The Doppler Effect di Steangine (/viewuser.php?uid=64303)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 01 # In punta di piedi, vedi la luna ***
Capitolo 2: *** 02 # Era la distruzione dell'Ordine Oscuro (again) ***
Capitolo 3: *** 03 # Volta la carta ***
Capitolo 4: *** 04 # Scottish Bubbling Rain ***
Capitolo 5: *** 05 # Danzando nella mente ***
Capitolo 6: *** 06 # Dietro la porta ***
Capitolo 1 *** 01 # In punta di piedi, vedi la luna ***
Titolo: The Doppler
Effect
01 # In punta di piedi, vedi la
luna
Autrice: Armònia
Manga: D.Gray-Man
Disclaimer: I personaggi
appartengono a Katsura Hoshino. Non è mia intenzione utilizzarli a scopo di
lucro.
Pairing: ARK - Kanda x Lavi x Allen
Genere: Comico,
Erotico
Rating: Arancione
Avvertenze: Slash, What
if?, Lime
Note: Volevo scrivere qualcosa
di non troppo impegnativo su D.Gray-Man. Ci sono riuscita.
Breve Trama: L'effetto Doppler è un cambiamento apparente della frequenza
o della lunghezza d'onda di un'onda percepita da un osservatore che si trova in
movimento rispetto alla sorgente delle onde.
---
Nella vita bisogna muoversi per comprendere quale sia la
vera frequenza che si percepisce. Bastano una porta socchiusa ed una missione
inopportuna per capirlo.
The Doppler Effect
01 # In punta di piedi, vedi la luna
Rientrare a notte fonda al quartier generale dopo una lunga
missione comportava un'alta preparazione psicologica, soprattutto se il compagno
con la quale hai portato a termine la suddetta è Aleister Crowley.
Crowley aveva la masochistica tendenza a deprimersi con la
distorsione volontaria dei fatti, accompagnata da una buona dose di goffaggine e
resa stabile dalla psicopatia indotta dall'Innocence: un ossimoro
vivente.
Bonaccione, timido ed insicuro, con un aulico linguaccio
infarcito dell'invero che sembrava sfuggirgli di bocca automaticamente
alla fine di ogni frase.
Sadico, crudele e feroce non appena evocava l'Innocence. A
questo cambiamento repentino che avveniva nel corso delle battaglie Allen ancora
non si era abituato: un attimo prima era lui da solo con la sua Innocence a
fronteggiare l'orda improvvisa di Akuma mentre Crowley piagnucolava con vocetta
stridula, l'attimo dopo era Crowley stesso ad intimare con cattiveria di non
intralciare la sua opera di sterminio.
Allen sentiva di avere il diritto di farsi tentare dalla
morbidezza dei divanetti della sala comune, così vicina all'entrata del quartier
generale rispetto alla propria camera, tuttavia sapeva di non averne la
possibilità.
La notte significava il più delle volte straordinari e se la
sezione scientifica era costretta a fare gli straordinari quasi di sicuro Komui
tirava fuori dal suo nascondiglio segreto (doveva averne uno, altrimenti non
c'era spiegazione per il numero inquietante di Komurin che tirava fuori ogni
tanto) chissà quale diabolico aggeggio costruito per facilitare il lavoro di
tutti ma che alla fine aumentava il lavoro a tutti.
E nella sala comune di sicuro avrebbe trovato i ragazzi
ammassati sui divanetti, impegnati a districarsi tra le scartoffie mentre
attendevano che Lenalee portasse loro il caffè di Jerry: ovvio che l'atmosfera
che avrebbe trovato lì non sarebbe stata delle migliori per riposare (anzi,
avrebbe anche rischiato che la propria bontà lo facesse arrendere a possibili
richieste di aiuto da parte degli scienziati).
Allen voleva e doveva riposarsi per potersi permettere di
affrontare nuove missioni, dunque la soluzione migliore che elaborò fu sfruttare
quella buona dose di noncuranza nei confronti degli altri ereditata dal maestro
per non farsi tentare dai pietosi gemiti provenienti dal corridoio che portava
nella sala comune e tenere gli occhi aperti fino a che non avesse raggiunto la
sua camera - tanto, troppo distante da lui.
Sapeva che Crowley lo stava seguendo, sentiva i suoi passi
accompagnare i propri, creando un ticchettio che si diffondeva simile ad un eco
nei corridoi vuoti che stavano percorrendo. Poi ad un certo punto, in un
crocevia su cui affacciava una sinistra porta sbarrata in modo grezzo con travi
di legno, i due si fermarono il tempo necessario per scambiarsi un saluto di
buonanotte: Allen sorrise gentile, Crowley era ritornato a nascondersi dietro il
lungo ciuffo bianco e ciò che mostrò fu un timido incurvarsi di labbra prima di
stringere al petto il contenitore dell'Innocence e prendere la scalinata per
raggiungere Hebraska. L'ultima cosa che Allen sentì non furono i suoi passi, ma
il fruscio della divisa che sfiorava il pavimento.
Fu grato del fatto che a strappare l'Innocence incastonata
nel quadro era stato Crowley, dunque il merito di aver impedito che le
rappresentazioni ad olio prendessero vita per altre notti, seminando il panico
in una cittadina francese a nord di Parigi, era suo e di conseguenza toccava a
lui andare da Hebraska per affidargli la custodia del frammento.
Allen contava i passi che compiva mentre camminava, prima di
giungere in prossimità del corridoio circolare che affacciava sull'esterno, quel
percorso tramite il quale sarebbe giunto a destinazione. Testa dritta, nessuna
esitazione, la stanchezza chiamava, Timcampi già sonnecchiava sprofondato nel
cappuccio della divisa.
Tuttavia fu da lontano che Allen colse quel qualcosa di
strano che stuzzicò malevolo la sua curiosità a tal punto da riuscire a fargli
scordare parzialmente la sensazione di sonnolenza che pigramente lo aveva colto
durante l'arrivo all'home: una porta socchiusa.
Non una qualunque porta socchiusa, ma la porta. La
porta che affacciava su una precisa stanza, una stanza alla quale, nel migliore
dei casi, avrebbe badato distrattamente se non fosse stato per quella sottile
fessura scura ma non totalmente nera.
Dalla stanza di Kanda si poteva vedere la luna. Glielo aveva
detto Lavi - chissà come Lavi era finito nella camera di Kanda senza uscirne con
qualche ferita grave? Allen non aveva fatto in tempo a chiederglielo, o più
probabilmente al tempo di quella discussione non gli era passata per la mente
tale domanda.
Anche dalla sua stanza, quella di Allen, si poteva vedere la
luna. Ma lui doveva alzarsi sulle punte dei piedi, perchè la finestrella era in
alto, era piccola e bloccata da sbarre. Allen doveva alzarsi sulle punte dei
piedi perchè era un pelo più basso dei ragazzi della sua età, come gentilmente
Lavi e meno gentilmente Kanda gli avevano spesso fatto notare - tuttavia Allen
non sapeva con esattezza la sua età, dunque non avrebbe dovuto importargli, ma
gli importava perchè gli dava fastidio il loro tono da fratelli maggiori.
- Kanda fratello maggiore? Quando mai?! E quel bambinone di Lavi?.
Allen dalla sua stanza poteva vedere la luna e la luna si
vedeva anche dalla stanza di Kanda. Ma non era quello il punto.
Il punto era che chiunque nell'ordine avrebbe potuto avere
un attimo di distrazione e non accorgersi che la porta non era stata chiusa
bene, dunque poco sarebbe bastato perchè questa cigolasse senza riuscire ad
aprirsi; quella era l'home, era il rifugio, il luogo dove tutti abbassavano la
guardia perchè erano al sicuro.
Kanda no. Lui era sempre all'erta, sempre teso, sempre
pronto a scattare al minimo segno di pericolo (per quanto pericolosi potessero
essere i finder adirati con lui). Dunque perchè proprio la sua porta era
socchiusa?
Camminando verso la stanza, solo in quel momento, si accorse
che i suoi passi erano rumorosi, o forse era solo una sua impressione, tuttavia
si mise a camminare issandosi sulle punte. Proprio come per vedere la luna -
chissà se anche dalla stanza di Kanda bisognava allungare il collo per poter
guardare fuori.
Un passo. Due passi. Tre passi. Era faticoso camminare a
quel modo stando attento a non inciampare nella sua stessa giacca di una, forse
due, taglie più grossa; spendeva più energia per concentrarsi che per muoversi
probabilmente.
- ...nh, Yu. -
Era stato così attento a non provocare troppo rumore lui
stesso che non aveva percepito fin da subito il cigolio quasi muto che spirava
dalla fessura tra porta e muro. A renderlo più attento riguardo eventuali suoni
era stato quel verso soffocato di una voce che gli parve familiare.
- Taci. -
Kanda.
Allen era davanti allo spiraglio e lui nel buio poteva
vedere: doveva dire grazie al Conte che gli aveva portato via Mana, lasciandolo
così in balia dei debiti e dei maltrattamenti (psicologici, si spera
involontari) del suo maestro Cross Marian. Insomma, per risparmiare quei pochi
soldi che Allen riusciva a salvare dagli sperperamenti in donne facili e
alcolici, era costretto lui stesso a fare a meno del benessere della
luce.
Si sporse in avanti, riappoggiò tutto il peso del corpo
sulla pianta dei piedi, ma da dove si trovava ciò che riusciva a scorgere era
soltanto il capezzale del letto ed un rigonfiamento sotto il lenzuolo che si
stava muovendo.
Un respiro, due respiri. Affannati e pesanti.
Allen mise l'indice destro nel colletto della camicia ed
allentò il nodo che formava il fiocco rosso; il cigolio era sempre più forte, ma
non così forte da poterlo sentire senza fermarsi, senza origliare.
No, origliare no. L'orgoglio di Allen sostituì quella parola
con preoccupazione. Sì, perchè se Kanda aveva lasciato la porta della
stanza socchiusa doveva per forza essere accaduto qualcosa di grave.
Un gemito più forte ed Allen riconobbe la voce di
Lavi.
Sentiva caldo, il caldo che spesso provava quando le pareti
della locanda scelta dal maestro per pernottare non erano abbastanza spesse per
impedire alla sua calda voce di raggiungere le sue orecchie durante la notte. Il
maestro gli diceva sempre di girare alla larga la notte, non lo voleva tra i
piedi, quindi avrebbe dovuto andarsene via.
Invece si alzò sulle punte dei piedi, non voleva constatare
se Lavi avesse avuto ragione, se dalla stanza di Kanda si vedeva la
luna.
Dalla stanza di Kanda la luna si vedeva benissimo. Ma anche
senza quella Allen avrebbe potuto vederli - doveva ringraziare il Conte e il
loop di eventi che aveva scatenato nella sua vita.
Kanda su Lavi.
Kanda dentro Lavi.
Ma quel preciso particolare non poteva vederlo così come
avrebbe potuto vedere la luna.
Quello lo aveva immaginato, così come gli sarebbe stato più
facile fare nella sua stanza, dove per vedere la luna -quando possibile- doveva
stare in punta di piedi.
About The Doppler Effect
Forse sono pigra io, o forse non c'è
niente da dire su questo capitolo. Spero sia stato comprensibile, perchè
rivedendolo ho notato di aver adottato un metodo narrativo che non so da dove
sia uscito. Ah sì! Secondo me il Conte è alla base di ogni guaio di Allen,
poichè facendogli incontrare Cross ha minato la sua autostima in quanto essere
umano meritevole di colpi di fortuna.
Solo un'ultima cosa che mi sento in dovere di precisare:
questa storia è una sottospecie di sorella (se non di sangue) dei filler, nel
senso che è assurdamente ambientata tra l'incontro con Crowley e il viaggio alla
ricerca di Cross Marian. Il motivo? Perchè Allen è ancora carino, perchè non mi
andava di inserire tutti i problemi di Quattordicesimo e compari (perchè alla
fine li avrei inseriti anche se non avessi voluto) e perchè lo dico io.
Punto.
Alla fine ho scritto le note finali. E anche tante. Non ho
voglia di tornare su a correggere però.
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Capitolo 2 *** 02 # Era la distruzione dell'Ordine Oscuro (again) ***
Titolo: The Doppler
Effect
02 # Era la
distruzione dell'Ordine Oscuro (again)
Autrice: Armònia
Manga: D.Gray-Man
Disclaimer: I
personaggi appartengono a Katsura Hoshino. Non è mia intenzione utilizzarli a
scopo di lucro.
Pairing: ARK -
(Kanda + Lavi) x Allen
Genere:
Comico
Rating:
Arancione
Avvertenze: Slash,
What if?, Lime
Note: Volevo
scrivere qualcosa di non troppo impegnativo su D.Gray-Man. Ci sono
riuscita.
Breve Trama: L'effetto Doppler
è un cambiamento apparente della frequenza o della lunghezza d'onda di un'onda
percepita da un osservatore che si trova in movimento rispetto alla sorgente
delle onde.
---
Nella vita bisogna muoversi per comprendere
quale sia la vera frequenza che si percepisce. Bastano una porta socchiusa ed
una missione inopportuna per capirlo.
The Doppler Effect
02 # Era la distruzione dell'Ordine Oscuro (again)
Quello che Allen non poteva sapere la sera
prima era che durante la missione con Crowley il corridoio tramite il quale
normalmente si accedeva alla stanza di Hebraska era esploso. Ma i corridoi, si
sa, non esplodono per autocombustione spontanea. Allen scoprì quello stesso
mattino, il mattino che era seguito alla sua notte quasi insonne, che una nuova
serie di Komurin aveva dato di matto per qualche strano motivo (effettivamente
qualunque cosa creata da Komui creava danni per il solo fatto che esistesse).
Ecco spiegati gli straordinari, ecco spiegato perchè Lenalee per tutta la notte
aveva continuato a fare spola dalla sala mensa a qualunque punto dell'Ordine in
cui si trovassero gli audaci membri della Sezione Scientifica che dovevano far
sparire ogni prova della scelleratezza di Komui prima di eventuali ritorsioni da
parte dei piani alti.
Forse se Allen fosse stato più attento lo
avrebbe capito da solo, non avrebbe fatto felice la donna pettegola che viveva
in un angolino del cuore di Jerry, ci sarebbe arrivato da solo vedendo Johnny
addormentato su una familiare testa metallica mentre un'assonnata Lenalee
cercava di ridestarlo -e di ridestarsi- sfruttando l'inebriante fragranza del
caffè caldo. Sarebbe giunto comunque solo ad una parte di verità, ma avrebbe
capito che comunque qualcosa nell'Ordine durante la sua assenza era
successo.
Ed Allen si ritrovò ad ascoltare Jerry, lo
stava ascoltando soltanto perchè il suo carrello non era ancora pieno. Era
comunque grato al cuoco, perchè l'immagine di Crowley, anche lui dotato di uno
scarso senso dell'orientamento, che vagava in cerca di Hebraska invocando Eliade
con tono lamentoso (due Finder furono portati in infermeria per esaurimento
nervoso, avendolo scambiato per un Akuma) stava riuscendo a sovrastare quella di
Lavi che gemeva tra le braccia di Kanda.
Lavi che gemeva. I capelli sciolti di Kanda
che ricadevano su di lui. Ed Allen non si accorse che in verità Crowley non era
riuscito a rimanere nei suoi pensieri.
La luce che filtrava dalla finestra aveva
permesso ad Allen di vedere meglio. Aveva visto, anzi, vedeva ancora davanti
agli occhi le labbra schiuse di Kanda, i suoi occhi lucidi, la pelle sudata. La
mensa non c'era più, c'era di nuovo quella stanza. Poi i baci umidi, gli
schiocchi di labbra che avevano fatto accaldare Allen, che lo stavano facendo
accaldare sotto alla divisa dell'Ordine, sotto gli abiti che aveva sempre
considerato comodi, ma che in quegli istanti sospesi tra la notte ed il mattino
gli stavano sembrando troppo stretti. Jerry non parlava più, o forse era solo
Allen che non riusciva a farsi raggiungere dalla sua voce, perchè erano le loro
che gli stavano riempiendo le orecchie, le voci di Kanda e Lavi che si
richiamavano con disperazione, roche e vibranti si stuzzicavano a vicenda con
parole che avevano infiammato il viso dello spettatore che non avrebbero dovuto
avere.
Si toccavano con frenesia. Le lenzuola
cadevano. I movimenti si facevano più intensi. Le espressioni più stanche, ma
deliziate. Ed Allen, sospeso tra un'emozione che non voleva ammettere e la paura
di essere scoperto, non riusciva a smettere di osservare ancora una volta quella
scena, troppo vivida pur essendo nei suoi ricordi.
- Ehi Allen! -
Il piatto colmo di mitarashi dango cadde a
terra e si ruppe in mille pezzi. Timcampi planò dolcemente a terra ed osservò
gli spiedini dolci ammucchiati tra i cocci sporchi. Allen sollevò lo sguardo,
aveva una mezza idea di portare una mano al petto per capire se la gabbia
toracica avrebbe potuto reggere al ritmo dei battiti del suo cuore, ma si scordò
di farlo quando i suoi occhi prima di vedere il volto di Lavi scorsero una
macchia violacea mal nascosta dalla sciarpa arancione.
Sapeva che chi lo aveva chiamato era Lavi
senza avere bisogno di riconoscere la sua figura: la voce euforica e squillante
aveva interrotto il lento ricordo, spezzando gli ansiti di quel Lavi che si
-Allen deglutì mentre raccoglieva i cocci- era amato con Kanda sotto i suoi
occhi.
Lavi vide Lenalee entrare nella sala ed
avvicinarsi a loro con il solito vassoio vuoto tra le mani; sogghignò e colse la
scusa di raccattare un pezzo lontano per poter soffiare nell'orecchio di Allen
tre semplici parole.
- Ti sei innamorato. -
Non era una domanda, somigliava molto ad
un'affermazione. Tuttavia Allen non badò al contenuto della frase, ciò che
riuscì a cogliere fu soltanto quel tono basso e malizioso, dunque non resistette
all'impulso di toccare il fiocco legato al colletto della camicia per
allentarlo, ma ebbe abbastanza autocontrollo da impedirsi di strapparlo via. Si
rialzò in piedi e si accorse di essere nuovamente accaldato, gli occhi gli
facevano male.
- Ho dormito male stanotte. - lo disse
mentre porgeva ciò che restava del piatto e dei dango a Jerry, come se con
quell'affermazione avesse voluto scusarsi ed al contempo contestare l'ipotesi di
Lavi - E' stata una missione impegnativa. -
Fu in quel momento che il vassoio rotondo
di Lenalee, giunta nelle vicinanze appena in tempo per ascoltare quella
confessione, venne premuto delicatamente sulla testa di Allen - Allora è meglio
se vai a riposare. Troppe persone oggi vanno avanti solo con la forza del caffè.
-
A dispetto delle parole di rimprovero, il
tono di voce della ragazza era dolce, così come il sorriso gentile che esibì. Ma
Allen era troppo impegnato a capire dove si fosse cacciato Timcampi (perchè
improvvisamente si era ricordato di lui ed improvvisamente era diventato
importante riempirsi la mente col pensiero del golem) per accorgersi ancora una
volta di quanto fosse carina.
Timcampi sbucò furtivo da dietro una delle
tazze di caffè che Jerry stava preparando per Lenalee e planò sopra la piramide
di piatti, in corrispondenza della visuale di Allen, il quale continuò comunque
a cercarlo imperterrito tra i piatti del suo carrello, non essendosi accorto di
nulla.
Fu così che Lavi, per ordine repentorio di
Lenalee, si ritrovò a scortare il carrello della colazione di Allen ed Allen
stesso fino alla sua camera, onde evitare una ripetizione dello spiacevole
episodio di Crowley.
- Andare in missione con Crowlino è così
stressante? -
Lavi poteva ipotizzare cosa comportasse
essere a stretto contatto per dieci giorni di seguito con Crowley, poteva
immaginare lui meglio di altri, essendo Bookman, essendo abituato a registrare
tutto ma anche ad usarle quelle informazioni che inglobava. Tuttavia le ipotesi
non implicavano le sensazioni e le emozioni reali che si provavano in un singolo
ed irripetibile momento, inoltre a Bookman non serve un cuore, come il vecchio
Panda si premurava spesso di ricordargli. Dunque Lavi ipotizzava e si divertiva
ad immaginare il più giovane alle prese con la doppia personalità di Crowley,
della quale lui aveva comunque visto ben poco.
- Eh, abbastanza. -
Allen diede la colpa al fatto che Crowley
solo due giorni prima lo aveva lanciato contro gli Akuma usandolo come un'arma,
al fatto che lo stesso Crowley poco dopo quel rigurgito di rabbia si era
inginocchiato di fianco a lui con il volto sporco di lacrime e moccio ed il
cuore colmo di rimorso. Aveva passato la notte insonne per quel motivo, Allen,
per lo stress delle missioni. Doveva prima convincersi lui stesso per poter
convincere gli altri e il fatto che la voce di Lavi fosse ritornata la solita,
alta, squillante ed insopportabile, lo stava aiutando più di quanto non avesse
potuto immaginare.
- Eh eh eh. Certo che sei proprio un
unluc... -
BOOM!
C'era stata un'esplosione. Il rumore dell'esplosione non era stato
propriamente boom, ma
qualcuno aveva urlato quell'onomatopea, una voce sinistramente metallica che
aveva inserito quella parola di quattro lettere in una frase che nè Allen nè
Lavi riuscirono a comprendere. Qualche muro da qualche parte doveva essersi
frantumato, perchè i due ragazzi, scaraventati a terra dall'improvvisa onda
d'urto, si rialzarono rovesciando a terra le polveri e i calcinacci di cui si
erano ricoperti. Allen contemplò con un vago alone di depressione il carrello
che era volato oltre la finestra in frantumi, diventato purtroppo una macchia
informe nel cortile che circondava l'Ordine.
- Ehi Allen, guarda lì. -
Era stato Timcampi ad attirare l'attenzione
dei due Esorcisti, sbattendo freneticamente le ali per far risaltare il suo
bagliore dorato tra la polvere che stava impiegando troppo tempo a
diradarsi.
- Cos'è successo? -
Johnny giaceva a terra, il camice bianco
riportava delle bruciature che non avevano risparmiato i suoi vestiti e nemmeno
parte della pelle.
Evidentemente la mancanza di sonno aveva
debilitato Allen a tal punto da necessitare di parecchio tempo anche solo per
provare un'emozione adeguata alle situazioni: si accorse di essere preoccupato
per la situazione venutasi a creare soltanto quando un intenso dolore gli fece
irrigidire i muscoli del collo. Lentamente quel dolore si trasformò in un
formicolio fastidioso che si diffuse in tutto il suo corpo fino alle punte delle
dita.
- Allen! -
Altro dolore, questa volta all'altezza
della mano destra e vide numerose siringhe conficcate nel dorso. Aggrottò le
sopracciglia, le sue facoltà intellettive sembravano essersi rallentate tanto da
impedirgli di poter ipotizzare un quadro plausibile di ciò che stava accadendo,
si stava limitando ad ammirare un bizzarro liquido ambrato riversarsi nei suoi
muscoli.
- Esorcista Allen Walker. Preparare la sala operatoria. -
Lavi, che a poca distanza da lui aveva già
evocato l'Innocence, incominciò a diventare per Allen uno sfuocato miscuglio di
rosso, nero e bianco stagliato su una macchia argentea che probabilmente era un
Komurin. Che quell'attacco improvviso fosse opera di un Komurin, Allen non lo
capì, fu il suo subconscio, che aveva registrato il trauma avuto in passato con
una di quelle macchine infernali, a suggerirglielo prima che gli venisse a
mancare l'equilibrio con il quale si stava mantenendo in piedi.
Cadde a terra e ciò che vide prima che
tutto divenne buio fu il brillio di Timcampi. Nel buio, prima che la sua
coscienza venisse meno, sentì un fastidioso ronzio riempirgli le
orecchie.
- Yu, sei arrivato proprio nel momento
giusto. -
L'idea di Lavi di posare il corpo inerme di
Allen sui divani della sala comune fu delusa quando vide con i propri occhi che
la furia incontrollata dei Komurin aveva raggiunto anche quella zona -più tardi
avrebbe scoperto che l'opera di distruzione era partita proprio da
lì-
Kanda girò il viso quel che gli bastò per
scoccare un tagliente sguardo a Lavi - Chiamami ancora una volta così e andrai a
fare compagnia agli aborti di Komui. Tch. -
Era seccato. Kanda era abitudinalmente
scocciato, essere scocciato rientrava nella descrizione base di Kanda, ma in
quella particolare situazione la sua insofferenza nei confronti di qualunque
cosa fosse viva o meno (del mondo intero insomma) era di sicuro incrementata.
Dunque Lavi, benchè trovasse allettante l'idea di stuzzicare ancora un po' Yu,
ragionevolmente decise di rimanere con la bocca chiusa, onde evitare di dire
anche solo involontariamente qualcosa che avrebbe potuto aizzare Mugen contro la
propria persona.
Inoltre stava ancora camminando con Allen
sulle spalle e questo era fonte di ulteriore disagio, dato che la sua presenza
gli avrebbe impedito una regolare fuga. Il primo posto in cui Lavi era andato,
dopo che i colpi letali di Kanda ebbero fatto piazza pulita dei Komurin, era
stata l'Infermeria, ma la vista della Capo Infermiera che troneggiava severa sui
membri della Scientifica rimasti coscienti lo aveva indotto ad ignorare i loro
sguardi che invocavano silenziosamente aiuto e a cercare un posto più tranquillo
dove lasciare Allen. Avere un parere sulle sue condizioni da chi era più esperto
di lui lo avrebbe tranquillizzato, tuttavia Lavi avrebbe informato la capo
infermiera quando Allen nelle sue mani sarebbe stato più al sicuro che in
pericolo.
- E adesso? -
Kanda si grattò il collo e, dopo che ebbe
constatato l'assenza di pericolo immediato con un'ultima occhiata penetrante,
ripose Mugen nel fodero.
- E' un problema tuo. - rispose
freddo.
- Eh?! -
A venire in loro aiuto fu Jerry, che Lavi
riconobbe solo grazie ai due lunghi codini che ondeggiavano oltre la pila di
coperte. Non ebbe il tempo materiale di chiedergli dove stesse andando, tuttavia
decise lo stesso di seguirlo, scoprendo così che la sala mensa era diventata
temporaneamente un'infermeria. Sorrise spontaneamente di sollievo e si girò per
esternare la sua gioia a Yu, ma l'unica cosa che c'era dietro la sua schiena
(oltre ad Allen) era una minacciosa carcassa metallica che un gruppetto di
Finder si stava affrettando a smontare in pezzi ulteriormente più piccoli. Kanda
evidentemente aveva mantenuto fede alle parole pronunciate poco
prima.
- Yu è sempre il solito. - sospirò Lavi con
tono rassegnato.
Si fece strada con attenzione tra chi stava
giacendo per terra su delle coperte ammucchiate come meglio si era potuto; i
tavoli erano occupati da medicinali, bende e quant'altro fosse necessario per
curare i feriti. Lavi, osservando quel surrogato di infermeria, non potè fare a
meno di pensare che in una manciata di minuti Komui era riuscito a fare più
danni di quanti ne avesse potuti fare il Conte nello stesso lasso di
tempo.
Evitò per ben due volte di venire travolto
dall'esuberante Jerry che stava ancora distribuendo coperte in giro e finalmente
riconobbe una schiena familiare, la schiena di Lenalee.
- Lenalee, tutto bene? -
Nel voltarsi la ragazza sussultò dal dolore
e l'infermiera che le stava curando un taglio sulla coscia rinsaldò la presa
sulla gamba.
Lenalee non rispose alla domanda, il suo
viso si contrasse in una smorfia preoccupata vedendo Allen privo di sensi -
Cos'è successo? -
Lavi posò il corpo di Allen sul tavolo con
poca grazia e il rumore che fece la testa del più giovane battendo contro il
ripiano fu fin troppo forte, ma questi continuò a rimanere incosciente - Non
preoccuparti, respira ancora. - si giustificò temendo lo sguardo della ragazza -
Però temo che nelle siringhe lanciate da Komurin ci fosse un sonnifero o
qualcosa del genere. -
- E' un paralizzante ad azione soporifera.
-
I due Esorcisti si sorpresero nel sentire
rispondere l'infermiera.
La donna lì guardò entrambi con fare severo
- Non sono diventata infermiera per caso. Poi noi sappiamo meglio di voi cosa
creano quelli della scientifica, dato che un giorno sì ed uno no qualcuno di
loro viene ferito dalle loro stesse creazioni. - sbuffò - Tranne il Supervisore,
lui è stranamente immune a questa maledizione. -
Lenalee abbassò lo sguardo, leggermente
rossa sulle guance - Ed è pericoloso? - chiese ignorando sensi di colpa che non
avrebbero dovuto essere suoi, ma di suo fratello.
- No, ma secondo il signor Reever gli
effetti durano come minimo per 24 ore. - l'infermiera arrotolò con cura la benda
attorno alla gamba della giovane - E' un guaio, perchè parecchi sono stati
colpiti. La capo infermiera sta costringendo Komui a cercare un antidoto.
-
Lavi, contento di non aver cercato di
salvare i suoi compagni dalla strigliata della capo infermiera, si sedette sulla
panca e con un solo sguardo memorizzò i volti dei presenti - Bè, la maledizione
sembra essersi estesa a tutto l'Ordine, direi. -
Lenalee sospirò, colta dall'imbarazzo che
suo fratello di sicuro non stava provando.
Nessuno aveva osato chiedere a Kanda
ospitalità nella sua stanza, una delle poche sul piano risparmiate dall'attacco
dei Komurin. Tuttavia, anche se fosse esistito nell'Ordine qualcuno con
abbastanza coraggio (o con poco acume, era in fondo la stessa cosa) da
chiederglielo, sarebbe rimasto deluso, perchè sarebbe giunto in ogni caso in
ritardo.
Quando Kanda, dopo essere stato costretto a
dare il suo aiuto per sgombrare le macerie dell'infermeria, finalmente riuscì a
ritornare nel piccolo angolo dell'Ordine dove nessuno osava disturbarlo -se non
Komui tramite golem per avvisarlo riguardo le missioni e solo per quello-,
comprese, anzi, si ricordò che in quel nessuno non era compreso Lavi.
La sua sorpresa si esternò con la buffa
espressione che assunse il suo viso nel vedere un letto matrimoniale al posto
del suo solito letto ad una piazza. E su quelle coperte di un orrido color
canarino-Timcampi, era seduto Lavi, con la giacca della divisa gettata a
casaccio per terra, che stava leggendo un libro.
Fino a lì tutto normale (fatta eccezione
per il letto), se non fosse stato per un piccolo e non insignificante
particolare: accanto allo stupido coniglio dormiva profondamente la mammoletta,
con le mani giunte sul petto in una posa che gli avrebbe reso giustizia solo se
si fosse trovato a riposare in una bara.
Lavi alzò lo sguardo dal libro e sogghignò,
un sorrisetto divertito e dannatamente irritante per la nota di malizia che
presentava.
- Yu, finalmente sei ritornato!
-
Oh. Quanto avrebbe voluto affondare la
punta di Mugen nell'occhio sano di Bookman jr. Probabilmente sarebbe stato per
una manciata di secondi, il tempo necessario a bagnare la sua lama di sangue, la
persona più felice in tutto l'Ordine.
About The Doppler
Effect
Questo è un capitolo di transizione, nel
senso che quello che accade qui è il ponte per qualcosa di più succoso. Mentre
ero a metà di questo capitolo, così diverso dal primo, pensavo già al prossimo:
se viene così come l'ho pensato, dovrebbe esserci qualcosa di simile alla luna.
La luna del primo capitolo che vi è piaciuta tanto. Questo capitolo in
particolare non mi attira, ma va bè. Di riscriverlo non si parla, se no entro in
paranoia. Comunque ditemelo se ci sono parti incomprensibili, così almeno quelle
le rivedo.
A proposito, ma non esiste un rating
tra l'arancione e il rosso? Tipo arancione vermiglio o rosso Grifondoro? Se
esistesse la mia fan fiction dovrebbe collocarsi lì per quello che accadrà dopo.
Per quello che accade prima cito brutalmente ed impropriamente
Phantom_Miria: cicciaculo. Mi ripeto, se vi dessi tutto subito non manterrei
l'attenzione viva. Poi, per quanto Allen possa vedere bene, era notte, non era
su gaytube e i due si stavano abbarbicando l'uno all'altro sotto le
coperte.
Un'altra cosa. L'immagine che ho messo
adesso era da principio quella del primo capitolo. Per farla breve l'ho
modificata nel capitolo scorso, lo dico per chi non l'avesse vista la versione
grafica definitiva.
Coooooomunque. Grazie inanzitutto a chi ha
recensito, poi a chi ha messo la storia tra seguite, preferite o sfavorite, alla
fine a chi ha soltanto letto fino a qui, perchè significa che non ha mollato
alle prime tre righe del primo
capitolo.
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Capitolo 3 *** 03 # Volta la carta ***
Titolo: The Doppler Effect
03 # Volta la carta
Autrice: Armònia
Manga:
D.Gray-Man
Disclaimer: I personaggi
appartengono a Katsura Hoshino. Non è mia intenzione utilizzarli a scopo di
lucro.
Pairing: ARK - (Kanda + Lavi) x
Allen
Genere: Comico
Rating: Arancione
Avvertenze: Slash, What if?,
Lime
Note: Volevo scrivere qualcosa
di non troppo impegnativo su D.Gray-Man. Ci sono riuscita.
Breve Trama: L'effetto Doppler è un cambiamento apparente della
frequenza o della lunghezza d'onda di un'onda percepita da un osservatore che si
trova in movimento rispetto alla sorgente delle onde.
---
Nella vita bisogna muoversi per comprendere quale sia la
vera frequenza che si percepisce. Bastano una porta socchiusa ed una missione
inopportuna per capirlo.
The Doppler Effect
03 # Volta la carta
Il suono che si creava toccando le pagine di un libro era
estremamente rilassante e per niente banale, il quale non si riduceva ad un
semplice frush seguito da un lungo silenzio occupato da un'attenta
lettura.
Questo pensava Lavi. Per lui leggere un libro non
significava la mera acquisizione di informazioni volte alla sua istruzione per
meritare il titolo di Bookman, di un libro, Lavi, ancora prima del contenuto,
ammirava la forma. Osservava attentamente la copertina, sfiorava i bordi rigidi
prima di aprire il tomo e di scrutare il colore delle pagine, delle lettere
stampate. Poi c'era il profumo di un libro. Se avvicinava il naso alle pagina ed
inspirava a fondo, Lavi riusciva, anche a distanza di tempo dalla stampa, a
sentire profumo di inchiosto e carta: un aroma quasi impercettibile che non
aveva comunemente un nome, ma che lui chiamava conoscenza.
La cosa che tuttavia Lavi preferiva era ascoltare le pagine.
Mentre le voltava si toccavano tra loro, in una lenta carezza, prima che con un
abile gesto del dito completasse il movimento. Crepitio e schiocco. Due suoni
che ricordavano il rumore bruciante del fuoco e quello assordante dei fulmini
che richiamava con la propria Innocence; chissà se Dio non gli avesse conferito
quel potere in virtù del suo amore per i libri. E continuava a toccare le pagine
anche mentre leggeva, faceva scorrere i pollici sulla ruvida carta, così che il
crepitio di quel contatto accompagnasse il suo percorso di assimilazione di ogni
singola lettera.
Tra le tante cose che Kanda non sopportava di Lavi -tra cui
era inclusa la sua presenza stessa- non rientrava questo particolare vizio.
Kanda aveva imparato col tempo che i libri assorbivano la mente di Lavi più di
quanto non lo facesse l'idea di stuzzicare come un idiota chi lo circondava con
nomignoli idioti ed allusioni ancora più stupide: dunque niente Yu, niente
treccioline ai capelli, niente tentativi di colorargli la faccia e nient'altro
che gli facesse venire voglia di alzare la spada verso di lui.
Tuttavia quella sera era diverso. Lavi guardava
distrattamente il libro e di tanto in tanto roteava la pupilla sinistra
posandola su Allen per qualche istante prima di riprendere la lettura: sempre
dalla stessa identica riga. Kanda non era così interessato a ciò che Lavi stava
facendo da volersi accorgere che da ben dieci minuti non aveva ancora voltato
pagina, ma il fruscio delle pagine era diverso dal solito, e lo stava
innervosendo quasi quanto il fatto che in mezzo a loro due giaceva la
mammoletta.
Lavi incominciò a
giocherellare con l'angolo di un pagina e fu allora che quando di nuovo
abbassò lo sguardo per osservare Allen, vide troppo vicino alla sua gola la lama
affilata di Mugen.
- Yu! Cosa c'è?! -
Non si era preoccupato di tenere basso il tono di voce,
Allen non si sarebbe svegliato prima del mattino a venire. Se Kanda era stato
costretto da Lenalee a prestare il suo aiuto per tutta la giornata al fine di
accorciare i tempi di restauro (una mano in più non faceva mai male), Lavi aveva
sfruttato le sue innate doti di mimetizzazione che gli consentivano gli ingressi
in scena più inaspettati per sparire, ricomparendo solo per spilluccare qualcosa
all'ora di pranzo e cena. Quando Yu, distrutto dai troppi contatti umani
avvenuti nel giro di sole quattordici ore, ritornò infine nella camera, trovò
l'insopportabile sorriso di Lavi, il quale aveva poi spiegato che il suo tempo
lo aveva ben speso negli innumerevoli tentativi di svegliare Allen. Ovviamente
falliti, visto che la suddetta mammoletta ancora giaceva in stato di incoscienza
e posizione da futuro morto nella bara.
Kanda dunque aveva raggiunto il limite massimo di
sopportazione accorgendosi che i gesti di affezione naturale di Lavi verso i
libri quella sera erano forzati, non spontanei e quasi ingenui come al solito:
lo stava facendo apposta per cercare di distrarsi, senza ovviamente
riuscirci.
- Posa quel libro e dormi. - intimò con un tono che non
ammetteva alcuna replica. Ma Lavi era uno stupido coniglio e come tale seguì il
suo stupido istinto che esulava dall'autoconservazione.
- Lo sai che non riesco a dormire se non legg...
-
La frase venne brutalmente troncata.
- Non stai leggendo. -
Non fu lo sguardo carico di intenti omicidi di Kanda a
indurre Lavi a scivolare il più silenziosamente possibile sotto le coperte, e
nemmeno le parole scandite chiaramente con un tono basso e piatto. Fu vedere la
punta di Mugen tagliare in due la sua adorata fascia verde confezionata con
tanta cura da Johnny a convincerlo che la strategia migliore per quella sera
fosse la resa. Anche se di solito sarebbe finita in modo molto diverso e molto
più piacevole.
Il silenzio che seguì un breve tramestio di coperte -Lavi
probabilmente si era girato per trovare una posizione comoda- fu il segno che
finalmente quell'idiota aveva deciso di addormentarsi senza fare troppe
storie.
- Yu. -
Kanda si aspettò il solito buonanotte che avrebbe
preceduto il meritato oblio del sonno al quale anelava, tuttavia Lavi riuscì a
stupirlo ed irritarlo ancora una volta.
- Allen ha ancora addosso i vestiti. -
- E allora? -
Fintanto che fosse rimasto in quella posizione, sdraiato su
di un fianco con la schiena rivolta alla mammoletta, Kanda non avrebbe avuto
possibilità di vedere Lavi, tuttavia gli parve di sentire il ghigno che si
allargava sul suo volto.
- Dobbiamo mettergli il pigiama. Così dormirà scomodo. - la
giacca della divisa gliel'aveva già tolta e si trovava da qualche parte per
terra vicino agli stivali.
- La mammoletta non dorme, è in coma. Il discorso è chiuso.
-
La risposta di Kanda non ebbe l'effetto sperato, poichè Lavi
sbuffò - Yu, Yu, Yu... - dal tono sembrava che stesse cercando pazientemente di
spiegare un concetto ovvio ad un bambino dal discutibile quoziente intellettivo
- ...il punto non è il pigiama. Il punto è spogliare Allen. -
Ora Kanda riusciva a focalizzarlo perfettamente il ghigno,
bianco e perfetto, stagliato contro l'oscurità che avvolgeva la stanza. Quella
sera il cielo era gonfio di cupe nuvole, probabilmente il giorno seguente
avrebbero dovuto aspettarsi la pioggia. Ma Kanda stava osservando il buio oltre
la finestra della stanza solo per distrarsi dall'insistente fruscio che
proveniva da dietro di lui.
Fu quando parte della coperta gli scivolò dalle spalle quasi
fino al gomito che si decise a voltarsi: Lavi stava cercando di sciogliere il
nodo del nastro rosso e la mammoletta continuava a dormire immobile nonostante
la poca grazia delle dita di Bookman Jr; una scena abbastanza comica.
Era stretto quel dannato nodo e Lavi, mentre le sue dita
scivolavano in continuazione sulla stoffa rossa senza riuscire a concludere
nulla, si chiese come facesse Allen. Fu allora che davanti ai suoi occhi
comparve un luccichio ed il nastro venne reciso senza che vi fossero danni sulla
camicia.
- Yu, sei un gran figo. -
Kanda storse il naso stizzito, senza capire se Lavi fosse
più stupito per la sua precisione nel taglio o più grato per essere riuscito ad
eliminare quell'ostacolo che per lui forse sarebbe stato insormontabile (a meno
che non avesse scelto di strozzare Allen). Comprese che era giusta la seconda
ipotesi quando Lavi manovrò il corpo inerte di Allen in modo da farlo sedere
sulle proprie gambe incrociate ed incominciò a sbottonargli uno ad uno i
bottoncini lucidi del gilet.
- Non chiamarmi in quel modo. -
In una situazione solita Kanda avrebbe attentato alla vita
di Lavi, ma anzichè impugnare -a che numero di volte era arrivato quella sera?-
Mugen ancora una volta, le sue dita scivolarono sinuose accanto alle asole della
camicia di Allen, rompendo le costrizioni dei bottoni con piccoli e rapidi
gesti.
Lavi contò mentalmente quarantanove secondi netti prima che
il torso di Allen fosse totalmente scoperto: lui e Yu non erano riusciti a
capirsi, i loro gesti non si erano coordinati a dovere e quella manciata di
attimi in più erano riusciti ad indispettire Kanda tanto da fargli strattonare
la camicia per gettarla via assieme al gilet. Lavi aveva sentito un sinistro
rumore che gli richiamò alla mente uno strappo, tuttavia non gli importò più di
tanto. Anzi, gli sarebbe vagamente interessato se non fosse stato così impegnato
ad esaminare il torace e l'addome di Allen.
- Non capisco Yu. -
- Cosa? -
Lavi sollevò lo sguardo su Kanda ed immediatamente si scordò
di ciò che gli premeva sapere. Era una cosa del tutto plausibile, nonchè
comprensibile, dato che una delle sue ricorrenti fantasie erotiche stava
parzialmente iniziando non solo davanti ai suoi occhi, ma addirittura tra le sue
mani. Il pensiero che di sicuro Yu non avrebbe concluso completamente con Allen
-come lui stesso del resto, non avrebbe approfittato, non troppo, di quella
fortunata situazione- non riuscì ad evitargli un'erezione. Non che Yu avesse
fatto qualcosa di eccezionale oltre a togliere i pantaloni ad Allen, oltretutto
con un gesto più brusco che sensuale -si poteva usare un tale aggettivo?- Ma
Lavi avrebbe ucciso per vedere Kanda ed Allen fare sesso davanti a lui. E Kanda,
Lavi stesso ne era quasi sicuro, avrebbe invece evitato di uccidere per vedere
la stessa cosa avvenire tra la mammoletta e lo stupido coniglio.
Solo che Yu non esternava nulla, se non tramite
gesti sottili dalla difficile interpretazione. Chissà, forse all'interno del suo
corpo c'era un movimentato tramestio di pensieri ed emozioni che tuttavia
non riuscivano ad intaccare in modo completo le sue parole o le sue
espressioni. Lavi, nel momento in cui Kanda aveva deciso non di colpirlo ma di svestire
Allen lui stesso, era riuscito a comprendere che Yu probabilmente aveva deciso di
diventare, prima che fosse troppo tardi, il freno per le perversioni di
entrambi.
Perchè se Yu non avesse impedito alle sue mani di andare
sotto l'intimo di Allen, tutti e due il mattino dopo si sarebbero risvegliati
con il rimorso di essere andati troppo oltre con quel gioco che all'inizio gli
era parso divertente - divertente per Lavi, forse Kanda lo aveva saputo fin
dall'inizio che si trattava di una scemenza, ma anche lui aveva voluto togliersi
lo sfizio per evitare di ricaderci. Sempre con un forse di mezzo.
Solo che quando entrambi ricaddero sul materasso stretti in
un abbraccio ed in un bacio, mentre Allen giaceva immobile accanto a loro, Lavi
si accorse che tutta quella situazione era soltanto triste. Non gli bastava
baciare la pelle di Yu, non gli bastava carezzare con la lingua la sua intimità,
non gli bastava sentirlo gemere e contorcersi mentre prendeva possesso del suo
corpo.
Non bastava. Tuttavia la rete del letto continuò
disperatamente a cigolare.
Lavi e Kanda avevano entrambi diciotto anni e grazie tante.
Allen invece ne aveva ipoteticamente quindici; Lavi e Lenalee avevano scoperto
che l'origine dell'ipoteticamente proveniva dal fatto che Allen stesso non aveva
idea di quando fosse nato e che nessuno nel circo in cui era cresciuto si era
mai premurato di informarlo a tal proposito. Era stato Mana a fare una stima
della sua età ed Allen si era fidato perchè era Mana, non aveva bisogno
d'altro.
Dunque Allen non aveva età. Lavi aveva incominciato a
pensarlo nel preciso istante in cui si era accorto di essere attratto
sessualmente da lui - anche se un preciso istante non c'era, era accaduto e
basta. Erano soltanto tre anni, ma tre anni non contano finchè non ne compi
dieci; superata quella soglia il divario reale bisogna moltiplicarlo, come per
l'età dei cani.
Diciotto contro quindici significava che Lavi, assieme a
Kanda, era un adulto fatto e finito, mentre Allen ancora navigava nell'ingenua
pubertà. Il tutto dallo spassionato punto di vista di Lavi, al quale faceva
comodo pensare che probabilmente Allen poteva anche essere più vecchio di lui
con un organismo che tuttavia cresceva a rilento.
Nemmeno Kanda sapeva quando il suo corpo avesse iniziato a
reagire alla mammoletta in modo anomalo, tuttavia il ricordo dell'aver
finalmente ammesso questa sua debolezza lo perseguitava.
Lo stupido coniglio. Uno stupido scherzo dello stupido
coniglio. Dello stupido alcool -a detta di Lavi, ma di sicuro c'entrava di mezzo
qualche droga- di dubbia provenienza messo nella sua stupida cena dallo stupido
coniglio per fargli uno stupido scherzo.
Kanda, quando con l'ultimo barlume di coscienza comprese che
era stato drogato, aveva minacciato Lavi di morte. Poi gli aveva detto di uscire
dalla stanza e che ci avrebbe potuto rimettere piede soltanto nudo con la
mammoletta (nudo anche lui). Ed infine si era svegliato il mattino dopo con un
pesante mal di testa, Mugen troppo lontana e Lavi troppo vicino (per l'esattezza
che dormicchiava beato sul suo petto). Per quanto la storia di Lavi, il quale
ovviamente aveva avuto per quella sera una forma mentale migliore di quella di
Kanda, fosse stata palesemente romanzata con particolari irritanti, il
messaggio di fondo puro si era riuscito a capire.
- Ehi Yu. -
Ringhio.
- Cosa c'è? -
Lavi guardava Allen. Anche Kanda guardava Allen. Lo avevano
guardato mentre stavano venendo e forse erano venuti entrambi perchè lo avevano
guardato.
- Dato che lo chiami mammoletta, pensavo che Allen fosse più
gracile. -
Non era così. Il corpo di Allen era magro e
muscoloso.
- Tch. -
- In effetti con quella divisa enorme sembra più piccolo di
quanto non sia. - nel dirlo, Lavi si chinò per raccogliere il libro caduto
a terra durante l'amplesso.
Kanda ignorò le
sue elucubrazioni riguardo al nomignolo che Allen secondo lui (Kanda)
si meritava a pieno. Non ci aveva riflettuto per darglielo, era spontaneo
chiamarlo mammoletta, dato che era una mammoletta senza spina dorsale.
Kanda lanciò uno sguardo ad Allen - Devi rivestire la mammoletta. - la
mammoletta che, nel suo essere mammoletta, faceva reagire il suo
corpo in un modo che non voleva. Digrignò i denti
seccato.
- Posso farlo anche domattina Yu. - ribattè l'altro con
leggerezza - Comunque solo qualche paragrafo. -
Un fruscio, aveva girato la pagina Lavi. Questa volta Kanda
non fu infastidito dal rumore dei polpastrelli che sfioravano impertinenti la
carta.
- Non chiamarmi così. -
Era tranquillo Lavi, anche se sapeva che solo con Yu non era
soddisfatto, si sentiva stranamente tranquillo. Fu silenzio mentre scorreva con
l'occhio le righe piene di parole.
Poi Lavi esordì nel bel mezzo del crepitio delle pagine che
venivano strofinate l'una contro l'altra.
- Io dirò ad Allen che voglio fare sesso con lui e te. - si
massaggiò il collo indolenzito e richiuse il libro - Non è salutare portarsi
dietro i rimorsi. - non era da lui giustificarsi, ma farlo con Yu gli risultava
naturale anche quando non era necessario, poichè le scuse rappresentavano il suo
primo tentativo di salvarsi dalle ire che suscitava nell'altro.
Kanda ancora non dormiva, non si sarebbe addormentato finchè
non sarebbe stato sicuro di essere l'ultimo sveglio in quella stanza. La
rivelazione di Lavi non lo stupì più di tanto.
- Fai come ti pare. -
Risvegliarsi nel letto di Kanda aveva rappresentato per
Allen un profondo shock che molto probabilmente non avrebbe avuto se tale
situazione si fosse verificata soltanto qualche giorno prima. Dunque, quando si
ritrovò ad osservare il buco che era rimasto nell'edificio al posto della
propria camera, Lenalee attribuì il suo sguardo perso nel vuoto ed il pallore
sul suo viso a quella pessima visione abbinata alla notizia che i suoi -pochi-
averi erano praticamente andati in polvere. Quando poi andarono assieme a fare
colazione, ipotizzò che la lentezza di Allen nel mangiare (mangiare, non
divorare a tutto spiano qualunque cosa commestibile avesse avuto davanti) fosse
dovuto a un qualche residuo del siero che il suo organismo non aveva ancora
smaltito del tutto e che lo aveva ridotto ad essere meno reattivo del
solito.
- Allen, tutto bene? -
Avrebbe dovuto rispondere di no per amor di sincerità, ma
per amor di amicizia rivolse a Lenalee un candido sorriso -la ragazza nascose un
leggero rossore prendendo un sorso di succo di frutta- e la rassicurò,
spiegandole in poche parole che si sentiva solo un po' rigido nei
movimenti.
- Più mi muovo e più sento che sto recuperando la mobilità,
dunque non c'è nulla di cui preoccuparsi. - concluse in risposta allo sguardo
preoccupato di Lenalee, addentando finalmente il pezzo di omelette infilzata
sulla forchetta.
- Meno male. - sospirò lei - Tuttavia non sforzarti.
-
Lenalee avrebbe voluto sorridere di rimando, ma ciò che le
venne spontaneo fare fu rivolgere ad Allen uno sguardo di severo rimprovero:
essendo lui più piccolo, le veniva quasi naturale comportarsi come una sorella
maggiore. Anche se, in fondo, lei tendeva a comportarsi da sorella maggiore anche con gran parte del personale della Sezione Scientifica, oltre che con Kanda certe volte.
- D'accordo. -
Allen riuscì comunque a strapparle un sorriso, biascicando
con una pagnotta rotonda e bianca tra i denti.
- Buongiorno Lena! Buongiorno mammoletta! -
Quel mattino Lavi sembrava particolarmente di buon umore.
Allen sputò il pane approfittando del fatto che Lenalee fosse impegnata a
rispondere al saluto, subito dopo una mano gli diede una forte pacca sulla
schiena.
- Mi chiamo Allen. - borbottò tra i denti mentre tirava a sè
un piatto di dango.
- Vedo che il tuo appetito non è diminuito. Ne deduco che ti
senti bene. -
Lavi sorrideva come al solito, mostrando una contentezza
addirittura esagerata considerando il fatto che seppure fosse rimasto alla home
quel giorno non avrebbe potuto riposarsi come al solito perchè avrebbe dovuto
dare una mano per la ristrutturazione. Allen non replicò, ma diede ragione a
quelle parole vuotando una ciotola di stufato a grandi bocconi.
- A proposito. - Lavi mise in una tazza colma di latte una
brioche - Prima di venire qui ho incontrato Reever. Tra dieci minuti dobbiamo
andare da Komui. -
Allen abbassò la ciotola, ma fu Lenalee a porgere la domanda
che avrebbe voluto fare lui non appena fosse riuscito ad ingoiare il boccone
troppo grande.
- Come mai? -
- Andiamo in missione con Yu. -
Lavi stava ancora sorridendo a Lenalee quando Allen gli
sputò in faccia pezzi di carne caldi.
About The Doppler Effect
Devo smetterla di pensare che le mie storie diventino
stupide dopo il primo capitolo. A dire il vero non so gestire tanto bene le
storie di innamoramenti ed inciucciamenti vari, dunque possiamo dire che sono
nuova in questo campo (non è vero mi sa, ma voi pensatelo se no mi
demoralizzo).
Allora... questo capitolo tendenzialmente fa capire un po'
il significato del titolo, ma se non l'avete capito lo spiegherò più avanti
(forse adesso non ho voglia, oppure rischio di fare spoiler prevedibili). In
seguito voglio approfondire un po' di più la storia dell'innamoramento
Kanda/Lavi/Allen, non l'ho fatto troppo qui altrimenti sarebbe diventato un
capitolo abbastanza noioso. C'è tempo e spazio per vari paragrafi dedicati ai
vagheggiamenti mentali come quest'ultimo.
Lavi e Kanda sono abbastanza pervertiti (secondo me Kanda lo
è un sacco di più di Lavi, ma nasconde tutto dietro l'aria da asociale), non so
se ho reso bene quella parte che a dire il vero è venuta fuori così. Puff.
All'inizio avrei voluto inserire un qualcosa dal quale non si capiva bene se i
due fossero attratti da Allen o meno, poi la mia mentora mi ha dato un calcio
nel culo e mi ha imposto di renderlo palese. Dunque ho chinato la testa. Però il
motivo per cui sia andata così... boh, loro due sono eccitati da Allen e si
lasciano un po' andare, ma hanno ancora un barlume di coscienza per pensare che
farlo a quel modo sarebbe, oltre che una violenza sessuale bella e buona, poco
soddisfacente e molto triste.
- Non è salutare portarsi dietro i rimorsi. -
In quanto erede di Bookman penso che i precedenti log di
Lavi siano stati costretti a parecchie privazioni dal punto di vista umano. Non
approfondirò sulla questione Bookman, niente cuore e bla bla blate varie,
altrimenti troppa roba da mettere e su cui ponderare. Volevo solo precisare il
motivo di quella frase. In questo capitolo mi sono concentrata un sacco su Lavi,
difatti a volte ho usato Yu al posto di Kanda proprio per prendere un po' il suo
punto di vista, ma toccherà anche a Kanda di essere psicanalizzato un po', diamo
tempo al tempo.
Ah, una cosa IMPORTANTE: questa storia è collocata temporalmente in un periodo ipotetico
(nell'anime, che non conosco bene) tra l'arrivo di Crowley all'ordine e la
missione di cercare Cross -maaaa, penso di averlo già detto, va bè- dunque, ad
occhio e croce, potremmo dire che i sentimenti di Kanda e Lavi non durano da
mesi e mesi. Insomma, non considerateli due repressi che non sanno confessarsi e
si limitano a scoparsi a vicenda per paura della reazione di Allen. Solo che
considerate le missioni, la situazione dell'Ordine contro il Conte ed il fatto
che non si tratta di dire "Lo sai che mi stai simpatico?" ma "Lo sai che se
penso a te nudo mi viene un'erezione?", mi pare un buon compromesso.
Il titolo l'ho
preso da una canzone di De André che adoro un sacco. Ciò che Lavi voleva
chiedere a Kanda ma si è scordato di farlo perchè aveva la sua fantasia erotica
sotto gli occhi era per l'appunto il perchè avesse incominciato a chiamare Allen
mammoletta. Penso di aver detto tutto. Se non l'ho fatto keep
calm and wait for the next chapter.
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Capitolo 4 *** 04 # Scottish Bubbling Rain ***
ATTENZIONE!!!
Manterrò questo avviso ad inizio capitolo fino a che non posterò il capitolo
5. Il paragrafo che avrebbe dovuto aprire questo capitolo l'ho spostato alla
fine del capitolo 3 poichè si integrava meglio con quello e gli dava una fine
più decente. So di essere una tonta per essermene accorta dopo (anche perchè
avevo già in mente l'inizio del capitolo 4 e avrei potuto pensarci un po' di
più) e vi chiedo sinceramente scusa.
Titolo: The Doppler Effect
04 # Scottish Bubbling Rain
Autrice: Armònia
Manga: D.Gray-Man
Disclaimer: I personaggi appartengono a Katsura
Hoshino. Non è mia intenzione utilizzarli a scopo di lucro.
Pairing: ARK - (Kanda + Lavi) x Allen
Genere: Comico
Rating: Arancione
Avvertenze: Slash, What if?, Lime
Note: Volevo scrivere qualcosa di non troppo
impegnativo su D.Gray-Man. Ci sono riuscita.
Breve Trama: L'effetto
Doppler è un cambiamento apparente della frequenza o della lunghezza d'onda di
un'onda percepita da un osservatore che si trova in movimento rispetto alla
sorgente delle onde.
---
Nella vita bisogna muoversi per comprendere quale sia la vera frequenza che
si percepisce. Bastano una porta socchiusa ed una missione inopportuna per
capirlo.
The Doppler Effect
04 # Scottish Bubbling Rain
- Tch. -
- Cosa c'è che non va, Yu? -
La pioggia aveva incominciato a cadere quando il treno, dopo essere uscito
dalla nebbia che li aveva accolti al confine, si era addentrato nella desolata
brughiera scozzese. La loro mancanza di esperienza nel leggere i segni
meteorologici osservando quel tipo di paesaggio li aveva fatti trovare
impreparati alle forti folate di vento che fecero volare via la bandana di Lavi
non appena questi ebbe compiuto un balzo sulla banchina della stazione; lui le
era corso disperatamente dietro fino a che il pezzo di stoffa verde non si
dileguò in lontananza, sparendo nel cielo gonfio di nubi.
Dunque Kanda, a seguito di ciò, scoprì che c'era un'ulteriore cosa che non
andava in Lavi, ovvero il fatto che continuasse a portare una mano tra i capelli
nella vana speranza che la lunga frangia restasse indietro. Più che altro era il
modo in cui lo faceva a renderlo insopportabile: infilava lentamente le
dita tra le ciocche rosse, piegava la testa indietro in modo da facilitare
l'azione e, quando finalmente sembrava che i capelli riuscissero a non ricadere
davanti al suo viso, scuoteva la testa, vanificando così quel gesto. Insomma, il
cerchio si chiudeva solo ritornando al fatto che Kanda detesta Lavi in quanto
idiota fatto e finito qualunque cosa lui facesse.
Tuttavia non era quello il motivo per cui Kanda aveva sbuffato durante
l'inutile l'ennesima accozzaglia di movimenti di Lavi, ai quali aveva reagito
con un semplice sguardo di noncurante indifferenza.
- Se non ci sbrighiamo ad arrivare gli Akuma arriveranno all'Innocence prima
di noi. - sbottò osservando in lontananza la mammoletta ed il Finder impegnati
in una conversazione con un ometto scozzese.
Il maltempo aveva avuto la naturale conseguenza di rendere inagibile la via
marina e colui che avrebbe dovuto portarli fino all'Isola di Skye (suddetto uomo
tarchiato con rada peluria rossa sul capo) si era categoricamente rifiutato
anche soltanto di prestare loro il traghetto, suo unico bene: continuava a
ripetere che sarebbe stato inghiottito dalla furia delle onde.
- Secondo me non riusciremo a convincerlo in alcun modo. - sentenziò Lavi
poco prima che una raffica di vento improvvisa spostasse bruscamente i capelli
di Kanda facendoli sbattere contro al suo naso.
- ... -
- Yu, le tue risposte riescono sempre a rasserenarmi. -
Il Finder li raggiunse sotto la pensilina in legno dove avevano trovato un
parziale riparo dalla pioggia prima che Kanda esplodesse contro Lavi, Allen era
pochi passi dietro di lui e non fu necessario esaminare la sua espressione per
comprendere che le trattative si erano concluse con un nulla di fatt: l'uomo
stava già risalendo la stradina che conduceva al paese, dunque nessuno di loro
pose l'ovvia domanda - Com'è andata? - ma Kanda sbuffò, guardando Allen
come se fosse colpa sua che gli agenti atmosferici avessero deciso di mandare
sulla terra quel diluvio; Lavi invece nuovamente cercò di dare un senso ai suoi
capelli che continuavano a ricadergli sul viso per colpa del vento. Il Finder,
con fare abbastanza reverenziale, prese un fazzoletto scuro dallo zaino e glielo
porse; Allen non ascoltò quel breve scambio di parole, ma si ricordò che
all'Ordine lui possedeva una benda verde che spesso aveva usato in passato per
nascondere i suoi capelli. Dunque si ricordò che tutto ciò che si trovava nella
sua stanza era andato in fumo, il che significava che anche i suoi risparmi per
pagare i debiti del maestro erano stati devastati; ci aveva già pensato sul
treno, mentre faceva finta di rimuginare sul rapporto dei Finder nel tentativo
di non guardare troppo Lavi e Kanda, tuttavia, pur essendo la seconda volta che
quella visione gli balenava in testa, la nausea fu forte come la prima ondata.
Si appoggiò sulla pensilina con una mano, provocando un moto di apprensione da
parte del Finder.
- Signor Walker, tutto bene? -
- Sì. -
No, non andava per niente tutto bene. Ma sorrise lo stesso e guardò
distrattamente prima Lavi, il cui viso era illuminato da un gongolante ghigno
fuori luogo, poi Kanda, che sembrava non gradire il fatto che il vento si
insinuasse sotto la sua divisa facendola gonfiare all'altezza delle gambe. Non
andava bene perchè aveva perso tutti i risparmi per pagare i debiti del maestro
e avrebbe dovuto ricominciare da capo. Non andava bene perchè aveva imparato a
memoria il briefing sulla missione dato loro da Komui a furia di rileggerlo per
evitare di guardare Lavi e Kanda, vedendo nei loro gesti cose che forse non
c'erano. E non andava bene perchè il fatto che Lavi avesse fatto del tormentare
Kanda il suo passatempo preferito non aiutava: le loro mani si sfioravano
spesso, si scambiavano sguardi reciprocamente, Lavi rideva, Kanda no perchè
detestava sentire troppe volte proprio il nome.
Allen non sapeva il perchè, ma gli si contorceva lo stomaco come se avesse
avuto fame, gli si infiammavano le orecchie, le guance, il petto e stringeva le
cosce mentre ricordava qualcosa di tanto intimo che non avrebbe dovuto vedere. E
ciò che più lo scombussolava era il non capire cosa stava provando.
Rabbia? No di certo, comprendeva il fatto che avrebbero voluto tenere
nascosto qualcosa di simile.
Disgusto? Impossibile, era certo del fatto che il ricordo di quella notte non
gli provocava la stessa nausea che lo coglieva quando era più piccolo e sentiva
i gemiti del maestro.
Gelosia? I suoi rapporti con Lavi e Kanda erano sempre gli stessi,
considerata anche la probabilissima ipotesi che quella relazione tra i due fosse
iniziata ancora prima del suo arrivo all'Ordine. Dunque lui, Allen, non poteva
nemmeno anelare ad avere il diritto di dire alcunchè al riguardo senza nemmeno
aver confessato la malizia che quella notte lo aveva spinto ad andarsene
soltanto quando si fu accertato che sia Kanda sia Lavi stessero dormendo
profondamente.
- Uff... accidenti... - si massaggiò la fronte e sentì un dolce solletichio
lungo il braccio sinistro: dalla manica uscì Timcampi che si aggrappò alla sua
spalla come per consolarlo. Con l'indice gli carezzò la croce - Grazie. -
- Signor Walker! - il Finder richiamò la sua attenzione - Il signor Lavi ha
trovato il modo per arrivare all'isola. -
- Oi mammoletta. -
- Mi chiamo Allen. - sbottò con poca convinzione, riprendendosi però in parte
da quel deprimente vortice di pensieri.
Lavi sembrava estremamente soddisfatto nel non sentire più il fastidioso
solletichio dei capelli davanti al viso.
- Sei preoccupato? -
- Mh, un po'. In fondo si tratta di Innocence e non vorrei che gli Akuma
arrivino prima di noi. -
- Dai, non preoccuparti mammoletta. -
Con un gesto brusco Lavi scompigliò i capelli di Allen e si divertì nel
ricevere uno sguardo arrabbiato. -
- E' Allen! -
- Devi sapere... - Lavi si battè un pugno sul petto atteggiandosi con aria di
importanza - ...che conosco un modo per raggiungere l'isola. -
Quella fu probabilmente la prima occasione in cui Allen e Kanda, se avessero
avuto modo di superare i pregiudizi che si erano creati da soli tra di loro, si
sarebbero ritrovati a parlare senza litigare, poichè senza saperlo erano
riusciti ad avere un pensiero in comune: quel piano non andava. Benchè fosse
l'erede di Bookman, Lavi non sembrava mostrare nemmeno la metà del buon senso
del suo maestro e continuava a sorridere come uno scemo.
- Dai, cosa sono quelle facce? - esclamò prendendo in mano la forma base di
Ozuchi-Kozuchi. Evocò l'Innocence divertito non tanto dalle espressioni
scettiche dei due, quanto dal fatto che in quel momento entrambi gli stavano
rivolgendo il medesimo sguardo.
- Lavi, piove e tira un vento fortissimo. Il manico rischia di andare da
tutt'altra parte. -
Allen, non essendo mai andato a scuola, non conosceva nulla delle leggi della
fisica riguardanti l'equilibrio o le correnti d'aria, tuttavia l'esperienza,
unita al buon senso che mancava a Lavi, gli stava suggerendo tramite un
bruciorino al petto che quel piano geniale, com'era stato definito dal
suo ideatore, aveva delle falle.
- Dai mammoletta, non avrai solo paura? -
- Mi chiamo Allen! -
Lavi sghignazzò, contento di aver provocato la reazione indignata del più
giovane con una semplice insinuazione: era stato quasi più semplice che far
infuriare Yu.
- Fidati di me. In questo modo ci metteremo anche meno tempo di quanto ce ne
avremmo messo con il traghetto. -
- Non è il tempo il problema. - Allen si grattò una tempia - Per lo meno non
quel tipo di tempo. -
Kanda si avvicinò al martello e, dopo aver assicurato Mugen alla cintura
della divisa, vi si aggrappò con una sola mano.
- Se per qualche motivo non giungiamo a destinazione e cadiamo in mare. -
assottigliò lo sguardo, Lavi deglutì nervosamente ed il suo sguardo per un
istante saettò verso la spada mentre con gli occhi della mente la vedeva
sguainata da una mano invisibile - Ti uccido prima che tu riesca ad affogare.
-
- Sta tranquillo Yu. - lo sforzo di sorridere e di nascondere la sua paura
gli riuscì molto bene, dopotutto fingere per mantenere una certa personalità era
alla base del suo essere Bookman.
L'ultimo a stringere il manico di Ozuchi-Kozuchi fu Allen, il quale rinsaldò
d'istinto la presa ricordandosi dello shock subito la prima ed unica volta che
si era fatto trasportare in quel modo, quando incautamente aveva utilizzato una
sola mano, per giunta quella destra, il che aveva significato meno forza e più
dolore. Sentì sotto la divisa la coda di Timcampi avvolgersi attorno al suo
braccio ed Allen, che stava scrutando per un ultima volta il Finder rimasto
sotto la pensilina per avvertire i suoi compagni, venne colto da un orrendo
dubbio.
- Lavi. -
Ma Lavi aveva già incominciato a parlare - Martellone, martellino... -
- Hai imparato ad atterrare come si deve, ver... -
- ...allungati! -
La partenza fu brusca, il manico incominciò ad allungarsi con
un'accelerazione improvvisa che riuscì a contrastare le correnti d'aria,
impedendo così eventuali oscillazioni che avrebbero potuto portarli fuori rotta.
Se soltanto Kanda non avesse avuto la necessità di mantenersi aggrappato con
tutte e due le mani, ne avrebbe volentieri usata una per tappare la bocca della
mammoletta, la cui frase si perse in un breve grido di sorpresa mista ad
agitazione. Lavi rise di gusto, ma il fischio del vento tagliato dal loro
passaggiò coprì la sua voce.
" Mana, sono vivo... "
Allen era sul punto di piangere per la felicità, distesto sulla spiaggia,
incurante della pioggia che violentemente gli stava sferzando la parte del volto
non affondata nella sabbia bagnata. Toccare a pieno corpo quel qualcosa chiamato
terreno fu un'esperienza inebriante per lui che era sopravvissuto a quella
violenta quanto breve traversata. Poco importava che la sabbia, per via
dell'acqua, avesse assunto una consistenza simile a fanghiglia e si stesse
quindi attaccando ai suoi abiti. Aveva sentito parlare una volta di un tale, un
certo Cristoforo Colombo e sembrava che non appena giunto in America avesse
baciato la terra; pocò mancò che lo facesse anche lui, ma il suo aplomb inglese
gli aveva consentito solo per pura disperazione di lasciarsi cadere sulla
spiaggia.
Era quasi caduto da quel dannatissimo martello: se Kanda e Lavi si erano
aggrappati ad esso a mani nude, il suo bel paio di guanti progettato da Komui
aveva reso la propria presa più debole di quel che fosse in realtà a causa del
manico bagnato che gli era quasi costato un tuffo tra i cupi cavalloni.
Nell'istante in cui Allen aveva realizzato che arrancare con le dita
dolorosamente serrate su quell'unico appiglio era totalmente inutile, Kanda e
Lavi lo avevano afferrato per le spalle della divisa con il risultato doppio di
impedirgli un'eventuale caduta e di ridurre drasticamente la quantità d'aria che
entrava nei suoi polmoni, facendogli sfiorare il rischio di asfissia. Dunque la
prima cosa che Allen fece non appena si riprese dallo schianto del martello con
il suolo (no, Lavi decisamente non si era esercitato sugli atterraggi) fu
sbottonarsi freneticamente il colletto della divisa e sciogliere il fiocco per
poter aprire anche la camicia: aveva bisogno di aria.
- Ehi, Allen! -
Lavi gli si avvicinò e gli tese una mano per aiutarlo a rialzarsi. Allen notò
un livido sulla guancia e non fu tanto sicuro che il ragazzo se lo fosse
provocato nell'atterraggio; lanciò uno sguardo a Kanda, impegnato a risalire una
stradina naturale che portava via dalla spiaggia.
- Stavi per fare un bel volo, eh? -
Chissà perchè Lavi trovava divertente qualsiasi cosa che includesse una
disgrazia altrui; sorrideva perchè non era lui che stava per fare un tuffo fuori
programma in un mare agitato.
- Sì... -
Seguendo il percorso di Kanda, Allen si massaggiò la gola: sembrava che nè
lui nè Lavi si fossero accorti del fatto che stavano per spedirlo all'altro
mondo tramite soffocamento. Ripensò a ciò che era accaduto soltanto poco più di
un giorno prima e si chiese se fosse più pericoloso fronteggiare il Conte o far
parte dell'Ordine; per qualche folle istante Allen capì perchè il maestro
odiasse tanto quel posto da non volerci più far ritorno e provò pena per lui.
Poi ritornò in sè e vide Lavi che scrutava il cielo gonfio di nubi.
- Speriamo che questa sia la strada giusta. - commentò osservando la schiena
di Kanda allontanarsi ad una velocità considerevole. Riuscì a rilassarsi quando
riconobbe in lontananza una divisa bianca apparire oltre la collina.
- Mmmh... -
- Cosa c'è Lavi? - ancora aveva il naso per aria.
- Ah! - Lavi battè improvvisamente il pugno destro sul palmo sinistro della
mano e spalancò l'occhio in segno di sorpresa - Il timbro di legno! -
- Timbro di legno? -
Allen scoprì che il timbro di legno altri non era che uno dei sigilli evocati
da Lavi per effettuare i suoi attacchi tramite l'Innocence. Grazie ad esso Lavi
poteva letteralmente controllare le condizioni atmosferiche, dunque avrebbe
anche potuto far spostare altrove le nuvole in modo da poter quietare i flutti
marini il necessario per poter attraversare il breve tratto verso l'isola
Skye.
Solo che Lavi era un idiota e in quanto tale se l'era ricordato quando oramai
era troppo tardi, il che gli costò un bernoccolo sulla testa e la paura che
l'Innocence di Allen avesse potuto tranciargli il collo di netto. Allen aveva
sorriso affabile mentre lo minacciava silenziosamente di una morta lenta e
dolorosa e a salvargli la testa fu il richiamo inflessibile di Kanda; Lavi fu
grato all'indole dei due ragazzi che li condusse all'ennesimo litigio della
giornata nel quale lui non era contemplato.
Smisero di litigare quando improvvisamente la pioggia non cadde più. Era
stata una cosa improvvisa, come se qualcuno avesse improvvisamente impedito
all'acqua di scendere dalle nubi gonfie, che tuttavia ancora oscuravano la luce
con la loro presenza. Allen si voltò verso Lavi, pur sapendo che era impossibile
che avesse usato il timbro di legno senza farsi notare ed il Finder un istante
dopo spiegò loro che quella situazione si era venuta a creare dopo l'improvviso
attacco da parte degli Akuma.
Giunti davanti al castello il motivo di quello strano fenomeno divenne
chiaro: bolle. Il castello Dungevan era circondato da miriadi di bolle che
galleggiavano pigramente nell'aria restando quasi immobili nello spazio
rotondeggiante che occupavano.
- Ci sei soltanto tu? -
Allen si era aspettato che almeno qualche altro Finder fosse lì ad attenderli
e trovò strano che lì non ci fosse nessuno.
- I miei compagni sono rimasti nel castello. Io sono riuscito a scappare. -
aveva abbassato lo sguardo, come se si vergognasse di essere l'unico ad essere
riuscito nella fuga - Poi ho provato a rientrare, ma improvvisamente sono
comparse tutte quelle bolle che mi hanno seguito fino all'esterno. - l'ultima
frase l'aveva aggiunta frettolosamente, quasi avesse voluto avanzare una scusa
per giustificarsi. Kanda sbuffò.
- Quelle bolle sono Dark Matter, vero? -
L'uomo si asciugò la fronte con un gesto della mano e scostò
involontariamente il cappuccio mentre annuiva, mostrando così un taglio sulla
guancia tamponato alla buona.
- Nel castello siamo stati colti di sorpresa mentre cercavamo l'Innocence. Un
Akuma è arrivato all'improvviso ed ha sputato quelle bolle. Una è esplosa contro
un'armatura e ha rilasciato un liquido che a contatto con le altre... - sospirò
- ...ha provocato una reazione a catena. Io sono riuscito a nascondermi in tempo
ma il caposquadra è stato preso in pieno volto. La Dark Matter lo ha
polverizzato. - non stava singhiozzando, nè dava segno di volerlo fare, era
semplicemente stanco e avrebbe voluto ritornare all'Ordine il prima
possibile.
Era difficile che qualcuno tra i Finder rimasti indietro fosse ancora vivo,
dunque nè Lavi nè Kanda sprecarono parole su quell'argomento: loro erano
abituati ad annoverare uno o più morti nei rapporti da consegnare, ma Allen no.
Fu dunque Allen a posare una mano sulla spalla del Finder e a sorridergli - Se
c'è ancora qualcuno, lo salveremo. - tuttavia non seppe se fosse riuscito
nell'intento di consolarlo, l'uomo lo guardò con rassegnazione.
Kanda stava osservando la situazione, contemplava le bolle sistemate in modo
da non lasciare alcuno spazio per poter passare senza essere toccate; ed
ovviamente quella vicinanza, all'esplosione di una sola delle sfere, avrebbe
scatenato un effetto domino per cui l'area circostante sarebbe stata contaminata
dalla Dark Matter.
- Mammoletta, non giocare a fare l'eroe. Noi siamo qui per trovare
l'Innocence, non per recuperare dei falliti che si possono sostituire. -
- Lo so benissimo. -
I toni forzatamente pacati e le parole pronunciate senza alcuna intonazione
particolare di voce od una precisa espressione facciale, fecero rabbrividire
Lavi più di quanto i due non avessero potuto in condizioni normali di rabbia. In
particolare venne intimorito dallo sguardo duro e quieto di Allen, dal quale
avrebbe preferito rivedere il candido sorriso con il quale lo aveva minacciato
poco prima. Era totalmente d'accordo con Yu, Lavi, tranne sul modo in cui aveva
espresso le sue idee, tuttavia evitò di farlo presente al più giovane.
- Come facciamo ad entrare senza far esplodere le bolle? -
Allen osservò il tetto, ma penetrare dall'alto sarebbe comunque risultato
vano, dato che anche sulle tegole le bolle volteggiavano minacciose.
- Tch. - Kanda posò la mano su Mugen e la gestualità delle sue braccia fece
capire che era in procinto di sfoderarla - Basta che vi allontaniate ed in un
attimo avremo finito. -
- Non provarci nemmeno. - Allen si erse minaccioso (per quanto potesse
risultarlo, data la visibile differenza di altezza) di fronte a lui - Non
sappiamo che effetti avrebbe farle esplodere tutte, forse colpirebbe qualcuno
ancora vivo nel castel... -
- Nessuno è vivo lì dentro. - Kanda estrasse Mugen e la puntò contro di lui -
Ora levati da davanti. - lo sguardo risoluto e calmo di Allen gli diede sui
nervi.
- No. -
- Sigillo di fuoco! -
I due si guardarono perplessi, per un istante cercarono di capire chi tra
loro avesse pronunciato quelle parole. Poi una forte luce li investì assieme ad
una vampata di calore che riuscì a cancellare ogni traccia dell'umidità che la
pioggia aveva lasciato nei loro vestiti e sulla loro pelle.
Dal martello di Lavi si sprigionò un sinuoso serpente di fuoco che avanzava a
zanne spalancate, inghiottendo nella sua morsa le bolle senza che queste
tuttavia esplodessero. Quando la radura fu sgombra dalla minacciosa presenza
della Dark Matter le fiamme esplosero per un'ultima volta in tutta la loro
maestosità prima di cancellarsi in una spirale.
Lavi appoggiò l'Ozuchi-Kozuchi sopra la spalla destra e con un gesto
teatrale, sminuto da un ghigno, compì un movimento circolare col braccio
sinistro per poi indicare il portone - Yu, mammoletta... La strada è libera!
-
About The Doppler Effect
Questo capitolo è stato un parto, specialmente la prima
parte (che non mi piace per niente, dunque potrebbero esserci alcune
inesattezze, imperfezioni ed altro perchè l'ho ricontrollato, rivisto e riscritto circa dieci volte in due giorni e dopo la terza il mio
cervello chiedeva pietà). La seconda parte, dopo l'arrivo sull'isola è comunque uscita abbastanza decentemente perchè mi è arrivato un lampo di genio.
Comunque spero che la lettura non risulti troppo pesante, perchè ho scritto il
capitolo 4 con l'idea che qualunque long fiction io scriva questa finisca sempre
per andare verso il baratro della schifezza perchè non ci metto mai abbastanza
di niente: introspezione, romanticismo, approfondimenti psicologici. Sono
convinta di scrivere con leggerezza (vabbè). Anzi, lo ero fino a che non ho
ricontrollato per un'ultima volta il capitolo, poi mi sono tranquillizzata (per
qualche strano motivo *coffcoff*ovvero mi hanno minacciata*coffcoff*)
Avrei dovuto finirlo aggiungendo per lo meno un altro paragrafo, ma se lo
allungavo ancora non lo concludevo più e preferisco avere uno o due capitoli in
più rispetto al previsto piuttosto che sforzarmi di restare nel numero.
All'inizio avrei voluto inserire anche un Finder che si chiama Donald in onore
di Paolino Paperino dato che suo Zio Paperone è scozzese... non riesco mai a
stare nei piani.
A parte questo, non so quanto possa essere stata fino ad ora, o quanto sarà
in futuro, verosimile la mia fan fiction, ma mi consolo pensando che l'ho
scritta per puro piacere di slasher e di vedere quei tre felici assieme nello
stesso letto (ovviamente nudi).
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Capitolo 5 *** 05 # Danzando nella mente ***
Titolo: The Doppler
Effect
05 # Danzando nella
mente
Autrice: Armònia
Manga: D.Gray-Man
Disclaimer: I personaggi
appartengono a Katsura Hoshino. Non è mia intenzione utilizzarli a scopo di
lucro.
Pairing: ARK - (Kanda + Lavi) x
Allen
Genere: Comico
Rating: Arancione
Avvertenze: Slash, What if?,
Lime
Note: Volevo scrivere qualcosa
di non troppo impegnativo su D.Gray-Man. Ci sono riuscita.
Breve Trama: L'effetto
Doppler è un cambiamento apparente della frequenza o della lunghezza d'onda di
un'onda percepita da un osservatore che si trova in movimento rispetto alla
sorgente delle onde.
---
Nella vita bisogna muoversi per comprendere quale sia la
vera frequenza che si percepisce. Bastano una porta socchiusa ed una missione
inopportuna per capirlo.
The Doppler Effect
05 # Danzando nella mente
- Allora io prendo il corridoio a destra. -
Sorriso.
- No! A destra voglio andarci io! -
Broncio.
- Sei arrivato in ritardo Lavi. -
Ghigno.
- Allen, non fare uscire di nuovo il tuo lato oscuro...
-
Tremore.
- Quale lato oscuro? Comunque io vado a destra! -
Decisione.
- Ma non voglio andare a sinistra! Porta male! -
Piagnucolio.
- ..... -
Indifferenza.
- Non pretenderai mica che ci vado io a sinistra? Sono già
maledetto di mio! -
Stizza.
- Allora maledizione più o maledizione meno non cambia nulla
no? -
Ghigno.
- Tch. -
Kanda.
- Cosa significa quello sbuffo? -
Allen.
- Sei sempre il solito Yu. -
Lavi.
- Ahia! -
Timcampi.
Il Golem si era aggrappato con le zanne all'indice sinistro
di Allen e, sebbene fosse sprovvisto di un paio di occhi, il ragazzo potè
intuire chiaramente uno sguardo carico di rimprovero. Tolse il guanto ed osservò
con attenzione il dito, ma non fu sorpreso nello scoprire che pur avendo sentito
il dolore non c'era alcuna traccia di quel gesto - Hai ragione Timcampi, non
possiamo restare qui a litigare. - sorrise.
Si girò e la piena convinzione di ritrovarsi faccia a faccia
con Kanda e Lavi esagerò la reazione di stupore che accompagnò la realizzazione
di essere rimasto da solo: riconobbe le schiene dei due, i quali avevano
rispettivamente imboccato uno la strada a sinistra e l'altro quella a
destra.
- Lavi! Kanda! -
L'unica risposta che ricevette fu l'eco del suono della sua
voce che si era diffusa oltre il cupo portone che dava sulla via centrale,
perpendicolare al corridoio di cui Lavi e Kanda avevano deciso di occuparsi
approfittando della sua momentanea distrazione. I loro nomi ritornarono al suo
orecchio distorte, echeggiando in un sinistro sibilo acuto che indusse Timcampi
a tuffarsi dentro al cappuccio della divisa. Allen deglutì, i suoi occhi
esaminarono le due file di armature che occupavano il sottile ponticello in
pietra sospeso su di un vuoto oscuro (Lavi aveva giurato di aver visto un
bagliore muoversi laggiù): ognuna di esse reggeva all'altezza dell'elmo una
diversa arma -Allen riconobbe una spada e qualche mazza con strane protuberanze
dall'aria nociva- e dalla posizione delle braccia sembrava che fossero pronti a
colpire chiunque avesse osato avventurarsi in quella sottile striscia di pietra
rimasta calpestabile.
Avrebbe potuto colpirle con l'Innocence e farle cadere di
sotto, Allen, tuttavia se in quel baratro buio Lavi aveva veramente visto una
luce, avrebbe rischiato di fare del male a qualcuno. Dunque gli sarebbe bastato
correre seguendo le striscie di luce filtrate dagli oculi che campeggiavano ai
bordi dell'immenso soffitto: l'ampiezza di quella stanza, racchiusa da pareti
che sembravano infinite a causa del buio che le oscuravano, contribuì non poco a
mettere in soggezione Allen. Si fece coraggio ed oltrepassò la prima coppia di
armature.
E forse era stata solo la situazione, unita all'ambiente
poco rassicurante, ad averlo reso particolarmente sensibile a suoni che
normalmente avrebbe trascurato, tuttavia fu sicuro di aver sentito un cigolio
provenire dalle sue spalle. La sua mente traditrice gli mostrò un movimento di
elmi puntati verso di lui che una strizzata d'occhi dopo sparì e tutto ritornò
normale. Silenzioso come la quiete prima della tempesta. Allen deglutì di nuovo,
ma questa volta non aveva più abbastanza saliva con cui bagnarsi la
gola.
- Bè... meglio questo che andare a sinistra. - si
disse con un'ondata di positivismo forzato.
Nel silenzio dei corridoi Kanda sentiva soltanto il rumore
dei propri passi. Rapidi e leggeri. La suola degli stivali creava a contatto con
la pietra un suono ritenuto dai più piacevole (come se a lui potesse importare
dello stupido suono provocato da un paio di calzari), tuttavia lui cercava, non
appena fosse possibile, di camminare sopra i tappeti che ovattavano i rumori da
lui provocati, consentendogli così di percepire con più attenzione segnali di
eventuali presenze: non gli era permesso di farsi cogliere impreparato e, se
aveva ben imparato dalle sue numerose esperienze passate, molto probabilmente
gli Akuma lì presenti si erano già accorti dalla loro presenza dal momento in
cui Lavi aveva tolto di mezzo quelle fastidiose bolle.
Lanciò uno sguardo al golem che finalmente poteva seguirlo
senza il pericolo di essere spazzato via: anche se gli Akuma fossero andati
all'esterno, il Finder era rimasto di guardia e benchè da solo, il loro nemico
non era noto per la sua silenziosità. Per questo Kanda camminava con la mano
stretta al fodero di Mugen, pronto a sfoderare la sua arma per qualunque
evenienza. Non inquieto, ma prudente e all'erta. Scrutava ad ogni passo lo
spazio davanti a sè e con l'udito riconosceva l'eco del suo camminare, in modo
da poter avvertire subito qualunque rumore estraneo.
Poi si fermò, immobile sul tappeto tinto di un rosso cupo:
le pareti assieme alla stoffa sembravano essere stati corrosi da un qualcosa che
non si trovava più lì, da lisce qual'erano, le pietre costituenti lo scheletro
del castello avevano preso la forma di grottesche e ruvide concavità che di
sicuro avevano in qualche modo minato la stabilità del disegno originale. Di
alcuni stendardi sopravvissuti rimaneva soltanto il bastone incastrato nei muri.
Il gesto con cui Kanda sfoderò Mugen impedì che la lama procurasse alcun rumore
nello sfiorare il fodero o nel fendere l'aria seguendo il movimento circolare
del braccio.
Un passo. Due passi. Tre passi. Un braccio che lentamente
divenne parte di un intero corpo riversato a terra davanti ai suoi occhi: un
Finder. Immobile sul pavimento, di lui rimanevano soltanto le vesti in cui erano
racchiusi pezzi di carne uccisi dal virus degli Akuma.
Nel rapporto di Komui era assicurata la presenza di cinque
Finder. Uno era rimasto ad attenderli sulla costa, il secondo invece sorvegliava
l'esterno del castello, un terzo era morto e di sicuro lo erano anche gli altri
due. Due su cinque, oltre le più rosee previsioni.
Il golem, dopo aver oltrepassato il Finder senza degnarlo di
ulteriore attenzione, incominciò a ronzare e Kanda si aspettò di sentire una
voce parlare, invece ciò che sentì fu il crepitio assordante di una fiammata,
distorto dalla ricezione radio disturbata dalle interferenze dovute alla loro
posizione geografica isolata.
- ...ehi, cosa succede? -
La trasmissione continuò a fargli ascoltare il rumore del
fuoco scoppiettante, Kanda ipotizzò che da qualche parte Lavi stava lottando e
che dunque fosse troppo impegnato per parlare al golem. Un'altra vampata e Kanda
fu sicuro di essere riuscito anche coglierne il rumore reale.
- Sono qui vicino. -
D'improvviso saltò all'indietro, un istante prima che un
sospetto pop si aggiungesse ai vari suoni; era stato il suo istinto a far
muovere l'impulso che spinse i suoi muscoli a contrarsi in modo da farlo
allontanare dal pericolo. Si era accorto appena in tempo della presenza di una
bolla i cui residui esplosi non riuscirono a raggiungerlo, ma evaporarono
rapidamente in un sinistro sfrigolio. Kanda si accorse che i danni arrecati con
quel colpo erano stati minimi e che le pietre già corrose non avevano subito un
ulteriore degrado.
" Dunque conta il numero e non la potenza.
"
Un ghigno malato si aprì sul suo volto e spalancò gli occhi
mentre avvertì la familiare sensazione della sincronizzazione scuotergli il
corpo. Si voltò ed incrociò con lo sguardo una sottile e lucida superficie
increspata da un trasparente ribollire.
- Hah, tentate di meglio. -
Sapeva che non poteva consumare in modo scellerato la
propria riserva vitale, specialmente scontrandosi con una bolla bitorzoluta sul
punto di rompersi, era però consapevole delle proprie capacità e sapeva che
sarebbe stato in grado di fenderla con un solo gesto, di farla esplodere in modo
che i suoi lerci residui non lo avrebbero colpito.
Ma qualcosa gli impedì anche solo di sollevare
Mugen.
- Kanda! -
La minaccia era meno grave di quel che sarebbe potuta
sembrare. Dato che i Finder avevano soltanto i Talisman come protezione -che
spesso e volentieri risultavano inutili di fronte alle offensive nemiche- la
loro versione dei fatti tendeva ad essere sempre più ostica rispetto a quella di
qualunque Esorcista. Ad aver creato quello sciame di bolle inseguitrici era
stato un Livello 2 alquanto chiacchierone somigliante ad un ammasso di bubboni
simili a schiuma solida (Lavi aveva sentito chiaramente l'impatto dell'Akuma sul
suo martello) sotto al quale era possibile intravedere l'imitazione di uno
scheletro umano. Grazie a lui Lavi era venuto a conoscenza del fatto che in quel
castello oltre a lui vi erano tre Livello 1 e un - Tanto troveremo prima noi
l'Innocence! - gridato al culmine di uno scontro faccia a faccia conclusosi più
o meno alla pari (l'Akuma aveva barcollato a causa dell'impatto) lo aveva
rasserenato, facendogli comprendere che non erano giunti in ritardo. Purtroppo
quell'Akuma era tanto chiacchierone quanto abile nella fuga e, usando come capro
espiatorio le bolle che creò tramite un taglio all'altezza dello stomaco, scappò
via nel momento in cui Lavi evocò il sigillo di fuoco per difendersi.
- Waaaah! Me ne sono scappate alcune accidenti! -
Non si sarebbe mai aspettato che quelle bolle fossero in
grado di muoversi a loro piacimento -insomma, prima galleggiavano lì senza far
nulla!- dunque la sua reazione che scatenò l'inseguimento fu abbastanza lenta e
perse di vista l'ultima bolla mentre girava un angolo a destra. Per nulla perso
d'animo evocò il cerchio dei sigilli ed ancora una volta si affidò al suo
serpente di fuoco.
Il corridoio venne invaso da una lingua di fuoco e fu con
spavalderia che Lavi andò ad accertarsi del proprio operato, spavalderia
esternata tramite un ghigno che scomparve non appena il ragazzo si accorse che
il pavimento sul quale stava camminando non era completamente liscio, ma
presentava numerose cavità poco profonde, come se fosse stato
corroso.
- Mammoletta. -
L'inconfondibile intercalare di Yu gli fece ritornare il
sorriso e saltellò allegro, dimenticandosi subito della sospetta conformazione
della pietra.
- Mi chiamo Allen. -
Lavi sbattè le palpebre e smise bruscamente di muoversi:
quando atterrò sul piede destro il contraccolpo dovuto al suo peso gli diede una
fitta di dolore alle tempie e le sue braccia dondolarono appena lungo i fianchi.
Senza accorgersene aveva socchiuso la bocca e molto probabilmente aveva cercato
di dire qualcosa, perchè sentì la sua gola pizzicare, ma fu una lontana
sensazione trascurabile.
Non sapeva com'era successo e in tutta sincerità gli
importava ben poco, era troppo impegnato a registrare quell'immagine, godendo
del fatto che la sua mente non avrebbe mai dimenticato nessun particolare. I
vestiti di Allen erano diventati brandelli che ancora si stavano deteriorando
sopra la sua pelle e Lavi potè finalmente vedere e non più soltanto immaginere
le sue cosce mentre si toglieva di dosso a Kanda. Li aveva colti entrambi in
quel preciso momento, Allen che ancora non si era reso pienamente conto della
situazione e che stava disattivando l'evocazione dell'Innocence in modo da
facilitarsi coi movimenti, e Yu che... bè, nella testa di Lavi, Yu stava
decisamente guardando e toccando troppo per un semplice movimento che lo aiutò a
liberarsi di quel fastidioso peso.
Fu Kanda ad accorgersi per primo della presenza e
dell'espressione ebete di Lavi, impegnato a contemplare la scena per rendersi
conto che i suoi muscoli facciali stavano agendo quasi per conto proprio; poi
Allen lo notò e subito dopo, avvertendo fin troppo freddo, realizzò di essere
quasi totalmente nudo.
Lavi si ritenne fortunato nell'aver scorto l'intimità di
Allen -prima che questi si rannicchiasse d'istinto-, mal trattenuta da ciò che
restava dei suoi pantaloni, tanto che per un istante gli parve di provare una
piacevole sensazione di galleggiamento. Tuttavia fu bruscamente riportato alla
realtà dalla calda morsa che gli rese difficile sopportare la costrizione dei
pantaloni.
E Kanda, con un leggero ritardo rispetto a quanto avrebbe
fatto di solito, prese in mano la situazione.
- Dai alla mammoletta la tua giacca. -
Lavi lo guardò con aria vagamente smarrita prima di
concedersi ad un sorriso forzato.
- Prestagli la tua Yu. -
L'intesa tra i due arrivò fin troppo tardi e Kanda, quando
comprese il motivo che aveva spinto Lavi a formulare quella frase dal contenuto
assurdo, diede le spalle ad Allen dopo avergli lanciato bruscamente la
giacca.
- Tch. -
- Signor Lavi. -
Lavi, pur avendo sentito la voce del Finder, non alzò la
testa da un vecchio e consunto libro di leggende scozzesi; lo aveva trovato
sotto al letto della casupola che l'Ordine aveva affittato loro per quella
notte, in modo che potessero riposarsi prima di ritornare. Tuttavia, per far
capire all'uomo che era in ascolto, fece un bizzarro movimento con la testa
mentre voltava la pagina.
- Ho avvisato il Supervisore dell'esito della missione. Mi
ha raccomandato di riportare lo stendardo al castello. Inoltre il mio collega
rimasto sulla costa è stato richiamato alla home, dato che la sua presenza lì
era inutile. Domani mattina ci riporterà indietro un peschereccio. -
Un altro cenno. Il Finder esitò, spostando il peso da un
piede all'altro.
- Allora io vado. Al mio ritorno redigerò il rapporto.
-
Il sonoro clunk della spessa porta in legno spostò
nuovamente tutta l'attenzione di Lavi sulle storie di quel libro; non ne era
sicuro, ma sembrava che quel Finder avesse parlato così tanto per esorcizzare il
rimorso di dover scrivere, e dunque rendere totalmente reale, che lui tra i suoi
compagni era l'unico rimasto.
Aveva ripreso a piovere non appena Kanda, con un solo letale
fendente, era riuscito ad eliminare il Livello 2. Se n'erano accorti quando per
i corridoi, mentre erano alla ricerca dell'Innocence, incominciò a risuonare un
soffice ticchettio e subito attribuirono quel fenomeno alla scomparsa degli
Akuma, per lo meno fino a che il Finder rimasto all'esterno non li
contattò.
Lo trovarono nei pressi del portone d'ingresso e reggeva
nella mano destra un pezzo di stoffa logoro, nella mano sinistra un frammento di
Innocence: erano entrambi caduti dal cielo e la pioggia aveva ripreso a
scrosciare con forza. Allen poi, più rivolto al Finder stesso che a Lavi e
Kanda, aveva detto che non era strano, che con l'acqua le bolle sarebbero
scoppiate e la Dark Matter contenuta in esse avrebbe potuto rovinare
irrimediabilmente il castello oltre che il paesaggio, dunque era stata
l'Innocence a voler proteggere quel luogo.
Lavi aveva trovato una leggenda curiosa su quel libro: la
Fairy Flag, come l'avevano chiamata gli abitanti del piccolo villaggio quando
era stata mostrata loro, era stata investita del potere di proteggere il clan
MacLeod (i signori del castello Dunvegan) per tre volte. Due volte, prima della
loro missione, era già successo. Ed infine anche la terza.
Ma Lavi, fissando le immagini dal gusto cavalleresco
disegnate con cura, non pensava minimamente alla leggenda della fata che aveva
fatto quel dono al clan. La sua mente era ferma sul sedere di Allen e sull'idea
che la divisa cucita da Johnny non gli facesse giustizia: invece la giacca di Yu
era più stretta sui fianchi, dunque Lavi invece di memorizzare passivamente il
percorso, aveva ammirato attivamente il fondoschiena attraente che ancheggiava
(nella sua testa, perchè Allen non ancheggiava, camminava normalmente) davanti
ai suoi occhi.
Passò l'altra dietro al collo e sospirò - Accidenti. -
faceva davvero caldo in quella casa, ma molto probabilmente il caldo era dovuto
al pensiero del sedere di Allen, oltre che a tutto il resto del suo corpo che
era riuscito a gustare con gli occhi quel giorno.
Avrebbe dovuto dirgli tutto dopo la missione, tuttavia
teoricamente sarebbero stati in missione fino a che non avessero rimesso piede
alla home (anche perchè Allen sembrava essere stato scombussolato dalla serie di
eventi che lo avevano visto come favorita e forse unica vittima del destino),
dunque, a conti fatti, tutto quel vortice di pensieri era un modo per rimandare
ancora la cosa. E concluse che forse era meglio aspettare un po', soltanto un
altro po', quando non ce l'avrebbe fatta più per davvero.
Richiuse il libro, si era stancato di leggere. Sorrise
impertinente.
- Vediamo cosa sta facendo Yu. -
In qualche modo, e per qualche assurdo motivo, Allen si
stava crogiolando nella certezza che Lavi si fosse stizzito per la scena a cui
aveva dovuto assistere nel castello e che Kanda, di riflesso, fosse riuscito ad
approfondire l'odio che nutriva nei suoi confronti. Nonostante un pesante mal di
testa gli stesse martellando le tempie, Allen era riuscito ad organizzare un
complesso cerchio di causa-effetto argomentato da valide prove.
Quando Kanda aveva, ovviamente, mostrato la sua riluttanza
nel volergli far indossare la propria divisa, la reazione di Lavi aveva fatto
sprofondare Allen in un limbo di vergogna stimolata dal senso di colpa nell'aver
scoperto la relazione tra i due. Ed era colpa proprio di quel particolare se
Allen non era riuscito a vivere quella situazione normalmente, cogliendo invece
i segnali impliciti di gelosia nei gesti dei due.
Lavi si era rifiutato apertamente di aiutarlo (da lui non se
lo sarebbe mai aspettato) e lui -Allen- aveva ripiegato sulla divisa che Kanda
gli aveva gettato addosso con un gesto di puro disprezzo. Non sapeva
praticamente per nulla come funzionassero le cose tra gli -deglutì- innamorati,
ma dai segnali era possibile che i due non avessero gradito molto la sua
decisione di fare da scudo a Kanda contro la Dark Matter.
Bè, per lo meno era stato fortunato a cavarsela con una
divisa in meno, senza che anche la sua pelle venisse corrosa (benchè il liquido
viscoso creò su di lui una trama a stelle immediatamente purificata dalla
propria Innocence).
Girò la testa e il suo sguardo si posò sulla divisa di
Kanda, abbandonata su uno sgabello in legno che si reggeva su tre gambe
sbilenche. Con un notevole sforzo, che gli costò una fitta alla testa, Allen si
mise in ginocchiò sul letto, quindi infilò gli stivali (salvati dal fatto che
quella volta li aveva indossati sotto ai pantaloni) per prendere
l'indumento.
La sua stanza era isolata, messa al fondo del corridoio. Era
stato il primo a scegliere, mostrando abbastanza prepotenza, onde evitare che
eventuali rumori molesti notturni lo avessero raggiunto; si era sentito un
prevenuto e un pervertito nel pensarlo, ma l'esperienza con il maestro gli aveva
insegnato che i cuscini in certi casi non erano mai abbastanza e che era meglio
non fidarsi della garanzia di silenziosità altrui. Poi il Finder avrebbe dormito
al piano inferiore, in una stanzetta opposta al punto dove si trovavano le
altre, dunque era logica la conseguenza della sua intuizione poco pulita. Lavi e
Kanda avrebbero quasi sicuramente -deglutì di nuovo prima di bussare- fatto
sesso, dunque sarebbe stato meglio dare indietro la divisa il prima
possibile.
La risposta di Kanda fu un brusco - Cosa c'è? - e Allen
provò una sensazione di mancamento allo stomaco: possibile che avesse capito di
già che era lui? Aprì la porta e fece un passo in avanti scrutando la stanza con
una rapida occhiata; posò lo sguardo su una sedia pericolosamente vicina al
letto dove Kanda era seduto. Un secondo dopo, osservando il vetro bagnato di
pioggia, si chiese perchè in quella casupola, riscaldata soltanto da un
minuscolo caminetto che oltretutto si trovava al piano inferiore, facesse così
caldo dappertutto.
- Ti ho riportato la divisa. - provò a sorridere, ma fu
quasi certo di aver fatto una smorfia - Grazie. -
Silenzio. Il pavimento scricchiolò quando Allen compì il
movimento per girarsi.
- Mammoletta. Cos'avevi in testa quando ti sei buttato su di
me? - Kanda parlò con tono freddo - Il tuo compito è sconfiggere gli Akuma, non
andare in giro a salvare le persone. -
Allen si fermò - Mi pare di avertelo già detto durante la
nostra prima missione. E poi tu stavi per... -
- Io so badare a me stesso. -
- ...va bene. -
Nonostante la discussione avesse preso la monotona piega che
mostrava pienamente le divergenze di vedute tra lui e Kanda, Allen si sentì
decisamente più sollevato nell'accorgersi che tutto sembrava essere ritornato
nella direzione normale. Per lo meno gli rivolgeva ancora la parola.
- Tch, sei una mammoletta brava solo a parole. -
Un tic fece tremare la palpebra destra di Allen - Cosa vuoi
dire? -
Kanda stava sorridendo. Ironico e pungente, lo stava
guardando con una strana espressione, quasi fosse sul punto di sputare una
cattiveria che lo avrebbe gonfiato di soddisfazione. Una cosa poco da Kanda, che
emanava sentenze su chiunque senza che la sua espressione facciale praticamente
unica ne risentisse.
Ad Allen ritornò in mente proprio in quel momento che aveva
sentito un profumo dolciastro nell'istante in cui la prima bolla aveva dato il
via ad uno scoppio a catena, perchè la stessa fragranza gli riempì le narici,
facendo fremere il suo stomaco indolenzito per la nausea. Non si era accorto
subito che Kanda si era alzato in piedi - Mugen era proprio lì, a due passi ed
Allen pigramente si chiese, con un pizzico di ironia, se non fosse il caso di
evocare l'Innocence. Poi smise di rimuginare inutilmente quando il dolore alle
tempie venne sostituito dalla sensazione di avere un'inutile e vuota testa
attaccata sul collo.
Si era stancato all'improvviso, le sue gambe e le sue
braccia sembravano aver preso la consistenza di gelatina, perchè non reagì in
alcun modo quando notò che il viso di Kanda era abbastanza vicino da
consentirgli di notare una lieve sfumatura rossastra sul viso
pallido.
Faceva davvero caldo.
Non si ribellò nemmeno alle mani che lo fecero cadere sul
materasso. Qualcosa cigolò ed Allen, invece di preoccuparsi del fatto che il
corpo di Kanda torreggiasse sopra al suo, trovò interessante pensare che forse
quel letto non avrebbe retto i loro pesi.
Tutta quella situazione ai suoi occhi appariva surreale ed
Allen era abbastanza certo che ad un certo punto si sarebbe svegliato ed il suo
corpo avrebbe smesso di dargli quella sensazione di galleggiamento che lo faceva
sentire così lontano dalla realtà e così poco padrone di sè.
- Mmmh... dov'è Timcampi? -
Socchiuse gli occhi, non sarebbe stato male dormire in quel
momento, ma Kanda era ancora più vicino. Un brillio dorato lo indusse a girarsi
su di un fianco, un normale gesto reso scoordinato e difficile da quell'odore
che impregnava l'aria, un gesto che non compì, perchè Kanda lo
bloccò.
Allen aveva l'aria trasognata, gli occhi lucidi e la bocca
dischiusa, come se improvvisamente nel suo corpo avesse incominciato a circolare
una qualche droga che gli impediva di ragionare lucidamente. Kanda si fermò sul
fatto che quella stessa espressione, lo stava irritando da morire, perchè non
riusciva a fermare le mani, non cercava nemmeno di impedirsi di tastargli i
fianchi e il ventre piatto, di alzargli la camicia e di passare i polpastrelli
attorno all'ombelico.
Allen ansimò, Kanda digrignò i denti sentendo una fastidiosa
scossa di calore scuotere le sue gambe. Non era stato solo il suono della sua
voce, ma anche la reazione del suo corpo: le dita avevano esercitato una dolce
presa sulle coperte, la schiena si era contratta sotto il brivido che lo fece
contorcere. Gli toccò i capezzoli e volle leccargli le labbra, voleva chiudergli
la bocca ed impedire alla sua insopportabile voce di avere la meglio sul proprio
corpo.
Kanda si chinò in avanti e una gamba leggermente piegata di
Allen gli sfiorò il bassoventre. Ringhiò e detestò la mammoletta ancora di più
nel realizzare che la sua personale battaglia contro di lui l'aveva persa nel
momento in cui aveva deciso che doveva toccarlo in ogni modo e con tutto il
corpo.
Al soffuso suono della pioggia si mischiarono i respiri
soffocati e gli schiocchi di labbra umide; Kanda si staccava da lui ad ogni
dannatissimo bottone di quella dannatissima camicia che riusciva a togliere
dalla rispettiva asola, per guardarlo respirare e martoriarsi con le fitte di
calore che si dipartivano dalla sua erezione. Stava respirando anche lui più
rumorosamente del solito, ma tutti i suoi sensi erano concentrati a vedere,
toccare, sentire, annusare -dolce, schifosamente dolce!- e gustare Allen. Non se
ne accorse. Non c'era niente oltre ad Allen e al desiderio di sentirsi padrone
sulle sue sensazioni, in modo da bilanciare la propria dipendenza dalla
mammoletta che meschina si era insinuata nel suo corpo fino ad avere bisogno di
uno sfogo fisico per soddisfarsi.
Lavi.
- Yu...? Allen...? -
About The Doppler Effect
Siamo in direttura d'arrivo. Ancora un capitolo ed è finita
(risento ancora degli sforzi per il capitolo 4). La fine di questo capitolo...
mmmh... non so, non mi convince granchè, ma l'ho ideata fin dall'inizio della
fan fiction questa svolta, dunque accettatela così come viene. Lo spiegherò nel
prossimo capitolo, però voglio vedere quanti capiscono qual'è stato il Deus Ex
Machina della situazione (approssimativamente, perchè in realtà la storia è più
"complessa"). A parte questo, la storia non mi pare abbia molto senso (e nemmeno
il titolo XD), ma per lo meno mi sono divertita ad immaginarla (un po' meno a
scriverla).
Vi lascio imponendovi di passare da questa pagina Facebook
--> http://www.facebook.com/pages/DGray-Man-Log/129987960444904?sk=wall
Si tratta di un archivio dove si può scaricare un sacco di materiale (tra
volumi, capitoli, doujinshi, artbook, ecc.) su D.Gray-Man. So che scrivere una
recensione è faticoso, ma mettere un mi piace non lo è, dunque fatelo *è un
ordinetassativoapprossimativoradicequadratadi* Ovviamente per favore *insert a
smile here*
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Capitolo 6 *** 06 # Dietro la porta ***
Titolo: The Doppler Effect
06 # Dietro la porta
Autrice: Armònia
Manga: D.Gray-Man
Disclaimer: I personaggi appartengono a Katsura Hoshino. Non è mia
intenzione utilizzarli a scopo di lucro.
Pairing: ARK - (Kanda + Lavi) x Allen
Genere: Comico
Rating: Arancione
Avvertenze: Slash, What if?, Lime
Note: Volevo scrivere qualcosa di non troppo impegnativo su D.Gray-Man.
Ci sono riuscita.
Breve Trama: L'effetto Doppler è un cambiamento apparente della
frequenza o della lunghezza d'onda di un'onda percepita da un osservatore che si
trova in movimento rispetto alla sorgente delle onde.
---
Nella vita bisogna muoversi per comprendere quale sia la vera frequenza che
si percepisce. Bastano una porta socchiusa ed una missione inopportuna per
capirlo.
The Doppler Effect
06 # Dietro la porta
Kanda non era un idiota, Lavi lo sapeva ed era certo che ci fosse arrivato
anche lui: il profumo che aveva sciolto le loro (poche) inibizioni era
probabilmente un residuo del colpo ricevuto da Allen, il quale ne aveva subito
gli effetti in modo così pesante da costringere entrambi ad un tour de force
sessuale ben gradito. Se all'inizio sembrava che Allen stesse per cadere in
coma, all'improvviso, mentre Lavi era impegnato a sfilargli del tutto la
camicia, si era risvegliato, tanto da far credere ai due che avesse potuto
correre via dalla stanza.
Ovviamente non era accaduto, anzi, Allen aveva preteso silenziosamente di
essere toccato e Lavi aveva benedetto l'energia che si poteva avere solo nella
piena adolescenza -nella sua testa lui e Kanda si erano già addentrati nei
meandri dell'età adulta- La facilità sorprendente con cui gli avevano fatto
raggiungere ogni singolo orgasmo avrebbe dovuto stufarli fin da subito, perchè
Allen era un moccioso, non sapeva trattenersi e continuava a gemere senza
ritegno. Però, per quanto avessero provato soddisfazione nel vederlo sciogliersi
a quel modo tra le loro mani, non sembravano essere stati in grado di placare la
sua eccitazione: dopo il terzo orgasmo Allen era ancora accaldato, ancora -per
dirla con termini schietti- duro e non si riusciva a calmare. Per Kanda fu
l'occasione di un'eccitante sfida, resa più interessante dall'insofferenza
naturale che provava nei confronti della mammoletta, per Lavi fu un sogno che si
realizzava.
- Yu, te ne vai? -
Lavi osservò pigramente Kanda indossare uno dopo l'altro gli abiti dei quali
era stato spogliato in qualche modo: il tutto era stato un groviglio di mani,
bocche e gemiti, dunque per tutti e tre era stato impossibile capire chi
togliesse cosa - anche se Lavi fu praticamente certo che Allen non avesse tolto
un bel niente a nessuno, dato che era troppo impegnato a cercare (inutilmente)
di continuo un modo per evitare di essere sottomesso in modo palese.
- Non chiamarmi a quel modo. -
Sorvolando sul fatto che Kanda fosse ritornato così rigido in breve tempo
dopo essersi rilassato nel bearsi del corpo di Allen, Lavi continuò.
- Non resti qui? -
Oramai era conscio del fatto che a Yu bastava l'atto sessuale in sè e che
eventuali "coccole" -anche nella mente quella parola aveva un suono bizzarro-
successive con lui non le avrebbe mai trovate. Però adesso c'era Allen, dunque
Lavi aveva non aveva creduto possibile che Kanda non si sarebbe lasciato
tentare: evidentemente non lo conosceva ancora così bene come ostentava.
- Tch. -
Quella risposta fu sufficiente e Lavi, approfittando della situazione, si
ridistese sul letto e stuzzicò con una mano un bozzo aggrovigliato di coperte
sotto al quale era rannicchiato Allen.
- Ehi, Allen... - sussurrò avvicinando la bocca lì dove a occhio aveva
supposto si trovasse la testa. Nessun movimento e Lavi ipotizzò che si fosse
addormentato, cosa abbastanza plausibile dato che in fin dei conti era stata una
specie di battaglia impari.
Allen si era infine risvegliato dal caldo torpore che tanto irritava Kanda,
poichè mostrava un comportamento remissivo che non si addiceva alla mammoletta
che -senza troppi giri di parole- avrebbe voluto dominare sessualmente. Per
l'esattezza Allen era ritornato pienamente sè stesso quando Lavi, dopo essere
stato poco gentilmente invitato da Kanda a scegliere tra l'andarsene dalla
stanza o il prendere posto sul letto, lo aveva bruscamente stretto a sè,
inebriandosi della fragranza che la sua pelle emanava.
Come folgorato da un'illuminazione, Lavi, chino sulla gobba di coperte, si
ricordò di quel singolo particolare, di quel profumo dolce che, esaminato con un
lucido senno di poi, era sicuro di poter considerare come il deux ex
machina di quella particolare situazione. Tutto ciò che aveva sentito
aprendo la porta era stato un forte aroma dolciastro, insopportabile in un primo
momento, ed aveva subito storto il naso, ma la sua riluttanza nel continuare a
respirare era stata sopraffatta dal vago istinto sessuale che dal cervello
-divenuto incredibilmente più leggero- era passato nei suoi pantaloni.
Lavi inspirò a fondo e le sue narici diventarono più fredde mentre il suo
olfatto venne stuzzicato dall'odore di legno umido che caratterizzava quella
stanza: la fragranza era sparita, portando con sè anche il desiderio sessuale a
cui perfino Kanda, con la sua frigidità, si era abbandonato. Lavi non si era
ricordato di averlo mai visto così rilassato, tuttavia il tempo di accorgersene
fu sopraffatto dal ritorno della rigidezza nei suoi gesti.
- Ehi Allen... -
Non riuscì a trattenere un sorrisetto mentre intrufolava le dita tra le
pieghe della coperta; riconobbe al tatto i capelli di Allen e andò dritto sicuro
a tastare una sua guancia morbida prima che delle cupe parole si elevassero da
sotto la stoffa. Kanda smise di litigare con un bottone della divisa e persino
lui dovette amettere che se non avesse saputo della presenza della mammoletta su
quel letto, non avrebbe riconosciuto di chi fosse quella voce.
- Idiota. Non toccare. Mi fa male dappertutto. -
Era parzialmente vero. Allen aveva male, non dappertutto, ma aveva male. Gli
faceva male il fondoschiena e non voleva muoversi, perchè se si fosse mosso le
fitte di dolore gli avrebbero fatto ritornare in mente tutto quello che aveva
appena passato ed in quel momento voleva soltanto chiudere gli occhi ed
addormentarsi. Cosa difficile con il materasso che molleggiava ad ogni minimo
movimento di Lavi, e Lavi era solito sfogare l'energia che non usava nelle
situazioni in cui ce ne sarebbe stata necessità esternando inutili e fastidiosi
movimenti.
Kanda sbuffò di nuovo ma non uscì dalla stanza; si avvicinò al letto e posò
lo sguardo, senza pensarci troppo, sul punto preciso dove la rientranza morbida
della coperta faceva intuire che lì poteva esserci il sedere di Allen.
- Mammoletta. -
- Mi chiamo Allen. -
Quell'improvviso moto burbero costò a Kanda un notevole sforzo per non
sorridere compiaciuto: intuì che l'orgoglio di Allen stava lottando con
l'insofferenza verso quel nomignolo che lo sminuiva ancora più di quanto non
facesse già da solo il suo aspetto. Tuttavia evitò di proseguire per la strada
degli insulti vicendevoli e proseguì con la domanda che si era prefissato di
porre.
- Vedi di non fare queste scenate ogni volta d'ora in poi. Sei seccante.
-
Lavi cadde dal letto: la foga di Allen nel mettersi a sedere era stata tale
da spaventarlo fino a fargli perdere l'equilibrio.
- D'ora in poi? -
Kanda si era stupito, perchè da parte della mammoletta, vista la reazione
alle sue parole, si sarebbe aspettato un'espressione di imbarazzo misto a rabbia
o consapevolezza; invece Allen lo stava guardando con aria vagamente inebetita,
come se non avesse colto a pieno il senso delle parole.
- ...ma perchè? -
- Perchè io e Yu ti guardiamo il sedere da quando sei arrivato all'Ordine.
-
Se a colpire prima Lavi fosse arrivata la gomitata di Allen, o l'elsa di
Mugen, fu difficile constatarlo.
- Idiota. - sibilò Kanda lanciandogli uno sguardo di disprezzo - Perchè sì,
mammoletta. - tagliò corto riprendendo l'arma - Muovetevi voi due, dobbiamo
tornare indietro. -
La porta si richiuse in un prolungato scricchiolio, Lavi si soffermò ad
osservare il profilo perplesso di Allen, che ancora non accennava a richiudere
la bocca - Bè Allen... - esordì cercando di far ricorso a tutto il tatto che
possedeva - ...dopo che ti sei strusciato su di noi senza ritegno cosa ti
aspettavi? Quello è stato il suo modo per dirti che lo rifaremo. -
Allen rimase in silenzio a fissarsi le mani e Lavi decise che era arrivato il
momento di rivestirsi; indossò la maglia e fece per alzarsi in modo da
recuperare i pantaloni, ma cambiò idea ancora prima di posare i piedi a
terra.
- Mammoletta... - sospirò pazientemente, sicuro di poter attirare la sua
attenzione in quel modo - ...non fare quella faccia, a me è piaciuto! -
Si guardarono - Ma tu e Kanda... -
Lavi lo zittì lanciandogli sulla testa la camicia - Vedere te e Yu che vi
baciavate e toccavate è stata una delle mie più grandi soddisfazioni personali!
-
Non era quella la risposta adatta alla domanda che avrebbe voluto fare, ma
Allen si accontentò.
Komui aveva rapito Kanda non appena aveva rimesso piede nella mensa, così
Lavi aveva spiegato ad Allen, trascinato in infermieria da una Lenalee che aveva
appena letto il rapporto, dove erano riportate le parole "doccia di Dark Matter"
troppo vicine al nome del più giovane.
- Dovrà andare in missione? -
- Chi lo sa... - Lavi sembrò abbattuto - Quando lui va via non so mai chi
prendere in giro. Oh... - prevenì Allen, con la bocca aperta per rispondere -
...tu sei un buon soggetto, ma Yu... - sospirò sognante - ...prendere in giro
lui è qualcosa di esaltante. - affermò abbandonandosi contro lo schienale della
sedia - Però mi ha appagato di più vedere la tua testa in mezzo alle mie gam...
-
Una cuscinata, e il fiume di parole che stava sgorgando dalla sua bocca venne
interrotto. Allen lo guardò con evidente imbarazzo, che venne accentuato dal
sorriso comprensivo comparso sul viso di Lavi.
- Anche Yu all'inizio aveva le tue stesse reazioni. Non voleva parlarne, ma
farlo e basta. - assunse un'aria pensierosa - Anche adesso è così, però prima
era più teso e non voleva farlo tanto, ora è addirittura lui a venirmi a
cercare. -
Lavi sembrava compiaciuto e Allen si ricordò come era in fondo incominciata
quella storia. Perchè non si sarebbe lasciato andare a quel modo -probabilmente-
se la sua mente non fosse stata imbevuta delle immagini di Kanda che baciava
Lavi e Lavi che si lasciava dominare da lui. Quel pensiero, sul quale si
costringeva a rimuginare, era l'unico appiglio che potesse consolarlo, perchè la
maggior parte della colpa sarebbe stata comunque di Kanda e Lavi, non sua. Anche
se gli era piaciuto. Piaciuto fin troppo.
Sprofondò nel letto, non riuscendo a sopportare quel qualcosa che sapeva
chiamarsi scheletro nell'armadio; non era un rimorso, ma quasi.
- Lavi. Io ho visto te e Kanda. - scandì piano le parole - La sera del mio
ritorno dalla missione con Crowley. Nella stanza di Kanda. -
Lavi si strozzò con il sorso d'acqua che aveva preso per noia - Ci hai visti?
- era incredulo: gli ci era voluto poco per collegare i vari elementi, sapeva
che Allen era rientrato tardi e sapeva che lui aveva passato tutta la notte
nella stanza di Yu - Ci hai spiati! - si corresse.
- No! -
Il ghigno di Lavi era poco rassicurante - Allora ti eccita guardare? -
- Certo che no! -
- Perchè sei venuto ad aprire la porta allora? -
- La porta era già aperta e si sentiva tutto. -
- Non ti devi giustificare. -
- Non mi sto giustificando! -
Allen vide Lavi scoppiare in una genuina risata e sentì avvicinarsi come
conseguenza i passi furiosi della capo infermiera. Ma non gli dispiacque
l'espressione che l'altro aveva assunto per rispondergli, anche se questa
possibilità gli venne preclusa dalla donna decisa a trascinarlo fuori
dall'infermeria trascinandolo per un orecchio.
Un'altra missione con Crowley ed Allen aveva compreso che Komui voleva
mettere a dura prova le sue capacità psichiche, già ridotte all'osso. Ovviamente
ritornarono tardi ancora una volta ed ovviamente dovette passare il viaggio
sveglio a sorbirsi i gemebondi lamenti del compagno che implicavano delle
balbettate scuse per essere stato la causa che aveva fatto perdere loro il treno
precedente. Ebbe uno sgradevole senso di déjà-vu passando davanti alla sala
comune affollata di scienziati in bilico tra la coscienza e il coma, tuttavia si
limitò ad affrettare il passo e si lasciò alle spalle il forte aroma di
caffè.
I suoi passi risuonarono lungo i corridoi vuoti, ma era tranquillo, grazie al
Finder e ad una solenne promessa di Reever era quasi sicuro di non girare
l'angolo ritrovandosi di fronte ad un Komurin sul piede di guerra.
Poi arrivò lì. Se l'era aspettato e si era deciso a mantenere lo sguardo
basso, fisso sul pavimento, ma non riuscì. Con un movimento impercettibile del
capo sollevò lo sguardo e la vide: la porta aperta. Inarcò le sopracciglia e non
pensò perchè fosse socchiusa, nè chi l'avesse incautamente lasciata così; sapeva
che Kanda e Lavi erano in missione, ma ciò non gli impedì di arrossire.
Inspirò a pieni polmoni ed espirò con lentezza, sentendo l'agitazione
scivolare via. Era tardi, doveva soltanto andare nella sua stanza per riposare.
Eppure, passando davanti alla stanza, la sua attenzione fu calamitata da quel
sottile spiraglio dal quale potè scorgere la finestra: sì, decisamente il
panorama di cui godeva Kanda era migliore rispetto a quello a cui si era
abituato lui. La luna era naturalmente lì.
- Vedi Yu? Lo eccita spiare! -
Allen sussultò sentendo quella voce emozionata soffiargli contro l'orecchio,
poi un paio di mani lo spinsero dentro alla camera. Sentì un'altra voce dopo
essere stato costretto sul letto sotto il peso di due corpi.
- Stupido coniglio, vai a chiudere a chiave quella dannata porta! -
About The Doppler Effect
Fine della storia. Ho scoperto solo ora che è praticamente nonsense e scritta
solo al fine di vedere questi tre fare gli idioti, specialmente Allen.
All'inizio era a rating rosso, ma era troppo difficile prenderli assieme.
Rimedierò. Forse. Non so.
Quest'ultimo capitolo è troppo buttato lì? Ve lo chiedo perchè dal capitolo 3
questa fan fiction già non mi convinceva più XD Sono un caso disperato,
perdonatemi. Ho comunque voluto concludere, perchè rischiavo di non pubblicare
più se continuavo a cancellare e riscrivere. Dunque se vi sembra che sia
un'accozzaglia di cose senza senso penso che abbiate ragione. Vi ho deluso?
Pazienza.
Io ritornerò prossimamente -è una minaccia- con non so che cosa, ho tante
idee ma poca voglia concreta di buttarle giù. O sono troppo difficili o sono
totali idiozie come questa.
Ringrazio chi ha commentato, letto, messo in preferiti, sfavoriti, seguiti,
inseguiti e balle varie, se siete arrivati fin qui vuol dire che per lo meno un
po' vi ho incuriositi. Per festeggiare la fine del capitolo ho messo un'immagine
doppia, dato che non sapevo decidermi (sono indecisaaaaa
°A°)
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