
-e tu sei un maleducato invece, lasci gli ospiti nell’angolo senza offrire niente?- concluse guardando il fratello per poi voltarsi verso i ragazzi –scusatelo è cresciuto con delle scimmie si deve abituare alle buone maniere- sorrise ai due ancora seduti nell’angolo poi guardò Fede –sono pronta prendo la borsa- La ragazza si alzò e la seguì.
-Cat, volevo dirti che oggi per il ritorno, io non ci sono ho da finire un paio di corsi a scuola, e un'altra cosa per il tuo bene, è meglio se dentro le mura fingi di non conoscermi-
La mora guardò la ragazza dai capelli color cioccolato davanti a sé confusa, perché voleva che fingesse di non conoscerla? Cosa c’era di così terribile? Lo diceva seriamente per il suo bene, perché esistevano dei bulli dei suoi stivali o semplicemente non voleva farsi vedere con lei? Tutte queste domande invasero i pensieri di Cat ma come se Fede fosse in grado di leggerle il pensiero tornò a parlare.
-Non ho nulla contro di te, che sia chiaro, mi sei simpatica, ma… diciamo che ci sono persone che ce l’hanno con noi in modo pesante- tentò di spiegare facendo un cenno con il capo alla cucina dove si trovava anche il biondo che probabilmente stava parlando con Davis e lo stava informando della stessa cosa.
-non ho paura dei bulli se è questo che ti preoccupa, ne ho sopportati abbastanza negli anni scorsi- le rispose la mora annuendo convinta, sapeva come essere stronza con chi era stronzo detto in altre parole.
-Non voglio che ti ritrovi dentro una guerra non tua-
-Wow sembra una frase presa da un successo hollywoodiano-
-non sto scherzando- insistette Fede guardando la mora davanti a sé che prese un respiro e annuì
-ok, ma non ti prometto che se vedo qualcosa che mi fa partire la vena riesca a controllarmi- concluse quest’ultima afferrando la borsa e la giacca prima di aggiungere -andiamo?-
Fede annuì raggiungendo la porta e aprendola –leprecauno tinto, Contadinotto voi venite?- disse rivolgendosi a Niall e Davis ancora in cucina.
-vi raggiungiamo poi scricciolo, tu vai intanto- le rispose Niall e dopo di che le due ragazze uscirono.
Iniziarono a camminare lungo la strada che portava a scuola, era a circa dieci minuti a piedi da casa, dopo il primo curvone una figura saltò giù dal muretto facendole scoppiare in un urlo.
Fede si voltò notando che la figura si stava avvicinando e appena lo riconobbe sbuffò
-Che fai mi pedini ora Jackson?- chiese e dopo tre secondi un ragazzo con una maglietta a maniche corte con la scritta Star Wars apparì. Aveva in mano l’inalatore per l’asma a forma di spada Jedi, i capelli rossi impomatati in testa e continuava a tirare su con il naso.
-Volevo chiederti quando saremo usciti- chiese lui raggiungendole di corsa, Cat lo guardò scioccata, sembrava uno di quelli sfigati da cartone animato che uno dice, no non può esistere nella vita reale.
-Cosa ti fa pensare che usciremo?- chiese confusa Federica.
-Ho sentito che ne parlavi con Harry- gli rispose lui con un sorriso, giusto se ne era dimentica di quel particolare.
-Ehm vedi Jackson io…- iniziò ma non sapeva bene cosa dire così Cat si intromise.
-Mi dispiace, ma non può, è colpa mia che sarò qui tutta la settimana, il mese, e anche quello dopo- continuò elencando una durata più lunga ogni volta che lui stava per aprire la bocca.
-vi siete sposate per caso?- chiese scocciato lui e la mora scosse la testa
-no sono in uno scambio interculturale- si inventò la prima cosa che le venne in mente.
-ohh mi piacciono le straniere- iniziò lui ma Cat allungò una mano come a zittirlo.
-sono allergica a capelli rossi e lentiggini-
-ma è impossibile-
La ragazza imitò uno starnuto dopo l’altro come se fosse presa davvero dal raffreddore e l’amica la trascinò via dopo essersi scusata con il ragazzo. Quando riuscirono a mettere un paio di viuzze tra loro e Jackson si fermarono e scoppiarono a ridere.
-Allergica ai capelli rossi e alle lentiggini?- chiese divertita Fede.
-è stata la prima cosa che mi è saltata in testa- si difese la mora, per poi ripreso il fiato alzare lo sguardo e notare il grande complesso della scuola davanti a loro.
-pronta?- le chiese Federica e la ragazza annuì, non era molto convinta, ma non aveva scelta.
 
-Ti ho chiamato ieri sera perché non mi hai risposto?- chiese Bree guardando con il labbrino verso il suo ragazzo e avvicinandosi come se fosse una bambina indifesa. Shantel simulò un conato di vomito appoggiata da Harry e Louis.
-Avevo il telefono scarico- buttò lì Liam, ma ovviamente la sua ragazza non era soddisfatta.
-Eppure squillava- insistette e Shantel guardò il fratello ridendo
-visto? Quando vuole è quasi intelligente, sono scioccata- esclamò per poi voltarsi verso il cancello annoiata, fissò l’entrata e ogni singola persona finché una di quelle la sorprese, lasciò cadere la bottiglietta che teneva in mano bagnando completamente le scarpe di camoscio di Bree che iniziò ad urlare. Louis le si avvicinò appoggiando il mento sulla spalla di Shantel
-che cosa hai visto?- le chiese fingendosi interessato, quando probabilmente cercava solo un motivo per prenderla in giro. Notò la figura di Niall in lontananza e si alzò guardando la ragazza contrariato.
-pensavo avessi più gusto mia cara-
-stai zitto Carota moscia- lo zittì lei guardando il fratello –Liam! Non è Davis quello laggiù?-
Il ragazzo si mise a sedere facendo perdere l’equilibrio a Bree che schiacciò i piedi di Harry che sussultò
-Ahia! Tu e le tue zampe da gallina- imprecò il riccio.
-Ci state zitti!- esclamò Shantel guardando tutti male per poi tornare a guardare Liam quasi nella speranza che anche lui dicesse di sì.
-Bello scherzo Shantel, davvero divertente, quando la pianterai con questa storia? Non manca solo a te!- gli rispose il ragazzo afferrando la borsa e presa la mano di Bree si incamminò verso l’entrata.
Louis guardò Harry con un sorrisetto ed entrambi si alzarono andando in direzione del biondo.
-Tomlinson, Styles, lasciatelo in pace e che cazzo!- tentò lei invano, tanto nessuno la ascoltava mai. Si sedette rassegnata controllando il telefono, era più che certa che quello era Davis, ma se era lui perché allora dopo due secondi era sparito? Concluse che restare lì a pensare non l’avrebbe aiutata, così si alzò e diresse anche lei all’interno della scuola.
 
-Ma buongiorno, Horan!- esclamò Harry avvicinandosi al biondo con uno dei suoi falsi sorrisi pre ti rinchiudo nel cassonetto.
-cosa vuoi Styles?- chiese lui continuando a camminare senza fermarsi, se ti fermavi era la fine, non aveva paura dei ragazzi ma, non voleva passare un'altra mattinata chiuso da qualche parte finché non fosse arrivata Fede.
La vide in lontananza con la nuova amica, che le spiegava un paio di cose, lo si capiva perché stava indicando vari punti su un foglio di carta, si voltò verso Harry.
-Allora Styles, come vanno i tuoi propositi per l’anno scolastico?- chiese tranquillo finendo con il fermarsi e voltarsi verso il ragazzo di una decina di centimetri più alto di lui.
-che propositi?- chiese il riccio senza cambiare espressione
-non so, tutti gli anni li facevi, o meglio, li fai ancora?- gli chiese divertito.
-tu li fai ancora?- chiese il più alto tra i due incrociando le braccia al petto.
-si tutti gli anni con Fede, ma tranquillo non ha mai letto nemmeno uno dei tuoi, li tengo sotto chiave, nell’attesa che si avverino, ma… se non cambi un po’ atteggiamento quello che ti gira in testa dall’asilo non si avvererà mai-
Niall conosceva bene Harry, erano amici dall’asilo, e il povero biondo era sempre stato di mezzo tra i punzecchiamenti che il riccio aveva con Federica, sapeva tutto quello che passava per la testa ad Harry e da quando lui si era fatto amici quelli della squadra probabilmente, trattava male Niall per paura che venissero fuori lati di sé che non voleva far conoscere.
Harry sbiancò a quelle parole e guardò malissimo il biondo
-quelle cose devono restare dove sono, sono vecchie, passate, archiviate- disse quasi minaccioso, ma quello che ottenne fu solo la risata dell’altro.
-Tranquillo io so mantenere i segreti, sono affidabile, non mi chiamo Harry Styles-
Accecato dal nervoso in quel momento, Harry non si rese nemmeno conto di aver alzato il braccio e caricato il pugno che poco dopo colpì lo zigomo del biondo, Louis  che li raggiunse in quel momento lo guardò scioccato.
-che cazzo hai fatto?- gli chiese aiutando l’irlandese a rialzarsi. Anche a lui non andavano a genio gli sfigati ma non si metteva a prenderli a pugni, un conto era fargli i dispetti ma un'altra cosa era il picchiarli.
Harry guardava la scena ancora tra l’assente e l’irritato quando una figura femminile si avvicinò infuriata.
Lo spinse dalla spalla facendolo indietreggiare e riprendere, il suo sguardo vuoto riprese vita.
-si può sapere che hai in testa? Niente vero?- gli urlò contro Federica, che si voltò a guardare Niall.
-non ho niente, colpa mia- disse rialzandosi passandosi una mano dove aveva ricevuto il pugno prima di aggiungere –me la sono cercata-
Federica non ascoltò nemmeno l’amico tornando a guardare Harry e avvicinandosi a lui parlandogli a tono basso e scandendo le parole in modo che gli entrassero bene in testa.
-Tu stai alla larga dai miei amici capito!-
Harry la guardò divertito, non riusciva a prendere sul serio quella ragazzina che tentava di minacciarlo.
-sennò?- chiese con il suo solito sorrisetto bastardo.
-Non mi sfidare Styles- insistette lei, era piuttosto nervosa al momento, e sapete come si dice non svegliate il can che dorme.
-Altrimenti?- chiese nuovamente lui prima che un sonoro schiaffo a mano aperta gli raggiungesse la guancia facendogli voltare il volto.
Un silenzio glaciale scese nel cortile, Fede afferrò Niall per un braccio portandoselo via, mentre tutti guardavano ancora increduli Harry che era rimasto lì immobile nessuno aveva mai osato alzare mano su Harry Styles o almeno chiunque lo avesse fatto, avrebbe avuto il resto della vita paragonabile all’inferno, non per le sofferenze quanto per le umiliazioni.
Il ricciolo scosse la testa e si avviò verso l’entrata.
-Harry! Harry!- lo chiamò più volte Louis riuscendo poi a raggiungerlo, -dove stai andando?-
-devo parlare con Payne- fu la risposta che ottenne.
Era riscontrato che Louis per quanto si atteggiasse per i corridoi e si pavoneggiasse, era una persona di buon cuore, si divertiva anche lui a infastidire gli altri, ma quando si trattava di umiliare le persone si tirava indietro, non per vigliaccheria solo che non lo trovava corretto e quindi Harry sapeva bene di non poter contare su di lui per iniziare l’umiliazione graduale di Federica, ma doveva puntare su l’unico ragazzo che in quanto a sentimenti era più freddo e distaccato di Zayn, Liam.
 
Cat stava camminando per i corridoi girandosi quella piantina tra le mani, aveva seguito le indicazioni di Fede passo per passo, ma era riuscita a perdersi ugualmente. Tutte quelle persone che la spingevano a destra e sinistra e la sballottavano non la aiutavano di certo a trovare l’aula di Spagnolo.
-Allora Liam mi ascolti, stasera sei a cena da me d’accordo?- continuava a parlare Bree convinta che il suo ragazzo la stesse ancora ascoltando. Si fermò davanti a lui prendendogli il volto tra le mani abbassandolo verso di se –amore mi stai ascoltando?- gli chiese ma lui continuava a non dare segni di vita e rimanere a fissare un punto fisso nel mezzo del corridoio davanti a loro tra quella massa di gente.
-Scusa un attimo Bree- concluse iniziando a muoversi tra quel fiume di persone, alle sue spalle si sentiva la voce squillante della sua ragazza che lo chiamava ma lui non ci diede ascolto. Continuava a fissare quel punto, aveva come una sensazione strana, quella figura di spalle, sentiva che era lei, non sapeva bene perché avesse quella sensazione, ma sapeva, ne era certo, quella era Cat. Si fermò poco prima di raggiungere quel punto, cercando di spiegarsi perché stava andando proprio là, proprio verso di lei, cosa le avrebbe detto? Niente, non aveva niente da dire, o meglio niente che avrebbe potuto risultare per niente imbarazzante o fuori luogo. In quel momento non sapeva cosa avrebbe detto, ma il solo pensiero che lei era lì lo faceva muovere, lo trascinava in quel punto.
Poco prima di raggiungerlo però fu afferrato dal braccio.
-te, cercavo!- sentì la voce di Harry alla sua sinistra. Liam si voltò per dirgli di scusarlo ma ora non era il momento ma quando tornò a guardare il punto, quella figura minuta che dentro di sé sentiva essere Cat era sparita.
Si rivoltò verso Harry scocciato –che vuoi Styles!-
-Ehi non serve che mi aggredisci così- indietreggiò il ricciolo, Liam era l’unico che raggiungeva l’altezza del ragazzo e ultimamente aveva attacchi di rabbia e a fisico era messo bene quindi era meglio non stuzzicarlo.
-Scusa è che, niente vabbè lascia stare, che ti serve?- chiese dopo aver dato un ultima occhiata verso quel punto prima di tornare all’amico.
-Ascolta, ho bisogno di un favore e tu sei l’unico a cui posso chiederlo-
 
Finalmente Cat era riuscita a trovare quella dannatissima classe, la porta era già chiusa, con la sua solita fortuna, vi guardò dentro e come corso era abbastanza vuoto. Prese coraggio e busso, dopo aver ottenuto l’avanti timidamente fece ingresso nella stanza.
Il professore sembrava una persona piuttosto egocentrica, era vestito di rosso e giallo come la bandiera della Spagna e portava un paio di baffi alla Mario Bros, che non gli donavano affatto, guardò la ragazza sorridendole e le sue labbra si dilatarono in un sorriso terrificante.
-Lei è?- chiese poi scrutandola pensoso. Cat allungò il foglio della segreteria e l’uomo iniziò a leggere accarezzandosi i lunghi baffi neri.
-Catherine Baker di High Hills- commentò. Dal fondo dell’aula un ragazzo moro alzò la testa come interessato solo in quel momento dalle parole del professore. Il fatto non passò per nulla inosservato all’uomo che ci tenne a sottolineare la cosa.
-Oh quale onore, siamo riuscita ad avere l’attenzione del signor Malik a quanto pare, chissà forse adesso potremmo sperare che entro la fine del semestre riesce a recuperare il suo debito e così a passare alla sua classe giusto signor Malik-
Zayn scosse le spalle, odiava lo spagnolo frequentava quella classe giusto per non fare fisica o chimica o altre materie impegnative e perché la madrelingua che incontravano una volta a settimana né valeva davvero la pena.
Il professore tornò a Cat, indicandole uno dei banchi vuoti dove la ragazza si accomodò. Per tutta la lezione si sentì osservata e faceva bene Zayn continuava a tenerla sott’occhio, aveva sentito parlare di Cat, o meglio aveva sopportato per mesi quel martella testicoli di Liam che parlava di una certa Cat e tutta una storia da telenovela alle spalle e adesso che l’aveva vista, cercava di spiegarsi perché tutto quel casino che gli aveva raccontato Payne, era successo. La campanella suonò e tutti svuotarono la stanza, il professore per primo. Cat si alzò, ma il suo lato di impacciata quale era rispuntò, le succedeva soprattutto quando si sentiva osservata e il sentirsi gli occhi del moro addosso non l’avrebbe aiutata di certo. Inciampò nella gamba del banco rovesciando tutto il contenuto della borsa. Zayn la guardò divertito avvicinandosi ad aiutarla.
-voi contadinelle siete sempre così impacciate?- chiese divertito passandogli un paio di fogli e libri, la ragazza li prese rialzandosi e buttandoli dentro la borsa.
-e voi cittadini avete sempre così tanto tatto?- le rispose poi andando verso la porta .
-dipende con chi ti trovi a parlare- disse con un sorrisetto aprendole la porta.
-sfigati quelli che parlano con te allora- la mora ricambiò il sorrisetto e poi uscì dall’aula lasciando il ragazzo alle sue spalle.
-no quelli che parlano con me si ritengono fortunati, e molto- continuò lui seguendola. Agli occhi di Cat quel ragazzo moro era soltanto un altro di quei tipi che si atteggiano solo perché sono nel gruppo ‘in’ della scuola, che si credono dio sceso in terra quando non sono nessuno.
-Avete degli standard piuttosto bassi in questa scuola allora- gli rispose voltandosi a guardarlo con un sorrisetto prima di voltare l’angolo. Si bloccò alla vista della scena.
Qualche metro più in là, due armadi stavano tenendo bloccata una ragazza agli armadietti, uno era ricciolo e stava alla destra, quello che invece voltava completamente le spalle a Cat aveva i capelli corti, molto corti e stava  tenendo Fede con le spalle contro gli armadietti mentre il primo la stava lavando completamente con una bottiglia del Gatorade sotto gli occhi increduli e divertiti di chi si trovava nel corridoio per il cambio dell’ora.
Una ragazza con un milkshake alla fragola passò in quel preciso istante davanti a Cat e Zayn. La mora la fermò e afferrò il frullato, quando la ragazza la guardò contrariata, Cat guardò verso il moro alle sue spalle.
-Malik si offre di comprartene un altro giusto?-           
Il ragazzo sgranò gli occhi ma poi al sorriso divertito della ragazza e a quello dolce della proprietaria del frullato annuì quasi obbligato.
Cat si voltò di nuovo verso la scena e poi con passo deciso si avvicinò alle due montagne davanti a lei e come raggiunse quello completamente di spalle gli tamburellò sulla spalla aspettando si voltasse.
Tutti rimasero in silenzio ad osservare la scena presi di sorpresa. Come il ragazzo si voltò la mora gli tirò in faccia tutto il contenuto di quel recipiente di plastica trasparente senza guardare chi fosse il malcapitato.
Il ragazzo si passò le mani sugli occhi per pulirsi e vedere chi fosse stato a sfidarlo in quel modo ma come la vide davanti a sé rimase immobile.
Cat da parte sua come alzò lo sguardo incontrando quegli occhi lasciò cadere a terra il recipiente. Inutile dire che tutti si erano fermati e persino Harry aveva smesso di lavare Fede.
La mora continuava a guardare il ragazzo incredula, dopo non aver sentito parlare di lui per mesi, era lì davanti a lei. Lo avrebbe potuto riconoscere fra cento anche dopo un anno che non lo vedeva, gli occhi erano quelli di Liam, niente più taglio alla Bieber, niente più capelli lisci, ma quello era Liam, non c’erano dubbi.
Approfittando del momento di distrazione, Fede si liberò di Harry alzando ‘delicatamente’ un ginocchio che lo colpì nella zona a lui più cara facendolo piegare e facendo cadere a terra le ultime gocce di Gatorade, si avvicinò a Cat afferrandola per la mano e la trascinò via con sé.
Quando fu sicura di aver messo almeno due corridoi e mezzo tra loro e i due ragazzi, rallentò appoggiandosi al muro.
-Ma sei matta? Sai cosa hai fatto?-  le chiese Fede cercando di riprendere respiro.
-Ti ho salvato in parte- rispose la ragazza titubante.
-Hai segnato la tua condanna a morte, Payne è piuttosto vendicativo- gli disse seriamente preoccupata Fede, la mora non riuscì a trattenersi e scoppiò in una risata di quelle davvero divertite sedendosi a terra perché le gambe da quanto rideva non la sorreggevano più.
-Che ti ridi me lo dici?- le chiese la ragazza dai capelli color cioccolato iniziando ad innervosirsi.
-Payne non mi farà proprio un bel niente, qualsiasi cosa gli possa passare per la testa, mi scivolerà addosso, non farà niente di vendicativo, abbiamo un conto aperto dove lui è più in debito tra i due-
Fede guardò confusa Cat non capendo, si portò una mano alla testa grattandola completamente confusa.
-di che stai parlando?- le chiese
-storia lunga, un giorno te la racconterò, ora devo andare a chimica- tagliò corto la mora alzandosi e afferrando la borsa.
-Cat aspetta-
-un giorno- concluse sparendo dietro l’angolo e andando verso il laboratorio di chimica.
 
Per il resto il della giornata le cose a scuola furono normali, Cat dovette evitare un paio di corridoi, ma per fortuna non aveva più rivisto Liam, alle due era rientrata a casa e quel pomeriggio lo avrebbe passato con la madre mentre Federica doveva finire dei corsi a scuola.
Erano le quattro meno venti quando gli allenamenti di calcio finirono. A turno i ragazzi fecero le docce e si sistemarono, ultimo come sempre era rimasto Harry che il mister aveva tenuto a correre sotto la pioggia per un quarto d’ora in più.
Entrò nello spogliatoio e raggiunse le docce, afferrò l’asciugamano e bagnoschiuma per poi aprire l’acqua calda e buttarcisi sotto abbandonando l’asciugamano appena fuori.
Federica sentiva ancora ribollire dentro di sé la rabbia per il bagno di Gatorade, quella maglietta che aveva appiccicata ancora addosso non aiutava a non essere alterata, e a tutto quello si aggiungeva lo zigomo gonfio di Niall, lei lo proteggeva come se fosse il suo fratellino minore, quando sarebbe dovuto essere l’opposto in quanto Niall era più grande di un anno.
Aspettò che anche Louis lasciasse lo spogliatoio, poi una volta sicura che Harry fosse solo, si introdusse negli spogliatoi e raggiunse le docce, afferrò l’asciugamano del riccio e lo buttò nella borsa che aveva a tracolla, poi tornò nella stanza adiacente cercando di fare il minor rumore possibile e svuotò l’armadietto numero 13 con sopra la scritta  H. Styles riempendo completamente la borsa, dopo di che appena sentì la doccia chiudersi, corse via allontanandosi dal luogo del delitto.
Raggiunse il corridoio dopo scontrò contro Niall.
-che ci fai ancora qui?- le chiese lui massaggiandosi le chiappe dopo che nello scontro era caduto a terra.
-niente, ma mi serve un favore- gli rispose lei per poi aggiungere –vai là dentro con questa e restaci finché non te lo dico io ok?-
-ma io-
-muoviti Horan!- gli intimò spingendocelo. Poi raggiunse il suo armadietto iniziando a svuotare la sua borsa dei libri.
Poco dopo sentì dei passi alle sue palle, ma non ci fece caso finché non si fermarono dietro di lei.
-Se proprio volevi vedermi nudo bastava chiedere- la voce di Harry la invase. Fede sbarrò gli occhi, come diamine aveva fatto ad uscire dallo spogliatoio, si voltò di colpo a verso di lui e la scena che vide fu al quanto scioccante. Harry era ancora bagno fradicio dalla doccia e teneva un semplice pallone bianco da calcio a coprire la sua intimità.
Fede deglutì un po’ imbarazzata, aveva Harry praticamente nudo, a parte per un pallone da calcio, davanti a sé che le sorrideva con uno dei suoi sorrisi da stronzo.
Lo sguardo della ragazza cadde involontariamente in quella zona coperta e iniziò a maledirsi per la moltitudine di cattivi pensieri e immagini che le stavano attraversando la mente.
-Vuoi mettere anche questo nel tuo armadietto?- continuò lui con non curanza, sembrava divertito dalla scena della ragazza in imbarazzo davanti a sé e quasi si poteva sentire quanto stesse assaporando quel momento, per la prima volta era lei senza parole.
Allontanò appena la palla ma con riflesso Fede indietreggiò portando le mani avanti.
-no Harry lascialo dove è-
-ma se ci tieni così tanto te lo do volentieri- insistette lui togliendolo, Fede portò la mano destra a coprirsi la vista.
-Harry rimetti subito quel pallone dove stava!- disse lei continuando a coprirsi gli occhi sebbene una voglia di sbirciare le prese improvvisamente, ma cercò di resistere alla tentazione.
Il ragazzo sorrise sempre più divertito tirando la palla alle sue spalle senza farsi troppi problemi, il corridoio era deserto e la palla si sentiva rimbalzare per tutta la lunghezza.
-piantala con quella mano lì tanto lo so che stai sbirciando- tornò a parlare lui portando le mani al petto.
-Io non stavo guardando un bel niente- disse in un impeto di rabbia Federica abbassando la mano per guardare il ragazzo ma rendendosi conto solo dopo che così facendo lo avrebbe visto interamente come mamma l’aveva fatto. Rimase ferma un secondo davanti la scena
-neanche ora stai guardando?- le chiese ormai padrone della scena e per niente in imbarazzo per la situazione. Le guance di Fede si colorarono appena e la ragazza iniziò a guardarsi intorno prima di trovare la forza di parlare e tornare a puntare lo sguardo negli occhi di Harry invece che da altre parti meno opportune.
-Ti odio!- affermò, ma lui scosse la testa poco convinto della cosa e si affrettò ad aggiungere.
-mi ami-
Federica stava per ribattere quando una terza voce li raggiunse.
-Signor Styles, cosa sta facendo nudo di fronte alla signorina Stewarts?- entrambi i ragazzi voltarono lo sguardo verso il vicepreside che stava sopraggiungendo.
-posso spiegare- disse Harry coprendosi con le mani prima di aggiungere –lei mi ha rubato i vestiti-
Tutti e due si voltarono a guardare Fede, che con la faccia più falsa che potesse fare scosse tranquillamente la testa –no non è vero signore-
-Si invece li ha dentro l’armadietto- insistette il ricciolo. L’uomo calvo con gli occhialetti si avvicinò per potervi guardare dentro ma non trovò altro che libri e penne e matite.
-Signor Styles, lei viene con me ora- disse prendendolo per un braccio e ripassandogli il pallone che poco prima aveva lasciato cadere trascinandoselo dietro.
Harry si voltò un ultima volta a guardare quella ragazza che l’aveva fregato per l’ennesima volta e che ora gli stava riservando un sorrisetto vittorioso.
-me la pagherai- le disse in labiale e lei allo stesso modo gli rispose
-sto tremando- sempre con il sorrisetto dipinto in faccia. Come le due figure voltarono l’angolo andò a bussare allo sgabuzzino.
-puoi uscire ora Niall- e dalla porta saltò fuori il biondo con la sacca tra le mani.
-mi spieghi che ci hai messo qui dentro scricciolo?- chiese lui passandogliela.
-niente, solo del bottino di guerra- rispose lei afferrandola per poi tornare al suo armadietto e chiuderlo e dirigersi a braccetto con il suo migliore amico verso casa, Stewarts uno, Styles zero.



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here i am:
ed eccomi qui allora spero che questo nuovo capitolo vi sia piaciuto a me particolarmente piace lo ammetto, amo la parte finale, o almeno spero sia venuta come la immaginavo. Devo ringraziare fede per ispirarmi con le sue idee sono stupende tesoro. Beh ho fatto un piccolo cambiamento cioè nessuno  avrà il capitolo dedicato ma saranno sempre in terza persona, beh che dire, spero davvero vi sia piaciuto, voglio ringraziare le lettrici silenziose e ancora quelle che invece hanno recensito, grazie davvero sono contenta la storia vi piaccia o che almeno il prologo vi abbia incuriosito e portato a leggere anche questo capitolo, spero continuerete a seguirla un bacio enorme chìa x.

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Capitolo 3
*** a guy like you should wear a warning; it's dangerous ***


Capitolo 2 - « a guy like you, should wear a warning; it’s dangerous »
 



 
Liam rincasò dall’allenamento, la macchina dei suoi era nel vialetto segno che erano tornati in città, ma non aveva voglia di pensarci ora, voleva solo andare in camera sua e rinchiudercisi, si chiuse la porta alle spalle salendo le scale senza passare dalla cucina sperando che non lo notassero, ma la cosa era troppo bella per essere vera.
-Liam caro, sei tu?- chiese la voce di sua madre. Il ragazzo si bloccò a metà scala
-si mamma sono io, scusa sono distrutto dall’allenamento, vado a letto- rispose senza ascoltare altro e rintanandosi in camera sua. Lanciò la sacca della squadra in un angolo e andando verso la scrivania.
Guardò il cassetto di destra e prese un respiro aprendolo, all’apparenza era un cassetto normalissimo e vuoto, finché non lasciò scivolare due dita su una apertura e fatta leva lo sollevò afferrando un fotografia, la guardò sorridendo e accarezzandone il volto.
Quando sua sorella entrò senza bussare facendolo sussultare, ributtò la foto nel suo nascondiglio dipingendo nuovamente la sua solita faccia da insensibile.
-Che vuoi!- le domandò freddo
-avevo ragione io- disse la ragazza buttandosi sul letto del fratello che la guardava confuso –Davis è qui- continuò lei per poi mettersi a sedere in modo da poter guardare l’espressione di Liam –e anche Cat-
Il ragazzo scosse le spalle come se la cosa non lo colpisse affatto andando verso la finestra e iniziando a guardare la luna, lo faceva spesso, lo rilassava e lo faceva riflettere.
-lo so- rispose alla sorella spiazzandola. La ragazza si alzò raggiungendo Liam e voltandolo verso di sé
-come lo sai?- le chiese aspettandosi una risposta esaustiva, anche se conoscendo il fratello sapeva che era chiedere troppo.
-l’ho vista- le rispose sospirando con sguardo vuoto, stava tornando a quel momento nel corridoio quando se l’era trovata davanti, strano da dire, ma lui Liam Payne si era sentito crollare il mondo addosso, mancare il terreno sotto ai piedi e il resto della giornata era stata soltanto un perfetto schifo.
-come l’hai vista? E me lo dici così, cioè come l’hai vista- iniziò a riempirlo di domande Shantel.
-come te lo devo dire?- rispose lui alzando gli occhi al soffitto e iniziando a camminare avanti e indietro nervoso.
-non lo so, come è? Come l’hai vista?- insistette ancora la ragazza.
-annebbiata?- azzardò sperando che il discorso finisse lì ma quando Shantel lo guardò poco convinta, sbuffò rassegnato mettendosi a sedere. –era Cat ok? Mi stava lì davanti, nella sua piccolezza, con i lunghi capelli neri, e i due grandi occhi come due pozzi di cioccolato e la pelle chiara, i suoi calzoni stretti che le delineavano le gambe, perfette come sempre-
-E tu sei riuscito a notare tutto questo?- gli chiese Shantel con un sorriso che lui ricambiò, forse per la prima volta dopo tempo.
-No attenzione Liam ha sorriso, correte a nascondervi- scherzò la ragazza beccandosi una cuscinata dal fratello.
-Stupida-
-Scemo- disse scoppiando a ridere. Dopo qualche secondo però si fermò avvicinandosi e sedendosi accanto a Liam. Il ragazzo le passò un braccio dietro le spalle stringendola a sé.
-Era sempre la mia Cat?- chiese un ultima volta al fratello e lui annuì e con un tono un po’ spento rispose.
-Si era sempre la tua Cat- come se tenesse a sottolineare quel tua, che segnava esclusivamente l’appartenenza alla sorella e non più a lui.
 
-Grazie per l’ospitalità- disse con un sorriso Fede dal materasso a terra affianco al letto di Cat.
-ti avrei dato la brandina ma non la trovo- ammise dispiaciuta la mora rientrando dal bagno e saltando sul suo letto, legò i capelli in una treccia prima di tornare a guardarla. –cosa avevi di importante da dirmi e che per cui ti serviva una mano?- le chiese poi. Fede prese la borsa e la lanciò alla ragazza.
-Devo trovare un modo per sbarazzarmene- disse tamburellando  con le dita sul pavimento in parquet.
La mora aprì la cerniera guardandoci dentro, poi alzò lo sguardo verso l’amica
-che roba è?- le chiese alzando un sopracciglio guardando all’interno.
-i vestiti di Harry, il ricciolo che mi ha lavato oggi- tentò di spiegare notando la mora davanti a sé sempre più confusa. –Dai Cat quello che era oggi nel corridoio con Liam quando gli hai fatto il bagno di fragola frullata-
-Ahhhh- concluse alla fine la ragazza ripassandole la borsa prima di chiedere –e perché li hai tu?-
-storia lunga- tentò di tagliare corto, per poi ricordarsi di una cosa –tu mi devi ancora raccontare…-
-non so, non è che ami tornare su quell’argomento- la interruppe Cat, erano cose che aveva preferito rinchiudere in un cassetto della mente e lasciare lì senza mai andarle a ritoccare, o meglio non lo faceva quasi mai, e quelle poche volte che lo faceva si fermava appena sentiva arrivare lacrime, una cosa positiva, da quella sera non aveva più versato lacrime per Liam, nemmeno mezza.
Alzò lo sguardo e Fede la stava fissando con gli occhioni a cucciolo, quelli ai quali non puoi dire di no e Cat finì per cedere.
-ok, va bene, ti racconto la mia vita- concluse rassegnata mentre l’altra ragazza le fece un enorme sorriso pronta ad ascoltare la storia. Cat si schiarì la voce e iniziò a raccontare.
-Sono nata e cresciuta in un piccolo paesino a 5 ore di macchina da qui, nel Sussex vicino alle scogliere delle Seven Sisters, High Hills. Avevo due migliori amiche, Ollie, era la party-girl del gruppo, quella disposta a vendersi per un po’ di divertimento, quella che andavo a ripescare ad ogni party e portavo a casa, e Shantel, la sorella di Liam che era un po’ come anche la mia sorella maggiore.
Sono sempre stata innamorata di Liam da quando credo avevo circa dieci anni ma non mi aveva mai considerato- Fede aprì bocca ma Cat le fece segno di aspettare e tornò al racconto –Noi quattro e mio fratello pensavamo di essere noi contro il mondo fino a quando non è iniziato il liceo e ci siamo un po’ separati, Shantel e Ollie erano due Cheerleader, mia fratello era la mascotte della scuola e Liam era entrato nella squadra di calcio, mentre per quanto mi riguarda ero solo una brutta secchiona antipatica.
L’anno seguente Dominique, la sorella di Ollie, si diplomò e alla squadra mancava il capo cheerleader, così Shantel mi chiese di provare dato che non ero male né in danza né in ginnastica e mi hanno preso. Sono uscita per qualche mese con Ryan, il capitano della squadra, poi mi ha lasciato dicendo che era troppo per solo una ragazza e Liam è stato davvero dolce nell’aiutarmi a riprendermi. Abbiamo iniziato a frequentarci e poi ci siamo fidanzati, siamo stati insieme due anni, oserei dire i migliori della mia vita, poi ho avuto un periodo di crisi, mio padre se ne è andato a L.A dicendo che se la sua vita era uno schifo e i suoi sogni infranti era stata colpa mia e di Davis, mamma è caduta in depressione e… la sera della finale, non ero andata alla partita, non mi sentivo, alle undici mi arrivò un messaggio da Liam con scritto che avevano vinto, che sapeva che non ero in clima di festa ma che gli mancavo e voleva stare un po’ con me. Ho risposto che ero a letto e non sarei andata ma di divertirsi anche per me, quando Davis è tornato a casa e mi ha obbligato ad andare, così mi sono andata a cercare il vestito perfetto, mi sono truccata, sistemata i capelli, volevo essere perfetta per lui, poi sono uscita e mi sono diretta alla festa.
Quando sono entrata in quella casa, tutti mi guardavano con espressioni affrante, dispiaciute e io non riuscivo a spiegarmi il perché poi li ho visti uscire da una stanza, Liam e Ollie, lei i capelli alla rinfusa e lui la camicia ancora sbottonata, mi sono sentita distruggere dentro, mi sentivo umiliata e stupida, mi sono voltata e sono corsa via, Liam mi ha seguito e continuava a dirmi che poteva spiegare, che mi amava ma io gli ho detto di sparire e da allora non l’ho più visto- ed eccole sentiva le lacrime arrivare così alzò lo sguardo verso la luce e si alzò afferrando la borsa e andando verso il computer.
-ma tornando a noi, vediamo di sbarazzarci di questa roba e di farlo con stile- concluse con un sorriso.
-Cat, mi dispiace, sapevo che Liam fosse una testa di cazzo, ma non avrei mai immaginato potesse arrivare così in basso-
-Beh ormai è storia vecchia, perché piangere sul latte versato? Ora abbiamo altro a cui pensare- concluse il discorso Cat aprendo la pagina web e cercando E-bay.
-Che hai in mente di fare?- le chiese Fede un po’ spaventata.
-Rendere questa montagna di vestiti inutili, in utili e contanti- rispose la mora con un sorriso malvagio.
 
La mattina dopo Fede era in super ritardo, con il fatto che Cat entrava un ora dopo non avevano minimamente pensato a mettere la sveglia al solito orario. Planò a scuola correndo per i corridoi, in mano teneva il dizionario di italiano, quella mattina aveva il compito e non aveva ripassato niente, il che significava che la verifica sarebbe andata da schifo, la giornata non poteva andare peggio di così, o meglio pensava.
Voltò l’angolo e scontrò contro il ‘poliziotto del corridoio’, meglio conosciuto come Michael.
-Bene, bene, bene, corsa per i corridoi eh? Questo ti varrà un richiamo Stewarts-
-si va bene mandamelo per posta che sono in ritardo addio- gli rispose lei schizzando via. Arrivò davanti alla classe, la porta era già chiusa, sbuffò prima di bussare e aspettare prima di essere invitata ad entrare.
-Ahh signorina Stewarts pensavamo ci avesse dato buca- disse l’anziana professoressa seduta alla cattedra prima di invitarla a sedersi indicando l’ultimo banco vuoto.
Fede lo raggiunse, si sedette e tolse la giacca.
-qualcuno ha dormito male?- chiese quella voce odiosa che proveniva dalla sua destra, la ragazza si voltò a guardare malissimo il ricciolo accanto a lei.
-non sono affari tuoi!- rispose acida nell’esatto momento in cui la professoressa annunciava l’inizio della prova.
-avete un ora ragazzi, buon lavoro!- e detto ciò tutti voltarono il foglio.
Federica sbiancò nel vedere le domande, aveva un improvviso vuoto in testa, non ricordava niente. La lancetta sul grande orologio sembrava correre più del solito, e la ragazza continuava a mangiucchiare il tappino della penna.
-mi presti il dizionario?- chiese un bisbiglio al suo orecchio destro, la ragazza si voltò scocciata verso Harry.
-no! Avresti dovuto portartelo- gli rispose secca tornando al compito.
-dai per favore!- insistette lui finché la voce di quella vecchietta dall’accento italiano non avvolse la stanza
-Stewarts per favore può passare il dizionario a Styles così la pianta di disturbare la verifica e si cuce il becco?-
Fede sbuffò e lo passò al ragazzo tornado al suo compito. Dopo qualche minuto eccolo di nuovo lì a ringraziare dopo averle riappoggiato il dizionario sul banco.
Improvvisamente ebbe un illuminazione e proprio mentre l’anziana professoressa si alzò per fare un giro di routine tra i banchi, afferrò il dizionario aprendolo, qualcosa ne schizzò fuori fermandosi proprio accanto alla sedia di Fede davanti ai piedi della donna.
La ragazza abbassò lo sguardo come tutti, tranne Harry che si stava mettendo comodo a guardare la scena. Le guance di Fede prima impallidirono poi avvamparono mentre la professoressa si chinava a raccogliere la bustina argentata a terra e a poggiarla in mano alla ragazza
-almeno al giorno d’oggi qualcuno lo fa ancora sicuro- commentò con un sorrisetto guardando prima la ragazza e poi il riccio.
Tutti scoppiarono a ridere, Harry compreso, mentre Fede tutto quello che voleva era sprofondare, buttò nervosamente il preservativo, che sapeva bene essere di Harry nella borsa poi tornò al dizionario e nel centro della pagina a matita notò una frase, quella non era la sua calligrafia e questo significava solo una cosa, che a scrivere era stato Harry, lesse la frase mentalmente, Omaggio della casa per risolvere i tuoi problemi di acidità.
La ragazza si voltò verso il ragazzo fulminandolo mentre lui aveva sempre quel suo sorrisetto stampato in faccia.
-Fanculo!- le intimò in un sussurro tornando alla verifica che al termine dell’ora consegnò mezza in bianco. Afferrò la borsa e si catapultò il più lontano possibile da Harry e dalle sue battutine stupide.
 
Erano le nove meno dieci, Fede le aveva detto di raggiungerla ai tavoli esterni che doveva dirle una cosa importante. I tavoli si trovavano nel cortile principale e c’era solo un modo per raggiungerlo, quello attraverso il cancello principale.
Cat camminava con passo fermo, deciso e la testa bassa, si sentiva osservata e forse era naturale quando sei la nuova arrivata, l’ultimo acquisto, tutti ti fissano incuriositi.
Tentò di varcare il cancello ma una schiera di ragazze in minigonna colorata le bloccava l’ingresso.
-Forza ragazze!- urlava la bionda in testa –Facci un grido, facci un urlo per la nostra forte squadra, vai avanti non fermarti… AHIA! MI HAI PESTATO UN PIEDE INCAPACE!- urlò poi con quella voce squillante da oca.
Cat scosse la testa sconsolata per poi nel vedere la scena scoppiare a ridere, cosa che non passò inosservata alla bionda che la fulminò
-Che cosa ti ridi? Ridi di me?- chiese con quell’espressione che probabilmente credeva essere da dura. La mora sempre estremamente divertita annuì facendo sfuriare l’altra.
-Hai una bella faccia tosta lo sai? Sai chi sono io? Io sono la regina della scuola, ogni ragazzo vorrebbe stare con me, non so se capisci- disse iniziando ad atteggiarsi come se fosse la regina Elisabetta, Cat sospirò annuendo come se la stesse ascoltando seriamente.
-provo ma mi è difficile capire perché dovrebbero voler stare con te- le rispose tranquillamente con faccia di chi è convinta di quello che dice.
-ok, ragazze- intervenne la voce di un ragazzo dai capelli castani un po’ arruffati e gli occhi grigio azzurri, la bionda si attaccò al suo braccio con fare possessivo.
-Tesoro, non sapevo fossi qui, stavo facendo amicizia con… - la ragazza guardò la mora con il volta a punto interrogativo dato che non aveva la minima idea di chi fosse e la cosa era reciproca.
-Cat- rispose la ragazza come a presentarsi e in quel preciso istante dalla fila di ragazze in minigonna una si avvicinò sorridente come se avesse appena ricevuto il regalo tanto desiderato da babbo natale.
-La mia Cat- disse Shantel possessivamente con un enorme sorriso stampato sul volto, Louis la guardò sbarrando gli occhi e aggiunse.
-Quella Cat?- tornando a fissare la mora.
-Wow non pensavo di essere così famosa- scherzò lei mentre Shantel escludendo del tutto gli altri presenti l’abbracciò forte.
-Sappi che mi sto trattenendo perché siamo in un luogo pubblico- le disse stringendola forte commossa –Mi sei mancata, e non posso credere che sei qui!- aggiunse lasciandola andare –SEI QUI!- urlò poi iniziando a saltare come una bambina che trattiene la pipì.
Si voltò verso tutte le altre sempre saltellando, nello stile di Tigro di Winnie the Pooh indicando Cat costantemente e ripetendo ogni cinque secondi –Lei è la mia Cat! La mia, tutta quanta mia!-
-Wow Shantel, se non avessi le prove che tu sei etero, inizierei a pensare che ne sei innamorata- mormorò Louis mentre continuava a tenersi attaccato al braccio Trudi la sanguisuga Parker.
-Ma io la amo, è come una sorella, ma dubito tu possa capire dato che un sasso in confronto a te conosce i sentimenti Louis- gli rispose prontamente la ragazza di casa Payne portando una ciocca dei capelli dietro l’orecchio scoprendo il suo viso dai lineamenti semplici e delicati.
In quel preciso istante il telefono di Cat squillò, lo estrasse prontamente, non aveva ancora cambiato la suoneria, era la sua suoneria storica cosa che fece emozionare ancora di più Shantel.
-Hai ancora la suoneria che ti avevo messo io?- disse con gli occhi, che in un cartone animato avrebbero avuto la forma di un cuore.
­-ok ora controllati, inizi ad essere imbarazzante- le rispose ironica la mora con un sorriso, mentre lesse il messaggio, era di Fede che la informava del problema con il richiamo e il fatto che non l’avrebbe potuta raggiungere. Sbuffò riponendolo in tasca prima di rialzare il volto prendendo Shantel a braccetto.
-mi faresti un favore?- chiese la mora e l’altra annuì pronta a qualsiasi cosa.
-aiutami a cercare l’aula- concluse trascinandola via verso i corridoi.
 
-Si signore, prometto di non correre più per i corridoi- ripeteva ormai annoiata Fede al preside che continuava a spiegarle i pericoli che comporta la corsa per i corridoi.
-per questa volta, dato che è il primo richiamo, se la caverà con un semplice compito per me, deve andare nell’archivio e sistemare tutti i documenti in ordine alfabetico e per data, le ricordo che la porta deve rimanere aperta perché se non ha la chiave si apre solo dall’esterno sono stato chiaro?-
Fede annuì poi si alzò lasciando l’ufficio. Si incamminò per i corridoi, aveva l’esonero dalle lezioni per fare quel favore al preside, cosa di cui non capiva l’utilità, si avviò all’aula di economia e raggiunse il professore lasciandogli il permesso firmato dal preside, poi uscì nuovamente diretta all’archivio. Aprì quella porta lasciandola aperta alle sue spalle e accese la luce avviandosi per quegli scafali impolverati per iniziare il lavoro. Tirò giù la prima scatola e iniziò a sistemare quelle cartacce antiche, quando sentì un colpo sordo come se una porta avesse sbattuto, si alzò in piedi e si avviò all’uscita quando trovò la porta chiusa.
-Ma porco Styles!- si lasciò scappare battendo con una mano contro la porta in legno massello, l’unica di tutto l’edificio ancora in quel materiale impenetrabile.
-Sono proprio sempre nei tuoi pensieri- mormorò una voce alle sue spalle, Fede sobbalzò voltandosi e notando nella penombra della stanza vicino alla finestra coperta dalla pesante tenda di velluto verde, la figura di una montagna, che dalla voce associò ad Harry.
-tranquilla non stai avendo una visione celestiale- continuò lui avvicinandosi alla ragazza con passo tranquillo.
-oh non ti preoccupare la tua visione può essere soltanto un pugno in un occhio da quanto è dolorosa- gli rispose lei sbuffando rassegnata, infilò una mano in tasca estraendo il cellulare, volveva chiamare Cat o Niall e chiedere ad uno dei due di venirle in soccorso, ma con sua grande fortuna e felicità poté notare che non c’era campo.
Sbuffò, prima o poi qualcuno si sarebbe accorto della sua mancanza e sarebbe andato a cercarla, si voltò ignorando completamente Harry e tornando al suo lavoro.
-non trovi ci sia stretto e piccolo qui?- chiese passandosi un dito ad allargare il collo della camicia e sbottonando i primi due bottoni.
-no Styles, non trovo, che c’è sei claustrofobico?-  chiese ironica ma senza ottenere risposta, si alzò iniziando a camminare tra gli scafali alla ricerca del ragazzo.
-Harry… Harry…- lo chiamò più volte, ma sempre senza ottenere risposta, quando raggiunse l’unica finestra e lo vide fingere, piuttosto bene è da riconoscerlo, un attacco di panico mentre tentava di aprirla, lo guardò contrariata.
-non ti aspettare la respirazione bocca a bocca- gli disse appoggiandosi ad uno degli scafali per guardarlo. Harry smise il suo teatrino rimettendosi dritto e tornando a parlare normalmente
-mi lasceresti morire piuttosto?- le chiese come se la cosa oltre a sorprenderlo lo sconvolgesse
-dopo lo scherzetto di prima, si!-
-ah si a proposito lo rivorrei indietro- tornò sull’argomento riferendosi al preservativo.
-a casa mia omaggio significa regalo, e pensavo tu me lo avessi regalato- disse tornando verso la sua postazione la ragazza ondeggiando i capelli. Harry rimase un attimo ad osservare quella cascata fluttuante prima di mettersi a seguirla.
-ha una data di scadenza dopo di che non è più buono, non vorrei andasse sprecato- tornò al discorso fingendo di non avere avuto nemmeno un minuto di silenzio a precederlo
-cosa ti fa pensare andrà sprecato?- gli chiese Fede sedendosi a terra nuovamente e iniziando a risistemare quello schedario.
Harry le scoppiò a ridere letteralmente in faccia più che divertito della domanda, mentre lei alzò lo sguardo per fulminarlo, ma la cosa le venne difficile quando si scontrò con gli occhi verde cielo di lui, era rimasta a fissarli un paio di volte, ma non aveva mai notato quella luminosità che avevano ora.
Harry si abbassò fino a raggiungere il livello di Fede e le sorrise, con uno di quei sorrisi bastardi, probabilmente si era accorto che per una volta era rimasta lei imbambolata a fissare il suo sguardo mordendosi il labbro lentamente come se stesse esaminando la situazione attentamente.
-Sei ancora interessata nella tua A di storia?- chiese lui con quel tono un po’ roco, che di solito lo rendeva molto più affascinante e quasi sempre faceva cadere nella trappola le sue povere vittime.
Fede non rispose era ancora ferma a fissare lo sguardo di Harry che non si lasciò sfuggire l’occasione e si avvicinò ancora di più a lei, sentiva di averla finalmente in pugno di essere riuscito ad ottenere il controllo su quella ragazza dopo anni di tentativi.
Le spostò una ciocca castano cioccolato dietro l’orecchio scendendo poi con la mano ad accarezzarle la guancia.
-perché saprei come fartela ottenere e… allo stesso tempo come non sprecare un regalo- concluse sporgendosi ancora un po’ più verso di lei, stava quasi per sfiorarle le labbra quando un suono metallico rimbombò nel silenzio della stanza.
Fede abbassò lo sguardo notando tra lei e Harry un chiave piuttosto antica, di quelle di vecchi portoni in legno come quello che chiudeva l’archivio. Alzò lo sguardo quasi infuriata verso il ragazzo che si sentiva adesso sotto processo, colto con le mani nel sacco, scoperto.
-Tu avevi la chiave per tutto il tempo e non hai detto niente?- chiese lei raccogliendola e mostrandola al ragazzo che tentò di negare.
-non è mia- disse alzando le mani come se non ne sapesse niente. Fede si alzò afferrando la borsa e andando verso la porta
-dai Fede- tentò di fermarla lui alzandosi e seguendola.
-Stammi lontano, non mi toccare- fu l’unica risposta che ottenne mentre la ragazza infilava la chiave nella toppa facendo scattare la serratura e riuscendo ad aprire quella porta massiccia vedendo nuovamente la parte moderna dell’istituto.
-non mi sembrava ti dispiacesse così tanto prima- gli rispose lui obbligandola a voltarsi, non gli avrebbe mai lasciato l’ultima parola, non in quel momento, non dopo quella giornata.
-per un secondo ci ero quasi cascata, ma sai cosa grazie alla chiave ho capito che tu rimani esattamente quello schifo di persona che appari- gli rispose lei voltandosi per andarsene ma bloccandosi poco dopo infilando una mano nella borsa e cercando quell’ omaggio che Harry era stato così gentile da farle. Si voltò nuovamente bloccandole la bustina sul petto con la mano.
-questo vallo a regalare all’unica persona ad avere interessi sessuali nei tuoi confronti, che entrambi sappiamo dove si trova- disse alludendo al complesso fuori dalla finestra dove si trovavano tutti gli uffici dei professori, per poi voltarsi un ultima volta ed andarsene lasciando Harry da solo sulla soglia di quella stanza.
Fede ripercorse tutto il corridoio, estrasse il telefono cercando il numero di Niall, aveva bisogno urgente di parlare con il suo migliore amico, lasciò squillare il telefono.
-scricciolo tutto apposto?- chiese la voce dall’altra parte.
-sono una cogliona, una stupida, ora mi umilierà a vita, andrà in giro a deridermi perché l’ho quasi baciato, ti rendi conto, l’ho quasi baciato, ma che cavolo mi passava per la testa? Cioè perché non riuscivo a reagire, mi capisci Niall? Eh? Mi capisci?- iniziò a tempestarlo lei uscendo nel cortile e poi con passo deciso, dato che la scuola era già vuota, era rimasta per un ora e più chiusa con Harry in archivio.
-a stento- gli rispose sincero il biondo, -chi hai quasi baciato e perché?-
-Harry e non lo so ok, non riuscivo a reagire, devo preparare un controffensiva, so che userà questo contro di me- continuava lei nel pieno di un attacco di si potrebbe definire panico anche se non è propriamente corretto.
-ok scricciolo calma, passa da casa, devo mostrarti una cosa- concluse il ragazzo. Aveva promesso ad Harry il silenzio, ma gli aveva anche promesso che nel momento in cui avesse oltrepassato un certo limite con Fede, lui avrebbe parlato, e il farla diventare paranoica e insicuro e  il farla uscire di testa come in quel momento, erano esattamente cosa lui intendeva per superare il limite.
 
Test attitudinali per il college altra cosa inutile, ma così inutile che Davis non capiva perché si ritrovava a farli, dopotutto non era nemmeno il suo ultimo anno eppure eccolo lì seduto ad un banco in fondo alla classe a rispondere ad una serie di domande sui suoi interessi. Controllò le ultime.
-mai avuti problemi con droghe?- lesse a bassa voce prima di sbarrare la casella del si, se ne vergognava a morte, ma anche lui c’era caduto, nessuno però lo sapeva, e il fatto che stava facendo quel test all’insaputa dei suoi cari, lo rassicurava del fatto che non avrebbero mai potuto scoprirlo.
Concluse rileggendo le varie domande, problemi con la legge? Si, ma non era stata colpa sua, Jay lo aveva obbligato, si il solito Jay, con il quale aveva rotto ogni ponte dopo che aveva rubato l’ingenuità a sua sorella, lui continuava a ripetere che Cat era sobria quella sera, ma Davis sapeva che non era così, era stato lui a riportarla a casa e a sorreggerle la testa mentre vomitava anche l’anima per quei drink di troppo.
Si alzò e raggiunse la cattedra del guardiano depositando il questionario per poi uscire della classe a testa bassa ancora assorto nei suoi ricordi dell’ultimo anno quando scontrò contro qualcosa o meglio qualcuno, alzò lo sguardo trovandosi davanti la fonte di tutti i suoi problemi, Liam.
-Davis- riuscì a dire il ragazzo dai corti capelli guardando il vecchio amico fermo davanti a sé. Il giovane Baker non poté fare altro che ricambiare quel saluto anche se non era entusiasta di vederlo.
-Liam, vedo con piacere che sei ancora sano e salvo- rispose con tono scettico, era strano pensare che quelle due persone così distaccate nel corridoio una volta erano come fratelli.
-Vedo che anche tu ti sei ripreso- rispose con un accenno di imbarazzo l’altro, in realtà Payne non sapeva molto che dire, non aveva mai pensato al dover vivere una scena del genere, nemmeno nel peggiore dei suoi momenti era, come dire, scomoda.
-si tira avanti, ho superato momenti peggiori, che ovviamente tu non immagini perché sei scappato con la coda tra le gambe- gli gettò la frecciatina come era giusto che fosse, era vero, Liam era scappato, come un vigliacco e lo sapeva bene, ma in quel preciso momento, quando aveva preso la decisione, gli era sembrata l’unica soluzione.
-già posso immaginare- si limitò a rispondere, ma Davis tornò nuovamente all’attacco era da quando Liam era sparito che sperava di potergli fare un giorno questo discorso, ma non aveva mai avuto l’occasione sino ad ora.
-No tu non puoi immaginare, perché non c’eri, non c’eri quando ero solo con una sorella in coma e una madre fuori di testa, non c’eri quando mi hanno detto che Cat era in un momento critico, non c’eri quando si è svegliata e non ricordava nemmeno chi fosse, non c’eri quando ho dovuto leggerle la tua inutile lettera senza che lei sapesse chi tu fossi, non c’eri quando ha riconosciuto Ollie e ha ricollegato tutto a quell’incidente, non c’eri quando voleva parlarti e tu eri sparito, non c’eri quando la sua vita è degenerata insieme alla mia e non c’eri ogni santissima volta che io l’andavo a ripescare a qualche festa dove Jay la portava senza che lei ne fosse cosciente, quindi ora non mi venire a dire che capisci, perché tu non puoi capire un cazzo, se non che sei una persona fredda, insensibile, immatura e vigliacca. Se tu avessi avuto le palle come tutti dicono qui, non saresti mai scappato, ma saresti rimasto lì a vedere cosa diamine la tua stupida scappatella aveva provocato!- dopo tutto il discorso, prese un respiro profondo lasciando cadere il discorso nel silenzio di quella struttura, Liam lo fissava colpito in pieno da quelle parole, sapeva benissimo che Davis aveva ragione, sapeva benissimo che lui non era quello che gli altri pensavano.
-Mi dispiace- si limitò a dire, cosa che fece infuriare ancora di più il ragazzo davanti a sé.
-Sai cosa me ne faccio delle tue scuse?- gli chiese retoricamente e come Liam annuì tornò a parlare –perfetto così evito di dirtelo, aggiungo solo una cosa, ci siamo trasferiti per cambiare vita, o meglio perché Cat voleva cambiare vita, rincominciare, e in questo rincominciare tu sei tagliato fuori che sia chiaro. Non ho paura di te Liam, ti conosco meglio di chiunque qui e posso distruggerti se solo volessi, quindi non ti voglio in un raggio di meno di 20 metri da mia sorella, non voglio che la guardi, che le parli, che la pensi, che fai qualsiasi cosa legata a lei, perché se solo tu ti avvicini io ti distruggerò, sono stato chiaro?-  concluse con un tono piuttosto minaccioso. Alzò lo sguardo vedendo in lontananza avvicinarsi la bionda che Shantel gli aveva indicato come la ragazza del fratello, così decise di congedarsi –beh stammi bene e passa un bella giornata- rispose con un falso sorriso allontanandosi dalla parte opposta del corridoio mentre sopraggiungeva Bree.
-chi era?- chiese guardando il proprio ragazzo.
-nessuno, uno nuovo che chiedeva informazioni- mentì Liam abbassando lo sguardo verso la propria ragazza, sapeva che non stava mentendo, sapeva che se Davis diceva una cosa l’avrebbe portata a termine e questo un po’ lo terrorizzava.
-andiamo a casa?- gli chiese Bree facendolo tornare sul pianeta terra e il ragazzo annuì, cingendole le spalle con un braccio e avviandosi con la bionda verso l’uscita.

- - - - -
here i am:
allora eccomi qui a lasciarvi dette due cosine allora, prima di tutto inizialmente pensavo venisse più corto, lo ammetto ma poi sono stata abbastanza contenta di vedere che mi sbagliavo C: altra cosa, ci sono un paio di scene che io amo, soprattutto quella finale, non so come la vedrete voi ma io stimo davvero un pacco il discorso che Davis fa a Liam e non mi interessa se voi lo odiate lui per ora è il mio genio. Stimo Niall perchè ora farà spurgare indirettamente Styles e stimo tutti tranne il gruppo dei superdivi!
Ad ogni modo volevo di nuovo ringraziare tutte le ragazza che hanno recensito e che continuano a seguire la storia, tutte le lettrici che hanno messo la storia tra i preferiti sono davvero contenta non pensavo potesse avere così tante persone interessate, e ringrazio anche se qualcuno leggere senza recensire, se non avete l'account qui e volete dirmi cosa ne pensate potete scrivermi su twitter @real_chiareds beh credo di aver detto tutto un bacio chia (: xx

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Capitolo 4
*** All I ever wanted was to make you mine, I know that I love you oh baby why don’t you see? ***


Capitolo 3 - « All I ever wanted was to make you mine, I know that I love you oh baby why don’t you see? That all I ever wanted was you and me »

 
 
Fede si fermò davanti alla porta verde di casa Horan, tutte le volte rimaneva a fissare il quadrifoglio dorato nel centro con scritto sotto Horan, amava quanto quella famiglia ci tenesse a sottolineare anche con cose banali le loro origini irlandesi.
Dopo un attimo di contemplazione si degnò di suonare il campanello e dopo cinque secondi la porta si aprì mostrando il volto del suo migliore amico sorridente.
-hai messo il turbo?- le chiese data la rapidità con cui era arrivata –di solito per arrivare qui da casa tua che è dietro l’angolo impieghi un ora- commentò aprendo la porta e facendola entrare.
-Facciamo presto che devo andarmi a preparare psicologicamente all’umiliazione pubblica- gli rispose lei entrando e chiudendosi la porta alle spalle come se fosse a casa sua. Tolse il cappello e la giacca tornando a guardare l’amico.
-Allora cosa sarebbe questa arma segreta?- gli chiese poi guardandolo impaziente.
-Seguimi, è in cantina- gli rispose lui andando verso la cucina dove si trovava la porta che dava sull’interrato.
Raggiunta quella stanza buia illuminata solamente da un lampadina Niall si avvicinò al muro in mattoni rossi davanti a loro, ne contò tre dal listone nero e lo spostò.
-Niall non so che c’entrano i nostri buoni propositi, ma il nostro mattone è il sesto, ti servono ripetizioni in matematica?- gli chiese Fede guardando l’amico confusa, ma lui non le rispose, anzi estrasse da quella nicchia un scatolina in metallo simile a quella che usavano loro, solo che sul coperchio c’erano immagini dei pokemon e non di trilli come quella che aveva preso la ragazza da camera sua anni addietro.
-Avresti ragione se cercassi i nostri propositi, ma dato che non è così…- si degnò infine di parlare, aprì la scatolina ed estrasse dei post-it gialli per poi riappoggiare il contenitore con quelli verdi dove erano rimasti nascosti per anni. Niall si schiarì la voce, poi guardò la ragazza.
-Avevo promesso ad Harry, che tu non li avresti mai visti, a patto che si fosse trattenuto nei limiti, ma dato che ti ha fatto uscire matta, penso il patto salti- disse allungandoglieli per poi guardarla fisso aspettando una reazione.
Federica li afferrò iniziando a leggerli, ogni post-it era in ordine cronologico dal più vecchio al più recente ed arrivavano all’anno prima dell’inizio del liceo, ma quasi tutti riportavano lo stesso buon proposito, e la stessa richiesta che non era mai stata esaudita.
Ogni foglietto che leggeva il sorriso le si allargava, ma non un sorriso di quelli felici, più che altro uno di quelli di chi sta escogitando qualcosa di perfido.
-Posso tenerli?- chiese poi dopo un attimo di silenzio a Niall, che annuì
-Fanne un uso moderato però, ricorda che leggendo quelli lo stai mettendo a nudo-
-come se per lui mettersi a nudo fosse un problema- rispose lei annuendo ironica ricordando la scena che per un attimo l’aveva preoccupata di aver fallito nel piano vendicativo, ma che poi si era ritorta contro ad Harry stesso.
-non intendevo nel senso effettivo del termine, ma in quello metaforico della parola- si spiegò Niall scuotendo la testa al pensiero dell’amica.
-Come siamo poetici oggi Horan- scherzò la ragazza ondeggiando i capelli.
-io sono sempre poetico- rispose lui fingendo di atteggiarsi facendo scoppiare l’amica in una fragorosa risata divertita.
-ma se la maggior parte delle volte non riesci a fare frasi di senso compiuto- lo riprese lei spingendolo da un braccio.
-che vorresti dire?- si preoccupò lui con sguardo da cucciolo bastonato.
-niente Horan niente- tentò di tagliare corto la ragazza prima di aggiungere –ora devo scappare che ho una montagna di cose da fare, grazie ancora piccolo leprecauno biondo, mio salvatore- concluse schioccandogli un bacio sulla guancia e correndo nuovamente su per le scale.
Niall alzò gli occhi al cielo –Fede non esagerare!- le urlò dietro sperando sentisse, sapeva quanto quei post-it avrebbero reso vulnerabile Harry, non voleva che lei ci calcasse troppo la mano, dopotutto erano sempre stati amici prima di allora, e una promessa era una promessa.
 
-DAVIS!!!- continuava a battere con una mano sulla porta disperata Cat, la sua vescica stava per esplodere e suo fratello non si degnava di lasciarla entrare, né di uscire.
-Si può sapere che minchia stai a fare lì dentro da un ora?- chiese ormai fuori di testa si mise a dare le testate contro la porta quando quella si aprì mostrando, un nuovo Davis, mai visto primo, era bellissimo possiamo dire. Cat sorrise al fratello.
-e i tuoi capelli?- gli chiese ancora sorpresa.
-oh a proposito, non usare il lavandino rischi di intasarlo devo pulirlo prima- detto ciò il ragazzo si allontanò verso il piano di sotto. Cat si ricordò che doveva andare a svuotare la sua povera vescica così entrò nel bagno e si chiuse la porta alle spalle.
Il ragazzo scese in cucina, la casa era immersa nel silenzio, sia sua madre che Derek erano a lavoro, aprì il frigorifero cercando qualcosa da mettere sotto i denti, la noia gli dava quell’effetto.
Afferrò il contenitore del latte e tentò di aprirlo, odiava quando Cat lo richiudeva così stretto che nemmeno Mr. Muscolo avrebbe potuto aprirlo.
Ci stava quasi riuscendo quando il recipiente gli scivolò, il tappo azzurro gli rimase in mano mentre il contenitore di plastica rimbalzò sulla penisola della cucina per poi vuotarsi sulla sua maglietta nera.
-Merda!- imprecò guardando il suo abbigliamento rovinato, sembrava pure si fosse fatto la pipì addosso.
Si tolse la maglia e aprì la porta della lavanderia buttandola in uno dei cesti insieme ai jeans per poi andare verso le scale per raggiungere la camera e mettersi qualcosa di pulito addosso.
Arrivato a metà scala il campanello suonò e la voce di sua sorella lo raggiunse in pieno
-Vai tu per favore? Sto finendo un esercizio- tentò di ribattere ma sapeva bene che era inutile così tornò verso la porta, non era un ragazzo poi così brutto quindi chiunque fosse stato non avrebbe visto Frankenstein in mutande dopotutto.
Aprì la porta ritrovandosi davanti Fede, forse avrebbe fatto meglio a obbligare Cat ad andare, ma ormai era lì quindi…
La ragazza lo guardò sorpresa, poi voltò la testa verso il campanello per vedere se era nella casa giusta.
-Davis?- chiese un pochino insicura, aveva tutta un'altra espressione con quel nuovo taglio di capelli.
-Fede, ora ti chiamo Cat, ma potresti entrare mi sto congelando qui sulla porta- gli rispose lui facendole segno di entrare per poi tornare verso le scale.
-CAT VOGLIONO TE!- le urlò mentre saliva al piano di sopra.
La ragazza scese in salotto dove Fede nel frattempo si era seduta sul divano.
-Tuo fratello ha tagliato i capelli?- le chiese e Cat annuì
-perché?- chiese nuovamente alzando lo sguardo verso la mora che era in piedi davanti a lei e con tono ironico rispose.
-perché era stanco di sembrare una donna e voleva mostrare al mondo quanto lui fosse gnocco come la sorella credo-
-eh ho notato- rispose l’altra ripensando alla scena di poco prima davanti alla porta. La mora le sorrise per poi sempre con il suo tono ironico aggiungere
-Stai attenta a quello che dici o il tuo barboncino si ingelosisce-
-Styles non è il mio barboncino- si oppose la ragazza alzandosi quasi offesa da quella affermazione ma Cat scoppiò a ridere divertita
-io non parlavo di lui, a proposito che c’è tra voi due?- chiese interessata mettendosi a sedere, Fede sempre più scioccata da quelle accuse iniziò a scuotere la testa nel panico
-niente!- esclamò poi
-per ora- aggiunse l’altra sempre più divertita dall’espressione di Federica che la guardava omicida.
-comunque a cosa devo questa visita?- chiese infine Cat divertita cercando di cambiare discorso. Fede la guardò per un secondo poi scrollò le spalle, dopo tutto quel per ora e ridere, non si sentiva di farle vedere i post-it con la scoperta fatta, era ancora sorpresa però del fatto che Harry avesse scritto quelle cose, che poi erano così dolci, se solo lo avesse saputo prima, forse, magari, no ma che cavolo stava pensando? Lei odiava Styles con o senza quelle cose scritte.
-ero solo di passaggio anzi ora vado- concluse andando verso la porta lasciando Cat ancora più confusa, non le diede nemmeno il tempo di accompagnarla alla porta che era già sparita.
 
Liam aprì la porta di casa, regnava il silenzio, era sera inoltrata, era rimasto a mangiare da Bree, poi aveva fatto in giro al parco nel buio a riflettere sulle parole che gli aveva detto Davis. Dopotutto quel ragazzo aveva avuto completamente ragione e lui lo sapeva solo che era più facile non ammetterlo, faceva meno male.
Attraversò la sala quando la luce si accese
-Ti sembra l’ora di tornare?- chiese la voce di sua sorella, Liam si voltò a guardarla scocciato.
-Che c’è Shantel?!- le chiese sbuffando, si sentiva lontano un miglio che non aveva intenzione di ascoltare i rimproveri della sorella, ma non poteva scappare di certo.
-Che c’è? Te lo do io che c’è ero in pensiero Liam, sei sparito dalle 8 è mezzanotte e mezzo, ti sembra normale? Dove sei stato!- iniziò il suo monologo la ragazza guardando alterata il fratello che sembrava non ascoltarla affatto.
-Con gli altri- rispose lui scrollando le spalle per andarsene ma lei insistette
-Non è vero, ho chiamato Zayn e l’ho beccato in un momento inopportuno, ho chiamato Styles e non sapeva dove eri, ho pure svegliato Louis!-
Mentre la sorella parlava, Liam salì le scale gradino dopo gradino, Shantel lo seguì e alla fine dell’elenco il ragazzo rispose.
-Povero Louis chissà come è dispiaciuto di aver ricevuto una tua chiamata nel mezzo della notte-
Aprì la porta della sua camera ed entrò buttandosi a peso morto sul letto.
Shantel rimase un attimo in silenzio ad assimilare la risposta contorta del fratello, perché Louis avrebbe dovuto apprezzare una sua chiamata nel pieno della notte? Beh ci avrebbe pensato poi lo seguì in camera per concludere il discorso.
-Liam non si tratta di questo, riguarda il fatto che ultimamente sei più testa di cazzo del solito, non esisti solo tu al mondo e sono stufa di farti da balia!- detto ciò uscì sbattendosi la porta alle spalle per poi raggiungere la sua camera, odiava suo fratello o almeno in questo momento lo odiava, lo odiava ogni qualvolta aveva i suoi stupidi attacchi di egoismo che erano sempre più frequenti.
Si buttò sotto le coperte quando sulla scrivania il suo cellulare iniziò a vibrare, sbuffò andando a prenderlo, non guardò chi fosse e ancora con tono mezzo scocciato rispose
-pronto!-
Dall’altra parte la voce di Louis la raggiunse
-bisogno di parlare con qualcuno?- le chiese in un sussurro come se avesse paura di svegliare qualcuno.
-no è rientrato grazie lo stesso Tomlinson- gli rispose lei sorridendo, mentre tornava a sdraiarsi sul letto.
-sei sicura? Ormai sono sveglio- insistette lui ma lei scosse la testa anche se lui non poteva vederla.
-si Louis sono sicura-
-perfetto allora a domani- concluse lui con un tono un pochino più spento.
-si a domani-
-notte meloni sgonfi- disse ironico e Shantel scosse la testa, lo odiava quando faceva così, ma non lo prendeva quasi mai seriamente, sapeva di avere un paio di taglie in meno di Trudi o Bree, ma almeno le sue erano naturali.
-notte carota moscia- gli rispose con il solito tono del ragazzo.
-la mia carota non è moscia dovresti saperlo-
-notte Louis- concluse lei riattaccando il telefono fingendo di non aver sentito quell’ultima affermazione.
 
Quella mattina, stranamente oserei dire, Fede era puntuale, non erano ancora le otto e lei stava già al suo armadietto a sistemare le cose. Lo chiuse per ritrovarsi il suo secondo incubo, quello pel di carota, nascosto dietro la porticina rossa.
-Sembri un avvoltoio, puoi lasciarmi vivere un attimo?- gli chiese lei scocciata, ma dato che non si allontanava forse la risposta era no.
-Sto sempre aspettando che mi dici quando usciremo- tornò all’attacco Jackson, ma quando Federica stava per rispondere qualcuno la precedette appoggiandole una mano sulla spalla sinistra come per avvicinarla a sé e proteggerla sotto la sua ala.
-Mai, e ora smamma- Fede sapeva che era Harry ancora prima che parlasse, aveva riconosciuto il profumo, lo stesso profumo che l’aveva in parte inebriata il giorno prima nell’archivio.
Jackson, forse per terrore, si allontanò senza fiatare e non appena voltò l’angolo Fede si liberò dalla presa del ricciolo incamminandosi verso la classe
Harry la raggiunse iniziando a camminare al suo fianco
-Che ci facevi a casa dei due nuovi?- gli chiese lui fingendo disinteresse anche se non gli venne molto bene, Fede voltò lo sguardo sorpresa dalla domanda verso di lui.
-Cat è una mia amica e quella è casa sua?- rispose con un domanda retorica come se non ci fosse altra spiegazione più stupida e ovvia di quella.
-Oh e da quando Cat è un maschio?- gli chiese con quel leggero tono un po’ tra lo scocciato e l’innervosito, Fede capì che probabilmente si riferiva a Davis, ma come faceva a sapere che era stato lui ad aprirgli la porta?
-Mi spii per caso? Qualcuno sembra geloso- gli rispose lei fermandosi a guardarlo divertita. Harry di bloccò come in panico, che poteva dirgli ora? Non poteva di certo dirle che non voleva che frequentasse gli ultimi arrivati in mutande, sarebbe stato come svelare troppe cose così dipinse la sua solita maschera di cera e borbottò.
-Ptzè figurati, io geloso? Bella battuta e poi ho di meglio da fare che spiare te- buttò lì facendo una risatina nervosa passandosi una mano tra i capelli.
-da fare o da farti?- chiese lei partendo con una frecciatina di prima mattina
-attenta potresti sembrare gelosa- gli rispose lui con un mezzo sorrisetto –e sarebbe comprensibile dato che ieri stavi quasi per baciarmi- rincominciò con quel suo tono convinto e stronzo allo stesso tempo. Inutile dire che a Fede venne spontanea la risposta.
-Caro Babbo Natale, quest’anno sono stato piuttosto buono e quindi volevo chiederti per favore… se non è chiedere troppo … se Federica la smettesse di ignorarmi e mi calcolasse, grazie Harry- recitò a memoria il primo post-it. Il sorrisetto sul volto del ragazzo si spense improvvisamente facendolo sbiancare.
-co…come lo sai?- balbettò, il panico gli si leggeva negli occhi, forse era quello il mettere a nudo che intendeva Niall.
-Caro Babbo Natale…- iniziò con il secondo ma Harry le portò una mano davanti alla bocca spingendola verso gli armadietti.
-Zitta!- gli intimò sembrava essere spaventato da quello che poteva uscire dalla bocca della ragazza. Fede lo guardava divertita, afferrò la sua mano, era calda e tremava dal nervoso, ma per fortuna riuscì a spostarla dalla sua bocca.
-Ti ho detto di non toccarmi con le tue mani- lo riprese lei cercando di allontanarlo da sé, ma la cosa risultava impossibile. Con tono freddo e distaccato Harry le chiese.
-Quanti ne hai letti?-
Federica non riusciva a rispondere, la luce che aveva Harry negli occhi la terrorizzava, forse doveva tenerseli per sé, quando sempre con lo stesso tono Harry ripeté la domanda prese un respiro e un po’ di coraggio, non perché, ma dopo aver letto quei post-it sapeva che Harry non le avrebbe comunque fatto niente di aggressivo anche se nel vederlo in quel momento si sarebbe potuto pensare completamente l’opposto.
-Tutti- rispose incerta su ciò che sarebbe successo a quel punto. Il ricciolo batté il pugno contro l’armadietto poi si allontanò da Fede, girò su se stesso prendendo un respiro profondo prima di tornare alla ragazza, la inchiodò con il suo sguardo e con tono convincente le disse
-Quando ho scritto quella roba ero un bambino, ok? Non significa un bel niente, avevo chiesto a Niall di tenerli nascosti perché, dai avevo sei anni come potevo capire qualcosa di ragazze? Il fatto che abbia fatto quella richiesta a Babbo Natale anni fa, non significa niente e poi Babbo Natale nemmeno esiste quindi…- lasciò la frase in sospeso lasciandola libera di andare le passò la borsa che le era caduta e aggiunse.
-Ci vediamo in classe- prima di allontanarsi. Fede lo chiamò un paio di volte, ma lui non si degnò di voltarsi, ora aveva quasi paura a stare vicino a lei, sapeva troppe cose, aveva letto i suoi segreti più intimi era come se l’avesse denudato e non letteralmente, in quel caso non ci sarebbe stato nulla da vergognarsi, anzi lui amava il suo corpo, ma metaforicamente parlando, lei sapeva cosa gli passava per la testa da quando l’aveva vista per la prima volta e non era più riuscito a dimenticarla.
 
Odiava le persone ritardatarie, e odiava ancora di più quando quelle persone le davano buca all’ultimo minuto, eppure era seduta sul muretto davanti casa a guardare il messaggio di Shantel con scritto ci vediamo a scuola ho un problema scusa puffola a dopo un bacione.
Saltò giù incamminandosi verso quel luogo che era poi paragonabile ad una prigione, alla moda, ma pur sempre una prigione.
Raggiunse il cancello e si guardò intorno, ma di Shantel nemmeno l’ombra dove si era cacciata quella ragazza?
-Non verrà- rispose una voce che aveva imparato a conoscere già dal primo giorno, si voltò trovandosi davanti Zayn, il ragazzo moro, che era stato così dolce e modesto da chiamarla prima contadinella per poi presentarsi come se fosse un dio sceso in terra.
-Malik, chi non verrà?- le chiese lei alzando un sopracciglio confusa.
-Shantel- fu la risposta. Il ragazzo utilizzò quel tono ovvio di chi la sa lunga su tutto mentre prendeva una sigaretta per poi alzare lo sguardo verso la ragazza con un sorrisetto stampato sul volto.
Le allungò il pacchetto ma Cat scosse la testa –non fumo- spiegò portando lo sguardo sul ragazzo che la stava guardando divertito.
-Hai scritto in fronte ho bisogno di nicotina- concluse ritirando il pacchetto e mettendolo in tasca.
-No non fumo sigarette, solo canne- le rispose tornando a voltarsi per guardare se scrutava Shantel all’orizzonte.
-Ti ho detto che non verrà- ripeté nuovamente Malik, la mora si voltò a guardarlo scocciata e lo fulminò
-non hai nessun altro da importunare con il tuo parlare a vanvera?- gli chiese sbuffando, il volto di Zayn cambiò quasi naturalmente in uno molto più profondo, sexy e penetrante.
-volevo solo evitarti una perdita di tempo- le rispose accompagnando il tutto con un sorriso.
-l’unica perdita di tempo è il parlare con te, e piantala con quegli occhi da suino in calore e quel sorrisetto, sembra che ti hanno infilato un palo in culo-
Zayn fissò la ragazza sorpreso da quelle parole con gli occhi sbarrati lasciando spengere il suo sorrisetto e il suo sguardo.
-io sarei una perdita di tempo?- chiese quasi come se volesse una conferma.
-si esatto tu, tu e il tuo egocentrismo opprimente che mi mette le mani nel sangue- gli rispose tranquilla come se fosse la cosa più normale dire quelle cose ad una persona che nemmeno si conosce.
Dopo un attimo di silenzio come se quelle parole lo avessero colpito, Zayn scoppiò in una sonora risata.
-Tu non mi conosci- l’accusò, e in parte aveva ragione, lei non lo conosceva affatto, ma nemmeno ci teneva a farlo.
-Non mi serve farlo per odiarti e non sopportati- gli rispose lei, non era mai stata così, ma le persone cambiano e quel ragazzo la innervosiva a pelle.
-Non puoi dirlo, passa una giornata con me, conoscimi e poi se sono così antipatico e insopportabilmente egocentrico sparirò- le propose, nella sua espressione nessuno sguardo di sfida, di gioco, sembrava voler farsi conoscere seriamente da quella ragazza che sospirò per poi chiedere.
-Solo una giornata?-
lui annuì convinto accompagnando il tutto con un altro sorriso.
-Perfetto andiamo- concluse lei impaziente di togliersi quel peso, afferrò la sigaretta, che Zayn si era portato alle labbra in quel preciso momento, per prenderne un boffo.
-Sapevo fumavi- gli disse lui seguendola scuotendo la testa allontanandosi a sua volta dai cancelli della scuola.
 
 - - - -
here i am:

ed eccomi qui con il nuovo capitolo, salve gente, beh tutto quello che volevo dire era semplicemente ancora grazie per seguire la storia, spero che anche questo capitolo vi piaccia come i precedenti, so che Liam è ancora testa di organo riproduttore maschile, ma c'est la vie.
Volevo boh non so sinceramente cosa dirvi, io beh non so davvero si sono ripetitiva beh niente spero di leggere nelle vostre recensioni quello che pensate e ripeto ancora se non potete recensire qui @real_chiareds è il mio twitter.

Vi lascio un immagine per riconoscere la trasformazione di Davis:
Prima http://www.malecelebnews.com/wp-content/images/2010/08/logan-lermanlh75c.jpg
Dopo http://teenchivenew.none18.netdna-cdn.com/wp-content/uploads/2011/09/logan-lerman-teen-heartthrob.png

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Capitolo 5
*** from the moment I met you everything changed, I knew I had to get you whatever the pain, I had to take you and make you mine ***


Capitolo 4 - « From the moment I met you everything changed, I knew I had to get you whatever the pain, I had to take you and make you mine »



 

 
 
Fede guardò Harry allontanarsi senza capire, la stava piantando lì come se non l’avesse nemmeno aggredita cinque secondi prima. Iniziò a seguirlo con passo deciso, di solito era felice quando lui spariva, ma oggi voleva una spiegazione e quel ragazzo non gliela voleva dare.
Riuscì a raggiungerlo poco prima che varcasse la porta degli spogliatoi maschili.
-Harry!- disse secca facendolo bloccare. Il ragazzo si voltò a guardarla con la sua solita faccia, di nuovo quella da testa di cazzo, sarebbe stato anche un ragazzo fantastico agli occhi di Fede se non fosse che sfruttava male la sua bellezza con quell’espressione antipatica dietro la quale si nascondeva.
-che c’è?- chiese lui appoggiandosi alla porta –sono in ritardo per gli allenamenti, andrei un po’ di fretta sai-
-dato che ti aspettano sempre ti aspetteranno anche oggi!- gli rispose lei avvicinandosi a lui a braccia incrociate.
Harry sbuffò alzando lo sguardo, ma senza incrociare quello di Fede come era solito fare, la stava evitando e lei voleva sapere perché.
-Mi dici che hai oggi?- chiese alla fine e lui scrollò le spalle come a dire che non aveva nessun problema, niente di niente.
-Harry sei scappato- incalzò lei cercando di arrivare alla soluzione del problema.
-io non sono scappato- si difese anche se era evidente che fosse lei ad avere ragione e non il contrario.
-si certo tu non sei scappato, mi hai solo attaccato all’armadietto in versione omicida e poi te ne sei andato senza dire niente, soffri per caso di qualche disturbo mentale grave?- gli chiese scuotendo la testa per niente soddisfatta dalle risposte del ragazzo.
-non ho nessun disturbo, solo che mi da fastidio quando la gente si fa gli affari miei- rispose lui tentando di entrare dalla porta, ma Fede fu più veloce mettendosi davanti.
-io non mi sono fatta gli affari tuoi- ci tenne a precisare la ragazza.
-Ah si certo, leggere i miei propositi non è farsi gli affari miei- rispose lui, ok forse in quel caso aveva ragione, ma Federica non l’avrebbe ammesso così facilmente.
-quelli sono dettagli, ok? Per una volta che io mi faccio gli affari tuoi, tu mi stressi da quando sono nata tra un po’-
-adesso non esagerare, non ti conoscevo nemmeno quando eri nata- rispose lui appoggiando la mano allo stipite della porta alle spalle di Fede sporgendosi leggermente verso di lei.
-altrimenti saresti stato ossessionato da me già dalla culla?- le chiese con tono un po’ stronzetto lei. Harry si allontanò appena zittendosi nuovamente e Federica lo guardò divertita –stavo scherzando- lo rassicurò lei facendolo sciogliere nuovamente, infatti le riservò un mezzo sorrisetto riavvicinandosi a lei.
-però probabilmente ci avrei provato-  le rispose sincero appoggiando anche l’altra mano bloccandole ogni via di fuga, Fede cercò di rimanere calma, mentre lo vedeva avvicinarsi, probabilmente se vi foste fermati a sentire il suo battito vi sareste resi conto che non lo era, ma almeno cercava di esserlo. Prese un ultimo respiro anche se l’aria era già impregnata dal profumo di Harry per rispondergli.
-e saresti andato in bianco anche allora come adesso-
Il ricciolo la guardò divertito mostrando il suo bel sorrisetto beffardo –ne sei proprio sicura?- le chiese con il suo tono leggermente rauco e seduttore. Fede aprì la bocca per rispondere convinta con un bel sì, ma non ne uscì suono, il sorriso di Harry si allargava sempre di più vittorioso quando la voce del coach rituonò alle loro spalle.
-STYLES! INVECE CHE FARE IL DON GIOVANNI DEI POVERI VAI A CAMBIARTI! MUOVITI!-
Il ragazzo scattò sull’attenti e sorpassò Fede che rimase lì a trattenere una risata divertita per come Harry era sottomesso al coach poi notando che il mister continuava a fissarla non del tutto contento della sua presenza optò per raggiungere la sua classe.
 
Quella mattina il campetto da calcio era piuttosto affollato, le cheerleader in un angolo a provare la coreografia e i ragazzi dall’altra ad allenarsi. Il mister aveva lasciato disposizioni a Louis di prendere le redini per la prima parte, così dopo il riscaldamento e stretching si misero a giocherellare. Le squadre erano sempre le solite, in modo da insegnare l’unità alla prima squadra, questa giocava sempre contro le riserve.
Per quanto riguarda le così dette ragazze pon pon, che poi come nome non va bene data la presenza anche di ragazzi nel gruppo, stavano esercitando la coreografia.
-Shantel non così!- urlò la voce stridula di Trudi in ripresa della ragazza dai lunghi capelli castano chiaro chinata in avanti. –devi stendere le gambe-
-se stendo le gambe sono a 90° non so se capisci- le rispose lei acida, ma quando la bionda la obbligò a farlo sbuffò stendendo le gambe. Nel movimento, la minigonna che indossava le si alzò mostrando le gambe fino alla coscia, lasciando libera di viaggiare l’immaginazione di chiunque le si trovasse dietro.
Harry fece cenno a Louis di scendere in verticale verso la porta, preparandosi a servirlo e così il capitano iniziò a correre guardando a terra, alzò leggermente lo sguardo in un secondo momento fermandosi nel mezzo del campo. Il suo sguardo cadde sulle gambe perfette e slanciate di Shantel, probabilmente nemmeno si era reso conto di aver bloccato l’azione fermandosi così, ma al momento era completamente in un mondo suo parallelo. Rimase a fissare le gambe scoperte salendo fino alla gonna completamente assorto che nemmeno sentì la voce di Harry che lo avvertiva del cross. La palla schizzò a tutta la velocità raggiungendo Tomlinson e colpendolo in piena testa. Nonostante tutto il ragazzo però non si scompose minimamente.
Il ricciolo raggiunse l’amico chiamandolo. –Louis…- ma non ottenne risposta. Provò un paio di volte ma nemmeno quando gli poggiò una mano sulla spalla ottenne reazione. Provò a sventolargli la mano davanti agli occhi e fu allora che il capitano alzò la mano destra per schiaffeggiare e abbassare quella dell’amico.
Harry si girò a guardare per capire cosa avesse rapito così l’amico da non farlo reagire e il suo sguardo cadette sullo stesso punto. Tornò a Louis scoppiando a ridere divertito per poi preoccuparsi di chiudergli la bocca.
-meglio se la chiudi prima che ci entrino le mosche- gli disse sempre ridendo ottenendo l’attenzione dell’amico.
-eh? Cosa?- chiese confuso scuotendo la testa e abbassando lo sguardo in imbarazzo dopo essersi reso conto di cosa era stato preso in flagrante a fare.
-non ho niente da ridire sulla tua scelta- gli rispose il ricciolo tornando a indicare con lo sguardo l’interesse del ragazzo dagli occhi grigio azzurri per poi aggiungere –ma fossi in te guarderei in modo meno plateale, soprattutto con suo fratello nei paraggi-
Louis spinse l’amico divertito da una spalla –sei un coglione Styles- gli disse semplicemente afferrando la palla per poi tastarsi la testa –e mi hai pure fatto male!-
Si riavvicinarono al gruppo nel preciso istante in cui arrivò il mister.
-Allora mandria di capre, avete risolto qualcosa?! Beh no la risposta è ovvia, bene allora controlliamo se ci siete tutti e poi iniziamo con 10 flessioni moltiplicate per 10 per ogni assente-
Iniziò a fare l’appello sbarrando ogni nome dei presenti finché non arrivò a Zayn.
-Malik?- nessuno rispose, -dov’è Malik?- chiese nuovamente questa volta tuonando, e ancora nessuno rispose, iniziarono a guardarsi intorno, solo ora si erano accorti della mancanza di Zayn.
 
-Da quanto sorridi non sembro essere poi così antipatico- disse Zayn dopo l’ennesimo sorriso della mora.
-ok si ti concedo l’essere quasi simpatico- gli rispose Cat sorridendo nuovamente mentre finiva il suo frullato mattutino. Erano seduti su un muretto vicino alla riva del fiume a gambe incrociate, lei a sorseggiare il suo frullato e lui a fumarsi la sua solita sigaretta. Era passata ormai l’intera mattinata eppure la compagnia di Zayn ancora non opprimeva la mora, che al contrario iniziava ad apprezzarla.
-quasi?- chiese fingendosi offeso spengendo il mozzicone e lanciandolo nel fiume.
-inquinatore!- lo riprese lei allungandosi a colpirgli il braccio con la mano, ma lui fu più veloce e l’afferrò scuotendo la testa per niente d’accordo.
-quasi?- ripeté sporgendola verso lo specchio d’acqua sotto di loro.
-No no Zayn stavo scherzando!- si difese lei vedendosi destinata all’acqua. Lasciò cadere il frullato nel cercare di restare aggrappata al ragazzo che continuava a spingerla più giù.
-Come non ho sentito- ripeté fingendo di non sentirla –hai detto qualcosa?-
-ok, ok come vuoi sei fantastico ma tirami su da qui- concluse lei disperata. L’acqua del Tamigi non era il massimo dove fare un bagno e lei non ci teneva a diventare un mutante.
Zayn strattonò appena il braccio riportandola alla posizione di prima leggermente verso di sé.
-ora ho sentito- le rispose con un sorrisetto vittorioso, mentre lei lo guardavo imbronciata.
-mi hai fatto perdere il frullato e non lo avevo nemmeno finito- si lamentò la mora allontanandosi leggermente da lui.
-oh non potrò vivere con questo peso- la prese in giro Zayn saltando giù dal muretto e guardando la ragazza dal basso per poi aggiungere –dai il buon vecchio Malik ti porta a comprarne un altro-
-Come siamo gentili, mi devo preoccupare? Dicono che sei peggio di Scrooge di solito- gli rispose Cat lasciando penzolare le gambe dalla parte dove si trovava Zayn sorridendo.
-No, sono sempre gentile con le belle ragazze- le rispose lui porgendole una mano per aiutarla a scendere, ma lei la rifiutò facendo da sola.
-non ci provare, fai più bella figura- concluse con un mezzo sorrisetto Cat.
-fidati se ci provassi te ne renderesti conto, saresti già persa- tornò lui sul discorso con uno dei suoi profondi sguardi sexy, ma la mora gli scoppiò a ridere letteralmente in faccia.
-vuoi scommettere?- propose lui dopo la risata divertita della ragazza che annuì anche se non sapeva quale sarebbe stata questa scommessa.
-vuoi scommettere che entro stasera sarai nel mio letto?- gli chiese lui avvicinandosi senza cambiare espressione del viso, ma forse non sapeva con chi stava parlando, Cat appoggiò le braccia intorno al suo collo in modo da avvicinarsi e poter poi sussurrargli in modo che solo lui la sentisse.
-Sarò nel tuo letto solo se lo voglio!- detto ciò si voltò per allontanarsi, ma la ferrea presa di Zayn la ritirò a sé.
-Non mi hai risposto- gli mormorò lui e lei annuì stringendo la sua mano senza allontanarsi né interrompere quel contatto visivo. Rimase ad osservare gli occhi color nocciola, particolarissimi del ragazzo quasi ipnotizzata, non li aveva notati prima d’allora, ma erano molto singolari.
Quel momento fu interrotto dal suono del cellulare del moro. Zayn rispose scocciato, come penso ogni adolescente rispondi alla propria madre.
-Perché devo andare io a prendere Ayshaa?- chiese quasi irritato dalla richiesta della madre che trovandosi a Manchester per lavoro non poteva passare a prendere la figlia a scuola all’uscita. Per sfortuna di Zayn, la signora Malik sapeva farsi rispettare e anche piuttosto bene. Il ragazzo riagganciò guardando verso Cat.
-La nostra giornata suppongo debba finire qui, a meno che non sei interessata ad un pomeriggio in stile baby sitter- rispose ironico aspettandosi ovviamente un no per risposta, ma la ragazza le sorrise voltandosi a guardarlo.
-Io adoro i bambini, e poi sono curiosa di vederti in versione fratellone- gli rispose con una punta di ironia sulla parte finale della frase.
I due mori si incamminarono verso la scuola della sorella di Zayn, si chiamava Ayshaa, aveva sei anni ed aveva lunghi capelli corvini come il fratello, e gli stessi occhi ipnotizzanti, un domani sarebbe stata una ragazza per cui tutti avrebbero perso la testa.
La piccola non fece che dare un briciolo di pepe in più al pomeriggio, era una vera fonte di irrequietezza, una bomba di energia e sembrava essere in grado di trasformare completamente Zayn. Dal Malik menefreghista e misterioso superficiale, diventava il fratello maggiore perfetto, cosa che non poteva passare inosservata a nessuno, lo Zayn Malik in questa versione era ancora più attraente del solito.
La sera, la zia del ragazzo passò a prendere Ayshaa, se ne sarebbe presa cura lei, perché i signori Malik avevano avuto un contrattempo a Manchester.  
Come si chiuse la porta alle spalle Zayn sospirò esasperato, Cat lo guardò divertita.
-è davvero buffa tua sorella- gli disse alzandosi dal divano e raggiungendolo nell’ingresso afferrando la sua borsa e la giacca prima di aggiungere –forse è meglio se vado anche io, si sta facendo tardi e tu è meglio se ti riposi dopo questo pomeriggio di giochi-
-si certo prendi in giro- le rispose lui incrociando le braccia al petto.
-Sai Zayn, se avessi sei anni ti vorrei anche io come fratello- continuò lei allacciando la giacca, ma ecco di nuovo quello sguardo così profondo del ragazzo.
-tu non hai sei anni- le ricordò lui avvicinandosi sempre mantenendo quel suo sguardo che probabilmente nemmeno si rendeva conto di fare.
Cat si morse il labbro nervosamente mentre continuava a fissare gli occhi del ragazzo, sentiva il battito accelerare, la testa girare, forse colpa del troppo profumo che usava Zayn, ma al momento non ci voleva pensare.
-già non ho più sei anni- riuscì a ripetere poco prima di sentire le labbra del moro premere sulle sue. Ricambiò quasi automaticamente il bacio schiudendo le labbra per poi sentire le loro lingue scontrarsi, rincorrersi, stava baciando Zayn e quasi non si era resa conto di come fosse successo.
Si staccò leggermente per riprendere fiato riuscendo a staccarsi dal suo sguardo.
-Devi sempre andare?- le domandò lui e lei scosse la testa
-forse posso ritardare un pochino- concluse tornando alle labbra del moro lasciando cadere la borsa mentre lui si occupava della giacca che aveva appena finito di allacciare e che stava per tornare appesa a quell’attaccapanni probabilmente fino al mattino seguente.
Cat aveva lasciato High Hills con il buon proposito di cambiare vita, ma questo era stato prima di scoprire che un ragazzo di nome Zayn Malik viveva a Londra.
 
Era un record, erano già due mattine consecutive che Fede arrivava puntuale a scuola, che non doveva correre per i corridoi e cose varie. Tutti si voltavano a guardarla e  la cosa era piuttosto ovvia dato cosa indossava in quel preciso istante. Si fermò al suo armadietto, inserì la combinazione e lo aprì per buttarvi dentro dei dizionari che non avrebbe usato fino all’ultima ora.
Quando sentì una voce provenire dalla sua sinistra e sorrise chiudendo la porticina
-Harry- disse incrociando le braccia al petto spostandosi una ciocca da davanti i capelli.
-non dovresti mettere i miei vestiti, poi qui la gente pensa male- le disse con un mezzo sorrisetto, sembrava che la dormita gli avesse fatto bene era tornato il buon vecchio Harry Styles di sempre.
-oh non c’è pericolo che pensino male, sanno che non hai speranze con me- concluse il discorso Fede ricambiando il suo sorrisetto.
-Si, divertente, ora che l’hai sfoggiata potresti anche restituirmela vero?- le domandò aspettandosi un sì il ricciolo, ma Fede scosse la testa in senso di negazione e ruotò su stessa –mi sta bene vero?- chiese a Harry che la osservava mentre ruotava mordendosi il labbro sovrappensiero per risponderle senza rendersene conto
-sei bellissima-
Quelle due parole spiazzarono un attimo Fede che si bloccò per poi guardare a terra, non voleva guardare Harry che si rese conto solo in quel momento cosa si era lasciato scappare.
-un complimento?- gli chiese ironica –attento se cerchi di addolcirmi per farti il regalo di Natale dovrai impegnarti di più-
Il ricciolo guardò la ragazza e scoppiò a ridere, una risata sincera –no mi hai scoperto- scherzò per poi guardare l’orario e sbuffare e guardare un ultima volta la giacca.
-puoi tenerla, ma fino alla prossima partita in quel caso mi servirà, sono più sexy con- le disse tutto convinto e Fede non perse l’occasione per dargli ragione per una volta.
-si lo penso anche io-
-quindi pensi che io sia sexy- affermò Harry sentendo che con una frase lei si era tradita, ma Fede cercò di mantenere la calma.
-Con, senza rimani il solito barboncino- le rispose, si voltò per andarsene ma Harry la bloccò doveva chiederle ancora un'altra cosa.
-Fede un ultima cosa, dove sono tutti gli altri miei vestiti?-
La ragazza infilò la mano nella sacca ed estrasse una mazzetta di soldi passandoli al ragazzo confuso che non capiva cosa fosse.
-Quello che è rimasto dei soldi che ho fatto a venderli su Ebay- le rispose lei con un ultimo sorriso per poi aggiungere –ci vediamo a economia- e fatto dietro front dirigersi all’aula.
Il ragazzo rimase a fissare quella mazzetta, poi alzò lo sguardo verso la ragazza e scosse la testa sorridendo prima seguirla, stavano andando nella stessa aula dopotutto.
 
Cat chiuse il suo armadietto come suonò l’ennesima campana quella che la invitava ad andare ad economia ma quando si voltò per andare qualcosa la bloccò.
-Dimenticato qualcosa stamani?- le chiese Zayn che teneva in mano il reggiseno che non era riuscita a trovare la mattina quando si era risvegliata in camera di Zayn e se ne era andata di tutta fretta.
Cat allungò la mano per afferrarlo, ma Zayn lo tirò fuori portata scuotendo la testa.
-eh eh troppo facile così, cosa ottengo in cambio se te lo do?- le chiese con un sorrisetto malizioso stampato in viso.
-Siamo nel mezzo di un corridoio Malik- le rispose lei tentando nuovamente di afferrare il suo indumento.
-mi accontento di un bacio- gli rispose mettendo su quell’aria da innocente che non gli si addiceva per niente.
Cat gli si avvicinò con un sorriso e gli diede un piccolo bacio sulla guancia dato che lui aveva fatto l’errore di non specificare e poi allungò una mano, ma Zayn continuò a scuotere la testa.
-e tu quello me lo chiami bacio?- le chiese per poi passarle la mano libera dietro la vita per avvicinarla a sé prima di baciarla.
Quando si staccò la guardò soddisfatto –questo si chiama bacio- gli rispose con un sorriso, passandole poi il reggiseno e aggiungere –comunque la prossima volta puoi inventare un'altra scusa per ripassare da camera mia-
-non ho bisogno di lasciare la mia biancheria per ripassare da camera tua Malik- le rispose lei con un sorrisetto convinto che lui ricambiò divertito prima di allontanarsi.
Cat buttò quell’indumento scomodo in quel momento nell’armadietto e poi si avviò con tutta la disinvoltura possibile verso la classe di economia.
Come arrivò la classe era ancora mezza vuota, ma la mora poté notare Fede seduta ad un banco a due piuttosto isolato.
-Posso sedermi vicino a lei o qualche barboncino lo ha già prenotato?-
La ragazza alzò lo sguardo fulminando l’amica –come sei stupida- le sorrise per poi aggiungere –hai visto Davis? Era preoccupato ieri sera perché non sei tornata a casa ti ho coperto dicendo che eri da me, ma dove diamine eri?-
Cat le sorrise per ringraziarla e poi aggiunse –dopo ti spiego- alzò lo sguardo verso il corridoio per vedere passare Zayn che si fermò davanti la porta, stava per dirle qualcosa a gesti si vedeva da come si era fermato, ma fu obbligato a bloccarsi quando i suoi ‘grandi’ amici lo raggiunsero alle spalle per salutarlo e lui fu costretto a fingere disinvoltura. Fede guardò l’amica dandole un colpo alla spalla ed esclamando scioccata
-Zayn?!?-
La mora non fece in tempo a risponderle che il prof entrò accompagnando la sua entrata con un –se i signori Payne e Styles vogliono farci l’onore di entrare invece che fare le belle statuine sulla porta sono i benvenuti-
La scena di Fede e Cat fu la più buffa sembravano in sincronia perché entrambe sbuffarono e ruotarono gli occhi al suono di quei nomi, mentre tutte le altre ragazze della classe fissavano sognanti la porta.
Quando anche i due dei scesi in terra, per come erano visti dal 98% della classe, si degnarono di prendere posto il professore iniziò una soporifera lezione sulla macro e micro economia. Fede e Cat stavano discutendo tramite scritte su un foglietto di quello che era successo il giorno prima alla mora, mentre Harry e Liam si stavano sfidando a tris e data la loro grande intelligenza nessuno dei due riusciva a battere l’altro.
Ad un certo punto il professore batté sul banco riottenendo l’attenzione di tutti.
-Bene, per queste settimane natalizie voglio che prepariate un bilancio di economia famigliare, sarà un lavoro a coppie, ogni coppia la decido io e non voglio discussioni, avete tempo tutte le vacanze natalizie per completare il progetto, tutto chiaro?- chiese avvicinandosi al banco di Cat e Fede, per poi guardare quest’ultima con un sorrisetto e aggiungere –Ha capito tutto signora Styles?-
La ragazza sbiancò guardando scioccata il professore, stessa reazione che ebbe anche Harry al quale cadde il libro con un sonoro tonfo, tutti nella stanza scoppiarono a ridere per le espressioni soprattutto Cat e Liam.
Il professore si voltò a guardare la mora che continuava a ridere e guardare l’amica divertita.
-Vedo che la cosa la diverte vero signora Payne?- le chiese. Cat annuì per tutta la frase finché non sentì quelle ultime parole. Si bloccò e sbiancò prima di riuscire ad esclamare insieme a Liam un sonoro
-CHE COSA?!-  


here i am:
E rieccomi con il quarto capitolo, non ho molto da dire ad essere sincera lo ammetto, solo che vi ringrazio per seguirmi mi fa piacere uqesta storia vi abbia preso, beh niente vi lascio recensire e non rompo, presto arriveranno nuovi amici, beh ora mi ritiro perchè sto a pezzi notte notte un bacio xx.

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Capitolo 6
*** i'm sorry for breaking all the promises that I wasn't around to keep ***


 Capitolo 5 - « I’m sorry for breaking all the promises that I wasn’t around to keep »


 

 
-Qualcosa non va?- chiese il prof con un sorriso stampato in faccia piuttosto divertito, Harry guardò Liam e sussurrò
-questo è il karma-
-stai zitto mongolo-gli rispose il ragazzo tornando con lo sguardo al professore, che guardò proprio in quel momento nella loro direzione.
-Vuole dire qualcosa signor Payne?- gli domandò invitando il ragazzo a parlare che annuì per poi proporre.
-Non potrei fare coppia gay?-
Fede annuì appoggiando la sua scelta
-Magari con Styles, non lo vede signore come sono belli insieme?-
-Oh ma io trovo che lei signorina Stewarts sia molto meglio al fianco di del Signor Styles di Payne, e poi mi sembrava essere stato chiaro, non volevo proteste, quindi tornando a noi Signor Styles, lei è un avvocato di grande fama, mentre lei Signorina Stewarts una maestra di elementari in congedo per maternità, avete un figlio di tre anni e una in arrivo. Per quanto riguarda voi, Signor Payne lei è un uomo d’affari di una certa importanza e lei signorina Baker un’agente pubblicitario, avete un figlio al college in America, una figlia di 6 anni e due gemelli in arrivo-
Cat guardò scioccata il prof che si stava sbizzarrendo a crearle la famiglia Weasley, e scosse la testa per aggiungere senza nemmeno accorgersene –poi anche un gatto, un topo e un elefante con due liocorni?-
Tutti si voltarono a guardarla e lei scosse le spalle –che c’è? Manco fossi un coniglio che ne sforna venti per volta di figli- affermò con tono leggermente più alto del precedente.
La campana suonò così il professore prima di congedarsi finì le ultime spiegazioni e divisioni poi li lasciò liberi di scappare.
Cat salutò velocemente Fede per poi dirigersi alla lezione di spagnolo, non aveva intenzione di affrontare Liam adesso e la cosa sembrava essere reciproca, quindi ne approfittò per non arrivare in ritardo per la seconda volta.
Entrò in classe che il prof non era ancora arrivato, notò Zayn sempre nel suo posto all’angolo quasi si volesse emarginare dal mondo, era lo stesso punto dove lo aveva visto anche il suo primo giorno di scuola, si avvicinò lentamente appoggiandosi poi al banco accanto a quello del ragazzo.
-Come è andata economia?- chiese lui senza voltare lo sguardo, si era però accorta della presenza della ragazza.
-Uno schifo potrebbe rendere l’idea- fu la risposta che ottenne. Quelle parole catturarono la sua intenzione infatti si voltò a guardarla e si alzò raggiungendola.
-Che è successo?-
-Uno stupido progetto di economia domestica- rispose la mora alzando lo sguardo.
-Chi sarebbe quello sfortunato a doverti fare da marito?- chiese divertito Zayn, ricordava ancora il suo progetto l’anno precedente, era stato fortunato, era l’unica materia che aveva passato, forse perché la sua ‘mogliettina’ era stata piuttosto brava nel ridirigere tutto il bilancio famigliare.
-Si da il caso che io sia la sfigata, non lui- si finse offesa la ragazza tirando un pugnetto al moro che indietreggiò –e deve ringraziare questo progetto se gli rivolgerò di nuovo la parola- aggiunse.
Zayn la guardò per un attimo scuotendo la testa incredulo poi scoppiò in una sonora risata, era difficile sentir ridere quel ragazzo e Cat non capiva cosa ci fosse da ridere in quel momento.
-Mi spieghi che ti ridi Zayn? Io non ci trovo niente di divertente nel dover passare le mie vacanze a lavorare ad un progetto con Liam-
-Oh non immagini quanto vorrei essere una mosca per vedere la scomodità del momento quando dovrete fingere di essere una famigliola carina che crea il bilancio economico- continuò con la sua presa per il culo lui.
-Perché non muori?- gli mormorò la mora spingendolo lontano da sé, ma Zayn sempre con il sorriso si riavvicinò poggiandole le mani sui fianchi.
-Dai Cat, lo sai che stavo scherzando, era per sdrammatizzare, iniziate stasera?- chiese poi cercando lo sguardo della ragazza che sbuffò prima di annuire –prima inizio, prima me ne libero.-
 
Dopo la prima ora di economia e la seconda di tedesco (oggi avevano conosciuto un nuovo compagno, che per l’appunto era tedesco, ma questa è un'altra storia), Fede aveva ora buca, così iniziò a camminare per i corridoi alla ricerca di Harry.
Lo trovò a fare il suo solito lavoro, il mongolo con qualcuna, gli si avvicinò alle spalle per poi battergli su una delle due.
Harry si voltò con il suo sorrisetto che si spense quando vide Fede ferma a fissarlo.
-Si?- chiese dando le spalle alla ragazza che stizzita se ne andò borbottandogli contro qualcosa.
-Sai quanto non voglia parlare con te, ma devo sapere quando hai intenzione di iniziare questa tortura-
Harry alzò le spalle –quando vuoi, abbiamo una venti giorni di tempo-
-adesso non ti allargare altrimenti come prima spesa ci sarà la parcella per uno dei tuoi amici avvocati per le pratiche di divorzio!-
-nella tua situazione chiedi il divorzio?- gli domandò lui divertito portando le mani in tasca mentre la ragazza davanti a lui dipingeva uno sguardo confuso non capendo il punto.
-sei incinta di mia figlia- gli ricordò lui la famiglia creata dal professore poco prima, fingendosi commosso della cosa allungando una mano verso la sua pancia.
 -no io chiedo il divorzio proprio perché non è tua- gli rispose lei dandogli un colpo alla mano per fargliela ritirare per poi voltarsi per andarsene.
-Ah quindi mi hai tradito? Con chi il postino? L’idraulico? L’elettricista?-
-per piacere il giardiniere è molto più sexy, però anche l’idraulico-
Harry si bloccò guardandola mentre lei continuava a camminare ondeggiando i suoi capelli diretta nel cortile.
-Oggi pomeriggio!- gli urlò lui. Fede si bloccò voltandosi per guardarlo, prima di prendere un respiro e parlare.
-oggi?- chiese nuovamente, ok che voleva togliersi il pensiero, ma iniziare proprio oggi?
-Si oggi, ti aspetto per le quattro e mezza, sai dove abito?- le domandò lui riprendendo a camminare ed avvicinandosi a lei
-No Styles, sai, pedinarti fin sotto casa non è il mio hobby- gli rispose lei scuotendo la testa mentre lui alzava gli occhi al cielo, tutti a scuola sapevano dove abitava, o meglio dove divideva l’appartamento con Louis dato che era sempre la casa delle feste, ma c’era anche da dire che Fede non era mai stata invitata a nessuna di quelle feste prima d’ora.
Harry le lasciò scritto su un foglio l’indirizzo prima di allontanarsi per gli allenamenti tenendo a sottolineare che non doveva ritardare per nessuna ragione al mondo.
 
Aveva rimandato anche troppo la discussione, aveva evitato anche troppo Liam, era arrivato il momento di decidere quando questo lavoro, progetto, sarebbe dovuto iniziare.
Raggiunse il campo da calcio o meglio gli spalti dove c’erano un sacco di ragazzine, probabilmente molto più piccole di lei che fissavano i ragazzi correre avanti e indietro, indicandoli, si ricordò di quando un tempo anche lei era stata così sciocca da perdere le giornate ad indicare i giocatori della prima squadra della scuola che non la consideravano di striscio.
Voltò lo sguardo verso il campo, avevano quelle divise rosse che permettevano di distinguerli da metri di distanza.
Rimase in disparte per tutto l’allenamento, erano una buona squadra e solo allora si ricordò quanto le fosse mancato il poter assistere agli allenamenti, aveva una strana passione per il calcio, l’aveva sempre avuta, un po’ come per la ginnastica.
La voce del mister tuonò che avevano cinque minuti per riprendere fiato. Cat decise che quello era il momento per agire, cercò di individuare la figura di Liam avvicinarsi e quando lo riconobbe si alzò scendendo verso la rete che separava le tribune dal campo. Si fermò davanti al ragazzo chinata a raccogliere la bottiglia. A separarli c’era la sottile rete di contenimento.
Pensò velocemente a cosa poteva dire, era già scomoda quella situazione, figurarsi cosa sarebbe stato il lavorare insieme al progetto.
Prese respiro e si limitò ad un –ehi!- giusto per segnalare la sua presenza.
Liam riconobbe la voce della ragazza e alzò lo sguardo trovandosi i due grandi occhi di Cat a scrutarlo dall’alto. Si portò una mano davanti agli occhi per colpa del sole per potere vedere meglio il volto della ragazza, poi si alzò da terra e adesso poteva sovrastarla nuovamente, era cresciuto ancora dall’ultima volta che Cat lo aveva visto ad High Hills. La sua ombra stava coprendo interamente la ragazza.
-Cat- disse semplicemente con un accenno di sorriso in segno di saluto, anche per lui la scena era piuttosto scomoda, ma aveva provato a cambiare il tutto, e forse a questo punto Harry aveva avuto ragione era il Karma a volergli male.
La ragazza appoggiò le mani alla rete cercando di ricambiare il sorriso, rimase per un attimo in silenzio ad osservare Liam, si forse non avrebbe dovuto fissarlo così tanto sapeva che era maleducazione farlo, ma non riusciva a fare diversamente. Si decise infine a sfruttare il momento e quindi a parlare dato che cinque minuti non sarebbero durati in eterno, prese un respiro prima di sputare quelle parole.
-Volevo sapere quando avevi intenzione di iniziare il progetto di economia-
-Giusto- rispose lui, non aveva avuto tempo di pensare, ma non aveva nemmeno preferenze sul quando lavorarci, né dove, né come. –non ci avevo ancora pensato, colpa dell’allenamento- si scusò velocemente mentre il mister li stava richiamando, perfetto come non detto i cinque minuti erano volati senza la conclusione di niente.
Liam guardò il centro del campo poi tornò a Cat e velocemente le disse –quattro e mezza da me, chiedi a Shantel l’indirizzo- prima di scappare verso il centro del campo con gli altri. Cat guardò l’orologio perfetto aveva due ore per prepararsi psicologicamente ad affrontare Liam faccia a faccia.
 
Fede guardò più volte quel foglietto con la calligrafia indecifrabile da gallina di Styles, guardò un portone nero davanti a sé, non era sicura fosse quello giusto, ma la pessima scrittura non aiutava a dare certezze.
Attraversò la piccola stradina che vi passava davanti e salì tre gradini, poi suonò il campanello, aspettò cinque minuti, ma niente, suonò una seconda volta e il volto distrutto di Harry fece capolino da dietro la porta.
-Ti ho disturbato mentre rivedevi l’ultima causa con la tua segretaria?- gli domandò lei a presa in giro alla vista dell’aspetto devastato che aveva.
-sei in ritardo di cinque minuti- le fece notare lui senza risponderle alla frecciatina.
-sono qui fuori da cinque minuti semmai, sei tu lento a venire ad aprire- lo canzonò lei, mentre lui apriva la porta per farla entrare. Chiuse la porta alle spalle per poi precederla verso il salotto adiacente.
La fece accomodare, sapeva essere anche un galantuomo quando si impegnava, Fede poté notare la sacca dell’allenamento gettata in un angolo, segno che l’aveva lasciata lì nella fretta,
-Ti offro qualcosa?- le chiese il ricciolo cortese, ma Fede scossa la testa in segno di rifiuto.
-Guarda che mica ti voglio avvelenare- le disse con un mezzo sorrisetto divertito, ma Fede rifiutò nuovamente.
-non ora grazie Harry-
I due iniziarono a lavorare al progetto da subito e persero ogni cognizione del tempo, erano ormai le sette quando la porta di casa si aprì e alle sue spalle Fede riconobbe la voce del coinquilino di Harry, Louis.
-Oh mio Dio, siamo sicuri che questa sia casa mia?- domandò scioccato mentre si chiudeva la porta alle spalle portandosi dietro il profumo di pizza.
Harry scattò in piedi andando verso l’amico che lo bloccò
-Vade retro Satana, che hai fatto al mio amico? Dove è Harry Styles? Cioè siamo davvero alla fine del mondo o cosa? Tu in casa con tutti i vestiti addosso? Di solito ti trovo a sbatterlo a destra e a manca oscillando e guardandotelo pensando ‘ciao amico mio, come siamo grandi oggi? Lavorato bene? Sei rimasto troppo a secco? Stasera andiamo a caccia va bene?’-
Per tutto il discorso Harry aveva cercato invano di zittire l’amico, facendogli vari gesti, indicando il divano, ma Louis lo aveva completamente ignorato. Come si zittì Fede spuntò con la testa da dietro il divano.
-Louis!- lo salutò con un cenno e il ragazzo si bloccò in un oh! Per poi guardare l’amico e mormorare un scusami.
Fece segno a Harry di avvicinarsi per poi chiedergli –che ci fa lei qua?-
-è mia moglie- rispose il ricciolo fingendosi serio.
-Brutta carota a cespuglio ti sei sposato senza dirmi niente! Fuori da questa casa subito!- lo inveì indicando la porta per poi voltarsi verso Fede e aggiungere –tu puoi restare, camera di Harry è libera e abbiamo cambiato le lenzuola stamani quindi non rischi nessuna malattia.- sorrise solare, come Fede non lo aveva mai visto fare prima di andare verso la cucina.
-Ho comprato la pizza, carote ne volete un pezzo?- domandò da quella stanza. Harry si voltò a guardare Fede prima di chiedergli con un sorriso dei suoi, quelli che mostravano le due fantastiche fossette ai lati, al quale nessuno riusciva a dire di no, eccetto Fede.
-Resti con noi?-
La ragazza scosse la testa alzandosi dal divano e afferrando la giacca.
-No rientro, i miei mi staranno aspettando- concluse la ragazza per poi incrociare lo sguardo da cane bastonato del ricciolo.
-ok un'altra volta resto, basta che la pianti con quello sguardo- aggiunse mentre si avvolgeva nella sciarpa di lana, Harry tornò a sorriderle per poi guardare la sciarpa e indicandola.
-È di Niall vero?- le chiese e Fede annuì semplicemente prima che il ricciolo aggiungesse –la sua squadra preferita-
-Tu come fai a saperlo?- gli chiese lei mentre si avviavano entrambi verso la porta.
-Eravamo buoni amici una volta- le ricordò lui, ed era vero, Harry e Niall erano grandi amici da piccoli e Fede non aveva mai capito perché all’improvviso Harry avesse cambiato così atteggiamento nei suoi confronti, e probabilmente nemmeno il suo leprecauno biondo l’aveva mai capito.
-Giusto lo dimentico a volte- concluse per poi aprire la porta e aggiungere prima di lasciare la casa –Notte Harry-
-Notte Fede- gli rispose lui. Chiuse la porta non appena la sera inghiottì Fede e alle sue spalle la voce di Louis iniziò ad indagare.
-Allora?-
-Allora cosa?- gli chiese Harry raggiungendolo in cucina.
-A che punto siamo?- insistette l’amico passandogli un piatto e aprendo il cartone con la pizza già tagliata.
-Ci sto lavorando, e se tu fossi così carino da non sabotarmi-
-Se tu mi avvertissi io non farei figuracce con le ragazze che cerchi di conquistare non pensi?- lo interruppe l’amico sbuffando e passandogli anche una fetta di pizza. Harry l’addentò e la sputacchiò subito.
-Louis, ma perché continui a prendere la pizza orange con carote e arance che fa vomitare?-
-Amico ci sono le carote, non so se capisci le carote- gli rispose il ragazzo dagli occhi grigio azzurri ipnotizzanti.
-sai dove te la infilo la carota Tomlinson?- gli domandò minaccioso il ricciolo
-Oh si proprio lì Styles- lo prese in giro l’altro fingendo un gemito di piacere, erano sempre così, a scuola sembravano dei cazzoni, dei montati senza cervello, ma a casa erano due normali adolescenti senza cervello che si divertivano a fare cavolate anche a tavola, e non avendo genitori con il fiato sul collo, a loro due riusciva nel migliore dei modi.
 
Per Cat non era stato difficile trovare casa Payne, Shantel gliela aveva descritta perfettamente, e l’assenza della ragazza come anche di chiunque altro aiutava in parte ad allentare la tensione. C’erano stati si dei momenti piuttosto scomodi in cui era caduto il silenzio, ma dato che non parlavano da tempo, da  più di un anno si può dire che in linea di massima se la stavano cavando.
Data la scomodità del salotto in stile cinese per scrivere si erano dovuti arrangiare sula scrivania in camera di Liam. Il ragazzo si assentò per qualche minuto quando suonò il telefono e l’unico funzionante si trovava al piano di sopra.
Cat aveva urgente bisogno di una gomma, si guardò intorno, dopotutto quella era una scrivania magari in uno dei cassetti ce n’era una. Aprì il primo quello sulla destra, pieno di miliardi di cosa ma zero gomme.
Passò al secondo, quello sulla sinistra ed era completamente vuoto, ma la sua attenzione fu colta da un taglio sul fondo del cassetto vi passò due dita sotto e il fondo in legno scattò verso l’alto svelando un contenitore segreto. Notò la presenza di un foto, ma da quella posizione non riusciva a vederla bene. Infilò la mano afferrandola per tirarla sotto la luce. La guardò e la riconobbe, avrebbe voluto non sorridere come stava facendo, ma non poteva nascondere che il fatto che Liam la tenesse ancora un po’ di piacere le faceva. Chiunque si sarebbe chiesto perché quella foto si trovava lì, e invece a Cat faceva solo piacere che lui non l’avesse bruciata come aveva fatto lei con tutte quelle di Liam che aveva.
Sentii i passi su per le scale così si affrettò a rimetterla apposto e a chiudere il cassetto come se niente fosse, si voltò verso la porta proprio nell’esatto istante in cui Liam rientrò.
-Tutto bene?- le chiese vedendola leggermente tesa, più di quando se ne era andato per rispondere.
-Si, si hai una gomma? Non sapevo dove cercarla- rispose lei tornando a fingere disinvoltura. Il ragazzo annuì afferrando la borsa dove aveva buttato dei libri del mattino precedente e iniziò a frugare per poi afferrarla e allungare la mano per passarla alla mora.
Nell’afferrarla Cat scontrò la mano di Liam, il primo contatto possiamo dire, aveva cercato per tutta la sera di evitarlo, ma non era riuscita e il sentire il contatto con la sua mano, non per sembrare tragici, ma fu quasi una fitta al cuore.
Presa la gomma ritrasse velocemente la mano voltandosi a finire di sistemare quella parte iniziata quel pomeriggio, improvvisamente l’aria si fece pesante e tesa, Liam si alzò nuovamente iniziando a camminare, lo faceva sempre quando era a disagio.
La mora concluse il tutto e chiuse la cartella voltandosi poi a guardare il ragazzo.
-Liam mi stai facendo venire il mal di mare riesci a stare fermo un attimo?- gli chiese alla fine alzandosi dalla sedia.
Lui si fermò voltandosi a guardarla e annuendo appena come in segno di assenso per poi tornare a sedersi sul bordo del suo letto.
-Si può sapere che hai?- chiese nuovamente la ragazza avvicinandosi al ragazzo –ok che fa strano, e ci sta un po’ di disagio, ma non ti ho visto mai così nervoso da camminare in continuo ormai avrai consumato le suole- aggiunse cercando di sdrammatizzare la situazione.
Liam rimase in silenzio per un attimo guardando davanti a sé poi sputò quello che gli passava per la testa.
-Non solo è scomodo tutto questo, è… non lo so ok, opprimente quasi, non so come fai a restare impassibile nonostante il fatto che mi odi-
Cat scosse la testa –tu pensi che ti odio? No non ti odio Liam-
-sei sicura?- chiese il ragazzo poco convinto della risposta della mora.
-Si, non ti odio, non potrei mai farlo, però sono ferita- gli spiegò per poi allungare la mano verso di lui –dammi la mano-
Il ragazzo l’allungò in modo che Cat potesse afferrarla, poi la portò fino al suo cuore e gli chiese
-Lo senti?-
-Cosa?- rispose Liam non capendo e la mora spiegò in poche parole.
-Il mio cuore, è spezzato Liam, ed è stata colpa tua- dopo quella frase rimase un attimo ad osservarlo, guardò il suo sguardo, che era spento proprio come quando lo aveva incontrato appena varcata quella porta e lui era appena uscito dallo sgabuzzino con Ollie, era spento come l’ultima volta che lo aveva vista prima che la macchina la prendesse in pieno.
Riuscì ad abbassare il suo e ad alzarsi afferrando la borsa e la giacca.
-Devo andare, Davis mi ha dato il coprifuoco, non vuole che passo troppo tempo qua- spiegò e Liam annuì sapeva che probabilmente Davis si era fermamente opposto al progetto, Cat afferrò la cartellina e la buttò nella borsa prima di andare verso la porta.
Si voltò un ultima volta a guardare Liam ancora seduto dove lo aveva lasciato.
-Buonanotte Liam-
-Notte Cat- gli rispose lui alzandosi per accompagnarla ma lei fece segno che non importava e raggiunse l’entrata.
Quel pomeriggio era stato peggio di un tuffo dentro un pensatoio aveva bisogno di cancellare ogni singola immagine e conosceva solo un modo per non pensare a Liam, solo una persona che l’aiutava a dimenticare, estrasse il telefono e mandò un messaggio a Zayn.
Devo vederti tra cinque minuti in fondo alla via dove abita Liam
 
Quella sera era esattamente come un'altra per Zayn ,Fabbric e poi chi lo sa, magari un incontro con qualche ragazza conosciuta, non aveva una fidanzata ufficiale, in quanto Cat, non lo era quindi tecnicamente non avrebbe tradito nessuno quella sera.
Si trovava appoggiato alla sua solita colonna, i volti delle ragazze erano sempre i soliti, i soliti di tutte quelle che si era già passato, ruotò gli occhi annoiato quando fu rapito da due cerchi azzurri che squarciavano la notte.
Bingo, l’aveva trovata, era un volto nuovo, mai visto da quelle parti e si trovava proprio al centro della pista, stava ballando sola, attorniata da vari ragazzi che la fissavano muoversi, ma tutti sembravano troppo spaventati per avvicinarla, si fece largo a fatica tra la folla sudaticcia fino a raggiungerla e quasi come se tutti in quel locale lo temessero, si dileguarono nella notte, lasciandolo solo con la ragazza che possedeva quei due occhi magnetici.
Iniziarono a ballare un paio di canzoni, poi Zayn le si avvicinò all’orecchio per invitarla a prendere qualcosa, lasciarono la pista raggiungendo il bar, ordinarono e poi il moro si voltò ad osservare la ragazza su cui le luci colorata si divertivano a lasciare i loro colori.
-Allora Memi, è la prima volta che vieni al Fabbric?- le domandò interessato non aveva mai visto lì quella ragazza altrimenti si sarebbe ricordato sicuramente e la ragazza annuì
-Si di solito non vengo da questa parte della città, ma stasera mi hanno dato buca-
-Beh allora devo ringraziare chiunque sia stato, altrimenti non ti avrei conosciuto-
-Se questa è la tua tecnica per provarci allora ti conviene rivederla è piuttosto carente- gli rispose lei afferrando il suo drink e bevendone un sorso.
Zayn le sorrise, sapeva come rendersi interessante, lui amava il dover sudare per conquistare, lo divertiva molto più di tutte quelle che ridacchiavano e poi accettavano qualsiasi cosa lui proponesse.
Il fatto che questa ragazza però sapesse come rispondergli e rendersi interessante, iniziava in parte a fargli paura, perché sarebbe stato più lungo il processo di ‘caccia’ ed era una cosa nuova, quasi un rischio possiamo dire, di solito otteneva tutto quello che desiderava in serata.
Mentre era assorto nei suoi pensieri e sorseggiava il suo drink sentì la tasca vibrargli.
Estrasse il telefono e lesse il messaggio di Cat, sorrise soddisfatto della notizia. Era esattamente cosa gli serviva, divertimento senza troppo impegno per cercarlo, alzò lo sguardo verso Memi ancora seduta davanti a lui, e con sguardo dispiaciuto, infondo era un bravo attore le disse.
-Mi dispiace Memi, mia sorella Cat, una noia, le amiche le hanno dato buca e vuole che la riporto a casa, non mi fido a lasciarla da sola per la città a quest’ora, è stato comunque un piacere conoscerti e spero di rivederti presto-
-lo vedo difficile- rispose lei che sapeva bene che era stato un caso se sia Chiara che gli altri quattro orsi con cui divideva la casa le avessero dato buca e che lei fosse finita proprio al Fabbric, invece che al Cube come ogni sera.
Zayn le allungò il telefono –lasciami il tuo numero ti chiamo-
-Sai che non si dice mai ad una ragazza di lasciarti il numero se poi non la richiamerai?- incalzò lei, ne aveva conosciuti di ragazzi come lui a casa, in Italia, ti chiedevano il numero, fingevano interesse e di chiamarti e poi non lo facevano più e la sera dopo in discoteca li trovavi avvinghiati su un'altra, ma gari che era stata più rapida di te a far uscire la lingua e infilarla nella bocca dell’altro.
-Ti chiamerò, sono uno apposto io- tentò di rassicurarla Zayn, Memi segnò il numero e poi saltò giù dallo sgabello, si avvicinò al suo orecchio e gli sussurrò.
-Dalla tua faccia non si direbbe- prima di regalargli un ultimo sorrisetto e allontanarsi nuovamente verso la folla, per tornare a divertirsi.
Zayn scosse la testa, quella ragazza era diversa dal solito, era interessante e… ci stava pensando troppo per i suoi gusti finì in un sorso il suo drink prima di dirigersi all’uscita per andare a recuperare Cat.

here i am:
mi scuso in anticipo per orrori di battitura, verbi, ripetizioni e scrittura orrbile. Mi scuso se non è all'altezza dei precedenti, ma oggi ho scritto nonostante stessi uno schifo, non voglio fare la vittima ma avevo e ho un mal di testa atroce, gli occhi mi si chiudono e dovevo finire per forza entro oggi perchè domani sarò assente tutto il giorno.
Niente spero solo che possiate apprezzarlo ugualmente, non è un granchè soprattutto il finale non mi convince, ma ci sono anche molti scene che mi piacciono nonostante tutto, Grazie ancora a tutte le lettrici e recensitrici (sempre se si dice) Memi non mi stressare con i verbi perchè oggi non ero in vena di metterli corretti.
Sono agitata e non sto nella pelle perchè nel prossimo capitolo arriva il personaggio in cui mi identifico, per chi se lo fosse chiesto, no non sono immedesimata in Cat, ma lo sarò in un personaggio nel prossimo capitolo, non so esattamente che altro dire solo una cosa grazie a tutti per seguirmi un bacio xx.

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Capitolo 7
*** You maybe thinking I am strange. Not every single day, no, beauty comes my way, so do you believe in love at first sight? ***


Capitolo 6 - « You maybe thinking I am strange. Not every single day, no, beauty comes my way, so do you believe in love at first sight? »


 

 
-Tu mi hai dato buca l’altra sera e io ho conosciuto un ragazzo, che… mamma mia quanto arrappa- rispose la ragazza mora dagli occhi azzurro ghiaccio guardando l’amica buttata sul letto con il portatile sulle gambe.
-Memi, ma possibile che tu pensi sempre e solo a quello? Ma è il tuo chiodo fisso per caso? Non so cercati un hobby, distraiti- rispose l’altra scostando per un attimo lo sguardo dallo schermo.
-Non è colpa mia se tu sei una suora,  ti manca il velo e poi sei apposto- rispose aprendo l’armadio e iniziando a cercare una maglietta per cambiarsi. La ragazza dai capelli castano chiari, ma con le punte rosso fuoco, ovviamente dovute ad una tinta, si alzò raggiungendo l’amica e guardandola contrariata da dietro.
-Io non sono una suora, e sai che ti dico, non ho voglia di sentire il tuo incontro con il ragazzo arrappante- concluse mentre Memi riemerse da quell’armadio .
-Tu sei solo gelosa- disse ironica facendole la linguaccia per poi aggiungere -farsi un giro, non comprende l’andare a mangiare cara Chiara, e poi tu mi devi spiegare dove lo metti tutto quello che ti mangi-
Si infilò la maglia e la seguì nell’altra stanza dove i tre ragazzi con cui dividevano la casa stavano giocando a bigliardino.
-nel cervello- le rispose facendole una linguaccia a sua volta mentre afferrava il Woolrich e lo indossava, afferrando il suo capello da panda.
-¿a dónde vas?- chiese Mateo alzando lo sguardo dal bigliardino per guardare la sua migliore amica indossare la sua tenuta da uscita e aprire la porta. Fuori era nevicato e l’aria natalizia si sentiva ovunque, nonostante non stessero nella zona più viva di Londra.
-Secondo te? Dove può andare quel pozzo?- gli rispose Memi scuotendo la testa per poi guardare i coinquilini e aggiungere –gioco anch’io spostati Mateo!- e rubare il posto al ragazzo più vicino, che data la sua negazione in quel gioco non si oppose più di tanto.
-Vieni con me?- chiese alla fine Chiara afferrando la giacca del ragazzo e tirandogliela, sapeva già che la risposta sarebbe stata positiva, non le diceva mai di no e se non fosse stato che lui non sarebbe potuto mai interessarsi a lei, dato il suo gusto verso i ragazzi invece delle ragazze, lo avrebbe sposato già anni fa. Mateo annuì afferrando il giubbotto e seguendola fuori nel freddo invernale.
 
Zayn si stiracchiò spalancando le braccia e rendendosi conto di essere solo, quella ragazza c’era da ammettere che era più brava di lui a svignarsela la mattina, aprì gli occhi mettendosi a sedere notandola seduta al margine del letto intenta ad allacciarsi gli scarponcini ancora in reggiseno.
-Scappi di già?-
La mora si voltò a guardarlo e gli annuì –è già la seconda sera di fila che manco a casa, mio fratello inizia a farsi venire gli attacchi di panico poi-
Zayn corrugò la fronte –addirittura attacchi di panico- chiese un po’ divertito dall’assurdità della cosa.
-Gliene ho combinate abbastanza da fargli venire attacchi di panico- gli rispose Cat annuendo e ripensando a quante preoccupazioni aveva già dato al fratello.
-Eri così matta?-
-Diciamo- concluse lei afferrando la maglietta e indossandola alzandosi. Zayn afferrò i suoi boxer infilandoli e la raggiunse.
La afferrò dai fianchi fermandola
-Dai resta ancora un po’- le chiese con uno dei suoi sguardi profondi
-No Zayn davvero non posso- cercò di opporsi anche se in fondo non sarebbe stata inutile come cosa, Cat come anche il moro sapeva bene che alla fine avrebbe ceduto.
La ragazza abbassò lo sguardo e prontamente Zayn glielo fece rialzare passando una mano sotto il suo mento.
-Sappiamo entrambi che alla fine tu resterai qui, ma se ti piace giocare e perdere- le sussurrò con il suo fare corteggiatore avvicinandosi pericolosamente alle sue labbra, ma poco prima che le toccasse, la mora indietreggiò liberandosi dalla sua presa.
-No Zayn questa volta sono seria, devo andare- concluse afferrando la giacca e voltandosi dandogli le spalle e raggiungendo la porta. Come poggiò la mano sulla maniglia la voce di Zayn la raggiunse di nuovo
-Come puoi convincere me se te per prima non sei convinta?- le chiese avvicinandosi. La mora rimase immobile mentre lui dopo averla raggiunta le spostò i capelli dalla spalla destra, la solita dove la maglia cadeva leggermente lungo il braccio lasciando libera la spalla. Vi passò prima l’indice partendo dal collo poi sostituì quel contatto con quello delle sue labbra.
Cat socchiuse gli occhi cercando di controllarsi anche se sapeva che infondo era inutile. Sentiva la mano di Zayn scendere lungo il suo profilo mentre quella tortura continuava, sentiva il suo battito aumentare per l’eccitazione del momento, quello che sentiva verso quel ragazzo era molto carnale e più si forzava di staccarsi dal contatto fisico con lui più qualsiasi gesto lui facesse amplificava quella voglia di lui all’ennesima potenza. Si voltò a guardarlo –non mi trattengo tanto però- disse secca prima di baciare le sue labbra e rispingerlo verso il letto, sentendolo dilatarsi in un sorrisetto vittorioso mentre se la trascinava dietro, aveva vinto un'altra volta.
 
-Mi spieghi perché devo venire con te anche a svegliare la tua migliore amica? Cioè io che c’entro?- mormorò Davis guardando il biondo sorridente davanti a lui che aspettava che qualcuno venisse ad aprire alla porta. Dopo pochi secondi una signora spuntò dalla porta, assomigliava parecchio a Fede, aveva gli stessi lunghi capelli  castano scuro, gli occhioni grandi e marroni, probabilmente doveva essere la madre.
-Niall?- disse con un sorriso dolce la signora per poi guardare verso Davis con sguardo confuso.
-Mary- ricambiò il saluto il biondo, mentre la signora gli faceva segno di accomodarsi, per poi aggiungere –lui è Davis, ultimo acquisto, è il vostro vicino- a spiegare la presenza del ragazzo alla sua sinistra.
-Ahhh il figlio di Sophia? Vieni entra caro- lo invitò Mary e dopo che anche Davis entrò, chiuse le porta precedendoli in salotto –Fede dorme ancora, come penso tu immagini Niall, sedetevi pure vi offro qualcosa?-
I ragazzi scossero la testa sedendosi sul divano –in realtà ero venuto a cercare Fede, sai per sapere se era ancora viva dato che sono due giorni che non la vedo circa- disse ironico mettendosi comodo come se fosse a casa sua.
Mary gli sorrise, quel ragazzo ormai era come se fosse di famiglia, anche se ultimamente era passato da quelle parti più di rado, probabilmente colpa degli studi pensava sempre la signora Stewarts.
-Se pensi di riuscire a svegliarla è in camera sua-
Il biondo sorrise alzandosi e guardò l’amico tirandogli il telecomando –tò tu guarda qualcosa io ci metterò un secondo-  
Davis si ritrovò seduto sul divano con il telecomando in mano tutto solo con la madre di Fede mentre Niall era sparito in un nanosecondo.
-Guarda pure la TV caro, io devo andare a finire la cucina, ma tu fai come se fossi a casa tua nell’attesa-
-Grazie Signora Stewarts- le rispose educatamente, ma lei scosse la testa e con un sorriso le disse –chiamami Mary non sono ancora così vecchia come mia madre-
Nel frattempo Niall raggiunse la camera di Fede l’aprì senza fare rumore per prenderla di sorpresa quando sulla sedia notò la sua sciarpa da tempo andata persa.
-BRUTTA LADRA!- urlò facendo sobbalzare la ragazza sul letto. Fede si guardò intorno confusa strofinandosi gli occhi finché non notò Niall voltato di spalle chino su qualcosa.
-Ma sei cretino? Che cosa ti urli alle undici di mattina?- gli rispose lei sbadigliando dopo aver controllato la sveglia per poi bloccarsi quando il biondo si voltò con la sciarpa in mano.
-L’avrai lasciata allo stadio vero?- ripeté le parole che gli aveva detto lei quando lui aveva messo la casa a soqquadro perché non la trovava.
-Oh guarda cosa è rispuntato- finse innocenza la ragazza per poi aggiungere –l’hai ritrovata? Dove era?-
-Sulla tua sedia!- gli rispose il ragazzo mettendosela al collo nonostante i 40°C che c’erano in quella stanza.
-Chissà come ci sarà finita- mormorò la ragazza alzandosi da letto stiracchiandosi nel suo pigiamone di Peter Pan tutto caldo.
-Mah chi lo sa- la prese in giro il ragazzo per poi guardarla incrociando le braccia tornando a lisciarla e a parlarle come se fosse una persona o peggio la sua ragazza data che la chiamava ‘amore mio’ o ‘mia vita’.
-Amico tu hai bisogno di una ragazza lo sai?- le disse lei sistemandosi un po’ dopo essersi specchiata ed aver scambiato se stessa per uno zombie.
Niall evitò il discorso sedendosi sul letto dell’amica –come va con Harry?-
A Fede partì l’elastico che teneva teso in mano che planò contro il poster sulla parete che si staccò finendo in testa all’amico.
-Lo prendo per un male- rispose lui scoppiando a ridere.
-Visto cosa hai combinato con le tue domande inutili?- lo riprese lei andando a sistemare il poster dandogli un colpo alla spalla facendolo alzare.
-Io? Ma sei tu che diventi scoordinata quando si parla di Harry, non è che ti piace?- le chiese con un sorrisetto di chi la sa lunga.
-Ma cosa ti sei fumato stamani? Possiamo cambiare discorso per favore?- concluse lei lasciando andare il poster nuovamente dopo l’ultima domanda del ragazzo.
-Ok, io e Davis stavamo andando a mangiare da Nandos vieni con noi?- le chiese lui incrociando le braccia.
-Se mi dai il tempo di cambiarmi e sistemarmi si- rispose lei. Il biondo annuì andando verso la porta per lasciare l’amica a sistemarsi.
-Mettiti roba pesante che ha nevicato stanotte mentre tu eri intenta a sognare…- ma non riuscì a finire il discorso perché Fede gli tirò una gomma prendendolo in pieno.
-Ci vediamo giù Niall!- concluse facendogli segno di andare.
 
-me debes explicar lo que hacemos aquí- disse Mateo guardando la ragazza seduta davanti a lui dentro il locale affollato data l’ora, era mezzogiorno, e una marea di gente si era rifugiata da Nandos.
-primo piantala con lo spagnolo che non stiamo in Spagna, e secondo mangiamo è mezzogiorno, che si fa in un ristorante a mezzogiorno?- le rispose Chiara come se fosse ovvio, per poi dargli un colpo al braccio –e piantala di fissare i ragazzi-
-Sabes, Memi tiene razòn, sos una monja- gli rispose lui ridendo mentre iniziava a mangiare e toglieva la sguardo dai ragazzi nella stanza portandolo sull’amica davanti e lui che alzò un osso del pollo
-Sai dove te lo infilo questo?-
-No preferisco altro, che è poi quello che dovresti preferire anche te a meno che non mi sono perso dei passaggi-
-perché non mi sono portata dietro Memi?- chiese disperata Chiara, adorava avere come amico un ragazzo come Mateo, aveva buon gusto in fatto di ragazzi, o almeno aveva i suoi stessi gusti, cosa che li faceva andare molto d’accordo in materia, anche se lui era più esplicito come Memi, ma in quel momento lo avrebbe preso a colpi di ossa in testa davanti a tutti.
-Perché io sono più figo, e ho più buon gusto, ma se vuoi posso entrare meglio nella parte- continuò sorridendo verso un tavolo prima di tornare a Chiara –quello là arrappa-
-Deficiente- concluse la ragazza alzandosi per andare a prendere un tovagliolino, ma nel voltarsi si scontrò con un ragazzo che stava portando  un vassoio. Inutile dire che tutto il contenuto le piombò sulla maglietta bianca.
-Scusa, scusa- disse il ragazzo mortificato rimanendo immobile con il vassoio tra le mani e fissando la macchia sulla maglia della ragazza. Chiara nel suo perfetto italiano, che aveva imparato grazie alle lezioni impartitegli da Memi, si lasciò scapare la sua raffinatezza e finezza nel rivolgersi al ragazzo
-Scusa un cazzo, scusa- disse abbassando lo sguardo sul disastro per poi alzarlo subito dopo e notare per la prima volta la persona davanti a sé. Non era molto più alto di lei, aveva capelli biondi corti e due occhi azzurri paragonabili diciamo ad un cielo estivo da quanto erano azzurri.
Chiara rimase per un attimo a fissarlo immobile poi accennò un sorriso mezzo imbarazzato per la figuraccia e il modo in cui gli si era rivolta. Niall continuava a scusarsi e dopo aver appoggiato il vassoio ormai mezzo vuoto allungò i tovaglioli che aveva in mano alla ragazza in modo che si potesse pulire. Chiara gli fece cenno che era tutto apposto e non c’era problema, anche se in realtà quel ragazzo le aveva appena rovinato la sua maglia preferita, ma era meglio lasciar stare, magari con un po’ di candeggina sarebbe tornata nuova dato che non aveva scritte o disegni strani.
Il biondo riafferrò il suo vassoio scusandosi un ultima volta per poi allontanarsi e non appena fu fuori portata di orecchio Mateo la guardò divertito prima di tornare a parlare
-Eso era caliente-
-Zitto e mangia- gli intimò lei scuotendo la testa iniziando a pulirsi per poi lasciar perdere, tanto avrebbe solo peggiorato le cose. Voltò lo sguardo per un momento alla sua destra e notò quel ragazzo dagli occhi fantastici di poco prima sedersi ad un tavolo dove si trovavano anche una ragazza e un altro ragazzo.
-Ok ora quello che si sente escluso sono io- richiamò la sua attenzione Mateo che la stava fissando come se volesse studiare la sua espressione –non ti ho mai vista così mi fai paura-
-tu mi fai paura sempre quindi penso siamo pari no?- le rispose lei distogliendo lo sguardo da quel ragazzo di cui non sapeva nemmeno il nome per riportarlo sul suo pranzo.
 
-Oh chi non muore si rivede- mormorò Davis vedendo arrivare l’amico con il vassoio e lo sguardo un po’ assorto.
Quando poggiò il vassoio mezzo vuoto, Fede si alzò per controllare se la vista le stava giocando brutti scherzi o se davvero il piatto di Niall era in quelle condizioni. Quando si rese conto che quelle che vedeva era reale si sporse verso l’amico poggiandogli una mano sulla fronte.
-Sicuro di non avere la febbre?- le chiese rimettendosi a sedere e l’amico le rispose con una smorfia
-no non ho la febbre- disse guardando il piatto rendendosi conto che era mezzo vuoto solo in quel momento.
-si può sapere che ti è successo? Dove è finito il cibo allora?- chiese Fede sempre più interessata a quel punto, il suo amico sembrava cadere dalle nuvole e rendersi conto solo ora di avere il piatto vuoto.
-mi è caduto- rispose tranquillo iniziando a mangiare quel poco che gli era rimasto mentre i due ragazzi continuavano a guardarlo sempre più sorpresi.
-E tu non hai rifatto la coda?- chiese incredula la ragazza guardando l’amico.
-Non ci ho pensato- ammise il ragazzo scuotendo la testa e le spalle lasciando senza parole gli altri due che si guardarono ancora confusi, Fede stava per fargli l’ennesima domanda quando le squillò il telefono interrompendola, guardò il numero e non lo conosceva però rispose ugualmente.
-Pronto?- chiese con la bocca piena
-Fede- disse la voce di Harry dall’altra parte, la ragazza quasi si strozzò iniziando a tossire.
-Se ti faccio quest’effetto forse è meglio che ti avverto prima di chiamare- continuò la voce con un tono di presa in giro.
-Harry?- chiese incerta cercando di riprendersi mentre Davis le passava il bicchiere dell’acqua –come diamine fai ad avere il mio numero?- gli chiese poi appena si riprese mettendosi seduta comoda.
-Ho i miei informatori- rispose lui sorridente mentre gli arrivava la voce di Louis dalla cucina che cantava Valerie.
-è Louis quello in sottofondo?- chiese la ragazza lasciando perdere il discorso, non voleva sapere come Harry avesse avuto il suo telefono glielo avrebbe chiesto faccia a faccia un giorno o l’altro.
-Si sta finendo di dare fuoco alla cucina- le rispose lui per poi sentire dei rumori e brusii in sottofondo –dove sei?-
-Che ti interessa?- gli domandò la ragazza in un primo momento seguendo lo sguardo del biondo davanti a lei che si era voltato alla sua sinistra e fissava un tavolo con una ragazza dagli strani capelli in compagnia di un gran bel ragazzo.
-occhio che la consumi- scherzò la voce di Davis in sottofondo rivolto a Niall che si voltò a fulminarlo.
Quella voce non tardò a raggiungere Harry dall’altra parte del telefono che rimase un po’ spiazzato dal sentirla in compagnia di un ragazzo.
-Ah sei in compagnia allora niente, ti richiamo ok ciao- concluse riattaccando, Fede tentò di chiamarlo per tenerlo in linea, ma fu inutile.
Si voltò a guardare i suoi accompagnatori sbuffando –sarà mongolo quel ragazzo?- chiese incrociando le braccia per poi tornare a guardare il punto dove stava fissando Niall.
-Chi è? Non sembra male?- chiese all’amico, che si voltò a guardarla scrollando le spalle fingendo indifferenza.
-Non lo so-
-andiamo a informarci allora, almeno sappiamo chi ha attirato la tua intenzione tanto da far passare il cibo in seconda fila- concluse la ragazza indicando la maglietta rovinata della ragazza al tavolo facendo per alzarsi.
Niall allungò una mano per bloccarla –stai seduta e finisci di mangiare per piacere-
-Sai amico dovresti darti una svegliata ogni tanto, buttarti un po’- lo riprese e lui alzò lo sguardo divertito
-Disse quella che invece è cotta di un ragazzo che finge di odiare- le rispose tagliente lui. Davis si alzò esordendo che sarebbe andato a prendere da bere e lasciando i due amici a battibeccare sull’argomento finché i due ragazzi qualche tavolo più in là alla loro sinistra si alzarono e lasciarono il locale.
-Visto hai perso l’occasione, sei un babbuino Horan!- concluse il discorso Fede.
 
-Me la passi?- chiese Louis uscendo dalla cucina asciugandosi le mani con un canovaccio, per trovare l’amico a fissare il muro bianco.
-Ho riagganciato- rispose il ricciolo.
-Vedo, perché?-
-Era con Davis- gli rispose come se fosse ovvio con una nota di acido su quel nome.
-E’ normale, Davis è sempre con Niall ultimamente, e lei è sempre con Niall quando non è con te quindi…- gli rispose Louis scuotendo la testa per poi fermarsi a guardare l’amico e avere un lampo di genio.
-Non sarai per caso geloso Styles?- gli chiese con un sorrisetto divertito.
Il ricciolo si affrettò a negare la domanda dell’amico –ma che sei scemo? Io geloso?-
-io sono intelligentissimo e ti conosco sei geloso, hai fatto quella cosa con le ciglia che fai ogni volta che vuoi mentire, non sei in grado di farlo-
-Io non sono geloso- insistette Harry alzando senza accorgersene le sopracciglia.
-Visto lo hai fatto di nuovo, sei geloso, sei geloso- iniziò ad assillarlo Louis con quel sorriso di chi la sa lunga.
-si ok sono geloso Louis ok?- sbottò esasperato il ricciolo dalla ripetizione dell’amico.
-lo sapevo, lo sapevo, lo sapevo- iniziò a saltellare per la casa Louis tutto felice con il sorriso stampato sul volto per poi avvicinarsi commosso all’amico –il mio piccolo barboncino sta crescendo e diventando un barbone innamorato- disse abbracciandolo.
-Dacci un taglio ora Tomlinson non ti allargare troppo- lo spinse via Harry in imbarazzo proprio quando il cellulare del maggiore tra i due squillò.
Il ragazzo rispose senza leggere e quando sentì la voce di Shantel sbarrò gli occhi iniziando a balbettare tutto sorridente.
-Sh..Shantel?-
Harry si lasciò andare ad una risata silenziosa mentre dall’altra parte la voce della ragazza raggiunse nuovamente Louis.
-No, sono Babbo Natale-
-Beh saresti un Babbo Natale che guarderei volentieri scendere dal mio camino- le rispose non appena riuscì a ricomporsi dalla sorpresa di essere stato chiamato proprio da lei.
-Beh vorrei portarti notizie buone come Babbo Natale, ma devi venirti a prendere la tua gallina, hai presente la biondona con i meloni gonfi perché rifatti come piacciono a te con cui te la spassi ad ogni partita?- le spiegò velocemente con quella nota seccata di chi non sopporta proprio il soggetto della descrizione appena fatta.
-Attenta potresti suonare un po’ gelosa del fatto che me la spasso con lei e non con te-
-Fidati non c’è pericolo non sono recidiva nel fare cavolate, comunque vedi di muovere le chiappe e venirtela a prendere che è caduta dalla piramide insieme all’oca e si sono slogate la caviglia tutte e due, siamo in palestra- e detto ciò riattaccò. Louis non ebbe nemmeno il tempo di risponderle che il telefono ripeteva quel noioso ‘tu, tu, tu’
-Amico se vuoi poter vedere più delle sue gambe mentre è a fare le prove dovresti essere più come quella volta che non trovava Liam e volevi consolarla- gli disse Harry prendendolo nel suo tallone di Achille.
-Tu pensa alla tua ragazza che è a pranzo con il nuovo arrivato- gli rispose tagliente il ragazzo afferrando la giacca e le chiavi della macchina.
-Lei non è la mia ragazza-
-Ma ti piacerebbe- concluse il ragazzo con gli occhi grigio azzurri uscendo dalla porta prima che Harry gli tirasse un cuscino del divano che dopo aver rimbalzato contro la porta prese in pieno una lampada facendola cadere e andare in pezzi.
Louis riapparve dalla porta per tre secondi e con un sorriso aggiunse –Lo dici tu a tua mamma che hai distrutto il suo regalo per la casa-
 
Cat aveva la testa appoggiata al petto di Zayn che stava fissando il soffitto mentre le cingeva le spalle con il braccio destro accarezzando quello di lei.
-Alla fine avevo ragione io- le disse con un sorriso mentre lei alzò lo sguardo verso di lui
-è colpa tua che sei troppo…-
-irresistibile e bellissimo?- le domandò con un sorriso divertito, ovviamente stava scherzando anche se non c’era da stupirsi se lo pensava seriamente, era un ragazzo piuttosto vanitoso.
Cat si strinse il lenzuolo intorno al seno alzandosi leggermente per guardarlo –mi rimangio tutto quello che volevo dire, la tua vanità va di pari passo con il tuo egocentrismo- gli rispose mettendosi a sedere guardandolo dall’alto.
Lui le regalò un sorriso solare e divertito piuttosto contagioso mettendosi a sedere a sua volta per poi sporgersi verso di lei e baciarla passandole una mano sulla schiena scoperta accarezzandola mentre il bacio prendeva sempre più vita.
Tutta quell’atmosfera che si era creata intorno a loro fu interrotta però dal campanello. Zayn si staccò e si buttò sbuffando all’indietro tra i cuscini.
Dopo due minuti si alzò afferrando i boxer per la seconda volta e indossandoli. Dopo aver dato un altro bacio a stampo a Cat le disse –torno subito, aspettami qui-
Scese al piano di sotto diretto alla porta –ARRIVO!- urlò per poi aprire ed essere investito da due colpi allo stomaco, il primo dovuto al freddo glaciale e il secondo dovuto alla vista di chi si trovava davanti casa sua.


here I am:
jingle bells jingle bells jingle all the way *lalala lalala lalala* ed eccomi qui la vostra Babba Natala per Natale vi regala il nuovo capitolo, sono abbastanza soddisfatta di questo soprattutto perchè ci sono io *w* e quindi sono elettrizzata dalla cosa, spero piaccia anche a voi, voglio ancora ringraziare le mie lettrici, amo ricevere le vostre recensioni e ancora di più amo sapere cosa pensate sentirvi arrabbiate con dei personaggi, innomarate con altri, Ah come per Davis stasera vi presento i coinquilini di Memi e Chia quindi tenetevi pronte
Mateo: http://i2.listal.com/image/1838190/600full-augusto-schuster.jpg
Gaspard: http://1416andcounting.files.wordpress.com/2008/07/gaspard_ulliel.jpg
Axel: http://www.vollfilm.com/image/66254/250/383.png 

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Capitolo 8
*** thought love was dead but now you're changing my mind ***


Capitolo 7 - « thought love was dead but now you're changing my mind »

 

 
Zayn deglutì rimanendo fermo davanti alla porta non sentiva nemmeno più freddo.
-Wow Malik che fisico che abbiamo ci sono dieci gradi sotto lo zero e tu esci in boxer?- scherzò Liam guardando il moro ancora imbambolato davanti alla porta.
-posso entrare o mi lasci fare amicizia con i pinguini qui fuori?-  gli chiese poi agitandogli una mano davanti agli occhi.
Zayn scosse la testa aprendo ancora di più la porta, non poteva lasciarlo fuori senza farlo insospettire, ma allo stesso tempo non poteva sventolargli in faccia che aveva passato la notte e la mattina con Cat, che alla fine era proprio la ex dell’amico.
-LIAM!- urlò facendo confondere un po’ l’amico che pensava il moro fosse fatto o ubriaco o comunque non in sé. –Certo vieni entra, mi cambio e torno da te ok?- gli chiese anche se non aveva bisogno del suo consenso, poi aggiunse –intanto siediti, guarda la TV, mangia, fai un po’ quello che vuoi-
-ok ma rilassati- gli rispose l’amico afferrando il telecomando e buttandosi sul divano a peso morto, guardò un disegno sul tavolo.
-L’ha fatto tua sorella?- gli chiese e Zayn dalle scale gli urlò –può darsi-
Raggiunse la camera ed entrò sbattendo la porta alle spalle.
-Ah sei tornato stavo pensando di scappare dalla finestra- ironizzò lei che nell’assenza del ragazzo si era rivestita ed era appoggiata alla finestra della camera.
-shh, è qui!- gli disse Zayn prendendo un paio di calzoni di una tutta e buttandosi addosso una felpa.
-Chi?- gli chiese Cat scoppiando a ridere per l’espressione del ragazzo.
-Liam, non mi hai sentito che ho urlato?-
-No le orecchie bioniche non me le hanno ancora installate- gli rispose lei con una smorfia e afferrando la borsa andando verso la porta, Zayn l’afferrò da un braccio fermandola.
-Dove vai?- le domandò mettendosi davanti alla porta della camera.
-A casa?- gli spiegò come se fosse ovvio.
-Non se ne parla, Liam è in salotto e la porta è in salotto, non puoi, non deve vederti qui-
-perché? Non ti aspetterai che sto nascosta nel tuo armadio come l’amante delle barzellette-
Il ragazzo la fissò per un secondo poi guardò la porta per poi tornare alla ragazza
-Sono quasi il suo migliore amico e tu la sua ex-
-Se ti vergogni della cosa, forse avresti dovuto pensarci prima di venire a letto con me non pensi?-
Lui annuì spostandosi dalla porta, dopotutto Cat aveva ragione, forse avrebbe dovuto pensarci prima che un giorno o l’altro Liam avrebbe potuto scoprire tutto.
Aprì la porta scendendo di sotto, dove Liam lo stava aspettando. Come sentì scendere le scale il ragazzo dai capelli corti scherzò dando le spalle alla scala.
-Che c’è ti eri dimenticato che passavo e ti eri appartato con una ragazza?-
La domanda o meglio le parole gli si spezzarono in bocca quando si voltò e accanto a Zayn vide Cat. Rimase immobile, fu come prendere una mattonata in pieno stomaco, li guardò inespressivo. Notò l’abbigliamento di Cat esattamente quello che aveva la sera prima quando era uscita da casa sua, segno che era rimasta lì per la notte e quello, dato il soggetto con cui si trovava, voleva dire solo una cosa.
Mentre guardava la scena sentiva il sangue gelare e la terra sotto i piedi improvvisamente sparire e qualcosa frantumarsi, solo ora capiva lo schifo che ci si sente quando si scopre che la persona che ami, se la spassa con il tuo migliore amico.   
Avete presente quando si dice ‘Quel momento scomodo quando..?’ beh quella scena le avrebbe battute tutte. Liam finse la maggiore indifferenza su questa terra e accennò un sorriso.
-Buongiorno, non volevo disturbare- disse infilandosi le mani in tasca. Zayn guardava la scena in silenzio, in quel momento forse si sentiva più stronzo del solito.
-Nessun disturbo- decise di rompere quell’imbarazzante silenzio Cat –Devo scappare- aggiunse andando verso la porta, salutò con un cenno Zayn e lasciò la casa, la situazione era anche troppo scomoda per restare lì.
-Liam, io volevo parlartene ma…- iniziò il moro, ma l’amico gli fece cenno che non era importante, era piuttosto bravo a fingere freddezza e distacco dalle situazioni.
-Tranquillo, poi mica mi devi dire tutte le ragazze con cui stai-
-No, ma Cat era la tua ragazza e io sono tuo amico-
-Zayn sul serio, sono l’ultimo a poter mettere lingua nell’argomento ragazza e migliore amico, è tutto ok- si voltò a guardarlo come se tutto fosse apposto anche se dentro non lo era affatto, avrebbe voluto prendere a pugni quella faccia tanto tranquilla di Zayn, ma aveva tanto autocontrollo, lo aveva sempre avuto e si sarebbe sfogato dopo.
-Sicuro?- chiese il moro sorpreso da quella comprensione e Liam annuì e si schiarì la voce prima di rispondergli
-Sono sicuro, e non voglio mettere bocca nel vostro rapporto, però ti conosco e so che sei un po’ testa di cazzo, quindi ti chiedo solo una cosa, il suo cuore è già a pezzi per colpa di un coglione- gli disse indicandosi per poi aggiungere -non peggiorare le cose, ok?-
Zayn annuì mentre l’altro afferrava la giacca –Devo andare ad aiutare Shantel con delle cose, ci vediamo all’allenamento ok?-
Il moro annuì mentre anche l’amico usciva di casa lasciandolo solo. Come abbandonò il vialetto mandò un messaggio alla sorella chiedendole di avvertire Cat, dato che lui non aveva il nuovo numero, che non avrebbero potuto lavorare al progetto oggi a causa dell’allenamento e poi si avviò a casa.
 
-Dove ti ha portato a mangiare?- chiese Memi dal divano dove era seduta accoccolata a Gaspard come al solito mentre guardavano, o meglio mentre lei obbligava lui a guardare, un documentario su Bieber su ITV 1.
-¿Por qué crees que me ha traído a comer?*- chiese Mateo togliendo la giacca e appoggiandola all’attaccapanni per poi aiutare anche Chiara che aveva messo su la felpa dell’amico per coprire il danno alla maglia regalatagli proprio da Memi.
-Perchès nons parlis comes nois altris?- gli chiese a presa per il culo Memi.
-Perchès ès troppos faciles- gli rispose lui facendole una smorfia. Chiara si avviò verso la camera in silenzio sperando che la mora non la seguisse per cambiarsi.
Tolse la felpa e poi la maglia aprendo l’armadio e cercandone un'altra velocemente per poi indossarla un secondo prima che arrivasse Memi.
Fu tutto inutile però perché l’occhio della ragazza cadde proprio sulla maglia.
-Che è successo? Non sai che si mangia con la bocca e non con le tette?- le chiese con la sua solita finezza.
Chiara le fece una smorfia prima di limitarsi ad una misera spiegazione –un ragazzo mi ha versato il suo pranzo addosso-
-E ti sei fatta pulire poi?- chiese la mora con un mezzo sorrisetto alla chi vuol capire capisca. Chiara la guardò malissimo buttandosi sul letto sconsolata.
-Che c’è?- chiese Memi con aria innocente, ma mantenendo il suo sorriso divertito guardandola mentre si buttava a letto.
-Tu mi devi raccontare ancora del tuo incontro con il ragazzo che ti arrappa, cosa che non mi è nuova però- tentò di cambiare discorso Chiara mettendosi a sedere.
Memi sorrise come se non stesse aspettando altro e si andò ad accomodare a gambe incrociate sul suo letto, segno che la storia sarebbe stata lunga, poi iniziò.
-Allora ieri sera dovevamo andare al Cube giusto? E tu mi hai dato buca perché sei una suora pantofolaia, ma questi sono dettagli- iniziò come al solito dalla preistoria a raccontare –comunque sono andata al Fabbric e mi sono messa a ballare e  poi l’ho visto, era appoggiato ad una delle colonne, hai presente quei ragazzi che vedi e senti… cioè arrappa ok? Non te lo so spiegare, aveva un paio di calzoni chiari e una maglia verde scura con quello scollo a V e poi il ciuffo nero perfetto-
Chiara la fissava in silenzio aspettando finisse il racconto, ma la cosa sembrava dover andare sempre più alle lunghe così la interruppe.
-e che ci hai fatto quindi?- le chiese arrivando dove tanto anche Memi sarebbe arrivata solo con la metà del tempo.
-e poi sono io quella coi chiodi fissi? Rilassati che ci arrivo, mamma mia, dici di voler sapere e poi mi interrompi..-
-ok, ok continua- concluse rassegnata l’altra.
-Allora come stavo dicendo, quel ciuffo perfetto e improvvisamente si è avvicinato e come se tutti lo temessero sono spariti, abbiamo ballato un po’, poi mi ha offerto da bere, ci ha provato spudoratamente ma… non mi sono lasciata imbelinare e alla fine mi ha chiesto il numero dicendo che mi avrebbe chiamato e sto aspettando, ma non penso chiamerà- concluse lei.
Chiara la guardò sorpresa –e stop? Niente baci? Niente di niente di niente? Memi mi preoccupi, ti hanno rapito gli alieni per caso?- le chiese guardando l’amica sbarrando gli occhi.
La mora le tirò una cuscinata –sono io mongola- disse ridendo quando l’amica prese una culata per terra.
In quel preciso istante il volto di Mateo spuntò sulla porta.
-Te lo ha detto?- chiese a Memi e quando la ragazza lo guardò confusa aggiunse rivolto all’amica –Non le hai detto del biondo che hai fissato assorta per una ventina di minuti buoni?-
-Tu hai fatto cosa?- la guardò scioccata la mora –Non me lo dici? Cioè tu non mi dici questa cosa? Cioè aspetta lui ti ha distrutto la maglia figa che ti ho regalato e tu lo hai fissato solo?-
-Tecnicamente prima gli ha detto ‘Scusa un cazzo, scusa’ poi lo ha fissato così- le rispose Mateo prendendo in giro Chiara facendo un espressione simile ad uno che ha avuto l’apparizione di un angelo.
-Io non lo guardavo così- protestò la ragazza.
-Si lo guardavi così, ma nella tua mente invece elaboravi così- rispose modificando l’espressione in quella di qualcuno eccitato dalla situazione.
-Non è vero!- gli urlò Chiara lanciandogli un cuscino.
-l’arrappava?- chiese Memi
-Si- rispose Mateo e la ragazza iniziò a scuotere la testa contrariata –no, non è vero!-
Poi incrociò lo sguardo della mora e ammise –ok si forse un po’ si-
Memi urlò scioccata –NOOOOO! Mi fai cadere il mito della suora!- prima di scoppiare a ridere sotto lo sguardo fulminante di Chiara e le risate di Mateo.
 
Dopo aver lasciato Niall e Davis allo stadio, Fede non era mai stata una gran amante di quei luoghi, anche se aveva sempre accompagnato Niall perché con i posti in prima fila degli abbonati si potevano vedere bene i calciatori, la ragazza si avviò verso il suo incubo. Sapeva che nel pomeriggio Harry avrebbe avuto l’allenamento e quindi per non lasciare bloccato il lavoro, che ci teneva a finire nel minor tempo possibile, decise di fare un salto a casa Stylinson, come aveva scritto sulla targhetta i due ragazzi facendo la fusione dei loro cognomi, per finirlo.
Lungo la strada ricercò il numero che l’aveva chiamata quel giorno e vi inviò velocemente un messaggio con scritto che stava passando di là.
Come arrivò davanti alla casa suonò, ma non ottenne risposta, controllò il telefono e nemmeno un messaggio. Suonò nuovamente, ma ancora niente. Improvvisamente sentì un urlo che avvertiva che tra poco qualcuno sarebbe arrivato ad aprire la porta.
Si sedette contro il corrimano lasciandosi andare ad uno sbadiglio, il risveglio traumatico datole da Niall iniziava ad avere i primi effetti visivi.
Improvvisamente la porta davanti a lei si aprì mostrando Harry in tutta la sua altezza, con i capelli ancora bagni e arruffati e un asciugamano in vita, segno che probabilmente era appena uscito dalla doccia.
Senza nemmeno accorgersene Fede bloccò il suo sbadiglio rimanendo con la bocca semi aperta e lo sguardo fisso sul fisico perfetto del ragazzo.
-Sono 80 per guardare e 100 per toccare- gli disse lui ironico. La ragazza staccò lo sguardo scuotendo la testa e perse l’equilibrio sbilanciandosi all’indietro. Stava per cadere quando Harry la afferrò dal braccio tirandola verso di sé.
-AAAA sei tutto bagno e ghiacciato!- urlò lei quando scontrò contro il suo petto per poi allontanarsi subito indietreggiando.
Harry la guardò divertito ridendo appoggiandosi allo stipite della porta. Fede si ricompose per poi domandargli.
-Non hai freddo?-
-Che cara ti preoccupi per me?- chiese lui divertito dipingendo uno dei suoi sorrisetti che ti fanno venire voglia di prenderlo a schiaffi in faccia.
-Non fare il mongolo, vai dentro che se ti ammali poi come minimo dai la colpa a me e mi obblighi a farti da infermiera-
L’espressione di Harry cambiò in quella di chi sta pensando o meglio chi sta cercando di focalizzarsi un immagine in testa, poi sempre assorto dai suoi pensieri sorrise malizioso.
Fede scosse la testa sorpassandolo ed entrando in casa, quel ragazzo era un caso perso ormai, raggiunse il salotto e si sedette sul divano.
-Certo fai pure come se fossi a casa tua- concluse Harry seguendola e chiudendosi la porta alle spalle.
-Sono o non sono tua moglie?- scherzò lei afferrando il telecomando e accendendo la tv, lui la raggiunse fermandosi davanti a lei per poi chinarsi verso il suo volto appoggiandosi con le mani al divano dietro le spalle della ragazza.
-Se sei mia moglie allora dovresti comportarti come mia moglie- le disse con quel tono di voce seduttore che solo lui aveva. Fede cercò di evitare lo sguardo del ragazzo e rispose –Adesso non ti allargare-
-nemmeno un bacino?- ironizzò lui senza spostarsi.
-se mai verrà quel giorno vorrà dire che sono cieca, o ubriaca, o drogata, o sul letto di morte oppure che siamo alla fine del mondo- le rispose lei.
-Miss acidità in azione-
-Fanculo Styles- gli intimò lei poggiando le mani sul suo petto per spingerlo via ma con poco risultato, in confronto a lui, lei era una pappa molla, Harry la guardò divertito per poi sollevarsi e rimettersi dritto.
-Aspettami qua, vado a vestirmi- concluse cambiando improvvisamente atteggiamento e lasciando la stanza.
Tornò dopo cinque minuti con la divisa della squadra già indossata, si appoggiò al tavolino guardando la ragazza di fronte a sé.
-A cosa devo questa tua visita?- chiese poi incrociando le braccia –pensavo non passassi oggi-
-Ah beh se disturbo posso anche andare- disse ironica alzandosi, ma nemmeno il tempo di muoversi che Harry la raggiunse fermandola
-non ho detto questo, ho chiesto solo come mai sei passata, pensavo fossi fuori con amici-
-non sono portata per lo stadio e il calcio- rispose lei tornando a sedersi –così ho pensato di impiegare il mio tempo in qualcosa di utile come venire a proseguire il progetto di economia mentre tu vai all’allenamento, se non è un problema che resto qui- spiegò Fede accompagnando il tutto con un sorriso, forse uno dei pochi, se non l’unico, che aveva mai riservato a Harry in vita sua. Il ragazzo rimase per un secondo ad osservarla senza aprire bocca per poi rispondere quasi come se si fosse dimenticato come si parla –si certo, puoi restare quanto vuoi-
Fede gli sorrise nuovamente abbassando lo sguardo e Harry, per sdrammatizzare il tutto a partire dalla sua frase con tono imbranato, tornò alla sua solita espressione divertita –attenta poi rischio di abituarmi ai troppi sorrisi-
-Sei uno stupido, lo sai?- gli rispose lei. Il ricciolo scosse le spalle e annuì –si me lo ricordi ogni tre secondi come potrei dimenticarlo?- chiese retoricamente incrociando il suo sguardo. Un’atmosfera diversa si creò ma in quell’esatto momento il cellulare di Harry squillò interrompendo tutto per ricordare l’allenamento e il ragazzo fu costretto a scappare.
 
-Sono a casa!- urlò Shantel sperando che qualcuno le rispondesse ma il piano terra era deserto mentre dal piano superiore la musica al massimo rimbombava in ogni stanza, salì le scale fino alla camera di Liam e bussò  alla porta, ma  non ottenne risposta così con molta cautela la aprì trovando Liam a darle le spalle mentre prendeva a pugni un sacco da boxe quasi a sfogarsi di qualcosa, anche se non capiva cosa.
-Liam! LIAM!- lo chiamo senza ottenere risposta probabilmente la musica copriva la sua voce, si avvicinò all’amplificatore dell’iPhone e spense la musica ottenendo così l’interesse del fratello.
-Shantel! Non sapevo fossi a casa- le disse afferrando un asciugamano e togliendosi il sudore di dosso.
-Non dovresti essere all’allenamento?- le chiese lei guardandolo ancora in calzoni della tutta, tutto sudato, le nocche rosse e alcune addirittura spellate per il colpi dati al sacco senza guantoni. Il ragazzo annuì
-Si, ora vado, avevo solo bisogno di sfogarmi un po’. Hai fatto quello che ti ho chiesto?- le chiese mentre raggiungeva l’armadio e buttava la divisa e dei cambi nel borsone.
-Si, ma non ho capito perché ho dovuto dirlo io a Cat- rispose la sorella sedendosi sul letto a gambe incrociate. Liam alzò lo sguardo sorridendo –perché io non ho il numero?- le domandò come se la cosa fosse ovvia.
-Si, ma sicuro non sia successo nient’altro? Ah comunque ha detto che doveva passare a prendere dei fogli- insistette Shantel e Liam annuì cercando di avere più disinvoltura possibile.
-I fogli sono lì in cima e no, non è successo niente di che, a parte che…- iniziò per poi accucciarsi per guardare sotto il letto mentre cercava le scarpe da calcio. –Hai visto le mi scarpette?-
-Sono di sotto nella scarpiera- gli rispose Shantel mentre lui lasciava la stanza. Lei si alzò per seguirlo per le scale tornando al discorso di prima –a parte che?- gli chiese afferrando le scarpe per lui che le buttò insieme ai vestiti nel borsone, infilò la giacca e la sciarpa poi si voltò a guardare la sorella aprendo la porta.
-Niente, niente di importante- concluse lui cercando le chiavi della macchina che prontamente gli allungò la ragazza.
-Liam è la mia migliore amica, se devo sapere qualcosa- iniziò Shantel, ma il fratello la interruppe.
-Chiedilo a lei, sono cose che non mi riguardano, ci vediamo stasera- concluse lasciando la casa.
 
-Maestra ma va bene così?- chiese la bambina che continuava a tirare le punte alla sbarra non sentendosi mai soddisfatta di quello che faceva.
-Si Josline è perfetto ora puoi rilassarti l’hai fatto perfetto, stai migliorando bravissima- le sorrise Chiara dopo averla guardata per poi voltarsi a fissare le scarpine alla bambina mora accanto a lei.
-Ecco ora sono perfette Ayshaa, vai a farmi vedere come tiri le punte- disse lasciando andare anche lei alla sbarra. Fece un ultimo giro per controllare che tutte stessero tirando bene.
-Ok perfetto- disse battendo le mani –tutte allo specchio per sciogliersi ora!- concluse vedendo quelle quindici piccole ballerine da carillon scattare ai suoi ordini.
Dieci minuti dopo erano tutte sedute sulla panchina a mettere apposto le loro scarpette mentre le mamme le aspettavano dietro la porta di legno nera.
-Ci vediamo la Vigilia per il saggio allora va bene?- disse a tutte le bambine che annuirono salutandola poi con un bacio sulla guancia prima di correre a casa.
-Ciao falsa suora!- la voce di Memi rimbombò per la stanza mentre la mora saltellava fino all’amica –sono andata a fare spese e guarda cosa ti ho fatto fare?- disse estraendo una maglia bianca come quella rovinata ma con una scritta in nero all’altezza del petto se mi sporchi poi mi lecchi
-MEMI!- urlò lei con espressione scandalizzata tirandola all’amica mentre qualcuno applaudiva ridendo. Le due ragazze si voltarono vedendo la bambina mora ancora seduta sulla panca in disparte.
-Ayshaa, come mai ancora qui?- chiese Chiara avvicinandosi, mentre Memi si affrettava a mettere via la maglia.
-Mio fratello- sbuffò la piccola –è sempre in ritardo, sarà con una delle sue amiche, sai lui non ha amici maschi, solo femmine-
-Quelle si chiamano sco…- iniziò Memi, ma Chiara le tirò una gomitata per zittirla –Memi perché non mi aspetti giù mentre io aiuto Ayshaa a sistemarsi?- chiese all’amica incitandola ad andare mentre si alzava a prendere il cappotto e sciarpa della piccola per prepararla all’arrivo del fratello.
La mora sbuffò poi si voltò e scese per sedersi sugli scalini davanti l’entrata della scuola, appoggiò la testa al muro tamburellando sulla propria gamba.
-Memi, giusto?- le chiese una voce, aveva quel nonsoché di interessante e misterioso, la ragazza alzò subito lo sguardo ritrovando i due occhi particolari del ragazzo della sera prima in discoteca. Lo guardò alzando un sopracciglio mentre lui spengeva la sigaretta.
-Dai lo so che ti ricordi il mio nome- disse lui con un mezzo sorrisetto e la ragazza annuì, era il ragazzo che come lei aveva predetto non aveva richiamato. –ah si giusto tu- disse semplicemente alzandosi dagli scalini freddi.
-che ci fai da queste parti?- chiese poi lei con un tono di ironia nella voce –hai finito le ragazze della tua età e ti butti sulle bambine di sette anni?- gli domandò mettendo le mani in tasca.
-Ah ah ah spiritosa la ragazza- gli rispose lui con un cenno del capo e il suo solito mezzo sorriso –sono venuto a prendere mia sorella-
-oh deve tenerti molto impegnato tua sorella- gli rispose la mora annuendo appoggiandosi con le spalle al muro dietro di sé guardando la porta aspettando che Chiara scendesse con quella piccola, che tecnicamente doveva essere la sorella di Zayn e quindi escludeva così la parentela con questa Cat della sera prima.
-Già- rispose lui –Te l’avevo detto, è noiosa, non ho avuto un secondo libero per me, volevo chiamarti ma…-
-ma non mi dire- continuò a fingere di stare al gioco Memi, se pensava che sarebbe riuscito facilmente ad aggiungerla alla sua lista di scopamiche allora si sbagliava proprio, nessuno aveva mai fatto fessa Memi.
-posso farmi perdonare in qualche modo?- chiese lui appoggiandosi al corrimano al centro della scalinata che la divideva in due. –fai qualcosa stasera?-
-Si, sono al Friends Friday la serata settimanale al Cube, non posso dare buca ai miei amici- rispose la ragazza tenendo a sottolineare dove sarebbe stata, se a quel ragazzo piaceva stare con il piede in più scarpe quella sera Memi avrebbe giocato in casa e non in trasferta come al loro primo incontro.
In quel preciso istante Ayshaa spuntò sulla porta –Zayn sei arrivato?- disse correndo ad abbracciare il fratello maggiore.
Memi guardò la piccola e le chiese –Ayshaa giusto?- la piccola annuì in modo che la mora potesse continuare –posso farti una domanda? Hai delle sorelle?-
La bambina la guardò confusa e scosse la testa –no Zayn è il mio fratellone e basta-
-Quindi non hai una sorella di nome Cat-
La piccola scoppiò a ridere –no, Cat è un’amica di Zayn-
-oh capisco tutto ora- concluse la ragazza alzando lo sguardo verso Zayn annuendo –beh vi lascio andare, ci vediamo al saggio giusto Ayshaa?-
-Ci sarai anche tu?- chiese la piccola con un sorriso felice ondeggiando i capelli corvini.
-Certo, ti svelo un segreto, Chiara ci obbliga a tutti a venire a vedervi, ma io sono quella che viene più volentieri-
-Bugiarda!- la interruppe la voce dell’amica che si stava chiudendo alle spalle la porta dell’edificio prima di guardare la mora e aggiungere con tono ironica nell’ultima parte –Ha chiamato Mateo, sono già al tavolo e Gaspard ha già ordinato anche per te l’unica forever alone sono io come sempre alla fine- la mora annuì con un sorriso –allora muoviamoci- concluse salutando con un cenno anche Zayn e Ayshaa. Chiara ripeté alla piccola per l’ennesima volta tutto sul saggio e poi si allontanò con l’amica.
-perché quelli che arrappano me sono sempre stronzi e non possono essere degli amori come Gaspard?- chiese Memi sbuffando con le mani in tasca diretta alla pizzeria dove si riunivano sempre. Chiara si bloccò a guardarla –No, Memi non mi dire che il ragazzo che ti arrappa era quello ti prego- le disse indicandosi le spalle.
-Perché?- le chiese la mora non capendo che ci fosse di male.
-No, ma lo hai visto? Gli si legge in faccia che vuole solo una cosa da te, dai, meriti di meglio di Zayn, sa di…-
-misterioso? Arrappante? Ispiratore di sesso violento?- la interruppe Memi con sguardo assorto
-in realtà io stavo per dire freddo, manipolatore, calcolatore, senza cuore, ma comunque- dissi in un sospiro. Scosse la testa seguendo l’amica che tanto non la stava nemmeno ad ascoltare, era una causa persa quando Memi andava per una strada era irrecuperabile.
 
Zayn arrivò davanti a quella casa dal portone così insolito, non riusciva a capire come certa gente ci tenesse così tanto a sottolineare le proprie origini, suonò il campanello e poi rimase immobile in attesa.
Dopo poco una donna non troppo alta e dai lunghi capelli biondi aprì la porta, rimanendo un po’ titubante alla vista del ragazzo.
-Ehm, buonasera stavo cercando Niall- disse lui guardando la donna davanti a sé che annuì
-sei un suo amico?- gli chiese e il moro annuì –un secondo- aggiunse per poi chiamare il figlio –vieni entra accomodati- gli fece spazio per poi chiudere la porta alle spalle del ragazzo e scortarlo in soggiorno. Dopo averlo fatto accomodare si diresse in cucina e dopo poco il biondo apparve dalla porta a vetri.
-Zayn?- chiese sorpreso guardando il ragazzo seduto sul divano. –a cosa devo questo onore?- gli chiese con una punta di sarcasmo sull’ultima parola.
-Ho bisogno di un favore- disse semplicemente il moro alzandosi. Il biondo lo guardò per un secondo poi scoppiò in una delle sue solite risate contagiose e iniziò ad annuire divertito –Bella questa, no dai seriamente come mai sei qui?-
-Te l’ho detto Horan, ho bisogno di un favore- continuò serio aspettando che l’altro smettesse di ridere.
-Sentiamo- concluse sedendosi e facendo cenno anche al moro di sedersi.
-Ho bisogno che mi accompagni al Cube- disse senza fare troppi rigiri sul motivo della visita.
-chi io?- chiese il biondo.
-no quella renna che hai appesa dietro di te, ovvio te, con chi sto parlando? Sei l’unico a cui posso chiederlo-
Niall si voltò a guardare la testa impagliate dietro di sé e tornò a Zayn –quella è un alce Malik-
-Non mi interessa se è renna o alce o stambecco, verrai o no?-
-Perché proprio io? Che c’è di mezzo una ragazza?- chiese divertito dato che poi alla fine l’interesse per Zayn in una discoteca dalla parte opposta della città poteva essere solo a causa di una ragazza.
-Esatto e non posso portarmi Liam, diciamo che al momento è meglio di no- cercò di tagliare corto.
-Ha scoperto di te e Cat?- chiese il biondo con tono di indifferenza.
-e tu come…- chiese sorpreso il moro
-lo so? Non lo so ho tirato a indovinare e ho azzeccato- gli rispose Niall con un mezzo sorriso divertito alzandosi.
-Allora verrai?- gli chiese dopo un attimo di silenzio Zayn, e il biondo annuì
-vado a cambiarmi e arrivo, tanto non ho niente di meglio da fare se non la tua ruota di scorta stasera- concluse sparendo su per le scale.

here I am:
allora eccomi qui con il nuovo Chapter, spero vi piaccia, non so se il titolo c'entri molto con il tutto, ma a me piace come frase quindi l'ho scelta, beh all'inizio la scena al Cube doveva stare qui, ma sarebbe uscito troppo lungo quindi sarà nel prossimo come una scena dolciosa Farry *w* che qui si sono visti poco, ma prometto che nel prossimo ci saranno di più, allora l'asterisco che avete trovato leggendo nella frase in spagnolo fa riferimento qua
*perché pensi che mi abbia portato a mangiare? (è la traduzione della frase)
Tornando a noi, non ho molto altro da dire semplicemente grazie penso, e spero continuiate (si dice?) a seguirmi e nell'attesa di sapere la vostra un bacio
xx.

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Capitolo 9
*** You step a little closer each day, that I can't say what's going on ***


Capitolo 8 - « You step a little closer each day, that I can't say what's going on »

 
L’allenamento lo aveva distrutto e non vedeva l’ora di arrivare a casa e buttarsi a letto, la temperatura era scesa ancora di più rispetto a quando era uscito. Infilò le mani in tasca iniziando a cercare le chiavi dato che sapeva già di essere solo quella sera, Louis aveva da rivedere tutti i preparativi del ballo di Capodanno, era il suo ultimo e Trudi ci teneva ad organizzarlo con il proprio ragazzo, anche se Harry non capiva, come avrebbe potuto quella ragazza andarci con la caviglia slogata, ma dopotutto non era un problema suo.
Infilò la chiave nella toppa per poi far scattare la serratura entrando in casa, accese la luce dell’ingresso lanciando la borsa contro il muro con la sua solita delicatezza per poi chiudersi la porta alle spalle.
Si tolse le scarpe lasciandole vicino all’entrata, poi la giacca appoggiandola su una sedia e raggiunse il salotto afferrò il telecomando poi andò verso la cucina per cercare qualcosa da mettere sotto i denti stava avendo allucinazioni dalla fame. Trovati i biscotti che gli aveva nascosto Louis, si diresse in salotto deciso a lanciarsi sul divano, ma i suoi piani furono rovinati quando lo trovò già occupato da una figura raggomitolata con la testa appoggiata sul bracciolo.
Sul tavolino, tra i fogli un telefono continuava a vibrare incessantemente. Harry appoggiò i biscotti afferrando il cellulare di Fede, aveva dieci chiamate perse della madre e sette messaggi sempre dallo stesso mittente. Il ricciolo ne aprì uno rispondendo mamma tutto apposto, mi fermo da Cat ci vediamo domani mattina, poi riappoggiò il telefono avvicinandosi alla ragazza, si accucciò per guardarla, mentre dormiva aveva quell’espressione calma e sembrava sorridente anche se non lo era, agli occhi di Harry appariva anche più bella. Sorrise allungando una mano spostandole una ciocca di capelli che le copriva il viso, rimase ad osservarla per cinque minuti assorto, poi voltò lo sguardo verso l’orologio appeso al muro segnava le otto e mezza. Tornò a guardare un ultima volta Fede poi si decise a sollevarla prendendola in braccio, non l’avrebbe lasciata dormire sul divano e si diresse verso la propria camera.
Aprì a fatica la porta con il gomito facendo attenzione di non far sbattere la ragazza da nessuna parte, poi si rese conto del disordine in cui viveva e facendo la minima attenzione senza accendere la luce per non svegliarla raggiunse il letto, dove l’appoggiò delicatamente.
Fortunatamente nel suo tragitto al buio non era inciampato, scivolato, preso colpi o finito per terra. Si rimise in piedi in tutta la sua altezza, togliendo dei vestiti da sopra il letto e  buttandoli su una sedia, mentre raccolse quelli che erano a terra portandoli in bagno nella cesta dei panni sporchi, con la luce del giorno non sarebbe stato il massimo che Fede si svegliasse tra calzini sporchi e mutante.
Tornò nella propria stanza e tolse le scarpe alla ragazza appoggiandole ai piedi del letto per poi sollevare il piumone e coprirla. Si abbassò sulla ragazza guardandola poi istintivamente le diede un bacio sulla fronte.
-notte bellissima-le disse in un sussurro anche se Fede non poteva sentirlo, poi si raddrizzò e lasciò la stanza.
Passò da camera di Louis e rubò uno dei cuscini, quel ragazzo ne usava sempre due, per una sera poteva fare a meno di uno poi scese in salotto e si posizionò sul divano con i biscotti sotto il braccio e un film a caso.
 
-Se sapevo che si doveva camminare così tanto me ne stavo a casa- mormorò Niall guardando contrariato Zayn che camminava al suo fianco per le strade di Londra in direzione The Cube.
-Se sapevo che eri così lamentoso non ti venivo nemmeno a cercare- mormorò il moro.
-Ti ricordo che non avevi altra scelta o me, o me, a meno che non vuoi andare a provarci con una ragazza sotto gli occhi dell’ex della ragazza con cui vai a letto e della quale lui è ancora preso- gli rispose con una smorfia il biondo mettendo le mani in tasca.
-Tu guardi troppa televisione Horan-  si difese Zayn prendendo l’ennesima sigaretta e accendendola.
-e tu ne guardi poca, sennò sapevi che finiva male, che poi con tutte le balle proprio che era tua sorella dovevi raccontarle? E poi dicono che tu sei quello bravo in queste cose-
-ok, ok me lo hai già detto un centinaio di volte cambiamo discorso?- chiese il moro fermandosi a squadrare il biondo.
-Toh guarda siamo arrivati- rispose l’irlandese indicando la scritta a neon The Cube su un tetto con una mega freccia e una coda davanti ad un portone rosso.
Dopo quasi un ora di coda finalmente i due ragazzi riuscirono ad entrare all’interno della struttura, era tutto molto affollato e la scritta Friends Friday svettava sopra la console del DJ.
Memi continuava a guardarsi in giro –dopo la figura che ha fatto, si vergognerà a farsi vedere- disse Gaspard scuotendo la testa da dove era seduto sul divanetto con Memi in braccio.
-No sono più che sicuro che verrà, tu sei pronto? Ti ricordi la parte?- chiese all’amico voltando lo sguardo verso di lui.
-Secondo me è a fare da baby-sitter alla sorella- si intromise Axel guardando verso Gaspard prima che entrambi scoppiassero a ridere.
-Siete due stronzi!- li riprese Memi fulminandoli e alzandosi in piedi incrociando le braccia
-E dai Memi vieni qui stavo scherzando- disse il francese afferrandola per i fianchi e tirandola verso di sé. La mora perse l’equilibrio cadendo addosso al ragazzo proprio nel momento in cui lo sguardo di Zayn si indirizzò verso i divanetti.
-beh vedila così al massimo è suo fratello- gli disse ridendo Niall tanto per ritorcere il dito nella piaga, Zayn si voltò a guardare il biondo fulminandolo, in modo che si sbrigasse ad aggiungere –penso che andrò al bar nel frattempo-
-ecco bravo- concluse il moro tornando con lo sguardo su Memi e al ragazzo che stava sotto di lei, che ai suoi occhi era solo una cosa e non una persona.
Estrasse il telefono mandando un messaggio alla mora Dove sei?
-uhh vibra qualcosa- disse Gaspard quando il telefono nella tasca di Memi squillò, ma la suoneria era troppo bassa per sovrastare la musica del locale. La ragazza lo estrasse leggendo il messaggio di Zayn sorrise vittoriosa guardando gli altri due e si sbrigò a rispondere tra cinque minuti nel centro della pista
Poi si rivoltò verso Gaspard e gli disse con un sorriso prendendogli la mano –andiamo a ballare- e lo trascinò via dai divanetti verso la pista.
 
Niall stava maledicendo se stesso per aver accettato di accompagnare Malik in quel locale, chi glielo aveva fatto fare? Raggiunse il bar, non sapeva neppure che ordinare e raggiungere il bancone sembrava una cosa impossibile, così decise di fermarsi in un punto qualsiasi tanto non cambiava molto se prima o dopo, aveva una serata per prendere il drink.
Mateo guardò Chiara ridendo indicando la sua maglia –no ma Memi è una genia-
-io vi odio, voi e le vostre scommesse, mi infinocchiate sempre alla fine, non vale- si lamentava la ragazza appoggiata al bancone incrociando le braccia sul petto per coprire la maglietta, o meglio la scritta sulla maglietta, che non era proprio nel suo stile, ma che aveva dovuto indossare dopo aver perso la scommessa con i suoi amici.
Il moro dietro di lei continuava a ridere divertito lanciando sorrisi a tutti i ragazzi decenti che gli passavano accanto.
-Se non la pianti di ridere ti prendo a pedate da qui fino al tuo letto- le rispose lei guardandolo alterata.
-ok, ok la smetto, promesso, ma vai un po’ avanti sennò non prendiamo più da bere qui- le rispose spingendola.  
Chiara ordinò e poi tornò all’amico guardandolo minacciosa –me la pagherete, un giorno o l’altro-
Il barista gli riportò i drink e la ragazza ne afferrò due mentre il moro pensò l’ultimo rimasto, poi si voltò per farsi strada -Sto tremando- la prese in giro Mateo dandole una spinta scherzosa. Chiara inciampò nella punta di una scarpe sbilanciandosi in avanti e scontrando senza poterlo evitare qualcuno i drink che teneva in mano le si versarono sulla maglia. Quella era sfiga pensò la ragazza abbassando lo sguardo notando il danno per poi rialzarlo notando due occhi azzurro elettrico, probabilmente dovuto ai giochi di luce del locale fissarla. In un primo momento sbiancò, poi si ricordò della scritta che aveva sulla maglia e che probabilmente quegli occhi davanti a lei avevano letto e arrossì violentemente, a peggiorare il tutto poi ci si mise la voce di Mateo alle sue spalle che spezzata dalle risate affermò -io l'avevo detto che sarebbe stata utile stasera?-
Chiara distolse lo sguardo dagli occhi per fulminare l’amico che nel frattempo se la stava ridendo beatamente poi quando si rivoltò sbiancò nuovamente riconoscendo il ragazzo biondo che aveva incontrato quel giorno da Nandos, ne era sicura, stessi capelli, stesso sguardo e stessi incredibili occhi, come aveva fatto a non riconoscerli?
Niall alzò lo sguardo per notare una ragazza, era la solita a cui aveva versato addosso tutto il suo pranzo quel giorno, la solita ragazza che gli aveva fatto dimenticare che aveva fame e la solita ragazza che aveva fatto iniziare il monologo di insulti da parte di Fede perché non si era andato a presentare, inizialmente la vide sbiancare poi abbassare lo sguardo sulla maglia, che fino ad ora non aveva notato e poi arrossire, cosa che peggiorò maggiormente quando il ragazzo moro che era insieme a lei le si avvicinò per sussurrarle qualcosa.
-Mateo perché non te ne vai a…- gli intimò la ragazza ma non fece in tempo a finire la frase che quello sparì sempre ridendo. Chiara tornò a guardare il ragazzo per poi sorridergli e con tono ironico parlare dopo quei momenti di silenzio –ciao ragazzo che mi ha rovinato la maglietta preferita-
Il biondo la guardò divertito ricambiando il sorriso –ciao ragazza a cui ho rovinato la maglia preferita- le rispose per poi vederla porgergli la mano e aggiungere -preferisco Chiara- il ragazzo strinse la mano, quella ragazza non sembrava essere molto normale, ma poco importava ora –Niall-
 
-Allora tesoro hai capito tutto quello che ci serve?- chiese Trudi seduta sulle scalinate mentre Louis stava annottando tutto dalla parte opposta della palestra.
-Si tesoro, ho scritto tutto- sbuffò lui quando la porta si aprì improvvisamente schiacciandolo quasi contro il muro.
-Oddio scusa- disse la voce preoccupata di Shantel che apparì poco dopo e notando che era Louis il poveraccio che aveva quasi schiacciato, scrollò le spalle –ah ma eri solo tu, allora fa lo stesso-
-gentile come sempre, mi commuovi quasi- gli rispose lui chiudendo la porta e tornando verso Trudi che si alzò afferrando le stampelle.
-perfetto adesso che ci sono i miei due organizzatori fidati, io posso andare- disse raggiungendo i due al centro della palestra sorridente e lasciando un bacio a stampo a Louis.
Shantel li guardò alzando gli occhi al cielo per tornare perfettamente normale quando Trudi si voltò verso di lei.
-Allora posso fidarmi a lasciarvi qui a lavorare la sera da soli?- chiese con un sorriso alla ragazza davanti a sé, che le rispose con un falso sorriso annuendo.
Soddisfatta della cosa la bionda lasciò il luogo e non appena la porta sbatté e la palestra tornò silenziosa Shantel si voltò a guardare Louis.
-Se sapevo che eri qui non sarei mai venuta- disse sbuffando e lui la guardò divertito mentre tornava a sistemare degli striscioni
-Tu speravi di trovarmi qui- disse convinto della cosa voltandosi a riservarle un sorrisetto sempre divertito.
-Non sono ancora così masochista- gli rispose con una smorfia togliendosi la giacca e legando i capelli in uno chignon sopra la testa.
-Sei venuta in pigiama? Mica dormiamo qui, a meno che tu non voglia campeggiare con me- la punzecchiò riguardo alla felpa decisamente troppo grossa per lei che portava quasi a vestito sopra ai pantacollant.
Shantel sbuffò voltandosi a guardare verso il ragazzo –Louis sono venuta a mettere delle decorazioni non a sentire le tue insulse battutine tristi, quindi lavora che voglio andarmene a casa il prima possibile- lo zittì lei iniziando a mettersi all’opera.
Dopo circa mezz’ora, buona parte del lavoro era fatta, Shantel si voltò verso il ragazzo guardandolo sdraiato al centro della stanza a braccia e gambe aperte, come l’uomo vitruviano.
-Tomlinson si può sapere che diamine fai?- gli domandò andando con passo deciso verso di lui.
-Guardo le stelle- gli rispose lui continuando a guardare il soffitto, e girando la testa per poter vedere meglio.
Shantel lo raggiunse guardandolo accigliata e porgendogli la mano –alzati e aiutami con le ultime cose che poi posso andare a casa almeno-
Il ragazzo l’afferrò per alzarsi ma scivolò portandosi dietro anche la ragazza e scoppiando a ridere.
-Che ti ridi nemmeno in piedi sai stare?- lo riprese lei cercando di alzarsi, ma Louis la trattenne per il braccio ritirandola giù.
-Vieni a vedere le stelle-
-Tomlinson lasciami, non mi sdraierò a vedere delle inutili stelle, abbiamo ancora da fare un sacco di cose, e siamo indietro, ho sonno, ho voglia di andare a dormire, ho mal di piedi, di testa, e tu mi stai facendo andare il sangue alla testa e se te lo stai chiedendo non è…- iniziò un monologo isterico, che però non vide la fine perché per farla smettere Louis la baciò. Successe tutto in pochi secondi, che quasi la ragazza non riuscì a metabolizzare cosa stava facendo, ma la cosa che la spaventava di più era che il sentire le labbra morbide di Louis sulle sue le piaceva, no non poteva essere così, doveva interrompere tutto quello, lei non sopportava Louis, non poteva trovare piacevole quel momento.
Shantel si staccò immediatamente fulminandolo –che cosa ti passa per la testa!- esclamò alzandosi e allontanandosi.
-E dai Shantel, scusa, è la prima cosa che mi è venuta in mente per zittirti- sbuffò lui seguendola fino alle tribune dove si stava dirigendo lei.
-Tu sei fuori di testa- disse lei scuotendo la testa senza voltarsi a guardarlo.
-Ok scusami, prometto di non farlo mai più, ma tu devi dirmi che non ti è piaciuto nemmeno un po’- gli disse il ragazzo
-Cosa?!- gli chiese scioccata guardando ovunque ad eccezione del ragazzo.
-Guardami e dimmi che non ti è piaciuto il bacio- le ripeté Louis. Shantel prese un respiro ed alzò lo sguardo, ma non appena incontrò quegli occhi grigio azzurri tutta la forza che aveva accumulato per fingere che il bacio non le fosse piaciuto, svanì e senza nemmeno accorgersene si avvicinò al ragazzo tornando ad assaporare quelle labbra, lasciandosi trascinare. Fu come entrare in trans e risvegliarsi solo quando sentì il tocco di Louis salire lungo la sua gamba fin sotta la felpa, stava per cedere nuovamente a quel ragazzo, ma questa volta non c’era l’alcool a fornire una scusa.
 
Memi raggiunse il centro della pista con Gaspard e iniziò a ballare come tutta quella mandria lì nel locale, quel ragazzo era un ottimo attore, stava riuscendo perfettamente nella parte. Come notò il moro in lontananza avvicinarsi si chinò su Memi, vista da altre prospettiva poteva sembrare che le stesse baciando il collo ma in realtà le stava semplicemente sussurrando
-seconda parte in azione, si sta avvicinando, ci vediamo dopo e mi raccomando tieni i vestiti addosso almeno stasera-
Poi le sorrise e si allontanò, non appena la figura di Gaspard fu lontana la voce di Zayn la raggiunse alle spalle.
-chi era quello?- le chiese fingendo indifferenza. La ragazza sorrise soddisfatta prima di voltarsi e incontrare lo sguardo del ragazzo.
-Zayn- lo salutò con un cenno –niente babysitter oggi? Tua sorella Cat deve esserci rimasta male- gli disse divertita alzando appena le spalle.
-Abbiamo un rapporto piuttosto aperto- gli rispose lui abbassando lo sguardo verso di lei, che finse di non essere interessata a quello.
-Balliamo?- gli chiese poi dato che si trovavano al centro della sala e lui annuì. Memi iniziò a muoversi a ritmo della musica che rimbombava da ogni angolo, le canzoni passavano, una dopo l’altra e lei continuava la sua danza tortura nei confronti del ragazzo, lo lasciava avvicinarsi, ma non troppo, si stava divertendo a modo suo e, per quanto le risultasse difficile, stava resistendo all’impulso di prendere quel ragazzo per portarlo in qualche luogo più appartato dove i suoi ormoni avrebbero preso il sopravvento, per una volta sentiva di poter giocare per un po’ guadagnando solo l’interesse e quindi non esitò a farlo.
Quando l’ennesima canzone finì per essere sostituita dalla seguente, il cellulare di Memi vibrò, lo estrasse allontanandosi appena e lesse il messaggio ricevuto. Ok è ora, ci vediamo fuori – Gas
Tornò verso Zayn con un sorriso –scusa devo scappare, Gaspard, mio fratello, una noia, mi impone sempre il coprifuoco-
Il moro la guardò divertito –si certo, per essere più credibile dovresti usare frasi tue- gli disse incrociando le braccia. Memi gli si avvicinò pericolosamente incrociando il suo sguardo, e restando a pochi millimetri dalla bocca del ragazzo, inutile dire che per trattenersi dal cedere a quelle labbra perfette che aveva davanti si stava immaginando di parlare con un panda ciccione in perizoma.
-Sei libero di non credermi, ma questo non cambia il fatto che ora me ne vado- concluse lei per poi lasciarsi andare quel poco da concludere il tutto lasciandogli un bacio del tutto innocente, ma che tutta quella situazione rendeva accattivante al lato della bocca, prima di voltarsi e lasciarlo da solo al centro della pista.
Zayn fece un mezzo sorrisetto, quella ragazza sapeva come guadagnare il suo interesse, lo stava rifiutando e nessuno aveva mai rifiutato il moro, tutte volevano Zayn Malik, e lui adesso voleva Memi solo perché era l’unica a non lasciarsi prendere tanto facilmente o forse perché per la prima volta una ragazza aveva smosso più di quell’interesse superficiale in lui?
 
Mateo non aveva più rivisto l’amica da quando l’aveva abbandonata con quel biondo davanti al bar e per quanto la conoscesse bene, inutile dire che non fosse un po’ preoccupato.
Guardò l’orologio era l’una passata e il giorno dopo Chiara aveva lezione ogni venerdì sera stressava che doveva rientrare presto sennò non sarebbe riuscita a svegliarsi e invece stasera non sembrava farsi viva.
-Stai tranquillo Mateo, è grande e vaccinata- gli disse Axel passandogli un bicchiere –bevici su-
-Non posso bere, devo guidare Ax- gli rispose il moro tamburellandosi sulle gambe.
-Certo che sei strano, gli dici sempre che deve vivere di più e quando lo fa, sembri un nonno in apprensione- lo stuzzicò l’altro facendo saltare Mateo.
-Lei è ancora troppo piccola ok? E se ha preso l’idea della maglietta sul serio? Lo sai che lei è sensibile e poi potrebbe soffrire-
L’amico alzò lo sguardo al cielo sconsolato guardandosi intorno ridendo quando all’improvvisò adocchiò Chiara.
-è laggiù la vedo io sta ridendo e parlando, lasciala stare- disse al moro alzandosi e prendendo la giacca.
-Dove vai ora? Mi abbandoni pure tu?- gli chiese Mateo.
-a fumarmi una sigaretta posso o rischio di venire rapito dagli alieni? Eh che diamine Mateo, vieni anche tu così le ricordi che deve andare a letto ok?- concluse passandogli la giacca e andando verso le scalette poi in direzione uscita.
Il moro lo precedeva con passo deciso finché non raggiunsero il punto in cui si trovava l’amica e senza nemmeno chiedere scusa o niente si intromise.
-Sai che ora sono?- le chiese, Chiara distolse lo sguardo da Niall per fulminare l’amico, che continuò –le due e mezza, domani mattina alle 8 hai lezione, le lasci chiuse fuori quelle bambine?-
La ragazza si batté con un palmo sulla fronte, si era completamente dimenticata che domani mattina lavorava, ma dopo aver iniziato a parlare aveva totalmente perso la cognizione del tempo. –giusto!- esclamò per poi tornare a Niall –scusa, è che rimarrei ancora, ma domani mattina ho una lezione, mi ero completamente scordata- disse alzandosi e afferrando la giacca che le porgeva Mateo indossandola il più velocemente possibile, salutò con altrettanta velocità il ragazzo che quasi non ebbe il tempo di assimilare una parola che era rimasto nuovamente solo, l’unica figura rimasta davanti a lui era quella di Axel che compilò un tovagliolo con l’indirizzo della scuola di danza dove lavorava Chiara.
-stacca alle sette domani- gli disse porgendoglielo per poi aggiungere –le piacciono le sorprese fidati- prima di allontanarsi anche lui.


here i am:
rieccomi qui con il nuovo capitolo yeee seriamente parlando premetto che sono zero convinta delle 2 parti finali, e sono invece innamorata della prima parte. Detto questo visto vi ho accontentato ho messo il regalo di Memi, volevo dire grazie a tutte le lettrici che recensiscono e a tutte le lettrici che mi fanno sapere cosa pensano su twitter, quando l'ho iniziata non pensavo di ottenere così tanto successo, e invece sono felicissima vi piaccia così tanto. Come dicevo non mi piacciono le due parti finali, ma sono a corto di idee e non sto tanto bene per idearne di nuove oggi quindi, migliorerò nei prossimi capitoli quei due punti. La canzone scelta per il titolo è Cannonball, ma non la versione di Damien Rice, bensì quella di Marcus Collins uno dei concorrenti di quest'anno di X Factor UK, che io personalmente adoro come canzone beh detto tutto questo non penso di avere altro da dire quindi un bacio
chia x. 

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Capitolo 10
*** how great it would be, to fall in love with someone you can trust, who will never give up, cause you're everything he needs ***


Capitolo 9 - « How great it would be, to fall in love with someone you can trust, who will never give up, cause you’re everything he needs. »

 

 
Un raggio di luce filtrò dalla finestra, illuminando la stanza, Fede socchiuse gli occhi stiracchiandosi, vedeva ancora tutto appannato e non riusciva a riconoscere dove fosse.
Si mise a sedere guardandosi intorno, quella non era la sua camera, poi improvvisamente si ricordò, si era addormentata sul divano a casa di Harry. Come prima cosa, non sa nemmeno lei perché, alzò il piumone e controllò di essere vestita e solo una volta accertata della cosa uscì da sotto quella montagna di piacere caldo e cercò le sue scarpe, le afferrò infilandole e allacciandole, poi si alzò. Non lasciò immediatamente la stanza, prima decise di studiarla, non che la cosa gli fosse utile per qualcosa, era solo curiosa di capire che persona fosse in realtà Harry.
Primo aggettivo probabilmente sarebbe stato disordinato, una sedia era piena di vestiti e l’armadio si chiudeva appena. Fede raccolse una felpa da terra, era quella che usava maggiormente il ragazzo, viola con la scritta ‘Jack Wills’ in bianco la raccolse e la appoggiò ai piedi del letto, poi tornò a camminare, raggiunse una di quelle bacheche in sughero dove appuntate c’erano varie foto, da quando era piccolo fino ad ora, in molte di quelle foto era insieme a Louis, erano davvero inseparabili quei due più di quanto si potesse mai immaginare.
In un paio di foto erano davvero buffi come quando mostravano i loro lati b, Fede si soffermò a contemplare il ricciolo senza nemmeno accorgersene.
Quando strani pensieri iniziarono ad attraversarle la mente, scosse la testa e passò alla foto successiva, né scostò una svelandone un’altra quasi nascosta da tutte quelle con Louis.
Non le era nuova quell’inquadratura, ed era come se l’avesse già vista, poi si ricordò, era il nono compleanno di Niall e quella era una foto che il biondo l’aveva obbligata a fare, infatti era possibile vedere la bambina alla sinistra del festeggiato imbronciata che fingeva un mezzo sorriso e il bambino dai corti capelli a destra tutto sorridente, che non c’era dubbio era Harry.
Il ricordo di quella giornata le attraversò la mente, ma invece che rabbia le fece solo piacere sapere di averlo ancora. Era una bella giornata di settembre quando era stata scattata e lei era appena tornata dalle ferie con i genitori, perché li aveva obbligati, non voleva perdere il compleanno di Niall e soprattutto il cugino del biondo che arrivava ogni anno per il suo compleanno e che Fede guardava sempre sognate sebbene lui non si sarebbe mai interessato a lei dati i quattro anni di differenza.
Appena anche quel ricordo si dissolse, si alzò rimettendo apposto la foto e si diresse verso la porta ma inciampò in uno scatolone spostandone appena il coperchio, si voltò a guardare quella scatola in cartone e si avvicinò
-non dovresti guardare- si disse, ma data la sua curiosità fu inutile ripeterselo. Spostò completamente il coperchio e iniziò a guardarvi dentro, era pieno di roba vecchia, album, altri contenitori e via dicendo. Ne afferrò uno e lo stava quasi per aprire poi si ricordò che non era in casa sua, e non avrebbe dovuto frugare troppo così lo ripose alzandosi, e raggiungendo la porta, la aprì e uscì. Scese nel completo silenzio al piano di sotto quando vide la figura di Harry chiusa a riccio sul divano.
Si fermò ad osservarlo per un paio di secondi, sembrava un bambino, i ricci scompigliati davanti al viso, la bocca semiaperta, le labbra rossicce che sembrava portare il rossetto anche se non era così.
Sorrise avvicinandosi nel perfetto silenzio a prendere la borsa che si trovava tra il tavolino e il divano, si fermò nuovamente accucciata per qualche secondo a osservarlo, mentre dormiva era così bello che Fede si sarebbe seduta lì ad osservarlo per tutto il giorno, ma il suo lato responsabile le diceva che era rimasta anche troppo fuori cosa ed era ora di rientrare.
Si alzò afferrando un paio di fogli e la giacca appoggiata sullo schienale del divano indossandola poi una volta pronta si sporse verso Harry lasciandogli un bacio sulla guancia e aggiungere in un sussurro sicura che tanto lui non l’avrebbe sentita.
-grazie Styles-
Poi si raddrizzò e diresse alla porta aprendola e chiudendosela alle spalle.
Come sentì sbattere la porta Harry socchiuse gli occhi –prego- disse con un sorriso stampato in volto.
 
-Avete passato tutta la notte a lavorare? Sapevo proprio di potermi fidare di voi- disse Trudi osservando Shantel che stava finendo con degli striscioni china a terra mentre Louis sistemava dei spara coriandoli vicino al palco dalla parte opposta della stanza.
Shantel si alzò raggiungendo la bionda –ci sono altri cartelloni e pennarelli?-
-Si ho fatto mettere tutto nel laboratorio di chimica- le rispose. La ragazza annuì avviandosi ma la voce della bionda la interruppe di nuovo.
-Lou Lou, vai a darle una mano non ce la può fare da sola- urlò al suo ragazzo che lasciò perdere quello che stava facendo per seguire gli ordini della propria ragazza.
-Non c’è bisogno- gli disse Shantel senza guardarlo e uscendo dalla palestra. Nonostante lo aveva lasciato indietro sentiva il suo sguardo addosso.
Raggiunse il laboratorio di chimica ed entrò iniziando a cercare quei cartelloni e quei pennarelli ovunque.
-Ti serve una mano?- chiese la voce di Louis che nel frattempo si era appoggiato alla porta osservando la ragazza cercare frenetica l’occorrente.
-Si guarda laggiù e renditi utile- disse indicando la porta opposta dell’aula.
-oppure posso aiutarti per arrivare più in alto e vedere se sono lassù- propose il ragazzo avvicinandosi.
-stammi lontano Louis è meglio- indietreggiò lei cercando di tenere le distanze.
-non mi sembravi dello stesso avviso stanotte, o ti sei già dimenticata?- chiese appoggiandosi ad uno dei banchi osservando la ragazza indietreggiare divertito primo di raggiungerla e cercare il suo sguardo
-No e per questo non deve succedere più niente tra noi- gli rispose appoggiando una mano sul suo petto in modo da tenerlo a distanza di almeno un braccio da lei.
-mi sembra quasi difficile crederti, dato che stanotte mi supplicavi di non smettere-
Shantel lo fulminò sorpassandolo per andarsene –perché non muori?- gli intimò prima che lui le afferrasse il braccio per fermarla.
-Scusa Shantel aspetta, non volevo essere così stronzo e insensibile- le disse lui voltandosi a guardarla senza lasciare la presa.
-Ma guarda un po’ lo sei stato però- gli rispose cercando di sfuggire a quella presa.
-E’ che non so come comportarmi con te, cioè con tutta questa situazione mi è completamente nuova non sono mai stato così, cioè non sono mai stato infedele e cose varie, ma è più forte di me, non riesco a non volerti-
La ragazza si fermò a fissarlo, aveva sentito bene? sognava o era desta? Sbatté le palpebre due volte non sapendo cosa rispondere poi optò per una mezza verità
-Louis, non ti nascondo che tu mi piaci, ma so per esperienza indiretta che queste cose finiscono male, e non voglio essere l’amante di nessuno, forse in un futuro, se tu e Trudi rompete potresti avere una possibilità, ma solo allora- dopo di che riuscì a liberarsi e a lasciare la stanza senza però aver trovato quello che cercava.
 
-Allora tu pensi ai cereali e io alla frutta e verdura ok?- le chiese Davis guardando la sorella che annuì con un sorriso prima di aggiungere –e poi mi spieghi quale onore ci hai dato a dormire a casa-
-si un giorno forse- rispose lei girando per la corsia opposta a quella dove sarebbe andato il fratello per dirigersi a quella dei cereali senza più trovarsi a dover evitare domande imbarazzanti.
Iniziò a camminare lungo la corsia dalle scatole colorate cercando la sua, ovvero i suoi cereali preferiti, quelli che mangiava da sempre, e che se non erano loro si rifiutava di ingoiare.
Li individuò sullo scafale sopra la sua testa, sbuffò era troppo semplice chiedere di non dover sentirsi un puffo anche oggi.
Prese un respiro e si allungò cercando di afferrarli, ma fu tutto inutile perché riuscì solo a sfiorarli. Finché per sua fortuna ottenne una mano dal cielo.
Si voltò a vedere chi fosse il suo salvatore, ma si bloccò appena vide Liam porgerle la scatola.
-grazie- gli disse afferrandoli e buttandoli alle sue spalle convinta ci fosse il carello.
-se non li volevi bastava dirlo- le disse Liam alzando un sopracciglio. Cat si voltò notando la scatola a terra dietro di lei e si inchinò a raccoglierli in imbarazzo per la figura appena fatta.
-no cioè ero convinta ci fosse il carello dietro- si spiegò lei tornando a guardare il ragazzo davanti a sé
-si, tranquilla, avevo immaginato- le sorrise lui, aveva sempre il solito sorriso perfetto che la mora ricordava. Cat ricambiò il sorriso abbassando lo sguardo lasciando cadere un silenzio piuttosto imbarazzante che per fortuna Liam interruppe poco dopo.
-sempre quelli vero?- disse indicando i cereali, scuotendo la testa.
-ovvio, non ce n’è di meglio- rispose lei tranquilla, sembrava quasi strano riuscire a fare una chiacchierata tranquilla con lui.
-già, ricordo bene-  disse lui annuendo e ripensando ad un episodio di circa cinque anni prima anno più anno meno. –ricordi quando Shantel te li ha cambiati e tu come li hai messi in bocca…- iniziò lui ma Cat lo interruppe per continuare
-li ho sputati tutti, chi è che avevo lavato?- chiese cercando di ricordarlo e Liam con tono un po’ più spento rispose
-me-
-ops- disse lei cercando di trattenere le risate per poi scoppiare a ridergli in faccia
-si certo ridi pure, tanto ero io quello con tutto il latte in faccia e i cereali anche nelle mutande tra un po’-
-si e Davis che si era strozzato con i suoi dal ridere- continuò a ricordare Cat sempre ridendo, sembravano due idioti che ridevano nel mezzo di un supermercato, Liam rimase ad ascoltare il suono di quella risata che gli era tanto mancato e che non ricordava così bello.
-Bei tempi- commentò il ragazzo un volta ripreso dalla risata seguito dalla voce della mora.
-Già bei tempi- concluse alzando lo sguardo e incontrando quello di Liam, il silenzio ricadde di nuovo ma questa volta interrotto da una terza voce.
-Mi sembrava di essere stato chiaro!- tuonò la voce di Davis alle spalle della sorella, che si voltò di colpo.
-Davis stavamo solo parlando- disse Cat guardando il fratello avvicinarsi armato di carello e banane con passo deciso.
-Io gli avevo detto che non doveva nemmeno avvicinarsi- disse freddo guardando il vecchio amico fermo davanti a sé.
-Tu avevi fatto cosa?- chiese Cat guardando prima uno e poi l’altro fino a tornare al fratello aspettando una risposta, che sembrava non voler arrivare.
-Davis! Tu gli hai chiesto di non avvicinarsi più a me? Ma come pensavi fosse possibile?- chiese lei scuotendo la testa
-non lo so, in un qualche modo- rispose lui scuotendo la testa e scrollando le spalle senza risposta –io mi preoccupo solo per te- aggiunse guardando prima la sorella poi il ragazzo che si trovava dietro di lei.
-lo so Davis, ma viviamo nella stessa città, quasi stesso quartiere, andiamo alla stessa scuola, siamo in classe insieme, come pensi possa evitarmi a vita?-
-non lo so ma lo pensavo- continuò il ragazzo sempre con la sua banana in mano, per poi lasciare il carrello e raggiungere Liam puntandogliela al petto.
-ti tengo d’occhio Payne- gli disse con sguardo minaccioso, mentre il ragazzo lo guardava confuso e la mora scoppiò a ridere.
-Che ridi?- gli chiese il fratello.
-con una banana lo minacci? Cioè ma cosa siamo nella giungla con le scimmie, anche se a guardarvi- disse storcendo la testa per studiare i due ragazzi.
-che vorresti dire?- chiesero i due in coro
-credo che voglia dire che assomigliate a due scimmie- gli rispose una vecchietta che passava di lì e Cat annuì
-esatto!-
 
Dopo la sua doccia mattutina e dopo la colazione, il ragazzo scese nuovamente in salotto dove iniziò a riordinare tutti quei fogli, non aveva ancora smesso di sorridere da quando Fede se ne era andata e sembrava piuttosto di buon umore.
La porta si aprì mostrando lo sguardo di Louis, stanco e pensieroso.
-Che succede amico? Serata pesante?-
-Meglio non parlarne- gli rispose il ragazzo afferrando un tazza e versandoci del caffè –tu invece che ti sorridi?-
-mi ha baciato Louis, mi ha dato un bacio- gli disse sorridendo e il ragazzo lo guardò alzando un sopracciglio
-chi il cane? A proposito dove è Ted, non l’avrai lasciato dormire fuori vero?- chiese all’amico che solo ora si ricordò di essersene completamente dimenticato. Louis guardò Harry e tuonò andando verso la finestra -Harold Edward Milward Styles, dove hai lasciato il mio cane! Lo hai lasciato congelare fuori nella neve?!- sbraitò come se fosse fuori di sé aprendo la portafinestra dove spuntò una macchia nera che corse dentro la casa.
Il maggiore tra i due ragazzi guardò l’altro minaccioso –ti conviene avere una buona scusa!-
-Mi ha dato un bacio- rispose il ricciolo
-Chi?- domandò aspettandosi qualcosa che valesse la pena di aver confuso l’amico.
-mia nonna- disse scocciato in risposta.
-ahh ora capisco eri traumatizzato, beh si le vecchiette quando ti baciano di traumatizzano ai ragione amico, sei perdonato allora- concluse buttando giù il caffè.
-Quanto sei scemo Louis, secondo te mia nonna?-
-E che ne so, lo hai detto tu- si difese il maggiore tornando in cucina e aprendo il frigo cercando qualcosa da mangiare.
-Ma io intendevo dire Fede-
-Da quando paragoni le ragazze a tua nonna? Bacia così male perché?- continuò confuso non capendo il filo del discorso.
-Vabbè lasciamo perdere, che ti è successo stamani? Sembri un altro Louis-
-Niente, tutto apposto- mentì il ragazzo all’amico.
-Perché allora stai spalmando il toast sul burro e non il burro sul toast? Che è successo con Trudi stanotte?- gli domandò il ricciolo.
-Con Trudi niente, non c’era lei, ha lasciato l’incarico a me e Shantel-
Harry alzò lo sguardo a guardare l’amico, si sentiva già che qualcosa non andava e adesso ne era ancora più certo.
-Che è successo con Shantel? E non dirmi niente, perché quando non succede niente sei incline alle frecciatine sul mio rapporto con Fede e non alla perdita della tua leggendarietà come stamani-
Louis sbuffò prima di iniziare a raccontare velocemente cosa fosse successo
-Allora sai come fa lei quando inizia a diventare isterica e parlare a raffica? Beh non riuscivo a zittirla così l’ho baciata, e lei è impazzita cioè ha iniziato a urlarmi contro che ero fuori di testa e mi è venuto spontaneo chiederle se non le fosse piaciuto e lei invece di dirmi no mi ha baciato e poi abbiamo finito per farlo sugli spalti-
-No aspetta tu e Shantel sugli spalti della palestra? Ok io mi siedo per terra da oggi- rispose schifato il ricciolo per poi ridere.
-Si e stamani mi ha detto che dobbiamo fingere non sia successo perché queste cose finiscono sempre male e lei non vuole essere l’amante di nessuno e che solo se io rompo con Trudi potrei avere una remota possibilità- concluse addentando il suo toast.
-In questi casi ascolta il tuo caro amico Harry, molla la gallina zoppa e prenditi Shantel, semplice no?-
-non posso lasciarla ora, è invalida sarebbe troppo crudele-
-Amico se aspetti che quella sia pronta mentalmente allora te la sposi, il mese scorso era in depressione suicida, adesso è invalida, se continua così con l’anno nuovo sarai padre- concluse il minore tra i due alzandosi e afferrando un cellulare e aggiungendo –pensaci su ok? Porto questo a Fede che l’ha dimenticato qui stamani poi torno e finiamo il discorso ok? Intanto mangia, fatti una doccia, riprenditi poi arrivo e ti piglio a schiaffi se non sei tornato in te da solo- concluse afferrando anche la giacca e salutato Ted, che ora gli stava a debita distanza, lasciò l’appartamento.
 
Harry raggiunse casa di Fede e si fermò dal lato opposto del marciapiede studiando la situazione, non poteva di certo suonare, se fosse venuta ad aprire la madre non poteva lasciargli il telefono, però c’era anche da dire che non sapeva quale fosse la camera della ragazza, iniziò a fare mente locale, quale di tutte quelle stanza poteva essere quella giusta, poi finì per optare per quella sul retro che dava verso il Tamigi, ricordava che una volta in una poesia in terza elementare la ragazza aveva parlato del fiume che vedeva dalla finestra di camera sua.
Raggiunse quella finestra e si guardò intorno cercando un modo per farsi notare, optò per la ghiaia sotto i suoi piedi ne prese alcuni sassolini iniziando a tirarli alla finestra finché una figura non spostò le tende, mostrando il volto di Fede.
La ragazza guardò sorpresa il riccio nel suo giardino e aprì la finestra
-Che ci fai lì?- gli chiese guardandosi intorno e Harry le mostrò il telefono
-dimenticato niente?- le chiese con un mezzo sorriso. La ragazza si  ricordò solo ora di averlo dimenticato appoggiato sul tavolino in casa Stylinson, distratta ancora dall’immagine di Harry che dormiva beato.
-Aspettami lì scendo- concluse richiudendo la finestra e sparendo nuovamente, dopo dieci secondi apparì dalla porticina in legno bianco davanti al ragazzo.
-Grazie Styles- disse lei allungando la mano verso il cellulare che prontamente il ragazzo portò fuori tiro.
-eh no, troppo facile così- le disse indicandosi la guancia sinistra con l’indice come a spiegare che aspettava un bacio prima.
-Stai scherzando vero?- chiese Fede alzando un sopracciglio –l’unica cosa che posso darti è un pugno volendo, ma rischierei comunque di infettarmi-
-Beh dopo che mi ha dato un bacio stamani gli anticorpi dovresti averli fatti non credi?- gli rispose lui divertito, per una volta era il ricciolo ad avere il coltello dalla parte del manico e non il contrario.
-Tu..tu..tu non stavi dormendo?- gli chiese Fede quasi in panico e il ragazzo scosse la testa vedendola sbiancare e aggiunse
-sono un bravo attore, vero?-
-Tu sei.. Tu sei..- iniziò a scaldarsi la ragazza non trovando l’aggettivo giusto.
-un genio?- chiese lui divertito da tutta quella situazione, forse sembrava stronzo, ma per una volta che lui aveva la meglio, voleva godersi il momento.
-sai ti preferisco quando dormi- incrociò le braccia al petto Fede.
-beh non si può avere tutto dalla vita, e ad esempio se tu rivuoi il tuo telefono devi solo darmi un bacino qui- disse tornando a battersi con l’indice sulla guancia. Fede sbuffò guardando il telefono poi la guancia di Harry.
-va bene, ma non fare strani scherzi- concluse avvicinandosi per baciarlo quando la voce di suo padre risuonò per la casa.
-Federica Stewarts ti conviene venire qui immediatamente!-
La ragazza spinse Harry verso la siepe, il ragazzo inciampò nei mattoni che la limitavano finendoci in mezzo e perdendo il telefono che Fede afferrò al volo precipitandosi in casa. Come si chiuse la porta alle spalle Harry rispuntò dal verde con una serie di foglie e rametti tra i capelli.
-Ok questa è sfiga!- concluse mettendosi le mani in tasca rassegnato.
 
Quella mattina Niall non sembrava volersi svegliare, non era abituato ad andare a letto troppo tardi e nonostante fosse rimasto da solo per le due al Cube, non aveva trovato Zayn fino alle tre circa, e dopo un ora buona di camminata verso casa era riuscito a prendere sonno solo alle sei, dopo essersi rigirato per ore nel letto avvolto dai pensieri.
Alle nove quando era nel pieno di un sogno perfetto, il suo telefono aveva iniziato a vibrare dalla mensola sopra il suo letto fino a picchiargli sulla fronte e svegliarlo.
-Pronto- rispose con la voce impastata ancora dal sonno.
-Ti ho svegliato?- gli chiese la voce della sua migliore amica dall’altra parte.
-no cosa te lo fa credere?- rispose sarcastico l’altro mettendosi a sedere e prendendo una testa iniziando a imprecare mentre l’amica dall’altra parte se la rideva.
-si certo scricciolo ridi pure, poi voglio vedere te dopo che dormi solo tre ore come sei ridotta- sbadigliò andando verso lo specchio per vedere quanti bernoccoli si era procurato, controllò il telefono notando che il numero da cui lo stava chiamando Fede non era il suo.
-Perché mi chiami da casa?-
-Da dove ti devo chiamare scusa? Dalle Barbados? Che domande fai stamani, devi proprio dormire minimo nove ore tu o il cervello lo tieni scollegato- gli rispose la ragazza che nel frattempo stava sistemando la camera.
-Intendo con il fisso e non con il cellulare, e comunque grazie del complimento- rispose lui sbadigliando nuovamente.
-Oh l’ho perso credo- rispose lei non ricordando dove l’avesse lasciato.
-Scricciolo, tu non perdi la testa solo perché ce l’hai attaccata al collo- commentò scuotendo la testa il ragazzo andando verso l’armadio per cercare qualcosa da mettersi.
-Come siamo gentili stamani- commentò la ragazza prima di aggiungere –scusa un secondo ti richiamo dopo ok?- e detto ciò senza aspettare che l’amico rispondesse riagganciò.
Niall si alzò andando in bagno e dandosi una sciacquata per svegliarsi meglio, poi scese in cucina, la casa era deserta e sul frigo un post-it della madre lo informava che era uscita per delle commissioni e che suo padre sarebbe tornato dopo cena quindi lei si fermava fuori tutto il giorno con le amiche.
Il ragazzo staccò il foglietto e aprì il frigo per dedicarsi alla colazione, oggi aveva la casa tutta per sé quindi questo voleva dire solo una cosa: calcio e schifezze tutto il giorno. Afferrò il telecomando buttandosi sul divano quando suonarono il campanello infrangendo i suoi sogni.
Si alzò sbuffando e trascinò i piedi fino alla porta aprendola quando si trovò un telefono davanti.
-è tornato!- esultò la voce di Fede.
-wow, il cellular prodigo è di nuovo tra noi, dove si era rifugiato?- disse con poco entusiasmo Niall facendo passare l’amica.
-non te lo dico perché è un segreto- rispose lei facendogli la linguaccia –e poi perché il tuo entusiasmo è sotto i piedi e lo stai offendendo- aggiunse togliendo la giacca e buttandosi sul divano cambiando canale.
Niall le afferrò il telecomando sedendosi nella parte di divano libera.
-Non so come sei abituata a casa di Harry, ma qui il calcio è sacro non si cambia canale- la riprese il biondo rimettendo il canale dello sport.
-Non guardo la tv a casa di Harry- incrociò le braccia al petto la ragazza mettendo il broncio.
-Già siete impegnati in altro- disse tranquillo il ragazzo ritrovandosi poco dopo a terra a causa di una cuscinata dell’amica.
-Guarda che io intendevo i compiti, non è colpa mia se tu pensi sempre ad altro quando si parla di Styles- si difese peggiorando solo la situazione.
-Ti conviene stare zitto, fai meno danni- gli rispose l’amica minacciosa.
-Ah quindi adesso è colpa mia se tu pensi male- chiese scioccato il biondo
-io non penso male- disse la ragazza vicino al cedimento nervoso, guardando l’amico esasperata.
-Si certo e io sono David Beckham- mormorò il ragazzo divertito tornando alla partita in tv.
-Se tu fossi David Beckham io non sarei la tua migliore amica-
-Attenta che Harry potrebbe sentire attraverso la cimice che ti ha messo nel telefono quando lo hai dimenticato da lui- disse ironico, scherzando sulla possibilità che l’amica avesse lasciato il cellulare a casa del ricciolo.
-Tu come fai a sapere che lo aveva Harry?- chiese lei sorpresa di quel fatto e Niall si voltò a guardarla con i suoi occhi azzurri spalancati.
-Ma io sono un genio- disse saltando sul divano e iniziando a ballare come uno scemo e ripetere –te l’ho fatto dire te l’ho fatto dire-
Fede afferrò nuovamente il cuscino dandogli un nuovo colpo facendolo sbilanciare e cadere. Nella caduta Niall scontrò la sua giacca lasciata sul bracciolo del divano dalla sera prima rientrato dal The Cube, e un tovagliolo scivolò sul pavimento.
Fede si lanciò a raccoglierlo leggendolo ad alta voce.
-Che cosa è questo? Ti vuoi iscrivere ad una scuola di danza? Ti ci vedo sai a fare il balletto sulle punte- scherzò divertita dopo aver ripetuto più volte quell’indirizzo nella sua testa.
-Non dire scemate, non voglio iscrivermi alla scuola di danza, ridammi il foglio-
-uh, uh come mai tutto questo interesse? Te lo ha dato una ragazza? Sai io rimango comunque dell’idea che tu avresti dovuto conoscere quella di Nandos- tornò sull’argomento l’amica.
-Chiara- rispose il biondo
-Si lo so che sono stata chiara-
-No Chiara è il nome- disse sospirando il ragazzo guardando Fede scuotendo la testa
-Di chi?- gli domandò confusa
-Della ragazza di Nandos, Fede, di che stavamo parlando?-
-E tu come lo sai?- saltò su guardandolo scioccata come se si fosse persa qualcosa.
-Ho i miei informatori segreti- iniziò per poi decidersi a dire la verità quando Fede lo fissò con sguardo omicida –L’ho rincontrata ieri sera al The Cube, e quello è il luogo dove lavora, che me lo ha lasciato uno di quelli che era là con lei quando è scappata via di corsa-
-Ohh- gli rispose con sguardo sognante –e la andrai a prendere, che cosa da film, io vi vedo già camminare mano per mano in un campo di quadrifogli sorridenti- disse sempre con lo stesso sguardo.
-ok adesso taci, inizi ad essere imbarazzante- le tirò una cuscinata l’amico per poi aggiungere –non so se andare, magari non le fa piacere-
-Ma che sei scemo?!- esclamò Fede alzandosi –tu ci andrai, forza alzati da lì ora e non obbligarmi a farlo con la forza- aggiunse prendendolo per il colletto –andiamo a cambiarci e a farci belli-
-Fede stacca alle sette- gli disse lui indicando l’orologio che segnava neanche le undici di mattina.
-Appunto, ci serve ogni secondo a partire da adesso muoviti-
Il biondo la guardò sbuffando –ok io vado, ma tu devi deciderti a dare un possibilità a Harry-
-Mi stai ricattando- gli domandò la ragazza con sguardo alla Sherlock Holmes.
-Prendilo come un consiglio da parte del tuo migliore amico-
-ok mi stai ricattando- concluse spingendolo verso le scale.
 
Dopo aver passato tutto il pomeriggio sotto mano di Fede che gli aveva distrutto l’armonia dell’armadio, Niall era stato spinto fuori di casa sua senza possibilità di rientrarvi, così si era dovuto rassegnare a fare quello che gli era stato ordinato da Fede e che poi era quello che avrebbe voluto anche la parte meno razionale di lui. Raggiunse l’indirizzo lasciatogli da quel ragazzo la sera prima e si trovò davanti ad un grande palazzo nel centro di Londra, sull’insegna un po’ sbiadita in oro c’era la scritta free your mind, open your heart and dance, si guardò intorno, la struttura sembrava vuota ma prese un respiro e si incamminò attraversando la strada e raggiungendo la grande porta nera sopra una scalinata in marmo con un corrimano a dividerla in due. Varcò il portone iniziando a salire delle scale più strette fino ad un pianerottolo, oltre esso una stanza piena di parquet e specchi, le luci erano accese ma sembrava vuota. Aprì la porta per guardarci dentro e fu investito dalla melodia della canzone Take a Chance on Me dei JLS e non appena entrò poté notare al centro di quella specie di pista la figura di Chiara che stava ballando su quelle note.
Rimase a fissarla come affascinato, e si appoggiò alla porta finché la canzone non terminò e dopo aver spento lo stereo la ragazza voltò lo sguardo notandolo.
L’espressione sul suo viso fu di pura sorpresa che trasmise anche alla sua voce quando parlò
-Niall?- chiese tra lo stupore e l’incertezza sorridendo al ragazzo, infondo gli faceva piacere rivederlo lì dato il modo brutale con cui era scappata la sera prima, non pensava di rivederlo così facilmente.
Il biondo ricambiò il sorriso –Chiara- la salutò spostandosi dalla porta per avvicinarsi, per poi chiedere pensando ancora alla scena di poco prima –tu balli?- ma si pentì e insultò mentalmente subito dopo, era ovvio che ballava, lo aveva visto con i propri occhi, ma la ragazza sembrò non dare peso alla scemenza di quella domanda e al contrario aprì le braccia come a indicare tutto quello che c’era intorno a lei
-Benvenuto nel mio mondo- gli rispose, mentre si avvicinava alla borsa e alle scarpe su una delle panche dietro Niall. Si chinò togliendo quelle da ballo e mettendo le sue Nike per poi rialzare lo sguardo verso gli occhi azzurri del ragazzo.
-Cosa ti porta da queste parti?- domandò poi sempre sorridente sciogliendo i capelli che aveva legato in uno chignon fino a poco prima, lasciando che le punte rosse tornassero libere e ricadessero sulle sue spalle.
Niall cercò di organizzare un discorso sensato in pochi nani secondi per non sembrare un ritardato con capacità comunicative limite e rispose optando per l’essere chiaro e diretto senza troppi giri di parole che non gli piacevano più di tanto.
-Volevo sapere se ti andava di, non so…- gli cadde l’occhio sul grande orologio alle spalle della ragazza che segnava le sette in punto così puntò sulla prima cosa che gli passò per la testa -… mangiare qualcosa?- le domandò accompagnando il tutto con un sorriso piuttosto solare.
Chiara raccolse la borsa e afferrò la giacca con il cappello che vi erano appesi alla parete sopra le chiavi poi si avvicinò al biondo
-Solo se si tratta di fast food, non sono in tenuta per nulla di più- gli rispose ironica indicando il suo abbigliamento ed annuendo.

here i am:
ed eccomi ad iniziare l'anno nuovo nel migliore dei modi, allora scusate l'attesa ma alla fine il capitolo è venuto più lungo del prevvisto, questo è il primo capitolo dell'anno e se non si posta per capodanno non si posta tutto l'anno no? quindi eccomi qui a farlo, ci sto lavorando a finirlo dalle 3 quando mi son svegliata. Allora volevo dire solo un paio di cosette veloce.
Allora prima tra tutte ci sono parti descritte un po' meno bene, ma anche rileggendo non sapevo migliorarle, secondo anche se direte che non è vero per me è così e terzo la canzone Take a Chance on Me dei JLS all'inizio non c'entrava molto con il capitolo però mi aveva ispirato quando l'ho iniziato a scrivere così per legarla al contenuto ho puntato su due cose
1) la frase dove Niall dice a Fede di dare una possibilità a Harry, infatti  Take a Chance significa dare un possibilità
2) mi serviva una canzone da far ballare a Chiara e invece di cercarla ho optato per questa,
Beh come al solito spero vi piaccia il capitolo e niente vi ringrazio ancora per seguirlo, vi adoro tutte un bacio
chìa x.

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Capitolo 11
*** when you will realise, baby, I'm not like the rest ***


Capitolo 10 - « When you will realize, baby, I’m not like the rest »

 

 
Il cielo stranamente non era nuvoloso quella sera anzi al contrario, il blu cobalto sopra le loro teste era trapuntato da miliardi di piccoli punti scintillanti che quasi sembravano stati dipinti e poi spolverati di porporina argentata.
La neve caduta i giorni precedenti iniziava a sciogliersi per mostrare nuovamente il manto verde smeraldo del parco. Su una panchina ai piedi di un grande albero, sotto ad un lampione nero dalla luce soffusa, non ancora accesa del tutto, due figure stavano parlando, ridendo e mangiando.
-Addirittura?- chiese la ragazza guardando sorpresa il biondo davanti a sé.
-Sono piuttosto possessivo quando si parla di cibo- si giustificò il ragazzo.
Chiara lo guardò ridendo divertita –quindi vuoi dire che se io tentassi di rubarti una patatina rischierei di perdere la mano?-
-Fidati tu non vuoi scoprirlo- le rispose con finto tono minaccioso Niall, tornando a finire le ultime che gli erano rimaste. Alzò lo sguardo guardandosi un attimo intorno mentre la ragazza ne afferrava una mangiandola.
-Ultima richiesta?- gli chiese lui guardandola con sguardo omicida.
-Si mangia la destra, che la sinistra mi serve per scrivere- le rispose divertita porgendogli la mano. Il ragazzo scosse la testa posando la scatolina di plastica bianca ormai vuota nel lato vuoto della panchina.
-per stasera ti risparmio la sofferenza, ma considerati avvisata- concluse ironico alzando un dito come a puntualizzare la frase.
-si signore- rispose lei con il solito tono ironico fingendo di aver ricevuto il messaggio come se il suo superiore le avesse appena dato l’ordine.
-Ma tu sei sicura che non ci chiudono qui dentro vero?- le domandò il biondo dopo essersi guardato intorno per l’ennesima volta come a tenere sotto controllo il parco mentre le luci dei lampioni diventavano sempre più forti.
-Sei mai stato al centro di questo parco alle nove?- le chiese lei con una luce negli occhi, era qualcosa che lei trovava magico quello che si svolgeva lì, o meglio, lo era per il suo punto di vista, per le sue passioni, non sapeva molto di quello che piaceva a Niall dopotutto, a parte la sua fissazione per il cibo.
-No perché?- le chiese lui non capendo cosa di così affascinante da farle brillare gli occhi ci fosse in un parco buio e vuoto la sera.
-Davvero?- rispose la ragazza sorpresa di quel fatto cioè chiunque sapeva di quella sottospecie di spettacolo che c’era nel centro del parco ogni sera o quasi, quello era l’unico di Londra a restare aperto anche la notte –Vieni ti faccio vedere- concluse afferrando la borsa e la mano del ragazzo per farlo alzare prima di portarlo verso il centro di quella struttura.
 
-Si, d’accordo, va bene signore, dopodomani alle undici nel cortile della scuola perfetto, ci vediamo là- Louis riagganciò con il telefono e tornò a buttarsi sul divano vicino all’amico.
-Chi era?- chiese Harry con la bocca piena di pop corn.
-Il coach- rispose con noncuranza l’altro mentre tornava a fare zapping sui vari canali.
-Ehi, mi interessava- si lamentò senza successo il ricciolo prima di aggiungere –che voleva comunque?-
-dopodomani alle undici di mattina partiamo per la trasferta- risposo sbadigliando il maggiore tra i due con fare annoiato.
-come dopodomani? Io devo finire il compito di economia e devo finirlo entro la trasferta come faccio?- chiese in panico il più piccolo tra i due.
-Chiama Fede e dille che domani dovete lavorarci per forza?- gli suggerì Louis alzandosi e andando verso la cucina
-Hai visto il mio telefono?- gli domandò Harry iniziando a mettere a soqquadro il divano.
-Ehi! Fermo, fermo, fermo, è qui, piantala di distruggermi il soggiorno- glielo lanciò prima di ributtarsi sul divano con una lattina di birra in mano.
Harry lasciò la stanza andando verso le scale per raggiungere la propria camera.
-Guarda che se resti qui mica muori- lo canzonò il suo compagno di casa, ma il ricciolo non rispose chiudendosi la porta alle spalle. Si buttò sul letto prima di comporre il numero di Fede e aspettare che la ragazza rispondesse.
Dopo un paio di squilli la voce assonnata della ragazza raggiunse l’orecchio del ragazzo.
-Harry, che vuoi alle dieci di sera?- gli domandò con uno sbadiglio.
-Sei già a letto? Cavolo peggio delle galline sei- commentò lui mettendosi a guardare e studiare il soffitto.
-carino come sempre tu, che vuoi allora?- insistette la ragazza mettendosi a sedere a gambe incrociate sul proprio letto sbuffando allungandosi per accendere l’abat-jour.
-Domani dobbiamo finire il progetto- disse con tono che non accettava no.
-Calmino con i toni, come mai domani?- le chiese spiegazioni la ragazza riattivando il cervello quando lui si impose.
-perché poi parto per la trasferta e non vorrei più pensarci devo avere la mente libera per non perdere-
-ah si certo, la mente libera- si ripeté la ragazza.
-che c’è non mi credi?- gli domandò lui aspettandosi una risposta negativa del tipo ‘no non ti credo perché sei bugiardo e inaffidabile’ e invece ottenendo con sua sorpresa una risposta che era l’opposto.
-Si ti credo Harry, va bene passo domani mattina io, ok?- concluse lei sbadigliando un ultima volta.
-ok va bene a domani allora- concluse il ragazzo.
-a domani- gli rispose Fede prima di riagganciare e ributtarsi a letto.
Harry si alzò e tornò in salotto sorridente dove l’amico aveva fatto prendere il suo posto sul divano al cane.
-Mi ha detto che mi crede- disse sognante sedendosi per terra senza nemmeno trovare da ridire su quel fatto mentre Ted si divertiva a lavargli la faccia a forza di leccate.
 
Era una serata piuttosto tranquilla, Davis non sapeva cosa fare, viveva a Londra e le sue serata erano monotone, stava buttato sul divano a fare zapping in pigiama con un barattolo di nutella in mano che si divertiva a violare a cucchiate, quando il suo telefono iniziò a vibrare lo afferrò e lesse il messaggio, era di sua sorella che era rimasta bloccata alla stazione della metro e chiedeva il suo soccorso.
Sbuffò chiudendo il messaggio non aveva voglia di alzarsi, avrebbe chiamato qualcun altro. Dopo tre secondi però alla vibrazione seguì la suoneria persistente.
-Che c’è? Con tutte le sere proprio oggi dovevi venire a casa?- le chiese scocciato sbuffando.
-oh scusa se ho interrotto la tua serata nutella, pigiama e televisione, ma sono a piedi, ho sonno e voglio dormire nel mio letto- gli rispose lei a tono sedendosi su una delle panchine nere sul marciapiede lungo la strada.
-ok mi cambio e arrivo, non andartene però-
-dove vuoi che vado a piedi?- domandò la mora sbadigliando.
-già sei troppo pigra- concluse il fratello riagganciando e salendo in camera per mettersi addosso qualcosa che non fosse un pigiama.
Salì in auto e partì diretto a dove la sorella le aveva detto nel messaggio di trovarsi. Le strade erano deserte a parte un paio di macchine che sfrecciavano in direzione opposta.
Davis rallentò quando il semaforo divenne rosso e si fermò aspettando. Abbassò lo sguardo sullo stereo decidendo di accenderlo mentre alzava anche l’aria calda. Iniziò a tamburellare con le dita sul volante quando improvvisamente qualcosa lo colpì da dietro facendolo sbattere quasi contro di esso con la faccia.
-Cazzo!- esclamò aprendo lo sportello e scendendo e iniziando a urlare andando a vedere il danno subito.
-Ma che non ci vedi? Avevo pure gli stop accesi, Derek mi ammazzerà quando vedrà l’auto, dove cazzo avevi gli occhi?- continuò a imprecare contro lo sconosciuto che lo aveva appena tamponato, quando dal lato passeggero una ragazza, a prima vista sui diciannove anni scese. Era ubriaca ma nonostante tutto sembrava reggersi ancora bene su quei trampoli che le facevano raggiungere un metro e settanta e riusciva a nasconderlo ancora bene. Sorrise a Davis scusandosi anche se non c’era lei alla guida.
-scusa mia sorella è proprio negata alla guida- gli disse avvicinandosi fingendo di essere completamente sana e riuscendo nell’impresa se non fosse per il brilluccichio negli occhi.
-sono Josline- continuò allungando la mano –posso aiutare in qualche modo per risolvere il problema?- continuò senza togliersi quel sorriso da prendere a schiaffi dal viso.
-si mi servirebbero un paio di dati- rispose Davis ricambiando il sorriso della ragazza dimenticandosi completamente del danno subito dalla macchina.
Josline, così si chiamava la ragazza, si allontanò ritornando poco con in mano dei documenti –chiedi quello che vuoi-  
-dato che il nome lo so già, mi serve il tuo numero e sei libera domani sera?- le chiese il ragazzo sorridendo a sua volta finché una seconda figura non scese dal lato guida.
-Mi sta venendo da vomitare, sei così disperato da provarci con una che ha più alcol nelle vene che sangue?- domandò la seconda figura, era più bassa dell’altra ma forse a causa delle converse che portava sotto ai calzoni di una tuta e una felpa che la rendevano ancora più bassina. Aveva i lunghi capelli raccolti in una coda e un paio di occhiali.
-Io non sono ubriaca- rispose Josline.
-E allora perché diamine sono dovuta venire a prenderti? Va a casa da sola no?- concluse la seconda ragazza lanciandole le chiavi prima di allontanarsi senza preoccuparsi di chiudere lo sportello.
-Cas, Cas, CASEY!- urlò la stangona senza ottenere risposta dalla sorella che si stava allontanando a piedi per le strade di Londra.
La ragazza si incamminò da sola per le varie strade della città diretta a casa senza voltarsi, odiava il fatto che quella facile, figlia della sua matrigna, dovesse provarci con cani e porci sia da sobria che da ubriaca.
La sua vita era un po’ come quella di una moderna cenerentola che però non aveva ancora trovato il principe azzurro, al contrario di Josline che era stata la fata turchina di mezzo mondo visto che era riuscita a soddisfare i desideri più nascosti di tutti i ragazzi della città.
Si guardò intorno leggendo il nome della zona su un cartello della metro e sbadigliò, stava ancora ad un paio di isolati da casa. Notò una panchina, ma come si avvicinò vide che era già occupata da una ragazza.
-posso?- le domandò indicando il lato vuoto e la mora alzò lo sguardo annuendo spostando la borsa.
-è chiusa giusto?- chiese nuovamente indicando la metro alle loro spalle
-Fino a domani mattina purtroppo- rispose la sconosciuta accanto a lei sorridendole e prendendo una scatola di chewing-gum per poi offrirgliene una.
Casey scosse la testa, sapeva che non era prudente fidarsi degli sconosciuti
-Tranquilla non sono avvelenate, né drogate, non ho intenzione di rapirti o ucciderti e poi squartarti per spedire i tuoi resti ai tuoi genitori- tentò di rassicurarla sempre sorridendo.
-Oh mio padre resterà muto come una tomba e la mia matrigna li userebbe per sfamare il suo topo da compagnia- le rispose per poi afferrarne una e aggiungere –sono Casey- non sapeva perché ma quella ragazza mora le dava fiducia anche se era una perfetta sconosciuta.
-Cat- le rispose la mora porgendo la mano libera aspettando che venisse stretta.
-Dunque Casey come mai in giro a quest’ora- continuò la mora dopo aver ritirato la mano voltandosi interessata verso l’altra ragazza.
-Sto cercando di andare a casa, ho piantato mia sorella con un mongolo disperato che cercava di rimorchiarla sebbene lei è così ubriaca da darla persino ad un palo volendo, e ora devo camminare per altri due isolati- spiegò in fretta prima di alzarsi e aggiungere –e forse è meglio che mi sbrigo sennò non arrivo più-
-No aspetta, ti diamo un passaggio noi, mio fratello sta per arrivare a prendermi, almeno non devi farti due isolati a piedi in piena notte- la fermò Cat alzandosi nel preciso istante in cui un auto si fermò davanti a loro e Davis ne scese.
-Muoviti dai andiamo che non ho voglia- tuonò andando verso la sorella che sbuffò. Casey riconobbe la voce del disperato di poco prima e si voltò riconoscendolo.
-Questo è tuo fratello?- le chiese sbarrando gli occhi. Il ragazzo da parte sua rimase sorpreso allo stesso modo –conosci questa squilibrata?- domandò tirando lontano Cat.
-Piantala mongolo è una ragazza simpatica e le serve un passaggio a casa-
-no tranquilla vado a piedi te l’ho detto, ormai sono arrivata, è stato un piacere, Cat, disperato- li salutò prima di allontanarsi.
La mora si voltò scoppiando a ridere a guardare Davis –ti prego dimmi che non ci hai provato con l’ubriacona-
-in mia difesa dico che non si notava- si difese lui
-sei un caso disperato Dave- concluse salendo in macchina e aspettando che il fratello facesse lo stesso.
 
Memi e baby-sitter andavano d’accordo come acqua e gatto, o gatto e topo, o cane e gatto, ma doveva contribuire alle spese ed essendo ancora studentessa non poteva fare lavori troppo impegnativi. Aveva iniziato quasi per scherzo a fare la baby-sitter per i vicini e adesso si ritrovava dalla parte opposta della città a dover lavorare per una famiglia dallo strano nome, Malik, bah!
Raggiunse l’indirizzo e lo controllò più volte per essere sicura che fosse quello giusto poi suonò, mentre aspettava nella sua testolina continuava a ripetersi
-magari ti va bene come la settimana scorsa e la bambina ha un fratello maggiore arrappante-
L’idea che fosse così però la entusiasmò ancora per poco, infatti i suoi sogni si infransero quando una bambina mora di sei anni venne ad aprire e le sorrise
-Ciao!- esclamò prendendola per mano trascinandola dentro quando tutto quello che voleva fare era scappare da quella casa, la bambina alla porta era Ayshaa, la sorellina di Zayn.
-Mamma è arrivata la baby-sitter- disse la piccola trascinandola verso la cucina, dove una signora mora stava finendo di sistemare le ultime cose per la cena. Lasciò un paio di raccomandazioni a Memi e la informò che sarebbe rientrata per le undici e mezza o mezzanotte massimo poi salutò la piccola e si chiuse la porta alle spalle.
Memi fece cenare Ayshaa, si spinse fino a giocare con lei, dopotutto quella bambina non era male, non urlava, non piangeva, non sporcava era un angelo, quasi non sembrava paragonabile al fratello.
Verso le dieci poi le disse di andare a mettere il pigiama mentre lei finiva di sistemare e poi l’avrebbe raggiunta, ma in quel preciso istante la porta di casa si aprì e una voce maschile, che Memi associò subito a Zayn parlò
-Sono a casa!- urlò mentre dai rumori sembrava buttare una sacca a terra, la piccola corse verso l’ingresso
-Zayn, Zayn- lo chiamò per poi saltargli in braccio –ho una nuova tata- gli spiegò per poi aggiungere –è bella e tu la conosci anche, ma io non ho detto niente a mamma- concluse facendogli un smorfia prima di sorridere per poi concludere tenendoci a precisare la cosa –ma stasera e mia!-
-frena, frena, frena puffa che non ho capito niente- la fermò lui facendola scendere mentre Ayshaa gli afferrava la mano trascinandolo verso il salotto. Il ragazzo capì a chi si stava riferendo quando vide Memi in ginocchio vicino al tavolino a sistemare le carte.
-vado a mettere il pigiama- esclamò la piccola scappando, non dando il tempo a nessuno di ribattere sparendo verso la sua cameretta.
-ok arrivo- rispose Memi alzandosi per trovarsi Zayn davanti e indietreggiare per mantenere una certa distanza.
-Zayn- disse sorpresa anche se alla fine non avrebbe dovuto esserlo, quella era casa sua dopotutto.
-Memi- rispose lui con il solito tono buttandosi sul divano a peso morto prima di aggiungere riferito alla sorella –dalle dieci minuti è sempre stata piuttosto lenta nel cambiarsi.-
Guardò verso la mora ancora in piedi davanti a sé –puoi sederti, non mordo mica- le disse indicando il divano accanto a sé mentre afferrava il telecomando.
-su questo ho dei dubbi- rispose lei guardando poco tranquilla il posto libero accanto al ragazzo tornando a fissarlo mentre era intento a guardare lo schermo della televisione ancora spento.
Nella mente della ragazza era un turbine di pensieri tra i quali
non che mi dispiaccia essere morsa da te ’ o ‘mordimi quando vuoi, dove vuoi, come vuoi’
Per fortuna la voce della piccola la distrasse da se stessa richiamando la sua attenzione
-infondo al corridoio a sinistra- le disse Zayn come se si aspettasse quella domanda con un sorriso naturale sul volto indicandole dove si trovava la camera della sorella.
Memi sparì in quella direzione per ritornare dieci minuti dopo, il salotto era deserto, lei che sperava di ritrovarci il ragazzo arrappante di poco prima, ne rimase un poco delusa anche se era brava a non dare a vedere certe cose. Guardò l’orologio erano le dieci e venti, aveva ancora più di un ora da stare lì doveva trovare il modo di ingannare il tempo, afferrò il telecomando iniziando a fare zapping.
Improvvisamente si accese una luce su delle scale e la figura di Zayn apparve nuovamente, portava i calzoni di una tuta grigi e una felpa sul marroncino chiaro, beige scuro aperta che mostrava il suo fisico perfetto, inutile dire che quando Memi alzò lo sguardo la prima idea che si fece fu quella di prenderlo e sbatterlo al muro, ma poi tentò di contenersi
-rischi di consumarmi sai?- le disse beffardo il ragazzo con un sorrisetto mentre si dirigeva verso la cucina facendola riprendere.
-non credo proprio- rispose lei indifferente tornando alla televisione e sospirando maledicendosi per aver avuto certi pensieri su un ragazzo come lui ma non potendo fare niente per evitare di averli.
-oh io credo di si invece- disse nuovamente la voce calda e seduttrice di Zayn all’orecchio della ragazza facendola sobbalzare.
-ma sei scemo o cosa?- gli chiese portandosi una mano sul cuore –mi vuoi far prendere un infarto?-
-scusa non era mia intenzione- rispose lui con un mezzo sorrisetto allungandole la scatola dei biscotti –vuoi uno?-
Memi voltò lo sguardo verso il ragazzo e senza bisogno di parlare lo vide ritirare la mano con la scatola prima di tornare a parlare con fare disinvolto guardando il televisore –mia sorella dorme?-
-si- rispose la mora cambiando nuovamente canale
-bene allora adesso puoi mettere a letto me- disse ironico lui con un mezzo sorrisetto
-sei proprio senza speranza- concluse lei alzandosi mentre nella sua mente quei strani pensieri che era meglio tenere segreti tornavano a farsi strada ‘ti faccio vedere io come ti metto a letto bel bambinone’
Zayn si alzò a sua volta bloccandole la fuga –dai stavo scherzando Memi, perché sei così fredda e distaccata con me?- le chiese fermandosi davanti a lei.
-Perché ripudio i puttanieri che ci provano con qualsiasi cosa abbia un buco e perché sto lavorando- gli rispose con un sorrisetto zittendolo prima di sorpassarlo.
In quel preciso istante la porta si aprì e la voce della madre di Zayn risuonò
-Zayn Jawaad Malik quante volte ti ho detto che non voglio le tue sacche nell’ingresso sono pericolose per chi entra, sembri un bambino a volte- iniziò a riprendere il figlio per poi dopo averlo visto non troppo lontano da Memi aggiungere –oh vedo che hai conosciuto anche l’altro mio figlio, ti ha molestato in qualche modo? No perché conosco bene i miei polli-
-Mamma- la riprese Zayn sentendosi offeso della poca fiducia datagli.
-No tutto apposto, sono stati tutti e due tranquilli, Ayshaa dorme già, quindi io andrei- rispose Memi con un sorriso guardando la signora Malik davanti a sé che dopo averla pagata l’accompagnò alla porta.
-buonanotte a tutti- salutò la mora prima di chiudersi la porta alle spalle.
 
-Non sapevo cantassi così bene- disse Chiara ancora sorpresa guardando il biondo che camminava verso l’uscita del parco affianco a lei.
-Beh adesso non esageriamo- rispose lui con un cenno della mano, non pensava di essere così fenomenale come veniva descritto.
-Stai scherzando spero? No dico ti sei sentito?- insistette la ragazza fermandosi davanti a Niall guardandolo fisso in quelle grandi palle blu.
-Tutte le volte che sono solo- annuì lui sempre più convinto di quello che diceva –e non sono questo gran…- ma non riuscì a finire la frase che Chiara gli tappò la bocca con la mano.
-ok chiaramente stai delirando, quindi fingerò di non aver sentito niente- concluse mentre si lasciavano quella struttura verde, denominata parco, alle spalle.
Lasciarono cadere il discorso delle doti canore di Niall e si incamminarono per le strade di Londra, sembravano venire da mondi opposti, un sacco di cose che la ragazza conosceva di quella città erano sconosciute al ragazzo e viceversa, e questo sottolineava solo maggiormente una cosa, quanto quella città fosse piena di segreti.
Parlarono ancora del più e del meno fino a raggiungere la parte di città che si estendeva dal lato opposto del fiume rispetto dove abitava il ragazzo.
-Quindi tu abiti qui?- chiese il biondo indicando un piccola casetta con le luci natalizie a illuminare il portico e un abete mezzo secco addobbato nel centro del giardino ai lati del vialetto.
-già- rispose la ragazza con un sorriso –ecco la mia umile dimora- disse indicandola prima di avviarsi verso il portico, ormai la neve con la giornata si era sciolta completamente a parte qualche lastra di ghiaccio qua e là ma niente di pericoloso.
Il ragazzo la seguì fino a raggiungere il portico insieme a lei.
-Allora grazie per la cena e la serata- gli disse Chiara con un sorriso.
-è stato un piacere- rispose il biondo. Per un momento cadde il silenzio –beh mi conviene muovermi se non voglio arrivare a casa dopodomani- aggiunse con un sorriso avvicinandosi alla ragazza che ricambiò il sorriso.
Niall si piegò verso di lei avvicinandosi al suo volto incrociando il suo sguardo. Chiara rimase a fissare quegli occhi perfetti che avevano il potere di stregare chiunque, ma subito dopo vedendolo avvicinarsi fu presa dai suoi soliti mille pensieri razionali, dalla sua solita insicurezza dovuta in gran parte alla sua timidezza e poco prima che le loro labbra si toccassero abbassò lo sguardo.
Il biondo rimase un attimo fermo a quella distanza minima, il gesto lo aveva piuttosto sorpreso doveva ammettere, ma decise di non insistere, dopotutto poteva essere comprensibile dato che fino a circa cinque ore prima erano quasi completi sconosciuti, e si limitò a darle un bacio sulla guancia. Dopo di che si rimise dritto e dopo averle augurato la buonanotte si avviò verso casa.
Chiara rimase ad osservarlo finché non voltò l’angolo sparendo nel buio, prese un respiro e si voltò entrando in casa, si chiuse la porta alle spalle quando un coro di voci esordì con un
-cogliona!-
 
La mattina dopo come deciso, Fede si alzò, si preparò poi aprì l’armadio ed afferrò la giacca della divisa da calcio di Harry mettendola nella borsa, gli sarebbe servita per la trasferta quindi forse era l’ora di ridargliela anche se non le andava a genio come cosa. Si era affezionata a quell’indumento e ora non voleva doverlo abbandonare.
Scese le scale e raggiunse la porta, salutò velocemente i suoi e uscì di casa. Afferrò l’IPod e selezionò la playlist con le sue canzoni preferite, mise le cuffie e si avviò verso casa di Harry.
La raggiunse come al solito in circa venti minuti data la sua camminata da bradipo. Salì quei tre o quattro scalini prima di arrivare alla porta e suonare il campanello.
-Arrivo- urlò la voce di Harry e infatti dopo tre secondi la testa piena di ricci del ragazzo apparve da dietro la foto, il ragazzo sbarrò gli occhi portando una mano davanti alla bocca per coprire lo sbadiglio prima di tornare a parlare –Fede? Pensavo passassi più tardi- disse sempre con la porta mezza aperta
-sono arrivata in un cattivo momento?- gli domandò la ragazza sorridendo
-No, no vieni entra- rispose il ragazzo aprendo la porta, la casa era un disastro e Louis stava rincorrendo il cane nero urlandogli dietro.
-Vieni qui mostro! Ted muoviti ti devo lavare, Ted vieni qui, non puoi scappare a vita!- continuava a seguirlo intorno al tavolo mentre il cane tranquillo scodinzolava anche.
-Scusali, è sempre critico il giorno del bagno- si scusò il ricciolo alzando gli occhi al cielo mentre Fede rideva divertita.
-TI HO PRESO!- esclamò alla fine Louis trascinando il cane fuori dalla stanza verso il bagno –Andiam andiam andiamoci a lavar!- canticchiava mentre lasciava il salotto senza nemmeno essersi accorto della presenza della ragazza.
Non appena ricadde il silenzio Fede afferrò la felpa dalla borsa e la passò a Harry.
-tieni te l’ho riportata, devi andare in trasferta ho pensato che ti sarebbe servita- gli disse, ma lui scosse la testa non accettandola.
-no tienila tu e mettila durante la partita almeno sarai il mio portafortuna- disse lui fissandola con il suo sguardo profondo. Fede rimase rapita per qualche istante prima di distaccare lo sguardo e dargli una spinta al braccio.
-non dire scemate Styles, i portafortuna si portano sempre dietro non si abbandonano a casa-
-ma io non ti sto abbandonando- continuò lui rialzando lo sguardo della ragazza verso il suo, che non aveva modo così di sfuggirlo. Lo sguardo del ricciolo era piuttosto penetrante e Fede sentiva il battito aumentare e un leggero calore salirle fino alle guance probabilmente stava arrossendo, balbettò qualche parola senza senso sentendosi la bocca impastata prima di riuscire a dire.
-no ma io non intendevo quello, volevo dire che non vale come portafortuna se qualcosa non te lo porti dietro-
-sarai il mio portafortuna a distanza allora- continuò lui accarezzandole una guancia e piegandosi verso di lei che continuava a rimanere a ferma incatenata al suo sguardo. Il ricciolo era sempre più vicino, le sue labbra erano sempre più vicine quando una voce urlò
-TED TOMLINSON TORNA QUA!- e un cane fradicio piombò addosso a Harry infradiciandolo e facendolo cadere a terra, Fede uscita dalla trans si ritrasse guardando la scena e non appena il ragazzo fu libero da Ted tuonò.
-LOUIS IO TI SOPPRIMO IL CANE MI HAI CAPITO!!!- 


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Here I am:
ok di solito la mia parte la scrivo in corsivo ma stasera non vanno i tasti e non so perchè quindi beccatevela così come è allora non ho molto da dire;
come prima cosa scusate il ritardo, spero ne valga la pena, a me è piace abbastanza quindi dal mio punto di vista ne vale la pena, come seconda cosa, la canzone scelta è Give your Heart a break su consiglio di shesfede un applauso al mio oracolo grazie tesoro che mi salvi sempre, sappi che se divorzi dalla gif io ti aspetto qui.
Come ultima cosa avete visto l'entrata del personaggio di Casey, beh lei è un personaggio che entrerà, non ho ancora bene in mente il suo volto ma appena lo avrò scelto ve lo mostrerò sto ancora indecisa, e sto elaborando anche quello di altre come Shantel e Cat.
Come ultima cosa così per curiosità cosa vi aspettate dal prossimo capitolo? E che canzone vi piacerebbe nel titolo? 
un bacio
chìa x.

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Capitolo 12
*** I’d give everything that I’ve got left to show you I mean what I have said, I know I was such a fool but I can’t live without you ***


Capitolo 11 - « I’d give everything that I’ve got left to show you I mean what I have said, I know I was such a fool but I can’t live without you »

 

 
-mi mancavano le giornate con te- disse Shantel guardando la mora davanti a sé con uno scartoccio di Starbucks tra le mani.
Il cielo era piuttosto nuvoloso e minacciava pioggia entro sera, ma per il momento sembrava reggere ancora e le due ragazze erano sedute su una panchina nel centro di Londra.
-anche a me sei mancata Shantel- le rispose l’amica sorridendole prima di alzarsi. –beh oggi giornata dedicata a noi ok?-
-Si anche perché io domani devo andare in trasferta, odio fare la cheerleader- si lamentò alzandosi a sua volta e iniziando a camminare calciando l’aria davanti a sé.
-ma se una volta amavi farla- disse non capendo Cat
-si ma era quando a dirmi cosa dovevo fare c’eri te non la prima oca vestita a festa con la gallina spennacchiata accanto- rispose Shantel sbuffando riferendosi a Trudi e Bree.
-già all’epoca eravamo io e Ollie a dirti come muoverti- scherzò la mora riferendosi a quando erano lei e la loro vecchia amica ad aiutare Shantel nelle coreografie.
Improvvisamente Shantel si bloccò rimanendo ferma
-Si può sapere che ti succede?- chiese Cat
-Hai pronunciato il suo nome- le rispose come se avesse fatto un eresia.
-Beh ha un nome perché non usarlo?-
-Perché è… ci siamo capiti no? E poi tu dovresti essere la prima a odiare il suo nome-
La mora la guardò scoppiando a ridere fermandosi
-che ti ridi, io sono seria-
-scusa ma la tua faccia, e poi l’odio mi rovina l’umore, e oggi sono positiva, quindi non voglio odiare nessuno e poi con lei ho già risolto tempo fa-
-ah certo e dimmi avete parlato e fatto la pace come due grandi amiche?- domandò scettica Shantel rincominciando a camminare
-abbiamo parlato e poi l’ho presa a pugni in modo da poter andare avanti con la mia vita, una cosa positiva di essere stata con Liam è stata l’imparare a picchiare duro- le rispose Cat sorridendo solare come se niente potesse rovinarle quella giornata.
-solo quello?-
La mora la guardò un attimo in silenzio poi scosse la testa per aggiungere –è stato bello finché è durato-
Concluse prendendo l’amica per un braccio –vieni andiamo là dentro voglio comprarmi un vestito, ho questa voglia oggi- concluse.
 
-Allora io esco devo andare a portare Ted a mamma e poi a parlare con Trudi ok? Ci vediamo stasera- disse Louis a chiudendosi la porta alle spalle lasciando Fede ed Harry da soli in casa. Come la porta si chiuse i due ragazzi si guardarono per qualche secondo in silenzio poi Fede, ormai riprese le piene facoltà di se stessa, esordì
-Iniziamo?-
Harry annuì facendole cenno di accomodarsi in salotto, iniziarono a lavorare a quel progetto rivedendo le varie uscite.
-Harry non posso credere che hai messo in conto un Porsche e una Ferrari, no ma dico, ok che sei avvocato ma dove li troviamo i soldi solo con la benzina facciamo fuori mezzo stipendio- si lamentò la ragazza indicando le entrate ed uscite
-ti fai troppi problemi- rispose lui con un cenno della mano –e poi io non ti lascerei andare in giro con una panda scassata- concluse per affermare le sue idee.
La ragazza sbuffò –allora vorrà dire che per questo mese ti compri il Ferrari e semmai il prossimo mi compri il Porsche ok?-
Il ragazzo pensò un paio di minuti per poi annuire e lasciar cambiare il bilancio. Dopo altri cinque minuti Fede alzò lo sguardo verso di Harry incontrando i suoi occhi verdi come due smeraldi fissarla.
-invece di guardarmi tutto il tempo renditi utile, scuola privata o pubblica?- chiese lei
-Privata, i miei figli non girano la città per andare a scuola, vanno nelle migliori-
-Ma alle scuole private vanno i figli di papà- mormorò lei arricciando il naso in una smorfia buffa che fece ridere il ragazzo –che c’è?-
-dovevi vedere la tua faccia è stata tipo..- tentò di ricopiarla ma con poco successo –ok su di me non rende- concluse rassegnandosi per poi aggiungere –privata e non si discute-
-Louis e Julie non andranno in una scuola privata!- si impuntò lei incrociando le braccia al petto.
-chi?-
-i miei figli-
-Ah tu hai già scelto il nome senza chiedermi niente? Ti ricordo che sono anche i miei figli, ho contribuito anche io- rispose il ricciolo fingendosi offeso per non essere stato interpellato per la scelta del nome.
-Tu ci hai messo solo il seme, io ho fatto il resto quindi io scelgo i nomi e la scuola- concluse la ragazza afferrando il bianchetto che prontamente Harry portò fuori portata –tu scegli il nome e io la scuola-
La ragazza lo guardò per un paio di secondi poi per la prima volta cedette e annuì.
-Wow potrei abituarmi a questa situazione di potere- scherzò il ricciolo sorridendo.
-tranquillo non c’è pericolo-
Per il resto il pomeriggio passò veloce, quasi nessuno dei due si rese conto dell’ora fatta, mancavano ancora un paio di cose, ma erano entrambi troppo stanchi per pensarci. Si trovavano entrambi seduti a terra a gambe incrociate uno difronte all’altro, Fede continuava a fissare Harry.
-ho qualcosa in faccia?- chiese il ragazzo sentendosi sotto ispezione dopo cinque minuti che Fede continuava a fissarlo.
-No è solo che stavo pensando che i bambini dovrebbero avere i tuoi occhi- gli rispose senza nemmeno rendersi effettivamente conto di quello che aveva detto.
-Allora qualcosa di me che ti piace c’è- mormorò lui
-vuoi scherzare? Sono stupendi- continuò per poi dopo aver visto il ragazzo sorridere rendersi conto delle parole uscite dalla sua bocca e sbrigarsi ad aggiungere –si ma non ti montare, solo gli occhi, se prendono altro diventano due troie poi-
Il ricciolo scosse la testa scoppiando a ridere e alzandosi nel preciso istante in cui Louis aprì la porta con il cellulare alzato per poi sbottare.
-No cioè, io mi aspettavo di beccarvi in qualche momento piccante avevo anche la fotocamera accesa per ricattare Harry, non potete deludermi così- sbuffò togliendo la giacca e appendendola mettendovi via il telefono.
-Ti è andata male amico- gli rispose Harry
-A te è andata peggio- lo canzonò divertito per poi aggiungere rivolto a Fede –noto con piacere che se sei ancora qua resti a cena-
-Nono, ora vado- gli disse la ragazza alzandosi
-ma fuori sta per piovere, hai un ombrello?-
-Resta- si intromise Harry –sta per piovere, non mi fido a farti andare a casa da sola è tardi, e poi sei già rimasta una sera e non è successo niente di male, ti lascio la mia camera io dormo sul divano-
-Non so…- disse incerta la ragazza –i miei mi aspettano a casa-
-beh chiamali e digli che ti fermi da un amica- insistette Harry per poi aggiungere –per favore- prima di voltarsi verso di Louis –aiutami-
-che posso fare, amico? Più di dirle che non ci sono problemi se resta non posso fare niente-
-Sicuri che non disturbo?-
-Per niente- rispose nuovamente Harry accompagnando il tutto con un sorriso riuscendo a fare cedere per la seconda volta la ragazza in un giorno solo.
 
-Non so, ci sono i tuoi Shantel, è imbarazzante- insisteva la mora senza accennare a voler entrare in casa dell’amica.
-Come se fosse la prima volta che li vedi- scrollò le spalle l’altra cercando di staccarla dalla ringhiera.
-Si tecnicamente è la prima volta che li vedo da quando non sto con Liam ed è imbarazzante dato che prima ormai vivevo quasi a casa vostra, facciamo un'altra sera, ok?- concluse liberandosi dalla presa dell’amica e cercando di scendere le scale ma sbattendo contro una figura piuttosto possente e impossibile da abbattere, alzò lo sguardo incontrando quello di Liam così lo riabbassò subito.
-Cat?- chiese lui sorpreso guardando la mora davanti a sé come se stesse avendo un miraggio.
-Che ci fai a casa?- lo interruppe la sorella facendogli distogliere lo sguardo.
-ci vivo?-
-Intendo non eri a cena con zampe di gallina?-
-ah abbiamo litigato- rispose scrollando le spalle il ragazzo sorpassando le due ragazze e andando verso la porta di casa –e poi sai che a me il pesce crudo non va a genio- si voltò un ultima volta a guardare le due ragazze una volta aperta la porta –entrate?-
-Si- rispose Shantel guardando l’amica che scosse la testa
-Te l’ho detto, un'altra volta, i miei mi aspettano-
-Liam, dille qualcosa, non vuole entrare perché ci sono mamma e papà e si vergogna- arricciò il naso la ragazza guardando il fratello supplicante.
-non mi vergogno, è solo che te l’ho detto il motivo- insistette Cat sperando di non dover più ripetersi.
-cinque minuti- la supplicò con il labbrino prima che si intromettesse anche Liam
-cinque minuti non hanno mai ucciso nessuno-
-ecco per una volta che mio fratello dice un cosa saggia ascoltalo, le altre volte ignoralo, ma ora ascoltalo-
Alla fine la mora annuì per poi entrare in casa sorpassando entrambi mormorando –solo cinque minuti e me ne vado-
Quei cinque minuti finirono per essere una cena, inutile dire che il sorriso sul volto di Karen quando vide la ragazza spuntare sulla soglia della cucina per salutare prima andare, e il profumino della pasta al forno della signora Payne erano stati il colpo di grazia per non farla tornare a casa e per far vincere in quella lotta Shantel.
-Forse è meglio che io vada, non voglio arrivare troppo tardi- spiegò la mora alzandosi dal letto dell’amica dove era stata trascinata dopo la cena, dopo aver visto l’orologio e constatato che effettivamente era tardi.
-Ti accompagno?- domandò Shantel mettendosi a sedere afferrando le scarpe.
-No ma figurati ci vorrà un attimo, vado da sola, tu riposati che domani devi essere scattante ok?-
-ok- rispose con poco entusiasmo l’amica mentre la mora afferrava la giacca e dopo averla salutata si precipitò giù per le scale verso la porta.
Qualcuno stava uscendo così prima che si chiudesse la porta alle spalle Cat richiamò la sua attenzione.
-Aspetta non chiudere- concluse affrettandosi verso l’entrata, come uscì e si chiuse la porta alle spalle notò Liam.
-Vai già?- domandò il ragazzo mettendosi le mani in tasca fermo a metà scala.
-Si meglio che rientro oppure mi aspetta l’interrogatorio made by Davis e fidati non è una passeggiata, e poi avete la trasferte domani meglio se riposate, a proposito tu come mai in giro a quest’ora?-
Il ragazzo scrollò le spalle a quella domanda, non sapeva nemmeno lui perché non era a letto invece che sule proprie scale o meglio lo sapeva ma non le reputava una motivazione valida eppure era lì.
-devo andare a parlare con Bree e fingermi dispiaciuto per non so nemmeno io cosa, ma se serve a farla smettere di chiamare per tutta la sera- le rispose come se fosse una cosa normale quello che stava per fare.
La ragazza lo guardò confusa prima di parlare –scusa ma se non sai perché devi chiederle scusa, perché lo fai?- gli domandò confusa scendendo a sua volta
-perché voi donne siete complicate da capire, senza offesa- rispose lui con un sorriso tornando a scendere le scale mantenendo quei tre scalini di distanza.
-noi non siamo complicate siete voi che non vi applicate per capirci- lo riprese lei raggiungendolo infondo alle scale e guardando la strada che l’aspettava.
-io non mi applico? Sai che mi applico anche abbastanza- rispose lui convinto facendo scoppiare Cat in una risata, la ragazza estrasse il telefono guardando l’orario e aggiungere –ecco la cazzata delle dieci di Liam James Payne- disse sempre ridendo per poi guardarlo un secondo.
-che c’è?- chiese lui preoccupato per quel cambiamento di espressione improvviso.
-Come ci vai da Bree?- domandò la ragazza alzando lo sguardo verso quello del ragazzo che titubante rispose –in macchina?-
-Bene allora mi darai un passaggio fino a metà strada- concluse la ragazza aspettando che Liam gli mostrasse dove tenesse la macchina.
-da quando mi comandi?- chiese lui guardandola con faccia da finto shock mentre faceva segno con la mano verso l’auto ferma nel vialetto.
-Io ti ho sempre comandato- rispose convinta la mora raggiungendola e aspettando che Liam aprisse per poter salire, a prima vista poteva sembrare strana tutta questa tranquillità a parlare con lui, ma si era ripromessa che dal momento che non poteva evitare il ragazzo, si sarebbe comportata normalmente come se fosse semplicemente un suo conoscente.
Liam aprì la bocca per ribattere ma non ne uscì niente perché si rese conto di non sapere proprio come controbattere così si avvicinò aprendo la macchina per poi passare dal lato guida e aspettare che anche Cat salisse.
La ragazza si chiuse la portiera e allacciò la cintura –mi posso fidare per come guidi?- chiese sarcastica guardando per un secondo il ragazzo per poi puntare il suo sguardo di nuovo sulla strada.
-sono meglio di Alonso io- rispose lui mettendo in moto. Dallo stereo partì una musica lenta in stile tagliamoci le vene –ti prego cambia o vado a piedi, è deprimente sta canzone- mormorò Cat tornando con lo sguardo verso Liam.
-Non è un mio CD- si difese il ragazzo.
-Si certo è mio- lo prese in giro lei scuotendo la testa per poi aggiungere con un sorriso –di chiunque sia ti prego cambia- concluse allungando la mano per cambiare canzone e scontrando quella di Liam che stava facendo lo stesso gesto. Entrambi ritrassero il braccio bruscamente nell’esatto momento in cui la canzone cambiò diventando più movimentata, Liam ingranò la marcia partendo e Cat tornò a osservare la strada davanti a sé.
Dopo dieci minuti il ragazzo rallentò prima di accostare –Sicura che non vuoi che ti porto fino davanti casa?- le chiese mentre la mora slacciava la cintura.
-Si si tranquillo, non voglio rendere il monologo di Davis ancora più lungo- gli rispose lei aprendo la portiera e scendendo per poi afferrare la borsa e aggiungere –Grazie Liam e buonanotte- prima di chiudere la portiera e avviarsi verso casa che si trovava solo un paio di case più avanti. Non appena la figura della ragazza fu fuori dalla luce dei fari, Liam ingranò la retro marcia per poi rimettersi in moto verso casa della sua fidanzata.
 
-Hai chiamato casa?- chiese Harry guardando la ragazza che stava rientrando in cucina dove lui e Louis stavano sistemando dopo la cena.
-si, ho inventato una scusa- disse lei afferrando uno dei piatti per passarlo ai ragazzi, ma Louis saltò su come se avesse appena assistito ad un delitto.
-NO! Che fai! Tu sei ospite, Harry, rispolvera le buone maniere e non farla lavorare invece di parlare, pettegola- riprese anche l’amico che non stava facendo niente in quel momento. Il ricciolo sbuffò per poi guardare Fede
-vieni lasciamo che Cenerentolo finisca di pulire- le disse facendole segno di precederlo nell’altra stanza.
Raggiunsero il salotto dove si sedettero in attesa di Louis che non tardò molto ad arrivare dopo aver chiuso a chiave la porta.
-Le hai spiegato dove dorme, come arrivare alla camera senza morire schiacciata da qualcosa e robe varie?- chiese il più vecchio tra i due ragazzi guardando l’amico tranquillamente adagiato sul divano.
-No ma io posso anche dormire sul divano- intervenne la ragazza facendo reagire finalmente il ricciolo.
-No no non se ne parla tu dormi nella mia stanza- la riprese mettendosi seduto e voltando lo sguardo verso Fede.
-Ma figurati, non ci sono problemi mi va benissimo anche il divano- insistette lei, ma Harry non sembrava voler cedere.
-No insisto e poi sembrerei cafone a farti dormire sul divano, poi per una sera in più o una in meno, tu dormi in camera mia fine della discussione- concluse non dandole modo di ribattere alzandosi –ricordi come ci si arriva? Anzi vieni ti faccio vedere- disse avviandosi verso le scale aspettandosi che Fede lo seguisse.   
La ragazza guardò Louis spaesata che scosse le spalle e sospirò –che ci vuoi fare? Ormai lo abbiamo e ce lo dobbiamo tenere-
Fede si alzò andando verso le scale dove il riccio era immobile ad aspettarla, poi dato che lui non accennava a muoversi iniziò a salire le scale sentendo i passi del ragazzo alle sue spalle.
-Se era una tattica per guardarmi il sedere potevi essere più originale- scherzò la ragazza arrivata al primo pianerottolo.
-ma io non ci avevo pensato minimamente- balbettò Harry in risposta scuotendo la testa e abbassando lo sguardo sugli scalini, la ragazza lo squadrò alzando un sopracciglio poco convinta.
-Hai una così bassa opinione di me?- chiese fingendosi scioccato il ragazzo e lei annuì convinta prima di scoppiare a ridere e riprendere a salire le scale.
Raggiunsero la camera di Harry, che era un gran caos rispetto a quello che aveva visto la mattina che vi si era risvegliata.
-Scusa il disordine, ma non mi aspettavo ospiti- si giustificò il ragazzo afferrando la roba sparsa per la camera e andando a gettarla in bagno.
-Ti ho detto che potevo benissimo dormire sul divano- ripeté la ragazza per l’ennesima volta.
-E io che tu dormirai in camera mia invece- ribatté il ricciolo incrociando le braccia al petto come se il discorso fosse concluso. Si avvicinò all’armadio e lo aprì, erano più i vestiti che erano sparsi per la camera che quelli nell’armadio, ma nonostante tutto riuscì ad afferrare l’unica felpa piegata e pulita che vi era per passarla a Fede.
-E questa?- chiese per guardare l’indumento viola tra le sue mani.
-Non crederai di dormire con i tuoi vestiti- disse indicandola, mentre la ragazza scosse la testa
-Non crederai che mi metta i tuoi come pigiama- si sbrigò a ribattere contrariata.
-Non sono mica infetti, e non ho telecamere che ti riprendono mentre dormi per poi ricattarti rilassati-
-io sono rilassata- si difese Fede mentre si legava i capelli castani in una coda alta per poi aggiungere –comunque grazie ma non la metterò-
-Tu tienila so che la metterai- terminò Harry per poi andare verso la porta con un sorriso. –Ti lascio sistemarti se ti serve qualcosa sono di sotto, chiama- e detto ciò lasciò la stanza.
Fede tornò a guardarsi intorno decisa a non cedere e a non mettere quella felpa, uscì dalla stanza e andò in bagno ma come aprì il rubinetto l’acqua schizzò inzuppandole tutta la maglia.
-Merda!- esclamò guardandosi allo specchio, sospirò prima di tornare in camera, osservò la felpa di Harry poi si rassegnò, tolse la maglia bagna e infilò la felpa. Tolse anche i calzoni dato che il suo ‘pigiama’ arrivava a coprirla fino a metà coscia e li appoggiò ad asciugare su un termosifone, prima di sdraiarsi sul letto di Harry.
Un tuono squarciò il silenzio della notte facendo svegliare di soprassalto Fede. Aveva sempre avuto il terrore dei temporali sin da piccola e ogni volta che pioveva forte passava le notti in bianco o al telefono con il suo migliore amico per non pensare, ma quella sera era tutto diverso. Si alzò in silenzio e non sa nemmeno lei perché, uscì dalla stanza scendendo le scale, la prima cosa che le venne in mente fu di andare da Harry, magari avrebbe potuto parlare un po’ in modo da non pensare ai tuoni e lampi che si scatenavano fuori da quelle mura. Come raggiunse il salotto però si sentì improvvisamente stupida e si bloccò sull’entrata voltandosi per tornare indietro.
Nel movimento scontrò le borse per la mattina dopo dei ragazzi cadendo a peso morto, imprecò a bassa voce finché la luce non si accese.
-Fede tutto apposto?- chiese la voce addormentata di Harry alle sue spalle. In quel momento la ragazza voleva sotterrarsi aveva fatto una delle sue solite figure e non poteva dirgli che aveva paura dei tuoni altrimenti lui l’avrebbe umiliata a vita.
Si voltò di scatto sorridendo –Si certo, avevo bisogno di un bicchiere d’acqua- si inventò la balla più credibile anche se non era brava a raccontarne, infatti il ricciolo la guardò poco convinto mentre lei si rimetteva in piedi tirando giù la felpa a coprire le gambe.
-Sicura?- gli chiese nuovamente cercando lo sguardo della ragazza mentre un altro tuono risuonò per la stanza facendola sobbalzare, era più forte di lei, non riusciva a non spaventarsi. –Non è che hai paura del temporale?-
La ragazza sbiancò strabuzzando gli occhi e iniziando a scuotere nervosamente la testa –no, ma figurati, paura del temporale? Io? Ma per cosa mi hai preso?- disse con una parlantina piuttosto veloce presa dal nervosismo, cercando di sorpassare Harry per andare in cucina, dove avrebbe finto di bere prima di tornare in camera, ma il ragazzo le afferrò la mano sorridendole con uno di quei suoi sorrisi mozzafiato con le fossette ai lati.
-Vieni- concluse spengendo la luce alle sue spalle prima di salire le scarpe senza lasciare la mano di Fede che si vide costretta a seguirlo.
Tornarono nella stanza e Harry si richiuse le porta alle spalle per non svegliare Louis anche se l’impresa sarebbe stata ardua aveva il sonno piuttosto pesante quel ragazzo.
Fede rimase ferma immobile ad osservarlo in ogni movimento, solo allora si accorse che Harry dormiva senza maglietta. Non era la prima volta che lo vedeva a torso nudo, ma chissà forse i giochi di luce dei lampi che lo lasciavano in penombra rendevano quel fisico molto più interessante da fissare.
Il ricciolo si mosse passando dal lato opposto del letto rispetto a dove Fede stava ancora in piedi e si sdraiò su un lato per poi guardarla e farle segno di raggiungerlo.
-Che?- chiese lei fissando il ragazzo poi il letto e scuotendo la testa –io non dormirò con te- si rifiutò categoricamente rimanendo lì immobile senza accennare a muoversi.
Lui sbuffò mettendosi a sedere –non devi dormire con me, ma vicino a me è diverso fidati- rispose lui indicando nuovamente la metà del letto alla sua destra e quando la ragazza non sembrava ancora volersi muovere aggiunse –prometto di tenere le mani apposto-
Fede guardò il ragazzo, poi il letto e infine fuori dalla finestra nel preciso istante in cui il cielo fu schiarito da un lampo segno che tra poco un bel tuono sarebbe arrivato. La ragazza si lasciò convincere e si avvicinò al letto spostando le coperte e sdraiandosi vicino ad Harry.
-Vedi non approfittartene- gli intimò la ragazza guardando il soffitto. Harry rise divertito prima di voltare il volto verso di lei sorridendo anche se con il buio non poteva vederlo.
-Tanto lo so che nel profondo non vedevi l’ora di dividere il letto con me, ma sai bastava chiedere, io aiuto sempre gli amici quando sono nel bisogno, sono fatto così lo sai- la prese in giro cambiando il suo sorrisetto in uno più beffardo.
Fede si voltò sul lato opposto dandogli le spalle –Buonanotte Styles- gli rispose chiudendo gli occhi nell’esatto momento in cui il tuono tanto attese arrivò, senza pensare mormorò –Harry? Mi potresti abbracciare?-
Non ottenne risposta, ma subito dopo sentì qualcosa avvolgerla e stringerla a sé, sentiva il calore del petto del ragazzo contro la sua felpa, sorrise al buio prima di sentire al suo orecchio in un sussurro –Notte Fede-
Improvvisamente sentì salire un calore al collo fine alle guance, probabilmente era diventata rossa come un pomodoro, ma per sua fortuna la notte oscurava e mascherava il tutto.
 
-C’è ancora il mio letto sotto quel casino puzzona?- chiese Chiara entrando in camera dove Memi aveva occupato tutti i letti con tutti i suoi vestiti. La mora era fissata con la moda al contrario della coinquilina che non ci andava per niente d’accordo anzi, erano come cane e gatto.
-Senti devo essere presentabile, domani mi affidano ad un tutor, magari è un bel pezzo di ragazzo, non devo lasciar perdere nessuna occasione- rispose l’amica iniziando a provare vari abbinamenti.
-Ma avevo capito che ti interessava il moro- chiese confusa la ragazza andando a sedersi alla scrivania dati che il suo letto era intoccabile.
-Si, ma al momento non è disponibile, non voglio storie troppo incasinate, non sono sul set di Beautiful, ma a Londra- rispose afferrando alla fine un paio di Jeans con una maglia e ripiegare il tutto per metterlo nell’armadio prima di passare agli accessori.
-Io non ho ancora capito che cosa vuoi allora- concluse scuotendo la testa Chiara.
-Beh siamo in due anche io non ho ancora capito che vuoi tu, cioè avevi la storia perfetta sul piatto d’argento e mandi tutto a puttane che ti ci voleva a infilargli la lingua in bocca?-
-Perché tu riesci a rendere volgare anche un bacio?-
-Io non rendo volgari i baci, sei tu che sei ritardata e ti ci vogliono le cose dette pappali, pappali sennò non capisci un cazzo- si difese Memi facendole una linguaccia tornando agli accessori e optando per una collana con una civetta.
-Grazie per la finezza- le rispose l’amica andando verso il proprio letto –Credo che ci dormirò su- concluse
-Ecco brava dormici su e poi pentiti sfigata- le disse con tono ironico la mora prima di lanciarle una palla di carta.
-Hai osato colpirmi- chiese scioccata Chiara
-Si e allora?- la sfidò l’altra divertita.
-Ti conviene scappare-
 
La pioggia era cessata e il sole era stranamente alto in cielo, la sveglia sul comodino indicava le nove di mattina e Harry stava appoggiato alla propria mano ad osservare il profilo di Fede che stava ancora dormendo beata al suo fianco, Le stava accarezzando i capelli che le scendevano fin sotto le spalle finché lei non emise una sorte di gemito segno che si stava svegliando.
Harry si sporse su di lei –buongiorno- le sussurrò spostandole una ciocca di capelli dal volto.
-Nooo ancora cinque minuti, non ho la forza di fare niente- si lamentò lei mugugnando e rigirandosi fino a mettere la testa sotto il cuscino per non sentire il minimo rumore.
-Nemmeno di insultarmi o picchiarmi?- chiese Harry divertito facendo uno di quei sorrisetti malvagi di chi sta pensando a qualche piano da mettere in atto. Fede mugugnò un assenso.
Il ricciolo le scese ad accarezzare il collo poi la schiena lungo la sua felpa finché la ragazza non parlò.
-Stai fermo con quella mano!- disse fredda e diretta facendolo fermare divertito con la mano aperta esattamente sul suo sedere. Senza cambiare tono Fede aggiunse –Ora togli immediatamente la mano da lì-
-Ma tu mi hai detto di fermarmi qui- si difese lui divertito senza accennare a muoverla.
-Styles togli la mia mano da lì o te la trancio sono stata chiara?- rispose lei scandendo bene le parole, il ragazzo si lasciò scappare una risatina che comportò un colpo in pieno viso con il cuscino che lo fece cadere.
-Mi sembrava di averti detto di togliere la tua mano- ripeté Fede mettendosi a sedere a gambe incrociate guardandolo dall’alto mentre lui si ritrovava sdraiato a terra dopo aver perso l’equilibrio con la botta.
-A me sembrava che tu mi avevi detto di fermarmi con la mano- le rispose rimettendosi in piedi e tornando verso il letto sporgendosi verso di lei prima di aggiungere con voce leggermente più roca –e poi lo sappiamo entrambi che era quello che volevi anche tu-
Harry non ebbe nemmeno il tempo di finire la frase che Fede gli si scaraventò addosso, come osava lui insinuare che era stata lei a volersi far toccare il sedere da lui?
Da quel momento scoppiò una sorta di lotta che terminò solo cinque minuti dopo quando entrambi erano esausti.
La vittoria andò per la prima volta a Harry che si ritrovava sopra di Fede e la teneva bloccata per i polsi.
-Styles 1 Stewarts 0- disse divertito il ragazzo inchiodando la ragazza con lo sguardo. Fede poteva specchiarsi negli occhi verdi di Harry.
-Mi sento così potente stamani, ti ho in pugno- continuò a scherzare divertito senza spostarsi –ultimi desideri a parte me?-
-Spostati pesi una tonnellata e mi stai sfondando- gli rispose poggiando le mani sul petto del ragazzo che non sembrava volersi muovere, quando improvvisamente qualcuno bussò alla porta.
-piccioncini potreste fare meno rumore mentre sto in casa e aspettare che esco prima di fare cose porno?- ci raggiunse la voce di Louis da dietro la porta facendo distrarre Harry.
-non è colpa mia amico, lo sai che effetto faccio-
Fede gli diede un colpo facendolo cadere –coglione!- lo riprese mentre lui si lamentava e tentava di rialzarsi. La ragazza afferrò i vestiti ormai asciutti e si diresse verso la porta.
-Te ne vai già?- le chiese il ricciolo.
-Ti ricordo che tu alle undici devi partire per la trasferta- gli ricordò la ragazza con un sorriso aprendo la porta della camera e uscendo diretta al bagno, arrivata a metà strada si bloccò e tornò indietro e con un sorriso disse a Harry.
-Comunque grazie, è stato il miglior risveglio di sempre- e lasciò la stanza.


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HERE I AM:
di nuovo non vanno i tasti *shit* non so che dirvi beh allora inizio il monologo mio.
Allora prima cosa scusate il ritardo sono pessima lo so ma non ho potuto far di meglio per il semplice fatto che la scuola mi trucida al momento, poi sono stata male quindi... ora eccomi qui, e sarà sempre più dura con i capitoli. 
Questo capitolo non è venuto come credevo, infatti manca mezzo capitolo e il famoso capitolo di capodanno slitta di uno scusatemi. Non l'ho riletto perchè non ho la testa per farlo quindi scusate errori, ripetizioni e tutto un po' davvero scusa.
La canzone non c'entra proprio con il capitolo ma io amo Can't Have you dei Jonas Brothers quindi ecco a voi il capitolo 11 un bacio a tutte
chìa xx.

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Capitolo 13
*** The sun goes down the stars come out And all that counts is here and now My universe will never be the same I'm glad you came ***


Capitolo 12 « The sun goes down the stars come out and all that counts is here and now my universe will never be the same I'm glad you came »

 


-Si Axel ok, io vado a prendere il foglio tranquillo non mi rapisce nessuno vai dal tuo tutor- dice la mora facendogli segno di andare incamminandosi verso la segreteria, gira il primo corridoio e sbatte contro qualcuno.
-Non riesci proprio a starmi lontano eh?- chiede Zayn guardando la ragazza con un sorrisetto divertito afferrandola prima che di rimbalzo sbatta contro gli armadietti.
Memi alza lo sguardo –sempre in mezzo stai tu? Che ci fai qui?-
-io ci studio- risponde il moro indicando lo stemma sulla felpa da calcio –tu piuttosto che ci fai qui-
-ah perché tu studi? Se lo sapevo cercavo un'altra scuola- rispose sottraendosi alla presa del ragazzo
-lo sappiamo entrambi che ti fa piacere, potrai vedermi tutti i giorni, tutte le mattine, a tutte le ore-
-sarai peggio di un dito in culo in poche parole- lo zittisce lei facendo per sorpassarlo ma il moro allunga il braccio e la blocca.
-davvero non ti fa nemmeno un po’ piacere la mia presenza?-
Memi sospira e incrocia le braccia alzando lo sguardo verso quello del ragazzo, ha degli occhi particolari, affascinanti, rimane a fissarli un attimo, poi quando lo vede dilatarsi in un sorrisetto parla.
-come ti ho detto l’altra sera mi farà piacere quando sarai single e non ti farai anche la cavallina della palestra nell’ora di educazione fisica- concluse passando sotto il suo braccio e allontanandosi dal ragazzo, le cose iniziano a complicarsi, sperava di riuscire a distrarsi e non pensare a quanto quel ragazzo smuovesse i suoi ormoni, magari incontrandone degli altri e invece adesso sarebbe stata a contatto con lui tutti i giorni, avrebbe rischiato di incontrarlo ogni minuto e avrebbe rischiato di cedergli ogni secondo, senza rendersene conto arrivò davanti alla segreteria, aprì la porta ed entrò, dietro il bancone si trovava una signora anziana con corti capelli argentei cotonati e occhialetti a mezzaluna poggiati sul naso, a Memi quella signora ricordava un cartone animato, ma non sarebbe stato carino farglielo notare.
-Si mia cara in cosa posso esserti utile- chiese la vecchietta con un tono da far venire il latte alle ginocchia, Memi la fissò per un attimo, poi si tolse i capelli da davanti gli occhi e con un sorriso cercò di non insultarla e disse
-mi servirebbero i moduli di iscrizione, ho già avviato i documenti prima del trasferimento-
-si certo il nome?-
-Melanie Sarti-
La vecchina si mise a cercare tra le scartoffie, poi estrasse un modulo e guardò la ragazza
-sei maggiorenne?- le chiese e la mora la guardò confusa scuotendo la testa
-vabbè poco importa firma qua- concluse la signora dai bianchi capelli lasciandole poi una coppia dei fogli –le lezioni rincominciano la settimana prossima, ha bisogno di un tutor per integrarsi, qui c’è la lista- le allunga un foglio –oppure può richiedere il programma della classe a lei affidata e rimettersi in pari-
Memi guardava la signora e annuiva mentre la sua testa pensava –o sbattersene fino alla settimana prossima, buona idea Memi, sei una geniaccia così si fa- guardò la vecchietta e le sorrise –mille grazie signora  Linus, cercherò di mettermi in pari- concluse per afferrare tutti i fogli e lasciare la segreteria.
Ripercorse i corridoi di poco prima alla ricerca dell’uscita, ma come scontato, si perse il suo orientamento non era dei migliori, probabilmente aveva sbagliato una deviazione ed le si era sballato tutto.
Per sua fortuna incappò in un gruppo di ragazze che sembravano avere forse un anno o due meno di lei che le indicarono l’uscita, raggiunta l’aria aperta controllò la lista e poi la appallottolò buttandola in un cestino, cercare qualcuno che la obbligasse a studiare per mettersi in pari era l’ultima delle sue volontà, lo avrebbe fatto benissimo sola, estrasse il telefono e controllò l’orario poi abbandonò il cortile diretta solo lei sa dove.
 
Controllò l’orologio che aveva al polso più volte, poi finì di allacciarsi le scarpe, Mateo apparve in quel momento sulla porta
-sei in ritardo- le ricordò con un sorriso, Chiara fece una smorfia mentre afferrava uno dei suoi fantomatici cappelli e la giacca
-lo so, non me lo dire, lo so lo so- disse afferrando la borsa e raggiungendo il salotto
-Oggi pomeriggio vieni anche tu alla pista di pattinaggio?- le chiese Gaspard per poi aggiungere –vedi di convincere anche Memi, ci evita sempre ultimamente-
La ragazza annuì –la obbligherò di peso ok? Ora scappo che sono in mega ritardo- si chiuse la porta alle palle e si diresse con passo veloce alla scuola di danza.
Come arrivò sul grande portone c’era l’ennesimo foglio per il pagamento dell’affitto, sospirò prendendolo, lo lesse velocemente con lo sguardo e poi lo cestinò come tutti gli altri, era in ritardo di nuovo, ma sapeva che qualcosa poteva inventarsi, ora non voleva pensarci. Le bambine sarebbero arrivate più tardi e lei aveva un po’ di tempo per se, o almeno così credeva, in quel preciso istante la porta di aprì mostrando Memi che camminava verso l’amica con passo deciso.
-Quello è ovunque mi dici come faccio a trattenermi se mi spunta così dal nulla, cioè le mie ovaie esplodono-
-con tutte le volte che hai detto di che ti preoccupi ormai non le hai più le ovaie- le rispose  Chiara mentre si allacciava le scarpe da danza per poi andare allo specchio per allungarsi
-sai che intendo- continuò l’amica –cioè vedrei Zayn tutti i giorni, ogni secondo, ogni ora, ogni-
-ma che palle, così diventerà un incubo-
-un bell’incubo, potrei affezionarmi agli incubi- inizia a vagare con la mente la mora finché l’amica non le da un colpo sulla spalla
-Cambiando discorso, vieni alla pista di pattinaggio dopo?-
-lo sai sono negata-
-ma chissene dai, ti aiuto io, non mi lasciare sola con Gaspard che poi stressa, perché Memi non c’è? Perché non è venuta? E poi gli do una testata tra naso e bocca che lo sopprimo se mi fa saltare i nervi, che non è giornata- le risponde supplichevole mentre inizia a provare un paio di passi.
-Un altro avviso?- chiese Memi spostandosi appena e la ragazza annuì
-ormai ci faccio la collezione-
-non pensi dovremmo parlarne a casa? Magari possiamo aiutarti-
Chiara scuote la testa –no Memi, te l’ho già detto, non voglio mettere in mezzo voi, questa è roba mia, ci posso riuscire, ok? Devo solo inventarmi qualcosa, ma ci riesco, e poi appena divento maggiorenne si sistemerà tutto ok? Lascia che me ne occupi io e continua a non dire niente agli altri, soprattutto a Mateo che quello potrebbe anche vendersi un rene per non farmi chiudere la scuola- le dice fermandosi cercando di suonare ironica anche se sapeva che era la verità.
-ok, va bene, ma sappi che se arrivi a perderla, io parlo-
-non succederà tranquilla, ora, ci vieni dopo con noi alla pista di pattinaggio?- le richiede facendo gli occhi da cucciolo
-ok va bene ma sto poco- conclude annuendo per poi aggiungere –appena prendo una culata scappo-
-non ne prenderai tranquilla, c’è da avvisare Axel però, ci pensi tu, io ho lezione-
-ma devo tornare a scuola- metto il muso scocciata la mora
-che c’è ti sudano le chiappe per caso?-
-ma è dall’altra parte della città! Ti odio-
-anche io ti voglio tanto bene-
In quel preciso istante iniziarono ad entrare le bambine e Chiara aggiunse –ora fila, vi passo a prendere io appena finisco ok?-
Memi annuisce prima di andarsene e allontanarsi in direzione scuola, di nuovo, non era mai stata un amante di quel luogo e oggi ci stava già tornando per la seconda volta.
 
-Hai finito i letti?- chiese la donna un po’ troppo tirata per la sua età per sembrare vera.
-Si ho fatto Brianna- rispondo scocciata Casey, mentre scende le scale e raggiunge il salotto fa per buttarsi sul divano quando la moglie del padre tira un urlo
-ATTENTA! Il mio povero Prince- dice indicando il gatto che si trova appallottolato sopra uno dei cuscini, la ragazza incomincia a starnutire e gli occhi le si arrossiscono e la donna continua
-oh piantala con la storia dell’allergia, è solo un gatto mica ha la rabbia- risponde prendendo in braccio e coccolandolo.
-sono allergica, cosa non capisci della parola allergica?-
-il motivo-
La ragazza sbuffa, non riusciva a capire perché quella donna era così stupida come poteva dare una motivazione al fatto che le si gonfiavano gli occhi e iniziava a starnutire vicino a quella montagna di peli cotonati?
-Lascia stare va- concluse per poi aggiungere –vado a farmi un giro- afferrò la giacca e si diresse alla porta pronta ad uscire, non poteva prendere la macchina dato che era senza patente, così infilò le mani in tasca, si strinse nel piumino e si incamminò verso il parco. La neve era ormai del tutto sciolta, ma il ghiaccio persisteva nelle pozzanghere, nei dislivelli della strada e il vento tagliava come lame affilate la pelle.
Casey raggiunse il parco e si fermò sotto il cancello, il luogo sembrava deserto, qualche atleta temerario correva sbandando ad ogni folata di vento, la ragazza guardò a terra e decise di cambiare destinazione, si incamminò con passo deciso verso il lato opposto della strada e poi giù verso il cimitero, entrò in quel parco tetro e senza troppi pensieri si diresse verso quel tumulo ti terra ricoperto di neve sciolta che porta sulla lapide inciso Margaret Sullivan in Bell, beloved wife and mother 1966-2005.
Casey si sedette a terra sulla ghiaia fredda di fronte alla tomba della madre e iniziò a parlare al nulla.
-ciao mamma, anche quest’anno hai perso la neve, ricordi quando andavamo al parco con papà e scendevamo con lo slittino giù per la montagnetta di neve che si formava nel centro, beh sono sei anni che lo faccio da sola come una scema, sai com’è quando sei la strana in casa, ad ogni modo le cose vanno sempre per il meglio, so che ogni volta che vengo ti aspetti ti parli di un ragazzo, ma mi dispiace deluderti con il fatto che incontro solo teste di cazzo, e disperati, ci credi che l’altra sera uno ci ha provato con quella cosa che vive con me mentre era ubriaca persa? Dove finiremo?- continuò a parlare al nulla senza interrompersi un attimo. Improvvisamente la poca luce che filtrava dalle nuvole grigie sopra di lei andò affievolendosi sempre più coperta da esse, si alzò decisa a rincasare, non poteva restare fuori a vita anche se sarebbe restata in “compagnia” di sua mamma molto volentieri
-torno appena posso, ti voglio bene- le disse prima di allontanarsi come era arrivata.
 
-Ma perché Lou Lou? È perché sono invalida ora?- chiedeva continuando ad allungare le mani verso il ragazzo la bionda ancora scioccata per ciò che le era stato detto dal fidanzato.
-No te l’ho detto Trudi, non è perché sei invalida che voglio rompere con te-
-E allora perché? Per tutto questo tempo mi hai solo preso in giro? Se mi avessi davvero amato non mi abbandoneresti nel momento del bisogno-
Louis la guardò divertito non voleva essere così stronzo, ma se voleva liberarsene doveva essere chiaro e conciso –io non ti ho mai amato Trudi, si è stato carino finché è durato, ma amore non è mai stato, lo sai sono scettico su questa cosa e tu non hai mai smosso un sentimento così profondo da definire amore, anzi quasi quasi sono più legato ad Harry che a te-
-sei gay?- chiese la ragazza scioccata facendolo scoppiare a ridere piuttosto forte
-No fidati non sono gay, semplicemente non voglio continuare a stare con te, mi dispiace-
-sei uno stronzo-
-credo che tu voglia dire un bravo ragazzo sincero- la corresse lui sempre sorridente e divertito.
-No intendevo stronzo- concluse allontanandosi zoppicante.
Louis si voltò con le mani in tasca quando vide sopraggiungere Harry sorridente e si batté la fronte pronto ad ascoltare un qualche monologo accompagnato da un sorriso ebete, ma al contrario delle sue aspettative l’amico si limitò a dire
-dimmi che è come credo-
-cosa?-
-hai lasciato la sanguisuga bionda- gli risponde Harry sistemandosi i riccioli che gli coprivano il volto mossi dal vento.
-ti sorprende la cosa?- gli chiese Louis tornando verso il pullman.
-ad essere sincero si- risponde il ricciolo
-ehi! Io sono deciso nelle mie scelte-
Harry lo guarda in stile ‘si come no’ poi si volta a guardarsi intorno incrociando le braccia.
-Dove hai lasciato la tua felpa?- gli chiese Liam avvicinandosi ai due ragazzi, il ragazzo dagli occhi verde cielo scrollò le spalle
-l’ho regalata ad un portafortuna- rispose lui guardando verso il cortile dove si intravvedeva seduta su un tavolo.
-è davvero la fine del mondo Harry si è rincretinito- commentò Liam guardando disperato Louis
-Di che ti lamenti quello che vive con lui sono io, che lo sopporta quando sclera e fa mi ha sorriso mi ha sorriso- gli risponde Louis facendo il verso al riccio.
-Io non faccio così- conclude incrociando le braccia per poi tornare a guardare in direzione della ragazza –chi è quello la?-
-a quello che è sentito è nuovo, è tedesco- Zayn spunta da dietro il pullman con la sigaretta tra le dita
-quando la pianterai di fumare Malik?- gli chiede Liam guardando l’amico che in tutta risposta scrolla solo le spalle.
-chi se ne frega delle sigarette, dimmi come fai a saperlo- gli risponde Harry interessato.
-calmati abbiamo tutto un viaggio per scoprirlo- risponde tranquillo il moro quando scorge qualcosa di più interessante entrare dal cancello principale –ora devo fare una cosa più importante, ci vediamo sopra- conclude prima di sparire.
-NO MALIK TORNA QUI! SUBITO!- esclama il ricciolo mentre Liam e Louis scoppiano a ridere alla scena.
-rilassati Harry è lì a parlare con Niall non con Fede- gli risponde tra una risata e l’altra Louis.
 
Memi varcò il cancello, nuovamente, e la voglia l’aveva sotto i piedi, individuò facilmente Axel tra quelle pochissime persone che si trovavano nel cortile, raggiunse il tavolo e si fermò davanti all’amico.
-Memi?- rispose il tedesco alzando la testa –pensavo te la fossi svignata-
-volevo ma mi hanno obbligato a tornare-
-ti serve qualcosa?-
-Si ti devo parlare- continuò la mora continuando a stare in piedi. Axel si spostò appena per farle posto
-beh siediti un attimo, ti presento i miei nuovi amici, Niall e Fede-
-Niall? Come quello di Chiara, e io che pensavo non fosse poi così comune il nome- commenta la mora sedendosi.
Axel le da un colpo con il braccio e tossicchia appena e la ragazza torna a guardare il ragazzo con un sorriso imbarazzato e si volta verso l’amico e a denti stretti mormora –è quel Niall vero?-
Il ragazzo annuisce e Memi si rivolta a guardare –piacere sono Memi la coinquilina, che poi a voi non interessa ma dettagli- allunga la mano per presentarsi ma è costretta a ritirarla quando il suo telefono squilla –scusate- lo afferra è risponde
-Bellissima- dice una voce dall’altra parte che Memi riconosce subito.
-ma che cazzo, dove hai preso il mio numero?!- chiede scocciata divertendo il ragazzo dall’altra parte.
-mia mamma dovrebbe imparare a non lasciare il numero delle baby-sitter sui post-it attaccati al frigorifero- commenta.
-ecco ora mi tocca anche cambiare il numero- incrocia le braccia mentre Axel la guarda interrogativo e domanda a bassa voce chi è.
-di al tuo amico di farsi gli affari suoi-
-io non gli dico proprio niente, tu non mi comandi e ora piantala di rubarmi tempo- gli risponde lei alzandosi e allontanandosi verso il cancello sempre con il telefono.
-se non vuoi sentirmi basta che riagganci- risponde lui tranquillo
-hai ragione, stammi bene Zayn-
-tanto non riagganci- continua lui con la più grande nonchalance del mondo.
-si che lo faccio-
-scommettiamo?-
-che cosa?- chiede lei
-un bacio-
-ciao Malik- riaggancia lei voltandosi verso la strada nell’esatto istante che una macchina passa prendendo una pozzanghera e schizzandole tutti i pantaloni all’altezza del cavallo.
-MA CAZZO!- urlò lei insultando in italiano quello alla guida guardando i suoi calzoni fradici, sbuffa e si incammina verso casa ma quando volta l’angolo si ferma ad un millimetro da Zayn
-che hai fatto?- le chiede guardandola il ragazzo.
-lo so sembra che mi sono pisciata addosso ma non mi fissare così-
-se l’emozione di sentire la mia voce ti fa quest’effetto-
-non è la tua voce- risponde lei
-la mia presenza?-
-non sei mica il centro del mio mondo-
-per ora- insiste con un sorrisetto il moro.
Memi gli batte sulla spalla –rimanine convinto che forse nei tuoi sogni un giorno, ci vediamo Malik- concluse passando alla sinistra di Zayn e allontanandosi verso casa.
 
Chiara concluse la lezione poi afferrò la borsa e uscì chiudendo la scuola diretta alla scuola di Memi e Axel per passarli a prendere prima di andare a pattinare come chiesto da Gaspard.
Raggiunse la scuola e si sedette sul muretto per aspettare che i due uscissero dal cancello.
-Che c’è sei venuta a trovare il tuo ragazzo?- le chiese la voce di Axel che l’aveva raggiunta sul muretto davanti a scuola.
-Cosa? No! Vabbè lasciamo perdere dov’è quella puzzola di Memi?- chiese Chiara dopo un secondo di confusione dovuto alla domanda guardando il ragazzo.
-Boh è sparita improvvisamente mentre parlava al telefono-
-COME!?- sbraitò la ragazza saltando giù dal muretto –Perché nessuno mi dice mai niente? Ora sono venuta fin qua per niente? Sai quante cose avevo da fare eh? Eh?-
-ok, ok rilassati, si sarà dimenticata che venivi e poi tu eri a lavorare, magari non ti voleva disturbare per avvertirti- cercò una motivazione soddisfacente il ragazzo anche se era inutile, Chiara era difficile da convincere di qualcosa che lei non pensava in prima persona.
-Mi rilasso? Ho fatto un viaggio in metro schiacciata tra un signore dal culo mega enorme e una signorina che sembrava usare eau de tombin invece di profumo per niente e tu mi chiedi di rilassarmi?-
-Beh proprio per niente no- concluse Axel indicando con lo sguardo il cancello della scuola dove un ragazzo biondo stava uscendo insieme ad una ragazza, che era poi la solita che Chiara aveva visto con Niall da Nandos il giorno che si erano incontrati, scontrati.
-Puoi approfittarne per passare un po’ di tempo con il tuo ragazzo-
-La pianti Axel? Niall non è il mio ragazzo!-
-Perché tu hai abbassato lo sguardo- gli ricordò lui come se l’amica si fosse dimenticata il motivo.
-La piantate di ricordarmelo tutti?-
-ma noi lo facciamo per ricordarti che sei un stupida-
-grazie- risponde sarcastica lei.
-prego, sono qui per questo-
Chiara gli diede una spinta al braccio saltando giù dal muretto afferrando la borsa.
-no dai a parte gli scherzi, mi piace è simpatico, quindi non farlo scappare, che è il primo normale che ti trovi-
-io trovo sempre persone normali- risponde lei osservando l’amico.
-si certo non farmi parlare che è meglio-
-è successo una volta sola-
-facciamo due-
-va bene, ti concedo due- conclude la ragazza.
-come mai sei qui comunque?-
-ero venuta a chiamare te e Memi per andare a pattinare con gli altri due, ma lei è sparita- gli spiega poi voltandosi verso il cancello –ma quella mi ha dato buca come al solito, ho un idea- concluse con un sorriso incamminandosi in direzione di Niall.
Si avvicinò piano al ragazzo che stava ancora chiacchierando con la ragazza dai capelli color cioccolato fondente davanti a loro, che come notò Chiara si zittì indicandola appena.
Niall si voltò trovando Chiara di fronte a sé che gli sorrise.
-Ciao- lo salutò sorridente come al solito.
-Ehi! Come mai da queste parti?- le domanda il biondo curioso.
-Oh niente di speciale, ero venuta a recuperare Memi, e mangia crauti laggiù per andare a mangiare qualcosa e poi a pattinare- spiega velocemente spostandosi i capelli che il vento gelido continuava ad agitare davanti al suo viso per poi aggiungere –vi unite a noi?-
-ehm.. non so-
-Ovvio- si intromise la ragazza allungando la mano –sono Fede piacere-
-Chiara- le rispose stringendole la mano. Niall si volta a guardare l’amica che alza appena le spalle –che c’è io ho fame, e non voglio mangiare sola, tu hai sempre fame quindi muovi il culo e andiamo- conclude incamminandosi verso Axel. Chiara si volta verso il biondo.
-dai andiamo ci sarà da divertirsi- conclude tirandoselo dietro, mentre lui la guarda terrorizzato, non sapeva da dove si iniziasse con il pattinare sul ghiaccio, era sempre stato negato in quello.
 
Più tardi si ritrovarono tutti alla pista di pattinaggio o meglio gli unici sopravvissuti, Memi era riuscita a scamparsela e idem Gaspard, lui aveva lanciato l’idea e poi se l’era svignata con una patetica scusa, dato che tutti sapevano che andava a cercare Memi.
Così si ritrovarono Chiara, Fede, Axel, Niall e Mateo, soli all’entrata della pista, presero i pattini e l’indossarono. Fede entrò subito con i due mori, mentre Chiara si voltò a guardare Niall.
-ce la fai?- gli chiese e lui fissava i suoi pattini alzandosi in piedi.
-Non penso sia una buona idea- barcollò verso di lei che era appoggiata davanti all’entrata sul ghiaccio.
-Ti aiuto io, se cadi ti do il permesso di farmela pagare, so come insegnare, ricordi sono maestra uscirai pattinatore provetto- tentò di incoraggiarlo lei entrando in pista e tendendo le mani verso di lui per fargliele afferrare.
La pista era semideserta, i temerari che come loro erano davvero pochi in quella sera glaciale, Chiara fece un breve giro per prendere l’equilibrio sui pattini era un anno preciso che non li rimetteva ai piedi, poi si riavvicinò a Niall.
-Ti fidi di me?- gli chiese e lui annuì per poi aggiungere
-comunque era Aladdin che lo chiedeva a cosa come si chiamava?-
-Jasmine e comunque noi siamo la visione rivisitata quindi io lo chiedo a te- poi senza aspettare altra risposta prese le mani del ragazzo pattinando all’indietro facendolo muovere, quando notò che si potrebbe dire quasi pattinava, lasciò le mani del ragazzo che preso dal panico, perse quasi l’equilibrio, la ragazza si precipitò verso di lui per sorreggerlo.
-visto c’eri quasi- disse sorridente
-si a prendere una facciata per terra- si lamentò lui –sono negato in questo come in tante altre cose, tu c’è qualcosa che non sai fare? Balli, Pattini, Insegni…- iniziò ad elencare una serie di cose che aveva capito lei era in grado di fare.
Chiara annuì –cantare e suonare, giocare a calcio, la capriola, ma per queste ci sei tu no?-
Il biondo le sorrise fermandosi bloccando anche lei che lo stava trascinando che di rimbalzo si riavvicinò a lui, che la bloccò a quella distanza cingendole i fianchi.
La ragazza alzò lo sguardo verso di lui e gli sorrise, lui si piegò appena verso di lei che questa volta non abbassò lo sguardo, cosa piuttosto sorprendente dato che l’ultima volta lo aveva rifiutato, ma mai cantare vittoria dato che l’altra sera lo aveva distolto all’ultimo.
Lasciò cadere lo sguardo sulle labbra di Niall che si avvicinavano, -niente panico Chiara- si ripeteva nella testa, come a cercare di convincersi anche se era difficile, lei non riusciva a non andare in panico in quel preciso momento, ma tutti i suoi pensieri si dissolsero quando sentì qualcosa di caldo e morbido premere sulle sue labbra, i suoi duemila pensieri si dissolsero dalla mente e lei si rese conto che Niall la stava baciando, ricambiò il bacio portando le braccia intorno al collo del ragazzo in modo da mantenere la vicinanza tra di loro.
Quando si staccarono appena Niall le sorrise
-Credo che non imparerò mai a pattinare-
-Ah no caro, questa ora è una questione di orgoglio personale- gli rispose lei
-Vorrà dire che dovrò passare ogni singolo giorno in tua compagnia?- chiese lui che infondo lo sperava.
-Ovvio finché non imparerai a stare in piedi su questi- indica i pattini –mi dovrai sopportare- conclude lei sorridente.
-allora credo che non imparerò mai apposta-
 
-Aspettate un attimo mi vibra il telefono- disse Fede ai suoi due accompagnatori spostandosi e raggiungendo il margine estraendolo e notò il numero di Harry
-Styles!- esclamò sorridente, ma con il fiatone –avete vinto?- chiede sempre piuttosto impaziente.
-stai indossando la mia felpa?- chiede lui che sperava vivamente fosse così.
-ovvio ti avevo dato la mia parola-
-e io ti avevo detto che saresti stato il mio portafortuna, li abbiamo schiacciati- rispose il ragazzo buttandosi sul suo letto nella camera d’albergo ancora con l’asciugamano legato in vita dopo essere uscito dalla doccia.
A sentire quella frase la ragazza sorrise. –dove sei ora? A festeggiare?-
-no non ne avevo voglia-
-Come no! Harry Styles alza le chiappe da ovunque tu sia, vestiti-
-cosa ti fa pensare che non sia vestito?- la interrompe lui divertito.
-I discorsi di Louis, e comunque non mi interrompere nel mezzo di un discorso ispirato, vestiti e vatti a divertire mi hai sentito? Vai a festeggiare è il tuo portafortuna barra finta moglie che te lo ordina-
-va bene va bene- le risponde il ricciolo mettendosi a sedere facendo uno strano verso –andrò-
-ecco bravo, vai, divertiti e non fare nessuna cazzata, ricorda che hai una finta famiglia a casa- continua Fede ironica.
-Tranquilla, sarò un angioletto, notte Bella-
Fede arrossisce appena, per fortuna Harry non può vederla però –notte Bello!- gli risponde lei attaccando lasciando l’altro dalla parte opposta piuttosto sorpreso dell’appellativo da lei usato.

here I am:
Allora eccomi eccomi eccomi scusate la luuuuunga ma che dico lunghissima attesa, ma con il fatto che siamo nel pentamestre, giugno si avvicina a vista d'occhio, e i giorni scarseggiano e dopo l'uscita delle materie esterne e bla bla bla, a scuola mi opprimono, quindi non ho avuto nemmeno un secondo libero poi nei giorni di chiusura per terremoto e neve, sinceramente ho dormito, ne avevo bisogno, ma questa è un altra storia, ora sono qui.
Non ho molto da dire su questo capitolo semplicemente beh, non l'ho riletto quindi scusate, a Memi due cose, non sapevo che cognome mettere quindi anche se fa schifo ti attacchi tanto non lo userò mai, o quasi mai.
Come avevo detto, Casey è un po' una cenerentola, e con il proseguire lo capirete, so che tutti si aspettavano il bacio Farry, ma giuro è nel prossimo, che altro dire, non ricordo solo beh spero l'attesa ne sia valsa almeno un pochino la pena, e che continuiate a seguirmi anche con questi rari e lunghi in quanto a tempo aggiornamenti. Ah si un altra cosa Memi non ho ricontrollato i verbi quindi non mi uccidere :) 
Per il resto penso sia tutto la canzone scelta credo che tutti la conosciate, Glad you came dei The Wanted un bacio
Chìa xx.

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Capitolo 14
*** Kiss me down by the broken tree house, swing me upon its hanging tire, bring, bring, bring your flowered hat, we'll take the trail marked on your father's map ***


Capitolo 13 - « Kiss me down by the broken tree house, swing me upon its hanging tire, bring, bring, bring your flowered hat, we'll take the trail marked on your father's map »


 

 
-Casey? Dove sei tesoro?- la voce gracchiante di Josline raggiunse la ragazza che era buttata sul suo letto a rileggere per l’ennesima volta il suo libro preferito, ora non aspettatevi una lettura impegnativa stile Cime Tempestose o Jane Eyre, e nemmeno una lettura alla Jane Austen, era un libro di racconti, di favole che le aveva sempre letto sua madre e che da quando era morta lei nonostante la sua età, ormai non più proprio da fiabe Disney, aveva continuato a leggere perché vedeva la sua vita come quella di una moderna Cenerentola.
-Oh eccoti- continuò la stangona rifatta apparendo sulla porta –mi serve un consiglio, meglio questo o questo?- indicò due mini abitini uno rosso e uno nero
-per battere?- domandò sarcastica Casey chiudendo il libro come timorosa che la presenza della Barbie di plastica potesse inquinare la sua purezza.
-battere cosa?-
-Lascia stare Jos, è un ballo scolastico non la riunione delle mignotte d’alta società-
La ragazza si alzò andando verso la scrivania e aprendo la sua posta elettronica.
-Tu non andrai? È la tua scuola dopotutto-
Casey rise girando su se stessa e guardando la sorellastra –nessuno mi conosce là, nessuno noterà la mia assenza, nessuno la rimpiangerà-
-secondo me dovresti andare è una delle tue ultime possibilità che hai di andare ad un ballo-
-Ho da compilare le domande di iscrizione per queste scuole a New York, te l’ho detto ho chiuso qui voglio andare a New York, studiare là punto, ora nulla è più importante e se non ti dispiace vorrei restare sola- si rivoltò a guardare lo schermo del pc.  
-Tu sei un caso disperato mia cara, disperato- concluse la bionda uscendo dalla camera e chiudendosi la porta alle spalle.
 
Chiara arrivò al posto dell’appuntamento, si avvicinò all’albero dove lo aspettava ogni volta, il fatto che il parco fosse vicino alla scuola di danza faceva si che lei arrivasse sempre prima, buttò a terra la borsa e si sedette sull’erba iniziando a giocare con dei filetti, quando le squillò il telefono.
Lo prese dalla tasca dei jeans e lesse il nome sul display sorridendo.
-sei in ritardo- scherzò ironica sdraiandosi a pancia in giù continuando a giocare con l’erba con la mano libera.
-si lo so scusa, scusa, scusa, ma l’ultima persona che pensavo mi parlasse mi ha teso un agguato e mi ha bloccato, cinque minuti e arrivo- rispose la voce del ragazzo dall’altra parte agitato e dispiaciuto di dover farsi aspettare così tanto
-Niall tranquillo, vai con calma, ci terrei a vederti vivo e vegeto, non mi importa del ritardo sono appena arrivata anche…- non fece in tempo a finire la frase che il biondo si buttò a peso morto vicino a lei facendola sussultare per lo spavento. Chiara lo colpì guardandolo contrariata riagganciando.
-mi hai fatto prendere un colpo stupido- lo riprese guardandolo.
Niall non rispose subito, ma rimase un attimo sdraiato ansimante mentre cercava di riprendere il fiato. Una volto riuscito nell’intento le sorrise.
-buongiorno bella, come è andata?-
La ragazza gattonò fino a raggiungerlo sorridente -bene, anche se sono a pezzi- si sporse su di lui e lo baciò.
Quando si staccò aggiunge –chi è che ti ha teso un agguato?-
-Harry, voleva che lo  aiutassi a trovare il modo di invitare Fede al ballo senza ottenere un nemmeno morta-
-e…?- chiese Chiara curiosa appoggiandosi con la testa sul petto del ragazzo che nel frattempo le accarezzava i capelli.
-e gli ho detto di chiedere a qualcun altro di portarcela per lui e di rapirla poi- le rispose lui ridendo.
La ragazza iniziò a ridere contagiata da quella risata e alzò lo sguardo verso i due occhi azzurro cielo di lui.
-E quando avreste questo ballo?- gli chiese.
Niall fece spallucce –stasera, ma non penso di andarci-
-perché?- gli domandò lei
-non è il mio genere di serata di capodanno-
-ah no e quale sarebbe?-
-grande cena e poi fuochi d’artificio bevendo champagne- annuisce convinto della cosa aggiungendo –e magari poi raggiungere Trafalgar Square per i fuochi di mezzanotte-
-classico quindi-
Il biondo annuì quando gli risquillò il telefono, guardò il numero e sbuffò.
-Cosa c’è ancora Harry?- rispose scocciato
-Stavo pensando-
-wooho vuoi far piovere per caso? Hai pensato?- rispose divertito Niall quando Chiara gli diede un colpo sul braccio scuotendo la testa anche se infondo anche lei era divertita, non conosceva Harry, ma da come glielo avevano descritto Niall e Fede, non doveva essere un tipo sveglio.
-si è una cosa anche importante ascoltami-
Il biondo ruotò gli occhi e annuì –ok ascoltiamo-
 
Fede si continuava a fissare allo specchio
-ancora non ho capito perché devo venirci per forza- si lamentava guardando l’amico vestito di tutto punto stravaccato dietro di lei sul letto.
-Te l’ho detto, mi serve un po’ di compagnia-
-e non potevi portarci Chiara, bah, io mi ero fatta il mio programmino tutto perfetto, mamma e papà sono fuori io mi guardavo la mezzanotte in TV, e poi mi ubriacavo e andavo a letto-
-Il giorno che ti vedrò bere sarà la fine del mondo- scoppiò a ridere il biondo prendendo il telefono e guardando l’orario.
-Sei pronta allora?- continuò impaziente.
-Si sono pronta scassa palle irlandese andiamo- concluse indicandogli la porta per poi uscire dalla camera dopo di lui e scendere di sotto.
-Sai cosa Niall, devi motorizzarti sono stanca di camminare sempre, renditi utile qualche volta-
Il ragazzo estrasse il telefono e scrisse un messaggio
Stiamo uscendo, in bocca al lupo cespuglio errante
 
La palestra non sembrava nemmeno più lei, tutte quelle decorazioni le davano colore, e la facevano sembrare più piccola, all’estremità nord era stato costruito un palco dove un dj preso chissà dove si divertiva a far susseguire diverse canzoni commerciali che nessuno ascoltava realmente, al centro della stanza una massa indistinta si muoveva a ritmo su quelle note.
-mi concede un ballo- chiese una voce, Shantel si voltò sospirando pesantemente.
-se dico di no continui per tutta la sera?- chiese a quel ragazzo, era l’ultima persona con cui volesse parlare, ma dal momento che la prima sull’elenco non si faceva viva, che poteva essere un ballo?
-può darsi- gli rispose lui con un mezzo sorrisetto.
La ragazza sbuffò afferrando la mano di quell’individuo e portandolo a ballare in quella massa indistinta, Cat rimase nuovamente sola.
-Come mai tutta sola soletta?-
La mora si guardò intorno fino a trovarsi faccia a faccia con Bree –che vuoi rana dalla bocca larga?-
-come sei divertente, la mia bocca larga è apprezzata da molti e da uno in particolare- gli rispose la bionda attaccandosi alla cannuccia e facendole un occhiolino.
-se stai cercando di sedurmi sappi che preferisco il paguro alla conchiglia- le rispose mimando in modo poco carino i due organi in discussione prima di allontanarsi verso il banchettino dove si trovava una specie di punch che di alcolico aveva solo la ricetta scritta sul libro. Ne  prese un bicchiere e si girò a guardare la pista.
-ti serve qualcosa di forte, hai una faccia- affermò una voce alla sua sinistra.
Cat si voltò a guardare Zayn –la tua non è tanto meglio- gli rispose sorridendo.
-Dove sei stata in questi giorni? Non ti sei fatta proprio sentire-
-ero con le ragazze, poi tu eri in trasferta- gli rispose lei tornando a guardare la porta
-la trasferta non dura a vita- continuò il moro bloccandosi quando vide entrare dalla porta Memi, abbassò poi subito lo sguardo cercando di fare l’indifferente, ma senza successo.
-Qual è?- gli chiese la mora
-cosa?-
-Quella che ti piace- insistette Cat
-Ma non mi piace nessuna-
-Zayn non sono deficiente anche se lo sembro, hai cambiato espressione qual è dai sono curiosa- continuò lei tirandolo dal braccio.
Zayn la indicò con un dito e Cat cercò di individuarla –la mora con i capelli un po’ mossi?- chiese e quando il ragazzo annuì gli sorrise –sembra carina, mi piace-
-ma se nemmeno la conosci-
-e allora? Non sembra male- annuì tornando a guardare il moro negli occhi –ti piace no? E allora provaci no? Guardami nelle palle degli occhi per una volta Zayn- aspettò che il ragazzo ricambiasse il suo sguardo per continuare -sappiamo entrambi che tra noi due è stato solo sesso, ed è stato bello, piacevole, ma sei un bravo ragazzo, meriti di più e io non posso darti quel di più quindi piantala di fare lo stronzo e vai a conquistare quella ragazza.- gli sorrise dandogli un bacio sulla guancia per poi incitarlo ad andare.
 
-Niall continuo a non capire che ci facciamo al ballo non ci sei mai voluto venire, manca ancora un ora alla mezzanotte andiamo a casa?- chiese Fede facendogli gli occhi dolci dato che si stava annoiando a morte, lei non era tipo da balli scolastici li trovava noiosi oltre ogni aspettativa.
-Aspettiamo ancora cinque minuti dai- insistette il biondo guardando il display del telefono per l’ennesima volta che fine aveva fatto Harry.
-Mi spieghi che ti dice la tua testolina? Potresti passare il tuo ultimo dell’anno con la tua ragazza e invece sei qui con la tua migliore amica-
-Tu rilassati stai tranquilla- la rassicurò lui –so quello che sto facendo- rispose lui, se quel ricciolo si fosse mosso, il piano serata deciso quel pomeriggio con Chiara non sarebbe saltato, ma al momento Harry non stava aiutando. In quel preciso istante il suo telefonò vibrò, lo prese e lesse il messaggio, sospirò
Pronto, ho fatto –harry
Il biondo tornò a guardare l’amica –andiamo?- le disse
-come mai così all’improvviso?-
-ho mal di testa, vieni andiamo- concluse trascinandola fuori dalla palestra. Sulla porta incontrarono Davis.
-già via andate?- chiese ai due amici
-si ho la testa che mi martella ci sentiamo domani ok?- e senza dargli modo di rispondere trascinò Fede verso casa. Come arrivarono le disse di passare dal giardino, lei lo guardava confusa ma alla fine accettò.
Aspettò che il biondo si allontanasse e poi si avviò verso il retro della casa.
 
Memi aveva ballato con un paio di ragazzi diversi quella sera e ora i piedi le facevano male così cercò una scusa per scappare dall’ultimo, si bloccò davanti ad una grande lavagna di quelle con lo sfondo bianco sulle quali scrivevi con i pennarelli, portava la scritta al centro dentro una nuvoletta 2012 buoni propositi:  e migliaia di scritte anonime, alcune stupide altre ancora di più agli occhi della ragazza.
-Buonasera- sentì una voce alle sue spalle si voltò di colpo ritrovandosi molto vicino a Zayn, il suo sguardo cadde sulle labbra del ragazzo, che si morse quelle inferiore.
Nonostante tutto però riuscì a ricomporsi e a trovare la forza di rispondergli –che vuoi?-
-parlare con te, c’è una qualche regola che me lo vieta?- chiese lui sorridendole.
-Che c’è sei rimasto a secco di conquiste- rispose fredda indietreggiando appena.
-Perché devi essere così prevenuta nei miei confronti?- domandò il moro alzando gli occhi al cielo –che ti ho fatto?-
-mmm vediamo preso in giro tanto per iniziare, e di tipi come te ne conosco a bizzeffe- rispose lei voltandosi a guardare il tabellone
-una possibilità, solo una, poi se rimango sempre il solito puoi mandarmi a cagare, una possibilità solo quella ti chiedo-
Memi tornò a guardarlo, era serio o la stava prendendo nuovamente in giro? Lo sguardo come sempre vuoto e chiuso del ragazzo non aiutava a trovare una risposta sincera. La ragazza pensò velocemente, poi parlò
-forse, potresti averla se fossi meno quello che sei stato fino ad ora, penso che da qualche parte ci sia un Zayn migliore di quello che mostri e io potrei dare una possibilità a quello non a questo-
Il moro afferrò uno dei pennarelli e iniziò a rigirarselo tra le mani –se cambiassi me la daresti?-
-forse, tu prova a cambiare prima- gli rispose lei convinta che la cosa sarebbe stata impossibile, ma desiderosa nel profondo che lui riuscisse a cambiare.
Zayn tornò a guardare la lavagna –non ho mai fatto questa cosa, ma c’è una prima volta per tutto no?- si sporse verso la lavagna e scrisse
Essere meno coglione
Poi si rivoltò verso Memi –ci vediamo lunedì a scuola, Memi- le sorrise e fece per allontanarsi ma si bloccò e si rivoltò a guardarla –Ayshaa mi ha detto che hai dimenticato un bracciale sul suo comodino, quando vuoi passarlo a prendere avverti- detto ciò si allontanò verso l’esterno probabilmente diretto a fumarsi un'altra sigaretta.
La ragazza raccolse il solito pennarello e sotto la scritta di Zayn aggiunse
Dargli una possibilità se ci riesce
Poi sorrise tornando alla sua serata e al suo divertirsi, non voleva che tutti i pensieri legati a Zayn gliela rovinassero, chi è annoiato l’ultimo dell’anno lo sarà tutto l’anno.
 
Niall arrivò davanti a casa di Chiara e alzò la mano per bussare ma la porta si aprì da sola mostrando Chiara già cambiata e pronta per uscire, come da accordo.
-Sei di nuovo in ritardo- lo canzonò sorridente appoggiandogli le braccia intorno al collo e baciandolo.
Il biondo ricambiò il bacio sorridendo tra le labbra della ragazza.
-Di nuovo colpa di Harry è sempre in ritardo- si scusò
-Quando conoscerò questo Harry gli regalerò un orologio che quando è in ritardo fa l’urlo da banshee- annuì all’idea convinta seriamente di doverlo fare –ora andiamo o facciamo tardi- concluse prendendogli la mano.
-dove andiamo?- le domandò curioso
-in un posto che ti piacerà, vedrai- gli sorrise poi guardò dentro casa –Io esco ci vediamo l’anno prossimo- poi si chiuse la porta alle spalle e si allontanò in direzione Trafalgar Square.
 
Fede si avviò confusa verso il suo giardino sul retro, quello che dava sulla finestra di camera sua. Tutto intorno a lei era buio e per prima cosa pensò ad uno scherzo.
-Niall se stai pensando di saltare fuori per spaventarmi sappi che è l’ultima cosa che farai nella tua vita- minacciò l’amico, ma in quel preciso istante il giardino fu illuminato quasi a giorno da un centinaio di lucine che si trovavano ovunque.
Fede spalancò gli occhi incredula, sensazione che aumentò quando vide Harry scendere dalla sua vecchia casa sull’albero vestito a festa.
-Ha..Harry?- chiese sorpresa –che ci fai qui? E così conciato per di più, hai perso la strada per il ballo? E quel fiocco a chi lo hai rubato a Mickey Mouse?-
-carina come sempre tu eh?- rispose lui sarcastico per poi aggiungere –ti aspettavo-
-aspettavi me?- la ragazza alzò un sopracciglio cercando di capirne il motivo.
-no quella che abita di fronte-
-ahhh credevo, si la signora Carlile ora che ci penso con la sua veneranda età è proprio il tuo tipo-
Harry finse una risata divertita e sarcastica
-Non è colpa mia se me le tiri fuori di in bocca- continuò Fede annuendo convinta che quelle battutine acide alla fine fossero solo colpa di Harry.
Tornò seria e questa volta senza toni acidi o ironici nella frase gli chiese –A parte gli scherzi niente ballo stasera?-
-Avevo di meglio da fare- rispose il ricciolo aspettandosi che la ragazza intuisse al volo a cosa si riferiva.
-Tipo?-
Harry indicò tutto quello che c’era intorno a loro come a dire ‘ho dovuto preparare tutto questo’.
Fede girò su se stessa –lo hai fatto tu?- chiese dal momento che nessuno si sarebbe aspettato questo da Styles.
-Non ti facevo il tipo da certe cose- pensò ad alta voce senza rendersi conto che lui poteva ancora sentirla.
-Tu non mi conosci, credi di farlo, ma non è così-
Per la prima volta Harry aveva centrato il punto, Fede era convinta di conoscerlo e non aveva mai cercato di farlo meglio, lei conosceva l’Harry convinto, stronzo e donnaiolo? Beh per lei esisteva solo quello e non si era mai presa la briga di scavare più a fondo.
La ragazza si perse nei suoi pensieri e solo la mano del ricciolo sventolata davanti ai suoi occhi la fece tornare in sé, alzò lo sguardo verso quello di lui, incrociando i suoi occhi appena illuminati da quel centinaio di piccole lucine lampeggianti intorno a loro.
-Stavo pensando che forse per una volta in vita tua hai ragione-
-Attenta non vorrai far piovere, dandomi ragione- scherzò lui. Fede alzò lo sguardo verso il cielo stellato,
-sarà dura ci sono le stelle stasera- gli fece notare –ad ogni modo come mai mi aspettavi?-
Il ricciolo guardò il cielo e poi abbassò lo sguardo verso di lei porgendole la mano –mi concedi un ballo?-
-Non abbiamo la musica Harry-
-Canterò io- continuò a rimanere fermo aspettando che la ragazza prendesse la sua mano.
-Sai anche cantare?- gli domandò afferrando la mano decisa a concedergli almeno quello, infondo chi non ballava l’ultimo dell’anno non avrebbe ballato tutto l’anno e un anno senza fare niente sarebbe noioso no?.
-Te l’ho detto, non mi conosci- iniziò a cantare muovendosi a ritmo dopo averle cinto la vita.
Quando Harry finì di cantare guardò l’orologio e sorrise tornando con lo sguardo verso di lei.
-Esprimi un desiderio… dieci, nove…-
-io l’ho già espresso per oggi, tocca a te- invertì la situazione Fede tornando a contare guardando l’orologio poi Harry –cinque…quattro… chiudi gli occhi- gli mise una mano davanti per non farlo vedere –due…uno- sussurrò quasi, non sapeva perché ma sentiva di sapere quale fosse il desiderio del ricciolo.
Si avvicinò al ragazzo leggermente titubante nella sua testa, ma allo stesso tempo sicura dato che alla fine quello era stato anche il suo di desiderio, appoggiò le sue labbra contro quelle di Harry erano morbide, tolse la mano da sopra gli occhi del ragazzo e lo baciò.
Alle loro spalle partirono i festeggiamenti per l’anno nuovo e sopra di loro il cielo si colorò di diverse tonalità dovute ai fuochi d’artificio.
Harry dopo un attimo di sorpresa, dovuto al fatto che quello che stava accadendo era l’ultima delle cose che si sarebbe aspettato, ricambiò il bacio. Quando si staccarono, incrociò lo sguardo di Fede.
-Come facevi a conoscere il mio desiderio?- le chiese sorridendole
-Te l’ho mai detto? Io leggo la mente- ebbe a malapena il tempo di rispondere e ricambiare il sorriso lei, prima che il ricciolo tornasse a impossessarsi delle sue labbra.
 
 
Angolo autrice: eccomi tornata in ritardo lo so scusatemi ma ho sempre meno tempo. Questo è il capitolo che tutti i fan di farry hanno atteso da tempo, spero non vi abbia deluso più di tanto... doveva essere postato il 27 come regalo di compleanno a Fede, ma purtroppo non ho fatto in tempo accetti gli auguri in ritardo? AHAHAHAH 
L'ho riletto per i verbi spero non averne sbagliati troppi, sapete che io non vado molto d'accordo con loro.
Ho da dire solo che questa è una prima parte della serata, e appena riesco scrivo la seconda, che avrà uno stile diverso, sarà una sorta di esperimento forse, ad ogni modo spero questo vi sia piaciuto. La canzone è tratta da uno dei miei film preferiti She's all That del 1999 ed è cantata da Sixpence None The Richer ed intitolata Kiss Me. 

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Capitolo 15
*** Flashes left in my mind, going back to the time, playing games in the street, kicking balls with my feet, dancing on with my toes, standing close to the edge, there’s a part of my clothes at the end o ***


Before Reading: allora velocemente vi spiego come va letto il capitolo la parte in corsivo sono i flashback quella normale sono il presente ok? perfetto se tutto è chiare ci vediamo a fondo pagina xx.

Capitolo 14: « Flashes left in my mind, going back to the time, playing games in the street, kicking balls with my feet, dancing on with my toes, standing close to the edge, there’s a part of my clothes at the end of your bed. As I feel myself fall make a joke of it all. »

 

 
Una ragazza, quindici anni appena a vederla così, lunghi capelli nero corvino mossi appena dal vento, era seduta sul muretto portava la divisa da cheerleader, i colori rosso e giallo le donavano o per lo meno la illuminavano dato che la sua carnagione era molto chiara e con quei capelli poteva essere scambiata per Mortisia, beh la sua versione giovane e attraente si intende.
Era seduta, come il ragazzo sul cancello della scuola poteva ben notare, con le gambe accavallate e nascondeva il viso sotto degli occhialoni neri mentre annuiva alle parole dell’altra ragazza davanti a lei.
-Ragazze!- esclamò Liam prendendo un respiro e avvicinandosi alle due. –tutto bene?- chiese poi dal momento che la mora non sembrava essere al top della sua forma, ma nonostante ciò non gli negò comunque un sorriso.
-Si Liam tranquillo tutto apposto- gli rispose invece saltando giù dal muretto annuendo e dandogli un bacio sulla guancia –sto alla grande pronta a fare festa- iniziò a saltellargli intorno improvvisando pure un balletto demenziale.
-tu non sei normale- scosse la testa il ragazzo non riuscendo a trattenere un sorriso.
-Bizzarre? No I’m just different- intonò lei una canzone inventata facendogli la linguaccia quando lui riuscì ad afferrarla per un braccio tirandola a sé in un abbraccio
-la mia formichina- scherzò lui dondolandosi
-non sono io una formica, ma tu un gigante- fece la voce da bambina appoggiando la testa sul petto di Liam.
-siamo il gigante e la formica?- chiese lui divertito senza lasciarla andare.
 
-Liam, Liam- continuava a ripetere la ragazza mora ferma davanti a lui di fronte alla porta d’ingresso della propria abitazione allungandogli la giacca del completo nero che teneva in mano –gigante?- concluse lei facendolo riprendere. Lui scosse la testa rispondendo –eh si scusa, stavo pensando ad una cosa-
-La giacca- ripeté per l’ennesima volta appoggiandogliela su un braccio dato che il ragazzo non sembrava reagire –a che stavi pensando?- chiese poi curiosa poggiando le mani sulla ringhiera.
-niente di che, vecchi ricordi- scrollò appena le spalle lui sperando lei non indagasse, ma se la conosceva bene come ricordava, la cosa sarebbe stata soltanto un utopia.
-tipo?- ecco come non detto appunto.
Liam prese un respiro profondo prima di rispondere –quando eravamo solo amici, erano più facili le cose-
Cat gli sorrise sedendosi sulle scale facendogli segno con la mano di sedersi accanto a lei, quando la raggiunse appoggiò la testa sulla spalla del ragazzo guardando la strada e il marciapiede davanti a sé.
-Siamo mai stati amici Liam?- gli chiese cercando il suo sguardo. Il ragazzo aprì la bocca per rispondere probabilmente un no, alla fine chi aveva mai creduto che loro fossero mai stati solo amici? Ma le parole gli furono spezzate in gola dalla porta che si spalancò.
-Ti sembra l’ora di rientrare?- chiese la voce di Davis alle loro spalle –e che ci fa lui qui?-
-Davis non iniziare vai in casa arrivo- gli rispose scocciata la mora.
-Voglio una risposta- insistette il ragazzo
-VAI IN CASA CAZZO!- gli urlò dietro lei, cosa che a quel punto il moro non si fece ripetere due volte. Quando Cat tornò a guardare Liam lui si era già alzato ed era alla macchina.
-Dove vai?- gli chiese alzandosi a sua volta e scendendo anche lei per raggiungerlo.
-Meglio che vado prima che sclera- le sorrise aprendo lo sportello della macchina, facendo per salire ma fermandosi, riavvicinandosi a lei  –comunque la risposta è no. E non credo saremo mai in grado di esserlo- si piegò verso di lei dandole un bacio su una guancia prima di risalire in macchina e dirigersi a casa dopo la nottata passata a recuperarla da chissà dove la stava portando Jay.
Cat rientrò in casa non appena la macchina di Liam era sparita dalla sua vista, salì quei quattro scalini e aprì la porta dietro la quale in piedi la stava aspettando Davis.
-Che ci faceva qui?- chiese senza nemmeno darle tempo di chiudere la porta.
-mi ha riaccompagnata a casa- rispose lei tranquilla come se non ci fosse niente di male nel gesto gentile di Liam.
-Perché eri con lui?-
-Perché stavo per fare una cazzata ed è venuto a recuperarmi- lo sorpassò andando verso la sua camera.
-Ah si certo sono buoni tutti a fare così, adesso che tutto ve bene facciamo i supereroi- la seguì èaròamdp scettico anche se sapeva che probabilmente lei stava provando a ignorarlo. –Mi stai ascoltando Cat?-
-No ho smesso da quando sono entrata-
-perché fai così? Lo sai cosa ha fatto, non voglio rincominciare da zero- si fermò sulla porta della stanza della sorella guardandola.
La mora si voltò e scosse la testa –tu non sai niente, e nessuno ti sta chiedendo d rincominciare da zero… Nessuno!-
-Tu forse non ti ricordi come eri distrutta, tu ti sei rovinata quando lui è sparito senza dire niente e adesso ti comporti come se niente fosse, come se tutto fosse apposto, quel colpo ti deve aver fatto partire tutti i neuroni- continuò insistente lui senza accennare a spostarsi.
-Senti Davis non ne ho voglia ora- tentò di chiudere la porta
-Fai sempre così lo difendi sempre, cambi discorso ogni volta che provo a farti parlare della cosa- la bloccò
-GLI HO CHIESTO IO DI ANDARSENE DA HIGH HILLS- esplose per poi sbattergli la porta in faccia e sedersi a terra con le spalle contro la porta.
 
Stava sdraiata sul letto nel reparto dove era ricoverata all’ospedale di High Hills, aveva una pessima cera, ma era da capire, era appena scampata ad una stirata sull’asfalto, guardava fuori dalla finestra faceva ancora fatica a credere che proprio Liam le avesse potuto fare una cosa del genere. Sentì dei passi avvicinarsi e alzò lo sguardo trovandosi davanti l’ultima persona che ci si poteva immaginare, non parlò subito, aspettava che fosse lui a iniziare, ma quando capì che era troppo sperare nella cosa aprì bocca.
-Che ci fai qui?- gli chiese.
-Volevo vederti, ho visto Davis  e… aspetta sai chi sono?- la guardò confusa e solo ora la mora si rese conto della terribile gaffe commessa, aveva finto per più di una settimana con Davis di non ricordarsi di Liam per evitare il discorso, ma purtroppo il suo volto le era lì impresso nella mente e ora il vederlo faceva più male  del previsto.
-Tu… ti ricordi.- suonò involontariamente quasi come un accusa -Davis mi ha detto che non ricordavi più niente, che...-
-e hai pensato bene di venire a inventarti una storia per convincermi che tu non ti sei fatto la mia migliore amica sfruttando il fatto che non lo ricordavo?- chiese con fare accusatorio volontario lei.
-Non dire cazzate lo sai che non lo avrei mai fatto- mise le mani in tasca –ho sbagliato ma non sono così viscido, mi conosci Cat-
-non lo so Liam, ero convinta di conoscerti, ero convinta che non saresti mai andato a letto con Ollie eppure…-
Il ragazzo abbassò lo sguardo sospirando poi lo rialzò –Non ho fatto niente con Ollie perché non mi credi, perché non hai lasciato che ti spiegassi?-
-Piantala con queste cazzate ho visto con questi miei stessi occhi, di sicuro non stavate nel capanno a cercare un lampadina da cambiare- lo aggredì quasi tentando di alzarsi, ma lo scatto veloce le fece girare la testa e perdere l’equilibri. Rischiò quasi di cadere e ci sarebbe riuscita se non fosse stato per Liam che prontamente la afferrò
-Non mi toccare- lo allontanò lei indietreggiando –mi fai schifo ok? Non ti voglio vicino a me, potevo accettarlo da Ryan, ma da te, Liam tu eri la mia unica certezza e hai mandato tutto a puttane per una scopata-
Il ragazzo continuava a fissarla e indietreggiò appena, quelle parole così in pieno viso e petto ferivano più di quelle che chiunque altro gli aveva urlato contro, più dei sensi di colpa mentre aspettava seduto in sala d’attesa notizie e l’arrivo di Davis con la madre.
-Volevo solo aiutare- mormorò riferito al gesto che aveva fatto esplodere l’ira della ragazza che sempre con tono tagliente e distrutto gli rispose.
-Vuoi aiutare? Allora sparisci dalla mia vita, vai lontano, non voglio più vederti, mai più! Devi uscirne, dovrà essere tutto come se tu non fossi mai esistito-
Lo fissò aspettando che lasciasse la stanza in silenzio ma il ragazzo non accennava a muoversi
-TI HO DETTO DI ANDARE!- questa volta urlò. Liam si voltò e se ne andò e nella stanza ricadde il silenzio. Cat si guardò attorno, nei film, che obbligava Liam a guardare con lei, il ragazzo arrivava all’ascensore e si rendeva conto di amare la ragazza e tornava correndo da lei implorando il perdono dimostrandogli di amarla davvero, ma lei non viveva un film doveva accettare che Liam era uscito dalla sua vita per sempre. Abbassò lo sguardo sulle mani e la fedina del loro primo anno stava lì al suo anulare a ricordargli ancora lui. In un raptus di rabbia la tolse e la scagliò per la stanza iniziando a piangere
-MERDA!- urlò subito dopo alzandosi e correndo a cercarla si sentiva ancora più vuota e persa senza.
 
Cat tornò in sé e guardò la stanza, si alzò andando alla scrivania dove teneva il portagioie regalatole dalla nonna anni prima, lo aprì e vi frugò dentro estraendo la famosa fedina che l’aveva fatta impazzire per anni, e l’aveva fatta impazzire quando Liam gliela aveva data per quel famoso primo anno insieme, ma in quel caso per la gioia e non per rabbia e rancore come ultimamente. La infilò nella tasca dei jeans e poi uscì cercando di non fare rumore per non farsi sentire dal fratello.
 
Perfetto casa era libera un motivo in più per non dover incontrare nessuno o almeno questo era quello che Liam stava sperando, ma come al solito il destino non gli era amico.
Passò davanti alla cucina e gli parve di vedere Louis, ma scosse la testa non poteva essere lui, fece un paio di passi poi tornò indietro per ricontrollare e invece era proprio Louis.
-Tomlinson che ci fai nella mia cucina?- chiese sorpreso entrando nella stanza e osservando l’amico –e in mutante tra l’altro-
Il ragazzo si guardò intorno mentre aveva la bocca ancora piena di cereali –io ehm… sono sonnambulo- si inventò la prima palla che gli passò per la testa.
-si certo e vuoi dirmi che hai attraversato Londra dormendo e ti sei svegliato per caso nella mia cucina?-
-succede- cercò di suonare convincente lui alzandosi e andando verso la sala per cercare di sviare quando Shantel apparve sulla porta.
-Louis è meglio che vai prima che torna Liam e inizia a fare domande perché insospettito abbiamo deciso che nessuno deve sapere…- disse senza notare il fratello nonostante Louis le stesse mandando segnali di fumo sul stare zitta -…che noi due facciamo sesso-
-Voi due fate cosa?- chiese Liam spuntando e guardando la sorella in stile ‘you said what?’
-Oh Liam sei a casa- finse un sorriso e poi si riprese improvvisamente facendo la sorella maggiore –si può sapere che hai fatto ieri sera dove sei stato?-
Il ragazzo scrollò le spalle, voleva evitare il discorso.
-Liam- insistette la ragazza e Louis sentendosi il terzo incomodo aggiunse –io vado a vestirmi e poi tolgo le tende voi chiacchierate tranquilli ok?- e detto ciò sparì nella stanza della ragazza.
-Allora?- Shantel si sedette facendo segno al fratello di fare lo stesso.
-Ero con Cat- tagliò corto lui non voleva parlarne ma se non lo avesse fatto la ragazza l’avrebbe assillato quindi era meglio parlare alla fine, ma senza lasciarle fare troppe domande –l’ho riaccompagnata a casa perché dopo aver chiuso quello, che non so cosa fosse, con Zayn stava andando via con Jay, quindi ho dovuto recuperarla e poi per essere sicuro che non facesse cazzate l’ho accompagnata a casa, solo che pioveva troppo forte e non si vedeva niente per strada allora ci siamo fermati a dormire fuori-
-e avete chiarito?- lo interruppe lei facendosi interessata all’argomento.
-non ne abbiamo parlato e non ho intenzione di parlarne dato che nessuno mi crede e credono tutti a Ollie- concluse il ragazzo alzandosi quando suonarono alla porta, guardò la sorella –vai ad aprire io me ne vado in camera- e detto ciò raggiunse il piano superiore. Si sbatté la porta alle spalle e buttò sul letto, odiava il fatto che nessuno avesse mai voluto ascoltare la sua versione dei fatti e aveva sempre preferito le menzogne di quella tipa, ok era ubriaco quella sera, ma non abbastanza per tradire la propria ragazza.
 
-Dai Liam non fare il guastafeste, se lei non viene, vieni tu no? Uno dei due nella coppia almeno si diverte- la ragazza seduta in braccio al portiere della squadra insistette per l’ennesima volta nel convincere il capitano ad andare alla festa per la loro vittoria.
-Ti ho detto di no Ollie, non ho voglia di andare alla festa da solo-
-Ma non sarai solo, ci siamo io, Shantel, Derek, Mark, Mike dai sarà divertente- continuava lei mentre giocava con il cordoncino dei calzoni del ragazzo sotto di lei.
-Si e poi la convinco io mia sorella- esordì dall’ombra Davis –vedrai io sono bravo a persuadere le ragazze-
-per questo ancora non concludi mai niente con nessuna?- chiese Mike lanciandogli un asciugamano.
-io non concludo perché non sono un gorilla come te che pensa solo ad accoppiarsi- rispose lui mettendosi la testa da scimmione della divisa da mascotte mentre tutti riscoppiarono a ridere.
Quella sera, alla fine Liam, come al solito, aveva ceduto e raggiunto la festa insieme al resto della squadra, era lì ormai da un ora e di Cat nemmeno l’ombra, stava seduto su un divanetto con un bicchiere di plastica nella mano, lo appoggiò un attimo e prese il telefono per chiamare la propria ragazza, quando una Ollie ormai non più brilla lo afferrò per un braccio facendogli perdere l’apparecchio e trascinandolo sulla pista iniziando a strusciarsi
-Ollie smettila sei completamente andata- cercò di fare cenno ai suoi compagni anche quelli completamente andati, la festa iniziava a stargli stretta e decise di andarsene, afferrò il telefono e uscì dalla casa. Fece per raggiungere l’auto quando il cellulare squillò, rispose senza pensare e dalla parte opposta una Ollie terrorizzata implorava il suo aiuto. Rientrò raggiungendo il capanno sul retro e quando vi entrò non c’era nessuno ma solo la ragazza.
-Ci hai messo poco- disse con un mezzo sorrisetto.
Come realizzò l’inganno Liam si voltò per andarsene sbottando, odiava certi giochetti idioti
-Tu sei malata, hai bisogno di farti curare seriamente-
-Dai lo so che non ti dispiaccio alla fine- gli si avvicinò, mentre lui indietreggiava.
-Tu sei fuori- si voltò cercando di aprire la porta che sfortunatamente sembrava essere bloccata dall’esterno, tentò di aprirla più volte ma senza successo, sentì le mani di Ollie salire sul suo petto e giocare con i bottoni della camicia, tentò di liberarsi di lei, la spinse via facendola cadere sul divano con tanto di capriola che le arruffò i capelli. Spinse la porta con tutta la forza ma questa volta non era bloccata e riuscì ad uscire ma quello che vide fu orribile, Cat stava ferma davanti a lui scioccata, fissava la sua camicia, il suo collo. Vi portò la mano e noto che l’indice era sporco di rossetto, poco dopo Ollie apparve tutta arruffata sulla porta. Il volto di Cat fu il colpo di grazia. La mora si voltò in silenzio nessuna scenata semplicemente corse via. Liam  dietro di lei continuava a chiamarla senza risposta, l’ultimo urlo fu il peggiore quello della tragedia. Il ragazzo lo ricordo ancora ora come fosse successo ieri.
-Non voglio ascoltarti Liam, non ti credo, ho visto perfettamente- ripeteva lei con la voce spezzata dal pianto
-Cat lasciami spiegare, aspetta- continuava a correrle dietro –non è come sembra- poi la macchina sopraggiunse e fu la fine un ultimo –CAT!- prima del panico e delle lacrime.
 
Bussarono alla porta, Liam non si voltò nemmeno –Ti ho detto che non voglio parlare con te Shantel-
La porta si aprì comunque e si sentirono dei passi, scocciato il ragazzo tornò a parlare –cosa non hai capito del non ti voglio parlare?-
Si voltò e bloccò non appena vide la figura davanti a sé. –Cat?- chiese sorpreso dato che non si aspettava una sua visita
-Con me vuoi parlare invece?- chiese lei chiudendosi la porta alle spalle. Liam saltò in piedi e sistemò alla bene e meglio la stanza che era un vero caos.
-Scusa il disordine, ma non mi aspettavo visite- disse buttando tutti i vestiti nell’armadio e tirando un calcio al borsone buttandolo sotto la scrivania, di solito era un ragazzo ordinato.
-Ammetto che mi hai scioccato, ti ricordavo tutto perfettino- scherzò lei accennando un sorriso sedendosi ai piedi del letto ora liberato da tute e panni piegati. Il ragazzo si sedette su una sedia di fronte a lei e la guardò.
-Di cosa volevi parlarmi?- le chiese non sapendo cosa aspettarsi, se qualcosa di positivo o qualcosa di negativo.
La mora prese un respiro anche lei sembrava incerta se fargli la domanda o meno, dopo un attimo di silenzio decise che era il momento di buttarsi.
-Ho ascoltato la sua versione, cioè non volevo sentirla ma mi ha obbligato e quindi volevo ascoltare anche la tua versione dei fatti di quella sera-
Si il tema del discorso lo aveva spiazzato, non si aspettava che dopo un anno lei sarebbe tornata a chiedergli della cosa dato che non aveva mai voluto ascoltarlo prima.
Quando vide che non raccontava, Cat riprese parola.
-Ollie mi ha obbligato a sentire la sua storia, ma c’erano delle cose che non mi tornavano e… volevo sentire da te la verità-
-cioè crederesti a quello che ti racconto?- domandò confuso in un filo di voce senza staccarle gli occhi di dosso.
-sei sempre stato più affidabile di lei e io voglio solo sapere la verità, posso fidarmi del fatto che tu me la dica?-
Liam annuì alla fine era sempre stato quello che aveva sperato, che lei venisse a chiedere a lui la verità, deglutì e iniziò a raccontarle tutto.
Trascorse così circa mezz’ora dato che ogni tanto qualche commento della mora lo distraeva o interrompeva.
Cat continuava a camminare incredula per la stanza, stava rischiando di consumare il pavimento dalle volte che era passata nello stesso punto avanti e indietro.
-Quella troia- commentò alla fine –non ci posso credere- continuava a scuotere la testa incredula.
-Mi ha preso per il culo e mi sono lasciata infinocchiare così, non posso crederci- teneva le mani tra i capelli nero pece e guardava fuori dalla finestra, quando si voltò improvvisamente.
-non è successo niente tra voi?- chiese di nuovo come se volesse sentirsi ripetere solo quello ancora e ancora e ancora.
Liam si avvicinò ancora titubante ma scuotendo deciso la testa –niente, non avrei mai potuto Cat, ti amavo, non avrei mai potuto farti del male così-
-Mi amavi?- chiese lei rimanendo immobile, non faceva né movimenti verso di lui né verso il lato opposto.
-Ti amo, non ho mai smesso- continuava a non lasciare lo sguardo della ragazza, mentre appoggiava la mano sinistra leggermente tremante sulla sua guancia.
Cat gli sorrise, non sa nemmeno lei perché o forse lo sapeva ma non voleva ammetterlo, ma quelle parole la facevano stare bene dentro, allo stesso tempo la facevano stare male, non aveva avuto fiducia in lui, lo aveva allontanato, prese un respiro e quasi in un sussurro, come se temesse le sue stesse parole disse
-anche io ti amo ancora, ma…-
Quella conversazione era stata tutta una sorpresa, ma dopo un “ma” non veniva mai niente di buono. Liam abbassò un attimo lo sguardo poi tornò agli occhi di Cat davanti a sé e chiese –ma?- quasi incitandola a continuare, a dargli quella pugnalata che non poteva essere altro che un “non succederà mai più niente”
-per adesso non ci riesco- fu invece la sua risposta.
Sentì la pelle sotto il suo palmo come sparire, e prima che se ne accorgesse Cat era già alla porta, come se avesse fretta di scappare dalla situazione.
Liam rimase a guardarla, quel per adesso voleva dire che in un futuro ci sarebbe stata un seconda possibilità per loro?
 
 
 
Angolo autrice: ed eccomi qui dopo quanto? un mese? si ormai è un mese di assenza, lo so mi sono fatta aspettare ma ribadisco sempre che è colpa della scuola, mi uccide questa strunzola AHAHAH ad ogni modo ecco a voi il nuovo chap, come avete visto era incentrato su Ciam, alla fine a me loro piacciono e non gli do mai abbastanza spazio, quindi ho pensato di darvi un capitolo che spieghi un po' di retroscena su di loro perchè alla fine sapevate poco e niente. Spero che dopo il capitolo Payne abbia riaquistato punti dal mio punto di vista lo merita dai :) beh aspetto le vostre opinioni in attesa un bacio grande chìa x.
P.S se volete dirmi qualcosa in più che non volete mettere nella recensione mandatemi un messaggio privato o scrivetemi qui @real_chiareds se avete twitter.

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Capitolo 16
*** So I pick up the phone, call everyone I know said there’s gonna be a party ***


Capitolo 15: « So I pick up the phone, call everyone I know said there’s gonna be a party »

 

 
-Hai paura di perderti che mi obblighi ad accompagnarti a lezione?- chiese Axel guardando la mora accanto a sé che continuava a rigirarsi la piantina tra le mani.
-Stai zitto, tanto non avevi un cazzo da fare-
-Potevo dormire, sai entro alle terza ora oggi e tu sfigata alla prima- gli fece la linguaccia il ragazzo beccandosi in risposta un calcio dall’amica. –Ahia Memi, sei violenta-
-e tu antipatico, ma sei anche l’unico a cui potevo chiedere di accompagnarmi- si lamentò svoltando nel corridoio mentre l’amico dopo aver sbadigliato le rispose
-Perché non hai chiesto al tuo amico moro? Sono certo che lui sarebbe più felice di me di rendersi utile-
-Tu non sei felice di farmi compagnia?-
-Non sono Gas se devo scegliere tra questo girovagare e il letto, scelgo il letto- ammise lui sincero per lo meno sbadigliando di nuovo.
-Piantala di fare il re Leone che poi sbadiglio anche io- anche la mora fece il solito gesto –ti odio vattene via- lo spinse da una spalla per poi quando vide spuntare Zayn infondo al corridoio ritirarlo a sé.
-Guarda chi c’è- disse lui apposta indicando il moro
-shh stai fermo non indicare stupido- gli bloccò le braccia lei in stile camicia di forza, mentre però continuava a fissarlo, alla fine sebbene ci provasse non riusciva a staccare gli occhi di dosso a Zayn, che per fortuna era impegnato a parlare con un paio di cheerleader per notarla, era proprio vero che magari il lupo perde il pelo ma non il vizio.
-Mi spieghi perché continui a tentare di resistere quando è ovvio che stai sbavando come un cane dopo una corsa hai pure la bavetta bianca che ti cola- scherzò toccandole con l’indice l’angolo della bocca.
-Piantala! Sei un coglione Bauermann- gli intimò cercando di non urlare arrossendo appena sulla guance mentre Axel scoppiava a ridere.
Memi lo obbligò a cambiare strada scegliendone una più lunga per aggirare Malik, cosa che comportò un ritardo di cinque minuti in classe. Quando raggiunse la classe ed entrò tutti si voltarono a guardarla. Il prof prese parola.
-Lei deve essere Melanie Sarti giusto? Prego si accomodi dove c’è posto- le sorrise cordiale segnando la presenza della ragazza e indicandole l’unico banco libero.
Si sedette accanto ad un ragazzo che a vista così sembrava apposto, silenzioso quello si, e il fatto che sarebbe stato il suo compagno di laboratorio di fisica per tutto il semestre era l’unico problema.
Di quel ragazzo sapeva solo il cognome Wilde e aveva captato il nome grazie all’appello tipo Christopher o qualcosa del genere, ma niente di più e ogni volta che tentava di fare conversazione lui assumeva la posizione di Tutankamon, cioè sembrava una mummia fissa sulla lavagna. Memi arrivò quasi a pensare che quel ragazzo fosse sordo.
La lezione trascorse piuttosto veloce e la mora lasciò la classe per ultima, come arrivò sulla porta una voce la fece sobbalzare.
-sempre l’ultima?- non avrebbe potuta confonderla con nessun’altra voce, si voltò piano rispondendo
-vuoi per caso uccidermi Malik?- e quando se lo ritrovò davanti capì che sicuramente era la sua intenzione.
Quella mattina in corridoio non era stato possibile notarlo, ma ora era decisamente impossibile non farlo. Era più bello del solito, più sexy del solito, più irresistibile del solito, c’era da ammettere che Memi aveva una gran volontà d’animo, in quante potevano affermare di aver resistito al fascino di Zayn Malik?
Il moro le riservò un sorriso divertito staccandosi dal muro –scusa, non potevo resistere al vedere che faccia avresti fatto-
-sei uno stronzo- incrociò le braccia lei incamminandosi dalla parte opposta al ragazzo.
-Dove stai andando Memi, la tua aula è di qua- indicò la parte di corridoio alle proprie spalle.
-Tu che ne sai di dove devo andare, mi perseguiti per caso? Stai facendo lo stalker?-
-Devo andare alla stessa classe, ed è di qua-
Memi si sistemò i capelli mentre lo guardava, poi scoppiò a ridere –ti sei fatto segare?-
-Non ti hanno detto che è maleducazione ridere delle disgrazie altrui?- chiese lui retoricamente.
-Ridere del fatto che sei un coglione e ti sei fatto bocciare non è ridere delle disgrazie altrui- gli fece notare camminando verso di lui.
-Guarda che ti lascio qui da sola- minacciò il moro
-Allora chiederò a…-si guardò intorno cercando un viso conosciuto a cui chiedere indicazioni in caso l’avesse abbandonata lì, ma il corridoio era deserto, stava per rassegnarsi all’evidenza d non poter completare la frase e ribattere alla “minaccia” del moro quando un voce maschile timidamente alle sue spalle parlò.
-ehm… Memi giusto?- chiese.
La ragazza si voltò per trovare il ragazzo vicino cui era stata seduta tutto il tempo porgerle un libro –lo avevo preso per sbaglio-
-oh grazie…- l’idea le balzò alla mette in un lampo –aspetta posso chiederti…-
Il ragazzo alzò lo sguardo e notò Zayn e senza nemmeno rispondere alla ragazza si allontanò. Memi si voltò verso il moro.
-Che ho detto?-
-E’ la regola della giungla- spiegò lui, ma la ragazza continuava a guardarlo confusa. –Quando Zayn Malik parla con una ragazza, girare al largo-
-Oh ora capisco, tu sei il capo scimmia e loro i tuoi babbuini, tutto più chiaro- concluse lei.
Il moro la guardò poco convinto –io ho sempre pensato più all’essere un Re-
Memi lo guardò e scoppiò a ridere –ok ecco la cazzata delle 9:30 Malik, dopo questa ti puoi anche ritirare- e detto ciò si incamminò per il corridoio verso la classe sicura che il ragazzo l’avrebbe seguita poco dopo.
 
-Sai mi fa senso vederti con la giacca di Harry nonostante stiate insieme da una settimana ormai… aspetta mi fa senso pure dire questa cosa-
Niall stava guardando la sua migliore amica Fede appoggiato agli armadietti accanto a lei, la loro prima ora sarebbe iniziata di lì a poco, nonostante seguissero due anni differenti, avevano praticamente le ore in parallelo.
-Lo so, non è strano, cioè è Harry e io sono Fede- disse lei assorta mentre cercava un libro che aveva sotto il naso senza neppure riuscire a vederlo
-Mi viene il vomito- la guardò scuotendo la testa il biondo per poi afferrare il libro e passarglielo –tieni era sotto il tuo naso… ti preferivo quando lo insultavi eri meno… meno quello che sei ora-
-cosa sarei ora?- chiese lei fermandosi in mezzo al corridoio a guardarlo con le mani sui fianchi, quando qualcuno l’abbracciò da dietro e piano le sussurrò all’orecchio –bellissima-
-siete diabetici bleah!-
-Allora non guardare- rispose il ricciolo baciando la propria ragazza causando il blocco di mezza scuola, che si fermò a fissarli, un paio di ragazzine si strofinarono anche gli occhi per essere sicure di non aver visto male o che la fame causata dalla dieta che seguivano gli avesse fatto avere delle visioni.
-No care signorine mi dispiace è tutto vero, il ricciolo davanti a voi è occupato quindi circolare, circolare- il biondo si mise a fare il vigile.
-Horan se vuoi a Natale ti regalo anche cappello e fischietto con tanto di paletta per fare il vigile- scherzò Harry guardandolo quando si staccò da Fede.
-mi donerebbe però la divisa- si atteggiò alzando pure la fronte
-ne sono certo- annuì il ricciolo.
Fede si voltò a guardarlo –ci vediamo dopo?-
-No mi dispiace non posso, sono con i ragazzi se continuo a evitarli mi appenderanno a testa in giù al Tower Bridge-
-Va beh tranquillo fa lo stesso- rispose con le spallucce lei, poi la campana suonò, salutò Harry con un bacio veloce a stampo e si prese Niall sotto braccio andando verso la classe.
-Tanto vieni anche tu di qua no?- cominciò a camminare tranquilla. –tu che fai oggi?-
-Oh Harry non può e torni da me? Ma bene questa me la lego al dito- scherzò il biondo ridendo –comunque non posso nemmeno io-
Fede si voltò a guardarlo sorridente –awh ti vedi con Chiara?-
-Con Chiara?- chiese Niall per poi scuotere la testa –no con Harry- aggiunse con tono ovvio.
Fede si bloccò nel mezzo del corridoio –COSA?! Tu mi abbandoni per Harry?-
-Che c’è?- rispose lui con nonchalance –tu lo fai da una settimana-
-dettagli- rispose lei tornando a camminare.
 
-E quindi vi ha beccato in pieno?- chiese Cat guardando Shantel mentre stavano sedute sulle scale davanti l’entrata della scuola.
-Beh proprio in pieno, pieno no… però Louis era in mutande in cucina e penso l’abbia capito poi io ho parlato senza sapere che era in casa-
La mora scoppiò a ridere di gusto al solo immaginarsi la scena di Liam che rientrava a casa e si ritrovava Louis in mutande in cucina intento a mangiare.
-voi invece come mai vi eravate persi e siete tornati la mattina?-
Cat smise di ridere e alzò lo sguardo verso l’amica –abbiamo avuto una discussione, non ha visto un gatto ha sterzato, bucato e siamo rimasti a piedi, l’officina più vicina apriva la mattina dopo alle otto e quindi ci siamo dovuti fermare per strada-
-Certo che voi due quando litigate dovreste chiudervi in una stanza e restarci finché non vi passa, la strada vi porta sfiga, lasciamelo dire-
-E’ quello che ho pensato anche io- annuì la mora alzandosi e spazzolandosi i jeans dove era stata seduta
-a chiudervi in una stanza?- chiese l’altra con un sorrisetto furbo.
-al fatto che ci porta sfiga- la corresse
-ah, pensavo… sai dopo il discorso-
-origliavi?- la guardò alzando un sopracciglio la mora, ma Shantel fu salvata in corner dall’arrivo di Louis che la rapì portandosela via.
Cat la guardò allontanarsi e annuì convinta di quello che si disse tra sé e sé –origliava-
-Chi?- chiese una voce alle sue spalle, la ragazza si voltò e si ritrovò davanti Liam, gli sorrise prima di aggiungere salendo di uno scalino per sentirsi meno tappa di fronte a lui
-tua sorella- gli rispose vedendolo finalmente in volto.
-oh, che ti ha chiesto? Ha fatto allusioni?-
-come fai a saperlo?- chiese lei mentre si incamminavano insieme verso l’interno
-ho già subito il suo interrogatorio, non cambierà mai- ammise il ragazzo tenendole aperta la porta. Cat entrò nell’edificio
-grazie, comunque è tua sorella, dovresti conoscerla ormai-
-Si è solo che speravo, sai con il cambio d’aria, magari cambiava, può sempre essere…-
I due si guardarono per un secondo negli occhi poi complici scossero la testa e pronunciarono un secco –Nah! Non Shantel-
Tornarono a camminare lungo il corridoio dalle cui finestrone entravano raggi sempre più luminosi
-beh come va?- chiese alla fine Liam
-mah sto sopravvivendo a quanto sembra- gli rispose Cat con un sorriso –tu?-
-siamo solo a inizio giornata richiedimelo quando sarà finita-
-ok te lo richiederò dopo- concluse lei fermandosi davanti al proprio armadietto. –io sono arrivata, ci vediamo più tardi-
-economia dopo- gli sorrise lui camminando all’indietro per non togliere lo sguardo da lei
-economia dopo- ripeté la mora per poi aggiungere –Liam attent…- ma troppo tardi lui prese comunque una testata contro un armadietto aperto chiudendolo.
-sto bene sto bene tutto apposto- la rassicurò tenendosi la testa anche se a dire la verità aveva fatto male e Cat scoppiò a ridere
-sei un danno Payne- scherzò
-lo so nemmeno a me l’aria di Londra ha fatto bene mi sa- concluse per poi voltarsi e salutarla con un gesto della mano prima di dirigersi verso il proprio armadietto.
 
Casey uscì dall’ufficio del consulente scolastico con un blocco di documenti e formulari per effettuare o per lo meno preparare la partenza per l’America, come si chiuse la porta alle spalle per poi voltarsi si scontrò con qualcuno e tutti quei fogli si sparsero per il corridoio.
-Ma non guardi dove vai?- chiese una voce maschile, aveva un accento e un suono non nuovo alle orecchie della ragazza, abbasso lo sguardo e sbiancò sbuffando
-di male in peggio-
Davis alzò il capo per guardare la ragazza che aveva scontrato e sbiancò
-tu?- chiese continuando a fissarla come se avesse avuto un incontro ravvicinato del terzo tipo con un alieno.
-Disperato- esclamò lei sorpresa guardando il moro davanti a sé con ancora i suoi moduli in mano.
-Sclerotica, stai partendo?- chiese lui dando una letta veloce a quei formulari, ogni domanda era indirizzata ad un college americano a nome di Casey Bell.
-si sono di partenza, ora se non ti dispiace dovrei andare- gli strappò i fogli di in mano facendo per sorpassarlo.
-come mai?- la bloccò non sa nemmeno lui perché glielo stava chiedendo, ma voleva capire cosa la stesse spingendo a lasciare una città come Londra per l’America.
-Non mi trovo qui, e poi a te che importa? Ora devo andare, sono in ritardo per la lezione, non dovresti esserci anche tu?-
-dove? In classe?- domandò perdendo il filo del discorso.
-no al bar, ovvio in classe, dove vuoi andare alle nove di mattina?-
-non so dove suggerisci?- si mise le mani in tasca guardandola fisso.
-ovunque in un raggio di 20 km da me, mi indisponi-
-mi dici cosa mai ti ho fatto?- chiese dal momento che non avevano mai parlato prima d’ora.
-mi indisponi a pelle-
-ma se nemmeno mi conosci?-protestò lui. Odiava essere giudicato da qualcuno che non ti conosce, era come giudicare un libro dal disegno in copertina e nonostante lui fosse il primo a farlo, la cosa lo irritava.
-e non ci tengo nemmeno a farlo, e ora se non ti dispiace devo andare davvero- e detto ciò girò sui tacchi e si allontanò per il corridoio.
Rimasto solo Davis si girò guardando la porta del consulente scolastico, pensò velocemente, voleva farsi conoscere ad ogni costo da quella ragazza, entrò.
Carl, il consulente, stava seduto imponente dietro la propria scrivania. Era un uomo di colore, corpulento dai corti capelli neri ricci e crespi.
-Dave, come posso aiutarti?-
-Quando parte la ragazza che è appena uscita?- chiese sedendosi alla sedie.
-A giugno perché?- l’uomo davanti al moro non riusciva a capire il punto della loro conversazione.
-si possono cambiare corsi a questo punto dell’anno?- chiese indigatore.
-certo perché?-
-voglio seguire quelli della signorina Bell-
 
-CHIARA!!!- urlò Mateo dal salotto verso il bagno, -TI VOGLIONO AL TELEFONO, ORA!! SUBITO!!-
La ragazza si avvolse nell’accappatoio ed uscì dal bagno.
-Da qua- disse afferrandolo e quasi strappandolo dalle mani dell’amico –pronto?-
-Chiara, sono Fede, l’amica di Niall- rispose la voce dall’altra parte, l’immagine della ragazza apparve subito alle mente di Chiara che entusiasta rispose
-Ah si Fede, ciao dimmi, posso aiutarti in qualcosa?-
-volevo sapere cosa fai oggi?- le domandò sperando in un niente di risposta.
-Non so ancora, perché avevi qualche idea?- chiese sorridendo mentre tornava in bagno in modo da asciugarsi i capelli prima di ammalarsi.
-che ne dici di una giornata tra ragazze?-
-mi sembra un ottima idea-
-perfetto, ci vediamo all’uscita da scuola, ricordi dov’è, vero?
-si si tranquilla lo ricordo, ci vediamo dopo allora- concluse la ragazza sedendosi sul bordo della piccola vasca.
-a dopo- Fede riattaccò ed uscì dal bagno della scuola, prossima tappa era sarebbe stata rintracciare Cat e Shantel, se i ragazzi si erano organizzati il loro pomeriggio ora toccava a loro.
Chiara appoggiò il telefono sul ripiano del lavandino e afferrò il phon iniziando ad asciugarsi i capelli.
 
La mattina passò velocemente, e prima che fosse possibile rendersene conto  il suono dell’ultima campana invase i corridoi e i ragazzi iniziarono ad uscire dalla scuola.
Fede era riuscita a rintracciare sia Cat che Shantel e avendo divisi il banco con Memi alla lezione di inglese, aveva convinto, dopo una lunga serie di proposte, ad unirsi a loro anche la mora.
Chiara stava ferma davanti a scuola appoggiata al solito muretto che fronteggiava dalla parte opposta della strada il cancello principale, guardò il telefono e lesse un messaggio di Fede, cosa che capì solo dalla firma finale, probabilmente aveva preso il numero da Niall, unica spiegazione plausibile, le rispose con la propria posizione, si alzò aspettando di intravederla arrivare.
Al posto della ragazza però uscì per primo proprio il suo biondo, come la vide alzò un sopracciglio confuso ma si avvicinò comunque alla propria fidanzata.
-ehi bellissima che ci fa qui?- chiese sorridente come sempre, una cosa positiva di quel ragazzo era che il suo sorriso e risata entrambi contagiosi avevano il potere di renderti felice anche quando non lo eri.
-ehi bellissimo- sorrise lei avvicinandosi a Niall e non appena lo ebbe a tiro gli scompigliò i capelli rendendoli ancora più ribelli di quanto non fossero.
Il biondo si avvicinò al volto di Chiara e la baciò –sei venuta a salutarmi?- chiese sempre tenendola stretta a sé, finché in lontananza iniziavano a vedersi le sagome delle altre ragazze.
-a dire il vero sono venuta per loro- gli rispose la ragazza facendo cenno con il capo alle sue spalle.
Niall si voltò e spalancò gli occhi –come?- chiese quando vide arrivare Fede davanti alle altre. La ragazza con molta “grazia” si intromise abbracciando Chiara.
-mi stai rubando la ragazza?- chiese scherzando il biondo all’amica
-tu mi hai rubato il mio- gli fece notare la ragazza incrociando le braccia.
-lui mi ha invitato, non sono stato io a chiederglielo-
-dettagli-  concluse con la sua tipica frase da chiusura.
Chiara guardò i due divertita, sembravano fratelli e un po’ le ricordava il rapporto che aveva con Mateo anche se a differenza sua Fede non si doveva preoccupare che Niall ci provasse con i suoi ragazzi, ed era già tanto.
-Dai babbuino hai una giornata intera da passare con i tuoi simili? Che puoi volere di più dalla vita?-
-La mia ragazza- fece il labbrino scherzando.
-Mica sto andando a morire-
-Sei con Fede, con Fede tu non sai che ti aspetta- fece la finta faccia preoccupata finche la sua migliore amica non gli diede un scappellotto
-Tranquillo te la tratto bene, tornerà domani come la vedi adesso ok?-
Il biondo ci pensò un secondo –ok va bene ma se ha un capello fuori posto so dove abiti ti vengo a cercare sotto casa-
Chiara scoppiò a ridere –scusa ma nonostante apprezzi il tuo minacciare, sei troppo dolce per suonare terrificante- poi si avvicinò al ragazzo baciandolo –ci sentiamo più tardi ok?-
Lui annuì risultando una faccia da cucciolo. Le due ragazze si allontanarono e mentre loro andavano verso Cat, Shantel e Memi, Harry arrivava dal lato opposto, sorrise a Fede afferrandola per la vita e rubandole un bacio prima di raggiungere Niall
-Andiamo Romeo del giorno, gli altri si aspettano- concluse trascinandoselo via.
 
Angolo autrice: ed eccomi qua non ho molto da dire ad essere sincera, spero vi piaccia e si sono stata un po' più veloce, il titolo è stato critico trovarlo, e non mi convince molto, ma dovevo postare quindi niente, fatemi sapere qui o su twitter come sempre @real_chiareds sono io se mi followate ricambio o se volete lasciarmi i vostri nick in modo che vi avviso quando posto... e niente è tutto ah si la canzone è live to party dei jonas brothers
xx. chia

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Capitolo 17
*** It's like you're always stuck in second gear, when it hasn't been your day, your week, your month, or even your year, but I’ll be there for you ***


Capitolo 16 - « It's like you're always stuck in second gear, when it hasn't been your day, your week, your month, or even your year, but I’ll be there for you »

 

 
Le ragazze stavano sdraiate a terra testa contro testa formando una ruota come se volessero che i loro pensieri si trasmettessero da una all’altra senza bisogno di parlare. Le presentazioni erano state veloci e dopo un primo momento imbarazzante e scomodo a seguito della presentazione delle due more che fece Fede, Memi esordì con un
-Ah quindi tu sei Cat- e fu da questo che iniziò la conversazione seguente.
Cat fissava Memi confusa non capendo il punto e la mora rispose tranquilla
-Niente storia lunga- anche se in realtà il suo scopo era quello di chiudere lì il discorso.
-Abbiamo tutto il giorno e la sera… volendo- insistette Fede guardando la ragazza. Era una persona decisamente curiosa e non ci si poteva fare niente. Memi esitò un momento poi disse semplicemente
-diciamo che ho già sentito parlare di lei- poi si girò a guardare Chiara che annuì a sua volta, anche lei aveva già sentito il nome di Cat.
-Oh anche io- rispose la mora in un sorriso di rimando mentre portava indietro la testa per guardarla.
-Davvero?- questa volta Memi suonava più che altro sorpresa dalla cosa.
-Si al ballo di capodanno, Zayn ti ha indicato quando ho chiesto cosa stesse indicando la sua attenzione, eri sulla porta-
-E se Zayn si prende il disturbo di indicare e non solo grugnire il nome vuol dire qualcosa- Fede si intromise di nuovo e Cat continuò a dare corda all’argomento
-e ha anche sorriso, non l’avevo mai seriamente visto sorridere-
-aiuto allora è veramente una cosa seria-
-ok potete anche smettere di prendermi per il culo ora- Memi si mise a sedere a gambe incrociate guardandole.
-ma io ero seria… e a te interessa lui?- chiese di nuovo la miss. Curiosità in azione e data la sua testardaggine sarebbe stato difficile vederla arrendersi prima di aver ottenuto una risposta. La mora dal canto suo avrebbe potuto benissimo dire di si, lei era decisamente interessata a Zayn, ma l’orgoglio che aveva, il non voler mai apparire debole agli occhi di nessuno la portarono a non dire molto, anzi quasi niente fu quello che uscì dalle sue labbra.
-Io… possiamo cambiare discorso?-
Fede sorrise, fingendo di essere d’accordo sulla cosa, ma era determinata a capire di più e sapeva che con un po’ di calma sarebbe riuscita a far cadere la maschera a Memi.
A quel punto, Shantel aprì gli occhi che aveva tenuto chiusi tutto il tempo e colse la palla al balzo per continuare le sue indagini che ogni volta Cat riusciva ad evitare.
-e tutto questo è avvenuto la stessa sera che poi tu sei scappata con mio fratello giusto?-
-non sono scappata con tuo fratello- ripeté scocciata la mora quasi come se quella fosse la centesima volta che ripeteva sempre la stessa cosa.
-sei scappata con Liam?- Fede si voltò completamente rompendo la ruota che era già andata in pezzi con Memi. L’amica sbuffò  per ripetere per l’ennesima volta
-Non sono scappata con Liam!-
-Allora perché ti scaldi tanto? Hai la coda di paglia?- Cat si mise a sedere con le gambe incrociate nella posizione che poco prima aveva assunto Memi.
-Non è successo niente con Liam, lui da un lato del letto io dall’altro-
-Ah han- Shantel puntò un dito verso di lei –allora avete diviso il letto-
-si diviso il letto, abbiamo dormito, nessun contatto!-
-ok, ok rilassati non serve scaldarsi- Shantel diede l’impressione di lasciar perdere ma poi si riprese –nemmeno un abbraccio? O un bacino? Piccino, piccino-
-Non ho intenzione di parlare- si rifiutò la mora, non voleva affrontare quel discorso, non voleva venire influenzata nella sua decisione.
-Ed dai, sappiamo che è successo e poi non c’è niente di male, sappiamo anche che lui non ha avuto colpe per quel fatto, quindi…- dipinse sul volto un faccino tenero sperando che l’amica cedesse. Tutte si voltarono a guardare la mora che non resistette più
-ok… ci siamo baciati-
-Visto?- esclamò Shantel per poi bloccarsi una volta assimilata la situazione, si voltò verso l’amica –COSA?!-
 
-Ma bacio bacio o…bacio?- Louis stava seduto a fissare Liam con gli occhi spalancati –ed è per questo che avete fatto tardi? Eh? Eh?- gli diede un colpo con il gomito facendo un sorrisetto.
Liam lo spinse via scuotendo la testa
-Eravamo veramente rimasti a piedi, non ci siamo fermati per altri motivi-
-ma avresti voluto… ne senti il bisogno ammettilo Payne- il ricciolo parlò tornando dal bagno allacciandosi la cerniera dei calzoni.
-e tu lo capisci bene perché sei nella sua stessa situazione eh? Come mai così tanto tempo in bagno? Mi auguro tu abbia pulito per lo meno dove hai sprizzato sai vivo anche io in questa casa- Louis guardò il coinquilino contrariato e facendo una faccia schifata.
-Io non ne ho bisogno-
A quel punto Niall scoppiò a in una risata sonora che contagiò anche gli altri.
-Io ti accolgo in casa e tu mi ripaghi così?- Harry guardò il biondo spalancando la bocca sotto shock
-Scusa Styles ma se per un bacio ci avete messo quasi dieci anni figurati prima che te la da-
Louis allungò la mano aperta come per battere il cinque al ragazzo davanti a sé
-Mi piace questo ragazzo, benvenuto in famiglia- gli sorrise.
-Ehi! Ma se prima lo guardavi anche male che è tutta questa confidenza?-
-Sei per caso geloso Harold? Non posso cambiare idea?- chiese Louis tornando a sedersi sul divano per poi guardare tutti i presenti –ma quindi sono l’unico attivo?- iniziò a guardarli uno per uno pensando mentre si soffermava sui vari volti.
-Ti prego amico acquisito, non lasciarmi solo, almeno tu… loro lo so… mr. Qui- indicò Harry -ci prova ma non ottiene, l’altro- indicò Liam –non ha palle per concludere e il lupo solitario là –tutti si girarono a guardare Zayn che era rimasto in silenzio fino ad allora.
-Io cosa?- rispose come se stesse cadendo dalle nuvole.
-ok lui non era interessato quindi non è più attivo, allora rimani tu… ti prego dimmi di si, sii degno di questa casa-
Niall lo fissò per un attimo senza parlare. Louis si alzò e andò verso la porta.
-sfigati non siete degni della mia compagnia, ciao!- uscì fermandosi appena fuori e appoggiando il proprio orecchio al portone per poter origliare cosa si stessero dicendo e in quel preciso istante riconobbe la voce di Liam
-Che ti succede Malik? Hai una faccia frustata-
Zayn alzò lo sguardo guardando l’amico rendendosi conto che era stato piuttosto assorto nei suoi pensieri, pieni di due occhi stupendi, e si era isolato da tutti.
-Sto diventando brutto?- chiese guardando con sguardo sempre vuoto il muro.
Tutti lo guardarono confusi non capendo da dove fosse uscita quell’idea, Zayn non era mai stato insicuro del suo aspetto.
-E poi ero io quello che non doveva bere eh?- commentò Niall alzandosi da terra.
-No me lo sto chiedendo perché non capisco, ho sempre ottenuto dei sì, non ho mai dovuto sforzarmi più di tanto, non fa per me, non so cosa dovrei fare, cosa si aspetta che faccia e sto uscendo pazzo- iniziò a parlare a raffica.
In quel preciso istante la porta si riaprì e Louis riattraversò la stanza
-non eri andato via tu?- chiese Harry guardando l’amico
-Senza di me voi sareste persi, vieni dallo zio Tommo, ti dico io come si fa- si sedette vicino al moro cingendogli le spalle con un braccio –allora io praticamente faccio così, prima scopro il loro punto debole, ognuna ne ha uno e anche… ehm come hai detto che si chiama?- guardò il moro fisso.
-Memi- commentò lui. Louis si grattò la testa
-Memi? Nome strano… vabbè comunque dicevamo anche Memi ne deve avere uno e poi…-
Questa volta a interromperlo fu Liam che diede un colpetto di tosse –ehm ti ricordo che stai facendo riferimenti alla tua vita con mia sorella… certi particolari vorrei restassero tuoi-
-wo, wo, wo fermi tutti- Harry sbarrò gli occhi –a lui lo hai detto e a me hai fatto supplicare?-
-A dire il vero il l’ho beccato- spiegò Liam
-Nel mentre?- tutti lo guardarono in un misto di divertito e disgustato e a Niall scappò per fino un “Che schifo”
-No grazie al cielo avevano già finito- concluse lui, schifato alla sola idea di cosa avrebbe potuto vedere o sentire se fosse rincasato cinque minuti prima.
-Si stavo in cucina a ricaricarmi, sapete Shantel è…- ma Louis non ebbe di nuovo il tempo di finire di parlare perché Liam iniziò ad urlare battendosi sulle orecchie –lalalalalalalalalalalalalalala-
Tutti scoppiarono a ridere, poi Niall si voltò verso Harry
-anche io non voglio sapere niente quando succederà con Fede, fa senso è quasi come una sorella per me- gli disse rabbrividendo alla sola idea, poi lasciò passare un attimo di silenzio e subito dopo riprese
-Perché te l’ho fatta conquistare? Perché?-
-Dai Niall se dici così sembra che io non ho fatto niente-
-Tu non hai fatto niente, forse non ti è ancora chiaro, tu ci hai messo solo la faccia-
-Ma se io…- tentò di ribattere il riccio, ma poi si zittì –ok sto zitto forse è meglio-
-Ehm scusate… ma non stavate aiutando me?- Zayn sventolò una mano dato che improvvisamente tutti pensavano ad altro, Louis si rivoltò subito verso di lui
-si certo allora stavamo dicendo…-
 
Fede raggiunse Memi nella cucina per finire di portare gli ultimi bicchieri alle ragazze, nel tragitto tornò a lasciar prevalere il suo lato curioso.
-Allora Memi come hai conosciuto Zayn?-
La mora si voltò a guardare la proprietaria di casa mentre entravano nel salotto
-era una delle serate che di solito passavamo tutti insieme al Cube, io, Chiara, Gaspard, Mateo e Axel, solo che per vari motivi mi avevano dato tutti buca così ero da sola, e sinceramente non so che ci facesse lì, dato che di solito, voi di questa parte della città preferite il Fabbric, ad ogni modo anche lui era lì da solo e c’è da dire che vabbè ha il suo fascino, abbiamo iniziato a parlare poi lui è dovuto scappare perché sua “sorella”- e a quel punto guardò Chiara ridendo -lo aveva chiamato per andare a prenderla-
Fede seguiva il discorso però non collegava un pezzo –aspetta mi sono persa-
-Lei era sua sorella- Chiara indicò Cat sbadigliando
-Ma lei non è… oh capisco ora… vai avanti- tornò a concentrarsi su Memi
-E niente poi speravo di non vederlo più, ma l’ho ribeccato un paio di volte, solo che ha quel carattere troppo convinto, ed è troppo insistente e…-
Shantel si schiarì la voce –speravi di non vederlo più eh?- fece un sorrisetto come a dire che non le credeva affatto e Memi distolse lo sguardo
-che è tutta questa improvvisa confidenza? Cambiamo discorso?- era meglio farlo prima che avesse iniziato a dare voce a tutti i pensieri che giravano per la sua testa alla sola idea, al solo pensiero di Zayn.
La mora si voltò verso la propria coinquilina poi e sospirò –visto è colpa tua dove eri quella sera invece di salvarmi dalla trappola in cui sono finita? Se tu non mi avessi dato buca io non avrei conosciuto Zayn-
-E mio fratello non ti sarebbe grato del fatto che lo hai fatto smettere di farsi Cat e adesso può rifarsela lui-
Cat spinse l’amica seduta accanto a sé –ehi! Detto così mi fai suonare come una bambola gonfiabile in regalo al primo che passa-
-beh…- Shantel non riuscì a finire il discorso perché una cuscinata la prese in pieno facendola cadere lunga e distesa sdraiata a terra.
-così impari- Cat teneva le braccia incrociate al petto.
-adesso ti faccio vedere io- disse l’altra riprendendosi –ti conviene scappare-
Cat scattò in piedi iniziando a correre al riparo con Shantel che le correva dietro. Chiara si alzò buttandosi sul divano e Fede si andò a sedere accanto a lei
-Invece tu come hai conosciuto Niall?-
La ragazza aggrottò la fronte –Fede c’eri anche tu quel giorno, mi ricordo che ti ho visto… c’eravate tu, Niall e quello capelluto-
-Oh si giusto però sentirlo raccontare da te è più bello, Niall non sa metterci la stessa enfasi, ma già il fatto che non è andato a ricomprarsi quello che ti ha versato addosso è una cosa  che ci ha lasciato basiti, devi aver fatto davvero un certo colpo-
-Anche lui, mi ha rovinato due maglie nel giro di tre giorni-
-e la seconda l’avevo ideata apposta perché la rovinasse- si vantò Memi, Chiara le tirò una cuscinata
-piantala con questa storia, l’ho messa solo perché avevo perso la scommessa sennò non l’avrei mai indossata-
-Quale altra maglia?- chiese nuovamente Fede, se ne era persa una a quanto pare.
-Quella con scritto se mi sporchi pulisci- rispose la mora con un sorrisetto amicante.
-oh- dissi Fede prima di iniziare a ridere e poi con lo stesso sorrisetto di Memi tornò a guardare Chiara che stava nascondendo il volto tra le mani, avrebbe voluto essere uno struzzo e sotterrarsi. –ha pulito poi?-
-Possiamo parlare di altre per favore- supplicò quasi iniziando a prendere colorito sulle guance per l’imbarazzo della cosa, della situazione e del ricordo della scena.
 
A parte questi episodi, la serata delle ragazze trascorse senza troppi intoppi se non contiamo il divieto categorico imposto a Fede di non rispondere quando Harry la chiamò a tarda sera e altri racconti di aneddoti di ciò che era successo nelle giornate antecedenti.
La mattina dopo mentre Shantel, Cat, Fede e Memi si dirigevano verso scuola, Chiara percorse la strada in direzione casa, aveva dormito poco e quindi, al contrario delle altre, avrebbe sfruttato quella mattinata libera per dormire. Sorpassò il ponticello che portava verso il quartiere dove abitava e poi la terza traversa sulla sinistra. Era piuttosto allegra, la serata era stata più che positiva e niente e nessuno avrebbe potuto rovinarle il buonumore di quella mattina, o per lo meno così credeva. Svoltò l’angolo ed ebbe subito una visione completa del vialetto di casa, dove una mini rosso fuoco spiccava all’occhio in confronto a tutte le altre piccole macchinine insignificanti. Con passo incerto si avviò verso casa, prese le chiavi mentre raggirava l’auto; raggiunse il portico e poi la porta; fece scattare la serratura ed entrò
-Sono a casa- esordì aspettandosi che qualcuno venisse a darle il buongiorno, ma al contrario l’unica cosa che ricevette fu un pugno in pieno viso quando  la verità su a chi apparteneva la mini la colpì così di colpo. Nonostante la figura stesse ancora dormendo, Chiara non si fece il ben che minimo problema a rivolgercisi freddamente e con un tono decisamente più elevato del normale.
-Che diamine ci fai in casa mia?-
 
 
 
Angolo autrice: e rieccomi e ancora scusate l'enorme ritardo ma avrò sempre meno tempo da ora fino alla fine della maturità, avevo pensato di finirla prima di agosto e quella è ancora la mia intenzione ma ci sono ancora troppe cose che devono accadere quindi vi avverto già nel caso non vedrete la parola the end prima di agosto significa solo sospensione e la riprenderò a settembre ad ogni modo ora non pensiamoci, questo capitolo si è fatto attendere e scusatemi anche se fa cagare, solo che l'ho iniziato, poi bloccato e poi.... e poi ho perso le idee e quindi mi scuso se non è all'altezza dei precedenti, soprattutto la conclusione. Voi vi chiederete quanti personaggi vuole infilarci questa qui? e lo so che possono sembrare tanti ma questo mi serve per una cosa più avanti, beh non saprei che altro dire, fatemi sapere voi, siate clementi, se non vi ho avvisati tutti su twitter del nuovo capitolo scusate ma non ricordavo tutti i vostri nick siete tante oppure mi avete aggiunto da poco e non conosco i vostri nick oppure li avete cambiati beh in quel caso lasciatemelo scritto che provvederò ad aggiornarmi per la prossima volta. La canzone penso la conosciate è I'll be there for you dei The Rembrandts ossia la sigla di F.R.I.E.N.D.S 
ancora grazie per la pazienza e un bacione enorme 
chìa xx :)

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Capitolo 18
*** Give a little time to me or burn this out, we'll play hide and seek to turn this around, and all I want is the taste that your lips allowed, my my, my my oh give me love ***


Capitolo 17 - « Give a little time to me or burn this out, we’ll play hide and seek to turn this around, and all I want is the taste that your lips allow, my my, my my, oh give me love »

 

 
Il ragazzo sul divano aprì piano gli occhi e come notò la figura di Chiara si lasciò andare ad un sorrisetto divertito.
-Claire, Claire, Claire- disse con tono che non lasciava trasparire che divertimento per l’espressione della ragazza e per la situazione.
-E’ Chiara- ci tenne a precisare lei acida per poi ripetere nuovamente –Che diamine ci fai in casa mia? Chi ti ha fatto entrare? Cosa vuoi? Sparisci! ORA! SUBITO!-
Il ragazzo si alzò, era molto più alto dell’ultima volta che Chiara lo aveva visto e si notava che gli anni erano passati e non era più un sedicenne scavezzacollo ribellato alla propria famiglia.
Si avvicinò con passo sicuro togliendo le mani da lungo i propri fianchi avvicinandole alla ragazza che le evitò colpendogliele con cattiveria
-Vediamo di tenere le mani apposto, e non mi hai ancora risposto- ripeté tenendo il proprio sguardo fisso in quello del ragazzo –CHE.DIAMINE.CI.FAI.QUI.DOUGLAS?- il volume della voce si alzò quel tanto che bastò per far uscire i ragazzi dalle stanze. Mateo si avvicinò all’amica che si voltò minacciosa verso di lui, non dovette nemmeno aprire bocca per fare la domanda che lui rispose come aspettandosela
-Aveva bisogno di un posto dove dormire, lo dovevo lasciare in mezzo alla strada?-
-Si e magari sotto un ponte- rispose secca lei tornando verso la porta –io esco al mio ritorno lo voglio fuori di qui! Chiaro?- e senza aspettare una risposta uscì di casa sbattendosi la porta d’ingresso alle spalle.
 
Casey entrò nella sua aula, si sedette al solito banco, l’unico che avesse il posto affianco libero, dato che tutti stavano a coppie, estrasse un libro dalla borsa che aveva appoggiato davanti a sé e iniziò a sfogliarlo ripassando la lezione del giorno quando qualcuno tossicchiò
-posso?- chiese una voce maschile. La ragazza alzò lo sguardo e come notò chi gli si trovava davanti sbuffò
-ancora tu? Che vuoi?-
-Sedermi?- chiese come se fosse ovvio il ragazzo prendendo posto senza aspettare un si.
-ma certo prego fai pure come fossi a casa tua- Casey tirò lontano dal ragazzo un paio di libri che aveva lasciato sul banco che fino al giorno prima era vuoto accanto a lei.
-Che ci fai qui?- chiese poi sbuffando, non capiva perché il mondo era così cattivo con lei.
-Seguo la lezione, non appena arriva il prof- risponde tranquillo Davis iniziando a tirare fuori l’occorrente.
-che c’è mi perseguiti? Potrei denunciarti sai?-
-per cosa? Andare a lezione?- gli domandò lui appoggiandosi al proprio braccio guardandola con un sorrisetto di quelli che ti possono far saltare i nervi.
-Tu non seguivi questi corsi, perché all’improvviso ti sei fatto cambiare?- fece notare lei spostando lo sguardo per non mettergli le mani addosso a causa della sua espressione da schiaffi. Sospirò.
-Ho capito che alcuni corsi sono meglio di quelli che facevo per il mio futuro e ciò che voglio diventare-
-E cosa vorresti fare?- chiese lei voltandosi a guardarlo nuovamente vedendo il sorrisetto spengersi prima di un continuo silenzio –appunto- aggiunse lei soddisfatta nell’esatto istante che il prof entrò in classe interrompendo così la loro discussione.
 
Cat uscì dal bagno rimettendo tutto l’occorrente che aveva tirato fuori davanti allo specchio nella borsa, si lasciò sbattere delicatamente la porta alle spalle prima di alzare lo sguardo sul corridoio e iniziare a camminare diretta alla classe di economia, come arrivò nelle vicinanze della classe si bloccò a fissare la scena davanti a sé. Non ne capiva il motivo, infondo era stata lei a dire di no, che ora non poteva succedere niente tra loro e allora perché sentiva quella sensazione alla bocca dello stomaco di andare a prendere per i capelli quella ragazza e la sua risatina isterica che si stava strusciando su Liam? Forse le davano fastidio i suoi capelli mal tinti o forse il suo trucco decisamente esagerato o semplicemente il fatto che era troppo appiccicata a Liam nemmeno una sogliola riusciva a infilarsi tra i due all’altezza del seno della ragazza decisamente troppo grosso e alto per essere vero, Cat avrebbe scommesso cinquanta sterline che se l’era rifatto.
La mora era talmente presa dalla situazione ed talmente gelosa della scena che non si rese nemmeno conto che li stava fissando con sguardo truce finché qualcuno non le colpì la spalla.
-se li continui a fissare così rischi di farci un buco- scherzò Fede facendo da guida all’amica fino alla classe.
-cosa?- chiese lei non capendo scuotendo la testa per riprendersi.
-tranquilla è normale essere gelose- commentò sedendosi al solito posto seguita poco dopo dalla mora.
-Io non sono affatto gelosa, Liam è libero di fare quello che vuole- rispose mente stritolava il laccetto della borsa. Fede appoggiò le mani sopra quelle dell’amica.
-ok va bene, ma non prendertela con la borsa non è colpa sua- scherzò facendola sedere e tirandole fuori la roba. Cat afferrò una matita iniziando a girarsela tra le mani dando ogni tanto un occhiata a Liam fuori dalla porta.
Quando la tinta si alzò sulle punte, dato che era anche bassa, per salutare Liam dandogli un bacio sulla guancia, la matita tra le mani di Cat si spezzò in due. La mora si affrettò ad appoggiarla sul banco e guardò fisso Fede.
-non dire niente- le intimò mentre l’altra rideva sotto i baffi.
 
Il professore continuava imperterrito a parlare di asintoti verticali, orizzontali, di diagonali e Davis non riusciva a capirci un h, mentre Casey accanto a lui seguiva perfettamente, prendeva appunti, faceva disegni perfetti mentre lui si stava picchiando addirittura con le squadre per fare una riga dritta, alla fine ci rinunciò sbuffando e notò anche che sul volto della ragazza si disegnava un sorriso divertito.
-Possiamo ricominciare come persone normali visto che saremo compagni di classe?- chiese lui in un sussurro voltandosi a guardare la ragazza
Casey si voltò con lo sguardo verso di lui incrociando il suo sguardo, non aveva mai notato quanto belli fossero i suoi occhi, a dire il vero non si era mai fermata a guardarli anzi li aveva evitati sempre.
-Davis… ma puoi chiamarmi Dave- provò non avendo ottenuto risposta allungando la mano.
-Casey… e puoi chiamarmi Casey- rispose lei senza stringerla tornando al suo foglio.
-Sei sempre così acida con tutti?- chiese lui rimettendosi dritto tornando a guardare il suo foglio sempre tutto impiastricciato.
-no è una cosa che riservo solo a te- concluse lei donandogli un sorrisetto.
Davis stava per ribattere quando dal nulla il professore esordì
-ok ora vengo a controllare come sta andando-
Perfetto avrebbe fatto la figura dello stupido già dalla prima lezione, non che la cosa gli interessasse minimamente, era stato sempre negato in quella materia.
-passami il foglio- sentì una voce, si voltò verso la sua destra trovando Casey che gli porgeva il suo, lo afferrò facendo come gli aveva chiesto la ragazza che in pochissimo tempo riuscì a riprodurre anche un secondo schema come quello della lavagna, Davis continuava a guardarla fisso, era capace anche di essere gentile allora qualche volta infondo.
-Metti il tuo nome- gli disse poi mentre lei metteva il proprio sul foglio che teneva davanti.
 
La giornata scolastica era quasi finita ormai mancava più poco, i corridoi erano deserti e non si sentiva volare una mosca, ma quella quiete durò poco due secondi dopo la campanella suonò e un fiume di studenti vi si riversò.
Memi camminava a testa bassa fino al suo armadietto, fece scattare il lucchetto e lo aprì buttando dentro alla rinfusa tutto il contenuto della borsa tranne due libri, e il portafoglio con telefono che erano salvi in una delle tasche interne della tracolla.
Un profumo da uomo piuttosto forte la colpì in pieno volto, sorrise ancora nascosta dall’anta dell’armadietto.
-Cosa posso fare per te Malik?- domandò chiudendolo e appoggiandovisi  
-Come sapevi ero io?- rispose il ragazzo portando lo sguardo fisso su di lei. Memi pensò velocemente a una frase da impatto, ma non riusciva a concentrarsi se non sugli occhi di Zayn. Scosse la testa e si riprese
-Sei l’unico al mondo che usa questo profumo pessimo… ancora non ti sei deciso a buttarlo?-
-Il mio profumo non è pessimo- si oppose il ragazzo contrariato, lui lo adorava.
-Hai ragione è orribile- concluse Memi staccandosi dagli armadietti e iniziando a camminare verso l’uscita. Il moro le stava affianco, dopo qualche attimo di silenzio parlò.
-Lasciando da parte il profumo, che voglio ribadire non è poi così terribile, stavo pensando che forse potresti accettare almeno un mio invito per una sera- azzardò, ormai aveva avuto tanti di quei rifiuti che uno in più o uno in meno non potevano peggiorare la situazione, no?
-Va bene- rispose lei tranquilla facendo spallucce.
-Mi spieghi perché mi dici sempre no…- partì lui spedito per poi bloccarsi –aspetta hai detto si?- aggiunse quasi scioccato della cosa.
Memi annuì sorridendo –mi passi a prendere alle otto?- gli chiese. Zayn annuì mentre lei dopo avergli dato un bacio sulla guancia si allontanò.
 
Serve un passaggio? –chiese Harry arrivando alle spalle della propria ragazza voltandola per baciarla.
-a cosa devo tutta questa galanteria improvvisa?- chiese lei, tutta sorridente ad un centimetro dalle labbra del ricciolo.
-Ma se io sono stato sempre galante con te- insistette Styles.
-Che vuoi Harry?- ripeté Fede poco convinta del comportamento stranamente troppo dolce del ragazzo.
-Volevo rapirti per farti una sorpresa-
La ragazza alzò un sopracciglio –ossia?- chiese curiosa.
-Voltati non puoi vedere- rispose lui bendandole gli occhi per poi guidarla verso il suo fuoristrada e farla accomodare dl lato passeggero per poi salire alla guida e partire.
 
 
 
Angolo autrice: rieccomi beh dai questa volta ci ho messo meno vero? beh allora prima di tutto vi dico che ora diventerà critica la cosa... scriverò pochissimo quasi mi fermerò fino alla fine degli orali. beh non ho molto da dire... allora vediamo, avete capito chi è l'ultimo arrivato? per aiutarvi a figurarvelo vi metto una foto di Doug

http://thefilmstage.com/wp-content/uploads/2012/01/Douglas+Booth+Ice+Diamonds+Send+Off+Ball+4IyXmvsw33Zl.jpg 
poi allora per qualsiasi cosa ripeto io cerco di avvisarvi ma non so chi siate su twitter quindi... ad ogni modo il titolo è Give me Love di Ed Sheeran come avrete capito *-*
ci sentiamo presto
chià (: xx. 

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Capitolo 19
*** The smile on your face lets me know that you need me, there’s a truth in your eyes saying you’ll never leave me, the touch of your hands says you’ll catch me whenever I fall, you say it best, when you ***


Capitolo 18 - « The smile on your face lets me know that you need me, there’s a truth in your eyes saying you’ll never leave me, the touch of your hands says you’ll catch me whenever I fall, you say it best, when you say nothing at all. »

 

 
-Manca ancora molto?- domandò Fede ormai impaziente, le sembrava di essere seduta su quel sedile da una eternità ormai e non vedeva l’ora di scoprire cosa le stava nascondendo Harry, quale fosse la sorpresa tanto attesa.
-Ci siamo quasi ancora cinque minuti- rispose il ricciolo voltando per una strada sterrata tra il bosco.
-Lo avevi detti anche mezz’ora fa-
-Possibile che tu riesca a rovinare ogni idea romantica che ho?- si lamentò il ragazzo ormai esasperato dal continuo chiedere della ragazza riguardo a quanto mancasse.
Fede sbuffò appoggiando la testa al finestrino, la benda iniziava a darle prurito sopra le sopracciglia e la voglia di strapparla era sempre maggiore.
Improvvisamente l’auto si fermò. Harry spense il motore e poi scese dal proprio fuoristrada e nell’abitacolo scese il silenzio più assoluto.
-Harry?- chiese smarrita la ragazza –Harry non è divertente dove sei?- il respiro iniziava ad aumentare per l’agitazione quando la portiera si aprì facendole quasi rischiare di cadere. Tirò un urletto ma le braccia di Harry l’afferrarono al volo prima che potesse accennare a cadere.
-Siamo arrivati- la informò sorridente, mentre l’aiutava a mettersi in piedi e chiudeva l’auto. –Vieni- iniziò a guidarla. –E attenta a dove metti i piedi-
-Come faccio a saperlo se sono bendata e non posso vedere?- chiese lei ovvia mentre a tastoni seguiva le indicazioni del ricciolo.
-Giusto- sentì a malapena la voce del ragazzo prima di ritrovarsi sollevata da terra. –Almeno non inciampi- concluse soddisfatto il ragazzo riprendendo a camminare inoltrandosi nel bosco.
 
Memi stava seduta con le spalle contro lo specchio e fissava Chiara che davanti a sé provava e riprovava un solo passo ripetutamente e ormai alla mora girava la testa a forza di fissarla.
-E quindi gli ho detto di passarmi a prendere alle otto… dici che ho fatto bene?- concluse il racconto della mattinata con un sorriso sognante.
L’altra si limitò ad annuire facendo saltare i nervi a Memi.
-E’ tutto quello che hai da dirmi? No cioè io mi apro con te così e tu riesci solo ad annuire? Ma almeno stavi seguendo quello che dicevo? No perché mi sembri assente-
-Si Memi, ti seguivo e penso che tu abbia fatto bene a dare una possibilità a Zayn, infondo lui si è comportato come se ci tenesse veramente ad ottenerla, e tu gliela hai fatta sudare ben bene mi pare no?-
-Già…- sospirò la più giovane tra le due –è solo che volevo essere sicura lottasse per ottenerla e non si arrendesse subito-
L’altra ragazza annuì andandosi poi a sedere di fronte all’amica.
-La tua giornata invece come è stata? O meglio la tua mattinata-
-Uno schifo- rispose sincera Chiara guardandola mentre beveva da una bottiglietta.
-Che ti è successo?- domandò curiosa la mora togliendole la bottiglia aspettando che parlasse. Chiara tossicchiò appena poi si riprese e iniziò a raccontare.
-Doug è tornato- sospirò alla fine.
Memi la fissò con i suoi occhioni spalancati battendo ripetutamente le ciglia –Quel Doug? Il Doug che ti ha piantato due anni fa, scappando con quella come si chiamava?-
-Lucy- rispose acida a denti stretti l’altra poi zittita dal riprendere del discorso della mora –giusto, Lucy, lasciando te e Mateo per strada? Quel Doug?-
-Si esatto proprio quel Doug… e Mateo lo ha ospitato in casa, ti rendi conto? Perché è tornato quel coso? Come ha fatto a trovarci? Mi ha rovinato una giornata che era iniziata nel modo migliore- sbuffò la ballerina alzandosi poi da terra e andando verso lo specchio poi voltandosi a guardare l’amica –vieni, balliamo per non dimenticare-
-Credevo non me lo avresti mai chiesto- rispose la mora con un sorriso alzandosi e tolta la felpa e le scarpe raggiunse l’amica davanti allo specchio in posizione.
 
Cat era distesa a pancia in giù sul letto di Shantel seduta poco più in là intenta in una conversazione da taglio di vene con Louis. La ragazza sospirò alzandosi e uscendo dalla stanza scendendo ai piani di sotto, facendo come se fosse a casa sua. Raggiunse il salotto e poi da lì la cucina iniziando a cercare in ogni sportello, senza però trovare quello di cui aveva bisogno.
-Se cerchi i bicchieri sono nell’ultimo sportello a sinistra, l’acqua o la coca, o non so che altro c’è in frigo-
La voce di Liam la investì alle spalle e lei si voltò, lo fissò per un momento poi sbatté la testa tornando in sé
-Gr..Grazie- balbettò appena per poi con voce più sicura aggiungere –tu invece cerchi?-
-Un paio di mutande e di calze nella roba appena ritirata dall’asciugatrice da mamma- rispose lui tranquillo ancora stretto nel suo asciugamano che gli cingeva la vita e con un paio di infradito nere ai piedi entrando in una stanzetta sulla destra della cucina.
-Non sapevo fossi qui- continuò poi mentre frugava prima che un tonfo sordo lo coprisse.
-Liam?- Cat domandò affacciandosi alla porta –Liam stai bene?-
-Stavo meglio prima ad essere sinceri- commentò lui in risposta riemergendo dalla montagna di biancheria che lo aveva sommerso. –Sono scivolato su un collant probabilmente di Shantel- concluse allungando una mano verso la ragazza aspettando che l’afferrasse per aiutarsi ad alzarsi.
Cat l’afferrò facendo leva per aiutarlo, per poi voltarsi ed uscire tornando in cucina seguita dal ragazzo che teneva i propri boxer e un paio di calze nella mano sinistra.
-Qui vero i bicchieri?- chiese la mora indicando un sportello, Liam annuì e la vide sporgersi per aprirlo e riuscire ad afferrare uno dei bicchieri.
-Ti aiuto?- gli domandò lui avvicinandosi a lei, la quale però scosse la testa.
-No no tranquillo ci riesco solo… tienimi ok? –rispose lei sporgendosi verso la mensola in alto mentre sentiva le mani calde di Liam poggiarsi sulla sua vita per sorreggerla e spingerla verso il ripiano.
Poco prima di afferrare il bicchiere, il piede sinistro le scivolò facendole perdere l’equilibrio, ma ancora prima di ritrovarsi seduta a terra le braccia forti di Liam la sorressero stringendola a sé.
Cat alzò lo sguardo verso gli occhi castani del ragazzo dietro di lei sorridendo e limitandosi ad un grazie, ma lui non sembrava mollare la presa intorno alla sua vita.
-Ok Liam, ora sto bene puoi anche lasciarmi- tentò di smuoverlo lei. Lui scosse appena la testa.
-No voglio tenerti ancora per un po’ tra le mie braccia- disse solamente abbassando lo sguardo verso quello di lei.
Si guardarono per un attimo negli occhi quasi come se stessero cercando una connessione poi improvvisamente entrambi si distolsero l’uno dall’altro e Liam lasciò andare anche la presa liberando Cat, che sospirò nell’esatto istante in cui Shantel entrò nella stanza annunciando che sarebbe uscita per vedersi con Louis.
 
-Ad ogni modo ancora non ho capito perché mi hai trascinato in questa parte della città, non che mi stia lamentando per l’essere da Starbucks ma perché questo e non quello che abbiamo a cinque minuti da casa?- Niall fissava Davis con insistenza anche se il ragazzo non sembrava voler concedere una motivazione all’amico.
-Shhh!- lo zittì solamente guardandosi intorno, il biondo sbuffò, -sai che ti dico? Quando la smetterai di essere strano fai un fischio- detto ciò si alzò prendendo il proprio caffè e uscì dal locale.
Davis nemmeno si rese conto di essere rimasto solo tanto era preso dal guardarsi intorno sperando di notare un segno della sua presenza.
-Si può sapere che ci fa qui in cucina il suo compito è stare al bancone o tra i tavoli a servire- Paul il capo personale spinse la ragazza direttamente tra le fauci del leone senza darle modo di difendersi.
Una collega le si avvicinò –Casey puoi andare tu laggiù io sto impazzendo sola-
Casey alzò lo sguardo per notare il ragazzo, ancora lì stava? E pure solo, non poteva essersene andato con il suo amico? Casey guardò l’altra supplichevole, ma, come il capo personale prima, nemmeno quella sembrò ascoltarla
-Bene grazie- disse semplicemente prima di lasciarla nuovamente sola. La ragazza, rimasta sola, sospirò e poi si avviò al patibolo. Si fermò davanti alla figura del suo peggiore incubo e dipingendo un sorriso falso cercò di sembrare accogliente.
-Ti manca ancora tanto prima di sloggiare?- chiese mandando all’aria ogni suo proposito di buona educazione.
Davis si limitò ad alzare lo sguardo con un sorrisetto –Casey Bell anche tu qui?-
 
Zayn stava fissando sua sorella Aysha che continuava a salire e scendere dai giochi in legno del parco, estrasse il telefono guardando l’ora, sua zia sarebbe dovuta arrivare a dargli il cambio in meno di dieci minuti ormai, e lui doveva prepararsi non poteva essere tanto sfigato da dover buttare l’unica possibilità ottenuta da Memi. Mentre fissava lo schermo del cellulare quello si illuminò riportando la scritta del nome della zia.
-Dove sei?- chiese Zayn rispondendo tornando con lo sguardo su Aysha.
-Ho avuto un contrattempo, diciamo che non ce la faccio a passare a prendere la bambina-
-Ma come zia… ti prego non puoi farmi questo… per favore, dimmi che è un brutto scherzo- il moro si alzò iniziando a camminare avanti e indietro agitato.
-E mi dispiace tesoro, ma non posso mandare all’aria questo affare, è uno dei più importanti dell’azienda-
-e io non posso mandare all’aria il m appuntamento- sbuffò nuovamente –vabbè guarda lascia stare qualcosa mi invento- e detto ciò riagganciò il telefono, poi guardò in direzione della sorella.
-Aysha vieni, dobbiamo tornare a casa- concluse facendo segno alla bambina di raggiungerlo sorridente. Nell’attesa afferrò il telefono e iniziò a scorrere la rubrica in cerca del numero dell’ufficio della madre.
 
Memi ingerì un altro morso di ciambella prima di prendere il cellulare di Chiara e leggere il messaggio come se fosse cosa pubblica, poi alzò lo sguardo verso l’amica.
-il tuo principe biondo con gli occhi azzurri ti cerca- le disse dando un altro morso alla ciambella.
Chiara si voltò a guardarla poi la raggiunse sedendosi a terra in spaccata appoggiando il gomiti davanti a sé leggermente distesa in avanti controllando il telefono.
-Come siamo ginniche- scherzò la mora –scommetto che il biondo non si può lamentare della tua apertura gambale-
Chiara alzò lo sguardo verso Memi –questa era triste amore, stai perdendo il tuo tocco- le rispose alzandosi.
-Che voleva?-
-è qui sotto, scendo un attimo torno subito tu… intanto puoi fare quello che vuoi-
-Quello che voglio?- chiese con un sorriso furbo la mora
-Nei limiti dell’accettabile-
-Ok- concluse iniziando a rotolarsi in giro per la stanza. Chiara la guardò confusa scoppiando poi a ridere
-io l’ho sempre detto che tu eri fuori- concluse ridendo e uscendo dalla stanza.
Corse al portone principale d’ingresso e come lo varcò notò la sua chioma bionda seduta sulle scale lì davanti. Gli si accucciò alla spalle abbracciandolo
-Buongiorno- disse tutta sorridente per poi sporgersi da sopra di lui dandogli un bacio a testa in giù. Sorrise come sempre per poi passare alla sinistra del ragazzo e poi davanti a lui.
Niall ricambiò il suo sorriso alzando lo sguardo verso di lei portando le sue braccia intorno alla vita della propria ragazza. –Ormai è un buon pomeriggio -
Chiara si inginocchiò un paio di scalini sotto a dove era seduto il biondo in modo da essere di nuovo alla sua altezza, prima di dargli un leggero bacio a stampo e divertirsi a giocare come al solito con i suoi capelli dopo aver riportato le braccia intorno a suo collo. Nonostante non fosse poi così comoda sarebbe potuta restare in quella posizione anche per sempre fintanto che Niall era lì di fronte a lei.
-Come siamo affettuose oggi- scherzò lui appoggiando la sua fronte a quella della ragazza che ridacchiò fissandolo.
-Ho appena fatto il pieno di zuccheri stavo mangiando ciambelle con Memi- spiegò lei strofinando il suo naso a quello del biondo –e poi oggi mi sento bisognosa di abbracci e coccole-
Niall la strinse un po’ di più a sé abbracciandola –e io che ci sto a fare?-
Chiara gli sorrise scrollando le spalle senza però allontanarsi da lui –cosa ci stai a fare tu?-
-a farmi venire il mal di stomaco ecco che ci sta a fare… Chià io vado, mi devo preparare ci sentiamo stasera quando torno- li interruppe la mora sorridente e riservando uno sguardo all’amica che faceva intendere il “non aspettarmi sveglia comunque” –ciao anche a te biondo, ciao ciao baci baci- e con il suo solito fare da ragazza stramba sparì attraversando la strada.
-oggi è più fuori del solito vero?- chiese Niall guardando la ragazza davanti a sé che gli sorrise di nuovo prima di tornare a baciarlo.
 
Shantel stava appoggiata alla piccola staccionata che dava sul Tamigi e guardava il suo volto riflesso nello specchio d’acqua quando sentì due braccia stringerla da dietro e qualcuno baciarle il collo, riconobbe il profumo di Louis e senza voltarsi lo battezzò.
-Un quarto d’ora di ritardo Louis- si voltò a guardarlo contrariata.
-Scusa amore, scusa, ma questa volta non è colpa mia ma di mia sorella, mi ha detto vieni a prendermi alle quattro che la lezione di pianoforte finisce alle quattro e invece è uscita da quel luogo alle quattro e mezza e sai che Londra è un casino alle quattro e mezza… pensi che dovrò prendere il brevetto da elicotterista? In quel caso eviterei il traffico- rispose lui iniziando un monologo con aria pensante.
Shantel lo seguì per un paio di minuti poi si bloccò e lo guardò alzando un sopracciglio –stai parlando seriamente?-
-No! Non sono portato per l’elicottero sono negato anche a giocare ai videogiochi con il joystick figurarsi a muovere un elicottero no no no non fa per me- scosse la testa serio per poi guardare la ragazza attentamente –tu come te la cavi a maneggiare joystick?- le chiese sempre con espressione seria mimando il movimento.
-LOUIS!- lo riprese lei fissandolo con occhi spalancati.
-Ahi che maliziosa sempre a pensare male, quel tipo di joystick non ho bisogno che mi dica tu se sei brava o meno a maneggiarlo- rispose scuotendo la testa il ragazzo. Shantel si portò la mano alla fronte sconsolata sospirando –ad ogni modo quale era quella cosa importantissima che dovevi dirmi?-
-oh giusto… volevo parlare con te di una cosa importantissima… cioè medio importante- iniziò a rigirare intorno ad una sola parola importante.
-Louis- lo richiamò al discorso lei.
-Oh si giusto… mio zio.. sai quello che vive in America, a Chicago… te ne ho mai parlato? No perché è una storia interessante come lui è arrivato a vivere in America allora ti racconto…-
-Louis, stai divagando di nuovo- ripeté nuovamente lei.
-Si… ehm… beh quel mio zio si occupa di fornire borse di studio in un college in America a Chicago e.. è riuscito a mandare un suo collega di New York a vedere la finale qui a scuola… e se tutto andrà per il meglio e io giocherò bene, potrei vincerne una e avere l’opportunità di andare a studiare in America-
Shantel rimase incantata a fissarlo senza riuscire a professare parola, quindi… Louis stava per andarsene? Perché tutte le persone a cui teneva prima o poi si allontanavano da lei?
-Amore?- la chiamò lui –Sha…- non reagiva –Shantel?- le passò una mano davanti agli occhi ma lei era ancora tutta  presa dall’assimilazione della notizia e dai suoi pensieri.
 
-Tre… Due.. Uno. Apri- Harry tolse la benda dagli occhi di Fede che si ritrovò in una specie di radura dove al centro si trovava una tovaglia a scacchi bianchi e  rossi, un cestino in vimini con ai bordi arricciata la stessa stoffa e due piatti con due bicchieri.
-Benvenuta da Harry- sorrise lui facendole strada verso quel punto e facendola sedere sul prato verde.
-Harry è… stupendo- sorrise lei guardandosi intorno come una bambina a natale –io… non so che dire… come facevi a saperlo?-
-sono un ottimo oratore e sapevo che sin da piccola volevi poter fare un picnic come quello di topolino e i suoi amici, ma che per forza di cose non eri ancora riuscita a farlo e… ho solo pensato che era arrivato il momento che tu sperimentassi la cosa-
Fede gli fece cenno di avvicinarsi poi lo baciò dolce –Grazie- gli rispose in un sussurro sempre sorridente.
-E ora- incominciò nuovamente Harry una volta staccato dal bacio –panino al prosciutto cotto.. il tuo preferito vero? -
Lo sguardo di Fede si illuminò ancora di più e gli si buttò al collo iniziando a riempirlo di baci
-Ma quanto ti amo io?-gli chiese tra un bacio e un altro
-Spero almeno la metà di quanto ti amo io, perché in quel caso sarebbe già tanto- le rispose il ricciolo.
 
-Bene allora io vado- Cat entrò nuovamente in sala con una serie di libri presi dalla stanza di Shantel facendo un cenno con il capo a salutare Liam.
-Di già?- chiese lui allungando poi le braccia verso di lei come a chiedere un abbraccio, Cat rimase immobile squadrandolo
-Perché non vai ad abbracciare qualche Barbie a scuola invece di me?- rispose acida a quel gesto. Il ragazzo ritirò le braccia senza però abbassare lo sguardo.
-Attenta potresti suonare un tantino gelosa con questo tono- le fece notare il ragazzo seduto sul divano ancora in asciugamano e infradito.
-Ma tu non hai intenzione di cambiarti?- chiese Cat lasciando cadere il discorso della gelosia, non che le dispiacesse quello che indossava, ma proprio per questo motivo era meglio se Liam si andasse a vestire.
-Più tardi, ora non ho voglia, e poi potresti sempre filartela appena mi distraggo-
-Ti ho detto che ti saluto prima di andare, che c’è non ti fidi di me?- chiese lei portando le braccia sui fianchi guardandolo contrariata e delusa.
-Io mi fido cecamente di te… tu invece?- Il silenzio calò nella stanza. –Come immaginavo- concluse Liam alzandosi e andando in camera.
Cat lo guardò allontanarsi sempre senza proferire parola, sospirò e andò verso l’attaccapanni per prendere la giacca e la borsa, ma poi si bloccò poco prima di lasciare la casa. Si allontanò dalla porta, appoggiò la sua roba sul divano e salì fino in camera di Liam; aprì la porta trovandosi un Liam cambiato a metà si può dire; gli si avvicinò fermandosi a pochi centimetri dal suo volto, lo osservò per un momento poi lo baciò. Quel bacio non durò molto, ma dopo tutto quel tempo, anche quei poco secondi avevano significato tanto. Erano stati carichi di desiderio, di amore e di fiducia, Cat si allontanò appena e gli sorrise.
-Mi fido di te Liam- disse diretta e chiara prima di voltarsi per uscire. Improvvisamente si ritrovò bloccata dalla stretta di Liam intorno al suo braccio. Il ragazzo la obbligò a voltarsi incrociando il suo sguardo. Rimase fermo per qualche secondo a guardarla poi le sorrise e sussurrò
-Grazie- Le si avvicinò e la ribaciò, ma questa volta, il bacio fu meno esitante, più lungo, più intenso, meno casto e molto, ma molto più reale.
 
Angolo autrice: credevate fossi morta vero? e invece no eccomi qua... non ho molte cose da dire solo... 
1) scusate il ritardo;
2) non avevo voglia di rileggere quindi scusate gli errori grammaticali, di battitura ecc...
3) Memi non mi uccidere alla prossima uscirai con Zayn promesso
4) sono soddisfatta del mio lavoro possiamo dire
5) la canzone è When you say nothing at all di Ronan Keating io l'adoro diciamo e... stop non ho altro da dire... solo fatemi sapere.
Un bacione Chìa xx :)

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Capitolo 20
*** I wanna kiss you ‘cause I gotta know that tonight is real. Do you feel what I feel? The speakers killing the club. Do you feel what I feel? Two people falling in love. ***


Capitolo 19 - « I wanna kiss you ‘cause I gotta know that tonight is real. Do you feel what I feel? The speakers killing the club. Do you feel what I feel? Two people falling in love. »

 

 
Memi aprì l’armadio e ci si sotterrò dentro alla ricerca del vestito giusto da mettere.
-Questo no… Questo no… troppo lungo, troppo corto, troppo scollato, troppo accollato…. AAAAAA non ho niente da mettere- urlò disperata. Sulla porta apparve il volto sconcertato di Gaspard che la fissava.
-Esci?- le chiese appoggiandosi allo stipite.
-Si- rispose Memi tirando fuori la testa da quel caos annuendo prima di tornare ad immergercisi.
-Dove vai di bello? Posso aiutarti?- domandò lui avviandosi verso l’interno della stanza.
-Esco con Zayn e… non so cosa mettere, non posso andare vestita così cioè capito? Devo essere vestita bene, ma non devo essere troppo cioè capito?-
Gas la guardava sempre più confuso ma finse di aver capito –Dai ti aiuto io… fa vedere- concluse iniziando a cercare con lei, passarono ben venti minuti a creare e sfare diversi completi prima di trovare quello giusto per la serata, poi toccò ai capelli altra fase critica che richiese l’aiuto di Mateo e infine il trucco del quale fu obbligata come sempre ad occuparsi personalmente. Dopo un ora e mezzo di preparativi, era pronta. Uscì dalla stanza sorridente ed entrò in sala.
-Come sto?- commentò girando su se stessa
-Stupenda come sempre- le rispose prontamente Gaspard, mentre Mateo si limitò a complimentarsi sui capelli che erano stati una sua opera. Memi guardò l’orologio e sospirò dieci minuti e sarebbe stato lì, ora l’importante era non agitarsi.
 
-Dove vai così bello?- chiese la piccola saltando sul letto del fratello.
-Ho un appuntamento- rispose lui cercando di sistemarsi la camicia.
-Con chi? Con chi? La conosco?- chiese Ayshaa continuando a saltare –Zeze me la presenti poi?- si mise a fare anche le capriole.
-Se ti calmi un secondo si… Hanno suonato per caso?- chiese guardando l’orologio era in ritardo anche la baby-sitter.
La sorella scosse la testa sedendosi e guardandolo con i suoi occhioni color nocciola. Zayn si allacciò i calzoni, indossò le calze e guardò allo specchio sistemandosi i capelli.
-Smettila che stai benissimo, nessuna ti dice mai no- commenta la piccola andandogli a sistemare la camicia dietro. Zayn la sollevò –Grazie- disse con un sorriso dandole un bacio in fronte. –Va bene così? Posso andare?- le chiese.
-Perfetto- gli rispose alzandogli il pollice.
Tornarono in salotto dove la sedette sul divano accendendole i cartoni animati alla televisione, poi controllò il post-it che aveva lasciato per assicurarsi di non aver dimenticato niente e quando sentì suonare il campanello sussultò.
-Ayshaa è arrivata la baby-sitter io vado ok?- le diede un bacio –Arriva mamma ora. Ci vediamo domani mattina, non fare arrabbiare nessuno-
-Si Zeze- risponde lei senza staccare gli occhi dalla televisione. Il moro andò ad aprire la porta, lasciando entrare la ragazza e spiegandole che aveva lasciato scritto tutto sul foglietto.
-Zeze- urlò Ayshaa prima che lui si chiudesse la porta alle spalle –Ti voglio bene-
-Anche io principessa.. a dopo- poi si chiuse la porta alle spalle diretto a prendere Memi.
 
-Che ore sono?- chiese Memi per la ventesima volta.
-Le otto meno cinque- rispose esasperato ormai Gaspard mentre faceva zapping in tv picchiandosi il telecomando con Axel appena rientrato.
-E ora?-
-sempre le otto meno cinque- ripeté Gaspard nell’esatto momento in cui suonarono il campanello. Memi scattò in piedi e iniziò a correre verso la porta, si fermò poco prima di raggiungerla, si sistemò e guardo gli altri. –Come sto?-  Quando tutti e tre i ragazzi alzarono il pollice aprì la porta con il sorriso stampato sul volto ma la persona davanti non era chi si aspettava.
-Buonasera- rispose il ragazzo davanti a lei con un altro sorriso. Memi lo squadrò un attimo poi con il suo solito tono gli rispose.
-Che vuoi?-
Il ragazzo rimase per un attimo in silenzio a fissarla prima di parlare –Chiara o Mateo?-
-Oh tu devi essere lo stronzo aspetta….- Rimise la testa dentro e urlò verso il soggiorno –Mateo c’è il verme che ti cerca- poi tornò al ragazzo. –dovrai accontentarti di lui perché Chiara è fuori con il suo ragazzo- poi notò Zayn arrivare dietro di lui. –e io ora vado con il mio bye bye- e detto ciò si allontanò verso il moro.
 
-Ciao- Le sorrise Zayn quando le si avvicinò. Memi ricambiò il sorriso –stai benissimo- aggiunse e la mora sentendosi mezza in imbarazzo per il complimento ci tenne a precisare
-basta smancerie andiamo- anche se in realtà la cosa le faceva piacere. Sorpassò il moro iniziando a camminare. Zayn la guardò un attimo prima di seguirla. Camminarono per un paio di minuti in silenzio poi Memi chiese
-Allora dove hai pensato di portarmi di bello?-
-Vedrai- rispose vago Zayn continuando a seguirla però allo stesso tempo facendole strada verso il luogo dove aveva deciso di giocarsi questa prima possibilità.
Dopo non troppa strada raggiunsero il luogo, Memi si bloccò e lo fissò.
-Qui? Siamo arrivati?- gli domandò guardando le mille luci e rumori. Zayn si bloccò prima di attraversare, aveva forse sbagliato, doveva portarla da qualche parte più seria? Forse si, forse no, forse avevano idee diverse, ma analizzando le possibilità, tutte le altre cose gli erano apparse banali e lui non voleva nulla di banale per la loro prima uscita, che poteva anche benissimo essere l’ultima, soprattutto dopo l’espressione della ragazza davanti a lui.
Memi gli scoppiò a ridere in faccia divertita –dovevi vedere la tua espressione oh mamma, avrei potuto benissimo farti una foto-
Zayn era sempre più confuso e non sapeva esattamente cosa dire.
-Non mi dire che ci hai creduto- lo guardò lei
-Beh sei piuttosto brava- iniziò lui scuotendo un poco la testa impercettibilmente.
-Si lo so sono un ottima attrice- gli sorrise per poi guardare verso la piazzetta piena di luci e giochi e urla –andiamo?-
Zayn annuì afferrandole la mano e si incamminarono verso il Luna Park. Memi fissava le loro mani e si ripeteva più volte di controllarsi e di non fare cazzate, di non agitarsi e di cercare di non sparare troppe cose, di essere come sempre, se solo fosse stata una cosa facile.
 
-Ti sei decisa a parlare con me?-
-A dire il vero è orario di chiusura volevo solo sapere se c’erano possibilità che finalmente tu alzassi il tuo sedere da quella sedia e te ne tornassi a casa- gli rispose la ragazza ferma in piedi davanti a lui con espressione un po’ scocciata.
Davis non si era spostato da lì in tutto il giorno, il che aveva reso Casey piuttosto distratta e goffa, il sentirsi osservata la faceva diventare così e lei era più che certa che il motivo della presenza del ragazzo nel locale era proprio lei.
-Parlerai con me?- domandò lui alzandosi e accostando la sedia in modo da liberarle il tavolo.
-Non ho nulla da dirti- prese il bicchiere e il piatto e li appoggiò insieme alla tazzina del caffè nel vassoio prima di voltarsi per portarlo in cucina.
-Ma io si- rispose lui senza muoversi dalla sua postazione.
-Ti prego senti che vuole così se ne va di qui e noi possiamo chiudere, ti copro io per finire di pulire- la supplicò Tom esausto per la giornata lavorativa.
Casey tornò nell’altra stanza afferrò Davis per un braccio tirandolo fuori. Una volta all’aperto si fermò sotto uno dei lampioni e lo guardò.
-Allora cosa devi dirmi di così importante?- gli domandò incrociando le braccia.
-Grazie per avermi aiutato in classe con i disegni di trigonometria… - iniziò lui prima che la ragazza lo interrompesse.
-E tu mi hai pedinato fino qui, sei stato seduto tutto il giorno su quella sedia solo per dirmi grazie?- lo guardò mezza incredula ma allo stesso tempo sorpresa.
-Ha funzionato però, no?- le domandò lui con un mezzo sorrisetto.
-Ci vediamo in classe- concluse scuotendo la testa lei e rientrando aggiungendo prima di chiudersi la porta alle spalle. –Prego-
Dopo tre secondi riuscì con la giacca in mano.
-Baker… sei in macchina?- chiese cercando di sforzare un sorriso. Davis annuì indicandola alle proprie spalle nel parcheggio.
-Mi dai uno strappo a casa?-
 
-LIAMMMMM- Shantel entrò in casa urlando cercando il fratello ovunque, lo chiamò ripetutamente, finché lui non scese le scale fino a raggiungerla
-Che succede?- le chiese preoccupato vedendola trattenere quasi le lacrime.
-Louis- si sforzò a dire la ragazza prima di sedersi su uno degli sgabelli.
-Cosa ha combinato quel ragazzo?- Liam le si avvicinò abbracciandola -Che ti ha fatto? Che ti ha detto?- le domandò stringendola forte. Shantel scuoteva la testa e a forza cercava di tirare fuori una sola parola ripetuta all’infinito –niente… niente..-
-Come niente Sha, stai piangendo… aspetta ti prendo un bicchiere d’acqua- le rispose lasciandola un attimo per andare a prendere un bicchiere e riempirlo d’acqua prima di passarglielo –ecco tieni ora bevi, ti rilassi e poi mi spieghi ok?-
Shantel annuì, prese un sorso d’acqua, poi un bel respiro e alla fine parlò.
-Louis potrebbe partire a fine anno e andare a vivere in America e… io non lo rivedrò più- concluse alzandosi e correndo di sopra in camera, aveva bisogno di stare sola e di pensare, c’era voluto così tanto per poter finalmente stare insieme e ora stava per andare tutto perso, per colpa di quella borsa di studio, doveva esserci un modo per evitarlo.
 
Dopo aver passato la serata girando in tondo tra quelle miriadi di luci e giochi e canzoncine e urla e schiamazzi, ora sembrava quasi scomodo camminare in luoghi più silenziosi della città, Memi continuava a fissare Zayn con lo stampo delle unghie della ragazza sul dorso della mano sinistra e l’aria ancora traumatizzata.
-Credo che quel giro sulle montagne russe non è stato la miglior scelta per concludere la serata- disse lei con un mezzo sorrisetto. Zayn le alzò la mano mostrandole il dorso
-Tu credi eh?-
-Ok sicuramente è stato il peggiore, ma di solito mi piacciono non è colpa mia se qui le fate più ripide… ad ogni modo scusa-
Il moro scrollò le spalle –nessun problema davvero-
Camminarono ancora un po’ finché la mora non si bloccò a fissare un punto davanti a sé.
-Ti piacerebbe farci un giro?- chiese dal nulla il ragazzo osservando lo sguardo di lei fisso su un calesse trainato da due cavalli bianchi fermo vicino al marciapiede.
-No io non sopporto i cavalli poi corrono e poi sono grandi e…-
-Mi hai trascinato su quelle montagne russe e adesso hai paura di un giro in cavallo?- chiese Zayn fissandola.
-Io non ho paura è che è tardi devo tornare a casa…-
-Capisco ti hanno dato il coprifuoco in casa?-
-nessuno mi da il coprifuoco, mica ho cinque anni- concluse lei alterata afferrandogli la mano e andando verso il calesse salendo e sedendosi.
-Ma guarda che se non vuoi non lo facciamo il giro-  le disse prima di salire infondo scherzava non voleva obbligarla a salire, non lo avrebbe mai fatto, ma allo stesso tempo non sapeva contro chi si stava mettendo, Memi odiava che si pensasse che lei non avesse il coraggio di fare qualcosa e sarebbe morta di paura piuttosto di ammettere che non se la sentiva di farlo.
-Adesso chi è il fifone? Vieni o vado sola?- gli domandò aspettando che il moro prendesse posto vicino a lei.
Zayn salì a sua volta prendendo posto vicino a lei e il cocchiere partì.
 
-Ti avevo detto che se non volevi non salivamo- ripeteva il ragazzo ancora divertito mentre Memi incrociò le braccia al petto spingendolo di lato per niente divertita.
-Dai vedi il lato positivo…- cercò di sdrammatizzare lui.
-Ah perché c’è anche un lato positivo? Io non ne vedo-
Il moro annuì afferrando la ragazza per i fianchi avvicinandola a sé cercando il suo sguardo. Il profumo inebriante di Zayn attraversò Memi che si mise a giocare con il colletto della sua camicia.
-c’è e come… ossia… non ti porterò mai più su un calesse trainato dai cavalli-
-Oh perché hai intenzione di riportarmi da qualche parte?- chiese lei con un mezzo sorrisetto mordendosi il labbro inferiore.
-me ne darai possibilità? Magari lontano dai cavalli e dalle montagne russe?- sorrise lui guardandola.
La ragazza dipinse un espressione pensosa rimanendo in silenzio –mmmh vedr…- le parole le furono interrotte in bocca da Zayn che appoggiò le proprie labbra a quelle della ragazza baciandola.
Quando si staccarono Memi lo guardò un secondo sbattendo le palpebre e il moro ridacchiò
-Dicevi?-
La mora scosse la testa anche perché non si ricorda cosa stava dicendo –niente, che devo seriamente tornare a casa- e rincominciò a camminare ancora mezza sorpresa per il gesto di Zayn non se lo aspettava.
Si fermò ad una casa dalla propria e si voltò a guardare il suo appuntamento che le ricambiò lo sguardo.
-Non mi hai ancora risposto comunque-
-Si- disse semplicemente Memi riavvicinandosi a lui.
-Si?- domandò lui toccandosi i capelli con una mano.
-Si ho intenzione di darti un'altra possibilità - concluse lei ribaciandolo per poi staccarsi e aggiungere –lontano dai cavalli però questa volta-
Guardò verso casa propria sospirando –sono arrivata, grazie della serata Zayn, ci vediamo a scuola allora-
Lui annuì mentre lei fece un passo per allontanarsi. –Memi- la richiamò però avvicinandosi e baciandola nuovamente –buonanotte- concluse con un sorriso prima di lasciarla andare.
Mentre lei si avvia verso casa, lui fece lo stesso verso la propria. Come voltò l’angolo sentì una voce dietro di sé
-Sera-
Zayn saltò voltandosi con il fiatone di chi ha appena rischiato un infarto
-Che ci fai tu qui?- gli domandò il moro
-Volevo tornare a casa, ma non volevo disturbare te e Memi quindi ho dovuto aspettare che aveste finito di amoreggiare in mezzo alla strada- concluse il biondo sistemandosi il suo cappello e mettendo le mani in tasca prendendo nuovamente a camminare.
-Sai Niall a cosa stavo pensando?-
Il biondo fece solo un cenno del capo aspettando che il moro esprimesse la sua idea.
-Io e te potremmo anche essere amici-
-Non siamo obbligati ad esserlo solo perché le nostre ragazze sono amiche lo sai vero Zayn- ci tenne a precisare l’irlandese non erano mai stati si può dire amici lui e il moro.
-Ma io lo dico seriamente… ci terrei ad essere tuo amico solo questo- concluse lasciando poi calare il silenzio.
 
 
 
 
 
 
Angolo autrice: allora questa volta non ho molto da dire... allora questo capitolo è dedicato a Memi, è maggiormente Mayn come avete potuto vedere e niente spero vi piaccia, e la canzone è Do you feel what I feel dei JLS niente ehm... hope you liked it.
chia xx :)

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